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Full text of "Rerum italicarum scriptores; raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinata da L.A. Muratori. Nuova ed. riv. ampliata e corr. con la direzione di Giosue Carducci"

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FOUNDtD  BY 


GOL,DWlN_^SMITH 
H  ARR I  E.x" SAVrrM 


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RERUM  ITALICARUM  SCRIPTORES 


RACCOLTA 

DBGLI 

STORICI  ITALIANI 

dal  cinquecento  al  ^nillecinquecento 


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ORDINATA 

DA 

L  A.  MURATORI 

+  f  f 

iVUOVA   JSV  /Z/OA  £   RIVEDUTA    AMPLIATA    E    CORRETTA 

CON    L.A    DIRRZIONB 
DI 

GIOSUE  CARDUCCI  e  VITTORIO  FIORINI 

^^ 

T.     XXXIII   (ACCBSS.   NOVISS.   -   CRON.   KMILIANE   E   ROMAGNOLH) 
P.     I     (GHIRARDACCI  -  HISTORIA   DI  BOLOGNA) 


CITTA  DI  CASTELLO 

COI   TIPI  DBLI.A   CASA    BDITRICB  .S.   LAPt 


M« 


DELLA  HISTORIA    -^ 

DI    BOLOGNA 


PARTE  TERZA 


DBL 


R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardacct 

bolognese 

DELL'ORDINE  EBIEMITANO  DI  S.  AGOSTINO 


A    CUR  A 

DI 


ALBANO  SORBELLl 


^ 


cittA  di  castello 

CO/   TIPI  DBLLA    CASA   BDITRICB    S.   LAPI 


4. 


y 


i-ROPRIBXA     LETTKRARlA 


^ 


PREFAZIONE 


T.  xxxm,  p.  1,  —  A. 


T^ 


PARTE    I. 
La  vita  e  le  opere  di  frate  Cherubino  Ghirardacci 


1 .  —  Notizie  sulla  vita  difrate  Cherubino  Ghirardacci. 


L  frate  Cherubino  Ghirardacci  fu  certamente  il  piti  grande  storico  di  Bo- 
logna,  dopo  il  Savioli. 

Egli  per  primo,  c  su  un'ampia  tela,  si  rivolse,  nel  tessere  la  storia 
della  citth,  non  alla  tradizione  solamente  o  alle  liviane  quanto  fallaci  narrazioni  di  Gio- 
vanni  Garzoni  *  e  d'altri  simili,  ma  alle  fonti  piii  sane  e  piti  vere,  come  i  documenti 
e  le  cronache  dei  contemporanei ;  e  lo  fece  con  tanta  saggezza  di  criteri,  con  tanta 
I  circospezione  nella  scelta  e  nel  confronto,  da  potersi  affermare  che  intuisse  i  sistemi 
critici  del  secolo  XVIII.  Con  ci6  non  si  vuol  dire  che  nulla  tenesse  del  metodo  se- 
guito  dai  suoi  contemporanei  o  di  quelli  che  di  poco  lo  precedettero  e  seguirono,  come 
il  Bolognini  ^,  l'Alberti  ^  il  Vizani  *,  il  Dolcino  ^,  il  Bombaci  ^,  ecc,  e  che  di  tanto  in 
tanto  non  incappasse  in  notevoli  errori,  o  si  mostrasse  troppo  credulo  di  fronte  alle 
narrazioni  anteriori  e  desse  valore  ad  aflermazioni  che  evidentemente  erano  destituite 
di  ogni  attendibilitk,  o  anche  non  opportunamente  nfe  esattamente  interpretasse  gli 
stessi  documenti;  ma  molto  deve  perdonarsi  a  lui  che  tutto  doveva  ricostruire  dalle 
fondamenta,  ed  era  costretto  a  cercare  il  vero  e  la  maggior  parte  delle  notizie  sicure, 
dai  molti  e  polverosi  volumi  della  Camera  degli  Atti.  Piuttosto  h  a  meravigliarsi 
che  da  solo  e  relativamente  in  poco  tempo  riuscisse  a  comporre  il  piti  bello  ed  il 
piii  esteso  monumento  di  storia  cittadina  che  abbia  Bologna. 

Nello  stesso  tempo  che  apre  la  serie  degli  storici,  il  Ghirardacci  chiude,  pu6 
dirsi,  quella  dei  cronisti.  Che  se  piti  tardi  troveremo  I'immensa  mole  annalistica  del 
Negri  e  piti  ancora  quella  del  Ghiselli ',  i  rispettivi  compilatori  daranno  alle  loro  pro- 


'  Ha  una  infinita  di  scritti,  la  piu  parte  inediti 
ancora,  in  elegante  e  pomposa  forma  latina,  sulle  origini 
di  Bologna  e  sulla  storia  dei  suoi  secoli  piu  anticlii. 
Cf.  Fantuzzi,  Notizie  degli  scrittori  bolognesi,  IV,  78 
sg, ;  LoDOVIco  Frati,  La  prigionia  di  re  Enzo  in  Bolo- 
gna,  Bologha,  Zanichelli,   1903,  in  appendice. 

*  Lodovlco  Bolognini  dottore  dello  Studio.  Ve- 
dasi  specialmente  l'opera :  Commentaria  in  Privileginm 
Theodosii  fro   Universitate  Bononiae,  Bologna,   1491. 


'  Deca  prima  delle   kistorie   di  Bologna,    Bologna,    10 
Grossi,  1543;  -Deca  seconda,  Vicenza,  Greco,  1592. 

<  Dieci  libri  delle  historie   della  sua  fatria,  Bolo- 
gna,  Rossi,  i6o3 ;  seguirono  nel  i6o8  i  libri  XI  e  XU. 

^  De  vario  Bononiae  statu  ab  ea  condita   usque   ad 
annum  MDCXXV,  Bologna,  Ferroni,  1631.  IS 

^  Historie  di  Bologna,  Bologna,  Ferroni,   1635. 

'  Ambedue  i  voluminosi   manoscritti  conservansi 
nclla  Biblioteca  Univcrsitaria  di  Bologna,  ai  nn.  1107 


IV  PREFAZIONE 


duzioni  non  il  titolo  modesto  e  ormai  vieto  di  cronaca,  ma  quello  piCi  solenne  di  storia 

0  di  annali.  E  se  piii  tardi  ancora  troveremo  compilazioni  che  hanno  nomi  e  forme 
di  cronaca,  come,  per  venire  al  secolo  XIX,  e  tenerci  sempre  nel  campo  bolognese, 
quelle  del  Dosi,  del  Nascentori  Manzi  e  del  recentemente  defunto  cav.  Enrico  Bot- 
trigari  ^  comprenderemo  facilmente  che  ci  troviamo  dinanzi  ad  un  fenomeno  spora- 
dico  destinato  a  non  recare  sui  tempi  nessuna  utile  influenza  ed  anche  quasi  nessun 
vantaggio  agli  studi. 

Ma  il  Ghirardacci    non  ebbe  in   disprezzo  i  cronisti,  ai  quali  fe,  sia    pur  per    un 
filo,  legato,  e  sebbene  non  lo  dica  o  non  lo  indichi  sempre  nelle  notazioni  marginali 
della  sua  storia,  nondimeno  se  ne  valse;  di  essi  vide  molti  e  da  tutti  trasse  il  meglio:   1 
ci5  che  dai  documenti  riusciva  in  altra  guisa  confermato  e  ci6  che  contribuiva  ad  illu- 
minare  e  compiere  il  documento  ^. 

Per  queste  considerazioni  e  per  un  esame  accurato  deIl'opera  ghirardacciana,  in 
ispecie  per  quanto  si  attiene  alle  fonti,  pu6  concludersi  essere  stato  sinora  il  Ghirar- 
dacci  accusato  e  tenuto  in  poco  conto,  a  torto.  Sappiamo  quale  avverso  giudizio  1 
diedero  di  lui,  a  cagione  forse  dello  stile  non  sempre  felice  del  frate  agostiniano,  il 
grande  Muratori  nella  prefazione  alia  Historia  miscella  bononiensis  ^,  il  Fantuzzi  nei 
suoi  Scrittori  bolognesi  *,  il  Gozzadini  in  piti  d'  un  luogo,  il  Litta  e  molti  altri  ancora. 

1  piti  recenti  studiosi  tuttavia,  che  si  sono  dati  a  scrivere  della  storia  di  Bologna  e  che 
hanno  perci6  avuto  bisogno  od  occasione  di  rovistare  gli  archivi  e  consultarne  i  do-  2 
cumenti,  hanno  anche  avuto  agio  di  riscontrare  con  quanta  cura  e  diligenza  li  avesse 
gik  prima  consultati  il  Ghirardacci,  e  come  ormai  non  molto  trovisi  di  nuovo  e  di 
importante  negli  archivi  e  nelle  biblioteche  per  il  periodo  da  lui  trattato^.  ^  una 
giusta  rivendicazione  che  bisogna  fare  per  il  valoroso  storicol 

« 

*  2 

*  * 

La  famiglia  dei  Ghirardacci  h  oriunda  di  Castel  San  Pietro,  dove  sempre  o  quasi    j 
sempre  abit6  sino  al  principio  del  secolo  XVI.     Tra  quelle  di  Castel  San  Pietro  fli    j 
delle  piii  cospicue  e  Ih  possedeva  belle  case  e  terreni.     Chi  port6  la  famiglia    Ghi- 
rardacci  a  Bologna  fu  il  nonno  dei  nostro  frate,  Sante  ^,  che  venne  nel  1 5 1 8  '  e  and6 


e  770.    Del  Negri  esiste  un  ottimo  esemplare  nella  Bi-  tereSsante  lavoro  sugli  autografi  e  manoscritti  ghirardac- 

blioteca  Comunale  dell'Archiginnasio,  ciani  (pubblicato  negli  Atti  e  memorie  della  regia 

'  Le  tre  opere  conservansi  manoscritte  nella  Bi-  Deputazionc  di  ^torla  patria  per  le  provin- 

blioteca   Comunale   dell'Archiginnasio  di    Bologna:  il  cie   di   Romagna,  serie  3%  vol.  XXIV,  an,  1906)^3 

5    Dosi    segnato   B,    2281-2314,   il    Nascentori    Manzi    B,  giustamentc   notare  il    metodo   rigoroso   seguito   dallo 

2243-2280  e  il  Bottrigari  B,  2558-2561,  storico  bolognese, 

'  Nell'elenco  delle  fonti  del  primo  volume   della  «  gra  stato  bandito  con  pena  capitale  nel  1506  e 

Historia  di  Bologna,  che   daremo  piii  innanzi,  vedremo  di  nuovo  nel  1513  per  omicidii,  poi  nel  1517  era  stato 

ricordate  molte  cronache,    Talvolta  anzi  il  Ghirardacci  graziato.    Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Libri  Parli- 

10   le  discute  e  non  di  rado  le  confuta.  torum,  26  febbraio  1517. 

'  RR.  II.  SS.,  XVni,  Praefatio.  7  Si   trae   dal    decreto   di   cittadinanza   bolognese 

Vol.  IV,  pp,  136-137.  concesso  piu  tardi  ad  Andrea  e  Antonio  Ghirardacci ; 

'^  Merita  molta  lode  Lodovico  Frati  che  in  un  in-  vedi  nota  5  della  p,  v. 


PREFAZIONE 


a  fissare  la  sua  dimora  nella  parrocchia  di  Santa  Maria  Maggiore.  In  quella  cappella 
cgli  faceva  ii  suo  testamento  il  24  agosto  del  1518  stesso  *,  e  forse  poco  dopo  moriva. 
Era  chiamato  erede  universale  il  figlio  Andrca  ed  usufruttuaria  la  moglie  Felicita 
Raineri  di  Castel  San  Pietro  ^. 

Andrea,  il  padrc  dello  storico,  era  nato  a  Castel  San  Pietro  sul  finire  del  se- 
colo  XV  o  ai  primissimi  anni  del  secolo  XVI.  Datosi  agli  studi,  fu  il  20  febbraio 
del  1526  aggregato  alla  societk  dei  notai ",  e  cominci6  tosto  ad  esercitare  la  sua 
professione.  Intanto  la  famiglia,  specie  per  merito  suo,  erasi  fatta  conoscere  in  cittk, 
e  poteva  percio  ottenere  il  19  agosto  *  del  1530  la  cittadinanza  bolognese.  II  Vice- 
legato  di  Bologna  concedeva,  con  lusinghiero  decreto,  tale  titolo  a  ser  Andrea  c  ad 
Antonio  Ghirardacci  (il  fratello  o  lo  zio?)  perchfe  esercitavano  arti  civili,  e  aggiun- 
geva:    "  tuque  presertim,  Andreas,  notariae  artem  profitcndo  „^. 

In  Bologna  abit5  poi  nei  luoghi  pifi  diversi:  nel  1525  dimorava  nella  parrocchia 
di  San  Vitale,  nel  1526  in  quella  di  San  Leonardo,  nel  1533  in  quella  di  San  Biagio, 
nel  1535  nella  parrocchia  di  San  Giuliano,  nel  1540  sotto  San  Procolo  e  nel  1549 
sotto  San  Vitale,  nel  1559  nel  Borgo  di  San  Lorenzo,  in  una  casa  che  aveva  a  pen- 
sione  da  Fiiippo  Sighicelli  *;  ma  ci  risulta  da  altri  atti  che  abit5  anche  in  via  Gal- 
liera  e  altrove. 

I  suoi  atti  si  conservano  ancora  in  parte  e  vanno  dal  1526  sino  al  1568',  ma 
forse  il  piii  de'  documenti  rimase  presso  gli  uffici  che  in  vari  luoghi  tenne.  Egli 
infatti  fu  assai  spesso  chiamato  a  cariche  di  carattere  notarile,  o  presso  il  vescovato 
o  presso  gli  uffici  del  podcstk  o  nelle  amministrazioni  dei  castelli  del  distretto  bolo- 
gnese.  Senza  tener  conto  dei  vari  luoghi  ove  egli  si  rec6  per  rogare  atti,  ricordiamo 
che  nel  1546  egli  era  notaio  del  podestk  a  Castel  San  Pietro  sua  patria  nativa,  in 
tempi  difficili  per  la  difesa  e  specialmente  per  I'approvigionamento  del  castello,  e  dove 
potfe  recare  utili  servigi  a  Giacomo  Grati  che  dirigeva  il  governo  della  provincia^; 
nel  1548  fu   notaio  del   podestk  e  poi   vicepodestk  a  Castelfranco,  dove    pure    ebbe 


•  Archivio  notarile  di  Bologna,  Ai/t  di  Lodo-  "  cim  „,  La  concessione  della  cittadinanza  e  fatta  in 
vico  Casari  (D.  lo.  4),  filza  I,  n.  147.  E  detto  "  Sanctes  perpetuo,  per  i  figli  c  discendenti.  La  delibcrazione 
"quondam  Marci  de  Ghirardatiis  de  Castro  Sancti  Pe-  relativa  trovasi  nei  libri  Partitorum  dello  stesso  arclii- 
*tri....  habitator  Bononie  ad  presens  in  cappella  san-  vio;  alla  seduta  erano  presenti  39  dei  quaranta  rifor- 
"cte  Marie  Maioris,.  E  nominato  esecutore  testamen-  matori,  e  l'approvazione  si  ottenne  con  31  voti  favore-  25 
tario  Bartoloraeo  Roti  di  Castel  San  Pietro.  voll  contro  8  contrari. 

*  Le  e  restituita  la  dote  di  lire  100.  ^  Come  si  rileva  da  un  atto  del  notaio  Sebastiano 
'  Questa  notizia,  insieme  a  parecchie  altre  che  se-  Drusi  dell'Archivio  notarile  di  Bologna  in  data  23  ago- 

guiranno,  intorno   ad   Andrea   Ghirardacci,  mi  furono  sto  di  quell'anno. 

cortesemente  favorite  da  Angelo  Calisto  Ridolfi  il  quale  ^  Si  conservano  nelPArchivio  notarile  di  Bologna,    30 

da  molti   anni  con    lodevole  cura   va   raccogliendo    da  in  due  grosse   buste,  nelle  quali,  oltre  agli  atti  rogati, 

tirtti  gli  atti  che  ordina  le  notizie  dei  notai  bolognesi.  ci  sono  molte  lettere  Inviate  al  Ghirardacci  tutte  rife- 

Cf.  anche  Lodovico  Frati,  Storia  documentata  di  Castel  rentisi  agli   uffici  da   lui  occupati,  ricevute,    inventari, 

San  Pietro  deWEmilia,  Bologna,  Zanichelli,  1904,  p,  164.  gride  governative  a  stampa  ecc.     La  busta  I  va  dal  1526 

■*  Non  il  17  agosto,  come  scrive  il  Frati,  0/.  cit.,  al  1545,  la  II  dal   1547  ^'   iS^S.     Non  ci  sono  atti  per    35 

p.  164.  gH  anni  che  seguono ;  forse  andarono  smarritl. 

5  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Istrumenti  del  «  Come    rilevasi,   ad  esempio,    in    una   lettera   di 

Senato,  A.,  lib.  XVI,  n.  3.    Nel   decreto  del  Vicelegato  G.  B.  Bianchini  indirizzata  ad  Andrea  "  notaro  di  Ca- 

8i  dice  che  i  due  Ghirardacci  abitavano  in  Bologna,  pro-  "  stel  Sampieri  „,  e  in  altre  parecchie  del  1546,  che,  in- 

▼enienti  da   Castel  San    Pietro  "  ab  hinc   annis  duode-  dirizzate  al  medesimo,  si  coQservano  nella  busta  L  40 


VI  PREFAZIONE 


parecchie  delicate  mansioni;  nel  1552  era  nominato  notaio  dell'ufficio  podestarile  di 
Bazzano;  nel  1554  occupava  la  stessa  carica  presso  il  podestk  di  Castel  Bolognese; 
nel  1562  era  notaio,  col  podestk  Alamanno  Isolani,  a  Molinella^,  nel  quale  ufficio  il 
Vicelegato  I'anno  dopo  lo  confermd,  nonostante  fosse  proibito  di  esercitare  il  nota- 
riato  per  due  anni  di  sfeguito  presso  uno  stesso  podestk^;  finalmente  nel  1568  fu  di  ; 
nuovo  a  Castelfranco. 

Andrea  ebbe  due  mogli:  dalla  prima,  della  quale  non  sappiamo  il  nome,  nacque 
frate  Cherubino  e  certo  nel  1524  un  tale  Sante  *,  che  dovette  poi  morire  assai  presto. 
Rimasto  vedovo,  spos6  circa  nel  1557  ^  quando  era  gik  avanti  con  gli  anni,  Agnese  di 
Cristoforo  Norchesi,  di  buona  famiglia  e  assai  ricca  ^  rimasta  vedova  di  Giulio  Cesare  10 
Bianchetti  ^  La  coppia  non  fii  fortunata:  b  vero  che  nel  febbraio  del  1558  vediamo 
i  due  coniugi  fare  insieme  un  contratto  di  convivenza  e  coabitazione  con  Geometra 
Macchiavelli  e  sua  moglie  per  un  anno,  e  con  certi  patti  per  1'acquisto  e  il  pagamento 
in  comune  del  pane,  del  vino,  del  companatico  e  delle  legna  ecc.  ';  ma  tale  societk 
crediamo  ben  presto  si  sciogliesse,  perch^  sorse  tosto  una  grave  contesa  tra  Agnese  e  15 
Andrea,  per  la  quale  Agnese  era  uscita  dalla  casa  maritale.  Andrea  ne  fu  assai  dolente, 
e  dispiacente  dovette  rimanere  anche  il  figlio  frate  Cherubino,  se  egli  intervenne  scri- 
vendo  di  suo  pugno  un  atto  importante  e  caratteristico  che  fu  poi  rogato  dal  notaio 
Sebastiano  Drusi  il  22  agosto  del  1559.    t.  una  protesta  fatta  da  Andrea,  che  comincia: 

"  Havendo  io  piu  volte  parlato  con  rAgnese  mia  mogHe  sopra  le  cose  nostre  et  del  viver  20 
"  de  casa,  come  h  debito,  acci6  si  viva  in  pace,  a  me  par  da  molti  giorni  in  qua  haverla 
"  ritrovata  molto  contraria  al  giusto  et  honesto.  O  sia  mossa  da  lei  medema,  o  da  altri  con- 
"  sigliata  che  non  Tamano  come  me,  si  move  a  dire  che  vole  che  io  le  f accia  le  spese  a  lei 
et  a  una  massara  „.  AUegava  TAgnese  di  avere  una  cospicua  dote,  senonchfe  questa  non 
era  ancora  in  mano  del  marito;  comunque,  continuava  Andrea,  "  venendo  lei,  come  fe  giusto  25 
"  et  onesto,  a  star  et  habitar  con  me  suo  consorte  ,  e  a  stare  alla  medesima  vita  sua,  ne  h  lieto 
e  la  tratterkbene;  e  per  as8ft;urarla  fa  questa  pubblica  protesta  e  dichiarazione.  Vuole  per6 
che  stia  con  lui  e  non  abbia  a  vergognarsi  di  lui,  e  non  si  muova  piii  di  casa  se  non  per  "  li 
"  divini  ufficii  „,  salvo  licenza;  e  che  nessuno  poi  s' intrighi  dei  suoi  affari,  in  casa  sua*. 

Sembra  che,  forse  con  1'intervento  di  frate  Cherubino  e  di  comuni  amici,  i  co-  3( 
niugi  si  rappattumassero  alquanto,  ed  entrasse  se  non  la  perfetta  tranquillitk,  una  specie 


'  Si  conservano  nella  busta  U  molte  lettere  e  do-  Con  rogito  di  Francesco  Mosca  del  i8  aprlle  1565  (Ar-    iJ 

cumenti  riferentisi  a  questi  uffici.  chivio  notarile  di  Bologna),  Agnese  ne  pagava  una 

*  II  documento,  molto  onorevole  per  Andrea,  ha  la  parte  in  lire  700. 
data  del  5  luglio  1563.  6  pare  ciie  Agnese  Norchesi  avesse  avuto  un  terzo 

BiBOOTECA  COM.  DELL'ARCniGmNASlo,     Estratti  marito :  in    un  atto  del  4  agosto   1557  essa  revoc6   un 

del   Carrati   dai  libri    battesimali,  alla   data.     Sotto    il  suo    anteriore   testamento  in    cui  aveva    lasciata   erede    20 

9    agosto    1529    e   segnata    la    nascita   di    un    «  Marco  Flaminia  di  Zacherio  Guerrini,  gia  suo  marito :  in  quel 

di....(i!c)Ghirardacci„:che  sia  un  altro  figiio  di  An-  tempo  aveva  gia  sposato  ser  Andrea  Ghirardacci  (Ar- 

""^^  CHivio  NOTARILE  DI  BoLOGNA,  AUt    di   Geotiietra    Mac- 

Del  13  gennaio  di  quesfanno  e  infatti  1' istru-  chiavelli). 
mento  dotale  a  favore  di  Andrea  Ghirardacci,  nel  quale  '  Archivio  notarile  di  Bologna,  tra  gli  atti  di    »5 

si  dice  che  il  matrimonio  c  consumato.  Archivio  no-  Andrea  Ghirardacci  (busta  U). 

tarile  di  Bologna.  Atti  di  G.  B.  Bigatti.  »  Archivio  notarile  di  Bologna.    L'atto  fu  ro- 

La  dote  di  Agnese  Norchesi  superava  le  mille  lire.  gato  in  casa  di  Andrea  Ghirardacci. 


PREFAZIONE  VII 


d'armistizio.  Infatti  Agnese  si  indusse  finalmente  a  pagare  al  marito  la  dote,  o 
alnieno  parte  della  medesima  per  la  somma  di  lire  700,  nell'aprile  del  1565,  dote  che 
il  marito  assicur6  su  una  casa  che  possedeva  in  Castel  San  Pietro  e  su  un'altra  che 
egli  aveva  in  Bologna,  nella  cappella  di  San  Giuseppe  in  via  Galliera  *.     Nel   1571 

5  la  troviamo,  unita  al  consorte,  a  nominare  un  procuratore  per  certiaffari^;  nel  1572 
essa  delegava,  per  cose  sue,  senz'altro  il  marito  ^,  e  insieme  a  lui  la  vediamo  piii  tardi 
in  altri  atti  *. 

Andrea  moriva  in  Bologna  il  30  marzo  del   1586  e  veniva  sepolto  in  San   Gia- 
como  Maggiore,  per   cura    evidentemente  del  figlio   frate,  nell'arca   della   Madonna, 

0  nonostante  allora  egli  abitasse  nella  parrocchia  di  San  Gregorio  ^ ;  e  la  moglie  lo 
seguiva,  dopo  poco  piti  di  due  anni,  il  9  settembre  del  1588:  fU  sepolta  a  Santa  Ma- 
ria  della  Carith  ^. 

Per  meglio  illuminare  la  figura  e  i  rapporti  del  maggiore  storico  bolognese  che 

Ifino  al  suo  tempo  venisse  in  luce,  fe  necessario  conoscere  nelle  sue  varie  e  piti  vicine 
ramificazioni  la  famiglia.  Ora,  per  le  molte  e  diligenti  ricerche  compiute,  ci  venne 
fatto  di  stabilire  questo  schizzo  genealogico,  naturalmente  e  volutamente  incompleto, 
perchfe  non  dovevasi  tener  conto  dei  rami  troppo  lontani  da  quello  da  cui  deriv6 
Cherubino  e  delle  persone  che  vissero  nei  secoli  che  seguirono  alla  morte  dello  storico  ^ 


'  Archivio  notarile  di  Bologna,  Atti  di  Fran-  come  In  salvo  a  caglone  delle  guerre  civill  che  erano  in 

cesco  Alosca,  prot.  6,  fol.  67.  Bologna.     Dopo    la  pace   del  1299,  procurata  dal   iodo    JS 

'  Archivio  NOTARiLE  Dl  B01.0GNA,  .,4««   di  Cesare  di  Bonifacio  Vin,  tra  i  cittadini  cospicui  ciie  rientra- 

Forlani,  prot.  8,  f.  2.     Trattavasi  di  una  causa  contro  rono  in  citta  ci  fu  anciie  il  nostro  Prencivalle  (I,  406). 

Luciana  Bianclietti  sua  nipote,  Un    Giacomo   Gliirardacci    abitante   della   cappella    di 

'  Archivio  NOTARiLE  Di  BoLOGNA,  Atti  di  Cesare  San  Martino  deil'Aposa,  e  forse  ii  figlio  di  Prencivalle, 

Forlani,  prot.  4,  fol.    89.     Vien  tacitata  la  controversia  il  30  dicembre  dei  1308  fu  dai  ministrali  della  societa    30 

con  Luciana  Bianchetti  con  un  compenso    di  lire  400.  dei  sarti,  ai  quali  spettava  il  governo  della  Rocca  Cor- 

*  Ad  esempio  nel  6  gennaio  1574:  Archivio  no-  neta   nelle   montagne   di   Bologna,   nominato   capitano 

.   TARILE  pl  BoLOGNA,  Alti  di  Giovantii  Paolo  Lolli.  diquella  rocca  a  nome  del  comune  di  Bologna  (I,  535)- 

5  BiBUOTECA  coMUNALE  dell'Archiginnasio,  Ms.  Uh  Ghcrardo  Ghirardacci  e  ricordato  nel  14 10,  perche 

B,  916,  p.  63.  nella   sua  casa  posta  non  lontano  da  San  Bartoloraeo,    35 

"  BiBLiOTECA  comunale  deu,'Archiginnasio,  Ms.  scmprc   in  Castel   San  Pietro,  alloggio  il    cardinale   di 

B,  913,  p.  191.  Spagna  (II,  584).     Infine   il  padre  Andrea   Ghirardacci 

'  II  Ghirardacci   stesso  nelia  sua  Storia  reca   dei  h  ricordato   nel  terzo   volume.   —   Da   queste    testimo- 

nomi  di  suoi  maggiori.    Si  trova  ricordato  un  "  Pren-  nianze   dello  stesso    Ghirardacci,  come   dai   documenti 

"  civalle  di  Giacobelio  di  Gerardo  Ghirardacci  hospite  che  abbiamo  sopra  ricordati,  se  risulta  che  ia  famiglia    40 

"  delia  detta  terra  „  cioe  di  Castel  San  Pietro,  nella  cui  Ghirardacci  deriva  da  Castel  San  Pietro,  appare  nello 

casa  alberg6  nel  1299  Ottolino  da  Mandello  podesta  di  stesso  tempo  che  in  quel  luogo  si  fosse  rifugiata,  par- 

30    Bologna  insieme  con  gli  anziani  e  i  sapienti  (I,  386);  tendo   da   Bologna,    nel    secolo   XIII.     Del    resto   sono 

e  piu  innanzi  si  dice  anche  dove  era  situata  la  casa  di  molte  ie  famiglie  bolognesi  che,  nelle  varie  lottc  inte- 

Prencivalle,  "  presso  la  porta  di  sopra  „  (I,  395,  e  399).  stine  della  citta,  e  per  le   varie  cacciate,  si   ritirarono    4S 

Prencivalle  non  era  per6  di  quel  luogo,  erasi  recato  colk  a  Castel  San  Pietro. 


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PREFAZIONE 


IX 


NOTE  ALLO  SCHIZZO  GENEALOGICO. 


'  E  il  primo  tentativo  dl  un  albero  genealoglco 
alquanto  esteso.  I  saggi  del  Carrati  (Biblioteca  co- 
MUNALE  dell'Archiginnasio,  Ms.  IS,  703,  n.  49)  sono 
;  rudimentali,  monchi  ed  errati  spesso.  Avvertiamo  che 
gli  anni  segnatl  sotto  i  noml  corrispondono  a  quelli 
nei  quaii  si  son  trovate  notizie  della  persona  indicata; 
quando  si  vuol  acccnnare  allc  date  di  nascita  e  di  morte 
le  date  sono  precedute  da  ».  o  da  f. 
10  »  Ghiraruacci,  Jlistoria   di   Bologna,  I,  386,  395, 

399,  406. 

*  Ghirardacci,  Ioc.  cit. 
■♦  Ghirardacci,  Historia  di  Bologna,  I,  535. 

*  Ghirardacci,   Uistoria  di  Bologna,  II,  584. 

15  *  A  N  B  (ossia  Archivio  notarile  di  Bologna), 

Indici  del  Masina,  secolo  XV  e  XVI ;  Vacckettini  Ali- 
dosi  (che  si  conservano  nella  Biblioteca  comunalc  del- 
1'Archiginnasio),  VI,  1S3  ;  fa  testamento  il  35  maggio 
del   1446.    Ivi  son  ricordati  il  padre  suo  e  il  figlio. 

20  '  Ivi. 

*  BlBLIOTECA  COMUKALB  OIXL'ArCUIGINNA&IO,  Vac- 
cheltini  Alidosi,  I,   137. 

»  Ricordato  fra  gli  uomini  di  Castel  San  Pietro 
nel   1506  {Vacchettlni  Alidosi,  I,   137):   A  N  B,   Indici  del 

35  Masina;  ha  esenzloni  dal  Senato  bolognese  nel  1504 
(Bibliotkca  comunale  dell^Archiginnasio,  Recapiti 
del  Senato,  nci  mss,  Carratl,  I,  168);  Vacchettini  Ali- 
dosi,  11,   160. 

"•  A  N  B,  Indici  del  Masina. 

30  "  ANB,  Indici  del  Masina;  Vacckeltini  Alidosi,  II, 

97;  fstto  clttadino  di  BoJogna  11  19  agosto  del  1530 
{Recapiti  del  Senato,  I,  253) ;  abitava  in  San  Martino 
delle  Ballotte;  iscritto    nella  matricola  dei  beccai   (Bi- 

BLIOTECA   COMUNALE    DELL'ARCH101NNASI0,  AIs.   B,    3378, 

3S    p.  454)- 

•*  ANB,  Indici  del  Masina;  faceva  testamento  11 

34  agosto  del  1518  e  lasciava  crede  il  figlio  Andrea  e 

usufruttuaria  la  moglie  che  era  di  Castel  San  Pietro,  a 

cui  restituiva  la  dote  di  lire  100. 
40  '*  Ricordato  nel  testamento  di  Sante  dei  24  ago- 

sto  1518,  nel  qual  anno  era  gla  morto.     La  moglle  ri- 

ceveva  da  Sante  un  legato  di  40  lire. 

'■•  A  N  B,  Indici  del  Masina,  ove  e  spesso  ricordato. 

Iscritto  nella   matrlcola  dei   beccai  (Bibuoteca  comu- 

45     NALE   DELL'A.RCHIG1NNAS10,    Ms.    B,    3378,    p.    454). 

"  A  N  B,  Indici  del  Masina,  frequentemente  ricor- 
dato;  fece  testamento  il  i8  settembre  1554  {Vacchettini 
Alidosi,  VI,   143);  vedl  anche    Vacchettini,  I,   103. 

'•  ANB,   Indici  del  Masina:  ha  piu  atti.    Iscritto 
50   nelParte  dei  garzolari  (Biblioteca  comunale  dell'Ar- 


ciUGlNNAsio,  Ms.  B,  3378,  p.  437). 

'*  Notalo,  fatto  cittadino  bologncse  il  19  ago- 
sto  1530  (Recapiti  del  Senato,  I,  353),  dal  1518  circa 
abit6  in  Bologna;  ha  i  suoi  atti  (due  cartoni)  alTAr- 
chivio  notarile  di  Bologna ;  frequentemente  ricordato  55 
nel  Masina  e  nei  Vacckettini  Alidiysi,  (II,  97 ;  V,  193 ; 
VI,  176  ecc).  Per  sua  moglie  Agnese  vedi  anche  i  Vac- 
ckettini  Alidnsi,  II,   160,  vil,  34  (dote). 

'*  A  N  B,   Indici  del  Masina, 

'»  Per  11  matrimonio  vedi  Biblioteca  comunale    60 
dell'Archiginnasio  Ms.  B,  900,  p,  177;  per  la   morte 
ivi,  Ms,  B,  913,  p.  297. 

'"  Ricordato  negli  Indici  del  Masina  quale  erede 
dcl  fratello  G.  Battista. 

"  A  N  B,  Indici  del  Masina  ;   Vacchetlini  Alidosi,  II,    65 
143  e  386;  VIU,  161,  330;  XVI,   174.    Per  II  suo  matri- 
monio  vedi  Bibuoteca  comunale  dell'Archiginna.sio, 
Ms.  B,  901,  p.  loi,     Assiste  ai  matrimoni  delle  sue  ni- 
poti  Ginevra  e  Margherita, 

"  Ricordato  come  erede  del  fratello  G.  Battista 
negli   Indici  del  Masina, 

*»  A  N  B,   Indici  del  Masina. 

»■*  Per  il  suo  matrimonio  vedi  Biblioteca  comu- 
NALE  dell'Archiginna.sio,  Ms,  B,  900  a  c.  178;  per  la 
morte  Ivi  Ms,  B,  915  a  p.  76. 

*^  II  nome  di  battesimo  era  ritenuto  Sante;  ma 
crroneamente.  Di  lui  sl  parla  in  tutto  questo  primo 
paragrafo.  Un  Sante,  suo  fratello,  indicato  nel  nostro 
schizzo,  nacque  nel   1524.  Vedi  p.  vi,  nota  3. 

*'  A  N  B,   Indici  del  Masina. 

"  Ivi. 

«'  Ivi. 

•»  ANB,    Indici   del   Masina;    per  il    matrimonio 
vedi    Vacchettini  Alidosi.    La  moglie  ebbe   una  dote   di 
lire   300   (BiBLiOTECA   comunale   dell'Arch1ginnasio,    85 
Ms.   B,  2379,  p.  520),  IX,  84  (1580);  vedi  inoltrc    Vac- 
chettini  Alidosi,   VI,  327  c  IX,   63. 

'"  Fa  testamento  nel  1620 ;  cf,  Vacchettini  Alidosi, 
ni,  151;  Xin,  3,  Per  la  morte  vedi  Bibuoteca  comu- 

NALE    DELL'ArCHIGINNASIO,    Ms.    B,    9II,    p,    39I.  90 

^'  Spesso  ricordato  negli  Indici  del  Masina;  vedi 
Vacchettini  Alidosi,  V,  47,  169:  la  moglie  fa  testamento 
nel  1590. 

^*  La  sua  dote  h  ricordata  (1556)  dai  Vacchettini 
Alidosi,  VI,  176.  95 

*•'  Ricordato  negli   Indici  del  Masina. 

'^  Per  il  matriraonio  vedi  Biblioteca  comunale 
dell'Archiginnasio  Ms.  B,  901,  p,  330;  cf.  Vacchettini 
Alidosi,  V,  169  e  IX,  196;  inoltre  gli  Indici  del  Masina, 


70 


75 


80 


PREFAZIONE 


* 
*  * 


Se  numerose  e  svariate  sono  le  notizie  che  si  riferiscono  al  padre  di  frate  Cheru- 
bino,  non  altrettanto  pu6  dirsi  per  quelle  che  toccano  costui  direttamente  e  che  per 
noi  hanno  un  ben  maggiore  interesse. 

Sin  dall'inizio  sorge  una  grossa  quistione    per  la  data  di  nascita;   giacchfe  per  il     5 
luogo  sembra  non  potersi  dubitare,  essendo  egli  stesso  a  dichiarare  in  piti  di  un'occasione 
che  ha  sortito  i  natali  in   Bologna,  cittk  che  chiama  qua  e  Ik  patria  sua  dolcissima. 
L'anno  quasi  universalmente  accettato  per  la  nascita,  e  nel  quale  convennero  il  Bom- 
baci^  il  Fantuzzi^,   il    Gozzadini  ^,    ed  altri   assai  *,  h  il    1524.     Qualcuno  h  andato 
anche  piti  avanti;  il  dottor  Lodovico  Frati,  per  esempio,  ha  asserito  che  il  Ghirardacci  10 
nacque  il  27  settembre  di  quelPanno^:  l'errore  deriv6  dal  credere  che  il  nome  seco- 
lare  di  Cherubino  fosse  Sante,  e  di  aver  trovato  un  Sante  Ghirardacci  nato  il  27  set- 
tembre  e  battezzato  poi  il  29  di  quel  mese  nella  chiesa  cattedrale  di  Bologna  ^.     Non 
conosciamo  alcun  documento    che  autorizzi  a  ritenere  che    il  nome  di    battesimo    di 
Cherubino  fosse  Sante;  h  detto  solo  in  certe  schede  dell'Archivio  notarile  fatte  recen-  15 
temente,  dalle  quali  forse  il  Frati  trasse  la  notizia.    Noi  riteniamo  che  il  nome  di  batte- 
simo  fosse  proprio  quello  di  Cherubino,  o  almeno  non  quello  di  Sante,  perchfe  non  si  sa- 
rebbe  concepito  la  ripetizione  (nel  1S24),  del  nome  che  era  gik  stato  dato  a  un  figliuolo. 

Un  documento  che  ci  illumina  sulla  sua  etk  e  perci6  ci  lascia  intravedere  facil- 
mente  l'anno  di  nascita,  h  il  privilegio  concesso  da  frate  Gregorio  Elparense,  priore  20 
generale  deIl'ordine  Agostiniano,  al  padre  Cherubino,  di  potere  abitare,  fin  che  fossc 
vissuto,  nella  stanza  che  a  sue  spese  aveva  adornata,  di  poter  godere  della  compagnia 
di  persona  che  lo  servisse  e  fruire  di  altri  piccoli  benefici;  ma  ecco  il  documento 
nella  forma  sua  originale: 

Frater  Gregorius  Elparensis  ordinis  Eremitarum  sancti  Augustini  Prior  Genera-  25 
Lis  iNDiGNus,  Venerabili   et  nobis  in  Christo  dilecto  Magistro  Cherubino  Bono- 
niensi  eiusdem  ordinis  ac  voti  salutem. 


'  Nelle    Tavole   de'  cognomi  bolognesi  e  forestieri  tuali  parole:  "  Fine  deW /sioria  di  Bologna  manoscritta 

contenuti  nella  frima  e  seconda  parte  delV Istoria  di  Bo-  "  del  P.  M.  Cherubino  Ghirardazzi  bolognese  morto  li 

logna  del  padre  maestro    Cherubino    Ghirardacci,  in    Bo-  *  14  novembre  dell'anno  1598,  in  eta  d'anni  74^  (come  ap-    30 

logna,  s.  n.  t.,  ma  meta  secolo  XVII,  a  p.  1-2.     Ivi  si  punto  leggesi  nclla  copia  della  libreria  Malvezzi).  Vedi 

5    dice  erroneamente  che  la  morte  del  Ghirardacci  "  segul  inoltre  M.  Gualandi,  Frate  Cherubino  Ghirardacci  storico 

"  in  Bologna  11  di   13  dlcembre  delPanno  1598,  essendo  bolognese,  Bologna,  s.  t.,  1853,  p.  3;  Gaetano  Giordani, 

"  egli  allora  vecchlo  d'anni  74  „.  Narrazione  delle  nozze   di  Annibale  II  Bentivoglio   cele- 

*  Notizie  degli  scrittori  bolognesi,  IV,   136.  brate  in  Bologna,  Bologna,  Nobili,  1836,  p.  35 ;  la  Bio-    35 

'  Lettera  di  fra  Cherubino  Ghirardacci  e  notizie  ri-  grafiauniversale  antica  e  moderna  (Venezia,  1535),  XXIV, 

10  guardanti  la  stampa  del  suo  terzo  volume  della  '  Historia  168;  la  Nouvelle  biographie  ginirale  del  Didot    (Paris, 

di  Bologna  „  ecc,  in  Atti  e  memorie  della  regia  1858),  XX,  397,  ecc.  —  Luigi  Frati,  Opere  della  biblio- 

Deputazione    di    storia    patria    per    le    pro-  ^ra/a  Ao/o^»«e,  Bologna,  Zanichelli,  1888,  IT,  n.  9381, 

vincie    di    Romagna,  anno  11,  p.  169  sg.  lo  pone  nato  nel   1504,  ma  par  chiaro  che  si  tratti  di    3" 

^  La  data  del  1524,  o  meglio  la  morte  del  Ghirar-  un  errore  tipografico  per  1534. 
ij    dacci  nel  1598  a  74  anni,  fu  accettata  poi  da  raoltissirai  ^  Storia  di  Castel  San  Pietro  cit.,  p.  166. 

raanoscritti  del  terzo  volume  della  Historia  di  Bologna  •  Estratti  dai  libri  battesimali,  del    Carrati:    ms. 

del  secolo  XVII,  in  finc  ai  quali  si  leggono  queste  ri-  della  Biblioteca  comunale  dell'Archiginnasio. 


PREFAZIONE  XI 


Quia  eorum  qui  Ordini  ac  Conventibus  sua  virtute,  animi  dotibus,  commodo  ac  honori 
esse  possunt  et  sunt  rationem  Nos  habere  convenit;  cum  autem  Magister  Cherubinus  Bo- 
noniensis  pro  viro  religioso  et  virtutibus  ac  praeclaris  animi  dotibus  omato  a  Nobis  habeatur, 
et  cum  nobis  humiliter  supplicaverit,  ut  cameram  quam  nunc  tenet,  ab  eo  aedificatam  et  suis 
5  expensis  constructam,  ei  ad  vitam  confirmare  concedereque  velemus,  sumus  suis  honestis  pre- 
cibus  inclinati.  Praesentium  igitur  tenore  et  nostri  officii  auctoritate  eam  sibi  libere  impen- 
dimus  et  concedimus.  Insuper  volumus  et  concedimus  ut  possit  habere  socium  pro  inser- 
viendis  suis  necessitatibus,  quemadmodum  et  alii  Magistri  nostri  Ordinis  habere  et  tenere 
consueverunt;  et  ob   senectutem  suam  sexaginta  quatuor  annonun   exemptionem  et  immuni- 

10  tatem  ad  Matutinum  surgendi  impertimur,  et  licentiam  ei  damus  comedendi  in  camera  sua 
pro  ut  ei  placuerit,  dumodo  in  aliquibus  festis  sollennibus  infra  anr.um,  nisi  fuerit  legitime 
impeditus,  in  refectorio  cum  aliis  comedat.  Sciantque  Priores  Conventus  seu  Vicarii  pro  tem- 
pore  existentes  hoc  de  nostra  gratia  spetiali  ei  concessum  esse,  et  volumus  ac  mandamus  sub 
pena  privationis  officii  ut  a  nemine   possit  impediri.     In  nomine   Patris  et  Filii  et  Spiritus 

15  sancti.  Amen.  In  quorum  fidem  etc. 

Datum  Romae,  die  xxv  mai  MDLXXXIII. 

Nostri  officii  solito  sigillo '. 

Questo  stesso  privilegio,  con  la  data  del  25  maggio  1583,  servl  di  base  alla  minuta 
di  un  altro  simile  documento  in  data  25  maggio  1589;  ed  fe  appunto  questa  minuta, 

20  ciob  l'antica  ben  formata,  arricchita  di  correzioni  e  aggiunte,  che  h  conservata  nell'Ar- 
chivio  di  Stato  di  Bologna  ^.  Dalle  correzioni  al  testo  primitivo  si  desume  chiaramente 
che  si  tratta  di  una  conferma,  ed  h  data  naturalmente  una  diversa  indicazione  per  l'etk 
di  frate  Cherubino,  che  non  b  pih  di  64  anni,  ma  di  70  e  undici  raesi  ^  E  vera- 
mente  con   le  due  date  del  documento  corrisponde  assai  bene  la  difFerenza  dell'etk. 

25  Ora,  se  il  Ghirardacci,  nel   1583  aveva  64  anni,  e  nel   1589  ne  aveva  70  e  dei 

mesi,  e  il  documento  ha  la  data  del  25  maggio,  appar  chiaro  che  il  frate  era  nato 
nelPanno  1519.  Ci  sembrano  quindi  destituiti  di  fondamento  quegli  altri  che  lo 
dicono  morto  nel  1598  di  anni  74,  la  quale  afFermazione  condurrebbe  all'anno  1524 
di  nascita*. 

30  E  del  resto  la  data  del  1519,  per  la  nascita  del  Ghirardacci,  resta  autorevolmente 

confermata  dalla  dichiarazione  precisa  dell'Alidosi  che  riportiamo  piti  innanzi  ^,  la  quale 
afferma  che  il  Ghirardacci  morl  nel  dicembre  del  1598  (e  questo  sapevasi)  in  etk  di 
anni  79. 

Dove  compisse  i  suoi  primi  studi  non  h  ben  noto,  ma  h  probabile  che,  entrato 


*  E   evidentemente   una   minuta,   scritta    in   bella  *  semper   patitur   que   vocatur   asma,  et   etiam  „;   nella 

forma,  senza  firma.  stessa  linea  dopo  "suam^,  in  luogo  di  *  sexaginta  qua- 

'  Archivio  di  Stato   di  Bologna,   Monaslero  di  "  tuor  annorum  „  si  ha :  "  cum  sit  septuaginta  annorum 

Saa   Giacomo,  busta   115/1721.  '  et  mensium  undecim  „  ;  infine  alla  1.   18,  in  luogo   di    15 

S  =  Le  varianti  sono  precisamente  le  seguenti :  alla  MDLXXXIII  si  ha  MDLXXXIX.  —  Non  abbiamo  una 

1.  8  del  documento  nella  nostra  edizione  a  "  velenius  „  prova  diretta,  per  le  ricerche  fatte,  clie  le  minute,  comc 

si  aggiunge:  "sicut..,.  nunc  confirmanus  „;  nella  I.  lo  par  probabile,    fossero   poi    seguite   dal    documento  in 

si  ha  *  confirmamus  et  concedimus  „,  in  luogo  del  solo  forma  ufficiale;  ma  comunquc,  il  documento  nuUa  perde 

*et  concedimus  „,  e  dopo  la  parola  "  socium  „  quella  di  del  suo  valore  per  il  nostro  fine.  20 

10    "  sacerdotem  „t  alla  1.  12  dopo  "  consueverunt  „  si   ag-  ■*  Vedansi  le  note  i  e  4  a  p.  x. 

giunge :  "  et  ob   infirmltatem  periculosissimam  de   qua  ^  A  p.  xviu  della  prefazione. 


XII  PREFAZIONE 


per  tempo  nell'ordine  eremitano  di  Sant'Agostino  e  fatta  professione  di  quella  rcli- 
gione  probabilmente  in  Bologna  \  sostasse  in  piCi  d'un  convento  d'Italia.  Cosl  ci 
risulta  che  stette  per  qualche  tempo  a  Roma  e  ncl  1543  era  in  Chianciano,  vicino  a 
Montepulciano,  nel  senese.  L'afferma  egli  stesso  nel  vol.  I  della  sua  Historia  ^,  la 
dove,  narrando  d'un  tal  frate  Nicola  Guidoni  famoso  predicatore  dell'ordine  dei  5 
Minori,  che  era  caduto  come  morto  in  terra  mcntre  passeggiava  pcl  chiostro  del  suo 
monastero  dicendo  l'uffizio,  ma  che  poi,  quando  sul  cataletto  stava  per  essere  portato 
alla  sepoltura,  improvvisamente  alzo  la  mano  come  risvegliandosi,  e  con  la  medesima 
lev6  il  cappuccio  dal  capo  di  uno  dei  portatori ;  egli  cosl  continua:  "  Di  questi  casi 
"  simiglianti  se  ne  leggono  assai  in  vari  autori  et  io  facilmente  mi  piego  a  crederlo,  10 
"  perciochfe  l'anno  1543,  essendomi  partito  dallo  studio  di  Roma  et  posto  da'  miei 
"  maggiori  nello  studio  di  Siena,  ritrovandomi  in  Chianchiano,  castello  posto  nel  sanese 
"  lontano  da  Monte  Pulciano  trc  miglia  et  cinque  dalla  cittk  di  Chiusi,  dove  scrivevo 
"  in  lettera  formata  et  miniavo  gli  statuti  nuovamente  riformati  di  quella  terra,  sotto  la 
"  pretoria  del  signor  Armando  Marescotti  nobile  sanese,  occorse  che  un  Christoforo  15 
"  Schianta ....,,  e  qui  narra  l'avventura  toccata  a  questo  Cristoforo  che,  essendo  ca- 
duto  tramortito  a  terra  mentre  pigiava  il  vino,  dopo  quasi  due  giorni  fu  portato  al 
cimitero  e  posto  nella  fossa,  dove  si  sveglib  al  sentire  1'acqua  santa  che  gli  era  spruz- 
zata  sopra  dal  cappellano  ^, 

Da  Siena  frate  Cherubino  and6  in  parecchi  altri  luoghi,  tra  cui  ci  pare  di  poter  20 
annoverare,  piu  tardi,  anche  Venezia. 

Certo  egli  stette  per  qualche  tempo,  non  sappiam  quanto,  a  Orvieto,  perchfe  nella 
sua  Historia,  alPanno  1264,  ricordando  la  costruzione  del  duomo  di  quella  cittk,  dopo 
aver  descritte  le  sculture,  aggiunge:  "  Sono  le  finestre  di  questo  famoso  tempio  di 
"  alabastro,  per  le  quali  traspare  il  lurae  del  sole  come  se  fossero  fatte  di  cristallo.  25 
"  Audacemente  io  ne  ragiono  perche  piij  volte  l'ho  veduta  et  veduto  anco  il  miracolo 
"  et  insieme  la  copia  della  boUa  di  Urbano  come  questo  miracolo  occorse  „*. 

Ma  il  suo  costante  desiderio  fu  di  poter  tornare  a  Bologna.  E  questa  sua  aspi- 
razione  fu  soddisfatta,  almeno  per  un  certo  tempo,  sino  dalla  fine  del  1557  o  dal  prin- 
cipio  dell'anno  1558  ^    Ne  abbiamo  la  prova  negli  istrumenti  delParchivio  del  mona-  30 


■  E  costume  degU  Eremitani,  come  mi  assicura  il  poti  dl  Romolo,  e  continua:  "Altri  poi  altrimente  scri-    15 

dotto  p.  Nazareno  Casacca,  di  far  la  professione  nel  con-  "  vono,  si  come  ho  lctto  in  alcune  antichissime  croniche 

vento  della  propria  citta ;  ma  l'atto  di  professione  non  "  di  detta  citta,  che  restarono  nelle  mani  dell'sccellen- 

lo  rinvenni  tra  i   documenti  del  convento,  per  quanto  "tissimo  signor  Ambrogio  Nuti  nobile  sanese:  le  quali 

5    l'abbia  insistentemente  cercato.    II  Frati,  op.  cti.,  p.  167,  "  piii  volte  da  me,  sendo  io  quivi  allo  studio  della  mia 

ricorda  altri  della  famiglia  Ghirardacci  monaci  nel  con-  "religione,  lessi  „.  30 

vento  di  San  Giacomo  di  Bologna :  un  fra  Nicola  nel  ■•  A  p.  423. 

1537  e  un  frate  Eugenio  nel   1524.  *  Vol.  I,  p.  307. 

*  Della  residenza    del  Ghirardacci    in  Siena,   egli  *  Pensiamo  che  possa  provarsi  che   fino  dal  1557 

10   stesso  ha  lasciato  un'altra  esplicita  testimonianza  nella  il  Ghirardacci  era  in  Bologna  perchc  Marco  Guerrlni, 

tavola  del  primo  volume,  sotto  la  voce  Siena,     Accen-  scrivendo   al  cognato   ser  Andrea  Ghirardacci,  gli   in-    25 

nandosi  alla  fondazione  di  quella  cittA,  egli  ricorda  le  giunge  di  salutare  il  "  vostro  frate  Cherubino  „,  il  quale 

leggende  che  la  vogliono  attribuita  o  a  Brenno  capitano  doveva  essere  vicino  e  cioe  in  Bologna  (Archivio  nota- 

dei  Galli  o  a  Senio  e  Aschio  figliuoli  di  "Remolo„  e  ni-  rile  di  Bologna,  Atti  di  Andrea  Ghirardacci,  busta  U). 


PREFAZIONE 


XIII 


stero  di  San  Giacomo  che  conservansi  ora  presso  l'Archivio  di  Stato  di  Bologna.  In 
lutti  gli  atti  in  cui  i  frati  del  convento  si  impegnavano  sotto  qualche  forma,  era  ne- 
cessario,  com'fe  noto,  radunare  il  capitolo  dei  frati  perchfe  esprimesse  il  suo  consen- 
timento  o  la  linea  di  condotta  da  seguire;  ora,  in  s?;guito  ad  un  attento  spoglio  degli 

5  atti  del  convento  agostiniano,  abbiam  trovato  ricordato  frate  Cherubino  Ghirardacci 
la  prima  volta  il  12  marzo  del  1558,  in  occasione  di  una  cessione  fatta  di  un  podere 
posto  in  Volta  di  Reno  da  Pietro  Montanari  ai  padri  di  San  Giacomo  ^  Tra  i  frati 
presenti  vi  figura  anche  "  fratre  Cherubino  de  Bononia„,  senza  alcuna  carica;  c  poi- 
chfe  nelle  molte  radunate  del  capitolo  degli  anni  precedenti  non  figura  mai  il  nome 

10  di  Cherubino,  possiam  concludere,  senza  tema  di  errore,  che  il  nostro  frate  non  era 
ancora  venuto  stabilmente  al  convento  di  Bologna  "^. 

E  nel  convento  di  San  Giacomo  ebbe  subito  cariche  e  mansioni:  il  10  agosto  di 
quelFanno  stesso  fe  ricordato  come  lettore  e  sottopriore,  in  sostituzione  di  fra  Giovanni 
da  Fermo  che  vediamo  nel  documcnto  precedente,  mentre    era  priore  del    convento 

15  maestro  Sante  Spisani  di  Bologna^.  Ed  altre  volte  h.  pur  ricordato  in  queII'anno  *. 
II  cognome,  generalmente  omesso  per  tutti  i  frati,  h  chiaramente  indicato  in  un  do- 
cumento  del  1559.  II  12  agosto  di  queIl'anno  il  Ghirardacci  interviene  ad  un'adunanza 
capitolare  di  detti  frati  nella  quale  vengono  concessi  a  Paola  figlia  del  senatore  Cam- 
peggi  e  vedova  di  Giovanni  Malvezzi  e  a  Griovanni  figlio  di  detto  Giovanni  e  della  pre- 
detta  Paola  dodici  piedi  quadrati  di  terreno  facenti  parte  della  piazzetta  che  fe  in  faccia 
alla  chiesa  e  al  convento  di  san  Giacomo,  acciocchfe  madre  e  figlio  possano  costruire 
il  loro  palazzo  (quello  che  ancora  vedesi)  posto  tra  via  San  Vitale  e  via  San  Donato, 
i  Ringhieri  ecc,  obbligandosi  i  detti  Malvezzi  a  impetrare  il  beneplacito  apostolico  e 
a  donare  alla  chiesa  entro  tre  mesi  80'scudi  d'oro  che  dovevano  servire  per  la  prov- 

25  vista  di  app>arati  e  di  altro  a  vantaggio  della  chiesa  stessa.  Tra  i  frati  presenti  figura 
il  "reverendus  pater  frater  Cherubinus  de  Ghirardaciis  de  Bononia  subprior  et  lector^: 
egli  dunque  conservava  ancora  la  carica  di  sottopriore  del  convento  ^. 


15 


'  Archivio  m  Stato  di  Bologna,  Monasiero  di 
San    Giacomo,  busta  37/1643,  n.  6. 

*  Un  diUgente  spogUo  fatto  sui  documenti  del- 
l'Archivio  di  Stato,  Monastero  di  San  Giacomo,  ci  lia  con- 
fermato  clie  il  Giiirardacci  non  era  in  Bologna  :  tra  le 
molte  radunanze  del  capitolo  agostiniano,  in  cui  avrebbe 
pur  dovuto  trovarsi,  notiamo,  a  conferma  del  nostro 
asserto,  queste;  20  aprile  1553  (busta  35/1641,  n.  6); 
30  gennaio  1553  (busta  35/1641,  n.  15);  31  maggio  1555 
(busta  35/1641,  n.  92);  34  settembre  1555  (busta  35/1641, 
n.  103);  4  luglio  1556  (busta  36/1643,  n.  34);  12  giugno 
1557  (busta  36/1643,  n.  63);  32  dicembre  1557  (busta 
36/1643,  n.  77).  Sembrerebbe  dunque  provato  che  sino 
alla  fine  del  1557  il  Ghirardacci,  anche  se  era  ve- 
nuto  a  dimorare  in  Bologna,  non  era  nel  convento  di 
San  Giacomo. 

s  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Monastero  di 
San  Giacomo,  busta  37/1643,  n.  14.  -Vi  si  legge  preci- 
samente;  "V.  pater  frater  Cherubinus  de  Bononia  sub- 


*  prior  et  lector  „.   K  un  Istrumento  di  locazione  di  terre    20 
in  Budrio. 

*  Ad  esempio  il  30   agosto,  in  un   istrumento   di 
transazione,  nel  quale  il  frate  vien  ricordato  con  le  pre- 
cise  parole.  Busta  37/1643,  n.  16.    Per  questo  documento 
confrontisi  anche  U  Libro  Economico  (v.  p.  xxx-xxxl),  al    25 
Ub.  II,  c.  48  t;. 

^  L'interessantissimo  documento,  che  ci  da  un  lume 
prezioso  per  la  vita  del  Ghirardacci,  si  conserva  nel- 
l'archivio  dcl  senatore  marchese  Malvezzi  de'  Medici, 
alla  cui  squisita  cortesia  e  profonda  cultura  debbo  la  30 
notizia  e  la  consultazione.  II  documento,  che  e  in  copia 
autentica,  porta  la  segnatura  H,  36.  In  una  notizia 
aggiunta  al  documento  si  parla  del  palazzo  Malvezzi,  e 
se  ne  attribulsce  la  costruzione  al  1560  e  il  disegno 
all'architetto  Bartolomeo  Triachini.  35 

Altro  esemplare  autentico  del  documento  e  all'Ar- 
chivio  di  Stato  di  Bologna,  loc.  cit,,  busta  37/1643, 
n.  39. 


XIV  PREFAZIONE 


Ma  da  quanto  tempo  era  in  Bologna  e  per  quanto  tempo  vi  stette  ancora?  Non 
h  facile  rispondere,  ma  noi  pensiamo  che  vi  fosse  giunto  da  poco  e  che  pure  per 
poco  tempo  vi  restasse.  Siamo  indotti  a  credere  che  poco  dopo  dovesse  allontanarsi 
dal  convento  di  San  Giacomo,  perchi:  del  1562,  come  vedremo  tosto,  egli  si  esprime 
in  guisa  da  lasciar  intravedere  che  ne  era  lontano.  5 

II  nostro  frate  tuttavia  lo  vediam  ricordato  ancora  una  volta,  il  12  ottobre  del  1559, 

in  occasione  della  cessione  di  certi  diritti  su  una  cappella  di  San  Giacorao  alla  famiglia 

Bonasoni,  sempre  con  le  stesse  cariche  *;  e  poi  non  pih,  per  allora.     Par  chiaro  che  il 

Ghirardacci  sulla  fine  del   1559  o  ai  primi  del  1560  debba  essere  stato  chiamato  al- 

trove,  non  sappiamo  per  qual  ragione,  o  pih  probabilmente  debba  essersi  allontanato  10 

per  qualche  suo  motivo  c  per  breve  tempo  da  Bologna;  giacchfe  in  una  adunanza  capi- 

tolare  dell'  1 1  marzo  1560  frate  Cherubino  non  solo  non  figura  presente,  raia  nella  carica 

che    egli  teneva  di    sottopriore  era  subentrato  un  altro,  frate  Egidio  da  Pennabilli  ^. 

Sappiamo  tuttavia  che  era  in  Bologna  nell'aprile,  perchfe  1'8  di  quel  mese  ser  Andrea 

Ghirardacci  suo  padre,  rogando  il  testamento  di  Annibale  Salaroli,  terminava:    "  Actum   15 

"  in  conventu  et  monasterio  sancti  lacobi  de  Bononia,  in  camera  ressidentie  fratris  Che- 

"  rubini  de  Ghirardatiis  ordinis  Heremitarum  sancti  lacobi  suprascripti  ac  filii  mei  notarii 

"  infrascripti  „,  e  son  presenti  anche  altri  due  frati  del  convento  ^    Per  tutto  quelI'anno 

e  per  il  seguente  non  lo  incontriamo  piti  in  documenti*,  ma  ci5  non  sarebbe  suificiente 

per  farci  concludere  che  il  frate  non  era  piti  in  Bologna.  20 

II  Ghirardacci,  descrivendo  in  un  raro  opuscolo  che  diede  alle  stampe,  le  grandi 
giostre  fatte  a  Bologna  nel  carnevale  del  1562,  cosl  si  esprime,  rivolto  al  magnifico 
signore  Virgilio  Guidotti:  "  Ritrovandomi  a'  questi  dl  passati  nella  magnifica  e 
"  generosa  cittk  di  Bologna  nostra  dolcissima  patria,  ho  veduto  cose  di  cosl  gran 
"  maravigha  degne  et  di  tanta  laude,  che  sono  stato  forzato  dal  vero  di  confessare  25 
"  quella  esser  tra  tutte  l'altre  cittk  d'  Italia  piti  felice  et  gloriosa  „  ;  evidentemente 
il  tono  stesso  delle  parole  sta  ad  indicare  che  I'autore,  quando  scriveva,  non  trova- 
vasi  di  stanza  a  Bologna,  dove  con  tutta  probabilitk,  secondo  noi,  erasi  recato  per 
una  qualche  breve  missione  o  per  speciali  incombenze. 

Se  tuttavia  nel  carnevale  il  Ghirardacci  dovette  trovarsi  a  Bologna  come  per  caso,  30 
o  di  passaggio,  piii  tardi,  ma  neIl'anno  stesso,  ebbe  a  risiedere  nel  convento  per  qualche 
mese.     Infatti  in  una  transazione  che  il  convento  di  San  Giacomo  fa  con  un  tal  Men- 
gazzi,  il   12   novembre    1562,  tra  i  frati   presenti  e  consenzienti   c'fe  il   "  rev.    pater 
"  frater  Cherubinus  de  Bononia  lector^^;  e  in  un  rogito  di  affitto  del  5  aprile  1563 


'  Archivio  di  Stato  di  BoLOGisrA,    Monastero  di  ^  Ricordo    alcuni   istrumenti   di    quegli  anni,  nei    lo 

San    Giacomo,  busta  37/1643,  n.  42.     Vi   si  legge:   "  R.  quali  si  hanno  notizie  di  adunanze  capitolari  senza  il 

"  frater  Cherubinus  bononiensis  lector  et  subprior  „.  nome  di  Cherubino:  25  ottobre  1560  (busta  37/1643,  n.  78, 

*  Archivio  di  Stato  di  Bologna,    Monastero   di  donazione);  33  gennaio  1561  (busta  38/1644,  n.  3,  ces- 

San   Giacomo,  busta  37/1643,  n.  55.     E  un  istrumento  di  sione) ;  38  giugno  1561  (busta  38/1644,  n.  33,  enfiteusi); 

locazione.     II  Ghirardaccl  manca  pure  in  un  altro  istru-  30  settembre  1563  (busta  38/1644,  n.  60,  locazione),  15 

mento  dello  stesso  giorno,  busta  cit.,  n.  56.  ^  Archivio  di  Stato   di  Bologna,  Monastero  di 

'  Archivio   notarile   di   Bologna,   busta   II   di  San   Giacomo,  busta  38/1644,  n.  63.     Non  aveva  piii  la 

A.  Gliirardaccl.  carica  di  subfrior. 


PREFAZIONE  XV 


h  di  nuovo  ricordato  il  "  rev.  pater  frater  Cherubinus  de  Bononia  lector  „^  Dopo 
questa  data  abbiamo  una  lunga  interruzione  durante  la  quale  dobbiamo  credere  o  che 
fosse  temporaneamente  fuori  di  Bologna  o  che  fosse  malato,  perchfe  non  interviene 
mai  nel  capitolo  dei  frati^;  ma  fe  piti  probabile  la  prima  supposizione,     E  cosl  non 

5  ci  b  dato  di  ritrovarlo  piii  sino  a  tutto  il   1564^. 

Sui  primi  del  1565  certamente,  se  non  suUa  fine  del  1564,  il  Ghirardacci  ritorn6 
al  convento  di  Bologna,  o  almeno  lo  torniamo  a  vedere  nelle  radunanze  capitolari.  In 
una  locazione  che  dai  frati  si  fa,  il  20  gennaio  1565,  ad  Antonio  Grazioli,  h  ricordato 
"  frater  Cherubinus  de  Bononia  lector  „*;  in  una  transazione  del   12  febbraio  ^  dell'anno 

10  stesso  con  un  tal  Pasqualini  h  di  nuovo  ricordato  "  venerabilis  pater  lector  frater 
"  Cherubinus  de  Bononia  sindicus„*:  trattavasi  di  una  contesa  per  la  casa  detta  del 
Torrazzo  in  via  San  Vitale.  Con  la  nuova  carica  di  sindaco  lo  troviamo  anche  il 
9  aprile  di  quello  stesso  anno  in  una  adunanza  in  cui  si  doveva  trattare  di  una  certa 
rinunzia  a  favore  dei  frati  di  San  Giacomo  da  parte  di  un  ceppo  della  famiglia  Ben- 

15  tivoglio;  vi  h  chiamato:    "  frater  Cherubinus  de  Bononia  lector  et  sindicus  „'. 

Ma  dopo  questa  adunanza  torniamo  a  perdere  di  vista  il  nostro  frate:  non  lo 
troviamo  in  una  radunata  deIl'agosto  ^,  nella  quale  ci  sono  moltissimi  per  non  dire 
tutti  i  frati,  e  sarebbe  forse  intervenuto  egli  pure  se  fbsse  stato  presente. 

Ci  fe  d'aiuto  per  stabilire  la  presenza  di  frate  Cherubino  nel  convento  agostiniano 

20  di  Bologna,  oltre  la  serie  degli  istrumenti  ricordata,  un  libro  che  conservasi  nelPAr- 
chivio  di  Stato  di  questa  cittk  tra  le  carte  del  convento  di  Sant'Agostino,  scritto  dallo 
stesso  Ghirardacci;  nel  quale,  tra  molte  altre  scritture,  son  riprodotti  testualmente  alcuni 
dei  citati  verbali  delle  congregazioni  dei  frati  del  convento,  nei  casi  gik  indicati,  in  cui 
dovevasi   prendere  una  deliberazione  che  interessasse  tutta  la  comunitk.     Ora   anche 

25  in  tali  atti  di  congregazioni,  come  in  quelli  che  trovansi  nella  serie  degli  istrumenti 
sino  al  gennaio  del  1570,  tra  i  nomi  dei  vari  frati  presenti  non  figura  mai  quello  di 
frate  Cherubino.  La  prima  volta  che  ve  lo  vediamo  ricordato  h  in  una  congregazione 
del  1°  ottobre  1572;  fe  per  altro  da  tenersi  presente  che  le  congregazioni  di  quegli 
anni    non  sono    nel  volume    in  discorso  punto    frequenti,  e  che  perci6  non  dobbiam 

30  prendere  quest'ultima  data  come  quella  del  ritorno  in  Bologna  del  Ghirardacci. 


'  Archivio  di  Stato  di  Bologna,    Monastero   di  le  1564,  compera) ;  n.  58  (19  settembre  1564,  locazione);    15 

San   Giacomo,  busta  40/1646,  n.  13.     E  per6  da  notarsi  n.  59  (19  settembre  1564,  locazione);  n.  61   (9   ottobre 

il    nome    del    Ghirardacci    non    figura   in-una    compra  1564,  assoluzione);  n.  6a  (9  ottobre  1564,  assegnazione). 
del  9  febbraio   1563  (stessa  busta,  n.  10).  ■*  Archivio  cit.,  busta  40/1646,  n.  68. 

5  2  Vedansi  i  seguenti  documenti  della  busta  39/1645  *  E  ben  vero  che  nella  precedente  adunanza  capi- 

del  fondo  piu  volte  citato:  n.  11  (10  giugno  1566);  n.  58  tolare  del  10  febbraio  1565  (stessa  busta)  il  Ghirardacci    20 

(13  febbraio  1568);  n.  78  (30  ottobre  1568);  n.  104  (37  ot-  non  era  presente,  ma  si  dovette  trattare  o  di  un  impe- 

tobre  1569);  in  nessuna  di  quelle  adunanze   capitolari  dimento    momentaneo  o  di  una  indisposizione,  perchfe 

si  fa  menzione  del  Ghirardacci.  due  giorni  dopo  interviene  con  gll  altri. 
10             '  Vedansi  tutte  le   adunanze  capitolari  di   quegli  «  Archivio  cit.,  busta  40/1646,  n.  71. 

anni    che  si    contengono    nella   serie  degli  Istrumenti;  '  Archivio  cit.,  busta  40/1646,  n.  78.  25 

sono  le  seguenti:   Arciuvio    cit.,   busta  40/1646,  n.  35  8  Del  4  agosto,  busta  40/1646,  n.  103.    E  non  era 

(33  agosto  1563,  assegnazione) ;  n.  34  (6  novembre  1563,  presente  ne  anche  alla  seduta  del  9  ottobre  dl  quelPanno; 

accordo);  n.  37  (3  dicembre  1563,  compera);  n.  53  (33  apri-  cf.  stessa  busta,  n.  107. 


XVI  PREFAZIONE 


Che  sino  dai  primissimi  del  1570,  se  non  forse  dagli  ultimi  del  1569,  il  Ghirar- 
dacci  fosse  tornato  in  Bologna,  ci  sembra  provato  dalla  pubblicazione  che  il  Ghirar- 
dacci  fecc  ai  primissimi  del  1570  del  Calendarium  ad  uso  dei  chierici  bolognesi  per 
le  funzioni  sacre  e  la  recita  dell'  uffizio,  per  incarico  avutone  dal  sacrista  della  catte- 
drale  di  Bologna,  in  omaggio  alle  disposizioni  del  concilio  di  Trento  ^  II  calendario  5 
che  dovcva  servire  per  il  1570  non  poteva  essere  pubblicato  ad  anno  troppo  inoltrato 
o  alla  fine  del  medesimol  Che  poi  ci  fosse  il  15  settembre  del  1570,  ci  fe  dimostrato 
dalla  iettera  dedicatoria  indirizzata  ai  fratelli  Angelo  Michele  e  Pier  Antonio  dal  Lino 
che  precede  l'edizione  del  1571  deWz.  Institutione  Christiana  et  Catholica^,  lettera  che 
h.  datata  appunto  in  Bologna  col  giorno  sopra  indicato.  Deve  perci6  concludersi  che  10 
il  ritorno  in  Bologna  di  frate  Cherubino  Ghirardacci  accadesse  tra  la  fine  del  1569 
e  il  principio  dell'anno   1570. 

Se  pure,  invece  che  di  ritorno  in  Bologna,  debba  piuttosto  parlarsi  di  ritorno 
alla  consueta  abitazione  del  convento,  giacchfe  noi  sappiamo  da  lui  stesso  che  il  18  ot- 
tobre  1564  ottenne  licenza  di  poter  abitare  "  fuori  de'  luoghi  regolari  deIl'ordine  15 
"  Agostiniano  „,  purch^  stesse  in  casa  di  parenti  od  amici,  per  poter  essere  di  soste- 
gno  alla  loro  povertk  e  vecchiaia,  conservando  sempre  l'abito  delPordine  e  con  facoltk 
di  udire  le  confessioni,  amministrare  i  sacramenti  e  fare  qualunque  altro  beneficio, 
purchfe  quello  che  ricavasse  dalle  elemosine  fbsse  convertito  in  proprio  uso  e  de' 
suoi  parenti,  ed  avendo  provveduto  ai  loro  bisogni,  ritornasse  alI'obbcdienza '.  Di  20 
guisa  che  pu6  anche  esser  probabile  che  il  Ghirardacci  vivesse  in  questi  anni  sino 
al  1570  fuori  del  convento  bensl,  ma  presso  il  padre  o  i  parenti,  proprio  in  citth, 
dove  appunto  i  suoi  parenti  dimoravano. 

E  certo  che  dal   1570  in  poi  non  si  aIlontan6  piti  nh  dal  convento  n^  dalla  citth. 

Se  non  rapidi,  continui  furono  i  progressi  nel  corso  delle  cariche  della  sua  25 
religione  fatti  da  frate  Cherubino  nel  convento  bolognese:  cosl  nel  1°  ottobre  del 
1572  lo  vediamo  lettore  e  al  dodicesimo  posto  sui  diciassette  frati  ch'erano  nel  con- 
vento*;  il  14  gennaio  del  1574  fe  alPottavo  posto  col  titolo  di  Baccelliere  e  Sa- 
grista^;  il  2  febbraio  del  1575  fe  al  sesto  posto  con  gli  stessi  titoli^;  non  molto 
tempo  dopo  fu  nominato  maestro  di  Teologia';  piti  tardi,  come  appare  in  docu-  30 
menti    del    1596   e    1597,   egli    si    chiama    cappellano  di    Santa    Cecilia,    cappella   an- 


'  II  rarissimo  llbretto  e  descritto  nel  §  3  di  que-  "  presenti  gli  infrascritti,  cioe  „  ecc.  il  6»  fe  "  Fra  Che- 

«ta  prima  parte  della  Prefazione.  "  rubino  Ghirardacci  bolognese  bacciliere  et  sagrista  „.    i,? 

*  Vedi  piu  innanzi  a  p.  xx.  "^  Ad  esempio  e  maestro  in  un  documento  del  38  giu- 
»  L.  Frati,  Storia  di  Castel  San  Pietro,  pp.  166-167.  gno   1587;  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Monastero 

*  Archivio  di  Stato   di  Bologna,  Monastero   di  di  San   Giacomo,  busta  45/1651,  n.  33 :  *  Reverendus  pa- 
San   Giacomo,  busta  133/1738.     E  ricordato  cosi  !  "  Fra  *  ter  magister  Cherubinus  de  Bononia  „.     E  cos\  fc  detto 

•  Cherubino  Ghirardacci  da  Bologna  lettore».  in  altri  del  18  maggio  1590  {Ivi,  busta  46/1653,  n.  ir);    20 

5  Archivio    cit.,  ms.   cit.,  al  libro   II,   cc.    17-18:  del   13  ottobre  1590  (busta  46/1653,  n.  19)-,  deil' 11  di- 

"  Fra  Cherubino  Ghirardacci  da  Bologna  baccelliere  et  cembre  dell'anno  stesso  (busta  46/1653,  n.  34),  ecc.     II 

"  sagrista  „.  Bombaci  (o/.  cit.,  p.  33)  afferma  che  il  Ghlrardacci   fii 

^  Archivio  cit.,  ms.  cit.,  al  libro  II,  c.  17.  L'atto  laureato  in  Bologna  nel  coileglo  de'  dottori  di  Teolo- 

comincia,  come  al  solito;  *Congregati  li  padri  del  mo-  gia  "  circa  l'anno  1578  „;  ma  ci  pare  che  la  data  debba    35 

"  nastero  secondo  l'uso,  alla  quale  congregatione  furon  essere  protratta  di  qualche  anno. 


PREFAZIONE 


xvn 


nessa  alla  chiesa  di  San  Giacomo  degli  Agostiniani  ^  e  infine  fu  curato  della  mede- 
sima,  ossia  parroco  ^. 

Nel  convento  ebbe  le  cariche  e  gli  uffici  rispondenti  alla  sua  cultura  e  alle  sue 
tendenze:  come  quello  di  ordinare  l'archivio  e  di  fame  ampli  regesti  ed  estratti;  di 
5  insegnare;  di  predicare;  ma  sopratutto  gli  furon  dati  gli  agi,  il  tempo  e  i  comodi 
necessari  per  compiere  i  suoi  studi,  indirizzati  a  due  generi  affatto  diversi  di  applica- 
zione,  1'uno  che  aveva  per  fine  la  educazione  cristiana  e  morale  del  popolo,  Taltra 
la  storia  bolognese. 

E  talvolta  la  sua  attenzione  e  l'opera  sua  furono  attratte  da  altre  svariate  incom- 
0  benze.  Valerio  Rinieri,  ad  esempio,  attribuisce  al  Ghirardacci  il  disegno  e  l'attuazione 
dell'addobbo  della  chiesa  metropolitana  in  occasione  della  traslazione  dei  corpi  di 
san  Zama  e  di  san  Faustiniano,  avvenuta  nel  maggio  del   1586  ^ 

II  nostro  frate  visse  a  lungo,  intento  continuamente  al  lavoro.  Gli  ultimi  15  anni 
fu  quasi  sempre  malaticcio,  attaccato  specialmente  dalPasma  *. 

La  data  della  sua  morte,  corae  gik  quella  della  nascita,  h  varia  a  seconda  dei 
vari  scrittori:  secondo  alcuni  mort  il  14  novembre  del  1598,  come  leggesi  sotto  un 
suo  ritratto  inciso  nel  secolo  XVIII,  probabilmente  per  cura  degli  editori  del  III  volume 
della  Historia  di  Bologna^;  altri,  come  il  Bombaci  ®,  il  Fantuzzi ',  il   Carrati  ^  ecc, 


'  E  curioso  e  interessante  a  un  tempo,  per  la  vita 
del  Nostro,  questo  documento  del  1596,  che  da  al  GM- 
rardacci  l'appellatiro  di  cappellano  di  Santa  Cecilia  e 
che  ci  apprende  un  aneddoto  del  tutto  nuoro; 

"A  dl  21  di  marzo  1596. 

"lo  fra  Cherubino,  capellano  di  Santa  Cecilia,  con- 
"  fesso  che,  sono  da  dui  o  tre  anni,  trovandomi  alla 
"  morte  del  signor  Giacomo  Macchiavelli,  che  mori 
"  circa  la,  sera,  ritornando  a  casa  fui  accompagnato  da 
"  ms.  Vincenzo  Tallani  et  da  un  altro  huomo  insieme, 
"  et  aprendo  io  ia  porta  della  chiesa,  udi  un  strepito 
"  fra  le  banche  verso  il  Vangelio,  et  alla  presenza  delli 
"  detti  dui  huomini  mi  trassi  al  detto  movimento,  et 
"  trovando  quivi  un  giovine,  rai  disse  che  si  era  addor- 
"  mentato  in  chiesa  et  non  per  far  male ;  et  trovando 
"  ch'egli  non  haveva  addosso  cosa  alcuna,  il  mandai 
"  fuora  di  cliiesa  al  suo  viaggio,  ed  il  detto  ms.  Vin- 
"  cenzo  et  compagno  andarono  anch'essi  al  suo  viaggio. 
"  Ne  fu  altra  cosa.    Ora  questo  caso  un  giorno  confe- 

,Q  "  rendolo  per  una  certa  occorrenza  con  ms.  Cesare  Vi- 
"  sentini  selaro  mio  parochiano,  glie  io  raccontai  nella 
"  istessa  forma  narrata  qui  di  sopra,  senza  aggiongervi 
"  parola  di  piu.  Et  cosl  chiamo  in  testimonio  Iddio 
"  tutto  questo  essere  verita,  et  confesso  non  havere  in 

jc  "  altra  maniera  parlato  col  detto  ms.  Cesare.  Et  perchfe 
"  tutto  cio  sia  vero,  come  ho  scritto  qui  sopra,  il  detto 
"  ms.  Cesare  Visentini  (aggravando  in  ci6  la  sua  con- 
"  scienza,  che  in  aitro  modo  non  ho  parlato,  ne  nomi- 
"  nato   alcuno  particolare,  nc  meno  incolpato   persona 

jo  "  vivente  al  mondo)  lui  sottoscrivera  di  sua  propria 
"  mano  la  presente  scrittura  accioche  in  giudicio  et 
"  In  ogni  luogo  sia  tenuta  per  vera,  valida  et  auten- 
"  tica. 


T.  xxxin,  p.  1  —  A 


"  lo  Cesare  Visintino  seiar  confeso  eser  la  verita 
"  di  tuto  quelo  che  nela  suadeta  escritura  si  contleno.    3S 

"  lo  Pier  Zanolin  fui  presente  quando  ms.  Cesero 
*  Vicintino  dise  aver  soto  schrito  di  sua  mano  il  deto 
"  schirito  et  rechonobe  la  sua  mano. 

"  lo  Bernardo  Pazzaia  fui  presento  quando  ms.  Ce- 
'  sare  Vicintino  disse  aver  sotto   schrito  di  sua   mano    40 
"  il  ditto  schirito  et  richonobe  la  sua  mano  ,. 

Nella  piu  voite  ricordata  busta  ghirardacciana 
(115/1731)  dell'Archivio  di  Stato  di  Bologna,  in  un 
certo  luogo,  si  legge  la  seguente  annotazione  che  sor- 
prende  il  nostro  storico  nelle  sue  vere  funzioni  di  cap-  45 
pellano  di  Santa  Cecilia  e  di  amministratore  e  curatore 
della  detta  chiesetta: 

"  Ad\  i'di  febraro  1597. 

"lo  fra  Cherubino  capellano  di  Santa  Cecilia  al 
"  presente  ho  dato  a  niaestro  Vincentio  torlidore  per  la    "jo 
'  fattura   di    sei    tabernacoli    grandi....  L.  13,16  „   (se- 
guono  pol  i  pagamenti  per  altri  lavori). 

'  Vedasi  l'attestazionc  necrologica  dell'Alidosl  piu 
giii  a  p.  xvin.     E  in  errore  il  Carrati  quando  afFerraa 

(BlBLlOTECA  COMUNALE  DELL'ArCH1GINNASIO,  Ms.  B,  706,     55 

n.  49)  che  11  Ghlrardacci   era  curato    di  Santa    Cecilia 
sino  dal  1582. 

^  Diario   delle  cose  fiii   notabili  seguite  in  Bologna 
cominciando  dalVanno  1320  insiao  a  tutio  Vanno  1586  de- 
scritto  da  me  Valerio  Rinieri.   Bibuoteca  comunale    60 
dell'Archiginnasio,  Ms.  B,  419,  p,  338. 

*  Vedi  sopra  a  p.  xi,  nota  3. 

'  Figura  spesso  in  fronte  alla  edizione  del  secondo 
voiume  della  Historia  di  Bologtia,  ma  non  e  in  tutti  gli 
cscmplari ;  par  certo  che  11  rltratto  sia  del  sec.   XVIII,    65 
perci6  molto  posterlore,  ma  ne  riparleremo  piu  avantL 

(Vedi  note  6-7-8  a  pag.  segj. 


XVIII  PREFAZIONE 


avvicinandosi  di  piJi  alla  veritk,  scrivono  che  morisse  il  13  dicembre  deIl'anno  me- 
desimo.  La  vera  data,  non  provata  sinora  da  alcuno,  che  h  quella  del  12  dicembre, 
ci  h  offerta  da  una  preziosa  annotazione  autografa  del  noto  erudito  c  storico  bolognese 
Giovanni  Nicol6  Pasquali  AUdosi  che  riproduciamo  integralmente : 

Yhesus  Maria. 

Die  sabati  duodecimo  mensis  decembris  1598  circa  horam  secundam  noctis  obiit  supra- 
scriptus  R.''  Magister  Pater  Cherubinus  Ghirardacius  anno  aetatis  suae  septuagesimo  nono; 
et  erat  frater  sancti  lacobi  de  Bononia  ordinis  Heremitarum  ac  Curator  parochialis  Ecclesiae 
sanctae  Ceciliae.  Et  quando  obiit  iam  perfecerat  secundam  partem  huius  Chronicae,  quae,  ut 
vidi,  durat  usque  ad  annum  1427,  eamque  edere  volebat  Ill.mo  et  Rev.mo  Cardinali  Montel-  K 
bero  dicti  ordinis  Heremitarum,  et  iam  inceperat  componere  tertiam  partem,  quam  durare 
volebat  usque  ad  annum  1572,  sicuti  pluries  mihi  dixit  et  eam  errigere  volebat  Ill.mo  Senatui 
Quadraginta  Reformatorum  huius  civitatis,  sed  morte  praeventus  non  potuit  predicta  expedire. 

Datum  Bononiae,  die  14  decembris  1598. 

loANNEs  NicoLAUs  Pasqualis  Alidosius  Antiq. '. 

Fu  sepolto  solennemente  nella  chiesa  di  San  Giacomo  maggiore  e  un  religioso 
domenicano  recit6  in  suo  onore  un'orazione  funebre  in  cui  furono  celebrate  le  lodi  e 
i  meriti  dello  storico  bolognese  ^. 

Per  la  sua  cultura,  per  i  suoi  studi  svariati,  per  l'amabilitk  del  suo  parlare,  per 
il  fatto  stesso  che  sin  da  giovine  erasi  interessato  delle  glorie  e  delle  vicende  di  Bo-  20 
logna,  egli  ebbe  i-apporti  d'amicizia  con  i  piti  illustri  personaggi  bolognesi,  e  ne  fe 
prova  il  suo  Teatro  morale,  in  cui  sono  recati  i  detti  e  le  sentenze  degli  uomini 
bolognesi  piti  noti  del  suo  tempo  e  appartenenti  alle  famiglie  piii  cospicue  che  qui 
esistessero  ^.  Una  particolare  amicizia  egli  ebbe  con  la  famiglia  Dal  Lino,  coi  Paleotti 
(Gabriele  fu  vescovo  di  Bologna  e  cardinale),  coi  Fasanini  ^,  coi  Bianchetti  e  con  25 
Marco  Antonio  Sabbatini,  al  cui  mecenatismo  dovette  il  Ghirardacci  se  pot^  uscire 
in  luce  il  primo  volume  della  sua  Historia  e  se  eran  gik  ben  avviate  le  pratiche  per 
la  stampa  del  secondo  volume,  quando  l'autore  venne  a  morte. 

II  genere  de'  suoi  studi  severo,  o  come  ora  diremmo,  critico  e  scientifico,  non 
era  tale  da  essere  apprezzato  da  molti,  specie  da  quelli  di  media  e  piccola  cultura,  30 
e  tenuto  nel  conto  che  realmente  meritava;  perci5  la  sua  persona  non  fu  molto  nota 
a'  suoi  tempi,  specie  in  Bologna,  e  non  ebbe  dai  suoi  contemporanei,  salvo  poche  ec- 
cezioni,  e  in  ispecie  dal  popolo,  quel  contributo  di  stima  e  di  plauso,  e  quelFomaggio, 
che  a  lui  indubbiamente  si  conveniva  e  doveva.     Ma  appena  morto,  e  quando  si  potfe 

«  0».  XVIT)  Op.  cit,,  pp.   I  e  33.  »  Cf.  Bombaci,  op.  cit.,  p.  33,  « In  San  Glacomo, 

'  (/•  XVIl)  Loc.  cit.  «  sopra  la  libraria  „  fu  posta  questa  iscrizione;  pr.  che-     10 

*    (/,  XVII)    BlBLIOTKCA     COMUNALE      DELL' ArCHI-         RUBINUS   GHIRARDATIUS  BONONIENSIS  S.    T.    MAGISTER  HI- 

GiNNASlo,  Ms.  B,  706,^.49.  Cf.  per6  la  Cron.  GhiselH,  storicusscriptor  variusmulta  edidit.  obiitmdxcviii. 

S    ad  a.  (Bibl.  Univ.).  Cosi  nei  i»/w,^a»^«;rj,,  al  nome(Bibl.dell'Archiginnasio). 
»  E  nella  carta  finale  di  guardia  di  un  esemplare  3  Se  ne  parla  piii  a  lungo  nel  paragrafo  che  segue. 

del  primo  volume  della  Storia  di  Bologna  del  Ghirar-  *  A  molti  di  costoro  egU  dedic6  le  opere  sue  di    15 

dacci,  che  conservasi  nell'Archivio  notarile  di  Bologna.  religione  e  di  storia. 


u 


PREFAZIONE  XIX 


per  un  piii  attento  esame  conoscere  la   grande  importanza  delPopera  sua,  non   man- 
carono  nh  la  lode  nh  il  plauso  K 

2.  —  I,e  opere  a  stampa. 

L'opera  lasciataci  dal  frate    Cherubino  Ghirardacci  h  varia  e    complessa,  cosl  se 

5  vogliamo  giudicare  dei  lavori  che  furono  dati  alle  stampe,  come  da  quelli  che  ancora 

restano  inedtti  e  si  conservano  nelle  biblioteche  e  negli  archivi  di  Bologna  e  di  fuori. 

L'elenco  degli  scritti  del  Ghirardacci,  che  sino  ad  ora  videro  la  luce,  non  h  co- 

piosissimo,  ma  neanche    ristretto;  comunque    esso  fe  tale  da  lasciar   gik  comprendere 

la  duplice  operositk  che  svolse  il  frate  agostiniano:  quella  religiosa    e  quella  storica. 

10  Diamo  qui  l'elenco,  il  piti  accurato  possibile  ^,  degli  scritti  suoi  editi;  disposti  in 

ordine  cronologico  rispetto  alla  data  nella  quale  videro  la  luce: 

1.  —   Le  GRAN  GIOSTRE  ET  I  SUPERBI  ABBATTIMENTI,   A   PIEDI   ET  A   CAVALLO,   CON  LE  LIVREE 

FATTE  QUESTO   CARNEVALE  NELLA  CITtA   DI   BoLOGNA   DALLI   ILLUSTRI   SIGNORI   ET   VALO- 

Rosi  cAVAGLiERi  BOLOGNEsi.  MDLXII.  (In  fiue) :  Stampata  per  Pelegrino  Bonardo.  —  In-4, 
15  di  carte  12  non  numerate,  segn.  A-C  duerni. 

La  narrazione  della  giostra,  assai  interessante,  h  in  forma  di  lettera  diretta  "Al  molto 
"  magnifico  signor  Virgilio  Guidotti  gentilhuomo  bolognese  et  padron  mio  osservandissimo  „ 
(p.  2),  ed  h  firmata  (a  p.  24):  "  D.  V.  S.  Affettionatissimo  servitore  F.  C.  Ghirardacci  „ . 
La  descrizione  della  giostra  h  fatta  con  tutti  i  particolari,  con  la  indicazione  delle  vesti 
20  e  dei  costumi  dei  cavalieri  che  vi  presero  parte  e  con  la  pubblicazione  di  quattro  originalis- 
simi  cartelli  di  sfida,  come  allora  usavasi,  improntati  ad  un  linguaggio  altisonante  e  a  concetti 
simbolici.  Nella  introduzione  si  fanno  gli  elogi  della  cittk  di  Bologna  che  Tautore  chiama 
"  patria  dolcissima  sua  „ . 

2.  —  Illust.mo  et  REVER.MO  D.  Gabrieli  card.  Palaeoto  EPISCOPO  BONONIENSI  ET  principi, 

25  REVERENDO    CAPITULO  ET   CANONICIS  CATHEDRALIS   ECCLESIAE  BONON.    CAETERISQ.  CLERICIS 

CIVITATIS  ET  DIOECESIS  BONONIAE.  ChERUBINI  GhiRARDATII  BONONIENSIS  CaLENDARIUM 
lUSSU  DOMINI  SACRISTAE  EIUSDEM  CATHEDRALIS  ECCLESIAE  AEDITUM  lUXTA  RITUM  BREVIARII 
ROM.   Pll   V   PONT.   MAX.  EX   DECRETO   SACROSANCTI  CONCILII   TRIDENTINI  NUPER  RESTITUTI 

PRO  ANNO  DoMiNi  MDLXX.  Bononiae,  typis  Alexandri  Benatii,  MDLXX.  Venia  a  Superio- 
30  ribus  concessa.  —  In-16,  di  carte  36  numerate,  stampato  con  due  inchiostri,  rosso  e  nero. 

Sul  frontispizio,  pure  a  due  colori,  c'fe  una  silografia  rappresentante  san  Pietro  con  in 
mano  le  chiavi. 

Nel  verso  del  frontispizio  sono  indicate  le  feste  mobili,  le  peculiaritk  cronologiche  ecc. 
del  1570.  A  c.  2  comincia  il  calendario  ecclesiastico  per  la  celebrazione  della  messa  e  la 
35  recita  dell'  ufficio,  dal  primo  di  gennaio.  Le  ultime  due  carte  sono  dedicate  ad  istruzioni  e 
raccomandazioni  "  in  legendis  horis  canonici8„. 

L^esemplare  del  rarissimo  libretto  che  si  conserva  alla  Biblioteca  Universitaria  di  Bolo- 
gna  appartenne  ad  Ulisse  Aldrovandi,  e  porta  la  solita  notazione  autografa  del  grande  na- 
turalista:  "  Ulissis  Aldrovandi  et  amicorum-. 


'  Avremo  occasione  di  ricordare  piu  tardi  le  lodl  *  I  titoli  sono  riprodotti  fedelmente,  non  sl  h  tut-    5 

del  Bombaci,  dell'AIberti  (continuazione  alle  Deche),  del  tavia  seguita  la  grafia    non  sempre   costante  del  v  per 

Torelli,  della  Sacra  Rota  e  di  altri,  del  secolo  XVII  e  «,  e  si  e  anciie  modificato,  secondo  che  si  deve,  la  pun- 

della  prima  metk  del  secolo  XVin.  teggiatura. 


X5C  ?REFAZIONE 


3.    —    InSTITUTIONK  CHRISTIANA,  BT  CATHOLICA   DEL  MODO   PI  ASCOLTAR  LA  Messa,  genkraxe 
SACRIFICIO    DELLA   ClIRISTIANITADE,    PER    VIA    DE   INTERROGATIONI.    DeL  R.    P.    F.  ChKRU- 

BINO  Ghirardacci  Bolognese  Eremitano.  .^iesto  fatc  in  mia  commemoratione.  Luc. 
22.  Con  licenza  delli  RR.  Vic.  Episc.  et  Inquis.  (Bologna),  anno  1571.  —  In-8,  di  pagine 
96  numerate,  s.  t.,  con  una  silografia  rappresentante  Cristo  in  croce  a  p.  8  *.  5; 

II  libretto  h  dedicato  (con  lettera  del  15  settembre  1570)  "  alli  costumati  et  concordi 
"  fratelli  Angelo  Michele  et  Pierantonio  dal  Lino  „  (p.  3),  ai  quali,  e  in  specie  al  padre 
Giovambattiata,  l'autore  si  prof essa  obbligato,  A  p.  6  c'  fe  un'avvertenza  che  ha  per  titolo : 
•^Alli  saggi  et  giudiziosi  Lettori  rimpressore  „.  In  essa  lo  stampatore  giustifica,  per  lo 
scopo  popolare,  la  brevitk  e  semplicitk  dello  scritto,  ma  avverte  che  colui  che  desidera  una  10 
piii  ampia  trattazione  pufc  rivolgersi  airopera:  "  Avisi  della  Messa,  che  dal  medesimo  autore 
"hora  fe  data  in  luce„. 

Seconda  edizione: 

Institutione  christiana  et  catholica  dbl  modo  di  ascoltah  la  Messa,  genbrale  sa- 
CRiFicio  DELLA  Christianitade  per  via  d' interrogationi,  del  R.  P.  F.  Cherubino  15 
Ghilardacci  Bolognkse  Eremitano,  con  privilegio.  In  Vinegia,  appresso  Gabriel  Gio- 
lito  de'  Ferrari.  MDLXXII.  —  In-8,  di  p.  96  numerate;  neirultima  la  marca  deirim- 
presspre.  II  frontispizio  ha  per  impresa  la  croce  ornata  col  monogramma  di  G.  C.  che 
il  Giolito  U86  per  altri  libri  catechisticL  A  p.  6  fe  una  silografia  raffigurante  il  sacer- 
dote  all'altare  neiratto  di  impartire  la  santa  Comunione.  20  j 

A  pp.  3-5  trovasi  la  lettera  ad  Angelo  Michele  e  Pierantonio  dal  Lino,  nella  stessa  forma 
della  prima  edizione,  con  la  differenza  che  qui  ha  la  data  del  1°  gennaio  1572.  Manca  la 
prefazione  del  tipografo.  In  questa  edizione  si  aggiunge  in  fondo  (pp.  87-93)  VAIfabeto  sfi- 
rituale,  e  a  pp.  94-95  la  Tavola  dei  cafitoli.  Qualche  correzione  e  mutamentp  qua  e  Ik,  di 
poco  conto  *.  25 

La  terza  edizione  di  questo  libretto  h  forse  quella  indicata  dal  Bongi  come  fatta  in  Ve- 
nezia,  dal  Sessa,  nel  1578,  in-12.  Un  esemplare  di  questa  rara  edizione  trovasi  nella  Biblio- 
teca  Marucelliana  di  Firenze '. 

Una   quarta  edizione  col  titolo:  Istituzioni  cristiana  e  cattoUca  del  modo  di  ascoltare  la 
Santa  Messa  ricorda  il  Fantuzzi  come  fatta  in  Mantova,  per  Francesco  Osanna,  pure  nel  1578  *,  36 
che  trasse  la  notizia  dall'  Orlandi  *  e  questo  dal  Bumaldi  *. 

Iniine  il  Bibliothecae  Casanatensis  catalogus"^  ne  descrive  una  quinta  cosl: 


♦ 


Instituzione  Cristiana  b  Cattolica  del  modo  di  ascoltar  la  Messa....  pkr  VI a  d'In- 
terrogazioni.  Venezia,  appresso  i  Gioliti,  1583. 

4.  —  OrDINE  DI  CELKBRARB  LB  MBSSB  COSt  SOLENNE  come  private,  insieme  con  lb  rubriche  35 
DBL  MKSSALE  bt  con  li  difetti  chb  possono  occorrere  nblla  mbssa  et  con  la  pre- 
paratione  dl  bssa  sbcondo  il  rito  dbl  mbssal  nuovo  romano  riformato  per  de- 
creto  del  concilio  tridentino  et  publicato  pbr   comandambnto  d^l  santissimq 


J 


'  II  Monti  nelle  note  al  Fanxuzzi,  Scrittori  bolo-  togliamo  la  notizia  della  biblioteca  in  cui  11  Ubro  trovasi.    10 

gnesi  (Biblloteca  comunale  dell'Archiginnasio,  vol.  IV,  ■*   Op.  cit.,  IV,  137. 

137)  ricorda,  ma  crediamo  erroneamente,  una  edizione  ^  p,  Antonio  Orlandi,  Notizie  degli  scrittori  bolo- 

di  questo   Ubretto  fatta   in   Bologna   dal   Benaccl,   nel  gnesi,  Bologna,  Pisarri,  1714,  p.  87.                                             , 

1570,  in-l3.  8  G.  A.  BUMALDI,  Minervalia  bonon.  civium  Anade-          i 

*  Cf.  Salvatore  BoNGl,  Attttali  di  Gabriel  Giolito  mata  seu  Bibliotkeca  bonomensis,  Bologna,  Benacci,  1641,    15  i 

dt'  Ferrari  da  Trino  di  Monferrato  stamfatore  in  Vene-  p.  80.                                                                                                          | 

zia,  Roma,  Giusti,  1895,  II,  320.  ^  Vol.  III,  473.  L'edizione  non  e  affatto   meo;iio- 

'  Cf.  Salvatork   BoNGl,  op,  cit.,  II,   330;  dfi,  cui  nata  dal  Bongi:  che  sia  un  equivoco  del  Cataiogus?             1 


PREPAZIONE  XXI 


N,  S.  Pio  V  PONTEFicE  MASS.  In  Bologna,  per  Alessandro  Benaci,  1571.  Con  licenza 
del  R.  Vic.  episc.  et  P.  Inq.  —  In-8,  di  carte  138  numerate,  segn.  A-M.  Sol  fronti- 
spizio  una  silografia  rappresentante  Fostia  sopra  il  calice. 

II  volumetto   a   c.   2   ha  una   lettera   dedicatoria  del   tipografo   Alessandro  Benacci  al 

5  signor  Leone  Leonori,  in  data  del  1°  gennaio   1571.     Da  essa  si  rileva   che   per   esortazione 

del  Leonori  il  Ghirardacci  aveva  composto  il  calendario   perpetuo   del   modo  di  dire  il  di- 

vino  ofRcio  (vedi  sopra  al  n.  2),   e   che   parimenti  il    Ghirardacci   aveva   scritto   un'operetta 

suUa  messa,  in  volgare :  quest'ultima  ora  dk  alle  stampe.     A  c.  4  comincia  il  testo  deiropera. 

Di  quest'opera  sembrerebbe  dato  rannunzio  neiravvertenza  "  Alli  saggi  et  giudizioai  Let- 

10  "  tori  „  che  fa  1'  *  impressore  „  in  testa  airoperetta  "  Institutione  christiana  et  catholica  „  (p.  6); 

ma  forse  si  allude,  come  par  piu  probabile,  agli  Av^nsi.     Vi  si  dice  che  Topera  usciva  in  luce 

contemporaneamente  a  quella  per  lo  stesso  tipografo  ed  era  molto  piu  estesa  e  di  trattazione 

piu  profonda  *. 

5.  —  Awisi  DELLA  Mbssa.  —  Bologna,  (Benacci),  1571. 

15  Ad  una  edizione  di  Bologna  del  1571  e  con  questo  titolo  accenna  chiaramente  Timpres- 

sore  della  "  Institutione  christiana  et  catholica  „  uscita  nel  medesimo  anno  (vedi  sopra  al  n.  3), 
con  queste  precise  parole :  "  Et  se  voi  bramate  pure  in  questa  materia  piu  copiosa  interpre- 
"  tatione,  forse  a  pieno  sodisfarete  a  questo  vostro  christiano  e  divoto  desiderio  leggendo 
"  Topera  dagli  Avvisi  della  Messa,  che  dal  medesimo  autore  hora  h  data  in  luce,  dove  spero 

20  "  che  compiutamente  haverete  la  dichiaratione  di  ogni  minuta  attione,  che  nella  Messa  solenne 
"  et  cantata  si  usa  „.  A  noi  non  riusci  di  vedere  alcun  esemplare  di  questa  edizione,  della  cui 
csistenza  pare  non  possa  esser  dubbio. 

Una  seconda  edizione  fu  fatta  in  Venezia  con  qnesto  titolo: 

Avisi  DEL  MODO  w  ascoltar  la  Messa,  generale  sacrifizio  dklla  christianitA,  con 
25  la  dichiaratione  dei  misteri  e  delle  cerimonie  secondo  l'ordinh  del  messal  novo 

ROMANO  restituito  per  decreto  del  concilio  tridkntino.  Venetia,  appresso  gli  heredi 
di  Martino,  1578.  —  In  16*. 

Una  terza  ediz.,  dello  stesso  anno  1578,  fe  questa  conservata  nella  Biblioteca  Casanatense: 

Avvisr  del  modo  d'ascoltar  la  Mkssa....  con  la  dichiarazione  db'  misteri  k  dklle  ck- 
30  REMONiE  che  in  essa  ....  si  ossERVANO.  Veuetia,  appresso  gli  heredi  di  Marchio  Sessa, 

1578.  —  In-12». 

6.  —    NUOVO    E   SPIRITUALK    NASCIMENTO     DELL' HUOMO    CHRISTIANO,    NEL     Q.UALE    IL     PADRINO 

OVER    COMPARE   RAGIONA   DEL    BATTESIMO    ET  DE'    SUOI  DIVINI    ET  ALTI    MISTERI    KT  AMMAE- 

j  STRA  l'infante  in  tutto  quello  che  per  lui  al  sacro  fonte  havea  promesso.  Dkl  R. 

35  P.  F.  CHiiRUBiNo  Ghirardacci  bolognese  Eremitano  di  Santo  Agostino.  Opera  uti- 

LISSIMA  KT   NECESSARIA  A    TUTTI  QUBI    CHE  -tENGONO   GLI  ALTRUI    FIGLIUOLI  AL  BATTKSIMO. 

CoN  PRiviLKGio.  Iii  Vinegia,  appresso  Gabriel  Giolito  de'  Ferrari,  MDLXXII.  -  In-8, 
di  carte  8  preliminari  non  numerate,  poi  p.  96  numerate;  a  p.  94  il  registro  e  a  p.  95 
la  marca  deirimpressore.  Segn.  A-F  quaderni.  Silografia  rappresentante  il  battesimo  di 
Gesu  airultima  delle  pagine  preliminad,  e  un'altra  a  p.  48  rafl[igurante  la  preseiitazione 
di  Gesii  al  tempio.  Lettere  iniziali  figurate. 


40 


'  Cf.  Fantuzzi,  Scrittori  bologne$i,  IV,  137.  rituaJe  o  liturgico,  l'altra  popolare.   II    Frati    (pp.  cit., 

^  L.  Frati,  Storia    di  Casiel   San    Pietro,    p.   168.  loc.  cit.)  crede,  e  non  mi    pare   giusto,  che   questa    sia 

Puo  sorgere  il  dubbio  ciie  trattisi  di  una  stessa  opera  una  edizione  della  Institutione. 

col  n.  4;  ma  dal  confronto  stesso  dei  titoli  deve  con-  ■■  Da  Bibliothecae   Casanatensis   catalogus   librorum 

5    cludersi-che  le  opere  sono  diverse,  e  una  ha  un  carattere  tyfis  impressorum,    Roma,  Salvioni,    1775,  vol.   m,  473.    10 


XXII  PREFAZIONE 


L'operetta  b  dedicata  "  al  magnifico  M.  Giovambattista  dal  Lino  padrone  et  benefattore 
«  osservandissimo  „  con  una  lettera,  datata  da  Bologna  il  15  di  settembre  del  1572,  nella  quale 
espone  il  fine  che  ha  avuto  nel  comporre  Topera  e  il  modo  tenuto  nello  svolgimento  della 
medesima  *. 

7.    —  LlBRO  I  OVKR    ARBORE  DE  [  LA  HONORATA   FAMIGLIA  (  DE   FaSANINI  |  s\   d'hu0mini  COmC 

di  donne,  nobili  cittadini  Bolognesi,  |  da  varie  scritture  antiche  raccolto  per  il  reverendo  | 
Padre  F.  Cherubino  Ghirardazzi  bolognese  |  neiranno  MDLXXIL 

Questo  titolo  leggesi  a  c.  5  entro  una  vistosa  riquadratura  che  si  ripete  per  tutte  le 
carte  del  volume,  anche  in  quelle  che  poi  sono  rimaste  vuote. 

Le  prime  due  carte  nelle  pagine  baciate  hanno,  entro  la  riquadratura,  quattro  silografie  II 
ciascuna,  rappresentanti  scene  della  vita  di  Cristo  e  della  Vergine,  a  cui  fan  riscontro  altre 
due  pagine  baciate  in  fine   del  volume  contenenti  altre  otto  silografie;  le   figurazioni   vanno 
dalla  Annunciazione  della  Vergine  alla  largizione  che  la  Vergine  fa  della  corona  del  Rosario. 

La  c.  3  (neiresemplare  della  libreria  Malvezzi,  che  qui  descriviamo)  k  bianca;  la  4  nel 
recto  ha  una  silografia  rappresentante  la  Vergine  col  bambino  e  in  alto  quattro  versi  a  stampa  15 
di  raccomandazione  alla  Vergine;  nel  verso  h   un  sonetto  manoscritto  di  mano  del  Ghirar- 
dacci  "  In  laude  della  Madona  di  Faenza  „  che  comincia: 

Vergine  sacra,  che  vera  humiltate.  • 

La  c.  6  ha  a  stampa  la  dedica  del  volume  "  Al  molto  Magnifico  signor  il  signor  Nicolo 
"  Fasanino  signore  et  padrone  sempre  osservandissimo  „.  La  dedica  h.  in  forma  di  lettera,  20 
datata  da  Bologna  il  30  aprile  del  1572.  Comincia:  "  Facendo  io  a  questi  di  passati  la  pianta 
"  della  nostra  citta  di  Bologna,  et  cercando  molti  stromenti  per  trovare  il  proprio  nome  di 
"  ciascuna  strada  di  essa,  avenne  che  anco  mi  capitarono  alle  mani  molte  scritture,  nelle 
"  quali  erano  nominati  molti  della  famiglia  de'  Fasanini,  e  tra  le  altre  una  in  particolare 
*  che  in  s^  ne  conteneva  molti  a  guisa  di  cronica  „  ;  onde,  continua,  gli  h  venuto  il  pensiero  25 
di  mettere  in  ordine  cronologico  tutti  i  nomi  dei  Fasanini  che  ha  incontrati,  a  cominciare  da 
messer  Cino  che  nacque  nel  1292,  lasciando  alla  persona  cui  si  rivolge  di  riempire  le  lacune 
nelle  quali  egli  fosse  caduto  *. 

La  c.  7  ha  la  figura  silografica  di  Gregorio  XIII,  e  la  8  una  breve  biografia  a  stampa 
del  pontefice  con  la  notizia  della  sua  assunzione  al  pontificato  avvenuta  il  13   maggio  1572.  30 
Nel  verso  di  quest'ultima  carta  c'fe  un  sonetto   di  mano  del   Ghirardacci  intitolato:    "  Nella 
creatione  di  papa  Gregorio  decimo  terzo„,  che  comincia: 

O  sacro  sfeco  in  cui  tutta  rivolge. 

La  c.  9  fe  bianca;  la  10  ha  lo  stemma  del  Boncompagni  con  sotto  quattro  versi  latini  di 
augurio  per  il  novello  papa ;  la  c.  11  nel  recto  lo  stemma  del  cardinale  Niccolo  Caetani  di  Ser-  35 
moneta  con  sotto  quattro  distici;  nel  verso  un'ottava  in  volgare,  sempre  a  stampa,  che  comincia: 

S\  come  il  cor  v'adorna  honor  verace. 

La  c.  12  sei  distici  latini  a  stampa;  la  13  lo  stemma  a  colori  della  casa  Fasanini  con 
sotto  a  penna  di  mano  del  Ghirardacci  un'ottava  che  comincia: 

S\  come  il  sol  quando  col  nuovo  raggio.  40: 


'  Cf.  Salvatore  BoNGl,  0/.  cit.,  II,  331.  *  infrascritto  affermo  haver  trovato  nella  Camara  degli 

*  In  fondo  alla  lettera  trovasi  la  seguente   nota-       « attl  al  libro  del  1383  Pinello  Fasanino  della  capella    5 
zione  autografa   del    Gliirardacci :    "lo   fra   Clierubino       "di  san  Proculo  et  del  1444  Gasparo  Fasanini  „. 


PREFAZIONE  XXIII 


La  c.  14  ha  un  sonetto  di  "  Hieronimo  Zoppio  alla  nobile  fameglia  de'  Fasanini  „    che 
comincia: 

DelValta  iua  ■progenie  antica  e  ckiara; 

nella  c.  15  sei  distici  latini;  nella  17  11  sonetto: 
5  Come  tra  fin  cristallo  cofia  suole ; 

nella  c.  18  altro  sonetto  "  In  lode  della  famiglia  de'  Fagianini  „  : 

Chi  non  sa  guanto  nohile  et  antica. 

La  c.  19  fe  bianca.  Le  cc.  20-23  sono  dedicate  alla  tavola  manoscritta  dei  nomi  ricordati  nel 
volume. 
10  Seguono  carte  93  quasi  tutte  numerate  a  mano  dedicate  la  maggior  parte  a  ricordare  i 

nomi  e  le  gesta  degli  uomini  della  casa '.  A  c.  1 1 7  c'^  la  seconda  parte  del  volume  dedi- 
cata  alle  donne  illustri  della  casata  con  un  secondo  titolo:  librg  |  overo  arbore  |  delle 
DONNE  NATE  DELLA  |  NOBiLE  FAMiGLiA  de'  |  fasanini  ;  sotto  lo  stemma  della  famiglia.  La 
c.  118  ha  la  dedica  a  stampa  "  Alla  molto  magnihca  madonna  Lucretia  Betti  Fiorentiola  Fa- 
15  "sanina  signora  et  padrona  osservandissima  „,  con  lettera  datata  da  Bologna  il  26  agosto  1572, 
nella  quale  dice  che,  avendo  dato  a  suo  padre  Nicolo  Telenco  degli  uomini  della  sua  fami- 
glia,  si  permette  di  donare  a  lei  quello  delle  donne. 

Segue  manoscritta  a  c.  119  la  "  Tavola  de  li  nomi  delle  donne  de'  Fasanini  che  nel 
"  presente  libro  si  contengono  „  ;  e  a  penna  per  ordine,  entro  le  riquadrature  stampate,  sono 
20  segnati  i  nomi  delle  donne  piu  note  della  famiglia,  con  sopra  lo  stemma  a  colori,  sino  a  c.  155. 
Seguono  altre  1 5  carte  vuote  con  le  solite  riquadrature  a  stampa ;  infine  le  ultime  due  carte 
contengono  in  due  pagine,  come  abbiamo  gia  avvertito,  otto  silografie  rappresentanti  la  morte 
di  Cristo  sino  airAscensione  della  Madonna  e  alla  largizione  del  Rosario. 

AI  volume,  che  h.  per  vari  rispetti  interessantissimo,  h  unita,  nelTesemplare  della  libreria 
25  Malvezzi,  una  bozza  di  frontispizio  per  le  donne,  che  poi  non  fu  accettato,  perchfe  quello  stam- 
pato   nel  volume  h   alquanto  diverso  *. 

Oltre  questo  splendido  della  libreria  Malvezzi,  si  conosce  delKopera  un  altro  esemplare 
cosi  descritto  dal  Biadego: 

LiBRO  over  arbore  della  honorata  famiglia  de'  Fasanini  st  d'huomini  come  di  donne, 
30  NOBiLi  cittadini  bolognesi  da  varie  scritture  antiche  raccolto  per  il  Reverendo 

Padre  F.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognese  nell'anno  MDLXXII.  —  Cart.  del  se- 
coio  XVI  e  XVII,  di  carte  1 73,  c.  32  X  23,  parecchie  delle  quali  sono  bianche. 

Alcune  carte,  come  il  f rontispizio,  sono  stampate ;  e  ciascuna  porta  impresso  in  legno  un 
ornato  entro  del  quale  sta  chiuso  lo  scritto,  ed  un  altro  nel  quale  sta  dipinto  stemma  gen- 
35  tilizio.     E  legato  in  cartoncino ;  provenienza  Gianfilippi '. 


8.    —   ThEATRO   MORALE   DE'   MODERNI    INGEGNi:    DOVE  SI    SCORGONO    TANTE  BELLE  ET    GRAVI 
sentenze,  tante  acute  RISPOSTK,  ET  TANTI  SAVI    CONSIGLI,  OLTRA  infinite  compara- 


•  L'esemplare  non  fu   consegnato  definitivamente  Rinieri  e  presso  la  Biblioteca  Universitaria  di  Bologna, 

alia  famiglia  Fasanini  nel  1573,  perclic  si  hanno  notizie  nel  cod.  3138  (vol.  II,  c,  165), 

sui   vari   personaggi   dei   Fasanini   tutte   di    mano    del  '  Cf.  G.  Biadbgo,  Catalogo  descrittivo  dei  mss.  della 

Ghirardacci  sino  a  dopo  il   1580.  Biblioteca  comunale  di   Verona,   Verona,  1893,  p.  551.  II    10 

'  Avverte  L.  Frati   (Storia  di  Castel   San   Pietro,  manoscritto,  che   quantunque  in    parte   stampato,  e   la 

p.  169)  che  una  copia  manoscritta  di  mano  di  Valerio  considerato  tale,  porta  la  segnatura  n.  1253  (354). 


XXIV  PREFAZIONE 


TIONI,   CHE  VI   SONO;   CHE   DIR   81   PU6   BSSER   FELICEMEITrE  UNITE  LE   C06E  NATURALI    CON 

LB  MORALi.  Raccolte  per  il  R.  P.  Fra  Cherubino  Ghirardacci  Bolognese  Agosti- 
NiANO.  Opera  utilb  e  necessaria  a  chi  desidera  prudentemente  favellare  et  ri- 

SPONDERE   NE*    RAGIONAMENTI    KAMIGLIARI    ET   IMPORTANTI.    CoN   PRIVELEGIO.     Ill  VinCgia, 

appresso  Gabriel  Giolito   de'  Ferrari,  MDLXXV.  —  In-12,  di  pagine  456  di  testo   nu-    5 
merate,  piil  24  n.  n.  per  il  titolo,  la  prefazione  e  la  tavola,  da  principio  '. 

Dalla  dedica  che  precede,  fatta  dal  Ghirardacci  il  30  aprile  1575  al  signor  Giacomo 
Buoncompagno  "  govemator  generale  di  Santa  Chiesa  „  in  segno  di  gratitudine  per  i  molti 
debiti  e  per  Tantica  servitu  che  ha  verso  di  lui,  e  dalla  awertenza  che  segue  alla  dedica,  di 
Carlo  Mangini,  si  trae  che  il  libro  era  gik  abbozzato  sino  dal  1568;  nel  quale  anno,  avendolo  10 
visto  presso  il  Ghirardacci,  il  Mangini  espresse  il  desiderio  che  fosse  dato  alle  stampe ;  ma 
essendosi  per  allora  rifiutato  il  Ghirardacci,  allegando  che  molte  altre  sentenze  vi  mancavano 
"  le  quaU  egli  di  giorno  in  giorno  giva  raccogliendo  ,,  piii  tardi,  nel  1575,  quando  la  raccolta 
fu  compiuta,  il  Ghirardacci  aderi  alle  preghiere  del  Mangini  e  il  libro  fu  dato  alle  stampe. 
Alcuni  esemplari  hanno  la  data  del  1576.  15  : 

Le  sentenze,  che  hanno  sempre  il  titolo  di  "  saggi  detti  „ ,  raggiungono  la  cospicua  cifra 
di  375  e  sono  tutte  di  egregi  personaggi  bolognesL  AUa  tavola  precede  un  sonetto  lauda- 
torio  in  onore  del  Mangini,  che  cosi  termina:  .3 

Tal  che  sormonta  chiaro  (o  buon  Mangino) 
Delle  grate  ris-posic  al  -puro  stuolo  20 

H  hel  THEATRO  del  gran  CHERVBINO. 

Nel  libro  sono  rappresentate  quasi  tutte  le  piu  celebri  famiglie  di  Bologna,  come  i  Bian- 
chetti,  Bargellini,  Bentivogli,  Bianchi,  Caccianemici,  Orsi,  Marsili,  Campeggi,  Foscherari, 
Preti,  Pepoli,  Dolfi,  Isolani,  Malvezzi,  Legnani,  Cospi,  Gessi,  Sampieri,  Ercolani,  Ghisilieri, 
Barbazza,  Lambertini,  Grassi,  Fava,  Fantuzzi,  Saraceni,  Ariosti,  Aristoteli,  Caprara,  Gozzadini,  25 
Griffoni,  Bolognini,  Grati,  Marescalchi,  Morandi,  Marescotti,  DairArmi,  Macchiavelli,  Mal- 
vasia,  Agucchi,  Albergati,  Lupari,  Beccadelli,  Carbonesi,  Bovi,  Scappi,  Tanari,  Ringhieri, 
Vizzani,  Bonfiglioli,  Bottrigari  ecc. 

Tra  le  sentenze,  che  non  sono   poste  in  ordine  alcuno  di  dignitk,  vi  figurano  quelle  di 
Andrea  Ghirardacci  padre  deirautore '  e  di  Gabriello  Giolito  editore  del  volume,  quantunque  30 
quest'uItimo  non  fosse  bolognese. 

II  concetto  delFopera  h  evidentemente  tratto  da  quella  simile  pubblicata  da  Ortensio 
Lando  col  titolo  di  Oracoli  de'  Moderni  ingegni^.  t 

Notevole  fe  neirawertenza  del  Mangini  la  seguente  espressione  riferita  al  Ghirardacci: 
"Son  sicuro  che  si  porrk  a  pubblicare  altri  frutti   che  di  gik  sono  vicini   alla  maturitk  nel  35 

'  Cf.  Salvatore  BoNGi,  0/.  cii.,  n,  349-350.  "  faccino  molte. 

*  Ecco  i  "  Saggi  detti  di  M.  Andrea  Gliirardacci  „,  "  La  vita  non  poter  esser  lieta  senza  la  prudenza. 

nei  quali  quasi  certamente  ebbe  mano  il  figliuolo  (pa-  "  Quello  esser   instabil  regno,  dove  non  e   vergo- 

gine  384-385)  t  "  gna  et  ragione,  santita,  pieta  et  fede. 

"  II  dittamo  herba  notissima  cava  i  dardi  del  corpo,  "  Le  cose  per  se  stesse  buone  et  vili,  non    hanno    ao 

"  et  la  parola  di  Dio  toglie  i  peccatl  dell'anima,  "  bisogno  di  molta  laude. 

"  La  natura  essere  prima  maestra  della  pieta.  "  In  tutte  le  Republiche  vi  sono  et  premio  et  pena. 

"  S\  come  ne'  pascoli  le  api  cercano  i  fiori,  la  ca-  "  La  continenza  e  sanita  del  corpo,  et  la  sapienza 

"  pra  ie  foglie,  il  porco  la  radice  et  i  quadrupedi  i  frutti ;  "  e  sanita  dell'anima. 

I    "  cosi  nelle  sacre  lettere  uno  cerca  nna  casa,  l'altro  la  "  Le  scelerita  si  possono  difendere,  ma  non  assi-    25 

"  Historia,  et  questi  l'ornato  parlare.  "  curare. 

"Chi  bee  dell'acqua  del  lago  Clitorito  di    subito  "  La  nobilti  del   sangue   et  le  ricchezze  sono   ca- 

"  abhorrisce  il  vino,  et  chi  una  sol  volta  si  rivolge  ai  «  gione  di  seditione  et  di  tumulto  „. 

''  detti  mondani,  si  allontana  dai  veri  et  honesti  piaceri.  3  Pubblicato  pure  dal  Giolito  in  Venezia  nel  1550; 


X5  "  Doversi  commandar  tutte  le  cose,  accioche  se  ne       cf.  Salvatqre  Bongi,  op,  cit,,  \  298. 


30 


PREFAZIONE  XXV 


"suo  fertile  giardino,  sendo  egli  di  fermo  animo  di  giovare  a  molti  „;  dove  sembra  chiaro 
volersi  accennare  alla  Historia  di  Bologna  il  qual  lavoro  doveva  gik  essere,  nel  1575,  iniziato, 
almeno  per  ci5  che  si  riferiva  alla  raccolta  del  materiale. 

La  seconda  edizione  di  quest'opera  usci  nel   1582  per  il  Giolito  sempre: 

5  Theatro  morale  de'  moderni   ingegni  bcc;   titolo   preciso  a  quello   sopra  riportato, 

salvo  che  sono  omesse  le  parole  "  Opera  utile —  et  importanti„,  In  luogo  di  tali  parole 
si  pone:  "  Di  nuovo  ristampato  e  con  diligenza  corretto^.  Sotto:  "  Con  privilegi„.  In  calce: 
"  In  Vinegia,  appresso  i  Gioliti,  MDLXXXII„. 

Per  formato,  numero  di  pagine  e  disposizione  dei  detti  e  delle  linee  stesse  questa  edi- 
10  zione  h  in  tutto  simile  alla  prima;  ma  non  h.  vero,  come  qualcuno  ha  affermato  ',  che  si  tratti 
di  una  stessa  composizione  con  mutato  solo  il  frontispizio,  Nel  titolo  della  dedica,  al  Bon- 
compagni  k.  aggiunto  il  titolo  di  Duca  di  Sora.  E  da  notarsi  che  in  molti  esemplari,  ad 
esempio  in  quello  posseduto  dalla  Biblioteca  comunale  deirArchiginnasio  di  Bologna,  la  data 
di  edizione  h  il  1583;  si  ripete  ciofe  il  fenomeno  che  si  riscontra  per  altre  edizioni  dei  Giolito  *. 

15  Una  terza  edizione  usci  nel  1584: 

Theatro  morale  de'  moderni  ingbgni  ....  per  il,  R.  P.  Cherubino  Giurardacci  ....  DI 
Nuovo  RisTAMPATO . . . .  coN  PRiviLEGi.  In  Vinegia,  appresso  i  Gioliti,  MDLXXXIIII.  — 
In-12,  stessa  contenenza  e  paginatura  della  precedente  edizione. 

Alcunl  esemplari  hanno  la  data  del  1585  in  luogo  del  1584,  ad  esempio  uno  della  Biblio- 
20  teca  Universitaria  di  Bologna,  allo  scopo  evidente  di  rendere  il  libro  piii  nuovo  '. 

Concludendo,  pu6  dirsi  che  1'opera,  e  si  comprende  data  la  sua  natura  enciclo- 
pedtca  e  il  carattere  di  attualita,  ebbe   una  fortuna  notevolissima  *. 

9.  —  Narrazione  dblle  nozze  di  Annibalb  II  Bentivoglio  cblebrate  l'anno  1487  quale 

SI    LBGGE   NBL    VOLUME    TERZO    MANOSCRITTO    DEL    GhIRARDACCI,    StORIA    DELLA    CITtA    DI 

25  BoLOGNA.  Bologna,  tip.  Nobili,  1836  (estratto  dall' Almanacco  statistico  bologne- 

se,  n.  8).  —  In-32,  pagine  32  numerate. 

L'edizione  h  a  cura  di  Gaetano  Giordani,  che  dichiara  di  trarre  la  narrazione  dairauto- 
grafo  che  prima  era  presso  i  frati  di  San  Giacomo  e  poi  passo  nella  Biblioteca  della  Uni- 
versitk.     L'editore   fa   seguire   al   testo  molte   note   illustrative   e    bibliografiche.     II  testo   h 
30  contenuto  nelle  pp.  3-24. 

10.  —  Memoriali. 

Sono  i  due  Memoriali  che  il   Ghirardacci  diresse  al   senato  di  Bologna  per  ottenere   il 
permesso  di  pubblicare  la  sua  Historia  di  Dologna:  uno  del  13  giugno  1586,  Taltro  del  29  ago- 
sto  1588. 
35  Sono  pubblicati  da  Michelangelo  Gualandi  nel  suo  lavoro  stampato  per  le  nozze  del  conte 

Filippo  Carradori  con  la  marchesa  Emma  Luciani,  intitolato:  Frate  Cherubino    Ghirardacci 
storico  bologncse.  Bologna,  s.  n.  t.  (1852),  il  primo  a  p.  5,  Taltro  a  p.  6.  —  In-4,  p.  16  num. 


■  G.  GlORDAlTl,  Rimembranze  di  Samaritana  Sama-  *  II  Monti   nelle  Annotazioni  manoscritte  al   Fan- 

ritani   letterata    e  fittrice    bolognese,    Bologna,    Nobili,  tuzzi  (loc.  clt.)   ricorda  un'edizione  del    Theatro  morale 

1836,  p.  22.  del  1586,  fatta  pure  in  Venezia,  ma  probabilmente  equi- 

•  Cf.  Salvatore  Bongi  of.  cit.,  II,  383-383.  voca  con  quella  del  1584-1585,  ciie  infatti  non  h  da  lui 

5  '  Cf.  Salvatore  BoNGi,  o/.  cit.,  n,  391.  meozionata.  10 


XXVI  PREFAZIONE 


11.  —  Dboli  sponsali  di  Alkssandro  Bentivoglio  k  d'Ippolita  d'Este  {correggi  Sforza). 
Brevk  racconto  estratto  dalla  "  Storia  di  Bologna  „  DEL  Ghirardacci.  Bologna, 
8.  a.  n.  (1856).  —  In-8,  pagine  9  numerate. 

Pubblicato  per  nozze  del  conte  Agostino  Salina  con  la  marchesa  Amelia  Mazzacurati, 
a  cura  di  Gaetano  Giordani  il  28  luglio  del  1856. 

Premesse  alcune  notizie  sugli  sposi  e  i  precedenti  storici  che  accompagnarono  le  nozze 
bentivolesche,  il  Giordani  trascrive  ci6  che  si  riferisce  alle  dette  nozze  celebrate  nel  1492  e 
alle  feste  che  in  tale  occasione  si  fecero,  il  tutto  tratto  da  copia  manoscritta  "  autenticata 
"  coirautograf  0  della  parte  terza  della  Storia  di  Bologna  „ . 

12.  —  Lettera  di  fra  Cherubino  Ghirardacci  e  notizie  riguardanti  la  stampa  del  10 
suo  tkrzo  volume  della  "  hlstoria  di  bologna^,  pubblicate  dal  conte  glovanni 
GozzADiNi.  —  In  Atti  e  Memorie  della  regia  Deputazione  di  storia  patria 
per    le   provincie    di   Romagna,  anno  II,  Bologna,  Monti,   1863,   serie  1%  vol.  II, 
pp.  179-187.  —  In-4,  p.  9  estr. 

La  lettera  h  diretta  ad  Annibale   Gozzadini  ed  h  datata  da  Bologna,  30  agosto    1598.  15 
II  Ghirardacci  ringrazia  deirinteressamento  preso  dal  Gozzadini  per  la  stampa  della  sua  Histo- 
ria  (II  volume).     Desidera  sapere  quanto  costa  il  privilegio  per  un  certo  numero  di  anni,  affin- 
chfe  Topera  sua  non  si  possa  ristampare  da  altri. 

13.  —  Tavola  della  presente  Appendice  Historiale. 

E  rindice  deiropera  ghirardacciana  \ Apfendice  historialc,  che  non  vide  poi  mai  la  luce,  e  il  20 
cui  testo  and6  smarrito,  secondo  roriginale  che  si  conserva  nella  Biblioteca  Universitaria  di  Bo- 
logna  (Ms.  2012).  E  pubblicata  da  Lodovico  Frati  nel  suo  lavoro:  Gli  autografi  di  fra  Cherubino 
Ghirardacci,  m  Atti  e  memorie  della  regia  Deputazione  di  storia  patria  per 
le  provincie  di  Romagna,  serie  3*,  vol.  XIX,  fasc.  V-Z",  Bologna,  Zanichelli,  1901.  — 
In-8,  p,  21  estr.  25 

Seguono  alla  tavola  la  dedxca  preparata  dal  Ghirardacci  per  tale  lavoro  (a  monsignor  Sab- 
batini  ?)  e  ravvertenza  del  medesimo  "  alli  saggi  et  cortesissimi  lettori , . 

14.  —   POESIE. 

II  Ghirardacci  si  dilettava  di  poesia  cosl  latina  come  italiana,  quantunque  non  eccellesse 
n^  neiruna  n^  nelFaltra.  30 

Sembra  debbano  attribuirsi  al  Ghirardacci  molte  delle  poesie  che  sono  stampate  nel 
"  Ubro  over  Arbore  della  honorata  famiglia  dc'  Fasanini  „ ,  e  cio%  tutte  quelle  che  non  por- 
tano  nome  di  altro  autore.  Quelle  non  sue  infatti  hanno  sempre  indicato  il  nome  del  poeta. 
Tali  poesie,  parte  in  latino  parte  in  volgare,  hanno  i  seguenti  inizi: 

Vive  diu  felix  sacri,  bone  fastor  ovilis,  35 

a  c.  10»  per  Gregorio  XIII. 

Tanta  tuo  radians  effulget  ■pectore  virtus, 
a  c.  1 1  r  per  Nicol6  Caetani  di  Sermoneta. 

Si  come  il  cor  v'adorna  honor  verace, 
a  c.  1 1  z;.  40 

Confidunt  Musae  liquidas  ad  Tybridis  undas, 

a  c.  12  r. 

^uot  fefere  olim  Thebe,  Lacedemon  Athenae, 


PREFAZIONE  XXVII 


a  c.  15. 

ivi. 

5  a  c.  15  r. 

a  c.  1 6  r. 


Scifiadae  clari  bello,  virtute  Catones, 
Come  tra  fin  cristallo  cofia  suole, 
Chi  non  sa  quanio  nobile  et  antica, 


Nel  1901  Lodovico  Frati  pubblico,  in  uno  scritto  gik  da  noi  ricordato  ',  le  terzine  che 
cominciano : 
10  Volle  Veterna  somma  sa-ptenza, 

Lo  stesso  nel  1 904,  e  nella   sua   Storia  di  Castel  San   Pietro  *,   parlando  della   f amiglia 
Ghirardacci  e  in  specie  di  Cherubino,  pubblico  altri  due  sonetti,  quelli  che  cominciano : 

Hor  ch'ardente  desio  ni'infiamina  il  core, 
Nel  maggior  uo-po  a  dir  di  te  -parole. 

15  E  forse  qualche  altra  poesia  si  contiene  nelle  molte  miscellanee  poetiche  della  seconda 

meta  del  secolo  XVI. 

15.  —  Lettera. 

E  senza  data,  ma  posteriore  al  1590. 

E  pubblicata  da  Lino  Sighinolii  a  pp.  172-173  dello  scritto:   Un  autografo  sconosciuto  di 
20  fra  Cherubino  Ghirardacci,  in  L'Archiginnasio,  anno  II,  pp.   166-174,  Bologna,  tip.  Azzo- 
guidi,  1908,  in-8. 

16.  —  NozzE  Bentivolesche.  -  La  "  Historia  di  Bologna  „  Di  FRATE  Cherubino  Ghi- 
RARDACci  e  le  nozze  di  Sante  Bentivoglio  con  Ginevra  Sforza  (per  cura  di  Al- 
bano  Sorbelli).  Bologna,  Cooperativa  Azzoguidi,  1914.  —  In  foglio  massimo,  pagine  28. 

25  Con  due  tavole :   Ginevra  Sforza  nella  medaglia  del  Museo  di  Milano  e  la  prima  pagina 

del  terzo  volume  della  Historia  neirunico  esemplare  a  stampa. 

Si  riproduce  la  narrazione  ghirardacciana  delle   nozze  di  cui  sopra,  tratta  dairunico 
esemplare  a  stampa  che  conservasi  nella  Biblioteca  comunale  deirArchiginnasio,  preceduta 
da  un  commentario  illustrativo.     L*edizione  h  fatta  per  le  nozze  della  signorina  Paola  Fuma- 
30  galli  col  cap.  Giuseppe  Bertarelli. 

17.  —  Un  episodio  della  "Storia  di  Bologna„  nell'opera  di  frate  Cherubino  Ghirar- 

DAcci  (per  cura  di  Albano  Sorbelli).  —  In  L^Archiginnasio,  anno  IX,  fasc.  3°,  p.  173  sg. 

Si  contiene  la  narrazione  delle  nozze  di  Sante  Bentivoglio  con  Ginevra  Sf  orza :  la  parte 
introduttiva  diversifica  di  poco  alla  edizione  precedente  e  il  testo  coincide. 

35  DalI'elenco  delle  opere  a  stampa  del  Ghirardacci  abbiamo,  a  ragion  voluta,  esclusa 

l'opera  maggiore,  VHistoria  di  Bologna,  della  quale  in  modo  piti  particolareggiato 
intendiamo  occuparci  nella  seconda  parte  di  questo  lavoro,  come  quella  che  fu  piii 
specialmente  cagione  e  materia  del  nostro  studio. 


'    Gli  autografi  di  fra  Cherubino  Ghirardacci,  p,  5.  *  Opera  citata,  a  pp.  175-176. 


XXVHI  PREFAZIONE 


3.  —  Le  opere  inedite. 

Molte  sono  le  opere  del  Ghirardacci  che  conservansi  manoscritte;  e  anche  queste 
possono  dividersi  in  opere  morali  o  di  azione  reh'giosa  e  in  quelle  altre  che  per  qual<> 
che  guisa  si  riferiscono  alla  sua  cultura  storica  locale. 

Le  prime  sono  poche  e  per  noi  assai  meno  interessanti.    Ricordiamo  tuttavia  bre-    5 
vemente  le  seguenti: 

1.  —  Invito  di  viRTt>  Di  F.  Chbrubino  Ghirardacci   bolognese  a  F.  Hortensio  Giova- 

NELtLI   COMB  FIGLIUOL   CARISSIMO  '. 

Manoscritto  cartaceo,  della  misura  di  cm.  16X21,  del  secolo  XVI,  autografo,  di  carte  40 
numerate,  delle  quali  rultima  bianca.     Comincia:   "  Poichfe  dalle   mani    di   quel   solo  Verbo  10 
"  divino,  unigenito  del  padre....  „,  termina:  "  sino  airaltissimo  trono  della  prima  causa  Cristo 
"  Giesu,  a  cui  sia  honore  et  gloria  ne'  secoli  de'  secoli.  1560.  Il  fine^. 

Nel  recto  della  penultima  carta  leggesi  questo  sonetto,  certo  opera  e  scrittura  del  Ghirar- 
dacci,  in  onore  di  Ortensio  Giovanelli: 

Sficgate,  Hortensio  mio,  con  chiara  fama  15 

Dcl  fronto  ingegno  vostro  tl  nomc  altcro, 
JSt  di  virtu  seguitc  il  ver  seniiero, 
Ove  natura  e  V  ciel  ogni  hor  vi  chiama. 

Gia  gran  tcmpo  il  mio  cor  altro  non  brama, 
Ne  ad  altro  e  intento  il  casto  mio  -pensiero,  20 

Chc  in  voi  veder  il  bel  frutto  sincero 
Che  il  mondo  tanto  riverisce  ct  ama. 

O  felice  quel  dl  che  a  si  gran  gioco 
Vedrb  vostri  -pensier  in  quclla  parte 
Rivolti,  lampeggiar  d'  un  tanto  foco.  25 

Alhor  col  vostro  studio,  ingegno  et  aric, 
Chiai-amente  potrete  in  ogni  loco 
Farvi  col  nome  eterno  in  mille  carie. 

II  codicetto  h  scritto  con  molta  eleganza,  in  lettere  ben  formate.   II  titolo  h.  in  lettere  d'oro; 
la  prima  lettera  h  rabescata  a  penna,  come  parecchie  altre  in  altri  autografi  del  Ghirardacci  ^ ;  30 
scrittura  corsiva  umanistica. 

Premessi  alcuni  consigli  d'ordine  morale  al  suo  Ortensio,  lo  conduce  a  considerare  la  vita 
virtuosa  di  alcuni  filosofi  antichi,  che  nel  libretto  riassume;  sono  Anassagora,  Crate,  Stilpone, 
Diogene,  Aristippo,  Pittaco,  Talete,  Antistene,  Alessandro  Magno  e  Sigismondo  imperatore. 

2.  —  Trattato  morale.  35 

Manoscritto  cartaceo  di  carte  30,  numerate  cosi:  4-33.  II  fascicolo  h  assai  ben  conser- 
vato,  di  carattere  del  Ghirardacci,  scritto  con  cura,  si  che  quasi  direbbesi  redazione  defini- 


'  II  manoscritto  fe  ricordato  dal  Fantuzzi,  o/.  cit.,       tile  concessione  dell'attuale    possessore  senatore   Nerio 
IV',  137,  appunto  come  esistente  presso  la  Ubreria  Mal-       Malvezzi.  S 

vezzi.     Noi  potemmo  averlo  in    no»tre  mani,  per  gen-  *  Ad  es.  la  Cronica  di  cui  piu  innanzi  al  n.  7. 


PREFAZIONE  XXIX 


tiva,  mancante  purtroppo  delle  ptime  tre  carte.  Cfe  completa  per6  la  fine  (c.  33);  il  trattato 
terminacosi:  "  havranno  alquanto  di  ramarico  fin  tanto  che  a  poco  a  poco  sieno  da  Dio  pu- 
"  rificate  „ . 

Conservasi,  insieme  a  molte  allre  cose  riferentisi  in  qualche  guisa  al  Ghirardacci,  nella 

5  busta  115/1721  del  monastero  di  San  Giacomo  neirArchivio  di  Stato  di  Bologna,  in  un  grande 

fascio  che   ha  questo   titolo  esterno:    "  Diverse  carte  antiche  che   si  crede  servisssero  a  co- 

"modo  del  Ghirardacci  storico  bolognese  ^.   II  trattato  ha  frequenti  citazioni  di  libd  sacri,  filo" 

sofici,  classici,  scolastici,  antichi  e  medievali,  e  dimostra  la  coltura  non  comune  di  chi  scrisse. 

3.  —  Frammenti  di  prediche  e  di  trattazioni  morali. 

10  Nella  stessa  busta,  di  cui  al  numero  precedente  si  parla,  trovasi  fra  l'aItro  un  fascicolo 

contenente  parecchi  passi  di  prediche  e  non  pochi  frammenti  di  trattazioni  morali  che 
servirono  di  materiale  e  per  la  composizione  del  trattato  di  cui  al  n.  2  e  di  altri  ancora  di 
cui  non  ci  sono  rimasti  i  titoli. 

Di  prediche  il  Ghirardacci  ne  scrisse   molte :  e  qui  e  altrove  ci   rimangono  non   poche 

15  testimonianze.     Cosl  le  prediche  come  i  materiali  per  le  trattazioni  morali   hanno  frequenti 
citazioni  di  testi  sacri  e  profani,  che  attestano  neirautore  una  grande  erudizione  '. 

4.  —    SCHEMA  DI   STATUTO   DI   UNA   COMPAGNIA  RELIGIOSA. 

Fascicolo  cartaceo  in  foglio,  di  mano  del  Ghirardacci,  con  cancellature  e  correzioai  va- 
rie,  dalle  quali  pu5  trarsi  che  questa  non  sia  che  una  minuta.     Non  si  sa  di  che  compagnia  si 
20  tratti,  ma  dal  solito  formulario  intendesi  che  h  una  compagnia  religiosa  *. 

5.  —  Carte  e  documenti. 

Nella  busta  miscellanea,  che  abbiam  piii  volte  ricordata,  trovansi,  oltre  i  trattati  e  le 
opere  ricordate,  lettere  e  documenti  riferentisi  alla  sua  Historia,  altri  documenti  di  varia  natura, 
taluni  riferentisi  al  convento,  come  un  inventario  dei  beni  mobili  e  immobili  della  chiesa  di 
25  San  Giacomo,  un  elenco  di  reliquie,  molte  poesie,  la  piu  parte  dirette  al  Ghirardacci  e  rir 
guardanti  Topera  sua  (talune  gik  stampate),  testimonianze  e  dichiarazioni  del  Ghirardacci,  de- 
creti  e  documenti  a  suo  favore  ecc. '. 

Gli  altri  manoscritti  del  frate  agostiniano,  e  sono  moltissimi,  hanno  tutti  un  ca- 
rattere  o  decisamente  storico  o  di  erudizione  che,  per  qualche  via,  alla  storia  si  rife- 
30  risce:  fe  inutile  aggiungere  che  quasi  sempre  le  ricerche  storiche  del  Ghirardacci  hanno 
per  argomento  o  fine  mediato  la  cittk  di  Bologna. 

Prima  di  formarsi  la  linea  chiara  e  definitiva  che  bisognava  seguire  per  la  storia 

di  Bologna,  e  non  dico  per  l'attuazione  del  concetto  stesso,  che  avvenne  anche   piti 

tardi,  negli  ultimi  anni,  il  Ghirardacci  fece  non  pochi  tentativi  e  brancol5  qua  e  Ik, 

35  sofFermandosi  su  vari  lati  e  vari  argomenti  particolari,  dei  quali  tutti  c'^  rimasta  trac- 

cia  nell'opera  sua  manoscritta  multiforme  ed  assidua. 

Non  fe  male  perci5  seguire  il  dotto  frate  in  questi  suoi  tentativi,  nei  suoi  primi 
passi,  nei  suoi  pentimenti,  nei  suoi  lavori  preparatori  a  quello  grande  che  poi  rimase 


'  Nella  busta  le  carte  non  hanno  ordine  o  segna-       San   Giacomo,  busta  altre  volte  citata  ii  5/172 1. 
tura  alcuna.  ^  Ivi.  Dl  tali   documenti  cl   siamo  spesso   serviti    S 

*  Archivip   di   Stpato  di  Bologna,    Monastero  di      per  11  presente  lavoro. 


XXX  PREFAZIONE 


e  gli  diedc  il  nome.  Ci  fermeremo  sopratutto  su  quegli  scritti  che  sembrano  es- 
sere  stati  il  primo  incentivo  alle  ricerche  storiche  o  il  primo  abbozzo  per  1'attuazione 
di  queU'ideale  che  si  era  prefisso  e  che  andava  col  tempo  prendendo  aspetti  e 
forme  sempre  piii  adatti  a  una  concretazione  scientifica. 

6.   —   LlBRO   HCONOMICO.  5 

Tra  gli  scritti  inediti  del  Ghirardacci  ve  n'ha  uno  che  ha  un  misto  e  strano  carattere  di 
storico  e  di  amministrativo  insieme;  porta  la  denominazione  di  Libro  economico,  per  indicare 
forse  che  in  esso  si  doveva  trattare  degli  interessi  del  coiivento '. 

II  libro  ha  questo  preciso  titolo  estemo:    "Libro  economico  antico  e  sdruscito  che  si 
"  conserva  per  la  sua  antichita„,  titolo  aggiunto  sulla  coperta,  nel  dorso,  da  una  mano  assai  10 
antica  che  provvide  airordinamento  dell'archivio  degli  Agostiniani. 

II  volume  manoscritto  h.  tutto  di  mano  del  Ghirardacci,  dal  principio  alla  fine,  ma  in 
pessime  condizioni,  guasto  dalFacqua,  rotto  in  piu  lati  e  in  piu  guise,  mancante  e  mutilo  cosl 
in  principio  come  in  fine,  in  altri  luoghi  lacero :  segno  evidente  che  fu  molto  consultato.  La 
molteplice  materia  h  divisa  in  tre  libri:  il  primo  di  carte  111,  il  secondo  di  carte  92,  il  terzo  15 
di  carte  95;  ci6  se  vogliam  tener  conto  dello  stato  attuale,  perchfe  in  origine  ogni  libro  do- 
veva  essere  assai  piii  esteso. 

A  guardar  bene,  ci  si  trova  un  certo  ordine,  e  quantunque  il  libro  fosse  destinato  a 
contenere  le  memorie  precise  di  tutti  i  diritti  e  le  ragioni  e  gli  interessi  del  convento,  pure 
i  vari  interessi  vennero  tenuti  distinti  assai  bene  Tun  dairaltro.  E  pertanto  troveremo  da  20 
principio  Telenco  delle  case  e  delle  terre  del  convento  con  rindicazione  del  tempo  in  cui 
pervennero  al  convento  stesso  e  la  citazione  e  il  riassunto  dei  relativi  rogiti,  e  altre  minute 
e  preziose  indicazioni  circa  il  luogo  ove  le  case  erano,  la  estensione  e  confinazione,  se  affit- 
tate  e  a  chi  e  per  quanto  e  per  quale  uso;  gli  istrumenti  sono  indicati  con  ogni  precisione: 
la  data,  la  collocazione  neirarchivio  del  convento,  i  notai,  la  registrazione  e  cosl  via.  Al- 
tre  parti  del  volume  riguardano :  i  legati  e  lasciti  f atti  al  convento  sino  dai  piu  antichi  tempi, 
col  loro  ammontare  e  coUa  indicazione  delle  persone  che  ne  avevano  al  tempo  del  Ghirar- 
dacci  il  carico ;  le  doti  e  le  spettanze  cosl  di  terreni,  come  di  case  e  di  livelli  dei  singoli 
altari  che  erano  nella  chiesa;  Telenco  dei  testatori  che  lasciarono  beni  al  convento,  sempre 
con  la  indicazione  dei  notai,  del  tempo  ecc;  Telenco  particolareggiato,  non  sempre  per5  in  30 
ordine  cronologico,  delle  compre  e  vendite,  affitti,  contratti  del  convento  con  la  indicazione 
dei  procuratori  nominati  per  la  redazione  del  contratto  e  un  riassunto  delle  riunioni  del 
capitolo  dei  frati  per  la  designazione  del  procuratore  a  compiere  Tatto;  Telenco  delle  tasse, 
specie  delle  decime,  che  gravavano  sopra  il  convento,  comprese  quelle  imposte  straordinarie 
ordinate  in  momenti  difficili,  e  per  far  fronte  alle  quali,  dato  11  bisogno  improvviso  del  denaro,  35 
si  ricorreva  alla  vendita  o  airimpegno  di  oggetti  preziosi  del  convento  o  di  mobili  o  d'altro; 
infine  Telenco  ordinato  e  ben  distribuito  e  descritto  delle  case  e  terre  possedute  dal  convento. 

Qua  e  Ik  si  trovano  notizie  importanti  cosi  per  Tordine  degli  Agostiniani,  come  per  il 
convento  di  Bologna,  per  la  storia  della  chiesa  di   San  Giacomo  e   specie  deiroratorio  di 
Santa  Cecilia.    Di  tanto  in  tanto  si  hanno  anche  riferimenti  a  fatti  cronistici  e  qua  e  Ik  sono  40 
ricordati  in  margine  degli  awenimenti  di  carattere  pubblico. 

Quando  fu  redatto  il  volume  ?  La  scrittura  h  nitida  e  ben  condotta  e  sta  a  provare  che 
il  Ghirardacci  non  era  in  grave  etk;  se  poi  procediamo  neiresame  dei  documenti  che  ven- 
gon  ricordati  nel  volume  stesso  (e  Toccasione  ci  ^  offerta  ad  ogni  pagina),  vediamo  che  la 
data  piCi  recente  h  quella  del  1575;  perci6  se  pensiamo  che  il  Ghirardacci  notava  tutto  ci6  45 


1 

1 


'  Trovasi  aell' Archivio  di  Sxato   di  Boloona,       Monastero  di  Sau  Giacomo,  busta  132/1728. 


PREFAZIONE  XXXI 


ch.e  erasi  compiuto  sino  al  suo  tempo  e  sino  al  momento  in  cui  scriveva,  e  se  teniam  presente 
che  il  Ghirardacci  tom6  definitivamente  in  Bologna  intorno  al  1570,  possiam  agevolmente 
concludere  che  il  volume  fu  compiuto  negli  anni  che  corsero  dal  1570  al  1575,  e  tanti  in- 
vero  ne  dovettero  occorrere  per  dar  ordine  a  cosl  incomposta  materia  e  riassumere  le  mi- 
5  gliaia  di  documenti  che  nel  volume  sono  o  citati  o  accennati. 

Quest'opera  pu6  ritenersi  come  il  primo  tentativo  storico-archivistico  del  Ghirardacci,  o 
forse  fu  specialmente  desso  che  invoglio  il  nostro  frate  a  darsi  tutto  alle  ricerche  della  Storia 
di  Bologna. 

7.  —  Cronica  delle  cose  di  Bologna  (0-1123). 

10  Non  h  a  credere,  come  aopra  gik  accennammo,  che  il  Ghirardacci  avesse  sin  da  prin- 

cipio  il  concetto  chiaro  di  ci6  che  voleva  fare  della  storia  bolognese.  Certo  egli  aveva  un 
particolare  affetto  per  la  ricerca  delle  notizie  della  sua  citth,  ma  non  nacque  in  lui  fino  dalle 
prime  ricerche,  o  meglio  dalle  prime  fatiche,  la  natura  e  la  forma  che  poi  piil  tardi  assunse 
la  Historia. 

15  Nei  suoi  manoscritti   che  qua   e   Ik  si  conservano,  si  ha  chiara   la  prova    di    alcuni 

tentativi  che  egli  fece  innanzi  di  fermarsi  in  quella  forma  che  poi  scelse,  senza  dubbio  fra 
tutte  la  piu  compiuta,  la  piu  scientifica  e  che  meglio  di  ogni  altra  si  avvicinava  a  quella 
narrazione  seguita  dagli  avvenimenti,  e  anche  a  quel  principio  artistico  (diciamolo  cosJ,  quan- 
tunque  il  Ghirardacci  si  tenesse  molto  lontano   dalla  perfezione)  che  risponde  airopera  da 

20  lui  vagheggiata. 

Appar  chiaro  che  da  prima  il  Ghirardacci  si  content6  di  un  lavoro  molto  modesto,  di 
raccogliere  ciofe  le  notizie  della  citth,  disponendole  a  forma  di  cronaca,  seguendo  uno  dei  tanti 
esemplari  che  gli  venivan  sotto  mano;  per  poi  piti  tardi  allargare  via  via  il  campo  con  quelle 
notizie  che  gli  giungevano  per  altre  strade. 

25  Un  codicetto  della  seconda  metk  del  secolo  XVI,   autografo  e  redatto    con  ogni   cura, 

con  lo  scopo  evidentemente  di  far  cosa  se  non  compiuta  almeno  stante  a  sfe,  e  non  solo  di 

raccogliere  notizie  per  un  lavoro  maggiore,  h  quello  dell^Archiginnasio  che  ha  per  titolo:  Cro- 

nica  delle  cose  di  Bologna  '.  II  titolo  stesso  dk  un  sufliciente  concetto  della  finalitk  del  lavoro. 

Tra  le  redazioni  storico-cronistiche  piu  famose  e  piu  spesso  riprodotte  nei  secoli  XIV  e  XV, 

30  quella  che  eccelleva  sulle  altre  per  una  evidenza  dir6  cosl  sinottica  e  per  una  regolarit^  e 
uniformitk  ed  euritmia  di  esposizione,  era  la  cronica  di  Martino  Oppaviense,  piii  noto  sotto  il 
nome  di  Martin  Polono,  dal  luogo  onde  era  originario.  Com'6  noto,  tale  cronica  consisteva 
nel  dare  la  storia  d'ltalia  e  talvolta  del  mondo,  seguendo  i  due  grandi  filoni  storici  che 
sono  rappresentati  dal  papato  e  dairimpero,   prima  quello   romano,  poi   il  bizantino,  poi    il 

35  sacro  rinovellato  impero  che  dalla  casa  di  Francia  pass6  poi  a  quelle  germaniche.  La  nar- 
razione  costretta  entro  questi  confini,  o  meglio  esposta  con  questi  due  rapporti,  riusciva 
piu  facile  e  compilarsi  e  piu  evidente,  sotto  un  certo  rispetto,  nonostante  appaia  chiaro  il 
semplicismo  a  cui  era  ridotta.  In  piu  d'un  codice  la  narrazione  delle  vicende  e  succes- 
sioni  dei  pontefici  era  posta  su  una  pagina  e  su  quella  di  fronte  la  storia  delle  vicende  degli 

40  imperatori,  altre  volte  invece  i  papi  e  gli  imperatori  si  susseguivano  in  ordine  cronologico 
rispetto  airanno  della  loro  assunzione. 

Ora  il  Ghirardacci  segul  neII'opera  sua  questa  seconda  maniera,  e  cominciando  da  Cristo, 
raccolse  le  notizie  sotto  Augusto,  Tiberio,  Pietro,  Caligola,  Claudio,  Nerone,  Lino,  Galba, 
Ottone  ecc.    Tra  Tuno  e  Taltro  sovrano  o  della  chiesa  o  deirimpero  pose  talvolta  notizie 

45  che  hanno  un  particolarissimo  interesse  e  si  riferiscono  a  Bologna. 

La  narrazione  cosl  divisa  va  da  Cristo  sino  al  papa  Calisto  del  1119  (con  notizie  fino 
airanno  1123),  ma  come  introduzione  vi  sono  alcune  paginette  suUa  origine  di  Bologna,  sulla 

1  Ms.  B,  ii8t. 


XXXII  PREFAZIONE 


fondazione  di  Roma,  sui  re  e  sulla  repubblica.  Alla  fine  (alla  c.  140  r)  si  dinno  notizie  ge- 
nerali  sul  govemo   e  sui  costumi   di  Bologna  nel  secolo  XII,  cosl  annunziate :  "  Prima   che 

•  piii  oltre  alle  cose  che  nella  cittk  e  fuore  sono  state  fatte  si  passi,  parmi  che  sia  bene  di 
"  descrivere  quale  forma  et  quale  apparenza  havesse  la  cittk  (di)  Bologna,  e  quali  de'  cittadini 

«  fossero  i  costumi,  affine  che  '  ciascuno  desideroso  di  sapere  come  la  cittk  dal  primo  stato  a     5 

*  quello  che  si  trova  esser  pervenuta  sia  stata  governata,.  Segue  infatti  la  esposizione  fatta 
con  molta  chiarezza  e  perspicacia,  se  non  con  grande  apparato  critico,  della  condizione  delle 
mafistrature  e  del  governo  comunale;  ma  poi  la  Cronica,  nonostante  che,  come  si  e  visto, 
alluda  a  una  continuazione,  finisce  qui,  con  la  fine  stessa  del  codicetto. 

Che  era  avvenuto?  Molto  probabilmente  il  Ghirardacci  si  era  pentito  del  concetto  infor-  10 
matore  delVopera  sua;  aveva  gik  pensato  a  qualcosa  di  piu  utile  e  di  piu  organico,  e  poichfe 
gik  vi  erano  in  Italia  alcuni   esempi  di  narrazione  della  storia  di  cittk  che  si  allontanavano 
dalla   cronica  propriamente  detta  per  assumere   il   carattere   di   qualcosa  piu  unita   e   piii 
filata,  pens6  appunto   di  tralasciare   questa  forma  per  allargare   ancora  le  ricerche    e   porre 
nello  svolgimento   complessivo   dei   fatti  un  filo   conduttore    piu    razionale    che    non    fosse  15 
l'artificiale  raggruppamento  di  tutti  gli  avvenimenti  su  certi  nomi,  sia  pur  di  papi  e   di  im- 
peratori,  che  non  sempre  sono  i  generatori  degli  avvenimenti,  ma  spesso  ne  subiscono  Tin- 
fluenza  e  le  conseguenze.     Non  crediamo  pertanto,  nonostante  che  nei  suoi  manoscritti  si  tro- 
yino  qua  e  Ik  delle  carte  disposte  per  la  parte  calligrafica  ed  esteriore  in  un  modo  non  molto 
dissimile  da  quello  del  codicetto  della  Comunale,  che  il  Ghirardacci  continuasse  nella  Cronica  20 
di  Bologna,  ma  lasciasse  incompiuta  e  al  punto  in  cui  abbiamo  veduta  Topera  sua. 

II  lavoro  qui  fatto  non  fu  pero  del  tutto  inutile  per  lui;  risulta  infatti  che  di  molte  pagine 
di  questa  Cronica,  come  della  parte  ultima,  deirorigine  di  Bologna,  della  vita  di  San  Petronio, 
della  forma  di  Bologna  neiralto  medioevo,  e  di  certi  altri  passi  si  giov6  nella  redazione 
definitiva  delFopera  sua,  come  agevolmente  puo  riscontrarsi  scorrendo  il  primo  volume  del-  25 
I'opera  a  stampa.  Ma  ad  onore  del  vero,  dobbiamo  osservare  che  molta  parte,  sopratutto 
quella  che  aveva  carattere  generale,  come  le  vite  dei  vari  imperatori  e  di  molti  pontefici, 
fu  con  saggio  consiglio  omessa  nella  redazione  definitiva  che  and6  alle  stampe;  e  giusta- 
mente,  notiamo,  perchfe  non  trattavasi  nel  suo  disegno  di  fare  una  storia  o  universale  o  di 
tutta  Italia,  ma  di  narrare  le  vicende  della  cittk  di  Bologna.  Una  cosa  mantenne  nella  stampa,  30 
quantunque  non  paresse  necessaria,  il  costume  di  lasciare  a  destra  della  pagina  due  colonne, 
in  una  delle  quali  segnare  gli  anni  della  creazione  del  mondo  e  neiraltra  gli  anni  deir^ra 
volgare:  tale  sistema  apparein  tutta  la  sua  preciaione  e  lindura  in  questo  abbandonato  ten- 
tativo  di  storia  bolognese  *. 

8.  —  Frammento  di  storia  del  convento  di  San  Giacomo  in  Boloona.  35 

E  un  fascicolo  cartaceo  del  secolo  XVI,  in  fol.,  di  carte  8  di  cui  una  bianca  e  una  mu- 
tila.  II  manoscritto  h  tutto  autografo  del  Ghirardacci,  scritto  con  molta  cura,  cosl  che  appar 
chiaro  dovesse  essere  parte  di  una  trattazione  ampia  da  esser  conservata  con  cura.  II  ma- 
noscritto  comincia  cosl:  "  L'anno  della  nostra  salute  MCXLV  che  fu  il  primo  anno  che 
"  Eugenio  Pisano ....,'.  40 

La  trattazione  va  dal  1145  al  1258,  ma  a  questo  anno  cessa;  non  h  unprobabile  che  del 
restante  del  lavoro,  evidentemeate  la  maggior  parte,  fosse  stesa  la  minuta  che  and6  poi  di- 


'  U  codice  ha  "  afflneche  che„.  fu  "  prlmo  huomo  et  primo  imperatore  del  mondo  „,  e 

'  La  "  Cronica  delle  cose  di  Bologna  ,  e  preceduta  inoltre  un  elenco  dei  pontefici  con  la  durata    in  anni, 

da  alcune  carte  contenenti,  in  modo  non  dissimile  dallo  mesi  e  giorni  del  loro  pontificato  da  Pietro  insino  ad 

stesso  Martin  Polono  e  dai  simiglianti  libri  De    Tem-  Anthero  (239  d.  C). 
S   ptfribus  o  delle  sette  et4  (cf.  la  CompilaHo  chronologica  del  3  Archivio    di   Stato  di  Bologna,  Monastero  di 

vol.  I,  p.  II  dei  RR.  //.  SS.),  i  nomi  di  coloro  che  fe-  San   Giacomo,  busta  115/1721. 
cero  i  primi  ritrovamenti,  a  cominciare  da  Adamo  che 


PREFAZIONE  XXXIII 


spersa.  Quella  parte  che  rimane  dimoatra  che  la  trattazione  doveva  essere  organica  e  com- 
piuta,  con  una  narrazione  ben  ordita  e  accurata,  e  con  una  ricca  documentazione,  perch^  spesso 
sono  ricordati  e  citati  i  documenti  che  conservansi  neirarchivio  del  monastero,  oltre  quelle 
ahre  notizie  che  potevansi  trovare  altrove,  cosl  nei  libri  come  nelle  coUezioni  manoscritte. 

:5  9.  —  Cronaca  di  Bologna  dal  250  al,  1465. 

Grosso  volume  manoscritto,  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVI,  autografo.  II  volume  h  diviso 
in  due  parti,  ognuna  delle  quali  b  acefala  e  mutila;  la  prima  h  composta  di  cinque  grossi  qua- 
derni,  la  seconda  di  sei:  che  si  tratti  tuttavia  di  una  medesima  opera  appar  chiaro  dallo  stesso 
modo  con  cui  il  testo  fe  trattato,  dalla  forma  del  manoscritto  e  da  tutti  i  caratteri  esteriori. 

0  La  redazione  della  storia  bolognese  h  assai  ampia,  ma  h  ben  lontana  dal  modo  che  rag- 

giunse  poi  nella  forma  definitiva.  E  probabile  che  questa  cronaca  sia  un  primo  tentativo 
un  po'  ampio  di  storia  bolognese,  corretto  poi  e  rimpolpato  piu  tardi;  nel  manoscritto  anzi 
sono  frequentissime  le  correzioni,  le  aggiunte  marginali,  gli  appunti,  i  richiami,  le  carte  inter- 
calate  ecc.     La  prima  parte  del  codice  va  daII'anno  250  al  1383,  la  seconda  dal  1397  al  1465; 

5  ma  tra  le  otto  buste  del  manoscritto  2012  dell' Universitaria,  ove  il  manoscritto  si  conserva,  si 
trovano  qua  e  Ik  altre  carte  staccate  che  servono  a  riempire  in  buona  parte  la  lacuna  '. 

10.  —  Cronaca  di  Bologna  dalle  origini  all'anno  1261. 

Fascicolo  manoscritto,  cartaceo,  in  fol.,  di  6  carte  n.  n.,  autografo,  mutilo. 

E   una  compendiosa   cronaca  di  Bologna   che  comincia  con  un   Proemium  delle  origini 

10  della  cittk  e  arriva  insino  al  1261,  dove  par  ovvio  che  Toperetta  continuava,  ma  il  resto  h  an- 

dato  smarrito.  Non  h  chiaro  se  trattisi  di  un  riassunto  fatto  dal  Ghirardacci  della  Historia  di  Bo- 

logna,  riassunto  che  in  qualche  sua  lettera  aveva  promesso,  o  se  invece  questo  frammento  non 

sia  altro  che  la  copia  d'altra  cronaca;  tutto  darebbe  a  credere  che  si  trattasse  del  primo  caso  *. 

11.  —  Sommario  di  varie  storie  di  Bologna  dal  256  al  1390. 

!5  Ms.  cartaceo,  del  secolo  XVI,  di  carte  145  n.  n.,  tutto  dt  mano  del  Ghirardacci,  di  piccolo 

formato,  legato  in  cartone,  proveniente  "  ex  Bibliotheca  Antonii  Francisci  Ghiselli  bononiensis 
"  canonici  Sancti  Petronii  „  ;  aveva  Tantica  segnatura  cod.  n.  igg,  aula  II D,  ed  ora  ha  il  nu- 
mero  3168  (Bibl.  Universitaria  di  Bologna).  II  frontispizio,  che  ha  le  parole  sopra  riportate, 
h  contornato  da  una  inquadratura  a  stampa  assai  adoma;  le  parole  del  titolo  sono  scritte  da 

W  mano  tarda  e  forse  non  corrispondono  in  tutto  a  quelle  che  mise  o  che  avrebbe  messo  il  com- 
pilatore.  II  codice  comincia  a  c.  1 :  "256.  Beato  Zama  Primo  vescovo  di  Bologna  creato  da 
"papa  Dionisio  , ;  finisce  a  c.  111:  "11  Conte  di  Virtti  lascia  forzatamente  Crevalcore  et  va 
"fuggitivo„.  Seguono  poi  i  "  Nomi  di  alcune  famiglie  antiche  ora  niutati  „,  poi  le  "  Casate 
"  antiche  che  tenevano  dalla  parte  delli  Geremei,,  poi  Telenco  di  quelle  dei  Lambertazzi; 

p  quindi  i  "  Cognomi  di  tutte  le  casate  della  cittk  di  Bologna  „  e  intine  la  "  Tavola  delli  Priori 
"  de'  Massari  di  Colleggio  quali  duravano  di  anno  in  anno„. 

E  questo  un  altro  dei  molti  tentativi  che  il  Ghirardacci  fece  di  cronaca  bolognese  innanzi 
di  arrivare  alla  vera  Hisioria.  II  carattere  molto  curato,  nitido,  filato,  almeno  per  la  parte  co- 
stituente  il  testo,  sta  a  dimostrare  che  la  composizione  di  questo  manoscritto  h  assai  antica. 

40  E  una  cronaca  di  Bologna,  o  copiata  da  altra,  o  assai  piu  probabilmente  composta  di  notizie 
raccolte  da  parecchie  cronache.  Sul  primitivo  fondo  cronistico  sono  state  fatte  nei  margini 
numerose  aggiunte  e  correzioni  tratte  o  da  libri  a  stampa  (sotto  il  1020  si  ha  "  Vide  il  Biondo, 

j  '  BlBLlOTECA  UnIVERSITARIA  DI  BoLOGNA,  Ms.  aOX2,  2  BlBUOTECA  UNIVKRSITARIA  D1  B0I.OONA,  Ms.  3012, 

busta  I.  busta  6. 

T.  xxxm,  p.  i  —  c. 


Il 


XXXIV  PREFAZIONE 


"a  fol.  89  de  Bonon.  „),  o  da  altre  cronache  e  da  documenti:  frequenti  sono  i  rimandi  di  questo 
genere:  Vedi  il  libro  delle  copie  alla  lett.  C^anno  1208);  Vedi  il  libro  alla  lett.  /^(anno  1222); 
Vedi  il  libro  al  segno  O  (anno  1283)  ecc.  Che  il  Ghirardacci  spesso  qui  trascrivesse,  si  pu6 
argomentare  dal  fatto  che  in  luogo  di  certi  nomi  o  parole,  che  mancano,  esistono  dei  puntini. 

12.  —   POSTILLE   AL,   VOL.    I   DELLA    "  HlSTORIA   DI    BOLOGNA^. 

In  un  esemplare  classense  deiredizione  bolognese  del  MDXCVI  si  leggono  varie  postille, 
delle  quali  una  anzi  due  curiose  note  manoscritte  di  due  mani  diverse,  nel  foglio  di  guar- 
dia  del  volume,  attribuiscono  la  paternitk  al  Ghirardacci.     Ecco  le  note:  ; 

*  In  questo  libro  sono  a  luogo  a  luogo  varie  annotazioni  nel  margine,  che  io  credo  f  atte 
"  di  mano  delFautore  med.°  e  parmi  ci6  apparisca  dal  seguente  articolo  deirindice,  ossia  Ta-  IC 
"  vola,  posta  in  fine  del  libro  alla  V.  Ugolino  Bianchini  dottor  di  legge  bologncse,  121  legge 
"  fublicamente  in  Bologna  col  salario  di  lire  100  Vanno  Milledugento  venti.  Si  credera  di 
"  trovare  sotto  Tanno  1 220  della  Storia  quanto  qui  si  dice,  ma  non  vi  h  nulla  a£f atto.  Vi  fe 
"bensi  nel  margine  scritto  a  penna  la  seguente  annotazione  :  "  Nel  quale  (anno  1220)  leggeva 
"  Ugolino  Bianchini  publicam.'<=  in  Bologna  col  salario  di  lire  100  l'anno.  Vedi  alla  Tavola  15 
"  d.°  nome  Ugolino  „. 

"  Da  cio  apparisce  essere  il  medesimo  autore  che  ha  scritto  ]'Indice  e  la  Tavola  in  fine 
"  del  libro  e  le  suddette  annotazioni.  Vedi  anche  a  c.  116,  ove  si  parla  della  fondazione 
"  della  chiesa  de'  PP.  Serviti.  Nel  margine  v'  ha  una  annotazione  con  cui  si  corregge  un 
"  errore,  il  quale  viene  poi  corretto  neirindice  o  Tavola  stampata  in  fine  del  libro,  alla  parola  2C 
"  Chiesa  di  San  Petronio  vecchio.  Dal  che  apparisce  essere  lo  stesso  autore  di  questa  storia 
"  che  ha  steso  1'  Indice  e  f atte  le  annotazioni  che  si  veggono  a  luogo  a  luogo  in  margine  di 
"  questo  libro'„.     II  ragionamento  pero  h  tutt'altro  che  tilatol 

13.  —   HlSTORIE  DELLA   FAMEGLIA   SabBADINI. 

"  E  un  volume  cartaceo  della  Civica  di  Padova  segnato  C.  M.  711,  che  proviene  dalla  rac-  25 
"  colta  Berti  e  misura  mm.  200  X  148;  conta  carte  134  numerate  sul  recto;  mancando  pero  alla 
"  numerazione  i  nn.  2  a  7  e  14  a  19,  senza  che  il  manoscritto  appaia  lacunoso,  deve  credersi 
"  in  un  semplice  errore  di  ommissione  e  deve  ridursi  a  122  il  computo  totale  delle  carte;  la 
"  scrittura  h  della  seconda  meta  del   secolo  XVII,  in  parte  calligrafica,  in  parte  corrente  e 
"  minuta.    E  intitolato  a  c.  9 :  Historie  \  della  fa  \  ineglia  Sabbadini  \  cavate  da  diver  \  si  scrit-  3C 
"  tori.    Comincia  a  c.  \^:  Al  molto  illustre  et  reverendo  monsignor  M.  Ant.  Sabbadini  signore  et 
"  fadron  mio  colendissimo.  \  Egli  c  -pur  vero  ecc;  e  finisce  a  c.  134  v:  fol.  gjy  questa  memoria: 
"  Z.  Cor^nelius  Hiemis.    La  legatura  h  moderna.    Le  cc.  133-134,  che  contengono  una  lettera 
"  senza  firma  alFabate  don  Eugenio  Garmancini,  Firenze  in  data  1667  maggio  24,  per  essere  di 
"  formato  assai  maggiore,  appaion  aggiunte  piu  tardi  al  ms.  e  sono  inserite  in  modo  che  la  M 
"  c.  133  dovrebbe  seguire  anzi  che  precedere  la  c.  134:  onde  il  vero  ex-plicit  del  manoscritto 
"  sarebbe  a  c.  133  r;  che  si  dicon  esser  stati  della  sua  -prosafia  erano  sefolti.     Le  cc.   1,  8  e 
"132  sono  bianche.     E  da  notare  che  al  testo  delle  Historie  precede  (c.  9  r  e  v)  una  lettera 
"  di  fra  Cherubino  Ghirardacci  bolognese,  in  data  di  Bologna,  1°  gennaio  1596,  di  cui  ^  gia 
"  dato  il  principio  e  che  finisce:  con  tutto  il  cuore  me  le  dono  et  raccomando.     11  manoscritto  4C 
"  contiene  nel  suo  insieme  una  lunga  serie  di  spogli  di  storici  bolognesi  e  non  bolognesi  rela- 
"  tivi  alla  famiglia  Sabbadini.     La  parte  che  spetta  al  Ghirardacci  e  la   piu  ampia  e  va  da 
*  c.  1 1  r  a  c.  62  r  ed  e  tutta  estratta  dalla  sua  Htstoria  di  Bologna  *  „ . 


'  Nella  Biblioteca  Classense  di  Ravenna.  Comuni-  '  Nella  Biblioteca  Civica  di   Padova.   Comunica- 

cazione  gentile   dell'amico  e  collega   prof.  Santi  Miira-       zione    fattami  dal    chiarissimo  prof.  A.  Moschetti,  che    S 
tori  bibliotecario.  vivamente  ringrazio. 


PREFAZIONE  XXXV 


14.  —  Spogli  b  appunti. 

Voluminosi  e  numerosi  fasci  di  spogli  e  appunti,  tutti  autografici  e  per  varia  guisa  interes- 
santi,  sono  contenuti  nelle  otto  buste  che  costituiscono  il  manoscritto  2012  delle  Biblioteca  Uni- 
versitaria  di  Bologna,  ma  in  ispecie  nelle  prime  4  e  neirottava.  La  piii  parte  sono  spogli  d'archi- 
.5  vio,  e  tra  questi  b  specialmente  da  notarsi  un  grosso  fascicolo  coperto  di  cartone  sul  cui  fronte 
h  scritto:  "1311  Liber  reformationum.  Anni  et  menses  et  folia  Cam.  Actorum„;  contiene 
spogli  accurati  e  sistematici  delle  riformagioni  della  Camera  degli  Atti,  a  partire  dairil  apri- 
le  1311  sino  al  principio  del  1323;  seguono  poi  altre  varie  scomposte  citazioni  e  appunti 
degli  anni  susseguenti.  Nella  busta  3,  in  cui  trovasi  il  fascicolo  di  cui  sopra,  h  pure  un  al- 
|0  tro  grande  fascio  di  carte  sciolte  o  fascicoli  scomposti  con  appunti  ed  estratti  da  libri  ed 
archivi.  Una  carta  porta  scritto  in  alto,  sempre  di  mano  del  Ghirardacci:  videnda,  e  sotto 
son  notati  libri,  documenti,  passi  di  scritture  ed  epitaffi  che  dovevano  essere  riveduti  prima 
che  fossero  introdotti  nella  redazione  definitiva  e  dati  alle  stampe. 

Dieci  fascicoli  di  appunti  vari,  qual  pifi  grosso  e  qual  meno,  alcuni  ben  conservati,  ma 
5  altri  slegati  e  sdruciti,  si  conservano  nella  busta  2,  insieme  a  carte  sciolte:  sono  citazioni, 
estratti,  frammenti.  In  certa  parte  si  fanno  sedici  appunti  al  Borghini  e  si  hanno  estratti 
e  osservazioni  dalla  Historia  di  Bologna  (crediamo  che  sia  quella  dell'Alberti),  da  Prospero 
Aquitanico,  dal  Sigonio,  dal  Biondo,  dalla  cronaca  di  Pietro  di  Mattiolo.  C^  anche  un 
accurato  elenco  dei  vescovi  da  san  Zama  insino  a  Gabriele  Paleotti  nel  1566,  il  quale  elenco, 
|0  rimpolpato  ed  accresciuto,  precedette  la  narrazione  nel  primo  volume  a  stampa. 

Le  buste  6  e  7  hanno  due  piante,  un  po'  diverse,  deirantica  Camera  degli  Atti '  insieme 
ad  altro,  e  la  busta  8,  insieme  a  molti  frammenti  di  cronaca,  taluni  originali,  ha  pure  estratti 
e  notazioni  del  Ghirardacci. 

Tra  gli  appunti  e  le  carte  sciolte  della  busta  4  c'  fe  anche  la  tavola  di^)X Affendice  histo- 
5  rialc  che  gik  diede  alle  stampe  il  Frati  *  e  che  ripubblichiamo  riveduta  in  fine  a  questo 
lavoro ;  k.  in  bella  e  accurata  calligrafia  del  Ghirardacci,  con  la  lettera  iniziale  rabescata '. 

15.  —  PiANTA  DELLA  cittA  di  Bologna,  coi  nomi  delle  contrade  e  delle  piazze. 

E  ricordata  come  compiuta  o  sufficientemente  elaborata  nella  dedica  che  il  Ghirardacci 
fa  deiropera  "  Libro  over  arbore  della  honorata  famiglia  de'  Fasanini  „  (Bologna,  1572)  al 
I  jO  signor  NiccoI6  Fasanini. 

Una  pianta  di  Bologna  trovasi  nel  manoscritto  B,  1181  della  Biblioteca  comunale  del- 
rArchiginnasio,  ma  molto  probabilmente  non  si  allude  a  quella. 

16.  —  Estratti  b  frammenti. 

Sono  spogli  ed  estratti  da  libri,  da  manoscritti  e  da  archivi,  in  ispecie  dalla  Storia  di 

\  j5  Milano  del  Corio,  di  tutto  ci6  che  si  riferisce  a  Bologna:  materiali  tutti  che  servirono  al  Ghi- 

rardacci  per  la  sua  Historia  di  Bologna  e  che  ora  si  conservano  airArchivio  di  Stato.     Non 

c'fe  ordine  alcuno,  ma  h  evidente  che  quelle  note  gli  giovarono  assai,  come  una  osservazione 

attenta  dei  volumi  che  sono  a  stampa  pu6  provare.     Qua  e  Ik  trovansi  delle  copie  di  docu- 

\  I    menti,  degH  interi  periodi  di  opere,  e  anche  dei  piccoli  tentativi  di  narrazione  d'alcuni  av- 

0  venimenti  o  d'alcuni  momenti  storici.     Anche  in  queste  carte  nuUa  di  finito  o  di  organico. 

II  tutto  costituisce  un  grosso  fascio  aenza  alcuna  numerazione  *. 


•  Una  i  pubbllcata  daLodovico  Frati.o/.  cit.,  p.  ii.      2012  %\k  cit.,  busta  4. 

*  Oj>.  cit,,  p.  12  sg.  Vedi  sopra  a  p.  xxvi.  *  Archivio   di   Stato  di  Bologna,  Monastero  di   S 
^    BiBLioTECA    Universitaria    di    Bologna,    Ms.       San   Giacomo,  busta  11 5/1 721. 


XXXVI  PREFAZIQNE 


17.  —  Indicr  delle  scritturb  che  nel  tabulario  overo  Biblioteca  Vaticana  SI  CONSER- 
vANO  spettanti  all' historia  di  Bologna. 

Fascicolo  manoscritto,  cartaceo,  in  fol.,  di  sole  4  carte,  di  cui  2  bianche.  In  bella  ed 
accurata  scrittura  del  Ghirardacci,  con  la  iniziale  rabescata,  come  il  frate  soleva  fare  quando 
scriveva  in  forma.  Evidentemente  il  lavoro  fu  soltanto  iniziato;  i  documenti  in  essi  citati 
cominciano  con  Lodovico  il  Pio  e  arrivano  sino  a  Urbano  IV  '. 

18.  —  Indici  di  nomi. 

Sono  due.  II  primo  h  molto  largo  ed  h  contenuto  in  un  grosso  fascicolo  manoscritto  di 
carte  160  numerate;  ma  b  chiaro  che  non  h  m  tutto  completo  ed  ha  piuttosto  il  carattere  di  un 
lavoro  preparatorio  che  d'uno  compiuto  ed  organico.  Contiene  nomi  di  luoghi  e  di  persone,  K 
ma  piii  specialmente  di  hioghi,  spesso  con  larghe  indicazioni,  cosi  per  la  loro  posizione  geo- 
grafica  come  per  la  loro  storia  e  significazione.  I  nomi  sono  tutti  compresi  nelle  lettere  A-  V, 
ma  non  sono  disposti  in  un  ordine  perfettamente  alfabetico.  Parecchie  delle  dichiarazioni 
che  seguono  ai  vari  nomi  si  leggono  nell'indice  dei  luoghi  e  dei  nomi  di  persona  che  sono 
in  fondo  ai  volumi  I  e  specialmente  II  della  Historia,  nella  forma  che  h  alla  stampa.  II 

II  secondo  indice  ha  pure  il  carattere  di  minuta;  non  h.  altro  che  Tindice  del  vol.  I  della 
Historia  non  completo,  evidentemente,  limitato  alle  lettere  A-C.  E  un  fascicolo  di  carte  10 
in  fol.     I  nomi  sono  sempre  di  luogo  *. 

19.  —  Repertorio  alfabetico  di  nomi. 

Manoscritto  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVI,  di  carte  80  numerate  (quattro  quaderni), 
di  cui  molte  bianche;  manca  un  quaderno  in  fine.     Scrittura  del  Ghirardacci. 

E  un  indice  o  repertorio  di  nomi  di  persone,  di  luoghi  e  di  cose,  che  va  dall'^  all'/?, 
con  rimandi  a  carte  di  un'opera  che  non  h  bene  identificata  (una  storia  di  Bologna?  o 
una  cronaca  ?  o  uno  scritto  del  Ghirardacci  ?  o  del  Sigonio  ?).  L'alf abeto  non  h.  rigoroso :  il 
numero  delle  carte  deiropera  a  cui  si  rimanda  h  di  circa  1 50  *. 

20i  —  Capitoli  conchiusi  tra  il  pontefice  Pio  II  e  i  Boloqnesi  il  16  ottobre  1459. 

Manoscritto  cartaceo,  in  fol.,  di  una  sola  carta  scritta  dai  due  lati,  di  mano  del  Ghi- 
rardacci,  come  h  anche  indicato  da  questa  notazione  posta  in  testa  allo  scritto:  '  1459  16  oct. 
"  Caratere  originale  di  F.  Cherubino  Ghirardaci,.  Comincia:  "11  senato  di  Bologna  fece 
in  questo  tempo — „;  finisce:  "  Placet.  S.  d.  n.  G.  LoUius,  16  oct.  1458  „  \ 


u 


21.  —  Raccolta  delle  antiche  giustizie  seguite  in  questa  cittA  di  Bologna,  rica- 
vate  dalle  croniche  di  messer  Filbno  delle  Tuatte,  di  Nicol6  Seccadenari,  di 
frA  Cherubino  Ghirardazzi,  del  Bargellini,  da  altrb  pure  di  firA.  B.  dellb  Pu- 
gliolle  b  dal  Griffoni,  dAll'anno  1030  all'anno  1781.  ^ 

Manoscrttto  cartaceo  del  secolo  XVIII,  di  carte  95,  della  misura  300X220.  E  un  semplice 
catalogo  dei  giustiziati  in  Bologna,  con  materiale  di  notizie  in  parte  tratto  dal  Ghirardacci  *. 


'  BiBUOTECA  Universitaria  di  Bologna,  Ms.  20I2,  *  BiBUOTECA  Universitaria  di  Bologna,  Ms.  217, 

b"sta  3.  n.  37.     Cf.  A.  SorbellIj  Inventari  dei  manoscrilti  dellt 

*  Archivio   di  Stato   di   Bologna,  Monastero  di  biblioteche  d' Italia,  XVII,  38. 
San   Giacomo,  busta  115/1721.  5  Biblioteca  arcivescovilk  di  Bologna,  scansia 

S  3    BiBLIOTECA    Universitaria    di    Bologna,    Ms.  K,  n.  44,  Cf.  A.  SoRBKLLl,  Inventari  dei  manoscritti  delle 

n.    2019,   n.    t.     Cf,    A.    SoRBELLl,    Inventari   dei  mano-  biblioteche  d' Italia,  XVI,  87.     Di  manoscritti    simili  ve 

$critti  delle  biblioteche  d' Italia,  XX,  193.  n'ha  parecchi  in  altre  blblloteolie  bolognesi. 


PREFAZIONE  XXXVII 


22.  —   ApPOSTrLLAE  AD   HlSTORIAM   BONONIENSEM   GhERUBINI   GhIRARDACCI. 

Nelle  aggiunte  che  il  Fiori  fece  alle  Noiizie  degli  scrittori  bolognesi  del  Fantuzzi,  leg- 
gesi,  sotto  il  nome  del  Ghirardacci,  quanto  segue :  "  Presso  di  me  ho  un'A ppendice  e  cor- 
"  rezione  manoscritta  alle  JVotizie  degli  scrittori  bolognesi  del  padre  Orlandi,  studio  e  f  atica 
5  "  del  conte  Baldassare  Antonio  Maria  Carati,  fatta  Tanno  1770,  ove  h  notato  a  c.  208  Tautore 
"  di  appostille  fatte  alla  Storia  del  Ghirardacci.  Esso  h  un  certo  Ignazio  Girolamo  Corso, 
"  che  studio  in  Bologna  e  che  per  lo  sviscerato  affetto  alle  cose  nostre  si  dichiaro  nostro 
"  concittadino,  ma  pe'  suoi  affari  dovette  abbandonare  Bologna  nel  1619.  Scrisse,  dice 
"  Carati,  le  assai  dotte  e  rare  Afostillae  ad  Historiam  Bononiensem  Gherubini  Ghirardacci, 
10  "  quibus  illa  diligenti,  imo  severiori  criterio  identidem  ad  censuram,  vcl  ne  emendatae  in  quibjt- 
'^  sdam,  vel  ut  in  -pluribus  novis  monumentis  augeatur  etc,  continuata  fino  al  1618.  Proba- 
"  bilmente  restarono  manoscritte  poichfe,  soggiunge,  una  copia  ne  dono  a  Valerio  Rinieri  suo 
"  amicissimo  „'. 

23.  —  Carteggio. 

:15  Diamo  un  breve  elenco  cronologico  delle  lettere  di  contenuto  storico  od  erudito  dirette 

a  fra  Cherubino  Ghirardacci  e  delle  sue  rare  risposte,  la  maggior  parte  delle  quali  trovansi 
airArchivio  di  Stato  di  Bologna  *. 

Giustiniano   Contugo,  da   Ferrara   in   data   28  aprile    1592.     Parla   della  famiglia  degli 
Scannabecchi,  poi  Contughi. 
|20  Giammaria  Turrini,  da  Ferrara  in  data  28  luglio  1592.     Tratta   deIl'origine  della   fami- 

glia  dei  Bentivoglio,  specie  di  Anton  Galeazzo  figlio  di  Bartoluccio. 

Niccolo  Maffeo,  da  Verona  in   data  26  settembre  1594.     Chiede  notizie  della  famiglia 
Maffei. 

Marc'Antonio  Sabatini,  in  data  8  luglio    1595.     Loda  la   dedica  delFopera  al  pontefice 
25  {Historia  di  Bologna,  vol.  I),  e  dichiara  che  sosterrk  egli  stesso  tutta  la  spesa  da  incontrarsi  per 
il  motu  frofrio  contenente  il  privilegio,  ma  desidera  sapere  se  deve  essere  intestato  airautore 
0  allo  stampatore '. 

Ferdinando  Contugo,  da  Ferrara  in  data  26  settembre   1595.    Tratta  della  famiglia  Scan- 
nabecchi  da  cui  deriva  la  sua  famiglia  e  gli  manda  un  "  trattato  „  da  lui  composto  perchfe  lo 
30  esamini. 

Marc'Antonio  Sabatini,  da  Roma  in  data  11  novembre  1595.  Avverte  il  Ghirardacci  che 
sark  dato  ogni  privilegio  alFopera  sua,  ma  h.  necessario  prima  ottenere  Tapprovazione  dal 
"  Mastro  sacri  palatii  „  ;  poichfe  non  si  poteva  far  venire  a  Roma  Topera,  fece  scrivere  al 
padre  Inquisitore  di  Bologna  che  esaminasse  attentamente  Topera  stessa  e  riferisse ;  ma  il  me- 
{35  glio  era  che  mandasse  a  Roma  "  un  volume„,e  poteva  farlo  per  una  persona  che  indicava. 
Spera  che   il  Ghirardacci  avri  la  dovuta  soddisfazione   "  dopo  tante  fatighe  et  stenti„. 

Oliviero  Bologna,  da  Milano  il  22  maggio  1596.    Loda  il  volume  della  Historia  di  Bologna 

che  h  comparso  in  quella  cittk;  e  chiede  alcuni  schiarimenti  di  cui  dk  Telenco  a  parte. 

!  Cherubino  Ghirardacci,  da  Bologna  in  data  23  novembre  1596.    Scrive  "  alli  devoti  con- 

'  40  "  fratri  della   Compagnia  di  Santa  Caterina   di   Castel  San  Pietro  come  fratelli  „,  aderendo 

alle  loro  preghiere  di  mandare  reliquie  "  per  la  chiesa  vostra  e  nostro  oratorio  „ :  gliele  manda 

in  un  numero  cospicuo,  e  sono  elencati  i  nomi  dei  santi  le  cui  reliquie  si  spediscono.    Tali 


•  BiBLioTECA  COMUNALE  DELL^ARcniGHrNASio,  Ms.  vio   (Ji  Stato   di  Bologna).     Non  sono   qui  indicate   le    S 
Fantuzzi,  Appendice  alla  lettera   G.  lettere  a   stampa  del    Gliirardacci,  delle   quali  peraltro 

*  Salvo  contraria  Indicazlone,  trovansi  tutte  nella  si  tratto  nel  paragrafo  precedente. 
busta  113/1728  del  moniastero  di  San  Giacomo  (Arclii-  *  Riportata  piu  avanti  a  pp.  li-lii. 


XXXVm  PREFAZIONE 


reliquie  erano  state  date  al  Ghirardacci  da  monsignor  Alfonso  arcivescovo  di  Corinto  coa- 
diutore  del  cardinal  Paleotti  primo  arcivescovo  di  Bologna,  come  appare  da  "  fede  „  scritta 
di  mano  del  Paleotti  medesimo.  Termina  cosi:  "  Le  caritk  vostre  dunque  le  accettaranno 
«con  devozione  et  amore  in  segno  dell'amor  mio  verso  tutti  li  confrati,  e  le  conservino  in 
"  luogo  onorato  in  detto  loro  oratorio  e  chiesa,  a  salute  e  prosperitk  di  tutti  voi  e  di  tutto  5 
"il  popolo  onorato  di  Castel  San  Pietro,  al  quale  sono  della  vita  propria   obbligatissimo  ,'. 

Ippolito  Bentivoglio,  da  Ferrara  in  data  12  giugno'  1597.  Gli  parla  della  Historia  di  Bo- 
logna  gik  uscita;  sa  che  egli  la  perfezionerk  e  gli  raccomanda  la  famiglia  dei  Bentivoglio 
cui  sa  che  h  affezionatissimo ;  promette  di  inviargli  il  documento  chiesto. 

Valerio  Fabbri,  da  Castel  San  Pietro   in  data    13  giugno    1597.     Restituisce  delle  cose  1( 
prestategli  e  lo  ringrazia. 

Cherubino  Ghirardacci,  da  Bologna  in  data  9  agosto  1597.  Risponde  a  Ippolito  Bentivo- 
glio,  lo  ringrazia  molto  dei  documenti  che  ha  ricevuto  ed  esalta  i  meriti  della  famiglia  di  lui. 

Pietro  Marcello,  da  Venezia  in  data  9  agosto  1597.  Tratta  di  alcune  famiglie  bolognesi 
e  gli  manda  in  dono  droghe  e  colori.  \l 

Antonio  Boffa  Negrini,  da  Piubega  in  data  19  febbraio  1598.     E  lieto  che  nella  seconda 
parte  della  Historia  (attesa)  parli  della  famiglia  Paci:  giudica  il  lavoro    "  cotanto   giovevole 
"et  di  gusto  „   e  ne  fe  ammirato;  raccomanda  di  stampare  il  sonetto  di  P.  Catanio  e  il  suo  ^,, 
sul  fronte  della  seconda  parte;  chiede  certe  notizie  sui  Bentivoglio.  "^B 

Sempronio  Macci,  da  Padova  in  data  5  marzo  1598.     Nota  alcune  inettezze  incorse  nel  2t 
vol.  I  della  Historia  *. 

Antonio  Boffa  Negrini,  da  Piubega  il  giorno  seguente  alla  Pasqua  del  1598.  Tratta  della 
famiglia  Bentivoglio  e  aspetta  che  venga  in  luce  la  seconda  parte  della  Historia. 

Marc'Antonio  Sabbatini,  da  Roma  in  data  13  maggio  1598.  Intende  che  "  ha  finito  il  II  vol. 
"  delle  sue  Historie,  quale  desidero  molto  venghi  quanto  prima  in  luce,  si  per  dilettatione  mia,  21 
"  come  anco  per  rispetto  di  sua  R."%  acci6  delle  sue  fatiche  altro  non  si  ne  facesse  bello  et 
"hohore  „. 

Gaudio  Castelli,  da  Padova  in  data  il  15  maggio  1598.  E  Heto  che  il  Ghirardacci,  si  offra 
a  correggere  nella  Historia  la  parte  che  riguarda  Celestino  II;  manda  un  sunto  storico  della 
sua  famiglia  e  mostra  il  desiderio  di  conoscerlo  personalmente.  3( 

Antonio  Berni,  da  Fermo  in  data  21  maggio  1598.  Manda  delle  reliquie  e  ringrazia  delle 
cortesie. 

Claudio  Paci,  da  Rimini  in  data  13  giugno  1598.  Tratta  della  famiglia  Paci  di  origine 
bolognese  e  gli  offre  notizie  e  documenti  per  la  sua  Historia. 

Gaudio  Castelli,  senza  data  nh.  luogo.     E  avviato  a  Ferrara,  saluta,  ringrazia  della  pro-  3f 


'  Trovasi  questa  lettera,  interessante   assai,  nelle  degli  Agostiniani,  e  comunque  dice  assai  poco  ;  l'altra 

carte  che  servirono  al  Fantuzzi  per  scrivere   l'artlcolo  frase  piu   importante  si   spiega  col    fatto  che   il  padre 

rlguardante  il  padre  Ghirardacci  nel  vol.  IV,  le   quali  suo,  Andrea,  era  realmente  nato  a  Castel  San  Pletro  e    2f 

si  conservano  nella  Biblioteca  comunale  dell'Archigin-  la  era  vissuto  sino  quasi  al  tempo  in  cui  nacque  Che- 

S    nasio,  Ms.  Fantuzzi,  sotto  la  lettera  G,  al  nome.     E  una  rubino:  il  legame  perci6  della  vita  del  frate  con  Castel 

copia   fatta  sull'originale   che  trovavasi   probabilmente  San  Pietro   rimane  piu   che  giustificato.     Resta    percio 

a  Castel  San  Pietro.     La  copia  c  tratta  probabilmente  ferma  la  nostra  affermazione  fatta  sopra  che  il  Ghirar- 

dal    Cavazza   o  dal    padre  Gaetano  Giacomelli  agosti-  dacci  era  nato  a  Bologna,  come  egli  stesso  confessa  in    '£ 

niano    di   Castel    San    Pietro,    per    dimostrare    che    il  piu  luoghi  e  come  e  dimostrato  dai  documenti,  i  quali 

lo    Ghirardacci  era  nativo  di  quella  terra.     Da  due  luoghi  attestano  che  Sante  e  Andrea  si  erano  fissati  a  Bologna 

della  lettera,  che  nella  copia  sono  sottosegnati,  si  com-  sino  dal  1518  almeno.     Nella  posizione  sopra  ricordata 

prende   che  la  prova   doveva  fondarsi   sulla  frase    "  al  trovasi  pure  una  lettera  del  padre  Nicola  Amorotti,  di- 

"  quale  sono  della  vita  obbligatissimo  „  riferita  a  Ca-  retta  allo  stesso  Giacomelli,  riguardante  il  ritratto  del    Z< 

stel  San    Pietro,  e  sull'altra    "e  nostro   oratorio  „    che  padre  Ghirardacci.  in  data  13  maggio  1776.  | 

IS    fe  piu  in  alto.    Ma  quest'  ultima  o  si  riferisce  a  itn  ora-  «  Biblioteca  Universitaria  di  Bologna,  Ms.  20ia, 

torio  di  patronato  dei  Ghirardacci  che  realmente  erano  busta  8.  Cf.  A.  Sorbklu,  Inventari  dei  manoscritti  delle 

oriundi  di  Castel  San  Pietro,  o  a  una  certa  superiorita  Biblioteche  d' Italia,  XX,  191.     Vedi  nota  3  a  p.  uv. 


PREFAZIONE  XXXIX 


messa  di  ricordarlo  nella  seconda  parte  della  Historia  "  che  (il  Ghirardacci)  mandava  al  pre- 
*  sente  sotto  il  torcolo,. 

Gaudio  Castelli,  da  Terni  in  data  23  luglio  1598.  Gli  scrisse  piu  volte,  ma  non  ebbe  risposta; 
desidera  sapere  se  ricevette  le  lettere  e  i  docunienti  che  gli  spedi  da  Padova  per  Luigi  Albertl. 
5  Frate  Girolamo   da   Nicotera,   monaco   celestino,   da   Solmona   in  data   28  agosto    1598. 

Paria  di  reliquie  avute  in  dono  e  gU  si  raccomanda. 

Claudio  Paci,  da  Rimini  in  data  15  novembre  1598.     Dal  vol.  I  si  fe  "  accorto  del  valore 
"  et  della  diligenza  indicibile  di  V.  S.  suo  autore  „  ;  gli  si   offre   per  notizie  e   chiede    lumi 
suUa  famiglia  Pasi. 
10  Giacomo  di  Sacchi,  da  Ferrara,  in  data   29   novembre  1598.    Parla  di  cose  sue  e   del 

convento  e  desidera  di  venirlo  a  trovare  in  Bologna. 

24.   —   POBSIB. 

II  buon  frate  agostiniano  si  dilettb  anche  talvolta  di  scrivere  in  poesia,  ma   non 
fu  troppo  felice  in  questo  campo,  come  ogni  lettore  pu6  facilmente  giudicare  leggendo 
15  i  versi  che  seguono,  tra  i  pochi  di  quelli  che  ci  siano  stati  conservati: 

CoRONA  A  GiEsO  Christo  di  fra  Cherubino  bolognese. 

Hor  ch'ardente  deslo  m'infiama  il  core 

Di  pianger  le  tue  piaghe  e  la  tua  Croce, 
Come  potrassi  udir  questa  mia  voce, 
20  Se  non  le  vien  da  te  forza,  Signore? 

Piena  d'angoscia  e  di  se  stessa  fuore, 

L'alma  mia  vive  in  pena  aspra  ed  atroce, 
Vedendo  a  lei  giovar  quel  ch'a  te  noce, 
Quel  che  Tingiurie  accresce  al  tuo  dolore. 
!25  lo  fra  me  temo  come  cieco  suole, 

Che  talhor  volga  il  pi^,  n^  sappia  dove, 
Perduta  Taltrui  man  che  gli  era  luce. 
Tu  che  sol  opri  meraviglie  nuove, 

Aiuta  il  cor,  che  per  mio  ben  s'induce 
30  Nel  maggior  uopo  a  dir  di  te  parole '. 

E  teniamo  per  ultimo  un  manoscritto  di  contenenza  storico-poetica  in  ottave  che 
fe  passato,  a  cagione  del  titolo,  per  opera  del  Ghirardacci,  ma  non  h.  Ha  per  titolo: 
"  Cronica  antica  di  Bologna  di  fra  Cherubino  Ghirardacci  „,  e  conservasi  nella  Biblio- 
teca  Universitaria  di  Bologna^  Precede  un  lungo  "  Indice  in  ristretto  de'  casi  che  si 
35  "  contengono  in  questo  libro  „ ;  poi  a  c.  10  c'^  la  prefazione  "  al  cortese  lettore  „, 
dalla  quale  si  trae  che  I'autore  viveva  e  scriveva  nel  1606,  ragione  sufficiente  a  di- 
raostrare  che  non  puo  essere  del  Ghirardacci;  cgli  infatti  era  morto  da  parecchi  annil 
La  cronica  non  h  altro  se  non  la  redazione  poetica  della  Storia  di  Bologna  che  fece 


i  •  II  Frati,  Sforia  di  Castel  San  Pieiro,  pp.  175-176,  *  Biblioteca   Univkrsitaria  di  Bologna,    capsa    5 

pubblica  un  secondo  sonetto  che  fa  immediato  seguito  XLIII,  n.  8,  ora  ms.  n.  3825     Accenhai  a  questo  mano- 

a  questo  e  comincia  con  l'ultimo  verso  di  questo  com-  scritto  nelle  mie  Croniche  bolognesi  del  secolo  XIV,  Bo- 

ponimento.  logna,  1900,  p.  46,  dove  riportai  per  saggio  un'ottava. 


XL  PREFAZIONE 


quel  poeta  bizzarro  che  fu  Giulio  Cesare  Croce,  la  quale  fu  poi  stampata  da  Bar- 
tolomeo  Cocchi  in  Bologna  nel  1606  con  questo  titolo:  "  Breve  compendio  de'  casi 
"  piii  notabili  occorsi  nella  cittk  di  Bologna,  dal  tempo  ch'ella  fu  creata  colonia  sino 
«airanno  1606....  i. 


'  II  Fratl,  op,  cit.,  S,  crede  che  siano  del  Ghirar-       minciano : 

daccl  una  sestina  che  comincia :  ■,,,,„, 

volle  1'eterna  somma  saptenza 

Un  pensier  santo  che  m'angoscia  il  cuore 

e  che  egli  pubblic6  traendole  dal  ms.  1975  dejla  Bibiio- 
*    alcunc    terzine    sulla    virtu    dell' ubidienza    che    co        teca  Universitaria  dl  Bologna. 


PARTE    II. 
La   "  Historia  di  Bologna  „ 


1.  —  Intorno  al  leinpo  della  composizione  della   ^  Historia  di  Bologna  ^. 


ON  h  ben  assicurato  quando  il  Ghirardacci  cominciasse  ad  appHcare  la 
mente  e  l'opera  sua  alle  ricerche  che  dovevano  condurre  alla  compila- 
zione  della  sua  Historia  di  Bologna,  ma  crediamo  che  un'azione  sua  co- 
stante  e  formata  in  tal  senso  possa  attribuirsi  a  poco  dopo  la  veniita  definitiva  del 
Ghirardacci  in  Bologna  e  quindi  a  poco  oltre  il  1570.  ^  ben  vero  che  per  qualche 
lato  si  riferisce  alla  storia  di  Bologna  e  ai  coStumi  bolognesi  la  descrizione  dcUe  grandi 

10  giostre  e  dei  superbi  abbattimenti  del  1562';  ma  quel  lavoretto,  se  dimostra  nell'au- 
tore  il  desiderio  o  la  tendenza  di  occuparsi  di  cose  bolognesi,  ben  poco  contiene  di 
storico,  il  tutto  limitandosi  ad  una  vivace  e  particolareggiata  descrizione  di  una  festa. 
Lo  stesso  Theatro  tmrale'^  edito  nel  1575,  ma  pensato  assai  prima,  sembra  pure  indi- 
care  la  sua  tendenza  a  occuparsi  delle  cose  di  questa  citta,  ma  non  ha  ancora  nulla 

15  che  alla  storia  della  medesima  si  riferisca. 

II  primo  lavoro  a  stampa  che  abbia  un  diretto  riferimento  alla  storia  di  questa 
cittk  e  delle  sue  famiglie  fe  VArbore  della  honorata  famiglia  de'  Fasanini  compilato 
nel  1572^;  dove  h  evidente  la  tendenza  dell'autore  a  consultare  documenti  e  a  trarne 
conseguenze  di  biografia  e  di  storia. 

20  Ma  anche  prima  di  tale  saggio  il    Ghirardacci  si    era    dato  a  compulsare    docu- 

menti  riferentisi  a  questa  cittk,  come  chiaramente  risulta  dai  suoi  manoscritti  croni- 
stici  ed  eruditi  e  dai  molti  spogli  e  indici,  e  non  crediamo  di  andare  errati  affermando 
che  l'amore  alle  ricerche  e  la  tendenza  a  studiare  l'antica  storia  di  Bologna  nascesse 
in  lui  con  la  definitiva  residenza  in  Bologna,   quando  da'  suoi  superiori  ebbe  l'inca- 

25  rico,  probabilmente  sollecitato  dallo  stesso  Ghirardacci,  di  esaminaie  tutto  il  ricco 
archivio  di  San  Giacomo,  di  ordinarlo  e  di  trarne  le  notizie  che  si  riferissero  alla 
formazione  del  patrimonio  del  convento  e  nello  stesso  tempo  alla  storia  di  esso  e 
della  celebre  chiesa  *.     Del  resto  egli  stesso  scriveva  nel   1588,  in  un  memoriale  ri- 


'  Vedi  sopra  parte  I,  §  3,  n.   i  (p.  xix).  »  Vedi  sopra  parte  I,  §  3,  n.  6  (p.  xxx). 

*  Vedi  sopra  parte  I,  §  3,  n.  7  (p.  xxxr).  ■•  Vedi  sopra  parte  I,  §  3,  n.  8  (p.  xxxm  sg.), 


XLII  PREFAZIONE 


volto  al  Scnato  bologncse  ',  cli  avere  composta  la  Ilistoria  di  Bologna  "  con  continuo 
"  stiidio  di  anni  quindici  ,,  la  quale  espressione  ci  porta  alPanno  1573,  perfettamentc 
consona  a  quanto  h  detto  sopra;  perchfe  prima  doveva  sorgere  nel  Ghirardacci  la 
tendenza  alle  ricerche  storiche  e  doveva  formarsi  la  perizia  nel  leggere  le  antiche 
carte,  e  solamentc  un  po'  piti  tardi,  quando  poteva  parere  che  il  carico  da  assumere  5 
era  conveniente  alle  spalle  che  lo  dovevano  sostenere,  dovette  il  frate  agostiniano 
volgere  il  pensiero  alla  grandiosa  idea  di  scrivere  con  modi  e  mezzi  tutto  diversi  da 
quelli  sino  allora  seguiti,  la  storia  della  cittk  di  Bologna  ^. 

Senonche,  appunto  perchfe  il  frate  non  volle  limitarsi  alla  raccolta  assai  comoda 
delle  tradizioni  che  correvano  o  al  rabberciamento  delle  numerose  cronache  spesso  10 
fallaci,  seguendo  le  traccie  del  Panvinio  e  del  Sigonio  ^  egli  si  diede  a  studiare  i  monu- 
menti,  a  frugare  negli  archivi,  a  rovistare  le  private  librerie,  per  recare  alla  sua  Historia 
quei  veri  fondamenti  che  erano  mancati  a  molti  dei  tentativi  fatti  prima  di  lui,  allo 
scopo  di  abbattere  leggende  e  innalzare  con  pietra  su  pietra  a  gran  fatica  il  nuovo  edi- 
fizio  della  veritk.  15 

Per  far  questo  c'era  bisogno  di  molto  tempo;  e  ammesso  pure,  come  devesi, 
che  il  concetto  fattivo  di  scrivere  la  Historia  di  Bclogna  fosse  sorto  neIl'animo  del 
frate  sino  dal  1573,  solo  nel  1586,  ciofe  dopo  parecchi  anni  di  lavoro  piii  o  meno 
assiduo,  ma  certamente  continuo,  il  frate  poteva  con  grande  gioia  scrivere  al  Reggi- 
mento  bolognese  che  aveva,  se  non  compiuta,  condotta  a  buon  punto,  la  prima  parte  20 
della  Historia  di  Bologna.     Ma  ecco  I'importante  documento*: 

Son  gih  passati  otto  anni  ^,  111.'"'  Sig.,  che  invitato  dagli  oblighi  infiniti  che  ho  ricevuto 
da  questa  dolcissima  Patria  Bologna,  ove  nato  e  nudrito  sono,  mi  posi  a  riveder  con  grandiss.° 
studio  et  fatica  tutte  le  scritture  degli  Archivi  de'  principali  Monasteri  et  molte  Croniche 
delle  pi{i  gravi,  che  per  la  citti  vanno  d'intorno,  oltre  i  due  Registri  novo  et  vecchio;  son  25 
buona  parte  delle  piii  antiche  scritture  della  Camera  degli  Atti,  si  come  altri  Autori  gravi 
gravi  (5/ic)  et  fideli,  che  delle  cose  di  Bologna  hanno  scritto;  dalle  quali  cose  tutte  da  quel 
tempo  in  sino  al  dl  d'  hoggi  ho  tessuta  et  finita  copiosissima  Historia  in  hngua  volgare, 
cominciando  dalla  fondatione  di  Bologna,  et  seguitando  in  sino  ai  giorni  nostri,  divisa  in 
vintisei  *  libri.     Et  perchfe  pure  sarei  desideroso,  che  tanto  segnalate  attioni  de'  nostri  ante-  30 


'  Vedilo  piii  innanzi  a  pp.  XLVH-xLvin.  l'uso  clie  dei    medesimi   si  sarebbe  fatto,  o  da  quando 

*  Le  testimonianze  offerte  dal  Ghirardacci   stesso  l'autore  si  posc  a  stendere  definitivamente  e  ordinata- 

poco  ci  aiutano  per  fissare  la  data  precisa    dell'  inizio  mente  il  lungo  lavoro. 

del  lavoro,  perclie   sembrano  in  piu  di  un  luogo   con-  Tutto  avvicinando  e  considerando,  e  tenendo  conto    20 

S    traddirsi.     Cosi,  mentre  nel  memoriale  del   1586  si  dice  di  qualclie  elemento  clie  vien  dalla  Historia  stessa,  re- 

che  da  otto  anni   si  era   posto  a  rivedere   le   scritture  stiam  fermi  nel  nostro  avviso  che  piu  su  c  stato  esposto. 

degli  arcliivi  e  le  cronaclie,  nel  memoriale  del  1588  af-  '  Par  certo   che  il  tentativo    del  Sigonio  dovette 

ferma  che  da  quindici  anni  lavorava  alla  Historia  di  Bo-  spingere  il  Ghirardacci  a  ricerche  piii  ampie  e  piu  si- 

log-na  e  che  l'aveva  ormai  condotta  a  36  libri,  finalmente  stcmatiche.  95 

lo    in   una    lettera   del  1 596   (crediamo),  appena   uscito    il  <  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Atti  del  Seitato, 

primo   volume,   scriveva   che   esso   gli   era   costato   se-  B,  lib.  35,  n.  7,  1586-13  giugno. 

dici  anni  di  laboriose  fatiche.  Naturalmente  contraddi-  ^  Nel  memoriale  del  1588  si  legge  che  il  Ghirar- 

zione  nella  mente  dell'autore  non  c'e,  perclie  c  difficile  dacci  aveva  lavorato  alla  sua  opera  per  quindici  anni. 

poter  dlre   quando  uno  s'e    messo  a  scrivere   un'opera  Cfe  una   evidente  sconcordanza  (vedi  nota  2  di  questa    30 

15    cos\  ampia:  se  cioe  dal  momento  in  cui  si  pose  a  radu-  stessa  pagina). 

nare  i  materiali,  non  avendo  forse  in  capo  ben  cluaro  "  Qui  contro  leggesi  la  correzione  in  trentasei. 


I 


PREFAZIONE  XLIIl 


cessori,  et  insieme  il  lor  valore,  et  la  dignita  e  grandezza  di  questa  Citth  a  tutto  il  mondo 
fossero  palesi,  pensavo  di  darla  alla  stampa.  Et  avenga  che  per  far  cio  ne  habbia  un  co- 
piosiss."  Motu  -proprto  dal  Sereniss."  Sig.  Nostro  Sisto  Quinto,  nondimeno  fu,  fe,  et  sempre 
sark  rintento  mio  et  la  mia  deliberatione  di  mostrarmi  ubbidientiss."  figlio  a  questo  111.""'  et 
5  glorioso  Senato,  n^  in  ci6  servirmi  giamai  di  quale  si  voglia  gratia  o  concessione,  nh.  meno 
dare  una  sol  lettera  alla  stampa  che  delle  cose  publiche  ragioni,  che  prima  io  non  faccia 
ricorso  al  sapientiss."  beneplacito  di  un  tanto  Senato.  Et  per6  hora  humilmente  vengo  a 
supplicare  sua  111."*  Sig.*  voglia  favorire  le  longhe  fatiche  di  un  suo  amorevoliss.°  Cittadino, 
figlio  et  servitore  di  proporre  agli  111.'"'  Senatori  si  degnino  per  la  loro  innata  bontk  fare 
10  0  piu  Assonti,  che  habbino  a  veder  la  detta  Historia,  cominciando  da'  due  libri,  che  hora 
si  desidera  mandargli  in  luce,  sottoponendola  alla  libera  volontk  loro,  di  levare,  aggiungere 
e  correggere,  come  piu  parrk  loro  opportuno;  non  intendendo  io  giamai  di  ragionare,  nfe 
scrivere  oltre  il  beneplacito  commune.  Obligandomi,  come  del  continuo  faccio,  pregare  Iddio 
per  la  felicitk  di  cosi  glorioso  Senato. 
tl5  D.  V.  111.'°''  Sig. 

S."^'  affett.'""  et  perpetuo 
FRA  Cherubino  Ghirardacci  bolognese  '. 

Crede  il  Gualandi  ^  che  per  1'espressione  "  due  libri  „  debbano  intendersi  "  due 
"  parti  o  volumi  „  ;  ma  h  poi  vero  che  nel   1586  erano   gia    compiuti  i  due  volumi 

20  della  Historia  di  Bologna? 

Noi  crediamo  che  in  quelPanno  i  due  volumi  fossero  solamente  abbozzati:  che  dei 
duc  il  primo  solo  fosse  arrivato  a  buon  punto,  ma  che  per  il  resto  molto  ancora  ri- 
manesse  a  desiderarsi;  e  perci6  che  per  l'espressione  "  due  libri  „  non  debbano  inten- 
dersi  i  volumi  che  poi  uscirono  alla  luce,  ma  due   capi  o  parti,  forse  piii    estesi  di 

25  quei  libri  in  cui  i  volumi  furono  poi  divisi.  E  infatti  noi  sappiamo  che  i  dodici  anni 
di  vita  che  ancora  seguirono  per  il  frate  furono  tutti  affannosamente  e  faticosamente 
dedicati  alla  ricerca  dei  materiali  e  alla  elaborazione  dei  medesimi,  togliendo,  acco- 
stando,  aggiungendo,  coordinando;  e  non  avrebbe  il  buon  frate  tanto  faticato  ancora 
se  la  Historia  era  compiuta  sino  al  secondo  volumel 

30  D'altra  parte  in  piii  d'un  luogo  della  Historia  noi  abbiamo  le  testimonianze  che 

la  redazione  definitiva  delPopera  si  estese  per  un  lungo  periodo  di  tempo.  In  un 
certo  luogo  delPanno  1216  osserva  che  "  a  quel  tempo  „,  il  che  significa  nel  mo- 
mento  in  cui  il  Ghirardacci  scriveva,  copriva  la  carica  di  Arcidiacono  dello  Studio 
monsignor  Alfonso  Paleotti ;  del  quale  fa  ampie  lodi  perchfe,   "  essendo  in  dette  faco- 

35   "  tadi  dottorato  (leggi  civili  e  teologia)  et   nelli    coUegii    di    dette  professioni   incor- 

"  porato,  con  grandissima  consolatione  dello  Studio  in  propria  persona  crea  gli  dottori 

"  usando  in  ci5  et   eloquenza  et  inventioni    maravigliose  ^.     Ora,    poichfe    sappiamo 

'        che  il  Paleotti    fu    laureato    in    sacra  teologia    nel    1579    e    fu    nominato  arcidiacono 

della  metropolitana  e  quindi  dello  Studio  soltanto  nel   1585,  quando  rinuncib  il  cano- 


'  Nello  stesso   libro  di  cui  alla   nota  4  della  pa-       *  Assonti  sopra  ci6  fatti  „, 
gina  prccedente,  poco  sotto  appena,  leggesi:  "1586-13  *   Op.  cit.,  p.  6. 

"  giugno  Lect.  in  Senatu  in  35.  n.  Commesso  alli  SS.''  '  Vol.  I,  p.  I30, 


XLIV  PREFAZIONE 


nicato  della  metropolitana  a  Lodovico  Lambertini  ^  e  perchfe  l'espressione  del  Ghi- 
rardacci  accenna  ad  un  tempo  assai  lungo  durante  il  quale  monsignor  Paleotti  copriva 
la  detta  carica  di  Arcidiacono,  dobbiam  concludere  che  il  Ghirardacci  scriveva  nella 
redazione  definitiva  il  libro  quarto  della  sua  Historia  parecchi  anni  dopo  il    1585. 

Ma  c'fe  di  piii,  e  sempre  nel  primo  volume.  Sotto  l'anno  1304,  accennandosi  S 
alla  supplica  fatta  dal  convento  dei  monaci  di  San  Felice  perche  ogni  anno  sul  mese 
di  novembre,  quando  si  celebrava  la  festa  di  alcuni  santi  vescovi  di  Bologna,  alla  detta 
festa  intervenissero  il  Podestk,  il  Capitano  del  popolo,  gli  Anziani  e  i  Consoli,  e  detto 
che  nel  consiglio  il  partito  ebbe  voto  favorevole,  si  continua :  "  II  qual  costume  insino  j 
"  a  questo  tempo  che  scriviamo  questa  Historia  ciofe:  1592  si  osserva  di  gire  alle  10  ' 
"  chiese  dove  sono  queste  solennitk  et  ivi  anco  ricever  la  messa  et  ricevere  1'  indul- 
"  genze  che  a  chi  visita  tali  chiese  concesse  sono  ^.  Altre  notizie  riguardantj  persone 
che  avevano  onori  e  cariche  al  tempo  dello  storico,  che  perci6  possono  offrire  ma- 
teria  di  utili  riscontri,  si  trovano  sotto  1'anno  1314,  Ik  dove  si  parla  di  Lodovico,  Lo- 
renzo,  Cesare  e  Marc'Antonio  Bianchetti  ^  15 

Una  prova  infine  che  il  Ghirardacci  attese  a  scrivere  la  Historia  di  Bologna  sino 
agli  ultimi  mesi  della  sua  vita,  si  ha  da  un  passo  del  1405,  nel  quale  tratta  della 
Camera  degli  Atti:  "  del  qual  luogo,  egli  dice,  mentre  che  noi  scriviamo  la  presente 
"  Historia  di  Bologna,  I'anno  1597  „,  ^  capo  Marc'Antonio  Bianchetti  senatore  suc- 
cesso  al  senatore  Annibale  Campeggi;  e  poichfe  il  breve  della  nomina,  come  si  dice  pitj  20 
innanzi,  era  in  data  del  10  novembre  1587,  dobbiam  concludere  che  alla  fine  di  quel- 
l'anno  il  Ghirardacci  stava,  se  non  scrivendo,  almeno  dando  l'ultima  mano  al  li- 
bro  XXVIII  della  sua  Historia  *. 

Che    poi    non    avesse    compiuto    tutto    il    suo    lavoro    quando    venne    a    morte 
nel   1598,  che  anzi  molto  lontano  fosse  dal  compimento,  lo  provano  due  constatazioni  25 
che  stiam  per  fare:  la  prima  che  il  terzo  volume,  il  quale  va  dal  1425  al   1509,  non 
fu  mai  redatto  nella  sua  forma  definitiva,  mostrando    qua  e  Ik  evidenti    sconnessioni 
e  lacune,  non  presentando  afiatto  la  divisione  in  libri  e  non  assumendo  quel  carattere 
di  compiutezza  che  i  primi  due  volumi  hanno.     L'autografo  ghirardacciano,  che  c'fe 
rimasto,  sta  a  provare  tutto  ci6 :  che  si  tratti  ciofe  della  prima  o  anche  seconda  reda-  30 
zione,  con  correzioni,  aggiunte  e  rimandi,  ma  non  della  redazione  definitiva,  la  quale, 
come  possiam  vedere    dallo  stesso    originale    autografo    del    secondo    volume  che    si 
conserva  neIl'Archiginnasio^,  ha  nel  manoscritto  un  aspetto  di  lindura  e  di  compiutezza 
di  forma,  la  qual  cosa  non  si  riscontra  nel  manoscritto  del  terzo  volume.     La  seconda 
constatazione  h  questa,  che  il  disegno  del  Ghirardacci  era  quello  di  condurre  la  Storia  35 
di  Bologna  insino  quasi  ai  suoi  tempi  nella  stessa  guisa  che  avevano  delibtrato  di  fare  e 
I'Alberti  per  le  sue  Deche  e  il  Negri  pei  suoi  Annali,  e  piii  tardi  fece  il  Vizzani  per  le 


'  Fantozzi,  of.  cit.,  VI,  iyo.  *  Vol.  II,  p.  565. 

*    Vol.    I,   p.    459.  ^    BlBLIOTECA   COMUNALE   DELI,'ArCHIGINNASIO,  Ms,     5 

3  Vol.  I,  p.  577,  B,  1735. 


PREFAZIONE  XLV 


sue  Historie.  Che  il  Ghirardacci  non  intendesse  fermarsi  al  1509  lo  dichiara  impli- 
citamente  in  un  passo  della  sua  Historia  e  sin  dal  primo  volume.  Sotto  il  1269,  par- 
lando  della  torre  dell'Arrengo  che  appunto  in  quell'anno  fu  finita  di  fabbricare,  la  dice: 
"  edificio  nel  vero  maraviglioso  per  la  sua  positura,  essendo  ella  fondata  sopra  quattro 

5  "  pilastri  che  formano  un  quadrivio  che  passa  presso  la  devotissima  capella  della  ma- 
"  donna  detta  del  Popolo,  della  quale  si  ragionerk  sotto  l'anno  1515  „*:  si  andava 
dunque  oltre  il  termtne  a  cui  egli  giunse  nella  redazione  che  ci  ha  lasciata  e  che  sola 
6  riuscita  a  comporre  dell'opera  sua. 

Ma  se  questo  non  bastasse  per  dimostrare  che  egli  aveva  in  animo  di  condurre  la 

0  narrazione  sino  ai  suoi  tempi,  possono  leggersi  le  avvertenze  ai  lettori  dello  stesso 
autore  e  sopra  tutto  si  possono  consultare  gli  spogli,  gli  appunti  che  si  conservano 
tanto  all'Archivio  di  Stato  e  piti  alla  Biblioteca  Universitaria  ^,  nei  quali  chiaramente 
si  vede  che  la  raccolta  del  materiale  era  estesa  a  tutto  il  secolo  XVI. 

La  prova  poi  che,  come  si  suol  dire,  taglia  la  testa  al  toro,  h  la  preziosa  anno- 

15  tazione  necrologica  che  fece  Giovanni  Niccol5  Pasquali  Alidosi,  amico  intrinseco  del 
Ghirardacci,  del  quale  raccolse  le  ultime  parole  e  gli  estremi  pensieri.  L'AIidosi 
confessa  che  alla  morte  dello  storico  era  gik  compiuta  la  seconda  parte  e  correvano 
trattative  per  pubblicarla,  ma  che  il  Ghirardacci  aveva  divisato  di  continuare  la  sua 
Historia  con  una  terza  parte  che  doveva  arrivare  sino  al   1572^,  la  quale  terza  parte 

20  peraltro  aveva  solo  cominciato  a  scrivere  *. 

Fu  la  morte  a  troncare  un'opera  che  sarebbe  divenuta  veramente  poderosa. 


2.  —  La  stampa  del  primo  volume. 

II  frate,  non  appena  ebbe  ben  avviata  la  redazione  definitiva,  o  quasi,  del  primo 

volume,  pens6  alla  stampa  deIl'opera  sua;  ma  prima  gli  occorreva  il  giudizio  e  l'approva- 

25  zione  cosl  delPautoritk  ecclesiastica  come  del  Senato  per  tutto  ci6  che  nella  narrazione  si 

conteneva.    Incontr6,  e  non  si  sarebbe  creduto,  delle  difficoltk:  e  dire  che  il  buon  frate 

sperava  di  avere  dal  governo  della  sua  cittk  una  parola  di  ringraziamentQ  e.  di  plauso! 

Facile  fu  la  parte  ecclesiastica:  per  1' intercessione  di    alcuni  prelati  suoi  amici  e 

ammiratori,  il  Ghirardacci  aveva  ottenuto  dal  pontefice,  certo  sino  dal  principio  del 

30  1588,  questo  privilegio  intonato  a  grande  larghezza: 

Privilegium  suphr  novi  operis  impressione  Bononiae. 

Motu  proprio  etc.  Cum,  sicut  accepiraus,  dilectus  filius  frater  Cherubinus  de  Ghirardatiis 
ordinis  fratrum  Eremitarum  sancti  Augustini  professor,  quoddam  opus  Historiarum  Bononien- 


'  Vol.  I,  p.  315.  "a  Dio,  egii  scrlve,  donarmi  tanta  tempo  di  vita,  cli'io 

*  Vedasi  il  paragrafo  3  della  parte  I.  "  possa  dare  in  luce  gli  altri  due  volumi  „, 
'  Che  1'intera  opera   dovesse  constaro  di  tre   vo-  ■•■  Vedi  sopra  a  p.  xvm.   L'abbozzo  fe  rimasto  aei 

lumi  e  affermato  dallo  stesso  Ghirardacci  nella  Dedica  codd.  3000  e  1975  della  Biblioteca  Universitaria  dl  Bo- 

5    del  primo  volume  a  Marc'Antonio  Sabbatini :  "  piaccia  logna.  lO 


XLVI  PREFAZIONE 


sium  composuerit,  illudque  imprimere  seu  imprimi  facere  in  civitate  nostra  Bononiae  et  in 
lucem  edere  desideret,  sed  vereatur  ne  postmodum  aliquis  alius  ad  eius  imitationem  dictum 
opus  etiam  imprimi  curet  in  grave  ipsius  damnum  et  praeiudicium ;  Nos  igitur,  eius  indem- 
nitati  ac  simul  publice  et  private  omnium  utilitati  et  oblectationi  in  praemissis  oportune  con- 
sulere  ipsumque  specialibus  favoribus  et  gratiis  prosequi  volentes,  Motu  simili  etc.  et  ex  certa  5 
nostra  scientia  deque  Apostolica  potestatis  plenitudine,  omnibus  et  singulis  utriusque  sexus 
Christi  fidelibus  praesertim  Bibliopolis  et  librorum  impressoribus  seu  Typographis  quovis  nomine 
nuncupatis  tam  in  Urbe  et  illius  districtus  dictaque  civitate  Bononiae  et  eius  comitatu  ac 
toto  statu  Ecclesiastico  mediate  vel  imediale  subiecto  totaque  Italia  quam  extra,  et  in  quibu- 
scumque  mundi  partibus,  regnis  et  regiouibus  ac  alias  ubilibet  constitutis,  in  virtute  sanctae  10 
Obedieiitiae  et  sub  indignationis  nostrae  ac  excommunicationis  maioris  latae  sententiae  a 
qua  nullus  praeterquam  a  Nobis  vel  a  Romano  Pontifice  pro  tempore  existenti  absolvi  possit, 
nec  non  quo  ad  nostro  et  S.  R.  Ecclesiae  temporali  dominio  niediate  vel  imediate  subiectos, 
et  quingentorum  ducatorum  auri  puri  de  Camera  pro  una  Camerae  apostolicae  et  pro  alia 
Cherubino  predicto  eiusque  haeredibus  et  successoribus  aut  ius  vel  tam  ab  eo,  vel  eis  pro  15 
tempore  habentibus,  ac  pro  alia  accusatori,  ac  pro  reliqua  parte  illorum  partibus  iudici  exe- 
quenti,  nec  non  ammissionis  ipsorum  Typorum  et  librorum  eidem  Cherubino  ac  suis  praedictis 
irremissibiliter  applicandorum  poenis  toties  ipso  f acto,  etiam  absque  declaratione  quovisque  ludi- 
cis  incurrendis  quoties  contraventum  fuerit,  districtius  inhibemus  et  interdicimus  ne  per  decem 
annos  a  primeva  dicti  operis  ipsum  Cherubinum,  sicut  praefertur,  pro  tempore  imprimendi  20 
impressione  computandos,  opera  ipsa  aut  eorum  aliquod  in  toto  vel  in  parte  sub  quacumque 
forma  vel  mutatione  aut  inversione  vel  etiam  cum  quibusvis  additionibus,  scholiis,  summariis, 
glosis  aut  interpretationibus,  neque  etiam  sub  cuiuscumque  alterius  generis  adiunctionibus  ad 
eandem  materiam  accedentibus  vel  illam  referentibus  aut  ei  similibus  et  tam  Latino  quam  Ita- 
lico,  Gallico,  Hispanico,  Germanico,  vel  quocumque  alio  idiomate,  etiam  ad  instantiam  cuiusvis  25 
alterius  personae  cuiuscumque  dignitatis,  status,  gradus,  ordinis,  nobilitatis,  praeeminentiae  et 
conditionis  existentis,  quovis  quaesito  colore  vel  ingenio,  alicubi  absque  expressa  licentia  et 
assensu  Cherubini  vel  suorum  praedictorum  imprimere  vel  imprimi  facere,  aut  etiam  alibi 
vel  per  quosvis  alios,  praeterquam  de  licentia  et  assensu  eiusmodi  impressa,  vendere  seu  ve- 
nalia  proponere  aut  in  propria  domo  vel  alibi  etiam  ex  mutuo  vel  dono  aut  alias  liabere  vel  30 
tenere  audeant  seu  praesumant,  nisi  ad  hoc  Cherubini  vel  suorum  praedictorum  expressus 
accesserit  assensus,  de  quo  per  cedulam  eorum  manu  propria  subscriptam  constare  debeat. 
Et  nihilominus  Universis  et  singulis  Venerabilibus  fratribus  nostris  Archiepiscopis  et  Episcopis 
ac  dilectis  filiis  eorum  Vicariis  et  Officialibus  nec  non  quibusvis  aliis  locorum  ordinariis  et 
reliquis  in  dignitate  Ecclesiastica  constitutis  ac  quacumque  dignitate  Ecclesiastica  vel  Mun-  35 
dana  fungentibus,  in  virtute  santae  Obediente  praecipiendo  mandamus,  ut  quoties  pro  parte 
Cherubini  eiusque  heredum  vel  successorum  aut  aliorum  suorum  praedictorum  fuerint  requisiti 
etc,  omni  et  quacumque  appellatione  remota,  procedant  et  exequantur.  Invocato  etc.  et  cum 
decreto  quod  illarum  transumptis  vel  exemplis  etiam  in  ipsis  operibus  impreasis  manu  alicuius 
Notarii  publici  subscriptis  et  sigillo  alicuius  personae  in  dignitate  Ecclesiastica  constitutae  40 
munitis,  plena  et  eadem  prorsus  fides  ubique  etiam  in  iudicio  adhibeatur,  quae  ipsis  ori- 
ginalibus  adhiberetur  etc.  latissime  existentibus. 


Le  cose  andarono  del  tutto    diversamente  dinanzi  al  Senato  bolognese,  il  quale, 
e  riesce  a  primo  aspetto  difficile  comprendere,  non  si  ritenne  troppo  lusingato  dalla 
presentazione  della  Storia  del  Ghirardacci.     Appena  ricevette  il  memoriale  del  frate,  45 
nel   13  giugno  del   1586    (lo  stesso   giomo  del   ricevimento),  nomin6  quattro   assunti 
per  I'esame  della  fatta  petizione  e  del  lavoro  ghirardacciano,  nelle  persone  dei  sena- 


PREFAZIONE  XLVII 


tori  Poeti,  Lambertini,  Bargellini  e  Facchinetti  * ;  ma  non  si  cur6  poi  che  gli  as- 
sunti  stessi  si  mettessero  all'opera  e  presentassero,  con  quella  piti  discreta  sollecitu- 
dine  che  era  possibile,  la  loro  relazione,  e  dessero  in  tal  modo  la  sospirata  risposta 
afFermativa  al  buon  frate.  II  quale  aspettava  con  ansia  l'invocato  permesso,  che  non 
5  avrebbe  dovuto,  secondo  la  mente  sua,  non  dico  esser  negato  ma  neanche  discusso, 
trattandosi  infine  di  un  uomo  dotto  che  aveva  dedicato  1'  ultima  parte  della  sua  vita 
alle  memorie  della  sua  cittk,  mosso  soltanto  (ed  era  ben  verol)  da  amore,  non  lu- 
singato  da  interesse  di  sorta. 

L'attesa    h    sempre  lunga    a  chi  aspetta:    percio  il   15    dicembre  del    1587   frate 

0  Cherubino  rivolgeva  al  Senato  un  secondo  memoriale  in  cui  pregava  di  spicciar  la 
cosa^;  ma  non  essendo  nh  pur  esso  valso  a  muovere  i  signori  assunti,  il  frate  ne  in- 
viava  il  29  agosto  del   1588   un  terzo,  cosl  concepito: 

111.'"'  Signori', 

1  Havendo  io,  con  continuo  studio  di  anni  quindici,  ordinato  la  Historia  di  Bologna,  et  divisa 
il5  in  trentasei  libri,  dandole  principio  dalla  guerra  di  Enea  contra  Turno,  che  fu  anni  quattro 

cento  vintitre  prima  della  fondatione  di  Roma,  et  seguitando  insino  a'  nostri  tempi,  due  volte 
humilraente  ho  supplicato  le  111.""^  Signorie  vostre,  per  ottenere  la  gratia  loro  di  poterla  stam- 
pare,  et  sopra  cio  eletti  quattro  assonti,  nelle  cui  mani  fu  data  la  detta  opera  per  alcuni  mesi, 
acci6  la  vedessero,  et  al  senato  poi  il  loro  parere  riferissero.     Et  avegnachfe  io  habbia  desi- 

20  derato  d'intendere  quanto  si  fosse  determinato,  nondimeno  giamai  ne  ho  potuto  cosa  alcuna 
sapeme.  II  perch^  di  nuovo  mi  sono  mosso  a  supplicarle  vogliano  degnarsi  di  farmi  gratia 
particolare,  che  le  mie  tante  lunghe  fatiche  fatte  solamente  per  honorare  la  mia  dolcissima  pa- 
tria,  et  non  per  altra  cagione,  habbino  vita.  Assicurandoli  che  nello  scrivere  la  detta  Histo- 
ria  a  degni  autori  mi  sono  accostato,  et  son  caminato.con  la  veritil  delle  scritture  autentici 

'25  in  mano,  et  particolarmente  di  quelle  della  Camara  degli  Atti  et  de'  suoi  Registri  nuovi  et 
vecchi  et  di  molti  Archivi  della  Citta.  Et  di  quaiita  cosa  approbata  hanno  scritto  Galcazzo 
Marescotti,  Giovanni  Sabbadino  degli  Arienti,  fra  Leandro,  il  Bocchio,  il  Sigonio  et  altri  an- 
tichi  et  moderni  Historiografi  di  Bologna,  in  parimente  ho  scritto  ristesso,  et  molto  piu  dif- 
fusamente.     Et  infinite  margarite  che  possono  giovare  et  render  la  Cittk  gloriosa  et  immor- 

30  tale,  che  non  sono  cadute  nelle  retti  della  loro  pescaggione,  sono,  gratia  di  Dio,  pervenute 
alle  mie  mani:  il  che  per  chiaro  si  vede  sparso  nella  mia  Opera,  et  accresciuta  di  passo  in 
passo,  dove  fedelmente  sono  gli  autori  et  le  scritture  citate  a  foglio  per  foglio  per  giustifica- 
tione  del  vero.  Nella  tessitura  di  questa  mia  fatica,  per  quanto  ho  saputo,  ho  fuggito  sempre 
le  cose  noiose  et  di  qualche  disgusto  a'  sopraviventi,  o  almeno  con  parole  modeste  et  velate 

j35  le  ho  descritte,  havendo  in  ci6  riguardo  al  publico  et  al  particolare,  senza  punto  per6  alte- 
rare  la  verita  della  Historia,  sua  parte  principale.  Et  quanto  ho  scritto,  h  con  favella  italiana 
et  semplice,  et  non  con  favella  barbara  o  piena  di  alteratione,  nh  ho  voluto  compiacere  k 
huomo  vivente  nh  a  grado  che  si  sia,  se  prima  non  ho  veduta  la  veritk,  si  come  mi  offerisco 
pronto  a  render  chiaro  qualunque   dubbio  che  sia.     Et  se   bene  nella   mia  Historia  fossero 

40  alcune  cose  vere  et  beii  dette,  o  altra  cosa  simile,  che  al  giuditio  loro  si  debbono  tacere, 
non  per  questo  quelle  poche  devono  subire  tutta  Topera,  ma  levarle,  si  come  ho  altra  volta 


'  I  nomi  ci  sono  dati  da  una  lettera  dei  medesi-  *  Questo    memoriale    non    esiste    negli    atti  ;    cf.    5 

simi  all'ambasciatore   a   Roma   del    14  settembre    1588  M.  Gualandi,  oj>.  cit.,  pp.  6-8. 

(Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Minute  di  lettere  del  ^  Archivio    ui   Stato   di    Bologna,    Lettere    del 

Henato  e  delle  assunterie  aWambasciatore,  alla  data).  Senato,  B,  lib.  39,  n.  56,  1588,  39  agosto. 


XLVIII  PREFAZIONE 


detto;  che  in  questo,  et  in  ogni  altra  coaa  sempre  sar6  figlio  ubidientissimo,    Et  perchfe  gran- 

demente  desidero  quietare  Tanimo  mio  in  questo  negotio,  di  nuovo  humilmente  le  priego  et 

supplico  si  degnino  quanto  prima   risolvermi  dalI'animo   loro,  accioch^  anchMo   mi   appigli, 

secondo  m'inspirerii  Iddio,  a  fame  esito,  o  al  sommergere  Topera  nel  profondo  de  l'oblio. 

Ma  sperando  assai  nella  loro  molta  bonth  et  benigno  favore,  le  desidero  hora  et  sempre  ogni     5 

felicitk,  et  a  terra  me  li  inchino. 

Di  VV.  111.  Signorie 

Devotiss."  S,"'^ 

Fra  Chrrubino  Ghirardacci  di  San  Giacomo  '. 

1i 

Quest'ultimo    memorialc  e  le  ripetute    professioni  di  obbedienza    ai   criteri  e  alla  10 
volontk  dei  signori  Quaranta  del  Senato  bolognese,  che  fa  in  esso  il  Ghirardacci,  sono 
dovoti  alle  gravi  difficoltk  che  erano  sorte  per  la  concessione  del  nulla  osta  da  parte 
del  Senato   bolognese,  difficoltJi    che    non  potevano  sfuggire    al  Ghirardacci    il    quale 
aveva,  a  Roma  specialmente,  degli  amici  e  protettori. 

E  infatti  poco  prima  della  prcsentazione  di  questo  memoriale,  quando  forse  era  15 
giunta  al  Senato  bolognese  la  notizia  —  probabilmente  per  mezzo  deII'ambasciatore 
alla  corte  papale  —  che  1'autoritk  ecclesiastica  aveva  concesso  il  privilegio  per  I'opera 
ghirardacciana,  cosl  i  Quaranta  scrivevano,  in  data  del  24  agosto  1588,  al  si- 
gnor  Paleotti  ambasciatore  del  Senato  bolognese  a  Roma,  in  risposta  ad  una  comu- 
nicazione  che  appunto  si  riferiva  alla  fatta  concessione  ecclesiastica,  pregandolo  di  20 
adoperarsi  perchfe  la  concessione  venisse  ritirata; 

IlI.mo  signor  Amb.™, 

Havendo  visto  quanto  scrivete  a'  signori  Assonti  dell'  Istoria  per  la  vostra  di  xv,  non  po- 
tiamo  se  non  commendar  grandemente  il  generoso  animo  di  fra  Cherubino  (Ghirardacci)  che 
si  sia  messo  a  comporre  V Istoria  di  Bologna;  ma  non  ci  pu6  gik  piacer  che  8'affretti,  come  25 
fa,  di  metterla  alla  stampa,  per  le  cause  et  ragioni  che  un'altra  volta  vi  si  scriveranno.  Per6 
quando  si  potesse  ottener  da  N.  S.  la  sopressione  del  Breve  di  stampar  detta  Istoria,  come 
ne  f arete  ogni  caldo  officio,  ci  saria  molto  caro :  contentandoci  piu  tosto  di  usare  a  fra  Che- 
rubino  qualche  cortesia  quando  la  voglia  accettare  in  ricompensa  delle  spese  da  lui  patite 
per  causa  di  tal  Istoria.     Per6  ci  darete  aviso  del  risposto  *.  30 

Quale  la  cagione  di  tale  ostilitk? 

L'opposizione  del  Senato  alPopera  del  Ghirardacci,  o  almeno  il  desiderio  che  essa 
fosse  attentamente  e  minutamente  esaminata  prima  che  si  desse  Papprovazione  per  la 
stampa,  fe,  almeno  per  un  lato,  da  cercarsi  nelle  beghe  che  altre  volte,  intorno  al  1574, 
il  Senato  stesso  ebbe  per  la  stampa  dell'opera  del  Sigonio  De  rebus  Bononiensium ;  il  35 
quale,  per  aver  voluto  togliere  alcune  tradizioni  care  ai  Bolognesi,  ma  non  siifFragate 
dai  documenti,  suscit5  un  tale  vespaio,  che  al  volume  non  fu  mai  stampato  il  fronti- 
spizio,  e  le  copie    monche  dovettero    andare  come  cosa  clandestina.     Ora  il   Senato 


•  Seguono   queste    parole    negli   atti    del  Senato ;  '  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Minutc  di  lel- 

"  1588,  XXIX  agosto.  Lect.  in  Senatu  ia  n.  xxxi„.  tere  del  Seaaeo,  vol.  XIII,  alla  data. 


PREFAZIONE  XLIX 


voleva  che  non  si  avesse  a  ripetere  il  disgustoso  incidente,  e  a  dir  vero,  in  piii  di 
un  luogo  dell'opera  sua  il  Ghirardacci  si  accostava  al  Sigonio,  e  proprio  in  quei  punti 
che  piti  dovevano  lusingare  I'onore  della  cittk  di  Bologna;  onore,  si  comprende,  ma- 
linteso!  Aggiungansi  altre  ragioni  di  carattere  generale,  rispondenti  al  concetto  errato 
5  che  allora  avevasi  dello  storico. 

Ma  il  Senato  stesso,  in  una  lettera  diretta  aIl'ambasciatore  a  Roma  e  spedita  poco 
dopo  l'altra,  dava,  come  aveva  promesso,  le  ragioni  deIl'opposizione  sua  alla  stampa 
della  storia  del  Ghirardacci: 

IlI.mo  signor  Ambasciatore, 

10  Per  lo  passato  haveste  da  noi  ordine  di  fare  opera  che  si  soprasedesse  nella  espeditione 

del  Breve  che  tratava  fra  Cherubino  di  espedire  per  mettere  alla  stampa  la  sua  Historia  di 
Bologna,  riservandoci  ad  un'altra  volta  scrivervi  le  ragioni  che  a  cio  ci  movevano :  le  quali 
sendo  cosl  ben  note  a  voi  come  a  noi,  come  della  contradittione  che  potria  essere  fra  un'  histo- 
ria  et  Taltra,  che  levaria  il  credito;  del  pregiuditio  che   ne  potria  venire  al  publico  poten- 

15  dosi  allegare  qualche  punto  di  essa  Istoria  contra  noi  medesimi;  dei  mali  affetti  et  effetti 
che  potriano  nascere  negli  animi  de'  viventi  in  udire  ricordare  cose  dispiacevoli,  che  non 
sapevano,  o  che  gli  erano  andate  in  obHvione  et  altre  simili;  perci6  non  ci  estenderemo  in 
esplicarle  a  voi  piu  difusamente.  Ve  ne  aggiungeremo  solo  una,  che  forse  non  k  di  minore 
importanza  per  1'  honore  et  riputatione  della  nostra  citt^  la  quale  ricercaria  che  la  sua  Histo- 

20  ria  fosse  scritta  da  scrittore  di  tal  fama  et  di  tal  stile,  che  havesse  ad  invitare  le  genti  a 
leggerla  volentieri,  il  che  se  sia  nfiiV Istoria  di  fra  Cherubino  nol  sappiamo.  Concludiamo 
bene,  che  voi  dobbiate  fare  ogni  opera,  come  vi  si  fe  scritto,  perchfe  si  sopraseda  di  metterla 
in  stampa  finche  non  sia  ben  maturamente  considerata  al  tutto.  Che  se  fra  tanto  S.  B."'  giu- 
dicasse  che  le  fatiche  del   padre   Cherubino   fossero  riconosciute,  non  si  mancark  di  dargli 

J5  ogni  possibile  sodisfattione,  come  a  Padre  che  per  le  sue  buone  parti  da  noi  h  amato  et  sti- 
mato.    (Segue  la  lettera  trattando  d'altri  argomenti) '. 

Le  ragioni  sono  espresse,  a  dir  vero,  in  forma  alquanto  nebulosa;  da  esse  traspare 
anche  il  poco  concetto  in  cui  era  tenuto  il  Ghirardacci  come  storico  e  come  scrit- 
tore,  concetto  non  lusinghiero,  a  cui  altrove  abbiamo  accennato.  E  invero  per  lo 
jiO  sfile  il  Ghirardacci  non  poteva  reggere  il  confronto  del  paludato  italiano  di  Leandro 
Alberti,  nfe  del  classico  latino  di  Carlo  Sigonio,  i  quali  non  solo  avevano  avuto  dal 
Senato  l'approvazione  per  la  composizione  delle  loro  opere  storiche,  ma  anche  un 
compenso  ^. 

L'ambasciatore  Paleotti  si  adoper6  vivamente  presso  il  papa,  e  il  7  di  settembre 
5  poteva  assicurare  gli  assunti  per  l'esame  della  Historia  nominati  dal  Senato  con  questa 
lettera : 

Molto  ni.  SS.  08s.mi, 

Parlai  venere  a  N.  S."  della  Historia  di  fra  Cherubbo,  suppHcando  S.  S."  a  non  voler 
passarli  breve;  per  non  haver  la  cittk  intiera  satisfatione  di  haverla  potuta  far  vedere  a  per- 


'  La  lettera  c  in  data  del  27  agosto  1588.  Archi-       vol.  XIII,  alla  data. 
vio  Di  Stato  di  Bologna,  Minute  di  lettere  del  Senato,  «  Esistono  in  proposito  doc.  all'Archivio  di  Stato. 

T.  xxxin,  p.  I  —  A 


\\ 


PREFAZlONfi 


sone  esperimentate  et  pratiche:  et  che  quando  le  Istorie  escono  a  contemplatione  de'  scrit- 
tori,  possono  cosl  nocere,  come  giovare  alle  citt^.  S.  B."'  mi  disse  che  sapeva  molto  bene 
che  cosa  volea  inferire  Istoria;  nb  saria  mai  per  permettere  cosa  veruna  sinch^  dal  Senato 
non  havesse  il  suo  consenso,  et  che  la  facessero  vedere  et  considerare.  Tutto  questo  mi  h 
parso  notificarlo  a  fine  che,  certificate  dalla  mente  di  S.  S.**,  possino  farla  vedere,  nh  temere  5 
che  di  qua  sii  per  ottenere  licenza  alcuna.  Ma  perchfe  in  temendo  che  questo  huomo,  se  ha 
tanta  ansietk  di  metterla  in  luce,  non  si  volti  in  altra  cittJi  et  la  faccia  stampare,  crederei 
giovevol  cosa  stare  avertito  et  trattenerlo  sin  che  me  ne  havessero  dato  aviso,  con  farle  fare 
precetto  dairill.mo  Arcivescovo.  Per6  tutto  sia  rimmesso  nella  loro  deliberatione ;  et  con 
tal  fine  le  baso  le  mani.  K 

Dl  Roma,  li  v«  settembre  1588. 

Delle  SS.  VV.  molto  lll.me  Aff.mo  servo 

Camillo  Paleotto  '. 
Alli  molto  111."  SS."  miei  Oss.""  li  SS."  Assonti  deWmstona.  Bologna. 

II  dubbio  sollevato  dal  Paleotti  in  fondo  alla  sua  lettera  aveva  messo  sulle  spine  11 
i  quattro  assunti    della  Historia,  come    erano  chiamati;  s5    che  essi   furono  indotti  a 
riscrivere  all'ambasciatore  affinche  si  adoperasse  in  ogni  guisa  per  risparmiare  ai  Se- 
nato  una  tanta  sventura!  La  lettera  fe  in  data  del   14  settembre: 

*  Molto  111."  S.'  Ambasciatore, 

*  Habbiamo  per  la  sua  ultima  di  7  veduto  quanto  V.  S.  pass^  con  N.  S."  nel  partico-  2( 
"  lare  de  VHistoria  di  fra  Cherubino  et  1'  intentione  f erma  datale  da  S.  S.**  di  non  permet- 
"  tere  in  altro  modo  ch'egli  possa  publicare  senza  il  consenso  del  Senato  nostro.     Et  quanto 
"  al  ricordo  datoci  da  V.  S.,  che  per  il  timore  che  si  possa  havere  ch'egli  sia  per  voltarsi  al- 
*  trove  a  f arla  stampare,  si   consiglia   di  ricorrere   qui   a . .  Ill.mo  Cardinale  Arcivescovo,  h 
"  da  noi  stato  come  cosa  buona  stato  molto  bene  approvato ;  et  sl  di  questo  come  dell'  ufficio  2 
"  fatto   con  S.  B."*  somamente  ne   la  comendiamo,  dicendole   che  mentre  qui  noi  tentaremo 
"  con  S.  S.  Ill.ma  tal  rimedio,  sark  anco  molto  a  proposito,  per  maggiore  sicurezza,  che  V.  S. 
"  costi   supplichi  1'  IlLmo   Mont'Alto   Legato   nostro  che   si  degni   scriver  qua  a  monsignore 
"  Vicelegato  che  anch'egli,  d'ordine  espresso  di  S.  S.  Ill.ma  anzi  di  N.  S.",  facesse  ilmedesimo; 
"  et  quando  questo  non  si  potesse  ottenere,  che  si  potra  volgere  al  protettore  o  viceprotettore  3 
"  et  anco  al  Generale  della  Religione,  operando  che  gli  lo  prohibiscano  affatto.     Et  sopra- 
"  tutto  si   usi  ogni   maggiore  et  possibil  secretezza  accib    che  talhora   egli  ci6   non  presenta 
"  prima  deiressecutione  et  procuri  di  prevenire  per  havere  1'  intento  suo.    Et  il  Signore  Idio 
"la  risani  affatto  et  conserva  felicemente. 

Di  Bologna  ecc.  „^  Z, 

L'ambasciatore  non  stette  con  le  mani  in  mano,  ma  tosto  si  adoperb  presso  il 
papa,  e  questi  ordin6  al  cardinale  Montalto  di  scrivere  al  Vicelegato  di  Bologna 
affinchfe  fosse  scongiurato  il  pericolo  che  l'opera  potesse  uscire  altrove  che  non  in 
Bologna,  senza  la  necessaria  approvazione  del  Senato.  E  il  cardinal  Montalto  aderl 
il  21   settembre  all'incarico  ricevuto  con  questa  lettera:  ) 


»  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Lettere  di  frin-  scritto  agli  assunti  speciali. 
cipi  ecc.  al  Senato,  vol.  XXV,  alla  data.     Contempora-  •  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Minute  di  let-    j  ■ 

neamente,  con  altra  lettera  (ivi),  11  Paleotti  avvertiva  tere    del  Senato    e   delle    assunterie   aWambasciatore,  vo-    ; 

i    Quaranta  ciie   sulla   Historia   aveva   particolarmente  lume  per  gli  anni  1586-158S,  alla  data. 


PREFAZIONE  LI 


111.  signore  et  molto  R.°  S."  come  fratello, 

II  signor  Ambasciatore  di  Bologna  ha  fatto  instanza  a  N.  S.'    che  si  compiaccia  che  non 
si  stampi  VHistoria  di  fra  Cherubino  deirord."'  di  S.  Agostino,  che  non  sia   prima  vista  da 
cotesto   Reggimento,  di   che  S.   S.'*  s'^  contentata.     Ordinara  dunque  V.  S.  che  non  si  dia 
5  alla  stampa,  che  prima  non  sia  veduta  dal  d.°  Reggimento.  Et  Iddio  la  contenti. 

Di  Roma,  li  3i  settembre  1588. 

Di  V.  S.  come  fratello 
A.  card."  Montal,to'. 

La  cosa  non  poteva  presentarsi  piii  difficile  e  imbarazzante  per  il  buon  frate,  al 
0  quale  fu  giocoforza  di  aspettare ....  che  gli  eventi  mutassero.  E  cosi  fu.  A  dir  vero, 
non  sappiamo  come  precisamente  si  svolgessero  le  cose;  ma  crediamo  che  da  un  lato  gli 
assunti  abbiano  chieste  le  dovute  informazioni  ai  competenti,  e  questi  abbiano  afFer- 
mato  che  nelFopera  non  c'era  nulla  di  pericoloso;  e  daIl'altro  pensiamo  che  le  sol- 
lecitazioni  a  Roma,  per  mezzo  specialmente  del  cardinal  Paleotti  e  di  monsignor  Sab- 
5  batini,  dei  quali  era  amico,  abbiano  persuaso  cosi  il  papa  come  il  Senato  che  potevasi 
dare  la  permissione  che  l'opera  uscisse  in  luce. 

Ma  qui  si  pararono  innanzi  le  difficoltk  della  stampa,  che  doveva  essere  lunga  e 
costosa.  Non  si  sgomentb  neanche  per  questa  volta  il  buon  frate,  consolato  di  pa- 
role  e  di   aiuti  da  monsignor  Sabbatini  ^,  e  la  stampa  fu  cominciata  intorno  al  1594, 

0  se  non  anche  nel  1593,  da  Giovanni  Rossi  tipografo  bolognese.  Nel  luglio  del  1595 
essa  era  gik  bene  avviata  e  giunta  a  buon  punto,  come  sembra  trasparire  dalla  lettera 
che  pubblichiamo  diretta  da  Marc'Antonio  Sabbatini  al  Ghirardacci,  dalla  quale  appare 
anche  quante  cure  il  Sabbatini  prendesse  per  il  frate  agostiniano  e  quanta  parte  della 
spesa  egli  si  assumesse. 

5  Molto  Rev.°  Padre  Mastro  Cherubino  semper  honorando, 

L'amorevolissima  di  sua  Reverentia  del  primo  del  corrente  mese,  h  stata  al  solito  piii 
che  carissima,  scrivendomi  d'havere  dato  fine  alle  sue  tante  longhe  et  travagliose  fatiche, 
che  stava  per  publicare  al  presente  il  primo  volume  delle  sue  historie,  del  che  n'ho  sen- 
tito  consolatione  intinita,  laudando  molto  la  risolutione  che  sua  Reverentia  ha  fatta  di  pu- 

'3  blicarle  sotto  il  nome  di  Nostro  Signore.  Quanto  al  motu  proprio  m'avisark  a  favore  di 
chi  s'  ha  da  f are,  in  nome  suo,  o  del  stampatore,  che  per  conto  della  spesa  non  si  piglia  altro 

j    fastidio,  non  havendone  Lei  a  sentire  spesa  alcuna,  et  sia  quanto  si  vuole.     Mi  perdona  s'  io 

1  8on  piii  breve  di  quel  saria  il  desiderio  mio,  occorrendomi  hora  d'u8cire  di  casa  per  alcuni 
miei  affari  di  molta  importanza,  et  mi  raccomandark  al  carissimo  messer  Gio.  Battista  nostro, 

.5  quale  desiderarei  mi  facesse  affittare  la  possessione  di  Bagnarola.     Con  che  facendo  fine,  per 


'  La   lettera   fc   indirizzata    "all'ill.mo    et   molto  lettera  dedicatoria  del  volume  (i°  gennaio  1596),  la  dove 

*  R.  S."  come  fratello  Mons."   Dandino  Vicelegato  di  il  Ghirardacci  scrive  che  non  sarebbe  uscito  se  la  bonta 

"  Bologna  „.  Archivio  di  Stato  di   Bologna,   Lettere  "  et   gran   liberalitk  di  V.    S.   non  vi  si    intrometteva, 

di principi  ecc.  al  Senato,  vol.  XXV,  alla  data.  "  s\  come  benignamente  ha  fatto  „  ;  e  piu  avanti,  quando    10 

'  Che  a  monaignor  Sabbatini    debbasi   in  grande  lo   prega  di   gradire   "  questa  raia  fatlca  et  parto  della 

parte  la  stampa,  oltre  che  l'aiuto  morale,  traspare  dalla  "  sua  liberallta  „  (p.  8  delle  introduttive). 


Ui  PREFA2IONE 


infinite  volte  mi  raccomando  a  sua  Reverentia,  et  li  bacio  le  mani  pregandoli  dal  Signore  Dio 
ogni  contento.    Di  Roma,  li  viir  di  lugK6  1595. 

Di  V.  S.  molto  Rever."  af£."°  Servitore 

Marc'Antonio  Sabatino  '. 

Un'altra  lettera  di  monsignor  Sabbatini  ci  dh  la  notizia  che  1'  11  di  novembre  1595 
la  stampa  del  volume  doveva  essere  compiuta,  salvo  forse  gli  indici,  perchfe,  rispondendo 
al  Ghirardacci  che  gli  chiedeva  il  privilegio  per  l'opera,  gli  annunziava  che  non  c'era 
dabbio  alcuho  che  il  privilegio  sarebbe  stato  dato,  ma  era  necessario  ottenere  prima 
l'approvazione  del  maestro  del  sacro  palazzo.  Ora  era  necessario  o  incaricare  l'In- 
quisitbi-e  di  Bologfta  di  esaminare  Topera  e  ^uindi  fiferire,  o  mfeglio  ass^i  di  man-  10 
dare  *  un  volumfe  „,  e  ciofe  un  esemplare  (percib  gik  finito),  a  Roma.  Terminava  il 
Sabbatini  compiacendosi  che  il  frate  fosse  arrivato  alla  fine  dell'impresa  e  che  rice- 
VeSs6  daU'opera  la  dovuta  soddisfazione  "  dopo  tante  fatiche  e  stenti  „,  parole  che 
fioi  sappiamo  bene  cortie  corrispondessero  a  veritk !  ^  i 

II  pondferoso  volume,  che  era  il  primo  della  Historia  di  Bologna  usciva  ih  luce  ai  15 
ptimi  del  1596,  addrnato  di  una  ricchissima  tavola  dei  nomi  e  delle  cofee  contenute 
nel  volume,  della  dedica  al  Santo  Padre  Clemente  VIII,  della  approvazione  del  gene- 
rale  degli  Agbstiriiani  Andrea  Fiviz^ahi,  della  lettera  dedicatoria  posta  dal  Ghirardacci, 
ittdata  1°  genhaio  1596,  a  mons.  Marc'Antonio  Sabbatini  e  da  poesie  gratulatorie  del 
cohte  RodolfG  Campeggi,  di  Ottavio  Renghieri,  di  Cesare  Rinaldi,  di  Muzio  Piaceh-  2( 
tini,  di  Vincehzb  Fabretti,  di  Girolamo  Zoppi,  di  Giovanni  Battista  Arrighi,  di  Agesi- 
lao  Marescotti,  di  Cesare  Scudieti,  di  Carlo  Gelati,  di  Gaspare  Ercolani,  di  Francesco 
Pecdi,  di  Senofonte  Bindassi  e  di  Giulio  Segni.  Infine  il  volurae  conteneva  due  let- 
tere  di  Cbhimidto  e  di  avvertimento  ai  lettori :  una  dell'aut0fe,  l'altra  dello  stampatore. 

Aveva  questo  titolo:  || 

"f(, 

Della  Historia  di  Boloona  parth  prima,  dhl  R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardacci 
BoLOGNESE  dbll'ordine  Eremitano  di  S.  Agostino.  Nella  qualr  con  diligente  fedeltA 
fiT  AUTORITA  COSi  d'aUTORI  GRAVI  ET  ANTICHI,  COJiE  per  confronto  di  scritture  publiche 
bt  privatb,  si  esplicano  le  grande2ze,  li  consigli,  lb  guerre,  le  paci  et  i  fatti  egregi 
de'  suoi  cittadini.  Con  un  catalogo  de'  sommi  pontbfici,  imperatohi  romani  et  regi  di  3( 
ToscANA,  per  dilucidatione  di  detta  Historia,  et  una  copiosissima  tavola  d'infiniti 
PARTicoLARi  importanti.  In  Bolognft,  per  Giovanni  Rossi,  MDXCVI.  Con  licenza  de'  si- 
ghori  Snperiori.  —  Ppi  48  n.  n.  preliminari,  piil  612  n.,  piti  p.  168  n.  n.  di  tavole  e  d'appen- 
dici,  in-quarto. 

L'opera  dovette  uscire  nel  gehnaio  stesso,  o  ai  primissimi    di  febbraio,  come  ci  31 
sfehibra  provato  da  questi  versi  che  Cesare  Scudieri  compose  il  9  di  febbraio,  quasi 
certamente  in  occasione    della    distribuzione,    gik    avvenuta    o  che    stava  awenendo, 
del  volume : 


'  La  lettera  conserVasi  nell'Archivio  di  Stato   di       "  lionorando.  In  San  I&como.  Bologna  „.  \ 

Bologna  nella  busta  altre  volte  citata.     E  indirizzata;  *  Gonservasi  ia  lettera  nella  bustd  piii  volte  citata    5 

"Al  molto  Rev.  padre  Clierubino  Gliirardacci    semper      dell'ArcliivIb  di  Stato  di  Bblogna.  Vedl  sopra  a  p.  x*xVn. 


PREFAZIQNE  UH 


(Ad  Reverendum  Patrem  Magistrum  Cherubin  Sacrae  Theologiae  Doctorem  Hi^tq- 
'  riaeque  Bononiae  scriptorem. 

ii  Audivi,  Cherubin,  de  te,  quod  Praesbiter  unus, 

*  PraetereO  cuius  presenti  carmine  nomen 

5  Obloquitur,  veteris,  quod  prima  exordia  gentis 

Ignores,  dederit  primus  qui  moenia  et  Urbi 

Et  quoties  subversa  fuit,  quo  Praeside,  quando 

Quove  sub  imperio,  quanto  vel  tempore  tenta 
i  Aut  quando  fuit  sub  Libertate  remissa, 

10  Aucta  sit  angusto  vel  quando  ab  Hmite  primo 

j  Quot  numero  Turres,  aut  quorum  nomine  factae, 

!  Quos  Patriae,  et  primos  decoravit  gloria  cives, 

Unde  orta  hos  inter  fuerint  civilia  bella 

Nobilitas  veterum  periit  cum  prisca  virorum 
15  Et  vacuam  Villae  replerunt  opida,  et  Urbem 

Unde  etiam  multi  servant  cognomen  ab  illis 

His  super  obloquitur  te  cpntra  Praesbiter  iste 

Expediens  quare  est,  Cherubin,  descendere  in  hortum 

Illius,  atque  herbas  rigidas  divellere  falce, 

Laedere  ne  possint  quae  tanto  scripta  labore 

Est  tibi  qui  servus  magno  devinctus  amore. 

Quarto  idus  februarii  1596. 

Caesar  Scuderius  Bononiensis. 


h 


II  volume  ghirardacciano  crediamo  restasse  per  parecchio  tempo  in  composi- 
5  zione  e  sotto  i  torchi  in  tipografia  a  cagione  della  difficoltk  delI'opera  e  delle  cure  aspre 
della  correzione  e  impaginazione.  Tuttavia,  e  forse  anzi  per  questo  ritardo,  anche 
prima  che  la  stampa  fosse  del  tutto  compiuta,  la  piti  parte  de'  fogli  del  volume  era 
gik  circolata  per  le  mani  dei  cittadini  bolognesi,  in  ispecie  dei  piti  eruditi  e  dei  cul- 
tori  delle  cose  storiche,  come  ci  pare  di  trarre  dalla  lettera  di  commiato  deII'autore 
nella  quale  si  accenna  gik  a  dei  giudici  e  a  dei  giudizi  e  quasi  quasi  si  risponde  ad 
accuse.che  parevano  essere  state  mosse. 

Comunque  h  certo  che  l'opera  al  gran  pubblico  fu  distribuita  soltanto  nel  febbraio 
e  ben  presto  i  volumi  furono  inviati  nelle  principali  cittk  d'Italia.  Oliviero  Bologna 
cosl  scriveva  al  Ghirardacci  da  Milano  nel  maggio: 

|3S  Molto  Rev.''°  Sig.''  mio  oss."°, 

E  comparso  in  questa  cittk  il  primo  volume  delle  Historie  di  Bologna  composto  da  V. 
S.  molto  Rev.^*,  et  si  come  h  opera  degna  d'esser  veduta,  et  rispondente  al  valore  suo,  cosJ 
anco  desideroso  di  saper  alcune  particolaritk,  le  invio  1' inchiusa  nota  pregardo  V.  S.  molto 
R.''^  et  supplicandola  che  resti  servita  di  vederla  et  considerarla  et  anco  di  usarle  qualche 
40  fatica  sopra  per  chiarezza  della  verita,  favorendomi  di  risposta,  quando  le  sark  commodo,  che 
oltre  robligo  che  V.  S.  molto  Rev.*^"  s'ha  tolto  di  pivi  honorare  la  sua  patri^,  io  non  le 
saro  ingrato  et  per  sempre  gli  ne  restarb  obligato.  Al  signore  Dominico  Silvaticp  luogote- 
nente  del  maestro  delle  poste  in  Milano  potrk  V.  S.  indrizzare  le  lettere  che  haveranno  fedel 


LIV 


PREFAZIONE 


ricapito.    Con  che  le  faccio  riverenza,  pregandole  da  N.  S.  ogni  contento.    Da  Milano,  li 
22  maggio  1596. 

Di  V.  S.  molto  R.<'»  Ser.«  di  cuore 

Olivbro  Bolggna  *. 


II  primo  volume  della  Storia  del   Ghirardacci  aveva  suscitato  in  Bologna,  anche    5 
prima   che   uscisse,  come  gik  accennammo,  molte  discussioni.     Non  pochi  erano    gli 
invidiosi   e  tutti  trovarono  qualche  cosa  da  ridire,  o  per  la  forma,    o  per   la  narra- 
zione,  o  per  le  fonti  cui  erasi  attinto,  o  per  le  omissioni  immancabili,  come  dovevano 
essere  immancabili  in  una  grande  opera  gli  errori  ^. 

La  pubblicazione  editorialmente  non  ebbe  un  grande  successo  perchfe  il  libraio  10 
sentl  il  bisogno  pochi  anni  dopo,  nel  1605,  di  rifare  il  frontespizio  avvertendo  che, 
in  questa  seconda  pretesa  edizione,  l'opera  era  stata  di  "  nuovo  corretta  di  molti 
"  errori  „  e  dando  a  credere  che  erasi  dovuto  procedere  a  questa  ristampa,  la  prima 
essendo  esaurita,  ad  instanza  di  Simon  Parlasca  ^  Questa  edizione,  la  quale  non  difFe- 
risce  dall'altra  comune  se  non  per  il  mutato  frontispizio  e  per  qualche  cambiamento  15 
nelle  carte  preliminari,  non  h  che  un  trucco,  una  di  quelle  piraterie  a  cui  ricorrono 
i  librai  per  fare  apparire  nuovo  un  libro  che  h  gik  vecchio,  o  per  allettare  i  compra- 


'  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  busta  cit.  L'  in- 
dirizzo,  a  tergo,  h  il  seguente :  *  Al  molto  Rev.*°  et  Si- 
"  gnor  mio  sempre  oss.""'  Cherubino  Ghirardacci  dell'Or. 
"  dine  Eremitano  di  SanfAgostino.  Franco.  Bologna  „. 
S  '  Due  errori,  ma  che  dovrebbero  chiamarsi  minu- 

zie,  segnalava  al  Ghirardacci  il  Macci,  il  quale  anche 
pregava  di  correggerli  e  si  ofiriva  perfino  a  farlo  a  sue 
spese.  Riproduco  la  lettera,  con  in  fondo  i  passi  di- 
scussi  e  le  proposte: 

10  «  Molto  Reverendo  Padre  in   Cristo   osservandis- 

"  simo, 

"Se  desidera  per  particolar  gratia  da  V.  P.  M.  R., 
"  ancorchb  sia  interesse  suo  cioe  honor  della  sua  histo- 
"  ria,  essendo  l'honor  delPhistoria  e  la   medolla  di  lei 

15  "  prima  la  veritk,  dopo  conseguentemente  il  seguitar 
"  l'opinion  universale,  voglia  correger  nella  su'  opra, 
"  cioh  nella  prima  parte  AcW Historia  di  Bologna  l'error 
"  che  da  piu  scrittori  si  e  preso  in  santo  Celestino  11  •, 
"  dicesi  santo,  che  cosi  si  vede  ancor  scritto,  attestandosi 

30  "  da  quei  scrittori,  che  talmente  lo  scrivono,  la  santita 
"  e  miracoli  di  lui.  Et  a  questo  effetto  se  li  manda  1'  in- 
"  clusa  fede,  stampata  in  Roma  per  comoditA  di  man- 
"  darla  in  qualslvoglia  paese,  come  s'e  fatto  fin  hora,  a 
"  remedio  e  sodisfation  di  quelli  quali  scrivendo  vite  di 

25  "  pontefici  scrivono  ancora  la  vita  di  santo  Celestino  II. 
"  Se  li  mandano  ancora  a  magior  sodisfation  sua  la  co- 
"  pia  delle  vite  di  san  Bonifatio  III  e  detto  santo  Cele- 
"  stino,  che  al  presente  il  padre  D.  Arnoldo  Fiandrese 
"  monaco  in  San  Benedetto  di  Mantova  lia  inserite  nel 

30    "  Platino  latino,  che  il  Basa  In  Venetia,  illustrato  dal 
"  detto  padre  D.  Arnoldo,  e  per  cominciar  a  far  ristam. 
"  pare,  e  quando  ell'  habbia  conoscenza  di  detto  padre 
"  Arnoldo  potra  saperlo  et   haverne  compjtamente  in- 


"  formatione  d'esso  negotio  ancor  da  egli.  Vedra  di  gia 
"  emendato  V.  P.  l'error  preso  da  molti  in  varii  libri  35 
"  novamente  fora,  anzi  si  vedra  scritto  tale  quale  se 
"  scriva  da  lei,  se  desidera,  nell'Elogii  militari  di  Giu- 
"  lio  Roscii  nella  vita  di  Girolamo  Tristano  Castelli, 
"  et  anco  si  vedra  nella  nova  opra  fora  stampate  in 
"  Ferrara.  S\  che  si  prega  V.  P.  a  voler  sodisfar  in  40 
"  questo  negotio,  poiche  se  bisognasse  ristampar  fogli 
"  si  pagara  gratiosamente  il  denaro,  et  a  lei  restarasene 
"  con  obligo  particolare. 

"  In  Padova,  H  v  di  marzo  1598.  \ 

Sempronio  Macci  Cam.™„.       4S 

"Nel  Catalogo. 
"  Celestino  secondo  chlamato  Maestro  Guidone  de 
"  Castello   deU'antichissima  famiglia    Castelli    in    quel 
"  tempo  principi  di  Naarti   nelPUmbria,  govern6  mesi 
"  cinque   e  giorni  quattordici  insino  alli   vintiquattro    50 
"  di  settembre„. 

"  A  carte  75. 

"  Questo  Pontefice  alli  dicidotto  di  decembre  creo 
"  quattordici  cardinali  tra'  quali  fu  Giberto  figliol  di 
"  Marchese  di  Terni  secondo  alcuni  nepote    55 

"  di  Celestino  honorandolo  del  suo  titolo  di  San  Mar- 
"co;  e    fra'  quali  fu  Manfreddo,   e   quel  che  seguita  „. 

"  Questo  e  quanto  se  desidera  da  V.  P.  M.  R,    Et 
"  acci6  in  fogli  capisca   queste  quattro    parole,   che   vi 
"  sono  agiunte,  se  potran  far  numero,  e  lasciar  il  com-    60 
"  pletarle  quelle  parole  che  numero  significano,  come  e : 
"  secondo,  quattordeci,  e  simill  „  (Biblioteca  Universi- 

TARIA    DI    BOLOGNA,    Ms.    2012,    busta    8). 

'  Cf.  Fantuzzi,   o/.  cit.,  IV,  136.     Parecchie  ine- 
sattezze   ha    il    Lozzi,  Biblioteca   istorica  della  antica    e    6; 
nuova  Italia,  Imola,  Galeati,  1886,  I,  166. 


PREFAZIONE  LV 


tori,  dando  g.spetto  di  veritk  al  grande  successo  della  vendita  che  costringeva  alla  ri- 
stampa  del  volume  per  esserne  esauriti  tutti  gli  esemplari.  Proprio  ci5  che  si  fa 
anche  ne'  nostri  modernissimi  tempil 


3,  —  La  stampa  del  secondo  volume. 

iiS         L'accoglienza  non  troppo  entusiastica  fatta  dai  Bolognesi  al  primo   volume  della 

r     Historia  del  Ghirardacci,  se  aveva  disilluso  alquanto  il  buon  frate,  il  quale  per  tanti  anni 

spesi  in  ricercare  e  scrivere  credeva  gliene  dovesse  venire  maggior  risultato,  non  servl 

tuttavia  a  distogiierlo  dal  proposito,  alimentato  da  un  vivo  desiderio,  che  venissero  in 

luce  anche  il  secondo  e  forse  anche  il  terzo;  tanto  piii  che  il  secondo  era  gik  com- 

0  posto  in  una  redazione  quasi  definitiva. 

Che  infatti  tosto  dopo  la  pubblicazione  del  primo  volume,  attendesse  a  svolgere  le 
pratiche  per  la  stampa  del  secondo,  ne  h  prova  una  lettera  interessante  di  mons.  Mar- 
cantonio  Sabbatini,  in  data  13  raaggio  1598,  diretta  al  Ghirardacci,  nella  quale,  dopo 
averlo  ringraziato  delPaffetto  che  portava  a  lui  ed  alla  sua  famiglia  (in  specie  al  ni- 
5  pote  Alfonso,  contro  del  quale  monsignore  ha  tuttavia  amare  parole)  cosl  continua: 
"  Ho  anco  sentito  gran  contento  scrivendomi  d'havere  finito  il  secondo  volume  delle 

*  sue  Historie,  quale  desidero  molto  venght  quanto  prima  in  luce,  sl  per  deletta- 
"  tione  mia  come  anco  per  rispetto  di  sua  R."'' ;  anco  perchfe  delle  sue  fatiche  altri 
"  non  si  ne  facesse  bello  et  honore.     Di  ci6    l'esorto  grandemente  a   darli  fine,  che 

'0  "  non  potrk  essere  se  non  con  molta  satisfattione  de  tutti  I'amici  suoi,  anci  di  tutta 

*  la  cittk  nostra  „ .  Naturalmente  tra  le  righe  lasciava  comprendere  che  non  altrimenti 
di  quanto  aveva  fatto  pel  primo  volume,  anche  per  questo  era  disposto  a  contribuire 
nella  spesa  della  stampa. 

Era  ci6  che  desiderava  e  sperava  il  buon  frate;  il  quale  intanto  pensava  a  pro- 
5  curarsi  le  concessioni  e  i  privilegi  che  dovevano  accompagnare  il  volume. 

Interessante  a  questo  proposito  fe  una  lettera  che  il  Ghirardacci  dirigeva  il  30  ago- 
sto  1598  ad  Annibale  Gozzadini  in  Roma:  dopo  averlo  ringraziato  del  vivo  interes- 
samento  che  egli  si  prendeva  per  la  stampa  della  sua  Storia  e  rispondendo  ad  una 
sua  lettera  gentilissima,  notava  che  fbrse  era  incorso  un  equivoco;  egli  non  deside- 
)0  rava  dal  pontefice  la  licenza  della  stampa  deII'opera,  che  in  fondo  era  gik  ottenuta; 
ma  voleva  sapere  quanto  sarebbe  costato  il  privilegio  al  tipografo,  per  la  durata 
d'un  certo  numero  d'anni,  circa  la  stampa  e  la  vendita  deII'opera  stessa,  affinchfe,  egli 
aggiungeva,  gli  fosse  ofFerto  il  modo  di  pagare,  con  1'introito  della  vendita  privilegiata 
del  volume,  coloro  i  quali  gli  avessero  anticipata  la  somma '. 
35  Tutto  dunque  sembrava  correre  per  il  megHo  e  pareva  che  per  il  secondo  volume 

non    dovessero    ripetersi    le    enormi  difBcoItk    che  si    erano   incontrate    per  il    primo. 


'  La  lettera  fu  pubblicata  dal  conte  Glovanni  Goz-      zadini,  nel  loc.  cit. 


LVI  PREFAZIONE 


sl  che  stava  per  iniziarsi  la   composizione,  se  gik  non  era   iniziata  *,  quando,  nel  di- 
cembre  dello  stesso  anno,  frate  Cherubino  moriva. 

Della  stampa  per  allora  non  se  ne  parl6  piiij  ma  la  memoria  del  volume  non 
and6  perduta  e  vivo  dovette  rimanere  negli  studiosi  bolognesi  da  un  lato  e  dall'al- 
tro  nei  frati  del  convento  il  desiderio  che  il  volume  potesse  alla  fine  vedere  la  luce.    5 

Ma  anche  stavolta  sorsero  intoppi:  alcuni  male  intenzionati  andavan  susurrando 
al  Senato  che  la  storia  del  Ghirardacci  conteneva  errori  e  apprezzamenti  non  sempre 
lodevoli  e  che  perci6  era  necessario  sorvegliare  affinch^  la  stampa  non  ne  fosse  fatta 
senza  che  il  Senato  avesse  potuto  prendere  i  debiti  provvedimenti ;  era  il  solito  vieto 
e  banale  argomento  che  vedemmo  anche  per  il  primo  volume.  Non  deve  perci6  far  10 
maraviglia  se  sotto  il  10  gennaio  1639  negli  ordini  e  decreti  deII'archivio  del  Reg- 
gimento  si  leggono  le  seguenti  testuali  parole :  "  Trovandosi  nel  convento  di  San  Gia- 
"  como  la  Historia  del  padre  Ghirardacci  manuscritta  (intendasi  il  secondo  e  forse  il 
"  terzo  volume,  giacchfe  il  primo  era  gik  pubblicato)  delle  cose  di  Bologna,  fu  pre- 
"  gato  il  signor  Paleotti  (Caraillo  di  Galeazzo)  di  usare  della  prudenza  sua  e  della  sua  15 
"  desteritk  per  vedere  se  il  Senato  potesse  ricuperarle  acciocchfe  non  fussero  stampate 
"  senza  sua  saputa  e  consenso,  e  forsi  con  danno  pubblico  se  vi  fusse  qualche  cosa 
"  di  pregiudiciale  „2.  Appar  chiaro  che  l'improvvisa  deliberazione  era  dovuta  alla 
voce  che  s'era  sparsa  della  stampa  del  restante  della  storia  ghirardacciana. 

Comunque,  il  signor  Paleotti  adempl  tosto  al  suo  assunto  e  con  una  sollecitudine  20 
che,  quando  si  tratti  di  amministrazioni  cittadine,  ha  veramente  del  meraviglioso,  il 
24  gennaio  deIl'anno  stesso  poteva  riferire  ai  coUeghi  assunti  di  avere  trattato  coi 
padri  di  San  Giacomo  sopra  la  Historia  di  frate  Ghirardacci  e  che  aveva  avuto  con- 
siglio  d'aspettare  che  fosse  eletto  il  nuovo  priore  che  doveva  essere  un  bolognese: 
con  lui  si  sarebbe  dovuto  riparlare  della  cosa '.  A  quanto  ci  risulta,  o  il  Reggimento  25 
per  allora  non  si  occup6  piti  della  facenda,  o  il  nuovo  priore  del  convento  agosti- 
niano  si  rifiut6  di  consegnare  i  volumi  della  Storia  bolognese  del  Ghirardacci.  Certo 
h  che  per  quindici  anni  non  se  ne  parl6  piti. 

Nella  quaresima  del  1654  venne  a  predicare  nella  basilica  di  San  Petronio  il 
padre  Aurelio  Agostino  Solimani  bolognese  agostiniano  *,  che  essendo  di  stanza  presso  30 
il  convento  di  San  Giacomo  e  avendo  veduto  il  compiuto  volume  del  Ghirardacci  e 
forse  inteso  dei  tentativi  che  dal  Ghirardacci  stesso  s'eran  fatti  per  la  stampa,  pens6 
di  tal  faccenda  incaricarsi  egli  medesimo;  e  senz'aItro  consegno  il  manoscritto  a  Gia- 
como  Monti  solerte  tipografo  bolognese  di  quel  tempo.  La  composizione  fu  tosto 
cominciata  e  avviata  con  grande  sollecitudine,  di  guisa  che  verso  la  fine  deiranno  do-  35 
veva  gik  essere  arrivata  a  buon  punto. 


>  Una  lettera  del  conte  Gaudio  Castelli,  senza  data  arH,  vol,  dal    1636  al  1639,   p.  48.  Cf.  M.   Gualandi, 

ma  del  maggio  1598,  ricorda  a  lungo,  scrivendo  al  Glii-  0/.  cit.,  pp.  8-9. 

rardacci,  11  secondo  volume  "  che  mandava  al  fresenie  '  Archivio  dI  Stato  di  Bologna,  MagistraH  delle 

«sotto  il  torcolo„.  Vedi  sopra  a  p.  xxxvui.  arti,  vol.  cit.,  p,  51.  Cf.  M.  Gualandi,  op.  cit.,  p.  9. 
S              «  ARcmvio  Di  Stato  di  Bologna,  Magistrati  detle  «  Cf.  G.  Fantuzzi,  Scrittori  Mognesi,  VI,  137. 


PREFAZIONE  LVII 


Ma  ricominciano  le  difficoltk  del  Senato  bolognese.  Gli  assunti  de'  Magistrati  si 
radunarono  il  28  dicembre  e  in  seguito  alla  notizia,  non  sappiam  come  appresa,  che 
la  stampa  del  secondo  volume  era  gik  progredita,  ordinarono  di  sospendere  la  stampa 
stessa,  che  era  avviata  al  suo  compimento,  e  affidarono  a  due  dotti  bolognesi,  Ovidio 

5  Montalbani  e  Gaspare  Bombaci,  di  vederla  tutta  e  di  riferire  in  proposito  ^  II  Mon- 
talbani  e  il  Bombaci  si  misero  tosto  alPopera  e  il  19  gennaio  del  1655  dovettero 
gik  aver  fatto  al  Reggimento  alcuni  rilievi  sull'opera,  perchfe  ricevettero  l'ordine  di 
restituire  il  volume  stampato  fu  inoltre  preso  il  partito  che  sopra  la  nota  delle  cose 
da  aggiungere  data  da  loro  si  invocasse  il  parere  da  qualche  avvocato  di   camera^. 

10  Le  cose  continuavano  sempre  in  peggio  perchfe  il  28  gennaio  il  segretario  del  Senato 

riceveva  ordine  dal  confaloniere  e  dagli  assunti  di  pregare  il  padre  inquisitore  affinchfe 
sospendesse  V  imprimatur  gia  concesso  alla  Storia  del  Ghirardacci  e  gli  facesse  anche 
vedere  le  ragioni  che  vi  erano  a  far  ci6  e  la  parte  della  storia  che  ne  dava  occa- 
sione  ^.     L'  inquisitore,  spinto  in   senso  contrario    dagli  Agostiniani,    non  si  arrese  al 

1 5  volere  del  Senato ;  ma  dando  un  po'  ragione  ad  uno  un  po'  aIl'altro,  propose  che  si 
facesse  un'aggiunta  alla  Storia  del  Ghirardacci  per  ci6  che  si  riferiva  al  privilegio 
concesso  da  B^ldassarre  Cossa  a  quei  di  Medicina;  e  di  tale  assunto  fu  incaricato 
dal  Reggimento  il  canonico  Domenico  Odofredi*.  Nello  stesso  tempo  (16  feb- 
braio   1655)  il  confaloniere  chiamava  il  padre  Aurelio  Agostino  Solimani  per  indurlo 

20  a  levare  dalla  Storia  del  Ghirardacci  il  ricordato  privilegio  di  Baldassarre  Cossa  ^ 

Molto  probabilmente  il  Solimani  dovette  fargli  rilevare  la  difficoltk  della  cosa 
giacchfe  il  volume  era  gik  tutto  stampato  all'infuori  della  tavola  *,  e  non  sarebbe  stato 
agevole,  per  la  paginatura  ed  altre  difficoltk,  sopprimere  l'incriminato  privilegio  del 
Cossa.     Fatto  fe  che  poco  dopo  il  25  febbraio  1'accordo  tra  il  Senato  e  il  Solimani 

25  fu  raggiunto  e  la  forma  h  questa,  come  leggesi   negli  ordini  e  decreti  degli  assunti: 

A  di  25  febbraio  1655, 

"  Considerato  dai  signori  Assonti,  che  nella  parte  seconda  A&V!Istaria  di  Bologna  a 
"  c.  550  del  padre  Gherardacci  Agostiniano  si  h  posto  il  privilegio  di  Baldassarre  Cossa 
"legato  di  dimembratione  di  Medicina  dal  territorio  di  Bologna,  hanno  stimato  necessario, 
30  "  per  giuste  cause,  che  si  debba  inserirvi  ancora  il  breve  della  riunione  di  Martino  V  della 
"predetta  terra  alla  cittk  e  territorio  di  Bologna,  ciofe  facendo  un*indicazione  nel  margine 
"  che  dica  —  Vedasi  la  riunione  nella  tavola  al  nome  di  Medicina  —  ove  sia  posta  detta 
"  riunione  per  extensum ;  e  con  questa  conditione  sia  resa  Vlstoria  a  chi  1'  ha  f atta  stampare, 
"  incaricando  il  signor  Segretario  a  procurare  che  cosl  segua,  et  assistervi  „ . 

35  Le  prescrizioni  furono    eseguite  a  puntino:  nel    margine  sinistro   della  p.  550  fu 

stampato  piti  tardi  e  in  carattere  tondo  con  un  segno  d'attenzione,  proprio  di  fianco 


'  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  Libri  dei  ma-  *  Ivi,  alla  data. 

gistrati  delle  arti,  alla  data.  ^  Ivi,  alla  data. 

'  Ivi,  alla  data.  •  Rlsulta  anche  dalla  deUberazione  sopm  ricordatj» 

^  Ivi,  alla  data.  del   19  gennaio  1655. 


LVIII 


PREFAZIONE 


al  privilegio  di  Baldassarre  Cossa,  la  seguente  avvertenza :  "  Vedi  la  riunione  nella 
"  tavola  al  nome  di  Medicina  „ ;  e  nella  tavola,  sotto  il  nome  di  Medicina,  h  appunto 
riportato  il  decreto  di  Martino  V  nella  sua  integritk'. 


'  Ecco  il  documento  del  Cossa: 

"Baldcsara  Cossa  miseratione  divina  Sancti  Eusta- 

*  chii  Diaconus  Cardinalis  Apostolicae  Sedis  Legatus 
"  ac  Bonon.  etc.  pro  Sancta  I^omana  Ecclesia  in  spiri- 

5  *  tualibus  et  temporalibus  Vicarius  Generalis,  Dllectls 
"  nobis  in  Cliristo  iiominibus  Terrarum  Villae   Fonta- 

*  nae  et  Ganzenighi,  ac  Castri  nostri  Medlcinae,  Salutem 

*  in  Domino  Sempiternam.  Inconcussa  fides  et  integra 
"  devotio,  quas  erga  Sanctissimum  et  Dominum  nostrum 

10  «  in  Christo  Patrem  Dominum  Bonifacium  Papam  No- 
"  num,  et  praefatam  Sanctam  Ecclesiam  vestri  ab  aeterno 

*  gessere,  vosque  gerere  veris  affectibus  et   experientiis 

*  comprobaminl,  necnon  devota  fides  et  ampla  subsidiaj 
« et  devota  obsequla,  quae  nobis  potissime  circa   recu- 

15  « perationem  Civitatis  Bononiae  pro  eadem  Ecclesia 
"  impendlstis  et  quotidie  impendere  non  cessatis,  indu- 

*  cunt  merito  et  excitant  mentem  nostram,  ut  terras 
"  Castrum  praefatas,  atque  vos  et  successores  vestros 
"  magnis  favoribus  et   specialibus  gratiis  prosequamur, 

ao  *  Ut  igitur  praecipiatis  in  efFectu,  quod  suggerit  nostrae 
"  mentis  afFectus,  devotioni  vestrae  pro  vobis  et  vestris 
"  successoribus  recipientibus,  dummodo  in  devotione  et 
"  obedientia  supradictorum  Ecclesiae  et  Domini  nostri 
"  Papae  et  nostris,  sicut  ferme  credimus  persistatis,  gra- 

*i  "  tias,  exemptiones,  immunitates,  concessiones,  revoca- 
'tiones,   cassationes   et   privilegla  infrascripta,   tenore 

*  praesentium,  auctoritate  qua  fungimur  duximus  con- 
"  cedenda.  In  primis  quidem  omnia  Statuta,  Provisio- 
"  nes,  quae  in  Terris  et  Castro  praefatis  erant  et  vige- 

30  "bant  ante  infrascriptam  unionem  de  ipsis  factam,  per 
«  Dominum  nostrum  Papam,  ac  privilegia  et  iura  vestra 

*  quaecunque  auctoritate  eadem  confirmamus,  emologa- 
"  mus  et  praesentis  scripti  patrocinio  communimus.  Item 
"  omnes  et  singulas   concessiones,  donationes,  unione<;, 

35  "  alienationes,  traditiones,  Incorporationes  de  dictis  Ter- 
"ris  et  Castro  Comitatu  Bononiae  seu  alteri  cuiuscun- 
"  que  personae,  Domino  vel  Universitati  quacunque 
"  auctoritate  factas  et  praesertim  concessionem,  unionem 
"annexionem  et  incorporationem  factas  de  dictis  Terris, 

40   "  Castro,   Universitatlbus    et    Hominibus    Communi    et 

*  Populo  Bonon.  per  Sanctisslmum  Dominum  nostrum 
"  Dominum  Papam    sub  Dat.  Perusii  4  kal.    novembris 

*  Pontificatus  sui  Anno  tertio,  cassamus,  amnullamus 
« et  irritamus,   ac  pro   infectis    et   non  scriptis   hal)eri 

4S  "volumus:  annullantes  etiam  omnes  submissionem,  su- 
"  biectionem,  quas  per  nos  factas  fore,  quomodolibet 
"  appareret,  tacite  vel  expresse  dictis  Civitati  et  Com- 

*  muni  Bononiae  et  actum  quemlibet,  per  quem  seu  cuius 
"  vigore  submissio,  aut  ius,  vel  iurisdictio  esset,  vel  ap- 

50  "  pareret  in  vobis,  vel  in  Terris  praedictis,  vel  altera 
"  earum  Communi,  vel  Civitati  Bononiae  fuisset  aliqua- 
"  liter  acquisita.  Vosque  et  dictas  Terras  et  Castrum 
"  ad  immediatam  subiectionem  et  fidelitatem  supradictae 
"  Ecclesiae  reducimini  per   praesentes.     Itera  quod    vos 

55  •  et  successores  vestri  in  perpetuum  omnibus  et  singulis 
"  privilegiis,  exemptionibus,  immunitatibus,  libertatibus 
« et  gratiis  uti  et  gaudere  plenarie  possitis  et  possint 


«quibus  vos,  vel  vestri  praedecessores  uti  et  gaudere 
"  poteratis  et  poterant,  tempore  quo  eratis  immediate 
« subiecti  Ecclesiae  praefatae  et  ante  concessionem  de 
"  dictis  Terrls  et  Castro  factam  per  Dominum  nostrum 
"  Papam  Communitati  Bon.  supradictae.  Item  quod  in 
"  dicto  Castro  nulla  Arx  seu  fortalicium  fieri  possit 
"  vel  debeat,  seu  modo  aliquo  construi  vel  fundarl. 
"  Item  quod  pro  conservatione,  reparatione  et  utilitate 
"  dicti  Castri  liceat  vobis  ipsis  iraponere  In  vestris  ter- 
"  ritoriis  novas  irapositiones,  passagia,  Datia,  Gabellas 
"  et  gravamina  quaecunque,  absque  tamen  praeiudicio 
"  supradictae  Ecclesiae  et  forensium  quorumcunque,  ipsa- 
"  que  exigere  et  exigi  facere,  et  in  utilitatem  et  com- 
"  modura  dicti  Castri  et  vestrum  converti.  Item  quod 
"  oranes  Homines  dictarum  Terrarum  et  Castri  in  per- 
"  petuum  possint  et  valeant,  cum  quibuscunque  eorum 
"  mercantiis,  ravinialibus,  curribus,  seu  rebus  accedere 
"Imolam  vel  eius  Comitatum,  indeque  redire,  absque 
"  solutione  alicuius  Dacii,  Pedagii  vel  Gabellae  In  terri- 
"  torio  Castri  Guelphi  Comitatus  Bononiae  quomodolibet 
"  solvendorum  seu  etiara  praestandorum.  Item  quod 
"  possitis  et  valeatis  dictura  Castrura,  prout  vobis  visum 
"  fuerit  ampliare,  et  aliud  Castrum,  seu  fortalicium,  in 
"  vestro  territorio  de  novo  construere  et  fundare,  tamen 
"  de  consensu  et  voluntate  nostra,  seu  successorum  no- 
« strorum  sub  fide  et  devotlone  praedictis.  Et  quod 
"  Castrum  per  vos,  ut  praemittitur,  fundandum  vel  con- 
"  struendum,  ac  homines  qui  stabunt  et  degebunt  in  eo, 
«  oranibus  supradictis  gratiis,  immunitatibus  et  privilc- 
"giis,  ac  aliis  quibuscunque  favoribus  gaudere,  uti  pos- 
"  sint  et  valeant,  quibus  vos  gaudere  et  uti  potestis, 
"  ut  praemittitur,  et  valeatis.  Nulll  ergo  omnino  homi- 
"  num,  liceat  hanc  paginam  nostrae  concessionis,  emo- 
"  logationis,  etc.  Datum  Bononiae,  in  Palatio  nostrae  I?e- 
"  sidentiae  sub  nostri  maioris  Sigilli  appensione,  sub 
"  anno  Domini  1403  „*. 

Pubblichiamo  qui  anche  il  docuraento  dlMartino  V: 
"  Martinus,  etc.  Ad  futurara  rei  meraoriam.  Justis 
"  et  honestis  supplicum  votis  libenter  annuimus,  illaque 
"  favoribus  prosequimur  opportunis.  Sane  petitio  pro  par- 
"te  dilectorum  filiorum  Antianorum,  Consilil  e(t)  Com- 
"  munitatis  vestrae  Bononiae  nobis  nuper  exhlbita  con- 
"  tinebat  quod  olim  Baldassar,  tunc  Joannes  XXIII,  in 
"  eius  obedientia  nuncupatus  Sancti  Joannis  in  Persiceto 
"  et  Mediclnae  Castra  Comitatus  et  Dioecesis  Bononien- 
"  sis,  nec  non  Villas  Fontanae  et  Ganzanighi  d.  Dioece- 
"  sis  per  olim  Bonifatium  Nonura  in  eademet  obedientla 
"  nuncupatum  Comitatui  Bononiae  annexas  et  unitas 
"  cum  eorum  Castrorum  Villis,  Juribus,  districtibus  et 
"  pertinentiis  universis  ab  omni  iurisdictione,  superio- 
"  ritate,  Comitatu,  Dominio  Civitatis  eiusdem  auctori- 
"  tate  sua,  quara  dicebat  Apostolicanl,  dismembravit, 
"  exemit  et  etiam  separavit,  illaque  quibusdam  personis 
"per  suas  certi  tenoris  literas  in  Vicariatum  et  alias 
"  dicitur  concessisse.     Cum  autem  huiusmodi  separatio 

•  Vol.  II,  p.  550. 


60 


65 


70 


75 


80 


85 


90 


95 


los 


IIO 


PREFAZIONE 


LIX 


II  manoscritto  originale  del  secondo  volume  della  Historia  di  Bologna  del  Ghi- 
rardacci,  proprio  quello  che  dalPautore  era  stato  preparato  per  la  stampa,  e  che  fu 
poi  scovato  dal  padre  Solimani  presso  il  convento    di  San   Giacomo,  conservasi  ora 
nella  Biblioteca  comunale  dell'Archiginnasio  ^ 
5  fi  scritto  tutto  di  mano  del  Ghirardacci,  in  grossa  carta  di  grande  formato,  con 

larghi  margini,  nei  quali  sono  indicati  da  un  lato  gli  anni  dall'origine  di  Roma  e  del- 
l'era  volgare  e  dall'altro  gli  argomenti  e  notizie  riassuntive  nonchfe  le  fonti  bibliografiche 
che  dovevano  appunto  figurare  nel  margine.  II  manoscritto  h  diviso  in  libri,  ognuno 
dei  quali  ha  questo  titolo:  Della  Historia  di  Bologna  del  R.  P.  M.  Cherubino 

1 0  Ghirardacci  Bolognese.  Libro.  . . ,  sotto  c'e  una  riquadratura  a  penna  entro  la  quale 
dovevasi  scrivere  l'argomento  del  libro  ^;  poi  cominciava  il  testo,  con  una  lettera  ini- 
ziale  rabescata  sempre.  In  calce  ad  alcune  pagine,  e  specie  in  fondo  ad  alcuni  libri  e 
nella  fine  del  manoscritto,  sono  le  firme  autografe  delPinquisitore  e  di  coloro  che 
furono  incaricati,  come  sopra  vedemmo,  di  esaminare  per  bene  il  volume.     Si  leggono 

15  le  firme:  di  Stefano  Semini  penitenziere  dell'arcivescovado,  di  un  frate  Girolamo  per 


*  et  concessio  in  maximum  praeiudicium  atque  damnum 

*  iurisdlctionis  elusdem  Civitatis  redundare  et  vergere 
"  dignoscatur,  pro  parte  ipsorum  Antianorum,  Consilii 

*  et  Communis  nobls  fuit  humiliter  supplicatum  ut  pro- 
5    "videre  ipsius  et  dictae  Clvitatis  Statui   super  iis   pa- 

"  terna  diligentia  curaremus.  Nos  igitur,  intendentes 
'  Civitatem  ipsam  ad  quam  gerimus  specialls  dilectio- 
"  nis  affectum,  non  solum  ius  suis  iuribus  conservare, 
"  sed  etiam  augere  huiusmodi  supplicationibus  incli- 
lo  "  nati,  praedicta  Castra,  cum  villis,  iuribus,  districti- 
"bus^et  pertinentiis  supradictis,  quae  per  Ipsos  Antia- 

*  nos,  Consilium  et  Commune  de  praesenti  possidehtur, 
"  eidem  Comitatui  auctoritate  Apostolica,  tenore  prae- 
"  sentiura   de   novo    incorporamus    pariter    et   unimus. 

15    «Ita  quod  de   caetero   castra   Villae  Fontanae  et  Gan- 

*  zanighl  huiusmodi,  de  Comitatu  huiusmodi  Civitatis 

*  sint  et  esse  intelligantur  et  ab  omnibus  censeri  de- 
"  beant,  et  etiam  appellari  prout  ante  dismembrationem 
"exemptionem    et   separationem   praedictas   existebant 

20  "  eaque  dominio,  potestati  et  iurisdictioni  praefatae  Ci- 
"  vitatis  et  ipsorum  Antianorum,  Consilii  et  Communis 
"  eorumque  libero  arbitrio  sublicimus  per  praesentes, 
"  non  obstantibus  dismembratione,  exemptione  et  sepa- 
"  ratione   praedictis   ac   revocationis   unionis   dictarum 

*5  "  Medicinae,  Villae  Fontanae  et  Ganzanighi  Villarum 
"auctoritate  ipsius  Bonifacii  subsecutae  per  ipsum  Joan- 
"  nem,  etiam  dum  esset  in  minoribus  constitutus,  aut 
"  quos  vis  legatos  Apostolicae  Sedis  ab  huiusmodi  Co- 

*  mitatu  communiter,  vel  divisim,  nec  non  quibusvis 
"  concessionibus  in  Vicariatum  de  dicto  Castro  Sancti 
"Joannis,  tamque  Alosio  Domicello  Pratensi  pro  se 
"  eiusque  heredibus,  quam  aliis  quibuscumque  perso- 
"  nis,  cuiuscumque  Status  vel  conditionis  existebant, 
"hactenus  fact.,  indultis  et  privilegiis  ac  literis  Apo- 
"stolicis  generalibus  vel  specialibus  super  iis  eisdem 
"  concessis  sub  quacunque  forma  vel  conceptione  ver- 
"  borum  appareant,  etiamsi  de  eis  eorumque  totis  teno- 


30 


35 


*  ribus  de  verbo  ad  verbum  facta  foret  in  praesentibus 
"  mentio  specialis  caeterisque  contrariis  quibuscumque. 

"  Nos  enim  ex  nunc  irritum  decernimus  et  inane  si  secus    40 
"  super  his  a  quoquam  quavis  auctoritate,  scienter  vel 

*  ignoranter  contingerit  attentari.     Nulli  ergo  omnino 
"  hominum  liceat  hanc  paginam  nostrae  incorporationis, 

*  unionis,  subiectionis,  suppositionis    et    constitutionis 

'  infringere  vel  ei  ausu  temerario  contraire;  si  quis  autem  45 
"  hoc  attentare  praesumpserit,  indignationem  omnipo- 
"  tentis  Dei  ac  Beatorum  Petri  et  PauJi  Apostolorura 
"  eius  se  noverit  incursurum.  Datum  Florentie,  7  idus 
"  iunii,  Pontificatus  Nostri  Anno  n.  Loco  f  Sigilli  ap- 
"  pensi  „*.  50 

1  Ms.  B,  1735. 

*  11  Ghirardacci  aveva  in  animo  di  scrivere  egli 
stesso  gli  argomenti  dei  vari  libri,  ma  poi  non  fece  a 
tempo  e  il  padre  Soliraani  dovettej  comporli  tutti  lui 
con  la  scorta  della  narrazione.  L'argomento  per6  del  55 
libro  XIX,  che  e  il  primo  del  secondo'volume,  ci  e  per- 
venuto  nella  forma  data  dal  Ghirardacci  e  da  lui  scritta, 
ma  non  fu  veduta  dal  Solimani.  Lo  riproduciamo  qui 
per  le  differenze  che  ha  con  quello  a  stampa. 

Della  HIstoria  di  Bologna.  Parte  seconda.  Del  R.    60 
P.  M.  Cherubino  Ghirardacci  Bolognese  del- 

L'0RDINE    DEGLl   ErEMITANI   DI   SaNt'AGOSTINO, 
LlBRO     DECIMO    NONO. 

Argomento. 

"  Famiglie  nobili  di  Bologna  a  Romeo  Peppoli  65 
"  contrarie.  Bolognesi  soccorrono  Vercellesi,  il  legato  i 
"  Cremonesi.  Si  deferisce  un  caso  compassionevole.  Bar- 
"gazza  e  cinto  di  mura.  Si  fabrlca  la  chiesa  del  comune, 
"  Lo  studio  di  Bologna  e  abbandonato.  Si  fanno  alcuni 
"  capitoli  fra  Bolognesl  e  gli  scolari.  Ambasiatori  man-  •jo 
"  dati  al  papa.     Dante  Aligieri]  muore.     Bolognesi  man- 

*  Vol.  11,  Tavola,  alla  lett.  M. 


hX 


PREFAZIONE 


I'  inquisitore,  di  Ovidio  Montalbani  e  di  frate  Giovanni  Maria  Gottini  notaio  del  San- 
t'Ufficio^.  Di  tanto  in  tanto  vi  sono  delle  carte  e  delle  notizie  aggiunte,  ma  sempre 
di  mano  del  Ghirardacci,  raramente  di  altra  mano*. 

II  Solimani  rispettb  scrupolosamente  nella  stampa  il  testo  del  Ghirardacci,  senza 
alterazioni  o  soppressioni.  !&  poi  rarissimo  il  caso,  come  a  c.  189  e  in  qualche  altro  5 
luogo  del  codice,  in  cui  si  aggiunga  qualcosa  che  nel  manoscritto  non  era;  ma  anche 
in  questi  casi  le  aggiunte  (che  non  sappiamo  se  fatte  dal  Solimani  o,  come  fe  piii  pro- 
babile,  da  altri)  non  entrarono  nella  stampa,  siccome  pu6  facilmente  riscontrarsi  con- 
frontando  il  volume.  Molto  commendevolmente  il  padre  Solimani  volle  dare  soltanto 
ci6  che  era  di  mano  del  Ghirardacci;  ed  egli  stesso  del  resto  lo  afferma  nella  pre-  10 
fazione  al  volume  ^. 

II  volume  poteva  finalmente  vedere  la  luce  ed  usciva  nella  primavera  del  1657, 
e  doh  con  infinito  ritardo,  quando  si  pensi  che  fin  dal  dicembre  del  1654  la  stampa 
era  quasi  terminata.     Era  dedicato  dal  Solimani  al  cardinale  Giovanni  Girolamo  Lo- 


"  dano  mile  cavalieri  al  papa.  Li  scolari  supplicano  al 
"  senato,  et  eglino  sono  chiamati  figliuoli  del  popolo  di 

*  Bologna.  Si  edifica  un  ospltale  in  Bologna  sopra  la 
"  salicata  de'  frati  Minori.     Ritornano  a  Bologna  molti 

S  "  famosi  dottori.  Romeo  Peppoli  procaccia  la  sua  rovi- 
"  na.  Egli  et  li  figliuoli  col  mezo  dell'oro  e  deIl'argento 
"  si  salvano  la  vita.  Si  narra  la  vera  fuga  di  Romeo 
"  Peppoli  levata  dalle  scritture  publice.     Primo  gonfalo- 

*  niere   creato  in  Bologna.     Nomi  de'  Peppoli  banditi, 
lo    "  confinati  et   eccettuati.     II    fuoco   travaglia    Bologna. 

"  Raimondo  Cardona  dissegna  passare  nella  Lombardia. 
"  Castel  San  Piero  e  fortificato.  Vengono  gli  ambascia- 
"  tori  dl  diverse  parti  a'  Bologtiesi.     Si  leggono  alcune 

*  lettere  del  Papa  et  di  Raimondo  nel  Consiglio  Gene- 
'5    "rale.     Piazza  di  Santo  Stefano  fatta  a  guisa  di  dilette- 

"  vole  giardino.  Bolognesi  favoriscono  Monteforte.  Li 
"  scolari  si  pacificano  con  Bolognesi  et  sono  richiamati 
"  a  Bologna  molti  eccellenti  dottori.  Vinitiani  et  Bolo- 
"  gnesi  si  pacificano  insieme.     Bolognesi  fabricano    un 

^°  "  castello  sopra  Fagnano.  Antonio  di  Virgilio  legge 
"  poesia  in  Bologna.  Reggiani  domandano  aiuto  a'  Bo- 
"  lognesi.  Radunanza  di  capitani  et  soldati  in  Bologna. 
"  Lettere  papali  in  favore  dello  Studio  di  Bologna.  Si 
"  scuopre  un  trattato  in  detta   citta.     Si  seguita  la  fa- 

^5  "  brica  del  palazzo  del  commune  di  Bologna.  II  vescovo 
"  di  Bologna  e  fatto  contralatore  di  scolari.  E  fatto 
'  un  grandissimo  homicidio  in  Bologna.  Passipovero 
"  ucciso  stando  alla  predica.  Ambasciatori  finti  man- 
"  dati  al  papa.    II  beato  Simone  fa  di  molti  miracoli  in 

30  "  Bologna.  Li  scolari  fabricano  una  chiesa  in  Bologna. 
"  Bolognesi  aiutano  il  papa.  Giuliano  Malvezzi  gran 
"  capitano.  Doccia  sotto  il  dominio  de'  Bolognesi.  Ro- 
"  meo  Peppoli  ct   Testa   Gozadini   diventano  amici,  et 

*  Romeo  passa  sopra  Bologna.     Li  complici  di  Romeo 
35    *  sono  carcerati  et  morti.     Uberto  vescovo  dl  Bologna 

"  muore,  et  Francesco  de'  Predicatori  c  dal  popolo  pro- 
"  posto  al  papa.  Si  fabbrica  una  fortezza  a  Fossa  Ca- 
"  valina.  Lc  cinquantine  sono  dal  senato  ordinate. 
"  T^sta  Gozadini  tenta  d'entrare  in  Bologna.     Capitani 


"  mandati  alle  castella  del  Bolognese.  Florentini  aiu-  40 
"  tano  Bolognesi.  II  palazzo  del  commune  di  Bologna 
"  si  finisce.  Rainaldo  Accarisl  fatto  vescovo  di  Bolo- 
"  gna.  Romeo  Peppoli  muore,  et  Galeazzo  Visconti  e 
"  cacciato  di  Milano.  Bolognesi  soccorrono  Sanesi.  Si 
"  eleggono  gli  ofliciali  di  Bologna.  Bolognesi  scrivono  45 
"  al  papa  a  favore  delli  scolari.  Guido  Polenta  e  licen- 
"  tiato  di  Bologna,  et  la  nieve  ruina  di  molti  edificii. 
"  Bolognesi  armano  et  eleggono  molti  capitani.  Tad- 
"  deo  et  Giovanni  Peppoli  fuggono  di  carcere.  La  citta 
"  contrasta  col  vescovo  ed  Bologna  da'  banditi  e  trava-  50 
"  gliata.  Castel  Franco  c  preso.  Sono  in  Bologna  grave 
"  infirmita.  Li  ambasciatori  fiorentini  vengono  a  Bolo. 
"  gna,  et  Uberto  famoso  dottore  e  da'  scolari  domandato 
"  et  dagli  ecclesiastici.  Bolognesi  sono  superati  „  (Ar- 
CHivio  Di  Stato  di  Bologna,  busta  115/1731).  55 

1  Le  firme,  tutte  autografe,  e  ciascuna  sopra  una 
riga,  sono  precisamente  cosl  formulate  (come  a  c.  3i  t;, 
in  fine  al  libro  XIX  della  Historia) : 

"Dominus  Stephanus  Seminus  C.  R.  S.  Pauli  poe- 
"  nitentiarius   pro    illustrissimo  ac  reverendissimo  Ar-    60 
"  chiepiscopo  et  Princ. 

"  Frater  Hieronimus  Alle  (?)  pro  reverendissimo 
"  patre  Inquisitore  Bononiae. 

"  Vidit  Ovidius  Montalbanus  pro  reverendissimo 
"  patre  Inquisitore  Bononiae.  65 

"  Imprimatur.  Frater  loanncs  Maria  Gottinus  le- 
"  ctor  et  notarius  Sancti  Officii  Bononiae„. 

Talvolta,  come  a  c.  ii,  manca  la  firma  del  Got- 
tini ;  e  talvolta  le  attribuzioni  sono  alquanto  diverse  da 
quelle  recate,  ma  divergenze  limitate  sempre  alla  forma.    70 

*  II  ms.  ha  carte  204,  ma  la  prima  manca;  della 
seconda  e  dell'  ultima  restano  solo  dei  frammenti.  Servi 
alla  tipografia  per  1'edizione  del  Solimani,  e  qua  e  la 
ci  sono  indicazioni  di  carattere  tipografico,  come  i  se- 
gni  degli  a  cafo  e  del  corsivo;  il  tipografo  poi,  o  chi  75 
per  lui,  ha  segnato  nel  manoscritto  gli  inizi  delle  sin- 
gole  pagine  della  stampa. 

^  Vedasi  piu  innanzi  a  p.  Lxii. 


PREFAZIONE  Lxi 


mellini  legato  a  latere  in  Bologna,  in  onore  del  quale  scrissero  versi  latini  Gaspare 
Bombaci  e  Francesco  Ferrari;  recava  questo  titolo: 

DBI.LA  HlSTORIA   DI   BOLOGNA  PARTE  SECONDA,   DEL   R.   P.   M.   ChERUBINO   GhiRARDACCI 

BoLOGNESE  dell'ordine  Eremitano  di  S.  Agostino,  data  in  luce  daIv  r.  p.  m.  Aurelio 
5  Agostino  Solimani  dhll'istbsso  ordine  e  patria,  dottore  colleg.  di  sacra  Theolog. 
mentre  predicava  in  S.  Petronio  l'anno  1654.  Con  indice  copiosissimo  di  quanto  in 
ESSA  si  contiene.  Ih  Bologoa,  MDCLVII.  Per  Giacomo  Monti.  Con  licenza  de'  Superiori. 
—  Pagine  24  non  numerate  preliminari,  piu  648  di  testo,  pivi  pagine  184  non  numerate  di 
tavola  e  appendici,  in-4. 

10  In  occasione  dell'uscita  del  volume  scrissero  pure  versi  encomiastici  il  dottor  Giovan 

Battista  Pellicani,  il  Confuso  accademico  intrepido,  Gaspare  Bombaci,  il  conte  Giacomo 
Zabarella,  P.  E.  M.,  Claudio  Dolauci  e  Nicolb  Turchi  al  quale  il  padre  Solimani  rispose 
con  un  sonetto  che  comincia: 

Che  formi  echo  a'  suoi  canti  il  fianto  mio, 
15  Tal  n'hebbi  al  tuo  mancar  vivo  soggetto, 

II  volume  h  anche  fornito  delle  approvazioni  accompagnate  da  lodi  dell'inquisitore 
bolognese  Guglielmo  Fochi,  del  generale  dell'ordine  degli  Agostiniani  Paolo  da  Pe- 
saro  e  del  vescovado. 

A  molti  degli  esemplari  del   secondo  volume  (e    in  qualche   raro  caso    anche  al 

20  primo)  va  unito,  da  principio,  un  bel  ritratto,  inciso  su  rame,  di  frate  Cherubino  Ghi- 
rardacci,  raffigurato  in  etk  matura,  con  baffi  e  barba,  tenente  nelle  mani  un  volume 
sul  dorso  del  quale  h  scritto:  Historia  di  Bologna.  Una  cartella  posta  inferior- 
mente  reca  la  seguente  inscrizione:  F.  Cherubinus  Ghirardatius  Botwniensis  Ord. 
Erem.  S.  Aug.  S.  T.  Mag.  Historicus,  scriptor  varius,  multa  edidit,   Obijt  die  i^  no- 

25  vem.  MDXCVIII^.  In  calce  ci  sono  i  nomi  del  disegnatore  e  dell' incisore  Giacomo 
Calvi  del.  e  Benedetti  inci. 

Molti  credettero  che  questo  ritratto  fosse  contemporaneo  airedizione  del  secondo 
volume  e  fosse  stato  procurato  dal  Solimani;  ma,  e  dall'aspetto  e  natura  dell'inci- 
sione  e  dai  nomi  degli  artisti  che    vi  prestarono    l'opera  loro,  appar  chiaro  come    il 

30  ritratto  debba  attribuirsi  alla  seconda  metk  del  secolo  XVIII. 

Infatti  in  Giacomo  Calvi  non  possiamo  riconoscere  se  non  Jacopo  Alessandro  Calvi 
detto  il  Sordino,  pittore,  disegnatore  e  incisore,  nato  in  Bologna  il  23  febbraio  del  1740 
e  morto  il   15  maggio  del    1815,  che  fu  anche  poeta  e  scrittore  di  cose  d'arte  ^. 
II  Benedetti  non  pu6  essere  se  non  1'incisore   Giuseppe  Benedetti  o  De  Benedictis, 

35  nato  in  Bologna  nel  1707  e  morto  nel  1782,  noto  per  parecchie  incisioni  unite  alle 
opere  del  Muratori,  del  Tassoni  e  di  altri  ^ 


'  Abblamo  gi^  notato  che  la  data  b  erronea.  blioteca  comunale  dell'Archiginnaslo,  a  p.  lii  e  Thiemk, 

*  Cf.  M.  GuALANDl,  op,  cit.,  p.  15;  Malvasia,  Fels,  Allgemeines  Lexikon,  V,  418. 
pitt.,  I,  41  «;  GuALANDi,  Memorie,  I,  38  «.  6;  Lamo,  Gra-  3  Cf.  Campori,  Lettere,  p.  198;  Artisti  degli  stati 

ticola  di  Bologna  (1844),  p.  20;  G.  GlORDANI,  Brevi  noti-  estensi  (1885),  pp.  61,  318,  495:  M.  Gualandi,  loc.  cit.;    lO 

S    zie  storiche  della  farrocchia  di  San  Benedetto  abbate,  Bo-  Oretti  nel  ms.  B,  174  della  Biblioteca  comunale  delPAr- 

logna,  1853;   Marcello  Oretti,  Ms.  3,   134  della   Bi  chiglnnasio,  a  p.  339;  Thieme,  All,  Letnkon,  IH,  30^, 


LXU  PREFAZIONE 


II  ritratto  dovette  essere  dunque  fatto  tra  il  1760,  quando  il  Calvi  aveva  vent'anni, 
e  il  1782  anno  della  morte  del  Benedetti;  noi  crediamo  tuttavia  che  ci  si  debba  piti  ac- 
costare  alla  prima  data  e  che  il  ritratto  stesso  fosse  fatto  per  cura  di  coloro  che  tanto 
si  adoperarono  affinchfe  uscisse  in  luce  il  terzo  volume  della  storia  ghirardacciana. 
Fallito  il  tentativo,  come  narreremo  piti  innanzi,  la  stampa  del  ritratto  del  Ghirar-  5 
dacci  fu    usufruita  collocandola    innanzi  a   molti    esemplari  del    vol.  II  e    del  vol.  I. 

II  padre  SoHmani,  giunto  alla  fine  della  sua  impresa,  non  pu6  a  meno  di  comu- 
nicare  al  benigno  lettore  gli  ostacoli  di  varia  natura  che  aveva  incontrati.  Egli  scrive :      | 

"  Le  difficolth,  incontrate  fin  dal  principio,  che  1'  Impressione  conchiusi  di  questa  seconda 
"  parte  delle  Ilistorie  di  Bologna  (fatica  sempre  lodevole  del  M.  P,  Cherubino  Ghirardacci,  10 
"mio  correligioso  Agostiniano)  haverebbero  fatto  ritirar  dairimpresa  chiunque  si  fusse  pro- 
"  posto  altro  fine  dal  mio,  che  h  stato  e  sara  sempre  di  mostrarmi,  col  non  curar  de'  biasmi 
"  altrui,  vero  Religioso,  e  col  togUere  alfoblio  le  antichitk  gloriose  della  mia  Patria,  buon 
"  Cittadino.  L'li6  tutte  superate  (lodi  a  Dio)  e  ti  presento  il  Libro,  con  questa  soddisfattione, 
"  che  la  tardanza  in  porgertelo  h  stata  conosciuta  dagli  huomini  da  bene  diffetto  di  sorte  15 
"  avversa,  non  di  pronta  volontk  (atteso  che,  per  istamparlo,  c'h6  contribuito  il  miglior  deUe 
"  ereditate  mie  paterne  Rendite,  quando  anche  m' haverebbero  scusato  le  Infermita,  pensioni 
"  della  Vecchiaia,  se  non  havessi  studiato  che  a  ricuperar  la  sanitk),  e  che  teco  (se  ben 
"  molto  prima)  sono  io  stato  deluso  neiraspettarlo  da  chi  allimentava  le  mie  speranze  col 
"  latte  [delle]  piii  belle  promesse.  Alla  perfine  h  terminato  il  Tomo,  e  prima  delle  Calende  20 
"  Greche,  corae  s'aspettava  da  alcuni,  ed  ho  conseguito  il  mio  intento  di  publicarlo.  So  che 
"  non  potr6  isfuggire  le  mormorationi  di  molti,  massime  nella  Tavola,  per  haverla  imbandita 
"airingegno  non  alla  gola,  cosi  m'accerta  Davide;  ma  non  m'imprime,  appagaiidomi  che  tu 
"  sappia  haverla  io  f atta  di  quello  solo  che  ho  ritrovato  neirOpera ;  e  che,  se  non  v'  ho 
*  aggiunto  cosa  veruna,  come  quaIch'uno  desiava,  h  proceduto  dal  non  essermi  parso  termine  25 
"  da  Galanthuomo  di  trascurare  gli  Studij  d'  un  tanto  virtuoso  con  affettate  aggiunte  di  mal 
"  fondati,  od  almeno  a'  tempi  poco  accommodati  successi ;  oltre  che  nuUa  di  vero  potea  sog- 
"  giungersi,  senza  fare  Anacronismi,  e  cosl,  per  dirsi  erudito,  condannarsi  trascurato,  e  stuz- 
"  zicare  giustamente  a  dolersi  chi  havesse  in  pensiero  di  proseguir  questa  Historia  „^, 

Ci  sono  in  queste  parole,  a  traverso  la  momentanea  amarezza,  tutti  i  segni  della  30 
gioia  e  dell'orgoglio  per  l'opera  compiuta,  per  l'adempimento  del   desiderio  di  firate 
Cherubino:  desiderio  vivissimo  che  non  rimase  cosl,  con  lui,  sepolto  nella  tomba. 


4.  —  /  manoscritti  del  terzo  volume. 

Mentre  del  primo  volume  della  Historia  del  Ghirardacci  non  abbiamo  n^  il  mano- 
scritto  originale  nfe  alcun  apografo,  e  del  secondo  si  conserva  il  manoscritto  autografo  35 
nella  sua  forma  definitiva,  quello  stesso  che  servl  alla  stampa,  ma  non  si  conoscono 
copie  manoscritte,  queste  sono  invece  molto  numerose  per  il  terzo  volume. 

La  cagione  pu6  trovarsi  non  soltanto  nel  desiderio  dei  lettori  e  possessori  dei  primi 


'  Nella  lettera  che  serve  di  prefazione  al  toI.  U. 


1 


t>REFAZIONE  LXlil 


due  volumi  di  completare  l'opera  a  stampa  del  Ghirardacci,  ma  specialmente  nella  ce- 
lebritk  in  cui  venne  il  terzo  volume  nel  secolo  XVIII,  a  cagione  della  lotta  atroce 
che  contro  di  esso  fecero  i  Bentivoglio  di  Ferrara,  nelle  enormi  difficoltk  che  per 
parte  di  tutti  incontrb  la  stampa  pivi  volte  invocata  e  nelle  vicende  che  diremmo 
5  romanzesche  a  cui  1'edizione  stessa,  quando  fu  compiuta,  and6  soggetta.  Si  spiega 
con  cio  come  quasi  tutte  le  copie  che  si  conservano  (e  sono,  ripetiamo,  moltissime) 
siano  del  secolo  XVIII  e  posteriori  al  1732  o  1734,  da  quando  cioh,  essendosi  ma- 
nifestato  il  desiderio  che  il  volume  vedesse  la  luce,  si  cominci6  contro  l'opera  quella 
strana  persecuzione  che  vedremo  megHo  nel  paragrafo  seguente. 

10  Del  volume  terzo  la  Biblioteca  dell'Archiginnasio    di  Bologna    possiede,  come  h 

noto,  I'unico  esemplare  a  stampa  nelPedizione  lucchese,  fatta  su  un  manoscritto  tratto 
dall'autografo  che  allora  conservavasi  nella  libreria  del  Convento  di  San  Giacomo  e  che, 
dopo  molte  vicende,  ora  trovasi  alla  Biblioteca  Universitaria  di  Bologna.  II  mano- 
scritto  che  servi  alla  stampa  segue  abbastanza  fedelmente  l'autografo,  solo  mostrando 

15  qua  e  Ih  qualche  accomodatura  fatta  dai  dotti  bolognesi  nel  secolo  XVIII,  in  quei 
punti  in  cui  l'originaIe  aveva  o  lacune  o  salti  o  incongruenze. 

Nel  dar  l'elenco  dei  manoscritti  del  terzo  volume  della  Storia  del  Ghirardacci, 
noi  cominceremo,  naturalmente,  dalla  descrizione  dell' autografo  ghirardacciano,  dal 
quale,  o  per  via  diretta  o  per  via  mediata,  tutte  le  copie  derivano. 

20  Venendo  alle  copie,  quantunque,  come  il  lettore  potrk  constatare,  ne  abbiam  viste 

molte,  non  crediamo  tuttavia  di  averle  tutte  elencate,  perchfe,  come  dicevamo  sopra, 
se  ne  fecero  moltissime  e  parecchie  sono  nascoste  presso  conventi  e  private  famiglie; 
ci  basti  assicurare  che  non  lasciammo  cure  affinche  l'eIenco  riuscisse  il  piti  completo 
possibile. 

25  A  chi  esamini  attentamente  tutto  questo  materiale  manoscritto,  appare  chiara  ed 
opportuna  la  divisione  che  di  esso  si  pu5  fare  in  tre  categorie :  la  prima,  delle  copie 
integrali  dei  manoscritti  2000  e  1975  della  Biblioteca  Universitaria  che  contengono 
la  narrazione  storica  ghirardacciana  dalI'anno  1393  al  1509,  e  queste  comprendono, 
quantunque  in  una  forma  alquanto  diversa,  anche  gli  anni  che  vanno  dal  1393  al  1424 

30  che  gik  figuravano  nel  secondo  volume  a  stampa ;  la  seconda,  dei  manoscritti  che,  pur 
dando  la  trascrizione  integrale  degli  anni  che  vanno  dal  1425  al  1508  o  1509,  rias- 
sumono  gli  anni  dal  1393  al  1424,  portando  di  questi  soltanto  quelle  notizie  che  non 
figurano  nel  secondo  volume  a  stampa;  in  questi  manoscritti,  come  in  quelli  prece- 
denti,  la  copia  h  generalmente  fedele  e  accurata;  la  terza,  dei  manoscritii  che  hanno 

35  soltanto  la  narrazione  degli  anni  che  corrono  dal  1425  al   1508  o  1509. 

Qualche  differenza  c'fe  anche  tra  le  copie  della  stessa  categoria,  cosl  per  la  nar- 
razione  come  per  documenti  e  aggiunte  che  I'accompagnano :  le  differenze  provengono 
dalla  varia  forma  che  il  copista,  specialmente  se  cdlto  ed  erudito,  volle  dare  alla 
narrazione;  ma  in  complesso  non  sono  tali  da  trasformare  il  lavoro  e  togliergli  il  suo 

40  aspetto  originale.     Le  aggiunte,  quando  esistono,  sono  sempre  le  stesse,  e  ciofe:  am- 


I 


LXIV  PREFAZIONE 


pHamenti  del  testo  con  richiami  corrispondenti  a  lettere  maiuscole  deiralfabeto  daWA 
aWX.  e  la  trascrizione  integrale  di  due  importanti  documenti  riferentisi  uno  alla  fami- 
glia  Malvezzi  e  l'altro  alla  famiglia  Bentivoglio,  In  molti  esemplari  seguono  le  tavole 
dei  nomi  e  delle  cose,  le  quali  sono  naturalmente  diverse  per  ogni  esemplare  giacchfe 
diverso  h  il  rimando  della  pagina  ^  6  in  fine  da  notare  che  alcuni  manoscritti  hanno 
la  divisione  in  libri  ed  altri  no;  la  divisione  b  azione  del  tutto  arbitraria  del  copista, 
perchfe  l'autografo  non  ne  presenta  traccia  alcuna. 

E  cominciamo  senz'altro  dai  manoscritti  autografi: 

1.   —   HlSTORlA   DI   BOLOGNA,   tomo   III. 

Ms.  cartaceo  in  fol.,  del  secolo  XIV,  acefalo,  mal  conservato.  Comincia  da  c.  230  r  col  10 
17  ottobre  1393  e  arriva  sino  a  c.  533  v,  alla  line  ciofe  deiranno  1470.     Segue  una  carta  bianca 
poi  la  trascrizione  di  un  diploma  di   Enrico  VI,  che  prende  due  carte,  in  fine  altre  quattro 
carte  sU  cui  sono  scritti  appunti  vari  dalFautore;  tra  questi  appunti  son  ricordate  le  storie  del 
Bocchi,  la  storia  Paduana,  le  vite  dei  pittori  illustri  di  Giorgio  Vasari,  Virgilio  ecc. 

Comincia:  "  Al  dominio  della  cittk,  ma  pero  sopportavano  tutto  ci6  li  primi  della  cittk  15 
"  per  mantenersi  nello  stato  loro  „. 

Finisce:  "  Et  cosl  si  giunse  airanno  1471  ,.    II  ms.  e  tutto  autografo  del  Ghirardacci. 

Gli  anni  che  vanno  dal  1393  al  1424,  e  che  furono  gib.  stampati  nel  secondo  volume 
della  Historia  per  cura  del  padre  Solimani,  non  concordano  affatto  con  la  stampa.  Questa 
del  codice  ghirardacciano  e  una  narrazione  assai  diversa,  non  tanto  per  il  contenuto  delle  20 
notizie  quanto  per  Testensione;  restensione  infatti  che  ha  la  narrazione  della  stampa  6  molto 
maggiore  e  risponde  a  quella  redazione  ultima  e  definitiva  che  per  il  secondo  volume  potfe 
essere  fatta  dairautore,  conservataci  nello  stesso  originale  autografo  che  servi  per  la  stampa  dal 
ms.  B,  1735  della  Biblioteca  comunale  deirArchiginnasio  *.  Quantunque  la  narrazione  sia  piii 
breve,  h.  per5  da  notarsi  che  in  questo  codice  ci  sono  alcune  notizie  che  non  figurano  nella  25 
stampa:  e  giustamente  perci6  molti  copisti,  come  vedremo  nella  descrizione  dei  mss.  seguenti, 
si  diedero  poi  cura,  trascrivendo  il  terzo  tomo  del  Ghirardacci  e  prendendo  a  modello  Tauto- 
grafo  o  gli  apografi,  di  segnare  degli  anni  1393-1424  soltanto  quelle  notizie  che  non  figurano 
nella  stampa,  che  invero  non  sono  molte. 

Dal  1 425  in  poi  la  lezione  di  questo  codice  corrisponde  presso  a  poco  all'uiiico  esemplare  a  30 
stampa  del  terzo  volume,  quello  che  noi  abbiamo  seguito  per  la  nostra  edizione,  e  in  generale 
alle  copie  manoscritte  che  di  esso  terzo  volume  conservansi  nelle  biblioteche  e  presso  le  f amiglie '. 

Per  far  ben  conoscere  i  rapporti  che  passano  tra  questo  importantissimo  codice 
e  il  secondo  e  il  terzo  tomo  a  stampa,  portiamo  due  passi  a  confronto:  uao  anteriore 
al   1424  e  l'altro  posteriore.  3^ 

II  primo  dei  passi  riproduce  tutto  ci6  che  si  legge  nei  codice  ghirardacciano  sotto 
l'anno   1395  ed  h  il  seguente*: 


'  II  Lozzi  (pp.  cit.,  I,   i66)  parla,  traendo  la  ho-  dice  del  Bombaci  di  cui  sopra  parlammo? 

tizia  da  un   catalogo  Bocca,  di   un  Indice   stampato,  e  *  Fu   ampiamente  descritto   nel   paragrafo   prece- 

«ggiungc!    "  Ma  a   questa  stampa,  fatta  per  uso   e  co-  dente;  vedl  p.  ux.                                                                      ic 

"  modo  di  uno  studioso  di  Bologna,  non  si  da  alcuna  '  Biblioteca  UmvHaisiTARiA  di  Bologna,  Ms.  zooo. 

"  importanza,  e  a  ragione,  perche  e  un  piccolo  accesso-  *  II  passo  corrispondente  della  stampa  non  lo  ri- 

"rio  stftriipato  modei^namente  di  un  grosso  volurae,  clie  portlamo  per  risparmiare  dello  spazio:  il  lettore  pu5ve- 

*  rimane   manoscritto ;,.    Ciie  si   tratti  invece  dell'  in-  derlo  a  pp.  475-478  del  vol.  IL 


PREFAZIONE  LXV 


(BiBLiOTBCA  Universitaria,  Ms.  2000,  c.  233  r  e  v). 

A.  C.  1395.  —  Nelle  calende  di  gennaro  si  fanno  li  nuovi  antiani   et  il   confalloniere 
di  giustitia.    Poi  li  confallonieri  di  popol  con  li  massari  delle  arti. 

Azzone  deliberato  di  voler  entrare  in  Ferrara  per  ogni  modo,  dove  dalla  maggior  parte 

5  de'  cittadini  era  aspettato,  raguna  gran  moltitudine  di  contadini  in  Romagna  et  con  l'aiuto 
del  conte  Barbiano,  alli  27  di  aprile,  in  martedi,  passa  nel  Ferrarese  et  sparge  gran  terrore' 
sopra  il  marchese  Nicolb ;  et  di  tal  maniera  lo  sbigottisce,  ch'egli  riccorre  alFaiuto  de'  Bolognesi 
et  de'  Fiorentini,  li  quali  tosto  gli  mandano  el  conte  Corrado  con  molte  bandiere  di  soldati. 
Li  quali,  radunati   insieme  con  li  Ferraresi,  passarono  contro  Azzone  alla  strada,  overo  al 

0  Porto,  luogo  cosl  chiamato,  et  azzuffatisi  insieme,  tale  fu  la  forza  et  il  valore  de'  Bolognesi 
et  Fiorentini,  che  ne  amazzarono  mille  e  settantadue  del  marchese  di  Azzone,  et  egli,  valoro- 
samente  combattendo  con  Conselice  figliuolo  del  conte  Giovanni  Barbiano,  rimase  prigione 
del  conte  Corrado. 

II  conte  Corrado   vende  Azzone   per   tanti  danari   al  signor  Astore   Manfredi,  havendo 

5  havuto  gran  desiderio  di  haverlo  nelle  mani,  per  odii  particolari  che  erano  fra  di  loro;  el 
quale  lo  tenne  in  carcere  molto  tempo  a  petitione  del  marchese  Nicol6,  dandogli  ogni  anno 
dieci  milla  ducati  d'oro. 

Giovanni  Galeazzo  Visconti  conte  di  Virtii  h  creato  duca  di  Milano  da  Vinceslao  impera- 
tore  per  cento  mila  ducati  d'oro  ch'egH  n'hebbe;  il  che  fu  negotiato   per  ordine  del   detto 

0  Visconti  da  Pietro  Filardo  arcivescovo  di  Milano,  che  fu  poi  Alessandro  quinto  pontefice. 
Fece  questo  duca  un  convito  solennissimo ;  et  alla  tavola  del  duca  sedeva  nel  destro  lato 
sedeva  Fambasciatore  deirimperatore,  presso  al  quale  era  roratore  venetiano  et  poscia  Tamba- 
sciatore  bolognese.  Fece  egli  di  molte  giostre,  f ra  le  quali  1' ultima  f esta,  che  fu  il  giovedi, 
fece  giostrare  un  corsiero  di  cento  fiorini  d'oro  el  quale  per  li  suoi  egregii  portamenti  fu  dato 

5  a  Bartolomeo  Manghano  bolognese. 

Alli  4  d'agosto,  all'  improvviso,  venne  si  gran  furia  di  vento  dal  monte  di  San  Luca  che 
rovinb  la  torre  della  chiesa  con  le  campane,  et  svelse  viti,  olivi,  querze  et  altri  alberi  assai ; 
et  scoperse  molte  case  et  alcune  ne  trasport^  da  luogo  a  luogo.  Poi  soffi6  verso  Ceredolo 
et  Casalechio  di  Rheno  et  Santa  Maria  in  Monte,  et  si  stese  impetuosamente  verso  la  Croce 

0  di  Pero  et  anche  piu  oltre. 

Alli  21  di  settembre  ****  H  signori  anziani,  consoli  et  confalonieri  di  giuetitia  fanno 
uno  statuto  che  in  perpetuo  si  debba  fare  uno  palio  di  valore  di  50  bolognini  d'oro  di  co- 
lore  come  alli  signori  anziani  che  saranno  per  essere  piu  piacerk,  il  quale  si  corra  con  li 
barbari  el  dl  di  san  Petronio;  et  il  detto  palio   sia  fatto  parte  dal  capitanio  delli  primi  sei 

5  mesi,  et  Taltra  parte  dairalltro  capitanio  degli  altri  sei  mesi;  et  quando  non  si  eleggesse  il 
capitanio,  si  debbia  fare  alle  spese  del  comune  di  Bologna.  Et  statuirno  che  si  dovesse  cor- 
rere  per  la  circla  et  borgo  di  Galliera  insino  alla  piazza. 


c.  ijsv 


Anche  ad  un  primo  confronto  saltano  agli  occhi  le  grandi  difFerenze  che  esistono 
tra  questo  testo  e  quello  compiuto  e  assettato  che  fu  raggiunto  dal  Ghirardacci  nella 
JO  redazione  definitiva. 

Ed  ora  poniamo  a  confronto  la  narrazione  delPanno  1463,  cosl  nel  manoscritto 
del  Ghirardacci,  come  nell'esemplare  a  stampa,  che  corrisponde  su  per  giti  alle  copie 
che  girano  manoscritte.  Ci  sono  qua  e  Ik  differenze,  ma  piti  di  forma  e  di  materiale 
disposizione,  che  non  di  sostanza,  dovute  evidentemente  a  colui  che  copi6  daII'origi- 
5  nale,  che  voUe  dare  alla  narrazione  una  forma  piti  filata  e  compiuta,  dal  momento  che 
dovevasi  mandare  alle  stampe.  Nel  complesso  il  testo  fe  ripetuto  con  sufficiente  fedeltk. 

T.  XXXIU,  p.  I  -  J?. 


LXVI 


PREFAZIONE 


(BiBLiOTECA  Universitaria,   Ms.  2000,  car- 
ta  807  r  e  v). 


C.   iOJV 


,.63.  _  Sono  creati   li  magistrati    della   citta  al 


solito. 


Suore  Catherlna  di  Bartolomeo  de'  Vigri,  o  secondo 
altri  de'  Negri,  abbadessa  nel  monastero  del  Corpo  di 
Christo,  alli  8  di  marzo  il  martedi,  manda  a  volo  lo 
spirito  al  cielo  et  depone  il  corpo  alla  terra.  Fu  se- 
polto  il  suo  corpo  nel  cemeterio  all'aria ;  et  di  quel  se- 
polcro  poi  si  senti  uscirne  gran  refragrantia.  Laonde 
alli  27,  la  domenica,  fatto  estraere  di  quel  luogo  il 
corpo  di  essa,  fu  trovato  tutto  intiero,  bello,  et  di  color 
vivo,  come  se  alhora  fosse  morta.  II  che  a  tutti  parve 
non  maraviglia  ma  gran  miracolo,  et  perci6  il  fecero  stare 
cosi  6  giorni  acciochc  da  tutti  fosse  veduto.  Poi  in 
una  cassa  honorevolmente  riposto  vicino  l'altare  dclla 
detta  chiesa,  si  e  sempre  insino  al  di  d'hoggi  conservato, 
Dopo  lei  fu  creata  abbadessa  suore  l.eonarda  ligUuola 
di  Nicol6  Gozzadini. 

Alli  13  di  aprile,  il  martedi,  tanto  cresce  l'acqua 
dell'Avesa,  che  rovina  la  sega  che  era  sopra  di  essa  et 
entra  nelle  moline  et  nelle  cantine  che  vi  erano  vicine 
et  fa  molti  altri  mali,  et  particoiarmente  neila  villa  di 
Roncorio. 

A  dl  ao  di  giugno  Giovanni  Malvezzi  e  fatto  ca- 
pitanio  della  montagna  nelle  parti  di  Roncastaldo  conta 
di  Bologna. 

AiU  iS  di  luglio,  11  lunedi,  11  cardinale  Bessarione, 
che  veniva  da  Roma,  giugne  in  Bologna.  Andava  a 
Vinetia  per  far  provisione  contro  11  Turco  che  faceva 
molta  strage  a '  Ragusa ;  dove  con  grande  honore  fu 
ricevuto  et  incontrato  da  tutta  la  cittk.  And6  ad  al- 
loggiare  a'  frati  de'  Servi;  et  il  giorno  seguente,  la- 
sciando  44  cavalli  et  18  servitori  in  Bologna,  passo  a 

Venetia. 

A  dl  31  di  luglio,  la  domenica,  nel  conta  di  Bolo- 
gna,  cioe  a  Crespelano,  Calcara,  Pimazzo,  Ceredolo, 
CasaleccMo,  Casaglla,  San  Luca,  Gaibola,  Roncorio,  Pa- 
derno,  San  Vittore,  Santa  Liberata,  Barbiano,  Mazzano, 
Camaldoli,  San  Ruphello,  la  Crovara,  Pizzocalvi  et  ad 
una  parte  di  San  Lazaro  venne  una  gran  tempesta 
che  li  tre  quarti  li  peggior6  di  uva,  percioche  si  secca- 
rono  i  grappoli  sul  ceppo  delle  viti. 

A  di  primo  d'ottobre  mori  Santi  Bentivogli,  il 
quale  era  stimato  in  Bologna  per  lo  primo  huomo  d'arme, 
di  honore  et  di  conseglio  di  saplenza.  Fu  sepellito  in 
San  Jacomo  con  grandissimo  honore,  accompagnato  da- 
gli  anziani  et  dalli  chierici  di  Bologna  et  arte  et  com- 
pagnie,  dottori,  cavallieri,  gentilhuomini  con  bandiera 
di  seta  negra  et  altri  colori  et  assai  cavalli  coperti 
di  nero  et  tutti  li  servi  a  nero  vestiti.  Lasci6  un 
figlluolo  chiamato  Ercole. 


5 


(BlBLIOTECA   COMUNALE   DELL'ARCmGINNASIO, 

esemplare  a  stampa  del  terzo  volume  del 
Ghirardacci). 

Anno  di  Cristo  1463.  —  Sono  creati  li  magistrati 
della  citt^  al  sollto ;  et  Candido  Buontempo  da  Perugia 
e  podestk  di  Bologna. 

Suor  Caterina  di  Bartolomeo  di  Vigri,  o  secondo 
allri  de'  Negrl,  abbadessa  nel  monastero  del  Corpo  di 
Cristo,  alli  8  di  marzo,  11  martedl,  rende  lo  spirito   a 
Dio  et  depone  il    corpo  alla  terra.     Fu  sepolto  11   suo    10 
corpo  nel  cimeterio  all'aria  et  da  quel  sepolcro  poi  si 
sentl  uscirne  gran  refragrantia :  laonde   alli  27,  la  do- 
menica,  fatto   estraere  di  quel    luogo  il  corpo  di   essa, 
fu  trovato  tutto  intiero  et  bello  et  di  color  vivo,  come 
se  allhora  fosse  morta.     II  che  a  tutti  parve   non  ma-    15 
raviglia,  ma   gran   miracolo,  et   perci6   il   fecero    stare 
cosl  6  giorni,  accioche  da   tutti  fosse  veduto.     Poi   in 
una  cassa  honorevolmente  riposto  vicino  l'altare  della 
detta  chiesa,  si  h  sempre  insino  al  di  d'  hoggi  conser- 
vato.     Dopo   lei    fu    creata    abbadessa    suor   Leonarda    2( 
figliuola  di  Nicol6  Gozzadini. 

Alli   12    d'aprlle,  11  martedi,  tanto   cresce  l'acqua 
delPAvesa,  che   rovina  la   sega,  che   era  sopra  di  essa, 
et  entra  nelle  moline  et  nelle  cantine  che  v'erano   vi- 
cine   et   fa  moltl    altri   mali,  et   particolarmente   nella    21 
villa  di  Roncorio. 

A  di  30  di  giugno  Giovanni  Malvezzi  fe  fatto  ca- 
pitano  della  montagna  nella  parte  di  Roncastaldo  conti 
di  Bologna. 

Alli  18  di  luglio,  11  lunedl,  il  cardinale  Bessarione,  3 
che  veniva  da  Roma,  giunge  in  Bologna;  andava  a  Ve- 
netia  per  far  provisione  contro  11  Turco  che  faceva 
molta  strage  a  Ragusa;  dove  con  grande  honore  fu  ri- 
cevuto  et  incontrato  da  tutta  la  citta.  And6  ad  allog- 
giare  a'  frati  de'  Servi,  et  11  giorno  seguente,  lasciando  3 
44  cavalli  et  18  servitori  in  Bologna,  passo  a  Venetia. 

A  d\  31  di  luglio,  la  domenica,  nei  conta  di  Bo- 
logna,  cioe  a  Crespellano,  Calcara,  Pimazzo,  Ceredolo, 
Casalecchio,  Casaglia,  San  Luca,  Gaibola,  Roncorio,  4 
Paderno,  San  Vittore,  Santa  Liljerata,  Barbiano,  Maz- 
zana,  Camaldoli,  San  Rufello,  la  Crovara,  Pizzocalvi 
et  ad  una  parte  di  San  Lazzaro  venne  una  gran  tem- 
pesta,  che  11  tre  quarti  gli  peggior6  d'uva,  perciochfc 
sl  seccarono  i  grappoli  sul  ceppo  delle  viti. 


PREFAZIONE  LXVH 


(BiBLroTECA  Universitaria,   Ms.  2000,  car- 
ta  8U7^  e  V). 

A  dl  primo  di  ottobre  fu  finita  di  coprire  quella 
parte  della  chiesa  di  San  Petronio  che  risguarda  verso 
5    il  datio  del  vino. 

Alli  8  di  ottobre  si  fecero  le  sollennissime  esse- 
quie  di  Santi  Bentivogli,  dove  si  dispens6  gran  quan- 
tita  di  cera,  et  molta  roba  si  diede  a'  poveri,  oltre  quella 
si  diede  a'  monasterii  et  luoghi  pii.  Fu  posto  il  corpo 
\Q  suo  sopra  un  palco  altissimo  con  8  torchi ;  et  poi  fu 
sepellito  nella  capella  delli  Bentivogll. 

Fatte  l'essequie,  messer  Giovanni,  gia  figliuolo  dl 
Aniballe  Bentivogli,  di  eta  di  anni  ao,  fu  fatto  confa- 
loniero  di  giustitia  et  entr6  in  pallazzo  con  grande 
15  honore  quanto  mai  altro  confalloniere.  Et  fatta  la 
entrata,  subito  fece  cavallieri  Domenico  et  Jacomo  Gar- 
ganelli,  uno  del  numero  delli  signori  anziani  vecchi.  Et 
a  queste  honorate  ceremonie  fu  presente  Jacomo  Grati. 

Per  errore  del  copista  (che  rarissimamente  si  incontra),  tutto  ci6  che  si  riferisce 
JO  alla  morte  di  Sante  Bentivoglio  h  nel  tcsto  a  stampa  posto  sotto  l'anno   1462^;  onde 
1'apparente  sconcordanza  tra  l'ampiezza  delle  due  narrazioni. 

2.    —    HlSTORIA    DI    BOLOGNA. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVI,  autografo,  mal  conservato,  per  una  terza  parte  nu- 
merato,  da  p.   1-193  (anno  1496),  per  11  resto  non  numerato. 
25  Contiene  la  narrazione  della  Historia  di  Bologna  nella  lezione  del  terzo  volume  a  stampa 

e  delle  molte  copie  manoscritte,  dall'anno  1471  airanno  1509,  ed  ha  inoltre  parecchie  altre 
scritture. 

A  p.  1  sono  in  alto  alcuni  appunti  sui  Bentivoglio,  sotto  il  sonetto  che  comincia:  "  Gia- 
"  cean   nel   cieco  obllo   morti  et   sepolti  ,,61   versi   latini   di   Francesco   Pecci   di   Pergola 
30  che  cominciano:    "  Felsina  quin   gaudes?  quin  coeli  brachia  tendis?„.     A  p.  3  trovasi   una 
"  Domanda  al  conte  G.  Pepoli  ,.     A  p.  5  comincia  la  narrazione  in  questo  modo:  "  Giunto 
"  alfanno  1471,  come  nel  precedente  volume  dicemmo%  essendosi  partito  Giovanni  Battista 
"  Savelli ...... 

Tutto  il  manoscritto  h,  nella  sua  parte  centrale,  di  carattere  chiaro  nitido  e  uniforme; 
35  ha  poi  correzioni,  aggiunte  e  note  marginali  piu  affrettate  sempre  del  Ghirardacci.  Finita 
questa  narrazione  airanno  1508,  continua  una  scrittura  senza  pentimenti  nh  ostacoli  o  in- 
terruzioni,  ma  piu  rapida  e  affrettata,  che  arriva  con  una  narrazione  pur  rapida  e  stringata 
tino  airanno  1540;  in  tine  a  queiranno  leggesi:  "  Hucusque  cronica  Viggianorum  ,,  espressione 
che  8ta  ad  indicare  che  quella  narrazione,  dalla  scrittura  piii  minuta  e  trascurata,  h  una  copia 
40  0  riduzione  della  cronaca  del  Viggiani  o  Vizzani  la  quale  fu  in  possesso  del  Ghirardacci. 
Giuntosi  colla  Cronica  Viggianorum  al  1540,  si  continua  riproducendo  della  medesima,  e 
sempre  nello  stesso  modo  di  scrittura,  la  parte  iniziale  che  era  stata  omessa,  e  cio6  dal  1403 
sino  al  1508. 

In  fine   e  un  fascio   di  carte  bianche;  neirultima  di  queste  sono  segnate  sempre  dal 
45  Ghirardacci  alcune  notizie  suUa  chiesa  di  San  Giacomo  e  sui  frati  Carmelitani. 
l|  L'importanza  di  questo  codice  k.  determinata  dal  fatto  che  nella  sua  prima  parte,  la  piu 

'  Vedasi  la  nostra  edisione  a  p.  iSo.  *  Vedasi  piii  su  la  fine  del  ms.  aooo,  cul  qiU  accennasi. 


Himn  ^mp^AMit 


importante,  quella  che  va  dal  1471  al  1509,  continua  e  completa  la  narrazione  del  terzo  vo- 
lume  della  Historia  del  Ghirardacci,  gik  iniziata  col  ms.  2000  della  stessa  Biblioteca  Univer- 
sltaria.  Tutto  il  complesso  della  narrazione  non  differisce  gran  che  dairesemplare  a  stampa 
deirArchiginnasio '. 

3.  —   HlSTORIA   DI   BOLOGNA   DAL.    1336   AL    1393. 

Volume  cartaceo,  ms.,  in  fol.,  autografo,  del  secolo  XVI,  di  carte  130  numerate  cosi:  98- 
227.  La  scrittura  h  chiara  e  ben  condotta  e  anche  assai  accurata;  il  testo  ha  nei  margini 
correzioni,  aggiunte  e  richiami  di  varia  natura.  II  volume  sfasciato  e  mal  conservato  si  compone 
di  quattro  quaderni  e  contiene  la  narrazione  che  va  dairanno  1336  aU'anno  1393.  L'im- 
portanza  di  questo  manoscritto  h  determinata  dal  fatto  che  ci  reca  la  parte  precedente  e  10 
integrante  dei  mss.  2000  e  1975  e  precisamente  quelli  che  costituiscono  il  famoso  manoscritto 
autografo,  onde  fu  tratto  il  terzo  volume  a  stampa  del  Ghirardacci.  Questa  parte  integrante, 
che  se  non  completa,  molto  accresce  rautografo  ghirardacciano,  h.  rimasta  sconosciuta  linora,  e 
infatti  tutti  coloro  i  quali  copiarono  o  stiidiarono  Tautografo  del  Ghirardacci  non  fecero  al- 
cuna  menzione  di  questo.  15 

II  codice  h  acefalo  perchfe  comincia  dalla  c.  98,  ma  altre  carte  si  possono  rinvenire 
esaminando  attentamente  le  8  buste  in  che  si  divide  il  ms.  2012  dell' Universitaria ;  la  busta  3, 
ad  esempio,  ha  la  c.  97,  quella  che  immediatamente  precede  il  nostro  ms.  (aniio  1336),  che 
dovrebbe  essere  unita  a  questo;  altre  ricerche  potran  dare  risultati  anche  maggiori  *. 

E  terminano  con  questo  i  manoscritti  autografi  del  terzo  volume  del  Ghirardacci. 

Dando  1'elenco  delle  numerosissime  copie  che  capitarono  in  qualche  guisa  sotto 
i  hostri  occhi,  cominceremo  da  quel  gruppo  di  manoscritti  che  recano  tutta  intera 
la  narrazione,  dal  1393  in  poi,  e  che  noi  dicemmo  costituire  la  prima  categoria  delle 
copie  del  terzo  volume. 

4.  —  Fatti  storici  accaduti  nella  cittA  di  Bologna  dall'anno  1393  all'anno  1501. 

Con  questo  titolo  molto  tardivo  (sul  dorso  h  scritto  Isioria  di  Bologtia  dal  1393  al  1501) 
h.  compresa  in  due  volumi  una  storia  bolognese  gik  indicata  dal  Frati ',  ma  da  nessuno  iden- 
tificata  ancora  col  terzo  volume  d&lV Historia  ghirardacciana.  E  una  delle  copie  piu  fedeh 
del  manoscritto  originale  di  Cherubino  Ghirardacci  della  terza  parte  della  Historia  che  ora  si 
conserva  nella  Biblioteca  Universitaria  * ;  con  questa  differenza,  che  mentre  gli  anni  che  vanno  3( 
dal  1393  al  1424,  sono  nelle  altre  copie  del  manoscritto  del  terzo  volume  riprodotte  solamente 
in  parte,  in  quella  parte  cio^  che  non  figurava  nella  edizione  del  secondo  volume  del  Ghirar- 
dacci,  qui  la  copia  e  fatta  per  intero,  senza  che  vi  sia  alcun  distacco  tra  l'anno  1424  e 
il  1425,  dal  quale  ultimo  comincia  la  materia  che  fa  parte  della  terza  parte  della  Historia  del 
Ghirardacci. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  varie  mani.     II  primo  volume  h  di  carte  341    \ 
numerate  un  po'  per  pagina  e  un  po'  per  carta  in  una  cifra  totale  di  392  e  comprende  gli 
anni  1393-1470.     II  secondo  volume  h  di  carte  154,  Tultime  8  delle  quali  sono  bianche,  nu- 
merate  parte  per  pagina  e  parte  per  carta,  sino  al  n.  209.     In  fine  h  un  indice  analitico  fatto 
con  cura  delle  notizie  contenute  neiropera.     II  ms.  h  acefalo  e  mutilo  in  iine ;  si  arriva  sino 


t\ 

'  BiBUOTECA  Univkrsitaria  di  Bologna,  Ms.  i<)7S-  '  LuiGi  Frati,  Opere  della  Bibliografia  bologuese, 

'  BiBUOTECA  UNIVER.SITA1UA  Di  BoLOGNA,  JMi.  2o/^,       Bologna,  1888,1,  n.  3170.  5 

busta  I.  <  Vedi  sopra  ai  nn.  i  e  2  di  questo  stesso  paragrafo. 


PIl^^ZlpN^  LXIXf 


al  1501  dove,  dopo  le  parole  "Agamenone  Mariscoto  che  urdisse  la  tella  acciochfepoi^,  la 
continuazione  rimane  sospesa '. 

5.  —  Dblla  Historia  di  Bologna  di  Chhrubino  Ghirardacci.  Parth  tbrza.  In  Bolo- 

GNA   FHDELMENTB   COPIATA   DALL'0RIGINALE   MANOSCRITTO   DHLL'aUTORB. 

5  Volume  ms.,  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  carte  509  numerate.    Scrittura  chiara, 

con  notazioni  marginali.  La  narrazione,  mancante  in  principio,  comincia  dall'ottobre  del  1393 
cosl:  "  Al  dominio  della  cittk.  Ma  per6....  „  ;  termina  al  1508  con  queste  parole:  "  E  rimase; 
allora  governatore  di  Bologna  Angelo  vescovo  di  Tiyoli  „ .  Questa  copia,  che  f u  acquistata 
dairArchivio  di  Stato  nel  1888,  h  una  delle  piii  fedeli  di  quelle  fatte  sopra  Tautografo  del 
10  Ghirardacci  e  pu6  avvicinarsi  ai  ms.  B,  1183  e  B,  1184  della  Biblioteca  deirArchiginnasio  *. 

6.  —  Ghirardacci  C,  Storia  di  Bologna,  vol.  III. 

E  un  codice  cartaceo,  del  secolo  XIX,  scritto  da  una  stessa  mano,  salvo  Tultima  che  ne* 
due  terzi  del  recio  porta  gli  avvenimenti  del  1509,  la  quale  h  di  mano  diversa,  posteriore 
alla  scrittura  deirintero  volume.     Comincia  a  p.  1:  "  Al  dominio  della  cittk,  ma  per6  sop- 

15  "  portavano  |  tutto  ci6  li  primi   della  cittk   per  mantenersi  |  nel  loro  dominio  |  „.     Finisce  a 

p.  1365 :   "  Gli  Scappi  ed  altri  fuorosci  |  ti  di  Bologna  si  presentarono  al  legato  dimorante  in 

"  Romagna,  |  e  lo  pregarono  del  perdono,  e  di  poter  ripatriare,  locchfe  gli  concesse  1 ,  bench^ 

"  alquanto  il  senato  gli  contradicesse  ]  „ .     Seguono  3  carte  in  bianco  e  non  numerate.'  ~  *'' ' 

"  Dev'essere  una  copia,  scrive  il  d'  Elia,  giacchfe  tanto  le  qualitk  della  carta,  quanto  le 

20  "due  scritture  sono  recenti;  e  mi  paiano  de'  primi  anni  del  secolo  scorso».    II  volume,  le- 
gato  in  mezza  pelle,  ha  dei  f regi  dorati  sul  dorso '. 

7.  —  Della  Historia  di  Bologna,  partb  tbrza. 

II  ms.  174  della  Gambalunga,  cartaceo,  secolo  XVII,  legato  in  pergamena,  contiene: 
Della  I  Historia  \  di  Bologna  \  Parte  ierza  \  del  R.  P.  M.  Chernbino  \  Ghirardacci  Bolognese  \ 
25  DeWordine  £remitano  \  di  S.  Agostino.  Appartiene  alla  Gambalunga  certo  sin  dalla  seconda 
metk  del  seicento.  Dopo  il  frontespizio  sopra  riferito  c'fe  una  lacuna;  nella  prima  facciata 
il  testo  comincia  (airanno  1393)  con  le  parole  "  al  dominio  della  cittk.  Ma  per6  sopporta- 
"  rono  tutto  ci6  li  primi  della  cittk....„;  finisce  airanno  1508  con  le  parole:  "  messo  in  isola 
"  a  guisa  di  fortezza  con  24  bombardieri  intorno  ,*. 

30  8.  —  Storia  di  Bologna,  voI.  III. 

E  un  ms,  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XIX,  di  carte  404  delle  quali  le  prime  186  numerate; 
conservasi  nella  Biblioteca  comunale  deIl'Archiginnasio  di  Bologna,  colla  segnatura  B,  2017. 
Una  dichiarazione  scritta  nel  foglio  di  guardia  dal  bibliotecario  O.  Guerrini  suona  cosl: 
"  Dichiaro  io  sottoscritto  per  la  veritk  che  questo  manoscritto  6  una  copia  fedele  del  codice 
35  *  n.  2000  di  questa  Biblioteca  Universitaria,  autografo  di  fra  Cherubino  Ghirardacci,  conte- 
"nente  un  abbozzo  della  sua  Storia  di  Bologna  dal  17  ottobre  1393  al  1470,  diverso  dal- 
"  Topera  a  stampa  „.  E  cosl  h  infatti.  Sul  primo  foglio  leggesi:  "  3°  volume  del  Gherardaccio  „. 
La  scrittura  h  di  quattro  mani,  tutte  del  secolo  XIX  ^ 


'  BiBUOTECA  COMUNALE  dell^Arcihginnasio,  Ms.  G.  D'Elia  di  questa  cortese  comunicazione. 

B,    I183   e    I184.  •*   BlBHOTECA   COMIWALE   GAMBALUNGHIAMA    DI   Rl- 

*  Archivio  di  Stato  di  Bologna,  esemplare  del  miki.   Notizia  comunicatami  dal  cii.mo  prof.  A.  F,  Mas- 

Ghirardacci  nella  saia  di  studio.  sera. 

f                  ^    BlBLIOTECA   NAZIONALE   Dl    NaPOLI.     II    mS,  lia  ia  '    BlBLIOTECA   COMUNALE  DELL'ArCHIGINNASIO,  Ms< 

segnatura  X.  G,  50.    Sono  grato  al  ch.mo  Bibliotecario  B,  zofj. 


10 


L3tX  '  PREFAZIONE 


Piii  numerosa  h  la  seconda  categoria: 

9.  —  HisTORiA  Di  BoLOGNA  DKL  R.  P.  M.   Chkrubino  Ghirardazzi  Bolognbse  dbll,'or- 

DINH   ErEMXTANO   DI    SaNT'AgOSTINO.   ParTE  THRZA  MAmiSCRITTA,    ED   ESTRATTA   DALLA 

libraria  del  convento  di  San  Giacomo  Maggiorb  di   Bologna  l'anno   1734.  — 
Bologna.  5 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  carte  400  l*ultiina  delle  quali  bianca,  numerate  con 
le  pp.  1-1 1  +  pp.  1-781.  Alla  fine  si  legge:  »  Fine  del  libro  XXXVIII  ed  ultimo  de\V//tsiorta  del 
"P.  M.  Cherubino  Ghirardazzi  bolognese  morto  il  14  novembre  1598  in  etk  di  anni  74  „.  Se- 
guono  12  carte  numerate  coltitolo:  "Aggiunta  a  questo  tomo  manoscritto  „ ;  le  aggiunte  son 
distinte  con  lettere  maiuscole.  Dopo  le  aggiunte  v'^  copia  d'un  privilegio  a  favore  della  casa  10 
Malvezzi,  della  donazione  di  Giovanni  II  a  Filippo  Solaroli  e  anche  di  un  proclama  di  taglia 
contro  i  Bentivogli.  Infine  un  grosso  fascicolo  di  carte  numerate  contiene  1' "  Indice  delle 
"  cose  piil  notabili  che  si  trovano  in  questo  terzo  tomo  manoscritto  deWJIisioria  di  Bologna 
"  del  M.  R.  P.  Cherubino  Ghirardazzi  bolognese  „ .  II  testo  h.  distribuito  in  libri  dal  XXX 
al  XXXVIII.  Le  prime  carte  contengono  notizie  staccate  o  riassuntive  dei  Ubri  XXVII  15 
e  XXIX,  gik  stampati  nel  tomo  II.  Esemplare  ben  conservato,  legato  in  pelle  e  coViCx  li- 
bris  della  famiglia  Gozzadini'. 

10.  —  ChERUBINO    GhIRARDACCI,   HiSTORIA    DI   BoLOGNA.   CoPIA  DELLA    HlSTORlA    DI    BOLO- 

GNA   DEL   GhIRARDACCI,   MANOSCRITTA. 

Si  tratta  di  una  copia  "  eatratta  dalla  libraria  del  convento  di  |  San  Giacomo  Magiore  |  20 
"  di  Bologna  Tanno  1734  „  comprendente  582  pagine  mss.,  piu  una  "  Aggiunta  a  questo  tomo  | 
"  Manuscritto  |  di  alcune  cose  che  il  R.  P.  Ghirardazzi,  non  n'ebbe  |  notizia,  ma  ora  ritro- 
"  vatane  le  |  prime  autentiche„,  di  pagine  10.     La  scrittura  h  corsiva,  tutta  di  una  mano,  con 
note  marginali  e  richiami  a  pife  di  pagina. 

Comincia:  '^Y)€WHistoria  di  Bologna  \  d&\  P.  M.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognese  ]  25 
"  Libro  vigesimo  nono.  [  |  Nel  secondo  tomo  stampato  vi  h  questo  libro  vigesimo  j  settimo,  con 
"  li  due  susseguenti,  ciofe :  vigesimo  ottavo  e  vigesimo  nono,  nelli  quali  sono  descritti  li  suc- 
"  cessi  deiranno  1393  sino  al  1425  ecc.  „.  Finisce  a  c.  582 1'.-  "a  Roma,  e  seco  and6  il 
"  Legato,  molto  odiato  dal  popolo  per  il  suo  |  tiranico  e  barbaro  quore  {sic) ;  e  rimase  Go- 
"  vematore  di  Bologna  Ang.  vescovo  di  Tivoli  ]  e  con  cio  si  giunse  alla  fine  deU'anno  1508.  30 
"  I  II  fine  di  questo  terzo  ]  Tomo  delle  Historie  di  Bologna„.  Seguono  le  10  pagine  sopra 
menzionate  *. 

11.  —  Della  Historia  di  Bologna  parte  terza  del  R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardacci 
BoLOGNESE  dell'ordine  kremitano  di  Sant'Agostino.  Nella  quale  con  diligente 
fedeltA  et  autoritA  cosi  d'autori  gravi  bt  antichi,  come  per  confronto  di  scrxt-  35 

TURE  PUBLICHE  KT  PRIVATK,  SI  ESPLICANO  LB  GRANDKZZE,  LI  CONSIGLI,  LE  GUERRE,  LE 
PACI    ET   I    FATTI    KGRKGI    DB'    SUOI    CITTADINI.    CoN     UN    CATALOGO    DE'     SOMMI     PoNTEFICI, 

Imperatori  romani  kt  Rkgi  di  Toscana,  per  dklucidatione  di  detta  Historia,  ET 
UNA  copiosissima  tavola  d'infiniti  pArticolari  importanti.  In  Bologna,  per  Gio- 
VANNi  Rossi,  MDCI.1X.  CoN  LiCENZA  db'  Signori  Supbriori  (titolo  tutto  a  stampa).        40 

Segue  in  altra  carta  il  seguente  titolo  ms. : 

"  Historia  di  Bologna  del  R.  P.  Cherubino  Ghirardacci  Bolognese,  deirordine  Eremitano 
"  di  Sant'Agostino.  Parte  terza  manoscritta  ed  estratta  dalla  libraria  del  convento  di  San  Gia- 


'  BiBLiOTECA  coMUKALE  DKLL^ARCHiourNAsio,  Li-  *  BiBLioTKCA  coMUKALE  d' Imola.  La  descrizione 

breria  Gozzadinl,  Ms.  a^y.  mi  e  stata  favorita  dall'ainico  e  coUega  Romeo   Galli. 


PREFAZIONE  LXXI 


"  como  Maggiore  di  Bologna  Tanno  1 734,  intrapresane  la  copia  questo  di  7  marzo  1769  d'or- 
"  dine  di  sua  Eccellenza  il  nobile  Uomo  signor  marchese  Cesare  Bolognini  da  me  Giuseppe 
"  Antonio  Macari  Scarselli  cherico,  e  terminata  questo  d\  anno  suddetto  „. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  di  pagine  832  numerate  piu  16  non  numerate,  in  fol.,  del  secolo  XVIII. 
5  Contiene  i  libri  XXVII-XXXVIII  della  Sioria  di  Bologna,  ma  dei  libri  XXVII-XXIX  sono 
riportate  soltanto  le  notizie  che  non  figurano  nel  secondo  volume  a  stampa.  Ogni  libro  ha 
il  suo  argomento ;  in  margine  sono  molte  indicazioni  di  nomi  e  di  fatti.  Finisce:  "de^quali 
"  era  insegna  il  leone  „.  In  fine  h  copiata  la  lettera  del  card.  Bentivoglio  al  card.  Lamber- 
tini  in  data  di  Roma  27  dicembre  1732';  seguono  la  tavola  generale  delle  cose  notabili,  la 
jlO  tavola  dei  cognomi  e  alcune  aggiunte  che  hanno  la  numerazione  a  parte  da  1-16.  A  p.  744 
trovasi  la  pianta  del  palazzo  Bentivoglio  *. 

12.  —  Della  Historia  di  Bologna  del  R.  P.  M.   Cherubino  Ghirakdacci  Bolognese 
dell'ordine  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Partk  terza  manoscritta. 

Ms.  cartaceo,  del  secolo  XVII,  di  pagine  870  numerate  oltre  la   carta  del  frontispizio 

15  sopra  riportato,  legatura  in  cartone. 

Da  c.  1  sino  a  c.  13  c'fe  il  solito  elenco  delle  notizie  dei  libri  XXVII-XIX,  che  non 
figurano  nel  volume  a  stampa;  a  c.  13:  "  Fine  del  Vigesimo  nono  ed  ultimo  libro  della  se- 
"  conda  parte  della  Storia  di  fra  Cherubino  Ghirardacci,  stampata  nel  1657,.  A  c.  14 
comincia  il  libro  XXX  (dal  1426),  con  via  via  gli  argomenti,  le   notazioni   marginali  per  le 

20  contenenze  del  testo.  I  libri  sono  in  tutto  38;  la  narrazione  termina  a  p.  747,  colle  parole: 
"dei  quali  era  insegna  il  leone  „.  Poi  seguita:  "  Fine  del  libro  XXXVIII  ed  ultimo  del- 
"  Vlstorta  di  Bologna  manoscritta  del  padre  M.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognese,  morto  li 
"  14  novembre  1598  in  etk  d'anm  74  „.  A  p.  799  sono  le  solite  aggiunte,  compresi  i  docu- 
menti  Malvezzi;  quindi  a  p.  821:   "  Indice  delle  materie   contenute   in   questo  manoscritto  „ . 

25  In  ultimo  il  privilegio  dell' imperatore  Massimiliano  ai  Bentivogli.  L'indice  h  per  cognomi 
e  cose.    Copia  bella,  ben  scritta  e  ben  conservata '. 

13.  —    DeLl' HlSTORIA  DI   BOLOGNA   DEL  MOLTO  REVERBNDO  PADRE  ChERUBINO   GhIRARDAZZI 
BOLOGNESE,    VOl.    III. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  della  prima  metk  del  secolo  XIX,  di  pagine   668  non  numerate. 

30  S'inizia  con  un  breve  riassunto  delle  notizie  dal  1393  al  1424,  che  raccoglie  nel  cosl  detto 
libro  XXIX.  II  libro  XXX  comincia  coiranno  1426,  come  al  solito.  Finisce  a  p.  668:  "  restb 
"governatore  di  Bologna  il  vescovo  di  Tivoli,  e  con  ci6  si  giunse  alla  fine  deiranno  1508; 
"  e  qui  finisce  questo  terzo  diario  o  tomo  scritto  dal  padre  Cherubino  Ghirardazzi  Ago- 
"  stiniano  „.     Poi  dopo:   *  Questa  copia  h  estratta  con  grandi  difficoltk  dairoriginale  del  me- 

35  "  desimo  Ghirardazzi  scrittore,  il  quale  originale  e  riguardato  con  grande  gelosia  nella  Li- 
"  braria  de'  padri  di  San  Giacomo  Maggiore  in  Bologna  „.  Scrittura  chiara,  note  marginali, 
divisione  in  libri,  con  gli  argomenti;  senza  le  aggiunte  e  senza  la  tavola*. 


14.  —  Istoria  di  Bologna  scritta    dal  molto  reverendo   padre  Cherubino  Ghirar- 
dazzi  Bolognkse  dell'ordine  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Tomo  terzo  manuscritto 
•  40         estratto    dalla  libraria   del   convknto   di  San   Giacomo  Magiork   di  Bologna 
l'anno  1734. 


'  La  lettera  sara  riprodotta  nel  paragrafo  seguente.  di  manoscritti  e  stampe   bolognesi.     Lo  ringrazlo   per 

*  BiBLioTECA  COMUNALE  DEix' Archigiitnasio,  se-  avermelo  concesso  in  esame. 
gnato  A.  M.  e.  I.  3.  <  Conservasi  nella  RaccoUa   bolognese  del   dottor 

'  E  posseduto  questo  manoscritto  Ual  signor   ca-  Guido    Sanguinettl   di  Bologna.     Ringrazio    il  gentile 

S    Taliere  Arnaldo  Romagnoli,  che  lia  una  bella  raccolta  proprietario  per  la  comunicazione. 


LXXU  PREFAZIONE 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  pagine  668  numerate  piii  1'  *  Indice  delle  cose 
"  piii  notabili  „  di  13  carte  non  numerate.  Contiene  da  principio  le  notizie  che  non  figurano 
nel  volume  a  stampa  dal  1393  sino  al  1426,  dove  comincia  il  libro  XXX.  Poi  ai  va  di  filato 
sino  a  tutto  il  libro  XXXVIII  che  finisce  coUa  notizia  della  venuta  in  Bologna  nel  1508  del 
duca  d'Urbino  Francesco  Maria  della  Rovere.  Mancano  le  aggiunte;  Tindice  6  assai  semplice  5 
e  schematico. 

La  narrazione  h  stata  in  piil  di  un  luogo  aggiustata  secondo  le   vedute  del  copista;  la       : 
stessa  divisione  in  libri  non  h  conforme  agli  altri  esemplari ;  annotazioni  marginali,  argomenti 
per  i  libri  in  testa  *. 

15.  —  IsTORiA  Di  BoLOGNA  DBL,  R.  P.  Maestro  Chbrubino  Ghirardazzi  Bolognese  del  •  10 

l'ordine  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Parte  terza  manoscritta  ed  estratta  dalla 

LIBRARIA   DBL   CONVENTO   DI   SaN   GiACOMO    MaGGIORE   DI   BoLOGNA   l'aNNO    1734. 

Comincia:  "  Nel  tomo  secondo  stampato  ecc. ,;  finisce:  "  de'  quali  era  insegna  il  detto 
"leone  „. 

I  due  primi  libri  sono  riassunti,  poi  dal  XXX  al  XXXVTII  estesamente  narrati.    Seguono  15 
le  aggiunte  solite  A-JT  e  quella  segnata  croce.    In  fine  un'indice  copioso  e  ben  fatto  ("  Ta- 
"  vola  generale  delle  cose  notabili  „);  a  cui  fa  seguito:  "  Tavola  de'  cognomi  citati  nella  pre- 
"  sente  opera  ,  (p.  797). 

Ms.  in  fol.,  cartaceo,  del  secolo  XVIII,  di  pagine  818  numerate  *. 

16.  —  IsTORiA  Di  BoLOONA  DEL  R.  P.  M.  Cherubino   Ghirardazzi  Bolognesb  dbll'or-  20 

DiNE  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Parte  tbrza  manuscritta  ed  estratta  dalla 

LIBRARIA    DBL   CONVENTO    DI    SaN   GiACOMO   MaGGIORE  DI   BoLOGNA   l'ANNO    1734. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.  del  secolo  XVIII,  di  pagine  781  numerate,  delle  quali  le  pp.  1-14 
per  le  parti  dei   libri  XXVII-XXIX  non   contenute  neiresemplare   a  stampa.     In  fine   alla 
p.  14;  "  Fine  del  vigesimonono   ed  ultimo  libro  della   seconda  parte  della   Istoria  di  Bolo-  25 
""  gna  di  fra  Cherubino  Ghirardazzi  stampata  nel  1657  ,.     H  testo  h  diviso  in  libri  dal  XXX 
al  XXXVIII  ed  h  compreso  dalle  pp,  15-728;  termina:  "  ....  era  insegna  il  leone.     Fine  della 
Istoria  di  Bologna  manoscritta  del  padre  M.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognese  morto  li  14  no- 
vembre  1598  in  etk  d'anni  74  „.     Segue:    "  Aggiunta  a  questo  tomo   manoscritto  ,  (sono  ag- 
giunte  indicate  con  le  lettere  maiuscole  A-X,  piii  il  segno   croce  che   contiene  la  copia  di  30 
un  privilegio  a  favore  3ei  Malvezzi,  poi  la  donazione  del  Bentivogli  a  G.  F.  Salaroli,  pp.  729- 
746.     A  p.  747  comincia  la  "  Tavola  generale  delle    cose   notabili^,  sino  a  p.  781.     In  fine 
una  accuratissima  pianta  del  palazzo  Bentivoglio  distrutto.     La  copia  h  fatta  con  molta  cura 
e  in  bellissimo  carattere.     Notazioni  marginali  delle  principali  materie  trattate,  argomento  a 
ciascun  libro,  titolo  corrente,  legatura  in  pergamena,  nell'  interno  della  coperta  stemma  inciso  35 
della  f  amiglia  Malvezzi '. 

17.  —   HlSTORIA   DI    BOLOGNA    DEL   R.   P.    M.    ChERUBINO    GhIRARDACCI    BoLOGNESE.   PaRTE 

TBRZA   MANOSCRITTA. 

Ms.  cartaceo  in-4,  di  pagine  929  numerate,  seguite  da  una  tavola  generale  e  da  varie  ag- 
giunte  o  annotazioni,  coUa  segnatura  I.  8.  1.     Sul  frontespizio  si  legge:  Historia  di  Bologna  40 
del  R.  P.  maestro  Cherubino  Ghirardacci  Bolognese,   delVordine  Eremitano  di  Sanf  Agostino, 
Parte  terza  manoscritta  ed  estratta  dalla  libreria  del  convento  di  Sant' Ignazio  *  Maggiore  di 

•  Libreria  Malvezzi,  Bologna.  mi  fu   concessa  dal    senatore  Nerio  Malvezzl,  che  rin- 

*  BiBLioTECA  Univkrsitaria  di  Boi,ogna,  Ms,  768,      grazio.  S 
'  Libreria   Malvezzi,   Bologna.    La   consultazione                 ■*  Per  errore,  in  luogo  di  San   Giacomo. 


ER]?FA^ONE  1^3^11 


Bologna  Vanno  1734.  11  testo  h  elegantemente  steso  e  corretto.  Comincia  dal  cap.  XXVII 
(anno  1393);  ma  nella  prima  pagina  scritta  si  legge:  "  Nel  tomo  secondo  stampato  vi  h  que- 
"  sto  vigesimo  settimo  con  due  altri  susseguenti,  nei  quali  si  comprendono  e  sono  descritti  i 
"  fatti  successi  dell'anno  1393  fino  al  1425.  Molte  cose  sono  nel  terzo  manoscritto  e  non 
"  nello  stampato  e  alcune  sono  nello  stampato  e  non  nel  manoscritto,  onde  per  non  duplicare 
"  e  non  ripetere  le  stesse  cose,  si  fark  qui  solo  ci6  che  non  h  nello  stampato  „. 

II  codice  termina  con  la  copia  della  nota  lettera  del  card.  Bentivogli  al  card.  Lambertini, 
scritta  da  Roma  il  24  dicembre  1732,  nella  quale  il  primo  esprime  il  desiderio  di  ottenere 
copia  dei  luoghi  che  in  questo  terzo  libro  riguardano  la  sua  famiglia '. 

10  18.  —  HisTORiA  Di  BoLOGNA  DEL,  R.  P.  Maestro  Chbrubino  Ghirardacci  Bolognese. 
Parte  terza  (1393-1509)  manoscritta  ed  estratta  dalla  libraria  del  convento 
Di  San  Giacomo  Maggiore  di  Bologna  l'anno  1734. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  secolo  XVIII,  di  pagine  815  numerate  *. 

19.  —  HisTORiA  di  Bologna,  voI.  III. 

15  Ms.  cartaceo,  del  secolo  XVIII,  della  misura  di  O.""  288  X  0."  204,  di  carte  562  numerate, 

piu  il  ritratto  del  Ghirardacci  inciso  in  rame  in  principio;  comprende  la  parte  terza,  dairanno 
1425  al  1508.  Alla  c.  559  h  la  copia  di  una  lettera  del  card.  Bentivoglio  alI'arcivescovo  di 
Bologna  (Lambertini)  del  24  dicembre  1732,  e  alla  c.  560  e  seguenti  la  continuazione  della 
Storia  per  Tanno  1509  '. 

20  20.  —  Dell'Historia  di  Bologna  del  R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognesb  del- 
l'ordine  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Parte  terza. 

La  narrazione  va  dal  1425  al  1508  (pp.  1-597).  Seguono  una  breve  nota  suUa  cappella 
Bentivoglio  in  San  Giacomo  (p.  598)  e  la  copia  d'una  lettera,  24  dicembre  1732,  del  card. 
Bentivoglio  Lambertini,  arcivescovo  di  Bologna,  relativa  alla  Storia  del  Ghirardacci  (p.  599). 
25  In  fine  (p.  605  sgg.)  h  rindice  alfabetico. 

Secolo  XVIII,  in  fol.,  pagine  649.  Legatura  membranacea  *. 

21.  —  Historia  di  Bologna.  Parte  terza. 

Nella  raccolta  Campori  si  trova  una  copia  di  questo  terzo  volume  della  Storia  Bolognese 
colla  segnatura  Y.  4.  11.  E  un  grosso  volume  in-4,  di  pagine  1185,  del  secolo  XVIII,  mutilo 
30  in  principio,  per  mancanza  di  una  carta,  nella  quale  doveva  trovarsi  il  frontespizio  e  il  prin- 
cipio  deiropera. 

II  testo,  a  differenza  deiresemplare  di  cui  al  n.  \l,h  scritto  tutto  di  seguito  senza  divisione 
di  capitoli,  e  giunge  fino  al  1 509,  mentre  nel  precedente  h  compreso  anche  quest'ultimo  anno. 
Non  havvi  indicazione  di  provenienza ;  ma  h  come  Taltro  steso  in  scrittura  calligrafica  ^ 

35  22.  —  Della  Historja  di  Bologna,  parte  terza.  Del  R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardacci 
BoLOQNESE  dell'ordine  Eremitano  di  Sant'Agostino.  Con  in  fine  il  disegno  della 


'  BlBUOTECA  EsTENSE  Dl  MoDENA.  La  notizia  ini  <  Biblioteca   naziokale    cbntralk   d1   Firekze, 

e  stata  corteseraente  comunjcata  dal  bibliotecario  dot-  fondo  principale,  II,  13.    Cf.  Mazzatinti,  Inventari  dei 

tor  D,  Fava.  mss.  delle  Biblioteche  d' Italia,  VII,  3io. 

*  BiBLiOTECA  Universitaria  di  Bologna,  Ms.  n.  5  Presso  la  R,  Biblioteca  Estense  di  Modena.    Co- 

^bS.  Cf.  SoRBBLLl,  Inventari,  XIX,  28.  municazione  del  bibliotecario    dottor  D.    Fava,    Cf.   il 

'  BlBLlOTECA  Casanatense,  Roma.  Mi  comunictS  Vandini,  Appendice  al  Catalogo  dei  mss.  Camfori,    Mo- 

la  notizia  1'  illustre  bibliotecario  I,  Giorgi.  dena,  1886,  p,  393,  Vedl  nota  l  di  questa  pagina. 


LXXIV  PREFAZIONE 


piANTA  DEL  PALAzzo  Di  GiovANNi  II  Bkntivoglio  (scgue  unMncisionc  che  rappresenta 
Felsina).  In  Bologna.  Fedelmknte  copiato  dall'originale  ms.  dell^autore  (tutto  ci6 
a  stampa). 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  di  pagine  794  numerate,  contenente  la  narrazione  dal  1425  al  1509, 
piu  18  carte  per  due  indici  delle  cose  notabili,  del  quale  il  secondo  di  sole  tre  pagine  com-     5 
pilato  da  Gaetano  Giordani.    Nei  margini  annotazioni  frequenti  del  Giordani.     La  narrazione 
b  posta  tutta  di  seguito,  non  distinta  in  libri.    Finisce:   "  de'  quali  era  insegna  il  leonefl*. 

23.  —  Della  Storia  della  cittA  di  Bologna  del  M.  R.  P.  M.  Fr.  CHER.umNo  Ghirar- 
DAzzi   Agostiniano.   Parte  prima  del  terzo   tomo,  che  contiene  la  storia  del- 
l'anno  1425  siNO  A  TUTTO  L^ANNO  1454  (le  altre  due  parti  in  due  distinti  tomi  condu-  10 
cono  al  1509). 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  diviso  in  tre  parti  o  tomi:  il  primo  di  pagine  342 
numerate,  i!  secondo  di  pagine  343  numerate,  il  terzo  di  pagine  295  pure  numerate.  La  narra- 
zione  va  dal  1425  al  1509;  finisce:  "  de'  quali  era  insegna  il  leone  „ ;  segue  la  lettera  del 
card.  I.  Bentivogli  datata  da  Roma  il  24  dicembre   1732.  15 

In  ogni  tomo  h  applicato  il  seguente  cartellino  o  ex-Ubris  a  stampa:  "  Fr.  Peregrinus 
"  M.*  Sacerdos  Capellanus  Bononiensis  Bibliothecae  suae  Patriae  Applicavit  anno  Domini 
"  M.D.CCC.XVIII  grati  animo  requiem  precamini 


n   • 


24.  —  IsTORiA  Di  BoLOGNA  DEL  R.  P.  M.  Cherubino  Ghirardazzi  Bolognese  dell'ordink 
Ekemitano  di  sant'Agostino.  Parte  terza  manuscritta  ed  estratta  dalla  libra-  20 
RiA  DEL  convento  di  San  Giacomo  Maggiore  di  Bologna  l'anno  1734. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVII,  di  carte  467  numerate,  piu  una  bianca  ed  altre  28 
n.  n.  contenenti  la  "  Tavola  generale  delle  cose  notabili  n  e  le  solite  aggiunte  A-JC  e  i  due 
documenti  sui  Malvezzi  e  sui  Bentivogli. 

II  testo,  che  comincia  col  libro  XXX,  a  c.  13  ha:   "  1426.     In  questo  auno  1426  fu  con-  25 
"  tirmato  pretor  Antonio  de  Petrucci  ecc.  „  e  finisce  col  libro  XXXVIII:  "  n^  quei  signori  de' 
"  quali  era  insegua  il  leone„. 

E  dopo  subito :  "  Fine  AcW/storia  di  liologna  manoscritta  del  P.  M.  Cherubino  Ghirar- 
"dazzi  Bolognese  morto  li  14  novembre  1598  in  etk  d'anni  74  „. 

Da  principio  c'fe  il  sunto  dei  libri  da  XXVII  a  XXIX.     Ogni  libro  ha  Targomento.  Esem-  30 
plare  ben  conservato '. 

25.  —  Ghirardacci  Cherubino,  Della  Historia  di  Bologna,  parte  terza. 

"  Fedelmente  copiato  dairoriginale  ms.  delPautore  Tanno  1734,  col  ritratto  e  frontispizio 
"  impresso,  il  resto  fatto  a  mano  colla  massima  cura  e  colla  piit  bella  e  leggibile  lettera :  tra 
"la  p.  594  e  595  non  manca  la  Pianta  del  palazzo  di  Giovanni  11  BentivogIi„.  "  Fine  del-  35 
'^V  Istoria  di  Bologna  manoscritta  del  P.  Cherubino  Ghirardacci  Bolognese  morto  il  14  no- 
"  vembre  1598  in  etk  danni  74  „.  Dopo  questa  data,  segue:  "  Aggiunta  a  questo  tomo  ma- 
e  da  ultimo  "  Tavola  generale  dette  cose  notabili  ecc.  „*. 


'  BiBUOTECA  COMUNALE  dei,l'Archiginnasio,  Ms.  3  NgUa   collezione   del   professor   Serrazanetti,  in    5 

segnato  17.  G.  IV,  7.  Bologna.     Per  gentile  comunicazione  del  possessore. 

«  BlBLlOTECA  coMtrarALE  dell'ArchiginnasIo,  sen-  <  C.  Lozzi,  Biblioteca   istorica  delVantica    e  nuova 

za  segnatura,  sala  30»,  Italia,  Imola,  Galeati,  1886,  I,  166. 


PREFAZIONE  LXXV 


26.   —   HlSTORIA   DI   BOLOGNA,   Vol.   III. 

II  prof.  Gaetano  Branca,  nella  sua  BibUografia  storica  di  ogni  nazione  (Milano,  Schie- 
patti,  1862,  p.  172)  dice  che  "  nella  Biblioteca  del  conte  Balzarino  Litta-Biumi,  conservasi 
"  il  terzo  volume  (del  Ghirardacci),  manoscritto  e  prezioso  „'. 

5   27.   —   HlSTORIA   DI   BOLOGNA,   vol.   III. 

Figura  in  vendita  in  un  catalogo  della  libreria  Gozzini  di  Firenze  del  1914.  Dalla. 
breve  descrizione  si  trae  che  la  copia  h  di  carte  450  numerate,  con  in  fondo  le  aggiunte  e 
la  tavola  generale.     In  fol.,  legatura  in  pergamena  moUe. 

28.  —  Ghirardacci  C,  Della  storia  di  Bologna,  partb  terza  ms. 

10  Ricordata  con  Tindice  a  stampa  (I)  in  un  catalogo  della  Libreria  Bocca*. 

29.  —    COPIA     DEL,     TERZO    TOMO   INEDITO     DKLLE    HlSTORIE    Dl     BOLOGNA     DI     Fr.    ChERUBINO 

Ghirardazzi  estratta  dal  suo  originalk  ksistente  nell*Archivio  de  padri   Ago- 

STINIANI   l'ANNO    1740. 

Due  grossi  volumi  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  pag.  1670,  piu  pag.  207  d'Indice,  con  unita 
15  Pianta  del  palazzo  Bentivogli  distrutto  Tanno  1507,  eseguita  nel  1858  da  Etienne  Pantelis '. 

30.  —   COPIA  DBL   TERZO  VOLUME  DEL  Fr.   ChERUBINO   GhiRARDAZZI   ESEGUITA   SUL  PRINCIPIO 

del  secolo  XVni. 

In  fol.,  di  pagine  509;  carattere  minutissimo  *. 

31.  —  Indice  del  terzo  tomo  manoscritto  della  "  Historia  di  Bologna  „  del  P.  Che- 
20  RUBiNO  Ghirardacci. 

Ms.  cartaceo,  in  fol.,  del  secolo  XVIII,  di  pagine  92  numerate  *. 

Queste  le  copie  manoscritte  che  potemmo  vedere  o  di  cui  avemmo  notizia;  ma, 
come  notammo,  altre  parecchie  ce  ne  saranno,  nascoste  in  private  biblioteche  e  presso 
famiglie,  specie  bolognesi. 

25  Tutte  queste  copie  hanno  un  fondo  comune,  che  fe  il  manoscritto  autografo  che  ora 

conservasi  alla  Biblioteca  Universitaria;  ma  le  difFerenze  non  sono  poche  ne  piccole, 

giacchfe  notevole  parte  della  forma  che  poi  assunse  il  testo  della  narrazione  si  prese 

il  copista,  per  il  fatto  che  l'autografo  fe  in  una  redazione  incompiuta  e  non  definitiva. 

Nelle  copie  ci  sono  tre  correnti  di  modificazioni,  e  perci6  esse  potrebbero  facil- 

30  mente  dividersi  in  tre  gruppi.  Per  far  meglio  conoscere  le  differenze  che  passano 
tra  copia  e  copia,  e  per  dare  un  accenno  sommario,  ma  evidente,  degli  aspetti  che  i 
gruppi  vanno  assumendo,  riportiamo  a  confronto  un  passo  del  1492,  I'inizio  deiranno, 
di  sette  copie  manoscritte,  insieme  alla  lezione  dell'esemplare  a  stampa: 

'   "  Balzarino  era  il  figlio  del  celebre  genealogista  Cf.  Sorbblli  A.,  Inventari  dei  mss.  delle  Bibtioteche  d'Ita- 

"  Pompeo  Litta.    La  sua  biblioteca  and6  dispersa  e  ven-  lia,  XIV,   13. 

"duta;    ne   pu6  sapersi  dove   e  finito    il  Ghirardacci  „  <  Raccolta  Ambrosini,  Bologna,  Catal.  n.  1035*«. 

(comunicazione  gentile  del  professor  Emilio  Motta).  Cf.  Sorbelli,  Inventari,  XIV,  13.  10 

S  '  Vedasi  Lozzi,  op.  cit.,  I,  166.  '-   Raccolta  Ambrosini,Bologna,  Catal.  n.  5043.  Cf. 

'  Raccoita  Ambrosini,  Bologna,  Catal.  n.  1035  &'f.  Sorbblli,  Inventari,  XIV,  35 


DELL/ 

"HISTORIA  DI  BOLOGNA, 

ANNC 

SECONDO    LE   COPIE   MANOSCRnTI 


(ESEMFLARE   A  STAMPA). 

Anno  di  Cristo  1492.  —  Si  creano 
li  nnovi  magistrati. 

II  primo  di  quesfanno  il  signor 
Giovanni  conduce  il  duca  alla  cliiesa 
<M  San  Jacomo  ad  ascoltare  la  messa 
nella  sua  capella.  La  quale  finita, 
il  duca  fece  cavaliere  aurato  Ermesse 
ultimo  figliolo  del  signor  Giovanni, 
facendogli  dono  di  una  collana  d'oro 
con  una  gioia  appesa  di  gran  valore. 
Et  fatto  questo  generoso  atto,  passa- 
rono  alla  piazza  et  si  fermarono  so- 
pra  il  piano  delle  scale  di  San  Pe- 
tronio  a  vedere  l'ordine  della  nuova 
entrata  del  magistrato,  delli  signori 
antiani  et  confaloniero  di  giustitia. 
Era  confaloniere  il  eonte  Tomaso  Ben- 
tivoglio.  Et  vedendo  tanta  nobile 
compagnia  di  ricchissime  vesti  or- 
nata,  con  Tordine  delle  trombe,  pif- 
fari  et  altre  solenniti,  ne  rimase  come 
stupefatto,  et  lod6  questo  magistrato 
della  citti  assai.  Et  essendo  stato  in 
Bologna  alcuni  giomi,  se  ne  ritorn6 
al  Bentivoglio  col  signor  Giovanni  et 
d'indi  a  Ferrara. 

Bartolomeo  gii  di  Dionisio  di  Ca- 
stello  senatore,  aggravato  da  strana 
infermiti,  alli  15  di  gennaro  passa 
airaltra  vita,  et  i  con  molto  honore 
sepellito  a  San  Pietro  Maggiore,  con 
li  soliti  stendardi  et  bandiere  ;  et  fu 
posto  in  suo  luogo  nel  magistrato  Al- 
berto  di  Giovanni  Polo  di  Castello, 
il  quale  hebbe  per  moglie  una  figliola 
di  Lattantio  Bargellini  genero  di  Gio- 
vanni  Bentivogli. 

Alli  10  di  febbraro  viene  in  Bo- 
logna  il  signor  Giovanni  Gonzaga  da 
Mantua,  a  cui  era  stata  sposata  una 
figlioladi  Giovanni  Bentivogli.  Stette 
quivi  con  la  sua  sposa  insino  al  pri- 
mo  dl  di  quaresima  in  festa  et  alle- 
grezza;  et  4  da  tutta  la  citl4  molto 
riverito  et  accarezzato  con  conviti, 
comedie  et  altre  feste. 

Vengono  lettere  in  Bologna  a 
mezz'  hora  di  notte,  per  le  quali  si 
intende  come  il  cattolico  re  Fernando 
et  la  regiua  Isabella  sua  mogiie,  don- 
na  di  gran  prudenza  et  religione  et 
dl  una  maschia  generositi,  dopo  luu- 
ga  guerra  havevano  ottenuti  il  reame 
di  Grap^ta  possedulo  da'  Mori  mau- 
mettani ;  per  il  che  li  scolari  del  col- 
)«gio  di  Spagna  con  trombe  et  pifiari 


(BlBuoTECA  dei.l'Archiginn., 
Afs.  B,   1184,  pp.  160-163). 

1492.  —  Si  creano  li  nuovi  ma- 
gistrati  secondo  il  usso  della  citti. 

II  primo  di  questo  anno  il  si- 
gnor  Gio :  conduce  il  Duca  alla  chiesa 
di  San  Giacomo  ad  ascultar  la  messa 
nella  sua  capella,  la  quale  finita,  i1 
Duca  fece  cavagliere  aurato  Ermete 
ultimo  figliolo  del  signor  Giovanni  fa- 
cendole  dono  di  una  colana  di  oro  con 
una  gioia  apesa  di  gran  valore  :  et 
fatto  questo  generoso  atto  passorono 
alla  piazza,  et  si  fermorono  sopra  il 
piano  delle  scalc  di  San  Petronio  a 
vedere  Tordine  della  nuova  entrata 
del  magistrato,  delli  signori  anzziani 
et  confaloniere  di  Giustizia.  Era  con- 
faloniere  il  conte  Tomasso  Bentivo- 
glio,  Et  vedendo  tanta  nobile  compa- 
gnia  di  ricbissime  vesti  ornata  con 
Tordine  delle  trombe,  pifarri,  et  altre 
soleniti  ne  rimasse  come  stupefato,  et 
lodo  questo  magistrato  della  citti  as. 
sai ;  et  essendo  stato  in  Bol.  alcuni 
giorni  se  ne  ritorn6  a  Bentivoglio  col 
signor  Gio  :  et  indi  a  Ferrara. 

Bartolomeo  gi4  di  Dionisio  di  Ca- 
stello  senatore,  agravato  di  slrana  in- 
firmiti,  alli  15  di  genaro  pass6  airal- 
tra  vita,  et  fe  con  multo  bonore  sepe- 
lito  in  San  Pietro  Magiore  con  li  so- 
liti  standardi,  et  bandiere  :  fu  posto 
in  suo  luogo  nel  magistrato  Alverto 
di  Gio :  Polo  di  Castello,  il  quale  ebbe 
per  moglie  una  figliola  di  Catagno 
Barcellini  genero  di  Gio:  Bentivogli. 

Alli  10  di  febraro  vene  in  Bol. 
il  signor  Gio  :  Gonzaga  di  Mantua  a 
cui  era  stata  una  figliola  di  Gio  :  Ben- 
tivogli  sposata.  Stette  quivvi  con  la 
sua  sposa  in  sino  al  primo  dl  di  qua- 
resima  in  festa  et  alegreza,  et  da 
tutta  la  citti  multo  riverito  et  aca- 
rezato  con  conviti,  comedie  et  altre 
feste. 

Vengano  lettere  in  Bol.  a  meza 
ora  di  notte  per  le  quale  si  intende 
come  il  catolico  re  Ferdinando  et  la 
regina  sua  moglie  donna  di  gran  pru- 
denza,  et  religione,  et  di  una  maschia 
generositA,  dopo  di  luonga  guerra  ha- 
vevano  otenuto  il  riame  di  Granata 
poceduto  da  Mori  maumctani,  per  il 
che  li  scolari  del  colegio  di  Spagnia 
con  trombe  et  pifari  fano  grandissi- 
ma  alegreza  et  fuocbi.  Questo  cato- 
lico  re  et  questa  religiosissima  regina 


(Bibliotecadell'Archiginn., 
Ms.Gozz.,  247,  pp.  509-511). 

1492.  —  Nel  quale  secondo  il  so- 
lito  entrarono  tutti  li  mag."  della 
citti. 

II  primo  giorno  di  quesfanno 
il  signor  Gio  :  condusse  alla  chiesa 
di  San  Giacomo  il  Duca  ad  ascoltare 
la  messa  nella  sua  cappella,  la  quale 
finita,  il  Duca  fece  cav.'*  aureato  Er- 
messe  ultimo  figlio  di  Gio :  facendo- 
gli  dono  di  una  collana  d'  oro,  con 
una  gioia  appesa  di  gran  valore.  E 
fatto  questo  generoso  atto,  passarono 
alla  piazza,  e  si  fermarono  sopra  il 
piano  delle  scale  di  San  Petronio  a 
vedere  Tordine  della  nuova  entrata 
del  mag."  de'  signori  anziani  e  gonf.'» 
di  Giustizia  ;  era  gonf.''*  in  questo  bi- 
mestre  il  conte  Tommaso  Bentivo- 
glio.  E  vedendo  tanta  nobile  compa- 
gnia  di  ricchissime  veste  ornata  col- 
Tordine  delle  trombe,  piffari  ed  altre 
solenniti,  ne  rimase  comestupefatto, 
e  Iod6  molto  questo  mag.**;  ed  essendo 
stato  a  Bologna  alcuni  giomi,  se  ne 
tom6  con  Gio :  al  Bentivoglio,  poi  a 
Ferrara. 

Bartolomeo  gia  di  Dionisio  di  Ca- 
stello  sen.'*  aggravato  da  strana  in- 
fermiti,  alli  15  gennaio  pass6  airal- 
tra  vita,  e  fu  con  grande  onore  sep- 
pellito  in  San  Pietro  Magg."  con  li 
soliti  onori  di  bandiere  e  stendardi ; 
e  fu  posto  in  suo  luogo  nel  magi- 
strato  Alberto  di  Gio  :  Paolo  di  Ca- 
stello,  il  quale  ebbe  per  moglie  una 
figlia  di  Lattanzio  Bargellini  genero 
di  Gio:  Bentivogli. 

Giunse  alli  10  febbraro  in  Bolo- 
gna  il  signor  Giovanni  Gonzaga  di 
Mantova  a  cui  era  stata  sposata  una 
figlia  di  Gio  :  Bentiv.',  e  stette  quivi 
colla  sua  sposa  infino  al  primo  giorno 
di  quaresima  in  feste  ed  allegrezze, 
e  da  tutta  la  citti  molto  riverito  ed 
accarezzato  con  conviti  ed  altro. 

Vennerolettere  in  Bologna  a  mez- 
z'ora  di  notte,  per  le  quali  si  seppe 
come  il  re  cattolico  Ferdinando,  e  la 
regina  Isabella  sua  moglie  donna  di 
gran  pmdenza  e  religione,  e  di  una 
maschia  generositi,  dopo  lungaguerra 
avevano  ottenuto  il  reame  di  Granata 
posseduto  da  Mori  maomettani,  per  il 
che  i  scuolari  del  collegio  di  Spagna 
con  trombe  e  pifiari  lecero  grandis- 
sime  allegrezze  e  fuocchi.     Qnesto 


(BlBUOTECA  UNIVERS.  D1  BoLO 

GNA,  Ms,  •/68,  cc.  509-511) 

1492.  —  Nel  quale  entrarono  i 
pretore,  li  signori  anziani  col  confa 
loniere  di  Giustizia  e  li  signori  coii 
falonieri  del  popolo. 

II  primo  giomo  di  quest^aiino  i 
signore  Giovanni  condusse  il  Duc: 
alla  chiesa  di  San  Jacomo  ad  ascoi 
tare  la  messa  nella  sua  capella,  I 
quale  finita,  il  Duca  fece  cavalieri 
aureato  Ermesse  ultimo  figliuolo  de 
signore  Giovanni ,  facendoli  don 
d*una  collana  d'oro  con  una  gioi. 
appesa  di  gran  valore ;  e,  fatto  que 
sto  generoso  atto,  passarono  all: 
piazza,  e  si  fermarono  sopra  il  piati' 
delle  scale  di  San  Petronio  a  veder< 
Tordine  della  nuova  entrata  del  ma 
gistrato  delli  signori  anziani,  e  con 
faloniero  di  Giustizia.  Era  confalo 
niere  in  questu  bimestre  il  conte  To 
maso  Bentivogti ;  e,  vedendo  tant: 
nobile  compagnia  di  ricchissime  ve  , 
ste  omata,  con  l'ordine  delle  trombe 
pifiari  et  altre  solenniti,  ne  rimi 
come  stupefatto  e  lod6  molto  quo 
magistrato ;  et,  essendo  stato  in  Bo 
logna  alcuni  giorni,  se  ne  ritorni  1 
Bentivoglio  col  signor  Giovanni,  < 
indi  a  Ferrara. 

Bartolomeo  gi&  di  Dionisio 
Castello  senatore  aggravato  la  s 
infermiti,  alli  15  gennaio 
Taltra  vita,  e  fu  con  molto 
sepellito  in  San  Pietro  Maggiore  < 
li  soliti  stendardi  e  bandiere,  e  fi 
posto  in  luogo  suo  nel  magistrato  . 
berto  di  Giovanni  Polo  di  CasteUo 
il  quale  ebbe  per  moglie  una  figliaoti 
di  Lattantio  Bargeliini  genero  di  GiB 
vanni  Bentivogli. 

Giunse  alli  10  febbraio  in  BologM 
il  signor  Giovanni  Gonzaga  di  Man 
tova,  a  cui  era  stata  data  per  spos 
una  figlia  di  Giovanni  Bentivogli, 
stette  quivi  con  la  sua  sposa  insiw 
al  primo  di  quaresima  in  festa  et  alle 
grezza,  e  da  tutta  la  citti  molto  rive 
rito  et  accarezzato  con  conviti, 
die,  et  altre  feste. 

Vennero  lettere  in  Bologna  a  mei 
z'ora  di  notte,  per  le  quali  si  senM 
come   il   re   cattolico    Ferdinando 
la  regina  Isabella  sua  moglie  1 
di   gran  prudenza  e   religione  e  d 
una  mascbia  generositi,  doppo  la 
guerra,  avevano  ottenuti  il  reamc  < 


1 


]>EL  GHIRARDACCI 


]t92 


IL^ESEMPLARE    A    STAMPA 


I.IOTECA  DELL^ArCHIGINN., 

A.M.  €,  /,  j,  pp.  536-537)' 

1492.  —  Nel  quale  entrarono  il 
>re,  li  signori  aiiziaiii  col  couf.''" 
iislizia  e  li  signori  conf.''  del  po- 

U  p.*  giorno  di  quest'anno  il  si- 
yx  Giovanni  condusse  il  Duca  alla 
oesa  di  San  Jaconio  ad  ascollare 
llinessa  nella  sua  capella ;  la  quale 
tta,  il  Duca  fece  cava.''*  aurato 
J  nesse  ultimo  figlio  del  signor  Gio- 
iini,  facendoli  dono  d' una  collana 
r  10  con  una  gioia  appesa  di  gran 
'  orc.  E  fatto  questo  generoso  atto, 
-]>sarono  alla  piazza  e  si  fermarono 
.f)ra  il  piano  delle  scale  di  San  Pe- 
■  inio  a  vedere  rordine  della  nuova 
f.rata  del  magistrato,  delli  signori 
ziani  e  confal.'®  di  Giustizia.  Era 
ifaloniere  di  Giustizia  in  questo  bi- 
stre  il  conte  Tommaso  Bentivo- 
o;  e  vedendo  tanta  nobile  compa- 
ia  di  richissime  veste  ornata  con 
rdine  delle  trombe  e  de'  piflfari  et 
re  solenniti,  ne  rimase  come  stupe- 
'to,  e  lodo  molto  questo  magistrato 
>iai.  Et  essendo  stato  in  Bologna 
:uni  giorni,  se  ne  ritomo  al  Ben- 
oglio  al  signor  Giovanni  et  indi  a 
:rrara. 

Bartolomeo  di  Dionisio  gii  di  Ca- 
;IIo  seiiatore  aggravato  da  strana 
ermit^,  alli  15  gennaio  passo  al- 
'  Itra  vita  e  fu  con  molto  onore  se- 
llito  in  San  Pietro  Maggiore  con 
soliti  stendardi  e  bandiere,  e  fu 
sto  in  luogo  suo  nel  magistrato 
berto  di  Giov.  Polo  di  Castello,  il 
'  ale  ebbe  per  moglie  una  iigliola 
Laltanzio  Bargelliui  genero  di  Gio- 
nni  Bentivogli. 

ijiunse  alli  10  febb.'"  in  Bologna 

signor  Giovanni  Gonzaga  di  Manto- 

a  cui  era  stata  sposata  una  figliola 

Giovanni  Bentivogli,  e  stette  quivi 

j  n  la  sua  sposa  insino  al   primo  dl 

quaresima  in  festa  et  allegrezze  e 

tutta  la  citti  molto  riverito  et  ac- 

'rezzato  con  conviti,  commedie  et 

tre  feste. 

Vennero    lettere    in    Bologna    a 

/Vira  di  notte  per  le  quali  si  sep- 

ine  il  re  cattolico  Ferdinando  e 

^  regina  Isabella  sua  moglie,  donna 

j    gran    prudenza  e  religione    e    di 

jia  maschia  generositi,  dopo  lunga 

'lerra  avevano  ottenuti  il  reame  di 


(LlBRERLA.    MaLVEZZI,     CS.     I'', 

pp.  50I-503)- 

1492.  —  Nel  quale  anno  entra- 
rono  il  pretore,  i  signori  anziani  col 
gonfal.**  di  giustizia  e  i  signori  gon- 
fal.'*  del  popolo. 

II  p."  giorno  di  quest'anno  il 
signor  Gio:  condusse  il  Duca  alla 
chiesa  di  San  Giacomo  ad  ascoltare 
la  messa  nella  sua  cappella ;  la  quale 
finJta,  il  Duca  fece  cav.'^^  aureato  Er- 
messe  ultimo  ftgUuoIo  del  signor  Gio  : 
facendogli  dono  di  una  collana  di  oro, 
con  una  gioia  appesa  di  gran  valore  ; 
e  (atto  q.sto  generoso  atto,  passarono 
alla  piazza,  e  si  fermarono  sopra  il 
piano  delie  scale  di  San  Petronio,  a 
vedere  Tordine  della  nuova  entrata 
del  magistrato  de  signori  anziani,  e 
gonf.«  di  Giustizia.  Era  gonf.''^  in 
questo  bimestre  il  co.  Tommaso  Ben- 
tivoglio  ;  e  vedendo  tanta  nobile 
comp.*  di  ricchissime  veste  ornata, 
coirordine  delle  trombe,  piffari  ed 
altre  solennit^,  ne  rimase  come  stu- 
pefatto,  e  lodo  molto  quisto  magi- 
strato  ;  ed  essendo  stato  in  Bol.*  al- 
cuni  giorni,  se  ne  ritomo  al  Benti- 
voglio  col  signor  Gio  :  e  d'indi  a  Ker- 
rara. 

Bartol."  gii  di  Dionisio  di  Ca- 
stello  sen.»«  aggravato  da  strana  in- 
fermit^,  alli  15  gen.*'  passo  all'  altra 
vita  ;  e  fu  con  molto  onore  seppellito 
in  San  Pietro  Magg.'^  co'  soliti  ono- 
ri,  stendardi  e  bandiere  ;  e  fu  posto 
in  luogo  suo  nel  magistrato  Alberto 
di  Giov.  Polo  di  Castello,  il  q.Ie 
ebbe  per  moglie  una  figliuola  di  Lat- 
tanzio  Bargellini  genero  di  Gio  :  Ben- 
tivogli. 

Giunse  alli  10  feb.®  in  Bol.a  il 
signor  Gio  :  Gonzaga  di  Mantova,  a 
cui  era  stata  sposata  una  figlia  di 
Gio  :  Bentivogli,  e  stette  quivi  colla 
sua  sposa  insino  al  p.*  di  di  quare- 
sima  in  festa  ed  allegrezze,  e  da 
tutta  la  citti  molto  riverito  ed  acca- 
rezzato  con  conviti,  commedie  ed  al- 
tre  feste. 

Vennero  lettere  in  Bol.a  a  mez- 
2'ora  di  notte,  per  le  quali  si  seppe 
come  il  re  cattolico  Ferdinando  e  la 
regina  Isabella  sua  moglie  donna  di 
gran  prudenza  e  religione,  e  di  una 
maschia  generositci,  dopo  lunga  guer- 
ra,  avevano  ottenuto  il  reame  di  Gra- 
nata  posseduto  da  Mori  maomettani 


(BlBLlOTECA  DELL'ArCH1GINN., 

Ms.  G,  IV,  7,  pp.  559-5^0- 

1492,  —  Nel  quale  entro  preto- 
re  .  .  .  Adl  prirao  gennaro  entrarono 
li  signori  anziani,  con  il  contaloniere 
di  Giustizia,  che  estratti  furono  alli 
29  del  passato  mese  di  decembre,  li 
seguenti,  ciofe: 

Confaloniere,  Co.  Tomaso  Benti- 
vogli. 

Anziani,  Tomaso  dal  Gambaro 
dottore,  Leonardo  di  Batta  Bentivo- 
gli,  Ercole  Marescotto  de'  Calvi,  Vin- 
cenzo  di  Giacomo  Marsiglii,  Barto- 
lomeo  Felicini,  Giacomo  d'  Andrea 
Grati,  Fantuzzo  Fantuzzi,  Gio:  Batta 
Aimerici. 

Adi  6  del  detto  mese  di  gennaro, 
fecero  la  loro  solenne  entrata  11  si- 
gnori  tribuni  della  plebe,  che  estratti 
furono  alli  29  del  passato  mese  di  de- 
cembre. 

II  primo  giorno  di  quest'auno  il 
signor  Gio  :  condusse  il  Duca  alla 
cliiesa  di  San  Jacomo  ad  ascoltare  la 
messa  nella  sua  capella ;  la  quale  fi- 
nita,  il  Duca  fece  cavagliere  aureato 
Ermesse  ultimo  figliuolo  del  signor 
Gio  :,  facendoli  dono  d'  una  collana 
d'oro,  con  una  gioia  appesa  di  gran 
valore ;  e  fatto  questo  generoso  atto, 
passarono  alla  piazza,  e  si  ferraarono 
sopra  il  piano  delie  scale  di  San  Pe- 
tronio  a  vedere  Tordine  della  nuova 
entrata  del  magistrato,  delli  signori 
anziani  e  confaloniere  di  Giustizia. 
Era  confaloniere  in  questo  bimestre 
il  co.  Tomaso  Bentivoglio,  e  veden- 
do  tanta  nobile  conipagnia  di  ricchis- 
sime  vesti  ornata,  con  Tordine  delie 
trombe,  piffari  et  altre  solenniti,  ne 
rimase  come  stupeffatto,  e  Iod6  que- 
sto  magistrato  assai,  et  essendo  stato 
in  Bologna  alcuni  giorni  se  ne  ritorni 
al  BentivogHo  co!  signor  Gio :,  e 
d'indi  a  Ferrara. 

Bartolomeo  gia  di  Dionisio  Ca- 
stello  senatore,  aggravato  da  strana 
nfermit^  alli  15  del  mese  suddetto 
di  gennaro  passo  alTaUra  vita,  e  fu 
con  molto  onore  sepellitoin  San  Pie- 
tro  Maggiore,  con  H  soliti  stendardi, 
e  bandiere,  e  fu  posto  in  luogo  suo 
nel  magistrato  Alberto  di  Gio  ;  Pao- 
lo  Castello,  il  quale  ebbe  per  moglie 
una  figliuola  d!  Lattanzio  BargelHni 
genero  di  Gio  :  Bentivoglio. 

Giunse  alli    lo  febraro   in   Bolo- 


(BlBLIOTECA  DELL'ArCHIGINN., 

es.  sala  20,  II,  pp.  339-332), 

1492.  —  Nelqualeentropretore... 

A  dl  primo  gennaro  entrarono 
li  signori  anziani  con  il  confaloniere 
di  Giustizia  che  estratti  furono  alli  29 
del  passato  mese  di  decembre  li  se- 
guenti,  ciofe: 

Confaloniere,  co.  Tomaso  Ben- 
tivogli. 

Anziani,  Tomaso  del  Gambero 
dottore,  Leonardo  di  Battista  Benti- 
vogli,  Ercole  Marescotto  de'  Calvi, 
Vincenzo  di  Giacomo  Marsiglii,  Bar- 
tolomeo  Felicini,  Giacomo  d'Andrea 
Grati,  Fantuzzo  Fantuzzi,  Gio;  Batti- 
sta  Aimerici. 

A  di  6  del  detto  raese  di  genna- 
ro,  fecero  la  loro  solenne  entrata  li 
signori  tribuni  della  plebe,  che  estratti 
furono  alli  29  del  passato  mese  di 
decembre. 

II  primo  giorno  di  quest'anno  il 
signor  Giovanni  condusse  il  Duca 
alia  chiesa  di  San  Jacomo  ad  ascol- 
tare  la  messa,  nella  sua  cappella;  la 
quale  finita,  il  Duca  fece  cavagliere 
aurato  Ermesse  ultimo  figliolo  del  si- 
gnor  Giovanui,  facendoh  dono  d'una 
collana  d'oro  con  una  gioia  appesa 
di  gran  valore;  e  fatto  questo  gene- 
roso  atto  passarono  alla  piazza  e  si 
fermarono  sopra  il  piano  delle  scale 
di  Sau  Petronio  a  vedere  I'  ordine 
della  nuova  entrata  del  magistrato, 
delii  signori  anziani  e  confaloniere 
di  Giustizia.  Eraconfaloniere  in  que- 
sto  bimestre  il  conte  Tomaso  Benti- 
vogli,  e  vedendo  tanta  uobile  compa- 
gnia  di  richissime  vesti  hornata,  con 
Tordine  delle  trombe  piftari  et  altre 
soIennitA,  ne  rimase  come  stupefatto, 
e  lodo  molto  questo  magistrato  as- 
sai,  et  essendo  stato  in  Bologna  al- 
cuni  giorui  se  ne  ritorn6  al  Bentivo- 
glio  col  signor  Giovanni  et  d'indi  a 
F^errara. 

Bartolomeo  gi&  di  Dionisio  di  Ca- 
stello  senatore,  aggravato  da  strana 
infirmit^  alli  15  del  mese  sudetto  di 
genuaro  pass6  alPaltra  vita  e  fu  con 
molto  honore  sepelHto  in  San  Pietro 
Maggiore,  con  H  soliti  stendardi  e 
bandiere,  e  fu  posto  in  luogo  suo  nel 
magistrato  Alberto  di  Giov.  Paolo  di 
Castello,  il  quale  hebbe  per  moglie 
una  figliola  di  Lattantio  Bargellini 
^enero  di  Giovanni  Bentivoglio. 


ESEMFLARE  A   STAMPA). 


raiino  grandissima  allegrezza  et  fuo- 
chi.  Questo  cattolico  re  et  questa 
religiosissima  regina  (uroiio  quelli  che 
inandaorno  Cristoforo  Colomljo  a  cer- 
care  nuove  terre  nel  mare  di  ponente 
per  accrescere  i  regni  loro  et  la  cri- 
siiana  religione. 

11  signor  Giovanni  Bentivoglio, 
volendo  dare  piacere  al  siguor  Gio- 
vaniii  il  genero,  ordin6  una  bellissi- 
ina  festa  in  questo  modo  :  si  arma- 
rono  lo  robustissimi  gioveni  con  un 
baCi  in  capo,  havendo  avanti  agl'oc- 
chi  uiia  lumina  di  ferro  forata  a  guisa 
di  gratuggia,  et  sopra  rarme  una  ve- 
ste  di  canape,  tenendo  in  mano  una 
pertica  di  frassino  longa  piedi  lo  ;  li 
quali  a  cavallo  degrasini  vennero  aila 
piazza,  passando  avanti  loro  le  trom- 
be  et  li  piftari  con  un  tamburo.  Die- 
tro  li  quali  poi  venivano  60  coppie 
d'altri  giovani,  armati  tutti  et  ma- 
scherati,  fra'  quali  vi  era  il  signor 
Giovanni  Gonzaga,  Annibale  et  tutti 
li  aitri  liglioli  di  Giovanni  Bentivo- 
glio,  et  ciascuno  haveva  al  braccio 
un  cesto  d'uova.  Giunti  adunque  in 
piazza,  li  primi  dieci  si  ridussero  den- 
tro  un  quadro  designato  nel  mezzo  di 
detta  piazza,  et  quivi  stettero  sin 
tanto  che  gValtri  si  (ossero  posti  a 
ordine  et  intorno  la  piazza.  Quelli 
che  erano  nel  quadro  non  dovevano, 
mentre  che  nel  quadro  stavano,  esser 
da  niuno  offesi,  nia  solamente  si  po- 
levano  con  le  uova  offendere  d'  indi 
uscendo,  et  essi  con  le  pertiche  po- 
levano  oflendere  gli  altri.  Dato  il  se- 
giio  della  battaglia,  quelli  delle  uova 
nel  vero  trattarono  male  i  dieci  del 
quadro,  ma  qucsti  assai  peggio  mal- 
trattati  lasciarono  gli  nemici.  Per- 
cioch^  furono  tante  le  sperticate  che 
gli  diedero,  che  eglino  per  alquanti 
giorni  se  ne  risentirono.  Fu  spetta- 
colo  veramente  dilettevole,  et  degno 
di  risa,  ma  non  mi  stenderd  piii  ol- 
tre,  havendola  avanti  uu'altra  volta 
descritta. 

Fece  anco  il  signor  Giovanui  al- 
tri  giuochi  nel  tenipo  di  questo  car- 
nevale,  co'  quali  diede  gran  piacere 
al  genero  et  alla  citt^  ;  et  finito  il 
carnevale,  11  signor  Giovanni  Gon- 
zaga  si  ritorni  a  Mantova. 


(BlBUOTECA  DELL'ARCHlG«ra., 

Ms.  B,  1184,  pp.  160-163). 

furono  quei  che  mandorono  Chisto- 
foro  Collombo  a  cercare  nuove  tcrre 
nel  mare  di  ponente  per  acrescere  11 
regnio  loro  et  la  cristiana   religione. 

II  signor  Gio :  Bentivoglio  vo- 
lendo  dar  piacere  al  sigitor  Gio:  il  ge- 
neto,  oruino  una  bellissima  festa  iii 
guesto  modo.  Si  armorono  10  robu- 
stissimi  gioveni  con  un  bau  in  capo 
havendo,  abanti  li  ochi  uiia  lamina  di 
ferro  forata  a  guissa  di  gratuggia,  et 
sopra  rarini  una  veste  di  canape  te- 
neiidu  iii  mano  uiia  pertica  di  frazino 
luunga  piedi  10  11  quali  a  cavallo  deli 
aziiii  veiiero  alla  piazza,  passando 
abanti  loro  li  trombe  et  11  pifari  con 
un  tamburo  dietro  11  quali  poi  venl- 
vano  60  copie  di  altrl  gioveni  arinati 
tutti,  et  mascarati  tra'  quall  vi  era  il 
signor  Gio :  Gonzaga,  Anivale,  et  tutti 
l'altri  figlioll  di  Gio  :  Bentivogli,  et 
ciascuno  havevano  al  bracio  un  sesto 
dl  ova.  Giunti  adunq."  in  piaza  ii 
primi  10  sl  ridussero  dentro  uii  qua- 
dro  disegnato  dentro  della  d.»  piazza 
et  qul  stetero  sin  tanto  che  rallrl  si 
fossero  postl  a  ordine  et  intorno  la 
piazza  quelli  ch'  erano  nel  quadro 
non  dovevano,  mentre  che  nel  qua- 
dro  stavano,  esser  da  niuno  oflesso,  ma 
solamente  si  potevano  con  11  hova 
offendere  diiidi  uscendo  et  essi  con  le 
pertiche  potevano  offendere  raltri 
datto  11  segno  della  bataglia,  la  quale 
cominciala  quelli  dalli  hova  nel  vero 
tratorono  male  11  10  del  quadro,  ma 
questi  assai  pegio  maltratati  lascio- 
rono  11  nemici,  percio  che  furono 
tante  le  sperticate  che  11  diedero  che 
egilno  per  alquanti  glornl  se  ne  ri- 
sentirono.  Ku  spetacolo  veramente 
diletevole  et  degno  di  rlssa,  ma  non 
mi  stendero  piCi  oltre  havendola  abanti 
una  altra  volta  descrlta. 

Fece  aiiche  11  slgnor  Glo  :  altri 
giochi  nel  tenipo  di  questo  camavale 
co'  quali  diede  gran  piacere  al  genero 
et  alla  citti;  et  finito  il  carnevale  11 
signor  Glo  :  Gonzaga  se  ritiro  a  Man- 
tua. 


(BlBUOTECA  DELL'ARCHI0INN., 

Ms.Gozz,,  347,  pp.  509-511). 

cattolico  re,  e  questa  rellgiosisslma 
legina  furono  quelli  cbe  raandarono 
Crlstofaro  Colombo  a  cercar  nuove 
terre  nel  mare  dl  ponente  per  accre- 
scere  1  regni  loro  e  la  cristiana  re- 
ligione. 

Gio  :  volendo  dar  piacere  al  si- 
gnor  Gio :  Gonzaga  ordin6  bellissima 
festa  In  questo  modo :  si  armarono 
dieci  robustlssimi  giovani  con  una 
bav.*  in  capo,  avendo  avantl  agli  oc- 
chi  una  lammin  adi  ferro  ferrata  a 
guisa  di  gratugia,  e  sopra  Tarme  una 
vesta  di  canepa  tenendo  In  mano  una 
pertlca  di  frassino  luiiga  piedi  10  i 
quali  a  cavallo  degll  asini  vennero  alla 
piazza,  passando  avanti  loro  le  trom- 
be  e  plflari  con  un  tamburo  dietro  i 
quall  poi  venivano  60  copple  d'  altrl 
giovaiii  armati  tutti,  e  mascheratl, 
Ira'  quali  vi  era  II  signor  Glo :  Gon- 
zaga,  Annib.',  e  tuttl  gli  altri  figliuoll 
di  Gio :  •  Bentivogli  e  ciascuno  aveva 
al  braccio  un  cesto  di  ova.  Glunti 
addunque  in  piazza  1  prlml  dieci  si 
ridussero  dentro  un  quadro  designato 
nel  mezzo  di  d.*^  piazza,  e  qulvl  stet- 
tero  sintanto  che  gli  altrl  si  fossero 
posti  airordine  ed  Intorno  !a  piazza. 
Quelli  che  erano  nel  quadro  non  do- 
vevano,  mentre  che  nel  quadro  sta- 
vano,  essere  la  niuno  offeso,  ma  solo 
si  potevano  colle  ova  oftendere  d*indi 
uscendo  ;  ed  essi  colle  pertiche  pote- 
vano  offendere  gll  altrl  dalo  segno 
della  battaglia,  la  quale  cominclata, 
quelli  deirova  trattarono  male  1  diecl 
del  quadro  ;  ma  questi  assai  peggio 
maltrattati  lasclarono  1  nemici ;  per- 
ciocchfe  furono  tante  le  sperticate  che 
gli  dledero,  che  eglino  per  alquaiiti 
giorni  se  ne  risentirono  ;  fu  spetta- 
colo  veramente  dilettevole,  e  degno 
di  riso,  ma  non  mi  stendero  piii  ol- 
tre,  avendola  una  altra  volta  descritta. 

Fece  anche  II  signor  Gio  :*  fare 
altri  glocchi  iiel  tempo  di  questo  car- 
ncAale,  co'  quali  diede  gran  piacere 
al  genero,  ed  alla  citti,  e  finlto  il 
cainevale  Gio : '  Gonzaga  se  ne  tornd 
a  Mantova. 


(BlBLIOTECA  UnI  VERS.  DI  Boi 
GNA,    Ms.  768,    CC.  509-5  r 

Granata.  posseduto  da'  Morl  maoio 
tani.  Per  il  cbe  II  scolarl  del  coi 
gio  di  Spagna,  con  trombc  e  j 
fari,  fecero  grandlssime  allegreiM 
fuochi.  Questo  cattollco  re  e  qoe 
rcliglosissima  regina  furono  quel  1 
mandarono  Christofero  Colomll^ 
cercare  nuove  terre  nel  mare  dl  j 
nente  per  accrescere  1  regni  loro  i 
christiana  rellgione.  f 

II  signor  Giovanni,  volendo  Hk 
piacere  al  slgnor  Giovanni  suo  geai 
ordino  una  bellissima  festa  in  qikt 
modo :  si  armarono  diecl  robuM 
mi  giovanl  con  un  bau  in  capo  ayi 
do  avantl  agl' occhi  una  lamina 
ferro  forata  a  guisa  dl  gratuggla  c ! 
pra  Tarme  una  veste  di  canape, 
nendo  in  mano  una  pertica  dl  Iram 
loiiga  pledi  10,  li  quali  a  cavalloi 
graslni  vennero  alla  piazza,  pasaaa 
avanti  loro  le  trombe  e  11  plffaric 
un  tamburo,  dietro  li  quall  veniva 
poi  60  copie  d'altri  giovani,  am 
tutti  e  mascherati,  fra'  quali  vi 
II  signore  Glovanni  Gonzaga,  Aoi 
bale  e  tuttl  gl'altri  figliuoli  di 
vanni  Bentivogli,  e  clascuno  avefa 
bracclo  un  cesto  d'ova.  Giunti  adl 
que  in  piazza  11  primi  dieci,  si  riii 
sero  dentro  un  quadro  designatOI 
mezzo  dl  detta  piazza,  e  quivi  M 
tero  sin  tanto  che  gli  altri  si  foMl- 
posti  alI'ordine,  et  intorno  la  piai 
quelli  che  erano  nel  quadro  noa  * 
vevaiio,  mentre  che  nel  quadro  | 
vano,  essere  da  niuiio  offeso,  ma». 
tanto  si  potevano  con  le  ova  offi 
deie,  d'indi  uscendo,  et  essi  coii 
pertlche  potevano  offendere  gl'al- 
Dato  segno  della  battaglia,  la  qu 
cominciata,  quelli  deirova,  iiel  vei 
trattarono  male  i  dieci  del  quadi 
ma  questi  assal  pegglo  nialtrattatl 
sclarono  gli  nemicl,  perci.che  furo 
taute  le  sperticate  che  gli  diede: 
che  eglino  per  alquanti  gioriii  se 
riseutirono.  Fu  spettacolo  v  cr.iraei 
dilettevole  e  degno  di  risa.  i\Ia  n-  i 
mi  stendero  plii  oltre,  avendola  avai 
un'altra  volta  descritta. 

Fece  anche  11  signor  Giovan 
fare  altri  giuochi  nel  tempo  di  ques 
carnevale,  coi  quali  diede  gran  piace 
al  genero  et  alla  citti.  E,  finito 
camevale,  II  signor  Giov:iniii  Go 
zaga  rltornd  a  Mantova. 


g,  (IBMOTECA  DELL^ARCHIGmJSr., 

,„  \A.M.e,   /,  3,  pp.  536-537). 

. .  (Xnata  posseduto  da'  Mori  maomet- 
W  :  per  il  che  li  scolari  del  coll.*' 
cSpagna  con  trombe  e  piflari  fecero 

,  ^idissime  allegrezze  e  iuochi.  Que- 
s  cattolico  re  e  questa  religiosissiraa 
tina  furono  quei  clie  mandarono 
(Stoforo  Colombo  a  cercare  nuove 
tre  nel  mare  di  ponente  per  accre- 
;re  i  regni  loro  e  la  cristiana  reli- 
jaie. 

II  signor  Giovanni  volendo  dare 
ixere  al  signor  Giovanni  il  genero, 
flino  una  bellissima  festa  in  questo 
i^do.  Si  armarono  dieci  robustissimi 
ftvani  con  un  bau  in  capo,  avendo 
Jinti  agli  occhi  una  lamina  di  ferro 
/ata  a  guisa  di  gratuggia,  e  sopra 
■.rme  una  veste  di  caaape,  tenendo 
jmano  una  pertica  di  frassino  longa 
10,  li  quali  a  cavallo  degli  asmi 
inero  alla  piazza  passando  avanti 

0  le  trombe  e  li  piflari  con  un 
iiburro,  dietro  li  quali  venivano  poi 
copie  d'aUri  giovani  armati  tutti  e 

iischerati,  fra'  quali  vi  era  il  signor 
'ovanni  Gonzaga,  Annibale  e  tutti 
altri  tigli  di  Giovanni  Bentivogli, 
'ciascuno  aveva  al  braccio  un  cesto 
jaova.  Giunti  adunque  in  piazza,  U 
limi  dieci  si  ridussero  dentro  un 
adro  designato  net  mezzo  di  detta 
nza  e  quivi  stettero  sin  tanto  che 

1  altri  si  fossero  posti  alTordine  e 
'.orno  aUa  piazza  quelli  che  erano 
1  quadro  non  dovevano,  mentre 
e  nel  quadro  stavano,  essere  da 
uno  ofleso,  ma  solamente  si  pote- 
xiQ  con  le  ova  oflendere,  d'  indi 
cendo,  et  essi  con  le  pertiche  po- 
vano  oftendere  gli  allri,  dato  segno 
la  battaglia,  la  quale  cominciata, 
'lelli  deirova  nel  vero  trattarono 
^ale  i  dieci  del  quadro,  ma  questi 
^sai  peggio  lasciarono  maltrattati  gU 
,:mici,  perciocchfe  furono  tante  le 
irticate  che  gli  diedero,  che  eglino 
quanti  giorni  se  ne  risentirono.  Fu 
■ettacolo  veramente  dilettevole,  e 
';gno  di  risa  :  ma  non  mi  slendero 

0  oltre,  avendola  avanti  un   altra 

'Ita  descritta. 

Fece  anche  il  signor  Giovann 
,re  altri  giuochi  nel  tempo  di  questo 
jjnovale,   co'  quali  diede  gran  pia- 

:re  al  genero  et  alla  citt&,  e  finito 

camevale  il  signor  Giovanni  Gon- 

^'a  si  ritorn6  a  Mantova. 


(LlBRBRIA     MaLVEZZI,     CS.     I**, 

pp.    501-503)- 

per  il  che  i  scolari  del  coliegio  di 
Spagna  con  trombe,  e  piffari,  fecero 
grandissime  allegrezze  e  fuochi.  Que- 
sto  cattolico  re  e  questa  religiosis- 
sima  regina,  furono  quei,  che  man- 
darono  Cristoforo  Colombo  a  cercar 
nuove  terre  nel  mare  di  ponente,  per 
accrescere  i  regni  loro  e  la  cristiana 
religione. 

11  signor  Gio;  volendo  dar  pia- 
cere  al  siguor  Gio  :  il  genero,  ordino  » 
una  beUiss.a  festa  in  questo  modo  ; 
si  armarono  dieci  robustissimi  gio- 
vani  con  un  bau;a  in  capo,  aven- 
do  avanti  agli  occhi  una  lamina  di 
ferio  forata  a  guisa  di  gratugia,  e  so- 
pra  Tarma  una  veste  di  canape,  te- 
nendo  in  mano  una  pertica  di  fras- 
sino  luaga  piedi  lo  i  quali  a  cavallo 
degli  asini  vennero  alla  piazza,  pas- 
sando  avanti  loro  le  trombe,  e  i  pif- 
fari,  con  un  tamburo,  dietro  i  quali 
poi  venivano  60  coppie  d'  altri  gio- 
vani  armaLi  tutti  e  magistrati,  ira' 
quali  vi  era  il  signor  Gio :  Gonzaga, 
Annibale,  e  tutti  gli  altri  figUoli  di 
Gio  :  BentivogU,  e  ciascuno  aveva  al 
braccio  un  cesto  d'ova.  Giunti  adun- 
que  in  piazza,  i  primi  lo  si  ridussero 
dentro  un  quadro  designato  nel  raezzo 
di  d.a  piazza,  e  quivi  stettero  sin 
tanto  che  gli  aUri  si  fossero  posti  al- 
Tordine,  ed  intorno  la  piazza.  Quelli 
che  erano  nel  quadro  non  dovevano, 
mentre  che  nel  quadro  stavano,  esser 
da  niuno  ofteso,  ma  solamt.e  si  pote- 
vano  colle  ova  offendere  d'indi  uscen- 
do;  ed  essi  colle  pertiche  potevano 
offendere  gU  altri.  Dato  segno  della 
battaglia,  la  quale  cominciata,  quelli 
deirova  nel  vero  trattarono  male  i 
dieci  del  quadro ;  ma  questi  assai 
peggio  maltrattati  lasciarono  gli  ne- 
mici ;  perciocchfe  furono  tante  le  sper- 
ticate  che  gli  diedero,  che  eglino  per 
alquanti  giorni  se  ne  risentirono.  Fu 
spettacolo  veramt.e  dilettevole  e  de- 
gno  di  riso,  ma  non  mi  stendero  piu 
oltre,  avendola  avanti  un'altra  voUa 
descritta. 

Fece  anche  il  signor  Gio:  fare 
altri  giuochi  nel  tempo  di  questo  car- 
nevale,  co*  quali  diede  gran  piacere 
al  genero  ed  alla  citti ;  e  finl  il  car- 
nevale,  il  signor  Gio  :  Gonzaga  si  ri- 
torno  a  Mantova. 


i| 


(BlBLIOTECA  DEIX'ARCHtGlNN., 

Ms.  G,  IV,  7,  pp.  559-561). 

gna  il  sigiior  Gio  :  Gonzaga  di  Man- 
tova,  a  cui  era  stata  sposata  una  fi- 
gliuola  di  Gio  :  Bentivogli,  e  stetle 
quivi  con  la  sua  sposa  insino  al  pri- 
mo  di  quaresima  in  festa,'  et  alle- 
grezza,  e  da  tutta  la  citti  molto  ri- 
verito,  et  accarezzato  con  conviti,  co- 
medie  et  altre  feste. 

Vennero  lettere  a  Bologna  per  le 
quali  si  seppe  come  il  re  cattolico 
Kerdinando  e  la  regina  Isabella  sua 
moglie  donna  di  gran  prudenza  e  re- 
ligione,  e  di  una  maschia  generositi, 
dopo  lunga  guerra  avevano  ottenuto 
il  reame  di  Grannata,  posseduto  da' 
Mori  maomettani ;  per  il  che  li  sco- 
lari  del  coUegio  di  Spagna  con  trom- 
be  e  piftari  fecero  grandissime  alle- 
grezze  e  fuochi.  Questo  re  cattolico 
e  questa  religiosissima  regina  furono 
quei  che  mandarono  Cristoiaro  Co- 
lombo  a  cercare  nuove  terre  nel  mare 
di  ponente  per  accrescere  i  regni 
loro,  e  la  cristiana  religione. 

II  signor  Gio  :  volendo  dare  pia- 
cere  al  signor  Gio  :  Gonzaga  il  ge- 
nero,  ordino  una  bellissima  festa  in 
questo  modo,  Si  armarono  dieci  ro- 
bustissimi  giovani  con  un  bau  in  ca- 
po,  avendo  avanti  agli  occhi  una  la- 
mina  di  ferro  forata  a  guisa  di  gra- 
tuggta,  e  sopra  Tarme  una  veste  di 
canape,  tenendo  in  mano  una  lancia 
di  frassino  longa  piedi  lo,  li  quali  a 
cavallo  degli  asini  vennero  alla  piazza 
passaudo  avaiiti  loro  le  trombe  e  li 
pitfari  con  un  tamburo,  dietro  li  quali 
venivano  poi  60  copie  d'altri  giovani 
armati  tutti,  e  mascherati,  fra'  quali 
vi  era  il  signor  Gio :  Gonzaga,  An- 
nibale,  e  tutti  gli  altri  figliuoli  di 
Gio :  Bentivogli,  e  ciascuno  aveva 
al  braccio  un  ceslo  d'  ova.  Giunti 
adunque  in  piazza,  li  primi  dieci  si 
ridussero  dentro  un  quadro  designato 
nel  mezzo  di  detta  piazza,  e  quivi 
stettero  sin  tanto  che  gli  altri  si  fos- 
sero  posti  airordine,  et  intorno  la 
piazza.  Quelli  che  erano  nel  quadro 
non  dovevano  mentre  che  nel  quadro 
stavano  essere  da  niuuo  oflesi,  ma 
solamente  si  potevano  con  le  ovaof- 
fendere  d'indi  uscendo  ;  et  essi  con  le 
pertiche  potevano  off^endere  gli  altri. 
Dato  segno  della  battaglia,  la  quale 
cominciata,  quelli  deirova  nel  vero 
trattarono  male  i  dieci  del  quadro, 
ma  questi  assai  peggio  maltrattati  la- 
sciarono  gli  nemici,  perciocchi  furo- 
no  tante  le  sperticate  che  gli  dierono, 
che  egli  per  alquanti  giorni  se  ne  ri- 
sentirono.  Fu  spettacolo  veramente 
lodevole  e  dilettevole  e  degno  di 
risa ;  ma  non  mi  steader6  piu  oltre, 
avendola  avanti  un'  altra  volta  de- 
scritta. 

Fece  ancbe  i!  signor  Gio  :  altri 
giuochi  nel  tempo  di  questo  carne- 
vale,  co'  quali  diede  gran  piacere 
al  genero,  et  alla  cittjt,  e  finito  il 
carnevale,  i1  signor  Gio  :  Gonzaga,  se 
ne  ritornd  a  Mantova. 


(BlBLlOTBCA  DELl' ArCHIGINN.. 

es.  sala  ao,  II,  pp.  329-339). 

Giunse  alli  10  febraro  in  Bolo- 
gna  il  signor  Giovanni  Gonzaga  di 
Mantova,  a  cui  era  stata  sposata  una 
flglioladi  Giovanni  Bentivogli  e  stette 
quivi  con  la  sua  sposa  insino  al  pri- 
rao  di  di  quaresima  in  festa  et  alle- 
grezza,  e  da  tutta  la  citti  molto  ri- 
verito  et  accarezzato  con  conviti,  co- 
medie  et  altre  feste. 

Vennero  lettere  iu  Bologna  per 
le  quali  si  seppe  come  il  re  cattolico 
Fetdinando  e  la  regina  Isabella  sna 
moglie,  donna  di  gran  prudenza  e  re- 
ligione  e  di  una  mascliia  generositi, 
doppo  lunga  guerra  iiavevano  otte- 
nuto  il  reamme  di  Granata,  posseduto 
da'  Aiori  maomettani ;  per  ii  che  11 
scolari  dei  coleggio  di  Spagna  con 
trombe  e  pittari  lecero  grandissime 
allcgrezze  e  luocchi.  Questo  re  cat- 
tolico  e  questa  religiosissiuia  regina 
furoiio  quei  che  mandarono  Christo- 
faro  Coiombo  a  cercare  nuove  terre 
nel  mare  di  ponente,  per  accrescere 
li  regni,  e  la  hristiana  religione. 

II  signor  Giovauni  volendo  dare 
piacere  al  signor  Giovanni  Gonzaga 
11  genero,  ordin6  una  bellissima  festa 
iu  questo  modo.  Si  armarono  dieci 
robustissimi  gioveni  con  un  bau  In 
capo,  avendo  avvanti  agrocchii  una 
lamina  di  ferro  forata  a  guisa  di  gra- 
tugia  e  sopra  Tarme  una  veste  dl  ca- 
nape,  tenendo  in  mano  una  pertica  di 
trassino  longa  piedi  10,  11  quali  a  ca- 
vallo  degrasini  veunero  alla  piazza 
portando  avvanti  loro  le  trombe  e  li 
piftari,  cou  un  tamburo,  dietro  li 
quali  venivano  poi  60  copie  d'  altri 
giovani  armatl  tutti,  e  mascherati,  fra 
quali  vl  era  11  signor  Gioan  Gonzaga, 
Aiinibale  e  tutti  gli  altri  figliuoli  di 
Gioanni  Bentivogli,  e  ciascuno  aveva 
al  braccio  un  cesto  d'  ova.  Giuntl 
dunque  iu  piazza,  11  prinii  dieci  si 
riddussero  dentro  un  quadro  disignato 
nel  mezzo  di  detta  piazza,  e  quivi 
stettero  sintanto  che  gi'altri  sl  fos- 
sero  posti  airordine,  et  intorno  la 
piazza.  Quelli  che  erano  nel  quadro 
non  dovevano  mentre  che  nel  quadro 
stavano  essere  da  gnuno  offesi,  ma 
solaiuente  si  potevano  con  le  ova  of- 
fendere,  d'indi  uscendo  ;  et  essi  con 
le  pertiche  potevano  offendere  gl'al- 
tri,  Dato  segno  della  battaglla,  la 
quale  cominciata,  quelli  deirova  nel 
vero  trattavano  male  quelli  del  qua- 
dro,  ma  questi  assai  peggio  maltrat- 
tati  lasciarono  gli  nemlci,  percioche 
furono  tante  le  sperticate  che  diedero, 
che  eglino  per  alquanti  glomi  se  ne 
rlsentlrono.  Fu  spettacolo  veramente 
lodevole  e  dilettevole  e  degno  di  risa ; 
ma  uon  ml  tender6  piu  oltre,  aveii- 
dola  un'altra  volta  avvantl  descritta. 

Fece  ancbe  il  slguor  Glovannl 
fare  altri  giuochi  nel  tempo  di  questo 
carnevale  co'  quali  diede  gran  pia- 
cere  3I  genero  et  alla  citt&,  e  finito 
il  carnevale,  i1  slgnor  Ciovannl  Gon- 
zaga  se  ue  ritorno  a  Mantova. 


LXXX  PREFAZIONE 


Dal  confronto  qui  riportato  ognuno  pu6  agevolmente  vedere  come  le  sette  copie 
possono  costituire,  come  dicevamo  sopra,  tre  gruppi :  il  primo  delle  coU.  2  e  3  formanti 
il  gruppo  che  piti  degli  altri  si  avvicina  alla  sobria  lezione  dell' esemplare  a  stampa, 
quello  che  noi  seguimmo  nella  nostra  edizione;  il  secondo  delle  coll.  4,  5  e  6;  il  terzo 
ed  ultimo  delle  coU.  7  ed  8.  Ma  anche  dentro  i  singoli  gruppi  ci  sono  piccole  varianti;  5 
cosicchfe  pu6  ben  dirsi  che  nessuna  delle  copie  sia  perfettamente  uguale  all'altra. 

5.  —  Le  vicende  della  stampa  del  terzo  volume. 

Piti  difficile  assai  che  non  quella  dei  primi  due,  fu  la  pubblicazione  del  terzo  vo- 
lume  che  doveva  condurre  la  storia  bolognese  dal  1426  al  1510  circa,  riservando  ad 
un  altro  volume  forse  di  trattare  gli  anni  che  seguivano,  salvo  gli  ultimi,  non  essendo  10 
agevole  cosa  narrare  le  vicende  di  tempi  troppo  vicini.  Nfe  le  premure  del  padre 
Solimani,  nfe  gli  sforzi  di  altri  valsero  a  rendere  di  pubblica  ragione  il  resto  della 
Historia  del  Ghirardacci  che  fin  d'allora  correva  gik  in  qualche  copia  manoscritta. 

Della  famiglia  Bentivoglio,  i  cui  maggiori  avevano  dominato  in  Bologna  per  tutto 
il  secolo  XV,  il  Ghirardacci  si  era  premurosamente  occupato,  narrandone  con  cura  i  15 
meriti  e  le  glorie  e  cercandone  amorosamente  in  Bologna  e  fuori  i  documenti^.  Anzi, 
vivente  frate  Cherubino,  ci  fu  afFettuoso  carteggio  tra  lui  e  un  cospicuo  membro  dei 
Bentivoglt,  Ippolito,  che  s'era  stabilito  a  Ferrara.  Ippolito  Bentivogli  il  12  giugno 
1597,  proprio  quando  il  Ghirardacci  si  preparava  alla  stampa  del  secondo  volume 
della  sua  storia,  Ippolito  BentivogH  gli  scriveva  una  lettera  ossequiosissima,  nella  quale  20 
esprimeva  la  speranza  che  la  sua  Historia  di  Bologna  sarebbe  stata  condotta  innanzi  e 
compiuta  e  che  la  famigHa  dei  Bentivoglio  avrebbe  avuta  in  essa  quella  parte  cospicua 
che  meritavasi: 

Molto  reverendo  Padre  mio  honorando,  ^' 

Ho  inteso  da  una  di  V.  R.,  et  da  Gian  Maria  mio  servitore  la  continoa  affetione  ch'ella  25 
porta  alla  Casa  nostra,  et  il  desiderio  che  tiene  di  voler  perfettionare  VHistoria  sua,  non 
senza  molta  fatica,  della  nostra  famiglia:  onde  ringratio  molto  Tamorevolezza  sua,  e  le  ne 
sento  tanto  obligo,  quanto  desidero  con  vivi  affetti  poterla  ricambiare  in  cosa  che  sia  in 
mio  potere  e  si  serva  di  me  in  tutto  quello  che  V.  R.  conosce  ch'io  vaglia  che  sempre  mi 
troverk  prontissimo  ad  ogni  suo  piacere;  e  fra  tanto  procurero  che  a  questo  altro  ordinario  ella  30 
habbia  quella  scrittura  che  mi  ricerca.  Che  per  fine  le  bacio  le  mani  pregandole  da  Dio 
ogni  suo  contento. 

D.  V.  R.  I 

Di  Ferrara,  li  iJ  giugno  1597.  per  servirla  I 

HippoLiTO  Bentivoglio  *.       35 

Riportandomi  in  ogni  cosa  a  detto  Gian  Maria  di  quanto  dirk  overo  f  ark  per  tal  parti- 
colare,  et  occorrendo  cosa  nissuna  ne  potrk  far  motto  a  lui. 


'  Vedasi  specialmente  il  toI.  11  della  sua  Historia,       LMndirizzo  h  il  seguente;  "Al  molto  reverendo  padre 
a  pp.  326-331.  "  niio  lionorando,  il  padre  maestro  Cherubino   Ghirar-      5 

'  Archivio  di  Stato   di  Bologna,  busta  citata.       "  dacci,  a  Santo  Giacomo  di  Bologna  „. 


PREFAZIONE 


LXXXI 


II  Ghirardacci  rispondeva  il  9  agosto  deIl'anno  stesso  con  questa  lettera  interes- 
santissima,  che  ha  qualche  rapporto,  qua  e  Ik,  al  secondo  voiume,  e  che  dimostra  il 
pitj  vivo  interessamento  per  la  famiglia  dei  Bentivogli: 


Molto  magnifico  Signor  mio, 

5  Ho  ricevuto  il  testamento  di  Toniolo  fatto  deiranno  1374,  il  quale  ho  confrontato   con 

quello  che  e  nel  Archivio  di  San  Giacomo  et  sta  benissimo  et  sopra  di  esso  ho  praticato  il 
negocio,  et  senza  dubitare  questo  Antonio  h  quello  istesso  quel  proprio  che  genera  Giovanni 
primo  signor  di  Bologna,  del  quale  Leandro  et  altri  ragionano  a  capriccio;  et  non  mi  resta 
puntino  di  dubbio,  che  non  pu6  esser  per  modo  alcuno  quello  che  dicono  non  fu  figliolo  di 

lU  lacomo  da  Viadagola,  ma  si  bene  figliolo  di  Albertinello  detto  Betino  o  Bettuccio  che  fu 
figliolo  di  Bente  detto  BentivogUo,  vivendo  ne  Tistesso  tempo  di  Giovanni  primo  signore  di 
Bologna  anco  Bente  di  Andal6  di  Michelino  BentivogU,  che  ambedui  per  ambitione  di  regnare 
vennero  nemici  et  contrari  insieme.  Questo  Tuniolo  fu  procuratore  et  cavaliero  et  ando 
con  gli  anbasciatori  bolognesi  a  Gregorio  undecimo,  et  sendo  cavaliero  non  pu6  esser  vero 

15  che  egli  dal  detto  Papa  fosse  fatto  cavaliero  perch6  era  di  gik  avanti,  et  Taltra  negativa  h 
che  papa  Gregorio  11  non  voUe  ascoltare  li  detti  ambasciatori  n^  meno  li  vidde  volontieri, 
non  che  faccesse  Tuniolo  cavaliero  perch^,  come  h  detto,  era  cavaUero.  L'andata  di  detti 
ambasciatori  fu  delFanno  1371  che  fu  il  primo  della  creatione  del  detto  Gregorio.  Tuniolo 
predetto  fa  il  suo  testamento  Tanno  1374  che  fu  il  4  del  detto  Papa.     Et  come  vogliono  il 

20  sonniatore  di  fra  Leandro  et  altri,  Francesco  figliolo  di  Francesco  da  Viadagola  (notate  que- 
sta  solenne  provissione)  mori  sul  tormento  Tanno  1379  che  fu  Tanno  ultimo  di  detto  Grego- 
rio  undecimo.  Del  qual  Francesco  morto  sul  tormento  Tamico  fra  Leandro  non  ne  fa  alcuna 
mentione,  ma  si  resta  manco.  Hebbe  questo  Tuniolo  figliolo  di  Albertinello  questi  figU,  cio^ : 
Bartolino  detto  Beccarino,  Leonardo,  Bente,  Andrea,  Conte,  Salvuzzo,  Tadeo  et  Giovanni  che 

23  poi  fu  il  primo  signore  di  Bologna ;  tutti  questi  figli  erano  morti  quando  che  il  detto  Tuniolo 
fece  testamento  Fanno  1374.  Leonardo,  Bente,  Andrea  et  Conte,  gli  altri  quattro  erano  vivi, 
et  sono  nel  suo  testamento  nominati  heredi.  Di  modo  che  'sono  sicurissimo  della  verita.  lo 
scrissi  a  V.  S,  della  negativa  dal  notaro  del  Panzacchia,  et  perch^  mi  fece  una  dura  risposta 
non  ho  voluto  piu  oltre  tentarlo  che  per  me  poco  ne  curo.     Nfe  oltre  gUela  domando  per  non 

30  dar  cagione  airamico  d'odio  se  sapesse  che  io  la  ricerco.  La  negativa  della  Camara  degli 
Atti  rhavr6  benignamente  senza  contradittione.  Pero  se  voi  potete  per  altro  mezzo  cercar  la 
negativa  dalla  parte  della  Compagnia  di  Notari  fate  voi.  Ho  havuto  molto  caro  li  titoli  de' 
Papi,  Imperatori  et  di  altri  potenti  Signori  dati  alla  famiglia  lUustrissima  Bentivoglia,  perch^ 
me  ne  servir6  con  molta  prudenza  et  maestk,  et  se  lei  havesse  alle  mani  cose  simili  la  priego 

35  che  le  conservi.     Intanto  la  si  contenti  baciar  le  mani  al  mio  Signor  Marchese,  et  sii  certo  che 
non  perdono  a  fatica,  n6  a  studio  che  sia  per  vera  essaltatione  della  Illustrissima  casa  Ben- 
tivoglia,  et  con  questo  fine  di  cuore  saluto  Vostra  Signoria  et  me  le  raccomando. 
Di  V.  S. 


40 


Di  Bologna,  il  9  d'agosto  1597. 


aff.mo  servitore 
Fra  Chbrubino  di  San  Iacomo. 


I  rapporti  dunque  tra  i  discendenti  degli  antichi  Bentivogli  e  il  Ghirardacci 
erano  cordiali;  ma  in  quei  discendenti,  sino  dalla  fine  del  secolo  XVI,  traspariva  il 
dubbio  o  timore  che  nella  trattazione  della  storia  di  Bologna  fatta  dal  frate,  i  Ben- 
3  tivogli  loro  maggiori  non  avessero  a  fare  una  bella  figura. 

E  il  dubbio  dovette  rimanere  di  padre  in  figlio  nel  ramo  della  famiglia  che  di- 


T.  xxxm,  p.  I  —  j^. 


LXXXU  PREFAZIONE 


scendeva  dagli  antichi  Bentivogli,  se  esso  sempre  si  oppose  o  intralci6  il  cammino 
ogni  volta  che  si  parl6  di  pubblicare  il  terzo  volume  della  Historia  del  Ghirardacci, 
quello  che,  occupandosi  tutto  del  secolo  XV,  aveva  agio  e  c6mpito  di  trattare  pi£i 
specialmente  dei  Bentivogli,  nel  tempo  del  loro  piii  grande  splendore.  E  cosl  ci 
fu  una  continua  sorda  lotta  tra  alcuni  eruditi  bolognesi  che  volevano  veder  com-  5 
piuta  l'opera  ghirardacciana  e  che  giammai  non  ristettero  dalla  manifestazione  di  un 
tale  desiderio  e  i  Bentivogli  di  Ferrara,  parecchi  dei  quali,  essendo  stati  assunti  ad 
alte  cariche  nella  via  ecclesiastica,  ebbero  modo  di  premere  sul  governo  pontificio 
perchfe  si  opponesse  al  giusto  desiderio  dei  cittadini  bolognesi  e  degli  studi. 

I  tentativi  di  dar  fuori  il  terzo  volume  dovettero  essere  sin  da  quando  usci  il  10 
secondo  volume,  e  ciofe  alla  metk  del  secolo  XVII,  parecchi ' ;  ma  uno  ci  fe  chiara- 
mente  confermato  da  una  lettera  del  cardinale  Cornelio  Bentivoglio  ^  del  rarao  fer- 
rarese  pionipote  di  quell' Ippolito  cke  sopra  ricordammo,  diretta  il  24  dicembre 
del  1732  al  cardinale  Prospero  Lambertini  che  sin  dairaprile  deIl'anno  precedente 
era  stato  da  Ancona  trasferito  all'arcidiocesi  bolognese.    Ecco  la  lettera:  15 

Em.™  e  rev.""  Signor  mio  osservandissimo, 

"  Dairumanissimo  foglio  di  V.  E.  rilevo  la  risoluzione  che  si  h  compiaciuta  di  prendere, 
"  anche  prima  le  giungessero  le  mie  suppliche,  intorno  al  terzo  tomo  deW/sioria  del  Ghi- 
"  rardacci  ritrovata  nella  libraria  di  codesti  padri  Agostiniani,  e  veggo  un  nuovo  tratto  della 
"  sua  benignitk  verso  di  me  e  della  mia  casa,  e  permettami  di  dire  parimenti  della  sua  ami-  20 
"  cizia,  dalle  quali,  comechfe  elleno  sono  particolarissime,  non  potevo  io  nuUameno  aspettarmi. 
"  Trovandomi  perci6  sommamente  obbUgato  all'  E.  V.,  ne  le  rendo  quelle  grazie  ben  copiose 
"  che  deggio;  ma  nello  stesso  tempo  mi  avanzo  a  pregarla,  che  siccome  sta  in  suo  potere  il 
"  suddetto  libro,  cosl  voglia  ancora  favorirmi  di  far  trascrivere  quel  tanto  ch'e880  contiene  di 
"  poco  vantaggioso  alla  mia  famiglia  e  di  trasmetterlo,  acciocchfe  io  possa  vederlo,  mentre  2$ 
"  potrebbe  per  avventura  darsi,  che  ci6,  di  cui  altri  fan  caso,  non  fosse  da  me  riputato  di- 
"  versamente.  Rassegno  V.  E.  la  mia  divota  servitii,  ambisco  di  continuo  Tonore  de'  suoi 
"  stimatissimi  comandamenti  e  le  bacio  per  fine  umilissimamente  le  mani  „. 

Di  V.  E. 

Roma,  34  dicembre  1732. 

Umil."'°  devotiss.'"'  servit.*"*  vero 

C.  CARDINALE  BeNTIVOGLIO  *. 

II  cardinale  Lambertini  aveva  dunque  contentato  il  collega,  discendente  dei  Ben- 
tivogli,  ed  aveva  impedito  che  il  sospirato  terzo  volume  del  Ghirardacci  vedesse  la 
luce.     S'era  fatto  anzi  di  piii  dai  partitanti  per  i  Bentivogli:  non  appena  fu  presentito  3J 
il  pericolo  della  stampa,  il  codice  ghirardacciano  era  stato  avocato  presso  di  sfe  dal 
cardinale  Lambertini  nel  vescovado  * ;  e  ci6  voleva  dire  che  durante  la  vita  del  Lam- 


'  Un  tentativo  abbastanza  splegato  dovette  esserci  *  Serie  cronologica   degli  emiHentissimi  e  reveren- 

nel   1734)  perche  in  molte  copie,  tutte  derivanti  da  un  dissimi  signori  cardinali  bolognesi,  comfresi  quelli  assunti 

solo  apografo,  si  legge,  in  fine  o  nel  frontispizio,  clie  al  sommo  pontificato  ecc,  Bologna,  1755,  pp.  62-63. 

la  copia  fu  tratta  dall'originale  che  conservavasi  ancora  ^  In  appendice  a  molte  copie  del  terzo  volume;  ad 

5    nella  libreria  di  San  Giacomo  l'anno^i734.  La    conse-  es.  in  quella  dell'Archiginnasio,  sala  30. 

o-na  al  vescovo  Lambertini,  di  ciil  si  parlera  alla  nota  *  Nei   manoscritti  Fantuzzi   della  Biblioteca  del- 

n.  4,  dovette  perci6  avvenire  o  in'queiranno  o  dopo,  l'Archiginnaslo   (alla  lettera  G),  sotto   al  Ghirard«cci, 


xc 


PREFAZIONE  LXXXHI 

bertini,  o  fin  che  il  Lambertini  fosse  rimasto  a    capo  della  chiesa    bolognese,  non  si 
sarebbc  piti  parlato  o  dovuto  parlare  della  stampa  del  famoso  volume  I 

E  cosi  diffatti  avvenne;  perchfe  non  ostante  che  il  cardinale  Cornelio  Bentivoglio 
il  30  dicembre   1732^,  sei   giorni  soli    dopo  la  lettera    che  sopra  abbiamo  riportato, 
5  morisse,  pure  il  cardinale  Prospero  Lambertini  si  tenne  astretto    dalla   promessa  fatta 
al  coUega  defunto. 

Senonchfe,  assunto  il  Lambertini   nell'anno   1740  al  sommo   pontificato,  comincib 

in  molti    a  rinascere    la    speranza  di    pubblicare  il    manoscritto  che    conservavasi   ora 

presso  il  vescovado,  dando  in  tal  modo  compimento  a  un'opera  che  era  cosi  intonata 

10  a  quel  rifiorire  di  studi  e  di  ricerche  storiche  che  fu  vanto  precipuo  del  secolo  XVIII. 

II  marchese  Francesco  Davia  senatore  bolognese,  e  quantunque  residente  a  Mo- 
dena,  assai  amante  della  sua  cittk  natale,  tentb  di  dare  efFettuazione  una  buona  volta 
alla  desiderata  stampa;  sino  dal  1756,  unitosi  in  una  societk  commerciale  con  alcuni 
cavalieri  modenesi,  si  rivolse  per  la  stampa  del  volume,  del  quale  si  potfe  avere 
•  15  una  copia  fedele  e  assai  corretta,  alla  tipografia  lucchese  diretta  dai  fratelli  Ven- 
turini,  figli  di  un  Leonardo  che  era  assai  noto  in  Modena  perchfe  vi  esercitava  la 
professione  di  giudice  ed  aveva  grande  amicizia  col  Davia.  Nell'impresa,  che  si 
presentava  sotto  i  migliori  auspicii,  anche  per  il  lato  commerciale,  aveva  una  parte 
notevole  lo  stesso  marchese  Alessandro  Frosini  segretario  di  stato  del  duca  di  Modena. 
20  Nel  principio  del   1757  la  stamperia  Venturini  di  Lucca  pubblicava  il   seguente 

manifesto : 

"  LEONARDO  VENTURINI 

"  Si  darh  con  tutta  sollecitudine  al  pubblico,  per  mezzo  di  questi  miei  torchi,  redizione 
"  di  un  manuscritto  del  reverendo  padre  maestro  Cherubino  Ghirardacci  bolognese   delFor- 

25  "  dine  Eremitano  di  Sant'Agostino,  che  contiene  i  fatti  piu  memorabili  della  citta  di  Bologna 
*  dalUanno  1426  sino  a  tutto  il  1508.  L'oTdine,  Taccuratezza  e  resatto  metodo,  onde  il 
"  valente  scrittore  la  sua  storia  dispone,  1' interessante  materia  che  tratta,  la  quale  in  certo 
"  modo  ha  quasi  a  tutte  le  citta  d'  Italia  rapporto,  mi  assicurano  che  non  mancheranno  gli 
"  eruditi  di  approfittarsi  di  questa  sl  dilettevole  opera,  e  tanto  alla  cognizione  delle  italiche 
"  cose  necessaria.     Sara  essa  in  un  solo  tomo  in  f  oglio  compresa,  di  ottima  carta,  di  purgato 

30  "  carattere  e  diligentemente  corretta.  Quegli  che  vorranno  anticipatamente  la  loro  fede 
"  obbligare  associandosi  potranno  averlo  a  paoli  12  in  Lucca,  assicurando  che  il  prezzo  per 
"i  non  associati  sara  inalterabilmente  di  paoli  16.  Gradiscano  frattanto  gli  eruditi  il  desi- 
"  derio  che  ho  d'  illustrare  i  miei  torchi  con  opere  al  bene  ed  all'  utilitk  della  letteraria 
"  repubblica  profittevoli  e  vantaggiose  „. 

35  L'idea  del  tipografo  lucchese    ebbe    dappertutto  il  piti  grande    favore:  le    sotto- 

scrizioni  giunsero   tosto    in  bel    numero;  anzi    un   libraio    di  Modena,    certo    Loschi, 


leggesl  questa  annotazione  che  par  raccolta  dallo  stesso  "  Vizzani  „.    Non  potremmo  avere  una  piii  cliiara  prova 

Fantuzzi:  "  II  reverendlssimo  padre  Trombelli  dice  aver  che  trattisi  proprio    dell'autografo  ghirardacciano   ora    lO 

"  veduto  presso  monsignore  prospero  Lambertini,quando  conservato   nella  Biblioteca  Universitaria,  perche  il  vo- 

*  era  arcivescovo,  questo  tomo  della  Storia  di  Bologna  lume  porta  infatti  scritto  a  un  certo  luogo  Cronica  Vig- 
5    "  (il  terzo)  allora  levato   dalla  Biblioteca  di  San   Gia-  gianorum  &  deiia  detta  cronaca  e  trascritta  nell' interno 

*  como  e  portato  al  detto  arcivescovo.    E  in  fronte  alla  se   non  tutta   una  grandissima  parte   (ms.    1975).   Vedi 

"  detta   vl   era   scritto    Cronica    Vizzanorum  con   sotto-  sopra  a  p.  lxvii,  al  n.  3.  15 

"  scritta  obbligazione  di  fra  Cherubino  di  restituirla  a'  '    Of.  cit,,  p.  63. 


LXXXrV  PREFAZIONE 


rappresentato  da  Francescanio  Menafoglio,  ne  sottoscrisse  per  sfe  solo  800  copie,  e 
ciofe  rese  possibile  e  proficua  la  stampa,  anche  se  non  se  ne  fosse  venduta  piii  alcuna 
copia:  dato  il  numero  rilevantissimo,  le  ebbe  a  otto  paoli  per  ciascuna  copia,  in 
luogo  di  dodici,  come  era  stato  stabilito  nel  bando  di  sottoscrizione ;  si  obbligava 
inoltre  il  Loschi  a  non  smerciare  i  volumi  fuori  dei  domini  pontifici.  5 

AUa  fine  dello  stesso  anno,  ottenute  le  approvazioni  delle  censiu"e  ecclesiastica  e 
civile,  si  dava  principio  alla  stampa  dell'opera  del  Ghirardacci;  la  quale  procedette  con 
grande  celeritk,  tanto  che  alla  metk  del  1758  il  volume  era  gik  arrivato  a  buon  punto. 

"  Ma  sparsasi  la  notizia  di  questa  faccenda,  il  marchese  Guido  Bentivoglio  di 
"  Ferrara  si  messe  a  tutt'uomo  nell' intendimento  di  impedirla,  e  soprattutto  vi  impegn6  10 
"  il  pontefice  Benedetto  XIV  ed  i  cardinali  che  piii  potevano  presso  di  lui;  fi-a  i 
"  quali  era  principalissimo  l'Archinto.  Questo  marchese  Bentivoglio  grande  di  Spagna, 
"  ed  uomo  '  dato  tutta  alla  divozione  ',  come  lo  chiama  il  padre  Angelo  Pozzetti, 
"  doveva  essere  un  gran  prepotente,  e  non  h  a  dire  quanto  fece  per  riuscire  nell'im- 
"  pegno  di  traversare  ed  impedire  la  stampa  del  libro.  In  principio  esigeva  solo  che  15 
"  si  togliessero  i  passi  otFensivi  alla  sua  famiglia.  Ma  gli  interessati  negarono,  perchfe 
"  il  libro  non  sarebbe  stato  accolto  con  favore  dal  pubblico  quando  fosse  stato  muti- 
"  lato ;  e  gik  gli  associati,  suUa  voce  corsane,  protestarono  che  non  riceverebbero  il 
"  libro,  se  non  fosse  conforme  del  tutto  al  manoscritto  autentico.  Gli  si  ofFri  per6 
"  di  stampare  in  fine  al  volume  quei  documenti  che  avesse  voluto,  per  provare  che 
"  le  cose  ingiuriose  alla  sua  famiglia,  dette  dal  Ghirardacci,  erano  false.  Esso  intanto 
"  strepitava  e  minacciava  sempre  piii,  e  fra  le  altre  millanterie  dichiarava  di  voler 
*  fare  in  Lucca  una  causa,  a  giudizio    pubblico,  per  provare  la  falsith  dello  storico. 

"  Ma  intanto  le  sue  premure  presso  la  corte  di  Roma  avevano  prodotto  il  suo 
"  efFetto.  Giacchfe  saputo  dalPagente  lucchese  Filippo  Maria  Bonamici  che  la  stampa  2i 
"  dispiaceva  al  papa,  che  discorrendo  del  fatto  aveva  esclamato  '  essere  un' indegnith ' 
"  ed  avere  aggiunto  che  essendo  egli  arcivescovo  di  Bologna,  non  I'aveva  voluta 
"  permettere,  soprattutto  perchfe  era  amico  del  cardinal  Bentivoglio  ^  Gravi  obbli- 
"  gazioni  avevano  i  Lucchesi  verso  quel  papa,  onde  si  decisero  di  contentarlo;  ed 
"  infatti  per  mezzo  del  Magistrato  dei  Segretari  fecero  sapere  all'agente  Buonamict 
"  che  il  libro  non  si  sarebbe  pubblicato,  e  di  ci6  fu  fatta  promessa  solenne.  Quella 
"  dichiarazione  fu  fatta  al  cardinale  Archinto,  giacchfe  il  papa  era  caduto  malato;  ma 
"  essendogli  stata  partecipata  dal  detto  cardinale,  ne  fu  contentissimo  e  ringrazi6  i 
"  Lucchesi  come  di  un  particolare  favore  ^ 

"  Ma  dopo  questi   giorni  il  papa   essendo  morto   (4  maggio  1758),  si  sparse   in  3S 
"  Roma  la   notizia   che  la   Repubblica  si  credesse   sciolta  dalla   promessa,  e  che   la 
"  contrastata  storia  si  pubblicherebbe.     Non  h  a  dire  quello  che  fece  il  marchese  in- 
"  ferocito  e    indispettito.     Raddoppi6    soprattutto  gli    impegni    presso  il   collegio    dei 


" 


'  Archivio  di  Stato  di  Lucca,  Buonamici,  lettera  '  Archivio  di  Stato  di  Lucca,  Jiifermaiioni  se- 

del  15  aprile  1758.  ^rert  del  Consiflio  generale,   14  luglio  1758. 


PREFAZIONE 


LXXXV 


"  cardinali,  allora  in  sede  vacante,  'offiziando  con  lettere  di  fuoco  tutti  i  signori  car- 
"  dinali  suoi  amici,  che  non  sono  pochi  e  sono  la  piu  rispettabile  parte  del  Sacro 
"  Collegio':  fra  questi  il  cardinale  Portocarrero  'faceva  istanza  per  lui  a  nome  del 
"  suo  re  (di  Spagna)  gran  protettore  della  famiglia  Bentivoglio '  *.  Era  cosi  india- 
5  "  volato  che  il  cardinale  Archinto  confessava  che  se  il  libro  si  fosse  stampato  '  non 
"  avrebbe  garantito  lo  stampatore  da  qualche  dannosa  conseguenza  per  parte  del 
"  marchese'^.  Mosso  da  tutta  questa  tempesta  e  da  parole  altere  minacciose  che  si 
"  dirigevano  ai  Lucchesi  per  parte  di  tutti  o  quasi  tutti  i  cardinali,  che  ne  avevano 
"  fatta  questione  d'impegno,  il  Buonamici  credette  di  ripetere  la  promessa  gik  fatta 
10  "  al  papa,  e  di  rinnovarla  parlando  a  nome  della  Repubblica  a  monsignor  Antonelli 
"  segretario  del  conclave  „^ 

Oltre  i  documenti  di  Lucca  ci  reca  preziose  notizie  intomo  alla  dibattuta  que- 
stione,  e  in  specie  all'arrabbattarsi  del  marchese  Guido  Bentivoglio,  un  bel  gruppetto 
di  lettere  che  conservansi  nella  Biblioteca   Trivulziana  di  Milano*. 


'  Archivio  di  Stato  di  Lucca,  Buonamici,  lettera 
del   i»  luglio   1758. 

«  Archivio  di  Stato  di  LuccAjBuonamici,  lettera 

del  3  giugno  1758. 

5  9  Da  una  lettera  di  Salvatore  Bongi  diretta  a  Luigi 

Frati  e  pubblicata  da  Giovanni  Gozzadini  nel  lavoro : 

Lettera  di  fra    Cherubino    Ghirardacci  e  notizie   riguar- 

danti  la  stamfa  del  suo  terzo  volume  della  "  Historia  di 

Bologna  „,  pubblicato  negli  Atti    della    regia   De- 

10    putazione    di    storia   patria   per    le   provin- 

cie  di  Romagna,  serie  i»,  anno  11  (1866),  pp.  169-1S7. 

I  documenti    luccliesi  che    rlguardano  questa    im- 

presa  si   conservano,    come  nota  lo    stesso  Bongi,    nel- 

l'Arcliivio  di  Stato  di  Lucca :  sono  da  consultarsi  spe- 

15    cialmente  una  filza  a  parte  riguardante  questa  faccenda 

contraddistinta   dall'antlca   segnatura   A.  33.  315   e   le 

Riformazioni  del  Consiglio  generale  14  luglio  e  18  di- 

cembre  1758  e  16  gennaio  e  i8  dicembre  I759- 

Era  mio  desiderio  fare  nuove  ricerche  nell'Archi- 

3o   vio  lucchese,  e  a  tal  fine  richiesi  al  direttore  di   quel- 

rarchivio  prof.  Fumi  se  esistevano  documenti   riguar- 

danti  il  Ghirardacci  e  il  terzo  volume,  non  visti  o  non 

usufruiti  dal  Bongi ;  il  prof.  Fumi  mi  rispose  con  que- 

;       sta  gentilissima  lettera  che  mi  assicur6  non  esistere  la 

15    documenti   che  avessero   potuto  maggiormente   illumi- 

narmi : 

"  Esaminate  con  diligenza  tutte  le  carte  relative 
"  alla  controversia  e  provocate  dalla  stampa  del  terzo 
"  tomo  del  Ghirardacci,  si  e  riscontrato  che  la  storia 
30  "  della  vertenza  e  narrata  compiutamente  nella  lettera 
"  del  Bongi,  e  non  si  sono  trovate  particolarita,  almeno 
"  di  qualche  importanza,  in  essa  non  accennate.  Ap- 
"  parisce  da  una  bozza  di  lettera  del  Mansi  al  cugino 
"  marchese  Bentlvoglio  che  questi  avesse  gia  pronta  una 
35  "  vera  e  propria  confutazione  al  Ghirardacci  e  che,  in 
"un  certo  momento  della  lunga  questionc,  fosse  dispo- 
*  sto  a  tollerare  per  cio  la  stampa  del  terzo  tomo,  evi- 
"  tando  di  rimborsare  gli  interessati ;  ma  infine  preferl 
"  di  pagare  e  distruggere  la  intera  edizionc.     In    altre 


*  lettere  sl  contesta  con  vari  argomentl  da  alcuno  degll    40 
"  Interessati  nella  stampa  che  il  testo  del   Ghirardacci 

"  contenga  offese  per  il  ramo  superstite  del  Bentlvogll, 
"  che  son  cose  da  tutti  conosciute  ecc.  „. 

Ma  di  queste  ultime  particolaritA  possediamo  al- 
l'Archiginnasio  e  trovansi  nella  Trivulziana  numerosi    45 
documenti  che  riferiremo  piu  avanti. 

*  Queste  interessanti  lettere  erano  possedute  dal 
conte  Mario  Valdrighi  di  Modena,  a  cui  forse  perven- 
nero  o  per  dono  o  per  eredita  dalla  famiglia  Bondigli. 

II  conte  Valdrighi  le  mandi  in  dono  nel   1837  al  mar-    5° 
chese  Gian  Giacomo  Trivulzio,  accompagnandole   con 
questa  lettera,  che  si  conserva  nella  Biblioteca  Trivul- 
ziana,  insieme  alle  altre  che  verremo  tosto  pubblicando, 
sotto  la  segnatura:  Autografi,    Valdrighi: 

"  Signor  Marchese  veneratissimo,  55 

*  Colgo  l'opportuno  incontro  del  ritorno  cost\  del 
"  professor  Gaetano  Barbieri  per  ringraziarla  con  tutto 
"l'animo  della  gentilezza  ch'ElIa  ha  avuto  di  farmi 
"  tenere,  col  mezzo  del  signor  marchese  Carandini,   la 

"  Crusca  Provenzale  del  Bastero.  lo  la  leggo  con  im-  60 
"  pazienza,  ed  appena  me  ne  sar<S  servito  la  riconsegne- 
"  r6,  com'Ella  mi  dice,  al  medesimo  signor  Marchese. 
"  Cosl  pure  la  ringrazio  pel  foglletto  ristampato  del 
"  Convito  anche  a  nome  dl  Parenti  e  di  Galvani,  a  cia- 
"  scuno  de'  quali  passai  tosto  il  suo.  65 

"  Con  questa  occasione  mi  fo  coraggio  di  inviarle 
"una  lettera  del  Muratori,  e  due  fasclcoletti  di  altre 
"ch'io  stimo  non  prive  d'interesse  per  gli  aneddoti 
"  letterarii  che  svelano.  II  primo  risguarda  i  motivi 
"i  quali  impedlrono  che  in  Lucca  si  stampasse  nel  1758    7° 

*  il  terzo  volume,  tuttora  inedito,  delle  Storie  Bolognesi 
"  del  Ghirardacci;  ed  il  secondo  quelli,  che  in  sostanza 
"  sospesero  nell'anno  stesso  la  pubblicazione  della  Sto- 
"  ria  Letteraria  del  P.  Zaccaria. 

"  Ella   mi   perdoni,  la    supplico,  se   con   si   tenui    75 
"  cose  me  le  presento,  ed  unicamente  riguardi  alla  buona 
"  intenzione. 


LXXXVI  PREFAZIONE 


II  punto  di  vista  dello  stampatore  e  degU  interessati  alla  stampa  risulta  chiaro  da  una 
lettera  di  Ippolito  de'  Nobili  addetto  alla  tipografia  Venturini,  indirizzata  a  uno  dei  Ven- 
turini  che  nel  maggio  del   1758  erasi  recato  per  suoi  affari  alla  fiera  di  Reggio  Emilia: 

Illustrissimo  Signor,  signor  padrone  colendissimo, 

In  seguito  di  quanto  li  significai  colla  mia  antecedente  rispetto  alla  stampa  del  Gherar-    5  v 
daccio,  devo  ora  soggiungerli,  che  tanto  da  Ferrara,  che  da  Roma  continuano  le  istanze  piii        ' 
premurose  per  la  riforma  del  medesimo,  come   potr^  osservare   dairacclusa  copia   di  un   bi-        j 
glietto  comunicatomi   da  rillustrissimo   Magistrato.     lo  non  ho   mancato  di  rappresentare  al        J 
medesimo  tutte  le  ragioni  addottemi  nella  passala  sua  per  farli   conoscere  1' ingiustizia  della 
richiesta  e  il  grave  danno  che  ne  risulterebbe  alli  Interessati   nella   stampa,  e  possc   assicu-  10 
rarlo  che  ne  sono  persuasi  al  par  di  me  quei   signori   che   lo    compongono,   ma   vorrebbero 
pure  che  si  provasse  qnalche   altro  temperamento  per  sortire  da  Timpegno  senza  disgustare 
Roma  e  far  torto  alb'  Interessati.     Parrebbe  a  me  il  megliore   espediente   quello  di  persua- 
dere  per  mezzo  di  qualche  persona  autorevole  monsignore  Giampede  a  ritirare  la  sua  istanza 
presso  l'abate  Bonamici  sul  riflesso  del  pregiudizio  degli  Interessati,  e  del  nissun  danno  che  15 
ne  deriva  alla  Casa  Bentivoglio  per  un  fatto  di  tre  secoli  addietro,  n^  riguardo  a  Tinteresse, 
nfe  alla  riputazione  di  detta  Casa.     Sarebbe  ancora  desiderabile  che  un  tal  fatto  si  ritrovasse 
pure  in  qualche  altro  autore  stampato  antico  o  moderno   per  provare   maggiormente   che  6 
noto  al  mondo  gik  da  gran  tempo,  e  con  tuttoci6  non  a  punto  perduto  la  detta  f  amiglia  del 
suo  lustro  e  riputazione.     Se  si   leva  dMmpegno  il   Magistrato,  sarJi  poi  piu  facile  superar  20 
quello  del  marchese  Guido  di  Ferrara,  che  k  scritto   qui   ai  suoi  parenti  per   tale  effetto,   e 
per6  lo  prego  di  esaminare  tutto  posatamente  per  dare  quei  passi   che  piu  sicuramente  po- 
tranno  condurre  a  Tintento  desiderato.     (Continua  parlando  di  altri  affari  di  famiglia  che  non 
ci  interessano).     Le  mie  signore  stanno  bene  e   li  fanno  mille  saluti  invidiando  la  sua  per- 
manenza  alla  fiera  di  Reggio,  ed  io  con  tutta  la  maggiore  stima  mi  confermo  25 

Lucca,  a'  15  maggio  1758  '. 

devotissimo,  obbligatissimo  servitore 
Ipolito  dk  Nobili 

II  punto  di  vista  del  Bentivoglio,  oltre  che  nei  documenti  che  verremo  riportando 
piti  tardi,  h  esposto  chiaramente  in  un  mazzetto  di  lettere  indirizzate  al  segretario  di  30 
Stato  del  duca  di  Modena,  ove  il  Bentivoglio  sapeva  trovarsi  il  centro  della  opposi- 
zione  ai  suoi  desiderii  per  la  presenza  in  quella  corte  del  Venturini  e  per  1'appoggio 
che  a  lui  sembrava  venire  dal  duca.  AUa  fine  di  maggio  il  Bentivoglio  cosl  scriveva 
a  Giuseppe  Maria  Bondigli: 

Illustrissimo  Signore,  signore  padrone  colendissimo,  35 

Ho  avuto  altre  volte  occasione  di  godere  gli  effetti  della  singolare  gentilezza  di  Vostra 
Signoria  illustrissima,  e  m'induco  percio  anche  di  presente  a   pregarla  delle  sue  grazie.     II 


"  Mi  continui  11  Suo  amore,  e  mi  creda  con  stima  alla  cortesia  del  dotto  collega  ed  amico  ingegner  Emi- 

*  particolarissima  e  per  sempre  lio  Motta,   che  vivamente   ringrazio   per  questo   e   per 

«  Modena,  26  aprile  1827.  molti  altri  aiuti  prestatimi. 

.  , ,  ,  .  '  A  tergo  c'e  indirizzo  seguente :  "  All'lllustrissimo    10 

"  suo  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  „  „.  .  ,  ,,,..,.  c  , 

,, .,       '  °  oignore,  signor  padrone  colendissimo  il  sienore  Sal- 

"MARIO   VaIJ)RIGHI„.  a       °  ^r     1.     •     -     r.  .       j-    »,    j 

vatore  Venturini,  Reggio  di  Modena  „. 
Debbo  la  notizia  e  la  trascrizione  di  queste  lettere 


PREFAZIONE  LXXXVII 


mio  segretario,  che  spedisco  apposta  costk,  le  renderk  la  presente  e  si  dark  Tonore  d'infor- 
marla  di  un  affare,  in  cui  essendovi  la  mia  convenienza  impegnata,  spero  ch'  Ella  vorrk  col- 
1'autoritk  sua  contribuire  a  render  paghe  le  mie  giustissime  premure.  Queste  non  possono 
essere  piii  grandi,  come  saprk  riconoscere  dairesposizione  che  le  verrk  fatta.  Mi  raccomando 
5  per6  quanto  mai  so  e  posso  a  Vostra  Signoria  illustrissima,  a  cui  avr6  le  maggiori  obbliga- 
zioni,  e  desideroso  di  servirla,  con  vera  inalterabile  stima  mi  protesto 
Di  Vostra  Signoria  illustrissima 

Ferrara,  26  maggio  1758. 

devotissimo,  obbligatissimo  servitore 
10  GuiDO  Bentivoglio  d'Aragona  '. 

E  allo  stesso  riscriveva  pochi  giorni  dopo,  con  piti  insistenza: 

Illustrissimo  Signore,  signore  padrone  colendissimo, 

Dal  foglio  obbligantissimo  di   Vostra  Signoria   illustrissima,  e  piti   ampiamente   dal   mio 
segretario,  rilevo  con  quanta  gentilezza  Ella  siasi  interessata  nel  consaputo  affare,  e  quanto 

15  io  possa  promettermi  dal  suo  favore.  II  progetto  del  signore  cavaliere  Venturini  b  in  sostanza 
quello  che  mi  fece  offerire  da  Lucca,  giacch^  non  faccio  gran  caso  del  ribasso  di  un  paolo 
per  copia,  a  cui  si  b  ridotto,  e  di  cui  non  credo  potrk  farsi  gran  merit6  presso  Sua  Altezza 
serenissima,  che  si  e  degnata  d'interporvi  la  sua  autoritk.  lo  La  prego  per6,  che  qui  non 
restino  le  sue  grazie ;  h  troppo  ridicolo  secondo  me  il  motivo  del  pregiudizio,  che  gl'  Interes- 

20  sati  alla  stampa  pretendono  d'incontrare  se  questa  si  mutilasse.  Trattasi  d'infamare  una  no- 
bile  ed  onorata  famiglia:  si  dirk  mai  che  abbiano  acquistato  diritto  di  farlo  per  le  spese 
precedenti,  che  tendono  a  questo  fine?  Questo  stesso  averlo  tentato  dovrebbe  in  ogni  rego- 
lato  govemo  passar  per  delitto,  giacch6  6  anche  peso  della  pubblica  autoritk  Timpedire  che 
vengano   pubblicamente   infamati  i  galantuomini.     Confido  pertanto  che  Vostra  Signoria  il- 

25  lustrissima  si  degner^  d'insistere  su  questo  punto  per  ridurre  il  Venturini  a  piu  moderate 
proposizioni,  Sopra  tutto  mi  preme  che  si  guadagni  tempo,  perchfe  non  uscisse  mai  il  libro 
prima  di  ogni  ripiego,  e  mi  appiglio  anche  al  di  Lei  consiglio  in  questa  parte,  sapendo  che 
per  le  circostanze  tutte  dell'affare  Ella  e  convenuta  col  mio  segretario  di  portar  in  lungo 
la  cosa.     Pregola  di   rassegnare   a  Sua   Altezza   serenissima   la   miavenerazione   e   Tinfinita 

30  obbligazione  che  avr6  sempre  alla  somma  benignitk,  che  si  degna  di  avere  per  me.  Sark 
una  nuova  finezza  ch'ElIa  mi  farh,  significandomi  le  ulteriori  pratiche  e  lo  stato  preciso 
deiraffare  medesimo.  Desidero  che  Vostra  Signoria  illustrissima  si  riabbia  dairincomodo 
partecii^atomi,  e  che  mi  dia  molte  occasioni  di  servirla  per  convincerla  sempre  piu  della 
mia  viva  riconoscenza  e  della  vera  inalterabile  stiraa  coUa  quale  passo  a  presentarmi 

35  Di  vostra  Signoria  illustrissima 

Ferrara,  5  giugno  1758. 

devotissimo,  obbligatissimo  servitore 
GuiDO  Bkntivogli  d'Aragona  *. 

Mentre  il  Bentivoglio  operava  con  tutto  il  potere  a  Roma  presso  il  Sacro  Col- 

40  legio  dei  cardinali  perchfe  fosse  confermato  il  divieto  alla  stampa  del  Ghirardacci  giJi 

emanato  da  Benedetto  XIV,   non  cessava  di  insistere  a  Modena  per  parare  ai  danni, 

nel  caso  che  il  Collegio  dei  cardinali  si    pronunciasse    contrario.     E  tornb  alPassalto 

presso  il  Bondigli: 


'  A  lergo:  *  All' illustrissimo  Signore,  signore  pa-  "drone  colendissimo  il  signor  Gioseffo  Maria  Bondigli 

*  dron  colondissimo  il  signore  Gioseffo  Maria  Bondigli  "  seg.""'"  di  Stato  di  sua  Altezza  serenissima  di  Modona, 

"  segretarit)  di  Stato,  Modona  „.  "Reggioa- 

*  A  tergo :  "  All'  illustrissimo  Signore,  signore  pa-  La  lettera  per  il  duca  di  Modena,  cui  qui  sl    ac- 


Lxxxvin 


PREFAZIONE 


Illustrissimo  Signore,  signore  padron  colendissimo, 

Rendo  grazie  a  Vostra  Signoria  illustrissima,  che  con  tatita  gentilezza  mi  continua  i 
suoi  favori.  Gradir6  sommamente  le  ulteriori  sue  finezze  sopra  Taffare  della  consaputa  stampa, 
e  vorrei  che  il  signore  Venturini  riconoscesse  Taggravio  che  fa  alla  mia  famiglia  persistendo 
ne'  primieri  suoi  sentimenti.  Piii  equi  mi  sembrano  gl*  interessati  che  trovansi  in  Lucca,  che  5 
non  si  mostrano  lontani  dall'aderire  che  venga  da  me  fatta  al  libro  un'aggiunta  di  que' 
documenti  che  mi  trovo  avere,  e  che  smentiscono  apertamente  rimpostura  raccontata  dal 
Ghirardacci.  lo  so  ch'ella  stessa  pens6  in  Reggio  ad  un  tale  partito,  ma  questo  non  piacque 
al  sig."^^  Venturini.  Intanto  8entir6  cosa  siale  riuscito  di  rilevare  ulteriormente  dal  sudetto,  e 
in  quanto  a  me  non  lascero  in  tutti  quei  modi  che  la  ragione  e  le  leggi  mi  danno,  airin-  10 
giuria,  che  si  vuol  fare  alla  mia  Casa.  Prego  Vostra  Signoria  illustrissima  della  continuazione 
di  sue  grazie,  ed  assicurandola  della  mia  viva  riconoscenza,  desidero  occasioni  di  servirla, 
e  con  vera  stima  mi  professo 

Di  Vostra  Signoria  illustrissima 

Ferrara,  i6  giugno  1758.  obb.,  obb."°  servitore  iS' 

Guroo  Bentivoglio  d'Aragona'. 


II  tono  del  Bentivoglio  con  Modena,  che  sinora  era  stato  insistente,  ma  som- 
messo  e  deferente,  cambi6  del  tutto  sui  primi  del  luglio  1758,  non  appena  il  Ben- 
tivoglio  stesso  seppe  che  le  sue  azioni  svolte  presso  i  cardinali  a  Roma,  mentre  era 
adunato  il  conclave,  avevano  ottenuto  favore,  e  si  era  stabilito  che  in  qualunque  modo  20 
il  nuovo  pontefice  avrebbe  confermata  la  proibzione  della  stampa  del  disgraziato  terzo 
tomo  del  Ghirardacci. 


cenna,  ci   h  pur  stata  conservata,  e  crediamo  utlle   ri- 
produrla : 

"  Altezza  serenlsslma, 

"  Sono  penetratissimo  dall'lnfinita  clemenza,  colla 

S    *  quale  si  e  Vostra  Altezza  serenissima  degnata  di  ac- 

"cogliere  le  mie  umillssime  suppliche,  e  dalla  generosa 

"  protezione  ciie  ha  avuto  la  bonta  di  farmi  godere  nel 

*  consaputo    emergente.     Nel   renderne   ch'  io  faccio   a 

"  Vostra  Altezza  le  mie  umilissime  grazie,  prendo  co- 

lo    "  raggio  a  supplicarla  dalla  gloriosa  continuazione  del 

"  suo  validissimo  padrocinio  per  rimuovere  dalle  dure 

"  condizioni  esibitemi  gl'interessatl  nellaconsaputa  stam- 

"pa.     L,e  chieggo  perdono  delPimportunita  mia,  e  ras- 

"  segnando  a  Vostra  Altezza  serenissima  quella  perfetta 

iS    "  ubbidienza,  che  ho  dai  maggiori  miei  ereditata  verso 

"  la  serenissima  di  Lei  Casa,  mi  faccio  gloria  di  distin- 

"  guermi  con  profonda  venerazione 

"  Di  Vostra  Altezza  serenissima 

"  Ferrara,  12  giugno  1758. 

ao  "  umilissimo,  devotissimo,  obbligatissimo  servitore 

"  GuiDO  Bentivoglio  d'Arragoiia  „. 

'  A    terzo :   "  Signore   segretario    Giosefib    Maria 
"  Bondigli,  Modona  ,. 

Dieci  giorni  dopo  riscrlveva  insistendo  nel  suoi 
*S    concetti  e  vieppiu  accalorandosi : 

Illustrissirao  Slgnore,  signore  padron  colendissimo, 

Sono  scmpre   piu  obbligato  alla   gentilezza  colla 
quale  Vostra  Signoria  illustrlssima  si  compiace  di  fa- 


vorirmi,     Vedo  che  non  h  possibile  ridurre  cotesto  si- 
gnore   Venturini   ad   un    partito    ragionevole,  ma   non    30 
creda  s\  facile,  che  le  cose  riescano  in  Lucca  com'egli 
vorrebbe.     Se  il   Principe  ha  permessa  la  stampa,  non 
pu6  essere  ingiusto  sospendendola,  quallora  ha  ricevuto 
dopo  tali  ricorsi  da  determinarlo  ad  operare  cosl.    Se 
non  si  deve  pregiudicare  all' interesse  delle  persone,  si    35 
avra  per  questo  da   permettere,  che  ne  rimanga   ferita 
la  convenienza  di  una  nobile  famiglia?  Se  il  suddetto 
Signore   teme  che  i   malevoli   potessero    aver   che   dire 
sopra  i  documenti,  che  da  me  si  pubblicassero,  si  prende 
un  fastidio,  che  non  deve  toccargli.     Per  me  credo  co-    4° 
stantemente,  che  chi  ha  fior   di  senno  non    potra  dare 
ascolto   ad  uno   scrittore   fazionario   che   racconta   un 
fatto  per  se  stesso  favoloso,  e  non  adduce  veruna  prova, 
a  fronte   d'  istrumenti  autentici   che  mostrano    11    con- 
trario.     E  pregata  frattanto  Vostra  Signoria    illustris-    ^Si 
sima  a   continuarmi  11    suo  favore   in  questo  afifare   se        i 
non  altro  per  dar  tempo  alle  ulteriori  pratlche  a  que- 
sfora  felicemente  incaminate,  e  desiderandomi  le  occa- 
sioni  di  poterla  servire,  con  vera  inalterabile  stima  mi 
protesto 

Di  Vostra  Signoria  lUustrissima 

Ferrara,  26  giugno  1758. 

obbeddientissimo,  obbligatissimo  servitore 
GuiDO  Bentivogu  D'Arragona. 

A  tergo;  "111.'»'»  Signor  signor  padron  colendisslmo    55 
"  il  signor  Gioseffb  M.»  Bondigli,  segretario  di  Stato  di 
"  S.  A.  11  signore  duca  di  Modonaj,. 


PREFAZIONE  LXXXIX 


La  nolizia,  tanto  desiderata,  fu  comunicata  al  Bentivoglio  con  questa  cortese 
lettera  del  cardinale  Archinto,  che  piti  degli  altri  erasi  interessato  per  gli  scopi  del 
raarchese  di  Ferrara: 

Illustrissimo  ed  eccellentisaimo  Signore, 

5  Con  mia  particolar  sodisfazione  sono  ora  in  stato  di  calmare  le  giuste  inquietudini  ca- 

gionate  in  Vostra  Eccellenza  dat  nuovi  rimori  della  stampa  del  terzo  tomo  del  Gherardacci. 
Appena  ricevuta  l'umanissima  sua  lettera,  la  quale  mi  parlava  di  quest'a£fare,  ne  comunicai 
il  tenore  non  solo  ai  SS."  Capidordine,  ma  ancora  a  tutto  il  Sacro  Collegio,  il  quale  inteso 
da  me  quanto  si  era  operato  sotto  la  S.  Me.  di  Benedetto  XIV  e   la   positiva   parola   data 

10  dalla  Repubblica  di  non  permettere  la  stampa  di  quello  almeno  che  riguardava  la  di  Lei 
Famiglia,  vennero  concordemente  in  parere,  che  io  notificassi  airabate  Buonamici  agente 
della  Repubblica  in  questa  corte,  che  il  Sacro  Collegio  faceva  sue  le  premure  del  Ponte- 
fice  defonto,  le  quali  passerebbero  anche  nel  successore,  chiunque  egli  fosse  per  essere; 
onde  attendeva  ed   esigeva  dalla  Repubblica   Tadempimento  di   quella  promessa,   come   se 

15  fatta  fosse  a  se  stesso.  lo  eseguij  la  commissione  coirabate  Buonamici,  il  quale  avendone 
scritto  immediatamente  ai  suoi  Sig.",  viene  di  ricevere  la  risposta,  contenente  nuove  assicu- 
razioni,  che  essi  fermi  nella  primiera  risoluzione  non  permetterebbero  giammai  la  stampa  di 
quel  tomo.  Su  questa  replicata  promessa,  pu6  l'EcceIlenza  Vostra  deporre  il  concepito  timore, 
mentre  io  godendo  di  darle  questa  nuova  riprova  deirinteresse  che  prendo  in  tutto  quel  che 

20  concerne  la  sua  persona  e  famiglia,  reato  coi  soliti  sentimenti  della  piu  perfetta  considerazione 
Di  Vostra  Eccellenza 

Roma,  28  giugno  1758.  servitore  vero 

A.   CARDINALE  ArCHINTO'. 

Appena  in  possesso  di  questa  lettera,  il  Bentivoglio  la  comunicava  trionfalmente 
25  al  ministro  di  Stato  di  Modena ;  al  quale  faceva  comprendere  che  ormai  non  gli  im- 
portava  piti  nuUa  delFazione  che  si  tramava  presso  quella  corte   intorno  ad  accordi 
col  Venturini : 

niustrissimo  Signore,  signor  padrone  colendissimo, 

Mi  trovo  sempre  piii  obbligato   a   Vostra   Signoria  illustrissima   che   mi   favorisce   con 

30  tanta  gentilezza.     Vedo  sin  dove  siale  riuscito  di  ridurre  il  signor  Venturini,  n^  posso  negare 

che  per  sfe  stesso  non  sia  ragionevole  il  partito.     Ma  siccome  1'  impegno  contratto  dalla  Si- 

gnoria  di  Lucca  col  defunto  pontefice  era  di  far  levare   positivamente   dal^opera  i   luoghi 

ingiuriosi  alla  mia  Casa,  mi  credetti  cosi  in  dovere  di  ricorrere   al   Sacro   CoUegio,   perchfe 

dimandasse  Tadempimento  della  parola  data  al  Santo  Padre.    Anno  i  signori  cardinali  beni- 

35  gnamente  accolte  le  mie  suppliche,  nb  posso  io  in  questo  stato  di  cose  aderire  piii  ad  "uno 

che  ad  un  altro  progetto,  parendomi  di  dover  dipendere  da  ci6,  che  penser^  il  Sacro  Col- 

legio  di  fare.     Vostra  Signoria  illustrissima  saprk  ben   comprendere    che   riattandosi   questo 

affare  dalla  Corte  di  Roma,  alla  di  cui   autoritk  io   Tho   raccomandato,   mi   convien   prima 

sentire  cosa  EUa  chiegga  alla  Repubblica,  e  cosa  sia  questa  per  accordarle.    Dir6  bene,  che 

40  qualunque  esito  abbia  Taffare,  io  tengo  gik  in  pronto  i  documenti  necessarj,   che   non   solo 

sraentiranno  la  calunnia  del  Ghirardacci,  ma  mostreranno  altresi  Timpegno  che  erasi  la  Si- 

gnoria/di  Lucca  addossato,  ed  il  mancarvi  che  poi  hanno  fatto.     Vado  frattanto  attendendo 

>  A  tergo  k   rindirizzo   seguente:   "  Signor  niar-       '  chese  don  Guido  Bentivoglio,  Ferrara  „, 


xc 


PREFAZIONE 


da  Roma  i  riscontri  che  saranno  per  darmi,  e  rendendole  distinte  grazie   per  la  singolare 
8ua  compilezza,  pregola  darmi  occasioni  di  servirla,  e  con  vera  inalterabile  stima  mi  protesto 
Di  Vostra  Signoria  illustrlBsima 

Ferrara,  a  luglio  1758. 

devotissimo,  obbligatissimo  servitore 

GuiDO  Bbntivoglio  d'Arragona*. 


E  pensava  con  ci6,  il  Bentivoglio,  che  non  avrebbe  piti  rincontrato  difficoltk  per 
la  realizzazione  del  suo  disegno  1 

Ma  quale  la  vera  causa  di  cosl  strana  e  radicata  avversione  del  marchese  Guido 
Bentivoglio  d'Aragona  contro  il  terzo  volume  di  Cherubino  Ghirardacci?  Appar  chiara  10 
da  tutto  un  importante  carteggio  che  intorno  alla  famosa  questione,  svoltasi  a  Lucca, 
a  Bologna^,  a  Ferrara  e  a  Roma,  conservasi  alla  Biblioteca  delPArchiginnasio  di  Bo- 
logna,  acquistato,  insieme  alla  preziosa  copia  di  questo  terzo  volume  di  cui  piti  tardi 
parleremo.  Sono  documenti  tratti  tutti  dalParchivio  dei  marchesi  Bentivogh'o,  e  con- 
sistono  nelle  lettere  che  furono  scambiate  tra  i  vari  personaggi  interessati,  in  occasione  15 
delFacerbo  conflitto. 


'  A  tergo;  "  AlPillustrissimo  Signore,  signor  pa- 
"  dron  colendissimo  il  signor  segretario  GiosefFo  Maria 
"  Bondigli:  Modena  ,. 

Pare  che  questa  lettera  non  pervenisse  a  destina- 
5  zione,  o  vi  giungesse  assai  tardi,  perche  il  7  luglio  di 
quell'anno  il  marchese  Guido,  riscrivendo  al  Bondigli, 
ripeteva  quanto  in  essa  contenevasi,  dando  per6  alcuni 
nuovi  schiarimentl,  e  meglio  mostrando  che  esso  cre- 
deva  ormai  di  essere  a  campo  vinto,  e  di  non  aver  piii 
10  bisogno  di  intendersi  col  Venturini  ne  con  gli  altri 
interessati.  E  infatti  e  questa  l'ultima  lettera  che  il 
Bentivoglio  invi6  alla  corte  modenese : 

"Illustrissimo  Signore,  signore  padron  colendissimo, 

"  Mi  veggo  confermato  dalla  gentilissima  sua  dei  4 

15    "  cio  che  vostra  signoria  illustrissima  si  corapiacque  si- 

"  gnificarmi  nella  precedente   scrittami  fuori  di   posta. 

*  Come  all'altra  risposi  prontamente  nel  passato  lunedl, 
"  stupisco  che  non  siale  pervenuta  la  mla  risposta.  Re- 
"  plicher6  dunque  secondo  le  accennai  in  quella,  che  dopo 

20  "  di  aver  supplicato  il  Sacro  Colleglo  a  far  sue  le  pro- 
"  messe  dalla  Signoria  di  Lucca  date  al  defonto  ponte- 
"  fice,  e  dopo  1'  impegno  che  ne  anno  preso  i  Porporati, 
"  non  posso  essere  in  liberta  di  accettare  piu  uno  che 
"  l'altro  partito,  e  mi  conviene  adesso  dipender  da  Roma. 

35  "L'impegno,  com'Ella  sa,  de'  signori  Lucchesi  era  di  far 
"levare  dal  libro  i  luoghi  ingiuriosi  alla  mia  famiglia. 
"  II  Sacro  CoUegio  dimanda  presentemente  Tadempi- 
"mento  di  tale  impegno,  e  la  Repubblica  ha  ultimamente 
"  risposto  alPistanza,  facendo  assicurare  pel  suo  mini- 

30  "  stro  le  Eccellenze  Loro  di  rimanere  fermo  nelle  pri- 
"  miere  risoluzioni.  Eccole  in  copia  1'  ultima  lettera  del 
"  signore  cardinale  Archinto,  che  si  degna  confermarmi 
"  ci6  che  da  molti  altri  Porporati  ho  avuto  il  piacer  di 
"  rilevare,  e  che  mi  toglie  il  poter  aderire  al  progetto 

3$  "che  mi  fa  per  di  Lei  merito  il  signore  Venturini.  Sono 
"  ccrto    che   sembrera   a   Vostra   Signoria  illustrissima 

*  troppo  ragionevole,  che  io  non  mj  diparta  da  quelloi 


"  che  la  corte  di  Roma   intende  di   esiggere  da   Lucca 
"  in  seguito  delle  cose  avvenute  vivente  il  santo  Padre. 
"  Le  dir6  bene  che,  qualunque  esito  abbia  l'afiare,  non    40 
"  lascer6  di  stampare  un  manifesto,  che  chiuda  la  bocca 
"  a'  malevoli,  e  mostri  con  documenti  irefragabili  1'  im- 
"  postura  del  Ghirardacci.    Lo  credo  troppo  necessario, 
"  perchc   non    pu6  non  essersi  saputo  il    presente   ma- 
"  neggio,  e  non    vuo'  che  si  dica,    quando    fossero  an-    45 
"  cora  soppressi  i  luoghi  in  questione,  che  mi  si  e  fatta 
"  puramente  una  grazia,  quand'io  dimandando  ragione 
"  contro  una  vera  calunnia,  posso  mostrare  che  mi   fa 
"  nello  stesso  tempo  giustizia.    Sono  bene  obbligato  alla 
"  gentilezza  coUa  quale  Ella  mi  favorisce,  e  desideran-    5° 
"  domi  di   servirla,  con   distinta   inalterabile  stima  mi 
•  professo 

"  Di  Vostra  Signoria  illustrissima 

"  Ferrara,  7  luglio  1758. 

"  Devotissimo,  obbligatissimo  servitore    55 
"  GuiDO  Bentivoglio  d'Aragona. 

"Signore  segretario   Gioseffo  M."  Bondigli,  Modona  „. 

'  II  Bentivoglio  non  manc6  di  svolgere   l'azione 
sua  anche  in  Bologna,   per  non  lasciare  intentata  nes- 
suna  via.     Trovammo  infatti  nell'Archivio  di  Stato  di    60 
Bologna,  nella  posizione  Magistrati  delle  arti,  volume 
dal  1756  al  1758,  a  p.    337,  sotto  il   6  dicerabre  1757  •' 

"  Sentitasi  la  notizia  che  possa  stamparsi  in  Lucca 
"  il  tomo  inedito  del  Gliirardazzi,  si  senta  dal  sl- 
"  gnor  Montefani  11  suo  giudizio  sopra  la  starapa  di  tal  65 
"  manuscritto  a  rapporto  della  pubblica  convenlenza; 
"  e  si  veda  negli  atti  di  magistrati  se  sopra  di  esso 
"  siasi  fatto  alcuna  riflessione„. 

E  poi  piu  Innanzi,  nello  stesso  volume,  a  p.  238, 
sotto  il  31  febbraio   1758:  70 

"  Circa  la  stampa  che  si  dice  sia  per  farsi  a  Lucca 
"  del  Ghirardazzi,  si  faccia  ricerca  negli  atti  di  magi- 
"  strati  se  v'  e  cosa  concernente  a  ci6  „. 

Ma  non  se  ne  fece  piii  altro. 


PREFAZIONE  XCI 


Da  tali  lettere,  e  in  specie  da  quelle  del  raarchese  Guido  e  della  marchesa  Eleo- 
nora  Bentivoglio  Albergati  sorella  di  Guido,  che  risiedeva  a  Bologna  e  che  ebbe 
gran  parte  in  tutta  questa  faccenda  (donna  di  non  comune  intelligenza  e  di  savio  e 
retto  giudizio),  risulta  che  una  notizia  del  Ghirardacci  dispiaceva  in  particolar  modo 
5  al  marchese  Guido:  1'afFermarsi  ciofe  che  il  celebre  Annibale,  figho  di  Antongaleazzo 
Bentivoglio,  era  d'origine  spuria.  Ma  ecco  le  precise  parole  incriminate,  quali  leg- 
gonsi  nel  volume  a  stampa,  sotto  l'anno   1438,  e  precisamente  a  pp.  59-60: 

"  Divenne  Annibale  figliolo  di  Antonio  a  questa  guisa.  Era  in  Bologna  una  donna  assai 
"  di  buon  sangue,  bella,  piacevole  et  di  gratiose  maniere,  con  la  quale  havevano  intrinseca 

10  "  dimestichezza  Antonio  Bentivogli  et  Gasparo  Malvezzi,  et  secretamente  seco  si  pigliavano 
"  sovente  piacere,  senza  haver  a  male  Tuno  dairaltro.  Avenne  che  la  donna  rimase  gravida, 
"  e  partori  questo  figliolo,  et  ciascuno  di  essi  si  credeva  che  fosse  il  suo.  Cresciuto  il  fan- 
"  ciullino,  et  dimostrando  riuscita,  et  di  ingegno,  et  di  molta  speranza  di  alto  valore,  amendui 
"  Taccarezzavano  come  figliolo,  et  essendo  un  giorno  a  diporto  insieme,  et  sendo  loro   pre- 

15  "  sente  il  putto,  Antonio  si  lasci6  intendere  che  lo  teneva  per  suo,  et  Gasparo  anch'egli 
"  scoprendosi  affermava  che  fosse  suo.  Et  venendo  ad  una  piacevole  contesa  sopra  cio,  et 
"  giocando  al  tavoliero,  Gasparo  disse:  '  Facciamo  cosi,  o  Antonio,  poichfe  il  fanciullo're8ta 
"  alla  fortuna,  non  sapendo  di  chi  di  noi  due  sia  figliolo,  ella  col  mezzo  del  dado  disfinisca 
"  la  nostra  lite ;  chi  di  noi   fark   maggior  punto,  quello   del  putto  sia  il  padre,  et  il  figliolo 

20  "  sia  suo  liberamente  et  rubbidisca '.  Piacque  ad  Antonio  il  partito,  et  datasi  amendue  la  fede, 
"  gittarano  il  dado,  et  Antonio  hebbe  maggior  punto  di  Gasparo.  Et  pigliato  il  putto  nelle 
"  braccia  teneramente  lo  baci6,  et  Taccett^  et  tenne  sempre  per  suo  figliolo,  facendolo  con 
"  ogni  diligenza  nutrire  et  allevare  in  ogni  virtu.  Essendo  adunque  cresciuto  Annibale,  et 
"  vedendolo  Antonio  giovane  ardito,  robusto  et  di  grande  ingegno  in  tutte  le  cose,  lo  racco- 

25  "  mand6  al  govemo  di  Micheletto  Attendulo,  accioche  nelle  cose  della  militia  Tammaestrasse, 
"  et  stette  al  suo  servigio  insino  a  questi  tempi,  e  talmente  diede  speranza  della  sua  buona 
"  riuscita,  che  era  stimato  giovane  di  gran  cuore,  grazioso,  ardito,  prudente,  accostumato  et 
*  di  tale  benigna  natura,  che  egli  ragionando  traheva  a  sfe  i  cuori  altrui  „. 

Che  questa  fosse  la  causa  principalissima  dell'odio  del  marchese  Guido  contro  il 

30  terzo  volume  del  Ghirardacci,  fe  dimostrato  anche  dalle  annotazioni  marginali,  di  mano 

forse  dello  stesso  marchese,  che  leggonsi  ancora  nella  copia  unica  che  si  salv6    dal- 

reccidio  e  che  per  tanto  tempo  stette  nascosta  nelParchivio  dei  Bentivogli.     Nel  mar- 

gine  infatti  del  passo  incriminato  leggesi: 

"  Questa  favola  si  smentisce  con  molti  documenti,  tra'  quali  dall^istromento  di  tutela 
35  "  per  Giovanni  II  Bentivoglio  pupillo  e  figlio  di  quest'Annibale,  a  rogito  di  Cristoforo  di 
"  ser  Antonio  Fabri  notaio  di  Bologna,  sotto  li  8  luglio  del  1445;  risulta  che  Annibale  fu 
"  figliuolo  d Antonio  Galeazzo  e  della  Francesca  Gozzadini,  leggendosi  in  detto  istromento : 
"■JVobilis  domina  Francisca  filia  quondam  sfcctabilis  militis  domini  Gozzadini  de  Gozzadtnis, 
"  vidua  et  uxor  quondam  bone  memoric  magnifici  viri  et  eximii  legum  doctoris  domini  An- 
40  "  tonii  dc  Bcntivolis ;  nec  non  domina  Dontna  s-pectabilis  militis  domini  Lanceloiti  de  Viceco- 
"  mitibus  vidua  et  uxor  quondam  bone  memorie  viriquc  magnifici  Annibalis  olim  filii  domini 
"  quondam  Antonii  de  Bcntivolis,  scienter  etc. 

"  Che  poi  detta  Francesca  Gozzadini  fosse  madre  d'Annibale,  lo  spiega  il  precitato  istro- 

"  mento,  ivi :  Et  volentes  domina  Francisca  tamquam  avia  fatcrna  dicii  fu-pilli  etc. ;  mentre 

45  "  se  non  fosse  stata  vera  e  legitima  madre  d'Annibale,  che  fu  padre  del  pupillo  Giovanni  II, 


XCU  PREFAZIONE 


"  non  poteva  ella  presentarsi  a  chiedere  la  tutella  d'e880  pupillo,  nh  dichiararsi  avia  -paterna 
"  dtcii  fufilli  davanti  ad  un  giudice,  eziandio  con  la  deposizione  di  testimoni,  quando  in 
"  realtk  non  fosse  stata  madre  d'Annibale ;  imperciochfe  ben  h  noto  che  le  leggi  escludono 
"  le  femine  dalla  tutella,  fuorch^  la  madre  e  Tava  del  pupillo.  Si  vegga  per  maggior  fon- 
"damento  di  ci5  la  posizione  del  1762  in  archivio,  nel  libro  256,  n.  3,*. 

Altre  minori  ragioni  dell'ira  del  marchese  Guido  erano,  secondo  che  si  trae  da 
una  lettera  del  senatore  Davia  —  uno  di  coloro  che  avevano  proposta  e  caldeggiata 
la  stampa  — ,  i  sospetti  o  la  convinzione  che  nella  narrazione  del  Ghirardacci  si  avesse 
la  testimonianza  di  fatti  poco  onorevoli  per  il  ramo  dei  Bentivogli  rifugiatisi  a  Fer- 
rara  a  cui  apparteneva  il  marchese  Guido  e  viceversa  si  tendesse  ad  esaltare  e  a  10 
magnificare  il  ramo  di  Bologna  da  cui  discendeva  lo  stesso  senatore  Davia  ^. 

• 
*  * 

Mentre  il  marchese  Bentivoglio  svolgeva  a  Roma,  presso  i  cardinali  ed  il  papa, 
e  a  Modena  presso  il  duca,  la  potente  e  intrigante  azione  sua  diplomatica,  alla  fine 
del  1757  e  durante  tutto  il  1758,  e  giungeva  a  quei  notevoli  risultati  che  piti  sopra  15] 
vedemmo,  non  cessava  dal  fare  indagini  di  natura  storica  e  scientifica',  allo  scopo  di  po- 
tere  realmente  provare  che  era  falso  quanto  il  Ghirardacci  aveva  scritto  intomo  ad 
Annibale;  e  riuscire  poi  a  confutare  la  stampa,  nel  caso  disgraziato  che,  nonostante 
l'opera  sua,  avesse  ad  efFettuarsi.  ^ 

A  tal  fine  si  era  rivolto  a  quanti  studiosi  di  discipline  storiche  erano  in  Bologna,  20 
quali  il  Montefani,  il  Branchetta,  lo  Scarselli  ed  altri,  valendosi  specialmente  dell'in- 
fluenza  e  dei  molti  rapporti  che  in  quella  cittk  teneva  la  sorella  marchesa  Albergati. 

Al  principio  del    1759  il  manifesto,  che  aveva  in  animo  di  pubblicare,  a  confu- 
tazione  del  Ghirardacci,  il  marchese  Guido,  era  gik  a  buon  punto,  dopo  lunghe  cure 
e  ricerche  negU  archivi  spesevi  dal  Branchetta;  e  il   13  di  gennaio  di  quell'anno  cosi  25 
scriveva  la  marchesa  Aibergati  al  fratello,  spedendo  l'abbozzo   del   manifesto   stesso: 

"  Per  le  pressure  che  vi  assicuro  si  vanno  continuamente  facendo  per  il  noto  manifesto, 
"  Tabbate  Branchetta  h  questa  mattina  venuto  con  un  grosso  fascio  di  carte,  scritte  di  suo 
"  pugno,  e  portanti  il  transunto  delle  particole  tutte  degli  instrumenti  e  reccapiti  da  voi 
"  mandati,  degli  instrumenti  e  reccapiti  levati  dairArchivio  Masina  e  di  molti  altri  reccapiti  30 
"  che  in  qua  e  in  Ik  si  sono  andati  raccogliendo,  quali  particole  collazionate,  e  sopra  gli 
"  originali  rispettivi  assicurate,  possono  aver  correllazione  o  prossima  o  remota,  e  cio^  o  me- 
"  diata  o  immediata  col  caso  nostro,  e  servire  al  nostro  intento.  Addunata  cosl  la  materia, 
"  che  per  natura  sua  (a  cui  h  d'aggiungersi  la  poca  salute  del  suddetto  e  !e  occupazioni  avute) 
"  ha  portata  tanta  dilazione,  si  h  Egli  fatto  alla  estensione  del  manifesto,  il  di  cui  abbozzo  35 
"  mi  ha  pregata  a  raandarvi,  come  faccio,  perch^  vediate  il  metodo  col  quale  intende  pro- 


'   BiBLiOTECA    coMUNALE  dell'Archiginnasio,   a  '  Archivio  di  Stato   di  Lucca,  nella   posizione    5 

pp.  59-60  dell'esemplare  a  stampa  del  terzo  volume  del  segnata  A.  2j.  2x5. 

Ghirardacci.  Vedasiallapaginacorrlspondentedelnostro  '  Risulta  ci6  chiaramente  anche  dalle  lettere   in- 

testo  la  riproduzione  zincografica  della  pagina  famosa.  viate  al  Bondigli,  sopra  riportate.  Vedi  a  p.  lxxxviu  sg. 


PREFAZIONE  XCUl 


"  cedere.  II  riflesso  di  parentella  tra  Gaspare  Malvezzi  e  Anton  Galleazzo,  non  k  di  poco 
"  conto,  come  non  lo  sono  le  contradizioni  del  Ghirardacci  et  il  silenzio  deJla  favola  dei 
"  molti  autori,  o  sincroni,  o  non  lontani  da  que'  tempi.  Si  procedera  in  appresso  all"  instru- 
"  mento  di  tutela  et  alle  prove  procedenti  da'  suddetti  altri  reccapiti  gik  spogliati.  DalPab- 
5  "  bozzo  incaminato  potrete  far  idea  del  metodo,  e  aggiungendo,  mutando  o  levando,  come 
"  meglio  vi  piacera,  potrete  rimandare  i  fogli  medesimi  per  metterli  poi  in  pulito  e  compire 
"  Topera,  a  cui  non  si  b  fatta  testa  per  adattar  questa  alFuso  preciso,  che  sarete  poi  in  grado 
"  di  farne.  Compita  tale  opera,  si  passerk  subito  al  signor  avvocato  Montefani,  come  sono 
"  di  lui  di  concerto,  perch^  la  osservi  e  vi  metta  Egli  pure  qualche  mano  secondo  che  giu- 
10  "  dicherk  opportuno.     Questo  h  ci6  che  su  tale  particolare  posso  per  ora  dirvi  „'. 

Ed  ecco  ora  il  famoso  abbozzo  di  manifesto,  intorno  a  cui  tanto  si  discusse  in 
quell'anno  1759.  Val  la  pena  di  riprodurlo  per  intendere  a  fondo  la  questione  e 
anche  comprendere  come  molto  saggiamente  (data  la  tenuitJi  degli  argomenti)  piti  tardi 
ad  esso  si  rinunciasse : 

15  "  A  giudicar  rettamente  della  veritk,  o  supposizione  di  un  fatto  storico  h  necessario  av- 

"  vertire  tutte  le  circostanze  tanto  intrinsiche,  quanto  estrinseche  che  lo  accompagnano,  chia- 
"  mando  a  critico  maturo  esame  tutto  cio  che  al  fatto  medesimo  appartiene,  e  gli  scrittori 
"  e  i  documenti  riguardo  ai  quali  e  o  taciuto  o  rifferito.  Che  pero  f attici  noi  ad  esaminare 
"  sulla  scorta  di  tale  indubitato  principio  il  noto  racconto  sulla  figliazione  d'Annibale  primo 

20  "  Bentivogli,  dopo  d'aver  ne'  pochi  fogli,  che  si  mandarono,  premessa  una  giusta  idea  della 
"  storia  manoscritta  del  Ghirardacci  che  lo  contiene,  si  h  cercato  di  far  vedere  che  conside- 
"  rata  in  se  la  detta  narrazione,  sicuri  caratteri  seco  porta  d'  insussistente  e  romanzesca. 

"  Indi  passando  agii  scrittori  o  sincroni,  o  quasi  sincroni,  che  soli  si  devono  in  cio  at- 
"  tendere,  si  h  mostrato  che  tutti  quelli  che  ci  rimangono,  e  de'  quali  abbiamo  notizie,  non 

25  "  solo  taciono  del  tutto  il  fatto  medesimo,  che  pur  avrebber  dovuto  e  sapere  e  rifferire ; 
"  ma  parlano  di  maniera,  che  manifestamente  comprendesi  doversi  quello  riputare  una  mera 
"  merissima  impostura. 

"  AI  novero  di  detti  scrittori  si  agiugnerk  iiella  continuazione  un  certo  Antonio  Mor- 
"  bioli,  che  nella  orazione  da  lui  recitata  qui  in  senato  neirescire  che  fece  dal  Confalonierato 

30  "  il  celebre  Lodovico  Bentivogli,  dopo  d'aver  descritta  la  nota  riguardevol  vittoria  conseguita 
"  da  Annibale  suiresercito  del  Duca  di  Milano,  rivoltosi  a'  superstiti  BentivogH,  parla  loro 
"  di  un  modo  che  pare  sarebbe  stato  assai  inopportuno  e  disconveniente,  quallora  sussistesse 
"  la  pretesa  origin  di  Annibale,  che  a'  que'  tempi,  cio^  al  piu  tardi  nel  1465,  doveva  pur 
"  essere  a  ciascheduno  palese. 

35  "  N^  si  ommetterk  d'awertire,  che  fa  di  mestieri  ne  conoscesse  Tinsussistenza  ancora  lo 

"  storico  Pompeo  Vizzani,  giacchfe  si  vede  non  aver  egli  voluto  nelFopera  sua  adottarla,  quan- 
"  tunque  non  fosse  troppo  per  U  Bentivogli  portato,  ed  abbia  quasi  alla  distesa  trascritta 
"  (come  dal  confronto  si  manifesta)  una  vecchia  cronaca,  la  quale  airanno  1438  chiama  An- 
"  nibale  figliuolo  naiurale  di  Antonio;  e  col  titolo  di  Cronica  Viggianorum  abbiam  noi  veduta 

40  "  di  mano  del  Ghirardacci  inserita  nel  suo  manoscritto  conservato  in  questa  hbreria  di 
"  San  Giacomo. 

*  Siccome  poi  oltre  la  detta  cronaca,  che  incominciando  dairanno  1403  termina  nel  1540 
"  e  percio  ben  si  vede  esser  lavoro  del  secolo  sedicesimo,  anche  il  cardinal  Paleotti  nelFopera 
"  sua  de  nothis  et  sfuriis  stampata  in  Bologna  neiranno  1550,  e  Giovanni  Francesco   Negri 


'  BiBLioTECA  COMUNALK  dei.l'Archiginnasio,  Fa-      del  Ghirardocci,   che   conservasi    unito   aU'esemplare  a 
scio  di  docuthenti  riguardanti  la  stamfa  del  terzo  volume      stampa  del  Ghirardacci  medeslmo,  n.  i. 


XCrV  PREFAZIONE 


"  nei  suoi  Annali  di  Bo'ogna,  che  inediti  si  conservano  nell' Instituto,  accennano  la  illegitimitk 
"  di  Annibale;  mostrerassi  perci6  non  essere  d'alcun  peso  la  costoro  asserzione. 

"  E  perchfe  potrebbe  sembrare  per  avventura  strano  a  qualcuno  che  senza  legitimo  fon- 
"  damento  possa  essere  stata  inventata  a  discredito  de'  Bentivogli  una  tanta  impostura,  dopo 

di  aver  accennate  le  favole  che  suUa  origine  della  famiglia  medesima  si  sono  spacciate,  si     5 
"  recheranno  non  pochi  esempi  di  personaggi  assai  riguardevoli,  a'  quali  o  per  la  malignit^ 
"  de'  contrari   partiti,  o  per  Tinvidia   eccitata  dalla  loro  virtii,  potenza,  o  fortuna,  calunnie 
"  somme,  anche  in  ordine  a'  loro  natali,  furono  apposte,  le  quaU  poscia  da'  successivi  storici 
"  si  sono,  senza  verun  esame,  ciecamente  addottate. 

"E  questo  in  quanto  agli  scrittori.     Per  quello  poi  spetta  a'   documenti,  se  si  trovasse  10 
"  rorigina^e  o  copia  autentica  dell' instrumento  di  tutela,  la  pubblicazione  in  vero  di  questo 
"  solo,  sarebbe  piu  che  bastante  all'intento.     Imperciocch^,  escludendo  tutte  le  leggi  comuni 
"e  municipali  dalle  tutele  le   femmine,  a  riserva  della   sola   madre  ed  avia   patema;  nfe   la 
"  Francesca  Gozzadini  si   sarebbe   avanzata  a  chiedere   d'essere  in  compagnia   della  madre 
"  Donnina  tutrice  di  Giovanni  secondo,  n^  il  Giudice  avrebbe  cio  potuto  concedere,  se  madre  15 
"  non  fosse  ella  veramente   stata  del  morto  Annibale,  e,   quello  che  h  piii,  non  Tavrebbero 
"  certamente  per  tale  con  giuramento  riconosciuta  di  tanti  illustri  personaggi  li  quali,  o  come 
"  parenti  o  cocne  informatissimi,   intervennero    a  queiratto.     Ma  conciossiach^   non  abbiamo 
"  che  una  copia  mancante  delle  autenticita  necessarie  a  riscuotere  la  fede  per  altro  dovutale, 
"  per  supplire  ad  un  tale  difetto,  prima  di  fame  alcun  uso,  abbiam  pensato  di  farci  strada  20 
"  previamente  apportando  colle  opportune  riilessioni : 

1°  "Li  capitoli  fra  gli  Agenti  della  Camera  Apostolica  ed  Anton  Galeazzo  stipolati  in 
"  Roma  Tanno  1426  ne'  quali  si  conviene,  fralFaltre  cose,  che  Antondo  conduca  al  servigio 
"  del  Papa  il  Nobil  Uomo  Annibale  Bentivogli  di  lui  figliuolo  armiero ; 

2°  "  La  iscrizione  da  Annibale  posta  nella  Capella  da  lui  fabbricata  in  San  Giacomo,  25 
"  nella  quale  si  chiama  apertamente  figUo  di  Antonio; 

3"  "La  cessione  fatta  da  Annibale  stesso  Tanno  1444  a  Pietro  da  CoIIoreto  delle  ragioni 
"  a  lui  spettanti  sopra  certi  terreni.  Rogito  autentico  avuto  da  quesfArchivio  Masini,  e  nel 
"  quale  Annibale  si  dichiara  parimenti  figlio  di  Antonio,  ed  erede  universale  non  solamente  di 
"  lui,  ma  di  Giovanni  primo,  suo  avo  patemo,  e  di  Ercole,  fratello  di  Antonio,  come  suo  zio;  30 

4°  "  La  rinunzia  ed  assoluzione  di  Elisabetta  sposa  di  Romeo  Pepoli,  in  cui  riconosce 
"  questa  e  dichiara  Annibale,  a  cui  si  d^  il  titolo  di  magnifico,  come  fratello  ed  erede  uni- 
"  versale  di  Antonio  lei  padre,  protestandosi  pienamente  soddisfatta  di  ci6  che  poteva  per 
"  ragioni  dotali  appartenerle,  e  rinunziando  a  qualunque  sua  pretesa ; 

5°  "  La  conferma  fatta  dai  magistrati  di  Bologna  ad  Annibale  della  concessione  delle  35 
"  rendite  della  tassa  degli  Ebrei  ed  altri  usurai,  neUa  quale  il  pubblico  riconosce   Annibale 
"  come  figlio  di  Anton  Galeazzo  a  cui  erasi  gik  altre  volte  fatta  la  stessa  concessione; 

6°  "  Per  fine  la  concessione  di  alcuni  beni  confiscati  alli  CanetoU  fatta  dal  Govematore 
"  di  Bologna  Niccolo  Piccinnino  ad  Annibale,  ed  inserita  nella  conferma  seguita  Tanno  1441, 
"  mentre  in  essa  Annibale  h  detto  figlio  ed  erede  universale  d'Antonio,  protestandosi  inoltre  40 
"  il  Piccinnino  di  concedergU  detti  beni  in  compenso  di  danni  sofferti  da  Antonio  lui  padre 
*  per  colpa  de'  Canetoli. 

"  Ci6  premesso,  si  produrrk  Tinstmmento  di  tutela,  e  dopo  di  aveme  coUe  debite  os- 
"  servazioni  rilevato  il  peso,  a  dissipare  ogni  dubbio  potesse  muoversi  intomo  alla  lui  ge- 
"  nuinitk,  si  apporterk  il  mandato  di  procura  della  Francesca  Gozzadini  e  Donnina  Visconti  45 
"in  Cola  da  Ascoli  rogato  Taimo  1447  e  riscontrato  colla  matrice  che  esiste  neirArchivio 
"  Masini,  ed  h  nella  sostanza  uniforme  alla  copia  mandataci  da  Ferrara.  Imperciocchfe  es- 
"  sendo  le  dette  donne  in  tal  documento  chiamate  Tuna  avia  patema  e  Taltra  madre  di  Gio- 
"  vanni  secondo  e  di  lui  tutrici,  come  si  dice  risultare  dall'  istmmento  ecc,  praova  ci6  a 
"  meravigUa  la  veritk  della  tutela.  50 


PREFAZlONE  XCV 


"  E  poichfe  potrebbe  fare  non  poca  difficoltk  la  parola  fridic  nel  senso  in  cui  viene 
"  usata  nel  medesimo  istrumento,  non  solo  si  sciogliera  con  addurre  un  incontrastabile  esempio 
"  della  stessa  parola  usata  neiranno  1411  a  dinotare  lo  spazio  di  anni  otto  e  piii,  che  oppor- 
"  tunamente  ci  somministra  un  compromesso  di  Antonio  anche  a  nome  di  Ercole  suo  fratello 
5  "  del  quondam  Giovanni  primo  Bentivogli  intorno  alla  divisione  della  ereditk  di  Antonio 
"  detto  Toniolo  loro  avo,  rogito  di  Dionigi  da  Castello  autentico  delTArchivio  Masini;  ma 
"  osservandosi  essere  quella  una  formola  propria  di  que'  tempi,  se  ne  dedurrk  altresi  nuova 
"  prova  per  la  legittimita  del  nostro  documento. 

"  Finalmente  essendo  esso  rogato  da  Cristof  oro  de'  Fabri,  per  provare  la  esistenza  di  un 

10  "  tal  notaio  si  osservera  che  egli  stesso  nelFanno  1441  intervenne  come  testimonio  alla  so- 
"  vraccennata  rinunzia  d'Elisabetta. 

"  Dopo  tutto  questo  sembra  certamente  non  occorresse  il  f  are  ulteriori  parole,  non  veg- 
"  gendosi  come  possa  meglio  mostrarsi  la  insussistenza,  non  diremo  gia  della  nostra  ma  di 
"  qualunque  altra  storica  narrazione ;  ad  abbondanza  pero,  oltre  le  riflessioni  fatte  ne'  fogli 
"  altra  volta  mandati  sul  manoscritto  del  Ghirardacci,  se  ne  recheranno  alcune  altre  dirette 

15  "a  far  palese  la  di  lui  inesatezza  e  facilitk  soverchia  in  addottare  storielle  che  avessero  del 
"  mirabile  ed  insolito,  e  per  conseguenza  la  poca  anzi  niuna  fede  che  si  deve  a'  suoi  racconti 
"  prestare,  qualunque  volta  non  sieno  debitamente  appoggiati. 

"  E  siccome  Annibale  fu  uomo  tale  che  potrebbe  invero  ogniuno  pregiarsi  di  essere  da 
"  lui,  qualunque  si  fosse  la  sua  origine,    disceso,  si  accenneranno  sul  fine,  come  in  ristretto, 

20  "  le  di  lui  gesta  e  qualita  onde  venga  ancora  a  manifestarsi  che  solo  amore  di  verita  e  non 
"  mai  r  impegno  di  sfuggire  qualche  disdoro,  che  possa  da  lui  ne'  discendenti  suoi  derivare, 
"  ne  indusse  a  scrivere. 

"  Questo  e  Tordine  che  si  h  divisato  per  lo  piii  acconcio  e  con  cui  8'andr^  sollecitando 
"  1' incominciato  lavoro.     Se  per  aventura  o  non  incontrasse  il  gradimento  deireccelentissimo 

25  "  signor  marchese  don  Guido  o  si  avessero  da  lui  altri  lumi  de'  quali  potesse  essere  opportuno 
"  il  prevalersi,  vien  suppHcato  a  degnarsi  di  far  notare  in  margine  tutto  quello  gU  parerh  che 
"  convenga,  mentre  chi  scrive  si  fark  un  onore  distinto  di  poter  appieno  secondare  li  vene- 
"  ratissimi  suoi  comandamenti,  e  solo  si  raccomanda  perch^  non  si  ommettino  le  piii  diligenti 
"  ricerche  ad  effetto  di  scoprire,  se  fosse  possibile,  con  accerto  il  tempo  del  matrimonio  di 

30  "  Anton  Galeazzo  colla  Francesca  Gozzadini;  punto  di  vero  massimo,  e  che  rovescierebbe 
"  ogni  cosa,  scoprendosi  per  mala  sorte  accaduto  nel  torno  di  tempo  nel  quale  viene  dagli 
"  scrittori  impressi  assegnato  ,*. 

II  manifesto,  o  meglio  l'abbozzo  di  risposta  da  darsi  alla  nuova  pubblicazione, 
non  soddisfece  in  tutto  il  marchese  Bentivoglio,  il  quale  invece  avrebbe  voluto  che 

35  per  dimostrare  essere  quella  della  nascita  d'Annibale  una  favola,  si  facesse  vedere 
con  evidenza  che  molte  altre  favole  si  contengono  nella  storia  del  Ghirardacci :  "  Al- 
"  lora,  egli  soggiunge,  non  si  ha  piti  ribrezzo  a  negar  fede  a  un  autore  che  la  merita 
*  sl  poco,  e  vedendo  che  egli  ha  spacciate  altre  favolose  cose  cbn  uguale  franchezza, 
"  resta  subito  uno  prevenuto  della  natural  turpitudine  del  racconto  consaputo  e  delle 

40   "  ragioni  che  si  adducono  per  smentirlo  „  ^. 

Ciononostante,  egli  mandb  per  un  parere  l'abbozzo  al  Guerini,  con  l'incarico  di 
spedirlo  poi  al  segretario  della  marchesa  Albergati^.  Avuto  il  parere  del  Guerini, 
il  marchese  Guido  cosi  tra  l'altro  scriveva  il  23  di  gennaio  alla  sorella: 

'    BlBLIOTECA    COMinTALE  DBLL'ArCHIGINNASIO,  Fa-         Scio    Clt.,    n.    3. 
SCio  cit.,    n.   45,  3    BibLIOTECA   COMUNALE  DBLL'ARCHIGINNASrO,  Fa-     5 

'  BiBHOTECA  coMUNALE  dell'Archioinnasio,  Fa-      scio  cit.,  nn.  3-7. 


XCVI  PREFAZIONE 


"  Alle  prove  che  abbiamo  deU' insussistenza  del  consaputo  pezzo  di  storia  del  Ghirar- 
"  dacci,  io  trovo  necessario  che  venga  aggiunta  la  dimostrazione  di  qualche  altro  simile  ab- 
"  baglio  da  lui  preso.  Questo  gioverk  infinitamente  a  mostrare,  che  il  Ghirardacci,  benchfe 
"  scrittore  di  conto,  ha  potuto  addottare  sl  sconcia  cosa  come  quella  del  nascimento  di  An- 
"  nibale,  se  altre  falsitk  non  ha  avuto  ribrezzo  di  spacciare.  Quello  dunque  che  in  ultimo 
"  sarebbe  per  aggiungere  il  signor  abbate  Branchetta,  io  lo  porrei  in  prima  e  mi  farei  strada 
"  a  confutare  quel  racconto,  distruggendone  prima  degli  altri.  Cosl  vedesi  la  mancanza  di 
"  critica  necessaria  ad  uno  scrittore  di  storie  specialmente,  e  8'introduce  nel  lettore  il  sospetto 
"  che  sia  poco  veridico  generalmente.  Di  tal  fatto  sentiremo  cosa  dirh  il  signor  Montefani. 
*  I  miei  complimenti  „'.  10 


j 


In  sostanza  non  si  faceva  che  ribadire  il  concetto  dal  marchese  espresso  in  altra 
sua;  ma  questa  volta  non  era  soltanto  in  gioco  il  giudizio  di  lui,  bensl  ancora  di  coloro 
a  cui  egli  si  era  rivolto  per  l'indirizzo  da  dare  al  manifesto. 

La  marchesa  Albergati  non  manc6  di  comunicare  all'abate  Branchetta  il  desi- 
derio  del  Bentivoglio ;  e  quegli  si  mise  nuovamente  all'opera,  associandosi  stavolta 
anche  il  dottor  Monti,  nome  ben  cOnosciuto  in  fatto  di  antiche  ricerche  ^. 

E  si  ricominciano  tosto  le  indagini. 

Intanto  il  Branchetta  credeva  di  aver  trovato  il  bandolo  della  matassa  in  una  pre- 
sunta  cronaca  di  Sabbadino  degli  Arienti,  e  la  marchesa  cos5  ne  scriveva  al  fratello,  in 
data  del  30:  20 

"L'abbate  Branchetta  h  entrato  in  sospetto,  vedendo  molte  volte  nel  tomo  innedito  del 
*  Ghirardacci  citata  certa  cronaca,  o  sia  storia  della  nostra  Casa  scritta  da  Giovannl  di  Sab- 
'  badino  degl'  Arienti,  che  da  essa  possa  il  Ghirardacci  suddetto  aver  riccavato  il  noto  favoloso 
"  racconto.  Bramerebbe  percib  poter  vedere  tale  cronaca,  che  si  supone  trovarsi  presso  il 
"  nostro  signor  Ambasciatore,  ciofe  in  questo  suo  archivio;  oppure  quando  Tavesse  Egli  con  25 
"  se  in  Roma,  vorrebbe  essere  assicurato,  se  vi  sia  in  essa,  o  no,  il  racconto  suddetto.  Po- 
"  treste  pertanto  scrivere  sopra  cio  alPabbate  Scarselli,  perch^  o  in  un  modo,  o  neiraltro, 
"  secondo  il  luogo  ove  trovasi  detta,  cronaca,  procurasse  dal  suddetto  signor  Ambasciatore  la 
"  consecuzione  di  tale  intento.  Si  anderk  pero  intanto  avanti  nella  esposizione  della  conce- 
"  pita  idea  del  manifesto,  non  lasciando  io  continuamente  pressare  per  essa  „'.  30 

II  marchese  Bentivoglio  scrisse  infatti  subito  all'abate  bolognese  Flaminio  Scar- 
selli,  che  aveva  notevoli  uffici  in  Roma,  perch^  si  recasse  daIl'ambasciatore  senatore 
Bentivoglio  e  intendesse  se  la  cronaca  sopra  nominata  si  trovasse  presso  Tambascia- 
tore  o  viceversa  fosse  nel  suo  archivio  di  Bologna,  nel  qual  caso  lo  interessava  a 
voler  dare  ordini  al  suo  archivista  perchfe  fosse  permesso  al  signor  Branchetta  di  po-  35 
terla  consultare  *.  Lo  Scarselli  non  fu  sordo  alla  preghiera,  ma  per  quante  ricerche 
facesse,  il  senatore  Bentivoglio  non  poth  trovare  tra  le  sue  carte  la  cronaca  richiesta, 
e  fu  anche  sicuro  che  una  tale  scrittura  non  esisteva  nell'archivio  di  Bologna;  pos- 
sedeva  bensl  il  senatore  una   storia  della  famiglia   Bentivoglio,  e  quella  si  affi-etto  a 


'    BlBUOTECA  COMUNALE  DELL^ArCHIGIKNASIO,    Fa-  '    BlBLlOTECA  COMUNALE  DELL'ARCHlGiNNAS10,   J^a-     5 

scio  cit.,  n.  8.  sao  cit.,  n.  13. 

2    BlmJOTECA  COMUNALK  DELL^ARCRIGimTASIO,   J^a-  *    BlBLlOTECA  COMUKALE  DELL'ARCHIOIimASIO,  Ftt- 

scto  cit.,  n.  II.  scio  cit.,  n.  15. 


PREFAZIONE  XCVH 


spedire,  nella  parte  che  poteva  interessare  al  marchese  Guido  *.  Per  dare  poi  un'altra 
prova  delP  interesse  che  prendeva  alla  faccenda,  1'ambasciatore  compil6  una  lista  degli 
autori  precipui  che  si  occuparono  della  famiglia  Bentivoglio  e  incaricb  lo  Scarselli 
di  mandargliela;  il  che  l'abbate  fece,  accompagnando  lo  scritto  con  le  seguenti  parole : 

5  "  Eccellenza, 

"  In  prova  del  giusto  interesse  che  prende  il  signor  Ambasciatore  nelle  convenienze  di 
"  Vostra  Eccellenza,  ha  voluto  che  io  le  trasmetta,  nella  compiegata  carta,  una  memoria  da 
"  Lui  formata  degU  autori  che  parlano  della  famiglia  Bentivoglio,  parte  de'  quali  ha  veduto 
"  Egli  stesso  in  queste  Biblioteche  di  Roma.  Potrk  I'  Eccellenza  Vostra,  ove  lo  stimi  proprio, 
10  "  comunicarla  al  signor  abbate  Branchetti,  benchfe  per  altro  a  mio  debol  parere,  molto  piii 
"vagliano  a  smentir  Timpostura  gli  istrumenti  autentici  della  sua  Casa,  che  non  le  allega- 
"  zioni  di  autori  o  manoscritti,  o  stampati,  i  quali  d'ordinario  riferiscon  le  cose  senza  i  do- 
"  cumenti  legittimi  che  le  dimostrino.  Nella  benignissima  protezione  di  Vostra  Eccellenza 
"  mi  raccomando,  ed  umilmente  mi  confermo  di  Vostra  Eccellenza 

15  Roma,  14  febbraio  1759- 

umilissimo,  devotissimo,  obbUgatissimo  servitore 
Flaminio  Scarselli  „\ 

Ma  il  marchese  Guido  e  la  marchesa  Albergati  erano  sempre  fissati  sulla  cronaca 
dell' Arienti ;  e  avuta  notizia  che  l'Arienti  aveva  scritto  delle  novelle,  pensarono  che 
20  in  esse  potessero  trovarsi  gli  accenni  alla  nascita  di  Annibale.    II  marchese  pertanto 
tornava  dallo  Scarselli  con  lettera  del  21  febbraio: 

"  Mi  professo  sommamente  obbligato  alla  gentilezza  del  signor  Ambasciatore,  e  prego  lei 
"  a  rendergU  per  me  infinite  grazie  assicurandolo  della  mia  vivissima  riconoscenza.  Ho  pas- 
"  sato  il  foglio  favoritomi  al  signor   abbate  Branchetta,  che   ne   iark  quell'  uso   che   crederk 

25  "  opportuno  pel  manifesto  consaputo.  Fra  gli  autori  che  il  signor  conte  Fulvio  dice  di  avere 
"  osservati,  veggo  le  JVovelle  di  Sabbatino  degli  Arienii,  che  trovansi  nella  Biblioteca  Im-pe- 
"  riali.  Bramerei  che  il  mio  stimatissimo  signor  Dottore  si  prendesse  il  gentilissimo  pensiero 
"  di  scorer  quel  libro,  e  osservare  se  mai  fra  le  novelle  di  quelFautore  fossevi  racontato 
"  il  nascimento  di  Annibale  BentivogUo  figUuol   d'Antonio  nel  modo   che  ce  lo   rapporta   il 

30  "  Ghirardacci.  Come  il  signor  abbate  Branchetta  sospetta  che  questi  lo  abbia  preso  dal- 
"  Taltrd,  vedendo  spesse  volte  citato  da  lui  Sabbatino  degli  Arienti,  io  cosi  considerando  il 
"  favoloso,  che  ha  per  se  stesso  il  racconto,  e  lo  stile  altresi,  ond'  h  steso,  tutto  confacente 
"  a  una  novella,  vado  pensando  che  forse  fra  le  novelle  delPArienti  abbia  a  trovarsi,  giacch^ 
"  queste  parlano  dei  Bentivoglio.     Ella  h.  dunque  pregata  di  aggiungere  a  tanti  altri  incomodi 

35  "  per  me  sofferti  in  questa  materia  anche  questo,  per  cui  le  avr6  un  obbUgo  particolare.  Se 
"  r  istoria  potesse  cambiarsi  in  una  novella,  sempre  maggior  peso  avrebbero  le  nostre  ragioni. 
"  Me  le  raccomando  dunque  vivamente,  e  desidero  di  servirla»'. 

Anche  questa  volta    lo  Scarselli  fu  quanto  mai  sollecito ;  ma  la  ricerca  fu  del  pari 

poco  fruttuosa.    Lo  Scarselli  mand6  bensl  il  6  marzo  quel  poco   che  si  contiene  nelle 

0  novelle  dell'Arienti,  che  lo  Scarselli  trov6  nella  libreria  Imperiali  gik  statagli  indicata, 


'   BlBUOTECA  COMUNALE  deu,'Archigiitnasio,  Fa-        scto  cit.,   n.   24. 
scio  cit.,  nn.  20-21.  ^  Biblioteca  comunale  dell'Archiginnasio,  Fa-    S 

*  Biblioteca  comunalb  dbll'Archiginnasio,  Fa-      scio  cit.,  n.  27. 


T.  xxxin,  p.  I  —  G. 


XCVlll  t^REFAZIOiSTE 


e  mand6  anche  estratti  di  una  "  Genealogia  di  diverse  famiglie  „;  ma  tali  documenti, 
che  furono  tosto  comunicati  alla  marchesa  Albergati  e  da  questa  all'abbate  Branchetta, 
a  ben  poco  giovairono  ^. 

Al  Bentivoglio  ogni  indugio  pesava,  e  spesso  nella  corrispondenza  con  la  sorella 
si  raccomandava  di  far  presto;  in  una  lettera  del  6  marzo  le  diceva  tra  l'altro:  5 

"  Di  grazia,  oltre  Tabbate  Branchetta,  chiedete  raiuto  ancora  del  signor  awocato  Mon- 
"  tefani,  e  di  qualche  altro,  giacchfe  a  voi  non  mancano  buoni  amici  di  vaglia,  poichfe  parmi 
"  che  la  facenda  vada  molto  adagio,  nfe  avendo  avuto  altre  lettere  dal  cavalier  Mansi  dopo 
"  la  replica  che  io  gli  feci,  e  che  vi  accennai,  temo  che  senz'altro  indugio  sia  per  stamparsi 
"e  pubblicarsi  il  noto  libro  alla  macchia„*.  10 

Nella  stessa  lettera  il  marchese  si  raccomandava  che  il  Bianchetta  guardasse  di 
trovare  "  qualche  buon  lume  „  intorno  al  tempo  del  matrimonio  della  Gozzadini  con 
Antongaleazzo,  perchfe  esso  assai  gioverebbe  alFintento. 

Quasi  contemporaneamente    poi  scriveva  allo    ScarselH  per   ringraziarlo  delle   sue 
premure  e  discutere    con  lui  intorno    al  valore    che  potevano    avere  le  testimonianze   15 
mandategH : 

"  Veggo,  egli  diceva,  dairobbligantissimo  di  Lei  foglio  dei  7,  che  non  si  pu6  dalle  No- 
"  velle  deirArienti  trar  cosa,  che  faccia  per  noi. 

"  lo  Le  sono  bene  infinitamente  tenuto,  per  la  gentile  premura  che  si  fe  presa   di    favo- 
"  rirmi.  Avrb  caro  di  sapere  in  qual  tempo  vivesse  Girolamo  Heninges.  Per  altro  considerando  20 
"il  passo  ch'Ella  si   h    compiaciuta  trascrivermene,  parmi  secondo  le  mie  notizie,  che  vada 
"  molto  lungi  dal  vero.     Egli  accenna  una  sorella  d'Annibale  maritata  a  Gasparo   Canetolo, 
"  quando  non  si  sa  che   quegli  avesse    altre  sorelle   oltre  le  due,  una   delle  quali  fu   data   a 
"  Pepoli,  e  Taltra  a  un  Bevilacqua.     Non    avendo,  fra  i  documenti  di   mia   Casa,  neppur  un 
"  cenno  di  una  terza  sorella,  credo  che  non  sara  stata  se  non  nella   f antasia   dell'  Heninges.  25 
"  Me  ne  persuado  anche  maggiormente,  riflett^^ndo  che  dai  Canetoli  fu,  com'  EUa  sa,  ucciso 
"  Annibale,  e  benchfe   in  que'  tempi,   ne'  quali  ferocemente    dominava  lo  spirito  di   fazione, 
"  potesse  awenire  che  non  si  risparmiasse  il  sangue  de'  congiunti,  non  h  per6   credibile  che 
"  ad  un  nemico  aperto  qual  era  de'  Bentivogli  il  Canetoli,  si  fosse  data  in  moglie  una  Ben- 
"  tivoglio.     Convien  pero  esaminare  qual  peso  possa  dare  a  questo  fatto  l'autoritk  dell'  Henin-  30 
"  ges,  per  la  qual  cosa   gioverk   sopra   tutto  il  sapere  in  qual   tempo   egli   vivesse.     Pregola 
"  dunque  favorirmi  di  tale  notizia,  e  rinnovandole  la  mia  viva  riconoscenza  ecc.  „.'. 

Mentre  a  Roma  lo  Scarselli  faceva  ricerche  sul  tempo  in  cui  viveva  lo  storico 
Heninges*,  a  Bologna  il  Branchetta,  il  Monti  e  il  Montefani  ed  altri  eruditi  conti- 
nuavano  le  loro  indagini  intorno  alla  questione  generale.  11  Branchetta  poi  non  35 
mancava  di  esaminare  attentamente  gli  estratti  che  aveva  mandati  da  Roma  lo  Scar- 
selli  e  ne  rilevava  l'incertezza  e  la  non  molta  attendibilitk;  faceva  inoltre  rispondere 
al  marchese  che  avrebbe  anche  indagato  sulla  data  del  matrimonio  della  Gozzadini  \ 


>    BlBUOTKCA  COMUNALE   DELL'ARCHIGIKJf ASIO,  Fa-  SCtO    cit.,    n.    33. 
Scio    Cit.,    n.    39.  *    BiBLIOTECA  COMUNALE  DELL^ARCHIGrNXASIO,  Fa- 

»    BlBLlOTECA  COMUNALE  DELL'ArCH1GINNASIO,  Fo-  SCtO    cit.,    n.    43. 

scio  cit.,  n.  29.  '  Bibuoteca  comunalb  dbll'Archioinnasio,  Fa- 

S  3  BiBLioTECA  coMUMALE  dell'Archiginnasio,  Fa-  scto  cit.,  nn.  3S-39.  10 


PREFAZIONE  XCIX 


Terminato  lo  spoglio  dell'archivio  pubblico  e  di  quello  Masina  (una  immensa  rac- 
colta  di  atti  notarili),  si  cominciarono  le  ricerche  in  particolari  archivi,  in  quelli 
specialmente  di  famiglie  legate  di  parentela  o  di  affari  coi  Bentivoglio,  come  a  dire 
negli  archivi  di  casa  Gozzadini  e  di  casa  Guidalotti ',  quantunque  non  troppo  abbon- 
5  dante  ne  riuscisse  la  messe  ricavata. 

Alla  fine  di  marzo  e  ai  primi  di  aprile  del  1759  tutte  le  memorie  e  i  documenti 
raccolti  a  Bologna  e  a  Ferrara,  che  dovevano  costituire  il  fondamento  probativo  del 
futuro  manifesto,  furono  mandati  al  marchese  Guido  perchfe  li  esaminasse  e  ponde- 
rasse  ^.  II  14  aprile  poi  la  marchesa  pregava  il  fratello  di  rimandarle  i  documenti 
10  tutti  e  il  piano  escogitato  affinchfe  potesse  far  vedere  il  materiale  stesso  all'avvo- 
cato  Montefani  per  averne  il  suo  dotto  giudizio;  quindi  molto  saggiamente  aggiungeva: 

"  La  mancanza  della  fede  del  battesimo  di  Annibale,  e  quella  di  qualche  documento  che 
"  provi  seguito  il  matrimonio  della  Francesca  Gozzadini  piu  presto  che  del  1420,  formano  tutto 
"  r  imbarazzo,  perch^  mettono  in   necessitk  di  provare  indirettamente    ci6,  che  ad   evidenza 

1 5  "  col  primo  recapito,  e  con  pienissima  probabilitil  nel  secondo,  si  sara  potuto  provare,  e  voi 
"  sapete  cosa  vi  voglia  per  dar  forza  e  tirare  tutte  a  sicura  conclusione  tali  prove  indirette. 
"  Un'assoluta  negativa  colfaggiunta  delfistrumento  di  tutela  saria  ora  piu  che  bastante  al- 
"  Tintento,  ma  b  necessario  prima  di  muover  passo,  avere  in  capitale  il  come  andar  avanti 
"  in  seguito,  e  come  rispondere  alle  obbiezzioni   che   potessero   esser  fatte  nella  replica  che 

20  "  potrebbe  venir  dietro  al  primo  qualunque  manifesto  nostro,  massime  se  in  esso  non  fossero 
"  tali  obbiezioni,  e  prevenute,  ed  isfogate,  e  fra  esse  h  di  troppa  conseguenza  quella  che 
*  gli  anni  della  ricbiamata  di  Annibale  a  Bologna,  e  della  morte  sua  dimostrano  che  sia  nato 
"  avanti  il  matrimonio  della  Francesca,  quando  questo  sia  pure  seguito  del  suddetto  anno  1420. 
"  Dico  tutto  cio  a   vostro  lume,  e  di   chi  verra  da  voi  costi    consultato,  e  in  attenzione   de' 

25  "  noti  fogli  ecc. 


3 

1)    • 


Qualche  giorno  dopo,  la  marchesa,  mentre  soUecitava  il  rinvio  dei  materiali,  espo- 
neva  che  l'abbate  Branchetta  giudicava  non  disprezzabili  i  documenti  raccolti,  special- 
mente  per  combattere  talune  afFermazioni  generali  del  Ghirardacci  e  stimava  per  sfe 
molto  notevole  l'istrumento  di  tutela...,  "quando  per6  i  contrari  non  avessero  irrefra- 
10  "  gabili  documenti  da  apporre,  quali  peraltro,  se  vi  fossero,  sarebbero  dovuti  venire  a 
"  notizia  nostra  in  occasione  di  tante  ricerche  fatte  „*. 

II  marcliese  Guido  BentivogHo  non  era  troppo  persuaso  della  bontk  dei  docu- 
menti  raccolti  per  il  manifesto,  e  quasi  quasi  tendeva  ad  accomodarsi  con  gli  stam- 
patori  lucchesi.  Piii  di  una  volta  espose  i  suoi  dubbi  alla  sorella,  la  quale  lo  incuorb 
5  e  si  mostr6  d'avviso  di  dar  fuori,  a  tutela  deIl'onore,  quelle  prove  che  erano  state  tro- 
vate;  ma  rispondeva  il  marchese  che  peggio  ancora  sarebbe  stato  iniziare  una  pubbli- 
cazione  di  accusa  o  di  opposizione  e  non  essere  poi  piii  tardi  in  grado  di  rispondere 
alle  smentite  che  ne  venissero  ^. 


if 


'    BlBLlOTECA   COMUNALE  DKLL'ArCHIGIN1TASIO,  Fa-  SCIO    cit.,    n,    58. 

sdo  cit.,  n.  42.  ■♦  BiBLlorBCA  comunai.k  dell'Archiginkasio,  Fa- 

^   BlBLlOTECA  COMUNALE  DKLL'ArCH1GINNAS10,  Fa-  SCtO    cit.,    n.    60. 

scio  cit.,  nn.  45,  48,  49.  5  Bibliotkca  comunale  dell'Archiginna.sio,  Fa- 

'  Bibljoteca  coMUNAUi:  D£Ll'Archiginnasio, /^u-  scio  cit,,  nn.  71,  72,  10 


PREFAZIONE 


Intanto  le  trattative  di  accordo  fatte  dal  marchese  con  gli  stampatori  lucchesi, 
delle  quali  parleremo  piii  innanzi,  non  correvano  troppo  spedite  e  facili;  non  h  perci6 
a  meravigliarsi  se  il  Bentivoglio  tom6,  in  mancanza  di  meglio,  al  concetto  del  mani- 
festo.     Ne  scrisse  il  9  luglio,  come  al  solito, 

"  Alla  signora  marchesa  Eleonora  Bentivoglio  Albergati,  5 

"  Bologna. 

"  Non  ho  fino  ad  ora  avuto  altro  riscontro  dal  cavalier  Mansi  di  Lucca,  e  un  ritardo  co- 
"  tanto  osservabile  mi  fa  crescere  il  sospetto  e  il  timore  che  li  nostri  malevoli  di  Ferrara,  d'ac- 
"  cordo  come  e  probabile  col  Venturiui  e  col  senatore  Davia,  pensino  a  fare  uscire  alla  luce 
"  la  nota  stampa,  o  alla  macchia  o  con  qualche  data  di  oltre  monti.  Quello  che  posso  dirvi  10 
"  con  certezza  si  k,  che  Tesemplare  del  terzo  tomo  del  Ghirardacci,  che  fece  copiare  dal 
"  manuscritto  di  cotesto  marchese  Bovi  il  marchese  Cristino  Bevilacqua,  lo  ha  eziandio  la- 
"  sciato  vedere  a  chiunque,  ma  ad  una  persona  che  lo  disse  accidentalmente  al  Guerini  e 
"  che  h  persona  piuttosto  ordinaria,  ha  permesso  di  estrarne  altra  copia.  Sono  pertanto  im- 
"  paziente  di  sapere  se  dalle  diiigenze  seguite  ultimamente  dal  signor  avvocato  Montefani  da  15 
"  praticarsi  in  cotesti  archivi  siesi  ancora  potuto  trovare  alcun  recapito  che  possa  essere  al 
"  caso  nostro  pel  necessario  consaputo  manifesto  (dico  necessario  quando  pero  si  abbiano 
*  materiali  da  pubblicarlo  senza  che  se  gli  possa  dare  eccezione),  e  il  sentimento  deireccel- 
"  lente  signor  Montefani  intorno  al  manifesto  medesimo.  Scusate  rimportunitk  mia,  ma  Tagi- 
"  tazione  in  cui  mi  tiene  questo  disgustosissimo   affare,  fa  che  non  me   ne  possa  contenere.  20 

"  Di  nuovo  mi  vi  protesto.  Addio  „'. 

La  marchesa  pose  ogni  suo  impegno  presso  il  Montefani,  gli  fece  fare  alcune 
altre  ricerche  neII'archivio  pubblico,  e  il  28  dello  stesso  mese  potfe  mandare  al  fra- 
tello  il  tanto  desiderato  parere  del  Montefani  stesso: 

"Bologna,  28  luglio  1759.  25 

"  Carissimo  fratello  amatissimo, 

"  Questa  mattina  il  mio  Segretario  6  stato  dal  signor  avvocato  Montefani,  e  nel  lungo 
"  abboccamento  seco  lui  avuto,  ha  rilevato  anco  egli,  attentamente  osservati  i  noti  reccapiti, 
"  e  costantemente,  quanto  a  lui,  e  sempre  che  gli  avversari  non  avessero  documenti  a  noi 
"  incogniti,  e,  come  suol  dirsi,  strozzanti,  credeva  che  i  materiali  in  essi  reccapiti  accennati,  30 
"  massime  serviti  a  dovere,  e  messi  nel  dovuto  lume,  siano  abbondantemente  bastanti  ad  un 
"  proprio,  ed  anche,  presso  le  ragionevoli  persone,  convincente  maiiifesto.  Fonda  egli  le  sue 
"  principali  ragioni,  in  questo :  Che  trattandosi  di  cose  si  antiche,  in  materia  anche  legale 
"  nonche  puramente  istorica,  non  si  esige  un  estremo  rigore  di  prove;  Che  il  Ghirardacci, 
"  per  molti  altri  errori  presi,  si  pu6  f acilmente  mostrare  sospetto,  se  non  anzi  screditato .  31 
"  Che  grautori  sincroni  non  nominano  Annibale  bastardo,  bench^  per  varie  ragioni,  molti 
"  di  essi  lo  avrebbero  nominato  sicuramente  se  f osse  stato  tale ;  Che  dalle  gesta  di  Annibale 
"  non  s'  inf  erisce  tale  Tetk  sua  che  non  sia  conciliabile  col  tempo  del  matrimonio  di  sua 
"  niadre  Francesca  Gozzadini ;  Che  la  rinnunzia  della  Elisabetta  non  pu6  influire,  attese  le 
"  altre  circostanze  d'allora,  nelle  conseguenze  che  nella  vostra  degFS  scorso  voi  accennate.  4( 
"  Su  tali  ed  altre  ragior.i  che  riguardano  anche  la  giustificazione  dell' instrumento  di  tutella, 
"  appoggia  egli,  come  ho  detto,  il  sentimento  suo,  al  quale,  quando  non  sia  il  vostro  con- 
"  trario,  premuroso,  com'  h,  di  servirvi,  andera  rubbando  il  tempo  alle  ordinarie  occupazioni, 
"  per  f are  la   estensione  del  manifesto  suddetto  nel  modo  da  lui  ideato  il  piu  proprio.     Di- 


'  BiBUOTECA  COMUNAI.E  dkll'Archiginnasio,  /^'a-      scio  cit.,  n.  78,  9  luglio  1759. 


PREFAZIONE  CI 


"  manda  egli  per6  tempo,  posto  che  una  precisa  neccessitk  non  ricchiegga  pressura,  come  sa- 
"  rebbe  se  si  sapesse  di  certo  che  il  libro  fosse  per  escire,  o  molto  piu,  se  comparisse  esso 
"  improvisamente  alla  luce,  ne'  quali  casi  h  disposto  a  chiudere  la  libreria  e  sospendere 
"  ogni  altra  cosa,  per  mettersi,  per  uomo  morto,  cinque  o  sei  giorni  a  servirvi.  Egli  ha  db- 
5  "  cumenti  autentici,  che  provano  che  questa  famiglia  Bentivoglio  viene  dallo  stesso  stipite 
"  della  nostra,  e  vi  esibisce  una  breve  digressione  in  detto  manifesto  ci6  provante,  quando 
"  amaste,  in  occasione  di  smentire  la  favola  risguardante  Annibale,  smentir  pure  sempre  piu 
"  Faltra  favola  portata  da  qualche  antico  autore  e  indicante  che  la  famiglia  nostra  venga  da 
"  persona  bassa  assai  e  sia  di  questa  famiglia  qui  assai   pivi  nuova.     Sentiro  grulteriori   de- 

10  "  sideri  et  ordini  vostri  circa  questa  particolaritk  e  circa  la  estensione  stessa  del  manifesto, 
"  e  di  nuovo  coUa  protestata  tenerezza  mi  confesso  tutta  vostra. 

"  P.  S.  Ricevo  la  vostra  a  parte  dei  24  risguardante  il  suddetto  interesse.  Quanto  pifi  di- 
"  ferisce  il  signor  cavalier  Mansi  la  nota  risposta,  tanto  piu  si  rende  appunto  sospetta  tale  di- 
"  lazione ;  tuttavia,  presto  o  tardi,  qualche  cosa  dovr^  egli  poi  scrivere.     Intanto,  per  ci6  sia 

15  "  del  manifesto,  mi  rimmetto  al  lungamente  espostovi  di  sopra,  che  repplica  anche  al  dispia- 
"  cere  vostro  giustissimo  per  la  privazione  di  ult^riori  reccapiti,  quali  sarebbero  derto  stati 
"  opportuni ;  ma  se  regge  il  sentimento  di  esso  signor  Avvocato,  non  sono  poi  di  assoluta 
"neccessitk  „'. 

11  giudizio  favorevole    del  Montefani  fece    la  migliore  impressione  nel    marchese 

21)  Guido  che  preg6  la  marchesa  a  insistere  presso  il  dotto  uomo  perchfe  si   incaricasse 

lui  stesso  di  stendere  il  famoso  manifesto^;  e    poichfe  alle  preghiere    della  marchesa 

il  Montefani  annul,    prendendosi  peraltro  del    tempo  a  cagione  delle  molte  sue    fac- 

cende,  il  marchese  scrisse  tutta  la  propria  sodisfazione  alla  sorella; 

"  Mi  riesce  di  sommo  piacere  ci6  che  mi  signiticate   di  aver  rilevato   dal  signor   avvo- 

25  "  cato  Montefani.  EgU  stenda  pure  il  manifesto  a  suo  comodo,  e  glie  ne  avT6  la  maggior 
"  obbligazione,  come  me  gli  professo  sommamente  anche  ora  tenuto  per  la  singolare  genti- 
"  lezza  sua  verso  di  me,  per  la  quale  vi  prego  a  rendergliene  distinte  grazie.  lo  non  crederei 
"  che  ci  avessimo  a  trovare  in  circostanze  da  farlo  travagliare  con  troppa  fretta;  poich6  non 
"  mi  persuado,  che  pagando  agli  interessati  centotrenta  zecchini,  volessero  sl  presto  produrre 

30  *  il  libro  alla  macchia.  Convengo  pienamente  che  s*abbia  andar  con  maniera  coirabbate 
"  Branchetta,  che  non  si  puo  negare  ha  avuto  in  questa  materia  non  pochi  disturbi,  e  in 
"  questo  mi  rimetto  a  ci6  che  voi  crederete. 

"  Giacch6  sento  il  suddetto  signor  Avvocato  abbia  delle  prove  autentiche,  che  codesta 
"  famigUa  Bentivoglio  sia  la  stessa  che  la  nostra,  gradirei  sommamente  che  Egli  si  compia- 

35   "  cesse  di  addittarmi  quali  siano  le  suddette  prove  per  mio  lume. 

"  Non  pu6  non  aversi  per  pura  favola  la  derrivazione  di  nostra  famiglia  dal  re  Enzo. 
"  Quando  fu  steso  Talbore  istorico,  che  vi  mandai  costk,  e  che  tutt'ora  avete,  si  trov6  in  un 
"  certo  autore  tedesco  chiamato  Kinizchils,  e  che  tratta  delle  famighe  nobiU  d'ltalia,  ch'egli 
"  faceva  derrivare  la  nostra  dalla  Germania.     II  signor  Montefani,  che  avrk  cognizione  deirau- 

40  "  tore,  saprk  di  quanto  peso  possano  essere  le  di  lui  opinioni  „^. 

Nonostante  che  le  pratiche  coi  lucchesi  fossero  poi,  come  vedremo,  ripigliate, 
il  marchese  Guido  non  abbandonb  mai  1'  idea  del  manifesto . . . ,  il  quale  viceversa 
dormiva  i  sonni  piti  tranquilli.     11  7  dicembre  il  marchese  raccomandava  di  insistere 


'    BlBLIOTECA  COMUNALB  DEli^ARCHIGINNASIO,  Fa-         Scio    cit.,    n.    84. 
SCio   clt.,    n.    83.  '    BlBUOTECA  COMtrNAI,*  DttLfARCHIrilNNASIO,  Fc'     S 

*  BiBLioTECA  coMUNALE  dbll^Arcrioinkasio,  Fa-      scio  clt.,  n.  89. 


Cn  PREFAZIONE 


presso  il  Montefani  ',  e  la  gentile  sorella  rispondeva  1'  1 1  di  quel  mese  con  la  se- 
guente;  la  quale,  a  dir  vero,  non  h  troppo  confortante  e  non  lascia  sperare  che  al 
famoso  manifesto  si  avesse  intenzione  di  por  tosto  mano  e  di  condurlo  a  termine  in 
quel  breve  tempo  che  si  augurava  il  marchese  Guido: 

'  Sono  giustissimi  i  vostri  riflessi,  e  in  virtu  di  essi,  non  t  appunto  da  pensarsi  alla  con-  5 
"  tinuazione  per  vostro  conto  della  nota  stampa  in  Lucca.  Si  stark  piuttosto  attomo  al 
"  signor  avvocato  Montefani  per  la  formazione  del  manifesto,  e  preparamento  di  tutte  le 
"  prove  che  possono  smentire  la  favola  del  Ghirardacci,  per  ogni  caso  mai,  che  veniste  messo 
"  in  necessitk  di  far  uso  di  esse.  E  per5  il  detto  signor  Avvocato  occupato  a  segno,  che 
"  non  si  pu6  sperare  di  avere  cosl  presto  Tintento;  pure  le  premure  nostre  opportunamente  10 
"  repplicate,  e  la  stessa  gentilezza  sua,  lo  soUeciteranno  per  quanto  sark  a  lui  possibile.  Ar- 
"  rivata  che  vi  sark  la  copia  a  parte  di  essa  stampa,  vedremo  fino  a  che  anno  era  questa 
"  inoltrata,  e  a  qual  numero  di  pagine.  Vi  spedir6  poi  la  balletta  del  rimanente  di  dette 
"  copie,  pervenuta  che  essa  sia  a  questi  spedizionieri  indicativi  „  *. 

La  conclusione  fu  questa,  che  il  manifesto,  intorno  al  quale  erasi  tanto  discusso  15 
per  quasi  due  anni,  non  usci  mai  alla  luce. 

Per  qual  cagione? 

Per  due  ragioni  assai  chiare:  la  prima  perchfe  non  fu  possibile  trovare  la  prova 
della  legittimitk  di  Annibale  e  perci6  tutta  la  discorsa  sarebbe  tornata  piti  di  danno 
che  di  vantaggio  alla  tesi  che  il  marchese  Guido  voleva  sostenere ;  la  seconda  perchfe  20 
la  pubblicazione  non  era  piti  opportuna  nb  necessaria,  dopo  la  distruzione  seguitane 
della  stampa  lucchese.  II  Montefani  poi,  che  non  desiderava  altro  se  non  farne  nulla, 
fu  il  piii  sodisfatto  di  tutti. 

* 

La  sospensione  della  stampa    del    terzo  tomo    per  i  tipi  del    Venturini  a  Lucca,   25 
ottenuta  dal  Bentivoglio  con  tanto  sforzo  di  azioni  diplomatiche  e  di  pressioni,   non 
risolveva,  come  il  raarchese    sperava,  tutte    le    difEcolta;  anzi  dopo  il    decreto    della 
Repubblica,  con  ii  quale  la  stampa  era  stata  dicWarata  detinitivamente  sospesa,  sor- 
sero  maggiori  e  piii  insistenti  difficolta. 

La  tipografia  infatti,  e  coloro  che  avevano  fatte  le  spese  per  condurre  a  capo  30 
l'impresa,  mentre  subirono  a  malincuore  l'imposizione  di  cessare  dalla  pubblicazione, 
non  si  dimostrarono  atfatto  disposti  di  perdere  il  denaro  che  in  essa  avevano  impiegato 
dopo  aver  ottenuti  tutti  i  permessi  dell'autoritk  civile  ed  ecclesiastica;  e  fecero  sen- 
z'altro  una  solenne  rimostranza  alla  Repubblica,  come  quella  che  direttamente  aveva 
ad  essi  intimato  il  divieto.  35 

Molto  probabilmente  la  cosa  sarebbe  passata  liscia  e  posta  in  tacere  e  si  sarebbe 
commesso  un   nuovo    sopruso,  se  tra   gli   interessati,    ora   protestanti,   non  si    fossero 


'    BlBLIOTECA    COMUNALB  DELL'ARCHlGmNASIO,  /^O-  *    BlBLIOTBCA  COMUNALE  DELL'AKCHJGINNASI0,   Fa- 

sdo  cit.,  n.  no.  scio  cit.,  n.  iia. 


PREFAZIONE  CIII 


trovati  uomini  di  autorith  e  di  alto  conto,  che  avrebbero  potuto,  se  non  ascoltati, 
recare  non  poche,  ne  piccole  noie  al  minuscolo  stato.  11  marchese  Francesco  Davia, 
che  molto  modestamente  faceva  seguire  al  suo  nome  i  titoli  di  "  Pari  di  Scozia, 
"  conte  d'Almond,  visconte  di  Moinedis,  barone  in  Perchen,  marchese  in  Lituania, 
5  "  senatore  di  Bologna,  gentiluomo  attuale  di  camera,  generale  delle  truppe,  inspettore 
"  generale  delle  fortificazioni,  colonnello  del  dipartimento  dell'artiglieria  di  S.  A.  S. 
"  il  duca  di  Modena  „,  non  era  certo  disposto  a  tollerare  un  rifiuto.  E  in  condizioni 
presso  a  poco  uguali  si  trovavano  lo  stesso  proprietario  della  tipografia  addetto  alla 
corte  del  duca  di  Modena,  il    Venturini,  il    marchese    Frosini  ministro    di  Stato    del 

10  duca  di  Modena,  che  piCi  degli  altri  minacciava,  e  anche  lo  stesso  amministratore 
della  tipografia  Ippolito  de'  Nobili  ^.  Essi  molto  giustamente  osservavano  che  in  caso 
consimile,  tanto  in  Lucca  quanto  fiiori,  tutte  le  volte  cioh  che  si  era  proceduto  alla 
soppressione  di  un  libro  per  ragione  di  stato  e  senza  colpa  alcuna  degli  editori,  si 
era  consentito  per  parte  dello  stato,  o  di  coloro  in  cui  favore  il  provvedimento  era 

15  preso,  alla  rifusione  delle  spese,   conforme  al  piti  elementare  senso  di  giustizia. 

L'errore  era  dipeso  un  po'  dal  Buonamici,  il  quale  nell'ottenere,  per  mezzo  del 
papa,  dalla  Repubblica  la  soppressione  del  volume,  non  aveva  fatto  stabilire  che  le 
spese  sarebbero  state  rifuse  dal  Bentivoglio,  nelPinteresse  del  quale  la  concessione  era 
fatta.     Ed  ora    il  Buonamici    cercava   di  rimediare  alPomissione,  insistendo  presso    il 

20  Bentivoglio  affinchfe  procedesse  alla  rifusione  stessa.  Gli  sforzi  suoi  furono  per6  del 
tiitto  vani;  nonostante  che  si  valesse  delI'intercessione  dell'abate  Scarselli  e  si  tentasse 
anche  I'intervento  del  cardinale  d'Yorck,  il  marchese  Bentivoglio,  allegando  I'otte- 
nuta  concessione  senza  condizione  alcuna,  non  voleva  assolutamente  saperne  di  sbor- 
sare  il  denaro,  come    un  po'  sdegnosamente    aveva  scritto   al  segretario  di  stato  del 

25  duca  di  Modena  ^,  e  d'altra  parte  non  poteva  1'  indennizzo  essere  dato  dalla  Repub- 
blica,  la  quale  gik  a  malincuore  aveva  aderito  alla  soppressione. 

Se  il  marchese  Guido  a  poco  a  poco  fu  indotto  a  piegarsi  e  ad  accogHere  le  ra- 
gioni  della  tipografia,  si  deve  al  cavaliere  Francesco  Antonio  Mansi  lucchese,  cugino 
del  Bentivoglio.     La  cosa  non  fu  certo  agevole;  sino  dal  1758  il  Mansi  aveva  intavo- 

30  lato  un  carteggio  col  Bentivoglio  per  il  fine  sopra  indicato,  senza  peraltro  che  riuscisse 
a  gran  che.  II  Bentivoglio  era  allora  tutto  sulla  negativa  e  inoltre  pensava  che  nel 
peggiore  dei  casi  egli  avrebbe  saputo  e  potuto  tutelare  l'onore  della  sua  casa  e  delle 
proprie  ragioni  pubblicando  un  manifesto  (lo  vedemmo  sopra),  dal  quale  venisse  con 
evidenti  prove  screditata  I'opera  del  Ghirardacci.     In  tal  modo  egli  poteva  dirsi  ve- 

35  ramente  trionfatore:  aveva  ottenuta  la  soppressione  di  un'opera  dimostrata  storica- 
mente  infondata  e  bugiarda,  e  di  piti  non  aveva  sborsato  un  quattrino,  dimostrando 
cosl  che  la  proibizione,  piCi  che  un  favore  fatto  a  lui,  era  stata  un'opera  di  corret- 
tezza  letteraria  e  di  morale  pubblica.     Date  queste  idee,  l'impresa  era  tutt'aItro  che 


'  Cf.  la    lettera    ricordata    dal    Bongi,   a  pp.   6-7,  ♦  Vedi  sopra,  in  questo  stesso  paragrafo,  la  lettera 

loc.  cit,  dgl  marchese  Guido  Bentivoglio. 


CrV  PREFAZIONE 


facile  per  il  Mansi;  e  infatti  ben  presto  si  accorse  che  per  allora  non  era  il  momento 
di  continuare  in  una  schermaglia  che  non  avrebbe  condotto  a  nessun  pratico  risultato: 
il  tempo,  da  sh,  avrebbe  mutate  un  po'  le  cose. 

E  cosl  avvenne.  Dopo  un  lungo  silenzio,  il  26  gennaio  del  1759  il  cavaliere 
Mansi  torn6  a  scrivere,  con  una  meravigliosa  lettera,  piena  di  acutezza,  chiarezza,  5 
lealtk  e  senso  pratico,  al  marchese  Guido,  ponendo  nella  sua  vera  luce  la  condizione 
della  cosa.  Val  davvero  la  pena  di  riportare  questa  e  alcune  delle  lettere  che  i  due 
si  scambiarono  in  queII'anno  sino  alla  perfetta  composizione  della  questione :  i  par- 
ticolari  sono  interessanti  dal  lato  storico  e  bibliografico. 

*  Signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  10 

"  Rinnovo  al  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo  gli  attestati  del 
"  mio  ossequio,  nel  tempo  stesso  che  mi  vedo  obbUgato  a  riassumere  V  interrotto  nostro  car- 
"  teggio  per  Taffare  della  nota  stampa  del  terzo  tomo  del  Ghirardacci.  Bramo  vivamente 
"  vedere  una  volta  ultimata  tale  pendenza  in  maniera  che  possa  EUa  restare  sodisfatta  in 
"  ogni  sua  ben  dovuta  convenienza  ed  insieme  quietati  U  signori  Interessati,  al  quale  fine  le  1 5 
"  significo  quanto  in  appresso. 

"  Dalli  signori  Interessati  vengono  qua  rinovate  forti  ed  efficaci  premure,  acci6  Topera 
"  si  publichi  o  siano  loro  indenizzati  delle  spese.  Nel  primo  punto  non  ha  EUa  a  puonersi 
"  in  pensiero  nissuno,  non  dovendosi  dubitare  della  promesse  di  questi  nostri  signori  data  al 
"  santo  padre  defunto.  Ma  nel  secondo  ini  permetta,  La  supplico,  che  io  mi  prenda  la  libertk,  20 
"  nella  premura  tengo  di  vedere  tale  fastidiosa  pendenza  ultimata,  che  Le  spieghi  i  sinceri 
"  sentimenti  deiranimo  mio. 

"  L'  instanza  delli  signori  Interessati,  quando  sia  limitata  fino  al  tempo  deUa  f atta  so- 
"  spensione,  come  credo,  ha  un  fondamento  di  pratica  e  di  ragione,  come  certo  al  signor 
"  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  dotato  di  eomma  chiarezza  di  mente,  25 
"  sark  bene  presente;  mentre  havendo  li  medesimi  intrapresa  la  stampa  con  le  dovute  licenze, 
"  e  premesso  al  publico  il  solito  manifesto,  hanno  proceduto  in  essa  fino  al  tempo  delFordi- 
"  nata  sospensione  sotto  la  buona  fede,  sichfe  non  h  doverosa  cosa  che  perdano  la  spesa  fatta 
"  fino  a  quel  tempo. 

"  Ora  mi  permetta,  che  continuando  io  nella  stessa  sinceritk  e  libertk,  che  dica  tenersi  30 
"  e  credersi  dalle  persone  piu  rette  e  sensate  che  ad  un  tale  rimborso  soggiacere  debba  chi 
"  ha  interesse  nella  sospensione  deiropera,  e  che  gU  preme  non  si  pubUchi  in  suo  svantaggio. 
"  Stante  questa  opinione  delU  piu  savii,  e  che  per  tale  causa  verrk  da  Lei  pure  adottata,  se 
"  potessi  io  sperare  di  vedere  con  U  miei  debolissimi  suggerimenti  dato  fine  a  questa  diffe- 
"  renza,  e  levato   al  di  lei  animo   ogni  inquietudine,  mi   farei  ad  insinuarle  di   appigUarsi  a  35 
"  questo   temperamento,    che  se   bene   un   poco  gravoso,  pure,  essendo   creduto  giusto,   fark 
"  sempre  piu  conoscere  ad  ognuno  Teqmtk  somma  del  retto  pensare  del  signor  Marchese  mio 
"  signore  cugino  padrone    colendissimo.     II   simile  fu  praticato  anni   adietro  in  questa   cittk 
"  dal  signor  conte  don  Giovanni  Battista  Rubbi  cavaUero  del  Friuli,  soggetto  bene  noto  aUa 
"  letteraria  repubUca  per  le  sue  stampe;  al   quale  premendo  infinitamente   la  sospensione  di  40 
*  un'opera  stampata  qui  in  Lucca,  come  con  contraria  alle  particolari  sue  convenienze,  rim- 
"  borso  interamente  lo  stampatore  d'ogni  spesa.     Nel  caso  nostro  per6,  come  mi  sono  espresso 
"  di  sopra,  non  doverebbe  EUa  rimborsare  le  spese  che  fin  al  tempo  deIl'ordinata  sospensione 
"  della  stampa;  mentre  per  il  restante,  in  caso  d'uUeriore  instanza  deUi   signori   Interessati, 
"  doveranno  questi  rivolgersi  ad  altra  parte.     Se  8ar6  al  caso  sia  pure  EUa  certa  che  sark  atto  45 
"  proprio  di  mio   dovere  a  renderla   con  ogni   premura  servita   d^assicurarmi  deUa  quantitk 


PREFAZIONE 


CV 


10 


"  precisa  della  stampa  eseguita  fino  al  sopradivisato  tempo ;  e  per  li  riscontri  fin  ad  hora 
"  potuti  giungere  a  mia  notizia,  parmi  potere  avere  lusinga  che  un  tale  rimborso  non  deva 
"  ascendere  a  somma  molto  considerabile. 

"  Quando  poi  il  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo  non  creda  di 
"  sua  convenienza  applicarsi  a  questa  mia  insinuazione,  che  mi  protesto  dettata  solo  dal  vivo 
"  desiderio  d' interessarmi  in  tutto  ci6  reguarda  la  stimatissima  sua  persoua  e  famiglia,  bra- 
"  merei  almeno,  e  prego  si  resolva  abbracciare  il  secondo  temperamento,  quale  gik  fu  in 
"  resolutione  d'attendere  ciofe  di  trasmettere  li  documenti  che  presso  di  sfe  conserva,  quali 
"  sbattono  1'  impostura  e  f alsitk  del  Ghirardacci,  e  restando  questi  stampati  e  posti  in  fine 
"  delI'opera  possa  questa  lasciarsi  publicare.  E  qui  parimente  sara  d'ogni  mia  premura,  che 
"  quest'  ultimo  temperamento  sia  abbracciato  ed  eseguito  diligentemente  ad  intera  di  Lei  so- 
"  disfattione.  Awanzo  pure  alla  sua  notizia,  che  piccatissimi  li  signori  Interessati  alla  stampa 
"  d'essere  la  publicazione  di  questa,  con  grave  loro  danno,  stata  impedita,  sono  in  fissata 
"  resolutione  (per  quanto  a  me  da  buona  parte  vien  assicurato)  di  far  stampare  di  Ik  da'  monti 
"  Topera,  e  ci6  per  punto  di  impegno  e  per  indenizzarsi,  in  quanto  potranno,  del  discapito 
"  al  loro  interesse.  Stante  tutto  questo,  crederei  sano  consiglio  lasciare  correre  e  publicare 
"  questa  impressione  gik  eseguita,  con  unirvi  li  sopracitati  documenti ;  mentre  allhora  puo 
"  credersi  con  fondamento  che  non  vorranno  li  signori  Interessati  eseguire  altra  suddetta  stampa 
"  di  Ik  dai  monti  con  pregiudizio  del  loro  interesse,  che  per  certo  sarebbe  evidente,  mentre 
20  "  Tesito  di  due  impressioni  di  tale  opera  resterebbe  incagliato  con  non  potersene  certamente 
"  trovare   la  vendita. 

"  Presentandole  le  mie  scuse  per  il  longo  tedio  mi  trovo  obbligato  arrecarle,  e  per  la 
"  libertk  con  la  quale  le  ho  espressi  li  miei  sentimenti  con  questa  mia,  al  solo  fine  di  vedere 
"  una  volta  terminato  questo  fastidioso  affare,  La  supplico  di  pronta  resposta  per  poterla  io 
"  partecipare  a  chi  occorre,  ed  a  volermi  nel  tempo  stesso  onorare  di  suoi  pretiosi  comandi, 
"  nell'esequzione  dei  quali  possa  sempre  farmi  conoscere,  quale  con  la  piu  ossequiosa  stima 
"  mi  do  il  vantaggio  di  rassegnarmi 


15 


25 


"  Del  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 


"  Lucca,  26  gennaro  1759« 


30 


"  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino 
"  cavaliero  Francesco  Antonio  Mansi  „'. 


La  lettera  del  Mansi  fece  non  poca  impressione  sul  marchese,  il  quale  tuttavia 
credette  di  vedere  in  essa  che  il  cugino,  mostrando  di  zelare  l'utilitk  sua,  tendesse 
invece  con  finissimo  artilicio  al  vantaggio  degli  interessati  nella  stampa  del  Ghirar- 
35  dacci ;  e  in  questo  senso  ne  scrisse  alla  sorella  e  all'abbate  Scarselli  ^ 

II  marchese  non  buttava  per6  via  del  tutto  le  proposte,  e  mentre  scriveva  al  cugino, 
quasi  che  lui  fosse  l'avversario,  tutte  le  sue  ragioni  contrarie,  acconsentiva  tuttavia, 
sia  pure  alla  sfuggita,  di  intendere  quali  sarebbero  state  le  pretese :  era  un  primo  passo ! 


*  BiBLiOTECA  comunaij:  dell'Archiginnasio,  J^a- 
scio  cit.,  n.  i6. 

'    BlBLIOTECA    COMUNALE  DKLL'ArCHIGINNASIO,  Fa- 

scio  cit.,  n.   n;. 

Lo  Scarselli  (lettera  n.  20)  era  dell'avviso  del  Ben- 
tivoglio,  che  non  si  dovesse  dare  compenso  alcuno,  come 
gia  aveva  comunicato  al  Buonamici,  e  il  10  febbraio, 
in  risposta  all'ultima  lettera  del  Bentivoglio,  gli  scri- 
veva  tra   l'altro :  "  Non    sono  facile  a  credere   l'effetto 


"  della  minaccia  che  il  libro  sia  per  imprimersi  di   la    10 
"  dai  monti,  e  quando  mal  cio  seguisse,  penserei  ancor 

*  io  che  un  buon  manifesto  potesse  bastevolmente  scre- 

*  ditar  l'opera  e  smentir  1'  impostura.     Veggo  bene  l'ar- 
"  tificio  del  suo  corrispondente  (il  Mansi)  il  quale  sark 

"  forse  del  nuraero  degli  Interessati,  e  siami  lecito  dire    15 
"  che  la  fede  di  lui  e  quella  degli  altri  suoi  nazionali 
"  mi    sono    egualmente   sospette  „,     II   giudizio    severo 
dello  Scarselli  era  ingiusto. 


CVt  PREFAZIONE 


"  Ho  un  nuovo  obbligantissimo  riscontro  deiresperimentata  j^entilezza  del  signor  cavalier 
"  mio  signor  cugino  padron  colendissimo  nel  favorito  suo  foglio  dei  26  del  caduto,  che  mi 
"  chiama  a  renderle  i  piu  vivi  miei  ringraziamenti. 

"  Non  mi  b  riuscita  nuova  la  disposizione  in  cui  sono  cotesti  signori  Interessati  di  stam- 
*  pare  di  Ik  da'  monti  il  terzo   tomo  del   Ghirardacci,  dacch'  EUa   ebbe  la  bontk  di  signifi-    5 
"  carmi  tempo  fa,  che  da  essi  pensavasi  di  stamparlo  alla  macchia.     lo  mi  applicai  sin  d'al- 
"  lora  a  mettere   insieme  i  documenti   che   avevo  in  pronto,  e   difendere  Tonore   degli   Avi 
"  miei.     Ma  come  si  penso  di  dare  airapologia  maggior  estensione,  oltre  a  cib  che  riguarda 
"  Tinteresse  di  mia  Casa,  ho  voluto   che  le  riflessioni   cadano  ancora  sopra  le  altre  materie 
"  di  queiropera  perchfe  apparisse  sempre  piu  il  poco  pregio  di  essa.     E  gi^  stampato  quanto  10 
"  spetta  alla  prima  parte,  e  sono  certo  che  i  documenti  che    vi  ^nno   luogo  faranno   toccar 
"  con  mano  la  falsith  di  ci6  che  scrivesi  del  nascimento  di  Annibale  Bentivoglio.     Ora  si  sta 
"  lavorando  per  la  seconda  parte  a  manifestare  i  grossi  errori  di  tutto  il  libro,  e  a  mostrare 
"  che  il  manoscritto,  che  serve  airedizione,  si  deve  piuttosto  prendere  per  un  zibaldone  ove 
"  Tautore  notasse  le  cose  da  qualunque  fonte  a  lui  venissero,  per  esaminarle  poi  e  separare  15 
"  il  buono  dal  cattivo  e  il  vero   dal  falso,  che  giudicame    altrimenti.     Ella   vede  per   tanto 
"  che  questa  idea  non  pu6  conciliarsi  col  suggerimento,  per  altro  savissimo,  che  favorisce  di 
"  darmi,  di  stampare   cio^  in  fine  del    Ghirardacci  i  documenti   sopraccennati.     Sarebbe   un 
"  volere  ad  un  tempo  stesso  edificare  e  distruggere,  stampando  un  libro  e  mettendovi  in  fine 
"  cosa  che  lo  scredita,  anzichfe  fargli  vantaggio,  e  dovendo  pure  uscir  Topera  senza  le  mu-  20 
"  tilazioni  che  si  desideravano,  mi  toma  troppo  la  pubblicazion  di   un   manifesto   nel   modo 
"  che  mi  sono  dato  Tonore  di  significarle.     Aggiugner5  che  quand'anche  il  libro  non  si  stampi, 
"  mi  consigliano  amici  e  parenti  di  dare  in  ogni  modo  in  luce  il  manif esto  sudetto ;  poichfe 
"  per  le  cose  avvenute,  pei  maneggi  fatti  e  le  note  differenze  reso  oggimai  a  moltissimi  noto 
"  questo    affare,  servirh  la  pubblicazione  delle  mie  ragioni  a  dissipare  qualunque  ombra  che  25 
"  avesse  neiranimo  di  qualcheduno  cagionata  la  consaputa  favola  del  Ghirardacci. 

"  Le  rimostranze  che  fanno  di  presente  li  signori  Interessati,  combinano  perfettamente 
"  con  tutto  cio  che  disse  tempo  fa  in  Modena  il  signor  Venturini  sopra  questa  facenda,  per 
"  cui  ho  a  lei  recati  tanti  disturbi,  e  tante  grazie  Ella  si  h  compiaciuta  di  farmi.  La  spesa 
"  incontrata  e  la  buona  fede,  in  cui  erano  per  essa,  sono  sempre  stati  i  motivi  del  preteso  30 
"  indennizzamento.  Ma  io  La  supplico  di  riflettere,  che  derivando  ci6  da  un  falso  supposto, 
"  perde  tutta  la  forza  che  gli  si  vorrebbe  dare.  Lo  stampatore,  col  dire  che  ha  speso  legi- 
"  timamente  neirimpressione  d'un  libro,  per  le  consuete  licenze  che  ne  aveva,  coiraggiungere 
"  il  danno  di  una  spesa  fatta  sotto  buona  fede,  ora  che  gli  si  vieta  di  pubblicarlo,  e  col 
"  pretenderne  di  conseguenza  il  risarcimento  da  chi  ne  ha  procurata  la  sopressione,  dice  in  35 
"  sostanza  una  cosa,  che  suppone  un'assoluta  proibizione  di  pubblicare  quel  libro,  e  questo  h 
"  appunto  il  suposto  che  non  regge. 

"  Non  se  gli  h  proibito  assolutamente  di  pubblicare  il  libro,  ma  solo  di  pubblicarlo  con 
"  que'  passi  ingiuriosi  alla  mia  famiglia.  Sicch^,  mutilata  Topera,  poteva  benissimo  darla  in 
"  luce.  E  quand'anche  fossero  stampati  quei  fogli,  che  detti  passi  contengono,  e  si  fossero  40 
"  perci6,  in  grazia  delle  mutilazioni  necessarie,  dovuli  ristampare,  Ella  sa  che  prima  di  ricor- 
"  rere  alla  corte  di  Roma  io  mi  offersi  di  soccombere  a.Va  spesa  che  vi  fosse  andata.  Ora 
"  quale  danno  soffrivano  in  quello  stato  di  cose  gli  interessati  ?  Niuno  certamente.  Ma  la  loro 
"  unica  mira  era  pur  di  ridurmi  alla  necessitk  di  comprare  lutti  gli  esemplari,  e  fare  cosl  in 
"  un  colpo  un  buon  negozio.  Dopo  gli  uffizi  della  gloriosa  memoria  di  Benedetto  XIV,  ripe-  45 
"  tuti  per  somma  clemenza  dal  regnante  pontefice  (come  a  lei  naturalmente  sarh  noto),  se  knno 
"  gli  signori  Interessati  voluto  non  ostante  continuare  ed  ultimare  la  stampa,  non  saprei  che 
"  mi  dire ;  non  credo  che  possono  dolersi  che  di  se  stessi.  Pregola  riverentemente  di  f ar 
"  loro  comprendere  che  se  si  fossero  contentati  di  pubblicar  Topera  colle  desiderate  muti- 
"  lazioni,  niun  danno  poteva  loro  venirne,  e  non  avendo  conseguentemente  Tofferta  mia  ac-  50 


PREFAZIONE  CVII 

"  cettata,  essi  soli  vengono  ad  essere  de'  suoi  danni  la  vera  cagione.  Mi  pare  ci6  tanto 
"  chiaro,  che  descritto  in  tutte  le  sue  circostanze  ad  ogni  sensata  persona,  fara  vedere  che 
"  non  debbo  presentemente  soggiacere  ad  un  peso  che  per  le  cose  dette  non  mi  conviene. 
"  Amerb  tuttavia  di  sapere  a  che  s'estendano  le  pretese  de'  signori  Interessati.  Ma. 
"  quando  mai  mi  venisse  talento  di  condiscendere  pure  a  qualche  cosa,  protesto  che  lo  farei 
"  a  sola  contemplazione  del  signore  Cavalier  mio  signore  cugino  padron  colendissimo,  che 
"  una  sl  gentil  parte  si  compiace  di  prendere  nelle  mie  convenienze  „'. 

Intanto  11  carteggio  continuava,  ma  lentl  erano  1  passi  del  marchese  GuJdo  suUa 
via  del  corapenso.  Se  11  Bentlvoglio  non  tronc6  del  tutto  le  trattatlve  devesi  un 
poco  alla  sorella  sua  marchesa  Albergatl  ^  e  piii  al  tatto  e  alla  longanimlth  del  Mansi. 
Questi,  un  po'  seccato,  cosi  gli  scriveva  il  2  marzo,  affine  anche  di  evitare  che  11  mar- 
chese  non  lo  volesse  tlrare  in  lungo  con  vane  parole  sino  a  che  avesse  compiuto  il 
famoso  manlfesto : 

"  Signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 

15  "Dal  pregiatissimo  foglio  del  signor  marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 

"  delli  3  caduto,  ho  ricevuto  riscontro  all'  ultima  mia  26  gennaro  che  mi  detti  Tonore  avvan- 
"  zarle.  Con  sommo  piacere  ho  inteso  la  resoluzione  ha  presa  di  pubblicare  con  la  stampa 
"  una  pienissima  confutatione  della  divisata  storia  del  Ghilardacci,  appoggiata  sopra  li  sicuri 
"  fondamenti  delli  documenti,  che  gi^  mi  avvisb  havere  in  pronto  per  difendere,  come  fe  bene 

20  "  di  dovere,  Tonore  degli  illustri  Avi  suoi.  lo  pure  che  godo  Tonore  distinto  d'essere  nel  nu- 
"  mero  delli  suoi  parenti,  mi  unisco  con  quelli  ad  approvare  pienamente  il  savio  partito  preso 
"  di  porre  con  la  stampa  sotto  Tocchio  del  mondo  letterario  li  validi  documenti  che  sbattono 
"  interamente  le  falsita  ed  imposture,  e  f anno  conoscere  graltri  errori  che  si  contengono  nella 
"  storia  del  sopranotato  fattionario.    In  questo  modo  pubblicandosi  la  storia  suddetta,  sark  gik 

25  "  il  mondo  prevenuto  di  sue  falsita  descritte  nella  medesima,  e  resteranno,  come  mi  dice,  in 
"  ogni  maniera  dissipate  ancora  quelle  ombre  che,  neiressersi  fatto  a  tanti  noto  Taffare,  potes- 
"  sero  nell'animo  di  qualcheduno  essersi  formate  in  pregiuditio  della  sempre  illustre  sua  fami- 
"  glia,  e  manifestata  rinsussistenza  e  falsitk  dei  fatti  descritti  dal  fattionario,  si  verrk  sempre 
"  piu  a  confermare  nelle  mente  d'ognuno  la  somma  stima  della  medesima. 

30  "  Della  di  Lei  savissima  resoluzione  di  dare  alle  stampe  quanto  sopra,  e  dal  contesto  di 

"  sua  lettera,  parrebbe  potersi  ricavare  forse  che  Ella  fosse  nella  dispositione  di  volere  (doppo 
"  publicato  il  manifesto  contro  la  storia  suddetta)  di  volere  lasciare  publicare  questa  stampa 
"  gik  sospesa,  e  lasciare  correre  agl'  Interessati  la  sorte,  quale  non  pare  potesse  essere  fe- 
"  lice,  con  il  preventivo  di  Lei  manifesto  pubblicato,  che  sbatterebbe  affatto  la  fede  e  pregio 

35  "  della  stessa  storia.  Se  questo  fosse,  potrei  credere  fin  d'ora  Tultimazione  deiratfare,  do- 
"  vendo  in  tale  caso  cessare  ogni  ulteriore  pretensione  ed  instanza  delli  signori  Interessati 
"  sul  punto  del  dimandato  rimborso ;  ma  comandandomi  Ella  con  la  piu  obbligante  espres- 
"  sione,  della  quale  me  le  protesto  al  sommo  tenuto,  di  dirle  quale  sia  la  somma  del  preteso 
"  rimborso  per  le  spese  della  stampa  fino  al  tempo  deirordinata   sospensione  della   medema, 

40  "  ci6  mi  puone  troppo  in  dubbio  di  quanto  sopra,  e  di  prendere  abbaglio,  e  scostarmi  dal 
*  di  Lei  sentimento;  per  bene  pero  assicurarmi,  e  non  fare  alcun  passo  con  li  signori  Interes- 
"  sati,  che  non  sia  pienamente  coerente  alla  volontk  del  signor  Marchese  mio  signore  cugino 
"  padrone  colendissimo,  la  supplico  a  volermi,  nelli  termini   piii  chiari  e   precisi,  significare 


'  BiBUoTECA.  COMUNALB  deij.'Archiginnasio,  Fa-  '  Cf.  1,1  lcttera  della  marchesa  Albergati,  che  h  a\ 

scio  cit.,  n.  17.  n.  34  del  Fascio  cit. 


CVni;  PREFAZIONE 


"  la  sua  volontk,  ciofe  se  sia  di  lasciare  li  signori  Interessati  nella  libertk  di  publicare  la  nota 
"  storia,  doppo  sia  gik  publicata  la  confutatione  con  il  di  Lei  manifesto  (mentre  in  tale  caso 
"  sark  conveniente  ne  resti  compita  quest'edizione);  overo  sia  la  di  Lei  volontk,  che  la  stampa 
"  della  storia  suddetta  resti  sospesa  ed  inedita  come  al  presente  si  trova,  e  dare  Ella  alll  si- 
"  gnori  Interessati  il  rimborso  di  zecchini  cento  ottanta,  che  a  tanto  ascendono,  secondo  le  5 
"  informationi  prese,  le  spese  fatte  dalli  suddetti  sino  al  tempo  che  fu  sospeso  il  proseguimento 
"  della  stampa  di  detta  storia, 

"  Ecco  quanto  mi  do  ronore  di  significare  al  signor  Marchese   mio  signore    cugino  pa- 
"  drone  colendissimo ;  e  vivendo  con  desiderio  di  vedere  ultlmato  que8t'affare  con  piena  sua 
"  sodisfattione,  al  quale  fine  h  stato  e  sark  sempre  diretto  ogni  mio  operato,  la  supplico  ono-  10 
"  rarmi  di  pronta  sua  resposta,  ed  a  questa  uniti  li  venerati  suoi  comandi,  mentre  in  atten- 
"  tione  di  questi  e  di  quella,  mi  procuro  il  vantaggio  con  ogni  ossequiosa  stima  di  rassegnarmi 

"  Del  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 

"Lucca,  2  tnarzo  1759. 

"  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino       1 5 

"  cavaliero  Francesco  Antonio  Mansi  „.* 

11  Bentivoglio  gli  rispose  il  20  marzo  rifacendo  dalle  sue  origini  la  storia  del- 
l'avvenimento,  confermando  che  voleva  pubblicare  il  manifesto  che  gik  era  a  buon  punto 
e  alla  fine  aatorizzandolo  a  trattare  con  gH  interessati,  ai  quali  non  era  alieno  dal  dare 
qtcalche  cosa  a  sollievo  della  spesa,  quantunque  temesse  che  gli  editori,  in  mala  fede  come  20 
erano,  non  procedessero  poi  ad  una  stampa  alla  macchia  per  spillare  altro  denaro^;  ma 
poichfe  le  espressioni  adoperate  dal  Bentivoglio  erano  un  po'  dubbiose,  a  richiesta 
del  Mansi,  gli  riscriveva  ancora  nell'aprile  incaricandolo  espressamente  di  combinare 
il  compenso  in  una  modesta  cifra  ^. 

II  cavalier  Mansi  si  metteva  tosto  alI'opera  e  ne  dava  poi  conto  al  cugino:         25 

"  Signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 

"  Mancano  a  me  li  termini  adequati  a  potere  corrispondere  alle  tanto  geBtili  e  obbli- 
"  ganti  espressioni  con  le  quali  vengo  tanto  distintamente  onorato  dal  signor  Marchese  mio 
"signore  cugino  padrone  colendissimo  nell'ultimo  suo  foglio,  e  pero  non  posso  che  conte- 
"  starle  le  mie  pi{i  vive  obbligationi  e  presentamele  i  miei  pifi  sinceri  ringraziamenti.  30 

"  Nel  punto  di  quanto  le  awisai  che  qua  dicevasi  con  mia  pena  circa  il  non  essere  EUa 
"  in  resoluzione  di  pagare  le  spese  della  stampa  fino  al  punto  awisato,  attribuivasi  bensi  ad 
"una  specie  d'impegno,  reguardo  a  quanto  era  seguito  e  non  gik  ad  economia, 

"  Ho  inteso  con  tutto  il  piacere  che  per  estrema  bont^  sua  a  favorire  le  mie  gik  accu- 
"  sateli  premure,  per  cercare  modo  di  dare  fine  al  disgustoso  affare,  sia  resoluta  sborsare  una  35 
"  somma,  ma  non  gik  la  pretesa  dalli  signori  Interessati,  dandomi  Tautoritk  di  fissarla  con  sce- 
"mare  dalli  pretesi  180  zecchini  quel  tanto  crederd  conveniente:  stante  questo,  io,  che  mi 
"professo  al  sommo  tenuto  alla  sua  gentilezza,  non  ho  voluto  correre  il  risichio  di  troppo 
"  male  a  quella  corrispondere,  con  stabilire  cosa  alcuna,  senza  la  sicurezza  che  sia  di  piena 
"  sua  sodisfattione.  *" 

"  Ho  detto  alla  persona  che  carteggia  con  li  signori  Interessati,  che  se  per  ultimare  que- 
"  sta  pendenza  crede  possino  li  suddetti  quietarsi,  e  si  dia  fine  alFaffare  con  doversi  dal  si- 


>    BlBLIOTECA    COMUNAM  DBXL^ArCHIGINNASIO,  Fa-         SCio    cit.,    n.    37, 

fcio  cit.,  n.  35.  *  BlBLiOTECA  comunale  dell'Archiginnasio,  Fa-    5 

*  Bibliotkca  poMUNALE  dkll'Archiginnasio,  Fa-       scio  cit.,  n.  57. 


PREFAZIONE  CtX 


"  gnor  marchese  Bentivoglio  d^Aragona  100  zecchini,  credo  che  questo,  per  fare  a  me  una 
"  grazia  particolare,  condescendera  forse  a  sborsarli,  ma  che  cio  pero  dico  con  la  reserva  di 
"  aspettare  resposta  se  di  ci6  sia  il  signor  Marchese  contento  di  fare.  La  persona  suddetta 
"  mi  ha  detto,  che  non  potendo  arbitrare,  scriverk  alli  signori  Interessati,  e  giunta  la  resposta, 
5  *  a  me  la  parteciperk.     Quanto  sopra  tutto  fe  noto  a  questi  nostri  signori,  alli  quali  dal  Su- 

*  premo  consiglio  ^  stato  appoggiato  Taffare,  e  si  come  a  questi  fe  stato  a  me  necessitk  di 
"  porre  sotto  Tocchio  Tultima  lettera  gentilissima  del  signor  Marchese  mio  signore  cugino 
"  padrone  colendissimo,  sono  essi  intesi  della  libertk  che  Lei  mi  dk  di  iissare  la  somma  con 
"  scemarla  dalla  awisata  pretensione,  e  so  ancora  che  ci6  lo  sa  la  persona  suddetta  che  carteggia 

10  "  con  li  signori  Interessati;  ma  con  tutto  questo,  mi  sono  dichiarato  che  io  non  voglio  estendermi 
"  a  maggiore  offerta  e  sempre  con  la  reserva  sopra  notata,  essendo  la  suddetta,  per  quanto  si 
"  conosce,  quella  da  cui  h  bene  inteso  delFaffare. 

'  Intanto  che  venga  la  resposta  dalli  signori  Interessati,  attendero  sapere  da  Lei  se  sia 

*  contenta  fare  lo  sborso  delli  cento  zecchini,  per  potere  fissare,  in  caso,  che  li  signori   In- 
15  "  teressati  awisino  di  restare  con  ci6  contenti  ad  intera  ultimazione  deiraffare.     Quanto  alla 

"  stampa,  questa  non  sortirk  alla  luce  in  qualunque  modo  termini  Taffare ;  ma  questi  signori 
"  mi  dicono  che  reguardo  al  manuscritto  del  Ghilardacci,  che  pure  e  in  loro  mano,  venendo 
"  richiesto  dalli  signori  Interessati,  come  pare  certo  seguira,  si  trovano  in  grado  di  non  po- 
"  terle   negare   la   consegna,   non   credendo  giusto   il   poterlo   ritenere.    Havendo   cio   inteso, 

20  "  credo  mio  dovere  il  ci6  parteciparle,  e  nel  tempo  stesso  mi  prendo  la  libertk  dirle  che,  per 
"  mio  sentimento,  ne  procurerei  Tacquisto,  se  cio  potesse  riuscire,  per  levare  il  modo  venisse 
"  altrove  ritentata  la  stampa.  Quale  possa  essere  il  prezzo  del  manuscritto,  io  potr6  saperlo, 
"  con  dimandarlo,  in  caso  che  Lei  creda  opportuno  di  procurarne  Tacquisto ;  ed  allora  potr6 
"  accusargliene  la  notizia.     Dissi  per  levare  il  modo  si   tentasse  altrove   la  stampa,  nel   sup- 

25  "  posto  che  siavi  questo  solo  manuscritto,  non  potendo  io  con  sicurezza  sapere  se  altri  ve 
"  ne  siano  in  Bologna  o  altrove.  Ecco  quanto  mi  do  Tonore  di  significarle  per  resposta  alla 
"  stimatissima  sua,  e  farle  noto  Toccorrente  di  quanto  presentemente  conceme  airaffare. 

"  Vivendo  sempre  con  desiderio  vivo  di  godere  il  pretioso  vantaggio  di  suoi  comandi, 
"  per  sempre  piil  contentarla  neireseguirli,  quanto  mi  conosca  tenuto  alla  sovrana  sua   gen- 

30   "  tilezza,  con  vivo  ossequio  mi  rassegno 

"  Di  Lei,  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 

"  Lucca,  i8  maggio  1759. 

"  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino 
"  cavaliero  Francesco  Antonio  Mansi  „'. 

35  -La  risposta  non  si  fece  attendere.  Ormai  anche  il  Bentivoglio  dimostrava  di  vo- 
lere  entrare  risolutamente  nella  vera  strada: 

"  Signor  cavaliere  Francesco  Antonio  Mansi, 

"  Lucca. 

"  Sono  penetratissimo  della  generosa  compitezza  colla  quale  il  signor  Cavaliere  mio  si- 
"  gnor  cugino  padron  colendissimo  si  compiace  di  onorarmi  nel  pregiatissimo  suo  foglio  dei  18 
40  "  del  cadente,  nfe  8apr6  mai  renderle  bastevoli  grazie. 

"  Dacchfe  ho  a  Lei  dato  pienissimo  arbitrio  di  stabilire  la  somma  a  favore  dei  signori 
"  Interessati  alla  stampa  del  Ghirardacci,  Ella  poteva  servirsi  nelle  misure  che  a  Lei  piace- 
"  vano,  senza  che  vi  fosse  bisogno  di  altra  mia  approvazione.  Su  questo  particolare  la  mia 
"  volontk  non  h  che  la  sua,  e  se  ha  creduto  bene  di  offerire  cento  zecchini,  io  entro  seoza 


I 


'    BlBLIOTBCA   COMUMALE  DEt.L'ARCHIGIKKASIO,  Fa-         Scio    clt.,    n.    67. 


CX  PREFAZIONE 


"  esitare  nel  di  lei  disegno,  e  approvo  ciecamente  Tofferta  da  Lei  fatta,  alla  quale  sark  da  me 
"  opportunamente  compiuto. 

"  Una  sola  cosa  permetta  che  io  aggiunga  intomo  al  destino  dei  fogli  stampati,  che  se- 
"  condo  fu  detto  in  prima  dal  signor  Venturini  erano  per  1060  esemplari.  Se  convengono 
"  quei  signori  di  accettare  il  danaro  da  Lei  offerto,  io  debbo  pure  avere  i  fogli  stampati,  per  5 
"  la  soppressione  de'  quali  il  danaro  si  sborsa.  Bench^  per6  EUa  non  mi  parli  di  cio,  trattasi 
"  di  una  condizione  si  necessaria  in  questo  contratto,  che  mi  figuro  sark  gik  stata  da  Lei  con- 
"  siderata,  e  di  cui  non  pu6  nascere  difficoltk. 

"  Trovo  opportunissimo  che  le  mie  deliberazioni  siano  state  partecipate  da  Lei  a  cotesti 
"  signori  a'  quali  dal /Supremo  Consiglio  6  stato  appoggiato  Taffare.     E  siccome  non  ho  mai  10 
"  dubitato  del  primiero  loro  impegno,  prendo  maggior  coraggio  ch'  Essi,  con  quella  giustizia 
"  che  loro  fe  naturale,  vorranno  ora  garantirmi  con  risolutezza  da  nuove  molestie. 

"  Veggo  anch'io  che  non  si  pu6  a  buona  ragione  negare  la  restituzione  di  cotesto  ma- 
"  nuscritto,  n^   ci6  mi   dk  il  minimo   fastidio  per   Timpegno  in  cui  h  colla  Santit^  di  N.  S. 
"  il  proprietario  di  esso.     E  qui  6  pregata  di  avere  la  sofferenza  ch'io  le  spieghi  come  stia  15 
"  la  facenda. 

"  II  signor  marchese  Giuseppe  Davia  in  una  sua  lettera  al  signor  cardinale  Torrigiani 
"  segretario  di  Stato,  data  dei  7  novembre  delFanno  scorso,  dicesi  ingenuamente  padrone  del 
"  manuscritto  suddetto.  E  siccome  su  questo  punto  aveva  dal  signor  cardinale  legato  di 
"  Bologna  intesa  la  volonta  di  N.  S.,  si  credette  in  necessitk  di  scrivere  al  signor  cardinale  20 
"  segretario  di  Stato  ch'  Egli  aveva  prestato  il  manuscritto  al  signor  Venturini  da  leggere, 
"  il  quale  si  prese  la  libert^  di  stamparlo  contro  Tespressa  intenzione  del  cardinale.  Ne  ven- 
"  nero  in  seguito  le  mie  rimostranze  alla  corte  di  Roma  e  Timpegno  di  questa  alla  suppres- 
"  sion  della  stampa.  Per  la  qual  cosa  indotto  il  signor  Marchese  a  scrivere  al  fu  signor  cardi- 
"nale  Archinto,  confessa  di  avere  segnata  la  lettera  seaza  considerarla,  per  cui  nebbe  da  25 
"  Sua  Eminenza  un'amara  risposta.  Aggiunge  che  se  non  era  lesto  il  signor  Venturini  fa- 
"  cevagli  la  stessa  scena  con  cotesto  augusto  senato.  Voleva  pure  il  Venturini  che  il  signor 
"  Marchese  stendesse  un  documento  per  cui  apparisse  interessato  in  detta  stampa,  lo  che  dal 
"  cardinale  fu  negato,  e  piccato  anzi  per  tutto  ci6  contro  del  Venturini,  scrisse  a  Lucca  al 
"  signor  senatore  Mutroni,  che  sebbene  il  Venturini  spacciasse  in  contrario,  egli  per6  prote-  30 
"  stava  di  non  avere  in  detta  stampa  il  minimo  impegno,  confidava  al  suddetto  signor  sena- 
"  tore  questo  suo  sentimento,  pregandolo  pero  che  a  riserva  di  lasciare  che  fosse  prestato  il 
"  di  lui  nome  in  questo  affare,  lasciasse  che  la  Repubblica  determinasse  cio  che  credeva,  senza 
"  che  fosse  palesa  la  contrarieta  sua  alla  stampa,  per  non  inimicarsi  il  Venturini.  Dopo  tutte 
"  queste  cose,  persistendo  il  signor  Venturini  a  spacciare  che  il  signor  Marchese  era  interes-  35 
"  sato  ed  impegnato  nella  stampa,  protesta  il  cavaliere  a  detto  eminentissimo  cAe  fremendo- 
"  gli  di  non  smembrare  dalla  libreria  il  manuscritto,  avcva  -prese  le  misure  -per  assicurarlo 
"  e  riaverlo,  Tutto  questo  che  mi  sono  dato  l'onore  di  esporle,  il  signor  marchese  Davia  preg6 
*  Sua  Eminenza  di  rassegnarlo  alla  Santitk  Sua.  Sicchfe  veda  il  signor  CavaUere  mio  signore 
"  cugino  padrone  colendissimo  che  io  non  ho  ragione  di  temere  per  conto  di  questo  manu-  40 
"  scritto,  non  essendo  mai  presumibile  che  un  cavaliere  manchi  ali'impegno  contratto  col  suo 
"  sovrano.  lo  suppongo  dunque  che  sara  il  manuscritto  restituito  al  signor  Marchese  che  se 
"  ne  protesta  il  solo  padrone.  Sono  bene  tenuto  al  maggior  segno  alla  di  Lei  bonta  che  si 
"  manifesta  con  tanto  zelo  per  le  mie  convenienze 


1 

5»    • 


Stavolta  il    cavalier  Mansi   tard6  assai    piii  del  solito   a  rispondere;    come  sopra  45 
h  detto,  egli  si  era  impegnato   di  intendere  dagli    interessati  se  erano    contenti   della 


•  BlBLlOTECA  COMUNALB  dell'Archioinnasio,  Fa-      scio  cit.,  n.  68;  38  maggio  1759. 


PREFAZIONE  CXI 


cifra  proposta    di    100    zecchini.     II    ritardo   parve    al    marchese    "  misterioso  „    e    si 
pose  a  dubitare  di  nuovo    di  tutto  e  di    tutti,  e  scrisse    alla  sorella    di  sollecitare  il 
piti  possibile  la  compilazione  del  manifesto,  unica  arca  di  salvezzal^ 
Ma  la  risposta,  invero  non  in  tutto  gradita,  venne: 

5  "  Signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 

"  Al  pregiatissimo  foglio  del  signore  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 
"  diedi  riscontro  di  ricevuta  lo  scorso  giugno,  ma  non  potei  dare  resposta  alli  punti  deiraf- 
"  fare,  trovandomi  allhora  in  cura  alli  nostri  bagni,  e  pero  fuori  di  portata  a  potere  parlare 
"  con  chi  m'era  necessario,  come  ne  resi  Ella  intesa,  per  non  comparire  mancante  al  pre- 
10  "  ciso  mio  dovere  di  continuare  a  servirla.  Ritomato  in  citta,  ho  subito  ripreso  Taffare  per 
"  procurare  con  ogni  premura  la  desiderata  conclusione,  accio  si  tolga  a  Lei  questo  grave 
"  disturbo.  Sono  sensibilissimo  alla  bont^  somma  con  la  quale  mi  onora  in  espressioni  le  pivi 
"  obbUganti,  aderendo  generosamente  a  compire  alli  cento  zecchini  da  me  offerti ;  e  cio  f a 
"  che  tanto  piu  soffra  io  di  pena,  nel  vedermi  obbligato  a  dirle,  che  con  tale  somma  nou 
15"  possiamo  accordarsi.  Con  generosa  obbligante  gentilezza  Lei  mi  dk  tutta  la  liberta,  per 
"  ultimare  Taffare,  di  lissare  la  somma  da  me  creduta  doverosa;  ma  siccome  io  crederei  di 
"  troppo  male  corrispondere  con  valermene  liberamente,  non  ho  voluto  accrescere  senza  prima 
"  havere  il  di  Lei  consenso. 

"  Posso  dirle   che  la   spesa  fatta   dalla  stamperia   ascende  a  zecchini  centosettantasette, 
20  "  come  ho  conosciuto  non  solo  dalli  attestati  di  persone  degne  di  fede  e  dalli  conti  esibiti, 
"  ma  dalla  scrittura  stessa  dal  negozio  della  stamperia.     Per  assicurarmi  non  esservi  minima 
"  altera?;ione  sul  prezzo  delli  fogli  stampati,  ho  segretamente  fatto  questi  esaminare  da  per- 
"  sona  intendentissima  in  tale  materia,  degnissima  di  tutta  la  fede  e  fuori  d'ogni  eccettione: 
"  ed  havendomi  questa  assicurato  non  esservi  assolutamente  !a  minima  alterazione  sul  prezzo, 
25   "  posso  io  con  franchezza  a  Lei  assicurarlo.     Stante  quanto  sopra,  b  costante  mio  sentimento 
"  che  possino  alli  cento  zecchini  aggiungersene  trenta,  e   con  la  somma   di  130  zecchini   in 
"  tutto  ultimarsi  Taffare,  con  un  defalco  ragionevole  gia  da  Lei  ordinatomi,  e  clie  tale,  cosi 
"  facendo,  io  lo  giudico,  e  che  si  fa  sopra  la  spesa  reale  fatta  dalla   stamperia,  come  sopra 
"  notata.     Se  poi  si  dasse  il  caso  (che  contiiigibile  non  credo)  che  U  signori  Interessati  non 
30   "  volessero  di  ci6  esser  contenti,  io  non  dar6  piu  orecchio  ad  altre  propositioni,  n^  saro  piii 
"  molesto  al  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  con  avvanzarle  nuove 
"  premure  per  fare  aumento  maggiore ;  e  se  lo  faccio  adesso  si  e  non  solo   perchfe  conosco 
"  sempre  piu  con  sicurezza  la  spesa  sopradetta  realmente  fatta  dal  negozio  della  stamperia,  che 
"  troppo  soffrirebbe  di  danno  se  almeno  della  medesima  non  fosse  nella  maggiore  parte  rein- 
35  "  tegrato ;  ma  perchfe  un  tale  passo  f arh  sempre  piu  conoscere  il  di  Lei  animo  generoso,  con 
"  il  quale,  havendo  data  a  me,  per  farmi  una  grazia  assai  particolare,  di  che  le  vivr6  sempre 
"  obbligato,  la  Uberta  di  accordare  la  somma  giudicato  doverosa,  ha  quello  qua  ricevuto  tanto 
"  di  lode  bene  distinta. 

"  Circa  il  punto  di  ritirare  li  fogli  stampati  per  1060  esemplari,  io  ne  le  motivai  cosa 
40  "  alcuna,  essendo  circostanza  che  necessariamente  intendevasi  indusa  di  ritirarU  tutti  in  mia 
"  mano,  avanti  f  osse  consegnato  il  danaro  che  restasse  accordato  e  da  Lei  qua  rimesso ; 
"  perch6  altrimente  si  sarebbero  sacrificati  i  mezzi  senza  ottenere  il  fine :  anzi  resultando 
"  dalli  conti  di  spesa  fatta  dalla  stamperia  ricavati  dalla  scrittura  della  medesima  il  numero 
"  sopranotato  dei  fogli,  sark  mia  cura,  se  da  Lei  verrh  accordata  la  somma  suddetta,  di  fame 
45  "  diUgente  rincontro  e  ritirarU  in  mia  mano  a  dispositione   degrordini   si  compiacera  in  ap- 


'   BlBLIOTECA  COMUNALE  DBLL^ARCHIGimrASIO,  Fa-         scio   cit.,    n.   84, 


CXU  PREFAZIONE 


*  presso  avvanzarmi ;  e  ci6  avanti  che  sia  f atto  lo  sborso  del  denaro  in  mano  a  chi  agisce  f>er 
"  conto  delli  signori  Interessati,  alli  quali  sark  restituito  il  manuscritto  nel  tempo  stesso ;  in- 
"  torno  al  quale  ho  inteso  volentieri  quello  mi  ha  onorato  avvanzarmi,  da  che  si  ricava  non 
"  havere  EUa  certo  ragione  di  temere  per  questa  parte.  Ecco  quanto  mi  do  il  vantaggio  di 
"  dire  al  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  che  supplico  condonare  5 
"  il  tedio  di  mia  prolissitk,  benchfe  necessaria  a  compire  di  resposta   alla  veneratissima   sua. 

"  In  attentione  vedermi  onorato  di  ulteriori  suoi  comandi,  con  riscontro  di  quanto  sopra, 
"  per  poterla  a  norma  di  quelli  ubbidire,  con  pienezza  di  stima  ed  ossequio  mi  rassegno 

"  Del  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 

"  Lucca,  25  luglio  1759.  10 

"  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino 
"cavaliero  Francesco  Antonio  Mansi  „'. 

II  marchese  Bentivoglio,  per  consiglio    specialmente  della    sorella  ^,  acconsentl   a 
questo  nuovo  sacrificio,  e  scrivendo  al  Mansi  si  dichiard  pronto  a  pagare  l'ulteriore 
somma  richiesta:  non  gli  pareva    vero  di  uscire    finalmente  da  una    faccenda  che    lo  15 
teneva  in  gravi  apprensioni  da  ben  tre  anni. 

Ma  quale  non  fu  la  sua  sorpresa  quando,  alla  metk  di  settembre,  ricevette  dal 
cugino  quest'altra  lettera,  che  davvero  non  si  aspettaval 

"  Signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo, 

"  Accuso  la  ricevuta  della  stimatissima  sua,  con  la  quale  si  h  compiaciuto  avvanzare  alla  20 
"  mia  25  luglio  la  resposta  tutta  espressa  con  termini  al  sommo  obbliganti;  effetto  tutto  del 
"  gentilissimo  animo  suo;  e  per  li  quaU  me  le  professo  al  sommo  tenuto. 

"  Dal  padre  Sebastiano  eremita  di  Camaldoli,  ricevvi  da  Firenze  con  lettera  data  18  ago- 
"  sto,  avviso  di  dovere  pagare  a  me  centotrenta  zecchini  per  ordine  ricevuto  dal  signor  Mar- 
"  chese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  e  io  li  resposi  tenesse  in  sua  mano  li  sud-  25 
"  detti,  che  grhaverei  in  appresso  avvisato  come  e  quando  doveva  rimettermeli. 

"  Con  r  ultima  mia  Le  awisai  che  aderendo  Ella  allo  sborso  di  centotrenta  zecchini,  non 
"  haverei  io  certamente  awanzata  maggiore  offerta  per  ultimazione  delFaffare,  e  non  haverei 
"  awanzate  a  Lei  nuove  premure  per  aumento,  e  tale  era  la  mia  determinazione.  Habbia 
"  adesso,  La  prego,  la  sofferenza  di  qui  leggere  quanto  segue.  30 

"  Le  sue  lettere,  come  gik  Le  avvisai,  ho  dovuto  io  sempre  porle  sotto  Tocchio  di 
"  questi  signori  destinati  dal  Senato  per  Taffare  della  nota  stampa  sospesa.  Hanno  questi 
"  rilevato,  dalle  generose  e  gentilissime  sue  espressioni  per  favorire  le  preghiere  da  me  av- 
"  vanzateli,  che  rimettendo  a  me  assolutamente  la  libertk  di  fissare  la  somma  di  danaro,  che 
"  credevo  dovuta  alli  signori  Interessati,  non  dovevo  io  mai,  doppo  essere  stato  accertato  35 
"  della  spesa  f  atta  dalli  signori  Interessati  alla  stampa  di  zecchini  cento  e  settanta  per  li 
"  fogli  stampati  fino  airordine  di  sospendersi  la  stampa,  dare  defalco  nissuno  a  tale  somma, 
"  che  realmente  costa  essere  stata  spesa,  e  che  io  dovevo,  o  fissare  il  pagamento  totale  della 
"  spesa  fatta  dalli  suddetti,  overo  lasciare  al  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  co- 
"  lendissimo  la  resolutione,  che  non  dubitano  sarebbe  certo  stata  di  f  are  lo  stesso,  doppo  che  40 
"  da  me  era  stato  assicurato  essere  stata  tale  la  spesa, 

"  Stante  quanto  sopra,  cadeno  adesso  sopra  di  me  tutte  la  doglianze,  venendo  io  rico- 
"  nosciuto  come  causa  che  non  venga  corrisposto  al  giusto  totale  rimborso,  e  causa  di  non 
"  potersi  terminare  Taffare. 


'    BlBLIOTECA  COMUNALK  DKLL'ArCHIGINNASIO,   i^fl-  *   BlBUOTKCA   COMUNAI.K  DELL'ARCmGIKNAS10,  J^a- 

$cio  cit.,  n.  90.  ^cio  cit.,  n.  86. 


PREFAZIONE  CXIII 


"  Non  dubito  che  Lei  sark  bene  persuaso  quanto  il  sopra  espresso  ca^oni  a  me  d'ama- 
"  rezza  e  d' inquietudine,  e  perb  mi  trovo  in  necessitk  di  disturbarla  nuovamente  con  suppli- 
"  carla  favorirmi  di  sua  lettera,  con  la  quale  niente  motivi  di  quanto  sopra  le  ho  espresso, 
"mentre  detta  lettera  doverb  consegnarla  come  le  altre;  ma  solo  mi  dica  che  quando  cre- 
5  "  deva  con  li  130  zecchini  rimessi  ultimato  Taffare,  riceve  mia  lettera  con  la  quale  le  awanzo 
"  le  mie  calde  premure  per  il  totale  pagamento,  mostrandole  che  havendo  io  fatto  nuove  ri- 
"  flessioni  alFaffare,  essendo  accertato  della  spesa  seguita  di  zecchini  centosettanta,  parmi 
"  non  si  possa  da  me  fare  defalco  nissuno,  e  che  ne  rimettevo  al  di  Lei  animo  generoso  la 
"  resolutione,  della  quale  attendevo  con   impatienza  riscontro.     Detto  quanto   sopra,  la   sup- 

10  "pUco  in  seguito  dire  quello  haver^  resoluto,  accio  possa  io  fare  leggere  il  testo  della  sua 
"  lettera  alli  signori  suddetti. 

"  Se  per  terminare  finalmente  Taffare  (che  Dio  conceda)  ed  evitare  al  signor  Marchese  mio 
"  signore  cugino  padrone  colendissimo  ulteriori  inquietudini,  e  levare  a  me  Tamarezza  mi  viene 
"  cagionata  per  quanto  sopra  ho  espresso,  risolvesse  di  compire  al  pagamento  totale  delli  zec- 

15  "  chini  suddetti  170,  La  supplico  spiegare  nella  sua  lettera,  di  havere  ci6  resoluto  per  fare  a  me  la 
"  grazia  di  aderire  alle  suddette  ulteriori  mie  nuove  premure  awanzateH ;  e  che  per6  da  or- 
"  dine  alli  padri  di  Camaldoli  suoi  affittuari  di  fare  giongere  in  mia  mano.  oltre  li  zecchini  130, 
"  altri  40  al  compimento  delli  170:  ci6  resolvendo,  per  non  perdere  tempo  a  terminare  un  af- 
"  fare  che  tanto  a  Lei  ha  dato  di  disturbo,  potrk  avvanzare,  nel  tempo  stesso  che  a  me  scrive, 

20  "  Tordine  alli  padri  suddetti  di  compire  e   rimettermi  in  tutto    zecchini  cento   settanta. 

"  Quanto  alli  fogli  stampati  per  mille  sessanta  esemplari,  sia  pure  sicuro,  che  fino  che 
"  questi  non  siano  consegnati  in  mia  mano,  non  sark  certo  da  me  sborsato  il  danaro  che 
"  Lei  mi  haverk  rimesso ;  e  ci6  seguito,  La  render6  del  tutto  intesa,  per  attendere  li  suoi  or- 
"  dini  a  disporre  delli  fogli  sudetti. 

25  "  Supplico  di  benigno  compatimento  se  tanto  La  disturbo;  ma  sono   stato   necessitato  a 

farlo  per  grincidenti  prodotti  dairaffare  troppo  scabroso.  M'onori  della  continuatione  di 
"  sua  padronanza,  essercitando  quella  verso  di  me  con  farmi  godere  di  nuovi  suoi  comandi. 
"  Con  il  piu  vero  ossequio,  mi  rassegno. 

"  Di  Lei  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 

30  "  Lucca,  lo  settembre  i7S9' 

"  devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino 
"  cavaliero  Francesco  Antonio  Mansi  „'. 

Gli  interessati    avevano  appena    diminuiti    dieci   zecchini  da  quelli   domandati  da 
principio  e  sui   170  stettero  irremovibili :  fu  giocoforza  cedere,  e  il  povero  marchese 
;35  Guido,  a  cui  non  pareva  vero  di  finirla,  li  mand6  senz'altro. 

II  cavalier  Mansi  gliene  dava  ricevuta  con  questa  del  novembre: 

"  Signor  Marchese  mio  signor  cugino  padrone  colendissimo, 

"  Ricevvi  ieri  7  corrente  la  stimatissima  del  signor  marchese  mio  signore  cugino  pa- 
"  drone  colendissimo  data  6  del  caduto  ottobre,  e  con  questa  riscontro  alla  mia  10  settembre. 

40  "  Gia  dal  padre  Sebastiano  eremita  di  Camaldoli  sono  stati  pontualmente  pagati  per  mio 

"  conto  in  Firenze  centosettanta  zecchini,  a  tenore  deirordine  da  Lei  avvanzatoli;  e  con  tale 
"  pagamento  vedo  terminato  un  affare,  che  tanto  Le  ha  cagionato  di  disturbo.  Sia  per6  per- 
"  suaso  il  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo,  che  fissa  fu  la  mia  de- 
"  terminazione  di  non  accordare  che  li  primi  cento  zecchini  offerti ;  e  che  se  le  contingenze 

45  "  in  cui  mi  sono  trovato  di  non  potere  vedere,  senza  Taggiunta  del  resto,  terminato  Taffare, 


BlBLIOTECA  COMUKAI.E  OBLL'ARCHIOimTASIO,  Fa-         Scio    clt.,    n.   98. 

T,  xxxin,  p.  I  —  A 


CXIV  PREFAZIONE 


*  anzi  di  vedersi  andare  incontro  alla  continuatione  d'  inquietudini,  non  m'  havesse  obbligato 
"  con  il  di  Lei  consenso  ad  accordare  di  piu,  k  certo  che  non  mi  sarei  mosso  dalla  prima 
"  determinazione. 

*  Resta  adesso  necessario  Ella  si  compiaccia  avvisarmi  come   devo  disporre   delli   fogli 
"  stampati  per  mille  sessanta  esemplari,  che  a  me  saranno  consegnati  nell'atto  del  pagamento     5 
"  delli  zecchini  1 70,  acci6  possa  io,  a  tenore  delli  suoi  ordini,  renderla  eervita. 

"  Protestandomi  alla  sua  somma  gentilezza  in  estremo  tenuto,  con  renderle  che  faccio 
"  li  piii  vivi  ringraziamenti  per  le  obbliganti  espressioni  con  le  quali  mi  ha  onorato,  La  sup- 
"  plico  farmi  godere  il  pregiato  vantaggio  di  nuovi  suoi  comandi,  mentre  con  pienezza  di 
'  vera  stima  e  solito  ossequio  mi  rassegno  10 

"  Del  signor  Marchese  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo 

"Lucca,  9  novembre  1759. 

devotissimo,  obbligatissimo  servitore  e  cugino 
cavaliero  Fr ancbsco  Antonio  Mansi  „  *. 

Siamo  verso  la  conclusione.  II  marchese  Guido  pensava  al  modo  migliore  di  far  15 
venire  a  Bologna  1  fogli  stampati  dalle  1060  copie  del  terzo  tomo  del  Ghirardacci, 
e  avendo  inteso  che  c'era  una  comunicazione  diretta  da  Lucca  a  Bologna,  senza  toc- 
care  Firenze,  pregb  la  marchesa  Albergati  ad  avvertirlo  del  mezzo  piij  sicuro  e  meno 
dispendioso.  Le  raccomandava  poi  che  alla  dogana  non  venisse  aperta  la  cassa  e  non 
fbssero  letti  i  fogli  delI'opera  incriminata,  che  se  ci6  non  fosse  stato  possibile  e  la  cassa  30 
dovesse  aprirsi,  procurasse  la  marchesa  che  fbsse  presente  una  persona  di  fiducia  che 
sorvegliasse  il  tutto  ^. 

II  7  dicembre  poi  il  marchese  scriveva  al  Mansi  per  le  ultime  fbrmalitk  della 
spedizione;  e  con  questa  breve  lettera  termina  I' interessante  e  curioso  carteggio. 

"  Voglio  supporre  che  il  signor  Cavaliere  mio  signore  cugino  padrone  colendissimo  abbia  25 
"  ricuperati  i  fogli  per  1060  esemplari  della  consaputa  edizione.  Sono  per6  a  pregarla  di 
"  spedirmene  tosto  una  sola  copia  per  la  posta  in  dirittura  in  un  rotoletto  alla  mia  direzione, 
"  e  le  altre  1059  ben  imballate,  perch6  non  patiscano,  si  compiacerk  mandarle  per  qualche 
"  vetturale  o  mulatiere  a  Bologna,  dirette  ai  signori  Landi  e  Roncadelli  spedizionieri  colk. 
"  lo  poi  avT6  cura  di  ricuperare  la  balletta  da  Bologna.  Scusi  il  signor  Cavaliere  mio  si-  30 
"  gnore  cugino  questo  nuovo  disturbo  che  le  reco  „^. 

DeII'accordo  furono  contenti  tutti  i  famigliari  del  marchese  Bentivoglio,  ma  spe- 
cialmente  la  marchesa  Eleonora  sua  sorella;  la  quale  ebbe  un'idea,  secondo  lei  lu- 
minosa,  che  subito  si  affrettb  a  comunicare  al  fratello.  , 

Poichfe  ormai  tutti  i  fogli  erano  o  stavano  per  venire  in  possesso  del  marchese  35 
Guido,  e  colla  stampa  si  era  giunto  cosl  innanzi  da  potersi  considerare  quasi  termi- 
nata  I'opera,  perchfe  non  continuarla  a  proprie  spese  sino  alla  fine?  Naturalmente  do- 
vevano  essere  religiosamente  tolti  tutti  quei  passi  che  erano  stati  la  causa  di  una  cosi 
lunga  fatica:  in  tal  modo  si  contentavano  coloro  che  volevano  veder  pubblicata  I'opera, 
e  nello  stesso  tempo  dalla  vendita  dei  volumi  si  sarebbe  reintegrata  la  spesa  sostenuta.  40 


'    BlBLIOTKCA    COMUNALE  DELL^ArCHIGINNASIO,  J^a-         SCtO    cit.,    n.    Io8. 
SCio    Cit.,    n.    102.  ^    BIBLIOTECA  COMUNALE  DELL'ARCHIGIiarASIO,  F^a-     S 

'    BlBHOTECA   COMUNALE  DELL'ARCH1GINNAS10,  i^B-  scio   cit.,    n.    III. 


PREFAZIONE  CXV 


Mentre  saggie  erano  state  tutte  le  proposte  e  i  consigli  della  marchesa  Alber- 
gati,  questa  non  parve  tale  (e  non  era  davvero)  al  marchese  Guido.  Era  un  tornare 
a  destare  una  questione  noiosa  che  stava  assopendosil  Molto  opportunamente  perci6 
si  opponeva  il  Bentivoglio,  e  molto  giuste  ci  sembrano  le  ragioni  che  egli  adduceva: 

5  "  Ho  esaminato  il  suggerimento  del  vostro  segretario  toccante  Tedizione  del  Ghirardacci, 

"  ma  non  credo  di  doverlo  abbracciare  pei  seguenti  riflessi.  Ho  sempre  detto  a  Lucca  che 
"  non  era  permettere  giammai  quella  stampa  per  Timpegno  che  me  n'ero  fatto,  e  non  mai 
"  perchfe  temessi  di  non  potere  smentire  le  imposture  di  queirautore,  mediante  le  prove  auten- 
"  tiche  che  tenevo  presso  di  me.     Se  ora  facessi  continuare  la  stampa,  levandone  pero  tutto 

10  "  quello  che  non  b  di  convenienza  di  nostra  casa,  direbbero  che  non  ho  poi  le  prove  decan- 
"  tate,  se  mi  riduco  a  fare  io  stesso  una  edizione  mutilata  per  sottrarre  al  pubbUco  la  pre- 
"  tesa  veritk.  Aggiungete  che  potrebbe  darsi  che  a  Lucca  non  si  volesse  compiere  per  mio 
"  solo  conto  quella  stampa,  oltre  il  dovere  fidarsi  di  altri  per  essa  in  paese  lontano  ed  in 
"  cosa  si  gelosa.     E  quand'anche  si  facesse,  chi  pu6  tenere  un  maligno,  che  non  esca  in  campo 

15  "  con  un  foglio  stampato,  che  contenga  le  omissioni,  che  si  fossero  da  noi  fatte,  e  sotto  que- 
"  sto  titolo  le  dia  al  pubblico  ?  Ora  specialmente,  che  da  molti  si  sa  il  maneggio  nostro  per 
"  impedirne  la  prima  stampa  ?  Parmi  pertanto  miglior  partito  il  preparare  tutto  cio  che  possa 
"  servire,  occorrendo,  a  difendere  la  nostra  causa;  e  se  mai  venisse  talento  a  qualcheduno  di 
"  stampare  il  Ghirardacci,  potremo  dar  in  luce  tutto  ci6  che  pu6  evidentemente  dimostrare 

20  "  l'impostura.  Per  questo  vi  prego  continuare  le  vostre  premure  al  signor  Montefani,  perch6, 
"  allestito  che  avremo  il  bisogno,  saremo  quieti  in  ogni  evento.  Scrivo  ci6  non  ostante  a 
"  Lucca,  che  mi  si  mandi  per  la  posta  una  copia  sola  dei  fogli  stampati,  per  vedere  sin  dove 
'  sia  arrivata  1'edizione,  ed  il  rimanente  commetto  che  sia  in  una  balla  indirizzato  a  codesti 
"  signori  Landi  e  Roncadelli,  secondo  voi  mi  scrivete  „ '. 

25  Delle   1060  copie  che  si  erano  tirate  del  volume,  una,  come  vedemmo,  fu  man- 

data  direttamente  per  posta  al  marchese  Guido  Bentioglio  a  Ferrara;  al  quale  non 
pareva  vero  di  vedere  il  corpo  del  reato  e  riscontrare  sulla  stampa  i  passi  che,  se- 
condo  lui,  tornavano  di  disdoro  alla  famiglia  sua.  Le  altre  1059  furono  spedite  a 
Bologna  e  quindi  distrutte. 

30         La  vera  strage  degli  innocenti! 

L'unica  copia  superstite  rimase,  trofeo  della  vittoria,  nelI'archivio  di  famiglia  in 
Ferrara;  ma  a  un  certo  tempo,  non  si  sa  quando,  uscl  di  lii  e  dopo  un  vago  cam- 
mino  pervenne  a  Bologna,  dove  fu  acquistata  nel  1860  per  la  Biblioteca  comunale 
dal  solerte  dottor  Luigi  Frati,  allora  bibliotecario  dell'Archiginnasio. 

35  E  un  volume  in  foglio  di  55   quaderni  duerni  tutti    sciolti,  con   numerazione    da 

p.  1  a  p.  440  e  con  le  segnature  A-Iii.  Le  pagine,  assai  marginose,  hanno  53  linee, 
Ik  dove  sono  complete.  La  filigrana  fe  ali'estremitk  del  foglio  e  consiste  nelle  tre 
lettere  AMG.  11  volume  non  h  completo;  ma  fe  quasi  certo  che  qui  si  trova  tutto  il 
pubblicato.     Mancano  del  testo  alcuni  pochi  fogli  in  fine,  e  inoltre  l'indice  e  il  fron- 

|40  tespizio  e  i  preliminari.     La  narrazione  arriva  insino  alFanno    1508,  e  precisamente 
all'elenco  di  quei  Bolognesi  che  furono  multati  di  denaro  dal  cardinal  legato,  1'  ultimo 


•  BiBUOTECA  coMxnTALE  dkll'Archiginnasio,  Fa-      sdo  cit.,  n.  iio.  Vedi  pagina  precedente,  11.  35-31. 


CXVI  PREPAZIONE 


dei  <juaH,  in  fondo  alla  p.  440,  fe  Petronio  Spagnolo.     II  titolo  fe  contenuto  nella  prima 
pagina,  sotto  la  testata  a  fregi  e  suona  cosh  msTORiA  |  di  (  bologn  v  |  del  r.  m.  p. 

CHERUBINO    GHIRARDACCI. 

Questo  esemplare,  unico  che  esista  di  quelli  a  stampa,  giacchfe  h  noto  che  molti 
se  ne  incontrano  di  manoscritti  piti  o  meno  corretti  *,  ha  per  Bologna  un'altissima  im-     5 
portanza  e  costituisce  uno  dei  piti  rari  cimelii  che  possegga  la  Biblioteca  delPArchi- 
ginnasio. 

*  * 

Resterebbe  ora  a  dirsi  dei  criteri  che  noi  abbiamo  seguiti  per  la  ristampa  (chia- 
miamola  cosl)  del  terzo  volume  del  Ghirardacci;  ma  ci  libereremo  con  poche  parole.  10 

Non  si  presenta vano  che  due  vie :  o  riprodurre  il  cimelio  tipografico  che  h  rap- 
presentato  dall'  unico  esemplare  dell'Archiginnasio,  il  quale  ha  anche  la  fortuna  di 
essere  assai  fedele  al  manoscritto  originale  ghirardacciano ;  o  vero  seguire  l'originale 
autografo  che  conservasi  neila  Universitaria  bolognese.  Ci  attenemmo,  dopo  lunga  ri- 
flessione,  al  primo  partito:  bisognava  insomma  riparare  alI'onta  che  cra  stata  fatta  al-  15 
l'edizione  lucchese,  bisognava,  secondo  i  desiderii  e  le  proposte  dei  dotti  bolognesi  e 
italiani  espressi  tutte  le  volte  che  s'6  parlato  della  stampa  del  terzo  volume,  far  ri- 
sorgere,  far  rivivere  quasi,  la  bella  e  solenne  edizione  lucchese.  E  poich^  non  era 
possibile  o  utile  farne  la  riproduzione  zincografica,  s'fe  cercato  in  questa  edizione  di 
riprodurre  il  piti  fedelmente  possibile  la  prima,  con  l'accenno  delle  note  marginali  e  20 
I'indicazione  delle  carte,  che  presso  a  poco  nelle  due  edizioni  concordano. 

U"n'altra  constatazione  ci  ha  indotti  a  seguire  il  cimelio ;  il  fatto  che  questo  con- 
corda  colla  forma  comune  del  terzo  volume  che  trovasi  in  circolazione  nelle  moltis- 
sime  copie  manoscritte :  queste  si  avvicinano  tutte,  infatti,  difierenziandosi  in  non  molti 
particolari  di  poco  conto,  a  quella  redazione  che  fu  data  alle  stampe ;  invece  il  ma-  25 
noscritto  autografo  del  Ghirardacci,  che  {;  manifestamente  incompiuto,  ha  trasposizioni, 
aggiunte,  correzioni,  chiamate  ecc.  che  non  sempre  si  possono  nettamente  allogare. 

Ma  1'edizione  lucchese  non  comprende  tutto  il  testo  ghirardacciano  perchfe  arriva 
a  parte  del   1508,  mentre  I'autografo  del  Ghirardacci  arriva  insino  a  parte  del   1509. 
Poichfe  noi  volevamo  dare  1'opera  in  tutto  compiuta,  trascrivemmo  daII'autografb  del  30  j 
Ghirardacci  le  poche  pagine  che  mancavano  appunto  al  compimento.  \ 

Seguendo  la  stampa,  non  indfcammo  la  divisione  in  libri  del  terzo  volume,  che  h 
data,  ma  cervellotticamente  perch^  l'autografo  non  la    offre,  da    talune    copie    mano- 
scritte  che  del  volume  si  conservano.     Avremmo  date  le  differenze  piti  notevoli  che  si 
riscontrano  tra  il  cimelio  a   stampa   e   l'autografo  ghirardacciano;  ma  esse  non  sono  35 
tali  che  valga  la  pena  di  essere  segnalate  cosl   dal  lato  storico  come  da  quello  let- 
terario,  essendo  quasi  sempre  ridotte  a  varianti  di  forma  o  di  ortografia,  e  non  cre- 


'  Cf.  il  paragrafo  precedente. 


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11 


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AUTOGRAFO  Dl  CHERUBINO  GHIRARDACCI  (  ms.  2000  della  Bibl.  Unlv.  di  Bologna  ) 


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An.  Hi  Cr.l 
14!». 


/aveU. 


O    R     I    A 

^  a  male  l'  uno  dall'  altro,  avenne  che  la  Donna  rimaCe  ^x^-\dii ,  e  partorl 
queflo  figliolo,  &  ciafcuno  di  efli  ^\  credeva  che  foife  il  fuo .  Crefciutoil 
wnciuilino,  &  dimortrando  riufcita,  &  di  ingegno.,  &  di  tnolta  fperanza 
di  altovjjore,  amendui  l'  accarezzavano  come  figli(>lo,5c  eflendu  un  sior- 
no  a  diporto  infieme,  5c  fendo  loro  prefenteil  putto,  AntonioXi  lafcio  in- 
tendere,  cbe  lo  teneva  per  fuo  ,  &  Gafparo ,  anch'  egti  fcoprendofi  aflTcr- 
mava,  che  foffe  fuo.  Et  venendo  ad  una  piacevolecontcfafopra  ci6,  Scgio- 
cando  al  Tavoliero  Gafparo  diffe:  Facciamo  cosi  o  Antonio,  poichfe  ilfan- 
ciullo  reda  alla  fortuna,  non  fapendo  di  chi  di  noi  due  fia  figliold^j  ella 
col  mezzo  del  Dado  disfinifca  la  noflra  lite ,  chi  di  noi  fark  maggior  pun- 
to,  quellodel  Putto  fia  il  Padre ,  &  il  figliola  fia  fuo  liberamrnte,  &  1'  ub- 
""Jifca.  Piacquc  aJ  Antonio  il  partito ,  &  datafi  amendue  la  fede ,  gitca- 


.WAf*iU.-^i?^r/S»tnn* >/,/  Wdi! 

^  /•      t    i-    \  l         f      '    I  '  '*""  "  ^*"*"'  ^  Antonio  hebbe  ma^-,;«r  punto  di  Gafparo.  Et  pigiiaro  il 

rD  t»  V:  fu«lt"«  vcHJf^S--  n./itty  p«tto  nelle  braccia  teneramente  !>  bac:6  ,  <S<  I'  accert6 ,  &  tenne  fempre"per 

^ttli  Ak  fiMvaU^'  '^^"  figliolo,facendolo  con  ogiii  diligeii/a  nutrire  Scallevarc   in  ogni  virtiJ . 

.    X    i^         i  EfTendo  aiunque  crefciuto  Annibale  ,  ^^  veJendolo  Antonio  giovanc  ardi- 


t^.eka-Ar^hxt 


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'  ih*»tii'»^  A'tv  {.  Aiiii  ^'ki\ 


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>«^»/i  <»e^i«W-  (».Mxt^  "  ' 


to,  robuft'),  Sc  digrande  ingegno  in'turti  le  cofe  lo  raccomanrl6  al  gover- 

no  di  Michi.'letto  Attendulo,  accioch^  nelle  cofedellamilitia  1' ammaeflraf- 

fe,  &  ftette  al  fuo  fervigio  inlino  a  qucfti  tempi ,  e  talmente  diede  fperan- 

za  dell.i  fua  buana  riufcita,  che  era  tlimato  giovane  digran  cuore,grazio- 

fo,  ardito,  prudente,  accoflumito  ,  &  di  tale  benigna  natura,  che  egli  ra- 

gionando  irah;:va  a  fe  i  cuori  altrui .  Ora  informati  i  Cittadini  di  Bolo- 

gna  de  fuoi  rari  coftiimi  cercavano  di  ridurlo  alla  Patria,s)  per  1'  amore^ 

che  portavano  ad  Antonio,si  ancheper  confermare  piik  la  loro  libert^  fotto 

ilDucadi  Milano,  penfandoli  egtinoche  per  efler  Annibale  da  tutti  amato 

&  eflendo  li  Cittadini  con  e(To  lui,  foffe  come  un  freno  in  bocca  al  Ducadi 

havere  ad  offervare  li  capitoli  fitti  con  efT)  lui .  Gli  fcriffero  adunque  piii 

fiateinvitandoloal  ritornareallaCiftii  piichi  piij  non  vi  eranogli  nemici  di 

tio  padre.  Ma  Annibale  come  prudente  (  bench^  foffe  defiderofo  di  rived;- 

re  lacaraPatria)  non  volendofipiegarecoM  facilmente  a  tale  invito,  fi  confi- 

sli6  con  TAttendulo  fuo  Signore ,  Sc  li  m.)ftra  le  lettere  ,  il  quale  com<Lv 

uvio   Capitano,  &  a  lui  Padre,  che  molto  1'  amava  ,con  molte  vive  ra- 

sioni  il  difliiafe  alritornarvi .  Accett6  Anriibaleilconfeglio  del  fuo  Signore, 

&  alli  Cittadini  rifpofe  non  poter  per  all'  hora  ritornare  per  effere  al  ("ervi- 

gin  di  Micheletto  Attendulo,  &  che  di  tanto  loro  benigno,  &  amorcole 

animo  gli  ringratiava . 

Havute  le  leftere,  a  Cittadini  rrolto  pi{|  accrebbe  il  defiderio,  ch'egli 
avefTe  a  ritomare  ,&  affai  piiJ  che  di  prima  il  cominciorono  a  moleftarecon 
lettere,  &inviti,&  vi  niandaronofinalmente  Giacomodala  Pieve,  ilqua- 
le  con  tanta  efficacia  di  parole,  e  di  prieghi  lo  combatti,  che  egli  fi  Iafci6 
perfuadere  al  ritorno  ,  laonde  con  buona  licenza  del  fuoSignore  fi  partldal 
Reame  di  Napoli,  &  ne  vennc  a  Caftello  S.  Pietro,  dove  li  trova  alfin- 
contro  molti  degl'  amici  di  fuo  Padre ,  che  quivi  erano  venuti  per  accom- 
pagnarlo  honorevolmente  in  Bologna ,  Et  Annibale  quanto  piii  egli  a  Bo- 
logna  fi  avvicinava,  tanto  pii^  fi  vedeva  da  Cittadini rincontrato &  faliitato, 
il  qualc  alli  8.di  Settembre  il  lunedl  a  hore  19.  entr6  nella  CittX , havendo 
feco  in  compagnia  Ferabofco,Benvenuto  ,  Sc.iramuccia,  il  Zuttacon  mol- 
,'  ti  altri  huomini  in  arme  valorofi,  &  fe  ne  and6  ad  alloggiare  alla  cafa  di 
1  fuo  Padrc  in  Stri  S.  Donato,  dove  concorfero  molti  de  Cittadini,  &  del 
'  popolo  a  vifitarlo ,  ne  fi  poteva  alcuno  fatiar  di  guardarlo,  pofciach^  in_. 
lui  fcorgevano  1'  emgie  Paterna,  &  un  vivo  ritratto  s)  de  coftumiconie  deU 
U  vinii,  &  fattezzed'  Antonio. 

In  tantu  ilSenato  con  RafTaelc  Fofcarari  alli  6.  di  Novembre  il  gio- 

vedl 


^tn/pc^-*' 


U  An  V\o^:  <L  UU  V''l-^'  ^Lzn.  U.  k^UM' 


II  passo  incriminato  della  Historla  del  OHIRARDACCI  e  le  osservazioni  manoscrltte  de!  marchese  GUIDO 
BENTIVOQLIO,  nelPesempIare  a  stampa  deirArchiginnasio  di  Bologna 

(rlduzlone  dl  un  terzo  dalVorlglnale) 


PREFAZIONE  CXVII 


demmo  affatto  utile  di  dare  tutto  un  complesso  di  varianti,  che  avrebbe  portato  ingom- 
bro  e  quasi  nessun  vantaggio. 

Meno  opportuno  ancora  ci  sarebbe  poi  parso  recare  tutte  la  varianti  delle  diverse 
copie :  esse  varianti,  come  h  chiaro,  son  dovute  al   ghiribizzo    del    copista,    e    poi    fe 
5  noto  che  tutte  le  copie  derivano  da  una  stessa  fbnte,  il  piti  delle  volte  per  una  via 
tutt'altro  che  diretta,  ma  di  seconda  e  di  terza  manol 

6.   —  Le  fonti  e  i  criteri  scientifici  deWopera  ghirardacciana. 

Innanzi  ancora  che  il  primo  volume  uscisse  in  luce,  compiuto  della  tavola  e  delle 
debite  approvazioni,  correva  gik  per  le  mani  di  molti;  e  come  suole  accadere  dinanzi 

10  ad  un  lavoro  che  per  la  sostanziale  contenenza  superava,  se  non  annullava,  tutti  i  pre- 
cedenti,  e  che  non  era  fatto  a  scopo  di  diletto  nfe  intonato  a  facile  rettorica,  ma  con 
fini  e  mezzi  scientifici,  molti  furono  coloro  che,  o  per  gelosia  o  per  malo  animo,  si 
diedero  a  fare  appunti  e  rimproveri,  a  trovar  difetti  e  manchevolezze,  a  spregiarne 
comunque  la  forma  e  I'ordinamento. 

15  I  principali  rimproveri  che  si  fecero  al  Ghirardacci  furono,  come  egli  stesso  del 

resto  notava  nel  congedo  ai  lettori,  questi:  di  essere  stato  eccessivamente  lungo  nel 
complesso  e  troppo  minuto  nella  narrazione  o  descrizione  di  alcune  parti;  di  avere 
interrotto  e  spezzato  il  racconto  con  la  integrale  trascrizione  di  documenti;  di  avere 
inceppata  e  resa  pesante  la  narrazione  con  le  frequenti  citazioni  di  libri,  di  manoscritti, 

20  di  archivi,  con  spesso  indicate  particolarmente  la  collocazione  e  la  pagina;  di  avere 
usata  una  fbrma  troppo  semplice  o  troppo  volgare,  mentre  la  storia,  che  fe  per  sfe  nobi- 
lissima,  ha  bisogno  di  uno  stile  grave  e  sostenuto. 

A  tali  e  ad  altre  osservazioni  del  genere,  che  ingiustamente  si  fecero  allora  e 
dopo  al  Ghirardacci,  egli  stesso  rispose  con  queste  chiare  e  belle  parole  a  cui,  an- 

25  che  ora,  pu6  plaudirsi: 

"  Non  dubito  punto  di  non  essere  ripreso  d'havere  in  qualche  cosa  errato,  et  di  non 
"  havere  alla  opinione  di  molti  sodisfatto;  che  s'io  credessi  altrimenti,  alla  palese  neghe- 
"  rei  non  essere  sottoposto  alia  conditione  humana  atta  ad  errare :  et  mi  mostrerei  temera- 
"  rio,   col  volermi   attribuire  privilegio   d'esser  libero   dai  morsi   della  riprensione  di   quelli 

30  "  huomini,  che  piu  agevolmente  sono  inhumani  giudici  nel  censurare  le  altrui  fatiche, 
"  che  di  giovare  anch'essi  agli  altri,  con  lo  scrivere  altrettanto  o  la  meta  di  quello  a  che, 
"  cosi  francamente  mordendo,  s'oppongono ;  non  lo  f acendo  essi  ad  altro  fine,  se  non  per 
"  rendere  le  altrui  fatiche  di  poca  stima,  et  per  solamente  mostrarsi  eglino  al  mondo  inten- 
"  denti  et  gloriosi.     A'  quali  non  iscrivo  io  per  hora ;  perchfe  troppo  havrei  che  f are  a   vo- 

35  "  lermi  difendere  dai  fieri,  soliti  assalti  loro.  E  tanto  piu,  che  di  gi^  sento  soffiare  non  so 
"  che  vento,  che  io  nello  scrivere  questa  Historia,  ho  tralasciato  molte  parti  proprie  airHisto- 
"  rico ;  et  che  nel  ragionare  delle  cose,  cosi  di  terra,  come  di  mare,  con  qualche  grado  di 
"  maestk  non  l^o  scritto  di  esse;  che  non  Tho  adornata  con  quella  bellezza  di  stile,  quasi  come 
"  perpetua   possessione,  secondo   il  detto   di  Tucidide;    che  nel   dire   non  ho   usata  brevilk, 

40  "  come  ci  avisa  Horatio;  et  che  non  ho  usato  parole  et  forma  del  parlare  della  lingua  To- 
"  scana,  et  omatala,  come  Cicerone   insegna,  et  cose  simili,  che  per  hora  lascio  da  parte. 


CXVni  PREFAZIONE 


•  A*  quali  potrei  rispondere,  che  mi  basta  solamente  di  non  haver  detto  la  bugia,  et  non 
"  haver  tacciuto  la  verit^  per  amore  o  per  odio  di  chi  si  sia,  o  per  adulatione,  o  per  sinistra 
"  informatione,  et  ancora  per  semplice  ignoranza;  perciochfe  (secondo  il  parere  di  Plutarco 
"  nella  vita  di  Demostene)  habitando  io  in  una  cittk  principale,  et  sopra  tutto  studiosa  di 
"  lettere  et  di  humanitk,  ho  potuto  havere,  piii  che  altri,  vera  et  piena  notitia  delle  cose,  5 
"  che  ho  scritto,  cosi  per  via  di  libri  et  di  scritture  approbate,  come  anchora  per  relatione 
"  d'  huomini  prudenti  et  savii  della  patria  mia :  con  la  quale  ho  cercato  da  tutti  commune- 
"  mcnte  lasciarmi  intendere.  Tornando  a  dire,  et  pur  h  vero,  ch'io  non  sono  stato  accetta- 
"  tore  di  persone ;  ma  solamente  amico  alla  veritk.  Et  di  questa  mia  pura  intentione  ne 
"  possono  far  fede  gli  stessi  autori,  la  Biblioteca  Vaticana,  i  libri,  le  scritture  appartate,  gli  10 
"  Archivii,  et  in  particolare  la  Camera  degli  Atti,  ordinatissimo  Archivio  di  Bologna  quanto  al- 
"  tro  sia  in  Italia,  et  dove  con  tanta  laude  sono  tutte  le  scritture  di  essa  citta  prudentemente 
"  conservate,  et  da'  Soprastanti  con  tanto  studio  et  amore  mantenute  in  perpetua  vita,'. 

Tra  coloro  che  pih  soffiavano  nel  fuoco  dovette  essere  Pompeo  Vizzani,  che  in 
quegli  anni  appunto  stavasi  jireparando  a  pubblicare,  come  poi  fece,  per  gli  stessi  tipi  15 
del  Rossi,  nelPanno  1602,  i  dieci  libri  delle  Historie  della  sua  patria^;  l'opera  sua 
pertanto  veniva  in  luce  poco  tempo  dopo  I'uscita  del  primo  volume  della  Historia 
del  Ghirardacci,  quando  le  discussioni  sul  medesimo  erano  ancora  calde  e  vive.  Nel- 
l'elenco  degli  autori  e  dei  luoghi  da  cui  h  tolta  la  materia  per  la  sua  storia  ^,  il  Viz- 
zani,  mentre  ricorda  non  solo  gH  antichi  ma  ancora  i  recentissimi  che  si  erano  occu-  20 
pati  della  Storia  di  Bologna,  come  1'Alberti,  il  Campanacci,  il  Pigna,  il  Sigonio  e  gli 
altri,  tace  afFatto  il  nome  del  Ghirardacci,  che  era  pur  quello  che  a  lui  poteva  for- 
nire  la  raigliore  e  maggiore  materia. 

Cfe  di  piti:  nella  breve  introduzione  del  libro  primo  delI'opera  sua,  Ik  dove  espone 
i  modi  e  i  concetti  che  lo  condussero  nello  scrivere  le  vicende  di  Bologna,  il  Viz-  25 
zani    pone  ogni  cura  nel    far  capire  che    seguirk   una    via   perfettamente    contraria  a 
quella  del  Ghirardacci,  del  quale  va  malignamente  indicando  i  difetti  che  gli  invidiosi 
del  suo  tempo  avevano,  come  sopra  abbiam  visto,  esagerati: 

"  Et  se  pure  alcuna  volta  (come   aviene   a  chi  vuole   sinceramente  scrivere  la  veritk) 
"  mi    accaderk    di    raccontare    alcima   cosa,  di    che    qualch'  uno    per   aventura   ne    potesse  30 
"  mala   sodisfattione  pigliare,   credero,  che  qualunque  s5a  di  nobile  intelletto,  si  compiacerh 
"  di  scusarmi,   se   crederk,   si   come   h   verissimo,   ch'io   habbia   stabilito   nell'animo   mio   di 
"  non   dir   cosa   mai   ch*  io   pensi   potere   a   veruno   esser    noiosa,   se    non   sar5    forzato    da 
"  grandissima  necessitk,  et  quando   non  potr6  con  altra   maniera  dechiarare  i   veri   successi 
"  delle  cose  occorse,   et  in  tale  occasione  cercher5  sempre,  quanto  mi  sark  possibile,  di  non  35 
"  essaggerare  i  fatti   con   parole   soverchie:  et  di   questo   penser5    che   non  solamente   ogni 
"  bolognese  resterk   contento,   ma  qualunque  altro   ancora  ne   piglierk  piacere;  e   tanto  piu 
"  quando  intenderk  (come  prometlo  di  dover  fare)  che  quanto  haver5  detto  et  scrltto,   sark 
"  stato  cavato  fedelmente  da  buoni  et  veraci  autori,  et  da  memorie  antiche,  et  anco  da  par- 
"  ticolari  annali  gik  scritti  da  diversi,  cosl  Bolognesi,  come  forestieri,  da'  quali  mi  apparecchio,  40 
per  quanto  si   estenderanno  le  mie   forze,  di  trame  la   veritk,   la  quale   fino  a  que8t'hora 


« 


'  Lettera  di  commiato,  in  fine   al  volume   primo,      bri  delle  Historie  della  sua  fatria,  Bologna,  presso  gli 
dopo  1'  indice  dei  nomi  delle  cose.  lieredi  di  Giovanni  Rossi,  1602,  con  aggiunte  posterlori.    5 

*  Di  Pompeo  Vizani  gentiV  huomo  bolognese  dieci  li-  '  In  fine  alla   Tavola  clie  precede  il  volume. 


PREPAZIONE  CXIX 


*  forse  h  stata  involta  nelle  tenebre:  et  senza  lasciarmi  tirare  da  invidia  o  partialit^  nessuna, 
"  scriver6  con  la  maggior  chiarezza,  sinceritk  et  brevitk  che  sara  possibile.  N^  alcuno  si 
"  doverk  prendere  ammiratione,  se  in  ogni  tempo  non  haverb  sempre  citato  gli  autori,  le 
"  scritture  et  i  luoghi,  da'  quali  havero  tolto  queste  Historie;  perchfe  intendo  di  seguitar 
5  "  rorme  degli  Antichi,  che  non  hanno  cercato  di  dar  credito  alle  scritture  loro  con  le  tante 
"  allegationi,  le  quali  sono  piu  tosto  cose  da  leggisti  et  da  litiganti  che  da  historici;  et  oltra 
"  che  scuoprono  alle  volte  un  poco  di  vana  ostentatione,  rompono  ancora  spesso  il  filo  del- 
"  Thistoria  et  danno  non  poco  di  fastidio  a  chi  legge  „*. 

Non  stiamo  a  indicare  le  raaligne  e  molteplici  allusioni  che  sono  evidentissime. 

10  Ma  se  ebbe  degli  invidiosi,  il  Ghirardacci  trovb  anche  chi  seppe  apprezzarne  il 

valore  e  indicarne,  vivo  ancora  lui,  ai  Bolognesi  le  grandi  benemerenze.  Frate  Lucio 
Caccianemici  delPordine  dei  Predicatori,  che  divenne  poi  inquisitore  generale  della 
citth  di  Piacenza,  nel  suo  ultimo  supplemento  (libro  quinto  della  deca  seconda)  alle 
Historie  di  Bologna  di  frate  Leandro  Alberti  ^,  quando  ancora  non  era  uscito  il  volume 

15  della  Historia  di  Bologna,  che  per5  era  noto  a  molti  perchfe  gik  m  ogni  sua  parte 
compiuto,  ha  queste  parole  lusinghiere  per  le  scuole,  dette  "  studio  „ ,  degli  Agosti- 
niani  in  San  Giacomo  e  per  il  nostro  Ghirardacci: 

"  Questo  generale  suo  studio  produce  non  solamente  di  mano  in  mano   eccellentissimi 

"  theologhi,  rari  predicatori  et  sottilissimi  disputatori,  ma  anchora  a'  tempi  nostri  ha  partorito 

20  "  un  diligentissimo  cronista  et  indagatore  delle  antiche  et  moderne  grandezze  della  cittJi  no- 

"  stra,  il  molto  reverendo  P.  M.  Cherubino  Gherardazzi  Bolognese,  le  cui  fatiche  fatte  et  le 

"  quali  continuamente  fa,  se  volesse  la  patria   nostra  ricompensare,  sarebbe  poco  rereggerli 


"  una  statua  d'argento  a  perpetua  memoria 


Dopo  la  sua  morte  gli  strali  dei  maligni  divennero  meno  pungenti  e  la  Storia 
25  del  Ghirardacci  fu  tenuta  in  quel  conto  che  meritava,  e  anzi  si  senti  vivamente  il 
desiderio,  come  vedemmo,  che  uscissero  in  luce  i  due  volumi  che  I'autore  aveva  la- 
sciati  manoscritti.  La  Rota  Romana  nella  decisione  fiorentina  seu  bononiensis  de 
Barbadoriis  del  25  giugno  1640,  citando  la  Storia  bolognese  del  Ghirardacci,  chiama 
lui  "  istorico  accreditato  e  fedele  „.  E  in  uguale  stima  lo  ebbero  altri  di  quel  secolo, 
30  tra  cui  il  padre  Torelli  che  scrisse  del  nostro  frate  onorevoli  parole  nel  tomo  IV,  n.  36, 
dei  suoi  Secoli  agostiniani,  sotto  I'anno   1264. 

Dopo  aver  trattato  del  monastero  di  san  Giacomo  di  Bologna  e  degli  illustri  per- 
sonaggi  che  lo  onorarono,  tra    questi  menziona   "  il    celeberrimo  historico  e    cronista 
"  piii  volte  da  noi  mentovato,  maestro  Cherubino  Ghiraidacci,  il  di  cui  nome  h  fa- 
35    "  moso  in  tutte  le  parti  dell'  Europa  „  *. 

Nel  secolo  XVIII   ricominci6,  per    la  fama  e  per  il  nome  del    Ghirardacci,    un 
periodo  tutfaltro  che  favorevole.     II  giudizio,  che  non  esitiamo  a  chiamare   leggero 


•  Pp.  2-3.  luce  per  opera  del  rev,  f,  f,  Lucio  Caccianemici,  yicenza, 

*  Supplemenio  ultimo  et  quinio  libro  della  deca  se-  Giorgio  Greco,  1591. 
conda  delV  "  Hisioria  di  Bologna  „  di  fra  Leandro  de  gV Al-  '  A  c.   Ilr. 

berti  bolognese  delVordine  de'  Predicalori  di  novo  dato  in  *  Secoli  agostiniani,  Bologna,   1675.  IV,  703. 


CXX  PREFAZIONE 


ed  ingiusto,  che  di  lui  diede  Giovanni  Fantuzzi,  pass6  poi  in  tutti  gli  altri  che  del 
dotto  frate  scrissero,  senza  curarsi  se  le  parole  corrispondevano  alla  veritk.  Scrive 
il  Fantuzzi  * : 

"  Queste  istorie  sono  da  leggersi  con   grande   cautela,  s\  perchfe  Tautore   avea  bevuto 
"  ciecamente  agli  fonti  impuri  di  Giovanni  Garzoni,  di  Annio  da  Viterbo  ed  altri,  e  si  perchfe     5 
"  neirosservare  le  pergamene  e  le  carte  del  pubblico  archivio  non  avea  perizia  bisognevole 
"  per  ben  Jeggerle  ed  intenderle  „. 

E  simile,  quantunque  un  po'  piii  raitigato,  h  il  giudizio  dato  dal  Tiraboschi: 

"  Chi  brama  eleganza  di  stile,  invano  la  cerca  in  questa  Storia;  e  la  critica  e  l'esattezza 
"  non  h  il  vanto,  a  cui  essa  abbia  maggior  diritto.  Nondimeno  molta  lode  si  dee  airautore,  10 
"  il  quale  faticosamente  ricerc6  i  pubblici  e  i  privati  archivi,  e  ne  trasse  moltissimi  docu- 
"  menti,  altri  da  lui  recati  distesamente  altri  solo  accennati.  E  se  alla  fatica  in  raccogliere 
"  avesse  congiunta  una  uguale  attenzione  in  farne  buon  uso,  poche  storie  le  potrebbono  stare 
*  a  confronto  *  „. 

Tale  giudizio,  quasi  sempre  con  le  stesse  parole,  entr5  poi  nelle  opere  di  consul-  15 
tazione  generali  e  speciali  che  seguirono  insino  a  buona  parte  del  secolo  XIX ;  cosi 
fu  ripetuto  nel  Dizionario  del  Passigli^,  nella  Biografia  universale  antica  e  moderna  del 
Weiss  *,  nella  Nouvelle  biographie  g^nirale  del  Didot  ^  e  altrove.     Nfe  molto  miglior 
fbrtuna  ebbe  il  Ghirardacci  presso  Pompeo  Litta^,  che  per6  lagnavasi  di  Guido  Ben- 
tivoglio  che  aveva   impedita  la   pubblicazione    del  terzo   volume  la    quale  stava  per  20 
farsi  in  Lucca;  nfe  presso  il  Gozzadini '^.     Solo  negli  ultimi  tempi  (ma  ci  pare  ingiu- 
sto  non  ricordare  anche    Michelangelo  Gualandi  ^,  il  quale  a   Cherubino    Ghirardacci 
dedic6  un  breve  ma  interessante  lavoro  di  ricerche  erudite),  solo  in  questi  ultimi  tempi 
gli  studiosi  e  i  critici  hanno  fbrmulato  sul  Ghirardacci  un  giudizio  pii  ponderato  ed 
esatto  ed  hanno  riconosciuto  nel  frate  agostiniano  una  tempra  non  comune  di  ricerca-  25 
tore  e  di  storico '. 

Ma  a  questa  conclusione  si  giunse  piti  per  intuito  e  per  la  immediata  impressione 
che  fa  1'opera  a  chi  l'esamina,  che  per  una  lunga  analisi  dei  mezzi  e  dei  modi.  £ 
necessario  pertanto,  se  vogliamo  formarci  un  giusto  e  ponderato  concetto  deIl'opera 
ghirardacciana,  che  noi  esaminiamo  un  po'  distesamente,  valendoci  di  tutto  quanto  30 
c'fe  rimasto,  le  fonti  stampate  e  manoscritte  a  cui  il  Ghirardacci  ricorse,  I'uso  che 
ne  fece,  il  criterio  che  ebbe  circa  i  doveri  e  I'essenza  dello  storico.  Soltanto  dopo  un 
tale  esame  potremo  formulare  un  adeguato  giudizio  suIl'opera  storica  di  lui  e  vedere 
in  quanto  fossero  vere  le  critiche  che  storici  e  letterati  hanno  mosso  al  frate  agosti- 
niano,  quasi  tutti  ripetendo  le  medesime  parole.  35 


1  Scrittori  bolognesi,  IV,   137.  •  Famiglie  celehri  d' Italia,  Famiglia   BentivogUo. 

'  TiRABOSCHl,  Storia  della  letteratura  italiana,  Mo-  '  Nella    Vita  di   Giovanni  11  Bentivoglio,  fassim,  e 

dena,  1792,  vol.  VII,  1013.  in  altri  suoi  scritti. 

3  Al  nome    Ghirardacci.  *   Of.  eit.  10 

S  ■•  Vol.  XXIX,  p.  168.  *  L.  FraTi,  Gli  atUografi  di  fra  Chernbino  Gkirar- 

^  Vol.  XX,  p.  347.  dacci  cit.,  estratto  p.  9. 


PREFAZIONE 


CXXI 


L'elenco  delle  fonti  a  cui  il  Ghirardacci  ricorse  non  fe  difficile  a  farsi  perchfe,  con 
una  diUgenza  che  ha  del  meraviglioso,  con  una  precisione  di  citazione  che  sembra 
della  critica  moderna,  e  spesso  con  le  particolarita  che  appena  ora  si  darebbero,  il 
5  Ghirardacci  ebbe  cura  di  indicarle,  o  nei  margini  del  volume  o  nel  contesto  del  di- 
scorso  o  entro  parentesi  alla  fine  d'un  periodo.  Solo  quando  l'opera  era  molto  cono- 
sciuta,  o  trattavasi  d'un  classico  antico  o  d'un  noto  padre  della  Chiesa,  la  citazione  h 
fugace  e  fatta  soltanto  col  nome. 

A  prova  del  fondamento  scientifico  che  il  Ghirardacci  diede  aII'opera  sua,  e  della 
10  larghezza  e  coscienza  delle  indagini,  noi  diamo  qui  in  ordine  alfabetico  I'elcnco  delle 
opere  a  stampa  e  dei  testi  che  furono  citati  dal  Ghirardacci  nel  primo  volume  della 
sua  Historia.  Ci  limitiamo  al  primo,  perchfe  il  solo  che  fosse  curato  direttamente 
dalI'autore  e  avesse  potuto  perci6  da  lui  ricevere  i  necessari  compimenti;  e  ancora 
perchfe  nei  due  volumi  che  seguono  si  ripetono,  su  per  giti,  salvo  rari  casi,  le  cita- 
15  zioni  gik  fatte  nel  primo  ^ 

ElENCO   DELLE   OPERE   CONSULTATE   E   CITATE   DAL   GhIRARDACCI    NEL   VOLUME   I 


Abbas  Urspergensis,  vedi  Ekkehardus  Uraugiensis,  pa- 
gine  6,  50. 

AccuRSlus,   Glosae,  e  opere  giuridiciie,  p.  26. 
20    Adamus  Bremensis,  Historia  ecclesiastica,  Hafn.,    1579, 
Tavola. 

Ado  arch.  Viennensis,  Martyrologium,  p.  33. 

Aegidius  Romanus,  De  regimine  principum,  p.  593. 

Agathias,  Historia,  Tavola. 
25    AoosTlNO  Camaldolese,  Istoria  ecc,  pp,   103,  105. 

AlMOINUS  MONACUS,  JDe  regum  procerumque  Francorum 
origine  gestisque  usque  ad  Philippum  Augustum,  Pa- 
rls,  Ascensium,   15 14,  pp.  39,  42,  Tavola. 

Albergati  Lucio,   Opera,  p.  48. 
1,    30    Alberti  Leandro,  Delle  historie  di  Bologna,  Deca  pri- 
ma,  Bologna,  Bonardo  e  Grossi,  1543;  Deca  seconda, 
Vicenza,  Greco,  1592,  pp.  I2,  15,  23,  29,  58  ecc. 


10 


•  L'elenco  che  noi  offriamo  e  assai  accurato,  nel 
senso  che  comprende  tutti  (o  quasi,  perche  qualche  nome 
sara  certo  sfuggito)  gli  autori  o  le  opere  a  stampa  ri- 
cordate  nel  volume  ghirardacciano,  ma  chiediam  sin 
d'ora  venia  delle  eventuali  omissioni.  Le  citazioni  del 
Ghirardacci  sono  assai  chiare  generalmcnte,  ma  talvolta 
cos\  abbreviate  che  ci  sono  state  cagione  di  molte  ri- 
cerche  (ad  es.  Torelli,  in  luogo  di  Sarayna  Torello  !) : 
noi  cercammo  di  dare  il  titolo  abbrevlato  che  hanno  le 
opere  nella  stampa,  e  di  ricondurre  i  nomi  alla  forma 
piii  abituale;  di  pochi  dovcmmo  contentiirci  della  forma 
usata  dal  Ghirardacci  perchfc  l'attribuzione  non  era  si- 


Alberti  Leandro,  Descrittione  de  tutta  Italia,  Tavola. 

Alciato  Andrea,  Annotazioni  in    Tacito,  Tavola. 

Alexander  III,  Privilegio,   p.  23. 

Alighieri  Dante,  Divina  Commedia,  Tavola. 

Aliohieri  Dante,  Epistolae,  p.  287. 

Alphonsus  rex  Castellae,  Tabulae  astronomicae,  Tavola. 

Althambrus  Andreas  Brenzius,  Scholia  in    Corn.   Ta- 

citum,  Tavola. 
Althamerus  Andreas  Brenzius,   Commentaria  germa- 

nica  in  P.  C.    Taciti  libellum  de   situ  etc.    Germano- 

rum,  Tavola. 
Amaseo  Gregorio,  Commentari  di  Aquileia,  Tavola. 
Ambrogio  Camaldolese,  vedi  Traversarius,  p.  106. 
Ambrosius  S.,  Epistolae,  pp.  i6,  17,  19,  31  ecc. 
Ambrosius  S.,  lAber  de  exortatione  virginum,  p.  13. 
Ambrosius  S.,  Ad  Faustinianum  liber,  Tavola. 


cura.  Quasi  sempre  d'ogni  autorc  e  indicata  l'opera 
precisa  a  cui  il  Nostro  si  riferisce;  quando  per6  v'era 
dubbio,  usammo,  nella  indicazione  dell'opera,  una  frase  15 
larga  seguita  spesso  da  un  punto  interrogativo.  In  que- 
sto  elenco  c'c  anche  qualche  rarissimo  manoscritto, 
nel  caso  in  cui  il  manoscritto  fosse  assai  noto  e  facil- 
mente  consultabile,  ad  es.  Pellegriuo  Prisciano,  ma  sono 
pochissimi  i  casi.  Avvertiamo  infine  che  non  segnammo  20 
tutti  i  luoghi  in  cui  I'opera  elencata  e  ricordata  nel  vo- 
lumc,  ma  solo  la  prima  volta  o  le  prime  volte.  Per 
Tavola  deve  intendersi  l'indice  finale,  copiosissirao;  per 
Tavola   1,  gli  indici  in  prlncipio  del  volume, 


CXXII 


PREFAZIONE 


Ambrosius  S.,   De  hortatione  ad  virgincs,   p.  17. 
Ammianus  Marcelunus,  Rerum  gestarum  libri,  Tavola. 
Ananias  Ioannes  Laurentius,  Vuniversalc  fabrica  del 

mondo,  ovvero   Cosmografia  divisa  in  quattro  trattati 
ccc,  Tavola. 
AnniusIohannes  ViTERBlENSls,  Commetttaria  sufcr  ofera 

diversorum  auctorum  de  antiquitatibus  loquentium,  Ta- 

vola. 

Annius    Iohannes    ViTfiRBiENSls,    Historie    del  rcgno, 

P'  173- 
Annonio,  vedi  Aimoinus,  Tavola. 
Antoninus  Augustus,   Itinerarium,  Tavola. 
Antoninus  S.,  Arcli.  florentinus,  Summa  historialis,  pa- 

glne  14,  30,  136. 
Antonio  da  Siena  (fra),  Bibliotheca  di  Frati  Predica- 

to^h  V-  338. 
Appianus,  Historia  romana,  p.  ;.  Tavola. 
Aretino  Leonardo,    De  bello   italico    adversus    Gothos, 

Tavola. 
Aretius  Marius,   Opera  (?)  Tavola. 
Arienti  Sabbadino,    Ginevera  delle  clare  donne,  p.  408. 
Arienti  Sabbadino,    Le  forretane,    novelle,  pp.  49,  59* 
Arnobius,  Adversus  nationes,  Tavola. 
Athenakus,  Deipnosofihistarum  libri  XV,  Tavola. 
AUGUSTINUS  S.,  De  unitate  ecclesiae,  Tavola. 
AusoNius  Magnus,  Ofera,  Tavola. 

AviENUS  RuFUS  Sextus,  Descriftio  orbis  terrae,  Tavola. 
AzzoNE,  Summa  institutionum  iuris,  pp.   107,   I33. 
AzzoNE,   Opere  varie,  p.  122. 
Balduinus  Iacobus,   Opera  iuridica,  p.  163. 
Baldus,  Constitutiones,  p.  j6. 
Baptista  Mantuanus,   Operaif),  Tavola. 
Barbarus  Hermolaus,  Castigationes  Plinianae  et  emen- 

datio  in  Melam  Pompoiiium,  Tavola. 
Barbieri  Paolo,   Commento  alla  filosofia  morale  di  Ari- 

stotile,  Tavola. 
Barbibri  Paolo,   Trattato  del  moto  del  cielo,  Tavola. 
Barbieri  Paolo,  Della  vera  filosofia,  Tavola. 
Beda,  De  temporibus,  Tavola. 
Beda,  Martyrologium,  p.  13. 
Belf.,  Cosmografia,  Tavola. 
Benvenuto  da  Imola,  Commento  alla  Divina  Commedia, 

p.  509. 
Bergomensis  Iacobus  Philippus,  Sufplementum  chroni- 

carum,  p.  512. 
Berosus  Chaldeus,  Historiae  quae  supersunt,  Tavola. 
Beuter  Anton,    Primera  parte  de  la   Coronica  general 

de  toda  Espana,  Tavola. 
Biblia  sacra,  p.  76. 
Bibliotheca  del  mondo,  Tavola. 
Blondus  FlAVlus,   Italiae  illustratae  libri   VIII.  Ne  fu- 

rono    fatte   non  meno   di  otto   edizioni   avanti   la 

stampa  del  Gliirardaccl,  pp.  3,  7,  27,  29,  33,  35,  36, 

37.  4».  43.  IS9  ecc. 


Boccaccio  Giovanni,    Mta  di  Dantc  Alighieri,  p.  »87. 
BoNAClOLUS  LuDOVlcus,  De  eonceptionis  indiciis,  Tavola. 
BoNlFAClus  PAPA  VIII,  Sextus  Decretalium,  p.  364. 
BoxiNCONTRlus   Laurentius  Miniatensis,   Annales  ab 

a.  1360-1458,  p.  163.  5 

Borghini  Raffaello,  Discorsi,   Firenze,  Giunta,  1584- 

1585,  p.  18. 
Bruni  Leonardo,  De  bello  italico   adversus    Gothos  li- 

bri  IV,  p.  29. 
BuDAEUS  GuiLlELMUS,  De  asse  et  partibus  eius  libri    V,     10 

p.   10. 
Bugato  Gaspare,  Storia  universale,  p.  501. 
BuLGARl  PiETRO,  Registro  delle  cose  notabili  della  citth 

di  Botogna,  p.  576. 
BuRSELLi  IIiERONiMUS,  Attnales  Bononienses,  allora  ancora    1 5 

manoscritti,  p.  424. 
Caelius  AuRELlANUS,    De  tuorbis    acutis  et   chronids  li' 

bri   VIII,  Tavola. 
Caesar  C.  J.,  De  bello  gallico,  Tavola. 
Caius  Ioannes,  De  canibus  britannicis  liber,  de  variorum    20 

animalium  et  stirpium  historia  liber  etc,  Tavola. 
Calderinus  Iohannes,  Consilia,  p.  I30. 
Calcndario    di  Bologna    (probabilmente    il   catalogo    di 

Santa  Maria  di  Reno),  pp.  I3,  13,  33,  23. 
Campano  Francesco   (o  Fanusio?),   Famiglie   illustri,    25 

P-  576- 
Candidus  Iohannes,  Commentarii  Aquilejenses,  Venetiis, 

Bindoni,  1521,  Tavola. 
Capitolinus  Iulius,  Antoninus   Geta,  Tavola. 
Capriolo  Aliprando,  Ritratti  di  cento  capitani  illustri   3Q 

con  li  lor  fattiin  guerra  brevemente  descritti,  Roma, 

Gigliotti,  1596,  Tavola. 
Carlo  Magno,  Diploma,  p.  36. 
Cassiodorus,    Variae,  p.  39,  Tavola. 
Castaldi  Iacopo,  Nomi   latini   tratti  dal  grtco  di   una    35 

gran  parte  delVEuropa  e  ridotti  in  volgare,  Venezia, 

Niccolini,  1560,  Tavola. 
Cato  M.  Porcius,   Origines,  p.  2,  Tavola. 
Cavitelli  Ludovicus,  Annales,    Cremonae,   Draconius, 

1588,  p.  87.  4Q 

Cedrenus  Georgius,    Compendium  hisioriarum  a   mundo 

condito   usque    ad   Isaacium  Commenum  imperatorem, 

p.  34,  Tavola. 
Cel.  Rod.,  vedi  Rhodiginus. 

Chronicon  Nonantulanum,  p.  42.  jc 

Chroniques  de  France  depuis  le    Trojens  jusqu'  h  la    mort 

de  Charles    VII  en  146Z,  pp.  43,  43. 
Cicero  M.  T.,  Brutus,  sive  de  claris  oratoribus,  p.  6. 
ClCERO  M.  T,,  De  natura  deorum,  Tavola. 
ClCERO  M.  T.,  Epistolae,  p.  6.  5O 

CiCERO  M.  T.,   Orationes,  p.  57,  Tavola. 
Claudianus  Claudius,  Carmina,  p.  23. 
CoLLENUTlus   Pandulphus,    Plimana   defensio    adversus 

Nicolai  Leoniceni  accusationem,  Tavola. 


PREFAZIONE 


CXXIII 


CoiXENUTlus  Pandulphus,   Cotnfendio  delle  historie  del 

regno  di  JVapoli,  Tavola. 
ConmELLA  I.  MoDERATUs,  De  re  rustica  libri  XII,  Ta- 
vola. 
5     Conciliorum  collectio,  pp.  15,  28,  33. 

CoRELLl  GiACOMO,    Vite  de'  cardinali,  pp.  58,  94. 
CoRlo  Bernardino,  Historia  di  Milano,  pp.  78,   l6o. 
CoRlo  Bernardino,    Vite  degli  imferatori  incominciando 
da  Giulio  Cesarefino  a  Federico  Barbarossa,  pp.  30,  So. 
10    Cosmografhiae  universalis  descriptio,  p.  333. 

CosTERlo  GlovANNl,    Vita  di  Sant'Ambrogio,  p.  20. 
Cronaca  bolognese  manoscritta  detta  la   Gieremea,  p.  217. 
Cronache  germane,  p.  64. 
Cronica  general  de  Esfana,  p.   138. 
15    Cronica  norimbergica,  vedi  Schedel,  p.  47. 
Croniche  della  citth  di  Bologna,  p.  434. 
CUSPINIANUS  loHANNES,   Austria,  seu  Historia   marchio- 
num,  ducum  et  archiducum   Austriae,  Baslleae,  1553, 
p.  47. 
20   Del  Rio  Martinus  Antonius,   Opera,  Tavola. 
Dio  Cassius,  Historia  romana,  pp.  6,  7. 
DlODORUS  SlcuLUS,  Siblioiheca  historica,  p.  135,  Tavola. 
DloNYSius  Alexandrinus,  Orbis  terrae  descriptio,  Tavola, 
DioNYSlus  Haucarnassensis,  Antiquitates  romanae,  pp.  2, 
25  3,  Tavola. 

DloscoRiDES   Anazarb   Pedanius,    De  materia  medica 

libri   V,  Tavola. 
Dittionario  historico,  Tavola, 
Dittionario  historico  et  foetico,  Tavola, 
30    DurANDUS  Guilielmus,  Sfeculum  iuris,   p.  233. 

Eginhartus,  De  vita  et  gestis  Caroli  Magni,  Tavola. 
Egnatius  Iohannes  Baptista,  De  Caesaribus  libri  IIT, 

p.   13. 
Ekkehardus  Uraugiensis,  detto  anche  Abbas  Ursper- 
35  giensis,  Chronicon  universale   ab    O.  C.  ad  a.   1123. 

Ne  furono  fatte  parecchie  edizioni  nella  prima  meta 
del  secolo  XVI,  pp.  6,  50. 
EquicoLA  Mario,  Chronica  di  Mantova,  s.  I,  a.,  Tavola. 
Eritheo,   Indice  virgiliano,  Tavola. 
40   Euagrius  Epiphaniensis,  Historia  ecclesiastica,  Tavola. 
Eucherius  Episcopus,  Epistola  ad  Valerianum,  p.  33. 
Eulogius,  Epistolae,  Tavola. 
EuSEBlus,  De  evangelica  frefaratione,  Tavola. 
EusEBius    Pamphilus,    Historiae   ecclesiasticae   libri  X, 
45  PP-  3.  J9- 

EusTACHius  Thessalonicknsis,   Opuscula,  Tavola. 
EUTROPIUS  Flavius,  Breviarium  historiae  romanae,  pp.  3, 

13,  Tavola. 
Fabius  Pictor,  Fragmenta  historica,  Tavola. 
50    Fabricius  Georgius,   Originum  Saxoniae  libri   VII,  Ta- 
vola  I. 
Fabricius  Georgius,  Roma,  Tavola. 
Fabricius  Georgius,  Antiquitatis  aliquot  monimenta,  Ta- 
vola. 


Ferretti  Giampietro,  De  origine  urbis  Rhodiginae  etc, 

Tavola. 
Festus  Sextus  P.,  Fragmenta,  Tavola. 
Flaminio  GlovANNi   Antonio,    Vita   di  san   Domenico, 

p.  136. 
Florus  Iulius,  Historiarum  Romanorum  libri  IV,  Tavola. 
FoNTElus  loHANNES  BAPTiSTA,Z>e/r«ica  Caestorum  gente, 

Bononiae,  Rossius,  1583,  Tavola. 
Fortunatus  Venantius,   Ofera,  Tavola. 
Frontinus  Sextus  Iulius,  Chronologia,  Tavola. 
Frontinus  Sextus  Iulius,   Opera,  Tavola. 
Fruggerio  da  Penna,  Storia,  p.  137. 
Galenus  Claudius,   Opera,  Tavola. 
Garzia,  Aromatario,  Tavola. 

Gellius  Aulus,  Noctium  atticarum  libri  XX,  Tavola. 
Gennadius  Massiliensis,  De  viris  illustribus,  p.  14. 
Georgius  Pachymeres,  Epitome  logices  Aristotelis,  Ta- 

vola. 
Giordano  di  Sassonia,  De'  frati  Eremitani,  Tavola. 
GlovANNl  DEL  VlRGlLIo,  Efitaffio  in  onore  di  Dante,  p.  387. 
GlRALDI  Cinthio  G.  B.,  DelV Hercole  canti  ventisei,  p.  3o8. 
GlusEPPE  Ebreo,  Antichith  giudaiche,  Tavola. 
Glareanus  Henricus  Loritus,   Commentaria  in  Caesa- 

rem,  Tavola. 
GoLTZ  Hubert,    Thesaurus   rei  antiquariae   uberrimus  ex 

antiquis  tam  numismatum  quam  marmorum  inscriftioni- 

bus  conquisitus  et  in  locos  communes  distributus,  Tavola. 
Gratianus,  Decretum,  pp.  26,  39,  47,  58. 
Gregorius  I,  Efistolae  S44  sive   Regisirum  epistolarum 

libri   VIII,  p.  33,  Tavola, 
Gregorius  VII,  Privilegio,  p.  33. 
Gregorius  IX,  Decretales,  Tavola. 
Gregorius  Turonensis,  Historia  Francorum,  Tavola. 
Gregorius  TuRONENSls,  IJbri  octo  miraculorum,  pp.  36, 28. 
GuAzzo  Marco,  Cronica    nella  quale  contiensi  ordinata- 

mente  Vessere  degli   huomini  illustri   ecc.  le  cose  e  i 

fatti  di  eterna  memoria    degni  occorsi   dal  princifio 

del  mondo  sino  a  questi   nostri  temfi,  Venezla,   Bin- 

donl,  1553,  p.  512. 
GulLIELMUS  Tyrius,   Historia  belli  sacri,  in  qua  Hiero- 

solyma  et  tota   fere    Syria  fer  frincifes   christianos 

occidentis  anno  Christi  logip  recuferata  etc,  Tavola. 
Heraclides,  Allegoriae,  Tavola. 
Herodotus   Halicarnassensis,    Historiarum   libri    IX, 

Tavola, 
HiERONYMUS  S.,  /a  Ezechielem,  Tavola. 
Historia  belli  sacri,  seu  De  via  Hierosolymis  qualiter  re- 

cuferata  sit,   1095-1101,  p.   lOi. 
Historia  de'  regi  di  Francia,  p.  434. 
Historie  di  Milano,  p.  74. 
HoMERUs,   Odysseas,  Tavola. 
HoRATlUS,  Efistolae,  Tavola. 
HoRATlus,  Satyrae,   Carmina,  Tavola. 
Iacomo  di  Trani,  Cronica,  p.  49. 


CXXIV 


PREFAZIONE 


Idacius,  CkroHtcon,  Tavola. 

loHANNES  Andreae,  Ih  clementinos,  p.  I30. 

loHANNBS  CiiRYsosTOMUS,   Ofera,  Tavola. 
•  loRNANDES,  De  rebus   Oothorum,  Tavola. 

loRNANDES,  De  regnorum  et  temforum  successione,  Tavola. 

IsiDORUS,  S.,  Etymologiarum  libri  XX,  Tavola. 

Istoria  delle  cose  avvenute  in  Toscana  dalVanno  1300 
al  1348  deWorigine  della  Parte  Bianca  et  Nera  che 
di  Pistoia  si  sparse  fer  iutta  Toscana,  Scritta  per 
autore  che  »c'  medesimi  tempi  visse.  Firenze,  Giunti, 
1578,  p.  4H. 

luuus  II,  Bulla,  p.   22. 

lusTiNiANUs  IMPERATOR,  Codex,  Tavola. 

lUSTlNlANUS    IMPKRATOR,    CorpUS    iuris,    pp.    21,    29. 

lusTlNUS,   Historiarum  libri  XLIV,  Tavola. 

luvENALis,  Satyrae,  Tavola. 

Krantz  Albertus,  De  saxonicae  gentis  vetusta  origine..., 

libri  XIII,  p.  74. 
KraNtz  Albertus,  Ecclesiastica  historia  sive  metrofolis 

de  primis  christianae  religionis  in  Saxonia  initiis  e/c, 

Tavola. 

LAMBERTUS     SCHAFFNABURGENSIS     Sive     HeRSFELDENSIS, 

IJbelhis  de   institutione  Herveldensis   ecclesiae,    755- 

1074,  p.  47. 
LANDmo  Cristoforo,  Commento  alla  Divina  Commedia, 

Tavola. 
Leo  I  PAPA,   Epistolae,  p.   26. 
Leodius  Hubertus  Thomas,  Annalium  de  vita  et  rebus 

gestis  illustr.principis  Friderici  II libri  XIV,  Tavola. 
Leonardus  Aretinus,  vedl  Bruni  Leonardo,  pp.  29,  30. 
Leonicenus  NicoLAUS,   /  tre  libri  di  varie  historie,  Ta- 

vola. 
Leontius,   Historia  byzantina,  Tavola. 
LlPOMANUS  Aloysius,    Vitae  sanctorum,   p.   14. 
IJber  de  pace  Constantiae,  p.  98. 
Liudprandus  TlciNENSls,   Rerum  per    Europam  gesta- 

rum  libri  VI,  pp.  35,  42,   161,  Tavola  I. 
Livius  Patavinus  T.,    Historiarum  libri  qui   supersunt, 

PP-  3.  4.  S-  6,  II. 

L6w  loHANNES,   Historiae,  Tavola. 

Luc.\NUS,  Pharsalia,  Tavola. 

LuciDUS  Samotheus  Iohannes,  Chronicon  seu  emendatio 
temporum  ab  orbe  condito .  usque  ad  annum  Christi 
153S1  Venetiis,  Junta,  1545;  altra  edizione  ivi  del 

ii75.  P-  J- 
Lucio  Zarreo,    Tessalonica,  Tavola. 
Lycophron,   Opera,  Tavola. 
Macrobius  AuRELius  Ambrosius,  Saturnalium  libri  VII, 

Tavola. 
Maldonado  fr.  Alonso,  Chronica  universal  de  todas  las 

regiones  y  tiempos,  p.   138. 
Manetho,  Apotelesmaticorum  libri  VI,  an.  1195  a.  C,  p.  i. 
Manuzio  Aldo,    Orthografia,  Tavola. 
Maphakus    Raphael'  Volaterranus,    Historiarum  sui 


temporis  libri    VIII.    Probablimente    IMizione   dl 

Roma,  1509,  pp.  2,  39. 
Marckllinus  Cumes,   Opera,  Tavola. 
Marco  France,sco,  Decisioni,  p.  26. 
Marlianus  Bartholomaeus,  Topographia  urbis  Romae,       5 

Tavoia. 
Marlianus  Raymundus,   Index  locorum   in  commentariis 

Caesaris  belli  gallici  descriptorum,  Tavoia. 
Marmol  Caravajal  Luys,  Primera  parte  de  la  deseri- 

pcion  general  de  Africa  con  todos  lo  successos  de  guer-    1 0 

ras  etc,  Granada,  Rabut,  1573,  p.  i3. 
Marsus  Petrus,  In  Silium  Italicum,  Tavoia. 
Martialis  M.  Valerius,  Epigrammata,  p.  10. 
Martinus  Polonus,  Chronicon  pontificum  et  imperatorum, 

Nell'edizlone   di   Basilea    del    1559   o   di    Anversa    15 

dei  1574,  pp.  9,  56. 
Mass.\  Antonio,  De  origine  et  rebus  Faliseorum   liber, 

Tavola. 
Matthaeus  MlECHOVlENSls,  Chronica  Polonorum  a  Lecho 

usque  ad  annum  TS06,   Vedasi   la   versione  italiana    20 

dl  A.  Maggi,  Venezia,  1562,  Tavola. 
Matthakus  Vindocinknsis,  Historia  sacra  de   Tobia  se- 

niore  ac  iuniore,  Tavola. 
.  Maurolicio  abbate,  Martirologio,  p.  30. 
Mela  Pomponius,  De  situ  orbis  libri  III,  Tavola.  25 

Mercator  Gerardus,  Atlas  sive  cosmographicae  medita- 

tiones  de  fabrica  mundi  et  fabricati  figura,  p.  11. 
Merula  Georgius,  De  antiquitate    Vicecomitum  libri  X, 

Tavola. 
Merula  Georgius,  Della   Gallia  cisalpina,  Tavola.  30 

Messala  Valerius  Corvinus,  De  frogenie  Augusti,  Ta- 

vola.  ' 

Mexia  Pedro,  Le  vite  degli  imperatori  romam  da  Giulio 

Cesare  sino  a  Massimitiano  (traduz.  ital.),  pp.   12,  20, 

32,  35.  38-  35 

Mirabelli  Eleuterio,  Seditioni  della  citta  di  Bologna, 

P-  576- 
MlRABELLl  Eleuterio,  Effemeridi  d^Italia,  Tavola. 
Miracula  sancti  lacobi  apostoli,  pp.  137-138. 
MoLKTlUS  loSEPH,  Ephemerides  annis  viginti  inservientes    40 

incipientesque  ab  anno  IS^4  et  desinentes  ad  anaum  1SS4 

ad  meridianum  inclytae    Venetiarum  urbis  exacte  sup- 

putatae,  Venetiis,   Franciscliium,   1564,  Tavola. 
MoLETlus  losEPH,    Tobulae  geographicae,  Tavola. 
MuNST.,  Cosmografia,  Tavola.  45 

N.\RD1,    Traduzione  di  Livio,  Tavola. 
Nauclerus  Iohannes,  Chronicon  universale  ab  O.  C,-iSOO, 

pp.  50,  70,  85,   114. 
Nazarius,  Panegiricus  Constantino  Magno  dictus,  Tavola. 
Negro  DOMENICO  Mario,  Commeniaria  in  geographiam,    50 

Tavola.        . 
NiCEPHORUS    Blemmides,    Duo    compendia   geograpkica, 

Tavola. 
Nicolaus  de  LyrA,  Commentaria  in  Bibliam,  p.  214. 


PREFAZIONE 


CXXV 


NoNius  Marcellus,    Opera,  Tavola. 
Odofredus,  Commentaria  in  codicem,  p.  132. 
Odofredus,  In  Autk.  habit,  c.  ne  filius  pro  j>atre  etc,  p.  I3J. 
Odofrbdus,   /«  Digestum  etc,  pp.  8i,  200. 
5    Orosius  Paulus,  Historiarum  adversus  faganos  libri  VII, 

p.  23, 
Ortelius  Abraham,    Theatrum  orbis  terrarum,    Tavola. 
Otto  Frisingbnsis,  Chronicon  seu  rerum  ab  initio  mundi 

adsua  usque  tempora  !!$(>  libri  VIII.  Probabilmente 
10  nelPedizione  di  Pithoeus  di  Basilea  del  1569.  Spesse 

volte  l'opera  e  ricordata,  tra  cui  a  p.  70  sotto  l'an- 

no  1127,  Tavola. 
Otto   Frisingensis,    Gesta   Ffiderid   I  imperatoris   li- 

hri  II,  pp.  46,  50,   70,  80. 
15    OviDius,  De  arte  amandi,  Tavola. 
OviDlus,  Elegiae,  Tavola. 
OviDius,  Fastorum  liber,  Tavola. 
OviDius,    Tristium,  Tavola. 

Pachimerio,  vedi  Georgius  Pachymeres,  Tavola. 
20    Pagliarini  Giambattista,    Hisloria  della  citth  di    Vi- 

cenza,   p.   583. 
Palmerius  Matthaeus,  De  temporibus,  p.  33. 
Palmieri  Fabricio,   Insegne  et  armc  de'  popoli  et  delle 

famiglie  del  mondo,  p.  576. 
25    Panvinius  Onofrius,    Epitome  pontificum  romanorum  a 

Sancto   Petro   usque    ad   Paulum    IV  gestorum    etc, 

PP-  59.  76,  97- 
Panvinius  Onofrius,  Pasti   et   triumphi  Romanorum    a 
Romulo  usque  ad  Carolum    V,  p.  58. 
30   Papias,    Vocabolarium,  e  altre  opere,  p.  107. 

Paradin  de  Cuyseaulx  Guillaume,  Histoire  de  nostre 

temps,  Tavola. 
Paschalis  n,  Privilegio,  p.  29. 
Passagerius  Rolandinus,  Ars  notaria,  p.  265. 
35    Passi  Carlo,  Selva  di  varia  istoria,  Tavola. 

Paulinus  Nolanus,  Bpistolae,  Poematct,  pp.  14,  22,  23. 
Paulus  Aemilius,  De  rebus  gestis  Francorum  usque   ad 

annum  1110,  pp.  35,  40. 
Paulus  de  Castro,   Opera  iuridica  (tra  cui  Commenta- 
40  '■»<z  super  codicem  etc. ;  Aliquot  repetitiones,  Consilia, 

Singularia  etc^,  p.  2. 
Paulus  Diaconus,  Historia  romana,  pp.  20,  23,  24,  27, 

28,  29. 
Paulus   Diaconus,    Historia  gentis  iMngobardorum,  li- 
45  bri   VI,  pp.  33  sg.,  33. 

Paulus  Venetus,   Opera  (?),  Tavola. 
Pausanias,    Oraeciae  descriptio,  Tavola. 
Pedioneus  Iohannes,  De  bello  germanico  etc,  Tavola. 
Petrarca  Francesco,  Epistolae  ad posteritatem,  Seniles, 
50  Familiares,  Tavola. 

Petrus  Damiani,  Bpistolarum  libri    VIII,  p.  49. 
Peucer  Caspar,  Commentarius  de  praecipuis  divinationum 

generibus,  Tavola. 
Peucer  Caspar,  De  dimensione  terrae  etc,  Tavola. 


Philostratus,    Vita  Apollonii  libri   VIII,  Tavola. 
PiccoLOMiNl  Enea  Silvio,   Historia  de'  Boemi,  Tavola. 
Pico  Giovan  Francesco,  Vita  di  Giovanni  Pico,  Tavola. 
PiETRO  da  Unzola,  Scritti  notarili  e  giuridici,  p.  347. 
PiGNA  GiovANNl  Battista,  Historia  de'  principi  di  Bste, 

P-  332. 
PiRMINlus  abbas  AuGiAE,    Scarapsus  de   singulis   libris 

canonicis,  p.  70. 
Plancus  Munatius,  Fragmenta,  Tavola. 
Platina  Bartholomaeus,    Liber  de  vita   Christi  ac   ae 

vitis  summorum  pontificum  romanorum,  pp.  13,  13,  23, 

37.  34.  52. 
Plinius  Secundus  C,  Historiae  naturalis  libri  XXXVII, 

pp.   10,   II,  37. 
PUNIUS  Secundus,  Epistolae,  Tavola. 
Plutarchus,  forse  in  Apophthegmata  regum  et  impera- 

torum,   pp.  3,    II. 
PoLDO  d'Albenas  Jban,  Discours  historial,  Tavola. 
PonziANO  Angelo,  Epistole,  Tavola. 
PoLYBius,   Historiae,  p.  4. 

PoNTANUS  loANNES  loviANUs,    Opera,  Tavola. 
Postellus  Guilielmus,  Des  histoires  orientales  et  prin- 

cipalement  des    Turkes   ou    Turchikes  et  schitiques  ou 

Tartaresques    et   aultres  qui  en   sont   tes   descendues, 

Tavola. 
Priscianus    Peregrinus,    Historia  ferrariensis   (mano- 

scritto),  p.  182. 
Procopius  Caesareabnsis,  Anecdota,  Tavola. 
Procopius  Caesareaensis,  De  bello gothico,  pp.  29,  30,  3  \. 
Propertius,  Carmina,  Tavola. 

Prosper  Aquitanus,  Bpitoma  chronicon,  pp.   18,  33. 
Ptolemaeus  Claudius,    Geographiae  libri   VIII,    p.   2, 

Tavola  I. 
Ptolomaeus  Lucensis,  Historia  ecclesiastica  libri  XXIV, . 

pp.    185,    310. 

Badevicus  Frisingensis,  vedi  Otto  Frisingensis. 
Ranzanus  Petrus,  Epitome  rerum  hungaricarum,  Tavola. 
Rauwolff  Leonh,,    Beschreibung   der  Reysz....  in   der 

Morgenldnder  etc,  Tavola. 
Regino  Prumiensis,  Chronicon  sive  Annales  non  tam  de 

Augustorum  vitis   quam  aliorum    Germanorum  gestis, 

pp.  43,  47. 
Relicano,  Annotazioni  in  Cesare,  Tavola. 
Rhenanus  Beatus,  Rerum  Germanicarum  libri  III,  Ta- 

vola  I. 
Rhodiginus  Ludovicus  Coelius,  Lectionum  antiquarum 

libri  XVI,  Tavola. 
RicHARDUS  Cluniacensis,  Chronicon,  p.  156. 
RicoBALDUs   Gervasius,    Opera   historica  (manoscrltti)» 

Tavola. 
RoDERicus   ToLETANUs,    De  rebus  Hispaniae  tibri   IX, 

forse  1'edizione  di  Granata,  1545,  p.   138. 
Rosi£:res   FRAN90IS,    Stemmata    Lotharingiae    et    Barri 

ducum  8,  Tavola. 


CXXVI 


PREFAZIONE 


Rossi  GiROLAMO,  Historiarum  Ravtnnatum  libri  X,  Ta- 

vola  I. 
RuTiuus  C.  NuMATiANUS,  Ttinerarium,  Tavola. 
Sabeixicus  Marcus  Antonius,  Bnneades  seu  Rhapsodia 

historiarum  ab   O.  €.-1504,  p.   136. 
Sabellicus    Marcus   Antonius,    Rerum   venetarum    li- 

bri  XXXIII,  e  altrove,  p.  27. 
Salimbbne,   Ckronicon  ab  anno  1167-1387,  p.  169. 
SansovINO  Francesco,  Del  governo   et  amministratione 

di  diversi  regni  et  repubbliche  cos\  antiche  come  mo- 

derne  libri  XXI,  p.  445. 
Sarayna  Torello,  De   origine  et   amflitudine   civitatis 

Veronae,  Tavola. 
Sardi  Gaspare,  Historie /erraresi,  Ferrara,  Rossi,  ISS^, 

P-  475- 
Savonarola  MichaeL,  De  balneis  et  thermis  naturalibus 

omnibus  Italiae  (forse  l'edizione  bolognese  di  Bene- 

detto  d'Ettore  del  1493),  p.  S^^. 
Saxo  gramaticus,  Danorum  regum....  historiae  Q),  Ta- 

vola. 
ScHEDBL  Hartmann,  Liber  chronicarum  ab  O.  C.-i^gz,  Nu- 

rembergae,  Ant.  Koberger,  i3  luglio  1493,  pp.  47,  70. 
Sempronius  AsELLlus,  Fragmenta  historica,  p.  2,  Tavola. 
Servetus  Michael  ViLANOVANUS,   Oj>era  (?),  Tavola. 
Servius  Maurus  Hon.,   Oj>era,  Tavola  I. 
SlDONius  C.  ApoLLiNARis,   Ofera,  Tavola. 
SiGEBERTUs    Gemblacensis,    Chronografhio,    381 -i  112, 

pp.  41,  SS4- 
SlGONius  Carolus,  Historiae  bononiensis   libri   VI,    Bo- 

noniae,  per  soc.  tip.  s.  a.  (1^74?),  p.  121. 
SiGONlus  Carolus,  De  regno  Italiae  libri  XX,  p.  3. 
SiLius  Italicus,  Punicorum   libri  XVII,  col   commento 

di  Petrus  Marsius,  p.  2. 
SiMEONi  Gabriel,   Ofere  varie,  Tavola. 
Simlaro  (Simler)  Giosia,  Delle  Alpi,  Tavola. 
SoFlANO  MiCHELE,   Opera  (?),  Tavola. 
SoUNUS  C.  luuus,  Collectanea  rerum  memorabilium,  Ta- 

vola. 
SoLiNUs  C.  luLius,  Polihistoria,  p.  6. 
SoziMO,  Iperborei,  Tavola. 
SozoMENO,  Historia  tripartita,  Tavola. 
Spartianus  Aelius,  Didius,  Tavola. 
Speculator,  vedi  Durandus,  p.  333. 
Statuta  civitatis  Bononiae,  p.  302. 
Stephanus  Byzantinus,  De  urbibus,  Tavola. 
Strabo,  Rerum  geographicarum  libri  XVII,  p.  6,  Tavola. 
Suetonius  C.  T.,  Vitae  XII  Caesarum,  pp.  6,  11,  Tavola. 
SuiDAS,  Lexicon,  Tavola. 
SuLPlcius  Severus,  Chronica  ab  exordio  mundi,  p.  16. 


Tacitus  Corneuus  P.,  Annales,  pp.  10,   ii. 
Tacitus  Cornelius  P.,   Germania,  Tavola. 
Tacitus  Corneuus  P.,  Historiae,  Tavola. 
Tarcagnota  Giovanni,   Historia  del  mondo  con  te  ag- 

giunzioni  di  Mambrino  Roseo,  Venezia,  Tramezzino,      5 

IS73,  P-  S'2- 
TiBULLUs,  Carmina,  Tavola. 
ToMASO  (San)  D'AquiNO,  Summa,  p.  137. 
ToRELLi,  vedi  Sarayna. 

Traversarius  Ambrosius,  Hodoeporicon,  p.   106.  10 

Trebeluus   Poluo,   in    Scriptores    Historiae  augustae, 

p.  13,  Tavola. 
Trithemius  Iohannbs,    Catalogus  seu  liber  scriptorum 

ecctesiasticorum,  pp.   122,  200,  330. 
Trogus   Pompeius,    Historiarum  philippicarum  prologi,    1 5 

Tavola. 
TsCHUDl  Abgidius,   Chronicon  helveticum,  p.  3. 
Uranius  presbiter,  Epistola  de  obitu  Sancti  Paulini  ad 

Pacatum,  p.   14. 
UsuARDus  MONACHUS  Sancti  Germani  de  Pratis,  Mar-    20 

tyrologium,  p.  13. 
Varro  Terentius,  Antiquitatum  libri,  Tavola  L 
Velleius  Paterculus,   Historia   romana,    p.  9,   Tavola. 
Vergerius  Petrus  Paulus,   Opera(i),  Tavola. 
Vergiuus,  Aeneis,  p.  2,  Tavola.  25 

Vergiuus,   Georgicorum  libri  IV,  Tavoia. 
Vergiuus,  Eclogae,  Tavoia. 

ViBlus  Sequester,  De  fluminibus,  fontibus  etc,  Tavola. 
Victor  Sextus  Aurelius,  Historia  romana,  p.  12. 
VlCTOR  Sextus  Aurelius,  De  viris  illustribus,  p.  13.        30 
ViLLANOVANo,  vedi  Servetus,  Tavola. 
VlLLANl  Giovanni,  Storia  fiorentina,  p.  430. 
VlNCENTlus    Bellovacensis,    Speculum    historiale    libri 

XXXI,  pp.  60,   136. 
Vita  di  san  Bernardo,  Tavola.  35 

Vita  di  san  Maiolo,   Tavola. 
Vita  di  san  Sisinnio,  Tavola. 
Vita  (la)  et  li   meriti   del  glorioso    messer   san   Petronio 

padre  et  protettore  de  Valma  nostra  citth  di  Bologna,        J 

Boiogna,  Giacareilo  e  Bonardo,  s.  a.  Ah 

VlTRUVIus  PoLUo,  De  architectura  libri  X,  Tavola. 
Xenophon,  Historia  graeca,  Tavola. 
Zanchius  Iohannes   Chrysostomus,    De  origine    Ora- 

biorum  sive  Cenomanorum  libri  III,  Venetiis,  de  VI- 

taiibus,  1531,  Tavoia.  45 

ZlEGLER    HiERONYMUS,     Terrae    sanctae    doctissima    de- 

scriptio,  Tavola. 
ZiEGLER  HlERONYMUS,  /»  Plimi  de  Nat.  Hist,  l,  II  com- 

mentaria,  Tavola. 


Per  ci6  che  si  riferisce  alle  fonti  manoscritte  il  Ghirardacci  ne  ebbe  una  sovrana,  50 
quella  che  sola  poteva  consentire  il  nome    di  storico  a  chi   intraprendesse  a    narrare 
le  vicende  della  cittk  di  Bologna:  l'Archivio  pubblico,  detto  allora  Caniera  degli  Atti, 


PREFAZIONE  CXXVII 


che  comprendeva  tutti  i  documenti  pubblici,  e  talvolta  anche  privati,  che  si  erano  sino 
allora  conservati,  e  che  ancora  si  conservano,  salvo  poche  dispersioni  e  distruzioni, 
nell'attuale  Archivio  di  Stato  e  nell'Archivio  notarile.  II  Ghirardacci,  che  pass5  die- 
cine  d'anni  Ik  dentro  a  rovistare  minutamente  carta  per  carta,  pergamena  per  perga- 

5  mena,  e  a  trarne  il  solido  fondamento  per  la  storia  sua,  ci  ha  lasciato  una  preziosa 
descrizione  del  pubblico  Archivio  che  noi  riportiamo  qui,  perchfe,  contenendo  essa  le 
varie  segnature,  le  distribuzioni  e  i  riparti  dell'Archivio  d'allora  individuati  con  lettere 
e  indicazione  varie,  riesce  di  alto  sussidio  per  non  dire  necessaria  a  comprendere  le 
citazioni  e  i  rimandi  che  qua  e  Ih  si  incontrano  nel  testo;  e  anche  per  provare  come 

10  niuna  parte  degH  atti  pubblici,  che  potevano  consultarsi  ai  terapi  del  Ghirardacci, 
fu  da  lui  trascurata: 

Del  qual  luogo,  mentre  che  noi  scriviamo  la  presente  Historia  di  Bologna,  Tanno  1597, 
r  illustrissimo  signor  Marco  Antonio  Bianchetti  nobilissimo  Patritio  e  senatore  bolognese, 
sendo  morto  rillustrissimo  signor  Annibale  Campeggi  pure  senatore,  ne  divenne  successore 

15  con  tutti  gli  honori,  pesi  e  regaglie,  et  altre  cose  simili  solite  ad  un  tale  ufficio  e  consuete, 
come  appare  per  il  Breve  del  reverendissimo  Oratio  Spinola  vicelegato  di  Bologna  e  refe- 
rendario  deiruna  e  raltra  signatura,  sotto  la  data  del  giorno  decimo  di  novembre  1597.  E 
perchfe  quest'  ufficio  h  di  grandissimo  honore  et  utilitk  a  tutta  la  citt^  di  Bologna  e  suo  con- 
tato,  oltre   che   la   detta   Camara   degli   Atti   h.    come   una  preciosissima   corona,   che   rende 

20  Bologna  da  ogni  parte  gloriosa,  perch^  conserva  in  sfe  con  bellissimo  ordine  tutte  le  attioni, 
che  nella  detta  cittk  e  suo  contato  si  fanno  e  per  lo  avanti  si  sono  fatte,  tanto  criminali, 
come  anche  civili,  consegli,  decreti,  ultime  volontk,  fabriche  nobili  di  castella,  fortezze, 
ponti,  chiese,  torri,  palagi,  guerre,  paci,  conventioni,  leghe  con  papi,  re,  imperatori  et  altri 
potentati,  et  in  somma  tutto  quello  che  per  il  governo  buono  di  una  republica  fare  si  pu6, 

25  ella  ne  conserva  incorrotta  memoria;  pero  offerendomisi  in  questo  luogo  accomodata  occasione 
di  palesarlo  a  tutto  il  mondo,  vogHo  per  quanto  posso  descrivere  brevemente  il  sito  del  detto 
archivio  di  Bologna,  e  rordine  delle  scritiure  che  in  esso  si  osserva,  e  come  dalli  superstiti 
sono  conservate.  E  questo  publico  Archivio,  o  Camara  degli  Atti,  nel  palazzo  del  Podestk 
di  Bologna  a  meza  scala,  et  h  di  larghezza  piedi  40  in  circa   e  di  longhezza  piedi  68,  par- 

30  tito  in  tre  ordini,  overo  navate,  con  le  colonne  e  fatto  a  volta.  Airentrata  del  quale  e  un  an- 
dito  di  longhezza  piedi  40  e  di  larghezza  piedi  18  in  circa,  terminato  da  un  longo  rastello 
di  legno  a  gelosia,  che  ha  una  sola  porta  che  si  chiude,  il  qual  rastello  tramezza  tra  il  detto 
andito  e  le  scritture  conservate  e  quivi  riposte.  In  questo  luogo  dalli  superstiti  si  tiene 
ragione  e   si  amministrano  le   scritture  secondo   il   bisogno   delle  persone;  et   al  servigio   di 

35  tutti  si  tiene  aperto  a  certe  hore  deputate  insino  alle  hore   23  e  non  piu,  perch^   non  vi  si 

pu6  tener  fuoco,  n^  lume  per  ischivare  il  pericolo  del  fuoco,  che  non  facesse  danno  alle 

scritture,  come  altre  volte  h  avenuto,  con  grandissimo  danno  del  publico  e  del   particolare; 

i^      il  che  cagion6  che  si  perdettero  le  antiche  memorie  in  buona  parte,  che   ragionavano  delle 

Hr    cose  avanti  il  mille  dugento  ottanta  tre,  se  bene  alcune  poche  si  trovano  sparsamente.    L'or- 

^BD  dine  delle  scritture  6  tale,  ciofe:  Sotto  la  lettera  A  sono  tutte  le  cose  criminali  con  li  nomi 

^*     de'  pretori,  capitani  di   popolo,  notari   et   altri  ufficiali   criminalisti,  con  la   iscrittione  degli 

anni  secondo  le  cose  criminali  occorse.    Sotto  la  lettera  B  sono  li  libri  degli  Antiani.     Sotto 

la  lettera  C  sono  i  Hbri  chiamati  li  provisori,  c\oh  sommarij  d'  instromenti.    Le  lettere  D,  F,  I 

trattano  delli   governi   delle   castella,  del   dare,  havere  e   simili.     Le   lettere  E  contiene   le 

45  sentenze  civili.  E  la  lettera  G  le  Memorie  e  li  registri  antichi,  dove  assai  piii  generalmente 
che  di  presente  sono  descritti  gl' instromenti.  La  lettera /T  contiene  gl' instromenti  moderni. 
E  sotto  la  iettera  L  si  conservano  gli  statuti  antichi,  le  sentenze  de'  notari  antichi  e  le  lorQ 


CXXVIII  PREFAZIONE 


attioni,  H  giornali  antichi,  dove  si  veggono  le  dispositioni  de*  governi,  gH  ordini  dello  Stu- 
dio  di  Bologna,  delle  dignitk,  delle  spese  del  senato  fatte  in  diversi  modi  di  ambasciarie  di 
officiali,  soldati,  capitani,  pretori,  vicarii,  castellani  e  simili.  Contiene  parimente  le  scritture 
de'  monti,  e  delle  circle,  e  de'  fumanti:  e  di  piu  di  tre  volumi,  o  matricole  de'  notari,  quando 
entravaiio  nella  detta  societk  distintamente  annotati,  et  altre  scritture  degne  di  essere  lette.  5 
Sotto  la  lettera  K  si  conservano  le  piii  pregiate  scritture  pertiiienti  alla  cittk  di  Bologna  et 
a  persone  particolari  rinchiuse  in  una  cassa  grande  da  me  nominata  l'archivio  segreto,  con 
tre  chiavi,  e  diviso  in  piii  classi  over  numero  d'anni  1200,  1300,  1400  et  1500,  come  distin- 
tamente  appare  nel  libro  chiamato  Gemma  Preciosa.  Scritture  tutte  di  grandissima  stima 
e  pregio,  e  dove  si  veggono  tutte  le  grandezze  segnalate  de'  Bolognesi,  le  paci,  conventioni,  10 
leghe,  compositioni,  le  compre  e  le  fabriche  delle  caslella  e  summissioni,  le  tenute,  le  pro- 
visioni,  ratificationi,  laudi  dati,  solutioni  di  censi,  ordinationi,  fabriche  di  chiese,  oratori  et 
ospitali,  sentenze,  prorogationi,  bolle  papali,  gratie  imperiali,  e  particolarmente  del  privile- 
gio  dello  Studio  concesso  da  Theodosio  imperatore  alla  cittk  di  Bologna,  molte  civiltk,  fa- 
briche  di  ponti,  un  compendio  delle  confine  del  territorio  di  Bologna,  di  vari  collegi,  et  in  15 
somma  quanto  di  bene  in  una  potente  republica  desiderasi.  Sotto  la  lettera  M  si  conser- 
vano  li  libri  delle  Moline,  il  valore  del  grano  e  della  farina,  et  alcuni  Hbri  degli  Antiani 
moderni.  Sotto  la  lettera  N  sono  le  reformationi  o  provisioni  fatte  dal  senato  di  Bologna, 
dove  si  veggono  i  governi  degli  antichi,  le  ordinationi,  gli  statuti  e  li  consigli  loro,  divisi 
in  tre  maniere  di  consiglio,  ciofe  generale,  sacrato,  e  sacrato  sacratissimo.  II  Consiglio  ge-  20 
nerale  osservava  le  cose  in  esso  trattate  a  beneplacito  degli  Antiani.  Le  cose  sacrate  du- 
ravano  longo  tempo,  ma  con  termine.  Le  cose  poi  sacrate  e  sacratissime  approbate  nel  detto 
Consiglio,  duravano  inviolabili  per  sempre.  Noi  da  questa  classe  habbiamo  cavato  gran  parte 
delle  cose  nelle  Historie  nostre  da  noi  descritte.  Di  piu  sotto  la  detta  lettera  sono  li  ruotoli 
de'  dottori,  che  famosamente  hanno  letto  nel  florido  Studio  di  Bologna,  secondo  le  facoltk  25 
delle  scienze  distribuite.  Sotto  la  lettera  O  si  conservano  tutti  gli  statuti  delle  arti  della 
cittk  di  Bologna.  E  sotto  la  P  le  ordinationi,  e  li  campioni  de'  communi  della  cittk  istessa. 
Sotto  la  lettera  ^  sono  li  campioni  e  molte  scritture  di  grandissima  consideratione,  e  fra 
queste  li  tre  repertori  di  tutte  le  cose  criminali  dette  di  sopra,  dalle  quali  si  possono  cavare 
casi  grandissimi  occorsi,  moderni  et  antichi,  se  bene  non  conviene  farne  memoria  da'  publici  30 
scrittori,  per  honore  delle  famiglie,  oltre  che  sarebbe  il  far  ci6  fatica  incredibile.  Vi  sono 
anco  in  questa  classe  della  lettera  sopradetta  le  scritture  della  illustrissima  famiglia  de'  Pep- 
poli  e  molte  altre  cose  memorabili.  La  lettera  R  ha  libri  di  diverse  amministrationi  di  pu- 
pilli.  Sotto  la  lettera  S  si  veggano  tutti  li  bandi  e  condannaggioni,  e  le  gratie  fatte  alli 
detti  banditi  e  condannati.  Sotto  la  lettera  T  si  hanno  li  capitoli  detti  delli  datii  del  com-  35 
mune  di  Bologna,  delle  moline,  sgarmiato,  porte,  retaglio,  pescarie  et  altri  datii  simili.  Sotto 
la  lettera  V  sono  le  bolle  papali  di  diversi  pontefici,  et  alcuni  libri  delle  cose  pertinenti  alla 
chiesa  di  san  Petronio.  La  lettera  X  ha  li  campioni  del  registro,  con  alcune  filze  di  testa- 
menti  segreti.  La  T  contiene  in  sfe  li  campioni  antichi  de'  condannati  e  banditi,  antichi 
e  moderni.  Sotto  la  lettera  Z  si  ha  un  libro  di  carta  capretta  catenato,  che  ragiona  della  40 
Madonna  di  san  Luca  e  della  Madonna  del  Monte  e  del  vessillo  aureo  del  re  di  Francia 
donato  a'  Bolognesi.  A  questo  anco  si  pu6  aggiongere  il  libro  catenato  delle  donne  illustri, 
composto  e  scritto  a  mano  da  Giovanni  di  Sabbadino  degli  Arienti  bolognese.  Nella  cassa  se- 
gnata  A  A  sono  molti  testamenti  di  varie  peraone.  E  sotto  le  lettere  B  B  %\  hanno  le  scritture 
del  sale.  Nella  detta  camera  sono  altri  libri  assai  di  continuo  adoprati,  come  gli  abcedarii,  il  45 
registro  nuovo,  il  registro  grosso  libro  primo,  il  registro  grosso  libro  secondo,  il  libro  Fantino, 
il  Fantacino,  il  libro  delle  novissime  provisioni  chiamato  le  colonne  della  Camara,  ne'  quali  si 
comprendono  molti  privilegi,  provisioni,  essentioni,  gratie  et  indulti  concessi  da'  papi,  le- 
gati  et  altri  principi.  Vi  h  il  libro  delle  tre  croci,  li  libri  delle  provisioni  sotto  le  sue  let- 
tere  particolari  A,  B,  C,  D,  E,  F,  G,  H.    II  libro  nuovo  de'  decreti  et  il  libro  terzo  de'  de-  50 


PREFAZIONE  CXXIX 


creti  et  altri  libri  assai,  che  vanno  ogn'hora  per  le  mani  delli  Signori  superstiti,  de*  quali 
s'io  ne  volessi  fare  repertorio,  formarei  volumi  graadissimi,  come  si  pu6  vedere  dal  libro 
chiamato  Gemma  pretiosa.  Oltre  molti  altri,  ch'io  lascio  di  annoverare,  come  i  libri  segnati 
pure  con  Talfabeto  che  hanno  le  coperti  caprine.  Le  qual  scritture  tutte  in  somma  sono 
riposte  e  conservate  in  questa  Camara  degli  Atti  per  ordine,  vigore  e  virtu  degli  statuti 
antichi,  modemi  di  Bologna,  sotto  la  rubrica  De  Camara  Actorum  e  di  molte  altre  provi- 
sioni  e  costitutioni,  come  nel  Libro  Novissimarum  Provisionum,  fol.  88;  per  la  provision^ 
del  cardinale  Bessarione,  col  consenso  delli  signori  Sedeci  1484,  con  un'altra  provisione  del 
Borromeo  Monte  Valenti,  li  quali  sono  particolari  per  le  cose  criminali,  sotto  la  rubrica  ^ae 
I  fccere  teneantur  notarii  causarum  criminalium,  sotto  il  numero  65,  f ol.  92 ;  oltre  le  provi- 
sioni  civili,  sentenze,  sotto  la  rubrica  Camara  Actorum,  e  sotto  quella  Dc  officio  notariorum 
residentiuni  ad  causas  civiles  ad  discum  -palatii,  fol.  565.  Et  in  materia  de'  notari  che  vanno 
agli  officii,  li  detti  statuti  ne  ragionano,  e  nel  Libro  JVovissimarum  Provisionum,  fol.  15. 
Oltre  anco  le  provisioni  del  cardinale  Francesco  Gonzaga  Tanno  1473  alli  22  di  settembre, 
essendo  egli  legato;  e  per  provisione  di  monsignore  Sauli  nel  detto  libro,  a  fol.  276.  Si 
veggono  anco  in  materia  di  presentare  le  scritture  alla  Camara  degli  Atti,  come  de'  fumanti, 

'    cancellaria,  acque  e  simili,  la  provisione  di  Bassotto  d'Argile  e  di  Taddeo  Mammellini,  per 

■  li  secondi  sei  mesl  dell'anno  1396,  fol.  28,  et  oltre  che  di  questa  presentatione  delle  scritture 
ne  parlino  chiaramente  gli  statuti,  anco  ne  favellano  molte  altre  provisioni.     Circa  le  ammi- 

20  nistrationi  delle  tutelle  de'  pupilli,  se  ne  ha  negli  statuti,  sotto  la  rubrica  De  Tutellis,  §.  ^ae 
ratio,  a  fol.  278.  E  circa  li  sudetti  iiistrumenti,  vi  h  anco  la  santissima  Costitutione  Sfor- 
ziana,  fol.  17.  Del  qual  ordine  di  detta  Camara,  o  Archivio,  crederemo  basti  questo  che 
habbiamo  detto  per  hora,  da  che  ciascuno  potrk  comprendere,  che  tutte  le  attioni  fatte  nella 
cittk  di  Bologna  e   celebrate  col  mezo  di   scrittura  si  conservano,  come  detto  habbiamo,  in 

25  questo  maraviglioso  Archivio,  alla  cura  del  quale  hoggidl  sono  deputati  questi  tre  superstiti, 
ciofe :  M.  Marco  TuUio  Zazali ',  Giulio  Belvisi  e  Pompeo  Dolfi  bolognesi,  e  tutti  insieme  hog- 
gidi  con  grandissima  fatica  e  continuo  studio  et  amore  la  vanno  illustrando  e  mantenendo 
con  ridurre  tutte  le  materie  delle  scritture  a  maggiore  dilucidatione.  II  che  sia  detto  per 
verit^,  et  anco  a  laude  della  mia  propria  patria,  et  acciochfe  tutto  il  mondo  sappia  che  que- 

30  sto  publico  Archivio  di  Bologna  k.  cosl  bene  ordinato  e  mantenuto,  quanto  altro  Archivio  sia 
in  tutta  Europa.  E  che  da  esso  habbiamo  tolto  quasi  tutto  quello  che  nella  nostra  Historia 
di  Bolo^na  habbiamo  descritto,  sl  come  di  passo  in  passo,  per  lo  piu,  habbiamo  nel  mar- 
gine  citato,  fondandoci  nella  veritk,  che  seco  porta  la  detta  Camara  e  le  scritture  che  in 
esse  sl  ritrovano;  alle  quali  sl  deve  prestare  piena  fede,  sl  come  si  ha  nello  statuto  Dc  Ca- 

}S  mara  Actorum,  fol.  569,  §.  ^iibus  scriftwris  existentibus  in  archivio  et  Camara  Actorum 
debet  fides  adhiberi;  et  Antonio  Monterenzoli  Ad  causas  civiles,  fol.  36,  libro  primo;  e  nella 
provisione  del  registro  1572*. 

Tutti  i  reparti  della  Camera  degli  Atti  vediamo  citatl  o  nei  margini  o  nel  con- 
testo  dei  due  volumi  del  Ghirardacci  che  sono  a  stampa;  frequentemente  vengono 
perci6  ricordati  o  un  liber  reformationum  designato  da  una  certa  lettera,  o  un  liber 
provisionum,  o  i  jura  conjinium  comunis  Bononiae,  o  il  Ubro  generale  degli  Anziani, 
detto  anche  liber  Antianorum,  o  la  matricula  notariorum,  o  le  sentenze  di  aggrega- 
zione  de'  notai,  o  il  libro  negro,  o  i  registri  grosso  e  nuovo,  o  il  Fantino  e  il  Fan- 
taccino  o  Fantuccino  e  cosl  via.  Dal  che  si  arguisce  che  non  soltanto  in  quel  mate- 
$  riale  che  ora   costituisce  1'Archivio  di  Stato  svolse  largamente  il  Ghirardacci  le  sue 


'  Vedl  plu  Innanzi,  a  p.  cjnDClv,  1.  1,8.  *  Vol.  11,  p.  565. 

T.  XXXin,  p.  1  -  /. 


1) 


CXXX  PREFAZIONE 


ricerche,  bensi  anche  in  quello  che  oggi  forma  1'Archivio  notarile   e    che  allora  era 
unito  col  resto  alla  Camera  degli  Atti. 

Oltre  la  Camera  degli  Atti,  senza  dubbio  il  fondamento  precipuo  delle  ricerche 
del  Ghirardacci,  nella  quale  dovette  passare  parecchi  anni,  come  dimostrano  i  suoi 
appunti,  le  notazioni  e  gli  estratti  che  si  conservano  ancora,  il  dih'gente  frate  rovist6  5 
parecchie  altre  biblioteche  ed  archivi  di  Bologna  e  di  fuori.  Prima  tra  di  esse  k  da 
porsi  la  Biblioteca  Vaticana.  Tra  gli  estratti  di  mano  del  Ghirardacci  vi  ha  un  fa- 
scicoletto  che  porta  questo  titolo:  "  Indice  delle  scritture  che  nel  Tabulario  ovvero 
"  Biblioteca  Vaticana  si  trovano  spettanti  alle  Historie  di  Bologna  „^  accuratamente 
redatto:  noi  crediamo  che  egli  stesso,  le  varie  volte  in  cui  fu  a  Roraa,  facesse  dili-  10 
genti  spogli  e  li  raccogliesse  poi  piCi  tardi  in  questa  forma  ordinata.  Lungo  il  corso 
delI'opera  la  Biblioteca  Vaticana  h  indicata  con  molti  sottotitoli  di  rimando:  o  con 
un  numero  soltanto,  o  col  vocabolo  libro  e  accanto  un  numero,  o  coII'indicazione  pre- 
cisa  di  "  Cronaca  de'  Pontefici  di  Riccardo  Monaco  Cluniacense  „,  o  con  quest'altro: 
"  Processo  contro  i  Bolognesi  „,  o  con  altre  simili  indicazioni.  15 

Altri  archivi  e  biblioteche  che  il  Ghirardacci  consultd,  aII'infuori  deIl'Archivio 
pubblico  di  Bologna  e  della  Biblioteca  Vaticana,  sono:  l'Archivio  di  Nonantola,  I'Ar- 
chivio  di  Lione,  la  Biblioteca  di  San  Marco  di  Milano,  I'Archivio  dei  canonici  di 
Reggio  Emilia,  I'Archivio  dei  canonici  di  Modena,  la  Biblioteca  della  cancelleria  del 
papa,  l'Archivio  del  monastero  di  Santo  Stefano  in  Bologna,  l'Archivio  di  Santa  Lu-  20 
cia  di  Roffeno,  l'Archivio  dei  frati  Serviti  in  Bologna,  l'Archivio  dei  canonici  di 
San  Salvatore,  la  Biblioteca  dei  frati  Predicatori,  l'Archivio  dei  signori  Isolani,  l'Ar- 
chivio  del  conte  Balduino  Fogliani,  I'Archivio  dei  padri  Certosini,  I'Archivio  arcive- 
scovile  di  Bologna,  e  in  special  modo,  perchfe  1'aveva  continuamente  a  disfKDsizione, 
l'Archivio  dei  frati  di  San  Giacomo  ^.  25 

II  Ghirardacci  and6  in  cerca  anche  di  speciali  narrazioni  manoscritte,  e  le  va  ci- 
tando  nel  testo  della  sua  Storia.  Cosl  la  Cronaca  modenese  del  Morano  la  ricorda  nel 
primo  volume  sotto  l'anno  1311  Ik  dove,  parlandosi  di  una  lettera  scritta  ai  Nonan- 
tolani  da  Avignone  intorno  un  caso  occorso  nel  1324,  si  legge:  "  La  qual  lettera  anco 
"  si  ritrova  registrata  in  una  cronica  antica  manuscritta  per  Bonifacio  di  Morano  citta-  30 
"  dino  modenese,  fol.  51  j  la  qual  lettera  cosl  comincia:  Notum  vobis  significo  etc.^'^. 
Altro  manoscritto  spesso  ricordato  h  la  Vita  di  san  Petronio  unita  ad  altri  testi  che 
era  nel  monastero  di  Santo  Stefano  e  che  ora  conservasi  alla  Biblioteca  Universitaria. 
Sono  inoltre  ricordati  nell'opera  del  Ghirardacci  il  manoscritto  del  Polistore,  la  cro- 
naca  bolognese  del  frate  Girolamo  Borselli,  gli  Annali  del  Negri,  Carducci  Lando,  ma-  35 
noscritto  delle  famiglie  di  Firenze,  le  cronache  manoscritte  di  Siena  e  in  fine  le  varie 
e  nuraerose  cronache  manoscritte  bolognesi,  contro  le  quali  tuttavia,  specie  quando 
si  allontanano  dalla  veritk,  il  frate  lancia  qua  e  Ik,  e  non  ingiustamente,  qualche  strale. 


'  Vedasi  sopra,  parte  I,  §  3.  Hisioria}  t  non  di  rado  con  indlcazioni  e  con  partlcolari. 

^  La  testimonianza  l'abbianio  in  piii  luoghi  della  *  Vol.  I,  p.  553. 


PREFAZIONE  CXXXI 


Un  esame  anche  sommario  dell'immenso  materiale  usato  dal  Ghirardacci,  cosi  stam- 
pato  come  manoscritto,  ci  lascia  un  senso  di  grande  meraviglia.  Noi  non  conosciamo 
forse  alcuno  del  suo  tempo,  nfe  anche  l'eruditissimo  Panvinio,  nfe  il  Sigonio  e  non  il 
Robortello,  il  Sardi,  il  Platina,  il  Rossi,  il  Saraina  e  i  molti  storici  e  antiquari  ed  eruditi 
5  del  secolo  XVI,  che  possa  avvicinarsi,  dal  lato  almeno  della  informazione  e  della  do- 
camentazione,  al  nostro  frate.  La  sua  h  una  ricerca  sistematica  di  tutto  ci6  che  h  nella 
cittk,  ed  b  una  indagine  larga  e  sicura  di  tutte  le  fonti  esterne,  di  tutte  le  opere 
anche  lontane  che  pure  pcr  qualche  lato  potessero  toccare  della  storia  di  Bologna  o 
dei  suoi  rapporti.     Se  noi  facciamo  un  confronto  tra  I'apparato  erudito  del  Sigonio, 

10  che  pure  era  notevolissimo,  sl  che  egli  stesso  ebbe  a  pubblicare,  non  solo  per  sua 
difesa  e  giustificazione,  ma  anche  per  dimostrare  la  sua  cultura,  1'elenco  bibliografico 
del  suo  fondamento  scientifico  ^,  e  quello  che  noi  ofiriamo  nell'elenco  sopra  ripor- 
tato,  possiam  toccar  con  mano  I'enorme  difFerenza  che  corre  tra  i  due  indici.  !]E 
ben  vero  che  il  Sigonio  scriveva  un  dieci  o  vent'anni  prima  ^,  ma  la  differenza  pic- 

15  cola  del  tenipo  non  e  sufEciente  a  giustificare  o  spiegare  la  grande  diversitk  di  conte- 
nenza  che  esiste  tra  i  due  elenchi  sopra  accennati  ^. 

Ci6  che  ci  fa  ancora  piti  meraviglia  e  ci  lascia  perplessi,  h  pensare  come  abbia 
fatto  il  Ghirardacci  ad  aver  notizia  prima,  e  poi  a  poter  avere  in  consultazione  un 
numero  cosl  grande  e  cosi  vario  di  opere.     E  vero   che  in  un  certo    punto  il  Ghi- 

20  rardacci  stesso  ci  dice  che  Bologna  era  assai  fornita  di  volumi  *,  anzi  nel  terzo  vo- 
lume,  che  ora  pubblichiamo,  si  ferma  a  lungo  a  descrivere  la  meravigliosa  e  copio- 
sissima  biblioteca  dei  padri  Domenicani,  e  d'altra  parte  sappiamo  che  altre  ricche 
librerie  erano  a  San  Salvatore,  a  San  Francesco^,  al  CoUegio  gregoriano,  presso  il 
Capitolo  e  presso  il  Vescovato,  accanto  all' Universitk,  presso  dottori  dello  Studio,  e 

23  cosi  via;  ma  non  dobbiam  credere  che  del  solo  materiale  di  Bologna  egli  si  giovasse, 
bensl  anche  di  quello  ben  piti  cospicuo  della  biblioteca  Vaticana  di  Roma  e  della 
centrale  dell'ordine  suo. 

* 
•  « 

II  movimento  umanista  prima  e  poi  la  tendenza   ad  esaminare  le    cose  nel   loro 

30  aspetto  reale,  a  trovarne  il  valore  e  a  indagarne  l'origine  e  la  loro  finalitk,  avevano 

dato  agli  antiquari  e  ai  ricercatori  del  secolo  XVI  un  particolare  aspetto  e  significato 


•  Catalogus    Historiarum   et  Archivorum   etc,    Bo-  "  Albis,   V  anno    nel  quale  ora    scriviarao   la    presente 

noniae,  per  Soc.   typ.,   1576.     E  l'elenco   delle   opere  e  "  Historia  MDXCIV„. 

degli  archivi    di    cui    il   Sigonio    fcce   uso   per   la   sua  '  Vedasi  a  questo   proposito  l'accurato  studio   di 

storia  De  regno   Italiae.  Alfred  Hessel  "Deregno  Italiae  libri  viginti  „  von  Carlo     1$ 

S  '    Infatti    l'opera    del    Ghirardacci    usc\    appunto  Sigonio,  Eine  quellenkrittsche  Untersuchung,  Berlin,  1900. 

nel  1596,  maba  notarsi  che  fu  finita  di  scrivere  nel  1594.  ■*  E  detto  nell'avvertenza  finale  del  prlmo  volume 

Nella    Tavola  del   primo   volume,   alla   voce   Domenico  dedicata  "Alli  benigni  lettori  „  ;  il  passo  lo  riferimmo 

Calagoritano,   parlandosi    di   san  Giacinto,    il   Ghirar-  piu  su. 

dacci  nota  appunto   che   questo    santo    fu   canonizzato  '  Si  pu6  consultare,  per  molte  di  queste   librerie    20 

10   da  Clemente  VIII  in  San  Pietro  di  Roma  con  grandis-  bolognesi,  il    mio   studio  sulla  Biblioteca   cafitolare  di 

sima    solennita,    "  alli    17    di   aprile   la   domenica    in  Bologna,  Bologna,  Zanichelli,  1904. 


C^^QOI  PR^FAWNK 


che  andava  trasformando  il  modo  di  fer  la  narrazione  delle  cose  passate,  nell'intento 
di  giungere  il  piil  vicino  che  fosse  possibile  alla  veriti,  partendo  dalle  prove  sicure 
del  modo  con  cui  le  cose  passate  si  svolsero,  e  non  gik  accettando  le  tradizioni 
spesso  fallaci. 

II  Ghirardacci  sentl  a  pieno  questa  rivoluzione  forraale  e  sostanziale  che  andava  5 
facendosi  e  intul  il  lento  lavorlo  che  si  stava  compiendo:  la  trasformazione  cioh  dei 
cronisti,  dei  narratori,  degli  antiquari,  dei  raccoglitori,  in  storici.  Mentre  i  primi  in 
varia  guisa  noa  facevano  che  apprestare  o  dar  forma  ad  un  materiale  che  era  gik  in- 
nanzi  a  loro  o  nell'atto  di  svolgersi  nel  tempo,  o  risultante  da  un  complesso  gi6 
imbastito  di  cose  attestanti  un  passato;  lo  storico,  pur  traendo  grande  partito  dal-  10 
I'opera  di  costoro,  doveva  per  forma  e  modi  segutre  un  diverso  cammino  e  per  le 
conclusione  arrivare  ad  una  meta  ben  piti  complessa  e  sicura. 

II  Ghirardacci,  il  qualc  fu,  come  abbiam  visto,  di  una  dottrina,  cultura  e  diligenza 
che  ha  del  meraviglioso,  conobbe  a  pieno  tutto  ci6  che  era  stato  stampato,  giovandosi 
delle  librerie  dir6  cosi  pubbliche,  e  ricorrendo  anche  ai  libri  posscduti  dai  dotti  uomini  15 
e  dalle  famiglie  piii  cospicue.  E  in  tal  guisa  egli  arrivb  a  conoscere  cosl  la  lette- 
ratura  aotica  come  la  moderna,  e  in  questa  cosl  la  nostrana  come  la  straniera:  da 
Vincenzo  di  Beauvais,  a  Ottone  di  Frisinga,  al  cronista  di  Norimberga.  Dei  libri 
italiani  poi  non  gliene  sfuggl  alcuno  che  in  qualche  guisa  si  riferisse  a  Bologna  o 
ai  suoi  uomini.  20 

Ma  il  Ghirardacci  ebbe  un  altro  grande  sussidio  nel  comporre  la  sua  storia  di 
Bologna,  quello  dei  monumenti:  fbssero  lapidi,  carte,  scritture  antiche;  il  tntto  esa- 
minato  con  ogni  cura  e  compiutezza  e  messo  poi  a  confronto  con  la  narrazione  degli 
scrittori  precedenti  e  con  la  tradizione.  II  racconto  del  Ghirardacci  non  h  dunque 
soltanto  cosa  provata  vera,  ma  acquista  anche  un' importanza  dal  lato  scientifico.  25 
Cosi  il  metodo  come  gli  accenni  alla  critica  storica  sono  pari  se  non  superiori  a  quelli 
dei  piti  grandi  uomini  che  di  critica,  di  storia  e  di  indagini  si  occuparono  nel  se- 
colo  XVI. 

Gli  storici  di  quel  secolo  che  il  Ghirardacci  piti  di  frequente  ricorda,  e  alle  cui 
opere  piii  spesso  si  affida,  pur  staccandosene  quando  ne  h  il  caso,  e  talvolta  perfino  com-  30 
battendoli  aspramente,  sono  per  le  cose  bolognesi  Leandro  Alberti  e  Carlo  Sigonio, 
per  le  cose  esterne  Bernardino  Corio,  Onofrio  Panvinio  e  qualcun  altro.  Egli  per6,  pur 
imitando  qua  e  Ik  alcuno  di  essi,  si  sente  gik,  cosl  per  I'ampiezza  delPindagine  come 
per  la  maggior  sicurezza  e  persuasione  del  giudizio,  superiore  tanto  aII'Alberti  quanto 
al  Sigonio.  35 

Ci6  non  toglie  tuttavia  che  il  Ghirardacci  si  mostri  chiaramente  inferiore  al 
Sigonio  per  le  cose  dell'antichitk  romana  e  per  quelle  deiralto  Medio  evo  le  quali, 
se  avevano  un' importanza  capitale  per  il  Sigonio  che  dello  studio  dell' antichitk  si 
era  fatto  la  ragione  e  lo  scopo  precipuo,  assai  poca  ne  avevano  per  il  Ghirardacci 
che   si  proponeva   specialmente  la   storia  di  Bologna   nel  basso  Medio  evo  e  negli  40 


PREFAZIONE  CXXXin 


ultimt  secoli  e   che  per  1'antichith   raccoglieva,  senza  poterle   troppo   vagliare,    quasi 

tutte   le  notizie. 

Non  vogliamo  con  ci6  stabilire  ua  confronto  fra  il  Sigonio  e  il  Ghirardacci,  con- 

fronto  che    direi  irapossibile  per   la  diversa    operositk    e  le  diverse  attitudini  dei  due 

5  uomini:  il  Sigonio  ebbe  senza  dubbio  un  piti  profondo  ingegno  e  un  piti  vasto  campo 

di  visione,  un  organismo  piii  complesso  e  una  nitida  forma,  il   Ghirardacci  un  campo 

ristrettissimo  rispetto    aIl'altro,  quello    della  storia    municipale,  e  una    forma  semplice 

e  talvolta  trascurata  e  disadorna.     Ma  in  quel  piccolo  campo  che  il  Ghirardacci  aveva 

assunto,  la  storia  di  Bologna,  egli  tenne   la  palma  sopra  il    Sigonio  oltre    che    sopra 

10  l'AIberti  e  quanti  l'avevano  preceduto,  per  tutto  ci6  che  possa  interessare  lo  storico, 

il  critico,  l'erudito. 

« 
«  * 

Per  l'erudito  si  h  detto  a  sufficienza  pih  su;  per  lo  storico  e  il  critico  varranno 
le  osservazioni  e  constatazioni  che  stiamo  per  fare. 

15  II  Ghirardacci   sentl  che  il    narratore  dei    suoi  tempi  e    di  quelli    che    sarebbero 

succeduti  doveva  trovare  il  suo  principale  fondamento  nei  monumenti  e  nelle  scritture 
autentiche;  e  niuno  meglio  e  pih.  di  lui  seppe  usare  di  quest'arte  e  di  quest'arma,  e 
niuno  piii  di  lui  lamentd  la  scomparsa  e  l'abbruciamento  delle  carte  e  degli  archivi. 
Si  senta  che  forza  e  calore  pone  in  questo  passo  in  cui  piange  la  scomparsa  dei  do- 

20  cumenti  bolognesi  ^ : 

"  Ma  poi  che  a  questo  passo  mr  si  offerisce  occasione  d'  iscusarmi  con  il  lettore  di  quarito 
"  sin  qui  nella  presente  Historia  si  k.  scritto,  che  se  non  cosl  a  pieno  ai  h  servato  Tordine 
"  et  la  tessitura  dl  molte  cose,  che  lo  ricercavano,  non  h  stato  mio  difetto,  nfe  meno  per  esser 
"  stato  negligente;  perciochfe  per  me  non  sono  mancato   di  cercare  et  con  le  polizze  stam- 

25  *  pate  et  con  le  preghiere  et  Inviti  particolari  di  havere  le  cose  antiche,  ma  anco  grande- 
"  mente  mi  sono  affaticato  per  far  cI6  alla  Camera  degli  Atti.  Et  se  mi  devo  sgravare  da 
"ogni  peso  di  negligenza,  non  lo  ma  pifi  tosto  gli  antichi  nostri  devono  essere  incolpati; 
"  perclochfe  se  eglino  havessero  conoscluto  dl  quanto  giovamento  fosse  stato,  nel  disfare  le 
"  muraglie  et  nel  rifarle,  1'  haver  conservate  le  memorie  dl  pletra,  et  nello  scrlvere  I  f atti  di 

30  "  quei  tempi  loro,  Thaver  conservate  le  scrltture  et  I  librl,  veramente  si  sarebbono  a  noi 
"  suoi  posterl  mostratl  amorevoli,  et  haverebbono  giovato  grandemente  alla  riputatione  delle 
"  cittk  di  tutta  Italia;  et  in  partlcolare  Bologna,  fra  la  trascuraggine  sua,  fra  la  disgratia  delle 
"  pubbliche  et  prlvate  scritture,  del  diluvil  deiracque  et  del  fuoco,  a  cui  piu  volte  ella  h 
"  stata  sottoposta,  non  sarebbe  restata   de'  suoi  gloriosi  fattl   antichi  cosi   povera  et  nuda, 

35  "  come  si  rltrova;  et  forse  quelle  poche,  che  hanno  scampate  quelle  fortune,  et  quasi  se- 
"  conda  morte  della  oblivlone,  non  sarebbono  incorse  in  dubbio  et  in  disordine.  Et  di  quanto 
"  glovamento  a  mio  parere  sarebbe  a  questa  nostra  etk,  che  le  republiche  decretassero,  che 
"  niuna  sorte  dl  scrltture  o  llbrl  fatti  a  mano  si  potessero  vendere,  se  prima  non  fossero  con 
"  dillgenza  vedute  da  persone  sopra  cI5  elette !  Quante  scrltture  vanno  in  ruina  per  tale  di- 

40  "  sordlne,  et  quante  republlche  patlscono  Incommodl  per  questa  cagione !  Cosl  si  spegne  la 
"  grandezza  della  gloria  delle  cittk  et  delle  famiglie,  et  moltl  beni  partlcolari  restano  dlspersi 

>  Vol.  I,  p.  259. 


CXXXIV  PREFAZIONE 


•  et  dilapidati.  Di  quanto  hora  mi  condoglio,  me  ne  sforza  reaperienza  et  Teffetto  da"me 
"  piu  volte  veduto.  Et  in  particolare  dir6  delle  scritture  de'  cancellieri,  che  delle  cose  della 
"  nostra  cittk  si  diligentemente  acrissero;  non  sono  questi  scritti,  o  per  non  essere  stati  co- 

*  nosciuti  da  quella  semplice  donna  che  a'  speciali,  per  dir  cosi,  gli  vend^,  et  anche  da  chi 

"  le  compr6  poco  stimate  et  conosciute,  andati  a  male?  Et  quante  altre  per  poco  sapere  5 
"  altrui  et  per  la  molta  negligenza  vanno  del  tutto  in  oblivione?  Ma  perchfe  il  condolersi 
"  delle  passate  ruine  et  accusare  la  negHgenza  de'  nostri  antenati?  a  questo  et  ad  ogni  altro 
"  bisogno  poco  o  niuno  remedio  pu6  apportare.  Lasciando  le  condoglienze  di  tante  calamitk, 
"  solo  dir6,  che  per  li  molti  fuochi  la  Camera  degli  Atti  di  Bologna  o  Archivio  publico 
"  ha  pochissime  memorie  del  mille  et  cento,  s)  come  si  vede  nei  due  registri  grossi  et  nel  10 
"  nuovo.  Et  se  bene  quivi  si  ha  qualche  memoria  delle  cose  del  mille  et  ducento,  come 
"  anco  se  ne  ha  sparsa  mentione  ne*  libri  delle  reformationi  et  provisioni  fatte  dal  senato, 
"  nondimeno  non  se  ne  ha  serie  ordinaria,  se  non  dal  principio  di  quest^anno  presente 
"  MCCLXXXII.    Dal  quale  la  detta  Camera  principia  Tordine  suo  di  quanto  dagTincendii 

*  le  fe  sopravanzato,  et  poi  f elicemente  seguita  insino  a  nostri  tempi,  conservandosi  di  mano  1 5 
"  in  mano  le  publiche  scritture  occorrenti  sotto  la  buona  custodia  di   quei  che  sono   a   tale 

"  Archivio   deputati,  alla  quale   hoggidi  si   trovano  essere   diligentissimi  custodi   et   sustituti 

•  il  signor  Alessando  Matasellani,  il  signor  Marco  TuUio  Razali ',  il  signor  Pompeo  Dolfi  et 
'  il  signor  Giulio  Belvigi,  hoggidi  surrogato  in  luogo  del  sudetto  signor  Matasellani  „. 

In  un  punto  delI'opera  sua  il  Ghirardacci,  parlando  della  storia,  la  chiama,  con  20 
Diodoro  e  Cicerone :  "  luce  de'  mortali,  maestra  e  madre  delle  cose  fatte  „  ;  e  pone 
alla  medesima  tre  fbndamenti:  la  fama,  le  scritture  e  Dio;  intendendo  per  fama  la 
tradizione  orale  e  la  chiara  voce  e  testimonianza  dei  monumenti  e  dell'arte;  per  le 
scritture  i  documenti  scritti  come  la  testimonianza  di  coloro  che  vissero  e  degli  sto- 
rici;  per  Dio,  infine,  la  fonte  di  ogni  sapienza  ^  Questi  tre  fondamenti  trovava  spe-  25 
cialmente  adatti  a  dimostrare  che  il  corpo  del  patiiarca  san  Domenico  trovasi  nella 
chiesa  omonina  di  Bologna  e  non  in  Spagna,  cOme  alcuni  storici  volevano '. 

In  un  altro  luogo  egli  espone  il  concetto  suo  intomo  allo  storico,  esprimendosi 
con  queste  parole:  "  So  ben  questo  io,  che  la  principal  legge  dell'Historico  e  di  non 
"  dir  mai  la  bugia  et  di  non  tacer  mai  la  veritk  per  amore  o  per  odio  di  chi  si  sia  30 
"  o  per  adulatione  o  per  sinistre  informationi  o  ancora  per  semplice  ignoranza  „*;  e 
continua,  dopo  ci6,  scagliandosi  contro  il  Pigna  per  una  certa  questione  che  toccava 
di  Bologna  e  degli  Estensi. 

La  parte  piti  antica  della  storia  di   Bologna  fe  nel   Ghirardacci  la  piti   trascurata 
e  la  meno  ben  riuscita;  non  perchfe  il  buon  frate  vi  mettesse  meno  cure,  ma  perchfe  35 
gli  mancavano  la  conoscenza  degli  antichi  monumenti  e  la  cultura  che  in  quella  parte 
avevano  avuto  in  sommo  grado,  poco  prima  di  lui,  per  citarne  due  soli,  il  Panvinio 
e  il    Sigonio.     Pur  tuttavia  anche  per  i    primi  secoH  egli  dk    prova  non    di  rado  di 


'  Sopra,  a  p.  cxxix,  1.  36,  ove,  forse  per  errore,  h  del  corpo  del  glorioso  santo.     II  Ghirardacci   tuttavia 

detto  "  Zazali ,,.  reca  questa  prova  per  ultima,  dopo  aver  invocato  op- 

•  Questo  h  uno  dei  rarissimi  casi  in  cui,  per  una  portunamente  testimonianze  di  scritture  e  specialmente    lo 

dimostrazione  storica,  il  Ghirardacci  si  riferisce  a  fatti  di    storici,   che   erano   piu   che   suflScienti   a  dimostrar 

5    soprannaturali,  e  nel  caso  nostro  ai  miracoli  fatti    da  vera  la  sua  tesi! 
san  Domenico  nella  chiesa  di  Bologna,  come  a   dimo-  '  Vol.  I,  p.  135. 

strazione  della  presenza  in  San  Domenico  di  Bologna  *  Vol.  I,  p.  509. 


PREFAZIONE  CXXXV 


saggio  giudizio  e  di  una  critica,  se  non  sempre  felice,  spesso  efficace.  Cosl  egli  non 
accetta  a  occhi  chiusi  la  tradizione  che  i  Bolognesi  pigHassero  il  battesimo  da  san- 
t'Apollinare,  nia  si  contenta  di  dire  che  non  pu6  n^  afFermare  nh  negare :  "  Non  ci 
"  essendo  scrittura  nfe  autori  sicuri  o  certi  che  di  ci6  si  possino  far  risoluti  di  questo 

5  "  fatto;  nh  vorrei  in  questo  caso  incorrere  per  troppa  agevolezza  in  quello  errore  di 
"  metter  nelle  Historie  cose  accattate  et  senza  riscontro  „'. 

Piti  innanzi  egli  accetta  bensi  la  miracolosa  tradizione  che  san  Procolo  fosse  de- 
capitato  alla  Madonna  del  Monte  e  che  poi  egli,  pigliando  il  capo  con  le  sue  mani, 
lo  portasse    ove   ora  h    la  sua    chiesa;    "  ma    ch'egH    ammazzasse    Marino   per  essere 

10  "  Arriano  non  mi  vi  ci  posso  adattare  „  ;  e  ne  dk  tosto  la  ragione  plausibilissima :  "Scrive 
"  Paolino  che  Procolo  mort  nel  medesimo  tempo  di  san  Vitale  et  Agricola  o  almeno 
"  nell'istessa  persecutione ;  il  che  essendo,  si  vede  che  in  quel  tempo  non  era  per 
"  ancho  I'heresia  d'Arrio  suscitata  „^. 

Lk  dove    tratta  di    san  Petronio   e  di   altre   questioni    attinentisi    alla   narrazione 

15  della  vita  e  deII'opera  sua  in  Bologna,  si  scaglia  contro  il  celebre  monsignor  Raffaello 
Borghini  che  di  san  Petronio  erasi  occupato  nei  suoi  famosi  Discorsi  sopra  i  vescovi, 
i  quali  nella  fine  del  secolo  XVI  ebbero  notevole  fama  e  un  gran  nuraero  di  edizioni: 

"  L'anno  386,  egli  scrive,  fu  insigne  pel  nascimento  di  san  Petronio  che  poi  fu  vescovo  di 
"  Bologna,  et  anco  perchfe  alla  cittk  furono  aggionte  due  porte,  una  di  San  Procolo  et  raltra 

20  "  di  San  Casciano.  Ma  perch^  monsignor  Borghino  in  un  trattato  ch'ei  fa  della  Chiesa  et  ve- 
"  scovi  di  Fiorenza,  movendo  alcuni  dubbi  contra  Leandro,  malamente  intende  della  nostra  Giu- 
"  liana  bolognese,  et  molto  fuori  del  vero  scrive  della  morte  di  san  Petronio,  fondandosi 
"(mi  credo)  nella  Cronica  di  san  Prospero  Aquitanico,  dalla  scorrettione  della  stampa  alte- 
"  rata,  col  dire  che  questo  pastore  mori  di  quest'anno  386  sotto  il  consolato  di   Merobaude 

25  *  la  seconda  volta,  e  di  Saturnino,  dicendo  Prospero  cosi:  Petronius  bononiensis  efiscofiis, 
'^  vir  studiis  et  sanctitatc  clarus,  moritur:  son  forzato  di  dire,  che  egli  non  si  h  accorto 
"  deirerrore  della  stampa,  la  quale  dove  dice  {moriiur)  vuol  dire  ad  ogni  via  {orittcr),  perch^ 
"  con  quella  occasione  ha  detto  alcune  cose  che  non  possono  stare  a  martello,  fra  le  quali 
"  h  questa  della  morte  di  san  Petronio ;  che  se  ci6  f osse  come  lui  dice,  san  Petronio  sarebbe 

30  "  prima  morto  che  nato,  nh  giamai  sarebbe  egli  stato  vescovo  di  Bologna,  et  ci6  sarebbe 
"  con  troppo  pregiudicio  della  veritk;  perch^  Zama  primo  vescovo   di   Bologna   governo  la 


"sua  Chiesa  Tanno  di  nostra  salute  270,  a  cui  successe  Faustiniano  Tanno  312 


i 


»• 


In  pi6  d'un  luogo  egli  tenta  di  togliere  fede  e  aspetto  di  veritk  a  delle  leggende 
gik  entrate  nelPanima  popolare  per  lunga  inveterata  tradizione,  ma  egli  stesso  riconosce 
35  che  far  ci6  h  assai  difficile;  nondimeno  spesso  vi  riesce  con  il  ragionamento,  quando 
non  siano  a  sua  disposizione  documenti: 

"  Ma  quanto  sia  malagevole  lo  svellere  dagli  animi  certe  antiche  opinioni  profonda- 
"  mente  barbicate,  et  gih  per  la  longhezza  del  tempo  indurate,  non  accade,  secondo  me, 
"ch'io  entra  in  longo  ragionamento,  perchfe  da  quello  che  siamo  per  dire,  si  pu6  chiara- 


>  Vol.  I,  p.  lo.  »  Vol.  U,  p.  i8. 

«  Vol.  I,  p.  14. 


CXXXVI  PREFAZIONE 


"  mente  vedere.     E  stata  longa  opnnione  d'alcuni,  che  i  Bolognesi   in  questo   tempo  fossero 
*  collegati  con  Modonesi,  Reggiani  et  Parmegiani,  et  che  movessero  l'armi  sopra  Clatemati 
"  per  cagione  delle  confina:  perch^  essendo  Bolognesi   desiderosi  di  ampliare  lo  stato  loro, 
"  pensarono  di  soggiogare  i  Claternati,  come  dicono  poi  haverlo  fatto,  per  lo  che  Gratiano 
"  imperatore,  intesa  questa  novella,  haver  mandato  Asclipio  suo   commissario,  che  a   Spoleti     ^  . 
si  ritrovava,  contra  Bolognesi,  a  vendicare  1'  ingiuria  fatta  a'  Clatemati.    La  qual  opinione    1 1 
"  pare  a  me  che  dal  vero  sia  molto  lontana;  perch^  non  si  trova  scrittura  antica,  nfe  fedele, 
"  che  di  questa  guerra  ragioni,  se  non  certe  deboli  reliquie  di   croniche  popolari  di  poca  o    i  3 
"  niuna  credenza.     Et  che  sia  cosi,  ce  lo  dimostra  questa  sola  ragione,  che  ritrovandosi  Cla-    !  ? 
"  terna  in  ditione  deirimperio,  non  havrebbono  i  Bolognesi  havuto  tanto  ardire  di  muoverle  10 
"  guerra,  sapendo   eglino  che  tutte  le   forze  imperiali,  che  erano   vicine,  se  gli   sarebbono 
"  opposte  ,'. 


« 


Dove  per  altro  il  Ghirardacci  commise  errore,  fb  nel  credere  vero  il  decreto  di 
Teodosio  intorno  allo  Studio;  e  tanto  piti  h  grave  la  cosa  perchfe  altri  priraa  di  lui, 
ad  esempio  il  Borselli*,  e  in  certa  parte  anche  il  Sigonio^,  avevan  mostrato  di  credere  15 
chfe  il  famoso  decreto  era  una  falsificazione.     Dice  testualmente  il  Ghirardacci: 

"  Et  avenga  che  alcuni  sentino  male  di  questo  privilegio,  et  con  certi  loro  discorsi  vi 
"  ai  opponghino ;  nondimeno  la  veritk  per  se  medesima  h  di  modo  chiara,  che  non  fa  biso- 
"  gno  al  presente  porre  in  campo  risposta  alle  loro  obbiettioni,  trattandone  io  diffusamente  et 
"  con  sicuro  fondamento  nella  mia  A-pfendice  Historiale,  dove  ancho  tutti  gli  altri  dubbii  20 
"  che  nella  presente  Historia  occorrono,  saranno  risoluti.  In  quanto  al  privilegio  dello  Studio, 
"  per  hora  solamente  dico,  oltre  che  si  vede  la  copia  autentica  neirArchivio  nostro  commune, 
"  ancho  ce  ne  f anno  indubitata  f ede  le  due  glosse :  I'  una  nella  rubrica  del  Proemio  del 
"  sesto,  nella  parola  Bononiae;  TaUra  nella  Clementina  de^Magistris,  nel  verbo  dicitur.  Et 
"  Francesco  Marco  nella  decisione  349,  al  numero  primo,  parte  prima,  allega  dottori  et  glosse  25 
"  per  le  quali  si  prova  che  tre  cittk  sole  hanno  de  iure  facoltk  di  poter  far  leggere  le  leggi, 
"  fra  le  quali  h.  Bologna;  et  Accursio  in  /.  ab  antiquis  C.  de  Testam.  chiama  Bologna  vera 
"  Nudrice  delle  leggi ;  et  molti  altri  che  affermano  per  cosa  certa  che  questo  privilegio  da 
"  Theodosio  si  ottenesse.  Fu  Toriginale  con  Timperiale  sigillo  d'oro,  secondo  gli  annali  nostri, 
"  nella  parte  piu  segreta  deirArchivio  della  cittk  conservato  fino  airanno  1313;  nel  quaranno,  30 
"  per  certo  fuoco,  che  arse  solamente  quella  parte  ove  era  il  detto  originale,  con  infinite  al- 
"  tre  scritture  conservato,  si   perdfe.     II  perch^   Baldo  f amosissimo   giurista,  per  levtire   ogni 


'  Vol.  I,  p.  19.  "  tis  notatum,  ac  posterlorum  imperatorum  auctoritate 

'  Vedasi  la  Cronica  gestornm  civitatis  Bononiae  edita  "  confirmatum  se  gloriatur   liabere,   quod  ius   publicae 

a  fratre  Hyeronimo  de  Bursellis  da  me  pubblicata  nella  "  scholae,  quo    postea    Bononia    praeter   ceteras   Italiae    20 

ristampa  del  Muratori  diretta  dal  Fiorifti,  vol.  XXIII,  "  civitates    praecipue   floruit,   idem  a  Theodosio    impe- 

5    parte  n,  pp.  9  e  10.    II  Borselli  atferma  chiaramente  la  "trarit^.     Per  queste  espressioni  velatamente  dubbiose 

falsita:  "NuUo   modo  credendum   est  tales  litteras   ab  il  Sigonio  and6  incontro  a  molte  noie,  tanto  che  l'edi- 

"  Imperatore  emananasse,  in  quibus  multae  ineptiae  et  zione  bolognese  con  quelle  parole  venne  soppressa,     A 

"  falsitates   reperiuntur  „,  e   ne  fa  una   minuta   quanto  questo  passo  i  suoi  critici,  che  furono  il  cardinale  dl    ^5 

stringente  analisi.     Egli    poi  si  scaglia    contro  il    dot-  San  Sisto   (poi  Gregorio  XIII),  il   Sirleto  e  I'AmaIteo, 

10   tore    Lodovico    Bolognini    che    in    un'opera    stampata  notarono;  "Se  gloriatur  habere,  quasi  dicat:  Ucet  ve- 

nel  1491  ne  aveva  sostenuta  I'autenticita  (/«/r«t)»7e^7'a»«  "  rum   non    sit   quod   habeat.     Ideo   haec    verba   essent 

Theodosii  pro   Universitate  Bonotiiae  concessum).  "  mutanda,  et  dicendum  simpliciter  habuerunt„.     E    il 

5  II  Sigonio  {Tlistoriarum  bononiensium,  ediz.  i*,  Bo-  Sigonio  contronot6 :    "  Pro  gloriatur    se   habere,    quod    3° 

logna,  s.  a.,  lib.   I,  p.  29)  si  esprime    in   qucsta    forma  "  civitatis  rectores  excogitarunt,  scribam  habet,  ut   sa- 

15    circospetta:    "Ad  haec    tot  et    tanta    Petronii    crga    sc  "tisfaciam,  non  quod  Ita  sentiam  „.     Piii  chiaro  di  cos\ 

"  beneficia    illud  in    primis   etiani    se  ei    delrere  rivitas  non  poteva  il  Sigonio  espriraersi!  (cf.  Carou  Sigonii, 
"  profitetur,  quemadmodum  veteribus  ipsa  in  monumen-       Ofera  omaia,  Milano,  1733,  HI,  336). 


PREFA2I0NE  CXXXVlI 


*  sospetto  che  per  tale  perdita  potesse  nascere,  dice,  nella  prima  costitutione  del  ff.  nel  §. 
"  Hec  autetn  tria,  che  essendo  per  la  longhezza  del  tempo  la  consuetudine  della  cittk  rivolta 
"  in  natura,  quella  consuetudine  non  solamente  presuppone  il  privilegio,  ma  si  tiene  per  legge 
"  et  per  veritk  „'. 

5  Qualcuno   potrebbe  pensare    che   il  Ghirardacci   s'inducesse  a  tener   per  vero    11 

diploma  di  Teodosio  per  le  gravi  difEcoltk  e  ostilitk  che  incontrb  il  Sigonio,  il  quale, 
per  avere  negato  la  distruzione  di  Bologna  fatta  da  Teodosio  e  per  avere  mostrato  di  non 
credere  alla  autenticitk  del  diploma  imperiale  che  concedeva  lo  Studio,  quantunque  in 
ci6  si  cautelasse  con  espressioni  di  incertezza  e  di  dubbio  ^,  e  per  altre  conclusioni 

10  a  cui  egli  perveniva  per  ragion  di  critica  e  di  storia,  non  potfe  pubblicare  le  sue  Sto- 
rie  di  Bologna  se  non  molti  anni  dopo  che  erano  stampate  e  con  correzioni^; 
ma  noi  non  siamo  in  tutto  di  quest'avviso,  perchfe  la  distruzione  di  Bologna  per  opera 
di  Teodosio  fii  negata  dallo  stesso  Ghirardacci  *  e  perchfe  il  Ghirardacci  moltre  altre 
cose  lungo  il  cammino  della  sua  Historia  sfrondb  che  aIl'animo  dei  Bolognesi  erano 

15  care.  Evidentemente  il  Ghirardacci,  nel  tener  per  vero  il  diploma  di  Teodosio,  fu 
tratto  in  inganno  dalle  molte  copie  che  del  diploma  erano  in  Bologna,  talune  anti- 
chissime  come  quella  del  Registro  nuovo,  e  dal  fatto  che  il  diploma  era  citato  come 
autentico  negli  scritti  dei  piti  dotti  e  valorosi  giuristi  e  persino  nel  libro  delle  Cle- 
mentine.     Devesi  infine  ricordare  che  un  uomo  dotto  come  il  Bolognini  ^  aveva  gik 

20  pubblicato  un  lavoro  per  dimostrare  I'autenticitk  e  che  per  decreto  del  Senato  bolo- 
gnese,  proprio  negli  anni  che  successero  al  1570,  in  opposizione  alle  teorie  del  Sigo- 
nio,  era  stato  riprodotto  su  d'una  immane  lapide  marmorea  il  diploma  teodosiano  a 
piena  conferma  della  sua  autenticitk,  per  modo  che  difficilmente  sarebbe  stato  concesso 
a  uno  storico  bolognese  di  pensarla  diversamente  *. 

25  11  Ghirardacci  ebbe  spesso  una  visione  larga  del  campo  e  dell'kmbito  storico,  non 

ostante  che  si  occupasse  di  una  cittk;  e  non  si  limitb  a  narrare  i  fatti  nudi  e  crudi 
via  via  che  accadevano,  ma  spesso  si  intrattenne  su  fatti  o  avvenimenti  di  indole  ge- 
nerale,  su  particolari  aspetti,  sulle  condizioni  sociali  e  suUe  istituzioni ;  come  ad  esem- 
pio  aul    fenomeno  della   rivoluzione  comunale,  che    egli  non    senza  ragione    riattacca 

30  aIl'opera  di  Ottoiie : 

"  Volle  anchor  ornare  molti  privati  cavalieri  italiani  di  grado  et   dignitk   cavalleresche, 

"  et  altri  farli  feudatari  dell'  imperio,  consignandoli  in  Italia  stati  et  giurisdittioni  sotto  nome 

"  di  ducati,  marchesati,  capitaneati    et   altri  di   altro  nome ;  di   maniera  che   si  poteva   dire, 

"  che  la  Italia  fosse  del  tutto  per  benignitk  del  magno  Othone  rinovata.     Di  questa  liberth, 

35  "  di  queste  ragioni  et  consetudini  la  cittk  di  Bologna,  con  molte  altre   della  Lombardia,  ne 


'  Vol.  I,  p.  26.  *  se  gloriatur  habere  „  si  corregge  appunto:  "sehabet,. 

'  Vedi  a  p.  CXXXVI,  nota  3,  le  parole  preclse  del  ^  Vol.  I,  p.  23. 

Slgonio.  ^  Nell'<y*.  dt.  sopra,  a  p.  CXXXVI,  nota  1. 

'  Tanto  la  Biblioteca  dell'Universita  quanto  quclla  *  Cosl  nelle   lettere   come   negll    atti    del   Senato 

dell'Archiginnasio  possiedono  un  esemplare  della  rara  dal   1571  in  poi  si  contengono  molti  documenti  che  si 

edizione  bolognese  soppressa  delle  Istorie  di  Bologna  del  riferiscono  alla  questione  del  diploma  teodosiano  e  alla 

Sigonio,  con  le  correzioni:  nel  nostro  passo  in  luogo  di  riproduzione  di  esso  sul  marmo, 


CXXXVm  PREFAZIONE 


"  fu  partecipe.  Permise  anchora  Othone,  che  le  cittk  libere  potessero  eleggere  (secondo  H 
"  costume  romano)  i  consoli,  i  quali  poi  per  longo  spatio  di  tempo  govemarono  la  Republica. 
"  Per  quanto  adunque  possiamo  conietturare  dalle  attioni  degli  antichi  statuti,  dalle  leggi 
"  instituite  et  da'  privilegi,  fu  questa  Republica  chiamata  il  Commune  di  Bologna,  et  furono 
"  instituiti  tre  consegli  a'  quali  fu  dato  il  governo  del  tutto.  II  primo  fu  chiamato  Conse-  5 
"  glio  Speciale,  il  secondo  Generale,  et  il  terzo  di  Credenza.  Si  eleggeva  ne'  detti  consegli 
"  certo  numero  di  cittadini  di  prudenza,  di  virtii  et  di  richezze  principali,  da  che  si  conosce, 
"  che  la  Republica  era  nelle  mani  della  nobiltk  et  de'  primati  cittadini.  La  plebe,  o  il  po- 
"  polo,  poi  non  era  chiamato  a  conseglio,  se  non  quando  suonava  la  campana  detto  l'Axengo, 
"  al  quale  era  riferito  quello  che  era  stato  decretato  et  ordinato  dai  consegli,  pigliando  i  10 
"  principali  che  amministravano  publicamente  nel  cospetto  del  popolo  i  giuramenti  et  le 
"  obligationi,  facendo  molte  et  simili  altre  cose  che  far  si  potevano  senza  suffragi.  Questo 
"  stato  di  Republica  et  questo  instituto  durb  per  molti  anni,  et  oltre  il  1200  della  salute 
"humana;  nel  qual  tempo  fu  poi  instituito  un  altro  ordine  et  un'altra  qualitk  di  Republica; 
"  perciochfe  vi  aggionsero  il  popolo,  chiamando  la  Republica  con  nome  del  Commune  di  Bo-  15 
"  logna.  Ma  per  ritornare  alla  primiera  Republica,  dico  che  si  eleggevano  ogni  anno  li  tre 
"  consegli  detti  di  sopra  et  come  piii  diffusamente  a  basso  si  dir^.  II  principale  magistrato 
era  quello  de'  Consoli,  il  quale  era  di  numero  incerto  perciochfe  quando  assai  et  quando 
"  pochi  erano  eletti.  Questi,  secondo  il  costume  de'  Romani,  facevano  ragunare  i  consegli 
"  et  riferivano  a  quei  le  cose  capitali  et  se  faceva  bisogno  governavano  col  decreto  (per6  de'  20 
"  consegli)  le  cose  alla  guerra  pertinenti.  Questi  tali,  perchfe  soli  non  potevano  resistere  a 
"  tante  fatiche,  ciascuno  di  loro  aveva  il  suo  giudice.  Vi  erano  poi  consoli  della  giustitia,  i 
"  quali  conoscevano  e  giudicavano  le  Hti  civili  de'  privati.  Vi  erano  anchora  i  consoli  de* 
"  mercanti  et  li  mastri  delle  arti,  i  quali  a'  mercanti  et  agli  artefici  rendevano  ragione.  Et 
"  questo  h  quanto  si  pu6  conietturare  dalla  libert^  instituita  sotto  Othone  il  magno,  et  si  come  25 
"  piii  diffusamente  si  trattark  nel  presente  libro.  Della  quale  libertk  Othone  Frinsingese,  an- 
"  tico  scrittore  ne'  fatti  di  Federico  primo,  lib.  11,  cap.  xiii,  parlando  generalmenle  della  li- 
"  bertk  delle  cittk  d'ltalia,  cosi  dice:  Nclla  ordinatione  delle  cittk  et  conservatione  della 
"  Republica  h  imitata  Tacutezza  deiringegno  degli  antichi  Romani,  perciochfe  sono  tanto  bra- 
"  mosi  della  libertk  che  piuttosto  vogliono  essere  governati  dairarbitrio  de'  consoli  che  de-  30 
"  gli  imperatori,  et  essendo  tra  queste  tre  sorti  di  ordini  de'  capitani,  de'  vavassori  et  della 
"  plebe,  per  anntchilare  la  superbia  non  di  un  ordine,  ma  di  tutti,  si  eleggono  i  predetti 
"consoli;  et  acciochfe  non  sieno  trasportati  dalla  volontk  di  dominare,  sogliono  variarsi  quasi 
"  ogni  anno  „'. 

La  narrazione  delle  norme  e  degli  aspetti  gencrali  della  repubblica  bolognese  h  35 
poi  ridata  con  maggiore  estensione  e  con  piti  sottili  osservazioni,  e  con  traportanti 
particolari  sul  funzionamento,  piti  tardi,  sotto  l'anno  1123,  acciochfe,  egli  scrive,  i  lettori 
"  intendano  et  sappiano  che  in  quei  tempi  antichi  et  rozzi  non  si  amministrava  scioc- 
"  camente  la  cittk,  nh  pazzamente  si  trattavano  le  cose  dell'Arti  „ ;  e  segue  parlando 
dei  consigli,  delle  elezioni  dei  vari  uffici  ed  ufficiali,  delle  votazioni,  del  podesth  e  della  40 
giustizia,  della  milizia  e  delle  imprese  militari,  dei  varii  inipieghi  e  degli  impiegati, 
della  giurisdizione  del  contado,  dei  rapporti  della  Chiesa  con  lo  Stato,  dei  mercanti, 
dei  collegi,  delle  arti  e  delle  compagnie  varie  e  termina:  "  Tutte  le  sudette  cose 
"  si  contenevano  nelle  antiche  consuetudini  o  ne'  privilegi  degl' imperatori  o  ne'  de- 
"  creti  de'  consigli  o  nelle  istesse  leggi  della  cittk:  quelle  si  chiamavano  reformationi  45 

»  Vol.  I,  p.  46. 


PREFAZIONE  CXXXIX 


*  et  questi  statuti  „  ^  E  altrove,  dopo  aver  ricordato  tutte  le  particolaritk  e  i  nomi  figu- 
ranti  in  una  deliberazione  del  comune,  avverte:  "  Non  paia  al  lettore  in  questo  luogo 
"  che  fuori  di  ragione  si  sieno  poste  tante  varie  compagnie  magistrati  parcolari  et  tanti 
"  nomi    di  famiglie,  perchfe  il  tutto  h  stato  per  mostrare  i  molti  riti  et  modi   di  go- 

5      "  verno  di  questi  tempi   che  in  pace  et  in  guerra  si  tenevano   et  anco  per  piti  illu- 

"  strare  l'Historia  „  ^     E  notizie  del  tutto  generali  dk  il  Ghirardacci  alPanno   1293, 

occupandosi   specialmente  della   parte  finanziaria  del    comune  e  contradicendo    argu- 

tamente    a    coloro  i  quali  dicevano    "  che  in    quei  tempi  non    erano  danari  et   gente 

"  come  hoggidl  sono :  in  quanto  alla  gente,  egli  osserva,  parmi  dicano  il  vero,  poichfe 

10  "  hoggidi  vi  sono  di  pih  quattro  sole  persone  che  a'  quei  tempi  non  erano,  cioh  l'ava- 
"  ritia,  la  lussuria,  la  pompa  et  la  gola  „\ 

In  un  altro  luogo,  dopo  aver  detto  che  il  legato  di  Bologna  ha  il  titolo  di  mar- 
chese,  fa  una  lunga  ed  erudita  trattazione  sopra  i  titoli  di  imperio  antichi  e  nuovi,  fer- 
mandosi  sul  significato  di  marchese  e  marchesato  e  notandone  l'origine  germanica;  "per- 

15  "  ciochfe  marck  nella  lingua  loro  dimostra  il  contato  ai  confini  di  qualche  castello,  cittk 
"  o  paese  „*.  Piti  innanzi  spiega  il  titolo  di  magnifico  che  egli  dk  a  Taddeo  Pepoli 
e  che  ebbe  pure  Carlo  Magno  \ 

Risponde  infine  a  un  largo  concetto  di  intendere  la  storia  il  fatto  che  I'anno  1381 
l'autore  ci  dk  il  bilancio   della  cittk,    ciofe  il    complesso  delle    entrate  e  quello  delle 

20  spese,  che  anche  allora  come  adesso  presso  a  poco  si  pareggiavano,  in  lire  427  860®. 

L'azione    critica  del    nostro  autorc  si    svolge    nelle  forme    piti  diverse  e   talvolta 

pih  argute.     Qui  correggendo  un  testo,  il  primo  tomo  dei    Concilii  dove,  parlandosi 

del  sesto  sinodo  costantinopolitano,  legge  Bononiensis  in  luogo  di  Bonnensis  e  giustifica 

in  varia   guisa  la    sua   afFermazione ';  Ik  spiegando  che    il  titolo   di    principe  dato    al 

25  vescovo  di  Bologna  intorno  al  1194  h  un  titolo  imperiale,  dato  dagli  imperatori  En- 
rico  e  Federico,  perchfe  appunto  i  vescovi  erano  principes  imperii,  e  ne  porta  una 
iscrizione  del  tempo';  qui  dk  il  significato  della  parola  circla  per  indicare  la  terra 
attorno  la  cittk  ®;  altrove  esce  in  feroci  parole  contro  i  falsi  storici  e  afferma  che  la 
storia  deve  avere  sempre  a  fondamento  la  prova  della  veritk: 

30  "  Solamente  diro,  che  quanto  dicono,  bisogna  lo  mostrino  per  autoritk  di  fedeli  autori ; 

*  perch^  il  volere  misurare  le  cose  antiche  a  capriccio,  et  non  con  la  catena  della  veritk,  e 
"  proprio  un  volere  errare  a  diletto,  et  mostrarsi  in  prova  poco  pratico  de'  communi  affari. 
"  Queste  sono  di  quelle  memorie  popolari,  che  alle  volte  si  mandano,  come  si  dice,  per  suc- 
"  cessione  de'  padri  a'  figliuoli  et  a'  posteri  di  mano  in  mano,  senza  accorgersi  che  il  capo 

35  "  principalissimo  deirHistoria  h  di  narrare  la  veritk  f ondatamente ;  et  se  rhistorico  lascia 
"adietro  i  fatti  importanti  senza  curarsene,  non  fa  rufiicio  suo  proprio,  et  se  pure  le  scrive, 
"  h  f orza  che  dalle  scritture  1'  habbiano   cavate.    Ma  questi,  de'  quali   si  h   detto,  per   anco 


'  Vol.  I,  p.  67.  Si  danno  pure,  altrove,  notlzie  delle  '  Vol.  n,  p.  177, 

repubbliche  popolari  di   Firenze  e  dl  Genora  (I,  147).  »  Vol.  I,  p.  389. 

«  Vol.  I,  p.  asa.  7  vol.  I,  p.  33. 

*  Vol,  I,  pp.  311-312.  «  Vol.  I,  p.  103. 

5  *  Vol.  n,  p.  101.  »  Vol.  I,  p.  111,  10 


CXL  PREFAZIONE 

•  nbn  si  sono  veduti  i  Ioto  autori,  nh  per  quello  ch'  io  creda,  m   vedranno ;  et  per6  non   ci 

•  vedendo  vestigio  di  veriti,  agevolmente  sta  in  sospetto  che  quei  tali  ne  sieno  stati  inven- 

•  tori  capricciosi  et  troppo  animosi  in  voler  far  credere  quello  che  da  sk  hanno  trovato  per 

•  darlo  almondo  ,'. 

Sotto  il  1245  nota  come  alcuni  scrittori  attribuiscono  a  quell'anno  il  trasporto  5 
a  Bologna  di  una  spina  della  corona  di  nostro  Signore,  che  invece  fu  portata  nel- 
l'anno  1408,  e  non  sa  giustificare  questi  autori  ni;  ammetteme  la  buona  intenzione '. 
Sotto  il  1273,  narrando  della  guerra  tra  i  Veneziani  e  i  Bolognesi,  contraddice  all'af- 
fermazione  di  altri  scrittori  e  taglia  corto  con  queste  parole:  "  perchfe  quanto  scrivo 
"  della  detta  guerra  si  ha  nell'Archivio  publico  della  citt^  di  Bologna,  al  registro  10 
"grosso,  libro  secondo,  a  fogli  89  „^ 

Altrove  (nelPanno  1308)  contraddice  con  un  documento  a  quanto  avevano  affer- 
mato  il  Biondo,  il  Sabellico,  il  Platina,  lacopo  da  Bergamo,  I'Alberti,  il  Bugato,  il  Tar- 
cagnota,  il  Sansovino,  il  Guazzo  ed  altri*:  "  che  Azzo  (d'Este)  fu  messo  in  prigione  et 
"  fatto  raorire  da  Frisco  suo  figliuolo  „5.  Piii  innanzi,  dopo  aver  riprodotto  un  ccrto  15 
periodo  del  Pigna  intorno  al  cardinale  Pelagrua,  egli  obbietta :  '  Se  il  Pelagrua  era 
"  cotanfo  odiato  dal  papa,  che  pur  gli  era  nipote,  come  stark  la  sudetta  reformatione 
"  con  la  sua  veritk  illesa  fatta  dal  Consiglio  di  Bologna  nello  eleggerlo  per  difensore 
"  et  protettore  presso  il  papa?  Se  il  zio  gli  era  nemico,  poca  prudenza  sarebbe  stata 
"  de'  Bolognesi  che  gik  non  fu  di  haverlo  eletto  per  loro  difensore.  Nel  vero  la  20 
"  sudetta  reformatione  mostra  tutto  il  contrario  di  quello  che  scrive  il  signor  Pigna  „'. 

Nella  tavola  del  primo  volume,  parlando  di  Firenze,  si  meraviglia  che  Leandro 
Alberti  dica  di  non  avere  trovato  quel  nome  presso  Tolomeo,  mentre  egli  osserva 
che  nelle  edizioni  greche  di  quell'autore  leggesi  chiaramente  (pXcoQevrta. 

Contro  le  croniiche  popolari  e  le  leggende  si  adira  il  buon  frate  parecchie  volte';  25 
toa  a  proposito  dell'origine  dei  Bentivogli  egli  si  scaglia  violentemente,  non  secondo 
il  Suo  solito,  contro  Leandro  Alberti,  le  parole  del  quale  circa  tale  argomento,  che 
egli  riporta,  giudica  "  una  di  quelle  favole  che  alle  volte  raccontano  le  vecchiarelle 
"  stando  presso  il  fuoco  „^  Di  opinione  contraria  a  quelia  di  Leandro  h  anche  il  No- 
stro  intorno  alla  data  della  scoperta  delle  acque  dei  bagni  della  Porretta,  che  1'Alberti  30 
riferisce  al   1375,  ma  che  il  Ghirardacci  dimostra  essere  avvenuta  molto  tempo  prima*. 

Dopo  avere  lungamente  e  dottamente  esaminate  le  varie  opinioni  sui  rapporti  di 
Nanne  Gozzadini  con  il  cardinale  Cossa  e  portati  non  pochi  argomenti  a  sostegno 
della  sua  opinione,  cosi  chiude: 

"  Ma  di  gratia,  non  paia  al  benigno  lettore  cosa  strana,  se  noi  scriviamo  questa  Historia  35 
'  del  legato  Baldesserra  Coscia  legato   di  Bologna  e   di   Nanne   Gozzadini  con   tanta  diffe- 

'  Vol.  I,  p.  137.  ^  Vol.  I,  p.  5x2. 

«  Vol.  I,  p.  16S.  *  Vol.  I,  p.  553. 

3  Vol.  I,  p.  224.  '  Vedl  sopra  a  p.  cxxxvi,  U.  6-ij. 

*  Tutte  queste  opere  sono  ricordate  sopra  nel  no-  *  Vol.  II,  p.  326. 

stro  elenco  delle  citazioni  del  Ghirardacci.  *  Vol.  II,  335.  to 


PREFAZIONE  CxLt 


•  renza  da  quello  che  sin  qui   ne  hanno  scritto  gli   altri  historici,   perchfe  protestiamo    anco 
I  *  a  tutto  il  mondo,  che  non  lo  facciamo  per  toccare  in  parte  alcuna  la  prudenza  loro  (sendo 

"  nostra  natura  di  sempre  ragionare  con  modestia  e  con  ogni  riverenza),  ma  solamente   per 
"  salvare  la  verita  della  Historia,  la  quale  per  gratia  de'  nostri  amici  ci  h  venuta  alle  mani, 
5  *  col  testimonio  di  una  particolare  scrittura  da  ogni  parte  autencata  e  fedele  „'. 

Cosi  egli  non  nasconde  ia  voce  che  correva  nel  1410  suUa  morte  di  papa  Ales- 
sandro:  "  Volsero  alcuni  che  egli  fosse  avelenato  per  opera  di  Baldassare  Coscia  per- 
"  ciochfe  egli  insino  da'  suoi  primi  anni  oltremodo  si  mostr6  avido  di  quella  dignitk  „*. 
Poco    dopo,    riportando    una    lettera   scritta   a    Lodovico   Alidosi,    dimostra,    contro 

10  alcuni  scrittori  male  intendenti,  che  1'elezione  di  Giovanni  XXIII  fu  fatta  onestamente 
e  non  per  corruzione  di  denari  ^. 

A  lungo  il  nostro  storico  si  ferma  sopra  la  morte  di  Ercole  Bentivoglio:  dopo 
avere  accennato  al  come  egli  crede  andassero  le  cose,  riporta  !e  opinione  dcgli  altri 
e  chiude  stavolta  con  molta  reraissionc:    "  Ma  fosse  come  si  vogHa  la  morte  del  detto 

15  "  Hercole,  habbiamo  voluto  recitare  le  due  opinioni  acci5  il  benigno  lettore  si  attenga 
"  a  quella  che  piti  gli  piace  e  giudica  esser  vera  „*. 

Non  di  rado,  specialmente  per  i  tempi  piii  antichi,  il  Ghirardacci  esprime  la  sua 
incertezza  sul  vero  corso  dei  fattt,  a  cagione  o  della  grande  antichitk  o  della  mancanza 
delle  carte,  e  anche  ci6  h  segno,  oltrechfe  di  prudenza,  di  un  savio  concetto  storico.    Lk 

20  dove  parla  deII'opera  del  tredicesimo  vescovo  di  Bologna,  scrive:  "  E  questo  sia  detto 
"  per  conietura  perchfe  questi  tempi  sono  tanto  confusi  e  tenebrosi  per  la  longa  antichitk 
"  che  sarebbe  bisogno  havere  gli  occhi  di  linceo  per  affermare  la  veritk„^;  e  piil  avanti: 

*  Non  niego  per5  che  altre  cose  assai  piii  di  quello  si  sono  dette  non  fossero  in  quei 
"  tempi  antichi  degne  di  eterna  memoria;  ma  le  communi  calamitk  della  misera  Italia,  i 

25  "  diluvii  dell'acque,  gli  essilii  o  forse  la  negHgenza  de'  nostri  precessori  opure  i  fuochi  a' 
"  quali  specialmente  h  stata  sottoposta  la  citta  nostra,  hanno  mandato  nel  profondo  del- 
"  l'oblio  le  publiche  come  le  private  scritture;  il  perchfe  h  cosa  difficilissima  hora  po- 
"  terne  render  conto  a'  sopraviventi  per  l'appuntato  „^  Delle  tenebre  cosi  si  lagna 
sotto  il  1196:  "  In  questo  passo  non  negher6  ch'io  non  mi  sia  pentito  di  haver  pigliata 

30  "  la  penna  in  mano  per  iscrivere  la  presente  Historia ;  perciochfe  il  vedermi  alle  volte 
"  cadere  nello  scontro  di  folte  tenebre  che  mi  levano  il  diritto  cammino  dove  sicuro 
"  andare  dovrei,  sono  forzato  restarmene  al  bivio  et  tentar  il  vado  brancolando  .'. 
Tutto  ci5  a  proposito  di  un  Ottone  vescovo  di  Bologna  nominato  in  un  privilegio 
di  Enrico  e  che  non  figura  nei  vescovi  bolognesi;  ma  l'autore  argutamente  risolve  la 

15  difficoltk  supponendo  o  che  Ottone  fosse  nominato  dal  popolo  bolognese  in  una  qualche 
sedizione  contro  il  vescovo  Gerardo  o  che  fosse  suffi-aganeo  del  detto  Gerardo;  poi 
osserva  modestamente  quanto  profondamente ;  "  Ma  il  lettore  piglierk  per  hora  questa 


•  Vol.  n,  p.  SSS-  *  Vol.  I,  p.  32. 

*  Vol.  n,  p.  s8i.  '  Vol.  I,  p.  68. 

3  voi.  n,  p.  5S3.  '  voi.  I,  p.  104, 
*  Voi.  n,  pp.  647-648. 


CXLII  PREFAZIONE 


"  opinione  che  forse  un  dl  ci  dark  nelle  mani  qualche  scrittura  che  maggior  chiarezza 
"  poi  ci  dark,  poichfe  rade  volte  pu6  un  solo  fare  il  tutto  a  perfettione  et  io  special- 
"  mcnte  che  non  ho  potuto  vedere  ogni  cosa,  sebbene  mi  vi  sono  molto  adoperato  „  *. 
Simile  concetto  ripete  piii  inuanzi  quando,  accennando  ad  un  gran  fuoco  che  distrusse 
il  palazzo  e  l'Archivio  della  cittk  nel  1113,  osserva:  "  Non  si  meravigli  il  benigno  let-  5 
"  tore  se  delle  cose  di  Bologna  che  sin  qui  habbiamo  scritto  e  quasi  comc  con  or- 
"  dine  imperfetto,  et  se  con  quella  chiarezza  che  la  Historia  ricerca  non  si  sono  po- 
"  tuto  spiegare  a  pieno  i  fatti  di  questa  cittk,  se  non  in  quel  modo  che  all'  ingorde 
"  fiamme  sono  avanzate  „'''. 

Ora  noi  dictamo  che  quando  uno  scrittore  di  erudizione  e  di  storia  del  secolo  XVI  10 
ha  raggiunto  questa,  che  vorrei  chiamare  perfezione    rispetto    al    tempo,    nel    sapere 
maneggiare  le  fonti  storiche,  nel  tener  conto  di  tutti  i  risultati  di  coloro  che  hanno 
prima  scritto,  nella  interpretazione  dei  documenti,  nel  confronto  accurato    delle    piii 
diverse  opinioni  sino  a  giungere  ad  una  afFermazione  che  sia  il  risultato  di  una  disa- 
mina  accurata  ed  arguta,  nel  saper  mettere  da  parte  tutto    ci6    che    ripugna    a    una  15 
mente  ordinata  e  colta  e  ci6  che  non  ha  la  conferma  in  nessuna  argomentazione  sicura, 
nell'affermare  chiaramente  e  nettamente  il  cammino  che  lo  scrittore    di    storia    deve 
percorrere,  noi  diciamo  che  questa  persona  ha  tutti  i    caratteri    dello    storico.     Non 
affermiamo  che  tali  caratteri  siano  perfettamente    fusi;    non  diciamo    che  non  sia  da 
perfezionarsi  il  concetto  stesso  cui  deve  lo  storico  ubbidire ;  ma  questo  per6  possiamo  20 
affennare,  che  tutte  le  condizioni  prime   ci  sono    perchfe  si    possa    arrivarc    a    quella 
perfezione  di  natura  scientifica  che  forma  la    condizione    odierna   per    chi    si    dedica 
agli  studi  storici.     Certo  fe  ad  ogni  modo  che  il  Ghirardacci,  pur  coi  difetti  della  etk 
sua,  ci  si  mostra  uno  di  coloro  che  meglio  intesero  il  nuovo  metodo  il  quale  ormai 
si  imponeva,  e  uno  di  coloro  che,  fatta  astrazione    dalla    cstensione    dell'argomento,   25 
piii  degli  altri  del  suo  tempo  seppe  rigorosamente  applicare  le  leggi  della  documen- 
tazione  storica. 


*  * 


Resta  a  dire  per  ultimo  della  forma. 

II  Ghirardacci  si  preoccup6  sopratutto,  gik  altre  volte  lo  notammo,  della  sostanza  30 
storica.  Tutto  inteso  a  ricercare  documenti  inediti  e  libri,  e  tenendo  nota  sotto  i 
diversi  anni  delle  notizie  via  via  che  gli  capitavano,  non  attese  con  uguale  cura 
e  perizia  alla  forma.  In  sostanza,  egli  tutto  dedito  a  raccogliere,  non  ebbe  il  tempo, 
e  forse  non  il  proposito,  di  fondere  il  materiale  in  un  racconto  il  quale,  nuUa  per- 
dendo  del  raccolto,  ci  presentasse  in  un  corpo  piti  organico  e  piii  fuso  il  complesso  35 
delle  cose  che  intendevansi  narrare.  Manc6  il  tempo,  forse,  manc6  il  proponimento, 
manc6  anche,  pare  probabile,  la  preparazione,  il  gusto,  l'abilitk  del  narratore. 


'  Vol.  I,  p.  105.  »  Vol.  I,  p.  563. 


PREFA2IONE  CXLIli 


Nel  giudizio  che  vogHam  dare  del  Ghirardacci,  rispetto  alla  forma,  dobbiamo  tut- 
tavia  tener  conto  di  alcune  speciali  condizioni  e  sopratutto  della  natura  dell'opera  sua, 
con  la  quale  deve  essere  in  correlazione  stretta  il  modo  di  esposizione.  E  vero 
che  nel  secolo  XVI  noi  troviamo  nella  letteratura  italiana  degli  storici  che  furono 
5  anche  a  un  tempo  buoni  narratori  e  che  usarono  una  forma  accurata  e  tale  da  riu- 
scire  in  sostanza  gradita  e  accetta  al  Icttore ;  ma  dobbiam  pur  notare  che  tali  storici, 
o  si  occuparono  dei  fatti  a  loro  contemporanei,  ed  ebbero  perci6  un  pih  largo 
carapo  di  espressione  e  nello  stesso  tempo  una  forma  piii  disinvolta  e  organata; 
oppure  riassunsero  ci5  che  i  precedenti  scrittori  o  cronisti  avevano  detto,  senza  pcr- 

10  tare  il  tritume  prezioso  della  consultazione  degli  archivi,  e  allora  il  tutto  poterono 
assai  facilmente  coordinare  a  dei  concetti  prima  formati  o  fissati.  In  ambidue  i 
casi  lo  scrittore  dominava  la  materia,  e  i  particolari  non  dovevano  ingombrare;  anzi 
la  cura  doveva  consistere  nel  lasciare  molti  particolari  gik  dati  da  altri,  per  limitarsi  ai 
principali  filoni  di  ragionamento  o  di  pensiero  e  intorno  a  quelli  coordinare   la  nar- 

15  razione,  che  doveva  percio  correre  pih  rapida  e  disinvolta. 

IPer  la  Historia  di  Bologna  accadeva  ii  contrario:  tutto,  in  sostanza,  era  da  fare, 
tutto  era  da  ricondurre  ai  fondamenti  di  veritk,  e  ci6  doveva  sopra  ogni  altra  cosa 
interessare,  quando  si  abbia  presente,  che  la  storia  piii  che  della  forma  ha  bisogno 
della  veritk  e  della  copia  degli  avvenimenti  sicuri  o    dimostrati   sicuri.     Dinanzi    ad 

20  una  immane  copia  di  notizie  nuove,  il  Ghirardacci  non  ebbe  la  forza  di  dominarla, 
di  costringerla  in  una  espressione  comprensiva,  temette  di  diminuirne  il  valore,  e  anche 
di  non  lasciar  vedere  a  tutti  lo  sforzo  che  l'opera  gli  era  costata.  Oh  di  piii: 
volle  riprodurre  di  tanto  in  tanto  i  documenti  originali,  un  po'  per  la  evidenza  della 
prova,  un  po'  per  mostrare  le  sue  ricerche  e  la  sua  cultura;  e  tutto    ci6    spezz6    il 

25  racconto,  tolse  il  filo  alla  ordinata  narrazione,  riempi  di  zeppe  la  esposizione,  che 
ne  venne  fuori  stanca,  rotta  e  faticosa.  E  fu  fortuna  che  una  gran  parte  dei  docu- 
menti,  degli  excursus,  delle  particolari  trattazioni  e  dimostrazioni  rimandasse  alla  Ap- 
pendice  historiale\  se  no  il  suo  libro  sarebbe  diventato  una  vera  selva,  nel  senso 
umanistico  1 

30  Non  dobbiamo  tuttavia  esagerare  nella  severitk  del  giudizio.  Dobbiam  tener  pre- 
sente  che  il  Ghirardacci  adoperava  la  lingua  italiana,  la  quale  meno  della  latina  si 
presta  alPandamento  dignitoso  e  sonoro ;  che  per  primo  faceva  in  tal  lingua  una  storia 
compiuta  della  cittk  di  Bologna;  che  voleva  rivolgersi  a  tutto  il  popolo.  Inoltre  fe 
da  notare  che  non  sempre  la  narrazione    fe    sciatta;  talvolta  anzi  il  Nostro    dimostra 

35  energia  e  raggiunge  una  efHcacia  che  ci  meraviglia,  ben  conoscendo  come  egli  si  fbsse 
proposta  una  esposizione  modesta.  Specie  nei  primi  libri,  che  dal  lato  della  forma 
sono  piti  curati  e  studiati,  si  tende  non  di  rado  ad  una  certa  dignitk  e  severita.  Cosl 
talvolta  sono  riprodotte  le  parlate  od  orazioni  degli  ambasciatori,  o  dei  principi,  o 
dei  prelati :  e  queste  sono  studiate,  ordinate,  composte  e  non  di  rado  eloquenti.  Cito 
I    40  due  esempi  soli :  l'orazione  degli  ambasciatori  bolognesi  ad  Enrico  imperatore  nel  111 3, 


CXUV  PREFAZIONE 


che  si  impernia  sopra  il  noto  concetto  che  "  niuna  cosa  h  piii  cara  della  libertk  „*; 
e  la  parlata  di  Specialino  Griffoni  ai  cittadini  bolognesi  contro  il  vescovo  Gerardo 
p>er  la  difesa  del  comune  nel   1193*. 

Lo  studio  del  Ghirardacci  di  dar  tono  al  suo  raeconto  si  scorge  anche  in    certi 
inizi  di  libri,  che  hanno  un  largo  giro  di  frase  e  un  formato  svolgimento  di  periodo,  con     5 
una  affermazjone  di  carattere  generale  e  di  intonazione  tilosofica.     Leggasi,  ad  esem- 
pio,  il  principio  del  libro  VII  del  volume  prirao:    "  Hanno,  egU  scrive,  le  cose  humane, 
"  benigno  lettore,  il  corso  loro  tanto  incerto  et  variabile,  che  quando  crediamo  sieno 
"  cresciute  per  sempre  a  grado  di  suprema  felicitk,  et  che  pensiamo  goderle  con  somma 
"  quiete  et  pace;  non  potendo  elleno  in  quel  termine  fermarsi,  a  malgrado  nostro  si   10 
"  rivolgono  a  dietro,  con  ruina  tale,  che  spaventando  gli  alteri  animi  nostri,  mandano 
"  per  terra  gl'  ingordi  loro  desiderii ;  et  di  pacifici  et   felici    ci    rendono    inquieti    et 
*  miserabili  „,  e  continua  a  lungo  su  questo  tono^.     Ora  niuno    pu5    negare    che    il 
periodo  non  sia  ben  condotto  e  che  il  pensiero  non   sia    all'altezza    deli'espressione. 
E  potremmo  citare,  oltre  a  molti  passi  di  questo  genere,  anche  le  narrazioni  di  certi  15 
particolari  avvenimenti,  le  descriiiioni  di  stati  d'animo  della  folla,  o  delle  condizioni 
della  societh,  espressi  non  di  rado  con  uguale  nobiltk  di  sentimento  che  di  eloquio. 

Ma  saremmo  tratti  troppo  lontani  dal  nostro  assunto,  che  cra  quello  di  conside- 
rare  nel  Ghirardacci  piii  che  altro  1'erudito  e  lo  storico ;  lo  scopritore  di  documenti 
e  l'esfK>sitore  veritiero,  piti  che  1'elegante  narratore.  20 

A.    SORBELLI. 


«  Vpl.  I,  p.  6i.  '  Vol.  I,  p.   196. 

*  Vol.  I,  p.  102. 


APPENDICl 

ALLA    PREFAZIONE 


T.  xxxm,  p.  I  -  a: 


APPENDICE  I 


L'  "  Appendice    historiale  , 


ANDO  notizia  degli  autografi  e  frammenti  vari  di  Cherubino  Ghirardacci 
che  si  conservano  in  alcune  buste  delhi  Biblioteca  Universitaria,  il  dot- 
tor  Lodovico  Frati  not6  che  la  Historia  di  Bologna  del  Ghirardacci 
"  doveva  essere  seguita  da  \xn! Appendice  historiale  gik  pronta  per  esser  data  alle 
"  stampe,  come  ne  fanno  fede  l'indice  e  la  lettera  dedicatoria  che  ci  h  pervenuta 
"  tra  i  suoi  autografi  „^. 

E  da  notare  tuttavia  che  di  questa  Appendice  historiale  il  Ghirardacci  stessp  nella  sua 

10  Historia  di  Bologna  fa  piii  di  una  volta  particolareggiata  menzione  e  ne  indica  il  fine  e 
in  piii  di  un  luogo  anche  la  contenenza.  Cosi  ad  esempio,  Ik  dove  il  frate  tratta  ^  del 
privilegio  di  Teodosio  per  lo  Studio,  osserva:  "  Et  avenga  che  alcuni  sentino  male 
"  di  questo  privilegio,  et  con  certi  loro  discorsi  vi  si  opponghino,  nondimeno  la  ve- 
"  ritk  per  se  medesima  h  di  modo  chiara,  che  non  fa    bisogno  al    presente    porre  in 

15  "  campo  risposta  alle  loro  obiettioni,  trattandone  io  difFusamente  et  con  sicuro  fon- 
"  damento  nella  mia  Appendice  historiale,  dove  ancho  tutti  gli  altri  dubbii  che  nella 
"  presente  Historia  occorrono,  saranno  risoluti  „ .  Altrove,  parlando  nell'arddiaco- 
nato  dello  Studio,  cosi  si  esprime :  "  Insino  a  questo  tempo  ottiene  detta  dignitk 
"  il  reverendissimo  monsignor   Alfonso  Paleotti    cugino  dell' illustrissimo    arcivescovo, 

20  "  qual  per  esser  versato  nelli  canoni  et  leggi  civili  et  nella  sacra  theologia,  essendo 
"  in  dette  facoltadi  dottorato,  et  nelli  collegii  di  dette  professioni  incorporato,  con 
"  grandissima  consolatione  dello  Studio  in  propria  persona  crea  gli  dottori,  usando 
"  in  ci6  et  eloquenza  et  inventioni  maravigliose ;  della  cui  religione,  bontk  e  pietk  ne 
"  diremo  nella  nostra  Appendice  quando  parlaremo  delle  reliquie  della  cittk  „^     E 

25  in  qualche '  altro  luogo  della  Storia  ghirardacciana  h  pur  fatta  espressa  e  chiara  men- 
zione  dell'Appendice  che  doveva  seguire. 


»  L.  Frati,   Gli  autografi  di  fra  Ckerubino  GUrar'  *  Vol.  I,  p.  36, 

dacci,  p.  7  sg.  »  Vol.  I,  p.  120, 


CXLVIII  APPENDICE 


Qual  fine  si  proponeva  il  Ghirardacci  con  la  compilazione  dei  nuovo  lavoro? 
Lo  dice  egli  stesso  assai  ciiiaramente  nella  lettera  dedicatoria  delI'Appendice,  che 
h  rimasta  e  che  con  tutta  probabilitk  era  indirizzata  a  Marco  Antonio  Sabbadini,  il 
noto  protettore  e  mecenate  del  Ghirardacci.  Egli  cosi  si  esprime: 

Al  rey.mo  et  ilLmo  monsignor  Cardinale,  5 

Fu  sempre  mia  intenzione,  ill.mo  et  rev.mo  Monsignor,  nel  tessere  la  mia  Historia  di 
Bologna,  haver  rocchio  alla  brevitk,  sicuro  et  certo  che  ero  per  esser  grato  alli  modemi; 
ma  poi  entrando  in  diversi  archivi  e  particolarmente  nel  pubiico  della  nostra  cittk,  trovai 
iniiniti  particolari  et  honorate  memorie  si  della  detta  citt^,  come  anco  de'  suoi  antichi  dt- 
tadini,  che  n^  anco  a'  nostri  tempi  erano  venute  a  luce,  n^  da  molti  scrittori  tocche,  nfe  ac-  10 
cennate.  Et  considerando  che  questo  tutto  non  poco  importava  alla  gloria  et  alla  fama  della 
patria  mia,  tosto  cangiai  parere  et  giudicai  che  molto  meglio  era  con  prolissit^  palesare  a 
tutto  il  mondo  li  fatti  egregi  di  Bologna,  che  con  nociva  brevitk  complacere  altrui  et  non 
sodisfare  a  me  stesso,  et  a  mio  giudicio  questa  mutatione  di  animo  fu  ben  fatta:  perci6  che 
come  potevo  io  con  brevit^  fondare  con  la  veritk  quel  tanto  ch'io  scriveva  et  farlo  credere  15 
ad  altri  senza  il  hdo  testimonio  delle  pubbliche  tavoleP  Questa,  ilLmo  Monsignore,  h  stata 
la  principale  cagione  che  de'  fatti  di  Bologna  ne  ho  formato  tre  volumi  copiosi,  et  se  ben 
pare  ad  alcuni  che  io  in  molte  cose  sia  stato  soverchio,  spero  per6,  quando  essi  vorranno 
conoscere  a  che  fine  l'abbia  fatto,  volontieri  si  quieteranno  e  verranno  al  pari  della  mia 
opinione.  Ma  fra  tanto  pure  auco  ho  atteso  dove  ho  potuto  alla  brevit^  levando  daila  Histo-  20 
ria  molte  cose  degne  di  memoria  che,  o  potevano  fastidire  i  lettori,  o  potevano  ritardare 
il  corso  alla  Historia,  et  le  ho  riposie  a  questo  fine  nella  presente  A-pfendice  historiale,  for- 
mandola  a  guisa  di  ima  nuova  selva  di  varie  materie  dilettevoli  et  assai  curiose.  Nfe  solo 
ho  fatto  questo,  ma  etiandio,  per  sodisfare  a'  moderni,  dalla  medesima  Historia  ne  ho  cavato 
un  compendio  historiale,  che,  piacendo  a  Dio,  tosto  ne  verrk  a  luce ;  col  quale  anco  sperarb  25 
di  aggradire  molti.  Questa  Appendice  adunque  et  questa  mia  fatica,  quale  ella  si  sia, 
ill.mo  Monsignor,  la  consacro  al  feiicissimo  uome  suo,  promettendole  che  io  la  honoro  et 
riverisco  come  mio  signore,  et  che  del  continuo  le  priego  et  desidero  ogni  suprema  f  elicitk. 

Di  Bologna,  il  dl....>. 

In  modo  non  dissimile  si  esprimeva  il  Ghirardacci,  quantnnque  piti  concisamente,  30 
in  questa  che  doveva  essere  l'avvertenza  preliminare: 

Alli  saggi  et  cortesissimi  lettori,  fra  Cherubino  Ghirardacd. 

Questa  h,  VAffendice  historiale  che  nella  mia  Historia  vi  promisi,  la  quale  ho  data  alla 
luce  come  cosa  vostra,  et  per  non  mancarvi  della  mia  parola,  che  molto  importa,  sperando 
che  la  vi  habbia  a  piacere,  per  esser  ella  come  una  frondosa  selva  di  curiosi  et  dilettevoli  35 
materie,  et  che  col  mezo  di  essa  potrete  conoscere  a  pieno  Tanimo  mio  buono  verso  la  mia 
dolcissima  patria,  et  anco  il  mio  desiderio  grande  di  servire  con  ogni  affetto  di  puro  cuore 
tutti  voi.  A'  quali,  se  queste  mie  fatiche  saranno  grate,  prometto  anco  publicare  un  dilet- 
tevole  calendario  delle  cose  famose  di  Bologna. 

Intanto  degnatevi  tenermi  per  vostro  affettionatissimo,  si  come  io  desidero  da  tutti  voi  40 
essere  amato,  et  Iddio  vi  feliciti  in  ogni  vostro  desiderio*. 


1  Trovasi  nella  Biblioteca  UnivCrsltaria  dl  Bolo-       blicata  dal  Prati,  <)^.  dU,  pp.  36-41. 
gna,  Ms.  sota,  busta  2;  assai  opportunamente  fu  pub-  *  Vedi  la  nota  precedente;  Frati,  of.  dt.,  p.  ll< 


APPENDICE  CXLIX 


Nella   quale   avvertenza,  mentre   si  accenna  al  ricordo    che  in   piti   luoghi   della 

storia  fe  fatto  della  nuova  opera,  si  fa  anche  la  promessa  di  una  specie  di   Calendario 

delle  cose  di  Bologna,  che  doveva    forse  avere  una  struttura    non  dissimile  da  quella 

che  fu  poi  seguita  dal  Masini,  se  non  era  invece  in  forma  stringata,  strettamente  cro- 

5  nologica. 

Anche  da  ci5  che  il  Ghirardacci  dice,  di  leggieri  ognun  pu6  argomentare  l'im- 
portanza  del  lavoro  che  doveva  seguire  alla  narrazione  ordinata  delle  vicende  della 
cittk  di  Bologna;  ma  I'importanza  delI'opera  del  Ghirardacci  apparirk  anche  maggior- 
mente  da  una  semplice  scorsa  che  si  faccia  all'indice  o  tavola  che  fe  rimasta  e  che 

10  si  riporta  integralmente  in  fine  a  questa  breve  dichiarazione. 

L'ampia  materia,  che  giustamente  il  Ghirardacci  chiama  una  selva  di  cose  utili, 
dilettevoli  e  curiose,  h  disposta  in  ordine  cronologico,  con  un  riguardo  al  luogO  iil 
cui  andrebbero  a  riferirsi  nel  corso  della  Historia  di  Bologna.  Ogni  capitoletto  h  in- 
dipendente    da  quelli    che  precedono  e   seguono,  ed   ha  varia   forma:  in    sostanza  si 

15  tratta  di  excursus,  di  chiarimenti,  di  indici.  Non  sarebbe  stato  male  distribuire  la 
materia  con  un  ordinamento  sistematico;  e  allora  sarebbero  piti  evidentemente  ap- 
parsi  la  importanza  e  i  rapporti  delle  varie  parti. 

Una  buona  parte  di  tale  Appendice  h  dedicata  alla  trascrizione  integrale  di 
documenti  che  per  la  loro  lunghezza  non  potevano   essere  inseriti  nel  testo;  cosi  si 

20  ha  la  lettera  di  Gregorio  II  ai  Bolognesi;  due  scritture  autentiche  per  lo  Studio  di 
Carlo  Magno ;  la  lettera  di  Gregorio  IV  a  favore  dello  Studio ;  la  lettera  di  papa  Lu- 
cio  Caccianemici  ai  Bolognesi;  la  bolla  di  papa  Innocenzo  per  i  frati  di  San  Gia- 
como;  il  decreto  di  cittadinanza  bolognese  ai  Zambrasi  di  Faenza;  il  Breve  degli  An- 
conitani  a  favore  di  Ugolino  Gosia ;  1'elezione  di  Giacomo  e  Giovanni  Pepoli  a  signori 

25  di  Bologna;  l'orazione  nella  morte  del  cardinal  Albergati;  la  vendita  di  Bologna  dai 
Pepoli  alParcivescovo  Visconti;  la  vita  di  Caterina  Riario  tratta  da  un  Hbro  antico;  la 
lettera  del  re  di  Gerusalemme  al  cardinal  Giacomo  Isolani;  e  inoltre  decreti,  boUe, 
capitoli,  statuti,  ordinamenti  originali  ecc. 

Un  particolare  interesse  hanno   quei  capitoli   che  assunsero   un  carattere    critico, 

30  nei  quali  si  discute  con  gli  autori  che  hanno  preceduto  il  Ghirardacci,  facendone  ri- 
levare  gli  errori  o  i  creduti  errori.  Cosl  ad  esempio  si  mettono  in  rilievo  gli  errori 
di  monsignor  Borghini  circa  i  vescovi,  le  inesattezze  delle  cronache  manoscritte  e  di 
altri  autori  circa  i  corpi  dei  santi  Vitale  e  Agricola;  e  piti  innanzi  si  afferma  che  Cla- 
terna  non  fu  ruinata;  che  Bologna  al  contrario  subl  la  rovina  da  Teodosio;  che  san  Pe- 

35  tronio  non  era  parente  di  Teodosio;  che  il  decreto  di  Teodosio  h  vero  e  autentico, 
contro  il  parere  di  alcuni  storici;  che  papa  Onorio  era  bolognese  e  non  imolese.  Si 
ferma  sugli  errori  del  Faella  circa  le  lotte  tra  Geremei  e  Lambertazzi;  ed  fe  contro 
Leandro  Alberti  circa  I'origine  della  famiglia  Bentivoglio ;  contro  gli  errori  di  alcune 
cronache  del  400;  contro  il  Pigna  circa  la  morte  del  cardinal  Pelagrua;  contro  Lean- 

llO  dro  circa  i  confini  tra  i  Modenesi  e  i  Bolognesi,  ecc. 


CL  APPENDICE 


Non  minore  interesse  hanno  le  osservazioni  o  trattazioni  degli  uffici  e  delle  isti- 
tuzioni  bolognesi,  come  sono  quei  capitoletti  che  riguardano  lo  Studio,  le  compagnie 
militari,  le  quinquene,  le  armi,  i  sigilli,  lo  studio  della  teologia,  le  tribii,  il  consiglio 
dei  Quattromila,  il  senato,  l'anzianato,  il  collegio  avignonese ;  e  a  ci6  si  aggiungano 
le  notizie  sui  costumi  antichi,  sui  giuochi,  sui  pesi,  sulle  misure,  sul  valore  delle  der- 
rate,  suUe  meretrici  ecc. 

Spesso  si  danno  elenchi  illustrativi  di  persone  o  cose  e  di  atti  che  onorarono  Bologna 
a  traverso  i  secoli;  e  fra  tali  elenchi  ricordiamo  quelli  degli  antichi  cavalieri  del  1285; 
dei  capitoli  e  delle  concessioni  largiti  o  fatte  ai  Bolognesi;  delle  chiese,  delle  torri 
dei  palazzi,  dei  castelli,  dei  dottori,  dei  capitani,  dei  rettori,  dei  prelati,  dei  religiosi  1( 
dotti,  degli  uomini  famosi,  dei  santi  e  beati,  dei  fiumi,  dei  terremoti,  delle  inonda- 
zioni,  delle  rivoluzioni,  delle  strade,  delle  fabbriche  insigni,  degli  ospizi,  ecc. 

Altre  volte  si  narra  con  nuovi  documenti  la  vita  di  illustri  personaggi,  e  tra  que- 
sti  son  da  ricordare  Schiatta  Ubaldini,  Romeo  Pepoli,  il  cardinale  Albergati,  Caterina 
Riario,  Antonio  da  Budrio,  scnza  contare  le  numerose  famiglie  che  vi  trovano  nuova  15 
luce  di  ricerche. 

Insomma,  quantunque  raccolte  con  poco  metodo,  si  hanno  notizie,  delle  piti  sva- 
riate  e  interessanti,  per  tutto  ci5  che  si  riferisce  alla  vita  bolognese;  giacchfe  tutto  ci6 
che  si  trae  dagli  archivi  pu6  in  varia  guisa  interessare  la  vita  o  economica  o  intel- 
lettuale  della  cittk. 

Non  tutte  le  conclusioni  a  cui  I'autore  perviene  sono  da  accettare,  e  noi  gik  ri- 
cordammo  altrove  l'errore  del  Ghirardacci  per  ci6  che  si  riferisce  al  diploma  di  Teodo- 
sio;  ma  il  piti  delle  volte  il  Ghirardacci  ha  delle  osservazioni  e  delle  argomentazioni 
di  vero  storico  dalla  mente  acuta,  dalI'ingegno  pronto  e  vivace;  talora  raggiunge  una 
schiacciante  dimostrazione,  anche  contro  autori  che  furono  giustamente  riputati  valorosi.  21 

L'opera  utilissima  and6  smarrita  e  noi  ne  lamentiamo  col  dottor  Frati  la  perdita; 
non  disperiamo  per6  che  un  giorno  o  l'altro  possa  essere  dissepolta  da  una  qualche 
biblioteca  o  da  un  polveroso  archivio.  Noi  crediamo  tuttavia  (e  questo  pu6  far  dimi- 
nuire  il  rammarico)  che  alcuni  dei  capitoletti  fossero  alla  fine  inseriti  nella  Historia, 
come  qualche  documento,  e  specie  la  lunga  e  importantissima  descrizione  del  pubblico  30 
Archivio  di  Bologna,  detta  Camera  degli  atti,  che  nella  Appendice  Jdstoriale  figura 
come  ultima  cosa. 


Tavola  dblla  presente  Appendice  istorialk  *. 

1.  —  Monsig.  Borghino  nel  Trattato  de'  Vescovi  fiorentini  ch'ei  fa  scrivendo  contra 

Leandro  historico  bolognese  incorre  in  tre  gravissimi  errori io.     \   3S 

2.  —  Dalla  ritrovata  de'  corpi  de'  sauti  martiri  Vitale  et  Agricola.  molti  errori  cagio- 

nati  dalle  croniche  manuscritte  da  vari  scrittori _ 


'  BlBLIOTECA  UmVEHSlTARlA  Dl  BOLOGNA,  Ms,20IZ,         bUSts    3. 


I 


APPENDICE  CLI 

3.  —  Opinione  della  ruina  della  Claterna  antica   cittk  confutata  per  cinque 

ragioni  valide fo.  5 

4.  —  Che   Bologna   fosse  da  Theodosio  ruinata,   come  vogliono  molti  scrit- 

tori,  per  dodeci  ragioni  in  contrario »  6,  7 

5   5.  —  Errore  del  parentado  che  alcuni  dicono  che  havesse  san  Petronio  con 

Theodosio  imperatore,  col  testimonio  di  tre  auttori  impugnato.     ...»  7 

6.  —  Risposta  validitk  di  molti  autori  et  leggi  contro  alcuni  articoli  fatti  con- 

tro  il  Privilegio  di  Theodosio  imperatore  concesso  allo  Studio  di  Bologna     „  7,  8,  9 

7.  —  Errore  di  molte  croniche  manuscritte   circa   la   morte  di   san  Procolo 

10  martire  et  cavaliere  bolognese i>  10 

8-  —  Del  nome  di  Sinibaldo  Lotheringio  XIV  vescovo  di  Bologna,  il  quale 
manca  nella  vita  de'  Vescovi  dal  Sigonio  descritta,  oltre  due  sue  ordina- 
tioni  ch'egli  fece  non  descritte  per  anco  nella  sua  vita »  10,  11 

9.  —  Lettera  di  Gregorio  II  scritta  a'  Bolognesi  piena  di  molti  particolari 
is  attinenti  alla  cittk  di   Bologna,  cavata  dalla  Biblioteca   Vaticana  al  lib. 

n.  243 ,  12,  13 

10.  —  Due  scritture  autentiche  a  favore  dello  Studio  di  Bologna  di  Carlo  Ma- 
gno,  quando  riordinb  il  detto  Studio j»  14,  15 

11'  —  Nomi  di  molti  nobili  Bolognesi  che  dopo  ramministratione   de'  Lon- 
20  gobardi  furono  alla  patria  ricchiamati »  15 

12.  —  Lettera  di  Gregorio  IV  a  favore  dello  Studio  di  Bologna w  16,  17 

13.  —  Scritture  antiche  addotte  a  favore  che  Honorio  papa  bolognese  fosse 

cittadino  di  detta  cittk  et  non  del  contato  d'Imola »  18 

14.  —  Nomi  et  cognomi  di  molti  antichi  cavalieri  del  1285  cavati  dalla  Ca- 

as  mara  degli  Atti »  19,  20 

15.  —  Lettera  di  Lucio  papa  de'  Caccianemici  scritta  a'  Bolognesi  degna  di 

esser  letta,  cavata  dalla  Biblioteca  Vaticana »  21 

l^-        Privilegio  di  Ottone  imperatore  concesso  a  Nonantola ,    22,  23,  24 

17.  —  Lettera  de'  soldati  bolognesi  scritta  al  Magistrato  della  loro  patria  col 

30  fargli  dono  della  parte  della  cittk  di  Damiata  che  tocc6  loro    .     .     .     .     „  25 

18.  —  BoIIa  d'Innocenzo  papa  a  favore  de'  frati  di  San  Giacomo  di  Bolo- 

gna,  hoggidl  di  grande  importanza  a  queirordine d  26,  27 

19.  —  Errore  del  Faella  circa  la  discordia  nata  tra  li  Gieremei  et  Lamber- 

tacci  et  molte  lettere  sopra  ci6  addutte „     27,  28,  29 

3S  20.  —  Della  benda  della  Madonna  che  si  conserva  nella  chiesa  de'  Monaci 
di  Santo  Stefano  in  Bologna,  come  portata  et  sue  ordinationi  per  publico 
decreto  dal  Senato  fatte ,     29,  30,  31 

21.  —  Risposta  a  molti  dubbi  di  Leandro  intorno  la  sua  opinione  della  no- 
bilissima  et  illustre  famiglia  de.'  Bentivogli,  col  testimonio  di  molti  publici 

40  instromenti,  poco  fa  in  Bologna  nel  publico  archivio  incamerati    .     .     .     ,     31,  32,  33 

22.  —  Decreto  della  cittadinanza  da'  Bolognesi  fatto  alli  Zambrasi  da  Faenza.     „  34,  35 

23.  —  Molte  cose  degne  di  memoria  fatte   da   Rolandino  primo  proconsolo 

de'  Notari  in  Bologna ,  35,  36 

24.  —  Breve  dagli  Anconitani  fatto  a  favore  di  Ugolino  Gosia  famoso  capi- 

4S  tano  bolognese „     37,  38,  39 

25.  —  Dilucidatione  della  guerra  nata  fra  Azzo  marchese  da  Este  et  fra'  Bo- 

lognesi,  col  testimonio  di  scritture  authentici ,  39,  40, 

26.  —  Molti  degni  fatti  di  Schiatta  Ubaldini,  che  nella  sua  vita  dal  Sigonio 

descritta  mancano ,  41,  42, 

so  27.  —  Vera  descrittione  della  fugga  di  Romeo  fuor  di  Bologna,  dove  si  vede 


CW  APPENDICE 

rerrore  che  portano  seco  le  croniche  manuscritte  di  Bor 

logna. £o.  43,  44 

28.  —  Attioni  fatte  da  Romeo  Peppoli  per  ripalbriare,  non  piii 

descritte „  45.  46,  47,  48 

29.  —  Historia  deasumpta  dalle  BCritture  della  Camara  di  Bo-  s 
logna  et  da  altri  luoghi  di  Nanni  Gozzadini  e  suoi  figliuoli.     „                               49,  50,  51 

30.  Elettione  di  Taddeo  Peppoli  alla  signoria  di  Bologna 
estratta  dairautentico  originale,  con  la  cedula  che   passb 

per  tutte  le  Arti  della  detta  cittk „  51,  52,  53,  54,  55,  56 

31-    —    Elettione    fatta   a    Giacomo    et    Giovanni    fratelli    et  /o 

figliuoli  di  Taddeo  Peppoli  doppo  la  morte  del  padre, 

cavata  da  1'autentico  originale 56,  57,  58,  59,  60 

32.  —  Vendita  di  Bologna  fatta  da  Giacomo  et  Giovanni  Pep- 

poli  a  TArcivescovo  di  Milano,  dessunta  da  Tautentico  ori- 

gjnale ,  60,  61,  62,  63   /5 

"^3.        Colleggio  Gregoriano  eretto  in  Bologna  da  papa  Gre- 

gorio  con  le  sue  bolle  et  inventario   di  tutte   le  cose  di 

detto  CoUeggio  et  della  sontuosa  cappella  di  esso,  argenti 

et  libraria ,     64,  65,  66,  67,  68,  69,  70 

^^'  —  Come  fosse  il   detto  CoIIeggio   disfatto  et  come  li   si-  jo 

gnori  Peppoli  lo   comprarono,  et  delli  danari  si  facesse 

la  Canonica  di  Bologna ,  71,  72,  73,  74 

35.  —  Oratione  fatta  nella  morte  del  card.  Albergati   .     .     .     ,  75,  76,  77,  78 

36.  —  Raccolta  di  tutte  le  dignitk  et  attioni  del  sudetto  Car- 

dinale „  79,  80,  81,  82  ^^r 

37.  —  Si  correggono  molti  erroii  di  alcune  croniche  manu- 
scritte  di  Bologna  intomo  al  1400,  seguendo  con  la  prova 
delle  autentiche  scritture,  dove  altri  pu6  vedere  che  da 
Leandro  non  son  state  vedute,  ma  ch'egli,  come  fe  detto, 
da  scritti  altrui  scorretti  gli  ha  raccolti,  et  in  particolare 
si  vede  che  le  cose  del  Verme  sono  in  dette  croniche 
malamente  spiegate ,  83  usque  ad  97 

38.  —  Vita  di  Catarina  Riari,  cavata  da  un  antico  libro  .     .     „  98  usque  ad  112 

39.  —  Della  nobiltk  della  famigHa  de'  Zambeccari,  cavata  dal 

Panormita  et  da  altri ,  113,  114,   115   jj^ 

40.  —  Della   nobilissima  descendenza  delli  Scannabecchi   di 

Bologna,  delli  Contughi,  Moneda,  Ghellini  et  altri  e  quando 

uscirono  di  Bologna ,  115,  116,  117 

41.  —  Diversi  capitoli  di  Papi,  Imperatori,  Regi,  Duchi,  Mar- 
chesi  et  altri  Principi  con  Bolognesi,  cosa  degna  di  esser 
letta ,  118  usque  ad  130 

42.  —  Cinque  notabili  errori  di  Leandro  nella  sua  //<z/ra  circa 
le  cose  di  Bologna,  col  mezo  d' instromenti  publici  cor- 
retti ^         131,  132,  133,  134,  135 

43.  —  Gruerra  fra  il  Visconte  et  Mantovani  da  niun  auttore 
peranco  a  pieno  descritta,  la  quale  tutta  redonda  ad  honore 
de'  Bolognesi ,  136  usque  ad  140 

44.  —  Che  Alessandro . . .  fosse  bolognese,  nato  in  Saragozza 

di  padre  povero ;  jSi  adduce  in  testimonio  il  Buo  testamento.     „  141,  142 

45.  —  Lettera  del  Re  di  Hierusalem,  di  Cipri  et  di  Armenia 
scritta  di  Nicosia  al  card.  lacomo  leolani ,  142 


SO 


40 


4S 


So 


APPENDICE 


CLffl 


46. 

s  47. 
48. 
49. 

10 

50. 
51. 

^s 
52. 

53. 

^o 

54. 

55. 

2s  56. 

57. 


30  58. 
59. 
60. 
61. 

3S  62. 
63. 
64. 


40 


65. 

66. 
67. 


68. 
4S  69. 

70. 

71. 

so   72. 


—  Errore  del  sig.  Pigna  della  morte  del  card.  Pellagrua 
confutato  col  testimonio  di  scritture  autentiche,  et  som- 
mario  della  vita  sua  cavata  dal  Navarrino  nel  secondo 
libro fo. 

—  Varie  compagnie  militari  fatte  in  Bologna  et  loro  ordina- 
tioni  et  statuti,  estratte  dallaCamara  degli  Atti  in  Bologna.     , 

—  Chiese,  palazzi,  torri,  castella  et  fortezze  fabricate  in 
Bologna  et  suo  territorio » 

—  Quinquene  ordinate  per  ciascuna  tribu  di  Bologna ;  che 
cosa  fossero  et  a  che  fine  ordinate n 

—  Castella,  palazzi,  torri  e  fortezze  de'  nobili  nelle  guerre 
occorse  ruinati » 

—  Vera  descrittione  della  guerra  di  San  Roffillo  occorsa, 
col  nome  de'  capitani  che  vi  si  trovarono,  non  da  altri  a 
pieno  descritta „ 

—  Diverse  crudeltk  fatte  da  Olegio  alH  cittadini  bologne- 
si,  cavate  dai  libri  criminali  del  suo  tempo  conservati  a 

la  Camara  degli  Atti  in  Bologna „ 

—  Privileggi  de'  Sommi  Pontefici,  Imperatori,  Regi,  Car- 
dinali  et  dl  altri  Principi  alla  cittk  di  Bologna  concessi  .     „ 

—  Capitoli  et  conventioni  di  vari  principi,  cittk  et  leghe 
fatti '  con  Bolognesi „ 

—  Dottori,  Cavalieri,  Capitani,  Rettori  et  altre  persone 
insigne  usciti  di  Bologna „ 

—  Annotationi  di  alcuni  passi  historiali  da  Leandro  ma- 
lamente  intesi „ 

—  Varie  pragmatiche  fatte  in  Bologna  cominciando  dal- 
Tanno  del  Signore  1285  insino  a'  nostri  tempi,  estratti 
dairArchivio  publico  di  Bologna „ 

—  Huomini  famosi  in  diverse  arti  usciti  di  Bologna    .     .     „ 

—  Prelati  bolognesi  antichi  et  modemi *     .     „ 

—  Religiosi  bolognesi  di  dottrina  et  che  hanno  composto.     „ 

—  Nomi  di  tutti  i  fiumi  che  bagnano  il  territorio  di  Bo- 
logna , 

—  Vittorie  da'  Bolognesi  havute  contra  i  suoi  nemici  .     .     „ 

—  Santi  et  Beati  della  cittk  di  Bologna „ 

—  Catalogo  di  tutti  li  dottori  et  dottoresse  della  cittk  di 
Bologna „ 

—  Nomi  et  cognomi  di  molti  ingegnieri  bolognesi  antichi 

et  modemi „ 

—  Arti  diverse  introdotte  in  Bologna  et  da  che  tempo   .     „ 

—  Morte  di  diversi  nobili  bolognesi,  dove  sepolti  et  loro 
epitaffi „ 

—  Vita  di  Antonio  da  Budrio  famoso.  Mori  Tanno  1408.     „ 

—  Magistrato  di  Bologna;  anticaraente  dove  facesse  la  re- 
sidenza „ 

—  Arme  o  insegne  che  molti  nobili  bolognesi  usavano  et 
suoi  colori,  hora  famiglie  estinte „ 

—  SigilH  in  vari  tempi  dal  Senato  di  Bologna  usati  .     .     „ 

—  Antichi  et  moderni  monasterii  di  vergini  consecrate  al 


143,  144 

145  usque  ad  158 

159,  160,  161,  162 

162,  163 
164,  165,  166,  167 

168  usque  ad  172 

172,  173,  174,  175 

176  usque  ad  187 

187  ufique  ad  199 

200  usque  ad  214 

215,  216,  217 


218  usque  ad  237 

238,  239,  240,  241 

242,  343,  244 

244  usque  ad  262 

263  usque  ad  270 
271  usque  ad  293 
302  usque  ad  312 

313,  314,  315,  316,  317 

317  usque  ad  324 
325,  326,  327,  328 

329  usque  ad  356 
357,  358,  359 

360,  361 

362  usque  ad  378 
379,  880,  381 


CLIV 


APPENDICE 


servigio  di  Dio  in  Bologna  et  dove  fossero 

73.  —  Coatumi  lodati,  da'  Bolognesi  anticamente  usati,  li  quali 

anco  in  gran  parte  a'  nostri  tempi  sono  conservati      .     . 

74.  —  Dissegno  delFantico  palazzo  Bentivogli  in  Bologna  hora 
ruinato,  et  quanti  cortili,  scale,  stanze  et  sale  havesse     . 

75.  —  Ruine  occorse  nella  cittk  di  Bologna,  occorse  per  ca- 
gione  di  terremoti,  folgori  et  incendii 

76.  —  Diluvi  d'acque  che  hanno  grandemente  danneggiato  il 
territorio  di  Bologna  et  di  che  tempo 

77.  —  Parentati  antichi  contrattati  fra  nobili  bolognesi  e  delle 
doti  che  in  quei  tempi  si  davano,  cavati  dalle  scritture 
publiche 

78.  —  Studio  della  theologia,  come  anticamente  fosse  in  Bo- 

logna  et  del  Privilegio  di (sic)  et  come  da  esso  ne 

sono  usciti  Papi,  Cardinali,  Arcivescovi,  Vescovi  et  huo- 
mini  di  profonda  dottrina  et  di  grandissimo  governo  .     . 

79.  —  Giuochi,  trionfi  e  feste  solenni  in  vari  tempi  in  Bologna 

celebrati  et  a  che  fine,   dove  anco  si   ragiona  del   corso 
di  molti  palii 

80.  —  Revolutioni  popolari  occorse  nella  cittk  di  Bologna  et 
la  origine  loro  et  da  che  tempo 

81.  —  Pittori  e  scultori  bolognesi  et  le  opere  da  lor  fatte    . 

82.  —  Conviti  che  anticamente  nelle  nozze  si  usavano  si  dalla 
parte  dello  sposo  come  della  sposa,  et  del  vestire  di  quei 
tempi 

83.  —  Degli  ufiicii  publici  della  cittk  di  Bologna,  a  chi  fossero 
commessi  et  del  salario  loro 

84.  —  Prodigii  maravigliosi  in  vari  tempi  occorsi  in  Bologna 
et  suo  territorio,  estratti  dairArchivio  publico  et  da  altre 
scritture 

85.  —  Deiracqua  della  Dardagna,  cosa  curiosa  et  dilettevole, 

et  de'  Bagni  della  Porretta,  estratta  dal  Registro  at  dal 
Libro  Refor.,  lettera  V 

86.  —  Musici,  scrittori,  poeti  e  suonatori  famosi  bolognesi    . 

87.  —  Valore  o  prezzo  della  farina,  vino,  sale,  legna,  cal- 
cina,  pietre,  gesso,  came,  cascio,  olio,  panni  et  cose  simili 
di  varii  tempi,  cosa  quasi  da  non  credere,  fedelmente 
cavato'  dal  publico  Archivio  di  Bologna 

88.  —  Descrittione  delle  antiche  militie  della  cittk  di  Bologna 
et  che  arme  da  offesa  et  difesa  usassero 

89.  —  Le  quattro  tribii  della  cilth,  come  si  cavassero  a  sorte 

nelle  occorrenze  delle  guerre 

90.  —  Fortezza  fabricata  alla  Porta  di  Galliera,  come  fosse 
fatta  et  suo  natural  disegno 

91.  —  Consiglio  dei  Quattromila  in  Bologna  et  suo  principio 
et  suoi  privilegi;  dove  si  leggono  molte  cose  notabili  di 
quei  tempi 

92.  —  Luoghi  di  dove  il  Senato  levo  che  le  meretrici  non 
vi  potessero  habitare  et  del  modo  honesto  che  per  tale 
effetto  si  teneva 


fo.      381  usque  ad  389 
390,  391,  392,  393 

„        394  usque  ad  407  / 
408,  409,  410,  411 
411,  412,  413,  414,  415 

416,  428 


is 


429  usque  ad  447 


448  usque  ad  459 

459  usque  ad  476 
477  usque  ad  483 


484,  485,  486,  487  >s 
487  usque  ad  495 

496,  497,  498,  499  30 

500  usque  ad  511 
511,  512,  513,  514 

3S 

515,  516,  517,  518,  519 

519  usque  ad  530  40 
531,  532,  533 
534,  535 


45 


536,  537,  538 


538  iisque  ad  542  so 


APPENDICE  CLV 

93.  —  Cagione  perch^  gli  Antiani,  ConsoH  et  Sapienti  anticamente  erano 

in  molte  cose  privilegiati fo.  543 

94.  —  Ordine  antico  perchfe  li  medici  andassero  vestiti  di  rosso  et  adomati 

di  molt'oro »  544,  545 

S  95.  —  Ordinatione  santissima  del  Senato  di  Bologna  che  li  figliuoli  do- 
vessero  ubbidire  ai  loro  genitori  et  della  pena  impo&tali  se  erano 
trovati  per  la  citta  vagabondi;  fatta  al  tempo  di  Bindo  Baschira  della 
Tosa  capitano  del  popolo  di  Bologna „  546,  547 

96.  —  Errore  di  Leandro  delle  confina  fra  Bolognesi  et  Modenesi  comin- 

10  ciando  da  San  Martino  da  Sicco  insino  al  fiume  Lucido,  non  bene  intese.     ,  548 

97.  —  Capitoli  o  conventioni  fatte  fra  il  card.  Bessarione  legato  di  Bologna 

et  li  Sedici  Reformatori  dello  Stato  della  libertk  di  Bologna  da  una 
parte  et  Taddeo  de'  Manfredi  signore  di  Faenza  et  d'Imola  dairal- 
tra  parte ,  549,  550 

ts  98.  —  Priorato  de'  Crocciari  fuor  di  Bologna  concesso  a  Filippo  Peppoli 

da  papa  Nicola -     »  550,  551 

99.  —  Ragioni  addutte  in  contrario  a  quei  che  dicono  che  il  Libro  de^ 
Decretali  d'  Innocenzo  quarto  f osse  prima  pubblicato  nello  Studio  di 
Padova  che  in  quello  di  Bologna n  552 

ao   100.  —  CoIIeggio  di  Avignone  eretto  in  Bologna  da  Zoen  de'  Tencarari 

bolognese  vescovo  di  Avignone n  553,  554 

101.  —  Consiglio  bellissimo  et  fondato  di  Scipione  gik  di  Gabbione  gik 
figliuolo  di  Nanne  Gozzadini „       554,  555,  556 

102.  —  Bolla  di  Bonifacio  IX  al  comune  di  Bologna,  con  molti  particolari 

as  pertinenti  a'  Bolognesi  e  di  molta  importanza »  557 

103.  —  Fondatione  della  chiesa  di  San  Petronio  alla  pubblica  piazza  di 
Bologna;  molto  monca  et  lentamente  descritta  da  Leandro.    .     .     .     „       558,  559,  560 

104.  —  Case,  possessioni,  molini  et  altri  edificii  de'  Lambertazzi  compri 
dal  commune  di  Bologna  et  dove  fossero  dentro  e  fuori  della  cittk.     „  561,  562 

^30   105.  —  Molte  cose  notabili  fatte  dal  Senato  di  Bologna  circa  il  governo 

fatto  piu  volte  alla  cittk  d'Imola „       562,  563,  564 

106.  —  Come  si  celebravano  anticamente  le  paci  fra  gli  nemici  et  che 
cerimonie  si  usavano ,  565 

107.  —  Per  qual   cagione   gli  Antiani   di   Bologna   anticamente  stavano 

'33  rinchiusi  in  luogo  appartato,  et  deirordine  dei  loro  Consigli   .     .     .     „  566,  567 

108.  —  Che  modo  et  via  tenesse  il  Senato  di  Bologna  in  ritrovar  danari 

per  le  publiche  necessith „  567,  568 

109.  —  Alcune  curiose  annotationi  circa  li  Clerici  et  Conversi  nominati 
del  continuo  nelle  tavole  publiche,  cavate  dal  Libro  delle  Reforma- 

40  tioni  fatte  al  tempo  di  Griffo  capitano  del  comune  di  Bologna  Tan- 

no  1294  et  1295 „       569,  570,  571 

1 10.  —  Origine  del  Consiglio  delli  Quattromila,  nel  quale  anco  erano  li 

Consiglieri  del  popolo  et  come  ciascuno  pagasse  soldi  dieci     .     .     .     „  572 

111.  —  Fabriche   insigne,  chiese,  castella  et  monasterii  fatti  dal   Senato 

4S  di  Bologna „       573,  574,  575 

112.  —  Stima  grande  che  il  Senato  faceva  de'  Religiosi  et  come  nelle 
lor  mani  poneva  tutto  il  govemo  del  vivere  della  cittk,  deputandoli 

a  tutti  gli  uflSci  publici  et  privati „  576 

113.  —  Come  gli  huomini  virtuosi  in  ogni  qualitk  di  virtti  erano  dal  Se- 

so  nato  premiati  et  delle  essentioni  ad  essi  et  loro  descendenti  concesse.     „  577,  578 


CLVI  APPENDICE 

114.  —  Come  in  Bologna  Totio  ne'  nobili  era  dannato  etirro- 

nicamente  li  chiamavano  potenti  et  magnati £o.  579 

115.  —  Come  il  Senato   di   Bologna  teneva  li   scolari  et  li 

chlama  suoi  figliuoli ,  580 

116.  —  Come  ne*  nuovi  magistrati   eletti   ordinariamente  il  3 
primo  consiglio  loro  era  sopra  Tabbondanza,  perchfe  il  suo 

popolo  non  patisse ,  581 

117.  —  Hospitali  et  luoghi  pii  dal  Senato  fabricati  et   dotati 

per  soventione  de*  poveri ,  581 

118.  —  Giuochi  publici  anticamente  prohibiti  nella  cittk  di  Bo-  10 
logna  et  gravemente  puniti ,                                  582,  583 

119.  —  Chiese  et  luoghi  in  Bologna  dove  ripossano  Tossa  di 

molti  santi ,  584 

120.  —  Nomi  et  cognomi  de'  Nuntii  o  Ambasciatori  mandati 

in  varie  parti  dal  Senato  di  Bologna ,  585»  586,  587   ts 

121.  —  Quanto  tempo  durasse  la  potenza  de'  Bolognesi  et  come 
fussero  padroni  di  gran  parte  della  Romagna  e  della  Lom- 

bardia ,  587,  588 

122.  —  Come  questo  nome  Bargello  (che  nelle  Tavole  publi- 

che  Persecutore  de'  Banditi  vien  nominato)  fosse  dal  Se-  20 

nato  di  Bologna  tenuto  in  grande  stima  et  honore,  et  come 

nel  Consiglio  egli  era  di  molta  auttoritk „  589 

123.  —  Modo  che  dal  Senato  di  Bologna  si  teneva  nello  stimare 
li  cavalli  che  erano  assignati  alla  militia  et  come  morendo 

erano,  secondo  la  fatta  stima,  pagati  alli  propri  padroni.     ,  590  as 

124.  —  Quando  si  facevano  le  elettioni  de'  nuovi  magistrati 
gli  elettori  erano  rinchiusi  in  alcune  stanze  de'  monasteri, 
dove  per  una  f  enestrella  si  dava  loro  il  cibo ;  et  se  nello 
spatio  di  due  giorni  non  venivano  alla  elettione,  erano  dal 

loro  officio  deposti „  592  3° 

125.  —  Nomi  antichi  delle  strade  di  Bologna  che  hoggidi  alte- 

ratamente  sono  nominate „  592,  593 

126.  —  Come  li  corpi  de'  morti  si  seppellivano  fuori  delle 
chiese  et  la  cagione  perchfe  molti  volevano  essere  sepel- 

liti  avanti  le  porte  de*  tempii  per  esser  calpestati.    Ragio-  35 

namento  di  molta  edificatione ,  593,  594 

127.  —  Doni  et  offerte  che  il  Senato  di  Bologna  faceva  per 

ciascuno  anno  alle  chiese  principali  della  cittk  .     .     .     .     ,  595 

128.  —  Decreto  et  Reformatione  sacrata  et  sacratissima  fatta 

dal  Senato  di  Bologna  che  la  festa  di  sant'Ag08tino  dot-  40 

tore  della  Chiesa  si  debbia  celebrare  nella  citlk  et  contato 

si  come  si  celebra  il  giorno  di  Natale,  et  ci6  per  le  segna- 

late  vittorie  da'  Bolognesi  ottenute  nel  suo  giomo .     .     .     ,  596 

129.  —  Seminarii  in  vari  tempi  eretti  nella  cittk  di  Bologna.     ,  596,  597 

II  Finb.  4S 

Descrittione  et  Ordine  della  Camera  degli  Atti  di  Bologna, 
overo  publico  archivio,  dove  si  ragiona  di  sedeci  classe 
di  scritture  distinte ;  cosa  utilissima  da  sapere  '   .     .     .     .     „         598,  599,  600,  601,  602 

'  Vedasi  alla  pagina  seguente  la  pianta  della  Ca-       mera  degli  Atti,  disegnata  dallo  stesso  Ghirardaccl. 


APPENDICfi 


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RotoU  de'  I>ottoTi 


iKJgge 

Libri  MoUnl 

Andani 

modemi 

et  alconi 

del    Torrone 


Antica  pianta  della  Camera  degli  Atti  di  Bologna '. 


'  Cf.  Frati,  o^,  eit^  p.  II. 


CLVin  APPENDICE 


y 


APPENDICE  II. 


ElENCO  DELLE  LETTERE  E  DEI  DOCUMENTI  ESISTENTI  NELLA  BlBLlOTECA  COMUNALE  DKLL'Ar- 
CHIGINNASIO,  RIFERBNTI8I  ALLA  STAMPA  DEL  TERZO  VOLUME  DELLA  "  HlSTORIA  DI  Bo- 
L06NA  „    DEL   GhIRARDACCI  *. 

1.,^  Lettera  scritta  li    13   gennaio   dalla  signora  marchesa  Leonora  Albergati  al  si-    5 
gnor  marchese  Bentivoglio,  a  cui  trasmette  il  primo  squarcio  della  minuta  del  manifesto  fatto 
dairabate  Branchetta  contro  il  tomo  terzo  ^^\!C Istoria  del  Ghirardacci,  col  sogiungerli  che 
si  andava  proseguendo  Topera  per  terminarla. 

2.  —  Lettera  scritta  li  17  gennaio  dal   signor  marchese   Bentivoglio   alla   signora   mar- 
chesa  Albergati;  gli  acusa  la  ricevuta  dello  squarcio  del  manifesto,  gliene  dice  il  di  lui  sen-  10 
timento  e  le  agiunge  di  spedirlo  a  Ferrara  al  Guerini  da  cui  gli  sara  rimandato. 

3.  —  Lettera  scritta  li  17  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  Guerini;  gli  manda 
■  il  detto  primo  squarcio  di  manif esto  acci6   rosservi,  poi  lo   spedisca  al   Segretario  della  si- 

gnora  marchesa  Albergati. 

4.  —  Lettera  scritta  li  18  gennaio  dal  Guerini  al  signor  marchese  Bentivoglio.  15 

5.  —  Lettera  scritta  li  19  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  Guerini. 

6.  —  Lettera  scritta  li  19  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

7.  —  Lettera  scritta  li  20  gennaio  dalla  signora  marcliesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio. 

8.  —  Lettera  scritta  li  23  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  marchesa  20 
Albergati,  alla  quale  gli  spiega  i  motivi  pe'  quali  non  gli  sodisfa  il  principio  del  manifesto. 

9.  —  Lettera  scritta  li  23  gennaio  dalla  sigaora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio  intorno  al  sollecitare  il  manifesto. 

10.  —  Lettera  scritta  li  27  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati.  25 

11.  —  Lettera  scritta  li  27  gennaio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  dice  che  Tabate  Branchetta,  insieme  col  dottor  Monti,  avrebbero 
messo  mano  a  screditare  per  altri  capi  il  Ghirardacci. 

12.  —  Lettera  scritta  li  30  gennaio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati.  30 

13.  —  Lettera  scritta  li  30  gennaio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  cui  significa  esser  necessaria  vedere  la  Cronica  di  Giovanni  di  Sabbadino 
de<»li  Arienti,  che  sta  |>resso  il  senatore  Bentivoglio,  citata  dal  Ghirardacci. 

14.  —  Lettera  scritta  li  3  febbraio   dal  signor  marchese   Bentivoglio   alla   signora  niar- 
chesa  Albergati,  a  cui  dice  che  scriverk  al  dottor  Scarselli  perchfe  veda  se  il  senatore  Benti-  35 
voglio  ha  in  Roma  la  Cronica  suddetta,  e  che  se  poi  fosse  nei  di  lui  archivio  di  Bologna,  essa 
pu6  ricercarne  airarchivista  del  medesimo,  che  deve  aver  l'ordine  di  comunicare  Toccorrente. 
La  informa  poi  di  quanto  gli  scrive  di  Lucca  il  cavaliere  Mansi  nella  lettera  qui  appresso. 

15.  —  Lettera  scritta  li  2  febbraio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  dottor  Scar- 
selli  pregandolo  osservare  la  Cronica  suddetta  deIl'Arienti  quando  stia  appresso  il  signor  se-  40 


>  Precede  il  Fascio  piii  rolte  citftto   deiia  Bibiio-       teca  comunaie  deli'Archiginnasio. 


APPENDICE  CLIX 


natore  Bentivoglio  ambasciatore  di  Bologna  e  lo  informa  istesamente  di  quanto  gli  scrive  il 
cavaliere  Mansi  nella  lettera  seguente. 

16.  —  Lettera  scritta  li  26  genaaio  dal  signor  cavalier  Mansi  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio,  a  cui  rappresenta  le  istanze  degli  interessati  nella  notta  stampa  di  essere  reintegrati 

5  della  spesa;  porta  le  loro  ragioni,  minaccia  che  l'edizione  si  fark  di  Ik  da'  monti,  propone 
finalmente  due  partiti. 

17.  —  Lettera  scritta  li  5  febbraio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  in  risposta  della 
sudetta. 

18.  —  Lettera  scritta  li    10  febbraio   dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
10  chese  Bentivogho. 

19.  —  Lettera  scritta  li  16  febbraio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  cui  informa  di  quanto  U  scrive  il  dottore  Scarselli  nella  seguente. 

20.  —  Lettera  sciltta  li  10  febbraio  dal  signor  dottore  Scarselli  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio,  cui  accenna  non  avere  il  signor  ambasciatore  di  Bologna  la  supposta  Cronaca  di  Sab- 

15  badino  degli  Arienti,  ma  un  manuscritto  che   contiene  la  storia  della  famiglia  Bentivoglio, 
del  qual  manuscritto  manda  il  seguente. 

21.  —  §  di  un  manuscritto  concemente  ristoria  della  famiglia  Bentivoglio,  che  esiste  presso 
il  signor  senatore  Bentivoglio  di  Bologna. 

22.  —  Lettera  scritta  li    17  febbraio  dal  signor  marchese   Bentivoglio   al  signor  dot- 
20  tor  Scarselli. 

23.  —  Lettera  scritta  li  17  febbraio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese   Bentivoglio. 

24.  —  Lettera  scritta  li  14  febbraio  dal  signor  dottor  Scarselli  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio,  a  cui  trasmette  la  seguente. 

25  25.  —  Nota  degli  autori  che  anno  trattato  e  scritto  della  famiglia  Bentivoglio. 

26.  —  Lettera  scritta  li  19  febbraio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  a  cui  manda  la  suddetta  nota  da  comunicarsi  airabate  Branchetta. 

27.  —  Lettera  scritta  li  21  febbraio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  dottor  Scar- 
selli,  cui  prega  osservare  il  Libro  di  Sabbadino  degli  Arienti  citato  in  detta  nota  e  che  esiste 
nella  Libraria  Imperiali. 

28.  —  §  di  lettera  scritta  li  3  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio. 

29.  —  §  di  lettera  scritta  li  6  marzo  dal  signor  marchese  BentivogUo  aUa  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

30.  —  Lettera  scritta  li  7  marzo  dal  signor  dottore  Scarselli  al  signor  marchese  Benti- 
voglio,  a  cui  manda  quanto  ha  trovato  nelle  Novelle  deli'Arienti  esistenti  nella  Libraria  Im- 
periali,  ed  in  un  altro  autore  che  fa  la  genealogia  di  diverse  famigUe,  e  ci6  che  scrive 
rArienti  nelle  sue  Novelle. 

31.  —  Lettera  scritta  li   10  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
40  chese  Bentivoglio. 

32.  —  Lettera  scritta  U  13  marzo  dal  signor  marcliese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  alla  quale  manda  la  lettera  scrittagli  dal  signor  dottor  ScarseUi  accib  la 
comunichi  alFabate  Branchetta. 

33.  —  Lettera  scritta  li  17  marzo  dal  signor  marchese  BentivogUo  al  signor  dottor  Scarselli 
45  in  risposta  di  quella  de'  7  decorso. 

34.  —  Lettera  scritta  li  13  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  spiega  il  di  lui  sentimento  intorno  alla  seguente. 

35.  —  Lettera  scritta  U  2  marzo  dal  signor  cavaUer  Mansi  al  signor  marchese  Benti- 
voglio  intomo  al  proggetto  di  pagare  li  fogU  supposti  gik  stampati  dt.<^X  Istoria  del  Ghirar- 

50  dacciy  dalla  quale  pu6  sospettarsi  che  detto  CavaUere  sia  impegnato  per  favorire  li  Edittori. 


CLX  APPENDICfi 


36.  —  Lettera  scritta  1!  18  marso  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  aignora  mar- 
chcBa  Albergati,  a  cui  si  riporta  allo  scritto  nel  pasBato  ordinario,  e  informa  della  risposta 
che  faril  al  cavalier  Mansi,  raccomandandosi  alla  medesima  per  la  sollecitudine  del  manifcBto. 

37.  —  Lettera  scritta  li  20  marzo  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cavalier  Manei 

di  Lucca,  in  rispoata  della  auddetta  de'  2  marzo  e  sopra  li  proggetti  di  accomodamento.         5 

38.  —  Lettera  scritta  li  24  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  maf- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  trasmette  il  seguente  foglio  fatto  dall'abate  Branchetta  intomo  a 
quanto  scrisse  il  dottor  Scarselli  sopra  la  Genealogia  deirHeningCB;  Istoria  deW Arienti.  E 
soggiunge  che  si  cercaranno  notizie  circa  il  matrimonio  della  Gozzadini. 

39.  —  Foglio  disteso  dal  signor  abate  Branchetta  con  cui  risponde  alPesposizione  del-  10 
ristorico  Heninges,  dk  diverse  notizie  e  ne  ricerca  altre  di  nuovo. 

40.  —  Lettera  scritta  li  27  marzo  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati  in  risposta  della  sudetta. 

41.  —  Lettera  scritta  li  27  marzo  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  dottor  Scar- 
selB,  a  cui   trasmette  copia  del  foglio  del  signor  abate  Branchetta  segnato  al  numero  39  e  15 
lo  prega  usare  diligenti  ricerche. 

42.  —  Lettera  scritta  ii  27  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  dice  che  nulla  erasi  trovato  in  casa  Guidalotti,  e  che  si  facevano  le 
ricerche  in  casa  Gozzadini. 

43.  —  Lettera  scritta  li  28  marzo  dal  signor  dottor  Scarselli  al  signor  marchese  Benti-  20 
voglio,  a  cui  indica  il  tempo  in  cui  visse  lo  storico  Heninges. 

44.  —  Lettera  scritta  li  30  marzo  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  trasmette  li  seguenti  fogli  delFabate  Branchetta,  che  servir  devono 
di  memorie  per  formare  poi  il  manifesto. 

45.  —  Foglio  di  memorie  deirabate  Branchetta  per  servire  al  manifesto  da  farsi.  25 

46.  —  Lettera  scritta  li  3  aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  a  cui  dice  che  avrebbe  osservato  li  fogli  delFabate  Branchetta. 

47.  —  Lettera  scritta  li  3  apriie  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio. 

48.  —  Lettera  scritta  li  7  aprile  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese  Ben-  30 
tivoglio,  a  cui  manda  una  nota  di  istromenti  le  di  cui  matrici  sarebbe   necessario  collacio- 
nare,  e  per6  li  dice  che  osservi  se  vi  sono  nel  di  lui  archivio. 

49.  —  Nota  di  varj  strumenti  mandata  dalla  signora  marchesa  Albergati,  accid  U  si- 
gnor  marchese  Bentivoglio  faccia  osservare  se  esistono  nel  di  lui  archivio.    Ai  margine  della 
medesima  nota  si  h  notato  ci6  che  si  ha  in  originale,  ci6  che  si  ha  in  copia  e  ci6  che  non  35 
estste  neirarchivio  di  Ferrara. 

50.  —  Lettera  scritta  li  9  aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  maf- 
chesa  AlbergatL 

51.  —  Lettera  scritta  li  4  aprile  dal  signor  dottor  Scarselli  al  signor  mafchese  Benti- 
voglio,  a  cui  manda  il  seguente.  40 

52.  —  Foglio  steso  dal  signor  abate  Scarselli  intomo  a  quanto  gli  aveva  antecedente- 
mente  scritto  sopra  quanto  aveva  letto  nel  Theatrum  Genealogicum  deirHeninges. 

53.  —  Lettera  scritta  li  10  aprile  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio. 

54.  —  Lettera  scritta  li   11   aprile  dal  signor  marchese  BentivogUo  al  sJgnor  dottor  45 
Scarselli. 

55.  —  Lettera  scritta  li  6  aprile  dal  signor  cavaliere  Mansi  di  Lucca  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  dice  che,  stante  il  non  voler  egli  pagare  la  stampa,  non  serve  al- 
tro  carteggio. 

56.  —  Lettera  sctitta  li    13   aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar-  50 


APPENDICE  CLXI 


chesa  Albergati,  alla  quale  trasmette  la  suddetta  lettera  del  cavaliere  Mansi  e  la  ricerca  del 
di  lei  sentimento. 

57.  —  Lettera  scritta  li  16  aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cava- 
liere  Mansi,  a  cui  replica,  che  per  non  dare  a  credere  che  ricusi  per  avarizia  di  pagare,  lo 

5  fark  a  di  lui  contemplazione,  e   che  lo  lasciava  egli  stesso  arbitro  di  stabilire  la  somma  del 
pagamento. 

58.  —  Lettera  scritta  U  14  aprile  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio. 

59.  —  Lettera   scritta   li  16   aprile   dal   signor  marchese   Bentivoglio   alla  signora  mar- 
10  chesa  Albergati,  alla  quale  dice,  che  stante  la  difBcoItk  di  trovare  le  prove  certe,  scrive  al 

cavalier  Mansi  nei  sopra  espressi  termini. 

60.  —  Lettera  scritta  li  17  aprile  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  disaprova  quanto  ha  egli  scritto  et  offerto  al  cavalier  Mansi,  gliene 
aduce  i  motivi  e  soggiunge  essere  sempre  necessario   il  manifesto. 

15  61.  —  Lettera  scritta  li   22  aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio   alla  signora  mar- 

chesa  Albergati  in  risposta  della  sudetta. 

62.  —  Lettera  scritta  li  21  aprile  dal  signor  dottor  Scarselli   al  signor  marchese  Benti- 

voglio,  a  cui  dice  che  I'  Istoria  manuscritta  che  ha  11  signor  senatore  Bentivoglio  non  addita 

verun  documento. 
20  63.   —  Lettera  scritta  li  24  aprile  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 

Bentivoglio  intorno  alla  facolta  da  esso  data  al  signor  cavalier  Mansi  ed  al  manifesto  da  farsi. 

64.  —  Lettera  scritta  li  27  aprile  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  alla  quale  dk  conto  di  quanto  li  scrive  il  dottore  Scarselli. 

65.  —  Lettera  scritta  li   27  aprile   dal  signor  marchese   Bentivoglio   al  signor  dottore 
25  Scarselli. 

66.  —  Lettera  scritta  li  25  maggio  dal  aignor  marchese  BentivogUo  aUa  signora  mar- 
chesa  Albergati,  alla  quale,  per  sentire  il  di  lei  consiglio,  manda  la  seguente. 

67.  —  Lettera  scritta  li  18  maggio  dal  signor  cavalier  Mansi  al  signor  marchese  Benti- 
voglio,  a  cui  spiega  di  essere  per  accordare  agU  interessati  100  zecchini  per  le  spese  della 

30  stampa,  ma  propone  poi  anche  Tacquisto  del  manuscritto  e  si  spiega  in  modo  artifizioso  ed 
equivoco  circa  alla  sicurezza  che  altrove  e  da  altri  non  venga  fatta  un'edizione  deiropera. 

68.  —  Lettera  scritta  U  28  maggio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cava- 
liere  Mansi  in  risposta  della  sudetta. 

69.  —   Lettera  scritta  li   26  maggio   dalla   signora  marchesa  Albergati    al  signor  mar- 
35  chese  Bentivoglio,  a  cui  dice  il  suo  sentimento  circa  il  rispondere  al  cavaliere  Mansi  ed  alla 

necessitk  di  terminare  il  manifesto. 

70.  —  Lettera  scritta  li  28  maggio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

71.  —  Lettera  scritta   U  5  giugno  dalla  signora  marchesa  Albergati  in  risposta  di  aUra 
40  scrittagU  a  parte  dal  signor  marchese  Bentivoglio  sopra  il  pericolo  di  fare  un  manifesto  che 

non  abbia  tutto  quel  valore   che  si  richiede. 

72.  —  Lettera  scritta  li  8  giugno  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati  in  replica  della  sudetta;  e  gli  espone  nuovamente  le  sue  difficoltk  intorno 
al  manifesto. 

45  73.  —   Lettera   scritta  li   9   giugno   dalla   signora  marchesa   Albergati    al    signor  mar- 

chese  BentivogUo,  a  cui  dice  che  avrebbe   consultato  Taffare  del   manifesto   col  signor  av- 
vocato  Montefani. 

74.  —  Lettera  scritta  U  12  giugno  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 
BentivogUo,  cui  significa  che  si  sarebbero  fatte  ulteriori  ricerche   nel  pubblico  archivio  di 

50  Bologna  per  sugerimento  deirawocato  Montefani. 


T.  XXXIU,  p.  1  —  Z,. 


CLXII  APPENDICE 


75.  —  Lettera  scritta  li    15  giugno   dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati  in  rispoata  della  sudetta. 

76.  —  Lettera  scritta  li  11  giugno  dal  signor  cavaliere  Mansi  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio,  a  cui  dice  che  risponderk,  restituito  che   sark  in  Lucca;  che   li  fogli  accordandosi 
non  saranno  restituiti   agli    interessati,  ma    che    teme    che  questi   non    si    contentino    delli    5 
100  zecchini 

77.  —  Lettera  scritta  li  18  giugno  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  cui  informa  di  quanto  gli  scrive  il  signor  cavalier  Mansi. 

78.  —  Lettera  scritta  li  9  luglio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  marchesa  AI- 
bergati.     Parla  del  ritardo  delle  repliche  di  Lucca;  la  ricerca  se  siasi  trovato  altro  recapito  10 
per  sostenere  il  manifesto  e   del  sentimento   dell'avvocato   Montefani  intorno  al  manifesto 
medesimo. 

79.  —  Lettera  scritta  li  10  luglio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 
Bentivoglio. 

80.  —  Lettera  scritta  li    14  luglio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese  15 
Bentivoglio. 

81.  —  Lettera  scritta  li  21  luglio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 
Bentivoglio. 

82.  —  Lettera  scritta  li  24  luglio  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati.  20 

83.  —  Lettera  scritta  li  28  luglio  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 
Bentivoglio,  a  cui  significa  il  senlimento  del  signor  avvocato  Montefani  intomo  al  manifesto 
da  farsi. 

84.  —  Lettera  scritta  li  2  agosto  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  marchesa 
Albergati,   quale  prega  parlare  airavvocato  Montefani  per  restensione  del  manifesto;  ed  in  25 
fine  soggiunge  aver  avuto  lettera  dal  cavaliere  Mansi,  che  gli  trasmette. 

85.  —  Lettera  scritta  li  31  luglio  a  parte  dal  signor  marchese  BentivogUo  alla  signora 
marchesa  Albergati  in  risposta  di  quella  de'  28  detto  e  la  prega  in  avenire  scrivergli  senza 
riguardo. 

86.  —  Leltera  scritta  li  4  agosto  dalla  signora  marchesa  Albergati  al   signor  marchese  30 
Bentivoglio,  a  cui  aprova  resecuzione  del  proggetto  fatto  dal  cavaliere  Mansi. 

87.  —  Lettera  scritta  li  6  agosto  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

88.  —  Lettera  scritta  li  7    agosto  dalla  signora  marchesa   Albergati  al   signor  marchese 
Bentivoglio,  a  cui  significa  lo   stesso  che  in   quella  de'  28  luglio  intorno  al  sentimento  del-  35 
I*avvocato  Montefani,  il  quale  asseriva  aver  documenti   autentici   della  derivazione  della  fa- 
miglia  Bentivoglio  di  Bologna  da  quella  di  esso  signor  marchese  D.  Guido. 

89.  —  Lettera  scritta  li  10  agosto  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  a  cui  replica  intomo  al  sentimento  deiravvocato  Montefani  e  gli  sugerisce 

di  far  osservare  un  certo  autore  todesco  intorno  Torigine.  40 

90.  —  Lettera  scritta  li  25  luglio  dal  signor  cavalier  Mansi  al  signor  marchese  Benti- 
voglio,  cui  significa  aver  stabilito  Taccordo  in  130  zecchini  colla  fedele  consegna  di  tutti  11 
fofli  stampati  ad  esso  signor  marchese  e  restituzione  del  manuscritto  agli  interessati. 

91.  —  Lettera  scritta  li  13  agosto  dal   signor  marchese  Bentivoglio  al   signor   cavaliere 
Mansi  a  cui  dk  facoltk  di  accordare  agli  interessati  nella  stampa  li  130  zecchini,  di  ritirare  45 
tutti  li  esemplari,  per  spedirgleli  poi  come  anderanno  intesi. 

92.  Lettera  scritta  li  1 1  agosto  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 

Bentivoglio  intorno  al  manifesto,  ed  a  ricuperare  li  fogli  presso  Tabate  Branchetta. 

93.  Lettera  scritta  li  13   agosto  dal  signor  marchese   Bentivoglio  alla  signora  mar- 

chesa  Albergati  intorno  al  manuscritto  del  marchese  Davia  ed  al  manifesto.  50 


APPENDICE  CLXni 


94.  —  Lettera  scritta  li  14  agosto  dalla  signora  Albergati  al  signor  marchese  Bentivoglio. 

95.  —  Lettera  scritta  11  15  agosto  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  marchesa 
Albergati. 

96.  —  Lettera  scritta  li  18  agosto  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  marchese 
Bentivoglio. 

97.  —  Lettera  scritta  li  20  agosto  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

98.  —  Lettera  scrltta  li  10  settembre  dal  signor  cavalier  Mansi  al  signor  marchese  Ben- 
tivoglio,  coUa  quale  gli  rappresenta  che  i  signori  di  Lucca  non  approvano  Taccordato,  e  che 

10  vogliono  che  faccia  Tintiero  pagamento. 

99.  —  Lettera  scritta  li  1 7  settembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  alla  quale  trasmette  la  suddetta  lettera  del  cavalier  Mansi,  e  la  ricerca  del 
suo  consiglio. 

100.  —  Lettera  scritta  11  18  settembre  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
15  chese  Bentivoglio,  cui  consiglia  accordare  al  cavalier  Mansi  li  40  zecchini  per  terminare  ima 

volta  Taffare. 

101.  —  Lettera  scritta  li  6  ottobre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cavalier 
Mansi,  a  cui  dice  che  ordinerk  ai  PP.  di  Camaldoli  di  pagare  anche  li  40  zecchini  per  ter- 
mlnarla  una  volta. 

102.  —  Lettera  scritta  li  V  novembre  al  signor  marchese  Bentivoglio  dal  signor  cava- 
lier  Mansi,  che  accusa  la  ricevuta  de'  170  zecchini  e  chiede  come  debba  disporre  de'  fo- 
gli  stampati,  che  gli  verranno  consegnati. 

103.  —  Lettera  scritta  li  18  novembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cava- 
lier   Mansi,  a   cui   dice   che   in   appresso   lo   avviserk   del  modo   di  fargli   la  spedizione  de* 

"25  noti  fogli. 

104.  —  Lettera  scritta  li  17  novembre  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio. 

105.  —  Lettera  scritta  li  20  novembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati,  a  cui  dice  essere  terminato  Taffare  di  Lucca. 

'   30  106.  —  Leltera  scritta  li  24  novembre  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 

chese  Bentivoglio,  e  soggiunge  che  Tavvocato  Montefani  si  metterk  a  stendere  il  manifesto. 

107.  —  Lettera  scritta  li  28  novembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati. 

108.  —   Lettera  scritta  li  primo  dicembre  dal  signor  marchese   Bentivoglio  alla   signora 
l  35  marchesa  Albergati,  a  cui  parla  della  spedizione  da  Lucca  a  Bologna  de'  fogli  stampati. 

109.  —  Lettera  scritta  li  4  dicembre  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
chese  Bentivoglio,  a  cui  propone  un  suo  proggetto  e  sugerisce  la  via  di  far  venire  li  fogli 
da  Lucca. 

110.  —  Lettera  scritta  li  7  dicembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
40  chesa  Albergati:  li  riggetta  il  proposto  proggetto  e  insiste  per  Testensione  del  manifesto. 

111.  —  Lettera  scritta  li  7  dicembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  al  signor  cavalier 
Mansi,  cui  signiSca  il  modo  di  spedirgli  la  balla  dei  fogli  stampati,  e  lo  prega  intanto  man- 
dargliene  un  esemplare  per  la  posta. 

112.  —  Lettera  scritta  li  11  dicembre  dalla  signora  marchesa  Albergati  al  signor  mar- 
45  chese  Bentivoglio;  approva  il  pensiero  di  lui  di  non  abbracciare  il  di  lei  proggetto. 

113.  —  Lettera  scritta  li  15  dicembre  dal  signor  marchese  Bentivoglio  alla  signora  mar- 
chesa  Albergati  in  replica  della  sudetta. 


i 


-^^ 


H^ 


HISTORIA  DI  BOLOGNA 

DEL  R.  p.  M.  chp:rubino  ghirardacci 


MURATORI,  Rer.  h.  Script.,  Tomo  XXXUI,  parte  l,  fogllo  l. 


Ritratto  di  frate  CHERUBINO  GHIRAKDACCl 


An.diCrift 


Lib.de  Dot. 
twi,  fogl.  I, 


HISTORIA 


D  I 


B  O  L  O  G  N  A 

DEL  R.  P.  M.  CHERUBINO  GHIRARDACCI 


I  fanno  li  Signori  Antiani ,  &  gl*  altri  Magiftrati  della 
Citt^  fecondo  il  folito. 

Antonio  de  Petrucci  Sanefe  Pretore  di  Bologna, &Capitano,  &  Frafl* 
cefco  Rofelli  d'  Arezzo  Dottore  era  fuo  Vicario  . 

Alli  27.  diGennaroviene  fopra  la  terra  la  nieve  altaduipiedi  &mezzo, 
&  la  notte  feguente  rinforz^  talmente ,  che  li  tetti  rovinavano  al  baffo  ;  fu 
quefto  (  cosi  fi  ftim6 )  perche  erano  ftati  7.  Mefr,  che  non  era  mai  piovuto 
in  Bologna,ne  meno  nel  Conrato. 

II  Vefcovo  Nicola  Albergati  Vefcovo  di  Bologna  fk  rinovare  ilCapel- 
lo  del  Campanile  di  S.  Pietro,che  era  di  legno,  &  lo  f^  fare  di  pietra  cot- 
ta,  e  tutto  di  piombo  lo  cuopre ,  &  in  cima  vi  fa  porre  una  palla  di  rame 
dorata ,  che  venne  meglio  di  ducati  quaranta  ;  la  dor6.  Jacomo  di  Polo  di- 
pintore  .  Quefta  fabrica  parte  fu  fatta  delle  fpefe  della  fabrka  di  SaaPietro, 
&  parte  de  beni  del  Vefcovo. 

I  Venetiani  havendo  gran  defiderio  d*^  impedire  legenti  del  Ducadi  Mi- 
lano,  che  non  paftafTero  di  Romagna  in  Lombardia  ,daano  di  ci6  al  Mar- 
chefe  di  Ferrara  la  cura  accioche  ofh  ful  Modonefe  ,  &  efl^  mandanoVit- 
tore  Barbaro  nobil  Venetiano  con  fei  mila  Soidati  tra  Cavallt,  Sc  fanti 
preflo  a  Vignola  ,  le  genti  dei  Duca  ftanno  circa  un  mefe  ful  Boloenefe 
fingendo  fpetfe  volte  quando  di  giorno,  quando  di  notte  di  voier  paffareil 
fiume  Scoltenna,&  cMendo  dal  Marchefedi  Ferrara,&  dal  Barbaro  impe- 
diti,  fi  ritirano;  finalmente  il  primo  di  Maggio  all'  aurora  paftano  prefTo 
Perficfetto  fopra  un  Ponte  di  Botti  vuote ,  &  di  Gratticcje  con  terra  tbpra ,  & 

A  .  paf- 


Rlproduzione  della  prlma  paglna  della  Hlsforta  dcl  QHIRARDACCI  neila  ediztone 

soppressa  di  Lucca 
Igrandezza  naiaratt) 


[A.  14261 


HISTORIA  DI  BOLOGNA 
PEL  R.  p.  M.  Cherubino  Ghirardacci 


NNO  di  Cristo  1426.  —  Si  fanno  li  signori  antiani  et  gl'altri  magistrati  della 
cittk  secondo  il  solito.  Antonio  de'  Petrucci  sanese  pretore  di  Bologna  et  ca- 
pitano  et  Francesco  Roselli  d'Arezzo  dottore  era  suo  vicario. 

Alli  27  di  gennaro  viene  sopra  la  terra   la  nieve   alta  dui  piedi  et   mezzo, 

et  la   notte  seguente  rinforzo  talmente  che  li  tetti  rovinavano  al  basso  ';  fu  questo  (cosi   si 

stimo)  perch^  erano  stati  7  mesi  che  non  era  mai  piovuto  in  Bologna,  nb  meno  nel  contato. 

11  vescovo  Nicola  Albergati,  vescovo   di  Bologna,  fa  rinovare  il  capello  del   campanile 

10  di  San  Pietro,  che  era  di  legno,  et  lo  fa  fare  di  pietra  cotta  e  tutto  di  piombo  lo  cuopre 
et  in  cima  vi  fa  porre  una  palla  di  rame  dorata  che  venne  meglio  di  ducati  quaranta;  la  doro 
Jacomo  di  Polo  dipintore.  Questa  fabrica  parte  fu  fatta  delle  spese  della  fabrica  di  San  Pietro 
et  parte  de'  beni  del  vescovo.  I  Venetiani,  havendo  gran  desiderio  d'impedire  le  genti  del 
duca  di  Milano  che  non  passassero   di  Romagna   in  Lombardia,  danno  di  ci6  al   marchese 

15  di  Ferrara  la  cura  accioch^  osti  sul  Modonese,  et  essi  mandano  Vittore  Barbaro  nobil  ve- 
netiano  con  seimila  soldati,  tra  cavalli  et  fanti,  presso  a  Vignola.  Le  genti  del  duca  stanno 
circa  un  mese  sul  Bolognese,  fingendo  spesse  volte,  quando  di  giorno  quando  di  notte,  di  voler 
passare  il  fiume  Scoltenna,  et  essendo  dal  marchese  di  Ferrara  et  dal  Barbaro  impediti,  si 
ritirano;  finalmente  il  primo  di  maggio  airaurora  passano  presso  Persicetto  sopra  un  ponte 

20  di  botti  vuote  et  di  gratticeje  con  terra  sopra,  et  passato  il  fiume,  con  voci  grandissime  at- 
terriscono  i  Venetiani  che  erano  in  una  selva  quivi  presso  accampati;  et  niuno  di  loro  hebbe 
ardire  di  muoversi.  Guido  da  Fabriano  nuovamente  assoldato  da'  Venetiani,  che  andava  con 
buon  niimero  di  gente  per  unirsi  a  Vittore  Barbaro,  fu  con  tutti  i  suoi  preso  a  man  salva 
et  fatto  prigione. 

25  Angelo  dalla  Pergola  con  gli  altri  capitani  del  duca  di  Milano  che  di  Romagna  et   di 

Toscana  andavano  ad  unirsi  con  Francesco  Sforza,  trovando  che  Nicola  da  Este  con  le  genti 
vinitiane  erano  sulla  riva  di  Scokenna  per  opporvisi,  dimorano  sul  Bolognese  un  mese  intiero 
et  finalmente  una  notte  tacitamente  passaro  sopra  un  ponte  di  botti  vote  presso  il  fiume 
Persicetto. 

30  Filippo  Maria  Visconte  duca  di  Milano,  dubitando  che  Imola  et  Forli  (che  gi^  haveva 

tolte  dalle  mani  dell'  Ordelafi  et  Alidosii)  non  venissero  in  potere  de'  Venetiani,  le  consegna 
al  legato  del  papa,  che  era  in  Bologna,  accioche  non  vadino  nelle  mani  de'  Fiorentini.  Fu 
pubUcato  in  Bologna  questo  dono  del  duca  alli  1 3  di  maggio,  il  lunedi,  et  se  ne  f ece  gran- 
dissima  festa. 


'  Lidro  de'  Dottori,  fo(;llo  I. 


HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1426] 


Addl  3  di  aprile  Bpnedetto  de'  Guidalotti  dottor  di  legge  et  chierico  di  camera  di  papa 
M.irtino,  a  nome  del  papa,  et  Giovanni  Bianchetti  bolognese  procuratore  di  Antonio  Galeazzo 
de'  Bentivogli,  formano  fra  di  loro  alcuni  capitoli,  ne'  quali  il  detto  Antonio  Galeazzo,  che 
era  in  Fiorenza,  richiesto  dal  papa,  va  al  suo  servitio  con  stipendio  di  fiorini  centocinquanta 
d'oro  per  ciascun  mese.  5 

Parimenti  ando  al  suo  servitio  Anniballe  de'  Bentivogli  figliolo  del  detto  Antonio  Galoazzo 
con  20  lanze  et  cavalli  col  stipendio,  capitoli,  modi  et  conditioni  della  camara  apostolica 
consuete,  rimettendo  il  tutto  al  rev.mo  Nicola  vescovo  di  Bologna.  Appaiono  li  capitoli  et 
conventioni  rogati  per  Cino  de'  Lambardi  da  Pisa  fatti  in  Roma. 

Alli  14  di  maggio,  il  martedi,  il  governatore  di  Bologna  va  a  pigliare  il  posseRRO  d'Tmola  10 
et  Forll,  et  in  sua  compagnia  erano  gl' inf raacritti  gentilhuomini,  cio^:  Guido  1'epoli,  Barto- 
lomeo  Manzoli,  Marco  Canetoli,  Christophoro  Catanio  da  Castel  San  Pietro,  Pietro  Ramponi, 
Romeo  over  Nicola  Ariosti,  Thomaso  Ghisilieri,  Floriano  da  San  Pietro,  Castellano  Gozza- 
dini,  Giovanni  Griffoni,  Floriano  Griffoni,  Romeo  Foscarari,  Roberto  Formaglini,  Pietro 
Bolognini,  Pietro  Guidotti,  Luca  dalla  Fava,  Egano  Lambertini,  Nicolo  da  Lojano,  Battista  15 
Canetoli,  Taddeo  di  Guido  Pepoli,  Guido  Antonio  Lambertini. 

Et  preso  il  possesso,  alli  25,  il  sabato,  se  ne  ritoma  a  Bologna.  et  fu  incontrato  da  tutto 
il  clero  et  li  magistrati  et  arti  et  popolo  della  citta  con  honore  grandissimo;  et  siapersero 
le  carceri  et  si  liberarono  li  prigioni. 

AUi  27  di  maggio,  il  lunedl,  viene  il  breve  del  papa  che  il  governatore  di  Bologna  era  20 
fatto  cardinale,  et  in  Bologna  si  fa  gran  festa. 

Di  questo  mese  di  maggio  li  padri  Predicatori  fanno  il  lor  capitolo  generale  in  Bologna, 
dove  furono  megHo  di  ottocento  frati. 

AUi  12  di  giugno,  il  raercoledl,  Antonio  da  Savoia  col  capello  del  cardinalato  del    go- 
vernatore  giugne  alli  Crociali  et   il  governatore  quivi  gli    manda  incontro  tutto  il  chericato  25 
con  le  compagnie  delle  arti;  et  fa  Tentrata  con  grandissima  pompa,  honore  et  festa. 

Alli  16  di  giugno,  la  domenica,  si  canta  una  solenne  messa  in  San  Petronio,  dove  il  go- 
vematore  piglia  il  capello  del  cardinalato  per  mano  del  vescovo  della  citta  con  suono  di 
organo  et  vari  stromenti,  et  con  esso  in  capo  fece  ritorno  al  palazzo  ove  era  apparechiato 
un  sontuoso  convito,  dove  mangiarono  molti  cittadini.  Et  per  aliegrezza  si  apersero  le  pri-  30 
gioni  et  furono  estratti  gli  carcerati,  che  furono  circa  trenta.  Fu  il  suo  titolo  il  cardinale 
di  Santa  Cecilia. 

AIH  18  di  giugno,  il  martedi,  per  lettere  del  pontefice,  Nicola  vescovo  di  Bologna  si  parte 
da  Bologna  et  va  a  Roma;  dove  giunto  al  pontefice,  il  pontefice  lo  vuol  annoverare  tra 
graltri  cardinali,  ma  Nicola  costantemente  il  rifiuta,  dicendo  esser  indegno  di  cotale  dignitk:  35 
ma  il  pontefice  conoscendo  la  sua  bontk  et  santa  vita,  sotto  pena  di  ubbidienza  gli  commando 
dovesse  accettare  la  dignitk  del  cardinalato,  et  cosi  alli  3  di  luglio,  il  mercoledi,  benche  contra 
sua  voglia,  per  ubbidienza  Taccett^  et  fu  chiamato  il  cardinale  di  Santa  Croce  in  Gienisalemme. 
Poi  il  pontefice  lo  costitul  legato  a  Vinegia  et  a  Milauo  per  porre  la  pace  fra  amendue 
questi  prencipi  et  con  la  lega,  cio^  Fiorentini,  Duca  di  Savoia  et  il  signor  di  Mantua  et  il  40 
marchese  di  Ferrara.  Fu  anche  in  questo  tempo  Ludovico  Alamanno  arcivescovo  arelatense 
vicecamerario  et  prolegato  di  Bologna  fatto  cardinale  del  titolo  di  Santa  Cecilia. 

AUi  3  di  luglio  Matteo  Griffoni  huomo  dottissimo  et  di  rara  eloquenza  muore,  et  k  se- 
polto  in  San  Francesco ;  lasci^  dopo  di  s^  questi  figliuoli :  Floriano,  Luisio,  Francesco,  Gio- 
vanni  et  Ludovico.  45 

AUi  19  di  agosto,  il  lunedl,  Galeotto  Canetoli  piglia  per  moglie  una  figliola  di  Gozzadino 
et  Taddeo  di  Guido  Pepoli  una  figliuola  di  Matthio  Canetoli.  Gaspare  Bentivogli  vive  5n 
questi  tempi. 


14.  1'edizione  origincUe  Aa,  fer  errore,  qui  e  spesso  fiu  inuami:  Grisfoni 


[AA.  1426-1428]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  5 

Alli  17  di  settembre,  il  martedi,  il  cardinale  nostro  Nicola  Albergati  viene  a  Bologna  et 

fu  incontrato  dal  cardinale  legato   di  Bologna  per  tre  miglia   fuore   della   rocca   con   gran- 

dissima  compagnia  di  cittadini,  et  alFentrare  fu  salutato  et  accompagnato  da  tutto  il   clero, 

magistrati  et  compagnie  delle  arti  et  con  solenne  pompa  fu  alla  chiesa  di  san  Pietro  condotto ; 

5  et  alli  20  di  settembre  parte  per  Venetia. 

II  fuoco  arde  alcuni  legnami  della  torre  degrAsinelli  et  fa  non  poco  danno. 

Anno  di  Cristo  1427.  —  Si  fanno  gli  antiani  et  li  magistrati  secondo  il  consueto. 
Molti  cittadini  della  compagnia  della  Morte  si  dispongono  di  edificare  uno  spedale  ca- 
pace   di   molti  poveri  infermi,  sendo  rettore  di  detta   compagnia  Bernardino  Muletti  notaro 

10  et  priore  Zero  di  Bene  et  massaro  Giovanni  di  Nicolo  di  Carlino  spetiale.  Et  ordinate  tutte 
le  cose  necessarie  a  cotal  fabrica,  alli  21  di  gennaro,  il  martedi  a  hore  diciotto,  sendo  cavato 
il  fondamento  del  pillastro  che  guarda  la  piazza  et  nevicando  molto  forte,  il  legato,  che 
due  pietre  haveva  consagrato  in  detta  chiesa,  ne  pose  la  prima  ove  era  scolpita  Tarme  del 
detto  legato,  et  la  seconda  pietra  la  pose  il  podesta,  a  suono  di  trombe  et  presente  li   ma- 

1 5  gistrati  et  tutto  il  popolo  di  Bologna  a  honore  di  Dio  et  della  sua  madre  Vergine  Maria,  a 
cui  ^  dedicata  tale  fabrica  ^ 

Ventiquattro  gioveni  in  quest^anno,  tocchi  da  inspiratione  divina,  deliberarono,  per  servir 
a  Dio,  di  ritirarsi  a  certi  tempi  in  luogo  segreto .  et  a  questo  loro  santo  pensiero  dandogli  effetto, 
dissegnano  fare  un  oratorio  con  una  chiesa,  et  alli  18  di  ottobre,  il  sabbato,  fatti  li   fonda- 

20  menti  della  chiesa  ^  in  capo  la  Savonella  di  Mirasole,  conducono  il  vescovo  d'Assi8si,  che  al- 
loggiava  neirabbatia  di  san  Felice,  et  li  fanno  che  egli  ponga  la  prima  pietra.  II  che  fatto, 
poi  si  seguit6  la  detta  chiesa,  che  poi  ^  stata  dimandata  San  Gieronimo.  Et  finita  la  chiesa, 
anche  vi  fabricarono  un  bellissimo  oratorio  per  dirvi  le  sue  orazioni  et  pregare  per  tutta  la 
cittk  di  Bologna. 

25  Antonio  Galeazzo   Bentivogli   chiamato  a  Roma   dal  papa,    et   egli   dubita  di  ci6,  n6  si 

assicura  di  andarvi ;  finalmente  a'  prieghi  del  cardinale  Albergati  et  a  persuasione  del  cava- 
liere  Lodovico  BentivogH,  egli  con  molti  suoi  amici  bolognesi  va  a  Roma,  dopo  la  morte  di 
Ercole  il  fratello,  a  baciare  i  piedi  al  pontefice ;  et  b  dal  papa  molto  accarezzato  et  S  da  lui 
fatto  conte  di  Campagna  con  honesto  stipendio.     Fece  tutto  questo  il  pontefice  per  due  ca- 

30  gioni,  per  tenere  Antouio  con  questo  colore  fuori  et  lontano  da  Bologna,  et  anco  per  tenere 
un  morso  in  bocca  alli  Canetoli  che  troppo  si  aggrandivano  nella  cittk. 

Giovanni  dalla  Piazza,  eccellentissimo  dottore,  muore  et  k  sepolto  in  San  Pietro. 

Anno  di  Cristo  1428.  —  Si  fanno  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto.  Confa- 
loniere  di  giustitia  Lodovico  Muzzarelli. 

35  II  legato,  cangiando  vita  et  costumi  et   dandosi  totalmente  alla  avaritia,   per  allegerire 

la  spesa,  licenza  Luigi  Colonna  con  300  cavalli  et  Luigi  San  Severino  con  600,  et  non  fa- 
cendo  nella  cittk  giustitia  o  cosa  che  quasi  buona  fosse,  vienne  in  odio  al  popolo,  et  secre- 
tamente  nascono  varii  mormorii  contro  lui;  le  quali  cose  tutte  dierono  animo  et  occasione 
alli  Canetoli  di  pensare  di  haverlo  a  cacciar   della  cittk,  con  tutti  gli   ufficiali  della  Chiesa. 

40  N^  solamente  i  mali  portamenti  del  legato  gli  pose  loro  questo  in  animo,  ma  anco  lo  sdegno 
di  haver  inteso  che  il  papa  haveva  lionorato  et  fatto  conte  di  Campagna  Antonio  BentivogH 
Buo  nemico  \  Vedendo  adunque  essi  il  popolo  turbato,  si  radunarono  in  casa  loro  segreta- 
mente  Battista,  Baldessera,  Galeotto  et  Gasparo  figHoli  gik  di  Matthio  Canetoli  insieme  con 
gl' infrascritti   cittadini  per  consigliarsi  del  loro  pensiero  insieme,  dove  si  trovorono  questi, 

45  cio^:  Ludovico  di  Lambertino  Canetoli,  Baldessera  di  Larabertino  Canetoli,  Bartolomeo  Zam- 


»  Archivio  Sab.  3  Liiro  de'  Doitori,  fogli  4  et  9, 

^  Santa  Maria  de'  Pepoll,  Capellania. 


HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  142«] 


beccari  abbate,  Tomaso,  Bonifacio,  Carlo  figli  gik  di  M.  Carlo  Zambeccari,  Jacomo  di  Cambio 
Zambeccari,  Tomaso  di  Lippo  Ghisilieri,  Luigi,  Floriano,  Giovanni  e  Jacomo  del  gik  Matthio 
Griffoni,  Pietro  Ramponi,  Jacomo  et  Bernardino  dalle  Correggie,  Bartolomeo  d*Antonio 
GhuBilieri,  Andrea  di  Jacomo  Ghisilieri,  Francesco  di  Francesco  Ghisiiieri,  li  Pepoli,  li  Goz- 
zadini,  gli  Mezzovillani,  li  Guidotti,  li  Muzzarelli,  Foscherari,  Papazzoni,  Bologiiini,  Barbieri,  5 
Di  Argelk,  li  Viggiani. 

A  questi  coai  radunati  Battista  parI6  a  longo  dimonatrando  la  ingratitudine  del  legato, 
et  come  quegli  di  mansueto  era  divenuto  superbo  et  tiranno,  et  che  non  faceva  giustitia, 
et  che  quello  che  de  grantichi  ne  era  stato  lasciato  libero  egli  se  Thaveva  usurpato,  et  che 
perci6  gli  essortava  a  risentirsi  di  tanta  sua  crudeltk  et  cacciarlo  della  citt^,  ii  che  facil  10 
cosa  a  lui  pareva,  poich^  il  popolo  l'haveva  estremamente  a  odio;  finalmente  gli  essorta  a 
pigliar  l'arme  in  mano  per  la  liberti  della  patria.  Et  sendo  tutti  riuniti  et  di  un  sol  volere 
et  approvando  le  raggioni  di  Battista,  il  primo  dl  di  agosto,  la  domenica,  alle  tre  hore  di  notte 
quietamente  passando  alla  piazza,  la  pigliano  et  pongono  il  fuoco  nel  Pavaglione  de'  folle- 
selli,  il  quale  con  molte  botteglie  arse,  et  abbrugio  varie  botteghe  di  notari  con  intinite  scrit-  1 5 
ture,  al  quale  incendio  concorse  gran  popolo  per  estinguerlo,  come  fecero.  Intendendo  questo 
caso,  Egano  Lambertini  amico  di  Antonio  Bentivogli  prese  tosto  Tarmi  et  fece  testa  al  sa- 
grato  de'  frati  di  san  Jacomo  vicino  la  casa  di  Giovanni  Malvezzo,  et  quivi  concorsero  anche 
tutti  gFamici  del  detto  Antonio  armati,  cio6  il  conte  Castruccio  da  Panigo,  Andrea  Alber- 
tucci,  Giovarmi  Banchetti,  Giovanni  dalle  Calze  et  molti  altri  amici  et  quivi   si  fermarono.  20 

Intendendo  il  legato  esser  presa  la  piazza  dagli  cittadini  bolognesi  et  che  Egano  era 
armato  con  li  suoi  compagni  al  sagrato  di  san  Jacomo,  mando  a  dire  ad  Egano  che  dovesse 
venire  alla  piazza  con  li  compagni  armati  a  difendere  la  Chiesa,  a  cui  Egano  tOBto  ubidl, 
percioch^  avicinandosi  egli  alla  piazza  si  mise  a  ordme  et  and6  animosamente  ad  incontrare 
li  Canetoli,  gridando  amendue  le  parti:  "  Viva  la  Chiesa„;  et  dairuna  et  Taltra  parte  molti  25 
ne  restarono  feriti,  et  finalmente  Egano  con  li  suoi  fu  cacciato  dalla  parte  de'  Canetoli. 

Nel  mese  di  giugno  papa  Martino  5°  fa  governatore  d'Ascoli  et  suo  territorio  con  ogni 
piena  autoritk  Gasparo  Malvezzi,  uomo  di  grandissimo  ingegno,  animo  e  valore,  e  gli  da  ampia 
autoritk. 

Venuto  il  chiaro  giomo,  Nicol6  Albergato  cardinale  di  Santa  Croce  et  vescovo  di  Bologna,  30 
che  aveva  di  gik  la  pace  conclusa  in  Ferrara,  vi  s'  interpose  per  f ar  f are  pace  et  posar  Tarme ; 
et  a  questo  effetto  piii  volte  pass6  dalli  Canetoli  al  legato  et  dal  legato  ad  Egano  per  quie- 
tarli.  Et  havendo  operato  che  ciascuna  parte  le  armi  deponesse  et  che  li  Canetoli  si  do- 
vessero  partir  di  piazza,  et  credendo  alle  sue  parole,  egli  di  piazza  si  uscl,  persuadendosi 
che  il  tutto  fosse  a  buon  termine  ridotto ;  ma  non  si  tosto  pose  il  vescovo  il  piede  fuori  della  35 
piazza,  che  li  Canetoli  uniti  assieme  entrarono  nel  palazzo,  gridando :  "  Viva  il  popolo,  et 
"le  arti  et  muoia  la  Chiesa„,  et  a  forza  pigliando  il  legato,  saccheggiarono  tutto  il  palazzo 
et  quello  del  podestk;  et  levato  il  legato  di  palazzo,  il  condussero  a  casa  di  Marco  Canetoli 
et  il  podestk  co'  giudici  a  casa  di  Tomaso  Ghisilieri.  Poi,  per  colorire  alquanto  la  cosa, 
crearono  gli  antiani  et  il  confaloniere  di  giustitia  et  confalonieri  di  popolo  con  graltri  ma-  40 
gistrati,  li  quali  tutti  erano  della  parte  de'  Canetoli.  Fu  creato  confaloniere  di  giustitia  per 
porta  San  Proculo:  Marco  Canetoli  confaloniere  di  giustitia,  NicoI6  Zambeccari,  Pietro  Mez- 
zovillani;  porta  San  Piero:  Giovanni  Malvezzi,  NicoI6  Mangioli;  porta  Ravegnana:  Bartolomeo 
Campeggi,  Castellano  Cozzadini ;  porta  Stieri :  Thomaso  Ghisilieri,  Matteo  Mareschalchi  mer- 
zaro.  Confalonieri  del  popolo:  SanProcolo:  Giovanni  Zambeccari,  Melchior  Viggiani,  Flo-  45 
riano  Griffoni,  Taddeo  di  Guido  Pepoli;  porta  Ravegnana:  Giovanni  di  Bonifacio  Gozzadini, 
Giovanni  di  Minotto  Angelelli,  Francesco  Bolognini,  Peregrino  di  Jacomo  Manzolini;  porta 
San  Piero:  Giovanni  Prendiparte  da  Castagnolo  banchiere,  Battista  di  Ramondi  banchiero, 
Francesco  Bonasoni  d'ArgeIo,  Bernardo  dalle  Correggie;  porta  Stieri:  Jacomo  Boccadicane, 
Ludovico  Canetoli,  Giovanni  di  Lucino  calegaro,  Giovanni  di  Giorgio  da  Villanova.  50 


lA.  1428]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  7 

Poi  alli  4  d'  agosto  f ecero  sedeci  rif ormatori  dello  stato  della  libertk,  ciofe :  Guido  Pepoli, 

Romeo  Foscarari,  Bartolomeo   Mangioli,  Braiguerra   Caccianemici,  Nicolo   Ariosti,   Scipione 

Gozzadini,  Baldessera  Canetoli,  Tomaso  di  Carlo   Zambeccari,  Stephano   Ghisilardi   notaro, 

Francesco  Guidotti,  Giovanni  Griffoni,  Giovanni   da  Manzolino   notaro,   Burnino   Bolognini, 

5  Lodovico  Bentivogli,  Jacomo  dalle  Correggie,  Scarduino  Scardovi. 

Parimenti  crearono  grotto  della  balia  della  pace,  li  quali  havessero  tutto  il  governo 
dello  stato  nelle  mani,  et  furono  questi:  Rizzardo  Pepoli,  Battista  Canetoli,  Nicol5  Ariosti, 
Lodovico  Muzzarello,  Raphaello  di  Francesco  Foscarari,  Matteo  Papazzoni,  NicoI6  Zambec- 
cari,  Jeronimo  Bolognini.     Questi  furono  gli  magistrati  della  cittk  ordinati  da'  Canetoli.   Luigi 

10  San  Severino  capitanio  di  ventura  che  era  in  Romagna,  intendendo  la  ribellione  di  Bologna, 
fa  intendere  a'  Bolognesi  che  se  deirofficio  suo  hanno  bisogno  che  egli  stark  pronto  a  loro 
servigio,  et  il  senato  Taccetta  et  lo  fa  venire  a  Bologna  alli  3  di  agosto,  il  martedi,  con 
900  cavalli  et  lo  creano  capitano  de'  soldati  della  cittk. 

II  senato,  il  mercoledl,  manda  a  tutte  le  castella  et  luoghi  del  territorio  di  Bologna  ad 

1 5  animarli  ad  esser  soggetti  alla  cittk.  Et  f acilmente  ottennero  la  grazia,  percioch^  tuti  ritor- 
norono  alla  divotione  della  citta,  eccetto  Castel  Bolognese,  Castel  San  Pietro,  Cento  et  la 
Pieve,  le  quali  due  castella  erano  del  vescovo  di  Bologna. 

Fra  questo  mezzo  il  cardinale  Albergati,  intendendo  che  li  Bolognesi  havevano  animo 
di  porli  le  mani  addosso  per  potere  havere  la  Pieve  et  Cento,  se  ne  esce  della  cittk  trave- 

20  stito  da  monaco  et  se  ne  va  solo  a  Modona,  ma  tosto  b  richiamato  a  dietro  con  promissione 
di  non  molestarlo  in  cosa  alcuna,  et  si  ritorna  alla  cittk. 

Nicolo  da  ToUentino  capitano  delle  genti  d'armi  de'  Fiorentini  con  1200  cavalli  viene 
di  Lombardia  et  si  ferma  nel  Medesano,  et  il  senato  di  Bologna  gli  fa  intendere  che  egli 
debba  uscire  del  territorio  bolognese,  ma  poco  mostra  di  curare   le  parole  del   senato.     Per 

25  il  che  isdegnati  li  Bolognesi,  alli  6  d'agosto,  il  venerdl,  vi  mandano  contro  Luigi  da  San  Se- 
verino  con  li  soldati  da  cavallo  et  da  piedi,  il  quale  alla  sprovista  passa  sopra  Nicol6  et 
dopo  longa  battaglia  alfine  lo  rompe  con  non  poco  suo  danno  et  piglia  prigione  Christoforo 
figliolo  di  Nicolo  Sagramoro  suo  capitano  con  molti  altri  capi  segnalati,  li  quali  furono  poi 
condotti  a  Bologna  et  posti  nella  torre  del  palazzo  de'  signori;   et   condussero  molta  preda 

30  acquistata  la  quale  fu  estimata  di  valore  di  3000  ducati.  Et  NicoI6  si  fuggi  a  Piancaldoli 
nel  Fiorentino. 

Alli  10  d'agosto,  il  giovedl,  desideroso  il  senato  di  riacquistare  Castel  San  Pietro,  man- 
dano  Luigi  capitano  generale  del  campo  con  le  genti  d'arme  a  Castel  San  Pietro,  dandogli 
in  compagnia  Jacomo  dalle  Correggie  et  Francesco  Guidotti  per  commissarii,  et  vi  pongono 

35  rassedio  fermaadosi  nel  borgo.  Erano  capitano  nel  detto  essercito  Ludovico  Michelocci, 
Leonello  Perugino,  Rainerio  del  Frosso  et  Angelo  Roncone,  tutti  huomini  valorosi,  li  quali, 
fermatisi  nel  borgo,  cominciorno  a  bombardare  la  porta  del  castello,  et  non  potendo  far  nuUa, 
vi  tennero  rassedio  circa  un  mese  sempre  battagliandolo. 

AUi  16  d'agosto,  il  lunedi,  giunge  in  Bologna  Francesco  Carminiola  et  il  conte  Luigi  dal 

40  Verme  suo  genero  con  500  cavalli,  il  quale  andava  alli  bagni  di  Siena,  et  fu  dal  senato 
honoratamente  ricevuto  et  accarezzato ;  et  a  dl  1 7  si  parte  al  suo  viaggio. 

Battista  Canetoli  scrive  ad  Antonio  Bentivogli  a  Roma  che  debba  ritornare  alla  patria, 
percioch^  havevano  liberata  la  cittk  dalla  dura  servitu  de'  preti  et  che  egli  bene  si  conside- 
rasse  che  se  il  papa  per6  Thaveva  fatto  conte  di  Campagna,  era  ci6  fatto  per  tenerlo  lontano 

45  dalla  sua  cittk,  et  che  si  doveva  rammentare  delle  promesse  de'  preti  che,  havendogli  dato 
Castel  Bognese,  poi  anco  lo  cacciarono  et  che  per  questo  di  loro  poco  si  doveva  fidare  per- 
chfe  alla  fine  se  ne  troverebbe  pentito  et  dolente. 

Antonio,  havute  queste  lettere,  stette  gran  pezza  pensoso  et  tutto  sopra  di  s^:  da  una 
parte  vedeva  che  Battista  gli  diceva  il  vero,  dairaltra  suspicava   che  Battista   cosl  il   soUe- 

50  citasse  di  ritornare   alla  patria   per   darli   morte   et  liberarsi   da   ogni   sospetto,   conoscendo 


8  .  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lA.  i42a| 

egVi  che  BattiHta  era  deuderoso  di  doimnar  Boiogna.  Stando  in  questi  et  allri  simili  pensieri, 
Hnalmunte  elesse  di  farsi  grato  al  pontefice,  et  cosi  gli  present6  la  lettera  del  Canctoli;  et 
havendola  il  papa  letta,  molto  si  turbb.  Era  il  pontefice  gih  raal  informato  de'  Canetoli  et 
perci6  haveva  egli  deliberato  mandarli  il  campo  iiel  territorio  di  Bologna;  ma  molto  piu  ai 
dispose  di  esseguire  la  sua  volonth,  irritato  da  questa  occasione;  et  anco  dubitando  che  il  5 
Caueioli,  o  con  lettere  o  con  altri  mezzi,  persuadessero  ad  Antonio  di  ritornare  alla  patria, 
cerc6  di  affrettare  che  losto  il  campo  passasse  a  Bologna. 

Vedendo  Antonio  la  deliberadoiie  del  pontefice,  scrisse  a  Bologna  alli  suoi  amici  come 
il  papa  haveva  posto  a  ordine  un  grosso  essercito  per  venire  a  Bologna  et  gli  essortava 
quanto  prima  a  dover  uscire  della  cittk  et  ricoverarsi  a  luogo  piu  sicuro  a  miglior  fortuna.  10 
Et  ci6  prudentemente  fece  Antonio  perchfe,  dubitando  che  la  chxk  fosse  assediata  e  presa, 
non  fossero  tolti  per  sospetti,  sendo  egli  nelFesercito  del  papa;  et  cosi  alli  17  d'ag08to,  il 
marted),  si  partirono  sperando  felice  ritomo. 

II  senato  che  intende  come  il  papa  raduna  gente  per  passare  sopra  Bologna,  manda  am- 
bascialori  a  Vinegia,  li  quali  alli  21  d'agosto,  il  sabbato,  furono  eletti  et  spediti  et  furono  15 
questi:  Bartolomeo  Zambeccari  abbate,  Guido  Pepoli,  Baldessera  Canetoli  et  Giovanni  de'  Tratti 
sanese  suo  suocero.  Questi  andorono  per  impetrare  Taiuto  de'  Venetiani,  ma  non  ebbero 
cosa  alcuna  percioch6  i  Venetiani  erano  amici  del  papa  et,  come  dissero,  non  havevano  oc- 
casione  di  dimostrarsegli  nemici. 

In  questo  istesso  gioriio  Giovanni  di  Rimino  entra  in  Bologna  per  essecutore  della  giu-  20 
stitia  et  conservatore  della  libertk. 

Alli  23  d'agosto,  il  lunedi,  il  legato  di  Bologna  si  parte  della  cittk  et  va  a  Roma  al  pon- 
telice,  et  6  accompagnato  dalli  anziani  et  da  molti  nobili. 

Antonio  Bentivogli,  Micheletto  Attendoli  da  Codignola  et  Nicol6  da  Tollentino  vengono 
ad  Imola,  mandati  dal  papa,  et  quivi  radunano  un  forte  essercito,  nel  qual  essercito  milita-  25 
vano  il  Gatta,  Brandolino,  Andrea  Serrano,  Francesco  Piccinino,  Ladislao  Guinizi,  Sancio 
Carillo  spagnuolo  et  aitri  capitani;  et  per  famosi  collonelli  vi  erano:  Riccio  da  Montechiaro, 
Vecchia  della  Cisterna,  Veniero  da  Barbiano  et  Galasso  Vitriano,  essendovi  Domenico  da 
Capranica  cardinale  et  legato  della  Romagna;  et  alli  30  di  agosto,  il  lunedi,  il  detto  legato 
manda  una  irombetta  a'  Bolognesi  a  chiederli  la  cittk,  con  fargl' intendere  che,  se  non  la  30 
vorranno  consegnare,  gli  passeranno  sopra  con  resercito.  II  senato  risponde  la  cittk  esser 
loro  et  che  essi  la  volevano  in  liberta  conservare  et  che  se  verrebbono  nel  territorio  bolo- 
gnese,  si  forserebbono  di  diffendersi. 

A  di  primo  di  settembre,  il  mercoledi,  commanda  a  Micheletto  che  con  1'  essercito  passi 
sul  territorio  bolognese,  et  Luigi  di  San  Severhio,  che  ci6  intende,  lascia  1'  assedio  di  Castello  35 
San  Pietro  et  con  tutto  ressercito  si  riduce  aU'Idice. 

Alli  2  di  settembre,  il  giovedi,  Alberto  Boschetti  tenta  via  di  ottenere  la  rocca  di  Castel 
Franco,  con  speranza  di  haverne  largo  premio  dandola  alla  Chiesa.  Et  per  haverla  tenne 
questo  modo.  Era  castellano  della  detta  rocca  Carlo  Albergati,  a  cui  Alberto  mand6  tre  suoi 
cari  amici,  li  quali  da  Carlo  introdotti  et  accarezzati  come  amici  senza  dubitar  di  cosa  al-  40 
cuna,  ragionando  insieme  con  ogni  amorevolezza,  Tuccisero,  et  dato  il  segno  ad  Alberto, 
che  era  non  molto  di  lontano  nascosto  con  cento  soldati,  tosto  ne  venne  alla  rocca  per  en- 
trarvi ;  ma  di  ci6  accortisi  gi'  huomini  del  castello,  pigliando  rarme,  andarono  alla  rocca  et  su- 
bito  la  conquistorono,  cacciandone  Alberto  con  li  suoi  amici,  de'  quali  anco  molti  restarono 
morti.  45 

L'e8sercito  de'  Bolognesi  si  ritira  all'  Idice.  Micheletto,  col  quale  era  Antonio  Bentivogli 
commissario  del  papa  et  Nicol6  ToUentino,  conduce  Tessercito  della  Chiesa  alli  4  di  settembre, 
il  sabbato,  ad  una  basiia  sopra  Castello  San  Pietro  cica  un  miglio,  et  dandole  la  battaglia 
a  forza  Thebbe,  et  tutti  gFhuomini  et  le  donne  che  dentro  vi  erano  furono  fatti  prigioni 
et  mandati  ad  Imola.     Nel  vero  Nicol6  da  ToUentino  U86  gran  crudeltade  in  vendetta  della  50 


lA  1438]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  9 

rotta  avuta  al  Medesano,  et  pigliata  la  bastia,  poi  rabbruggib.    Et  tutto  il  male  che  il  Tol- 

lentino  faceva  era  per  l'odio  che  haveva  con  li  Bolognesi. 
.    AUi    7    di   settembre,  il   martedl,  Fagnano  si  dk  al  legato  con   tutte  le  altre  castella  da 

quella  parte. 
5  Alli  11   di  settembre,  il  sabbato,  vedendo  i  Bolognesi  che   la  rocca  di  San   Giovanni  si 

teneva  per  la  Chiesa,  vi  mandano  1'  esercito  et  la  combattono  senza  poterla  conquistare,  non- 

dimeno  vi  pongono  1'  assedio ;  ma  il  legato,  che  era  presente,  tosto  vi  manda  Antonio  Bentivogli 

con  molti  soldati  per  soccorrerla,  ma  non  puotfe  far  cosa  buona,  per  il  che  se  ne  ritorn6  a 

Castel  Guelfo  ove  era  Tesercito. 
10  II  papa  priva  Bartolomeo  Zambeccari  delFabbatia  di  san  Bartolo  di  Ferrara;  et  egli  di 

ci6  sdegnato  ne  va  al  vescovato  et  ne  piglia  la  tenuta,  benche  assai  ne  reclamasse  il  cardinale 

di  Santa  Croce  vescovo  di  Bologna. 

Antonio  Bentivogli  et  Nicolo  ToUentino  alli  1 7  di  settembre,  il  venerdi,  danno  la  battaglia 

a  Castel  Guelfo  et  il  pigliano,  poi  vanno  alla  Reccardina  et  a  Budrio  et  parimente  li  pigliano, 
15  dove  abbrugiano  da  134  case  et  pongono    ogni  cosa  a  sacco   et   a   fuoco;   poi   passano   alla 

Pieve  di  Cento,  la  quale  tosto  si  rende  per  non  esser  come  Budrio  rovinata. 

Alli  24  di  settembre,  il  venerdi,  il  castellano  della  rocca  di  San  Giovanni,  vedendo  non 

esser  soccorso,  da  a'  Bolognesi  la  rocca  per  quattro  mille  ducati;  ma  non  si  tosto  intende  ci6 

11  capitano  della  Chiesa,  ch'egli  alli  28  di  settembre,  il  martedi,  passa  ad  Argelo  et  gli  levano 
20  Tacqua,  e  grhuomini  si  accordano  con  li   nemici  di  esser  senza  danno,  dandoli  la  meta  de' 

beni  mobili  che  quivi  si  ritrovaranno ;  et  a  questo  modo  entrarono  et  fecero  prigione  Pietro 

Crescimbeni  dalla  Pieve  habitatore  in  Bologna  et  compagno  del  vicario  del  castello  postovi 

dal  senato  di  Bologna  con  molti  altri  cittadini  bolognesi.     Et  quivi  rimase  commissario  Fran- 

cesco  Trentaquattro  a  nome  della  Chiesa. 
25  L'  essercito  della  Chiesa  piglia  tutte  le  castella  del  Bolognese,  eccetto  San  Giovanni,  Cre- 

valcore,  Sant'Agatha,  Manzolino,  Sassuni  et  Casale  Fiumincse. 

Papa  Martino    per   breve   apostolico   comanda   alli   conduttori    delle   genti   d'armi    che 

stanno  allo  stipendio  della  Chiesa  che,  sendo  richiesti  dal  cardinale   Nicola  di  Santa  Croce 

bolognese  et  da  Antonio  Bentivogli  per  aiuto  et  sussidio  loro,  debbino  ubidire  et  darli  tutto 
30  quel  aiuto  che  addimanderanno. 

Li  Canetoli  mandano  ambasciatore  alli  Venetiani  a  proferirli  la  cittk  di  Bologna  et  sup- 

plicarli  che  con  il  lor  soccorso  la  voglino  defendere  che  non  vada  nelle  mani  della  Chiesa ; 

et  a  ci6  fu  eletto  Marco  Canetoli  confaloniere  di  giustitia,  il  quale,  andato  a  Vinegia,  hebbe 

risposta   dal  senato   venetiano  che   essi  non  volevano  farsi   nemici  al   papa   et   che   in   ogni 
35  altra   occasione   erano   pronti  a  servire  li  Bolognesi   come  loro   amici,  et  con   queste  parole 

amorevoli  licentiarono  1'  ambasciatore. 

A  di  primo  d'  ottobre,  il  venerdi,  il  senato  crea  li  magistrati  et  fu  f atto  il  confaloniere 

di  giustitia  et  gli  antiani.     Per  porta  Ravegnana :  Ludovico  di  Lippo  Muzzarello  confaloniere, 

NicoI6  di  Pietro  dalla  Cavallina  stracciarolo,  Jacomo  Seccadinari  beccaro;   per  San   Piero: 
40  Almerico  di  Nicolo  di  Almerico  drappiero;  Jacomo  di  Giovanni  Spara  Saracini;   per  porta 

Stieri:  Jacomo  de'  Canonici  notaro,  Lodovico  di  Giovanni  dalla  Renghiera;   per  porta   San 

Proculo:  Alberto  de'  Magnajii  da  San  Giovanni  dottore,  Raimondo   Guidotti.     In  questo  di 

medemo  San  Giorgio,  la  bastia  della  Peola  et  Crovara  d'Imola  si  danno  alla  Chiesa. 

Alli  3  d'ottobre,  la  domenica,  Bologna  h  per  commissione  del  papa  interdetta  dalle  messe, 
45  divini  ufRcii  et  dal  seppellirsi  in  sacrato.     In  questo  istesso  dl  la  torre   dell' Eccellino  si  dk 

alla  Chiesa. 

A  di  5,  il  martedi,  si  dk  alia  Chiesa  la  torre  di  Floriano  Mezzovillani  a  Stiphonte  et  li  sol- 

dati  del  papa  vi  pigliano  un  nepote  di  Vitale  de'  Grassi  merzaro  cou  altri  40.     Poi  si  par- 


4J.  neWorig-inale  Maguan! 


10  lUSTOKIA  Dl  BOLOGNA  [A.  i42«j 

tono  et  alli  6,  il  mercoledi,  pasaano  a  Medecina,  dove  giunge  Jacomo  Caldora  capitano,  et 
alli  18,  il  lunedl,  Medecina  ai  rende.  Quivi  ressercito  dimora  fra  Medicina  et  Budrio  al- 
cuni  giorni  et  scorre  insino  su  le  porte  di  Bologna,  rovinando  gredificii  et  saccheggiando 
il  paese. 

II  senato  con  tutta  la  citt^  vedendosi  senza  aiuto  alcuno,  molto  si  contristono,  et  cercando  5 
conservarsi  pure  fortificano  la  citti  come  raeglio  possono,  et  bisognando  dare  il  stipendio  pro- 
messo  alli  soldati,  fa  un  magistrato  di  regolatori  che  habbino  a  tassare  ciascuno  di  quanto 
si  conviene;  et  li  regolatori  furono  questi:  Battista  di  Ramondi  confaloniere,  Giovanni  di 
Matthio  di  Minotto  confaloniere,  Nicol6  dalla  Foglia  correttore  de'  notari,  Almerico  Boccho 
defensore  del  cambio,  Scardovino  Scardovi,  NicoI6  Paltroni.  Questi  essattori  erano  senza  10 
humanit^  et  per6  con  parole  acerbe  et  minaccie  et  anco  con  fatti  spiacevoli  forzavano  al- 
trui  a  dover  pagare,  il  che  riduceva  et  a  sdegno  et  desperatione  nella  cittk,  perciochfe  cia- 
scuno  si  vedeva  spogliato  del  bene  deiranima  et  privi  de'  beni  temporali  et  involti  in  mille 
travagli,  et  erano  perci6  nella  cittu  molti  bisbigli. 

Alli  25  di  ottobre,  il  lunedi,  ressercito  del  papa  piglia  Fraseneda,  Varegnana,  Castello  15 
de'  Britti,  poi  passando  a  Castenaso  et  d'indi  a  Corticella,  et  alli  26  hanno  il  ponte  di  Casa- 
lecchio  di  Rhenno  et  levano  Tacqua  del  canale  che  entrava  nella  citti  per  macinare  il 
grano,  et  fra  il  detto  canale  et  Savena  si  fermano  per  molti  giomi  et  rovinano  molte  case; 
portando  le  pietre  et  i  legnami  quivi  fanno  altre  case  per  habitarvi  a  guisa  d'una  contrada,  et 
edificarono  una  bastia  sopra  il  ponte  di  Corticella  per  loro  sicurezza.  20 

Vedendo  Jacomo  Caldora  la  ostinatione  de'  Bolognesi,  passa  alle  radici  del  colle  et  alli  3 
di  novembre,  il  mercoledl,  pigHa  Bazzano  a  patti  et  alli  4  piglia  la  rocca  di  Monteveglio  a 
forza  et  lo  abbruggia  et  vi  f a  prigione  Gasparo  Papazzoni  che  vi  era  per  commissario ;  poi 
piglia  Oliveto,  Crespellano  et  tutta  la  valle  della  Samoggia  et  Piumazzo,  ove  pose  per 
commissario  Domenico  di  Cedropiano,  havendo  preso  Petronio  Barbieri  che  vi  era  vicario,  25 
et  di  qui  partendosi,  viene  al  ponte  di  Rheno  di  San  Felice  et  vi  si  fortifica  con  argini  et 
vi  pianta  li  confalloni  et  le  bandiere  dell' esercito,  poi  passa  a  Corticella. 

Li  Canetoli,  ostinati  di  voler  vedere  di  questa  guerra  il  fine,  fanno  murare  alcune  porte 
della  cittk,  si  per  loro  sicurezza,  come  anco  per  ischivar  la  spesa  delle   guardie  di  esse,   le 
quali  fiu-ono  queste,  cio^ :  Porta  str^  Maggiore,  porta  str^  San  Donato,  porta  Mascarella,  porta  30 
del  Pradello,  porta  delle  Lame,  porta  di  stra  Castiglioni. 

AUi  12  di  novembre,  il  venerdl,  Jacomo  Caldora  conduce  molte  bombarde  per  battere 
la  cittk  alla  porta  di  Galliera  et  in  particolare  un  pezzo  grosso  col  quale  comincia  a  battere 
le  mura  della  cittk,  la  quale  portava  una  palla  di  libre  130.  Et  la  prima  palla  che  trasse 
giunse  nel  palazzo  de'  signori  et  cadfe  nelPorto  loro  senza  far  male  alcuno,  et  dopo  questa  35 
anche  ne  trassero  nove  altre  di  peso  libre  115  le  quali  fecero  di  gran  male  negli  edificii,  ma 
per6  niuno  uccisero;  et  gli  artegiani  chiusero  le  botteghe  et  corsero  alle  mura  a  scaramuc- 
ciare  con  li  nemici,  dove  ne  furono  feriti  assai  da  amendue  le  parti. 

AUi  25  di  novembre,  il  giovedl,  li  soldati  della  cittJi  conducono  il  conte  Guidescho  del 
conte   Gharietto  da   Panigo,   che  era   bandito   et   haveva  la  taglia  dietro,  et   il  consegnano,  40 
insieme  con  16  compagni,  alli  otto  della  guerra,  li  quali  danno  alli  detti  soldati  lire  200;  et 
il  seguente  giomo  il  fanno  tanagliare  et  poi  impiccarlo  in  piazza,   dove  ^  lasciato   per  due 
giorni  continui. 

II  pontefice,  veggiendo  i  Bolognesi  ostinati  et  duri,  gli  vieta  Tuso  delle  cose  sacre;  per  lo 
che  il  cardinale   NicoI6  Albergati   vescovo  di  Bologna,  che  vede  la  citth   essere   interdetta,  45 
passa  a  Imola,  et  li  Canetoli  per  questa  cagione  isdegnati,  fanno  radunare  il  conseglio  delH  600 
et  fanno   eleggere   Bartolomeo   abbate  figliolo  gik  di  Carlo  Zambeccari   come  vescovo  della 
citti;  ci6  fu  alli  10  di  dicembre,  il  venerdl. 


37»  neWorigiiuUe  bottehge 


lAA.  1428-1429]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  11 


1 


II  Caldora,  vedendo  di  non  poter  far  ritornare  Bologna  alla  divotione  del  papa,  alli  17 
di  dicembre,  il  venerdi,  conduce  l'essercito  alla  porta  di  Galliera  per  combatterla,  et  uscendo 
dalla  citta  Luigi  con  molti  soldati  et  cittadini  vennero  insieme  alle  mani,  dove  morimo  molti 
dell'una  e  Taltra  parte:  ma  sopragionte  dalla  oscura  notte,  Luigi  ritorna  nella  cittk  con  la 
5  compagnia,  rimanendo  gli  nemici  a  battere  del  continuo  la  cittade  con  la  bombarda  grossa, 
dalla  quale  essendone  uscite  da  50  palle,  si  ruppe. 

Essendo  li  nemici  intorno  le  mura  della  cittk,  parve  agl'otto  della  guerra  di  fargli  levare 
di  quel  luogo,  et  pero  alli  18  di  dicembre,  il  sabbato,  circa  alle  due  ore  di  notte,  mandano 
secretamente  fuori  200  fanti  con  alquanti  cavalli  accioch^  ponessero  il  fuoco  nelle  monitioni 

10  nemiche,  ma  dalle  spie  scoperti,  et  avisato  di  ci6  il  Caldora,  con  tale  silentio  gli  fece  intorniare 
dalli  suoi  soldati,  che  prima  si  trovorono  presi  nelle  forze  de'  nemici,  che  gli  sentissero, 
talmente  che  la  maggior  parte  di  loro  restarono  presi,  et  la  mattina  poi  furono  agli  circonvicini 
alberi  impiccati. 

Essendo  il  popolo  di  Bologna  circondato  da  nemici  et  involto  in  gravi  affanni  et  senza 

1 5  speranza  di  alcun  soccorso  et  privi  del  cibo  spirituale  a  salute  delle  anime  loro,  comminciarono 
alcuni  a  pensare  di  dare  la  cittk  al  papa  et  porre  dentro  il  capitano,  acciochd  minor  male 
provasse  la  cittk ;  et  ordinato  fra  di  loro  di  aprirli  la  porta  di  stra  San  Vitale  con  finta  di 
voler  mandare  a  pigliare  alcune  legna  con  certe  carra  fuori  a  Savena  mandandogli  30 
armati  per  sicurezza  delle  legna,  et  conducendo  le  dette  carra  1'  uno  dall'  altro  stesse  alquanto 

20  discosto  et  il  primo  si  dovesse  fermare  al  rastello  dentro  la  porta,  quasi  volesse  aspettar 
gli  altri,  il  secondo  nel  mezzo  et  il  terzo  sopra  il  ponte  et  Tultimo  al  rastello  di  fuore;  e 
cosl  stando,  dovevano  quivi  venir  gli  nemici  et  entrare  nella  cittk,  non  potendo  le  guardie 
della  detta  porta  chiudere  il  rastello,  n€  alzare  il  ponte,  ne  calar  giii  la  saracinesca,  ne  meno 
serrare  rultimo  rastello  di   fuori.     Ma  il  trattato  si   scuopre   et  sono   avvisati  gli   otto   della 

25  guerra,  li  quali  tosto  fanno  pigliare  frate  Antonio  della  Fornara  bolognese  del  Vignazzo  de' 
frati  Eremitani  di  san  Jacomo  con  gVinfrascritti,  cioe:  Antonio  da  Carpi,  Alamanno  Bianchetti, 
Jacomo  il  figliolo,  Bemardo  da  Granarolo,  Landino  dalla  Crovara,  Giovanino  da  Vedrana 
o  da  Udine,  Antonio  detto  Bolognino  dal  Ponte  del  Gombito,  Anrico  Barbiero,  Agnusdeo  Za- 
rabello,  Jacoma  fantesca  del  gigante  Pellacano.     Essaminato  frate  Antonio  et  confessata  la 

30  veritk,  il  giorno  seguente  fu  con  Landino  et  Bernardo  giustitiato  in  piazza;  fu  lasera  a  hore  23. 

Alli  31  di  decembre,  il  venerdl  ultimo  giomo  deiranno  a  hore  otto  di  notte,  il  campo 

della  Chiesa  tacitamente  viene  al  baracano  del  Borgo   di   san   Jacomo   et  con   le  scale  sali- 

scono  sopra  le  mura  et  rompono  11  muro   per  dare  Tentrata  al  restante  deiressercito ;  ma 

scoperti  dalle  guardie,  et  dato  il  segno  con  la  campana,  il  popolo  piglib  Tarme,  et  correndo 

35  quivi,  scacciarono  fuora  gli  nemici  et  due  di  loro  ne  pigliarono.  Vedendo  gli  nemici  esser 
stato  vano  il  lor  pensiero,  diedero  il  fuoco  ad  una  bombarda  contro  il  popolo,  la  quale  senza 
offendere  persona  cadde  vicino  la  chiesa  de'  santi  Cosmo  et  Damiano. 

Anno  di  Cristo  1429.  —  Sono  creati  gli  magistrati  secondo  il  solito  della  cittL    Li  novi 
antiani  furono  questi,  cio^:  Porta  San  Pietro:  Jacomo  di   Tomaso   dalle  Correggie  confalo- 

40  niero,  Braiguerra  Caccianemici,  Bartolomeo  di  Polo,  Federico  merzaro ;  porta  Stieri :  Nicol6 
di  Stephano  Ghisilardi  dottore,  Antonio  Mangioli  beccaro;  porta  San  Proculo:  Bonifacio  di 
Carlo  Zambeccari,  Jacomo  Sanuti;  porta  Ravegnana :  Beccadello  di  Jacomo  Artenisi  spetiale, 
Gasparo  di  Venturino  Lupri  mercante.  Li  10  reformatori  erano  questi :  Guido  Pepoli,  Barto- 
lomeo  Mangioli,  Romeo  Foscarari  e  Braiguerra   Caccianemici   cavalieri,  Nicol6   Ariosti  dot- 

45  tore,  Scipione  Gozzadini  dottore,  Baltassare  Canetoli,  Stephano  Ghisilardi,  Tomaso  Zambec- 
cari,  Francesco  Guidotti,  Giovanni  Griffoni,  Giovanni  da  Manzolino,  Jeronimo  Bolognini, 
Lodovico  Bentivogli,  Scardovino  Scardovi,  Tomaso  dalle  Correggie. 

Alli  4  di  gennaro,  il  martedi,  ^  tagliata  la  testa  ad  Alemanno  Bianchetto  in  piazza,  vicino 
la  sua  bottega,  a  Bolognino  et  ad  Amico  sopranominati.     Li  Canetoli  dubbiosi  che  madoqna 


J2  iUSTORlA  Di  BOLOGNA  [A.  1*29] 

Giovanna  gik  tigUuola  di  Giovanni  Bentivogli  maritata  a  Gasparo  Malvezzi  non  machinasse  per 
introdurre  Antonio  nella  cittade  per  csaere  in  molta  buona  opinione  nel  popolo,  la  mandano 
fuori  della  citt^  inaieme  col  marito  et  con  Ludovico  Bentivogli,  li  quali  andarono  a  Modona. 
Poi  fecero  confiiiare  a  Fiorenza  Giovanni,  Melchiore  et  Nicol6  Malvezzi  Gli  anziani  fanno 
impiccare  gli  dui  soldati  che  furono  al  baraccano  di  San  Jacomo  pigliati.  Poi  fanno  ban-  5 
dire  che  ciaacuno  che  era  nella  sudetta  congiura  fra  termine  di  giomi  tre  debba  comparire 
avanti  loro,  con  promissione  di  perdonarli  la  vita  et  lasciarli  la  robba,  ma  passato  il  detto 
termine,  et  trovati  colpevoli,  saraiino  impiccati  et  li  loro  beni  saranno  applicati  alla  camera. 
Ne  compariscono  da  cento,  et  la  maggior  parte  cittadini,  li  quali  furono  tutti  conHnati  in 
varii  luoghi.  Molti  amici  di  Antonio  Bentivogli  dubitando  de'  Canetoli,  si  partono  fuori  della  10 
cittk,  et  vanno  neiressercito  della  Chiesa  ad  Antonio  giudicando  esser  questa  via  piii  sicura 
al  scampo  suo. 

Airultimo  di  gennaro,  il  lunedl,  h  tagliata  la  testa  a  Jacomo  figliolo  di  Alemanno  Bian- 
chetto  giovinetto  d'anni  16,  cosa  che  a  tutta  la  dtth.  molto  spiacque. 

AUi  4  di  febbraro,  il  venerdi,  h  tagliato  il  capo  a  Giacoma  moglie  del  gigante  Pellacano  15 
perchfe  era  nella  congiura  et  il  medemo  fe  fatto  ad  Agnusdeo  Zarabelli. 

Alli  10  di  febbraro,  il  giovcdi,  ressercito  della  Chiesa  si  avvicina  alla  porta  delle  Lame 
et  pongono  una  grossa  bombarda  alla  via  che  va  al  porto  delle  navi  et  tirano  nella  citti 
dicenove  palle  di  libre  125  per  ciascuna  palla,  una  delle  quali  fece  non  poco  male. 

Sono  ritrovate  molte  cedule  in  vari  luoghi  della  cittk  affisse  alli  muri,  et  particolarmente  20 
ne'  cantoni  della  piazza  et  alla  casa  de'  Canetoli,  che  dicevano:  , 

S(a,  fofol  di  Bologna,  francamcnte, 

£  vedendo  alle  mura  nova  gente, 

Grida:  "  Viva  la  Chiesa  „;  e  i  traditori 

C  hanno  le  calze  bianche  fuggiranno  25 

Pien  di  sfavento  fer  li  cagatori. 

Fu  fatta  dal  senato  diligente  inquisitione  se  il  malfattore  si  poteva  ritrovare,  ma  giamai 
si  trovb  chi  fosse, 

Nicol6  da  Tollentino  scorre  il  territorio  di  Bologna  et  abbottina  tutto  quello  che  pu6 
havere  per  sodisfare  alli  danni  ricevuti  da'  Bolognesi  Tanno  avanti,  et  vedendo  che  Castel  30 
Franco  era  fortificato  et  con  buone  guardie  et  pieno  delle  facoltk  de'  contadini  che  quivi  erano 
salvati,  pens^  voler  tentar  via  di  haverlo.  Si  pose  il  Tollentino  a  questa  impresa,  percioch^ 
haveva  uno  de'  suoi  soldati  et  molto  amico  di  un  servitore  del  castellano,  del  quale  molto 
si  confidava,  et  fece  che  il  soldato  col  servitore  trattando  la  cosa  secretamente,  gli  promisse 
largo  dono  se  lo  voleva  lasciare  entrare  di  notte  in  rocca  con  alquanti  suoi  compagni.  II  ser-  35 
vitore,  cupido  del  denaro,  tosto  si  accommod6  alla  volonta  del  soldato ;  laonde  dato  Tordine 
et  venuta  la  notte  designata,  il  servitore  diede  Tentrata  nella  rocca  alli  soldati  di  Nicol6. 
Udendo  il  romore  Tomaso  et  Bonifacio  figliuoli  gik  di  Carlo  Zambeccari  commissarii  del 
castello,  et  conoscendo  questi  esser  U  nemici,  tosto  si  ridussero  nella  rocca  picciola  et  quivi 
si  fecero  forti.  Gli  huomini  del  castello,  vedendo  la  rocca  nelle  mani  de'  nemici  et  che  per  40 
essa  poteva  gran  numero  de'  soldati  entrare,  et  temendo  non  esser  saccheggiati,  si  accorda- 
rono  con  il  Tollenlino,  salve  le  persone  et  Thavere,  di  farsi  soggetti  alla  Chiesa:  et  Tomaso 
et  Bonifacio  commissarii,  considerando  non  potersi  salvare  nella  detta  rocchetta,  parimenti 
si  diedero  al  Tollentino,  li  quali  NicoI6  tenne  presso  di  s6  sotto  buona  custodia  insino  che 
Bologna  alla  divotione  delia  Chiesa  fece  ritomo.  45 

Alli  27  di  febraro,  la  domenica,  giungono  neiresercito  della  Chiesa  quattrocento  cavalli 
con  molte  bande  di  fanti  mandati  da  Guido  Antonio  de'  Manfredi  signore  di  Faenza. 

L'essercito  della  Chiesa,  stando  v\cma  le  mura  della  cittk  et  vedendo  non  far  profitto 
alcuno,  tratta  con  alcuni  della  cittk  di  esser  introdotto ;  et  mentre  che  si  ordina  il  modo,  il 


[A.  1429]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  13 

campo  a  di  primo  di  marzo,  il  martedi,  passa  alla  porta  di  Galliera  et  quivi  pianta  una  grossa 
bombarda  et  comincia  a  combattere  la  detta  porta.    Intendendo  questo  il  senato,  tosto  manda 
li  soldati  ad  opporsegli;  li  quali  azzuffatti  con  li   nemici,  spargono  da  amendue   le  parti   di 
molto  sangue  et  molti  ne  sono  uccisi. 
5  Si  scuopre  il  trattato  della  detta  porta  et  alli  3  di  marzo,  il  giovedi,  sono  presi  Giacomo, 

Giovanni  e  Filippo  fratelli  et  figlioli  di  Bartolomeo  da  Piancaldo,  15  quali  furono  trascinati 
a  coda  di  cavallo,  cioe  Giacomo  el  Filippo,  et  di  poi  impiccati  per  li  piedi  sopra  un  carro  et 
condotti  al  mercato  et  quivi  finalmente  per  la  gola  impiccati.  Giovanni  poi  fu  accoppato 
con  una  mannara  et  poi  in  quattro  parti  squartato  et  posto  alla  porta  di  San  Felice. 

10  Bartolomeo  da  Modona  h  giustitiato  per  haver  voluto  dare  la  saracinesca   di  una   porta 

della  cjtta  a'  nemici. 

II  senato,  giudicando  esser  sua  maggior  sicurezza,  fa  gettare  a  terra  la  torre  di  Fossa 
Cavallina  che  era  fuori  della  porta  di  strh  Maggiore,  accioche  gli  nemici  non  vi  si  fortifi- 
cassero.    Fu  gettata  a  terra  alli  10  di  marzo,  il  giovedi,  et  con  gran  dispiacere  del  popolo. 

15  II  Caldora,  vedendo  non  potere  haver  Bologna  n^  per  guerra,  nh  per  trattati,  si  dispone 

di  travagliare  il  restante  del  territorio,  et  per  ci6  passa  a  San  Lorenzo  in  CuUiiia,  ove  era 
commissario  Antonio  Gallucci  con  alquanti  salariati,  et  da  ogni  parte  yi  pone  Tassedio;  il 
che  vederdo  Antonio,  et  non  sperando  alcun  soccorso,  da  il  castello  alla  Chiesa  et  se  ne  va 
a  Mantua.     Dubitando  il  senato  che  gli  nemici  non  andassero   a  San   Michele   in   Bosco  et 

20  quivi  si  fortificassero,  alli  16  di  marzo,  il  mercoledi,  fa  intomiare  la  detta  chiesa  con  un  forte 
bastione  e  vi  pongono  buone  guardie.  L'essercito  della  Chiesa,  dopo  Thaver  scorso  et  saccheg- 
giato  tutto  Jl  territorio  di  Bologna,  si  riduce  al  Borgo  Panigale  alli  20  di  marzo,  la  domenica, 
et  quivi  si  ferma.  A  di  21,  il  lunedi,  il  Caldora  manda  buon  numero  di  soldati  a  Santa  Maria 
del  Monte  et  la  cinge  di  forti  argini  et  palificate  et  pongono   la  chiesa  in  fortezza  lascian- 

23  dovi  buone  j^uardie,  et  vi  conduce  molte  boinbarde  et  con  esse  travaglia  non  poco  la  citta. 

II  Caldora  et  Antonio  Bentivogli  tentano  con  nuovo  trattato  di  ridurre  Bologna  alla  ub- 

bidienza  del  papa  et  con  Alberto  di  Michelino  dalle  Coltre  detto  dal  Ferro  (era  sua  madre 

figliola  di  Nicol6  dal  Ferro),  che  era   confalloniere  del   popolo,  si   accorda  che  egli  gli   dia 

la  porta  di  stra  San  Vitale,  della  quale  a  lui  toccava  la  guardia,  et  il  Caldora  doveva  man- 

30  dare  alcuni  suoi  soldati  a  nascondersi  dentro  la  chiesa  de'  santi  Jacomo  e  Filippo,  che  h  fuore 
della  detta  porta,  et  a!  segno  che  dar  doveva  Alberto  dovesse  venire,  che  haverebbe  la  porta 
aperta.  Aveva  il  Caidora  prome:^so  a  costui  di  farlo  capitano  della  Montagna  per  10  anni. 
Erano  in  questo  trattato  compHci  di  Alberto:  Giovanni  Inglese  de'  Tomasi,  Giovanni  France- 
sco  da  Tossignano,  Melchior  de'  Negri,  Bartolomeo  de'  Negri,  Guido  Paganello  notaro,  Bar- 

35  tolomeo  di  Giovanni  dal  Calice  et  Antonio  da  Santo  Spiro. 

Furono  adunque  pigliati  Alberto  et  Guido  Giulio  di  Francesco  Paganello  et  Aiitonio 
figliolo  del  prior  di  San  Siro,  et  trovata  la  veritk,  alli  2  d'aprile,  il  sabbato,  furono  tanagliati 
tutti  tre  et  poi  impiccati,  et  Antonio  fu  squartato. 

II  popolo  fa  le  processioni  per  la  cittk  con  le  compagnie  solo  de'  Battuti,  non  vi  essendo 

40  il  clero  per  esser  nella  cittk  1' interdetto,  et  si  fa  divote  orationi  a  Dio  che  vogli  difender 
la  citta  dagli  nemici.  Et  mentre  fanno  un  giorno  fra  graltri  la  processione  et  passano  su 
la  salegata  di  san  Francesco,  gli  nemici  che  erano  a  Santa  Maria  del  Monte  tirarono  tre 
palle  contro  la  detta  processione,  ma  non  fecero  male  alcuno,  ma  ben  si  ruppero,  per  mira- 
colo  di  Dio,  due  bombarde. 

45  Alli  5  di  aprile,  il  martedi,  il  Caldora  con  molti  soldati  passa  a  Buonconvento  per   pi- 

gUare  la  torre  di  Battista  Canetoli,  ma  Batlista,  desiderando  che  si  bello  edificio  non  fosse 
rovinato,  mand6  a  proferirla  in  dono  al  Caldora  et  glie  ne  diede  il  possesso;  poi  alli  6,  il 
mercoledl,  egli  va  alla  torre  di  Ponte  Polledrano,  che  pure  era  di  Battista  Canetoli,  dove  era 
Pietro  da  Casalecchio  commissario,  et  la  piglia,  dove  ritrova  da  1500  corbe  di  grano.    Et  final- 

50  mente  se  ne  ritorna  al  Borgo  Panigale,  ove  era  Taltra  parte  deiressercito,  et  quivi  si  ferma 


14  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1429) 

inBino  alli  li  di  maggio  per  vedere  se  poteva  trovar  modo  che  i  Bolognesi  ritomaasero  alla 
Chiesa,  perciochfe  si  pensava  che  la  citt^  fosse  senza  vettovaglie,  non  essendo  stato  semivato 
Tanno  precedente,  et  vedendola  priva  deiracqua  da  macinare  et  che  cosa  alcuna  dentro 
non  vi  poteva  andare. 

U  Caldora  passa  a  Cortesella  con  tutto  ressercito  et  quivi  si  ferma.  5 

In  questi  giorni  il  grano  vale  la  corba  soldi  20,  et  t  gran  carestia  di  legna  et  di  car- 
bone;  valeva  il  cento  delle  legna  lire  2  et  soldi  10  et  la  corbella  del  carbone  lire  2.  Del 
pesce  non  se  ne  vidde  per  tutta  quaresima. 

A  di  23  aprile  erano  de'  sedeci :  Guido  de'  Pepoli,  Romeo  Foscarari,  Bartolomeo  Man- 
gioli  e  Braiguerra  Caccianemici  cavalieri,  Nicol6  Ariosti,  Scipion  Gozzadini  dottor  di  legge,  10 
Baldassar  di  Matteo  de'  Canetoli,  Tomaso  di  Carlo  Zambeccari,  Stefano  de*  Ghisilardi,  Fran- 
cesco  Guidotti,  Giovanni  Griffoni,  Girolamo  Bolognini,  Giovanni  da  Manzolino,  Ludovico  de' 
Bentivogli,  Scardovino  di  Azzo  Scardova,  Tomaso  et  Jacomo  delle  Correggie. 

II  Caldora  alli  2  di  giugno,  il  giovedl,  alle  due  hore  tenta  di  entrare  nella  citta,  et  con 
gran  silentio  passa  con  Tesercito  vicino  la  cittk  et  va  al  barraccano  del  Borgo  di  San  Pietro  15 
et  con  le  scale  fa  salire  le  mura  a  molti  de'  suoi  soldati  con  tanto  silentio  che  dalle  guardie 
non  furono  uditi;  et  volendo  essi  scendere  nella  citta,  furono  uditi  da  Polo  Pariano  trombetta, 
et  volendo  gridare  fu  preso  da'  nemici  et  minacciato  di  morte.     Fra  tanto  venne  la  guardia 
de'  cavalli  che  girava  intorno  le  mura,  et  udito  lo  strepito   de'  nemici,  cominciorono  a  gri- 
dare:   "  Viva  il  popolo„;  et  li  soldati  della  Chiesa  gli  cominciorono  tosto  a  salutare  con  sassi  20 
et  con  quelli  uccisero  Antonello  huomo  d'arme  del  signor  Luigi  da  San  Severino  che  stava 
nella  via  de'  Bagnaroli.     Udito  il  romore  et  avvisati,  grantiani  fecero  dar  segno  alle  campane, 
et  armato  il  popolo,  corsero  a  quel  luoco  ove  erano  gli  nemici  et  gli  cacciarono  gii  fuor  delle 
mura;  et  il  seguente  giorno  fecero  murare  le  infrascritte  porte,  ciofe:  Porta  di  stra  Maggiore, 
porta   di  stra   San   Donato,  porta   della   Mascarella,  porta  delle   Lame,  porta  del   Pradello,  25 
porta  di  strk  Castiglioni.     Et  questa  ultima  stette  murata  finchfe  San  Michele  in  Bosco  stette 
in  fortezza. 

A  dl  4  di  giugno,  il  sabbato,  il  Caldora  con  tutto  Tessercito  si  parte  et  va  al  ponte  Mag- 
giore  et  si  stende  insino  a  Fossa  Cavallina  et  a  San  Rofello. 

II  popolo  di  Bologna  non  poco  si  duole  di  vedersi  privo  delle  cose  spirituali  et  di  esser  30 
involto  in  tanti  disturbi,  ma  anco  si  lamenta  che  H  suoi  cittadini,  per  ambitione  di  dominare, 
sieno  cagione  della  rovina  della  lor  cittk  et  territorio  et  che  non  faccino  alcuna  provisione 
a  tanti  mali  che  ne  soprastanno  et  mormora  della  pigritia  di  chi  governa  et  che  sono  presti 
a  grhonori  et  agrutili,  ma  alla  salvatione  del  popolo  loro  tardi  et  negligenti.  Questo  mor- 
morio  intendendolo  grantiani,  temendo  di  qualche  rivolutione,  radunano  il  conseglio  delli  60,  35 
dove  si  trovano  tutti  li  magistrati  della  cittk,  et  gVotto  della  balia,  dove  sono  proposte  le 
querele  del  popolo,  et  sopra  ci6  si  cerca  il  consiglio  acciochfe  non  accada  qualche  seditione; 
furono  quivi  dette  assai  cose  et  fatti  longhi  discorsi.  Finalmente  si  concluse  che  si  eleg- 
gesse  il  cardinale  NicoI6  di  Santa  Croce,  il  quale  fosse  quello  che  tentasse  di  por  pace  fra 
il  pontefice  et  il  popol  di  Bologna ;  et  cosi  dal  conseglio  furono  eletti  gl'  inf rascritti  cittadini  40 
che  dovessero  andare  a  Imola  al  detto  cardinale  a  pregarlo  a  nome  di  tutta  la  cittk  volesse 
accettare  questo  carico  per  la  pace  della  sua  patria.  I  cittadini  fuoro  questi :  Giovanni  Guasconi, 
Nicol6  Mangioli,  Valente  di  Bettino  Valente.  Questi  alli  16  di  giugno,  il  giovedi,  andarono 
al  cardinale,  insieme  con  Raffaele  Foscarari  che  era  amico  caro  del  detto  cardinale,  et  giunti 
a  lui  et  esposta  la  volonta  della  cittk,  il  cardinale  gH  rispose  che  non  poca  ammiratione  45 
pigliava  della  lor  venuta  et  della  loro  molta  sicurezza  et  ch'egli  in  questo  tale  negocio  non 
si  voleva  a  modo  veruno  traporsi,  attentochfe  molto  poco  Tanno  passato  Thavevano  stimato 
et  molto  sprezzato,  perciochfe  havendo  lui  posta  pace  fra  li  Canetoli  et  la  parte  di  Anto- 
nio  Bentivogli  et  poi  col  legato,  essi  al  volgere  delle  spalle  che  egli  di  piazza  fece,  li  Ca- 
aetoli,  mancando  della  lor  parola,  con  inganno  entrarono  nel  palazzo  et  iniquamente  pigliato  .0 


lA.  1429]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  15 

il  cardinale  legato,  temerariamente  si  erano  fatti  padroni  della  cittk,  ribellandosi  al  pontefice. 
Et  che  hora,  se  bene  essi  dimostravano  humilta,  era  cosa  finita  et  necessitata,  vedendosi 
dalli  soldati  della  Chiesa  astretti.  Poi  gli  rinfaccio  la  temeritk  loro  di  havere  eletto  Barto- 
lomeo  Zambeccaro  abbate  per  vescovo,  la  qual  ingiuria  era  non  solamente  del  pontefice,  ma 

5  anco  sua,  et  quello  pivi  importa,  era  principale  offesa  a  Dio.     Et  che  per5  ritornassero  alla  lor 

patria  con  questa  risolutione  che  egli  non  voleva  piu  da  loro  esser  uccellato  et  schernito,  nk 

voleva  di  tal  negotio  in  modo  alcuno  intromettersi ;  et  con  questa  conclusione  il  Guascone  et 

li  compagni  alli  19,  la  domenica,  se  ne  ritornorono  a  Bologna  et  il  tutto  riferimo  al  senato. 

II  giorno  di  san  Ruffello  in   Bologna   si   corre  il   palio   con  li   barbari,  cominciando   il 

10  corso  dalla  porta  di  str^  Santo  Stephano  et  andando  per  Miola  dalla  Croce  de'  Santi  insino 
alla  porta  di  Sant'  Isaia,  ove  era  il  palio.  Parimente  il  giomo  di  san  Pietro,  il  mercoledi, 
se  ne  corre  un  altro  dalla  porta  di  San  Felice  piegando  su  per  la  salicata,  passando  dal 
seragHo  a  Portanuova  et  d'indi  in  piazza  et  per  le  Cavadure  entrando  in  stra  Maggiore 
insino  alla  porta. 

15  Li  soldati  nemici,  che  erano  per  guardia  della  bastia  del  Monte,  facevano  gran  danno 

alla  cittk  et  molto  la  infestavano;  per  lo  che  il  senato  alli  26  di  luglio,  il  martedi,  manda 
alle  8  hore  una  parte  de'  confallonieri  del  popolo  con  le  sue  compagnie  et  li  soldati  al  Monte 
per  combattere  la  detta  bastia.  Alla  quale  giunti,  subito  pigliorono  le  prime  fosse,  et  dirizzando 
sei  scale  che  seco  recate  havevano  per  entrare  nella  bastia,  furono  gagliardamente  da'  nemici 

20  ributtati  addietro,  talmente  che  altra  cosa  buona  non  poterno  fare,  et  cosi  senza  altro  pro- 
fitto  alla  cittk  si  ritornorno. 

A  dl  primo  d'agosto,  il  lunedl,  la  campana  mezzana  che  h  sulla  torre  del  commune  di 
Bologna,  chiamata  la  Campana  de'  CoHegi,  fu  posta  su  la  detta  torre. 

II  pontefice  fastidito   della  lunga   guerra  con   Bolognesi,   manda  Lucido   conte   romano 

25  cardinale  Hostense  legato  di  Romagna  con  piena  auttorita  di  trattare  accordo  col  popol  di 
Bologna;  il  quale  alli  11  agosto,  il  giovedl,  giunge  neiressercito,  et  per  mostrare  ch'egli  non 
era  venuto  per  pace,  ma  per  guerra,  per  ispaventare  i  Bolognesi,  tosto  fa  tagliare  le  viti  et 
gli  arbori  del  territorio  di  Bologna.  Poi  alli  13  d'agosto,  il  sabbato,  con  molti  guastadori 
6'avicina  alla  cittk  et  va  alla  porta  di  strk  Santo  Stephano  et  manda  dui  ambasciatori   alle 

30  guardie  di  detta  porta  commandandogli  che  Taprino,  che  voleva  entrare  per  parlare  con  li 
antiani.  Avisati  gVantiani,  non  gli  parve  di  lasciarlo  entrare,  ma  vi  andorno  due  di  loro 
insieme  con  due  conf allonieri  del  popolo,  due  massari  et  due  delli  8  della  guerra ;  et  usciti 
della  cittk  et  havuto  insieme  longo  ragionamento,  gli  antiani  presero  licenza  di  ritornare  a 
riferire  il  tutto  al  senato  et  gli  ambasciatori  del  campo  tornarono  alla  chiesa  de'  Russi  ove 

35  era  il  campo.  Fra  tanto  il  cardinale  comanda  alli  guastatori  che  taglino  tutte  le  viti  et  al- 
beri  che  erano  intomo  la  cittk. 

II  senato,  sdegnatosi  del  cardinale,  manda  fuori  li  soldati  con  buona  parte  del  popolo,  li 
quali  vanno  alla  bastia  del  Monte  con  scale,  bombarde  et  altri  stromenti  militari.  Et  poscia 
fuori  della  porta  di  strk  Santo  Stefano  manda  tutti  li  huomini   d'arme  a  cavallo  con  molte 

40  bandiere  di  pedoni,  che  furono  in  tutto  il  numero  5000  armati,  acciochfe  facessero  resistenza 
alli  nemici  che  volessero  tentare  di  soccorrere  la  bastia  del  Monte. 

Giunti  li  Bolognesi  aUa  detta  bastia,  dirizzarono  le  scale  et  li  gatti  per  combatterla ;  di 
che  accortosi  le  guardie  della  bastia,  tosto  sul  campanile  diedero  col  fumo  segno  alli  suoi,  li 
quali,  posto  a  ordine  per  soccorrerli,  vennero  a  capitare   ove  erano  li  soldati   bolognesi,  et 

45  quivi  azzuffatisi  insieme,  fecero  gran  battaglia ;  finalmente  li  soldati  della  Chiesa  prevalendo, 
rincularono  li  Bolognesi  insino  alla  porta  di  San  Mamolo.  Furono  in  questa  zuffa  da  amen- 
due  le  parti  uccisi  molti  et  molti  fatti  prigioni;  et  fra  graltri  Paulo  Colonna  nipote  del  papa 
et  RafaeUo  Spinola  capitani  de'  cavalli  restarono  prigioni  de'  Bolognesi '. 


'  Liiro  d^  Dottori,  foglio  I. 


16  mSTORIA  DI  BOLOGNA  [a.  i4M] 


Li  «oldati  che  erano  intorno  alla  bastia,  vedendo  che  H  suoi  erano  dagli  nemici  stati  rin- 
ralzati,  dubitando  di  peggio,  laaciano  IMmpresa  cominciata  et  tosto  fanno  ritorno  alla  cittk, 
et  trovando  li  suoi  fatti  forti  alla  porta  et  H  nemici  esser  partiti,  si  pentirno  di  quanto  have- 
vano  fatto. 

II  «enato,  havendo  deliberato  ad  ogni  via  di  espugnare  la  detta  bastia,  il  giorno  seguente,  5 
che  fu  alli  14  d'ag08to,  la  domenica,  manda  da  cinquemila  persone  fuore  della  porta  di  strk 
Santo  Stephano  et  della  porta  di  strk  Castiglioni  a  vietare  il  passaggio  agli  nemici  che  soc- 
correr  volessero  la  detta  bastia  et  l'altra  parte  della  gente  manda  con  le  cose  necessarie 
alla  detta  bastia  per  conquistarla;  li  presidii  della  bastia  di  nuovo  danno  segno  alli  suoi,  li 
quali,  senza  haver  dubbio  alcuno  de'  Bolognesi,  vengono  per  soccorrere  li  suoi:  ma  giunti  quasi  10 
dove  li  Bolognesi  erano  nascosti,  furono  avisati  che  non  passassero,  che  quivi  era  1'aguaito 
de*  Bolognesi,  et  inteso  il  segno,  ritornorono  tosto  a  dietro.  Fra  tanto  i  Bolognem  combat- 
terono  la  bastia   insino  alle  23   hore,   nk   potendo  conquistarla,  se  ne  ritornorono   alla  cittJi. 

AUi  23  d'agosto,  il  martedi,  il  pontefice,  sendo  stato  avisato  di  tutte  le  cose  della  guerra 
dal  legato,  et  vedendo  la  costanza  de'  Bolognesi  et  grande  loro  ostinatione,  manda  per  am-  15 
basciatore  suo  Rolando  da  Genezzano  con  piena  auttoritk  per  trattare  accordo  fra  li  Bolo- 
gnesi  et  la  Chiesa.  Rolando  giunge  a  Bologna  alli  27  d'ag08to,  il  sabbato,  et  entrato  in  se- 
nato  et  ragionato  insieme  della  pace,  et  havuta  amorevole  risposta,  se  ne  ritomb  al  campo 
al  legato,  et  havuto  seco  parlamento  sopra  le  cose  di  Bologna,  se  ne  torna  di  nuovo  in  Bo- 
logna  al  aenato,  et  conferito  il  tutto  col  senato,  si  accommodJ)  a  molte  loro  dimande;  per6  per  20 
confirmarle  volle  che  il  senato  mandasse  seco  gli  suoi  ambasciatori  con  li  capitoli  scritti 
di  quanto  domandavano,  et  gionti  al  legato  et  letti  li  detti  capitoli,  non  volle  il  legato  con- 
firmargli,  anzi  minaccib  di  rovinargli  et  farli  di  molti  danni.  Ritomati  adunque  senza  al- 
cuna  conclusione  gli  ambsisciatori  al  senato  alle  cinque  hore,  molto  «'isdegnb  il  senato,  n6 
perci6  puntino  si  pieg6  dal  suo  primo  volere,  anzi  arditamente  8eguit6  le  cose  della  guerra,  25 

II  legato  del  campo,  vedendo  la  coatanza  de'  Bologneai,  manda  a  chiedere  al  senato  gli 
suoi  ambasciatori  et  gli  promette  che  ne  seguirJi  fra  di  loro  qualche  accordo.  II  senato  a 
di  30  d'agosto,  il  mercoledi,  gli  manda  li  medesimi  ambasciatori,  et  ragionando  insieme  et 
con  Rolando  da  Genezzano,  conclusero  et  capitolorono  in  questa  guisa,  ciofe: 

Che  la  citta  havesse  a  creare  gli  antiani,  confallonieri  et  massari;  30 

Che  tutte  le  vicarie  delle  castella  dovessero  esser  de'  cittadini; 

Che  airuflSzio  delle  bollette  fosse  uno  per  lo  legato  et  Taltro  per  li  antiani; 

Che  li  capitani  delle  porte  sieno  cittadini  bolognesi; 

Che  le  chiavi  delle  porte  della  cittk  fossero  doppie  et  una  parte  fosse  presso  del  legato 
cardinale  et  Taltra  presso  gVantiani;  35 

Che  Bartolomeo  Zambeccari,  eletto  vescovo  per  il  conseglio,  rinuntii  la  elettione  et  re- 
stituisca  il  vescovato  al  cardinale  Santa  Croce  vescovo,  con  patto  che  il  papa  gli  restituisca 
la  abbatia  di  san  Bartolomeo  di  Ferrara; 

Che  il  legato  della  cittk  debba  habitare  nel  palazzo  grande; 

Che  li  signori  antiani  habitino  nel  palazzo  de'  notari,  il  quale  si  habbia  a  ristorare  alle  spese  40 
della  cittk; 

Che  il  legato  debba  tenere  a  sue  spese  300  cavalli  et  200  fanti  et  non  di  piii; 

Che  li  signori  antiani  debbino  salariare  altrettanti  cavalli  et  pedoni; 

Che  gVantiani  possino  eleggere  tre  huomini  etil  papa  confirmare  uno  di  quelli  per  podest^; 

Che  il  pontefice   debba   mandare  il  legato   che   piace   al   senato  et   al   popolo   et   non  45 
piacendoli  sia  tenuto  a  rimoverlo; 

Che,  pagati  li  soldati,  dacieri  et  castellani,  la  spesa  delli  signori  antiani  et  della  sua  corte 
sieno  pagati  delle  entrate  della  citt^  et  quello  avanzark  sia  del  papa. 

Questi  suddetti  capitoli  furono  approbati  dal  conseglio  delli  600  et  il  partito  paB86  con  602 
fave  bianche  et  14  negre.    Et  il  senato,  vedendo  quietato  tutte  le  cose,  fa  intendere  al  cardinale  50 


[AA.  1429-1430]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  17 

che  quando  piu  li  piacerk  faccia  1'  entrata  nella  citth,  che  da  tutto  il  popolo  sark  lietamente 
accolto.  Ma  egli  risponde  che  prima  vuole  avisare  del  tutto  il  papa,  et  di  quanto  avisera 
sark  fatto. 

AUi  5  settembre,  il  lunedi,  si  restituisce  1'  acqua  del  canale  di  Rheno,  la  quale  era  stata 

5  tolta  circa  undeci  mesi,  nel  quale  tempo   sempre  si  era  macinato  alli  pistrini,   sendone   uno 

o  due  per  capella  fabricati.     Venuta  la  risposta  dal  pontefice,  il  cardinale  Lucio  fa  intendere 

al  senato  voler  f ar  Tentrata ;  li  quali  pongono  ogni  cosa  percio  a  ordine,  et  alli  25  di  settembre, 

in  domenica,  fa  la  sua  entrata  per  la  porta  di  stra  Maggiore,  ma  prima  fu  incontrato    dalli 

magistrati  fuori  della  porta  et  salutato   nella   chiesa   di   sant' Huomobuono,   dove  egli   prima 

10  gli  assolse  dalla   scomunicatione   insieme  con  tutta  la  citta  et  li  raccolse   con   lieta   faccia ; 

li  quali  poi  saliti  a  cavallo,   ne  vennero   alla  detta  porta,  ove   era  il  baldachino   et   tutto  il 

clero  con  le  arti  e  tutto  il  popolo,  et  entro  con  grandissimo  honore   et  applauso.     Et   fatta 

Tentrata  in  palazzo,  fece   porre  le   bandiere  della  Chiesa   alle   finestre,  et  li  signori   antiani 

fecero  por  fuori  le  bandiere  del  popolo  et  della  Iibertk  alle  finestre  del  palazzo  de'  notari. 

15  Alli  26  settembre,  il  lunedl,  il  cardinale  va  a  San   Petronio  et  quivi   canta  la  messa   et 

da  licenza  alli  chierici  tutti  di  officiare,  et  levo  via  Tinterdetto   che  era  durato  un  anno. 

II  cardinale  licenza  il  campo  della  Chiesa  che  era  a  Russi  nel  contado  di  Bologna,  il 
quale  subito  si  parte  et  ne  and6  in  Romagna. 

II  cardinale  a  dl  20  di  ottobre,  il  giovedl,  fa  rovinare  la  bastia  di  San  Michele  in  Bosco 
20  et  alli  29,  il  sabbato,  fa  rovinare  quelle  della  Madonna  del  Monte. 

Giovanna  Bentivogli  mogHe  di  Gasparo  Malvezzi  in  Modona  muore  di  parto  di  Pirro  et 
Iasci6  dodici  figliuoli  al  mondo.  Questa,  come  h  detto  di  sopra,  fu  cacciata  della  chtk  di 
Bologna  insieme  col  marito  per  sospetto. 

Li  frati  di  santa  Brigida  habitavano  nella  chiesa  di  san  Cristoforo  di  Saragozza,  et  le 
25  vergini  habitavano  fuori  della  porta  di  San  Vitale. 

Anno  di  Cristo  1430.  —  Sono  creati  gli  antiani,  il  confalloniere  di  giustitia  et  gli  altri 
magistrati  secondo  il  consueto  della  cittk;  e  sono  Carlo  Ghisilieri  gonfaloniere,  Bornio  da 
Sala  dottore,  Pietro  dairOIio,  Romanino  Desiderii,  Gasparo  Papazzoni,  Giustiniano  Marsimigli, 
Tommaso  Bertuccini,  Bartolomeo  Bianchi,  Giovanni  Zelino. 

30  Parendo  ai  Canetoli,  alli  Zambeccari  et  a'  Griffoni  che   il  cardinale  piegasse   di   amore 

verso  il  popolo,  molto  dubitano  che  alla  fine  tutto  questo  non  sia  loro  rovina.  Si  consigliano 
di  cacciare  il  legato  della  cittk,  et  per  dare  effetto  a  questo  loro  scelerato  pensiero,  eglino 
alli  14  di  febbraro,  il  martedi,  a  due  ore  di  notte,  con  molti  suoi  amici  tutti  armati  passano 
alla  piazza  gridando :   *  Viva  il  popolo  et  le  arti  , .     Ma  il  popolo  a  queste  voci  punto  non  si 

35  muove,  per  il  che  essi  se  ne  ritornano  confusi  alle  loro  case.  Fra  tanto  il  legato  finge  di  non 
sapere  che  cosa  sia  stata  questa. 

Alli  20  di  febraro,  il  lunedl,  il  legato  ordina  che  si  faccia  un  palancato  avanti  la  porta 
del  palazzo;  et  di  gik  erano  fatte  le  fosse  per  li  travi,  ma  li  antiani  gli  fanno  intendere 
che  cio  b  contra  li  capitoli  fatti  et  che  a  modo  niuno  il  debba   fare;  et   il  cardinale   cessa 

40  di  fabricare. 

Alli  27  di  febraro,  il  giovedl,  il  senato  manda  ambasciatori  al  papa  a  riconoscerlo  per 
signore,  et  furono  eletti  questi,  cio6 :  Guido  Pepoli  cavaliere,  Giovanni  di  Gugliemo  dottore, 
NicoI6  dalla  Fava  medico,  Jeronimo  Bolognini,  Catellano  Gozzadini. 

II  cardinale  pensa  tacitamente  come  habbia  a  ponere  il  freno  in  bocca  a  questi  seditiosi 

45  et  debilitarli  le  forze,  et  per  far  ci6  pensa  di  far  ritornare  gVamici  d'Antonio  Galeazzo 
Bentivogli,  li  quali  oltre  che  a  lui  sarebbono  in  difesa  con  quelli  che  teneva  alla  guardia 
del  palazzo,  ma  anco  sarebbono  un  stecco  negrocchi  di  questi  seditiosi.  Et  pero  alli  16  di 
marzo,  il  giovedi,  egli  raduna  il  conseglio  delli  60,  dove  propone,  per  pace  universale  della 
cittk,  di  ripatriare  quei  cittadini  che  della  patria  si  trovavano  privi;  et  dopo  moUi  ragionamenti 

T.  xxxm,  p.  1  —  3. 


18  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  U30j 


quivi  fatti,  di  ottantadue  che  furoiio  proposti,  il  partito  solo  di  dieci  si  ottenne.  Ritomarono 
adunque  questi:  Ludovico  Bentivogli,  Beninck  Bargellini,  Battista  Poeti,  Filippo  dalle  Anella, 
Marco  dalla  Renghiera,  Papa  Pellacano,  Bartolomeo  Mar.gioli,  Floriano  da  Castel  San  Pietro, 
Giovanni  Malvezzi,  Nicol6  Malvezzi. 

Questi  giunti  in  Bologna,  il  legato  manda  per  Battista  Canetoli  et  suoi  fratelli  et  gli  fa    5 
far  pacc  insieme  a  nome  di  Antonio  Bentivogli,  havendo  essi  il  mandato  dal  detto  Antonio. 
Li  Canetoli  simulatamente  mostrano  di  questa  concordia  grande  allegrezza,  et  il  legato  mostra 
di  farne  grande  atima  et  il  popolo  ne  lauda  il  cardinale  grandemente. 

Li  Canetoli,  pieni  di  sdegno  et  di  sospetto,  cercano  di  soddisfare  al  pessimo  loro  animo, 
et  fra  di  loro  consigliati,  ordinano  di  estinguere  molti  degli  amici  di  Aiitonio  per  indebolire  10 
la  parte  del  detto  Antonio  et  del  legato  insieme,  et  pongono  in  piedi  un  trattato  contro 
di  loro  sotto  pretesto  di  volere  mantenere  la  liberti  sotto  la  Chiesa.  Et  alli  2  di  aprile,  la 
domenica,  per  loro  suggestione,  gli  antiani  radunano  il  consegHo  delli  60,  nel  quale  oltre  gl'  altri 
sei  si  ritrovorono  questi,  ciofe:  Egano  di  Aldregletto  Lambertini,  NicoI6  Malvezzi,  Bagarotto 
di  Vandino  Bianchi,  Tomaso  de'  Montecalvi,  Filippo  di  Silvestro  dalle  Anella,  Giovanni  15 
Marsilj. 

Radunato  adunque  il  conseglio,  NicoI6  Ariosti  si  lev6  in  piedi  et  cosi  disse:  "  Padri  con- 
"  scritti,  b  a  tutti  noi  chiara  la  pace  nella  quale  siamo  dopo  tanti  travagli  di  guerra  che  sl 
"  longo  tempo  habbiamo  esperimentati.  Et  hora  non  h  niuno  nella  nostra  citt^  che  non  gli 
"  paia  di  respirare  et  di  valersi  della  quiete.  Essendo  adunque  la  cittk  in  tanto  riposo,  ditemi,  20 
•  vi  prego,  che  cosa  meritarebbe  uno  o  piu  che  volessero  questa  quiete  universale  distur- 
"bare?,.  Stettero  tutti  li  congregati  a  queste  parole  sospesi  et  ammirativi,  n^  sapendo  quello 
che  Nicol6  volesse  inferire,  si  tacevano  et  si  miravano  Tun  raltro  in  viso.  Ma  egli  di  nuovo 
con  maggior  voce  replic6  le  medesime  parole.  N6  rispondendo  alcuno,  Nicolo  Zambec- 
chari  si  Iev6  in  piedi  et  disse :  "  Se  io  sapessi  chi  f  ossero  quei  che  la  nostra  pace  volessero  25 
"  disturbare,  risponderei,  ma  non  lo  sapendo  taccio„.  Gli  antiani  airhora,  sl  come  era  stato 
ordinato  et  tramato,  fecero  venire  nel  conseglio  Alberto  et  Jacomo  de'  Caccianemici  piccioli, 
Antonio  detto  il  Negro  stracciarolo  et  Nicol6  dagli  Leoni,  tutti  tre  amici  de'  Zambeccari  et 
huomini  di  mala  natura,  et  grimposero  che  dicessero  quel  tanto  che  privatamente  gli  have- 
vano  insegnato  del  trattato  ordinato.  Questi  confessorono  che  Egano  Lambertino  con  gral-  30 
tri  suoi  complici  sopranominati,  di  consentimento  d'Antonio  Galeazzo  Bentivogli,  havevano 
trattato  di  condurre  nella  citta  tutti  li  ribelli,  et  che  entrati  volevano  poi  mutare  lo  stato. 

Udendo  queste  false  parole,  Egano  et  Nicolo  Malvezzi,  rizatisi  in  piede,  vituperosamente 
gli  mentirono  per  la  gola,  et  cominciato  il  tumulto  nel  conseglio,  gli  anziani  fecero  condur 
gli  tre   testimoni  in   una  camera  et  li  cinque   in   un'altra  et  gli  fecero  chiudere  dentro  con  35 
buone  guardie. 

Awicinata  la  cena  et  posto  a  ordine  lautamente  ogni  cosa,  fecero  cenare  Egano  et  li 
compagni,  et  con  esso  lui  mangi6  Jacomo  di  Nesa  deirAbba  orefice,  uno  de'  detti  antiani,  con 
Giovanni  Marsilj  et  finita  la  cena,  Giacomo  fu  chiamato  fuore  con  Giovanni  Marsilj,  lasciando 
gli  altri  chiusi  in  camera.  40 

Battista  Canetoli,  Tabbate  Zambeccari  con  li  Griffoni  et  altri  suoi  parenti  et  amici 
f rattanto  pigliarono  I'  armi,  et  andati  al  palazzo  et  entrati  circa  le  sei  hore,  Jacomo  Ricevudi 
con  alcuni  compagni  pass6  alla  camara  ove  erano  rinserrati  li  cinque  sopranominati  et 
crudelmente  tutti  gli  uccise,  cio6 :  Egano  Lambertini,  Nicol6  Malvezzi,  Bagarotto  de'  Bianchi, 
Tomaso  Monlecalvi  et  Filippo  dalle  Anella;  e  spogliatili  gli  lasciarono  in  camiscia,  poi  45 
gli  f ecero  tosto  portare  all'  ospitale  della  Morte.  Fu  fatta  questa  scelerata  opera  nel  palazzo 
de'  notari  dove  gli  antiani  habitavano,  tenendovi  mano  Friano  di  Matteo  Griffoni  confaloniero 
di  giustitia. 

Battista  et  Baldessera  Canetoli  insieme  con  Tabbate  Zambeccari,  huomini  crudeli,  non 
contenti  di  haver  commesso  si  crudele  homicidio,  con  rarme  insanguinate  anco  passano  alla  50 


[A.  1430]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  19 

casa  di  Beninca  Bargellini  per  amazzarlo,  et  non  lo  ritrovando  (che  si  era  fuggito  con  molti 
altri),  uccisero  Agostino  di  Domenico  Gonzagno  da  Argelk  suo  nipote  et  il  lasciorono  morto 
sopra  della  porta. 

II  legato,  che  vede  tanta  inhumanitk,  dubitando  che  non  facessero  il  simile  a  lui,  overo 
5  che   lo   cacciassero   della  cittk,  egli  alli  3  d'aprile,  il   lunedi,   fingendo  di  voler   schivar   la 
pestilenza  che  era  nella  cittk,  si  parte  di  Bologna  et  se  ne  va  a  Cento,  et  non,  come  vuole 
il  Biondo,  ad  Imola,  lasciando  in  suo  luogo  il  vescovo  di  Forli. 

Gli  antiani,  volendo  mostrare  che  tenevano  giustitia,  havendo  diligentemente  essaminato 
Alberto  et  Jacomo  de'  Caccianemici   et   Antonio  detto   il  Negro   et  Nicol6   dagli   Leoni   et 

10  trovato  che  loro  falsamente  havevano  detto  contro  Egano  et  compagni  nel  conseglio,  alli  otto 
d'aprile,  il  sabbato,  gli  fanno  troncare  il  capo  in  pijizza,  et  essi  ne  riportano  il  castigo  di 
quei  che  tale  sceleranza  gli  havevano  fatta  fare. 

Giunge  a  Bologna  il  re  di  Portogallo  et  k  con  ogni  maniera  di  honore  raccolto  et 
accarezzato;  e  fece  graziare  un  condannato  a  morte  per  monete  false. 

15  In  questo   tempo,   contendendo   insieme   Paolo   Guinisi  et  Nicol6   nipote  di  Braccio   da 

Montone  per  cagione  di  Lucca,  il  Guinisi  manda  in  Bologna  Rainerio  Frosina  fuoruscito 
di  Perugia  a  far  genti,  et  havendo  fatta  una  compagnia,  il  tradi,  perchfe  si  accost6  con  li 
Fiorentini  nemici  del  Guinisi. 

Partitosi  il  legato  et  molti  amici  di  Antonio  Bentivogli  et  in  particolare  li  capi,  li  Canetoli, 

20  li  Zambeccari  et  li  Griffoni  rimasero  come  signiori  di  Bologna;  et  erano  capi  Battista  et 
Baldessera  Canetoli,  Tabbate  Zambeccari  et  Matteo  Griffoni. 

Non  sodisfacendo  alli  Canetoli  quello  che  sin  qui  havevano  fatto,  anche  si  dispongono 
di  bandire  deUa  cittk  Antonio  con  tutti  li  suoi  amici  sotto  finto  pretesto  di  dire  che  Antonio 
era  di  notte  venuto  alle   mura  della   cittk  con   scale  per   entrarvi,  et  di  ci6  ne  fecero   fare 

25  un  longo  ma  falso  processo,  come  hoggidl  anche  appare  ne*  libri  degFarchivi  della  citta,  et 
f ecero  sopra  ci6  dar  sentenza ;  e  furono  questi  li  banditi :  Antonio  et  figlioli  de'  Bentivogli, 
Lodovico  B^ntivogli,  Battista  Poeti,  Benincasa  Bargellini,  Carlo  Malvezzi,  Nicol6  Rustigani, 
Matteo  Garisendino,  Pietro  Magagna,  Giuliano  Fiffo,  Jacomo  Aldrovandi,  Francesco  Fantucci, 
Giovanni  Francesco  da  Tossignano  medico,  Matteo   Lanarolo,  Alberto  Bianchetti  preposito, 

30  Galasso,  Guidone  da  Vedriano,  Saracino  Beccaro,  Giovanni  Daniele  dal  Calice,  Azzo  da 
Quarto,  Antonio,  Petronio  Frizza,  Guid'Antonio  Lambertini,  Giovanni  Malvezzi,  Boldrino 
Armarolo,  Sabbadino  Cavani  da  Cassi,  Giuliano  Pelizzaro,  Giovanni  da  Caprara,  Sabbadino 
Barbiero,  Giovanni  Inglesi,  Andrea  de'  Sacchi,  Petronio  da  Sassuno,  Gregorio  et  Michele 
Pellizzari,  Giovanni  Busto,  Francesco   Melchior   Bargellini,   Verzuso   Lodovisi,   Fantuzzo   di 

35  Duzzello  Fantuzzi,  Jacomo  dal  Lino,  Giovanni  di  Andrea  Bianchetti,  Pietro  dal  Purgo,  Mar- 
tino  Bombasaro,  Pietro  Minarini,  Matteo  Guidanozze,  Andrea  et  figlioli  Albertucci,  Berga- 
mino  di  Giacomo,  Giovanni  Fantucci,  Francesco  Buccarini,  Gaudiolo  Rustigani,  Pase,  Bar- 
tolomeo  da  Dugiolo,  Fabruccio  Beccaro,  Jeronimo  dalle  Aste,  Jacomo  di  Pietro  Rosso,  Bo- 
lognetto  dalle  Fiubbe,  Bartolomeo  da  Bagnarola,  Liccio  de'  Proli,  Giovanni  del  Lino,  Matteo 

40  Tignoso,  Segurano  da  Monzone,  NicoI6  Cavazza,  Lodovico  Calvi,  Nanino  di  Cantino,  Ra- 
buino  Pellacano,  Bartolomeo  del  ^gante  Pelacano,  Melchiorre  et  Bartolomeo  de'  Negri, 
Giovanni  da  Gazzo,  Michele  de'  Landini,  Riccio  et  fratelli  del  Ponte,  Vernocco  da  Casi, 
Bellochio  Beccaro,  Ambrosio  Brocchetta,  Antonio  et  Gasparo  Scardovi,  Taddeo  Bentivogli, 
Andrea  et  Bertore  Merighi  da  Granarolo. 

45  Questi  tutti  furono  posti  in  bando  della  forca  come  disturbatori  della  patria  acciocch^ 

li  Canetoli,  Zambeccari  et  Griffoni,  senza  alcuno  impedimento  et  fuori  di  ogni  tema,  potessero 
meglio  tiranneggiare  la  cittk. 

II  legato,  sendo  in  Cento,  scrive  tutti  gli  disordini  occorsi  in  Bologna  et  Tavisa  distin- 


48.  HelVori^Hole  Bolgna 


20  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  U30] 


tamente  di  tutte  le  ucciBioni  et  inique  proscrittioni  fatte  dalli  Canetoli  et  suoi  confederati 
et  ressorU  a  cercare  con  ogni  via  di  havere  il  dominio  libero  della  citt^  havendo  la  parte 
di  Antonio  et  il  popolo  favorevole,  altrimenti  Bologna  diverrk  una  spelonca  di  tiranni. 

II  papa,  et  per  le  lettere  del  legato   et  anco  di   molti  cittadini  et  anco  dalla   bocca  di 
molti  di  quei  che  erano  stati  banditi,  intende  tutte  le  scelerate  aitioni  de'  Canetoli,  et  volendo     5 
ad  ogni  via  rimediare  a  tanti  disordini,  crea  il  vescovo  di  Torpeja,  huomo  pratico  e  valoroso, 
legato  et  revoca  il  cardinale  e  a   costui  impone  che  usi  ogni  diligenza   di   ridurre  Bologna- 
sotto  il  suo  libero  dominio. 

Alli  25  di  giugno,  la  domcnica,  il  vescovo  Torpeja  giunge  a  Cento,  ove  era  51  cardinale, 
et  gli   moBtra  le  lettere   apostoliche,   alle  quali  il  cardinale  ubbidisce  et  se    ne  va  a  Imola.  10 

Alli  2  di  luglio,  la  domenica,  il  vescovo  legato  manda  uno  dei  suoi  al  senato  di  Bologna  a 
notiiicarli  la  voIontJi  del  pontefice  et  ad  essortarli  che  vogliono  riceverlo  come  legato  costituito 
dal  papa  et  ubbidire  a  sua  Santitk  come  figli  amorevoli.  II  senato  risponde  che  egli  intende 
di  volere  osservare  li  capitoli  fatti  fra  il  pontefice  et  la  cittk  et  che  pregavano  sua  Santita 
non  volesse  contravenire  a  quanto  haveva  fatto.  IS 

II  vescovo  Torpeja,  havuta  questa  risposta,  fa  bandire  che  niuno  del  territorio  di  Bologna 
presumi  portare  cosa  alcuna  a  Bologna  sotto  la  pena  della  vita  et  che  tutti  li  contadini  del 
detto  territorio  non  si  muovino  dalle  loro  case,  ma  che  attendino  a  lavorare  et  coltivare 
la  terra  senza  tema  alcuna,  et  questo  insino  a  tre  miglia  vicino  la  citti. 

II  Torpeja  fa  venire  Tessercito,  di  cui  n'era  capitano  il  Caldora  et   conduttieri  Nicol6  20 
ToUenlino,  Cesar  Martinengo,  Nicol6  Pisano,   Astorre  Rtanfredi,  Severo   da   Marzano,  Gui- 
d'Antonio  Manfredi,  Taddeo  da  Este,  Gattamelata  et  il  conte  Brandolino,  et  passa  nel  ter- 
ritorio  di  Bologna  et  si  ferma  a  Cortesella,  et   egli  va  a  San   Gnovanni  in  Persicetto.     Era 
in  questo  esercito  Antonio  Bentivogli  et  li  altri  banditi. 

II  Caldora  manda  alcune  bandiere  di  soldati  al  canale  di  Rheno  et  gli  fa  levar  Tacqua  25 
accioch6  Bologna  non  possa  macinare. 

Li  Canetoli  fra  tanto  fortificano  la  cittk  in  ogni  parte  et  vi  pongono  le  guardie. 

Antonio  Bentivogli  con  la  compagnia  delli  prescritti,  volendo  tentare  Tentrata  nella  cittk,  va 
alla  porta  di  strk  Maggiore  circa  le  sei  hore  di  notte,  et  tanto  si  avicina  alla  detta  porta,  che 
egli  pone  il  fuoco  nel  rastello  di  fuori.  Et  Taltra  parte  delFessercito  frattanto  alli  16  di  luglio,  30 
la  domenica,  con  le  scale  saliscono  sopra  le  mura  et  pigliano  il  baracano  che  fe  fra  le  due 
porte  sopra  le  grade  del  Cavadiccio  et  rompono  la  detta  grate.  Et  udite  le  percosse  del 
ferro,  fu  dato  il  segno  con  la  campana;  quivi  il  popolo  armato  concorse,  et  salito  sopra  Tistesso 
muro  ove  gli  nemici  saliti  erano,  vennero  alle  mani  insieme  et  d'  indi  cacciorouo  gli  nemici 
et  ne  pigliarono  quattro,  li  quali  poi  alle  23  hore  furono  impiccati  nel  mercato,  et  molti  35 
ne  ferirono  et  due  morti  ne  furono  trovati  fuori  delle  mura.  Nella  detta  zuffa  con  una 
saetta  fu  nella  faccia  ferito  Gasparo  figliolo  di  Matteo  de'  CemetolL 

II  Caldora,  vedendo  che  a  Cortesella  non  faceva  alcun  profitto,  si  parte  et  passa  al  ponte 
di  8ant'Antonio  fuori  di  strk  San  Vitale  et  quivi  si  ferma. 

II  senato  manda  al  vescovo  Torpeja  per  trattar  la  pace  grinfrascritti  ambasciatori,  cioh:  40 
Giovanni  Guascone  dottore,  Giovanni  de'  Canonici  notaro,  Basilio  Tiraldi  notaro,  li  quali  la 
conclusero  per  alcuni  giomi  in  questa  guisa: 

Che  li  Bolognesi  dovessero  mandare  al  pontefice  ambasciatori  a  far  seco  accordo  et 
che  frattanto  non  si  guerreggiasse  insieme,  ma  ciascuno  deponesse  Tarmi; 

Che  in  questo  tempo  non  potesse  esser  portata  vettovaglia  dentro  Bologna,  eccetto  che  45 
per  un  miglio  vicino  la  cittk; 

Che  Tacqua  del  canale  et  di  Savena  si  restituisca  alla  cittk; 

Che  li  Bolognesi  non  potessero  scrivere  soldati  da  cavallo,  n6  da  piedi  et  che  dovessero 
consignare  sei  ostaggi,  cio^  uno  de'  Canetoli,  uno  de'  Zambeccari,  uno  de'  Ghisilieri,  uno 
de'  Griffoni,  un  figliolo  dalle  Corr^gie  et  un  figliolo  di  Jacomo  Canonici;  de'  quali  quattro  ne  50 


[A.  1430]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  21 

dovessero  andare  a  Parma,  et  dui  rimanere  presso  il  legato;  con  patto  ancora  che  i  Bolognesi 
facendo  soldati   fosse  in  arbitrio  del  legato   farne   quello   piu  li  piacesse,   et  che  ritornando 
gli   ambasciatori  che  dovevano  gire  al  papa  o  con  pace  o  senza,  liberamente  il  legato  tutti 
gli  dovesse  restituire. 
5  Terminata  la  tregua,  furono  eletti  ambasciatori  per  mandarli  al  papa  gl' inf  rascritti,  cio6: 

Delphino  Gozzadini  vescovo  di  Pina,  Giovanni  Griffoni,  Valente  di  Bettin  lanarolo. 
Questi  si  partirono  alli  18,  il  martedi,  et  andarono  al  papa  a  Roma. 
In   questo   medemo   giorno  il  luogotenente   del   legato   con   il   podestk  et   altri   assai   si 
partono  dal  palagio  della  signoria  et  passano  nell' essercito  della  Chiesa,  et   il   palazzo  resta 

10  dishabitato  a  fatto,  cosa  che  mai  piu  avvenne. 

II  senato  manda  Romeo  Foscarari  et  Stephano  Ghisilardi  a  trattare  con  accordo  con  il 
vescovo,  havendo  egli  I'  autorita  papale  di  f  ar  questo.  Li  quali  tutti  insieme  f anno  longo  ragio- 
namento  piu  di  una  fiata;  finalmente  alli  21  di  luglio,  il  venerdi,  havendo  li  capitoli  in  mano 
per  sottoscriverli,  straccio  li  capitoli,  et  gia  essendo  come  licentiati  gli  ostaggi,   non  so  per 

15  qual  cagione,  il  vescovo  si  adiro  con  Romeo   Foscarari,  et  con  dire  non   ne  voler  far  altro, 

et  licenti6   Romeo,  il  quale   ritornb   alla  citta;  et  fatto   del   tutto   chiaro  il  senato,   molto  si 

sdegn6  contro  il  vescovo,  vedendosi  deleggiato  et  dubitando  che  egli  i  patti  fatti  non  servasse. 

Alli  24  di  luglio,  il  lunedi,  mand6  I'  abbate  Zambeccari  et  Battista  Canetoli  ad  abbrusciar 

il  monasterio  et  la  chiesa  di  San  Michele  in  Bosco  de'  frati  di  Monte  Oliveto,  luogo  bellissimo, 

20  vago  et  di  bella  architetura,  et  ci6  fece  il  senato  perch^  dubitava  che  gli  nemici  quivi  si 
fortificassero. 

AUi  25  di  luglio,  il  martedi,  il  Torpeja  va  a  San  Giovanni  con  I'  essercito  et  passa  alle 
Caselle  et  fa  di  molte  scorrerie  sul  territorio  di  Bologna,  saccheggiando  insino  vicino  Bologna 
a  due  migUa,  seaza  far  danno  alcuno  da  due  miglia  in  la;  et  da  questo  lato  egli  piglia  quasi 

25  tutte  le  castella  che  vi  sono. 

A  di  18  agosto,  il  venerdi,  Tomaso  da  Loiano  et  Gallasso  Vedrana  banditi  di  Bologna 
ordinano  un  trattato  di  entrare  in  Bologna  con  1'  essercito  della  Chiesa  in  questa  guisa.  Ritro- 
vandosi  Tomaso  alla  Corvara,  tratt6  con  Giovanni  da  Ferrara  et  con  Giovanni  da  Cento  et 
altri  soldati  della  Chiesa  come  si  potesse  havere  Ubera  entrata  in  Bologna,  et  conclusero  che 

30  ciascuno  di  essi  fingesse  di  andare  a  pigUar  denari  da'  Bolognesi,  et  sendo  scritti,  doveva 
Giovanni  da  Ferrara  avvelenare  Giovanni  da  CasaU  contestabile  de'  fanti  di  Bologna  et  li  sol- 
dati  della  Chiesa,  poi  alli  23  di  agosto  la  notte  secretamente  dovevano  passare  alla  citta  et 
da  dui  lati  della  cittk  salire  le  mura,  cioe  dalla  porta  di  Saragozza  et  dalla  porta  di  strk  San 
Vitale ;  et  stando  il  popolo  a  combattere  in  questi  luoghi,  Giovanni  sopradetto  con  li  suoi  sol- 

35  dati,  che  erano  da  22,  dovevano  accendere  il  fuoco  nella  casa  di  Battista  CanetoU,  de'  Zani- 
beccari,  de'  Griffoni  et  de'  Ghisilieri;  poi  dovevano  passare  alla  porta  di  strk  San  Vitale  et 
salir  sopra  di  quella,  tingendo  di  difendere  la  citta,  et  cosi  mandare  giii  alU  nemici  le  scale; 
ma  il  trattato  si  scoperse.  AUi  29  di  agosto,  essendo  ordinato  il  trattato,  Giovanni  un  giomo 
mirando  la  casa  di  Battista  Canetoli  per  eleggersi  un  luogo  facile   per  accendervi  il  fuoco, 

40  fu  da  alcuni  per  questo  atto  tolto  a  sospetto  et  fu  detto  agrantiani  U  quali  lo  fecero  pi- 
gliare,  et  per  via  di  tormenti  confess6  il  tutto  intieramente,  per  lo  che  fu  impiccato  per  la 
gola  nel  mercato. 

II  Torpeja,  fastidito  dalla  longa  guerra,  n^  potendo  resistere  alla  grave  spesa  che  si 
faceva,  fa  intendere  a'  Bolognesi  che  gli  mandano  i  loro  ambasciatori,  ch'egli  trattark  seco 

45  accordo;  et  U  Bolognesi,  anche  ritrovandosi  stanchi  et  lassi  da  tanti  travagli,  desiderosi  di 
quiete,  gli  mandano  alcuni  cittadini,  et  fu  aUi  1 7  di  settembre,  la  demenica.  Li  quaU  havuto 
ragionamento  insieme,  finalmente  si  accordano,  presente  il  vescovo  di  ForU  et  Lorenzo  mandato 
dal  pontefice,  che  a  questa  pace  si  interpose,  di  mandare  li  capitoU  che  li  Bolognesi  gU 
havevano  portati,  con  questi  patti,  che  se  per  cagione  de'  Bolognesi  non  succedesse  accordo 

50  o  che  non  volessero  accettare  U  detti  capitoli,  eglino  fossero  obligati  di  pagare   cento  mila 


^2  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14301 

ducati,  et  uon  volendoli  segnare  il  papa,  Bieiio  obbligati  11  Bologneai  di  pagare  tutta  la  graasa 
al  doppio  di  quello  foBse  giustamente  istimata.  Et  conchiuaero  il  tutto  fra  di  loro.  I  Bo- 
lognesi  gli  diedero  gl' inf rascritti  ostaggi  di  osservare  quanto  havevano  determinato;  gli 
OBtadici  furono  questi:  Tomaso  di  Carlo  Zambeccari,  Valdessera  di  Lambertino  de'  Canetoli, 
Valdessera  di  Scardovino  Scardovi,  uno  de'  Ghisilieri,  un  figliolo  di  Jacomo  dalle  Correggie,  uno  5 
de'  Griffoni.  Tutti  questi  furono  per  ostaggi  consignati;  et  il  seguente  giomo  Tomaso  Zam- 
beccari  et  Baldessera  Canetoli  andarono  a  Forll,  ove  havevano  a  stare  sino  al  ritorno  di 
Lorenzo,  che  era  ito  al  papa  con  li  capitolL  II  legato  adunque  restitui  Tacqua  a  Bologna 
per  macinare  et  diede  facoltk  a  ciascuno  di  portar  vettovaglia  alla  citt^ 

II  papa  non  conferma  li  capitoli  et  alli  3  di  ottobre,  il  martedi,  Lorenzo  ritorna  da  10 
Roma  et  va  al  legato,  che  era  a  San  Giovanni  in  Persicetto,  et  gli  spiega  la  volontk  del  pon- 
tefice,  il  quale,  senza  far  moto  alcuno  di  ci6  alli  Bolognesi,  alli  4,  il  mercoledi,  manda  molte 
bande  de  cavalli  a  scorrere  il  paese  insino  sulle  porte  della  citta,  rubbando  ogni  cosa;  et 
fatto  questo,  manda  a  signilicare  a'  Bolognesi  che  il  pontefice  non  ha  approvati  li  capitoli, 
et  egli  la  seguente  notte  fece  ritorre  l'acqua  del  canale  di  Rheno.  15 

I  Bolognesi,  clie  veggono  le  lor  cose  a  peggior  stato  che  di  prima,  alli  12  di  ottobre, 
il  giovedl,  di  notte  a  hore  6,  mandano  molti  guastatori  a  Santa  Maria  del  Monte,  et  quivi 
fanno  una  bastia  et  la  fortificano  di  ogni  cosa  necessaria  et  vi  pongono  buone  guardie  et  vi 
lasciano  per  capi  Bernardino  dalle  Corregge,  Tomaso  Spetiale  del  dottore,  Bucino  de'  Mus- 
solini,  Jacomo  Alberghi  et  Bartolomeo  della  Fioppa,  tutti  huomini  valorosi  et  fedeli.  20 

Giudicando  NicoI6  da  Este  marchese  di  Ferrara  che  il  papa  havesse  spesa  insoppor- 
tabile  nel  far  questa  guerra  et  che  a'  Bolognesi  fosse  gran  danno,  tenta  di  porvi  pace;  et 
a  questo  effetto  alli  19  d'ottobre,  il  giovedi,  manda  a  Bologna  Nicol6  Ariosti  ambasciatore 
ad  intendere  tutte  le  difficulta  che  erano  fra  il  papa  et  Bologna,  le  quali  a  pieno  intese, 
rAriosto  priega  il  senato  che  mandi  alcuni  cittadini  de'  suoi  al  marchese  ad  informarlo  et  25 
trattar  con  esso  lui  quanto  fosse  et  giusto  et  honesto,  percioch6  il  marchese  era  per  traporsi 
al  fame  seguir  la  pace.  II  senato  adunque,  piacendoli  la  proposta  deirAriosto,  mandano 
seco  Romeo  Foscarari  et  Jacomo  dalle  Corregge,  li  quali  andati  a  Ferrara,  stettero  col  mar- 
chese  insino  a  di  2  di  novembre,  n6  potendosi  fra  di  loro  cosa  alcuna  concludere,  per  ca- 
gione  del  duca  Philippo  che  conturbava  il  tutto  affine  che  il  marchese  non  ne  havesse  questo  30 
onore. 

Jacomo  dal  Lino  a  di  primo  di  novembre,  il  mercoledi,  h  fatto  vicario  della  rocca  di 
Pediano  per  otto  mesi. 

L'e8sercito  della  Chiesa  passa  al  Borgo  Panigale  et  fabrica  una  bastia  alla  chiesa  della 
Certosa,  poi  viene  insino  a  Ravone  et  alcune  bande  de  soldati  con  molti  guastatori  spianano  35 
alcuni  rivelloni  et  tagliate  che  li  Bolognesi  havevano  fatto  vicino  la  porta  di  San  Felice, 
et  poi  molti  soldati  si  pongono  nelle  vicine  case  in  aguato,  come  certi  che  li  Bolognesi  usci- 
rebbono  a  farli  resistenza  per  poterli  malamente  trattare,  si  come  fecero;  percioch6  vedendo 
rovinare  le  dette  tagliate,  uscirno  della  cittk  da  quattrocento  fanti  fra  cittadini  e  forastieri 
con  40  cavalli,  et  usciti  gli  nemici  dairaguaito,  si  azzufforono  insieme  et  i  Bolognesi  gli  fe-  40 
cero  tosto  voltar  le  spalle  et  molti  ne  ferirno;  questo  fu  alli  12  di  ottobre,  il  martedl, 

I  Bolognesi  mandano  Jacomo  dalle  Corregge  a  Ferrara  per  condurre  al  loro  stipendio 
Pietro  da  Novarino  famoso  capitano  con  500  cavalli,  ma  ritrov6  che  di  nuovo  egli  si  era  as- 
soldato  con  li  Venetiani;  et  per  questo  egli  alli  15  di  decembre,  il  venerdi,  se  ne  ritorna  a 
Bologna  senza  effetto  alcimo  della  sua  andata.  45 

Alli  16  di  decembre  gli  nemici  vanno  alla  porta  di  Galliera  et  con  una  scala  cercano 
di  entrare  per  un  palco  che  quivi  era,  ma  uditi  et  scoperti,  abbandonorono  tosto  Timpresa, 
lasciando  quivi  le  scala  et  un  palo  di  ferro  et  si  fuggirno  via. 

Cominciano  le  brine  et  i  ghiacci  et  cresce  oltre  modo  il  freddo,  per  lo  che  il  legato 
manda  li  soldati  alle  loro  stanze  a  svernarsi,  et  alli  20  di  decembre,  il  mercoledi,  si  parte  il  50 


fAA.  1430-1431]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  23 

campo  da  Ravone  et  dalla  Certosa  et  passa  alle  castella  del  territorio  di  Bologna  per  aspettar 
quivi  la  primavera. 

Mentre  che  li  soldati  sono  alle  lor  stanze  et  che  il  legato  si  sta  a  San  Giovanni  molto 
strettamente,  si  comincia  a  pratticare  pace ;  laonde  il  papa  manda  al  legato  Antonio  Manfredi 
5  perchfe  seco  tratti  deiraccordo  con  li  Bolognesi  et  il  papa  et  inoltre  manda  un  suo  fami- 
gliare  a  Bologna  a  significarli  che  egli  non  haveva  volsuto  concludere  cosa  che  fosse  stata 
per  mezzo  del  marchese  di  Ferrara  per  alcuni  degni  rispetti,  ma  che  tosto  manderebbe  un 
suo  nuntio  per  concludere  la  detta  pace.  Et  acciochfe  piu  felicemente  la  pace  seguitasse,  Bat- 
tista  Canetoli  mando  Marino  dall'AquiIa  cancelliere  a  Fiorenza  a  Nicol6  da  Ugnano  fioren- 

10  tino  suo  caro  amico  et  molto  familiare  del  pontefice,  con  pregarlo  che  si  forzasse  con  la 
sua  prudenza  di  pregare  il  papa  a  far  questa  pace.  Nel  vero  tutti  nella  citta  erano  stanchi 
et  fastiditi  dalla  longa  guerra  et  erano  nella  cittk  pochissimi  soldati  et  di  peggio  non  vi 
erano  danari  per  pagare  li  soldati,  et  per  queste  et  altre  cagioni  si  bramava  la  pace;  et  av- 
venga  che  Bologna  fosse  stata  oppressa  da  longa  guerra,  nondimeno  era  abbondante  di  pane 

15  et  di  carne,  percioch^  si  davano  36  onze  di  pane  al  bolognino  et  la  libra  della  came  valeva 
dieci  denari,  la  carne  del  porco  fresco  quatuordici  denari  et  il  vino  era  a  basso  prezzo,  rolio 
a  soldi  due  la  libra,  la  carne  del  bue  soldi  1  et  danari  2,  il  vitello  soldi  2.  Pero  b  che  la 
cittk  era  divenuta  una  sentina  di  ogni  vitio  et  che  tanti  erano  li  mali  che  si  facevano,  che 
era  cosa  insopportabile:  niuno  osservava  legge,  niuno  era  sicuro  di  notte,  non  vi  era  timor 

20  di  Dio,  nh  era  sceleranza  che  non  si  commettesse,  perch^  ciascuno  viveva  a  suo  modo  licen- 
tiosamente.  Per6  il  senato,  vedendo  tanti  disordini  et  peccati  nella  cittk,  crearono  otto  cit- 
tadini  di  buona  fama  et  costumi,  li  quali,  insieme  col  podestk,  havessero  a  castigare  i  delin- 
quenti  senza  alcuna  remissione  et  a  moderare  la  cittk,  et  furono  questi:  Giovanni  de'  Cano- 
nici  dottore,  Gasparo  Lupari  uno  degl'  antiani,  Giovanni  Angellii.i  dottore,  Zono  dalla  Volta 

25  banchiere  et  confalloniere  di  popolo,  Pietro  Zizza  pellacano,  Jacomo  Pannolini  per  li  mas- 
sari,  Carlo  Ghisilieri  cavalliere,  Giovanni  di  Jacomo  Griffoni  per  li  12  della  balla. 

Quest'  anno  il  senato  f a  fare  una  campana  di  libre  3500  et  la  fa  porre  sopra  il  palazzo 
de'  notari,  ove  habitava  la  signoria,  la  quale  si  sonava  quando  entravano  gli  antiani  et  con- 
fallonieri  del   popolo   et.  ogni   qalunque  volta   si  radunava   il   conseglio,   avengach^   per   lo 

30  avanti  per  tai  negoci  si  suonava  la  campana  di  San  Petronio  che  da  San  Giovanni  in  Per- 
sicetto  fu  portata  gli  anni  passati. 

Anno  di  Cristo  1431.  —  Si  fanno  gli  nuovi  antiani  et  gli  altri  magistrati  secondo  il 
solito  della  cittk. 

Alli  9  di  fcbbraro,  la  domenica,  vengono  novelle  in  Bologna  della  morte  di  Jacomo  Iso- 
35  lani  cardinale;  mori  a  Milano  sendo  di  80  anni.  Questi  fu  figliolo  gik  di  Giovanni  di  Men- 
golo,  che  fu  in  grande  stima  appresso  de'  prencipi  et  in  particolare  presso  il  duca  Giovanni 
Galeazzo  et  il  duca  Filippo.  Egli  radun6  molte  ricchezze  stando  a  Genova  per  governatore, 
fu  capo  di  Maltraversi  in  Bologna  et  lasci6  doppo  di  se  della  sua  moglie,  che  gik  hebbe 
prima  fosse  cardinale,  dui  figlioli  legitimi  et  un  naturale. 
40  Antonio  Bentivogli,  sendo  ritornato  a  Roma,  va  a  visitare  il  re  di  Napoli  et  molti  altri 

signori  di  quel  reame,  da'  quali  6  grandamente  honorato  et  accarezzato. 

II  papa  manda  il  cardinale  di  Santa  Croce  con  ogni  auttoritk  di  fermar  la  pace  co'  Bo- 

lognesi;  il  quale  manda  alla  citik  Antonio  Manfredi,  che   venuto  et  fatta  la  ambasciata  se- 

condo  la  volontk  del  cardinale,  i  Bolognesi  risposero  che   essi  erano  pronti  ad  osservare   li 

45  capitoli  fatti  fra  il  papa  et  loro  et   che   se  il  pontefice   era  di  altro   animo,  che   essi  erano 

per  farli  resistenza  con  tutte  le  sue  forze. 

Intendendo  li  Bolognesi  che  era  condotta  vettovaglia  alla  bastia  della  Certosa,  manda- 
rono  fuore  200  fanti  et  40  cavalli  per  pigliarla,  a  cui  facevano  scorta  350  cavalli;  et  venendo 
airarme  insieme,  i  Bolognesi  gli  ruppero  et  hebbero  la  vettovaglia  et  la  condussero  in  Bologna. 


24  HJSTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i4aii 


Alli  18  di  febbraro,  la  domenica,  Martino  pontefice  muore  a  Roma  a  hore  4  di  notte;  et 
la  nuova  della  sua  morte  giunge  in  Bologna  alli  24  di  febbraro,  il  sabbato,  et  parve  che  della 
morte  sua  tutta  la  cittk  si  rallegraase. 

Hattista  Canetoli  et  Tomaso  Zambeccari  ai  dispongono  di  f ar  havere  la  rocca  d'  Imola  a' 
Bolognesi,  havendovi  dentro  tre  de'  provisionati  co'  quali  haveva  fatto  stretta  amicitia  quando  5 
egli  dciitro  vi  fu  per  ostaggio.  Et  ordinato  il  tempo,  awisano  Nicol6  Fortebraccio  capiiano 
de'  soldati  tiorentini  che  al  dissegnato  tempo  si  debba  ritrovare  al  detto  luogo  per  entrare 
nella  rocca.  Ma  questo  trattato  fu  scoperto  al  vescovo  Torpeja,  il  quale  fece  impiccare  li 
tre  provisionati. 

Esseudo  le  cose  sospese  per  la  morte  del  pontefice  et  trovandosi  le  castella  del  territorio  10 
di  Bologna  per  li  soldati  molti  aggravate,  lutti  d'accordo  domandorono  aiuto  alli  Bolognesi 
per  cacciarne  detti  soldati. 

Et  li  Bolognesi,  fatto  conseglio  fra  di  loro  di  condurre  Nicol6  Fortebraccio  et  Rainaldo 
di  Provenza  con  600  cavalli,  et  danno  tremilla  ducati  a  Bemardino  dalle  Correggie  acciochi: 
gli  vada  a  coudurre,  con  prometterli  anco  il  loro  honorato  salario.  Bernardino,  sendo  tutti  15 
i  luoghi  pieni  di  soldati  della  Chiesa,  passa  a  Spilimberto  et  va  per  lo  Fregnano  nel  territorio 
di  Pisa.  Si  fanno  in  Bologna  tre  dl  le  processioni  con  pregar  Iddio  che  conceda  alla  chri- 
stianit^  un  buon  pastore. 

Eugenio,  che  prima  chiamavasi  Gabriele  Condelmario  cardinale  venetiano,  fe  creato  pon- 
tefice,  che  gii  fu  legato  di  Bologna,  alli  3  di  marzo,  il  sabbato;  et  la  nuova  del  suo  pontifi-  20 
cato  giunse  a  Bologna  alli  7  di  marzo,  il  mercoledl,  et  iii  Bologna  se  ne  fa  grandissima  festa 
di  fuochl  et  campane  et  si  pongono  fuore  alle  finestre  del  palazzo  de'  notari  li  confaloni, 
ove  stanno  gli  antiani,  perch^  ciascuno  sperava  che  la  pace  sarebbe  alla  citt^  restituita. 
Antonio  Bentivogli  ritorna  da  Napoli  a  Roma. 

Alli  10  di  marzo,  il  sabbato,  una  donna  nella  strada  di  Torleone  partorisce  due  creature  25 
a  un  parto,  cio6  un  fanciullino  con  tutte  le  sue  membra  et  Taltra  senza  capo,  senza  braccia 
et  gambe,  che  altro  non  era  che  un  tronco  di  carne  col  biligolo  di  longhezza  mezzo  braccio, 
et  dove  esser  doveva  il  coUo  vi  erano  alcuni  peli  con  una  picciola  fissura  avanti,  che  ne 
la  dimostrava  esser  femina;  visse  circa  tre  hore  et  fu  monstrata  publicamente  in  piazza,  poi 
si  mori.  30 

Li  Canetoli,  sendo  amici  del  pontefice,  alli  12  di  marzo,  il  lunedl,  mandano  a  basciar 
il  piede  al  papa  a  Roma  et  a  trattare  la  pace  della  citta. 

Galeotto  fratello  di  Battista,  il  quale  giunto  a  Roncastaldo  et  assalito  dagli  fuorusciti 
f u  difeso  et  salvato  da  Tomaso  da  Lojano,  et  per  quest'  opera  generosa  ch'  egli  fece  fu 
cancellata  la  sua  figura  del  muro,  che  era  dipinta  con  li  piedi  impiccata  per  traditore.  Sono  35 
accresciuti  li  datii  delle  porte  a  soldi  sei  Tanno:  Per  la  vendita  della  corba  del  formento 
soldj  2;  per  la  vendita  della  corba  della  fava,  spelta,  melega,  soldi  1 ;  per  la  vendita  di 
ciascun  bue  soldi  trenta;  per  un  vitello  soldi  18.  Alli  26  di  marzo,  il  liinedi,  furono  anche 
posti  ad  alto  graltri  dacii,  et  si  fece  questo  per  haver  danari  da  mantenere  la  citt^  trava- 
gliata  daU'essercito  della  Chiesa.  40 

I  Fiorentini,  mentre  la  pace  si  tratta  fra  il  pontefice  et  i  Bolognesi,  msindano  al  senato 
per  ambasciatori  Bartolomeo  da  Monteaveto  dottore  et  Filippo  da  Firenzola  a  persuadere 
a'  Bolognesi  che  non  si  tosto  facessero  accordo  col  papa,  ma  che  afiirmassero  di  animo  co- 
stante  volere  conservare  la  loro  libertk;  questo  facevano  li  Fiorentini  perch^  dubitavano  che 
il  papa,  sendo  amico  della  lega  et  dando  qualche  siuistra  risposta  a'  Bolognesi,  il  duca  poi  45 
non  desse  a'  Bolognesi  aiuto  per  conservatione  della  lor  libertk  et  egli  poi  havesse  libero 
passaggio  nella  Toscana  e  U  facesse  guerra. 

Bernardino  dalle  Correggie  scrive  al  senato  come  Nicol6  Fortebraccio  si  proferiva  di 
venire  a  Bologna,  ma  che  bisognava  maggior  numero  di  danari  per  poter  condurre  li  suoi 
soldati  et  che  Rainaldo  di   Provenza  verrpbbe   anch'egli  con   200  cavaUi   fioriti  e,t  bw?  ^  50 


[A.  1431]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  25 

ordine.  O  povera  Bologna,  se  al  presente  havevi  danari,  havevi  il  Fortebraccio  et  conser- 
vavi  la  tua  antica  libertk;  ma  il  ritrovarti  povera  et  essausta  sei  da'  Fiorentini  pasciuta  di  pa- 
role  et  priva  di  soldati  che  ti  difendano;  per5  rivolgiti  a  cercar  la  pace,  che  meglio  per  te  fia. 
Vedendosi  adunque  il  senato  senza  danari  et  senza  soldati,  tratta  la  pace;  et  benchfe 
5  Galeotto  Canetoli  fosse  a  Roma  con  speranza  di  ottenerla,  nondimeno  parve  alli  padri  di 
mandare  per  debito  loro  ambasciatori  al  pontefice  a  rallegrarsi  della  sua  dignitk  et  poi  trat- 
tar  la  pace,  et  inoltre  gli  parve  di  mandare  al  senato  venetiano  a  congratularsi  seco  come 
loro  amici  del  papa  creato  loro  cittadino;  et  cosi  alli  29  di  marzo,  il  giovedi,  elessero  gl'in- 
frascritti  al  papa  ciofe:  Pietro  de'  Ramponi  canonico   et   cherico  apostolico,   Romeo  Fosca- 

10  rari  cavalliere  et  dottor  di  legge,  Nicolo  Zambeccari,  Galeotto  de'  Canetoli  dottor  di  legge 
che  era  anco  a  Roma,  Francesco  Guidotti,  Jacomo  dalle  Correggie,  Floriano  Griffoni,  Pietro 
Mezzovillani  banchiere,  Beccadello  degrArtenisi. 

Creati  gli  ambasciatori,  mandarono  a  pigliare  il  salvocondotto  al  vescovo  di  Torpeja  a 
San  Giovanni  per  poter  passar  liberi  al  papa,  ma  non  lo  volle  dare  senza  licenza   del  pon- 

15  tefice  o  se  Bolognesi  non  permettevano  darli  il  libero  dominio  della  cittk  a  nome  delpapa; 
et  se  volevano  far  questo  voleva  gli  ostaggi  sotto  gravi  ubligationi  di  osservar  quanto  pro- 
mettevano.  II  senato  scrive  di  cio  a  Galeotto  Canetoli  et  gli  ambasciatori  non  si  partono; 
Galeotto  fa  buono  ofiicio  presso  il  pontefice,  il  quale,  a  suasione  del  detto  Galeotto,  scrive  al 
vescovo  Torpeja  legato  deiressercito  che  lievi  il  campo    da   Bologna  et   che  la   vettovaglia 

20  liberamente  entri  nella  cittk  et  se  gli  restituisca  I'  acqua  per  macinare,  Le  lettere  le  porto 
Giovanni  di  Lando  d'Ambrosino  bolognese,  et  andato  a  San  Giovanni,  le  present6  al  detto 
vescovo,  il  quale  poco  le  stimo  et  disse  che  erano  fittitie  et  non  del  pontefice  et  che  di 
quanto  che  in  esse  contenevasi  non  ne  voleva  far  nuUa,  se  pero  non  gli  davano  il  libero 
dominio  della  cittk. 

25  Mentre  che  il  senato  di  nuovo  avisa  Galeotto  della   ostinatione  del   Torpeja  et   che   di 

ci6  si  aspetta  la  risposta,  occorre  un  caso  che  non  poco  conturba  la  citta,  et  fu  tale. 

Alli  5  d'aprile,  il  giovedi,  partendosi  Bartolomeo  di  Nicol6  de'  Prieti  et  Giovanni  di 
NicoI6  Beroaldo  da  San  Proculo,  habitatione  delFabbate  Zambeccari,  et  passando  avanti  la 
casa  di  Floriano  Mezzovillani,  dove  habitava  Ludovico  de'  Canetoli,  et  essendo  egli  quivi  con 

30  Pietro  Mezzovillani  a  sedere,  anco  vi  era  un  famiglio  del  detto  Ludovico  che  teneva  nemi- 
citia  con  il  detto  Giovanni;  il  qual  servo,  come  vidde  che  Giovanni  era  passato  senza  far 
moto  ad  alcuno,  il  8eguit6  insino  alla  casa  di  Battista  Legnani  et  quivi  lo  pigli6  per  il  collo, 
mostrandoli  con  quest'atto  che  era  in  sua  libertk  di  offenderlo  et  vendicarsi  della  ricevuta 
offesa.     Di   ci6   accortosi  Ludovico,   tosto  si   lev6  et  corse  al  rumor  et  con  parole  mordaci 

35  et  coleriche  ributt6  adietro  il  servitore,  lasciando  libero  Giovanni.  Ora,  adiratosi  Giovanni 
di  questo  insulto,  ritorno  insieme  con  Bartolomeo  alFabbate  Zambeccari  et  narrolli  il 
fatto  occorso;  il  quale  infuriato  et  pieno  d'ira,  pigli6  Tarmi  et  molti  de'  suoi  amici  tosto 
fece  armare  et  frattanto  mand6  a  sfidare  Ludovico  con  alcune  parole  villane.  Ma  Ludo- 
vico  humanamente  gli   fece  intendere   che   molto  di  ci6  si  maravigliava,  atteso  che  non  era 

40  colpevole  in  questo  fatto  et  che  era  stato  favorevole  a  Giovanni  contro  il  servitore  et  che 
haveva  minacciata  la  sua  gran  temeritk  et  che,  essendo  lui  adirato,  non  li  voleva  altrimenti 
rispondere.  Partiti  gli  servitori  deirabbate,  tosto  vi  and6  Battista  Canetoli  et  gli  narr6  il 
tutto,  et  narratoli  il  fatto  et  uscito  di  casa,  il  sopragionse  quivi  un  servitore  del  detto  ab- 
bate  et  a  nome  parimenti  deirabbate  gli  disse  molte  parole  ingiuriose  et  villane;  ma  Battista, 

45  che  non  godeva  il  dono  della  patienza  come  il  godeva  Lodovico,  gli  rimand6  la  risposta 
molto  piu  villana  et  vituperosa  della  sua  ambasciata;  per  il  che  fra  di  loro  ne  nacque  odio 
grande.  Nondimeno  molti  amici  delFuno  et  deiraltro  trasponendovisi,  gli  riconciliorno  estrin- 
secamente,  ma  non  di  dentro. 

Alli  6  di  aprile,  il  venerdl,  Bartolomeo  di  NicoI6  de'  Prieti  et  Gasparo  Catanio  cugino 

50  deirabbate  ha  parole  con  Giorgino  da  Tossignano   contestabile  de   fanti  et   amico   di   Bat- 


26  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i43i] 


rista  Canetoli,  et  dalle  parole  veiiendo  airarmi,  uccisero  Giorgino;  del  qualc  homicidio,  per 
esser  la  citti  in  aspettatione  della  pace,  il  senato  non  ne  fece  altra  diraostrazione,  riserban- 
dod  a  tempo  pii  comodo.  Da  queato  misfatto  impunito  i  scelerati  presero  animo  di  mal 
fare  al  loro  volonth,  et  alli  otto  d'aprile,  la  domenica,  Battista  sarto  amico  de'  Griffoni,  volen- 
dosi  vendicare  sopra  un  figliolo  di  Guiduccio  da  Montevi6,  il  feri  malamente,  per  lo  che  li  5 
confallonieri  risentendosi,  volsero  far  pigliare  Battista  et  darlo  nelle  mani  del  podestk  ac- 
ciochfe  il  castigasse.  Ma  Battista  mostrandosi  in  piazza  dietro  ad  Aloisio  Griffoni,  il  bar- 
gello  mand6  subito  Mercadino  et  Giovannl  Tignoso  che  il  pigliassero;  di  che  accortosi  Luigi 
et  cavato  lo  stocco,  gli  feri  amendui,  presenti  li  collegj,  li  quali  tosto  radunati,  fecero  armare 
tutte  le  guardie  del  palazzo  per  farlo  prigione.  II  che  vedendo  Luigi  et  dubitando  di  se  me-  10 
demo,  con  Battista  ne  uscl  di  piazza  et  diede  luogo  airira  et  impeto  delli  collegj,  et  se  a 
tanto  romore  non  vi  si  trapponevano  molti  cittadini,  nasceva  grandissimo  disturbo  et  rovina 
nella  citth ;  ma  come  piacque  a  Dio,  si  pose  silentio  a  questi  romori,  riserbandosi  la  giostitia 
il  ruminarli  a  tempo  et  luogo. 

Non  manca  Galeotto  in  questo  tempo  di  procurare  presso  il  pontefice  la  liberatione  della  15 
cittk  da  tanti  mali  ne'   quali  era   sepolta  et  in   particolare  per   lo  travaglio   del  vescovo   di 
Torpeja,  il  quale  non  voleva  ubidire  alle  lettere  apostoliche. 

I  Bolognesi  mandano  li  capitoli  a  Galeotto  che  li  presenti  al  pontefice  a  nome  degli 
oratori  in  esso  nominati  per  la  citt^,  posciach^  non  hanno  potuto  andar  a  Roma  per  cagione 
del  Torpeja.  Galeotto  gli  presenta  al  papa  et  approva  quello  li  piace,  poi  manda  Bartolomeo  20 
dal  Poggio  scrittore  apostolico  per  suo  nuntio  con  li  detti  capitoli  segnati,  secondo  era  re- 
stato  d'accordo  con  Galeotto,  che  dal  senato  haveva  il  mandato,  li  quali  parimenti  appro- 
vati  dal  senato  di  Bologna,  and6  dal  vescovo  a  rimovere  tutte  le  offese.  Li  capitoli  presen- 
tati  a  papa  Eugenio  quarto  dagli  oratori  del  popolo  di  Bologna,  cio^:  Pietro  de'  Ramponi 
canonico  bolognese  cherico  della  camera  apostolica,  Romeo  de'  Fosc^irari  cavaliere  et  dottore  25 
di  legge,  Galeotto  de'  Canetoli  dottore  di  legge,  Nicola  Zambeccari,  Francesco  de'  Guidotti, 
Giacomo  dalle  Correggie,  Floriano  de'  Griffoni,  Pietro  de'  Mezzovillani  et  Beccadello  degli 
Artenisi,  sono  questi ' : 

Primo.  Che  tutti  li  cittadini,  habitatori,  incoli  et  popolo  di  Bologna  et  la  istessa  cittk  libe- 
ramente  siano  assoluti  da  quale  si  voglia  escommunicatione,  suspensione  et  interdetto  etiamdio  30 
spetiali,  bench6  non  fosse  seguita  satisfattione,  cominciando  dal  1428  del  mese  di  luglio  fuori 
della  occasione  delle  novita  fatte  nella  citti  di  Bologna  et  susseguentemente  insino  al  pre- 
sente  giomo. 

Secondo.  Che  non  possi  fare  inquisitione  o  procedere  per  occasione  di  quale  si  sia  ec- 
cesso  o  delitto  nella  cittk  di  Bologna  o  fuori  per  lo  stato  commesso  dal  detto  tempo  in  35 
qua  contra  li  cittadini  et  incola  et  habitatori  di  Bologna  et  sua  diocesi  et  contra  qualxm- 
que  altro  che  per  le  occasioni  predette  per  li  prelati  et  officiali  della  Chiesa  o  vero  vesco- 
vato  di  Bologna  in  qualsivoglia  luogo  fossero  stati  banditi  o  degli  honori,  officii,  roba,  di- 
gnita,  prelature,  fettorie,  amministrationi  o  prebende  o  beni  o  ragioni  fossero  stati  privati  e 
di  nuovo  banditi,  ma  che  in  tutte  le  cose  si  restituischino  nel  pristino  stato,  et  di  fatto  et  40 
di  ragione  s'  intendano  esser  restituiti. 

Piace. 

Terzo.  Che  li  sedeci  reformatori  dello  stato  della  cittk  di  Bologna,  che  al  presente  sono, 
debbino  deputare  et  eleggere  gl'  antiani,  li  sedeci  confalonieri  del  popolo  et  li  massari  delle 
arti  secondo  il  modo  et  forma  consueti  di  farsi  al  tempo  dello  stato  popolare  et  tutti  graltri  45 
officiali  cittadini  eletti  a  qualesivoglia  officio  di  honore  nella  detta  cittL  Et  similmente  li 
detti  sedici  habbiano  da  eleggere  gl'  altri  sedeci  loro  successori  successivamente  di  tempo  in 
tempo;  li  quali   antiani,  confalonieri  del   popolo   et   altri  officiali   predetti  da   esser  da   loro 


'  Atti  neU'Archlvio  segreto  sotto  il  n.  1400^ 


[A.  1431]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCl  27 

eletti  et  deputati  entrino  et  essercitino  li  loro  offiq  con  quelle  loro  istesse  qualitk  modi  et 
luoghi  et  tempi  et  con  la  famiglia  et  spese  consuete. 

Non  piacque  questo  capitolo  a  sua  Santitk,  et  perb  in  luogo  di  esso  vi  pose  il  seguente,  cio^ : 
Che  20  consiglteri  nominati  et  defutati  da  sua  Santita  debbino  crearc,  eleggere  e  de~ 
5  -putare  gli  antiani,  li  i6  confalonicri  del  -pofolo,  li  massari  delle  arti  della  citta  di  Bologna, 
gli  officiali  di  San  Petronio  et  li  reformatori  dello  Studio  qualunquc  volta  ■piacera  loro  et 
fare  la  imborsatione  di  cssi  secondo  il  solito,  la  quale  imbossolatione  si  faccia  alla  -presenza 
del  legato  owero  governatore  et  da  essi  sia  confirmata,  cavando  di  tempo  in  tempo  gli  an- 
tiani  et  gValtri  govcrni  sopradetti  secondo  il  costume,  modo  et  consuctudine   di  essi  •  li  quali 

10  antiani  et  gli  altri  del  governo  debbino  havere  la  residenza  nel  palazzo  dove  al  presente 
Vhanno  con  le  loro  famiglie,  honori,  modi,  luoghi,  tempi  et  spese  a  tutti  consueti.  Et  pos- 
sino  et  debbino  ogni  qualunque  volta  che  loro  piacerh,  avanti  che  fnisca  il  loro  offlcio,  creare 
altri  20  confalonieri,  cioh  cinquc  per  ogni  tribii,  li  quali  habbino  poi  a  creare  gValtri  antiani 
che  deono  succedere  fnita  la  prima  imbossolatione  •  et  parimenti  degValtri  governi  sopradetti 

15  si  faccia  come  h  detto  prima  che  finisca  il  loro  officio,  et  cosi  successivamente  di  tempo  in 
tempo  habbino  vacatione  per  tanto  tempo  finito  il  loro  offitio  per  quanto  saranno  stati  ne  Vof- 
fitio  loro.  Possono  ancora  in  luogo  de'  morti  o  degli  absenti  a  tempo  surrogare  in  luogo  dcl 
morto  o  delVabsente  uno  o  piii,  secondo  il  bisogno  del  fatto.  Gli  officj  poi  del  capitaneato  delle 
porte  et  altri  officj  di  utilita  gli  possano  et  debbono  darli  et  conferirli  il  legato  o  governa- 

20  tore  che  sara  pro  tempore  col  consiglio  delli  detti  20  consiglicri  cittadini  et  non  sospciti, 
eccetuuti  quei  officj  dc'  quali  si  fa  mentione  nel  VII  capitolo ;  li  quali  sopradetti  deputati  per 
il  sommo  pontefice  e  da  deputarsi  nello  avvenire  durano  per  ispatio  et  tempo  di  un  anno. 

Li  nomi  de'  deputati  dal  pontelice  sono  questi.  Per  la  tribu  di  porta  San  Piero:  Gio- 
vanni  de'  Lodovisj,  Jacomo  dalle  Correggie,  Giovanni  dalla  Maddalena,  Jacomo  de'  Canta- 

25  glini,  Merigo  de'  Bucchi;  per  porta  San  Proculo:  Guido  de'  Peppoli,  Romeo  de'  Foscharari, 
Floriano  da  San  Pietro,  Nicola  de'  Zambeccari,  Francesco  de'  Guidotti;  per  porta  Stieri: 
Carlo  Chisilieri,  Battista  de'  Canetoli,  Stefano  Ghisilardi,  Jacomo  da  Muglio,  Giovanni  de' 
Griffoni ;  per  porta  Ravegnana :  Gozzadino  de'  Gozzadini,  Lodovico  Isolani,  Jeronimo  de'  Bo- 
lognini,  Gasparo  de'  Lupari,  Beccadello  degrArtenisi. 

30  Quarto.  Che  sua  Santitk  nel  deputare  il  legato  o  govematore  nella  cittk  di  Bologna  si 

degni  deputare  uno  de'  tre  che  li  regimini  di  detta  citta  nominarano,  et  se  quel  tale  depu- 
tato  per  occasione  alcuna  si  havesse  da  rimovere,  un  altro  sia  deputato  secondo  il  modo 
antedetto. 

Quinto.  II   medemo  si   faccia  del  pretore  di   Bologna;  ma   non  si   deputi  per   maggior 

35  spatio  di  tempo  che  per  sei  mesi  col  salario,  famiglia,  carichi,  honori,  giurisdittioni  et  uti- 
lita  consuete  secondo  la  f orma  de'  statuti  del  commune  di  Bologna ;  vak  possa  ritener  la  cassa 
0  il  cibbo,  ma  solamente  habbia  gli  emolimienti  provisti  dalli  statuti,  non  ostante  I'abuso, 
et  sia  sindicato  secondo  la  forma  delli  detti  statuti  della  elettione  da  farsi  de'  sindici  per  li 
antiani  secondo  Tuso  della  citta. 

40  Piace,  ma  vogliamo  che  per  tutto  il  tempo  nostro  sia  in   nostro  arbitrio  di  deputare  il 

pretore  come  piit  piacera  a  noi  et  secondo  la  nostra  volonta. 

Che  tutti  grofficj  di  utilitk  et  salariati  della  cittk,  contato  et  distretto  di  Bologna  et 
del  contato  d'ImoIa,  includendo  in  questi  il  riscuotitore  e  il  tesoriero  et  li  officiali  delle 
boUette,  si  conferischino  solamente   a'  cittadini  per  lo   legato  et  govematore   che  sark  pro 

45  tempore  in  questa  guisa,  cio^  che  li  detti  sedici  reformatori  dieno  al  detto  legato  o  gover- 
natore  li  nomi  di  due  cittadini  per  ciascun  officio  che  non  habbino  vacatione  secondo  la 
forma  de'  statuti  di  Bologna,  de'  quali  il  detto  legato  o  governatore  ne  deva  eleggere  per 
ciascun  officio,  de'  predetti  da  essere  deputati,  che  entrino  et  essercitino  Tofficio  secondo  la 
forma  sopradetta. 

50  Piace  che  tutti  gli  officj  di  utilith  della  citth  et  contato  et  distretto  di  Bologna  si  dienj 


28  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i43ii 


i 


a  cittadini  non  susfetti,  eccetto  che  il  legato  o  governatore  fossi  dare  la  tesorerta,  fofficio 
delle  bollette  di  Castel  San  Piero,  di  San  Giovanni  et  Medicina  a  chi  fiti  li  fiacera.  Piace 
ancora  che  gU  ufficj  delU  dette  castelle  si  con/erischino  a  cittadini,  dove  che  cib  sara  dalli  co- 
mitatim  addimandato,  et  che  Voffitio  delTesattore  generale  s'estingua. 

Che  il  medemo  si  faccia  de'  capitani  delle  porte  di  detta  citti  et  che  le  chiavi  di  ease 
per  la  metil  le  ritengono  gli  antiani,  secondo  si  costumava  al  tempo  del  cardinale  de 
Comite. 

Piace  che  il  detto  legato  o  governatore  defuti  il  cafitancato  delle  forte  solamente  a 
cittadini  non  susfetti  al  reggimento.     J^ondimeno  sia  in  sua  fotcsta   il  darc  il  cafitaneato 
di  due  forte  solamente  a  chi  cgli  vorrh,  furchh  non  sieno  come  di  sofra  sosfctti,  ma  le  chiavi  10 
rimanghino  fresso  il  legato  o  il  governatorc. 

Che  roffitio  del  giudice  della  mercantia  per  lo  legato  si  conferisca  a  un  dottore  di  ra- 
gione  civile  o  di  canonica  solamente  cittadino  bolognese,  fatta  la  denominatione  per  H  consoli 
della  detta  universitk  de'  mercanti,  et  il  medemo  si  faccia  del  rettore  delFarte  della  lana,  il 
quale  sia  deputato  al  detto  offizio  et  sia  giurisperito  et  cittadino.  1 5 

Piacc  delPoffitio  dclla  mercantia,  ma  deWoffitio  del  rettorato  sia  nella  dispositione  del  legato 
o  del  governatore  di  darlo  a  chi  li  fiacerh. 

Che  il  regimento  della  detta  citt^  possa  tenere  cento  lance  di  huomini  d'  arme  et  dugento 
pedoni  alle  spese  della  camera  di  Bologna. 

Piace  che  li  antiatii  fossino,   oltre  la  famiglia  consueta,  tenere  vinti  servitori  alli  qualt  20 
fer  ciascun  mese  se  li  dia  lire  $  fer  ciascuno  di  loro,  et  chc  tenghitio  uti  cafellano  col  salario  dt 
lire  dieci  fer  ciascun  mese. 

Che   per   le   spese   degl'antiani  et  de'  confalonieri  et  loro  famiglie   et  per  le   spese  et 
stipendj  de'  capitani  delle  porte  et  delle   genti  d'arme  predette   et   anco  per  lo  salario  de' 
dottori  cittadini  che   leggono  neQa  cittk  predetta,  si  deputino   tanti  datii  dell'entrata  della  25 
detta  cittk  alli  antiani,  li  quali  al  suo  mandato  si  distribuischino  talmente  che  ciascun  mese 
possino  havere  li  loro  salari  et  loro  stipendii. 

Piace  che  fer  le  sfese  tutte  cotisuete  degV  antiani  et  de'  confalonieri  si  assegnino  ccrte 
entrate  di  alcun  datio  et  fer  lo  salario  delli  detti  20  servitori. 

Che  intieramente  si  sodisfaccia  delli  loro  salari  alli  dottori  cittadini  di  Bologna  che  leg-  30 
gono  et  hanno  letto  Tanno  1430  et  1431  et  che  al  presente  leggono,  et  similmente  si  sodisffaccia 
a  tutti  grofficiali  che  furono  al  tempo  del  cardinale  de  Comite. 

Piace  di  queste  cose  si  stia  alla  deliberatione  del  legato  o  governatore  di  Bologna. 

Che   sua   Santitk  deputi   tanti  datii   d'entrata  alla  camera  di   Bologna   che   satisfaciano 
et  ascendino  alla  summa  di  lire  36  mila  bolognesi  per  ciascuno  anno,  per  soddisfatione  de'  35 
cittadini  secondo  la  tassa  fatta  per  lo  cardinale  de  Comite,  et  tutte  le  crescimonie  de'  datii 
si   lievino  dal  tutto,  n^  possa  nella  cittk  o  commune  predetto  alcun  nuovo   datio  o   gabella 
esser  imposta,  n^  antica  aumentarla. 

Piace  che  in  tutto  si  servi  V  istromento  fatto  fra  il  carditial  de  Comite  et  il  reggimento 
del  commune  di  Bologna;  le  crescitnotUe  foi  fer  hora  rimanghitio,  fer  esser  debole  Ventrata  40 
della  camera,  ferciochb  fer  le  tante  gravezze  non  si  dovriatio  fagare. 

Che  quei  che  saranno  dichiarati  per  fuorusciti  et  banditi  non  possino  stare  nella  citt^, 
contato  o  distretto  di  Bologna,  nh.  meno  neUa  cittk,  contato  o  distretto  d'ImoIa,  nh  meno 
nella  citt^,  contato  o  distretto  di  Modena  sotto  la  pena  ne'  statuti  di  Bologna  contenuta  et 
la  confiscatione  di  tutti  li  suoi  beni,  nfe  possino  esser  di  ijuovo  banditi  per  quale  si  sia  modo  45 
o  via  senza  licenza  et  volontk  del  detto  reggimento;  li  nomi  de'  quali  sono  questi:  Battista 
de'  Poeti,  Carolo  de'  Malvezzi,  Jacomo  Aldrovandi,  Antonio  de'  Gallucci,  li  figli  di  Bagarotto 
de'  Bianchi,  Guid'Antonio  Lambertini,  Giovanni  de'  Bianchetti,  Martino  Bombasaro,  Andrea 
degl'AIbertucci  et  figlioli,  Pietro  Calegaro  et  figlioli,  Basotto  di  Guglielmo  d'Altedo,  Pietro 
Conte  et  li  figlioli,  Segurano  de'  Monzoni,  Antonello  di  Virgilio  et  figlioli,  Antonio  Bentivogli  50 


lA.  1431]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  29 

et  figlioli,  Bolognino  dalle  Fiubbe,  Giovanni  dal  Lino,  Nicola  de'  Canicci,  Giovanni  de' 
Balduini  et  Giuliano  FifE  beccaro, 

Piace  che  tion  si  faccia  alcuna  fortezza   nella  citta  di  Bologna  o  fttore  di  nuovo  fer 
10  miglia. 
5  Che   tutte  le  cause   profane  di  applicationi,   supplicationi  et   querelle  si  devolghino  alli 

dottori  cittadini  secondo  la  forma  de'  statuti  della  cittk  di  Bologna  li  quali  abbino  seco  in 
compagnia  il  legato  overo  il  governatore,  se  in  queste  cose  tali  si  possi  appellare  alla  Corte 
romana,  et  se  sara  appellato  8'intenda  devoluta  al  legato  o  govematore,  li  quali  habbino  da 
commettere  come  di  sopra. 

10  Piace  che  il  legato  o  governatore  sia  insiente  con  li  dottori  cittadini. 

Bartolomeo  giunto  a  San  Giovanni  dal  vescovo  Torpeja  per  farli  esseguire  quanto  ne' 
capitoli  si  conteneva,  il  vescovo,  come  della  cittk  nemico,  rispose  haver  lettere  dal  pontefice 
contrarie  a  tutto  quello  che  egli  diceva  et  che  per  tal  cagione  non  voleva  approvare  li  detti  ca- 
pitoli  et  che  se  egli  per  altro  non  era  venuto,  che  per  questo  se  ne  poteva  ritornare  addie- 

15  tro.    Udendo  Bartolomeo  la  risposta  del  Torpeja,  si  parti  da  lui  alli  23  d'aprile,  il  lunedi,  et 

tritomo  a  Bologna  et  al  senato  riferi  il  tutto. 
Furono  posti  questi  capitoli  alla  camera  degl'  atti  al  tempo  degl'  inf rascritti  antiani,  cio^ : 
Porta  Ravegnana :  Francesco  de'  Bolognini  conf aloniere,  Battista  Isolani,  Andrea  di  Lamber- 
tino  Battaglia;  porta  Piera:  Giovanni  de'  Cansaldi  cavaliere  et  dottor  di  legge,  Gasparo  Pa- 
20  pazzoni;  porta  Stiera:  Nicolo  Ghisilardi  dottor  di  legge,  Nannino  da  Stiatico;  porta  Procula : 
w    Jacomo  de'  Sanuti,  Giovanni  di  Montino  de'  Coltelli. 

B  Giovanni  Bosco,  vedendo  la  durezza  et  ostinatione  del  Torpeja,  si  deliber6  di  dare  qualche 

fl   assetto  a  questa  cosa  senza  lui,  conoscendo   egli  questa  essere  la  volontk  del  pontefice,  che 

^  si  affettuassero  li  detti  capitoli.     Pero  si  parte  da  San  Giovanni  il  di  seguente  et  passa  alla 

25  bastia   della  Certosa  et  quivi   manda  al  senato   che   gli   mandi   alcuni   cittadini   per   parlare 

con   essi   loro    et   con  M.   Bartolomeo   sopradetto;   andarono   adunque   con   M.   Bartolomeo 

Tabbate  Zambeccari,  Battista  Canetoli   et   Jacomo   dalle   Correggie,  et   insieme   ragionano  a 

Wm,  longo;  finalmente  si  concluse  fra  di  loro  si  dovessero  esseguire  li  capitoli.     Tornati  li  cittadini 

alla  cittk,  che  fu  alli  25,  il  mercoledi,  che  fu  la  festa  di  san  Marco  evangelista,  fecero  porre 

30  fuori  delle  finestre  del  palazzo  de'  signori  la  frasca  et  il  confalone  et  arma  del  pontefice  in 

mezzo  di  quello  del  popolo  et  della  liberta,   et  si   diede  il  segno  della  pace  fatta  con  cam- 

pane  et  fuochi. 

Alli  26  d'aprile,  il  giovedl,  si  raduna  il  conseglio,  dove  si  ragiona  et  tratta  d'introdurre 

nella  cittk  Giovanni  Bosco  per  governatore  a  nome  del  papa,  ma  non  il  vescovo  Torpeja  per 

35  essersi   dimostrato  sl  nemico  alla  cittk,  et  elessero   sei   che  havessero  a  gire  a   riconoscerlo 

per  goveraatore  da  parte  del  senato  et  di  tutto  il  popolo.     Li  sei  eletti  f urono  questi :  Gio- 

vanni  dalla  Volta,  Corradino  Sarti  confalonieri,  Bacciliero  de'  Tebaldi  correttor  de'  notari, 

Filippo    degli   Alberghi   massaro   deirarte   della   lana,   Francesco   Guidotti,   Giovanni    dalle 

Armi,  tutti  de'  dodeci  della  pace;  li  quali  tutto  il  giorno  istesso  andarono  alla  Certosa  per 

40  levare  il  Bosco   eletto   governatore   et  il   conducono  alla   porta  di   San   Felice,   ove   ritrovo 

Francesco  de'  Buoi  banchiere  confalloniere  di  giustitia  con  quattro  anziani  et  tutti  li  genti- 

Ihuomini  che  Taspettavano.    Entrano  nella  cittk  et  il  conducano  al  palazzo,  portandoli  avanti 

la  bandiera  della  libertk  portata  da  Melchior  Viggiani  gentilhuomo  bolognese  et  quella  del 

popolo   portata   da  Luigi   Griffoni  et   quella  del   papa  da  Gasparo   Canetoli  et  quella   della 

45  Chiesa  da  Carlo  Zambeccari.    Era  in  compagnia  del  detto  governatore  il  Gattamelata  capi- 

tano  deIl'essercito  della  Chiesa  con  150  cavalli  et  80  fanti.    Pigliata  adunque  la  signoria  della 

cittk  per  il  papa,  Gattamelata  ritorna  a  San  Giovanni  al  vescovo  Torpeja  co'  li  suoi  soldati. 

Alli  27  d'  aprile,  il  venerdl,  il  governatore  di  Bologna  manda  un  bando  esser  tutte  le  offese 

levate  et   che   ogniuno  pu6   liberamente   portare   mercantie  et   altre  robbe  a  Bologna  et  ad 

50  altri  luoghi. 


30  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14311 


AIH  28  di  aprile,  il  sabbato,  il  governatore  rimove  1'interdetto  et  si  cominciano  a  celebrare 
i  divini  ufiicj  et  le  messe. 

AUi  4  di  maggio,  il  venerdl,  h  restituita  l'acqua  del  canale  del  Rheno  alla  dtti  et  anche 
quella  di  Savena. 

II  senato  manda  a  I<.oma  gli  ambasciatori  gi^  eletti  li  29  marzo,  li  quali   non    poterno     5 
andare  in  quel  tempo  per  cagione  del  Torpeja,  et  vi  aggiungono  Jacomo  dalle  Corrcggie  per 
congratularsi   col  ponteBce  del  pontificato  havuto,  et  alli  14  di  maggio,  il  lunedl,  si  partono 
con  una  honorevole   compagnia,  et  giunti  a  Roma,  non  potemo  entrarvi  per  la  guerra  che 
Antonio  Colonna  principe  di  Salemo  faceva  col  papa. 

Alli  30  di  maggio,  il  mercoledl,  li  Bolognesi  cominciano  a  rovinare  la  baatia  della  Certosa  10 
che  81  teneva  per  il  pontefice. 

A  d\  31  di  maggio,  il  giovedi,  li  confallonieri  del  popolo  fanno  portare  gli  stocchi  con 
li  broccheri,  in  luogo  de'  quali  prima  si  portava  la  manaretta.  Et  questo  il  fanno  per  esser 
coai  capitolato  fra  loro  et  il  govematore. 

Alli  due  di  giugno,  il  sabbato,  si  comincia  a  rovinare  la  bastia  del  Monte  che  ta  teneva  per  1 5 
li  Bolognesi. 

Alli  1 1  di  giugno,  il  lunedl,  essendo  alquanto  cessata  la  guerra  del  principe  di  Salemo 
et  del  papa,  gli  ambasciatori  entrano  in  Roma  et  con  ogni  favore  sono  dal  pontefice  accolti; 
et  poi  se  ne  ritoraano  a  Bologna. 

In  questi  giorai  gli  amici  d'Antonio  Galeazzo  Bentivogli  banditi  si  riducono,  parte  in  Ro-  20 
magna  et  parte  in  Lombardia;  et  alcuni  di  quelli,  ciofe:  Giovanni  Balduino,  Pietro  di  Musotto 
venetiano,  Nicol6,  Friano  figlioli  del  detto  Pietro,  Basotto  di  Gulielmo  Caccianemici,  Virgilio 
dei  Vergilj  da  San  Giovanni  con  altri  assai,  trattano  di  pigliare  il  castello  San  Giovanni, 
essendosene  partito  il  vescovo  Torpeja  con  tutto  ressercito  della  Chiesa;  laonde  essendo  in 
speranza  di  esser  introdotti  per  Bartolomeo  de'  Scozzi  del  detto  castello  et  di  haver  la  rocca,  25 
et  vedendosi  havere  1'  amore  del  castellano,  si  posero  a  ordine  per  entrare.  Ma  il  castellano 
del  tutto  ne  avisa  il  govematore,  Tabbate  Zambeccari  et  Battista  Canetoli,  li  quali  tosto 
vi  mandarono  Gasparo  Canetoli  et  Tomaso  Ghisilieri  con  200  fanti  per  opporvisi. 

Mentre  che  il  detto  Gasparo  Canetoli  et  Tomaso  Ghisilieri  sono  in  viaggio  per  condursi 
a  San  Giovanni,  lo  Scorza  a  di  13  agosto,  il  lunedl,  introduce  settantatr^  cittadini  amici  30 
d'  Antonio  Bentivogli,  ma  tosto  vi  sopragiunge  Gasparo  con  li  compagni  et  gli  h  aperta  una 
porta  da  alcuni  del  castello  che  erano  per  la  cittk,  et  entrato  passa  tosto  alla  piazza  gridando: 
"  Chiesa,  Chiesa  „ ;  per  lo  che,  smarriti,  gli  amici  d'  Antonio  si  posero  in  f uga,  ma  molti  di  loro 
ne  furono  morti  et  presi.  Vi  morsero  Giovanni  figliolo  di  Battista  Balduini,  Pietro  Musotto 
venetiano  et  Friano  il  figliolo,  Bolognino  Grosso,  Giorgio  di  Chimento  Pellizzaro,  Valdesserra  35 
dalle  Campane,  Jacomo  et  Giovanni  de'  Bonozzi,  Virgilio  de'  Virgilj  da  San  Giovanni,  il  Bar- 
biero  da  Scarga  Tasino,  Frontino  da  Budrio  et  molti  altri. 

Gli   feriti  et  li  prigioni   furono   molti,  ma   furono,  chi   per   amicitia  et   chi  per   danari, 
lasciati  liberi.     Et  per  questo  flagello  da  indi  in  poi  gli  altri  banditi  non  hebbero  ardire  di 
di  ritornare  sul  Bolognese ;  et  fu  questo  ad  Antonio  Bentivogli  di  non  poco  sospetto,  et  perci6  40 
da  Roma  si  parti  tosto  che  n'ebbe  la  nuova  et  venne   a  Faenza,  temendo   che  il   papa  non 
gli  facesse  qualche  dispiacere. 

Castel  San  Pietro,  che  per  anco  non  era  ritomato  a  divotione  della  Chiesa,  Giovanni 
Bosco  govematore  a  dl  19  di  giugno,  la  domenica,  si  dispone  farli  guerra,  et  radunato  li 
soldati  di  Bologna,  gli  manda  ad  assediarlo,  et  tosto  si  riduce  a'  voti  suoi.  45 

II  papa  revoca  Giovanni  Boschi  dal  posto  di  goveraatore  di  Bologna. 

AUi  7  di  settembre,  la  domenica,  Fantino  da  Ck  Dandoli  venetiano  pronotario  apostolico 
entra  governatore  della  cittk  et  h  con  grandissimo  honore  incontrato  et  honorato  da  tutti  li 
magistrati  et  dal  popolo. 

Vedendo  Eugenio   che  il  concilio   gik  da  Martino  V  in  Basilea   destinato,  et  che   egli  50 


j 


[AA.  1431-1432]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  31 

poi  approvato  haveva,  molte  cose  trattava  che  gli  scemavano  assai  della  podestk  et  dignit^ 
pontificia,  revoca  la  celebratione  del  detto  concilio  di  Basilea,  et  con  sentimento  di  tutti  i 
cardinali,  ordina  che  si  riduca  a  Bologna,  et  cio  per  cagione  della  guerra  che  era  fra  il 
duca  di  Borgogna  et  il  duca  d'Austria;  et  fa  intimare  a  tutti  li  regi,  principi  et  signori  et 
5  prelati  della  cristianita  che  fra  18  mesi  si  doveva  cominciare  il  detto  concilio   di   Bologna. 

Anno  di  Cristo  1432.  —  Sono  creati  li  magistrati  secondo  il  consueto  della  citta.  Et  gli 
infrascritti  20  huomini  sono  eletti  per  lo  conseglio  con  il  governatore  in  luogo  de'  16  refor- 
matori  dello  stato  per  un  anno,  et  nel  fine  dell'  anno  questi  dovevano  nominare  altri  20  cit- 
tadini.     Gli  20  eletti  furono  questi,  ciofe :  Guido  Pepoli  cavalliere,  Floriano  da  Castel  San  Piero 

10  dottore,  Carlo  Ghisilieri  cavalliere,  Gozadino  Gozadini  dottore  et  cavalliere,  Giovanni  di  Ligo 
cavalliere,  Romeo  Foscarari  dottore  et  cavalliere,  Battista  Canetoli,  Romeo  dalle  Coreggie 
banchiero,  Francesco  Guidotti,  Riccardo  spetiale,  Jacomo  da  Moglio  notaro,  Stephano  Ghisi- 
lardi  notaro,  Merigo  Boccho  mercante,  Gasparo  Lupri  mercante,  Antonio  Scappi  mercante, 
Giovanni  di  Romeo  Griffoni,  Nicol6  Zambeccari,   Lodovico   Isolani  cavaliero,   Jeronimo   di 

15  Andrea  Bolognini,  Giovanni  Cavallina  mercante. 

In  questo  mese  fa  un  grandissimo  freddo,  et  perimo  gli  olivi  et  gran  parte  delle  viti, 
lauri,  fichi,  brugni,  persichi  et  altri  alberi  simili;  et  non  solo  fu  nel  nostro  contado,  ma  per 
tutta  la  Lombardia  et  in  fino  alle  confine  della  Alemagna  et  li  boschi  talmente  si  secca- 
rono,  che  parea  fussero  stati  arsi  col  fuoco. 

20  Alli  10  di  febraro,  la  domenica,  il  govematore  fa  cantare  una  solenne  messa  nella  chiesa 

di  san  Pietro,  ove  h  presente  lui  et  il  confalloniere  di  giustitia,  li  antiani  et  tribuni  della 
plebe  con  assai  gentiluomini  et  infinita  di  popolo ;  la  quale  cantata,  il  governatore,  salito  nella 
sedia  del  vescovo,  fa  cavalliere  Luigi  gik  di  Matteo  Griffoni.  II  podesta  gli  cinse  la  spada, 
gli  sproni  Guido  Pepoli  et  Gozzadino  Gozzadini,  et  ornato  delle  insegne  militari,  fu  posto  nel 

25  mezzo  del  Delphino  vescovo  di  Penna  et  deirabbate  de'  Pepoli  et  condotto  avanti  Taltare 
maggiore.  Per  virtu  delle  lettere  apostoliche  fu  vestito  delFhabito  di  San  Giovanni  ierosoli- 
mitano  col  manto  negro  et  la  croce  biancha,  et  finalmente  fu  a  casa  con  gran  trionfo  con- 
dotto;  et  desinato  ch*ebbe,  il  condussero  alla  Magione  et  lo  posero  in  possesso  di  quel  luogo 
che  vacava  per  la  morte  di  Pietro  Scappi. 

30  Havendo  Bartolomeo  de'  Preti  contestabile  et  grande  amico  di  Battista  Canetoli,  come 

ho  detto  di  sopra,  morto,  col  favor  di  Battista  Giorgino,  il  figliolo,  volendo  vendicare  la  morte 
del  padre,  ferisce  malamente  Bartolomeo,  ma  non  ruccide.  II  che  intendendo,  Tabbate  Zam- 
beccari  subito  raguna  molti  suoi  amici  et  prende  I'  arme ;  il  somigliante  anco  fa  Battista  Ca- 
netoli,  ma  pero  niun  di  loro  esce  dalle  lor  case,  ma  si  stanno  cosl  in  arme  sino  al  tramon- 

35  tare  del  sole  senza  far  altro.  Questa  fu  tela  ordita  da  Fantino  governatore  insieme  con  Bat- 
tista,  per  havere  giusta  occasione  di  condurre  in  Bologna  le  genti  d'arme  de'  Venetiani  et 
tutta  la  cittk  soggiogare. 

Si  radunano  li  20  eletti  del  conseglio  nel  palazzo  de'  signori  et  quivi  si  trova  Tabbate 
Zambeccari  et  Battista  Canetoli,  li  quali  con  ogni   affetto  di   cuore   maggiore   sono   pregati 

40  alla  pace  et  alla  quiete  della  cittk  et  che  non  vogliono  dare  orecchie  agli  detrattori,  ma 
godersi  in  somma  pace  i  beni  della  patria  et  esser  tutti  insieme  amici. 

L'abbate  et  Battista  assai  si  iscusorono  amendui  di  non  haver  fatta  cosa  per  disturbo 
della  cittk,  ma  sl  bene  per  alcune  sospettioni,  et  sl  come  per  avanti  erano  stati  amici,  anco 
volevano  essere  per  ravvenire.     All'hora  il  senato  con  parole  amorevoli  gli  preg6  amendui 

45  (per  gettare  a  terra  ogni  suspitione  popolare  che  di  loro  haveano)  che  alFuscir  del  conseglio 
a  mano  per  mano  passeggiassero  et  parlassero  con  allegra  faccia  nel  mezzo  della  piazza. 
II  che  fecero  molto  di  buon  animo.  Ma  questo  atto  per6  fu  da  molti  tolto  per  simulato, 
perciochfe  benissimo  conoscevano  che  amendue  erano  huomini  ambitiosi  et  inquieti. 

Radunandosi  a  Lugo  gran  numero  di  soldati  ad  istanza  del   duca  Philippo   Visconti,  il 


32  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1432] 


goveraatore  comincia  a  dubitare  che  voj^li  movere  guerra  alla  citt^  di  Bologna,  et  per  questa 
cagione  si  determina  raandare  ambasciatori  a  Roma,  a  Fiorenza  et  a  Vinegia  per  impetrar 
toccorso  occorrendo.  Fu  eletto  ambasciatore  al  papa  Delphino  Gozzadini  vescovo,  a  Fiorenza 
Romeo  Foscarari,  a  Vinetia  Giovanni  Griffoni. 

Li  cittadini,  intesa  questa  elettione,  vanno  al  govematore  dicendo  che  al  loro  giudicio  5 
pareva  che  quella  cosa  non  fosse  ben  consigliata  et  ordinata  di  mandare  ambasciatQri  a  Fio- 
renza  et  a  Vinegia,  perciocht,  non  si  sapendo  per  anco  per  qual  cagione  si  movesse  il  duca 
al  far  soldati  et  che  ccrcandosi  soccorso  da'  Venetiani  et  da'  Fiorentini  suoi  nemici,  potrebbe 
per  tale  occasione  muover  guerra  a  Bologna,  ma  che  bene  egHno  laudavano  che  frattanto 
si  dovesse  star  con  gVocchi  aperti  per  intendere  dove  ranimo  del  duca  piegasse  et  secre-  10 
tamente  porsi  a  ordine  per  difendersi  se  occorresse.  11  governatore,  piacendoli  il  discorso 
delli  cittadini,  revoca  gl' ambasciatori ;  solo  il  vescovo  Gozzadini  ne  va  al  papa.  Voleva  il 
governatore  con  questa  finta,  insieme  col  Zambeccari,  ridurre  Bologna  libera  sotto  la  Chiesa, 
et  fingendo  temere  il  duca  di  Milano,  voleva  introdurre  li  Vinitiani  et  li  Fiorentini  per  dare 
effetto  al  suo  disegno  et  cacciarne  Battista  Canetoli.  15 

Alli  6  d'aprile,  la  domenica,  di  notte,  casca  una  brina  talmente  ghiacciata  che  abbruggia 
le  viti,  le  frondi,  secca  arbori  et  rovina  le  biade,  li  legnami  et  herbe,  che  non  vi  lascia 
cosa  alcuna. 

Alli  20  d'aprile,  la  domenica,  Pietro  Ramponi,  domandato  dal  papa,  va  a  Roma  et  da 
lui  b  fatto  governatore  di  Rieti.  20 

Crescono  oltre  modo  gll  odii  fra  Tabbate  Zambeccari  et  Battista  Canetoll  Per  il  che 
Tabbate  tenta,  doppo  molti  consegli,  di  cacciar  Battista,  et  alli  12  d'ago8to,  il  mercoledl  alle 
23  hore,  piglia  Tarme  con  molti  de'  suoi  amici  et  secretamente  passa  in  San  Petronio.  Di 
che  f atto  accorto  Battista  con  li  f ratelli  et  amici,  anch'egli  pigHa  1'  arme ;  et  per  quella  notte 
sta  in  casa  vigilante  et  a  ordine  per  vedere  quel  tanto  che  voleva  fare  1'  abbate ;  il  simile  f a  25 
Luigi  et  Floriano  Griffoni  con  li  suoi  amici.     Frattanto  Tabbate  si  ritira  a  San  Proculo. 

Venuto  il  chiaro  giorno,  si  radunano  li  20  eletti  del  conseglio  nel  palazzo  del  govema- 
lore,  con  gli  antiani,  confallonieri  del  popolo,  massari  et  altri  cittadini,  dove  fanno  doman- 
dare  Battista  Canetoli  et  Bonifacio  Zambeccari.  Subito  Battista  con  Galleotto  et  300  huomini 
bene  armati  vengono  in  piazza  gridando :  "  Viva  la  Chiesa  „ ,  co'  quali  li  soldati  del  gover-  30 
natore  si  unirono  et  tutto  il  popolo  armato,  essendovi  li  confallonieri  con  li  confalloni  spie- 
gati;  dove  stettero  insino  al  vespro,  che  mai  niuno  si  dimostrb  contro  Battista. 

Vedendo  egli  adunque  che  niuno  contro  lui  si  dimostrava,  et  intendendo  che  Tabbate 
con  grande  armata  era  a  San  Proculo,  egli,  insieme  con  Tomaso  Ghisilieri  et  altri  assai,  passa 
a  San  Proculo,  et  gionto  al  Trebbo  de'  Carbonesi,  hebbe  incontro  Tabbate  Zambeccari  con  li  35 
suoi  favorevoli  per  volersi  azzuffare  insieme;  ma  Giovanni  Griffoni,  vedendo  la  rovina  manife- 
sta  della  cittk  se  venivano  alle  mani,  s'interpose  a  pregare  Battista  e  poi  Tabbate  al  deporre 
Tarmi  et  al  non  esser  cagione  del  disturbo  et  della  rovina  della  lor  patria,  et  cosl  fecero. 
Deposte  le  armi,  amendue  andarono  al  senato,  il  quale  havendogli  insieme  riconciliati,  il  go- 
vernatore  et  antiani  fecero  bandire  che  ciascuno  posasse  Tarme  sotto  pena  della  forca.  40 
Airhora  molti  della  fattione  deirabbate,  temendo  della  vita,  si  partirono  della  cittk,  fra'  quali 
vi  fu  Tomaso  et  Jacomo  Zambeccari  fratelli  dell'  abbate  et  Francesco  Fantucci.  Alle  23  hore 
poi  Tabbate,  partendosi  di  palazzo  con  Bonifacio  Gozzadini,  fu  da  Battista  et  da  Tomaso  Ghi- 
silieri  con  lieta  faccia  accompagnato  alla  sua  casa. 

Volendo  il  senato  abbassare  Torgoglio  deirabbate  Zambeccari  et  secretamente  castigare  ■45 
Terror  del  tumulto  fatto  nella  citti,  fa  bandire  et  confina  Tomaso  et  Jacomo  fratelli  del- 
Tabbate;  di  che  adiratosi  Tabbate  oltre  modo,  come  disperato  et  dubitando  di  qualche  sna 
sciagura,  freme  contra  di  Bonif acio  Gozzadini  che  essortato  1'  haveva  ad  andare  in  palazzo, 
et  si  parte  della  cittk ;  et  li  confinati  non  volendo  andare  alle  confini,  si  fermano  ad  una  hosta- 
ria  di  Borgo  Panigale  et  mandano  a  minacciare  li  Canetoli   con  parole  villane.     Lodovico  50 


[AA.  1432-1433] 


DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI 


33 


et  Baldessera  CanetoH  alli  20  di  settembre,  il  sabbato  a  notte,  pigliano  seco  200  armati  et 
tacitamente  passano  al  Borgo  et  alla  sprovveduta  pigliano  Bonifacio  Zambeccari,  Baldessera 
et  Alberto  capitano  de  Montevie,  con  Carlo  da  Correggio  et  cinque  loro  servitori ;  et  udendo 
il  romore,  Tabbate,  che  con  allri  era  quivi  vicino  in  un'altra  hosteria,  tosto  si  fug^  et  an- 
5  dossene  a  Vignola  de'  Grassoni,  et  li  suoi  fratelli  andarono  a  trovare  Antonio  Bentivogli;  et 
Bonifacio  et  Baldessera  con  graltri  prigioni  furono  a  Bologna  condotti,  ma  Baldessera  vi 
stette  poco  prigione,  percioch^  per  opera  di  alcuni  suoi  amici  libero  si  fuggi. 

Havevano   li  Canetoli   nella  cittk  talmente  il   popolo   favorevole,  poichfe   li   Zambeccari 

erano  fuor  della  citta,  che  il  governatore  ne  comincio  a  dubitare ;  et  per  questa  cagione  cerca 

10  di  nascosto  introdurre  nella  citta  Gattamelata  conduttiero  della  signoria  di  Venetia,  che  era 

al  servigio  del  papa,  et  con  un  suo  nipote  ordina  a  luogo  e  tempo  di  darli  la  porta  di  strk 

Santo  Stephano. 

Cataneo  figliolo  gia  del  cardinale  Isolani  rettore  et  governatore  et  administratore  della 
chiesa  et  hospitale  di  San  Lazaro  della  diocesi  di  Bologna. 
15  Giovanni  Inglesio  de'  Tomari  dottore  decretale  cittadino  bolognese  vive  in  questi  tempi. 

Del  mese  di  novembre  fra  Gerardo  da  Rimini  generale  di  tutto  Tordine  de'  frati  Eremi- 
tani  dottore  famosissimo  si  trova  in  Bologna. 

Michele  de' Augueghi  bolognese  deirordine  de'  Carmeliti  huomo  dottissimo,  dopo  Thavere 
molti  libri  composto,  muore. 


20  Anno  di  Cristo  1433.  —  Sono  creati  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  solito. 

Ordina  Fantino  Dandulo  protonotario  et  governatore  col  nipote  di  pigliare  la  porta  di 
strh  Santo  Stephano;  et  secretamente  gia  presa,  et  ordinato  con  Gattamelata,  che  era  a  Forli, 
che  la  seguente  notte  dovesse  venire  con  li  soldati  alli  26  di  gennaro,  il  lunedi,  non  puotfe 
per6  tanto  la  cosa  andar  secreta,  che  ella  si  scoperse  et  and6  alle   orecchie  de'   Canetoli '. 

25  Laonde  Ludovico,  radunando  molti  armati,  con  tanta  prestezza  giunse  alla  porta,  che  prima 

fu  veduto  clie   udito,  et  facilmente   dalle  mani   del  nipote   racquisto  senza  alcun   contrasto. 

Frattanto  Gattamelata  si  affrettava  di  giungere  con  li  soldati  per  entrare  in  Bologna,  et  av- 

vicinandosi,  vide  la  porta  nelle  mani  de'  cittadini,  et  trovatosi  deluso,  a  dietro  se  ne  ritoma. 

II  governatore,  conoscendo  che  i  suoi  disegni  erano  scoperti  a  tutta  la  cittk  et  che  per 

30  ravvenire  li  Bolognesi  iion  Thavrebbono  piii  in  stima,  ma  sempre  a  sospetto,  et  in  partico- 

lare  li  Canetoli  che  nella  cittk  erano  assai  potenti,  per  ischivare  ogni  travaglio,  il  dl  seguente 

si  parte  da  Bologna  con  Delphino  Gozzadini  vescovo   et   lascia  la  sua   autoritk  a   Stephano 

Porcaro  romano  podestk  di  Bologna  et  se  ne  va  a  Castello  San  Pietro  et  d'indi  a  Vinetia. 

II  senato  awisa  il  pontefice  della  partita  di  Fantino  govematore,  et  come  egli  con  Gat- 

35  tamelata  si  erano  accordati  per  raalamente  trattare  la  cittk;  pregano  il  pontefice  che  di 
un  altro  governatore  gli  provegga,  che  sia  huomo  da  bene  et  amatore  della  cittk.  II  papa 
manda  per  governatore  Marco  Condelmieri  vinitiano  suo  nipote  et  vescovo  di  Avignone  et 
per  la  santa  romana  Chiesa  legato  di  Bologna  et  deirEssarcato  di  Ravenna  et  di  tutta  la 
Romagna  in  spirituale  et  temporale,  il  quale  alli  8  di  febbraro,  la  domenica,  entra  in  Bolo- 

40  gna  et  fe  con  ogni  maniera  di  honore  accolto.  Erano  antiani  et  confaloniero  di  giustitia 
questi:  Ludovico  Isolani  confallonier,  Nicol6  de'  Zaeti  dottore,  Matteo  Papazzoni,  Jacomo 
Paltroni,  Beccadello  Spetiali,  Tomaso  del  Dainese,  Baldessera  Caccianemici,  Galeazzo  dalla 
Bucca  antiani  tutti  vestiti  di  rosato  con  li  confaloni  avanti,  li  quali  incontrarono  il  govema- 
tore  con  le  aolite  ceremonie  *. 

45  Alli   Ir  d'aprile,  il  mercoledi,  rimperatore  si  parte  da  Siena,  dove  era  stato  circa  6  mesi, 

et  va  a  Viterbo,  havendo  havuto  buona  pace  col  papa. 

Alli  4  di  maggio,  il  lunedl,  sono  grandissimi  terremoti  in  Bologna.     Et  in  questo  tempo 


*  Liiro  de'  Dollori,  fogllo  3. 


»  BiONDo,  p.  3,  llb.  XXV. 


T.  xxxm,  p.  1    —  3. 


34  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  I433j 


una  saetta  cauca  dal  cielo  et  in  piii  parti  percuote  et  fraccassa  la  torre  degrAsinelli;  et  trem6 
talmente  la  terra  che  molti  edificj  rovinorono. 

A  dl  17  di  giugno,  il  mercoledl,  fu  grand^ecclisse  fra  le  20  et  21  honu 
Essendo  cominciata  una  grandissima  pioggia  al  principio  di   aprile,  et  durando  tutto   il 
mese  di  giugno  con  horribilisaimi  tuoni,  sactte  et  lampi  neiraria  et  con  rovina  degli  all>eri,     5 
delle  biade  et  de'  frutti,  stavjisi  la  ciltk  di  Bologna  et  afflilta  et  meata,  et  tanto  maggiore  era 
11  dolore,  che  nella  cittk  nfe  anche  si  trovavano  biade  degli   anni  passati   per  le  guerre  so- 
pradette  che  nn  havevano  impedito  il  seminare.     Per  11  che  il  senato  radunatosi,  hebbe  longo 
rai^onamcnto  che  provisione  a  tanta  calaniiti,  che  ne  soprastava,  ritrovar  si  potesse;  rispose 
Gratiolo   Gratioli   che  a  cosi   gran  tribulatione   il   rimedio  era   prima  di   placar  Tira   divina  10 
svegliata  dalli   nostri    pcccati,  perchfe   del  restante   sperava  dal   Signore   Iddio   ogni   pietoso 
ajutu,  et  che  per  ci6  a  lui  pareva  si  dovesse  pigliar  ressempio  de'  Fiorentini,  i  quali,  visitati 
dalle  trihulationi,  ricorrono  a  Dio  et  alla  sua  gloriosa  madre,  et  uscendo  della  citti  con  or- 
dinata  processlone,  vanno  insino  alla  Madonna  deirAmpruneta,  ove  sta  una  sacrata  imagine 
della  Madre  di  Dio  per  mano  di  san  Luca  evangelista  dipinta,  et  divotamente  pigliando  essa  15 
imagine,  la  conducono  nella  citt^  per  tre  giorni  contirui  et  processionalmente  per  la  cittk  Tac- 
compagnano  con   lumi,  salmi  et   hinni  et  a  questa  guisa   ottengono  la   remissione  delle    lor 
colpe  et  felice  effetto  alle  loro  domande.     "  Ora  cosi  parmi  dovressimo  far  noi  (che  pur,  per 
"  la  Iddio  mercfe,  habbiamo  la   imagine  santa   della   gloriosa  Vergine    dall'  istesso   san   Luca 

•  evangelista  dipinta):  mandar  le  compa<^nie  spirituali  su  al  Monte  della  Guardia  et  con  lumi,  20 

*  canti  et  orationi  far  portare  la  detta  imagine  insino  alla  porta  della  citta,  et  quivi  dal 
"  senato  et  da  tutto  il  clero  incontrata,  con  ogni  divotione  condurla  nella  citta  et  fare  tre 
"  solenni  processioni  con  pregarla  in  cielo  che  per  noi  ottenga  presso  il  suo  dolcissimo  figliolo 
"  pietk  et  misericordia  , . 

Piacque  a  tutti  grantiani  11  parere  di  Gratiolo,  et  da  tutti  pregato,  accetto  egli  il  carico  25 
di  far  quanto  era  il  suo  parere  si  dovesse  fare.  Egli  adunque,  come  huomo  prudente,  insieme 
con  Giovanni  dalle  Armi,  Bartolomeo  Baronzini  et  Bcrnardino  Muletti  governatori  dell'o8pltale 
della  Morte,  ordina  il  tutto,  et  alli  4  di  luglio,  il  sabbato,  li  detti  governatori,  con  altri  assai 
della  compagnia  della  Morte,  airimpeto  della  pioggia  et  per  il  gran  fango  sagliono  alla  chiesa 
di  san  Luca  nel  Monte  della  Guardla,  et  fatta  quivi  longa  oratione,  con  riverentia  pigliano  30 
la  sacrata  imagine  della  Madonna  et  la  rassettano  con  pretiosi  panni  et  drappi  d'ogni  in- 
tomo.  Et  la  seguente  notte,  con  lumi  accesi,  con  la  pioggia  et  cattiva  via,  divotamente  la 
portano  alla  chiesa  di  santa  Maria  Maddalena  della  Valle  della  Preda  vicino  la  porta  di  Sar- 
ragozza,  hoggidi  detta  San  Gioseffo  de'.frati  de'  Servi.  Et  quivi  tutto  il  restante  della  notte 
si  pos6  insino  alla  mattina.  35 

Alli  5  di  luglio,  la  domenica  mattina,  il  governatore  con  il  confalloniere  di  giustitia  et 
antiani,  accompagnati  quasi  da  tutta  la  nobiltk  et  popolo,  viene  alla  porta  ad  incontrare  la 
santa  imagine,  la  quale  (o  grandezza  divina!)  non  si  tosto  si  avvicina  alla  porta  della  citta, 
che  ecco  si  lieva  un  vento  di  tanta  forza  che  caccia  a  forza  le  caliginose  nubi,  et  Taria 
si  rasserena  et  il  sole,  con  raggi  suoi  percuotendo  nella  detta  santissima  imagine,  pareva  fa-  40 
cesse  piii  del  solito  chlaro  splendore,  di  modo  che  quei  che  nella  detta  figura  miravano,  ri- 
manevano  dal  gran  lume  talmente  offuscati  degrocchi,  che  altrove  mirar  non  potevano.  II  che 
scorgendo  tutto  il  popolo,  si  udivano  dlvoti  pianti  et  spirituali  sospiri  per  ogni  lato;  et  doppo 
le  lagrime  tutti  ad  alta  voce  cominciarono  a  gridare:  "Habbi  misericordia  di  noi,  o  Signore, 
"per  li  meriti  della  tua  gran  madre,  et  perdonaci,  ti  preghiamo,  le  nostre  colpe,.  Et  con  45 
queste  voci  et  pianti  fu  la  sacrata  imagine  portata  alla  chiesa  di  san  Matthia  et  quivi  per 
tutto  quel  giomo  la  lasclano. 

II  lunedi  mattina  poi,  che  fu  alli  6,  et  il  martedl  et  il  mercordi  seguente  furono  fatte 
le  divote  processioni  portando  per  la  cittk  la  detta  unagine ;  et  finita  ogni  processione  delle 
tre  sopradette,  lasciavano  la  detta  Madonna  nella  chiesa  del  detto  ospital  della  Morte,  come  50 


[A.  1433]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  35 

ancor  hoggidi  si  costuma,  et  finita  la  terza  processione,  con  Tistesso  ordine  et  divotione  et 
lumi  accompagnata  dal  clero,  dalli  magistrati  et  popolo,  che  in  tutto  erano  da  8000  persone, 
con  li  frati  deirOsservanza  di  san  Francesco  si  riporto  alla  chiesa  di  san  Luca,  luogo  a  detta 
imagine  deputato,  et  cantata  una  solenne  messa  et  rese  gratie  infinite  alla  beata  Vergine, 
5  ciascuno  alla  citta  fe'  ritorno.  II  senato  poi  ordina,  in  memoria  di  tanto  beneficio  et  mira- 
colo,  che  ogni  anno  con  solenni  processioni  il  medemo  si  facesse  ogni  prima  domenica  di  lu- 
glio;  il  che  per  alcuni  anni  si  fece.  Fu  nondimeno  poi  ordinata  questa  santa  memoria  per 
ciascun  anno  la  domenica  avanti  rascensione  di  nostro  Signore,  nelli  tre  giorni  delle  rogationi. 
Seguita  il  tempo  sereno  lugHo,  agosto  et  settembre,  et  per  le  intercessioni  della  gloriosa 

10  Madre  di  Dio  si  fece  si  fertile  raccolto  di  grano  et  di  altre  biade,  di  vino  et  di  tutti  gl'altri 
frutti,  talmenteche  la  citta  ne  rimase  soHevata,  vendendosi  la  corba  del  frumento  soldi  20, 
che  di  prima  vendevasi  40. 

Ecco  granimi  inquieti  degli  ambitiosi  cittadini  di  nuovo  rivolti  a  disturbare  la  patria  loro  et 
a1  perseguitarsi  Tuno  Taltro.     Gli  Griffoni  et  Tabbate  Zambeccari  tentano  ogni  via  di  cac- 

15  ciare  dalla  citta  li  Canetoli  et  introdurvi  Tabbate  con  Antonio  Bentivogli  et  tutti  H  fuoru- 
sciti  et  banditi.  Et  Battista  Caietoli  anch'egli  non  dorme  con  li  amici,  ma  osserva  tutti  gli 
andamenti  de'  suoi  nemici  et  cerca  intendere  tutto  quello  che  trattano  li  Griffoni.  Alla  fine, 
intendendo  che  essi  si  erano  armati  et  dubitando  che  volessero  far  venire  Gattamelata  che 
era  ad  Imola,  piglia   anch'egli   Tarme  con   li  suoi   amici   et   sta   tutta   la  notte   vigilante   et 

20  pone  ad  ogni  lato  della  citth  fidate  spie  per  sapere  la  cagione  per  cui  detti  Griffoni  si  fos- 
sero  armati. 

Vedendo  li  Griffoni  che  Gattamelata  quella  notte  non  era  gionto  secondo  Tordine  dato, 
con  arte  simulando,  fecero  intendere  alli  Canetoli  che  essi  non  erano  armati  per  cagione  loro, 
ma  per  suspetto  di  altri  nemici  che  avevano;  et  li  Canetoli  gli  prestarono  fede   et  cosl  tutti 

25  deposero  Tarmi.  Ma  il  giomo  seguente  poi  il  dubbio  si  fece  chiaro,  percioch^  gionse  Gat- 
tamelata  con  600  cavalli  alH  Crociari,  et  havendo  inteso  che  li  Griffoni  havevano  deposte 
Tarmi,  a  Imola  se  ne  ritorn6. 

Havendo  li  Canetoli  scoperto  il  trattato  de'  Griffoni,  non  ne  fanno  movimento  alcuno, 
ma  bene  come  vigilanti  stanno  attenti  a  quanto  si  fa,  havendo  le  spie  in  tutti  i  luoghi. 

30  AUi  27  di  lugHo,  il  lunedi,  il  conte  Francesco  dalla  Mirandola  con  300  cavalli  passa  a 

San  Cesario,  et  per  questa  cagione  il  popolo  di  Bologna  tosto  piglia  l'arme,  dubitando  di 
qualche  trattato  fra  li  fuorusciti  et  fra  alcuni  cittadini;  et  corso  alle  mura  facevano  buonis- 
sime  guardie,  fratanto  cercando  d'  intendere  la  cagione  di  questa  sua  venuta  quivi,  la  quale 
alla  fine  si  seppe  che  era  per  dare  ajuto  alli    fuorusciti  di   ritornare    alla   patria,  percioch^ 

35  il  giomo  seguente  si  scoperse  che  Antonio  Bentivogli,  con  alquanti  cavalli  et  fanti  assai 
veniva  da  Lugo,  ove  molti  giorni  era  stato;  il  quale  di  gih  haveva  mandato  a  dire  al  senato 
che  voleva  venire  a  Bologna  a  far  buona  compagnia  a  tutti,  et  non  hebbe  risposta  alcuna. 
Egli  adunque  alli  26  d'agosto,  il  mercoledi,  la  notte  seguente  a  hore  7,  venne  alle  mura  della 
cittk  alla  porta  di  strk  San  Donato  per  entrare  in  Bologna.     Et   dalValtro  lato   nella  istessa 

40  hora  Tabbate  Zambeccari  con  li  suoi  fratelli  et  Tomaso  Ghisilieri  con  graltri  banditi  si  pre- 
sentarono  alle  mura  della  porta  di  San  Felice,  et  tolsero  Tacqua  dal  canal  di  Reno  per 
potere  entrare  per  il  luogo  ove  h  la  Grrada  et  la  cominciarono  ad  aprire;  et  parimente  An- 
tonio  Bentivogli  comincib  a  rompere  la  porta  di  strk  San  Donato.  Ma  essendo  udite,  et  dato 
alla  campana  della   citta  il  segno,  li    Canetoli  et  li    Griffoni  et  il   popolo,  pigliando   rarmi, 

45  tosto  corsero  alla  Grada  et  una  parte  con  li  Canetoli  e  Griffoni  passarono  contro  Antonio 
Bentivogli,  et  tutti  gli  nemici  con  gran  loro  vergogna  furono  ributati  adietro.  In  questo  caso 
li  Griffoni  si  mostrorono  dt  esser  contro  li  fuorusciti  perch^  era  il  popolo  tutto  armato,  et 
se  non  fosse  stato  questo  a  loro  un  freno,  essi  di  certo  ajutavano  Tabbate  per  ridurlo  nella 
citta,  odiando  a  morte  li  Canetoli. 

50  L'abbate,  che  vede  che  il  popolo  di  Bologna  gli  fe  contrario,  si  ritira  al  Borgo  Panigale, 


36  lUSTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  1433-I434j 


dove  anco  passa  Antonio,  et  amendue  con  li  Zambeccari  dMndi  partendosi,  vanno  a  Castel 
Franco,  sperando  di  haverlo  per  un  trattato  ordinato  con  Giovar.ni  Merlo,  ma  il  tutto  fu  vano, 
perchfe  di  f^k  era  il  trattato  scoperto  et  fatte  le  debite  provisioni.  Passarono  adunque  sul 
Modonese  a  Spilimberto  senza  danneggiar  luogo  alcuno  del  Bolognese. 

A  d\  30  d'agosto,  la  domenica,  alcuni  contadini  danno  Montevelio  ad  Antonio  Bentivogli,     5 
il  quale  vi  lascia  per  commissario  Giovanni  Bianchetli  con  200  fanti  alle  guardie  '. 

II  senato  manda  a  riacquistare  Montevelio,  et  vi  va  Gattamelata  et  il  conte  Brandolino 
et  il  Gatta.  Per  un  suo  soldato  fu  avtsato  (iiovanni  Bianchetti,  che  era  suo  amico,  che  uno 
de'  suoi  soldati  lo  vuol  tradire,  et  per  ci6  egli  alli  22  di  settembre,  il  martedi,  pigHa  accordo 
con  li  Bolognesi,  salve  !e  persone  et  la  roba,  et  gli  consegna  il  castello,  et  Gattamelata  Tac-  10 
compagna  insino  al  luogo  sicuro:  et  Giovanni,  fatto  capace  Antonio  Bentivogli  del  tutto,  fa 
uccidere  detto  contestabile  con  li  suoi  compagni  mentre  sono  in  via. 

In  questo  tempo  Sigismondo  imperatore  fu  da  Eirgenio  con  molta  pompa  et  humanit^ 
ricevuto  in  Roma  et  della  corona  deirimperio  adornato. 

L*  imperatore,  partito  di  Roraa,  viene  a  Perugia  et  poscia  a  Rimini,  et  vi  fa  cavalliere  15 
il  signore  Sigismondo  di  Rimini  et  il  signore  Malatesta  da  Cesena. 

Et  alli  9  di  settembre,  il  mercoledl,  passa  a  Ferrara,  et  quivi  fa  cavalliero  Carlo  di  Jacomo 
Salicetti  cittadino  bolognese,  Poi  va  a  Mantova,  et  crea  marchese  il  signor  di  Mantua,  et 
d'indi  passb  nella  sua  Germania. 

Alli  11  di  settembre,  il  venerd),  succede  un  grandissimo  temporale   con   lampi,   tuoni  e  20 
saette,  una  delle  quali  dh  nella  torre  degli  AsinelH  et  getta  a  terra  due  merli. 

Del  mese  di  ottobre  appare  una  cometa  che  ha  la  coda  longa;  et  si  vede  circa  le  3  hore 
di  notte  per  molti  giorni. 

Alli  21  d'ottobre,  il  mercoledl,  si  principia  di  condur  Tacqua  della  fonte  Ramonda  a 
Bologna,  neirhospitale  della  Morte.  25 

II  conte  Francesco  Sforza  capitano  del  duca  Filippo  dh.  molto  terrore  al  popolo  di  Bo- 
logna,  passando  per  il  territorio  di  Bologna  con  gran  numero  di  soldati,  il  quale  andava  in 
Romagna. 

II  popolo  di  Forll  caccia  fuori  della  citt^  li  magistrati  et  ufficiali  della  Chiesa,  et  intro- 
ducono  Antonio  Ordelaffi  et  il  fanno  suo  signore.  30 

Anno  di  Cristo  1434.  —  Sono  creati  granziani  et  confalloniere  di  giustitia  secondo  Tuso 
deUa  cittk.     Fu  pretore  et  capitano  di  Bologna  Nicola  Portenari  dalFAquila  conte  palatino. 

AIIi;21  di  febraro,  la  domenica,  grimolesi  cacciano  grufficiali  della  Chiesa  et  introducono 
li  soldati  del  duca  di  Milano  che  erano  a  Lugo,  et  Guid'Antonio  Manfredi  signor  di  Faenza 
et  conduttiero  della  Chiesa  non  manca  di  trascorrere  il  loro  territorio  et  piglia  molte  castella  35 
alla  detta  cittk  soggette. 

Andavano  di  male  in  peggio  in  questo  tempo  le  cose  del  papa  et  molte  cittk  della  Ro- 
magna  se  gli  ribellavano,  per  lo  che  H  Canetoli,  dubitando  che  Antonio  Bentivogli,  con  li 
suoi  fuorusciti,  si  accordasse  con  il  duca  di  Milano  et  venisse  sopra  Bologna  et  trovasse  la 
citt^  sproveduta,  si  deliberano  di  cacciare  gli  ufficiali  della  Chiesa  et  poi  fortificare  la  cittk  40 
per  mantenersi  in  libertJl,  anzi,  per  dir  meglio,  per  mantenersi  nella  tirannia.  Et  per  effettuare 
il  loro  pensiero,  mandano  ad  awisare  a  Gasparo  Canetoli,  capitano  di  500  cavalli  venetiani, 
che  tentasse  con  li  Venetiani,  che  erano  contro  il  papa,  di  haver  licenza  di  condurre  li  detti 
cavalH  che  haveva  a  San  Giovanni  in  Persicetto  per  conquistarlo  a  nome  de'  BolognesL.  Fu 
licentiato  volentieri  il  detto  Gasparo,  et  egH  come  capitano  di  ventura  alli  20  di  maggio,  il  45 
giovedi,  giunge  a  San  Giovanni,  et  senza  aver  contrasto,  vi  entra,  bench^  non  havesse  la  rocca 
ove  erano  li  presidj  del  pontefice  et  di  Gattamelata.     Pigliato  il  castello,  tosto  ne  avisa  Bar- 


>  BioMso,  llb.  XXV. 


[A.  1434]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  37 


tolomeo  e  Battista  CanetoH  et  egli  raduna  gH  amici,  et  havuto  con  essi  loro  longo  ragiona- 
mento  di  ridursi  in  libertk  et  cacciar  gli  uffitiali  della  Chiesa,  ne  ragionorono  con  li  antiani, 
confallonieri  del  popolo,  massari  deirarti  et  nel  conseglio  delli  60  et  con  li  principali  del 
conseglio  delli  800,  et  si  concluse  che  tutto  ci5  si  facesse.  II  perch^,  di  consentimento  de- 
5  grantiani  armandosi  li  cittadini,  andarono  alla  porta  del  palazzo,  et  fatto  intendere  alle  guardie 
che  volevano  parlare  al  govematore  di  cosa  importante,  tosto  gli  furono  aperte  le  porte,  et 
entrati,  s' insignorirono  del  detto  palazzo,  facendo  uscir  fuori  li  provisionati.  Ora  fatti  pa- 
droni,  salirono  al  govematore  due  antiani,  due  confallonieri  di  popolo  et  due  massari  deirarti, 
et  andati  al  governatore,   gli   dissero  che  il  reggimento   haveva  inteso   che  egli  sMntromet- 

10  teva  nella  citta  con  Gattamelata  per  soggiogarla  et  che  per  chiarirsi  del  fatto  volevano  stare 
nel  palazzo  con  esso  lui  et  tenere  le  cliiavi  delle  porte  et  havere  il  palazzo  in  sua  balia. 
Pure  si  contentavano  che  egli  rimanesse,  ma  non  volevano  che  alcuna  cosa  trattasse  senza 
sua  saputa.  Laonde  rimasero  in  palazzo,  et  niuno  poteva  col  governatore  parlare  che  essi 
presenti  non  vi  fossero,  talmente  che  il  governatore  in  iscambio  di  giudice  libero  rimaneva 

15  servo  prigione.  Fecero  ancora  portar  fuore  di  palazzo  una  saracinescha  che  haveva  fatta 
fare  il  detto  governatore  per  la  porta  del  palazzo. 

II  Gattamelata  conduttier  de'  Venetiani,  che  a  Castelfranco  con  mille  cavalli  et  molti 
pedoni  era  quivi  venuto  in  servitio  della  Chiesa,  con  inganno  s^insignorisce  del  detto  castello, 
perciochfe  finge  di  voler  porre  in  carcere  della  rocca  due  de'  suoi  soldati,  opponendoli  che 

20  erano  ladri,  et  volerli  far  essaminare  et  poi  impiccarli,  et  caldamente  priega  il  castellano 
voglia  compiacerli  et  accettarli.  II  castellaiio,  non  pensando  a  cosa  alcuna  di  male,  aperse  la 
porta  al  Gattamelata,  il  quale  entro  con  alcimi  servitori ;  n^  sl  tosto  furon  dentro,  che  piglia- 
rono  il  castellano  et  cominciorono  a  gridare:  "  Viva  Gattamelata,;  et  fatto  prigione  il  castel- 
lano,  anco  fecero  il  simile  di  tutta  la  sua  famiglia. 

25  Havuta  la  rocca,  il  Gattamelata  dopo  alcuni  giorni  fece  attaccare  il  fuoco  ad  arte  nelle 

case  che  erano  fuore  della  porta  del  castello  verso  Modona;  et  a  questo  grande  incendio 
correndo  fuore  del  castello  gli  huomini  per  ismorzarlo,  Gattamelata  introduce  per  la  rocca 
molti  soldati  nel  castello  et  fa  chiudere  le  porte.  Laoncie  gli  huomini  che,  estinto  il  fuoco, 
volevano  ritornare  nel  castello,  il  truovauo  serrato,  a  tal  che  et  il  castello  et   le  robbe   del 

30  popolo  restarono  nelle  mani  de'  nemici. 

II  Gattamelata,  intendendo  che  i  Bolognesi  cosi  malamente  trattavano  il  loro  governatore, 
passa  sopra  Piumazzo  et  lo  piglia  insieme  con  Manzolino  et  la  rocca  di  San  Giovanni. 

Alli  8  di  glugno,  il  martedi,  il  Gattamelata  fa  intendere  a'  Bolognesi  che  debbino  resti- 
tuire  il  governatore  nella  sua  primiera  libertk,  perchfe  voleva  parlar  seco  al  Borgo  Panigale, 

35  altrimenti  che  darebbe  il  guasto  a  tutto  il  territorio  di  Bologna;  per  lo  che  il  giorno  seguente 
il  senato  si  raduna  et  creano  dieci  huomini  alla  cura  della  citt^  sotto  il  nome  de'  dieci  della 
balla,  et  furono  questi:  Rizzardo  Pepoli,  Giovanni  Lodovisi,  Braiguerra  Caccianemici,  Nicolo 
Ghisilardi,  Galeotto  Canetoli,  Giovanni  Isolani,  Bernardino  Muletti,  Alberto  Albergati,  Merigo 
Boccho,  Gozzadino  Gozzadini.     Poi  andarono  al  governatore  et  il  posero  in  libertk. 

40  II   Gattamelata,  intendendo   che  Gasparo   Canetoli   assediava  la  rocca  di  San   Giovanni 

con  400  cavalli,  si  dispone  al  tutto  liberarla  da  tale  assedio,  et  frattanto  tratta  con  grhuomini 
del  caatello  di  esser  introdotto  secretamente  nel  castello;  et  alli  15  di  giugno,  il  martedi,  in- 
trodotto,  attacc6  la  zuffa  con  li  soldati  di  Gasparo  da  un  lato  et  dalFaltro  li  contadini,  tal- 
mente,  che  in  brieve  spatio  d'hora  Gasparo  con   tutta  la  sua  compagnia  ne  rest6   prigione. 

45  Battista,  che  ha  nuova  della  presa  di  Gasparo,  tosto  piglia  Tarme  con  li  suoi  amici,  et 

il  somigliante  fa  Luigi  Grilfoni  et  Jbloriano  con  tutti  li  Griffoni  et  suoi  amici,  et  si  radunano 
alla  Masone;  et  amendue  le  parti  passarono  alla  piazza  su  le  dieci  hore  et  Tuna  parte  del- 
Taltra  non  si  fidava,  anzi  ciascuna   era  alla   rovina  della   contraria  parte   intenta.     Erano  li 


47.  n4W«rigimal*  alPAmaKine 


38  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i434j 


Griffoni  et  il  goveniatore  concordi  con  Gattamelata,  et  per  questa  cajrione  era  voce  nella 
citth  che  li  Griiioni  fossero  slati  cagione  della  prigionia  di  Uasparo  Canetoli.  Et  Battista 
Canetuli  era  concorde  con  il  duca  di  Milano  che  era  nemico  del  papa.  Ora,  come  b  detto, 
sendo  amendue  que»te  parti  iii  piazza,  nessuna  airaltra  si  scopriva  coi.traria,  anzi  pareva  che 
tutti  per  il  bene  della  repubblica  fossero  quivi  radunati.  Et  perchfe  gii  erano  occorse  alcune  5 
parole  fra  Battista  et  Luigi,  dubitando  Galeotto  cognato  di  Luigi  che  fra  di  loro  non  risor- 
gesse  qualche  diaturbo,  egli  ^'interpose  a  ci6  con  parole  amorevoli  el  gli  pose  d'accordo. 
Di  poi  condusse  Luigi  con  frode  et  inganno  nel  palazzo  de'  notari  avanti  agli  antiani,  li  quali 
con  parole  dolci  et  amorevoli  tanlo  fecero,  che  egli  deU'arme  si  spoglib,  nfe  si  presto  Tin- 
felice  »i  vide  disarmato,  che  conobbe,  ma  troppo  tardi,  ringanno  et  esBcrgli  apparechiata  10 
la  morte;  laoade  cercando  alla  sua  vita  scampo,  si  pose  in  fuga  per  il  palazzo,  et  salito  sopra 
il  tetto,  tosto  li  Canetoli  circondarouo  il  palazzo.  Facevano  ogni  lor  sforzo  di  ucciderlo  sopra 
il  tetto,  ma  lui  animosamente  con  le  tegole  benissimo  si  difendeva  et  offendeva  non  poco 
gli  nemici.  II  che  vedendo,  li  Canetoli  pigliarono  le  lanze,  et  saliti  sopra  il  tetto  ove  Luigi 
era,  con  le  dette  lanze  gli  ferivano  la  piania  de'  piedi  et  finalmente  si  malamente  il  tratta-  15 
rono  ne'  piedi,  che  egli  cadde  in  terra  et  quivi  miserabilmente  ruccisero. 

Poi  rivolli  a  Floriaiio  il  fratello,  che  quivi  era  passato  per  ajutare  il  suo  fratello,  atro- 
cemente  il  ferirono;  et  cosi  maltrattato  fu  all'hospitale   della  Morte  portato  per  medicarlo, 
non  vi  essendo  al  parer  de'  cliirurgi  pericolo  di  morte.     Ma  li  Canetoli,  non  satii  di  questo, 
anco  si  rivolsero  sopra  gli  amlci  de'  Griffoni  et  li  cacciarono  fuori  della  piazza.   Et  in  questa  20 
fuga  fu  ucciso  Giovanni  Sbardelato. 

Intendendo  alcuni  sceleraii  amici  de'  Cauetoli  che  Floriano  non  era  a  morte  ferito,  anzi 
si  sperava  che  campasse,  deliberano  di  volerlo  occidere;  laonde  alle  6  ore,  iingendo  di 
esser  amici  suoi,  il  vanuo  per  viaiiaie,  ei  gionti  al  letto  ove  semivivo  giaceva,  gli  addiman- 
darono  come  si  sentiva.  Et  egli  rispose :  "  Come  piace  al  mio  Sigaor  Iddio  „ ;  et  a  queste  25 
parole  gli  scelerati,  pigliandolo  per  il  capo  et  tirandolo  da  un  lato  del  letto,  crudelmente  lo 
scaniiorono;  et  tale  fu  il  tine  di  questi  due  fratelli.     Giovanni,  che  era  il  terzo,  si  fuggi. 

Fatto  questo  crudele  et   spaventoso  Jiomicidio,  questi  scelerati,  clie   dal  demonio   erano 
guidati,  vanno  al  palazzo  et  pigliano  il  governatore  insieme  con  Paolo  Trono  ambasciatore 
de'  Venetiani,  come  che  per  veudetia  della  presa  di  Gasparo  et  Battista  Canetoli  fa  venire  30 
da  200  cavalli  da  Imola  del  duca  di  Milauo. 

I  Venetiani,  havendo  inteso  che  li  Bologaesi  havevano  fatto  prigione  Paulo  Trono,  subito 
distengono  tutti  li  mercanti  bolognesi. 

Ritrovandosi  in  questi  tenipi  i  Romani  alHitlissimi  et  stanchi  dalle  passate  calamitk,  intesa 
la  venuta  del  Piccinino  in  Toscana  et  che  il  papa  voleva  di  Roma  partirsi,  gridarono  liberta,  35 
et  di  subito  presero  il  Campidoglio  et  tutte  le  porte  di  Roma,  poi  addimandorono  al  papa 
Castel  Sant'AngeIo  et  la  rocca  d'Ho8tia;  et  veggiendosi  dar  parole  al  pontefice,  ritennero  il 
cardinale  nipote  di  Eugenio  et  il  posero  sotto  buone  guardie  (era  questo  cardinale  ass^u  odiato 
da'  Romani).  Ora  creatisi  i  Romfuii  nuovi  magistrati,  posero  alla  casa  del  pontefice  buone 
guardie  acciochfe  non  si  fuggisse,  et  chiamarono  il  Piccinino  per  darli  il  papa  et  Roma  40 
nelle  mani.  Ma  il  papa  avvisato  del  tutto,  inganiio  le  guardie,  et  fuggilosi  via  et  ritrovandosi 
finalmente  fuori  di  pericolo  in  Civita  Vecchia,  dove  una  galera  fiorentina  per  lui  venuta  era, 
imbarcatosi  con  molti  prelati  della  corte,  che  fuggendo  per  diverse  via  il  seguitarono,  si 
condusse  in  Fiorenza,  dove  alli  23  di  giugno,  il  mercoledl,  che  era  la  vigilia  di  san  Giovanni 
Battista,  con  molta  pompa  n'entr6.  45 

II  papa,  intendendo  che  li  Bolognesi  hanno  distenuto  il  goverpatore  et  che  fra  di  loro 
spargano  molto  sangue,  desideroso  di  acquetare  ogni  tumulto,  manda  a  Bologna  Bartolomeo 
Zabarello  padovano  per  arcivescovo  insieme  con  gli  ambasciatori  fiorentini;  il  quale,  essendo 
radunato  il  conseglio,  gli  ragioi.6  a  longo  col  dirli  clie  il  pontefice  di  loro  assai  si  doleva,  che 
non  coutenti  di  haversi  tra  di  loro  roviuati,  anche  havessero  posto  le  mani  nel  suo  luogoteueute,  50 


lA.  1434]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  39 

et  che,  se  pur  era  occorsa  alcuna  cosa,  dovevano  ricorrere  al  pontefice  et  non  fare  giustitia 
da  se  stessi  et  che  contra  ogni  uso  degli  esserciti  havevano  contrafatto  ad  ingiuriare  gli 
ambasciatori,  li  quali  in  tutte  le  cose  sempre  illesi  conservar  si  deono.  Poi  li  preg6  a  la- 
sciarli  amendui  Hberl,  perch^  era  cosa  grata  al  pontefice  et  non  poco  honor  loro.  Final- 
5  mente  gli  manifesto  che  il  pontefice  Thaveva  constituito  govematore  in  luogo  del  governa- 
tore  passato  et  li  essortb  ad  osservare  li  capitoli  fatti  et  mandar  fuore  della  citta  li  soldati 
del  duca  di  Milano  nemico  del  papa,  il  che  facendo  Gasparo  sarebbe  liberato  et  li  mercanti 
distenuti  a  Venetia  sarebbero  lasciati  in  libertk  et  Gattamelata  sark  levato  fuori  del  terri- 
torio  bolognese. 
10  Gli  fu  risposto  dal  senato  con  prudenza  ad  ogni  sua  petitione,  et  raccettarono  per  loro 

governatore. 

L'arcivescovo  va  a  Castelfranco  a  trovare    Gattamelata,  ove  anco  era  Lunardo   Venerj 
commissario  de'  Venetiani,  Taddeo  marchese  da  Este,  il  conte  Brandolino  con  buon  numero 
di  soldati  per  f ar  guerra  a'  Bolognesi ;  et  havendo  con  Gattamelata  assai  sopra  ci6  discorso, 
15  finalmente  cosi  fu  l'accordo: 

Che  Galeotto  Canetoli  andasse  al  pontefice  in  Fiorenza  et  che  facesse  accordo  con  sua 
Beatitudine ; 

Che  in  questo  tempo  li   Bolognesi  fossero   sicuri   et   liberi  di  potere  andare    et  passare 
dove  piii  li  piacesse  senza  disturbo  alcuno; 
20  Che   Gasparo   Canetoli   fosse   depositato   nella   rocca   di   San  Giovanni    ad  instanza  del 

pontefice ; 

Che  non  si  facessero  correrie  sul  Bolognese,  et  non  accordandosi  col  papa,  dovessero 
esser  li  cittadini  bolognesi  avisati  di  due  giorni  prima  che  si  facesse  alcuna  correria. 

Questi  patti  et  accordo  fu  publicato  nelFessercito  di  Gattamelata  alli  29  di  giugno,  il 
25  martedl.  Fratanto  Tarcivescovo  ritorna  a  Bologna  et  come  governatore  entra  in  palazzo,  ma 
pero  con  poca  autoritk,  essendo  andato  Galeotto  al  pontefice.  I  Bolognesi  fanno  il  lor  rac- 
colto  et  con  prestezza  conducono  le  biade  nella  cittJi.  Li  soldati  di  Gattamelata  non  cessano 
di  rubbare  il  territorio  di  Bologna  et  poco  osservano  le  promissioni  di  lasciare  liberi  li  mer- 
canti  bolognesi  a  Venetia,  havendo  li  Bolognesi  lasciati  in  libertk  il  governatore  et  ramba- 
30  sciatore,  che  erano  distenuti. 

L'arcivescovo  in  questo  tempo  passa  a  Castel  Bolognese  con  li  soldati  fiorentini  et  vene- 
tiani  et  lo  conquista  et  d'indi  va  ad  Imola,  che  teneva  li  presidj  del  duca  di  Milano,  et 
non  poco  la  travaglia,  et  il  simile  fa  a  Forll. 

Galeotto,  giunto  a  Fiorenza  dal  pontefice,  capitola   col  papa,  il  quale  poi  manda  il  ve- 
35  scovo  di   Recanati   et   Pietro   Ramponi   protonotario   apostolico   a   Bologna  con  li   capitoli, 
accioch^  fossero  accettati  da'  Bolognesi. 

Mentre  che  li  detti  capitoli  si  dovevano  dal  popolo  approvare,  i  Bolognesi  intesero  esser 
stato  mandato  a  Venetia  Gasparo  Canetoli,  il  che  era  contra  li  capitoli  fatti  con  rarcive- 
scovo  li  quali  dicevano  che  si  dovesse  liberare,  et  anche  intesero  che  Gattamelata  si  era 
40  impadronito  di  Castcilo  Bolognese  et  che  con  Tessercito  poi  era  venuto  a  Castello  San  Piero 
et  rhaveva  pigliato  et  che  li  suoi  soldati  scorrevano  del  continuo  il  territorio  bolognese 
saccheggiandolo  et  rovinandolo  in  ogni  parte;  la  quai  cose  tutte  furono  cagione  che  I,i  cittk 
non  voUe  accettare  li  capitoli,  nh  piu  oltre  intendere  cosa  alcuna  di  pace  col  papa. 

L'arcive8covo,  che  si  vede  uccellato  da  Gattamelata,  pieno  di  sdegno  et   di  rabbia,  ri- 

45  torna  a  Fiorenza  et  il  vescovo  di  Recanati  passa  commissario  del  papa  in  Romagna  neires- 

sercito  della  lega.     Talmente  che  a  questa  guisa  Bologna  rimane  senza  governatore  del  papa. 

La  lega  raduna  un  fortissimo  essercito  in  Romagna  per  debellar  Forli  et  Imola  ad  in- 

stanza  del  pontefice. 

II  simile  fa  il  duca  di  Milano,  il  quale  manda  Aresaurio  et  Bernardino  dalla  Garda  con 
50  2500  cavalli  in  Romagna  et  fa  ritornare  NicoI6  Piccinino  dal  reame  di  Napoli  con  2500  ca- 


40 


HISTORIA  Dl  BOLOGNA        .  lA.  1434] 


valH  et  altrettanti  fantJ  et  lo  fa  capitano  di  tutto  reasercito  contro  la  lega;   et  alli   18   di 
affosto,  il  mercoledl,   egli  giunae  a  Korll,  ove  si  era  fatto  signore   Antonio  Ordelaffi  amico 

del  duca. 

AIH  19  di  agosto,  il  giovedl,  a  hore  20,  fu  finita  di  condurre  l'acqua  della  fontana,  della 
quale  di  sopra  si  fe  detto,  insino  all'  hospitale  della  Morte,  et  di  gia  da  essa  larghissime  acque  5 
uscendo  a  beneficio  della  cittk,  era  da  tutti  molto  estimaU  et  tenuta  in  pregio.  Ma  non 
potendo  tanta  liberalitk  et  cortesia  sopportare  ii  datieri  del  vino,  cominciorono  ad  opporsi 
al  ben  pubblico  et  al  soUevamento  della  povert^  con  dire  che  il  datio  pativa  gran  danno, 
et  tanto  si  adoperarono  in  questa  cosa  che  la  fecero  rovinare. 

Alli  28  d'agosto,  11  sabbato,  il  duca  di  Milauo  havendo  radunato  resbercito,  passa  sopra  10 
Imola  asaediata  dalla   lega,  lasciando   adietro  a  Castello   Bolognese   il   vescovo  di  Recanati 
commissario  del  papa,  Astorre  Manfredi  da  Faenza,  Gattamelata,  Pietro  Giovanni  Paulo  Ursino, 
con  altri  capitani  venetiani  et  con  Nicol6  da  Tollentino  capitano  de'  Fiorentini  con  6000  ca- 
valli  et  3000  fanti,  fra  li   quali  era   iion   poca  discordia,   non   volendo  punto   Tuno   cedere 
all*altro.     Ora  avvicinatidosi  questi  due  esserciti  assieme,  vennero  all'arme  nella  via  Flaminia  15 
fra  Castello  Bolognese  et  Imola,  et  quivi  amendui  le  parti  combattendo  auimosamente,  hora 
questa  et  hora  quella  parte  la  fortuna  favoriva.     Finalmenle  Nicol6  Piccinino,  facendosi  del 
vantaggio  del  luogo  et  deirarte  contra  il  gran  numero  de'  nemici  schermo,  ruppe  talmente 
il  campo  de'  nemici,  che  a  pena  ne  fuggirno  mille  cavalli  et  ne  rimasero  sei  capitani  della 
parte  nemica  prigioni.    Nicol6  da  Tolentino,  Guerriero  da  Marzano,  Pietro  Giovanni  Paulo  Ur-  20 
sino  con  lo  stendardo  suo,  Estor  Manfredi  fratello  del  signor  Guido  Antonio,  Cesare  da  Mar- 
tinengo,  Nicol6  da  Pisa  et  Guido  Antonio  Maufredi  siguor  di  Faenza,  Taddeo  marchese  di 
Este,  Gattamelata,  il  patriarca  Vittellesco  et  Brandolino  si  salvorono  destramente  fuggendo. 

I  Bologuesi,  iniesa  questa  vittoria  del  Piccinino  contro  la  lega,  ne  fanno  grandissima 
allegrezza,  percioche  il  duca  di  MUano  a  loro  molto  si  mostrava  amico.  25 

NicoI6  Piccinino,  havuta  la  sudetta  vittoria,  passa  di  subito  sopra  Castel  Bolognese  et 
vi  pone  Tassedio,  et  il  primo  di  settembre,  il  mercoledi,  lo  conquista  et  lo  consegna  alli  Bo- 
lognesi,  et  passati  li  otto  giorni  il  castellano  rende  la  rocca.  Poi  il  Piccinino  manda  H  capi- 
tani  prigioui  al  duca  di  Milano,  li  quali  passano  dietro  le  mura  di  Bologna  il  di  21  di  set- 
tembre,  il  martedl,  et  quivi  fra  pochi  giorui  Nicolo  da  Tollentino  si  muore.  30 

Vedendo  li  Bolognesi  1'  essercito  della  lega  rovinato,  si  deliberano  di  riacquistare  le  castella 
gih.  pigliate  dal  Gattamelata;  et  per  ci6  mandano  a  chiedere  a  Nicol6  Piccinino  alquante 
squadre  di  soldati  a  cavallo  et  a  piedi,  et  essi  anco  vi  pongono  mille  fanti  et  400  cavalli, 
et  fatto  un  essercito,  lo  mandano  alli  27  di  settembre,  il  lunedi,  a  Bazzano,  et  alli  29  Thebbero 
a  patti.  Poi  alli  13  di  ottobre,  il  mercoledi,  ricuperarono  Piumazzo  et  alli  28  del  inedesimo,  35 
il  giovedi,  hebbero  Crevalcore,  salve  le  persone  colle  robbe  loro;  per6  fecero  prigioni  Francesco 
di  Pace  Fantuzzo  amico  d'Antonio  Bentivogli  vicario  et  bandito  di  Bologna  et  anche  Michele 
di  Folce  cancelliere  di  Gattamelata  con  40  cavalli  et  60  fanti;  ma  Franceaco,  per  esser 
amico  di  Sagramoro  parmegiano  conduttiere  del  duca,  fu  liberato  da  lui  et  mandato  a  Ferrara. 
Nicol6  Picciniuo  seguita  vittoria  et  assedia  Grauarolo.  40 

Alli  17  d'ottobre,  la  domenica,  due  ambasciatori  bolognesi  vanno  a  Fiorenza  al  papa  a 
condolersi  de'  suoi  travagli  et  anco  per  cerc£ire  accordo  con  esso  lui ;  gli  ambasciatori  furono 
Romio  da  Sala  dottore  et  Giovaniu  Manzolino  notaro. 

Alli  25  di  ottobre,  il  lunedi,  Nicol6  Piccinino  manda  li  soldati  a  Castel  San  Pietro  et  li 
fa  dar  rassalto,  et  dnalmente  alli31,  la  domenica,  gli  huomini  del  detto  castello  si  rendono  45 
et  promettono  di  pagare  fra  certo  tempo  1 2000  ducati  et  di  lasciarli  porre  a  sacco  il  giudeo 
che  prestava  ad  usura  nel  castello,  dandoli  nelle  mani  il  vicario  tiorentino  quivi  da  Gatta- 
melata  posto.  Poi  spogliorono  U  preaidj  posti  quivi  dalli  Fiorentini,  che  erano  300  fanti,  et 
consignorono  il  detto  castello  alli  Bolognesi  et  alli  8  di  novembre,  il  lunedi,  si  partirono 
et  vennero  dietro  le  mura  della  citt^  et  andarono  ad  alloggiare  al  Borgo  Panigale,  ove  anco  50 


tAA.  1434-1435]  DEL  P.  CHERUBINO  ^GHIR ARDACCl  41 

venne  il  Piccinino,  il  quale  fu  da  molti  cittadini  bolognesi  visitato  et  dalla  cittk  honoratamente 
fu  presentato  di  molte  carra  di  pollami  et  di  vitelli,  di  pane,  di  vino,  di  spelta  et  altra 
vettovaglia;  et  stette  quivi  al  Borgo  fino  alli  20  di  novembre,  il  sabbato. 

Questo  capitano  stette  tanti  giorni  al  Borgo  Panigale,  perchfe  si  disordinatamente  piowe 
5  che  pareva  si  volesse  sommergere  il  mondo.  Fu  anco  cagione  questa  gran  pioggia  che  il 
senato  condusse  la  Madonna  di  san  Luca  nella  chth. ;  et  si  f  ecero  con  essa  tre  divote  proces- 
sioni,  et  per  la  bonta  di  Dio  1'  aria  per  molti  giorni  si  tranquillo.  Laonde,  et  f ermato  il  terapo 
cattivo,  tosto  il  Piccinino  passo  a  Castel  Franco,  ove  era  Gattamelata  con  robusti  presidj,  et 
lo  comincio  a  battagliare  et  con  bombarde  a  salutarlo,  ma  non  pote  darvi  1'  assedio,  ne  meno 

10  travagliarlo  come  era  l'animo  suo,  perch^,  sopragioata  la  pioggia,  talmente  si  rinfranc6,  che 
nelli  alloggiamenti  li  cavalli  stavano  nel  f ango  insino  alla  panza ;  et  essendovi  stato  a  torno  1 8 
giorni  in  circa,  et  gettata  a  terra  una  torre,  egli  alli  nove  di  dicembre,  il  giovedi,  fu  forzato 
dalla  pioggia  lasciare  l'assedio  et  partirsi  per  la  Lombardia  a  svernarsi.  Promettendo  per6 
a'  Bolognesi  a  primavera  riacquistarli  Castel  Franco,  Sant'Agatha,  San  Giovanni  et  Manzolino, 

15  che  erano  in  potere  de'  soldati  venetiani  et  fiorentini,  li  quali  non  cessavavo  di  scorrere  et 
dannegiare  il  territorio  di  Bologna,  sendo  in  detti  luoghi  da  800  cavalli  et  500  fanti. 

Anno  di  Cristo  1435.  —  Si  creano  li  antiemi  et  gPaltri  magistrati  secondo  Tuso  della 
cittL  Si  fanno  i  dieci  della  balia  per  6  mesi,  che  habbino  a  governare  la  citta,  et  sono  cassi 
li  20.     Sono  anche  creati  li  massari.     Li  dieci  della   balla  furono  questi:  Romeo   Foscarari 

20  dottore  et  cavalliere,  NicoI6  dalla  Fava  medico,  Bartolomeo  Campeggi  dottore,  Beltramo  da 
Sala,  Giovanni  da  Manzolino  procuratore,  Tomaso  dalle  Cavezze  banchiere,  Jeronimo  Bolo- 
gnini,  Francesco  d'Argelata  banchiere,  Matteo  Mareschalchi  merzaro,  Bartolomeo  di  Tomaso 
beccaro. 

A  dl  12  di   gennaro,  il  mercoledl,  il  conte   Brandolino  fratello   giurato  di   Gattamelata, 

25  desideroso  anch'egli  di  mostrare  il  suo  valore,  et  a  tutti  noto  1'  ingegno  suo,  con  li  suoi  soldati, 
che  erano  per  la  Chiesa  in  San  Giovanni,  passa  a  Confortino  piccolo  castello  et  il  piglia 
et  pone  a  sacco  quel  poco  vi  trova. 

Pietro  Ramponi  canonico  e  protonotario  aposlolico,  che  venne  a  Bologna  con  li  capitoli 
sopra  descritti,  addimandato  dal  pontefice,  va  a  Fiorenza. 

30  Roma  ritorna  all' ubbidienza  del  pontefice. 

Volendo  il  senato  riacquistare  le  castella  che  tenevano  gli  nemici,  alli  3  d'aprile,  la  do- 
menica,  manda  li  soldati  alla  torre  o  villa  di  Galliera,  ove  erano  li  presidj  della  Chiesa,  et 
con  le  bombarde  la  combattono  et  a  forza  il  giorno  seguente  la  ottengono,  ponendo  ogni 
cosa  a  sacco  et  facendo  li  presidj  prigioni,  et  alcuni  huomini  d'arme  s'affogorno  nelle  fosse. 

35  AUi  6  d'aprile,  il  martedi,  Gasparo  Canetoli  ^  condotto  da   Venetia  a  Fiorenza  et  pre- 

sentato  al  papa,  il  quale  lo  fa  carcerare;  et  quivi  si  muore. 

Alli  31  di  maggio,  il  lunedi,  si  fa  il  consiglio  delli  600,  nel  quale  h.  proposto  et  ottenuto 
che  neiravvenire  piu  non  si  faccia  capitano  della  montagna,  per  cagione  delli  tanti  rubba- 
menti  che  li  capitani  passati  havevano  fatti.     In  questo  tempo  Antonio  Galeazzo  Bentivogli 

40  con  graltri  banditi  di  Bologna  habita  nelle  castella  tenute  a  divotione  della  Chiesa;  sempre 
havendo  nella  mente  di  trovar  modo  di  poter  ritornare  alla  patria,  et  sopra  ci6  havuti  molti 
consigli,  delibera  con  Gattamelata  di  havere  la  entrata  nella  cittk;  et  egli  pifi  volte  col  mezzo 
delle  spie  havendo  inteso  come  la  cittk  era  negligentemente  guardata,  parveli  tanto  piii  facUe 
la  via  al  suo  desiderio.     Pero  alli  29  di  giugno,  il  mercoledi,  Antonio  Bentivogli,  Gattamelata, 

45  et  molte  bande  de  soldati,  oltre  il  buon  numero  de'  banditi,  al  far  del  giorno  vennero  alla 
porta  di  strk  Santo  Stephano,  et  non  vi  essendo  le  guardie,  ruppero  le  serrature  et  entrarono 
fra  la  porta  et  il  ponte  senza  esser  uditi  da  alcuno;  et  abbassando  il  ponte,  Pietro  Alberto 
da  Modena  con  una  scala  sagliendo  sopra  il  muro  et  scendendo  nella  cittJi,  con  una  mannara 
comincio  a  rompere  la  chiavatura  della  porta   et  di   gik  era  a  buon  porto  per  aprirla.     Ma 


42  IIISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1433] 


rabbat*"  dl  San  Giuliano,  udendo  lo  strepito  et  imaginandosi  db  che  era,  ricoree  allp  cam- 
pana,  chiamando  il  capitano  di  detta  porta  che  dormiva,  il  quale,  svegliato,  tosto  corre  al 
Tomore.  Pietro  Alberto,  veggendolo,  con  la  manrara  se  gli  volt6  contro  per  ucciderlo,  ma 
non  puoti,  perchfe  tosto  si  fuggl  a  casa  sua. 

Pietro  Alberto,  vedendosi  scoperto,  tosto  si  nascose  nelia  casa  di  Antonio  Papa  Pellacani,     5 
et  poi  al  tramontare  del  sole  uscJ  daila  citti  et  pa8s6  a  Sant*Agatha,  ove  era  tornato  Antonio 
Bentivogli. 

Alli  6  d'ag08to  vengono  novelle  a  Bologna  della  rotta  del  re  di  Aragonia  havuta  dalli 
Genovesi  ne!  porto  di  Gaeta,  nella  quale  restorono  prigioni  il  detto  re,  il  re  di  Navarra, 
rinfante  d'Aragona,  il  maestro  di  San  Jacomo  di  Gallicia,  il  vice  re  di  Sicilia,  il  principe  10 
di  Taranto,  il  duca  di  Sessa  con  un  suo  figliuolo,  il  conte  da  Fondi,  Miniguccio  dall'Aquila 
et  altri  baroni,  che  salivano  al  numero  di  cccc,  oltre  che  furono  prese  tutte  le  loro  navi  et 
robbe  et  condotte  a  Genova.  Furono  poi  li  detti  prigioni  condotti  a  Milano;  et  il  duca  di 
Milano  non  dopo  molti  giorni  gli  liberb,  il  che  partori  non  piccolo  sdegno  a'  Genovesi  con- 
tro  il  detto  duca.  15 

Nicol6  dalla  Stella  detto  Nicol6  Fortebracci,  gran  capitano  et  signore  di  molte  castella 
e  cittadi,  h  dal  Taliano  Forlano  rotto  et  fatto  prigione  et  di  un  colpo  di  lanza  miserabil- 
mente  muore;  della  cui  morte  il  Piccinino,  che  era  in  quel  di  Bologna,  n'hebbe  gran  cord<^lio. 

Nicola  Albergati  cardinale  di  Santa   Croce  in  Jerusalem    et  il   cardinale  di  San  Pietro 
in  Vincola  trattano  la  pace  fra  la  lega  et  il  duca  di  Milano;  et  a  dl  10  d'ag08to,  il  mercoledi,  20 
la  concludono  fra  il  papa,   Venetiani  et  Fiorentini   da  una   parte   et   dairaltra   fra   Filippo 
duca  di  Milano,  con  patto   che   il  duca  liabbia  a  restituire  tutti  li  luoghi  del  papa,  che  egli 
in  Romagna  teneva  et  non  habbia  a  dare  ajuto,  ne  favore  a'  Bolognesi. 

I  Bolognesi  frattanto  mandano  in  Fiorenza  ad  offerire  la  citta  al  papa- 

A  dl  19  d'ago8to,  il  venerdi,  il  pontefice  manda  Scipione  dottore  ferrarese  a  BoIogna<  et  25 
radunato  il  conseglio,  egli  da  parte  del  papa  gli  restituisce  la  benedittione  et  gli  fa  certi 
et  sicuri  della  pace  fatta.  Poi  gli  avvisa  come  il  pontefice  saria  d'animo  venire  a  stanziare 
a  Bologna  et  che  perci6  voleva  libera  signoria  della  cittk  come  cosa  sua.  II  di  seguente 
rispose  il  conseglio  che  ringratiavano  sua  Santitk  della  benedittione  datali  et  che  molto  li 
piaceva  la  pace  seguita  per  il  bene  d'Italia,  ma  in  quanto  alla  citta,  havendo  egli  data  la  30 
fede  al  duca  di  Milano  di  non  trattar  cosa  alcuna  senza  sua  saputa,  che  li  pareva  dovere 
fare  intendere  questa  domanda  al  duca,  et  con  questo  il  licentiorono. 

Alli  24  d'ag08to,  il  mercoledl,  giungono  le  nuove  a  Bologna  che  Tarmata  de'  Genovesi, 
che  era  a  nome  del  duca  di  Milano,  haveva  rotta  Tarmata  del  re  di  Aragonia  nel  porto  di 
Gaeta.    Valeva  in  questo  tempo  la  corba  della  farina  soldi  44  et  danari  sei,  montando  la  libra  35 
danari  3  */y 

II  duca,  essendo  conclusa  la  pace,  scrive  il  tutto  che  h  successo  a'  Bolognesi  et  gli 
essorta  a  provedere  a'  fatti  loro  et  di  esser  concordi  col  papa  con  quelle  migliori  et  pifl 
honeste  conditioni  potessero,  offerendosi  sempre  ad  esserli  buon  amico.  Le  cui  lettere  nel 
senato  lette,  fu  molto  laudata  la  fede  et  Tamore  del  duca,  et  consultato  dal  senato  quanto  40 
si  dovesse  fare,  elessero  grambasciatori  per  mandare  al  pontefice  a  Fiorenza  et  capitolare 
con  esso  luL  GH  ambasciatori  furono  Roraeo  Foscarari  cavalliero,  Niccol6  Ghisilardi  dot- 
tore ;  a'  quali  diede  il  senato  li  capitoli  per  trattare  accordo  col  papa.  Poi  anche  vi  mand6 
Galeotto  Canetoli  dottore,  amico  del  pontefice;  li  quali  tutti  hebbero  grata  audientia  et  alli 

27  di  settembre,  il  martedi,  conclusero  li  capitoli  deiraccordo ;  et  la  nuova  fu  portata  a  Bo-  45 
logna  il  dl  seguente  alle  due  hore  di  notte  et  si  fecero  pella  citta  gran  segni  di  allegrezza. 
Poi  si  tolsero  via  le  offese,  et  ciascuno  poteva  liberamente  con  le  mercantie  andare  ovunque 
piii  li  piacesse. 

Si  ritornano  li  prezzi  alli  datii  che   erano  nelFanno  1429,  col  consenso  del  senato  et  di 
tutti  li  magistrati,  cio^:  Le  porte  a  soldi  4  per  carro  che  hora  pagavano  soldi  sei,  il  grano  50 


[A.  1435]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  43 

a  soldi  1  che  hora  ne  pagava  soldi  2.  II  datio  delle  bestie  et  ogni  altro  datio  si  mutorono, 
eccetto  il  datio  del  pesce,  che  pagava  soldi   12  per  cesta,  che  fu  posto  a  soldi  10. 

II  pontefice  manda  Daniele  da  Treviso  suo  tesoriero  et  vescovo  di  Concordia  per  gover- 
natore  di  Bologna,  il  quale  alli  6  d'ottobre,  il  giovedi,  viene  a  Bologna  et  entra  per  la  porta 
5  di  strk  Maggiore  con  li  soliti  honori,  a  cui  le  chiavi  della  citta  sono  presentate.  Condusse 
questo  governatore  seco  Baldassare  Offidano  marchiano,  huomo  crudelissimo  et  assai  favorito 
dal  papa;  era  parimenti  seco  Gasparo  da  Todi  huomo  sceleratissimo.  Fu  il  governatore 
con  gran  festa  ricevuto,  ma  spetialmente  da  Battista  Canetoli,  il  quale,  vistosi  abbandonato 
dal  duca  Filippo  e  le  cose  della  Chiesa  cosi  prospere,  fingeva  tutta  questa  allegrezza,  mentre 

10  che  egli  havesse  per  qualche  via  straordinaria  potuto  accomodare  le  cose  sue. 

II  govematore,  la  sera  istessa  che  egli  fece  Tentrata  in  Bologna,  mut6  li  capitani  delle 
porte  et  ve  ne  pose  altri  a  suo  modo;  et  il  giomo  seguente  tutti  li  magistrati  giurono  fedelta 
alla  Chiesa  nelle  sue  mani. 

II  govematore  fa  portare  la  campana  delli  signori  antiani,  che  tenevano  sopra  il  palazzo 

15  loro  de'  notari,  nel  palazzo  ove  egli  habitava. 

Di  questo  mese  di  ottobre,  sendo  fatto  giudice  della  mercantia  Antonio  da  Castel  San 

Piero  dottore,  si  comincio  a  tenere  ragione,  la  quale  per  molto  tempo  avanti  non  si  era  tenuta. 

II  governatore,  per  conseglio  deirOffida,  comanda  a  Battista  Canetoli  che  debba  licen- 

tiare  tutti  li  soldati  da  piedi  et  da  cavallo  che  egli  nella  citta  teneva.     Battista  promette  di 

20  farlo,  ma  poi  non  ne  fa  nulla;  anzi  tarda  di  giorno  in  giorno  et  finge  mille  scuse,  forse 
havendo  egli  in  animo  di  far  qualche  suo  dissegno,  perche  aspettava  il  Piccinino  che  facea 
il  duca  Filippo  venire,  ma  non  gli  venne  fatta;  percioch^  vedendo  il  governatore  che  egli 
andava  ritardando  et  non  ubbidiva,  ordino  di  farlo  prigione  insieme  con  tutti  li  suoi,  giudi- 
cando  che  se  a  questa  guisa  non  faceva,  che  la  citta  giamai  viverebbe  quieta  sotto  la  Chiesa. 

25  Finse  adunque  il  governatore  di  poco  curarsi  piu  che  Battista  mandasse  via  li  detti  soldati, 
et  frattanto  egli  secretamente  tratta  con  Francesco  Sforza,  che  era  a  Medicina,  che  gli 
mandi  alcune  bande  di  soldati;  il  quale  tosto  gli  manda  Sigisraondo  Malatesta  con  600  cavalli, 
et  secretamente  entrano  in  Bologna  per  la  porta  di  San  Mammolo.  Battista,  che  intende 
questo,  ripieno  di  timore  di  non  esser  fatto  prigione,  si  rivolta  alla  fuga,  et  perche  dubitava 

30  fuggendo  d'esser  seguitato,  si  vesti  di  panni  alla  forestiera,  et  tolto  lo  sparviero  in  pugno 
et  fingendo  eg1i  et  dodici  suoi  compagni  a  cavallo  di  voler  gire  a  caccia,  pacificamente  alli 
14  d'ottobre,  il  venerdi,  si  parti  et  pass6  a  Correggio,  dove  poi  da  molti  suoi  parenti  et 
amici  fu  seguitato,  e  fra  gli  altri  da  Ludovico  Canetoli,  Baldessera  Canetoli  cugini  di  Bat- 
tista,  Lippo  et  Giovanni  Muzzarelli,  Bonifacio  Matassellani,  Bonifacio  di  Giovanni  de'  Prieti, 

35  che  furono  in  tutto  200  huomini.  Et  Maria  Tomasina  moglie  di  Battista  passo  a  San  Ludo- 
vico  del  Pradello. 

-  Galetto  Canetoli,  sendo  in  Fiorenza  et  havendo  notitia  che  Battista  con  li  suoi  parenti 
et  amici  si  era  fuggito  di  Bologna,  dubitando  che  cio  non  fosse  stato  per  qualche  machina- 
tione  del  papa  ordinata  contro  li  Canetoli,  tosto  anch'egli  si  fugge  a  Siena. 

40  Parendo  al  governatore  di  haver  libero  dominio  della  citta,  essendo  fuggiti  li  Canetoli 

con  la  loro  fattione  et  ritrovandosi  havere  nella  cittk  tanti  cavalli  et  fanti  al  suo  commando, 
fa  podestk  Baldassare  Offidano  huomo  scelerato  et  iniquo  et  alle  bolette  vi  pone  Gasparo 
da  Todi  scelerato  sopra  tutti  li  scelerati;  et  fa  tutto  ci6  per  tenere  in  timore  la  cittk  et 
secondo  il  rio  consiglio  deirOffida. 

45  Baldassare  passa  nel  palazzo  del  podestJi  et  voUe  per  sua  guardia  havere  200  fanti;  et 

quivi  fa  creare  li  nuovi  antiani,  che  furono  questi:  Per  il  quartiero  di  porta  Ravegnana:  Jero- 
nimo  Bolognini  confalloniero  di  giustitia,  Giovanni  di  Jacomo  Isolani,  Carlo  di  Gabbione 
Gozzadini;  porta  San  Piero:  Gasparo  di  Marco  dalla  Renghiera  dottore,  Gasparo  di  Barto- 
lomeo  Sassoni:  porta  Stieri:  Dionisio  di  Caslello  notaro,  Pietro  Capocchia  fabro;  porta  San 

50  Proculo:  Giovanni  di  Montino  dalle  Coltre,  Pietro  Bertd. 


44  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i435i 


A  dl  3  di  novembre,  il  giovedl,  bI  comincia  a  suonare  rarengo,  che  per  due  anni  non  si 
era  aonato;  et  U  massari  delle  arti  con  li  antiani  creano  grambasciatori  per  mandarli  al  pon- 
tefice  a  Fiorenza  ad  invitarlo  a  venire  a  Bologna,  intendendo  essi  che  egli  con  niolto  scom- 
modo  a  Fiorenza  si  stava.  Li  sei  massari  eletti  furono  queati:  Bernardino  Muletti  correttore 
de'  notari,  Donduccio  massaro  de'  beccari,  Giovanni  Buttigliero  massaro  de'  strazzaroli,  Mat-  5 
thio  Mareschalchi  massaro  de'  merzari,  Pace  Magarotto  massaro  de'  spetiali,  Jacomo  di  Luca 
del  Panno  del  Lino  massaro  de'  bisilieri. 

II  govematore  poi  anch'egli  elesse  altri  tre  cittadini  che  con  li  detti  ambasciatori  in  com- 
pagnia  andassero,  et  furono  Giovanni  di  Jacomo  Isolani  uno  degrantiani,  Francesco  Guidotti, 
Carlo  Salicetto  dottore.  Posti  tutti  a  ordine,  et  havuta  la  commissione  di  quanto  dovevano  10 
fare,  alli  sette  di  novembre,  il  lunedl,  havendo  ciascuno  de'  massari  tre  servitori  riccamente 
vestiti,  si  partirono  et  furono  in  tutto  40  cavalli.  Et  giunti  al  papa  et  fatta  rambasdata, 
il  pontefice  rispose  loro  che  per  all'hora  non  poteva  transferirsi  a  Bologna  per  alcuni  im- 
portanti  occasioni  che  gli  soprastavano  e  promise  che  al  febraro  avenire,  che  a  soddisfat- 
tione  di  tutto  il  popolo  di  Bologna,  egli  ci  verrebbe,  et  che  frattanto  li  essortava  a  vivere  15 
in  pace;  et  cod  li  rimandb  a  Bologna. 

AUi  9  di  novembre,  il  mercoIedJ,  il  govematore  manda  alle  case  de'  confallonieri  del  popolo 
et  gH  fa  levare  i  confalloni  et  portarli  dentro  un  sacco  al  palazzo,  et  da  indi  in  poi  non  volle  si 
eleggessero  confallonieri,  nh  voUe  si  cavassero  gli  ufficii,  ma  gli  distribuiva  lui  a  sua  volontru 

AIU  30  di  novembre  il  cardinale  Santa  Croce  giunge  in  Bologna  ritornando  di   Franza  20 
dove  haveva  conchiusa  la  pace,  dove  fu  incontrato  con  ogni  solemnit^. 

Antonio  Bentivogli  in  questo  tempo  procura  presso  il  papa  di  ritoraare  alla  patria,  es- 
sendo  stato  1 5  anni  et  mesi  tre  f uori  di-  quella  bandito ;  et  il  pontelice  considerando  che 
egli  molto  si  era  affaticato  per  farli  havere  il  dominio  di  Bologna,  volentieri  glie  ne  fa  gratia 
et  lo  rimette  insieme  con  li  suoi  amici;  il  quale  alli  4  di  decembre,  la  domenica,  a  hore  22,  25 
entra  in  Bologna  et  subito  va  a  visitare  il  governatore  et  poi  va  alla  sua  casa  a  riposare. 
Entrato  Antonio  in  Bologna,  concorsero  gli  amici  suoi  in  tanto  numero  che  la  casa  non 
U  poteva  capire,  et  tanto  era  da'  cittadini  amato,  che  tosto  gli  fomirno  la  casa  di  tutto  quello 
che  bisogno  era,  oltre  che  ogni  giorao  era  dal  popolo  visitato  et  presentato.  Quando  andava 
in  publico  per  la  citta  era  seguitato  da  numero  infinito  del  popolo;  et  queste  tante  amore-  30 
volezze  degramici  et  del  popolo  gli  nocquero  assai,  percioch^  il  goveraatore,  che  stava  ze- 
loso  della  chtk,  notava  ogni  cosa.  Oltre  clie  anco  era  subomato  dall'  Offida  et  da  molti  cit- 
tadini  Maltraversi,  che  non  potevano  patire  di  vedere  Antonio  cotanto  riverito  et  amato. 

A  di  7  di  decembre,  il  mercoledi,  Tomaso  Zambeccari  et  Giovanni  di  Matteo  Griffoni  con 
molti  altri  de'  fuomsciti  ritornano  aBologna.  Veggiendo  il  Piccinino  che  la  Romagna  era  pacifica,  35 
chiede  al  papa  duomila  ducati  i  quali  esso  diceva  doverli  havere  da  Bologna  et  il  papa;  glieli 
dh  Bologna  et  egli  restituisce  Castel  Bolognese,  Castel  San  Piero.  Et.il  medemo  fece  poco  ap- 
presso  il  Gatta  et  Brandolino,  restituendo  San  Giovanni  in  Persicetto,  Sant'Agatha  et  Manzolino. 
AUi  15  di  decembre,  il  giovedl,  Baldassarre  Offidano  fa  levar  Tarme  offensive  et  difensive 
di  casa  di  Jacomo  dalle  Corregie  e  di  questi,  ciofe:  Francesco  del  Bue,  Merigo  di  Nicolo  40 
drappiero,  Nicol6  dal  Mangano  drappiero,  Gabriele  Piatesi  et  di  altri  assai  che  erano  par- 
tigiani  de'  Canetoli  et  tutte  le  fa  portare  nel  palazzo  del  podestk. 

A  dl  16  di  decembre,  il  venerdl,  il  govematore  fa  bandire  che  niuno  porti  arme  dentro 
n^  fuori  della  citth,  sotto  pena  di  gran  somma  di  danari  et  di   10  tratti  di  corda. 

L'Offida  in  questo  istesso  giorao  fa  dare  la  sicurtk  di  lire  25  000  a  Jacomo   dalle  Cor-  45 
reggie  et  di  5000  a  Francesco  del  Bue  et  di  altrettanti  a  Merigo  di  Nicol6,  di  4000  a  Cor- 
nelio  de'  Grassi  di  stare  a  ragione  per  haver  havuti  li  datii   et   maneggiate  le  entrate   della 
citti\.     Erano  questi  partegiani  de'  Canetoli, 

La  invidia,  che  giammai  non  cessa  di  spargere  il  suo  veneno  nei  cuori  degrinquieti  et 
ambitioai,  non  manca  in  questi   tempi  insieme  con  la  discordia  soflSar  co"  mantid  nel  fuoco  50 


[A.  143SJ  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  45 

per  accender  maggior  fiamma,  perciochfe  alcuni  de'  Maltraversi,  ciofe:  Domenico  et  Giovanni 
laolani,  Giovanni  di  Ligiiano,  Giovanni  del  Testa  Gozzadini  et  altri  assai  vanno  al  governa- 
tore  et  gli  dicono  che  s'egli  brama  di  conservare  la  citta  alla  divotione  della  Chiesa,  che 
bisogna  por  freno  alla  grandezza  di  Antonio,  il  quale  pareva  che  si  volesse  pian  piano  porre 
5  a  ordine  di  farsi  signore  della  cittk  come  Giovanni  il  padre  haveva  fatto,  11  che  a  lui  era 
cosa  facile,  havendo  in  mano  i  cuori  del  popolo,  et  che  per  ci6  awertisce  bene  alli  casi 
suoi.  Queste  parole  non  caderono  a  terra  presso  il  govematore  et  rOffida,  ma  benissimo  le 
appresero  nella  mente,  et  per  cio  secretamente  volendo  provedere  a  quanto  dubitava,  ordi 
un  trattato  di  uccidere  Antonio;  et  cosl  fece  venire  tutti  li  soldati  alla  cittk  sotto  pretesto  di 

10  voler  farli  fare  la  rassegna  et  ordinatamente  portarsi  in  piazza.  Alli  23  di  decembre,  il  ve- 
nerdi,  Antonio,  che  sicuramente  spendeva  i  suoi  passi  et  anche  frattanto  pregava  il  popolo 
non  lo  volesse  cosi  seguitare  per  vietare  ogni  sinistro  sospetto,  la  mattina  esce  di  casa  sua 
per  andare  al  palazzo  ad  udire  la  messa  et  ad  accompagnare  il  governatore,  et  seco  era 
Giovanni  Fantuzzo,  ser  Cola  et  Gasparo  Malvezzi ;  et  giunto  alla  torre  degrAsinelli,  si  rivolse 

15  adietro,  licentio  anche  alcuni  che  lo  seguitavano,  et  entrato  in  palazzo,  secondo  il  solito 
ando  a  salutare  11  governatore  et  seco  and6  alla  messa.  Ora,  mentre  che  la  messa  si  cele- 
brava,  H  soldati  facevano  la  lor  mostra  in  piazza  et  Baldassare  Offidano  manda  a  domandare 
Tomaso  Zambeccari  con  avisarlo  che  seco  di  alcuni  negotii  parlar  voleva,  il  quale  venuto  a 
lui,  si  pose  ad  artificiosi  et  longhi  ragionamenti  seco,  aspettando  frattanto  che  successo  fosse 

20  quel  del  governatore  con  Antonio  Bentivogli.  Finita  adunque  la  messa,  il  governatore  piglia 
per  mano  Antonio  Galeazzo  et  il  conduce  nella  sua  camera  ragionando  seco  con  faccia  ri- 
dente  et  proferendosegli  favorevole  dovunque  egli  fosse  buono  per  lui,  et  di  uno  in  altro 
ragionamento  entrando,  aspettava  d'intendere  se  TOffida  haveva  a  ordine  posto  li  soldati  alla 
piazza  et  apparechiati  quelli  che  dovevano  por  le  mani  addosso  ad  Antonio.     Di  che  accer- 

25  tato  il  governatore,  egli  con  parole  amorevoli  et  proferte  de1le  prime  maggiorl  da  se  il  licen- 
tio.  Uscendo  Antonio  di  camera,  venne  alle  scale  di  legno  (cosi  erano  in  questi  tempi)  che 
scendono  alla  corte  del  palazzo,  et  quivi  da  25  armati  incontrato,  fu  fatto  prigione  ad  instanza 
del  governatore  et  di  Baldassare  Offida.  Disse  airhora  Antonio:  "  Et  che  ho  fatto  io?  E 
"  forse  questa  la  remuneratione  delli  meriti  miei  che  la  Chiesa  mi  porge  di  tanta  fedeltk  et 

30  "  servitti  che  le  ho  dimostraio  ?  „ .  Et  volendo  piu  oltre  parlare,  con  una  fascia  gli  fu  chiusa 
la  bocca  e  tosto  giii  della  scala  il  condussero  dove  li  fu  con  celerita  tagliata  la  testa,  la- 
sciando  di  sfe  un  sol  figliolo  naturale,  Annibale. 

Mentre  che  si  scelerato  officio  nel  palazzo  sl  f aceva,  I'  Offida,  acciochfe  il  tumulto  non  sl 
udisse,  fece  sonar  le  trombe   quasi  che  della   mostra  delli  soldati  allegrezza  facesse;   nfe   si 

35  tosto  la  morte  di  Antonio  intese,  che  egli  parimente  a  Tomaso  Zambeccari  fece  con  uh  pan- 
nicello  chiuderli  la  bocca  et  nella  sala  del   re  Entio  ad  una  stanga  il  fece  impiccare.     Po 
mand6  a  dimandare  otto  huomini  della  compagnia  dell' hospitale  della  Morte,  a'  quali  com- 
m&nd6  che  senza  cappe  di  Battuti  levassero  quei  due  corpi  et  li  portassero  a  seppellire;  et 
cosi  fecero,  portandoli  a  San   Christophoro   del  Balladuro,  et  gli  posero  ciascuno  nella  sua 

40  cassa  di  legno  et  gli  diedero  sepoltura.  Fu  poi  il  corpo  di  Antonio  Galeazzo  transportato 
nella  chiesa  di  san  Jacomo  et  posto  in  una  bellissima  sepoltura  di  marmo  dietro  il  coro 
di  detta  chiesa,  dove  hoggidl  anche  si  leggono  questi  versi: 

St  lachrtmts  celebres  fas  est  ornare  sefultos, 
Flete  suferfositi,  defrecor,  ossa  viri; 
45  Vos  quoque,  Pyerides,  heu  ttindite  fectora  falmis, 

Antonio  latice  froluit  ora  sui. 
Antonii  nomen,  cunctis  memorabile  saeclis, 

Bentivole  genti  fama  ferhennis  erit. 
Clarus  qui  titulis  seu  legibus  atque  togatus, 
'50  Magna  gerens  clero  funera  saeva  luit. 


46  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  1435-1436] 


Morti  Antonio  et  Tomaso  Zambeccari,  l'emp5o  et  crudele  Offida  saglie  a  cavallo,  et 
accompagnato  da  tutti  li  soldati,  va  per  la  citt^i  inanimando  gli  artefici  che  di  niuna  cosa 
temino,  che  quello  ni  fe  fatto  era  perchfe  li  traditori  volevano  dare  la  citth  al  duca  di  Milano. 
Poi  manda  a  pigliare  Tarme  dalle  case  degli  amici  d'Antonio  et  de  alcuni  de'  Canetoli,  et 
per  dare  mantello  alla  CTudeltk  fatta,  sendo  distenuto  Cola  d'A8Coli  che  era  in  compagnia  5 
di  Antonio  et  era  suo  cancelliero,  11  condann6  alla  morte,  et  poste  le  bandierc  alle  finestre 
del  palazzo  del  podestJi,  fece  leggere  il  proceBSO,  nel  quale  si  manifestava  come  Antonio  el 
Tomaso  Zambeccari  et  Cola  erano  insieme  d'accordo  di  dar  Bologna  nelle  mani  del  duca 
di  Milano.  Et  condotto  al  luogo  ove  doveva  morire,  ecco  un  postiero  che  con  un  finto 
brieve  papale  venne  che  commandava  che  Cola  non  dovesse  morire,  et  fu  liberato.  Fu  10 
questa  nel  vero  fittione  deirOffida,  col  mezzo  della  quale  voUe  alla  citta  dimostrare  che  ad 
Antonio  et  a  Tomaso  haveva  giustamente  la  morte  data. 

Della  morte  di  Antonio  Bentivogli  et  di  Tomaso  Zambeccari  non  si  tosto  ne  fu  il  papa 
avisato,  che  egli   alli  24  di   dicembre,  il  sabbato,  fece  pigliare  Tabbate  fratello  di  Tomaso 
Zambeccari,  che  era  a  Fiorenza,  et  lo  fece  incarcerare  et  non  dopo  molto  lo  mando  nella  15 
rocca  di  Nami. 

Giunge  a  Bologna  la  sorella  di  papa  Eugenio,  e  fu  con  pompa  et  fasto  incontrata  et 
alloggib  nel  palazzo  della  citt^.  Poi  si  partl  per  Fiorenza,  che  andava  a  visitare  il  fratello 
che  era  gran  tempo  non  si  erano  veduti  insieme. 

Ilavendo  il  pontefice  il  dominio  libero  di  Bologna,  et  essendo  per  la  fuga  de'  Canetoli  20 
et  per  la  morte  di  Antonio  Bentivogli  et  cattura  deirabbate  Zambeccari  assicurato,  delibera 
di  porre  il  freno  a  Bologna,  talmente  che  nello  awenire  non  piu  possi  ricalcitrare.     Et  per6 
egli  scrive  al  govematore  et  airOffidano  che  fabrichino  il  castello  di  Galliera. 

Alli  28  si  dh  principio  al  detto  castello  et  vi  si  fanno  gli  argini  d'ogni  intorao,  fortifi- 
cando  il  luogo  ove  altre  volte  era  edificato  il  castello,  acciochfe  quivi  potessero  habitare  li  25 
presidj  con  le  machine  et  altre  cose  necessarie  alla  difensione  di  detto  luogo. 

II  duca  di  Milano,  havendo  inteso  esser  stato  letto  un  processo  contro  Antonio  Bentivogli, 
che  li  avesse  voluto  dare  la  cittk  per  trattato,  et  conoscendo  che  tutto  cio  era  stato  una  finta, 
essendo  in  pace  col  papa,  fa  distenere  a  Milano  Battista  Canetoli  et  a  Correggio  Galeotto 
et  Baldessera  et  Ludovico  in  Parma.     Quantunque  poi  fra  pochi  giomi  gli  liberasse.  30 

A  dl  5  decembre  il  nobile  Bartolomeo  Oselletti  bolognese,  ritrovandosi  habitatore  in 
Cento,  diocesi  di  Bologna,  edific6  un  oratorio  sotto  il  nome  et  vocabolo  di  sant'Antonio  et 
di  san  Lazzaro  sopra  una  pezza  di  terra  di  Cento  in  luogo  detto  le  Fosse  di  Serafino,  il 
quale,  per  consenso  del  vescovo  di  Bologna,  fu  consacrato;  et  perchfe  vi  si  celebrassero  ogni 
dl  le  messe  et  li  divini  offiq,  lo  diede,  don6  et  cor.segno  alli  frati  di  San  Giacomo  di  strk  35 
San  Donato  di  Bologna,  et  essi  n'hebbero  il  libero  possesso. 

A  dl  29  decembre,  il  giovedl,   Baldassare   Offidano  fa  bandire  che   niuno  possi  portare 
divisa  alcuna,  eccetto  li  servitori  de'  gentilhuomini  et  li  soldati  che  hanno  il  soldo,  sotto  pena 
di  lire  25  et  cinque  tratti  di  corda.     Fece   l'Offida  questo  perche   ciascuno  portava   divisa. 
Inoltre  prohibi  che   niuno   potesse   tenere   contadini   o  forestieri   a   cena,   ne   a  dormire   in  40 
casa  loro;  et  se  pure  occorreva  di  haverli  in  casa,  gli  dovesse  presentare  alle  boUette. 

In  questo  tempo  le  suore  volgarmente  chiamate  di  san  Francesco  delle  donne  habitano 
fuore  della  porta  di  Santo  Stephano. 

Eugenio  pontefice  fa  porre  a  ordine  la  sua  corte  per  passare  a  Bologna. 

Anno  di  Cristo  1436.  —  Sono  creati  gli  antiani  et  graltri  magistrati  secondo  il  consueto  45 
della  cittL 

Alli  26  di  febraro,  il  lunedl,  la  sorella  del  papa  ritoraa  da  Fiorenza  a  visitare  il  fratello 
et  entra  in  Bologna,  dove  honoratamente  in  casa  di  Antonio  Scappi  h  raccolta;  la  quale  poi, 
partendosi,  se  ne  and6  a  Venetia. 


[A.  1436]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  47 

Nel  mese  di  marzo  il  govematdre  fa  porre  la  grata  di  f erro,  a  guisa  di  una  saracinesca, 
alla  porta  del  palazzo. 

AUi  5  di  aprile,  il  gioved5,  si  partono  di  Bologna  24  cittadini  pomposamente  vestiti  con 

li  suoi  dongelli,  che  in  tutto  erano  40  cavalli,  fra'  quali  furono  Gabriele  et  Filippo  Mangioli, 

5  tiglioli  di  Bartolomeo  Mangioli,  et  vanno  ad  incontrare  il  papa   che   ne   veniva  a  Bologna; 

il  quale   giunto  nel  Bolognese,  facendo  la  citta  segni  di  allegrezza,  alli  21  a  hore  18  giunse 

alli  Crociari  et  quivi  tutto  quel  giorno  et  la  notte  si  riposo. 

Alli  22  d'aprile,  la  domenica,  papa  Eugenio  entra  in  Bologna  per  la  porta  di  stra  Mag- 
giore,  et  tutti  li  magistrati  con  il  clero  e  le  arti  et  il  popolo  gli  vanno  incontro  et  gli  sono 

10  presentate  le  chiavi  con  le  solite  ceremonie;  et  entrato  in  San  Petronio  et  ricevuto  dal  ve- 
scovo,  diede  finalmente  la  benedittione  al  popolo.  Poi  passo  dalla  chiesa  al  palazzo  per 
un  palco  che  tutto  apparato  di  finissimi  arazzi,  che  andava  alla  porta  del  palazzo,  accom- 
pagnato  dagl'  infrascritti  cardinali,  che  poi  alloggiorono  come  qui  si  dira : 

II  cardinale  Giordano   Ursino  alloggi6  in  San   Francesco,  il  cardinale   Pietro  de'  Conti 

15  ne'  frati  Serviti,  il  cardinale  Gulielmo  da  Estontevilla  Roano  in  casa  di  Foscarari,  il  cardinale 
Branda  Castellio  milanese  et  vescovo  di  Piacenza  nel  convento  de'  frati  di  San  Jacomo,  il 
cardinale  Prospero  Colonna  di  San  Giorgio  in  casa  di  Giovanni  di  Ligo  Lodovisi,  il  cardinale 
Domenico  Capranica  di  Santa  Maria  Nuova  nel  palazzo  Gregoriano  de'  Pepoli,  il  cardinale 
di  San  Marco  in  Sant'Antonio,  il   cardinale  San   Clemente   nipote   del  papa  et  camarlengo 

20  nel  palazzo  delli  notari.  Poi  giunse  il  cardinale  San  Marcello  et  alloggio  in  casa  di  Antonio 
Scappi,  et  il  cardinale  di  Cipro,  che  veniva  di  Basilea  dal  concilio  cominciato  alloggio  in 
casa  di  Battista  Canetoli  rincontro  San  Gervasio,  il  cardinale  Santa  Croce  vescovo  di  Bologna 
alloggio  in  casa  di  Carlo  SalicetL  II  pontefice  fratanto  trattava  di  trasferire  in  Bologna  il 
concilio  cominciato  a  Basilea. 

25  A  dl  13  giugno,  il  mercoledl,  il  marchese  Nicolo  da  Este  viene  in  Bologna  a  baciare  il 

piede  al  pontefice;  alloggio  in  casa  di  Girolamo  Bolognini  in  strk  Santo  Stefano  e  il  papa 
gli  dono  i  castelli  di  Lugo,  Massa,  Zagonara;  la  qual  cosa  dispiacque  molto  a'  Bolognesi, 
vedendo  donar  via  terre  del  contado  di  Bologna. 

Alli  10  d'ag08to,  il  venerdi,  papa  Eugenio  volendo  riacquistare  le  castella  attinenti  alla 

30  citt^  di  Bologna  ch'erano  occupate,  manda  Tessercito  alla  Massa  de'  Lombardi  et  fra  due 
giorni  la  conquista;  poi  ritornano  alla  sua  ubbidienza  Sant'Agatha  di  Romagna  et  Zagonara 
et  Barbiano. 

AUi  25  di  agosto,  il  sabbato,  Lugo  viene  sotto  la  Chiesa  et  il  pontefice  ne  fa  dono   a 
Lionello  figliolo  del  marchese  Nicol6  da  Este. 

35  In  questo  tempo  il  conte  Francesco  Sforza  marchese  della  Marca  Anconitana  et  capitano 

della  Chiesa  con  li  suoi  soldati  ritrovandosi  al  ponte  PoUedrano  in  alloggiamento,  fini  il  suo 
tempo  del  soldo  con  la  Chiesa.  Di  esso  non  poco  dubitando  Baldassare  Offidano,  forse  dal 
papa  mosso  che  molto  temeva  che  venisse  contro  Bologna,  si  delibera  farlo  prigione,  et  alli  9 
di  settembre,  la  domenica,  con  Pietro  Giovanni  Paulo  capitano  delli  soldati  del  papa  si  parte 

40  di  Bologna  et  passa  a  Budrio  dove  raguna  di  molti  contadini  per  pigliare  il  detto  conte  alla 
sprovista ;  ma  di  tutto  il  fatto  avvisato  il  conte,  si  parte  dal  ponte  Polledrano  et  va  a  Can- 
talovo  nel  territorio  di  Imola  passando  dietro  le  fosse  di  Medecina,  ove  era  l'Offida,  gridando 
i  suoi  soldati  del  cohte:  "  Esci,  o  Baldassare,  esci,  o  OflSdano,  a  pigliare  il  conte„.  Ora,  fer- 
matosi  il  conte  in  Cantalovo,  rOffida  si  parte  da  Medecina  et  alli  15  di  settembre,  il  sabbato, 

45  passa  al  ponte  della  Reccardina  et  quivi  si  ferma.  Frattanto  il  conte  finge  voler  cavalcare 
in  Romagna  et  manda,  per  meglio  colorire  il  fatto,  le  sue  bagaglie  a  Codignola,  poi  spedisce 
un  cavaliere  ad  avisar  Baldassare  come  egli  era  in  procinto  di  passare  in  Romagna  et  che 
se  gli  offeriva  di  servirlo  dove  era  buono.  II  conte  saglie  a  cavallo  et  pone  a  ordine  tutta 
1a  sua  compagnia  et  va  verso  la  Reccardina  et  alli  16,  la  domenica,  a  spontar  deiralba,  con 

50  grande  ardire  assaglie  ressercito  deirOffida  et  di  Pietro  Giovanni  Paulo,  et  tosto  lo  rompe 


48  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1436] 


ct  pone  \n  fuga  et  pochi  furono  che  priji^oni  non  restasgero,  fra  H  quali  vi  fu  Pietro  Giovanni 
Paulo;  e  rOffida  si  fugf»^  a  Budrio,  aeguitato  dal  conte,  et  qui  I'a88edi6.  Poi  fe'  domandarc 
il  maasaro  con  li  primi  del  caatello  su  le  mura,  alli  quali  il  conte  fece  intendere  se  non  gli 
prcBentavano  Raldassare  Offidano,  che  egli  manderebbe  a  fuoco  et  fiamma  tutto  il  loro  paese, 
et  che  tanto  vi  terrebbe  Tassedio  intorno,  che  havria  il  castello  et  che  dal  piu  picciolo  al  5 
miiggiore  tutti  li  mandarebbe  per  filo  di  spada.  Udendo  il  massaro  et  gli  huomini  le  spa- 
ventose  minaccie  del  conte,  et  vedendosi  senza  speraiiza  di  esser  soccorsi,  presentarono  TOf- 
lida  a1  conte,  et  il  conte,  fattolo  legare  strettamente,  seco  lo  condusse  prigione  a  Codignola, 
et  essaminato  che  Thebbe,  il  mandb  a  Ghierono  di  Fermo  della  Marca  consignandolo  a  Jero- 
nimo  dalla  Seda  detto  il  Conte,  che  era  stato  servitore  di  Antonio  Bentivogli.  II  quale,  haven-  10 
dolo  nelle  mani,  gli  disse :  "  Pur  sei  qui,  traditore,  che  uccidesti  a  torto  Antonio  mio  caro 
"  signore ;  se  lecito  hora  mi  f osse,  con  queste  mani  ti  caverei  il  cuor  dal  petto  et  a'  cani  lo 
"darei,,.  A  cui  Tinfelice  et  crudele  Offida  rispose:  "  Non  si  deve  questo  tosto  attribuire 
"  tutto  a  me,  raa  anche  alli  Maltraversi  ,.  Jeronimo  adunque  condottolo  in  Ghierono,  fu 
involto  nudo  in  una  pelle  di  bue  di  fresco  iscortlcato  et  poi  sepellito  in  terra  restando  solo  15 
il  capo  fuore,  et  datoli  il  cibo  per  molti  giomi  a  misura,  corroso  et  divorato  con  infinito 
cruccio,  finalmente  come  crudele  crudelmente  si  mori.  Fu  costui  giJi  per  li  suoi  demeriti 
impiccato,  ma  da  non  so  chi  tagliata  la  fune  8alv6  la  vita.  Era  huomo  maligno  et  superbo 
et  ambitioso,  teneva  le  stanze  tutte  di  finissimi  panni  di  razza  adobbati  et  il  pavimento  tutto 
coperto  di  panni,  et  quando  dava  udienza  voleva  che  gli  huomini  gli  parlassero  ginocchioni  20 
sin  tanto  che  egli  gli  accennava  si  levassero  in  piedi ;  quando  nel  publico  cavalcava,  face- 
vasi  menar  dietro  un  cavallo  carico  di  funi  per  ispaventare  il  popolo  et  quando  parlava 
sempre  minacciava  di  morte  crudelissima,  talmente  che  tutti  del  fatto  suo  si  tremavano. 

Morto  il  crudelissimo  Offida,  il  conte  Ia8ci6  libero  Pietro  Giovanni  Pavolo,  il  quale  se  ne 
venne  a  Bologna  adirato  contro  quei  di  Budrio,  riputando  che  i  Budriesi  fossero  stati  prin-  25 
cipal  cagione  della  rovina  del  suo  essercito,  sl  anche  perchfe  essi  havesser  dato  I'  Offida  nelle 
mani  del  conte  Francesco. 

Di  que8t'anno  istesso  Bemardo  de'  Scappi  priore  della  chiesa  di  San  Michele  in  Bosco 
di  Bologna,  essecutore  del  testamento  et  ultima  volontk  della  felice  memoria  di  Zoen  de  Ten- 
carari  gih  vescovo  di  Avignone,  volendo  restaurare  il  collegio  di  Avignone  che  anticamente  30 
dal  detto  da  Zoen  de'  Tencarari  era  stato  fondato  et  dotato,  scrive  a  Jacomo  de'  Bertrandi 
cherico  et  scolare  di  legge  nello  Studio  di  Bologna  in  questa  forma: 

Cum  ab  antiquo  fundatum,  ordinatnm  et  dotaUim  extitit  fer  ■pracfatum  bo.  vie.  D.  Zoen 
olim  cpiscopnm  Avinionensem  fraedictum  in  civitate  Bononiae  guoddam  collcgium  quod  vul- 
gariter  apfellatur  collegium  Avinionense  pro  nonnuUorum  scolarium  ad  scientiae  margari-  35 
tam  atfientium  pervenire  neccssitatibus  levius  supportandis,  et  cum  alias  ct  in  praetcritum 
collcgium  praedictum  ejusquc  hona,  res  et  jura  ob  nonnullos  scolarcs  pauperes  in  dicto  coU 
legio  residentes  et  studentes  rcctum  et  gubernatum  cxtitit  secundum  efusdem  fundatoris  vo- 
luntatcm,  salvoque  a  certo  decurso  tcmpore  citra  quo,  propter  malitias  temporum  et  malum 
statum  civitatis  et  communis  Bononiae,  caruit  et  de  praesenti  caret  scolaribus  ac  rectore,  40 
administratore,  gubcrnatore  et  defcnsore,  propter  quod  illius  collegii  bona,  rcs  et  jura  ac  do- 
mus  et  possessiones  totaliter  vel  quasi  tendunt  ad  ruinam  ipsiusquc  proventus  acque  bona 
degrcduntur  in  gravc  damnum  et  vereatndiam  dicti  coUegii  et  contra  ejusdem  fundatoris 
intentioncm ;  nos  vero,  ad  quem  secundum  dicti  D.  Zoen  fundatoris  voluntatcm  electio,  refor- 
matio,  provisio,  institutio  et  destitutio  scolarium  dicti  collegii  noscitur  pcrtinere,  considerantes  45 
opus  continere  pietatis  et  salutem  animarum  respicere,  scolasticis  atris  pro  captanda  literarum 
scientia  jugiter  elahorant  grata  subsidia  ministrare  et  instituta  talibus  personis  committere, 
quorum  bono  ct  fdeli  regimine  possessiones  atquc  hona  hujusmodi  coUegii  ipsaque  loca  salu- 
briter  valeant  gubernari,  testamentum  d.  d.  Zoen  ejusdem  coUegii  fundatoris  exequi  volentes, 
prout  tenemur;  de  tui  vita  et  moribus  honestate  et  aliis  laudabiUbus  probitatum  nteritis,  quibtis  50 


[AA.  1436-1437]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  49 


afud  nos  merito  commendaris  -plurimum  confisi,  cu-pientes,  -pro  evidenti  utilitate  et  honore  dicti 

collegii  et  ne  bona,  res  et  jura  ejttsdem  dissipentur  et  totaliter  consumentur  dicto  collegio,  dc 

utili  et  idoneo  rectore  seu  administratore  ac  etiam  de  virtuosis  et  honestis  scolaribus  fer  quem 

et  seu  quos  circums-pecte  regi  et  salubriter  dirigi  valeat  providere,   ac  confidentes   optabiliter 

5  te  dicto  collegio,  ex  quo  tibi  utilitas  et  nobis  honor  succedet  profuturum,  te,  omni  meliori  modo, 

i  jure,  via  et  forma,  quibus  melius  possumus  et  debemus,  in  rectorem,  administratorem,   procu- 

ratorem,   defensorem   et  scolarium   dicti  collegii  Avinionensi  suorumque    bonorum,   rerum    et 

jurium,  nec  non  reddituum  et  obvcntionum  universorum,  inter  scolares  dicti  collegii  distributorem, 

dispensatorem  et  exactorem  gentium  tenore  nostrae  dictae  ecclesiae  et  ex  certa  scientia  esci- 

10  pimus,  dimittimus,  eligimus,  deputamus  et  incorporamus   et  vices  nostras  tibi  dimittimus  htnc 

usque  ad  quinquenium  proxime  futurum  et  non  ultra,  cum  commodis,  honoribus,  emolumentis 

consuetis  aliis  scolaribus  dicti  collegii  impertiri  solitis. 

I  Bolognesi  riformano  rabbatia  di  san  Felice  che  era  in  commenda  et  malamente  uffi- 
ciata,  et  con  licenza  del  pontefice  vi   conducono  li   monaci  negri   della  regolare   osservanza 

15  di  santa  Giustina.  Ma  parendo  a  detti  monaci  assai  meglio  il  riformare  Tabbatia  di  san  Pro- 
culo,  essendo  in  piu  agevol  luogo  et  piii  commoda  a'  cittadini,  fu  loro  conceduta  et  alla  detta 
abbatia  anche  fu  consignata  a  vita  la  chiesa  di  santa  Maria  del  Monte,  la  qual  chiesa  prima 
era  unita  airabbatia  di  san  Felice. 

Quest'  anno  viene  ad  habitare  in  Bologna  il  dottore  di  legge  Nicolo  et  Paulo  della  no- 

20  bile  famiglia  degrErcoIani  di  Faenza ;  li  quali  poi  furono  f atti  cittadini  bolognesi,  come  per 
un  decreto  fatto  per  Daniele  vescovo  di  Concordia  et  govematore  di  Bologna  appare  sotto 
quest'anno  1436,  et  gli  furono  concessi  tutti  li  privilegj  della  civilta. 

Giovanni  da  Imola  eccellentissimo  dottore  muore  et  k.  sepellito  nella  chiesa  di  san  Do- 
menico,  nella  capella  di  san  Pietro   et  Paolo,  senza  alcuna   memoria,  et  ci6   per  difetto  de- 

25  grheredi;  nondimeno  dopo  molti  anni  le  ossa  sue  furono  riposte  in  una  sepoltura  de'  Gari- 
sendi  con  una  tavoletta  di  marmo  dove  si  legge  queste  parole :  "  D.  O.  M.  S.  loan.  de  Imola 
"  Pont.  Caesarei  Jurisconsulti  ossa  in  supposito  Garrisendorum  „ .  Stava  questo  dottore  nella 
via  Nova,  dove  hoggi  sta  Giovanni  cavaliere  aurato  figliolo  di  Alessandro  Buttrigaro,  la  quale 
dal  dottor  Alessandro  fu  comprata. 

30  Anno  di  Cristo  1437.  —   Essendo  Eugenio  papa  anche  in  Bologna,  sono  creati  grantiani 

et  gli  altri  magistrati  secondo  il  solito. 

II  pontefice,  havendo  in  animo  di  trasferire  il  concilio  di  Basilea  a  Ferrara,  manda  il 
cardinale  di  Santa  Croce  a  Ferrara  perch^  dia  principio  al  detto  concilio,  come  appare  nella 
bolla  della  traslatione  di  detto  concilio  data   nella  generale  sessione  sinodale   solennemente 

35  celebrata  alli  16  di  marzo. 

Pietro  Giovanni  Paulo,  colmo  di  rabbia  e  di  sdegno  contro  gli  habitatori  di  Butrio,  havendo 

per  molte  vie  pensato  vendicarsi  deiringiuria  ricevuta,  finalmente  se  gli  offerisce  una  occa- 

E         sione  di  fame  vendetta  senza  alcuno  suo  pericolo.    Et  fu  questa.    Era  distenuto  in  Budrio  un 

»         scelerato  et  publico  ladrone,  il  che  inteso  da  Pietro  Giovanni  Paulo,  ne  ando  al  podesth  di 

40  Bologna,  pregandolo  volesse  mandare  il  suo  cancilliere  per  condurlo  alla  cittk  et  essaminarlo 
di  alcune  cose  che  toccavano  airhonor  suo.  II  podestJi  gli  compiacque  senza  pensare  ad 
alcuno  inganno.  Ora  la  notte  seguente,  andato  il  cancilliere  con  la  sua  corte  per  pigliare  il 
malfattore,  Pietro  Giovanni  Paulo  anch'egli  con  molte  squadre  di  cavalli  et  moltc  bandiere  de 
fanti  segretamente  se  ne  usci  di  Bologna  et  lo  seguitb.     Giunto  il  cancilliere  al  castello,  do- 

45  mandb  di  esser  introdotto  per  pigliare  il  detto  ladrone.  Et  gli  huomini,  non  pensando  ad 
alcuna  malitia,  apersero  la  porta  del  castello,  la  quale  tosto  da  alcuni  soldati,  che  quivi  erano 
in  agguato,  fu  pigliata,  et  giunto  Pietro  Giovanni  Paulo  (erano  da  6  hore),  pigli6  facilmente 
il  castello  (fu  alli  18  di  marzo,  il  lunedl  notte).  Fatto  il  chiaro  giorno,  quelli  del  castello,  che 
pochi  erano,  fecero  intendere  al  restante   che  erano  per  le  ville  il  fatto;  li  quali,  pigliando 

T.  XJCXIir,  p.  I  —  4. 


50  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fAA,  1437-1438] 

rarme,  vennero  tosto  al  castello  et  rasnediarono  talmente  che  Piero  Giovanni  Paulo  non  ardiva 
contraporsi  alle  lor  forze,  ma  gli  chiese  solamente  che  fossero  ristorati  li  danni  del  conte 
Francesco  avvenuti  per  loro  cagione  et  se  eglino  airhora  non  potevano  sodisfarli,  pigliaa- 
sero  dilatione  di  tempo  et  restasaero  d'accordo  che  egli  si  partirebbe  dal  castello.  Ma  li 
contadini  d'ira  accesi,  non  acconsentendo  alle  sue  proposte,  il  minacciavano  che  d'indi  uscisse,  5 
altrimente  et  lui  et  i  suoi  ucciderebbono.  Vedendo  Pietro  il  lor  mal  animo  et  essendo 
astretto  da  necessith,  gli  usd  con  H  suoi  soldati  a  ordine  contro,  et  con  tanto  impeto  seco  si 
azzuff6,  che  si  posero  tosto  in  fuga  uccidendone  molti  et  lasciandone  da  dugento  feriti.  Poi 
adirato  entrb  nel  castello,  et  saccheggiatolo,  se  ne  ritom6  a  Bologna  senza  alcuna  ripren- 
sione  o  castigo.  10 

Alli  15  di  novembre,  il  venerdi,  a  hore  6  di  notte,  h  gettata  la  campana  del^arengo  dietro 
San  Petronio,  la  (}uale  si  era  rotta,  di  peso  libre   12000. 

Jacomo  dal  Lino  ^   fatto   commissario  del   legato  del  vicariato  di   Capognano  et  della 
rocca  di  Pediano. 

Sigismondo,  essendo  gih  di  settanta  anni,  nel  27  del  suo  imperio  8'inferma  gravemente,  et  15 
bench^  il  male  fosse  longo,  nondimeno  egli  alla  fine  si  muore  del  mese  di  decembre,  lasciando 
i  suoi  regni  ad  Elisabetta  sua  unica  figliuola  moglie  gik  d'Alberto  duca  di  Austria. 

Anno  di  Cristo  1438.  —  Sono  creati  gli  antiani  et  li  magistrati  della  cittk. 

Alli  9  di  gennaro,  il  giovedl,  papa  Eugenio  nella  chiesa  di  san  Petronio  fa  celebrare  le 
solenni  essequie  dell' imperatore  Sigismondo.  20 

Dopo  la  morte  del  socero  Sigismondo,  fu  salutato  Alberto  d'Au8tria  re  di  Boemia  et  di 
Ungaria,  bench^  egli  in  Boemia  qualche  contrasto  havesse  '. 

Haveva  il  pontefice  pasciuto  di  vana  speranza  il  popol  di  Bologna  col  farli  credere  che 
egH  volesse  nella  cittk  transferire  da  Basilea  il  concilio  cominciato  et  haveva  a  questo  fine 
posto  il  balzello  sopra  diverse  cose,  cio^  sopra  la  corba  del  frumento  che  entrava  in  Bologna  25 
soldi  uno  e  mezzo  et  altretanto  per  Hra  degraffitti  che  si  trahevano  dalle  case  et  botteghe, 
et  a  questo  modo  si  haveva  ragunato  30  mila  ducati  con  dire  volerli  mandare  airimpera- 
tore  Giovanni  di  Constantinopoli  accioch^  egli  venisse  al  concilio.  Et  avenga  che  questa 
gravezza  malamente  fosse  dal  popolo  tollerata,  nondimeno  restavano  paghi  et  contenti,  spe- 
rando  che  in  Bologna  il  concilio  si  celebrasse,  secondo  haveva  il  papa  promesso,  percioch^  30 
si  tenevano  certi  di  ritrahere  il  detto  danaro  per  li  datii  in  detto  concilio.  Raccolse  adonque 
il  pontefice  il  detto  danaro  et  lo  mandb  all' imperatore. 

AUi  23  di  gennaro,  il  giovedl,  la  mattina  per  tempo,  il  papa  va  al  castello  di  Galliera 
con  finta  di  volerlo  vedere,  et  quivi  il  detto  giorno  et  la  notte  seguente  si  ferma;  ma  poi 
la  mattina  che  segul,  alle  12  hore,  egli  secretamente  entrb  in  barca  al  porto  del  Maccagnano,  35 
lasciando  govematore  della  cittk  il  vescovo  di  Concordia,  et  per  il  canale  passa  alle  valli 
della  Padusa  et  d'indi  nel  Pado  et  va  a  Ferrara  et  qui\4  trasferi  il  concilio,  lasciando  bef- 
fati  li  Bolognesi  et  pieni  di  sdegno. 

L'imperator  greco  venuto  in  Italia,  viene  con  i  legni  de'  Venetiani  et  del  papa  in  Venetia, 
dove  h  dal  prencipe  Foscari  honorevolissimamente  ricevuto;  di  Venetia  poscia  in  Ferrara  40 
passa,  et  h  dal  papa  con  non  minor  honore  et  pompa  raccolto,  dove  anco  il  patriarcha  Vi- 
tellesco  venne.  Vennero  con  Timperatore  Gioanni  Demetrio  principe  della  Morea  suo  fra- 
tello,  Giosepho  patriarcha  di  Costantinopoli  con  gran  numero  di  prelati  di  varie  nationi  del- 
rOriente  e  legati  del  patriarcha  di  Gierusalemme,  d'Alessandria  et  di  Antiochia,  insieme  con 
gl'oratori  dell' imperatore  di  Trabisonda,  de'  popoli  Hebrei  et  Vallachi;  et  fra  graltri  vi  45 
venne  con  cento  cavalli  per  terra  Isidoro  arcivescovo  gran  prelato  della  Rossia. 

D  Piccinino  con  vana  fede  domanda  in  prestito  al  papa  cinque  mila  ducati,  et   il  papa 


■  lAiro  <U'  Dottori,  fogli  6  et  8. 


[A.  1438]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  51 


raccomoda  del  tutto  et  il  persuade  che  si  voglia  accostare  al  soldo  della  Chiesa  o  de'  Ve- 
netiani;  la  qual  pratica  dura  molti  giorni  et  fra  tanto  cagiona  quattro  effetti:  Primo,  che  li 
Venetiani,  sperando  nel  Piccinino,  non  si  proveggono  d'altro  capitano,  nfe  d'a1tra  cavalleria; 
secondo,  che  il  papa  non  fortificava  i  luoghi  di  Romagna;  terzo,  che  il  duca  Filippo  haveva 
5  ampio  campo  di  poter  mostrare  al  papa  la  ingiuria  che  riceveva  da  lui  col  toglierli  si  va- 
loroso  capitano  come  era  il  Piccinino;  ultimo,  che  con  questa  pratica  fu  occupato  Spoleti. 
Havendo  adunque  havuto  nova  il  Piccinino  della  presa  di  Spoleti,  scrisse  al  papa  lamen- 
tandosi  di  lui  che  havesse  cercato  di  farlo  diventare  traditore  al  suo  signore,  et  che  percio 
era  per  fare  ogni  cosa  contro  lui  come  nemico;  nfe  disse  bugia,  perciochfe  prese  Imola,  Forii 

10  et  Bologna,  la  quale  egli  cosi  Thebbe. 

Mentre  che  li  suddetti  prelati  si  radunano  in  Ferrara  per  celebrare  il  concilio  et  che 
li  cittadini  di  Bologna  mormorano  di  esser  stati  uccellati  dal  papa,  gli  amici  di  Antonio  Ben- 
tivogli  di  gia  ucciso  pigliano  ardire  et  tentano  il  modo  di  vendicare  la  sua  ingiusta  et  crudel 
morte;  fra  H  quali  vi  h   Gerardo  Rangoni  modonese,  amico  sviscerato  di   Antonio,  il   quale 

15  passa  a  Ferrara  a  ritrovare  Raphaele  Foscarari  huomo  amicissimo  di  Antonio  et  di  molta 
auttoritk  in  Bologna  et  insieme  trattano  et  di  vendicare  la  morte  di  Antonio  et  ringiuria 
fatta  dal  papa  alla  citth.  Et  restati  concordi,  scrivono  al  duca  di  Milano  che  vogli  pigliare 
questa  impresa  a  lui  facilissima  di  accettare  il  dominio  della  citt^  mandando  Nicolo  Picci- 
nino  verso  Bologna,  con  finta  di  mandarlo  in  Romagna  a  defensione  di  alcuni  luoghi  da  lui 

20  posseduti,  et  accostandosi  a  Bologna  sarebbe  da'  cittadini  introdotto  nella  cittJi  senza  alcuna 
difficulta.  Piacque  assai  il  partito  al  duca,  et  egli  scrisse  a  Nicolo  Piccinino  che  dovesse 
radunare  Tessercito  et  passare  a  Bologna,  secondo  Tordine  dato.  Frattanto  che  ressercito 
si  poneva  a  ordine,  Raphaele  ritorna  a  Bologna  et  raduna  tutti  gU  amici  gi^  di  Antonio  Ben- 
tivogli,  cio^:  Francesco  di  Pace  Fantuzzi,  Bonifacio  et  Fantuccio  di  Duosolo  Fantuzzi,  Gio- 

25  vanni  Fantuzzi,  Carlo  Malvezzi,  Romeo  et  Filippo  di  Guido  Pepoli,  Guid'Antonio  Lambertini, 
Bolognino  dalle  Fiubbe,  Michele  Landini,  Pietro  dal  Purgo,  Jacomo  Grassi,  Landino  beccaro, 
Giuliano  di  Fiffo  beccaro,  Jacomo  de  Cavrara;  et  havuto  con  loro  longo  ragionamento  della 
oppressione  della  cittk  et  della  poca  giustitia  che  vi  si  teneva  et  de'  cittadini  uccellati  dal 
pontefice,   finalmente  essager6  contro  gli  ministri  della  Chiesa   et  inaniml   tutti   a  riccorrere 

30  per  soccorso  in  tanti  mali  al  duca  di  Milano,  poco  amico  al  papa  talmente,  che  tutti  accon- 
sentirono  al  parere  et  consiglio  di  Raphaele;  il  quale  tosto  scrisse  al  duca,  et  egli  fece  ac- 
celerare  Timpressa  a  Nicol6  Piccinino  et  gli  ordinb  dovesse  assoldare  ad  ogni  modo  Pietro 
Gian  Paolo,  ma  per6  fu  con  tale  secretezza  che  non  si  potesse  congietturare  che  fosse  con 
lui  congionto. 

35  Radunato  ressercito,  Nicol6  pigli6  il  camino  verso  Bologna   con  finta   di  voler  passare 

in  Romagna;  et  a1li  24  di  marzo,  51  hmedi,  giunse  nel  territorio  di  Bologna,  et  alli  26,  il  mer- 
coledi,  venne  al  Borgo  et  a  Casalecchio,  et  alli  27,  il  giovedl,  pass6  per  di  fuore  la  cittk  et 
and6  ad  alloggiare  airidice,  ove  il  governatore  gli  mand6  a  presentare  un  ricchissimo  pre- 
sente  con  vettovaglia,  assai  pii  tosto  per  timore  che  per  amore. 

40  Nicol6  Piccinino  promette  a  Piero  Giovanni  Paulo  maggior  stipendio  di  quello  gli  d^  il 

papa  et  cosl  lo  riduce  al  servigio  del  duca  di  Milano,  et  con  li  suoi  soldati  passa  alTIdice  a 
NicoI6,  et  poRcia  amendue  alli  29  di  marzo,  il  sabbato,  passano  nel  territorio  d'Imola  et  quivi, 
per  lettere  di  Raphaele  et  de'  cittadini  congiurati,  6  avisato  di  venire  verso  Bologna.  Laonde 
alli  18  di  maggio,  la  domenica  notte,  ne  viene  al  ponte  Maggiore  con  tutto  Tessercito  et  la 

45  mattina  per  tempo  manda  un  trombetta  al  governatore  a  chiederli  1a  signioria  di  Bologna, 
et  nol  facendo  lo  minaccia  di  sua  rovina. 

Ispaventato  il  governatore  di  questa  inopinata  domanda  di  Nicol6,  non  sa  che  si  fare, 
perchfe  egli  si  vede  esser  senza  soldati  da  una  parte  et  dall'  altra  conosce  che  il  popolo  ha 
animo  cattivo  verso  la  Chiesa  per  le   ingiurie  et  ingiustitie  fattegli;   pure  finalmente   pigHa 

50  partito  di  humiliarsi  al  popolo,  per  ridurselo  con  questo  mezo  amorevole,  et  addimanda  li  mas- 


52  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [a.  1438J 


aari  delle  arti  et  molti  cittadini  a'  quali  manifesta  la  richiesta  fatta  dal  Piccinino  et  gli  e»- 
Borta  al  pigliar  Tarme  et  ad  esaer  fedeli  alla  Chicsa  et  al  difender  la  lor  patria,  promet- 
tendoli  cose  aiwat  nello  avvenire;  a'  qoali  anche,  per  mostrare  che  di  loro  faceva  gran  stima, 
gli  diede  le  porte  della  cittJi  in  guardia,  et  fatte  armare  alcune  poche  bande  che  haveva, 
le  pose  alla  guardia  della  piazza.  Poi  commanda  che  la  notte  ciascuno  debba  tenere  il  lume  5 
avanti  la  casa  loro  per  havere  libero  passaggio  per  tutta  la  citti. 

Mentre  che  il  govematore  si  travaglia  per  salvare  la  citt^  Raphaele  Foscarari,  insieme 
con  gl'altri  suddetti  cittadini,  si  radunano  armati  nelle  caae  loro,  fingendo  voler  diffendere 
la  citth  per  la  Chiesa,  et  con  secreto  modo  fanno  avisato  Nicol6  Piccinino  che  tramontato 
che  sia  il  sole  si  debba  avvicinare  alla  cittk  et  passare  alla  porta  di  stra  San  Donato  et  di  10 
stik  San  Vitale,  che  gli  sarebbono  aperte.  Tramontato  adunque  il  sole,  Raphaele  con  gli 
adherenti  passa  allc  dette  porte,  et  vedendo  che  Nicol6  era  a  ordine,  eglino  et  con  le  cette 
et  con  picconi  di  ferro  le  aperscro  (fu  a  dl  20  di  maggio,  il  martedl  notte  a  tre  hore)  et 
Nicolb  con  molte  squadre  di  soldati  cntro  nella  cittk.  Fatto  questo,  Raphaele  con  li  suoi 
compagni  tosto  passa  alla  piazza  gridando:  "  Viva  il  duca  di  Milano„.  AUa  qual  voce,  il  15 
popolo  correndo  airarme,  nh  sapendo  che  cosa  questa  fosse,  arrestomo  tutte  le  strade,  et 
parte  rimanendo  alle  guardie  delle  strade,  parte  anche  ne  passono  alla  piazza;  non  sapendo 
che  li  cittadini  havessero  introdotti  questi  soldati,  raccordevoli  del  male  che  ebbero  da  Fa- 
cincane,  gagliardamente  vi  si  opposero  et  per  buona  pezza  insieme  stettero  alle  mani;  ma 
prevalendo,  li  soldati  furono  posli  in  fugga  et  il  borgo  ne  ando  a  sacco.  Giunti  adunque  20 
li  cittadini  ajla  piazza,  furono  tosto  alle  mani  con  li  soldati  del  governatore,  et  duro  la  zuffa 
insino  airalba,  et  furono  li  soldati  del  governatore  superati  et  quasi  tuttifatti  prigionL 

Mentre  clie  la  piazza  da'  cittadini  si  combatteva,  stavasi  Nicol6  nella  casa  de'  Bentivogli 
in  strk  San  Donato  con  buona  parte  de'  suoi  soldati,  nh  piii  oltre  ardiva  andare  perche  du- 
bitava  di  qualche  stratagema,  vedendo  tutte  le  strade  arrestate  et  che  quei  di  Broccangl' in-  25 
dosso  vi  si  erano  opposti.  Nondimeno  venuto  il  giorno,  et  inteso  che  li  cittadini  havevano 
vinti  li  soldati  del  goveraatore  et  che  il  popolo  si  rallegrava  della  perdita  dc'  soldati  della 
Chiesa,  si  assicuro  di  passar  alla  piazza.  Di  che  accortosi  il  govematore,  si  fortifico  nel  palazzo 
con  quei  pochi  soldati  che  vi  eranO  rimasti,  et  quivi  dairimpeto  de'  suoi  nemici  insino  alle 
21  hore  arditamente  si  difese.  Poi  vedendo  non  potersi  pivi  salvare,  si  rese  a  patti  a  Nicol6  30 
Piccinino,  il  quale  insieme  con  li  cittadini  entrato  in  palazzo,  lo  saccheggiarono ;  et  mandato 
il  governatore  nel  palazzo  de'  notari,  il  giorno  seguente  lo  mandarono  fuori  della  cittk,  il 
quale  se  ne  and6  a  Ferrara  al  papa  a  riferire  quant'era  occorso. 

Quest'anno  era  uno  spirito  nella  casa  di  Pietro  Bracciano  munaro  nel  Borgo  di  San  Pie- 
tro  il  quale  abbrugiava  hora  una  cosa  et  hora  un'  altra  et  mentre  faceva  questo  gridava  con  35 
voce  horribile,  ma  per6  non  si  vedeva.     Et   fece  di  molti  mali,  ma  in  particolare  a  Pietro, 
per  il  che  forzato  abbandono  la  propria  casa,  et  cosl  dishabitata  si  rimase. 

AUi  22  di  maggio,  il  giovedi,  Nicolo  Piccinino  raduna  nel  palazzo  la  maggior  parte  de' 
cittadini  et  seco  si  rallegra  della  loro  liberth  et  della  eletione  fatta  del  duca  di  Milano,  pro- 
mettendogH  ogni  bene  in  nome  del  duca.  Poi  gli  assicura  di  ricuperare  il  castello  della  40 
porta  di  Galliera  per  levargli  quel  duro  morso,  et  perch6  estima  che  bisognava  venire  a 
battaglia,  essorta  li  cittadini  a  lasciare  arrestate  le  vie  come  si  trovavano  affinchfe  li  soldati 
non  facessero  qualche  disordine. 

Piacque  a  tutti  il  ragionamento  del  Piccinino  et  gli  promissero  di  essere  figli  obbedienti 
al  duca.     II  quale  d'indi  si  partl  et  mand6  alcune  bandiere  di  fanti  intorao  al  castello  a  darli  45 
rassalto  et  li  presidj  parimenti  il  cominciorono  a  salutare  con  le  bombarde,  et  vi  fu  ucciso 
Francesco  da  Dugliolo;  di  che  isdegnato  Nicol6,  vi  fece   d'ogni  intorao  una  fossa   larga  et 
cupa  acciochfe  quei  del  castello  non  potessero  alla  scaramuccia  uscire. 

Mentre  che  i!  castello  fe  dal  Piccinino  combattuto,  il  senato  crea  gli  antiani,  et   furono 
questi:  Raphael  Foscarari  confaloniere  di  giustitia,  Cario  Ghisilieri,  Romeo  Pepoli,  Taddeo  50 


[A.  1438]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  53 

Bentivogli  notaro,  Giacomo  da  Moglio  notaro,  Battista  di  Poeta  Poeti,  Nicolb  di  Nanni  Goz- 
zadini,  Battista  Magnani,  Gasparo  di  Musotto  Malvezzi.     Questi  creati  poi  pigliarono  il  loro 
magistrato  alli  22  di  maggio,  che  fu  il  di  dell^ascensione  del  Salvatore,  et  entrarono  nel  pa- 
lazzo  maggiore. 
5  Nicol6  Piccinino  stringe  l'assedio  al  castello  per  ottenerlo  et  Battista  da   Nami  castel- 

lano  pone  ogni  suo  sforzo  per  salvarsi  nel  castello ;  ma  finalmente,  vedendosi  mancare  le  cose 
necessarie  al  suo  scampo,  si  accorda  con  li  cittadini  che  essi  gli  diano  settemila  ducati,  salve 
la  robba  et  le  persone,  et  egli  gli  promette  dare  il  possesso  di  detto  castello,  se  pero  per 
tutto  il  mese  di  maggio  non  ha  soccorso.     Resta  adunque  frattanto  il  castello  assediato  tal- 

10  mente  che  niuno  entrare  et  uscir  puo  et  Nicol6  passa  airessercito  che  era  al  ponte  Maggiore. 

Non  apparendo  soccorso  alcuno  al  castello  di  Galliera,  Battista  da  Narni,  secondo  li  patti, 

consegna  il  castello  a'  Bolognesi,  et  essi  gli  danno  li  settemila  ducati  il  di  primo  di  giugno,  la 

domenica,  et  li  signori  antiani  vi  pongono  le  guardie  et  sopra  la  torre  vi  piantano  lo  sten- 

dardo  con  Tarme  del  popolo  di  Bologna. 

15  A  di  4  di  giugno,  il  mercoledi,  Nicolo  Piccinino  a  nome  del  duca  di  Milano  manda  a 

pigliare  la  tenuta  di  tutte  le  casteUa  et  fortezze  del  territorio  di  Bologna  et  tutte  gli  ren- 
dono  ubbidienza,  eccetto  Cento  et  la  Pieve  per  esser  soggette  al  vescovo  di  Bologna.  Ma 
Nicol6  gli  fa  intendere  che  gli  debbino  dare  le  dette  castella  et  rocche  altrimente  li  moverk 
guerra  et  li  ispiantark  insino  a'  fondamenti ;  li  quali  ispaventati  dalle  sue  minaccie  gli  con- 

20  segnano  le  rocche  et  egli  a  suo  nome  vi  pone  le  guardie  si  come  anche  le  haveva  poste  a 
tutti  li  luoghi  del  Bolognese.  Inoltre  pose  nel  castello  di  Galliera  400  fanti  per  presidio, 
contro  la  forma  de'  capitoli  fatti  fra  il  duca  et  li  cittadini,  conciosiachfe  fosse  capitolato 
che  conquistato  che  fosse  il  detto  castello  si  havesse  a  rovinare  et  lasciare  nelle  mani  de' 
cittadini  tutte   le   casteUa  et  fortezze.     K  questo   negranimi   di   molti   genero   occultamente 

25  non  poco  sdegno,  nondimeno  volendo  essi  mostrare  non  curarsi  di  ci6,  alli  5  di  giugno,  il 
giovedi,  gli  mandano  in  dono  un  bellissimo  stendardo  con  Tarme  di  Bologna  et  un  bellissimo 
corsiero  tutto  copertato  di  cremesino  con  un  elmo  di  argento  lavorato  di  gran  prezzo. 

Intendendo  grimolesi  et  Forliviesi  essersi  ribellata  Bologna  dalla  Chiesa,  parimenti  amen- 
due  si  ribellano. 

30  AIH  6  di  giugno,  il  venerdi,  Nicol6  Piccinino  si  parte  con  Tessercito  et  va  verso  la  Lom- 

bardia  et  Bolognesi  levano  le  roste  dalle  strade.  Et  egli  accompagnato  dal  signore  di  Faenza 
insino  al  Borgo  Panigale  et  licentiatosi  ritorna  con  li  suoi  soldati  a  Faenza,  et  li  soldati 
pongono  a  sacco  ogni  cosa  insino  a  Castel  de'  Britti,  come  che  se  fossero  nemici.  II  somi- 
gliante  fecero  li  soldati  del  Piccinino  verso  Crespellano,  Baggiano,  San  Lorenzo  in  Collina 

35  et  Monte  Mauro. 

II  senato,  partito  Nicol6,  crea  dodici  confallonieri,  ciofe  tre  per  quartiero.  Quartiero  di 
San  Proculo :  Giovanni  Francesco  da  Tossignano,  Giovanni  dal  Calice  spetiale,  Jacomo  Zen- 
zifabbri;  porta  San  Piero:  Azzo  di  Pietro  da  Quarto,  Statio  dalle  Palleotte,  Giovanni  di 
Tomaso  Bianchetti;  porta  Ravignana:  Alessandro  di  Bartolomeo  Mangioli,  Ludovico  de'  Bian- 

40  chi,  Giovanni  di  Dolfo  stracciarolo ;  porta  Stieri:  Bartolomeo  di  Venente  stracciarolo,  Ni- 
col6  de'  Rustigani,  Andrea  di  Castello.  Poi  conferma  li  dieci  della  balla  che  di  gik  furono 
creati  del    1435  prima  che  Eugenio  papa  havesse  il  dominio  di  Bologna. 

Alli  1 1  di  giugno,  il  mercoledi,  il  senato  fa  bandire  che  tutti  li  contadini  debbino  ritor- 
nare  ad  habitare  le  loro  case  et  lavorare  i  loro  terreni.  •!..,       . 

45  E  in  questo  tempo   vessata  la  cittk   dalla  pestilenza,  et  molti  ne  muoiono  et  fra  graltri 

Battista  di  Giovanni  Magnani. 

AUi  8  di  luglio,  il  martedl,  Francesco  di  Pace  Fantuzzi,  huomo  di  molta  estimatione  nella 
cittk  et  molto  amico  de'  Bentivogli,  passa  a  miglior  vita. 

II  senato  vedendo  la  strage  crudele  che  la  pestilenza  faceva,  fa  fare  tre  divote  proces- 

.50  fdooi  per  placare  Tira  divina. 


54  "       HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lA.  1438) 


A  dl  primo  di  settembre,  il  lunedi,  si  creano  li  nuovi  antiani  et  si  confenna  il  confalio- 
niere  di  giustitia,  cosa  che  per  avanti  mai  pifl  era  stata  fatta.  Porta  San  Proculo:  Raffaele 
FoBcarari  confalloniere  di  giustitia  confirmato,  Pietro  di  Filippo  Guidotti,  Nicolo  di  Jacomo 
Sanuti  cassiero;  porta  Ravegnana:  NlcoI6  di  Nanni  Gozzadini,  Lodovico  Caccialupi  notaro ; 
porta  San  Pietro:  Taddeo  di  Giovanni  Bentivogli,  Baldessera  Caccianemici  cassiero;  porta  5 
Stieri:  Nicol6  di  Stephano  Ghisilardi  dottore,  Peregrino  di  Giovanni  dalla  Torre  bombasaro. 
Questo  magistrato  oopradetto  8eguit6  tutto  il  mese  di  decembre,  cosa  nella  citt^  non  mai  piii 

usata. 

Raffaele  Foscarari  et  altri  cittadini  amici  gik  di  Antonio  Bentivogli  tentano  di  far  ritor- 
nare  a  liologna  Annibal  figUolo  naturale  del  detto  Antonio  d'anni  25  et  giovane  molto  gra-  10 
tioso  et  affabile  et  nelle   armi  con  gran   laude   essercitato   sotto  Micheletto  Attendulo  da 
Codignola  famoso  capitano  del  re  Renato  contro  il  re  Alphonso  d'Aragonia  nel  reame  di  Napoli. 

Divenne  Annibale  figliolo  di  Antonio  a  quesia  guisa.  Era  in  Bologna  una  donna  assai 
di  buon  sangue,  bella,  piacevole  et  di  gratiose  maniere  con  la  quale  havevano  intrinseca  dime- 
stichezza  Antonio  Beiitivogli  et  Gasparo  Malvezzi,  et  secretamente  seco  si  pigliavano  sovente  15 
piacere,  seitza  haver  a  male  Tuno  dairaltro;  avvenne  che  la  donna  rimase  gravida  e  partorl 
questo  iigliolo,  et  ciascuiio  di  essi  si  credeva  che  fosse  il  suo.  Cresciuto  il  fanciullino  et 
dimostrando  riuscita  et  di  ingegno  et  di  molta  speranza  di  alto  valore,  amendui  Taccarez- 
zevano  come  figliolo,  et  essendo  un  giorno  a  diporto  insieme  et  sendo  loro  presente  11  putto, 
Antonio  si  Ia8ci6  intendere  che  lo  teneva  per  suo  et  Gasparo  anch'egli  scoprendosi  affer-  20 
mava  che  fosse  suo.  Et  venendo  ad  una  piacevole  contesa  sopra  ci6  et  giocando  al  tavo- 
liero,  Gasparo  disse:  "  Facciamo  cosi,  o  Antonio,  poicht  il  fanciuilo  resta  alla  fortuna,  non 
"  sapendo  di  chi  di  noi  due  sia  figliolo,  ella  col  mezzo  del  dado  dislinisca  la  nostra  lite:  chi 
"  di  noi  fark  maggiore  puuto,  quello  del  putto  sia  il  padre  et  11  figUolo  sia  suo  liberamente 
"et  r  ubbidisca  „ .  Piacque  ad  Antonio  il  partito,  el  datasi  amendue  la  fede,  gittarono  11  dado  25 
et  Antonio  hebbe  maggior  punto  di  Gasparo.  Et  pigliato  il  putto  nelle  braccia  teneramente 
lo  baci6  et  raccett6  et  tenne  sempre  per  suo  figliolo,  facendolo  con  ogni  diligenza  nutrire  et 
allevare  in  ogni  virtii.  Essendo  adunque  cresciuto  Annibale,  et  vedendolo  Antonio  giovane 
ardito,  robusto  et  di  grande  ingegno  in  tutte  le  cose,  lo  raccomand6  al  governo  di  Miche- 
letto  Attendulo  acciochfe  nelle  cose  della  miUtia  rammaestrasse,  et  stette  al  suo  servigio  insino  30 
a  questi  tempi  e  talmente  diede  speranza  della  sua  boona  riuscita,  che  era  stimato  giovane 
di  gran  cuore,  grazioso,  ardito,  prudente,  accostumato  et  di  tale  benigna  natura,  che  egli 
ragionando  traheva  a  s^  1  cuori  altrui.  Ora  informati  1  cittadini  di  Bologna  de'  suoi  rari 
costumi,  cercavano  di  ridurlo  alla  patria,  si  per  Tamore  che  portavano  ad  Antonio,  si  anche  per 
confermare  plu  la  loro  liberta  sotto  11  duca  di  Milano,  pensandosi  eglino  che  per  esser  Anni-  35 
bale  da  tutti  amato,  et  essendo  li  cittadini  con  esso  lui,  fosse  come  un  freno  in  bocca  al  duca 
di  havere  ad  osservJire  11  capltoli  fatti  con  esso  lui.  Gli  scrissero  adunque  piii  fiate  invitandolo 
al  ritornare  alla  cittk,  poichfe  piti  non  vi  erano  gli  nemici  di  suo  padre.  Ma  Annibale,  come 
prudente  (bench6  fosse  desideroso  di  rlvedere  la  cara  patria),  non  volendosi  piegare  cosi  fa- 
cilmente  a  tale  invito,  si  consiglio  con  rAtteiidulo  suo  signore  et  II  mostra  le  lettere,  il  quale,  40 
come  savio  capitano  et  a  lui  padre  che  niolto  Tamava,  con  molte  vlve  ragioni  il  dissuase 
al  ritornarvl.  Accett6  Annibale  11  consegHo  del  suo  signore  et  alli  cittadini  rispose  non 
poter  per  alFhora  ritornare,  per  essere  al  servigio  di  Mlcheletto  Attendulo,  et  che  di  tanto 
loro  benigno  et  amorevole  animo  gli  ringratiava. 

Havute  le  lettere,  a'  clttadini  molto  piii  accrebbe  11  desiderio  ch'egU  havesse  a  ritomare  45 
et  assai  piii  che  di  prima  il  cominciorono  a  molestare  con  lettere  et  inviti,  et  vi  mandarono 
tinalmente  Giacomo  da  la  Pieve,  II  quale  con  tanta  efficacia  di  parole  e  di  prieghi  lo  com- 
batt6,  che  egli  si  Ia8ci6  persuadere  al  ritorno.  Laonde  con  buona  licenza  del  suo  signore,  si 
parti  dal  reame  di  Napoli  et  ne  venne  a  Castello  San  Pietro,  dove  si  trova  airincontro 
moUi  degramici  di  suo  padre  che  quivi  erauo  venuti  per  accompagnarlo  honorevolmente  in  50 


[AA.  1438-1439]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  55 

Bologna.  Et  Annibale  quanto  piu  egli  a  Bologna  si  awicinava,  tanto  piii  si  vedeva  da'  cit- 
tadini  rincontrato  et  salutato ;  il  quale  alli  8  di  settembre,  il  lunedl,  a  hore  1 9  entr6  nella  cittk, 
havendo  seco  in  compagnia  Ferabosco,  Benvenuto,  Scaramuccia,  11  Zutta  con  molti  altri  huo- 
mini  in  arme  valorosi,  et  se  ne  and6  ad  alloggiare  alla  casa  di  suo  padre  in  stra  San  Donato, 
5  dove  concorsero  molti  de'  cittadini  et  del  popolo  a  visitarlo;  nh  si  poteva  alcuno  satiar  di 
guardarlo,  posciach^  in  lui  scorgevano  reffigie  patema  et  un  vivo  ritratto  si  de'  costumi  come 
della  virtu  et  fattezze  d'Antonio. 

Intanto  il  senato  con  Raffaele  Foscarari  alli  6  di  novembre,  il  giovedi,  assicurano  la 
piazza  da  ogni  impeto  che  le  potesse  esser  fatto  da'  soldati,  et  a  difensione  pongono  le  catene 

10  grosse  di  ferro  a  tutte  le  bocche  di  essa  et  accioch^  felice  successo  havesse  questa  loro 
intentione,  f anno  guardare  la  f esta  di  san  Leonardo ;  et  il  conf alloniere  et  gli  antianl  con  la 
nobllth  della  cittk  andsirono  alla  chiesa  dl  san  Leonardo  et  qulvi  una  messa  solenne  fecero 
cantare. 

II  conseglio  delli  600  si  raduna  et  fa  nuova  elettione  delli  dieci  di  balia,  a'  quali  k  data 

15  liberta  di  dispensare  tutti  grufficii  di  qualche  emolumento  et  di  honore  nella  cittk  a  quelli 
che  conoscono  meritarli.  Furono  adunque  eletti  gl'  inf rascritti :  Giovanni  Griffoni  cavalliere, 
Floriano  da  San  Pietro  dottore,  Romeo  di  Guido  Pepoli  dottore,  Antonio  di  Francesco  Ra- 
nucci  medico,  Raffaele  Foscarari  di  Francesco  confallonier  di  giustitia,  Nicol6  di  Nanni  Goz- 
zadini,  Lodovico   di  Andrea  Bentivogli,  Gasparo  di  Vezzolo  Malvezzi,  Giovanni   di  Gioanni 

20  Fantuzzi,  Battista  di  Poeta  Poeti;  poi  danno  ordine  agrufficii  della  citta  acciochfe  ogniuno 
pacificamente  viva. 

Gli  antiani,  consoli  et  confalloniere  di  giustitia  del  popolo  et  communitk  di  Bologna  di 
commune  consenso  et  volontk  eleggono  capitano  della  guardia,  contk  e  distretto  di  Bologna 
Jacomo  di  Bartolomeo   dal   Lino   per   6  mesi,   cominciando   alle   cedende   di   gennaro   pros- 

25  simo  avvenire,  con  la  famiglia,  cavalli,  salario,  emolumenti,  giurisditioni  et  cose  simili;  che 
egli  debba  tenere  otto  cavalli,  de'  quali  uno  sia  per  la  sua  persona  et  gli  altri  per  sette 
armigeri  a  cavallo  et  bene  armati,  11  quali  del  continuo  debbino  esser  seco;  et  inoltre 
debba  tenere  altri  dieci  servitori  a  piedi  bene  armatl,  con  salario  di  esso  Jacomo  per 
ciascun  mese  di  fiorini  4  et  per  ciascun  huomo  col  cavallo  a  raglone  di  soldi  37  per  fiorino 

30  et  tre  fiorini  per  ciascun  famiglio,  oltre  altri  emolumenti.  Hebbe  dal  senato  il  breve  sotto 
la  data  del  di  13  decembre  di  questo  anno. 

Per  rispetto  della  religione  et  della  honestk,  il  senato  leva  le  meretrici  che  erano  vicino 
la  chiesa  di  san  Petronio  nella  piazza  picciola  di  Bologna  et  le  fa  habitare  alla  torre  de' 
Cathelani  et  le  serrano  con  un  muro  per  honesta  de'  passaggieri. 

35  Mattheo  Griffoni  k  creato  podestk  di  Cesena;  et  partendosi  di  Bologna  per  andare  alla 

detta  cittk,  sendo  di  Ik  da  Imola,  fe  ucciso  da   Michele  di  Hora  da  Pisa  perchfe  egli   uccise 
un  suo  fratello  in  Bologna  deiranno  1432. 

Quest'anno  si  fece  la  descritione  di  tutte  le  famiglie,  fra  le  qu£di  fe  trovata  Giacopo  di 
Pietro  che  fu  figliolo  del  4  Giovanni  de'  Monterenzoli,  il  quale  Giacomo  haveva  questi  figlioli: 

40  Francesco  et  Pietro.     Francesco  stava  di  que8t'anno  sotto  la  parochia  di  santa  Cecilia  nella 
via  di  Mezzo  rincontro  li  Malvezzi,  Pietro  stava  sotto  la  capella  di  san  Tomaso  della  Braina. 
Di  questo  anno  Alberto  arciduca  d'Au8tria  b  coronato  et  dichiarato  re  d'Ungheria. 

Anno  di  Cristo  1439.  —  Si  creano  11  nuovi  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto. 

Alli  8  di  gennaro,  il  giovedi,  li  dieci  di  balla  insieme  col  senato,  per  maggior  com- 
45  moditk  de'  contadini  et  per  regolar  meglio  le  cose  di  fuori  la  cittk,  ordinano  che  gli  habi- 
tatori  vicino  la  cittk  tre  miglia  annoverati  fra  li  borghi  nelle  loro  differenze  debbino  ricorrere 
alli  officiali  da  loro  creati  negl' inf rascritti  luoghi  et  disfinirle  secondo  la  giustitia. 


33.  neWeriginale  delle 


56  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1439] 


Fu  posto  officiale  al  ponte  Casalecchio,  al  ponte  di  Rheno  grande,  al  ponte  di  Corticelle, 
al  ponte  del  Gombito,  al  ponte  di  Castenaso,  al  ponte  di  San  Kofiillo,  al  ponte  di  San  Gallo, 

al  ponte  di. ..• 

Eugenio  pontefice  non  poco  travagliato  a  Ferrara  ai  trova,  b1  per  la  peste  che  quivi 
era,  come  che  per  la  ribellione  di  Bologna,  di  Forli  et  d'  Imola,  et  havendo  dato  principio  al     5 
concilio  in  detta  cittk,  si  delibera  fuggire  la  pestilenza  et  passare  a  Fiorenza   et  quivi   tra- 
sferire  il  concilio  per  piii  cagione ;  et  perchfe  dubitava  che  se  egli  si  partiva  alla  palese  da 
Ferrara  et  passasse  per  la  via  commune  per  Romagna,  di  non  esser  distenuto   per  cagione 
de'  Bolognesi  ribellati,  overo  perchfe  celebrandosi  il  concilio  in  Basilea,  per  auttoritii  del  detto 
concilio,  a  cui  aderiva  Filippo  Maria  Visconti  duca  di  Milano  et  suo  nemico,  non  gli  fosse  10 
fatto  qualche  dishonore,   egli  per  iscliivar  ogni  male  che  avvenir  potesse,  finse  voler  pas- 
sare  a  Faenza   et  d'indi  per  la   valle   di  Lamone   andare  a   Fiorenza.     Et   per   meglio   co- 
lorire  il  fatto,  a  di  16  di  gennaro,  il  venerdi,  manda  tutte  le  sue  robbe  per  la  via  del  Po  a 
fossa  Taliolo  et  poscia  a  Faenza.    Et  egli  alle  22  hore,  sagliendo  a  cavallo  inaieme  col  mar- 
chese  Leonello  tigliolo  del  marchese   NicoI6  et  sue   genti  d'arme,  pass6  a  Modona,  poi  nel  15 
Fregnano  et  a  Pistoia  et  finalmente  a  Fiorenza. 

Partito  il  pontefice,  il  duca  Filippo  resto  senza  alcun  sospetto  di  Bologna,  che  il  papa 
non  potesse  piii  rinovare  cosa  alcuna;  solamente  gli  era  a  petto  questo  che  egli  intendeva 
che  Annibal  Bentivoglio  di  giorno  in  giorno  pifi  diveniva  caro  et  apprezzato  da'  gentilhuo- 
mini  et  dal  popolo,  et  perci6  non  poco  dubitava  che  egli  della  cittk  s' insignorisse  owero  20 
8'accordasse  con  la  Chiesa  et  egli  della  signoria  della  citt^  restasse  privo.  Et  perci6  ii  duca 
pens6  volerlo  travagliare  et  a  questo  suo  pensiere  successe  la  occasione  di  farlo.  Trovavasi 
Battista  Canetoli  distenuto  in  Milano,  n^  poteva  fuori  della  citt^  uscire  senza  licenza  del 
duca;  et  sendo  egli  desideroso  di  ripatriare,  si  offerse  al  duca  che  ogni  volta  che  egli  lo 
lasciava  venire  a  Bologna,  gli  havrebbe  fatto  havere  il  dominio  libero  della  citti  col  mezzo  25 
delli  suoi  parenti  et  amici  et  che  questo  fatto  a  lui  era  cosa  facile  da  farsi,  ma  che  s'egli 
tardava  il  far  ci6,  sendo  Annibale  nato  di  Antonio  et  caro  al  popolo,  poteva  facilmente  usur- 
parsi  il  dominio  della  cittii;  ma  andando  lui  sperava  dargli  Annibale  nelle  mani  et  assicurarli 
il  possesso  di  Bologna. 

II  duca,  che  desiderava  di  dominare  liberamente  Bologna,  accetta  il  consegHo  di  Battista  30 
et  il  licentia  alla  patria  insieme  con  gli  amici  et  gli  d^  lettere  al  castellano  della  pcta  di 
GalUera  che  rintroduca  nella  citt^  et  lo  raccomand6  al  capitano  Sagramoro  et  gli  presti 
ogni  favore  in  tutto  quello  Taggraderk,  essortandolo  al  fare  quanto  haveva  proposto  di  fare, 
per6  sotto  colore  di  Nicol6  Piccinino,  acciochfe  non  si  scoprisse  che  egli  delle  cose  di  Bo- 
logna  s' intromettesse,  essendo  egli  in  lega  col  pontefice.  35 

Radunati  gli  amici  di  Battista  in  Correggio,  egli  con  esso  loro  alli  28  di  gennaro,  il  mer- 
coledl,  con  12  cavalli  giunse  al  castello  di  Galliera,  et  date  le  lettere  al  castellano,  entro  nel 
castello  et  vi  stette  insino  alla  mattina  del  giomo  seguente.  Et  d'  indi  uscito  con  Sagramoro 
e  trecento  cavalli,  se  ne  venne  alla  piazza  et  and6  al  palazzo  et  da  Pietro  Soano  capitano 
della  guardia  apertali  la  porta,  lo  lasci^  entrare ;  della  cm  venuta  avisati  gFantiani  che  per  40 
anco  erano  nel  letto,  tutti  smarriti  di  tal  novitk,  fecero  dare  il  segno  alla  campana  acciochfe 
il  popolo  prendesse  Tarme.  II  che  udendo  Battista,  si  fece  incontro  li  antiani  et  gli  assicur^ 
che  egli  era  venuto  pacifico  con  licenza  del  duca  et  che  li  pregava  a  non  suscitar  timiulto, 
perchfe  era  cittadino  amorevole  alla  patria  et  a  tutti  loro.  Si  quietomo  gli  antiani  alle  pa- 
role  amorevoli  di  Battista,  et  abbracciatisi  insieme,  Taccettarono  come  loro  cittadino.  Mentre  45 
questo  tumulto  era  nel  popolo  per  il  suonar  della  campana,  fu  avisato  Annibale  che  Battista 
con  Sagramoro  et  molti  soldati  erano  entrati  in  palazzo  et  che  la  piazza  era  occupata  dalle 
genti  loro;  per  il  che  dubbitando  egli  di  qualche  mina,  tosto  fece  dare  segno  alla  campana 


.]  I  puntiiti  sono  nelVoriginal* 


[A.  1439]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  57 

di  San  Jacomo,  per  radunare  gli  suoi  amici  alla  diffesa  et  della  patria  et  sua,  et  radunato 
da  500  huomini  con  un  confaloniero  del  popolo  et  con  il  confalone  spiegato  si  poneva  a 
ordine  per  venirsene  alla  piazza  a  trovare  Battista.  Ma  intendendo  questo  movimento,  Lu- 
dovico  Bentivogli  subito  saltb  a  cavallo  et  passo  alla  piazza  da  Battista  Canetoli  et  con 
5  tanta  dolcezza  di  parole  tratt6  seco  il  negozio  travagliato,  che  Battista  si  placo.  Ponendo 
nelle  mani  di  Ludovico  ogni  sua  ragione  et  rimettendo  la  spada  al  luogo  suo,  gli  disse :  "  Se 
"  con  questa  sicura  spada  mi  dovessi  sopra  ogni  altro  huomo  civile  farmi  glorioso,  cacciandola 
"  fuori  non  la  muoverei  per  tuo  amore,  et  di  questo  la  mia  fede  te  ne  assicura,  la  quale  invio- 
"  labile  ti  sark  da  me  osservata  „ '.     II  cavaliere  Ludovico  gli  rese  gratie  intinite,  et  partendosi 

10  di  piazza  venne  a  ritrovare  Annibale,  il  quale  di  gia  era  uscito  per  passare  alla  piazza  acceso 
d'ira  et  di  sdegno,  et  fermatolo,  insieme  con  li  suoi  amici  il  persuase  con  ottime  ragioni  a 
raffrenare  1'  ira  sua  et  a  non  volere  esser  la  ruina  della  sua  patria.  Annibale,  che  pure  era 
di  natura  benigna  et  gratiosa,  havendo  in  somma  veneratione  il  cavaliere,  acconsenti  alli 
suoi  consigli  et   ritornossi  a  dietro.     Oper6   di  poi  talmente  il  cavalier  Lodovico,  che   pose 

15  concordia  et  pace  fra  di  loro,  et  per  meglio  confirmarla  fece  che  Annibale  si  apparento 
con  li  Canetoli,  cio^  che  Annibale  promisse  una  delle  sue  virtuose  sorelle  chiamata  Costanza 
a  Gasparo  Canetoli  fratello  di  Battista.     Di  che  ne  fu  universale  allegrezza  per  la  citta. 

Havendo  Battista  Tanimo  per  natura  inquieto  et  ritrovandosi  haver  promesso  al  duca 
di  darli  il  libero  dominio  di   Bologna  se  uccideva  Annibale,   senza  aver  rispetto  al   nuovo 

20  parentado,  va  pensando  il  modo  di  condurre  ad  effetto  la  promessa  fatta  et  a  questo  fine 
con  molte  ragioni  apparenti  persuade  agl'antiani  che  la  citta  ^  per  esser  da  ogni  insidia 
piu  sicura  se  alla  porta  vi  si  pongono  capitani  forestieri  et  non  gli  cittadini.  AI  cui 
parere  piegandosi  gli  antiani,  a  di  primo  di  febraro,  la  domenica,  rimovono  tutti  li  capitani 
et  vi  pongono   li   forestieri   a   nome   del   duca.     II   che   intendendo   Annibale,   gli   spiacque 

25  assai  et  di  cio  con  li  antiani  molto  si  dolse,  avisandoli  che  tutte  quest'attioni  col  tempo 
ritomerebbono  a  travaglio  et  danno  della  Uberta  della  citta  et  che  tardi  poi  se  ne  pentireb- 
bono,  et  che  a  lui  pareva  fosse  meglio  il  fidarsi  delli  proprj  cittadini,  che  de'  forestieri,  at- 
tento  che  essi  pure  havevano  et  la  robba  et  li  figlioli  et  li  parenti  da  perdere  et  anco 
Tamore  della  patria,  il  che  i  forestieri  non  havevano,  se  non  solamente  di  compiacere  ad  altri 

30  per  corruttela  di  danari  o  altre  promissioni.  In  somma  gli  antiani  mostrarono  di  stimar  poco 
le  parole  d'Annibale  et  seguirono  Tordine  cominciato. 

Battista  Canetoli  procura  che  tutti  li  suoi  amici  confinati  et  banditi  ritornino  alla  patria  et 
ottiene  la  grazia  et  alli  6  di  febraro,  il  venerdi,  ritorna  Bartolomeo  Zambeccari  abbate  con 
molti  altri  et  si  riconciliano  con  Battista.     Ritornorono  anche  questi,  cio^:  Galetto  Canetoli, 

35  Francesco  dal  Bue,  Benedetto  Buonfio,  NicoI6  di  Santo,  Francesco  Ghisilieri,  Sinibaldo  Cat- 

tanio,  Baldassare  Catanio,  Ridolf  o  della  Cecca,  Bernardino  dalle  Correggie,  Romeo  Foscarari. 

Dal  ritomo   dellt   detti   confinati  gli   antiani   vengono   in   cognitione   degl' andamenti   di 

Battista  che  si  disponeva  pian  piano  al  primato  della  cittk,  sl  come  gU  haveva  predetto  An- 

nibale  Bentivogli,  et  per   ostare   alli   suoi   dissegni   et  raffrenarlo   di  tanto  ardire,  eleggono 

40  gl' infrascritti  ambasciatori  a  Nicolo  Piccinino,  ciofe:  Antonio  di  Francesco  Ranuzzi,  Giovanni 
Griffoni  cavaliere,  Romeo  di  Guido  Pepoli. 

Questi  andarono  alli  sette  di  febbraro,  il  sabbato,  sotto  color  di  voler  intendere  la  opi- 
nione  del  Piccinino  quale  ella  fosse  circa  il  govemo  della  cittJi,  ma  nel  vero  il  loro  intento 
fu  acciochfe   Nicolo   provedesse  che   Battista  non   si  usurpasse  il  dominio  di  Bologna.     Era 

45  in  questo  tempo  il  Piccinino  con  Gonzaga  sopra  Ludrone,  terra  del  capitano  Paris,  per 
isfogarvi  Tira  conceputa  contro  il  detto  capitano,  che  haveva  assalito  et  rotto  Italiano  dal 
Friuli  che  ne  andava  con  tremila  fanti  e  seicento  cavalli  per  ordine  del  Piccinino  a  chiudere 
alcuni  passi  per  soccorrere  Brescia. 


>  GiovAmn  Sabbasino  dboli  Arobmti,  cap.  X. 


58  IIISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1439] 


Ilavcndo  il  Piccinino  dato  audienza  agrambasciatori  de'  BologneBi,  gli  rimandb  a  dietro 
con  promissione  di  provedere  in  breve  a  tanto  disordine.  Nondimeiio  cara  gli  era  questa 
occasione  oltre  modo,  percli^  esaendo  i  cittadini  bolognesi  in  gelosia  che  Tuno  e  raltro 
11  dominio  si  usurpasse,  poteva  egli  cou  bellissima  coperta  farsi  padrone  a  nome  del  duca 
di  Bologna,  et  tanto  piu  sicuro  si  teneva  di  haver  l'intento  suo,  perche  vedeva  che  Annibale  5 
era  per  condescendere  alla  sua  voloiit^  per  la  emulatione  di  Battista.  Per6  fece  avisato  il 
senato  di  Bologna  che  fossero  coniirmati  li  dieci  di  balia  con  tutti  gl'altri  magpstrati  della 
cittL  Poi  gli  mand6  Francesco  il  figliolo  con  buoni  presidj  affinch^  egli  pigliasse  il  do- 
minio  della  cittk,  sapendo  che  Annibale  era  disposto  al  far  il  suo  volere. 

Alli  17  di  febbraro,  il  martedi,  grambasciatori  che  erano  andati  al  Piccinino  ritomano,  10 
et  il  seguente  giorno  giunge  Francesco  figliolo  del  Piccinino  a  Bologna  con  300  cavalli,  et 
dal  senato  molto  fu  accarezzato  et  posto  nel  palazzo  de'  notari,  bench^  quelle  carezze  non 
procedessero  da  buon  cuore,  perchfe  ciascuno  s'imaginava  ch'egli  era  venuto  per  impadro- 
nirsi  della  citt^;  et  la  cosa  era  facilissima  da  farsi  per  esser  nata  tanta  emulatione  et  tanto 
odio  fra  Battista  et  Annibale,  che  nh  per  rispetto  della  parentela,  n^  per  amor  della  patria,  15 
nb  per  prieghi  de'  cittadini  si  poteva  smorzare,  il  che  ad  amendue  partori  finai  rovina  et 
esterminio,  come  si  dimostrerL 

II  duca  di  Milano,  che  vede  che  non  viene  ad  effetto  cosa  alcuna  che  Battista  gli  aveva 
promesso,  il  manda  a  chiamare,  et  egli  alli  22  di  marzo,  la  domenica,  insieme  con  20  cavalH 
passa  a  Milano   et  lo  fa   capace  della   cagione   perch^   anche   non   habbia  esseguito   quello  20 
che  promesso  gli  haveva.     II  duca  resta  sodisfatto  et  lo  rimanda  a  Bologna. 

A  dl  primo  di  aprile,  il  mercoledl,  Jacomo  di  Costante  siciliano  entra  podesta  di  Bologna 
mandato  dal  duca  et  Antonio  Sacco  fe  dal  senato  creato  capitano  della  balia. 

II  duca  di  Milano  cerca  farsi  amico  Guido  Antonio  Manfredi  signor  di  Faenza  per  fa- 
cilitarsi  il  possesso  di  Bologna,  liavendolo  vicino   armato,  et  per  meglio   ubligarselo  gli   d^  25 
Imola  et  lo  conduce  al  suo  stipendio  con  15U0  cavalli  £ngendo  voler  muover  guerra  alli  si- 
gnori  Malatesti  di  Rimini,  awengach^  poi  glielo  mandasse  per  meglio  colorire  il  fatto. 

Guid'Antonio  Manfredi  piglia  il  possesso  d'Imola  alli  26  di  aprile,  la  domenica,  a  hore  cin- 
que  di  notte,  poi  col  essercito  passa  a  Rimini  et  quivi  ritrova  il  conte  Francesco  Sforza  da 
Cudignola  con  potente  essercito,  che  era  passato  in  ajuto  de'  Malatesti;  et  vedendosi  a  lui  30 
di  gente  inferiore,  si  ritira  addietro,  et  il  conie  sempre  seguitando  giunge  a  Forlimpopoli  et 
a  patti  lo  piglia.  Poi  se  ne  viene  nel  territorio  d'Imola  et  a  Mordar.o  et  lo  saccheggia, 
poi  passa  nel  Bolognese  et  come  nemico  del  duca  pone  ogni  cosa  a  sacco,  et  va  a  Ferrara 
et  d'indi  a  Chioggia  et  linalmente  a  Padova;  et  quivi  lasciando  Tessercito  se  ne  va  a  Ve- 
neda,  dove  gli  6  dato  il  bastone  del  capitanato  et  gran  somma  di  danari  accioch^  vada  35 
contro  Nicol6  Piccinino  capitano  del  duca  che  era  nel  Bresciano  col  marchese  di  Mantua, 
che  facevano  di  molti  mali  et  gran  presaglia  di  castella. 

Nicol6  Piccinino  scrive  alli  dieci  della  balia  haver  bisogno  di  denari  et  che  ne  dove"- 
sero  mandare  per  alcuni  suoi  bisogni.     Li  quali  da  molti  cittadini  trovarono  in  prestito  due 
mila  ducati,  et  alli  12  di  maggio,  il  martedi,  glieli   mandorono,  si  come  ne  appare  scrittura  40 
nel  archivio  di  Bologna;  per   il  che   si  vede  che   il  Biondo   erra   dicendo  che   il  Piccinino 
venne  a  Bologna  a  riscuotere  20  mila  ducati  il  primo  di  marzo. 

II  concilio  di  Basilea  havendo  citato  Eugenio  papa  che  a  detto  concilio  dovesse  com- 
parire,  et  egli,  celebrandolo  in  Fiorenza,  iscomunica  gli  congregati  in  Basilea;  et  eglino  ven- 
gono  a  tanta  insaniji,  che  oltre  Thaverlo  citato,  lo  privano  del  pontificato  et  lo  scommuni-  45 
cano  et  alli  21  di  giugno  la  domenica  mandano  le  cedule  afBggendole  per  ogni  luogo  pu- 
blico  in  diverse  parti,  dichiarandolo  privato  del  papato  et  iscommunicato.  Et  alli  25  del 
detto  mese,  il  giovedi,  ne  f urono  affisse  due  in  Bologna :  una  alla  porta  della  chiesa  di  san  Pietro 
et  Taltra  alla  porta  della  chiesa  di  san  Petronio. 

Mentre  che  nella  Lombardia  si  travagliano   li  suddetti   capitani   Tun    Taltro   et   che   il  50 


[A.  1439]  DEL  P.  CHERUiilNO  GHIRARDACCI  59 


concilio  di  Basilea  contrariava  a  papa  Eugenio,  anco  in  Bologna  crescevaiio  gVodii  fra  An- 
nibale  Bentivogli  et  Battista  Canetoli,  et  amendue  a  gara  si  forzavano  di  guadagnarsi  il  fa- 
vore  del  popolo  et  Tuno  abbassar  Faltro.  Battista  si  mostrava  alla  scoperta,  ma  Annibale 
operava  secretamente  per  ostare  airambitione  di  Battista,  vedendo  non  haver  il  favor  del 
5  duca  che  Battista  haveva,  bench^  fosse  di  lui  piu  dalla  nobilta  amato. 

Si  bisbigliava  et  quasi  per  cosa  certa  si  affermava  da  alcuni  amici  et  parenti  di  Bat- 
tista  di  levare  la  liberta  alla  cittk  et  darne  la  signoria  al  duca  di  Milauo,  et  forse  la  cosa 
veniva  fatta,  se  gli  amici  di  Annibale  (benchfe  di  tal  consiglio  secretamente  ne  fosse  Anni- 
bal  capo)  non  vi   si  opponevano,  avisando  di   cio  il   senato;  il  quale  di  subito  mandando   a 

10  domandare  Galeotto  Canetoli,  Tomaso  di  Oliviero  de'  Grassi,  Bernardino  dalle  Correggie, 
Francesco  Ghisilieri,  tutti  amici  de'  Canetoli,  gli  fece  imprigionare  nel  castello  della  porta 
di  Galliera;  et  giungendo  frattanto  in  Bologna  Giovanni  di  Lando  degrAmbrosini,  che  ne  ve- 
niva  da  Miiano,  che  fu  alli  9  di  agosto,  la  domenica,  f u  dagl'  antiani  chiamato  et  parimente 
posto  prigione  nel  detto  castello,  perche  si  diceva  che  questo  era  quello  che  le   ambasciate 

15  portava;  ma  furono  tosto  liberati,  percioch^  Battista  ne  scrisse  al  duca  et  egli  comand6  si 
hberassero,   et  alli  12,  il  mercoledi,  furono  lasciati  liberi. 

Alli  14  d'agosto,  il  venerdi,  Nicolo  dalla  Fava  eccellentissimo  philosopho  et  medico  molto 
amico  de'  Canetoli  passa  alFaltra  vita.  Fu  sepellito  nella  chiesa  di  san  Jacomo  degrEremi- 
tani  dietro  il  choro  in  un  bellissimo  sepolcro,  dove  si  leggono  questi  versi: 

20  Hic  Nicolaus  jacet  Fabiae  nova  gloria  gentis, 

Princife  quo  evexit  ■philosofhia  ca-put. 
Com-par  Aristoteli  fuerat  comfarque  Platoni, 

Doctrina  Astilii  sic  gravitate  frior. 
Heu  qualis  cecidit  tibi,  docta  Bononia,  gnatus! 
25  Ausonia  heu  cecidit  gloria  quanta  tibil 

Nel  concilio  che  si  celebra  in  Fiorenza  h  riconciliata  et  unita  la  chiesa  de'  Greci   con 

la  Latina,  cosa  da  tanti  pontefici  tentata.     In  questo  concilio,  cedendo  gli  Greci,  fu  conchiuso : 

Che  lo  Spirito  Santo  (percioch^  questi   erano  i  principali   articoli)  et  dal  Padre  et  dal 

Figliolo  proceda; 

30  Che  il  cristiano  che  muore  confesso   e  contrito   soddisf^  nel   Purgatorio   alla  colpa   de' 

suoi  peccati  et  gli  giovano  le  orationi,  i  digiuni,  le  limosine  et  le  altre  opere  pie  de'  viventi ; 

Che  il  pontefice  romano  tiene  il  primo  luogo,  come  successore  di   Pietro   et  vicario   di 

Cristo,  in  tutta  la  Chiesa  santa. 

In  questo  concilio  mori  il  patriarcha  di  Constantinopoli. 
35  La  boUa  della  detta  unione  plombata  et  aurata  di  papa  Eugenio,  sottoscritta  da   lui  et 

da  tutti  li  cardinali  et  dairimperatore  di  Constantinopoli   con  il  sugello  d'oro,  h  conservata 
negrarchivi  della  cittk  di  Bologna. 

Alli  17  di  settembre,  il  giovedi,  Jacomo  dal  Lino  fe  dal  luogotenente  di  Nicol6  Piccinino 
et  per  li   10  della  balia  eletto   commissario   di  Castel  San  Pietro,   di   Medicina  e   di  Castel 
40  Guelpho  per  alloggiare  Merigo  da  San  Severino. 

L'imperatore  di  Constantinopoli  si  parte  da  Fiorenza,  sendo  finito  il  concilio,  et  giunge 
in  Bologna  il  lunedi  I'ultimo  giomo  di  agosto,  et  fu  honoratissimamente  et  pomposamente 
ricevuto  nella  citt^,  conducendo  il  suo  cavallo  per  le  redini  Romeo  Pepoli  et  Raphaele  Fo- 
scarari,  havendo  incontro  gli  antiani,  confalonieri  et  massari  delle  arti.  Alloggi6  nel  vesco- 
45  vato,  dove  dal  cardinale  Albergato  vescovo  di  Bologna  fu  degnamente  trattato.  Quivi  fece 
cavalliere  aurato  Tadeo  Manfredi  e,  come  vogliono  altri,  Giovanni  di  Guido  Antonio  signore  di 
Faenza  d'anni  otto;  C08t6  a'  Bolognesi  la  venuta  di  questo  imperatore  in  Italia  30000  liorin?. 
Non  cessa  di  crescer  1'odio  fra  Battista  et  Annibale,  et  Tuno  cerca  di  abbassar  raltro, 
nfe  ad  altro  intenti  sono  che  alle  insidie.     Gli  amici  di  Annibale  inducono  gli  antiani  al  far 


60  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  U39-i440i 


A 


plpliare  Tomauo  Canetoli  che  habitava  nella  via  delle  Lame,  opponendogli  che  egli  trattava 
di  levare  la  libertade  alla  citti,  et  coii  si  forti  ragioni  affermavano  ci6  che  bisognb  che 
Jacomo  di  Costanza  podesti  andasse  a  pigliarlo  alli  24  di  settembre,  il  giovedi,  alle  due  hore 
di  notte;  11  quale  quanto  piil  puotfe  secretamente  vi  and6,  ma  non  tanto  che  Tomaso  non 
fosse  del  tutto  avisato,  il  quale  tosto  si  fug^  via  et  pass^  a  Galeotto  et  del  tutto  il  fece 
chiaro.  Erano  presenti  al  narrar  di  questo  fatto  dodeci  giovani  arditi  et  forti,  li  quali  sde- 
gnatisi  oltre  modo,  pigliarono  1'  arme,  et  toltt)  seco  in  compagnia  il  detto  Tomaso,  andarono 
ad  incontrare  il  podestk,  et  con  esso  lui  dal  Trebbo  de'  Ghisilieri  azzuffatosi  (che  quivi  lo 
incontrorno),  il  ferimo  insieme  con  molti  de'  suoi  et  lo  posero  in  fuga.  Intendendo  questo, 
Annibale  fece  dare  alla  campana  di  San  Jacomo,  et  radunati  da  800  huomini  armati,  tosto  1 
passorono  tutti  alla  piazza  et  quivi  si  fortificarono. 

Non  dorme  dall'altra  parte  Battista  Canetoli,  ma  ancor  lui  raduna  gH  amici  suoi  circa 
da  500,  et  intendendo  fra  tanto  che  Annibale  si  era  insignorito  della  piazza,  passa  a  Galliera 
da  Sagramoro  et  vicino  il  castello  si  ferma  insino  al  far  del  giomo  per  vedere  il  fine  di  tal 
cosa.     Ma  Annibale  avisato  che  Battista  si  era  con  Sagramoro  unito,  non  procede  piii  oltre,  1 
anzi  amendue,  ritornando  alle  lor  case,  deposero  Tarme. 

Nicol6  Piccinino  revoca  a  ik.  Sagramoro,  il  quale  alli  19  di  ottobre,  il  lunedi,  si  parte  di 
Bologna.  Fece  questo  Nicol6  perchfe  vedeva  che  mentre  Sagramoro  stava  in  Bologna,  non 
era  per  havere  il  dominio  di  Bologna,  perciochfe  era  huomo  di  animo  piacevole  et  humano 
et  che  desiderava  di  esser  piu  tosto  amato  che  temuto.  Mand6  poi  in  suo  luogo  Cervato  da  2( 
Caravaggio  con  200  cavalli,  huomo  iniquo,  scelerato  et  crudele,  il  quale  alli  27  d'ottobre,  il 
martedl,  entT6  in  Bologna  con  molto  dispiacere  de'  cittadini. 

Di  questo  mese  d'ottobre  muore  1'  imperatore  Alberto,  non  havendo  due  anni  interi  1'  im- 
perio  havuto;  lasci6  gravida  la  imperatrice  sua  moglie  di  cui  poi  Ladislao  ne  nacque. 

Muore  regregio  dottore  M.  Brancadalle  Zonchi. 

II  concilio  di  Basilea,  che  piu  volte  tentato  haveva  di  privare  del  papato  Eugenio,  in- 
tendendo  la  morte  di  Alberto  et  vedendosi  perci6  libero,  fatto  con  nuove  citationi  contu- 
mace  Eugenio,  del  manto  di  Pietro  il  depone  et  come  che  la  Chiesa  vacasse,  eleggono  in 
pontefice  Amedeo  duca  di  Savoja,  et  egli  piglia  il  nome  di  Felice  quinto:  et  cosl  si  ritrov6 
in  doppio  schisma  la  Chiesa  santa,  havendo  due  concilii  et  due  pontefici  in  un  medemo  tempo.  3C 

Eugenio  con  tutti  li  suoi  parteggiani  sente  gran  dolore  della  creatione  di  Amedeo,  il 
quale  per  fame  la  sua  parte  piti  gagliarda  alli  20  di  decembre,  la  domenica,  in  Fiorenza  crea 
tosto  dicesette  cardinali,  compiacendo  a  tutti  li  principi  del  christianesimo ;  percioch^  ve  ne 
furono  et  Francesi,  et  Spagnoli,  et  Inglesi,  et  Germani,  et  Polacchi,  et  Ungari,  et  di  molte 
contrade  d'Italia;  et  fra  questi  vi  fu  Bessarione  da  Nicea  in  Asia. 

Anno  di  Cristo  1440.  —  Si  creano  gli  magistrati  della  citt^  secondo  il  consueto.  Et  To- 
maso  Gozzadini  era  depositario  della  citth  di  Bologna  et  Jacomo  dal  Lino  per  imbossolatione 
h  eletto  vicario  di  Savigno. 

Ritrovandosi  poco  dopo  la  morte  di  Alberto  gli  elettori  insieme,  dichiarano  imperatore 
Federico  duca  d'Au8tria  figliuolo  del  duca  Hemesto,  di  anni  25,  ma  di  gran  bontk  et  va- 
lore  et  catolico.  Et  fu  questa  sua  elettione  generalmente  approvata  et  lodata  da  tutta  la 
christianitk. 

Raffaele  Foscarari,  huomo  ricco,  nobile  et  molto  nella  citti  stimato,  che  fu  cagione  di 
fare  ritomare  Annibale  Bentivogli  nella  patria  et  che  tanto  Thaveva  ajutato  per  riporlo  nel 
grado  che  era  Antonio  il  padre  et  che  li  era  fedelissimo  et  sviscerato  amico,  vedendo  che  45 
Annibale  era  senza  moglie,  tenta  di  far  seco  parentado  et  gli  la  intendere  che  havrebbe 
caro  di  darli  una  sua  figliola,  a  cui  Annibale  rispose  che  non  voleva  far  nulla  senza  consi- 
gliarsi  prima ;  il  quale  consigliatosi  et  essendo  da'  suoi  amici  disuaso  al  far  questo  parentado, 
f ece  intendere  a  Raffaele  che  per  all'  hora  non  era  di  voler  pigliare  altrimenti  moglie.    Udita 


[A.  1440]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  61 

Raffaele  questa  risoluta  risposta,  oltre  modo  si  sdegn6,  et  veggiendosi  Annibale  di  questa 
maniera  ingrato,  rivolgendosi  per  la  mente  gl'infiniti  beneficj  fattigli,  rivolse  Tamore  in  odio 
mortale,  et  se  prima  era  solito  di  lodare  Annibale,  hora  lo  biasimava,  et  per  lo  sdegno  la- 
sciandosi  uscir  di  bocca  parole  ingiuriose,  il  chiamava  bastardo  et  che  alla  fine  il  farebbe 
5  pentire. 

Furono  queste  parole  et  simili  riferite  ad  Annibale,  et  egli  del  tutto  certificatosi,  si 
delibero  di  ammazzarlo.  Laonde  alH  4  di  febraro,  il  giovedi,  armatosi  con  quindeci  suoi 
compagni  fidati,  fra'  quali  vi  era  Bartolomeo  de'  Preti,  Bartolomeo  piacentino  et  Jacomo  Bal- 
doni,  tutti  huomini  da  carne,  passo  per  tempo  nelle  Chiavaturei  et  quivi  in  una  bottega  si 
10  mise  ad  aspettare  che  egli  di  casa  uscisse.  Et  data  la  cura  a  Lodovico  Caccialupi  che 
havesse  rocchio  alla  via  di  san  Domenico,  quando  Raphaele  usciva  gli  ne  desse  segno,  cosi 

Ifece.  Uscendo  di  casa  Raphaele  suUe  14  hore  et  s'invi5  verso  la  piazza;  Annibale  havuto 
il  segno,  con  li  compagni  ando  ad  incontrarlo  verso  le  case  de'  Foscarari  diritto  la  corte  de' 
Bulgari  (dove  a'  tempi  nostri  moderni  era  la  taverna  della  Simia,  che  h  dopo  la  fabrica  delle 
15  scuole),  et  accostatesegli  comand6  alli  suoi  che  uccidessero  chiamandolo  traditore,  et  subito 
1'  uccisero. 

Divolgato  Thomicidio  fatto  da  Annibale,  gli  artefici  serrarono  le  botteghe  et  Cervato 
tosto  fece  che  li  aoldati  pigliarono  la  piazza,  non  sapendo  la  chiarezza  del  fatto.  Et  mentre 
che  egli  fa  questo,  ecco  Annibale  a  lui  tutto  ebro  di  sangue,  che  se  gli  accosto  airorecchio 
20  et  dissegli  non  temesse  di  niente,  che  quello  che  egli  fatto  haveva  era  stato  per  privata  ne- 
micitia  perch^  Raphaele  con  la  lingua  Thaveva  offeso  et  che  altro  non  sarebbe,  et  si  quieto 
il  tumulto.  Ma  Annibale,  dubitando  di  qualche  inganno  ordito  contro  di  lui  da  Raffaele,  che 
era  da'  cittadini  molto  stimato,  se  ne  va  per  sua  sicurezza  a  casa  di  Cervato,  che  habitava 
vicino  il  castello  di  Galliera,  et  quivi  si  sta  per  aliquanti  giomi  per  vedere  come  le  cose 
25  passavano  et  se  alcuno  si  muoveva  per  vendicar  la  morte  di  Raffaele. 

Bonifacio  et  Nicol6  figlioH  del  conte  Ugolino  da  Panigo  uccidono  Jacomo  da  Panigo 
dottore,  per  vendicare  la  morte  del  padre  loro  che  da  lui  fu  ucciso.  Rizzardo  Pepoli  ca- 
valiere  passa  a  miglior  vita,  e  fu  a  San  Domenico  sepolto. 

II  senato,  per  alleggerire  il  travaglio  degranimi  de'  cittadini,  alli  7  di  febbraro,  il  lunedl, 

30  fa  giostrare  un  palio  di  cremesino  di  valore  di  50  ducati,  et  giostrarono  gl' inf rascritti :  Opizzo 

di  Guido  Pepoli,  Francesco  di  Pietro  Bolognini,  Galeotto  di  Pietro  Mezzovillani,  Bolognino 

dalle  Fiubbe,  Marco  di  Jacomo   Zenzifabbri,  Floriano   di  Gratiolo  Accarisi;  et  questo   della 

giostra  ottenne  Thonore  et  il  premio. 

NicoI6  Piccinino  chiama  a  s6  a  Parma  Annibale  per  cagione  dell'  homicidio  di  Raphaele, 

35  havendo  egli  in  animo  dr  severamente  castigarlo.     Annibale  alli  12   di   febbraro,  il  sabbato, 

va  a  Parma  et  col   Piccinino  ha  longo   ragionamento,  et  NicoI6  si  placa,  o  per  dir  meglio, 

mostra  di  placarsi,  perch6  vedeva  che  airhora   non  era  tempo  di  farne   dimostratione,  tal- 

mente  che  Annibale  licentiato  se  ne  ritorna  a  Bologna. 

Nicol6  Piccinino  raduna  un  potente   essercito  a  Parma   per  il   duca  di   Milano  per  an- 

40  dare  in  Toscana  contro  i  Fiorentini,  et  ordinato  il  tutto,  egli  alli  4  di  marzo,  il  venerdl,  con 

6000  fanti  viene  a  Bologna  et  entra  per  la  porta  di  Saragozza  et  passa   per  la  piazza  della 

citta  (essendo  tutto  il  popolo  armato  a  deffensione  della   citta)  et  esce   per  !a  porta   di  stra 

Maggiore  et  va  alloggiare  alli  Crociati;  ma  il  aenato  con  molti  cittadini  lo  vanno  a  visitare 

et  lo  pregano  caramente  voglia  venire  nella  cittk  ad  alloggiare  con  essi  loro   in  palazzo,  et 

45  accettato  Tinvito  venne,  et  con  grande  honore  fu  ricevuto  et  con  amore  benissimo  trattato. 

II  giorno  seguente  il  senato  raguna  il  conseglio  delli  60  et  quivi  vieiie  NicoI6,  il  quale 

con  lieta  faccia  havendo  salutato  il  senato,  gli  essort6  a  perseverare  nella  divotione  del  duca, 

et  poi  soggionse  che  bene  gli  pareva  fosse   che  altri  sei  huomini  si  aggiongessero  alii  dieci 

della  balla  et  che  da  indi  in  poi  si  nominassero  li  sedeci  reformatori  dello  stato  di  Boiogna, 

!  50  neirarbitrio  de'  quali   fosse  il  distribuire  gli   ufficj  di  utilith  et  di  honore   secondo  la   loro 


62  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i44oi 


prndrnza,  et  furono  eletti  questi:  Baldassare  di  ser  Tomfe  Trentaqnattro  confalloniere  di  sfiu- 
RtJtia  del  popolo  et  commune  di  Boloffna,  Giovanni  di  Nicol6  Lodovisi  cavalliere,  Ludovico 
di  Carlo  de'  Bentivogli,  Gasparo  di  Musotto  Malvezzi,  Ludovico  di  Marco  Mangioli,  Carlo  di 
Giovanni  Ghisilieri  cavalliere,  Antonio  di  Francesco  Ranucci  medico,  Rinaldo  di  Lorenzo 
Ariosti,  Guido  Antonio  di  Aldreghetto  Lambertini,  Bartolomeo  di  Carlo  Zambeccari  abbate, 
Floriano  da  San  Pietro  dottore,  Romeo  del  nobil  cavalliere  Guido  Pepoli  dottor  di  legge, 
Nicol6  di  Nanni  Gozzadini  banchiere,  Jeronimo  d*Andrea  Bolognini  mercante,  Battista  di 
Poeta  Poeti,  Giovanni  di  Giovanni  Fantuzzi. 

Ritrovandosi  la  camera   esausta  di   danari,  fa  il  senato  nuovi   tesaurieri,  con   patto  chc 
essi  debbino  prestare  alla  camera  una  certa  quantith  di  danari  da  rimborsarsi  poi  dalli  datii  10 
della  suddetta  camera  a  mese  per  mese  sopra  la  detta  tesoraria  nuova. 

Jacobo  de'  Fantuzzi  prestb  srudi  600,  Toniaso  de'  Gozzadini  350,  Ludovico  de'  Mangioli  50, 
Ercole  Fantuzzi  300,  Lodovico  Caccialupi  600,  Simon  Manfredi  370,  Bartolomeo  df'  Preti  150, 
Giovanni  Dolfoli  cartaro  150,  Stephano  di  Pietro  Giovanni  Conti  150,  Giovanni  Beraldi   150, 
Giovanni  dalVOro  300,  Crescentio  dal  Poggio  1 50,  Fantuzzo  de*  Fantuzz!  1 50,  Jacomo  de'  Mar-  1 5 
silj   150,   Giovanni   Luchini    75,  Armalia   dalle  Armi  75,  Alberto    Azzoguidi    150,  Bolognino 
dalle  Fiubbe  300,  Gasparo  dai  Libri  75,  Constantino  sartore  75,  Astolfo  beccaro  75,  Francesco 
de'  Canonici  150,  Giovanni  Cavrara  75,  Giovanni  dal  Calice  150,  Pietro  Bolognetti  200,  Jacomo 
dalla  Renghiera  100,  Michele  Landini  150,  Alberto  Albergati  150,  Antonio  Scardovi  150,  Pe- 
tronio   Ranuzzi  150,   Acchille  di  Gasparo  Malvezzi  300,  Jacomo  Zambeccari  300.  Leonardo  20 
Desideri  300,  Leonardo  di  Antonio  di  Bertuccio  Bentivogli  200,  Lodovico  Poeti  200,  Jacomo 
degringrati  225,   Basotto   Caccianemici   225,  Bartolomeo   Lambertini    150,  Nicola  Poeti  50, 
eredi  di  Thom^  Zambeccari    300,   NicoI6  Sanuti    250,   Beltramo   Ludovisi   250,  Tomaso  de* 
(Jozzadini  250,   Bartolomeo  di  NicoI6  Amerighi  250,  Francesco  Bolog^ini  200,  Catellano  da 
Sala   250,   Amerigo  Bocchio    75,  Bonifacio   Fantuzzi    100,   Marco   Lupari    100,  Zaccaria   da  25 
Fiessi  100,  Petronio  di  Vitale  de'  Grassi  100. 

Era  generale  tesoriere  deirhavere  et  de'  danari  del  commune  di  Bologna  Tomaso  de'  Goz- 
zadini :  apparono  li  capitoH  di  ci6  nella  camera  degl'  atti,  de'  quali  ne  furono  rogati  Giovanni 
d'Andrea  Papazzoni,  Barlolomeo  di  Francesco  Trentaquattro  et  Giovannt  di  Antonio  Ostesani, 
tutti  tre  notari.  30 

Ordinate  il  senato  tutte  le  suddette  cose,  NicoI6  Piccinino  alli  8  di  marzo,  il  martedi,  si 
parte  di  Bologna  et  con  ressercito  va  in  Romagna  per  passare  a  Fiorenza,  et  lascia  suo 
luogotenente  il  conte  Jacomo  Piccinino. 

II  duca  di  Milano,  parendoli  essere  da  Battista  Canetoli  beffatto,  che  promesso  gli  haveva 
il  libero  dominio  di  Bologna  et  non  ne  vedeva  effetto  alcuno,  il  chiama  a  Milano,  ove  egli  35 
va,  et  havuto  seco  longo  ragionamento,  finalmente  gli  commanda  che  di  Milano  non  esca 
fuore.  Et  intendendo  la  morte  di  Raphaele  Foscarari,  subito  lo  fa  por  prigione.  Poi  manda 
per  podestk  a  Bologna  Filippo  Gonfalonieri  da  Piacenza,  il  quale  entrS  il  di  primo  d'  aprile, 
il  venerdl.  II  senato  intendendo  che  il  duca  haveva  imprigionato  Battista,  anch'egli  fa  pi- 
gliare  Galeotto  Canetoli  et  il  manda  nella  rocca  di  Forll,  Benedetto  Buonfio  nella  rocca  40 
d*Imola,  Tomaso  di  Oliviero  Grassi  a  Milano. 

Alli  8  d'aprile,  il  mercoledi,  Jacomo  dal  Lino  fe  da  Cervato  e  dalli  16  reformatori  eletto 
soprastante  generale  dfHa  camera  per  due  anni. 

Alli  12  di  aprile,  il  martedl,  Bartolomeo  Zambeccari  abate  di  San  Bartholo  di  Ferrara 
passa  da  questa  airaltra  vita.  45 

Alli  4  di  maggio,  il  mercoledl,  il  senato  celebra  la  festa  di  santa  Monica  nella  chiesa  de' 
frati  di  San  Jacomo  et  un  vescovo  spagnuolo  vi  canta  la  messa,  dove  furono  molti  genti- 
Ihuomini  segnalati,  cio^:  Baldassare  di  Tomaso  Trentaquattro  confalloniere  di  giustitia  del 
popolo  et  commune  di  Bologna,  Giovanni  gia  di  Nicola  Lodovisi  capitano,  Floriano  da  San  Pie- 
tro  dottore,  Romeo  di  Guidone  Pepoli  capitano,  Ludovico  gih  di  Carlo  Bentivogli,  Gasparo  di  50 


i 


[A.  1440]  DEL  P.  GHERUBINO  GHIRARDACCI  63 

Musotto  Malvezzi,  Giovanni  Fantuzzi,  Nicola  di  Nanni  Gozzadini,  Jeronimo  di  Andrea  Bo- 
lognini  tutti  del  numero  delli  16,  Jacomo  Fantuzzi,  Tomaso  Gozzadini,  Simone  Manfredi, 
Grescentio  Poggio,  Armalia  dalle  Armi,  Petronio  Ranucci,  Achille  di  Gasparo  Malvezzi,  Barto- 
lomeo  Lambertini,  Jacomo  degl' Ingrati,  Leonardo  Bentivogli,  Jacomo  Zambeccari,  Alberto 
5  Albergati,  Basotto  Caccianemici,  Alberto  Azzoguidi,  Lodovico  Mazzoli,  Bartolomeo  Preti  et 
altri  infiniti  nobili  cittadini. 

Alli  2  di  giugno,  il  giovedi,  Jacomo  del  Lino  dalli  10  della  balla  h  fatto  commissario  di 
di  Castel  Franco,  di  Crevalcore  et  di  tutte  le  terre  che  confinano  col  marchese  di  Ferrara, 
per  vietare  li  maleficj  et  le  rubbarie  che  quivi  si  facevano. 

10  II  senato,   pure  per   mantenere  il  popolo   in   allegrezza,  aUi  20  di   giugno,  il  lunedi,  fa 

giostrare  il  palio  di  san  RoffiHo  alla  piazza;  e  giostrorono  Battista  di  Gasparo  Bentivogli, 
Floriano  di  Gratiolo  Tossignani,  il  figliolo  di  Cervato  et  altri  nove  homini  d'arine.  Hebbe 
il  premio  et  rhonore  Floriano  di  Gratiolo  Tossignani. 

Nicolo   Piccinino,   a   malgrado  di   Bartolomeo   Orlandini,  entra  nella  Toscana   et   pigHa 

15  alcune  castella  et  assedia  Monte  Pulciano  et  lo  piglia,  havendo  seco  il  conte  di  Poppi 
fuoruscito  di  Fiorenza;  poi  passa  nel  Casentino  et  quivi  piglia  molte  castella  et  assedia 
San  Nicolo  forte  et  ben  difeso.  Frattanto  i  Fiorentini  pongono  a  ordine  le  lor  genti,  delle 
quali  era  Pier  Giovanni  Paulo  Orsino  capitano  et  commissarj  Neri  Capponi  et  Bernardo  de' 
Medici,  et  venuti  amendue  gli  esserciti  presso  Anghiari,  alli  29  di  giugno,  il  mercoledi,  che 

20  era  il  dl  di  san  Pietro  et  Paolo,  vennero  a  battaglia  et  Tessercito  ecclesiastico  et  de' 
Fiorentini  rest^  finalmente  vittorioso,  et  il  Piccinino  con  Francesco  il  figliolo  et  con  Guido 
Antonio  da  Faenza  si  salvo  al  Borgo  San  Sepolcro,  et  Astorgio  Manfredi  resto  prigione  et 
ferito  in  una  coscia,  Ludovico  da  Parma,  il  Dainese  et  Sagramoro  da  Parma,  Antonello  dalla 
Torre,  Ruberto  da  Monte  Alberto,  con  altri  de'  principali  di  quello  essercito,  che  era  stato 

25  di  sei  mila  cavalli  e  tremila  fanti,  de'  quali  60  ne  morirono,  quattrocento  ne  furono  feriti, 
et  da  mille  ottocento  ne  restarono  prigioni. 

Francesco  di  Lippo  Ghisilieri,  Giovanni  di  Conte  stracciaruolo,  Tomaso  di  Giovanni 
Canetoli  et  Battista  di  Bernab6  stracciarolo  trattano  d'  introdurre  nella  citta,  per  la  porta  di 
san  Felice,  Tessercito  del  conte^  Francesco  da  Cudignola,  per  cacciar  fuori  Annibale  Bentivo- 

30  gli  et  far  nuova  signoria.  Ma  il  trattato  si  scuopre  alli  6  di  luglio,  il  mercoledi,  et  Tomaso 
et  Battista  sopranominati  sono  presi,  gli  altri  f uggirono ;  et  mentre  che  col  mezzo  de'  tormenti 
il  podesta  essamina  Tomaso,  Battista,  che  era  in  una  camara  del  podesta  quivi  vicina,  udendo 
i  gridi  di  Tomaso,  si  gitta  fuori  della  finestra  contro  la  casa  de'  Ramponi  et  si  pone  in 
fuga;  ma  preso,  et  a  lui  et  a  Tomaso  h  troncato  il  capo. 

35  AUi  19  di  luglio,  il  martedi,  NicoI6  Piccinino  che  veniva  di  Toscana  giunge  in  Bologna 

(havendo  lasciato  Francesco  il  figHoIo  in  Romagna  con  le  reliquie  del  suo  essercito,  accioch^ 
con  Guido  Antonio  Manfredi  delle  citta  di  Romagna  buona  cura  havesse)  et  riposatosi  al- 
quanto  se  ne  passa  a  Milano;  ma  prima  H  sedeci  reformatori  della  citta,  fu  alli  27  di  luglio, 
il  mercoledi,  per  fargli  un  presente  impongono  uno  impresto  di  2000  ducati  alle  compagnie 

40  delle  arti,  et  acciochfe  elleno  11  loro  danaro  potessero  ritrarre,  h  loro  consignato  il  datio  del- 

Timbottato,   laonde  le  compagnie  pongono  per  ciascuna  porta  due  riscuotitori  che   facciano 

pagare  per  ciascuno  un  soldo  et  danari  sei  per  corba  di  grano  e  danari  sei  per  corba  delle 

altre  biade  et  soldi  nove  per  castellata  di  uva,  il  che  nella  cittk  porse  che  dire  et  mormorare. 

A  di  primo  di  ag/)sto  (stando  il  popolo  di  malavoglia  per  la  imposta  sopradetta)  la  notte 

45  si  accende  il  fuoco  nel  monasterio  delle  suore  di  sanfAgnese;  ardono  nel  mezzo  delle  fiamme 
due  monache  et  due  altre  restano  delle  membra  attratte  et  stroppiate,  et  prima  che  vi  si 
potesse  dar  soccorso,  il  detto  monastero  per  la  maggior  parte  divenne  cibo  delle  voraci 
fiamme  del  fuoco. 

AIU  18  di  agosto,  il  giovedl,  Antonio  dal  Verme  veronese  con  solemne  pompa  entra  po- 

50  destk  di  Bologna. 


64  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1440] 


Alcuni  della  citth  di  Bologna  inquieti,  non  potendo  Bopportare  lo  stato  presente,  ma 
desiderosi  d'  introdurre  nuova  signorio,  tentano  di  dar  il  dominio  della  citth  agli  eccIesiaBtici 
in  questa  guisa. 

Nieri  tiorentino  hoste  della  Luna,  vedendo  gli  cittadini  afflitti  et  sconsolati  per  Vangaxie       . 
impostegli  dalli  sedeci,  si  delibera  trovare  rimedio  a  tanti  loro  travagli;  et  a  questo  fine  se     5j 
ne  va  a  Fiorenza  al  patriarca  Vitellesco  cardinale,  il  quale  maneggiava  tutte  le  cose  della 
Chiesa;  et  havendo  parlato  con  esso  lui  delle  cose  di  Bologna,  finalmente  si  offerse  darli  via 
di  havere   Bologna  in  suo   dominio.     Piacque   al  patriarca  Tofferta   et  gli   promisse,  se  ci6 
faceva  egli,  donarli  mille   ducati   et  concederli   molte    altre  gratie.     Ordinarono   adunque 
insieme  il  modo   che   tenere  si  doveva,   et  Nieri   poscia   ritom6  a  Bologna  et  il   patriarcha,  10 
havendo   ressercito   iiitomo  a  Bagnacavallo,   fece   venire  sul  Bolognese   alquante   bande   di 
soldati,  et  la  cagione  di  questa  sua  venuta  in  niun  luogo  si  sapeva. 

Giunse  a  Bologna  Nieri,  ritrovo  Tomaso  Lojani  et  da  parte  del  patriarca  ^i  promise  grun 
dono  et   gli  narr6  tutto  rordine  che  col  patriarcha  haveva  ordinato.     AI  che   Tomaso  tosto 
acconsente,  et  amendue  accordati  trattarono  con  il  capitano  della  porta  di  strk   Santo  Ste-  15 
phano  loro  amico   et  determinarono   che  ad  una   certa   hora  egli   si   dovesse   accostare  con 
tutto  Tessercito  della  detta  porta  che  ravrebbono  introdotto. 

Giungono  nel  Bolognese  li  soldati  della  Chiesa  et  alcune  bande  di  essi  passano  a  Zola, 
et  affinchfe  piii  animosamente  Nieri   et  li  complici  nel  trattato  si  adoperassero,  il  patriarcha 
gli  mand6   Pappi  de'  Medici,  con  li  danari   promessi,   ma  il  trattato  il  giorno   avanti  si  era  20 
scoperto  et  gli  antiani  di  gih  havevano   fatto   pigliare   Nieri   et  Tomaso  col  capitano   della 
porta  di  strk  Santo  Stephano,  a'  quali  fu  tagHata  la  testa,  et  poi  squartati,  et  li  quarti  furono 
sospesi  alla  detta  porta.     Parimente  Pappi,  non  sapendo  egli  che  il  trattato  scoperto   fosse, 
fu  preso  et  toltigli  li  danari  et  poi  posto  prigione;  il  che   intendendo  H   soldati,  eglino   alli 
tre  di  settembre,  il  sabbato,  passarono  a  Castel  Guelpho  et  il  pigliarono,  poi  trascorsero  per  25 
lo  paese   di  Medicina  et  del   Medesano  saccheggiando  ogni  cosa  et  si  ridussero  alla  Massa, 
Poi  alli  cinque  del  detto  mese,  il  lunedl,  vennero  insino  alla  porta  di  strk  San  Vitale  pigliando 
huomini  et  bestiami.     Di   che  sdegnati,   buon  numero  di  contadini  si  anmutinarono   insieme, 
et  prese   Tarmi,  con  grande   ordine  andarono  ad   affrontarli,  et   tale  fu  il  valore   loro,   che 
couquistoroiio  li  prigioni   et  la   preda   dalle   mani   de'   nemici   et  gli   posero   in   fuga,  et  si  30 
partirono  del  territorio  di  Bologna. 

Vedendo  il  senato  che  Tessercito  della  Chiesa  si  era  partito,  alli  14  di  settembre,  il 
mercoledi,  manda  trecento  soldati  a  riacquistare  Castello  Guelpho,  ma  nol  potero  havere,  per 
il  che  accesero  il  fuoco  in  alcune  case  intorno  al  castello  et  se  ne  ritornarono  a  dietro, 
sperando  haverlo  senza  combatterlo.  35 

In  questi  giomi  si  conclude  la  pace  fra  il  duca  di  Milano,  il  duca  di  Savoja,  il  marchese  di 
Saluzzo,  il  marchese  di  Ferrara,  il  marchese  di  Mantova,  il  marchese  di  Monferrato  et  Fiorentini. 

Non  volsero  entrare  in  questa  lega  li  Venetiani,  laonde  il  conte  Francesco  loro  capitano 
si  parte  et  passa  al  servigio  del  duca  di  Milano,  et  il  duca  gli  promette  Bianca  sua  unica 
tigliola  per  moglie  et  il  fa  capitano  della  lega.  Viene  la  nuova  di  cio  a  Bologna  alli  24  40 
di  settembre,  il  sabbato,  et  se  ne  fa  grande  allegrezza,  et  il  senato  volle  che  si  giostrasse 
il  giomo  di  san  Petronio  il  palio  su  la  piazza,  ove  furono  a  giostrare  molti  gentilhuomini, 
fra'  quali  vi  furono:  Opizzo  di  Guido  Pepoli  et  Ludovico  di  Gasparo  Malvezzi:  questi  et 
rhonore  et  il  premio  ne  riporto  come  degno  vincitore.  II  seiiato,  vedendo  alcuni  Maltraversi 
inquieti,  dubitando  che  contro  la  cittk  non  machinassero,  a  maggior  sicurezza  fanno  murare  45 
le  infrascritte  porte,  ciofe :  La  porta  della  Mascarella,  la  porta  di  atrh  Santo  Stephano,  la  porta 
di  strk  Castiglioni,  la  porta  di  Saragozza,  la  porta  del  Pradello,  la  porta  delle  Lame.  Ma 
perchfe  il  popolo  di  cio  si  mise  a  mormorare,  fra  termine  di  15  giorni  poi  le  apersero. 

II  senato  fa  tagliare  la  testa  al  Pappi  de'  Medici,  s)  per  cagione  del  detto  trattato,  come 
anche  perchfe  haveva  rotta  la  prigione  et  si  era  fuggito.  50 


[A.  1440]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  6S 


II  senato,  che  poco  delli  guardiani  delle  porte  della  citth  et  delle  fortezze   et  castella 
del  territorio  di  Bologna  per  esser   forestieri  si  fida,  alli  13  di  novembre,  la  domenica,  per 
tale  cagione  manda  ambasciatori  a  Nicolo  Piccinino,  e  furono  eletti  questi:  Giovanni  di  Lu- 
dovico  Manzolini,  Gasparo  di  Vezzolo  Malvezzi. 
5  Questi,  gionti  a  Parma,  espressero  a  Nicol6  Piccinino  il  desiderio  del  senato  con  tutte 

le  sue  ragioni,  le  quali  dal  Piccinino  attentamente  furono  ascoltate ;  et  finito  di  narrarli  quanto 
era  loro  imposto  dal  senato,  NicolJ)  rispose  che  era  pronto  per  compiacerli,  ma  che  parimenti 
desiderava  di  esser  dal  senato  compiacciuto,  che  gli  volesse  dare  1 5  milla  ducati  per  riacqui- 
stare  il  suo   honore   nella   giornata  al  Borgo   San   Sepolcro   perduto,  et  che   se  cio   da   loro 

110  otteneva,   era  per  consignarli  le  porte   con  le   fortezze   del  territorio   bolognese,   eccetto  il 
I    castello  della  porta  di  Galliera  secondo  la  forma  degl' inf rascritti  capitoli '. 
I  1440,  17  novembre.  Capitoli  et  patti  con  1' illustrissimo  capitano  Nicolb  Piccinino. 

I  Furono   fatti  in   questo   tempo   alcuni   capitoli   et   conventioni  et   confirmati   fra   Nicol6 

■  Piccinino  Visconte,  marchese  et  conte  ducale,  luogotenente  et  capitano  generale  et  govema- 
p  tore  del  popolo  di  Bologna,  suo  contado,  diocese,  forze  et  distretto  per  una  parte  et  Gasparo 
l  Malvezzi  et  Giovanni  da  Manzolino  oratori  et  procuratori  della  cittk  et  commune  di  Bologna. 
p  Prima  i  Bolognesi  promettono  far  guerra  et  pace  per  il  prefato  capitano  contra  ciascuna 

persona  cosl  ecclesiastica  come   secolare   et  havere  li  amici   del   detto  Nicol6   per  amici  et 
l         li  nemici  per  nemici  et  dare  ricetto  et  vettovaglia  a  tutte  le  sue  genti  nella  detta   citt^  et  per 
20  tutte  le  sue  terre  per  li  suoi  danari  et  per  prezzo  competente. 

Che  li  detti  Gasparo  et  Giovanni,  sl  come  procuratori  a  nome  de'  Bolognesi,  promettono 
et  obligano  s6  et  la  prefata  communitk  a  pagare  et  far  pagare  a  ciascheduna  persona,  la 
quale  il  prefato  capitano  deputerk  alla  guardia  del  castel  nuovo  di  Galliera  della  cittk  di 
Bologna,  solamente  paghe  150  di  mese  in  mese  a  quel  computo  et  soldo  che  di  presente 
,  25  sono  pagate  quelle  che  alla  guardia  del  detto  castello  si  ritrovano.  Promettono  li  detti 
procuratori  pagare  alla  guardia  del  palazzo  di  Bologna  et  dove  fan  residenza  li  signori 
antiani  di  mese  in  mese  cento  fanti  a  quel  computo  et  soldo  che  sono  pagati  quelli  che  hora 
vi  stanno,  li  quali  fanti  deono  esser  eletti  per  li  16  reformatori  et  debbino  giurare  in  mano 
del  luogotenente  del  detto  capitano  et  del  confaloniere  di  giustitia  di  esser  fedeli  al  prefato 
30  capitano  et  al  presente  stato  etc. 

Promettono  et  obligano  li  detti  procuratori  pagare  di  mese  in   mese  lanze  cento   a  chi 
il  detto  capitano  ordinark  et  deputarJi  con  le  dette  cento  lanze  alla  guardia  della  detta  cittk 
a  ragione  et  soldo  et  provisione  che  sono  pagate   al  presente  le  cento  lanze   che  hora  alla 
guardia  della  cittk  si  ritrovano. 
35  Promettono  li  detti  procuratori  pagare  a  quei  che  il  detto  capitano  deputerk  alla  guardia 

delle  infrascritte  rocche  et  fortezze  del  contato,  distretto  et  diocesi  di  Bologna,  dob  di 
Castel  San  Giovanni,  di  Castel  Franco,  di  Crevalcore,  di  Cento,  della  Pieve,  di  CasteUo 
San  Pietro  et  di  Castel  Bolognese,  tutte  quelle  paghe  che  sono  di  presente  et  insino  al 
detto  numero  et  per  lo  awenire  saranno,  et  con  quel  soldo  et  stipendio  che  al  presente 
40  paga  ad  essi  la  camera  di  Bologna. 

Promettono  pagare  paghe  78  a  quei  cittadini  che  H  detti  16  reformatori  di  Bologna  de- 
putarano  per  capitani  alla  guardia  delle  porte  della  detta  cittk,  li  quali  capitani  possino  eleg- 
gerli  li  detti  16,  et  con  quel  computo  et  soldo  che  pagano  al  presente,  con  questo  patto, 
che  quei  tali  cittadini  saranno  deputati  alla  guardia  delle  dette  porte,  come  t  detto  di  sopra, 
45  debbano  giurare  in  mano  del  confalloniere  di  giustitia  che  quivi  sark  in  luogo  del  prefato 
capitano  et  allo  stato  presente  et  oltre  dare  la  sicurtk  et  quello  fare  approvare  secondo 
1'ordine  della  communitk  di  Bologna,  le  chiavi  delle  quali  porte  si  debbano  assegnare  al  con- 
faloniere  di  giustitia  continuatamente. 


'  Camera  degU  Atti.  i->ui  -iJisk  .  j,'.\6^\aa  ^:iui  .^^ 

T.  xxxm,  p.  I  —  s> 


M*  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14401 


Promettono  bi«of»na"<'o  ^»''  guardafe  alle  proprie  spese  della  citt^  tutte  le  altre  rastella, 
rocche  et  fortezze  che  ai  ritrovano  nelle  forze  et  distretto  di  Bologna,  con  questo  che  li  16 
poasono  deputare  H  caatellani  et  officiali  cittadini  ne'  luoghi  predetti  et  che  quei  cittadini 
che  foBsero  deputati  debbino  piurare  nella  forma  che  h  detto  nel  precedente  capitolo. 

Promettono  pagare  et  dare  al  prefato  capitano  o  suo  mandato  lire  cinquantamila  di  mo-     5 
neta  coitente  al  presente  in  Bologna,  da  pagarsi  in  tre  rate  ogni  4  mesi  cominciando  ranno 
alle  Kl.  di  gennaro  prossimo  awenire,  che  aark   del  1441.     Et  questo   promettono   solenne- 
mente  osservare  per  tutto  quel  tempo   che  durerk  il  governo  del  detto  capitano   et  che   sa- 
ranno  osservati  li  predetti  patti  et  capitoli  della  detta  communitk  et  essendo  alla  detta  citti 
contato  et  distretto  tempo  di  pace.     Dichiarando  insino  ad  hora,  che  sendo  guerra,  la   pre-  10 
fata  communitJl,  mentre  durer^  la  guerra,  non  sia  tenuta  al  pagamento  delle  dette  50  mila  lire, 
se  non  per  quella  parte   et   quantitJi   che  probabilmente   et  verisimilmente   si   comprendesae 
che  la  potesae  pagare,  havendo  consideratione  alla  guerra  et  al  danno  di  essa.     Et  viceversa 
il  detto  Nicol6  Visconte  accetta  et  riceve   la  prefata  communit^  et  il  presente  reggimento 
et  stato  in  sua  protettione,  tutela  et   difensione,  et  promette   difenderla  et  mantenerla   nello  15 
stato  presente  contra  ciascuna  persooa  ecclesiastica  come  secolare  o  communit^  o  singolare 
signore  et   qualunque   altro  volesse   opprimere  il   presente  stato   et  regimento   et   libertk  et 
cosi  havere  gli  nemici  della  detta  communitk  per  nemici  et  gH  amici  per  amici. 

Promette  alli  detti  procuratori  bolognesi  Gasparo  et  Giovanni  di  non  aggravare,  nh  ac- 
crescere  pifi  spesa  alla  detta  cittk,  contado,  forza,  diocesi  et  distretto,  salvo  sempre  et  per-  20 
petuamente  quella  delle  dette  lire  50  mila  che  negl' antedetti  capitoli  si  contiene;  promet- 
tendo  ancora  che  per  alcun  modo,  nfe  per  altra  via  lui  per  s^,  nb  altri  a  suo  nome  mettera 
o  lascier^  nottare  alla  detta  communitk  o  a  singolari  cittadini  di  detta  cittk,  contado,  diocesi, 
forza  et  distretto  alcune  colte,  angarie  o  gravezze,  se  non  t^nto  questo  piacesse  o  accon- 
sentissero  li  magnifici  reg^menti  di  Bologna,  li  quali  reggimenti  8'intendano  potere  collettare  25 
et  fare  come  alli  lor  bisogni  et  volontk  richiedessero.  Dichiarando  che  in  tutte  le  entrate 
di  Bologna  et  suo  territorio  s'intendano  essere  et  siano  della  prefata  communita,  promet- 
tendo  il  detto  capitano  non  intromettersene,  nfe  lasciar  ch'altri  vi  8'intrometta  de'  suoi,  diret- 
tamente  o  indirettamente. 

Promette  far  che  tutte  le  terre,  castella,  ville  et  possessioni  della  diocesi,  contado,  di-  30 
stretto  di  Bologna  li  quali  fossero  essenti  et  separati  dalla  giurisdittione  di  detta  citt^  etiam- 
dio  intendendo  in  questo  Cento  e  la  Pieve,  Crevalcore,  non  ostanti  le  dette  essentioni,  bolle 
et  separationi  le  quali  per  qualunque  signoria  cosl  ecclesiastica  come  secolare  fossero  con- 
cesse,  etiamdio  se  di  quelle  fosse  necessaria  di  fare  spetiale  mentione,  generalmente  tutte 
unirle  et  sottometterle  alla  giurisdittione  di  Bologna  et  del  suo  reggimento  con  queirubbi-  35 
dienza  che  se  li  ritrova  esser  al  presente  il  contato,  quale  di  presente  li  sia  piu  obediente, 
et  cosl  revoca  et  unisce,  come  h  detto  di  sopra.  Et  similmente  revoca  tutte  le  altre  essen- 
tioni  particolarmente  a  qualunque  fatte. 

Tutte  due  le  parti  dichiarano  et  cosl  sono  concordi  che  non  sia  alcuna  p>ersona,  di  che 
stato  o  conditione  sia,  che  habbia,  n^  possa  commandare  alli  officiali  di  Bologna  et  del  suo  40 
territorio,  nk  di  giurisdittione  alcuna  impacciarsi  cosl  in  civile,  come  in  criminale,  salva  sem- 
pre  la  giurisdittione  delli  antiani  et  la  potest^  delli  16  reformatori,  et  eccetto  il  detto  capi- 
tano  proprio,  al  quale  sia  lecito  commandare  et  far  come  le  piace,  overo  in  absenza  del 
detto  capitano  al  suo  luogotenente,  con  participatione  delli  detti  16  reformatori. 

Promette  di  far  che  tutti  li  fanti,  paghe  et  genti  d'  arme,  le  quali  sono  obligate  pagare,  45 
come  h  detto  nelli  precedenti  capitoli,  staranno  alle  mostre,  pagamenti  et  ordini  della  citti 
di  Bologna,  et  anco  provedere  che  li  detti  fanti  et  genti  d'arme   non  dannificaranno   in  al- 
cuna  cosa  li  cittadini  o  contadini  tA  nella  citt^   come  nella  guardia,  nh  nel  contato  di  essa. 


45.  tutU]  n«Worigi»dl*  tutt 


[A.  1440]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  67 

Furono  sottoscritti  questi  capitoli  confirmati  et  suggellati  dal  detto  capitano  Nicoi5  Vi- 
sconti  et  da  Gasparo  et  Giovanni  Malvezzi. 

AUi  17  di  novembre,  ritrovandosi  esser  ruinata  la  Chiesa  per  le  continue  innondationi 
delle  acque  che  erano  nel  fiume  Serino,  et  ritomando  questa  ruina  in  gravissimo  danno  de' 
5  sudditi  di  Carlo  secondo,  di  Manfredi  signore  di  Faenza  et  delli  Bolognesi,  Federigo  de' 
Manfredi  vescovo  di  Faenza,  procuratore  del  detto  Carlo  et  Alessandro  Buttrigari  sindico 
della  communith  di  Bologna ',  trattarono  di  redificarla,  sottentrando  a  questa  fabrica  Virgilio, 
Hercole  et  Phirro  di  Gasparo  de'  Malvezzi  et  li  conte  Guido  et  Galeazzo  di  Romeo  Pepoli, 
mandato  Giovanni  di  Antonio  de'  Malvezzi  procuratore  loro,  li  quali  tutti  concorsero  alla  detta 
10  fabrica,  come  appare  per  instromento  publico;  la  qual  fabrica  si  fece  nel  fiume  Serino  nella 
corte  di  Biancango  della  guardia  et  corte  di  Castel  Bolognese  contato.  di  Bologna,  in  luogo 
detto  il  fondo  di  Pemirano,  la  quale  doveva  mantenersi  nel  detto  fiimie  Serino  per  li  Mal- 
vezzi  et  Pepoli  a  beneplacito  di  Carlo  e  suoi  successori  et  secondo  li  patti  gik  fatti  dalli 
predecessori  di  detto  Carlo.  E  quest'acqua  non  solamente  al  servigio  de'  molini  di  detti  Mal- 
15  vezzi  et  Pepoli,  ma  anco  di  Castel  Bolognese,  et  la  detta  acqua  non  puo  essere  distenuta  se 
non  per  spatio  di  tre  giorni  et  non  piu  sotto  certi  patti,  appartenendo  dett'acqua  per  la 
meti  di  dett'  acqua  del  fimne  al  predetto  Castello  Bolognese.  Rogati  per  Alessandro  di  Bar- 
tolomeo  dalla  Calcina. 

Ritornano  gli  ambasciatori  a  Bologna,  et  radunato  11  conseglio,  riferimo  il  tutto ;  dove  fu 
20  concluso  che  se  li  dovesse  dare  la  detta  quantitk  di  danari  che  egli  domandava,  ritomando 
tutto  questo  a  grande  utilitk  della  cittade;  et  posta   la  detta  somma  a  ordine,  glieli  mando- 
rono  insieme  con  li  capitoli. 

A  di  21  novembre,  il  lunedl,  Giovanni  Manzolino  procuratore  et  ambasciatore  di  NicoI6 

Piccinino  giunge  in  Bologna  et  fa  radunare  il  conseglio  generale  nella  sala  del  palazzo  de' 

25  signori  antiani,  sendo  confaloniere  di  giustitia  Giovanni  dal  Calice  spetiale,  presenti  gli  antiani, 

li  massari  delle  arti  et  da  600  persone  in  circa,  et  quivi  fa  leggere  li  capitoli  segnati  che  le 

infrascritte  cose  contenevano ; 

Che  NicoI6  si  riservava   a  sua  sicurezza  la   rocca  del   castello  della   porta  di   Galliera, 
Castel  Bolognese,  Castel  San  Pietro,  San  Giovanni  in  Persicetto,  Castel  Franco,  Crevalcore, 
30  Cento  et  la  Pieve;  le  altre  poi  tutte  le  lasciava  in  arbitrio  del  senato  bolognese; 

Che  le  chiavi  delle  porte  le  conservasse  il  confaloniere  di  giustitia; 

Che  tutti  li  magistrati  giurassero  fedeldk  a  chiunque  fosse  designato  governatore  della  citta; 

Che  H  Bolognesi  salariassero  100  fanti  per  guardia  del  palazzo  delH   signori  antiani   et 
150  nel  castello  di  Galliera,  pagando  li  loro  stipendj  ogni  mese; 
35  Che  NicoI6  voleva  tenere  in  Bologna  100  lanze; 

Che  voleva  15  mila  ducati  in  tretermini,  cominciando  il  primo  termine  Tanno  1441  et 
poi  ogni  quattro  mesi  gli  altri  che  restano. 

Letti  li  capitoli  et  finito  il  conseglio,  fece  la  cittJi  gran  segno  dl  allegrezza,  et  il  dl  se- 

guente,  che  fu  il  dl  di  santa  Cecilia,  li  signori  antiani  ordinata  una  solenne  processione,  an- 

40  darono  con  li  confaloni  avanti  alla  chiesa  della  detta  santa  vicino  San  Jacomo  di  stra  San  Do- 

nato,  et  quivi  le  offersero  quattro   prigioni  con   suono  di   trombe  et  con  grande   allegrezza; 

poi  se  ne  ritomarono  al  palagio. 

II  senato  consegna  le  porte  della  cittk  alle  compagnie  delle  arti  et   di  tutte  le  fortezze 
accioch6  ne  habbino  diligente  cura. 
45  Alli  23  di  novembre,  il  mercoledl,  NicoI6  di  Nanni  Gozzadini,  uno  de'  sedeci  reformatori 

dello  stato  di  Bologna,  muore,  et  h  sepolto  nella  chiesa  de'  Servi  et  vi  sono  appese  le  ban- 
diere.  Cervato  capitano,  vedendo  la  gentilezza  de'  Bolognesi  esser  sl  grande  et  la  conversa- 
tione  loro  sl  amorevole  et  la  cittk  aggradendogli,   oltre   modo   priega   et  supplica  il  senato 


'  Archlvio  segreto. 


4f  HISTORIA  DI  B0L0<5NA  [AA.  i*4o-i441j 


\o  voglia  accettare  nel  numero  de'  suoi  cittadini  intieme  con  li  Buoi  figlioli.  Gli  antiani  ra- 
dunano  il  conseglio  delli  600,  et  fatta  la  proposta  di  quanto  ramorevole  Cervato  addiman- 
dava,  da  tutti  fu  accettato  fra  li  cittadini,  et  esso  et  li  figliuoli  furono  imbossolati  nelli  ufBq* 
et  beneficj  et  honori  della  cittk,  come  erano  gli  altri  cittadini  di  essa.  Fu  questo  alli  29  de- 
cembre,  il  giovedL  5 

In  queato  tempo  si  trovano  eaaer  fuorusciti  per  diverae  cagioni,  et  anche  perchfe  molti 
non  volevanu  stare  nel  mezzo  di  tanti  travagli,  gl' infrascritti,  cio^:  Galeotto  dottore,  Battista 
prigione  in  Milano,  Ludovico  di  Lambertino  confinato  in  Lombardia,  Baldassare  suo  fratello 
detto  Betozzo  (Gasparo  fratello  di  Battista  era  pri^one  a  Fiorenza)  tutti  de'  Canetoli;  Fran- 
cesco  Ghisilieri  figliolo  di  Lippo  studente,  Benedetto  Buonfio,  Tomaso  di  Oliviero  Graisi,  An-  10 
drea  di  Romeo  Foscarari,  Bartolomeo  Campeggi,  Giovanni  di  Marco  da  Lojano,  Giovanni  et 
Agostino  figlioli  di  Jacomo  Isolani  cardinale,  Giovanni  di  Lando  Ambrosini,  Bartolomeo  di  Tonio 
Bartoli,  Giovanni  Foschetto  stracciarolo,  Galeotto  di  Pietro  Mezzovillani  banchiere,  Giovanni 
Francesco  di  Contesalto,  Ludovico  studente  suo  figliolo,  Giovanni  Gasparo,  e  Lavinio  figli  di 
Bemardone  dalle  Correggie;  erano  iti  a  star  a  Ferrara,  per  fuggire  li  travagli  della  cittk,  Bat-  15 
tista,  Tonio,  Tomaso,  figlioli  di  Jacomo  dalle  Correggie  con  tutta  la  famiglia,  Valentino  di 
Pietro  da  Pizzano,  Lippo,  Giovanni,  figlioli  di  Ludovico  Mozzarelli  mercante  da  seta  che 
habitavano  in  Fenara;  Bornio  di  Bartolomeo  da  Sala  habitava  in  Ferrara,  Battista  di  Poeta 
Poeti  era  in  Milano,  Bazzilieri  di  Tebaldo  notaro  et  Giovanni  dottore  suo  figliolo  et  Tomaso 
studente  suo  figliolo  erano  questi  in  officio  a  Milano;  Bonifacio  di  Lorenzo  Matasellani,  Lu-  20 
dovico  di  NicoI6  dalla  Bombace,  Tonio  di  Jacomo  Beccari,  Baldassare,  Nicol6,  figlioli  di 
Verzuso  Ludovisi,  Gasparo  Lupri  mercante  di  seta,  Tonio  dalle  Ruote,  Giovanni  di  Alberto 
Battagliucci.  Delli  sopradetti,  alcuni  erano  fuorusciti  per  esser  della  parte  de'  Canetoli,  al- 
cuni  per  esser  dalla  Chiesa  et  altri  per  ischivare  i  travagli. 

Di  quest'anno  Griovanni  Guttebergio  argentinense  trova  Tarte  dello  stampare  libri,  che  25 
fnrono  in  Magontia. 

Anno  di  Cristo  1441.  —  Sono  creati  li  antiani  con  gli  altri  magistrati  della  citt^  secondo 
il  consueto.     Era  Romeo  de'  Pepoli  priore. 

NicoI6  di  Jacomo  Sanuti,  per  cagione  di  alome  cose  della  cittk,  se   ne  va   al  duca   di 
Milano,  et  havendo  quanto   addimandava  ottenuto,  il  duca  lo  fa  cavalliere  aurato  et  a  Bo-  30 
logna  lo  rimanda;  ^nnse  alli  15  di  gennaro,  la  domenica. 

Nicol6  Piccinino,  havendo  radunato  un  potente  essercito,  passa  nel  Bresciano  contro  i 
Venetiani  et  piglia  molte  castella  et  fortalezze,  et  in  Bologna  se  ne  fa  gran  festa.  Et  alli 
36  di  gennaro,  il  giovedi,  il  senato  fa  giostrare  25  braccia  di  veluto  cremisino.  Giostrarono 
questi,  ciofe:  Opizzo  di  Gruido  Pepoli,  Floriano  di  Gratiolo  Accarisi,  Lodovico  di  Gasparo  35 
Malvezzi,  Marco  di  Jacomo  Zenzifabbri,  Torello  di  Jacomo  Mussolini  et  altri  gioetratori 
forestieri;  riport6  la  palma  della  detta  giostra  Ludovico  MalvezzL 

Carlo  Zambeccari  priore  del  mese  di  febraro. 

AHi  5  di  marzo  Gozzadino  Grozzadini  muore,  et  alli  11  del  detto  mese  st  posero  su  in 
alto  le  sue  bandiere.  40 

Alli  10  d'  aprile,  il  lunedl,  si  accrescono  li  datii  di  Bologna :  La  macina  k  posta  a  soldi  5 
la  corba,  che  prima  era  a  soldi  4 ;  per  carro  alle  porte  soldi  5,  che  erano  a  soldi  4 ;  il  vino 
a  soldi  2,  era  prima  a  soldi  1,  et  denari  4;  il  pesce  a  soldi  10  per  cesta;  il  fnmiento  a 
soldi  12  per  corl».     Fecero  questo  perch^  la  camera  era  penuriosa  di  danari. 

Annibale   Bentivogli  in  questi  giomi  procura  di  haver  per  moglie  madonna  Donnina  45 
figliola  di  Lanzalotto  Visconti  nepote  del  duca,  et  la  ottiene  con  consenso  del  duca;  et  a  cui 
piacque  assai  questo  parentado,  parendoli  che   facilmente  havrebbe  il   dominio  di   Bologna, 
havendo  per  parente  Annibale  che  teneva  il  primato  in  Bologna.     Passano  dunque  a  Milano 
gl' infrascritti  cittadini  pomposamente  omati  et  vestiti  a  livrea  a  pigliar  madonna  Donnina 


lA.  1441]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  ^f 


Visconte  sposa  di  Annibale  Bentivogli  per  condurla  a  Bologna;  et  furono  questi,  cio&rCarlo 
Ghisilieri,  Nicolb   Sanuti   amendue  cavallieri,  Gasparo  dalla   Renghiera  dottore,  Bernardino 
de'  Preti,  Giovanni  Felicini,  Gabriele  Manzoli,  Alessandro  da  Sassoni,  Andrea  di  Lambertino 
Battagli,  Giovanni  di  Ventura  Papazzoni  et  altri  cittadini  assai. 
3  Alli  7  di  maggio,  la  domenica,  madonna  Donnina  fu  condotta  a  Bologna,  accompagnata 

da  gran  niimero  di  gentilhuomini  milanesi,  et  Annibale  fece  gloriosa  festa,  a  cui  furono  fatti 
molti  doni  da  varj  signori  d'  Italia,  cioh :  Dal  marchese  di  Ferrara,  dal  marchese  di  Mantova, 
da'  Venetiani,  dalli  Manfredi  di  Faenza,  dalU  cittadini  di  Bologna,  dalle  arti,  dalli  communi, 
dalle  castella  et  contado.  Furono  anche  addobbate  le  strade  di  panni  et  di  festoni,  ove  la 
10  detta  sposa  passar  doveva,  et  si  fecero  infinite  altre  allegrezze  et  pompe,  d  in  piazza  come 
avanti  la  casa  di  Sante  Annibale,  dove  si  corse  un  palio  di  rosato. 

II  papa,  sendo  in  Fiorenza,  manda  Baldaccio  di  Anghiari  capitano   di  2000  fanti  et  di 
50  lanze  de'  Fiorentini  sul  territorio  bolognese  per  travagliarlo,  et  passa  a  Baragaccia  et  per 
la  somma  di  900  ducati  corrompe  li  presidj  et  conquista  il  detto  castello. 
15  Alli  23  di  maggio,  il  martedi,  egli  espugna  Barzi,  poi  passa  a  Casi  et  lo  soggioga,  d'indi 

la  notte  partendosi  va  a  Caldarari,  et  volendo  rompere  il  muro  del  detto  castello,  h  udito 
et  gli  h  fatta  resistenza;  finalmente  Tha  per  tradimento  et  lo  pone  a  sacco  et  fa  prigione 
Jacomo  Zenzifabbri  commlssario  che  vi  era  dentro;  poi  ispugna  Sassuni. 

A  di  10  di  giugno,  il  sabbato,  il  senato  manda  un  bando  che  chiunque  occide  un  ribello 
20  di  Bologna  guadagna  ducati  200   et  chi  io  conduce  vivo   conseguisce  tutti  li  suoi  beni  et 
cava  un  di  bando  a  sua  volontL 

I  Bolognesi  pongano  a  ordine  li  lor  soldati  et  gli  mandano  a  ricuperare  Casi,  che  era 

ben  f  ornito  et  occupato  dagli  nemici ;  et  awenga  che  essi  gli  diano  piii  di  una  fiata  la  bat- 

taglia,  nondimeno  non  faimo  nulla,  per  il  che  se  ne  ritornano  a  dietro,  et  nel  ritomo  loro 

25  fanno  una  bastia  al  Castello  del  vescovo  per  ostare  a  Baldaccio  che  non  passi  piii  oltre  a 

saccheggiare  il  paese. 

Alli  30  di  luglio,  la  domenica  notte,  furono  per  f orza  cavate  le  catene  dalle  bocche  della 
piazza  et  di  notte  poi  anche  vi  furono  ritomate  senza  sapersi  chi  si  fosae. 

Tentano  li  Fiorentini  di  havere  Castello  SanPiero  per  potervi  mandar  Baldacdo  con 

30  li  suoi  soldati  et  quivi  fortificarsi  per  meglio  infestare  il  territorio  di  Bologna;  et  questo  trat- 

tato  il  conducono  dui  del  detto  castello,  ciofe  Pietro  et  Gorro.     Et  veniva  il  tutto  ad  effetto,  se 

tosto  non  si  scopriva.     Per  lo  che  furono  pigliati  i  due  traditori  et  condotti  a  Bologna,  dove 

furono  sententiati  ad  esser  tanagliati  et  finalmente  decapitati ;  et  mentre  che  la  giustitia  era  per 

esseguire  la  detta  sentenza,  giunsero  lettere  del  signore  di  Faenza  che  chiedeva  al  senato  in 

35  dono  la  vita  di  Pietro,  et  gli  fu   concessa  la  gratia;  Taltro  fu  decapitato  et  poi  squartato. 

In  questo  tempo  si  tratta  la  pace  fra  il  duca  di  Milano  et  la  signoria  di  Venetia,  et  il 

tutto  fu  riposto  nel  petto  del  conte  Francesco  Cudignola.    Et  il  duca  per  sue  lettere  awisa 

i  Bolognesi  come  che  erano  levate  le  offese,  et  li  Venetiani  et  lui  et  fra  il  papa  et  li  Bo- 

lognesi,  per  il  che  se  ne  fece  publico  bando  et  grande  allegrezza  nella  cittk;  fu  alh  14  d'ago- 

40  sto,  il  lunedL 

Baldaccio,  havendo  pigliate  le  castella  sopranominate,  et  havendole  di  presidj  et  d'ogni 
cosa  necessaria  fornite,  si  partl  et  va  a  Fiorenza  senza  sapere  cosa  alcuna  della  pace  et  che 
il  tutto  fosse  nel  petto  del  conte  Francesco  riposto,  et  anche  senza  sapere  che  le  offese  fo»- 
sero  fra  il  papa  et  Bolognesi  rimosse. 
45  II  senato,  con  consentimento   del  duca  et  di  NicoI6  Piccinino,  conferma  Antonio  del 

Verme  huomo  valoroso  et  esperto  nella  podestaria  per  li  6  mesi  prosaimi,  et  crea  essecutore 
della  giustitia  Jacomo  di  Costanza  di  Sicilia,  il  quale  piglia  il  detto  ufBcio  con  grande  honore 
et  entra  nel  palazzo  de'  notari  ad  habitare. 

Alli  22  d'agoBto,  il  martedl,  a  hore  19  in  circa,  viene  dal  cielo  la  grandine  di  grossezza 
50  di  un  uovo  di  gallina,  la  quale  ruina  et  fracassa  il  tutto  ove  ch'ella  cadde. 


h 


mSTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  144i-i442J 


Alli  6  di  settembre,  il  mercoledJ,  sendo  Baldaccio  ritornato  a  Fiorenza  e  trovandosi 
alla  prCBenza  del  senato  di  Fiorenza  et  ragionando  seco  di  alcune  cose  del  loro  stato,  questo 
crudele  et  bestial  villano  rispose  loro  tanto  superbamente,  trattandogli  da  huomini  vili  et 
codardi,  che  per  lo  zelo  deirhonor  loro  et  della  loro  repubblica  furono  forzati  (dopo  rhaverlo 
sopportato  pacientemente  per  buona  pezza)  farlo  gittar  fuore  delle  finestre  su  la  piazza  pu-  5 
blica  et  fargli  di  subito  tagliar  la  testa;  troppo  honorata  morte  a  tanti  demeriti  d*un  crude- 
delissimo  villano. 

Nel  suddetto  giorno  Zollo  da  Seravalle,  capo  della  fatione  de'  montanari,  pcr  haver  trat- 
tato  di  dare  Seravalle  a'  Fiorentini,  gli  h  per  commissione  del  senato  levato  il  capo  dal  busto. 

Alli  24   di  settembre,  la  domenica,  Baldassare  Trentaquattro,  uno  delli  16  reformatori,  10 
muore,  et  h  seppellito  honoratamente. 

Alli  4  d'ottobre,  il  mercoledl,  che  fu  il  dl  di  san  Petronio,  il  senato  fa  giostrare  il  palio 
per  dare  qualche  piacere  al  popolo.     Li  giostratori  bolognesi  f urono  questi :  Opizzo  di  Guido 
Pepoli,  Floriano  di  Gratiano  Accajesi,  Lodovico  di  Gasparo  Malvezzi  et  altri  forastieri;  hebbe 
rhonore  et  la  palma  parte  Ludovico  Malvezzi  et  parte  Guid'Antonio  soldato  del  signor  di  15 
Faenza. 

Per  maggior  stabilit^  et  fermezza  delle  cose  di  Bologna,  Annibale  dh  per  moglie  a  Romeo 
de'  Pepoli  Isabetta  sua  sorella  legitima  et  sorella  di  Costanza  moglie  di  Gasparo  de'  Canetoli, 
et  and6  ad  honorarla  Francesco  Piccinino;  et  il  giomo  seguente   andando  ella  a  San  Pe- 
tronlo,   da  novantadue  giovani  bolognesi  vestiti  di  panno  d'oro  e  d'argento  coperti  di  molte  20 
gioie  et  d'altri  abbigliamenli  fu  accompagnata. 

Jacomo  fratello  di  Romeo  Pepoli  et  figliolo  di  Guido  Pepoli  piglia  per  moglie  una 
figliola  di  Tomaso  di  Nanni  Grozzadini,  et  per  ci6  in  Bologna  si  fanno  di  gran  feste  et  sontuosi 
conviti. 

Alli  28  di  ottobre,  il  sabbato,  Nicol6   Sanuti  si  parte   di  Bologna  et  passa  a  Siena  per  25 
podest^  accompagnato  da  molti  gentilhuomini,  et  fe  ricevuto  in  Siena  con  grandissimo  honore. 

A  dl  primo  di  novembre  Nicol6  Sanuto  va  a  Siena  per  podesta,  et  il  popolo  di  Bologna 
gli  don6  uno  stendardo  con  Tarme  di  Bologna  et  fu  accompagnato  da  Annibale  Bentivogli  et 
da  tutto  il  reggimento  della  cittk. 

Alli  12   di  novembre,  la  domenica,  Gruid'Antonio  Lambertini  h  fatto  conte  del  Poggio  30 
Rugnatico  da   Cervato,   con  il  consenso  delli  signori   antiani  et  delli    16  riformatori   dello 
stato  di  Bologna. 

II  contento  et  Tallegrezza  che  8'era  sparso  nel  cuore  di  tutta  la  citt^  per  li  parentadi 
fatti   non  dura   longo   tempo,   perciochfe  alli  30   di   decembre   Tomaso  di  Nanni   Gozzadini, 
uno  del  numero  delU  16  et  depositario  della  tesoreria  della  camera  del  comune  di  Bologna  35 
et  padre  della  sposa  data  nuovamente  a  Jacomo  Pepoli,  muore;   dissero  alcuni  che  fosse 
awelenato. 

Nel  fine  di  quest'anno  h  cosl  gran  freddo  et  cade  tanta  nieve,  che  non  possono  passare 
per  la  strada,  eccetto  sotto  li  portici;  et  geI6  il  Po,  di  maniera  che  il  ghiaccio  si  cavalcava 
et  vi  s'andava  sopra  con  li  carri,  et  nel  territorio  di  Bologna  quasi  tutte  le  viti  et  infiniti  40 
arbori  ai  seccarono.  Dur6  questa  nieve  insino  alla  pasqua  del  1442.  Era  alta  da  terra  la 
statura  di  un  huomo,  et  pel  gran  peso  alli  24  di  decembre  alle  14  hore,  nel  dl  di  domenica 
casca  il  coperto  della  chiesa  di  San  Petronio  insino  al  terzo  pilastro ;  et  6  cosl  gran  f reddo 
quanto  mai  huomo  si  raccordasse,  conciosiach^  ogni  cosa  gelava.  II  raccolto  di  quest'anno 
fu  pessimo  et  quasi  appena  si  raccolsero  le  sementi.    Valse  la  corba  del  frumento  lire  due.  45 

Anno  di  Cristo  1442.  —  Sono  creati  gli  antiani  et  li  altri  magistrati  secondo  il  soHto; 
et  Jacomo  dal  Lino  h  govematore  delli  aignori. 

A  dl  2  di  gennaro  Christophoro  di  Braiguerra  Caccianemici  fu  creato  tesoriero  della 
camera  del  commune  di  Bologna  a  causa  della  morte  di  Tomaso  Gozzadi. 


[A.  1442]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  71 

Vengono  novelle  a  Bologna  della  morte  di  Nicol6  da  Este  signore  di  Ferrara,  il  quale 
per  un  suo  testamento  haveva  lasciato  di  esser  sepellito  in  camicia  senza  altra  pompa  nella 
chiesa  di  santa  Maria  degrAngeli  de'  frati  Predicatori,  volendo  che  tutto  quello  si  fosse  speso 
nella  pompa  funerale,  si  distribuisse  a'  poveri;  lasci6  pjirimenti,  che  a'  poveri  di  Ferrara  et 
5  di  Modena  et  di  Rezio  si  dessero  tre  mila  stara  di  formento  per  Tanima  sua.  Di  questo  Ni- 
colo  eccellente  principe  restarono  dui  figliuoli  illegitimi,  Leonello  e  Borso,  et  due  altri  legi- 
timi  di  minore  eta,  Ercole  Gismondo,  nati  di  una  figliola  del  marchese  di  Saluzzo.  Leonello, 
et  che  era  il  maggiore,  tolse  lo  stato,  e  temendo  de'  due  fratelli  legitimi,  nel  regno  di  Napoli 
gli  conlin^.     Era  Leonello  di  molte  virtu  dotato  et  fece  le  mura  a  Ferrara  dalla  parte   del 

10  Po  et  abbelH  le  strade  della  cittk. 

I  Bolognesi,  intesa  la  morte  del  marchese  Nicol6,  mandano  ambasciatori  al  marchese 
Leonello  a  condolersi  della  morte  del  padre  et  a  rallegrarsi  della  ottenuta  signoria;  poi  se 
ne  ritomarono  a  Bologna. 

Nicol6  Gambacorta  pisano  capitano  di  due  mila  cavalli   et  dugento  fanti,   fatta  la  pace 

15  fra  il  duca  et  li  Venetiani,  si  parti  da  Verona,  et  senza  domandar  licenza  al  senato,  entra 
sul  territorio  di  Bologna  per  passare  in  Toscana  et  va  ad  alloggiare  alle  valli  de'  Bucchi 
con  300  cavalli.  Di  che  il  senato  assai  si  sdegna,  insieme  et  Cervato,  et  si  determinano 
punire  il  suo  folle  pensiero.  Per6  fatto  porre  a  ordine  li  soldati,  essi  nel  principio  della 
notte,  uscendo  con  silentio  fuori  della  cittk,  s'inviarono  verso  il  Gambacorta  et  gli  sopragion- 

20  sero  alla  sprovista  adosso  talmente,  che  senza  potersi  difendere  fu  fatto  prigione  con  tutti  li 
suoi  soldati,  li  quali  posti  in  fuga,  non  poterono  passare  il  fiume  ch'era  per  la  pioggia  ingros- 
sato.  Fu  Nicol6  Gambacorta  condotto  a  Bologna  et  posto  in  casa  di  quei  dalle  Correggie 
da  San  Nicol6  degli  Albari  incontro  SS.  Simone  e  Giuda,  sin  che  il  Piccinino  avisasse  il  se- 
nato  et  Cervato  quello  si  dovesse  di  lui  et  de'  soldati  disporre. 

25  Intendendo  il  signore  Astorre  Manfredi  signore  di  Faenza   che  Nicol6  Gambacorta  era 

stato  fatto  prigione  da'  Bolognesi  et  che  era  riservato  in  casa  di  quei  dalle  Correggie,  tosto 
sall  a  cavallo  con  otto  compagni  tutti  travestiti  et  vennero  a  Bologna  secretamente,  et  condotti 
dalla  spia  alla  casa  ove  egli  albergava,  discese  da  cavallo  et  arditamente  entrato  in  casa, 
trov6  i\  Gambacorta  che  si  stava  tutto  pensoso  presso  il  fuoco  (fu  alli  6  di  febbraro,  il  mar- 

30  tedi)  et  senza  alcuna  guardia ;  con  un  pugnale  Tuccise,  in  questa  guisa  vendicando  la  ingiuria 
da  lui  ricevuta,  percioch^  NicoI6  vend6  a'  Fiorentini  il  Manfredi,  sendo  da  lui  fatto  prigione 
nella  giomata  del  Borgo  San  Sepolcro  per  tre  mila  ducati.  Fatto  ci6,  il  Manfredi  sall  di 
modo  a  cavallo  et  tosto  se  ne  usci  di  Bologna,  prima  che  alcuno  il  fatto  scoprisse.  Vogliono 
alcuni  che  Cervato  gli  prestasse  il  braccio  et  che  egli  cosl  solo  lo  lasciasse  in  potere  di 

35  Astorre.     Fu  poi  sepellito  in  San  Petronio. 

In  questi  giomi  in  Bologna  si  fabricano  le  Merzarie  che  sono  sotto  il  palazzo  del  podest^ 
et  furono  finite  alli  19  di  febbraro,  il  lunedl.  Et  la  scala  coQ  un  portico  rincontro  le  Pescarie, 
ove  era  posto  il  datio  del  sale,  ^  gettata  a  terra. 

Nicol6  Piccinino  viene  verso  Bologna,  sl  per  vedere  la  cittk,  come  anco  per  far  soldati 

40  per  passare  nella  Marca  contro  il  conte  Francesco  Sforza  a  petitione  del  papa;  et  avicinatosi 
a  Bologna  con  60  cavalU,  gli  antiani  con  tutti  li  magistrati  il  vanno  ad  incontrare  fuori  la 
porta  di  San  Felice,  portando  U  confalloni  spiegati  et  la  cittk  facendo  festa,  et  con  grande 
honore  U  conducono  al  palazzo,  et  si  f erm6  nella  citti  per  tutto  il  mese  d'  aprile.  Frattanto 
vengono  a  lui  gli  ambasciatori  sanesi,  de'   Malatesti,  del   signor  di  Faenza  et  U  figliolo   del 

45  marchese  di  Mantua  et  altri  ambasciatori  assai  et  tengono  ragionamenti  della  futura  guerra. 

II  senato,  per  honorare  il  Piccinino,  alU  3  d'aprile,  U  martedl  di  pasqua,  fa  giostrare  un 

palio  di  cremesino  di  pelo  di  valore  cento  ducati;  giostrorono  molti  fra'  quali  furono  Ludovico 

Malvezzi,  Giovanni  Galeazzo  figliuolo  del  signor  di  Faenza;   et  questo  hebbe  Thonore  et  il 

premio  con  Giovanni  Calesini  faentino. 

50         Nicol6  anche  egli  volendo  dar  qualche  contento  al  popolo,  aUi  15  d'aprile,  la  domenica, 


72  HISTORIA^DI  BOLOGNA  [A.  i443j 


fa  jriortrare  un  palio  verde  di  prezzo  di  scudi  50;  si  gio8tr6  in  piazza  et  li  giostratori  furono 
questi,  ciofe :  Guid' Antonio  signore  di  Faenza,  il  signor  Domenico  da  Cesena,  Lodovico  Mal- 
vezzi  con  altri  assai  cavalieri  et  huomini  d'arme;  hebbe  l'honore  et  il  premio  un  buo  cavaliero. 

Havendo  Nicol6  Piccinino  radunato  da  14  mila  persone,  egli  alli  8  di  maggio,  il  martedl, 
81  parte  di  Bologna  per  Romagna,  et  con  esao  lui  pasaa  Annibale  Bentivogli  con  molti  suoi     5 
amici  et  va  ad  assediare   Forli,   come  capitano  della   Chiesa,  di  gi^  accordato  seco  per 
rovinare  Francesco  da  Cudignola. 

Gli  signori  antiani  et  conf  aloniere  di  giustitia  eleggono  et  constituiscono  per  6  mesi  in 
vicario  deUa  terra  di  Lojano  della  citti  di  Bologna  Jacomo  dal  Lino,  come  appar  per  una 
8ua  patente  aotto  il  dl  2V  di  giugno.  10 

Mentre  che  il  Piccinino  era  occupato  nella  Romagna,  nelJa  Marca  et  nella  Toacana  per 
ridurre  tutte  le  cittii  et  ie  castella  di  quelle  regioni  alla  ubidienza  deUa  Chiesa,  fu  ucciso 
Bartolomeo  de'  Preti  capitano  della  fanteria  del  palazzo  deUa  cittade  da  certi  nemici  di  An- 
nibale,  perchfe  era  suo  amico  et  sempre  gU  era  stato  favorevole.  Fu  la  cosa  in  questa  guisa. 
AUi  3  di  agosto,  il  venerdl,  passando  Bartolomeo  a  casa  per  desinare  et  giungendo  presso  la  1 5 
chiesa  dl  san  Pietro,  se  gU  scoperse  contro  con  Tarme  in  mano  Giovanni  Fantuzzi,  Gottifredo 
di  Pietro  Conti,  Andrea  VasselU  et  Pacilico  da  Panigo;  et  Bartolomeo  accortosi  de'  nemici,  si 
poee  a  fuggir  verso  la  piazza,  ma  seguitato  et  giunto  presso  la  piazza,  Tammazzarono.  Fu 
portato  rinfeUce  aU'ho8pitale  della  Morte  et  la  sera  fu  seppelUto  aUa  chiesa  di  san  Francesco. 

Alberto  SalaroU  procuratore  fa  gittare  a  terra  una   torre  alta  piedi    140  che   era  nella  20 
casa  sua,  neUa  cappella  di  san  Siro  dietro  ie  case  de'  Bocchi,  et  qui  fabric6  una  bellissima 
casa  fatta  tutta  a  volta. 

Mentre  Nicol6  Piccinino  dimor6  in  Bologna,  hebbe  Tocchio  ad  ogni  movimento  del 
popolo  et  a  tutte  le  operationi  di  Annibale  et  chiaramente  conobbe  che  U  cittadini  et  il  popolo 
piegavano  il  cuore  al  BentivogU  et  che  Annibale  parimenti  amava  loro;  U  che  gU  pose  non  25 
poco  sospetto  neU'animo  che  Annibale  facihnente  della  citta  potrebbe  impadronirsi  et  cacciar 
ad  ogni  sua  richiesta  Cervato  con  U  presidj  quivi  da  lui  posti.  Et  essendo  tomato  Annibale 
•  Bologna,  dopo  haverlo  accompagnato,  egU  sospinto  da  questo  sospetto,  scrive  a  Francesco  U 
figUolo,  che  egli  aveva  lasciato  nel  Bolognese  con  molte  squadre  di  huomini  armati  et  molte 
bandiere  di  fanti,  che  debba  usare  ogni  diligenza  et  astutia  di  far  prigione  Annibale  con  li  30 
primi  cittadini  suoi  aderenti;  il  quale  volendo  ad  ogni  modo  ubbidire  il  padre,  parvegU, 
per  ischivare  ogni  timiulto,  che  bene  fosse  fingere  di  essere  infermo,  et  cosl  fece.  Si  fece 
portare  a  Bologna  come  infermo,  et  ischivando  Taria  del  palazzo  per  esser  sottile,  si  fece 
portare  nel  vescovato,  et  volendo  megUo  colorire  11  fatto,  proibi  aUi  chierici  di  San  Pietro  il 
suonare  le  campane,  dicendo  che  troppo  il  fastidivano  e  lo  rendevano  impatiente,  ma  mostran-  35 
dosi  anco  di  questo  poco  contento,  finse  essere  a  suo  proposito  Taria  del  castello  di  San  Gio- 
vanni  in  Persicetto,  et  domandatone  consegUo  et  parere  a'  medici,  il  conaigUomo  che  bene 
■arebbe  di  farlo.    £t  cosl  vi  si  feCe  portare. 

Era  solito  Annibale  visitarlo  ogni  giomo  insieme  con  molti  cittadini  della  citti;  et  France- 
sco  fingeva  oltre  tutti  graltri  vederlo  volentieri,  per  megUo  assicurarlo  al  cadere  ne'  lacci  40 
tesi,  et  al  partir  suo  di  Bologna  caldamente  preg6  Annnibale  et  molti  altri  gentilhuomini 
che  volessero  accompagnarlo  a  San  Giovanni,  et  che  per  passar  essi  il  tempo  si  facessero 
portar  qmvi  et  cani  et  sparvieri  per  glre  a  cacda.  Non  seppe  Annibale  negarli  questa 
cortesia,  per6  egli  con  molti  gentilhuomini  andarono  seco,  avendo  egU  lasciati  tutti  U  soldati, 
(eccetto  40  che  condtisse  seco)  aUa  guardia  della  citt^  con  ordine  che,  sendo  pigliato  An-  45 
nibale,  essi  vietassero  a'  cittadini  il  far  tumulto.  Giunto  a  Castel  San  Giovanni,  si  fece  portare 
alla  rocca,  ove  haveva  fatto  apparecchiare  raUoggiamento,  et  quivi,  accompagnato  da  Annibale 
et  da  altri  cittadini,  rimanendo  fuori  di  rocca  gU  servitori,  si  pose  sui  letto,  fingendo  di  cercar 
riposo;  et  ragionando  di  varie  cose  con  Annibale  et  con  quei  altri  cittadini  pas86  Thora, 
Uonde  parve  ad  Annibale  lasciarlo  npoaaie,  et  pigU6  da  lui  licenxa  per  andarsi  aU^aUoggia-  SO 


[A.  1442]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  73 


mento  con  li  suoi  compagni.  Et  volendo  uscir  di  camara  per  andarsene  fuori  di  rocca,  ecco 
che  egli  ^  fatto  prigione  con  Gasparo  Malvezzi  et  Achille  dignissimo  cavalliere  del  gran 
prencipe  di  Rhodi  suo  figliolo  et  posti  in  rocca  in  parte  sicura.  Francesco  licenti6  Romeo 
Pepoli  et  Giovanni  Fantuccio,  dicendogli  che  essi  non  dubitassero  che  cio  si  faceva  perchfe 
5  haveva  sospetto  che  Annibale  et  li  compagni  non  trattassero  di  mutar  la  signoria  della  cittJl, 
et  che  voleva  intender  il  vero,  et  se  eglino  sarebbono  innocenti,  che  tosto  gli  lascierebbe 
in  libertk;  fu  questo  alli  17  di  ottobre,  il  mercoledi. 

Parve  questa  cosa  si  strana  et  insolita  a  Romeo  Pepoli  et  agl'altri  cittadini,  che  restarono 
fuori  di  se  come  insensati;  n6  altro  seppero  rispondere  a  Francesco,  se  non  che  lo  pregavano 

10  volesse  bene  intendere  il  fatto,  perch^  questa  potrebbe  esser  qualche  malagnitk  per  contur- 
bare  Annibale  et  gli  altri  cittadini.  Promise  Francesco  di  farlo  volentieri  et  da  s^  gli 
licentib  alli  suoi  alloggiamenti.  Fatto  questo,  consigno  Annibale  et  li  compagni  a  Filippo 
Schiavi  suo  capitano  acciochfe  la  notte  seguente  gli  conducesse  a  Parma  sotto  buona  custodia, 
et  d'indi   gli  mand6   nella   rocca  di  Pellegrino   del   territorio  di  Parma;  et  parendogli  che 

15  n^  anco  stando  insieme  fossero  sicuri,  fece  porre  Annibale  nella  inespugnabile  rocca  di 
Varano  di  Marchese  pure  nel  detto  territorio  et  Gasparo  nella  rocca  di  Pellegrino  et  Achille 
nella  rocca  Monpiana,  altri  dicono  a  Valditarro,  che  h  alle  confine  di  Piacenza  et  de'  Geno- 
vesi,  tutti  co'  ferri  ai  piedi. 

Intesa  questa  crudeltk  et  questo  inganno,  a  Bologna  pigliarono  Tarmi  li  parenti  et  amici 

20  di  Annibale  et  de'  Malvezzi  per  passare  alla  piazza  et  cacciar  della  cittk  li  presidj  del  duca; 
ma  ben  consigliati,  furono  levati  da  un  tal  pensiero,  percioch^  con  il  tumulto  loro  havrebbono 
cagionata  la  ruina  della  cittk  et  di  Annibale  e  suoi  compagni.  Et  con  piu  matura  conside- 
ratione  discorrendo  sopra  il  fatto,  et  con  il  consiglio  di  huomini  savj,  volsero  Tanimo  al 
cercare  ottimo   rimedio  per  liberare  li  detti   prigioni  et  non   provocare   il  duca   contro   loro 

25  et  contro  la  cittk.  Ricorrendo  adunque  al  favore  del  senato,  lo  pregarono  volesse  a  ci6 
interporre  Tautoritk  et  il  favore  suo  presso  Nicol6  Piccinino,  che  gli  volesse  liberare.  II 
senato,  che  della  prigionia  de'  suoi  cittadini  sentiva  gran  dolore,  volentieri  promise  farlo,  et 
la  mattina  seguente  fece  radunare  li  magistrati,  et  fra  di  loro  saviamente  trattata  la  cosa,  si 
concluse  doversi  mandare  ambasciatori  a  Nicol6  Piccinino,  che  era  col  campo  intomo  ad 

30  Assisi  nella  Marca,  per  intendere  se  ci6  era  per  sua  volontk  o  no  et  per  intercedere  la 
liberatione  de'  suoi  cittadini  a  consolatione  degramici  et  di  tutta  la  cittk;  furono  eletti  questi: 
Filippo  di  Guido  Pepoli,  Lodovico  di  Andrea  Bentivogli  cavaliere,  Giovanni  di  Jacomo 
Griffoni.  Inoltre  anco  ne  elessero  altri  per  mandarli  a  Milano  al  duca,  pure  per  questo 
negotio,  et  f  urono  questi :  Nicol6  di  Jacomo  Sanuti,  Jacomo  di  Ambrogio  Zambeccari,  Nicol6 

35  di  Stephano  Ghisilardi. 

Giunti  gl' ambasciatori  a  Nicol6  Piccinino  et  esseguito  quanto  dal  senato  gli  era  stato 
imposto  di  fare,  finalmente  lo  pregarono  al  restituire  i  loro  cittadini  alla  libertk,  essendo  essi 
innocentL,  acciochfe  la  cittk  quietamente  vivesse.  Fingendo  il  Piccinino  di  non  saper  questo 
fatto,  rispose  che  di  Francesco  il  figliolo  non  poco  si  maravigliava  che  avesse  fatto  questo, 

40  non  avendo  egli  alcima  cagione,  et  che  per  loro  contento  era  per  f are  buonissimo  ofBcio;  et 
che  per  airhora  non  voleva  f  ar  altro,  sendo  che  egli  in  breve  sarla  a  Bologna  et  non  manca- 
rebbe  provedere  al  tutto  come  la  giustitia  ricercasse,  et  che  ritornassero  di  buona  vogHa 
che  era  per  consolarli  tutti.  Et  cosl  alli  1 1  di  novembre,  la  domenica,  gli  ambasciatori  ritoma- 
rono  a  Bologna. 

45  Gli  ambasciatori  poi  eletti  al  duca  giunti  et  espostagli  la  cagione  della  sua  venuta, 

et  a  pieno  narratogli  il  tutto  da  Francesco  Piccinino  operato  ne'  loro  cittadini,  il  duca  rispose 
che  assai  gli  rincresceva  che  grufficiali  di  Nicol6  facessero  queste  ingiustitie  et  che  non  era 
8ua  volont^  perchfe  sempre  ha  amato  la  citt^  di  Bologna,  che  sempre  ha  havuta  divotione 
alli  Visconti  et  a  lui  in  particolare,  et  che  molto  si  maravigliava  di  Francesco  che  havesae 

50  havuto  tanto  ardire  di  porre  ingiuatameate  le  mani  topra  li  geatilhuoinini  di  quella  cittil  et 


74 


mSTORIA  DI  BOLOGNA 


[AA.  1443-1443] 


che  dt  ci6  ne  scriverebbe  a  Nicolb  (a  cui  haveva  dato  il  carico  di  Bologna)  che  dovease 
provedere  a  questo  fatto,  et  gli  Iicenti6  con  queste  e  simili  parole. 

Ritomati  gli  detti  ambasciatori  a  Bologna,  riferirno  quanto  il  duca  detto  haveva;  laonde 
51  senato,  accortosi  che  tutto  questo  era  vana  tiiitione  et  un  dar  tempo  al  tempo  et  paacerli 
di  parole,  deliberarono  di  tentar  di  nuovo  la  mente  del  duca;  et  a  questo  effetto   crearono    5 
altri  ambasciatori  al  duca,  ciofe:  Carlo  di  Giovanni  Ghisilieri,  Giovanni  Francesco  da  To»- 
signano  medico,  Melchior  di  Mussolto  Malvezzi. 

Questi  alli  27  di  novembre,  il  martedi,  con  honorata  compagnia  andorono  al  duca,  et 
mentre  erano  pel  camino,  essendo  gFamici  d'Annibale  Benti/ogli  fastiditi  et  addolorati  per 
la  prigionia  del  detto  Aunibale,  occorse  che  incoutrandosi  con  Cervato  vennero  a  parole,  a  10 
cui  fu  detto  che  egli  ancora  era  consapevole  del  torto  fatto  ad  Annibale  et  compagni,  et 
che  egli  con  Francesco  di  ci6  erano  stati  benissimo  d'accordo  et  che  forse  un  giorno  gli 
offesi  si  risentirebbono.  Et  contrastato  ambe  le  parti,  Cervato  entrato  in  timore,  si  lev6  di 
casa  di  quei  dalle  Correggie,  che  per  sua  si  haveva  egli  usurpata,  et  pass^  ad  habitare  nel 
vescovato  (fu  ci6  alli  8  di  decembre,  il  sabbato),  conducendo  seco  buone  guardie  di  soldati,  15 
temendo  della  vita. 

Cervato  raduna  alcuni  cittadini  suoi  amici  et  gli  fa  intendere  che  egli   dagramici  de' 
Bentivogli  era  stato  minacciato  e  che  perci6  voleva  entrare  ad  habitare  nel  palazzo  et  condur 
dentro  la  cittk  per  sua  sicurezza   200   fanti  di   quei  di  Nicol6   che   erano   fuori  di  Bologna 
nelle   castella  per  presidio;  gli  fu  risposto  che  non  si  doveva  far  questo  senza  saputa  del  20 
senato  et  che  loro  stessi  ne  lo  avrebbono  avisato. 

Si  raduna  il  senato  et  si  propone  la  domanda  di  Cervato,  la  quale  piacendo  ad  alcuni 
et  ad  altri  no,  dalle  parole  pian  piano  vennero  a'  fatti  et  pigliarono  Tarme  per  offendersi,  ma 
interponendovisi  alcuni  de'  cittadini,  si  quietorono;  et  cosi  ciascuno  a  casa  sua  se  ne  and6 
senza  altra  conclusione.  Vero  h  che  parendo  a  Giovanni  Fantuccio  esser  minor  male  il  25 
metter  Cervato  nel  palazzo,  che  negarglielo,  a  di  13  di  decembre,  il  giovedi,  havendo  egli 
radunato  da  300  armati,  se  ne  and6  al  vescovato  et  condusse  al  palazzo  Cervato  con  li  200  f anti 
che  aveva  fatto  venire  nella  citta  per  lo  castello  di  Galliera;  il  quale  non  si  tosto  vi  gionse, 
che  il  senato  cre6  due  capitani  delli  detti  fanti,  Pietro  di  Andrea  da  Purgo  et  Pietro  da  Capua, 
a'  quali  commessero  la  cura  del  detto  palazzo  et  che  sempre  uno  di  loro  trascorresse  la  30 
cittk  la  notte  acciochfe  non  si  facesse  alcun  tumulto.  Poi  consignorono  al  podest^  50  fanti, 
accioch6  liberamente  potesse  fare  la  giustilia  contra  li  seditiosi. 

II  senato  per  pubblico   bando   comanda  che   niuno  ardisca  di  portar   Tarmi,  sotto   pena 
di  25  ducati  et  di  3  tratti  di  corda;  mandato  il  bando,  tosto  li  seditiosi  deposero  Tarmi. 

Gli  ambasciatori  di  Bologna  giungono  al  duca  et  seco  ragionano  della  liberatione  di  An-  35 
nibale  e  suoi  compagni,  a'  quali  il  duca  risponde  che  haveva  data  la  cura  della  cittk  a  Nicol6 
et  che  dovessero   andar  da  lui;  et  con  questa  asciutta  risposta  se  ne   ritomarono  a  Bologna 
confusi  piii  che  di  prima. 

Alli  22  di  decembre,  il  sabbato,  a  due  hore,  per  la  molta  nieve  cadde  il  coperto  di  San  Pe- 
tronio  verso  la  piazza  et  diede  agrhuomini  gran  spavento.  40 


Anno  di  Cristo  1443.  —  Si  creano  gli  signori  antiani  et  gli  altri  magistrati  della  cittJl 
secondo  il  consueto. 

Essendo   Tomaso   di  cittk  di  Penna,   rettore   della   chiesa   di   san   Bartolomeo,   la   sera 
al  fuoco  a  scaldarsi,  dieci  compagni  d'accordo  entr^irono  per  una  cloaca  nella  casa  ove  egli 
era,  et  ritrovandolo  solo  gli  diedero  di  molte  bastonate,  talmente,  che  alli  3  di  febbraro,  la  do-  45 
menica,  si  mori,  senza  sapersi  mai  chi  tale  eccesso  havesse  fatto. 

A  di  15  di  febbraro,  il  venerdl,  Giovanni  Bentivoglio  secondo  nasce,  essendo  Annibale 
il  padre  carcerato  nella  rocca  di  Varrano  de'  Marchesi;  et  alli  17  di  marzo,  la  domenica, 
yenne  al  santo  battesimo:  fu  tenuto  dal  marchese  di  Ferrara  et  dal  signor  di  Faenza. 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  75 

AUi   28  di  febbraro,  il  giovedi,  sendo  11  camevale,  11  munari,  per  dare  spasso  al  popolo, 

fra  di  loro  nel  mercato  de'  buoi  giostrano  otto  braccia  di  panno  verde,  et  alla  giostra  eleggono 

due  huomini  per  stadiera,  ciofe :  Michele  di  Lorenzino,  Tomaso  di  Lucca,  Antonio  di  Nanni 

^        Cevanni,  Bartolomeo  detto  Cacciafede,  Domenico  di  Ariento,  Giovanni  di  Maso  dalla  Cerva, 

a'   5  Pietro  Salesini,  Benvenuto   Cavallazzo  tutti  mimari;  fu  giostrato   nel  vero  di  molto  piacere, 

j  et  di  maniera  tale  si  portarono  questi  valenti  giostratori,  che  11  daclerl  non  seppero  sententiare 

i        chl  di  loro  fosse  11  principale,   se  non   che   tutti  gli   lodarono   et   dl   valore  et  di   destrezza 

et  sententiarono  che  11  palio  fra  di  loro  communemente  si  dividesse. 

Le  prigioni  vecchie  sono  vendute  ad  Arzone  di  Piero  da  Quarto  et  a  Jacomo  di  Barto- 

10  lomeo  dal  Lino   per  llre  1300,  con  patto  che  essi  sieno  tenuti   di  fare  le  nuovi   prlgioni  et 

la  scala  del  palazzo  del  podestk  con  alcune  stanze  sotto  11  voltoni,  sendo  a  ci6  soprastante 

Giovanni   de'  Ludovisi  conte  et  cavaliere,  Carlo  Ghisilieri  et   Giovanni  Fantuccl,  come  ap- 

pare  per  scrittura  di  Domenico  dairOglio. 

Alli  9  di  marzo,  11  sabbato,  vengono  le  nuove  a  Bologna  essersl  partito  di  Fiorenza  papa 
15  Eugenio  et  andato  a  Siena  con  tutta  la  corte. 

Fu  la  vernata  molto  grave,  perclochfe  11  freddo  dur6  gagliardo  sino  tutto  il  mese  di  marzo 
et  molti  poveri  morimo  di  freddo  et  di  stento,  et  si  seccarono  molti  arborl  et  fu  la  quaresima 
gran  carestia  di  pesce  et  di  ortami. 

Alli  2  di   aprile   venne  in  Bologna   la   moglie   del   marchese   dl  Mantova   con   due  suoi 
20  figlioli,  et  fu  benignamente  raccolta;  andava  alli  bagni  di  Siena,  dove  anco  Nicol6  Piccinino 
si  trovava  per  curare  la  sua  infermitk;  alloglo  questa  signora  In  casa  delli  signori  Pepoli. 

Francesco  Piccinino  passa  a  Parma;  et  giunto,  alli  21  d'aprile,  la  domenica,  manda  Eliseo 
8U0  segretario  a  Bologna  a   fare  uscire  dl  palazzo  Cervato,  11  quale  se  ne  ritoma  alle  case 
di  quei  dalle  Correggie.     Fece  anche   licentiare  di  palazzo  Pietro  dal  Purgo  capitano   con 
I  25  tuti  11  provisionatl  della  cittk  et  tolse  le   chiavi  delle   porte   alli  signori  antianl   et  vi   pose 
novelli  capltani  et  nuovl  presidj  a  suo  nome. 

Vedendo  alcuni  della  fattione  de'  Bentivogli  che  Cervato  dl  palazzo  era  uscito  et  che 
molti  f anti  erano  licentlati,  parve  loro  esser  11  tempo  di  dare  qualche  effetto  a'  loro  dissegni ; 
presero  ranni  et  andarono  al  palazzo  ove,  passato  11  mese,  stavasi  distenuto  Jacomo  di  An- 
30  tonio  dal  Lino,  perchfe  era  stato  sigurti  pel  valore  di  mille  ducati  per  un  suo  amico,  et  lo 
cavarono  fuore  del  palazzo  et  a  casa  sua  11  condussero  libero;  ma  lui  non  si  fldando  dl 
questa  sua  libertk,  se  ne  and6  a  Ferrara  per  magglor  sua  sicurezza  ad  habitare. 

AUi  23  d'aprile,  11  martedi,  Guido  Antonio  Lambertini  confalloniere  di  giustitia,  del  male 
detto  di  san  Lazaro,  che  egli  haveva  in  una  gamba,  si  muore.  Fu  commune  parere  che  ci6 
35  fosse  giuditio  di  Dio  di  darli  per  ispatio  dl  due  anni  questa  grave  infermitk,  percioch^  egli 
avanti  a  questo  tempo  haveva  levato  per  forza  a  messer  Cattanio  Isolani  rhospitale  di  san 
Lazaro  et  1'  haveva  trasf erito  in  Gherardo  Lambertini  11  cugino.  Laonde  vedendosi  in  braccio 
alla  morte,  et  pentendosi  di  cuore  del  suo  fallo,  ne  dimand6  perdono  a  Dio,  et  airhora  lo 
fece  restituire  al  detto  Cattanio.  Fu  honoratamente  sepellito  nella  chiesa  di  san  Francesco, 
40  et  alla  sepoltura  vi  furono  appese  le  bandiere  alla  divisa  del  commune  di  Bologna.  Fu  co- 
stui  molto  affetionato  a'  Bentivogli. 

Alli  26  d'aprile,  11  venerdl,  Francesco  Piccinino  sl  parte  da  Parma  et  ritoma  a  Bologna; 
condusse  seco  500  cavalli  et  and6  ad  alloggiare  nel  palazzo  grande  et  voUe  le  chiavi  delle 
porte ;  et  per  cotale  sua  venuta  la  fattione  di  Annibale,  temendo  di  qualche  gran  male  do- 
45  vesse  fare  nella  citt^  molto  si  travaglia.  Nondlmeno  il  giomo  seguente,  che  fu  alli  27,  11 
sabbato,  egll  fa  radunare  il  senato  et  grimpone  che  gli  ritrovino  22  mila  lire  di  bolognlni 
per  mantenere  11  cavalli  da  lui  condutti  alla  guardia  della  citt^,  o  per  dir  meglio,  per  tenerli 
per  se  stesao.    Fu  f  orzato  11  senato  per  minor  male  di  ritrovarli,  et  per6  alli  4  di  maggio,  il 


»0,  m«Worigi»al*  b«nlgunentOi 


76  HISTORIA  DI  BOLOGNA      .  ,^j  [A.  1443] 

sabbato,  imposero  uno  imprestito  alle  compagnie  delle  arti,  concedendogli  facolt^  di  poter 
esseguire  Timbotta  al  consueto  prezzo,  et  si  raccolsero  con  infinite  maledittioni  del  popolo 
et  gli  diedero  al  detto  Francesco  Piccinino. 

Alli  2,  3  et  4  di  maggio  nevic6  et  poi  piovfe  assai  in  Boiogna  et  cagion6  gran  freddo 
come  80  fosBC  stato  di  gennaro.  5 

Alli  9  di  maggio,  il  giovedl,  a  7  hore  di  notte,  Battista  di  Zono  dalla  Volta  uccide  Gio- 
vanni  de'  Tomari,  canonico  di  San  Pietro,  percht  litigava  (sendo  suo  genero)  la  dote  della 
moglie,  et  si  fuggl  fuori  della  citti  con  li  suoi  compagni. 

Alli  10  di  maggio,  il  venerdi,  a  hore  24,  Nicol6  degli  Albergati  certosino  cardinale  di 
Santa  Croce  et  veacovo  di  Bologna,  essendo  in  Siena  con  papa  Eugenio,  passa  a  miglior  vita,  10 
havendo  tenuto  il  vescovato  di  Bologna  anni  25  et  10  mesi.  Et  il  pontefice  nelle  sue  essequie 
si  trova  presente  et  sopra  il  corpo  fa  rofficio  et  poi  il  fa  seppellire,  ma  innanzi  fattolo 
sbarrare,  et  trovatogli  una  pietra  nella  vessica,  vuole  il  papa  haverla  presso  di  s6  per  divo- 
tione.  Si  dolse  Bologna  di  haver  perduto  un  tal  pastore  et  i  poveri  si  lagnavano  di  non 
haver  piii  un  padre  alle  loro  necessita  et  il  chericato  versava  lacrime  di  vedersi  privo  della  15 
sua  cara  et  dolce  scorta. 

Furono  poi  fatte  in  Bologna  tre  giorni  continui  le  aue  honorate  essequie  nella  cliiesa  di 
san  Pietro,  sendovi  presenti  il  magistrato  et  li  coUegj  et  le  arti  et  tutto  il  clero  et  vi  si 
fece  una  bellissima  et  dottissima  orazione,  et  per  dui  anni  vac6  il  vescovato,  amministrando 
i  beni  di  esso  li  signori  canonicL  20 

Stassi  la  citt^  di  Bologna  involta  in  mille  affanni  et  gli  cittadini  sono  oppressi  da  varie 
imposte  de  danari,  li  soldati  si  fanno  di  lor  signori,  il  duca  gli  dk  parole,  txh  possono  haver 
gratia  di  liberare  Annibale  et  li  compagni ;  si  veggono  da  NicoI6  Piccinino  uccellati,  et  tutte 
le  cose  vanno  sempre  di  male  in  peggio,  il  che  6  cagione  di  far  mormorare  contro  gli  loro 
governatori  et  di  volgere  ranimo  a  tentar  via  et  modo  di  liberarsi  da  tanti  atfanni  et  da  25 
^  dura  tirannia.  Mentre,  dico,  la  cittk  si  sta  mesta  et  angariata,  casualmente  se  gli  offerisce 
il  remedio  opportimo  per  scuotere  sl  duro  giogo  in  questa  guisa. 

Era  un  huomo  chiamato  Zenesio  figliolo  d'Antonio  parolaro  dal  Borgo  San  Donino,  huomo 
giovine  et  robusto  et  habitante  in  Bologna,  il  quale,  per  guadagnarsi  il  vivere,  andava  in 
vari  paesi  con  la  baschera  in  spalla  acconciando  le  caldare  et  i  vasi  di  rame;  costui,  per  30 
una  certa  rissa,  si  era  partito  di  Bologna  et  erasi  tirato  in  Varrano,  sendovi  Guglielmo  ca- 
stellano  della  rocca  del  detto  castello.  Quivi  il  piii  deIl'anno  habitava,  andando  et  ritomando 
da  Bologna,  et  sempre  si  compiaceva  di  servire  il  detto  Guglielmo  et  li  presidj  quando  gli 
commandavano,  talmente  che  si  era  fatto  familiarissimo  di  tutti  et  a  suo  piacere  entrava  et 
usciva  di  detta  rocca.  Avenne  che  un  giomo  il  castellano  giocava  a  tavoliero  con  Annibale,  35 
che  seco  haveva  desinato,  havendo  per6  i  ferri  ai  piedi;  et  sopragionto  il  castellano  dal 
sonno,  et  volendo  lasciare  Annibale  nel  diporto  incominciato,  fece  sottentrare  in  luogo  suo 
al  gioco  il  Zenesio,  che  benissimo  di  tal  giuoco  era  instrutto,  et  egli  in  ima  camara  costi  vidna 
and6  a  gettarsi  sul  letto.  Giocando  adunque,  Annibale  cominci6  a  dimandare  a  Zenesio  di 
che  patria  egli  fosse;  rispose  Zenesio:  "  Sono  bolognese  ,.  Intendendo  Annibale  costui  esser  40 
bolognese,  con  prudenza  il  cominci6  ad  interrogare  del  govemo  del  Piccinino  in  Bologna  et 
che  era  degli  suoi  amid  et  quando  pensava  di  gire  a  Bologna;  Zenesio  rispose  et  gli  di^ 
raguaglio  di  quanto  egU  desiderava  et  dissegU  che  fra  due  giomi  era  per  passare  a  Bologna 
per  alcune  sue  occorrenze  et  se  voleva  da  quelle  parti  cosa  alcuna  gli  commandasse.  Cerc6 
Annibale  et  con  parole  et  con  proferte  grandi  ad  amicarsi  il  parolaro  et  caldamente  alla  45 
fine  lo  preg6  che  volesse  narrare  a  Carlo  Bianchetti  et  a  Galeazzo  Marescotti  come  egU 
1'haveva  veduto  ne'  ferri,  et  che  a  loro  et  a  tutti  gU  amici  miei  mi  racomando.  Et  sog- 
giunse:  "  Vedi,  Zenesio  caro,  fa  che  di  ci6  ti  degni  di  esser  secreto  et  di  haver  compaasione 

*  alla  mia  miseria  perch6  saresti  cagione  deUa  mia  morte;  offerendomi,  se  mai  potr6,  a  renderti 

*  la  parigUa  di  si  amorevole  et  cristiano  servigio  ,.    A  cui  con  giuramento  Zenesio  diede  la  50 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  tl 


fede  di  servirlo  di  cuore.  Non  s\  tosto  hebbero  finito  il  loro  ragionamento,  che  il  castellano 
si  risveglib,  et  ritornato  al  gioco  con  Annibale,  cosi  passarono  il  giomo  giungendo  1'  hora  della 
cena,  la  quale  posta  a  ordine,  tutti  tre  cenarono  insieme.  Chiese  poi  licenza  Zenesio  al  ca- 
stellano,  fingendo  volere  la  mattina  andar  per  tempo  a  servire  deirarte  sua  alcuni  suoi  amici, 
5  et  si  parti.  Venuto  il  giomo,  volendo  Zenesio  servare  la  promessa  ad  Annibale,  passa  a  Bo- 
logna,  e  trovato  Carolo  Bianchetti,  caramente  il  saluto  da  parte  di  Annibale  et  gli  narro 
quanto  che  gli  era  stato  imposto  che  facesse  et  soggionse  che  egli  Fhaveva  veduto,  parlato 
et  haveva  giocato  con  esso  lui  et  cenato  seco  in  rocca  et  che  per  anco  era  co'  ferri  a  piedi 
et  lo  pregava  insieme  con  gramici  che   cercassero  d'indi  liberarlo.     Resto  tutto  attonito  il 

10  buon  Carlo,  et  poi  ne  prese  grandissimo  contento  et  conforto  Zenesio  ad  esser  di  ci6  secreto 
et  che  per  Tamor  dimostrava  portare  ad  Annibale,  lo  pregava  che,  bisognando,  volesse  esserli 
in  ajuto,  che  della  sua  fedeltk  ne  haverebbe  largo  premio.  Si  proferi  Zenesio  pronto  al  por 
la  vita  per  Annibale  et  per  li  suoi  amici,  et  si  parti. 

Carlo,  havuta  questa  felice  nuova,  va  a  ritrovare  Vergilio  Malvezzi  et  gli  racconta  quanto 

15  che  Zenesio  detto  gli  haveva;  et  poi  dice  che  a  lui  pareva  cosa  facilissima  di  liberare  di 
quel  luogo  Annibale,  havendo  questo  Zenesio  tanta  famigliaritk  col  castellano  et  con  tutti  gli 
presidj  et  libera  facoltk  di  entrare  et  uscire  a  suo  volere  della  rocca;  et  amendue  discorrendo 
sopra  cio,  piacque  a  Virgilio  che  si  ponesse  a  ordine  quello  si  doveva  fare.  Laonde  Carlo, 
ritrovato  ch'  hebbe  Zenesio,  gli  communicb  in  secreto  Tordine  che  tener  voleva  nel  liberare 

20  Annibale,  ma  che  questo  senza  Tajuto  et  favor  suo  far  non  si  poteva,  et  che  lo  pregava  al 
favorire  Timpresa. 

Rispose  Zenesio:  "  Vedete,  Carlo,  di  porvi  a  ordine  insieme  con  4  o  5  al  piu  huomini  ani- 
"  mosi  et  gagliardi,  et  andiamo  di  compagnia,  che  a  me  dk  I'  animo  di  cavar  Annibale  dalla  detta 
"  rocca  „.     Carlo  tosto  et  di  buona  voglia  va  a  ritrovare  Ludovico  Calvi  de'  Marescotti,  huomo 

25  di  grande  ingegno  et  savio,  et  gli  narrb  il  fatto.  Et  egli  colmo  di  gioja  chiamJ)  a  s6  Gioan 
Luigi,  Galeazzo,  Tideo  et  Antenore  suoi  figlioli,  et  dopo  haverli  fatta  longa  essortatione  di 
liberare  Annibale,  gli  inanimisce  che  piu  non  tardino,  sendo  nel  tardare  molte  volte  il  peri- 
colo  vicino.  Galeazzo  animoso  accetta  volentieri  di  porsi  a  questa  impresa,  si  per  la  libe- 
ratione  di  Annibale,  come  anche  per  la  libertk  della  patria,  et  priego  il  padre  che  lasci  alla 

30  patria  gli  altri  suoi  fratelli,  che  egli  benissimo  si  provederia  di  ajuto.  II  giomo  seguente  adon- 
que,  chiamato  a  s6  Zenesio,  con  parole  amorevolissime  il  condusse  alla  chiesa  di  san  Jacomo 
et  d'indi  nel  chiostro  dove  si  fa  il  capitolo,  dove  ordinatamente  si  fece  raccontare  et  divi- 
sare  il  sito  del  paese  et  come  era  guardata  da'  presidj  la  f  ortezza  et  per  qual  via  vi  si  po- 
tesse  andare.     Et  fatto  del  tutto  capace  Galeazzo  et  conOsciuta  la  fedeltk  di  Zenesio,  se  gli 

35  scoperse  con  queste  parole :  "  Zanesio,  amico  carissimo,  per  quanto  mi  manif esta  il  tuo  par- 
"  lare,  io  ti  conosco  per  amico  et  compassionevole  del  caso  di  Annibale.  Tu  Tami ;  sappi  anche 
"  di  certo  che  da  me  e  amato  et  che  il  caso  suo  molto  mi  preme,  n6  &  cosa  che  io  non  facessi 
"  per  trarlo  di  prigione,  et  quando  tu  vi  volesti  por  mano  et  pensiero,  sendo  tu  sl  famigliare  del 
"castellano,  uscireste  di  ogni  povert^  et  disagio  oltre  Thonore  et  la  fama  che  ne  acquistare- 

40  "  Bte  „.  Zenesio,  udite  le  parole  di  Galeazzo,  se  gli  proferse  con  giuramento  di  ajutarlo  a  trarlo 
di  prigione.  Galeazzo  adunque  posto  a  ordine  tutte  le  cose  necessarie  per  questo  effetto,  egli, 
Zanesio,  Michele  suo  compare  et  Tideo  il  fratello  s'inviarono  secretamente  alla  rocca  di 
Varrano,  et  volendo  scalare  le  mura,  il  suo  compare,  estimando  il  pericolo  esser  grande,  non 
volse  acconsentire,  et  disuadendo  gli  altri  che  ci6  non  facessero,  fu  buona  cagione  che  non 

45  si  effettu6  il  disegno  piu  oltre,  ma  come  disperati  se  ne  ritornarono  tutti  alla  patria. 

Galeazzo  che  odiato  si  vedeva  da'  primati  della  cittk  che  in  luogo  di  NicoI6  Piccinino 
governavano,  non  si  teneva  punto  della  vita  sicuro,  et  benchfe  ci6  poco  apprezzasse,  nondi- 
meno  oltre  che  haveva  in  animo  di  far  nuovo  ritorao  alla  cominciata  impresa  di  liberare  An- 
nibale,  non  cessava  per6  di  tentare  la  fortuna  et  porregenti  a  ordine  per  cacciar  gli  nemici 

50  Braceschi  e  suoi  seguaci  venuti  dl  gik  a  fastidio  et  a  odio   a  tutta  cittk,    E  mentre  stava 


78  raSTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1443] 


Galeazzo  in  qiiesto  pftnsiere,  awenne  che  vide  ZanesJo,  che  era  rimaato  \n  Lombardia,  et 
chiumatolo  da  parte,  comincift  seco  a  dolersi  della  codardia  et  vilth  del  suo  compare,  a  cui 
Zenesio  rispose:  "  Galeazzo,  poichft  non  b  stato  voler  di  Dio  di  effettuare  il  nostro  diaegno,  vi- 
•  viamo  in  pace  senzn  tentare  la  fortuna  cattiva,  che  io  per  me  non  piii  voglio  pormi  a  sl  gran 
"pericolo„.  Ma  Galeazzo  che  pur  era  disposto  di  uscire  di  tanti  travagli  fuore,  dopo  longhe  5 
vive  persuasioni  et  sicure  promesse  di  novi  fedeli  et  franchi  compagni,  et  dopo  ricche  offerte 
di  assai  beni,  lo  pieg6  al  suo  desiderio.  Tolto  adonque  seco  il  valoroso  Tideo  il  fratello  et  li 
Giacomo  di  Giort^io  Malevolti  stracciarolo  et  Michele  di  Marino  dn  Lojano  bolognese  detto 
da  Pisa,  alH  3  di  Eriugno,  con  scnle  di  corda  bene  ordinate,  con  lime,  tanagli  et  altri  stro- 
menti  a  tale  effetto  necessari,  passarono  di  notte  a  Spilimberto  per  mo^ti  traversi,  i>er  non  10 
emer  trovati  dalle  spie  del  essercito  di  Lodovico  dal  Verme,  che  era  nel  territorio  di  Bo- 
logna,  et  andarono  a  ritrovare  Gerardo  Ranwoni  molto  amico  di  Lodovico  Marescotto  padre 
del  detto  Galea7,7,o,  dal  quale  furono  con  molta  affettione  accarezzati ;  et  havuto  insieme  longo 
ragionamento  delle  cose  della  cittJi  di  Bologna,  Galeazzo  si  confid6  aprirgli  il  suo  secreto 
et  la  cagione  di  questa  sua  andata.  Spaventossi  Gerardo  a  prima  faccia  et  con  mo1ti  prieghi  15 
lo  dissuase  che  non  si  ponesse  a  questo  pericolo,  ma  Galeazzo  pii  si  dimostrava  inessorabile 
et  fermo  come  scogHo.  B  che  vedendo  Gerardo,  gli  di&  k  sua  benedittione  pregandogli  da 
Dio  ogni  felice  successo. 

Si  partirono  adunque  gli  fidi  compagni  alH  6  di  giugno,  et  awicinandosi  a  Varrano,  circa 
le  23  hore,  si  fermarono  in  un  folto  bosco  di  castagni,  et  Zenesio  col  dito  gli  dimostrb  ove  20 
Annibale  si  stava  incarcerito:  dove  finalmente  gionti,  mirando  tutte  le  meravigliose  torre  et 
la  grande  altezza  et  il  sito  inespugnabile  fatto   dalla   natura   et   dairarte  quasi  inacessibile, 
restarono  stupefatti  et   attoniti  per  briona  pezza,     Ma  Galeazzo  forse  di  maggior  cuore  de- 
gl  altri,  facendo  animo  alli  compagn',  chiam6  a  s6  (sendo  di  notte)  il  suo  caro  fratello  che 
riposavasi  sopra  il  verde  terreno,  et  fatto  voto  a  san  Jacomo  di  Galitia  di  non  commettere  25 
maleficio  nella  persona  di  alcuno  che  nella  rocca  fosse,  se  non  fosse  forzato  a  sua  difesa,  et 
che  se  otteneva  la  vittoria  di  roandare  un  pellegrino  a  tntte  sue  spese,  si  pose  a  ordine  per 
esser  il  primo  a  salire.     Era  la  notte  scura  et  pioveva  assai  dirottamente,  et  accompagnata 
la  pioggia  da  molti  baleni,   quando  Galeazzo  appocrgi^   alle   mura  della  rocca  una   scala  di 
legno  tolta  quivi  vicino,  che  era  in  un  cortile  presso  un  medale,  et  salse  animosamente  sopra  30 
le  mura.     Ora  dubitando  egli  che  le  guardie  fosaero  in  una  torricella  quivi  vicina,  tosto  vi 
corse  per  pigliarle  et  acquietarle,  ma  non  vi  trovando  alcuno,  tom6  al  muro  a  sollicitare  li 
compagni  al  saUre.     Di  giJi  Tideo  il  fratello  era  quasi  salito,  et  portando  egli   una  parteg- 
giana  col  pife  ferrato  innanzi,  awenne  che  urtJ)  neirocchio  sinistro  a  Galeazzo,  non  lo  vedendo 
per  esser  la  notte  scura,  per  il  che  soprapreso  Galeazzo  dal  do^ore  cade  quasi  semivivo  sopra  35 
il  muro,  nh   conosceva  il  fratello  che   tuttavia  11  chiamava:  ma  come   piacque   a  Dio,  tosto 
ritorn6  a  se   medesimo.     Di  nuovo  sollecitava  H  compagni  al  salire,  ciofe  Zenesio,  Michaele 
suo  compare  et  Jacomo  Malavolta:  li  quali  saliti,  et  legata  una  scala  di   corda  che   haveva 
dui  uncini  di  ferro   alla  scala  di  legno,  con   una  pertica  attacc6  la  scala  di  corda  a   certi 
merli,  salimo  intrepidamente  et  con  la  sca^a  di  corda  tirata  su  la  scala  di  legno,  per  levare  40 
la  speranza  alli  compagni  di  poter   fuggire,  entrarono  per  un  corridore  nella  rocca,  et  Ga- 
leazzo  chiamato  a  s^  Zenesio   gli  domand6  dove   era  incarcerato  Annibale.     A  cui   Zenesio 
nspose  che  aspettasse  alquanto,  che  prima  voleva  vedere  se  H  presidj  erano  vigilanti  o  no; 
il  che  fatto,  et  ritrovato  che  niuno  vi   era,  egli  con  li  suoi  stromenti  tosto  aperse  la   porta 
maestra  che  passava  nella  torre  et  entrati  alla  seconda  porta  la  trovarono  aperta,  ma  volendo  45 
alla  terza  entrare,  ove  era  il  castellano,  la  ritrovarono  et  dentro  et  fuori  ben  serrata;  per  il 
che  si  fermarono  aspettando,  secondo  il  consiglio  di  Zenesio,  che  ne  venisse  il  giorao.     Giunta 
l*alba  del  '^orno,  il  castellano  chiama  uno  de'  due  f amigli  chiamato  Marchese,  che  li  venga 

3,  ntWoriginalt  chinuitolo 


I 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  79 

aprire,  il  quale,  volendo  ubbidire  al  suo  signore,  scese  et  aperse  la  porta  della  torre  con 
Tanimo  di  andare  ad  aprire  l'altra,  ma  tosto  si  trovo  Galeazzo  sopra  che  lo  prese  per  la  gola, 
et  il  Marchese  dicendo  come  potfe:  "  Signor,  voi  siete  tradito„,  non  fu  inteso  dal  castellano* 
Ora  Galeazzo  datolo  nelle  mani  di  Jacomo  et  di  Michele  disse :  "  Tenete  f orte  costui,  e  s'egH 
5  "  cittisse  puntino,  levategli  la  vita„;  et  egli  con  Tideo  salita  tosto  la  torre,  giunsero  Taltro 
servitore,  che  del  tutto  gia  si  era  accorto  et  andava  per  suonar  la  campana  et  dare  il  segno ; 
ma  tanto  presto  lo  pigHo  Galeazzo,  che  non  potfe  far  nulla,  ma  lo  pigHo  et  lo  lego  condu- 
cendolo,  con  le  minaccie  di  levargK  la  vita  se  parlava  a  Michele,  il  quale  di  gia  haveva 
ucciso  Marchese,  perche  haveva    vohito  gridare.     Poi  pigliarono   tiitti  gPaltri  servitori,    che 

10  erano  sette,  et  parimente  gli  legano  et  postili  dove  erano  le  donne  et  Michele  et  Tideo  ne 
haveva  cura  con  l'arme  in  mano,  accioch^  non  gridassero  o  facessero  tumulto.  Fatto  questo, 
Galeazzo  tolse  le  chiavi  che  erano  cadute  al  Marchese  et  con  Zenesio  ando  alla  camera  del 
castellano,  che  Guglielmo  chiamavasi,  che  adirato  gridava  perchfe  tanto  tardasse  Marchese 
ad  aprire,  et  lo  chiamava  imbriaco;  a  cui  Galeazzo  con  voce  lassa  rispose,  dicendo:   "  Eccomi 

15  "  che  apro  „;  et  mentre  che  Galeazzo  di  fuore  apriva,  il  castellano  parimenti  apriva  di  dentro, 
salto  tosto  Galeazzo  dentro  la  camera  con  Tarme  in  mano  et  lo  fece  prigione,  minacciandolo 
della  vita;  et  datolo  nelle  mani  fortemente  legato  a  Jacomo  Malevolti,  egli  et  Zeneaio  anda- 
rono  alla  camera  di  Annibale,  et  apertala,  corse  Galeazzo  ad  abbracciarlo,  poi  comando  a 
Zenesio  che  tosto  con  le  lime  o  tanaglie  gli  levasse  i  f  erri  da'  piedi,  et  cosi  f  ece.     Fatto  libero 

30  Annibale  dai  ferri,  Galeazzo  et  lui  andorono  alla  camera  delli  prigioni  et  delle  donne,  et  li 
condussero  nella  camera  del  castellano,  et  gli  disse:  "  O  Annibale,  ecco  il  castellano  che  h  tuo 
"  prigione,  confortati,  tu  sei  salvo  et  libero  dalle  mani  de'  tuoi  nemici  „.  Et  le  donne  vedendo 
Guglielmo  legato,  volsero  gridare,  ma  lui  le  fece  tacere  per  ischivar  la  morte  di  tutti  loro, 
perch^  di  gi^  haveva  veduto  il  suo  servo  Marchese  ucciso  giacere  per  terra.     Stettero  questi 

25  animosi  campioni  tutto  quel  giorno  nella  detta  rocca,  aspettando  la  notte,  che  ne  sopragion- 
gesse  per  potersi  liberamente  partire  senza  timore  de'  villani  di  quella  villa,  et  fecero  sonare 
TAve  Maria  della  sera  et  la  guardia,  e  a1  fameglio  che  era  restato  vivo,  standogli  sempre 
appresso  Galeazzo  con  la  spada  nuda  alla  gola,  poi  piglio  il  battaglio  della  campana  et  lo 
gitto  nelle  f  osse  della  rocca,  et  scendendo  le  scale  tagliava  di  mano  in  mano  gli  scalini  accioch^ 

30  niuno  potesse  salire  alla  campana.  Gionta  adunque  un'hora  di  notte  et  prese  le  chiavi  di  una 
porta  secreta  per  cui  si  usciva  della  rocca,  si  rivolse  alle  donne  et  le  disse:  "Noi  vogliamo 
"  condurre  con  essi  noi  il  castellano,  cosi  legato  come  il  vedete,  discosto  alquanto  dalla  rocca 
"  per  nostra  sicurezza,  et  poi  sopra  la  nostra  fede  ve  lo  rimanderemo  libero  insieme  col  nipote, 
"  ma  se  voi  farete  alcun  tumulto,  noi  di  subito  gl'  araazzeremo  amendue,  pero  siate  donne  savie 

35  "  et  non  siate  cagione  della  morte  del  nostro  signore  ,.  II  somigliante  anche  le  disse  il  castel- 
lano,  et  cosl  si  partirono,  et  presero  il  viaggio  per  alcuni  boschi  et  luoghi  selvaggi  accioch^,  se 
le  dorine  ne  avessero  fatto  segno,  non  fossero  trovati  dalli  villani ;  et  allontanati  da  dieci  miglia, 
slegarono  il  castellano  et  il  nipote  et  insieme  con  il  servo  Antonio  li  licentiano,  che  alla  rocca 
se  ne  ritornassero.     Ora  seguitando  essi  il  suo  viaggio,  giunsero  al  fiume  Tarro  al  passo  di 

40  Forn6,  et  trovandolo  ingrossato  per  la  pioggia,  non  si  assicuravano  di  passarlo;  il  che  ve- 
dendo,  Galeazzo  tosto  si  spogli^  et  si  mise  a  nuoto  per  trovare  il  vado,  et  trovatolo,  se  ne  venne 
alli  compagni,  et  vestitosi  gli  condusse  al  sicuro  passo  di  \h  dal  fiume.  Li  quali  non  si  tosto 
furono  passati,  che  Annibale  da  indi  in  poco  reatb  delle  membra  tutto  stupido,  o  fosse  ci6 
per  cagione  deiracqua  fredda  et  per  haver  nella  prigione  patito,  o  fosse  per  altra  occulta 

45  ca^one,  talmente  che  a  pena  moveva  i  piedi.  II  che  vedendo  Galeazzo,  molto  si  contrist6, 
et  vedendo  che  altro  modo  non  vi  era  per  condurlo  a  salvamento,  fatto  animo,  da  huomo 
corraggioso,  egli  lo  prese  sopra  le  spalle  et  lo  port6  quasi  un  miglio,  poi  lo  prese  Tideo  et 
Zanesio  et  gli  altri  et  fecero  il  simile,  talmente  che  lo  portorono  sino  a  Garfagna  picciola 
villa  vicino  a  Parma  6  miglia;  et  quivi  ritrovando  un  contadino,  finsero  di  essere  degli  sol- 

50  dati  di  Nicol6  Piccinino,  et  presso  di  lui  quella  notte  alloggiorono.    Venuto  poi  il  chiaro 


80  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1443] 


giomo,  essendo  alquanto  ritomate  le  primiere  forze  ad  Annibale,  passarono  a  Collechio  ca- 
stello  di  Parmejrpiana,  et  quivi  ritrovorono  una  cavalla  sopra  la  quale  vi  posero  Annibale, 
et  il  condussero  per  la  via  della  montagna  verso  Bologna  a  Spilimberto  a  casa  di  Gerardo 
Rangoni;  il  quale  quando  vidde  Annibale  et  H  compagni,  rimase  quasi  che  fuor  di  se  me- 
desimo,  et  correndo  ad  abbracciarlo,  mille  et  poi  mille  volte  lo  baci6  per  allegrezza  (era  5 
quivi  presente  Ludovico  dalle  Correggie  bandito  da  Francesco  Piccinino)  et  fatto  porre  a 
ordine  da  mangiare  si  reffocillarono  lietamente,  sempre  ragionando  con  Gerardo  del  modo 
che  havevano  tenuto  nel  liberare  Annibale.  Finito  il  pranso  et  riposatisi  alquanto,  vedendo 
che  Annibale  assai  bene  si  sentiva,  conclusero  di  passare  a  Bologna  sul  tardi  et  condur  seco 
Lodovico  dalle  Correggie,  dicendo  Gerardo  ch'egli  era  huomo  molto  a  proposito  a  questo  10 
fatto  per  essere  di  molta  stima  nella  cittk;  mandarono  adunque  Michele  a  Bologna  ad  avi- 
sare  gli  amici  secretamente  come  alle  2  hore  di  notte  sarebbono  alla  grada  dell'Avesa  et  che 
eglino  quivi  ritrovar  si  dovessero  per  introdurre  Annibale  nella  cittk  et  che  facessero  ogni 
cosa  con  somma  prudenza  et  senza  punto  di  8trepito,^acciochfe  non  andasse  a  notitia  di  Fran- 
cesco  Piccinino.  Frattanto  Gerardo  fece  porre  a  ordine  a  ciascuno  un  cavallo  perch^  spe-  15 
ditamente  fossero  alla  cittL  Et  giunta  1'  hora,  salirno  tutti  a  cavallo,  dandogli  Gerardo  dui 
servitori  che  adietro  poi  conducessero  li  cavalli ;  et  presa  buona  licenza  da  Gerardo,fpassa- 
rono  al  Borgo  Panigale,  fu  alli  5  di  giugno,  il  mercoledl,  a  hore  23,  et  d'indi  al  ponte  di 
Rheno  che  b  sopra  il  canale  di  San  Polo  di  Ravone,  ove  ne  trovarono  Silvestro  di  Adamo 
dal  Gesso  chiamato  il  Mazza  mandato  da  Luigi  Marescotto  ad  avisarli  che  tutte  le  cose  20 
erano  a  ordine ;  il  quale,  f atta  1'ambasciata,  si  ritorn6  alla  citt^  a  riferire  come  anche  Anni- 
bale  et  li  compagni  erano  a  ordine  insino  alVhora  determinata.  Frattanto  Michele  haveva 
del  tutto  avisato  gli  amici  di  Annibale  et  era  ogni  cosa  a  ordine,  et  Galeazzo  et  li  compagni 
tutti  rimandarono  per  li  2  servitori  li  cavalli  a  Gerardo.  Sonate  le  due  hore  adunque,  amendue 
le  parti  si  ritrovarono  a  un  tempo  medesimo  alla  grata  deirAvesa,  havendo  quei  di  dentro  25 
apparecchiati  et  funi  et  scale,  et  Giovanni  Aloigio  Marescotto  fratello  di  Galeazzo  et  Sil- 
vestro  Mazza  et  Jacomo  da  Cavrara  con  molti  altri  saliti  sopra  le  mura  con  le  dette  funi 
et  scale  gl' introdussero  tutti  secretamente  nella  cittk,  senza  che  huomo  vivente  se  ne  accor- 
gease.  Annibale  andb  a  casa  di  Ludovico  Marescotto  a  salutarlo,  et  anche  per  conf  erir  seco 
di  quanto  si  haveva  a  fare  per  liberare  la  cittk  dalla  tirannia  di  Francesco  Piccinino.  Lu-  30 
dovico,  vedendo  Annibale,  egli  et  b*  figliuoli  insieme  con  incredibile  allegrezza  coraero  ad 
abbracciarlo,  rallegrandosi  seco  della  sua  liberatione,  et  tosto  quivi  concorsero  gli  amici  per 
vederlo,  et  fra  gl'altri  Melchiorre  Viggiani,  huomo  di  molta  stima  nella  cittk  et  uno  de- 
gl'  antiani,  il  quale  verso  Annibale  dimostr6  gran  segno  di  vero  amore,  et  parimente  fecero 
il  simile  gli  amici  de'  Canetoli,  ciascuno  proferendosi  ad  Annibale  pronto  al  porre  la  vita  et  35 
per  lui  et  per  la  libertk  della  patria. 

VoUe  Ludovico  Marescotto,  et  cosl  parve  a  Ludovico  dalle  Coreggie  et  a  tutti  graltri 
cittadini  principali,  che  Annibale  senza  punto  tardare  andasse  a  casa  sua  in  str^  San  Do- 
narto,  et  che  quanto  prima  facesse  dare  il  segno  alla  campana  de'  frati  di  San  Jacomo  per  ra- 
dunare  il  popolo  et  subito  passare  alla  piazza  gridando:  "  Viva  il  popolo  et  rarti  ,.  Furono  40 
fra  tanto  avisati  Romeo  Pepoli,  Virgilio  Malvezzi  et  altri  assai  della  venuta  di  Annibale,  li 
quali  con  ogni  maggior  prestezza  che  si  puotfe  radunarono  gli  amici  loro  et  presero  Tarme. 
Parimente  Annibale  havendo  radunato  gli  suoi  et  posto  a  ordine  il  tutto,  fece  che  il  padre 
di  Giovanni  Sabbadino  degrArgenti  con  Taiuto  d'altri  suoi  amici  pigliassero  la  porta  di 
strk  San  Donato  per  havere  egli  Tentrata  et  Tuscita  della  citt^  libera,  se  bisognasse.  Poi  45 
fece  dare  alla  campana  di  San  Jacomo  circa  alle  4  hore,  et  il  popolo  pigliando  rarmi  et 
correndo  alla  piazza  della  casa  di  Annibale,  trovarono  con  loro  gran  contento  AnnibaJe 
che  passava  alla  piazza  gridando:  "Viva  il  popolo  et  Tarti,,  et  lo  seguitarono.  Parimente 
dairaltra  parte  Ludovico  dalle  Correggie  con  gran  moltitudine  d'annati  pass^  alla  sua  casa 
ove  habitava  Cervato  seco,  et  per  il  tumulto  Cervato  d&l  sonno  risvegliandosi  uscl  dal  letto  50 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  «1 

in  camicia,  et  insieme  con  un  suo  nipote  si  gett5  in  una  chiavica,  che  era  fra  le  case  de' 
Bucchi  da  San  Martino  et  giongeva  neirAvesa,  et  per  quella  fuggiendo,  giunse  alla  sega 
deiracqua  vicino  le  moline,  et  sagliendo  passb  al  canale  di  Rheno  al  molino  deirOrso,  e 
traversando  il  mercato,  si  ridusse  a  salvamento  al  castello  della  porta  di  Galliera.    Et  frat- 

5  tanto  Ludovico,  entrato  in  casa,  non  lo  trovando  lui,  fece  prigione  tutti  11  suoi  servitori  et  il 
8UO  genero  et  il  suo  cancelliere  et  ritenne  tutta  la  sua  robba.  Mentre  adunque  che  Ludovico 
fa  da  questa  parte  tumulto,  Annibale  entra  nella  piazza  gridando:  "  Viva  la  libert^  „.  Udendo 
il  Piccinino  le  voci  et  il  gran  tumulto  del  popolo,  esce  tosto  fuori  del  letto,  et  affacciandosi 
alle  finestre  del  palazzo,  vede  il  popolo  con  Tarme  in  mano  et  infiniti  torchi  accesi,  et  senza 

10  perdersi  puntino  di  cuore,  piglio  Tarmi  et  fecele  prendere  alli  suoi  soldati,  et  saliti  in  alto, 
cominciarono  a  difendersi  dairassalto  del  popolo  con  sassi,  saette,  schioppi  et  bombarde.  Ma 
Annibale,  insieme  con  graltri  cittadini  essortando  il  popolo  alla  libertk  della  patria,  fac«va 
che  arditamente  ogni  uno  combatteva,  et  perch^  tanta  era  la  furia  et  de'  sassi  et  delle  saette 
che  gli  nemici  tiravano,  che  pareva  piovessero  dal  cielo,  parve  a  Galeazzo  espediente  salire 

15  alle  linestre  del  palazzo  del  podestk  et  da  quelle  contrastare  con  schioppi  et  con  le  saette 
verso  li  soldati  di  Francesco.  Parimenti  Romeo  Pepoli  salse  il  palazzo  de'  notari  et  con  le 
saette  et  schioppi  travagliava  non  poco  quelli  del  palazzo.  Laonde  da  ogni  lato  erano  forte- 
mente  assaliti.  Ma  per6  non  vedeva  Annibale  via  di  conquistare  il  luogo,  perciochfe  ani- 
mosamente  era  da'  soldati  difeso;  et  Galeazzo,  che  il  simile  conosceva,  penso  di  volere  ab- 

20  brugiare  la  porta  del  palazzo;  et  benissimo  gli  successe  il  disegno,  perciochfe,  fatto  venire 
un  carro  di  legna  con  altra  materia  d^abbrugiare,  et  avvicinatolo  alla  detta  parte,  gli  pose 
fuoco  et  cominci6  ad  arderla.  Mentre  adunque  che  le  voraci  fiamme  lavoravano  intorno 
alle  porte  di  legno,  una  parte  de'  cittadini,  dalla  parte  del  palazzo  verso  il  mezzogiorno, 
ruppero  il  muro  per  farvi  ampia  entrata  et  un'altra  parte,  passando  al  muro  che  mira  Toc- 

25  cidente,  vi  fecero  una  grande  apertura,  ma  n^  dalFuna  nh  dalTaltra  buca  dava  Tanimo  a 
niuno  d'entrarvi,  temendo  non  essere  ucciso  dagli  presidj.  II  che  vedendo  Annibale  et 
Galeazzo  con  graltri  principali  cittadini,  desiderosi  pure  che  vi  s'entrasse,  mandarono  un 
bando  che  chiunque  gli  dava  Tanimo  di  entrare  nelle  aperture  del  palazzo  fatte  in  detta 
muraglia  guadagnavano  gran  somma  di  danari,   ciofe  il  primo  ducati   300,  il  secondo  200  et 

30  il  terzo  100:  H  quali  danari  Marchone,  che  era  delli  signori  antiani,  prometteva  di  subito 
sborsarli.  Non  fu  si  tosto  finito  di  mandare  il  delto  bando,  che  tre  animosi  giovani  si  accorda- 
rono  di  volervi  entrare,  et  f urono  questi,  cioh :  Giovanni  Spurioso,  Antonio  Minarino,  Nicolo 
Angelini.  Et  prese  Tarmi,  il  primo  che  vi  entrasse  fu  Giovanni,  il  quale  si  ardito  et  animoso 
si  dimostro,  che  pose  spavento  agli  presidi  che  quivi  erano.     II  secondo  fu  Antonio   et  poi 

35  Nicolo,  et  dietro  a  questi  ne  seguitarono  altri  quindeci  tutti  armati,  li  quali  con  spaventosi 
gridi  corsero  alla  porta  del  palazzo,  et  quivi  combattendo  con  11  presidi,  fecero  animo  alll 
cittadirii  dl  entrare;  et  11  presidi  vedendo  Annibale,  Ispaventati  sl  riliromo  alle  stanze  loro 
per  assicurarsi  della  vita  et  Francesco  Piccinino  come  disperato  si  ridusse  nella  sua  camera; 
laonde  dalli  detti  gioveni  seguitato  et  da  altri  assal  che   poi   erano  entrati,  lo   pigliorono  et 

40  il  condussero  alla  renghiera  del  palazzo,  sendo  hore  10,  et  lo  mostrarono  a  tutto  il  popolo 
dicendo :  "  Ecco  11  traditore  tiranno  „ .  Voleva  il  popolo  vederlo  morto,  et  perci6  gridava  che 
lo  gittassero  giu  nella  piazza;  11  che  facevasi  se  Annibale  et  alcuni  cittadini  non  glieravessero 
vietato,  et  ci6  con  prudenza,  percli6  se  fosse  stato  morto  Francesco,  sarebbe  successo  senza 
alcun  dubbio  la  morte  di  Gasparo  et  di  Acchille  Malvezzi,  che  erano  prigioni.     Fu  adunque 

45  condotto  in  piazza  avanti  ad  Annibale  Bentivogli,  a  cui  Annibale  gli  disse:  "  Tu  vedi,  o 
"  Francesco,  dove  sei,  dove  la  fortuna  ti  ha  posto ;  tu  sei  nelle  mie  f orze,  che  per  otto  mesi 
"mi  hai  tenuto  prigione,  nfe  gia  mai  credesti  che  ci6  avvenisse,.  Et  detto  questo,  11  fece 
condurre  legato  et  bene  accompagnato  alla  sua  casa  in  str^  San  Donato,  et  posto  in  serbo  in 
una  camera,  gli  posero  i  ferri  ai  piedi.     Frattanto  si  pose  a  sacco  11  palazzo,  et  tutti  li  soldati 

50  che  furono  trovati  quivl  et  per  Bologna  furono  spogliatl,  et  fu  11  bottino  dl  molta  ricchezza. 

T.  xxxm,  p.  1  —  6. 


82  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1443] 

Ridutta  la  citt^  in  libertk,  et  li  signori  antiani  sendo  entrati  in  palazzo,  fecero  aprire  le 
prigioni  et  liberare  grincarcerati  et  poi  fecero  andare  il  bando  che  rivocavano  tutti  li  conli- 
nati  et  banditi  che  potessero  liberamente  et  ad  ogni  lor  piacere  ritoniare  alla  patria. 

Era  Lodovico  dal  Verme  a  Castello  San  Piero  con  4000  cavalli  et  due  mila  fanti  per 
passare  a  Nicolb  Piccinino  nella  Toscana,  che  era  contro  il  conte  Francesco  da  Cudignola,  5 
et  perci6  gli  antiani  dubitavano  che  egli,  intendendo  la  ribellione  della  cittk,  non  tornasse 
addietro  et  per  la  porta  del  castello  di  Galliera,  che  era  per  anco  a  sua  divotione,  non 
entrasse  alla  cittil  et  la  sacchegiasse.  II  popolo  adunque,  colto  da  questo  timore,  con  travi 
imped)  tutte  le  vie  per  assicurarsi,  et  li  signori  antiani  fecero  altre  opportune  provisioni  per 
la  difensione  della  cittL  10 

Intendendo  li  contadini  che  Bologna  si  era  ribellata,  pigliarono  1'  armi,  et  quanti  soldati 
di  Francesco  Piccinino  ritrovavano,  tutti  gli  spogliavano,  o  fossero  alle  loro  stanze  o  per  via. 
II  che  inteso,  Luigi  dal  Verme  fece  una  correria  insino  a  Medicina  et  pel  Medesano,  sac- 
cheggiando  ogni  cosa  et  rubando  granimali,  gli  huomini  facendoli  prigioni ;  di  che  spaventati 
li  contadini,  et  diflidandosi  di  lor  medesimi,  posti  in  fuga,  si  ritirarono  alle  castella  et  alle  15 
fortezze  per  maggior  loro  sicurezza. 

Gli  signori  antiani  mandano  a  chiedere  il  castello  della  porta  di  Galliera  a  Tartaro  Peru- 
gino,  che  quivi  era  castellano  con  200  fanti,  et  gli  offeriscono  buona  quantitk  di  danari, 
ma  non  volle  acconsentire ;  anzi  disse  che  se  i  Bolognesi  non  ritomavano  in  libertk  Franccsco 
et  il  riconoscessero  per  loro  signore,  con  le  bombarde  rovinarebbe  tutta  la  cittk  et  che  20 
introdurrebbe  nella  cittadella  Luigi  dal  Verme  et  dariagli  la  citt^  al  sacco.  Francesco 
frattanto  non  manca,  ad  instanza  de'  Bolognesi,  di  far  pregare  Tartaro  che  si  pieghi  alla  sua 
liberatione  et  che  li  consegna  la  fortezza,  et  che  se  punto  Tamava,  il  faria;  non  ne  voUe 
Tartaro  intendere  parola  et  disse  che  voleva  esser  fedele  al  suo  signore. 

II  senato   che  vede  Tartaro   ostinato  et  duro,  da  ogni  parte  dk  la  cura  di   assediare  il  25 
castello  ad  Annibale,  et  seco  va  Pietro  Navarino  con  400  cavalli  et  500   fanti.     In  questa 
guisa  giacevasi  il  detto  castello.     Era  di  figura  quadrata  con  fortissime  torri  per  ogni  canto, 
tutto  cinto  da  una  profonda  fossa  e  d'ogni  intorno   mantellato  di  mura  non  molto  ahe  con 
li  suoi  merli  corridori  e  mantegni  di  legno.     Dentro  le  mura  della  citta,  dalla  parte  setten- 
trionale,  eravi  una  gran  pianura  quadrata  piu  longa  che  larga,  et  dal  mezzodi  et  dairoriente  30 
haveva  il  canale  di  Rheno,  il  quale  anche  dal  settentrione,  dietro  le  mura  della  cittk  piegandosi 
airoccidente,  per  di  fuore  correva.    Dairoccidente  poi  eravi  la  strada  di  Galliera,  neirangolo 
che  f anno  le  mura  del  settentrione  et  la  via  di  GalUera  dairoccidente ;  quivi  il  detto  castello 
due  fiate  dalla  chiesa  fu  fabricato  et  sempre  fu  dal  popolo  bolognese  rovinato.     Ora  finalmente 
era  stato  ristorato  da  papa  Eugenio,  et  sendo  stati  mandati  fuori  della  citti  li  suoi  officiali,  35 
Nicol6   Piccinino,   contro  li  capitoli   fatti  fra  il  duca  et  Raffaele  Foscarari   et  il  senato  di 
Bologna,  Taveva  munito  di  presidi. 

Era,  come  ho  detto,  il  castello  di  figura  quadrata  con  fortissime  torri  per  ogni  canto, 
tutto  cinto  da  una  profonda  fossa  et  d'ogni  intorno  mantellato  di  mura  non  molto  alte  con 
li  Buoi  merli,  corridori  et  mantegni  di  legno,  acci6  li  presidi  potessero  difendere  se  et  la  for-  40 
tezza  et  offendere  il  nemico  con  sassi  et  balestre ;  lontano  poi  dal  detto  castello  circa  piedi 
otto  in  dentro  vi  era  un  argine  di  terra,  vimini  et  di  legna  composto  di  altezza  maggiore  delle 
mura,  largo  piedi  20,  et  la  entrata  al  castello  era  da  ogni  lato  per  una  porta.  Et  perchfe  era 
congionta  la  fortezza  con  le  mura  della  cittk,  Filippo  duca  di  Milano  et  Nicol6  Piccinino  fe- 
cero  rovinare  tre  voltoni,  che  le  erano  congionti,  acciochfe  non  fossero  ostacolo  et  cagione  45 
della  perdita  di  essa.  Dentro  Targine  poi  vi  erano  le  habitationi  delli  soldati  et  nel  mezzo 
un  torrione  alquanto  piu  alto  di  tutta  la  fabrica.  Eravi  poi  per  presidio  Tartaro,  huomo  nel- 
rarmi  molto  esperto  et  al  duca  et  al  Piccinino  veramente  fedele.  Questi  adunque  non  vo- 
lendo  consignare  il  detto  castello,  il  senato  diede  la  cura  per  riacquistarlo  ad  Annibale  Ben- 
tivogli  et  a  Galeazzo  Marescotti,  li  quali  passarono  con  li  soldati  al  mercato  de'  buoi  (cosi  no-  50 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  83 

minavasi  quella  piazza  quadrata  di  cui  sopra  fe  detto)  et  cominciarono  ad  assediare  il  detto 
castello  con  bombarde  et  altre  machine  da  combattere.  Et  vi  andarono  tutti  li  cittadini, 
etiamdio  li  dottori,  fra'  quali  vi  fu  Giovanni  di  Annania  celeberrimo  dottore  in  questi  tempi, 
il  quale,  deposta  la  toga  dottorale,  si  era  vestito  d'armi,  et  molto  si  travaglio  nel  fabricare 
5  grargini  intorno  la  fortezza.  Tartaro,  che  vede  che  gli  pongono  Tassedio  intorno,  manda 
fuori  del  castello  alcuni  soldati  a  scarramucciare  cogli  nemici,  dove  molti  delVuna  et  del- 
l'altra  parte  ne  furono  feriti,  et  morti;  finalmente  prevalse  Annibale  et  gli  fece  ritirare  nella 
fortezza.  Non  manca  frattanto  Annibale  di  seguitar  l'assedio,  anzi  fa  fare  una  profonda 
fossa  per  lo  traverso  del  mercato  et  vi  fa  fabricare  un  alto  argine,  et  pose  con  due  gatthi 

10  sopra  le  mura  della  citta  al  lato  del  castello,  uno  dalla  parte  verso  la  Mascarella  et  raltro 
verso  le  Lame,  ponendo  in  mezzo  il  castello ;  et  quivi  posero  buone  guardie  di  soldati  con 
balestre  et  schioppi,  li  quali  a  tutte  Tore  travagliavano  la  f ortezza,  affinchfe  gli  assediati  non 
potessero  uscire  a  fare  correrie  per  la  citta  et  anche  per  assicurare  la  cittk  dairimpeto  delle 
bombarde  che  del  continuo  gli  nemici  del  castello  tiravano  et  rovinavano  le  case  della  via  di 

15  Galliera. 

Ritrovandosi  in  questi  giorni  in  Bologna  airhosteria  del  Capello  Filippo  Schiavo  capitano 
di  400  lance  di  Francesco  Piccinino,  che  secretamente  si  stava  per  vedere  la  riuscita  del 
tumulto  di  Bologna,  et  vedendo  che  Annibale  gagliardamente  travagliava  il  Tartaro  et  che 
di  gia  Taveva  assediato,  cominci6  a  temere  di  se  medemo,  che  se  fosse  scoperto  et  veduto 

20  sarebbe  ammazzato  (era  costui  quello  che  meno  prigione  Annibale  nella  rocca  di  Verano). 
Pero  chiamato  a  s^  Toste,  gli  diede  cento  ducati  d'oro,  pregandolo  lo  tenesse  secreto  et  che 
trovasse  modo  che  egli  della  citth  potesse  uscire  salvo,  promettendogli  anche  maggior  premio. 
L'hoste  gli  promise  piu  che  non  chiedeva  et  accettb  li  detti  danari  et  lo  nascose  in  un  luogo 
segreto,  assicurandolo  che  non  dubitasse  di  niente;  poi  considerando  bene  al  fatto,  Thoste, 

25  et  conoscendo  che  non  poco  offendeva  Annibale  a  salvare  li  suoi  nemici,  se  n'and6  ad 
Annibale  et  narrogli  a  pieno  il  fatto;  il  quale  havendo  inteso  il  tutto,  tosto  mando  25  gio- 
veni  arraati  per  pigliarlo.  Et  airentrare  in  casa,  udendo  Filippo  lo  strepito  et  imaginandosi 
quello  che  era,  si  gitt6  in  una  cloaca,  che  quivi  era,  et  fuggendo  di  quella  in  altra  et  poi  in 
altra,  finalmerte  riuscl  alla   casa  di  lacomo   Castellani  da  Medecina   situata  da  San   Pietro, 

30  et  li  soldati,  che  quivi  erano  concorsi,  che  benissimo  sapevano  non  potere  in  altra  parte 
uscire,  lo  presero  tutto  fezzoso  et  sporco,  et  cosi  condottolo  ad  Annibale,  gli  domando  a  che 
line  era  egli  a  Bologna:  a  cui  Filippo  altieramente  rispondendo  disse  che  nol  sapeva.  AI- 
rhora  Annibale  lo  fece  condurre  in  casa  sua  et  porgli  i  ferri  a'  piedi,  accioch^  fosse  consi- 
gnato  sotto  buona  custodia,  con  animo  di  essaminarlo  con  diligenza.     Galeazzo,  inteso  questo 

35  fatto,  and6  la  sera  a  veder  Filippo,  et  interrogandolo  di  alcune  cose,  1'  indomita  bestia  co- 
mincio  a  rispondere  con  troppa  alteriggia,  di  che  Galeazzo  adirato,  trasse  la  spada  et  lo  tagH6 
in  pez;ii.  Fu  poi  da  alcuni,  cosl  di  notte,  portato  a  San  Giovanni  del  Mercato.  Volgata  la 
morte  dl  Filippo  Schiavo,  li  contadini  saccheggiorno  tutti  li  suoi  soldati. 

Galeazzo  Marescotti  in  questo  stesso  giorno,  passando  dal  cantone  della  via  di  Mezzo  in 

40  strk  San  Donato,  si  scontra  in  Carlo  di  Ludovico  da  Pisa  et  con  la  spada  Tuccide,  dicendogli 
che  egli  questo  premio  gli  dava  per  ranima  di  Giovanni  di  Matthio  Griffoni  che  egli  haveva 
ucciso. 

Guido   Antonio  Manfredi   signor   di  Faenza  con   gran  numero   di   gente  viene  a  Castel 
San  Pietro,  et  il  castello  piglia  seco  accordo  di  tenere  il  detto  castello  ad  instanza  di  NicoI6 

45  Piccinino.  Parimenti  presero  accordo  le  infrascritte  castella,  cio6:  Budrio,  Medicina,  Castel 
Guelpho,  Minerbio,  San  Giorgio,  Argel6,  la  Pieve  di  Cento;  et  quei  di  Cento,  ove  era  per  pre- 
tore  Ludovico  Bentivogli,  si  tenevano  a  instanza  de'  Bolognesi  et  la  rocca  ad  instanza  del  Pic- 
cinino.  II  conte  Luigi  dal  Verme,  sapendo  lutto  quello  che  nella  citth  facevasi,  alli  8  di  giugno, 
il  sabbato,  con  tutto  ressercito  passa  a  Cento  per  entrarvi  et  far  prigione  Ludovico  Bentivogli, 

50  ma  gli  huomini  del  castello,  inteso  il  tutto,  pigliano  Tanni  et  arrestano  le  strade  per  ostare 


84  HISIORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i443i 


al  nemico  che  non  entri;  ma  egli  paasa  alla  rocca  et  per  essa  entra  alla  terra,  dove  che 
azzufatisi  con  li  Centani,  fanno  stragge  di  huomini  dairuna  et  Taltra  parte;  ma  li  Centani 
finalmente  prevalendo,  cacciano  fuore  di  Cento  il  conte  et  li  suoi  soldati  con  gran  vergogna, 
restandone  ferito  in  una  gamba  il  cavaliere  Ludovico  Bentivogli.  Et  nel  vero  li  Centani  la 
facevano  male,  se  non  erano  soccorsi  dal  signore  di  Carpi  che  a  sorte  quivi  con  200  cavalli  5 
si  trovava,  che  passava  al  campo  di  Nicol6  Piccinino;  perchfe  conobbe  che  se  il  conte  restava 
vittorioso,  che  anco  lui  et  li  suoi  soldati  erano  saccheggiati :  per6  diede  favore  alli  Centatii. 

Non  manc6  di  nuovo  il  conte  minacciare  li  Centani  di  asscdio  et  di  rovina,  se  efrlino  non 
gli  davano  nelle  mani  Ludovico  Bentivogli  cavaliere.  Di  che  ispaventati  li  Centani,  andarono 
a  trovare  Ludovico  et  ressortarono  ad  havere  patienzn  et  clie  loro  perdonasse,  perchfe  era  10 
necessario  alla  salute  loro  che  il  dessero  nelle  mani  del  conte,  per  non  andar  tutti  loro  a  male. 
A'  quali  Ludovico  rivolto,  cosl  disse:  '  "  Deh,  honorevoli  frateili  da  me  tanto  amati,  pregovi 
"  non  fare  cosi  grave  errore,  ma  abbiate  rispetto  alla  casa  mia  et  qualche  consideratione  al 
"grado  mio.  A  voi,  se  mi  volete  salvare,  prometto  sopra  la  fede  mia  donarvi  10  mila  ducati 
"d'oro  da  pagarvi  con  idonea  promessa  ad  ogni  vostra  petitione  ,.  Li  Centani,  volendo  conten-  15 
tare  amendue  le  parti,  fecero  al  conte  la  promessa  delli  detti  danari  et  che  lasciasse  vivere  in 
sua  libertk  il  cavalliere.  Et  il  conte  disse  non  haverne  bisogno  et  che  non  domandava  danari, 
ma  che  voleva  ad  ogni  modo  Lodovico.  II  clie  dagli  Centani  udito,  si  portarono  a  Ludovico, 
riferendoli  quello  detto  aveva  il  conte;  del  che  Lodovico  si  riempi  di  dolore.  Pure  tanto 
seppe  xisare  parole  dolci  il  cavaliero,  che  li  Centani  per  all'hora  si  partirono  via,  soprastando  20 
alquanto  di  darlo  nelle  forze  del  conte.  Frattanto,  essendo  Lodovico  da  virtii  divina  inspirato 
al  rimedio  della  sua  salute,  da  mezzo  giomo  in  farsetto  si  fuggi  ferito  nella  destra  gamba 
nuotando  le  doppie  fosse  et  profondissime  di  Cento,  et  se  ne  and6  a  Carpi  tutto  astenuato, 
carico  di  fango  et  pieno  di  timore.  Li  Centani,  accorgendosi  della  fuga  del  cavaliero,  furono 
di  mala  voglia  et  non  poco  dubitavano  del  conte  Luigi,  et  considerando  che  la  rocca  per  25 
anche  era  nelle  mani  de'  nemici  et  che  il  conte  poteva  per  essa  esser  introdotto  nella  terra  una 
notte  et  saccheggiarla,  tentarono  di  pacificarsi  con  esso  lui  promettendogli  dare  pane  et  vino 
et  cinquecento  fiorini  d'oro;  et  ci6  fecero  afiinche  il  conte  piii  non  gli  domandasse  il  cavaliero 
et  eessasse  ogni  disordine  che  havesse  potuto  avenire;  il  quale  si  content6  di  quesd  patti 
et  si  parti.  30 

Vedendo  NicoI6  Piccinino  non  havere  potuto  pigliare  il  cavaliere  Ludovico  Bentivogli, 
con  11  conseglio  del  duca  di  Milano,  piglia  nuovo  partito  di  farlo  pigliare  in  Carpi  dove  egli 
era,  et  a  questo  modo  *.  Havendo  in  prigione  Gasparo  Malvezzi  suocero  del  cavaliero,  gli 
fece  intendere  che  se  gli  dava  Tanimo  di  darli  nelle  mani  Ludovico  Bentivogli,  che  gli 
dark  la  libert^  et  che  gli  daria  largo  premio  et  grado  di  conditione  presso  lui ;  a  cui  Gasparo,  35 
come  huomo  prestantissimo  che  era  et  di  grave  auttorita,  rispose  che  a  questo  suo  desio 
cercasse  altro  aiuto  che  il  suo,  che  egli  non  ne  voleva  far  altro,  ma  piu  tosto  morire  nella 
scura  prigione  che  tradire  il  suo  genero  tanto  da  lui  amato.  Questa  risposta  hebbe  quel 
capitano,  per  la  quale  stette  alquanto  sopra  di  sh  pensoso. 

Doppo  molti  discorsi  fatti  dal  capitano  per  pigliare  Lodovico  Bentivogli,  gli  venne  avanti  40 
che  a  questo  effetto  saria  buono  Battista  de'  Canetoli,  che  parimente  era  nelle  sue  forze  pri- 
gione ;  a  ciu  f ece  intendere  che  se  era  di  tanto  animo  di  darli  Ludovico  nelle  mani,  Tha^Tebbe 
liberato,  promettendogli  che  non  fu  mai  patricio  di  casa  sua  che  a  si  sublime  grado  sagliesse 
come  salirk  lui '.  Intesa  rambasdata,  Battista,  come  huomo  di  gran  pregio,  desideroso  di 
uscire  di  quelle  carceri  ove  tanto  tempo  era  stato  distenuto,  accett6  Timpresa.  Laonde,  45 
cavato  di  prigione,  non  per6  che  potesse  fuggire,  fu  accompagnato  da  Jacomo  da  Imola  con 
molti  cavalli,  e  non  and6  mezzo  miglio  che  per  miglior  guardia  di  Battista  et  per  suo  bisogno 


•  GiovANTtn  Sabbadiko  dbou  AROKim,  cap.  XIL  »  H  medesimo,  cap.  XTV. 

*  II  medemo,  cap.  XHL 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  85 

occorrendo,  si  congiunsero  seco  ccc  cavalli  bene  armati;  co*  quali  Battista  uscendo  delle  terre 

del  duca  di  Milano,  venne  a  Regio,  dove  fermandosi,  mando  a  dire  al  cavalliere  in  Carpi  che 

egli  era  uscito  di  prigione  et  che  lo  pregava  caramente  si  degnasse  venire  insino  a  lui,  per  farli 

compagnia  insino  a  Modona.     II   cavaliero   tosto   imaginandosi   che   Battista  cio  faceva   per 

"5  levarlo  di  Carpi  et  pigliarlo,  gli  mand6  la  risposta  con  dire  che  molto  si  rallegrava  della  sua 

liberatione  et  che  molto  gli  doleva  non  poter   andare  a  lui  et  di  accompagnarlo  a  Modona, 

perche  era  non  poco  aggravato  da  una  sua  ferita  in  una  gamba,  che  li  era  stata  data  in  Cento 

entrandovi  il  coute  Luigi,  dove  anco  vi  perd^  et  cavalli  et  ogni  ornamento  del  corpo.     Inten- 

dendo  questa  risposta,  Battista  passb  insino  a  Correggio  piu  presso  a  Carpi,  pensando  piu  facil- 

10  mente  ingannarlo;  dove  di  nuovo  mando  ad  invitare  il  cavaliere  si  degnasse  andar  da  lui,  che 

desiderava  vederlo.  II  cavaliere  gli  rispose  come  prima.   Havendo  Battista  veduto  non  far  prof- 

fitto,  passa  ad  un  luogo  alpestre  detto  Ginignuola,  che  parte  i  confini  fra  Carpi  et  Correg^o,  et 

di  nuovo  invita  seco  il  cavaliero ;  il  quale  gli  dk  repulsa  non  meno  ottima  et  eflScace  delle  due 

prime.     Battista  huomo  di  grande  animo,  risoluto  di  adoperare  in  ci6  ogni  suo  sapere,  perch^ 

15  il  suo  desiderio  sortisse  felice  effetto,  fa  non  altrimenti  di  colui  che  vedendo  lo  sparviero  lon- 

tano  al  suo    chiamare  non  volere  venire,  se  gli  fa  vicino  mostrandogli  il  cibo,  acciochfe  piu 

leggiermente  prenda  ardire  di  gittarsegli  al  pugno.     Cosi  fece  Battista :  egli  della  sua  persona 

ne  f ece  pugno  et  delle  sue  parole  ne  fece  cibo ;  et  venne  sin  dentro  Carpi,  accompagnato  da 

Jacomo  da  Imola  et  circa  12  cavalli,  che  alla  sua  guardia  stavano  di  secreto.    Et  li  300  altri 

20  cavalli  armati  erano  f uore  della  terra  non  molto  lontani,  acciochfe  non  si  scoprisse  I'  inganno. 

Entrato  dunque  Battista  dentro  con  Jacomo,  fu  dalli  signori  Carpesani  con  faccia  lieta  accolto 

et  honorato ;  et  dopo  le  grate  accoglienze,  ritiratosi  Battista  con  il  cavaliero,  cominci6  a  pregarlo 

che  si  volesse  degnare  di  accompagnarlo  sino  a  Bologna,  si  per  sua  consolatione  come  anche 

per  honore.     A  cui  il  cavaliero,  come  savio  et  forte  nel  suo  proposito,  si  iscusb  non  poterlo 

25  accompagnare,  et  avvenga  che  Battista  con  mille  ritrovati  et  mille  apparenti  amorevolezze  lo 

pregasse  che  seco  a  Bologna  passasse,  sempre  il  cavaliere   con  savie  risposte  glie  lo  neg6; 

Battista  finalmente  pregandolo  che  almeno  seco  ad  un  tiro  d'arco  fuori  di  Carpi  l'accompa- 

gnasse,  il  cavaliero  si   scoperse   per   qual   cagione   non  lo   voleva   egli   fare,   et   cosi   disse: 

"  Battista,  non  poco  di  te  mi  maraviglio,   che  in  tal   maniera  mi  vogli   f orzare   che  io  t'ac- 

30  "  compagni   infino   a  Bologna  o  quivi  poco   lontano   f uore   di   questa   terra ;  ma  vie  pi^   mi 

"  maraviglio,  che  essendo  tu  huomo  savio  et  aveduto,  siccome  piu  volte  ne  hai  reso  esperienza 

"  con  la  propria  vita  nelle  cose  importanti,  non  habbi  per  anco  voluto  intendere  le  mie  scuse 

"  per  non   volere   venire   dove  mi  hai  desiderato.  et   che   chiaramente   non   conosci   che   io 

"  come  tu  non  voglio  f armi  prigione  et  che  perci6  non  voglio  fare  un  passo  fuori  di  questa 

35   "  terra.    Per  queste  cagioni  adunque  ti  dico:  Rimanti  paciente,  se  io  non  ti  faccio  compagnia  „. 

Battista,  arrossito  in  volto,  molto  si  scus6  che  non  era  cosi  come  il  cavaliere  si  pensava,  ma 

che  ci6  faceva  per  haverlo  come  amico  seco  nel  viaggio  di  Bologna,  et  che  poichfe  tale  so- 

spetto  gli  era  entrato  in  cuore,  che  gl'incresceva  et  che  di  quello  il  pregava  era  per  godere 

della  sua  presenza.     Poi  gli  disse  che  rimanesse  con  Dio,  et  se  n'and6. 

40  Al  suo   partire  li  signori  di   Carpi  gli  donorono  un   bellissimo  cavallo;  et  resegli   gratie 

infinite,  si  rivolse  al  cavaliero,  che  era  in  strada,  et  lo  preg6  che  Taccomodasse  d'uno  de' 

suoi   servitori  che   1' accompagnasse   sino  a  Bologna  et   che   li   govemasse   il  detto   cavallo; 

di  che   tosto  il  cavaliero   lo   content6.     Partissi   adunque   Battista   et   Jacomo   da   Imola   di 

Carpi  et  s'inviarono  ove  era  la  gente  d'arme  che  Taspettava;  ove  arrivati,  fecero  smontare 

45  Battista  da  cavallo  et  lo  posero  sopra  un  tristo   ronzino   legato  come  prigione  per  condurlo 

al  luogo  di  dove  Tavevano  tolto.     Vedendo  il  famiglio  la  crudelth  delle  genti  d'armi  verso 

Battista,  tutto  si  smarri;  et  Battista,  rivolto  a  lui  con  faccia  pietosa,  disse:  "  Vanne  in  pace 

*  et  raccomandami  al  tuo  signore , ,  et  li  soldati  il   condussero  via.    Ritornatp  il   servo  in 

Carpi  al  suo  signore  tutto  smarrito   et  lagrimoso,  Ludovico   il   domand6  che   cosa  gli  fosse 

^  awenuta,  che  cosi  tosto  era  a  dietro  ritornato.    II  servo,  fi^raadogli  11  tutto  come  era  stato 


^6  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  1443] 


scavalcato  et  posto  dalle  genti  d'arme  a  piedi  et  poi  fatto  montare  sopra  un  tristo  ronzino, 
etc,  airhora  il  cavalier   disse:    "  Tutto  questo   sempre  me  ne   imaginai   dovesse   avvenire  et 

•  perci6  mai  mi  voUi  piegare  di  andar  con  esso  lui,  come  mi  pregava,  di  che  ne  sia  ringra- 

•  ziato  per  sempre  Iddio  , . 

II  conte  Luigi  passa  a  San  Giovanni  et  capitola  con  quei  del  castello,  con  Crevalcore,  5 
Sant'Agatha,  Manzolino  et  Piumazzo,  a'  quai  luoghi  egli  non  diede  molestia  alcuna;  ma  gli 
huomini  di  Castel  Franco  non  lo  volsero  ricevere  nfe  con  esso  lui  capitolare,  perchfe  volsero 
servare  indubitata  fede  a'  Bolognesi.  Di  che  adiratosi  il  conte  Luigi,  pose  tutto  il  lor  paese 
a  sacco  brugiando  la  villa  di  Panzano  et  di  Gazzo,  che  furono  ottanta  case.  Et  i  Bolognesi, 
havendo  intesa  la  fedeltk  degrhuomini  di  Castel  Franco,  per  li  danni  ricevuti,  il  senato  gli  10 
rimette  tutti  quei  debiti  che  essi  havevano  con  la  cittk  et  gli  h  fatta  la  rimissione  per  dieci 
anni  di  quanto  dovevano  pagare,  dandogli  la  corba  del  sale  a  lire  una  et  soldi  10.  II  che 
tutto  pa8s6  per  partito  nel  conseglio  delli  600  in  segno  di  gratitudine. 

Li  fuorusciti  et  ii  banditi  di  mano  in  mano  ritornano  alla  patria  et  in  particolare  gramici 
de'  Canetoli.  '  15 

Ritomando  dalla  cittk  di  Ferrara,  Battista  di  Jacomo  dalle  Correggie,  Matthio  et  Gaaparo 
di  Bemardino  dalle  Correggie,  giunti  a  Corticella,  furono  pigliati  dalli  soldati  del  conte 
Luigi  et  condotti  neiressercito ;  a'  quali  posero  taglia  300  ducati  per  ciascuno,  nh  poterono 
giungere  alla  cittk  secondo  il  desiderio  loro. 

Ritorna  parimenti  Lippo  Ghisilieri,  che  era  confinato  a  Modona.  20 

Alli  10  di  giugno,  che  fu  il  lunedl  di  Pasqua  rosata,  il  conte  Luigi  trascorse  il  territorio 
di  Bologna  ponendo  ogni  cosa  a  sacco,  et  passa  al  ponte  Polledrano  et  il  piglia  et  il  sac- 
che^a  et  fa  gran  presaglia  di  bestiame,  perciochfe  quivi  era  tutto  rifugiato  come  in  luogo 
ricuro,  et  fece  molti  del  paese  prigioni. 

Alli  1 1  di  giugno,  il  martedi  di  Pasqua,  si  raduna  il  senato  per  trattare  se  li  Canetoli  si  25 
dovevano  richiamare  alla  cittk  et  farli  far  la  pace  con  li  Bentivogli,  a  maggior  conserva- 
tione  della  cittk  et  mantenimento  della  libertk  di  essa;  parve  ad  alcuni   si  dovesse  fare,  ma 
non  gik  a  Giovanni  di  Jacomo  Griffoni,  il  quale  molto  fu  contrario  di  parere,  adducendo  in 
mezzo  la  loro  alterigia  et  che  sempre  erano  stati  inquieti  et  perturbatori  della  comune  pace, 
oltre  rhaver  sempre  esser  a  tutti  superiori  et  dominare  la  citt^     Fu  la  volontk  di  Giovanni  30 
publicata  per  il  palazzo;  di  che  adirato  Galeazzo  Marescotti,  che  quivi  si  trovava,  prese  un 
roncone,  et  con  esso  entrato  nel  senato,  senza  haver  alcun  rispetto  nfe  alli  signori  antiani 
nfe  a'  gentilhuomini  quivi  radunati,  men6  un  colpo  per  levar  di  vita  Giovanni,  ma  Tarme 
percuotendo  nel  muro  glie  lo  viet6,  nondimeno  alquanto  il  feri  nel  capo.    Laonde  turbato 
tutto  il  senato,  si  abbandon6  il  consiglio  con  gran  tumulto  del  palazzo,  et  Giovanni  da  molti  35 
cittadini  accompagnato  cosl  ferito  se  ne  and6  a  casa  sua.     Et  non  parve  al  senato   per  al- 
rhora  fame  alcun  risentimento,  per  esser  la  cittk  in  travagli  et  haver  bisogno  dell'opera  di 
Galeazzo  nella  guerra. 

Ma  ritorniamo  ad  Annibale  Bentivogli,  il  quale  tutto  intento  airassedio  del  castello,  fece 
fare  un  canale  nel  mercato   cominciando  dal  cavadiccio  del  ponte  de'  Preti  insino  al  fosso  40 
del  castello  per  introdurvi  Tacqua.    Poi  rompe  le  fitte  di  legno  del  castello  et  fa  ima  tagliata 
per  lo  traverso  del  mercato,  cominciando  dalla  chiesa  di  san  Giovanni  insino  a  San  Bene- 
detto;  et  tutto  questo  aflSne  che  li  presidi  contro  la  cittk  non  potessero  passare. 

II  senato,  per  provedere  alla  fermezza  della  libertk  della  cittk,  manda  ambasciatori  a  Fio- 
tenza  et  a  Venezia  per  far  lega  insieme  contro  il  duca  Filippo.  Furono  adonque  eletti  per  45 
ambasciatori  a'  Venetiani  questi,  ciofe:  Battista  da  Castel  San  Pietro,  Giovanni  di  Bonifacio 
Gozzadini;  per  ambasciatori  a' Fiorentini  furono  eletti  questi:  Nicol6  di  Stephano  Ghisilardi 
dottore,  Melchior  di  Astorre  Malvezzi.  Questi,  oltre  il  trattar  la  lega,  anche  dovevano  a 
nome  del  senato  chiederli  la  grazia  che  liberassero  di  carcere  Gasparo  di  Matthio  Canetoli. 
Tutti  li  detti  ambasciatori  si  partirono  con  molto  honore.  50 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  87 


II  senato  consegna  le  porte  della  cittk  alle  compagnie  delle  arti,  accioch^  esse  vi  ponghino 
fedeli  presidi.  Poi  fa  radunare  il  consiglio  delli  600  per  creare  li  nuovi  ma^strati,  et  alli  14 
di  giugno,  il  venerdi,  furono  cassi  li  16  reformatori  dello  stato,  che  erano  questi,  ciofe:  An- 
nibale  Bentivogli,  Carlo  Ghisilieri,  Giovanni  Manzolino,  Girolamo  Bolognini,  Pandolfo  de' 
5  Bianchi,  Bartolomeo  Lambertini,  Gasparo  Malvezzi,  Antonio  Bargellini,  Giovanni  Grriffoni, 
Romeo  Pepoli,  Dionisio  Castelli,  Matteo  Gozzadini,  Lodovico  Marescotti,  Cristoforo  Caccia- 
nemici,  Filippo  Bellini,  Francesco  Canetoli;  et  furono  creati  li  dieci  della  balla  et  grotto 
deirhavere,  il  cui  officio  fosse  il  raccogliere  danari  dalli  cittadini  per  pagar  li  soldati.  Questi 
furono  U  dieci:  Giovanni  di  Jacomo  Griffoni  cavalliero,  Carlo  di  Giovanni  Gisilieri,  Romeo 

10  di  Guido  Pepoli,  Giovanni  da  Manzolino  notaro,  Annibale  Bentivogli,  Dionisio  di  Castello, 
Lodovico  di  Melchior  Manzuoli,  Giovanni  di  Giovanni  Fantucci,  Jeronimo  d'Andrea  Bolognini, 
Matteo  di  Bernardino  Gozzadini.  Questi  furono  gFotto  deirhavere:  Giovanni  di  Tomaso 
Bianchetti,  Bonifacio  di  Turzo  Fantuzzo,  Francesco  di  Jacomo  Ghisilieri,  Battista  di  Ludo- 
vico  Ramodini,  Lodovico  Caccialupi  notaro,  Urbano  di  Guglielmo  dalla  Fava,  Facino  di  Flo- 

15  rio  dalla  Nave,  Crescentio  di  Bartolomeo  dal  Poggio. 

Havendo  inteso  il  duca  di  Milano  che  i  Bolognesi  havevano  mandati  ambasciatori  a  Fio- 
renza  et  a  Venezia,  per  cagione  di  lega,  volle  tentar  di  amicarsi  li  Bolognesi,  sapendo  che 
assai  importava  questo ;  et  a  questo  fine  manda  un  suo  ambasciatore  con  Battista  Poeti,  che 
si  trovava  in  Milano.     II  quale  giunto  a  Bologna  et  introdotto  nel  senato,  con  longo  parlare, 

20  narr6  la  intentione  del  duca,  che  era  desideroso  di  havere  la  cittk  di  Bologna  per  amica  et 
che  in  suo  aiuto  et  favore  era  per  porli  la  robba  et  la  vita,  et  che  fra  tutte  le  cose  desiderava 
che  il  senato  lasciasse  in  piedi  il  castello  di  Galliera  et  concederglielo  acciochfe  potesse  in 
ogni  occorrenza  sovvenire  alli  bisogni  della  cittk.  Fu  di  tutte  queste  proferte  ringraziato  il 
duca  dal  senato,  et  per  ultima  loro  determinatione  gli  fanno  sapere  che  vogliono  che  il  detto 

25  castello  vada  per  terra  perch^  non  vogliono  quel  morso  in  bocca;  et  con  questa  conclusione 
alli  15  giugno,  il  sabbato,  licentiarono  Tambasciatore  ducale. 

Gli  ambasciatori  bolognesi  mandati  a  Fiorenza,  alli  18  di  giugno,  il  martedl,  ritornano  a 
Bologna  con  la  conclusione  della  lega  fatta  con  la  signoria  di  Fiorenza,  et  nella  cittk  se 
ne  fa  trionfi  et  festa. 

30  Alli  20  di  giugno,  il  giovedi,  che  fu  la  festa  di  san  Raphaele,  la  notte,  il  signor  Astorre 

di  Faenza  capitano  di  NicoI5  Piccinino  entra  in  Bologna  con  400  cavalli  per  la  porta  che 
era  presso  il  castello,  che  si  stava  spalancata  giorno  et  notte  per  esser  guasta  la  porta  di 
legno  (o  simplicith  o  piu  tosto  negligenza  degrhuomini  di  questi  tempi !),  et  fuori  era  il  conte 
Luigi  con  Tessercito.    II  senato,  accortosi  di  questa  entrata,  tosto  fa  dare  il  segno  alle  campane, 

35  et  il  popolo  piglia  Tarme  et  passano  circa  9000  persone  fra  cittadini,  soldati  stipendiati  et 
popolari  al  mercato,  et  quivi  si  fa  una  sanguinosa  scarramuzza;  et  avenga  che  il  castello  con 
le  bombarde  aiutasse  Astorre,  nondimeno  i  Bolognesi  lo  cacciarono  fuori  della  cittk  con  la 
morte  di  molti  de'  suoi  et  con  sua  gran  vergogna.  Ma  per5  non  tem^  egli  ancora  circa  le 
20  hore  di  questo  giomo  di  entrare  nel  castello  et  portargli   vettovaglia,  et  il  castellano   di 

40  molte  bocche  si  alleggerl,  mandando  fuore  molti  di  quei  che  quivi  si  erano  salvati  dal  tu- 
multo  quando  fu  preso  Francesco  Piccinino. 

Alli  22  di  giugno,  il  sabbato,  Gasparo  Canetoli  con  molti  fuorusciti  della  cittk  et  con 
buon  numero  di  soldati  mandati  da'  Fiorentini  giunge  in  Bologna,  et  Annibale  Bentivogli  lo 
va  ad  incontrare  alla  porta  di  Mamolo  et   quivi   amendue   si  abbracciano   et  baciano,  et  di 

45  compagnia  passano  al  palazzo  a  visitare  gli  signori  antiani  et  finalmente  ciascuno  ritoma 
alla  sua  casa.  Alli  23  di  giugno,  la  domenica,  il  castello  cominci6  a  tirare  molti  tiri  di  bom- 
barda  contro  la  cittk  di  Bologna;  il  che  dal  popolo  udito,  si  serrano  le  botteghe,  et  tosto  il 
popolo  si  arma  et  passa  al  mercato  et  quivi   con  li  presidi  del  castello  azzuffandosi,  molti 


5.  GloTanni]  HtlPoriginult :  Gla 


^i  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i443i 


di  amendue  le  parti  ne  restano  malamente  feriti.  Di  queste  simili  baruffe  spesse  volte  se  ne 
fecero  fra  amendue  queste  parti,  et  benchfe  et  molti  feriti  et  molti  morti  \n  fosscro,  torna- 
vano  nondimeno  alle  lor  botteghe  come  se  niente  foBse  occorso. 

U  conte  Luigi.  essendo  a  Corticella  alli  25  di  giugno,  il  marted),  d'indi  si  parte  et  passa 
a  San  Giovanni  in  Persicetto,  et  gli  huomini  se  gli  rendono  soggetti,  con  patto  pero  che  11    5 
suoi  soldati  non  entrassero  nel  castello. 

Alli  20  di  giugno,  il  mercoledi,  escono  fuori  della  citti  da  50  cavalli  et  40  pedoni  et  passano 
al  ponte  di  Rheno,  et  vedendo  3  squadre  de'  soldati  nemlci,  cominciano  a  gridare:  *  Popolo, 
"  popolo,  ,  et  con  tanlo  ardire  gli  assaliscono  che  (credendo  gli  nemici  che  quivi  11  popol 
di  Bologna  fosse)  gli  pongano  in  fuga,  et  seguitati  da'  nostri,  vedendo  essi  non  potersi  salvare,  10 
sl  arrendono  a'  nostri  da  100  cavalieri  et  gli  condussero  a  Bologna,  li  quali  poi  manifestareno 
che  erano  per  andare  a  Casalecchio  per  levar  Tacqua  di  Rheno.  Furono  lasciati  liberl 
levandogli  Tarme. 

U  conte  Luigi  colmo  di  sdegno  et  di  rabbia  che  i  Bologneai  gli  havessero  fatti  tanti 
prigioni,  ricorre  al  vendicarsene  come  meglio  pu6,  et  per6  revoca  tutti  li  salvicondotti  che  15 
haveva  fatti  ad  alcuni  monasteri  et  cittadini  di  Bologna,  poi  alli  4  di  luglio,  il  giovedi,  passa 
furibondo  sopra  i  detti  monasteri  et  possessioni  de'  cittadini  et  gli  toglie  le  biade  et  quanto 
pu6  del  loro  havere.  Fatto  ci6,  passa  a  Castel  Franco  (havendo  ottenuto  San  Giovanni  in 
Persicetto,  Sant'Agata,  Manzolino  et  altre  assai  castella  del  Bolognese)  et  vi  pone  Tassedio. 

I  Fiorentini  mandano  a'  Bolognesi  Simonetto  da  Castel  San  Piero  deirAquila  con  Gotti-  20 
fredo  et  ottocento  cavalli  bene  a  ordine  et  800  fanti,  li  quali  alli  6  di  luglio,  11  sabbato,  entrano 
in  Bologna.    Li  cavalli  andarono  ad  alloggiare  fuori  di  strh  San  Stephano,  li  pedoni  nel  mer- 
cato  et  il  capitano  Simonetto  nelle  Lame,  dove  11  signori  antiani  honoratamente  11  trattarono 
et  gli  fecero  un  bellissimo  presente. 

Annibale,  Simonetto,  Gasparo  Canetoli  con  molte   bande  de  cavalli  et  alcune  bandiere  25 
di  fanti  escono  dalla  cittk  et  passano  a  Corticella  per  porvi  presidi,  acciochfe  gli  nemici  cosl 
llberamente  non  possino  passare  nel  territorio. 

In  questo  tempo  awicinandosi  gli  nemici  a  Castel  Franco,  gli  huomini  del  castello  escono 
fuori  et  gli  assaliscono  et  dopo  longa  zuffa  gli  rompono  et  ne  ammazzano  da  125,  et  de'  ca- 
valli  et  de'  pedonl  ne  f anno  un  gran  numero  prigioni ;  et  il  restante  de'  nemici  che  restarono  30 
si  allontanarono  dal  detto  castello.    Di  questa  vittoria  se  ne  fece  allegrezza  nella  citti. 

Simonetto  con  11  suoi  cavalli  frattanto  passa  a  Imola,  uscendo  dl  Bologna  secretamente, 
et  giunto  alla  sprovista  nel  territorio  d'Imola,  lo  pose  a  sacco  et  a  fuoco,  et  fattone  un 
grosso  bottino,  se  ne  ritorn6  a  Bologna.  Simonetto  fece  questo  assalto  per  esser  Astor  Manfredi 
signore  di  Faenza  et  d'Imola  insieme  col  conte  Luigi  contro  i  Bolognesi.  35 

Gli  signori  antiani,  che  si  trovano  bisognosi  di  danari  per  mantenere  li  soldati  contro  il 
duca  di  Milano,  radunano  il  conseglio  delli  600,  dove  h  proposto  che  Terario  publico  h 
senza  denari  et  che  per  haverne  bisogna  che  li  datii  et  le  gabelle  si  vendano  ad  alcuno  che 
subito  possa  pagare  la  somma  che  aaik,  et  che  s'imponga  qualche  imprestanza  a'  cittadini  et 
estimi,  acciocchfe  11  tutto  con  ordine  et  con  pace  della  citt^  camini.  Si  ottenne  il  partito  et  40 
si  elessero  ancora  alcuni  huomini  amatori  della  repubblica,  a'  quali  si  diede  autorit^  di  far 
quanto  in  detto  conseglio  era  ottenuto.  Gli  eletti  furono  questi,  cio^ :  Giovanni  di  Nicol6  di 
Ligo  cavaliere,  Bomio  di  Beltrame  da  Sala  famosissimo  dottore,  Jacomo  di  Giovanni  da  Mo- 
glio,  Melchior  di  Nano  da  Viggiano,  Cristophoro  di  Braiguerra  Caccianemici,  Giovanni  di 
Tomaso  Bianchetti,  Tomaso  di  Giovanni  Zanetini,  CantagUno  di  Jacomo  da  Sallceto,  Gio-  45 
vanni  Bartolomeo  Guidotti,  Lodovico  Caccialupi,  Simone  di  Giovanni  Manfredi,  Jacomo  di 
Bartolomeo  dalla  Calcina,  Antonio  di  Giovanni  Monterenzoli,  Filippo  di  Gasparo  Bargellini, 
Gasparo  di  Giovanni  di  Dino  di  Merzari,  Giovanni  di  Jacomo  Seccadinari,  Melchiorre  di 
Galeazzo  Bargellini,  Damiano  di  Fabrino  Mantechedi,  Giovanni  di  Faccio  Pasi,  Jacomo  di 
Bartolomeo  dalla  Spada,  Zaccaria  di  Bartolomeo  da  Fiesso,  Gratia  di  Nicol6  di  Merigho,  50 


I 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  89 

Francesco  di  Andrea  Bolognini,  Nicol6  di  Pietro  Cavallina,  Jacomo  di  Antonio  Paltroni, 
Cathellano  di  Castello,  Andrea  Battaglia,  Michele  di  Francesco  dal  Mangano,  Bonifacio  di 
Tuzzo  Fantuzzo,  Nicolo  di  Poeta  Poeti,  Giovanni  di  Jacomo  Bianchini,  Giovanni  di  Lippo 
Ghisilieri,  Lodovico  di  Matthio  Griffoni,  Filippo  di  Pietro  Scappi,  Bonifacio  di  Nicol5  Ber- 
5  tuccini,  Vencelao  di  Bonifacio  Gozzadini,  Francesco  di  Pier  Nicola  Albergati,  Alberto  di 
Pietro  di  Enoch,  Rainaldo  di  Lorenzo  Ariosti,  Buoncompagno  di  Federico  dal  Ferro,  Gio- 
vanni  di  Benedetto  de'  Barbieri,  Pace  di  Domenico  Bagarotti,  Filippo  di  Rainaldo  Formaglini, 
Jacomo  di  Biasio  dalla  Renghiera,  Jacomo  Andrea  degl'  Orsi,  Marco  di  Venturino  Luppari, 
Rigo  di  Orso  degl'Orsi. 

10  Gli  ambasciatori  che  andorono  a  Venetia,  havendo  conclusa  la  pace  et  lega  con  li  Ve- 

netiani  et  Fiorentini  per  cinque  anni,  con  li  suoi  capitoli  fatti  di  aiutarsi  Tun  et  Taltro  con- 
tro  il  duca  di  Milano,  ritomano  a  Bologna  a  di  12  di  luglio,  il  venerdl,  et  questa  nuova  della 
lega  la  port6  uno  servitore  mandato  alli  signori  da  Battista  da  Castel  San  Pietro,  et  li  signori 
per  allegrezza  donarono  al  nontio  un  cavallo  con  dieci  braccia  di  scarlato  et  con  il  detto  dono 

15  mandato  a  cavallo  and6  per  tutta  la  cittk.  Poi  and6  a  casa  di  Annibale  Bentivogli  a  dar  la 
nuova  della  lega  a  Francesco  Piccinino,  la  quale  oltre  modo  mostr6  con  sospiri  se  la  gli  spia- 
cesse  o  no. 

Alli  14  di  luglio,  la  domenica,  in  Bologna  si  publica  con  ogni  soUennitk  la  lega  et  si 
fanno  fuochi  sopra  tutte  le  torri  et  allegrezza. 

20  Alli  17  di  luglio,  il  martedi,  il  nontio  della  nuova  della  lega  alle  due  hore  di  notte  si  parte 

da  Bologna  per  ritornare  a  Venetia;  il  senato  gli  dk  sei  uomini  armati  che  il  conducono  in- 
fino  al  luogo  sicuro  et  escono  tutti  insieme  per  la  porta  di  stra  Maggiore  per  andare  a  Bu- 
drio.  Et  rivolgendosi  verso  la  porta  di  str^  San  Vitale,  furono  veduti  da  alcuni  ortolani  che 
erano  alla  guardia  del  grano  su  1'  area  ch'egIino  V  istesso  giorno  havevano  battuto,  et  vedendo 

25  questi  cavali  accostarsi  verso  loro,  temendo  che  fossero  gli  nemici,  cominciarono  a  gridare : 
"  Popolo,  popolo  „,  et  prese  rarme  andarono  ad  incontrarli  et  uccisero  il  nontio  con  tre  altri 
della  compagnia,  senza  che  si  potessero  difendere.  Udendo  il  capitano  della  porta  di  strk 
San  Vitale  le  voci  degFortolani  et  il  maneggiare  deirarmi,  diede  il  segno  alla  campana,  dove 
concorse  buon  numero  di  genti  con  rarmi,  et  uscendo  fuori  verso  il  tumulto,  ritrovarono  il 

30  nontio  et  gli  altri  morti  in  terra.  II  che  oltre  modo  spiacque  a  tutti  et  in  particolare  al  se- 
nato,  il  quale   bandi  subito  di  pena  della   forca  gli  detti  ortolani. 

In  questo  istesso  giomo  Pietro  dal  Purgo  et  Giovanni  Ostesani  sono  fatti  commissari 
nella  valle  della  Samoggia,  et  nelle  parti  generali  della  montagna  di  quelle  parti  dalli  10  della 
balia  di  Bologna  per  fortificar  le  castella  et  difenderle  da'  nemici. 

35  Vengono  nuove  al  senato  che  li  Venetiani  mandono  a'  Bolognesi  Tiberto  Brandolino  con 

450  cavalli  et  Guido  Rangoni  con  600  et  200  fanti. 

Mentre  che  ne  vengono  le  sudette  genti  de'  Venetiani  in  soccorso  della  cittk,  li  cittadini 
non  raancano  di  travagliare  il  castello  con  le  bombarde  et  saette  et  schioppi,  et  il  simile  an- 
che  fanno  gli  presidi  della  fortelezza  contro  la  cittk;  ma  come  avenne,  li  nostri  alla  fine  get- 

40  tarono  per  terra  da  6  pertiche  di  muro. 

Simonetto  alli  16  di  luglio,  il  martedl,  con  la  sua  compagnia  trascorre  a  Medecina  et  pel 

Medesano  et  per  lo  territorio  di  Castello  San  Pietro,  che  era  confederato  con  il  conte  Luigi 

et  col  signore  Guidaccio  Manfredi,  dove  fa  gran  preda  di  bestiami  et  piglia  molti  prigioni. 

Alcuni  degli  presidi  del  castello  di  Galliera  escono  fuori  et  pigliano  due  fanti  che  erano 

45  stati  posti  per  guardia  del  baracano,  che  6  verso  la  Mascarella,  et  gli  condusaero  nel  castello ; 
et  presentati  al  capitano,  egli  a  longo  ragion6  con  essi  loro  mostrandoli  lieta  faccia  et  pian 
piano  disponendoli ;  finalmente  gli  promisse  quattrocento  ducati  d'oro,  se  eglino  volevano  am- 
mazzare  Aiinibale  Bentivogli,  li  quali  prontamente  gli  diedero  la  fede  di  farlo  contento  et 
che  lo  ucciderebbono ;  et  Tartaro  gli    Ia8ci6  liberi.     Li  quali  venendo  amendue  dalli  com- 

50  missari,  si  appreseatarono  per  seguitare  la  lor  coadotta.    Parve  alli  commiasari  cosa  inaolita 


90  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1443] 

che  coBtoro  a\  tosto  fossero  stati  dal  Tartaro  liberatl,  et  fra  di  loro  discorrendo  sopra  queata 
cosa,  vennero  in  sospetto  di  qualche  tradimento.  Perci6  gli  fanno  pigliare  et  gli  fanno  es- 
saminare,  et  non  concordando  insieme,  gli  fecero  tormentare,  et  confessorono  il  trattato.  Et 
furono  gli  infelici  tanagliati  et  poscia  impiccati  in  luogo  eminente,  dove  potessero  esser  da 
quei  del  castello  veduti.  5 

Vedendo  il  conte  Luigi  che  egli  non  faceva  alcun  profittto  stando  intomo  a  Castel 
Franco,  si  parl)  et  passa  a  Buonconvento,  a  Cazzano  et  a  Cadriano  scorrendo  in  ogni  lato, 
tagliando  le  biade  mature  et  rovinando  ogni  altra  cosa;  di  che  erano  !i  cittadini  di  mala  vo- 
glia,  vedendo  che  gli  nemici  gll  loglievano  quello  che  per  loro  stessi  dovevano  raccogliere, 
et  assai  pii»  gli  doleva  che  lo  vedevano  consumare,  nh  altro  a  tanti  loro  affanni  dava  qual-  10 
che  ristoro,  se  non  che  speravano  nel  valido  soccorso  de'  Venetiani. 

Alli  26  di  luglio,  il  giovedl,  il  senato,  per  levare  ogni  speranza  a  Tartaro  di  non  potere 
macinare  il  formento,  manda  dugento  fanti  a  rovinare  il  molino  di  Battista  da  Castel  San  Piero 
che  era  fuore  della  porta  di  Galliera  vicino  il  castello,  dove  trovandosi  Galeazzo  Marescotti 
capitano  delH  dugento  fantl  per  rovinarlo,  gU  fu  vielato  dal  gran  spiombare  de'  schioppi  et  15 
delle  saette  che  facevano  gli  presidi  del  castello  sopra  di  loro,  et  Gaieazzo  ne  rest6  di  un 
schioppo  ferito  nel  braccio.  Ora  vedendo  li  commissari  che  il  molino  era  difeso,  fecero 
tosto  fabricare  una  bricola,  et  con  essa  gettavano  entro  il  castello  animali  morti  et  puzzolenti 
con  altre  carogne,  che  di  fetore  amorbavano  Taria,  et  inoltre  gli  gettavano  sassi  grandi  che 
gli  rovinavano  le  case  loro.  20 

Essendo  Battista  et  Galeotto  Canetoli  con  il  conte  Luigi  alla  Quadema,  et  havendo  il 
salvocondotto  dalli  signori  antiani,  Galeotto  solo  se  ne  viene  in  Bologna  per  tentare  se  poteva 
porre  qualche  accordo  fra  il  duca  di  Milano  et  Bolognesi.  Fu  alli  27  di  luglio,  il  sabbato;  et 
havendo  longo  ragionamento  col  senato  non  puot^  giamai  trovar  modo  alcuno  che  agli  signori 
antiani  piaresse,  et  per  ci6  alli  trenta,  il  martedi,  se  ne  ritorna  al  conte  Luigi  alla  Quadema.  25 

Essendo  awisati  li  signori  antiani  che  il  conte  Luigi  si  era  mosso  dalla  Quaderna  con 
tutto  Tessercito  et  che  veniva  per  dare  soccorso  al  castello,  fecero  dare  il  segno  alla  campana, 
laonde  il  popolo  tutto  si  pose  in  arme ;  et  sotto  il  governo  d'Annibale  Bentivogli  uscendo  fuore 
della  porta  della  Mascarella  per  azzuffarsi  col  nemico  et  vietargli  il  passaggio,  giunti  al  luogo 
dove  credevano  che  il  conte  fosse,  non  vi  trovomo  huomo  vivente,  et  fu  fatto  consapevole  30 
Annibale  da  alcuni  che  per  anco  il  conte  Liiigi  non  era  mosso  dalla  Quaderna.  Ora  il  pru- 
dente  Annibale,  intento  ad  ogni  hora  airutile  et  alla  sicurezza  della  libertk  della  sua  patria, 
vedendo  tanto  popolo  quivi  adunato,  si  rivolse  loro  et  gli  inaniml  con  vive  et  forte  ragioni 
al  far  quivi  un  profondo  fosso  per  levare  a  quei  del  castello  Tardire  di  uscire  ad  ogni  loro 
piacere  del  detto  castello  et  vagare  hor  qua  et  hora  Ik  et  anco  per  assediar  Tartaro,  che  35 
fosse  forzato  a  rendere  il  castello  alla  cittk;  al  cui  parere  acconsentendo  tutti  di  un  volere, 
Annibale  disegn6  il  fosso  et  gli  argini  che  si  doveva  fare,  et  fatto  venire  gli  stromenti, 
egli,  seguitando  gli  altri  tutti,  cominci6  a  cavare  la  terra.  Era  il  detto  fosso  dalla  strada 
della  Mascharella  insino  alla  strada  di  Galliera  alla  Croce  del  Frasene,  ponendo  in  fortezza 
quella  casa,  et  d'  indi  andava  insino  al  muro,  passando  il  canale.  Era  cupo  et  di  longhezza  40 
f u  mille  et  500  passi.  Adunque  cavato  il  detto  f osso,  1'  empierono  d'acqua  insino  al  Frasene 
et  Tassicurarono  con  uno  alto  et  largo  argine  di  terra.  Fu  finito  in  tre  giorni,  perch^  tanta 
fu  raccuditi  della  cittk  tutta  di  fare  questo  fosso,  che  vi  concorsero  tutti  i  gradi  di  persone, 
sl  temporali,  come  spirituali,   amministrandoli  le  cose  necessarie  al  vivere  il  senato  '. 

Ritornano  gli  ambasciatori  da  Venetia  et  sono  accarezzati  dal  senato  et  da  tutta  la  citti  45 
per  essersi  portati  prudentemente. 

Battista  Canetoli  viene  in  Bologna  per  vedere  se  poteva  porre  pace  fra  il  duca  et  i  Bo- 
lognesi,  et  havuta  dal  senato  buona  risposta  (fu  alli  3  d'agosto),  passa  al  castello  da  Tartaro 
per  persuaderlo  voglia  consignare  il  castello  alli  cittadini,  perchfe  non  t  per  haver  soccorso 


Garzone,  nelle  sue  Storiae. 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  91 

alcuno.  II  Tartaro  non  gli  risponde  airhora,  ma  piglia  tempo  per  il  dopo  desinare;  il  quale 
poi  cosi  rispose:  che  prima  voleva  il  termine  di  15  giorni  per  vedere  se  il  duca  lo  voleva 
soccorrere,  et  che  non  mandandolo  il  duca,  che  airhora  daria  il  castello  a'  Bolognesi  con 
patto  di  salvare  la  robba  et  le  persone,  et  dandogli  i  Bolognesi  quella  somma  di  danari  che 
5  egli  loro  domandarebbe.  Havuta  questa  risposta,  Battista  riferisce  il  tutto  al  senato  et  poi 
se  ne  ritorna  a  San  Nicol6  ove  era  il  conte  alloggiato.  Faceva  questa  diligenza  Battista  per- 
chfe  desiderava  ripatriare,  perch^  sapeva  che  seguitando  questa  pace,  li  fuorusciti  sarebbeno 
stati  rivocati  dalFessilio. 

A  dl  7  di  agosto,  il  mercoledi,  il  senato  manda  Gottofredo  capitano  de'  Fiorentini  et  Ti- 

10  berto  Brandolini  capitano  de'  Venetiani  a  intendere  dal  Tartaro  che  animo  era  il  suo,  et  ad 
amendue  il  senato  dk  auttoritk  di  potere  capitolare  con  esso  lui  di  certa  somma  di  danari;  li 
quali  andati  et  a  longo  havendo  ragionato  col  Tartaro,  capitularono  in  questa  guisa: 

Che  se  fra  15  giorni  il  Tartaro  non  havrk  socorso,  egli  consignark  il  castello  a'  Bolognesi, 
donandogli  il  senato  3500  ducati  depositandogli  essi  in  Siena; 

15  Che  li  suoi  soldati  fossero  lasciati  andare  liberi  con  le  loro  robbe  a  luogo  sicuro; 

Che  egli  non  potesse  in  questo  termine  delli  1 5  giorni  da  lui  tolto  riparare  alcuna  cosa, 
n^  fare  alcun  atto  contro  la  cittade. 

II  che  concluso  et  approvato,  si  levorno  le  offese  da  amendue  le  parti. 

Havendo  nemicitia  Giovanni  di  Prendiparte  da  Castagnuolo  con  Bolognino  dalle  Fiubbe 

20  amicissimo  di  Annibale  Bentivogli,  per  alcune  parole  fra  di  loro  occorse,  incontrandolo  Tam- 
mazza,  il  che  molto  spiacque  ad  Annibale ;  et  se  fosse  stato  ci6  fatto  in  altro  tempo,  ne  su- 
scitava  grandissimo  travaglio,  ma  essendo  le  cose  della  cittk  su  la  bilancia  di  fortuna,  per 
airhora  altra  dimostratione  non  si  fece. 

Battista  Canetoli  entra  in  Bologna  et  6  dal  senato  caramente  accettato. 

25  Tiberto  Brandolmo,  che  stare  ocioso  non  vuole  con  li  suoi  300  cavalli  et  300  fanti,  non 

cessa  di  trascorrere  il  paese  per  vedere  se  pu6  offendere  rinimico;  il  che  benissimo  gli  aviene, 

perciochfe  incontrandosi  con  esso,  si  azzufta  con  esso  lui  et  ne  uccide  sedeci  et  venti  cavajli 

della  parte  nemica  fa  prigioni,  ponendo  il  resto  in  fuga.     Fu  alli  1 1  di  agosto,  la  domenica. 

Gli  huomini  di  San  Giorgio,  clie  veggono  prosperare  le  cose  de'  Bolognesi,  et  intendendo 

30  li  mali  portamenti  del  conte  Luigi  fatti  nel  loro  paese,  mandano  6  huomini  al  senato  di  Bo- 
logna  a  proferirgli  il  castello,  pregandolo  a  darli  aiuto  accioch6  dagrinsulti  del  conte  si 
potesse  assicurare.  II  senato  accetta  volentieri  la  proterta  et  manda  loro  Pietro  di  Andrea 
del  Purgo  con  200  cavalli  et  cento  pedoni  si  per  diffesa  del  castello,  come  anco  per  offen- 
dere  gli  nemici. 

35  Stassi  vigilante  Annibale,  n^  pretermette  puntino  di  tempo  per  intendere  di  hora  in  hora 

tutto  quello  che  faccia  il  conte  Luigi,  per  sapere  egli  quello  dovesse  fare  contro  di  lui;  et 
fra  le  molte  cose  che  intende,  una  fu  che  per  aviso  di  alcune  spie  fidate  b  avisato  che  li 
soldati  del  detto  conte  si  stavano  sicuri  et  senxa  alcun  timore  de'  Bolognesi  et  che  solo 
erano  intenti  alli  piaceri,  al  rubare  et  saccheggiare  per  ben  potere  crapulare  et  inebbriarsi  et 

40  poi  dormire ;  et  quello  piu  importava,  givano  vagando  senza  alcun  ordine  et  senza  alcun  timore. 

Inteso  Annibale  gli  andamenti  del   nemico    et   che  cosi   spensieratamente  si  stava,  deli- 

ber6  di  andare  ad  affrontare  Tessercito  nemico ;  ma  prima  che  ci6  f acesse,  volle  con  Galeazzo 

Marescotto  consigliarsi,  che  in  questo  tempo  era  in  casa  sua  ferito  nel  braccio.     A  cui  an- 

dato,  siccome  era  solito  di  fare  ogni  giorno,  et  ragionando  assieme  di  molte  cose  della  cittk, 

45  vennero  sopra  le  calamitk  et  i  travagli  che  la  patria  loro  pativa  et  in  particolare  delli  ruba- 
menti  et  rovine  che  ogni  giorno  Tessercito  del  conte  Luigi  nel  territorio  faceva  et  che  non 
vi  si  trovava  rimedio.  Quivi  Annibale  con  prudenza  mostrando  il  suo  desiderio  per  la  me- 
desima  di  cui  si  ragionava,  disse :  "  Galeazzo,  io  apertamente  sopra  di  ci6  vi  dir6  1'  animo 
"  quale  egli  h.     lo  sapendo  tutti  grandamenti  del  nemico,  et  sapendo  ch'egli  si  sta  disordi- 

50  "  natamente  et  senza  alcun  penaiero,  sarei  di  animo  di  paasarli  sopra  alla  sprovista  et  farne 


92  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1443] 


•  quella  stragge  o  presaglia  maggior  che  si  poteBse,  perchfe  sono  certissimo  che  al  mio  dis- 
"segno  sortirebbe  reffetto  et  la  patria  restarebbe  vittoriosa  et  libera.     Questo  i:  il  mio  pa- 

•  rere,  et  volentieri  Tho  voluto  manifestare  a  Galeazzo,  perchfe  so  quanto  vaglia  il  tuo  con- 

•  siglio  in   tutte  le   co8e„.     Galeazzo  inteso   c'hebbe  il   desiderio   d'AnnibaIe,   cosl   rispose: 

•  Quantunque,  o  Annibale,  tu  non  abbi  bisogno  di  consiglio  in  cosa  alcuna,  per  esser  huomo     5 

•  tu  di  prudenza  et  di  raro  intelletto  da  natura  dotato  et  per  longo  tempo  nelle  armi  esser- 

•  citato,   nondimeno   poichfe  ricerchi  il  mio  consiglio,  bench^  tenue   sia,  ti  dico  che  hai  da 

•  sapere  che   tu  hai   da   cornbattere   con  un    capitano  molto   essercitato   nelle  armi   et  nella 
"  guerra,  che  seco  ha  soldati  animosi  et  veterani,  li  quali  benchfe  sieno  pochi  di  numero  ri- 

•  spetto  alla  gran   moltitudine  del  popolo  bolognese,   sono  essi   assai  piii   per  esperienza   et  10 

•  per  valore.     So  di  certo  questo,  che  tu  sai  esser  gran  differenza  il  difendersi  dentro  la  cittk 
«  et  il  combattere  in  quella  et  di  combattere  fuori  alla  campagna  et  senza  alcuna  defensione. 

•  Confesso  io  che  il  popolo  bolognese,  stando  nella  cittk,  h  per  guerreggiare  et  per  diffen- 
"  dersi  dal   iiemico  con  gran   vantaggio  di  animo   et  di   valore,  ma   non  so   come  poi  fuori 

•  riuscirk.     Pure,  parendo  a  te  che  il  popolo  sia  per  riuscirti  in  bene,  mi  rimetto;  dir6  bene,  15 
"  che  anco  in  compagnia  tu  pigli  li  capitani  mandati  da'  Venetiani  et  Fiorentini  con  li  loro 

•  soldati,  et  che  posto  l'e8sercito  tuo  a  ordine  vadi  ad  assalire,  come  desideri,  il  nemico,  et 
•rammenta  alli  tuoi  soldati  che,  oltre  Tordine,  anco  sieno   pronti   et  solleciti  ad   investire 

•  gli  nemici  il  piu  tosto  che  possono,  ritrovandoli  disordinati,  perchfe  ne  haverai  certa  vit- 
"toria:  et  havendola  come  spero,  non  lasciar  di  seguirla  per  far  preda  delle  spoglie  nemiche,  20 
"ma  uccide,  pigHa  et  pone  in  fuga,  et  poi  a  tuo  piacere  ritoma  al  raccogliere  la  preda,. 

Piacque  oltre  modo  ad  Annibale  il  ragionamento  di  Galeazzo ;  et  presa  da  lui  licenza,  and6 
a  ritrovare  Simonetto,  Tiberio  Brandolini,  Gottifredo  et  Pietro  Navarino,  co'  quali  conferi 
quanto  haveva  deliberato  di  fare,  et  tutti  laudarono  il  suo  parere.  Concluso  il  tutto  fra  di 
loro,  andarono  al  senato,  il  quale  parimente  approv6  il  conseglio  di  Annibale,  et  tanto  piu  25 
piacque  loro  che  Annibale  andasse  a  trovare  il  nemico,  quanto  che  airhora  le  spie  narravano 
volersi  il  conte  da  San  Nicol6  partire  per  passare,  come  si  giudicava,  a  San  Giovanni,  per 
mandare  li  soldati  a  Cento  et  alla  Pieve  et  alle  altre  castella,  a  travagliarlo  sin  tanto  che 
giungessero  altri  soldati  che  il  duca  mandava  per  poi  assediar  Bologna. 

La  mattina  seguente  adunque,  che  fu  alli  14  d'agosto,  il  mercoledi,  il  senato  fa  suonar  30 
la  campana  dando  segno  al  popolo  che  si  armi  et  Annibale  parimente  fa   suonare  la   cam- 
pana  di  San  Giacomo,  et  tutto  il  popolo  si  raduna  alla  piazza  ove  anco  erano  li  capitani  con 
li  soldati  armati.    Quivi  Annibale  fa  una  bellissima  oratione  et  inanimisce  il  popolo  alla  libe- 
ratione  della  patria,  promettendogU  certa  vittoria  contra  gli  nemici.     Firuta  la  sua  oratione, 
11  popolo  gridando:  "  Viva  la  liberta  et  il  popolo  bolognese  „,  diede  segno  che  tutti  erano  accesi  35 
del  zelo  della  patria  et  che  volentieri  per  essa  ponevano  la  vita  loro,  et  insino  a  fanciulli 
si  proferivano  di  andare.     Ma  Annibale,  come  inclito  et  sapiente  duce,  non  volle  che   tutti 
quei  che  si  proferivano  andassero,  accioch^  la  cittk  non   rimanesse  vuota   di  gente,  anzi   vi 
Iasci6  anco  di  molti  soldati.    Sulle  nove  hore   adunque  Annibale,  con  li  sudetti  capitani 
et  con  Nestore  et  Ludovico  Malvezzi,  Carlo  Bianchetti,  li  tre  figlioli  di  Ludovico  Marescotti,  40 
ciofe  Giovanni  Luigi,  Tideo  et  Antenore,  Opizzo  Pepoli,  Bartolomeo   de'  Russi,  Jacomo  dal 
Lino,  AlZZO  da  Quarto  et  con  altri  assai  nobili,  s'  inviarono  alla  fossa  gik  fatta  ove  erano  li  ca- 
valli  a  ordine,  et  imito  il  popolo  con  detti  cavalli,  passarono  al  ponte  del  Gombito  sopra  Sa- 
vena  et  quivi  li  cavalli  restarono,  passando  il  popolo  al  ponte  di  Corticella  *.     Ora  Annibale 
ordina  in  squadre  tutto  il  popolo  con  li  soldati,  mandando  una  squadra  d'  huomini  d'arme  et  45 
poi  una  de'  cittadini ;  et  cosl  ordinato  il  campo,  prima  che  spontasse  il  sole,  passarono  al  ca- 
stello  San  Giorgio  lontano  da  Bologna  10  miglia,  dove  poco  lontano  era  il  conte  Luigi  con  Tes- 
sercito.    Haveva  Simonetto  alquante  squadre  di  cavalli  con  una  niunerosa  banda  di  Bolognesi 


'  GiovAMm  Sabbaoimo  OGixt  Argekti,  cap.  XV. 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  93 

armati.  Pietro  Navarino  haveva  un'altra  squadra  di  cavalli  et  molti  pedoni.  Et  Annibale 
haveva  la  terza  squadra,  ove  erano  settemilla  armati  fra  cavalli  et  pedoni,  il  quale  volle  andare 
avanti  a  tutti  col  suo  squadrone  imponendo  a  Pietro  che  il  seguitasse  et  a  Simonetto  che 
rimanesse  adietro,  acciochfe  bisognando  soccorresse  gli  altri.  Fatto  questo,  si  misser  a  ca- 
5  minar  pian  piano,  dubitando  d'incontrarsi  negli  nemici,  sl  come  avenne,  percioch^  poco 
meno  di  un  miglio  lontano  da  San  Giorgio,  gli  esserciti  amendue  si  scontrarono.  Laonde  An- 
nibale,  che  era  avanti  a  tutti,  fatto  il  segno  a  suoi  che  lo  seguitassero,  et  posta  la  lancia  alle 
coscie,  spronando  il  cavallo  ando  con  molto  ardire  ad  incontrare  il  nemico  stuolo  per  azzuf- 
f arsi ;  il  che  vedendo  il  conte  Luigi  dal  Verme,  tosto  vi  mando  incontro  Paulo  Romano  huomo 

10  di  gran  valore  con  due  squadre,  et  cominciata  la  battaglia.  Annibale  presto  ruppe  il  primo  squa- 
drone  de'  nemici,  ma  sopravenendo  Taltra  nemica  squadra,  Annibale  parimente  fa  venire  quat- 
tro  squadre  fresche,  le  quali  con  tanto  impeto  entrarono  fra  gli  nemici,  che  non  potendo  Paulo 
sostenere  si  gran  furia,  si  ritiro  a  dietro.  Di  che  avedutosi  il  conte,  vi  manda  un  altro  squa- 
drone,  et  Annibale  di  rincontro  fa  muovere  il  Navarino  con  la  sua  squadra,  il  quale   insie- 

15  me  col  popolo  si  feroce  incontro  fece,  che  posero  in  conquasso  gli  nemici;  per  il  che  bisogno 
che  il  conte  entrasse  alla  battaglia.  Contro  di  cui  Annibale  vi  fa  passare  Simonetto  col 
suo  squadrone,  congiongendosi  a  lui  Annibale  et  tutti  li  sudetti  gentilhuomini  bolognesi,  li 
quali  come  famelici  leoni  fra  le  pecore  incontrando  gli  nemici  che  gli  si  erano  opposti,  fa- 
cevano  volare  neiraria  i  tronconi  delle  lanze  rotte,  ne  altro  si  vedeva,  se  non   hora  uno   et 

20  hora  Taltra  a  capo  fitto  cadere  da  cavallo  in  terra,  uccidendone  intiniti  et  infiniti  essendone 
da'  cavalli  calpestati  et  dalle  punte  deirarmi  feriti,  mostrandosi  a  tutti  Annibale  qual  Ettore 
troiano  nel  mezzo  de'  Greci.  Dall*altra  parte  non  dormiva  punto  11  conte,  ma  combattendo  va- 
lorosamente  hora  questa  parte  et  hora  quella  de  Tessercito  suo,  inanimiva  ad  ottenere  la  vit- 
toria;   ma   vedendo  che   finalmente  li  suoi   cedevano  alFardire  et   al  valore   di  Annibale  et 

25  che  la  vittoria  era  nelle  mani  sicura  de'  Bolognesi,  si  pose  in  fuga,  perseguitandolo  sempre 
Annibale  per  pigliarlo ;  et  di  gik  piu  volte  haveva  posto  la  mano  su  la  groppa  del  suo  destriero, 
ma  non  mai  lo  pote  havere,  mercfe  del  buon  destriero  che  a  volo  ne  lo  portava,  et  si  salvo  in 
Carpi,  dove  anco  era  il  cavalier  Ludovico  Bentivogli ;  il  quale,  vedendolo  entrare  nella  terra, 
hebbe  compassione  alla  sua  mala  fortuna,  bench^  fosse  nemico  alla  sua  patria.    Vedendo  adun- 

30  que  Annibale  nol  poter  havere,  tosto  ritoma  al  campo  dove  li  suoi  pure  martellavano  le  reli- 
quie  deiressercito  nemico,  il  quale  al  tutto  finalmente  resto  sconfitto  et  maltrattato.  Ne  resta- 
rono  prigioni  di  quei  di  riputazione  236,  fra'  quali  vi  erano  questi:  Peterlino  fratello  del  conte, 
il  figliolo  del  conte  di  Poppi  con  undeci  capi  di  squadre,  due  mila  cavalli,  con  tutti  li  ca- 
riaggi  et   bagaglie.     Si  fuggi  il   conte  Leonoro   dalla  Pergola  et  Cervato  et  400    cavalli,  li 

35  quali  tutti  si  salvarono  nel  Finale  castello  del  marchese  di  Ferrara.  Non  fu  per6  questa  vit- 
toria  senza  grande  uccisione  de'  Bolognesi.  Raccolta  la  preda  dell' essercito  nemico,  Anni- 
bale.  venne  a  San  Giorgio,  dove  rinfresco  li  suoi  soldati  a  loro  agio ;  et  f rattanto  le  nuove  della 
vittoria  andarono  a  Bologna  et  il  senato  pose  a  ordine  di  farne  grandissima  allegrezza  nella 
citta  et  per  tutto  il  territorio  '. 

40  Essendo  alquanto  riposato  Tessercito  bolognese,  Annibale  viene  verso  Bologna  con  bellis- 

simo  ordine  conducendo  seco  li  prigioni  et  la  preda  acquistata,  Et  avicinandosi  alla  porta  della 
citta,  concorse  tutto  il  popolo  per  vedere  il  vincitore  et  i  vinti,  et  11  senato  fatto  dare  il  segno 
alle  campane,  per  tutto  si  udivano  gridi :  "  Viva  il  popolo  di  Bologna  „.  Passb  adunque  il  trion- 
fante  Annibale  Bentivogli  con  Paulo  Romano,  Giovanni  Villano  da  Pisa  et  gl'  altri  prigioni  al 

45  senato,  a  cui  il  senato  riferi  infinite  grazie  et  gli  dono  li  detti  prigioni.  Fu  questa  vittoria  il 
dl  14  d'agosto,  il  mercoledi.  Per6  il  senato  la  mattina  seguente  processionalmente,  insieme 
con  Annibale  et  gli  altri  capitani  et  cittadini  bolognesi  accompagnali  dal  clero,  andarono  alla 
chiesa  di  Santa  Maria  del  Monte,  et  quivi  offerirono  alla  gran  madre  di  Dio  25  braccia  di  cre- 
mesino  da  pelo  con  molte  altre  ricchezze  nella  battaglia  conquistate.     Di  poi  il  senato,  a  per- 

'  GiovANKi  Sabbadino,  cap.  XV. 


94  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1443] 


petovith  dj  tanta  memoria,  statul  in  perpetuo  che  nella  vlgilia  deirascensione  della  Madonna  si 
dovesse  andare  processionalmente  con  tutto  il  clero  alla  detta  chiesa  et  offerirle  25  braccia  di 
cremeaino  con  molti  torchi  di  cera  bianca  offerte  dalle  arti ;  cosa  insino  a  questo  di  osservata. 

Li  presidj  che  ai  ritrovavano  nelle  castella  et  fortalezze  del  Bolognese  postivi  dal  conte 
Luipi  dal  Verme,  intendendo  la  rotta  del  conte,  la  vittoria  de'  Bolognesi,  non  speraiido  piu  5 
soccordo,  trattano  con  il  senato  di  restituirli  detti  luoghi  con  honesti  patti.  Per6  alli  16  d'ago- 
Bto,  il  venerdi,  ^W  huomini  di  Cento  et  della  Pieve  mandano  ambasciatori  al  senato  et  ap- 
presentano  le  chiavi  delle  lor  castella.  Fecero  il  medemo  M  castello  d'Argile,  il  castello  di 
Crevalcore,  il  castello  di  Manzolino,  il  castello  di  Piumazzo,  il  castello  di  Minerbio,  il  castello 
di  Budrio,  il  castello  di  Medecina,  la  torre  del  Ponte  Polledrano,  il  Poggio  de'  Lambertini,  10 
la  torre  dell'  Occellino,  il  castello  di  San  Giovanni  in  Persicetto. 

Ma  la  rocca  restb  nelle  mani  delli  presidi  del  conte  Luigi.  Per  il  che  il  senato  vi  manda 
alquante  bandiere  di  soldati  con  le  bombarde  per  combattere  la  detta  rocca,  perchfe  quei 
villani  non  se  ne  volevano  intrigare.  Ma  non  s)  tosto  rassediarono,  che  vedendosi  senza 
soccorso,  il  castellano  si  accordb  uscendo  dalla  detta  rocca  con  42  persone  armate  con  le  15 
8ue  robbe,  il  quale  passando  fra  Crevalcore  et  Sant*Agatha  per  andarsene  in  Lombardia,  fu  as- 
saltato  dagrhuomini  di  Castel  Franco  et  di  Sant'Agata  et  uccisero  il  detto  castellano  con 
altti  14,  lasciando  gli  altri  malamente  vivi. 

II  conte  Guido  Rangone  con  800  cavalli  et  500  fanti,  mandato  da'  Venetiani,  alli  18  d'ago- 
8to,  la  domenica,  giunge  a  Bologna  in  aiuto  della  cittk  et  h  onoratamente  accolto.  20 

Brano  tutte  le  castella  del  Bolognese  ritornate  alla  ubbidienza  della  citt^  di  Bologna, 
come  h  detto,  eccetto  Castel  Saii  Piero,  il  quale  per  anco  stavasi  alla  ubbidienza  del  conte 
Luigi  con  200  lanze  per  presidio.  Per  il  che  nondimeno  gli  huomini  erano  desiderosi  di  ri- 
tornare  alla  divotione  del  senato  bolognese,  ma  non  potevano.  Per6  volendo  vedere  di  far 
effettuare  il  lor  desiderio,  scrivono  al  senato  che  gli  mandi  una  buona  banda  di  soldati,  che  25 
essi  la  introdurrano  a  man  salva  dentro  il  castello  et  gli  daranno  prigioni  tutti  li  soldati  del 
conte.  II  senato  d^  tale  impresa  ad  Annibale  Bentivogli,  il  quale  in  questo  giomo  istesso  se- 
gretamente  partendosi  da  Bologna  con  molti  amici  suoi  annati,  sopragionsero  li  presidi  del 
castello  tanto  alla  sprovista,  introdotti  da  quei  del  castello,  che  venuti  airarme  insieme,  se  ne 
uccisero  molti  da  amendue  le  parti,  ma  finalmente  li  presidi  furono  tutti  fatti  prigioni  et  30 
spogliati.  Ritornossi  Annibale  vittorioso  alla  citta,  et  il  senato  poich^  vide  che  la  cittk  ha- 
veva  conquistate  tutte  le  sue  terre,  tre  giorni  continui  fece  fare  le  processioni,  rendendo 
gratie  a  Dio  di  tanto  acquisto;  et  la  sera  si  fecero  fuochi  et  allegrezza  per  tutta  la  citta,  et 
levarono  le  roste  che  erano  per  la  cittk,  non  ne  sendo  piu  bisogno. 

Francesco  Piccinino  procurando  la  sua  libertk,  alla  fine  Annibale  conchiude  di  lasciarlo  35 
libero,  serestituiti  gli  saranno  Gasparo  et  Achille.    NicoI6  scrive  alli  dui  capitani,  che  gli  tene- 
vano  in  custodia,  che  amendue  gli  conduchino  al  fiume  di  Panaro  detto  il  passo  di  Sant'Am- 
brogio  presso  Modona  tre  miglia  et  sottoposta  all'  illustrissima  casa  di  Este.    Et  cosl  fanno,  et 
gli  conducono  al  detto  luogo  alli  20  d'agosto,  il  martedl.     Parimente  Annibale  fa  condurre 
air  istesso  fiume,  su  la  ripa  di  qua,  Francesco  Piccinino.     Quivi  stettero  per  buono  spatio  di  40 
tempo,  che  Tuno  deirfdtro  non  fidandosi,  non  voleva  esser  il  primo  a  restituire;  et  nel  vero 
la  cosa  era  per  andare  in  conquasso,  se  Aldrovandino  della  splendidissima  prole  de'  Rangoni, 
huomo  affettionatissimo  alla  casa  Bentivogli  et  in  particolare  a  Ludovico  Bentivogli,  che  con 
esso  lui  era  stato  esule  dalla  patria,  non  vi  s' interponeva,  perciochfe  egli  promise  per  Tuna, 
et  per  Taltra  parte,  che  li  prigioni  sariano  in  effetto  airhora  restituiti;  et  amendue  le  parti  45 
si  contentorno  di  rimettere  la  cosa  a  lui  *.     Airhora  Aldrovandino  con  gesti  gentili  et  rive- 
renti,  preso  per  la  mano  Francesco,  il  fece  passare  il  fiume  sopra  di  un  ponte  posto  sopra 
due  navicelli.     Poi  pass6  di  qua  verso  Castel  Franco  Gasparo  et  Acchille;  et  Acchille  non 


'  GiovAMm  Sabbasino  dblu  Argekti,  cap,  XVL 


[A.  1443]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  95 


81  tosto  pose  il  piede  in  terra  sul  Bolognese,  che  per  allegrezza  grid6  tre  volte :  "  Sega,  sega, 
"sega„.  Et  rivolti  ambidui  insieme  col  padre,  che  quivi  era,  ad  Aldrovandino  et  alli  citta- 
dini  che  erano  venuti  per  vederli,  gli  resero  infinite  grazie  di  tanta  sua  non  manco  fedele 
che  magnanima  operatione.  Poi  tutti  di  compagnia  vennero  verso  Bologna;  da  infiniti  citta- 
5  dini  incontrati  et  salutati,  entrarono  nella  cittk  con  grande  allegrezza  di  tutti.  Fu  alli  21 
d'ag08to,  il  mercoledi. 

Essendo  stato  unito  Guid'Antonio  Manfredi  signor  di  Faenza  et  d'Imola  con  il  conte 
Luigi  ai  danni  del  Bolognese,  et  essendosi  sempre  mostrato  nimico  della  cittk,  il  senato  a 
di  22  d'agosto,  il  giovedi,  manda  Simonetto  dairAquila,  Gottifredo  et  il  conte  Guido  Kangoni 

10  con  le  genti  d'arme  in  Romagna  a  saccheggiare  il  territorio  imolese,  et  faentino  et  assediare 
amendue  quelle  cittk. 

Era  di  gia  finito  il  termine  pigliato  da  Tartaro  di  havere  a  consignare  il  castello  di  Gal- 
liera,  et  per6  egli,  secondo  le  conventioni  fra  il  senato  et  lui,  ne  esce  fuori  con  tutti  li  sol- 
dati,  et  il  senato  gli  numera  li  promessi  3500  ducati,  poi  il  fa  accompagnare  da  200  cavalli 

15  et  200  pedoni  insino  alla  torre  deirOccellino.  Et  intanto  furono  poste  le  bandiere  del  senato 
et  del  popolo  sopra  la  torre  del  castello  et  per  tutta  la  cittk  si  fa  gran  segni  d'allegrezza. 

H  di  seguente,  che  fu  alli  23  di  agosto,  il  venerdi,  Annibale  fa  instanza  col  senato  che  li 
Canetoli  di  famiglia  magnifica  et  potente  di  roba  et  d'amici  sieno  ripatriati.  Et  di  questo 
suo  pensiero  molto  lo  laudo  Gerardo  Rangoni,  quando  stette  seco  a  Spilimberto,  perchfe  insino 

20  airhora  tale  era  ranimo  di  Annibale;  et  lo  conferi  col  detto  Gherardo,  et  cosi  vennero  alla 
patria  Galeotto,  Ludovico  et  Baldessera  Canetoli.  Entrati  adunque  nella  cittk,  primieramente 
visitarono  li  signori  antiani,  per  li  quali  fu  trattata  pace  fra  Annibale  et  loro;  et  pacificati, 
ciascuno  lieto  alle  proprie  case  se  ne  ando. 

Questa  venuta  non  fu  di  volontk  di  molti  de'  cittadini  amici  de'  Bentivogli,  perciocchfe  ve- 

25  devano  il  futuro  pericolo  del  suo  caro  Annibale  a  cui  dissero  di  nemico  riconciliato  non  do- 
versi  fidare.  Ma  Annibale  et  il  cavaliere  Lodovico,  essendo  del  sangue  Bentivoglio  di  sua  na- 
tura  benigno,  amorevole  et  dolce,  volsero  piu  tosto  porre  la  vita  loro  in  forse,  che  di  vedere 
li  suoi  cittadini  essuli  dalla  patria;  et  pero,  come  ho  detto,  fece  si  amorosa  instanza  del 
loro  ritorno. 

30  Havendo  li  Bolognesi  ottenuto  il  castello  di  Galliera,  il  senato  si  raduna  per  vedere  quello 

che  di  esso  fare  si  doveva;  dove  fu  conchiuso  si  dovesse  rovinare.  Et  pero  alli  25  d'agosto, 
la  domenica,  doppo  il  vespro,  si  cominci6  a  gettare  per  terra,  et  in  pochi  giorni  fu  da'  fonda- 
menti  ispiantato,  restandovi  appena  vestigio  di  una  cappella  dipinta  da  Giotto  pittore,  la  quale 
insino  al  dl  d'oggi  anco  si  scorge. 

35  Maestro  Pietro  Giovanetti,  eccellentissimo  medico  per  tutta  Italia  nominato,  gravemente 

s'inferma,  et  k  riputata  tale  infermitk  di  veleno  datogli  per  invidia.  Questi  fa  chiamare  a  s^ 
Battista  Canetoli,  insieme  con  molti  de'  suoi,  et  gVessorta  tutti  al  vivere  in  pace  et  al  mante- 
nere  le  promesse  occorse  fra  lui  et  Annibale,  et  che  s'egli  fark  ci6,  gli  ritornera  in  bene, 
et  se  fara  per  lo  contrario,  gli  annuncia  rultima  sua  rovina  et  gran  travagli  alla  cittk.    II  che 

40  detto,  tosto  si  mori,  et  fu  honoratamente  seppellito  in  San  Francesco  alli  28  di  settembre,  il 
sabbato. 

Gli  huomini  di  San  Giovanni  in  Persicetto,  non  potendo  sofferire  di  vedersi  soggetti  a'  Bo- 
lognesi,  trattano  con  il  conte  Luigi  et  il  signor  di  Carpi  et  Cervato,  che  havevano  radunato 
nel  Carpesano  buon  numero  di  soldati  per  passare  nel  Bolognese,  di  darli  il  castello.    Ma  il 

45  trattato  si  scuopre,  et  gli  signori  antiani,  consigliatisi  con  Annibale,  fanno  dar  segno  alla  cam- 
pana  acciochfe  il  popolo  prenda  Tarme.  Laonde  radunati  li  confalonieri  del  popolo  a  confaloni 
spiegati,  et  con  essi  loro  da  800  huomini,  si  stavano  aspettando  d'intendere  che  ci6  fosse. 
Ora  Jeronimo  di  Andrea  Bolognini  confaloniere  di  giustitia,  armatosi  insieme  con  Annibale, 
scesero  giil  alla  piazza,  et  montati  a  cavallo  con  li  confaloni  del  popolo,  alli  8  di  ottobre,  il 

50  martedi,  passarono  al  Corpo  di  Rheno  di  Ik  da  Cento,  dando  voce  di  passare  contro  Fancesco, 


96  HISTORIA  DI  BOLOGNA  |A.  1443] 


che  «  era  scoperto  da  quel  lato  al  Dobso,  che  b  nella  guardia  di  Cento,  accioch^  con  questo 
Btratagema  g\\  homini  di  San  Giovanni  non  intendefwero  CRsere  scoperto  il  loro  trattato. 
Ora  {jiunti  quivi,  il  confaloniere  di  giustitia  mand6  a  domandare  a  San  Giovanni  la  compagnia 
de'  cavalli  di  Pietro  Navarino  che  quivi  erano  in  guardia;  et  venuti,  il  di  seguente  paRsarono 
tutti  insieme  a  San  Giovanni,  non  vi  pensando  puntino  gli  huomini  del  castello,  et  senza  ripulBa  5 
alcuna  entrarono  per  la  porta  di  San  Tomaso  nel  castello  con  publico  grido  di  tutti  che  quivi 
si  voleva  fare  la  rassegna  de'  noldati  per  poi  gire  contra  il  Piccinino.  Andati  adunque  alla 
piazza,  et  tingendo  fare  tale  rassegna,  li  soldati  si  posero  gli  elmi  in  testa,  et  armati  comin- 
ciorono  a  gridare:  "  Popolo,  popolo  „,  et  preso  il  Castel  Vecchio  con  tutti  quei  che  quivi  tro- 
varono,  che  furono  da  170,  li  posero  legati  nella  rocca;  et  alli  9  di  ottobre,  il  mercoledl,  gli  10 
condussero  a  Bologna,  lasciando  nel  castello  buone  guardie,  et  giunti  a  Bologna  il  confaloniero 
di  giustitia  fece  radunare  il  conseglio  delli  600.  II  confaloniere  narr6  per  qual  cagione  si 
fosse  fatta  la  stratagema,  et  perchfe  preso  il  castello  et  tanti  huomini  mandati  prigioni  alla 
citt^  et  spieg6  loro  di  mano  in  mano  il  loro  trattato  che  far  volevano  contro  la  citt^  et 
rodio  grande  che  essi  portano  al  senato.  Poi  gli  propose  la  pena  che  dare  si  doveva  a  1 3 
quei  scelerati  neraici  dello  stato  et  quello  si  havesse  a  fare  del  castello.  Voleva  Gasparo 
Malvezzi  che  gli  huomini  fossero  impiccati  o  venduti  et  che  il  castello  da'  fondamenti  si 
rovinasse;  et  per  lo  contrario  Romeo  Pepoli  non  voleva  che  gli  huomini  fossero  giustitiati, 
nfe  venduti,  n^  meno  che  il  castello  si  rovinasse,  ma  che  agli  huomini  si  desse  qualche  castigo 
senza  levargli  la  vita,  acciochfe  il  luogo  non  restasse  senza  chi  lavorasse  il  terreno,  quella  20 
parte,  et  che  la  republica  non  si  privasse  di  quel  luogo.  Annibale  Bentivoglio,  pigliando 
la  via  del  mezzo  fra  questi  due  pareri,  diceva  si  dovessero  liberare  gli  huomini  et  farli  giu- 
rare  fedeltk  alla  cittk,  et  che  il  castello  restasse  in  piedi  per  beneficio  della  republica;  ma  che 
ben  giudicava  che  li  borghi  si  dovessero  mandar  per  terra,  percioch&  d'indi  nasceva  tutta 
la  disubbidienza  et  la  superbia  loro;  perciochfe  vedendosi  di  sl  numeroso  popolo  non  temono  25 
le  forze  altrui,  ma  se  saranno  ristrette  le  habitationi  nel  castello  et  levate  le  molte  de'  borghi, 
pochi  saranno  gli  habitatori,  nfe  tanto  ardire  havranno  di  confidarsi  nella  moltitudine  et  si 
sovente  ribellarsi.  Furono  anche  da  altri  molte  cose  dette,  finalmente  si  venne  alli  suffraggi; 
et  posto  il  partito,  furono  numerate  646  fave  bianche  in  confirmatione  si  dovessero  rovinar  i 
borghi  et  ispianar  le  fosse,  et  34  negre  non  acconsentirono.  II  senato  adunque  fece  man-  30 
dare  a  San  Giovanni  una  pubblica  grida,  che  tutti  gli  habitanti  ne'  borghi  fra  termine  di  tre 
giorni  dovessero  haver  sgombre  le  lor  robbe.  Poi  comandarono  a  tutti  li  comuni  circonstanti 
che  dovessero  rovinar  li  detti  borghi,  et  confiscano  alla  camera  tutti  li  beni  de'  capi  prin- 
cipali  del  trattato.  Inoltre  fece  venire  a  Bologna  tutti  grhuomini  del  castello  et  giurarono 
fedelt^  alla  cittk,  et  a  dl  12  di  ottobre,  il  sabbato,  si  cominci6  a  ispianar  le  fosse.  Finalmente  35 
havendo  essortati  et  ammoniti  li  capi  del  trattato  che  per  lo  avvenire  fossero  fedeli  allo  stato 
di  Bologna,  et  promettendoli  essi,  gli  lasciarono  gire  alle  case  loro. 

Li  Venetiani,  Fiorentini,  Bolognesi,  il  duca  di  Milano  et  Genovesi  fanno  lega  insieme, 
perciochfe  NicoI6   Piccinino  capitano   del  re  d'Aragona  pigliava  tutte  le   castella  et  le  citti 
del  conte  Francesco  Sforza  nella  Marca  Anconitana;  et  a  di  18  la  detta  lega  si  bandi  in  Bo-  40 
logna.     Finse  il  duca   di  Milano  di   entrare   in  lega  per  uccellare   tutti  quegli  altri  signori, 
percioch^  egli  era  d'accordo  col  re  di  Napoli  per  rovinare  lo  Sforza. 

Volendo  il  senato  in  qualche  parte  dimostrarsi  grato  ad  Annibale  Bentivogli  per  le  tante 
sue  fatiche  sostenute  per  la  patria,  fa  radunare  il  conseglio  delli  600  (fu  questo  alli  24  di  ot- 
tobre,  il  giovedi)  et  per  scrutinio  b  ottenuto  che  se  li  doni  il  dacio  delle  carteselle  per  sei  anni  45 
con  conditione  che  egli  havesse  a  dare  a  ciascuno  di  quei  che  di  prigione  il  liberarono,  ca- 
vandolo  della  rocca  di  Varrjino,  lire  mille. 

Alli  26  di  ottobre,  il  sabbato,  Pietro  Navarino,  che  era  stato  prigione  in  Castel  San  Pie- 
tro  nella  rocca,  postovi  dal  conte  Luigi  del  mese  di  giugno  a  tradimento,  giunge  in  Bologna 
et  &  dalla  cittk  lietamente  ricevuto  et  creato  capitano  delli  soldati.  50 


[AA.  1443-1444]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  97 

Annibale,  volendo  vendicare  le  ingiurie  fatte  alla  cittk  et  al  suo  territorio  dal  signor 
d'  Imola  ne'  tempi  che  il  conte  Luigi  teneva  Castello  San  Piero,  alli  5  di  novembre,  il  martedl, 
manda  Pietro  Navarino  con  400  huomini  per  entrare  in  Imola;  li  quali,  gionti  nel  suo  terri- 
torio,  si  posero  a  saccheggiare  il  paese.  Di  che  avisato  il  signor  d'Imola,  tosto  fece  tali 
5  provigioni,  che  come  essi  desideravano  non  poterno  entrare,  benchfe  eglino  alle  mura  si  avi- 
cinassero;  et  per  il  che  carichi  di  preda  a  Bologna  si  ritornorono. 

Alli  12  di  novembre,  il  martedi,  alle  3  hore  di  notte,  vengono  avisi  alli  signori  antiani 
come  il  conte  Francesco  da  Cudignola  et  Nicolo  Piccinino  erano  venuti  al  fatto  d'arme  et 
che  il  conte  haveva  pigliati  due  mila  cavalli  de'  nemici  con  le  bagaglie  et  cariaggi  fra  Pe- 

10  saro  et  Fossombruno;  et  si  azzuffarono  alle  23  hore  et  duro  insino  alle  3  hore  di  notte '.  II 
Piccinino  con  pochi  usci  del  campo  et  tutta  la  notte  per  luoghi  selvaggi  et  di  fuori  di  via 
and6  errando  insino  che  si  conduce  a  monte  Siccardo,  di  la  della  Foglia  nel  contado  di  Pe- 
saro,  molto  afflitto  d'animo  e  di  corpo.  Della  quale  vittoria  in  Bologna  se  ne  fece  grandis- 
sima  festa,  et  alle  sei  hore  sonarono  a  festa  le  campane  et  le  botteghe  stettero  chiuse  tutto 

15  il  giorno  seguente.  Et  gli  confallonieri  con  li  loro  confaloni  andarono  a  palazzo  et  li  posero 
alle  finestre  in  segno  di  letitia;  et  per  tre  giomi  continui  si  fecero  publiche  processioni,  et 
la  sera  si  accesero  i  fuochi  per  le  contrade  et  sopra  le  torri. 

A  dl  16  di  novembre,  il  sabbato,  Ludovico  figliolo  di  Gasparo  Malvezzi  capitano  di 
25  lanze,  si  parte  di  Bologna  et  se  ne  va  al  soldo  del  signore  di  Faenza. 

20  A  di  24  di  novembre  muore  Tabbate  di  Santo  Stephano  di  Bologna  de'  Bargellini,  fratello  di 

Marchione  Bargellini;  successepoi  in  luogo  suo  fra  Jacomo  Battaglia  fratello  di  Andrea  Battaglia. 

II  senato  rinova  la  imbossolatione  degFuffici  di  utile  et  di  honore  della  cittk  per  cinque 

anni ;  et  alli  1 5  di  dicembre,  la  domenica,  pronuncia  20  cittadini  a'  quali  fe  dato  il  carico  di 

eleggere  persone  idonee  et  sifficienti  a  tali  uffici  et  gradi  accioch^   la  cittk   fosse   governata 

25  con  pace  et  quiete.  Et  gli  eletti  furono  questi,  cio^ :  Per  porta  San  Piero :  Lodovico  di  Ber- 
nardino  dalle  Correggie,  Lodovico  di  Andrea  Bentivogli,  Gasparo  di  Vezzolo  Malvezzi,  Lu- 
dovico  di  Melchiorre  Mangioli,  Urbano  di  Guilelmo  dalla  Fava;  per  porta  Stieri:  Giovanni 
di  Jacomo  Grriffoni,  Carlo  di  Giovanni  Ghisilieri,  Galeotto  di  Matthio  Canetoli,  Dionisio  di 
Nicolo    di    Castello,    NicoI6    di    Alberto   Boccadif  erro ;   per  porta   San   Proculo :    Nicol6   di 

30  Jacomo  Sanuti,  Giovanni  di  Francesco  dalle  Armi,  Battista  di  Floriano  da  Castello  San  Piero, 
Alberto  di  Antonio  Albergati,  Alberto  di  Pietro  Noch;  per  porta  Ravegnana:  Philippo  di 
Guido  Pepoli,  Jeronimo  di  Andrea  Bolognini,  Baldessera  di  Venturino  Luppari,  Giovanni  di 
Giovanni  Fantucci,  Giovanni  di  Bonifacio  Gozzadini. 

Anno  di  Cristo  1444.  —  E  creato  confaloniere  di  giustitia  Battista  Canetoli,  et  antiani: 

35  Battista  Poeti,  Carlo  Malvezzi,  Nicola  Ghisilardi  dottore  di  legge,  Giovanni  Lodovisi  cavaliero, 

Buonaparte  Ghisilieri,  Laudo  Buttrigari,  Melchior  Malvezzi,  Bartolomeo  Pannolini,  Giovanni 

Fantucci,  Matteo  Gozzadini,  Simon  Caldarini,  Gasparo  Fasanini,  Matteo  Mareschalchi,  Matteo 

dalla  Testa,  Taddeo  Bentivogli,  Pietro  dal  Purgo,  Pietro  di  Bartolomeo  del  Buono,  Gasparo 

di  Venturino  Luppari,  Francesco  di  Andrea  Bolognini. 

40        Defensori  della  cittk,  essendo  di  gik  rotfa  la  campana  della  torre  degli  Asinelli,  la  fanno 

gettare   alli  6  di  febbraro;  et  alli  15  di  febbraro  fu  tirata  su  la  torre  degrAsinelli  la  nuova 

campana  sopra  la  quale  era  1'  arme  del  popolo  di  Bologna,  con  un  crocifisso  sopra  et  Tarme 

della  liberth  con  una  nostra  Donna  sopra  dairaltra  parte.     Pes6  libre  mille  e  seicento ;  Taltra 

si  era  rotta  Tanno  avanti;  fu  tirata  dalla  parte  della  torre  verso  il  Carobbio. 

45  Alli  25  di  febraro,  che  era  la  domenica  di  carnevale,  il  senato  fa  giostrare  25  braccia  di 

cremesino  per  dare  spasso  alla  cittL     Et  li  giostratori  furono :  Galeotto  di  Pietro  Mezzovillani, 

Opizzo  di  Guido  Pepoli,  Troilo  di  Jacomo  Musselini,  Estorre  di  Gasparo  Malvezzi,  Domenico 

di  Giuliano  Pellacani,  Giovanni  detto  Cortellino  de'  Beccatelli,  Petronio  di  Peterlino  Pescatore, 


•  CoRio,  parte  V.  •      -'  '    - 

T.  XXXin,  p.  I  —  7. 


91*  HISTORIA  DI  BOLOGNA  |A.  i444i 


Baldessera  di  Domenico  da  Ferrara  huomo  d'arme  salariato.    Della  giostra  ne  riporta  il  premio 
e\  rhonore  Galeotto  Mezzovillani  et  iJaldessera  huomo  d'arme. 

Bartolomeo  Lambertini,  famosissimo  dottore  in  utrogue,  et  Castellano,  figliolo  gi^  del  no- 
bile  cavaliero  Nano  Grozzadini,  vive  in  qnesti  tempi. 

Molti  cittadini  et  del  contado  si  radunavano  per  andare  a  San  Jacomo  di  Galitia  per    5 
adempire  i  loro  voti;  ma  il  senato  glielo  vieta,  perchfe  teme  che  sieno  distenuti  a  Piacenza 
dal  conte  Luigi  del  Verme  che  quivi  si  trovava,  et  a  questo  fine   mandano   un    bando  che 
niuno  ardisca  di  passare  nella  Lombardia  sotto  gravi  pene. 

II  marchese  Lionello  da  Este  signore  di  Ferrara  piglia  per  moglie  la  figliola  del  re  di 
Aragonia  et  il  senato  di  Bologna  con  honorati  doni  manda  ambasciatori  ad  honorare  la  sua  10 
festa,  sendo  egli  amico  della  cittL  Et  furono  questi:  Giovanni  di  NicoI6  di  Ligo  Lodovisi, 
Nicola  di  Stephano  Ghisilardi.  Li  doni  furono  dui  bellissimi  bacili  et  due  bronzi  con  una 
coppa,  tutti  d'argento  et  maestrevolmente  lavorati,  di  valore  di  ducati  200;  et  furono  grati  al 
marcheae.     Fu  questo  alli  tre  di  maggio,  la  domenica. 

A  dl  primo  di  giugno,  il  lunedJ,  il  senato  trovandosi  bisognoso  di  danari  per  mantenere  15 
li  soldati,  accresce  il  datio  delle  porte  et  delle  moline  a  un  bolognino  per  carro,  et  le  moline 
che  prima  pagavano  soldi  4  v'aggionsero  il  bolognino,  et  al  sale  soldi  2  per  quartiruolo ;  coaa 
che  al  popolo  assai  spiacque  et  nella  cittk  ne  nacque  gran  mormoratione,  ma  nel  vero  non 
si  poteva  fame  di  manco. 

II  senato  k  awisato  che  Nicolo  Piccinino,  nel  ritornare  della  Marca  et  passare  a  Milano,  20 
si  avvicinava  al  territorio  di  Bologna  pieno  d'  ira  et  di  sdegno  contro  i  Bolognesi,  et  che  di 
gih  gli  aveva  minacciati  di  ruina ;  per  il  che  f anno  bandire  che  ciascuno  del  contado  con  le 
robbe  sue  si  riduchino  ai  luoghi  sicuri  per  non  essere  da  NicoI6  saccheggiati. 

NicoI6  Piccinino,  che  intende  che  il  senato  di  Bologna  ha  fatto  grande  apparecchio  di 
soldati,  teme  dt  esser  da'  Bolognesi  assalito,  et  per  tale  timore  lascia  di  passare  per  11  terri-  25 
torio  di  Bologna  et  passa  pel  Ferrarese. 

Havendo  il  prete  del  castello  di  Grespelano  lasciata  una  candela  accesa  vicino  il  letto 
ove  egli  dormiva,  et  addormentatosi,  cade  la  candela  et  gli  accese  il  fuoco  nel  pagliericcio, 
di  tal  maniera  che,  svegliandosi  per  il  gran  fumo  che  era  nella  cella,  si  fuggi  fuore  mezzo  morto 
et  balordo.  Et  il  fuoco  avampossi  con  tal  fiamma  che  bruscib  la  casa,  et  d'indi  attaccandosi  30 
alle  case  vicine,  Tuna  dopo  Taltra  cadendo  in  potere  delle  voraci  fiamme,  si  abbruciorno  final- 
mente  tutte  le  case  del  castello,  che  furono  83,  et  ne  restarono  salve  1 1  sole  case,  n^  mai  po- 
terono  i  contadini  smorzarlo  sin  tanto  che  il  tutto  fosse  in  cenere.  Fu  alli  12  d'ag08to,  il 
mercoledl  di  notte. 

Arso  adunque  il  castello,  grhuomini  ricorrono  a'  piedi  del  senato  a  pregarlo  che  si  degni  35 
sollevarli  in  tanta  ruina ;  laonde  il  senato,  radunato  il  conseglio  delli  600  et  ragionato  a  lungo 
sopra  questo  sinistro  caso,  fu  da  tutti  conchiuso  che  loro  si  dovesse  donare  per  cinque  anni 
et  per  ciascun  anno  lire  500  per  ristaurare  il  detto  castello. 

Alli  14  d'ag08to,  il  venerdi,  la  citta  celebra  la  festa  annuale  della  vittoria  havuta  contra 
il  conte  Luigi,  et  processionalmente  va  alla  chiesa  di  Santa  Maria  del  Monte  offerendogli  gli  40 
stessi  doni  che  prima  le  donorono  et  rendendo  gratie  a  Dio. 

Havendo  veduto  il  duca  Filippo  piu  che  mai  nella  Marca  la  guerra  accesa,  sotto  colore 
di  havere  a  ragionare  di  cose  importanti  a  Nicol6  Piccinino,  il  chiama  a  sfe;  il  quale  partendo 
lasci6  a  Francesco  il  figliuolo  ressercito.  All'  hora,  tolta  questa  occasione,  Francesco  Sforza 
ne  pa886  di  un  subito  et  con  grand'impeto  sopra  Francesco  giovinetto.  Ma  Francesco  ve-  45 
dendosi  attomiato  dagli  nemici,  si  gitto  da  cavallo  et  disarmato  entr6  in  una  vicina  palude 
con  un  fante  a  piede  et  si  nascose,  ma  non  tanto  che  da  un  soldato  fu  veduto  et  poi  preso 
et  condotto  al  conte.  Fu  questa  vittoria  alli  19  d'ago8to,  il  mercoledi,  appressso  il  castello 
di  Monte  Olmo,  come  per  le  infrascritte  lettere  chiaro  si  conosce '. 


'  CoRio,  parte  V, 


[A.  14441  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  99 


Lettera  di  Sigismondo  Malatesti  capitano  del  conte  Francesco  Sforza,  data  alli  21  d'ag08to 
il  venerdi  a  hore  24,  al  senato  di  Bologna: 

Magnifici  et  signori  -potenti. 

Aviso  V.  S.  come  il  signor  conte  ka  rotto  Francesco  Piccinino,  Angelo  Roncone  ei  molti 
5  altri  cafitani.     La  rotta  h  stata  grandissima  et  Aanno  fatto  bottino  di  4.000  cavalli,  et  il  signor 
mio  fratello  h  ritornato  dentro  Giessi  con  fochi  dellt  suoi.     Di  quanto  succedera  fiu  oltre  ve 
ne  darb  avviso. 

Di  Rimini,  il  3i  d'agosto  1444. 

SiGisMONDO  Pandolpho  db'  Malatbsti 

10  Capitano  gener.  del  conte  Francesco  Sforza. 

Lettera  del  conte  Francesco  Sforza  al  senato  di  Bologna: 

Magnifici  et  fotentes  Domini. 

A  vostra  allegrezza  et  consolatione  vi  awisiamo  come  hoggi  mercoledl,  a  di  rp  del  -pre- 
scnte,  andassimo  a  trovare  gli  nemici,  che  erano  fresso  il  Monte  deW  Olmo,  et  con  la  grazia 

1 5  deWaltissimo  Iddio  gli  abbiamo  rotti  et  fracassati  di  maniera,  che  di  loro  non  si  trova  fiu 
memoria,  fercioche  quasi  tutti  sono  stati  fresi;fra  li  quali  vi  e  Francesco  Piccinino,  il  vescovo 
di  Fcrmo  legato  del  fafa  et  molti  altri  di  rifutazione.  Et  habbiamo  ottenuto  Macerata, 
Montc  deir  Olmo,  ToUentino,  Sanseverino  con  fiu  altri  luoghi.  Et  anche  sferiamo  in  breve, 
senza  alcuna  contradiiione,  di  havere  tutia  la  Marca,  sicche  fer  communicare  con  Vostre  Ma- 

20  gnificeniie  1'allegrezza  nosira  di  tania  viiioria,  ve  ne  abbiamo  voluto  avisare;  ei  di  giorno  in 
giorno  vi  faremo  intendere  fiu  fresche  et  frosfere  novelle. 

Ex  nosiris  victoriosissimis  casiris  afud  Moniem  Ulmi,  die  19  augusti  1444. 

FrAnciscus  Sfortia,  Vice-Comes  etc. 

Si  lessero  queste  lettere  nel  senato  alle  6  hore  di  notte  il  di  23  d'agosto,  la  domenica; 
25  et  della  suddetta  vittoria  per  la  cittk  si  fece  gran  festa. 

Alli  8  di  settembre,  il  martedl,  vengono  in  Bologna  le  nuove  della  confirmatione  della 
lega  per  dieci  anni  fra  Venetiani,  Fiorentini  et  Bolognesi;  la  quale  fu  publicata  con  grande 
contento  di  tutta  la  cittk. 

A  di   19  di  settembre,  il  sabbato,  Giovanni  Francesco   Gonzaga  marchese  di  Mantova 
30  muore  et  Ludovico  il  figliuolo  succede  nella  signoria. 

A  dl  4  d'ottobre,  la  domenica,  dovendosi  correre  il  palio  della  festa  di  san  Petronio,  non 
si  corse,  ma  fu  trasferito  al  giomo  di  san  Luca  alli  1 8,  pure  in  domenica.  Li  giostratori  fu- 
rono  questi,  ciofe:  Lodovico  et  Astorre  di  Gasparo  Malvezzi,  il  qual  Ludovico  era  tomato 
alla  cittk  et  si  era  col  senato  riconciliato,  Galeazzo  et  Tideo  di  Lodovico  Marescotti,  FIo- 
35  riano  di  Gratiolo  da  Tossignano,  Giovanni  di  Antonio  da  Monterenzoli,  Filippo  di  Jeronimo 
Bolognini,  Domenico  del  Villano  Pellacani,  Antonio  di  Bolognino  dalle  Fiubbe.  Hebbe  Tonore 
et  il  preniio  Ludovico  di  Gasparo  Malvezzi,  il  quale  haveva  gittato  da  cavallo  Galeazzo  Ma- 
rescotti  con  alcuni  altri.  I  giudici  furono  Giovanni  di  Ligo  Lodovisi  et  Filippo  Podestk 
et  NicoI6  Sanuti. 
40  Alli  15  d'ottobre,  il  giovedi,   Nicolb   Ghisilardo  famoso  dottore   rende  lo   spirito  a  Dio. 

Fu  seppellito  ai  Servi,  accompagnato  da  tutte  le  arti  et   dairambasciatore   de'  Venetiani   et 
da  tutta  la  nobiltk  di  Bologna,  et  si  chiusero  le  botteghe. 

Alli  19  d'ottobre,  il  lunedi,  vengono  a  Bologna  le  novelle  della  morte  di  Nicolb  Picci- 

nino,  il  quale  dopo  longa  malatia,  che  haveva  conceputo  dal  dolore  preso  della  rotta  de'  suoi 

45  et  della  presa  di  Francesco  il  figliolo,  si  mori  nella  villa  di  Corsico  distante  da  Milano  cin- 

quemilla  passi,  in  venercU,  alli  16  d'ottobre  circa  un'hora  di  notte,  sendo  egli  d'anni  64.     F« 

costui  gran  nemico  de'  Bolognesi. 


43.  ntl  margint:  Morte  dl  Nlcol6  Picclnlno 


100  mSTORIA  DI  BOLOGNA  |Aa.  i444-i445i 


Gasparo  di  Vezzolo  Mnlvezzi,  huomo  generoso  et  liberale  vago  di  abellire  la  citth,  fa  fa- 
bricare  un  bellissimo  palazzo  ne'  Vignacci  rincontro  la  chiesa  di  San  Sigismondo  tutto  di  pictra 
cotta  et  di  gran  sito. 

Carlo  di  Giovanni  Malvezzi  parimente  anche  egli  d?i  principio  ad  un  bellissimo  edificio  al- 
Topposito  di  Santa  Cecilia  in  atr^  San  Donato.  5 

Zaccharia  di  Bartholomeo  da  Fiesso,  non  volendo  esser  d'animo  minore  di  Gasparo  et 
Carlo  Malvezzi,  anche  egli  comincia  la  sua  casa  in  stri  Maggiore. 

Martino  dalla  Rocca  d'Ascoli  h  fatto  podest^  et  capitano  della  cittu  di  Bologna. 

Carlo  di  Gasparo  Malvezzi,  modestissimo  et  virtuosissimo  giovine  et  alla  cittii   di   gran- 
dissima  espettatione,   lascia  questa  mortal  vita   et  saglie  a'  sempiterni   chiostri,   percioche  da  10 
Michele  di  Giorgio  Pellizzaro  fe  tolto  in  iscambio  et  ^  ucciso.     Fu  sepellito  in  San   Jacomo. 

Giovanni  di  Ligo  Lodovisi  cavaliere  aurato  et  conte  di  Agrimonte,  huomo  molto  esperto 
neirarmi  et  di  gran  consiglio  (era  stato  senatore  di  Roma),  passa  a  piii  sicura  vita.  Fu  sep- 
pellito  nel  chiostro  de'  fratri  Predicatori,  et  sopra  la  sepoltura  vi  fu  posta  una  figura  di  marmo 
a  cavallo.  15 

A  di  ultimo  di  novembre  fu  ferito  il  figliolo  di  Gasparo  Malvezzi,  il  quale  mori  in  ter- 
mine  di  10  giorni.  Et  con  lui  anche  fu  ferito  Michel  di  Marino  detto  Michel  da  Pisa,  uno 
de'  cinque  che  liber6  di  prigione  Annibale  Bentivogli. 

A  dl  5  di  decembre  fu  tagliato  a  pezzi  Giovanni  di  Lando  detto  Giovanni  d'Ambrosino 
partiale  de'  Canetoli;  et  chi  fece  questo  homicidio  fu  Lodovico  Marescotto,  sendo  Ludovico  20 
da  Canetoli  de'  signori.  Et  fu  ucciso  in  piazza,  quasi  su  la  porta  del  palazzo. 

Anno  di  Cristo  1445.  Si  creano  gl'antiani  et  gli  altri  magistrati  al  solito.     Porta  Stieri: 
Giovanni  Fantucci  confaloniere  di   giustitia,  Rinaldo  Ariosti  priore,  Giovanni  Vighilesio  de* 
Tomari  dottore  di  legge,  Horatio  di  Jacomo  pittore;  porta  San  Proculo:  Andrea  Pepoli,  To- 
maso  Zanettino;   porta  Ravegnana:   Fantuzzo   Fantuzzi,   Jacomo   Ingrati;   porta   San  Piero:  25 
Giovanni  di  Gabriello  gik  di  Nicola,  Jacomo  di  Paolo  di  Floriano. 

Alli  6  di  gennaro,  il  mercoledi,  i  Bolognesi,  che  intendono  il  duca  Filippo  havcre  radu- 
nati  i  soldati  et  nella  Lombardia  et  nella  Romagna,  dubitano  di  qualche  insidia  contra  la 
cittii;  et  perci6  mandano  ambasciatori  a  Venetia  et  a  Fiorenza  per  consultarsi  come  la  citt^ 
govemare  si  dovea.  Furono  eletti  gl' infrascritti,  ciofe:  Filippo  di  Guido  Pepoli,  Battista  Ca-  30 
netoli  banchiere  a  Fiorenza ;  Carlo  Ghisilieri,  Gasparo  dalla  Renghiera  a  Venetia ;  li  quali  an- 
darono  et  ritornarono  con  lieta  speditiohe,  cio^  che  li  Venetiani  et  Fiorentini  mandarebbono 
soldati  alli  Bolognesi. 

A  di  12  di  gennaro  Bartolomeo  figlio  di  Girolano  Bolognini  and6  per  capitano  di  Fio- 
renza;  era  di  poco  addottorato  in  legge.  35 

Alli  25  febraio,  il  giovedl,  Annibale  Bentivogli  figliolo  di  Antonio  Galeazzo  stabilisce  et 
fabrica  una  capella  et  altare  con  la  sepoltura  nella  chiesa  de'  fratri  di  San  Jacomo,  dietro  il 
coro  loro. 

Alli  25  di  marzo,  il  giovedl,  trovandosi  a  caso  Matthio  di  Bernardino  dalle  Correggie  alle 
boUette,  venne  non  so  come  a  parole  con  Gherardo  dal  Capello,  et  assalito  da  grande  ira,  40 
Matthio  cav6  Tarme  per  ferirlo;  dove  sopraggiongendo  il  figliolo  di  Gherardo,  tosto  pigli6 
un  falzone  et  diede  tre  ferite  mortali  a  Matthio  per  salvare  il  padre  et  lo  Iasci6  quivi  come 
morto  et  egli  se  ne  fuggl  a  casa  de'  Marescotti  per  salvarsi.  Ora  venuto  il  fatto  alle  orec- 
chie  di  quei  dalle  Correggie,  radunorono  molti  amici  loro  per  fame  vendetta,  di  che  li 
Marescotti  awisati,  che  erano  da  50,  presero  Tarme  et  con  impeto  andarono  alle  case  di  45 
Lodovico  di  Lambertino  Canetoli,  che  habitava  in  San  Mamolo,  amico  di  quei  dalle  Correg- 
gie,  et.  quivi  con  rarme  percuotendo  la  ptorta   et  le  finestre   con   parole   ingiuriose  gli  chia- 


1.  Hei  margine:  C«sa  grande  de'  Malvezzi  —  5.  nel  margine:  Casa  de  Carlo  Malvezzi. 


[A.  1445]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  101 

mavan^  fuore ;  ma  Ludovico,  come  huomo  savio  et  prudente,  per  ischivare  il  tumulto  nella 
citth,  et  benche  in  casa  havesae  molti  armati,  mai  gli  rispose  parola.  Finalmente  li  Mare- 
scotti  d'indi  partendosi,  et  passarono  alla  piazza  gridando:  "  Viva  il  popolo  et  le  arti„,  et  questo 
per  concitare  il  popolo  al  pigliar  Tarme ;  ma  niuno  si  mosse,  se  non  gli  antiani,  U  quali  scen- 

5  dendo  alla  piazza,  gli  scacciarono  a  mal  grado  loro  di  piazza ;  et  con  poco  honore  alle  case 
loro  se  ne  ritomarono. 

Battista  Canetoli  frattanto  raduna  da  500  huomini  armati,  non  sapendo  nulla  del  fatto, 
per  passare  alla  piazza,  et  il  medesimo  fa  Annibale  Bentivogli;  ma  intendendo  amendui  che 
li  Marescotti  erano  stati  cacciati  alle  loro  case  et  che  la  piazza  era  libera,  ciascuno  depose 

10  Tarmi,  ber.ch^  Todio  fra  Marescotti  et  Canetoli  ad  ogni  hora  crescesse.  - 

Essendo  gli  huomini  del  Castello  del  vescovo  fra  di  loro  in  due  parti  divisi,  occorse  che 
uno  di  una  parte  ne  restb  morto,  et  colui  che  Tuccise,  insieme  con  la  parte,  si  fortific6  in 
un  palazzo  de'  Pepoli.  II  che  intendendo  la  parte  contraria,  pigliate  Tarmi,  andarono  ad  as- 
sediare  il  detto  palazzo ;  et  combattendolo  per  molte  hore,  nfe  potendolo  ispugnare,  gli  diedero 

15  fuoco  et  dentro  vi  abbrugiarono  27  persone.  II  che  sapendo  gli  antiani,  subito  dierono  bando 
di  Bologna  et  territorio  a  tutti  quei  che  a  tanto  crudel  misfatto  si  erano  trovati,  sctto  la  pena 
della  forca. 

Parimente  il  senato  bandisce  li  Marescotti  con  li  loro  compagni,  che  erano  andati  in 
piazza;  laonde  Galeazzo  ne  and6  a  Venetia,  ma  poco  vi  stette. 

20  Rinaldo  Ariosti  priore,  Giovanni  Fantucci  confaloniere  di  giustitia,  Romeo  Pepoli,  Bar- 

tolomeo  Lambertini  dottore,  Gaspar  Malvezzi,  Lodovico  Bentivogli,  Melchior  da  Pizzano, 
Giovanni  Guidotti,  Cristophoro  Caccianemici,  Lodovico  Mangioli,  Pandolpho  Bianchi,  Az- 
zone  da  Quarto,  tntti  erano  allora  reformatori  della  citt^  di  Bologna. 

Gli  antiani  che  veggono  crescere  grodi  fra   li   Canetoli  et  li   Marescotti  et   che   nella 

25  cittk  era  per  nasceme  gran  tumulto,  come  bramosi  della  pace  et  della  quiete,  alli  29  di  marzo, 
che  fu  il  lunedi  di  Pasqua  di  Resurretione,  mandano  a  chiamare  Giovanni  Luigi,  Tideo  et 
Antenore  figlioli  di  Lodovico  Marescotti  et  anco  LodovJco  Canetoli,  et  havuto  con  essi  loro 
longo  ragionamento  sopra  la  quiete  della  cittk  et  la  concordia  fra  di  loro,  finalmente  gli 
pacificorono  insieme,  et  della  detta  pace  si  fecero  gli  instromenti;  et  abbracciatisi  Tun  raltro, 

30  se  ne  andarono  alle  case  loro. 

Matthio  dalle  Correggie  all'ultimo  di  marzo,  il  mereoledi,  per  cagione  delle  ferite  havute, 
rende  lo  spirito  a  Dio  et  lascia  il  corpo  alla  terra. 

A  di  primo  d'aprile,  il  giovedl,  entra  podestk  Giorgio  Spinoli  veronese  con  grande  honore. 
Alli  4  d'aprile,  la  domenica,  insino  alli  12  del  medesimo,  vengono  grandissime  brine  et 

35  sono  grandissimi  freddi  et  impetuosi  venti,  et  molte  viti  perci6  nei  contado  di  Bologna, 
nella  Romagna  et  in  molti  altri  luoghi  si  seccano. 

AUi  11  d'aprile,  la  domenica,  Galeazzo  Marescotti  a'  prieghi  d'AnnibaIe  b  richiamato  alla 
patria,  et  entrando  in  Bologna  passa  a  cavallo  per  la  piazza  armato  con  otto  compagni;  di  che 
sdegnati  gli  antiani,  gli  fanno  intendere  che  subito  debbia  uscir  della  cittk,  ma  egli  mostrando 

40  poco  di  curarsi  del  loro  commandamento,  rimane ;  et  per  questa  disubbidienza  era  per  nascere 
qualche  gran  disturbo,  se  non  fossero  stati  alcuni  cittadini,  che  tanto  operarono  con  Galeazzo, 
che  egli  la  notte  seguente  si  partl. 

A  dl  primo  di  maggio,  il  sabbato,  si  fecero  gli  nuovi  antiani,  et  furono  questi:  Porta  Stieri: 
Dionisio  di  Castello  confaloniere,  Antonio  di  Francesco  Ranucci  medico,  Battista  di  Giovanni 

45  dalli  Testi  notaro;  porta  San  Proculo:  Melchiore  di  Nano  Viggiani,  Bolognino  di  Giovanni 
Bolognino;  porta  Ravignana:  Castellano  di  Nanno  Gozzadini,  Baldessera  di  Venturino  Luppari ; 
porta  San  Pietro:  Giovanni  d'Antonio  da  Loiano,  Jacomo  di  Lucca  dal  Pannolino. 

Non  mancava  fratanto  la  discordia  di  oprare  coi  mantici  per  accendere  vie  piii  d*hora 
in  hora  Todio  fra  li  Canetoli  et  li  Marescotti  et  porre  avanti  gli  occhi  d'amendue  le  parti 

50  le  ingiurie  ricevute  et  iostigarli  alla  vendetta  di  esse,  et  come  vuoleva  awenue.    Perciochfe 


102  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  1449] 


Baldessera  di  Lodovico  Canetoli  parendogli  che  la  pace  fatta  avanti  gli  antiani  gli  fowe  una 
commoda  rete  da  pigliare  li  suoi  nemici  al  vado,  egli,  sotto  il  colore  di  amista,  cominci6  a 
radunare  Francesco  Ghiailieri,  Battiata  suo  cugino,  Nicol6  de'  Santi,  Delphino  et  Santi  degli 
Atticonti,  Andrea  Ghiailieri  et  molti  altri  de'  Canetoli  et  loro  amicL  Havuto  longo  ragio- 
namento  con  essi  loro,  con  dire  che  benissimo  conosceva  che  di  prima  li  Canetoli  erano  5 
grandi  et  estimatl  da  tutti  li  aignori  d'Italia  et  che  hora  vedeva  che  essi  si  trovavano  in 
cos)  basso  stato  che  poco  o  niente  dagraltri  cittadini  erano  stimati,  et  in  particolare  dalli 
Marescotti  per  haver  loro  il  caldo  di  Annibale  Bentivogli  liberato  per  opera  loro  dalle  car- 
ceri,  et  che  altro  non  restava  loro  se  non  di  essere  totalmente  distrutti;  cose  tali  et  simili 
disse  egli  con  grande  affetto  di  animo,  perchfe  si  conclusero  fra  di  loro  di  levarsi  avanti  grocchi  10 
ia  parte  contraria  et  di  ammazzare  Annibale  et  li  Marescotti  et  di  tentare  Taiuto  del  duca  di 
Milano  per  potersi  difendere  dalla  lega  de'  Venetiani  et  de'  Fiorentini,  et  quanto  prima  si 
dovesse  con  il  duca  capitolare  accioch^  il  tutto  succedesse  secondo  i  voti  loro.  £t  per6 
avisarono  del  tutto  il  duca;  et  egli  lieto  di  questo  fatto  promise  loro  larghi  premi  et  gradi 
di  honore.  Capitolato  adunque  col  duca,  esso  mand6  nella  Romagna  Taliano  Forlano  con  15 
1500  cavalli  et  600  fanti,  fingendo  mandarli  contro  Francesco  da  Cudignola;  poi  ordin6  Luigi 
da  San  Severino  con  molti  armati,  che  sentendo  la  morte  di  Annibale,  tosto  dovesse  essere 
in  soccorso  de'  Canetoli. 

Li  Canetoli  f rattanto  tentano  di  fare  uccidere  Annibale ;  et  a  questo  fine  Nicol6  Baron- 
zino  et  il  massaro  di  Piacenza  con  Tarme  sotto  osservano  di  haver  Annibale  al  laccio.  Ma  20 
la  cosa  si  scuopre  et  presi  son  incarcerati  et  tormentati;  mai  volsero  confessare  la  verit^. 
Instavano  adunque  11  Canetoli  che  amendue  fossero  liberati,  dicendo  che  quello  eragli  op- 
posto  erano  chimere  et  che  essi  erano  innocenti  et  in  ci6  non  punto  colpevoli.  Vedendo 
li  Canetoli  la  costanza  di  Nicol6  Baronzino  et  del  massaro,  che  niente  confessavano,  pre- 
sero  maggior  ardire  che  di  prima;  et  ordinato  con  il  duca  di  Milano  che  talmente  dispo-  25 
nesse  le  sue  genti  d'armi  che  il  giorno  di  San  Pietro  si  ritrovassero  nel  territorio  di  Bologna 
pronte  et  apparecchiate,  perchfe  essi  in  tale  giorno  volevano  ad  ogni  modo  uccidere  Anni- 
bale  et  poi  introdurre  dentro  li  suoi  soldati  et  darli  la  signoria  della  cittk.  Fece  il  duca 
quanto  essi  desideravano. 

Al  primo  di  giugno  la  compagnia  de'  Lombardi  della  cittk  di  Bologna,  che  per  trecento  anni  30 
in  circa  continuamente  era  habitata  in  ima  casa  presso  la  chiesa  di  Santo  Stefano,  essendo 
fra  Jacomo  Battagli  abbate  di  quella  chiesa  et  di  San  Bartolomeo  da  Mussigliano  diocesi  di 
Bologna,  concede  al  detto  abbate  le  facoltk  di  quivi  fabricare  un  hospitale  sotto  il  vocabolo 
di  San  Buono  con  patto  che  sopra  le  volte  del  detto  hospitale  si  fabricasse  una  stanza  atta 
et  commoda  per  potersivi  congregare  detti  Lombardi.  Per6  il  detto  abbate  tratt6  questo  ne-  35 
gocio  con  Monte  di  Zarlotino  de'  Mantici  massaro  di  detta  compagnia,  Bonaventura  di  Lo- 
renzo  Paliotti,  Antonio  di  Palmiero  de'  Mazarelli,  Pietro  de'  Paliotti,  Nicola  di  Giovanni  de' 
Banci,  Matteo  di  Giovanni  de'  Gozzadini,  et  furono  fatti  questi  accordi  alla  presenza  del 
vescovo  di  Bologna.  Di  tutto  questo  se  ne  ha  scrittura  rogata  per  Filippo  Formaglini  et  poi 
per  ser  Lorenzo  di  Hieronimo  Catani  *.  40 

Pareva  a'  Canetoli  ogni  hora  un  anno  di  insanguinarsi  le  mani  nella  morte  di  Annibale 
et  de  Marescotti,  tanto  il  veleno  et  Todio  gFera  sceso  al  cuore.  Et  perch^  raspettare  sino 
al  di  di  san  Pietro  gli  era  cosa  insopportabile,  ordinarono  di  ammazzare  Annibale  il  dl 
di  san  Gi6vanni  Battista  con  questO  stratagema. 

EranO  circa  due  mesi  che  a  Francesco  di  Lippo  Ghisilieri  era  natO  un  figliolo  maschio  45 
et  sinO  ad  hora  Thaveva  serbato  a  battezzare  per  servirsene  a  tanto  hOmicidio.    Et  volendo 
portarlo  al  sacro  fonte,  ricerc6  con  lieta  faccia  et  amorevoU  parole  Annibale  il  volesse  te- 
nere  al  battesimo  il  giorno  di  san  Giovanni  e  divenire  suo  compadre.    Accett6  volentieri 


>  GiovAmn  Sabbaoimo  dblu  Auxnti,  cap.  XVL 


[A.  1445]  '  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  103 

Annibale  et  deiramor  suo  gli  rese  gratie  infinite.  Venuto  adunque  il  giorno  di  san  Giovanni, 
la  mattina  manda  rhomicida  padre  il  figliuolo  alla  chiesa  cathedrale,  il  quale  fu  da  Annibale 
Bentivogli  et  da  Achille  Malvezzi  tenuto  al  battesimo  et  compadri  divennero  del  detto  Fran- 
cesco.  II  quale  con  esai  loro  partitosi  dal  sacro  fonte,  il  prese  a  braccio  (come  si  costumava) 
5  et  r  invit6  insieme  con  Annibale  ad  andare  alla  festa  di  san  Giovanni;  non  voUe  Achille  an- 
darvi,  perchfe  come  huomo  prudentissimo  et  sagace,  dubitava  quello  che  poi  avvenne ;  et  bel- 
lamente  accostatosi  a  Annibale,  gli  disse  non  dovesse  andarvi.  Ma  non  pensando  a  male  ve- 
runo,  Annibale  non  gli  presto  orecchio  (volle  la  sua  fortuna  corresse  in  humana  terminatione 
a  penitenza  di  qualche  errore  de'  suoi  nemici).     Et  essendosi  inviato  Achille  per  partirsi  del 

10  tempio,  Annibale  a'  prieghi  di  Francesco  gli  mand6  dietro  Lodovico  Lodoviso  a  pregarlo  (era 
gik  Achille  su  la  scala  della  chiesa  che  va  nel  vescovato,  che  ne  andava  a  casa)  che  per 
ogni  modo  si  degnasse  accompagnare  il  compadre  et  lui  alla  f esta.  Rispose  Achille :  "  Lo- 
"  dovico,  dirai  ad  Annibale  neirorecchio  che  non  voglio  venire  a  f armi  tagliare  in  pezzi  „ ;  et 
subito  voltate  le  spalle,  ne  usci  del  tempio  et   seguito  il   suo  camino.     Intendendo  Annibale 

1 5  come  Achille  non  vi  voleva  venire,  quasi  volse  egli  fare  il  somigliante ;  ma  astretto  dai  prie- 
ghi  deiriniquo  compadre,  abbracciati  uscirono  del  tempio,  et  inviatisi  giu  verso  la  festa,  pas- 
sato  che  hebbero  di  poco  la  sacra  croce  di  san  Sebastiano,  presso  la  casa  di  Francesco  il 
compadre,  dal  lato  sinistro  Annibale  volse  grocchi  a  dietro,  et  vedendo  alcuni  armati,  com- 
prese  la  sua  vicina  morte  vedendosi  nella  parte  de*  Canetoli.     Per  il  che  trattosi  dalle  braccia 

20  del  compadre,  dal  quale  era  forte  tenuto,  et  uscito  dalle  mani  ingannevoli,  cavando  mezzo 
fuori  la  spada  che  cinta  haveva,  corse  verso  la  casa  de'  Canetoli,  che  era  sotto  quella  del 
scelerato  compadre,  a  quella  guisa  che  fa  il  perseguitato  liocorno,  11  quale  credendo  pure  di 
campare,  si  pone  nel  grembio  della  pudica  donzella  sua  principal  nemica,  da  cui  mortal  ca- 
tena  gli  h  posta  al  collo.     Cosl  il  meschino  Annibale  correndo  verso  H  suoi  nemici,  Baldes- 

25  sera  detto  Bettozzo  da  Canetolo  passo  la  via,  et  venendo  ad  incontrarlo,  il  giunse  nel  trebbo 
de'  sigori  Storletti  fra  la  casa  de'  Canetoli  et  del  compadre  et  con  una  coltella  tre  volte  gli 
feri  il  generoso  petto.  II  quale  cadendo  a  terra,  fu  dagli  altri  crudeli  seguaci  finito  insieme 
con  dui  suoi  famegli.  Erano  con  Baldessera  gl' inf rascritti :  Filippo  di  Bernardino  Ramponi, 
Jacomo  di  Novellino  sarto,  Cristophoro  et  Giovanni  del  Fusagna  pellizzari,  Carlo  Ottofredi, 

30  Giovanni  di  Bernardo  dalli  Vasselli,  Giovanni  di  Buratino  chiodarolo,  Cristophoro  di  Zonino 
orefice,  Pietro  di  Jacomo  Filavigline,  cinque  foraslieri  et  molti  altri.  Tutti  questi,  pigliando 
Tarme  hastate  in  casa  di  Battista  Canetoli,  et  essendone  molti  nascosti  nella  chiesa  di  san- 
t'Isaia,  dato  il  segno  di  una  bombardella  che  significava  Annibale  esser  morto,  uscirono  di 
chiesa,  et  incontrandosi  nelli  Marescotti,  cominciarono  a  gridare:  "  Came  came„.  Volgendo 

35  le  armi  sopra  li  detti  Marescotti  (che  niente  del  fatto  occorso  sapevano),  uccisero  Giovanni 
Luigi,  Tideo  et  Antenore  Marescotti  figlioli  di  Ludovico  egregio  dottore  et  fratelli  di  Ga- 
leazzo,  il  quale  anche  lui  ferito,  si  era  salvato  nel  monastero  delle  suore  di  san  Matthia; 
fu  anco  ammazzato  Bartolomeo  detto  Mazzacani. 

Iscampato  per  altra  via,  Galeazzo   si  ridusse  a  casa  sua   per  armarsi   et  radunare  gente 

10  per  eccitare  la  cittk  al  pigliar  Tarmi  contro  li  congiurati.  Et  mentre  che  si  armava,  ecco  gli 
nemici  alla  porta  della  casa,  et  Galeazzo  preso  un  targone  con  la  spada  in  mano  accompa- 
gnato  da  Pietro  Maria  Ubaldini  et  lo  Spezza  Viggiani  con  alcuni  pochi  altri,  opponendosi  al- 
rimpeto  loro,  a  furore  di  buone  ferite  gli  fece  fuggire. 

Ritornato  Galeazzo  a  finire  d'armarsi,  giunse  in  casa  Caterina  Formagliari  la  moglie  piena 

45  di  lagrime,  et  correndo  ove  Galeazzo  era,  Tessorta  di  tosto  fuggirsi  dicendoli  che  veduto 
haveva  li  suoi  fratelli  morti  per  terra  et  che  la  parte  de'  Bentivogli  era  tutta  in  rovina,  sendo 
stato  ucciso  Annibale. 

Quando  Galeazzo  udl  che  Annibale  era  mortc   et   delli  suoi  fratelli  che  erano  stati  uc- 
cisi,  per  il  gran  dolore  hebbe  a  cader  per  terra  morto,  et  tratto  da  disperatione  et  da  deslo  di 

50  vendicare  la  morte  di  Annibale  et  de'  fratelli,  seguit6  di  armarsi  et  essortando  la  moglie  alla 


104  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1445 j 


padenza;  et  ella  confortata  corainci6  ad  aiutarlo  ad  armare,  sollecitandolo  al  vendicare  cotanto 
oltraggio. 

Galeazzo,  tosto  che  fu  armato,  salse  a  cavallo  accompagnato  da  molti  amici  armati,  et 
neU'u8Cir  di  casa,  dalla  porta  di  dietro  che  il  collegio  di  Spagna  rimira,  trova  Dioiiiuo  di 
Castello  confaloniere  di  giustizia  su  la  porta  del  collegio  con  gli  antiani  et  Zaccaria  trivi-  5 
sano  ambasciatore  de'  Venetiaiii  et  Nicol6  Doiiati  ambasciatore  de'  Fiorentini,  che  quivi  con 
la  lor  guardia  8'erano  ridotti,  havendo  inteso  la  morte  di  Annibale  et  delli  tre  de'  Mare- 
scotti;  n^  sapevano  ove  passare,  nfe  che  partito  pigliarsi,  non  sapendo  che  congiura  questa  fosae. 
Galeazzo  con  lieto  et  simulato  viso,  volto  a  loro,  disse :  "  Signori  miei,  non  habbiate  alctma  te- 
"  menza,  ma  sperando  in  Dio  habbiate  animo  virile,  che  oggi  spero  vedrete  castigata  la  teme-  10 

*  nth  de'  f>erfidi  Canetoli.    Signori,  ne  l'indugiar  vostro  sta  il  pericolo  della  citti;  perb  affret- 
"  tativi  di  andare  alla  piazza  et  di  quella  insignorirvi,  perch^  cosl  facendo  vi  do  nelle  mani 

*  la  indubitata  vittoria  degli  nemici  „.  Mossi  gH  antiani  dalle  parole  di  Galeazzo,  et  a  sua  per- 
suasione  entrati  in  casa  di  Lodovico  il  padre,  presero  Tarme  et  con  frettoloso  passo  pasaarono 
alla  piazza  divisi  in  due  squadre  benissimo  ordinate,  sendo  con  essi  loro  Galeazzo;  et  giunti,  15 
trovando  la  piazza  libera  et  senza  guardia,  diedero  la  cura  a  Galeazzo  di  pigliarla  et  con- 
servarla.  Et  entrati  li  signori  in  palazzo,  fecero  tosto  consiglio  con  gli  oratori,  et  subito  spe- 
dirono  messi  a  Pietro  Navarino,  che  si  trovava  a  Budrio,  capitano  de'  Bolognesi  con  300  ca- 
valli,  et  a  Tiberto  Brandolino  capitano  di  400  cavalli,  che  era  a  Cento  et  alla  Pieve  et  al 
conte  Guido  Rangoni  che  haveva  600  cavalli  et  200  fanti  capitano  de'  Venetiani,  che  ne  20 
dovessero  venire  a  volo  alla  difesa  della  citth;  et  li  signori,  fatto  dare  il  segno  alla  campana 
per  radunare  il  popolo  armato,  consignarono  tutti  li  soldati  a  Galeazzo  Marescotti,  accioch^ 
provedesse  ove  il  bisogno  fosse.  II  quale  ordin6  presto  le  guardie  intomo  la  piazza  et  da 
ogni  parte  benissimo  la  fortific6. 

Frattanto  che  queste  cose  si  ordinavano,  fu  portata  la  crudel  nuova  della  morte  di  An-  25 
nibale  a  madonna  Donnina  la  moglie  et  alla  sorella  Costanza  maritata  in  Gasparo  Canetoli, 
la  quale  fu  di  poi  al  conte  Gherardo  figliolo  del  magnifico  cavalliere  Christino  Francesco  de' 
Bevvilacqua  patricio  dignissimo  veronese  maritata,  alle  cui  gridaconcorsero  molti  degli  amici 
di  Annibale  a  confortarle.     Et  dato  il  segno  alla  campana  di  san  Jacomo  li  Pepoli,  Taddeo  Pe- 
poli,  Matteo  de'  Nappi,  Pietro  de'  Borselli  (questo  fu  morto),  Friano  de'  Bianchi  (fu  morto),  30 
Pietro  Cacciti,  Francesco  Bombasaro,  Finello  dalle  Selle,  Pietro  Bettino,  Antonio  Mazzaqani 
(fu  morto) ;  tutti  questi  erano  co'  Pepoli  et  li  Malvezzi,  Fantucci  et  molti  altri  cittadini  presero 
I'arme  et  si  radunorono  insieme,  et  fatto  un  grosso  squadrone,  passarono  alla  piazza  et  piu  che 
non  era  la  fortificarono  con  sbarre  di  legni  et  di  carra  et  di  altre  cose  opportune,  accioch6 
li  Canetoli  non  vi  potessero  entrare.    Et  fecero  una  bella  scaramuccia  sul  cantone  della  piazza  35 
verso  San  Mammolo  con  Lodovico  de'  Canetoli  che  voleva  entrare  in  piazza,  ma  vedendo  il 
pensier  vano,  volt6  con  la  sua  gente  verso  San  Francesco  et  and6  a  casa  di  Battista  Cane- 
toli,  dove  fatti  forti,  combatterono  dalle  16  hore  infino  alle  23.     Battista  Canetoli  anch'egli 
non  dorme,  ma   fatto  dare  il   segno  alla  campana  di  San   Francesco,  raduna  gli  amici  suoi 
circa  da   800  armati  nella  salicata  di  San  Francesco  et  tosto  spedisce   un  messo   a  Taliano  40 
Furlano,  che  era  in  Romagna,  che  con  ogni  celeritk  dovesse  venirsene,  che  sicuramente  sa- 
rebbe  introdotto  et  della  cittk  haverebbe  il  dominio.    Frattanto  Battista  si  pose  a  fortificare 
la  detta  salicata  con  il  trebbo  de'  Ghisilieri  per  quivi  conservarsi  sintanto  che  Taliano  con 
le  sue  genti  alla  cittk  giungesse. 

II  che  fu  potissima  cagione  della  sua  ruina,  perch6  s'egli,  ucciso  ch'ebbe  Annibale  et  li  45 
Marescotti,  fosse  tosto  passato  alla  piazza,  s'insignoriva  sicuramente  et  di  essa  et  del  palazzo; 
ma  il  peccato   grande   gli   haveva  levato   il  discorso  per   condurlo  alla   fossa   di   sua  ultima 
rovina. 

Galeazzo   che  intende   Battista  essersi   fortificato  alla   salicata  di  San  Francesco,  piglia 
cento  armati  seco  et  si  parte  di  piazza  per  gire  ad  azzufarsi  con  gli  nemici   et  d'indi  cac-  50 


[A.  1445]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  105 

ciarli;  et  giunto  al  fieno  della  paglia,  8'incontr6  con  li  nemici,  et  amendue  le  parti  venendo  al 
fatto  delle  arme,  molti  ne  furono  da  ogni  parte  f eriti  et  uccisi ;  f ra  quali  vi  rimase  morto  Astorre 
tigliolo  di  Gasparo  Malvezzi,  Francesco  de'  Bianchi,  Pietro  di  Giovanni  de'  Buiselli,  Antonio 
Mazzacani,  Giovanni  Fusagna  pellizzaro  con  molti  altri.  II  che  vedendo  alcuni  cittadini,  mossi 
5  da  puro  zelo,  s' interposero  fra  le  parti  per  vedere  di  pacificarle,  fra'  quali  vi  fu  Jeronimo 
Bolognini  et  Melchior  da  Moglio.  Li  quali  di  gih  quasi  havevano  concluso  Taccordo,  quando 
ci5  alle  orrechie  di  Galeazzo  venne  che  era  ritornato  alla  piazza,  sendogli  da  non  so  chi 
detto :  "  Galeazzo,  tu  hoggi  rimanerai  superato,  se  vorrai  combattere  perchfe  quasi  la  pace 
"  davanti  agrantiani    ^   conchiusa,   sendo    a    cib   mezzani   Jeronimo   Bolognini    et   Melchiore 

10  "da  Moglio,  et  perci6  a  mio  giudizio  indarno  t' affatichi  „.  Galeazzo  a  queste  parole  tosto 
scese  da  cavallo  tutto  pieno  d'ira  et  di  furore,  et  andato  alli  antiani,  et  intesa  la  cagione 
del  ragionamento  delli  detti  sopradetti,  tosto  ritom6  alla  piazza,  et  salito  a  cavallo  con  ef- 
ficacia  di  parole  essorto  il  popolo  a  non  esser  punto  pigro  di  vendicare  la  morte  di  Anni- 
bale  a  loro  si  caro  et  de'  suoi  fratelli,  et  che  se  essi  piu  tardano,  si  vedranno  passar  sopra 

15  li  soldati  del  duca  et  la  citth  sark  da  loro  dominata.  Et  tra  il  popolo  molti  animati  si  po- 
sero  a  seguitarlo. 

Et  Galeazzo  passando  dalle  bollette  per  andare  ad  assalire  gli  r.emici  alla  saligata  di  San 
Francesco,  per  la  via  di  Porta  nuova  ritrovando  roste  et  sbarre  per  ogni  luogo,  tutte  le  co- 
mincio  a  rovinare  con  grande  uccisione  de'  suoi  et  della  parte  nemica.     Et  in  questo  con- 

20  flitto  giunse  a  Bologna  Pietro  Navarino  con  300  cavalli,  parte  de'  quali  furono  mandati  in 
aiuto  di  Galeazzo  che  gia  era  varcato  al  trebbo  de'  Ghisilieri,  dove  si  comincio  una  nuova 
zuffa,  percioch6  vedendosi  soccorso  Galeazzo  si  forzava  di  superare  gli  nemici,  temendo  della 
venuta  del  Furlano ;  et  non  senza  gran  spargimento  di  sangue  duro  la  battaglia  circa  due  hore, 
senza  haver  Tuna  deiraltra  parte  alcuna  pieth.     Finalmente  prevalse  Galeazzo  con  la  parte 

25  Bentivolesca  et  rotte  le  sbarre  et  le  roste,  perseguito  gli  nemici  col  ferro  sin  dove  pot^. 

Cacciati  li  Canetoli,  il  senato  alli  5  di  luglio,  il  lunedi,  chiuse  la  porta  Sant'l8aia,  per 
dove  erano  fuggiti  fuori  della  citt^  li  Canetoli  et  suoi  seguaci.  Et  il  popolo  passo  alla  casa 
di  Battista  Canetoli  (il  quale  si  era  fuggito  et  nascosto  in  una  fongia  di  NicoI6  Bedoro  da 
San  Marino)  et   havendola  saccheggiata  poi   gli   diedero  il  fuoco,   et  tanto  alto   salirono  le 

30  ingorde  fiamme,  che  si  vedevano  oltre  20  braccia  fuori  le  finestre,  dove  si  crede  che  ab- 
bruggiassero  anche  di  molte  persone  quivi  nascoste.  Abbruggiata  la  casa  di  Battista,  il  popolo 
pass6  alle  case  di  Francesco  Ghisilieri  et  di  Galeotto  Mezzovillani;  fecero  quivi  il  simile, 
salvando  la  casa  in  San  Mamolo,  ove  alloggiava  Ludovico  Canetoli  per  essere  delli  frati  Pre- 
dicatori.    Finalmente  non  lasciarono  casa,  che  fosse  de'  Canetoli,  che  non  la  dessero  in  preda 

35  alle  vive  fiamme  del  fuoco,  le  quali  furono  circa  50  case,  et  che  non  le  sacchegiassero  et  uc- 
cidessero  di  loro  quanti  ne  ritrovavano. 

Era  ansioso  il  popolo  di  cercar  Battista;  et  finalmente  fu  in  una  fongia  ritrovato  con  un 
figHolo  di  Alberto  di  Enoch  et  con  un  contadino.  Alle  2  hore  di  notte  d'indi  estratti,  tutto 
il  popolo  gridava:  "  Muoia  il  traditore  che  ne  ha  tolto  il  padre  della  patria„,  ma  egli  invano 

40  chiedendo  misericordia,  fu  crudelmente  ucciso  et  tratto  nel  mezzo  della  piazza,  et  cavatogli 
il  cuore,  fu  portato  avanti  la  casa  di  Annibale  et  quivi  con  un  chiodo  confitto  in  segno  di 
vendetta.  Et  un  todesco  havendogli  cavato  la  corradella,  se  ne  mangi6  un  pezzo  maledicendo 
mille  volte  il  traditore  Battista.  Poi  il  corpo  fu  gettato  sopra  il  fuoco  et  quasi  tutto  arse;  il 
restante  che  avanz6  la  mattina  seguente  fu  a'  porci   dato   in  cibo.     Et  cosl  fu   vendicata  la 

45  morte  di  Annibale  et  de'  Marescotti. 

Mentre  che  il  corpo  di  Battista  ardeva,  Tiberto  Brandolini  et  11  conte  Guido  Rangoni 
con  li  loro  soldati  giungono  in  Bologna  tutta  Iravagliata. 

La  mattina  seguente  il  popolo  va  alle  carceri  et  cava  fuore  tutti  li  prigioni  et  li  libera, 
eccetto  Nicol6  Baronzino  et  il  massaro  da  Piacenza,  che  furono  tagliati  a  pezzi  et  gettati  nella 

50  corte  del  palazzo  del  podest^ 


106  IIISTORIA  DI  BOLOGNA  {A.  1445] 


Giunti  gli  awisi  de'  Canetoli  della  morte  di  Annibale,  ma  tardi,  al  Taliano  Furlano,  che 
era  in  Roma^a,  egli  in  fretta  coii  tutti  H  soldati  si  parte  et  viene  verso  Hologna,  credendo 
di  cntrare  nella  cittk  et  dar  soccorso  alli  Canetoli.  Ma  giunto  al  fiume  Idice  et  intesa  la 
morte  vituperosa  di  Battista  et  la  rovina  di  tutta  la  sua  fattlone,  si  rivolse  con  gli  occhi  tur- 
bati  al  cielo  con  parole  obbrobriose  et  in  disprezzo  del  Signore,  et  tutto  pieno  d'ira  et  di  5 
sdegno  si  rivolse  a  dietro,  et  pas86  a  Castello  Bolognese  dove  a  disprezzo  de'  Bolognesi  fece 
gran  male  abbrugiando  i  frumenti  et  rovinando  le  moline. 

Posto  il  corpo  di  Aniiibale  nella  chiesa  di  san  Giorgio,  et  quivi  vestito  da  cavaliero,  con 
grande  honore  fu  d'indi  levato  et  portato  a  seppellire   alla  chiesa  di   san  Jacomo.    Fu  poi 
posto  nella  pariete  sopra  la  sua  sepoltura  la  ispressa  imagine  sua  a  cavallo  tutto  armato  con  10 
la  spada  nuda  in  mano  tutto  di  riiievo  con  questo  epitalBo  sotto: 

.^uo  nemo  utilior  -patriae  nec  -pace,  nec  armis, 

Bentivolae  gentis  Atmibal  sic  situs  est. 
JSxpulitis  dudum  possessa  ex  urbe  tyrannum 

Et  profugos  civcs  restituit  patriae.  15 

A  quibus  ingrati  scelerata  morte  peremptum 

Sed  meritum  sumpsit  factio  suplitium ; 
Nam  sceleris  tanti  affinis  quicumque  fuisset 

Hic  fcrro,  aut  flamma  praemia  digna  tulit. 

Fa  questo  Annibale  huomo  di  mediocre  statura,  non  molto  carnoso,  ma  piil  tosto  gracile,  20 
era  di  color  vivo  et  piii  tosto  pendeva  al  rosso,  haveva  la  faccia  rotonda,  occhi  neri  et  ar- 
diti,  naso  aquillino,  et  era  robusto  nelle  fatiche;  fu  dotato  dalla  natura  di  bellissimo  ingegno 
di  eloquenza,  di  liberalitk  et  di  piacevolezza,  fu  dolcissimo  nel  couversare,  humile  et  nel- 
Tarmi  valoroso  et  ardito.  Et  per  queste  sue  tante  virtii  era  cosl  amato  dal  popolo.  Lascib 
dopo  di  sfe  di  Donina  Visconti  Giovanni  secondo  suo  figliuolo  d'anni  due  et  mesi  cinque.       25 

Furono  uccisi  in  questi  travagli  della  cittk  di  Bologna  per  la  morte  di  Annibale  Benti- 
vogli  gH  infrascritti  huomini,  cio^:  Battista  Canetoli  capo  della  congiura,  Giorgio  Fusagna 
pelizzaro,  Pietro  bombardiero  con  due  compagni,  Jacomo  Novelli  sarto,  Petronio  Peterlino 
pescatore,  Segurano  da  Villanuova,  Filippo  Ramponi,  Bene  Tacconi  beccaro,  Tomasino  da 
Buonconvento,  Bartolomeo  di  Copolo  fornasaro,  Nicol6  et  Carlo  Batonzini,  il  massaro  di  Pia-  30 
senza,  Stephano  Pellacani,  don  Giovanni  da  Massumatico,  Antonio  di  Rizzardo  degrAIberti, 
Ambrosio  tintore,  Jacomo  di  Zannino  Poleseno,  Pietro  sarto,  Oliviero  calzolaro,  Trombettino 
carrattiero  et  molti  altri. 

Nicol6  di  Bettino  beccaro  sendo  ritrovato  nella  casa  di  Giovanni  dAngellino,  fu  straci- 
nato  per  li  piedi  insino  alla  piazza  sotto  le  forche,  et  aperto  pel  mezzo  et  cavatogli  il  cuore  35 
et  tagliategli  le  mani,  fu  impiccato  per  un  piede. 

Biagio  detto  Bottarello  anch'egli  fu  impiccato  al  palazzo  delli  notari,  oltre  molti  altri 
della  fattione  Cannesca  di  poca  stima,  come  famegli  et  simili,  che  furono  morti  senza  alcuna 
pietk. 

Dalla  parte  de'  Bentivogli  morirono  Estore  di  Gasparo  Malvezzi,  Friano  di  Matlhio  Bian-  40 
chetti,  Pietro  dai  Burselli. 

Tra  le  case  de'  Canetoli  che  furono  saccheggiate  et  poi  abbrugiate  furono  queste :  Casa 
di  Battista  Canetoli  rovinata  insino  a'  fondamenti,  di  Francesco  Ghisilieri  rovinata,  di  Lodo- 
vico  Canetoli,  di  Andrea  Ghisilieri,  di  Galeotto  Mezzovillani,  di  Nicolo  di  Santi,  di  Anticonte 
Dolphini,  di  Tomaao  di  Oliviero  Grassi,  di  Francesco  dal  B6,  di  Giovanni  di  Monari,  di  45 
Jacomo  di  Cambio  Zambeccari,  di  Lodovico  dalle  Correggie,  di  Francesco  di  Giovanni  Gom- 
brudi,  di  Gulielmo  dal  Bruno,  di  Golino  Boccadiferro,  di  Valentino  da  Pizzano,  di  Orlandino 
Romanzi,  di  Buonfio  Buonfii,  di  Benedetto  Buonfio,  di  Carlo  di  Bartolomeo  Barocino,  di  Lo- 


[A.  1445J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  107 

dovico  da  Villanova,  di  Gherardo  Pescatore,  di  Antonio  di  Jacomo  d'Argile,  di  Gabriele  Pia- 
tesi,  di  Christophoro  Fusagna,  di  Petronio  Peterlini,  di  Nicol6  di  Bettin  beccaro,  di  Lorenzo 
degl'  Usberti,  di  Burattino  chiodarolo,  di  Antonio  cartolaro,  di  Giovanni  Panciarasa,  di  Gio- 
vanni  di  Pace  mastro  di  legname,  di  Vandino  di  Jacomo  Pescatore,  di  Francesco  detto  Ca- 
5  stagna,  di  Gregorio  detto  Rosso,  di  Francesco  di  Roncotorto,  di  Bartolomeo  di  Bernardo 
Vasselli,  di  Giovanni  della  Bertona,  di  Stephano  Pelacano,  di  Giovanni  da  Ponte,  di  Pietro 
de'  Crescimbeni;  case  6  in  San  Mamolo  de'  contadini,  case  6  in  San  Felice  de'  contadini, 
case  8  nel  Pradello  de'  contadini. 

Furono  anche   saccheggiate  tutte   le  botteghe  degramici  de'  Canetoli,  talmente  che   da 

10  ogni  lato  della  citta  si  udivano  gridi  et  lamenti  si  per  la  morte  de'  suoi  come  anco  per  la 
perdita  delle  case  et  della  robba;  et  nel  vero  era  troppo  cresciuta  la  licenza  del  far  male  a 
chiunque  piaceva  di  operare  malamente  et  piu  oltre  era  per  accrescere  tanta  temeriti,  se 
gli  signori  antiani  non  vi  ponevano  freno. 

Si  fanno  le  sontuose  essequie  di  Annibale  Bentivogli  nella   chiesa  di  san  Jacomo   et   li 

15  signori  antiani  donano  aglheredi  suoi  ducati  100  d'oro  da  spendersi  et  convertirsi  nel  fare 
le  dette  essequie  \ 

Alli  27  di  giugiio  adunque,  che  fu  la  domenica,  li  signori  antiani  radunati  alquanti  cit- 
tadini,  di  commune  parere  elessero  16  huomini  che  dovessero  riformare  gli  uffici  della  cittk 
81  deirutile  come  deirhonore;  et  furono  chiamati  li  16  reformatori  dello  stato.     Et  furono 

20  questi :  Porta  San  Piero :  Lodovico  di  Andrea  Bentivogli,  Gasparo  di  Musotto  di  Vezzolo  Mal- 
vezzi,  Lodovico  di  Melchiorre  Mangioli,  Azzo  di  Pietro  da  Quarto  speciale;  porta  Stieri: 
Sante  Bentivogli  cavalliere,  Dionisio  di  Bartolomeo  di  Castello,  Rainaldo  di  Lorenzo  Ariosti, 
Ludovico  Marescotti  de'  Calvi  dottore  et  priore  delli  signori  16;  porta  San  Proculo:  Romeo 
di  Guido  Pepoli  dottor  di  legge,  Bartolomeo  Lambertini  dottor  di  legge,  Battista  di  Floriano 

25  da  San  Piero  dottore  in  utroque,  Giovanni  di  Bartolomeo  Guidotti;  porta  Ravignana:  Gio- 
vanni  di  Giovanni  Fantucci,  Christophoro  di  Braiguerra  Caccianemici,  Nano  Viggiani  in  luogo 
del  padre  Melchiorre  che  era  assente  di  Bologna,  Pandolfo  di  Bagarotto  Bianchi. 

Papa  Eugenio  crea  vescovo  di  Bologna  Tomaso  da  Sarzana  il  quale  in  Bologua  haveva 
dato  opera  alle  lettere  et  in  particolare  alla  teologia,  sotto  la  disciplina  del   cardinale   Ni- 

30  cola  Albergati  vescovo  di  Bologna,  et  quivi  v'era  addottorato;  il  quale  andato  di  poi  a  Roma 
et  diventato  scrittore  della  penitenziaria,  fu  poi  fatto  suddiacono  apostolico  et  ora  vescovo 
di  Bologna.  Era  1'  arma  sua  due  chiavi  con  la  mitra,  sl  come  si  vede  al  presente  nella  chiesa 
cathedrale. 

Alli  29  di  giugno,  il  martedl,  a  hore  23,  si  sparge  una  voce  per  la  cittk  che  Achille  Mal- 

35  vezzi  era  stato  ammazzato,  laonde  la  fattione  de'  Bentivogli  tosto  prende  Tarmi  et  passano 
alla  piazza  per  difenderla;  ma  fu  poi  trovato  che  ci6  si  era  divolgato  per  far  correre  i  Ben- 
tivogli;  et  la  sua  parte  alla  piazza,  volendo  alcuni  mandar  fuore  della  cittk  sicuramente  Ga- 
leotto  Canetoli  sl  come  fecero,  perciochfe  egli  usci  fuori  della  porta  di  strk  Santo  Stephano 
travestito;  et  benissimo  gli  riuscl  la  invenzione. 

40  Antonio  dalle  Correggie,  Lorenzo  Usberti,  Barsotto  di  lacomo  d'Argile  et  Baldessera  di 

Giovanni  dalle  Fiubbe,  che  erano  li  4  confallonieri  di  popolo  amici  de'  Canetoli,  aono  deposti 
et  in  luogo  loro  vi  sono  posti  gl' inf rascritti  amici  de  Bentivogli:  Jacomo  di  Polo  lanarolo, 
Floriano  di  Galeotto  da  Raigosa,  Matthio  da  Tossignano  notaro,  Aldrovandino  dalla  Fon- 
daccia. 

45  Gli  signori  16  reformatori  dello  stato  della  libertk  di  Bologna  si  congregano  in  sufficiente 

numero  nelForto  delli  signori  antiani  et  pongono  il  partito  a  fave  bianche  et  negre,  secondo 
il  consueto,  di  bandire  i  malfattori  et  tutti  i  loro  seguaci  et  di  confiscare  tutti  gli  beni  loro 
alla  camera,  et  passb  il  partito  *.     Gli  antiani  furono  questi :  Lodovico  Marescotto  de'  Calvi 


Camera  degrAttL  *  Caraera  degl'Atti. 


108  IIISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i445j 


dottore  et  priore  delH  16  signori,  Sante  Bentivopli  cavaliere,  Lodovico  Caccialupi  cavaliere, 
Romco  Pepoli  dottor  di  legjfe,  Hattista  da  San  Piero  dottore  itt  ulroqiie,  Bartolomeo  Lam- 
bertini  dottor  di  legge,  Nano  Viggiani  dottor  di  legge  in  luogo  di  Melchior  Viggiani  ca- 
valiere  et  padre  suo  assente  da  Bologna,  Gasparo  Malvezzi,  Dionisio  da  Castello,  Giovanni 
Fantuzzi,  Lodovico  Bentivogli,  Ludovico  Maiigioli,  Rinaldo  Ariosti,  Panduipho  de'  Bianchi,  5 
ChriBtophoro  Caccianeraici,  Giovanni  Guidotti,  Azzo  da  Quarto  et  Filippo  iiargeliini. 

Nomi  delli  banditi:   Affricano  di   Baldessera  de'  Canetoli  detto  Bettozzo,  Atticonte  de' 
Delphini  overo  degli  Atticonti,  Andrea  di  Jacomo  Ghisilieri,  Ambrosio  dal  Monte  da  ImoU, 
Alessandro  degl' Usberti,  Antonio  da  Argile,  Antonio  di  Albertino  dalle  Ruote,  Antonio  Ron- 
cotorto,  Antonio   di  Giovanni   de  Ponte,  Antonio   di    Bartolomeo   da  Stiatico,  Antonio  detto  10 
Fraticcio  armarolo,  Antonio  di  Giovauni  sartore,  Antonio  detto  il  Zazzarino,  Antonio  carra- 
tiero,  Antonio  di  Vandir.o,  Antonio  di  Maso  Ferrari,  Antonio  Chiarelli,  Antonio  di   Galasso 
dalle  Ruote,  Antonio  di  Maso  Piffaro  detto  il  Tonta,  Antonio  Barbieri,  Battista  di  Matthio 
Canetoli,  Baldessera  detto  Bettoccio,  la  moglie  di  Bartolomeo  Canetoli,  Bartolomeo  di  Gio- 
vanni  de'  Gombrudi,  Baldessera  di  Rainiero  Ghisilieri,  Bonifacio  di  Giovanni  de'  Prieti,  Bar-  13 
tolo  di  Goro  de'  Garfagnani  et  tiglioli,  Baldo  di  Lippo  de'  Chiodi,  Bartolomeo  Sacchetto  et 
iiglioli,  Bartolomeo  de'  Plodis,  Batlista  di  Giovanni  da  Villanova,  Bartolomeo  di  Andrea  degli 
Usberti,  Bartolomeo  de'  Panzeri,  Biagio  Bottarelli,  Bartolomeo  Bordigoni,  Bartolomeo  di  Maao 
Piffari,  Cesare  Ghisilieri,  Carlaccio  Calderio  nipote  di  Pietro  Severi,  Carlo  di  Giovanni  de' 
Plodis,  Carlo  d'Antonio  di  Simon  Barbieri,  Carlo  di  Bartolomeo  Baronzini,  Delfino  Atticonte  20 
degrAtticonti,  Daronte  Pellacani,  Dardo  detto  il  Riccio  de'  Plodis,  Francesco  di  Alippio  Ghi- 
ailieri,  Francesco  di  Giovanni  Gombrudi,  Francesco  dell'Abacco,  Francesco  di  Giovanni  Odo- 
fredi,   Filippo   over   Lippo   di   Tomfe   Ghisilieri,  Filippo   di   Jeronimo  da  Ai^le,  Francesco 
Roncotorto,  Franza  de'  Panzerii,  Francesco  dalla  Tomba,  Francesco  di  Alberto  Battagliucci, 
Francesco  di  Santa  Lucia  detto  de'  Gozzadini,  Galeotto  et  Gasparo  di  Matteo  de'  Canetoli,  25 
Gasparo  di  Bernardino  dalle  Correggie,  Galaotto  di  Pietro  Mezzovillani,  Gherardo  di  Anto- 
nio  pescatore,  Gherardo  di  Desolo  abbate  de'  Ghisilieri,  Gottofredo  di  Pietro  Conti  da  Ca- 
salecchio,  Gratioso  di  Petronio  Barbieri,  Gelasio  Triberti,  Gerardo  di  Gerardo  calzolaro  gia 
donzello  delli  signori  antiani,  Gasparo  d'Antonio  Gabbo  da  Monte  Tortore,  Grasso  di  Barto- 
lomeo  Pellizzaro,  Gasparo  di  Domenico  dalI'01io,  Gratioso  di  Gasparino  Nutio,  Gasparo  del-  30 
rOrefice,  Guidone  di  Bartolomeo  Guidoni,  Gualengo  di  Giovanni  Saragozza,  Jacomo  di  Jacomo 
Zambeccari,  Jacomo  di   Filippo  Christiani,  Jacomo   Burattino   Marini  d'ArgeIata,  Jacomo  di 
Giovanni  del  Monte,  Jacomo  di  Bartolomeo  Stiatico,  Jacomo  dalla  Campama,  Jacomo  Gom- 
brudi,   Jacomo   d*Andrea   Rodaldi,   Jovanni  Antonio  di   Garzuolo,    Giovanni   di   Bemardino 
dalle  Correggie,  Giovanni  di  Filippo  pescatore,  Giovanni   di  Alberto   Battagliucci,  Giovanni  35 
Milano  di  Jacomo  da  Parma,  Giovanni  Conte  di  Francesco  da  Piumazzo,  Giovanni  di  Marco 
Lignani,  Giovanni  della   Magnanima,  Giovanni   di  Jacoma   d'Argile,  Giovanni   Santini,  Gio- 
vanni  de  Ponte,  Giovanni  di  Russi  barbiere,  Giovanni  Pasio,  Giovanni  Zambonello,  Giovanni 
Zantarella,  Giovanni  d'Andrea  degli  Alberghi,  Giovanni  Antonio  di  Andrea  di  Piero  Bettini, 
Giovanni  Battista  di  Pietro  barbiere,  Giovanni   dai   libri  miniatore,  Giovanni  di  Bartolomeo  40 
dai  libri,   Giovanni   barbiero  detto   TAsenaro,  Giovanni  di   Icobetto  da   Baggiano,  Giovanni 
de'  Pasi,  Jacobino  detto  Piccinino,  Giovanni  Cortesino  da  Bologna,  Jacomo  d'Andrea  Grassi, 
Lodovico  di  Bartolomea  moglie  di   Lambertino  de'  Canetoli,  Lodovico  di  Bemardino   dalle 
Correggie,  Lorenzo  degrUsberti,  Lodovico  di  Giovanni  da  Villanova,  Ludovico  gi^  di  An- 
drea  di  Lazaro  fu  decapitato,  Lorenzo  di  Jacomo  Ghisilieri,  Ludovico  nipote  di  Guglielmo  45 
Berni,  Lazzarino  di  Lodo^dco  beccaro,  Ludovico  di  Pietro  dalle  Lanze  overo  dalle  Scudelle, 
Lorenzo  Scansiero  da  San  Giovanni  in  Persicetto,  Ludovico  di  Domenico  da  Barbarolo,  Lippo 
di  Tomfe  Ghisilieri,  Ludovico  dalla  Bambace,  Ludovico  di  Nicola  dal  Lino,  Manuello  Boc- 


IQ,  neWoriginate,  fer  errore:  StUtiro 


[A.  1445]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  109 

cadiferro,  Mazzone  mondatore,  Marco  di  Jacomo  Zenzifabbri,  Malagisi  pollarolo,  Marco  Gu- 
loso,  Michele  da  Sabbione,  Nicolo  de'  Santi  detto  de'  Raimondi,  Nicola  da  Baggiano,  Nicolo 
di  Bartolomeo  da  Stiatico,  Nicolo  di  Giovanni  de'  Plodis,  Nicolo  Gombrudi,  Nicolo  di  Gio- 
vanni  di  Lando  Ambrosini,  Nicolo  di  Bartolomeo  Baronzini,  Nano  detto  Chiaramonte  Caz- 
j  zaneschi,  Orlino  Gombrudi,  Pace  di  Monte  d'Abacco,  Petronio  di  Pietro  mundatore  Barbieri, 
Pietro  de'  Terzi,  Paolo  di  Giovanni  dal  Ponte,  Paolo  figliolo  di  Nicolo  dal  Lino,  Pietro  Paci, 
Piccirano  di  Gaiano  brentadore,  Pietro  d'Antonio  dalle  Ruote,  Petronio  Soria,  Petronio  di 
Pietro  Peterlini  pescatore,  Pietro  di  Petronio  ortolano,  Sante  di  Atticonte  degrAtticonti  over 
Delphini,  Scaccia  calzolaro,  Segurano  di  Giovanni  da  Villanova,  Tomaso  di  Oliviero  Grassi, 

10  Tom^  de'  Giganti,  Tomaso  di  Giovanni  sartore,  Tomfe  Zono,  Troilo  Mussolini,  Tonta  di  Ma- 
sio  Piffari,  Trombettino  Fornasari,  Ugolino    di    Giovanni    Boccadiferro    et   li  figlioli  maschi, 
Villano  di  Pellacani  et  liglioH,  Christoforo  burattaro,  Christoforo  Quintini. 
Li  banditi  forastieri    et  del  contado  furono  numero  93. 
Agli  infrascritti  fu  posto  la  taglia  di  lire  mille  a  chi  gl'  uccideva,  cioe :  Galaotto,  Gasparo, 

15  Affricano  Ludovico  et  Baldesserra  detto  Bettozzo  Canetoli,  Francesco  Ghisilieri,  Nicolo  di 
Santo,  Delphino  Delfini  degli  Atticonti,  Ludovico  dalle  Correggie,  Ludovico  di  Matthio  Grif- 
foni.  A  questi  che  seguitano  fu  posto  la  taglia  di  trecento  ducati:  Atticonte  di  Santo  Del- 
phini,  Santo  suo  figliolo,  Andrea  di  Giovanni  Ghisilieri,  Gherardo  di  maestro  Antonio  pesca- 
tore,  Galeotto  di  Pietro  Mezzovillani,  Christoforo  detto  Fusagna,  Giovanni  Milani  da  Parma, 

20  Pase  di  Monte  deirAbbate,  Gottifredo  di  Pietro  Conti,  NicoI6  di  Giovanni  Lando.  Le  case 
de'  quali  furono  saccheggiate  et  li  lor  beni  incamarati '. 

Di  questo  mese  di  luglio  et  di  agosto  erano  confaloniere  Filippo  Pepoli  dottor  decre- 
tale  et  antiani:  Nicolo  Sanuti  cavaliere,  Johanni  Baragazzi  alias  del  Calice,  Gaspar  Ringhiera 
dottor  di  legge,  Lodovico  Bianchi,  Lodovico  Caccialupi,  Antonio  Scardovi,  Jacomo  di  Pietro 

25  da  Moglio,  Giovanni  Felicini. 

AUi  5  di  luglio,  il  lunedi,  gli  huomini  di  San  Giovanni  in  Persicetto  giurano  fedelta  al 
commune  di  Bologna  nelle  mani  di  M.  Melchiore  Malvezzi  commissario  della  terra  alla  pre- 
senza  del  conseglio  di  Bologna,  li  quali  di  commune  consenso  donano  agli  detti  huomini  per 
li  danni  che  essi  huomini  di  San  Giovanni  havevano   ricevuti   per   cagione   dello   commune 

30  et  stato  della  libertk  tutti  li  beni  mobili  et  le  moline  de'  Canetoli  che  havevano  ucciso  An- 
nibale  Bentivogli  poste  in  detto  San  Giovanni  Persicetto  dentro  et  fuori,  et  gli  fanno  liberi 
da  un  obligo  fatto  sotto  ranno  1425  a  di  21  d'ottobre  *. 

Intendendo  il  duca  di  Milano  la  morte  di  Annibale  et  la  rovina  di  Battista  Canetoli  et 
di  tutta  la  sua  fattione,  gli  parve  esser  tempo  d'impadronirsi  di  Bologna,  sendo  ella  tutta  tra- 

35  vagliata.  Et  percio  fece  cavalcare  il  conte  Luigi  da  San  Severino  con  cinque  mille  armati 
insieme  col  signor  Carlo  Gonzaga,  li  quali  nel  territorio  di  Bologna  giunti  aili  11  di  luglio, 
la  domenica,  vi  si  accostano  gli  banditi  de'  Canetoli,  che  erano  400,  et  passarono  a  Castello 
San  Giovanni  et  pigliarono  una  porta  gridando:  "  La  Chiesa  viva  „.  II  che  udendo,  gli  huomini 
del  castello  pigliarono  Tarme   et   d'indi   con  uccisione   di  amendue   le  parti  lo   scacciarono, 

40  et  eglino  con  vergogna  et  danno  partendosi,  andarono  lontano  2  miglia  ad  assediare  Monte- 
sone;  poi  andarono  a  dl  12,  il  lunedi,  a  Sant'Agatha  et  per  forza  vi  entrorono,  facendo  il  si- 
mile  a  Crevalcore  et  a  molte  altre  castella  del  Bologneae.  Per  il  che  li  contadini  del  con- 
tado  lasciando  le  biade  tagliate,  tutti  si  fuggirono  a  luoghi  sicuri. 

A  dl  16,  il  mercoledi,  il  Furlano  pone  il  campo  a  Caatel  Guelfo  et  Tha  d'accordo. 

45  A  di  1 7  di  luglio,  il  sabbato,  egli  con  le  sue  genti  trascorre  insino  a  Castello  de'  Britti 

dove  fa  presaglia  di  molti  huomini,  poi  alli  18  passa  a  Medicina  et  la  conquista,  poi  va  nel 
Medesano,  nfe  vi  lascia  parte  che  egli  non  la  ruini  et  saccheggia. 

A  dl  19  dl  luglio,  il  lunedl,  il  senato  havendo  sospetto  delli  contadini  fuori  della  porta 


«  Camera  degU  Attl.  «  Camera  degU  Atti, 


110  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  I44si 


del  Pradello  et  delle  Lame  amici  de'  Canetoli  non   facesaero  qualche   trattato  alle   porte,  le 
fanno  murare. 

A  d)  21  di  luglio,  11  mercoledl,  va  a  Budrio  et  il  d\  seguente  gli  dh  la  battaglia,  dove 
de*  nemici  furono  morti  da  24 ;  et  per  questa  cagione  Taliano  f cce  abbrugiare  di  molte  case 
In  quel  contorno.  5 

Alcuni  soldati  del  Furlano,  forse  pifi  degraltri  arditi,  vengono  insino  alla  p)orta  di  strk 
San  Vitale  per  fare  qualche  loro  prodezza;  11  quali  scortl,  il  capitano  della  porta  dlede 
11  segno  alla  campana,  significando  che  quivi  erano  11  nemici.  Per  11  che  moltl  contadiiii 
pigliando  Tarmi  qulvi  si  trassero,  et  animosamente  seguitandoli,  tutti  gli  fecero  prigioni  et 
gli  diedero  nelle  mani  delli  signori  antiani.  Li  quall  come  furono  essaminati,  11  senato  gll  10 
lascib  liberi,  di  che  oltremodo  se  ne  sdegnarono  11  detti  contadini;  et  parendo  loro  di  easer 
beffad,  andorono  a  porsi  in  aguato  dove  pensarono  che  detti  soldati  erano  per  passare,  per 
torgli  la  vita;  et  cosl  avvenne,  perchfe  ne  uccisero  sette  et  uno  gittandosi  nel  fiume  Savena 
si  salvo. 

Michele  di  Giovanni  di  Landino,  sendo  Incolpato  che  egll  havesse  condotto  fuori  della  15 
cittJi  Galeotto  Canetoll,  k  fatto  morlre. 

A  dl  22  di  luglio,  11  giovedl,  occorre  nella  citta  un  caso  da  puro  ignorante,  il  quale  h: 
Habitava  in  Bologna  Simone  da  Sassoferrato,  11  quale  essendo  desideroso  di  acquistare  qualche 
grandezza  presso  11  duca  di  Milano,  penso  dl  procurare  con  alcuni  de*  primi  della  citta,  di 
fare  che  fosse  aperta  al  Taliano  una  porta  a  nome  del  papa,  et  havuto  ragionamento  di  20 
questo  col  Taliano,  hcbbe  buona  somma  di  denari  per  questa  impresa.  Ritrov6  adunque 
Simone  Galeazzo  Marescotto,  et  dopo  molti  ragionamenti  fatti  insieme,  lo  ricerco  di  questa 
sua  orditura,  promettendoli  darli  alla  mano  500  ducati,  et  poi  fatto  Teffetto,  gli  sborsaria  11 
restante,  oltre  che  sarebbe  dal  duca  molto  essaltato.  Finse  gran  prontezza  Galeazzo  di  vo- 
lerlo  servire  et  si  fece  dar  11  500  ducati ;  11  quali  havuti,  tosto  Galejizzo  piglio  Simone  et  lo  25 
condusse  al  senato  narrandogli  il  fatto;  et  confessata  la  verit^  fu  impiccato  alle  finestre  del 
palazzo  delli  notari,  et  Galeazzo  senza  altra  fatica  n'hebbe  11  danari. 

AUi  24  di  luglio,  11  sabbato,  11  conte  Luigi  da  San  Severino  con  due  mila  cavalli  et  gran 
numero  di  pedoni  passa  a  Casalecchio  et  togHe  l'acqua   del  canale  di  Rheno,  con  la  quale 
si  macina  in  Bologna;  poi  fecero  una  correria  insino  sopra  11  Sasso  da  Glosena  et   presero  30 
molto  bestiame  et  assai  prigioni. 

II  senato,  vedendosi  levata  1'  acqua  et  essendo  nella  citth  pochissima  f arina  per  li  secchi 
tempi  occorsi,  ordina  che  sia  fatto  un  pistrino  per  ciascuna  parochla'  per  macinare  il  grano. 
Era  nel  vero  la  cittk  molto  di  mal  pensiero,  sl  per  vedersi  nel  mezzo  di  dui  potend  esserciti, 
sl  anche  perchfe  haveva  perduti  gli  raccolti  del   presente  anno,  nfe   altro  gH   restava  se   non  35 
raccomandarsi  a  Dio  benedetto  et  vivere  in  speranza  di  esser  soccorso  dalli  confederati. 

AUi  27  di  luglio,  11  martedl,  Simonetto  dairAquila  conduttiero  di  gente  d'armi  et  sol- 
dato  de'  Fiorentini  con  500  cavalll  et  200  fanti  giunge  a  Bologna.     II  che  intendendolo,  11 
conte  Luigi  11  giomo  seguente  si  parte  da  Casalecchio  et  passo  a  Buonconvento   et  alH   29 
and6  ad  Argile:  et  gli  huomlni  temendo  della  lor  rovina,  gli  apersero  le   porte  del  castello  40 
et  poi  andorono  seco  In  compagnia  in  campo. 

Partiti  gli  nemici  da  Casalecchio,  il  senato  manda  gli  architettori  a  ristorare  il  canale 
deU'acqua,  acci6  neUa  cittk  si  potesse  macinare;  et  in  questo  giorno  venne   dentro  la  cittk. 

II  duca  di  Milano  volendo  in  parte  rimunerare  Baldessera  Canetoli  per  cagione  del  trat- 
tato  fatto  contro  Annibale  et  haverlo  ucciso,  gli  f a  dono  di  700  ducati ;  il  che  inteso  da'  Bo- 
lognesi,  piii  si  accesero  d'odio  contro  il  duca. 

II  senato  vedendo  la  citth  in  tanti  travagli,  mandano  ambasciatori  alli  confederati  a  chie- 
derli  nuovo  soccorso;  et  furono  eletti  Dionisio  di  Castello,  il  quale  and6  insieme  con  amba- 
sciatore  de'  Venetiani  con  impositione  di  pregare  quel  senato  volessero  muover  guerra  al  Duca 
in  Lombardia  per  divertlrlo  dalla  impresa  di  Bologna. 


[A.  1445]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  1 1 1 


Mandarono  ancora  alli  Fiorentini  Baltista  d:  Floriano  da  Castel  San  Piero  per  il  mede- 
desimo  effetto. 

Alli  22  d'agosto,  la  domenica,  il  conte  Luigi  con  ressercito  passa  a  Castel  Franco  et  vi 
pone  r  assedio,  combattendolo  con  due  grosse  bombarde,  dove  rovino  di  molte  case.     Et  alli  3 
5  di  settembre,  il  venerdi,  vedendosi  gli  huomini  del  castello  non  havere  soccorso  alcuno  et  li 
nemici  esser  potenti  et  di  gran  numero,  si  dknno  al  conte,  salve  le  persone  et  Tavere. 

E  di  settembre  et  di  ottobre  confaloniere  Giovanni  Fantucci ;  antiani :  Nicola  Poeti,  Fi- 
lippo   Bargellini,  Andrea   Angelelli  dottor  di   legge,  Nicolo   Pasi,  Filippo   Formaglini,  Mino 
Rossi,  Nano  Viggiani  dottor  di  legge,  Carlo  Zambeccari. 
10  Fu  Dionisio  di  Castello  in  questa  sua  ambasciaria  huomo  tanto  caro  et  grato  al  senato 

di  Venetia,  che  essi  lo  fecero  gentilhuomo  venetiano  con  somma  contentezza  di  tutti,  siccome 
dairinfrascritto  privileggio  si  puo  chiaramente  vedere.     Qual  h  tale : 

Franciscus  Foscari  Dei  gratia  dux  Vknbtiarum,  etc. 

Universis  et  singulis  tam  amicis   quam  iidelibus  et  tam  praesentibus  quam  futuris  prae- 
,  15  sens  privilegium  inspecturis,  salutem  et  sincerae  dilectionis  Jiffectum. 

j«  Ducalis  excellentia  nostra  nostrorumque  illustrium  praedecessorum  in  liberalitatis  et  gra- 

^M  titudinis  operibus  et  naturali  quadam  inclinatione  solita  conversari,  tanto  amplius  et  libentius 

jB  personas  egregias  ac  virtutum  dotibus  insignitas  praevenire  studet  honoribus  ac  non  modo  lau- 

dibus  verum  etiam  dignis  titulis  decorare  quanto  ducato  nostro  devotiores  nostraeque  reipu- 

20  blicae  commodis  promptiores  fide  et  operibus  se  ostendunt.     Attendentes  itaque  ingentis  fidei 

et  devotionis  iiitegritatem  et  optimam  dispositionem  quam  spectabilem  et  egregium  virum  do- 

minum  Dionisium  de  Castello  honorabilem  civem  Bononiensem  ad  nos  et  ducatum  nostrum  et 

ad  reipublicae  nostrae  omniumque  civium  nostrorum  commodum  multis  modis  ab  ipsa  rerum 

experientia  dudum  habuisse  et  habere  cognovimus,   volentesque  in  eum    aliquod  gratitudinis 

25  signimi  ostendere ;  notum  f acimus  tenore  praesentium  universis  quod  proprio  motu  ac  de  mera 

nostrae  reipublicae  liberalitate  omnium  consiliorum  et  ordinamentorum  nostrorum,  necessaria 

solemnitate  servata,   praefatum  dominum  Dionisium  cum  filiis  eius  et   haeredibus  civem  no- 

strum  Venetiarum  creavimus  et  creamus  ipsumque  ac  eius  filios  et  haeredes  in  numero  aliorum 

civium  nostrorum  assumpsimus  ac  tenore  praesentium  aggregamus,  ipsumque  sincerae  bene- 

30  volentiae   brachiis   amplexantes  ac   firmiter   statuentes   quod    omnibus    honoribus,   beneficiis, 

praerogativis,   gratiis  et  immunitatibus,   quibus   caeteri   cives  nostri   Venetiarum  gaudent   et 

fruuntur,   idem   dominus   Dionisius   eiusque   filii   et   heredes   perpetuo   gandeant   et   utantur. 

Qui  dominus  Dionisius  pro  se  ac  filiis  et  haeredibus  suis  fidelitatis  debitum  et  solemne  nobis 

praestitit  iuramentum.    In  praemissorum  autem  fidem,  robur  et  evidentiam  pleniorem,  praesens 

35  privilegium  fieri  iussimus  et  bulla  nostra  plumbea  pendenti  muniri. 

Datum  in  nostro  ducali  palatio  anno  Dominicae   Incarnationis    1445,  indictione  9,  die  5 
mensis  septembris. 

A  di  9  di  settembre,  il  giovedl,  11  conte  Luigi  passa  a  Castello  San  Giovanni  in  Persicetto ; 
et  quei  perfidi  villani  per  mezzo  di  un  tradimento  gli  danno  il  detto  castello  '. 
40  Alli  27  di  settembre,  il  lunedl,  i  Bolognesi  danno  principio  ad  una  bastia  sopra  il  ponte 
di  Corticella  et  la  notte  seguente  gli  nemici  gettarono  a  terra  tutti  li  merli  del  detto  ponte ; 
fecero  anco  li  Bolognesi  levar  via  tutti  li  passi  del  canale  di  Rheno,  acciochfe  H  contadini 
potessero  con  sicurezza  seminare  i  campi. 

Taddeo  Marchese  conduttiero  delle  genti  d'armi  de'  Venetiani  a  dl  29  di  settembre,  il 
45  mercoledl,  viene   con  mille   cavalli  in  aiuto  di   Bologna,  et  con  esso  lui  anche   vennero  gli 

'  Cromca  Fantuccia, 


112  HISTORIA  DI  BOLOGNA  \A.  lus] 


ambasciatori  di  Venetia.     Fu  Dionisio  quasi  da  tutta  1a  citt&  salutato,  rallegrandosi  con  cmo 
lui  della  honorata  dignitJi  havuta  dalH  signori  Venetiani. 

II  conte  Luigi,  havendo  prese  quasi  tutte  le  castella  del  Bolognese,  le  fomisce  di  presidi 
quasi  tuttl  fuorusciti  et  banditi  di  Bologna.  Poi  con  tutto  fessercito  passa  a  Milano  doman- 
dato  dal  duca,  nel  cui  luogo  mandato  haveva  Bartolomeo  da  Bergamo. 

A  dl  8  ottobre,  il  venerdl,  1  Holognesi  mandano  alquante  squadre  di  cavalli  et  molti  pe> 
doni  al  castello  di  Medicina  et  il  conquistano  salvo  l'havere  et  le  persone. 

AUi  15  d'ottobre,  il  venerdJ,  Gregorio  d'Anghiari  capitano  de' Fiorentini  con  400  fanti 
et  50  cavalli  giunge  a  Bologna  in  aiuto  della  cittL 

A  dl  23  ottobre,  il  sabbato,  a  hore  23  et  mezzo  i  Bolognesi  mandano  gente  al  Sasso  da  10 
Glosena,  il  quale  era  posto  in  fortezza  et  guardato  per  grinimici;  et  il  dl  seguente  fecero 
una  correria  per  valle  di  Rheno  insino  a  Luminaso  et  hebbero  il  detto  Sasso  per  forza, 
dove  mori  Pacifico  da  Panigo  capitano  et  bandito  di  Bologna  et  furono  presi  gl' infrascritti, 
cio^:  Valdessera  di  Rainerio  Ghisilieri,  Mattio  di  Jacomo  Buonamici  barbiero,  Domenico  del 
Taliano  dalla  Cura,  Guidone  di  Jacomo  sarto,  Jacomo  di  Grratia  calzolaro  detto  Roseto,  Gio-  15 
vanni  detto  Massaro  di  Vicenza  et  Nicol6  Tonio  detto  Tambrirello.  Questi  fu  ferito  su  la 
testa  et  mori  allo  spedale. 

Sono  di  novembre  et  decembre  antiani:  Melchior  Malvezzi  confaloniere,  Bonaventura 
Lodovisi,  Jeronimo  Saracini,  Nicolo  Boccadiferro,  Jacomo  Renghieri,  Bartolomeo  Lambertini 
dottore,  Giovanni  Galeazzo  Galucci,  Brunino  Bianchi,  Lorenzo  Gozzadini.  20 

A  di  8  di  novembre,  il  lunedi,  i  Bolognesi  mandano  alquante  squadre  di  soldati  da  piedi 
et  da  cavallo  a  Rheno  grande  et  quivi  fanno  fare  un  fosso  grande  per  un  bosco  detto  la 
Padrella,  la.quale  durava  meglio  di  tre  miglia,  et  tagliarono  la  \aa  di  Rheno  et  quella  della 
Saraoggia  da  amendue  le  rive  in  luogo  detto  Cuortetone  et  riempirono  la  Samoggia  di  legname 
un  terzo  di  un  miglio.  Et  questo  si  fece  perchfe  quei  di  San  Giovanni  havevano  tagliata  25 
Tacqua  del  Rheno  addosso  a  quei  di  Cento  et  della  Pieve  in  luogo  detto  la  Nave. 

Alli  18  di  novembre,  il  giovedi,  sono  impiccati  gli  prigioni  tutti  che  furono  presi  da 
Taddeo  Marchese  al  Sasso,  eccetto  Valdesserra  di  Rainiero  Ghisilieri  perchfe  egli  non  era 
nella  cittk  il  giomo  che  fu  morto  Annibale. 

Alli  19,  il  venerdi,  il  senato  manda  Taddeo  Marchese  con  Tessercito  ad  Argile  et  Tassedia,  30 
et  con  le  bombarde  talmente  I'  infestano,  che  gli  gettano  a  terra  la  maggior  parte  della  porta 
et  il  conducono  a  termine  tale  che  era  per  arrendersi  in  breve. 

Intendendo  il  duca  di  Milano  che  li  Bolognesi  andavano  conquistando  le  castella  pigliate, 
manda  a  dietro  il  conte  Luigi  con  Francesco  Piccinino  et  4300  cavalli;  il  quale  essendo 
gionto  nel  Bolognese,  passa  a  San  Giovanni  in  Persicetto  alle  23  hore.  II  che  intendendo  il  35 
campo  de'  Bolognesi,  che  era  airassedio  del  castello  di  Argile,  si  parte  quella  istessa  notte  et 
abbrugiano  tutti  li  ripari,  bastioni  et  alloggiamenti  che  fabricati  havevano,  et  il  d\  30  di  no- 
vembre,  il  martedi,  se  ne  ritomo  a  Bologna. 

Inteso  il  conte  la  partita  di  Tadeo,  tosto  manda  quella  istesa  notte   alcune  bande  di 
cavalli  insino  alla  porta   della  citttk  et  abbrugiano  la  casa  del  gabellino;  di  che  accortosi  il  40 
capitano  della  porta,  fece  dare  il  segno  con  la  campana  della  torre  degrAsinelli  et  poi  con 
la  campana  del  comune   esser  gionti  li  nemici  alle   mura,   ma  mentre   che   il  popolo   piglia 
rarme  per  andar  ad  incontrarli,  essi  fuggono. 

II  senato,  bramoso  di  vedere  che  numero  di  soldati  havesse  et  quanti  anche  fossero  quelli 
della   citta,  egli   alli  2  di  decembre  fa  dare  il  segno  alla  campana  del  comune,  laonde  tutti  45 
armati  passarono   alla  piazza:  et  il  senato,  fattili  stendere,  gli  fece   fare  la  mostra,  la  quale 
nel  vero  fu  bellissima  da  vedere  et  piacque  assai  alli  signori  anfnani. 

Alli  7  di  decembre,  il  martedl,  il  conte  Luigi  con  tutto  Tessercito  ritorna  in  Lombardia, 
lasciando  tutte  le  castella  che  haveva  nel  Bolognese  con  buoni  preaidii. 

A  dl  20  di  decembre,  il  lunedi,  sonate  le  quattro  hore,  in  Bologna  fu  cosi  grande  et  50 


[AA.  1445-1446]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  113 

spaventoso  terremoto,  che  caddero  molti  camini  et  mura  et  gli  huomini  spaventati  fuggivano 
airaperta  stimando  che  il  mondo  dovesse  subissare  et  finire. 

Vedendosi  il  senato  libero  dalle  insidie  de'  nemici,  danno  ordine  alle  cose  de'  banditi; 
et  alli  29  di  decembre,  il  mercoledi,  eleggono  gl' inf rascritti  cittadini,  dando  loro  auttoritk  di 
5  dispensare  le  robbe  di  detti  fuorusciti,  et  furono  questi:  Gasparo  di  Ludovico  dalle  Armi, 
Giovanni  di  Tomaso  Bianchetti,  Nicolo  di  Poeta  Poeti,  Giacomo  di  Giovanni  Marsili,  Chri- 
stoforo  di  Braiguerra  Caccianemici,  Giovanni  di  Bartolomeo  Guidotti,  Filippo  di  Gasparo 
Bargellini,  Giovanni  di  Bartolomeo  dal  Calice  et  Jacomo  di  Giovanni  Caprara. 

Anno  di  Cristo  1446.  —  Alle  calende  di  gennaro,  il  sabbato,  si  fanno  gli  nuovi  magistrati 

10  della  citta  secondo  il  conaueto,  et  sono   creati   antiani   gl'  inf rascritti,    ciofe :  Lodovico   Calvi 

alias  de'  Marescotti  dottore  di  legge  et  confalloniere  di  giustitia,  Giovanni  Francesco  Cervelati, 

Christoforo  di  Braiguerra  Caccianemici,  Jacomo   Cavrara,  Jeronimo  Bargellini,   Giovanni   di 

Paci,  Taddeo  Bentivogli,  Jacomo  di  San  Piero,  Tomaso  di  Castello. 

AUi  2  di  gennaro  ordinano  gli  assonti  sopranominati  che  sieno  dipinti  nel  muro  del  pa- 
15  lagio  de'  notari  con  li  piedi  appiccati  airinsu  come  traditori  gl' infrascritti,  con  il  proprio 
nome  sotto  i  piedi:  Galeotto,  Gasparo,  Affricano  di  Baldessera,  Lodovico,  Baldessera  detto 
Bettozzo,  tutti  de'  Canetoli,  Nicol6  Santi,  Delphino  Delphini,  Lodovico  dalle  Correggie,  Lo- 
dovico  di  Matthio  Griffoni;  poi  vi  fecero  dipingere  il  miserabil  caso  et  la  morte  horribile  di 
Battista  Canetoli  nel  mezzo  delle  fiamme  et  come  era  cosl  abbrugiato  divorato  da  cani  et 
20  porci '. 

Di  poi  il  senato  deputa  oratore  al  serenissimo  Foscari  duca  di  Venetia  il  magnifico  dottor       p.  ns 
M.  Aloisio  Foscarari  bolognese.     Similmente  deputa  gli  uflSziali  sopra  il  sale,  e  furono:  Alberto 
Albergati,  Giacomo  Renghieri,  Urbano   dalla  Fava,  Giovanni  de'  Paci,  Ettorre  dalla   Volta. 
Alli  6  detto  sono  creati  i  tribuni  della  plebe. 
25  Si  creano  ancora  16  riformatori,  e  sono:  Sante  Bentivogli,  Scipione  Gozzadini,  Paolo  dalla 

Volta,  Lodovico  Caccialupi,  Dionisio  Castelli,  Giovanni  Guidotti,  Filippo  Bargellini,  Azzo  da 
Quarto  speziale,  Lodovico  Marescotti,  Nicolo  Sanuti,  Gasparo  Renghieri,  Bornino  de'  Bianchi, 
Nicoloso  Poeti,  Giacomo  Grati,  Virgilio  Malvezzi,  Girolamo  Bolognini. 

Havendo  richiamato  il  duca  Filippo  a  sfe  il  conte  Luigi,  perchfe  intendeva  che  li  Vene- 

(  30  tiani  radunavano  gente  ai  danni   suoi  et  che   procuravano  di  havere   il   detto   Luigi   al   loro 

soldo  con   cinque   suoi   figliuoli,  et   sendo   pure   bramoso  il  duca   di   haver   Bologna,   manda 

Astorre  fratello  del  signore  di  Faenza  in  Romagna  con  500  cavalli  et  200  fanti,  accioch^  si 

trattenesse  in  Forli  insino  a  tanto  che  gli  mandava  maggior  numero  di  gente  per  passar  poi 

nel  Bolognese.    Egli  adunque  alli  8  di  gennaro,  il  venerdl,  passa  per  Ferrara  et  se  ne  va  a  Forli. 

35  II  senato,  che  intende  la  venuta  della  gente  del  duca  in  Forli,  si  riempie  di  gran  sospetto, 

et  tanto  piu  che  il  detto   signor  di  Forli   era  con  i  Fiorentini   confederato.     Pero  mandano 

ambasciatori  a  Fiorenza  per  intendere  che  dissegno  fosse  quello  del  duca.     Gli  ambasciatori 

furono  questi:  Dionisio  di  Castello  et  Gasparo  Malvezzi,  li  quali  andarono,  intesero  il  fatto  et 

ritomarono  avvisando  il  senato  che  li  Fiorentini  tosto  gli  mandariano  aiuto. 

40  AUi  6  di  febbraro,  la  domenica,  vengono  le  nuove  in  Bologna  che  il  duca  haveva  fatto 

imprigionare  nel  fomo  di  Monza  il  conte  Luigi  con  cinque  suoi  figlioli,  perch^  haveva  inteso 

che  egli  si  era  accordato   con  li  Venetiani ;  e  per  questa   sola  cagione   cre6   suo   capitano  il 

signor  Carlo  Gonzaga. 

Essendo  in  questo  tempo  li  Venetiani  in  guerra  con  il  duca  di  Milano,  mandano  a  Roma 

45  a  papa  Eugenio  ambasciatori  per  far  lega  con  esso   lui  per  poter   contrastar  con  il  duca;  li 

quali  honorati  ambasciatori  giunsero  a  Bologna  alli  24  di  gennaro,  il  lunedh  furono  con  honore 


41.  forno]  ntlVoriginale  Fomo 
•  Camera  degl'Atti. 

T.  xxxm,  p.  1  —  8. 


114  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i446i 


ricevuti  et  benissimo  trattatt.  Questi  suasero  assai  il  senato  bologneae  a  doversi  pacificare 
col  pontefice,  et  che  ci6  facendo  eglino  facilmente  si  difenderebbono  dal  duca,  et  a  quello 
che  essi  glVssortavano,  eglino  istessi  hora  il  facevano.  Piacque  aasai  que«to  amorevole  awiso 
al  senato,  parendogli  che  cos)  dovesse  essere,  che  pacificondosi  col  papa  viverebbono  in 
pace.  Et  Bopra  ci6  havuto  maturo  conseglio,  et  vedendo  che  questa  pace  gli  ritomava  a  5 
bene,  mandarono  ambasciatori  al  pontefice ;  i  quali  andarono  con  honoratissima  compagnia 
al  pontefice  per  vedere  di  riconciliarlo  con  la  cittk  e  lui. 

AUi  1 1  di  marzo,  il  venerdi,  li  signori  antiani  mandano  Taddeo  Marchese  et  Pietro  Na- 
varino  con  !e  lor  genti  a  San  Lorenzo  in  coUina  per  ricoverarlo  insieme  con  li  altri  luoghi 
del  territorto  occupati.  Eglino  trascorrono  insino  al  castello,  et  poi  per  lo  territorio  di  Gre-  10 
•pelano  et  di  Baggiano,  et  fanno  gran  preda  di  bestiami  et  di  persone.  Ma  nel  volere  con 
essa  tornare  a  Bologna,  li  soldati  s'intoppomo  in  un  grosso  squadrone  di  contadini  armati, 
che  alli  passi  attenti  gli  aspettavano  per  levarli  di  mano  il  depredato  bottino,  et  venendo 
alle  mani,  de'  contadini  ne  furono  morti  da  40  et  il  restante  si  pose  in  fuga. 
/.  /»o  AUi  18  di  marzo,  il  venerdi,  fu  publicato  per  la  cittade  che   Battista'   Poeti   era  stato  15 

awelenato  in  Roma,  ove  era  ambasciatore  per  il  duca  di  Milano. 

A  dl  19,  il  sabbato,  la  compagnia  de'  pescatori  per  il  consiglio  delli  600  fe  privata  che 
non  possi  crear  massaro,  et  gli  sono  tolti  li  statuti  et  in  mille  parti  stracciati ;  et  poi  danno 
libera  facoltk  a  chiunque  vuole  di  poter  vendere  il  pesce,  pagando  pero  il  datio  consueto. 

Melchiorre  di  Nani  de'  Viggiani  ritoma  a  Bologna  fatto  cavalliero  dalli  signori  Venetiani.  20 

Antiani  di  maggio  et  giugno :  Porta  Ravegnana:  Pandolfo  Bianchi  confalloniere,  Antonio 
da  San  Piero  dottore,  Giorgio  di  Jacomo  de'  Vasselli;  porta  San  Piero:  Giovanni  Bianchetti, 
Eliseo  da  Cignano;  porta  Stiera:  Matteo  Garisendi,  Domenico  Garganelli;  porta  Procula: 
Paolo  dalla  Volta,  Jacomo  Fantuzzi. 

Antonio  Ranucci  tratta  le  cose  di  Bologna  con  papa  Eugenio,  ma  tanto  sdegnato  contro  li  25 
Bolognes!  il  truova,  che  non  ne  pu6  cavare  accordo  alcuno,  anzi  dice  volere  il  dominio  libero 
della  cittk,  il  che  il  Ranucci  lo  scrive  al  senato;  et  eglino  per  questa  cagione  creano  ambascia- 
tori  alli  Venetiani  alli  24  di  maggio,  il  martedl.     Fu  eletto  ambasciatore  Jacomo  di  Pellegrino 
Ingrati  pelHzzaro,  a  cui  diede  il  senato   honorata   compagnia.     Mormoro   assai  il  popolo   di 
questa  elettione,  giudicando  che  ad  una  repubblica  di  Venetia   non  si  dovesse   mandare  un  30 
arteggiano,  ma  qualche  nobile   et   honorato   cittadino.     Nondimeno   egU   ando  a  Venetia  et 
riuscl  di  tal  maniera  presso  quel  senato,  di  tanta  eloquenza  et  di  tanta  prestanza  di  ingegno, 
che  ne  re8t6  molto  maravigliato.     Era  nel  vero  Jacomo  omato  di  bei  costumi  et  di  leggiadre 
maniere,  haveva  bellissimo  ingegno,  era  affabile,  eloquente   et  quando  parlava   era  sl  grato, 
che  dolcemente  violentava  altri  ad  ascoltarlo  piu  che  volentieri,  oltre  che  era  huomo  il  piil  35 
bello   et  proportionato   che   in   Bologna   si   trovasse;   hebbe   per   moglie   Catarina   Fasanini: 
in  somma,  havendo  egli  trattato  le  cose  con  li  Venetiani   con   grandissimo   honore  et  laude 
di  quel  senato,  se  ne  ritorno  a  Bologna. 

Stassi  Bologna  nel  mezzo  de'  travagli  et  il  suo  territorio  del  continuo  e  preda  de'  nemici, 
nk  si  pu6  coltivare  le  terre,  nemmeno  raccogliere  cosa  alcuna  attinente  al  vivere;  n^  questo  40 
solo  affligge  la  cittk,  ma  anco  6  oppressa  da  infinite  vessationi  et  prestiti  posti  a  tutte  Thore 
alli  cittadini.  Laonde  per  ogni  lato  si  odono  voci  lamentevoli  et  grande  mormorationi ;  il  che 
conosciuto  appieno  dal  senato,  non  sa  che  si  fare.  Finalmente,  dopo  molti  consigli,  egli  si 
risolve  di  tentare  se  pu6  condurre  al  servigio  della  cittk  il  conte  Francesco  da  Cudignola, 
sperando  che  egli  col  suo  valore  liberaria  il  travagliato  territorio  et  che  porrebbe  qualche  45 
freno  al  molto  ardire  de'  nemici;  et  a  questo  elessero  ambasciatore  Ludovico  Caccialupi,  il 
quale  andato,  hebbe  in  risposta  che  egli  non  poteva  abbandonare  la  Marca  suo  paese,  sendo 
infestata  dal  papa,  et  che  se  gli  offeriva  commoda  occasione  di  poter  venire  per  Tantica 
amistk  che  teneva  con  i  Bolognesi,  che  volentieri  ne  verrebbe.  Et  coa  il  Caccialupi  ron 
tale  rissolutione  se  ne  ritom6  alla  citt^  50 


[A.  1446]  DEL  P.  CHERUBiNO  GHIRARDACCI  115 

Mentre  la  Marca  era  travagliata,  Filippo  duca  di  Milano  i  suoi  consegli  volge  ai  danni 
di  Francesco  Sforza  suo  genero;  et  a  di  primo  di  maggio,  la  domenica,  sendo  in  speranza  di 
haver  Cremona  pel  mezzo  di  Giovanni  Schiavo  soldato  del  conte  Francesco,  vi  manda  Fran- 
cesco  Piccinino,  il  quale  avendo  passato  il  Po  et  credendo  la  notte  entrare  in  Cremona 
5  col  favore  de'  Ghibellini,  niuno  profitto  fece.  Et  perduta  la  speranza,  ne  ando  a  Soncino, 
et  senza  alcun  contrasto  1'hebbe.    Poi  ritorno  ad  assediare  Cremona  per  acqua  et  per  terra. 

Piacque  molto  questo  principio  di  guerra  alli  Bolognesi,  percioch&  consideravano  che,  es-       />.  130 

sendo  il  conte  Francesco  confederato  con  li  Venetiani,  sarebbe  necessaria  cosa  che  egli  abban- 

donasse  Bologna.     Et  perci6  il  senato,  parendogli  havere  qualche  franchigia  da  questa  princi- 

10  piata  guerra,  alH  2  di  maggio,  il  lunedi,  mandano  Taddeo  Marchese  et  Pietro  Navarino  con 

suoi  soldati  al  castello  di  San  Lorenzo  in  collina,  et  Thebbero  a  di  13,  il  venerdl.     Poi  passano 

a  Crespellano  et  alli  22,  la  domenica,   Thanno  in  poter  loro  a  patti  salvando  la  vita  et   le 

persone.     II  che  intendendo  il  senato,  manda  per  commissario  deIl'es8ercito  Achille  Malvezzi 

dandoli  et  monitione  et  molte  bocche  di  fuoco  per  espugnar  le  castella. 

15  II  senato,  che  pur  desidera  havere  certa  informatione   dell'apparato   che  si  diceva   che 

li  Venetiani  facevano  contro  il  duca  et  in  difesa  di  Cremona,  manda  ambasciatori  a'  Vene- 

tiani  per  meglio  accertarsi ;  et  eletti  furono  Battista  da  Castel  San  Pietro  et  Cristoforo  Cac- 

cianemici.     Li  quali  aiidati  furono  da  quel  senato  accarezzati  et  con  lieta  faccia  accolti,  a' 

quali  li  Venetiani   affirmarano   che  a'   prieghi   del  conte   volevano  mover  guerra  al  duca  di 

20  Milano,  et  che  di  gik   havevano   mandato   secretamente   et  a  poco   a  poco  a   Cremona   600 

cavalli  et  havevano  commesso  a  Micheletto  Attendulo  loro  capitano  che  ragunasse  le  genti 

nel  Bresciano.     Poi   gli   dissero   che  i  Bolognesi   stessero   sicuri   et   di  buon   animo   et   che 

non  mancassero  di  esser  contrari  al  duca,  perch^  questa  era  la  via  di  farli  lasciare  la  impresa 

di  Bologna.     Cosi  contenti  et  lieti  gli  ambasciatori   ritornarono  a  Bologna   et  del   tutto   ac- 

25  certarono  il  senato. 

I  Bolognesi  adunque,  preso  animo  da  sl  felice  nuova  de'  Venetiani,  gli  parve  di  volere 
conquistare  il  castello  di  San  Giovanni;  per  11  che  alli  24  di  maggio,  il  martedl,  da  sei  mila 
huomini  della  cittk  pigliarono  Tarmi,  sendo  loro  commissario  Romeo  Pepoli  huomo  di  gran 
valore,  et  con  esso  lui  essendo  Taddeo  Marchese  et  Pietro  Navarino,  Simonetto  dairAquila 
30  capitano  de'  Fiorentini  et  Tiberto  Brandolini  capitano  de'  V^enetiani,  et  passarono  nel  territorio 
del  detto  castello,  et  prima  che  gli  dessero  il  guasto,  Romeo  gli  mandb  un  trombetta  al  ca- 
stello  a  chieder  obedienza  alla  citth  di  Bologna  et  che  non  volendo  ubbidire  farebbe  guastare 
il  loro  paese.  Risposero  gli  huomini  che  essi  erano  soggetti  al  duca  di  Milano  et  che  gli 
volevano  osservare  la  data  fede.  Romeo  allora  fece  avvicinare  il  campo  al  castello  per 
35  darli  la  battaglia,  et  perchfe  quei  di  dentro  vietavano  raccostarsi,  Romeo  con  gli  ripari  si 
forzava  passare  innanzi. 

Iirtendendo  il  senato  Tostinata  risposta  di  quei  di  San  Giovanni,  et  come  che  ostavano 
al  campo  pertinaci  et  ostinati  di  non  volere  obbedire  alla  cittk,  alli  29  di  maggio,  la  domenica, 
fanno  armare  un  huomo  per  casa  sotto  di  un  confalone  per  quartiero,  che  furono  da  dieci 
40  milla  persone,  et  gli  mandano  a'  rlanni  del  territorio  di  San  Giovanni,  alla  rovina  del  quale 
vi  stettero  in  sino  alli  8  di  giugno  del  mese  seguente ;  n^  vi  rest6  cosa  che  sana  fosse.  Ma 
mentre  che  i  Bolognesi  predavano  il  territorio,  non  restava  per6  Romeo  di  travagHare  il 
castello  et  di  offenderlo. 

Havendo  presentito  il  duca  Tassedio  di  San  Giovanni,  tosto  vi  manda  per  soccorso  Carlo 
45  Gonzaga  con  mille  cavalli ;  il  quale   avvicinandosi  al  castello,  Romeo  si  ritrasse   adietro,  et 
pas86  alle  Budrie  per  sicurezza  delle  sue  genti. 

Papa  Eugenio  alli  5  di  giugno,  la  domenica,    con  molta  solennith  canoniza   san  Nicola 
da  ToUentino  deirordine  Heremitano,  alla  cui  presenza  in  concistorio  furono  da  un  cardinale 
recitati  .300  miracoli  srritti  per  mano  di  notaro  con  11  testimoni,  et  in  questo  giorno  della  suu 
50  canonizatione  visibilmente  si  vide  che  egli  aperse  le  carceri  di  Pavia  et  liber6  tutti  gli  car'ce-       p.  ijr 


116  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i44«) 


rati,  il  qual  miracolo  fu  dipinto  sopra  la  porta  della  citti.  Queato  6  quel  glorioso  santo 
che  del  1505  a  d)  15  aprile,  il  mercoledi,  liber6  Pietro  Antonio  da  Bologna,  che  fu  impiccato, 
stette  sino  alle  22  hore  sospeso;  il  qual  poi  si  fece  frate  di  San  Jacomo,  sendoai  avvotito  a 
queato  santo,  et  si  chiam6  fra  Nicola.  Fu  questo  miracolo  in  Bologna  nel  Mercato,  come 
ne'  libri  de'  frati  di  San  Jacomo  distintamente  appare. 

I  Bolognesi,  che  per  anco  non  vedevano  nulla  della  guerra  de'  Venetiani  contro  il 
duca,  restarono  di  se  medesimi  assai  dubbiosi,  et  per  certificarsi  di  quello  che  i  Venetiani 
facessero,  mandarono  a  Venetia  Gasparo  dalla  Renghiera  per  ambasciatore,  a  cui  i  Venetiani 
fecero  riaposta  come  prima,  affermando  che  tosto  udirebbono  lo  scoppio. 

II  senato  per  ostar  meglio  alla  perfidia  del  duca  di  Milano  assoldano  il  signor  di  Faenza,  1( 
et  egli  incontinente  gli  manda   600  cavalli;  li  quali  giungendo  alli  27  di  giugno,  il  lunedi, 
passarono  al  Borgo  Panigale  insieme  con  molti  della  cittk  armati,  per  unirsi  con  ressercito 
che  era  alle  Budrie,  che  tosto  quivi   doveva  venire.     Et  congiunti,   passarono  poi  a  Castel 
Franco  et  rassediarono. 

Govemavano  la  cittk  in  questi  giorni  Galeazzo  Marescotti,  Lodovico  Marescotti,  Gaaparo  15 
Malvezzi,  Achille  Malvezzi,   Romeo  Pepoli,   Giovanni   Fantuzzo,  Dionisio  di  Castello,   Pan- 
dolpho  de'  Bianchi,  Carlo  Malvezzi,  Antonio  Ranucci  medico  et  Lodovico  Bentivogli.     Et  era 
la  cittk  da  grandissima  carestia  et  da  mille   imposte    aggravata,  et  poca  giustitia  si  faceva, 
et  la  cittk  pareva  quasi  che  una  spelonca  di  huomini  licentiosi ;  et  questo  cagionava  non  dal 
poco  govemo  delli   suddetti   signori,  che   nel  vero   havevano   compassione   al  popolo   et   in  20 
secreto  lagrimavano  gli  affanni  della  cittk,  ma  dagrinfiniti  travagli  che  ne  dava  il  duca  di 
Milano,  perchfe  erano  tali  che  bisognava  per  ogni  via  (benchfe  grave  al  popolo)  difendere  la       | 
libertk  comune. 

Sendo  Tessercito  de'  Bolognesi  vicino  a  Castel  Franco,  ove   era  di  presidio   Guglielmo 
figliolo  del  marchese  di  Monteferrato  et  emulo  di  Carlo  Gonzaga  con  500  cavalli  et  200  fanti,  25 
insieme  col  signor  Alberto  de'  Pii  da  Carpi  conduttiero  del  duca,  Taddeo  marchese  mand6  a 
Gulielmo  un  fido  et  secreto  nuntio  a  farli  intendere  che  volentieri  ragionerebbe  con  esso  lui 
di  cosa  che  gli  sarebbe  grata.     A  cui  Gulielmo  subito  and6,  et  dolcemente  abbracciatisi,  venne 
Taddeo  a  ragionarli  di  quanto  doveva,  et  conclusero  finalmente  fra  di  loro '  che  Guglielmo 
•     desse  Castel  Franco  a'  Bolognesi  con  la  rocca  di  San  Giovanni,  che  si  teneva  ad  instanza  sua,  30 
che  i  Bolognesi  gli  donariano  mille  ducati;  et  havendo  Taddeo  il  mandato  da'  Venetiani  et  da' 
Fiorentini  di  ritirare  se  poteva  Gulielmo  dal  duca  Filippo  con  proferta  di  darli  la  condotta  di 
200  lanze  et  100  fanti  per  parte  delli  Venetiani  et  altre  200  lanze  et  100  fanti  per  parte  de'  Fio- 
rentini,  et  li  Bolognesi  lanze  100  et  altri  tanti  pedoni  dandoli  ducati  60  per  lanza  con  le  Htanzie, 
et  6000  ducati  li  Bolognesi  per  stipendiare  li  soldati,  et  il  restante  che  mancasse  li  Venetiani  35 
et  Fiorentini,  seco  di  cio  anche  ne  ragiono,  dove  si  concluse  il  tutto  concordemente.    Fatto  ci6, 
Taddeo  mand6  un  trombetta  a  Bologna  a  notificare  al  senato  quanto  haveva  fatto,  di  che  tanta 
consolatione  il  senato  ne  prese,  che  don6  al  trombetta  100  ducati  d'oro.     Venne  poi  di  subito 
il  signor  Taddeo  a  Bologna  et  fece  raccogliere  il  conseglio   delli   600,  et  quivi  si  propose 
quanto  erasi  per  mandato  de'  Venetiani  et  de'  Fiorentini   fatto,  il  che  evidentemente  era  a  40 
profitto  et  quiete  della  citta,  et  era  per  esser  potissima  cagione  di  conquistare  tutte  le  castella. 
Vero  ^  che  il  signor  Gulielmo  per  sua  cautione  voleva  4  ostaggi  de'  primi  della  cittk  sin  tanto 
1. 13'       che  egli  havesse  la  ratificatione  di  quan'to  si  era  fatto  per  lui  dalli  Venetiani  et  Fiorentini, 
la  quale  non  si  tosto  l*havrebbe,  che  rimandaria  gli  ostaggi  a  Bologna;  obbligandosi  egli  al 
presente  dare  Castel   Franco  et  la  rocca  nelle   mani   de'   Bolognesi,   et  che  si   cacciarebbe  45 
fuor  del  territorio  di  Bologna  Carlo  Gonzaga  con  tutti  li  soldati  del  duca.     Restitul  adunque 
tutto  quello  che  haveva  fatto  et  contrattato  Taddeo  riferendogli  gratie  infinite. 

Gli  ostaggi   consignati  al  signor  Gulielmo  furono   questi:   Giovanni  di  Taddeo  PepoH, 


>  CoRio,  parte  quinta. 


[A.  1446]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  117 

PietTO  di  Giovanni  Fantucci,  Bartolomeo  di  Dionisio  di  Castello,  Ercole  di  Gasparo  Malvezzi, 
li  quali  tutti  insieme  con  il  signor  Taddeo  furono  accompagnati  insino  a  Castel  Franco,  ove 
era  Tessercito  bolognese;  et  il  signor  Gulielmo  mandb  il  signor  di  Carpi  a  pigliarli. 

Antiani  di  luglio  et  agosto:  Porta  San  Piero:  Lodovico  Bentivogli  confaioniere,  Vergilio 
5  Malvezzi,  Giovanni   Caccianemici;  porta   Stiera:  Matteo  Marescalchi,  Lodovico  di  Giovanni 
Luchini;  porta   Procula:  Giovanni  Guidotti,  Segizrano  da  Monzone;  porta  Ravegnana:  Gio- 
vanni  da  Manzolino,  Silvestro  Tarafogolo. 

AUi  6  di  luglio,  il  mercoledl,  havendo  il  signor  Gulielmo  havute  le  confirmationi  dalli 
Venetiani  et  dalli  Fiorentini  di  quanto  era  stato  trattato  fra  lui  et  il  signor  Taddeo,  mand6 
10  a  chiamarlo  et  fecegli  aprir  le  porte  di  Castel  Franco  et  gli  diede  la  tenuta  ad  instanza 
del  senato  bolognese;  et  havendolo  Taddeo  fornito  di  buoni  presidj,  egli,  insieme  col  signor 
Guliehno,  pass6  con  ressercito  al  castello  di  San  Giovanni,  sendo  stato  di  prima  il  tutto 
ordinato  dal  signor  Gulielmo  col  castellano  suo  nipote,  il  quale  di  gik  haveva  introdutto 
dentro  300  fanti  de'  Bolognesi.  Non  fu  la  cosa  tanto  secreta  di  metter  dentro  li  detti  soldati, 
15  che  Carlo  Gonzaga  la  seppe,  et  di  piu  intendendo  che  Tessercito  bolognese  si  accostava  con 
il  signor  Gulielmo,  comincio  a  temere  di  quello  che  poi  gli  intervenne,   che  li  suoi    soldati 

I  sarebbono  spogliati  overo  ammazzati;  laonde  secretamente  gli  fece  tutti  armare,  insieme 
con  tutti  quei  del  castello.     Ma  gli  huomini  del  luogo,  vedendo  la  mala  parata  et  la  rovina 

I         loro,  pensarono  il  modo  di  salvarsi;  laonde  fecero  intendere  alli  Bolognesi,  che  se  gli  volevano 

!    20  perdonare  et  salvarli  dal  sacco,  che  essi  si   volgerebbono   dalla  lor   parte   et  gli   aiutariano 

j  a  spogliare  li  soldati  di  Carlo.  Piacque  questa  offerta  al  signor  Taddeo,  et  gli  promise  mante- 
nerli  tutto  quello  addimandavano.  Allhora  gli  huomini  del  castello  pigliarono  Tarme  contro 
Carlo  et  suoi  soldati,  et  azzuffandosi  seco,  il  vinsero  et  mandarono  li  suoi  in  rovina  ucciden- 
done   assai  et  assai   ferendone.     Carlo   con  6  cavalli  si  fug^   a  Modona   con  la   perdita  di 

i  25  700  cavalli,  et  li  banditi  parimente  si  salvarono  in  Modona,  et  agrhuomini  del  castello  fu 
osservato  quanto  il  signor  Taddeo  promesso  gli  haveva.  Conquistato  San  Giovanni,  et  havuta 
la  rocca  et  fornitala  di  presidj,  il  signor  Taddeo  con  tutto  Tessercito  pass6  a  Sant'Agata 
et  a  Crevalcore;  li  quali,  siccome  tutti  gli  altri  luoghi  da  quel  lato,  si  diedero  a'  Bolognesi; 

j         del  che  in  Bologna  se  ne  fece  gran  festa   et  con  prieghi  cordiali  tutti  resero   gratie  a  Dio. 

>  30  Alli  8  di   luglio,  il  venerdl,  il  signor  Taddeo  con   tutto  Tessercito   passa  al   Lavino,  et 

d'indi  manda  a  dire  agrhuomini  dArgile   che  si  rendano  al   senato  di  Bologna;  li  quali  di 
subito  ubidiscano  senza  alcuna  contradittione. 

Essendo  il  Taliano  stato  accusato  a  Filippo  duca,  che  egli  era  accordato  con  i  Fiorentini, 
subito  il  duca  manda  nel  campo  della  Chiesa  Giorgio  Danono  amico  del  patriarca  dAquilegia. 

ii'  35  Et  essendo  il  Taliano  a  tavola  col  patriarca,  Giorgio  il  prese  et  lo  mand6  prigione  alla  RoccA 
contrada,  et  quivi  gli  fa  tagliare  il  capo;  et  la  sua  compagnia  fu  data  al  Corio. 

II  campo  del  duca  di  Milano,  che  era  sul  Cremonese  su  la  riva  del  Po,  in  luogo  detto       />.  rjs 
il  Merzaro  appresso  il  castello  Poleseno,  da   Micheletto   Attendolo  capitano  de'  Venetiani  a 
dl  28  di  settembre,  il  mercoledi,  fu  rotto  e  vinto.  Et  il  Piccinino,  fuggendo  sopra  una  barchetta, 

i  40  8u  Taltra  riva  si  8alv6.  Restarono  prigioni  4000  cavalli,  tutti  gli  carriaggi  et  ponti  che 
havevano  fabricati  sopra  Tacqua  del  Po.  Venne  questa  nuova  a  Bologna  alli  29  di  settembre, 
il  giovedi,  et  se  ne  fece  gran  festa  et  processioni. 

In  questo  tempo  i  Venetiani  mandano  Matteo  di  Capua  et  Gasparo  Malvezzi  con  700 
cavalli  leggieri  amendue  conduttieri   per  soccorrere   Caravaggio,   che  da   Francesco   Sforza 

ii',  45  era  assediato.     Questi  fu  conte  di  Todorano  et  hebbe  per  moglie  Giovanna  Bentivogli. 

I  Venetiani,  havuta  questa  vittoria,  8'acco3tarono  a  Soncino,  il  quale  tosto  si  rese;  di  poi 
andarono  a  Ghiara  d'Adda  et  in  pochi  giorni  venne  in  potestk  de'  Venetiani,  ci6  che  era  di 
Filippo,  eccetto  Castel  Leone  et  Crema,  che  era  ben  fornita  per  lo  duca.     N6  quivi  si  ferma- 


5.  Malvezzzi  {con  tre  z)  uelVoriginal* 


118  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lA.  i446j 


rono  i  Veneriani,  ma  alli  6  di  novembre,  la  domenica,  passando  oltre  TAdda,  et  vennero  sul 
Milanese.  Ma  Filippo,  stimando  che  li  Venetiani  tentarebbono  di  paasar  TAdda,  vi  fece  ogni 
riparo,  et  prima  commesse  geiite  a  Crema  et  a  Lodi,  et  rivocato  Aloigi  Sanseverino,  et  raccolte 
le  genti  rotte  nel  Cremonese,  et  rimessele  in  punto,  le  pose  hu  TAdda,  ordinando  che  giomo 
et  notte  bene  guardassero  il  liume.  Brandolino,  che  vidde  tanta  diligenza,  fece  spiare  tutti 
i  guadi  da  quella  parte  ove  non  erano  gli  nemici,  et  fatto  un  ponte  di  navi  condotte  da  carri, 
Micheletto  con  tutte  le  squadre  passb  dall'altra  parte,  et  sentito  vi  corse  tosto  ressercito 
del  duca;  ma  non  potendo  sostener  rimpeto  di  quei  che  erano  passati,  abbandonando  il  fiume, 
si  fuggirno  in  diversi  luoghi,  restando  600  cavalli  de'  nemicl  prigioni:  il  perchfe  tutto  l'esercito 
venetiano  pa886  nel  Milanese,  et  posero  a  sacco  tutta  quella  parte  della  Marchesana  insino  l^ 
ai  borghi  di  Milano. 

Passb  di  poi  Micheletto  sopra  Cassaiio,  che  b  sul  fiume,  et  a  forza  di  bombarde  lo  con- 
qui8t6,  fortidcando  il  borgo  et  la  rocca  et  facendovi  un  ponte  di  legno. 

Venne  la  nuova  di  questa  vittoria  a  Bologna  alli  1 1  di  novembre,  il  venerdl,  et  si  fecero 
grandissime  allegrezze,  con  fuochi  et  campane.  15 

Antiani  di  novembre  e  decembre:  Porta  Procula:  Romeo  Pepoli  dottore  confaloniere, 
Carolo  Zambeccari,  Francesco  di  Giovanni  Canonici;  porta  Ravegnana:  Andrea  Battaglia, 
Lodovico  di  Nicola  de'  Bianchi;  porta  San  Piero:  Pietro  Magnani  dottor  di  legge,  Giovanni 
Ludovico  dairArmi;  porta  Stiera:  Jacomo  di  Pietro  da  Moglio,  Scardovino  di  Jacomo  Scar- 
dovini.  20 

Que8t'anno  il  magnifico  dottor  messer  Aloigio  Foscarari  bolognese  oratore  k  deputato 
al  serenissimo  prencipe  Francesco  Foscari  duca  di  Venetia.  Furono  officiali  del  sale:  Alberto 
Albergati,  Jacomo  Renghieri,  Urbano  dalla  Fava,  Giovanni  de'  Paci,  Ettore  dalla  Volta. 

Vedendosi  la  fattione  bentivolesca  essere  senza  capo,  poi  che  perduto  havevano  Annibale 
Bentivogli  di  loro  et  della  patria  honore  et  gloria,  deliberarono  di  constituire  per  loro  primario  23 
Ludovico  Bentivogli;  et  un  giorno,  essendo  li  suoi  amici  radunati  nel  palazzo  delli  signori 
antiani,  dove  facevano  la  residenza  dei  loro  consigli,  havendo  il  cavaliero  nel  mezzo  loro, 
cominciorono  con  mille  persuasioni  a  pregarlo  che  volesse  degnarsi  di  esser  loro  guida,  et 
fare  tutto  il  popolo  lieto  et  contento;  perch^  a  tutli  pareria  che  Annibale  fosse  al  mondo 
ritornato.  Ma  il  cavaliere  Lodovico  rispose  che  egli  non  voleva  tanto  di  se  medesimo  pre-  30 
sumere,  di  esser  sofficiente  a  governare  una  cotanta  repubblica  et  che  il  suo  cuore  non 
>.  IS4  havrebbe  potuto  soffrire  di  precedere  le  rare  virtti  di  Lodovico  Marescotto ',  di  Gasparo  Mal- 

vezzi,  di  Dionisio  di  Castello  et  di  Giovanni  Fantucci  et  di  Romeo  Pepoli,  tutte  famiglie 
splendidissime  et  idonei  piii  di  lui  a  goveriiare  Thonorata  barca  del  magnifico  reggimento; 
et  che  perci6  gli  pregava  a  non  designare  sopra  di  lui,  perchfe  a  modo  niuno  non  voleva  35 
sl  gran  carico  negli  homeri  suoi.  Udendo  gli  amici  di  Lodovico  la  sua  ultima  deliberatione, 
molto  si  contristarono,  et  tanto  piii  che  vedevano  che  il  figliuolo  di  Annibale  era  fanciuUo 
di  tre  anni  in  circa,  che  non  poteva  pigliare  il  primato,  che  pure  era  il  desiderio  loro  di 
haver  per  capo  uno  del  sangue  di  Annibale,  et  perci6,  non  ne  trovando,  molto  si  rammari- 
cavano.  Mentre  che  sono  in  questi  ragionamenti  occorse  che  vi  si  trov6  presente  Francesco  40 
che  era  stato  conte  di  Poppi,  che  habitava  in  Bologna,  il  quale,  vedendo  il  dispiacere  et  il 
desiderio  di  quei  cittadini,  si  fece  avanti  et  disse  loro  che  egli  a  questo  loro  gran  desiderio 
poteva  dare  qualche  conforto,  et  che  vedendo  lui  clie  essi  desideravano  uno  del  sangue  di 
Annibale,  glielo  insegneria.  Et  cominci6  a  narrarli  che  erano  circa  20  anni  passati,  che 
trovandosi  Hercolesse  cugino  di  Annibale  a  Poppi,  hebbe  conoscenza  di  una  giovina  di  quel  45 
castello  et  n'  hebbe  un  figliolo  chiamato  Santi,  che  anche  vivea '.  Gli  eintiani  et  tutti  gli 
altri  cittadini  quivi  adunati,  dando  fede  alle  parole  di  Francesco,  elessero  dui,  ciofe:  Azzo  di 
Pietro  da  Quarto,  Lodovico  Caccialupi,  et  insieme  con  alcuni  altri  gli  mandarono  a  ricono- 


>  Sn.VAKO  Razzi,  nelle    Vite  de  4  lutomini  illustri. 


lA.  14461  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  119 

scere  il  giovine  a  Fiorenza.     Li  quali  giunti,  andarono  a  casa  del  magnifico  Cosmo  et  de  Neri 
Capponi,  et  narratagli  la  cagione  della  sua  venuta,  non  parve  a  Neri  che  fosse  da  sprezzare 
questa  cosa,  nb  anche  di  temerariamente  accettarla.     Egli  adunque,  fatto  addimandare  Antonio    • 
da  Cascese  (sotto  la  cui  cura  il  giovine,  sendo  morto  colui  che  si  riputava  esser  suo  padre, 

5  si  stava)  et  parimente  Santi  alla  presenza  delli  duoi  bolognesi  mandati  gli  parlorono,  et  per 
allhora  niente  si  concluse,  se  non  che  Cosmo  chiam6  a  s^  il  giovine  in  disparte  et  gli  disse : 
"  Santi,  niuno  in  questo  caso  ti  puo  meglio  consigliare  che  tu  medesimo,  perciochfe  a  te  tocca 
"  pigliar  di  te  stesso  quel  partito  a  che  piii  l'animo  t'inchina.  Se  tu  sei  figliuolo  d'Ercolesse 
"  Bentivogli,  volgerai   Tanimo  alle   imprese   che  di  questa   casa   et   di   tuo   padre   giudicarai 

10  "  degne,  ma  se  tu  sarai  figliolo  d'Agnolo  da  Cascese  ti  rimarrai  in  Firenze  a  consumare  in 
"  qualche  arte  la  vita  tua„.  Allhora  il  giovine  con  animo  ardito  rispose  che  andarebbe 
dove  piaceva  alli  Bolognesi;  et  rimasti  d'accordo  con  li  due  Bolognesi,  fu  honoratamente 
provisto  di  vestito  et  di  cavalli  et  di  servitori  et  di  honorata  compagnia,  et  gli  ambasciatori 
tosto  del  tutto   della  lor  venuta  avvisarono  il  senato. 

15  Havendo  Santi  riferite  infinite  gratie  al  magnifico  Cosimo  et  a  Neri  Capponi,  prese  con 

grambasciatori  bolognesi  il  viaggio  verso  Bologna,  et  gionto  a  San  Rofillo  (sendo  gik  stati 
avisati),  fu  incontrato  da  tutta  la  fattione  bentivolesca,  cioh  da'  Pepoli,  Malvezzi,  Fantucci, 
Marescotti,  Castelli  et  altri  assai,  che  erano  da  200  tutti  a  cavallo,  et  da  tutti  salutato  et 
abbracciato  con  faccia   ridente  il  cor.dussero   alla   citta.     Et  entrando   per  la   porta   di  strk 

20  San  Stefano,  che  fu  alli  13  di  novembre,  la  domenica,  fu  parimente  da  infiniti  cittadini  salu- 
tato  con  trombe  et  piffari  et  voci  liete  del  popolo,  et  ciascuno  a  gara  cercava  vederlo, 
nfe  era  alcuno  che  non  lo  benedicesse.  Giunto  avanti  li  signori  antiani,  et  fatte  le  debite  ac- 
coglienze  et  ceremonie,  fece  una  breve  oratione  al  senato,  ringratiandoli  della  loro  elettione 
et  grande  amore  mostratoli;  et  rese  le  debite  gratie,  il  senato,  prima  che  di  palazzo  si  partisse, 

25  consignatoli  il  primato  della  cittk  et  il  governo  di  Giovanni   figliuolo  di  Annibale,  il  fecero 

creare  cavaliere  (sendo  egli  di  22  anni)  da   Giacomo  di  Lavagnolo   ve'ronese,  podestk   della       />.  iss 
cittk,  cingendoli  la  spada  et  ponendogli  in  piedi  li  speroni  Giovanni  Griffoni,  Nicolb  Sanuti. 
Francesco  Corbino  pisano  h  creato  cavaliere,  et  presa  buona  licentia  dal  senato,  usci  di 
palazzo,  et  salito  a  cavallo  con  gran  trionfo  et  suono  di  trombe  et  di  piftari  et  delle  campane 

30  di  San  Jacomo,  se  ne  venne  al  palazzo  ove  habilava  Giovanni  figliolo  di  Annibale,  dove  da- 
gli  amici  de'  Bentivogli  fu  presentato  di  vari  preciosi  et  ricchissimi  doni. 

Essendosi  Santi  riposato  alcuni  giorni,  raccordevole  degli  savi  ricordi  havuti  dal  gran 
Cosimo,  cerc6  di  bene  intendere  le  cose  della  cittk,  et  ritrovando  che  il  magistrato  delli 
16  reformatori  era  dal  popolo  non  poco  odiato,  mutandolo,  et  lo  ridusse  alli  sei  reformatori,  et 

35  furono  creati  questi:  Santi  Bentivogli  cavalliere,  Romeo  Pepoli,  Lodovico  Marescotti,  Dio- 
nisio  di  Castello,  Gasparo  Malvezzi  et  Giovanni  Fantucci,  li  quali  diedero  principio  al  go- 
verno  della  cittk. 

Alli  19  di  decembre,  il  lunedl,  li  soldati  del  re  d'Aragona,  che  erano  circa  4000  cavalli 
et  1000  fanti,   passano  per  lo  territorio   di  Bologna*:  venivaiio  dalla   Marca,  che   havevano 

40  guerreggiato  con  Francesco  Sforza,  et  passavano  a  Milano  in  ajuto  del  duca  Filippo,  contro 
il  quale  guerreggiavano  i  Venetiani  et  gli  havevano  tolto  molti  luoghi.  AUi  quali  erano  capi- 
tani  grinfrascritti:  il  vice  re  d'Aragona,  il  signor  Sigismondo  Malatesti,  il  conte  Carlo  da 
Montone,  Cesare  da  Martinengo,  Roberto  da  Monte  Albeddo,  Jacomo  da  Gaibani;  questi 
haveva  dugento  cavalli. 

45  Papa  Eugenio  nelle  4  tempore  deirawento  crea,  a  dl  21  di  decembre,  il  mercoledi,  cardi- 

nale  di  Santa  Susanna  Tomaso  da  Sarzana  vescovo  di  Bologna. 

Alli  29  di  decembre,  il  giovedi,  gli  reformatori  dello  stato  di  Bologna,  vedendosi  allontanati 

27.  Tutta  la  farte  delle  pf.  ii8  e  ug,  fino  a  questa  linea,  che  riguarda  Annibale  e  Santi  BentivogUo  i  contras- 
segnata  nel  margine  sinistro  delVoriginale  con  segni  di  penna 

'  CoRlo,  parte  qulnta. 


120  IIISTORIA  Dl  BOLOGNA  lAA.  i446-i447j 

gli  inmici  soldati,  maiidano  Achille  Malvezzi  con  la  cavalleria  et  300  fanti  per  commissario 
airacquisto  di  Seravalle  et  di  Montebudello,  ove  erano  li  presidj  del  duca,  li  quali  rubavano 
tutto  quel  paese:  il  quale,  postovi  rassedio  et  vedendo  che  difficilmente  battere  si  poteva, 
fa  una  bastia  contro   ciaacun  castello  et  vi  pone  buoni  preaidj,  et  se  ne  ritoma  a  Bologna. 

In  Bologna  nella  via  de'  Magarotti  vicino  la  chiesa  de'  frati  di  Santa  Maria  de'  Servi,  l'ul-  5 
timo  dl  deiranno,  il  sabbato,  a  hore  9  di  notte,  naace  un  putto  a  Silvestro  lavoratore  di 
villa  gran  bestemmiatore,  il  quale  haveva  le  labbra  fesae  da  due  lati  del  naao  co'  denti  et  nel 
capo  una  gran  piaga  et  un'altra  nella  schiena,  con  li  piedi  et  le  mani  storte  et  sei  dita  per 
ciascuna  mano  et  per  ciascun  piede,  et  era  senza  secesso  et  visse  solo  un  giorno.  Volle 
Iddio  benedetto  con  questo  miracolo  mostrare  agrhuomini  quanto  la  bestemmia  gli  spiaccia.  10 

Anno  di  Cristo  1447.  —  A  di  primo  di  gennaro,  la  domenica,  entrano  li  nuovi  magistrati. 

A  di  22  di  febraro,  il  giovedl,  papa  Eugenio,  havendo  retto  con  tanti  travagli  sedeci  anni 
il  ponteficato,  nel  sessagesimo  quarto  anno  della  sua  vita  mori.  Fu  di  maestrevole  aspetto, 
parco  nella  vita  e  sobrio,  poco  letterato,  ma  grande  amatore  di  persone  letterate  e  savie,  et 
assai  nobiIit6  Roma  degli  studi  di  varie  scienze.  15 

AUi  5  di  marzo,  la  domenica,  fu  eletlo  ponterice  Tomaso  da  Sarzana  vescovo  di  Bologna 
et  fu  chiamato  Nicola  quinto.  Era  nato  di  humile  fortuna  nella  sua  patria,  et  era  eccellente 
phisico  e  teologo,  et  cosl  eccellentemente  si  port6  nelle  dispute  del  concilio  di  Ferrara  et  di 
Fiorenza,  che  perci6  n'ebbe  da  Eugenio  il  cappello. 

A  dl  7  di  marzo,  la  domenica,  Giovanni  Poggio  nella  chiesa  di  San  Michele  in  Bosco  fu  20 
/.  /j6  consacrato  vescovo  da  frate  Antonino  arcivescovo  di  Fio'renza,  che  poi  da  Adriano  VI  fu 
canonizato,  dal  vescovo  di  Ferrara  et  dal  vescovo  d'Imola,  et  consecrato,  entr6  alla  cittk  p>er 
la  porta  di  str^  San  Stephano,  havendo  incontro  li  magistrati,  il  clero  et  tutta  la  citt^  con 
le  solite  cerimonie.  Poi  fece  un  convito  opulentissimo,  dove  furono  da  400  nobiU;  era  cano- 
nico  di  San  Petronio.  25 

H  senato,  volendo  riconoscere  il  pontefice,  creano  ambasciatori  gl' infrascritti,  ciofe:  Mel- 
chiorre  Viggiani  cavalliere,  Nicolo  Sanuti  cavalliere,  Battista  da  Castel  San  Pietro  dottore,  Ga- 
sparo  dalla  Renghiera  dottore,  Lodovico  Bentivogli  cavalliere  et  Melchiorre  Malvezzi,  li  quali 
alli  1 1  d'aprile,  il  martedi,  con  54  cavalli  et  muli  si  partirono  per  Roma,  dove  dal  pontefice 
gratiosamente  furono  ricevuti.  Facendoli  assai  amorevoli  proferte  a  beneficio  della  cittk  loro,  30 
venne  la  nuova  di  Bologna  alli  27  del  medesimo,  il  lunedi,  a  hore  14,  et  se  ne  fece  grande 
allegrezza,  et  per  comandamento  del  senato  tre  giorni  continui  si  fecero  le  processioni  ren- 
dendo  gratie  a  Dio  che  loro  havesse  dato  sl  buon  pastore,  et  si  posero  alle  finestre  del 
palazzo  li  confalloni. 

II  pontefice  chiama  a  sfe  grambasciatori  bolognesi  et  gli  fa  intendere  ch'egli  vuole  ad  ogni  35 
modo  il  libero  dominio  di  Bologna,  li  quali  scrivono  al  senato  la  volontk  del  papa  qual  ella 
sia,  et  il  senato  gli  rescrive  che  una  parte  di  loro  resti  a  trattare  questo  negocio  alla  corte 
et  Taltra  parte  ritorni  a  Bologna.  Ritornarono  adunque  queiristesso  giorno  che  il  vescovo 
di  Bologna  f ece  Tentrata  gl'  infrascritti,  cio^ :  NicoI6  Sanuti,  Battista  da  Castel  San  Piero  et 
Ludovico  Bentivogli.  Per  il  che  ne  nacque  gran  mormorio  nella  citta,  dicendo  che  il  senato  40 
faceva  tante  spese  inutili  et  che  in  cosa  tanto  importante  guardava  di  spendere  et  mantenere 
li  detti  ambasciatori  a  Roma.  II  pontefice  Nicola  a  di  22  di  aprile,  il  venerdi,  in  luogo  suo 
constituisce  vescovo  di  Bologna  Giovanni  Poggio  bolognese  canonico  della  chiesa  di  san  Pietro 
et  vicario  di  essa,  huomo  et  dotto  et  prudente  et  di  buona  fama  et  da  tutta  la  cittk  amato. 

II  senato,  dopo  molti  consigli  havuti  sopra  quello  che  gli  domandava  il  pontefice,  mandano  45 
al  papa  Ludovico  Caccialupi,  accioch^   egli  operi  con   la  sua  sapienza   et  destrezza  insieme 
con   gl' ambMciatori  rimasti,  di  pregare  il  papa  al  concludere  li  capitoli  per  beneficio   della 
repubblica  di  Bologna.     Si  parte  adonque  Ludovico  alli  14  di  maggio,  la  domenica,  con  dieci 
cavalli,  et  giunto  a  Roma  cosl  si  adopr6  col  pontefice,   che  egli  il  fece   cangiare  opinione 


[A.  1447]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  121 

di  piu  parlare  del  libero  dominio  della  cittk;  et  cotanto  fu  Lodovico  grato  al  papa,  che  egli 
lo  creo  cavalHere  aurato,  et  alli  8  di  giugno,  il  giovedi,  ritomo  a  Bologna  et  seco  si  rallegr6 
tutta  la  cittk. 

Gli  altri  ambasciatori  frattanto  a  Roma  cercavano  di  concludere  li  capitoli  fra  il   pon- 
5  tefice  et  la  cittk. 

Alli  1 6  di  giugno,  il  venerdi,  essendo  il  generale  delli  Crociati  morto,  il  papa  crea  generale 
del  detto  ordine  Philippo  di  Guido  Pepoli,  et  anche  il  fa  canonico  di  San  Pietro. 

II  senato  bolognese  t  avvisato  che  Pietro  Navarino  capitano  delli  soldati  della  cittk,  con 
Giovanni  il  figliuolo  et  con  un  suo  cancelliere,  trattavano  di  dare  Castel  Franco  alli  fuoru- 

10  sciti,  laonde  il  fanno  distennere  alli  18,  la  domenica,  per  intendere  il  vero.  Et  il  giorno  se- 
guente  la  festa  di  san  Pietro  et  Paolo,  essendo  gionto  in  Bologna  un  cardinale  mandato  dal 
papa,  che  passava  a  Venetia  per  accordare  i  Venetiani  col  duca  di  Milano,  cagiona  che 
non  si  corre  il  palio,  perch^  si  dubitava  di  non  so  che  contro  Bologna.  Ma  partitosi  alli 
2  di  luglio,  la  domenica,  si  corse  il  detto  palio  per  la  porta  di  strk  San  Donato,  et  cio  per 

15  dare  piacere  et  honorare  il  magnifico  Sante  et  tutta  la  famiglia  de'  Bentivogli, 

Quello  istesso  giomo  che   ressercito   de'  Venetiani   pass6  a  Milano  et   entr6  per   forza       a  /57 
nel  borgo  di  porta  Romana,  et  arsero  il  rastello   della  detta   con  4  case,  su   la  detta   porta 
furono  grinfrascritti  conduttieri  de'  cavalli.    Per  esser  stati  li  primi  ad  entrare  in  detti  borghi, 
furono   creati   cavallieri   aurati,  et  furono   questi:    Gilberto   signore  di  Correggio,   Diotisalvi 

20  da  Bergomo,  Tiberto  Brandolini  et  Ludovico  di  Gasparo  Malvezzi. 

Non  mancano  a  tutte  Thore  gli  fuorusciti  di  tentare  tutte  le  strade  per  conturbare  la 
cittk  et  si  forzano  di  riuscire  talmente  insopportabili,  che  i  Bolognesi  sieno  per  tedio  sfor- 
zati  di  accettarli  dentro.  Et  a  questo  fine  in  questo  istesso  giorno  alle  7  hore  di  notte  Ga- 
sparo  di  Matthia  Canetoli  con  circa  60  entra  in  Cento  aiutato  dalli  Gucciardini,   dalli  Chia- 

25  relli  et  da  Jacomo  Borgognone;  et  dal  popolo  fu  volentieri  accolto  et  per  esser  li  Centani 
maltrattati  da'  Bolognesi  per  cagione  delle  molte  imposte  et  gravezze.  Questo  inteso  a  Bo- 
logna,  tosto  il  senato  fece  porre  in  arme  Braccio  Baglione  con  200  cavalli  (fu  questi  mandato 
da'  Fiorentini  ad  istanza  del  senato)  et  Romeo  Pepoli  con  parte  del  popolo,  et  gli  manda- 
rono  contro  li  Centani.     Ora  essendo  Tessercito  vicino  al  castello,  Romeo  per  un  trombetta 

30  gli  mand6  a  dire  che  se  non  ritornavano  tosto  airubbidienza  della  cittk,  Bologna  pone- 
rebbe  a  sacco  tutto  il  paese  loro  et  rovinarebbono  il  castello  insino  alli  fondamenti;  a  cui 
rispose  che  non  a'  Bolognesi,  ma  al  vescovo  erano  soggetti.  Romeo,  udita  la  risposta,  awisa 
il  senato  per  intendere  quanto  si  havesse  a  fare.  II  senato,  conferito  il  tutto  con  il  vescovo 
della  cittk,  egli  il  seguente  giorno  passa  a  Cento  con  honorevole  compagnia,  et  havendo  par- 

35  lato  con  gl'  huomini,  essi  a  lui  si  diedero,  rimettendosi  al  suo  volere,  siccome  a  suo  signore. 
Volle  adunque  il  vescovo  che  tutti  li  fuorusciti  si  partissero  con  le  lor  robbe,  et  gli  fece 
accompagnare  da  Braccio  insino  sul  Ferrarese  et  Modonese.  Poi  ammoni  gli  huomini  del 
luogo  che  piu  non  dovessero  far  cose  simili,  perch6  gli  interverrebbe  male,  et  che  se  bene 
erano  a  lui  immediatamente  soggetti,  nondimeno,  sendo  lui  membro  delli  cittadini  di  Bologna 

40  et  parte,  desiderava  che  essi  fossero  ubbidienti  alli  bandi  et  alle  ordinationi  di  Bologna. 
Fatto  questo,  se  ne  pass6  alla  Pieve  et  pigli6  la  tenuta  di  quel  castello,  dal  quale  fu  huma- 
namente  ricevuto. 

AUi  10  di  luglio,  il  lunedl,  gli  ambasciatori,  che  erano  a  Roma,  giungono  in  Bologna, 
ciofe:  Melchiorre  Viggfiani,  GMparo  Renghiera  et  Melchiorre  Malvezzi.     Li  quali  il  gioroo  se- 

45  guente  fecero  adunare  il  conseglio  delli  120  et  manifestarono  le  domande  che  il  pontefice 
alla  cittk  faceva,  ciofe:  che  voleva  tenere  un  legato  in  Bologna  nel  palazzo  con  300  cavalli  et 
200  fanti,  che  voleva  mandare  alla  cittk  il  podestk  a  sua  voglia  et  un  tesoriero  che  riscuo- 
tesse  tutte  le  entrate  della  cittk  et  pagasse  le  spese,  che  voleva  in  sua  balia  le  porte  della  cittk, 
che  f osse  lecito  alla  cittk  di  creare  gli  signori  anziani  et  confallonieri  secondo  I'  uso  e  fare  la 

50  imbossolatione  della  cittk.    Parve  questa  cosa  molto  strana  a  molti,  et  tanto  piu  che  erano  li 


122  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  1447] 


capitoli  al  contrario  tutto  di  quello  che  innanti  Ludovico  Caccialupi  haveva  riferito  della  buona 
volonth  del  pontefice,  laonde  levatisi  in  piedi,  dissero  non  doversi  li  detti  capitoli  accettare; 
et  coal  rimasero  confusi  et  malcontenti,  nb  si  concluse  cosa  alcuna. 

II  Renato  raduna  un'altra  volta  il  conseglio,  dove  Melchiorre  Viggiani  fa  una  bellisaima 
oratione  esortando  tutti  ad  ubbidire  al  pontefice  per  quiete  della  cittk;  et  awenga  che  molti  5 
contradiccBsero,  nondimeno,  dopo  longa  contesa,  finalmente  fu  concluso  che  si  fermaasero  li 
^  tjt  capitoli  col  pontefice,  et  in  segno  di  ci6  nel  conseglio  tutti  cominciarono  a  gridare':  "  Viva  la 
Chiesa  e  il  popolo,.  Di  che  nella  citt^  si  fece  gran  festa  et  si  pwsero  gli  confaloni  alle 
finestre   del  palazzo,  et  quello  della  Chiesa  nel  mezzo  di  quello  del  popolo  et  della  libertk. 

Nicol6   da  Manzolino  b  preso  et  condotto  a  Bologna,  perchfe  trattava  con  Ludovico  Ca-  10  f 
netoli  darli  Manzolino ;  il  quale  alli  1 5  di  luglio,  il  sabbato,  hebbe  del  suo  peccato  il  castigo 
della  giustltia. 
'  Alli  20,  il  giovedl,  Gregorio  d'Anghiari  con  300  fanti,  mandato  da*  Fiorentini,  giunge  in 

Bologna  in  suo  aiuto;  dalla  cui  venuta  ne  nacquero  nel  popolo  alcune  suspittioni  che  alcuni 
non  fossero  contenti  che  la  cittk  si  desse  sotto  la  ubbidienza  del  papa  et  che  volessero  15 
opporsi  a  quanto  era  stato  detto  nel  conseglio.  Nicola  da  Cremona  giunge  in  Bologna  (era 
costui  secretario  del  pontefice,  da  lui  mandato  a  Cento  al  vescovo  et  poscia  a  Ferrara)  et 
fa  radunare  il  conseglio  delli  600  et  vuole  intendere  la  opi/iione  loro  intorno  li  capitoU  da 
sua  SantitJi  mandati;  et  fu  alli  29  luglio.  Dove  ritrova  tutto  il  conseglio  disposto  a  sotto- 
porsi  al  papa;  et  del  tutto  avvisatone  il  papa,  se  ne  and6  ad  alloggiare  nel  vescovato.  20 

A  dl  primo  d'ag08to,  il  martedi,  il  senato  manda  Gregorio  a  scorrere  il  territorio  di 
Modona  et  di  Carpi  per  mantenere  il  Modonese  et  il  signore  di  Carpi,  il  quale  fece  una 
correria  ne'  detti  territori  et  d'indi  condusse  grosso  bottino  di  bestiame  con   molti  prigioni. 

II  senato  elegge  ambasciatori  al  pontefice  per  far  confirmare  li  detti  capitoli,  et  alli  3  d'ago- 
sto,  il  giovedi,  andarono  a  Roma ;  gli  ambasciatori  f urono  questi :  Melchiorre  Viggiani  caval-  25 
liere,  Gasparo  Renghiera,  Melchior  Malvezzi,  Nicol6  Sanuti  cavalliere,  M.  Battista  da  Castello 
San  Piero,  Ludovico  Bentivogli.  Furono  dal  pontefice  molto  accarezzati,  et  di  quanto  isposero 
da  parte  del  senato  assai  se  ne  rallegro,  et  poi  consegn6  alla  citta  per  suo  luogotenente  Ni- 
col6  da  Cremona  suo  secretario,  che  si  trovava  in  Bologna  nel  vescovato ;  et  di  ci6  havendo 
il  senato  le  lettere,  alli  14  d'agosto,  il  lunedl,  honoratamente  il  condussero  nel  palagio  con-  30 
segnandoli  parte  nuova,  et  li  signori  antiani  ritirandosi  nella  parte  vecchia,  dove  poi  sempre 
sono  habitati,  eccetto  il  confaloniere  di  giustitia,  che  sempre  ha  habitato  sotto  le  stanze  del 
legato. 

In  questo  tempo  in  Venetia  h  grandissima  pestilenza  et  la  cittk  rimane  quasi  disabitata, 
Eui  per  la  morte  di  molti,  come  anche  perch^  molti  d'indi  si  partivano;  dur6  tre  anni.  35 

A  di  15  d'agosto,  il  martedi,  viene  in  Bologna  la  nuova  della  morte  di  Filippo  duca  di 
Milano:  morl  alli  13  d'ag08to,  la  domenica,  circa  le  due  hore  di  notte,  sendo  stato  afflitto 
otto  giomi  dalla  febbre  et  dal  flusso  di  corpo.  Questi,  sentendosi  al  tutto  in  potere  della 
morte,  disse  che  volentieri  vorrebbe  che,  morto  lui,  ogni  cosa  rovinasse. 

La  citti  di  Bologna  hebbe  caro  ch'egli  di  questo  mondo  si  fosse  tolto,  perchfe  sempre  40 
Thaveva  travagliata.  II  conte  Francesco  Sforza  con  8000  persone  passa  in  Lombardia,  non 
sapendo  per  anco  della  morte  di  Filippo.  Per  il  che  il  senato,  temendo  di  questo  suo  pas- 
saggio  non  poco,  fa  comandamento  a  tutti  li  contadini  che  conduchino  le  robbe  loro  a  luoghi 
sicuri;  poi  fanno  murare  le  infrascritte  porte,  ciofe:  porta  di  Galliera,  porta  Mascarella,  strk 
San  Vitale,  strk  Santo  Stefano,  strk  Castiglioni,  Saragozza,  il  Pradello.  Fanno  anco  rovinare  45 
la  bastia  di  Corticella,  acciochfe  il  conte  non  vi  si  fortificasse.  Fatte  tutte  queste  et  altre 
provisioni,  il  conte  giunse  alla  Recardina,  et  quivi  intese  la  morte  del  suocero  Filippo  duca; 
/.  ts9         per  lo  che  acceler6  il  suo  viaggio  et  il '  giorno  seguente,  passando  il  canale  di  Rheno,  and6 


44.  porta  *J  porra  ka  VorigiHole 


[A.  1447J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  123 

al  Borgo  Panigale,  et  quivi  il  senato  gli  mand6  in  dono  le  infrascritte  robbe :  spelta  corve  du- 
gento,  vino  due  vassella,  pane  due  carra,  doppieri  di  cera  lib.  20,  confetti   quattro  scatole, 
et  poUami,  salami  et  altre  robbe  assai.     Tutte  queste  cose  le   presento  Carlo   Malvezzi   de- 
positario  della  camera  di  Bologna  a  nome  del  senato. 
5  Partito  dal  territorio  bolognese,  et  inviatosi  frettolosamente   verso  Lombardia,  il   senato 

fa  aprire  le  porte  che  erano  state  chiuse. 

II  signore  di  Carpi,  vedendosi  posto  in  gran  travaglio  per  cagione  de'  banditi  di  Bolo- 
gna,  procura  la  pace  col  senato  et  la  ottieue ;  et  alli  28  d'ag08to,  il  di  di  8ant'Agostino  dot- 
tore,  che  fu  il  lunedi,  egli  scacci6  li  Canetoli  fuore  del  suo  paese. 
10  Nicol6  governatore  di  Bologna  passa  a  Cento  et  alla  Pieve   a   ritrovare  il   vescovo,  da 

cui  ha  la  tenuta  a  nome  del  papa  delle  dette  due  castella,  alli  3  di  settembre,  la  domenica, 
dove  lascia  per  commissario   Alberto  Albergati;  et  fatto  ci6,  con   M.  Giovanni  dal   Poggio 
vescovo  alli  1 1  del  detto  mese,  il  lunedi,  se  ne  ritorna  a  Bologna,  et  non  vi  stette  molto,  perch^ 
il  pontefice  lo  chiam6  a  Roma  et  il  fece  governatore  di  Roma  et  suo  vice  cancelliere. 
15  Alli  14  di  settembre,  il  giovedi,  il  papa  manda  a  Bologna  per  govematore  Estore  Spada 

vescovo  di  Benevento ;  era  la  sua  arma  due  spade  bianche  incrociate  in  campo  rosso.     Questi 
fu  dalli  signori  antiani  et  da  tutta  la  citta  honoratamente  ricevuto. 

Alli  15,  il  venerdi,  il  governatore  licenzia  li  commissarj  venetiani  et  fiorentini,  che  dal 
principio  della  lega  insino  ad  hora  erano  stati  in  Bologna.     Poi  raduna  il  conseglio  delli  600, 
20  dove  fa  leggere  le  lettere  apostoliche,  nelle  quali  egli  era  constituito  govematore  della  cittk, 
et  lette  parimente  pubblica  li  capitoli. 

*  Capitoli,  postulationi  et  supplicationi  al  serenissimo  in  Christo  padre  et  Signore  il 
"  signore  nostro  Nicola  per  divina  clemenza  papa  V,  per  parte  delli  signori  oratori  bolognesi 
"a  nome  della  communita  di  Bologna;  con  li  quali  capitoli,  domande  et  supplicationi  il  pre- 
25  *  libato  serenissimo  signor  nostro  comanda,  vuole  et  dichiara  le  infrascritte  risposte  et  se- 
"  gnature  doversi  fare  in  tutti  grinfrascritti  capitoli,  siccome  nel  fine  di  essi  et  di  ciascuno 
"  di  loro  si  contiene:  il  tenore  de'  quali  ^  tale: 

"  Che  i  Bolognesi  rendino  obbedienza  al  pontefice  con  promissione  di  osservarla,  et  essi  ^ 

"  supplicano  sua  Beatitudine  li  voglia  perdonare  ogni  loro   errore  commesso   contro  la   sede 
30   "  apostolica   insino  al   presente  et   assolvere   ciascun  grado   di   persone   da  ogni   censura   et 
'  ogn'aItra  cosa  fulminata  contro  di  essi,  privatione  di  ufRcj  et   beneficj,  et   che   totalmente 
"  anichili  et  cancelli  qualunque  cosa  et  le  riduchi  nel  primiero  stato; 

"  Che  rimettino  a  sua  Santitk  tutte  le  giurisditioni  et  le  assegnino  con  gl'  inf rascritti  ca- 
"  pitoli ;  et  cosi  a  sua  Beatitudine  assegnano  et  danno  la  cittk  di  Bologna  con  tutto  il  con- 
35  "  tado,  territorio  et  distretto,  castella,  terre,  ville  et  luoghi,  et  giurino  et  promettino  fedeltk 
"  et  ubbidienza  a  sua  Santita,  secondo  il  tenore  degl' inf rascritti  capitoli;  cio^  che  ogni  per- 
"  sona  della  cittk,  contado  et  distretto  di  Bologna,  che  fosse  obbligato  in  qualche  quantitk 
"  di  danari  al  pontefice  overo  alla  camara  apostolica,  sieno  assoluti  et  liberati  da  ogni  quan- 
"  tit^  di  detti  danari  et  da  ogni  datio  che  havessero  comprato  deiranno  1438  a  di  20  di 
40   "  maggio  insino  al  presente  giorno  per  li  reggimenti  et  officiali  del  comune  di  Bologna; 

*  Che  si  possino  fare  li  signori  antiani,  confalloniere  di  giustitia,  confallonieri  di  popolo 
"  et  massari  delle  arti  secondo  la  consuetudine,  et  havere  il'  podestk,  secondo  la  forma  della       p.  140 
"  cittk,  et  che  si  creano  li  16  signori,  li  quali  insieme  con  il  legato  liabbino  a  governare  la 

•  cittk  per   tutto  il   suo  officio ;   il  quale   finito,  insieme   col  legato  debbino  eleggere  altri  si- 
45  "  gnori  16,  che  insieme  col  legato  habbino  a  creare  un  confalloniere  di  giustitia,  et  che  tutti  li 

*  detti  magistrati  non   possino  concludere   cosa  alcuna   senza  il  legato,  n^  il  legato  senza  li 
"  reggimenti; 

"Che  li  signori   antiani  et   li  16,  se  vogliano   mandare  alcuna   ambasciaria  al  pontefice 


I.  nelVoriginale  robbbe 


124  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i447j 


"owero  alla  signoria  di  Venetia  o  alli  signori  Fiorentini,  posBino  db  fare  tanto  quanto  li 
"  parerJl  opportuno  et  necessario,  et  questo  si  faccia  di  commune  consiglio;  et  non  sMntenda 
"  di  mandare  al  papa,  che  possino  mandare  senza  il  conseglio  del  legato ; 

"Che  la  imbosBolatione  degrufficj  fatta  per  li  reggimenti  di  Bologna  non  si  movi  insino 

•  che  ella  non  sark  finita.     Di  poi  11  signori  16  col  legato  la  debbino  rinovare  secondo  parerk     5 
•alla  maggior  parte;  et  che  li  vicarj  che   saranno  mandati  a  Cento   et  alla   Pieve   debbino 
"  giurare  fedeltk  nelle  mani  del  vescovo   o  d'altri  da  lui  ordinati,  et   finita  questa   imbosso- 

•  latione  de'  vicarj,  appartenga  di  far  la  nuova  imbossolatione  di  detti  vicarj  al  vescovo ;  § 

"  Che  ogni  cittadino  o  contadino  del  commune  di  Bologna  che  havessero  alcuno  assigna-  1 
"  mento  dalla  camera  di  Bologna  gli  sia  sodisfatto  dalla  detta  camera,  se  detto  assignamento  10  j 
"  h  fatto  giustamente,  et  che  di  mese  iii  mese  si  debbino  estrahere  li  danari  per  le  spese 
"  necessarie  pel  governo  et  reggimento  di  Bologna,  et  quello  gli  avanza  si  pagaranno  li  detti 

•  creditori  sopra  la  detta  camera; 

"  Che  la  elettione  del  podesta  debba  appartenere  al  pontefice,  et  che   tutte  le   appella- 
"  tioni  sieno  ridutte  avanti  il  legato,  da  cui  sieno  commesse  ad  uno  de'  giudici  delle  appel-  1 5 
"  lationi ; 

"  Che  11  legato  et  li  signori  antiani  stiano  nel  palazzo,  eleggendosi  il  legato  quella  parte 
"  dt  esso  che  piii  gli  piacerk,  et  neiraltra  parte  habitino  li  signori  antiani  sin  tanto  che  ci6 
"  al  pontefice  piacerk ; 

"  Che  se  alcuno  comprark  datio,  non  se  gH  faccia  sorte  alcuna  di  remissione  nh  per  lo  20 
"  legato  n^  per  li  signori  sedeci,  ma  si  osservi  la  forma  de'  statuti  della  cittL     Et  che  il  com- 
"  mune  di  Bologna  sia  obbligato  pagare  al  legato  ogni  mese  per  suo  salario  cinquecento  lire 
"  di  bolognini,  et  che  tutte  le  cose  si  trattino  di  commune  conseglio ; 

"  Che  il  popolo  di  Bologna  sia  in  suo  arbitrio  di  condurre  soldati  da   piedl   et  da   ca- 
"  vallo  quanto  li  piacerk,  alle  spese  del  commune,  li  quai  soldati  debbino  giurare  fedeltk  nelle  25 
"  mani  del  legato  et  del  conf aloniere  di  giustitia ; 

"  Che  r  ufficio  del  tesoriero  della  camera  di  Bologna  rimanghi  come  hora  essere  si  ritrova, 
"  siccome  anche  ^  stato  da  sei  anni  a  dietro,  mettendogli  il  pontefice  un  tesoriero  con  sa- 
"  lario  di  300  fiorini  Tanno  da  pagare  per  la  camera  di  Bologna,  et  che  tutti  graltri  usufrutti 
"  pervenghino  al  detto  tesoriero ;  30 

"  Che  li  signori  antiani,  confaloniero  di  giustitia,  confalonieri  del  popolo,  massari  delle 
"  arti,  podest^  giudice  della  mercantia  et  tutti  graltri  ufficiali  debbino  giurare  fedeltk  nelle 
"mani  del  legato; 

"  Che  tutte  le  lettere  degl'  ufficj  di  Bologna  et  del  contado,  con  tutte  le  scrittnre   che 
"  si  faranno  nella  cancellaria,  non  si  possino  fare,  ne  sieno  valide,  se  non  saranno  fatte  per  35 
"mano  delli  cancellieri  del  legato,  come  a  quelli  delli  signori  antiani; 

"  Che  movendo  alcun  signore  o  signoria  guerra  alla  cittk  di  Bologna,  sia  obligato  il  papa 
"a  dar  sussidio,  ajuto  et  favore  alla  cittk  per  sua  defensione,. 

Publicati  li  detti  capitoli,  il  govematore  et  ciascuno-  che  nel  conseglio  si  trovava  uscimo 
fuori  et  andarono  alle  lor  case.  40 

>.  ///  Havendo  gik  il  papa  fatti  alcuni  capitoli  con  la  cittk  di  Bologna,  sendo  oratori  Melchior 

de'  Vizzani  cavaliere,  Gasparo  dalla  Renghiera  dottor  di  legge  et  Melchior  de'  Malvezzi  cit- 
tadino  bolognese,  di  nuovo  conferm6  le  dette  conventioni,  capitoli  et  patti '. 

Desiderosi  grantiani  di   dare  al   popolo  qualche  ricreazione,  fanno  giostrare  il  palio  di 
san  Petronio  di  25  braccia  di  cremesino  piano,  che  correr  si  doveva  con  11  barbari;  et  fra  45 
11  molti  giostratori  questi  f urono  li  plii  nobili,  ciofe :  Opizzo  di  Guido  Pepoli,  NicoI6  di  Jacomo 
Angellini,  Simone  di  Battista  Bevilacqua,  Nanni  di  Giovanni  Galese,  Vandino  dalla  Fava  et 
Galeotto  Guidotti;  et  Opizzo  ne  riport6  il  premio  et  Thonore. 


»  Archivio  secreto,  n.  91. 


[AA.  1447-1448]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  125 

Li  signori  antiani  per  loro  commodita  f anno  un'altra  porta  al  palazzo  sotto  la  renghiera ; 
il  che  dal  papa  inteso,  alli  15  di  novembre,  il  mercoledi,  gli  scrive  che  la  debbino  serrare 
perch^  non  gli  pareva  che  il  palazzo  havesse  due  porte.  Fu  murata. 

Alli  20  di  novembre,  il  lunedi,  vengono  le  novelle  a  Bologna  della  morte  di  Melchiore 
5  de'  Viggiani  senatore  di  Roma,  huomo  et  di  sapienza  et  di  bellissimo  ingegno  et  molto  giove- 
vole  alla  repubblica  di  Bologna,  et  tutta  la  citta  se  ne  attrist5. 

AUi  18  di  decembre,  il  lunedi,  fe  publicata  in  Bologna  la  morte  di  M.  Giovanni  dal  Poggio 
vescovo  della  citta:  mori  alli  13  del  detto  mese,  il  mercoledi,  a  hore  10.  Era  govematore  di 
Roma,  vice  cancelliere  del  papa  et  era  huomo  dotato  di  ogni  virtu.  Si  disse  che  per  invidia 
10  fosse  avvelenato. 

Muoiono  di  peste  in  Bologna  molti,  et  duro  anche  Tanno  seguente. 

Anno  di  Cristo  1448.  —  Si  creano  gli  antiani  secondo  il  consueto  della  cittk. 

Alli  2  di  gennaro,  il  martedi,  il  pontefice  fa  vescovo  di  Bologna  Filippo  da  Sarzana,  il 
fratello,  et  scrive  un  breve  alli  signori  antiani  ove  dimostra  haver  havuto  a  spiacere  la  morte 
15  di  M.  Giovanni  dal  Poggio,  et  f ra  Taltre  cose  dice  ' :  *  Vacando  la  chiesa  vostra  di  Bologna 
"  per  la  morte  della  buona  memoria  di  Giovanni  del  Poggio  vescovo,  ove  habbiamo  havuto 
"  gran  dolore,  havendolo  noi  grandemente  amato  per  1a  sua  santimonia,  prudenza  et  integrita  „. 
Poi  avvisa  haverli  proveduto  di  suo  fratello  per  vescovo  di  Bologna,  in  luogo  suo.  Ricevuto 
le  lettere  il  senato,  et  lette  incontanente,  la  cittk  ne  fece  grandissima  festa  et  il  governatore 
20  and5  al  vescovato  a  pigliare  la  tenuta  a  nome  del  detto  Filippo. 

Si  fanno  Tessequie  del  vescovo  del  Poggio  nella  chiesa  di  san  Pietro,  et  il  clero  et  li 
magistrati  et  compagnia  delle  arti  vi  sono  presenti. 

Alli  31  di  gennaro,  il  mercoledi,  giunge  in  Bologna  il  marchese  di  Mantova  che  andava 
a  Fiorenza,  il   quale  honorevolmente   fu  ricevuto;  et  il  giorno   seguente  egli   fece  cavaliere 
25  aurato  Polo  di  Zono  dalla  Volta  dottore  et  poi  prese  il  viaggio  de'  Fiorentini,  dove  fu  fatto 
capitano  del  loro  essercito. 

Alli  15  di  marzo,  il  giovedl,  Galeazzo  Marescotti,  per  timore  de'  fuorusciti,  piglia  il  ca- 
mino  verso  Roma,  per  basciare  il  piede  al  pontefice,  da  cui  poscia  fu  creato  cavalliere  aurato; 
poi  sendo  stato  alcuni  giorni  in  Roma,  se  ne  torn5  a  Bologna. 
30  Galeazzo  Marescotti  ebbe  in  dono  dal  papa  il  passo  deirUccellino   con  gran   privilegi. 

Alli  25  di  maggio,  il  sabbato,  a  hore  20,  venne  dal  cielo  tanta  tempesta,  che  rovino  tutte 
le  biade  e  frutti  negrinfrascritti  luoghi,  ciofe:    alle  Tavemelle,  a  Caldarara,  a  Borgo   Pani- 
gale,  a  Panigal  Vechio,  a  Ravone,'  alla  Rovere,  a   Pescarola,  al   Trebbo  di   San   Giovanni,       />.  //» 
a  Poleseno,  a  Corticella,  a  Salese,  a  Cadriano,  a  Cevoledo,  a  Viadagola,  a  Quarto  di  sotto, 
35  a  Marano,  a  Fiesse,  a  Castenaso,  a  Bolierne,  a  Cento  di  Budrio,  a  Medicina. 

Alli  27  di  luglio,  il  sabbato,  li  Canetoli  fuorusciti  di  Bologna  et  huomini  inquieti,  havendo 
radunato  alquanti  armati  col  aiuto  del  signore  di  Carpi,  la  notte  alla  sproveduta  entrarono 
in  Piumazzo,  che  da  Fredo  et  Francesco  Piccinino  gli  fu  dato;  il  che  da'  Bolognesi  inteso, 
tosto  il  senato  gli  mando  gente  per  conquistarlo,  et  affinch^  la  cosa  sortisse  miglior  fine,  il 
40  govematore  pa8s5  a  Castello  Franco  con  buona  compagnia  di  cittadini  armati,  et  quivi  ra- 
dunato  buon  numero  de'  contadini,  gli  mand5  a  Piumazzo  a  combatterlo.  Ora,  vedendo  quei 
di  Piumazzo  di  esser  circondati  da  tanta  gente,  temerono  di  esser  pigliati,  et  perci5  manda- 
rono  ambasciatori  al  governatore  con  proferirli  il  castello,  salvando  le  persone  et  la  lor 
robba,  et  che  liberamente  li  banditi  fossero  lasciati  gire  fuore  del  territorio.  Et  di  tutto  questo 
45  il  governatore  gli  fece  gratia,  et  don5  1130  ducati  venetiani  a  Fredo  et  a  Francesco  et  forai 
il  castello  a  nome  della  Chiesa,  et  cosl  hebbe  il  castello  alli  4  d'agosto,  la  domenica,  assol- 
vendo  gli  huomini  da  ogni  debito  havessero  co'  Bolognesi. 


'  Libro  dt'  Dottori,  foglio  3. 


126  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  iaab] 


II  govematore  tratta  col  mgnore  Alberto  di  Carpi  voglJa  reatituire  alla  ctttJ»  Seravalle 
et  JVfonte  Budello,  le  quali  egli  al  tempo  di  Filippo  duca  di  Milano  haveva  pigliati  quando 
co'  Bolognesi  guerreggiava ;  et  egli  alli  6  d'ag08to,  il  martedl,  le  restitu).  , 

Alli  29  d'ag08to,  il  giovedl,  alie  15  hore  il  Bole  «'oscura  per  ispatio  di  tre  quarti  d'hora.  | 

In  questi  tempi  la  pestilenza  travaglia  assai  la  cittk,  et  molti  fuggono  alle  ville   et  alle     5 
castella  per  conservarsi  vivi. 

Di  questo  mese  Achille  de'  Malvezzi  deirordine  di  San  Giovanni  lerosolimitano,  precet- 
tore  della  chiesa  di  san  Giovanni  di  Bologna,  ordin6  il  rev.  padre  signor  Fantino  Quirino 
admiratum  Rhodii,  Pt  il  rev.  signor  Nicola  di  Coronia  frate  del  detto  ordine  et  il  nobile 
Sinibaldo  de'  Balduini  da  Parma  fa  suoi  nunci.  lU    «. 

Ludovico  et  Baldesserra  figlioli  gik  di  Lambertino  de'  Canetoli,  con  700  huomini  et  col         11 
aiuto  del  signor  di  Carpi  et  dairintendimento  di  alcuni  del  castello,  hanno  Crevalcore,  gri- 
dando  alFentrare :  "  Viva  la  Chiesa  „   per  dar  pasto  alle  persone  che  non  si  mettessero  al  forte 
a  farli  resistenza,  mostrando  con  tai  gridi  fossero  soldati  del   governatore.     Entrati,   piglia- 
rono  Giovanni  Antonio  Gallucci  vicario,  Bittino  Lamandini  notaro,  Matthio  di  Silvestro  lana-  15 
rolo,  Tomaso  di  Giorgio  strazzarolo,  Lorenzo   da   Scandiano   con  tre   figliuoli,  Pietro  Mal- 
chiavelli  notaro,  Carlo  di  M.  Antonio  Gallucci,  H  quali  tutti  erano  quivi  per  fuggir  la  peste. 
Fecero  anche   prigioni  due  figliuoli  di  Rubino   giudeo  et  poi   saccheggiarono   il  banco   del 
giudeo,  che  quivi  dava  preatanza,  et  fecero  largo  bottino  di  biade  di  assai  cittadini  bolo- 
gnesi  che  quivi  erano  conservate ;  fu  questo  alli  22  di  settembre,  la  domenica.    La  qual  strage  20 
intesa  a  Bologna,  il  governatore  passa  il  giorno  seguente  a  castello  San  Giovanni  con  50  ca- 
valli  per  intendere  chiaramente  tutto  questo  fatto,  et  si  ritom6  adietro,  et  tosto  insieme  con 
li  signori  antiani  scrisaero  al  pontefice  che  gli  desse  aiuto;  il  quale  incontanente  alli  11  di  ot- 
tobbre,  il  sabbato,  mand6  NicoI6  da  Cremona  vescovo  di  Piacenza  a  Bologna  che  passasse  a 
Ferrara  al  marchese  Lionello  a  chiederli  aiuto;  vi  ando  et  ritom6  senza  alcuna  conclusione.  25 
II  che  vedendo,  il  governatore  con  il  senato  condussero  il  aignor  Astorre  da  Faenza  con  600  ca- 
valli  et  il  spedirno  a  San  Giovanni  in  Persicetto  alli  29  di  ottobbre,  il  martedi,  non  fidandosi 
p.  '43       i  Bolognesi  che  egli  entrasse  nella  cittk:  dove  gionto,  co'minci6  a  scorrere  insino  alle  porte  di 
Crevalcore  ponendo  ogni  cosa  a  sacco  et  pigliando  di  molto  bestiame.     Et  intendendo  che 
il  signor  Alberto  da  Carpi  veniva  con  vettovaglia  a  Crevalcore  con  li  Canetoli,  deliber6  assa-  30 
lirla  et  predarla.     Laonde  pose  in  aguato  Scariotto  conduttiero   de'  cavalli  bolognesi  ad  nn 
luogo  per  di  dove   haveva  a  passare,  et   gionto,  sendo   per  sua   scorta  il   detto  signore   con 
Baldesserra   de'  Canetoli  et  sessanta  cavalli,  uscirono   le  genti  del  signor  Astorre  gridando: 
*  Muoja,  muoja,  came,  carne„,  et  sl  francamente  assalirono  la  detta  vettovaglia,  che  la  pre- 
sero  insieme  et  Baldesserra  con  tutti  li  suoi  compagni,  fuggendosi  il  signor  Alberto ;  et  con-  35 
dotti  al  castello  di  San  Giovanni,  Baldesserra  fu  imprigionato  nella  rocca  co'  ferri  ai  piedi, 
che  fu  alli  3  di  novembre,  la  domenica.    II  che  inteso  a  Bologna,  ne  fu  fatta  grandissima  festa 
dalla  parte  bentivolesca,  et  parve  a  tutti  che  ci6  fosse  stato  giudicio  di  Dio,  poichfe  egli  si 
vilmente  era  stato  preso. 

Alli  22  di  novembre,  il  venerdl,  il  govematore  con  30  persone  passa  al  caatello  San  Gio-  40 
vanni   per  parlare   a  Baldesserra   Canetoli   ed  intendere  il   modo  come  in  Crevalcore   fosae 
entrato:  rispose  che  quanto  haveva  fatto  era  stato  per   ripatriare,  poi   humilmente  preg6   il 
govematore  che  lo  volesse  haver  per  raccomandato.     Et  fatto  ci6  il  govematore  si  ritomo  a 
Bologna. 

Molto  si  affaticava  la  parte  bentivolesca  di  haverlo  nelle  mani  et  sopra  lui  vendicar  la  morte  45 
di  Annibale  et  delli  Marescotti,  et  percio  il  reggimento  di  Bologna  scrisse  al  signor  Astorre 
il  dovesse  mandare  a  Bologna.  Rispose  clie,  secondo  li  capitoli,  doveva  stare  presso  di  lui, 
sendo  che  li  prigioni  et  il  bottino  appartenevano  a  lui  et  non  ad  altri,  et  se  pure  erano 
desiderosi  di  haverlo,  egli  gli  chiedeva  tremila  ducati.  Intendendo  questo,  la  parte  bentivo- 
lesca  fra  di  loro  accumularono  il  dctto   danaro,  ct  ne   avvisarono  il   signor  Astorre   haverli  50 


[A.  1448]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  127 

depositati  presso  il  reggimento.  Et  accio  che  niuno  sapesse  che  esso  haveva  venduto  Bal- 
desserra,  nh  che  i  Bolognesi  1'  havessero  comprato,  ordinarono  che  il  signor  Astorre  fingesse 
per  cosa  importante  esser  f orzato  di  gire  a  Faenza,  et  frattanto  lasciasse  Baldesserra  in  guardia 
delli  presidj,  perchfe,  essendo  lui  partito,  il  verrebbono  a  pigliare  per  condurlo  a  Bologna, 
5  dimostrando  a  forza  haverlo  tolto  agli  presidj.  Si  parti  adunque  Astorre  et  ne  va  a  Faenza; 
et  partito,  tosto  Santi  Bentivogli,  Galeazzo  Marescotti,  Virgilio  Malvezzi,  con  300  cavalli 
armati  si  partono  di  Bologna  et  giungono  alle  3  hore  di  notte  a  San  Giovanni,  et  entrati 
secretamente  nella  rocca,  andarono  al  luogo  ove  era  Bettozzo,  et  mostrarono  voler  per  forza 
pigliarlo ;  et  fatta  una  finta  scaramuccia,  et  restando  vincitrice  la  parte  bentivolesca,  Bettozzo 

10  detto  Baldesserra,  che  bene  si  penso  che  ci6  era  per  conto  suo,  con  li  ferri  a'  piedi  si  getto 
giii  di  una  finestra,  et  nel  cadere  si  guast6  una  gamba  di  tal  maniera,  che  senza  potersi 
aiutare  rest6  in  queristesso  luogo  ove  casco,  quasi  immobJle.  Entrando  adunque  i  vincitori 
nella  stanza  ove  credevano  trovar  Bettozzo,  si  trovorono  ingannati,  ma  cercandolo  minutamente 
per  ogni  parte,  quivi  il  trovorono  ove  si  giaceva,  et  pigliandolo  dissero :   "  Pure,  o  traditore,  ti 

15  "habbiamo  gionto;  ecco  che  gionto  sei  a  far  la  penitenza  del  tuo  grave  peccato,  nfe  piu  po- 
"  trai  fuggire  la  giustitia  divina„.  Rispose  Bettozzo:  "  E  vero,  son  gionto  al  patire  la  pena 
"  del  mio  gran  fallo,  ma  vi  prego  humilmente  che  prima  mi  lasciate  confessare  i  miei  de- 
"  litti  a  Dio,  poi  di  me  come  piu  vi  piacerk  ne  disporrete  , .  Et  Galeazzo  Marescotti  rivolto 
a  lui  disse :   "  Per  qual  cagione,  o  traditore,  uccideste  Annibale,  che  tanto  ti  amava  et  si  era 

20  "  imparentato    con  voi   Canneschi  ?  , .    Costantemente   gli  rispose :    "  Nel   vero  Annibale   non 
"  merit6  giammai  cotanto  oltraggio,  ma  quanto  h  stato  fatto  da  noi  6  cagionato  dalli  tuoi  gran 
"  disordini  et  dall' insolenza  de'  tuoi  fratelli,  la  quale  era'  venuta  tanto  a  colmo,  che  piu  non       p.  H4 
"  potevamo  vivere  al  mondo,  et  se  Annibale  h  morto,  6  veramente  morto  per  vostra,  et  non  per 
"  sua  cagione  „ . 

25  Tacque  Galeazzo,  ne  piu  oltre  parl6;  ma  venuto  il  di  seguente,  legato  il  posero  a  cavallo 

et  il  condussero  a  Bologna,  et  passarono  avanti  le  sue  case,  accioch6  maggior  dolore  havesse 
di  vederle  per  terra  rovinate,  et  passando  per  la  cittk  tutto  il  popolo  gli  sgridava  dietro: 
"  Ammazza  il  traditore  che  uccise  il  nostro  dolcissimo  Annibale„.  Gionti  alla  casa  di  Santi 
Bentivogli,  il  posero  in  una  sicura  camera  con  ferri  ai  piedi,  et  condotto  avanti  a  lui  Giovanni 

30  d'anni  sette  figliolo  d'Annibale,  Galeazzo  disse :  "  Giovanni,  questo  h  quel  traditore  et  scelerato 
"  huomo  che  cosi  crudelmente  uccise  tuo  padre  „  ;  alle  cui  parole  il  fanciuUo  cominci6  a 
piangere  dirottamente,  et  Bettozzo  lagrimando  anch'egli  con  le  proprie  mani  si  coperse  il 
volto.  Frattanto  ecco  che  anche  sopragiunse  M.  Donina  gih  moglie  d'Annibale,  et  lagrimando 
gli  disse :   "  A  che,  o  crudelissimo   huomo,   facesti  si  gran   torto   al  mio   carissimo   consorte  ? 

35  "  Che  dispiacere  giammai  ti  fece  il  mio  Annibale,  che  egli  da  te  meritasse  che  tu  lo  uc- 
"cidessi?  Tu,  o  crudelissimo  huomo,  fosti  cosl  crudele  di  tor  la  vita  a  chi  tanto  t'amaval„. 
Bettozzo  havendo  il  viso  tutto  coperto  di  lagrime,  con  gran  singulti  et  con  le  mani  in  croce 
domandava  perdono  a  Dio,  al  fanciullo  et  alla  vedova  del  suo  commesso  errore,  et  rendendosi 
mille   volte  pentito,  gli  chiedeva  misericordia :  li  quali  mossi  a  pietk   liberamente  gli  perdo- 

40  narono.     Et  Santi  allhora  command6   che  Bettozzo   fosse  ben   govemato,  et  che   levatigli  li 

ferri,  fosse  umanamente   trattato,   havendo   grandissima   compassione   alla   fragilitJi  humana, 

poichfe  colui  che  era  stato  de'  principali  della  citth  hora  si  trovasse  involto  in  tanta  calamitk. 

II  seguente   giorno  parve   al  senato   che   le  leggi   si  dovessero   esseguire  contro   di   lui, 

accioch^  la  giustitia  havesse  il  suo  luogo,  et  perci6  alle   22  hore  il   fecero  condurre   sopra 

45  di  un  asino  con  grandissimo  suo  acorno  avanti  al  podesta,  il  quale  diede  la  sentenza  che 
fosse  decapitato,  et  poste  fuore  le  bandiere  secondo  il  consueto,  fece  suonare  le  campane, 
et  avanti  a  lui  leggere  la  sentcnza;  la  quale  letta,  Bettozzo  addimand6  perdono  a  tutto  il 
popolo  del  suo  errore  commesso.  Poi  riposto  sopra  Tasino  con  una  mitra  in  testa  fu  con- 
dotto,  con  gran  vituperio  et  grida  del  popolo,  intorno  la  piazza  facendogli  tenere  la  coda  del- 

50  Tasino  in  mano,  et  giungendo  aotto  la  ringhiera  del  palazzo  de'  signori,  et  vedendo  li  detti 


128  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [aa.  144«-1449J 


signori,  alz6  quanto  pot^  gli  occhi  al  cielo,  et  con  voce  gagliarda  chiese  loro  perdono;  li 
quali  con  il  segno  di  chinar  il  capo  gli  perdonarono,  mossi  tutti  a  compassione  della  sua  mi- 
seria.  Giungendo  poi  ove  era  Galeazzo  Marescotti,  egli  dissegli :  "  Bettozzo,  tien  saldo  la 
"  coda  deirasino  in  mano,  ch'ella  non  cada„,  a  cui  Bettozzo  tosto  rispose:  "  Tacci,  tacci, 
"  meschino,  hora  il  mio  pero  fe  maturo,  ma  il  tuo  resta  nella  paglia  „.  Condotto  poi  al  luogo 
ove  egli  uccise  Annibale,  quivi  fu  decapitato,  et  poscia  per  li  piedi  impiccato  su  le  forchc, 
che  erano  state  poste  sopra  il  guasto  de'  Ghisilieri,  attaccandogli  il  capo  al  braccio  destro, 
dove  cosl  stette  due  giomi. 

II  pontefice  crea  cardinale  M.  Filippo  di  Sarzana  vescovo  di  Bologna  suo  fratello,  et 
mons.    Astorre  Spada  governatore  di  Bologna.  10 

Essendosi  fatta  la  lega  per  cinque  anni,  ranno  1443,  fra'  Venetiani,  Fiorentini  et  Bolo- 
gnesi,  contro  il  duca  di  Milano  di  que8t'anno,  ella  fu  confirmata  per  dieci  anni,  finiti  che 
fossero  li  detti  cinque.  Al  concludere  di  questa  lega  furono  presenti  Bernardino  figliolo  di 
Matteo  Gozzadini,  Alessandro  di  Guido  Gandoni  et  Antonio  di  Francesco  dalla  Maglia  dt- 
tadini  bolognesi.  15 

Anno  di  Cristo  1449.  —  Sono  creati  li  magistrati  in  Bologna  secondo  il  consueto. 

Alli  6  di  gennaro,  il  lunedi,  Galeotto  dottore  fratello  del  governatore  giunge  in  Bologna 
A  /«  con  il  capello  che   il  pontefice   mandava,  et  si   fer'm6  alla  chiesa  de'  Servi,  dove  li  signori 

antiani  andarono  ad  incontrarlo  con  li  confaloni  et  li  massari  delle  arti  et  gran  moltitudine 
di  popolo,  et  lo  accompagnarono  a  piedi  alla  piazza,  ove  era  il  governatore  a  sedere  sopra  20 
il  tribunale  apparechiato  per  li  nuovi  confallonieri,  facendo  frattanto  la  cittk  grandissima 
festa.  Giunto  Galeotto  alla  piazza,  sall  sopra  il  detto  tribunale,  et  con  gran  riverenza  pre- 
sent6  al  governatore  le  bolle  papali  et  il  capello  del  cardinalato,  et  lette  le  bolle  con  voce 
intelligibile  avanti  tutto  il  popolo,  Galeotto  li  pose  il  detto  capello  in  capo  con  le  solite  ce- 
rimonie.  Poi  il  novo  cardinale,  cavandosi  il  capello,  lo  diede  a  Santi  Bentivogli,  che  quivi  25 
in  piedi  stava  con  molti  nobili  cittadini,  et  fece  una  bellissima  orazione  al  popolo  et  rin- 
gTati6  infinitamente  il  pontefice  di  tanto  dono  fattogli  et  si  proferi  pronto  al  fare  ogni  ma- 
niera  di  servigio  alla  chtk,  dove  fosse  ricercato.  Poi  diede  licenza  et  rimand6  ciascuno  lieto 
alle  case  loro. 

Poi   il   giomo   seguente  il   cardinale   fece   cantare   una   solerme   messa   nella  chiesa   di  30 
san  Pietro,  dove  furono  presenti  tutti  li  magistrati  della  citth  con  tutti  li  cittadini;  li  quali, 
cantata  la  messa,  tutti  furono  convitati  ad  un  opulentissimo  convito.     Et  dopo  pranso  il  car- 
dinale  con   lieta  faccia   present^  a  ciascuno   delli  signori   antiani   et   al  confalloniero   doni, 
presentando  anche  molti  de'  cittadini  con  presenti  honorati.     Et  parimente  a  vicenda  fu  egli 
dalli  signori  antiani  et  da'  cittadini  presentato.     Finito  adunque  il  convito,  sall  a  cavallo  ve-  35 
stito  da  cardinale  col  capello,  accompagnato  da  infinito  numero  di  gentilhuomini,  et  and6  per 
la  citt^  a  diporto,  et  poscia  per  altri  tre  giorni  continui  convit6  gli  mercanti  et  gli  artefici 
della  citth,   trattandoli   con  ogni   amorevolezza   et   liberalitk.     Fece   finalmente  ordinare  una 
bellissima  giostra  e  vi  don6  il  prezzo  di  un  palio  di  braccia  40  di  drappo  di  panno  creme- 
sino,  alla  quale  il  di  26  di  gennaro  giocarono  gl' inf rascritti  bolognesi:    Giovanni  Francesco  40 
di  Battista  Poeti,  Giovanni  di  Maso  de'  Seriani,  Nicol6  di  Jacomo  Angellini,  Nani  di  Gio- 
vanni  di  Galese,  Antonello  Fantucci,  oltre  gli  altri  forestieri.     Riport6  Thonore  et  il  premio 
di  essa  Galeotto,  huomo  di  arme  del  signor  di  Faenza. 

II  signor  Alberto  da  Carpi,  che  era  in  Crevalcore,  vedendo  che  egli   quivi  stava  senza 
fare  alcun  profitto  di  far  ripatriare  li  Canetoli  et  fuorusciti  di  Bologna,  per  esser  li  soldati  45 
di  Bologna  a  San  Giovanni,  abbandon6  l'impresa  et   Iasci6  Crevalcore   et  pas86  con  li  suoi 
cavalli  nel  paese  di  Reggio.     Laonde  gl'  huomini  di  Crevalcore,  conoscendosi  di  havere  offeso 


6.  neWoriginale  impiccatl  —   lo.  la  notizia  i  ^ih  stata  data  sofra 


[A.  1449]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  129 

H  Bolognesi,  si  forzarono  pigliare  la  rocca,  et  havutala,  fecero  consiglio  et  crearono  amba- 
sciatori  al  papa  a  chiederlo  per  loro  signore,  et  che  egli  gli  volesse  sotto  la  sua  protettione 
accettarli  et  mandar  loro  un  govematore  che  li  reggesse  et  gli  liberasse  dal  dominio  de' 
Bolognesi.  Parve  al  pontefice  cosa  ridicolosa  questa  lor  dimanda,  che  un  sl  picciolo  castello 
volesse  da  se  stesso  vivere  in  libertk  sotto  Tombra  del  pontefice.  Laonde  gli  rispose  di  ma- 
ravigliarsi  non  poco  della  loro  temerit^  et  prosontione,  che  domandassero  cosa  tanto  imper- 
tinente,  et  che  ben  vedeva  che  erano  senza  consiglio  et  senza  alcun  discorso,  et  fattali  una 
paterna  ammonitione,  gli  comando  ritornassero  a  Bologna  et  che  a'  Bolognesi  consignassero 
il  castello,  a^crimenti  che  li  farebbe  mal  contenti.     Laonde  ritornati   et  fatta  la  volontk  del 

lO  pontefice,  s'  diedero  a'  Bolognesi  et  ricercando  pure  alcuni  patti,  i  Bolognesi  gli  dissero  che 
a  loro  app  trteneva  d'  ubbidire  et  a  loro  di  commandare,  et  che  per  cio  andassero  al  castello 
et  consignassero  la  rocca  a  quello  che  essi  vi  manderebbono,  altrimenti  che  spianerebbono 
il  castello  et  saccheggiarebbono  il  paese  tutto.  Se  ne  andarono  dunque  in  compagnia  delli 
deputati  dal  senato,  et  gli  consignarono  il  castello  et  la  rocca. 

Erano  nella  chth  gran  disordini  nel  vivere  et  si  facevano  homicidi  pubblici  senza  timore  p.  140 
di  giustitia  alcuna,  perch^  molti  erano  favoriti  dalla  parte  bentivolesca  et  da  Galeazzo  Ma- 
rescotti  con  gli  altri  capi  della  loro  fattione.  Di  che  i1  legato  amorevole  piu  volte  ne  ammoni 
Santi  Bentivogli  et  Galeazzo  Marescotti  con  graltri  capi  della  loro  fattione,  ma  essi  sempre 
fecero  de'  suoi  amici  poca  stima.  Laonde  egli  forzatamente  ne  scrisse  al  pontefice;  il  che 
intendendo  Santi  et  gli  altri  suoi  adherenti,  minacci5  il  legato  di  precipitarlo  dalle  finestre 
del  palazzo,  se  non  taceva,  et  attendesse  a  se  medesimo;  et  il  medesimo  fecero  al  podesta, 
perchfe  egli  haveva  bandito  che  niuno  portasse  Farme  senza  sua  licenza,  sotto  pena  di  lire  dieci, 
perchfe  volevano  che  tal  bando  rivocasse. 

II  legato,  ricevute  lettere  dal  pontefice,  fa  radunare  il  conseglio  della  cittk,  a  cui  egli  a 

25  nome  del  papa  domanda  loro  il  totale  dominio  della  citta,  et  dice  che  il  pontefice  di  loro  assai 
si  doleva,  che  usassero  sl  malamente  le  gratie  da  lui  concesse  et  che  fossero  venuti  a  tanta 
insania  di  minacciare  li  suoi  ufiiciali.  A  cui  il  senato  rispose  che  il  papa  era  stato  mala- 
mente  informato  et  che  questo  male  ufficio  era  stato  da  huomini  scelerati  et  cattivi  operato, 
et  che  non  li  piaceva  a  modo  alcuno   che   il  pontefice   volesse   cangiar   vivere  et  forma   di 

30  governo  non  secondo  li  capitoli  fra  di  loro  passati  et  approvati,  perciochfe  loro  erano  pronti 
per  osservarli  in  tutte  le  cose;  et  che  se  altrimenti  si  facesse,  partorirebbe  grandissimo  di- 
sturbo  nella  cittk.  Et  il  legato,  havendo  pazientemente  ascoltato  il  tutto,  diede  a  ciascuno 
licenza,  et  d'indi  si  partirono  tutti. 

Antiani  di  marzo   et  aprile:  Santi  Bentivogli  cavalliero  confaloniere,  Ludovico   Caccia- 

35  lupi  cavalliero,  Romeo  Pepoli,  Ludovico  Calvi,  Bartolomeo  Lambertini,  Battista  da  San  Piero, 
Dionisio  da  Castello,  Gasparo  Malvezzi,  Rinaldo  Ariosto,  Cristoforo  Caccianemici,  Filippo  Bar- 
gellini,  Giovanni  Fantucci. 

Vedendo   il  legato  che   le   sue  parole   amorevoli   et   che   la   sua   molta  pazienza   niente 
giovava,   ma  anzi   piu   che  di  prima   si  facevano   et  homicidi   et   cose   ingiuste   senza   alcun 

40  timore,  pens6  partirsi  di  Bologna  et  dar  luogo  alle  rovine  che  prevedeva,  vedendo  non  po- 
tervi  rimediare;  et  cosi  alli  15,  il  martedi,  havendo  fintamente  dato  nome  voler  gire  a'  bagni 
di  Siena,  si  parti,  lasciando  suo  luogotenente  il  maestro  de'  Crociati,  et  passb  al  pontefice  a 
Spoleti  per  avvisarlo  a  pieno  delle  cose  di  Bologna. 

Alli  8  di  maggio,  il  giovedi,  Tabbate  di  Nonantola  de'  Pepoli  passa  a  piti  sicura  vita,  et  h 

45  sepelito  in  San  Domenico  con  poco  honore,  merc^  della  gran  pestilenza  che  flagellava  la  cittk. 
A  dl  15,  il  giovedi,  sono  presi  a  Crespellano  Filippo  di  Jeronimo  d'ArgiIe  et  Bartolomeo 
dei  Panieri,  amendue  amici  de'  Canetoli,  et  dalla  cittk  banditi;  li  quali,  condotti  a  Bologna, 
furono  decapitati. 

Alli  19  di  maggio,  51  lunedl,  per  tre  giorni  continui  si  fanno  le  processioni  per  placare 

30  rira  di  Dio,  perciochfe  morivano  il  giorno  500  et  600  persone  di  peste. 

T.  xxxm,  p.  I  —  9. 


130  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  u491 


Sferzando  la  pestilenza  con  tanta  strage  di  persone  la  cittk,  et  sendo  i  vivi  rifuggiti  alle 
ville  et  alla  monta^a,  pareva  la  cittii  luogo  desolato  et  nenza  habitatori;  et  questa  gran 
calamith,  siccome  a  molti  porgeva  occasione  di  lagrime,  cosl  porse  animo  alli  fuorusciti  di  ten- 
tare  il  loro  ritorno  alla  cittk,  et  radunandosi  a  Modona  persuasero  al  signor  Astorre  da  Faenza 
il  passare  nel  contado  di  Bologna  et  darli  ajuto,  et  essi  gli  promettevano  gran  somma  di  da-  5 
nari.  II  che  intendendo  il  senato,  fece  serrare  cinque  porte,  cioe :  la  porta  della  Mascarella, 
delle  Lame,  del  Pradello,  di  Saragozza,  et  introdussero  nella  citta  400  contadini  bene  armati 
A  H7  '  et  disposti  d'animo  et  di  persona  ad  ogni  onorata  impresa,  li  quali  erano  alimentati  dalla 
fattione  bentivolesca ;  et  fu  questo  del  mese  di  luglio. 

II  signor  Astorre  con  molti  cavalli  passa  al  Medesano  et  d'indi  a  Panzano,  facendo  di  10 
molti  mali. 

La  citth  in  questo  tempo  &  molto  disturbata  per  11  molti  mali  che  vi  si  commettono,  et 
il  maestro  de*  Crociati,  vedendo  non  potere  rimediarvi,  si  parte  dalla  citt^  et  passa  al  pon- 
tefice  a  Roma,  et  di  ogni  mal  governo  della  citta  lo   ragguaglia   et   Taccerta  esser  di  tutto 
questo  disordine  potissima  cagione  Santi  Bentivogli,  perchfe  aspirava  al  primato   della  cittk,  15 
havendo  egli  il  maneggio  di  Bologna  et  ogni  autoritk. 

Romeo  Pepoli,  Giovanni  Fantuzzi  con  alcuni  altri  nobili  cominciano  a  rivedersi  del  suo 
errore  di  haver  condotto  a  Bologna  Santi  Bentivogli,  nt  lo  possono  piii  oltre  patire  di  ve- 
derlo  sl  dal  popolo  stimato.  Et  perci6  alquanti  de'  nobili  si  radunano  in  casa  di  Romeo,  fra' 
quali  vi  furono  Nanni  da  Viggiano  et  il  fratello,  Giovanni  Fantucci  con  li  figlioli,  Jacomo  20 
Fantuzzi,  Alberto  et  NicoI6  Musotti  et  molti  altri;  et  Romeo  volto  agramici  comincib  a 
dolersi  assai  di  Sante  Bentivogli,  che  cosl  teraerariamente  si  usurpasse  il  primato  della  citta, 
sendo  egli  stato  chiamato  per  nutrire  Giovanni  il  figliuolo  di  Annibale  et  non  per  opprimere 
et  si  poco  far  stima  de'  cittadini,  et  per  volersi  sopra  tutti  graltri  tanto  inalzare  come  fa- 
ceva,  et  che  si  tosto  non  si  provedeva  a  questa  sua  ingorda  voglia  di  dominare,  erano  le  25 
cose  et  della  cittk  et  de'  cittadini  per  andare  di  male  in  peggio.  Et  dopo  longo  discorso 
sopra  ci6,  concluse  che  sarebbe  bene  pigliarvi  remedio  et  bene  consigliarsi  per  non  incor- 
rere  in  dura  servitii.  Approv6  Nanni  da  Viggiano  quanto  che  Romeo  haveva  detto,  et  disse 
che  anco  lui  haveva  pih  volte,  discorrendo  fra  sfe,  conosciuto  tutto  questo  male,  ciofe,  o  che 
bisognava  con  patienza  sottoporsi  a  Santi,  overo  spontaneamente  andarsene  in  esilio;  et  che  30 
di  tutto  questo  si  rimetteva  al  parere  de'  piu  savi  di  lui  et  a  quanto  gFaltri  sopra  cio  de- 
iJberariano  di  fare.  Giovanni  Fantuzzo  soggionse  et  disse  che  il  suo  parere  era  tale  di 
partirsi  dalla  cittk  et  passare  a  Castello  San  Piero,  per  timore  della  pestilenza,  per  cangiar 
aria  et  dimostrare  che  per  altro  fine  da  Bologra  non  si  partissero,  et  radunati  quivi,  ordinar 
poi  quaiito  loro  parrebbe  espediente  con  il  re  di  Napoli,  che  era  in  Romagna,  et  con  li  35 
Canetoli  et  altri  fuorusciti  per  cacciar  fuori  della  citti  Santi.  Questo  parere  di  Giovanni 
fu  da  tutti  in  somma  approvato;  et  cosl  a  poco  a  poco  molti  si  partirono  dalla  citta  con 
fintione  di  tuggire  la  peste,  et  si  ridussero  a  Castel  San  Piero,  dove  trattarono  di  far  venire 
il  vice  re  et  introdurlo  nella  citti. 

Giovanni  Fartuzzo  (a  cui  la  fortuna  ofteriva  occasione  di  tentare  quanto  desiderava)  40 
ritrova  a  Castello  San  Piero  Giovanni  d*Ag08tino  pescatore  detto  il  Mosca,  che  era  capitano 
della  porta  di  strk  Maggiore,  et  dopo  molte  parole,  lo  tent6  s'egli  li  daria  bisognando  la  detta 
porta;  et  trovando  il  Mosca  disposto  al  far  quanto  da  lui  bramava,  il  fece  ritornare  a  Bo- 
logna,  accioch6  egli  con  li  suoi  compagni  si  ponesse  a  ordine  fra  pochi  dl  d'  introdur  dentro 
il  vice  re  di  Napoli.  Gli  fece  promissione  di  fare  che  mai  piu  sarebbe  povero  ne  lui  nfe  45 
li  suoi  figliuoli,  et  cosl  fece ;  perciochfe  non  si  tosto  giunse  il  Mosca  a  Bologna,  ch'egli  com- 
munic6  tutto  il  fatto  con  suo  fratello  et  a  Domenico  Lanza,  ad  Antonio  di  Ridolfo  messo, 
a  Christoforo  di  Valente  orefice  et  a  Filippo  di  Benino   da  Fiorenza  et  ad  un  soldato  suo 


i2-28,  cioi  cke  riguarJa  Santi  e  Annibale  Bentivoglio  i  contrassegnato  a  fenna  nel  margine  nrWoriginale 


'       [A.  1449]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  131 

amico,  a  cui  promette  gran  premio,  se  con  esso  lui  si  trovava  ad  aprir  la  porta  et  intro- 
durre  il  vice  re.  Promissegli  largamente  il  soldato  di  tenere  secreto  il  fatto  et  di  servirlo 
fedelmente.  Ma  poi  partito  dal  Mosca,  et  fra  se  stesso  consigliandosi  del  fatto,  si  deliberb 
non  volere  f ar '  tanto  male :  et  andato  alli  signori  antiani,  il  tutto  gli  riferi.  Li  quali,  senza  p.  us 
5  punto  tardare,  fecero  pigliare  il  Mosca  (fu  alli  13  d'agosto,  il  mercoledi)  con  graltri  congiu- 
rati,  li  quali  posti  al  tormento  confessarono  il  tutto.  Laonde  intesa  la  cosa,  et  scoperto  che 
Romeo  et  Giovanni  Fantuzzi  con  il  restante  de'  gentilhuomini,  sotto  colore  di  fuggire  la  peste, 
erano  iti  a  trattare  di  condurre  l'essercito  per  cacciar  Santi  Bentivogli  con  la  sua  fattione, 
soldarono  il  signor  Astorre  Manfredi  con  600  cavalli  per  6  mesi  et   il  fecero  entrare   nella 

10  cittk  con  300  per  mantenersi  nello  stato;  il  qual  venuto,  fece  tagliar  il  capo  il  giorno  se- 
guente,  nel  mezzo  della  piazza,  a  Giovanni  di  Agostino  detto  il  Mosca,  Christoforo  di  Va- 
lente  orefice,  Antonio  di  Ridolfo  messo,  li  quali  furono  condotti  alla  morte  con  le  chiavi 
contrafatte  et  altri  stromenti  al  coUo. 

Alli  26  d'agosto  fu  preso  Filippo  di  Nani  di  Benino   et  poste  a   sacco  le  case  di   tutti 

15  gli  soprascritti  con  quella  di  Filippo. 

II  senato  con  Santi  Bentivogli  mandano  a  dire  a  Romeo  Pepoli  et  fratelli,  a  Giovanni 
Fantucci  et  figliuoli,  a  Nano  Viggiani  et  il  fratello,  a  Jacomo  Fantucci,  ad  Alberto  et  Ni- 
colo  Musotti,  che  si  dovessero  partire  dal  Castello  San  Piero  sotto  pena  della  forca;  et  il 
noncio  che  vi  ando  fu  Carlo  di  Giovanni  Malvezzi,  con  molti  huomini  seco  in  compagnia.    Et 

20  fatto  loro  il  comandamento,  a  nome  del  reggimento,  che  fra  termine  di  un'hora  si  doves- 
sero  d'  indi  partire  sotto  la  pena  della  vita,  rispose  Romeo  che  non  poco  si  maravigliava  della 
prosontione  del  reggimento  et  del  folle  ardire  di  Santi  Bentivogli,  che  gli  facessero  un  si- 
mile  comandamento,  sendo  loro  piu  legitimi  cittadini,  che  non  era  Santi,  et  che  nel  detto 
castello,  ove  esso  con  li  suoi  corapagni  era,  havevano  tanta  autoritk  quanto  che  essi,  et  che 

J5  non  erano  altrimenti  per  partirsi  et  che  erano  bramosi  di  vedere  qual  fosse  quel  si  corag- 
gioso  animo,  che  gli  desse  forza  di  farli  partire. 

Ritorno  Carlo  a  Bologna  con  la  lor  risposta,  et  detto  il  tutto  al  reggimento  et  a  Santi, 
gli  fecero  bandir  tutti  alla  renghiera.  Laonde  molti  degli  amici  loro  si  partirono  di  Bolo- 
gna  et  passarono  a  Castel  San  Pietro  a  ritrovare  Romeo  et  gli  amici  suoi. 

30  Alli  30  d'agosto  il  senato  fa  tagliare  la  testa  in  piazza  a  Domenico  di  Agostino,  Filippo 

de'  Nani  di  Benino,  et  per  far  che  fra'  banditi  cadesse  maggior  terrore  et  accrescesse  l'animo 
a'  suoi  amici,  fece  saccheggiare  le  infrascritte  case  al  popolo,  che  erano  degl'amici  de'  Pe- 
poli  et  de'  Fantucci,  cio^:  la  casa  di  Jacomo,  di  Ercole,  di  Fantuzzo  Fantuzzi,  la  casa  di 
Jacomazzo  da  Castello  San  Pietro,  di  Pietro   de'  Carretti,  di   Tonio  di   Polo  dagli  Uccelli, 

35  di  Domenico  et  fratelli  del  Mosca,  di  Filippo  de'  Nani  di  Benino. 

Romeo  et  Giovanni  Fantuzzi  con  tutti  gValtri  banditi  s' insignoriscono  di  Castello 
San  Piero  gridando:  "  Viva  la  Chiesa,,  et  Romeo  piglia  la  rocca  et  vi  pone  due  castellani 
a  suo  nome  con  buoni  presidj,  c\oh:  Pietro  di  Giovanni  Carretti,  Giovanni  dal  Verde;  et 
per  maggior  sicurezza  loro,  fanno  venire  assai  de'  suoi  amici  et  si    apparecchiano   di   arme 

iO  et  di  forza  per  combattere  bisognando,  poi  scrivono  alli  Canetoli  et  a'  Ghisilieri  et  agh  altri 
fuorusciti,  che  essi  erano  quivi  per  aiutarli  in  tutto  quello  che  loro  piacesse.  Inoltre  scris- 
sero  al  pontefice  che  havevano  fatto  tutto  quello  che  era  fatto,  perch^  vedevano  le  cose 
orribili  et  malvagie  che  Santi  Bentivogli  con  la  sua  fattione  faceva,  et  che  essi  erano  pronti 
ad  ogni  sua  requisitione. 

45  Giacomo  et  Opizzo,  liglioli  di  Guido  Pepoli,  che  erano  passati  a  Crevalcore  per  ca^one 

della  pestilenza,  s'  insignoriscono  di  Crevalcore.     Havendo  radunati  da  200  armati,  eglino  heb- 
bero  questo  castello  da  Jacomazzo'  da  Castello   Bolognese,  il  quale  con   alquanti   fanti  era       /». /« 
stato  mandato  quivi  dal  reggimento  di  Bologna  per  guardia  di  esso  castello.     Ora  intendendo 
il  senato  tutto  questo,  fece  saccheggiare  tutti  li  loro  beni. 

50  Pietro  di  Giovanni  Fantucci  aiich'egli  s' insignorisce  di  Piumazzo,  entrandovj  con  80  fuo- 


132  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1449] 


rusdti,  ma  non  gH  riusd  in  tutto  bene  51  fatto,  perciochfc  gli  huomini  del  castello,  risenten- 
dosi  insieme  con  li  presidj  et  cittadini  che  quivi  si  trovavano,  pigliando  l'arme  arditamente, 
il  cacciarono  fuori,  rimanendovi  alcuni  di  essi  morti  et  prigione  Giovanni  di  Bernardino  con 
Alessandro  il  figliolo  da  Borgo  San  Oonino,  li  quali  condotti  a  Bologna,  furono  alli  dieci  di 
settembre  impiccati  per  la  gola.  5 

Intendendo  gli  huomini  di  Crevalcore  tutto  quello  havevano  fatto  grhuomini  di  Piumazzo, 
si  riconoscono  che  essi  hanno  fatto  male  ad  accettare  li  Pepoli,  et  percii)  si  determinano 
di  riacquistare  il  suo  honore  et  gratificarsi  al  senato  di  Bologna,  et  pigliando  rarme  alli  11 
di  settembre  gli  cacciano  fuori  gridando:  "  Viva  la  Chiesa  et  il  popolo  di  Bologna  „ ;  poi  man- 
dano  a  Bologna  alli  signori  antiani  che  li  voglino  mandare  il  vicario,  che  essi  il  manterranno  IC 
nel  magistrato;  et  essi  il  mandarono  et  li  fuorusciti  se  ne  fuggono. 

Alli  13  di  settembre  il  senato   manda  il  signor   Astorre   con   buon   numero   di  gente  a 
Castello  San  Piero,  et  egli  va  et  alloggia  presso  il  detto  luogo  per  essere  alle  frontiere  con 
li  Pepoli  et  con  gValtri  fuorusciti.     II  che  intendendo   il  conte   Carlo  da   Campobasso  vice 
re  del  re  Alfonso,  mand6  alli  Pepoli  alquante  bandiere  di  fantt  con  vettovaglia,  acciochfe  si  15 
potessero  mantenere  contro  di  Astorre.     Questo  intendendo  il  signor  Astorre,  et  parendogli 
non  havere  sufficiente  numero  di  gente  per  contrastare  con  li  banditi,  ricorse  al  senato  che 
li  mandasse  soccorao;  et  egli  mand6  buon  numero  di  gente  armata,  havendo  comandato  dieci 
huomini  per  ciascun  castello  alla  cittk  soggetto.     Ma  egli  con  tutto  questo  vedendo  non  potere 
fare  alcun  profitto,  alli  13  di   ottobbre  si  parte  et  passa  verso  Medicina,   ove   erano   entrati  2( 
molti  fuorusciti,  et  quivi  guastando  ogni  cosa,  si  accampb  intorno  il   castello.     Ma  quei  del 
castello  tosto  vennero  seco  airaccordo  di  darli  800  lire   et  che   lasciasse  liberi  li  fuorusciti, 
et  essi  rimarebbono   sotto  il  dominio  di   Bologna.     Et  il  senato,  acclochfe  quivi  li   fuorusciti 
non  si  fortificassero,  a  di  primo  di  novembre  fa  rovinare  il  palancolo  per   spianare  Targine, 
et  pcscia  fa  saccheggiare  le  case  di  alcuni  che  erano  stati  cagione  di  far  entrare  li  fuorusciti  2! 
dentro,  fra'  quali  fu  Lolo  dal  Boco,  Manzagallo,  Giovanni  di  Totto,  Maso  di  Vigo. 

II  signor  di  Faenza,  mentre  era  occupato  nelle  cose  di  Bologna,  h  avvisato  dal  senato 
esser  mancato  in  Milano  Francesco  Piccinino  nemico  de'  Bolognesi,  per  la  cni  morte  fl  popolo 
di  Bologna  assai  si  rallesrr6,     Et  havendo  il  signor  Astorre  ridotta  Medicina  alla  devotione  de' 
Bolognesi,  per  ordine  del  senato  si  ritorna  con  Tesercito  a  Castel  San  Piero,  per  vedere  di  '" 
cacciar  via  Romeo  et  gl'a1tri  banditi. 

Alli  31  di  ottobbre  h  tagliata  la  testa  in  Bologna  agrinfrascritti:  Tomaso  di  Galeazzo  de' 
Cambj,  Bartolomeo  della  Cava  tessaro,  Giovanni  de'  Santi  lanarolo,  et  questi  per  esser  amici 
de'  Pepoli  et  perchfe  erali  imputato  che  rubbavano. 

Giunto  il  signor  Astorre  presso  Castel  San  Pietro,  et  con  esso  lui  Achille  Malvezzi  com-  3 
missario,  vi  dimorano  per  alcuni  giomi  senza  fare  alcun  profitto,  laonde  deliberano  darli 
la  battaglia;  et  a  questo  fine  pongono  le  bombarde  sopra  il  castello  et  rovinano  gran  parte 
delle  mura  di  quello,  et  fu  alli  27  d'ottobbre,  il  lunedi.  Laonde  alcuni  huomini  del  castello, 
>.  /jo  fingendo  volersi  accomodare  con  il  reggimento,  una  notte  si  partirono,'  et  fu  alli  18  di  novem- 
bre,  il  martedi;  et  andati  da  Achille  Malvezzi,  il  pregarono  che  volesse  con  essi  loro  passare  4 
a  Bologna  al  reggimento  per  trattar  seco  accordo.  Questo  facevano  costoro  perchfe  havevano 
inteso  esser  il  vice  re  in  Romagna  con  Tessercito  et  che  era  per  passare  sul  Bolognese,  et 
volevano  frattanto  intertenire  il  signore  Astorre  che  non  gettasse  per  terra  il  restante  delle 
mura,  perch^  tenevano  per  certo,  che  giungendo  il  vice  re,  che  bisognava  che  Astorre  si  par- 
tisse  d'intomo  al  castello,  come  poi  awenne. 

Giunti  costoro  a  Bologna,  furono  a  longhi  ragionamenti  col  senato,  et  vedendosi  tra  di 
loro  discordi,  se  ne  ritornarono  al  castello. 

Giunge  il  vice  re  a  Lugo   col   essercito,   et   subito   manda  un   trombetta   a   disfidaxp  V. 
aignor  Astorre. 

Alli  16  di  novembre  Giacomo  da  Cortona  vescovo  di  Perugia,  mandato  per  govematore  ^l 


■    [A.  1449]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  133 

dal  papa,  giunge  in  Bologna,  ma  non  fe  dal  reggimento  accettato  per  allhora  per  govematore. 
Entrato  in  Bologna,  egli  and6  al  vescovato  ad  alloggiare,  et  il  senato  non  manc6  di  presentarli 
biada,  confetti,  cera,  capponi,  fasani  et  altre  cose  assai  necessarie  al  vivere. 

Alli  19  novembre,  il  mercoledi,  giunge  un  messo  papale  mandato  dal  pontefice  al  vescovo 
5  dicendogli  non  si  dovesse  partire  senza  sua  saputa. 

Alli  22  novembre,  il  sabbato,  vengono  awisi  alli  signori  antiani  che  il  vice  re  con  tutto 
Tessercito  voleva  passare  nel  Bolognese,  per  il  che  mandarono  al  signor  Astorre  che  si  do- 
vesse  partire  dal  Castello  San  Piero  con  le  bombarde  et  ritirarsi  a  San  Lazzaro  con  tutti 
li  soldati;  il  che  egli  di  subito  essegui,  lasciando  Castel  San  Piero  libero  et  ponendo  a  fuoco 
10  et  fiamma  tutte  le  habitationi  et  li  strami  di  quei  contorni,  accioch^  gli  nemici  non  havessero 
ove  fermarsi,  et  gli  si  fermo  a  Ponte  Maggiore,  quivi  fortificandosi  con  argini  et  fosse  et 
bombarde. 

Inoltre  fe  anco  awisato  il  senato  che  Ludovico  Gonzaga  signor  di  Mantova  si  era  partito 
con  5000  armati  per  passare  sul  Ferrarese  et  poi  nel  Bolognese,  et  percio  egli  fa  intendere 
'15  alli  contadini  debbino  le  lor  robbe  ridurre  a  luoghi  sicuri;  il  che  fu  buona  cagione  che  molto 
j       popolo  ritom6  ad  habitar  in  Bologna,  che  erano  per  la  pestilenza  fuggiti. 

Alli  25  di  novembre,  il  martedi,  il  signor  Lodovico  con  3U00  cavalli  et  2000  fanti  giunge 
a  Malacompra  del  territorio  di  Cento,   et  poi  passa  a  Minerbio  et  a  Budrio,  fingendo   esser 
ij       amico  della  cittJi,  nondimeno  ogni  cosa  poneva  a  sacco. 

1 20  Alli  3  di  decembre,  il  mercoldi,  il  vice  re  giunge  a  Medicina  con  3000  cavalli  et  fu  a  parla- 

mento  col  signor  Ludovico;  erano  varie  le  opinioni  di  questi  due  esserciti,  perciochfe  alcuni 
dicevano  esser  venuti  in  soccorso  del  papa  per  pigliare  il  dominio  di  Bologna,  et  altri  dice- 
vano  esser  venuti  per  far  guerra  a'  Fiorentini. 
; ;  Stavasi  in  questi  giorni  senza  alcun  sospetto  Ludovico  alla  Recardina  con  li  suoi  soldati, 

'  25  il  che  intendendo  il  reggimento  di  Bologna,  impone  al  signor  Astorre,  a  Scariotto  et  a  Gregorio 
d'Anghiari,  che  alla  sprovvista  il  vadano  ad  assalire. 

Ponendosi  a  ordine  alli  5  di  decembre,  il  venerdi,  il  signor  Astorre  per  andare  a  questa 

impresa,  ne  fu  dato  avviso  a  Ludovico,  il  quale  posto  a  ordine  li  suoi  soldati  per  combattere, 

et  andando  ad  incontrare  gli  nemici  che  si  accostavano,  gli  assalirono,  et  cosi  ando  il  disegno 

I  30  alla  rovesda,  perchfe   credendo  Astorre  di  assalire  altrui,  fu  egli  Tassalito  et  gli  convenne 

fuggirsi  con  li  soldati  et  imboscarsi  per  salvar  se  et  graltri. 

II  conseglio  si  raduna  et  in  esso  si  conclude  di  mandare  Giovanni  di  Bar'tolomeo  Gui-       p,  ist 
W        dotti  ambasciatore  a'  Fiorentini,  per  intendere  se  era  loro  volonta  che  questi  esserciti  si  fermas- 
sero  nel  territorio  di  Bologna.     Fatta  la  scaramuccia  alla  Riccardina  con  ii  signor  Ludovico, 
3  il  reggimento  di  Bologna  cerca  far  tregua  con  esso  lui,  et  cosi  vi  mandarono  il  signor  Astorre 
alli  10  di  decembre,  il  mercoledi,  et  la  ottennero,  et  di  qui  si  parti  et  ando  alla  Gajana  sempre 
rubbando.     Di  poi  alli  12,  il  venerdi,  il  senato  crea  ambasciatori  al  papa,  et  furono  questi: 
Galeazzo  Marescotti,  Dionisio  da  Castello;  et  gli  mandarono  a  questo  effetto,  per  intendere 
|i        la  sua  volontk  circa  le  cose  di  Bologna.     Furono  accompagnati  da  25  cavalli. 
40  Volendo  li  Bolognesi  mostrare  ubbidienza  al  pontefice,  accettano  il  governatore  Giovanni 

vescovo  di  Perugia,  il  quale  si  parte  di  vescovado  et  passa  alla  chiesa  de'  Servi,  et  quivi 
alli  21  di  decembre,  la  domenica,  fu  incontrato  da  tutti  li  magistrati  et  da  tutto  il  clero, 
portandogli  avanti  li  confaloni  con  le  compagnie  delle  arti  a  piedi  et  con  grande  honore 
il  condussero  al  palaggio,  consignandoli  la  meta  di  esso,  secondo  li  capitoli  fatti  fra  il  papa 
45  et  la  citt^  di  Bologna. 

Constituito  nel  palaggio,  il  govematore  mand6  per  il  signor  Carlo  Campobasso  vice  re 
del  re  Alfonso,  et  a  longo  parlo  con  esso  lui  et  con  li  signori  del  reggimenlo,  et  di  poi  si 
j        partl  del  territorio  bolognese  et  pass6  in  Romagna,  et  parimente  il  signor  Ludovico  Gonzaga 
pa886  a  Galliera  et  d'indi  ritom6  a  suoi  paesi. 


134  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  x4soj 


Anno  di  Cristo  1450.  —  Si  creano  li  nuovi  antiani  et  li  magistrati,  secondo  il  solito. 

II  senato,  sendo  partito  il  vice  re  et  il  signore  Ludovico,  dh  licenza  al  signore  Astorre  et 
a  tutti  li  soidati,  et  poscia  fanno  intimare  alii  contadlni  clie  debbino  alle  loro  Rtanze  ritomare 
et  coltivare  sicuramente  li  terreni. 

Havendo  la  pestilenza  flagellato  grandemente  la  citt^  di  Hologna,  ordin6  il  vescovo  che 
tutti  li  parrochi  dovessero  scrivere  il  numero  de'  loro  sudditi,  laonde  fu  ritrovato  che  erano 
mancati  nella  cittk  quattordecimila  persone  et  nel  territorio  16  000. 

Essendo  di  giJi  cominciato  il  giubileo  in  Roma,  et  del  continuo  passando  da  ogni  parte 
li  peregrini,  il  governatore  fa  intendere  al  senato  che  debba  eleggere  alcuni  prudenti  cit- 
tadini  et  di  grande  autorita,  che  debbino  haver  cura  che  ii  detti  peregrini  non  sieno  oltrag- 
giati  nel  territorio  bolognese,  nfe  offesi  neUa  persona,  nfe  aggravati  da  estorsioni  de  danari, 
ma  che  benignamente  et  honestamente  sieno  ricevuti  et  trattari,  pagando  essi  il  ^usto  prezzo 
agli  osti.  Sopra  ci6  furono  eletti  questi,  ciofe :  Giovanni  di  Jacomo  Gritfoni,  Giovanni  di  Barto- 
lomeo  Guidotti,  Castellano  di  Nani  Gozzadini,  Cristoforo  di  Braiguerra  Caccianemici,  Jacomo 
di  Antonio  dal  Lino,  Petronio  di  Vitale  merzaro,  Gasparo  di  Alberto  Cattanio,  tutti  huomini  15 
pratici  et  di  grand'autoritk  nella  cittk,  a'  quali  fu  dato  facoltk  d'impiccare  et  di  punire 
ciascuno  che  ingiuriasse  alcun  peregrino. 

Alli  14  gli  ambasciatori  che  andarono  al  pontefice  ritornano  a  Bologna,  et  awisano  il 
senato  che  il  papa  ad  ogni  modo  vuole  il  libero  dominio  di  Bologna.  Et  li  Bolognesi  ri- 
spondono  al  pontefice  che  volevano  osservare  li  capitoli  fatti  fra  lui  e  la  cittk,  perchfe  non  20 
volevano,  che  li  tuorusciti  fossero  rimessi,  perchfe  ritomando,  la  citth  si  rivolgerebbe  sot- 
tosopra.  II  pontefice  scrive  al  govematore  che  debba  andare  a  lui  per  conferire  seco  alcune 
cose  pertinenti  a  Bologna ;  et  fatto  ci6  intendere  al  reggimento,  egli  elesse  tre  cittadini  per 
ambasciatori  al  papa,  che  andassero  con  esso  lui,  cio^:  Nicolo  Sanuti,  Gasparo  dalla  Renghiera, 
Gasparo  Malvezzi.  Ci6  faceva  il  papa  perchfe  era  in  gran  travaglio  intendendo  che  li  fuom-  25 
/.  ist  sciti  erano  nelle  castella,  ove  erano  posti  li  presidj  dal  governatore '  per  il  pontefice,  ciofe  in 
Cento,  la  Pieve,  Crevalcore,  SerravaUe,  Savigno,  Montebudello,  Castello  San  Piero.  Era 
parimente  in  travaglio  la  fattione  bentivolesca,  percioch^  molti  de'  fuomsciti  con  lettere 
irritavano  il  papa  contro  lei,  accusandolo  di  cose  o  vere  o  false  che  si  fossero,  il  che  le 
faceva  non  poco  temere  che  a  suasione  di  questi  tali  il  pontefice  dovesse  muovere  guerra  30 
alla  cittk;  et  nel  vero  grande  et  potente  era  il  numero  de  tjdi  fuomsciti  che  ci6  facevano. 
Erano  gl' inf rascritti  parentadi  fuomsciti,  cio^:  Canetoli,  GhisiUeri,  Pepoli,  Fantucci,  Isolani, 
Lignani,  Ramponi,  Viggiani,  quei  dalle  Correggie,  gli  Anticonti,  gli  Usberti,  Felicini,  Alber- 
gati,  Conti  da  Panigo,  Musotti,  gli  Sala,  MezzoviUani,  da  Argile,  Montini,  Olivieri,  Buonfigli, 
Cazzani,  Campeggi,  Ostesani,  Meterlini,  Mozzarelli,  Gombrudi,  Boccadiferri,  Fusana,  dairAb-  35 
baco,  Carretti,  Mussolini,  Mastelacci,  da  Villanova,  de'  Pizzani,  Giovanetti,  Panzarasi,  Ambro- 
sini,  Bambasi,  da  Cauno,  Beroi,  Henoch,  Albertini,  VasselU,  Zontini,  Terzi,  Cortellini,  Piatesi, 
dalla  Palmiera,  Romanzi,  daUe  Fritte  o  Frutte,  Monteceneri,  Guastavillani,  de'  Copoli,  Conti, 
dal  Giogno,  Garfagnini,  Livrotri,  dal  Dottore,  Zazzarini.  Erano  tutte  le  suddette  casate  fuore 
della  cittk  al  numero  d'huomini  circa  miUe;  et  della  fattione  bentivolesca  pochi  si  ritro-  40 
vavano  a  loro  rispetto,  U  quali  govemavano  la  cittk,  et  erano  questi:  Bentivogli,  Malvezzi, 
Bianchetti,  Bianchi,  Poeti,  Marescotti,  Guidotti,  Bargellini,  Caccialupi,  Ingrati,  Voiti,  Man- 
fredi,  Sanuti,  Caccianemici. 

Essendo  adunque  la  fattione  bentivolesca  travagliata,  ella  elesse  tre  ambasciatori  savi, 
pmdenti  et  pratici,  accioch^  andando  col  governatore  al  pontefice,  trattassero  et  informassero  45 
il  pontefice  a  pieno  delle  cose  della  cittJi,  et  anche  piegarono  il  governatore  volesse  fare 
in  buona  relatione  del  govemo  della  cittk.  Promise  il  govematore  fare  in  ci6  buonissimo 
officio.  Et  cosl  alli  26  di  gennaro,  il  lunedi,  andarono  a  Roma  lasciando  il  govematore 
in  luogo  suo  Giovanni  da  Terai  thesoriero ;  et  gionti  a  Roma  a'  piedi  del  pontefice  Gasparo 
dalla  Renghiera  con  breve,  dotta  et  ornata  oratione  ispose  a  sua  Beatitudine  in  che  stato  la  50 


lA.  14S0]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  135 

"  cittk  si  trovasse,  et  come  da  Romeo  Pepoli  et  da'  fuorusciti  era  oltre  modo  travagliata,  li 
quali  non  cessavano  di  occupare  le  castelia  della  cittk  et  di  machinare  ad  ogni  hora  con- 
tro  il  senato,  vivendo  essi  colmi  di  ambitione  et  bramosi  di  farsi  di  Bologna  tiranni,  come 
poco  amorevoli  alla  santa  Madre  Chiesa.  Poi  prego  sua  Beatitudine  si  volesse  degnare  os- 
5  servare  li  capitoli  fra  lui  et  la  cittk  passati.  Soggionse  posda  il  governatore  molte  parole 
in  favor  del  senato,  confirmando  quanto  il  Renghiera  detto  haveva,  et  con  efficaci  parole  assai 
gli  raccomand6  il  senato  et  la  citt^.  Rispose  il  pontefice  che  provederebbe  a  tutti  gli  di- 
sordini,  et  frattanto  tenne  sospesi  per  molti  giorni  gli  ambasciatori  pensando  al  modo  di 
levare  la  cittk  da  tanti  travagli;  et  dopo  molti  consigli  designo  legato  di  Bologna  Bessarione 

10  di  natione  greco  cardinale  niceno,  huomo  di  gran  dottrina  et  conseglio  et  molto  religioso; 
et  non  solamente  il  fece  legato  di  Bologna,  ma  anche  di  tutta  la  Romagna  et  della  Marca 
Anconitana.  Questi,  partendosi  di  Roma  insieme  con  gli  ambasciatori,  se  ne  venne  verso 
la  cittk  (restando  in  Roma  il  governatore)  et  alli  16  di  marzo,  il  iunedi,  giunse  a  Bologna, 
sendo  et  dal  clero  et  da  tutti   li   magistrati   et   compagnie   delle  arti   et  da   tutto   il   popolo 

15  incontrato  con  le  solite  ceremonie  et  con  gran  trionfo;  et  alloggio  nella  parte  nuova  del 
palagio,  egli  con  la  sua  honorata  compagnia  che  seco  haveva;  et  della  sua  venuta  la  cittk  per 
tre  giomi  continui  ne  fece  grandissima  festa. 

Mentre  che  il  nuovo  legato  veniva  a  Bologna  mandato  dal  papa,  haVendo  il  conte  Fran-       p.  isj 
cesco  Sforza   ottenuto  il  ducato  di   Milano,   voUe   noiificarlo  a'  Bolognesi  come  a'  suoi  cari 

20  amici,  et  cosl  loro  scrisse: 

Magnifici  tamquam  fratres  clarissimi, 

Perchk  mi  rendo  certo  che  voi  vi  rallegrerete  di  ogni  ■prosferita,  honore  et  bene  nostro, 
vi  awiso  come  hieri,  levandosi  in  arme  tl  fofoh  delVinclita  citta  di  Milano,  fu  tagliato  a 
fezzi  il  froveditore  venetiano,  ferlochl  mandarono  fer  noi,  et  cost  con  gran  solennita,  amore 
25  et  charita  et  unione  di  tutti  li  cittadini  et  di  tutto  il  fofolo,  universalmente  ci  hanno  eletto 
fer  lor  signore  et  condotto  dentro  la  citta.  Di  tutto  che  ne  habbiamo  volsuto  avvisare  V,  S., 
le  quali  rendo  ceriissime,  che  fossono  di  questa  ciita  et  d'ogni  mia  altra  facolta  non  aUrimcnte 
disforre  che  di  cose  sue  frofrte. 

Datum  Mediolani,  36  Februarli  1450. 

30  P.  Sfortia  Vicecomes  dux  Mediolani, 

Pafiae,  Angleriaeque  comes 
ac  Cremonae,  Placentiae,  Parmae  dominus 

Fu  portata  a  Bologna  alli  5  di  marzo,  il  giovedi. 

Giovanni  Battista  Bentivogli  dottore  di  legge  si  parte  di  Bologna  et  h.  fatto  vicario  gene- 
35  rale  delle  appellationi  et  consigliero  del  duca  Federico  conte  d'Urbino.  Fu  questo  Benti- 
voglio  secretario  del  re  Alfonso  di  Napoli  et  fu  il  primo  che  abitasse  nella  cittk  di  Gobbio ; 
hebbe  alcuni  figlioli  maschi  et  alcune  femine:  Ottaviano,  che  poscia  fu  arcivescovo  di  Sa- 
lemo,  Nicolo,  Filippo,  Giovanni,  Francesco,  che  fu  famigliare  del  cardinale  Bessarione  Niceno 
et  da  lui  fu  fatto  priore  di  Santa  Croce  deirAvellana  et  abbate  di  San  Cristoforo  di  Castel 
40  Durante,  Girolamo.  Questo  comprb  il  castello  delle  Carpeno  o  Rocca  Daria  da  Guidobaldo 
primo  duca  d'Urbino;  egli  hebbe  per  moglie  Ehsabetta  Ottoni  delli  signori  di  Mattelica  et 
hebbe  un  figliolo  maschio  et  piii  femine. 

Parimente  Filippo  Lambertiui,  huomo  di  gran  prudenza  et  valore,  insieme  con  due  suoi 
fratelli,  si  parte  di  Bologna  et  passano  alli  signori  Caldori  nel  Regno,  fermandosi  al  Guasto, 


34-38.  tegno  di  attenzioue  nel  margine  sinistro  deWorigint^e 


136  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i450i 


giurisdittione  delli  detti  Caldori.  Di  Filippo  nacque  Boniiacio,  che  venuto  in  buona  etk  pigli6 
per  moglie  la  signora  Caterina  Pignatella,  et  di  Bonifacio  ne  nacquero  altri  figlioli  che  no- 
bilmente  si  accasarono.  Chc  il  detto  Filippo  et  fratelli  sieno  de'  veri  Lambertini  di  Bo- 
logna,  si  vede  chiaro  da  una  lettera  che  al  tempo  del  re  d'Aragonia  scrive  un  Jacomo  Lam- 
bertini  alla  universitk  del  Guaato,  dove  nel  fme  Bono  queate  parole  formali:  "  Vi  raccomando  5 
"quanto  posso  quei  miei  nipoti  figlioli  del  quondam  Filippo  mio  fratello^,  et  egli  si  «otto- 
scrive  Jacomo  Lambertini  di  Bologna. 

Alli  19  di  marzo,  il  giovedi,  il  legato  manda  a  Caatel  San  Piero  il  cherico  di  camera, 
che  era  venuto  seco  in  compagnia  da  Roma,  et  gli  dh  il  breve  papale  dirizzato  a  Romeo 
Pepoli  et  ad  Antonio  et  Pietro  figlioli  et  a  Giovanni  Fantucci  et  ad  altri  cittadini  fuoru-  10 
sciti,  che  erano  nel  detto  castello,  et  letto  alla  presenza  loro,  intesero  come  il  pontetice  com- 
mandava  loro  che  dovessero  consignare  la  rocca  et  la  terra  al  detto  cherico,  et  d'indi 
partirsi  sotto  gravi  pene  et  censure.  Et  cosi  il  massaro  tosto  fece  et  consignb  la  terra  al 
detto  cherico,  et  Romeo  la  rocca,  et  insieme  con  g^altri  fuorusciti  uscendo  del  castello,  passo 
a  Lugo;  et  il  cherico  postovi  un  castellano  capellano  et  un  governatore  con  buoni  presidj  15 
P.1S4  a  nome  della  Chiesa,  se  ne  tornb  a  Bologna,  et  scrisse  al  papa  quan'to  si  era  fatto:  a  cui  il 
pontefice  riscrisse  addietro  che  il  consignasse  al  senato  bolognese. 

AUi  6  d'aprile,  il  lunedi  di  Pasqua  di  resurretione,  cotanto  accresce  il  torrente  Avesa 
per  le  gran  pioggie,  che  rovino  il  ponte  che  sopra  era  di  esso  torrentc  fra  la  porta  di 
San  Mamolo  et  di  strh  Castiglione,  menando  giu  molti  tronconi  d*alberi,  et  ruppe  la  grata  20 
di  ferro  per  la  quale  entrava  nella  citta  et  allag6  tutti  li  campi  circonvicini.  Et  non  potendo 
Talveo  deirAvesa  ne  li  campi  circostanti  contenere  tanto  diluvio  di  acqua,  passo  per  le  fosse 
di  strh  Castiglioni  et  rovin6  il  muro  del  condotto  deiracqua  ove  passa  Savena  nella  citta, 
et  dairaltro  lato  giunse  insino  a  strk  San  Stephano  et  rovin6  una  parte  delle  mura  deirorto 
de'  frati  di  San  Domenico  et  un  pezzo  di  muro  di  Jacomo  Buonsignori;  et  entrando  per  le  25 
chiaviche,  empi^  le  cantine  circostanti  et  guast6  i  vini  et  anche  rovin6  le  stalle  delle  Bec- 
carie,  gettando  per  terra  un  muro  di  San  Martino.  Inoltre  allag6  tutti  gI'orti  del  borgo  di 
San  Piero,  et  port6  via  la  sega  con  il  ponte  che  era  sopra  il  canale  che  va  alle  mura  della 
citt^,  et  entrando  nelle  Moline  per  lo  condotto,  che  ^  fra  il  primo  et  secondo  molino,  fece 
tale  impeto  che,  oltre  che  coperse  tutti  li  ponti  delle  dette  moline,  anche  consum6  tutta  la  30 
farina  fracassando  quasi  tutti  gli  edificj  che  vi  erano  et  le  gualchiere.  Poi  ruppe  presso  la 
grata  dentro  le  mura  et  condusse  fuore  oltre  4000  carra  di  terrazzo.  In  somma,  fu  tale  il 
danno  che  fece  quest'acqua  che  salse  a  40  000  lire,  et  se  il  canale  di  Rheno  non  era,  come 
fu,  voto  d'acqua,  havrebbe  fatto  duplicato  danno. 

II  cherico  di  camera  per  commissione  del  papa  alli  16  di  maggio,  il  sabbato,  consegna  35 
al  senato  Castel  San  Piero  con  la  rocca  et  Crevalcore. 

AUi  18,  il  lunedl,  il  senato  manda  per  commissario  di  Crevalcore  Basilio  dalla  Renghiera. 

Alli  21,  il  giovedl,  Vergilio  Malvezzi  va  a  Castello  San  Piero  per  vicario  et  commissario. 

San  Bemardino  da  Siena  6  canonizzato  dal  pontefice  in  Roma,  et  in  Bologna  ne  6  fatta 
solenne  festa  et  una  divota  processione.  40 

Lodovico  degrAvanzi  amico  di  Giovanni  Fantuzzi,  essendo  gik  stato  trovato  nel  trat- 
tato  del  Mosca,  b  sentenziato  alla  morte  della  forca,  ma  il  legato  lo  libera.  Costui  visse  di 
poi  alquanti  anni,  et  tanta  fu  la  paura  che  egli  della  morte  si  prese,  che  tutto  si  cangi6  di 
aspetto,  di  costumi  et  di  parlare,  che  piii  non  parve  quello  di  prima. 

II  senato  fa  giostrare  il  palio  di  San  Raffaello.  45 

Era  per  anco  da'  fuorusciti  travagUato  il  territorio  di  Bologna  et  facevano  ogni  giomo 
qualche  novit^,  tenendo  sempre  il  reggimento  in  sospetto,  per  lo  che  il  senato  priega  il  legato 
a  dover  provederli,  acciochfe  la  cittk  non  vivesse  ri  travagliata ;  laonde  alli  1 3  di  settembre, 
la  domenica,  egli  fa  bandire  del  territorio  di  Bologna  gl' inf rascritti :  Romeo,  Jacomo  Pepoli, 
Oppizzo,  Antonio,  Giovanni   Battista  Pepoli,   Giovanni,  Antonio,  Pietro,  Jacomo  Fantucci,  50 


[AA.  1450-1451]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  137 

Nani  Viggiani,  Francesco  il  fratello,  Alberto  di  Pietro  Musotto  et  Nicolb  suo  fratello,  co- 
mandandogli  che  fra  termine  di  otto  giorni  8i  partissero  dal  territorio  di  Bologna  et  passas- 
sero  oltre  60  miglia  sotto  la  pena  della  confiscatione  dei  lor  beni  d'applicarsi  alla  Camera; 
li  quali  tosto  si  partirono  et  passarono  ad  Imola,  et  frattanto  il  senato  riacquista  le  cose 
5  del  contado. 

Vengono  nuove  in  Bologna  della  morte  del  marchese  Leonello   signore  di  Ferrara,  che 
longo  tempo  era  stato  infermo.  Succede  nel  dominio  Bono  fratello. 

Anno  di  Cristo  1451.  —  Si  creano  li  nuovi  antiani  et  li  altri  magistrati  della  cittk,  se- 
condo  il  consueto. 

10  Alli  16  di  gennaro,  il  sabbato,  Ossano  di  Bartolomeo  da  Pescarola,  passando  a  Modena       />.  iss 

a  parlare  a  Galeotto  Canetoli,  riceve  da  lui  un  centorino  con  Tarme  cannesca,  il  qual  vedu- 
togli,  et  scoperto  che  seco  haveva  parlato,  di  subito  h  impiccato. 

Alli  6  di  febbraro,  il  sabbato,  fu  portato  Torologio  della  torre  del  capitano  et  posto  su 
la  torre  che  era  gik  de'  Lambertacci,  nel  palazzo  de'  signori;  et  in  questo  medesimo  giomo 

15  cominci6  a  suonare  le  hore. 

AUi  1 6  di  marzo,  il  martedi,  sono  giustitiati  tre,  perchfe  havevano  rotta  la  grata  del  Bat- 
tiferro  per  dare  Tentrata  a'  fuorusciti. 

Alli  22  di  marzo,  il  lunedi,  viene  un  nontio  che  avvisa  il  reggimento,  come  Battista  Cane- 
toli,  capo  delli  fuorusciti,  con  essi  assieme  si  sono  accordati  col  signor  di  Carpi,  et  gli  havevano 

20  dati  danari  da  soldar  gente  per  passar  contro  Bologna,  et  che  di  gik  si  erano  messi  a  ordine 
per  inviarsi  alla  cittk ;  per  lo  che  il  senato  entr6  in  grandissimo  terrore,  talmente  che  diedero 
alla  campana  deirarrengo,  acciochfe  il  popolo  si  ponesse  in  arme,  si  come  fece,  et  entrati  alla 
piazza,  intesero  che  per  anche  non  erano  venuti  nel  territorio,  et  perci6  diedero  licenza  a 
ciascuno  che  alle  loro  case  ritomassero. 

25  In  questo  tempo  occorse  una  occasione  alli  fuomsciti  a  loro  molto  opportuna  per  entrare 

nella  cittk,  la  quale  ^ :  Francesco  Guidotto  uno  de'  conf allonieri  del  popolo,  il  quale  alli  1 6 
d'aprile,  il  venerdl,  andando  la  notte  a  sopraintendere  le  guardie  della  cittk,  s'incontr6  in 
Antonio  et  Cristoforo  di  Biagio  munaro  al  canto  del  borgo  di  San  Pietro,  che  un  sacco  di 
farina  portavano,  et  volendo  intendere  et  sapere  che  cosa  fosse,  et  essi  nol  volendo  dire,  il  get- 

30  tarono  a  terra,  et  entrando  tosto  in  casa,  pigliarono  Tarme  et  ritomato  I'  uccisero,  et  poscia  si 
fuggirono  fuore  della  cittk,  uscendo  per  la  grata  del  canale  di  Rheno,  a'  quali  era  molto  noto 
questo  passo,  essendovi  stati  assai  tempo  guardiani;  laonde  adirato  il  reggimento  gli  fecero 
spianare  le  case  et  posero  la  robba  alla  camera.  Essi  adunque,  fuggiti  a  salvamento,  passa- 
rono  alli  fuorusciti  a  Modena,  a'  quali  si  proferirono  dare  il  modo  sicuro  per  entrare  segre- 

35  tamente  nella  cittk,  et  che  con  questa  facilitk  potrebbono  cacciare  la  parte  bentivolesca. 
Piacque  molto  questa  proferta  loro  agli  fuomsciti,  et  parvegli  che  questa  fosse  per  loro  faci- 
lissima  via  di  entrare  nella  citt^ ;  et  appigUandosi  a  questo  consiglio,  assoldorono  il  signor  di 
Carpi  et  il  signore  di  Correggio  con  molti  soldati,  et  con  essi  loro  secretamente  trattarono 
il  modo  per  entrare  in  Bologna ;  et  havendo  radunato  da  4000  soldati,  eglino  alli  7  di  giugno, 

40  il  lunedl,  frettolosamente  s'inviano  verso  Bologna,  et  giunti  al  Borgo  Panigale  quivi  nella 
notte  allogiarono.  II  che  inteso  dal  senato,  teme  assai  di  qualche  trattato,  considerando  che 
essi  non  sarebbono  stati  si  arditi  di  awicinarsi  tanto  a  Bologna  se  non  havessero  qualche 
intendimento  nella  citt^.  Nondimeno,  facendo  animo,  ordin6  il  tutto  per  la  cittJi,  accioch^  se 
vi  fosse  trattato,  dovesse  in  vano  riuscire;  et  fra  gli  molti  ordini  fu  uno  che   consignorono 

45  le  porte   della  cittk  in  guardia  a  dodici   confalonieri  del   popolo,  et  la   guardia   della  cittk 
agraltri  quattro  confalonieri,  accioch^  ciascuno  per  il  suo   quartiero   havessero   a  scorrere         , 
et  vedere  chi  si  movesse  per  disturbarlo.     Poi  volse  che  li  Bentivogli  et  li  Malvezzi  armati 
inaieme  con  li  loro  amici  guardassero  la  p;azza,  et  a.questo  modo  posero  in  ogni  parte  della 
citt^  ordini  et  guardie. 


138  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  i4ai| 


Erano  nella  apeditione  de'  f uorusciti  gl'  inf  rascritti,  cioi :  Romeo  Pepoli  dottore,  Galeotto, 

Ludovico,  Affricano  Canetoli,  Nicol6  di  Santo,  Francesco  Ghisilieri  dottore,  Nani  Veggiani 

cavalliere  et  dottore,  Antonio,  Pietro  di  Giovanni  Fantucci  con  molti  altri  loro  amici,  Angelo 

A'i*       figliuolo'  del  signore  di  Carpi,  Jacomo  di  Cambio  Zambeccari,  li  signori  di  Correggio,  Opizzo, 

Jacomo,  Giovanni,  Ualdesserra  Pepoli,  Francesco  dalle  Correggie,  Galeotto  Mezzovillani,  Gu-     3 
iino  Boccadiferro,  Stefano  Conti,  Alesaandro,  Bartolomeo  degli  Usberti,  Pandolfo  Zambeccari, 
Giovanni  Milani,  Tomaao  d'01iviero,  Pace  deirAbbaco  degli  Odofredi,  Ludovico  dalle  Lanze, 
Franceaco  Gombrudi,  Nicol6  di  Ambrosino  et  molti  altri  fuorusciti,  che  salivano  al  numero 
di  3000  fra  da  cavallo  et  a  piedi. 

La  notte  del  glomo  seguente  adunque  parte  delli  detti  fuorusciti  si  partirono  dal  Borgo,  10 
et  parte  quivi  ne  rimase  et  al  ponte  di  Rheno  per  tenere  a  bada  la  cittk.  I  primi  passa- 
rono  il  canale  di  Rheno  al  passo  deirArcoveggio  et  vennero  alla  porta  di  Galliera  quivi 
fermandosi;  et  alcuni  di  essi  in  compagnia  de'  pedoni  vennero  alla  grata  di  dove  il  canale 
di  Rheno  esce,  et  alquanti  di  loro  entrati  neiracqua,  passarono  per  di  sotto  la  grata  nella 
cittk,  et  la  tirarono  in  alto,  la  quale  stando  cosi  sospesa,  entrarono  dentro  circa  60  pedoni,  13 
sendo  seguitati  di  mano  in  mano  dagraltri,  et  con  gran  silentio  passando  alla  porta  di  Gal- 
liera,  s' incontrarono  nel  mercato  in  Dionisio  di  Castello  con  una  banda  di  soldati,  il  quale 
andava  perlustrando  la  cittk;  et  cominciarono  agridar:  "Chiesa,  Chiesa,  came,  carae„,  tal- 
mente  che  Dionisio  ispaventato  se  ne  fuggi;  et  essi  incontanente  trattisi  alla  porta  per  aprirla, 
parimente  fecero  ritirare  a  dietro  Bartolomeo,  il  tigliolo  di  Dionisio  confaloniero  del  popolo,  20 
che  quivi  era  con  30  fanti,  et  facendo  impeto,  gittarono  a  terra  il  rastello.  II  che  vedendo 
Gherardo  dalle  Giavarine  capitano  della  detta  porta,  con  tre  compagni  sali  sopra  la  torre 
quivi  fortificandosi  al  meglio  che  puotfe,  et  combattuto  mai  si  vuole  rendersi.  Abbandonata 
adunque  la  porta,  i  fuorasciti  la  spezzarono  et  abbassarono  il  ponte,  laonde  tosto  entrb  nella 
cittk  Gasparo  Canetoli,  Fraucesco  Ghisilieri  et  il  signor  di  Carpi  con  300  cavalli  et  altret-  23 
tanti  pedoni ;  et  fatti  li  cavalli  arditi,  passarono  alla  piazza  per  la  via  di  Galliera  scaricando 
bombardelle  et  balestre  con  le  grida  che  salivano  al  cielo,  et  li  pedoni  passarono  per  una 
certa  via  al  fieno  della  paglia  per  entrare  in  piazza  dairaltro  lato,  ma  giunti  alla  chiesa  di 
san  Gioseffo,  hoggidi  detta  Santa  Maria  Maddalena,  li  Canetoli  quivi  sL  fermarono,  mandando 
gli  altri  avanti.  30 

Intendendo  il  reggimento  esser  entrati  li  fuorasciti  nella  citt^  con  il  signore  di  Carpi, 
et  che  ne  venivano  verso  la  piazza,  temendo  di  qualche  tradimento,  fuggirono  fuore  del  pala- 
gio  in  camicia,  abbandonando  ogni  qualunque  cosa;  et  parte  passb  alle  mura  della  cittk  fra 
la  porta  di  San  Mamolo  et  di  strk  Castiglioni,  si  calarono  fuore  con  una  fune  et  si  nasco- 
sero,  et  parte  nascondendosi  per  la  cittk  si  salvarono.  II  che  saputo  per  la  cittk,  il  popolo  35 
tosto  arrestb  le  vie  per  difendersi.  Santi  Bentivogli,  che  del  tutto  h  avvisato,  et  che  intende 
il  palagio  esser  abbandonato,  tosto  con  Gasparo  et  Virgilio  Malvezzi,  con  Ercole,  Ludovico 
Bentivogli  et  Jacomo  dal  Lino  piglia  Tarme,  et  seguitati  dai  loro  fidi  amici  a  cavallo  ne 
va  verso  la  pisizza  essortando  il  popolo  a  prender  Tarme  in  mano  et  al  seguitarlo;  a  cui 
come  a  capo  acconsentendo  il  popolo,  il  seguitarono  talmente,  che  dietro  lui  et  li  Malvezzi  40 
si  trovarono  400  huomini  armati.  Entrando  adonque  Santi  et  li  Malvezzi  in  piazza,  s'  invia- 
rono  contro  li  fuorasciti  gridando:  "  Sega,  sega,  Astorre,  Astorre„,  li  quali  sendo  gia  giunti 
dalle  Scodelle,  et  udendo  nominare  Astorre,  si  sbigottirono  credendosi  che  quivi  fosse  Astorre 
capitano  de'  Bolognesi,  il  quale  nel  vero  era  a  Faenza  a  celebrare  le  feste  della  pasqua  di 
Pentecoste.  Avvicinandosi  adunque  Santi  agli  nemici,  con  tanto  ardire  et  impeto  circa  le  45 
cinque  hore  gli  assali,  che  cominciarono  a  rincularsi  et  al  volger  le  spalle  per  salvarsi.  11 
/.  IS7  valoroso  Santi '  et  11  coraggiosi  Malvezzi,  accortisi  della  f uga  de'  nemici,  senza  perder  pimto 
di  tempo  con  la  punta  della  spada  incalzandogli,  non  gli  dava  agio  di  fermarsi,  ma  alcuni 
ne  feriva  et  altri  uccideva  talmente,  che  gli  condussero  insino  alla  porta;  dove  ritrovandosi 
Angelo  figliuolo  del  signor  di  Carpi,  et  vedendo  i  suoi  in  fuga,  tosto  con  rarme  in  mano  si  50 


[A.  1451]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  139 

rivolse  contra  Santi  et  li  Malvezzi  per  mostrare  quanto  valesse  di  forza  et  di  valore;  ma 
tosto  fu  da  cavallo  gettato  a  terra,  et  calpestato  dalla  moltitudine  del  popolo,  quivi  fini  la 
sua  vita;  il  che  vedendo  gli  nemici,  affrettarono  la  lor  fuga  piu  che  di  prima,  talmente  che 
a  lor  malgrado  si  trovarono  dalla  citta  esclusi,  restandone  da  amendue  le  parti  molti  uccisi 
5  et  feriti.     Di  quei  della  ckth  vi  morirono  Musotto  Musotti  et  Melchior  de'  Forti. 

Cacciati  11  fuorusciti  della  citta,  parve  a  Santi  non  perseguitarli  piu  oltre,  perchfe  temeva 

che  dentro  non  vi  fosse  trattato,  et  che  non  essendo  lui  nella  cittk,  non  si  scoprisse,  ma  con- 

tento  di  quanto  haveva  fatto,  con  allegrezza  di  tutto  il  popolo  se  ne  ritorn6  alla  piazza. 

Intendendo  gli  fuorusciti  che  alPentrata  loro  nella  citta  si  erano  fuggiti  molti  cittadini  et 

10  gli  signori  antiani  fuori  di  Bologna,   tutti   timidi  et  ispaventati,  si  mordevano  le   mani,   che 

con  tanta   opportuna  occasione  non   havessero  saputa  usare  la  loro   vittoria,  et  fra   gli  altri 

assai  si  doleva  Galeotto  Canetoli  della  sua  cattiva  sorte  et  diceva:  *  Iddio  e  giusto  vendica- 

'  tore  del  peccato  commesso,  et  io  veggo  chiaramente  che  per  anche   H  peccati  nostri  non 

"  sono  purgati,  et  conosco  che  quando  saranno  purgati,  che  Iddio  ne  concedera  il  ritomo  alla 

15   "  patria  „.     Et  con  questi  loro  lamenti  il  giorno  seguente  si  partirono  passando  ad  Argiie  per 

conquistarlo  insieme  con  la  Pieve ;  ma  li  contadini,  accortosi  del  fatto,  pigliarono  Tarme  et 

da  ogni  lato  gli  assalsero  gridando :   "  Carne,  carne  „ ,  et  con  poca  f atica  gli  posero  in  f uga, 

perciochfe  gli  fuorusciti   temevano   che   quivi  non   fossero  gionte   le   bande   de'   Bolognesi. 

Furono  adunque  presi  gl' inf rascritti :  Francesco  Ghisilieri,  Petronio,  Jacomo  Chiodaroli  oltm 

20  Burattieri,  Peregrino  di  Floriano  da  Piumazzo,  et  ne  rimasero  morti  circa  da  28. 

Li  ccntadini  scrivono  a  Santi  Bentivogli  il  caso  occorso,  et  Santi  tosto  saglie  a  cavallo 

et  passa  ad  Argile,  dove  dagli  Argelesi  b  honoratamente   accolto;  et   fattosi  condurre   ove 

era  Francesco  Ghisilieri,  disse:   "  II  peccato  vecchio.fe  gionto  alla  penitenza  nuova  „  :  et  fattolo 

legare  et  posto  sopra  un  cavallo  seco  il  condusse  in  compagnia  degFaltri  prigioni  in  Bolo- 

25  gna  per  la  porta  delle   Lame,   et   il   fece    condurre  per  il   trebbo   de'  Ghisilieri,   ove   era 

la  sua  casa  rovinata  a  terra,  dove  Santi  rivolto  a  lui  disse :   "  Quivi,  o  traditore,  uccidesti  il 

"  tuo  compadre  Annibale,  et  quivi  tu  sarai  per  la  gola  impiccato,  facendo  la  penitenza  ove 

"  f acesti  il  peccato„.     Ma  egli  niente  rispose,  se  non  con  li  sospiri  et  coUe  lagrime.     Con- 

dotto  poi  avanti  il  legato  et  alli  signori  antiani,  fu   essaminato  della  speditione  fatta  contro 

30  la  citta,  et  spiegato  il  vero,  il  mandarono   con  li  compagni  al   podesta  et  posto  in   carcere. 

Antonio  Vandini  e  trovato  ascoso  in  una  casa  da  San  Colombano,  che  quivi  si  era  fug- 

gito  per  essere  stato  uno  di  quei  che  entrarono  per  la  grata  con  li  fuorusciti,  et  b  condotto 

in  carcere. 

A  di  11  di  giugno,  il  venerdi,  il  podesta  fa  condurre  li  suddetti  prigioni   al  trebbo  de' 
35  Ghisilieri,  ove  le  forche  erano  drizzate  sopra   la   desolata  casa  di   Francesco,  et   quivi   tutti 
e  cinque  li  fece  impiccare  per  la  gola.     Nel  vero  fu  miserabile  il  fine  di  Francesco. 

Furono  confinati  nel  Friuli  per  esere  stati  presi :  Francesco  Gombrudi  et  NicoI6  di  Giovanni 
d'Ambro8ino,  dando  ciascuno  di  essi  sicurtk  di  550  ducati  di  andare  et  stare  alle  confine. 

Fu  anche  fatto  prigione  Nani  di  Giovanni  Matthio  sarto,  et  gli  fu  donata  la  vita  merc^       A  ns 
40  de'  buoni  amici. 

Giovanni  di  Onofrio  fu  donato  a  suo  padre,  perchfe  sempre  era  stato  huomo  fedelissimo 
alla  fattione  bentivolesca,  et  gli  fu  concessa  gratia  di  habitare  nella  citth. 

Li  signori  antiani  mandano  a  chiamare  li  reggimenti  et  li  cittadini,  che  per  paura  de' 
fuoTusciti  della  citta  si  erano  fuggiti,  li  quali  ritomarono,  ma  non  ardivano  comparire  in  pu- 
45  blico,  si  per  la  vergogna  di  essersi  fuggiti,  come  anche  perch^  molti  di  loro  havevano  gettata 
via  la  insegna  et  divisa  bentivolesca,  della  quale  erano  vestiti  et  calciati.  Furono  meglio  di 
400,  ne  sl  tosto  cominciorono  a  caminare  in  pubblico,  che  dal  popolo  erano  mostrati  a  dito. 
In  questo  tempo  fu  fatto  il  decreto  della  commutatione  et  uiiione  della  capella  di 
santa  Brigida  nella  chiesa  di  san  Petronio  di  Bologna'. 


*  Camera  segrtta^  n.  71. 


140  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fAA.  i45i-i48a] 


U  senato  fa  una  soglia  alle  grate,  ponendovi  buoni  presid}. 

Et  alli  21  di  giugno,  il  luned),  fecero  chiudere  le  infraAcritte  porte,  cio^:  la  porta  delle 
Lame,  la  porta  del  Pradello,  la  porta  di  Strk  Castiglioni '. 

Alli  28  di  giugno,  il  lunedi,  si  raduna  il  conseglio,  et  creano  ambasciatori  al   pontefice 
Gaspar  dalla  Renghiera  et  Virgilio  di  Gaspar  Malvezzi,  accioch^  faccino  avvisato  il  ponte-    5 
fice  di  tutto  quello  che  era  novellamente  occorso   per  cagione  de'  fuoruaciti,   et  sopra  ci6 
intendere  quale  fosse  la  volont^  sua,  accioch^  si  sapesse  il  senato  governare. 

Furono  questi  ambasciatori   lietamente   dal  pontefice  ricevuti,  et  approv6  tutto  quello 
che  la  citt^  haveva  fatto  contro  gli   fuorusciti,  et  promise   largamente  di  ajutare  il  senato, 
et  la  cittk  in  ogni  tempo,  purch^  vi  f osse  pace  et  ubbidissero  tutti  al  legato  da  lui  mandato ;  10 
et  con  queste  et  altre  simili  amorevoli  promissioni,  gli  rimand6  contenti  addietro. 

Antonio  Zonaro  filatogliero  rubba  la  seta  che  gli  era  consignata,  et  dubitando  che  questo 
suo  furto  non  si  scoprisse,  passa  a  Modona  a  M.   Galeotto   Canetoli  et  seco  tratta  di  farlo 
ritomare  alla  patria,  et  fa  ci6  si  per  assiciu-arsi  dalla  giustitia,  si  anco  per  acquistare  qualche 
premio.     Si  accorda  con  Galeotto,  et  ritornando  a  Bologna,  il  trattato  ai  scuopre,  et  ^li  i  15 
preso  et  impiccato  alli  15  di  luglio,  il  giovedi. 

Alli  22  di  settembre,  il  mercoledl,  fu  f atta  la  sfera  de  1'  horologio  che  nella  piazza  mira, 
et  alli  27  di  ottobbre,  il  mercoledi,  fu  finita  di  dipingere. 

Di  questo  mese  David  priore  generale  del  sacro  eremo   camaldolese  di  Bologna  uni  al 
detto  eremo  la  chiesa  di  santa  Maria  di  Ravone.  20 

Giovanni  Buono  di  Albertino  fabbro  castellano  di  Serravalle,  insieme  con  Vincentio  da 
Casale  di  Parmeggiana,  trattano  di  dare  la  rocca  di  Serravalle  di  Valle  di  Samoggia  al 
signore  di  Carpi  et  alli  fuorusciti,  ma  non  va  il  fatto  sl  segretamente  ch'egli  si  scuopre  et  per- 
viene  airorecchie  di  Boetio  Gozzadini  della  montagna  di  val  di  Rheno  commissario;  il  qual, 
fattigli  pigliare  et  condotti  a  Bologna,  sono  amendue  decapitati,  et  Polo  dal  Priore,  che  25 
portava  le  lettere  fra  runo  et  raltro,  fu  impiccato  alli  9  di  novembre,  il  martedi. 

In  questo  tempo  li  Bolognesi  rovinano  il  castello  di  Bargi   in  montagna   et  Casalecchio 
de'  Conti  et  altre  castella  che  alla  cittk  erano  disubbidienti. 

Romeo  Pepoli  dottore  fu  avvelenato  dal  suo  barbiere  in  Imola  et  alli  21  di  novembre, 
f.ts9       la  domenica   notte,  muore;   Iasci6   dopo  di  se  dui   fi'glioIi  piccoli  nati  d'Isabetta   figliola  di  30 
Antonio  Galeazzo  Bentivogli,  che  fu  decapitato,  ciofe:  Giulio  di  anni  12,  Galeazzo  di  anni  4, 
et  tre  f emine,  ciofe :  Margarita,  che  fu  maritata  ad  Andrea  Barbazza  dottore,  Giulia  maritata 
a  Catanio,  Diamante  maritata  a  Lodovico  Felicini. 

Anno  di  Cristo  1452.  —  Si  creano  li  magistrati  della  cittk,  secondo  il  consuetc' 
Intendendo  il  senato  esser  vicino  a  Ferrara  Federico  III  imperatore,  che  veniva  d*Austria  35 
con  il  re  d'Ungaria  et  il  duca  d'Austria  il  fratello  et  con  molti  altri  baroni,  menando  seco 
2000  cavalli  per  passare  a  Roma  a  pigliare  la  corona   dell' imperio,   egli   crea   ambasciatori 
per  invitarlo  che  ne  venga  a  Bologna,  et  furono  questi,  ciofe:  Nicol6  Sanuti,  Gasparo  dalla 
Renghiera,  li  quali  andarono  a  Ferrara,  ove  era  1'  imperatore,  alli  20  di  gennaro,  il  giovedl,  con 
honoratissima  compagnia*.     Et  il  senato  frattanto  orna  le  strade,  per  dove  l'imperatore  passar  40 
dovea,  et  pone  a  ordine  le  stanze  del  vescovato,  et  molti  cittadini  si  preparano  di  alloggiare 
la  sua  compagnia.     Fu  Timperatore  tenuto  in  grandissimo  piacere  in  Ferrara  dal  marchese 
Borso,  et  tanto  fu  caro  all'  imperatore,  ch'egli  lo  fece  duca  di  Modona  et  di  Reggio  Lepido. 
Gli  ambasciatori  bolognesi  furono  con  faccia  lieta  accarezzati   dall' imperatore  et  volentieri 
accett6  Tinvito  fattogli.  45 

Alli  24  di  gennaro,  la  domenica,  Timperatore  Federico  si  parte  da  Ferrara  et  passa  a 
San  Prospero  nel  territorio  bolognese,  e  quivi  h  degnamente  ricevuto,  et  alli  25,  il  limedi,  a 


•  Libro  dt'  Dottori,  fogUo  8.  •  Libro  d^  Dottori,  fogli  7  et  8. 


[A.  1433]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  141 

hore  23,  entra  in  Bologna  per  la  porta  di  strk  San  Donato,  essendo  tutte  ie  altre  porte  serrate 
per  timore  degli  fuorusciti.  Et  il  cardinale  Bessarione  con  li  antiani  et  il  clero  et  le  arti 
il  vanno  ad  incontrare,  seguitati  da  tutta  la  nobiltk  et  il  popolo,  et  con  molta  pompa  et 
festa  fu  accompagnato  insino  al  vescovato  sotto  un  baldachino  di  broccato  d'oro,  cinto  da 
5  ogni  intorno  dalli  dottori  con  li  loro  ornamenti  dottorali. 

Mentre  il   senato  h  occupato  nelle  allegrezze  dell' imperatore,  dubitando   de'  fuorusciti, 
mandano  per  Astorre  da  Faenza,  il  quale  tosto  con  le  genti  d'arme  ne  viene  a  Bologna. 

II  giomo  seguente  il  legato  et  li  magistrati  conducono  1'  imperatore  alla  chiesa  di  san  Pe- 
tronio,  dove  si  canta  una  messa  solenne,  et  finita,  sua  Cesarea  Maestk  fece  cavalieri  gl*infra- 
10  scritti,  ciofe:  il  signore  Astorre  Manfredi  signor  di  Faenza,  Carlo  di  anni  13  et  Galeotto 
d'anni  12,  figlioli  del  detto  Astorre,  Giovanni  figliolo  di  Annibale  Bentivogli  d'anni  9,  Pietro 
Antonio  Pasello,  Carlo  Malvezzi,  Christoforo  Caccianemici,  Baldesserra  Lupri.  Poi  si  ritomb 
al  vescovato,  ove  era  apparecchiato  un  opulentissimo  convito,  et  quivi  fu  ricevuto  insieme 
con  li  signori  antiani  confalloniere  di  giustitia.  Dopo  il  pranso  volle  vedere  la  citth,  et 
15  cavalcato  per  ogni  luogo,  gli  furono  mostrati  li  filatogli,  li  quali  oltre  modo  gli  piacquero, 
et  lod6  infinitamente  si  bello  edificio. 

Alli  27  di  gennaro,  il  mercoledl,  l'imperatore  si  parte  di  Bologna  et  passa  per  la  porta 
di  strk  Santo  Stephano  che  fu  aperta  per  andare  a  Roma,  et  dal  legato   et  dalli  magistrati 
fu  accompagnato  insino  a  San  Raffaelle. 
20  Essendo  la  Croce  di  porta,  piantata  gik  da  san  Petronio,  tutta  rovinata  per   Tantichitk, 

li  stracciaruoli  prima  fanno  ristorare  la  capelleta  et  poi  sopra  quella  vi  fabricano  un  coperchio 
di  metallo  fatto  a  tegole  tutto  dorato  con  una  croce  dorata.  Cost6  lire  mille. 

Acciochfe  gli  instromenti,  testamenti  et  altre  scritture  fossero  longo  tempo  conservate, 
ne  fossero  vitiate  o  nascoste,  il  senato  ordina  un  offi'cio  detto  il  Registro,  et  commanda  />.  i6o 
25  che  quivi  tutti  li  notari  portino  la  copia  di  tutti  gl' instrumenti  da  lor  fatti,  et  che  per  li  uf- 
ficiali  del  Registro  debbino  esser  copiate  et  autenticate  et  portarle  alla  Camera  degli  atti, 
acciochfe,  se  ben  mancassero  li  notari  et  si  perdessero  li  loro  protocolli,  quivi  autentiche  si 
trovassero.     Fu  questa  opera  santissima  et  pmdentemente  considerata. 

Alli  28  di  marzo,  il  mercoledi,  vengono  in  Bologna  le  nuove  della  coronazione  di  Fede- 

30  rico  imperatore  et  della  imperatrice  figliola  del  re  di  Aragonia.     Egli  pass6  a  Napoli  al  re 

Alfonao,  poi  ritom6  verso  Roma,  et  passando  per  la  Toscana  venne  a  Bologna  alli  9  mag- 

gio,  il  martedl ;  et  entr5  per  la  porta  di  strk  Santo  Stephano,  et  come  prima  honoratamente 

fu  ricevuto.     Poi  il  di  seguente,  uscendo  per  la  porta  di  Galliera,  se  ne  and6  a  Ferrarsu 

Mons.  Giacomo  Battaglia  abbate  di  Santo  Stefano  muore,  et  Tabbatia  per  il  pontefice  fe 
35  consignata  a  Vianesio  Albergati  et  h  fatto  abbate,  et  cosi  detta  abbatia  fu  posta  in  commenda, 
et  b  cosl  perseverata  insino  al  di  d'hoggi. 

La  santissima  Inquisitione  fa  prigione  don  Nicol6  veronese  capellano  della  chiesa  di 
Fossola,  territorio  di  Bologna,  per  mago  et  incantatore,  il  quale  non  si  volendo  dare  in  braccio 
alla  vera  via  della  religione  cristiana,  h  dato  nelle  mani  del  podestk  et  condannato  alla  morte. 
40  Et  conducendolo  al  supplicio,  et  giungendo  al  passo  del  trebbo  de'  Preti,  se  gli  scuoprono 
addosso  25  giovani  armati,  et  a  forza  il  tolgono  dalle  mani  della  corte  et  lo  salvano  man- 
dandolo  fuori  della  porta  di  Sttk  Maggiore.  II  podestk  non  s\  tosto  intende  il  fatto,  che  fa 
suonare  la  campana  et  non  lascia  uscir  persona  fuor  della  cittk;  poi  si  parte  di  palazzo 
et  passa  al  legato  et  gli  renuncia  la  bacchetta  con  dire  che  egli  non  puole  esseguire  la 
45  giustitia;  et  il  legato,  adirato  del  fallo  commesso,  anch'egli  vuol  passare  al  vescovato,  dicendo 
agli  signori  antiani,  se  a  questa  guisa  si  governano  le  cittk.  "  Voi  restate  in  palazzo  et  a  vostro 
"  modo  governate  Bologna  „.  Ma  gli  signori  antiani  non  gli  lasciarono  partire;  anzi  datisi  a  cer- 
care  i  malfattori,  fu  trovato  Antonio  di  Bisarino  beccaro  detto  Magantino,  il  quale  confess^  11 


9-10,  neWoriginale  infrascitti 


142  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lAA.  I4sa-i453i 


cotnpagni  ad  uno  ad  uno.  £t  il  nenato,  fatto  pigliare  tutte  le  robbe  di  Giovanni  di  Jacomo 
degrAngellini,  le  fece  portare  in  piazza  et  quivi  abbrugiarle.  Poi  fu  privato  del  capitanato 
deila  porta  di  Strh  Maggiore  Cesare  della  Bella  dai  Velli  et  gridato  alla  caaa  con  la  tromba 
per  bandito  per  haver  lasciato  passare  ilfprete  mago  *.  II  restante  de'  colpevoH  tutti  »i  fug- 
gimo  della  cittk.  5 

II  podest^  ritomato  a*  prieghi  del  senato  al  luogo  suo  di  prima,  et  pregato  al  seguitare 
il  8U0  offitio  et  fare  giustitia,  egli  senza  altro  processo  fece  impiccare  Magantino.  Poi  furono 
banditi  grinfrascritti:  AJdrovandino  di  Giovanni  Malvezzo,  Giovanni  di  Jacomo  Angelelli, 
Giovanni  di  Bemardo  dairAmola,  Luca  di  Jacomo  da  San  Giorgio,  Antonio  di  Martino  dalla 
Cola,  Luca  di  Guglielmo  bombasaro,  Nicol6  di  Remulia,  Cesare  della  Bella  dai  Velli,  10 
Gulielmo  di  Jacomo  da  San  Piero,  Lorenzo  Broccho,  Nicolb  di  Rubino  mondatore. 

Borromeo  di  Jacomo  scrittore  studente  passa  a  Ferrara  da  Galeotto  Canetoli  et  teco 
tratta  di  introdurlo  in  Bologna,  et  seco  resta  d'accordo  che  il  giomo  fra  di  loro  eletto  esso 
Borromeo  con  Friano  il  fratello  et  altri  congiurati  accendere  il  fuoco  nelle  stalle  di  Santi 
Bentivogli,  de'  Malvezzi,  di  Dionisio  di  Castello  et  di  Galeazzo  Marescotti;  et  mentre  che  15 
essi  et  il  popolo  si  occupassero  di  smorzare  il  fuoco,  esso  Borromeo  et  compagni  passareb- 
>.  /01  bono  ad  aprirli  la  porta  di  San  Felice,  accioch^  esso  Galeotto  en'tras8e  gridando:  *  Cane,  cane  „, 
per  dare  segno  agFamici  che  seco  si  unissero  armati.  Ma  Santi,  da  certi  inditj  scoprendo  il 
trattato,  fece  pigliare  Borromeo  et  il  fratello,  et  intesa  la  veritk,  anche  fece  pigliare  Thoste 
dalla  Ck  grande  di  San  Raffaello,  et  tutti  tre  fece  impiccarli;  fu  alli  5  di  luglio,  il  mercoledi.  20 

Li  signori  antiani  suspicando  che  Gregorio  d'Anghiari  capitano  di  300  fanti  si  volesse  dal 
soldo  loro  partire,  il  fecero  pigliare  alli  20  d'ag08to,  la  domenica,  et  il  mandano  aBologna; 
et  volsero  la  sicurtk  che  egli  rimanerebbe  allo  stipendio  della  cittk,  la  quale  data,  fu  libera- 
mente  lasciato. 

II  legato  conseglia  il  reggimento  al  cavare  le  fosse  della  citt^  che  erano  quasi  ripiene ;  25 
laonde  le  partirono  per  le  compagnie   delle  arti   et  communi,   et  a  ciascuno   assignarono   la 
lor  parte  et  si  cavarono  profonde. 

Alli  3  di  novembre,  il  venerdi,  Gasparo  di  Vezzolo  Malvezzi,  huomo  di  gran  riputazione 
nella  cittk  et  di  gran  pnidenza  et  valore,  sendo  uno  de'  sedici  reformatori,  rende  lo  spirito 
al  suo  Iddio.     Fu  accompagnato  alla  sepoltura  con  solenne  pompa   funerale   et  da  tutte  le  30 
compagnie  delle  arti,  et  si  tennero  chiuse  le  botteghe.     Fu  sepellito  alla  chiesa  di  san  Jacomo 
nel  sepolcro  de'  suoi  antecessori.     Hebbe  Gasparo  per  sua  consorte  Giovanna  figliola  di  Gio- 
vanni  Bentivogli  et  sorella  di  Antonio  Galeazzo.     Ella  primeramente  fu  promessa  al  figliolo  di 
Francesco  da  Carrara  signore  di  Padova,  ma  sendo  cacciato  dal  dominio,  non  ebbe  il  matri- 
monio  effetto;  et  perci6  ella  fu  data  a  Gasparo  Malvezzi,  dalla  quale  n'hebbe  gl' infrascritti  35 
figlioli,  ciofe:  Margarita  consorte  di  Guid'Antonio  Lambertini,  Elisabetta  consorte  di  Alberto 
Azzoguidi  dottore,  Achille  cavalliere   della   Magione,   Lena   moglie  di  Lodovico   Bentivogli, 
Carlo  che  poi  fu  morto  una  notte  in  iscambio,  Lodovico  gran  capitano  de'  soldati,  Zanechino, 
Nestore  morto  da  una  spingardella  nella  zuffa  de'  Canetoli,  Antonio  Galeazzo  mori  fanciullino, 
Ercole  valoroso  capitano  de'  Venetiani,  che  nella  guerra  de'  Turchi  fu  ucciso,  Pirro  che  fu  40 
degnissimo  senatore. 

Anno  di  Cristo  1453.  —  Si  creano  li  nuovi  antiani  et  confaloniere  di  giustitia  secondo 
il  consueto  della  cittL 

Inoltre  sono  confirmati  li  signori  sedici  del  reggimento,  cioh  * :   Santi    Bentivogli,   Carlo 
di  Giovanni  Malvezzi,  Scipione  di  Gabbione  Gozzadini,  Paolo  di  Zono  dalla  Volta,  Galeazzo  45 
di  Ludovico  Marescotto,  Ludovico  Caccialuppi,  Nicol6  di  Jacomo  Sanuti,  Gasparo  di  Marco 
dalla  Renghiera,  Dionisio  di  Bartolomeo  di  Castello,  Giovanni  di  Bartolomeo  Guidotti,  Virgilio 


'  Liln-o  de'  Doitori,  fogUo  5.  •  Libro  d^  Dcttori,  foglio  5. 


[A.  1453]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  143 

di  Gasparo  Malvezzi,  Bernino  di  Bagarotto  Bianchi,  Filippo  di  Gasparo  Bargellini,  Nicoloso 
di  Battista  Poeti,  Azzo  di  Pietro  da  Quarto  spetiale,  Jacomo  di  Pellegrino  Ingrati. 

Giovanni  di  Anania  bolognese  fu  in  questi  tempi  grande  espositore  delle  leggi  canoniche 
et  civili  et  famoso   theologo  et   archidiacono   della   chiesa   di   Bologna,   dove   publicamente 
5  havendo  letto,  scrisse  sopra  le  decretali ;  et  passo  da  questa  alFaltra  vita  di  questo  istesso  anno, 
et  fu  da  Oratio  romano  dottissimo  nelle  lettere  greche  et  latine  celebrato. 

Ritrovandosi  confinato  in  Bologna,  di  ordine  del  pontefice,  Stefano  Porcari  nobile  romano, 
huomo  di  grande  ardire  e  di  non  poca  eloquenza,  con  obligo  di  ogni  di  presentarsi  al  go- 
vernatore  della  cittk,  fingendo  di  esser  infermo  per  non  presentarsi,  ritom5  a  Roma   secre- 

10  tamente  e  con  velocita  meravigliosa  per  mutare  lo  stato  di  Roma;  dove  giunto,  la  notte 
istessa  in  una  sontuosissima  cena,  ove  erano  tutti  li  congiurati  radunati  per  dare  ordine  al 
negotio,  addobbato  ricchissimamente  comparve.  Et  finita  la  cena,  dovendo  tutti  disporsi  a 
cosi  gloriosa  impresa  per  occupare  la  mattina  seguente  il  palaggio  del  papa  et  chiamare  per 
Roma  il  popolo  a  liberta,'  occorse  che  havendo  il  govematore  di  Bologna  della  partenza  del       >•  'O* 

1 5  Porcari  novella,  tosto  ne  aviso  per  piu  messi  volando  il  papa,  et  quella  stessa  notte  Stefano 
in  casa  di  sua  sorella  essendo,  dove  allo  strepito  delle  armi  delli  ministri  della  giustitia  si 
era  fuggito,  fu  preso  in  una  cassa  ove  si  era  nascoso,  et  insieme  con  molti  altri  della  congiura 
fu  trovato  egli  et  suoi  due  compagni.  Fu  impiccato  a' merli  del  Castello  SanAngelo;  et  f u 
alli  5  di  gennaro,  il  venerdi. 

-0  AUi  17  di  febbraro,  il  sabbato,  il  reggimento   fa  rinovare   la   campana   deirarengo   che 

si  era  rotta:  peso  libbre  tredici  milla. 

Vengono  nuove  in  Bologna  che  il  Turco  haveva  ispugnato  Constantinopoli  et  mandato 
tutti  grhuomini  per  filo  di  spada  et  le  donne  svergognate  et  li  fanciulli  ridotti  in  dura 
servitu ;  di  che  ognuno  ne  rimase  di  malavoglia.     Et  il  senato  creo  tosto  ambasciatori  a  Roma 

~J  al  pontefice  a  condolersi  di  tanta  stragge  de'  Christiani  et  al  proferirli  ogni  suo  havere  et 
potere  per  dare  aiuto  alla  Christianitade ;  et  furono  grambasciatori  questi,  cioe :  Gasparo  dalla 
Renghiera,  Jacomo  Ingrati;  li  quali  con  honorata  compagnia  alli  26  di  luglio,  il  giovedi,  si 
partirono  da  Bologna. 

Era  in  questi  tempi  di  maggio  et  di  giugno  tanto   instabile   Taria,  che   era   cosa   prodi- 

30  giosa,  percioch^  alle  volte  ella  era  tanto  fredda  che  pareva  del  mese  di  gennaro  et  alcuna 
volta  era  tanto  calda  che  sopravanzava  la  natura  delFestate;  i  venti  con  tanto  impeto  sof- 
fiavano  che  cadde  un  muro  intero  deirospitale  del  terzo  ordine  di  san  Francesco,  et  erano 
tante  le  pioggie  mescolate  da  grossa  e  formidabile  tempesta  che  rovinavano  gralberi  et 
allagavano  i  paesi  in  ogni  parte;  et  percio  molti  temevano  di  poco   raccolto  di  grano   et  di 

35  frutti.     Valse  la  corba  del  frumento  scudi  2. 

La  tempesta  fece  danno  agl' infrascritti  luoghi:  Agrorti  di  fuore,  Panigale  Vecchio,  una 
parte  del  Borgo  Panigale,  Ravone,  Pescarola,  Camaldoli,  Ronchimarini,  rOlmo,  la  Guarda, 
Massumatico,  San  Piero  in  Casale,  Barisella. 

Orispa  Siciliano  et  Guarsino  veronese,  amendue  letterati  et  favoritissimi  del  duca  Borso, 

40  vengono  in  Bologna  et  alloggiano  in  casa  deglAngelelli,  poi  ritornano  a  Ferrara. 

Alli  6  di  luglio,  il  giovedi,  vennero  nuove  essere  stato  tanto  la  ruina,  che  i  venti  fecero 
nel  territorio  di  Padua,  la  quale  dur6  un  quarto  di  hora,  che  si  trovarono  morte  da  50  persone ; 
et  getto  per  terra  da  cinquerento  case  et  prostr^  al  basso  et  ispiano  infiniti  arbori.  Dietro 
a  questa  ruina  ne  seguitb  Taltra,  che  fu  la  gran  pioggia  et  la  grossissima  tempesta,  la  quale 

t5  gitt6  per  terra  a  Tribano  la  casa  ove  era  il  signore  Carlo  Pii  et  coprendolo  Tuccise.  Fu 
questa  fortuna  nelli  infrascritti  luoghi :  Montagnana,  Saleto,  Valacone,  Santa  Lena,  Schiavana, 
Pozzo  Nuovo,  Conselice,  dove  caderono  148  case,  lArgile  de'  Cavagli,  TArgile  grande,  Mon- 
talbano  et  finl  alla  Marina. 

Ludovico  di  Gasparo  Malvezzi  nobile  et  principale  conduttiere  di  gente  d'arme  de'  Vene- 

50  tiani  et  govenatore  di  Bergamo  esce  dalla  citta  per  opporsi  a  Bartolomeo  Coleone  generale 


144  mSTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  148».14S4] 


del  duca  di  Milano,  et  fra  li  monti  di  Nembro  et  Albini  facendo  giomata  et  combattendo 
valorosamente  da  ogni  parte,  ced^  il  Malvezzi  per  esser  deboli  le  «ue  genti ;  laonde  fu  fatto 
prigione  et  dopo  fu  liberato  per  opera  de'  Venetiani. 

Alli  26  di  luglio,  il  mercoledl,  il  senato  orna  la  renghiera  del  palagio  rincontro  le  stanze 
delli  signori  antiani  et  de'  danari  di  condennationi  la  fanno  coprire  di  piombo,   che  prima 
era  di  tegole  coperta. 
p.  i6$  Chichino  da  Lugo  cittadino  bolognese  et  Polo  Bariselli  dalla  Bari^sella  et  Lazzaro  dalla 

Grovara  trattano  con  Antonio  di  Giovanni  Fantucci  aprirli  la  porta  di  strh  Castiglioni  ct 
introdurlo  nella  cittk  con  graltri  fuoruBciti;  et  caso  che  non  gli  succedesse  questo  dissegno,  darli 
nelle  mani  Medicina,  essendo  in  compagnia  loro  don  Giovanni  dalla  Barisella;  ma  scoperto 
il  trattato,  furon  tutti  pigliati,  et  li  tre  primi  impiccati.  Et  alli  22  di  settembre,  il  venerdi,  don 
Giovanni  fu  posto  in  gabbia,  sendo  sacerdote;  di  che  sdegnato  il  senato  fece  spianare  le 
fosse  et  rovinare  il  pallancato  et  i  terragli  intomo  Medicina. 

Fratre  Simonetta  deirordine  Eremitano  giunge  in  Bologna  et  alloggia  in  San  Jacomo 
in  strk  San  Donato;  andava  per  commissione  del  papa  a  Milano  et  a  Venetia  per  trattare 
la  pace  in  Italia. 

Li  fratri  de'  Servi  finiscono  il  suo  campanile  alli  22  di  novembre,  il  mercoledi;  salvo  che 
le  colonne  che  sono  nelle  finestre  grandi  et  nelle  torreselle  che  sono  di  sopra,  perchfe  ease 
furono  finite  alli  6  di  luglio  deiranno  che  segu:;  et  alli  18  di  luglio  fu  finito  del  tutto  et  stabilito. 

Anno  di  Cristo  1454.  —  Si  fanno  li  magistrati.  2C 

Bartolomeo  Ercolani  dottore  h  creato  capo  del  magistrato  delli  tribuni  della  plebe,  et 
era  nel  collegio  de'  dottori  et  publico  lettore  in  Bologna.  Questi  poi  fu  condotto  con  hono- 
rato  stipendio  a  leggere  nella  prima  cathedra  dello  Studio  di  Ferrara  al  tempo  del  duca 
Borso,  et  di  esso  appaiono  molti  consegli  e  letture  per  anco  non  date  in  luce. 

Battista  di  Antonio  Manzolo  canonico  di  San  Piero,  dottore  di  legge,  cittadino  bolognese  21 
et  huomo  di  molta  stima  nella  citta,  parendogli   esser   ingiustitia  grande  che   tanti  cittadini 
Btessero  fuorusfciti,  va  a  Modona  a  parlare  con  Galeotto  Canetoli,  et  egli  lo  manda  a  Reggio; 
et  ordinato  fra  di  loro  un  trattato  contro  il  senato  et  la  citth,  ciofe :  Antonio,  Nicol6  di  Matthio, 
Toschetto  strazzarolo,  Jacomo  di  Domenico  Biancolmi,  Bertone  da  Canetolo  contadino. 

Questi  il  di  deirEpiphania,  essendo  occupata  la  citta  neironorare  i  confalonieri  di  po-  3( 
polo,  trattavano  di  dare  alli  fuomsciti  la  porta  del  Pradello;  et  a  questo  fine  Bertone  condusse 
nella  cittk,  in  una  casa  vicino  la  porta,  molte  arme  offensive  fasciate  in  certi  fasci  di  lambrec- 
chie  et  la  notte  seguente  egli  fece  un  buco  nella  detta  porta,  il  quale  awicinandosi  il  giorno 
lo  chiuse   acciochfe   non  si  scoprisse.     II   quale   trattato   alla   fine  si  scoperse   per   mezzo   di 
Comelio   Greco  da  Treviso,   per   esser   stato   quivi    nudrito,  et   da  Jacomo  dalla  Mirandola,  3i 
soldati.     II  perchfe  il  senato  la  notte  fece  pigliare  Battista,  che  fu  alU  3  di  gennaro,  il  giovedi 
la  notte,  et  posto  al  tormento,  subito  confessb  iltutto;  poi  fece  pigliare  tutti  li  compagni,  et 
essaminati  et  tormentati,  furouo  trovate  vere  le  cose  dalli  due  soldati  dette,  laonde  tutti  furono 
prigionati  separamente   Tuno  dairaltro  et  Battista  fu  posto   nella  prigione  delle   donne.     Et 
perch^  nel  suo  essamine  disse  che  li  Venetiani  erano  consapevoli  di  questa   cosa,  percio   il  4( 
senato  manda  ambasciatori  alli  Venetiani  Jacomo  Ingrati  et  Nicoloso  Poeta  a  Fiorenza,  per 
intendere  il  vero  di  questo  fatto;  et  h  risposto  agli  ambasciatori  che  di  ci6  loro  s' ingannavano, 
perchfe  questa  era  una   espressa   bugia. 

Intendendo  il  senato  che  niuna  di  dette  signorie  non  havevano  a  tale  trattato  dato  alcuna 
mano,  deliberb  spedire  la  cosa;  et  radunati  avanti  11  legato,  che  fu  alli  14  di  gennaro,  et  ragio-  4; 
nando  che  si  dovesse  fare  di  Battista,  alcuni  volevano  s'impicca8se  insieme  con  graltri  distur- 
batori  della  patria,  altri  dicevano  non  doversi  niuno  imbrattare  le  mani  del  sangue  di  un 
sacerdote,  al  quale  parere  juiche  si  accostava  il  legato.  Finalmente  il  legato  manda  per  lo 
podestk  per  imporgli  quanto   debba  fare.     Vedendo   Paulo  di  Zono   dalla   Volta   tanta   dis- 


[A.  1454]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  145 

sensione,  se  ne  uscl  con  quattro  servitori  fuori  di  palaggio  et  passb  alla  prigione  con  dir  di 
'volere  parlare  a  Battista;  et  introdotto,  lo  ritrovo  posto  ne'  ferri,  a  cui  egli  disse:  "  lo  sono  qui  p.  164 
"  venuto  per  impiccarti  per  la  gola,  traditore  della  patria  „ .  Et  egli  non  si  potendo  aiutare,  se 
non  con  la  voce,  gli  chiedeva  misericordia  et  perdono ;  ma  Paolo  tosto  impose  alli  servitori  che 
5  gli  gittassero  il  laccio  al  collo,  et  ci6  fatto,  il  fece  quivi  impiccare  ad  un  trave,  et  si  mori. 
Poi  ritornando  al  palagio  avanti  il  legato  et  al  senato :  *  Non  bisogna  „  dis8'egli  '  piu  disputare 
"  sopra  il  fatto  di  Battista,  perchfe  h  coli  in  prigione  impiccato  per  la  gola  „.  A  questo  il  legato 
et  il  podestk  molto  si  turbarono,  minacciando  Paulo.  Et  a  questa  guisa  si  disciolse  il  conseglio. 
Nondimeno  il  senato  la  mattina  seguente  fece  morire  li  compagni  del  detto  Battista.     Fu  dalli 

10  chierici  di  San  Pietro  portato  il  corpo  di  Battista  a  San  Pietro   et  honorevolmente  sepellito. 

Poi  il  podestk  fece  decapitare  alla  porta  del  Pradello  Jacomo  di  Antonio  Biancolini,  Anto- 

nio  et  Nicol6  Toschi;  et  quivi  anche  fece  impiccare  Bertone  da  Canetolo.  Et  la  casa  di  Battista 

dal  senato  fu  donata  alli  due  soldati  che  manifestarono  il  trattato,  insieme  con  tutti  li  mobili 

che  in  essa  casa  si  trovarono  et  mille  lire  de  bolognini,  consignandoli  soldo  per  dodeci  lanze 

15  a  lire  15  per  lanza  il  mese  in  perpetuo.     Ma  poco  tempo  goderono  tanto  bene,  perciochfe  fra 

pochi  mesi  f urono  trovati  a  far  moneda  f alsa,  ciofe  ducati  et  picchioni ;  et  pigliati  insieme  con 

un  lor  servitore,  alli  17  di  settembre  prossimo  avvenire  furono  amendue  coi  servitore  decapitati. 

A  (U  27  di  marzo,  11  mercoledl,   Borso   duca  di   Ferrara   fa  nobili   cittadini  di  Ferrara 

Acchille  cavaliero,  Virgilio  senatore,  Ludovico  conduttiero  di  gente  d'armi,  Ercole,  Pirrho 

20  e  Troilo  Malvezzi  figlioli  gik  di  Gasparo.  Parimente  furon  fatti  nobili  cittadini  di  Fiorenza 
da  quella  repubblica  et  anche  di  Padova. 

A  di  31  di  marzo,  la  domenica,  si  bandisce  alla  renghiera  del  palagio  delli  signori  antiani 
con  suono  di  trombe,  come  i  Bolognesi  si  erano  accordati  con  il  duca  Borso  signor  di  Ferrara, 
che  niuno  bolognese,  overo   soggetto  a  Bologna,  dovesse  pagare  bolletta,  passaggi,  nh  ponti 

25  nelle  terre  del  detto  marchese;  e  parimente  che  niuno  ferrarese  et  soggetto  al  detto  mar- 
chese  non  pagassero  bollette  a'  Bolognesi.  Et  questo  accordo  fu  trattato  per  mezzo  di  Jacomo 
Ingrati,  perciochfe  per  Tavanti  sempre  si  erano  pagate  dette  bollette,  passi  et  ponti. 

Bessarione  legato,  insieme  col  reggimento,  rinova  li  statuti  della  cittk  siccome  hoggi  si 
veggono  et  si  usano;  alla  cui  rinovatione  si  ritrovarono   gl' infrascritti,   che  erano   delli    16, 

30  ciofe':  Sante  di  Ercolese  Bentivogli  cavalliere,  Nicol6  di  Jacomo  Sanuto  conte,  Scipione 
di  Gabbione  Gozzadini  conte  et  dottor  di  legge,  Lodovico  di  Andal6  Bentivogli  cavalliere 
et  conte,  Paolo  di  Giovanni  dalla  Volta  cavalliere  et  dottor  di  legge,  Carlo  di  Giovanni 
Malvezzi  cavalliere,  Ludovico  Caccialupi  cavalliere,  Galeazzo  di  Ludovico  Marescotti  caval- 
liere,  Gaspar  Renghieri  dottor  di  legge,  Dionisio  Castelli,  Giovanni  di  Bartolomeo  Guidotti, 

35  Virgilio  di  Gasparo   Malvezzi,   Nicoloso   Poeti,   Bronino   di   Bagarotto   Bianchi,   Filippo   di 

Gasparo  Bargellini,  Giacomo  di  Pellegrino  Grati  conte  palatino,  Azzo  di  Pietro  da  Quarto. 

Essendo  stato  per  la'maggior  parte  rovinato  ne'  tempi  di  papa  Martino  per  li  Canetoli 

San  Michele  in  Bosco,  et  sendo  habitati  li  monachi  di  Monte  Oliveto  insino  a  questo  tempo 

nel  monasterio  di  Santa   Maria   della   Misericordia  fuori   della   porta  di  Strk   Castiglioni,  il 

40  senato  prende  cura  di  riedificarlo;  et  havendo  egli  fatte  di  molte  camere  et  altre  habitationi, 
detti  monachi  vi  passarono  ad  habitare,  et  poscia  di  tempo  in  tempo  fabbricato,  si  e  fatto 
uno  de'  superbi  edificj  che  sieno  fra  li  primi  monasteri  d'ltalia. 

Alli  10  d'aprile,  il  mercoledl,  giunge  a  Bologna  un  corriere  del  duca  Francesco  Sforza,       p.  i«s 
che  passava  a  Fiorenza  a  dar  nuove  come  la  pace  a  dl  7  del  detto  mese  di  aprile,  la  domenica, 

45  nella  citta  di  Lodi  era  conclusa  fra  la  signoria  di  Venetia  et  il  duca.  Poi  alli  13,  il  sabbato, 
venne  un  altro  corriero  mandato  da'  Venetiani  al  senato  bolognese  et  anche  dal  duca  di  Milano 
con  lettere  che  awisavano  la  detta  pace  fatta.  I  quali  corrieri  furono  vestiti  honorevolmente 
di  scarlatto  dal  senato  con  Tarme  de'  Venetiani,  del  duca  di  Milano  et  del  senato  et  po- 
pol  di  Bologna  ne'  detti  vestimenti,  et  la  cittk  ne  fece  grandissima  festa. 

50  La  lettera  che  li  Venetiani  mandarono  era  questa,  cio^: 

'  Cainera  degli  Atti. 

T.  xxxm,  p.  I  —  10. 


146  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  14M] 


Franciscus  Foscari  Dei  gratia  dux  Venetiarum  etc. 


Magnificis  et  fotentibus  dominis  Antianis,  Consulibus  et  Vexilifero  Justitiae  Pofuli  et  Com- 
munis  Bononiac  amicis  dilectis,  salutem  et  sincerae  devotionis  affectum. 

Novimus  coniinua  rerum  expericntia  singularem  affecttonem  et  devotionem  Alagnificentiarum 
veslrarum  erga  remfublicam  nostram,  st  -pro-ptcrea  convcnientissintum  arbitrati  sumus  secum  de  5 
gaudiis  nostris  amicabiliter  participarc.  Igitur  ad  ipsius  laetitiam  et  gattdium  notificamus  die 
octavo  instantis  mensis,  Spiritus  Sancti  gratia  mediante,  conclusam  firmatamque  cum  honore 
maximo  fuisse  bonam  validamque  pacem  inter  illustrissimum  dominum  ducem  Mediolani  et 
nos  ac  illustrissimam  legam  nostram,  perpetuis  temporibus,  favente  Domino,  duraturam. 

Dat.  In  nostro  ducall  palatlo,  dle  lo  aprUlt,  indictlone  lecunda  1454.  10 

Lettera  del  duca  di  Milano   mandata  al  legato,  antiani  et  confaloniere   di   giustitia  et 
alli  reggimenti. 

Reverendissimo  in  Christo  Padre  et  magnifici  amici  nostri  carissimi. 

Avcgna  che  sempre  la  nostra  ilbistrissima  lega  habbia  desiderato  il  bene  et  il  riposo  di 
questa  nostra  Italia  et  che  molte  pratiche  per  lo  passato  sieno  state  fatte  per  venire  a  buona  1 5 
pace,  nondimeno  pare  non  sia  stata  volonta  del  nostro  Clementissimo  Iddio  ch'ella  sia  venuta 
ad  effetto.  Ma  essendo  al  presente  la  maggior  parte  delle  nostrc  genti  spedite  per  tucire  in 
campo,  i  piaciuto  al  Signor  nostro  di  mettcrne  avanti  un  ntwvo  trattato  dipace;  et  non  volendo 
noi  ad  alcuna  nostra  particolarita  haver  Tocchio,  hoggi  siamo  venttti  con  li  nostri  colligati, 
adhercnti,  raccomandati,  complici,  seguaci  a  buona  et  tranquilla  pace  con  la  illustrissima  20 
Signoria  di  Venetia  et  tutti  li  sttoi  confederati,  della  quale  speriamo  ne  debba  seguire  buon 
frutto  a  tutta  V Italia  et  a  tutta  la  Cristianitade.  Della  qtial  cosa  abbiamo  voluto  awisarnc 
V.  Rev,  Sig.  et  le  magnificenze  vostre  come  certi  che  ne  prenderanno  piacere  et  consolatione, 
s\  per  1'amor  che  ne  portano,  come  anche  per  lo  bene  comune  di  tutta  F Italia. 

Dl  Lodi,  11  dl  8  aprUe  1454.  25 

Francksco  Sforza  Visconti 

duca  dl  MUano,  di  Pavia,  d'Anglerla  conte 
e  tignor  dl  Cremona. 

p.  166  A  di  20  di  aprile,  che  fu  il  sabato  santo,  fu  finito  di  fabricare  il  luogo  del   battesimo 

della  chiesa  di  san  Pietro,  nella  capella  di  san  Bartolomeo   hoggidi;  la  prima   creatura   che  30 
fosse  battezzata  nel  nuovo  battesimo   fabricato  fu   una   figliola  di  Jacomo   Quattro  e   mezzo 
e  fu  chiamata  Francesca. 

Parimente  alli  23  d'aprile,  il  martedi,  vengono  in  Bologna  lettere  delli  aignori  Fiorentini 
al  senato  di  Bologna,  awisandoli   della  pace   fatta   col  re  di  Napoli,   Venetiani   et  duca   di 
Milano;  et  il  corriero  fu  vestito  di  scarlatto  con  Tarme  sopra  delle    dette  vesti  del  legato,  35 
Fiorentini,  Sanesi  et  del  popolo  di  Bologna.     II  tenore  delle  lettere  era  tale: 

Magnifici  signori  et  fratelli  et  amici  carissimi. 

Per  divina  inspiratione,  il  che  sia  felice  et  fausto,  la  pace  fra  il  serenissimo  re  cfAragona  et 
l'iUustre  dominio  Veneto  et  Villttstre  signor  di  Milano  et  la  nostra  communith  et  colligati  del- 
Vuna  et  Valtra  parte,  e  conclusa  il  dt  8  del  mese  presente.     ^uesto  Vabbiamo  voluto  signtficare  40 
alie  Magnificenze  vostre,  acciochh  £sse  di  tanto  bene  et  di  tanta  allegrezza  sieno  partecipe  et  non 
si  maraviglino  della  nostra   tardanza,  nta   piu  tosto  pensino  cih  esser  stato  fatto  a  btton  fine. 

Di  Fiorenza,  18  apriie  1454. 

Priori  deU'arti,  confalloniere  di  giustitia  del  popolo 

et  comune  di  Fiorenz&i  45 


[A.  1454]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  147 

Fu  per  la  detta  pace  fatta  in  Bologna  grandissima  festa. 

Alli  26  d'aprile  ^  avvisato  il  senato  come  Jacomo  Piccinino,  per  esser  sehza  soldo,  haveva 
disegnato  di  passare  sul  Bolognese  et  travagliare  la  cittk  per  vendicarsi  della  presa  di  Fran- 
cesco  il  fratello;  laonde  il  senato  crea  ambasciatori  a  varii  signori  d'Italia  per  intendere 
5  quale  fosse  la  lor  mente  intorno  a  questo  fatto.  Et  cosi  elessero  Nicoloso  Poeta  per  andare 
a  Milano  al  duca,  Ludovico  Caccialupi  a  Fiorenza,  Virgilio  Malvezzi  a  Venetia,  Jacomo 
Ingrati  a  Roma;  li  quali  andati  et  esposte  le  loro  ambasciarie  alli  detti  signori,  gli  fu  risposto 
che  essi  non  erano  in  cosa  alcuna  conaapevoli  et  che  il  conte  Jacomo  era  licentiato  et  era 
in   sua  liberta  et  che  essi  Bolognesi  come  savi   farebbono  bene  a  provedere  alli   loro   casi; 

10  et  con  simile  risposta  addietro  se  ne  ritomaro. 

Era  Santi  Bentivoglio  venuto  in  grandissima  riputazione,  non  tanto  fra  li  cittadini  di 
Bologna,  ma  anche  presso  li  signori  dTtalia,  che  era  cosa  maravigliosa.  Et  stando  in  questa 
felicita,  si  deliber6  di  pigliar  moglie,  a  cui  fu  offerta  Ginevra  fanciuUa  di  12  anni  figliola 
naturale  di  Alessandro  da  Cudignola  fratello  del  duca  Francesco  Sf orza,  signore  di  Pesaro ; 

15  et  conchiuso  il  detto  parentado,  si  diede  Tordine  di  condurla  da  Pesaro  a  Bologna.  Et  cosl 
alli  9  di  maggio,  il  giovedi,  si  partirono  a  quest'effetto  gl' inf rascritti  cittadini,  ciofe:  Achille 
Malvezzi  cavaliere  di  nostra  Donna  del  Tempio,  Nicolo  Sanuti  cavaliere,  Cristoforo  Caccia- 
nemici  cavaliere,  Battista  da  Castel  San  Pietro  dottore,  Gasparo  dalla  Renghiera  dottore, 
Polo  della  Volta  dottore  et  cavaliere,  Pietro  Antonio  Paselli  dottore  et  cavaliere,  Gherardo 

20  di  Crestino,  Francesco  Bevilacqua,  Giovanni  Guidotti,  Giovanni  Felisini,  Bartolomeo  Castelli, 
Giovanni  Benedetto  de'  Barbieri,  Bartolomeo  de'  Magnani  da  San  Giovanni;  questi  andarono 
con  75  cavalli   alla  volta  di  Pesaro. 

Frattanto  Santi  Bentivogli,  per  honorare  le  nozze,  havendo  invitato'  la  signoria  di  Vene-       a /«? 
tia,  il  duca  Francesco  signore  di  Milano,  il  marchese  Borso  signor  di  Ferrara,  il  signor  Astorre 

25  di  Faenza,  li  signori  Fiorentini,  li  signori  Sanesi  et  altri  signori  assai  baroni  et  gentilhuomini 
forestieri  et  terrieri  et  gentildonne,  le  compagnie  delle  arti,  tutte  le  castella  et  le  ville  sog- 
gette  alla  cittk  di  Bologna,  ordin6  gli  scalchi  generali,  a'  quali  apparteneva  la  cura  della  festa, 
et  furono  questi,  cio^:  Virgilio  di  Gasparo  Malvezzi,  Carlo  d'AIamano  Bianchetti,  Giovanni 
di  Lodovico   dalFArmi,  Jacomo   di   Pellegrino  Ingrati,  Jacomo  di  Antonio  dal  Lino,  Pietro 

30  d'Andrea  del  Purgo.  Ordin6  anche  altri  36  scalchi  per  servitio  delle  tavole  consignandoli 
quattro  servitori  per  ciascuno,  li  quali  scalchi  dovevano  portare  la  divisa  bentivolesca  nelle 
calze  et  havere  le  vesti  di  veluto  verde  ad  un  istesso  taglio,  con  ricami  et  perle  et  li  servi- 
tori,  le  vesti  di  drappo  di  seta  con  la  divisa  in  piede;  et  li  scalchi  furono  questi:  Hercole,  Pir- 
rho  di  Gasparo  Malvezzi,  Mattheo  di  Carlo  Malvezzi,  Giovanni  di  Musotto  Malvezzi,  Bonifacio 

35  di  Alemano  Bianchetti,  Jacomo  di  Ludovico  Bentivogli,  Antonio4i  Battista  Magnani,  NicoI6 
di  Giovanni  dal  Calice,  Lodovico  di  Giovanni  di  Zelino,  Antonio  di  Sinibaldo  Cathanio,  Polo 
Antonio  di  Lionardo  Castelli,  Francesco  di  Giovanni  dalle  Armi,  Matteo  di  Jeronimo  Bolo- 
gnetti,  Francesco  di  Jacomo  Ingrati,  Filippo  di  Ludovico  Mangioli,  Bonifacio  di  Bartolomeo 
de'  Vitali,  Ludovico  di  Gasparo  Bargellini,  Ludovico  di  Battista  da  Castel  San  Piero,  Cac- 

40  cianemici  di  Nicol6  Caccianemici,  Ludovico  de'  Crescenti  dal  Poggio,  Giovanni  di  Lodovico 
de  Monterentio,  Jacomo  di  Maso  de'  Montecalvi,  Antonio  di  Giovanni  Inglese  de'  Tomari, 
Bartolomeo  di  Zono  dalla  Volta,  Ludovico  di  Zono  dalla  Volta,  Antonio  di  Andrea  di  Fuzzo, 
Bartolomeo  di  Dionisio  di  Castello,  Fillippo  di  Bagarotto  de'  Bianchi,  Carlo  di  Melchiore 
Bargellini,  Nicol6  di  Pietro  Aldrovandi,  Giovanni  di  Antonio  de'  Monterentii,  Tomaso  di  Gio- 

45  vanni  Mezzovillani,  Antonio  di  Gulielmo  Conforti. 

Ordin6  parimenti  tutti  graltri  ufficiali,  credenzieri,  accettatori  de'  presenti,  distributori 
delle  cose  necessarie  al  vivere  et  altri  simili,  secondo  che  richiedeva  Tapparecchio  di  tanta 
gloriosa  festa.  Circa  gli  addobbi  fu  fatta  una  piazza  innanzi  la  casa  di  Sante  Bentivogli 
et  fra  le  case  de'  Campanacci  et  di  Jacomo  dal  Lino,  et  per  farla  maggiore,  si  gitt6  per  terra 

50  una  casa;  1a  qual  piazza  tutla  fu  di  asse  solata,   coprendola  di  un   padiglione  di  altezza  di 


U8  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [▲.  1484] 


piedi  50,  Berrata  d'ogni  intorno  di  asse  et  coperta  di  panni  di  arazzo  fatto  alla  diviaa  de' 
Bentivogli  con  le  corde  dorate  et  omate  di  stelle  d'oro,  Nel  mezzo  poi  di  detta  piazza  era 
fabricato  uno  arbore  alto  50  piedi,  che  sosteneva  il  sudetto  padiglione,  et  intomo  a  quello 
eravi  una  lumaca  per  la  quale  si  saliva  piedi  15  ad  un  palco  a  modo  di  renghiera  dove  li 
suonatori  sedere  dovevano,  et  era  tutto  lavorato  con  fogliami  d'oro  et  ornato  di  bellisaimi  5 
panni  iigurati ;  et  sopra  detto  palco  eravi  con  maestrevole  arte  acconcio  un  picciolo  padiglione 
bianco  con  colombe  bianche  vive,  con  un  ritorto  di  una  ghirlanda  che  cingeva  il  detto 
arbore  insino  airestremitk  di  sopra. 

Dalla  detta  piazza  insino  alla  via  de'  Castagnoli,  era  tutto  quello  spatio  coperto  di  panni 
di  lana  di  vari  colori  et  dai  lati  era  chiusa  con  tele  pure  di  colori  diversi  et  in  capo  la  detta  via  10 
eravi  fabricato  con  grandissimo  artificio  un  portone  omato  di  bellissimi  festoni  con  frutti,  fiori 
et  ghirlandette.  Contro  la  porta  della  casa  di  Santi  eravi  una  bellissima  fonte  cinta  d'ogn'in- 
torao  di  vaghi  arbuscelli,  et  era  tutta  attomiata  pure  di  festoni  con  fiori  et  fmtti  et  aranzi; 
sopra  la  fontana  eranvi  poste  tre  statue  di  stucco  riccamente  addobbate:  la  statua  di  mezzo 
/.  i6i  era  vestita'  et  calciata  di  panni  alla  Sforzesca  e  quelle  dai  lati  erano  vestite  alla  Bentivo-  15 
lesca.  Quello  di  mezo  teneva  per  ciascuna  mano  un  bronzo  et  amendue  gli  altri  una  bel- 
lisaima  coppa  dorata ;  dal  bronzo  destro  ne  usciva  vino  et  andava  a  cadere  nella  coppa  della 
statua  posta  alla  destra,  dal  sinistro  bronzo  poi  usciva  acqua  et  giva  a  cadere  nella  coppa 
della  statua  sinistra.  Poscia  dalla  bocca  della  statua  di  mezzo  ne  usciva  vin  negro  in  tanta 
abbondanza,  che  a  guisa  di  un  mscelletto  correva  per  la  strada,  laonde  in  arbitrio  di  ciascimo  2U 
era  il  bere  o  acqua  o  vino  come  gli  aggradiva.  Inoltre  quivi  anco  si  vedevano  due  bel- 
lissime  credenze  tutte  oraate  di  vasi  d'argento,  cio^ :  bacilli  6  d'argento,  fra  li  quali  ve  n'era 
uno  dorato,  bronzi  9,  vasi  2  grandi,  tazze  75,  quadri  12,  piatti  24,  scutelle  10,  piatti  piccioli  10, 
confettiere  2,  confettiere  otto  dorate. 

Dentro  il  palazzo  vi  era  un  altro  oraamento  pure  di  un  padiglione  posto  nel  cortile  della  25 
loggia  dairhorto,  et  sotto  per  ogni  lato  della  detta  loggia  erano  posti  con  belHssimo  ordine  certi 
panni  azzurri  maestrevolmente  lavorati.  Ora  sotto  la  detta  loggia  erano  apparecchiate  15 
tavole,  et  nella  corte  erano  due  credenze  al  servigio  delle  dette  tavole,  pure  oraate  di  molti 
vasi  d'argento.  II  restante  poi  del  palaggio  era  con  vari  oraamenti  tutto  addobbato,  et  le 
camere  con  letti  con  pretiosi  omamenti  addobbati,  talmente  che  il  tutto  era  un  nuovo  para-  30 
diso.     Furono  disposte  tutte  le  cose  sotto  la  cura  di  quattro  scalchi  generali. 

A  di  29  di  maggio,  il  mercoledl,  a  hore  21  e  mezza,  giunsero  a  Bologna  li  gentilhuomini 
che  venivano  da  Pesaro  insieme  con  la  sposa,  et  entrarono  per  la  porta  di  Strk  Maggiore  con 
grandissimo  trionfo  et  applauso  di  tutta  la  cittk.  Fu  il  via^o  loro  alla  piazza,  poi  per  le 
Oreficiarie,  per  le  Stracciarie  et  d'  indi  a  strk  San  Donato  alla  casa  dello  sposo.  Erano  cbn  35 
la  detta  sposa  14  huomini  et  otto  donne  di  gran  nobiltk  et  riputatione  con  2  trombetti  ac- 
compagnata  da  60  cavalli. 

Questi  sono  i  doni  fatti  a  Santi  Bentivogli  alla  sua  festa  delle  nozze  da'  forestieri: 
II  reverendissimo  cardinale  Bessarione   legato  di  Bologna  don6  24  scatole  di  confetti, 
24  torze  di  cera,  6  pavoni  vivi,  una  corba  di  malvasia.  40 

Borso  da  Este  marchese  di  Ferrara  don6  2  pezze  di  gettanine  carmesine. 
Da  altri  forestieri,  gentilhuomini,  cittadini,  artefici,  contadini,  ville,  castella,  in  somma 
hebbe  Santi  in  dono,  oltre  li  sudetti,  scatole  di  confetti  87,  torze  di  cera  37,  pavoni  vivi  19, 
malvasia  corbe  4,  trebbiano  some  2,  melaranze  2000,  storione  fresco  1,  capponi  para  145, 
vitelli  70,  forme  di  cacio  33,  pavoni  10,  spelta  corbe  800,  formagio  fresco  forme  400,  vino  45 
corbe  188,  mazzi  cera  di  doppie  39,  marzapani  2,  fasani  10,  polastri  para  109,  uova  2500, 
zuccharini  paniere  19,  salciccia  grossa  doppie  87,  agnelo  1,  giuncate  8,  cesta  di  pesce  1, 
gambari  ceste  2,  capretti  592,  bicchieri  d'argento  dorati  1,  tazze  d'argento  27,  bronzi  d'ar- 
gento  3,  bacili  d'argento  1,  bacili  d'ottone  5,  cortelliera  con  27  cortelli  fomiti  d'argento  1, 
ducati  447,  danari  di  lire  di  picchioni  scudi  100,  grano  corbe  406,  fieno  carra  1,  usciali  di  razza  2,  50 


,  [A.  1454]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  149 

tovaglie  3,  panno  di  scarlato  1,  panno  di  razza  1,  paniere  argentate  30,  bastoni  da  schalchi  49, 
taglieri  1000,  legne  grosse  carra  64. 

Nomi  di  quei   che   presentorono  Santi  Bentivogli:   il  tesoriero  di  Bologna  una  soma  di 
trebbiano;  Simone  da  Belvedere  una  soma  di  melaranze;  Andrea  di  Sicilia  dui  bacili;  Nicol6 

5  Bonacorsi  da  Ferrara  uno  storione  fresco;  Giovanni  di  Anania  un'  becchiero  d'argento  co-       p-  '69 

perto  tutto  dorato;  Rafaele  da  Pistoja  contestabile  de  fanti  6  para  capponi;  Marino  da  Bri- 

sighella  4  para  di  capponi;  il  Forte  dalla  Ripa  da  Pistoja  4  para  di  capponi;  Jacomo  de'  Giobili 

4  vitelli  et  otto  forme  di  cascio;  Biasio  Magnani  da  Rheggio  10  forme  di  cascio,  2  pavoni. 

Seguitan  li  presenti  de'  cittadini  bolognesi:  Giovanni  Felicini  30  corbe  di  spelta,  Frigerino 

10  Savenanzi  20  corbe  di  spelta,  Bornino  de'  Bianchi  6  pavoni,  Azzo  da  Quarto  una  vassella  di 
vino  bianco  di  corbe  7,  don  Giovanni  Prieti  da  San  Mamolo  un  vassello  di  vin  bianco  corbe  7, 
Jacomo  Ferari  da  Crevalcore  4  pavoni  vivi,  Alberto  Albergati  40  corbe  di  spelta,  Ludovico 
Bentivogli  cavaliere  15  corbe  di  spelta,  Bartolomeo  di  Mino  de'  Russi  5  tazze  d'argento, 
Francesco  Calonici  5  pavoni  vivi,   Antonio   da   Pratovecchio  2  bronzi   et  2   bacili   d'ottone, 

15  Andrea  da  Manzolino  12  corbe  di  spelta,  Vincenzo  dalle  Paleotte  10  corbe  di  spelta,  Jacomo 
Marsigli  un  vitello  et  25  corbe  di  spelta,  Francesco  Gualfarda  da  San  Giovanni  20  corbe  di 
spelta,  Jacomo  di  Gabriele  Lupari  4  scatole  di  tragia  et  4  mazzi  di  doppie  di  cera,  Barto- 
lomeo  di  Polo  merzaro  14  corbe  di  spelta,  Jacomo  Orsi  10  corbe  di  vino  bianco,  Riccio 
dagli  Dadi  3  para  di  capponi,  Urbano  dalla  Fava  12  corbe  di  spelta,  Giovanni  dairArme  12 

20  para  di  capponi,  Petronio  Musotti  7  para  di  capponi,  Lodovico  de'  Bianchi  18  corbe  di 
spelta,  Guidalotto  Maggi  e  Battista  degli  Otto  2  usciali  di  razza,  Antonio  Canloffo  2  scatole  di 
tragia  et  un  mazzo  di  doppie  di  cera,  Giovanni  di  Onuffrio  dai  Bicchieri  un  vitello,  Musetto 
giudeo  con  gli  altri  giudei  1  bacile,  1  bronzo  dorato,  8  scatole  di  tragia,  2  marzapani,  otto 
torchi  di  cera  et  2  mazzi  di  doppie  di  cera,  Lodovico  dalla   Renghiera  10  corbe  di  spelta, 

25  Bartolomeo  Buonzanino  10  corbe  di  spelta,  Marchione  da  Moglio  2  vitelli,  Bartolomeo  Er- 
colani  2  scatole  di  tragia,  due  torzi  et  un  mazzo  di  doppie  di  cera,  Pietro  Magnani  2  pavoni 
vivi,  8  corbe  di  spelta,  Giovanni  Bolognetti  et  fratelli  10  corbe  di  spelta,  Matteo  de'  Nobili  et 
compagni  due  vitelli,  20  corbe  di  spelta,  Jacomo  dalla  Renghiera  due  scatole  di  tragia,  An- 
tonio  di  Mino  Scordova  un  vitello,  Carlo  Malvezzi  due  vitelli,  Jacomo  de'  Grassi  9  capponi, 

30  Galeazzo  Marescotti  4  carra  di  legna  grosse,  Marco  Aldrovandi  2  scatole  di  tragia  et  un 
mazzo  di  doppie  di  cera,  Mosfe  giudeo  due  pavoni,  Andrea  di  M.  Geno  2  scatole  di  tragia, 
4  torchj,  2  mazzi  di  doppie  di  cera,  Gabriele  Poeti  4  scatole  di  tragia,  4  torchi  et  due  mazzi 
di  doppie  di  cera,  Pietro  dal  Purgo  un  vitello,  Crescentio  da  Poggio  due  forme  di  cascio, 
2  fagiani  vivi,  Baldesserra  Maltachedi  10  corbe  di  spelta  et  l  vitello,  Nascimbene  Maranini 

35  et  fratelli  8  corbe  di  spelta,  Cristoforo  Ariosti  10  corbe  di  vino  et  un  vitello,  Buo'  Martino 
macinatore  8  corbe  di  spelta  et  un  vitello,  dacieri  del  vino  32  para  di  pollastri,  8  para  di 
capponi,  Giovanni  Piatesi  50  corbe  di  spelta,  Luca  Dolfi  et  fratelli  8  capretti,  4  para  di  cap- 
poni  et  40  para  di  pollastri,  Azzolino  da  Quarto  6  scatole  di  tragia  et  6  torchj  di  cera, 
suore  di  Sant'OrsoIa  una  paniera  grande  di  zuccarini  et  una  tovaglia  vergata,  Antonio  dalla 

40  Volta  2  vitelli,  14  para  di  poUastri,  10  para  di  capponi,  4  scatole  di  confetti,  2  mazzi  di 
doppie  di  cera,  Giovanni  Pasi  un  vassello  di  vino  bianco  di  corbe  6  et  otto  para  di  capponi, 
Matteo  Gassandini  2  scatole  di  confetti,  2  mazzi  di  doppie  di  cera,  Grazia  di  Merigo  6  scatole 
di  confetti,  Francesco  dairArme  una  confettiera  d'argento,  Giovanni  Antonio  Scariotti  5  sca- 
tole  di  confetti,  otto  torchj  di  cera  et  dui  mazzi  di  doppie  di  cera,  Fabricio  beccaro  10  para 

45  di  capponi,  20  para  di  pollastri,  8  para  di  piccioni,  500  uova,  Giorgio  Paselli  6  carra  di  le- 
gna,  Bernardino  Muletti  2  scatole  di  tragia  et  due  torze  di  cera,  Virgilio  Malvezzi  4  pani  di 
zuccaro  fino,  4  scatole  di  confetti,  2   maz'zi  di  doppie  di  cera,   4  torchj  di  cera,  3  para  di       /.  no 
fagiani,  1000  melaranze,  Nicol6  Budriolo  2  scatole  di  confetti,  2  mazzi   di   doppie  di  cera, 
Rigo  Orsi  2  scatole  di  trsigia  et  2  mazzi  di  doppie  di  cera,  Valdesserra  Lupari  una  confet- 


31.  nelVoriginale:  mazzzo 


150  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1454] 

tiera  d'argento  dorata,  Paricello  da  San  Pietro  2  capretti,  2  paniere  di  bracciatelle,  1'abbate  di 
Monzone  7  capretti,  Sandro  di  Donato  Veluti  72  fiaschi  di  trebbiano,  Bartolomco  dalla  Croce 
due  scatole  di  confetti.  Carlo  Bianchetti  3  doppieri  di  cera,  3  pani  di  zuccaro  fino,  Pietro 
dalla  Testa  3  scatole  di  confetti,  Bartolomeo  Zenzifabbri  dui  torchj  di  cera,  Bartolomeo  Ma- 
rescalchi  2  scatole  di  tragia,  Tomaao  dalle  Agocchie  beccaro  6  corbe  di  vino  bianco,  Matteo  5 
di  SilveBtro  lanarolo  2  tovagUe  in  uccellata  da  tavola,  Polo  Conti  lU  para  di  capponi,  Gio- 
vanni  da  Saii  Gervasio  et  Alberto  et  Nicol6  fornaro  i  1  paniere  dl  bracciatelle,  Bartolomeo 
Marchesi  fomaro  una  zerla  di  bracciatelle,  Suore  Convertite  2  paniere  di  bracciatelle. 

Seguitano  li  presenli  fatii  dalle  compagnie  di  Bologna:   la  compagnia   del   combio    100 
ducati  d'oro;  la  compagnia  de'  fabbri  8  pavoni,  una  cortelliera  con  26  coltelli  forniti  d'argento   In 
et  dorati,  2  tazze  di  argento,  100  lire  di  picchioni  et  tanto  ferro  che  per  la  feata  si  opr5  di  va- 
luta  di  lire  403;  compagnia  de"  notari  150  ducati;  compagnia  de'  mastri  de  legnami  20  ducati 
d'oro  et  300  opere  a  lavorare  per  la  festa;  compagnia  de'  brentadori  12  corbe  di  vino  bianco; 
la  compagnia  delle  4  arti  30  paniere  argentate  et  49  bastoni  da  scalchi  dipinti  a  livrea;  com- 
pagnia  de'  muratori  12  ducati  d'oro;  compagnia  delFarte  della  lana  una  pezza  di  panno  ro-  15 
sato;  la  compagnia  de'  salaroli  12  forme  di  cascio,  47  gavette  di  salciccia  grossa,  tre  vitelli, 
400  libbre  di  cascio  fresco;  compagnia  de'  barbieri  12  scatole  di  confetti,  2  mazzi  di  doppie  di 
cera,  8  torchj  di  cera;  compagnia  degli  orefici  50  corbe  di  spelta,  un  vitello;  compagnia  de' 
beccari  im  vitello,  un  bacile,  un  bronzo,  sei  tazze,  ogni  cosa  d'argento ;  compagnia  de'  calzo- 
lari  un  cereo  con  40  bolognini  d'oro;  compagnia  de'  pellacani  8  tazze  di  argenlo,  4  scatole  di  20 
confetti;  compagnia  de'  stracciaruoli  80  bolognini  d'oro;  compagnia  de' mugnai  40  corbe  d: 
spelta;  compagnia  de'  sarti  20  ducati  d'oro;  compagnia  de'  merzari  un  panno  di  arazzo  figurato. 

Seguitano  li  doni  fatti  dalle  castella  et  dalle  ville :  il  castello  di  Cento  3  corbe  et  mezzo 
di  malvasia,  2  vitelli,  hortolani  di  stra  San  Donato  tre  vitelli,  il  Borgo  Panigale  10  corbe  di 
vino  bianco,  Argelk  un  vitello,  14  corbe  di  spelta,  Castello  de'  Britti  una  vassella  di  vino  bianco,  25 
la  capella  di  Casaglia  un  vitello,  ZoIIa  Predosa  4  carra  di  legna,  Budrio  61  corba  di  spelta, 
2  vitelli,  11  para  di  capponi,  Casalecchio  de'  Conti  un  vitello,  Poleseno  da  Sira  un  vitello, 
Varignana  2  vassella  di  vino  bianco,  36  corbe  di  spelta,  2  vitelli,  10  carra  di  legna,  Beverara 
un  vitello,  Tomba  de'  Bentivogli  un  vitello,  2  capretti,  un  agnello,  borgo  delle  Lame  5  ca- 
pretti,  le  Tavernelle  4  capretti,  San  Martino  un  vitello,  2  gioncate,  Savigno  20  para  di  cap-  Mi 
poni,  Fraseneda  6  capretti,  Sassuni  6  para  di  capponi,  Quarto  di  sotto  un  vitello,  Gavasetto 
un  vitello,  Manzolino  nove  corbe  di  vino  bianco,  Piumazzo  3  vitelli,  Monteveglio  9  capretti, 
Sant'Agatha  16  corbe  di  spelta  et  3  vitelli,  Sassonegro  8  capretti,  Medicina  2  vitelli,  20  corbe 
di  spelta,  Baggiano  10  corbe  di  spelta,  San  Giorgio  di  piano  15  corbe  di  spelta,  Monterentio 
8  capretti,  Castello  Franco  2  vitelli,  14  corbe  di  spelta,  Monte  Budello  4  capretti,  Galliera  35 
un  vitello,  Serravalle  10  capretti,  Samoggia  2  scatole  di  tragia,  2  doppieri  di  cera,  San  Ve- 
nanzo  2  vitelli,  San  Vincenzo  1  vitello,  la  Pieve  di  Cento  15  fiaschi  di  malvasia,  16  corbe  di 
>.  nt  spelta  et  un  vitello,  Mon'tasego  4  capretti,  Vedeghfe  5  capretti,  Vergato  6  capretti,  Scanello 
6  capretti,  Monzone  12  capretti,  Gesso  10  capretti,  Bargi  12  capretti,  Cassano  4  capretti, 
Montefredenti  8  capretti,  Monchidolo  6  capretti,  bastia  di  Co'  de'  Ronchi  17  capretti,  Toledo  40 
6  capretti,  Liano  12  capretti,  Capugnano  un  vitello,  Trassera  4  capretti,  Creda  8  capretti, 
Quarto  di  sopra  un  vitello,  San  Giovanni  in  Persicetto  100  corbe  di  spelta,  il  commune  da 
Valle  10  capretti,  Bisano  otto  capretti,  Longnole  6  capretti,  Ceriglio  6  capretti,  Eltedo 
4  vitelli,  Preda  Colora  8  capretti,  Lisano  8  capretti,  Marano  1 1  para  di  capponi,  Bagnarola 
15  corbe  di  spelta,  Baragazza  8  capretti,  MalfoUe  5  capretti,  Ciagniano  4  carra  di  legna,  45 
Sasso  Molaro  5  capretti,  Cazzano  10  capretti,  Casale  Fiuminese  26  capretti,  Sanguineda  due 
cavrezzi,  Casi  1 9  capretti,  Crovara  d'  Imola  3 1  capretti,  2  para  di  capponi,  Camugnano  8  ca- 
pretti,  Casola  sopra  Sira  3  capretti,  Poggio  Lambertini  3  vitelli,  Minerbio  2  vitelli,  Vezo  8  ca- 


43.  Elt«do]  nelforiginale  &  Tedo 


[A.  1454]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  15 1 

pretti,  Ozano  un  legnaro  di  legna,  Castel  del  Vescovo  un  legnaro  di  legna,  Labante  50  libre 
di  cascio,  Camarolo  6  capretti,  Pizzano  8  capretti,  Gazo  un  vitello,  Castello  San  Piero 
una  vassella  di  vino  bianco,  Roffeno  400  taglieri  d'asaro,  Villa  della  Crovara  19  carra  di 
legne,  un  carro  di  lauro  et  rosmarino,  Stiphonte  6  carra  di  legna,  Monsangiovanni  6  ca- 
5  pretti,  Rocca  di  Pediano  24  capretti,  Belo  19  capretti,  Castiglione  de'  Gatti  4  capretti,  Verzone 
et  Vigmignano  10  capretti,  Agliano  6  capretti,  Monte  Chiaro  6  capretti,  San  Martino  in 
Soverzano  8  capretti,  San  Giovanni  in  Triario  12  capretti,  Crespellano  10  corbe  di  vino  bianco, 
San  Rufello  un  vitello,  Castel  Guelfo  2  vitelli,  Canedolo  4  capretti,  Sassiglione  3  vitelli, 
Viadagola  un  vitello,  Olivedo  10  capretti,  Garnaglione  10  capretti,  un  sacco  di  formaggi, 
10  Belvedere  8  capretti,  3  sacchi  di  cascio,  200  taglieri,  3  para  di  capponi,  Fagnano  28  capretti, 
4  doppieri,  Rocca  della  Corneda  un  vitello,  Rudiano  5  capretti,  Cadriano  un  vitello,  capella 
degrAlemani  4  torte  bianche,  4  paniere  di  cerase,  Castello  Bolognese  25  ducati  d'oro,  un 
doppiero,  Crevalcore  6  tazze  d'argento,  San  Marino  un  vitello,  l'Arcoveggio  6  torte  bianche, 
Sesto  4  gioncate,  Marzano  2  gioncate,  Badi  e  Sicigata  7  capretti. 
15  Seguono  i  doni  particolari  fatti  da  alcuni  contadini:  Bartolomeo  di  Dondino  una  corba 

di  malvasia,  Piccino  da  Verzuno  2  capretti,  Baccio  de'  Danielli  una  cesta  di  pesce,  Gulielmo 
da  Vedrana  2  capretti,  Bartolo  dal  Poggio  di  Massumatico  3  forme  di  cascio,  Piero  Bergamo 
da  Orbizzano  1  paro  di  capponi,  Pietro  da  Montebudello  2  capretti,  Pellegrino  dal  Vergato 
2  forme  di  formaggio,  Piero  Bevilacqua  2  ceste  di  gambari,  Appolinare  da  Sorbano  2  ca- 
20  pretti,  2  para  di  capponi,  Francesco  da  Valle  un  capretto,  Giovanni  di  Vignola  4  capretti, 
il  mugnaio  de'  Russi  6  capretti,  Jacomo  Menghetti  da  San  Giovanni  10  corbe  di  spelta, 
Nicolo  Buso  da  San  Giovanni  10  corbe  di  spelta,  Antonio  di  Guiduccio  2  capretti,  Giovanni 
di  Matteo  da  Piano  2  capretti,  Polo  di  Rigo  da  Piano  2  capretti,  Bertono  da  Cavanelle  1  ca- 
pretto,  don  Lombardo  da  Sant'Agatha  4  capretti,  Giovanni  Zimaboni  6  capretti,  Domenico 
25  Riccuccio  da  Marano  1  carro  di  legna,  Giovanni  Folegna  2  capretti,  Francesco  da  Viggiano 
2  capretti,  Domenico  di  Andriolo  un  capretto,  GiUno  Panzachia  5  capretti,  Ramazotto  e  suoi 
amici  2  vitelli,  Jacomo  Mongardo  un  capretto,  Antouio  Musselini  da  Moglio  9  para  di  piccioni, 
Jacomo  detto  il  Putto  da  Moglio  2  capretti,  Anlonio  di  Tiolo  2  capretti,  Gabriello  Benini 
2  para  di  capponi,  Jacomo  di  Simone  2  capreiti,  Polo  da  Sulisano  un  capretto,  Giovanni 
30  Tolomei  un  capretto,  Mazzone  da  Casale  10  para  di  capponi,  Jacomo  Brozzo  3  para  di  pol- 

lastri,  Zanotto  da  Valle  un  capretto,  Bettino  da  Capugnano  4  capretti,  Ca'puano  da  Monte-       p.  n» 
rentio  4  capretti,  Pietro  Testa  d'Anzolla  2  fagiani  vivi. 

Vengono  nuove   in  Bologna  che  il  Turcho  ha  fatto  pace  con   1' illustrissima   signoria  di 
Venetia  et  che  fra  di  loro  havevan  capitolato. 
35  A  di  27  maggio,  il  lunedi,  si  comincio  a  gettare  per  terra  la  chiesa  di  san  Donato  avanti 

la  casa  di  Ludovico  Mangioli  in  strk  San  Donato,  et  poi  fu  rifatta  sul  canto  della  via  vicino 
li  Crescenti  da  Poggio  et  in  breve  fu  finita  et  stabilita. 

A  di  16  di  giugno,  la  domenica,  il  senato  di  Bologna  havendo  notitia  che  fra'  Venetiani, 
il  duca  di  Milano  et  Fiorentini  si  praticava  di  far  lega,  manda  due  ambasciatori  a  Venetia, 
40  cio^ :  Virgilio  Malvezzi  et  Jacomo  Ingrati,  li  quali  andarono  et  furono  amorevolmente  accolti 
et  acc£u:ezzati  et  ottennero  gratiosamente  tutto  quello  che  desideravano. 

A  di  17  di  giugno,  il  lunedi,  suirora  del  vespro,  cade  dal  cielo  una  grandissima  tempesta, 
la  quale  affatto  dannegia  i  formenti,  le  spelte,  fave  et  uve;  et  questa  rovina  cominci6  nel 
contado  di  Verona  et  danneggi6  circa  un  terzo  del  detto  contado,  poi  si  stese  sul  Mantovano 
45  e  venne  sopra  il  Po  et  d'indi  dietro  il  castello  di  Cento  e  della  Pieve  et  in  molti  luoghi 
fu  senza  acqua.  Nel  Bolognese  grinfrascritti  luoghi  furono  danneggiati,  ciofe:  Cento,  Pieve, 
Runchi  d'Argele,  Argelata,  San  Giorgio  dal  lato  di  sopra,  Sala  Pozetta,  Stiatico,  Spiso,  la  Ve- 
dea,  Coloredo,  Santa  Maria  in  Doni,  Castagnolo  Maggiore,  Salese,  Sabbione,  Cadriano,  Quarto 
di  sotto,  Marano,  Fiesso,  Ozano,  Varignana,  Liano,  Fraseneda,  Vidriana,  Monte  Caldarara  et 
50  altri  assai  luoghi,  et  pas86  insino  alle  confine  de'  Fiorentini.    Ma  non  solo  fu  questa  tem- 


152  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lAA.  1454-U55j 


pesta,  ma  anche  molte  altre  le  quali  fecero  gran  danno  in  tutti  i  luoghi  et  generarono  carestia. 

A  d)  5  di  settembre,  il  giovedi,  a  hore  15  e  mezzo,  viene  la  nuova  in  Bologna  come  la 
detta  lega  era  fatta  et  conclusa,  et  alll  b,  il  venerdi,  giunse  un  corriere  de'  Fiorentini  con 
lettere  che  significavano  la  confirmatione  della  detta  lega,  et  il  senato  /ece  vestire  il  detto 
noncio  tutto  di  rosato  con  l'arme  della  signoria  di  Venetia,  del  duca  di  Milano,  de'  Fioren-  5 
tini  et  del  popolo  di  Bologna  et  con  trombe  et  piffari  fu  cOndotto  per  tutta  la  cittk  con 
trionfl  et  allegrezze. 

A  di  9  di  settembre,  il  lunedl,  gli  ambasciatori  che  andarono  a  Venetin  ritomano  a  Bolo- 
gna  con  le  nuove  della  lega. 

In  questi  giomi  U  senato  fa  fare  li  traversi  di  muro  nelle  fosse  della  citt^  per  contenervi  10 
Tacqua,  quando  vi  fe  mandata,  per  esser  alcune  fosse  alte  di  fondo  et  altre  basse.  Fu  daU 
questa  cura  di  farli  fabricare  a  Filippo  di  M.  Gasparo  Bargellini  et  a  Jacomo  CaBtelli  confalo- 
niere  di  giustitia ;  et  accioch6  egli  potesse  dare  il  compimento  a  tal  lavoro,  f ece  una  tassa  sopra 
tutti  li  cittadini,  artegiani  et  fuorestieri  habilanti  nella  citt^,  secondo  che  l'hone8t^  richiedeva, 
sendo  la  maggior  posta  di  detta  tassa  lire  tre  et  la  menore  soldi  20.  Ma  rendendosi  difficile,  15 
al  pagare  mormoravano  et  si  querelavano,  al  che  il  confalloniere  volendo  ostare,  ragun6 
insieme  tutti  li  fomari  della  cittk  et  gli  vieta,  sotto  pena  di  dieci  lire,  non  debbino  cuocere 
pane  a  niuno  senza  sua  liceiiza;  et  datogli  il  giuramento  di  osservare  il  suo  commandamento, 
gli  licenti6.     Laonde  per  questa  simil  cosa  furono  tutti  forzati  a  pagare  le  dette  tasse. 

II  confaloniero  di  giustitia  Filippo  Bargellini  fa  fabricare  una  bellissima  casa  nel  Borgo  20 
Nuovo.     Parimenti  si  farmo  molti  altri  beilissimi  edifici,  et  fra  g^altri  ne'  Vignacci  si  fabrica  il 
palaggio  di  Virgilio  Malvezzi,  et  Galeazzo  Marescotto  da  Santa  Margarita  ne  f a  fabricare  un  altro. 
/.  /7j  II  pontefice  per  un  suo  breve  concede  a  Giovanni  di  Jacomo  gik  di  Ri'naldo  de'  Mangani 

cittadino  bolognese  di  poter  vendere  pane,  vino,  carne  et  cose  simili,  habitando  egli  in  una 
casa  nella  terra  di  Castello  del  Vescovo  diocesi  di  Bologna,  essendoli  stata  concessa  per  prima  25 
dal  senato  di  Bologna  et  confirmata  dalla  fel.  mem.  di  Eugenio  papa  IV  '  suo  precessore, 
gik  anco  concessa  a  Gasparino  suo  padre;  et  questa  concession  si  estende  anco  alli  heredi 
et  successori  in  perpetuo  pagando  alla  sede  apostolica  solamente  5  ducati  per  ciascun  anno, 
facendolo  con  li  heredi  libero  da  ogni  datio  gabelle  ordinarie  et  estraordinarie  o  miste, 
non  ostante  statuti,  ordinationi  o  altra  cosa  in  contraria  fatta  nella  cittk  di  Bologna.  30 

Que8t'anno  diede  cattivo  ricolto  di  pane,  di  vino  et  generalmente  di  ogni  cosa:  fu 
abbondanza  di  castagne;  valse  il  grano  soldi  38,  il  vino  meschiato  soldi  18  insino  a  24,  il 
vino  puro  valse  soldi  40  et  jl  vino  vecchio  soldi  50. 

In  que8t'anno  fu  fatto  il  capello  sopra  la  campana  deIl'horoIogio  et  coperto  di  banda  dorata. 

Anno  di  Cristo  1455.  —  Sono  creati  li  nuovi  antiani  con  il  confalloniere  di  giusdtia  et  35 
gH  altri  magistrati  secondo  il  solito. 

Alli  2  di  gennaro,  il  giovedl,  occorre  un  caso  notabile  nella  cittk,  quale  fu  che  Giovanni 
di  Stefano  de'  Tuschi,  essendo  iimamorato  di  una  bellissima  giovane,  figliola  di  Stefano  di 
Pietro  Conti,  nezza  di  Pietro  d'Antonio  Macchiavelli  notaro,  egli  piii  volte  la  fece  addiman- 
dare  al  padre  per  moglie,  ma  non  mai  il  padre  della  giovinetta  volle  farne  nulla,  parendogli  40 
non  esser  il  giovane  uguale  al  sangue  et  parentado  della  giovinetta.  Anzi  perch^  egli  tanto 
era  ogni  giorno  importunato  da  Giovanni,  per  libersirsi  dalle  sue  mani,  marit6  la  figliola  a 
Giovanni  di  Rigo  degrOrsi  banchiere.  II  che  inteso  dal  giovine  de'  Tuschi,  molto  ne  resto 
turbato  et  addolorato  et  da  disperatione  spinto,  che  quasi  divenne  forsennato  '•  Laonde  un 
giorao  incontrandosi  con  Giovanni  degrOrsi,  novello  sposo  della  fanciulla,  lo  ferm6  nella  15 
strada  publica  et  gli  disse  farebbe  bene  et  da  savio  a  levarsi  da  quella  impresa  di  pigliiu: 
per  moglie  la  figliuola  di  Stefano,  et  che  se  nol  faceva  per  amore,  gli  giurava  che  giammai 


I 


■  Liir»  de'  Dottori,  foglio  9  *  Libro  tW  Zhttori,  foglio  5 


[A.  1455]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  153 

era  per  goderla  in  pace.     MaravigHatosi  lo  sposo  di  queste  parole  assai  et  adiratosi,  rispose 

che  pensava  di  godersela  al  dispetto  di  chi   non   voleva,  et  di  una  in  altra  parola   venendo 

amendue  alle  mani,  se  non  vi  si  traponevano  alcuni  fra   di  loro,  ne  riusciva  qualche  strano 

scherzo.     Partiti  adunque,  amendue  andarono  pieni  di  sdegno  alle  loro  case.     Ora  Giovanni 

5  de'  Tuschi  non  trovando  al  cuor  suo  nfe  pace,  nfe  quiete,  molte  cose  si  awolgeva  per  il  capo, 

et  fra  le  molte  cose  ch'ei  contra  la  sposo  pens6,  una  fu  questa,  di  volerli  dar  morte  insieme 

con  la  sposa.     Laonde  disposto  a  questo  scelerato  pensiero,  un  giomo   compr6    12  tordi   et 

gli  aveleno,  poi  chiamato  un  portarobba   glieli   diede,   acciochfe  egli   gli   portasse   a  casa  di 

Pietro   Macchiavelli   ove   era   la   sposa,  et   gVimpose   che   gli   consegnasse   alla   detta   sposa 

10  con  dirle  che  lo  sposo  gli  le  mandava  et  che  voleva  venir  seco  a  cena.     II  semplice  porta- 

tore  fece  a  pieno  Tambasciata,  dando  gli  uccelli  alla  giovine,  la  quale  di  sua  propria  mano 

gli  acconcio  arrosto,  aspettando  con  gran   desiderio   Tamato  sposo.     Mentre   che  la   cena  si 

poneva  a  ordine,  ecco  che  giunge  lo  sposo,  a  cui  la  madre  della  fanciuUa,  fattasegli  incontro, 

sorridendo  gli   disse:   "  A  che  fine  ne  havete  voi  mandati  li  tordi,  poich^  non  bisognava?„ 

;i  15  Rispose  il   giovane:    "  Et  che   tordi   ho   mandat'io?   Voi   nel   vero   v' ingannate  „ .      "Or   sia 

"  come  si  voglia  „,  disse  la  suocera,  "  gli  goderemo  per  amor  di  chi  ne  li  ha  mandati  „  ;  et  volen- 

':}        dolo  ritenere  seco  a  cena,  non  volle  starvi,  dicendo  havere  alcuni  negoci  importanti  da  spedire 

!  t        et  che  li  perdonasse,  et  cosi  si  parti.     Giunto  Pietro  a  casa,  si  pose  con  tutta  la  sua  fameglia 

'V        a'  tavola  et  cenarono  mangiando  allegramente  li  detti  tordi  senza  alcun  sospetto.     Et  andati 

I'  20  a  dormire,  il  veleno  frattanto  lavorava  in  loro,  et  circa  le  4  hore,  credendonsi  eglino  di  ripo- 

|i        sarsi,  cominciorono  a  dolersi  et  ad  enfiarsi  tutti,  gridando  per  il  gran  dolore   cagionato  dal 

veleno.     Di  che  accortosi   Pietro,  che   men  male  di  tutti   stava,  uscito  dal  letto  per   aiutare 

gli  altri,  trov6  il  cane  che  le  ossa  de'  tordi  haveva  mangiato  morto  sopra  il  pavimento  della 

sala  tutto  enfiato  et  spumoso,  et  imaginatosi  quello  che  era,  tosto  al  meglio  che  puotfe  corse  a 

25  chiamare  Marcanova  eccellente  medico,  che  habitava  nella  casa  delli  Ramponi,  et  lo  condusse 

alla  sua  casa,  raccontandoli  succintamente  il  caso  occorso  et  mostrandoli  il  cane  morto.     II 

buon  medico,  senza  punto  tardare  ricorrendo  alli  rimedi,  gli  fece  vomitare,  et  presto  gli  Iiber6 

dal  pericolo  della  morte  alla  quale  erano  vicini.     Poi  datisi  al  discorrere  chi  potesse   haver 

mandati  li  detti  tordi,   Pietro   cade   in  sospitione  di  Giovanni  de'  Tuschi  et  che  egli  ci6 

30  havesse  fatto  per  le  parole  avanti  dette  allo  sposo,  et  rese  gratie  a  Dio  che  il  suo  perverso 

pensiero  non  haveva   sortito   effetto.     E  la  mattina  seguente  lece  dare  avviso  del   scelerato 

officio  fatto  al  legato  et  al  senato,  per  lo  che  fece  gridare  in  bando  il  detto  Giovanni  Tuschi, 

che  di  gi^  si  era  fuggito,  et  gli  posero  dietro  la  taglia  di  500  ducati  a  chi  vivo  il  pigliava 

et  250  a  chi  ruccideva;  et  se  chi  rammazzava  era  bandito,  se  gli  rimetteva  il  bando  insieme 

35  con  un  altro  a  suo  beneplacito. 

Fu  poi  dal  senato   Stefano  Conti  padre  dello  sposo   con  4  figliuoli  eletti  alla  civilt^  et 

agruffici  di  honore  et  di  utile,  et  mandarono  a  ripigliare  il  confallone  di  Gulino  fratello  di 

Giovanni  de'  Tuschi,  che  era  confaloniero  di  popolo,  et  privarono  Baldesserra  pure  suo  fra- 

tello  del  vicariato  di  Liano  et  il  detto  Giovanni  fu  bandito  del  territorio  di  Bologna,  talmente 

40  che  per  una  sua  amorosa  rabbia  tanti  mali  fece  alla  famiglia  de'  Tuschi. 

Alli  2  di  febbraro,  la  domenica,  viene  in  Bologna  un  corriero  con  lettere  de'  Fiorentini 
che  avvisano  come  alli  26  di  gennaro,  la  domenica,  il  re  d'Arragona  signor  della  Puglia 
haveva  ratificata  la  pace  fatta  del  1454  alli  6  di  settembre  fra'  Venetiani,  il  duca  di  Milano, 
Fiorentini  et  amici  et  colligati  di  tutte  le  parti,  la  qual  lega  si  f ece  per  anni  25 ;  et  si  fece 
45  per  cJ6  gran  festa  in  Bologna  per  tre  giomi  et  con  le  trombe  si  pubHc6  3  volte  alla 
renghiera  delli  signori  antiani, 

A  di  6  di  febbraro,  il  giovedl,  fu  gran  terremoto  nella  valle  di  Rheno,  per  il  quale  molti 
montanari  si  posero  in  fuga,  dubitando  che  fosse  venuta  la  fine  del  mondo,  et  caddero  molte 
case  a  terra. 
50  Dopo  la  pace  fatta  fra  H  prencipi  d'  Italia,  ritrovandosi  il  conte  Jacomo  Piccinino  tigliolo 

! 


P-  r* 


154  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i455i 


gik  di  Nicol6  licentiato  dalli  Venptiani,  et  ensendo  con  li  suoi  noldati  ad  Asola  castello  di 
Brescia,  il  pontefice,  che  era  innamorato  di  haver  Bologna,  8'intende  con  il  detto;  et  anche 
gli  fuorimciti  di  Bologna  vanno  a  sollecitarlo  et  ad  invitarlo  di  passare  nel  territorio  di 
Bologna  per  tentare  sc  li  poteva  introdurre  nella  cittk  et  anche  per  vendicare  gli  oltraggi 
gili  fatti  da'  Bolognesi  a  Francesco  il  fratello  et  a  vendicare  la  morte  di  Battista  Mangiolo 
che  tanto  gli  era  amico. 

Volle  il  Piccinino  aggradire  detti  fuorusciti,  et  accettata  la  impresa,  si  moase  con  Te»- 
sercito  per  passare  aopra  Bologna.  Di  che  awisato  il  senato,  tosto  spediscono  ambasciatori 
alli  prencipi  d'Italia;  et  andati  et  ritornati  con  risposte  comuni,  di  nuovo  alli  14  di  febbraro, 
il  venerdl,  mandarono  per  ambasciatore  Ludovico  Caccialupi  cavaliere  al  duca  di  Milano,  il  10 
quale  giunse  alli  19  di  febbraro,  il  mercoledl,  et  da  parte  del  senato  lo  pregb  a  soUecitare  di 
provedere  a  questo  motivo  del  conte  Giacomo  (il  quale  di  gik  si  poneva  a  ordii.e  per  passare  il 
/.  ns  Po),  dimostrandogli  che  qualunque'  volta  il  pontefice  ottenesse  Bologna  a'  suoi  voti,  gli  ritor- 
nerebbe  in  gran  danno,  perciochfe  tutta  la  Romagna  et  la  Marca,  di  cui  egli  n'era  signore, 
facilmente  si  coiidurrebbe  sotto  la  Chiesa  et  egli  rimarrebbe  privo  della  signoria  di  molte  15 
citth  di  quei  luoghi,  che  essendo  Bologna  in  libertk  restarebbe  nel  grado  ove  trovavasi,  es- 
sendo  le  forze  del  pontefice  deboli;  et  con  altre  simili  parole  tanto  persuase  il  duca,  che 
cgli  si  deliber6  di  provedere  a  questo  motivo  del  conte.  i 

Prima  adunque  che  il  conte  passasse  il  Po,  il  duca  mand6  4000  cavalli  et  500  fanti, 
co'  quali  venne  anche  Ludovico  Caccialupi  (fu  alli  19  di  marzo,  il  mercoledl).  Erano  capitani  20 
di  detto  essercito  il  signor  Corrado  da  Cudignola,  signor  Roberto  d.i  Cudignola,  Evangelista 
Savelli,  Christoforo  Torello  et  il  figliolo,  Jacomo  de'  Russi  da  Parma,  il  figliolo  del  signor 
marchese  da  Cudignola,  Sagramoro  da  Parma,  il  figliolo  del  conte  Luigi  dal  Verme,  Ame- 
rigo  da  San  Severino  et  quattro  squadre  del  signor  Alessando.  f 

Furono  alloggiati  nel  Bolognese  molti  di  detti  soldati,  rimanendo  nella  cittk  il  signor  Ru-  25| 
berto;  et  il  signor  Corrado  pass6  a  Cudignola  con  1000  cavalli  et  quivi  fermossi  per  vedere  | 
tutto  quello  che  il  conte  Jacomo  voleva  fare.  ' 

Disposte  adunque  le  cose  in  questa  guisa,  il  senato  di  Bologna  si  delibera  mandare  amba- 
sciatori  al  papa  per  meglio  intendere  qual  anirao  fosse  il  suo  verso  la  cittk,  sapendo  il  senato 
che  la  venuta  del  Piccinino  nel  contado  di  Bologna  dal  pontefice  procedeva;  et  dopo  mohi  30 
consigli  eleggono  Ludovico  Bentivogli,  che  a  loro  et  a  tutta  la  cittk  era  di  non  picciola 
speranza,  accioch^  andasse  a  Roma  al  pontefice  Nicola,  essendogli  altre  volte  stato  et  sempre 
ottenuto  ogni  desiderata  gratia  ".  II  quale,  come  ferventissimo  amatore  della  salute  della  sua 
patria,  con  10  cavalli  si  parti,  et  giunto  a  Roma  ai  piedi  del  papa,  il  quale  vedendolo  di 
egregia  forma  et  riducendosi  alla  memoria  le  virtuose  opere  sue,  Taccolse  con  serena  et  35  r 
patema  faccia  come  quello  che  si  ricord6  che  Tamava  quando  che  in  piu  semplice  stato 
habitava  nella  cittk  di  Bologna,  et  fattolo  levare  in  piede,  presso  lui  il  fece  sedere.  Vedendo 
Ludovico  tanta  benignitk  et  amorevolezza  del  pontefice,  prese  gran  speranza  di  ottenere  ogni 
sua  domanda,  a  cui  il  papa  disse :  "  Dimmi,  o  Lodovico,  di  dove  nasce  che  quelli  miei  cari 
"  cittadini  di  Bologna  non  mi  vogliono,  amandoli  io  come  figliuoli  benedetti  „? —  "  Oime,  Padre  40 
"  santo,  rispose,  che  cosa  odo  io  dalla  bocca  di  vostra  Beatitudine  ?  Nel  vero  il  reggimento 
"  et  la  cittk  tutta  Tamano  come  loro  clementissimo  padre  et  benigno  signore,  cosi  mi  f  avo- 
«  risca  Iddio  con  la  sua  gratia  come  gli  n£irro  il  vero.  Deh,  Padre  santissimo,  mi  sia  lecito 
"  dirli  questo:  di  che  si  duole  di  Bologna  vostra  Santitk?  Forsi  non  h.  ella  govemata  et  retta 
"  con  honore  et  laude  della  Sedia  Apostolica  ?  Certo  si.  Se  a  vostra  Beatitudine  fe  riferito  45 
"  male  del  reggimento  bolognese  et  se  le  6  dato  ad  intendere  che  a  lei  serebbe  honore  etemo 
"  rhavere  liberamente  Bologna  con  offerirgliela  come  f anno  alcuni  di  fargliela  acquistare,  as- 
"  sai  8'inganna  chi  questo  crede,  et  sono  pensieri  vani  che  essi  offeriscono  a  vostra  Santit.i, 
"  perchfe  questo  non  procede  dairamore  che  le  portano,  ma  da  invidia  che  gli  affligge  dentro 

I  GiovAif^i  Sabbatini,  cap,  5, 


[A.  1455J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  155 

"il  petto  di  voler  esser  degli  altri  maggiori  overo  perchfe  loro  piace  sempre  vedere  cose 
"nuove  et  mutamenti  di  stati.  Nel  vero  questi  tali,  che  bramano  per  qualunque  di  queste 
"  due  parti  annullare  la  liberta  del  nostro  stato,  non  possono  invero  esser  chiamati  ottimi 
"  cittadini,  et  tutto  questo  lo  lascio  al  discreto  intendimento  di  vostra  Santitk  giudicare ;  il 
5  •  che  fia  chiaro,  havendo  Bologna  per  le  mani  di  quelli  che  con  tanto  caldo  deslo  glie  rhanno 
"  offerta,  le  quali  e  da  credere  non  perverranno  a  tale  esecutione  senza  voler  essi  essere 
"  nella  citta  grandi  et  sen'za  grandissimi  doni.  Ben  dir6  che  essendo  insaciabile  il  loro  p.  i?'' 
"  desiderio,  a  lei  avverrebbe  come  a  colui  che  riscalda  11  serpe  nel  suo  seno,  quando  gli 
"  agghiacciati   aquiloni   soffiano :    egli  e  il  primo   morso  da  lui  e  sentito,  sl  che   sua   Santitk 

10  "  poi  vedrebbe  questi  tali  cosl  sublimati  presso  la  sua  Beatitudine  un  giorno  volere  essere  di 
"  lei  maggiori  et  si  usurparebbono  il  dominio  della  citta  per  sfe  stessi  con  poco  honore  di 
"  lei  et  dalla  santa  Chiesa.  Et  per  questo  non  poco  mi  maraviglio  che  queste  cose  non 
"  sieno  pensate,  governandosi  lo  stato  Bentivoglio  insieme  fedelmente  con  il  vostro  reveren- 
"  dissimo  legato,  con  honorato  titolo  di  santa  Chiesa,  non  voglia  accostarsi  a  questi  ingiusti 

15  "  proponimenti,  a'  quali  etiandio  humile  et  devoto  supplico  la  vostra  Clemenza  non  voglia 
"  crederli,  et  ogni  loro  pensiero  et  intendimento  dannevole  al  nostro  stato  piacciali  in  parte 
"  salutifera  convertire,  rivestendoci  della  vostra  prima  gratia  come  vostri  tigliuoli  et  della 
"  Chiesa  santa  fidelissimi  servitori,  alla  quale  et  a  voi  fia  in  quanto  a  Dio  et  al  mondo  pii 
"  honore  e  laude,  nella  nostra  cittk  di  Bologna  fare  alcuna  mutazione,  la  quale  quando  fosse, 

20  "  sarebbe  non  senza  gran  spargimento  di  sangue  humano  et  danno  incomparabile  di  tutto 
"  il  popolo.  Poi  in  breve,  per  fatale  dissensione  di  Bologna  ne  farebbe  nuovo  movimento 
"  con  poco  honore  di  santa  Chiesa,  a  cui  veramente  h  infamia;  et  cio  dico  con  mio  grandissimo 
"  affanno  (essende  longamente  fedele  a  santa  Chiesa)  che  ogn'anno  lo  stato  di  Bologna  le  sia 
"  levato.     Ma  hora,  per  divina  virtu  et  per  valore  del  mio  magnifico  reggimento,  non  h.  cosi, 

23  "  perch^  il  reggimento  h  tenero  amatore  di  santa  Chiesa  et  a  lei  h  lealissimo  figliuolo,  desi- 
"  deroso  per  lo  stato  di  lei  patire  ogni  affanno  et  pericolo.     Per  la  qual  cagione,  Clementis- 

*  simo  et  Santissimo  Padre  et  Signor  nostro,  il  mio  reggimento  confidentemente  mi  ha  eletto 
"  ambasciatore,  benchfe  indegno,  et  mandato  a'  piedi  vostri  a  supplicarla  non  voglia  impedire  lo 

*  stato  suo,  il  quale  gli  pare  hora  sia  in  pericolo  per  la  passata  del  conte  Jacomo  Piccinino,  il 
30  "  quale  non  manca  di  dannificare  il  territorio  con  chiederci  anche  40  000  ducati  per  il  danno 

"  ricevuto  del  fratello  in  Bologna,  la  quale  passata  et  domanda  sappiamo  che  il  conte  non  fa- 

*  rebbe  e  non  sarebbe  tanto  ardito  di  molestare  le  terre  di  santa  Chiesa  senza  vostro  intendi- 
"  mento  et  senza  persuasione  d'alcuni  nostri  nemici  cittadini;  al  quale  pericolo  inchini  la  vostra 
"  benigna  mente,  come  de'  Christiani  fedele  pastore,  ad  obviare,  per  lo  bene  commune  e  pace 

35  "  della  misera  Italia,  che  il  detto  conte  passi  senza  alcun  danno  nostro  al  suo  viaggio,  degnan- 
"  dovi  etiamdio,  se  mai  gratioso  foste  verso  alcuno,  donare  a  noi  aiuto  di  parole  et  di  danari, 
"  accioch^  il  conte,  volendoci  offendere  senza  vostro  intendimento,  meglio  ci  possiamo  difen- 
"  dere,  et  per6  come  vostri  cari  figliuoli,  prostrati  a  terra,  humilmente  et  caramente  la  preghiamo 
"nevoglia  liberati  dalli  disturbi  et  dalle  insidie  che  ne  soprastanno  „. 

40  II  papa,  invaghito  dalle  parole  di  Lodovico,  rispose:   "  Figliolo  da  me  amato,  se  il  tuo  reg- 

"  gimento  cotanto  h  desideroso,  come  dici,  di  patire  ogni  affanno  et  fatica  in  salute  dello  stato 
"  della  Chiesa,  perchfe  non  consentono  di  darmi  Bologna,  da  me  con  ogni  cittadino  di  essa 
"  amata,  merc^  delle  virtii  che  in  essa  ho  acquistate  ?  Se  ci6  fa  il  tuo  reggimento,  noi  rassi- 
"  curaremo   da   ogni  pericoloso  accidente  et  viverete  tutti  voi  altri  in  tranquillitk   perpetua, 

45  "  come  benedetti  figlioli  della  Sedia  Apostolica,  alla  quale  questo  sempre  sara  carissimo  „. 
"  Beatissimo  Padre,  rispose  Ludovico,  questo  d'aItronde  non  procede  se  non  per  maggior 
"  sicurezza  de'  nostri  cittadini,  per  tema  di  non  esser  offesi  dagli  suoi  nemici  sitibondi  del 
"  loro  sangue  et  anche  per  il  mal  governo  di  molti  rettori  di  santa  Chiesa  stati  a  Bologna, 
"  da'  quali  grandissimi  danni  ne  ha  provata  tutta  la  cittk  non  una  ma  piii  volte,  come  ben  si 

50  "  pu6  sua  Beatitudine  raccordare,  sendo  in  minore  grado  a  Bologna  al  tempo  del  cardinale 


156  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i455j 


*  di  Spagna  nostro  legato,  che  haveva  la  sua  fameglia  non  a  modo  ecclesiastico,  ma  a  gulsa ' 
/.  /77       *  di  demonio,  che  andava  con  1e  divise  armata,  et  scontrandosi  in  alcun  nobile  cittadino,  per 

"  disprezzo  Turtavano  et  il  villaneggiavano,  oltre  poi  gli  molti  stupri  et  violentie  fatte  nella 

*  cittk  et  li  molti  homicidi,  vivendo  con  stomachevoli  coatumi.     II  che  era  pur  cosa  degna  di 

"  grandissima  compassione,  sendo  che  Bologna  pure  fra  Taltre  eccellenti  citti  annoverar  si     5 

*  pu6.     Che  dir6  io,  Padre  clementissimo,  della  vituperosa  morte  data  ad  Antonio  Galeazzo 

*  Bentivoglio,  fiore  di  ciascuno  illustre  italiano,  delle  cui  virtu  quando  piii  se  ne  vol  ragio- 
"  nare,  tanto  piii  non  restarebbono  di  parlame  ?  Deh,  piacciale  adunque  de  Tottimo  governo 
"  del  nostro  reggimento,  et  lascia,  che  humilmente  ne  la  prego,  da  parte  li  consigli  di  quei 

*  che  piu  bramosi  sono  della  rovina  et  delle  morti  de'  virtuosi,  che  nemici  della  iniquitk.  lu 
"  Padre  santo,  eccorai  supplichevole  a*  piedi  vostri  santi ;  concedetene  la  grada  che  vi  addi- 
"  mando  et  non  permetta  che  vana  sia  la  mia  presa  speranza  et  de'  miei  cittadini,  li  quali 
"  alla  mia  partita  di  Bologna  li  certificai  di  ogni  sua  pietJi  et  amorevolezza  „ .  II  pontefice, 
che  attento  alle  parole  di  Lodovico  era  stato,  gik  commosso,  con  qualche  lagrimetta  disse: 
'  Sappi,  o  Lodovico,  che  io  hora  per  le  tue  parole  conosco  la  malvagitk  di  alcuni  maligni  IS 
"  huomini;  basti  questo  per  hora;  va  alla  tua  stanza  et  sta  di  buona  voglia,  che  da  me  ti  par- 

"  tirai  consolato,  et  giovedl  che  viene  ti  aspetto  con  noi  adesinare„.  II  cavaliere  con  ogai 
modestia  et  riverenza,  accettato  ch'ebbe  il  pastorale  invito,  prese  licentia  et  si  parti. 

Venuto  il  giorno  assegnato,  Ludovico  ne  va  a  palazzo  et  quivi  trova  il  pontefice  Nicola 
che  era  a  rimirare  alcuni  incomparabili  edifici  che  egli  faceva  fare,  et  mentre  sta  per  ap-  20 
presentarsi  ad  aspettare,  fu  il  papa  soprapreso  da  crudelissimo  male  della  gotta,  del  cui  male 
piii  del  letto  non  si  lev6,  perchfe  Iasci6  il  mortal  corpo  alla  terra  et  Tanima  ne  vol6  a  Dio ; 
ma  volendo  d'  indi  partirsi  et  vedendo  Ludovico,  lo  Iasci6  al  vescovo  di  Perugia  et  a  Pietro  di 
Nosetto,  che  li  facessero  compagnia  airordinato  desinare.  Laonde,  per  la  infirmith  occorsa. 
Ludovico  per  15  giorni  non  puot6  dal  pontefice  havere  udienza.  Ora  stando  in  Roma,  egli  dal  25 
reggimento  per  lettere  era  sollecitato  di  operare  di  ottenere  la  gratia  del  loro  desio,  et  egli, 
ch'altro  riparo  non  sapeva  trovare  al  sopragionto  caso,  si  struggeva  di  dolore.  Nondimeno, 
dopo  molti  rivolgimenti  di  vari  discorsi,  egli  si  raccomand6  assai  a  dui  de'  nostri  dottori,  eccel- 
lenti  medici  del  pontefice,  il  cui  nome  era  Bemardo  de'  Garzoni  et  Baviera  de'  Bonetti,  che 
nelle  loro  visite  volessero  raccordare,  se  era  possibile,  di  parlare  al  papa ;  li  quali  come  amici  30 
et  benevoli  di  amendue  grambasciatori,  facendo  Tambasciata  al  pontefice,  egli  disse  loro: 
"  Chi  meglio  di  voi  pu6  far  testimonio  del  mio  male  che  m'impedisce  il  darli  udienza  come 
"desiderei?  Dite  a  Ludovico  che  di  lui  mi  ricordo  et  che  a  noi  nfe  a'  cardinali,  n^  ad  altra 
"  ambasceria  non  daremo  udienza  et  che  la  prima  sar^  la  sua  ,. 

Venuto  adunque  il  tempo  di  havere  rapostolica  udienza,  stando  pure  il  pontefice  male,  35 
mand6  prima  per  Ludovico,  che  per  altra  ambasciaria,  che  molte  per6  ne  erano  di  grandissima 
stima;  et  gionto  al  letto  del  Sommo  Pastore,  fu  da  lui  benignamente  veduto,  et  dopo  Tessersi 
condogliuto  del  suo  male  et  donatoli  quelli  gratiosi  conforti  che  per  lui  maggiori  puot^, 
gli  ricapitol6  brevemente  quello  per  cui  supplicava  a  sua  Beatitudine  et  di  che  sua  Santitk 
avanti  il  male  promesso  haveva  di  compiacerlo.  II  pontefice  di  nuovo  con  voce  inferma  40 
gli  disse:  "  Ludovico,  siamo  contenti  di  far  tutto  quello  che  ne  addimandi  per  il  tuo  reg- 
"  gimento  di  Bologna.  Ma  prima  che  noi  ad  altra  cosa  passiamo,  per  mostrare  al  popolo  di  Bo- 
f.  m       "  logna  quanto  la  tua  virtii  et  il  tuo  valore  appresso  noi  sia  stato  conosciuto'  et  a  gran  pregio 

*  stimato,  vogliamo  con  le  nostre  mani  omarti  di  aurea  militia,  donandoti  un  sacratissimo  dono 

"  et  facendo  te  et  i  tuoi  figlioli  di  questo  nostro  palaggio  Laterano  dignissimo  conte  ,.  II  caval-  45 
liere  Ludovico  prostrato  a  terra  disse :  "  Ringratio  Iddio,  o  Padre  santo,  che  insino  ad  hora  mi 
"  ha  illuminato  la  mente  a  conservarmi,  che  Tofferta  dignitk  da  altri  pontefici,  imperatori  et 
"  marchesi  et  da  altri  nobilissimi  signori  non  ho  voluto  accettare  per  riserbarla  a  sua  Beatitu- 
"  dine,  laonde  volentieri  dalla  sua  gran  benignit^  Taccetto,  benchfe  indegno,  et  sono  contento 
"  f are  il  suo  patemo  beneplacito  „.    Allhora  il  papa,  quasi  dubbioso  che  Ludovico  della  of-  50 


<; 


[A.  1485]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  157 

ferta  non  si  pentisse,  tosto  chiam6  a  sfe  11  vescovo  di  Perugia  et  Pietro  da  Nosetto  suoi  secre- 

tari,  et  disse  loro:  "  Portate  qua  senza  alcuna  indugia  la  nostra  spada  „.  Essi  cercandola,  non  la 

trovando,  disse  loro  il  papa :  "  O  gente  senza  intelletto,  ditemi,  non  vi  h  la  nostra  spada  che  sopra 

"  Taltare  la  notte  di  Natale,  celebrando  la  santa  messa,  teniamo?  „.     "  Padre  santo,  sl  „,  rispo- 

5  sero.   "  Hor  portatene  quella,  „  disse  il  papa.  Risposero  gli  secretari :   "  Padre  santo,  non  crede- 

"  vamo  domandaste  quella,  conciosia  che  il  figliolo  del  duca  di  Borgogna  et  11  nepote  della 

"  maesta  del  re  di  Franza  et  altri  prencipi  ve  1'  hanno  dimandata  et  non  Thanno  ottenuta  „ . 

Disse  il  papa:   "  Benchfe  questi  tali  che  nominati  havete  sieno  stati  degni  di  simil  dono,  non 

"  sono  per6  stati  degnl  di  haverla  come  Ludovico  Bentivoglio,  11  quale  per  la  sua  slngolare 

10  "  prudenza  et  molta  virtu  b  degno  d'ogiii  supremo  onore  come  premio  della  virtii,  la  quale  ognl 

"  nobllta  di  sangue  et  amplissimo  stato   eccede  „ .     Et  dette   queste  parole,  11  pontefice  creo 

Ludovico  cavalliero,  et  11  vescovo  suddetto  et  Pletro  da  Nossetto  conte  et  cavalliere  gli  pose 

li  speroni  d'oro  fino,  che  erano  della  persona  del  papa,  11  quale  poscla  gli  fece  dono  della 

sacra  spada  et  lo  creo  conte  lui  et  11  suol  figli  et  11  figll  de'  suoi  figli  del  palaglo  Laterano, 

15  et   soggionse:  *  Prega,  cavalllere,  Iddio  che  ne  doni  la  sanitk,  che  quanto   abbiamo   fatto  h 

"  nulla  a  quello  che  habbiamo  in  animo  dl  fare,  percioch^  Tanimo  nostro  fe  di  operare  verso 

"  di  te  cosa  che  sark  utlle  e  trlonfale  honore  a  tutta  la  famiglla  de'  Bentivogli  et  allo  stato 

"  di  essa  „ . 

Havuta  questa  dignit^  et   offerta,  11  cavalliere   ottenne   anco   tutto   quello   che   al  papa 

20  dimandato  haveva,  11  quale  anche  gli  dono  gran  somma  di  danari  per  servigio  del  reggimento 

di  Bologna,  acciochfe  diffendere  si  potessero  del  conte  Jacomo  et  dalla  mallgnitk  degrinvi- 

diosi  cittadini.     Ora  Hcentlato  Ludovlco  dal  pontefice,  dopo  la  sua  santa  beneditlone  si  parti 

et  and6  al  suo  alloggiamento  con  trionfale  honore,  laonde  tutta  Roma  ne  faceva  festa.     Et 

poscia  partendosi  di  Roma,  se  ne  venne  verso  Bologna*,  et  entrando  a  dl  9  di  marzo,  la  dome- 

25  nica,  con  solennissimo  trionfo  et  con  la  donata  spada  nuda  portatali  avanti,  fu  da  tutta  la  no- 

biltk  della  cittade  Incontrato,  che  era  di  valore  di  150  ducati,  et  passato  al  palaggio  a  visitare 

11  magnifico  reggimento  et  cardinale  Bessarlone  dignissimo  legato,  il  quale  non  sl  tosto  vide 

11  cavalliere  con  la  sacra  spada,  che  le  fece  deblta  riverenza,  et  di  gik  sendo  attorniato  da 

tutta  la  nobllta   et  da   dottori,   cavallierl  et  da   tutto  11  popolo,  II  legato  fece  far  silentio  et 

30  cosi  or6: 

"  Con  lieto  et  glocondo  animo  questo  augurio  divino,  questa  gloriosa  spada  segno  della 

"  tua  dignitk  et  militla  noi  auche  Insleme  teco  et   per  te,  nobilissimo  cavallere,   accettiamo. 

"  Divino  1'  habbiamo  detto,  perch^  in  se  stessa  ha  misteri  divini,  come  anche  perch^  6  a   te 

"  donata  da  colul  che  II  luogo  di  Dio  in  terra  tiene,  come  ancora  per  te  mandato  a  noi,  al 

35   "  quale  fu  sempre  cura  dl  esseguire  1  dlvini  commandamenti,  et  principalmente  a  quel  tempo 

"  come  dal  cielo,  in  segno  dl  vittoria,  sei  stato  mandato,   del  quale   divino  aiuto  sopra  ogni 

"  cosa  ne  havevarao  bisogno.     Et  nel  vero  tutto  quello  che  il  som'mo  pontefice  per  dignifi-       p-  m 

"  carti  ha  fatto,  a  nol  anche  Tha  contrlbuito.     Et  questa  tua  gloriosa  citta,  questi  tuoi  claris- 

"  simi  cittadini  a  se  medesimi  istlmano  esser  fatto,  conciosla  che  11  reciproco  amore  et  Tof- 

40  "  ficio  deirambasciatore,  11  quale   havevi,  questo   rlchledeva.     Che  cosa  et  quale   sia   questo 

"  glorioso  dono,  questa  sacra  spada,   credo   che  a  pleno  tu  ne   sia  informato,   perchfe   colul 

"  che  a  te  Tha  donata,  etiamdio  la  virtii  et  conditlone  di  quella  per  la  sua  incredibile  sapienza 

"  tl  deve  havere  esposto.     Nondimeno,  per  soddisfattione  delli  presenti   cavallieri  et  famosi 

"  dottorl  et  gentilhuomini,  che  qulvi  in  questa  honorata  corona  sono,  dir6  questo,  che  questo 

45   "  sacro  dono  et  questa  sacra  spada  k.  quella  che  per  antico  et  lodevole   costume    davanti  al 

"  romano  pontefice  ciascun  anno  la  notte  di  Natale  solennemente  si  porta,  et  sopra  il  santis- 

"  slmo  altare  posta,  tanto  vi  sta  quanto  dura  la  celebratione  de'  dlvini  offici.     Di  pol  o  alla 

■*  maestk   deirimperatore   o  ad  un  re  o  altio  gran   prencipe  la  manda  11  pontefice  a  donare. 

"  Nfe  fe  sl  grande  et  potente  signore,  che  non  si  tenga  sommamente  honorato  ricevendo  tanto 

50  "  dono.     Qupsta  gloriosa  spada  ne  significa  esser  in  tale  gioriio  nato  11  Re  de'  regi,  posciaclie 


l| 


158  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14MJ 


u  . 


(l  ■ 


"  avanti  H  regl,  s)  come  ^  costume,  1a  apada  ri  porta  in  segno  d\  vendetta  et  retributione 
"  de'  buoni.  Inoltre  ella  ne  manifesta  esaere  iiato  il  Re  a  cui  in  cielo  et  in  terra  t  data 
"  ogni  podesth,  la  quale  parimente  h  data  alla  santa  Madre  Chiesa  et  a1  sommo  pontefice  vica- 

*  rio  del  celeste  Re,  talmente,  che  non  solamente  quello  che  egli  asaolverk  o  legher^  in  terra 

■  sarh  assoluto  et  legato  in  cielo,  ma  etiamdio  questa  terrena  et  temporale  podestk  per  propria    5 
ragione  la  possiede,  di  che  disse  la  scrittura:  *  Ecco  qua  dui  coltelli , ;  al  cui  detto  rispose 

■  Christo:  "  Basta  „,  come  che  volesse  dire  che  solamente  sono  due  podeatk  et  per  ci6  due  col- 
telli,  de'  quali  uno  rappresenta  la  podestJi  «pirituale  et  l'altro  la  temporale,  come  k  questa 
che  te  oma,  splendidissimo  cavalliere,  la  quale  con  tuo  grandissimo  honore  et  suprema  tua 
laude  ti  h  stata  donata.     Et  bench^  questa  spada  contenga  in  s^  tanti  et  altri  divini  misteri,  1'' 

"  noi  meritamente  dono  celeste  la  estimiamo,  et  tu  come  conviene  glorioea  la  dh\  estimare 
"  et  tenere  per  tua  etema  gloria  et  della  illustre  tua  famiglia,  avenga  che  cosa  alcuna  ag- 
"  giungere  non   se  le  possa.     Noi  et  tutti  li  magistrati  della  tua  inclita  patria,  per  le  tue 

*  eccellenti  virtii,  per  conservare  la  integritk  del  tuo  animo,  la  fede  et  vigilanza  e  diligenza 
"  et  per  aiutare  et  accrescere  la  patria  di  ogni  gloria,  ecco  che  ti  doniamo  questo  stendardo  Ij 

*  azzurro  con  Tarme  della  libert^  et  con  le  chiavi  in  mano  di  san  Pietro  et  delle  chiavi  ti 
■*  orniamo  come  di  livrea  celeste.  Et  perchfe  nel  vero  il  sommo  premio  della  virtii  h  Thonore, 
"  a  tutti  noi  duole  assai  non  poterti  come  vorressimo  honorarti  et  raagnificarti  con  laude 
"  et  doni.  Per  me  vorrei  che  lecito  fosse  alla  mia  dignitk  a  parte  a  parte  tutte  le  tue  virtii 
"  et  tutti  i  tuoi  fatti  egreggi  annoverare  et  laudare,  perchfe  tu  non  mancharesti  al  mio  dire, 
"  nfe  le  mie  parole  mancarebbono  alle  tue  virtvi.  Et  Dio  volesse  che  dieci  pari  tuoi  havease 
"  questa  illustrissima  ropubblica,  che  felicissiraamente  si  govemerebbe  et  perpetuo  sarebbe 
"  lo  stato  suo.  Accetta  dunque,  o  novello  cavaliere,  Taffetto  del  mio  cuore  et  de'  tuoi  cari 
"  et  araati  cittadini,  et  piglia  questo  vessillo  et  questo  scudo  a  gloria  di  Dio  et  a  laude  della 
"  tua  patria.  Et  questa  gioia  et  questa  sopravesta  di  finissima  seta  con  Tarme  della  tua  cara 
"  patria  ti  sia  perpetuo  segno  deiramore  de'  tuoi  cittadini  verso  di  te,  et  tu  per  amor  mio 
"  goderai  questa  bellissima  gioia  „ . 

Fatto  tutto  ci6,  il  cavaliere  con  ornato  parlare  riferi  immortali  gratie  al  legato,  alli  ma- 
gistrati  et  a  tutti  gli  altri  cittadini.     Poi  discese  di  palazzo,  et  salito  a  cavallo,  pass^  alla  sua 
casa,  accompagnato  da  infiniti  cittadini  con  applauso  di  voci,  di  trombe,  con  illustre  honoranza, 
trionfo  e  festa. 
A  '*"  II  conte  Jacomo,  intendendo  quanto  il  cavalliere  Ludovico  Bentivoglio  haveva  col  ponte- 

fice  fatto,  non  pass6  piix  avanti  a'  danni  della  citta  et  il  suo  intento  ad  altro  rivolse;  et  li 
cattivi  cittadini  di  ci6  non  furono  senza  estrema  doglia. 

Trovasi  il  sopradetto  stendardo,  che  donato  fu  dal  cardinale  Bessarione  et  dalli  magistrati  3$ 
di  Bologna  all*invitto  cavalliere  Ludovico  Bentivogli,  in  San  Jacomo  insino  al  di  d'oggi;  qual  e 
di  seta  azzurra  con  un  fregio  intorao  tutto  dorato,  e  nel  mezzo  vi  e  un  san  Pietro  con  le 
chiavi  in  mano  con  alcuni  caratteri  di  lettere,  ogni  cosa  d'oro;  erano  le  frangie  bianche  et 
rosse  et  lo  stendardo  haveva  il  detto  san  Piero,  che  da  una  parte  temeva  l'arme  del  popolo 
in  mano  et  dairaltra  parte  del  roverscio  teneva  rarme  della  libertk. 

AUi  23  di  marzo,  la  domenica,  il  cardinale  Bessarione,  per  haver  havuto  awiso  che  il 
pontefice  era  infermo  a  morte,  si  parte  di  Bologna  a  hore  12  et  mezzo  per  passare  a  Roma, 
et  con  esso  lui  andarono  grinfrascritfi,  cio^:  Acchille  Malvezzi  cavalliere  di  Nostra  Donna 
del  Terapio,  Pietro  Antonio  Paselli  dottore  et  cavalliere  et  Jacomo  Ingrati.  Et  giunto  il 
cardinale  a  Roma,  trovo  che  alli  24  di  marzo,  il  lunedi,  a  hore  20,  Teterno  Iddio  haveva 
chiamato  a'  suoi  regni  la  felice  anima  del  suo  vicario  Nicola  V.  Vennero  a  Bologna  le  nuove 
della  sua  morte  a  di  28  di  raarzo,  il  venerdi. 

Fatte  in  Roma  le  solenni  essequie  del  pontefice  Nicola  morto,  entrarono  nel  conclave  li 
cardinali,  et  alli  8  di  aprile,  il  martedi,  a  hore  13,  crearono  papa  Alfonso  Borgia  Valentino, 
detto  il  cardinale  di   Valenzji,  et  fu  Calisto  III   chiamato,  sendo  di  anni  80. 


[A.  1455]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  '    159 

Et  intesa  la  sua  creatione,  a  Bologna,  alli  11  del  detto  mese  a  hore  21  e  mezzo,  il  martedl, 
si  f ece  nella  citta  grandissima  festa  et  processioni  per  tre  giomi.  Et  per  questa  cagione  il 
senato  elesse  ambasciatori  al  nuovo  pontefice  Ludovico  Caccialupi,  Paolo  dalla  Volta,  Nicolo 
Sanuti  et  Scipione  Gozzadini  dottore  et  cavaliere ;  11  quali  con  honoratissima  compagnia  alli  23 
5  di  aprile,  la  domenica,  si  partirono  di  Bologna,  et  giunti  a  Roma,  dal  pontefice  furono  Uetamente 
ricevuti.  Et  non  volendo  il  cardinale  Bessarione  piii  ritomare  al  governo  di  Bologna,  il  papa, 
in  segno  di  affettuoso  amore,  dissegnb  per  governatore  di  Bologna  il  venerabile  vescovo  di 
Valenza  Ludovico  Catellano,  huomo  di  commendata  vita  et  gentilezza. 

La  capella  di  santa  Maria  del  Monte,  che  haveva  fatta  cominciare  il  cardinale  Bes- 
10  sarione,  in  questi  tempi  fu  compiuta  di  fare;  dove  si  vede  rassontione  della  Madonna  fatta 
per  mano  di  Galasso  f errarese,  eccellentissimo  pittore ;  et  anche  qui  si  scorge  la  vera  effigie 
del  detto  cardinale  et  di  molti  altri  suoi  cortigiani,  fra'  quali  vi  e  il  ritratto  di  Nicolo  Perotto 
che  fu  poi  arcivescovo  sipontino,  huomo  dotto  nelle  lettere  greche  et  latine.  Era  in  questi 
tempi  detto  Perotto,  sl  come  si  vede  dalla  sua  effigie,  quaFfe  subito  dopo  la  effigie  del  Bes- 
15  sarione,  che  sta  ginocchioni  senza  capello. 

Alli  27  d*aprile,  la  domenica,  il  conte  Jacomo  Piccinino  passa  a  Ferrara  et  h  al  duca 
Borso  honoratamente  ricevuto,  et  non  dopo  molti  giorni  passando  il  Po  con  3000  cavalli 
et  1000  fanti,  va  ad  alloggiare  sotto  Cudignola  alli  2  di  maggio,  il  venerdi,  et  d'indi  a  4 
giorni  partendosi,  and6  a  Camura  et  a  San  Giorgio  nel  territorio  di  Ravenna  et  per  ci6  Tes- 
20  sercito  del  duca  di  Milano,  di  cui  parte  n'era  nel  territorio  bolognese,  si  parti  a  di  9  et  10  di 
maggio  et  and6  in  Romagna  con  250  Bolognesi,  dove  anco  era  il  vescovo  di  Ragusi,  et 
andorono  ad  alloggiare  vicino  il  castello  di  Solarolo  di  sotto  da  Faenza  per  ostare  al  detto 
conte,'  8'egli  havesse  voluto  perturbare  il  contado  di  Bologna.  Poi  alli  1 1  di  giugno  si  Iev6  /•  '*/ 
con  tutto  il  campo  et  pas86  verso  Galiata  per  andare  in  Toscana  et  d'indi  nel  contado  di 
25  Cittk  di  Castello  et  poi  al  lago  di  Perugia  per  mover  subita  et  impensata  guerra  sopra 
Sanesi;  dove  giunto,  prese  alcune  castella  et  saccheggi6  Cortona,  ma  tosto  furono  da'  Sanesi 
riacquistati,  havendo  eglino  et  dal  papa  et  da'  Venetiani  et  dal  duca  di  Milano  soccorso, 
et  ebbero  presso  Bologna  col  nemico  battaglia.  II  quale  superato  et  vinto,  si  ritir6  in  Ca- 
stiglione  di  Peschiera ;  dove  di  nuovo  combattuto  con  crudelissimi  assalti,  et  rovinata  la  gente 
30  d'armi  et  i  cavalli  di  amendui  gli  esserciti,  fu  il  Piccinino  forzato  a  ritirarsi  in  Orbitello, 
et  quivi  pure  dalla  fame  et  dal  nemico  combattuto,  si  ridusse  a  mal  partito  et  ne  restava 
al  tutto  disfatto,  se  il  re  Alfonso  con  le  sue  galere  non  lo  salvava.  II  quale  poi  traponen- 
dosi,  finalmente  concluse  fra  di  loro  pace  con  patto  che  il  Piccinino  restituisse  a'  Sanesi 
tutti  i  luoghi  et  terre  loro,  ch'egli  teneva  occupate,  et  che  li  Sanesi  gli  dassero  50  000  ducati; 
35  cio^  il  papa  20  000,  H  Sanesi  altretanti  et  il  re  d'Arragona  10  000.  II  che  fatto,  il  Piccinino 
and6  verso  Perugia  al  servigio  del  papa  per  un  anno. 

II  senato  pone  un'imposta  in  Bologna  sopra  le  biade  per  pagare  li  soldati,  li  quali  non 
havevano  havuto  il  loro  finale  stipendio. 

A  dl  17  e  18  di  giugno  fu  un  grandissimo  freddo  con  folta  nebbia  et  gran  pioggia,  et 
40  in  alcuni  luoghi  della  montagna  di  Bologna   nieve  e  ghiaccio,   talmente   che   le   persone   si 
vestirao  da  veraata  et  stavano  et  mangiavano  vicino  il  fuoco. 

Alli  22  di  giugno,  la  domenica,  Daniele  da  Lodi  vescovo  di  Forll,  che  nel  vescovato  di 
Bologna  habitava,  consacra  la  chiesa  di  saii  Michele  in  Bosco  fuori  della  porta  di  San  Ma- 
molo,  et  alla  detta  consecratione  furono  presenti  li  signori    antiani  con   molti  gentilhuomini 
45  della  citt^,  et  il  detto  vescovo,  consecrato  Taltar  maggiore,  vi  celebr6  la  messa. 

In  questi  tempi  il  pontefice  canoniza  san  Vincenzo  Valentino  delFordine  de'  Predicatori. 

A  dl  29  di  giugno,  la  domenica,  Ludovico  di  Valenza  vescovo  di  Segonte  et  nipote  del 

papa  entra  in  Bologna  per  governatore  insieme  con  graltri  ambasciatori  mandati  del  senato 

a  Roma;  il  quale  fu  dalli  signori  antiani,  confalonieri  et  altri  niagistrati  della  citth,  dal  clero 

50  et  da  tutta  la  citta  incontrato  et  honoratamente  ricevuto  con  le  solite  ceremonie.     Egli  fece 


160  HISTOKIA  DI  BOLOGNA  [A.  14SS] 


la  8ua  entrata  per  la  porta  di  Stra  Maggiore,  et  per  quella  il  senato  volle  che  11  palio  dl 
san  Piero  si  corresse  per  honorare  il  nuovo  governatore,  et  hebbe  il  detto  palio  un  cit- 
tadino  fiorentino. 

Venne  anche  con  ii  detto  govematore,  per  studiare  in  Bologna,  Roderico  Borgia,  nipote 
del  papa  da  lato  di  sorella,  il  quale  era  assai  bel  giovine,  et  alloggi6  nel  palazzo  Gregoriano 
et  poscia  fu  fatto  cardinale  et  finalmente  divenne  papa,  detto  Alexandro  VI. 

Alli  3  di  lugUo,  il  venerdl,  Giovanni  duca  di  Calabria  figliolo  di  Rainiero  re  di  Puglia  et 
conte  di  Provenza  viene  in  Bologna,  a  hore  22  et  mezzo,  con  300  cavalli  benissimo  a  ordine,  et 
h  seco  Giovanni  de'  Medici  fiorentino.  Era  stato  questo  signore  circa  anni  3  in  Fiorenza  et 
hora  a  casa  sua  ne  andava.  AlIoggi6  in  casa  di  Virgilio  Malvezzi,  dove  stette  un  sol  giomo, 
poi  si  parti  per  ritornarsene  in  Franza.  Egli  era  duca  di  Calabria  boIo  di  nome,  si  come  anche 
era  il  padre  re  di  PugHa,  perciochfe  il  re  d'Arragona  teneva  occupato  tutto  il  reame  et  don 
Ferrante  figliolo  del  detto  re  di  gik  ne  era  in  possesso. 

In  questi  giorni,  parendo  ad  Achille  Malvezzi  cavaliere  Jerosolimitano,  che  la  torre  della 
A '«»  chiesa  di  santa  Ma'ria  della  Mag^ione  in  strk  Maggiore  fosse  assai  lontana  dalla  detta  chiesa  15^ 
circa  piedi  35,  deliber6  farvi  provisione;  et  essendo  in  Bologna  Aristotele  de'  Fieravanti  eccel- 
lente  architettore,  convenne  con  esso  lui  di  dover  piii  vicino  la  detta  chiesa  trasportarla,  sendo 
ella  alla  via  pubblica  di  non  poco  impedimento.  Et  cosi  convenuti  insieme,  a  di  8  di  agosto,  il 
venerdl,  il  detto  ingegniero  havendola  posta  sopra  certe  catene  grossissime  di  legno,  et  fatti 
li  fondamenti  al  luogo  ove  trasportare  si  doveva,  la  cominci6  a  muovere,  et  nel  primo  mo-  2U 
vimento  si  ruppero  due  asinari  da  un  lato  di  essa,  di  quei  che  erano  posti  sotto  per  fonda- 
mento,  et  perci6  la  torre  si  pieg6  da  quella  parte  verso  la  porta  della  chiesa  sopradetta 
cjrca  3  piedi  comuni.  Nondimeno  Aristotele  tosto  con  ingegno  la  ridusse  al  suo  primiero 
stato  et  felicemente  la  condusse  al  luogo  destinato.  Vero  h  che  egli  vi  dur6  assai  maggiore 
fatica  che  non  havrebbe  fatto,  perch^  sempre  piowe,  la  qual  pioggia  gli  fece  assai  danno  per  2b 
sorgere  in  troppa  abbondanza,  et  nel  cavare,  et  nel  condurla,  il  che  anche  accrebbe  mag- 
giore  spesa  in  opere.  L'altezza  della  torre  con  tutto  il  fondamento  era  piedi  65  comuni,  il 
quadro  della  torre  era  piedi  1 1  et  onze  due  e  mezzo,  Taltezza  del  fondamento  era  piedi  766,  52 
e  mezzo,  il  quadro  del  fondamento  era  piedi  13,  once  8. 

Desideroso  Callisto  papa  di  fare  Timpresa  de'  Turchi,  che  prima  che  a  questa  dignitk  ve-  30 
nisse  promessa  al  Signore  Iddio  haveva,  tosto  tutti  i  principi  deiroccidente  vi  anim6,  et  mandan- 
done  a  questo  effetto  predicatori  per  tutta  Europa,  pose  1 6  galere  in  mare  et  contra  i  barbari 
della  Asia,  sotto  la  scorta  del  patriarca  d'Aquileja,  le  mando.     Et  perci6  a  di  29  d'agosto,  il 
venerdi,  egli  manda  in  Bologna  un  breve  apostolico,  il  quale  si  lesse  nella  chiesa  di  san  Pe- 
tronio  in  pulpito  con  15  torchj  accesi,  presente  il  governatore  et  li  magistrati;  et  finito  di  35 
leggere,  sall  sopra  il  detto  pergamo  fra  Paolo  da  Roma  maestro  in  teologia  delVordine  degli 
Eremitani  di  Sant*Ag08tino  et  fece  una  bellissima  predica  et  molto  animo  con  vive  essorta- 
zioni  il  popolo  al  sowenire  a  tanta  segnalata  impresa.     Et  finita  la  predica,  furono  eletti  alcuni 
huomiiii  dal  senato  al  tenere  buon  conto  de'  danari  et  delle  robbe  che  fossero  presentate,  et 
'greletti  furono  questi,  cio^:  fra  Pietro  da  Majorica  de'  Predicatori  dignissimo  inquisitore  della  4U 
heretica  pravitk,  Giovanni  Guidotti,  Bartolomeo  di  Lorenzo  Cospi,  Tomaso  Zanettini,  Jacomo 
dalla  Renghiera;  et  si  fece  una  bellissima  processione,  et  il  detto  frate  Paolo  seguit6  di  pre- 
dicare  iiisino  alli  27  di  settembre.     Poi  volendosi   partire,  il  senato  gli   don6  una   bandiera 
con  Tarme  del  popolo  di  Bologna,  et  da  molti  della  cittk  fu  accompagnato  insino  alla  porta 
di  Galliera,  et  se  ne  pass^  a  Ferrara  con  alquanti  cittadini  che  la  Croce  santa  havevano  pi-  45 
gliata.     Vero  fe  che  poi  il  pontefice  avviso  il  senato  che  di  huomini  non  haveva  bisogno,  ma 
solo  di  soventione  de  denari:  per  il  che  li  deputati,  per  manco  scandalo  di  vedersi  beffati, 
gli  mandarono  7200  lire  che  nella  cittk  si  erano  raccolti. 

Gli  huomini  di  Cento  conducono  Aristotele  Fioravanti  ingegnero  di  Bologna  con  promis- 
sione  di  buona  somma  di  denari  per  drizzare  il  loro  campanile,  che  pendeva  meglio  di  cinque  50 


[AA.  1455-1456]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  161 


piedi ;  il  quale  alli  3  di  settembre,  il  mercoledi,  f ece  la  honorata  opera  con  molta  soddisfatione 
di  quella  terra, 

Alli  8  di  settembre,  il  lunedi,  vengono  nuove  in  Bologna  che  i  Sanesi  havevano  ammaz- 
zato  Gilberto  signore  di  Correggio  per  cagione  di  tradimento,  et  Thavevano   cosl  morto  giu 
5  nella  piazza  gettato  come  traditore. 

Alli  13  novembre  si  dk  principio  a  fabricare  Thonorato  monastero  del  Corpo  di  Christo 
in  Bologna,  luogo  hoggidl  di  gran  santita  et  spirituale  fama. 

Li  magnifici  signori  sedeci,  con  consentimento  del  reverendissimo  monsignor  luogotenente       p.  iSs 
di  Bologna,  fanno  un  donativo  a  monsignor  Santi  Bentivogli  di  una  somma  di  danari  et  regaglie, 
10  che  erano  di  piu  che  non  toccavano  al  corporale  degli  tesorieri  della  tesoreria  nuova;  della 
qual  donatione  ne  fu  fatta  una   bolla  autentica,   registrata  in  cancelleria   delli   detti   signori 
sedici  e  sottoscritta  di  mano  di  Alberto  Parisi  notaro. 

Di  que8t'anno  muore  reccellentissimo  dottore  Giovanni  d'Anania,  archidiacono  di  Bologna, 
di  cui  si  legge  nella  chiesa  de'  Servi  questa  mepioria,  cioh: 

15  D.    O.   M. 

OPTANTES  HUJUS  COENOBII  PATRES  NOMINI  JOANNIS  DE  ANANIA  ARCHIDIACONI  BONONIENSIS 
OB  BENEFICIORUM  MAGNITUDINEM  CONSERVARE,  NON  QUOD  DEBEBANT  ET  VOLEBANT,  HOC  PRO 
VIRIBUS  MONUMENTUM  INSTAURARUNT,  ET  CARMINA,  QUAE  ANTEA  IN  EJUS  LAUDEM  POSITA  LE- 
GEBANTUR,   SCULPENDA   CURARUNT. 

20  80L   FUIT   HIC   SOPHIAE   FUIT   ORBIS   ANANIA   NOSTRI 

NUMEN,   ET   IN   NULLO   SIC  JACET   IN  TUMULO. 
JUSSIT,    ET   HOC    MORIENS  JOANNES    VIR    SACER    ESTO, 
IMMORTALIS    HUMO    6LORIA   NON   TEGITUR. 

Obiit  anno   1455,  instauratum  anno  1568. 

25  A  di  20  di  decembre,  il  sabbato,  a  hore  4  et  mezzo,  in  Bologna  et  nel  contado  grande- 

mente  si  scuote  la  torre  et  poi  comincia  a  conquassare  ogni  edificio,  et  cascavano  molte 
ciminee  da  fuoco  et  molte  sponde  di  mura.  Rovin6  il  capello  con  la  met^  del  campanile 
di  Santa  Maria  in  Monte  et  fece  grandissimi  danni  alle  chiese  della  montagna  di  Bologna. 
Rinforz6  questo   terremoto   horribile  tre  volte  in  questa   istessa   notte,   cio^  alle  4  hore  e  3 

30  quarti,  alle  5  e  3  quarti  et  alle  9. 

Anno  di  Cristo  1456.  —  Si  creano  gli  antiani,  confaloniere  di  giustitia  con  graltri  ma- 
gistrati  secondo  il  consueto  della  cittk  di  Bologna. 

Alli  22  di  febbraro,  la  domenica,  Melchiore  di  Jacomo  da  Moglio,  confalloniere  di  giustitia, 
rende  lo  spirito  al  suo  Iddio  non  senza  sospitione  di  veleno '.  Fu  honoratamente  sepellito 
35  dagli  signori  antiani  et  accompagnato  il  corpo  da  tutti  graltri  magistrati  et  popolo,  et  si 
tennero  chiuse  le  botteghe  fino  a  tanto  che  fosse  sepellito;  fu  il  lunedi  a  hore  20.  II  seguente 
giomo,  che  fu  li  23  detto,  i  signori  antiani  sborsarono  per  fare  resequie  del  detto  Melchiore 
lire  100,  come  si  legge  dalle  seguenti  parole: 

Die  23  februarii  14.56. 

40  Congregatis  magnificis  dominis  Scxdecim  Reformatoribus  status,  et  in  sufficienti  numero, 

in  camera  suferiori  revercndissimi  domini  Gubernatoris,  in  ejus  fraesentia,  et  de  ifsius  con- 
sensu  et  voluntate,  oblentum  fuit  inter  eos  fer  omnes  fabas,  quod  de  cxtraordinario  solvantur 
librae  centum  bonenor.  fro  honorando  funere  et  exequiis  domini  Melchioris  de  Muglio  Vexil- 
liferi  fustitiae  mortui,  juxta  antiquam  et  laudabilem  comuetudinem  civitatis  Bononiensis, 


Libro  rf**  Dettort,  foglio  j. 
T.  XXXm,  p.  1  —   n. 


162  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  148») 


Die  »4  efuidem  mensis  et  anm. 

Praedicti  M.  M.  domini  Sexdecim  elegerunt  in  locum  Vexilliferi  yustitiae  domini  Melchioris 
de  Muglio  defuncti  domiwtm  Pirrhum  de  Malvetiis  de  numero  illustrissimorum  D.  D.  aniianorum. 

Al  principio  di  giugno,  a  hore  5  e  mezzo,  appare  una  stella  cometa  fra  roriente  et  il 
p.  lit  settentrione;  era  rotonda  et  non  molta  grande,  et  ha'veva  la  coda  a  guisa  della  coda  del  5 
pavone,  nel  fine  allargando  gli  raggi.  Ella  cosl  si  vide  insino  alli  16  di  giugno,  il  mercoledl, 
et  la  stessa  sera  airAvemaria  apparve  poi  fra  il  ponente  et  il  settentrione  e  tramontana  per 
traverso,  girando  verso  il  levante,  et  poscia  si  levava  verso  il  ponente;  et  con  queat'ordine 
perseverb  sino  alla  iine  di  giugno,  poi  piti  non  si  vide. 

Appaiono  parimente  altri  prodigi  et  segni  quest'anno  per  Italia,  et  fra  gPaltri  in  Fiorenza  10 
alli  22  di  giugno,  il  martedl,  che  scese  dal   cielo  un  certo  liquore  infuocato,  che  mostrava 
ardere  la  terra  ove  cadeva;  dur6  non  molto,  ma  poi  seguitb  incontinente  un  tempo  oscuro, 
con  un  terribile  tuono  et  con  ispavento  di  tutti,  poscia  cess6. 

Vive  in  questi  tempi  Nicola  di  Giovanni  Pepoli,  Ghisilardo  Ghisilardi  dottore  in  utroque, 
Bartolomeo  Lambertini,   Antonio   Grasai,   Ludovico   Albergati,  Ludovico   Beccadelli,  i  quali  15 
erano  famosissimi  dottori  in  ogni  scienza  e  virtu  '. 

E  trovata  la  vena  del  ferro  in  valle  di  Rheno  presso  li  Bagni  della  Porretta,  dalla  quale 
poscia  gran  numero  di  ferro  ne  fu  estratto. 

Passa  questa  estate  ventosa  et  humida  con  pochissimo  caldo  et  con  pochissime  frutte  di 
ogni  qualit^  e  buono  raccolto  di  frumento,  di  vino  et  di  tutte  le  altre  biade.  20 

AUi  20  di  luglio,  il  martedl,  vengono  in  Bologna  25  monache,  fra  le  quali  9  ve  ne  sono 
bolognesi,  ciofe :  suor  Catherina  di  Bartolomeo  de'  Vigri  abbadessa,  suor  Giovanna  di  Rainaldo 
Lambertiiii,  suor  Pacifica  di  Silvestro  dali'Avolio,  suor  Bemardina  di  Matthio  Castagnoli, 
suor  Pellegrina  di  Vitale  Leonori,  suor  Paula  et  suor  Gabriella  figliole  di  Battista  Mezza- 
vacca,  suor  Anastasia  di  Giovanni  de'  Grrassi;  vennero  per  entrare  nel  monasterio  di  santa  2i 
Chiara,  detto  del  Corpo  di  Christo,  il  quale  fu  cominciato  ranno  passato  et  per  la  maggior 
parte  fu  fabricato  de'  beni  di  Battista  Mangioli.  Furono  accompagnate  dalle  sorelle  del  duca 
Borso  con  alcune  altre  gentildonne  et  molti  cittadini  insino  a  Corticella  in  due  carrette  di 
negro  copertate. 

A  di  5  d'agosto,  il  giovedi,  Giovanni  duca  di  Calabria  et  Lotharingia  et  marchese  di 
Ponto  figHoIo  del  re  Rainerio  di  Puglia  di  casa  reale  di  Franza,  per  un  suo  privilegio  concede 
ad  Achille,  Virgilio,  Ludovico,  Ercole  e  Pirrho  gik  di  Gasparo  Malvezzi  et  loro  descendenti, 
che  nelFarme  loro  possino  portare  un  ucello  chiamato  alurio,  di  color  bianco  in  campo  rosso, 
et  lo  scudo  circondato  di  negro.  Era  gik  questa  la  insegna  dello  stato  di  Lotharingia.  Ci6 
fece  questo  principe  per  li  meriti  usati  alla  casa  sua,  come  nel  privilegio  appare.  35 

Parimente  in  questo  tempo  papa  Calisto  crea  conte  della  Selva  con  il  mero  et  misto 
imperio  Carolo  Malvezzi  et  suoi  descendenti,  che  anche  hoggidi  in  pace  la  posseggono. 

In  Bologna  si  fa  grandissima  festa  per  le  nuove  venute  della  vittoria  de*  Christiani  havuta 
contro  Mahometto  presso  Belgrado,  dove  de'  Turchi  si  fece  horribile  strage,  et  con  questa 
vittoria  usci  Belgrado  di  assedio  et  Italia  et  Germania  di  un  gran  spavento.  Si  fanno  le  40 
processioni  per  la  cittk  et  si  porta  con  gran  divotione  la  madonna  di  san  Luca  con  il  capo 
di  san  Petronio,  col  capo  di  san  Domenico  et  quello  di  san  Floriano,  la  mano  di  santa  Cecilia 
et  bon  molte  altre  venerabili  reliquie,  riferendo  infinite  gratie  a  Dio  della  ottenuta  vittoria 
contra  li  detti  barbari. 

II  pontefice  Calisto,  che  non  cessa  di  fare  del  continuo  ne'  sacrificj  pregare  il  Signore  4j 
che  doni  a'  suoi  fedeli  contra'  barbari  et  nemici  del  suo  nome  vittoria,  volendo  che  li  Cri- 


'  Da  l'archlTio  de'  Sabbatlni. 


[A.  1456]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCl  163 


atiani  si  ricordassero  di  fare  la  medesima  oratione,  ordina  che  nel  modo  che  h  la  sera  et 
la  mattina,  in  memoria'  della  incamatione  del  Salvatore  nostro,  si  suoni  TAve  Maria  doppo  p.its 
la  nona  ogni  giomo.  Et  a  questo  effetto  mand6  egli  una  bolla  papale  per  ogni  luogo,  es- 
sortando  ciascuno  a  dire  divotamente  tre  Pater  et  tre  Ave  Maria,  donandoli  100  giorni  d'in- 
5  dulgenza,  et  a  chi  ne  dicesse  un  solo  Pater  nostro  et  Ave  Maria  40  giomi.  Alli  22  d'agosto 
adunque,  la  domenica,  a  hore  18,  in  Bologna  si  cominci6  a  suonare  la  detta  Ave  Maria. 

Alli  24  d'ago8to,  il  martedi,  vengono  avvisi  che  nel  territorio  di  Fiorenza  alla  sproveduta 
era  venuta  una  gran  fortuna  et  nuvulo,  che  piu  di  due  miglia  di  spatio  per  ogni  verso  oc- 
cupava,  il  quale  quasi  combattendo  seco  stesso  con  horribile  violenza  e  giri   et  spaventevoli 

10  baleni  e  tuoni,  si  menava  un  furibondo  vento  innanti  con  tanto  strepito,  che  fu  giudicato 
che  ne  fosse  venuta  la  fine  del  mondo.  Et  per  dove  passb  fece  meravigliosi  danni,  percioch^- 
non  solamente  le  antiche  e  nodose  quercie  intere,  ma  le  case  ancora  di  alcune  castella  et 
ville  e  torri  ne  port6  da'  fundamenti  gran  spacio  via  con  uccisione  di  assai  persone,  oltre 
5000  piedi  di  oliva.     Per  la  qual  cosa  ne  restb   per  tutti  quei  luoghi  uno  spavento  grande. 

15  Ludovico  Malvezzi  gran  capitano  di  gente  d'arme  pigHa  per  moglie  una  figliola  del  mar- 

chese  di  Coraeto,  et  perci6  si  fa  grandissimo  apparecchio  di  sontuose  feste  et  lauti  conviti. 

Vengono  nuove  al  governatore  che  il  papa  Thaveva  pubblicato   cardinale   insieme  con 

un  suo  fratello,  che  nel  palagio  de'  PepoH   habitava;  il  perchfe   egli  si  parti   con  il  fratello 

alli  18  di  ottobbre  per  inviarsi  a  Roma,  col  quale  il  senato  di  Bologna  vi  mand6  per  amba- 

-J  sciatori  Gasparo  dalla  Renghiera,  Ludovico  Caccialupi. 

La  chiesa  di  8ant'Anna  di  San  Mamolo  in  questi  tempi  k  data  per  commissione  del  papa 
alli  frati  Eremitani  di  san  Hieronimo,  che  prima  habitavano  nella  chiesa  di  san  Cristof oro 
della  Moradelle  dietro  il  CoIIegio  di  Spagna:  vero  h  che  per  la  fabbrica  del  monastero  delle 
suore  del  Corpo  di  Cristo  fu  rovinata  detta  chiesa.     Era  Thabito  loro  a  questi  tempi  da  ere- 

23  mita,  ma  poscia  dal  pontefice  ottennero  di  cangiarlo  et  portare  la  cappa  et  lo  scapulario 
griso  et  li  zoccoli  con  li  piedi  scalzi. 

Andrea  da  Manzolino,  eccellentissimo  dottor  di  legge,  et  Melchiore  Azzoguidi,  amendui 
huomini  utili  alla  republica,  passano  a  miglior  vita  percossi  da  pestilenza:  I'uno  fu  sepel- 
lito  a  San  Nicolb  degrAlberi  et  Taltro  a  San  Domenico. 

30  Nella  cittk  di  Napoli  et  suo  reame,  circa  80  miglia  d'ogni  intorno  per  greco  e  tramontana, 

come  Terra  di  lavoro,  Puglia  et  Abruzzo,  a  di  5  di  decembre,  la  domenica  mattina  a  hore  10  e 
mezzo,  fu  un  <:osi  fatto  terremoto,  il  quale  dur6  un  quarto  d'ora,  che  fece  gl' inf rascritti  maH: 
et  prima  in  Napoli:  la  chiesa  di  san  Giovanni,  di  grandezza  piu  che  la  Trinitk,  rovin6  tutta 
insino  a'  fondamenti,  eccetto  la  tribuna  de  Taltare  maggiore;  la  chiesa  di  santa  Maria  mag- 

35  giore  rovin6  da'  fondamenti;  le  due  torri  avantiil  vescovado  di  maravigliosa  grossezza  rovinorno 
insiho  al  mezzo,  in  una  delle  quali  era  la  testa  di  san  Gennaro  con  una  ampolla  del  sangue 
di  detto  santo,  la  quale  senza  offesa  si  trov6  sotto  la  rovina;  il  campanile  di  Sant'Arpino,  che 
era  di  mattoni  et  di  grossezza  meglio  di  due  brazza,  rovin6  sino  alla  meth;  la  chiesa  di  san- 
t'Agostino,  che  haveva  3  navi,  per  la  maggior  parte  rovin6  a  terra,  si  guast6  il  coro  et  sfon- 

40  darono  le  sepolture;  la  chiesa  di  san   Domenico   tutta  la  facciata  si   8picc6,   restando   quasi 
in  aria;  la  chiesa  di  san  Pier  martire  in  molti  luoghi  s^aperse  et  cadde   tutto  il  coperto   di 
essa;   la  chiesa  di  san   Lorenzo   pati   poco   danno,   solo  il  dormitorio   rovin6   tutto  a   terra; 
la   chiesa  di   santa  Chiara  si  aperse   in   varii   luoghi  et'   una   parte  del  chiostro   rovino  al       fi.is» 
basso;  la  chiesa  della  Incoronata  si  aperse  in  molte  parti,  et  in   somma  delle  chiese   niuna 

45  rest6  intatta.  La  casa  del  capitano  della  Terra  cadfe  inaino  a'  fondamenti  et  lui  con  due 
figlioli  vi  morl;  la  casa  di  Lionetto  Cincinello  cadde  insino  a'  fondamenti;  vi  morirono  lui 
la  moglie  et  tre  figliuoli ;  rovinorono  anche  altre  case  assai,  chi  tutte  et  chi  parte,  dove 
morirono  assai  persone.  Nel  CasteHo  nuovo  una  delle  torri  di  mezzo  tutta  si  aperse  et  rovi- 
nomo  cinque  merH,  et  la  chiesa  di  dentro  tutta  si  conquass^;  il  castello  di  Sant'Enno  si  fece 

50  in  polvere  inaino  alli  fondamenti,  dove  morirono  otto  huomini,  et  le  sue  torri,  che  rovinomo, 


164  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  I45ei457j 


erano  groMe  6  braccia.  In  Aversa  rovin6  il  castello  e  la  chiesa  di  san  Paulo  et  il  campanile  . 
ca8c6  insitio  a'  fondamenti;  in  Capua  rovinorno  meglio  di  100  caae  et  caddero  le  torri;  Beni- 
vento  restb  tutto  diafatto,  et  vi  morimo  da  400  persone;  la  Padula  di  FranceBco  Carbone 
tutta  si  disfece,  et  vi  morirono  3  suoi  figliuoli  con  tre  servitori;  Ariano  tutto  restb  spianato, 
dove  li  tre  quarti  delle  persone  vi  morirono,  nfe  vi  re8t6  casa  in  piede ;  Avellino  tutto  spian-  5 
tato  affatto,  in  somma  trentamila  liuomini  sotto  le  rovine  de'  tetti  perirono.  In  Puglia 
furono  le  infrascritte  ruine  et  mali:  Biciiari  tutto  fu  disfatto,  come  mai  non  vi  foase  stato 
edificio;  Nucera  di  Puglia  and6  la  metk  per  terra;  Troia  la  metk  per  terra;  Canosa  et  suo 
castello  parte  and6  in  ruina ;  patirno  anciie  Ascoli,  San  Gada,  Apici,  Campobasso,  Noratino, 
San  Giuliano,  Mergone,  San  Lupo,  Casi,  Cuma,  la  Ripa  et  altre  terre  aasaL  10 

Anno  di  Cristo  1457.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  il  consueto  della  dtt^  easendo 
legato  il  cardinale  Ludovico  Giovanni  Segobricense. 

Temendo  il  popolo  di  Bologna  Tira  divina,  et  veggendosi  oppresso  dalla  peste  et  trava- 
gliato  dalle  nuove  miserabili  de*  gran  terremoti  et  dalle  ruine  del  regno  di  Napoli,  ricorrono 
a  penitenza  et  alle  opere  sante ';  et  alli  10  di  gennaro,  il  lunedi,  cominciano  a  far  procesioni  15 
nelle  chiese  maggiori,  seguitando  ogni  giomo  insino  alFaltro  lunedi,  et  ie  confratemite  spi- 
rituali  vanno  per  la  citt^  cantando  le  letanie  et  salmi  et  giungendo  alle  Croci,  ad  alta  voce 
cliiedevano  a  Dio  de'  loro  peccati  pietk  et  misericordia  con  gran  copia  di  lagrime.  Tutla 
la  cittk  era  intenta  alle  orationi  et  alU  digiuni,  nfe  era  alcuno  che  carne  mangiasse,  ma  so- 
lomente  herbe  et  legumi;  era  bandita  la  bestemmia  et  ogni  parlar  vano;  le  meretrici  si  conver-  20 
tivano,  si  visitavano  le  chiese  et  le  case  erano  divenute  luoghi  di  vera  religione.  Li  sacerdoti 
giorno  et  notte  con  digiuni  et  orationi  et  sacrificio  della  saiita  messa  pregavano  per  li  suoi 
et  per  li  peccati  del  popolo;  et  in  somma  era  Bologna  un'altra  Ninive  al  Signore  convertita. 

II  senato  adunque  il  martedi  seguente,  che  fu  alli  18  del  detto  mese,  ordino  una  pro- 
cessione  solenne  et  generale,  dove  furono  li  magistrati  della  citti  et  tutti  gli  ordini  de'  frati  Jj 
et  preti  et  compagnie  spirituali  et  temporali,  nella  quale  si  porto  con  molta  veneratione  et 
pompa  di  torchi  accesi  la  sacratissima  imagine  della  madonna  di  san  Luca,  et  si  port6  alla 
chiesa  di  san  Jacomo  in  strk  San  Donato,  dove  si  cant6  la  messa;  et  finita  si  port6  alla 
chiesa  di  san  Mathia,  dove  stette  tre  giorni  con  infinito  concorso  di  tutta  la  citta. 

Li  frati  degrAngeli  habitavano  in  questo   tempo  fuori  della  porta  di   San  Mamolo  a  30 
Santa  Maria  degrAngeli  et  le  suore  di  Santa  Maria  Maddalena  in  Val  di  Preda  fuori  della 
porta  di  Saragozza. 

Giovanni  di  Anania,  eccellente  dottore  et  canonico  di  San  Pietro  et  archidiacono  di 
Bologna,  rende  lo  spirito  a  Dio  et  il  corpo  alla  terra.  Questi,  sendo  giovine,  hebbe  moglie, 
et  lei  morta,  venne  ad  habitare  in  Bologna,  dove  si  fece  cherico,  et  datosi  alH  studi,  divenne  35 
f.  tSf  tanto  letterato,  che'  in  ogni  parte  d'Italia  volava  la  fama  del  nome  sub.  Fu  grande  amatore 
de'  poveri  et  amico  de'  religiosi,  et  gran  parte  delle  sue  facoltk  lascib  a'  frati  Serviti.  Hebbe 
solenne  sepoltura  et  fu  accompagnato  da  tutti  li  magistrati. 

II  conte  Federico  da  Urbino  et  il  conte  Jacomo  Piccinino,   soldati   del  re  di   Aragona, 
muovono  guerra  al  signor  Sigismondo  Malatesti  signor  di  Rimini.  40 

Alli   20   di  gennaro,  il  giovedi,  il  cardinale   Ludovico   legato  ritoraa   da  Roma  con  gli 
ambasciatori,  et  airentrare  in  Bologna  h  con  grande  honore  ricevuto. 

Frate  Gasparo  da  San  Giovanni  de'  Predicatori,  eccellente  theologo,  filosofo  et  vescovo  di 
Imola,  muore,  et  il  papa  in  luogo  suo  crea  vescovo  Antonio  dalla  Volta  prothonotario  apostolico. 

Mattheo  di  Galeotto  Canetoli  di  etk  d'anni  18,  oltre  modo  vago  et  bello,  volendo  passare  45 
da  Lucca  a  Fiorenza,   temendo  di  non  esser  conosciuto   et  ucciso,  si  vesti  da  fanciulla,  et 


33-36.  la  itottzia  i  data  sopra  a  /.  i6i,  all'an»o  14SS 
'  Libro  dt'  Dottori,  fogllo  j. 


[AA.  1457-1458]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  165 

postosi  in  viaggio  con  alcune  donne  et  servitori,  fu  dato  in  ispia  a  Raffaello  bargello  di 
Bologna,  huomo  cnidele  et  scelerato,  et  aspettatolo  ad  un  certo  passo  commodo  a  lui,  cru- 
delmente  l'uccise;  e  agramici  et  agli  nemici  assai  tanta  crudeltk  spiacque. 

Battista  da  Castel  San  Pietro,  famoso  dottore,  et  Gasparo  dalla  Renghiera,  dottore  et  ca- 

5  valiere,  amendui  huomini  di  grand' ingegno  et  di  molto  utile  alla  repubblica  et  amendui  delli 

16  reformatori  della  cittk,  sono  dalla  pestilenza  privi  di  vita;  furono  in  San  Domenico  sepelliti. 

Anno  di  Cristo  1458.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  ruso  della  cittk. 
Dubitando  il  senato  di  Bologna,  che  finita  la  guerra  fra  il  signor  di  Rimini  et  il  conte 
Jacomo  Piccinino,  il  conte  non  passasse  sul  Bolognese  a  voler  vendicare  le  ingiurie  fatte  a 
10  Francesco  il  fratello,  come  altre  volte  haveva  tentato  fare,  mandano  ambasciatori  al  pontefice 
per  consultare  con  Sua  Santitk  quello  si  dovesse  fare.  Furono  adunque  eletti  questi,  cio^: 
Ludovico  Caccialupi,  Jacomo  Ingrati,  li  quali  alli  27  di  gennaro,  il  venerdi,  con  honorata 
compagnia  s'inviano  verso  Roma. 

Alli  7  di  febbraro,  il  martedi,  Tiberto  Brandolini,  capitano  del  duca  di  Milano   di  qua 
1 5  dal  Po,  giunge  in  Bologna  con  honorevole  compagnia  di  gentilhuomini  et  degnamente  h  dalla. 
cittJi  ricevuto,  et  in  particolare  da  Santi  Bentivogli  et  da  quei  della  sua  fattione. 

A  di  8  del  mese  sopradetto  Sigismondo  figliolo  di  Tiberto  Brandolini  piglia  per  moglie 
Maria  Antonia  gik  figliola  di  Annibale   Bentivogli.     Tiberto  Brandolini  si  parte  di  Bologna, 
et  passa  ad   Imola,  dove  prende  per  sua  moglie  una  figliola  gik  di   Guid'Antonio  Manfredi 
20  signor  di  Faenza  et  d'Imola. 

Alli  21  di  febbraro,  il  martedl,  Tiberto  con  la  moglie  ritoma  a  Bologna  et  va  ad  alloggiare 
alla   casa  di  Santi   Bentivoglio,   ove   con  tutta   la   compagnia  fe  amorevolmente   accarezzato. 
AUi  23  poscia  egli  et  la   moglie,   con  Antonia  sua   nezza,  accompagnato   da  molti  cittadini 
bolognesi,  passa  in  Parmeggiana  alle  sue  castella. 
25  Cambio  Zarabeccari,  che  si  trovava  in  Perugia,  scrive  al  reggimento  di  Bologna  i  gran 

danni  che  il  terremoto  ha  fatto  a  Citt^  di  Castello  et  a  Perugia. 

Nanno  de'  Savi  da  Cento,  bandito  di  detto  castello,   entra  con  li  suoi  amici  alli  2  di 

giugno,  il  venerdi,  in  Cento,  et  senza  far  male  alcuno,  passa  alla  piazza;  et  gli  suoi  nemici 

ci6  intendendo,  tosto  si  fuggono  al  castello  della  Pieve,  ciofe:  li  Chiarelli,  li  Scali,  li  Guic- 

30  ciardini,  gli  Oraboni  et  loro  amici.     Laonde  il  senato  manda  alcuni  fanti  con  alquanti  cit- 

tadini '  in  aiuto  del  detto  Nanno,  che  era  loro  amico,  et  pongono  le  parti  d'accordo  insieme,  /».  rss 
facendo  che  Nanno  venisse  ad  habitare  in  Bologna,  stando  li  fratelli  suoi  et  parenti  in 
Cento,  et  alquanti  dairaltra  parte  non  tornassero  nel  castello.  II  che  poi  non  fu  osservato, 
perciochfe  monsignore  Vintimiglia  governatore  di  quelle  terre  per  lo  vescovo  di  Bologna 
35  rimise  la  psirte  contraria  a  Nanno,  la  quale,  non  cessando  di  oltraggiare  gramici  di  Nanno, 
awenne  che  ne  uccisero  4  di  loro  et  quei  di  Nanno  uccisero  uno  degrOraboni ;  per  il  che 
biflognd  et  che  li  frateUi  et  gramici  di  Nanno  uacissero  del  detto  castello  et  andassero  ad 
habitare  altrove. 

AIU  25  di  giugno,  la  domenica,  Alfonso  re  di  Arragona,  che  haveva  sette  reami  sotto  di 
40  sfe,  nel  sessagesimo  sesto  anno  della  sua  vita  muore,  et  lascia  il  regno  paterno  di  Arragona 
et  queUo  di  Sicilia  a  Giovanni  Navarra  suo  fratello,  et  il  regno  di  Napoli,  che  conquistato 
egU  haveva  e  tenuto  24  anni,  a  Femando  suo  figliolo  naturale. 

A  dl  20  di  luglio,  il  giovedl,  per  lettere  si  divolga  come  nella   chiesa   di  san  Pietro  di 
Roma,  nella  cappella  di  santa  Pctronilla,  erano  state  trovate  due  casse  di  argento  con  due 
45  corpi  d'huomini  dentro,  una   delle  quali   era  longa  13  palmi   et    larga  cinque   palmi,  Taltra 
era  di  questa  alla  metk.     Furono  istimate  di  valore  di  15  mila  ducati. 

II  legato  ha  nuova  che  il  pontefice  6  molto  aggravato  da  infirmitk,  il  perchfe  si  diapone 
di  andar  tosto  a  Roma.  Et  il  aenato  elegge  due  che  aeco  in  compagnia  vadino,  et  aono 
questi:  Scipione  Gozzadini,  Nicol6  Sanuti. 


166  mSTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  i4S8-i459i 


Vive  in  quetti  tempi  Antonio  Panormita  bolognese,  iinomo  di  ringolare  virtit  et  di  pro- 
fonda  dottrina,  il  quale  in  qucBta  eta  fu  molto  caro  ad  Alfonso  primo  re  di  Napoli. 

In  questi  tempi  viene  il  modo  di  stampare  i  libri  nel  ducato  di  Malipiero  in  Italia,  cosa 
nel  vero  di  molta  maraviglia  et  di  non  miuore  utilitk  alli  studiosi.  L'inventore  di  quest'arte 
fu  Giovanni  Gutembergo  germano,  cliei  da  sedici  anni,  prima  clie  Italia  odore  alcuno  ne 
liavesse,  in  Magontia  la  divolgo. 

Mentre  che  il  legato  di  Bologna  k  per  la  via  di  Roma,  alli  6  d'ag08to,  la  domenica,  a 
liore  13,  Calisto,  clie  era  gik  di  80  anni  e  piii  veccliio,  muore,  et  lascia  ccntoquindeci  milla 
ducati  d'oro  di  contanti,  che  curaulati  per  la  impresa  de'  Turchi  haveva.  Venne  la  mesta 
novella  della  sua  morte  in  Bologna  alli  10,  il  giovedi  alle  ore  13  e  mezzo,  et  con  quevta  10 1 
anche  ne  Bopragionse  Taltra  degna  di  lacrime,  che  il  Turco  haveva  trascorso  tutta  la  Morea, 
gik  Peloponese  deita,  et  haveva  il  tutto  saccheggiato  et  fatto  suoi  prigioni  de'  Chriatiani 
40  000  persone,  cosa  che  a  tutti  ne  apportb  et  dolore  et  gran  spavento. 

Alli  19  di  agosto,  il  sabbato,  essendo  nel  conclave  li  reverendissimi  cardinali  adunati,  eleg- 
gono  per  successore  di  Calisto  nel  pontiiicato  Enea  Piccolomini  da  Siena,  che  fu  chiamato  15 
Pio  II  di  questo  nome,  la  cui  sola  virtii  per  travagliad  mezzi  a  tanta  dignit^  il  sublimb.  Intesa 
in  Bologna  la  sua  creatione,  se  ne  fece  grandissima  festa  per  tre  giomi  continuL  Di  poi  il 
senato  elesse  grinfrascritti  ambasciatori  a  Sua  Santitk  a  rallegrarsi  del  grado  di  tanta  dignitii 
havuto,  ct  furono  questi:  Vianesio  Aliiergati,  Paulo  Volta  et  Carlo  di  Alemanno  Bianchetto.  Li 
quali  si  partirono  per  Roma  alli  28  d'ago8to,  la  domenica,  et  benignamente  dal  nuovo  pontefice  J'  > 
furono  accolti  et  udiii,  a'  quali  consignato  per  governatore  di  Bologna  Angelo  da  Capranica 
vescovo  di  Rieti,  liuomo  di  gran  prudenza  et  bont^,  gli  licenti6,  et  insieme  col  detto  gover- 
A  /*9  natore,  alli  12  di  novembre  la  domenica,  ritornorno  a  Bologna,  et  tutti  li  magistrati  con'  il  clero 
et  popolo,  secondo  il  consueto,   1'  andarono  ad  incontrare  et  ad  accompagnarlo  al  palagio. 

A  dl  24  di  decembre,  la  domenica,  che  fu  la  vigilia  di  Natale  in  Budrio,  nel  borgo  verso  25 
levante,  abbruciano  13  case,  mercfe  della  gran  furia  de'  venti,  che  d'una  in  altra  portavano 
le  ingorde  fiamme  del  fuoco. 

Fu  questo  anno  di  poco  taccolto  di  frumento  et  di  frutti,  et  fu  grandissimo  caldo,  percio- 
chfe  dalla  festa  di  san  Pietro  insino  alli  10  di  settembre  mai  piov^;  del  mese  di  giugno  valse 
il  grano  soldi  18  et  di  settembre  soldi  25.  I  vini  quasi  tutti  si  guastorono  per  restremita  30 
del  caldo,  perch^  si  comincib  la  vendemmia  a  mezzo  agosto ;  la  pianura  addusse  gran  copia 
d'uva  et  la  montagna  mediocre.  Fu  il  verno  freddissimo  et  dur6  assai  con  nievi  di  molta 
altezza  et  insopportabili  ghiacci.  Morirno  perci6  gran  numero  di  huomini  vecchi  et  altri 
assai  pericolorono  per  il  male  della  costa  o  punta,  come  dir  vogliamo,  et  di  fame  morimo 
assai  animali  per  non  vi  esser  ne  fieno  n^  erba.  35 

Anno  di  Cristo  1459.  —  Si  fanno  li  nuovi  magistrati  della  citt^  secondo  Tuso. 

In  questo  istesso  primo  di  di  gennaro  giunge  in  Bologna  Antonio  di  Jacomo  Paltroni,  fatto 
cavalliere  aurato  dal  duca  Borso  da  Este  signor  di  Ferrara,  sendo  egli  stato  quivi  podest^; 
et  in  Bologna  era  istimato  de'  piii  ricchi  cittadini  che  in  questo   tempo  nella   cittk  fossero. 

Vive  in  questo  tempo  Pietro  di  Giorgio  de'  Magnani  bolognese  dottor  in  legge.  40 

Giovanni  di  Pietro  Felicini,  uno  de'  primi  cittadinl  di  Bologna  et  molto  ricco,  essendo  pas- 
sato  a  Carpi  per  ischivare  il  veleno  della  peste,  et  quivi  parimente  trovandosi  Galeotto  Cane- 
toli,  sovente,  come  occorre,  furono  insieme  a  vari  ragionamenti  e  fra  di  loro  nacque  tanta 
familiaritk,  che  niente  piii.  Laonde  occorrendo  che  Galeotto  haveva  bisogno  di  certa  somma  di 
danari  per  esser  bandito  et  spogliato  di  tutti  li  suoi  beni,  gli  addimando  in  prestito  a  Giovanni,  45 
et  egli  volentieri  Taccomod^  (haveva  anco  il  detto  Giovanni  promesso  al  signore  di  Carpi  di 
accomodarlo  di  altra  buona  somma  di  danari).  Ritoraato  adunque  a  Bologna,  poi  che  la  peste 
era  cessata,  il  signore  di  Carpi  mand6  un  suo  cancelliere  a  Bologna  per  detti  danari,  portando 
la  fede  et  il  segno  da  presentare  a  Giovanni.    Ma  come  piacque  alla  instabile  fortuna,  av- 


fA.  1439]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  167 

venne  che  il  detto  cancelliere,  essendo  alle  bollette,  secretamente  fu  preso  et  condotto  nella 
rocca  di  San  Giovanni,  ove  con  diligenza  essaminato  hebbero  la  chiarezza  di  quanto  cerca- 
vano.  Ora  Giovanni  vedendo  che  oltre  Tordine  dato  il  cancelliere  assai  tardava  di  venire  a 
lui,  cominci6  a  dubitar  di  quello  che  in  effetto  era,  che  il  cancelliere  non  fosse  stato  pigliato; 
5  et  involto  in  questo  timore,  volle  assicurarsi,  et  perci6  ando  a  ritrovare  Virgilio  Malvezzi 
suo  amico  con  li  fratelli,  et  manifestatagli  la  veritk  di  tutto  il  fatto,  lo  pregd  a  non  lo  volere 
abbandonare  in  si  profondo  travaglio.  Virgilio,  che  era  un  vero  simulacro  di  cortesia  et 
bontk,  gli  promise  farlo  volentieri,  et  subito  egli  con  li  fratelli  pass6  al  senato,  et  facendo 
avvisato,  come  essi  benissimo  sapevano,  ove  Giovanni  Felicini  fosse   dalla  corte   cercato,  et 

10  che  niuno  pensasse  giamai  di  ritrovarlo  se  prima  non  erali  data  promissione  di  non  offenderlo 
nella  persona:  il  senato,  udendo  questo,  gli  diede  la  fede  deila  vita,  per  il  che  tosto  Gio- 
vanni  fu  da  Virgilio  al  podesta  secretamente  condotto  (fu  alli  23  di  gennaro,  il  lunedi,  alle 
due  hore  di  notte),  a  cui  disse  che  secondo  la  promessa  non  li  fosse  fatto  male  alcuno  nella 
persona,  perch^  se  altrimenti  fosse,  riputarebbe  ogni  male  fatto   nella  sua  propria  persona. 

15  Fu  essaminato  Giovanni,  et  havendo  con  verita  palesato  il  tutto,  fu   condannato   in  trenta- 
mila  lire;  ma  per6  non  fu  lasciato  libero,  anzi  fu  posto  prigione  co'  ferri  a'  piedi.    Ora  Virgilio, 
et'  li  fratelli,  veggiendo  che  Giovanni  non  era  restituito  alla  libertk,  ma  posto  ne'  ferri,  temendo       p.  190 
^  pcggio»  ^lli  19  di  febbraro,  la  domenica,  circa  un'hora  di  notte,  havendo  ragunato  molti 
suoi  amici,  passo  alla  prigione,  et  a  forza  lo  cav6  fuori  et  a  casa  sua  il  condusse.     Di   che 

20  non  poco  il  senato  se  ne  isdegn6,  et  ne  fece  querela  appresso  il  governatore,  sendovi  presente 
Virgilio  Malvezzi  et  molti  altri  suoi  amici.  II  quale  gagliardamente  bene  si  difese  et  tanto 
fece  che  Giovanni  di  nuovo  si  present6  avanti  il  governatore,  et  data  idonea  sicurt^,  lo  lasci6 
andare  libero  ove  piu  gFaggradiva :  insomma  egli  pag6  tutta  la  detta  quantitk  di  danari  senza 
vendere  cosa  alcuna  delle  sue  facoltk  et  poi  fu  a  Verona   confinato.     Di  questo  fatto  Santi 

25  Bentivoglio  rimase  molto  sdegnato  contro  Virgilio  Malvezzi,  parendogli  che  egli  havesse 
havuto  piu  rispetto  a  Giovanni  Felicini  che  a  lui;  laonde  per  porli  una  benda  (come  si  dice) 
sopra  gli  occhi,  Santi  fece  venire  a  Bologna  Guido  et  Galeazzo  figlioli  gik  di  Romeo  Pepoli 
et  nati  di  una  sorella  di  Annibale  Bentivogli,  che  per  anco  erano  fanciulli,  con  dire  che 
quando  gli  havrk  presso  di  s6,  havrebbe  2000  armati  seco,  et  gli  fece  nominare   conti,  non 

30  essendo  niuno  altro  de'  Pepoli  insino  ad  hora  stato  chiamato  conte ;  et  ci6  f ece  Santi  perchfe 
in  questo  tempo  molti  si  facevano  di  questo  titolo  chiamare,  et  non  havevano  poi  contea,  sic- 
come  questi  fanciulli,  i  quali  I'  havevano  per  amministrare  la  giustitia  a  voglia  loro.  Et  da 
questo  tempo  innanti  avvenire  tutti  quelli  che  da  essi  sono  discesi  sono  stati  veramente 
conti,  siccome  anche  sono  al  presente. 

35  Non  manca  il  Turco  in  questi  tempi  di  rovinare  H  Cristiani  nella  Grecia;  di  che  il  ponte- 

fice  mosso  a  compassione,  parvegli  di  volere  provedervi,  ma  conoscendo  che  per  f ar  ci6 
egli  solo  non  era  sufficiente,  scrisse  a  tutti  li  signori  et  prencipi  de'  Cristiani  che  mandassero 
ambasciatori  a  Mantova,  ove  egli  si  troverebbe  insieme  con  li  cardinali,  et  quivi  trattarebbono 
il  modo  di  ostare  airimpeto  barbaresco.    Et  perci6  sua  Beatitudine  si  partl  di  Roma  con  otto 

40  cardinali  et  con  molti  vescovi  et  prelati,  fu  alli  22  di  gennaro,  il  lunedi,  et  pas86  a  Perugia 
et  d'  indi  a  Siena,  dove  fece  intendere  al  senato  di  Bologna  che  egli  voleva  venire  da  loro. 
Per  lo  che  tosto  il  senato  si  mise  a  fare  la  debita  provisione  per  tutta  la  corte,  et  crearono 
li  sei  della  balia,  dando  loro  ogni  autorit^  di  provedere  a  tutte  le  cose  necessarie  et  di  haver 
Tocchio  che  non  fosse  disturbato  il  libero  stato  della  citt^.     Et  li  eletti  furono  questi:  Gio- 

45  vanni  di  Annibale  Bentivogli,  Carlo  di  Alemano  Bianchetto,  Giovanni  di  Ludovico  dalle 
Armi,  Pietro  di  Andrea  dal  Purgo,  Jacomo  d'Antonio  dal  Lino,  Battista  di  Zono  dalla  Volta. 
Questi,  pigliata  la  cura  della  cittk,  scrissero  al  duca  di  Milano  pregandolo  di  volerli  mandare 
cavalli  et  fanti  per  defensione  della  cittk,  sendo  eglino  dubbiosi  che  il  papa,  sotto  colore  di 
fare  un  consiglio  in  Mantova  a  profitto  della  Criatianitk  et  contro  il  Turco,  uon  cerclii  d'in8i- 


21-28.  segno  tl'allenzione  ntl  marfine  tMitro 


I 


168  HISTORIA  Dl  BOLOGNA    ,  lA.  14S91 


gnorini  di  Bologna  et  introdurvj  li  Canetoli  et  altri  fuorusciti.  II  che,  che  nol  permetta 
Iddio,  quando  fosse,  poteva  egli  considerare  di  quanta  importanza  a  lui  taria.  Considerato 
che  ebbe  il  duca  alle  ragioni  delli  Bignori  della  balia,  pens6  anche  egli,  sotto  colore  di  honorare 
il  papa,  mandare  ii  suo  tigliolo  con  buon  numero  di  gente  d'armi  a  Bologna,  come  egli  fece. 

Oltre  li  sei  della  balia  eletti,  il  senato  anche  elegge  altri  cittadini  alla  cura  di  provedere     5 
alle  cose  necessarie  al  papa  et  alle  genti  d'arme  del  duca  di  Milano  et  della  corte,  et  fra  li  molti 
che  furono  eletti,  vi  furon  questi,  ciofe:  Jacomo  Ingrati,  Virgilio  Malvezzi,  Carlo  Bianchetti. 

Per  pubblico  bando  8'intima  a  ciascuao  che  ha  biade,  le  debbino  denominare  sotto  peaa 
/.  191         della  perdita  di  esse,  et  che  niuno  le  possa  vendere  sen'za  licenza  delli  signori  della  balia. 

Poi  mandano  per  tutti  li  massari  delle  compagnie  della  cittk,  et  a  ciascuno  k  data  uoa  cedola,  10 
f u  alli  1 7  di  marzo,  il  sabbato,  ove  erano  descritte  le  case  et  stalle  et  altre  cose  che  ordinare 
si  dovevano  con  le  cose  necessarie,  come  letti,  lettiere,  tavole  et  cose  simili. 

La  cedola  della  compagnia  de'  notari  conteneva  rordine  per  cavalli  150,  letti  48;  seta- 
iuoli  cavall.  64,  letti  12;  banchieri  cavall.  40;  strazzaruoli  cavall.  140,  letti  20;  beccari  ca- 
vall.  150,  letti  28;  speciali  cavaU.  110,  letti  18;  lanaiuoli  cavall.  72,  letti  12;  bombasari  ca-  15 
vall.  80,  letti  4;  fabbri  cavall.  110,  letti  12;  mercanti  cavalL  30,  letti  18;  maestri  di  legname 
cavall.  109,  letti  12;  oredci  cavall.  115,  letti  10;  calzolari  cavall.  98,  letti  10;  salaroli  ca- 
valL  101,  letti  7;  pelacani  cavall.  90,  letti  18;  merzari  cavall.  99,  letti  10;  sarti  cavall.  40, 
letti  6;  barbieri  cavall.  50,  letti  5;  bisilieri  cavall.  101,  letti  8;  cartolari  cavalL  40,  letti  10; 
muratori  cavaU.  20,  letti  8;  le  quattro  arti  cavall.  120,  letti  18.  20 

A  di  primo  di  aprile,  la  domenica,  che  fu  ''ottava  di  Pasqua  di  Resurretione,  li  aignori 
antiani,  il  confaloniero  di  giustitia,  con  il  governatore,  vanno  alla  chiesa  di  san  Domenico, 
dove  si  mostrava  al  popolo  una  delle  pungenti  et  sacrate  spine  della  coroaa  del  nostro 
Salvatore;  et  quivi  udita  la  messa,  il  govematore  fa  cavalliere  aurato  Giovan  Fraiicesco  di 
Battista  Poeti,  uno  delli  detti  signori  antiani.  23 

Di  questo  mese  d'aprile  per  il  territorio  di  Bologna,  et  particolarmente  dietro  la  costa 
del  Monte,  appare  tanta  moltitudine  di  rughe,  che  si  divorano  tutti  li  pampini  delle  viti  et 
molte  piante  si  seccano. 

Intendendo  il  senato  come  il  duca  di  Milano  mandava  il  signor  Galeazzo   Maria  conte 
di  Pavia  suo  figliolo  con  tre  mila  cavalli  et  1000  fanti,  et  che  di  gih  si  era  da  Milano  par-  30 
tito  et  veniva  verso  Bologua,  gli  mandorono  ad  incontrarlo  et  riceverlo  Lodovico  Caccialupi 
et  Cristoforo  Caccianemici  con  honorevolissima  corapagnia;  li  quali  alli  9  d'aprile,  il  lunedi, 
si  partirono  et  andarono  sino  a  Parma,   et  quivi   incontrandolo,   furono  con   lieta   faccia   et 
amorevoli  accoglienze  accarezzati.     Ora  avicinandosi  al  territorio  di  Bologna,  Achille   Mal- 
vezzi  et  Giovanni  Bentivogli,  per  elettioue  del  senato,  andarono  a  Castelfranco  et  quivi  fecero  35 
ordinare   qualunque   coaa   per   honoratamente   alloggiarlo   insieme  con  la  sua   compagnia;  il 
quale  il  giorno  seguente  vi  giunse,  et  d'indi  poi  partitosi,  raltro  di  venne  al  Lavinio,  dove 
fu  incontrato  da  un  nobiie   drappello  di  gentilhuomini   et  cavalieri.     Et   fatte   le  debite  ac- 
coglienze,  vennero  tutti  insieme  sino  al  ponte  di  Rheno,  et  quivi  parimente  fu  da  infinito  nu- 
mero  di  cittadini  accolto  et  accompagnato  sino  alla  porta  di  San  Felice,  dove  era  dal  vescovo  40 
Vintimiglia  con  il  confaloniere  di  giustitia,  li  signori   aiitiani   et  confalloniere   di   popolo,  il 
signor  Taddeo   Manfredi   signor  d'Imola   et   il  vescovo   il   fratello  et   altri   gentilhuomini   et 
cavalieri  aspettato;  et  ricevuto  con  grande   allegrezza  di  trombe  et  di  piffari,  il  condussero 
ad  alloggiare  al  palazzo  de'  Pepoli,  detto  il  Collegio  Gregoriano,  con  gran  parte  della  soa 
corte,  percioch^  Taltra  parte  alloggi6  nella  casa  de'  Muzzarelli,  et  ain  tanto  che  egli  m  Bologna  45 
stette,  fu  lautamente  et  splendidamente  accarezzato.     Gli  ambasciatori  de'  Bolognesi,  che  erano 
venuti  seco,  presa  licenza,  se  ne  andorono  alle  case  loro. 

Nomi  delli  conduttieri  et  persone  segnalate   che  con  il  conte   vennero  in  Bologna: 

11  magnifico  Lancilotto  dal  Maino,  Pietro  da  Galerado,  Grifforte  Braccio,  Otto  Visconti, 


I 


[A.  1459]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARUACCI  169 

Christoforo  da  Sonemo,  Ventura  del  Maino,  Francesco  da  Castiglioni,  Virgilio  Visconti, 
Gasparo  Tromala,  Lionello  Brandolino,  Galeotto  Bevilacqua,  Giovan  Andrea  Tizzone,  Gio- 
vanni  Jacomo  Triulcio,  Bernardino  degrAngeli,  Pietro  Antonio  Polato,  Sa'gramoro  Villano,  p.  />-' 
Jacomo  da  Mantova,  il  vescovo  di  Modena,  Tiberto  Brandolino,  il  signor  Taddeo  da  Imola, 
5  il  conte  Pietro  dal  Verme,  Filippo  Visconti,  Federigo  Pallavicino,  Manfredo  Beccaria,  Azzo 
Visconti,  Prencivale  da  Lampugnano,  Pietro  Azzajuoli,  Pietro  Boccaccino,  Pietro  da  Pusterla, 
Antonio  Trotto,  Carlo  Bossi,  Alessandro  Visconti,  Nicolb  da  Tollentino,  Buoniforte  Meleto, 
Giovanni  Luca  Stampa,  Antonello  et  Jacomo  da  Piasenza,  Rolandino  da  Milano,  Ettore  da 
Piasenza,  Rubino  da  Piasenza,  Bartolomeo  da  Piasenza,  Giovanni  da  Piasenza,  Gentile  da  Tre- 
10  viso,  Azzino  Stampa,  Gulielmo  da  Parma,  Riccio  da  Cortona. 

Nomi  de'  camerieri  del  conte: 

Marco  Nigrio,  Giovanni  Francesco  Mendolo,  Jacomo  di  Majo,  Giovanni  Giorgio  di  Majo, 
Borso  Scrincio,  Benedetto  da  Mantova,  Ludovico  Snardo,  Galasso  di  Galasso,  Ludovico 
d'Oria,  Bartolomeo  da  Locarno,  Gabriel  de  Lax. 

15  Nomi  degrofficiali  del  conte: 

Antonio  credenziero  con  due  compagni,  il  dispensiero,  tre  preparatori,  quattro  provisieri, 
dui  ostiari,  il  spenditore,   Buono  barbiere,  Marco  Mano  sarto,  dui   cuochi   con  li  suoi  servi, 
dodici  famigli  da  stalla,  dieci  vetturali,  sei  trombetti;  li  quali  in  somma  havevano  fra  cavalli 
et  muli  numero  157. 
20  Li  cavalli  della  sua  compagnia,  che  entrarono  in  Bologna  armati  di  giupponi  et  giornee 

molto  ricche  di  drappi  d'oro  et  d'argento  et  di  seta  con  gioie  assai  alla  divisa  del  duca  di 
Milano,   furono  da  350,  et  questa   spesa  la  fece  il  duca   di  Milano;   furono  per   honorare  il 
ligliuolo  che  veniva  a  Bologna  et  andava  al  papa.     La  quale  cost6  ventiotto  migliaia  di  fiorini 
d'oro,  senzj  li  panni  di  lana,  delli  quali  tuttti  ad  un  taglio  erano  le  sue  genti  vestite. 
25  Giunsero  poi  le  squadre  de'  cavalli,   che   furono   3000,  et  500   fanti,   alli  quali  fu  dato 

alloggiamento  nel  territorio,  et  furono  consignate  due  porte  della  cittk  al  conte. 

AUi  14  d'aprile,  il  sabbato,  il  conte  si  parte  di  Bologna  con  alcuni  baroni  et  con  300  cavalli, 
accompagnato  insino  a  San  Rafaele  dalli  signori  antiani  et  gentilhuomini  di  Bologna;  et  passa 
a  Fiorenza  ad  incontrare  il  papa,  lasciando  alla  guardia  di  Bologna  alcune  squadre  di  soldati, 
30  perch^  il  senato  dubitava  de'  Canetoli  fuorusciti. 

Alli  1 7  d'aprile,  il  martedJ,  Azzo  da  Quarto,  uno  delli  1 6  ref ormatori  della  cittk,  huomo 

di  preclaro  ingegno  et  sviscerato  della  fattione  benti  volesca,  passa  da  questa  a  miglior  vita. 

II  pontefice  alli  23  d'aprile,  il  lunedi,  si  parte  da  Siena,  et  alli  25,  il  mercoledl,  entra  in 

Fiorenza. 

35  Frattanto   i  Bolognesi  sono  occupati  ad   apparecchiare   le   cose   necessarie  et  addob- 

bare  le  vie  di  panni  et  coprire  le  strade  per   le   quali  il   papa  passare  doveva,  et  al  fabri- 

care  un  sicuro  ponte  dal  palazzo  a  San  Petronio.     Poi  il  senato  a  di  primo  di  maggio,  il  mar- 

tedi,  elegge  quattro  cittadini,  ciofe:  Achille  Malvezzi,  Ludovico  Caccialupi,  Jacomo  degrOrsi 

et  Pietro  Magnani  dottore,  et  gli  manda  a  Fiorenza   acciochfe   acompagnino  il  papa;  et   gli 

40  fu  assignata  honorata  compagnia. 

A  di  5  di  maggio,  il  sabbato,  il  papa  si  parte  di  Fiorenza  et  viene  verso  Bologna;  et  il 
conte  Galeazzo  Maria  alli  6  entra  in  Bologna  et  h  ricevuto  con  maggior  honore  et  pompa 
che  di  prima. 

A  dl  7,  il  lunedl,  entra  in  Bologna  il  cardinale  Bessarione,  da  tutta  la  cittk  incontrato; 
45  et  va  ad  alloggiare  alli  frati  de'  Servi. 

A  dl  8,  il  martedi,  il  papa  viene  a  Lojano.  Da  Giovanni  di  Faccio  de'  Pasi,  capitano  della 
montagna,  k.  opulentissimamente  ricevuto;  et  havendo'  quivi  desinato,  crea  cavaliere  aurato  il       /.  193 


1$  officiali]  neWoriginale  officili 


170  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  i4S9] 


detto  Giovanni  et  molto  lauda  tl  suo   cortese  animo    La  sera  poi  venne  a  cena  a  Pianoro; 
di  che  avvisato,  il  senato  fa  aprire  tutte  le  prigioni  et  libera  gli  carcerati. 

In  questo  istesso  giorno  Santi  Bentivogli  fece  un  solenniBsimo  convito  al  conte  Galeazzo 
Maria  et  a  tutti  li  suoi  baroni;  la  sera  Virgilio  Malvezzi  gli  diede  sontuosa  cena. 

Alli  9  di  maggio,  il  mercoled),  il  senato  et  tutti  gl'altri  magistrati  con  la  nobilt^  della  i 
citth  passano  a  Pianoro  per  accompagnare  il  papa  et  condurlo  a  desinar  alli  Crociati,  ove 
era  ogni  cosa  opportuna  accomodata.  Et  il  medesmo  giomo  alle  20  hore,  con  quella  grandezzn 
et  pompa  che  imaginar  si  puote,  entr6  in  Bologna  Pio  II:  aveva  seco  70  vescovi.  Gli  furono 
presentate  le  chiavi  della  cittk  da'  signori  antiani  et  offertogli  la  signoria  della  citt^,  quale  la 
coniirm6  alli  detti  signori.  L'orazione  che  fece  Bomio  da  Sala  dottore  alla  porta  di  strk  10 
Maggiore  cominci6:  "  Benedictus  qui  venit  in  nomine  Domini  „.  Quando  il  papa  fu  dritto  alla 
casa  di  Giacomo  degringrati,  in  farcia  alla  Masone,  fecelo  cavaliere  et  volle  si  chlamasae  de' 
Grati.     Era  figlio  di  Pellegrino  Ingrati  pellizzaro,  come  era  ancor  esso. 

Era  il  pontefice  amantato  di  panno  d'oro  con  la  mitra  di  vescovo  in  testa,  portato  in  una 
sedia  dalli  confalonieri  et  dottori  sotto  un  baldacchino  di  panno  d'oro.  Avanti  lui,  sopra  una  IS 
chinea  addobbata  pure  di  panno  d'oro,  era  il  santissimo  Corpo  del  Signore  con  molti  torchi 
accesi  sotto  un  altro  baldacchino  di  broccato  fanissimo,  procedendo  nove  chinee  bianche  coper- 
tate  di  cremesino,  guidate  a  mano  dalli  palafrenieri.  Poi  veniva  a  piedi,  dietro  il  Santissimo 
Sacramento,  il  conte  Galeazzo  Maria  con  tutti  gFaltri  signori  et  baroni.  Dietro  il  papa  seguita- 
vano  gl' inf rascritti  cardinali,  ciofe:  il  cardinale  Orsino  romano,  Latino  arcivescovo  di  Trani  del  20 
titolo  di  Santi  Giovanni  et  Paulo,  il  cardinale  Guglielmo  Roano  francese  arcivescovo  rotoma- 
gense,  il  cardinale  sagrista,  il  cardinale  Bessarione  greco  constantinopolitano  arcivescovo  niceno 
cardinale  Tusculano,  il  cardinale  Filippo  Lucano  da  Sarzana  vescovo  di  Bologna  cardinale  di 
San  Lorenzo  in  Lucina,  il  cardinale  Pietro  Barbo  venetiano  et  vescovo  vicentino  et  cardinale  di 
San  Marco,  il  cardinale  Alano  Coettino  di  Avignone,  il  cardinale  Ludovico  Milano  Valentino  25 
de'  Santi  Quattro  Coronati  legato  di  Bologna,  il  cardinale  di  Santa  Sophia,  il  cardinale  Giovanni 
Mela  spagnolo  zamorense  del  titolo  di  Santa  Prisca;  il  cardinale  Prospero  Colonna  romano 
venne  di  poi  alli  1 1  insieme  con  il  cardinale  di  San  Clemente  legato  della  Marchia.  Fu  la  en- 
trata  per  la  porta  di  strk  Maggiore  insino  alla  torre  degrAsinelli,  poi  dalla  Gabella,  et  per  le 
Chiavature  alla  piazza;  et  entrato  in  San  Petronio  a  orare,  pas86  per  il  ponte  di  legno  nel  palaggio.  30 

Alli  1 1  di  maggio,  il  venerdl,  li  signori  antiani,  conf alonieri,  li  sedici,  li  dottori  et  caval- 
lieri  radunati  vanno  con  bellissimo  ordine  a  f are  riverenza  al  pontefice ;  et  h  dato  il  carico  a 
Bomio  di  Beltrame  da  Sala  di  fare  Toratione  a  nome  di  tutta  la  cittk.  II  quale,  orando,  assai 
si  dolse  del  mal  govemo  della  cittk,  chiamando  piu  tosto  tirannia,  che  libertk,  quella  che  la 
cittk  haveva;  dove  8upplic6  il  papa  volesse  provederli.  Finita  adunque  la  oratione,  et  pigliando  35 
la  santa  et  apostolica  benedittione,  il  pontefice  gli  disse:  "  Bomio,  voi  havete  fatta  una  buona 
"oratione,.  Hebbero  li  magistrati  tutti  molto  a  sdegno  ci6  che  Toratore  detto  haveva,  et 
d'indi  di  cattivo  animo  contro  il  Bomio  si  partirono.  Di  che  accortosi  il  papa,  il  mand6 
a  domandare,  et  gli  disse  che  ad  ogni  modo  voleva  andasse  con  esso  lui  a  Mantova,  perche 
ne  haveva  di  bisogno,  et  cori  il  condusse;  ma  il  reggimento,  che  troppo  da  lui  offeso  si  40 
p.  194       teneva,  per  publico  conseglio  il'  privarono  di  tutti  gl'ufiici  della  cittL 

Questo  Bomio  fu   huomo   dottissimo,  et  di  lui  si   trovano   molte   opere   scritte  a  mano. 
Egli,  vedendosi  per  la  cagione  sopradetta  odiato  dalli  cittadini  della  sua  patria,  compose  un 
apologetico  che  comincia :   "  Bene  est  ut  in  apologetico,  ut  ajunt,  nostro  longioribus  spaciis  pro 
"  fide  et  amore  meo  ad  patriam  singulari  cohortemur  omnes  ad  suscipiendam  cum  mea  conso-  45 
"latione  patientiam,. 

Opere  da  lui  composte:  "  De  penitente  „,  libri  4;  »  De  diligendo  et  cognoscendo  Deum  ,, 
libri  5;  "  De  perfectione  status  religiosorum,;  "  Dialogus  sub  titulo  de  consolatioue  „  distinto  in 
tre  libri,  et  nel  fine  un  libretto  "  De  conversione  ad  Deum  ,;  »  De  emendatione  peccatorum  ,;  "  De 
•  mundo  et  naturahumana,;  "De  principe,;  "De  meditatione  mortis  et  de  anima  cum  oratione  50 


I 


[A.  1459]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  171 

"  ad  P.  P.  ubi  agitur  de  felicJtate  „  ;  "  De  doctrina  consolatoria  ad  mortem  „ ;  "  Liber  cujus 
"  initium  est:  Errant  qui  opinantur  feiicitatem  hic  haberi  , ;  "  De  deferenda  re  militari  et  de 
"  officio  et  utilitate  prudentiae  et  de  congratulatione  fraternae  charitatis  in  eodem  volumine  „ 
libri  3 ;  "  Ferrenda  quaecumque  contingunt,  et  de  multiplici  utilitate  tentationum  et  contra 
5  "  curiosos  et  superstitiosos  nimis  rerum  inquisitores  „  ;  "  De  regimine  ad  reverendissimum  Car- 
"  dinalem  N.  et  de  variis  in  eodem  libro„;  "Contra  detractores  poetarum  et  de  gubernatione 
"  filiorum  „  ;  "  De  semita  beatae  vitae  „ ;  "  De  honore  parentum  „  ;  "  De  fuga  peccati  „  ;  "  De 
"  fructu  patientiae  et  de  remediis  afflictorum  apologia  sui  ipsius  voluminis  circiter  30  quin- 
"  ternorum  „ ;  "  Adversus  Judaeos  „  ;  "  Se  ipsum  nosse  primus  ad  f  elicitatem  gradus  est  „  ;  "  De 
10  "  Curia  Romana,  ubi  agitur  de  potestate  Papae  „;  "  De  advocato  „  ;  "  Tristitiam  animi  repel- 
"  lendam  et  virtute  gaudium  amplectendum  „ ;  "  Variarum  liber  epistolarum  contra  impugna- 
"  tores  libertatem  Ecclesiae  asserentes  P.  P.  non  habere  in  temporalibus  potestatem  „  ;  "  Qua- 
"  dragesimale  „  ;  "  Opusculum  de  regimine  materno  eloquio  „  ;  "  De  optima  bene  vivendi  duce 
"  philosophia  morali  „  ;  "  De  studio  sanctae  medicinae  et  de  conservatione  sanitatis  „  ;  "  De 
1 5  "  consolatione  ut  tribulati  per  virtutum  opera  convertantur  „  ;  "  De  contemplatione  divinae 
"  bonitatis  „  ;  libri  quattro  "  De  perseverantia  „  ;  libri  tre  "  De  virtutibus  et  peccatis  „  ;  "  De 
"  pace  „  ;  "  Viaticum  ad  senectutem  contra  pestem  „  ;  "  Speculum  salvationis  humanae  „  ;  libri 
"  quattro  "  De  beneficiorum  Dei  recordatione  „  ;  "  De  aedificanda  sibi  felicitate  „  ;  "  De  soli- 
"  tudine  in  agro  et  consolatione  defunctorum  „  ;  "  De  otio  literato  „.  Compose  anche  altri 
20  libri,  che  si  trovano  imperfetti,  et  alcuni  in  lingua  volgare,  siccome  anche  per  una  lista  di  sua 
propria  mano  appare  sotto  il  dl  5  di  agosto  deiranno  1469. 

Alli  13,  che  fu  il  giorno  di  Pasqua  della  Pentecoste,  il  pontefice  canta  la  messa  in 
San  Petronio,  et  finita,  fa  cavaliere  aurato  Giovanni  Marsilio;  poi  portato  nel  palagio  alla 
renghiera,  diede  la  benedittione  al  popolo,  che  stavasi  nella  piazza,  et  la  indulgenza  plenaria. 
25  Et  poscia  ciascuno  se  ne  and6  a  casa. 

Doni  che  furono  presentati  al  papa  dal  senato:  una  coppa  d'argento  con  1000  ducati 
d'oro,  corbe  di  farina  50,  corbe  di  vino  110,  legnari  di  legna  10,  carra  di  strame  20,  oltre 
le  spese  tutte  fatte  a  lui  et  alla  sua  corte. 

Doni  fatti  a  ciascun  cardinale  dal  senato :  50  libre  di  confetti,  50  libre  di  cera  lavorata, 
30  50  libre  di  salciccia  grossa,  40  corbe  di  spelta,  16  corbe  di  pane,  15  corbe  di  vino,  6  carra 
di  strame,  4  legnari  di  legna,  2  vitelli. 

Doni  fatti  al  conte  Galeazzo  Maria  Sforza:  due  bacili  con  due  bronzi  d'argento.  ^.  ifj 

II  conte  Galeazzo  Maria  Sforza  fa  cavaliere  aurato  Jacomo  dal  Lino. 

II  senato  fa  giostrare  un  palio  di  drappo  cremesino  di  braccia  30;  et  della  giostra  ne 
35  riporto  il  premio  et  Tonore  Boldrino,  uno  de'  soldati  del  conte  Galeazzo,  et  Giovanni  Piccinino 
bolognese,  huomo  d'arme  di  Tiberto  Brandolino. 

Alli  15  di  maggio,  il  martedi,  viene  alla  luce  di  questo  secolo  Ercole  figHoIo  di  Santi 
Bentivogli  et  di  Maria  Ginevra. 

In  questo  istesso  giorno  Filippo  di  Gasparo  Bargellino,  uno  de'  sedeci  riformatori  della 
40  cittk,  passa  alFaltra  miglior  vita. 

Alli  16,  il  mercoledi  a  hore  otto,  il  papa  si  parte  di  Bologna  con  tutta  la  corte  per  passare 

poi  a  Mantova,  et  6  dalli  signori   antiani  et    confalonieri  et  dalli  16  riformatori   della   cittk 

insino  a  Corticella  accompagnato ;  dove  in  un  bucentoro  addobbato  entra  nel  canale  di  Rheno 

con  altre  barche  assai  et  naviga  verso  Ferrara  et  ivi  giunge  alle  22  hore;  poi  alli  27  di  maggio, 

45  la  domenica,  entr6  in  Mantova. 

Neiristesso  giomo,  che  il  pontefice  di  Bologna  parte,  il  conte  parimente  con  tutti  li 
soldati  fece  dalla  cittk  partenza. 

Spese  la  camara  di  Bologna  nella  venuta  del  pontefice  in  tutto  lire  48  mila.  Furono 
sopra  le  provisioni  delle  cose  della  cittk:Jacomo  Ingrati,  Virgilio  Malvezzi,  Carlo  Bianchetti 


37-38.  un  segno  a  /e»««  nel  margine  sinistro 


172  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  [AA.  i45«-i46oi 


et  altri  assai  del  senato.    Al  governo  delle  genti  d'arnii  duchesche   furono  Galeazzo  Mare- 
Bcotto  et  Jacomo  dal  Lino  cavaliere  aurato. 

Alli  1 2  di  luglio,  il  giovedi,  il  vescovo  della  citt^,  che  era  a  Cento  per  accordare  li  Bolo- 
gnesi  con  li  Centani  per  cagione  di  alcune  discordie  nate  fra  di  loro,  viene  in  Bologna. 

Alli  31  d'agosto,  a  hore  18,  il  venerdl,  Ludovico  Mareacotto  de'  Calvi  dottore  famosissimo    5 
et  cavaliere,  uno  de'  16  reformatori  et  molto  di  giovamento  alla  repubblica,  di  anni  80,  ma 
vigoroso  et  di  buon  sentimento,  muore ;  et  h  sepellito  alla  chieBa  di  san  Domenico  con  grandis- 
simo  honore,  accompagnato  con  li  stendardi  et  le  bandiere;   di  cui  si   leggono  questi  versi 
fatti  da  Zaccaria  Enrigitti: 

j 
Siuetn  Marescotta  domus  yurisconsulte  perenms  10" 

Edidit  ingenua,  nunc,  Ijidovice,  jaces. 
Consilio  folUns,  fatriaegue,  et  sflendor,  et  armis 

IJbertatis  cras  fautor  ubigue  tuis. 
Cautus  in  adversis,  constans  celeberrimus  equo, 

Judicis  oficia,  miles  in  arma  vigil.  15 

II  pontefice,  oltre  alli  molti  ambasciatori  de'  prencipi  che  erano  in  Mantova,  anche  ri- 
chiede  gli  ambasciatori  bolognesi:  il  perchfe  il  senato  elegge  gl' inf rascritti,  ciofe:  Achille  Mal- 
vezri,  Ludovico  Caccialupi,  Jacomo  Ingrati,  Santi  Bentivoglio;  ma  egli  tosto  a  dietro  ritomb. 

Santi   Bentivoglio   compra   tutte  le  case   degli   heredi  di  Andrea  di  Nicola   dairAvoHo, 
che  erano  dove  oggidl   poi  fu  edificato  il  palazzo   de'    Bentivogli,   col  consenso  del  signore  20 
Angelo  vescovo  reatino  legato  di  Bologna  et  delli  signori  antiani  et  confalonieri  del  popolo. 

Sendo  mancati  alcuni  del  numero  delH  16  reformatori,  quelli  che  sopravivevano,  radunati, 
pongono  il  partito,  et  in  luogo  di  Azzo  da  Quarto  entra  Giovanni  Bentivogli,   nel   luogo  di 
Filippo  Bargellino  vi  entra  Carlo  di  Alemanno  Bianchetti  et  in  luogo  di  Ludovico  Marescotto 
f.  196       vi  entra  Ga'Ieazzo  il  figliolo.    Et  avengachfe  Giovan  Bentivoglio  di  prima  entrasse  nel  senato,  25 
nondimeno  non  dava  il  voto,  siccome  hora  comincia  a  darlo. 

Santi  Bentivoglio  propone  nel  conseglio  che  si  habbino  a  eleggere  sette  gentilhuomini 
sopranumerari,  li  quali  entrino  nel  senato  dando  il  suo  voto;  et  venendo  a  mancame  alcuni 
degli  ordinari,  senza  fare  altra  elettione,  questi  succedino  a  quei  che  mancano  et  di  nuovo  se 
ne  elegga  altri  infino  al  perfetto  numero  di  quelH.  Piace  a  tutti  quest'ordine  et  e  approvato,  30 
et  sono  eletti  questi,  ciofe:  Christoforo  Caccianemici,  Jacomo  di  Antonio  dal  Lino,  Giovanni 
di  Ludovico  dalle  Armi,  Bartolomeo  di  Mino  di  Russi,  Christoforo  di  Rinaldo  Ariosti,  Pietro 
di  Andrea  dal  Purgo.     Tutti  questi  per  la  sapienza  et  bontk  furono  molto  utili  alla  repubblica. 

Filippo  milanese,  eccellentissimo  dottore  in  medicina,  muore  in  Bologna,  et  fu  sepellito 
a  San  Michele  in  Bosco,  nel  chiostro,  con  grande  honore.  35 

Anno  di  Cristo  1460.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  ruso  della  citti  et  datieri, 
eccettuato  I'oSicio  del  confalloniere  di  giustitia,  che  si  fa  secondo  il  piacimento  delli  16, 
dove  prima  si  faceva  per  parentela  o  per  amicitia  non  secondo  Tuso  della  citti  di  prima, 
sendo  che  dalla  morte  di  Annibale  sino  a  questo  giorao  erano  creati  gli  signori  antiani  e 
confalonieri  di  popolo  et  massari  a  beneplacito  del  senato,  ma  per  imbossolatione  fatta  dagli  40 
sedeci  reformatori,  la  quale  imbossolatione  si  consegnava  con  patto  che  essi  non  lasciassero 
portare  la  detta  cassa  fuore  della  sagrestia  loro  senza  patente  del  confaloniere  di  giustitia 
et  delli  signori  antiani.     II  che  insino  al  di  presente  si  osserva. 

II  senato,  intendendo  esser  finito  a  Mantova  il  consiglio  del  papa,  dove  erano  venuti  gli 
ambasciatori  di  tutti  li  principi  delPEuropa,  et  dove  il  papa  con  una  eloquentissima  oratione  45 
haveva  pianto  la  ruina  deIl'imperio  de'  Greci  et  di  tanti  regni  de'  Cristiani  che  per  nostra 


19-21.  »«  segno  a  ftnna  ntl  margint  simstro 


[A.  1460}  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  173 


negHgenza  et  lentezza  il  Turco  occupati  haveva,  et  che  egli  d'indi  si  voleva  partire,  crea 
novi  ambasciatOri  ad  invitarlo  a  passare  per  Bologna,  et  f urono  questi,  cio^ :  Ludovico  Benti- 
vogli  cavaliere  aurato,  Jacomo  degrOrsi,  li  quali  alli  10  di  gennaro,  il  giovedi,  con  honorevole 
compagnia  da  Bologna  si  partirono,  et  giunti,  furono  caramente  dal  pontefice  ricevuti.  Et 
5  fattogli  Tinvito  a  nome  di  tutta  la  cittk,  volentieri  condescese  alla  loro  volontk;  et  percib 
venne  per  il  Pado  a  Ferrara,  et  d'indi  poi  per  barca  venne  alli  22  di  gennaro,  il  martedl, 
a  hore  21  e  mezza,  alla  porta  di  Galliera.  Et  incontrato  con  solenne  pompa,  et  fatto  quivi  Rai- 
naldo  Formaino  uno  delli  16  cavaliere  aurato,  fu  accompagnato  al  palazzo  grande  delli  signori 
antiani;  et  perche  il  senato  pur  temeva  che  li  fuorusciti  non  fossero  dal  pontefice  introdotti 

10  nella  cittk,  haveva  fatto  venire  a  Bologna  gran  numero  di  gente  armata  per  sicurezza  loro. 

In  questo  tempo  viveva  fra  Lodovico  da  Bologna   deU'ordine   minore,   huomo   di  gran 

prudenza  et  letteratissimo,  il  quale  et  da  Nicola  et  da  Calisto  et  da  Pio  pontefici  fu  mandato 

per  invitare  li  prencipi  a  pigliar  Tarmi  contro  il  Turco.     Di  lui  ragiona  Luca  Silvio  in  una  sua 

lettera  scritta  al  duca  di  Borgogna,  che  cosl  comincia:   "  Invalescente   magno   Turco   etc.  „. 

15  Alli  23,  il  mercoledi,  il  papa  fa  radunare  li  signori  sedeci  con  altri  cavallieri  et  gentilhuo- 

mini,  ciofe :  Santi  Bentivoglio,  Giovanni  di  Annibale  Bentivoglio,  Carlo  di  Giovanni  Malvezzi, 
Scipione  di  Gabbione  Gozzadini,  Galeazzo  di  Ludovico  Marescotti,  Paolo  di  Zono  dalla  Volta, 
Ludovico  Caccialupi,  Nicolb  di  Jacomo,  Jacomo  di  Pellegrino  Ingrati,   Christoforo  Cac'cia-       p.  197 
nemici,  Jacomo  Marsili,  Ludovico  Bentivogli,  Jacomd  dal  Lino,  Dionisio  di  Castello,  Giovanni 

20  Guidotti,  Virgilio  Malvezzi,  Jeronimo  de'  Bianchi,  Nicoloso  Poeti,  Giovanni  deirArme,  Barto- 
lomeo  di  Mino  de'  Russi,  Christoforo  di  Rainaldo  Ariosti,  Carlo  di  Alemano  Bianchetti,  Pietro 
di  Andrea  del  Purgo,  a'  quali  esso  pontefice  fece  un  longo  ragionamento,  esortandoli  ad  una 
vera  concordia,  pace  et  caritk,  chiamandoli  molte  volte  suoi  diletti  et  cari  figliuoli;  et  dopo 
raversi  modestamente  doluto  che  pareva  di  lui  poco  si  fidassero,  havendo  riempiuta  tutta  la 

25  cittk  di  armati,  gli  preg6  a  esser  buoni  figlioli  di  santa  Madre  Chiesa,  offerendosi  loro  per 
padre  amorevole  et  favorevole  in  tutte  le  loro  occorrenze,  et  datagli  la  sua  beneditione,  gli 
lascio  tutti  consolati  et  lieti;  et  essi  di  rincontro  gli  promisero  esserli  amorevoli  et  ubbidienti 
figlioli  et  di  sempre  riceverlo  et  amare  come  padre  loro.  Poi  si  partl,  et  pass6  a  Pianoro 
a  cena,  accompagnato   dalli   magistrati  et  da  infinito  popolo.     Et  il  seguente  giorno  s'invi6 

30  verso   Fiorenza,  poi  a  Siena,  dove  stette  insino  alli  10  di  settembre;  poi  ne  and6  a  Roma. 

Santi  Bentivogli,    deliberato  di  fabbricare   un   sortuoso   palazzo    vicino  a  quello  di  An- 

nibale  Bentivogli,  manda  a  Fiorenza  per  Pago  fiorentino  eccellentissimo  architetto,  et  havendo 

comprate  sedeci  case  nella  via  de'  Castagnoli  contigue  alla  sua  casa,  a  dl  primo  di  febbraro, 

il  venerdi,  a  hore   14,  fece  dare  principio  alla  ruina  delle  dette  case;  et  fatto  il  modello  da 

35  Pago,  et  dissegnata  la  pianta  del  detto  palazzo,  alli  5  di  marzo,  il  mercoledl,  si  cominciomo 
a  cavare  li  fondamenti,  sendovi  gran  copia  di  maestri  et  altri  operatori.  Et  alle  12  del  mede- 
simo,  il  mercoledl,  Santi  Bentivogli  havendo  udito  la  messa  dello  Spirito  Santo  nella  chiesa 
di  san  Jacomo,  accompagnato  da  molti  gentilhuomini,  pose  la  prima  pietra  nel  fondamento 
verso  la  capella  di  santa  Cecilia  sul  canto  della  via  de'  Castagnoli,  a  hore  15  et  un  quarto; 

40  et  cosl  si  cominci6  a  fabbricare  col  favore  divino  il  detto  palagio,  il  quale  finito,  fu  estimato 
il  primo  palagio  d'ltalia  di  pietra  cotta. 

AI  principio  di  quaresima  il  predicatore  della  chiesa  di  san  Petronio  in  pulpito  legge 
un  breve  papale  direttivo  alla  citth  di  Bologna,  dove  il  papa  ordinava  che  ciascuno  dovesse 
pagare  il  trentesimo  delle  entrade  et  guadagni,  parte  nel  presente   mese  di  marzo,   parte   a 

45  settembre  avvenire  et  parte  per  tutto  marzo  delFanno  seguente.  Et  il  chericato  doveva  pagare 
le  decime;  et  se  non  si  pagava  la  somma  ordinata,  inhibiva  alli  confessori  non  li  dovessero 
da'  peccati  loro  assclvere;  et  nel  vero  molti  non  volsero  pagare,  nfe  perci6  si  confessarono. 
Li  denari  che  furono  raccolti  in  Bologna  si  mandarono  a  Roma.  Et  avenga  che  questa 
colta  il  papa  la  facesse  per  fare  la  ispeditione  contro  il  Turco,  nondimeno  non  ne  fece  altro, 


31-37.  un  segno  a  ptnna  ntl  margine  sinistro 


174  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  1460-1461] 


perchfc  bastb  che  delle  cose  del  Turco  a  Mantova  solamente  si  ragionasse,  perchi  se  bene 
mostrarono  da  principio  di  volere  a*  danni  del  Turco  tutti  i  prencipi  christiani  cingersi  la  spuuia 
et  che  forte  accesi  vi  fossero,  nondimeno  cominciorno  a  trattare  de'  loro  privati  littigj,  et 
cori  la  santa  impresa  si  pose  affatto  da  parte. 

Alle  quattro  tempora  della  quaresima  il  papa  crea  cinque  cardinali,  fra'  quali  vi  t  Angelo     5 
Capranica  govematore  di  Bologna;  et  la  nuova  giunse  in  Bologna  alli  7  di  marzo,  il  venerdl, 
et  di  ci6  la  citt&  ne  fece  grande  allegrezza. 

Alli  17  del  medesimo,  il  lunedi,  il  detto  governatore  si  parte   da   Bologna  et  passa  al 
papa  in  Siena,  et  il  senato  manda  con  esso  lui  per  ambasciatori :  Paulo  dalla  Volta  et  Christo- 
foro  Caccianemici.    Et  giunti  in  Siena,  et  havuto  il  capello,  il  detto  ritorn6  legato  a  Bologna  10 
/.  19S       con  gram'ba8ciatori.     Fu  alli  10  d'aprile,  il  giovedl,  et  secondo  Tuso  della  cittk  fu  honorevol- 
mente  ricevuto,  et  alVhore  22  entr6  in  pa1az2K>. 

AUa  renghiera  del  palazzo  a  suono  di  trombe  si  pubblica  1'  indulgenza  plenaria  perpetua 
concessa  dal  pontefice  alla  chiesa  della  Madonna  del  Monte  il  giomo  deirAssontione  della 
Beata  Vergine.  15 

Alli  3  di  luglio,  il  giovedi,  si  ecliss^  la  luna  a  hore  una  e  mezza  et  si  oscur6  la  terza 
parte  di  essa. 

A  dl  15   di  luglio,  il  martedl,   Federigo   III   imperatore   fa   Achille,  Virgilio,  Ludovico, 
Ercole  et  Pirro  fratelli  et  figliuoli  di  Gasparo  Malvezzi  et  loro  discendenti  conti  palatini  et 
baroni  del  sacro  imperio,  et  li  dona  piena  autoritk  di  far  notari,  crear  dottori  et  legittimare,  2(J 
siccome  appare  per  un  breve  dato  in  Vienna. 

Nicol6  bolognese,  essendo  imperfetta  Tarca  di  marmo  piena  di  storie  et  figure,  che  gik 
fece  Nicola  Pisano  a  Bologna,  dove  k  il  corpo  di  san  Domenico,  la  finisce  que8t'anno  et  fa 
perfetta;  et  perci6  egli  da  indi  in  poi  fu  chiamato  Nicola  deirArca.  Fu  egli  discepolo  di 
Jacomo  dalla  Quercia  scultor  sanese.  25 

A  dl  18  di  luglio,  il  venerdl,  a  hore  11  e  mezzo,  fu  reclisse  del  sole,  il  quale  per  la  meti 
si  oscur6. 

AUi  23  d'ag08to,  il  sabbato,  Ludovico  Malvezzi  con  800  cavalli  et  200  fanti  sendo  stato 
licentiato  dalla  signoria  di  Venetia,  giunge  nel  territorio  di  Bologna,  et  quivi  si  sta  non  senza 
qualche  sospetto  del  senato  per  circa  un  mese,  aspettando  risolutione  dal  pontefice  delli  capi-  30 
toli  fra  di  loro,  perchfe  Tassoldava  contro  Sigismondo  Malatesta  signore  di  Rimini :  et  mentre 
che  egli  stette  nel  detto  territorio,  mai  la  mattina  8'apersero  le  porte  della  citt^,  se  non  al 
tardi.  Finalmente  del  mese  di  settembre  hebbe  la  condotta,  et  and6  per  guardia  della  Marca 
et  della  Romagna,  con  dieci  mila  scudi  Tanno  di  stipendio,  come  appare  ne'  capitoli.  And6 
adunque  alla  Pergola  per  coramissione  del  papa,  et  quivi  contro  Sigismondo  fece  assai  cose  35 
et  di  valore  et  di  maravigHa. 

II  pontefice  chiama  il  legato  di  Bologna  a  lui;  il  quale  a  dl  18  di  novembre,  il  martedi, 
si  parte  di  Bologna,  et  seco  vanno  grinfrascritti  ambasciatori  a  Roma,  cioi:  Christoforo  Cac- 
cianemici,  Jacomo  Marsili. 

A  d)  1 1  di  decembre,  il  giovedl,  Ludovico  Malvezzi  con  le  genti  di  Santa  Chiesa,  essendo  40 
alloggiato  alla  citta  di  Giessi,  pass6  nel  paese  di  Fano,  posseduto  da  Sigismondo  Malatesta  ribello 
di  Santa  Chiesa,  et  gli  dh  gran  danno,  facendo  ricca  preda ;  et  poi  a  salvamento  se  ne  ritoma. 

Fu  questo  anno  secco  oltre  modo  et  si  persero  li  marzadelli,  nfe  si  puot^  coltivare  li  campi. 

Anno  di  Cristo  1461.  —  Sono  creati  li  nuovi  magistrati  della  cittk  al  solito. 

Si  scuopre  che  Giacomo  di  Bartolomeo  merzaro  haveva   ordinato  un  potente   veleno,  a  45 
persuasione  di  Alessandro  degli  Usberti  et  di  altri  fuorusciti,  per  awelenare  Santi  Bentivogli; 
et  perci6  6  decapitato. 

Li  Centani  et  quei  della  Pieve  si  ribellano  a  Bologna,  volendosi  da  se  medesimi  go- 
vemare  sotto  il  vescovo   della   cittk  '.     Di  che   sdegnato  il  senato  bolognese,  a  di   primo  di 

>  Libro  {W  D0ttori,  fogUo  i. 


[A.  1461]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  175 

maggio,  il  venerdl,  fa  bandire  che  niuno  di  dette  castella  debba  nh  possa  comparire  aul 
territorio  bolognese  sotto  pena  di  100  ducati,  et  parimente  che  niuno  del  contk  di  Bologna 
possa  passare  a  Cento  nh  alla  Pieve  sotto  la  medesima  pena,  et  danno  il  termine  agli  ribel- 
lati  di  concordarsi  insino  alli  25  del  detto  mese;  perch^,  passato  detto  tempo,  s'intenda  di 
5  haversi  a  esseguire  il  bando,  et  chi  sark  trovato  et  ucciso  suo  sia  il  danno. 

I  Centani  et  quei  della  Pieve  mandano  ambasciatori  al  vescovo  di '  Bologna,  che  era  a       p.  '99 
Roma,  condolendosi  di  quanto  haveva  il  senato  di  Bologna  fatto;  mail  vescovo  niente  risponde. 
Per  il  che  eglino  mandano  al  duca  Borso  ad  offerirgli  amendue  le  castella;  a'  quali  risponde 
che  per  esser  del  vescovo,  non  le  voleva  accettare,  ma  che  a  nome  del  vescovo  gli  mande- 

10  rebbe  soccorso  di  gente,  siccome  egli  fece.  Frattanto  molte  famigUe  si  partirono  dalle  dette 
castella  et  vennero  ad  habitare  a  Bologna,  et  parte  passarono  a  Ferrara  et  altre  altrove. 
Finalmente  fu  questa  discordia,  di  consenso  di  amendue  le  parti,  rimessa  al  duca  di  Milano, 
acciochfe,  udite  le  ragioni  delle  parti,  sententiasse  il  giusto;  et  udite  le  differenze,  diede  la 
sentenza  contro  li  Centani  et  quei  della  Pieve;  ma  il  vescovo  et  quei  primi  che  governavano 

15  non  la  volsero  accettare.    Ne  molto  varc6  che  il  duca  mori,  et  perci6  la  cosa  rest^  come  prima. 
Alli  1 7  di  giugno,  il  mercoledl,  il  legato  di  Bologna  con  grambasciatori  bolognesi  giunge 
alla  cittk. 

Alli  22  di  giugno,  il  lunedi,  h.  la  eccHsse  della  luna,  la  quale  cominci6  alFAvemaria  et 
dur6  sino  alle  quattro  hore  di  notte. 

20  Alli  29  di  giugno,  il  lunedl,  che  fu  il  giorno  di  san  Pietro,  Matteo,  Agostino  et  Floriano 

fratelli  da  Dozza  beccari  uccidono  Francesco  Tibaldo  dalle  Ruote  loro  nemico  nella  Masca- 
rella,  al  cui  romore  il  conte  Andrea  Bentivogli,  uno  de'  confallonieri  del  popolo,  vi  corre 
per  separarli;  di  che  sdegnato  Floriano  se  gli  rivolse,  et  datali  una  ferita  nella  faccia,  tosto 
st  fuggi.    La  mattina,   intendendo  il  senato   questo   misfatto,   mandorono  il  bargello  per  pi- 

25  gliarlo,  ma  non  fu  trovato;  et  intendendo  che  si  era  fuggito,  gli  fa  pigHar  di  casa  tutto 
il  mobile  et  nel  mezzo  della  piazza  rabbrugiano,  poi  gettarono  per  terra  la  sua  casa  ad 
esempio  degraltri,  che  debbino  rispettare  li  magistrati.  Fatto  ci6,  il  bandirno  dalla  cittk  e 
contado.  > 

Alli  2  di  luglio,  il  giovedi,  il  signor  Sigismondo  Malatesti,  che  si  trovava  in  guerra  con 

30  la  Chiesa,  va  con  Tessercito  suo  ad  assalire  il  campo  ecclesiastico,  che  nella  Marca  era,  in 
luogo  detto  Castello  Leone;  dove  con  molte  bombarde,  spingardelle  et  ballestre  posto  a 
ordine  le  sue  genti  et  fattone  due  parti,  come  huomo  perito  nella  disciplina  militare,  mosse 
Tessercito  per  fracassare  il  detto  campo  nemico  et  porlo  in  fuga.  Et  li  veniva  fatto  il  dise- 
gno,  se  tosto  ranimoso  et  prudente   Ludovico   Malvezzi   et   Pietro   Polo   Nardini  •  non  vi   si 

35  opponevano,  i  quali  a  guisa  di  fulmine  entrando  nel  mezzo  de'  nemici,  gH  fecero  alquanto 
ritirare  addietro;  ma  quei  dalla  parte  destra  soccorrendo  fecero  impeto,  onde  fu  commessa 
un'atroce  battagHa,  la  quale  durando  alquanto  per  esser  Ludovico  di  manco  essercito,  et 
Giovanni  Piccinino  capitano  de'  cavalli  del  papa  non  volendo  ubbidire  Ludovico,  nfe  meno 
combattere,  fece  che  a  suo  mal  grado  Tessercito  della  Chiesa  al  meglio  che  puotfe  si  ritirasse 
con  morte  di  Pietro  Polo  et  molti  de'  suoi  et  con  la  perdita  de'  carriaggi  et  degralloggiamenti. 
Dalla  parte  di  Sigismondo  Malatesti  Cecco  Brandolino  rest6  gravemente  ferito;  il  quale 
pochi  giorni  avanti  con  200  cavalli  si  era  fuggito  da  Ludovico  Malvezzi  et  haveva  salvata 
la  vita  passando  al  signore  Sigismondo.  Ne  morirono  anco  dalla  sua  parte  molti.  In  somma 
il  Malatesta  rest6  vittorioso;  et  nel  vero  ci6  avvenne  perch6  gli  ecclesiastici  non  volsero  fare 

45  il  debito  loro,  attento  che,  come  ho  detto,  Giovanni  Piccinino  non  volle  combattere ;  et  mentre 
che  si  combatteva  monsignor  di  Cometo  commissario  del  campo  della  Chiesa  con  quattro 
squadre  di  soldati  si  fuggi  alla  Rocca  contrada,  perch^,  quando  questi  havessero  seguitato 
Ludovico  Malvezzi,  non  era  dubbio  che  il  Malatesta  quel  giomo  ne  restava  perdente.  Ma 
cosl  occorre  dove  viltk  d'animo  si  trova  et  invidia  deiraltrui  gloria  regna. 

'50  A  dl  1 9  di  luglio,  il  mercoledi,  Sigismondo  Malatesti  si  parte  dal  campo  con  otto  squadre       >.  w 


176  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i46ii 


d'uomini  d'arme  et  con  600  fanti  et  passa  nell'Abruzzo  per  soccorrere  il  conte  jacomo  Pic- 
cinino;  ma  mentre  b  in  viaggio,  intendendo  che  11  papa  mandava  gente  nella  Marca,  si  torn6 
addietro  in  Fano  a  difendere  lo  stato  suo. 

AUi  3  d'agOBto,  il  lunedi,  vengono  lettere  del  coiite  Francesco  duca  di  Milano  a  Santi 
Bentivoglio  come  che  alli  20  di  luglio,  il  giovedl,  a  hore  una  di  notte,  Ludovico  re  di  Franza     5 
era  morto  et  era  stato  fatto  re  il  delfino  di  Vienna,  il  figliolo  maggiore,  che  si  trovava  presso 
il  duca  di  Borgogna  perchfe  era  col  padre  in  disdetta. 

Alli  14  d'agosto,  il  venerdl,  Petronio  di  Bene  Papazzoni  honorevole  cittadino  bolognese, 
trovandosi  senza  servitu,  piglia  Francesco  di  Valdesserra  dal  Borghetto  per  suo  servitore. 
Costui,  essendo  stato  cinque  giomi  con  esso  lui  et  havendo  considerato  che  egli  aveva  danari  10 
et  ricco  mobile,  si  lascib  tentare  dal  demonio  di  volerlo  ammazzare,  et  un  giomo,  volendo 
il  padrone  cavalcare,  gli  disse  che  ponesse  il  cavallo  a  ordine.  II  buon  servo,  vedendoei  la 
cosa  commoda  al  suo  scelerato  pensiero,  tolse  una  cetta,  et  portatala  alla  stalla,  dimandd  il 
padrone  con  dire  che  il  cavallo  di  un  piede  molto  si  doleva.  II  quale  andato  alla  stalla,  che 
era  di  rincontro  San  Prospero,  et  chinandosi  per  pigliare  il  piede  del  cavallo  et  vedere  ove  15 
si  doleva,  lo  scelerato  servo  con  la  cetta  nel  polso  il  percosse  et  subito  Tuccise;  et  pigliato 
il  corpo,  lo  sepelU  nel  letame  in  una  gran  fossa  da  lui  fatta  a  questo  effetto.  Ucciso  et 
sepellito  il  padrone,  addimando  la  fantesca  con  dire  che  il  padrone  tosto  raddimandava,  la 
quale  andata  al  detto  luogo,  parimente  con  la  detta  manara  Taccopp^  et  la  mise  cori  morta 
nella  detta  fossa  vicino  il  padrone.  Et  fatto  ci6  andb  con  passo  frettoloso  alla  moglie  del  morto  20 
padrone,  et  sollecitandola  che  tosto  scendesse  alla  stalla,  perch^  era  avvenuto  un  strano  accidente 
a  Petronio;  ella,  senza  punto  indugiare,  tutta  addolorata  venne  alla  stalla;  dove  giunto  Tindia- 
volato  servo  le  diede,  come  agraltri  fatto  aveva,  subito  morte;  et  preao  il  corpo  et  postolo 
con  graltri,  ricoperse  bene  la  fossa  col  letame.  Poi  entrato  in  casa,  e  trovando  una  fanciulla 
di  cinque  anni  nel  letto  con  un  bastone  la  percosse  piu  volte  sul  capo,  credendosi  averla  morta;  25 
et  datosi  a  depredare  la  casa,  robb6  buona  somma  di  danari,  una  collana  di  perle  di  prezzo 
di  ducati  100,  una  gioia  di  ducati  20,  molte  anella  d'oro,  una  giomea  di  rosato,  un  giuppone 
di  cremesino,  una  vesta  di  velluto  alessandrino  et  altre  cose  assal  di  valore  et  compr6  un 
cavallo  per  12  ducati,  lo  caric6  di  tutta  la  preda  fatta,  et  egli,  tolto  il  cavallo  del  padron 
morto,  s'invi6  con  il  detto  carriaggio,  mentre  pioveva,  verso  la  Molinella.  Ma  come  piacque  3U 
a  Dio,  che  tanta  sceleranza  sopportar  non  poteva,  la  fanciulla  ritora6  in  sentimento,  et  datasi 
a  piangere  et  gridare,  vi  concorsero  gli  vicini,  et  non  trovando  niuno  in  casa  et  vedendo  le 
casse  rotte  et  svaligiate,  si  pensarono  subito  quello  stato  era;  et  andati  alla  stalla  et  veg- 
gendo  quivi  di  molto  sangue,  seguitando  la  tinta,  trovomo  li  tre  infelicissimi  corpi  nel  letame, 
et  scoperta  la  scelerata  opera,  tosto  la  fecero  sapere  al  senato,  il  quale  ispedl  il  bai^ello  35 
con  molti  cavalli  et  lo  mand6  verso  la  Molinella;  et  giunti  non  lo  trovando,  andarono  in 
altra  parte.  Nfe  si  tosto  partito,  ecco  lo  scelerato  servo,  che  per  occulta  via  quivi  era  venuto, 
che  and6  ad  alloggiare  airosteria  di  Biagio  Gavaro,  il  quale  avendo  riposte  le  robbe  in  una 
camera  et  li  cavalli  alla  stalla,  Thoste  gli  dimand6  come  si  chiamasse;  et  egli  rispondendo, 
che  cosa  a  lui  importava  sapere  il  nome  suo,  Thoste  gli  disse:  "  A  me  niente  importa,  ma  a  40 
•  voi  forse  importa  assai;  vi  chiedevo  ci6  perchfe  hor  hora  il  bargello  di  Bologna  6  stato  quivi 
A.  >oi  "  con  gran  numero  di  gente,  che  vanno  cercando  uno  micidiale  et '  assassino  et  credo  che 
"  tosto  ritorneranno  a  dietro  „ .  Inteso  il  servo  questa  mala  nova,  finse  di  poco  curarsi  di  ci6, 
ma  disse  air  hoste  tosto :   *  Hor  tu  spicciati,  pone  a  ordine  da  mangiare,  che  ne  ho  bisogno,. 

II  buon  hoste,  senza  piu  oltre  pensare,  entr6  in  casa  per  apparecchiarli  il  cibo;  et  frattanto  45 
che  si  poneva  a  ordine,  lo  scelerato  servo,  impaurito  oltre  modo  dalla  nuova  datali  dairhoste, 
bellamente  si  Iev6  d'indi  et  passo  a  nascondersi  in  certi  boschi  quivi  vicini.  N^  sl  tosto  era 
egli  al  bosco  ito,  che  ecco  giunse  alla  hosteria  Filippo  de'  Bianchi,  et  addimandando  alI'hoste 
se  quivi  f osse  passato  alcuno  con  un  cavallo  leale  et  balzano,  rispose :  "  Hor  hora  b  giunto 
•un  giovane  con  due  cavalli  et  sono  nella  stalla,  et  ecco  che  io  faccio  apparecchiare  che  50 


[A.  1461]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  177 


"  vuol  mangiare  „.  Andato  Filippo  alla  stalla,  et  subito  conosciuto  il  cavallo,  che  era  di  Pe- 
tronio  Papazzone,  niente  altro  disse,  se  non  che,  andato  a  casa  di  Giovanni  Maria  di  Jacomo 
Vernigaia,  et  chiamato  quivi  anche  Peregrino  di  Christoforo  Bonso,  amendue  soldati  pratici 
et  animosi,  secretamente  gli  narr6  rhorrendo  homicidio;  et  dicendogli  che  il  malfattore  era 
5  giunto  airosteria  di  Biagio,  desiderava  con  Taiuto  loro  farlo  prigione.  II  che  facil  cosa  gH 
pareva  che  dovesse  esser,  perch^  egli  fra  poco  doveva  venire  a  desinare.  A  cui  volentieri 
amendue  si  proferirno  della  vita.  Ora  stando  Filippo  al  passo  per  vedere  se  lo  scelerato 
homicida  entrava  a  desinare  et  rhoste  aspettandolo,  varc6  Thora  del  desinare,  nfe  costiii  in 
alcuna  parte  compariva;  laonde  Filippo,  imaginatosi  quello  era,  and6  airhoste,  e  narratogli 

10  tutto  il  fatto,  Filippo  trov6  che  egli  era  nella  camera  aveva  la  preda  del  suo  assassinamento 
lasciata.  Et  Thoste  avendo  detto  a  Filippo  Tistesse  parole  che  egli  aveva  avuto  con  il  servo, 
di  domandargli  il  nome,  giudicarono  che  costui  come  era  si  fosse  ne'  boschi  fuggito;  per 
il  che  Filippo  impose  al  Vernigaia  et  a  Christoforo  Bonso,  che  pigliassero  altri  in  suo  aiuto, 
et  con   Tarmi   seco  si  ponessero  a  cercare   il  malfattore  ne'   detti  boschi.     Li   quali   entrati 

15  animosamente  alla  caccia,  non  molto  varc6  il  Vemigaglia  che  trov6  la  iniqua  fera  dello  sce- 
lerato  servo,  et  lasciatosi  vilmente  pigliare  fu  da  lui  condotto  fuore  del  bosco  a  Filippo;  il 
quale,  avendogli  trovato  in  borsa  da  36  ducati,  gli  divise  fra  il  Vernigaia  et  compagni  et  fat- 
tolo  strettamente  legare,  il  fece  condurre  alla  Mezzolara  et  il  fece  porre  in  una  sicura  stanza 
con  buone  guardie,  et  poi  subito  mand6  a  pigliare.Ia  corte  et  glielo  diede  nelle  mani,  et  fu 

20  condotto  a  Bologna  et  posto  prigione  et  essaminato.  Frattanto  Filippo  consign6  tutte  le  robbe 
per  inventario  et  li  cavalli  airhoste,  ad  instanza  del  senato,  et  poi  si  tom6  a  Bologna;  le 
quali  robbe  tutte  poi  dal  senato  furono  restituite  alla  infelice  et  sfortuna[ta]  fanciulla  figliola 
di  Petronio,  che  pure  era  viva  et  senza  sospetto  di  morte.  In  somma  il  scelerato  servo  fu 
condannato  alla  morte ;  et  condotto  per  vari  luoghi  della  cittk  nudo  sopra  un  carro ;  fu  tana- 

-j  gliato  et  gli  furono  tagliate  ambe  le  mani  et  cavatogli  grocchi  et  finalmente  squartato,  ripor- 
tando  della  sua  scelerata  opera  sl  crado  premio. 

II  senato  alli  4  d'ottobre,  la  domenica,  che  fu  il  dl  di  san  Petronio,  fa  giostrare  il  palio, 
dove  furon  14  giostratori;  riport6  Thonore  et  il  palio  Ludovico  d'Antonio  dalle  Palle. 

Alli  23  d'ottobre,  il  venerdl,  entra  in  Bologna  il  cardinale  Bessarione,  che  veniva  d'AIe- 

30  magna,  et  con  amore  et  honore  fu  dalla  cittk  accolto;  aIloggi6  nel  monastero  de'  Servi. 

Alli  25  del  medesimo,  la  domenica,  il  legato  insieme  con  li  signori  antiani  et  molti  no- 
bili  di  Bologna  vanno  a'  Servi  a  visitare  il  cardinale  Bessarione;  et  detto  il  solenne  vespro, 
i!  cardinale  Bessarione  avanti  Taltare  maggiore  fece  cavaliere  Michele  di  Castellano  Gozzadini 
dottore,  uno  degFantiani.     Era  confaloniere  di  giustitia  Bartolomeo  di  Mino  Russi  banchiere. 

35  Alli  4  di  novembre,  il  mercoledl,  il  Bessarione  si  parte  di  Bologna  et  va  nella  Romagna       p.  201 

per  passare  a  Roma. 

II  pontefice  addimanda  a  Roma  tutti  li  cardinali,  arcivescovi  et  vescovi  per  il  che  il 
legato  di  Bologna  fu  astretto  di  partirsi  alli  5  del  detto  mese  e  a  hore  16.  Fu  accompagnato 
da  Jacomo  Ingrati  e  ritom6  poi  alli  25  di  marzo  deiranno  awenire, 

40  II  signore  Sigismondo  Malatesta  et  il  signore  Astorre  Manfredi   signor  di  Faenza  sono 

dal  pontefice  iscomunicati  nella  chiesa  di  san  Pietro,  perchfe  non  volevano  ubbidire  alla  Chiesa, 
nh  darle  il  solito  censo. 

A  dl  20  di  novembre,  il  venerdl,  a  hore  19,  la  regina  Carlotta,  che  veniva  da  Roma,  entra 
in  Bologna  con  poca  gente  et  male  a  ordine;  aIIoggi6  airhosteria  del  Leone  et  il  senato  le 

45  fece  ogni  spesa;  et  mentre  che  ella  cosl  sta,  vengono  grambasciatori  de'  Venetiani  per  sodis- 
fare  la  detta  regina  del  danno  da  loro  ricevuto  in  mare.  Ella  era  moglie  del  re  di  Cipri  che 
era  stato  cacciato  di  stato  da  un  suo  fratello  naturale;  et  perchfe  fu  figliola  del  duca  vecchio 
di  Savoia,  ne  andava  hora  al  giovane  duca  per  haver  soccorso.  Si  partl  di  Bologna  alli  22 
del  presente  mese,  la  domenica,  a  hore  18,  et  fu  accompagnata  dal  govematore  et  dalli  signori 

50  antiani  et  da  altri  cittadini. 

Alli  10  di  decembre,  il  giovedl,  il  senato  per  lettere  h  avvisato  delli  grandissimi  terremoti 

T.  XXXm,  p.  I  -   13. 


178  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  i461-i4621 

che  erano  stati  all'Aquila,  dove  erano  caduti  assai  edifici  et  morte  da  dugento  persone;  et 
tutto  il  popolo  impaurito  haveva  abbnndonata  la  tetra  et  erasi  posto  alla  campagna. 

Di  questo  istesso  mese  pure  vengono  nove  in  Bologna  come  H  Venetiani  in  terra  et  in 
acqua  da' Turchi,  con  non  lor  poco  danno,  era  stati  rotti;  perciochfe  preaso  Mantinea  nella 
Morea  fu  Tessercito  loro  dalla  cavalleria  turchesca,  che  gli  si  trov6  con  vantaggio  sopra,  con     5 
perdita  di  molti  de'  principali  vinto  e  posto  in  fuga;  et  dando  Orsatto  Giustiniani  due  assalti 
per  prendere  Metelino,  vi  perdfe  da  cinque  mila  de*  suoi. 

II  pontefice   crea  da  cinque  cardinali   nelle  quattro   tempora  di  Natale,  fra'  quali  vi  fu 
Francesco  Gonzaga  figliolo  del  marchese  dl  Mantua. 

Fu  que8t'anno  abbondante  di  pane  et  vino  et  molto  scarso  di  ogni  sorta  frutto.  1') 

In  que8t'anno  muore  suor   Giovanna  Burselli,  detta  gih  degli  Albertucci,  deirordine  de* 
Praedicatori ;  h  sepolta  nel  loro  cimiterio  et  aggregata  al  numero  delle  loro  beate. 

Anno  di  Cristo  1462.  —  Si  creano  H  magistrati  della  cittk  secondo  la  imbossolatione. 
II  senato,  volendo  far  nuovo  ordine  di  estraere  gli  uffici  che  si  solevano  cavare  ogni  sei 
mesi,  et  li  soprastanti  de'  datii  per  un  anno,  ordina  che  li  capitani  della  montagna,  le  po-  15 
destarie  et  vicarie  et  soprastanti  de'  datii,  estratti  che  siano,  debbino  stare  ne'  detli  uffici  dal 
primo  giorno  di  luglio  prossimo  awenire  sino  airaltro  primo  di  luglio  deiranno  1463;  et  li 
soprastanti  estratti  debbino  stare  due  anni,  cominciando  al  dl  primo  di  gennaro  del  1463  che 
verrk,  insino  che  si  conviene.  Li  quali  uffici  furono  con  conditione  estratti  che  ciascuno 
ufficiale  passi  alla  camara  la  raetk  de'  salari  degli  loro  uffici :  et  a  questa  guisa  ciascuno  officio  20 
fu  tassato,  li  quali  danari  sborsare  si  dovevano  fra  quindeci  giorni  et  gli  altri  guadagni  poi 
che  si  avranno  da'  detti  offici,  sieno  delli  detti  ufficiali.  Fece  questo  il  senato  per  presentare 
al  duca  di  Milano  20  000  lire. 

Lodovico  Malvezzi,  partitosi  dal  soldo  della  Chiesa,  come  capitano  di  ventura  si  unisce 
con  Matteo  da  Capua,  et  scacciano  il  duca  d'Atri  et  altri  signori  deirAbruzzo   et  si   fanno  25 
padroni  di  una  buona  parte  della  detta  provincia. 
f-  ioj  Di  questo  mese  di  gennaio  6  cosl  freddo  che  si  agghiacciano  i  fiumi,  in  guisa  che  non 

si  pu6  macinare   per   vivere,  et  in  molti   luoghi  non  si  trovava  farina.     Si   seccarono   assai 
lauri,  fichi  et  ramerini  et  alla  pianura  molte  viti  mancarono. 

Del  mese  di  febbraro  per  il  gran  freddo  si  scuoprono  strane  infirmitk  et  regnano  molte  30 
febbri  et  catarri,  di  che  molti  vecchi  moiono  nella  cittk  che  nel  territorio. 

Giungono  a  Bologna  alcuni  de'  cardinali  creati  nelle  quattro  tempora  passate;  ciofe  alli 
24  di  febbraro,  il  mercoledl,  venne  il  cardinale  Richardo  Nortmai.do  di  Costanza  et  alli  26, 
il  venerdl,  gionse  Giovanni  cardinale  Attrebatense  monaco  benedettino,  amendue  francesi,  che 
andavano  al  papa  per  parte  del  re  di  Franza  novellamente  eletto  et  portavano  al  pontefice  35 
rubbidienza  di  tutta  la  Franza,  la  quale  il  re  vecchio  den'anno  1436  la  tolse  alla  Chiesa, 
non  volendo  che  il  papa  disponesse  de'  beneficj  spirituali  nel  suo  regno,  ma  voleva  lui  esseme 
il  dispensatore ;  il  che  fu  danno  alla  Chiesa  per  il  valore  di  dugento  migliaia  di  ducati. 

Alli  10  di  marzo,  il  mercoledi,  giunge  in  Bologna  il  cardinale  fratello  del  duca  di  Mantova, 
nuovamente  assonto  a  questa  dignitk,  che  andava  a  Roma  con  200  cavalli  in  compagnia  per  40 
pigliare  il  capello. 

E  in  questo  tempo  in  Roma  eranvi  piu  di  30  cardinali,  cosa  che  per  longo  tempo  nella 
Corte  romana  non  si  era  veduta. 

A  di  23  di  m£irzo,  il  martedi,  vengono  nuove  in  Bologna  li  Vallachi  aver  data  una  rotta 
al  Turco  et  toltogli   molte  castella,  dove  vi  morirono  di  essi  piu  di  20  mila;   inoltre  che   li  45 
Giorgiani  havevano  presa  Trabisonda  et  bombardavano  il  castello. 

A  di  primo  di  aprile,  il  giovedl,  il  principe  di  Morea  fratello  dell' imperatore  di  Constand- 
nopoli  morto,  che  andava  a  Roma  a  chieder  soccorso  al  pontefice  contro  il  Turco,  che  quasi  di 
tutta  la  signoria  spogliato  Thaveva,  gionge  in  Bologna  et  humanamente  h  raccolto  et  honorato. 


[A.  1462]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  179 

II  duca  di  Milano  a  dl  22  d'aprile,  il  giovedi,  fa  porre  prigione  Tiberto  Brandolino  suo 
capitano  generale  delle  genti  d'arme,  perch^  da  lui  con  li  soldati  si  voleva  partire;  non- 
dimeno  li  figlioli  dal  duca  in  cosa  alcuna  non  furono  molestati. 

II  pontefice  canoniza  santa  Caterina  da  Siena  del  terzo  ordine  de'  frati  Predicatori,  che 

5  erano  100  anni  che  ella  era  morta;  et  in  Bologna  se  ne  fa  spirituale  allegrezza.     Et  la  effigie  di 

detta  santa,  con  le  stimmate  nelle  mani,  nel  costato  et  ne'  piedi,  h  portata  in  processione  per  la 

citta  con  gran  solennitk  et  concorso  di  popolo.  La  sua  festa  si  fa  la  prima  domenica  di  maggio. 

A  di  18  di  maggio,  il  martedi,  Ferdinando  re  di  Napoli  stipula  li  capitoli  con  Ludovico 

Malvezzi  bravissimo  et  strenuissimo  capitano,  con  la  ordinaria  condotta  di  100  huomini  d'arme 

10  et  con  la  provisione  di   12  mila  ducati  Tanno.     II  quale  con  gran  gloria  et  fama  fedelmente 

servi  il  detto  re,  cacciando  li  Francesi  fuore  del  detto  regno. 

A  di  22  di  maggio,  il  sabbato,  vengono  le  nuove  in  Bologna  come  il  duca  di  Venetia 
Pasquale  Melipieri  alli  5  di  maggio  a  hore  16  era  passato  airaltra  vita  et  che  in  luogo  suo 
era  stato  creato  duce  Christof oro  Moro.  Senti  il  senato  della  morte  dell'  uno  assai  dispiacere 
15  et  della  elettione  deiraltro  molto  si  rallegro,  et  ne  mostro  segno,  perchfe  don6  al  nuntio 
10  braccia  di  scarlato;  et  il  condussero  con  suono  di  trombe  et  di  piffari  per  tutta  Bologna 
con  applauso  et  honore. 

II  senato  per  abbellimento   della  citt^  fa  che  alli  4  di  ^ugno,  il  venerdl,  si  comincia  a 
voltare  TAvesa,  sendo  ella  coperta,  cominciando  da'  San  Martino  di  dett'  Avesa  et  seguendo       p.  104 
20  insino  a  Santa  Maria  de'  Piantavigne.     II  che  fu  laudevolmente  fatto. 

A  di  20  di  giugno,  la  domenica,  un  cancelHere  del  conte  Jacomo  Piccinino,  che  era  in 

Puglia  et  haveva  bisogno  di  gente,  passa  al  marchese  Borso  signore  di  Ferrara  per  aiuto,  il 

quale  Taccomoda  di  gran  somma  di  ducati;  co'  quali  danari  egli  poi  assoldo  il  conte  Fran- 

cesco  dalla  Mirandola  con  ottocento  cavalli,  li  quali  alla  fine  di  questo  mese  passarono  per 

25  il  Ferrarese  et  andarono  a  Rimini  al  signore  Sigismondo  Malatesti. 

Alli    14  di   luglio,  il  mercoledi,    Sigismondo   Malatesti  et  il  conte   della  Mirandola   con 

ottocento  cavalli  et  buon  numero  di  fanti  della  parte  angioina  passa  nella  Marca  per  andare 

in  Puglia  a  soccorrere  il  conte  Jacomo  Piccinino;  et  gionto  alle  confine  di  detta  Marca,  sul 

fiume  Trento   8'incontr6  in  Ludovico  Malvezzi  et  Matteo  da  Capua,  li   quali  valorosamente 

30  opponendosegli,  gli  vietarono  il  passo.     Et  percio  il  Malatesti  se  ne   ritorna  nella   Marca  et 

si  accampa  a  Sinigaglia;  dopo  poi  si  penti  d'esservi  andato,  come  piu   avanti   si   intenderk. 

Alli  13  d'agosto,  a  hore  tre  di  notte,  quelli   della   rocca  di  Sinigaglia  si  dknno  a  Sigi- 

smondo  Malatesti,  il  quale  fornisce  d'ogni  cosa   necessaria  la  detta   rocca   et  la  munisce  di 

buone  guardie,  poi  subito  si  parte  con  la  sua  gente  per  passare  a  Mondolfo  nelle  sue  terre. 

35  Di  che  avvisato  gli  suoi  nemici,  cio^  Federigo  da  Feltro  capitano  della  Chiesa,  si  posero  in 

luogo  nascosto  ad  aspettarlo,  et  alle  hore  4  di  notte,  giunto  quivi,  )'assaIirno  perseguitandolo 

sino  su  le  porte  di  Mondolfo;  furono  presi  1500  huomhii  d'arme  delli  suoi  et  restb  prigione 

il  conte  della  Mirandola.     Sigismondo  et  Silvestro  appena  si  salvarono  in  Fano.     Nfe  pass6 

molto  che  Federigo  gli  tolse  tutto  il  vicariato  di  Fano,  poi  venne  nel  contado  di  Rimini  et 

40  quasi  di  tutto  se  ne  fece  padrone. 

Domenico  fratello  di  Sigismondo  Malatesti  vend^  Cesena  a'  Venetiani,  il  che  dispiacque 
a  tutti  li  potentati  di  Italia;  nondimeno  accordati  questi  due  fratelli  insieme,  fu  stabilito  che 
Sigismondo  Rimini  si  godesse  in  vita  et  Domenico  Cesena,  et  dopo  loro  Tuna  et  Taltra  cittk 
ritomasse  alla  Chiesa. 
45  Astorre   Manfredi   signore  di  Faenza   havendo  nemisth  con   Taddeo  Manfredi  il  nipote 

signore  d'ImoIa,  gli  piglia  di  notte  la  torre  di  Monte  Battaglia;  fu  alli  13  d'ag08to,  il  venerdi. 
A  dl  21  d'agosto,  il  sabbato,  mons.  Filippo  di  Sarzana  vescovo  di  Bologna  et  cardinale, 
intendendo  che  li  Centani  et  quelli  della  Pieve  contrastavano  con  Bolognesi  et  che  ogni 
giomo  nascevano  inconvenienti  et  disordini  assai,  viene  a  Bologna,  et  intese  le  ragioni  del 
senato,  pa8s6  a  Cento  et  parimente   ascolt^   le  lor  ragioni;  et  havendo   trattato  le  cose  fra 


180  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  14«2| 


amendue  le  parti,  condusse  a  Bologna  molti  di  quei  di  Cento  et  della  Pleve,  e  tanto  «i 
adopr6  che  gli  pacific6  con  i  Bolognesi,  et  cosi  nlli  23,  il  lunedi,  i  Bolognesi  inandano  a  Cento 
per  vicario  Jeronimo  Ghisilardi  et  alla  Pieve  Basotto  Caccianemici. 

A  d\  primo  di  ottobre,  il  venerdl,  esaendo  stato  infermo  Santi  Bentivogli,  doppo  molti 
rimedi  rende  lo  spirito  al  suo  Dio  et  il  velo  terreno  alla  terra,  et  alli  2,  il  sabbato,  con  pompa     5 
funerale,  c\oh  con  cavalli  bardati  et  coperti   di   seta  negra,  con  bandiere   et  stendardi  et 
molti  della  sua  famiglia  vestiti  a  negro,  fu  accompagnato  alla  sepoltura  in  San  Jacomo,  dove 
anco  vennero  tutto  il  clero  et  le  arti  et  pentilhuomini  assai. 

Era  Santi  di  mediocre  statura,  tenuo   d'o8sa  e  di  colore   rosso,  di  vivo  ingegno  et  di 
nobili  pensieri  et  molto  affabile  et  accomodato  alla  natura  di  ciascuno;  lascib  dopo  di  s^  di  10 
f.  ioj       Ginevra  sua  consorte,  Ercole  et'  Antonio  naturale.     Mand6  Ercole  a  Fiorenza  a  farlo  nutrire 
alli  Medici,  il  quale  mentre  poi  visse  stette  al  servigio  de'  Fiorentini  et  divenne  huomo  nelle 
armi  di  gran  stima  per  molte  prodezze  fatte  da  lui  sendo  capitaiio. 

A  di  detto  di  ottobre  fu  finita  di  coprire  quella  parte  della  chiesa  di  san  Petronio  che 
risguarda  verso  il  datio  del  vino.  15 

Alli  8  d*ottobre  si  fecero  le  sollenniBsime  essequie  di  Santi  Bentivogli,  dove  si  dispens^ 
gran  quantltk  di  cera  et  molta  robba  si  diede  a'  poveri,  oltre  quella  si  diede  a*  monasteri 
et  luoghi  pii;  fu  posto  il  corpo  suo  sopra  un  palco  altissimo  con  8  torchi  et  poi  fu  sepellito 
nella  capella  de'  Bentivogli. 

A  di  12  di  ottobre,  il  martedi,  Jacomo  Ingrati  et  Virgilio  Malvezzi  vanno  ambasciatori  20 
a  Imola  et  a  Faenza,  dove  anche  era  Tambasciator  del  papa  et  uno  del  duca  di  Milano,  et 
fecero  Taccordo  in  questa  guisa,  che  le  differenze  di  Astorre   Manfredi   et   del  nipote   fos- 
sero  rimesse  al  pontefice. 

A  dl  primo  di  novembre,  il  lunedi,  h  creato  confaloniere  di  giustizia  Giovanni  figliuolo 
di  Annibale  Bentivogli  giovane  d'anni  20  et  mesi  otto,  et  ci6  fu  fatto  per  opera   di  Virgilio  25 
Malvezzi  et  della  fazione   bentivolesca,   facendolo  lor  capo  in  luogo   di   Santi   gii   defunto, 
acciochfe  la  parte  de'  Canetoli  et  altri  fuorusciti  perdessero  ogni  speranza  di  ripatriare,  sendo 
la  parte  de'  Bentivogli  et  confirmata  et  unita.     Questi   Giovanni  fu  dato  a  Santi  Bentivogli 
come  figliuolo  al  padre,  accioch^  rallevasse,  et  al  tempo   suo  fosse   capo  dello  fattione;  di 
che  awedutosi  Santi  poco  prima  che  egli  morisse,  n^  piacendogli  molto  questo  dissegno,  penso  30 
di  mandar  Giovanni  a  Napoli  sotto  pretesto  volerlo  mandar  alla  corte  del  re  Femando,  accioch^ 
si  facesse  pratico  nelle  cose  del  mondo  et  imparasse  le  cose  della  milida  et  il  modo  del  reg- 
gere  li  stati,  ma  il  primiero  animo  di  Santi  nel  vero  era  per   levarselo   davanti  gFocchi   et 
che  la  memoria  di  lui  in  oblivione  andasse  presso  li  cittadini,  et  anche  per  ischivare  il  peri- 
colo,  in  che  vedeva  incorrere  Giovanni,  sendo  egli  alquanto  invaghito  di  Ginevra  sua  donna,  et  35 
non  manco  lei  di  lui.     Sicchfe  per  amendue  queste  cagioni  Santi  il  voleva  mandare  alla  corte; 
et  di  gik  erasi  disposto  Giovanni,  et  havevasi  posto  le  stringhe  alle  braccia,  come  era  il  co- 
stume  militare  di  questi  tempi,  le  quali  da  Virgilio  vedute,  egli  che  era  et  prudente  et  savio, 
conosciuta  la  tramma  di  Santi,  istrassegli  le  dette  strenghe  con  dirli  che  a  modo  veruno  non  si 
lasciasse  da  Santi  persuadere  di  partirsi  dalla  patria,  ma  che  constantemente  dicesse  voler  stare  40 
in  essa,  awengachfe  egli  era  stato  con  tante  fatiche  reserbato  dalle  mani  de'  nemici  et  poi  con 
tanta  diligenza  nudrito,  aflSnechfe  al  tempo  determinato  pigliasse  il  primato  della  fattione  benti- 
volesca  per  sua  conservatione.     II  che  Giovanni  appieno  fece. 

Morto  adunque  Santi  et  fatte  le  sue  pompose  essequie,  Giovanni  fu  creato  confalloniere 
di  giustitia,  di  quella  et^  che  detto  habbiamo,  et  fu  particolare  favore  questo,  perciochfe  niuno  45 
saliva  a  tale  dignitk  s'egli  non  era  di  matura  eti.  Et  gli  furono  consignati  per  antiani  estratti 
a  sorte:  porta  San  Pietro:  Michele  da  Imola  dottore,  Egano  di  Guido  Antonio  Lambertini; 
porta  Stieri:  Polo  Antonio  di  Castello,  Francesco  di  Jacomo  Ranucci;  porta  San  Proculo: 
Giovanni  Antonio  Gallucci,  Bartolomeo  Calcina;  porta  Ravegnana:  Bonifacio  di  Bartolomeo 

24-a9.  HH  segno  a  penna  ntl  margine  simstro  —  45.  quelle  neWoriginale 


[A.  1462]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  181 

Vitali,  Bartolomeo  di  Alberto  Boccadiferro.  Et  entrando  in  palaggio  fu  da  tutta  la  fattione 
bentivolesca  con  grandissimo  honore  et  pompa  et  fasto  accompagnato,  et  giunto  nella  sala 
maggiore,  et  quivi  fermatosi,  fece  una  bellissima  oratione,  mostrando  grinfiniti  obblighi  che 
egli  teneva  a  Dio  et  poi  alla  sua  cara'  patria,  vedendosi  di  si  giovenile  etk  posto  in  grado  si  a  j»<i 
5  honorato  dalla  loro  amorevolezza.  Poi  prego  tutti  che  si  degnassero  aiutarla  et  di  consiglio 
et  di  prudenza,  acciochfe  egli  rettamente  et  bene  potesse  amministrare  rofficio  suo  a  sodi- 
sfattione  universale,  offerendosi  come  figliolo  a  tutti  di  ubbidirli  in  tutti  li  lor  consegli.  La 
quale  finita,  Virgilio  Malvezzi,  che  sopra  ogni  altro  Tamava,  il  confort6  ad  esser  di  buon 
animo,  che  siccome  con  tanta  fatica  l'havevano  nudrito  et  condotto  a  questo  magistrato,  non 

10  mancarebbono  nh  anche  nello  avvenire  aiutarlo  et  consigliarlo  dove  fosse  il  bisogno.  Fu 
anco  animato  da  molti  altri  del  senato  et  fatteli  le  istesse  proferte;  laonde  Giovanni  per  di- 
mostrare  qualche  segno  di  gratitudine  verso  H  cittadini,  cre6  cavalliere  aurato  Domenico  di 
Jacomo  Garganelli,  uno  delli  signori  antiani  vecchi,  a  cui  Galeazzo  Marescotti  et  Carlo  Ghi- 
silieri  gli   posero  gli  speroni;  et  questo   fu  il   primo  cavalliere   che  Giovanni   creasse,  ed  a 

15  queste  honorate  cerimonie  fu  presente  Giacomo  Grati. 

II  senato  per  ispurgare  la  cittk  da  f anghi  puzzolenti  et  abbellirla,  fanno  il  curatore  delle 
vie,  et  si  dk  principio  di  salicare  la  via  di  sassi  di  fiume,  cominciando  dalla  porta  di  strJi 
Maggiore  et  andando  insino  a  San  Michele  Leprosetto  et  poi  da  San  Benedetto  di  Galliera 
insino  a  San   Pietro,   seguitando  di  adornare  la  citta  in   ogni   luogo  di  strada  in   strada,  et 

20  facendo  in  molte  vie  cavare  et  fabricare  condotti,  de'  quali  condotti  ne  descriveremo  buona 
parte  in  questo  luogo  di  quei  che  vanno  sotterra. 

Prima  l'acqua  di  Savena  che  viene  per  la  porta  di  strk  CastigUoni,  una  parte  passa 
per  la  detta  strada,  et  Taltra  parte  per  Fiadalcollo  et  va  per  il  condotto  di  Cartoleria  sotto 
la  salegata   per  li  Pellacani  et  passa  ne'   Castagnoli   et   giunge   alFAvesa.     E   una   chiavica 

25  o  condotto  nella  Nosadella,  che  passa  sotto  la  salegata  di  San  Francesco,  va  per  il  borgo 
delle  Casse  sotto  il  fondo  di  Rheno  et  passa  nel  Cavadiccio.  Un  altro  condotto  entra  sotto 
il  palazzo  de'  notari  et  va  longo  il  palazzo  delli  signori  antiani,  che  anco  purga  il  palazzo  del 
podestk.  Uno  ne  ha  la  Savonella  di  Mirasole,  che  lava  per  tutto  quanto  si  vuole.  Un  altro  che 
va  per  la  strada  di  Galliera,  si  muove  da  porta  di  Castello  et  giunge  al  Battidiccio.     Va  anche 

30  un  condotto  per  la  via  di  Pozale,  si  muove  dalla  casa  de'  Griffoni  et  va  da  San  Salvatore 

et  da   San   Siro,   poi   da  San  Giorgio  et  passa  per  la   corte  della   sega   deiracqua   et  entra 

i,       nel  Cavadiccio  sotto  il  fondo  di  Rheno.     E  un  condotto  per  la  strada  di  San  Felice,  che  va 

per  sotto  il  fondo  di  Rheno  et  passa  agrhorti  di  Galliera  et  va  nel  Battiferro.     Uno  va  per 

strk  San  Donato,  che  dal  cantone  di  porta  si  muove  et  va  insino  alla   porta,   passa  per  gli 

35  horti  insino  al  Battiferro.  Un  altro  passa  per  stra  San  Stefano  alla  casa  de'  Bianchi  et 
giunge  ad  unirsi  con  il  condotto  di  strk  Maggiore  inaino  alla  salegata  et  entra  in  quello  de' 
Pellacani.  Uno  fe  dalle  suore  di  Santa  Chiara,  che  va  dalla  Croce  de'  Santi  et  al  ponticello 
di  Sant'ArchaugeIo  et  passa  per  le  beccarie  di  porta  Nuova  dietro  il  palazzo  delli  signori 
antiani  et  pone  capo  in  quello  di  Galliera.     Un  altro  si  muove  da  San  Jacorao  de'  Carbonesi  et 

40  pone  capo  in  quello  delle  donne  di  Santa  Chiara.  Per  valle  de  Avesa  anche  se  ne  muove 
un  altro,  che  va  da  Sant'Antonio  di  San  Mamolo  et  mette  capo  in  quello  delle  suore  di 
Santa  Chiara  dalla  Croce  de'  Santi.  Un  altro  condotto  anche  vi  h  dalle  suore  di  Sant^Agnese 
et  Tacqua  di  Savena  passa  le  fosse  diritto  il  monastero  di  Sant'Agnese  et  va  pel  detto 
convento  et  scorre  dietro  il  Fossato,  ponendo  capo  in  quello  della  salegata  di  San  Francesco 

45  in  capo  la  Nusadella.     Un  condotto   grandissimo   fatto   anticamente   si   muove  da   Ronzano 
et  viene  dalle  Grotte  insino  alli  frati  Giesuati,  il  quale  fu  fatto  per  la  cittk  di  Bologna  anti- 
camente,  egli  h  largo  p.  2  et  mezzo  et  alto  4,  murato   et  fatto   in  volta.     Un  aI'tro  si  trova       p.  tor 
nella  via  del  campo  di  Santa  Lucia,  entra  in  San  Giovanni  in   Monte  et  esce   nella  strada 
di  Mino  de'  Russi,  va  per  il  Borgo   nuovo  et  per   str^  Maggiore  et  Broccagl' indosso  et  in 

50  Btxk  San  Vitale  et  pone  capo  ne  la  chiavica  del  Torglione  sotto  terra.    Vi  b  anco  quello 


182  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lAA.  I46a.i464j 


della  via  de'  Bagnaroli,  che  pone  capo  in  quella  di  strk  San  Donato,  che  k  condotto  aMai  bello. 

Que8t'anno  in  somma  si  fece  anco  quello  che  ^  da  San  Giorgio  et  va  a  San  Salvatore 
insino  alle  case  de'  Griffoni  et  anche  molti  altri  che,  per  non  esser  prolisso  in  questa  materia, 
lascio  di  scriverne. 

Questo  anno  in  Italia  da  un  tigliuolo  di  Polo  da  Castro  h  trovata  Tallume  preaao  la  Tolpha, 
la  quale  fu  poi  una  delle  buone  entrate  di  santa  Chiesa.  Prima  che  quivi  nella  Tolpha, 
et  poco  appreBSO  ia  Volterra  que8t'allume  si  trovasse,  solevano  di  Turchia  in  Italia  portarlo. 

Fu  que8t*anno  molto  vario,  perciochfe  del  mese  di  maggio  fu  A  gran  caldo,  che  nocque 
alle  biade  et  in  particolare  a'  fruraenti;  et  da  maggio  alli  2  di  novembre  giamai  piowe. 

Del  mese  di  giugno  poi  fu  grandissimo  freddo,  et  luglio  oltre  il  freddo  reco  seco  molte  10 
nebbie.     Tutto  il  mese  di  novembre  passd  con   felicissimo   aere  et  buon  tempo.     In  somma 
valse  la  castellata  deiruva  lire  20. 

Anno  di  Cristo  1463.  —  Sono  creati  li  magistrati  della  cittkal  solito;  et  Candido  Buon- 
tempo  da  Perugia  h  podestk  di  Bologna. 

Suor  Caterina  di  Bartolomeo  di  Vigri,  o  secondo  altri  de'  Negri,  abbadessa  nel  monastero  15 
del  Corpo  di  Cristo  alli  8  di  marzo,  il  martedi,  rende  lo  spirito  a  Dio  et  depone  il  corpo  alla 
terra.  Fu  sepoito  il  suo  corpo  nel  cimeterio  alFaria  et  da  quel  sepolcro  poi  si  senti  uscime  gran 
refragrantia ;  laonde  alli  27,  la  domenica,  fatto  estraere  di  quel  luogo  il  corpo  di  essa,  fu  trovato 
tutto  intiero  et  bello  et  di  color  vivo,  come  se  allhora  fosse  morta.  II  che  a  tutti  parve  non 
maraviglia,  ma  gran  miracolo,  et  perci6  il  fecero  stare  cosl  6  giorni,  acciochfe  da  tutti  fosse  20 
veduto.  Poi  in  una  cassa  honorevolmente  riposto  vicino  Taltare  della  detta  chiesa,  si  h  sempre 
insino  al  (U  d'hoggi  conservato.  Dopo  lei  fu  creata  abbadessa  suor  Leonarda  figliuola  di 
NicoI6  Gozzadini. 

AUi  12  d'aprile,  il  martedi,  tanto  cresce  Tacqua  deirAvesa,  che  rovina  la  sega,  che  era 
sopra  di  essa,  et  entra  nelle  moline  et   nelle   cantine   che   v'erano   vicine   et  fa  molti   altri  23 
mali,  et  particolarmente  nella  villa  di  Roncorio. 

A  di  20  di  giugno   Giovanni  Malvezzi  h  fatto   capitano  della  montagna  nella  parte  di 
Roncastaldo  contk  di  Bologna. 

Alli  18  di  luglio,  il  lunedi,  il  cardinale  Bessarione,  che  veniva  da  Roma,  giunge  in  Bologna; 
"  andava  a  Venetia  per  far  provisione  contro  il  Turco  che  faceva  molta  strage  a  Ragxisa;  dove  30 
con  grande  honore  fu  rioevuto  et  incontrato  da  tutta  la  citta.    And5  ad  alloggiare  a'  frati  de' 
Servi,  et  il  giomo  seguente,  lasciando  44  cavalli  et  1 8  servitori  in  Bologna,  pass6  a  Venetia. 

A  dl  31  di  luglio,  la  domenica,  nel  contk  di  Bologna,  cio^  a  Crespellano,  Calcara,  Pi- 
mazzo,  Ceredolo,  Casalecchio,  Casaglia,  San  Luca,  Gaibola,  Roncorio,  Padcmo,  San  Vittore, 
Santa  Liberata,  Barbiano,   Mazzano,   Camaldoli,  San   Rufello,  la  Crovara,   Pizzocalvi   et  ad  35 
una  parte  di  San  Lazzaro  venne  una  gran   tempesta,  che   li  tre   quarti   gli   peggior6   Tuva, 
perciochfe  si  seccarono  i  grappoli  sul  ceppo  delle  viti. 

Anno  di  Cristo  1464.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  il  consueto  della  cittk. 
/.  203  AUi  14  di  gennaro,  il  sabbato,  cade  tanta  neve,  che  quasi  a  tutta  la'  citt^  conviene  alleg- 

gerire  i  tetti  delle  case,  acciochfe  non  cascassero  a  terra;  et  per  le  strade  non  possono  pas-  40 
sare  le  lezze,  nfe  altre  carra. 

A  di  26  di  gennaro,  il  giovedl,  il  senato  per  alcune  occorrenze  della  cittk  manda  al  duca 
di  Milano  gl' infrascritti  ambasciatori,  ciofe:  Paulo  dalla  Volta,  Virgilio  Malvezzi. 

Alli  1 1  di  febraro,  il  sabbato,  di  nuovo  nevic6  talmente,  che  crescette  alla  misura  di  quat- 
tro  piedi ;  et  quanto  piii  si  caniinava  da  Bologna  verso  la  Romagna,  tanto  piu  la  neve  era  alta,  45 
et  a  Forli  sali  alFaltezza  di  piedi  otto.     Fece  di  gran  mali  et  si  seccorono  la  maggior  parte 
delle  viti,  et  tanto  s'  inalzarono  le  acque  de'  iiumi,  sfacendosi,  che  dai  letti  loro  uscirono  con 
gran  dannb  della  campagna. 


I 


r^ 


[A.  1464]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  183 

Havendo  il  pontefice  animo  di  fare  speditione  contra  il  Turco,  per  radunare  danari  a 
questo  fine  impone  a  tutto  il  clero  una  decima  et  a  tutti  i  luoghi  a  lui  soggetti,  alli  seco- 
lari  la  terza  decima  parte  delle  loro  entrate  et  alli  Giudei  la  ventesima  parte;  nella  quale 
spedjtione  convenne  il   pontefice,  la  signoria  di  Venetia,  il  re  Matthia  di  Ungaria,  che  era 

^5  uno  de'  piu  valorosi  prencipi  di  questo  tempo  et  era  flagello  de'  Turchi,  et  il  duca  di  Borgo- 
gna;  et  il  papa  haveva  promesso  andarvi  lui  con  li  cardinali.  Per  la  qual  cosa  molti  danari  si 
raccolsero  et  si  pose  a  ordine  Tarmata  in  Ancona;  ma  il  tutto  riuscl  vano  per  la  morte  del 
pontefice  che  vi  s'interpose,  siccome  si  dirk  a  suo  luogo. 

Alli  16  di  marzo,  il  venerdl,  il  senato  manda  a  Venetia  Jacomo  Lupari  per  ottenere  dalla 

[0  signoria  due  galere  per  armarle  alle  sue  spese;  et  ottenuta  la  gratia,  se  ritoma  a  Bologna. 
Et  i  Bolognesi  eleggono  capitano  delle  dette  galere  Achille  Malvezzi,  Jacomo  Ingrati;  li 
quali  ponendosi  a  ordine,  andarono  alli  12  d'aprile,  il  giovedi,  a  Venetia  a  ordinare  le  cose 
necessarie  alle  dette  galere  et  quivi  stettero  da  20  giorni,  poi  ritornarono. 

x\  di  8  d'aprile,  la  domenica,  Ludovico  Crescenti  dalli  Poggi,  venendo  a  contesa  et  a  pa- 

15  role  ingiuriose  con  Anselmo  di  Pietro  Antonio  Paselli,  giovane  di  lodata  vita  et  professore 
di  lettere,  deliber6  di  vendicarsene,  et  havendo  ragionato  con  Silvestro  di  Antonio  dalla  Vezza 
sarto,  il  fece  da  costui  uccidere.  II  che  dal  senato  inteso,  Ludovico  fu  privo  del  magistrato  et 
bandito  di  Bologna  et  suo  territorio,  et  oltre  il  bando  dato,  anche  a  Silvestro  gli  fu  posto  taglia 
di  100  ducati  a  chi  vivo  il  presentasse  et  50  a  chi  rammazzasse;  et  essendo  ito  Silvestro  al  Fi- 

20  nale,  quivi  alli  20  del  detto  mese,  il  venerdi,  da  Bartolomeo  di  Melchiorre  Piantavigne  fu  ucciso. 

Piacendo,  come  si  b.  detto,  agrocchi  di  Giovanni  Bentivogli  Ginevra  gia  consorte  di  Santi 

Benrivogli,  et  ella  altrettanto  invaghita  di  Giovanni,  egli  la  fece  domandare;  et  concluso  il 

fatto,  procur6  Giovanni  la  dispensa  del  papa  per  esser  affini   insieme,  la  quale  havuta,  egli 

alli  2  di  maggio,  il  mercoledi,  con  grand'allegrezza  della   fattione  bentivolesca,  la  spos6;  il 

25  quale  matrimonio  fu  da  tutti  li  gentilhuomini  della  cittk  molto  honorato. 

Si  tratta  parimente  in  questo  tempo  di  dare  per  moglie  a  Giulio  figliolo  di  Virgilio 
Malvezzi  una  figliola  del  conte  Marco  da  Cudignola  nezza  del  duca  di  Milano,  et  il  matri- 
monio  si  conchiude.  Et  parendo  a  Virgilio  di  condurre  la  sposa  a  Bologna,  mand6  per  essa 
gl' infrascritti,  cio6:  Achille  Malvezzi,   Scipione   Gozzadini   dottore,   Bornio  da  Sala  dottore, 

30  Carlo  Bianchetti,  Philippo  Mangioli,  Egano  Lambertini,  Giovanni  Antonio  Gozzadini,  Giovanni 
Malvezzi,  Ercole  Malvezzi,  Alessandro  Malvezzi  et  con  essi  loro  altre  persone  assai,  che  in 
tutto  furono  80  cavalli;  et  si  partirono  alli'  15  di  maggio  et  alli  20  giunsero  a  Milano,  dove       />.»<>» 
con  grand'honore  dal  duca  furono  ricevuti.     II  seguente  giorno  poi,  che  fu  alli  21,  il  lunedl, 
dettero  Tanello  alla  sposa  a  nome  di  Giulio,  et  alli  27,  la  domenica,  si  partirono  per  Bologna 

.55  insieme  con  la  sposa. 

Virgilio  frattanto  fa  ordinare  tutte  le  cose,  tanto  pubbliche  come  private,  et  prima  fa 
porre  un  padiglione  davanti  il  suo  palagio,  sendo  coverta  tutta  la  piazza,  poi  fa  coprire  il 
prato  deirorto  di  tele  verdi,  azzurre  et  bianche  alla  divisa  de'  Malvezzi,  dalle  quali  con 
bellissimo  ordine  pendevano  ghirlande,  compassi  et  festoni  ornate  tutte  di  fiori  et  di  herbe ; 

40  erano  poi  le  pariete  tutte  coperte  di  arazzi  et  a  capo  del  detto  prato  vi  era  posto  un  pic- 
ciolo  padiglione,  sotto  il  quale  era  la  credenza  tutta  ornata  di  bellissimi  vasi  d'argento  di  gran 
valore.  Parimente  tutte  le  sale  et  camere  con  sontuosissimi  et  ricchissimi  letti  erano  ornate 
et  addobbate ;  Ja  via,  per  cui  passar  doveva  la  spooa,  era  tutta  ornata  di  rami  verdi  con  fiori 
et  compassi   con   Tarme   del  duca  di  Milano,   delli   Bentivogli  et  de'   Malvezzi,  et   di   sopra 

45  erano  copertate  di  panni  di  lana  con  ghirlande  et  altre  delitie  vaghe  a  vedersi.  Questo 
honorato  et  ricco  addobbo  cominciava  airostaria  fuori  di  San  Felice  et  seguitava  insino  a 
Predafitta  da  San  Pietro  et  d'  indi  andava  alla  piazza  passando  alle  Chiavature  et  volgendosi 
dalla  gabella  in  porta  Ravegnana  et  scendendo  giii  a  stxk  San  Donato  insino  al  palaggio  de' 
Malvezzi  da  San  Sigismondo;   per  tutto   dove   altro   non  si  vedeva   se  non   panni,   erbe   et 

.)0  fiori  et  armi.     Avvicinandosi  adunque  alla  citti  la  sposa,  molti  gentilhuomini  riccamente  vestiti 


184  HISTORIA  DI  BOLOGNA  iA.i464i 


a  cavallo  andarono  ad  incontrarla  con  grande  honore;  et  fu  alli  27  di  maggio,  la  domenica, 
et  eravi  concorsa  tutta  la  citt^  a  vederla.  Et  condotta  con  gran  trionfo  al  detto  palagio,  da 
molte  gentildonne,  che  quivi  raspettavano,  fu  lietamente  accolta,  et  riposata  alquanto,  essendo 
apparecchiata  una  lautissima  cena,  si  cen6,  et  finita  la  cena  si  danz6  con  vari  suoni. 

Poi  alli  29,  il  martedi,  avanti  il  auo  palagio  si  fece  una  bellissima  giostra,  della  quale  il     5 
prezzo  era  un  palio  di  10  braccia  di  veluto  alessandrino;  ne   riport6  Thonore  et  il  premio 
Jacomo  Sforza  bolognese. 

Nomi  de*  scalchi  che  furono  a  questa  festa:  Ludovico  di  Giovanni  Felicini,  Ulisse  di 
Guid'Antonio  Lambertini,  Bartolomeo  di  Domenico  da  Budrio,  Bonifacio  di  Sinibaldo  Cattani, 
Antonio  di  Jacomo  dalla  Renghiera,  Carolo  di  Bartolomeo  Lambertini,  Christoforo  di  Pel-  10 
legrino  Grati,  Floriano  di  Battista  da  San  Piero,  Antonio  di  Jacomo  dal  Lino,  Friano  di 
Carlo  Malvezzi,  Carlo  di  Virgilio  Malvezzi,  Antonio  di  Marchione  Bargellini,  li  quali  erano 
tutti  riccamente  vestiti. 

Presenti  fatti  a  Virgilio  Malvezzi  per  detta  festa:  scatole  di  confetti  169,  torchi  di  ceira  58, 
vitelli  120,  capponi  para  149,  mazzi  di  torze  47,  caprettt  263,  marzapani  20,  spelta  corbe  388,  15 
faggiani  vivi  para  6,  pavoni  vivi  para  3,  malvasia  fiaschi  39,  forme  di  formaggio  14,  salina 
sacco  1,  uova  500,  orzo  corbe  6,  melaranze  corbe  1,  pesce  ceste  6,  gambari  some  3,  trutte 
piatti  5,  piccioni  para  33,  quaglie  vive  para  8,  trebbiano  fiasciii  20,  vino  corbe  20,  formaggi 
piccioli  ceste  3,  fieno  carra  2,  legna  carra  2,  un  bellissimo  quadro  di  una  madonna  tutto 
dorato,  anella  ^^d'oro  bellissime  2,  cucchiari  d'argento  8,  confettiere  d'argento  1,  usciali  1,  20 
tapeti  3,  panni  da  letto  di  razza  1,  bacili  d'ottone  con  li  bronzi  2,  taglieri  800  et  altre  cose 
assai  che  longo  sarebbe  il  descriverle. 

Nomi  di  quei  che  fecero  li  presenti:  Alessandro  Bolognini,  Christoforo  Ariosti,  Giovanni 
dairArme,  Giovanni  Marcanova,  Carlo  Malvezzi,  Andrea  et  Polo   Crescimbeni,  Bartolomeo 
>.  §10       di  Mino  de'  Russi,  Francesco  MalVezzi,  Piero  de'  Magnani,  Gasparo  Grassi,  Jacomo  dal  Lino,  25 
Alessandro  dal  Ferro,  Baviero  medico,  Carlo  Peracini,  Aloisio  Ardengelli,  Alessandro  et  To- 
maso  da  Moglio,  Jacomo  Caldarini,  Giorgio  degli  Ambrosi,  Giovanni  Piatesi,  Pietro  Antonio 
Paselli,  Bumino  Bianchi,  Battista   Mangioli,  Vincenzo  dalle  Palleotte,   Alessandro  da  Imola, 
Giovanni  di  Zano,  monsignore  dalla  Volta,  Pietro  et  Filippo  dalla  Testa,  Polo  et  Bartolomeo 
Lupri,  Pietro  et  Baldesserra  degli  Azzoguidi,  Andrea  Casali,  Nicol6  et  Alberto  Gabrielli,  Ludo-  30 
vico  Felicini,  Ludovico  Vitali,  Antonio  BargelUni,  Gasparo  Zenzarini,  Nicol6  Rigosa,  Giovanni 
de'  Bocchi,  Bartolomeo  Calcina,  Ludovico  Ludovisi,  Romeo  et  Gasparo  Bocchi,   Cinello  dal 
Lino,  Basilio  dalla  Renghiera,  Bartolomeo  di  Antonio  da  Sala,  Giovanni  de'  Cogliani,  Pietro 
Scappi,  Christoforo  Zanettini,  Nicol6  Budrioli,  Jacomo  et  Angelo  dalla  Serpe,  Giovanni  Bolo- 
gnini,  Rufiino  dalla  Ragazza,  Gabrielle  et  Luca  Dolfi,  Tomaso  da  San  Piero,  Valdesserra  Turclii,  35 
Domenico  Todeschi,  Antonio  Calcina,  Giovanni  dalla  Fondazza,  Carlo  di  Gasparo  Bargellini, 
Giovanni  di  Benedetto  de'  Barbieri,  Baldesserra  dalla  Renghiera,  Bartolomeo  Campeggi,  Jacomo 
Marsili,  Jacomo  Grati,  Andrea  Leoni,  Ludovico  da  San  Pietro,  Antonio  Belliossi,  Nicol6  Aldro- 
vandi,  Giovanni  Mussolini,  Crescenzo  da  Poggio,  Francesco  dalle  Armi,  Signorino  dairOrso, 
Carlo  BargelUni,  Guglielmo  de*  Nobili,  Giovanni  Filippo  salarolo,  Francesco  Caravita,  Jacomo  40 
degrOrsi,  Carlo  di  Petronio  Papazzoni,  Boetio   Gozzadini,   Nascimbene   Maranini,   Ludovico 
dao^rAlbergati,  Giovanni  d'Antonio  Monterenzoli,  Gratiolo  da  Tossignano,  Lippo  Muzzarelli, 
Giovanni   Maria  Gambalonga,  Matteo  Tossignani,  Jacomo   Sibaldini,  Friano  Griffoni,  Tideo 
Preti,  Carlo  Beccadelli,  Alamano  Bianchini,  Francesco  et  Sinibaldo  de'  Chiari,  Nicol6  et  Ce- 
sare  dal  Calice,   Antonio   Scardovi,   Antonio   Barbadoro,   Nicol6   Griffoni,  Antonio   Roffeni,  45 
Baldesserra  dalle  Ruote,  Giovanni  Bolognetti,  Gasparo  Panzachia,  Jacomo  Ghelli,  Stefano  Pan- 
niere,  Matteo  Conti,  Giovanni  Ghirardacci,  Marco  Calcina,  Jacomo  Negri,  Pellegrino  di  Zano, 
Benedetto  Giochini,  Astorre  Piasentini,  Baldesserra  Cattani,  Giovanni  Roffeni  et  molti  altri. 
Nomi  de'  communi  che  presentorono  la  detta  festa:  il  commune  di  Budrio,  il  commime  di 
Vegio,  il  commune  di  Castel  San  Piero,  il  commune  di  Roffeno,  il  commune  di  Labante,  il  50 


lA.  1464]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  185 

coramune  di  Castel  Guelfo,  il  commune  della  Pieve,  il  commune  di  Medecina,  il  commune  di 
Monterentio,  il  commune  de  Castel  Bolognese,  il  commune  della  Crovara,  la  Villa  d'Agliani,  il 
commune  di  Varignana,  Galliera,  il  commune  di  Vedriana,  il  commune  della  Crovara  d'Imola,  il 
commune  di  Frasseneda,  il  commune  di  Bargi,  il  commune  di  Monte  Calderara,  il  commune  di 
5  Granaglione,  il  commune  di  San  Giovanni,  il  commune  di  Sassonegro,  il  commune  di  Seravalle. 
Passate  le  nozze,  giunge  a  Bologna  alli  23  di  giugno,  il  sabbato,  il  conte  Jacomo  Piccinino 
con  molti  signori  et  200  cavalli  et  fanti  60,  et  il  senato  lo  va  ad  incontrare  con  tutti  li  no- 
bili  della  cittk.  I  baroni  che  erano  con  il  conte  furono  questi,  ciofe :  il  commissario  del  duca 
di  Milano,  il  conte   Giovanni  Francesco   della  Mirandola,   Carlo   Baglioni  perugino,  il  conte 

10  Broccardo,  il  conte  Cola  da  Campobasso,  Francesco  di  Ortona  di  Mare,  Piccinino,  Gabriele, 
Simone,  Colluccio,  Nicol6  Montagna,  Francesco  Spina,  Francesco  Ballante,  Tomaso,  Andrione, 
Nettorre  et  altri  famosi  huomini.  Andava  il  detto  conte  a  Milano  a  sposare  Drusiana  tigliola 
naturale  del  duca  Francesco  Sforza;  alloggio  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli,  dove 
honoratamente   fu   trattato   et   benignamente  ricevuto,  et   fu  visitato   et   presentato  da  molti 

15  gentilhuomini. 

U  seguente  giomo  il  conte  si  parte  di  Bologna  et  passa  a  San  Giovanni  in  Peraicetto       p.  »n 
et  d'indt  Taltro  giorno  a  Crevalcore,  dove  desino,  et  la  sera  ando  a  cena  alla   Mirandola; 
et  il  senato  mentre  cavalc5,  et  stette  sul  territorio  bolognese,  gli  procacci6  qualunque  cosa 
necessaria  a  lui  et  a  tutta  la  compagnia  et  gli  diede  per  compagnia  fino  alle  confine  Ludo- 

20  vico  Caccialupi,  Jacomo  Marsili. 

II  pontefice,  che  era  tutto  intento  alla  speditione  contro  il  Turco,  et  che  gik  haveva 
mosso  tutti  i  prencipi  d'Italia  a  questa  santa  opera,  si  parte  da  Roma  et  alli  18  di  luglio, 
il  mercoledl,  passa  ad  Ancona,  dove  trovare  si  doveva  il  duce  di  Venetia  con  tutte  le  galere 
et  altri  legni  armati;  et  aspettando  quivi  che  le  cose  predette  si  ordinassero,   egli,  che  era 

25  assai  vecchio,  8'inferm6.  II  che  intendendo  il  legato  di  Bologna,  subito  si  partl  per  andarlo 
a  visitare,  et  il  senato  gli  diede  per  compagnia  Paolo  dalla  Volta. 

Alli  2  di  agosto,  il  giovedi,  a  hore  20,  Cosmo  de'  Medici  di  Fiorenza,  huomo  di  gran 
conseglio  et  non  manco  di  gran  ricchezza,  che  teneva  il  primato  della  sua  citta  et  con 
prudenza  la  governava,  rende  lo  spirito  a  Dio. 

30  Intendendo  Jacomo  Grati,  che  era  ritornato  a  Bologna,  et  Achille  Malvezzi,  che  il  papa 

era  in  Ancona,  si  dispongono  di  pigliare  la  croce  con  li  compagni  et  andare  a  Venetia  nelle 
galere  et  d'indi  passare  ad  Ancona  al  pontefice;  et  dato  Tordine,  Achille  alli  8  di  agosto, 
il  mercoledi,  sendo  cantata  la  messa  nella  chiesa  di  san  Pietro,  presente  il  govematore  con 
li  signori  antiani  et  molti  nobili,  egli  con  molti  altri  si  communic6,  et  pigliata  la  croce  per 

.33  mano  del  governatore,  furono  benedette  le  arme  sue;  et  ci6  fatto,  se  ne  and6  a  casa.  Et  alle 
3  hore  di  notte  si  parti  di  Bologna  con  gl' inf rascritti  compagni,  ciofe:  Jacomo  di  Constantino 
cherico,  Francesco  de'  Camisani  fiorentino,  Gasparo  Malvezzi,  Nicol6  dalla  Magna,  Jeronimo 
Manfredi  astrologo,  Testa  Gozzadini,  Gabriele  Tomari,  Antonio  di  Boetio  Gozzadini,  Nicolo 
Maggio,  Giovanni  Maria  Solfanelli,  Lorenzo  di  Gabriele   Dolfo,  Aloisio  Romanzi,  Pietro  di 

40  Antonio  Rainieri,  Bertono  Balzani,  Domenico  Henrighi,  Antonio  dalla  Peverata,  Matteo  Car- 
megnani,  Turcho  Turchi,  Giovanni  Matteo  de'  Nuovi,  Antonio  da  Como,  Giovanni  Antonio 
da  Verona,  Francesco  da  Chiavena,  Giorgio  dal  Borgo  San  Donino,  Petronio  di  Francesco 
Paltroni,  Giovanni  Antonio  Cancellieri  da  Parma,  Marco  da  Triviso,  Martino  della  Valle  di 
san  Martino,  Jacomo  Antonio  Conti,  Simone  et  Giovanni  piemontesi  et  Giovan  di   Nelo  sa- 

15  nese  trombetti,  spingardieri  due,  balestrieri  tre,  genovesi  et  altri  assai. 

Partito  Achille  alli  10  di  agosto,  il  venerdl,  Jacomo  Grati  anch'egli  fece  cantare  una 
solenne  messa  in  San  Pietro,  et  presente  il  governatore  et  gli  magistrati  della  cittk  comu- 
nicatosi,  con  Alessandro  il  figHuoIo  canonico  et  Andromaco  da  Parma  pure  canonico  con 
due  servitori,  pigli6  la  croce  con  li  suoi,  et  benedette  Tarme  et  pigliata  licenza  dal  govema- 

jO  tore  et  dalli  signori,  si  partl  accompagnato  da  gran  moltitudine  di  gentilhuomini,  con  piffari 


186  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  (A.  1464] 


et  trombe  passa  alla  sua  casa.  Et  il  giorno  seguente  si  parti  di  Bologna  per  Venetia  con  li 
suoi  compagni,  li  quali  f urono  questi :  Cristof oro  Ingrati  fratello  del  detto  Jacomo,  Alessandro 
Ingrati,  il  figliolo  canonico,  Nicol6  da  Lucca  dottore  cancelHere,  Andromaco  da  Parma  cano- 
nico,  frate  Alessandro  de'  Crociati  capellano,  Melchiore  Calderini,  Bartolomeo  dalle  Scranne, 
Battista  di  Boelio  Gozzadini,  Jacomo  da  Pisa,  Giovanni  di  Candia,  Zazzarino  di  Fresco  bec- 
caro,  Francesco  dal  Corno,  Francesco  da  Mantua  barbiere,  Ranuccio  di  Francia,  Grillino 
/>.  7/*  Villanelli,  Antoiiio  Fieravanti,  Stefano  Schiavo,  Pietro  da  San'  Giovanni  il  tamburino,  Barto- 
lomeo  fiorentino,  Bartolomeo  da  Bologna  trombetti,  Jacomo  dal  Prete,  Paulo  ragazzo  di 
Jacomo  Grati  et  altri. 

Giunti  a  Venetia,  et  armate  le  galere,  mentre  aspettavano  di  esser  commandati  dal  pon-  lU 
tefice  in  Ancona,  dove  il  duca  di  Venetia  con  14  galere  et  altre  assai  che  salivano  al  numero 
di  84  erano  venute  ad  Ancona,  il  papa,  aggravandolo  il  male,  alli  14  d'agosto,  il  martedl  a 
hore  3  di  notte,  nel  sesto  anno  del  suo  papato  et  il  59  di  sua  vita,  si  mori.  Laonde  li  cardi- 
nali  alli  1 7,  il  venerdl,  si  partirono  con  il  corpo  del  papa  et  con  funebre  pompa  per  passare 
a  Roma,  dove  dentro  San  Pietro  in  una  tomba  marmorea  il  fecero  sepellire.  15] 

Et  a  questa  guisa  ogni  cosa  si  risolvfe  in  fumo,  percioch^  11  duca  di  Venetia  si  parti 
con  tutti  graltri;  vero  b  che  li  cardinali  mandarono  al  re  d'Ungaria  40  000  ducati,  acciochfe 
tenesse  a  freno  11  Turco. 

Le  galere  de'  Bolognesi  si  disarmarono  et  Achille  Malvezzi  se  ne  ritom6  a  Bologna. 
Ma  Jacomo  Grati,  trovandosi  aggravato  da  febbre,  si  fece  portare  alla  patria  alli  12  di  set- 
tembre,  il  mercoledl. 

Giunti  11  cardinali  a  Roma,  et  data  sepoltura  al  pontefice  morto,  subito  fatte  le  pompose 
essequie,  entrarono  in  conclave  per  la  creatione  del  papa  nuovo. 

II  senato  bandisc©  li  bislacchi,  che  non  vaglino  piii  che  soldi  42  Tuno  et  che  non  si 
possa  spendere  altri  quattrini  che  i  bolognesi,  et  bandiscono  11  picchioni  milanesi '.  251 

Alli  28  d'agosto,  11  venerdl,  giunge  in  Bologna  11  signor  Tristano  figliolo  del  duca  Fran- 
cesco  Sf orza  con  600  cavalli  et  buon  numero  di  f anti  per  passare  in  Romagna ;  f u  dal  senato 
honorevolmente  accettato  et  aUoggi6  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli.  Poscia  11  di  seguente 
si  parte,  et  seco  and6  Galeazzo  Marescotti. 

Alli  30  di  agosto,  a  hore  17,  li  cardinali  concordi  creano  pontefice  Pietro  Barbo  vene-  30' 
tiano,  nipote  d'Eugenio  IV,  e  fu  chiamato  Paolo  II.     Vennero  le  nuove  a  Bologna  alll  2  di 
settembre,  la  domenica,  a  hore  22,  et  si  fece  per  tutta  la  cittk  gran  festa. 

II  senato  elegge  due  ambasciatori  per  mandarli  al  nuovo  pontefice  a  rallegrarsi  seco 
della  sua  assontione,  et  furono  eletti  questi*,  ciofe:  Cristoforo  Caccianemici,  Giovanni  Guidotti: 
li  quali  con  honorata  compagnia  si  partirono  alli  16  di  settembre,  la  domenica.  35 

A  dl  6  di  novembre,  11  martedi,  giungono  a  Bologna  gli  ambasciatori  venetiani  che  anda- 
vano  al  papa,  1  nomi  de'  quali  sono  questi:  Nicol6  Soranzo,  Ettorre  Paschalino,  Triadano 
Gritti,  Nicol6  Throni,  Vittore  Capello,  Zaccaria  Trivisani,  Aloigio  Foscarini,  Jeronimo  Barba- 
rigo,  Pietro  Mocenigo,  Andrea  Leoni,  11  quali  tutti  fxurono  del  senato  accarezzatL 

Ritrovandosi  Tantica  amicizia  et  benevolenza  fra'  Genovesi  et  Bolognesi  perturbata,  per  40 
occasione  di  certe  represaglie  dalFuna  et  dalPaltra  parte  operate,  le  quali  ad  amendue  le 
dette  citt^  apportavano  grandissimi  danni  nelle  merci  de'  mercanti  et  altri  viandanti,  Giorgio 
Paselli  cittadino  bolognese,  allora  pretore  nella  cittk  di  Genova,  8'interpose  ad  accordare 
questa  odiosa  et  dannosa  discordia,  che  queste  represaglie  si  sospendessero  et  che  1  Bolo- 
gnesi  et  Genovesi  ritornassero  come  prima  amicissimi  insieme,  et  benignamente  gli  riuscl  11  45 
suo  desiderio.     Fu  egli  eletto  procuratore  a  nome  della  cittk  di  Bologna,  et  conclusa  la  detta 


40.  postilla  a  stampa  nel  margine  siitistro:  1464,  3  decembre  e  la  data  deirinstromento  de'  Genovesl  nella  »c/- 
Poriginale  —  ^^.  fostiila  a  stampa  nel  tnargine  sinistro:  1464,  u  novembre  e  la  data  dello  instromcnto  de"  Bolognesi 

'  Camera  degli  atti.  »  Camera  degli  atti. 


I 


lAA.  1464-1465]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  187 

pace,  sospese  le  dette  represaglie  per  anni  10  awenire;  della  quale  sospensione  et  salva- 
condotto  ne  appaiono  instromenti  autentici  da  ogni  parte  celebrati. 

Li  signori  antiani,  per  opprimere  i  bestemmiatori  del  nome  di  Dio  et  de'  santi  suoi,  fanno 
porre  una  catena  alli  pilastri  del  palagio   del  po'dest.H,   sotto  la  ringhiera,  per  legar  quivi  i       p.  nj 
5  bestemmiatori  et  castigarli  con  questo  disonore  della  loro  gran  temerith. 

A  di  17  di  decembre,  il  lunedi,  venne  in  Bologna  gran  neve. 

La  chiesa  di  san  Petronio  quest'anno  fu  molto  accresciuta  mercfe  degli  ufficiali,  che  erano 
Giovanni  Guidotti,  Giovanni  Bianchetti,  Bartolomeo  Cospi,  li  quali  fecero  fabbricare  da  amen- 
due  le  parti  4  cappelle,  a  cio  intervenendo  la  soUecitudine  del  cardinale  Santa  Croce  Angelo 
10  Capranica  legato,  huomo  religioso  e  devoto.  Questi  fu  che  fabbrico  la  sagrestia  di  San  Mi- 
chele  in  Bosco  et  ristord  il  dormitorio  delli  novitj  del  monastero  di  san  Domenico,  et  in 
San  Petronio  anche  si  veggono  le  sue  armi  nelle  vitriate. 

In  somma   quest'anno  fu   piovoso  e  tempestoso  e  nel    tempo   del   raccolto   vendevasi  la 

corba  del  grano  lire  due,  la  spelta  soldi  11,  la  fava  soldi  20;  fu  delFuva  assai.     II  mese  di 

15  settembre  fu  con  molte  maligne  nebbie;  il  sole  splendeva  poco  et  era  di  color  smorticcio,  sic- 

come  h  di  notte  la  luna,  che  si  mostrava  azzurra.    Furono  gran  febbri,  vaioli  et  mali  di  costa. 

Anno  di  Cristo  1465.  —  Sono  creati  li  magistrati  della  cittk  per  imbossolatione. 
Alli  22  di  gennaro,  il  martedi,  a  hore  5  e  mezzo,   venne  in  Bologna   il  terremoto,   che 
non  poco  ispavent6  le  persone,  ma  dur6  poco. 

20  Gli  ambasciatori  bolognesi  che  erano  a  Roma  avvisano  il  senato  che  il  papa  dimostrava 

di  volere  il  libero  dominio  di  Bologna,  il  che  poi  piii  chiaramente  rintesero  da  Giovanni 
Guidotti,  che  si  torn6  alla  cittk,  et  dopo  di  lui  dal  iegato  istesso  et  da  Christoforo  Cac- 
cianemici  et  da  Achille  Malvezzi  et  da  Paolo  della  Volta,  li  quali  erano  venuti  a  Bologna 
con  il  detto  legato  alli  5  di  febbraro,  il  martedi.     Per  il  che,  congregato  il  senato  et  havuto 

25  sopra  ci6  longo  ragionamento,  finalmente  si  disposero  mandare  nuovi  ambasciatori  al  papa, 
et  furono  eletti  gl' inf rascritti,  cio^:  Paulo  dalla  Volta,  Jacomo  Marsili,  acciochfe  essi  andas- 
sero  a  persuadere  il  papa  che  volesse  degnarsi  iasciare  vivere  la  citt^,  come  faceva,  et  gli 
dimostrassero  con  vive  ragioni  che  la  citti  vivea  quieta  et  pacifica  et  che  quando  sua 
Santitk  voglia  alterare  altro  modo  di  governo,  se  ne  potrebbe   cagionare  la  rovina  di  essa; 

30  et  che  assai  gli  doveva  bastare  Tesser  riconosciuto  per  signore,  con  havere  et  tenere  li  suoi 
legati  et  ufficiali  con  tanto  honore  et  amore  come  si  faceva;  et  quando  egli  altramente  pure 
volesse  fare  che  Tavvertissero  che  a'  Bolognesi  non  mancarebbe  raiuto  di  molti  potentati  per 
difendersi,  perch6  quando  il  duca  havesse  a'  suoi  voti  il  popol  di  Bologna,  poteva  bene  consi- 
derare  come  staria  la  sua   riputatione   et  che  la  natura   del  popolo   bologiiese   era   di   esser 

35  con  dolcezza  soggetto  et  non  con  asprezza,  Li  quali,  bene  instruiti,  si  partirono  alli  23  di 
marzo,  il  sabbato. 

Essendo  concluso  il  parentado  fra  Alfonso  figliolo  del  re  Ferdinando  di  Napoli  prencipe 
di  Taranto  et  Ippolita  Maria  figliola  del  duca  Francesco  Sforza,  parve  al  principe  Alfonso 
di  mandare  per  la  detta  sposa.    Et  a  questo  effetto  mand6  Federigo  il  fratello  di  etk  di  anni  14 

40  con  honoratissima  compagnia  di  signori  et  altri  gentilhuomini  al  numero  di  484  et  cinque- 
cento  pedoni;  il  quale  gionto  a  Siena,  hebbe  nuova  della  morte  della  regina  sua  madre.  Per  lo 
che  egli  et  tutta  la  sua  compagnia  si  vestl  a  negro  et  venne  a  Bologna  alli  25  d'aprile,  il 
giovedl,  et  entr6  neila  citth  a  hore  15  et  dal  senato  fu  condotto  ad  alloggiare  nel  palazzo  delli 
signori  antiani  et  honorevolmente  et  lautamente  egii  et  tutta  la   sua  compagnia   fu   trattato. 

45  Nomi  delli  signori  che  erano  in  sua  compagnia :  il  prencipe  di  Salemo,  il  duca  di  Melfi, 

il  vescovo  di  Gaeta,  Rainaldo  del  Duse,  Anto'nio  di  Angelo,  Antonio  Caietano,  Antonio  da       p.  1,4 
Prignano,  Francesco  da  Sant'Angelo,  il  CoIIella,  Raimondo  Danechino,  Francesco  Caracciolo, 
Jacomo  degli  Acciaiuoli,  Giovanni  Pietro  Guirini,  Malitia  et  Galeotto  Caraffi,  Ferrante,  Anto- 
nio  di  Alesaandro,  Silvestro  Galletto,  Alessandro,  Francesco  Santafede,  Ctirlo  Rospa,  Nettorre 


188  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1465] 


Piairello,  Pietro  di  Prignano,   Berlingiero  Caraffa,  Matteo  Crispano,  il  barone  da   Ricamo, 
Marino  Caracciolo,  Tristano  Caracciolo,  Bigordo  Pisarello,  Giovanni  da  Vetralla  et  molti  aitri. 

Poi  dopo  due  giorni  si  parti  con  tutta  la  compagnia  per  la  porta  di  San  Felice  et 
and6  a  desinare  a  Castel  Franco,  ove  il  senato  haveva  fatto  apparecchiare  un  magnifico 
pranso,  et  d'indi  pas86  a  Milano.  Dove  sposata  che  ebbe  Ippolita,  et  ordinate  tutte  le  cose  5 
per  andare  a  Napoli  al  suo  sposo,  ella  si  parti  insieme  con  Federigo  accompagnata  da  37 
nobilissime  donne  et  da  molti  cavalieri,  che  in  tutto  salivano  a  mille  persone  con  90  car- 
riaggi;  li  quali  giungendo  a  Confortino,  furono  accolti  alle  spese  della  citt^  al  palaggio  dt 
Galeazzo  Marescotto.  Et  d'  indi  partendosi,  giunsero  alle  22  hore  a  Bologna,  dove  con  grandis- 
sima  pompa  fu  inconlrata  et  raccolta  dalli  magistrati  della  cittk  et  da  tutta  la  nobiit^  di  10 
essa.     Alloggi6  in  strk  San  Donato,  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli  et  di  Virgilio  Malvezzi. 

II  di  seguente  Giovanni  Bentivogli,  per  honorare  la  detta  sposa  et  darli  qualche  piacere, 
fa  correre  un  palio  di  cremisino  di  pelo  per  Btrh.  San  Donato  avanti  il  suo  palagio;  hebbe 
il  palio  il  barbaro  di  Jacomo  Grati. 

A  dl  19  di  maggio,  la  domenica,  a  hore  otto,  la  sposa  con  Federigo  et  la  compagnia  si  15 
parte  di  Bologna  et  passa  a  Fiorenza. 

Alli  29  di  maggio,  il  mercoledi,  monsignor  patriarcha  d'Aquileia  passa  a  miglior  vita. 
Se  gli  trov6  alla  sua  morte,  fra  gioie,  argentaria,  danari,  cavalli  et  mobili,  la  valuta  di  sei- 
cento  migliaia  di  ducati. 

A  di  31  di  maggio,  il  venerdl,  nel  contk  di  Bologna  casca  una  tempesta  si  grande,  che  20 
rovina  tutti  li  grani,  c.nse,   viti  et  arbori,  et  al  Poggio  de'  Lambertini,  a  Galliera  et  a  Ma- 
lacompra  gitta  a  terra  molte  case  et  fa  grandissimi  mali  per  ogni  luogo. 

Havendo  il  duca  Francesco  conceputo  gran  sospetto  di  Jacomo  Piccinino,  et  per  piii 
dissimulare  questo  male,  havendogli  data  (come  k  detto)  la  sua  figliuola  naturale  Drusiana  sotto 
coperto  inganno  col  re  Femando  si  opr6  che  al  suo  soldo  il  togliesse  et  lo  facesse  suo  gene-  23 
rale.  Ritornatosene  adunque  il  Piccinino  con  la  sua  sposa  in  Napoli,  vi  fu  con  ogni  honore 
possibile  ricevuto.  Ma  volendo  in  capo  di  alquanti  dl  ritornarsene  in  Sulmona  per  porsi 
a  ordine  di  gire  ad  incontrare  Ippolita  principessa  di  Taranto,  fu  alli  24  di  giugno,  il  lunedi 
a  hore  22,  ritenuto  insieme  con  Francesco  il  figliuolo  et  il  conte  Broccardo  suo  cancelliere 
prigione,  et  poco  appresso  anco  morto,  nfe  si  puot^  saper  mai  certo  di  che  qualit^  di  morte  30 
si  morisse. 

Vennero  queste  nuove  a  Bologna  alli  11  di  luglio,  il  giovedi.  Federigo,  che  con  la 
sposa  si  trovava  in  Siena,  inteso  il  caso  miserabile  del  Piccinino,  si  ferm6  quivi  per  meglio 
intendere  come  stava  il  fatto,  et  gionto  alla  fine  d'ago8to,  poi  pass6  a  Napoli,  dove  la  sposa 
fu  con  grandissimo  trionfo  ricevuta.  35 

Giovanni  Bentivoglio  va  a  Milano  a  riconoscere  il  duca  Francesco  come  suo  parente, 
et  6  accompagnato  dagl' inf rascritti  suoi  amici:  Paolo  dalla  Volta  dottore  et  cavaliere,  Chri- 
stoforo  Caccianemici  cavalliere,  conte  Guido  Pepoli,  Pirrho  Malvezzi,  conte  Andrea  di  Lu- 
dovico  Bentivogli,  Matteo  di  Carlo  Malvezzi,  Ulisse  Lambertini,  Gabriele  di  Battista  Poeti, 
p.  iis  Aldrovandino  di  Giovanni  Malvezzi,  Floriano  di  Floriano  Grif foni,  Andrea  di  Jacomo  Ingrati,  40 
Bonifacio  di  Bartolomeo  Vitali,  Marco  di  Battista  da  San  Piero,  Eliseo  di  Jacomo  degli  Orsi, 
Antonio  di  Jacomo  dal  Lino,  Francesco  Castello,  Gasparro  di  Filippo  Bargellini,  Bonifacio 
di  Sinibaldo  Cattanio,  Jacomo  di  Cantaglino  da  Salese,  Giovanni  Battista  Merighi,  Filippo 
di  Bartolomeo  Mangioli,  Egano  di  Guid'Antonio  Lambertini,  Giovanni  Papazzoni,  Gasparo 
di  Merigo  Bocchio,  Filippo  Cancelliere  da  Milano,  Bartolomeo  dalla  Calcina  siniscalco.  Fu-  45 
rono  in  tutto  cavalli  115  con  13  carriaggi,  et  erano  vestiti  d'oro,  di  seta  et  di  argento;  et 
si  partirono  di  Bologna  alli  2  di  luglio,  il  martedi. 

II  duca  6  awisato  della  venuta  di  Giovanni  Bentivogli;  lo  manda  ad  incontrare  fino  a 
Parma  per  un  suo  fratello  con  una  nobile  compagnia,  et  fatte  le  debite  ceremonie,  amendue 


40.  nelPoriginale  Giffonl 


[AA.  1465-14661  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  189 

passarono  a  Milano  insieme,  et  giunti  alla  porta  della  cittk,  il   duca  li  venne  ad  incontrare 
et  li  condusse  al  suo  palaggio  con  gran  f  esta  et  honore,  accarezzandolo  come  parente ;  dove 
Giovanni  col  duca  stette  insino  alli  30  del  detto  mese;  et  chiesta  licentia  di  ritomarsene  a 
Bologna,  il  duca  fece  cavaliere  aurato  Matteo  di  Carolo  Malvezzi  et  poi  lo  licentio '. 
5  Mentre  che  Giovanni  Bentivogli  era  a  Milano  col  duca,  Jacomo  di  Giovanni  Marsili,  uno 

del  numero  del  senato,  alli  20  di  agosto,  il  martedl,  passa  a  piu  felice  vita.  Et  fu  sepellito 
con  pompa  funerale  alla  chiesa  di  san  Domenico.  Non  fu  posto  alcuno  in  luogo  suo,  per- 
chh  era  de'  sopranumerari. 

Alli  20  di  settembre,  il  venerdi,  a  hore  23,  fu  la  ecclisse  del  sole  et  fu  grande  carestia 

10  di  frumento,  percioch^  la  corba  valse  lire  due  et  soldi  16;  fu  anco  poco  vino. 

Drusiana  figliola  naturale  del  duca,  gik  moglie  del  conte  Jacomo  Piccinino,  alli  1 7  di  ot- 
tobre,  il  mercoledi,  giunge  in  Bologna ;  andava  a  Milano  al  padre  tutta  di  negro  vestita  con 
gran  copia  d'anella  in  dito.  Fu  honoratamente  dalla  citt^  ricevuta  et  aIIoggi6  nel  palazzo  di 
Giovanni  Bentivogli,  et  poi  passo  a  Milano. 

15  Alli  14  d'ottobre,  il  lunedi,  con  li  due  giorni  seguenti  li  gentilhuomini  che  havevano  ac- 

compagnato  Ippolita  Maria  principessa  di  Taranto  a  Napoli  ritornano  a  Milano. 

Alli  31  del  detto  mese,  il  giovedi,  giungono  in  Bologna  li  figlioli  del  duca  di  Milano  fatti 
cavalieri  dal  re  di  Napoli,  che  havevano  accompagnata  Ippolita  loro  sorella,  et  si  fermarono 
in  Bologna  insino  alli  2  novembre;  alloggiarono  nel  palagio  di  Giovanni  Bentivogli. 

20  II  legato  si  delibera  passare  a  Roma  al  pontefice;  et  il  senato,  inteso  Tanimo  suo,  gli  dk 

due  ambasciatori  per  trattare  le  cose  pertinenti  alla  repubblica  col  papa,  sendo  che  egli  do- 
mandava  cose  che  erano  alla  cittk  molto  gravi,  et  percio  essi  temevano  di  rompere  la  pace 
con  il  papa.  Si  partirono  il  detto  legato  et  gl' ambasciatori  alli  17  di  novembre,  la  domenica, 
di  Bologna. 

25  II  signor  Domenico  Malatesti  signore  di  Cesena  muore ;  et  a  dl  6  di  decembre,  il  venerdi, 

il  campo  della  Chiesa  passa  sopra  Cesena  et  si  rende  d'accordo,  et  Tarcivescovo  di  Trappassa 
a  dl  7  del  detto  mese,  il  sabbato,  vi  entra  per  governatore. 

In  questo  anno  sono  levate  via  le  crescimonie  che  erano  sopra  il  datio  delle  moline,  le 
quali  crescimonie  erano  state  circa  20  anni.     Et  ci6  fu  per  mera  bontade  del  pontefice. 

30  In  somma  questo  anno  per  tutto  il  mese   di   giugno   fu  humido   et   tempestoso,    et   per 

questo  fu  sl  gran  freddo,  che  gli  huomini  furono  forzati  di  amicarsi  il  foco.     Fu  assai  fru- 
mento  et  legumi,  ma  poco  vino.     II  raese'  di  luglio,  di  agosto  et  di  settembre  furono  secchi       /.»/<» 
et  caldi  insino  alli  19  di  settembre  et  da  indi  in  poi  il  freddo  si  fece  della  stagione  padrone 
dandoci  pioggia  et  nebbia.     II  mese  di  decembre   fu   talmente   calido,   che   pareva  esser  la 

35  primavera,  et  cosi  stette  insino  alle  23  e  poi  ne  diede  neve  et  venti  et  una  leggiera  et  breve 
pestilenza  et  mal  di  punta. 

Anoo  di  Cristo  1466.  —  Si  cavano  li  magistrati  della  citti  per  imbossolatione. 

Francesco  de'  Sanguengi  de  Urbe  podestk  di  Bologna  et  per  li  secondi  Luchino  de'  Ne- 
gri  da  Savona  capitano  et  pretore. 
40  Giungono  in  Roma  il  legato  di  Bologna   et  gli  ambasciatori,   et  merc^   della  bontk  di- 

vina  conchiudono  il  modo  del  governo  della  cittk  senza  fare  mutamento  veruno,  et  fatti  et 
segnati  per  il  pontefice  li  capitoli. 

Frattanto  che  U  suddetti  ambasciatori  passavano  verso  Roma,  dubitando  il  senato  che  il 

pontefice  noo  si  havesse  a  piegare  alle  loro  domande,  ma  che  volesse  stare  nella  opinione  di 

45  prima,  di  volere  il  libero  dominio   di  Bologna,  et  che  volesse  alla  citta  muover  guerra,  vo- 

lendo  esso  provedersi  a  terapo  contro  ogni  sinistro  accidente,  mandarono  a  Milaoo  a  chiedere 

aiuto  al  duca,  per  difendersi,  bisognando,  dal  papa,  al  quale  il  duca  fece  iotendere  che  oon 

•  Li^o  de'  DoUori,  fogllo  i. 


190  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  146«) 


temeiwero  di  cosa  alcuna  et  che  gH  era  per  aiutarli  in  tutte  le  loro  occorrenze;  nfe  vi  po»e 
tardanza,  percioch^  fece  porre  ad  ordine  il  siprnor  Tristano,  il  figliuolo,  con  molte  bajide  di 
cavalli,  afllinech^  passasse  a  Bologna.  II  che  inteso  dal  papa,  mostrb  di  dissimulare  quello  che 
haveva  in  animo  di  soggiogarsi  Bologna,  serbandosi  a  piii  commodo  tempo  di  far  quello 
pensava;  et  frattanto  pensd  di  far  cosa  che  paresse  esser  grata  al  senato  che  allhora  go-  .' 
vernava,  la  quale  egli  giudicava  che  a  tempo  avesse  a  partorire  cosa  che  gli  haverebbe  fa- 
cilitata  la  via  al  suo  secreto  desio,  et  fu  di  capitolare  con  grambasciatori  et  fra  graltri  ca- 
pitoli  porvi  che  Giovanni  Bentivogli  fosse  capo  del  senato  et  che  gli  altri  senatori  parte  ne 
sedessero  per  sei  mesi,  gli  altri  stando  in  piedi,  et  cosl  si  facesse  successivamente,  ma  che 
sempre  Giovanni  sedesse  et  potesse  dare  due  voti  ne'  partiti  che  si  facessero.  Questo  fece  il  10 
papa  per  accendere  invidia  contro  Giovanni,  giudicando  che  gli  altri  senatori,  sendo  come  lui 
nobili,  non  potrebbono  sopportare  questa  cosa  et  che  perci6  fra  di  loro  nascerebbe  et  invidia 
et  discordia;  il  quale  mezzo  sarebbe  poi  al  pontefice  facile  per  acquistare  il  libero  dominio 
della  citt^  Nel  vero  il  papa  penab  a  questo  tratto  una  cosa  et  poi  ne  riusci  un'altra;  perchfe, 
credendosi  con  questo  mezzo  rovinar  Giovanni,  maggiormente  Valzb  et  gli  diede  il  primato  della  1  o 
cittk  nelle  mani,  come  piu  a  basso  si  intenderk;  et  egli  si  fece  piu  che  signore  di  Bologna. 

CapitoI6  adunque  il  papa  con  grambasciatori  et  segn6  li  capitoli.  Et  rambasciatore 
Giovanni  Guidotti  lieto  a  Bologna  f ece  ritomo,  che  f u  alli  3 1  di  gennaro,  il  venerdi ;  et  entrato 
in  senato,  con  grandissimo  contento  di  tutti  manifest6  questo  accordo.  Poi  il  d\  seguente, 
che  fu  il  primo  di  febbraro,  il  sabbato,  fecero  pubblicare  alia  renghiera  essersi  capitolato  con  20 
il  papa,  et  ne  fu  fatta  allegrezza,  ma  per6  non  si  lessero  li  capitoli,  perchfe  si  aspettava  il 
legato  che  li  havesse  ad  esseguire;  nondimeno  si  levarono  le  crescimonie  che  erano  sopra 
li  datj  delle  moline,  che  erano  cosi  perseverati  per  anni  20. 

In  questo  istesso  giorno  giunge  il  signor   Tristano  con  500   cavalli  a  Bologna  dal  duca 
Francesco  mandato,  come  promesso  haveva;  fu  egli  alloggiato  nella  casa  di  quei  dalle  Cor-  25 
reggie  et  la  sua  compagnia  per  lo  contato. 
/.  ur  Vengono  nuove  in  Bologua  della  gran  rovina  che  fatto  haveva  il  ter'remoto  nelle  parti 

di  Puglia;  et  prima  che  in  Consa  cittk  vi  erano  morte  20  persone,  che  in  Tedora  cittk  ve 
ne  morirono  19,  che  a  Paffano  vi  morirono  16  persone  et  rovino  !a  rocca,  che  a  Lovetto, 
sendovi  il  prencipe  di  Salerno  che  veniva  da  visitare  la  maestk  del  re  Ferrando,  erali  cascata  30 
addosso  la  casa,  ma  per6  non  era  stato  punto  offeso,  che  in  Calitri  erano  rovinate  15  case, 
che  in  Calabretto  erano  morti  24  huomini ;  f ece  anche  il  terremoto  assai  danni  a  Pestecchio, 
Sant'Andrea,  Caierano,  San  Mondachio,  Capastelle,  Accero,  Leone  et  Vallata. 

A  dl  2  di  marzo,  la  domenica,  Jacomo  dal  Lino,  uno  del  numero  de'  sedeci,  passa  da 
questa  airaltra  vita,  non  senza  sospitione  di  veleno  et  per  invidia;  non   fu  posto  alcuno  in  3j 
suo  luogo  per  esser  delli  sopranumerari. 

A  dl  8  di  marzo,  il  sabbato,  Francesco  Sforza,  di  eta  di  sessantacinque  anni,  essendo  stato 
sedeci  anni  signor  di  Milano,  per  repentina  morte  pass6  a  miglior  vita.  Et  Bianca  sua  moglie 
d'animo  virile  la  notte  stessa  convoc6  il  conseglio  et  altri  primati  della  cittk  et  con  eiegante 
oratione  dispose  tutti  a  non  far  tumulto  nella  cittk;  poi  scrisse  a  molti  potentati  la  morte  del  40 
marito  et  gli  preg6  a  dover  mantenere  li  figliuoli  in  signoria.  Et  cosi  Galeazzo,  che  era  a 
Lione  con  6  mila  persone  in  aiuto  del  re  di  Francia,  venne  a  Milano  a  dl  20  di  marzo  et 
come  primogenito.  successe  al  padre. 

Spiacque  la  morte  del  duca  assai  a'  Bolognesi,  et  Tristano,  intendendo  la  sua  morte,  tosto 
con  tutta  la  sua  compagnia  pas86  a  Milano,  il  giovedl:  era  di  anni  22  incirca,  I  Bolognesi  45 
eleggono  ambasciatori  a  condolersi  con  Galeazzo  della  paterna  morte  et  con  la  duchessa 
Bianca  et  anco  a  congratularsi  della  tanta  assontione  di  Galeazzo  et  proferirli  ogni  suo 
potere,  bisognando.  Fu  ambasciatore  Nicoloso  Poeta,  et  si  parti  alli  21  di  marzo,  il  venerdi, 
accompagnato  da  onorevole  compagnia. 


3-I4.  um  segruo  a  fenna  ntl  nmrgiue  simistro 


[A.  1466]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  191 

AUi  23  di  marzo,  la  domenica,  il  signore  Alessandro  Sforza  fratello  del  duca  Francesco 

giunge  in  Bologna,  che  veniva  da  Pesaro  et  passava  a  Milano  per  visitare  la  cognata  et  il 

nuovo  duca;  alloggio  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli  suo  genero,  poi  si  parti  per  Milano. 

Alli  29  di  marzo,  il  sabbato,  Nicoloso  Poeta  ambasciatore  ritorna  da  Milano. 

5  Alli  4  di  giugno,  il  mercoledi,  il  senato  comanda  che  sia  levato  il  confallone  ad  Amorone 

di  Alberto  Guidotti  confalloniere  di  popolo  e  poi  il  fa  bandire  per  havere  ingiuriato  il  senato. 

Alli  8  del  detto  mese,  la   domenica,  Angelo   Capranica  cardinale  et  legato  di  Bologna, 

insieme  con  Paolo  Volta,  uno  delli  due  ambasciatori  che  erano  andati  a  Roma  per  li  fatti 

della  cittk,  come   si   h  detto   nel    1465  sotto  il   di    17  di  novembre,  et   entrato  in   conseglio 

10  alli  12,  il  giovedi,  manifestb  li  capitoli  fatti  dal  papa,  li  quali  erano  tali: 

Che  il  senato  fosse  di  21  cittadini,  li  quali  insieme  con  il  legato  havessero  a  trattare 
le  cose  della  repubblica,  et  questi  rimanessero  nel  magistrato  insino  che  vivessero,  et  man- 
cando  quelli,  succedessero  in  luogo  li  loro  primogeniti  legitimi  et  naturali,  se  fossero  pero 
d'anni  30  o  piii,  ma  non  di  manco; 

15  Che  la  metk  di  essi  dovessero  esser  presidenti  per  sei  mesi  delFanno,  et  cosi  si  segui- 

tasse  di  mano  in  mano;  ma  che  Giovanni  Bentivogli  havesse  a  presedere  di  continuo  nel 
detto  senato  et  potesse  dare  dui  voti  per  partito. 

Et  cosi  Giovanni  rimaneva  capo  del  senato,  ciofe  delli  sedici  riformatori  della  cittk,  che 
questo  era  dimandato  senato,  tenendo  il  nome  antico  per'  esseme  sedici  ordinari  et  cinque       fi.  ns 

20  straordinari  overo  sopranumerari,  come  habbiamo  detto  avanti;  et  perch^  allora  mancava  uno 
al  numero  delli  21,  per  esser  morto  Jacomo  del  Lino,  parve  al  legato  che  se  ne  ponesse  uno 
in  quel  luogo  et  da  tutti  fu  eletto  Jeronimo  di  Antonio  Ranucci  dottore  in  medicina,  il 
quale  il  giomo  seguente,  che  fu  alli  13  di  giugno,  il  venerdi,  nel  senato  fu  accettato. 

Nomi  et  ordine  del  senato  antedetto:   Giovanni  d'Annibal   Bentivogli   capo  del  senato, 

25  Scipione  di  Gabbione  Gozzadini  dottore,  Carlo  di  Giovanni  Malvezzi  primo  conte  della  Selva 
fatto  deiranno  1455,  Ludovico  d'Antonio  Caccialupi,  Galeazzo  di  Ludovico  Marescotti,  Ja- 
como  di  Pellegrino  Grati,  Christoforo  di  Braiguerra  Caccianemici,  Dionisio  di  Bartolomeo 
Castelli,  Nicoloso  di  Battista  Poeti,  Bornino  di  Bagarotto  Bianchi,  Pietro  d'Andrea  del  Purgo; 
tutti  questi  dovevano  sedere  per  li  primi  sei  mesi.     Et  questi  seguenti  sedevano  per  li  secondi 

30  sei  mesi:  Ludovico  di  Andrea  Bentivogli,  Paolo  di  Giovanni  detto  Zono  dalla  Volta  dottore, 
Nicol6  di  Jacomo  Sanuti  conte  del  Bagno,  Jeronimo  d'Antonio  Ranucci  medico,  Virgilio 
di  Gasparo  Malvezzi  conte  di  Castel  Guelfo,  Giovanni  di  Bartolomeo  Guidotti,  Giovanni  di 
Lodovico  dalle  Armi,  Carlo  d'AIemano  Bianchetti,  Christoforo  di  Rainaldo  Ariosti,  Bartolo- 
meo  di  Mino  Russi. 

35  Fu  cominciato  quest'ordine  alle  calende  di  luglio,  il  martedi,  et  a  questa  guisa  Giovanni 

Bentivogli  diventb  istimato  et  grande  nella  repubblica  bolognese  et  acquisto  grandissima  ripu- 
tatione  appresso  li  signori  d'Italia,  di  modo  che  ciascuno  a  lui  ricorreva  come  a  capo  et 
signore  legittimo  della  cittk. 

II  signore  Pino  Ordelafo  signore  di  Forll,  havendo  sospetto  delle  genti  d'arme  del  duca 

40  di  Milano  che  ne  venivano  dal  reame  di  Napoli,  fece  provisione  di  gente  aiutato  dalli  Ve- 
netiani,  cioh  Giovanni  Francesco  della  Mirandola  et  Silvestro  del  Conte  con  500  cavalli; 
et  tutti  li  formenti  fece  portargli  cosl  in  fascio  dentro  la  cittk.  Et  a  dl  29  di  giugno  la  do- 
menica,  vennero  nel  contk  di  Bologna  2000  cavalli  del  duca  di  Milano,  che  venivano  dal 
regno,  et  stettero  sul  Bolognese  insino  alli  15  di  settembre.  Erano  li  conduttieri  questi:  il 
signor  Buoso,  il  signor  Roberto  et  il  signor  Costanzo  da  Codignola. 

Alcuni  cittadini  di  Firenze  fanno  trattato  contro  Pietro  di  Cosmo  Medici  et  suoi  amici 
per  fare  nuovo  stato  in  Fiorenza  (fu  alli  28  di  agosto,  il  giovedi)  et  anco  per  far  prigione 
overo  uccidere  il  detto  Pietro,  et  furono  questi,  cio^:  Luca  Pitti,  che  ambitiosamente  per 
easer  molto  grande  desiderava  di  succedere  al  luogo  di  Cosmo,  Angelo  Acciaiuoli,  che  per 

1-3.  un  segno  a  peima  nel  margine  aimistro 


192  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  u«6-i4671 

odi  particolar!  la  ruina  de'  MedJci  procurava,  EMotisaM  Nerone,  che  haveva  in|^nnato 
Piero  de'  Medici  con  11  cattivi  consigli,  il  quale  sperava  che,  per  essere  il  Pitti  poco  atto  ad 
esser  capo  del  govemo,  fosse  questa  dignit^  dovuta  sopra  sfe  ricadere,  Nicol6  Soderini,  che 
amava  che  la  repubblica  con  maggior  libertk  sotto  i  suoi  raagistrati  vivease,  et  molti  altri  di 
Fiorenza.  Li  quali  accordaronsi  per  forza  di  danari  con  Ercole  da  Este,  che  haveva  fatto  adu- 
natione  di  gente  d'arme  a  piedi  et  a  cavallo  nel  contado  di  Modena  e  di  Reggio,  che  erano 
da  15  mila  persone,  et  era  ito  alle  confine  del  Frignano  con  gl' infrascritti  capitani:  Guido 
Rangone,  Giovanni  Francesco  dalla  Mirandola,  il  signor  di  Carpi  et  il  signor  di  Correggio. 

Di  che  Giovanni  Bentivogli  havutane  piena  notizia,  ne  avviso  Pietro  Medici  et  fu  alli 
2  di  settembre,  il  martedi,  et  vi  mand6  dalle  montagne  di  Bologna  oltre  quattro  mlla  per-  10 
sone  armate  et  1500  cavalli  del  duca  di  Milano.  Et  di  gik  avvisato  Pietro,  et  intendendo 
come  questi  soldati  mandatigli  da  Giovanni  erano  vicini,  cgU  con  ii  suoi  amici  entr6  nel  pa- 
/•  »19  lagio  della  8i'gnoria,  et  avanti  il  conseglio  manifestato  a  pieno  il  fatto,  fece  privare  del  ma- 
gistrato  Luca  Pitti;  et  fuggimo  li  compagni,  ciofe:  Diotisalvi  Nerone,  Angelo  il  fratello  et 
Filippo  Neroni  et  Lorenzo  di  Tomaso  Soderini  et  Nicol6  Soderini  in  Venetia  et  Angelo  15 
Acciaiuoli  con  due  figlioli  a  Napoli,  Silvestro  il  nipote  in  Sicilia  et  molti  altri  loro  partig- 
giani  andarono  in  altri  vari  luoghi  d'Italia,  i  quali  tutti  furono  tosto  dichiarati  ribelli;  et 
molti  altri  furono  carcerati,  restando  vano  il  lor  dissegno.  Luca  Pitti,  per  la  promeasa  di 
un  certo  parentado  che  haveva  da  Pietro  havuta,  si  rest^  in  Fiorenza,  benche  con  poca  ri- 
putazione,  nh  quasi  da  niuno  amato,  come  huomo  ingrato,  violento  et  di  poca  fede  istimato. 

Alessandro  da  Pemgia,  vicario  del  vescovo  di  Bologna,  fa  pigliare  don  Giovanni  da  Viena 
capellano  della  pieve  di  Scargalasino ;  fu  alli  5  di  novembre,  il  mercoledi.  Et  per  haver  uc- 
ciso  Antonio  Pegolotto  et  fatti  altri  maleficj,  il  fa  porre  prigione,  dove  sta  insino  alli  6  di 
gennaro  del  seguente  anno. 

Airultimo  del  presente  anno,  nella  fine  di  decembre,  Jacomo  degringrati,  uno  del  numero 
de*  sedeci  riformatori  della  citt^,  passa  alFaltTa  vita;  fu  sepolto  nella  chiesa  de'  Servi.  Questi 
nel  vero  fu  huomo  omato  dei  beni  deiranima  et  del  corpo  et  per  le  sue  eccellenti  virtii  di- 
venne  senatore  et  cavaliere  aurato  et  fu  quello  che  diede  principio  alla  grandezza  della  sua 
famiglia,  dalla  quale  poi  sempre  ne  sono   usciti  huomini   di  grado  et  di  virtu  molto  lodati. 

■     Anno  di  Cristo  1467.  —  Si  creano  li  magistrati  per  imbossolatione  come  b  consueto.        30] 

Radunato  il  senato  insieme  elegge,  in  luogo  di  Jacomo  Ingrati,  NicoI6  di  Pietro  Al- 
drovandi. 

Adl  26  di  gennaro,  in  lunedi,  Sforzino,  figliuolo  naturale  del  duca  Francesco  duca  di 
Milano,  si  fugge  da  Galeazzo  Maria  con  poca  gente  et  va  a  Correggio  et  di  poi  in  Bresciana 
et  si  assolda  con  Bartolomeo  da  Bergamo.  ,  35] 

Giovanni  di  Musotto  Malvezzi  k  fatto  vicario  di  Galliera,  contado  di  Bologna,  con  tutte 
le  terre  a  lei  vicine. 

Del  mese  di  febraro  il  signor  Alessandro  Cudignola  signor  di  Pesaro  si  acconcia  con  la 
signoria  di  Venetia  con  la  condotta  di  due  mila  cavalli  con  grossa  provisione. 

Mariano  figliolo  naturale  di  Jeronimo  Bargellini  alli  11  d'aprile,  il  sabbato,  6  ferito  a  40 
morte  da  Stefano  suo  fratello;  fu  con  esso  lui  in  compagnia  Nicol6  di  Marchione  Maurina 
beccaro;  hebbe  pifi  di  30  ferite  et  di  ci6  ne  fu  colpevole  Luca  di  Guglielmo  Bambasaro. 
Nicol6  Maurina  hebbe  bando  et  li  beni  confiscati  et  la  taglia  dietro;  Stefano  hebbe  bando 
di  lire  mille  di  bolognini  et  della  testa  et  confiscatione  de'  beni;  Luca  Bambasaro  et  Ni- 
colo  Maurina  furono  banditi  per  ribelli  et  perdettero  tutti  li  beni.  Mori  il  detto  Mariano  45 
alli  28  d'aprile,  il  martedl,  et  Iasci6  suo  herede  universale  Giovanni  Bentivogli. 

Diotisalvi  Nerone  et  Nicol6  Soderini,  con  gl'  altri  f uomsciti  di  Firenze,  desiderosi  di  f ar 
guerra  alla  patria  loro  per  cacciarne  i  loro  awersari,  tirato  che  hebbero  alla  loro  divozione 
Giovanni  Francesco  Strozzi,  che  erav  con  Palla  suo  padre  stato  molti  anni  innauzi  cacciato 


[A.  1467]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  193 


di  Firenze,  et  molto  facoltoso  si  viveva  in  Ferrara,  et  con  costui  e  con  molti  altri  fuorusciti 

andarono  a'  Venetiani  a  fargli  intendere  il  calamitoso  stato  loro,  et  che  per  aver  voluto  difen- 

dere  la  patria  loro,  erano  stati  di  Fiorenza  cacciati ;  et  biasimando  la  casa  de'  Medici,  come 

tiranna  della  patria  loro,  dicevano  che  col   favorire  Francesco   Sforza  duca  di  Milano,  tolto 

^5  haveano  a'  Venetiani  l^occasione  d' insignorirsi  dello  stato  di  Lombardia.  Ne  commossero  con 

^^  queste  parole  talmente  il  senato,  che  l'indussero  a  pigliar  l'arme  contra  Fiorenza.     Per  il  che 

^B  Bartolomeo  Coleone  da  Bergamo,  capitano  de'  Ve'netiani,  ad  instanza  del  detto  senato,  passb  a       p.  iio 

^r  questa  impresa  con  grosso  essercito,  et  con  esso  lui  Hercole  da  Este  mandato  dal  duca  Borso 

m    in  f avore  de'  Fiorentini  fuorusciti  con  molte  genti ;  vi  erano  ancora  il^signor  Alessandro  Sf orza 

iO  da  Cudignola  et  il  signor   Costanzd  Grosso   giovine  naturale   del   signor  Alessandro  Sforza, 

Sforzino  figliolo  del  duca  Francesco   naturale,   Braccio   Vechio,   il   signor   Pino   Ordelafi  di 

Forll,  il  signor  di  Carpi,  cio^  il  signor   Marco,   Giovanni  Marco  Pii   di   Sabaudia,  il  signor 

Galeotto  della  Mirandola  non  meno  pellegrino  che  valoroso  cavalliere,  Astorre  Galeotto  figliolo 

del  magnanimo  Manfredi  signore  di  Faenza,  Silvestro  del  Conte,  che  tanto  fu  valoroso  guer- 

13  riere,  il  signor  Francesco  da  San  Severino,  il  signor  Gherardo  Martelengo,  il  signor  Antonio 

Caldora,  il  conte  Pietro  da  Gambaro,  Deifebo  dairAnguillara  figliolo  dell' inf ormidabile  conte 

d'Aversa,  Leonello  ardito  cavaliere  nato  del  valoroso  capitano  Tiberto  Brandolini,  Affricano 

da  Canetoli  patricio  di  Bologna  et  di  essa  ribello,  Antonello  dal  Borgo,  Rizzo  da  Sotagno, 

Franca  Lanza  d'Avisselo,  Inglese  con  altri  savi  et  valorosi  cavalieri,  il  conte  Nicolo,  il  conte 

20  Ambrogio  Contrari  amendue  splendidi  cavalieri,  Cola  da  Medicina  di  Bologna,  che  era  certa- 

mente  di  grande  ardire. 

Giunse  adunque  Bartolomeo  con  14  000  soldati  alla  Massa  de'  Lombardi  et  a  Lugo,  ove 
stette  senza  dimostrare  segno  ove  volesse  passare.  Per  il  che  ognuno  stava  sospeso  et  di  questa 
cosa  molto  dubbioso;  et  la  lega  fatta  innanzi  fra  il  re  Ferrante  di  Napoli,  Galeazzo  Maria 
duca  di  Milano,  Fiorentini  et  Bolognesi  con  altri  aderenti  intendendo  questo,  cominciorono 
a  temere  di  qualche  novitk;  et  perci6  condussero  per  loro  capitano  Federigo  conte  di  Ur- 
bino,  il  quale  venuto  in  Romagna  con  1'  Ursino  et  con  1 3  mila  soldati  a  piedi  et  a  cavallo, 
si  ferm6  alla  Cotina,  luogo  fra  Faenza  et  Forli,  guastando  ogni  cosa  nel  Faentino,  per  essere 
signore  Astorre  con  Bartolomeo  da  Bergamo  et  per  havere  uccellata  la  lega;  poi  alli  3  di 
maggio,  la  domenica,  d'indi  partendosi,  pass6  a  Solarolo  sempre  danneggiando  il  paese  del 
signor  Astorre,  et  alli  13,  il  mercoledl,  giunsero  a  Castello  San  Piero  et  il  di  seguente  al 
fiume  Idice  per  raeglio  assicurarsi  da'  nemici,  che  pure  si  avicinavano. 

Alli  17  di  maggio,  la  domenica,  il  signor  Alessandro  con  Costanzo  il  figliuolo  passa  ad 

Imola  et  vi  pone  Tassedio,  per  costringere  il  signor  Taddeo  a  ridursi  a'  suoi  voti. 

35  II  duca  Galeazzo  f rattanto  si  parte  di  Milano  con  42  squadre  d'  huomini  d'arme  et  buon 

numero  di  fanti   et  viene  verso  Bologna,  per   andare  contro   Bartolomeo   Coleone.     Laonde 

alli  20  di  maggio,  il  mercoledl,  gionse  al  Borgo  Panigale,  et  quivi  lasciando  ressercito,  entr6 

in  Bologna,  ove  con  grande  honore  fu  ricevuto;  et  andato  in  palazzo  a  salutare  gli  signori 

antiani,  fece  cavaliere  aurato  Carlo  di  Melchiore  Bargellini  uno  delli  signori  antiani,  et  ha- 

40  vendo  con  gli  signori  antiani  cenato,  voUe  ritomare   al  Borgo  Panigale  al   suo  essercito;  il 

quale  alli  21,  il  giovedi,  pass6  al  ponte  d'Idice  con  alcuni  cavalli  scelti  et  fu  a  'longo  ragio- 

namento  con  il  conte  di  Urbino  et  con  il  cavalliere  Ursino.     Ora  nel  ritorno  che  egli  fece 

per  Bologna,  giunto  avanti  la  casa  di  Francesco  di  Jacomo  degl'  Ingrati  dottore,  fu  con  una 

sontuosa  et  ricca  coUatione  di  confetti  egli  et  con  la  sua  compagnia  ricevuto,  et  prima  che 

45  d'indi  si  partisse,  dopo  Thaver  lodata  la  gentilezza  di  Francesco,  il  duca  il  fece  cavaliere, 

et  poi  si  usci  di  Bologna  et  and6  al  Borgo,  accompagnato  da  molti  nobili  cittadini. 

II  giomo  seguente  il  duca  con  tutto  Tessercito  passa  per  la  citt^  et  si  conduce  all'  Idice, 
ove  era  il  conte  di  Urbino.     Vennero   parimente   quivi   di  Toscana  Ruberto   da  Cudignola 
et  don  Alonso  con  2000  huomini'  d'arme  et  cosl  ressercito  augment6;  erano  capi  di  questo       />.  m/ 
50  essercito  gl' inf rascritti,  ciofe:  il  duca  di  Milano  Galeazzo  Maria  imperatore  di  tutto  Tesser- 

T.  xxxm,  p.  I  -  13. 


194  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  14671 


cito,  il  conte  di  Urbino  Federico  da  Monte  Feltro,  omato  di  molta  sapienza  et  molto  ave- 
duto  neiressercito  militare  quanto  altro  capitano  fosse  a  questi  giomi,  il  cavaliere  Ursino, 
don  Alonso  parente  del  re  di  Napoli,  fortiMimo  et  astuto  capitano,  il  signor  Corrado  da 
Cudi^ola,  il  signor  Buoso  Sforza,  Pietro  dal  Verme  figliolo  del  conte  Aloisio,  il  conte  Ga- 
sparo  da  Vilemercato  degno  di  non  poca  laude,  Giovanni  di  Scipione  Pallavicini,  Filippo  da  1 
Ugubbio  cavallier  prestantissimo,  il  conte  Ugo  da  San  Severino,  il  conte  Jacomaccio  Torelli 
et  ii  conte  Marsilio  suo  fratello,  Gismondo  Brandolini,  Antonio  da  Correggio,  don  Arrigo 
duca  di  Calabria  figliolo  del  re  di  Napoli,  Tristano  saggio  cavaliere  figliolo  del  detto  duca, 
Roberto  da  San  Severino  di  molto  valore,  Roberto  degli  Orsini  da  Roma  dignissimo  barone, 
Giorgio  Schiavo  dalla  Zazzera  cavalliero  virile,  Donato  del  Conte,  il  signor  Ludovico  nipote  10 
del  cavalliero  Orsino,  il  signor  Giordino  da  CoUe  Alto,  Francesco  Ubaldini,  il  formoso  et  be- 
nigno  guerriere  Annibale  da  Caio,  Francesco  da  Sassatello,  Bartolomeo  Zanardo  della  degna 
famiglia  de'  Landi  di  Piacenza,  Giovanni  Carlo  Angusciola  nobile  piacentino,  Ettore  Rivalta 
piacentino,  Rubino  Seccamelega  piacentino,  Giovanni  Pietro  Bergamino  da  Lodi,  Scaramuz- 
zetto  allievo  degno  del  conte  Fiancesco  Sforza  duca  di  Milano  et  molti  altri  famosi  guerrieri.  15 

Ora  intendendo  Bartolomeo  Coleone  il  grande  apparechio  de'  soldati  si  faceva  airidice        w 
contro  di  lui,  temendo  di  qualche  insolito  assalto,  rivoc6  il  signore  Alessandro  con  tutte  le 
genti  dairassedio  d'ImoIa  et  alla  bastia  fra  Faenza  et  Cudignola  et  Castello  Bolognese  lu<^o 
sicuro  si  ritiro,  dove  fortificandosi  con  fossi  et  argini,  se  stesso  et  il  campo  assicurava.    Ve- 
dendo  11  duca  che  Bartolomeo  si  era  ritirato,  volle  passargli  dietro,  et  alli  29  di  maggio,  il  20 
venerdl,  passb  a  San  Prospero  sotto  Imola,  fermandosi  vicino  al  campo  nemico  da  tre  miglia, 
et  pose  ressercito  suo  a  ordine  in  cento  et  tre  squadre.     Bartolomeo  vedendosi  tanto  avvi- 
cinati  gli  nemici  suoi,  si  parte  et  passa  piu  oltre  alla  Cosina  et  quivi  si  ferma,  ma  il  duca, 
che  come  il  cane,  che  la  traccia  segue,  non  Tabbandona,  ma  lo  seguita  et  alloggia  nelli  me- 
desimi  alloggiamenti  ove  il  giorao  avanti  era  stato   Bartolomeo.     Bartolomeo   che  pur  vede  25 
che  il  duca  lo  va  tracciando,  dubita  di  qualche  stratagemma,  et  percio  lasciando  ressercito 
fuore  di  Faenza  alla  Cosina,  entra  nella  cittk  ad  alloggiar  la  notte,  et  perch^  11  soldati  non 
stessero  otiosi. 

Erano  amendue  li  campi  vicini  a  un  mezzo  migHo.  II  duca  manda  alcune  bande  di 
cavalli  et  fanti  ad  assediare  Mordano,  che  era  del  signor  Astorre,  et  acciochfe  facilmente  30 
il  soggiogassero,  il  senato  alli  15  di  luglio,  il  mercoledl,  vi  manda  la  bombarda  grossa  con 
le  debite  provisioni.  Ma  cio  fu  vano,  perchfe  il  dl  seguente  il  castello  di  Rubano  resto 
In  potere  delli  nemici;  11  che  pose  non  picciol  dubbio  al  duca  et  al  senato,  che  il  signor 
d'ImoIa  non  vi  tenesse  mano  et  con  Bartolomeo  fosse  d'accordo.  Per  il  che  11  duca  ritiro 
Tessercito  a  Bracola  del  territorio  di  Bologna,  poi  alli  21  di  luglio,  11  martedl,  passa  alla  Re-  35 
cardina,  et  gli  nemici  gli  vennero  dietro  insino  a  Cantalupo,  saccheggiando  i  luoghi  circo- 
stanti  di  Medicina,  di  Castel  Guelf o ;  et  a  questa  guisa  questi  due  esserciti  I'  un  Taltro  anda- 
vano  seguitandosi  senza  far  cosa  alcuna:  dicevasi  che  11  Venetianl  non  volevano  che  per 
anco  si  combattesse.  Pure  alla  fine,  lasciando  11  duca  Tessercito  nelle  mani  del  conte  d'Ur- 
A  »«  bino,  and6  a  Fiorenza  accompagnato  da  molti  signori  et  fanti;  et  frattanto  alli  25  di'  luglio,  40 
11  sabbato,  Bartolomeo  con  tutto  Tessercito  si  parti  da  Cantalupo  per  passare  alla  Mezzolara, 
vllla  situata  vicino  al  fiume  Idice,  per  quivi  alloggiare;  ma  sopragionto  dal  conte  d'Urblno, 
che  haveva  posto  Tessercito  suo  in  ordinate  squadre  con  tanto  diritto  stile,  che  era  cosa 
maravigliosa  a  vedere,  et  piu  sarebbe  stato  se  11  luogo  dove  si  scontrarono  f  osse  stato  ampio 
et  largo.  Or  quivi  il  detto  capitano,  comandando  con  molto  amore  et  ardire  a  questo  et  a  45 
quelFaltro  cavaliere  che  fossero  animosi  guerrieri  (facendo  anco  11  aimile  Bartolomeo),  sl 
diede  ne'  stromentl  con  fiera  voce,  si  attacco  una  zuffa  aspra  et  longa,  la  quale  dur6  in  sino 
ad  un'hora  di  notte;  quivi  vedevasl  hor  questo  et  hor   quello   chi   morto,  chl  ferito  et   chi 


'  GiovAmn  Sabbadino  dklu  Arobnti,  cap.  33. 


lA.  1467]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  195 


•  per  urto  cadere  a  terra  da  forti  destrierl.  Quivi  il  suono  de*  stromenti  et  delle  grida  et 
fieri  colpi  deirarmi  sopra  Tarme  et  lo  spaventevole  rimbombo  delle  mortali  spingarde  si  udi- 
vano.  Fra  questo  conflitto  si  vide  il  cavalliere  Roberto  Orsino  con  la  spada  in  mano  oprarsi 
con  tanta  prodezza  et  ardire,  che  era  cosa  miracolosa  a  vedere.     Jacomo  dalla  PaduUa,  che 

5  con  molto  ardire  si  portava,  fu  sopra  il  ginocchio  da  una  spingarda  ferito  e  cosl  morto 
sopra  il  cavallo  dal  campo  fu  cavato.  Quivi  sopragiongendo  i  valorosi  Torelli  con  le  acute 
lanze,  il  magnifico  capitano  del  re  di  Napoli,  don  Alonso,  Donato  del  Conte,  il  conte  Ugo 
da  San  Severino,  il  signor  Giordano,  Giovanni  Pietro  delli  Bergamini,  Scaramuzzetto,  il  si- 
gnor  Ludovico  Orsino  et  Giorgio  dalla  Zazzera  schiavo  cavalHere  di  grand'animo,  che  es- 
10  sendo  gik  stato  nel  viso  ferito  faceva  cose  inaudite. 

Tutti  questi  furono  in  luogo  di  campioni  et  forti  defensori  della  lega,  tra'  quali  come 
fortissima  colonna  eravi  il  magnanimo  signor  Roberto  da  San  Severino,  che  faceva  quello 
che  operar  potesse  valoroso  guerriero;  et  Tintrepido  et  valoroso  conte  d'Urbino  trascorrendo 

•  rinsanguinato  campo,  inanimiva,  et  con  parole  et  con  fatti,  il  cuore  de'  valorosi  soldati,  et 
15  il  signor  Buoso,  che  indefessamente  or  quinci  or  quindi   teneva  le  squadre    che  non   disor- 

dinassero.  Opera  nel  vero  di  etema  laude,  perch^  in  questa  battaglia,  oltre  il  sublime  stato 
della  lega,  anco  si  conteneva  quello  di  molti  prencipi,  se  la  fortuna  f osse  stata  avversa ;  della 
quale  il  campo  della  lega  ne  era  alquanto  timoroso  come  savio,  perchfe  ognuno  deve  la  forza 
del  nemico  istimare,  perche  nel  vero  il  campo  de'  Venetiani  era  potente  e  pieno  di  valorosi 

20  capitani  et  soldati,  li  quali  fecero  opre  maravigliose  con  l'arme  in  mano.  Braccio  Vechio, 
Franca  Lanza  con  Tlnglese  vi  restarono  morti;  et  dietro  loro  seguirono  il  signor  Francesco 
San  Severino,  il  conte  Pietro  dal  Gambaro,  il  signor  Gherardo  da  Martelengo,  il  gentil 
cavaliere  Leonello  Brandolino,  Antonio  Caldora,  il  valente  Rizzo  da  Soragno,  Antonello  dal 
Borgo.    Al  signor  Ercole  Estense  le  fu  morto  il  cavallo  sotto,  ma  salito  tosto  sopra  un  altro, 

25  et  con  Tacuta  lanza  et  con  la  spada  in  mano  mostr6  inestimabile  prodezza,  ma  finalmente 
fu  con  una  spingardella  ferito  in  una  clavicula  del  piede.  per  il  che  fu  forzato  abbandonare 
la  sanguinosa  battaglia,  lasciando  infiniti  cavalieri  bagnati  di  amare  lagrime  sotto  grelmi  per 
pietk  della  sua  ferita,  la  quale  non  meno  impaurl  il  suo  essercito,  che  facesse  il  Troiano  per 
la  ricevuta  morte  da  Achille;  dove  che,  se  non  fosse  stata  la  gran  providenza  del  signor  Alea- 

30  sandro  Sforza,  che  con  singolare  valore  fortifico  li  suoi  guerrieri  alla  cruda  battaglia,  erano 
in  pericolo  di  avversa  fortuna;  ma  egli  con  molto  provedimento  rinfrancando  il  campo,  il 
gentilissimo  giovinetto  Constanzo  suo  caro  figliolo  fu  preso  da  quei  del  conte  d'Urbino,  ma 
tosto  poi  rilasciato  per  la  sua  virtu  et  gentilezza.  Allhora  il  signor  Alessandro,  mostrando 
la  8ua  esimia  virtu,  ostava  alle  forze  del  glorioso  conte  di  Urbino,  n^  tra  questi  due  '  sublimi       /.  «j 

35  capitani  la  trionfal  corona  della  vittoria  si  poteva  giudicare  a  cui  convenisse,  perciochfe  nel    . 
tempo  della  piu  fiera  battaglia  le  tenebre  della  notte  sopragiunsero,  et  ne  Iev6  il  giudicio  da 
ogni  parte ;  n^,  piii  scorgendosi  altro  che  tenebre,  di  volonth  di  amendue  le  parti  se  le  pose 
fine,  perciochfe,  avicinandosi,  il  signor  Alessandro  disse  al  conte  di  Urbino :   "  Vogliamo  noi,  o 
"  figliolo  (cosi  lo  chiam6,  perchfe  li  era  genero),  piu  oltre  procedere  con  Tarma  sendo  notte?  ,. 

40  Rispose  il  conte:  "  Hoggi  assai  parmi  che  habbiamo  f atto  „  et  tosto  si  abbracciarono;  et  dato 
il  segno  alla  raccoha,  ciascuno  essercito  si  ridusse  al  suo  campo. 

Dalla  parte  di  Bartolomeo  ne  rimassero  tanti  morti,  che  le  chiese  circostanti  al  luogo 
della  battaglia  erano  dairuna  et  Taltra  parte  di  corpi  morti  occupate  et  la  campagna  piena  di 
morti  cavalli;  il  numero  de'  feriti  fu  assai,  percioche  di  molte  carra  di  quei  della  lega  furono 

45  condotte  a  Bologna  a  raedicarsi;  anche  li  spedali  della  commune  gente  erano  pieni  delli  feriti; 
poi  del  campo  nemico  ne  furono  caricate  le  navi  al  porto  della  Molinella,  quivi  vicino,  et 
condotti  a  Ferrara. 

Mentre  adunque  che  li  dui  esserciti  erano  alle  mani,  ne  fu  recata  la  nuova  a  Giovanni 
Bentivogli,  ii  quale  fatto  tosto  dar  segno  alla  campana  di  San  Jacomo,  radun6  gran  moltitu- 

50  dine  di  popolo,  per  volere  soccorrere  il  conte  d'Urbino;  ma  il  senato  non  voUe  che  si  mo- 


196  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1467] 


veMe,  M  non  era  addimandato,  et  anche  cot\  dal  cavaliero  La^ovico  Bentivogli  £a  conaigliato,    • 
a)  pcrchfc  il  caldo  abbrugJava  Taria,  sl  anco  perchfe  la  via  era  longa  da  condurre  il  popolo 
armato;  ma  piii  vi  si   opposero  per  non  porre  la  cilt^  in  pericolo,  perchfe  se  la  fortuna  si 
fosac  mostrata  adirata  contro  il  conte  d'Urbino  et  fosse  a  Bartolomeo  reatato  inferiore,  po- 
teva  11  nemico  facilmentc  sospinto  dalla  vittoria  paasare  sopra  la  cittii  et  travagliarla.    Men-    5 
tre  che  il  Benato  consiglia  sopra  questo  fatto,  venne  la  nuova  della  vittoria  a  Bologna,  di 
che  si  fece  gran  festa.    Ma  nel  vero  se  il  popolo  passava  alla  zuffa,  non  ^  dubbio  che  l'e»- 
sercito  di  Rartolomeo  ne  restava  rovinato.     Nondimeno,  come  scrivono  tutti  U  cronisti,  questa 
giornata  fu  una  delle  maggiori  che  da  100  anni  in  qua  fosse   fatta  et   maggiore   anche   sa- 
rebbe  ella  stata  se  nella  battaglia  sc  le  fosse  trovato  ii  duca  di  Milano,  che,  come  6  detto,  10 
era  in  Fiorenza. 

Mentre  adunque  che  il  duca  tratta  con  li  Fiorentini  di  darli  aiuto  per  mantenere  il  loro 
stato,  essi  Tassolsero  di  80  mila  ducati  de'  quali  ne  era  debitore  alla  repubblica  fiorentina  11 
duca  Francesco  suo  padre  et  pol  gli  promisero  in  tempo  di  guerra  trecentomila  ducati|;  et 
fatte  fra  di  loro  altre  conventioni,  si  parti  per  Bologna.  15 

Alli  27  di  luglio,  il  lunedi,  il  conte  di  Urbino  passa  con  I'e8sercito  al  ponte  Poledrano 
et  Bartolomeo  con  le  sue  genti  passa  alla  Molinella,  et  cjasctmo  ne'  luoghi  suoi  si  fortifica. 
E  ben  vero  che  il  capitano  Bartolomeo  era  in  gran  penuria  di  vettovaglia,  et  in  particolare 
di  acqua  buona  per  bere,  perciochfe  Tacqua  del  Po  si  vendeva  quivi  un  soldo  il  boccale ;  et 
perci6  li  Venetiani  fecero  fare  un  ponte  di  navi  sopra  il  Po  et  per  esso  mandavano  eglino  20 
et  11  duca  Borso  vettovaglia  al  lor  campo. 

AUi  30,  il  giovedl,  il  duca  Galeazzo  giunge  in  Bologna  et  poscia  riduce  a  Castel  Franco 
le  sue  genti,  rimanendo  il  conte  di  Urbino  al  ponte  PoUedrano;  et  li  soldati  del  duca  frat- 
tanto  pongono  a  sacco  e  pigliano  huomini  ct  bestie. 

Vedendo  li  Venetiani  che  le  cose  della  lega  succedevano  in  bene  contro  di  loro,  essi,  25 
per  smembrar  ressercito  della  detta  lega  et  renderla  piii  debole,  concitarono  Filippo  mon- 
signore  fratello  del  duca  di  Savoia  a  muover  guerra  a  Gulielmo  marchese  di  Monferrato,  il 
/.  M#  quale  domand6  aiuto  al'  duca  Galeazzo,  che  era  a  Castel  Franco;  et  egli  volendo  aggradlrlo, 
alli  16  di  agosto,  la  domenica,  pigliando  2000  persone  fra  cavalli  et  pedoni,  passa  in  Lom- 
bardia  per  soccorrere  il  marchese  Gulielmo.  Vero  e  che  poscia  per  mezzo  del  re  di  Francia  30 
cosl  fece  che  si  pacificb  Filippo  col  marchese.  « 

Mentre  che  questi  due  signori  guerreggiavano  insieme,  li  Venetiani  apparecchiarono  un 
essercito  per  rompere  la  guerra  in  Lombardia  al  duca  Galeazzo;  et  sendo  gik  a  ordine  per 
far  cotale  effetto,  fu  portata  la  nuova  della  pace  fatta  fra  di  loro,  nh  piii  oltre  si  pass6  con 
il  sudetto  essercito.  35 

II  senato  bolognese  manda  ambasciatori  al  duca  Borso  da  Este  per  intendere  s*egli  con 
Bartolomeo  era  confederato  et  se  si  dichiarava  nemico  de'  Bolognesi,  et  a  questo  effetto  vi 
mandarono  Paolo  dalla  Volta  et  Virgilio  Malvezzi ;  li  quali  andati,  hebbero  da  lui  in  risposta 
non  esser  mai  stato  nemico  de'  Bolognesi,  avengachfe  egli  si  dimostri  di  Bartolomeo  amico, 
et  se  ci6  egli  fa,  6  per  conoscere  esser  egli  soldato  de'  Venetiani  et  per  non  tirarsi  la  guerra  40 
in  seno  mostrandosi  f ar  altrimente,  et  che  h  et  sempre  sara  amico  de'  Bolognesi ;  et  con  simili 
parole  amorevoli  li  ambasciatori  soddisfatti  si  partirono. 

Alessandro  Grati  canonico  di  San  Pietro  alli  25  d'ag08to  piglia  la  tenuta  della  cittk  a 
nome  di  Giovanni  Battista  Savelli  novello  govematore  di  Bologna. 

Bartolomeo  Coleone  da  Bergamo,  sendo  alla  Molinella,  s'inferma,  et  aggravandolo  ogn'hora  45 
piu  11  male,  alli  20  d'agosto,  il  giovedl,  si  fa  portare  in  Argenta,  et  il  suo  essercito  d'indi 
partendosi,  si  conduce  a  Mordano  al  signore  Alessandro  Sforza,  che  ne  era  rimasto  governatore. 

Tutto  questo  intendendolo  il  conte  d'  Urbino,  ancor  egli  condusse  il  suo  essercito  al  fiume 
Idice  alli  29  di  agosto,  il  sabbato,  ove  il  giomo  seguente  giunse  Federigo,  duca  di  Calabria 
figliolo  del  re  di  Napoli  con  16  squadre   d'huomini  d'arme,  col  quale  era  Ercole  Malvezzi  50 


[A.  1467]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  197 


fratello  di  Ludovico,  che  era  rimasto  morto  ad  Ascoli   della  Marca,  et  egli  haveva  tutta  la 

sua  compagnia. 

Accresciuto  adunque  l'esercito,  a  dl  primo  di  settembre,  il  martedi,  il  conte  lo  condusse 

a  Salustia  nel  territorio  d'  Imola  et  quivi  si  fortifico. 
5  Alli  14  di  settembre,  il  lunedl,  si  parte  dairessercito  del  capitano  Bartolomeo  Sforzino 

fratello  naturale  del  duca  Galeazzo  et  va  a  ritrovare  il  conte  d'Urbino,  et  havuto  seco  ra- 

gionamento,  passa  a  Milano  alla   duchessa;  et   alli  22,  il  martedl,  il  conte  San  Prospero  da 

Imola  et  Bartolomeo  passano  a  Pianzipani  nel  territorio  di  Ravenna. 

Alli  24  di  settembre,  il  giovedi,  il  conte  passa  a  Riolo  secco  et  d'  indi  manda  alquante 
10  bande  di  soldati  a  cavallo  nella  valle  di  Lamone  a  scorrerla  et  ne  riportarono  gran  preda. 

II  che  intendendo  il  capitano   Bartolomeo  venne  a  Russi  et   d'indi   pass6  a   Villafranca   et 

mandb  nella  valle  di  Lamone  il  signor  Astorre   Manfredi  con  alquante   squadre   di   cavalli 

per  difensione  di  quel  luogo.   Di  che  awisato  il  conte,  anch'egli  vi  mando  alcune  bande  d'huo- 

mini  d'arme;  dove  venuti  a  zuffa  insieme,  scaramucciorono  alquanto  egualmente,  ma  finalmente 
15  rimase  il  conte  vittorioso,  havendo  pigliate  tre  squadre  de'  nemici,  et  a  pena  puotfe  scampare 

a  Rontana  Astorre. 

Intendendo  il  senato  di  Bologna  che  il  conte  era  intorno  a  Riolo  secco  per  ispugnarlo, 

vi  mando  la  bombarda  grossa;  la  quale  sendo  giunta'  a  Castel  San  Piero,  per  alcuni  giorni       p.  225 

venne  cotanta  pioggia,  che  ella  piu  oltre  non  puotfe  varcare.     Ora  essendo  questi  due  esserciti 
20  in  questo  luogo  senza  poter  fare  cosa  memorabile,  si  giunse  al  mese  di  ottobbre,  et  gik  mo- 

strandosi  il  tempo  di  passare  agli  alloggiamenti,  alli  23,  il  mercoledl,  li  soldati  del  duca  di 

Milano  si  partirono  dal  campo  et  passarono  in  Lombardia  alle  loro  stanze. 

Bartolomeo  Coleone,  per  mostrare  egli  di  havere  fatto  qualche  cosa,  partendosi  da  Russi 

del  mese  di  novembre,  ando  a  Donandula,  castello  ne'  monti  Appennini,  et  il  pigli6,  d'indi 
25  poi  scese  a  Castrocaro  alle  radici  di  detti  monti  et  vi  pose  Tassedio,  ma  per  esser  ben  guar- 

dato  dalli  presidj  fiorentini,  nol  puot^  havere;  et  perch^  era  ^h.  tempo  di  condurre  li  soldati 

alle  stanze  per  la  cattiva  stagione  del  vemo,  si  parti  et  alle  loro  stanze  mand6  li  soldati.    Et 

a  questa  guisa  questa  guerra  hebbe  fine  con  poco  guadagno  et  manco  honore  de'  fuorusciti 

di  Fiorenza  et  di  quei  che  gli  havevano  prestato  orecchie. 
30  Pietro  d'Andrea  del  Purgo,  uno  del  senato,  alli  8  di  luglio,  il  mercoledl,  muore;  et  Carlo 

Antonio  di  Francesco  Fantuzzi  a  dl  21  h  jftsto  in  suo  luogo. 

Alii  4  di  novembre,  il  mercoledl,  Carlo  d'AIamano  Bianchetti,  uno  del  senato,  passa  airal- 

tra  vita,  et  h  sepolto  nella  chiesa  di  san  Jacomo;  et  in  suo  luogo  h  posto  Giovanni  di  To- 

maso  Bianchetti. 
35  Alli  10  di  decembre,  il  giovedl,  il   legato  si   parte  da   Bologna  chiamato   dal   papa;   et 

lascia  in  suo  luogo  Giovanni  d'AmeIia  et  il  senato  manda  in  sua  compagnia  per  ambasciatore 

Jeronimo  Ranucci.     II  detto  legato  piu  non  ritom6  a  Bologna. 

Presentendo  il  senato  che  il  papa  mandava  a  domandare  il  legato  di  Bologna  per  trattare 

con  esso  lui  del  modo   di  havere  il   libero  dominio   della  cittk,   egli  alli  18  di  decembre,  il 
40  venerdl,  elegge  per  ambasciatori  Lodovico  Bentivogli  cavaliere  et  Virgilio  Malvezzi  acciochfe 

tentino  di  saper  la  volontk  del  pontefice  et  cerchino  che  il  governo  della  citth  non  si  muti; 

ma  Ludovico,  per  esser  vecchio  et  sopragionto   dalla  infirmitil,  non   puotfe   andare  a  Roma, 

bene  preg6  il  legato  et  Virgilio  Malvezzi   facessero  la  sua  scusa  presso  sua  Beatitudine:  11 

che  fecero '.     Et  il  pontefice  le  rispose  che  non  poco  gli  doleva  del  suo  male,  ma  che  bene 
45  havrebbe  havuto  piacere  di  vederlo,  perchfe  havrebbe  veduto  un  sincero  huomo. 
Mand6  il  senato  parimente  a  Milano  al  duca. 
Tom6  alli  S  di  marzo  Paolo   dalla  Volta  per  ambasciatore  a  significarli  la  voIontJi  del 

papa  et  a  trattar  seco  il  modo  di  conservare  la  cittil. 


'  GiovANNi  Sabbaoiito  deixi  Aroknti,  cap.  22, 


198  mSTORIA  DI  BOLOGNA  [aa.  i467-i46«j 


Fu  que8t'anno  molto  abbondante  di  fnimento,  vino  et  frutti,  ma  nh  vino,  ni  fnitti  si 
poterono  raccogliere  sul  BologneHe  merci  de'  soldati  che  guastomo  ogni  coaa;  et  perci6  il 
vino  valse  la  corba  un  ducato  d'oro. 

Del  mese  di  giugno  venne  una  gran  tempesta  nel  cont^  di  Bologna  et  fece  danno  aMai 
negl' inf rascritti  luoghi,  cio^:  a  Cazzano,  alla  Recardina,  a  Budrio,  a  San  Tomi,  alla  Gaiana,  3 
a  Medecina  et  nel  Medesano;  traveraando  la  Romagna,  occup6  di  largliezza  per  un  quarto 
di  un  miglio.  Fu  grande  humidita  per  le  gran  pioggie,  et  creacettero  i  liumi  uscendo  de' 
loro  alvei  et  facendo  gran  danni;  fu  pestilenza  nella  citt^  et  nel  piano,  flagell6  Castello 
San  Piero,  Budrio  et  San  Giorgio  di  Piano,  et  morimo  assai  persone,  per6  piii  vecchi  che 
giovani.  10 

In  questi  tempi  fiorisce  Cola  de'  Montani  da  Seggio  bolognese,  huomo  di  grande  ingegno 
et  di  sublime  eloquenza.  Questi  fu  precettore  di  Jeronimo  Olgiato,  che  fu  uno  delli  con- 
giurati  che  poi  uccisero  il  duca  Galeazzo  Sforza  di  Milano. 

f.n«  Anno  di  Cristo  1468.  —  Sono  creati  11  magistrati  della  cittk  secondo  il  solito. 

AUi  4  di  gennaro,  il  lunedi,  Achille  Malvezzi  cavaliere  della  Maggione  rende  lo  spirito  15 
al  suo  Dio,  lasciando  il  corpo  alla  terra;  fu  con  grandissimo  honore  da  tutto  il  clero,  dalli 
magistrati  della  cittk  et  nobilth  accompagnato.     Fu  sepolto  in  San  Jacomo,  et  nel  suo  luogo 
successe  Astor  di  Virgilio  Malvezzi  11  nipote.     Fu  Achille  huomo  astuto,  di  grande  ingegno 
et  ardire  et  di  grande   autoritk  nella  citta,  o  per   dir   meglio,   di  molto   timore   nel  senato, 
bench^  egli  fosse  uno  de'  senatori;  et  tanto  faceva  il  senato  quanto  piaceva  a  lui.     Laonde  20 
occorse,  che  essendo   fatto  dal  senato  Jacomo  degringrati,   ancora  non   essendo  cavaliere 
aurato,  havendolo  a  odio  Santi  Bentivoglio  perch^   egli   con  Achille  delle  cose  da  trattarsi 
nel  senato  si  consigliava,  11  cacci6  fuore  del  senato.     II  che  saputo  da  Achille,  chiam6  a  86 
Jacomo,  et  radunato  11  consiglio,  vi  entr6  conducendolo  seco,  et  posta  sopra  la  mensa  una 
bacchetta,  disse:   "Colui  che  questa  bacchetta  muovera,  dimostrera  esser  signor  diBoIogna,.  25 
Poi  rivolto  a  Jacomo,  disse  che  egli  dovesse  andare  a  sedere  al  suo  luogo  solito,  et  vi  and6; 
n^  fu  alcuno  che  vi  si  opponesse,  n6  che   movesse  parola   alcuna,   tanta   era   rautorita   che 
Achille  dimostrava  havere;  per  11  che  Giovanni  Bentivogli  temendo  Achille,  n6  volendo  con 
esso  lui  contrastare,  vedendo  non  potere  ottenere  quello  che  egli  desiderava,  fece  fare  una 
impresa  ricamata  nelle  giornee,  che  in  questi  tcfmpi  si  usavano,  la  quale  era  un  cane  pelliz-  30 
zone  a  giacere  in  terra  con  una  mano  sopra  che  teneva  una  bacchetta,  accennando  volerlo 
percuotere  con  questo  motto  intorno  la  mano:   "  Sta  giii,  Pellizzone  „ ,  significando  per  11  pel- 
llzzone  Jacomo,  che  gi^  era  pellizzaro,  et  per  la  verga  se  stesso  interpretando. 

Sl  radunano  in  Pavla  molti  signori  d'Italia  del  presente  mese  di  gennaro,  et  vi  vengono 
molti  ambasclatori  per  trattare  della  guerra  si  dovea  fare  contro  li  Venetiani  che  minacciavano  35 
volersi  opporre  contro  la  lega,  et  furono  questi:  Galeazzo  Maria  duca  di  Milano,  Federigo 
duca  di  Calabria,  il  marchese  di  Mantua,  il  marchese  di  Wnferrato,  ambasciatori  del  re  di 
Francia,  ambasciatori  de'  Florentlni,  Paulo  Volta  ambasclatore  de'  Bolognesi.  Questi  tulti 
erano  inclinatl  alla  pace  per  rispetto  del  Turco,  che  di  continuo  travagliava  i  Christiani  nella 
Morea  et  luoghi  vicini.  In  somma  conchiusero  che  si  mandasse  ambasciatori  al  papa  a  pre-  40 
garlo  che  egU  disponesse  li  Venetiani  alla  pace  per  bene  universale  della  Christianit^  per- 
cioch6  essl  erano  pronti  dalla  parte  loro  e  deporre  rarmi  per  provedere  alle  forze  del  Turco. 

In  questo  mese  di  gennaro  6  tanto  piacevole  Taria  et  si  dolce  et  ben  disposta  la  stagione, 
che  si  trovano  In  gran  copia  viole,  rose  et  altri  fiori  et  nel  giardino  di  Marsllio  da  Loiano  no- 
taro  furono  prugne  come  dl  estate  et  rose  bianche  delle  quali  ne  fu  fatto  dono  a  Giovanni  di  45 
Amelia  luogotenente  in  Bologna,  Lorenzo  da  San  Vittore  sarto  mo8tr6  noce  verde  et  grosse 
da  confettare,  cose  non  mai  piu  vedute  iu  questa  cittk,  Fu  geimaro  tutto  tranqulllo  et  senza 
neve  et  febbraro  hebbe  alquanta  di  i.eve,  che  solamente  12  giorni  coperse  la  terra. 

Alll  2  di  aprile,  il  sabbato,  havendosi  posto  in  animo  Taddeo  Manfredi  di  riacquistare 


y 


[A.  1468]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  199 

Riolo  secco,  et  essendo  concorde  con  li  presidj,  una  notte  vi  va  et  con  raiuto  delli  presidj 
fa  salire  sopra  le  mura  alcuni  suoi  fanti;  11  quali  entrati,   pigliano  il  castellano  postovi  dal 
signor  Astorre  suo  zio  et  del  luogo  affatto  si  fa  padrone;  il  che   molto  spiacque   al  signor 
Astorre. 
5  AUi  23  d'aprile  fu  fatto  vicario  del  vescovo  Alessandro  Ungari  perugino. 

AUi  25  d'aprile,  il  lunedi,  trattando  grambasciatori  in  Roma  col  papa  le  cose  della  sud- 
detta  pace,  come  piacque  a  Dio,  in  questo  giorno  ella  si  concluse. 

AUi  2  di  maggio,  il  lunedi,  il  signor  Astorre  Manfredi  signore  di  Faenza  ^  da  Dio  levato       a  »*7 
dal  numero  de' viventi,  et  lascia  tre  figliuoli,  ciofe:  Carlo,  Galeotto,  Federico.     Carlo  tolse  il 
10  dominio  senza  alcun  contrasto  del  castello  et  di  altre  fortezze  et  da  tutto  il  popolo  fu  chia- 
mato  signore. 

AUi  9  di  maggio,  il  lunedi,  giunse  un  breve  papale  al  governatore  et  al  tesoriero  di  Bo- 

logna  che  ne  rendeva  certi  della   pace  fatta   per  tutta   Tltalia;  et   perci6  il   reggimento   fa 

bandire  che  per  tre  giorni  continui  si  tenessero  le  botteghe  chiuse  et  si  facessero  processioni, 

15  cominciando  alli  11  di  maggio  con   la  santissima  imagine   della  Madonna  di  san   Luca.     II 

che  si  essequi  a  pieno,  come  se  fosse  stato  il  giorno  di  Pasqua. 

A  di  16  di  maggio,  il  lunedi,  viene  una  gran  tempesta  nel  cont<\  di  Bologna  che  flagella 
et  rovina  grinfrascritti  luoghi,  ciofe:  Camaldoli,  la  Crovara,  Monte  Calvo,  Malavolta,  Gaibola, 
Mazzano;  et  a  di  17,  il  martedi,  di  notte  tempest6  negl' inf rascritti  luoghi,  cio^:  gli  horti  della 
20  Mascarella,  Casaraltola,  il  ponte  del  Gombito,  Val  de'  Bucchi,  Sabbione  di  Piano,  Minerbio, 
San  Marino,  le  case  de'  Fabbri,  San  Martino  in  Soverzano,  Sales^;  la  qual  tempesta  fra  tutte 
le  altre  cose  danneggib  piu  assai  le  canape  et  le  viti  et  fece  di  molte  fameglie  della  cittk, 
ma  piu  de'  contadinl,  mal  contente. 

Ritrovandosi  nella  camera  di  papa  Paolo  le  nuove  ambascerie  della  lega  da  una  parte 
et  rambasciaria  de'  Venetiani  dairaltra,  furono  proposti  tutti  gli  amici  et  aderenti  che  eglino 
volevano  fussero  in  detta  lega  et  pace,  et  fra  gli  nominati  vi  furono  li  Bolognesi,  che  dal 
re  Ferrante  di  Napoli,  da  Galeazzo  duca  di  Milano,  dalli  signori  Venetiani  et  da'  Fiorentini 
furono  nominati.  II  che  dimostra  in  che  stima  fossero  in  questi  tempi  li  Bolognesi  appresso 
li  detti  prencipi  et  signorie.  Alli  27  di  giugno  adunque,  il  lunedi,  furono  nominati  gli  ade- 
30  renti  et  ricevuti  nella  lega  et  ratificato  il  tutto. 

Bartolomeo  Coleone,  che  era  nella  Romagna,  intendendo  la  detta  pace  fatta  fra  li  nomi- 
nati  prencipi  et  signorie,  al  principio  di  luglio  con  Tessercito  passa  in  Lombardia  nel  paece 
de'  Venetiani,  et  alli  Fiorentini  b  restituito  il  castello  di  Donadola,  al  signor  di  Faenza 
Riolo  secco  et  al  signore  d'Imola  Bagnara  et  Bobano.  Et  il  duca  di  Calabria  passa  a  Na- 
35  poli  et  il  cavalliere  Orsino  con  40  squadre  insieme  con  don  Alonso  ritorna  a  Roma  et  la 
Italia  rimane  pacifica. 

II  senato  del  mese  di  maggio  conduce  per  capitani  de'  soldati  della  citth  Antonio  Trotti 
di  Alesaandria,  Jacomo  Rosso  parmigiano,  amendue  nelle  armi  molti  esperti. 

Essendo  conchiusa  la  pace,  come  si  h  detto,  et  essendo  in  Bologna  Ercole  Malvezzi,  egli 
40  si  accomoda  con  la  signoria  di  Venetia   con   grosso   stipendio  et  con  la  condutta  di   cento 
lanze,  il  quale  si  parte  et  passa  nel  territorio  de'  Venetiani. 

Alli  14  di  luglio,  il  giovedl,  a  hore  21,  si  oscura  oltre  modo  Taria  et  casca  tal  grandine 
mescolata  con  tempesta  et  con  grandissimi  venti,  che  pare  che  il  mondo  voglia  linire:  et 
fece  di  molti  mali,  et  cadfe  una  ciminea  da  fuoco  del  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli,  la  quale 
45  ruppe  una  catena  della  sala  grande  ove  egli  era  solito  di  mangiare,  et  una  parte  del  detto 
tassello  anche  rovin6  per  terra.  Aud6  a  terra  un  muro  di  braccia  18  dalle  case  de'  Scappi, 
et  gitt6  a  terra  tre  tasselli  et  una  sponda  di  muro  della  casa  clie  era  di  rincontro,  et  il 
vento  scoperse  gran  parte  del  tetto  di  detta  casa.  Nel  palazzo  de'  notari  caddero  quattro 
merli  nuovi.  Alle  Chiovare  di  str^  Castiglione  casc6  un  muro  grosso  longo  pertiche  8 ;  alle 
50  moline  (uori  di  slru  Castiglioni  paiiinente  rovin6  un  muro  grosso  et  scoperse '  una  parte  del       /.  »«i 


i 


200  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i46«] 


tetto  di  688«.  Dal  scrragHo  di  Saragozza  cadde  il  coperto  della  casa  di  Bello  beccaro.  Dalla 
porta  delle  Lamc  rovin6  una  casa  tutta  per  terra.  In  Sant^Isaia  casca  una  caaa  insino  a' 
fondamenti.  Neirhorto  delli  signori  antiani  ispiantb  insino  dalle  radici  un  alto  cipreao  et 
tutte  le  pergole  andarono  a  terra.  Patirono  anche  altre  caae  assai,  oltre  Timpeto  dell'acqua 
che  allagava  per  ogni  luogo  et  dannificava.  5 

Alli  1 7  di  agosto,  il  mercoledi,  di  notte  viene  dal  cielo  tanta  tempesta  a  Crevalcore,  che 
ella  si  alz6  da  terra  meglio  di  un  piede  commune  et  rovina  tutto  quel  paese  dalla  parte  di 
sotto;  stette  sopra  la  terra  circa  due  giomi  et  di  poi  anche  si  trov6  il  ghiaccio. 

II  pontefice,  non  tomando  piu  a  Bologna  il  cardinale  Capranica,  manda  govematore  della 
cittil  Giovanni  Battista  Savello  romano  et  protonotario  apostolico,  il  quale   viene   verso  Bo-  10 
logna  insieme  con  Virgilio  Malvezzi,  et  Astorre  il  figliuolo  h  creato  cavaliero  della  Maggione 
in  luogo  di  Achllle,  et  si  ferma  alli  Crociari  alli  27  di  agosto,  il  sabbato.     Frattanto  dispo- 
nendo  li  signori  antiani  le  cose  per  introdurlo  nella  citt^  honoratamente,  il  di  seguente  parveli 
mandare  aUe  carceri  ad  una  et  mezza  di  notte  per  istraere  cinque  incarcerati  per  poi  pnnirli 
a  suo  tempo  secondo  il  demerito  loro,  volendo  gli  altri,  che  restavano,  presentarli  al  nuovo  15 
governatore,  acciochfe  da  lui  fossero  liberati;  li  quali  cinque,  mettendosi  al  forte,  d'indi  non 
volevano  uscire,  anzi  con  ogni  f orza  loro  si  dif endevano :  il  che  nimciato  al  confalloniere  di 
giustitia,  tosto  vi  mand6  alcuni  delli  signori  accompagnati  da  molte  lanze  et  baUestre  et  spin- 
gardelle,  acciochfe  d'indi  gli  cavassero  a  forza,  bisognando.     Li  quali  andati,  con  gran  fatica 
finalmente   d'indi   grestrassero,  et  furono  questi:  fra  Giacomo  della   Bertiera,  fra   Giovanni  20 
di  Alemannia,  Giovanni  di  Pietro  Selvagno,  Jacomo  dalla  Campagna  et  Cilberto  contadino. 
Furono  tutti  cinque  posti  nel  turrone  del  palazzo. 

Giunto  la  domenica,  tutto  il  chericato,  li  signori  antiani,  confalonieri  del  popolo  con  li 
confaloni,  li  signori  sedeci,  l*arti  con  tutta  la  nobilti  andarono  alli  Crociari  ad  incontrare  il 
nuovo  govematore,  et  secondo  U  consueto   della  cittk,  con  grande  honore  I' introdussero  in  25 
Bologna;  et  giunto  alla  porta  del  palazzo,  gli  furono   presentati  gli  prigioni  a  ci6  salvati, 
li  quali  egli  con  lieta  faccia  li  Iiber6  dalle  carceri. 

AUi  24  d'ag08to,  il  lunedi,  il  govematore  fece  radunare  il  senato,  dove  lette  le  bolle  della 
8ua  autoritk,  si  fece  gran  festa  per  la  chtk;  poi  per  la  venuta  di  monsignore  si  don6  a  cia- 
scuno  de'  signori  ducati  10.  Questi  erano  li  signori  antiani:  Jeronimo  Ranucci  medico  confa-  30 
loniere,  Pietro  de'  Canonici  dottore,  Constantino  Serafini  procuratore,  Jacomo  de'  Montecalvi, 
Jacomo  Scribanaro,  Antonio  di  Mino  Scardova,  Vincenzo  delle  Fiubbe,  Jacomo  di  Mino 
Kussi,  Bonantonio  Beccadelli,  Astorre  Malvezzi ;  fu  da  Alessandro  Ingrati  canonico  di  San  Pie- 
tro  posto  in  tenuta  deUa  Maggione. 

AUi  3  di  settembre,  il  sabbato,  Nicol6  Aldrovandi,  imo  de'  sedeci  riformatori  della  cittk,  35 
passa  da  questa  airaltra  vita;  fu  portato  alla  chiesa  di  santo   Stefano,  et  in  luogo  auo  fu 
creato  Alberto  di   Sinibaldo   Cattanio   dottore   di   legge",  il  quale,  trovandosi   condotto   dalli 
\     Sanesi  per  pubUco  lettore  di  queUo  Studio,  fu  tosto   rivocato  a  pigliare  questo  magistrato. 
Alli  26  di  settembre,  il  lunedl,  Carlo  Malvezzi  cavaUere,  pur  del  numero  delli  1 6,  muore, 
et  fe  honoratamente  sepeUto  in  San  Jacomo.    Fu  egli  di  statura  picciola,  colorito  in  faccia,  di  40 
bellissimo  ingegno,  bel  dicitore  et  molto  amatore  de'  nobili  et  de*  virtuosi;  successe  in  suo 
/.  »«       luogo  Battista  Malvezzi  il  fratello,  et  perch^  era  depositario  della  tesoreria  deUa  cittk,  'alle 
calende  di  gennaro  deiranno  seguente  in  vece  sua  fu  creato  Carlo  Antonio   di   Francesco 
Fantuzzi. 

Bianca  Maria  duchessa  di  Milano,  donna  savia  et  a'  poveri  di  Cristo  et  altri  bisognosi  45 
liberalissima,  muore  in  Melegnano;  et  il   duca  d'indi  fa   portare  il  corpo  in  Milano  et  con 
grandissime  pompe  di  esequie  la  fa  sepelUre  nel  maggior  tempio  presso  a  Francesco  Sforza 
suo  felicissimo  consorte.     Fu  circa  il  fine  di  ottobre. 

Essendosi  li  Venetiani  trapposti  fra  Mattia  re  d'Ungaria  et  Casimiro  re   di  Polonia,  et 
havendogU  pacificati  insieme,  facendo  restare  il  re  Mattia  del  regno  degrUngari  contento,  50 


[AA.  1468-1469]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  201 


perche  Casimiro  il  regno  de'  Boemi  havesse,  Federico  imperatOre  del  mese  di  novembre  viene 
in  Italia,  et  a  di  9  di  decembre,  il  venerdi,  entr6  in  Ferrara,  dove  dal  marchese  da  Este 
honorevolmente  fu  ricevuto;  et  a  di  19,  il  lunedi,  si  parti  et  ando  per  la  via  di  Ravenna  et 
di  Pesaro  per  passare  a  Roma;  et  ci6  egli  [fece]  per  non  passare  per  la  citta  della  lega. 

AUi  12  dj  decembre,  il  lunedl,  con  licentia  del  pontefice,  il  senato  riforma  le  suore  di 
San  Giovanni  Battista,  et  in  detto  monasterio  vi  conduce  le  suore  di  Santa  Maria  Maddalena 
di  strk  San  Donato  deirordine  de'  Predicatori  et  le  suore  di  Santa  Maria  da  Quarto  unite; 
esse  habitavano  a  Quarto  di  sopra  a  Santa  Caterina. 

Anno  di  Cristo  1469.  —  Si  creano  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  solito. 

10  A  dl  27  di  gennaro,  il  venerdi,  Federigo  imperatore,   essendo  stato   in  Roma  con  ogni 

honore  possibile  ricevuto,  et  havendo  negociato  col  papa  deirimpresa  del  Turco,  ritorna  a 
Ferrara  per  la  via  di  Romagna ;  et  Giovanni  Bentivogli  gli  manda  a  donare  un  cavallo  baio 
di  valore  di  150  ducati  d'oro  tutto  bardato  con  barde  lavorate  d'oro  fino:  il  condusse  Bene- 
detto  Morando  notaro  et  Jacomo  Spagnuolo.     II  quale  presente  fu  caro  oltre  modo  all'  impe- 

15  ratore,  il  quale  poscia  concesse  a  Giovanni  che-  potesse  portare  nella  sua  arme  Taquila  di 
ogni  colore,  eccetto  di  color  negro. 

Alli  18  di  febbraro,  il  sabbato  a  notte,  ser  Dionisio  di  Castello  eccellente  procuratore,  uno 
delli  16,  sendo  di  eta  di  anni  85,  manca  di  questa  vita.  Questi  fu  huomo  molto  savio,  pru- 
dente  et  giusto  per  la  repubblica  et  da  tutto  il  popolo  amato,  honorato  et  riverito;  egli   fu 

20  sepolto  a  San  Pietro  con  maggior  honore  che  giammai  altro  fosse  sepellito  a  memoria  de' 
viventi,  mercfe  delle  sue  rare  virtu.  Della  sua  morte  se  ne  dolse  tutta  la  citta;  successe  in 
luogo  suo  Bartolomeo  il  figliolo. 

AUi  30  di  maggio,  il  martedl,  Bartolomeo  Ercolani  celeberrimo  dottore  rende  lo  spirito 
al  Signore,  et  6  sepolto  in  San  Domenico  in  un  deposito. 

25  II  signor  Alessandro  da  Cudignola  a  di  7  di  giugno,  il  mercoledi,  sendo  capitano  della 

Chiesa,  rompe  guerra  contra  Ruberto  Malatesti  signor  di  Rimini  et  entra  con  inganno  nel 
Borgo  di  San  Lorenzo  et  il  pone  a  sacco.  Et  per  ci6  Ruberto  fa  carcerare  la  madonna  di 
Rimini  con  alquanti  cittadini;  il  che  inteso  dal  conte  di  Urbino,  fa  partire  li  soldati,  che  erano 
nel  contk  di  Bologna,  li  quali  vanno  a  ritrovare  il  suo   capitano  per  la  via   della   Toscana. 

30  A  dl  19  di  agosto,  il  sabbato,  il  signor  Raimondo  da  Cudignola  et  Nicol6  da  Tollentino 

vengono  di  Lombardia  et  in  vari  luoghi  del  contk  di  Bologna  alloggiano ;  e  in  soccorso  della 
Chiesa  vengono  alquanti  soldati  venetiani,  cio^  Giovanni  Antonio  Scariotto,  Fante  Aguzzo, 
Pino  Ordela^fi  signor  da  Forll  et  Ercolesse  Malvezzi. 

Alli  26  di  agosto,  il  sabbato,  Lodovico  Bentivogli  passa  a  miglior  vita;  era  de'  16  senatori, 

35  et  fu  sepolto  con  grandissimo  honore  nella  chiesa  di  san  Jacomo,  ove  furono  poste  le  ban- 

diere  et  li  stendardi,  secondo  il  solito,  et'  di  piii  uno  stendardo  ove  era  fatta  d'oro  una  spada       /.  »jo 
in  segno  di  quella  che  gli  don6  il  pontefice  Nicola;  successe  nel  suo  luogo  Andrea  il  figliolo. 
Epitaphio  nella  morte  di  Ludovico  Bentivoglio  fatto  dal  reverendo  canonico   Giovanni 
Battista  dairOro: 

40  DA  LACHRYMAS,   PATRIA,   ET  NIGRAS   mmc   INDUE   VESTES, 

HEU  JACBT   ET   CONIUX   BT   PATER  ECCE  TUUS. 
BENTIVOLAE   GENTIS    LUDOVICUS   TRACTUS   AD    ASTRA, 

QUI   FUIT   A   MUNDI    PRINCIPE   FACTUS   EqUES. 
PENSATA   VIRTUTE   VIRI    SED   TRADIDIT   ENSEM, 
45  QUO   SOLET  SIC  REGES   CINGERE   QUOVE   DUCES. 

Paulo  dalla  Volta,  uno  de'  senatori,  muore,  et  con  il  solito  honore  h  sepellito  a  San  Fran- 
cesco;  entr6  in  suo  luogo  Astorre  11  fratello. 


4.  fecc]  parola  omessa  nelVori£iit<Ue 


202  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  i470j 

Anno  di  Crinto  1470.  —  Sono  creati  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto. 

E  questo  mese  di  gennaro  sl  aspro  et  freddo,  che  gelaiio  i  fiumi  in  guisa  che  sopra 
vi  si  pu6  cavalcare  et  andarvi  con  le  carra  cariche,  et  perci6  molti  arbori  si  perdono  et 
molte  viti  si  agghiacciano;  n^  mai  si  puot^  macinare  insino  alli  6  di  febbraro,  percioch^  la 
fredda  stagione,  che  cominci6  alli  10  di  decembre  passato,  dur6  insino  al  detto  tempo.  I  5 
quali  grandi  ghiacci  cagiotiorono  si  estrema  penuria  di  legna,  che  il  senato  command6  et 
volle  che  le  legna  de'  boschi  di  Medecina,  che  prima  andavano  a  Ferrara,  fossero  condotte  in 
Jiologna;  et  molti,  che  furono  trovati  a  tagliare  legna  nel  contado  di  Bologna  per  estraerle  fuore, 
furono  incarcerati;  et  con  questo  santissimo  ordine  re8t6  tutta  la  citta  abbondante  di  legna. 

lit  perciife  nella  citt^  era  un  commune  disordine,  che  gli  arlefici  et  mercanti  con  certi  10 
suoi  baiichi  occupavano  le  strade  uvaiiti  ie  loro  botteghe,  che  non  vi  si  poteva  appena  paMarCf 
oltre  che  era  cosa  difforme  alla  bellezza  della  c\tth;  per6  voUe  il  senato  che  si  levaasero 
tutti  et  che  nello  avvenire  si  facessero  in  guisa  che  non  havessero  ad  uscire  fuore  del  di- 
ritto  del  muro  maestro  piii  che  due  piedi  e  mezzo;  vero  che  ad  alcuni  che  erano  nelle 
strade  larghe  concessero  alquanto  maggiore  misura.  Fu  fatto  quest^ordine  alli  13  di  febbraro,  15 
il  martedi.  Di  poi  comand6  che  la  porta  Ravignana  fosse  di  pietre  cotte  salicata  et  tutte 
le  vie  della  citta  di  sassi  vivi  di  fiume,  il  che  si  essegul;  et  furno  finite  di  salicare  alli  8  di 
giugno  deiranno  avvenire. 

AUi  27  di  febbraro,  ii  martedl,  il  duca  Galeazzo  Maria  Sforza  manda  a  donare  al  senato 
di  Bologna  un  bue  grasso  di  biondo  pelo  et  vivo,  che  poi  peso  libre  1400,  tutto  copertato  20 
di  panno  lino  morello  et  bianco  con  frangie  di  seta  d'ogn'intorno,  adomato  pure  di  simili 
colori,  con  Tarme  ducale  sopra  ricamata.  Et  in  segno  che  il  senato  hebbe  caro  tal  presente, 
don6  al  conducitore  del  bue  ducati  100  d'oro.  Fece  questo  dono  il  duca  per  rinovare  Tantica 
consuetudine  che  era  fra  lui  et  Bolognesi,  che  era  di  presentarli  un  simile  animale,  et  di 
Bolognesi  era  Tuso  di  donare  al  duca  una  certa  somma  di  salami  et  alcuni  bacili  di  olive  25 
acconcie  et  confettate. 

Alli  15  di  marzo,  il  giovedl,  casca  una  gran  neve  et  sono  grandissimi  freddi,  et  alli  19, 
20  et  21  parimente  rinforz6  la  neve  et  furono  asprissimi  ghiacci  insino   alla  fine  del   detto 
mese.     Fu  questa  fredda  staggione  causa  che  communemente  si  raccolse  poco  grano,  et  H  vini 
alla  vendemmia  awenire  furono  tutti   piccioli   et  bruschi   et  molti   si  guastarono,  percioch^  30 
le  uve  da  basso  tutte  si  marcivano. 
>.  jj#  II  senato  fa  gettare  una  bron'zina  con  Tarme  di  papa  Paulo,  di  monsignore  Savelli  go- 

vematore  del  popolo  di  Bologna  et  di  Giovanni  Bentivogli;  fu  questo  del  mese  di  marzo. 

Alli  10  dl  aprile,  il  martedi,  si  fa  prova  della  detta  bronzina  et  si  scarica  tre  volte;  et 
getta  la  palla  molto  lontano  et  con  gran  furia.  35 

Alli  1 1  poi,  che  fu  il  mercoledi,  tir6  il  terremoto  a  Casio,  castello  di  Bologna  posto  ne' 
monti,  et  rovin6  una  gran  parte  delle  mura  del  detto  castello. 

Alli  8  di  luglio,  la  domenica,  giunse  a  Bologna  il  signore  Alessandro  da  Cudignola  signor 
di  Pesaro.     Passava  a  Milano  condotto  dal  duca,  sendo  stato  con  i  Venetiani  insino  ad  hora; 
fu  lietamente  raccolto  da  tulta  la  cittk;  alIoggi6  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli  suo  ge-  40 
nero  et  alli  10  si  parte  per  Lombardia. 

Era  venuto  d  licentioso  vivere  nel  contk  di  Bologna,  che  in  valle  di  Rheno,  a  RQffino, 
Mongiorgio,  Serravalle,  Loiano,  Varrignana,  Sorresana  et  alla  Pieve  di  Cento  li  contadini 
senza  alcun  timore  si  uccidevano.  Per  lo  che  il  senato  volendo  provedere  a  tanti  disordini, 
cominci6  alla  Pieve  di  Cento,  sendo  occorso  un  caso  in  essa  di  non  poca  importanza-  Erano  45 
fuore  della  Pieve  li  liglioli  di  Lorenzo  Benzetta,  •  che  era,  gik  20  anni  sono,  stato  ucciso  da 
ser  Cecco  Tuttobuoni,  uno  de'  primi  di  quel  castello;  li  quali  essendo  deliberati  di  vendicare 
la  morte  del  loro  padre,  entrarono  dentro  la  Pieve  con  molti  compagni  alli  14  di  luglio,  il 
sabbato  mattina,  et  incontrandosi  iu  Cecco,  1'  uccisero ;  poi  passarono  alla  piazza  cosi  armati 

8.  estaerle  neWoriffiuale  —  38-41.  un  segno  a  fenna  nel  margine  sinistro 


[A.  1470]  DEL  P.  CtlERUBINO  GHIRARDACCI  203 

gridando:  "  Viva  la  sega,  viva  la  sega  et  viva  il  vescovo  con  gli  amici  de*  Bentivogli  „  ;  fe- 
cero  questo  per  acquistare  la  gratia  di  Giovanni,  accioch^  piu  liberamente  potessero  vendi- 
care  la  morte  del  padre  loro.  Udendo  adunque  gli  huomini  del  castello  queste  voci,  molti 
di  loro  presero  rarme  et  passarono  alla  piazza  per  quivi  fortiticarsi.  Inteso  questo  dal  se- 
5  nato,  tosto  li  manda  il  vicario  del  vescovo  con  50  fanti  et  molti  cavalli,  et  giunto  nel  castello, 
pigli6  gl' infrascritti,  ciofe:  Francesco  Ballante,  Jacomo  di  Lolla,  Francesco  Gurrini,  Pietro 
Chiarini,  Nadale  di  LoUa  et  Polo  Guicciardini  da  Cento,  et  alli  28  di  luglio,  il  sabbato,  gli 
fece  impiccare  et  il  Guicciardini  fu  decapitato.  AUi  2  di  ottobre,  il  martedl,  Nani  Chiarini, 
che  uccise  il  sudetto  Lorenzo  Benzetta,  fu  ammazzato. 

10  Paciiicata  la  Pieve  et  tutto  il  contado  di  Bologna,  parve  a  Giovanni  Bentivogli  di  dare 

qualche  spasso  et  contento  alla  cittk;  et  per  ci5  alli  4  ottobbre,  il  giovedi,  giorno  in  cui  si 
celebra  la  solennita  di  san  Petronio  secondo  costnittore  di  Bologna,  con  licenza  del  senato, 
ordino  un  tomiamento  dove  si  havesse  a  combattere  un  palio  di  panno  d'argento,  il  quale 
fosse  degno  premio   del   vincitore.     Publicato  adunque   questo   torniamento,  et   ordinata   la 

15  battaglia,  furono  constituiti  due  capitani:  Giovanni  Bentivogli  et  Antonio  Trotto  di  Alessan- 
dria  capitano  de'  Bolognesi,  a  ciascun  delli  quali  furono  consignati  54  huomini  d'arme,  divisi 
in  sei  squadre  con  lanze  corte  et  mazze  di  legno  et  spade  senza  punta  et  senza  taglio;  et 
colui  che  restasse  vincitore  gli  doveva  esser  dato  il  palio.  Fu  adunque  bandito  il  giomo 
del  tomiamento  et  publicato  che  chi  voleva  poteva  liberamente  venire  al  detto  tomiamento ; 

20  per  il  che  molti  gioveni  desiderosi  di  honore  si  proferirno  a  combattere  et  tutti  dalli  capi- 
tani  furono  cortesemente  accettati;  laonde  da  ognt  parte  si  vedevano  apparecchiar  arme  et 
ornamenti  vaghi  et  pomposi  et  in  ogni  luogo  si  vedevano  li  gioveni  esercitarsi  con  l'arme 
in  mano  per  riuscir  di  poi  il  giorno  destiiiato  gloriosi.  Quivi  concorsero  molti  prencipi  et 
signori  et  baroni  di  diversi  luoghi  per  vedere  questa  gloriosa  battaglia,  n^  meno  vi  manca- 

25  rono  signore  et  gentildonne  di  vari  luoghi,  oltre  quelle  della  cittk.     Mentre'  adunque  che  la       f.$j» 
gioventu  si  essercita   nelParme   et   si   pone  a   ordine,  il   senato  fa   fabricare  d'ogni   intorno 
della   piazza   li   palancati   di    legname   tutti   copertati   et   ornati   di   panni  razzi   et   di  varie 
herbe  et   il  tutto  si  chiude,  eccetto  la  porta  del  palagio  et  una  porta  fabbricata  in  capo  le 
Chiavature. 

30  Intendendo  il  duca  di  Milano  rapparecchio  grande  della  honorata  festa,  volle  honorare 

Giovanni  Bentivogli;  a  cui  mandb  il  conte  Borella  capitano  famoso  a  presentare  otto  degni 

corsieri  copertati  di  taffettk  bianco  et  morello,  lavorati  molto  artificiosamente  con  oro  e  seta, 

accompagnati  dalli  paggi  tutti  vestiti  di  cremisino ;  fu  ci6  alli  1 1  di  settembre,  il  martedl. 

Giunti  alli  3  di  ottobre,  tutti  li  combattitori  vennero  alla  piazza  con  bellissimo  ordine  et 

35  entrarono  in  palazzo,  et  appresentati  alli  deputati,  si  fecero  iscrivere;  poi  la  mattina  seguente 
Giovanni  Bentivogli  con  tutti  li  suoi  vestiti  di  seta  bianca  et  Antonio  Trotto  parimente  cou 
li  suoi  vestiti  di  seta  rossa  ordinatamente  a  due  a  due  andarono  al  tempio  di  san  Petronio 
ad  udire  la  messa,  poscia  andorono  alle  loro  case  a  desinare. 

Finito  di  desinare,  ai  riempi  del  popolo  tutta  la  piazza  et  tutti  li  palchi ;  et  amendue  le 

40  pompose  et  valorose  compagnie  postesi  a  ordine,  8'inviarono  con  bellissimo  ordine  verso  la 
piazza,  udendosi  per  ogni  lato  lieti  gridi  et  suoni  di  vari  stromenti.  Fu  il  prlmo  a  comparire 
Antonio  Trotto  capitano  della  parte  rossa  con  sei  magnifiche  squadre  d'huomini  armati  con 
lanze  rosse  con  le  banderole  in  cima  rosse  di  cendado;  conduceva  la  prima  squadra  Christo- 
foro  Guasco  di  Alessandria,  haveiido  seco  in  compagnia  un  cavalliero  sopra  un  cavallo  raorello 

45  con  sopravesta  rossa  fatta  a  onde  con  navi  et  vele  da  venti  gonfiate;  teneva  in  capo  per  ci- 
miero  un  pomo  d'oro  con  il  motto  che  diceva:  "  Per  amore  di  donna  volentieri  „.  Segui- 
tavano  di  poi  tutti  quei  della  squadra  riccamente  adobbati ;  li  quali  entrati  nello  steccato, 
con  bellissimo  ordine  fecero  la  lor  moslra;  et  finita,  venne  Antonio  sopra  un  bellissimo  et 
potente  cavallo  tutto  coperto  di  broccato  d'oro  et  drappo  cremisino;  erano  avanti  a  lui  molti 

50  paggi   sopra  superbi  corsieri  tutti  copertati  di  broccato  d'oro  con  fregio,  cosa  bellissima  et 


204  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1470] 


vaga  da  mirare ;  portava  il  suo  elmetto  un  pa^io  riccamente  addobbato,  sopra  di  cui  era  on 
uomo  dorato  che  nei  mezzo  di  una  fiorita  giiirlanda  sedeva  con  il  motto  che  diceva:  "  N^ 
"  aitro  da  voi  bramo  „.  Et  vicino  al  capitano  veniva  un  valoroso  cavalliere  tutto  vestito  di 
rosBO  con  ricami  d'oro,  che  lo  stendardo  portava  in  mano ;  finalmente  seguitava  Antonio  con 
molti  armati.  Conduceva  pure  dalla  parte  rossa  la  seconda  squadra  Giuliano  Tavema,  la  5 
terza  conduceva  Baldassarre  Trotto,  la  quarta  il  conte  Tomaso  di  Carpegna,  la  quinta  Jacomo 
de*  Rossi  parmegiano,  la  sesta  Antonio  Trotto  capitano.  Erano  tutti  questi  soldati  sopra  bel- 
lissimi  cavalli  con  bellissime  sopraveste  et  con  lo  stendardo  di  cremisino;  li  quali  entrati  con 
maraviglioso  ordine  nello  steccato,  et  fatta  di  loro  bellissima  mostra  d*ogni  intomo  della 
piazza,  si  fermarono  dal  lato  del  palagio,  aspettando  la  parte  contraria.  10 

Venuta  Thora  adunque  che  Giovanni  Bentivogli  doveva  comparire,  venne  con  la  bianca 
parte  partita  anch'ella  in  tre  squadre  condotte  da  dui  per  squadre,  con  le  lanze  bianche  in 
mano,  vestiti  di  ricchissime  vesti,  precedendo  ogni  due  squadre  uniti  dui  trombetti  con  infi- 
niti  paggi  sopra  bellissimi  cavalli.  Conduceva  la  prima  squadra  Teseo  Marescotti,  il  quale 
nel  cimiero  portava  un  serpe  con  la  coda  ritorta  sopra  tre  treccie  di  donna  di  seta  morella,  15 
bianca  et  verde,  ct  sopra  il  serpe  eravi  un  pennoncello  di  taffettJi  bianco  con  la  sega  nel 
>.  w  mezzo,  con  un  motto  che  diceva :  "  Et  savio  al  '  ben  mi  appiglio  „  ;  era  egli  sopra  un  superbis- 
simo  cavallo  tutto  addobbato  di  seta  bianca  con  bellissimi  ricami  di  oro  et  seta.  Era  con  il 
detto  Teseo  in  compagnia  Gualtero  del  conte  Bartolomeo  con  il  pennone  bianco  et  rarma 
della  sega  nel  mezzo,  et  questa  fu  la  prima  squadra.  20 

Conduceva  la  seconda  squadra  Pier  Giorgio  da  Parma,  il  quale  avanti  a  sfe  haveva  due 
paggi  sopra  corsieri  vestiti  di  drappo  con  le  sopravesti  di  cremisino  et  le  briglie  tutte  d*ar- 
gento;  portava  sopra  il  cimiero  un'aquila  negra  con  il  pennoncello  sopra  bianco,  pure  con 
Tarme  della  sega,  con  un  motto  che  diceva:  "  Tale  h  il  mio  deslo  „.  Era  suo  compagno  Ales- 
sandro  Bargellini,  il  quale  haveva  la  sopravesta  bianca  con  stelle  di  oro  et  per  cimiero  le  grifii  25 
di  un  pavone  con  tre  treccie  bianche  rivolte  con  alcune  stelle,  et  il  motto  era :  *  Saldo  ri- 
"mango,.     Erano  di  simile  livrea  vestiti  anche  tutti  li  suoi,  pero  senza  alcun  altro  motto. 

La  terza  conduceva  Antonio  Bentivogli.  Andavano  avanti  due  trombetti  tutti  vestiti  di 
bianco  et  dietro  quattro  paggi  a  cavallo  vestiti  di  seta  bianca  con  stelle  d'oro,  nel  mezzo 
delle  quali  erano  due  ghirlande  verdi,  con  sopraveste  di  drappo  verde  con  le  briglie  dorate;  30 
haveva  per  cimiero  una  fiamma  di  fuoco,  che  usciva  di  un  diamante  sopra  una  stella  d'oro 
con  il  pennoncino  sopra  bianco  et  verde,  ove  era  questo  motto:  "  AI  fine  mi  sarai  benigna,. 
Era  suo  compagno  Jacomo  Rossi  Palamino,  il  quale  era  tutto  vestito  di  seta  bianca  con  Tarme 
dalla  parte  del  cuore  della  sega,  et  per  cimiero  haveva  una  palla  bianca  con  un  dardo  et 
luia  stella  d'oro  con  11  motto:   "  Et  io  con  lei  mi  muovo„.  35 

Conduceva  la  quarta  squadra  Giovanni  Francesco  Poeta  valoroso  cavalliero  luogotenente 
di  tutte  le  genti  d'arme  del  signor  Giovanni  Bentivoglio.  Haveva  quattro  pag^  a  cavallo,  essi 
et  li  cavalli  copertati  insino  a  terra,  vestiti  di  seta  bianca  ornata  di  fila  d*oro;  era  il  luogo- 
tenente  vestito,  et  lui  et  li  suoi  soldati,  di  seta  bianca  et  azzurra  con  stelle  d*oro,  con  ima 
sopraveste  di  drappo  cremisino  con  fila  d'oro.  Haveva  per  cimiero  una  fede  tutta  di  oro  nel  40 
mezzo  di  un  mazzo  di  vaghi  fiori,  con  il  pennone  pur  di  seta  bianca  et  azzurra,  et  con  il 
motto:  "Cosl  sempre„.  Era  suo  compagno  il  conte  Ercolesse  Bentivogli  tutto  vestito  a 
bianco  con  ricami  d'argento,  con  un  cimiero  ove  era  un  triangolo  d'oro  con  una  rosa  nel 
mezzo,  con  il  motto  che  diceva:  "  Ne  piu  oltre  vorrei  „.  Et  era  seco  in  compagnia  il  conte 
Ugo  suo  genero  anch'egli  pomposamente  vestito.  45 

Era  la  quinta  squadra  condotta  da  Giulio  et  Carlo  di  Virgilio  Malvezzi,  amendue  ve- 
stiti  di  una  stessa  livrea,  eccetto  I'  imprese  et  i  motti.  Erano  questi  cortesi  et  valorosi  cam- 
pioni  vestiti  di  seta  azzurina  tutta  ondeggiata  di  oro  et  di  velli  crespati  con  le  sopraveste 
di  drappo  bianco  ricamate  pur  d'oro.    Haveva  Giulio  per  cimiero  un  mezzo  sole  con  il 

31.  una]  nelPorigiimle  un 


[A.  1470]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  205 

pennoncino  di  seta  azzurra,  con  il  motto  che  diceva :  "  Non  b  il  dif etto  mio  „ .  Di  Carlo 
era  1'  impresa  un  pellicano  che  si  cavava  il  sangue  dal  petto  per  nudrire  i  suoi  figlioli,  che 
tra  rherba  verde  si  riposava,  con  il  motto:   "  Questo  a  me  tocca„. 

Conduceva  la  sesta  squadra  Giovanni  Bentivogli,  a  cui  davanti  andavano  quattro  trom- 
5  betti  et  16  corsieri  riccamente  omati  con  sopraveste  d'oro  et  d'argento  et  con  riccami  di 
perle  con  un  scudiero  per  ciascuno  et  paggi  tutti  vestiti  di  drappo  con  una  lanza  bianca  in 
mano;  due  de'  quali  portavano  Telmo  con  il  cimiero  di  un  leone  d'oro  nel  mezzo  delle  fiamme 
di  fuoco,  con  il  motto  che  diceva:  "  Non  vole  amore  forza  „.  Era  poi  il  detto  elmo  tutto  ornato 
di  veli  candidissimi  con  lavori  d'  argento,  con  certe  pelli  di  penne  di  struzzo  fatte  con  bel- 

10  lissimo  magistero;  seguitavano  poi  sei  trombetti  et  quattro  piffari,  che  con  il  suono  fendevano 

raria,'  dietro  a'  quali  veniva  Jeronimo  Griffoni  con  lo  stendardb  di  seta  bianca  et  dopo  lui       p.  'S4 
Giovanni  capitano  con  molti  de'  suoi  degni  cavallieri  vestiti  tutti  di  bianco  con  riccami  d'oro. 
Entrata  dunque  con  bellissimo  ordine  la  parte  bianca  nello  steccato,  et  fatta  di  s^  pom- 
posa  mostra,  si  ridusse  dal  lato  delle  Chiavature,  et  la  rossa  anch'essa  si  pose  a  ordine  per 

15  venire  a  battaglia. 

Giunta  adunque  Thora  di  menare  le  mani,  Giovanni  Bentivogli  fu  il  primo  che  con  la  sua 
squadra  si  presentasse  nel  mezzo  dello  steccato,  contra  di  cui  venne  Antonio  con  la  sua  gente 
con  le  lanze  in  resta;  et  Giovanni  parimente  scontrando  la  banda  del  nemico,  al  primo  tocco 
di  lanza  getto  di  sella  uno  de'  suoi  contrarii.     Havendo  Tuna  et  Taltra  parte  rotto  le  lanze 

20  posero  mano  alle  mazze,  et  fieramente  percuotendosi  mostravano  la  forza  et  il  valore  loro  per 
conseguire  et  Thonore  et  [il]  premio.  Era  cosa  nel  vero  di  molto  piacere  al  popolo  il  vedere 
tanti  cavallieri  in  cosl  travagliata  zuffa  menare  le  mani  et  molti  traboccare  da  cavallo  a  terra 
et  esser  da'  cavalli  trasportati  per  la  piazza  come  storditi  per  li  colpi  delle  mazzate.  Essendo 
stati  bona  pezza  le  parti  alle  mani,  si  sonorono  le  trombe,  et  tosto  si  ritirarono  li  soldati  alle 

25  loro  insegue,  le  quali  aviluppate  intorno  le  haste  furono  consignate,  acciochfe  valorosamente 
fossero  difese.  Lo  stendardo  bianco  fu  consignato  a  Pase  Pasi  da  Giovanni,  huomo  et  forte  et 
valoroso;  parimente  Antonio  ad  un  suo  huomo  d'arme  animoso  et  gagliardo  consign6  il  suo 
stendardo;  et  amendui  questi  stendardieri  fermatisi,  uno  dalle  parte  delle  Chiavature  et  Taltro 
di  rincontro  nello  steccato,  le  trombe  diedero  segno  di  nuova  battaglia.    Laonde  i  capitani  con 

30  le  loro  genti  animosamente  fattisi  avanti,  si  forzava  ciascuna  parte  di  levare  lo  stendardo  alla 
parte  contraria,  et  attaccata  la  zuffa,  haveva  ciascuno  Tocchio  di  levare  la  bandiera  dell'  altro 
et  di  difendere  la  sua;  ma  indarno  ci6  tentavano,  perchfe  ciascuna  parte  ributtava  con  grande 
ardire  li  suoi  contrari ;  perciochfe  Tardire  et  il  valore  era  eguale ;  et  dur6  la  battagHa  quasi 
tre  hore.     Giovanni  finalmente,  vedendo  non  potere  ispugnare  il  suo  contrario,  volto  a'  suoi, 

35  dissegli :  "  Deh,  valorosi  compagni,  et  dove  sono  le  f orze  et  Tardir  vostro  ?  che  stiamo  noi  a 
"  f are  ?  su,  entriamo  a  pigliare  a  f orza  lo  stendardo  de'  nemici  et  a  riportarne  1'  honore  „ . 
Allhora  Egano  Lambertino  tosto  si  Ianci6  fra  li  nemici,  seguitandolo  Giovanni  Francesco 
Poeta,  Carlo  Malvezzi,  Guido  Cantello  e  Teseo  Marescotti;  et  con  tanto  impeto  et  ardire  si  ac- 
co8t6  allo  stendardo  della  parte  rossa,  et  quivi  combattendo  animosamente,  alla  fine  lev6  lo 

40  stendardo  nemico  di  mano  del  soldato,  et  fattali  la  via  dalli  compagni  col  mezzo  delle  mazze 
et  degli  urti  de'  cavalli,  lo  port6  dalla  parte  bianca  vicino  allo  stendardo  bianco.  II  che  ve- 
duto  dalla  parte  rossa,  fecero  maraviglioso  sforzo  per  conquistarlo,  et  di  giil  erano  vicini 
alla  vittoria,  ma  sovragionti  da  Giovanni,  si  rinforz6  la  scaramuccia  con  rovina  di  molti,  che 
traboccavano  a  terra  a  f orza  di  mazzate ;  et  era  per  uscirne  qualche  gran  male,  se  li  signori 

45  soprastanti  non  facevano  dare  segno  alle  trombe.     Le  quali  udite,  si  pose  fine  alla  battaglia,  et 

ciascuno  si  accolse  sotto  alli  suoi  capitani,  restando  la  parte  bianca  della  battaglia  vincitrice. 

Et  data  dalli  signori  giudici  la  sentenza  di  chi  Thonore   et  il   premio  fosse,  fu   dato  il 

palio  a  Giovanni  Bentivogli,  per  il  che  tutto  il  popolo  rivolto  in  allegrezza  cominci6  a  gri- 

dare:  "  Sega,  sega  „.     Allhora  Galeazzo  Marescotto,  pigliato  il  palio,  lo  port6  avanti  Giovanni 

50  seco  rallegrandosi  della  havuta  vittoria.     Pigliato  adunque  il  palio  Giovanni,  con  il  mede- 


21.  11']  omesso  neWoriginale 


206  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  uto-utii 


flimo  ordine  col   quale  erano  venuti  H  uoldati  alla  piazza,  con   quello  isteuso  inrieme  con 

quei  dclla  bandu  rossa,  8'inviarono  verso  il  palazzo  di  Giovanni  accompagnato  da  Antonio 

Trotto  con  molti  trombetti  avanti.     Giunto  Giovanni  al  palazzo,  divise  il  palio  alli  vittoriofli 

/.  ui       compagni,  dnndone  parte  ad '  Egano  Lambertini  per  esser  stato  egli  il  primo  a  pigliarc    lo 

stendardo  de'  contrari;  un'altra  parte  anche  ne  diede  a  Giovanni  Francesco  Poeta;  parte  a     5 
Carlo  Malvezzi  et  a  Guido  Cantelli  et  a  TeBCO  Marescotto;  talmente  che   ciascuno  a  casa 
8ua  et  con  trionfo  et  gloria  et  con  il  premio  se  ne  ritorn6. 

Quenta  festa  fu  principal  cagione  che  Giovanni  accrebbe  di  benevolenza  et  opinione  non 
80I0  appresso  il  popolo  bolognese,  ma  anco  di  tutti  i  principi  et  signori  d'Italla;  et  per  que- 
8to  egli  sall  a  grandezza  di  gloria  et  fu  riputato  viepiu  di  tempo  in  temp>o  il  primo  huomo  10 
non  solamente  di  Italia,  ma  anche  di  tutta  Europa. 

Giovanni  Battista  Savelli  govematore  di  Bologna,  veggiendo  di  esser  poco  stimato  pcr 
havere  ogni  favore  Giovanni  Bentivogli,  finse  di  essere  astretto  da  negoci  importanti  di  do- 
vere  gire  a  Roraa  al  papa;  et  per  ci6  alli  13  di  novembre  si  partl,  et  il  senato  per  hono- 
rarlo  mand6  seco  Jeronimo  Ranucci,  uno  del  numero  de'  sedici.  Giunto  a  Roma,  et  non  dopo  15 
molti  giorni  fatto  cardinale,  voleva  il  pontefice  rimandarlo  legato  a  Bologna,  a  cui  egli  ri- 
gpose  dicendo:  "  Padre  santo,  se  io  andassi  a  Bologna,  non  sarei  Legato,  ma  si  bene  legato,; 
volendo  inferire  che  ogni  cosa  era  in  arbitrio  di  Giovanni  Bentivogli. 

II  duca  Borso  da  Este  fa  abbrugiare  le  moline  della  Galeazza  del  conte  Guido  et   Ga- 
leazzo  Pepoli;  di  che  sdegnato  il  senato  di  Bologna  manda  molti  cavalli  et  fanti   al  Finale  20 
et  quivi  fa  abbrugiare  alcune  case,  poi  se  ne  ritornarono  a  Bologna.     Per  lo  che  nacque  tanto 
sdegno  fra  amendue  le  parti,  che  era  per  riuscirne  qualche  crudel  guerra,  se  il  duca  di  Mi- 
lano  non  vi  s' interponeva  a  pacificare  le  parti;  fu  questo  alli  20  di  decembre,  il  sabbato. 

Anno  di  Cristo  1471.  —  Furono  creati  li  signori  antiani,  confaloniere  di  giustitia  et 
del  popolo  et  li  massari  deirarti  secondo  il  consueto  della  cittk.  25 

Alli  8  di  gennaro,  il  martedl,  giunge  in  Bologna  un  breve  papale  della  pace  che  era 
stata  conchiusa  in  Roma  alli  22  di  decembre  prossimo  passato  fra  tutti  li  signori  d'Italia 
cofitro  il  Turco;  per  il  che  il  senato  di  Bologna  fa  fare  grandissima  festa  et  tre  giomi  ai 
fanno  solennissime  processioni. 

In  questo  tempo  adunque  tanto  accresceva  la  fama  et  la  riputazione  di  Giovanni  Ben-  30 
tivogH,  che  ogni  prencipe  d'  Italia,  et  in  particolare  il  duca  Galeazzo  Sforza,  cercava  di  ren- 
derselo  grato,  veggiendolo  tanto  stimato  dal  senato  et  popolo  bolognese,  ch'egli  a  suo  libero 
volere  disponeva  della  citta  et  de'  cuori  de'  cittadini;  et  per6,  come  avanti  si  6  dimostrato, 
il  detto  duca  gli  mand6  a  presentare  otto  bellissimi  cavalli  corsieri  riccamente  addobbati.  II 
qual  dono  havendolo  oltre  modo  havuto  caro  Giovanni,  dopo  1'  havuto  honore  del  tomiamento  35 
fatto,  parvegli  di  voler  mostrar  segno  di  gratitudine  al  duca,  et  tanto  piu  che  egli  per  Gior- 
gio  da  Nor,  commissario  di  Parma,  a  nome  del  detto  duca  1' haveva  invitato  a  goderBi  seco 
alcuni  giorni  in  Milano. 

Postosi  adunque  a  ordine  con  bellissima  compagnia  di  cittadini,  ciofe :  Egano  Lambertini 
cavalliere,  Ludovico  da  San  Piero  dottore,  Pirro,  Carlo,  Enea  et  Floriano  di  Carlo  Malvezzi,  40 
Carlo  Antonio  di  Francesco  Fantuzzi,  Jeronimo  di  Aloisio  Griffoni,  Giovanni  Papazzoni,  Fi- 
lippo  Cancelieri,  Jacomo  di  Achi  spenditore  et  altri  servitori  assai,  che  in  tutto  furono  61  ca- 
valli,  alli  25  di  gennaro,  il  venerdi,  egli  si  parte  di  Bologna,  et  gionto  al  fiume  Panaro, 
ritrov6  quivi  il  signor  Sigismondo  da  Este,  che  era  venuto  ad  incontrarlo,  et  honoratamente 
accolto,  il  condusse  la  sera  a  Reggio  e  quivi  lo  raccolse  con  grandissimo  honore,  egli  et  45 
/>.  136  la  compagnia.  Et  il  seguente  giorno  poi  al  fiume  Lenza  hebbe'  rincontro  il  signor  Polidoro 
fratello  naturale  del  duca  di  Milano  da  lui  mandato,  il  quale  il  condusse  a  Parma  et  d' indi 
a  Milano';  ove  alFuItimo  di  gennaro,  il  giovedi,  entr6  con  honore  et  fasto,  dove  dal  duca  con 
tutta  la  8ua  corte  fu  honoratamente  ricevuto;  et  quivi  stette  insino  al  mese  di  marzo. 


rA.  1471]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  207 

Fu  questo  mese  di  gennaro  con  tempo  chiaro  et  bello  et  poco  freddo,  et  era  Taria  tanto 
dolce  che  grarbori  cominciorono  a  fiorire. 

II  duca  di  Milano  fa  Giovanni  capitano  di  600  cavalli  et  30  ballestrieri  con  provisione 

Tanno  di  settemila  ducati,  la  qual  condotta  gih  era  stata  dal  signor  Conrado  Cudignola.     Et 

5  doppo  alcuni  giomi  volendo  Giovanni  ritornare  a  Bologna,  volle  il  duca  mostrare  al  Benti- 

voglio  quanto  Tamasse  et  Thavesse  a  cuore,  et  cosi  alli  3  di  marzo,  la  domenica,  egli  fece 

cavalliere  aurato  Carlo  Antonio  Fantucci,  poi  presentb  a  Giovanni  et  a  tutta  la  sua  compa- 

gnia  gli  infrascritti  doni,  ciofe :  a  Giovanni  braccia  25  di  drappo  d'oro  verde  rizziuto  di  prezzo 

di  ducati  25  il  braccio  et  un  centorino  d'oro  di  valore  di  ducati  25;  et  Alessandro  da  Cu- 

10  dignola  gli  don6  un  corsiero  di  ducati  cento;  Ludovico  da  San  Piero  hebbe  braccia  20  di  ve- 

luto  morello;  Egano  Lambertini  braccia  quattordici  di  damasco  d^^oro  in  cremisino;  Carlo  An- 

tonio  Fantucci  hebbe  altrettanto  del  medesimo ;  Giovanni  Francesco  Poeta  hebbe  altrettanto 

deiristesso  (questi  era  andato  a  Milano  prima  che  Giovanni  vi  andasse,  perchfe  il  duca  lo  haveva 

chiamato  a  s^);  Alberto  Cattanio  braccia  20  di  panno  morello;  Pirro  Malvezzi  14  di  drappo 

15  d'argento  in  cremisino;  Carlo  Malvezzi  braccia  14  di  cremisino  figurato;  Enea  Malvezzi  brac- 

cia  14  del  medesimo;  Floriano  di  Carlo  Malvezzi  14  braccia  deiristesso  cremisino;  Jeronimo 

Griffoni  braccia  14  del  medesimo;  Giovanni  Papazzoni  braccia  14  di  panno  morello;  Jacomo 

d'Achio  braccia  14  di  cremesino  figurato;  Filippo  cancelliere  di  Giovanni  Bentivogli  braccia  14 

di  panno  morello;  a'  quindeci  servitori  di  Giovanni  per  ciascuno  braccia  quattro  di  veluto 

20  verde.     Fatti  li  detti   honorati  doni   il   duca,  Giovanni,  alli  4  di  marzo,   il  lunedl,   havendo 

presa  buona  licenza,   si  parti  di  Milano  accompagnato  da  molti  signori  et  da  tutta  la  corte 

del  duca,  et  seco  havendo  tutti  li  suoi  ballestrieri  consignatili  dal  duca  a  cavallo. 

Mentre  che  in  Milano  si  facevano  le  sudette  cose,  havendone  notitia  madonna  Ginevra 
consorte  di  Giovanni,  fece  far  segno  di  grande  allegrezza  in  Bologna  in  strk  San  Donato  con 
25  suono  di  piffari  et  campane  di  San  Jacomo  et  molti  fuochi.  Et  Antonio  Trotto  capitano  de* 
Bolognesi  fece  fare  una  giostra  in  stra  San  Donato  avanti  il  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli 
dalli  soldati,  et  il  premio  furono  quattro  braccia  di  damasco  verde;  riportb  l'honore  et  il 
premio  Simone  alessandrino,  et  madonna  Ginevxa  dono  airOngarino  una  borsa  di  drappo 
d'oro  con  due  ducati  d'oro. 
30  Avicinandosi  Giovanni  Bentivogli  con  la  sua  honorata  compagnia  alla  cittk,  fu  incontrato 

da  molti  gentilhuomini,  li  quali  con  gran  festa  Taccompagnorono  al  suo  palazzo.     Di  poi  alli 
25  d'aprile,  il  giovedl,  vennero  li  soldati  consignatili  dal  duca  di  Milano,  et  alloggiorono  a  ^ 

Castel  Franco  et  ne'  luoghi  circonvicini  di  Bologna  et  alli  28,  la  domenica,  giunsero  in  Bo- 
logna;  a'  quali  fu  dato  alloggiamento  in  vari  luoghi  del  contado  bolognese. 
35  Borso  da  Este  va  a  Roma,  dove  con   gran   pompa  e  festa   il  papa  lo   raccoglie,  nh   fu 

honore  che  egli  lasciasse  a  dietro  di  fargli  et  finalmente  duca  di  Ferrara  lo  dichiara. 

Havendo   il   pontefice  assoluto  della  legatione  di  Bologna  Angelo  Capranica   cardinale, 
pose  in  suo  luogo  Francesco   Gonzaga   cardinale  di  Santa  Maria  Nuova;   il  che   inteso   dal 
senato,  tosto  cre6'  due  ambasciatori,  cioe:  Alessandro   Poeta  et  Alberto  Cattanio,   accioch^       />. 'st 
40  andassero  a  Roma  a  condurre  il  nuovo  legato  alla  cittk. 

A  dl  3  di  luglio,  il  mercoledl,  Jeronimo  di  Luigi  Griffone  ^  dal  senato  mandato  a  Fer- 
rara  a  visitare  il  duca  Borso,  che  era  tornato  da  Roma  et  era  inf ermo ;  et  fatta  la  visita,  fu 
poscia  a  parlamento  con  Nicol6  da  Este,  et  partito  da  lui  and6  a  Castel  Nuovo  a  parlare 
con  Ercole  da  Este.  Et  presa  da  lui  licenza,  et  uscito  dal  castello,  giungendo  ad  una  crociata 
45  di  quattro  vie,  detta  Gattamazza,  assalito  da  Dolcetto  di  Gulielmo  Dolcetti,  fu  ferito  nel  petto, 
et  subito  si  mori  in  casa  di  Vincenzo  dalle  Palliotte,  che  in  questo  tempo  era  a  studio  in 
Ferrara.  Fu  portato  il  corpo  a  Bologna  e  sepolto  in  San  Francesco  a  di  4  del  detto  mese ; 
si  808pett6  che  Ercole  da  Este  il  facesse  uccidere. 

Alli  21  di  luglio,  la  domenica,  Francesco  Gonzaga  cardinale  et  nuovo  legato  di  Bologna 
50  fa  la  sua  entrata  nella  chth  con  la  solita  solennith  et  pompa;  egli  condusse  seco  honoratis- 


208  mSTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  mti] 


slma  compapnia  et  port&  seco  una  credenza  di  argento  estimata  di  valorc  di  20000  ducati 
et  una  beliissima  tapezzaria,  nella  quale  vi  era  un  panno  ove  era  effigiata  la  battaglia  di 
Alessandro  con  Pirro,  e  le  figure  parevano  esser  vive. 

Si  fecc  della  sua  venuta  grandissima  festa  per  tutta  la  citth,  ma  poco  dur6  questa  letitia, 
pcrciochfe  alU  29,  il  lunedi,  vennero  nuove  al  legato  che  il  pontefice  Paolo  era  morto  alli  27,  5 
a  hore  otto  di  notte.  Egli  morl  di  gotta  d'un  subito.  Fu  questa  nuova  molto  gravosa  al 
legato,  il  quale  incontanente  si  mise  a  ordine  per  paHsare  a  Roma  alla  creatione  del  nuovo 
pontefice,  et  il  senato  seco  mand6  due  ambasciatori :  Galeazzo  Marcscotto,  Jeronimo  Ranucci 
medico,  amendue  del  numero  de'  16. 

Radunati  li  cardinali  nel  conclave,  Francesco  della  Rovere  di  Savona  generale  de'  Zoc-  10 
colanti  et  gran  theologo,  uno  de'  dieci   cardinali  che  Paulo   II  a   un  tratto   cre6,  fu   eletto 
ponteficc  e  chiamato  Sisto  IV  alli  9  di  agosto,  il  venerdi,  a  hore  12.     Et  giunta  la  nuova  a 
Bologna,  il  senato  ne  fece  fare  grande   allegrezza,  havendolo  sempre   havuto  egli   in  molta 
veneratione  et  per  amico,  perciochfe  sendo  in  minoribus  frate  di  san  Francesco,  et  reggente 
dcllo  studio  del  convento  de'  Minori  in  Bologna  et  poi   generale  della  detta  religione,  era  15 
da  molti  cittadini  conosciuto  et  amato,  et  egli  sempre  si  era  mostrato  amorevole  della  cittk. 
Et  bene  dimostr6  questo  suo  cortese  animo,  perciochfe  non  sl  tosto  creato  pontefice,  raccor- 
dandosi  de'  beneficj  ricevuti  da  Galeazzo  Marescotti,  mentre  egli  habitava  in  Bologna,  cre6 
senatore  di  Roma   Agamennone   dottore  et  cavaliere  et  poscia   chiam6  a   Roma  Achille   il 
fratello  et  lo  fece  suo  cubiculario  et  Tideo  suo  donzello  a  portarli  il   cibo   a  tavola,  tutti  20 
e  tre  figlioli  del  detto  Galeazzo.    Fece  anche  suo  cubiculario   Battista  de'  Canonici  et  gli 
fece  di  molti  doni. 

Jeronimo  Ranucci  torn6  poi  a  Bologna  alli  30  di  giugno,  ma  il  govematore  non  tom6 
piii  a  Bologna. 

A  dl  13  di  agosto,  il  martedl,  il  campanile  della  chiesa  di  san  Jacomo  in  str^  San  Donato  si  25 
cominci6  ad  accrescere  dalle  seconde  finestre  andando  in  su,  et  fu  finito  di  fare  ranno  seguente 
a  di  19  di  marzo,  il  dl  di  san  Josepho,  il  giovedi;  opera,  come  si  vede,  lodevole  et  di  molta 
maestria,  sendo  egli  fondato  sopra  quattro  pillastri  della  chiesa  con  grandissima  architettura. 

Frattanto  Borso  da  Este  duca  di  Ferrara  a  dl  20  di  agosto,  il  martedi,  muore  e  in  suo 
luogo  succede  Ercole  il  fratello,  il  quale  a  dl  22  del  detto  mese,  il  giovedi,  nel  domo  di  Fer-  30 
rara  fu  creato  signore ;  ma  venendo  discordia  fra  lui  e  il  nepote,  volendo  ambidue  la  signo- 
/•  33S  ria,  Ercole  entr6  in'  Castel  Nuovo  e  quivi  con  molta  fanteria  si  fortific6,  avendo  molte  barche 
de'  Venetiani  armate;  ma  Nicol6  prese  il  palazzo  del  signore  e  quivi  si  fortific6  con  molti 
suoi  amici,  ma  travagliato  assai  da  Ercole,  fu  bisogno  per  suo  scampo  che  egli  si  fuggisse 
a  Mantova  a  starsi  col  fratello  di  sua  madre.  II  che  mai  doveva  fare;  sendo  egli  nel  palazzo  35 
del  signore,  doveva  aspettare  il  soccorso  del  signore  di  Mantova,  ma  h  vero  quel  proverbio: 
"  Uomo  pauroso  non  merta  signoria  „ . 

Dal  primo  giomo  del  mese  di  settembre  insino  alli  15  di  ottobre  fu  un  tempo  tanto  chiaro 
et  bello  come  se  fosse  stato  il  mese  di  luglio  et  di  agosto,  di  modo  che  gli  arbori  fecero  i 
fiori,  produssero  frutti,  come  pere,  cerase,  prugne;  nella  qual  stagione  Sisto  fu  creato  papa.  40 

II  senato  di  Bologna  manda  alcuni  gentilhuomini  al  duca  Ercole  per  condolersi  della 
morte  del  duca  Borso  et  poscia  a  rallegrarsi  dairacquistata  signoria. 

AUi  28  di  settembre,  il  venerdi,  giungono  a  Bologna  gli  ambasciatori  del  duca  di  Milano 
con  200  cavalli,  che  andavano  a  Roma  al  papa  a  rallegrarsi  della  sua  dignitk;  et  furono  questi, 
cio6 :  monsignore  Ascanio,  il  duca  di  Barri  fratello  del  duca  di  Milano,  monsignore  di  Parma,  45 
monsignore  di  Novara  vescovi,  Giovanni  Agostino  di  Vilmercato,  Giovanni  Ludovico  Palla- 
vicino,  Pietro  da  Gallirata,  Ambrogio  Griffo  medico,  Pietro  Maria  Rosso.  Erano  tutti  pom- 
posamente  adorni  et  bellissima  gente;  furono  incontrati  da  molti  gentilhuomini  bolognesi  et 
alloggiorno  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli,  dove  si  riposorono  due  giomi  con  molto  loro 
contento  et  sodisfattionc,  poi  si  partirono  per  Fiorenza.  50 


lA.  1471]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  209 

AIU  4  di  ottobre,  il  giovedl,  che  fu  la  solennitk  di  san  Petronio,  fu  dato  principio  ad 
una  solennissima  giostra  nella  piazza  di  Bologna,  il  cui  prezzo  fu  un  palio  di  zetorino  cre- 
misino ;  la  quale  giostra  dur6  alcuni  giorni  per  ritrovarsi  quivi  56  giostratori.  Vero  k  che  fu 
pericolosa  et  crudele  quanto  altra  giostra  in  Bologna  fosse  giamai,  percioch^  li  giostratori 
5  correvano  per  ciascuno  25  colpi,  et  le  lanze  erano  oltre  modo  grosse,  con  una  verga  di 
azzarro  in  cima.  Haveva  ciascun  giostratore  due  petti  di  ferro  con  lo  scudo  travato,  per  lo 
che  era  necessario  che  chi  colpiva  nel  detto  scudo,  o  rompesse  la  lanza,  o  che  Tuno  de' 
dui,  overo  amendue  andassero  a  terra;  et  nel  vero  alcuni  ne  rimasero  nella  persona  offesi, 
chi  nelle  braccia,  chi  nella  testa  et  chi  nelle  coscie,  perciochfe  con   tanto  impeto   et  ardire 

10  correvano  Tuno  contra  Taltro,  che  cercavano  colpirsi  come  nemici. 

Entrarono  adunque  in  giostra  alle  19  hore  et  combatterono  insino  alle  24,  cosi  facendo 
per  tre  giorni,  II  terzo  giorno  poi  Giambone  di  Sartirana  piemontese  huomo  d'armi  di  Gio- 
vanni  Bentivoglj,  haveiido  mostrato  la  forza  del  suo  valore  honoratamente,  et  di  gik  essendo 
per  conseguire  la  vittoria,  fu  di  un  colpo   di  lanza   nella  testa  percosso  dal  suo  avversario, 

15  di  tal  maniera  che  resto  stordito  et  fu  trasportato  dal  cavallo  avanti  il  palazzo  del  podesti; 
quivi  cadendo  da  cavallo,  fu  trovato  essere  morto,  Riportarono  il  premic  et  rhonore  Barto- 
lomeo  di  Antonio  da  San  Giorgio  di  Piano  et  Tasso  da  Lodi  huomo  d'arme  delle  lanze 
spezzate  de'  Bolognesi;  et  con  tal  fine  termin6  la  detta  giostra. 

Lodovico  Bolognini  celeberrimo  dottore  mena  per  moglie  madonna  Ginevra  gik  figliuola 

20  di  Giovanni  Lodovisi,  accompagnato  da  molti  dottori  et  gentilhuomini.  Era  la  sposa  vestita 
di  broccato  d*oro  col  guardaquore  di  cremisino  tutto  ricamato  con  una  gioia  in  petto  di  gran 
valore  et  un'altra  in  capo,  con  un  vezzo  di  perle  al  collo  di  gran  stima.  Era  in  sua  com- 
pagnia  la  moglie  di  Giovanni  Guidotti  vestita  pure  di  broccato  d'oro,  avanti  la  quale  erano 
16  scudieri  vestiti  di  panno  morello;  seguitavano  poi  16  altre  ma'trone  vestite  tutte  di   mo-       p.  w 

25  rello  con  madonna  Margarita  Pepoli  moglie  di  Andrea  Barbacia  vestita  di  broccato  d'oro 
d'anni  27.  Fu  anco  questo  giomo  sposata  la  sorella  del  detto  Ludovico  a  Tomaso  Bian- 
chetti,  et  fu  insieme  condotta  a  casa  dalla  sudetta  nobilissima  compagnia,  facendosi  trionfo 
et  gran  feste. 

In  questo   tempo  nasce   nimicitia  fra'   Bolognesi  et  il  duca   Ercole  da   Este  signore  di 

30  Ferrara  et  di  Modena  et  di  Rheggio;  et  la  cagione  h  che,  essendo  un  tronco  di  una  torre 
nella  riva  del  Panaro  termine  del  territorio  bolognese  et  modonese,  la  quale  chiaramente 
mostrava  esser  la  riva  del  detto  fiume  de'  Bolognesi,  il  duca  voleva  rovinare  il  detto  tronco ; 
per  lo  che  il  senato  bolognese,  sl  per  mantenere  le  giurisditione  della  cittk,  come  anche  per 
conservare  il  detto  apparente  termine,  mandarono  molti  mastri  per  ripararlo  et  fargli  d'ogn'in- 

35  tomo  li  ripari,  come  era  bisogno.  Fu  fatto  intendere  al  duca  quanto  havevano  li  Bolognesi 
fatto,  di  che  adirato  una  notte  vi  mand6  alquanti  Modonesi,  a'  quali  fece  rovinare  li  detti 
ripari;  et  li  Bolognesi,  intendendo  ci6,  mandarono  a  Castel  Franco  per  commissari  Pirro  Mal- 
vezzi,  Giovanni  Guidotti,  Astorre  dalla  Volta  et  Battista  Malvezzi  con  genti  d'arme  et  con 
una  bronzina,  dando  loro  ogni  autorita  in  questo  fatto  di  far  quanto  li  pareva  il  giusto,  1'  hone- 

40  sto  et  Tutile  della  repubblica;  li  quali,  havendo  condotti  con  essi  loro  molti  artefici  et  gua- 
statori  de'  circostanti  luoghi,  passarono  al  detto  luogo  et  quivi  fecero  fabricare  una  forte 
bastla  et  vi  posero  buoni  presidj. 

Intendendo  il  duca  tutto  questo,  parveli  d'haver  pigliata  troppo  grande  impresa  di  venire 
a  contesa  con  li  Bolognesi,  et  perci6  tento  via  di  pacificarsi  seco:  laonde  egli  mand6  al  senato 

'45  Vincenzo  dalle  Palliotte  bolognese,  che  si  trovava  in  Ferrara  sallariato  per  pubblico  lettore, 
con  pregare  i  Bolognesi  volessero  rovinare  la  bastia  da  loro  fatta  et  lasciare  la  cosa  come 
era  di  prima,  et  che  quello  era  stato  fatto  non  era  per  volere  seco  contrastare,  ma  per  ser- 
bare  le  ragioni  de'  Modonesi.  Rispose  il  senato  attenere  alla  cittk  di  Bologna  il  tronco  della 
torre  con  la  ripa  del  fiume  et  che  anche  loro  volevano  conservare  le  ginrisdittioni  della  loro 

50  cittk  et  che  gli  pareva  di  non  molestare  niuno  lavorando  sopra  il  possesso  loro:  con  la  quale 

T.  XXXIU,  p.  1—14. 


210  HISTORIA  DI  BOLOGNA  tAA.i47i.U7ai 


rinolutione  si  partl  Vlncenzo.  Et  perchfc  parcva  che  il  duca  verMMe  qoesto  fatto  flopra  H 
Modoneri,  perci6  il  senato  mand6  a  Modena  Tomaso  da  San  Pietro  notaro  a  protestarli  di 
ogni  danno  et  interesse  che  esai  foMero  per  patire.  Ora  vedendo  il  duca  che  pure  li  Bologned 
era  deliberati  di  mantenere  in  piedi  la  suddetta  bastia;  considerando  egli  non  haver  debite 
forze  di  guerreggiare  co'  Bolognesi,  e  tanto  piii  i>erch^  erano  uniti  col  duca  di  Milano,  et  5 
volendo  pure  rovinarla  ad  ogni  modo,  ricorse  al  re  di  Napoli  et  alla  signoria  di  Venetia;  li 
quali  mandarono  subito  ambasciatori  a  Bologna  per  vedere  se  questo  fatto  si  poteva  rassettare 
et  gettare  a  terra  la  detta  bastia.  Ma  non  fecero  nuUa,  perchfe  li  Bolognesi  mai  volaero  cedere 
le  loro  ragioni,  quantunque  il  nuovo  duca  di  Venetia  vi  si  trapponesse  et  ne  havesse  con 
Scipione  Gozzadini  et  Alberto  Cattanio  amba»ciatori  mandati  a  rallegrarsi  seco  della  dignit^  10 
ottenuta  longo  ragionamento,  et  che  li  pregasse  che  per  amor  suo  facessero  col  senato  che 
la  detta  bastia  si  rovinasse.  Ora  il  duca  vedendo  non  far  frutto  con  questi  signori,  si  rivolse 
al  pontefice,  che  volesse  abbracciare  et  interporsi  in  questa  differenza;  il  qual  scrisse  a'  Bolo- 
gnesi  che  per  pid  ragioni  dovessero  rovinare  la  bastia.  Ma  il  senato  sped)  tosto  Giovanni 
Papazzoni,  il  quale  facendo  poca  resistenza  et  mostrando  piegarsi  alla  volonti  del  papa,  anco  15 
tosto  fu  rivocato  et  mandato  in  suo  luogo  Alberto  Cattanio,  il  quale  arditamente  difendendo  le 
ragioni  della  citth,  il  pontelice  piii  oltre  non  ne  fece  ragionamento.  Di  che  dolendosi  il  duca 
>.  »4o  Ercole,  do'po  molti  rivolgimenti,  parveli  di  ricorrere  al  duca  di  Milano  amico  de'  Bolognesi, 
sperando  col  mezzo  suo  di  ottenere  quello  che  da  tanti  altri  prencipi  non  haveva  ottenuto. 
Mandb  il  duca  di  Milano  ambasciatore  a'  Bolognesi,  et  egli  insieme  con  rambasciatore  del  re  di  20 
Napoli  tanto  si  a£fatic6,  che  alla  fine  si  concluse  con  il  senato  di  Bologna  in  questa  guisa: 
che  li  fondamenti  del  ponte  vecchio  e  tronco  del  torrione,  che  era  nel  Panaro,  appartenease 
a'  Bolognesi,  et  che  essi  il  potessero  alzare  36  piedi  et  che  poscia  sopra  la  sommit^  potessero 
porre  l'arme  del  popolo  di  Bologna  in  segno  che  la  riva  fosse  giurisdittione  della  citti  di 
Bologna,  con  patto  che  li  Bolognesi  rovinassero  la  bastia.  25 

II  che  concluso,  i  Bolognesi  mandarono  Alberto  Cattanio,  Bernardo  de'  Sassoni  con  ampia 
autorith  insieme  con  li  ambasciatori  del  re  et  del  duca  et  con  li  agenti  del  duca  di  Ferrara, 
che  havevano  pieno  mandato  in  questo  fatto,  al  Panaro,  et  quivi  si  stipularono  li  contratti 
con  le  dette  conditioni:  et  ciascuno  fece  pacifico  et  lieto  ritomo  alle  stanze,  et  i  Bolognesi 
disfecero  la  bastia  et  alzarono  il  torrione  et  vi  posero  Tarme  di  Bologna.  Stette  longo  tempo  30 
in  piedi  questo  torrione,  ma  poi  per  la  voracitk  del  fiume  cadde  a  terra,  con  li  fondamenti 
del  ponte  vecchio,  et  cosi  rimase  senza  altra  memoria,  corae  insino  al  di  d'oggi  si  vede. 

Di  quest'anno  erano  ufBciali  delle  acque  Christoforo  Riosti,  Gabriel  Poeta  et  Antonio 
Magnani,  tre  delli  quattro  ufficiali  a  far  cavar  la  Centonara. 

Di  quest*anno  i  frati  di  San  Giacomo  di  strk  San  Donato  fabbricarono  le  volte  del  loro  35 
chiostro  grande  et  vi  fecero  i  parapetti  e  sedili. 

Alli  3  di  novembre  li  sedeci  reformatori  della  dttk  di  Bologna  fanno  loro  commissario 
Pirro  Malvezzi  della  loro  militia  et  lui  addimanda  50  guastatori  di  quei  di  Piumazzo  che  seco 
vadano  al  campo. 

Di  quest'anno  fra  Pietro  Riario  deirordine  minore  vescovo  Tarvisino  fu  creato  cardinale  40 
del  titolo  di  San  Sisto  et  Raffaelo  Riari  nepote  del  conte  Hieronimo  Riari  protonotario  apo- 
stolico  cardinale  di  San  Giorgio  al  Velo  d'oro. 

Anno  di  Cristo  1472.  —  Si  fanno  li  signori  antiani  secondo  il  consueto  con  il  confalo- 
niere  di  giustitia  et  del  popolo  et  massari  deirarti. 

AUi  20  di  gennaro,  il  lunedi,  appare  una  cometa  tutta  infuocata,  che  haveva  la  coda  che  45 
airoccidente  riguardava,  poi  ai  rivolse  al  settentrione;  et  dur6  80  giomi   et  sparve.     Poi  ne 
apparve  un'altra  la  quale  pareva  havere  i  raggi  di  fuoco  '. 


39.  ntlPorigiualt  dettte 
'  Crtmca  di  ytKomo, 


[A.  1472]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  1 1 1 


Di  quest'anno  morl  il  beato  Bernardino  da  Feltro  deirordine  de'  Zoccolanti,  il  quale  fu 
I       autore  di  far  in  Bologna  il  monte  della  Piet^. 

Gasparo  Lupari  h  eletto  podestk  di  Milano  et  si  parte  di  Bologna  del  mese  di  marzo 
et  passa  al  possesso  del  suo  magistrato. 

Alli  2  di  maggio,  il  sabbato,  giunge  in  Bologna  il  cardinale  Bessarione  niceno,  huomo 
dottissimo  nelle  lingue  et  filosofo  e  teologo  eccellente,  mandato  dal  pontefice  nella  Francia 
per  trattare  la  pace  fra  il  re  et  il  duca  di  Borgogna.  E  ricevuto  con  grandissimo  honore 
et  va  ad  alloggiare  al  monastero  de'  Servi  per  tre  giorni. 

Intendendo  il  senato  che  il  duca  Ercole  da  Este  haveva  condotto  di  Francia  a  Ferrara 

10  madonna  Leonora  figliola  del  re  Fernando  di  Napoli  per  sua  consorte,  gli  manda  gli  infra- 
scritti  ambasciatori:  Alberto  Cattanio,  il  conte  Andrea  Bentivogli  et  per  loro  cancelliere  Gio- 
vanni  Sabbadino  degH  Arienti,  li  quali  portarono  a  presentare  al  detto  duca  una  coppa  di 
cristallo,  una  confettiera  et  uno  fiasco  d'argento  lavorati  d'oro  con  smalti  et  con  Tarme 
della  cittk  di  prezzo  di  quattrocento  ducati;  et  fu  del  mese  di  luglio. 

1 5  Per  una  boUa  di  Siato  IV,  Guirone  abbate  di  Nonan'tola  conf erm6  la  Galeazza  in  emfi-       /.  w 

teusi  alli  conte  Guido  et  Galeazzo  di  Romeo  de'  Pepoli,  et  dell'anno  1475  di  nuovo  fece  la 
medesima  confermatione  et  di  Valbona. 

A  dl  primo  di  decembre,  il  martedl,  giunge  in  Bologna  uno  eremita  con  una  croce  grande 
di  legno  cavalcando  sopra  un  asinello,  il  quale  per  8  giomi  di  continuo  predico  su  la  piazza 

20  della  cittk  essere  Iddio  molto  adirato  contro  i  Bolognesi  per  li  loro  peccati  et  che  dovessero 
far  penitenza.  Questi  noii  accettava  cosa  alcuna,  se  non  quanto  era  il  suo  bisogno  per  vivere 
quel  giorno.  Et  alla  partita  di  Bologna  che  egli  fece,  assai  minacci6  la  cittk,  che  Iddio  la 
punirebbe;  et  partito,  segul  il  caso  infrascritto  de'  Caccianemici. 

Era  nella  cittk  Bartolomeo  figliolo  naturale  di  Christoforo  Caccianemici,  il  quale  essendo 

25  a  differenza  con  Antonio  di  Jacomo  del  Lino,  dopo  le  molte  parole  et  fatti  di  amendue,  vi 
si  trappose  Giovanni  Bentivogli  et  li  fece  fare  tregua  per  alcuno  spatio  di  tempo,  promettendo 
Christoforo  invece  di  Bartolomeo  il  figliolo  di  non  offendere  Antonio.  Data  la  fede  et  giun- 
gendo  alli  9  di  decembre,  il  mercoledi,  Bartolomeo,  assalt6  Antonio  et  lo  feri  a  morte  et 
poscia  si  fuggi  fuore  della  cittk.     II  che  intendendolo   Giovanni   Bentivogli,  fece  dar  segno 

30  alla  campana  della  citth,  et  armatisi,  gli  amici  di  Giovanni  passarono  alla  piazza,  \h  dove  tutto 
adirato  Giovanni  comando  che  subito  passassero  alle  case  di  Christoforo,  et  estratte  d'indi  le 
donne,  le  abbruggiassero;  et  trovandovi  Bartolomeo  il  conducessero  al  podest^.  Ora  il  popolo 
desideroso  di  vedere  novitk,  fece  quanto  haveva  Giovanni  ordinato,  et  trovando  1'  innocente 
Braiguerra  nepote  di  Christoforo,  Tuccisero.     Fu  Bartolomeo  bandito  et  Christoforo  il  padre 

35  fu  privo  del  senato  et  confinato  con  Alessandro  il  figliuolo;  il  quale  Alessandro,  sendo  fug- 
gito  in  casa  di  un  suo  araico  tutto  spaventato,  et  per  molti  giomi  tenuto  occulto,  sempre 
giorno  e  notte  grid6:  "  Aiuto,  aiuto,  vedete  che  sono  qui  per  uccidermi  „;  il  che  era  perchfe 
haveva  veduto  il  romore  successo  et  haveva  veduto  uccidere  Braiguerra  suo  consobrino  con 
tanta  crudeltL     Visse  questo  giovine  anche  in  essilio  sempre  con  questo  spavento;  nfe  potendo 

40  dormire,  nfe  mangiare,  finalmente  infelicemente  mori. 

Narrano  altri  diversamente  questo  fatto,  et  dicono  che  essendo  rimasto  vedovo  Cesare 
figliuolo  di  Christoforo,  che  haveva  per  mogHe  Isabetta  figliola  di  Pirro  Malvezzi,  et  es- 
sendo  giovine  di  molta  bellezza  et  di  maravigliose  fattezze,  o  fosse  per  invidia  o  per  altra 
cagione,  che  non    si  sa,  fu  una  notte  ferito  a   morte,  andando   egli  da  una  sua  innamorata, 

45  et  fu  di  ci6  incolpato  Antonio  figliolo  di  Jacomo  del  Lino.  Di  che  avvertito  Antonio,  and6 
a  ritrovare  Christoforo,  et  giurandoli  non  haver  colpa  alcuna  in  questo  fatto,  lo  preg6  si 
levasse  da  questo  sospetto.  Assai  si  doleva  Christoforo  del  caso  del  figliolo,  ma  per6  non 
diede  ad  Antonio  altra  risposta.  Ora  awenne  che,  Cesare  morto,  et  Antonio  per  assicu- 
rarsi    di   non   esser  assassinato  a   torto,  and6  a  ritrovare  Giovanni   Bentivogli,  et  seco  iscu- 

50  sandosi  come   innocente   della   morte   di   Cesare,  lo  preg6  che   volesse   interporsi  fra  lui  et 


212  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [k.  uraj 


Cristoforo,  perchi  potcMP  caminar  sicuro.  A  cui  Giovanni  diMC  che  niente  dubitasse  et 
che  Btessc  di  buona  vo^lia;  et  havendo  parlato  con  Criatoforo,  et  havuta  1a  fede  di  noii 
offenderlo,  ne  assicurb  Antonio,  il  quale  sotto  quette  parole  caminando  per  la  citt^  nenza 
{Tuardarsi,  fu  alla  flprovvista  a8s<ih'to  et  ferito  a  morte  da  Bartolomeo  figliolo  naturale  di 
Cristoforo,  et  cosl  fra  pochi  d)  si  mori.  Intesn  adunque  da  Giovanni  Bentivogli,  acceao  da 
grande  ira,  fece  dar  segno  alla  campana  di  San  Jacomo,  dove  si  radunb  gran  numero  di 
cittadini  armati,  et  conduttigli  alla  piazza,  gli  mand6  con  Antonio  Bentivogli  alla  casa  dl 
>.  $41  Christoforo  insieme  con  gran  parte  del  popolo,  comandandogli  che  quanti  de'  Caccia'nemici 
trovaase  tutti  gli  uccideaae,  et  saccheggiate  le  case,  le  abbrugiasse  insino  a'  fondamenti. 
Entrato  adunque  Antonio  in  casa,  trov6  Braiguerra  nepote  di  Cristoforo  per  paura  rinchiuao 
in  una  camera  con  Lucretia  figliola  di  Virgilio  Malvezzi  et  consorte  di  Alessandro  figliolo 
di  Cristoforo  et  quivi  uccisero  Tinnocente  Braiguerra  et  di  poi  il  gittarono  nel  mezzo  della 
atrada,  et  saccheggiata  la  casa,  et  mandate  fuore  le  donne,  rabbruggiarono.  Alessandro, 
che  in  questo  tempo  era  del  numero  delli  signori  antiani,  intendendo  la  crudeltk  che  de' 
suoi  si  faceva,  ispaventato  corse  alle  atanze  del  cardinale  di  Mantua  legato  et  gli  raccomand6  15 
la  propria  vita,  a  cui  ii  cardinale  promisse  di  salvario  presso  di  s^,  s)  come  fece.  Fu  poi 
confinato  Cristoforo  et  Alessandro  a  Mantua  et  un  altro  de'  Caccianemici  a  Faenza  et  Bar- 
tolomeo  fu  bandito  di  pena  capitale. 

Spiacque  questo  fatto  di  Giovanni   Bentivogli   a   molti   cittadini  et  molti   gentilhuomini 
cominciarono  a  conoscere  che  Giovanni  dava  principio  di  farsi  signore   della  citth,  poi  che  20 
a  suo   piacere   faceva  pigliar  Tarmi  al  popolo  et   faceva  saccheggiare  le  case  de'  cittadini; 
nondimeno  niuno  ne  mosse  in  pubblico  parola,  perchfe  vedevano  Giovanni  grande  nella  citti 
et  che  haveva  il  braccio  dal  duca  di  Milano. 

Alli  12  del  dettc  Giovanni  fa  radunare  il  senato  et  in  luogo  di  Cristoforo  fa  porre  nel 
senato  Bernardo  da  Sassoni  dottore,  qual  era  della  fattione  bentivolesca.  25 

Nasce  Antonio  Galeazzo  figliuolo  di  Giovanni  Bentivogli. 

La  regina  di  Rossia  figliuola  del  despoto  della  Morea  giunge  a  Bologna,  che  ne  andava 
al  suo  reame,  et  veniva  da  Roma,  ove  era  fuggito  il  padre  et  li  fratelli,  perchfe  il  Turco 
gli  haveva  tolta  la  signoria;  et  con  grandissimo  honore  fu  ricevuta.  AIIoggi6  nel  palazzo  di 
Virgilio  Malvezzi.  Ella  portava  indosso  un  mantello  di  broccato  d'oro  foderato  di  armellino  30 
con  una  veste  sotto  di  cremisino  et  un  balzo  in  capo  tutto  di  oro  et  cinto  d'ogn'intomo 
di  grossissime  perle  con  una  gioia  nel  braccio  sinistro  di  grandissimo  valore.  Ella  era  di 
piccola  statura  et  di  etk  di  24  anni  et  di  came  biancha,  bella  di  faccia  e  di  bellissimi  occhi. 
And6  a  visitare  la  sepoltura  di  san  Domenico,  accompagnata  da  Laura  figliola  di  Pirro  et 
con  la  figliola  di  Ercole  Malvezzi;  vi  era  il  signor  Roberto  da  San  Severino  et  li  suoi  figliuoli  35 
et  anche  Giovanni  Bentivogli  con  altri  assai  gentilhuomini  et  gentildonne;  conducevano  per 
!e  redini  la  sua  chinea  Francesco  di  Carlo  Bianchetti,  Trensentino  dalla  Serpa,  Agostino 
Marsili,  Lattantio  Bargellini,  Scipione  Marescotto,  Giovanni  Marsili,  tutti  vestiti  di  cremisino, 
eccetto  Scipione  che  era  vestito  di  broccato. 

Di  quest'anno  alli  18  di  novembre  il  cardinale  Bessarione,  ritornando  dalla  legatione  della"  40 
Franda,  mori  in  Ravenna,  et  il  corpo   suo  fu  trasportato  a  Roma   et  sepellito   nella   chiesa 
del  santo  apostolo  in  bel  sepolcro  di  manno  con  questa  inscrittione: 

BBSSARION  FHCI  HUNC   TUMULUM,   QUI   CONDBRIT   OSSA 
VKNERAT   UNDE   OLIM   SPIRITUS    ASTRA   PETET. 

Alli  25  di  decembre,  il  venerdi,  che  fu  il  giorao  del  nascimento  di  Gesu  Christo  nostro  45 
Signore,  prima  che  Giovanni  Bentivogli  la  mattina  uscisse  di  casa  per  andare  ad  ascoltare 
la  messa,  fece  cavalHere  aurato  Alberto  Cattanio  et  Bemardo  da  Sassoni  amendue  dottori; 
poi  andarono  tutti  con  allegrezza  alla   messa  in  San  Jacomo. 

In  quest'anno  si  vendeva  la  canape  scudi  2  il  cento;  un  legnaio  di  legne  scudi  9;  una 


[AA.  1472-1474]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  213 

castellata  d'uva  scudi  5,  soldi  10;  la  castellata  d'uva  d'oro  scudi  5;  cephali  soldi  1  la  libra; 
il  sale  soldi  5  la  corba;  il  formento  scudi  1,  soldi  6  la  corba. 

Anno  di  Cristo  1473.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  consueto  della  cittk  di  Bologna.       p.  »43 

In  questo  tempo  Virgilio  et  H  fratelH  figlioli  gik  di  Gasparo  Malvezzi  ottennero  un  breve 

5  dal  cardinale  Pietro  patriarca  constantinopolitano,  legato  di  Perugia,  Toscana,  Lombardia  et  di 

Venetia,  di  poter  introdurre  li  frati  Eremiti  di  sant'Ago8tino  al  governo  delle  chiese  di  San 

Giovanni  Battistn  di  Castel  Guelfo  et  di  San  Martino  nel  Medesano,  diocese  di  Bologna  ambe- 

due  insieme  unite  et  iuspatronato  di  detti  signori,  sotto  la  data  di  Ferrara  alli  14  d'ottobbre. 

Alli  21  di  febbraro,  la  domenica,  h  condotta  madonna  Lucretia  da  Malavolti  da  Siena 

10  sposata  al  signor  Roberto  da  San  Severino  capitano  del  duca  di  Milano,  che  habitava  in  Bo- 

logna  nella  casa  di  Bartolomeo  da  Sala  da  San  Giorgio,  a  lui ;  et  entr6  in  Bologna  con  una 

veste  tutta  d'oro  sedendo  sopra  un  palafreno  bianco  come  neve,  sendo  ella  fra  il  fratello  del 

cardinale  legato  et  Giovanni  Bentivogli,  accompagnata  da  500  cavalli. 

A  di  28  di  febbraro  il  papa  concede  a  Giovanni  BentivogH  che,  mancando  lui,  il  primo 
15  suo  figliuolo,  che  viverk,  ottenga  il  luogo  suo  delli  sedici. 

Giovanni  Bentivogli  dk  per  moglie  Costanza  sua  figliastra,  gik  figliola  di  Santi  et  di  Gi- 
nevra  sua  consorte,  al  conte  Antonio  Maria  de'  Pichi  della  Mirandola;  et  alli  14  di  marzo,  la 
domenica,  con  grandissima  pompa  la  manda  allo  sposo. 

Giovanni,  vedendoai  da  tutti  li  signori  d'  Italia  apprezzato  et  nella  sua  patria  molto  ripu- 

20  tato,  si  delibera  di  tentare   di   ottenere   privilegi   dal  pontefice   di   potere   creare   notari   et 

dottori   et  legitimare   et   cose   simili,  et  a  sua  petitione  il  senato   manda  a  Roma   Bernardo 

de'  Sassoni  con  honorata  compagnia;  il  quale  ottenne  tutto  quello  che  addimandd.     Appare 

il  privilegio  autentico  nelle  mani  deirEccellenza  signor  Cornelio  Bentivogli. 

Alli  26  di  aprile,  il  lunedi,  giungono  in  Bologna  Sigismondo  et  Alberto  da  Este  fratelli 
25  del  duca  di  Ferrara,  Galeazzo  et  il  conte  Antonio  Maria  fratelli  dalla  Mirandola,  il  signor 
Marco  de'  Pii  da  Carpi,  il  signor  Matteo  Boiardo  signor  di  Scandiano,  il  conte  Nicolb  Ran- 
goni  signor  di  Spilimberto,  Nicolo  de'  Contrari  da  Vignola  con  molti  altri  gentilhuomini  et 
altre  persone,  che  in  somma  erano  500  cavalli,  che  passavano  a  Napoli  per  madonna  Eleo- 
nora  sposa  del  duca  Ercole ;  et  f urono  da'  Bolognesi  honoratamente  ricevuti.  AUoggiarono  nel 
30  palazzo  di  Giovanni  BentivogH. 

AUi  11  d'agosto,  il  mercoledl,  Battista  Mangioli  muore,  et  h  sepolto  nella  chiesa  di 
san  Jacomo.  Era  Battista  nobile  di  sangue,  ma  piu  nobile  di  virtu;  diede  di  sfe  chiaro  es- 
sempio  a  tutta  la  cittk,  perciochfe,  havendo  gran  ricchezze,  le  dispensb  parte  alle  sue  figliole 
et  parte  a  sacri  monasteri  et  altri  luoghi  pii.  Egli  fece  quasi  tutto  il  monastero  del  Corpo 
35  di  Cristo  et  vivendo  era  il  rifugio  de'  poveri;  marit6  molte  donzelle  et  era  divoto  et  fre- 
quente  alle  chiese,  donandole  molte  limosine. 

A  dl  primo  di  settembre,  il  mercoledl,  giunge  alla  cittk  fra  Pietro  delFordine  de'  Minori 
cardinale  di  San  Sisto,   che   andava  a  Milano  a  trattare   parentado   fra  il   duca   et  il  conte   , 
Jeronimo  Riario  suo  fratello  con  madonna  Catherina  figliuola  naturale  del  detto  duca.   Alloggi6 
40  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli  et  tenne   alla   cresima  un   suo  figliolo   maschio  et   don6 
al  fanciullo  una  gioia  et  a  madonna  Ginevra  una  grossissima  perla. 

II  papa  fa  senatore  di  Roma  Gasparo  Grassi  dottore  et  cavalliere,  et  si  parti  da  Bo- 
logna  alli  15  di  ottobbre,  il  venerdl. 

Questo  anno  il  monastero  et  la  chiesa  di  santa  Maria  della  Misericordia  fuore  della  porta 
45  di  strk  Castiglioni  h  dato  alli  frati  Eremitani  di  San  Agostino  dalli  monachi  di  Monte  Oliveto. 

Anno  di  Cristo  1474.  —  Si  creano  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto.  p.  144 

Alli  5  di  gennaro,  il  mercoled),  fra  Pietro  da  Savona  cardinale  di  San  Sisto  nipote  del 


II.  Sala|  HeWorigi*aU  Sale  —  16-18,  un  segno  a  fenna  nej  margine  simstro  —  19-13.  segni  a  fenlta  nel  mar- 
gtn*  sinistro 


214  mSTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  1474-14751 

papa,  che  haveva  tutto  il  maneggio  della  Chiesa  nelle  mani,  muore ;  et  11  senato,  intendendo 
la  morte  sua,  manda  Giovanni  Filippo  Salarolo  ambasciatore  a  Roma  al  papa  a  condolersi 
del  nipote  et  al  conte  Jeronimo  a  condolersi  del  fratello.  Et  si  parti  di  Bologna  alli  20  di 
gennaro,  il  giovedi,  et  giunto  a  Roma,  et  fatto  rofiicio  della  pieth,  addimand6  poi  al  pontefice 
gratia  di  concedere  che  Annibale  primogenito  di  Giovanni  Bendvogli,  che  era  di  anni  5, 
potesse  succedere  nel  primato  del  senato,  mai.cando  il  padre,  et  anche  confirmargli  il  datio 
delle  cartescUe,  con  autoritii  di  poter  legittimare  bastardi,  et  ottenne  quanto  addimand6;  et 
partissi  di  Roma  et  giunse  a  Bologna  alli  26  di  marzo,  il  sabbato. 

Nel  qual  giorno  anche  venne  nella  cittk  Christiemo  re  di  Datia  et  di  Norvegia,  che  ne 
andava  al  papa;  alloggi6  nel  palazzo  de'  signori  et  lu  con  grande  amorevolezza  raccolto.  10 
Era  questo  re  tutto  vestilo  di  negro  con  una  beretta  rossa,  et  portava  nel  petto  un  segno 
come  portano  U  peregrini  che  vanno  a  San  Jacopo  di  Galitia,  Fu  il  dopo  desinare  da  Gio- 
vanni  Bentivogli  et  da  molti  altri  gentilhuomini  et  cittadini  accompagnato  per  la  cittA  et 
poi  condotto  alla  chiesa  di  san  Domenico,  dove  visit6  il  santissimo  corpo  di  san  Domenico. 
Et  avanti  la  sepoltura  del  santo  fece  cavalliere  aurato  Annibale  primogenito  di  Giovanni  15 
Bentivogli,  sendovi  presente  il  signor  Roberto  da  San  Severino  capitano  di  1200  cavalli  del 
duca  di  Milano,  et  habitava  in  Bologna;  il  quale,  insieme  con  Carlo  Antonio  Fantucci,  li  po- 
sero  gli  speroni  d'oro;  poi  il  seguente  giomo  11  re  si  partl. 

U  duca  Galeazzo  in  questo  anno  piglia  Imola  datali  dal  signore  Taddeo  Manfredi  per 
esser  egli  a  differenza  con  Guidazzo  il  tigliuolo,  la  quale  cittk  poi  egli  diede  in  dote  a  ma-  20 
donna  Catherina  sua  tigliola  naturale  maritata  al  conte  Gieronimo  Riario. 

E  que8t'anno  gran  carestia  di  grano  percioch^  si  vendeva  la  corba  lire  tre.  Giovanni 
Bentivogli  ne  fece  condurre  assai  di  Romagna  et  di  altri  luoghi  et  il  pose  a  lire  una  et 
soldi  dieci  la  corba.     II  che  fu  cagione  che  egli  acquistasse  i  cuori  et  ramore  del  popolo. 

Del  mese  di  giugno  sono  grandissime  pioggie,  in  modo  che  tutti  li  campi  s'allagano  uscendo  25 
i  fiumi  dal  lor  letto  et  facendo  di  molti  mali.  Et  per  placare  Tira  di  Dio,  il  senato  alli 
25  di  giugno,  il  venerdl,  fa  portare  in  Bologna  la  sagratissima  imagine  della  gloriosa  Vergine 
di  San  Luca  et  si  fanno  divote  processioni;  et  il  terzo  di,  che  fu  la  domenica,  cant6  la  messa 
nella  chiesa  di  san  Domenico  Ludovico  Ludovisi  commendatore  deirabbatia  di  san  Felice  et 
rettore  et  capellano  dell'altare  di  san  Jeronimo  nella  chiesa  parrochiale  di  san  Tomaso  del  30 
mercato.  Sono  portate  quasi  tutte  le  reliquie  della  cittk,  et  fra  le  altre  il  capo  di  san  Pe- 
tronio,  il  capo  di  san  Domenico,  la  testa  di  san  Floriano,  la  testa  di  san  Procolo,  la  testa  di 
san  Felice,  la  mano  di  santa  Cecilia  et  altre  reliquie^  Et  come  piacque  a  Dio,  il  tempo  si 
rasseren6  et  8eguit6  anche  buon  ricolto,  oltre  che  Giovanni  molto  ne  fece  venire  di  Romagna. 

Anno  di  Cristo  1475.  —  Sono   creati   li   magistrati  secondo   il   consueto   della  cittil,   e  35 
Jacomo  Lupari  va  per  podestk  di  Genova. 

Alli  17  di  gennaro,  il  martedl,  il  conte  Guido  Pepoli  conduce  a  Bologna  la  sua  consorte 
madonna  Isotta  figliuola  del  conte  Ugo  Rangone  da  Modena  con  tanto  honore  et  apparato 
che  fu  cosa  maravigliosa,  perciochfe  le  vie  tutte  erano  apparate  per  le  quali  la  sposa  passar 
doveva  per  andare  al  palazzo  dello  sposo.  Ella  eutro  nella  citta  accompagnata  da  infiniti  40 
/.  **s  gen'tilhuomini  si  bolognesi  come  niodonesi,  et  giungendo  al  palazzo  de'  Pepoli,  hebbe  incon- 
tro  molte  gentildonne  della  cittk  riccamente  addobbate,  le  quali  con  molte  ceremonie  amo- 
revolissimamente  la  riceverono  conducendola  in  casa.  Fu  il  conte  presentato  da  tutti  li  cit- 
tadini,  dalli  artefici,  compagnie  et  da  tutte  le  ville,  et  egli  tenne  per  tre  giorni  con  gran 
magnificenza  corte  bandita.  Furono  scalchi  molti  nobili  cittadini  vestiti  di  drappo  con  va-  45 
rie  imprese  et  ricami.  Furono  anche  in  questo  convito  presentati  ad  ogni  bandigione  vari 
animali  di  zuccaro  fatti  del  naturale,  come  fagiani,  pavoni,  peraici,  quaglie,  capretti,  conigli, 
lepre  et  simili;  in  somma  furono  le  feste  sontuose,  opulenti  et  maravigliose  et  pacifiche. 
Questa  Isotta  Rangoni  aveva  nome  Bernardina,  ma  non  piacendo  allo  sposo  questo  nome,  glielo 


[AA.  1475-1476]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  215 

mut6  in  Isotta.  Nelli  3  giorni  delli  pasti  vi  mangiarono  piii  di  1000  persone,  64  donne  del 
fiore  della  nobilt^.  Dalla  detta  moglie  ebbe  11  figliuoli  maschi  et  tre  femine.  Del  1486 
questa  donna  falli  per  quindicimila  lire,  percib  and6  a  Modena  et  poi  accord6  i  creditori  suoi. 
Alli  18  di  febbraro,  il  sabbato,  havendo  ascoltata  la  messa,  il  signor  Giovanni  Bentivogli 
5  in  San  Jacomo  nella  sua  capella,  alla  presenza  di  molti  nobili  cittadini,  fece  cavalliere  aurato 
Ludovico  da  Castel  San  Piero. 

Madonna  Ginevra  moglie  del  signor  Giovanni,  essendo  stata  invitata  a  Pesaro  dal  signore 
Costanzo  suo  fratello  alle  nozze  della  sua  sposa  Maria  Camilla,  che  egli  conduceva  di  Ca- 
labria,  figliola  del  prencipe  di  Rossano  nata  di  una  sorella  di  Ferrando  re  di  NapoU,  si  parte 
10  alli  19  di  maggio,  il  venerdi,  con  90  cavalli,  accompagnata  dal  conte  Gherardo  Bevilacqua, 
da  Costanza  sua  consorte,  da  Carlo  Antonio  Fantucci,  da  Jeronimo  Ranucci  et  da  Giovanni 
Filippo  Salarolo  con  molti  altri  nobili  et  gentildonne  di  Bologna,  riccamente  tutti  vestiti  et 
ornati  di  gioie;  et  finita  la  festa  ritomarono  a  Bologna. 

Alli  10  d'ag08to,  il  giovedl,  Gasparo  Grassi  passa  a  Fiorenza  eletto  per  podestk  di  quella  cittk. 
1  5  Alli  24  di  settembre,  la  domenica,  il  signor  Giovanni  Bentivoglio  marita  Maria  Isabetta 

sua  figliola  naturale  in  Lattantio  Bargellini,  et  si  fa  gran  festa. 

Alli  4  di  ottobbre,  il  mercoledi,  che  fu  la  solennitk  di  san  Petronio,  il  senato  fa  giostrare 

un  palio  di  panno  d'argento,  dove  si  trovarono  50   giostratori;  dur6   la  giostra  tre   hore   et 

ne  riport6  Thonore  et  11   premio  Luigi   figliolo  di   Antonio  Trotto   capitano   de'   Bolognesi. 

20  Furono  capi  della  giostra  il  signor  Giovanni  et  Ercole  figliuolo^gik  di  Santi;  dall'altra  parte 

il  signor  Roberto  da  San  Severino  et  Antonio  Trotto. 

Giovanni  Alimenti  de'  Negri  protonotario  apostolico  di  Francesco  Gonzaga  cardinale  di 
Mantova,  legato  di  Mantova  etc,  a  di  27  di  ottobbre   per  pubblico  privilegio  fa  donatione 
di  tutti  li  beni  mobili  et  immobili  che  erano  di  Delfino  degl'Atticonti  a  Giovanni  Bentivogli 
25  et  a  Vergilio  Malvezzi;  appare  sotto  la  data  di  questo  giorno  il  breve. 

Si  principia  la  chiesa  deirAnnonciata  fuori  della  porta  di  San  Mamolo  vicino  la  chiesa 
di  san  Basilio,  in  un  palazzo  de'  Bardi  da  Fiorenza,  il  quale  fu  dalli  frati  Zoccolanti  com- 
prato;  et  gettarono  a  terra  la  detta  chiesa  di  san  Basilio. 

Anno  di  Cristo  1476.  —  Si  creano  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto.     Luchino 
30  de'  Negri  da  Savona  6  fatto  podestk  et  capitano  della  cittk  di  Bologna. 

Lodovico  Caccialupi  cavaliere  aurato  et  uno  de'  senatori  passa  alPaltra  vita,  et  in  suo 
luogo  fe  surrogato  Gasparo  di  Filippo  Bargellini. 

Alli  6  di  gennaro,  il  sabbato,  essendo  Andrea  figliolo  di  Jacomo  Ingrati,  ora  Grati,  creato 
nel  numero  de'  confallonieri  del  popolo,   et  essendo   passato  a  casa   sua  il  signor  Giovanni 
35  Bentivogli  con  gran  compagnia  di  cittadini'  per  accompagnarlo  al  palazzo  de'  signori,  il  fece       >.  vd 
cavaliere  aurato;  poi  alli  25  di  febbraro  fece  parimente  cavaliere  Floriano  di  anni  28,  figliuolo 
di  Carlo  Malvezzi,  essendo  nel  suo  palazzo,  et  prima  che  egli  andasse  a  messa. 

Alli  14  di  marzo,  il  giovedi,  si  pubblica  la  indulgenza  plenaria  del  giubileo  concessa  dal 

pontefice  a  chiunque  dalli  14  di  marzo  insino  airottava  di  Pasqua   di  Resurretione   visitark 

40  rinfrascritte  chiese,  cioh:  San  Pietro,  San  Petronio,  Santo   Stefano,   San   Francesco.     Fece 

Sisto  pontefice  neiranno  avanti  celebrare  il  giubileo,  parendogli  che,  per  esser  sl  breve   la 

vita  humaaa,  fosse  troppo  ad  aspettare  il  cinquantesimo  anno. 

Filippo  cardinale  et  vescovo  di  Bologna,  sendo  in  Roma,  del  mese  di  agosto  si  muore, 
et  in  suo  luogo  il  papa  vi  pone  Francesco  Gonzaga  cardinale  et  legato  della  citti,  accioch^ 
45  dispensasse,  o  per  dir  meglio,  dissipasse  i  beni  della  Chiesa. 

Alli  26  di  decembre,  il  giovedi,  che  fu  la  festa  di  santo  Stefano,  Giovanni  Aidrea  da 
Lampugnano,  Jeronimo  Olgiato,  che  furono  .discepoli  di  Cola  de*  Montani  di  Gagio  da  Bolo- 


13.  conj  neWoriginaie  con  con  —  47,  Gagio]  neWoriginalt  Sagio 


216  HISTOKIA  DI  BOLOGNA  lAA.  i476-i477i 


10 


gna,  nella  chiesa  di  santo  Stefano  in  Milano  cnidelmente  uccidono  Galeazzo  Maria  Sforza 
duca  di  Milano,  di  et^  di  33  anni,  sendo  stato  10  anni  signore  di  Milano;  la  cui  morte  in- 
teaa  a  Bologna,  spiacque  oltre  modo  a  tutta  la  cittk  et  in  particolare  al  aignore  Giovanni 
Bentivogli.    Fu  poi  gridato  il   nome  di   Giovanni  Galeazzo   come   vero  duca  e  Bucceasore 

al  padre. 

Alla  fine  di  que8t'anno  il  grano  valeva  scudi  2  e  soldi  2  la  corba,  il  miglio  acudi  1 
aoldi  4  la  corba,  la  fava  scudi  1  8oldi  12  la  corba,  la  marzola  acudi  1  soldi  8  la  corba,  il 
vino  soldi  1  denari  6  la  libra. 

Anno  di  Cristo  1477.  —  Sono  creati  li  magistrati  secondo  Tubo  della  cittiu  Mariano 
Baglioni  da  Perugia  fe  fatto  podestk  di  Bologna. 

AUi  5  di  gennaro,  la  domenica,  il  duca  Carlo  di  Borgogna  6  da'  Svizzeri  tagliato  a  pezzi. 

Alli  30  di  aprile,  il  mercoledi,  giunge  in  Bologna  madonna  Caterina  figliola  naturale  del 
gia  duca  Galeazzo  con  100  cavalli  fra  vescovi,  protonotari,  cavalieri  et  gentilhuomini,  che 
era  sposata  al  conte  Jeronimo  Riario  da  Savona  nepote  del  pontefice.  Fu  ricevuta  con  gran- 
dissimo  fausto  et  alloggib  nel  palazzo  del  signor  Giovanni,  et  fu  lietamente  da  madonna  Gi-  15 
nevra  raccolta.  Poscia  ai  parti  e  paasb  a  Imola,  sua  dote,  e  d'indi  a  Forli  al  conte  che 
quivi  Taspettava. 

II  senato  manda  ambasciatori  al  novello  duca  di  Milano  a  condolersi  della  morte  del- 
r  illustrisHimo  padre  et  a  rallegrarsi  della  sua  pigliata  signoria. 

Muore  Cola  da  Ascoli  huomo  di  dottrina  et  di  molta  prattica  ne'  govemi  della  repub-  20 
blica;  fu  gik  secretario  di  Antonio  Galeazzo,  di  Annibale  Bentivogli  et  del  signor  Giovanni 
Bentivogli,  dal  quale  hebbe  in  dono  rarme  della  sega  et  lo  fece  della  casa  de'  Bentivogli. 
Mentre  visse  fabbricb  in  San  Jacomo  una  cappella  vicino  la  sagrestia,  dove  stava  il  sandssimo 
Sagramenlo,  hoggidi  con  licenza  delli  signori  Bentivogli  concessa  alla  famiglia  delli  Malva- 
sia,  Botto  il  titolo  di  san  Michele  Arcangelo,  dove  fe  una  bellissima  tavola  fatta  per  mano  25 
di  Lorenzo  da  Bologna  famoso  pittore,  che  successe  a  Michel  Angelo  nel  luogo  di  san  Pie- 
tro  di  Roma;  cosa  nel  vero  fra  le  cose  di  Bologna  belle  istimata.  Fu  sepolto  Cola  alli  13  di 
maggio,  il  martedi,  nella  chiesa  di  san  Jacomo  con  grande  honore. 

Christoforo  degrAriosti,  uno  del  senato,  alli  dui  di  agosto,  il  sabbato,  muore;  fu  sepolto 
a  San  Pietro,  et  nel  luogo  suo  del  magistrato  successe  Jacomo  di  Tomaso  da  Montecalvo.       30 
^.  ,^;  A  dl  4  d'agosto  si  comincia  la  fabrica  del  portico  de'  frati  di  san   Jacomo  deirordine 

de'  frati  Eremitani  in  strk  San  Donato  con  volont^  et  consenso  delli  magnifici  et  potenti  huo- 
mini  Giovanni  de'  Bentivogli  et  Virgilio  Malvezzi,  eletti  sopra  detta  fabrica  per  maestro 
Ambrosio  da  Cora  generale  di  detti  frati  et  di  fra  Giovanni  de  Ripis  priore  di  detto  con- 
vento  et  altri  padri  loro.  Et  questo  tutto  il  fece  amore  Dei  la  camera  della  magnifica  cittk  35 
e  commimitJi  di  Bologna  per  vigore  et  concessione  di  una  entrada  di  un  quattrino  per  ogni 
lira  che  si  spende,  come  appare  per  un  decreto  di  essa  communitk  concessa  a  detti  frati; 
era  tesoriero  Carlo  Antonio  Fantuzzi.  Finito  il  detto  portico,  costd  in  tutto  lire  tremila  sei- 
cento  trentatrfe,  soldi  7  e  denari  3. 

Alli  3  di  settembre,  il  mercoledl,  Alessandro  Tartagno  da  Imola  eccellentissimo  dottore  40 
di  etk  d'anni  53  muore  in  Bologna,  et  fu  sepellito  con  gran  mestitia  di  tutto  lo  Studio  a 
San  Domenico.  Fu  poscia  fattagli  dalli  figliuoli  una  sepoltura  nobile  di  marmo  molto  arti- 
ficiosamente  lavorata  posta  al  lato  sinistro  della  capella  maggiore.  Esso  comincib  vivendo 
un  bellissimo  palagio  in  strk  Maggiore  nel  principio  della  salicata  de'  Servi  et  lasci^  tre 
figliuoli  a  questa  valle  di  miseria.  45 

Alberto  Cattanio  dottore  et  cavaliere,  del  numero  de'  senatori,  muore  alli  17  di  settem- 
bre,  il  mercoledi.  Fu  sepellito  a  San  Domenico  andandovi  solamente  li  detti  padri,  perch^ 
ordinu  che  cosl  si  dovesse  fare,  sendo  egli  confaloniere  di  giustitia;  et  fece  questo  per  mo- 
derare  i  funerali  et  perch^  si  levassero  le  tante  compagnie  et  religioni  et  inviti  de'  parenti. 


[A.  1477]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  217 


et  suonare  di  campane  di  varie  chiese  con  eccessiva  spesa  et  della  repubblica  et  delle  fa- 
miglie  private.  Non  volle  anche  che  vi  si  facesse  n^  stendardi,  nh  bandiere,  n^  scudi;  in 
somma  voiresser  sepellito  semplicemente.  La  qual  ordinatione  da  lui  fatta  piacendo  di  poi  al 
senato,  con  licenza  del  legato,  egli  statul  et  ordino  che  da  indi  in  poi  niuno  defonto  po- 
5  tesse  havere  piu  che  una  regola  de  frati  et  che  non  si  sonasse  se  non  la  campana  delia  paro- 
chia  sua  ove  egli  era  morto  et  della  chiesa  ove  si  seppeliva.  Fu  poi  dal  senato  surrogato 
nel  suo  luogo  Bonifacio  il  fratello. 

Pietro  della  Maldura  bergamasco  deirordine  di  San  Domenico,  di  gran  dottrina  et  san- 
titk,  in  questi  tempi  fu  in  grande  estimatione  in  Bologna,  dove  con  pubblico  salario  et  con 

10  gran  diligenza  lesse  teologia  et  filosofia,  et  quivi  ridusse  tutti  i  libri  di  san  Tomaso  di 
Aquino  in  un  solo  volume  et  altre  cose  degne  scrisse '. 

Havendo  Guido  et  Galeazzo  de'  Pepoli  pagad  delle  5  parti  le  quattro  di  certa  somma 
di  danari,  debiti  per  una  nuOva  fabbrica  della  canonica  della  chiesa  di  Bologna,  li  quali  erano 
di  una  vendita  fatta   di  una   casa  chiamata   Gregoriana  situata   in  Bologna,   come  avanti   h 

15  detto,  et  volendo  li  detti  Pepoli  cautamente  pagare  la  detta  quinta  parte,  si  supplic6  al  pon- 
tefice  in  questa  forma,  cioe:  "  Beatissime  pater.  Alias  S.  V.  certam  domum  olim  Gregoria- 
"  nam  nuncupatam  in  civitate  Bononiae  consistentem  vendi  mandavit,  ejusque  pretiiun  in  no- 
"  vae  canonicae  ecclesiae  bononiensis  construendae  converti  mandavit,  deputans  ad  id  bonae 

*  memoriae   Philippum   episcopum  Portuensem  S.   V.  et  sedis   Apostolicae   maiorem   poeni- 
20   *  tentiarium,  qui  dictae  ecclesiae  ex  commissione  Apostolica  tunc  praeerat.     Cum  autem  prae- 

"  dicta  domus  concessionis  et  mandati  huiusmodi  vigore  devotis  oratoribus  vestris  Guidoni  et 
"  Galeatio  de  Peppulis  laicis  Bononiae  pro  certa  summa  in  certis  terminis  persolvenda  vendita 

*  fuerit,  ac  post  obitum  ipsius  Philippi  episcopi  tres  ex  canonicis  dictae  ecclesiae  ad  diclam 
"  fabricam    continuandam  et   perficiendam   deputati  per  ipsius   ecclesiae    capitulum   fuerint, 

25   "  iamque  per  oratores  praedictos  quatuor  partes  dictae  summae  persolutae  sint,  dubitentque 

"  an  soluta  alia  quinta'  et  ultima  parte  restante  per  capitulum  et  deputatos  praedictos  absolvi       p.  $41 
"  possint,  cum  dicta  Apostolica  authoritate  deputati  non   fuerint,   supplicant  humiliter  S.  V. 
"oratores  praefati,  quatenus  eius  specialem  gratiam  facientes  dictae   deputationis,  et  soluta 
"  quinta  et  ultima  parte  huiusmodi  restante  ac  eis  constito   quod   residuum   solverint,   eos  a 

30  "  debito  huiusmodi  penitus  et  omnino  quietent,  liberent  et  absolvant,  alias  in  omnibus  et 
"  per  omnia  iuxta  formam  et  tenorem  contractus  desuper  habiti  et  facti  committere  et  man- 
"  dare  misericorditer  dignemini  de  gratia  speciali,  approbando  omnia  quae  per  dictos  depu- 
"  tatos  facta  sunt  et  in  posterum  fient,  constitutionibus  et  ordinibus  Apostolicis  caeterisque 
"  in  contrarium  f acientibus  non  obstantibus  qulbuscumque.     Fiat  ut  petitur   f.  et  per  breve 

35  "S.  V.  fiat  i.„. 

Alli  quali  3  canonici  della  chiesa  cathedrale  di  Bologna  eletti  alla  detta  fabrica  per  il 
capitolo,  il  papa  cosl  rispose :  "  Dilecti  filii,  salutem  et  apostolicam  benedictionem.  Mittimus 
"  ubique  supplicationem  gentibus  introclusam  manu  nostra  signatam;  volumus  igitur  et  vobis 
"  committimus  ac   mandamus,  ut  vocatis   vocandis,  ad   illius  exequutionem   procedatis   iuxta 

40  "  eius  continentiam  et  signaturam  nostram.  Datum  Romae  apud  Sanctum  Petrum  sub  annulo 
"  piscatoris  die  17  iunii,, 

Desideroso  il  signor  Galeotto  Manfredi  di  f arsi  signore  di  Faenza  et  cacciare  fuora  Carlo 
il  fratello,  vi  passb  sopra  con  molta  gente  della  signoria  di  Venetia,  de'  quali  era  capitano 
de'  cavalli;  et  dopo  molti  assalti  datele,  veggendo  che  il  dissegno  suo  non  riusciva,  ricorse 

45  al  duca  di  Milano,  .promettendoli  continua  servitii  se  Taiutava  in  questa  impresa.  II  duca 
glielo  promisse,  et  a  questo  effetto  scrisse  al  signor  Giovanni  Bentivogli  che  con  le  genti 
d'arme  andasse  a  Faenza  et  facesse  ogni  suo  sforzo  d'  introdurvi  il  signore  Galeotto.  Laonde, 
radunati  li  soldati,  et  posta  a  ordine  la  bombarda  grossa,  si  partl  di  Bologna  alli  13  di  de- 
cembre,  il  sabbato,  et  pose  I'assedio  alla  rocca  ove  era  il  signor  Carlo;  et  abbattendola  con 

1  GuAzzo,  fogUo  317. 


218  HLSTORIA  DI  BOLOGNA  lAA.  1477-1478) 


la  botnbarda  et  altre  machine  tanto  1a  travagU6,  che  iinalmente  Carlo  a  patti  si  rew  et 
consignb  al  signor  Giovanni  la  fortezza.  Et  d'indi  partitosi,  se  ne  and6  a  Napoii,  dove  fu 
benignamente  dal  re  raccolto,  dove  miserabilmente  fini  la  vita.  Ilavuto  adunque  Galeotto 
il  dominio  di  i<"aenza,  Giovanni  Bentivogli  se  ne  ritorn6  a  Bologna. 

In  quest'anno  si  vendevano  i  marzadelli  soldi  30  la  corba,  ii  paro  de'  capponi  soldi  5  denari     5 
6,  la  fava  soldi  34  la  corba,  Tolio  scudi  5  soldi  5  il  cento,  came  di  vitelio  denari  10  la  libra, 
carne  di  manzo  denari  8  la  libra,  canape  scudi  3  il  cento,  il  grano  scudi  2  soldi  5  la  corba. 

Anno  di  Cristo  1478.  —  Sono  creati  li  magistrati  secondo  il  soHto  della  chtk. 

Aili  10  di  febbraro,  il  martedi,  Jeronimo  di  Noch  awisa  il  senato  bolognese  della  morte 
di  Ercole  Malvezzi  capitano  de'  cavalli  de'  Venetiani,  il  quale  fu  da'  Turchi  ferito  a  morte  10 
con  una  saetta  nella  gola  et   di  quella  si  mori   alla  guerra  di  Scodra.     Et  fra  le  altre  cose 
scrive  che   in  questa   orribile   et   tremenda   battaglia   tanta   fu  la   copia   delle   saette   che   i 
Turchi  trassero  nella  cittfi,  che  gli  huomini  se  ne  servivano  in  luogo  di  legna  per  fame  il  fuoco. 

NicoI6  detto  delKArca  scultore  et  piltore  fece  la  nostra  Donna  di   bronzo,   che  ^  nella 
facciata  del  palazzo  dove  hoggidi  sta  il  legato  et  li  signori  quaranta,  alta  4  braccia.  15 

Alli  15  d'aprile,  la  domenica,  Giovanni  Guidotto,  uno  de'  senatori  et  confalloniere  di  giu- 

stitia,  huomo  di  singolar  prudenza  et  molto  esperto   nel  goverao   della   repubblica,  passa   a 

miglior  vita,  et  b  sepolto  alla  chiesa  di  san  Domenico.     Lascio  dopo  di  st  tre  figliuoli,  ciofe 

>.  t49       Salustio,  Aurelio  et  Saulo,  li  quali  per  esser  fanciuIU,  fu  surrogato  nel  luo'go  del  padre  loro 

Ludovico  da  Castello  San  Pietro  dottore  et  cavalliere.  20 

Disponendosi  il  signor  Giovanni  Bentivogli  di  dar  moglie  ad  Annibale  il  %Iiuo1o,  tratta 
con  i1  duca  Ercole  da  Este  signor  di  Ferrara  di  havere  Lucretia  sua  tigliuola  naturale  (era 
Annibale  d'anni  9  et  la  fanciuUa  d'anni  8);  et  conchiuso  il  fatto,  Giovanni  mand6  Bemardo 
de'  Sassoni,  Carlo  Antonio  Fantuzzi,  Jeronimo  Ranucci,  Bonifacio  Cattanio,  con  honorevo- 
iissima  compagnia,  a  sposarla  con  ampio  mandato  a  nome  di  Annibale ;  fu  del  mese  d'aprile.  25 
Li  quali  furono  con  grande  honore  dal  duca  ricevuti.  Et  sposata  la  fanciuUa,  et  fatto  il 
contratto,  volle  il  duca  mostrarsi  et  liberale  et  cortese  verso  gli  detti  ambasciatori,  et  per- 
ci6  cre6  Jeronimo  et  Bonifacio  cavallieri  aurati,  et  poscia  a  ciascuno  di  loro  donando  18  brac- 
cia  di  drappo  d'oro,  et  alli  servitori  altri  doni,  gli  rimand6  a  Bologna. 

Essendo  la  famiglia  de'  Pazzi  in  Firenze  nobilissima  et  ricchissima,  non  poteva  soffrire  30 
di  essere  da' Medici  nella  sua  patria  disfavorita  et  conculcata;  laonde  per  potersi  nella  sua 
solita  grandezza  meglio  conservare,  dessignorono  sopra  la  vita  di  Lorenzo  et  di  Giuliano 
una  gran  congiura.  Et  giunta  Thora  destinata,  essendo  amendue  li  detti  Medici  nella  chiesa 
catedrale,  fu  Giuliano  mortalmente  ferito  nel  petto  et  con  altri  molti  colpi  toltagli  la  vita. 
Ma  Lorenzo,  facendo  buona  difesa,  fu  colpito  di  ima  sola  picciola  ferita  alla  gola,  et  si  salv6  35 
nella  sagristia,  sendo  a  questo  gran  timiulto  presente  il  cardinale  Rafaello  Riario,  che  dallo 
Studio  di  Pisa  dalli  congiurati  era  stato  menato  a  spasso  a  Firenze,  con  dissegno  che  alle 
feste  che  se  gli  facevano  una  volta  trovar  vi  si  dovessero  et  Giuliano  et  Lorenzo. 

Ora  Lorenzo  tosto  awis6  il  signore  Giovanni  Bentivogli  che  volesse  in  tanti  travagli 
darli  aiuto  di  gente  per  potersi  difendere  et  casligare  i  suoi  nemici.  Laonde  Giovanni,  to-  40 
8to  radunando  li  soldati,  li  mand6  verso  Fiorenza;  et  fece  capo  loro  Pirro  Malvezzi  gik  di 
Gasparo,  et  seco  andarono  Ludovico  Bianchi  et  Filippo  Lupari.  Ma  gionti  alla  Scarparia, 
ristesso  Lorenzo  gli  fece  intendere  che  piu  oltre  non  varcassero,  perchfe  non  faceva  biso- 
gno  piii  di  aiuto,  talch^  se  ne  ritomorono  a  Bologna;  mentre  che  la  cittk  di  Fiorenza  era 
tutta  piena  di  morti  che  in  favore  de'  Medici  erano  per  le  strade  a  guisa  di  cani  strascinati  45 
et  lacerati  con  gran  vilipendio. 

Di  quest'anno  il  cardinale  legato  di  Bologna  fece  minare  alcune  case  che  erano  a  canto 
il  palazzo  de'  signori,  et  ivi  dirizz6  un  bellissimo  giardino  et  lo  cinse  di  alte  mura. 


l6.  et]  neWoriginale  et  et 


[AA.  1478-1479]  DEL  P.  CHERUBINO  GmRARDACCI  219 


A  dl  primo  di  giugno^il  lunedi,  Jacomo  Lupari  passb  a  Milano  per  podestL 
Ritrovandosi  in  Bologna  una  picciola  chiesa,  dove  altre  volte  vi  era  habitato  un  abbate 
con  certi  monachi  che  vestivano  di  negro  a  modo  di  preti,  chiamata  la  chiesa  de'  poveri 
vergognosi,  perchfe  quivi  li  cittadini  in  questi  tempi  si  ragunavano  per  provedere  alle  ne- 
5  cessita  de'  vergognosi,  avenne  che  queUi  da  Prato  profanandola  la  ridussero  per  stalla  da 
cavalli,  restando  fuori  di  essa  sotto  il  portico  un'  antica  et  bella  figura  della  gloriosa  Regina 
de'  Cieli;  et  per  esser  il  luogo  molto  scuro,  quivi  sotto  in  un  angolo  gli  passaggeri,  senza 
accorgersi  della  detta  imagine,  rendevano  il  debito  alla  natura;  il  che  dur6  longo  tempo. 
Ora   occorse  che   alli  6   di  settembre,   la  domenica,   passando  quivi   uno  per  nome   Amolfo 

10  percosso  et  infettato  da  grave  pestilenza  (era  in  questi  tempi  la  citta  appestata),  et   alzando 
grocchi,  vide  quella  sagrata  imagine  della  gran  Madre  di  Dio,  e  tocco  da  interna  devotione 
et  viva  fede,  con  lacrime  et  sospiri '  se  le  raccomando  che  in  tanta  calamita  si  degnasse  darli       p.  t$o 
aiuto.     O  cosa  miracolosa!  Non  si  tosto  Arnolfo  si  fu  raccomandato,  che  egli  sano  et  gagliardo 
si  vide;  et  andato  con  frettoloso  passo  a  pigliare  una  tiaccola  di  cera,  quivi  l'accese,  et  po- 

15  stosi  ginocchioni,  ad  alta  voce  rendeva  gratie  alla  gloriosa  Vergine  della  acquistata  sanita.  II 
che  divolgato,  cominciorono  a  concorrere  grinfermi  et  a  ricevere  la  sanitk;  et  dalli  cittadini 
e  purgato  il  luogo.  Et  fatta  quivi  grandissima  divotione,  si  disposero  li  circonvicini  del 
luogo  con  le  molte  limosine,  che  quivi  erano  presentate,  di  fabbricarvi  una  chiesa,  et  com- 
prata  la  detta  stalla  dai  Pratesi,  vi  si  fabbricb  il  bello  et  vago  editicio,  come  hora  si  vede, 

20  et  fu  chiamata  la  chiesa  di  santa  Maria  di  Galliera,  dove  la  madre  di  Dio  sempre  ha  fatti  molti 
miracoli.  Monti  gentilhuomini  pietosi,  chiamati  la  compagnia  de'  vergognosi,  edificarono  quivi 
un  luogo  ove  essi  si  radunavano,  come  oggi  anche  fanno,  per  provedere  a'  detti  poveri. 
Hoggidl  k.  anche  in  gran  veneratione  questa  sacratissima  imagine. 

AUi  4  di  ottobre,  la  domenica,  che  fu  la  solennitk  di  san  Petronio,  Astorre  dalla  Volta, 

25  uno  de'  senatori,  passa  a  miglior  vita,  et  in  suo  luogo  h  posto  Bartolomeo  il  fratello  cava- 
liero.  II  quale  entrato  nel  magistrato,  fra  due  giorni  fu  dal  senato  eletto  et  mandato  per  am- 
basciatore  al  duca  di  Milano,  il  qual  condusse  seco  Antonio  il  figliuolo  ancora  fanciullo;  et 
havendo  sodisfatto  al  comandamento  del  senato,  essendo  con  il  duca  nel  castello,  fece  ca- 
valliere  il  figliuolo  et  gli  don6  la  veste  di  broccato  con   la  berelta   ch'egli   portava   con   la 

30  divisa  della  calza  morella  e  bianca,  chiamata  la  divisa  ducale. 

Alli  8  di  decembre,  il  giovedl,  il  duca  Ercole  da  Este  giunge  al  Bentivoglio,  che  ne  ve- 

niva  di  Toscana  dalFaiuto  de'  Fiorentini,  dove  dal  signor  Giovanni  fu  benignamente  raccolto. 

Alli  20  di  decembre,  il  giovedi,  il  signor  Giovanni  manda  Annibale  il  figliuolo  d'anni  13  a 

Ferrara  a  visitare  la  sposa,  et  con  esso  lui  vanno  il  conte  Andrea  Bentivoglio,  il  conte  Guido  Pe- 

35  poli,  Ludovico  da  San  Pietro  et  Pirro  Malvezzi  con  altri  gentilhuomini  assai;  il  quale  con  grande 
allegrezza  fu  dal  duca  ricevuto,  et  stette  in  feste  et  sollazzo  sino  alli  8  di  gennaro  seguente. 
Questo  anno  con  lamine  di  piombo  si  cuopre  la  cima  del  campanile   di   san  Pielro;  vi 
andorno  libre  di  piombo  800  et  la  fattura  costo  46  ducati  d'oro. 

Anno  di  Cristo  1479.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  consueto  della  cittk. 

40  Ritornato  a  Bologna  Annibale,  che  fu  alli  10  di  gennaro,  la  domenica,  il  signor  Giovanni 

il  padre  si  dispose  volere  anch'egli  vedere  la  sposa  del  figliuolo,  et  cosi  si  pose  a  ordine  per 
passare  a  Ferrara  con  bellissima  compagnia  di  ottanta  cavalli.  II  che  fatto,  si  partl  alli  5  di 
febbraro,  il  venerdi,  et  fra  gli  altri  andarono  seco  Jeronimo  Ranuzzi,  Egano  Lambertini,  An- 
drea  degl' Ingrati,  conte  Galeazzo  Pepoli,  Antonio  Bentivogli,  Camillo  dalla  Volta,  Lattantio 

45  Bargellini.  Et  avvicinandosi  a  Ferrara,  i!  duca  lo  raand6  ad  incontrare  aUa  torre  dalla  fossa 
da  una  nobile  compagnia  di  genrilhuomini  ferraresi,  e  giunto  alla  porta  della  citth,  hebbe  incon- 
tro  il  duca  con  molti  signori  et  gentilhuomini ;  et  Giovanni,  vedendo  il  duca,  subito  scese  da 
cavallo,  cosi  parimente  facendo  il  duca;  et  abbracciatisi  et  fatte  le  solite  ceremonie,  amendue 


5.  rergonoti  ncWorigiHalt  —  lo.  alsando  ntlVoriginal* 


220  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14791 


Mlirono  a  cavaHo  et  con  graiide  honore  entrarono  nella  citth;  et  p^  al  palazzo  vittttb  la  sposa, 
et  poi  per  alquand  giorni  si  stette  in  alle|(rezza  et  gran  feste.  Fece  il  signor  Giovanni  un 
belliaaimo  dono  alla  sposa  et  di  molto  valore,  et  poi  pigliando  licenza  di  ritomarsene  a  Bo- 
logna,  fu  dal  duca  accompagnato  fuore  della  cittk  un  miglio;  et  lieto  se  ne  ritom6  con  la 
compagnia  a  Bologna.  5 

f.  ,s,  II  senato  conduce  per  cupitano  delle  sue  genti   d'arme,  in   luogo  di  Antonio  Trotto,  il 

conte  NicoI6  Rangone  modenese,  il  quale  a  dl  primo  di  maggio,  il  sabbato,  venne  a  Bolo- 
gna  et  fu  con  molto  iionore  dal  senato  ricevuto.     II  signor  Giovanui  si  pone  in  animo  di  dare 
al  conte  NicoI6  Rangone  Uianca  sua  tigliuola  per  moglie ;  et  essendo  egli  giunto  in  Bologna, 
ne  lo  fa  richiedere,  et  piacendoli  il  partito,  la  sposa  con  molta  sodisfattione  sua  et  del  si-  10 
gnor  Giovanni. 

Guerreggiando  il  pontetice  Sisto  et  il  re  Ferrante  con  li  Fiorentini,  suspicarono  che 
Giovanni  Bentivogli  non  gli  fosse  ostacolo  in  questa  guerra,  per  esser  al  soldo  del  duca  di 
Milano  et  con  Fiorentini  confederato.  £t  il  pontefice  per  assicurarsi  che  egli  non  Thavesse 
a  impedire,  scrisse  al  senato  che  apparechiasse  alloggiamento  nel  contado  per  600  cavalli,  15 
perchi  fra  pochi  d)  era  per  mandarli.  A  cui  il  senato,  scusandosi  di  poter  far  ci6  per  esser 
li  cittadini  per  la  maggior  parte  in  villa,  che  fuggivano  la  peste  che  in  questi  tempi  al- 
quanto  vessava  la  cittk,  et  che  loro  non  havevano  per  hora  il  commodo.  Poi  il  senato  di 
tutto  ci6  ne  avvis6  In  duchessa  di  Milano,  laonde  ella,  per  ostare  al  papa,  mand6  toeto  nel 
territorio  di  Bologna  600  cavalli,  a'  quali  fu  consignato  ralloggiamento.  20 

Havuta  la  risposta  de'  Bolognesi,  papa  Sisto  molto  si  adir6,  et  di  nuovo  scrisse  al  senato 
che  egli  voleva  ad  ogni  modo  che  loro  dessero  li  detti  alloggiamenti  et  che  voleva  essere 
ubbidito.  II  che  intendendo  il  senato,  gli  mandorono  Ludovico  da  San  Pietro;  il  quale  andato 
et  iscusando  il  senato  di  questo  f atto,  il  papa  disse :  "  Et  perchfe  piu  hanno  li  Bolognesi  per  li 
"  soldati  della  duchessa,  che  per  li  miei  „  ?  Rispose  Ludovico  che  questi  venivano  per  paasare  a  25 
Fiorenza  e  non  per  fermarsi,  et  che  non  essendo  inimicitia  fra  la  duchessa  et  loro,  non  pa- 
revagli  che  gli  dovessero  il  passo  negare.  "  Basta,  rispose  il  papa,  avvisate  Giovanni  che  non 
•  si  trametti  di  dar  soccorso  a'  Fiorentini,  perch6  ci  fark  non  poco  dispiacere  „.  "  Beatissimo 
'^padre,  sappiate  che  ak  il  senato  nh  Giovanni  lo  pu6  fare  perch^  egli  ^  soldato  del  duca 
"et  bisogna  che  egli  dove  vuole  il  signore  vada,.  Adirato,  licentio  rambasciatore  con  dirli:  30 
'Ritornali  a  Bologna  et  dl  alli  Bolognesi  che  siano  valenti  huomini,  che  bisognerk,. 

Ritoraossi  Ludovico  a  Bologna  et  del  tutto  raguagli6  il  senato. 

Ora  li  Fiorentini,  acciochfe  il  signor  Giovanni  stesse  costante  di  servire  il  duca  et  non 
si  piegasse  al  papa,  promettono  dargli  ogn'anno  di  provisione  tremila  ducati  a  tempo  di  pace 
et  sei  mila  a  tempo  di  guerra;  et  allhora,  per  dar  principio  alla  loro  promessa,  gli  mandano  35 
sei  mila  ducati,  acciochfe  si  ponesse  egli  a  ordine  per  passare  a  Pisa  contra  Roberto  da 
San  Severino  capitano  del  re  di  NapoH  che  molto  travagliava  i  Pisani.  Parimente  manda- 
rono  al  duca  di  Ferrara  ottomila  ducati,  affine  che  egli  dovesse  passare  in  Toscana. 

Posti  a  ordine  li  soldali,  il  signor  Giovanni  mand6  in  Toscana  Giovanni  Francesco  Poeta 
et   Antonio  Bentivogli  con   le  sue  genti   d'arme,  et  il  somigliante   fece   il   duca  di   Ferrara;  40 
et  uniti  amendui  gli  loro  esserciti,  insieme  passarono  a  Pisa  et  entrarono  dentro,  benchfe  con 
non  poco  loro  danno,  perciochfe,  havendo  Roberto  da  San  Severino  fatta  una  imboscata,  gli 
assalse  et  ne  uccise  assai  di  loro. 

Alli  27  di  giugno  mori  Bernino  de'  Bianchi  uno  delli  16,  et  in  suo  luogo  successe  Filippo 
il  fratello.  45 

Andrea  Barbazza  eccellentissimo  dottore,  la  cui  fama  era  sparsa  per  tutta  I'Europa,  alli 

20  di  luglio,  mentre  che  la  Toscaiia  travaglia,  egli  se  ne  muore.     Fu  sepellito  in   San  Pe- 

tronio  et  da  lui  hebbe  origine  in  Bologna  la  nobile  famiglia  de'  Barbazzi.     Hebbe  per  moglie 

>.  ,s,       Maria  Margherita  soreI'Ia  del  conte  Guido  et  del  conte  Galeazzo  Pepoli,  et  lasci^  di  sfe  quat- 

tro  figliuoIL  5Q 


[AA.  1479-1480]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  221 

AUi  10  d'agosto,  tl  marted),  nasce  in  Cento  questo  disturbo,     Haveva  il  cardinale  legato 
et  vescovo  di  Bologna  posto  in  Cento  et  nella  Pieve  per  suo  commissario  il  vescovo  di  Bru- 
gnati  da  Reggio,  huomo  di  gran  dottrina,  ma  molto  avaro ;  il  quale  sendosi  impiegato  a  fa- 
vorire  li  cittadini  di  Cento  in  una  Hte  di  alcune  possessioni  contro  li  contadini,  eglino  adi- 
5  rati  che  non  faceva  ragione,  nh  meno  H  voleva  ascoltare,  entrarono  nel  castello  accompagnati 
da  molti  del  popolo  suoi  amici,  uccisero  il  vescovo  et  si  fuggirono.     II  che  inteso  dal  senato 
di  Bologna,  incontanente  vi  mand6  le  genti  d'arme,  dandoli  per  commissari  Virgilio  Malvezzi 
et  Ludovico  da  San  Pietro  con  impositione  di  vedere  con  prudenza  questo  fatto.     Li  quali 
giunti,  con  tanta  prudenza  maneggiarono  il  fatto,  che  acquietarono  ogni  tumulto  et  ogni  dispa- 
10  rere,  et  essi  si  sottoposero   al  vescovo  secondo   li  capitoli   per  longo   tempo  gia   fatti.     Poi 
bandirono  li  capi  della  congiura,  et  havendo  assicurati  li  contadini  che  il  legato  non  proce- 
derebbe  in   questa  causa  piu  oltre,  si   pacificarono.     Vero   e   che   non   varcarono   poi   molti 
giorni,  che  due  degl'  uccisori  del  vescovo  furono  in  Ferrara  presi,  et  condotti  a  Bologna,  fu- 
rono  impiccati. 
15  Burnino  de'  Bianchi,  uno  de'  senatori,  alli  8  di  settembre,  il  mercoledi,  passa  a  miglior 

vita,  et  h  posto  in  suo  luogo  Filippo  il  fratello. 

Giunge  in  Bologna  del  mese  di  decembre  monsignor  Ascanio  vescovo  di  Pavia  et  fratello 

del  duca  Galeazzo,  che  ne  veniva  da  Roma  per  passare  a  Milano.     Alloggio  nel  palazzo  del 

signor  Giovanni  Bentivogli  con  tutta  la  sua  compagnia. 

20  A  dl  12  di  decembre,  in  giorno  di  domenica,  nelTapparire  deiraurora  nacque  fra  Leandro, 

teoldgo  et  istoriografo  eccellente  deirordine  de'  Predicatori,  chiamato  al  battesimo  Leandro. 

Alli  16  di  decembre,  il  giovedi,  il  signor  Giovanni  Bentivogli  toglie  seco  Lodovico  da  San 

Pietro,  Jeronimo  Ranucci,  il  conte  Guido  Pepoli,  Pirro  Malvezzi,  Giovanni  Francesco  Aldro- 

vandi,  Lattantio  Bargellini  et  molti  altri  nobili  cittadini,  che  in  tutto  erano  130  cavalli  molto 

25  bene  a  ordine,  et  si  parte  di  Bologna  per  passare  a  Milano  a  visitare  il  duca  Giovanni  Ga- 

leazzo  et  madonna  Buona  sua  madre;  dove  fu  benignamente  et  con  grande  honore  ricevuto. 

In  questo  tempo  valeva  il  vino  soldi  12  la  corba,  il  grano  soldi  16  la  corba,  tela  di 
canape  soldi  1  e  denari  10  il  braccio,  il  carro  delle  legna  soldi  24;  il  ducato  valeva  bolo- 
gnini  58  denari  6. 

30  Anno  di  Cristo  1480.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  solito  della  citt^. 

Essendo  Giovanni  Bentivogli  a  Milano  et  molto  accarezzato  dal  duca  e  dalla  duchessa 
et  dal  popolo  honorato,  la  mattina  deiranno  nuovo,  udita  che  hebbe  la  messa,  il  duca  dentro 
in  castello,  sendovi  anche  presente  Giovanni  con  la  sua  compagnia,  fece  cavalliere  aurato  Gio- 
vanni  de'  Marsili ;  poi  per  dimostrare  al  Bentivoglio  ramore  che  li  portava  et  segno  che  caro 

35  gli  era  la  sua  fedeltk  con  la  quale  egli  lo  serviva,  et  perchfe  vie  piu  neiravvenire  si  fermasse 
nella  fedelt^,  li  fece  libero  dono  del  castello  Chovo  et  di  Antignago  et  sue  pertinenze  con  il 
ponte  di  Pongitono,  constituendolo  delle  dette  castella  signore  et  conte  non  solo  lui,  ma  tutti 
li  suoi  tiglioli  legitimi  et  loro  discendenti  in  perpetuo,  acconsentendo  a  ci6  il  podestJi  et 
consoli  et  consigUeri  habitatori  et  vicini  di  Covo.     Fu  presente  all' instromento  il  conte  Gui- 

40  done  de'  Pepoli  figliolo  di  Romeo,  il  magnifico  Piramo  Malvezzi  figliolo  di  Gasparo  et  molti 
altri  nobili  signori,  rogato  per  Galeazzo  de'  BuIIi ;  et  volle  che  prima  che  ritornasse  a  Bolo- 
gna  ne  togliesse  il  possesso,  siccome  fece.     Ora  essendo  il  Ben'tivogHo  stato  in  Milano  fino       />.  *js 
al  principio  di  febbraro  in  festa  e  trionfi,  con  licenza  del  duca,  se  ne  ritornb  a  Bologna. 
Awicinandosi  Giovanni  Bentivogli  a  Bologna,  alli  7  di  febbraro,  che  veniva  da  Milano, 

45  uscirno  dalla  cittk  molti  gentilhuomini  et  andarono  circa  un  miglio  ad  incontrarlo  per  accom- 
pagnarlo  dentro  la  citti;  nella  quale  entrando,  hebbe  la  maggior  parte  del  popolo  incontro 
con  applauso  et  festa;  et  se  ne  venne,  mentre  che  li  frati  di  San  Jacomo  sonavano  a  mar- 
tello  della  sua  venuta  al  palazzo. 

Fu  in   questo  giorno    comiaciato  Giovanni  Bentivogli  ad  essere  chiamato  signore  per 


222  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14«oi 


hayere  havuto  H  dominio  drlle  dette  cartella  et  anche  per  darli  queato  honorato  tftolo  et  farlo 
maggiore  nella  fattione  sua.  Talmentechfe,  come  ai  vede,  egU  ogni  hor  piii  creaceva  di  honore 
et  di  dignitA  appreaso  il  aenato  et  popolo  di  Bologna. 

Sono  portate  lettere  del  pontefice  al  govematore  della  fatta  colligatione  et  lega  fra  il 
papa  et  la  signoria  di  Venetla,  et  ne  sono  fatti  segni  di  allegrezza.  5 

Alli  29  di  marzo,  i1  mercoledl,  giunge  in  Bologna  il  signor  Roberto  da  San  Severino  ca- 
pitano  del  duca  di  Milano  con  la  mogHe  et  suoi  figlioli;  fu  con  grande  honore  dalla  citti 
ricevuto.  Fu  dal  «ignor  Giovanni  et  da  tutto  il  senato  accompagnato  in  atrk  San  Donato  al 
palazzo  de'  Bentivogli,  et  fu  da  molti  cittadini  presentato;  poi  ai  parti  et  paaab  verso  Fiorenza. 

II  «ignor  Giovanni,  per  dar  sollazzo  et  traatullo  al  popolo  di  Bologna,  elegge  da  50  gio-  10 
veni  di«po«i  et  gagliardi  et  gli  divide  in  due  clasai,  vestendone  una  di  verde  et  Taltra  di 
rOMO,  tutti  ad  uno  intaglio.  Egli  della  parte  verde  si  fece  capitano  et  della  rossa  ne  fece 
capitano  il  conte  NicoI6  Rangone,  et  radunate  amendue  le  parti  in  piazza,  una  dalla  parte 
di  «opra  ct  Taltra  dalla  parte  di  sotto,  fu  nel  mezzo  di  loro  gettato  un  grosso  pallone;  cor- 
■ero  ambe  le  parti  a  travagliarlo  per  gettarlo  alli  termini  della  parte  contraria.  Erano  le  15 
leggi  che  chi  10  volte  portava  il  detto  pallone  alli  termini  del  nemico,  acquistava  20  du- 
cati  d'oro.  Ciascuno  adunque  si  forzava  hor  contra  runo  hor  contra  Taltro  paasare  a  forza  a' 
termini  del  nemico,  et  quando  credeva  esservi  giunto,  tosto  ne  era  urtato,  et  cosi  ciascuno  era 
intento  ad  acquistarne  la  vittoria,  Thonore  et  il  premio.  Dur6  questa  dilettevole  scaramuzza 
meglio  di  tre  hore  con  molto  piacere  et  contento  della  cittk,  et  fu  Thonore  della  parte  verde.  20 

Alli  20  di  luglio,  il  giovedi,  monsignore  Aacanio  Sforza  vescovo  di  Parma,  che  ne  veniva 
da  Ferrara,  giunge  in  Bologna  per  passare  a  Napoli,  ove  era  confinato  dal  duca  di  Milano. 
Nfc  si  tosto  gionse  egli,  che  furono  presentate  le  lettere  ducali  al  magnifico  signor  Giovanni 
Bentivogli,  dove  li  commetteva  il  dovesse  condurre  al  magnifico  Lorenzo  de'  Medici  et  a  lui 
consigiiarlo,  accioch^  poi  il  mandasse  a  Napoli.  Fu  dal  signor  Giovanni  con  ogni  maniera  25 
di  cortesia  ricevuto,  et  alli  23  di  luglio,  la  domenica,  il  condusse  a  Fiorenzuola,  ove  era  ve- 
nuto  Lorenzo  de'  Medici,  et  a  lui  lo  conaign^;  il  quale  poi  lo  mand6  a  Pisa  et  d'indi  con 
una  galera  in  Napoli. 

Alli  20  d'ag08to,  la  domenica,  fu  pubblicata  la  tregua  fatta  fra  il  re  di  Napoli,  il  duca 
dl  Milano,  Fiorentini  et  il  duca  di  Ferrara,  essendo  riservato  luogo  honorevole  alli  Saneai,  li  30 
quali  fra  di  loro  erano  discordi. 

Alli  24  del  detto,  il  giovedl,  vengono  in  Bologna  le  odiose  novelle  che  il  Turco  haveva  preso 
Otranto  in  Puglia  con  grave  danno  del  regno  et  dava  spavento  di  dovere  assai  peggio  fare. 

A  dl  primo  di  settembre,  il  venerdi,  monsignore  Ascanio,  che  ritomava  a  Milano,  giunge 
in  Bologna,  poscia  si  parti  et  and6  a  Ferrara.  35 

/•  *s*  A  di  primo  di   novembre  Andrea   Grati  and6  per   podesta  a   Fiorenza,  ma  non  vi  fini 

Tofiicio  suo,  perchfe  fu  sustituito  del  numero  delli  It)  in  luogo  di  Nicolo  Sanuto. 

NicoI6  di  Bonifacio  Pasi,  huomo  di  molta  stima,  mori  a  di  9  iiovembre  1480  et  laacio 
dopo  di  ak  quattro  figliuoli,  ciofe  Aloisio,  Virgilio,  Ercole  et  Pasio.  Fu  sepolto  a  San  Mar- 
tino,  facendovi  fare  sopra  la  sua  sepoltura  la  seguente  inscrizione:  40 

CHRISTUM    QUABSIVt,   TANDEM    MIHI    DENIQUE    CHRISTUS 
INVRNI    CHRISTUM,    CHRISTUS    ET    ECCE    MIHI. 

II  di  suddetto  il  signor  Pino  Ordelaffi  muore  in  Forll,  lasciando  suo  successore  Sinibaldo 
il  figliuolo  naturale  sotto  la  tutela  di  Lucrelia  sua  moglie. 

Alli  9  di  novembre,  il  giovedi,  Bavera  eccellentissimo  medico  da  Imola,  habitante  in  Bolo-  45 
gna,  muore,  et  ^  sepolto  a  San  Domenico. 

lo.  •«/  marfint  simstro  foslilla  a  stamfa  {tre  limeetti)'.  Gloco  del  Caldo  fatto  in  Bologna 


[AA.  1480-1482]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  223 

In  quest'anno  la  calcina  valeva  soldi  7  la  corba,  la  semola  soldi  5  la  corba,  la  fava  soldi  10 
la  corba,  il  vino  soldi  7  la  corba,  il  grano  soldi  13  la  corba. 

Anno  di  Cristo  1481.  —  Si  fanno  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  consueto. 
Alli  9  di  febbraro,  il  venerdi,  suirhora  del  desinare  Virgilio  Malvezzi,  uno  de'  senatori  et 
5  huomo  di  bellissimo  ingegno  et  di  molta  prudenza  et  isperienza,  rende  Tanima  al  suo  Dio  et 
b  honoratamente  sepolto  nella  chiesa  di  san  Jacomo  de'  frati  Eremitani.     Elessero  li  senatori 
in  luogo  suo  Pirro,  il  fratello,  di  grande  estimatione  presso  la  cittJu 

Del  mese  di  maggio  il  pietoso  Iddio,  per  levare  a'  Christiani  tanta  abominevole  peste  che  la 
travagliava,  toglie  di  questo  mondo  il  gran  Turco,  lasciando  due  soli  figlioli:  Baiazete  e  Zizimo. 
10  Giorgio  da  Monferrato  viene  ad  imparare  le  lettere  a  Bologna,  et  trovato  heretico  osti- 

nato,  h  vivo  nel  mezzo  della  piazza  abbrugiato,  mentre  egli  nel  mezzo  delle  fiamme  grida: 
*  Eloi,  EIoi„.  Abbrugiato  fu  alli  25  di  giugno,  il  lunedi.  Teneva  questo  empio  e  scelerato 
heretico  oltre  cinquanta  articoli  contra  la  fede. 

Alli  21  di  luglio,  il  mercoledi,  il  signor  Giovanni  Bentivogli  marita  due  sue  figliuole,  dando 
15  madonna  Francesca  al  signor  Galeotto  Manfredi  et  madonna  Leonora  al  signor  Gilberto 
figliuolo  del  signor  Marco  Pii.  Et  li  comissari  che  da  detti  signori  havevano  amplissimo  man- 
dato,  a  nome  di  detti  signori,  presente  Pirro  Malvezzi,  Ludovico  da  San  Pietro  et  molti  altri 
gentilhuomini,  gli  posero  Tanella  in  dito:  li  quali,  sendo  honoratamente  presentati  dal  si- 
gnor  Giovanni,  si  partirono,  lasciando  le  novelle  spose  in  festa  et  trionfo. 
20  Si  scuopre  come  gli  uomini  di  Budrio  erano  andati  a  Venetia  a  proferire  alla  signoria  il 

castello,  se  essi  gli  volevano  mandar  soccorso;  non  volsero  i  Venetiani  accettare  le  proferte 
et  quei  tali  furono  per  commissione  del  senato  bolognese  impiccati. 

II  conte  NicoI6  Rangone  manda  a  pigUare  madonna  Bianca  sua  diletta  sposa  et  con 
licenza  del  signor  Giovanni  si  parte  airultimo  di  settembre,  la  domenica  mattina,  accompa- 
25  gnata  da  quattro  carrette  di  gentildonne  riccamente  addobbate  et  da  molti  cittadini  bolognesi, 
che  in  tutto  furono  100  cavalli  et  25  muH  carichi  di  robba.  Era  la  sposa  vestita  di  broc- 
cato  d'oro,  et  fece  honoratissima  entrata  in  Ferrara,  sendovi  il  duca  Ercole  da  Este  con  molti 
signori  et  baroni;  dove  si  fece  gran  festa  et  molte  giostre  da  quei  signori. 

Di  questo  anno  si  finisce  il  portico  de'  frati  di  San  Jacomo  in  strJi  San  Donato,  il  quale       /».  'ss 
30  comincib   deiranno    1477   con   consenso   delli   magnifici    et    potenti  huomini    Giovanni   et  di 
Virgilio  Malvezr,i   instituiti  sopra  la  detta  fabbrica,  sendo  Carlo  Antonio  Fantucci  tesoriero; 
monto  tutta  la  spesa  di  detto  portico  lire  3633  soldi  7  et  danari  3. 

Et  alli  5  di  settembre  la  fabbrica  di  Santa  Cecilia  si  cominci6,  et  fu  data  a  fare  et  disfare 

et  fare  le  volte  et  abellire  con  tutte  le  altre  cose  necessarie  per  somma  di  libre  500  a  Ga- 

35  sparo  Naldo,  come  per  scrittura  di  Bartolomeo  dalla  Calcina  appare,  et  si  cominci6  a  disfare 

la  salicata  di   sopra  al  tetto  alli  12  settembre,  et  la  communitk  di  Bologna  don6   40  ducati. 

Vive  in  questi  tempi  Francesco  Lepido  de'  Lepidi  cittadino  bolognese  dottore  in  mede- 

cina,  huomo  letterato  et  in  ogni  virtii  valevole. 

Anno  di  Cristo  1482.  —  Si  creano  li  magistrati,  antiani  e  confaloniere  di  giustizia  se- 
40  condo  il  solito. 

II  signor  Galeotto  Manfredi,  volendo  anch'egli  condurre  la  sua  sposa  madonna  Francesca 
figliuola  del  signor  Giovanni,  mand6  honorevoli  ambasciatori  con  100  cavalli;  et  essendo  tutte 
le  cose  poste  a  ordine,  alli  25  di  gennaro,  il  venerdl,  ella  si  partl  da  Bologna  vestita  di  broc- 
cato  sopra  un  bianco  cavallo  parimente  addobbato  di  broccato,  accompagnata  da  tre  carrette  di 
45  gentildonne,  con  25  cavalli  carichi  di  robbe.  Et  seco  vi  andarono  insino  a  Faenza  11  conte  An- 
drea  Bentivogli,  Pirro  Malvezzi,  Ludovico  da  San  Pietro,  il  conte  Guido  Pepoli  et  altri  genti- 
Ihuomini  et  cavalieri,  dove  con  allegrezza  dal  signor  Galeotto  fu  ricevuta  et  fattone  gran  feste. 

Alli  9  di  gennaro  fu  fatto  cavaliere  Christoforo  Grati  et  alli  22  del  medesimo  and6  per 
pretore  a  Fiorenza. 


224  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  14«31 


Avvicinandosi  il  carncvale,  il  sijfnor  Gjovanni  ordina  un  nuovo  gioco  da  combattere  in 
pitiM.  Fcce  armarc  dodeci  gapHardi  frioveni  d'arme  di  quento  modo:  havevano  le  corazze 
et  bradaletti  con  le  «opraveste  di  tela  che  le  armi  copriva  con  uno  elmetto  in  capo  tutto 
ritondo  con  li  buchi  piccioli  da  op»'  '«to  et  con  una  lanza  spuntata  in  mano  per  ciaacuno 
di  longhezza  di  piedi  dieci.  Dairaltra  parte  ordin6  pfran  numero  di  gioveni  pure  armati  con  5 
corazzc  et  braccialetti,  celate  in  testa  et  ^anti  da  battapHa,  dando  a  ciascuno  un  canestro 
di  ova,  Queati  tutti  Bendo  a  ordine,  fu  dato  sejrno  alla  battagHa,  et  tOBto  quelli,  che  l'uova 
havcvano,  cominciarono  con  eme  a  benwpliare  li  dodeci  che  le  lanze  portavano,  a'  quali  era 
lecito  il  difcndersi  con  il  percuotere  et  porre  in  fupa  trli  nemici.  Laonde  quegli  gittando 
le  uova  di  querti  percuotendo  facevano  fra  di  loro  gran  battaplia;  ma  non  varc6  molto  che  10 
quei  dalle  celate  tonde  et  forate  esnendo  dalla  gran  copia  delle  uova  li  buchi  delle  celate 
chiuse,  non  potevano  veder  lume  a  percuotere  li  offensori,  talmentechfe  a  caso  cominciando  a 
menar  colpi  da  cieco,  di  che  ne  risultava  gioia  et  riso  nel  popolo,  et  molti  malamente  et 
nelle  braccia  et  nella  vita  erano  colpiti.  Dur6  queata  festa  quasi  due  hore  con  infinito  piacere 
della  cittk,  et  fu  alli  16  di  febbraro.  ^^ 

Fece  anche  il  signor  Giovanni  giostrare  una  celata  di  argento  la  domenica  di  carnevale, 
et  furono  li  giostratori  il  conte  Nicol6  Rangone,  Floriano  di  Aldrovandino  Malvezzi,  Camillo 
dalla  Volta,  Agostino  Marsili,  Filippo  di  Battista  Malvezzi,  Rainaldo  Ariosti,  Antonio  di 
Santi  BentivogH,  Santi  Manfredi  et  Jeronimo  Scardovini  amendue  a  tutti  tennero  targa.  Ne 
fu  con  grande  honore  vincitore  il  conte  Nicol6  et  dopo  lui  Antonio  Bentivogli  con  Santi  Man-  20 
fredi ;  et  havuto  il  premio,  il  conte  ne  fece  poi  dono  a  Jeronimo  Scardovini  lodando  la  sua 
forza  et  gran  destrezza. 
/.  »i«  AI  20  di  f ebbraro  Femando  re  della  Sicilia,  di  Jerusalem  etc.  a8cri've,  incorpora  et  annovera 

Giovanni  Bentivoglio  et  li  suoi  figliuoli  et  descendenti  nella  casa  et  prosapia  di  Aragonia  et 
che  CBSO  et  li  figlioli  nello  awenire  in  tutti  H  suoi  atti,  tttoli  et  negoci  sempre  ai  ascrivi  et  si  25 
chiami  et  cognomini  di  Aragonia,  et  che  tale  sia  il  cognome  loro  con  facoltii  di  poter  portare 
et  fare  Tarme  di  Aragonia.     Appare  il  privilegio  sotto  il  regno  XXIIII  anno  di  detto  re  et 
t  registrato  nella  cancellaria  di  Bologna  nel  registro  a  otto  fogli. 

Alli  1 7  di  marzo,  la  domenica,  Scipione  Gozzadini,  uno  de'  senatori,  muore,  et  in  luogo 
8U0  h  dal  senato  surrogato  Gozzadino  Gozzadini  dottore.  30 

AUi  19  di  aprile  principi6  la  peste  in  Ferrara,  et  durando  molti  mesi,  pose  in  grandis- 
simo  Bospetto  i  Bolognesi,  li  quali  per  ci6  fecero  sicurissime  provisioni. 

Havendo  li  signori  Venetiani  cominciata  la  guerra  contro  il  duca  Ercole  di  Ferrara  per 
cacciarlo  fuore  di  stato,  et  havendo  poste  due  armate  in  mare,  perchfe  una  guidata  dal  capi- 
tano  Damiano  Moro  per  il  Po  il  Ferrarese  ne  travagliasse  et  Taltra  per  travagliare  la  Puglia,  35 
se  Fernando  d'Aragona  si  havesse  voluto  muovere  per  soccorrere  Ercole  suo  genero;  li  detti 
Venetiani  mandarono  il  signor  Roberto  da  San  Severino  loro  capitaTio  con  grosso  essercito 
nel  ferrarese,  il  quale  cominci6  a  pigliare  ville  et  castella.  Laonde  il  duca  di  Milano  alli 
28  d'aprile  impose  al  signor  Giovanni  Bentivogli  che  tosto  dovesse  soccorrere  il  duca  di 
Ferrara,  et  havendo  radunato  mille  cavalli  et  3500  fanti,  pass6  nel  Ferrarese  a  cui  il  duca  Er-  40 
cole  venne  incontro  insino  alla  Torre  della  fossa,  accettandolo  come  angelo  mandato  dal  cielo 
et  8'inviorono  a  Codegoro. 

Ora  intendendo  il  signor  Giovanni  che  Ruberto  con  fascinate  et  altri  stromenti  tentava  di 
passare  le  valli  et  paludi  per  andare  poi  a  Melara  luogo  importantissimo,  egli  con  le  sue  genti 
pa8s6  ad  opporsi  a  Roberto  et  talmente  lo  travagli6,  che  giammai  pot^  a  Melara  avicinarsi,  45 

Mentre  adunque  che  il  signor  Giovanni  tiene  a  freno  il  nemico,  ecco  che  ne  giunge 
il  duca  Federigo  di  Urbino  capitano  della  lega,  la  qual  era  il  re  Ferrante  di  Napoli,  il  duca 
di  Milano,  il  duca  di  Ferrara,  li  Fiorentini,  li  Bolognesi  et  altri  aderenti. 

Muore  frattanto  Bartolomeo  di  Mino  de'  Russi,  uno  de'  senatori,  e  fu  alli  5  di  maggio 

»4-28.  ■«/  margint  dnistro  un  segno  a  fenna  per  richiamarf  Vattenzione 


[A.  1482]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  225 


il  sabbato,  huomo  et  prudente  et  amatore  della  repubblica,  magnifico  et  splendido.     Fu  sepel- 
Hto  nella   chiesa   di   san   Petronio  et  in  suo   luogo  il  senato   vi   pose,   cosi   contentandosi  il 
signor  Giovanni  Bentivogli,  che  era  alla  guerra,  Mino  il  figliolo,  degno  veramente  di  un  tanto 
padre. 
5  Bartolomeo  fa  la  maggior  parte  del  palazzo  di  Pbntecchio  fabricato  con  tanta  magnifi- 

cenza  et  artificio,  il  quale  poi  da  Mino  il  figliuolo  fu  ampliato.  Quivi  si  veggono  portici,  sale, 
camere,  loggie  etc. 

Que8t'anno  il  frumento  valse  soldi  14  la  corba,  Torzo  soldi  8,  la  fava  et  melega  e  spelta 
soldi  6,  fagiuoli  soldi  10,  vino  pure  soldi    10,  Toglio   soldi  uno  denari  2  la  libbra,  il  vitello 

10  soldi  1,  il  manzo  danari  8  la  libbra,  la  came  porcina  soldi  12  il  peso,  pesce  di  acqua  chiara 

denari  8  la  libbra,  cera  lavorata  soldi  6  la  libbra,  candele  di  sevo  soldi  2  denari  2  la  libbra, 

fieno  scudi  4  il  carro,  fassi  grossi  soldi  14  il  carro,  il  sale  soldi  14  la  corba,  il  miele  soldi  1 

la  libbra,  scarpe  sottili  da  huomo  soldi  7,  panno  negro  di  70  soldi  36  il  braccio,  di  80  soldi  46. 

Alli  25  di  maggio,  il  sabbato,  Gabriel  Turco  viene  a  contesa  con  Vambasciatore  de'  Vene- 

15  tiani,  che  dimorava  nella  cittk,  et  lo  minaccib  nella  vita  volendolo  percuotere  con  un  coltello. 
II  che  dal  senato  inteso,  fu  citato;  et  comparve  et  confess6  chiaramente  tutto  il  caso  suc- 
cesso.     Per  lo '  che  incarcerato,  volendolo  di  tanto  errore  castigar,  si  mosse  rambasciatore,  et       p.  m 
tanto  pregd  il  senato  che  egli  lo  fece  cavare  di  prigione,  et  andato  egli  dal  detto  ambascia- 
tore,  con  una  fune  al  collo  se  gli  gitt6  ai  piedi  et  addimand6  perdono;  a  cui  con  lieta  faccia 

20  perdon6  et  poi  con  patemi  avvisi  rammoni  ad  esser  piu  humile,  benigno  et  di  rispetto,  et 
fattegli  molte  proferte,  lo  lasci6  libero  andare  alla  sua  casa.  Atto  veramente  di  molta  cle- 
menza  et  essempio  glorioso  et  utile  a  ciascuno. 

Essendosi  ne'  giorni  passati  rotta  la  campana  mezzana  di  san  Pietro,  ^  di  questo  mese 
di  giugno  rinovata;  pes6  libre  1700. 

25  Alli  14  di  giugno,  il  venerdl,  11  signor  Giovanni  Bentivogli  si  parte  dal  campo  lasciando 

per6  li  soldati  sotto  la  cura  del  suo  luogotenente  et  viene  a  Bologna,  ma  tosto  ne  ritorna 
a  dietro.  Et  in  questo  mentre  Nicol6  Sanuto  cavaliere  et  conte  della  Porretta,  del  numero 
de'  senatori,  muore.  Questi  vivendo  di6  principio  ad  un  magnifico  palagio  nella  via  di 
San  Mamolo  da  potersi  agguagliare  alli  primi  palagi  d'Italia,  il  quale  oggid)  posseggono  li 

30  signori  Campeggi  marchesi  di  Dozza.  Fu  sepolto  con  grande  honore  nella  chiesa  di  santo  Ste- 
fano  con  li  stendardi  et  bandiere,  come  a'  senatori  si  costuma.  II  Sanuto,  non  havendo  alcun 
figliuolo,  n^  alcuno  della  sua  famiglia,  Iasci6  ogni  cosa  a  luoghi  pii.  Fu  posto  in  luogo  suo 
Andrea  degl'  Ingrati  cavalliere  aurato,  il  quale,  come  sopra  si  h.  detto,  era  stato  eletto  pretore 
di  Firenze;  per  causa  di  tale  sostituzione  non  finl  il  suo  uffizio. 

35  Giovannj  Francesco  Aldrovandi,  uno  del  numero  de'  16,  dl  que8t'anno  fu  eletto  per  sei 

mesi.pretore  di  Lucca. 

Mentre  che  li  Venetiani  et  papa  Sisto  travagliano  Ferrara,  il  re  Ferrante,  per  soccorrere 
il  genero,  manda  Alfonso  il  figliolo  duca  di  Calabria  con  grosso  esercito  verso  Roma,  affinchfe 
egli  poi  passasse  a  Ferrara.     Contro  il  quale  i  Venetiani  vi  mandarono  Roberto  Malatesti 

40  signor  di  Rimini  con  molta  gente.  Laonde  alli  21  di  agosto,  il  mercoledl,  venendo  con  Alfonso 
alle  mani,  lo  8uper6  et  vinse;  ma  non  varc6  molto,  che  il  vincitore,  infermandosi  in  Roma, 
pa8s6  a  pifi  felice  vita. 

Intendendo  questa  rotta  del  duca,  quelli  della  lega  mandarono  il  signor  Giovanni  Benti- 
vogli  con  molta  fanteria  et  con  il  signor  Antonio  figliuolo  del  duca  di  Urbino  con  12  squadre 

45  et  il  signor  Galeotto  Manfredi  con  5  squadre  a  Forli,  di  cui  ne  era  signore  Jeronimo  Riario 
del  pontefice  nipote,  et  ci6  fecero  acciochfe  il  papa  rimandasse  a  dietro  il  conte  Jeronimo 
con  ressercito  che  era  a  Roma  in  luogo  di  Roberto  morto  et  che  il  soccorso  del  re  Ferrante 
ne  potesse  libero  venire  al  duca  Ercole. 

II  signor  Giovanni  Bentivogli  adunque,  iusieme  con  li  suddetti  signori,  alli  28  di  agosto, 

50  il  mercoledl,  giunse  a  ForU  et  vi  pose  Tassedio  et  frattanto  alli  10  di  settembre,  il  martedi, 

T.  XXXIII,  p.  1  —  15. 


226  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lAA.  i4aa.i4»3i 


Pederigo  princlpe  di  Urbino,  uno  de'  primi  capitani  di  quella  etk,  negli  steccati  ducali  paasa 
in  pace  aU'altra  vita,  lasciando  i  viventi  nelle  diBcordte  et  guerre  involti;  et  per  questa  cagione 
il  aignor  Giovanni  con  la  sua  gente  se  ne  ritomb  a  Bologna,   facendo  anche  il  aimile  que- 

gl'altri  signori. 

Alli  1 7  di  aettembre,  il  martedi,  Giovanni  dairArmi  et  confalloniere  di  giustitia  muore  et    5 
fu  aepellito  in  Santa  Maria  Maggiore  con  li  aiendardi  et  bandiere  solite.     Nel  cui  luogo  suc- 
cene  Ludovico  il  figliuolo.  Fu  Giovanni  huomo  di  gran  consiglio  et  di  molta  autoritk  nel  senato. 

V^giendo  il  pontefice  i  gran  mali  che  cagionava  la  guerra  sanguinosa  e  cruda  di  Ferrara, 
et  veggendo  che  egli  era  minacciato  dal  re  Femando  et  da'  Fiorentini,  si  deliber6  di  pacificarsi, 
se  era  possibile,  li  Venetiani  col  duca  di  Ferrara,  et  havendo  con  molti  mezzi  tentato  con  essi  10 
^.  tjt  'loro  che  entrassero  in  questa  lega  et  lasciassero  Ferrara  in  pace,  nfe  potendo  piegarli*  ma 
anzich^  si  mostravano  piii  ostinati  et  rinovavano  con  maggior  sforzo  l^impresa,  il  papa  isde- 
gnato  entr6  nella  lega  col  re  Femando  e  poi  fece  intendere  a'  Venetiani  che  non  dovesaero  piii 
oltre  travagliare  Ferrara,  come  cosa  pertinente  alla  Chiesa  Romana,  altrimente  gli  scommuni- 
carebbe.  Ma  i  Venetiani  poco  l'a8Coltarono ;  per  il  che  egli  grinterdisse  e  scommunicb.  Di  15 
poi  mand5  il  cardinale  Gonzaga  con  15  squadre  di  cavalli  armati  verso  Ferrara  in  soccorso 
del  duca,  il  quale  passb  per  Bologna  alli  29  di  decembre,  la  domenica,  poi  passb  a  Ferrara. 

Anno  di  Cristo  1483.  —  Si  fanno  li  magistrati  in  Bologna  secondo  il  consueto. 
Alli  11  di  pennaro,  il  sabbato,  Alfonso  duca  di  Calabria,  fatto  capitano  della  lega  in 
luogo  del  duca  d'Urbino  morto,  con  duemila  combattenti  entra  in  Bologna  et  alloggia  nel  20 
palagio  del  signoT  Giovanni  Bentivoglio;  et  haveva  seco,  oltre  i  molti  signori,  500  Turchi  gik 
fatti  prigioni  ad  Otranto,  che  egli  teneva  alla  sua  persona  per  guardia.  Et  prima  che  di 
Bologna  partisse  per  Ferrara,  fece  cavalliere  aurato  Alessandro  terzo  figUuolo  di  Giovanni 
Bentivogli  di  etk  d'anni  9,  poi  ne  and6  in  Ferrara. 

Li  signori  della  lega  bandiscono  una  dieta  in  Cremona  a  ruina  de'  Venetiani,  dove  si  25 
trovavano  anche  gli  loro  ambasciatori  et  gl' infrascritti  signori,  ciofe:  il  cardinale  di  Mantova 
per  il  papa,  Alfonso  duca  di  Calabria  per  il  re  di  Napoli,  il  duca  Ercole  di  Ferrara,  il 
signor  Lodovico  marchese  di  Mantova,  il  signor  Giovanni  Bentivogli,  il  magnifico  Lorenzo 
de*  Medici.  Questi  signori  havendo  trattato  fra  di  loro  di  pacificare  li  Venetiani  et  di  levare 
i  tumulti  dTtalia,  n^  havendo  potuto  trovare  alcun  rimedio  per  piegare  i  Venetiani,  determi-  30 
norono  volgere  Tarmi  contro  di  loro.  Et  cosl  ciascuno  ritom6  alli  luoghi  loro,  con  ordine 
di  ritrovarsi  alla  priraavera  seguente  in  campagna. 

Ritomato  il  signor  Giovanni  a  Bologna,  sendo  nella  sua  capella  in  San  Jacomo,  fece 
cavalliere  Cristoforo  degrincrrati,  il  quale  poi  alli  21  d'aprile  and6  per  podestk  a  Fiorenza. 

n  pontefice  Sisto  bramoso  di  havere  il  signor  Giovanni  Bentivoglio  pronto  ad  ogni  sua  35 
richiesta  et  renderselo  grato,  gli  promette   darli  cinquemila  ducati  di  provisione  Tanno,  con 
patto  ch'egli  debba  tenere  a  ordine  400  huomini  d'arme,  il  che  accrescfe  oltremodo  grandezza 
et  riputazione  a  Giovanni  Bentivogli. 

In  questo  tempo  Lorenzo  Costa  ferrarese,  a  concorrenza  di  molti  altri  pittori  famosi,  nel 
palazzo  di  Giovanni  Bentivogli  dipinse  alcune  stanze  et  una  loggia  nel  terzo   cortile  verso  il  40 
Borgo  della  Paglia,  dove  con  grandissima  arte  effiggi6  la  ruina  di  Troia,  cosa  da  tutti  stimata 
in  questo  tempo  maravigliosa. 

II  senato  fa  rovinare  le  botteghe  de'  merzari,  che  erano  sotto  il  palagio  del  podestk  verso 
la  piazza,  et  fu  a  di  6  di  maggio,  il  martedi;  delle  quali  parte  ne  furono  pagate  e  parte  no; 
et  questo  per  ampliare  la  piazza  et  far   fabbricare  un   palagio   per  il  podestk,  a  cui   si   dife  45 
principio  et  si  fini  con  superbo  et  artificioso  modello  airantica. 

Travagliavano  li  Venetiani  Ferrara  et  era  la  citti  ridotta  con  pochissima  vettovaglia,  per 
il  che   il  duca  Ercole,  ricorrendo   al  signor   Giovanni  Bentivogli,   egli   insieme   col   senato 

5-7.  ■«/  margiat  umstro  qutstafosHlU  a  sUtmfa:  Morte  di  Glovanni  dalle  Armi  confalonlere  e  sua  sepoltur* 


[A.  1483]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  227 

fecero  bandire  che  ognuno,  a  chi  piaceva,  potesse  portare  vettovaglia  alla  cittk  di  Ferrara; 
laonde  molti,  tratti  da  cupidigia  di  guadagno,  sapendo  essi  essere  il  grano  a  gran  prezzo  in 
Ferrara,  tanta  copia  ve  ne  fu  portato,  che  ne  rimase  la  carestia  in  Bologna,  perciochfe  valeva 
la  corba  lire  sei  et  la  tava  lire  cinque.  Et  questo  disordine  pose  fra  il  popolo  un  poco  di 
5  bisbiglio  di  mormoratione ;  ma  il  signor  Giovanni,' per  acquistarsi  maggior  benevolentia  presso  f.  *S9 
il  popolo,  ogni  giorno  di  mercato  mandava  alla  casa  della  biada  cento  et  dugento  corbe  di 
grano  alla  metk  di  manco  del  prezzo  che  si  vendeva;  et  per  questa  cagione  ognuno  del 
popolo,  alzando  le  mani  al  cielo,  benedicevano  Iddio  che  gli  havesse  donato  signore  si  amore- 
vole  et  pieno  di  caritk  et  pregavanlo  che  per  longo  tempo  glielo  conservasse  sano  et  felice. 
10  In  questi  tempi  Tacqua  della  fontana  di  San  Michele  in  Bosco  con  grandissima  spesa  h 

condotta  nella  cittk  et  in  piazza  avanti  la  porta  del  palagio  del  podestk  ad  utilit^  comune,  et 
di  gih  ne  usciva  in  abbondanza  fuore  di  una  colonna  di  legno  cadendo  pure  in  un  vaso  di 
legno  che  circondava  la  detta  colonna  et  molti  di  essa  se  ne  servivano.  Ora  avvenne  che  li 
datieri  del  vino  cominciarono  a  dolersi  con  dire  che  questa  fonte  era  in  danno  del  dazio 
15  del  papa,  et  tanto  si  querelorno,  che  finalmente  airultimo  di  aprile,  il  mercoledi,  per  coman- 
damento  del  senato  et  con  dispiacere  del  popolo  fu  rovinata. 

Era  la  guerra  di  Ferrara  in  colmo  et  in  Bologna  era  grandissima  carestia  di  grano  et 
di  altre  biade  et  tanto  piu  che  il  raccolto  era  stato  scarsissimo :  laonde  il  senato,  desideroso 
di  rimediare  a  questo  flagello  della  fame,  alli  6  di  luglio,  la  domenica,  fece  bandire  che  tutti 
20  li  forestieri  ch'erano  venuti  ad  habitare  in  Bologna  da  4  anni  in  qua  et  anche  nel  territorio, 
fra  termine  di  8  giorni  si  dovessero  partire  della  cittk  et  contado  (fosse  di  che  conditione  si 
volesse)  et  passare  altrove,  sotto  pena  di  tratti  di  tre  corda  et  di  lire  dieci  a  chi  contrafacesse. 
Poi  fecero  intendere  a  tutti  li  monasteri  de'  religiosi  che  dovessero  mandare  altrove  la  mela 
dei  loro  frati  per  sollevamento  della  cittk.  Fatto  questo,  spedirno  molti  mercanti  nella  Ro- 
-5  magna,  nella  Marca,  in  Sicilia  et  in  PugHa  a  comprare  frumento  et  altre  biade;  et  fattone 
buona  condotta,  nella  cittk  cominci6  ad  allentarsi  alquanto  la  carestia  et  il  popolo  a  risperare, 
et  a  questa  guisa  si  diede  gran  sollevamento  alla  cittk. 

Alli  16  di  luglio,  il  mercoledl,  Sisto  papa  crea  protonotario  apostolico  Antonio  Galeazzo 
d'anni  1 1  figliuolo  del  signor  Giovannni  Bentivogli ;  il  quale,  condotto  con  honorata  compagnia 
30  alla  chiesa  catedrale,  et  celebrata  la  messa  airaltare  maggiore  da  Antonio  Monaldo  di  Rimini 
vescovo  et  suffraganeo  del  vescovo  di  Bologna,  alla  presenza  del  luogotenente,  del  legato, 
delli  signori  antiani,  confaloniere  di  giustitia  et  di  gran  numero  di  popolo,  fu  vestito  delle 
vesti  di  protonotario.  Et  finite  le  cerimonie,  fu  a  suono  di  trombe  et  di  piffari  condotto  al 
palagio  del  padre  accompagnato  dal  suffraganeo,  canonici  et  gentilhuomini,  et  giunto  avanti  il 
35  padre  et  la  madre  teneramente  Tabbracciarono;  poi  con  tutti  quei  che  Thavevano  accompa- 
gnato  lautamente  si  convit6  con  grandissima  allegrezza  di  trombe,  piffari  et  delle  campane  di 
San  Jacomo. 

Vengono  le  cattive  nuove  in  Bologna  a  Ginevra  della  morte  di  Costanzo  Sforza  signore 
di  Pesaro  e  suo  fratello,  et  come  era  in  suo  luogo  successo  il  signor  Giovanni  suo  figliuolo 
40  naturale.     Hebbe  Ginevra  dolore  assai  della  raorte  di  Costanzo,  ma  come  donna  prudente  et 
savia,  si  consolava  assai  intendendo  che  pacificamente  ne  havesse  havuto  la  signoria. 

Alli  24  di  luglio,  il  giovedi,  parendo  al  signor  Giovanni  Bentivogli  che  il  corridore  che 
traversava  la  chiesa  di  san  Jacomo,  ove  erano  sotto  Taltare  di  santa  Caterina  et  Taltare   di 
san  Pietro   troppo   sconciamente   occupasse  il  detto  tempio,  il  fece   rimuovere   et  ridusse  la 
45  chiesa  ad  un  sol  corpo,  siccome  hora  si  vede. 

Alli  2  d'ag08to,  il  sabbato,  Bernardo  da  Sassoni  dottore  et  cavalliere  et  uno  de'  senatori 
rende  lo  spirito  a  Dio  et  il  corpo  alla  terra  et  h'  sepolto  in  San  Jacomo,  lasciando  dopo  di       p.  m6o 
sk  Annibale  il  figliolo.     Questi  di  procuratore  divenne  et  cavaliere  et  senatore  et  fu  il  primo 


38-41.  ««  stfno  a  ftHHa  ntl  margine  simstrn 


228  HISTORIA  DI  BOLOGNA  IAA.  usa-us*] 


che  nobiHtaMe  U  fua  famiglia  et  li  dewe  nome.  Fabric6  un  bellissimo  palazzo  da  porta  di 
Caateilo  rincontro  la  chiesa  dl  san  Sebastiano,  ove  era  una  delle  porte  antiche  della  cittk, 
che  hora  il  possiede  11  «ignor  Savignano.   Fu  posto  nel  suo  luogo  Giovanni  di  Jacomo  Marsili 

cavalliero. 

Giovanni  Francesco  di  Nicol6  Aldrovandi  a  dl  primo  dl  settembre,  il  lunedl,  entra  podeati     5 

della  cittk  di  Lucca. 

Haveva  il  duca  dl  Milano  cominciato  a  travagliare  il  Bresciano  et  a  far  guerra  contro 
i  Venetiani,  che  non  havevano  voluto  pacificarsi  col  duca  di  Ferrara,  et  di  gik  il  duca  di 
Calabria  con  130  squadre  d'huomini  d*anne  era  passato  nel  Bergamasco,  quando  Giovanni 
Bentivogli,  anch'egli  postosi  a  ordine,  con  li  suoi  soldati  si  partl  alli  10  di  settembre,  il  10 
mercoledl,  et  con  gl' inf raBcritti  capi  di  squadre,  cio^:  Antonio  Bentivogli,  Ercole  Mare- 
•colti,  Carlo  degringrati,  Ceccarello  dalla  Volta,  Francesco  Bianchetti,  Filippo  di  Battista 
Malvezzi,  Jeronimo  Guasco,  Jeronimo  di  Noch,  co'  quali  tutti  egli  pa8s6  in  Giera  di  Adda 
et  poscia  al  castello  d^AsoIa  in  Bresciana,  dove  era  il  duca  di  Calabria  in  assedio,  dove 
non  molti  giomi  dopo  Giovanni  Bentivogli  8'inferm6  di  flusso;  laonde  aggravato  dal  male,  15 
fu  costretto,  lasciando  quivi  li  soldati,  partirsi  per  ricoverare  la  perduta  sanit^.  Et  cosi  se  ne 
venne  a  Bologna,  dove  non  si  tosto  gionse  che  intese  che  alli  22  d'ottobbre,  il  mercoledi, 
Francej«co  Gonzaga  cnrdinale  et  legato  et  vescovo  di  Bologna  esser  nel  palagio  della  signoria 
morto  per  d'8ordini;  perciochfe  bevendo  Tacqua  della  Porretta  non  8erv6  la  guardia  conve- 
niente.  Intesa  adunque  Giovanni  questa  nuova,  ritorna  a  dietro  et  passa  a  Cento  et  alla  Pieve,  20 
castella  del  vescovado,  et  ne  piglia  la  tenuta  per  la  cittk  di  Bologna,  consignando  ambe  le 
rocche  a  Ra'na1do  Ariosti,  et  poi  cosl  infermo  et  lasso  se  ne  ritom6  a  Bologna  a  farsi  curare. 
II  senato  manda  ambasciatori  al  papa  per  ottenere  un  legato  et  un  vescovo  della  citta, 
et  alli  3  di  novembre,  il  lunedi,  sendo  eletti  Jeronimo  Ranucci,  Giovanni  Filippo  Salarolo, 
si  partirono  di  Bologna  per  Roma.  25 

Occorrono  alcune  discordie  nella  compagnia  de'  notari  per  cagione  del  registro  degrinstro- 
menti  et  si  viene  dalle  parole  alle  mani;  et  era  per  uscirae  gran  rovina,  se  alcuni  prudenti 
huomini  non  vi  si  trapponevano,  li  quali  tanto  fecero,  che  amendue  le  parti  riposero  le  loro 
differenze  nelle  mani  del  signor  Giovanni,  il  quale  con  agevolezza  tosto  le  accomod6  et  vi 
consign6  anche  alcuni  govematori  del  regiatro  et  rimasero  quieti  et  contenti.  30 

Mentre  che  grambasciatori  sono  in  camino  per  Roma,  papa  Sisto,  che  di  gii  haveva  havuto 
awiso  della  morte  del  cardinale  Francesco  Gonzaga,  crea  vescovo  di  Bologna  Giuliano  dalla 
Rovere  il  nipote  cardinale  di  San  Pietro  in  Vincola  et  lo  fa  legato  della  citt^  (il  quale  poscia 
divenne  pontefice  et  fu  chiamato  Giulio  IT).  Egli  adunque  mand6  con  li  ambasciatori  bolognesi 
Galeazzo  dalla  Rovere  vescovo  Aginese  per  suo  luogotenente,  il  quale  giunse  a  Bologna  35 
alli  23  di  decembre,  il  martedi,  et  con  grande  honore  fu  condotto  al  palagio  de'  signori. 

Nicol6  dalla  Fava  prestantissimo  filosofo  et  medico  eccellente  muore,  et  h  sepolto  nella 
chiesa  di  san  Jacomo  dietro  il  coro  in  cassone  di  marmo,  dove  si  leggono  questi  versi: 

//ac  ego  sum  lutea  Nicolaus  condiius  urna, 

Allera  qui  fueratn  gloria  sumnta  Fabis.  40 

Artis  eram  medica  doctor,  Podarius  alter, 

Aeger  quisque  mea  tutus  abibat  ofe. 

t.  »61  Anno   di   Cristo    1484.   —   Si  fanno  li  magistrati   della  cittJu     Era  confaloniero  Alessio 

degli  Orsi. 

E  Bologna  oppressa  da  gran  carestia  et  il  grano  vale  la  corba  lire  6  et  la  corba  delle  45 
castagne  lire  dieci  et  la  fava  lire  dnque  et  meglio,   quantunque  il  senato   non  mancasse  di 
fare  una  buona  provisione  a  favore  della  cittk. 

A  dl  primo  di  gennaro  li  signori  antiani  ordinano  che  sopra  il  campanile  di  San  Pietro 


[A.  1484]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  229 


stia  un  huomo,  che  del  continuo  et  giorno  et  notte  ribatta  Thore  deirhorologio  del  palazzo  di 
piazza  et  gli  assegnano  per  suo  salario  lire    100  I'anno   con  patto   che  ogni   volta   che  egli 
tralascieri  di  rispondere  alle  hore  della  piazza,  o  non  risponder^  giustamente,  sia  tassato  et 
punito  di  soldi  cinque,  non  essendo  obbligato  per6  di  ribattere  per  longo  tempo. 
5  Giovanni  Francesco  da  Tollentino  capitano  delle  genti  d'arme  del  papa,  che  era  alli  al- 

loggiamenti  di  Romagna,  giunge  in  Bologna. 

Alli  14  di  gennaro,  il  mercoledi,  il  signor  Giovanni  Bentivogli  si  parte  di  Bologna  con 
bel  numero  di  gentilhuomini  et  passa  a  Milano  al  consiglio  delli  signori  et  ambasciatori  della 
lega,  che  quivi  si  radunavano  per  cagione  della  guerra  contro  i  Venetiani,  et  finito  il  conseglio 

10  se  ne  ritoma  a  Bologna. 

Lodovico  Malvezzi,  uno  del  senato,  del  mese  di  febbraro  muore  et  h  sepolto  a  San  Giacomo. 

Alli  3  d'aprile,  il  venerdl,  Taltissima  torre  di  Giacomo  et  di  Bianchino  Bianchetti  ricchissimi 

mercanti,  che  era  situata  nel  trebbo  del  Carrobbio  fra  la  residenza  della  mercantia,  ove  gli 

loro  giudici  tengono  ragione,  et  la  gabella  grossa  rincontro  la  casa  de'  Bolognini,  calando  11 

15  fondamenti  da  un  lato  et  piegandosi  verso  le  case  de'  Bolognetti  al  traverso  della  via  con 
grandissima  rovina  e  strepito,  su  Thora  di  nona  cadde  a  terra,  tenendo  in  lungo  piedi  100  et  in 
largo  60;  et  fracass6  le  dette  case  de'  Bolognetti,  talmente  che  pareva  che  quivi  giammai  fossero 
stati  alcuni  edifici.  Erano  queste  due  case  una  di  Antonio  eccellente  dottore  et  Taltra  di 
Giovanni  il  fratello  mercante,  li  quali  ritrovandosi  in  questa  infelicissima  hora  con  le  sue  fa- 

20  miglie  a  desinare,  insieme  con  un  gentilhuomo  ferrarese  de'  Gualenghi  sposo  di  una  figliuola 
del  detto  Antonio,  furono  da  tanta  rovina  oppressi. 

Giovanni  Bentivogli  udendo  rhorribile  rimbombo  della  caduta  torre,  con  gran  moltitudine 
di  popolo  co\h.  si  trasse  et  veggiendo  quivi  intorno  alla  gran  rovina  il  popolo,  con  amorevole 
invito  et  anco  a  suon  di  tromba  comando  che  tosto  fosse  rimossa  la  rovinata  torre  per  vedere  se 

25  a  sorte  si  trovava  alcimo  delle  oppresse  famiglie  vivo.  Si  pose  il  popolo  volontieri  alla  impresa 
et  scoprendo  trovarono  25  creature  tutte  rovinate  et  guaste  dalle  pietre,  talmente  che  non  si 
scorgeva  che  fossero  stati  huomini  et  fra  grahri  il  detto  Anlonio  et  Giovanni  con  loro  donne, 
figliuoli,  servi,  sejvitrici  con  lo  sposo  et  la  sposa  che  furono  estralti  semivivi,  et  molto  da'  sassi 
percossi.    Fu  anche  trovato  vivo  Ercole  figliuolo  di  Giovanni  con  un  famiglio,  che  pure  allhora 

30  al  cadere  della  torre  erano  iti  in  cantina  per  cavare  il  vino  per  desii.are.  Parimente  trova- 
rono  un  pover  huomo  vivo  con  11  pesce  in  mano,  che  lo  portava  a  casa  di  un  ciitadino,  il  quale 
al  cadimento  delia  torre  rest6  sepolto  fra  una  pariete  et  un  ironco  di  detta  torre,  clie  li  fece 
padiglione  sotterandolo  vivo.  Costui  addimandato  dal  signor  Giovanni  che  pensiero  era  11  suo 
veggiendosi  vivo  sotterra:  "  Messere,  rispose  il  pover  huomo,  credevo  che  fosse  venuio  il  di  del 

35   "  giudicio,  havendo  udito  tanta  rovina,  et  poi  sotterra  havei.do  udito  una  tromba  suonare,  vede- 
•  vasi  che  il  Signore  ne  chiamasse  al  giudicio,  havendo  udito  io  da  molti  predicaiori  che  gli  angeli 
"con  le  trombe  ci  condurranno'  avanti  il  Signore  per  esser  giudicati  et  che  rovinerii  il  mondo„.       />.  »<sj 
Sorrise  alquaiito  Giovanni  et  poscia  ordin6  che  li  fosse  fatto  cavar  sangue  et  fosse  govemato  et 
aiutato.     Rimasero  del  detto  Antonio  due  figliuoli  piccoli,  che  erano  partiii  di  casa  et  andati 

40  ben  segnati  alla  scuola  et  di  Giovanni  re8t6  Ercole  soprade.to  con  uu  aitro  suo  fraiello  pic- 
ciolo,  che  parimenti  ben  dairangelo  buono  era  stato  spinto  alla  scuola.  Ora  lcI  rimuovere 
la  rovinata  torre  avvenne  che  auche  rovin6  una  parte  della  casa  della  mercantia,  dove  erano 
le  scritture  de'  notari  et  anche  una  parte  deila  gabella,  Ik  dove  molte  delle  dette  scriiture 
si  persero. 
I  45  Nel  vero,  fu  questa  rovina  grandissima  e  d'infinito   danno  et  per  ci6   degna  di  molta 

compassione  et  di  gran  pietii.  II  che  considerandolo  il  signor  Giovanni  et  li  signori  antiani, 
come  signori  di  animl  generosi  et  di  cuori  christiani  et  amorosi,  statuirno  et  ordinarono  an- 
nuale  provisione  per  anni  cinque  di  lire  500,  che  tanti  anche  ne  haveva  di  salario  Antonio  per 
la  lettura,  et  la  essentione  di  tutti  11  datii  et  gabelle  per  anni  20  in  aiuto  di  quei  infelicis- 

50  simi  fanciulli  restati  vivi. 


230  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  [A.  14M] 


Pu  queito  caso  tanto  horribne  che  pose  si  fatto  Bpavento  ne'  chtadini  et  in  quei  che  have- 
vano  le  habitalioni  alle  torri  vicine,  che  per  molto  tempo  non  si  volaero  habitare.  Et  il  senato 
anch'egli  fece  con  chiavi  grossisaime  di  ferro  fortificare  l^altisaima  torre  degrAsinelii  et  fecero 
levar  via  tutti  U  magnani  che  d'intorno  vi  havevano  le  botfeghe,  acciochfe  con  il  loro  fre- 
quente  martcllare  non  la  eccitassero  a  cadere.  Poi  imposero  alli  confallonieri  del  popolo  5 
che  alla  detta  torre  le  faceasero  fare  li  sporti  di  pietra  ben  fermi  d'ogiii  intomo  per  maggior 
fortezza.  II  clie  fu  uno  assicurarla  et  un  abellimento,  come  si  vcde.  Comand6  il  senato 
ancora  che  la  torre  allissinia  de'  Catellani  (era  questa  quasi  come  la  torre  degli  Aainelli)  che 
era  doppo  li  Celestini,  fosae  abbassata,  accioch^  anch'el!a  non  facesse  qualche  strana  rovina 
come  Taltra.  10 

I!  scnato  comanda  che  tutti  grortolani  si  partino  di  su  la  piazza  et  vadino  a  vendere 
dietro  San  Petronio  sotto  il  coperto  vicino  al  Pavaglione;  vendevano  gii  di  prima  sotto  il 
portico  delle  merzarie  vecchie;  et  cosi  fecero. 

Alli  14  di  giugno,  il  lunedl,  Ludovico  di  Giovanni  dalle  Armi  senatore  muore,  et  in  suo 
luogo  succede  Egano  Lambertini  cavalliere  aurato.  15 

Alli  2  di  luglio,  il  venerdi,  il^signor  Giovanni  Bentivogli,  seguitando  la  guerra  su  quel  di 
Brescia  contro  i  Venetiani  con  otto  squadre  di  gente  d'arme,  60  ballestrieri  a  cavallo  et  ancora 
35  provisionati  a  cavallo,  60  pedoni  provisionati  a  piedi,  100  benissimo  a  ordine  con  molti 
gentilhuomini  che  a  sue  spese  Taccompagnavano,  et  passato  al  duca  Alfonso  di  Calabria  capi- 
tano  della  lega,  egli  lo  mand6  a  Longona  et  a  Bagnuolo  castella  del  Bresciano,  le  quali  alli  20 
16  di  luglio,  il  venerdi,  Giovanni  Thebbe  a  patti. 

Ora  il  papa  quasi  che  presago  del  suo  prossimo  fine,  perch^  non  restasse  la  memoria  sua 
macchiata  di  haver  lasciato  in  Italia  acceso  tanto  fuoco,  col  mezzo  de'  legati  et  nunci,  che 
mand6  a  Napoli,  a  Venezia  et  Fiorenza  et  agPaltri  potentati  italiani,  tratt6  et  conchiuse  la 
concordia  et  la  pace.  Dopo  la  quale  in  questo  tempo  Sisto  pontefice  cinque  giomi  dopo  25 
la  pace  publicata,  che  fu  alU  12  d"agosto,  ii  giovedi,  nel  terzo  decimo  anno  del  suo  papato 
mori,  et  vac6  la  sedia  di  Pietro  giorni  17. 

Fioriva  in  questi  tempi  in  Bologna  Filippo  Beroaldo. 

E  eletto  Giovanni  Battista  Cibo  genovese  et  fe  chiamato  Innocenzo  VTII,  et  in  Bologna 
per  tre  giomi  se  ne  fa  gran  festa.  EgU  voUe  havere  per  suo  referendario  domestico  Antonio  30 
Grassi,  et  lo  fece  vescovo  di  Tivoli.  Questo  pontefice  conferm6  al  conte  Girolamo  Riario 
il  capitaneato  et  approv6  la  concessione  de'  feudi  et  gli  mo8tr6  che  era  desideroso  ch'egli 
/.  «j  continuasse  seco  neUa  medesima  riputadone  nella  quale  era  stato  con  Sisto;'  ma  Girolamo, 
per  non  displacere  a'  parenU  del  nuovo  pontefice,  bellamente  ritirossi  ad  habitare  a  Forli. 

II  sig  .or  Giovanni  manda  alli  31  di  luglio,  il  sabbato,  Filippo  Salarolo  con  honorevole  35 
compagnia  per  suo  ambasciatore  a  rallegrarsi  della  ottenuta  dignitk.  Di  poi  i!  senato  anch'egli 
vi  majid6  li  suoi  ambasciatori,  ciofe:  Ludovico  da  San  Pietro,  Bonifacio  Catani  cavaUeri,  U 
quali,  dopo  ressersi  a  nome  della  cink  rallegrati  della  sua  dignit^,  lo  supplicano  voglia  segnare 
li  capitoU  fra  la  sedia  apostoUca  et  la  cittk  da  moia  altri  suoi  predecessori  confirmati,  il  che 
volentieri  il  pontefice  fece.  Poi  diede  loro  per  legato  Giovanni  Battista  SaveUi  romano  40 
cardinale. 

Alli  14  di  agosto,  il  sabbato,  a  hore  24,  fra  San  Zeno  et  Bagnuolo  si  conchiude  la  pace  fra 
il  duca  di  Milano  et  la  signoria  di  Venetia  per  mezzo  del  signor  Lodovico  Sforza  duca  di 
Barri  luogotenente  di  Giovanni  Galeazzo,  senza  saputa  deUa  lega;  e  vi  erano  presenti  amendue 
gU  esserciti  con  patto  che  dovesse  rimanere  capitano  generale  di  tutta  ItaUa  il  signor  Ro-  45 
berto  da  San  Severino  con  provisione  per  ciascun  anno  di  120  000  ducati  con  gravezza  di 
tenere  600  huomini  d'arme  per  dieci  anni  et  che  il  Polesene  di  Rovigo  rimanesse  alli 
Venetiani  et  che  non  potesse  far  sale  il  duca  dt  Ferrara  et  che  li  pagamenti  si  dovessero 

3S-4I.  tm  sfn«  a  /ttmt  utl  margime  simstro  >«•  ricUamar»  Vatttntione 


1 


[AA.  1484-1485]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  ^  231 

fare  in  questa  guisa,  cio^ :  il  papa  6000  ducati,  il  re  Fernando  8000,  il  duca  di  Milano  50  000, 
11  Venetiani  50  000,  li  Fiorentini  6000 ;  et  stipulato  il  contratto,  amendue  gli  esserciti  si  di- 
sfecero,  ritornando  ciascuno  alli  lor  paesi.  Et  vero  fu  che  questa  pace  dispiacque  assai  al 
duca  dl  Calabria  et  al  duca  di  Ferrara. 

5  AUi  30  d'agosto,  il  lunedi,  Estorre  Bertolini  podesta,  11  quale  era  venuto  alli  10  dl  questo 

per  esser  morto  Mattio  de'  Toscani  milanese  11  primo  del  detto  mese,  anch'ei  muore  et  in 
suo  luogo  fe  eletto  Antonio  Casino  da  Cesena,  talmentech^  in  manco  di  un  mese  Bologna  hebbe 
tre  podestk. 

Alli  9  dl  settembre,  il  glovedi,  Gilberto  figliuolo  del  signor  Marco  Pli  signor  di  Carpi  et 

10  genero  del  signor  Giovanni  Bentivogli  giunge  in  Bologna,  sendo  stato  fatto  capitano  della 
cittk  con  200  cavalli. 

Del  mese  di  ottobbre  Federigo  Gonzaga  marchese  di  Mantova  muore  et  a  lui  succede 
Francesco  11  figliuolo. 

Del  medesimo  mese  in  Perugia  Gasparo  Grassi  bolognese  et  podestk  di  quella  clttk  muore. 

15  Aili  3  di  ottobbre,  la  domenica,  Alfonso  duca  di  Calabria,  che  ne  veniva  di  Lombardia, 

dove  contro  11  Venetiani  haveva  guerreggiato,  sendo  capitano  della  lega,  giunge  in  Bologna 
et  b  honoratamente  ricevuto  dalla  cittk.  Alloggi6  nel  palagio  del  signor  Giovanni  Bentivogli, 
et  11  giorno  seguente  voUe  visitare  11  santissirao  corpo  del  glorioso  Domenico  et  vedere  la 
bibbia  di  Esdra  et  altre  cose  notabili  in  quella  chiesa,  accompagnato  sempre  dal  signor  Gio- 

20  vanni  et  da  infiniti  gentilhuomini.  Vide  ancora  li  filatogli  della  seta  et  visit6  altre  chiese  et 
luoghi  segnalati  et  essendo  assai  restato  sodisfatto  se  ne  ritornb  a  casa  et  11  di  seguente 
passb  verso  Napoli. 

Bartolomeo  Lambertini  h  fatto  deill  1200,  estratto  dalli  600. 

Anno  di  Cristo  1485.  —  Si  fanno  11  magistratl  della  cittk.     Et  ^  fatto  un  nuovo  ordine, 

25  cio^  che  tutti  li  nuovi  signori  la  mattina  che  deono  fare  Tentrata  in  palagio  si  dovessero  per 
tempo  ritrovar  alla  casa  del  confaloniere  di  giustitia  con  11  loro  parentl  et  amici  et  poi  con 
trombe  et  piffari  fossero  tutti  insieme  a  passare  al  palazzo  della  signorla.  Fu  adunque  confa- 
loniere,  et  11  primo  che  questo  bellissimo  ordine  cominciasse,  Ludovico  da  San  Piero,  prece- 
dendo  la  famiglia  del  palagio,  macierl  et  dongelli  con  alquanti  fanti  armati  con  le  celate  in 

30  capo,  imbracciature,  ronche  et  altre  arme  con  11 '  tamburino  che  dava  segno  al  tamburo  quasl  a       p.  264 
guisa  sl  dovesse  andare  alla  battaglia;  seguitavano  11  confalonierl  con  11  signori:  poi  il  signor 
Giovanni  Bentivogli  con  11  senato  et  gentilhuomini  et  popolari;  11  qual  ordine  insino  al  giorno 
presente  si  osserva.     Inoltre  si  ordino  11  modo  dl  entrare  nel  magistrato  delli  signori  confa- 
lonierl  del  popolo ;  et  per  esser  la  cltta  dlvisa  in  quattro  quartierl  voUe  che  dovessero  convenire 

35  tutti  quattro  11  confalonieri  dl  porta  Stieri  con  11  loro  parenti  et  amici  la  mattina  alla  chiesa 
di  san  Francesco  et  11  confalonieri  del  quartiero  di  porta  San  Piero  a  San  Jacomo  de'  frati 
Eremltanl,  et  quelli  del  quartiero  dl  porta  Ravegnana  alla  chiesa  de'  frati  de'  Servi  et  quelll 
finalmente  di  porta  San  Proculo  alla  chiesa  di  san  Domenico  de'  Fredicatori,  et  cosJ  radunati 
in  queste  chiese  con  11  parentl  et  amici  et  ascoltata  la  messa,  passavano  di  mano  in  mano  li 

40  donzelli  et  macieri  del  detto  magistrato  dalll  confalonieri  vecchl  accompagnatl  con  Li  confaloni 
innanti  et  andavano  in  piazza  a  fare  Tentrata  sua  con  suoni  di  trombe  et  altre  loro  cerimonie, 
come  anco  al  presente  si  usa. 

AUi  5  di  febbraro,  il  sabbato,  Raimondo  Malatesti  con  alquanti  cavalieri  gentilhuominl 
bene  a  ordine,  mandato  per  ambasciatore  da  Pandolfo  Malatesti  al  signor  Giovannl  Bentivogli, 

45  giunge  in  Bologna.  Questi  venne  per  trattare  11  sponsalicio  fra  11  detto  siguor  Pandolfo  et 
Violante  figliola  di  Giovannl,  fanciulla  dl  annl  18.  Fu  Incontrato  con  grande  honore  da  An- 
nibale  figllolo  dl  Giovannl  con  bellissima  compagnia  di  gentilhuomini  oltre  quattro  miglia,  et 
entrato  nella  cittk,  vi  passb  contro  11  signor  Giovanni  con  la  nobiltk  insino  alla  porta  et  con 
gran  fasto  11  condusse  al  suo  palagio.     Di  poi  il  dl  seguente  egli,   insieme   con  Giovanni  et 


333  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  14MJ 


tntta  la  nobiltk,  il  condusae  alla  chieaa  di  san  Petronio  ad  ascoltore  la  mesaa;  et  dopo  51  desinare 
alla  preaenza  di  molti  nobili  cittadini  dentro  il  palagio  del  signor  Giovanni  sposb  la  fanciulla 
a  nome  del  signor  Pandolfo,  che  fu  la  domenica,  con  grande  allegrezza  di  tutti  et  con  dote 
di  10  000  ducati.  Poi  alli  8,  il  martedi,  Andrea  degringrati  fece  un  Bollenissimo  convito  alla 
sposa  et  agli  ambasciatori  et  al  signor  Giovanni  et  a  madonna  Ginevra  et  a  molti  altri  5 
gentilhuomini.  Et  Mino  Rusai  il  di  seguente  fece  anch'egli  un  bellissimo  convito;  rultimo 
giomo  questi  due  senatori  mostrarono  gran  magnificenza  in  questi  conviti.  Poi  alli  II  si 
partl  il  magnifico  Raimondo  con  la  compagnia  per  ritomarsene  a  Rimini,  sendo  accompa- 
gnato  da  Francesco  del  Dottore  per  commissione  del  signor  Giovanni,  il  quale  poscia  ritom6 
•  Bologna  con  essentione  che  li  Bologneai  non  dovessero  pagare  la  bolletta  a  Rimini  nk  gli  10 
Ariminesi  a  Bologna. 

Alli  14  di  marzo,  il  lunedi,  fu  la  ecclisse  del  sole  a  hore  22   et  Taria  molto  si  oscur6. 

AUi  20,  11  sabbato,  il  signor  Giovanni,  havendo  ascoltata  la  messa  nella  sua  cappella  in 
San  Jacomo,  dove  era  infinito  popolo,  egli  fece  cavaliere  aurato  Gozzadino  Gozzadini  dottore 
et  senatore.  15 

Infermandosi  il  signor  Giovanni  Bentivogli  mentre  era  alla  guerra  di  Brescia,  come  fe 
detto  di  sopra,  fece  voto  di  vestirsi  di  berettino  et  passare  a  visitare  la  madonna  del  Loreto 
se  ritoraava  nella  pristina  sanitk.  Ora  raccordevole  et  della  grazia  ottenuta  dalla  gran  Madre 
di  Dio  et  dalla  promessa  fatta,  si  delibera  di  adempire  il  voto.  Laonde  vestitosi  di  berettino 
con  bellissima  compagnia  dello  islesso  modo  et  colore  vestita  con  collane  d'oro  al  collo,  20 
alli  21  di  marzo,  il  lunedi,  con  160  cavalli  tutti  bardati  di  berettino  con  12  muli  carichi  et 
22  staffieri  con  due  trombetti  dell'  istesso  colore  anche  essi  vestiti,  si  partl.  Li  getilhuomini 
/.  «*j  erano  questi:  Gilberto  de'  Pii  da  Carpi  il  genero,  Lodovico  da'  San  Piero  dottore,  cavaliere  et 
senatore,  Egano  Lamberlini  cavalliere  et  senatore,  Andrea  degringrati  cavalliere  et  senatore, 
Mino  Russi,  Giulio  Malvezzi,  Alessio  degrOrsi,  Bartolomeo  Felicini,  Ettore  Montecalvi,  An-  25 
nibale  de'  Bianchi,  Bemardino  di  Testa  Gozzadini,  Giovanni  Filippo  Salarolo,  Bartolomeo 
de'  Russi  cancelliero,  Cristoforo  dal  Pozzo,  Cristoforo  dalle  Bussole  detto  Suspiro,  Giovanni 
Antonio  Morando  spenditore  et  altri  cittadini  assai  con  una  squadra  di  ballestrieri.  Giunse 
Giovanni  ad  Imola  la  sera  et  furono  ricevuti  et  accarezzati  dal  conte  Jeronimo  Riario,  il 
quale  in  quella  cena  mostrb  tanta  copia  di  vasi  d'argento,  havuti  gik  da  Sisto,  che  fu  cosa  30 
maravigliosa.  II  simile  anco  fecero  tutli  li  signori  della  Romagna.  Sodisfatto  adunque  al 
voto,  egli  pass6  a  Roma  a  baciare  il  piede  a  papa  Innocentio,  dal  quale  fu  con  lieta  faccia 
accolto,  et  ottenne  da  lui  tutto  quello  che  egli  seppe  addimandare.  Fu  Giovanni  bene  veduto 
da  tuttti  li  cardinali  et  in  particolare  da  Achille  Marescotti  vescovo  di  Cervia,  11  quale,  dopo 
Thaverlo  lautamente  convitato,  gli  fece  dono  di  una  mula  di  prezzo  di  100  ducati.  Ora  essendo  35 
stato  10  giomi  in  Roma,  et  havendo  visitato  quoi  luoghi  santi,  havuta  la  beneditione  dal  pon- 
tefice,  si  parti  di  Roma  et  venne  per  la  Toscana  per  visitare  Pietro  de'  Medici,  dove  da  molti 
signori  et  popoli  fu  grandemente  honorato;  et  finalmente  alli  4  di  maggio,  il  martedi,  giunse 
in  Bologna  incontrato  da  tutta  la  cittk;  et  si  fece  della  sua  ritomata  grande  allegrezza  et 
su  la  torre  di  San  Jacomo  si  fecero  grandissimi  fuochi,  gridando  i  fanciuUi  per  la  strada:  40 
■Sega,  sega,. 

Ercole  Estense  duca  di  Ferrara  diede  commissione  a  nome  suo  a  Battista  de'  Canonici 
vescovo  di  Faenza  suo  nuntio  che  creasse  cavaliere  aurato,  con  tutti  quelli  honori  che  si 
devono,  Giovanni  Francesco  Aldrovandi,  sotto  la  data  delli  17  maggio  in  Mantova. 

AUi  10  di  giugno  Giovanni  Francesco  degli  Aldrovandi  nobile  bolognese  fu  eletto  pre-  45 
tore  di  Pemgia. 

In  questo  tempo  h  gettata  la  campana  grossa  di  San  Pietro  nel  Pavaglione  dietro  vSan  Pe- 
tronio  et  sono  cominciati  a  fondare  li  piloni  sopra  de'  quali  furo  fabricate  le  volte  che 
sono  sotto  la  sala  del  palagio  del  podestk,  dove  poi  furono  fatte  le  merzarie.  Si  trov6  sotto 
10  piedi  una  saligata  di  mosaico  molto  bella.  50 


i 


fAA.  1485-1486]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  233 

II  rettore  delli  scolari  fa  giostrare  in  piazza  un  palio  di  raso  cremisino:  ne  riportb  Thonore 

et  il  premio  Antonio  Paganino  huomo  darme  del  conte  Nicolo  Rangoni  capitano  de'  Bolognesi. 

Giovanni  Savelli  rinontia  la  legatione  di  Bologna  et  il  pontefice  fa  legato  Ascanio  Maria 

Sforza  cardinale,  il  quale  manda  per  suo  luogotenente  Prospero  Caffarello  vescovo  di  Ascoli, 

5  huomo  di  lodata  vita.     Et  alli  18  di  luglio,  il  lunedi,  insieme  con  Giovanni  Filippo  Salarolo 

ambasciatore  entra  in  Bologna, 

Giovanni  Bianchetti,  uno  de'  senatori,  alli  21  di  agosto,  la  domenica,  passa  a  miglior  vita; 
fu  eletto  in  luogo  suo  Carlo  Bianchetti. 

In  questo  anno  la  corba  del  grano  vale  soldi  22  et  il  buono  et  eletto  24,  la  corba  del 
10  vino  soldi  16. 

Alli  7  di  novembre,  il  lunedl,  Lodovico  Morbiolo,  che  di  gih  anni  dodeci  haveva  preso 

habito  di  penitenza,  con  gran  grido  di  santitk  muore  et  h  sepolto  nel  cemeterio  di  san  Pietro, 

alla  cui  sepoltura  concorse  gran  popolo.     Et  parendo  che  Iddio  facesse  gratia  a  molti  infermi 

di  guarire,  fu  levato  il  corpo  di  quel  luogo  et  posto  nel  confessionale  di  detta  chiesa,  dove 

15  anche  per  lungo  tempo  hebbe  concorso  di  popoli  circonvicini. 

E  publicata  in  Bologna  la  morte  di  Achille  Marescotto  vescovo  di'  Cervia;  et  Galeazzo       p.  »<*« 

il  padre  gli  fa  celebrare  sontuosissime   essequie   nella   chiesa  di  san  Pietro  et  anco   fa  fab- 

bricarli  honorevole  sepoltura  di  pietra  viva  nella  chiesa  di  san  Domenico  alFentrare  di  essa. 

La  pestilenza  vessando  la  cittk  di  Bologna  et  levando  da  questa  mortal  luce  gran  numero 

20  di  persone,  tenta  il  senato   di  far   le   provisioni  et  di  prima   placare  Tira   di  Dio.     Laonde, 

dopo  molti  consegli,  ordina  che  siano  radunati  tutti  li  poveri  fanciuUi  che  per  la  cittk  mendi- 

cando  vagavano  et  che  si  vestino  tutti  di  panno  bianco  grosso  con  la  croce  rossa  nel  petto  et 

che  f  ossero  ridotti  ad  habitare  insieme  in  luogo  capace.     Et  voUe  che  eglino  ogni  giomo  an- 

dassero  a  due  a  due  processionalmente  a  cercare  la  limosina  et  ad  impetrare  la  misericordia 

25  di  Dio:  che  nel  vero  fu  opera  santissima  et  che  molto   commosse  la   cittk  a  penitenza   de* 

suoi  peccati  et  a  gran  compassione  degH  afflitti. 

Alli  11  di  decembre,  la  domenica,  Gozzadino  Gozzadini  dottore  et  cavalliere  passa  airaltra 

vita.     Fu  sepolto  nella  chiesa  de'  Servi  et  in  suo  luogo  fu  eletto  Alessio  di  Jacomo  degrOrsi. 

Giovanni  Giacomo  Triulzi  con  1 600  cavalli  et  con  buon  numero  di  f anti  giunge  in  Bologna, 

30  che  andava  a  Napoli  al  re  Fernando  mandato  da  Giovanni  Galeazzo  Sforza  duca  di  Milano.    Fu 

incontrato  con  molto  honore  dal  signor  Giovanni  Bentivogli  insieme  con  molti  nobili  della  citt^ 

Anno  di  Cristo  1486.  —  Si  creano  li  nuovi  antiani,  e  la  pestilenza  perde  alquanto  le  forze 
et  ne  concede  un  poco  di  tregua. 

AUi  18  di  aprile,  il  mariedl,  il  conte  di  Tantilia  ambasciatore  del  re  di  Spagna,  che  a 
35  Roma  ne  andava,  con  gran  pompa  giunge  in  Bologna;  haveva  seco  in  compagnia  due  vescovi 
et  26  cavallieri  aurati,  che  erano  in  tutto  100  cavalli.  Volle  alloggiare  airosteria  del  Montone 
et  il  giomo  seguente,  accompagnato  per  la  cittk  dal  signor  Giovanni  et  da  gran  numero  di  cit- 
tadini,  visitb  molte  chiese  et  and6  vedendo  la  cittk  et  le  cose  piu  segnalate  di  essa.  Poi  il 
dl  che  seguitb  partl  per  Toscana.  Portava  seco  questo  ambasciatore  una  preticsa  collana  al 
40  collo  oraata  di  ricchissime  perle  et  di  altre  gioie  estimata  12  mila  scudi  et  anco  aveva  una 
credenza  di  pretiosi  vasi  d'oro  et  di  argento,  che  fu  istimata  di  valore  ottantamila  ducati. 

II  signor  Giovanni  Bentivoglio  per  lettere  del  duca  di  Milano  pone  a  ordine  le  sue  genti 
per  mandarle  in  Campagna  di  Roma  in  soccorso  della  lega. 

Et  cosi  alli  25  di  aprile,  il  martedl,  udita  che  egli  hebbe  la  messa  in  San  Jacomo  nella 
45  8ua  capella,  fece  cavaliere  Carlo  degringrati  suo  capitano  et  poi  lo  constitui  govematore 
delle  sue  genti,  et  alli  28  del  detto  mese,  il  venerdl,  lo  mand6  verso  Napoli  in  sussidio  della 
lega  contro  la  Chiesa. 

Alli  9  di  agosto,  il  mercoledl,  il  signor  Giovanni  Bentivoglio  dona  ottanta  ducati  d'oro 
alli  poveri  pupilli,  che  di  nuovo  il  senato  haveva  raccolti  per  ramore  di  Dio. 


/.  ttT 


234  lUSTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1486] 

II  papa  concesee  a  Camillo  de'  Pepoli  chierico  bolognese  et  suo  notaro,  qual  era  di 
anni  dodici  in  circa,  molti  beiiefici  nella  diocesi  di  Padova,  di  Brescia,  di  Reggio  et  Modena, 
lodandolo  di  nobiltil  et  chiarezza  di  sangue,  chiamandolo  de  comiium  gentc,  come  nella 
bolla  di  detto  pontefice  appare  aotto  la  data  di  Roma. 

Ritrovati  alcuiii  religiosi  liaver  tenuta  mano  a  certi  furti  fatti  in  un  monastero,  sono  5 
presi,  et  li  signori  antiani  8enz'aUro  proces-so  gli  fanno  impiccare.  Di  che  fattone  querela 
preaso  il  pontelice,  che  senza  autoritii  apostolica  li  havessero  levata  la  vita,  il  papa  molto  si 
adira  et  ne  pubblica  iscommunicati  gli  antiani,  che  furono  questi,  ciofe:  Alessio  degli  Orsi 
confallonierc,  Achille  della  Tuata,  Bartolomeo  Loiani,  Camillo  dalla  Volta,'  Vincenzo  Marsili 
con  due  contestabili  et  tutti  graltri  che  havevano  tenuto  mano  in  questo  fatto  o  dato  con-  10 
siglio  o  favore  a  tale  giustizia  fatta  sotto  poi  gravissime  pene. 

Et  awengachfe  Alessio  et  graltri  si  ritirassero  nelle  case  loro  et  steasero  nascosti,  nondi- 
meno  Alessio  linalmente  fu  costretto  di  andare  a  Roma,  dove  giunto,  li  fu  perdonato  dal 
pontetlce,  et  il  fece  assolvere  pubblicamente  secondo  la  forma  de'  decreti  da  uno  de'  peni- 
tenzieri.  Poi  volle  che^promettesse  di  allevare  et  nutrire  un  frate  studente  di  tutto  quello  15 
haYease  bisogno  per  tre  anni  a  tutta  sua  spesa  et  cosi  lo  licenti6.  II  quale  se  ne  venne  a 
Bologna,  nfe  da  indi  in  poi  mai  si  vidde  Alessio  piii  lieto,  n^  ridere. 

II  senato  vedendo  pure  che  il  papa  contro  loro  per  questo  caso  era  molto  adirato,  vo- 
lendo  essi  placarlo,  gli  mandano  ambasciatori   ad  iscusarsi   del   caso   occorso  et  a   chiederli 
remlssione;  il  quale  gli  perdoii6   facendogli   intendere   che   giammai  nello   avvenire   non   si  20 
tramettessero  nella  morte  de'  religiosi  senza  l'auttoritk  apostolica. 

In  Bologna  h.  pubblicata  la  pace  fatta  fra  il  papa  et  il  re  di  Napoli,  di  che  la  citt^  ne 
fa  gran  festa. 

Bartolomeo  dalla  Volta  senatore  passa  a  migior  vita,  et  in  suo  luogo  sottentra  Alessandro 
dalla  Volta  il  nipote.  25 

Essendo  fatta  la  pace,  come  h  detto,  fra  il  papa  et  il  re  di  Napoli,  et  essendo  licentiato 
il  signor  Roberto  da  San  Severino  dal  pontetice,  di  cui  egli  era  capitano,  da  Roma  mand6 
a  Milano  Giulio  Malvezzi  a  pigliare  la  tenuta  di  alcune  castella,  che  11  erano  state  consignate 
dal  duca  di  Milano  per  la  pace  fatta  fra  il  duca  et  la  signoria  di  Venetia.  Giunto  a  Milano 
Giulio,  et  fatta  rambasciata  al  duca  et  mostratogli  il  mandato  del  signor  Roberto  a  lui  30 
fatto,  il  duca  rispose  non  volergli  consignare  cosa  alcuna,  n6  tampoco  volere  sua  amicitia, 
nemmeno  volere  esser  in  lega,  awengachfe  egli  rhaveva  voluto  tradire,  et  molte  altre  parole 
contro  il  detto  Roberto.  Udito  Giulio  la  risolutione  del  duca,  se  ne  ritom6  tosto  a  Roma 
et  del  tutto  avvis6  Roberto,  il  quale  assalito  da  ira,  fremendo  disse:  "  lo  sono  stato  uccellato 
" dal  duca  et  dalla  lega,.  Et  deliberato  di  partirsi  di  Roma  con  tutte  le  sue  genti  d'arme,  prese  35 
licentia  dal  pontefice,  havendo  ottenuto  gratia  di  poter  passare  per  tutte  le  sue  citt^  et  luoghi 
sicuramente,  et  partito  se  ne  venne  a  ForlJ  et  mand6  a  chiedere  al  senato  di  Bologna  il 
passo  libero  per  fuore  della  citth,  dandogli  vettovaglia  col  mezzo  de'  suoi  danari;  il  che  dal 
senato  cortesemente  gli  fu  concesso.  Ora  gionto  egli  nel  territorio  di  Bologna,  gionsero  let- 
tere  del  duca  di  Milano  et  di  tutta  la  lega  al  senato,  che  non  dovessero  lasciar  passare  40 
Roberto  per  il  Bolognese,  alla  qual  cosa  volendo  ubbidire,  incontanente  fecero  armare  Pirro 
Malvezzi  con  molte  bande  di  cavalli  et  di  pedoni  et  il  mandarono  alli  passi,  acciochfe  vietasse 
a  Roberto  il  passare  piii  oltre.  Et  fu  alli  12  di  settembre,  il  martedl.  Dove  fra  poco  giun- 
gendo  Roberto,  se  gli  fece  Pirro  incontro  dicendogli :  *  Signor  Roberto,  non  passare  piu  oltre 
"perchfe  non  piace  alla  lega,.  II  che  udito  da  Roberto,  disse  rivolgendosi  a  dietro  alli  suoi  45 
Boldati:  *  Noi  siano  traditi,.  Et  egli  con  100  cavalli,  affrettando  lo  scampo,  tosto  si  ritir6  a 
Ravenna  per  salvarsi  nel  paese  de'  Venetiani.  II  restante  poi  della  sua  compagnia  fu  svali- 
giata  dalli  soldati  di  Pirro  et  dalli  contadini. 

Mentre  che  Roberto  ne  fuggiva  et  cercava  di  salvarsi,  Alfonso  duca  di  Calabria  con 
molte  bande  di  cavalli  gionse  a  Faenza,  et  dairaltra  parte  verso  Parma  gionse  il  signor  Lo-  50 


[AA.  1486-1487]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  235 

dovico  Sf orza  con  buon  numero  di  soldati  per  mettere  Roberto  nel  mezzo  et  farlo  prigione ; 
ma  egli  gik  con  prudenza  si  era  a  Ravenna  salvato,  laonde  il  lor  disegno  resto  vano. 

Intendendo  il  signor  Giovanni  Bentivogli  il  sacco  delli  soldati  di  Roberto,'  fece  restituirli       />.  ?«« 
li  cavalli,   arme  et  ogni   loro   amese  et  robba  et  lascio  li   soldati   andar  liberi   ovunque  piu 
5  piacesse  loro. 

A  di  primo  d'ottobbre,  il  venerdl,  viene  in  Bologna  una  degna  ambasciaria  del  signor  Gil- 
berto  figliuolo  del  coate  Marco  Pii,  per  condurre  Leonora  tigliuola  del  signor  Giovanni  e  di  Gi- 
nevra  allo  sposo.  Li  quali  ambasciatori  dopo  Tessere  stati  ad  un  solenne  convito  di  molte  gen- 
tildonne  et  gentilhuomini  acccolti  et  fatta  una  bellissima  giostra,  il  dl  7  si  partirono  con  la  sposa 
10  accompagnata  da  Annibale  Bentivoglio  et  da  molti  cavalieri  et  gentiluomini  et  da  3  carrette 
di  gentildonne  et  giovani  a  piedi,  et  condotta  a  Carpi,  dove  si  fecero  gran  feste  et  trionfo. 
Piove  tutto  quel  di  et  il  giorno  seguente. 

La  torre  del  castello  diroccato  di  Buonconvento,  che  era  sopra  la  riva  del  fiume  Rheno, 
ove  erano  corbe  200  di  frumento  del  signor  Giovanni,  rovina  da'  fondamenti. 
15  Alli  15  di  novembre,  il  mercoledi,  il  signor  Giovanni  Bentivogli  dk  per  moglie  una  sua 

figliuola  naturale  chiamata  Griselda  a  Salustio  di  Giovanni  Guidotti. 

Egano  Lambertini  alli  23  di  decembre,  il  sabbato,  h  privo  della  dignita  senatoria  et  bandito 
fuore  di  Bologna  per  esser  ne'  fatti  suoi  poco  prudente  et  savio  e  per  monete  false. 

A-IU  27  di  decembre,  il  mercoledl,  che  fu  la  festa  di  san  Giovanni  Evangelista,  la  quale 
20  solennemente  si  celebrava  alla  capella  del  signor  Giovanni  in  San  Jacomo  intitolata  a  questo 
Evangelista,  havendo  il  detto  signor  udita  quivi  la  messa,  fece  cavalliere  aurato  Bartolomeo 
di  Giovanni  Felicini. 

Haveva  il  signor  Giovanni  disposto  et  ordinato  di  condurre  a  Bologna  Lucretia  figliuola 
naturale  del  duca  Ercole  da  Este  sposa  di  Annibale  il  figliuolo,  et  di  gi^  haveva  posto  a  ordine 
25  tutte  le  cose  per  honoratamente  riceverla,  quando  si  gionse  al  seguente  anno. 

Havendo  Timperatore  Federico  posta  la  Germania  in  pace,  fece  dagli  elettori  dichia- 
rare  re  de'  Romani  Massimiliano  il  figliuolo,  il  quale  eletto  fu  di  quest'anno,  coronato  nella 
cittk  d'Aquisgrana. 

Anno  di  Cristo  1487.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  consueto. 

30  Alli  12  di  gennaro,  il  venerdi,  nasce  a  Baldo  di  Nannino  un  figliuolo  senz'occhi  et  naso 

con  la  bocca  a  modo  di  un  occhio  rotondo  che  del  continuo  teneva  aperta  a  guisa  che  faccia 
il  pesce;  et  perchfe  non  prendeva  il  latte  visse  un  sol  giorno. 

Disponeiido,  come  e  detto,  il  signor  Giovanni  le  cose  per  ricevere  la  sposa  del  figliuolo, 
egli  fa  rinovare  li  banchi  et  botteghe  di  legno  che   erano   intorno   la   piazza  de'  signori,  et 

35  molto  la  tenevano  occupata,  talmentechfe  ella  rest6  libera  e  spaciosa;  rimosse  ancora  li  banchi 
di  legnami  che  erano  per  le  strade  et  rendevano  le  vie  anguste  et  impedite,  opera  veramente 
bella  e  laudevole.  Poscia  fece  rovinare  molte  case  avanti  il  suo  palagio  per  farli  una  bella 
et  spaciosa  piazza,  soddisfacendo  a  pieno  li  possessori  di  esse.  In  somma  abbelll  di  tal  ma  • 
niera  le  strade  della  citth,  che  era  cosa  da  tutti  molto  lodata,  et  pareva  Bologna  al  doppio 

40  bella  et  dilettevole. 

Fatto  questo,  egli  mand6  ad  invitare  tutti  li  signori,  cardinali  et  altri  nobili  alla  sua 
festa,  et  a  questo  fine,  per  alloggiarli  con  ogni  maniera  di  honore  et  pompa,  fece  ornare  molte 
camere  si  nel  suo  palagio  come  nelle  case  de'  gentilhuomini.  Mentre  che  questo  si  faceva, 
furono  f  atti  innumerabili  doni  et  presenti  al  signor  Giovanni  da  tutti  li  gentilhuomini,  cittadini, 

45  artefici  et  arti,  come   dalle   castella,   ville  et  comuni   del  cont^  di   Bologna.     E  prima   vino 


15-16.  ui$  segHO  a  fenna  nel  margine  sinistro  —  33.  uel  margine  sinislro  la  seguente  postilla  a  stampa  {dodici 
lineette) :  Sposallzio  dl  Annlbale  dl  Glovanni  BentirogUo  con  madonna  Lucrezia  figlia  naturale  del  duca  Ercole 
da  Este,  fatto  con  magnificenza 


236  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lA.  us?! 


1. 1*# 


corbe  396,  orto  corbe  137,  spelta  corbe  3343,  cera  in  pani  libre  257,  capponi  pora  1621, 
periiici  para  317.  fagiani  para  218,  tapezzaria  di  piCi  «orti  pezzi  405,  salciccia  grossa  copie'  378, 
candele  di  cera  bianca  libre  800,  scatole  di  confetti  161,  conigli  44,  lepori  29,  opere  di  maestro 
di  legnami  600,  bicchieri  1000,  bronzi  300,  porci  grossi  600,  fieno  carra  1000,  paglia  carra  800, 
pomi  ranzi  700,  torchi  di  cera  500,  pesce  some  57,  fonne  di  formaggio  libbre  5000,  danari  5 
in  contanti  ducati  900,  Mle  et  salina  corbe  5,  marzapani  83,  aceto  forte  corbe  16,  frutti  di 
piii  iorte  some  40,  zuccaro  fino  pani  78,  tortore,  quaglie,  piccioni  para  1000,  caprioli  para  13, 
porci  cignali  numero  18,  olio  di  oliva  libbre  1555,  candele  di  sego  libbre  145,  anatre,  agnelli, 
capretti  capi  200,  ove  2525,  porcliette  numero  18,  vitelli  380,  argenti  in  piii  opere  libbre  300, 
crediti  della  camera  lire  19  000,  carra  di  legna  grosse  300,  malvasia  corbe  70,  10,  pavoni  10 
capi  50;  la  compagnia  de'  muratori  gli  don6  un  bronzo  d'argento  di  onze  26  e  tre  quarti  di 
valuta  di  scudi  95 ;  era  massaro  Piero  da  Cento,  f urono  seco  a  fare  il  presente  Marsilio  Taglia- 
preda,  Giovanni  Campana,  Gaspare  de'  Nadi  et  Battista  Panigo. 

AUi  22  di  gennaro,  il  lunedi,  il  signor  Giovanni  raanda  Annibale  a  Ferrara  con  honoratis- 
sima  compagnia  et  fra  gl'altri  4  cavalieri  et  4  dottori  con  150  cavalli  tutti  riccamente  vestiti  15 
a  pigliare  la  sposa.  Et  in  questo  tempo  fece  addobbare  tutte  le  vie  di  panni  di  razza  et 
coprirle  con  panni  di  lana,  per  le  quali  doveva  passare  la  sposa,  et  vi  fece  fare  sette  archi 
trionfali  alla  rustica,  tanto  ben  fatti,  che  sendo  8u  le  tavole  dipinte,  parevano  di  marmo. 
Fece  anco  coprire  tutta  la  piazza  avanti  il  suo  palagio  con  bellissima  verdura,  panni,  festoni, 
frutti,  fiori  et  compassi,  che  essendo  di  gennaro,  pareva  di  maggio.  20 

Alli  28  del  detto  mese,  la  domenica,  ritomb  Annibale  con  la  sposa  accompagnata  dal 
duca  Ercole  il  padre  et  da  molti  signori;  et  avvicinandosi  alla  cittk,  vi  andarono  incontro 
grinfrascritti  signori  fuori  della  porta  di  Galliera:  il  vescovo  di  Urbino  ambasciatore  del 
pontefice  Innocentio,  il  vescovo  di  Brama  et  il  signor  Giovanni  Francesco  San  Severino  per 
il  re  Femando  di  Napoli,  il  conte  di  Guizza  et  Antonio  Trotto  per  il  duca  di  Milano,  Aloisio  25 
Capra  et  Bartolomeo  da  Reccanati  per  monsignor  Ascanio  legato,  il  signor  di  Rimini  per  la 
aignoria  di  Venetia,  Artuso  da  Napoli  per  il  duca  di  Calabria,  Jeronimo  Panfilo  per  il  duca  di 
Urbino,  Galeazzo  Sforza  per  il  signor  di  Pesaro  il  fratello,  Pandolfo  da  Pesaro  per  il  signor  di 
Camerino,  Domenico  Rizzo  per  il  conte  Jeronimo  signor  di  Forli,  il  magnifico  Lorenzo  de'  Me- 
dici  per  li  Fiorentini,  il  quale  haveva  una  tanto  nobile  tortura  di  perle  che  fu  istimata  di  infi-  30 
nito  prezzo,  il  Protonotario  et  il  signor  Lodovico  figlioli  del  signor  Marco  Pii,  il  signor  Nicol6 
di  Correggio,  il  signor  Giovanni  Francesco  da  Gambaro,  il  signor  conte  Giovanni  Boiardo,  Ber- 
nardino  dottore  per  il  signor  conte  Giovanni  Borromei,  il  signor  Ercole  figliolo  di  Santi  Ben- 
tivoglio,  il  signor  Fraccasso  da  San  Severino.  Questi  tutti  con  altri  gentilhuomini  andarono  ad 
incontrare  la  sposa,  con  molte  trombe  et  altri  stromenti  musicali  suonando.  Era  la  sposa,  che  35 
essi  incontrarono,  vestita  di  broccato  d'oro  rizzo  sopra  un  caval  bianco  tutto  copertato  deiristesso 
broccato.  Et  fatte  le  debite  accoglienze,  mentre  dal  cielo  scendeva  la  pioggia,  si  presentarono 
alle  redini  del  cavalio  della  sposa  otto  bellissimi  giovani  di  etk  di  18  anni  bolognesi  tutti 
riccamente  vestiti  con  calze  alla  divisa  de'  Bentivogli  con  le  giornee  riccamate  di  oro  et  di 
perle,  havendo  nel  petto  et  dietro  un  falcone  che  del  nido  usciva,  fatto  a  riccami,  con  un  breve  40 
che  diceva:  '^  Nunc  mihi^,  la  quale  era  insegnadelio  sposo;  havendo  essi  le  sopraveste  di  panno 
di  argento  insino  alle  ginocchia  con  le  coHane  d'oro  al  collo  et  berette  di  scarlatto  in  capo 
con  penne  di  garzetta  sostenute  da  un  cordone  d'oro,  dove  erano  contessute  pietre  pretiose 
/.  »;•       et  perle,  et  furono  quesii:  Ercole  di'  Antonio  Paltrone  cavaliero,  Jacomo  di  Caldarino  dottore, 

Lelio  Vitali,  Giovanni  Romeo  di  Andrea  Barbazza  dottore,  Carlo  di  Ghinolfo  Bianchi,  Oralio  45 
dalla  Cavallina.    Et  questi  nobili  giovani  si  partirono  in  due  parti,  una  alla  destra  et  1'altTa 
alla  sinistra  del  freno  del  cavallo. 


ai-»4.  va  ttgno  a  ftuma  n*l  margime  auUtro  —  33-34.  11  signor  Ercole Bentiyoglio]  ^aroU  sottoUmtate 

»4Worigimalt  -  dmt  stgmi  a  ftmma  nel  margimt  simistro 


[A.  1487]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  237 

Era  in  compagnia  della  sposa  il  signor  Francesco  Gonzaga  marchese  di  Mantua,  havendo 
mandato  avanti  una  squadra  di  siradiotti  vestiti  di  raso  cremisir.o  alla  turchesca  et  un'altra 
squadra  di  balestrieri  vestiti  di  raso  verde.  Et  cosi  condotta  dentro  la  porta  di  Galliera, 
ritrov6  un  portone  fatto  alFantica,  sopra  il  quale  eravi  un  fanciullo  vestito  da  donna  in  segno 
5  della  speranza,  il  quale  cant6  alcuni  versi  della  speranza,  Poi  ella  gionse  al  secondo  sopra  di 
cui  era  la  caritk  et  sopra  il  terzo  la  temperanza.  AUa  bocca  della  via  delle  Scodelle  eravi  la 
giustitia,  che  con  la  mano  dimostrava  il  palagio  de'  signori  antiani  et  del  podestk,  ove  la 
giustitia  si  tiene;  poi  si  trovava  il  portone,  ove  era  la  prudenza;  nel  quinto  et  nel  sesto  della 
torre  degrAsinelli  airentrata  della  via  di  str^  San  Donato  la  fede  dimostrava  col  dito  il  pa- 

10  lazzo  dello  sposo;  il  settimo,  sopra  del  quale  era  la  fortezza,  dove  erano  le  forze  di  Ercole 
dipinte,  la  quale  con  voce  intelligibile  molti  versi  recit6.  Dove  giongendo  la  sposa,  furono 
sbarrate  molte  bombarde  che  fra  il  loro  rimbombo  et  lo  strepito  delle  campane  dalla  torre 
di  San  Jacomo  pareva  che  il  mondo  andasse  sossopra. 

Erano  questi  archi  fatti  con  mirabile   artificio  finti  a  marmi  et   ornati   di   verdura,  che 

15  recavano  contento  agrocchi. 

Giunta  al  palaggio,  il  signor  Giovanni  et  Ginevra  la  vennero  ad  incontrare  con  un  bel 
drappello  di  gentildonne  riccamente  addobbate  et  la  riceverono  con  faccia  lieta  conducendola 
di  sopra  al  suo  alloggiamento;  et  gionta  Thora  della  cena  entr6  nella  sala  grande,  che  tanto 
magniticamei.te  era  addobbata,  che  niente  meglio  veder  si  poteva.     Da  una  parte  di  essa  vi 

20  era  una  credenza  longa  quanto  larga  era  la  detta  sala,  tutta  coperta  di  vasi  d'oro  et  di  argento 
et  da  ogni  lato  di  detta  credenza  eravi  un  gigante  del  naturale  con  una  mazza  in  mano  con  il 
motto  che  diceva:  "  Guarda  chi  pu6  questo  tesoro  ,.  Pendevano  nel  mezzo  di  sala  due  cande- 
labri  o  lumiere  tutti  d'argento,  et  ciascuno  sosieneva  sei  torchi  di  cera  bianca  accesi  che 
illuminavano  tutta  la  sala  ove,  apparecchiate  le  tavole,  si  appresentorno  sei  nobilissimi  scalchi 

25  generali,  ciofe:  Andrea  degringrati,  Jeronimo  Ranucci  dottore,  Bonifacio  Cathani  cavallieri, 
Pirro  Malvezzi,  Andrea  Bentivogli,  il  conte  Guido  Pepoli.  Erano  li  tre  primi  vestiti  con  le 
turche  di  panno  d'oro  et  graltri  tre  di  vesti  di  panno  d'argento.  Oltre  questi  v'erano  altri  25 
scalchi  che  sotto  loro  havevano  6  giovani  per  servitio  delle  tavole,  che  erano  questi:  Floriano 
di  Aldrovandino  Malvezzi  cavalliero,  che  era  vestito  di  una  turca  di  panno  d'oro  et  ne  haveva 

30  tre  altre  per  mutarsi,  ciofe  una  d'argento,  una  di  raso  cremisino  ed  una  di  drappo  di  pelo 
morello.  Erano  vestiti  i  suoi  servitori  di  drappo  di  pelo  alessandrino  con  un  ricamo  di 
perle,  nel  mezzo  del  quale  era  un  cavalliero  che  sedeva  sopra  un  monte  con  il  motto  che 
diceva:  "Riposati  giii  „,  Et  questo  riccamo  Thavevano  nel  petto  et  tutti  li  scalchi,  siccome  li 
servitori  havevano  le  calze  alla  divisa  de'  Bentivogli  con  le  berrette  di  rosato  in  capo  et  suoi 

35  pennoni  di  garze.  Bartolomeo  Felicini  parimente  haveva  quattro  veste  a  somiglianza  di  Flo- 
riano,  raa  li  suoi  servitori  erano  vestiti  di  raso  alessandrino  con  un  riccamo  nel  petto,  ove  ne 
usciva  un'erba  da  due  diamanti  chiamata  mirasole  con  un  motto  che  diceva:  "Tibi  soli,.  Questi 
due  erano  cavallieri  et  perci6  havevano  la  veste  di  oro  di  piii  delle  seguenti,  che  non  havevano, 
eccetto  che  tre,  una  di  argento,  una  di  raso  cremisino  et  una  di  drappo  morello,  havendo  per6 

40  li  giupponi   di   argento   con   la   collana   d'oro   al   collo.     Vestl'  il  conte  Ercole   Bentivoglio       />■  »7t 
li  suoi  giovani  di  raso  alessandrino  con  un  ricamo  nel  petto,  ove  era  un  cervo  nel  fuoco  con 
questo  motto:   *  Per  troppo  amare  non  so  se  questo  cervo  passa  il  mare„.     II  conte  Galeazzo 
Pepoli  haveva   vestiti  li  suoi  giovani  di  raso  verde  con  una   sirena  di  perle  in   petto   et  lui 
haveva  una  fenice  di  perle  et  di  gioie  con  le  maniche  di  argento  et  con  una  preciosa  gioia 

45  nella  berretta  et  le  calze  ricamate;  Enea  Malvezzi '  era  vestito  di  raso  incarnato  con  una 
berretta  ornata  tutta  di  perle;  Gasparo  Malvezzi  et  Giovanni  di  Battista  Malvezzi  erano  ve- 
stiti  di  raso  cremisino;  Jacomaccio  Bargellini  era  vestito  di  alessandrino ;  Salustio  Guidotti  era 
vestito  di  raso  verde;  Alamano  Bianchetti  era  vestito  di  alessandrino  con  il  motto  che  diceva: 
*  A  non  men  patire  „ ;  Jacomo  dalle  Armi  era  vestito  di  raso  alessandrino ;  Battista  da  San  Piero 

50  era  del  medesimo  vestito  et  cosi  anche  era  vestito   Ettore  da  Monte   Calvi;  Francesco  de' 


238  HISTORIA  DI  BOLOGNA  IA.  ms?) 


Fantucci  era  vertito  di  alcBiiandrino  con  uno  elefante  ricamato  nel  petto  et  haveva  una  calza 
tutta  di  perle  omata  lntimata  di  ^an  prezzo;  Filippo  di  Giovanni  Malvezzi  da  San  Jacomo 
era  veatito  di  raao  verde;  Innocentio  dalla  Renghiera  di  aleasandrino  con  un  falcone  che 
uaciva  dal  nido  nel  petto  ricamato;  Sebastiano  Aldrovandi  di  raso  verde  con  un  ricamo  di 
perle  nel  quale  era  un'aquila  col  motto  che  diceva:  '  Sotto  Tombra  delle  tue  ali  ,  ;  Annibale  5 
Gozzadiri  era  vestito  di  velluto  verde;  Alberto  di  Castello  di  raso  alessandrino;  Giovanni 
Jacomo  de'  Vitali  di  raso  cremisino;  Francesco  di  Giovanni  Bolognini  di  velluto  verde  con 
un  mazzo  di  sparagi  ricamato  col  motto:  '  A  buon  fir.e  „  ;  Valdesserra  Cattanio  di  azzurrebbio; 
Domenico  Bianchini  di  alessandrino.  Erano  in  tutto  li  Bervitori  di  questi  25,  scalchi  150,  ornati, 
come  si  h  detto,  di  nobili  et  pretiose  vesti,  et  era  ccsa  oltremodo  maravigliosa  il  vederli  segui-  10 
tare  con  tanto  ordine  li  loro  padroni  et  con  si  gran  silentio,  che  pure  una  parola  era  udita. 
Fu  cominciato  il  convito  a  hore  20  et  durb  fino  alle  3  hore  di  notte.  Hora  data  l'acqua  arti- 
ficiata  alle  mani  et  con  sottilissimi  drappi  assignati  posti  a  tavola,  che  erano  14  tavole,  si  comin- 
ciarono  a  portare  le  vivande.  Vero  fe  che  prima  che  fossero  presentati  avanti,  erano  porlate 
con  grandissimo  onore  intomo  la  piazza  del  palazzo  per  istendere  con  ordine  li  aervi  et  15 
anche  per  fame  mostra  al  popolo,  accioch6  egli  vedesse  tanta  magnificenza.  Furono  in 
mensa  prima  presentati  li  pignocati  indorati,  cialdoni  et  malvasia  dolce  et  garba  et  mosca- 
telli  in  vasi  d'argento.  Poi  piccioni  arrosti,  fegatelli,  tordi,  pemici,  con  ulive  confette  et 
uva  in  125  piatti  d'argento  ponendo  fra  due  et  due  un  sol  vaso,  et  siccome  di  queste  cose 
anche  degValtri  cibi.  Presentomo  poi  una  cesta  dorata  con  il  pane  distribuendolo  a  ciascuno  20 
delle  mense.  Poi  fu  portato  un  castcllo  di  zuccaro  con  li  merli  e  torri  molto  artificiosamente 
composto  pieno  di  uccelli  vivi;  il  quale  come  fu  posto  nel  mezzo  della  sala,  uscirono  fuore  vo- 
lando  tutti  gl'  uccelli  con  gran  piacere  et  diletto  de'  convitati.  Venne  poi  nella  sala  un  capriolo 
et  uno  struzzo,  dietro  alli  quali  vennero  li  pasteletti  coperti,  teste  di  vitello  con  il  coUo  in  piatti 
d'argento  dorati,  capponi  alessi,  petti  et  lonze  di  vitelli,  capretti,  salciccioni,  piccioni,  minestra  25 
et  sapori,  pure  ne'  vasi  d'argento  dorati.  Poi  appresentorono  pavoni  vestiti  con  le  loro  penne 
a  guisa  che  facessero  la  ruota,  et  a  ciascuno  de'  signori  ne  fu  presentato  uno,  havendo  uno 
scudo  al  collo  con  Tarme  sua.  Poi  mortadelle,  lepri  vestiti  con  la  lor  pelle,  che  stavano  in 
piedi,  come  vivi,  con  caprioli  parimente  con  la  lor  pelle.  Erano  cotti  in  guazzetto  questi 
animali  e  tutti  granimali  et  uccelli  che  furono  portati  in  tavola  cotti,  i;rano  tanto  artificiosa-  30 
mente  fatti  et  addobbati  con  le  loro  penne  et  pelli  che  si  mostravano  vivi,  Dietro  a  questo 
A.  Mt*  vennero  le  tortore,  fagiani,  che  dal  becco  loro  ne  usciva'no  fiamme  di  fuoco,  accompagnati 
con  pomi  di  Adamo  et  di  naranze  et  sapori.  Vennero  poi  le  torte  di  zuccaro  con  aman- 
dole,  giuncate  insieme  con  biscotti;  addussero  poi  teste  di  capretti,  tortore,  pernid  arrosto 
et  poi  un  castello  pieno  di  conigli,  il  quale  posato  nella  sala,  uscirono  fuore  correndo  chi  qua  35 
et  Ik  con  risa  et  piacere  de'  convitati.  Seguitarono  poi  dietro  il  castello  pasteletti  di  conigli 
per  cotal  modo  composti,  che  non  parevano  differenti  puntino  da  quelli  che  dal  detto  ca- 
stello  erano  usciti;  poi  portorono  capponi  pure  vestiti. 

Finita  di  portare  questa  bandigione,  tutti  li  scalchi  mutorono  vestimenti  di  argento  in  quelli 
di  cremisino  da  pelo  et  quivi  manc6  la  luce  del  giomo.  Laonde  tosto  furono  accesi  tutti  li  40 
torchi  ne'  loro  candelieri.  Poscia  fu  portato  un  artificioso  castello  ove  era  un  grosso  porco,  et 
posto  nel  mezzo  della  sala,  non  potendo  uscir  fuori  del  castello,  gridando  drizzavasi  in  piedi, 
guardando  per  li  merli  hora  uno  et  hora  Taltro  mggendo,  et  cosi  affaticandosi  et  gridando 
per  fuggirsi,  apparvero  li  scalchi  con  li  servi  con  porchette  cotte  intiere  dorate  che  in  bocca 
tenevano  un  pomo,  poi  vennero  arrosti  di  piii  sorti,  anatre  salvatiche  et  simili.  Alla  fine  pre-  45 
sentarono  coppi  di  latte  et  gelatina,  pere,  paste  guaste,  zuccherini,  marzapani  et  altre  simili 
gentilezze.  Et  data  Tacqua  odorifera  alle  mani  in  vasi  d'oro  et  di  argento,  furono  pre- 
sentate  confettioni  di  varie  sorti  con  preciosissimi  vinL  Fu  finito  il  convito  a  hore  tre 
di  notte;  et  dato  il  segno  con  trombe  et  piffari  et  altri  stromenti  per  buona  pezza  et  poi 
fatto  silentio,  si  fece  una  elegante  et  dotta  oralione   latina  da  Lorenzo  Riessi  o  sia  epita-  50 


[A.  1487]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCl  239 

lamio;  la  qual  finita,  tutti  li  signori,  ambasciatori  et  baroni  che  erano  convitati  presentarono 
la  nuova  sposa. 

Et  prima  gli  ambasciatori  del  re  di  Napoli  una  pezza  di  broccato  d'oro  di  prezzo  di 
ducati  150.  II  duca  Giovanni  Galeazzo  Sforza  duca  di  Milano  una  pezza  di  veluto  cremisino 
5  in  due  peli  di  prezzo  di  ducati  250.  II  duca  Alfonso  di  Calabria  due  pezze  di  cremisino 
in  due  peli  di  prezzo  di  ducati  150:  la  duchessa  di  Calabria  una  pezza  di  damaschino  d'oro  150. 
II  signor  Ludovico  Sforza  duca  di  Barri  una  pezza  di  broccato  d'argento  di  valore  di  du- 
cati  150.  II  signor  Guidobaldo  duca  di  Urbino  un  fiasco  di  cristallo  fornito  d'argento  di 
valore  di  ducati  100.     II  signor   Giovanni   Sforza  di  Pesaro   una   coppa  di   argento   dorata, 

10  uno  smeraldo  legato  in  oro,  con  un  vaso  di  argento  di  ducati  150.  II  signor  di  Camerino  un 
bacile  et  un  bronzino  di  argento  sopra  dorato  di  valore  di  ducati  300.  Monsignor  Ascanio 
Sforza  cardinale  et  legato  di  Bologna  un  pendente  con  gioie  et  perle  di  valore  di  ducati  1000. 
Monsignor  cardinale  Savelli  romano  un  zaffiro  legato  in  oro  ducati  600.  II  vescovo  di 
di  Mantova  un  gioiello  di  ducati  80.     II  signor  Pandolfo  Malatesti  di  Rimini   una  pezza  di 

15  veluto  cremisino  piano  di  valore  di  ducati  90.  II  signor  conte  Jeronimo  Riario  signore  di 
di  Forll  et  d' Imola  una  pezza  di  broccato  in  damasco  bianco  150.  II  signor  Giovanni  Fran- 
cesco  Gonzaga  di  Mantua  un  braccialetto  fornito  di  gioie  et  di  perle  di  ducati  100.  II  signor 
Francesco  Gonzaga  marchese  di  Mantova  un  pendente  da  orecchie  ornato  di  diamanti  et  con 
tre  altre  gioie  di  prezzo  di  ducati  1200.     II  magnifico  Lorenzo  de'  Medeci  una  chinea  bianca 

20  con  li  fornimenti  di  broccato  d'oro  di  valore  di  ducati  100.  II  conte  NicoI5  Rangoni  un 
diamante  legato  in  oro  40.  II  conte  Guido  Pepoli  un  diamante  legato  in  oro  60.  Et  altri 
molti  che  presentorono  la  detta  sposa  che  si  trovarono  a  questa  festa.  Finiti  li  presenti,  si 
cominci6  a  suono  di  piffari  et  altri  stromenti  a  danzare.  Poi,  passata  la  mezza  notte,  ciascuno 
se  ne  and6  a  posare. 

25  La  mattina   seguente  parve  al  signor  Giovanni  di  andare  a  San  Petronio  a  far  cantare 

la  messa  et  rendere  gratie  a  Dio  di  tanto  prospero  et  felice  successo,  et  cosl  brdinatamente 
si   and6.     Prima   andavano  avanti   20  trombet'ti   a  piedi,   dietro   a'   quali   seguitavano   molti       >  273 
nobili  cittadini  a  due  a  due  vestiti  di  broccato  d'oro  et  di  argento,  poi  li  piffari,  trombetti, 
cornamusi  et  altri  stromenti   sonando,  et  dietro   loro   seguitavano   tutti  li  servitori  de'  scal- 

30  chi,  che  erano  75  coppie,  li  quali  la  sera  havevano  servito  alle  tavole  del  convito  vestiti  di 
drappo  di  seta,  seguitando  li  scalchi  con  le  vesti  di  argento  a  due  a  due.  Poi  venivaro  da  100 
trombetti  suonando,  et  dietro  loro  li  staffieri  della  sposa  vestiti  di  argento  con  le  collane  d'oro 
al  coUo;  poscia  li  scalchi  generali  pure  con  veste  di  argento  et  collane  d'oro  et  dardani  dorati  in 
mano ;  poi  il  senato  seguitato  dalli  signori  et  cavalieri  con  veste  di  broccato  d'oro.     Ne  veniva 

35  poi  la  sposa  tutta  vestita  di  broccato  d'oro  et  di  velluto.  Poi  Ginevra  ornata  secondo  la  sua 
conditione  della  etk  con  molte  nobili  matrone.  Giunti  alla  chiesa  di  san  Petronio,  si  cant6  una 
solenne  messa  da  eccellenti  musici ;  et  finita  ritornarono  tutti  al  palagio  del  signor  Giovanni 
con  Tistesso  ordine  che  erano  andati.  Et  gionta  1' hora  del  desinare,  con  il  medesimo  ordine 
del  ^orno  avanti  si  posero  a  tavola  et  lautissimamente   convitorno,  et  finito  il  convito   con 

40  suoni  et  balli  passarono  buona  pezza  del  giomo.  Poi  giunsero  nella  piazza  avanti  il  palazzo 
40  giocatori  di  spada  tutti  vestiti  a  cappa  di  scarlatto  di  un  medesimo  intaglio  con  le  calze 
alla  divisa  de'  Bentivogli  et  celate  in  capo  et  tutti  ad  un  segno  gettarono  per  terra  le  dette 
cappe,  et  parte  di  loro  ne  rimase  vestiti  di  giacchetti  di  seta  verde  et  parte  di  seta  ales- 
sandrina.     Et  divisi  un  due  parti,  secondo  erano  divisi  di  veste  colorate,  fu  gettato  nel  mezzo 

45  loro  un  guanto  di  ferro,  che  come  il  viddero  in  terra,  subito  con  li  ramarri  et  brocchieri 
vi  azzufforno  insieme,  ciascuno  forzandosi  di  guadagnare  il  guanto;  et  sendo  per  buona 
pezza  di  tempo  durata  la  scaramuccia,  alla  fine  ottenne  il  guanto  PoirAntonio  et  Matteo 
fratelli  di  Giosia.  Fu  lo  spettacolo  molto  dilettevole,  ma  non  sl  tosto  hebbero  questi  la  lor 
tenzone  finita,   che   comparve  la  fortuna  sopra  di  un  cavallo   bianco,  che   seco   haveva   una 

50  squadra  di  60  gioveni  tutti  vestiti  di  seta  alessandrina  ad  uno  intaglio,  lutti  a  piedi,  11  quali. 


240  raSTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i«7i 


come  hebbero  attomUta  la  piazza,  bi  fermarono  da  un  lato  di  easa;  et  ecco  che  gionse  la  pru- 
denza  sopra  un  cavallo  seguitata  da  altri  tanti  giovani  vestiti  di  seta  verde,  li  quali  anch^esai, 
come  hebbero  girata  la  piazra,  si  fermarono  dalKaltra  parte  di  rincontro  i  primi;  et  rimiran- 
dod  amendue  le  parti,  ecco  ne  vol6  nel  raezzo  la  fortuna  et  vi  gett6  una  grossissima  palla  da 
giuocare  et  poscia  velocemente  8i  fugg)  via,  mostrando  non  voler  esser  da  niuno  veduta.  Ora,  5 
veduta  la  palla,  ognuno  vi  si  Bcagli6  addosso  per  percuoterla  et  cacciar  fuori  la  parte  contra- 
ria  della  piazza.  Dur6  la  battaglia  quasi  uii'hora  con  molto  diletto  et  piacere  de*  circostanti 
Benza  che  niuna  parte  fosse  n6  vincitrice,  n6  perdente;  et  cosl  con  questi  giuochi  si  giunse 
alla  sera.  Dove  nella  sala  del  signor  Giovanni  si  diede  principio  al  danzare  insino  airhora 
della  cena;  la  quale  giunta,  et  posti  a  tavola,  non  meno  che  per  avanti  furono  lautamente  10 
rlcevuti,  et  finita  la  cena  si  ritorn6  al  danzare  et  a'  suoni.  Et  poscia  si  andarono  a  riposare 
al  loro  assignati  alloggiamenti. 

La  mattina,  udita  la  messa  da  tutti  in  San  Jacomo,  fu  ordinata  una  bella  collatione  a 
tutti  li  signori  foraBtieri,  acciochfe  agiatamente  potessero  stare  a  vedere  la  giostra  ordi- 
nata  et  bandita.  La  quale  coUatione  fatta,  furono  tutti  li  signori  presentati  di  varie  maniere  15 
di  cose  fatte  di  zuccaro,  le  quali  furono  portate  tre  volte  intomo  la  sala  dalli  servitori 
per  magfjior  dilettazione  di  ciascuno;  et  prima  alla  sposa  fu  presentato  un  carro  trionfale, 
al  commissario  del  pontefice  un  castello  fatto  a  somiglianza  del  Castello  Sant'Angelo  di  Roma; 
al  commissario  di  Fernando  re  di  Napoli,  Castel  nuovo;  al  duca  di  Ferrara  un  bacino;  al 
p.if4  cardinale  Ascanio'  un  bissone;  al  commissario  del  duca  di  Calabria  un  Ercole  con  un  ele-  20 
fante;  al  commissario  del  duca  di  Milano  una  gallera  con  li  suoi  guerrimenti;  al  com- 
missario  del  duca  di  Urbino  una  fortezza;  al  marchese  di  Mantua  un  carro  trionfale;  al 
commissario  del  sijrnor  di  Camerino  una  fortuna  sopra  un  castello;  al  signor  di  Pesaro  un 
carro  carco  di  gambari;  al  signor  di  Rimini  un  leone  sopra  un  castello;  al  signor  NicoI6 
di  Correpgio  un  cavallo  et  un*aquila;  al  signor  Giovanni  Francesco  da  Gambara  una  nave  25 
con  la  vela;  al  signor  Galeotto  Malatesti  di  Rimini  una  rocca  con  li  stendardi:  al  signor  Gio- 
vanni  Francesco  Gonzaga  un  drago;  al  referendario  del  duca  di  Milano  una  belUssima  fonte; 
a  Giovanni  Francesco  Secco  un  cigno;  al  conte  Ambrogfio  de'  Contarini  due  serpi  avitichiati; 
al  signor  protonotario  di  Mantova  una  galera  senza  vela;  a  Jeronimo  di  Ramondo  una  galera 
con  una  fenice  sopra;  al  signor  conte  Jeronimo  Riario  un  castello  con  le  porte  aperte;  al  signor  30 
conte  Francesco  Maria  Rangone  un  drago  che  gittava  fuoco;  al  magnifico  Lorenzo  de'  Medici 
un  castello  con  un  pavone;  al  conte  Gherardo  Rangone  un  orso;  al  conte  Giovanni  Boiardo 
un  lioncomo  in  grembo  ad  una  giovine;  a  Bianca  della  Mirandola  una  fontana  con  un'aquila; 
a  Annibale  lo  sposo  un  bellissimo  falcone.  Erano,  come  si  h.  detto,  tutte  queste  cose  di  zuc- 
caro,  con  tanta  maestria  et  artificio  fatte,  che  rendevano  a  ciascuno  non  poca  maraviglia.       35 

Finito  di  dare  li  presenti  et  la  collatione  et  venuta  rhora  della  giostra,  ordinatamente 
tutti  si  partirono  con  la  sposa  et  passarono  alla  piazza  ai  luoghi  apparechiati.  Et  frat- 
tanto,  sendo  radunato  tutto  il  popolo,  cominciarono  a  comparire  gli  animosi  guerrieri  pompo- 
samente  vestiti,  ponendosi  ciascxmo  ai  luoghi  loro  convenienti.  Erano  tutti  sopra  feroci  et 
posseiiti  cavalli  tutti  armati  di  arme  fine  con  sopraveste  di  broccato  d'oro  et  di  argento  et  40 
chi  di  velluto  di  varie  sorti  con  diverse  imprese  sopra  li  cimieri,  che  era  cosa  molto  dilette- 
vole  a  vedere.  Questi  adunque  furono  quelli  che  entrarono  in  giostra,  et  perch^  distintamente 
si  sappia  quali  erano  quelli  che  tenevano  tavolaccio  et  quali  li  giostratori,  poner6  Tordine 
loro.  Dico  adunque  che  tenne  il  tavolaccio  avanti  il  palagio  de*  signori  il  conte  Nicol6  Ran- 
gone:  corsero  contro  lui  Gismondo  Cantelmo,  Giulio  Tassone,  Melchiorre  Mangioli  et  Annibale  45 
Bianchetti.  II  secondo  tavoliero  in  quel  luogo  il  tenne  Carlo  degl'  Ingrati :  corsero  contro  lui 
il  marchese  di  Mantua,  Fracasso  figliuolo  del  signor  Roberto,  Annibale  Bentivoglio  lo  sposo 
et  Diofebo  da  Napoli.  II  terzo  tavoliero  nel  medesimo  luogo  il  tenne  Antonio  Bentivogli: 
corsero  contro  lui  Camillo  dalla  Volta,  Sigismondo  Poeta,  Carlo  da  Reggio.    Li  giudici  da 

33.  lioncorno]  lioncomo  luWorigimale 


[A.  1487]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  241 


questo  lato  erano  il  signor  Borso  da  Correggio  et  Francesco  Sassatello  da  Imola,  il  notaro 
era  Bartolomeo  de'  Russi.  Verso  li  banchi  dalFaltro  lato  della  piazza  teneva  il  primo  tavo- 
liero  Filippo  Malvezzi:  contro  lui  correvano  Ludovico  Pepoli,  Antonio  Pepoli,  Bartolomeo 
Manfredi  et  Guido  Antonio.  II  secondo  tavoliero  il  tenne  Giovanni  Antonio  da  Verona  capo 
5  di  squadra:  correvano  contro  lui  il  fr^  di  Mangagnono  da  Forli,  Antonio  Paganino,  Antonio 
da  Vicenza,  Mario  da  Roma.  II  terzo  tavoliero  il  tenne  Greco  capo  di  squadra :  corsero  contro 
lui  Dionisio  huomo  d'arme,  Prospero  dalle  Arme.  Li  giudici  da  questo  lato  furono  il  signor 
conte  Giovanni  Francesco  da  Gambara,  Boglione  da  Rimini,  il  notaro  fu  Carlo  dal  Pozzo.  Cia- 
scuno  delli  giostatori  affaticavansi  per  riportarne  honore;  et  finalmente,  poichfe  tutti  hebbero  di- 

10  mostrato  il  lor  valore,  fu  dalli  giudici  giudicato  havere  superati  gFaltri  il  marchese  di  Mantua, 
a  cui  fu  dato  il  premio,  che  era  un  palio  di  broccato  di  argento  in  cremisino,  et  fu  accompa- 
gnato  da  tutti  li  signori  et  baroni  et  dal  signor  Giovanni  al  suo  palagio  con  suoni  di  trombe 
et  di  piffari.     Vero  h  che  giunti  nella  piazza  avanti  il  palagio  del  signor'  Giovanni,  si  diede       >.  *7i 
di  parole  il  signor  Fraccasso  con  il  marchese,  dicendogli  non  haver  guadagnato  il  palio,  et  ma 

15  interponendosi  il  signor  Giovanni  con  altri  signori  assai,  furono  pacificati  insieme. 

Poi  la  sera,  finito  che  fu  di  ballare,  ad  un'hora  di  notte  si  accese  il  fuoco  con  artificio  fatto 
nel  mezzo  della  piazza  del  signor  Giovanni  et  con  tanto  ingegno,  dove  erano  molte  serpi  artifi- 
ciosamente  fatte,  che  sostenevano  una  gran  palla  piena  di  artificiose  canne  piene  di  polvere  di 
bombarde,  dette  girandole.    Et  essendoli  acceso  il  fuoco,  cominciarono  tosto  ad  uscime  fiamme 

20  di  fuoco  con  tanti  raggi  accesi,  che  per  ogni  parte  salivano,  che  pareva  quivi  fosse  un  Mongi- 
bello;  laonde  furono  a  molti  guaste  le  vesti.  Fatto  questo,  andarono  a  cena  et  la  mattina  se- 
guente  li  forestieri  presero  il  loro  viaggio  ai  luoghi  loro. 

Furono  istimati  da  tremila  forestieri  esser  venuti  a  questa  festa,  la  quale  fu  una  delle 
sontuose   che  mai  per  ricordo  di  huomo  fosse  fatta  in  Bologna.     Ne  scrisse  di  questa  festa 

25  Filippo  Beroaldo  in  latino  et  il  Poggio  in  ottava  rima,  ma  di  questi  pifi  ampiamente  Angelo 
Michele  Salimbene  bolognese  dirizzata  al  magnifico  Lorenzo  de'  Medici  in  ottava  rima,  che 
cosi  comincia: 

Se  in  darno  temfro  calamo  che  scriva 
Le  nozze  di  Anibal  in  carte  finga,  etc. 

30  S'aggionge   nuova   allegrezza  al   signor   Giovanni   Bentivogli,  la   qual'^   che   fu   data   la 

condotta  ad  Annibale  dalli  Fiorentini  nel  mese  di  marzo  di  100  cavaUi  et  1000  fanti.  La  quale 
confirmata,  subito  Annibale  radunb  li  detti  cavalli  et  fanti  d'huomini  nobili  et  arditi  per  pas- 
sare  a  Sarezana  et  Sarzanello,  ove  era  11  capitano  de'  Fiorentini  il  Conte  di  Pitigliano  contro 
i  Genovesi,  che  havevano  pigliate  le  dette  castella.     Dove  giunto  Annibale  il  giorno  di  Pasqua 

35  della  Resurretione,  egli  con  li  suoi  soldati  fu  il  primo  a  darli  la  battaglia,  et  seguitati  dagraltri, 
si  valorosaraente  si  portarono,  che  conquistarono  le  dette  castelle,  benchfe  con  perdita  de' 
suoi  anjmosi  soldati,  fra  li  quali  vi  morirno  Matteo  da  Libano  capo  di  fanteria,  Geminiano 
de  Breter  et  Francesco  Penachio  amendue  contestabili,  Sebastiano  Gozzadini  da  Novarra  con 
altri  otto  possenti  soldati.     Haveva  Annibale  condotto  seco  questa  prestante  compagnia  d'huo- 

40  mini,  che  oltre  modo  Tamavano  et  che  per  lui  havrebbono  mille  volte  Thora  posti  la  vita,  et 
percib  in  ogni  fatione  sempre  cercavano  esser  li  primi  per  accrescer  la  fama  al  suo  signore. 
Acquist6  Annibale  in  questa  prima  ispeditione  gran  nome  presso  li  signori  d'Italia. 

II  senato  ordina  di  fare  una  piazza  avanti  la  chiesa  di  san  Salvatore  et  perci6  fa  gettare 
a  terra  molte  case  che  erano  avanti  a  quella,  et  vi  f ecero  questa  piazza  che  hoggidi  si  vede ; 

•45  fu  del  mese  d'aprile. 

AUi  9  di  maggio  giunge  in  Bologna  il  duca  Ercole  da  Este  con  450  cavalH,  che  ne 
andava  a  Roma;  fu  incontrato  dal  signor  Giovanni  et  dalla  nobilti  della  cittade  et  alloggi6 
quel  giorno  nel  palagio  del  signor  Giovanni,  et  poi  si  parti. 

T.  XXXni,  p.  1  —  i6. 


wm 


242  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  lA.  i«7l 


Nlcoloso  Po^ri  •!  mette  ad  omare  la  chieta  di  «an  Domenico  e  H  fa  fare  un  bellissimo 
•offittato  a  quadroni  con  rose  grandi  di  oro  artificiosamente  acconci;  et  inoltre  fa  dipingere 
tutte  le  volte  A  del  corpo  dl  detta  chiesa  come  anche  delle  capelle,  dove  spese  meglio  di 
mille  ducati  d'oro. 

Alli  18  del  mese  di  luglio  (come  si  ha  dalla   camera   degratti)  il  re   d'Anglia,  Francia     5 
0.trt       e  aignor  d'  Ibemia  diede  a  Vincenzo  Paleotti  bolognese  dot'tore   f amosisBimo  i«  utroque  il 
•eguente  privilegio,  il  cui  tenore  h  questo: 

Henricus  Dei  gratia  Rex  Angliae  et  Franciae  et  dominus  Hiberniae  fraettanti  viro  iuri* 
utriusque  doctori  domino  Vincentio  de  Paleottis  civi  Bononiae  salutem. 

Excellentis  scientiae  tuae,  generis,   nobilitatisque  tuae,   anteactae  vitae  integritatis  multi-  10 
flexfama,  quae  ad  nos  fervenit  a  veridicis  dignisqtte  testibus,  et  fraesertim  a  reverendissimo 
domtno  Jacobo  Efiscofo  Imolensi  nostro  consiliario,  qui  te  frimarium  in  amflissimo  Bononicnsi 
Studio  iura  legentem  iamfluribus  annis  audiverunt,  tecumque  versati  sunt,  JVos,  qui  sufer  omm- 
bus  quae  in  nostris  nostrique  regni  rebus  (igemlis  et  fraecifue  in  Italiae  fartibus  evenire  contin- 
gunt  saefenumero  cogitamus,  inducit  ut  istos  Commissarios,  Procuratores  ac  etiam  Consiliarios,  15 
qui  in  rcbus  ifsis  nostris  nostrique  regni  consulere  valeant,  eligamus.     ^uamobrem   tua  fru- 
dentia,  docirina,  aliisque  tuis  virtutibus  instructi,  necnon  de  diligenti  tua  industria  confcssi,  Te 
frefatum  dominum  Vincentium  in  commensalem,  familiarem  et  consiliarium  nostrum  assumimus, 
constituimus  atque  crcamus;  Tibi  dantes  et  concedentes  flenam  et  liberam  facultatem  in  Italia 
et  ubicumque  ftteris,  rebus  nostris,  regnique  nostri  frovidendi  et  consulendi  frout  tibi  melius  20 
et  offortunius  videbitur.     Et  ut  etiam,  quae  ad  nostrum  nostrique  regni  honorem,  utilitatem 
fertinent  libentius  fersequi  valeas,    Te   fraefatum    dominum    Vincentium   Equitem    auratae 
militiae  creamus  et  facimus ;  Tibi  nostram  nostrique  regni  insignia  quod  vulgo  Arma  dicitur, 
quibtis  imfosterum  uti  fossis,  elargimur,  donamtis  et  mittimus,  volentes  tU  Tu  si  qttando  ad  hoc 
nostrtim  regnum   vencris,  cisdem   emolumentis,   honoribus,   fraceminentiisque  gaudcas,  quibus  25 
caetcri  nostri  huismodi  regni  consiliarii,  familiares,  commensalesque  gatidere  atqtte  uti  constte- 
vcrint.     In  qttorum  fidem   et  testimonium   fraesenies  nostras  literas  fieri,   nostroqtte  maiori 
sygillo,  quo  in  similibtis  utimur,  iussimtis  communiri. 

Datum  in  Ctistro  nostro  Derinenoth,  die  i8  mensis  iulii  anni  Domini  1487,  regni  nostri 
anno  secundo.  30 

Henricus. 

Alli  8  d*ago8to,  Alessandro  Bentivogli  figliuolo  di  Giovanni  Bentivogli  sposa  la  figliuola 
che  fu  del  magnifico  Roberto  signor  di  Rimini,  la  quale  era  venuta  a  Bologna  con  il  fratello 
a  vedere  la  festa  di  Annibale;  et  prima  che  di  Bologna  si  partisse,  si  fece  il  detto  matrimonio. 

Sono  finite  di  fabbricare  le  volte  del  portico  di  San  Pietro,  come  ora  si  vede,  nel  mese  35 
d'ago8to. 

In  questo  tempo,  veg^endo  Tomaso,  Tiberio  et  Ercole  figliuoli  di  Matteo  Malvezzi  gik 
figliuolo  di  Carlo,  che  le  cose  del  signor  Giovanni  prosperavano  viepiii  d*ora  in  ora  et  che 
di  gik  si  erano  apparentati  con  li  primi  prencipi,  parve  loro  di  volere  seguitare  questa  favo- 
revole  fortuna.  Et  per6  alli  25  di  settembre,  rinonciando  il  cognome  de'  Malvezzi  e  il  pa-  40 
rentado  con  ogni  altra  attinenza  che  con  tale  famiglia  havessero,  si  fecero  addottare  al 
/.  m  «ignor  Giovanni  nella  famiglia  de'  Bentivogli,  il  quale  oltre  che  voMentieri  gli  accettb.  Anche 
oltre  il  nome  diede  loro  Tarme  et  gli  fece  partecipi  di  tutti  li  privilegi  dati  et  concessi  alla 
famiglia  Bentivolesca,  come  del  tutto  ne  appare  autentico  instromento.     Non  solamente  privi- 


37.  »«/  margine  siMistro,  U  seguentt  fostilla  a  stampa  {trediei  lineetle) :  I  MalTezil  lasciano  il  loro  cognome 
e  sl  fanno  d«  Giovanni  Bentirogli  annoverare  nella  famiglia  BentlyogU  cluamandosi  di  tal  cognome  —  37-p.  243, 
l.  5.  segni  in  fenna  nel  margine  sinistro 


[A.  1487]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  243 

legi6  loro  di  queste  gratie  et  favori,  ma  anco  li  loro  descendenti  et  cosl  cominciorono  a 
chiamarsi  de'  Bentivogli.  Fu  questo  fatto  riputato  una  leggierezza  da  tutti  grhuomini  savi  et 
prudenti  et  niente  ne  furono  lodati,  benchfe  presso  il  popolo  fossero  et  lodati  et  accarezzati. 
Seguitb  questa  famiglia  sotto  questo  nome  insino  che  Giulio  II  pontefice  caccib  Giovanni  di 
5  Bologna,  perch^  poi  ritomarono  a  pigliare  il  nome  de' Malvezzi,  verificandosi  quel  detto: 

Tem-pore  felici  multi  numerantur  amici; 
Si  fortuna  -perit,  nullus  amicus  erit. 

Seguirno  Torme  delli  sopradetti  fratelli  parimente  Giovanni  Antonio  gik  figliolo  di  Sci- 

pione  Gozzadini,  che  sendo  nato  di  una  donna  de*  Malvezzi,  fece  la  istessa  rinontia  aggre- 

I  10  gandosi  nella  famiglia  de'  Bentivogli   con  le  istesse  grazie  come  di  sopra,  donandogli  ogni 

privilegio,  arme,  insegne  et  divise,  come  di  tutto  ci6  ne  appare  instromento  autentico  rogato 

per  Bartolomeo  de'  Russi  sotto  il  dl  18  di  novembre. 

II  signor  Giovanni  BentivogHo  fa  dipingere  et  omare  la  sua  cappella  situata  nella  chiesa  di 

san  Jacomo  da  eccellenti  pittori  con  finissimi  colori,  oro  et  intagli   et  con  tanta  prestantia, 

15  che  ardir6  dire  che  non  solo  ad  un  gentilhuomo  privato,  ma  ad  un  imperatore  sarebbe  ba- 

stevole,  come  si  vede ;  questa  spirituale  fabrica  h  sopra  una  cupola  molto  vagamente  dipinta 

a  oro  e  intagli  di  famosissimi  pittori.     Dalla  parte  a  mano  destra  nelVentrata  della  suddetta 

capella  h  divisa  in  due  quadri:  fe  nel  primo  la  vera  eflSgie  del  detto  Signore  con  quella  di 

Ginevra  sua  consorte,  di  Annibale  cavaliere,  di  Antonio  Galeazzo  protonotario,  di  Alessandro 

'  20  cavalliere,  di  Ermese,  tutti  suoi  figliuoli,  et  anco  la  viva  effigie  di  tutte  le  sue  figliole  con  gli 

stessi  vestimenti  secondo  la   conditione   di  quei   tempi,  eccetto  due  sue  figliuole  che  furono 

poste  nel  monastero  del  Corpo  di  Cristo.     NelFaltro  quadro  v'erano  dipinti  li  suoi  anteces- 

sori  pure  al  naturale,  il  quale  poi  fu  guasto  per  porvi  Annibale  a  cavallo  di  rilievo,  et  quivi 

vicino  h.  posto  il  ritratto  di  Giovanni  del  1497  di  finissimo  marmo.     Dalla  parte  poi  a  mano 

25  sinistra   parimente  vi  sono  due  quadri.     Evvi   un   bellissimo  altare  dedicato  airapostolo  san 

Giovanni  Evangelista  fatto  da  eccellente  pittore  di  quei  tempi,  cio^  Francesco  Franza. 

Parimente  sopra  il  lunettone  grande  deiraltare  vi   k  rappresentato  san   Giovanni  Evan- 

gelista,   quando   lo  volle   avvelenare   Aristodemo   sacerdote   della   dea   Diana  nella   citt^   di 

Efeso,  il  quale  diceva  che  i  miracoli   che  Tapostolo  faceva  non  erano  per  virtu  di  Dio,  ma 

30  del  demonio ;  e  se  egli  voleva  che  si  credesse  che  fossero  per  virtii  di  Dio  ci6  si  vedrebbe, 

volendo  egli  bere  un  bicchiero   di   veleno,   che  gli  daria,  non  gli  facendo   danno  o  nocu- 

meno  alcuno;  pensando   il   maligno  sacerdote  con  quello  privar  di  vita   il  santo  apostolo,  e 

impedire   la  perdita   che   i   suoi   falsi  dei   facevano   per   causa   sua.     San   Giovanni   accett6 

il  partito,  prese  il  vaso  del  veleno  in  mano  e  vi  fece  sopra  il  segno  della  croce  e  lo  bevfe 

35  tutto  senza  lesione  alcuna.     Questo  fatto  fu   effigiato   da  Lorenzo  Costa   eccellente  pittore. 

Ancora  vi  h  attorno  una  fascia  nella  quale  vi  sono  alcune  parole.     Similmente  sopra  i  due 

archi  piccoli  vi  h.  la  Beata  Vergine  quando  fu  dalFangelo  annunziata  che  doveva  concepire 

e  partorire  per  opera  dello   Spirito  Santo   Gesu   Cristo   nostro  Redentore.     Medesimamente 

evvi  una  bellissima  ferriata  tutta  dorata;  ed  ^  una  delle  pifi  belle  che  si  vedessero  da'  quei       p.*7» 

40  tempi.     Dal  che  si  pu6  dire  che  questa   cappella  sia   una  meraviglia  da  vedere  e  tanto  pifi 

da  considerare   che  fu  fatta   in   pochissimo   tempo.     Le   fece  finalmente   fabricare  una  bel- 

I       lissima  sepoltura,  dentro  !a  quale  niuno  fe  mai  stato  sepolto,  perchfe  tutti  morirno  fuori  della 

patria,  eccetto  due  figliole  che  erano  nel  monastero  del  Corpo  di  Cristo. 

A  dl  9  di  settembre  si  tirano  su  la  torre  di  San  Petronio  le  tre  campane. 
t5  A  dl  19  di  decembre  Aloigi  Capra  protonotario  di  Ascanio  Sforza  legato  don6  la  civiltk 


8.  ncl  margine  sinistro  fostilla  a  stamfa  contrassegnata  da  un  segno  a  penna   (sette  lineetU) :  I  Gozzadlni  rl- 
nunziano  ai  loro  cognome,  e  sl  fanno  chiamare  de'  BenttTOgU 


344  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  i4«7.u«8J 


•  PletTO  d!  Domenfco  Giraldlni  da  Cento  et  fu  confirmata  dalli  Bedeci  reformatori;  la  otte&ne 
•ncora  Bartolomeo  di  Giacomo  de'  Rlcordatl. 

Eitorre  gik  figliolo  di  Virgilio  Malvezzl  cavaliere  della  Masone  k  creato  veacovo  di 
Perugia;  a  cul  saccesse  nel  cavalierato  antedetto  Enea  il  fratello  con  conaenso  di  papa 
Innocentio  VIII '.  5 

fe  divolgata  la  infelicissima  morte  del  Bignor  Roberto  da  San  Severino;  il  quale  aendo 
•d  Aggerra  contra  li  Todeschi  non  molto  langi  dalla  Preta  caatello  del  duca  di  Austria, 
et  venulo  Bcco  ad  un  atrocissimo  fatto  d'arme,  et  sommergendosi  nell'Adice  il  suo  essercito, 
egli  rest6  tra  gli  nemici,  dove,  dopo  Thaver  fatto  prova  di  ottimo  imperatore,  gloriosamente 
della  vita  rest6  privo  fra  le  folte  schiere  de'  nemici,  il  settuagesimo  anno  di  sua  etk.  l(J 

AUi  27  di  decembre  viene  in  Bologna  Giuliano  dalla  Rovere  cardinale  et  vescovo  di  Bo- 
logna  et  si  parti  da  Cento,  et  viene  a  desinare  a  Bel  Poggio,  ove  era  il  signor  Giovanni 
Bentivoglio,  poi  fece  Tentrata  per  la  porta  di  strk  Santo  Stefano.  II  quale  dalli  magistrad, 
dal  clero  et  da  tutta  la  cittk  fu  incontrato  et  con  le  solite  cerimonie  ricevuto;  et  condotto 
alla  chiesa  di  san  Pietro,  ne  pigli6  il  possesso  del  vescovato.  Et  il  giomo  di  Natale  celebr6  15 
la  messa  et  diede  indulgenza  plenaria  a  chiunqae  visitava  la  chiesa  di  san  Pietro. 

Anno  di  Cristo  1488.     Si  fanno  li  magistrati  della  cittk. 

E  alli  5  di  gennaro  viene  dal  cielo  tanta  neve,  che  si  alza  sopra  la  terra  quattro  piedi. 

AUi  13  di  gennaro  il  cardinale  vescovo  di  Bologna  va  a  desinare  a  corte  con  il  signor  Gio- 
vanni  Bentivogli  nel  palagio  da  San  Jacomo,  dove  11  fu  fatto  un  solennissimo  convito  *.  2( 

Volendo  il  signor  Giovannt  Bentivoglio  sodtsfare  al  voto  ch'egli  fece  essendo  infenno 
in  Lombardia,  di  andare  a  Sant'Antonio  da  Padova,  et  veggiendo  che  la  Italia  si  viveva  in 
pace,  si  pose  a  ordine  con  una  nobilissima  compagnia  per  andarvi,  vestendosi  egli  et  tutti 
graltri  di  pavonazzo  ad  uno  istesso  taglio  con  il  T  di  argento  nel  petto  et  nel  capello,  con 
le  collane  d'oro  al  collo  et  H  omamenti  de'  cavalH  erano  foderati  di  panno  o  seta  pavonazza.  2: 
In  tutto  erano  168  cavalli,  fra  H  quali  18  ve  n'erano  tutti  bardati  di  morello.  Andorono  seco 
grinfrascritti  gentilhuomini,  ciofe:  Lodovico  da  San  Pietro  cavalliero,  il  conte  Guido  Pepoli, 
Carlo  Grati,  Mino  de'  Russi,  Giovanni  Biahchetti,  Giovanni  Filippo  Salarolo,  Gasparo  Malvezzi, 
Bartolomeo  Felicint  cavalliero,  Francesco  Fantucci,  Ettore  Montecalvi,  Rainaldo  Ariosti,  Ri- 
guccio  dalla  Mano  sacerdote,  Melchiorre  Mangioli,  Cristoforo  dal  Poggio  secretario ;  et  tutti  3( 
si  partirono  alli  3  di  marzo  et  in  ogni  luogo  dove  passarono  furono  honorevolmente  ricevuti 
et  accarezzati  et  in  particolare  da'  Padovani. 

Sodisfatto  il  voto,  11  signor  Giovaniii  pass6  a  Venetia  dove  con  grandissimo  honore  fu  da* 
Venetiani  raccolto  et  il  crearono  gentilhuomo  venetiano,  dandoH  ogni  privilegio  solito  a  darsi  a 
detti  gentilhuomini  et  allt  suoi  figliuoli.  Di  poi  pass6  in  Lombardia  a  vedere  il  lago  di  Garda,  31 
et  entrato  in  barca,  vuole  vedere  la  positione  del  detto  lago  et  le  castella  dalle  quali  fe  attomiato. 
/.  T*  Laonde  con  piacere'  contemplando  il  tutto  forse  troppo  curiosamente,  awenne  che  sendo  in 
barca  si  lev6  una  fortuna  tanto  orribile  nel  lago,  che,  credendosi  ciascuno  di  diventare  tosto  cibo 
de'  pesci,  chiedevano  a  Dio  misericordia  et  aiuto  che  li  liberasse  dairimpeto  di  sl  crudel  fortuna; 
e  alla  fine  gli  concesse  Iddio  che  saM  da  tanti  pericoli  ne  uscissero.  Scampati  adunque  dalla  4' 
rabbia  di  sl  spaventevole  fortuna,  se  ne  vennero  a  Bologna,  dove  giunsero  alli  30  di  marzo. 
Nel  primo  giorno  di  aprile  molti  cittadini  bolognesi  sono  creati  podestk  in  vari  luoghi : 
Giovanni  Francesco  Aldrovandi  podestJi  di  Fiorenza,  Ettore  Montecalvi  podesti  di  Lucca, 
Sebastiano  di  Bemardino  Gozzadini  8eguit6  dopo  lui  in  detto  officio,  Buonaventura  Paleotti 
podest^  di  Nami.  i 

Alli  12  di  aprile  giunge  in  Bologna  la  regina  dt  Datia  con  50  cavalli,  che  ne  andava  a  Roma. 


3J-34*  •«'  mtrgin*  uaUtro  ^stiUa  a  Uampa  {gmaitro  liutett*):  GloTanni  BentlTOgUo  creato  Patrizlo  di  Venetia 
>  Glovannl  dl  Nadl.  •  GioTanni  di  NadU 


[A.  1488]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  *  245 

AUi  1 4  di  aprile  il  conte  JeTonimo  Riario  dalli  Forliviesi  in  Forll  dentro  la  propria  ca- 
mera  k  tagliato  a  pezzi,  et  il  popolo  al  primo  grido  di  liberti  prende  l'arme  et  saccheggia 
il  palaggio,  et  la  contessa  Caterina  moglie  di  Jeronimo  fe  fatta,  insieme  con  li  figliuoli,  prigione ; 
et  perch^  il  castellano  non  voleva  dare  la  rocca  nelle  mani  de'  cittadini,   Caterina  promise 

5  loro  che,  s'ella  entrava  in  rocca,  Thaverebbe  fatta  al  castellano  lasciare.  II  che  piacendo  alli 
Forliviesi,  lasci6  loro  i  propri  figliuoli  per  ostaggi.  Ma  la  prudente  donna  non  si  tosto  hebbe 
il  piede  dentro,  che  domand6  li  suoi  figliuoli  alli  congiurati  minacciandoli  et  chiamandoli 
vassalli  traditori.  Li  congiurati,  vedendosi  dalla  donna  beffati,  anch'essi  minacciavano  di  uc- 
cidere  li  suoi  figlioli ;  a'  quali  la  costante  et  animosa  Caterina  rispose  haver  il  modo  di  f arne 

10  degraltri  et  che  eglino  avvertissero  bene  quello  facevano  che  delle  offese,  che  facessero  alli 
figlioli,  il  duca  di  Milano  suo  fratello  ne  farebbe  vendetta. 

Venuta  la  infelice  nuova  a  Bologna  della  morte  di  Jeronimo,  incontanente  il  signor  Gio- 
vanni,  come  capitano  del  duca  di  Milano,  volendo  soccorrere  Caterina  et  li  figliuoli  suoi,  ra- 
duna  otto  squadre  di  cavalli  armati  et  2000  fanti  et  200  cavalli  leggieri  con  il  conte  Nicol6 
'  15  Rangone,  il  signor  Gilberto  da  Carpi  et  altri  gentilhuomini,  si  parte  in  fretta  et  passa  a  Forll, 
dove  anco  vi  venne  Galeazzo  da  San  Severino  capitano  generale  del  duca  di  Milano  con 
14  squadre  d'huomini  d'arme  et  400  fanti  et  anco  vi  pass6  il  signor  Galeotto  dalla  Mirandola 
!  con  una  squadra,  et  cominciorono  ad  assediare  Forli.  Ora  li  congiurati,  vedendo  non  essere 
soccorsi  dal  papa,  per  cui  dicevano  haver  liberata  Forll,  se  ne  fuggimo  con  le  facoltii  che 

20  poterono  in  Cittk  di  Castello,  laonde  alli  29  del  detto  entr6  il  signur  Giovanni  con  Galeazzo 
nella  cittk  et  posero  in  signoria  Ottaviano  primogenito  del  conte;  et  per  esser  fanciullo,  gli 
diedero  per  governatore  Giovanni  Pietro  Bergamino  conduttore  del  duca  di  Milano.  Poi 
condussero  il  detto  Ottaviano  ad  Imola  et  il  posero  nel  luogo  del  padre;  et  fatto  tutto  questo 
Giovanni  si  ritot^u  a  Bologna  con  tutta  la  compagnia. 

25  Mentre  che  il  signor   Giovanni  era  a  soccorrere  la  contessa  Caterina  a  Forll,  il  senato 

fece  rovinare  tutte  le  botteghe  di  legno  che  erano  attorno  la  torre  degli  Asinelli  et  le  fece 
rifare  di  pietra  in  volta  con  li  merli  sopra,  come  hoggidi  si  vede.  Poi  fecero  porre  sopra  il 
torresino  di  detta  torre  sei  colonne  di  macigno  et  sopra  quelle  un  capello  di  piombo  che 
sosteneva  una  palla  grande  di  ottone  dorata  con  una  saetta  et  una  croce. 

30  AUi  25  di  maggio  Antonio  Alabante  bolognese  generale  di  tutto  rordine  de'  Servi,  huomo 

I        pnidentissimo,  fa  il  suo  Capitolo  generale  in  Bologna  nella  festa  della  Pentecoste,  dove  si  tro- 
varono  presenti  piu  di  600  padri  di  vari  paesi  et  regioni.     II  qual  generale  fa  fare  una  solen- 
nissima  pro'ce8sione  dove  sono  portate  16  statue  de' beati  deirordine  loro  con  60  coppie  di       ^.  iso 
frati  tutti  apparati. 

35  Hebberp  fra'  molti  famosi  predicatori  loro  fra  Domenico  di  Alessandria,  huomo  di  maravi- 

gliosa  eloquenza,  il  quale  dai  Bolognesi  fu  stimato  il  primo  letterato  che  in  questi  tempi 
vivesse  fra  i  predicatori. 

Ritornato  il  signor  Giovanni  Bentivoglio  da  Forli  poco  si  potfe  riposare,   percioch^   bi- 
sogn6  che  egli  con  le  genti  d'arme  ritornasse  in  Romagna  per  la  occorsa  morte  del  signor  Ga- 

'  40  leotto  Manfredi  signor  di  Faenza  suo  genero,  che  cosi  fu,  come  qui  narrer6. 

AUi  31  di  maggio,  sendo  Francesca  figliola  del  signor  Giovanni  Bentivoglio  adirata  contro 
il  marito,  perchfe  poco  conto  ne  faceva,  si  partl  di  Faenza  et  venne  a  Bologna  al  padre,  il 
quale  havendo  inteso  li  suoi  lamenti  et  sue  ragioni,  la  con8ol6  assai  et  molto  si  adoper6  di 
riconciliarli  assieme ;  et  ci6  f atto,  la  rimand6  al  marito  in  Faenza.  Et  credendosi  trovare  il 
45  marito  mutato,  lo  trov6  come  di  prima  poco  a  lei  amorevole,  laonde  la  donna  colma  di  sdegno  et 
di  rabbia  si  viveva,  dissimulando  per6  questo  suo  conceputo  sdegno.  Et  frattanto  non  mancava 
di  tentar  ogni  via  per  vendicarsi  del  marito.  Ora  ritrovandosi  di  questo  mal  animo  Francesca, 
si  dispose  finalmente  di  vendicarsi ;  et  questo  suo  animo  lo  manif  est6  ad  alcuni  Faentini  suoi 


I.  »«/  nntrgime  siitistro  foslilla  a  stamfa  {tti  Untttt*);  II  conte  Girolamo  Riarlo  k  tdgliato  a  pezzi  d«'  Forliveti 


346  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  14M) 


unid  et  li  richie»e  di  volerlo  uccidere.  Alla  quale  diedero  la  fede  loro  di  farlo.  Et  havendo 
ordito  il  tratiato,  clla  un  giorno  ai  finae  esser  inferma  acciocchfe  il  marito  la  venisse  a  visitare, 
et  havendo  ella  nascosto  li  congturati  in  una  piccola  camera,  che  quivi  al  letto  di  lei  era 
ricina,  avvenne  che  Galeotto  volendo  andare  a  caccia,  prima  che  andasse  la  venne  a  visitare, 
•endo  lui  e  lei  sola  nella  caniera;  et  dopo  Thavere  alquanto  insieme  ragionato,  prima  che  egli  5 
si  accorgesae  de'  congiurati,  si  senti  da  loro  esser  strangolato. 

Fatto  questo,  ella  losto  avvisd  il  padre  del  tutto  et  prese  Astorre  il  figliuolo  ancor  fanciul- 
lino  et  con  esso  si  ricover6  nella  rocca,  vedendo  il  popolo  in  arme. 

Giovanni  havuta  la  nuova  della  morte  del  genero,  radunato  li  suoi  soldati,  si  ritrov6  tosto 
in  soccorso  della  tigliola,  forse  credendosi  d'insignorirsi  di  Faenza.     Dove  entrato,  et  havendo  10 
cominciato  a  paciticare  le  cose  della  cittk,  fece  giurare  fedelt^  al  fanciullo  Astorre,  et  tutti  lo 
gridarono  signore.  Mentre  adunque  che  Giovanni  pian  piano  paciticava  le  cose  di  Faenza,  egli, 
con  il  consenso  per6  delli  aniiani  della  cittk,  invit6  seco  a  desinare  Giovanni  Pietro  Bergamino 
govematore  di  Forll  per  il  duca  di  Milano;  il  quale  entrando  in  Faenza  per  venire  a  godere 
rinvito  fattogli  da  Giovanni,  occorse  che  alcuni  de*  suoi  cominciorono  a  gridare:  "Duca,  Duca„;  15 
a'  quali  con  turbato  ciglio  rivolto,  tosto  gli  fece  tacere.    Et  entrato  in  palagio,  et  postisi  tutti  a 
tavola,  sendo  Thora  del  desinare,  convitava  con  11  primi  cittadini  della  citti  che  quivi  si  trova- 
vano.  Et  quasi  finito  il  convito,  ecco  che  entrarono  nella  cittk  alquante  compagnie  di  contadini 
di  Val  dell'Amone,  et  havendo  intendimento  con  aicuni  cittadini,  furono  sollecitati  ad  uccidere 
Giovanni  Benlivogli  et  il  Bergamino,   dubitando  essi  che   quivi   questi   fossero   radunati  per  20 
pigliare  la  cittii  per  il  duca  di  Milano  o  per  farne  signore  il  Bentivoglio,  havendo  essi  udito 
gridar  poco  avanti  li  soldati:   "Duca,  Duca,.    Questi  contadini  adunque  con  tanto  impeto  et 
rabbia  corsero  al  palaggio,  che,  avvengachfe  quivi  fossero  buoni   presidj  che   guardavano  le 
porte,  gli  fecero  sforzo  per  entrarvi.     II  che  udendo  il  Bentivoglio,  et  pigliando  rarme,  disse: 
•  Noi  siamo  traditi,.     Ma  li  cittadini    che  quivi  si  trovavano,   facendogli   animo,  presero  il  25 
Bergamino  nel  mezzo  loro  (vedendo  che  di  gia  erano  li  contadini  entrati  nel  palazzo  a  forza) 
per  salvarlo  in  luogo  sicuro,  ma  sopragionti  dalli  nemici,  fu  ucciso.     Ma  il  Bentivogli,  non 
/.  tii       ve^endo  alla  sua  vita  altro  scampo,'  cosi  armato  si  gitto  fuori  di  una  finestra,  et  senza  restare 
offeso,  prese  toslo  il  viaggio  verso  la  rocca  per  salvarsi;  ma  non  volendogli  aprire  il  castel- 
lano,  fu  tolto  da  alcuni  per  salvarlo,  quantunque  molti  degli  nemici  gli  fossero  sopra  et  con  30 
colpi  di  lanze  cercassero  d' investirlo.     Finalmente  salvato,  fu  condotto  a  Modana  et  d'indi 
a  Fiorenza. 

Furono  in  questo  tumulto  uccisi  alcimi  della  compagnia  del  signor  Giovanni  Beutivogli 
et  si  fuggirono  Francesco  Visconte  ducale  oratore,  il  conte  Nicol6  Rangone,  Carlo  degringrati 
con  molti  altri;  il  conte  Andrea  Bentivogli,  Alamano  Bianchetti,  Antonio  Bentivoglio,  Ercole  35 
Marescotto,  quesii  salvandosi  nelle  case  di  alcuni  cittadini  restarono  prigioni ;  Cristoforo  dal 
Poggio  secretario,  Benedetto  Gabrielli  et  il  Cingharo  cameriere  seguitarono  il  signor  Giovanni 
in  tutti  i  luoglii   dove  egli   era  condotto,   nfe   mai  il  volsero   abbandonare. 

Intesa  la  dogliosa  nuova  in  Bologaa,  si  riempi  tutta  la  citta  di  mestizia  et  Ginevra  con  li 
figliuoli  si  diedero  in   preda  al  pianto  et  11  popolo   colmo   di   sdegno  et  di   furore   and6  al  40 
senato  a  chieder  licenza  di  passare  sopra  Faenza  e  porla  a  sacco  et  a  fiamma;  et  radunatisi 
da  15  000  huomini  bene  armati  passarono  a  Castello  Bolognese  con  animo  di  rovinare  il  ter- 
ritorio  faentino.     Ma  sendo  frattanto  gionte  a  Ginevra  le  nuove  che  il  signor  Giovanni  era 
salvo  et  che  il  conducevano  a  Fiorenza,  tosto  spedi  genti  a  Castello  Bolognese  a  revocare      j 
il  popolo  perchfe  sperava  che  le  cose  del  marito  havessero  buona  riuscita;  et  ciascuno  ritorn6  45' 
addietro. 

Alli  9  del  detto  mese  vengono  a  Bologna  liberi  li  prigioni  fatti  con  Francesca,  restando 
il  signor  Astorre  sotto  la  cura  de'  Fiorentini.  Condotto  il  signor  Giovanni  a  Fiorenza,  fu  dal 
magnifico  Lorenzo  de'  Medici  lietamente  ricevuto.  Et  quivi  standosi,  il  re  Femando  di  Napoli, 
il  duca  di  Milano  et  il  duca  di  Ferrara,  awisati  di  tutto  il  caao  occorso  et  che  Giovanni  era  5( 


i 


[A.  1488]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCr  -  247 

stato  condotto  a  Fiorenza,  mandano  ambasciatori  a'  Fiorentini  accioch^  lasciassero  libero  il 
detto  Giovanni.  Et  il  senato  di  Bologna  parimenti  maudarono  a  Fiorenza  Bonifacio  Cattanio 
et  Alessio  degl'Orsi  a  pregare  il  magnifico  Lorenzo  et  la  signoria  di  Fiorenza  volessero  lasciare  il 
signor  Giovanni.  Li  quali  alli  13  di  giugno  gli  diedero  libera  licenza  di  ritornarsene  a  Bologna. 
5  Mentre  che  Giovanni  era  in  tanti  travagli  involto,  non  poteva  la  cittk  punto  rallegrarsi, 

ma  tosto  fu  consolata,  perch^  vennero  le  nuove  come  li  Fiorentini  Thavevano  licentiato  che 
se  ne  ritornasse  a  Bologna.  Et  dovendosi  frattanto  fare  la  solenne  processione  del  Corpo 
di  Cristo,  volle  il  senato  si  trasferisse  sino  alla  venuta  di  Giovanni  Bentivogli,  il  quale  alli  14 
avvicinandosi  a  Bologna,  et  nunciata  la  sua  venuta  con  grande  allegrezza,  gran  parte  della 

10  nobiltk  et  del  popolo  and6  insino  a  Pianoro  ad  incontrarlo  et  a  rallegrarsi  seco,  et  entrando 
nella  cittk,  si  vedeva  il  popolo  correre  a  salutarlo;  et  tanta  era  la  calca  del  popolo,  che  egli 
buona  pezza  tard6  il  venire  dalla  porta  del  palazzo,  dove  gionto,  hebbe  incontro  la  moglie  et  li 
figlioli,  che  rabbracciarono  per  allegrezza  lagrimando  tutti;  e  presa  licenza  dalli  nobili  et  dal 
popolo  entr6  in  casa.    Et  la  cittk  per  due  sere  con  fuochi  ne  f ece  gran  festa  et  in  particolare 

15  la  torre  di  San  Jacomo.     Et  furono  per  allegrezza  rotte  le  prigioni  et  liberati  gl'incarcerati. 

La  domenica  seguente  si  fece  la  solennissima  processione  del  Corpo  di  Cristo,  dove  si 
fecero  le  representationi  de'  misteri  dal  principio  del  mondo  insino  airavvenimento  di  Cristo 
et  dal  nascere  di  Cristo  insino  a  questo  tempo. 

Accrescendo  Giovanni  Bentivoglio  et  nella  dttk  et  appresso  li  prenci'pi  d'Italia  di  ripu-       >.  »»* 

20  tazione  et  di  favore,  awenne  che  il  duca  di  Milano  lo  invit6  a  doversi  trovare  in  Parma,  dove 
egli  con  Ludovico  Sforza  et  il  duca  Ercole  da  Este  si  trovarebbe  et  il  marchese  Fran- 
cesco  Gonzaga  per  consultare  alcune  cose  pertiuenti  allo  stato.  Et  cosi  Giovanni  del  mese  di 
luglio,  togliendo  seco  in  compagnia  Annibale  et  monsignor  Antonio  Galeazzo  protonotario 
suoi  figlioli,  con  altri  gentilhuomini  assai  pass6  a  Parma,  et  fatto  concilio  fra  di  loro  signori, 

25  il  duca  di  Milano  fece  Giovanni  generale  governatore  delle  genti  d'arme  ducali  et  diede  la 
condotta  di  300  cavalli  ad  Annibale  il  figliolo ;  et  licentiato  se  ne  ritom6  a  Bologua. 

II  cardinale  Ascanio  Sforza  legato  di  Bologna  alli  27  del  detto  mese  entra  nella  cittk 
con  14  vescovi  et  molti  protouotari  et  con  molti  signori  et  baroni,  che  salivano  al  numero  di 
300  cavalli,  il  quale  con  quello  honore  maggiore  che  mai  ad  altro  legato  fosse  fatto,  fu  dalla 

30  cittk  ricevuto. 

Stette  in  Bologna  sino  alli  23  di  settembre  et  poi  pass6  a  Roma  accompagnato  dal 
signor  Ermesse  marchese  di  Tortona,  il  nepote  del  duca  di  Milano  mandato  a  Roma  per 
ambasciatore,  et  il  senato  mand6  seco  Bonifacio  Cattanio  et  Giovanni  Filippo  Salarolo,  li 
quali  poi  ritornarono  a  Bologna  alli  2  di  novembre,  rimanendo  il  legato  a  Roma. 

35  Parve  in  questo  tempo  al  signor  Giovanni  che  si  radunassero  li  cimatori  et  si  facesse  una 

compagnia  creando  un  massaro,  come  facevano  le  altre  compagnie.  Et  perch^  era  solito  di 
lavorare  ne'  fondachi  de'  drappieri  chi  Ik  et  chi  qua,  donde  ne  seguiva  non  poco  danno  al 
popolo,  ordin6  dovessero  tutti  passare  a  lavorare  nella  ruga  de'  sarti,  et  chi  altrove  lavorasse 
fosse  condannato  in  certa  pena  pecuniaria;  il  che  molto  spiacque  alla  cittk. 

40  Ritornano  da  Roma  gli  due  ambasciatori  della  cittk,  ma  poco  si  riposa  fra*  viventi  Gio- 

vanni  Filippo  Salarolo,  perciochfe  passa  alFaltra  vita  sendo  senatore.  Fu  alli  26  di  novembre, 
et  h  sepolto  in  San  Jacomo,  succedendo  in  suo  luogo  Giovanni  Francesco  gik  di  Nicol6 
degrAldrovandi  che  allhora  era  delli  signori  antiani. 

Nasce  in  questi  tempi  gran  disturbo  alla  quiete  della  cittk,  dal  quale  anco  viene  Torigine 

45  della  roviiia  della  casa  Bentivoglia,  perciochfe  suscitano  nove  fattioni  et  infiniti  mali  per  Tin- 
frascritto  caso  che  occorre.  Era  in  Bologna  un  giovine  forestiere,  il  quale  trovandosi  a  caso 
per  comprare  alcune  cose  da  Antonio  dalle  Guaine,  nh  potendosi  fra  di  loro  concordare  del 
prezzo,  nacque,  non  so  a  che  modo,  fra  1'  uno  et  Taltro  alcune  parole  ingiuriose,  per  cagione 


44-45.  it*l  margine  sinistro  pottilla  a  stampa  (tre  lineetie) :  Origine  deila  rovina  de'  Bentlvogli 


248  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  I488i 


delle  quali  presero  rarme  et  vennero  insJeme  alle  mani  per  ferirsi.  Dove  trattosi  Jerpnimo 
Malvezzi,  che  quivi  a  caao  sopragionse,  per  spartirli  d*a»8ieme  havendo  pigliato  una  forzella 
di  una  bottega  et  trattosi  dalla  parte  del  forasticre,  nh  potendolo  difendere  per  la  importunitA 
di  Antonio,  fu  alla  fine  egli  forzato  di  darli  alcune  mazzate.  Di  che  Antonio  risentendoai, 
lasciato  il  nemico  primiero,  u  rivol«e  contro  Jeronimo  et  lo  feri,  et  poi  si  pose  a  fuggire.  5 
Ora  vedendo  Antonio  di  haver  fatto  errore  a  offendere  un  gentilhuomo  et  che  non  era  bastante 
a  potersi  «alvarc  in  verun  luogo,  dopo  molti  affannati  discorsi,  ricorse  finalmente  al  signor  Gio- 
vanni  pregandolo  volesse  interporai  di  pacificare  seco  il  detto  Jeronimo.  Gli  promise  Giovanni 
farlo  volentieri,  et  risanato  Jerontmo,  il  signor  Giovanni  lo  preg6  con  grande  instanza  a  voler 
perdonare  ad  Antonio  con  tutte  quelle  sodisfationi  che  egli  voleva  da  esso.  Ma  non  mai  10 
Jeronimo  si  voUe  piegare  a  sue  parole,  aendo  deliberato  fame  con  le  proprie  mani  dura 
vendetta.  Pure  tanto  si  affaticd  Giovanni,  che  finalmente  lo  pieg6  alla  pace,  con  patto  che 
p.tH  il  detto  Antonio  per  un  certo  tempo  non  uscisse  di  casa,  nh  lui'  nfe  il  fratello.  Ora  standosi 
Antonio  in  casa,  occorse  che  Jeronimo  venne  a  passare  avanti  la  sua  casa,  et  veggiendolo 
Bu  la  porta,  acceso  d'ira  et  di  sdegno,  trasse  la  spada  per  ferire  il  detto  Antonio.  II  quale  15 
anche  egli,  che  la  spada  haveva  tratta  fuori,  si  difendeva ;  et  stati  alle  mani  un  pezzo  senza 
punto  offendersi,  furono  spartiti.  II  che  intendendo  Giovanni,  benchfe  la  cosa  gli  premesse, 
per6  non  ne  fece  con  Jeronimo  parola,  havendogli  rispetto;  anzi  con  amorevoli  parole  trap- 
ponendosi,  di  nuovo  cercava  di  pacificarli,  ma  non  potfe. 

Ora  Jeronimo  parendogli  che  il  signor  Giovanni  in  questo  fatto  piii  facesse  conto  di  20 
Antonio  che  di  lui,  cominci6  talmente  ad  odiarlo,  che  non  solamente  si  affliggeva  di  vederlo, 
ma  anche  non  poteva  patire  di  piu  udirlo  nominare.  Et  per  questa  sola  cagione  anche  Fi- 
lippo,  Giovanni  et  Lodovico  li  fratelli  il  pigliarono  a  odio,  dicendo  che  egli  di  un  huomo 
di  bassa  condilione  et  vile  faceva  piii  conto  che  di  loro  che  erano  nobili;  et  tanto  crebbe 
questa  malevolenza,  che  cominciano  fra  di  loro  a  trattare  di  ucciderlo.  25 

Intendendo  Jacomo  Bargellini  lo  sdegno  di  Jeronimo  et  fratelli,  parvegli  di  haver  occa- 
^one  di  potere  sddisfare  al  suo  longo  secreto  pensiero,  che  era  di  vendicare  una  ingiuria  dal 
signor  Giovanni  ricevuta.     Et  per6,  andato  a  ritrovare  Giovanni  Malvezzi  fratello  di  Jeronimo, 
che  era  degKaltri  piii  elevato  ingegno  et  piii  animoso,  gli  aperse  Tanimo  suo  con  dimostrargli 
ch'era  ben  fatto  il  liberare  la  patria  dalle  mani  di  questo  nuovo  tiranno  di  Giovanni  Bentivo-  30 
glio;  et  consultata  fra  di  loro  la  cosa,  conclusero  di  dovere  ammazzare  Giovanni  Bentivoglio,  il 
che  era  cosa  facile  per  andar  egli  a  tutte  Thore  in  mascara  solo,  o  al  piu  da  due  accompagnato ;  • 
et  con  questa  conclusione  si  partirono  d'assieme.    Dopo  alquanti  giorni  di  nuovo  radunandosi 
insieme  per  trattare  di  uccidere  Giovanni,  ciascuno  havendo  detta  la  sua  opinione,  parve  a 
Giulio  d'intendere  qual  fosse  il  conseglio  di  Giovanni  Battista  Ref rigerio,  che  era  huomo  di  35 
gran   consiglio  et  molto  amico  di  Giulio,  et  perci6  andarono  tutti  a  casa  del  detto  Giovanni 
Battista,  a  cui  narrarono  tutto  il  loro  pensiero.     Udito  Giovanni  Battista  il  tutto,  gli  parve  che 
essi  si  ponessero  a  pericolosa  impresa,  perchfe,  considerando  la  grandezza  nella  quale  era  Gio- 
vanni  presso  la  cittk  et  li  signori  d'ltalia,  non  sapeva  che  dirsi,     Laonde  rispose  che  per  al- 
quanto  voleva  sopra  ci6  pensare,  perchfe  era  la  cosa  di  non  poca   considerazione  degna,  et  40 
che  per  allora  sol  diceva  questo,  che  essi  camminassero  in  questo  fatto  con  il  piede  di  piombo. 
Ritomati  dopo  due  giorai  li  Malvezzi  da  Giovanni  Battista  Refrigerio  per  intendere  il  suo 
consiglio,  egli  disse  loro  che  dopo  le  molte  vie  da  lui  considerate,  non  trovava  la  piii  sicura 
che  di  ricorrere  al  soccorso  di  qualche  potente  prencipe,  bisognando,  perch^  altrimenti  fa- 
cendosi,  vedeva  la  cosa  tanto  pericolosa  che  niente  piu,  ma  quando  questo  fosse   anche  da  45 
considerare  al  popolo  che  non  si  levasse,  et  che  perci6  egli  ritornava  a  dire:  che  havendosi  il 
soccorso  di  qualche  prencipe,  si  poteva  dar  ordine,  quando  ne  fosse  bisogno,  et  che   sendo 
tolto  di  mezzo  Giovanni  et  li  figliuoli,  apparendo  tosto  il  detto  soccorso,  il  popolo   sarebbe 
rimasto  confuso  et  attonito,  et  che  facilmente  fra  tanto  si  poteva  pigliare  la  piazza  et  il  palagio, 
il  che  vedendo  il  popolo  si  rimarrik  quieto;  et  che  pensava  che  non  si  potesae  a  meglio  50 


[A.  1488]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  *  249 

et  piu  opportuno  prencipe  ricorrere,  che  al  raagnifico  Lorenzo  de'  Medici,  per  esser  al  pre- 
sente  alquanto  sdegnato  con  Giovanni,  sendo  egli  et  potente  et  vicino  a  Bologna. 

Piacque  a  tutti  il  parere  di  Giovanni  Battista,  et  cosl  il  pregarono  che  volesse  lui  pigliare 

questo  carico  di  passare  a  Fiorenza  al  magnifico  Lorenzo,  il  che  con  giusta  scusa  ricusando,  fu 

5  eletto  Giovanni  Malvezzo.     II  quale  passato  a  Fiorenza,  et  salutato  il  magnifico  Lorenzo  da 

parte  di  Giulio  et  di  Giovanni  Battista  Refrigerio,  dopo  molte  parole,  il  magnifico  Lorenzo 

r  interrog6  come  passassero  le  cose  di  Bologna'  et  come  era  amato  Giovanni  Bentivoglio  et       >.  »** 

che  egli  haveva  gran  torto  di  essere  con  esso  lui  sdegnato,  non  gli  havendo  mai  fatto  cosa 

da  offenderlo.     Rispose  Giovanni  che  cosi  andava  il  mondo  et  che  anche  Bologna  non  era 

10  moho  di  buona  voglia  et  contenta  et  in  particolare  la  casa  de'  Malvezzi  per  vedersi  tiran- 

nizata  insieme  con  la   cittk,  et  che  se  essi   potessero,   sa   Iddio  se   volentieri   la   liberariano. 

Et  entrato  pian  piano,  con  accomodate  parole  gli  aperse  il  suo  desiderio.    A  cui  il  magnifico 

Lorenzo  rispose  che  molto  bene  avvertissero  come  si  ponevano  a  tale  impresa  et  che  imitas- 

sero  il  sarto  che  mille  volte  disegna  et  una  sol  volta  taglia.     AUra  risposta  non  hebbe  Giovanni 

15  Malvezzi  dal  magnifico  Lorenzo,  talmentech^  egli  cosi  irresoluto  si  partl  et  torn6  a  Bologna, 

riferendo  il  tutto  alli  fratelli  de'  Malvezzi  et  a  Refrigerio  et  a  Jacomo  Bargellini  et  agli  altri 

congiurati,  li  quali  ogni  dl  pure  si  consigliavano,  ma  non  mai  concludevano.     Giovanni  Mal- 

vezzi  poi  andato  a  trovare  Battista  Zanetti  pellacano  nemico  del  Bentivoglio,  gli  scoperse  il 

fatto,  invitandolo  ad  essere  anch'esso  a  liberare  la  patria  dalle  mani  del  tiranno  et  al  trovare 

20  via  se  si  potesse  di  notte   entrare  ad  uccldere   Giovanni;  il  quale  accetto  et  se  gli  proferse 

di  operare  con  Petronio  da  Scanello  suo  cordialissimo  amico,  che  teneva  la  cura  della  porta 

del  palagio,  che  ne  aprirebbe  la  porta  quando  volesse,  et  che  entrarebbero  neirhora  di  cena 

!  quando  era  a  tavola  et  che  alla  sprovista  Tucciderebbono  con  tutta  la  famiglia  senza  strepito 

!  alcuno.     Piacque  questo  trovato  a  Giovanni  Malvezzi  et  Tintrodusse  da  Giulio  et  altri  congiu- 

i    25  rati,  et  piacque  anche  loro  questo  ordine. 

Frattanto  parve  a  Jacomo  Bargellini,  per  fondar  meglio  la  cosa,  di  tentare  s'egli  poteva 

in  questa  congiura  porvi  Agamenone  Marescotto  dottore  et  cavalliere,  et  trovato,  finse  di  esser 

bramoso  di  vedere  da  lui  se  voleva  dare  una  delle  sue  figliole  a  Filippo  o  a  Ludovico  fratelli 

di  Giovanni  Malvezzi,  mostrandoli  che  grande  autoritk  acquisterebbero  amendue  queste  fami- 

30  glie  congionte  insieme;  a  cui  Agamenone:  "Et  che  risulterk  a  noi,  sendo  lapatria  nella  disposi- 

*  tione  come  hora  si  trova  ,  ?  Rispose  Jacomo :  "  Noi  ci  f orzeremo  di  fare  ogni  cosa  per  liberare 
"la  patria  dalla  servitili  in  che  ella  ora  si  trova  „.  Finalmente  Agamenone,  dopo  molti  ragio- 
naraenti,  diede  la  fede  sua  di  dare  una  sua  figliola  o  a  Filippo  o  a  Ludovico;  poscia  fra 
di  loro  discorrendo  sopra  la  cittk  di  liberarla  da  si  dura  servitu,  Giacomo  invitd  Agamenone 

35  a  volergli  prestare  il  braccio  a  tanta  impresa,  sendo  egli  potente;  a  cui  Agamenone:  "  Deside- 

*  rarei,  rispose,  di  intendere  ordinatamente  il  modo  che  volevano  tenere  in  liberarla,  perch^ 
"  bisognava  con  molta  prudenza  caminassero,  acciochfe  i  loro  consigli  non  riuscissero  vani,  et 
"  cascassero  in  qualche  rovina  „ .  Allhora  Jacomo  tutto  Tordine  gli  spieg6  di  passo  in  passo,  il 
che  piacque  ad  Agamenone.  Et  fatta  di  sfe  proferta  et  di  Galeazzo  suo  figliolo  con  25  armati  ad 

40  ogni  loro  requisitione,  disse  che  sarebbe  a  ordine  nel  salario  vicino  la  piazza  per  pigliare  la 
piazza  bisognando;  et  fatte  dette  proferte,  Jacomo  si  partl  con  Giovanni  et  Filippo  da  Agamenone 
et  ritomarono  a  Giulio  et  Giovanni  Battista  riferendogli  il  tutto.  Parve  adunque  alli  congiu- 
rati  di  non  tardar  piu,  accioch^  il  fatto  non  si  scoprisse  et  perci6  ordinarono  che  il  di  seguente 
ciascuno  di  essi  circa  la  sera  facesse  armare  li  suoi  amici  et  che  si  dovessero  ritrovare  alla 

45  stalla  di  Bartolomeo  Malvezzi  da  San  Jacomo,  della  quale*havevano  essi  le  chiavi,  et  che 
Agamenone  dovesse  mandare  Galeazzo  il  figliolo  con  25  armati  al  salario  et  quivi  stare  sin- 
tanto  che  gli  fosse  fatto  intendere  esser  Giovanni  Bentivoglio  morto,  il  che  intendendo  egli 
allhora  pigliaase  la  piazza;  et  che  Giovanni  Malvezzi  con  la  sua  compagnia  dovesse  passare 
al  palaggio  di  Giovanni  Bentivoglio,  nel  quale  da  Petronio  sarebbe  introdotto,  et  parimente 

50  Giulio  con  Taltra  compagnia,  et  Giovanni  passare  al  luogo  ove  cenava  Giovanni  con  U  figliuoli, 


250  HISTORJA  DI  BOLOGNA  [A.  i4««j 


/.  *ii 


et  Giulio  salire  di  sopra  ove  era  Ginevra  con  le  tigliole  et  tutti  tagliare  a  pezzi  et  poi  pi- 
gliare  3000  ducati  di  quei  di  Giovanni  Bentivoglio  et  darli  a  Petronio  Scanello,  siccome  eragli 
stato  promesao,  et  il  reato  de'  danari  metterli  nella  camera  et  poi  consigliarsi  con  Pietro  di 


promesso. 

quanto  havevano  a  fare,  et  secondo  il  suo  consiglio  accomodarsi  et  passare  a  trovare  subito 
Mino  de'  Russi  et  Ludovico  Bianchi  et  fargli  intendere  non  dovessero  uscir  di  casa,  perch^ 
sarebbono  tagliati  a  pezzi;  et  ci6  volevano  essi  fare,  acciochfe  non  suscitassero  tumulto  per 
esser  amici  del  Bentivoglio.  Poi  dovevano  passare  in  piazza  et  entrare  nel  palaggio  et  creare 
Jacomo  Bargellini  in  luogo  di  Giovanni  Bentivoglio  nel  senato. 

Havendo  essi  ordinato  il  tutto,  la  mattina  per  tempo  un  giovine,  chiamato  Stefano,  richiesto 
dalli  Malvezzi  per  esser  loro  amico,  che  si  dovesse  porre  a  ordine  di  armi  per  la  sera  seguente  10 
perchfe  di  lui  havevano  bisogno,  et  egli  promettendogli,  and6  a  ritrovare  Cristoforo  da  Parma 
8uo  caro  amico,  et  senza  pensar  piu  oltre,  lo  preg6  che  volesse  anch'egli  la  aera  seguente 
armarsi  per  servire  Giovanni  Malvezzi.  Costui  non  havendo  di  che  armarsi,  and6  a  ritrovare 
Ghinolfo  de'  Bianchi  suo  amico  et  lo  preg6  gli  volesse  prestare  una  corracina.  Ghinolfo, 
maravigliatosi  di  Cristoforo,  auspicando  non  havesse  qualche  nemicitia,  gli  dimand6  di  che  vo-  15 
leva  fare  di  que8t'arma.  Rispose  ramico:  "  Sono  pregato  da  un  mio  amico  a  petizione  di  Gio- 
"  vanni  Malvezzi  di  dovermi  armare  per  fare  una  cosa  di  grande  importanza  questa  sera ,. 
Ghinolfo  gliela  promesse  con  dire  che  allhora  non  poteva,  ma  che  fra  poco  tornaase  che  lo 
serviria.  Et  di  giii  havendo  presentito  che  li  Malvezzi  erano  in  isdegno  con  il  signor  Giovanni, 
8ii8pic6  di  quello  era;  et  andato  a  Giovanni  che  anche  era  nel  letto,  gli  narr6  tutto  quello  20 
haveva  da  Christoforo  inteso:  alle  cui  parole  Giovanni  re8t6  dubbioso  et  attonito,  parendogli 
che  questo  fosse  cosa  molto  grande,  non  sapendo  di  haver  offeso  alcuno.  Et  discorrendo 
con  Ghinolfo  Bopra  questo  fatto,  nh  sapendo  trovargli  principio  di  occasione  alcuna,  egli, 
avanti  conchiudesse  di  fare  cosa  che  fosse,  volle  prima  chiarirsi  bene  del  tutto.  Laonde, 
fattosi  chiamare  Filippo  suo  secretario,  lo  mand6  con  Ghinolfo  da  Cristoforo  a  informarsi  25 
di  quello  gli  haveva  detto  Ghinolfo.  Ci6  fece  Giovanni  perchfe  se  l'have8se  fatto  chiamare 
a  8e,  non  fosse  o  airentrare  o  airuscire  stato  da'  congiurati  veduto;  et  informato  il  secre- 
tario  del  tutto,  certific6  il  signor  Giovanni  esser  vero  quanto  che  Ghinolfo  gli  haveva  riferito. 
Fu  Giovanni  per  uscire  fuore  di  se  medesimo,  considerando  a  questa  congiura,  non  sapendo 
haver  data  occasione  alli  Malvezzi  di  dover  machinare  sopra  la  sua  vita.  In  somma  egli  30 
mand6  a  radunare  il  senato  et  fece  intendere  a  tutti  li  senatori  si  dovessero  trovare  al  con- 
seglio  per  cosa  importante.  Ora  pensando  i  senatori  che  Giovanni  volesse  surrogare  qxial- 
cheduno  in  luogo  del  Salarolo  nel  senato,  vennero  tutti;  dove  che  giunto,  Giovanni  impose 
alli  suoi  proviaionati  che  stessero  alla  porta  nfe  lasciassero  uscire  fuori  di  essa,  o  entrare, 
alcuno  senza  sua  saputa:  et  vedendo  che  fra  il  numero  de'  senatori  mancava  Battista  padre  35 
di  Giovanni  Malvezzi,  che  era  podagroso,  mand6  per  lui  con  fargrintendere,  che  bisognava 
ci  fosse  anche  lui ;  il  quale  incontinente  al  meglio  che  potfe  vi  venne.  Poi  il  signor  Giovanni 
per  un  maciero  secretamente  mand6  a  domandare  Giovanni  Malvezzi  a  nome  del  padre  che 
dovesse  venire  a  palazzo,  che  il  voleva  per  una  sua  faccenda;  et  partito  il  maciero,  Giovanni 
Bentivoglio  cosi  parl6  nel  senato:  '  Non  haverei  giamai  creduto  che  huomo  alcuno  havesse  con-  40 

•  giurato  contro  di  me  et  de'  miei  figliuoli,  sapendo  io  Tanimo  mio  et  la  conscienza  mia  esser 

•  tanto  chiara  e  pura,  che  mai  seppi  oltraggiare  alcuno.     Ma  hora  mi  trovo  molto  ingannato, 

•  percioch6,  mentre   che   io   con  retta   mente   vivevo   fuore   di   ogni  mala   suspitione,   trovo 
>.  *S6       '  che  alcuni  condotti  da  mera  malignita'  di  animo  cercano  levarmi  la  vita;  et  questo  il  fanno 

•  in  ricompensa  degli  benefici  da  me  ricevuti.    Et  perchfe,  Padri  conscritti,  vi  veggo  per  queste 
'  mie  parole  tutti  star  molto  sospesi,  nfe  sapere  a  che  fine  io  le  dica,  del  tutto  hora  vi  far6 

•  chiari.     Ha  congiurato  contro  di  me  et  de'  miei  figlioli  di  tagliare  a  pezzi,  Giovanni  figliolo 

•  di  Battista  Malvezzi,  che  h  qui  presente,  et  era  la  mia  morte  et  de'  miei  figliuoli  destinata 

•  questa  sera.    Se  mi  addimandate  perch^  non  so  io  nel  vero  la  cagione,  n6  mi  so  immaginare 

5.  Mlno]  ntWorigiuale  Nino 


[A.  1488]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  251 

"  che  dispiacere  grhabbia  fatto.  Et  acciochfe  conosciate  che  io  non  vi  dico  bugia,  hor  ora 
"  saxk  quivi  presente  a  voi  chi  non  lo  negherk  „.  Nfe  si  tosto  fini  queste  parole  Giovanni 
Bentivogli,  che  entro  Giovanni  Malvezzi  dentro  nel  senato;  a  cui  il  Bentivogli  rivolgendosi 
con  faccia  turbata,  gli  disse:  "Dimmi,  o  Gtovanni,  che  cosa  hai  tu  da  me  giammai  havuta 
5  "  o  che  torto  ti  ho  io  fatto  per  la  quale  io  meriti  da  te  esser  ucciso  con  tutti  li  miei  figliuoli?  „ 
Rispose  Giovanni  Malvezzi  con  intrepido  cuore :  "  Non  so  haver  da  te  ricevuto  cosa  alcuna 
'  nh  dispiacere  alcuno,  per  la  quale  io  ti  dovessi  uccidere  insieme  con  li  tuoi  figliuoli.  Dirb 
"  bene  che  quanto  era  Tanimo  mio  di  fare  contro  di  te  era  per  la  cara  libertk  della  mia 
"  patria,  la  quale  hora  tu  tieni  cotanto  oppressa  con  la  lua  insopportabile  tirannia,  perchfe  es- 

10  "  sendo  ella  libera,  Thai  fatta  ancella,  governando  il  tutto  a  tuo  beneplacito  et  opprimendo  li 
"  cittadini.  Sappi  di  certo,  o  Giovanni,  che  assai  m'incre8ce  che  questo  coltello  non  t*habbi 
"  potuto  passare  il  tirannico  cuore,  per  beneficio  di  questa  infelicissima  patria.  Cosi  fe  piaciuto 
»  a  Dio  et  cosi  sia  „ . 

Udendo  il  senato  l'orgoglioso  parlare  di  Giovanni  Malvezzi,  molto  si  adir6  contro  di  lui, 

1 5  dicendogli  che  di  sl  f oUe  ardire  tosto  ne  sentirebbe  il  duro  castigo.  Rispose  egli  con  modestia, 
et  gran  costanza:  "  Tale  era  il  mio  buon  animo,  et  moriro;  morir6  per  la  liberth  della  mia 
"patria  et  tosto  mi  levar6  da  vedere  tanti  suoi  mali;  ma  voi,  o  senatori,  difendendo  il  tiranno 
"  vi  nudrite  la  serpe  in  seno,  alla  fine  vi  ricorderete  di  quanto  hora  vi  dico.  Fate  hora  di  me 
"quello  piu  vi  piace„. 

20  Fece  il  senato  portargli  carta  et  calamaro,  accioch^  scrivesse  tutti  i  nomi  de'  congiurati  et 

Tordine  della  congiura,  et  cosi  fece.  La  quale  letta  alla  presenza  del  senato,  fu  egli,  il  padre 
et  Francesco  il  figliolo,  che  era  de'  signori,  distenuto  in  una  camera  con  buoni  presidj.  Inten- 
dendo  Jeronimo  et  Filippo  essere  stato  Giovanni  citato  in  palazzo,  che  erano  in  piazza,  pensa- 
rono  a  quello  che  era,  che  la  congiura  fosse  scoperta;  per  lo  che  subito  si  fuggirono  fuori 

25  della  cittk.    Fuggi  anche  Giovanni  Battista  Refrigerio ;  f u  preso  Jacomo  Bargellini  et  Tura  Tasso 

da  Ferrara,  li  quali,  confessato  il  tutto,  furono  impiccati.  Stette  il  signor  Giovanni  nel  palaggio 

de'  signori  et  fece  armare  li  soldati,  che  stessero  al  suo  palaggio  giorno  e  notte  per  presidio. 

Intendendo  Giulio  Malvezzi  che  erano  distenuti  et  Giovanni  et  gli  altri,  volle  radunare 

la  fattione  Malvezzesca,  la  quale  era  molto   grande,   per   liberare  li  suoi,   ciofe  il  padre   e  i 

30  fratelli;  ma  Pirro  et  Lucio  suoi  parenti  vi  s'oppo8ero,  credendosi  che  solamente  sarebbero 
castigati  quegli  che  nella  congiura  erano  incolpati  et  non  grinnocenti.  A'  quali  Giulio  cosi 
disse :  "  Pirro  et  tu,  Lucio,  sete  amendue  ciechi,  nh  conoscete  il  male  che  ne  soprasta,  laonde 
"  a  mal  grado  vostro  gusterete  ancor  voi  gli  f rutti  che  nasceranno  da  questo  albero , ,  allu- 
dendo  a  Giovanni  Bentivogli;  il  che  poi  graccadde,  come  piu  avanti  si  leggerh. 

35  Formato  adunque  il  processo  dal  podestk,  sendo  presente  il  caiicelliere  di  Aloisio  Capra 

vescovo  et  vicelegato,  Ludovico  da  San  Pietro,  Alessio  degrOrsi,  Jeronimo  Zannettino  dot- 
tore,  Filippo  de'  Bianchi,  Taddeo  Bolognini  tutti  mandati  dal  senato  a  far  questo  essanime, 
mandarono  a  chiamare  alquanti  religiosi,  acciochfe  li  conf essassero ;  il  che  fatto,  furono  gl'in'- 
frascritti  condotti  alli  merli  del  palazzo  del  podestk  et  quivi  impiccati,  et  furono  questi,  cio^:       p.  287 

40  Ercole  detto  il  Carpesano  et  Polo  il  fratello,  Geminiano  altro  suo  fratello,  Costantino  d'Arezzo 
di  Toscana,  Michelangelo  da  Carpi  et  Polo  suo  fratello  barbiere,  Lucretio  da  Venetia,  Tura 
Tasaone  ferrarese,  Zacco  suo  servitore,  Gilio  da  Verona,  Alessandro  detto  il  Prete  da  Pisa 
mercante,  un  famiglio  del  Tura,  il  Zampa  lardaruolo.  Tutti  questi  furono  impiccati  dalle 
otto  hore  di  notte  insino  alle  undici. 

45  Giovanni   Malvezzi   et  Jacomo   Bargellini   furono   condotti   nel   cortile   del   palazzo   del 

podesta  et  quivi  amendue  decapitati.     Era  Giovanni   con  la  cappa   di  rosato   con  un   saglio  ^ 

di  raso  cremisino  foderato  di  pelle  di  volpe  con  le  calze  di  scarlatto  et  con  li  ferri  ai 
piedi.  La  mattina  poi  del  seguente  giomo  furono  trovati  nascosti  questi,  ciofe:  Battista  di 
Severo  de'  Zanetti  pellacano,  Petronio  da  Scannello  ballestriere  del  signor  Giovanni,  li  quali 

23.  de']  da  ntlVoriginale 


252  HISTORIA  Di  BOLOGNA  tA.  i4ss] 


er»no  in  una  cloaca  naacosti  fra  due  muri  della  caaa  di  Giovanni  degl'Ingrati  dall'androna 
di  San  Tomaso,  et  condotti  al  palaggio  del  podesti»  furono  impiccati  appresso  graltri.  Et 
comandando  Giovanni  che  Petronio  fosse  trascinato  a  coda  di  cavallo,  essendo  impiccato, 
nibito  tagliorono  il  capeatro  et  tirato  a  coda  di  cavallo,  reatb  nella  piazza  in  potere  de'  cani. 
Fu  alli  28  di  novcmbre.  5 

Di  poi  fu  mandata  la  corte  della  giustitia  a  cercare  Ludovico  figliuolo  di  Battista  Mal- 
vewi  per  castigarlo,  et  trovato  in  caaa,  si  pose  con  rarmi  alla  difesa  riputando  esser  per 
lul  manco  vergogna  valoroaamente  il  morire  fra  il  ferro  de'  nemici,  che  di  esser  pubblica- 
mente  decapitato;  et  con  questo  invitto  animo  difendendoai  et  offendendo,  cogli  nemici  che 
lo  circondavano  combatteva.  Finalmente  per  la  effusione  del  sangue,  che  per  le  havute  ferite  10 
■pargeva,  mancandogli  in  tutto  l'humana  forza,  restd  qirivi  della  vita  privalo,  lasciandone 
di  loro  tre  malamente  trattati.  Li  satelliti,  abbandonando  il  corpo,  si  diedero  a  saccheggiare 
ia  casa,  li  quali  benissimo  dimostrarono  la  lor  rabbia  et  la  loro  avaritia,  perciochi  rovinarono 
ogni  co«a  levando  insir.o  i  guerzi  delle  porte;  et  per  far  preda  insino  de'  vasselli  del  vino, 
lasciarono  uscirne  fuori  il  vino  nelia  cantina,  che  vi  era  insino  a  mezza  gamba,  et  estraevano  le  15 
botti.  Fu  anche  fatto  il  medesimo  alla  casa  di  Giovanni  Battista  Refrigerio  da  San  Martino, 
et  molte  altre  case  di  quei  ch'erano  morti  furono  saccheggiate. 

II  di  seguente  furono  presi  grinfrascritti  et  furono  impiccafi  nel  medesimo  luogo  ove 
i  primi  furono  giustitiati:  Astorre  da  Faenza,  Lodovico  da  Francolino,  Giovanni  di  Cevanni 
marescalco,  Antonio  dalla  Sega  detto  il  Zampa,  Giovanni  Antonio  de'  Vasselli.  Dopo  questo  20 
furono  pubblicamente  banditi  per  ribelli  questi :  Jeronimo  et  Filippo  figlioli  di  Battista  Mal- 
vezzi,  Giovanni  Battista  Refrigeri,  a'  quali  fu  posta  taglia  di  300  ducati  per  ciascuno  a  chi 
grammazzasse.  11  senato  poi  confino  Battista  il  padre  con  Francesco,  Lorenzo  et  Lucretio 
suoi  figlioli  a  Rimini,  Giulio  Malvezzi  a  Napoli,  Bartolomeo  di  Giovanni  di  Musotto  a  Venetia, 
Aldrovandino  Malvezzi  con  Ippolito  il  figliolo  a  Trento,  Alessandro  Malvezzi  con  5  figlioli  25 
a  Turino;  poi  il  signor  Giovanni  don6  la  casa  et  le  robbe  di  Battista  di  Sivero  pellacano 
a  Peracino  et  la  casa  di  Battista  Malvezzi  con  tutta  la  robba  consigno  a  Tomaso  di  Matteo 
Malvezzi  adottato  nella  famiglia  de'  Bentivogli,  come  di  sopra  h  detto,  et  anche  fu  riposto 
nel  senato  in  luogo  del  detto  Battista. 

Volendo  li  signori  antiani  ispurgare  la  cittk  da  molte  persone  vitiose  et  inutili,  fa  bandire  30 
tutti  li  ruSiani,   giuocatori  et  altri  simili,  che  si  debbino   partire  di  Bologna  sotto   pena  di 
4  tratti  di  corda  et  lire  10  per  ciascuno.    Poi  inibirno  che  niuno,  fosse  di  quale  stato  o  condi- 
tione  esser  volesse,  si  dovesse  mascherare  sotto  pena  della   testa;    et  questo  fecero  perchfc 
non  si  facesse  qualche  insulto  nella  cittk. 
/.  M  Divolgato  il  trattato  che  era  contro  il  signor  Giovanni  da'   Malvezzi   ordito   per  tutta  35 

Italia,  non  mancarono  molti  sigcori  di  vari  luoghi  proferirli  aiuto  et  favore,  et  fra  gFaltri 
il  magnifico  Lorenzo  de'  Medici.  A  questo  fine  ancora  gli  mand6  ambasciatori  il  duca  di 
Ferrara  et  il  duca  di  Milano. 

Mentre  che  con  ogni  diligenza  si  fa  Tinquisifione  de'  congiurati  et  che  il  signor  Giovanni 
si  Btava  nel  palagio  de'  signori  per  vedere  come  posasse  et  quietasse  la  citth,  alli  4  di  decembre  40 
Annibale  il  figliuolo  f ece  una  bella  compagnia  d'  huomini  armati  et  usci  del  palagio  suo,  facendo 
di  s^  mostra  per  tutta  la  citt^  et  passd  alla  piazza,  poi  se  ne  ritorno  al  suo  palagio  et  rivolto 
a  quei  che  Thavevano  accompagnato,  con  bellissime  et  amorevoli  parole  gli  ringrati6,  offeren- 
dosi  ai  loro  servigi  in  tutto  quello  che  lo  conoscessero  abile  e  buono;  li  qnali  facendoli  rive- 
renza  si  partirono  gridando:  ''Sega,  sega,.  45 

Dopo  il  desinare  concorse  al  palagio  de'  signori  il  popolo  armato  et  pregarono  il  signor  Gio- 
vanni  che  dovesse  ritomare  al  suo  palagio,  dove  sicuramente  vivere  poteva;  laonde  egli,  per 
contentare  il  popolo,  tolse  licenza  dal  confaloniere  di  giustitia,  et  discese  a  basso  alla  porta^ 
dove  chiam6  Ghinolfo  de'  Bianchi  et  lo  cre6  capitano  sopra  la  fanteria  del  palazzo:  et  poi 
si  partl.    Appena  era  nel  mezzo  della  piazza,  che  per  segno  di  allegrezza  furono  aperte  le  50 


[AA.  1488-1489]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  .  253 

carceri  et  liberati  gli  prigioni,  facendo  il  popolo  gran  festa  con  gridar:  '  Sega,  sega,.  Giunto 
al  suo  palagio  et  fermatosi  a'  piedi  della  scala,  che  nel  primo  gran  cortile  riusciva,  ringrati6 
con  bellissima  orazione  il  popolo  di  tanta  sua  amorevolezza,  poi  gli  raccomand6  la  quiete  et 
la  pace,  dogliendosi  molto  della  congiura  fatta  contro  di  lui  senza  haver  data  occasione  alcuna 
5  a'  congiurati  di  far  questo,  et  mostrb  che  veramente  il  mal  loro  gli  premeva,  ma  che  cosi  have- 
vano  eglino  voluto ;  et  data  licenza  al  popolo,  sall  alle  stanze  di  sopra.  Da  indi  in  poi  sempre 
fu  il  palagio  et  giomo  et  notte  con  diligenza  guardato  da'  soldati  et  da  altre  genti  annate. 
Alli  8  del  detto  mese  il  signor  Giovanni  fa  fare  una  solenne  processione  con  tutto  il 
clero  et  popolo  et  si  va  alla  chiesa  de'  Servi  a  cantare  la  messa  et  a  riferirne  gratie  a  Dio 

10  et  alla  sua  gloriosa  Madre  che  Thavesse  dalla  detta  congiura  liberato. 

Intendendo  Giovanni  Bentivogli  che  Lutio  Malvezzi  si  era  ricoverato  in  Milano,  ne 
avvisa  il  duca,  pregandolo  a  non  dare  ricapito  alli  Malvezzi  suoi  nemici,  laonde  il  duca 
tosto  li  fece  bandire  dallo  stato  suo,  et  cosl  fece  alla  signoria  di  Venetia.  Poi  scrisse  al 
re  Fernando   tutto  il  trattato   che   Giulio   Malvezzi   contra  di  lui  haveva  ordinato  et  che  lo 

1 5  pregava  che  giimgendo  a  Napoli  glie  ne  desse  la  penitenza,  et  cosi  fece.  Egli  non  sl  presto 
giunse  in  Napoli,  che  il  re  rincarcer6  in  un  fondo  di  torre,  ove  stette  per  alcuni  anni. 
II  che  intendendo  Battista,  che  con  li  figliuoli  era  in  Rimini  nelle  forze  del  signor  Pandolfo 
Malatesti  genero  di  Giovanni  Bentivoglio,  e  temendo  non  fosae  il  somigliante  fatto  a  lui,  uscl 
dalle   confine  et  pass6  a  Fermo  et  poi  a  Roma.     Parimente  Bartolomeo  si  partl  di  Venetia. 

20  Talraentechfe  gli  infelici  Malvezzi,  nati  sl  nobilmente  et  di  famiglia  sl  illustre  et  stimata  nella 
lor  patria,  non  trovavano  luogo  ove  sicuramente  vivere. 

Alli  3  di  settembre  furono  fatti  li  sedeci  infrascritti,  cio^ :  Giovanni  Bentivogli,  Galeazzo 
Marescotti,  Andrea  Grati,  Giovanni  de'  Marsili,  Tomaso  Montecalvo,  Poeta  de'  Poeti,  Hiero- 
nimo  Sampieri,  Gasparo  Bargellini,  Angelo  Ranucci,  Francesco  Bianchetti,  Alessandro  dalla 

25  Volta,  Giovan  Francesco  Aldrovandi,  Ercole  Bentivogli,  Alberto  da  Castello,  Alessio  de- 
gFOrsi,  Francesco  Fantuzzi,  Ghinolfo  de'  Bianchi,  Rinaldo  Ariosti. 

In  questi  tempi  Giovanni  Bentivoglio  cominci6  a  cavalcare  per  la  cittk  con  buon  numero 
di  provisionati  a  piedi,  sempre  havendo  avanti  a  lui  gente'  a  cavallo  che  lustravano  le  vie,  sendo       p.  »*? 
egli  da  molti  gentilhuomini  seguitato  et  popolari.     Et  frattanto  ogni  giorno  erano  trovati  de' 

.50  congiurati  et  tagliati  a  pezzi,  et  li  soldati  clve  troppo  erano  partegiani  del  Bentivoglio,  se  ritro- 
vavano  alcuno  che  fosse  della  fatione  de'  Malvezzi,  bench^  non  fossero  stati  a  modo  veruno 
complici  della  detta  congiura,  erano  innocentemente  mandati  a  filo  di  spada  riputandosi  eglino 
di  fare  un  sacrificio  a  Dio  di  levargli  la  vita.  La  qual  strage  per  alcun  tempo  seguit6,  perchfe 
bastava  solamente  dire :   "II  tale  h  malvezzesco  , ,  ch'egli  era  dal  mondo  levato.     Per  il  che 

35  pareva  che  fosse  ritornato  il  tempo  del  crudelissimo  triumvirato,  poichfe  per  ogni  strada  si 
vedevano  morti  et  dilaniati. 

E  Giovanni  Bentivogli,  mentre  che  la  sua  patria  per  ogni  via  si  bagnava  de'  nobili  Mal- 
vezzi,  invitato  a  Milano  dal  duca  di  Milano  alle  sue  nozze,  dove  conduceva  la  sua  sposa 
figliola  di  Alfonso  duca  di  Calabria  addimandata   Isabella;  alle  quali   nozze   vi  mand6   Ar- 

40  nibale  il  figliuolo,  che  fu  alli  26  di  decembre  con  honorata  compagnia  di  gentilhuomini,  essendo 
dal  duca  incontrato  et  ricevuto  con  grand'honore. 

Anno  di  Cristo  1489.  —  Sono  creati  li  signori  antiani  et  graltri  magistrati.  Pietro  di 
Francesco  degli  Advocati  da  Lucca  h  podestk  di  Bologna. 

A  dl  primo  di  febbraro,  la  domenica,  Isabella  sopradetta  et  nuova  duchessa  di  Milano, 
45  accompagnata  quasi  da  tutti  i  prencipi  d'Italia,  entra  in  Milano  al  marito;  il  quale  con  inaudito 
apparato  la  raccoglie  entro  il  castello. 

Filippo  de'  Canonici,  canonico  di  San  Pietro  di  Roma  et  protonotario  apostolico,  si  parte 
di  Roma  per  nuncio  mandato  al  gran  Mastro  di  Rhodi  col  capello  del  cardinalato  et  poi  al 
gran  Soldano  del  Cairo  da  papa  Innocenzo   VIII  per  far  lega  contro  il  Turco.     Ritoma  a 
50  Bologna  di  que8t'anno  alli  4  di  febbraro,  il  mercoledl. 


254  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  u«9i 


A  d\  primo  di  giugno  caflca  dal  cJelo  una  pioggfa  prrandissima  mescolata  con  temperta 
et  horriWli  venfi  et  con  eiisi  un  folgoro  horribilissimo  che  percosse  la  moglie  di  Pietro  da 
Buono  lavorando  in  casa  »ua  et  la  uccise,  laaciandola  intiera  come  «e  viva  foase  stata,  senza 
vederla  in  parte  alcuna  del  corpo  offesa,  et  in  atto  come  w  ella  seguitasse  il  buo  cominciato 
lavoro.  Alla  quale  accostandogi  la  sor^lla,  credendosi  che  ella  dormisse,  per  risvegliarla,  non  5 
s)  to«to  la  tocc6,  che  tutto  il  corpo  in  minutiRsima  cenere  si  risolse,  riempiendo  tutta  la  stanza 
dl  puzzore  di  zolfo;  p>er  la  qual  cosa  re8t6  molto  attonita  e  cfinfusa. 

Alli  14  di  giugno,  la  domenica,  Jacomo  Montecalvi  passa  airaltra  vita,  sendo  del  numero 
de'  senatori,  et  in  auo  luogo  fe  surrogato  Tomaso  il  figliuolo. 

Alli  29,  il  lunedl,  Carlo  Antonio  Fantucci  senatore  muore  et  h  con  la  solita  pompa  di  10 
Btendardi  et  bandiere  sepolto  in  San  Martino  de'  Carmeliti.     Fu  posto  in  suo  luogo  Rainaldo 
di  Cristofaro  Ariosti  et  nella  tesoreria  succesae  Francesco  suo  figliolo. 

II  signor  Pandolfo  Malatesti  signor  di  Rimini.  volendo  condurre  a  sh  Violante  sua  diletta 
nposa  et  figliola  di  Giovanni  Bentivogli,  manda  a  Bologna  nobilissima  ambasciaria.  La  quale 
giunta  in  Bologna,  fu  dal  signor  Giovanni  suddetto  onoratamente  ricevuta,  et  dopo  aver  posto  15 
airordine  tutte  le  cose,  la  spoBa  alli  3  di  settembre,  il  giovedl,  si  parte  cogrambasciatori  da 
Bologna  accompagnata  dalla  madre  et  dagl' infrascritti :  Alessandro  fratello  della  sposa,  la 
moglie  di  Ludovico  da  San  Piero,  la  moglie  del  conte  Ercole  Bentivogli,  Ludovico  da  San 
Pietro,  conte  Andrea  Bentivogli,  Francesco  Bianchetti,  Giovanni  Francesco  Aldrovandi,  il 
conte  Galeazzo  Pepoli,  senatori,  Griselda  moglie  di  Salustio  Guidotti  et  Salustio  Guidotti,  20 
A  *to  Jeroni'mo  da  San  Piero,  Francesca  consorte  di  Cristoforo  dal  Poggio  et  il  detto  suo  marito 
secretario,  Antonio  Ansaldini  scalco  et  altri  assai,  li  quali  tutti  insieme  con  la  novella  sposa 
furono  con  ogni  maniera  di  honore  raccolti.  Et  dopo  le  molte  feste  celebrate,  madonna 
Ginevra  pa8s6  a  Pesaro  et  d*indi  al  venerabile  tempio  della  Rtadonna  del  Loreto,  et  final- 
mente  se  ne  ritornarono  tutti  a  Bologna.  25 

Mentre  che  Ginevra  era  fuori  di  Bologna,  Francesco  Pedoca  dalla  Mirandola  rettore 
dello  Studio  fece  ordinare  una  bellissima  giostra  di  un  palio  di  cremisino  da  donarsi  al 
vincitore ;  et  essendo,  a  punto  che  ella  era  a  ordine,  giunta  Ginevra  et  invitata  alla  detta  festa, 
comparve  in  piazza  il  signor  Gilberto  da  Carpi  con  un  carro  trionfale,  sopra  il  quale  erano 
4  huomini  molto  riccamente  omati  di  sopravesti  d'oro  et  perle,  li  quali  erano  quelli  che  30 
dovevano  giostrare,  al  cui  carro  andavano  avanti  molti  trombetti  et  piffari ;  et  havendo  il  detto 
carro  girata  la  piazza,  con  bellissimo  ordine  si  pose  da  un  lato.  Poi  comparve  Giovanui 
Bentivogli  con  il  conte  Nicol6  Rangoni  et  altri  giostratori  riccamente  vestiti  parimente  coii 
trombe  et  piffari,  et  come  i  primi  girata  la  piazza  et  ritiratisi  dairaltra  parte,  tutti  insieme  si 
posero  grelmi  in  testa.  Krano  in  tutto  44  giostranti,  che  dovevano  giostrare  a  scudi  travati.  35 
Cominciorono  adunque  la  giostra  et  per  tre  hore  valorosamente  si  travagliorono ;  finalmente 
ne  riporti  Thonore  et  il  premio  Francesco  del  Capitanio  huomo  d'arme  di  Giovanni  Bentivoglio ; 
il  quale  da  tutti  accompagnato  con  suoni  di  trombe  et  di  piffari,  port6  il  palio  al  palagio 
del  signor  Giovanni  dove  egli  dimorava,  con  festa  et  applauso  del  popolo. 

In  questi  giorni  del  mese  di  ottobre  giunge  in  Bologna  Gaimbetto  ambasciatore  di  Baia-  40 
zetto  imperatore  de'  Turchi,  che  passava  a  Roraa  a  papa  Innocenzo  VIII,  per  pregarlo  a 
ritenere  Zizimo  suo  fratello,  promettendogli  una  buona  somma  di  danari;  il  quale  haveva  havuto 
in  suo  dominio  11  signor  fra  Pietro  Ambasone  gran  mastro  di  Rhodi,  acciocchfe  non  lo  contur- 
basse  nello  stato  che  diceva  appartenergli.  AIloggi6  in  casa  di  Filippo  de'  Canonici  cherico 
di  camera  et  canonico  di  San  Pietro  di  Roma.  Haveva  detto  ambasciatore  seco  15  persone.  45 
Non  adopravano  altri  vasi  che  di  argento;  non  portava  seco  danari,  ma  verghe  d'oro  et 
secondo  il  bisogno  di  mano  in  mano  faceva  battere  moneta  per  spendere  secondo  il  conio 
de'  paesi.  Stette  in  Bologna  15  giorni  et  ogni  di  si  mutava  di  veste  di  broccato  d'oro  a 
diversi  campi  tessute  tre  et  quattro  volte,  portando  in  capo  il  turbante  alla  turchesca.  Fu 
da  vari  gentilhuomini  bolognesi  convitato,  bench6  egli  tenesse  corte  bandita,  et  sempre  per  50 

l6.  Pedoca]  Pedora  ntirorigiu^de 


[AA.  1489-1490]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  255 

la  cittk  fu  da  Giovanni  Bentivogli  et  da  infiniti  gentilhuomini  accompagnato.  Et  havendo  veduto 
tutte  le  cose  piu  belle  della  citti,  molto  lod6  le  moline  et  il  filatoio,  et  dopo  tante  amorevolezze 
ricevute  si  parti  per  Roma,  restando  della  cittk  molto  sodisfatto. 

Volendo  Giovanni  Bentivogli  che  Annibale  il  figliuolo  riuscisse  nel  governo  della  repub- 
5  blica  huomo  pratico,  egli  lo  fa  creare  confalloniere  di  giustitia;  fu  il  primo  di  di  novembre, 
la  domenica.  II  quale  hebbe  per  compagni  gli  infrascritti  signori  antiani,  cio6 :  Bernardino  Goz- 
zadini  cavalliere,  Petronio  Zagni  dottore,  Alessandro  Buttrigari  procuratore,  il  conte  Galeazzo 
PepoH,  Domenico  da  Viggiano  notaro,  Giovanni  Polo  da  Castello,  Agostino  Marsili  et  Otta- 
viano  Fantucci.   Fu  in  questo  magistrato  accom.pagnato  Annibale  dal  signor  Giovanni  il  padre, 

10  dal  senato  et  da  tutto  il  popolo  con  tanto  fasto  et  honore  quanto  altri  fossero  stati  avanti  a  lui. 

Havendo  Giovanni  Bentivoglio  a  tutte  rhore  a  memoria  la  congiura  fatta  contro  lui  et  vo- 

lendo  assicurarsi  da  ogni  sinistro  caso  che  awenir  li  potesse,  si  diede  a  fabricare  una  torre ; 

et  prima  fece  gettare  a  terra  alcune '  case   vicine  al  suo  palagio  nella  via  de'  Castagnoli  di       >. »»/ 

rincontro  il  suo  palagio  oltre  la  via,  et  alli  26  di  novembre,  volendo  con  il  parere  degrastro- 

15  logi  darle  principio,  egli  in  persona  con  li  figliuoli  quivi  venuto,  et  con  gran  moltitudine  di 
cavallieri,  gentilhuomini,  cittadini  et  popolari,  in  quello  istesso  punto  assignato  da  detti  astrologi, 
con  la  zappain  mano,  cominci6  a  cavar  la  terra;  poi  Antonio  Galeazzo  prothonotario,  seguitando 
Alessandro  et  Ermesse  suoi  figliuoli  (non  vi  era  Annibale  per  esser  confalloniere);  dopo  loro 
seguitarono  il  cavamento  molti  cavallieri,  gentilhuomini  et  cittadini.    II  che  fatto  per  augurio, 

20  gli  maestri  con  li  loro  instromenti  et  con  groperari  et  artefici  seguitarono  a  cavare  li  fondamenti. 

II  giomo  seguente  Giovanni  Bentivogli  fa  cantare  una  solenne  messa  dello  Spirito  santo 

in  San  Jacomo  nella  sua  capella,  per  memoria  di  quel  giorno  che  la  congiura  fu  scoperta, 

riferendo  gratie  a  Dio  che  Thaveva  salvato,  et  a  questa  messa  erano  presenti  tutti  li  caval- 

lieri,  gentilhuomini,  cittadini  et  le  arti,  oltre  Tinfinito  popolo,  dove  si  fece  una  solennissima 

25  offerta,  cominciando  Giovanni  Beutivogli  et  seguitando  tutti  graltri  et  le  compagnie  et  fra 
le  altre  quella  de'  beccari,  che  collegialmente  offerse.  Finita  la  messa,  fu  accompagnato  a 
casa  et  ciascuno  and6  alla  casa  sua  a  desinare. 

Alli  27  di  decembre  Giovanni  Bentivogli,  in  memoria  della  sua  nativitk,  si  trova  presente 
alla  messa  che  in  San  Jacomo  alla  sua  capella  si  canta,  et  finita,  fa  cavaliere  aurato  Antonio 

30  Magnani. 

Anno  di  Cristo  1490.  —  Si  creano  li  nuovi  magistrati  secondo  Tuso  della  cittk. 
£  invitato  Annibale  Bentivogli  dal  signor  Francesco  Gonzaga  marchese  dl  Mantova  alle 
sue  nozze,  perch^  conduceva  a  Mantova  Isabella  figliola  del   duca   Ercole  da  Este  per  sua 
sposa.     II  quale  si  parte  di  Bologna  alli  8  di  febbraro  con  il  conte  Nicol6  Rangone,  il  signor 

35  Gilberto  de'  Pii  da  Carpi  et  altri  assai  gentilhuomini  et  cavalieri  bolognesi  et  con  Lucretia  sua 
consorte  accompagnata  da  buon  numero  di  donne  nobili  della  cittk.  Et  finita  la  sontuosa 
festa,  se  ne  ritomarono  tutti  a  Bologna. 

Cavandosi  li  fondamenti  della  torre  di  Giovanni  Bentivogli,  si  trov6  quivi  esserci  stato 
le  fosse  deirantica  citta  fatte  da  san  Petronio,  per  il  che  fu  bisogno  di  rovinare  le  sponde, 

40  perchfe  non  si  poteva  fare  il  modello  designato;  et  oltre  a  ci6  non  si  trovava  terra  ferma,  et 
in  grande  abbondanza  vi  scaturiva  Tacqua,  che  non  lasciava  cavare  il  bisogno.  Et  per  questo 
fu  necessaria  cosa  il  piantarvi  molti  pali,  sl  per  sostentare  le  sponde  come  anco  perchfe  andas- 
sero  a  ritrovare  il  sodo,  sopra  11  quali  poi  si  ponessero  li  fondamenti.  Finalmente  tanta 
diligenza  vi  si  us6,  che  a  poco  a  poco  vi  furono  posti  detti  fondamenti,  che  furono  di  altezza 

45  24  piedi;  si  stette  intorao  al  cavamento  insino  alli  16  di  gennaro. 

Alli  18  detto  si  diede  principio  alli  fondamenti  di  ghiara  e  calcina  et  si  tir6  su  la  parte 
verso  strk  San  Donato;  et  Giovanni  volle  esser  quello  che  vi  ponesse  la  prima  pietra  con 
Tarme  sua  scolpita,  la  seconda  pietra  la  pose  Annibale,  la  terza  Antonio  Galeazzo,  la  quarta 
Alessandro,  la  quinta  Ermesse,  seguitando  poi  ordinatamente  molti  gentilhuomini  di  porvene 

50  ciaeciuio  una. 


ti 


356  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i490i 


Pol  B*rtolomeo  de'  RuMi  segretario  di  Giovanni  port6  quattro  yad  di  terra  cotta  alti 
pi^  di  un  palmo  pieni  di  medaglie  d'oro,  di  argento  e  di  meiallo  con  la  imagine  et  arma  di 
detto  aignore;  deUi  quaU  va«i  egli  ne  poM  uno  per  angolo  et  aopra  li  dui  vaai  davanti  vi  poM 
ana  tavoletta  di  piombo  con  alcune  lettere  intagliate.     Nella  prima  si  leggevano  queate,  ciofe: 

Prima  Tavola.  5 

/  M  Anno  salutis  MCCCCLXXXX  Joannci  Bentivolus  secundus  Reifublicae'  Bonomensis  Prin- 

eefs  ac  columen,  Mediolancnsisque  miliiiae  ductor,  turrim  hanc  extruxit  annum  agens  aetatis 
duo  et  quinquagcsimum,  in  matrimonio  kabens  decus  matronarum  Gincvram  SJortiam,  et  ex  ea 
liberos  numero  undccim,  fcminas  scftcm,  mares  quatuor:  Annibalem  equitem  auratum  frimo- 
genitum,  Antonium   Gaieatium   Prothonotarium   Afostolicum,  Alcxandrum   et  ifsum  equestri  10 
dignitate  decoratum,  novissimum  Hermen. 

Seconda  Tavola. 

Memoriae  afud  fostcros  diuturnioris  ergo  monumentum  hoc  conditum  a  Joanne  Bentivolo 
secundo  Patriae  Rectore,  cui  virtus  et  fortuna  et  cuncta  quae  oftari  fossunt  bona  affatim  fraesti- 
terunt.  ^  ^ 

Furono  adunque  murati  questi  vasi  coii  le  dette  lamine  ne'  cantoni  di  detta-torre  et 
con  gran  successo  furono  alzate  le  mura  a  scarpa  senza  entrata  alcuna.  Vero  h  che  ^ungendo 
la  fabbrica  di  essa  al  paio  delle  stanze  di  sopra  del  palaggio,  che  erano  in  v61ta,  vi  fu 
fatta  la  porta  verso  il  palaggio,  dove  per  un  ponticello  vi  si  eiitrava.  Fu  ancora  dal  cordone 
in  su  fabbricata  senza  forare  detta  torre,  conciosiacosachfe  con  grande  artificio  havevano  diriz-  20 
zato  per  ciascun  cantone  una  vite  di  legno,  che  sostentava  tutto  il  palancato,  alzandosi  o 
c&Iandosi  coroe  piaceva  i^rartefici. 

Era  larga  detta  torre  piedi  32  da  un  lato  et  dalfaltro  piedi  28  et  il  fondamento  grosso 
piedi  19  et,  come  h  detto,  piedi  24  sotterra.  Vi  furono  fatte  molte  onorate  stanze  et  sopra 
un  ballatoio  tutto  merlato  et  coperto  con  una  torricella  in  cima,  ove  posero  poi  una  campana.  25 
Intomo  il  detto  ballatoio  per  di  fuori  erano  sospese  rarme  di  tutti  li  signori  parenti  con  quella 
della  sega.  Questa  superava  quella  di  San  Jacomo.  Li  maestri  che  la  fabbricarono  furono 
questi:  Pietro  di  Alberto  Falvisi  et  Bartolomeo  da  Nuvolara  compagni,  come  si  legge  nella 
cronica  di  Gasparo  de'  Nadi,  il  quale  scrisse  molte  cose,  sendo  in  quei  tempi  delH  Bentivogli. 

Alli  5  d'aprile  Annibale  Bentivoglio  va  alla  Madonna  del  Loreto  con  bellissima  compa-  30 
gnia,  et  visitata  che  Tebbe,  si  ritom6  a  Bologna. 

Alli  22  di  giugno  Giovanni  Antonio  Gozzadini,  fatto  della  famiglia  de'  Bentivogli,  conduce 
a  Bologna  una  figliola  di  Taliano  de'  Pii  da  Carpi  per  moglie  di  Ludovico  il  figliolo  et  fa 
grandissima  festa  et  un  solennissimo  convito,  dove  si  trov6  Giovanni  et  molti  altri  gentilhuomini 
et  cavalieri;  et  finito  il  convito,  Giovanni  fece  cavalliere  il  detto  Giovanni  Antonio.  35 

In  questi  tempi,  sendo  stato  confirmato  Francesco  Pedocca  dalla  Mirandola  rettore  dello 
Studio,  fece  giostrare  un  palio  di  25  braccia  di  raso  cremisino.  Fu  la  giostra  da  Giovanni 
Bentivogli  ordinata  in  questa  guisa:  fu  fatto  uno  steccato  intomo  la  piazza  senza  porvi  tenda, 
dove  li  gioatratori  armati  di  arme  bianche  da  battaglia  con  lance  mozze  partite  in  tre  parti 
correvano  contro  Tun  Taltro,  ciascuna  parte  insieme,  et  quelli  che  piil  ne  gettavano  a  terra  40 
quelli  erano  i  vittoriosi.  Si  cominci6  questa  giostra  a  (U  primo  di  luglio  et  vi  si  trovarono 
60  giostratori  et  combatterono  un'hora  con  gran  piacere  degrastanti,  perch^  nel  vero  era  cosa 
bella  il  vedersi  urtare  Tun  cavallo  con  Taltro  et  andare  a  terra.  Ne  riportd  Thonore  Cesare 
Gozzadini  huomo  d'arme  di  Giovanni  Bentivogli  et  Carlo  de'  Russi  da  Carpi  huomo  d'arme 
del  signor  Gilberto.  ,  45 

A  dl  primo  di  settembre  veniie  a  Bologna  il  signor  Pandolfo  Malatesti  genero  di  Giovanni 
3entivogli  con  il  signor  Raimondo  Malatesti  suo  zio  con  honorata  compagnia  di  cavallieri  et 


[A.  1490]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  257 


gentilhuomini  et  fu  con  honore '  et  pompa  ricevuto  da  Giovanni ;  stette  quivi  alcuni  giorni  a        p.  fs 
diporto. 

Alli  8  di  settembre,  nel  giomo  della  nativitk  di  Maria  Vergine,  Giovanni  va  alla  chiesa 
di  san  Jacomo  con  il  signor   Pandolfo  et  sua   compagnia,   ad   ascoltare  la   messa  nella   sua 
5  capella;  et  finita,  fece  cavaliere  aurato  Raimondo  sovradetto  et  li  don6  una  pezza  di  drappo 
d'oro ;  et  poi  si  psirtirono. 

In  questi  tempi  Giovanni  Bentivoglio  fabrica  in  vari  luoghi  nel  territorio  bolognese; 
et  fra  le  altre  fabbriche  a  Ponte  PoUedrano,  ove  era  una  torre,  dove  fece  un  superbo  palag- 
gio  in  fortezza  da  potervi  albergare  honoratamente  ogni  gran  signore,  et  lo  chiam6  il  Benti- 

10  voglio  per  essere  stato  edificato  da  lui.  Ne  fece  anche  fabricare  un  altro  alle  Tombe;  et 
uno  vicino  a  Bologna  al  principio  del  coUe  Apennino,  che  mirava  la  cittk  et  alla  campagna 
con  una  bellissima  fontana  nel  cortile  et  con  un'alta  et  forte  torre,  dove  pose  una  grossa 
campana,  chiamando  detto  palagio  Belpoggio,  per  esser  costretto  sopra  un  picciol  colle.  A 
Baggiano  fabbric6  anche  una   bella  et  forte  rocca,  et  fece  ristorare  le  mara  di  Medecina. 

15  Pose  in  fortezza  le  castella  soggette  alla  podesteria  di  Casale  Fitaminese,  la  rocchetta  di 
Sassiono.  Fece  dissiccare  le  valli  fra  San  Giovanni,  Crevalcore  et  Sant'Agata;  dove  sendogli 
donata  gran  parte  di  dette  valli  dagrhuomini  di  San  Giovanni,  vi  fece  otto  belle  possessioni, 
chiamandole  la  Giovannina. 

Hora,  volendo  il  signor  Giovanni  dare  qualche  ricreatione  al  conte  Nicol6  Rangone  et 

20  al  signor  Gilberto  Pii,  amendue  suoi  generi,  et  fuggire  Teccessivo  caldo  che  n'era  sopragionto, 
gli  condusse  del  mese  di  giugno  fuori  a  Belpoggio,  luogo,  come  fe  detto,  omato  di  bei  giardini 
et  pieno  di  ogni  maniera  di  f rutti ;  et  essendo  a  cena,  non  so  a  che  via,  ragionando  gli  convitati, 
vennero  a  ragionare  della  sapienza  et  della  fortuna.  Alcuni  inalzavano  la  sapienza,  mostrando 
che  con  essa  molti  sono  saliti  a  subblimi  gradi  d'honore  et  hanno  acquistata  gran  signoria  et 

25  ricchezze.  Altri  attribuendo  tutte  queste  cose  alla  fortuna,  la  magnificavano  con  dire,  che 
tutte  le  acquistate  signorie,  honori  et  ricchezze  erano  merci  della  fortuna,  conciosiacosachfe 
poco  giova  la  sapienza,  ove  6  fortuna  contraria,  et  con  longhezza  di  questioni  dolcemente  et 
virtuosamente  litigando,  il  conte  Nicol6,  Annibale,  il  signor  Gilberto,  perchfe  il  conte  attribuiva 
il  tutto  alla  sapienza,  con  cui  pareva   concordarsi  il  signor   Giovanni;   et  il  signor  Gilberto, 

30  con  Annibale,  rattribuivano  alla  fortuna.  II  signor  Giovanni  volle  concludere  le  loro  questioni, 
cosl  parendo  ad  Alessandro  il  figliuolo  et  a  tutti  quei  cavallieri  et  gentilhuomini  che  quivi 
erano,  e  cosl  disse :  "  Poich^  questa  bella  et  virtuosa  tenzone  non  si  pu6  con  le  nostre  vive 
"ragioni  determinare,  io  giudico  che  la  si  determini  valorosamente  con  Tarme  in  mano  in 
"  questo  modo.     A  me  pare  che  si  faccia  una  battaglia  divisa  in  due  parti  et  che  ogni  parte 

35  "  habbia  un  capo  sotto  di  cui  sieno  60  huomini  armati  et  nel  mezzo  della  piazza  della  cittk  si 
*  guerreggi  un  palio,  et  quella  parte  che  havrk  per  via  d'arme  questo  premio,  quella  habbia 
"  vinta  la  questione  et  sieno  le  sue  ragioni  approbate  „ . 

Piacque  oltre  modo  a  tutti  li  convitati  il  parere  et  il  giudicio  del  signor  Giovanni;  et 
sopra  altro  ragionamento  dilettevole  entrando,  passarono  il  tempo  con  grandissimo  loro  piacere 

40  e  si  andarono  a  riposare. 

Venuto  Giovanni  con  tutta  questa  honorata  et  virtuosa  compagnia  alla  cittk,  ordin6  si 
facesse  in  piazza  un  tomiamento  (come  anche  gik  sono  25  anni  un  altro  si  fece),  et  cre6 
il  conte  Nicol6  capo  di  una  parte  et  Annibale  con  il  signor  Gilberto  capo  dell'altra.  Et  bandita 
la  guerra  a  suono  di  trombe,  che  si  doveva  fare  alli  4  d'ottobbre,  nella  solennitk  di  san  Petronio, 

45  81  pubblic6  che  chiunque  voleva   intervenirvi  si  presentasse   alli   detti   capi,   che   sarebbono 
lietamente  ricevuti,  tanto  forestieri  come  terrazzani,  dandosi  per  premio  al  vincitore  un  palio 
di  broccato  d'oro  di  braccia  20  foderato  di  seta  verde  et  azurra,  8ic'come  ne'  capitoli  pub-       p.  ig* 
blicati  sl  contiene. 


13.  sopra]  sopre  HeWoriginale 


258  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A-  1490] 


Fatto  il  bando,  ai  presentarono  alH  capi  moW  cittadini  et  molti  forestieri,  et  fatta  la 
lista  del  numero  opportuno,  ciaschuno  comincib  a  porai  a  ordine  di  arme,  di  cavalli,  sopraveste 
et  di  altri  ricchi  adobbamenti.  Volle  il  conte  Nicol6  che  H  suoi  tutti  foawro  veBtiti  d'azurro 
et  Annibale  H  suoi  di  verde.  Concorsero  alla  citti  in  questo  tempo  molti  nobili  cavalieri 
d'IUlia  per  far  conoscere  la  lor  nobilt^  et  molto  valore. 

Giunto  adunque  il  giorno  da  tutti   tanto   desiderato,  et  essendo  la  cittk  piena   di   molti 
forestieri,  si  ordinb  il  teatro  nella  piazza  con  sole  due  porte  per  entrarvi,  Tuna   dairoriente 
et  Taltra  dairoccidente,  cinto  da  ogni  parte  di  forti  et  addobbati  palchi  per  gli  aatanti.     Et 
radunato  il  popolo  alla  piazza,  si  paB«6  buona  pezza  di  tempo  in   suoni  et  dilettevoli  canti; 
et  mentre  che  il  popolo  gioiva  fra  tanta  armonia,  ecco  che  cominciorono  li  guerrieri  venirsene  id 
alla  piazza,   dove   giunsero  primieramente   due  trombetti  a  cavallo  suonando  a  battaglia,  et 
entrarono  nello  steccato.     Dietro   alli    quali    veniva   un   bellissimo   carro   trionfale   tirato   da 
quattro  cavalli  bianchi  copertati  di  aeta  azzurra,  sopra  quali  sedevano  quattro  fanciulli  veatiti 
a  ignudo,  havendo  sottilissimi   rivolti   intomo   la   testa  et  le   braccia,  che   erano  ventilati  al 
•offiar  de'  venti.    Sopra  il  carro  sedeva  per  ciascun  lato  un  huomo  di  venerabile  aspetto,  togato,  15 
con  longa  barba  et  vestiti  airantica:  il  primo  rappresentava   Platone,  raltro  Marco  Catone, 
il  terzo  Quinto  Fabio  et  Tultimo  Scipione  Nasica.     Poi  nel  colmo  del  carro  eravi  una  donna, 
che  rappresentava   la   dea   Sapientia  vaga  et  riccamente    ornata.     Dietro   il  carro   venivano 
alquanti  bellissimi  corsieri  copertati  di  drappo  di  oro  et  di  seta  con   maestrevoli   riccami  di 
perle  et  di  fila  d'oro,  precedendo  li  piffari.     Dietro  ne  veniva  poi  il  conte  Nicolo  Rangone  20 
tutto  armato  valoroso  a  cavallo  con  la  sopraveste  azzurra  tutta   riccamata   d'oro  et  di  perle 
d'infinito  valore;  haveva  sopra  Telmetto  per  sua  impresa  un  monte  d'oro  che  abbrugiava  con        j 
il  motto  che  diceva:   "  Non  vi  pu6  Fortuna  , .     Era  il  suo  cavallo  circondato  da  sei   stafiieri, 
tutti  con  li  scudi  imbracciati,  della  sua  livrea  vestiti. 

Seguitavano  il  valoroso  capitano  sei  squadre  di  soldati.  La  prima  era  vestita  airitaliana  25 
et  in  essa  erano  grinfrascritti  cavalieri:  Camillo  dalla  Volta,  Alessandro  Baio  capi,  Bonifacio 
Cattanio  da  Campiglio,  Paulo  da  Cremona,  Maurio  da  Roma,  Antonio  Roverscio,  Carlo  da 
Reggio,  Guid'Antonio  da  Spilimberto  de'  Pedrachelli,  Antonio  Zuccolo,  Antonio  Paganino. 
Seconda  squadra  vestiti  alla  turchesca:  Raimondo  Malatesti,  Antonio  Bentivogli  capi,  Pietro 
Maria  di  Rimini,  Ludovico  da  Rimini,  Lanzano  dal  Castelletto,  Mazzone  Boemio,  Benincasa  30 
da  Bologna,  Giovanni  dalla  Rosa  et  due  altri.  Terza  squadra  vestiti  alla  francese:  II  signor 
Corrado  da  Mattelica  conduttiero  di  Giovanni  da  Castro,  Agostino  Maccarone,  Vangeiista 
Bianchino,  Ercole  da  San  Pietro,  Annibale  da  Sassoni,  NicoI6  de'  Magnani,  Ludovico  Bec- 
cadelli,  Tasso  da  Lodi,  Braccio  da  Reggio,  Bartolomeo  Scozza  ed  un  altro.  Quarta  squadra 
vestita  da  Ungheri:  Conte  dal  B6,  Carlo  Poeti  capi,  Attilio  de'  Nobili,  Cesare  Bocchio,  Filippo  35 
de'  Sacchi,  Agostino  da  Vicenza,  Battista  da  Casio,  Domenico  da  Bergamo,  Pietro  Bevilacqua, 
il  Calabrese.  Quinta  squadra  vestita  da  Todeschi:  Conte  Annibale  Bentivogli,  Taddeo  da 
Medicina  capi,  Petronio  de'  Bianchi,  Giulio  Bargellini,  Sante  Manfredi,  Giovanni  Andrea 
Mezzovillani,  Gasparo  da  Medecina,  Corsino  da  Parma,  Bastiano  da  Faenza,  il  Falamelecchia. 
A  Kj  'Sesta  et  ultima  squadra  vestita  alla  moresca:  II  signor  Giovanni  Bentivogli  capo,  Ercole  40 
Marescotto,  Nestore  Piacentino,  Ivudovico  Ranucci,  Aldrovandino  Pepoli,  Sassuolo  da  Milano, 
Belpiede  da  Vailla,  Ercolano,  Francesco  del  capitanio  Stracciacappa.  Questi  tutti  entrarono 
nello  steccato  a  due  a  due  con  bellissimo  ordine  et  girarono  con  il  carro  intomo  la  piazza 
dentro  il  steccato  a  suono  di  trombe,  di  piffari  et  di  altri  stromenti  musicali.  Era  cosa  dilet- 
tevole  il  vedere  tanta  varietk  di  vestimenti  et  di  tanta  ricchezza,  sl  di  essi  come  de'  cavalli.  45 

Finito  il  giro  dello  steccato,  li  giudici  della  battaglia,  che  erano  Andrea  degringrati,  Gio- 
vanni  Marsili,  Alessandro  dalla  Volta  et  Francesco  Bianchetti  tutti  senatori,  fecero  segno  al 
capitano  si  riducesse  fuore  dello  steccato  con  tutta  la  sua  compagnia  per  dar  luogo  all'altro 
capitano  et  suoi  soldati  di  potere  far  di  s^  mostra:  il  quale  usci  e  si  ridusse  presso  il  palag- 
gio,  rimanendo  dentro  il  carro.     Levatisi  adunque  dello  steccato  i  primi  guerrieri,  comparve  50 


[A.  1490)  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  559 


la  parte  verde,  che  ne  veniva  per  le  Chiavature.  Prima  vennero  sei  trombetti  sonando,  segui- 
tati  da  otto  corsieri  bellissimi  omati  di  bardelle  di  seta  verde  et  tutte  riccamate  d'oro  et  di 
argento;  dietro  loro  ne  veniva  un  carro  trionfale  condotto  da  quattro  nobili  cavalli,  anch^essi 
di  seta  verde  copertati  con  li  fanciuUi  sopra  nudi,  siccome  quei  della  parte  contraria.  Sede- 
5  vano  da  ogni  parte  di'  detto  carro  C.  Giulio  Cesare,  Cesare  Augusto,  Adriano,  Metello,  et  nella 
sommitk  stava  una  grossa  palla  d'oro  con  la  Fortuna  sopra  vestita  di  broccato  d'oro  con  li  ca- 
pelli  d'oro  avanti  la  fronte  et  dietro  di  essa  una  vella  che  sopra  la  copriva  gonfia  dal  vento. 
Dietro  al  carro  erano  condotti  da  paggi  alquanti  belli  cavalli,  li  quali  paggi  erano  vestiti  di 
oro  et  di  argento  et  di  seta,  sedendo  sopra  le  dette  bardelle  riccamate  d'oro  et  di  perle. 

10  Apparve  poscia  Annibale  Bentivogli  capitano  di  questa  parte  verde,  leggiadramente  ar- 

mato,  con  sopraveste  ricchissimamente  riccamata  con  perle  et  fila  d'oro  et  di  argento  sopra  un 
superbissimo  cavallo  del  medesimo  omato.  Portava  sopra  l'elmo  per  impresa  una  fiamma 
di  fuoco  ardente  con  il  motto  che  diceva:  "  Ad  ogni  parte,.  Era  seguitato  questo  capitano 
da  sei  sqnadre  con  le  bandiere  verde. 

15  La  prima  squadra  era  vestita  airitaliana:  Bartolomeo  da  San  Giorgio,  Agostino  Marsili 

capi,  Annibale  de'  Bianchi,  Pedrino  capo  de'  ballestrieri,  Giovanni  da  Mosura,  Corradino  da 
^  Bologna,  Filippo  Marchesi,  Francesco  da  Vicenza,  Filippo  da  Trezzo.  Seconda  squadra 
^K  vestita  alla  turchesca :  conduceva  questa  squadra  il  signor  Gilberto  de'  Pii,  il  quale  avanti  a 
^B  s^  haveva  tre  bellissimi   corsieri   con  le  sopraveste  di  drappo   d'oro  et  di   argento  et  erano 

2U  seguitati  da  certi  Minotauri  et  un  griffone  et  un'aquila  negra  artificiosamente  imitati  dal  vero. 
Poi  veniva  il  detto  signore  sopra  un  feroce  cavallo  vestito  et  calzato  di  una  pelle  di  leone, 
et  dietro  lui  venivano  li  Buoi  soldati,  cio^ :  Jeronimo  di  Enoch,  Dainese  Agazzari,  Giovanni 
Francesco  da  Linara,  Giovanni  Francesco  da  Ottolengo,  Ludovico  Ghirlenzoni,  Sigismondo 
Covapani,  Marco  Antonio  Agazzani,  Jacomino  di  Bassani,  Sasso  da  Cesena.     Terza  squadra 

25  vestita  alla  francese:  Antonio  dalla  Volta  cavaliero  capo,  Giovanni  Antonio  da  Verona,  Pro- 
spero  dalle  Arme,  Galeazzo  Marescotto,  Annibale  degrOrsi,  Ottaviano  Fantucci,  Nicol6  dalla 
Fondaccia,  Antonio  Schiavo,  Antonio  Ubaldini,  Pirrino  da  Quarto.     Quarta  squadra  vestita 
alFungaresca:  Tomaso  Montecalvi,  Greco  da  Framineo,  Bartolomeo  Montecalvi,  Virgilio  Ghisi-  , 
lieri,  Mattio  Griffoni,  Bartolomeo  da  Monfestino,  Pietro  Parolino,  Jacomo  da  Faenza,  Chiap- 

30  pino  da  Crema,  Francesco  Leggieri.     Quinta  squadra  vestita  alla  todesca:  Cesare   Visconti 

capo,  Lodovi'co  de'  Gozzadini  de'  Bentivogli,  Battista  Ranucci,  Galeazzo  Aldrovandi,  Cosmo       p.  >96 
dalla  Serpe,  Antonio  Marescalchi,  Gabriele  da  Correggio,  Giovanni  Pietro  da  Parma,  Lodo- 
vico  da  Galiera,  Francesco  Morato.    Sesta  squadra  vestita  da  huomini  selvaggi:  Carlo  degrin- 
grati  capo,  Jacomo,  Pellegrino  Ingrati,  Jeronimo  Gulotto,  Manfredo  Beccaria,  Gallasino  bolo- 

35  gnese,  Giambia  da  Milano,  Guido  Cantelli,  Cesare  Gozzadini  et  un  altro.  Questi  tutti,  girato 
con  bellissimo  ordine  lo  steccato,  siccome  le  prime  squadre  della  parte  contraria,  a  suono 
di  trombe  et  piffari  uscirono  dello  steccato  per  la  porta  dove  erano  entrati  verso  le  Chiava- 
dure,  rimanendo  il  carro  dentro ;  le  quali  come  f urono  usciti,  amendue  li  carri  si  awicinorao 
assieme  nel  mezzo  della  piazza  appresso  il  tribunale  de'  giudici,  dove  anco  si  appresentarono 

40  amendue  li  capitani  con  le  loro  squadre,  riducendosi  ciascuno  di  loro  presso  il  suo  carro;  et 
cosl  stando,  apparve  uno  condotto  dal  signor  Giovanni  vestito  da  vecchio  con  longa  barba  et 
canuta,  di  statura  picciolo,  a  cavallo  di  un  picciolo  et  magro  cavallo,  vestito  di  broccato  d'oro 
con  il  capuccio  in  capo  airantica,  a  guisa  che  usano  li  dottori,  il  quale,  con  ammiratione  guar- 
dando  amendue  quei  carri  et  le  dee  che  sopra  vi  erano,  si  mostrava  molto  dubbioso;  et  posciachfe 

45  alquanto  hebbe  con  faccia  sospesa  mirato  ogni  cosa,  mostrando  di  conoscere  le  dette  due  dee, 
fatto  fare  silentio  al  popolo,  ad  istanza  de'  giudici,  voltato  alle  dee,  ad  alta  voce  cosl  disse: 

Vecckio. 

Dimmi,  Fortuna,  e  tu  dimmi,  Sapienza, 
Di  voi,  chi  h.  pi{i  posaente  in  questo  mondo? 
SO  Bramo  saperlo  quivi  alla  presenza. 


260 


HISTORIA  DI  BOLOGNA  l^.  U90i 


>.  w 


Fortuna, 

Son  io  colei  che  innalzo  et  pongo  al  fondo 
Chiunque  voglio  io  senza  resiatenwi 
Di  Bavio  alcun,  per6  prima  rispondo. 

Veechio  alla  Safietua:  •' 

Tu,  Sapienza,  hor  che  riapondi  a  questo? 
Tu  taci,  et  per  tacer  dubbioso  resto. 

SafienMO. 

Rispondo,  o  vecchio,  a  quello  mi  addimandi 

Senza  moatrare  audacia  et  ardimento.  10 

Govemo  il  mondo  et  fo  grhuomini  grandi. 

Vecchio. 

Dal  tuo  parlar  non  prendo  alcun  contento; 

Anzi,  Sapienza,  et  tu,  Fortuna,  spandi 

Dubbio  maggior  di  cui  pieno  mi  sento.  15 

Safietua. 

Per  me  con  chiari  fatti  h  al  del  levato 
Cesare  invitto,  Scipio,  Fabio  e  Cato. 

Fortuna. 

Gii  non  mi  tol  costei  punto  d'honore;  20 

Questi  sarian  rimasti  bassi  al  piano 

Se  non  gli  havessi  dato  il  mio  valore; 

Ma  guarda  il  buon  Camillo  e  Ottaviano, 

Metel  felice  e  gl*altri  a  chi  il  mio  amore 

Senza  costei  io  gik  porai  la  mano.  25 

Safienza. 

Nfe  costor  gik  poteano  al  ciel  salire, 
Se  io  non  dava  lor  forza  et  ardire. 

Vecchio. 

Tempo  non  fe  da  far  fra  voi  questione,  30 

Per  me  resto  dubbioso,  come  soglio. 

Qua  veggo  il  conte  Nicol6  Rangone 

Che  mostrerk  per  te,  Sapienza,  orgoglio, 

Sendo  tuo  capitan  saldo  in  arzone. 

Per  te,  Fortuna,  veggio  il  Bentivoglio  35 

Annibal  giovinetto  et  tanti  armati: 

Or  qui  si  provi  i  savi  e  fortunati. 

Safienza  si  volge  al  suo  capitano  e  dice: 
Mostra,  prudente  capitano,  hor  hora 

Se  di  Fortuna  havesti  mai  paura.  40 

Col  mio  favor  e  col  mio  senno  ancora 
A  te  mi  acco8ter6,  come  sicura. 
E  tuo  ITionor  di  questa  lita  fora, 
Che  alcuni  al  saggio  i  grandi  onor  non  fura. 

Doy'fe  saper  riesce  grande  impresa,  45 

Ni  li  pu6  far  Fortuna  alcuna  offesa. 


[A.  1490]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  261 


Fortuna  al  suo  duce: 

Questa  palla  che  io  volgo  a  ogni  mia  posta 
Ti  mostra,  o  capitano,  com'io  sono 
Fortuna,  che  Sapienza  ho  sottoposta. 
5  Et  chi  a  me  piace  al  basso  e  in  alto  pono. 

Felice  h  quello  a  chi  il  mio  amor  s'accosta; 
Tu  felice  sarai  poi  ch'  a  te  dono 
Tanta  mia  gratia  che  in  pochi  si  trova. 
Or  fanne  in  capo  alla  Sapienza  prova. 

10  Finita  la  disputa  fra  le  dee,  rimase  per  anco  il  vecchio  in  dubbio  chi  di  loro  fosse  piii 
potente,  et  rivolto  a'  giudici,  disse: 

Voi,  degni  campioni  savi  eletti, 
Ch'avete  dalle  dee  udito  a  pieno 
Chi  per  lor  opra  piii  chiari  e  perfetti 
15  I  savi  o  fortunati  ancor  sieno, 

Non  vi  fermate  punto  agli  lor  detti,  p.  j»* 

Ma  sciogliete  alla  guerra  il  duro  freno. 
Eschino  i  duci  lor  con  volto  fiero 
Mostrando  chi  di  lor  s*accosta  al  vero. 

21)  Li  giudici  adunque   fecero  segno  alli  due   capitani  che   conducessero  le  lor  squadre 

et  con  i  fatti  egregi  deirarme  mostrassero  del  dubbio  il  vero.  Li  quali  tosto  partitisi,  ritorna- 
rono  alli  lor  soldati,  seguitando  ciascuno  il  suo  carro  trionfale  gridando,  chi  "  Viva  la  Fortuna  „ 
et  chi  "  la  Sapienza  „. 

Posti  a  ordine  li  capitani  con  li  lor  carri,  et  sopra  piantateci  le  bandiere,  rimanendo  fuore 

25  li  carri,  cominciorono  a  suonar  le  trombe,  dando  segno  alla  battaglia. 

Entrarono  primieramente  li  capitani  con  la  lor  squadra,  uno  dal  lato  del  palazzo,  Taltro 
dal  lato  della  via  delle  Chiavature;  et  incontrandosi  insieme  con  le  lanze  mozze,  al  primo 
assalto  cadde  il  cavallo  b\  capitano  della  Sapienza  a  terra,  che  fu  cattivo  segno.  Pure  tosto 
rizzandosi,  combatterono  poi  con  le   spade  senza  taglio  et  senza  punta,   dove    che   molti  ne 

30  andarono  per  terra,  et  havendo  per  buon  spatio  combattuto,  si  ritirarono  da  parte ;  et  allora 
le  seconde  squadre  si  fecero  avanti,  et  parimente  fecero  la  istessa  guerra  con  le  istesse  armi, 
cosi  facendo  le  altre  di  mano  in  mano.  II  che  fatto,  fecero  suonare  la  raccolta,  et  li  capi- 
tani  ritiraronsi  da  parte;  et  alquanto  riposati,  di  nuovo  diedero  il  segno  alla  battaglia.  Laonde 
tutti  in  uno  squadrone  si  azzuffarono  insieme,  et  con  tanto  ardire  cominciorono  a  combattere 

35  che  niuno  voleva  cedere  al  compagno,  anzi  forzandosi  di  superarli.  Qui  vedevansi  li  cavalli 
urtare  assieme,  chi  cadere  a  terra  et  chi  stordito  da  colpi  restare,  et  molte  armature  fracas- 
sate ;  non  riposavano  li  capitani  di  scorrere  il  lor  campo  et  animare  li  soldati  suoi  alla  vittoria. 
Dur6  questa  battaglia  quasi  un'hora,  non  potendosi  anche  giudicare  di  chi  la  vittoria  fosse; 
et  sonata  la  raccolta,  amendue  le  parti  si  ritiromo   alle   loro   insegne,  dove   rinfrescati   che 

40  furono,  fu  dato  di  nuovo  il  segno  di  nuova  battaglia.  Onde  ciascuno  capitano  con  le  sue 
squadre  con  le  mazze  si  affrontarono,  et  animosamente  cominciando  la  battaglia,  mostrava 
ciascuno  quanto  poteva  di  valore  et  di  forza,  et  gi^  erano  le  honorate  imprese,  ch'eglino  8U 
gl'elmi  havevano,  andate  a  terra,  martellandosi  Tarmi  con  fieri  colpi  di  mazza,  di  maniera 
tale,  che  quivi  pareva  fosse  la  fucina  di  Vulcano,  tanto  era  grande  il  martellare.     Finalmente, 

45  sendo  questo  assalto  durato  un'hora,  si  suon6  la  raccolta;  et  seiido  ristorati  alquanto,  di  nuovo 
si  posero  a  ordine  per  diffinire  la  questione  proposta  dal  venerabil  vecchio.  Et  cosl  ciascuno 
di  essi  diede  lo  stendardo  ad  un  possente  cavalliero,  che  il  conservasse  in  un  canto  dello  stec- 


262  HISTORIA  DI  BOLOGNA  IAA.  1490-149»  i 


c«to,  proponendo  che  colui,  che  lo  stendardo  dalla  parte  contraria  acquisteT^  et  lo  manterrk, 
quello  sar^  il  vittorioso;  et  cori  fu  detenninato  il  dubbio.  Posti  adunque  li  stendardi  dalli 
capitani  con  buona  guardia  al  luogo  deputato,  et  posti  li  soldati  a  ordine  per  mostrare  il  suo 
gran  valore,  stavano  ad  aspettare  intenti  il  segno  della  battaglia;  il  quale  dato  con  le  trombe, 
et  ciascuna  parte  con  tal  impeto  et  ardire  si  azzufforono  insieme,  che  maggiore  non  si  potrebbe  5 
descrivere.  Si  videro  gagliardi  assalti  delle  parti,  cieiscuna  valorosamente  affaticandosi  per 
conquistare  la  bandiera  nemica:  quando  Tuna  si  credeva  esser  vittoriosa,  tosto  si  trovava 
addietro  ributtata,  et  quella  che  si  vedeva  esser  perdente,  tosto  diveniva  vittoriosa.  Ora  cosl 
combattendo  le  parti  con  molto  ardire,  parve  al  capitano  di  Fortuna  esser  cosa  difScile  il 
potere  conquistare  la  bandiera  de'  nemici,  s'egli  non  usava  miglior  fortuna.  Fece  adunque  10 
radunare  una  squadra  de*  migliori  cavallieri  havesse,  et  egli,  insieme  con  il  signor  Gilberto, 
A  »w  entrato  nello  steccato,  al  segno  della  tromba  con  tan'to  impeto  et  forza  si  trasse  tra  la  folta 
schiera  de'  nemici,  che  sbaragliandoli  a  forza  di  mazzate,  giimse  allo  stendardo  della  Sapienza 
et  Tottenne. 

Di  che  accortisi  gli  nemici,  tosto  vennero  in  soccorso  li  cavalieri   azzurri,  et  appiccata  15 
crudel  battaglia,  molti  ne  andarono  sopra  Tarena  et  molti  ne  restarono  disarmati  da'  fieri  colpi 
delle  mazzate,  et  non  potendo  i  cavallieri  azzurri  star  contra  la  forza  de'  nemici,  lasciarono  il 
stendardo  della  Sapienza  in  preda  de'  cavalieri  della  Fortuna,  li  quali  vittoriosi  lo  presentomo 
alla  dea  Fortuna.     Et  cosl  il  dubbio  del  vecchio  rest^  chiaramente  risoluto. 

Li  giudici  adunque  fecero  dare  il  segno  che  li  soldati  si  raccogliessero  alli  loro  capitani,  20 
et  fattisi  venire  avanti  alla  renghiera  del  palazzo   amendue  li  capitani   con  le  loro  squadre, 
precedendo  lo  strepito  delle  trombe  et  di  altri  stromenti,  et  fatto  silentio,  giudicarono  haver 
riportato  rhonore  della  battaglia  et  il  ricco  premio  il  capitano   della  parte   verde,  chiamata 
della   Fortuna.     Laonde   consignatoli   il   palio,   con   bella  oratione  et  breve  fu  lodata  la  de- 
strezza  et  il  valore  del  detto  capitano  e  suoi  cavalieri,  et  fatto  dar  segno  alle   trombe  di  25 
allegrezza,  cominci6  il  popolo  a  gridare:  "  Viva  la  Fortuna  „.   Prese  il  pidio  Carlo  degl' Ingrati, 
et  inviandosi   li   soldati  vittoriosi  con   il   carro   della  Fortuna,  con  bellissimo   ordine  egli  lo 
portava  dietro  il  detto  carro,  seguitando  Annibale  in  mezzo  fra  il  signor  Gilberto  et  il  signor  Gio- 
vanni  il  padre,  accompagnato  da  altri  signori  et  baroni  con  tutti  li  cavalieri  della  Sapienza; 
gridando  il  popolo:   "  Sega,  sega,  Fortuna,  Fortuna,  Annibale,  Annibale  ,.     Et  giimti  con  gran  30 
trionfo  alla  casa  di  Giovanni  Bentivogli,  Annibale  quivi  divise  il  ricco  palio  fra  li  suoi  ca- 
valieri,  lodando  ciascuno  di  prodezza  et  valore;  et  perch^  il  palio  non  era  a  tutti  li  soldati 
bastevole,  fece  agraltri  diversi  doni  honorati.    Et  cosl  con  infinito  piacere  di  tutta  la  citth 
hebbe  fine  la  honorata  et  virtuosa  festa. 

Alli  8  d'ottobbre  nasce  Alfonso  figliolo  di  Annibale  BentivoglL  35 

Vengono  a  Bologna  gl*huomini  di  Serravalle,  di  Vignola  de'  Conti  et  di  Ruffino,  quere- 
landosi  che  era  usurpato  parte  del  loro  territorio  da  quei  di  Monte  Turture  soggetti  al  duca 
di  Ferrara.  Laonde  il  senato  manda  Alessandro  dalla  Volta  al  duca  per  accordar  le  parti 
in  questa  differenza;  ma  essendo  stato  in  detta  cittk  molto  teinpo,  niente  si  concluse  et  perci6 
se  ne  ritomb  a  Bologna.   Fu  questo  di  ottobre.  40 

AUi  12  di  decembre,  la  domenica,  6  creato  pode.stk  di  Fiorenza  Antonio  Magnani  cavaliere 
aurato,  il  quale  and6  con  honorata  compagnia  et  da'  Fiorentini  honorevolmente  fu  accettato. 

Alli  27,  il  lunedi,  che  era  la  festa  di  san  Giovanni  Evangelista,  Giovanni  Bentivoglio,  in 
memoria  del  suo  nascimento,  dopo  Thavere  udita  la  messa  nella  sua  cappella  in  San  Jacomo, 
fece  cavaliere  aurato  Tomaso  da  Montecalvi.  45 

Fu  gran  carestia  que8t'anno:  si  vendt;  la  castellata  dell'uva  a  Zola  Perdosa  lire  18,  a 
San  Giorgio  lire  15  et  al  Borgo  lire  20. 

Anno  di  Cristo  1491.  —  Si  fanno  li  novi  magistrati  della  citti.  Alberto  Conti  fe  creato 
capitano  di  giustitia  di  Milano. 


[A.  1491J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  263 

Alli  10  di  gennaro  Annibale  Bentivoglio  passa  a  Milano  con  bellissima  compagnia  di  cava- 

lieri,  sendo  stato  invitato  dal  signor  Ludovico  Sforza  duca  di  Barri  alle  nozze  della  sua  sposa 

figliola  del  duca  Ercole  da  Este  chiamata  Beatrice;  et  h  dal  signor  Ludovico  molto  accarezzato. 

Alli  27  di  gennaro  il  conte   Andrea   Bentivoglio   senatore  passa  a  miglior   vita,  et  con 

5  pompa  funerale,  con  li  stendardi  et  bandiere,  b  sepolto  in  San  Jacomo  de'  frati  Eremitani; 

et  in  suo  luogo  nel  senato  h  posto  il  conte  Ercole  51  fratello. 

A  di  9  di  febbraio,  ritornato  Annibale  da  Milano,  Giovanni  Bentivoglio  passa  a  Ferrara 
con  Annibale  et  Alessandro  et  questi  altri,  cio^:  Mino  Rus'si,  Tomaso  Bentivogli,  Rainaldo  p.  300 
Ariosti,  tutti  senatori,  Carlo  degl' Ingrati,  Bartolomeo  Felicini,  Nestorre  de'  Montecalvi  con 
10  molti  altri  gentilhuomini,  ad  honorare  le  nozze  del  signor  Alfonso  figliolo  del  duca  Ercole 
che  haveva  per  moglie  tolta  una  sorella  del  duca  Giovanni  Galeazzo  Sforza  duca  di  Milano. 
Per  la  qual  cosa  si  fecero  molte  feste  e  conviti;  et  finite  tutte  le  feste,  Giovanni  co'  figli  e 
la  compagnia  sua  se  ne  ritomd  a  Bologna. 

In  questo  medesimo  giorno,  che  Giovanni  passb  a  Ferrara,  Nicoloso  Poeti  senatore,  gionto 
13  ad  etk  decrepita,  si  muore.  Fu  sepellito  con  li  soliti  honori  alla  chiesa  di  san  Domenico. 
Questi  nel  vero  fu  huomo  utilissimo  alla  repubblica,  grave  et  molto  eloquente,  et  longo  tempo 
fu  segretario  del  duca  Filippo  di  Milano,  dal  quale  egli  fu  molto  honorato  et  fatto  ricco. 
Spese  in  adornare  la  chiesa  di  san  Domenico,  in  pitture  et  soffitarla,  come  si  vede,  mille 
ducati.  Fabbrico  inoltre  un  bellissimo  palaggio  in  stra  Castiglione,  degno  di  ogni  gran  pren- 
20  cipe.     Fu  insomma  posto  nel  suo  luogo  Poeta  il  figliuolo. 

In  questi  giomi  si  salica  il  portico  sotto  le  v6Ite  del  palaggio  del  podestk.  Essendo  la 
salicata  molto  rovinata,  il  senato  la  fece  far  nuova  tutta  di  pietre  cotte,  in  poco  tempo. 

Alli  8  di  maggio  il  signor  Giovanni  Bentivoglio,  havendo  ascoltata  la  messa  in  San  Jacomo, 
nella  sua  cappella,  fa  cavalliero  aurato  Sebastiano  di  Bernardino  Gozzadini. 
25  In  questo   tempo   nelle   montagne  di  Casio   del  territorio  di  Bologna  b  trovata  la   vena 

del  ferro,  et  Alessandro  dalla  Volta  co'  figli  cominci6  a  far  cavarlo  et  congelarlo  et  portarne 
le  verghe  a  Bologna;  cosa  che  fu  di  grande  utile  alla  cittk. 

Alli  26  di  maggio,  incontrandosi  il  rettore  dello  Studio  nel  referendario  del  duca  di  Milano 

vicino  la  chiesa  de'  Celestini,  voleva  il  rettore  il  luogo  piu  honorato  della  strada,  a  cui  contra- 

30  dicendo  il  referendario  di  concederglielo,  avvenne  che  li  servitori  del  referendario  posero  mani 

airarme  per  ottenere  a  f orza  quello  che  non  haveva  potuto  ottenere  con  le  parole  il  lor  padrone ; 

raa  trattesi  quivi  molte  persone  alla  difesa,  non  ne  segui  altro.    Ora  intendendo  il  fatto  occorso, 

Luigi  Capra,  luogotenente  del  legato,  fece  commandare  al   detto  rettore   che   si  dovesse   di 

Bologna  partire,  il  quale,  volendo  ubbidire,  montato  a  cavallo,  si  parti.    Ma  intesa  la  cosa  dal 

35  senato,  voUe  intendere  le  ragioni  del  rettore,  et  spediti  due  cittadini,  mand6  a  dirli  che  dovesse 

ritornare,  et  molti  cavallieri  andarono  ad  incontrarlo,  giungendo  egli  alli  10  di  giugno,  accompa- 

gnato  da  300  cavalli,  della  cittk.   Et  havendo  il  senato  udite  le  ragioni  di  amendue  le  parti,  di- 

chiar6  che  il  rettore  dovesse  precedere  il  detto  ref erendario ;  et  riconciliati  assieme,  si  partirono. 

Fece  poi  il  rettore  del  mese  di  luglio,  alli  25,  nella  festa  di  san  Jacomo,  correre  un  bellis- 

40  simo  palio  di  raso  cremisino,  et  f u  la  corsa  de'  barbari  per  strada  San  Donato ;  et  coi^  honor6 

la  festa  di  questo  apostolo. 

Guido  bolognese,  pittore  creato  di  Lorenzo  Costa,  in  questo  tempo  dipinse  il  crocifisso 
et  la  passione  sotto  il  portico  della  chiesa   cattedrale  di  Bologna,  ristorata   dall' illustrissimo 
cardinale  Paleotto  primo  arcivescovo  di  Bologna  Tanno  del  giubileo  15. 
45  Di  que8t'anno  h  finita  di  fabbricare  la  chiesa  di  santa  Maria  di  Galliera,  tutta  di  elemosine. 

A  di  20  di  giugno,  per  la  festa  di  san  RuffiUo,  giunge  in  Bologna  il  signor  Francesco 
Gonzaga  marchese  di  Mantova  con  il  signor  Giovanni  suo  f ratello ;  il  quale  signor  Giovanni 
sposa  Laura  figliuola  di  Giovanni  Bentivogli  et  poi  si  parte.  AlIoggi6  in  casa  di  Carlo  Grati, 
che  fu  quello  che  dispose  tal  maritaggio. 


35-36.  H€l  margine  iinistro  foiHlla  a  stampa:  Vena  del  ferro  nelle  montsgne  dl  Caslo 


2^4  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [AA.  1491-i493j 


A  j" 


Del  mete  di  ottobbre  pasna  a.)  collegio  de*  beati  in  cielo  il  beato  Jacomo  di  Alemauia 
frate  e  converao  deirordine  de'  Predicatori.  Fu  sepellito  nella  aua  chieaa  di  san  Domenico, 
operando  Iddio  cose  meravigliose  ad  invocatione  di  cod  santo  haomo. 

Giovantii  Franceaco  Aldrovandi  confalloniere  di  giustitia  fa  rinovare  I'antico  sepolcro  del 
re  Enrico  situato  in  San  Domenico,  et  riccamente  l'adoma  ponendovi  sopra  una  larga  pietra    5 
di  macigno  tutta  dorata  con  l'arme  di  detto  re  et  con  le  iniraacritte  lettere : 

CHRISTO.  OP.  MAXIMO. 

VIATOR,  QUI8QUI8  BS,  SI8TB  GRADUM,  ET  QUOD  SCRIPTim  BST  PBRL.BGB;  BT  UBI  PBRLEGBRI8, 
PRNSITA   HOC.   18   CUIUS   CAUSA  8CRIPTUM   E8T   FIERI   ROGAT, 

ORTO  INTBR  BONONIBNSB8  AC  MUTINEN8BS  BBLL.O,  CABSAR  FEDERICUS  II.  RO.  IMPERATOR  10 
FILIUM  HENRICUM  8ARUINIAB  AC  CORSICAE  INSULARUM  REGEM  MUTINENSIBUS  SUPPETIA8  FBRRE 
IVBIBT.  QUI,  INITO  APUD  DIVI  AMBROSII  PONTEM  CBRTABMNE,  A  BONONIEN6IBUS  CAPITUR,  NULLAQUB 
RE,  UT  DIMITTATUR,  IMPETRAT :  CUM  PA TER  MINI8,  DBIN  PRECIBUS  ET  PRBCIO,  DEPRECATORIBUS 
utbretur;  CUM  TANTUM  AURI  PRO  REDIMENDO  FILIO  POLLICERETUR  QUANTUM  ad  mabnia 
BONONIAB  CIRCULO  CINOENDA  SUFFICERBT.  SIC  CAPTIVUS  XXII  ANN08,  MEN8ES  IX,  DIE8  XVI  TB-  15 
NBTUR,  ALITURQUE  REOIO  MORB  PUBBLICA  BONONIBNSIUM  IMPBNSA.  SIC  DBFUNCTUS,  MA6NIFI- 
CENTISSIME  AC  PIBNTISSIME  FUNERATUS,  HIC  TUMULATUR.  PRAETEREA  SIMULACRUM  HOC  IN  FBR- 
PETUUM  MONUMBNTUM  ET  HOSTI  BT  CAPTIVO  S.  P.  Q.  B.  PO.  ANNO  SALUTIS  MCCLXXII.  ID.  MAR. 
HOC   VOLBBAM    UT    SCIRES.    ABI    BT   VALB. 

Imtauratum  aere  ■publico  20 

authoribus  Jo.  Francisco  Aldrovando  dictatore, 
consulibusque  janua.  et  febr,  14^^ 
kal.  mar.  Caesar  Nafaeus  edidit. 

Era  la  insegna  del  detto  re  tre  leoni  d'oro  in  campo  azzurro. 

Alli  19  di  decembre,  essendo  mancato  Francesco  dalla  Rovere  protonotario   apostolico  25 
archidiacono  di  Bologna,  fu  creato  nuovo  archidiacono  Antonio  Galeazzo  figliolo  del  aignor 
Giovanni  Bentivoglio,  con  solennitk  nella  chiesa  di  san  Pietro,  presente  tutta  la  cittii;  et  con 
gran  fasto  fu  al  palaggio  del  padre  accompagnato. 

Angelo  di  Jeronimo  Ranucci  pnssa  per  podestk  alla  cittk  di  Lucca. 

Antonio  de'  Grassi  in  Roma,  vescovo  di  Tivoli,  auditore  della  Ruota  Apoatolica  et  ec-  30 
cellentissimo  dottore,  rende  lo  spirito  a  Dio;  et  il  suo  corpo  fe  a  Bologna  trasferito  et  hono- 
revolmente  sepellito  in  San  Pietro  in  una  sontuosa  sepoltura. 

Viene  avanti  alle  feste  di  Natale  al  Bentivoglio,  luogo  del  signor  Giovanni,  il  signor  Ercole 
da  Este  duca  di  Ferrara  insieme  con  il  signor  Sigismondo  il  fratello  con  200  huomini  nobili, 
dove  passb  tosto  il  signor  Giovanni  et  honoratamente  li  tratt6 ;  dove  stette  otto  giomi  in  al-  35 
legrezza,  celebrando  lietamente  le  feste  di  Natale.  Poi  alI'ultimo  deiranno  vennero  a  Bologna 
et  passarono  a  San  Michele  in  Bosco,  et  quivi  desinarono,  visitati  da  tutta  la  nobiltk  di  Bolo- 
gna ;  et  la  sera  f urono  accompagnati  in  Bologna  al  palaggio  del  signor  Giovanni  ad  alloggiare. 

Anno  di  Cristo  1492.  —  Si  creano  li  nuovi  magistrati. 

U  primo  di  qae8t'anno  il  signor  Giovanni  conduce  U  duca  alla  chiesa  di  san  Jacomo  ad  40 
ascoltare  la  messa  nella  sua  capella.  La  quale  finita,  11  duca  fece  cavaliere  aurato  Ermesse  ul- 
/.  joj  timo  figliolo  del  signor  Giovanni,  facen'dogIi  dono  di  una  coUana  d'oro  con  una  gioia  appesa  di 
gran  valore.  Et  fatto  questo  generoso  atto,  passarono  alla  piazza  et  si  fermarono  sopra  il  piano 
delle  scale  di  San  Petronio  a  vedere  Tordine  della  nuova  entrata  del  magistrato,  delli  signori 
antiani  et  confalonierb  di  giustitia.  Era  confaloniere  il  conte  Tomaso  Bentivoglio.  Et  vedendo  45 
tanta  nobile  compagiiia  di  ricchissime  vesti  ornata,  con  Tordine  delle  trombe,  piffari  et  altre 
solennitk,  ne  rimase  come  stupefatto,  et  lod6  questo  magistrato  della  cittA  assai.  Et  essendo  stato 
in  Bologna  alcuni  giorni,  se  ne  ritomb  al  Bentivoglio  col  signor  Giovanni  et  d'indi  a  Ferrara. 


[A.  1493]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  265 

Bartolomeo  gik  di  Dionisio  di  Castello  senatore,  aggravato  da  strana  infermitk,  alli  15  di  gen- 
naro  passa  airaltra  vita,  et  h  con  molto  honore  sepellito  a  San  Pietro  Maggiore,  con  li  soliti  sten- 
dardi  et  bandiere;  et  fu  posto  in  suo  luogo  nel  magistrato  Alberto  di  Giovanni  Polo  di  Castello, 
il  quale  hebbe  per  moglie  una  figliola  di  Lattantio  Bargellini  genero  di  Giovanni  Bentivogli. 
5  Alli  10  di  febbraro  viene  in  Bologna  il  signor  Giovanni  Gonzaga  da  Mantua,  a  cui  era 

stata  sposata  una  figliola  di  Giovanni  Bentivogli.  Stette  quivi  con  la  sua  sposa  insino  al  primo 
dl  di  quaresima  in  festa  et  allegrezza;  et  h  da  tutta  la  cittk  molto  riverito  et  accarezzato  con 
conviti,  comedie  et  Jiltre  feste. 

Vengono  lettere  in  Bologna  a  mezz'hora  di  notte,  per  le  quali  si  intende  come  il  cattolico 

10  re  Femando  et  la  regina  Isabella  sua  moglie,  donna  di  gran  prudenza  et  religione  et  di 
una  maschia  generositk,  dopo  lunga  guerra  havevano  ottenuti  il  reame  di  Granata  posseduto 
da'  Mori  maumettani;  per  il  che  li  scolari  del  collegio  di  Spagna  con  trombe  et  piffari  fanno 
grandissima  allegrezza  et  fuochi.  Questo  cattolico  re  et  questa  religiosissima  regina  furono 
quelli  che  mandarono  Cristoforo  Colombo  a  cercare   nuove   terre  nel  mare   di  ponente   per 

15  accrescere  i  regni  loro  et  la  cristiana  religione. 

II  signor  Giovanni  Bentivoglio,  volendo  dare  piacere  al  signor  Giovanni  il  genero,  ordinb 
una  belUssima  festa  in  quosto  modo:  si  armarono  10  robustissimi  gioveni  con  un  bati  in  capo, 
havendo  avanti  agVocchi  una  lamina  di  ferro  forata  a  guisa  di  gratuggia,  et  sopra  Tarme  una 
veste  di  canape,  tenendo  in  mano  una  pertica  di  frassino  longa  piedi  10;  li  quali  a  cavallo 

20  degrasini  vennero  alla  piazza,  passando  avanti  loro  le  trombe  et  li  piffari  con  un  tamburo, 
Dietro  li  quali  poi  venivano  60  coppie  d'altri  giovani,  armati  tutti  et  mascherati,  fra'  quali 
vi  era  il  signor  Giovanni  Gonzaga,  Annibale  et  tutti  li  altri  figlioli  di  Giovanni  Bentivoglio,  et 
ciascuno  haveva  al  braccio  un  cesto  d*uova.  Giunti  adunque  in  piazza,  li  primi  dieci  si  ridussero 
dentro  un  quadro  designato  nel  mezzo  di  detta  piazza,  et  quivi  stettero  sin  tanto  che  graltri  si 

25  fossero  posti  a  ordine  et  intomo  la  piazza.  Quelli  che  erano  nel  quadro  non  dovevano,  mentre 
che  nel  quadro  stavano,  esser  da  niuno  offesi,  ma  solamente  si  potevano  con  le  uova  offendere 
d'indi  uscendo,  et  essi  con  le  pertiche  potevano  offendere  gli  altri.  Dato  il  segno  della  battaglia, 
quelli  delle  uova  nel  vero  trattarono  male  i  dieci  del  quadro,  ma  questi  assai  peggio  maltrattati 
lasciarono  gli  nemici.    Perciochfe  furono  tante  le  sperticate  che  gli  diedero,  che  eglino  per 

30  alquanti  giorni  se  ne  risentirono.  Fu  spettacolo  veramente  dilettevole,  et  degno  di  risa,  ma  non 
mi  stender6  piii  oltre,  havendola  avanti  un'altra  volta  descritta. 

Fece  anco  il  signor  Giovanni  altri  giuochi  nel  tempo  di  questo  carnevale,  co'  quali  diede 
gran  piacere  al  genero  et  alla  cittk;  et  finito  il  carnevale,  il  signor  Giovanni  Gonzaga  si 
iitora6  a  Mantova. 

35  Alli  8  di  marzo  vengono  nuove  in  Bologna  essere  stato  ammazzato'  Raimondo  Malatesti       p.  303 

da  Rimini,  il  che  molto  spiacque  al  signor  Giovanni  Bentivogli. 

Alli  30  di  marzo  giunge  in  Bologna  il  duca  Ercole  da  Este  con  200  cavalli,  che  erano 
per  la  parte  maggiore  cavallieri  et  gentilhuomini.  Fu  incontrato  dal  signor  Giovanni  et  da 
tutta  la  cittk  et  aIloggi6  nel  palagio  del  signor  Giovanni;  et  il  giomo  seguente  si  parte  per 

40  passare  a  Roma. 

Alli  8  d'aprile  il  magnifico  Lorenzo  de*  Medici  in  Fiorenza,  sendo  di  etk  di  44  anni, 
muore,  che  fu  raro  huomo  in  Italia.  LascJ6  dopo  di  s^  tre  figliuoli  maschi,  ciofe:  Pietro  suo 
primogenito,  che  successe  nel  primato  della  cittk  di  Fiorenza,  Giovanni,  di  14  anni,  che  poi 
fu  papa  Leone  X,  et  Giuliano  di  poca  etk.    Fu  come  padre  di  tutti  pianto,  et  fn  ben  ragione 

45  di  farlo,  poichfe  dopo  la  sua  morte  si  vidde  ritalia  in  ruina. 

Alli  24  di  aprile  venne  in  Bologna  il  signor  Fracasso  figliuolo  del  signor  Roberto  da 
San  Severino,  che  pasaava  a  Roma.  AIIoggi6  nel  palagio  del  signor  Giovanni.  Et  nel  medesimo 
giorno  venne  anche  il  signor  Antonio  Maria  suo  fratello  mandato  dal  duca  di  Milano  a  Fio- 
renza,  con  la  compagnia  di  50  cavalli  et  25  ballestrieri,  a  condolersi  con  il  magnifico  Pietro 

50  et  fratelli  della  morte  del  padre.     Era  egli  e  tutta  la  compagnia  vestiti  a  aegro. 


266  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i49a] 


EMendo  in  queati  tempi  fatto  il  campanile  di  San  Petronio,  nh  vi  essendo  per  anco 
campane,  11  signori  fabbricieri  ne  fanno  gettare  una  che  pesd  libre  6500.  Fu  gittata  nel 
Pavaglione,  et  fu  tirata  su,  riuacendo  buona,  come  insino  al  di  d'hoggi  giudicar  ai  pu6. 

All'ultimo  di  maggio,  che  fu  la  vigilia  deirAscenzione  del  Signore,  fatta  la  proceflsione 
solita  delle  rogazioni,  et  riportando  la  sacratissima  imagine  della  madonna  di  San  Luca  al- 
rhospitale  della  morte,  cadde  dal  cielo  si  gran  tempesta,  che  rovin6  biade,  frutti,  canape  et  ogni 
altra  cosa  dov'eIIa  gionse,  che  cominciando  dal  Poggio,  et  seguitando  sino  a  San  Giorgio 
et  a  Sabbione  traversando  dalla  Croce  del  Biacco,  et  passando  a  San  Lazzaro  et  poi  alla 
Govara,  non  vi  lascib  pianta  d'erbe,  n^  casa,  che  non  restasse  offena. 

Havendo  tempo  fa  trattato  il  duca  di  Milano  con  Giovanni  Bentivogli  di  dare  ad  Ales-  10 
sandro  suo  figliuolo  Ippolita  sua  nezza,  gih  figliuola  del  signor  Carlo  Sforza  fratello  naturale 
et  di  Btanca  figliuola  di  Angelo  Simonetta,  con  dote  di  70  mila  ducati  in  tante  castella  et 
possessioni  et  con  12  mila  fra  gioie  et  vestimenti,  et  sendo  il  parentado  concluso,  il  signor  Grio- 
vanni  manda  Alessandro  alli  3  di  giugno  a  Milano  con  il  signor  Gilberto  et  molti  altri  nobili 
cavallieri,  che  erano  in  tutto  60  cavalli,  acciocchfe  la  sposasse  et  conducesse  a  Bologna.  II  15 
qual  gionto  a  Milano,  fu  molto  lietamente  raccolto  dal  duca  et  accarezzato.  Et  sposata  che 
liebbe  Ippolita,  il  duca  fece  fare  una  sontuosissima  giostra,  della  quale  et  Thonore  et  il  premio 
ne  riportb  Galeazzo  da  San  Severino. 

Mentre  che  a  Milano  si  fanno  giostre  et  bagordi,  et  che  Alessandro  si  sta  con  la  sposa 
in  festa  et  allegrezza,  il  signor  Giovanni  procura  romamento  della  cittk,  acciocchfe  la  novella  20 
sposa  fosse  honoratamente  ricevuta.  Et  fra  le  molte  cose  che  egli  fa,  ^  che  fa  gettare  a 
terra  li  portici  di  legno,  che  da  amendue  i  lati  della  via  di  strk  San  Donato  da  porta  Ravi- 
gnana  insino  alla  casa  di  Rainiero  Bianchetti  erano,  li  quali  oltremodo  rendevano  la  detta 
via  angusta  et  sproportionata ;  et  fece  dipingere  la  facciata  da  ogni  lato,  et  nella  facciata 
di  San  Marco  vi  furono  scritti  due  versi  con  lettere  grandi  romane,  ciofe:  25 

Felsitui  Bentivolo  nitet  illustrata  yoanne 
Ut  quondam  nituit  sub  Caesare  Roma. 

/.  »4       Li  quali  versi  sempre  vi  stettero,  mentre  che  egli  domin6  Bologna. 

Fece  parimente  addobbare  tutte  le  vie,  per  dove  la  sposa  doveva  passare. 

Furono  donati  ad  Alessandro,  il  novello  sposo,  da  gentilhuomini,  cittadini,  artefici  et  con  30 
tadini,  vasi  d'argento,  gioie,  danari,  spelta,  vino,  vitelli,  capretti,  faggiani,   pernici,  capponi 
et  cose  simili. 

Mentre  che  il  padre  k.  occupato  ad  apparecchiare  le  cose  delle  nozze  della  sposa,  Alessan- 
dro  con  la  sposa  si  parti  da  Milanp  con  300  cavalli,  fra'  quali  vi  erano  in  compagnia  gli  infra- 
scritti,  cio^:  II  conte  Francesco  Sforza,  il  signor  Ugo  da  San  Severino,  il  signor  Erasmo  Tri-  35 
ulci,  il  cavalliere  Simonetta  con  la  sua  consorte,  Giacomo  Simonetta  eon  la  sua  consorte,  il 
reverendo  Protonotario  Visconte,  Giovanni  del  Conte,  Francesco  Ferrero  et  molti  altri  nobili. 

Et  giunto  vicino  a  Bologna,  che  fu  il  giomo  di  San  Raffaele,  alli  20  di  giugno,  si  ferma- 
rono  a  desinare  alla  casa  di  Francesco  Ghisilieri  situato  sopra  di  Ravono;  et  il  dopo  pranso 
vi  and6  il  signor  Giovanni  con  tutta  k  nobiltk  a  visitare  la  sposa,  la  quale  era  tutta  vestita  di  40 
bianco  molto  riccamente.  Et  poi  sagliendo  tutti  a  cavallo  con  9  carrette  di  gentildonne,  con 
ordine,  prima  audavano  avanti  9  scalchi  riccamente  vestiti  et  oraati  di  ricami  d'oro  et  di 
perle,  havendo  dietro  li  suoi  donzelli  con  vari  intagli  e  coUane  doro  et  gioie  con  le  calze  alla 
divisa  bentivolesca.  Seguitavauo  poi  otto  pallafrenieri  vestiti  ^con  zacchetti  di  argento  con 
le  coUane  d'oro  al  coUo;  li  quaU  giunti  alla  sposa,  li  presentarono  un  candido  palafreno.  Poi  45 
8'inviarono  verso  la  citt^,  dove  alle  16  hore  gionsero  felicemente. 

Per6,  sendo  quivi  la  sposa  posta  sopra  un  bianco  cavallo  tutto  addobbato  di  panno  d'oro 
con  otto  paUafrenieri  intorno,  et  con  suoni  di  trombe,  piffari  et  altri  stromenti,  fu  condotta 


[A.  1492]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  267 

nella  cittk  et  poi  al  palaggio  del  signor  Giovanni,  dove  trovb  un  arco  trionf ale,  dove  erano 
molti  fanciuUi  vestiti  egregiamente,  de'  quali  uno  recito  alcuni  belli  versi  in  lode  della  sposa  et 
dello  sposo,  et  airentrare  del  palaggio  ebbe  incontro  Ginevra  et  Lucretia  et  altre  molte  nobili 
donne  della  cittk,  tutte  riccamente  addobbate  di  preziose  vesti  et  di  molte  gioie. 
5  Poi  salirno  il  palaggio  tutto  addobbato,  et  dopo   il   riposo   si   diede  principio  alle  feste 

et  al  ballare  insino  airhora  di  correre  il  palio;  la  quale  gionta,  tutti  andarono  in  strk  San  Ste- 
fano  a  vedere  il  corso. 

Era  venuto  a  questa  festa  il  signor   Francesco  Gonzaga  marchese  di  Mantua  con  il  si- 
gnor  Giovanni  suo  fratello  genero  del  signor  Giovanni  Bentivogli,  con  altri  signori  et  cavallieri, 
1(J  per  honorarla. 

Li  staffieri  della  sposa  erano  vestiti  di  oro  et  di  argento  et  furono  questi:  Ulisse  Lam- 
bertini,  Marchione  Gozzadini,  Filippo  Bargellini,  Lorenzo  Ariosti,  Vincenzo  Paltroni,  Luigi 
Griffoni,  Ercole  Felicini,  Ludovico  Ghiselardi. 

Furono  proposti  alle  nozze  dal  signor  Giovanni  questi:  Andrea  degringrati,  11  conte  Ercole 

1 5  Bentivogli  senatori,  li  quali  havevano  9  scalchi  con  6  servitori  per  ciascuno,  che  furono  questi, 

ciofe:  Saulo  Guidotti,  Galeazzo  Marescotti,  Aloisio  Cattanio,  Annibal  Cattanio,  Vincenzo  da  San 

Piero,  Domenico  dal  Lino,  Vangelista  Bianchini,  Giovanni  Romeo  Barbazza,  Rainerio  Bianchetti. 

Erano  tutti  vestiti  riccamente,  con  loro  servitori,  di  seta,  con  ricami  alle  maniche  et  alle 
calze,  et  nelle  berrette  con  molte  gioie. 
20  II  seguente  giorno,  che  fu  la  solennita  del  Corpo  di  Cristo,  fu  fatta  una  singolare  rap- 

presentazione  per  la  compagnia  del  Baraccano,  cominciando  da  Adamo  con  tutte  le  cose  del 
testamento  vecchio  et  del  nuovo,  con  bellissimi  addobbamenti  di  oro,  argento  et  seta,  et  con 
infinite  gioie  et  perle,  che  fu  cosa  che  porse  a'  riguardanti  gran  maraviglia. 

Furono  poi  fatti  la  sera  molti  giuochi  nel  palazzo,  finita  che  fu  la  sontuosa  cena  che  si 
25  fece  nel  giardino,  ove  si  trovarono  molti  signori,  baroni  et  cavallieri'  et  infinite  gentildoniie.       a  joj 

II  seguente  giorno  si  fece  una  bellissima  giostra,  la  quale  dur6  4  di  et  vi  furono  40  giostra- 
tori,  correndosi  al  tavolazzo;  fra'  quali  giostratori  vi  fu  Annibale  Bentivogli,  a  cui  erano  portate 
7  lanze  davanti  dorate,  una  dal  marchese  di  Mantua,  Taltra  dal  signor  Giovanni  il  fratello, 
la  terza  da  Alessandro  il  novello  sposo,  et  Taltre  4  da  altri  cavallieri,  che  erano  con  il  detto 
30  marchese.  Dur6  questa  giostra  due  hore  e  mezzo  con  gran  piacere  di  tutta  la  cittk;  ne  ri- 
port6  rhonore  ed  il  premio  Antonio  dalla  Volta.  Fu  un  palio  25  braccia  di  cremisino  di 
pelo  et  drappo  d'argento  per  fare  un  giuppone  di  braccia  4 ;  11  qual  f u  dato  a  Ludovlco  di 
Giovanni  Antonio  Gozzadini,  che  valorosamente  haveva  tenuto  il  tavolazzo. 

Finita  la  festa,  11  signor  Giovanni  con  il  marchese  et  altri  signori  ritomorono  al  palaggio, 
35  et  il  dl  seguente  il  marchese  pass6  a  Fiorenza. 

Si  corre  il  palio  di  san  Pietro  secondo  il  consueto. 

Innocentio  VIII  muore  alll  5  di  lugUo. 

Alli  5  d'ag08to  nacque  11  famoso  capitano  Michele  Ramazotto. 

Galeotto  Malatesti  da  Rimini,  Insieme  con  suo  figliolo,  h  ucciso ;  11  che  inteso  dal  signor  Gio- 
40  vanni,  tosto  vi  mand6  Annibale  con  50  cavalli  per  intendere  dal  signor  Pandolfo  11  cognato 
se  haveva  bisogno  di  aiuto.     II  qual  giunto  a  Rimlni,  fu  dal  signor  Pandolfo  accarezzato;  et 
vedendo  non  havere  bisogno,  si  ritom6  a  Bologna. 

Seguitando  anche  in  questi  tempi  Todio  contro  1  Malvezzi,  et  havendo  deUberato  la 
fattione  Bentivolesca  di  totalmente  estirparll,  fa  che  il  senato  manda  un'arma  della  citt^  a 
45  Castel  Guelfo,  castello  di  dettl  Malvezzi,  per  piantarla  sopra  la  porta  di  quello;  ma  essendo 
11  Gasparo  figliolo  di  Pirro  Malvezzi,  lo  proibi;  11  che  intendendo  Pirro,  et  vedendosl  da  ogni 
parte  abbandonato  et  maltrattato,  pens6  di  fare  al  meglio  potesse  per  vedere  se  poteva 
acquistar  gratia  dl  essere  rispettato.  Laonde  entrando  nel  senato,  alli  7  di  agosto  gli  consignd 
11  detto  castello,  11  quale  con  grande  allegrezza  fu  accettato. 
50  Alli  12  agosto  fu  portata  nuova  esser  stato  creato  papa  monsignor  Rodorigo  Borgia  spa- 


30-ai.  Hel  margin*  tinistro  fostilla  a  stamfa:  Compagnla  del  Baracano 


268  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1492] 


gnuolo  cardlnale  vicecancelHero,  et  chiamato  Aleaaandro  VL  Di  che  per  tre  glom!  ae  ne  fa  in 
Bologna  publica  festa:  et  perchfe  tanti  erano  i  lumi  intomo  il  palazzo,  awenne  che  si  accese 
il  fuoco  nella  sommit^  della  torre  deirorologio,  et  abbrugib  tutto  il  capello  di  legno,  et  la 
campana  fu  gittata  in  piazza;  et  poi  ne  fu  gettata  un'altra,  che  fu  alli  25,  che  pesb  libre  5040. 

Alli  25  d'agOBto  Garello  Francese  gitta  4  campane:  una  per  Thorologio  di  piazza,  ona  per     5 
San  Petronio,  una  per  la  Maaone  et  una  per  le  Gratie;  pesorono  tutte  Ubre  5400. 

Di  que8t'anno  si  vende  la  corba  del  grano  sc.  1  bai.  2,  il  vino  sc.  1,  8;  il  ducato  vene- 
tiano  ai  spendeva  per  sc.  3  bai.  5  et  graltri  bc.  3  bai.  4. 

II  Benato  elegge  ambasciatori  al  pontefiice  per  congratularsi  seco  della  pigliata  dignit^ 
et  furono  eletti  questi:  Antonio  Galeazzo  protonotario  Bentivoglio,  Ludovico  da  San  Piero,  10 
Giovanni  da  Sala,  Mino  de'  Russi,  li  quali  con  honorevole  compagnia  alli  27  di  agosto  ai  parti- 
rono  con  50  cavalli,  et  giunti,  furono  benignamente  dal  pontefice  ricevuti.  Et  Antonio  Galeazzo 
a  nome  del  senato  lo  preg6  che  si  degnasse  confermarli  i  capitoli  fatti  colla  cittii  da'  suoi 
antecessori,  ed  ancora  che  volesse  confermare  a  Giovanni  il  padre  i  privilegi  gik  avuti  da' 
suoi  antecessori;  ed  egli  tosto  rispose  che  ritornassero  pure  a  Bologna,  che  gravrebbe  conso-  15 
lati.    Et  tosto  ispediti,  Be  ne  ritoruarono  a  Bologna. 

Del  mese  di  settembre  Giovanni  Bentivogli  fa  fabbricare  una  fontana  nel  suo  giardino 
f.  jo»       del  palazzo  da  San  Jacomo,  et  piglia  Tacqua  da  San   Michele  in'  Bosco  et  la  fa  venir  per 
condotto  per  la  porta  di  strk  Castiglione,  per  FiadacoIIo  et  per  la  salicata  di  strk  Magg^iore, 
per  i  Pellacani  insino  al  suo  palazzo;  la  qual  cosa  fu  di  una  grandissima  spesa.  20 

Alli  20  di  settembre  venne  in  Bologna  il  nuncio  del  papa  con  un  breve  al  senato  della 
confirmatione  de'  capitoli,  ed  ancora  con  la  confirmatione  de'  privilegi  fatti  a  Giovanni;  il  che 
intendendo  il  senato,  manda  tutta  la  famiglia  del  palazzo  de'  signori  con  li  macieri  et  con 
lo  stendardo  del  papa  nuovo  ad  incontrarlo  insino  alla  porta;  et  fu  ricevuto  con  grande  honore. 
A  cui  il  senato  don5  ducati  10  d*oro  et  sei  braccia  di  scarlatto  per  unaveste;  et  poi  si  fece  25 
degna  processione  et  si  cantb  la  messa  in  San  Petronio. 

Alli  2  d'ottobbre  Alessandro  papa  conferma  et  nuovamente  concede  roflicio  delli  16  a 
Giovanni  et  al  suo  figliuolo  maggiore. 

Alli  3  d'ottobbre  il  signor  Giovanni  da  Mantua  con  40  cavalli  viene  a  Bologna  et  alloggib 
nel  palazzo  del  signor  Giovanni   suo   suocero,  et  il  dl  di  san  Petronio  si  parte   per   Roma;  30 
dove  dal  marchese  era  mandato  al  papa  a  rallegraTsi  seco  della  sua  nuova  dignit^. 

II  cardinale  San  Giorgio  fa  interdire  la  chiesa  di  san  Petronio,  di  santa  Maria  Mag- 
giore,  santa  Barbara,  santa  Maria  degrOseletti,  san  Colombano,  san  Lorenzo  dalla  salicata  di 
san  Francesco  et  sant'Andrea  delle  scuole  per  li  benefici  che  haveva  Alessandro  Forma- 
glini,  che  era  morto,  essendo  della  sua  famiglia,  dicendo  appartenere  a  s^  di  conferire  li  detti  35 
benefici,  che  erano  stati  occupati  da  molti  capellani,  et  non  volevano  restituirli ;  et  rimasero 
interdette  le  dette  chiese  per  alquanto  di  tempo. 

Alli  15  detto  Filippo  de'  Bianchi  passa  airaltra  vita;  fu  sepolto  a  Santo  Stefano  et  si  fece 
quello  che  agKaltri  senatori  si  fa.     Fu  posto  in  suo  luogo  Ludovico  di  Bornino  de'  BianchL 

AIH  4  di  novembre  viene  in  Bologna  il  signor  Alfonso  da  Este  figliuolo  del  duca  di  40 
Ferrara;  andava  per  ambasciatore  al  papa  con  140  cavalli.  AIloggi6  nel  palazzo  del  signor  Gio- 
vanni,  et  il  giorno  seguente  parti  per  Roma.  Et  neiristesso  tempo  gionse  il  signor  Ermesse 
marchese  di  Tortona  et  fratello  del  duca  di  Milano,  con  honorata  compagnia  di  cavallieri  et 
signori,  havendo  con  esso  lui  440  cavalli,  fra'  quali  questi  erano  li  principali:  D  signor  Giovanni 
Francesco  da  San  Severino  conte  di  Gaiazzo,  il  conte  Francesco  Sforza,  il  signor  Nicol6  45 
da  Coreggio,  Giasone  dal  Maino  dottore  eccellente.  Vi  and6  incontro  fuore  della  cittk  il 
signor  Giovanni  con  la  nobiltk  di  Bologna,  et  alIoggi6  nel  palaggio  del  signor  Giovanni,  et 
doppo  tre  giomi  pa8s6  a  Roma;  erano  tutti  vestiti  di  negro. 

Alli  18  detto  arrivano  gli  ambasciatori  della  signoria  di  Venetia,  i  quali  furono:  Marino 
Leone,  Cristoforo  Duodo,  Paolo  Barbo,  Sebastiano  Badoero,  con  350  cavalli;  vi  and6  ad  incon-  50 


5.  im/  wnargin*  unistro  fcstill*  a  stamfa '.  Cro.  Naldi 


[AA.  1492-1493]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  269 

trarli  fuori  della  porta  Giovanni  Bentivoglio,  con  gran  numero  di  gentiluomini,  per  riceverli 
honoratamente.   II  seguente  giomo  poi  andarono  riccamente  vestiti  a  visitare  li  signori  antiani ; 
poi  si  partirono,  accompagnati  da  Giovanni  et  da  gran  parte  della  nobilth  di  Bologna  insino 
fuore  della  porta. 
5  AUi  5    di   novembre  insino   alli   26  dicembre   furono   interdette  le  messe  et   gli  ufEci  a 

San  Petronio,  a  San  Lorenzo  et  a  San  Colombano. 

AUi  11  di  novembre  Battista  Malvezzi  muore  a  Roma;  era  bandito  per  ribelle  insieme 
con  il  figliuolo,  perchfe  furono  contro  lo  stato  di  Giovanni  Bentivogli  et  delli  signori  16. 
Parendo  a  Pirro  Malvezzi  che  le  cose  della  sua  famiglia  et  fatione   andavano   di  male 

10  in  peggio,  sendone  ogni  giomo  cacciato  qualcheduno  o  vero  ammazzato  senza  alcuna  ragione, 
et  temendo  anch'e8so  di  qualche  suo  male,  chiese  licenza  al  senato  di  partirsi  di  Bologna  et 
andare  in'  luogo  ove  egH  si  vedesse  esser  sicuro ;  et  gli  fu  concessa.     Et  il  signor  Giovanni       />.  307 
mandb  con  esso  lui  Antonio  di  Santi  Bentivoglio  con  una   squadra  di  ballestrieri  a  cavallo 
che  Taccompagnassero  fuore.  del  territorio  bolognese.     Et  cosi  se  ne  ando  a  Cesena  ad  abitare. 

15  II  somigliante  fece  Giovanni  di  Musotto  Malvezzi,  passando  ad  abitare  a  Ferrara;  ma  per6 
non  puotfe  fuggire  la  malignitk  di  alcuni,  che  lo  seguitarono  insino  a  Ferrara  et  quivi  Tuc- 
cisero.     Laonde  grinfelici  et  innocenti  Malvezzi  totalmente  furono  di  Bologna  cacciati. 

Partito  Pirro  Malvezzi  di  Bologna,  il  conte  Nicol6  Rangoni  capitano  di  Bologna  and6 
ad  abitare  nel  suo  palaggio. 

20  Quest'anno  il  senato  pone  dieci  suore  del  monastero  di  San  Lorenzo  nel  monastero  delle 

saore  di  San  Vitale,  accioch6  le  havessero  a  riformare. 

Anno  di  Cristo  1493.  —  Si  fanno  li  soliti  magistrati. 

Alli  15  di  gennaro  li  preti  di  San  Petronio  hanno  licehza   solamente  loro  di  celebrare 
le  messe  et  dire  Tofficio. 
25  Volendo  il  senato  ridurre  la  chiesa  di  san  Jacomo  de*  frati  Eremitani  a  miglior  forma, 

et  alli  4  di  gennaro  vi  fanno  fondare  li  pillastri  per  riporvi  la  cupola  et  le  volte  della  chiesa, 
siccome  al  presente  si  veggono.  Era  prima  senza  ordine  di  capello,  et  con  il  tassello  di  legno 
bmttissimo.  Inoltre  fa  rimuovere  la  campana  nova  posta  sopra  la  torre  delForologio  per  non 
esser  buona  per  suonare  le  hore,  percioch^  era  troppo  conforme  di  suono  a  quella  deirarrengo, 
30  accioch6  non  occorrese  confusione  sonando  amendue;  la  qual  campana  addimandandola  li 
frati  de'  Servi,  gli  fu  concessa,  dandone  loro  di  rincontro  la  loro  campana  maggiore. 

AUi  7  di  marzo  nuovamente  h  gettata  un'altra  campana  per  il  detto  horologio,  che  pes6  li- 
bre  6290 ;  et  posta  sopra  la  torre.     Fra  otto  dl  fu  gittata  in  piazza,  per  essere  piii  grossa  di  me- 
tallo  che  non  bisognava,  et  perchfe  dava  un  suono  sordo  et  ottuso. 
35  All*ultimo  di  marzo  la  domenica  delle  Palme  cadde  una  saetta  dal  cielo  et  percuotfe  la 

torre  degrAsinelli  da  quella  cantonata  che  riguarda  la  chiesa  di  san  Marco,  cominciando  di 
sopra  et  radendola  insino  alla  chiave  di  f erro,  colla  quale  h  cinta  la  torre  al  piede ;  et  gett6 
a  terra  tante  pietre  et  calcina,  che  ne  havrebbero  caricate  meglio  di  tre  carra.  Trovandosi 
quivi  Jeronimo  Zanchini,  che  ne  andava  a  corte,  et  era  giJi  sul  canto  di  porta,  cadde  per 
40  paura  a  terra ;  et  ritomato  a  casa  per  paura  si  mori. 

Vive  in  questi  tempi  Filippo  Balduino  Bentivoglio,  secretario  del  signor  Giovanni  Benti- 
vogli,  il  qual  6  fatto  da  Francesco  marchese  di  Mantua  cittadino  di  Mantua. 

Giovanni  di  Musotto  Malvezzi,  huomo  d'incolpata  vita  et  amorevole  alla  repubblica,  h  da 
quattro  accamuffati  ucciso  in  Ferrara,  cosa  che  molto  spiacque  a'  buoni  cittadini  della  cittk. 
45  La8ci6  quattro  figlioli  al  mondo,  fra'  quali  vi  fu  uno  chiamato  Bartolomeo. 

Annibale  Bentivoglio  h  da'  Fiorentini  condotto  a  soldo  loro  con  honorevole  stipendio.  II 
quale  sendosi  posto  a  ordine,  alli  1 8  d'aprile,  con  due  squadre  d'  huomini  d'arme,  una  squadra 
di  stradiotti  et  una  di  ballestrieri  a  cavallo,  tutti  sontuosamente  vestiti  di  seta,  prima  che  egli  si 


23-34.  nel  margine  siniHro  jiosHlla  a  stamfa:  Cro.  Naldl  —  85-26.  nel  margint  sinisirn  postilla  a  stampa:  Llb, 
de*  stromentl,  al  Ub.  II  in  fine. 


270  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fX.  i493| 


parta,  il  senato  gli  appresenta  un  bel  corsiero  con  la  sopraveste  delle  barbe  di  broccato  d'oro 
in  bianco  con  rartne  della  cittk  et  una  celata  fomita  d'argento  di  gran  prezzo;  et  poi  si  part). 

Alli  25  d'aprile  il  senato  raduna  il  popolo  a  suon  di  trombe  in  piazza  et  quivi,  alla  ren- 
ghiera  de'  signori  antiani,  fece  bandire  la  lega  fatta  fra  il  papa,  li  signori  Venetiani,  il  duca 
di  Milano,  il  signor  Ludovico  duca  di  Barri  govematore  del  duca,  di  che  si  fece  fare  per  5 
h  »ri  la  citti  grande  alle'grezza  con  fuochi,  campane,  trombe  et  giuochT  dilettevoli.  Ma  prima  che 
ne  uacisae  il  mese  di  maggio,  il  papa  si  lev6  via  dalla  detta  lega  et  si  confeder6  con  il  re  di 
Napoli  et  con  Fiorentini. 

In  questi  giorni  si  finisce  rornamento  della  torre  deU'orologio,   cio^   la  cupola  coperta 
di  piombo  sostenuta  da  8  colonne  di  macigno  con  il  corridore  d'intorno.  10 

Vedendo  il  signor  Ludovico  Sforza  duca  di  Barri  la  gran  fortuna  di  Giovanni  Bentivogli, 
che  govemava  Bologna  come  ne  fosse  vero  et  legittimo  signore,  giudic6  che,  havendolo  a' 
suoi  voti,  poteva  vivere  sicuro  da  ogni  insidia  de'  Fiorentini  et  da  altri  signori;  si  forzava 
tenerlo  obbligato  al  duca,  et  percib  lo  cre6  capitano  di  tutti  li  suoi  soldati  di  qua  dal  Po  con 
buonissimo  stipendio,  et  li  mand6  lo  stendardo  del  capitanato  alli  27  d'aprile.  Gik  haveva  inteso  15 
il  signor  Giovanni  che  era  stato  creato  capitano  et  che  li  mandavano  lo  stendardo,  et  perci6 
dispose  frattanto  di  fare  una  bella  mostra  di  gente  d'armi  neiraccettar  il  detto  stendardo, 
per  mostrare  quanto  egli  nella  cittk  poteva  et  per  sua  gloria.  Giunto  adunque  Jacomello 
ambasciatore  del  duca  di  Milano  con  lo  stendardo,  dispose  il  signor  Giovanni  al  riceverlo 
solennemente  il  giorno  seguente,  et  fece  intendere  a  tutti  li  squadroni,  conduttieri  et  capitani  20 
di  fanteria  fossero  a  ordine  la  mattina  con  le  lor  squadre  et  bandiere.  II  che  fu  fatto ;  et  la 
mattina  venne  Giovanni  et  le  ordin6  secondo  dovevano  procedere,  le  quali  ordinate,  le  lasci6, 
imponendoli  che  Taspettassero.  Et  pigliando  alquanti  capi  di  squadra,  and6  alla  chiesa  di 
san  Petronio,  ove  si  trovava  Luigi  Capra  vicelegato,  li  signori  antiani  et  confaloniere  di 
ginstitia  et  H  confalonieri  del  popolo,  il  protonotario  Bentivogli,  il  collegio  de'  dottori  et  25 
tutti  li  magistrati  della  cittk  con  tutta  la  nobiltk  di  essa  et  popolo.  Et  giunto  nella  chiesa 
Giovanni,  si  cant6  una  solenne  messa  per  il  vescovo  suffraganeo;  et  finita,  fu  benedetto  il 
detto  stendardo  fatto  alla  ducale  di  oro  et  di  argento.  Allora  Jacomello,  ambasciator  del 
duca,  et  Francesco  Tranchedino,  refferendario  per  il  detto  duca  in  Bologrna,  si  levarono  in 
piedi  et  passarono  al  vescovo,  et  pigliando  il  detto  stendardo,  con  riverenza  Tappresento-  30 
rono  a  Giovanni  da  parte  del  duca  con  ornate  parole,  mostrandogli  Taffettione  che  il  duca 
li  jjorta  et  quanto  stima  la  sua  fede.  L'accett6  Giovanni,  rendendogl:  gratie  infinite,  et  uso 
anch'egli  bellissime  parole,  offerendo  se  stesso,  li  figli  et  la  robba  a  servigio  del  duca  et 
del  fratello  et  govematore.  Poi  levatosi  in  piedi,  consign^  lo  stendardo  a  Carlo  degl'  Ingrati 
suo  conduttiero,  dicendogli :  "  Tieni  questo  stendardo,  ed  entrando  in  battaglia  fa  ogni  cosa  35 
'  per  riservarlo  illeso  da'  nemici  , .  Poi  tutti  levati  in  piedi  accompagnarono  Giovanni  armato 
insino  alla  porta  della  chiesa,  a  suono  di  trombe  e  di  piffari.  Et  entrando  alla  piazza,  fu  dato  il 
fuoco  ad  una  girandola  nel  mezzo  della  piazza  et  a  molte  spingarde,  et  da  ogni  parte  udivansi 
le  voci :  "  Sega,  sega  ,.  Hor  gionto  al  fine  delle  scale  di  San  Petronio,  sali  a  cavallo  con  tutti 
li  squadroni,  lasciando  Carlo  con  lo  stendardo  in  San  Petronio.  Ora  Giovanni  ritom6  al  mer-  40 
cato,  et  fece  passare  li  soldati  per  la  via  di  Galliera  alla  piazza  ordinatamente  tutti  armati, 
et  con  la  divisa  de'  Bentivogli,  et  in  particolare  le  calze,  sendo  tutti  calzati  a  simile  divisa, 
ciofe  una  calza  rossa  et  verde  et  Taltra  tutta  azzurra,  suonando  le  campane,  trombe,  piffari, 
oltre  il  rimbombo  delle  spingarde  et  archibusi;  cosl  andarono  tutti  li  soldati   in  19  squadre. 

Precedeva  prima  un  moro  a  cavallo  con  4  mori  alla  staffa  spargendo  da  ogni  lato  questi  45 
versi  stampati: 

/a.  Domino  D.  Jo.  Bentivolo   ViceconUti  de  Aragonia  ducali  artnor.  Gubernatori,  Andreas 
Magnanus. 

^***  Tja  martial  virtu,  che  in  te  s'awrva, 

£  chc  fer  tutto  il  mondo  gia  risuona,  50 


[A.  1493]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  27 1 

Ha  fosto  sul  tuo  crin  ricca  corona, 
Da  far  tua  gloria  ancor  miWanni  viva. 

£  far  che  ognun  di  te  o  canti,  o  scriva, 
non  d^altri,  che  di  te  -piu  si  ragiona, 
5  e  del  vessil  ch'il  Moro  hoggi  ti  dona 

Per  far  tua  stir-pe  et  la  mia  ■patria  diva. 

Godi,  Bologna,  e  tu,  fo-pol  potente, 

d'un  tal  signor,  che  per  donarti  fama 
et  pace  eterna,  ha  preso  il  baston  cToro, 

10  Ne  d'ahro,  che  d'honor  sua  vita  brama. 

Odi,  che  sin  al  cielo  et  qui  si  sente: 
"  Sega,  sega  „  gridar  et  "  Moro,  Moro  ,. 

Prima  squadra,  galluppi  a  cavallo  con  lance  et  bandirole  circa  300.     Seconda  squadra, 
proviaionati  a  piedi  ben   armati  con   corracine,   celadoni,   gorzarini,  falde,   rotelle   et   parte- 

15  giane  200.  Terza  squadra,  provisionati  a  piedi  con  ronche  similmente  armati  numero  200. 
Quarta  squadra,  provisionati  targonieri  a  piedi  ottimamente  armati  di  corrazine,  falde,  fiancali, 
amesi,  schinieri,  celate  con  la  spada,  havendo  ciascuno  di  essi  avanti  un  ragazzo  con  un  targone 
lavorato  ad  oro  et  altri  lavorati  riccamente  con  perle  numero  100.  Quinta  squadra,  lanzaroli 
a  piedi  bene  armati  con  le  corrazzine,  falde,  garzarini  et  celate  numero  200.     Sesta  squadra, 

20  ballestrieri  a  piedi  ben  armati  con  corrazzine,  celadoni  et  gorzarini  200.  Settima  squadra, 
con  tamburino,  schioppettieri  ad  una  livrea  todesca  100.  Ottava  squadra,  con  il  trombetta, 
contestabili  et  capi  de'  provisionati  a  cavallo  bene  armati  con  barde  dorate  con  le  rotellette 
et  partigiane  in  mano  50.  Nona  squadra,  con  il  trombetfa  innanzi,  stradiotti  con  zubbe  divi- 
sate  di  seta  alla  divisa  de'  Bentivogli  sopra   gagliardi  cavalli,  gioveni  nobili  della  citth  160, 

25  de'  quali  era  capo  Alessandro  Bentivoglio.  Decima  squadra,  con  il  trombetta,  ballestrieri  a 
cavallo  ottimamente  armati  200,  de'  quali  era  capo  Ermesse  Bentivoglio.  Undecima  squadra, 
con  il  tamburiiio  proviaionati  a  cavallo  con  corazzine,  falde,  gorzarini,  celate,  targhette  al- 
Tarzone  riccamente  addobbati,  tutti  gioveni  nobili  della  cittk,  numero  300,  de'  quali  era  capo 
Annibale  Bentivoglio.    Duodecima  squadra,  con  gran  numero  di  trombetti.    Seguitava  il  signor 

30  Giovanni  Bentivoglio  con  questo  ordine,  cio6:  Prima  andavano  avanti  12  camerieri  sopra  bel- 
lissimi  cavalli  con  barde  dorate,  giupponi  d'argento  et  giornee  di  seta  alla  divisa  de'  Benti- 
vogli  ricamate  d'oro  et  d'argento  con  tremolanti  e  scagliette;  seguiva  poi  Giovanni  tutto 
armato  sopra  un  bellissimo  corsiero  con  una  sopravesta  d'oro;  dietro  lui  venivano  22  huomini 
armati  con  ricche  sopraveste  di  oro  et  di  argento  con  le  barde  dorate. 

35  Giunto  Giovanni  avanti  la  porta  di  San  Petronio,  ove  era  Carlo  con  lo  stendardo,  se  gli 

presentb  Alessandro  dalla  Volta  prior  del  senato,  et  li  presentb  un  bellissimo  et  forte  cavallo 
con  la  sopraveste  di  panno  d'oro  riccio  di  valore  di  ducati  400  a  nome  del  senato :  il  quale, 
scendendo  da  cavallo,  sali  sopra  di  quello  dal  senato  donatogli,  et  sendo  raccolto  fra  li  due 
ambasciatori  ducali,  andando  avanti  di  lui  Carlo  con  lo  stendardo  seguito  da  altri  armati,  se- 

40  guitandolo  lui  il  conte  NicoI6  Rangone  capitano  de'  Bolognesi   con  due  squadre  d'huomini 
d'arme  et  con  due  altre  squadre  di  lanze  spezzate,  et  poi  il  signor  Gilberto  de'  Pii  condut- 
tiero  de'  soldati  bolognesi  per  retroguardia  con  tre  altre  squadre.'     Con  questo  ordine  pas-       p.  jio 
sarono   per  tutta  la  cittk   et  poi  si  ridussero  al  palaggio  di  Giovanni,  dove  fermatisi   insino 
che  fu  posto  lo  stendardo  alle  finestre  del  palagio,  egli  scese  da  cavallo  nella  porta  del  suo 

45  palaggio,  et  fece  cavaliere  aurato  Poeta  de'  Poeti. 

Fu  riputata  queata  mostra  una  delle  pifi  belle  cose  che  mai  fossero  state  vedute  in  Bologna 
a  memoria   d'liuomo.     i''ece   poi  Giovanni  un    bellissimo  convito  agli  ambasciatori,   capitani, 


272  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1493) 


•quadrieri,  cavaHeri  et  gentilhuomini;  et  finito  il  convito,  don6  a  Giacomello  500  docati  d'oro 
con  una  ve«te  di  drappo  d'argento,  et  a  due  suoi  compagni  drappo  cremisino  per  fare  un 
giuppone  per  ciascuno.     II  qual  Giacomello  M  a  seguente  si  parti  per  ritomare  al  duca, 

Giunge  un  ambasciatore  di  Spagna  con  100  gentilhuomini  tutti  sopra  le  mule;  fu  alli  11 
di  maggio.     Andavano  a  Roma  per  il  re  cattolico  et  la  regina  a  rallegrarsi  col  pontefice  della     5 
■ua  gran  dignitk.     Furono  honoretolmente  dalla  citti  ricevuti.     Portavano  con  eaai  loro  aei 
pezzi  di  razzi  di  tanta  bellezza,  che  era  cosa  maravigliosa  di  vederli,  con   una  credenza  di 
belHssimi  vasi  d'argento  di  grandissimo  valore;  stettero  due  giorni  in  Bologna. 

II  Benato  fa  fare  un  belliaaimo  baldacchino  di  broccato  d'oro  per  portare  sopra  la  santis- 
■ima  imagine  della  mndre  di  Dio  dipinta  da  san  Luca;  et  fu  finito  alli  13  di  majjfio,  et  si  10 
port6  alle  tre  processioni  delle  rogationi 

AIH  16  di  maggio,  sendo  stato  addimandato  il  signor  Giovanni  a  Ferrara  ad  un  conaigUo 
che  si  doveva  fare,  dove  havevano  ad  intervenire  molti  prencipi  d'Italia,  egli  si  parti  con 
Alesaandro  il  figliuolo,  Ludovico  da  San  Piero,  Bartolomeo  Felicini,  Carlo  Ingrati  et  con 
molti  altri  gentilhuomini.  Dove  anco  si  trov6  il  aignor  Ludovico  Sforza  duca  di  Barri  et  15 
governatore  del  duca  di  Milano,  gli  ambaaciatori  della  signoria  di  Venetia  et  il  marchese  di 
Mantova;  et  tutti  furono  a  stretti  ragionamenti  con  il  duca  di  Ferrara. 

Cosl  seguitando  il  ragionamento,  deliber6  il  signor  Ludovico  di  fare  uccidere  Giovanni 
Bentivogli,  havendo  di  gik  data  impositione  ad  uno  de'  suoi,  che  nel  lavar  le  mani  per  entrare 
a  mensa,  le  gettasse  il  capo  a  piedi.  Ma  non  voUe  egU  per6  far  esaeguire  il  fatto,  se  prima  20 
non  ne  parlava  con  il  duca  di  Ferrara  per  esser  in  casa  sua,  et  perci6  conferi  il  fatto  seco 
et  Tordine  dato.  II  duca,  benchfe  questo  gU  spiacesse,  non  hebbe  per6  ardire  di  contradirgH ; 
et  pur  bramoso  di  vietare  cosi  scelerato  ordine,  conferi  il  tutto  con  il  marchese  di  Mantua, 
il  quale,  sendo  libero  di  Ungua,  senza  veruno  rispetto,  lo  fece  intendere  a  Giovanni;  il  quale 
con  prestezza,  quanto  piii  pot^,  si  partl  via,  et  se  ne  ritom6  a  Bologna,  et  salv6  cori  la  vita;  25 
et  il  disegno  del  signor  Ludovico  re8t6  vano.  Per  qual  cagione  facease  questo  Ludovico  non 
A  sa  per  certo  anco. 

Li  notari  sono  posti  a  tenere  ragione  sotto  il  palazzo  del  podestk,  dove  fecero  li  banchi 
nuovi  a  dui  per  banco;  et  ciascuno  haveva  il  luogo  suo  che  potevasi  serrare  et  starsi  sicuro. 

Si  fanno  li  modioni  del  corridore  della  torre  deirhorologio,  et  si  getta  una  nuova  campana  30 
di  libre  6000;  et  6  posta  su  il  primo  di  giugno  sopra  la  detta  torre;  e  fu  buona. 

II  cardinale  Santa  Marja  in  Portico  venetiano  giunge  in  Bologna,  et  con  debito  honore 
6  dalla  cittk  ricevuto;  alIoggi6  nel  vescovado,  poi  il  dl  seguente  pass6  a  Modena. 

Si  radunano  li  pennacchini  et  determinano  non  volere  ricevere  panni  dalH  mercanti  per 
loro  mercede  perchfc  gli  eran  istimati    di   maggior  prezzo  che  non  valevano.     Et  fecero  tra  35 
di  loro  alcuni  capitoU,  che   dal  senato  poi  gU  furono  confirmati;  et  perci6  alli  6  di  ^ugno, 
/.  jtt       che  fu  la'  processione  del  Corpo  di  Christo,  essi,  siccome  le  altre  compagnie,  si  radunarono 
insieme. 

AUi  19  giunge  in   Bologna  il  marchese  di  Mantua  con  il  signor  Giovanni    il  frateUo  a 
visitare  la  sua  sposa.     Et  fatta  la  festa  di  san  Raffaele,  pass6  a  Fiorenza,  restando  Giovanni  40 
11  frateUo. 

AUi  19  pure  di  agosto  Federico  imperatore,  poich6  hebbe  imperato  piu  di  quarant'anni, 
morl ;  per  la  qual  nuova  la  cittk  molto  si  afflisse.  Et  poscia  in  luogo  suo  fu  eletto  Massimi- 
liano  suo  figliolo. 

AU'uItimo  di  agosto  vicino  a  Bergamo  4  migUa,  per  cagione  di  gran  pioggia,  si  apre  un  45 
monte,  di  dove  n'e8ce  grandissima  copia  d'acqua,  la  quale  and6  a  porre  capo  nel  fiume 
Brembo.  II  quale  cresc^  oltre  a  25  braccia  in  alto,  che  allag6  tutta  la  valle,  per  la  quale 
il  detto  fiume  passa,  dove  habitavano  da  5000  persone;  le  quali  alla  sprovista  dal  diluvio  del- 
1'acqua  sopragionti,  nh  potendo  fu^ire,  ve  ne  morirono  da  2000,  et  600  si  salvarono  sopra 
un  ponte,  che  era  sopra  il  detto  fiume ;  ma  poco  vi  furono  sicuri,  percioch^  la  f orza  deU'acqua  50 


[AA.  1493-1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  273 

urtando  il  detto  ponte,  lo  rovm6,  et  tutti  quei  che  vi  erano  sopra  si  affogorno,  eccetto  20 
che  si  salvarono  sopra  un  tronco  di  pilastro  di  detto  ponte;  dove  stettero  tre  giomi  senza 
mangiare  con  grandissimo  spavento.  Assai  anche  si  salvarono  sopra  gli  arbori.  Insomma 
fece  innumerabili  mali;  et  cessata  dett'acqua,  si  trov6  un  grandissimo  numero  di  persone 
'  morte. 

II  signor  Giovanni  Bentivogli  alH  19  settembre  d?i  campo  franco  a  Bemardino  dal  Guanto 
mantovano  et  ad  uno  spagnuolo ;  li  quali  il  di  di  carnevale  nel  mercato  appresentati  in  camicia 
con  spada  et  brochiero  vennero  a  battaglia,  et  sendo   amendue   feriti,   Giovanni  vi  si   trap- 
i|        pose,  ne  piti  oltre  gli  lascib  seguitare,  et  li  fece  far  pace  insieme. 

10  Andrea   Zocchini   passa  a  Rimini  a  trovare   Luigi   Vinitiani,   dove   anco   era  Jeronimo 

cognominato  Santino  figh*olo  di  maestro  Pietro  Calzolaro  bolognese,  tutti  tre  banditi  da 
Bologna,  et  trattano  fra  di  loro  per  ritornare  a  Bologna  di  uccidere  uno  de'  Malvezzi,  sapendo 
essi  che  per  tale  omicidio  otterrebbono  gratia  di  ritomare  alla  patria.  Et  fatto  il  consigHo, 
vengono  a  Cesena,  dove  habitava  Antonio  Malvezzi,  et  Tuccisero  nella  chiesa  di  san  FrancescO 

15  essendo  a  messa,  poi  si  fuggirono  fuore  della  cittk.  I!  che  dal  senato  inteso,  subito  vi  manda- 
rono  dietro  alquanti  ballestrieri  a  cavallo  et  molti  a  piedi,  et  trovatili,  volendoli  pigliare,  si 
misero  alla  difesa,  et  furono  tutti  tre  uccisi.  Poi  gli  troncarono  il  capo,  et  postili  sopra  le 
aste,  gli  portorono  alla  cittk,  ponendo  il  capo  di  Luigi  alla  porta  che  guarda  verso  Rimini, 
quelia  di  Andrea  alle  Bollette  et  quella  di  Jeronimo  a  l'horologio. 

20  A  di  24  di  settembre  cominciano  a  suonare  le  hore  deirhorologio  sul  canto  del  palazzo. 

Leonora  duchessa  di  Ferrara  s'inferma,  et  Giovanni  la  manda  a  visitare  per  Cristoforo 

dal  Poggio   suo   segretario ;  et  piii   aggravandola   la   infermit^,   le   manda  Annibale,  il   qual 

giunto  et  essendo  molto  aggravata,  alli  22  di  ottobbre  si  muore.   Et  il  senato,  intendendo  la  sua 

morte,  alli  27  vi  manda  Alessandro  dalla  Volta  a  condolersi  con  il  duca.     Poi  alli  31  vi  aiid6 

25  il  signor  Giovanni  con  Giovanni  Marsili,  Carlo  degl'Ingrati  et  molti  altri  gentilhuomini  tutti 
vesliti  a  negro;  et  assai  si  condolsero  col  duca,  et  poscia  ritornarono  a  Bologna. 

Parendo  ad  Agamenone  Musotto  di  esser  poco  istimato  dalla  fattione  de'  Bentivogli,  per 
esser  stato  partecipe  del  trattato  de'  Malvezzi,  procur6  di  tornare  a  Roma  per  senatore,  il 
che  facilmente  ottenne  dal  pontefice.     Et  perci6  alli  5  di  novembre,  sendosi  riconciliato  con 

30  Giovanni,  si  parti  da  Bo'logna  con  8  ballestrieri  a  cavallo   consignatili   dal   signor  Giovanni       p.  3" 
per  sua  sicurezza  insino  a  Fiorenza. 

Alli  5  di  decembre  viene  a  Bologna  Violante  moglie  del  signor  Pandolfo  Malatesti,  la 
quale  fu  incontrata  dal  signor  Annibale  et  da  Alessandro  suoi  fratelli,  il  conte  Nicol6  Ran- 
gone,  il  signor  Gilberto  Pii,  Lucretia,  Laura,  Ippolita  tutte  de'  Bentivogli  con  molte  altre  gentil- 

35  donne  bologneai  et  gentilhuomini ;  et  ricevuta  con  grande  allegrezza,  fu  accompagnata  al  palag- 
gio  ove  era  il  signor  Giovanni  et  Ginevra.  Et  il  dJ  seguente  giunse  il  signor  Pandolfo  suo 
marito;  stettero  molti  giorni  in  allegrezza  et  in  festa. 

Jeronimo  Zanettino  dottore  eccellentissimo  se  ne  passa  in  pace  alPaltra  vita,  et  h  sepolto 
nel  chiostro  de'  frati  di  San  Domenico. 

40  Anno  di  Cristo  1494.  —  Si  fanno  li  magistrati  della  cittk  secondo  il  solito.   Carlo  Maschi 

dArimino  potestk  di  Bologna. 

II  senato  delibera,  per  opportunitk  della  citth,  di  fare  che  si  possa  navigare  il  canale  di 
Reno,  cominciando  dalle  porte  della  cittk  insino  al  fiume  Po,  per  condurre  le  mercantie  et 
altre  cose  secondo  il  bisogno.     Et  per  far  ci6,  gik  molto  tempo  havevano  condotto  da  Milano 

15  un  perito  ingegniero  per  esseguire  que8t'opra.  11  quale  havendo,  dopo  molte  spese  et  longa 
fatica  di  due  anni,  per  alcuni  sostegni  fatti,  condotta  Topra  al  desiato  fine,  alli  8  di  gennaro 
fece  bandire  come  alli  10  dovesse  tutto  il  clero  con  le  compagnie  delle  arti  et  con  tutto  il 
popolo  andare  processionalmente  alla  porta  di  Galliera  per  benedire  le  navi,  che  verreljbono 
primieramente  al  Porto  Nuovo.     Et  cosi  si  fece  la  mattina  assignata.    Et  il  signor  Giovanni, 

T.  XXXUI,  p.  I  ~  iS. 


274  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1494] 


•alito  a  cavallo  col  si^or  di  Rimini,  il  conte  Nicol6  Ranjrone,  il  signor  Gilberto  de'  Pii 
generi  «uoi,  Annibale,  Antonio  Galeazzo  protonotario,  Alessandro,  ErmeMe  suoi  figlioli,  Andrea 
degringrati,  Ludovico  da  San  Piero,  Poeta  de'  Poeti,  Tomaso  Montecalvi  cavallieri  et  sena- 
tori,  Francesco  Bianchetti,  Aleaaio  degrOrsi,  Gasparo  Bargellini,  Mino  de'  Russi,  Ludovico 
de*  Bianchi,  Alessandro  dalla  VoUa,  Alberto  di  Caatello,  Giovanni  Francesco  Aldrovandi,  il  5 
conte  Ercole  Bentivogli  senatori,  con  raolti  altri  geiitilhuomini  et  cavallieri,  et  cavaicarono 
a  Corteaella.  Et  quivi  trovarono  un  burchio  detto  bucentoro  fatto  per  comandamento  di 
Giovanni  addobbato  molto  nobilmente  per  potervi  stare  con  gran  comodith  et  esser  portato, 
et  sopra  ciascun  catitone  vi  era  una  bandiera  con  l'anne  del  duca  di  Milano,  del  p>opolo 
di  Bologna  et  In  sega.  Et  in  detto  bucintoro  entr6  Giovanni  con  la  compagnia  et  con  trombe  10 
et  piffari,  sonando  et  facendo  allegrezza;  et  postovi  li  cavalli,  tiravano  il  naviglio  verso  la 
cittk.  Et  mentre  ci6  si  faceva,  pass6  in  processione  il  chericato  col  il  signor  vicelegato  et 
signori  antiani  et  confaloniere  di  giustitia  et  confallonieri  del  popolo  con  li  loro  confalloni 
spiegati  et  con  le  arti  et  tutto  il  popolo  alla  porta  di  Galliera,  ove  fuori  di  quella  era  fatto 
sopra  il  canale  un  alto  palco  adobbato  di  panni  arazzi,  dove  sali  il  vicelegato  con  gFaltri  15 
magistrati.  Et  quivi  ordinatamente  disposti,  essendovi  il  vescovo  suffraganeo  apparato  con  la 
mitra  in  capo,  ecco  che  cominciarono  a  giungere  in  porto  alquunti  burchi:  fra  le  quali  alcune 
erano  cariche  di  mercantia  et  altre  di  huomini  con  suoni  di  vari  stromenti  et  con  gridi  che 
salivano  al  cielo  "  Sega,  sega^.  I  quali  giunti  in  porto,  si  fermarono  con  bellissimo  ordine; 
poi  comparve  il  bucentoro  con  Giovanni  et  la  detta  nobile  compagnia  con  trombetti  et  piffari  20 
che  sonavano  et  dentro  et  su  la  riva  del  canale.  Giunto  il  bucentoro  vicino  al  palco,  ove 
era  il  vescovo,  fatto  silentio,  egli  benedisse  il  bucentoro  con  tutti  gKaltri  navili,  et  poscia 
bened)  Tacqua.  II  che  fatto,  subito  il  clero  inton6  il  Te  Deum  laudamus,  dando  alla  fine 
/.  fij       nelle'  trombe  et  altri  stromenti  rausicali.     Et  cosl  cantando  et  sonando  si  ritorn6  la  proces- 

«one  a  dietro  alla  chiesa  di  san   Pietro,   sonando   tutte  le  campane   della   citti  per   tutto  il  25 
giorno,  et  tenetidosi  chiuse  le  botteghe,  havendo  il  popolo  di  ci6  gran  contentezza. 

Furono  gettati  molti  versi  per  la  cittk  applaudendo  a  Giovanni  per  questo  Navilio,  et  fra 
gKaltri  ne  furono  raandati  alcuni  a  Jacomo  dal  Poggio,  che  le  croniche  di  Bologna  scriveva, 
et  cori  dicevano: 

Vig-iU  essendo  semfre  e  sitibondo  30 

AWornamento,  alla  felicitade 
Di  nostra  Patria,  e  ancor  tranquillitade 
n  signor  nostro  Giovanni  secondo 

D^  Bentivogli,  -prencife  giocondo 

Piu  ch'alatn  altro  in  qualsivoglia  etade,  35 

Prima  d  forse  con  sua  gran  bontade 
Pace  et  giustitia,  chc  manticne  il  mondo. 

Pria  di  Bologna  tenne  il  frincifato 
Poi  ci  illustrb  (tinnumeri  edifici 
Bt  ornamenti  (fetema  memoria;  40 

Hora  ct  accresce  fer  maggiore  ornato 
Navigi  et  forto,  santi  benefici 
Che  sono  alla  citta  con  trionfo  et  gloria. 

Et  tu  che  scrivi  historia, 
Ricordati  ch'egli  i  di  gran  frudenza,  45 

£t  sofra  ogni  altro  egU  h  di  grata  audiensa. 

Fu  fatta  questa  opera  del  Naviglio  de'  danari  pagati  dalli  drappieri  in  qnesto  modo,  che 
ogni  pezza  di  panno,  che  si  faceva  per  tre  anni,  se  era  di  70  in  su  pagava  soldi  10  et  di  70 
in  giii  soldi  5 ;  et  era  depositario  di  questi  danari  Francesco  Boccadiferro  et  Pietro  Lanarolo. 


[A.  1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  275 

Fu  quest'opera  del  Naviglio  per  alcun  tempo   usata,   ma  poi,  vedendo  esser  maggior  la 
spesa  che  il  guadagno,  per  cagione  delli  sostegni,  dove  bisognava  mantenerli  con  grandissima 
spesa,  fu  abbandonata;  et  cosi  si  cominci6  ad  andare  a  navicare  le  navi  a  Cortesella,  come 
anco  al  presente  si  fa. 
5  Gionge  la  sera  al  Bentivoglio   per   barca   una   degna  compagnia  di  signori  et  cavallieri 

mandati  dal  signor  Giovanni  Gonzaga  fratello  del  marcbese  di  Mantua  per  condurre  a  Mantua 
Laura  figliuola  del  signor  Giovanni  sua  sposa,  et  furono  questi:  II  conte  Giovanni  Pietro  da 
Nuvolara,  Giovanni  Pietro  de'  Gonzaga,  Ludovico  degl'Usberti,  Cristoforo  da  Castiglione,  Ales- 
sandro  de'  Gonzaga  Francesco  da  Sez?;a,  Baldino  Scaranfo,  Antonio  Scaranfo,  Eliseo  Berraggi, 

10  Francesco  da  Gazzo,  Francesco  Pavese,  Ludovico  da  NapoH  scalco.  Erano  in  tutti  120  persone. 
Giunti  al  Bentivoglio,  honoratamente  furono  ricevuti  da  Carlo  degl*Ingrati,  quivi  di  prima 
mandato  dal  signor  Giovanni  ad  apparecchiare  il  tutto  per  alloggiarli.  Poi  il  giomo  seguente 
per  nave  gionsero  al  Porto  Nuovo,  dove  si  trov6  Giovanni,  il  signore  di  Rimini  et  Annibale 
con  H  fratelli,  accompagnati  dalla  nobiM  della  citth  con  gentid'arme:  et  scesi  in  terra  sali- 

15  rono  a  cavallo,  et  con  le  trombe  andati  alla  piazza,  se  ne  passarono  al  palagio  di  Giovanni  ad 
alloggiare.  Furono  dalla  citt<\  fatti  molti  presenti  al  signor  Giovanni  per  questa  festa.  Poi 
il  giorno  seguente  con  gran  pompa  andarono  gli  ambasciatori,  accompagnati  da  Giovanni  et 
dal  signore  di  Rimini  et  figliuoli  et  da  gran  nobiltk,  ad  udire  la  messa  a  San  Petronio;  et 
doppo  il  desinare  et  il  restante  del  giomo  si  consum6  in  balli,  giuochi  et  allegrezza.     II  lunedi 

20  li  signori  antiani,  con  tutto  il  senato  et  li  detti  ambasciatori,'  andarono  alla  chiesa  di  san  Pe-       p.  jn 
tronio,  ove  si  fece  la  rappresentatione  della  Vita  di  8ant'Eu8tachio,  fatta  ad  instanza  di  Antonio 
Galeazzo   protonotario,  et  fu   bellissima   festa. 

II  martedi  seguente,  che  fu  alli  13,  ordinate  tutte  le  cose  per  condurre  la  sposa  a  Mantova, 
fatta  una   superbissima   coUatione,  la  sposa  chiese   licenza  al  padre   et  alla  madre;  la  quale 

-'3  ottenuta,  sali  sopra  un  bianco  cavallo  omato  di  panno  d'oro  ricchissimamente  addobbata  di 
panni  d'oro,  di  perle  et  di  pietre  pretiose,  essendole  dati  in  compagnia  insino  al  Porto  le 
infrascritte  gentildonne:  Lucretia  moglie  d'Anniba1e,  Isotta  Pepoli,  Giulia  Bentivogli,  Isabetta 
Barzellina,  Laura  de' Lignani,  Francesca  dal  Poggio.  Huomini  che  Taccompagnarono:  Anni- 
bale  et  Alessandro  fratelH  Bentivogli,  il  conte  Nicol6  Rangone,  il  signor  Gilberto  Pii,  il  conte 

3U  Guido  Pepoli,  i1  conte  Ercole  Bentivogli,  Salustio  Guidotti,  Alemanno  Bianchetti,  Alessandro 
da  Lignano,  Ercole  Felicini,  Galasso  da  Carpi,  Cristofano  dal  Poggio  secretario,  Petronio 
Ballacini  scalco.  Fu  1a  detta  sposa  condutta  per  la  piazza  et  poi  per  Galiera  al  Porto,  ov'era 
apparechiato  il  bucentoro.  Et  smontata  da  cavallo,  et  presa  licenza  dalle  gentildonne,  si 
parti  con  Annibale  et  con  graltri  gentilhuomini,  che  erano  in  tutto  130,  et  con  esso  lei  pas- 

35  sarono  a  Mantova  con  gran  trionfo. 

Intendendo  il  signor  Giovanni  che  il  signor  Giovanni  Sforza  signor  di  Pesaro  haveva 
pigliato  per  moglie  Lucretia  figliola  di  PP.  Alessandro,  mand6  a  presentargli  per  Vincenzo 
Budriolo,  fu  alli  19,  una  pace  di  argento  di  valore  di  300  ducati. 

Ferdinando  re  di  Napoli  muore,  et  Alfonso  il  figliolo  secondo  di  questo  nome  k  salutato 

4U  re.  II  che  da  Giovanni  inteso,  tosto  vi  mand6  Cristofano  dal  Poggio  a  condolersi  della  morte 
del  re  suo  padre,  et  poi  a  rallegrarsi  della  sua  felice  assontione. 

AUi  9  di  febbraro  si  parte  da  Bologna  il  signor  di  Rimini  con  la  sua  consorte  Violante, 
et  pa886  a  Rimini. 

Finito  il  camevale  con  feste  et  giuochi,  il  senato  fa  ristorare  le  fosse  della  cittJi,  le  quali 

15  per  la  maggior  parte  erano  riempiute  di  terra;  laonde  ne  consignarono  alli  communi  la  parte 

loro.     Kt  cosl  alli  3  di  marzo  si  cominciorao  a  cavare   allargandole  di  piii  che  non  erano. 

II  signor  Marco  de'  Pii  muore,  padre  del  signor  Gilberto;  fu  alli  22   suddetto.     Per  11 

che  Giovanni  raand6  al  suo  genero  Carlo  Tngrati  a  condolersi  della  morte  del  suo  padre:  era 

vestito  di  negro  con  tutta  la  sua  compagnia. 


1-4.  Hel  margi*e  srms/ro  fostilla  a  stampa  (sei  lineette):   Canale   Navllio   condotto  in    Bologna   a  spese   de' 
drappieri   —   5-8.  segno  d'attenxio>te  nel  margine  siHtstro 


37^  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i494| 


Glunge  a  Bolopna  Giovanni  cardinale  franceite,  ch*era  abbate  dl  San  Dionisio  et  oratore 
del  re  di  Francia,  uno  delli  1 2  creati  da  papa  Alewandro  nella  «econda  creatione,  che  andava 
a  Roma  per  il  capello.  Fu  alli  7  di  aprile  et  fu  dalla  nobiltk  della  cittk  incontrato  alla 
porta  di  San  Felice  insleme  con  Giovanni  et  U  mapstrati;  allopgib  nel  palazzo  de'  signori; 
haveva  in  aua  compagnla  30  cavalli.  Tl  giorno  seguente  p&mb  alla  Madonna  del  montc  il  5 
detto  cardinale  accompacfnato  da  tutti  li  magirtrati  et  nobiltk  et  deninb  quivi;  et  dopo  il 
deainare  si  partl  per  Roma.  Et  il  senato  pH  fece  provedere  di  ogni  coaa,  mentre  paas6  aul 
territorio  di  Bologna. 

E  da  sapere  in  qucsto  Inogo  come  Carlo  ottavo  re  di  Franza,  parendogli  havere  giurisdi- 
tione  nel  reame   di    Napoli  per  successione   del  re   Rainerio,   ancora   sendor^li  p>er8ua80   da  10 
Lodovico  Sforza  duca  di  Milano,  deliberb  di  passare  sopra  NapoH,  et  d'indi  cacciare  Alfonso 
nuovo  re  saUitato.     Et  havendo  dato  ordine  al  suo  disegno,  mand6  un  ambasciatore  al  senato 
di  Bologna  a  chiederlt  il  passo  per  potere  liberamente  passare  a  tale  impresa,  che  fu  alH  27 
di  aprile,  con  tutto  il  suo  essercito.     Fu  risposto  airambasciatore,  che  questa  cosa  non   ap- 
parteneva  loro,  ma  al  pontefice,  per  esser  suoi  sudditi;  et  condotto  dal  vicelegato  chc  ter.eva  15 
/  jis       il  luofjo  del  'papa,  gli  fu  IMstesso  risposto.    Partissi  Vambasciatore  francese  con  questa  risposta- 
Ora  sendo   fatto  intendere  la  petitione   del  re   di   Francia  dal  senato   et  dal   luogotenentc 
al  pontefice,  egH  a  modo  niuno  si  contentb  se  gli  concedesse  il  passo;  et   perci6  scrisse  a 
Giovanni,  sapendo  che  il  tutto  da  lui  dipendeva,  che  volesse  star  saldo  et  fermo,  perchfe  egli 
era  per  farli  cosa  molto  grata;  et  che  non  dubitasse  di  patirne  cosa  alcuna,  perciochfe  egli  2it 
era  confederato  con  il  re  di  Napoli,  con  i  Fiorentini  et  con  li  signori  della  Romagna,   con 
tal  ordine,  che  sarebbero  sufficienti  non  solamente   da   difendersi   dal   re  di   Francia  et  dal 
duca  di  Milano,  ma  anco  da  combattere  con  loro  et  di  superarli.     Et  acciochfe  pid  animosa- 
mente  Giovanni  stesse  saldo  in  questa  opinione,  gli  mand6  le  bolle,   come   !e   prometteva  il 
capel  rosso  per  Antonio  Galeazzo  i1  figliuolo,  et  lo  dichiarava  cardinale  con  patto  per6  ch'egli  25 
stesse  fermo  contro  il  re  di  Francia,  et   caso  che  egli  si  mutasse  d'opinione,  non  voleva 
che  le  dette  boUe  havessero  effetto  alcuno.     Iiitesa  Giovanni  la  volontk  del  papa,  et  riccvute 
le  bolle  del  cardinalato,  temendo  il  senato  di  qualche  male,   fecero   consiglio   di   provedere 
alle  cose  della  cittk  di  quanto  era  necessario,  acciochfe  non  vi  si  trapponesse  qualche  disor- 
dine.     Et  cosl  fecero  fare  le  rivellini  fuore  la  porta  di  San  Felice,  di  San  Mamolo,  di  stri  30 
Castiglioni,  di  strJi  San  Stefano,  di  strh  San  Donato,  a  maggior  sicurezza  della  cittJl. 

Alli  30  del  detto,  mentre  si  fortifica  la  citth,  giunge  in  Bologna  la  signora  Isabella  consorte 
del  marchese  di  Mantua  vestita  di  negro  per  la  morte  del  re  Femando,  la  quale  veniva  dal 
Loreto.  Fu  da  Giovanni  padre  et  da'  figloli  et  da  molti  gentilhuomini  incontrata;  alloggi6  nel 
palaggio  del  signor  Giovanni.  35 

La  mattina  segente,  che  fu  il  primo  di  maggio,  ella  fu  condotta  da  Ginevra  et  da  moltc 
altre  gentildonne  ad  udir  la  messa  in  San  Petronio;  et  finita,  ella  usci  dal  tempio  et  si  ferm6  su 
le  scale  avanti  la  chiesa,  et  volle  vedere  Tentrata  del  nuovo  gonfalloniere  di  giustitia  con  li 
signori  antiani  al  palagio,  et  di  poi  1a  mostra  de'  soldati;  di  che  ella  ne  prese  gran  piacere. 
II  dopo  desinare  fu  condotta  dal  signor  Giovanni  a  San  Domenico  a  visitare  la  sepoltura  40 
di  detto  santo  et  poi  a  San  Francesco  ed  alli  tilatoi,  di  che  rimasc  maravigliosa  et  stupefatta, 
vedendo  tanto  gran  magistero;  poi  il  3  dl  di  maggio  si  parti. 

Li  frati  di  San  Francesco  alli  17  di  maggio  fanno  il  loro  capitolo  generale  in  Boiogna; 
furono  frati  476. 

Avvisato  il  senato   che   Carlo  si  era  posto  a  ordine    per  passare   in  Italia  et   andare  a  45 
Napoli,  pensava  a  tutte  le  cose  per  provedere  alla  salvezza  della  cittk  et  del  suo  territorio; 
laonde  fece  fare  li  palancati  intomo  le  castella  et  cavare  le  fosse,  et  fornire  di  ogni  cosa  neces- 
saria  le  rocche  per  difendersi  et  offendere ;  et  f ra  graltri  giudicando  essi  il  castel  di  Arzele 
esser  molto  debole,  vi  fecero  fare  quattro  bastioni,  uno  per  ciaFcui  o  angoio,  et  il  fortificarono. 

Di  nnovo  il  re  di  Francia  manda  a   chiedere   al   senato   il   passo;   et  gli  6   conceduto  50 


lA.  1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  277 

a  suasione  del  signor  Ludovico  Sforza   governatore  del  duca  di  Milano,   temendo  il  senato 
di  patir  peggio  se  lo  negavano. 

Conceduto  il  passo  liberamente  al  re,  parve  al  signor  Ludovico  per  maggior  fermezza 
delia  cosa  di  mandare  a  Bologna  Guido  Antonio  arcivescovo  di  Milano;  il  quale  alli  21  di 
5  giugno  con  bellissima  compagnia  giunse  in  Bologna.  AUoggio  nel  vescovato,  et  fu  presentato 
dal  senato  di  farina,  vino,  spelta,  fieno,  cera,  vitelli  et  altre  simili  cose:  et  alli  23  quattro 
senatori  con  li  macieri  avanti  il  condussero  in  palagio,  perclie  volle  visitare  gli  signori  antiani 
con  tutto  il  senato,  et  salutati  da  parte  del  duca  di  Milano,  gli  essortb  ad  esser  costanti  nella 
data  fede  all'ambasciatore  del  re  di  Francia;   et '  liavuto  di  nuovo   buone   provisioni,  se  ne       p- 3'6 

10  ritorn6  al  vescovato,  dove  stette  insino  alli  19  d'agosto.  Et  poi  passb  al  convento  di  san  Fran- 
cesco,  perch^  nel  vescovato  si  aspettava  il  patriarcha  fratello  di  Giuliano  dalla  Rovere  cardinale 
vescovo  di  Bologna;  ma  poi  non  venne  et  cosi  Tarcivescovo  di  nuovo  venne  ad  habitare  nel 
vescovato,  dove  stette  insino  al  secondo  gionio  dinovembre;  poi  si  parti. 

AUi  28  di  giugno  gionse  nel  territorio  di  Bologna  il  conte  Guido  Gonzaga  conduttiero 

15  del  conte  di  Pittigliano  capitano  della  Chiesa  con  due  squadre  di  gente  d'armi  per  passare 
in  Romagna. 

Era  gik  venuto  il  re  in  Italia  con  Tessercito,  et  haveva  cominciato  a  mandare  avanti 
li  soldati;  et  alli  3  di  agosto  vennero  nel  territorio  di  Bologna  45  squadre  di  cavalli  bardati, 
parte  del  re  di  Francia  et  parte  italiani  del  duca  di  Milano.    Alloggiarono  fuore  della  porta 

20  di  strk  San  Vitale;  laonde  tutto  il  popolo,  pigliando  Tarme,  andarono  al  palagio  del  signor  Gio- 
vanni  et  stettero  quivi  vigilanti,  temendo  di  qualche  novitk.  La  mattina  seguente  si  partirono 
et.  passarono  alla  Centonara  et  poi  a  Cantalovo  del  territorio  d'Imola;  et  andati  li  saccomani 
a  pigliare  strame  per  li  cavalli  ad  una  cassina  della  signora  di  Forli  et  d'Imola,  fece  dar 
segno  agrimolesi,  li  quali  uscendo  fuore  con  Tarme,  gli  tolsero  li  cavalli.     II  che  da'  soldati 

25  inteso,  trascorsero  ogni  cosa  saccheggiando  insino  alla  citta;  dove  fecero  grosso  bottino  di 
huomini  et  di  bestiami. 

AUi  27  detto  nuovaraente  giungono  nel  Bolognese  5U0  cavalU  bardati  francesi,  li  quali 
seguitarono  gU  altri,  passando  in  quello  d'ImoIa,  Poi  il  giorno  seguente  giunsero  900  cavalH 
francesi  fra  ballestrieri   et  schiopetlieri,  et  essi   parimente   seguitarono   gli  altri;   et  cosl  di 

30  mano  in  mano  ne  passarono  deglaltri  insino  alli  4  di  settembre ;  li  quali  f ra  tutti  furono  2000 

cavalli  fra  huomini  d'arme,  ballestrieri  et  schiopettieri  francesi,  beiie  ad  ordine  di  ogni  cosa. 

AIU  2  di  settembre  Ludovico  da  San  Pietro  senatore  muore;  et  in  suo  luogo  entra  Jero- 

nimo  il  figliolo  dottore  che  rinonti6  li  beneficl  et  il  protonotariato,  che  haveva,  al  suo  fratello. 

Occorre  in  questi  giorni  a  Castel  Franco  clie,  sendo  alli  2  settembre  alloggiati  alquanti 

35  Francesi  in  quella  hostaria,  et  dopo  Thavere  mangiato  vei>endo  con  Thoste  a  differenza  del  pa- 
gamento,  dopo  alcune  parole  in  francese,  cavando  Tarme  feri  nno  de'  delti  hosti.  Intendendo 
questo,  tre  fratelii  del  detto  hoste  corsero  qui  con  Tarme  et  uccisero  il  detto  francese;  dove 
che  levato  gran  romore,  vi  concorsero  molti  contadini  che  quivi  erano,  facendovisi  quel  giorno 
il  mercato,  ct  uccisero  5  altri  Francesi  et  li  Francesi  uccisero  tre  Italiani,  fra  i  quali  era  Lanzano 

40  huomo  d'arme  del  signor  Giovanni,  11  quale  fu  ammazzato  perch^,  vedendo  li  detti  Francesi 
con  li  Italiani  alle  mani,  fece  disegno  di  un  cavallo  de'  detti  Francesi  et  havendolo  pigliato 
per  saUrvi  sopra,  fu  percosso  da  un  francese  et  cadde  morto.  Mentre  che  era  questo  tumulto, 
sopragionse  il  signor  Gilberlo  Pii,  che  ne  veniva  da  Carpi,  et  trappostosi  in  questo  tumulto, 
li  parti  d'assieme,  ne  piu  oltre  si  pass^.     Fu  passato  ad  un  francese  il  capo  con  una  snetta, 

45  il  quale  non  istimando  la  ferita,  si  condusse  a  Bologna  con  il  detto  passadore.     Furono  sva- 
•  ligiati  detti  Francesi  dalli  contadini,  et  gli  furono  tolti  da  40  cavalli.     La  qual   cosa  inten- 
dendo  il  senato,  molto  gli  spiacque,  et  fecero  restituire  tutte  le  lor  robbe  et  cavalli. 

Mentre  che  passavano  tanti  soldati  et  che  erano  alle  confine  di  Bologna,  che  piii  oltre  non 
passavano  per  esser  Catherina  Sforza  signora  di  Forli  et  d'Imola  in  lega  con  il  papa,  il  re  di 

SO  NapoU  el  Fiorentini,  il'  signore  di  Faenza  contro  il  re  di  Francia  et  del  duca  di  Milano,  et  e»-       >.  sn 


278  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA-  14941 

wndo  venuto  in  Romajiim  51  signor  Ferandino  duca  di  Calabria  figHolo  del  re  di  NapoU  con 
OTOflso  esercito  di  00  squadre  di  gente  d'armi  et  OOtJO  lanti,  col  quale  era  Annibale  condut- 
tiero  de'  Fiorentini,  temeva  il  senato  di  qualche  disordine  nella  citti,  per  tanto  essercito: 
et  percib  ordinarono  buone  guardie  per  tutta  la  cittk,  ciofe  che  il  conte  NicoI6  Rangone  et 
Aleisandro  Bentivoglio  la  notte  con  le  genti  d'arme  cavalcassero  per  di  dentro  d'ogni  intorno  5 
delle  mura  della  cittk,  et  l'aitra  il  signor  Giiberto  coi.  Ermesse  Bentivogli.  Poi  il  signor  Gio- 
vanni  dimorava  nel  suo  palaggio,  havendo  cavalli  armati  et  pedoni  per  sua  guardia,  et  voleva 
che  Antonio  Galeazzo  andasse  ogni  notte  a  far  la  guardia  nel  palagio  de'  signori  et  che  Carlo 
degringrati  cavalcasse  con  una  banda  di  cavalli  et  buona  compagnia  di  fanti  per  la  citik, 
acciochfe  non  si  levasse  alcun  tumulto,  et  levandosi,  incontanente  il  quietassero.  Poi  ordin6  10 
che  Antonio  Scoffoni,  detto  dalle  Guaine,  et  Giovanni  Battista  Cavallina  coai  la  sera  come  la 
mattina  dovessero  esser  insieme  con  li  chiaveri  dalle  porte,  per  veder  serrare  et  aprire  et  calar 
giu  le  saracineflche ;  alli  quali  f ece  dare  per  loro  premio  25  ducati  per  ciascuno  dalla  camara. 

Intendendo  il  duca  di  Calabria,  che  era  a  Cesena,  easer  parte  deiressercito  del  re  Carlo 
passato  Bologna,  et  esser  nel  territorio  d'  Imola,  si  parti  per  venirli  ad  atfrontare ;  et  percib  1 3 
venne  a  Sant*Agatlia  nel  territorio  d'Imola.  11  clie  intendendo  Ubignino  et  il  conte  di  Goazza 
capitani  de'  Francesi  et  delle  genti  ducali,  conoscendo  non  esser  sufRciente  ad  aspettarlo,  si 
partl,  et  passb  a  Fossa  Taliolo  per  esser  in  luogo  forte  et  anche  per  potere  havere  vettovaglia 
per  aspettare  il  restante  deiresercito,  che  fu  alli  26  del  detto. 

Gionse  poi  Moiipensiero  capitano  deirantiguardia  dell'es8ercito  francese  con  gran  numero  20 
di  soldati  bene  a  ordine,  et  si  uni  con  ressercito  di  prima,  che  si  era   verso  il  Po   ritirato. 

Et  il  duca  di  Calabria,  intendendo  la  venuta  di  questo  capitano,  si  parti  da  Sant'Agata 
alli  10  di  ottobre  et  si  ritir6  vicino  Faenza.  Ora,  havendo  saputo  Monpensier,  che  il  duca  di 
Calabria  si  era  ritirato,  mand6  a  Bubano  et  a  Mordano  castella  della  signora  d'Imola,  et 
a  forza  le  pigli6,  dove  usarono  tanta  cnideltk  in  ogni  sesso,  che  peggio  non  havriano  li  Turchi  25 
fatto,  uccidendoli,  svergognandoli  et  conducendo  huomiui  et  donne  in  servitii,  et  ogni  cosa 
ponendo  a  sacco  et  a  fuoco;  fu  questo  alli  11  del  detto. 

Udendo  la  aignora  di  Forli  questa  crudeltk,  cominci6  a  temere  le  forze  loro,  laonde  si 
accord6  con  essi ;  per  il  che  fu  forzato  il  duca  di  Calabria  ritirarsi  a  Cesena. 

Alli  12  di  settembre,  havendo  Giovanni  Beiitivoglio  inteso  che  in  Miiano  si  ritrovava  Lucio  30 
Malvezzi   suo   nemico,   subito   scrisse  al   signor   Lodovico   Sforza   governatore   del   duca   di 
Milano,  lo  dovesse  cacciare  dal  suo  stato.     II  quale,  havuto  tale  awiso,  incontanente  lo  sfratto 
da  tutto  lo  stato;  poi  scrisse  a  Giovanni  Bentivogli  una  lettera  di  questo  tenore: 

Essetuio  la  dtspositione  nostra  inclinata  al  bene  et  honorc  del  magmfico  Giovanni  Benti- 
vogU  non  altramente  che  s^ei  ci  fosse  fratello  come  il  teniamo,  fer  lasciarli  ■piii  evidente  tc-  35 
stimonio  deWanimo  nostro,  oitre  che  habbiamo  liceniiato  da  noi  Lutio  Malvczzi,  fer  la  pre- 
sente  li  fromettiamo  di  non  ripigUarlo  ftu  ne  l'avi'cnire,  ne  tmfacciarsi  in  alcun  modo  di  veruno 
deUa  casa  de'  Malvezzi,  tth  lasciarU  cotidurrc  con  alcuno  coUegato  o  amico  nostro,  ne  hazcrc  da 
essi  alcun  favore  o  aiuto ;  et  oUre  questo  frontettiamo  di  ofcrare  che  il  rcverendissimo  car- 
dittale  Satiseveritto,  PiUustrissimo  Galeazzo  tiostro  genero  et  figUuolo  et  il  conte  di  Catama,  40 
et  U  aUri  fratelU  suoi  faranno  il  mcdesimo  dt  tton  tettere  alcuno  et  tton  imfacciarsi  di  essi, 
/.  its  '  tti  frestarU  alcutt  favore,  o  falese  o  secreto.  Et  in  testitnonio  di  qtusta  ttostra  frotnissionc 
sottoscriveremo  la  freseitte  di  ttostra  frofria  mano. 

Passa  airaltra  vita  il  patriarca  abbate  di  Nonantola  et  vescovo   di  Ferrara   fratello  del 
cardinale  di  San  Pietro  in  Vincola  nel  monastero  di  Santo   Stefano,  di  male  d^idropisia;  fu  45 
portato  alla  chiesa  di  san  Pielro  accompagnato  il  corpo  dal  senato,  et  poi  fu  portato  a  Fer- 
rara  al  suo  vescovato,  siccome  egli  vivendo  haveva  ordinato. 

AUi  16  detto  giunge  un  breve  del  papa  che  comanda  airarcivescovo  di  Milano  si  debba 
levar  via  di  Bologna  fra  termine  di  3  giorni  et  andar  fuori  del  territorio;  il  quale  alli  2  di 
novembre  si  partl.  50 


lA.  1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  279 

Massimiliano  eletto  imperatore  da'  Romani  dona  a  Giovanni  Bentivoglio  et  a'  suoi  figliuoli 
alcuni  degni  privilegi,  quali  egli  chiama  et  nomina  per  parenti  antichi.  Fra  gPaltri  privilegi 
crea  il  detto  Giovanni  et  suoi  figlioli  conti  Palatini  con  autoritk  di  legitimare  bastardi; 

Item  che  il  detto  con  Annibale  il  figliolo  possino  creare  cavallieri  et  dottori  in  qualunque 
5  facoltk; 

Che  Giovanni  con  tutti  li  suoi  figlioli  sieno  aggregati  nel  numero  delli  consiglieri  del 
Sacro  Imperio,  domestici,  familiari  et  comensali  continui  di  sua  maestk; 

Gli  concede  Taquila  imperiale  negra  et  coronata  di  oro  a  quartieri  con   la  sega,  et  col 
cimiero  dairaquila  predetta  sopra  l'elmo  et  scudo; 
10  Che  Giovanni  con  tutti  li  suoi  figlioli  siano  creati  nobili  conti  et  membri  del  Sacro  Romano 

Imperio,  con  potestk  et  facoltk  di  fare  et  far  fare  moneta  di  ogni  metallo  in  Bologna  et 
altrove,  ove  a  loro  piacera,  della  lor  slampa  e  cunio  nella  zecca  per  loro  ordinata  ad  essalta- 
zione  della  sua  famiglia  Bentivoglio. 

Appariscono  i  detti  privilegi  neirinfrascritta   bolla  sigillata  d'oro,   e  in  data  de'  19  ot- 
15  tobbre  di  quest'anno: 

"  Maximilianus  divina  favente  clementia  Romanorum  Rex  semper  Augustus,  Ungariae, 
"  Dalraatiae,  Greciae  etc.  Rex,  Archidux  Austriae,  Dux  Burgondiae,  Lotharingiae,  Brabantiae, 
"  Stiriae,  Carinthiae,  Carniolae,  Limburgiae,  Lutzemburgiae  et  Veldriae,  Comes  Flandriae  in 
"  Habspurg  Tirolis  Ferretis  in  Hiburg  Artesii  et  Burgundiae,  Palatinus  Haimoniae,  Holandiae, 

20  "  Zelandiae,  Namurci  et  Zustphaniae,  Marchio  Sacri  Romani  Imperii  et  Burgoviae,  Lantgravis 
"  Alsaciae,  Dominus  Friscae,  Marchiae,  Sclavonicae,  Portusnanonis,  Salmarum  et  Maclimae 
"  etc.  Nobili  nostro  et  imperii  sacri  fideli  dilecto  Joanni  Bentivolo  Bononiensi  Equiti  ac 
"  sacri  Lateranensis  Palatii,  Aulaeque  nostrae  et  Imperialis  Concistorii  Comiti  gratiam  re- 
"  giam  et  omne  bonum. 

25  "  Cum  omne  sacrae  celsitudinis  beneficium  laudi  tribuendum  existat,  id  tamen  apprime 

"  officiosum,  reique  publicae  conveniens,  expeditissimumque  esse  dignoscitur,  cum  subditos 
"  qui  morum  dexteritate,  virtutumque  gloria  prae  caeteris  commendantur,  condigno  aliquo 
"  honore,  dignitatisque  merito  exornat;  attendentes  itaque  praecipuas  insignes  virtutes  tuas, 
"  et  immensa  erga  nos  Sacrumque  Romanum  Imperium  devotionem,  te  memorandum   Joan- 

30  "  nem  Bentivolum  et  filium  tuum  Annibalem  primogenitum,  non  per  errorem  aut  improvide, 
"  sed  sano  Principum,  Comitum,  Baronum,  procerumque  nostrorum  et  Imperii  Sacri  fidelium 
"  dilectorum  accedente  consilio,  motu  proprio,  ex  certa  nostra  scientia  et  ex  regalis  nostrae 
"  plenitudiiie  potestatis,  Sacri  Lateranensis  Palatii,  Aulaeque  nostrae  et  Imperialis  Consistorii 
"  Comites  facimus,  creamus,  erigimus,  nobilitamus,  attoUimus  et  auctoritate  nostra  regali  gratio- ' 

35   "  sius  insignimus  decernentes  et  hoc  regali  statuentes  edicto:  quod  tu  et  filius  tuus  Hannibal 
"  primogeiiitus  ex  nunc  in  antea  omnibus  privilegiis,  iuribus,  immunitatibus,  honoribus,  consue- 
"  tudinibus  et  libertatibus  frui  debeatis  et  gaudere,  quibus  caeteri  Sacri  LateVanensis  Palatii       p.  j-v 
"  Comites  hactenus  freti  sunt  ac  potiuntur  quomodoHbet  consuetudine  vel  de  iure.     Valeatis 
"  etiam  et  possitis  ubicumque  locorum  per  Sacrum  Romanum  Imperium,  et  ubilibet  locorum 

40  "  et  terrarum  facere,  creare  et  ordinare  notarios  publicos  seu  tabelliones  et  iudices  ordina- 
"  rios,  et  universis  personis,  quae  fide  dignae,  habiles  et  idoneae  sunt,  notariatus,  seu  tabel- 
"  lionatus,  ordinarii  oSicium  concedere  et  dare,  ac  eos  et  eorum  quemlibet  authoritate  regali 
"  de  praedictis  per  pennam  et  calamarium  ac  annuli  sive  bireti  traditionem,  aliasque,  ut  moris 
"  est,  investire,  dum  tamen  ad  practicam  et  executionem  eiusdem   oflicii  habiles   et  idoneoa 

45  "  inveneritis,  super  quo  vestras  conscientias  oneramus:  dummodo  tamen  ab  ipsis  notariis  pu- 
"  blicis,  seu  tabeliionibus  et  iudicibus  ordinariis  per  vos  et  quemlibet  vestrum  fiendis  et  or- 
*  dinandis  ut  permittitur,  et  eorum  qualibet  vice  et  nomine  Sacri  Imperii  et  pro  ipso  Romano 


4-33.  Item....  L«teranensis]  uh  i*gno  a  ftnna  nel  margint  sinis/re 


280  IBSTOKIA  Dl  BOLOGNA  (a.  t494| 


*Iinp<>rio,  debitum  fidelitatis  recipiatis  corporale,  et  proprium  iuramentum   in  hunc  modum 

•  videlicet:  quod  enint  nobis  et  Sacro  Romano  Imperio  et  omnibus  successoribns  nostris 

•  Romanorum   Imperatoribus  et  Regibua   legitime  intrantibu»  tideles,  nec  unquam  erunt  in 

•  consiiio  ubi  r.ostrum  periculum  tractetur,  sed  bonum  nostrum  et  salutem  nostram  defendent 

•  et  promovebunt,  damna  nostra  pro  sua  possibilitute  evitabunt  et  avcrtent.     Praeterea   tam     5 

•  publica  quam  privata  instrumenta,  ullimas  voluniates,  codicillos,  testamenta,  quaecumque 

•  iudiciorum  acta,  ac   omnia  et  singula,   quae   illis  et   cuilibet   ip8orum   ex  debito   dictorum 

•  officiorum  facienda  occurrerint,  vel  scribenda  iuste,  pure,  tideliter,  omni  simulatione,   ma- 

•  chinatione,  falsitate  et  dolo  remotis,  scribent,  legent  et  facient,  non  attendendo  odium,  me- 

•  tum,  pecuniam,  munera,  aut  favores  vel  alias  passiones.     Scripturas  vero,  quas  debebunt  in  10 

•  publicam  formam  redigere,  in  membranis  mundia,  non  in  cartis  abrasis,  neque  papireis  tide- 

•  liter  conscribent,  legent  et  facient,  causasque  hcspitaiium  et  miserabilium  personarum,  nec 
'  non  pontes  et  stratas  publicas  promovebunt:  sententias  et  dicta  testium  donec  publicata 
•fueriiitsub  secreto   fideliter  retinebuni,   ac  omnia  alia  et  singula  recte   et  iuste  facient, 
*quae  ad  dicta  otlicia  quomodolibet  pertiiiebunt  consuetudine,  vel  de  iure;  quodque  huiusmodi  15 
"  notarii  publici,  tabelliones  et  iudices  ordinarii  per  vos  seu  alterum   vestrum  creandi  et 

•  tiendi  possint  per  totiim  Romanum  Imperium,  et  ubiiibet  locorum  et  terranmj  facere,  con- 
"scribere   et   publicare   contractus,   instrumenta,   iudicia,   testamenta  et   ultimas   voluntates; 

•  decreta  et   authoritates  interponere  in   quibuscumque  contractibus  requirentibus  iilas,   vel 

"  illa,  ac  omnia  et  singula  alia   facere,  publicare   et   exercere,  quae  ad  officium  notarii   pu-  20 

•  blici,  seu  tabellionis  et  iudicis  ordinarii,  pertinere  et  spectare  noscuntiu:. 

*  Insuper  eadem  regali  authoritate  praedicta,  ex  certa  scientia,  motuque  simili  tibi  et  filio 
"  tuo  Hannibali  primogenito  in  solidum  concedimus  et  largimur  quod  possitis  et  vaieatis,  et 
"  unusquisque  veslrum  possit  et  valeat,  laturales,  bastardos,  spurios,  manseres,  nothos,  incestuosos 
"  copulative,  aut  disiunctive,  et  quoscumque  alios  ex  illicito  et  damnato  coitu  procreatos  tani  25 

•  presentes,  quam  absentes,  viveniibus  vel  etiam  mortuis  eorum  pareiitibus,  legitimare,  illustrium 
"  tamen  Principum,  Comitum,  Baronum,  nobiliumque  tiliis  dumtaxat  exceptis,  et  eos  ad  omnia 
"iura  legitima  restituere  et   reducere,  omnemque   geniturae  maculam  penitus  abclere,  ipsos      M 
•restituendo  ad  omnia  et  singula  iura   successionum  etiam  ab   intestato   cognatorum,   bono-      " 
"  rum,  honorum  digi.itates  et  ad  singulos  aclus  legitimos,  ac  si  essent  de  legitimo  matrimonio  30 

"  procreati,  dummodo  legitimationes  huiusmodi  per  vos   fiendae,  ut  permittitur,  non  praeiu- 

"  dicent  liliis  legitimis;  legitimandi  cxmi  legitimia  aequis  portionibus  suis  succedart  parentibus 

"  et  agnatis,  non  obstantibus  in  praedictis  ahquibus  legibus  et  constitutionibus,  quibus  cavetur 

fi.  ji"       "  ut  naturales,  bastardi,  spurii,  incestuosi,  co'puiative  sive  disiunctive,  vel  alii  quicumque  de 

"  illicito  coitu  procreati  vel  procreandi  non  possint,  nec  debeant  legitimari  sine  consensu  et  35 

"  voluntate  tiliorum  naturalium  et  iegitimorum,  quibus  legibus  et  constitutionibus,  et  cuilibet 

*    "  ipsanim,  volumus  expresse  de   nostra   certa  scientia   derogari,  et  etiam  ron  obstantibus   in 

•praedictis   quibuscumque   aliis  legibus    et   constitutionibus    quibuscumque   et   quascumque 

•  clausulas  derogatorias  habentibus,  etiam  si  tales   essent  quae   deberent   exprimi   et   de  eis 

"  tieri  mentio  specialis  et  expressa.     Quibus  obstantibus  vel  obstare  quomodoiibet  valentibus,  40 
•in  hoc  casu,  dumtaxat  ex  certa  scientia,  et  de  plenitudine  nostrae  regalis  potestatis  ratio- 

•  nabiliter  derogamus  et  derogatum  esse  volumus  per  praesentes. 

"  Praeterea  singularibus  gratiarum  donis  quibus  te,  Joannes  Bentivole,  aliis  munificum  red- 
«  dere  volumus  et  acceptum  ornare  cupientes,  tibi  praefatoque  filio  tuo  Hannibali  primogenito 
'  ut  quinquaginta  dumtaxat  per  quoslibet  vestrum,  qui  ea  digni  censeantur  auctoritate,  in  au-  43 

•  ratorum  equitum  seu  militum  niunerum  putabitis  adscribendos,  eos  auctoritate  nostra  regali 

•  adscribere,  creare  et  constituere  ubilibet  locorum  et  terrarum  vobis  et  cuilibet  vestrum  li- 
"  ceat,  plenam  auctoritatem  et  potestatem  concedimus  et  impertimus,  si,  ut  consuetudinis  est, 

•  iidem  se  eos  futuros  poUicebuntur,  qui  normam  religionemque  equitum,  seu  militum,  fide  et 

•  constantia  sint  observaturi.  50 


I 


[A.  1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  281 

"  Decernentes  ex  nunc,  et  hoc  regali  statuentes  edicto,  quod  equites,  seu  milites,  huiusmodi 
"  per  vos  seu  alterum  vestrum  creati  et  instituti  deinde  ubicumque  locorum  et  terrarum  omni- 
"  bus  et  singulis  exercitiis  ac  studiis  et  militaribus  artibus,  honoribus,  officiis,  iuribus,  insigniis, 

*  privilegiis,   prerogativis   et   gratiis   tam   realibus,    quam   personalibus,   sive  mixtis,  uti,    frui 
5  "  possint  et  debeant   atque   gaudere,   quibus    caeteri   nostri   et    Imperii  equites,   seu   milites, 

*  utuntur,  fruuntur  et  gaudent,  quomodolibet  consuetudine,  aut  de  iure,  perinde  ac  si  a  nobis, 
"  vel  successoribus  nostris  essent  creati  vel  constituti.  Quin  etiam  volumus  ut  tu,  Joannes, 
"  et  Annibal  tilius  tuus  primogenitus  ut  supra  pro  voluntate  possitis,  et  unusquisque  vestrum 
"  possit,  quinquaginta  dumtaxat  homines  doctrinis  et  literis  excultos,  sive  ad  iura  civilia,  sive 

10  "  ad  artes,  vel  poesim,  sive  ad  medicinas  se  contulerint,  doctoratus  dignitate  et  cingulo, 
"  laureaeque  coronae  decoralione  ubique  locorum  ornare  et  creare;  verum  sub  ea  conditione 
"  ut  viri  tres  eisdem  literarum  ac  disciplinarum  generibus  imbuti  adsint,  quoad  tieri  possit, 
'  qui  loco  testium  habeantur,  alioquin  per  vos  ipsos  dumtaxat  facere   possitis.     Hanc  autem 

*  doctorum  et  poetarum  creationem  et  decorationem  iis  conditionibus,   de   quibus   in  confi- 
15   "ciendis  creandisque  a  vobis    equitibus   supra  diximus,  intelligi   volumus;    dum    tamen  ipsis 

"  doctoratis  et  approbatis  sive  doctorandis  et  approbandis  ad  huiusmodi  dignitates  vos  praeio- 
"  minati  in  solidum,  ut  supra,  auctoritatem  interponendo  doctoratus  et  poetarum  insignia  per 
"annuli  subarrationem,  birreti  ac  laureae  coronae  impositionem,  et  libri  professionis  tradi- 
"  tionem  singula  singulis  debite  et  congrue  referendo  et  adaptando,  veluti  Sacri  Palatii  nostri 

20  "  et  Imperii  comites  conferatis  ilHs  tradendo  et  conferendo  auctoritate  nostra  regia  potestatem 
"  et  auctoritatem  legendi,  docendi,  glossendi,  componendi  et  interpretandi  auctores  et  decreta 
"  interponendi  et  prestandi  et  caeteros  alios  actus  doctorales  et  poeticos  f aciendi,  exercendi 
'  et  agitandi  in  omnibus  terris  et  locis.  Qui  doctores,  seu  poetae,  a  vobis  et  a  vestrum 
"  quolibet  ut  supra  in  solidum  creati,  ordinati  et  decorati,  et  quilibet  ipsorum  ea  omnia  iura, 

25  "  privilegia,  immunitates,  exemptiones,   honores,  dignitates  et  praeminentias  habeant   de   eis 
"uti  et  gaudere  ac  perfrui  valeant  quas  haheat   et   quibus  utuntur,   gaudent  et  perfruuntur 
"  ac  in  posterum  potientur  doctorati,  sive  doctorandi,  Bononiae,  Paduae,  Papiae,  Perusii,  Pisis, 
"  Parisiis,  Viennae,  Coloniae  ac  Friburgi,  non  obstantibus  quibus'cumque  legibus,  constitutio-       p.  su 
'  nibus,  canonibus,  aut  statutis,  provisionibus,  rescriptis,  priviiegiis,  beneticiis,  exemptionibus, 

30  'gratiis,  indultis,  praerogativis,  reformationibus,  potestatibusque  quocumque  nomine  cen- 
"seantur  et  cuiuscumque  vigoris  et  munitionis  existant  factis  seu  faciendis  tam  per  nos 
'  quam  successores  nostros,  vel  per  quoscumque  Principes,  Duces,  Marchiones,  Comites,  uni- 
"  versitates,  collegia  doctorum,  ac  poetarum  vel  alios  dominos  seu  potestates  vel  regentes,  vel 
"  per  civitatem,  vel  rectores  eius,  vel  officiaies,  generis  vel  conditionis  cuiuscumque,  vel  quo- 

35  '  cumque  locorum,  vel  terrarum,  sub  quibuscumque  clausulis,  vel  expressione  verborum,  etiam 
"  si  essent  talia  de  quibus  de  verbo  ad  verbum  necesse  esaet  hic  fieri  specialis  mentio,  in 
'  contrarium  facientibus;  quibus  omnibus  et  singulis,  ex  certa  nostra  scientia,  animo  delibe- 
"  rato,  motu  proprio,  ac  de  plenitudine  nostrae  regalis  potestatis  derogamus  et  derogatum  esse 
'  volumus   per  praesentes,  ac  si  omnibus  et  aingulis  hic  in  presenti   indulto  fieret  de  verbo 

40  '  ad  verbum  mentio  specialis  et  singularis  et  expressa. 

'  Verum  ut  quanto  te  et  familiam  tuam  honore  prosequamur  intelligas,  primum  te  ipsum 
"  Annibalem  in  omni  dote  praestantem,  Antonium  Galeazzum  prothonotarium  apostolicum  rectis- 
"  simis  studiis  atque  optimis  artibus  praeditum,  Alexandrum,  atque   Hermetem,  qui  in  quam 

*  frugem  evasuri  sint  maxima  a  pueris  dederunt  documenta,  liberos  tuos  nequaquam  extra  ma- 
I  *  trimonium  natos,  consiliarios  ac  familiares  nostros  et  successores  nosiros  conimensales  conti- 

"  nuos  et  domesticos  palatii  nostri  eligimus  et  assumimus  aliorumque  talium  numero  et  caetui 
"  praesentibus  aggregamus  et  ponimus.  Quod  si  consilio  vestro  uti  poterimus  nobis  iucundia- 
'  simum  erit;  sintque  insuper  ea  vobis  commoda,  atque  utilitates,  quae  illis  existunt,  qui  apud 
'  nos  consiliariorum  et  commensalium,  familiarumque,  gravitatem  obtinent,  volentes  et  decernen- 
pO  '  tes  etiam  quod  tam  in  curia  nostra,  quam  extra  ubicumque  locorum  et  terrarum  omnibus  et 


282  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  1494] 


'^  sini^uHg  privilegiis,  libertatibus,  immunitatibus,  honoribus,  gratiu,  praeminentiis,  ezemptioni- 

*  bufl  et  induitiR  gaudere  et  |>erfrui  debeatlH,  quibus  caeteri  consiliarii,  familiares  Imperii  et 
"  commensales  nostrae  regalis  Aulae  et  iiostrorum  successorum  potiuntur  et  gaudent,  seu  po- 
"  tientur  et  gaudebunt  in  futurum  quolibet  iure,  vel  consuetudine. 

"  Nec  ea  re  coiitenti  sumus,  quin  ut  signum  illud  cuius  dignitate  domus  vestra  omata  est     5 
"  et  hactenus  detulistis,  scutum  scilicet  rubri  et  aurei  coloris  septem  serratis  dentibus  hinc  inde 
"  per  transversum  intertextis,  reformandum,  iiinovaiidum  et  meliorandum  duximus,  ac  reforma- 
"  mus,  innovamuR  et  praesentium  tenore  melioramus,  et  ut  nunc  et  in  perpetuum  Imperialem 
'  Aquilam  nigri  coloris  in  aureo  campo  alis  apertis,  serraque  per  utramque  alam  septem  distincta 
"  auri  et  rubri  coloris  dentium  per  transversum  iiitertextorum,  cuivis  Aquilae  capiti  corona  aurea  10 
"  insistat  quadratis  prioris  scuti  vestri  ad  rectam  partibus,  cuius  quidcm  scuti  summo  imposita 
"  galea  nigri  et  aurei  coloris  phaleris,  ac  aurea  corona  decoratum  praenomioatae  formae  Aqui- 
"  lam  pro  cono  sustineat,  prout  in  medio  picturae  ministerio  artificis  clarius  cernitur  figuratum 
"  in  signum  iiostrae  nobilitatis  pro  vestro  arbitrio,  sive  rem  militarem  exercebitis,  sive  in  rem 
"  pubUcam  vos  conferetis,  ubique  locorum  et  terrarum,  quocumque  in  actu  et  exercitio  vestro  15 
"  deferre  et  gestare,  ac  pingi  et  formari  facere  possitis  et  valeatis  contradictione  et  impedi- 
"  mento  cessantibus  quibuscumque,  authoritate  nostra  regali  donamus  tibi  praefato  Joanni  Ben- 
"  tivolo  et  tiliis  descendentibusque  tuis  legitimis  et  naturalibus,  et  elargimur  p>er  praesentes. 

"Caeterum  ut  tu,  Joannes  Bentivole,  uberrimos  regaiis  beneficentiae  fructus  ex  tuis  virtutibus 
"  et  meritis  intelligas  percepisse,  te  et  supradictos  filios  tuos,  ex  certa  nostra  scientia,  non  per  iO 
"  errorem  aut  improvide,  sed  sano  Principum,  Comitum,  Baronum,  procerumque  nostrorum 
f.jji  "et  Imperii'  Sacri  fidelium  dilectorum  accedente  consilio,  motuque  proprio  et  regalis  pote- 
"  statis  plenitudine,  in  praecipuos  Nobiles  et  Sacri  Romani  Imperii  membra  elevavimus,  erexi- 
"  mus,  sublimavimus,  creavimus  atque  nobilitavimus,  prout  elevamus,  erigimus,  creamus  et 
"sublimamus,  decernentes,  et  hoc  regali  statuentes  edicto:  quod  vos  ut  veri  et  praecipue  25 
"  Sacri  Imperii    nobiles   et   membra   omni   dignitale,   nobilitate,   iure,   potestate,   libertate   et 

*  honore  gaudere  possitis  et  frui,  quibus  alii  Sacri  Romani  Imperii  praecipue  nobiles,  hactenus 
"  freti  sunt  et  quotidie  potiuntur  consuetudine,  vel  de  iure. 

"  Damus  quoque  et  concedimus  tibi  et  filiis  tuis  supradictis  potestatem  et  omnimodam 
"  facultatem  cudendi,  et  seu  cudi  faciendi,  monetas  in  civitate  Bononiensi  stampae,  cui;ei,  30 
"  nominisque  vestri,  ubicumque  locorum  cum  omnibus  iuribus,  privilegiis,  praemirentiis,  exem- 
"  ptionibus,  praerogativis,  immunitatibus,  quibus  alii  tales  fabricatores  et  magistri  monetarii 
"  in  Imperialibus  fabricis  ac  zecchis  utuntur  et  fruuntur.  Et  quos  in  fabricatores  monetae 
"  a  vobis  designandae  cuiuscumque  metalli  in  zecca  per  vos  deputanda  ubicumque  volueritis 
"  ex  nunc  prout  ex  tunc,  et  ex  tunc  prout  ex  nunc,  illos  electos  et  deputatos  esse  volumus  35 
"  perinde  ac  si  a  nobis,  vel  successoribus  nostris,  essent  electi,  vel  depuiati.  Eo  tamen  pacto, 
"  quod  tale  privilegium  monetariorum  et  cudendi  moi.etas  a  Sacro  Imperio  in  feudum  reco- 
"  gnoscatis  ad  exaltationem  domus  vestrae  Bentivolae,  non  obstantibus  in  praedictis  omnibus 
"  et  singulis  aliquibus  legibus,  constitutionibus,  statutis,  ordinamentis,  reformationibus,  extra- 
"vagantibus,  provisionibus,  privilegiis,  rescriptis,  aut  consuetudinibus  in  contrarium  loquen-  40 
"  tibus,  aut  decretis,  vel  aliis  quibuscxmique,  tam  praesentibus,  quani  futuris  specialibus,  vel 
"  generalibus  in  contrarium  facieniibus.  Quibus  omnibus  et  singulis  in  quaiitum  huic  gratiae, 
"  concessioni,  constitutioni  et  decreto  obstarent,  quantum  ad  praesentem  concessionem  ex 
"  certa  nostra  scientia,  motu  proprio,  auctoritate  regali   et  de  nostrae  potestatis   plenitudine 

*  derogamus   et   derogatum    esse   volumus   per   praeseutes,   ac   si   specialiter,   singulariter   et  45 
"  expresse  cuncta  essent  enumerata. 

"  Nolens  insuper  hanc  gratianim  concessionem,  vel  indultum,  aut  privilegium,  nec  ali- 
"  quid  in  ea,  vel  in  eo  contenlum  et  descriptum  per  aliquam  revocationem,  annullationem,  vel 
"  suspensionem  simiiium  privilegiorum  generalem,  vel  specialem  nostrorum,  vel  successorum 
"  nostrorum,  TCvocatam,  aimullatam,  vel  suspensam  intelligi,  etiam  cum  clausula  derogatoria  50 


[A.  1494]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  283 

"  generali,  vel  speciali,  perinde  habeatur  istud  privilegium  ac  si  esset  in  corpore  iuris  clau- 
*  sum,  et  esset  etiam  iure  a  constitutione  concessum  ibi,  nostris  tamen  et  Imperii  Sacri  iuribus  in 
"  praemissis  omnibus  semper  salvis,  quibus  minime  per  praesentem  paginam  praeiudicari  volu- 
"  mus.  Gaudeas  igitur,  Joannes  Bentivole,  favore  regio,  ac  de  tantae  pietatis  munere  fausti  filii 
5  "  tui  praedicti  exultent,  et  tanto  fideliori  studio  erga  nostrum  et  Imperii  Sacri  honorem  ve- 
"  stra  semper  solidetur  intentio,  quanto  ampliori  praeventos  vos  conspicitis  munere  gratiarum. 

"  NuUi  ergo  omnino  communitatum,  universitatum,  collegiorum  et  civitatum  et  locorum 
"  liceat  hanc  nostrae  creationis,  largitionis,  concessionis,  indulti,  immunitatis,  privilegii,  dero- 
"  gationis  et  gratiae  paginam  infringere,  infirmare,  aut  quomodolibet  violare,  seu  quovis  ausu 
10  "temerario  contraire  in  iudicio,  vel  extra,  aut  contra  praedicta,  vel  aliquod  praedictorum 
"  quovis  modo  aut  ingenio  contrafacere,  vel  venire.  Si  quis  autem  contra  attentare  praesum- 
"pserit,  nostram  et  Imperii  Sacri  indignationem  gravissimam  et  poenam  centum  marcharum 
'  auri  piu-issimi,  toties  quoties  contrafactum  fuerit,  irremissibiliter  se  noverit  incursurum. 
"  Quarum  medietatem  fisco,  sive  aerario  nostro  regali,  reliquam  vero  partem  tibi,  Joanni,  vel 
15  "  praedictis  filiis,  descendentibusque  tuis  decernimus  et  sancimus  applicandam,  et  ex  nunc 
"  prout  ex  tunc,  et  ex  lunc  prout  ex  nunc  ipso  iure  vel  facto  applicamus  et  sancimus,  et  ap- 
"  plicatam  et  sancitam  'esse  voluojus  toties  quoties  harum  testimonio  literarum  sub  nostri  re-  p.  jtj 
"  galis  sigilli  appensione  munitarum. 

"  Datum  in  oppido  nostro   Antuerpiensi   decima  nona  die  mensis  octobris,  anno  Domini 
20  "  millesimo  quadringentesimo   nonagesimo   quarto,   regnorum  nostrorum  Romani   nono,   Un- 
"  gariae  vero  quinto  annis. 

"  Ad  mandatum  domini  Regis  in  consilio  Bertoldus  archiepiscopus  Mogutenensis  archi- 
"  cancellarius  „. 

Publicato  il  privilegio,  fece  Giovanni  mettere  a  ordine  di  far  stampare  monete  del  suo 

25  cunio.  In  Bologna  sono  stampati  li  ducati  d'oro,  con  monete  di  argento  con  la  effigie  di 
Giovanni  Bentivoglio  del  naturale,  da  un  lato  con  queste  lettere:  "  Joannes  Bhntivolus  II  Bo- 
"  NONiBNSis  „ ,  et  dairaltro  lato  vi  h  l'aquila  a  quarto  con  la  sega  et  con  il  cimiero  con  la  detta 
aquila  coronata  con  le  lettere  che  dicono:  "  Maximiliani  Imperatoris  munus  „.  Si  batterono 
anche  de'  quattrini,  dove   da  im   lato  era  san   Giovanni   Vangelista,   et   dairaltro  raquila  a 

30  quarto  con  la  sega.  Fece  poi  Giovanni  dipingere  la  detta  arma  sopra  la  pariete  della  sua 
torre,  et  in  altri  luoghi  del  suo  palagio  e  delia  citt^. 

Essendo  giimto  il  re  Carlo  al  Borgo  San  Donino  accompagnato  dal  signor  Lodovico 
Sforza,  hebbe  novelle  come  il  duca  Galeazzo  alli  20  d'ottobbre  a  Pavia  era  passato  airaltra 
vita;  per  il  che  ritornossi  egli  a  Milano,  et  fu  creato  duca  di  Milano,  et  coronato  nel  giomo 

35  di  san  Teodoro  martire.  Per  il  che  Giovanni  vi  mand6  Alessandro  il  figliolo  con  Mino  de' 
Russi,  Giovaniii  Francesco  Aldrovandi,  Ercole  Felicini,  Alessandro  da  Lignano  et  Giovanni 
Romeo  Barbazza  con  altri  cittadini  honorati,  che  in  tutto  furono  80  cavalli,  a  condolersi  della 
morte  del  nepote,  et  poi  a  congratularsi  della  ricevuta  dignitk.  II  quale  si  parti  alli  17  di  no- 
vembre,  per  passare  a  Milano;  dove  dal  nuovo  duca  fu  con  molto  honore  ricevuto  et  accarezzato. 

iO  Alli  2  di  novembre  il  conte  Guido  Torrello  sposa  Francesca  figliola  di  Giovanni,  la  quale 

fu  gik  moglie  del  signor  Galeotto  Manfredi  di  Faenza,  havendo  prima  deposto  il  protonotariato 
et  rinunciato  gli  benefici  ad  Antonio  Galeazzo  figliolo  di  Giovanni. 

Succedendo  le  cose  d'  Italia  con  gran  f avore  al  re  Carlo,  pa8s6  in  Toscana,  et  prese  al- 
quante  castella  de'  Fiorentini  a  forza,  dove  us6  gran  crudeltk.    II  che  intendendo  Pietro  figliolo 

45  del  magnifico  Lorenzo  de'  Medici,  temendo  le  forze  del  re,  Tand^  a  ritrovare  per  riconci- 
Harsi  seco,  et  li  diede  Pisa  con  Livomo,  con  le  fortezze  di  Sarzana  et  di  Sarzanello  et  Pietra 
Santa.     Riconciliato  con  il  re,  ritorn6  a  Fiorenza,  et  presentendo  questa  cosa  essere  odiosa 


I 


40-43.  s*fi$o  ePatttnxione  a  ftnna  nel  margine  siniitro 


284  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  |A.  I494i 


preMO  il  popolo,  temendo  percib  di  CHBerc  ammazzato,  si  partl  di  Fiorenza  insieme  con  Giu- 
liano  et  con  Giovanni  il  cardinale  suoi  fratelli,  et  vennero  a  Bolo^fna  »  dl  10  di  novembre; 
et  gionti  al  palazzo  di  Giovanni,  fulli  nonciato  che  Pietro  Medici  con  li  fratelli  erano  gionii. 
Meravigliatosi  Giovanni  di  n\  repentina  venutn,  tOBto  Bcese  le  scale,  et  gli  and6  ad  incontrare: 
et  fattoli  salire,  gli  diede  alloggiamento,  facendo  tosto  porre  a  ordine  quanto  facpva  bisogno.  5 
Et  addimaiidandoli  Giovanni  donde  cagionava  sl  repentina  vt-nuta,  rispoae  Pietro  ememi  partito 
di  Fiorenza  per  tema  di  essere  ucciso.  Allora  soggiunse  Giovanni:  "Poco  prudentemente  havete 
•  fatto,  o  Pietro,  perclife  non  fe  cosa  da  savio  ad  uscir  fuori  della  porta  per  voler  poi  entrare 
"  a  quel  luogo  Bopra  le  niura„.  Poi  ['essortb  ad  esser  di  buon  animo,  perchfe  n  provederebbe 
/.  j7/  ad  ogni  cosa,  et  sperava  che  egli  dovesse  honorata'mente  ritornare  in  Kiorenza.  Kiposati  al-  10 
quanto,  et  pentiti  di  quanto  fatto  havevano,  passarono  a  Venetia. 

Partitosi  Pietro,  come  h  detto,  di  Fiorenza,  li  Fiorentini  ne  corsero  tosto  a  porre  le  case 
de'  Medici  a  sacco,  et  poi  quasi  ad  una  voce  bandirno  ribelli  della  patria  li  tre  fratelli,  et 
gli  posero  taglia  dietro,  et  inoltre  levarono  di  tutta  Fiorenza  via  le  arme  loro,  et  posero  al- 
rincanto  le  gioie,  le  medaglie  d'oro  et  d'argento  et  di  bronzo,  et  le  statove,  et  libri  greci,  15 
et  latini,  et  tutte  quelle  segnalate  et  rare  cose  che  Cosmo,  Pietro  et  Lorenzo  haveva  prima 
radunate  da  varie  parti  del  mondo:  et  cosi  una  si  nobilisaima  et  gran  famiglia  in  cosi  fatta 
rovina  incorse. 

II  re  Carlo  in  questo  tempo  entra  in  Lucca,  et  d'indi  va  a  Pisa,  et  libera  i  Pisani  dnl 
giogo  de'  Fiorentini.  20 

Mentre  che  le  cose  di  Fiorenza  travagliavano,  giunsero  a  Bologna  gli  ambasciatori  de* 
Venetiani,  che  andavano  a  Milano  al  nuovo  duca  a  condolersi  deila  morte  del  nipote  et  poi 
a  rallegrarsi  della  sua  presa  dignitii;  erano  in  tutto  50  cavalli.  Et  il  scguente  giomo  visitarono 
il  senato  di  Bologna,  proferendogli  da  parte  delli  signori  Venetiani  ogwi  loro  potere  et  fa- 
vore;  poi  si  partirono.  -5 

Partitosi  il  re  Carlo  di  Pisa,  ne  pa8s6  a  Fiorenza,  dove  &  con  supremo  honore  ricevuto. 

Muore  il  conte  Giovanni  Pico  dalla  Mirandola,  il  quale  per  l'acutezza  del  suo  ingegno 
fu  chiamato  Fenice. 

Intendendo  Giovanni  Bentivogli  il  re  Carlo  esser  entrato  in  Fiorenza,  manda  Carlo  de- 
gl'  Ingrati  con  honorata  compagnia  a  f arli  a  suo  nome  riverenza ;  il  qoale  dal  re  fu  lietamente  30 
veduto  et  accarezzato. 

Essendo  sopragionto  il  verno,  il  conte  Gaiazza  et  il  signor  Galeotto  dalla  Mirandola, 
capitani  delle  genti  ducali,  si  partono  per  andare  alli  loro  alloggiamenti  a  Lombardia,  et 
passando  per  il  territorio  bolognese,  Annibale  Bentivoglio  Taccompagna  con  grande  honore  et 
magnificenza.  35 

II  re  Carlo  si  parte  di  Fiorenza  et  se  ne  va  per  Siena  verso  Viterbo,  et  per  molti  giori.i 
si  ferma  in  Bracciano.  Et  frattanto  il  papa,  che  vede  la  fortuna  essere  divenuta  francese,  si 
contenta  che  il  re  con  l^essercito  entri  iu  Roma;  et  vi  entro  di  notte,  et  fu  rultimo  di  di 
decembre. 

Nicol6  Dalmata,  o  da  Barri,  eccellentissimo  scultore,  che  era  venuto  ad  habitare  in  Bo-  40 
logna  insino  da  fanciullo,  muore  quest'anno.     Questi  nel  vero  si  poteva  agguagHare  a  Pras- 
sitele  antico  scultore;  fu  sepolto  nella  chiesa  de'  Celestini,  con  questi  versi: 

,^ui  vitam  saxis  dabat,  et  sfirantia  sigtta 

Coelo  formabat,  froh  dolorl  hic  sitns  est. 

JVuHC  te  Praxiteles,  Phidias,  Policlctns  adorant  43 

Miraturque  tuas,  o  Nicolae,  manus.  f 

Costui  diede  compimento  aireccellente  sepoUura  di  san  Domenico,  ove  fece  tante  belle 
figure  di   marmo,  che   oggidl  anche   sono   riputate   maravigliose.     Fece  anche   quella   tigura 


[AA.  1494-1495]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  285 


della  madonna,  che  e  nella  pariete  del  palazzo  delli  signori  antiani.  Fu  huomo  rustico  di  co- 
stumi,  et  senza  alcuna  humanita.  Non  si  curo  di  fare  neirarte  sua  alcun  discepolo;  anzi  sendo 
vicino  a  morte,  disse  che  si  doleva  non  havere  nelle  sue  mani  tutte  le  cose  fatte  da  lui  per 
spezzarle.  Praticava  con  niuno,  non  prezzava  robba,  et  era  parco  nel  bere  et  nel  mangiare. 
5  Hebbe  per  moglie  una  donna  de'  Bo'ateri,  di  cui  n'ebbe  un  iigliolo  maschio  et  una  femina,  a  /•  j>s 
cui  lascib  per  dote  una  figura  di  san  Giovanni  Battista  di  marmo  alta  due  piedi  di  valore 
di  500  scudi,  ch'egli  fatta  haveva.  Fu  in  tutte  le  sue  cose  huomo  impaziente,  eccetto  nel  scol- 
pire  figure.  Oltre  le  molte  cose  eccellenti,  che  egli  fece,  fu  una  mosca,  che  intaglio  in  cima 
ad  un  bastone  di  grandezza  quanto  b  una  grana  di  miglio,  che  parea  cosa  impossibile.  Fece 
10  anco  una  gabbia  con  un  augelletto  dentro  di  grandezza  quanto  k  una  oncia  di  piede,  et 
molti  altri  simili  capricci. 

Anno  di  Cristo  1495.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  solito. 

Ha  Giovanni  awiso  come  il  re  Carlo  era  entrato  in  Roma  il  di  di  san  Silvestro  a  hore  tre 
di  notte,  et  che  era  alloggiato  nel  Borgo  di  San  Marco,  essendo  in  sua  compagnia  li  Colon- 
15  nesi;  et  che  fuore  di  Roma  era  il  duca  di  Calabria. 

Ercole  marchese  fa  accrescere  la  citta  di  Ferrara  verso  sera,  et  piglia  altrettanto  sito, 
quanto  clie  era  l'antica  Ferrara;  et  il  signor  Sigismondo  il  fratello  fa  fabricare  un  bellissimo 
palazzo  et  altre  bellissime  fabbriche. 

Vengono  le  nuove  in  Bologna  alli  28  di  febbraro  come  Alfonso  II  re  di  Napoli,  insieme 
20  con  Fcderigo  il  zio,  si  era  fuggito  in  Ischia,  et  che  il  re  Carlo  alli  22  era  entrato  in  Napoli, 
et  che  non  era  slato  honore,  che  da  quel  popolo  non  havesse  ricevuto;  et  che  non  era  entrato 
per  la  porta,  ma  che  havendo  gittata  una  parte  della  muraglia  a  terra,  era  per  quel  luogo 
entrato.  Inoltre  ch'haveva  ottenuto  il  Castel  Nuovo,  et  che  era  stato  saccheggiato  il  tesoro 
regio,  et  che  Giulio  Malvezzi,  che  quivi  era  prigione,  fu  liberato. 
25  II  signor  Giovanni  adunque,  intendendo  tanta  felicitk  del  re  Carlo  et  essendo  confederato 

con  il  duca  Ludovico  Sforza,  manda  a  Milano  Antonio  Galeazzo  il  figliolo  con  bellissima 
compagnia  di  cavallieri  a  rallegrarsi  con  esso  lui  di  tanta  felice  vittoria;  fu  lietamente  dal 
duca  Antonio  Galeazzo  raccolto,  poi  se  ne  ritorn6  a  Bologna. 

Carlo  tutte  le  cittk  del  pontefice  vicine  al  reame  di  Napoli  occupa. 
30  AUi  21  di  marzo  Antonio  Galeazzo  Bentivogli  ritoma  a  Milano  a  pigliare  il  possesso  di 

alcuni  benefici  che  gli  haveva  rinonciato  il  conte  Guido  Torrelli  genero  di  Giovar.ni  et  co- 
gnato  del  detto  Antonio  Galeazzo  et  marito  di  Francesca  figlia  del  detto  Giovanni  e  sorella 
del  detto  Antonio  Galeazzo,  la  quale  fu  prima  maritata  a  Galeotto  Manfredi  signor  di  Faenza, 
da  cui  nacque  Astorre  signor  di  Faenza  il  giovinetto. 
35  Vedendo  i  principi  d'Europa  che  la  fortuna  si  era  fatta  serva  a  Carlo,  cominciarono  a 

dubitare,  che  egli  non  si  havesse  a  insignorire  d'ltalia  prima,  et  poi  anco  della  Sicilia;  aprendo 
in  cio  grocchi  cominciarono  a  trattare  di  ostargli. 

Et  dopo  r  havere  mandato   molti   ambasciatori    intorno,  finalmente   fecero  lega  insieme 
grinfrascritti  principi,  cioe:  Papa  Alexandro,  Massimiliano  imperatore  eletto,  il  re  di  Spa- 
40  gna,  la  regina  Isabella,  i  Venetiani,  il  duca  di  Milano;  la  qual  lega  fu  conchiusa  a  Venetia 
alli  6  d'aprile.     Et  il  duca  poi  ne  diede  avviso  a'  Bolognesi,  et  alli  12,  il  di  delle  palme,  poi 
fu  pubblicata  alla  renghiera  del  palazzo  de'  signori. 

Alli  18  di  aprile  si  bandisce  la  lega  fatta  fra  Massimiliano  imperatore,  il  re  di  Spagna, 
i  Venetiani  et  il  duca  di  Milano  et  il  papa. 

Giovanni  Bentivogli  mar.da  Annibale  con  bellissima  compagnia  a  Milano  ad  honorare  la 
coronatione  del  duca  Ludovico  Sforza,  che  si  dovcva  coronare  per  mano  degrambasciatori 
di  Massimiliano  imperatore.  Et  dopo  il  giorno  seguente  fu  seguitato  da  Andrea  degringrati 
et  da  Alessar.dro  dal!a  Voh.a  eletti  ambascintori  dal  senr.to,  acriochi  fossero  presenti  alla 
detta  coronatione'  insiemc  con  graitri  ambasciatori  di  tutti  i  prir.cipi,  eccclto  del  re  di  Francia,       />.  s'« 


286  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i49si 


Finita  la  fcsta  il  nuovo  duca  consegn^  ad  Annibale  50  huomini  d*armp,  et  il  simile  fecero  li 
aignori  Venetiani,  acciochfc  ni  ponesse  a  ordine  contro  li  France«i. 

Mentre  che  Annibale  k  in  Milano,  passano   per   Bologna   300   cavalli  del   duca   di  Mi- 
lano,  che  passano  a  Roma  in  aiuto  del  papa,  perchfe  Carlo  si   accostava  a  Roma,   dicendo 
che  voleva  abboccarsi  con  lui  per  cose  importanti.     Ne  era  conduttiero  Fracasso  figliolo  del     5 
signor  Roberto  da  San  Severino;  e  fu  alli  30  d'aprile. 

A  dl  4  di  maggio  passano  per  Bologna  64  cavalli  corsieri  grossi  di  maravigliosa  bel- 
lezza  del  duca  di  Milano,  che  erano  nati  dalle  sue  cavalle,  che  egli  haveva  in  Campagna  di 
Napoli. 

A  di  14  di  maggio  Annibale  Bentivogli  ritom6  a  Milano  in  aiuto  del  duca,  a  cui  il  duca  10 
d'Orlean8  gli  faceva  guerra;  si  fece  tregua  per  un  mese.     Et  tutta  Italia  era  in  timore  del  re 
di  Francia  che  era  a  Napoli. 

II  senato,  per  sicurezza  di  ogni  sinistro  caso  che  potesse  occorrere,  assolda  25  cavalli 
leggieri,  che  stessero  alla  guardia  del  palaggio  de'  signori;  et  furono  vestiti  tutti  alla  divisa 
della  citth.     Inoltre  il  signor  Giovanni  Bentivogli  mandb  a  Roma  25  balestrieri  al  papa.         15 

Mentre  che  da  ogni  lato  passano  soldad  a  Roma,  alli  15  di  maggio  Giovanni  Bentivogli 
manda  Francesca  sua  figliola  al  conte  Guido  Torrello,  a  cui  era  maritata,  et  con  esso  lei 
andf)  Antonio  Galeazzo  et  Alessandro  suoi  fratelli  con  buon  numero  di  honorati  cavalieri. 

A  di  26  del  detto  Annibale  Bentivogli  ritoma  a  Bologna  con  5  mila  ducati  datigli  dal 
ducn  di  Milano,  et  5  mila  altri  da'  Venetiani,  per  fare  cento  celate  a  instanza  loro.  20 

II  papa,  che  poco  del  re  Carlo  si  fidava,  vedendo  pure  ch'egli  era  deliberato  di  venire 
a  Roma,  si  leva  di  Roma  et  passa  a  Orvieto  et  d'indi  a  Perugia,  seguitato  da  gran  numero 
di  prelati,  che  giungevano  a  ottomila  cavalli  senza  li  soldati  de'  Venetiani  et  del  duca  di 
Milano  et  di  altri  confederati,  che  raccompagnarono  in  salvo. 

Si  fa  que8t'anno  la  compagnia  de'  vergognosi,  li  quali  andavano  vestiti  di  cappa  rossa,  25 
cercando  nelle  chiese  et  alle  case. 

La  signoria  di  Venetia  manda  a  Bologna  Antonio  Vinciguerra  per  loro  referendario,  che 
dimorasse  in  Bologna  sin  tanto  che  le  cose  d'Italia  fossero  spedite.  Giunse  alli  15  di  giugno 
et  alloggib  nel  convento  di  san  Jacomo  per  esser  vicino  al  signor  Giovanni  a  conferixe 
quanto  alla  giornata  occorreva.  30 

Alli  9  di  giugno  frate  Nicola  deirordine  di  8ant'Ag08tino  et  della  Misericordia  fuori  di 
Strk  Castiglioni,  cieco  a  nativitk,  predica  in  San  Petronio,  et  riesce  huomo  singolarissimo; 
et  tutta  la  cittk  va  ad  ascoltarlo  si  per  la  profonda  dottrina,  come  anco  per  maraviglia  di 
udire  un  cieco  con  tanta  gratia  predicare. 

Ritrovandosi  Carlo  assai  attonito  della  nuova  lega  et  congiura  contra  se  fatta,  et  chia-  35 
mandosi  perci6  tradito,  delibera  di  ritomarsene  in  Francia;  et   giunto   in  Roma,  manda  un 
ambasciatore  al  senato  di  Bologna,  il  quale  giunse  alli  16  di  giugno,  per  ottenere   il  passo 
libero.     Rispose  il  senato  non  appartenere  questo  a  loro,  ma  alla  lega. 

A  dl  20  di  giugno  Ludovico  Maria  Sforza  duca  di  Milano  dh  et   concede   il   borgo  di 
Gallarata  del  ducato  di  Milano  con  tutte  le  sue  pertinentie  al  signor  Giovanni  Bentivogli  afl5ne  4h 
et  goveraatore  generale  delle  genti  d'arme  del  detto  duca,  et  alli  suoi  figliuoli  et  discendenti 
maschi  et  legitimi.     Appare  il  breve  sotto  la  data  di  questo  di. 
/.  3'7  Havendo  Carlo  in  Roma  saccheggiato  alcune  case  degli  Spagnuoli,  si  par'te  et  viene  verso 

Siena;  et  per  la  via  saccheggia  Toscanella  et  altre  castella  assai,  che  gli  negavano  la  vetto- 
vaglia.     Di  Siena  ne  pasab  in  Pisa.  4j 

Intendendo  li  Venetiani  la  giunta  di  Carlo  di  Pisa,  toslo  radunano  sotto  le  insegne  un 
fioritissimo  essercito,  al  quale  anco  vi  giunse  il  conte  Gaiazza  con  molte  squadre  di  cavalli 
et  fanteria  del  duca   di   Milano,  et  Carlo  degringrati  con  5  squadre  d'huomini  d'arme  del 


31.  »«/  mttrgime  simstro  fostilla  a  stamfa:  Cronaca  Naldi 


[A.  149S]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  287 

signor  Giovanni  Bentivogli ;  et  passa  al  Panaro  fiume,  et  quivi  si  ferma  aspettando  Annibale, 
che  lo  doveva  seguitare  con  5  altre  squadre  d'huomini  d'arme  et  25  ballestrieri  et  25  stra- 
diotti  a  cavallo  con  800  fanti,  de'  quali  erano  capi  Nicolo  di  Bazzano,  Agamenone  di  Zanese 
dalla  Rocca,  Vincenzo  Mastelletta,  Jacomo  da  Cherico,  Battista  di  Libano,  il  quale  anche  lui 
5  partito  con  la  detta  compagnia,  seguitandolo  il  signor  Gilberto  Pii  con  le  genti  d*arme  de' 
Bolognesi,  giunse  al  detto  Panaro,  et  poi  tutti  di  compagnia  passarono  al  Tarro.  Inoltre 
partito  Annibale,  giunge  in  Bologna  Taliano  da  Carpi  conduttiero  della  signoria  di  Venetia 
con  16  squadre  d'huomini  d'arme  et  2  squadre  di  ballestrieri  a  cavallo  con  800  fanti  che 
veniva  da  Roma,  et  passava  anch'egli  al  Tarro  al  marchese  di  Mantova.     Inoltre  i  Bolognesi, 

10  ad  instanza  de'  Venetiani,  radunano  2500  fanti  ben  a  ordine  et  gli  mandano  pure  al  Tarro. 
Ingrossato  adunque  Tessercito  della  lega,  si  pose  vicino  a  Fornovo  quattro  miglia  nella  ghiara 
del  Tarro.  Li  Francesi,  poco  stimando  Tessercito  della  lega,  et  quasi  schemendolo,  essendo 
essi  con  l'artegliaria  su  Taltra  riva  del  fiume,  incominciano  a  passare  per  venire  ad  affron- 
tare  la  lega.     Accortisi  li  capitani  deiranimo  degli  awersari,  fatto  sonare  le  trombe,  vennero 

15  al  fatto  d'arme;  et  dur6  la  battaglia  piu  di  un'hora  assai,  nella  quale  molto  sangue  d'amen- 
due  le  parti  si  sparse. 

Finalmente  Carlo  ne  resto  vittorioso  (fu  alli  14  di  luglio,  alle  23  hore),  et  con  quel  poco 
di  essercito  che  restato  gli  era,  se  ne  passo  a  Asti.  Vi  mori  Bernardino  dal  Montone,  Gio- 
vanni  Francesco  Gonzaga,  Gandolfo  da   Mantua   et  altri  signori  assai.     Annibale  Bentivogli 

20  quivi  benissimo  mostro  il  suo  valore  in  favore  del  marchese  di  Mantova,  perciochfe  pose  in 
rotta  molte  bandiere  francesi,  et  gli  tolse  assai  artegliaria  et  carriaggi;  et  se  non  era  Fra- 
casso  il  re  restava  prigione. 

Dovendo  passare  il  re  Carlo  di  Franza  per  lo  contk  di  Bologna  per  ritornare  al  suo  re- 
gno,  h  mandato  a  Fiorenza  per  ambasciatore  Andrea  Grati,   accioch^   oprasse   che  il  detto 

25  Carlo  non  passasse;  et  cosi  fece. 

Alli  17  del  detto  il  re  Alfonso  II,  11  quale  era  stato  alquanti  mesi  privo  del  regno,  col 
favore  de'  suoi  partigiani  gli  riusci  d'entrarvi,  e  fu,  con  incredibile  applauso  di  tutti,  come 
vero  re  accettato;  et  cacci6  li  presidi  del  re  francese,  et  in  breve  le  riacquist^  quasi  tutto 
il  reame. 

30  Alli  6  di  agosto  venne  a  Bologna  il  signor  Virgilio  Orsino  et  il  conte  di  PittigHano  di 

casa  Orsina,  li  quali  erano  stati  fatti  prigioni  dal  campo  del  re  di  Francia;  ma  quando  si 
fece  ia  suddetta  giornata,  si  fuggirono  al  padiglione  di  Annibale  BentivogU.  Virgilio  poi 
and6  a  Milano  et  il  conte  re8t6  in  Bologna  con  Annibale,  et  alli  8  poi  si  partl  per  Roma 
con  20  cavalli. 

'35  A  dl  9  detto  viene  in  Bologna  il  signor  Galeazzo  fratello  del  signor  Giovanni  Sforza  da 

Pesaro  con  4  squadre  d'  huomini  d'arme,  una  di  ballestrieri  et  una  di  stradiotti  a  cavallo  con 
un  commissario  delli  signori  Venetiani ;  andavano  al  campo  a  Novara  ad  instanza  della  lega 
contra  il  duca  d'0rlean8. 

Non  essendo  per  anco  cessato  Todio  contro  i  Malvezzi,  bandiscono  Pirro   Malvezzi  (fu 

40  alli  22  di  agosto),  con  imporgli  malignamente,  che  richiesto  da'  creditori,  non  haveva  voluto 

comparire.     Et  il  signor  Giovanni  lo  fece  priVare  del  grado  senatorio,  surrogando  in  suo  luogo       /.  tt» 
Francesco  gik  di  Carlo  Antonio  Fantucci. 

Pietro  de'  Medici  con  li  fratelli,  vedendo  che  Carlo  re  era  di  Italia  uacito,  et  che  era  fatta 
pace  fra  lui  et  il  duca  di  Milano,  parvegli  di  tentar  via  se  col  mezzo  del  duca  egli  potesse 

45  ripatriare  con  li  suoi  fratelli;  et  con  questo  suo  pensiero  venne  a  Bologna  alli  14  di  no- 
vembre  il  cardinale  con  Giuliano,  et  poi  il  di  seguente  il  cardlnale  cavalc6  a  Milano. 

Alli  15  di  settembre  la  torre  de'  Bentivogli  si  finisce  di  coprire  e  stabilire  dentro  e 
fuori,  che  fino  deH'anno  1490  fu  principiata;  la  quale  riuscl  maravigliosa. 


43.  «<?/  margiue  sinistro  postilla  a  stamfa :  Cronaca  Naldi 


288  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fAA.  i495-i496) 


Alli  20  detto  vengono  nuove  in  Bolopna  come  Pandolfo  Malatesti  signor  di  Rimini  ad 
instanza  della  signoria  di  Venetia  haveva  fatto  atrangolare  in  carcere  il  conte  Guido,  perchfc 
teneva  alcune  castella,  delle  quali  la  aignoria  di  Venetia  pretendeva  apparteneBsero  airarci- 
vescovo  di  Ravenna;  et  per  questa  cagione  egli  troppo  haveva  trasparlato  di  detta  repubblica. 

E  ucciso  que8t'aiino  il  priore  di  Santa  Maria  degrAngeli  deirordine  de  Camaldoli  fuore     5 
dclla  porta  di  San  Mamolo  di  notte,  stando  nella  sua  cella,  da  un  suo  frate.     Et  non  vi  es- 
sendo  alcuno  da  poter  surrogare  in  detto  priorato,  Aiitonio  Galeazzo   ottenne  il  priorato  in 
commenda.     Et  cosl  manc6  il  detto  monastero  de  Camaldoli;  fu  poi  cor.signato  a  Giovanni 
Gozzadiiii,  indi  a  Bartolomeo  Tosfanino  protonotario  apostolico. 

Alli  22  di  decembre  giungono  in  Bologna  400  Svizzeri  male  a  ordine,  mandati  da  Mas-  10 
similiano  imperatore  ad  Alfonso  re  di  Napoli;  i  quali  subito  proseguirono  il  suo  viaggio  verso 
detta  cittk. 

II  duca  Ludovico  Sforza  fa  incarcerare  il  conte  Filippino  Borromei  gentilhuomo  milanese 
per  alcune  sospitioni;  il  che  intendendo  Giovanni  Bentivogli,  mand6  Carlo  Ingrati  al   duca 
a  pregarlo  che  per  amor  suo  il  rispettasse  et  lo  liberasse  di  carcere.     Fu  il  di  di  Natale,  !  5 
et  il  duca  considerando  questo  in  questi  frangenti   deiritalia  importasse,  il  favore   di   Gio- 
vanni,  il  liber6  di  carcere  et  il  confin6  a  Bologna,  et  Tanno  seguente  a  Ferrara. 

Anno  di  Cristo  1496.  —  Si  fanno  li  nuovi  magistrati  secondo  il  consueto. 

II  Frizza,  che  ne  veniva  da  Pisa,  6  fatto  prigione  per  sospetto  che  egli  havesse  portato  am- 
basciata  ad  alcuno  de'  Malvezzi,  che  al  soldo  de'  Pisani  si  trovavano;  et  essaminato,  confessa  JD 
haver  portate  lettere  di  Lucio  Malvezzi  capitano  de'  Pisani  a  Agamenone  Musotto,  et  che  per 
portarle  piii  secure  le  aveva  portate  ne  la  bardella  della  sella.  II  senato  fece  chiamare  a  se 
Agamenone  et  1' esaminarono  sopra  di  ci6,  il  quale  rispose  che  il  Frizza  mentiva,  et  che  se 
eglino  di  ci6  chiarir  meglio  volevansi,  che  facessero  chiamare  alla  sua  presenza  il  detto 
Frizza,  che  li  farebbe  con  mano  toccare  il  vero.  Si  content6  il  senato,  et  cosi  mandarono  ~5 
Agamenone  al  podestJi,  nelle  cui  forze  era  il  Frizza;  et  fatto  venire  Taccusatore,  Agamenone 
rinterrogo  se  lui  haveva  portate  lettere  di  alcuna  persona,  et  respondendo  di  si,  li  disse:  "  In 
'  qual  luogo,  et  quando  fu  questo?  ,.  Ed  egli  prontamente  rispose  alle  sue  domande.  Final- 
mente  addimandandogli  segli  haveva  vedute  leggere  le  dette  lettere,  rispose  di  si;  disse  Aga- 
menone:  "  Le  lessi  con  grocchiali,  o  senza?,,.  Rispose  il  Frizza:  "  Senza  occhiali  „.  AI-  30 
Ihora  Agamenone,  rivoltatosi  a  quei  cavalieri,  che  quivi  erano,  disse :  "  E  gran  tempo  che  tutti 
voi  mi  conoscete,  vi  ricordate  giamai  havermi  veduto  leggere  cosa  senza  occhiali?  ,.  Et  tro- 
vato  bugiardo  il  Frizza,  fu  licentiato  Agamenone,  e  rimandato  a  casa  sua.  Et  il  Frizza,  tro- 
vato  mendace,  fu  impiccato  alla  renghiera  nova  del  palazzo  del  podest^  et  fu  il  secondo 
che  quivi  fosse  per  la  gola  sospeso.  35 

p.  3>9  Giovanni  Bentivogli  manda  Annibale  il  figliolo  con  molti  cavalli  et  fan'ti  et  artegliarie 

a  Carpi  per  esser  venuti  alVarme  il  signor  Alberto  cugino  del  signor  Gilberto  de'  Pii,  con  la 
parte  di  detto  signor  Gilberto  che  si  trovava  in  Lombardia;  il  quale  alli  18  di  giugno  si  parti,  et 
entrato  in  Carpi,  tanto  si  adoper6,  clie  pacific6  ogni  loro  differenza,  et  poi  si  ritorn6  a  Bologna. 

Giovanni  Bentivogli  manda  a  Roma  al  papa  Carlo  degl'  Ingrati  per  havere  danari  della  40 
sua  condotta:  perciocch6  essendo  le  cose  d'ltalia  in  gran  travagli  per  la  passata  del  re  Carlo, 
essendosi  colligati  insieme  molti  principi  d'Italia,  come  h  detto,  conoscendo  essi  di  quanta 
importanza  tosse  Thavere  a  sua  divotione  Bologna,  ciascuno  si  adopero  di  ricercarla;  et  sa- 
pendo  che,  havendo  Giovanni,  havevano  tutta  la  citta  a'  suoi  voti,  il  papa  sold6  Giovanni  dan- 
doli  cento  lanze,  et  la  signoria  di  Venetia  altretante,  et  parimente  il  duca  di  Milano:  et  cosl  45 
fra  di  loro  erano  convenuti  clie  quando  il  papa  et  il  duca  di  Milano  non  pagassero,  si  ob- 
bligava  la  signoria  di  Venetia  sodisfarlo  del  tutto.  -: 

Tra  questi  tre  potentati  erano  seguiti  i  seguenti  capitoli,  cio6:  Che   il  papa  et  per  lui       ' 
il  cardinale  Ascanio  suo  procuratore  conduceva  Giovanni  Bentivoglio  al  stipendio  della  lega 


[A.  1496]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  289 

del  papa,  de'  Venetiani  et  del  duca  di  Milano  per  un  anno  fermo,  et  quello  finito,  per  un  al- 
tro  anno  a  beneplacito  di  detti  conduttori,  il  qual  secondo  anno  di  beneplacito  s'intenda 
haver  luogo  quanto  li  detti  conducenti,  o  due  di  loro,  o  uno,  volessero  sborsare  1'  intiero  sti- 
pendio  della  presente  condutta,  et  che  ne  facessero  di  ci5  awisato  il  detto  Giovanni  per  3 
mesi  avanti;  et  questo  con  provisione  di  diirati  30  000  d'oro  in  oro,  secondo  i  luoghi  della 
solutione  da  farsi  ppr  li  tre  sudetti  conducenti,  ciofe  per  la  terza  parte  respettivamente,  cio^ 
che  ciascuna  parte  delli  tre  conducenti  paghi  10  000  ducati,  dieci  delli  quali  se  ne  paghino 
al  presente  al  detto  Giovanni,  quattro  paghe  per  occasione  di  prestanza  consueta,  et  il  re- 
stante  poi  di  due  mesi  in  due  mesi; 

JO  Che  tutti  li  prigioni  che  il  detto  Giovanni  o  sue  genti  durante  tal  condotta  pigliaranno, 

et  tutti  li  beni  mobili  che  acquisterk,  debbano  esaere  di  detto  Giovanni ;  ma  le  citt^,  castella, 
terre  et  luoghi  et  fortalezze  con  le  loro  monitioni,  che  dal  detto  Giovanni  fossero  prese, 
sieno  delli  signori  conducenti,  se  per6  detle  terre,  castella  et  fortalezze,  che  si  acquistassero, 
non  spettassero  al  commune  di  Bologna,  perchfe  in  tal  caso  detti  signori  conducenti  vogliono 

15  che  alla  citt^  di  Bologna  sieno  restituite;  et  che  occorrendo  fosse  fatto  prigione  alcun  no- 
bile,  et  presentato  alli  detti  conducenti,  detto  Giovanni  possa  riscuotere  la  taglia  che  il  detto 
prigione  con  esso  lui  sark  convenuto  per  la  sua  liberatione; 

Che  niuno  commissario,  rettor  et  officiali  per  detti  signori  conducenti  possa  procedere 
in  -civile  o  in  criminale  contra  le  genti  o  stipendiati  del  detto  Giovanni,  eccetto  se  non  fosse 

JO  per  caso  di  tradimento; 

Che  durando  la  detta  condutta  del  primo  anno,  o  del  seguente  anno  a  beneplacito,  come 
h  detto,  delll  signori  conducenti,  ciascuno  di  loro  sieno  in  solido  obbligati  a  pigliare  Teffet- 
tual  protetione  dello  stato  di  esso  Giovanni,  della  sua  persona  et  suoi  figlioli,  per  quale  si 
voglia  occorrente  caso,  et  contra  ciascuno; 

35  Che  occorrendo  che  Giovanni  durante  la  presente   condutta   morisse,   detti   conducenti 

sieno  obbligati  osservare  li  presenti  capitoli  et  provisione  et  condutta  alli  figlioli  del   detto 
Giovanni  laict,  et  parimenti  pigliare  la  lor  protetione  delle  persone  et  stato  come  di  sopra; 
Che  li  detti  signori  conducenti,  o  loro  agenti,  promettano  al  detto  Giovanni  nelle  teire  et 
dominio  loro  proportionabilmente  dar  stanze  et  alloggiamenti  consueti  per  la  quantitk  di  1200 

JO  cavalli,  ciofe  per  cavalli  400  per '  ciascuno  di  detti  signori  conducenti,  respettivamente ;  et  al-       /.  jjo 

Tincontro  Giovanni,  o  Carlo  Grati  suo  procuratore,  prometta  alli  detti  conducenti,  che  il  detto 

Giovanni  per  la  detta  provisione  di  ducati  30  mila  havrk  et  terrk  trecento  armigeri  de'  buoni, 

et  con  buoni  et  sufficienti  cavalli,  secondo  Tarte  et  essercitio  delle  armi  d'Italia;  et  che  il  detto 

Giovanni,  per  il  tempo  che  durerk  la  detta  condotta,  fedelmente  et  realmente,  prontamente 

)5  et  rettamente  in  ogni  luogo,  non  eccettuando  niuno,  ma  solamente  dove  piacerk  alli  detti 
conducenti;  et  che  durante  detta  condotta  Giovanni  possa  tenere  per  guardia  della  sua  per- 
sona  tutti  li  ballestrieri  predetti; 

Che  Giovanni  sia  obbligato,  sendo  ricercato  da  uno  o  due  delli  detti  signori  conducenti, 
darli  le  dette  genti  d'armi,  et  darli  un  sufficiente  capo  et  conduttore,   et  se  saik   addiman- 

10  dato  da  tutti  tre  congiontamente,  debba  egli  stesso  cavalcare  et  sodisfare  loro,  ma  non  al- 
trimente ; 

Che  detto  Giovanni  debba  fare  la  mostra  delle  sue  genti  ad  arbitrio  delli  signori  con- 
ducenti,  ma  non  sia  tenuto  di  fare  descrivere  li  cavalli,  overo  le  sue  genti,  nfe  bollare  alcun 
cavallo. 

Furono  attitate  queste  cose  tutte  in  Roma  nel  palazzo  apostolico. 

A  questo  fine  adunque  mand6  Giovanni  Carlo  Ingrati;  il  qual  giunto  a  Roma,  tosto  fu 
dal  papa  sodisfatto  del  tutto  intieramente.  Ritornando  Carlo  con  li  detti  denari,  et  essendo 
gionto  alle  confine  di  Fiorenza,  li  montanari  fiorentini,  prendendo  Tarmi,  rassalirono  per 
farlo  prigione.     Di  che  accortosi,  dando  di  sperone  al  cavallo,  con  velocissimo  corso  si  salvb, 

0  restaiido   per6  prigione  il   suo   famiglio   con   una  valigia,   dove   erano   dentro  li   panni  et  la 

T.  xxxm,  p.  X  —  19. 


290  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A,  14961 


biancheria,  et  fu  condotto  a  Firenzuola  et  quivi  distenuto;  ma  Carlo  libero  se  ne  venne  a 
Bologna. 

Intendendo  1i  Fiorentini  questo  misfatto  mandarono  un  comminsario  a  Kirenzuola,  et  fece 
restituire  ogni  cosa  a1  detto  famiglio,  et  libero  lo  lasciarono  passare  a  Bologna. 

Comelio  di  Gasparo  Bargellini,  uno  de'  senatori,  uccide  la  moglie,  et  sccretamente  la  fa    5 
jjortare  a  sepellire  al   cimitero  di  San    Biagio;   il   che   scoperto,  6  disseppelita  la  donna,  et 
portata  alla  chiesa  de*  Servi,  havendo  5  ferite.    Comelio  h  privo  del  magistrato  et  bandito; 
per  qual  cagione  egli  Tuccidesse  non  si  sa. 

II  senato.  volendo  omare  le  vie   della   cittk,  e  drizzarle,  et   fare   un  luogo  agevole  per 
tutta  la  cittk  per  vendere  lierbe,  uova,  polli  et  altre  cose  simili,  onde  dopo  molti  disegni  fatti,  10 
finalmente  si  concluse  si  facesse  questa  piazza  vicino  alle  mura  del  giardino  del  palaggio  de' 
signori,  verso  il  lato  del  settentrione;  ma  perchfe  a1  far  ci6  era  di  biROgno  si  gettassero  a  terra 
molti  editici  quivi  intomo  posti,  si  per  ampliare  detta  piazza,  come  anco  per  drizzare  la  via 
della  porta  di  Strk  Maggiore  alla  porta  di  San  Felice,  che  spaccava  1a  citt^  per  diametro  in 
due  parti,  si  cominciorono  a  gettar  per  terra  tutti  quei   editici   che  impedivano   il  fatto  di-  15 
segno;  fu  alli  26  dii  macrgio.     Li  quali  edifici  per  la  maggior  parte  erano  della  casa  de'  conti 
di  Bruscolo  et  di  quei  da  Moglio,  di  Filippo  de'  Savi  medico,  degrAldrovandi ;  con  questo 
dissegno  si  pass^  per  mezzo  del  suo  orto  et  per  lo  mezzo   della   casa  de'  Mezzovillani.     Si 
rovin6  anche  la  caaa  di  Alberto  Pausi  gik  segretario  del  senato  bolognese  et  quella  di  Am- 
brosio  da  Lodi  calzolaro,  che  era  sul  cantone  presso  il  palazzo  delli  signori,  dove  ne*  fonda-  20 
menti  si  trovarono  di  molti  gessi  lunghi  piedi  4  Tuno  et  grossi  piedi  2  et  alti  onze  9  et  sotto 
li   detti   gessi  vi  erano  li  macigni   longhi   piedi  4  et  onze  8  Tuno   et  grossi   piedi  2  et  alli 
onze  19;  et  sotto  li  detti  macigni  si  trov6  per  la  lunghezza  di  piedi  4  un  condotto  di  piombo 
che  pesava  il  piede  libre   15,  et  il   vuoto   era   onze  3;  ed    ancora   fu   rovinata   la  chiesa   di 
>.  tjt       san  Bartolomeo  nominata  del  palaggio,  con  una  antichissima  torre,  che  era  quivi  vi'cina,  con  25 
altri  edifici,  cominciando  dalla  volta  de'  Barbari,  et  direttamente  passando  alla  casa  de'  Scappi, 
che  k  nella  via  che  va  a  San  Pietro,  et  d'indi  partendosi   poi  per   linea  dritto   drizzandosi 
alla  via  che  va  alla  torre  degrAsinelli.     E  per  il  Mercato  di  mezzo  furono  gettati  a  terra  tutti 
11  portici  di  legno  che  occupavano  1a  detta  via ;  et  in  questa  via,  rincontro  la  chiesa  di  san 
Michele,  Alessandro  Butrigari  procuratore  causidico,  havendo  comprata  la  casa  di  Giovanni  da  30 
Imola  eccellente  dottore,  la  ridusse  alla  forma  che  oggidi  si  vede. 

E  la  piazza  di  Bologna  larga  piedi  300  et  longa  piedi  370  andando  dalla  porta  del  pa- 
lazzo  verso  li  banchi;  dalla  parte  deiroriente  vi  k  una  bellissima  facciata  di  vaga  et  ben 
intesa  architettura,  tutta  omata  di  macigni  intagliati  con  il  portico,  dove  sono  li  cambiatori 
et  altre  botteghe.  Dalla  parte  del  mezzodi  vi  fe  il  gran  tempio  di  San  Petronio  et  il  bel-  35 
lissimo  palazzo  de'  notari.  Dalla  parte  occidentale  vi  k  il  palagio  de'  senatori  et  signori  an- 
tiani,  dove  k  rhorologio  in  un  canto  di  esso ;  et  sopra  la  porta  del  detto  palazzo  h  una  gran 
statova  di  bronzo  del  naturale  di  papa  Gregorio  XIII  di  casa  Buoncompagni,  fatta  con  gran- 
dissima  arte,  et  posta  in  un  nicchio  sopra  un  piedestallo.  Dalla  parte  settentrionale  vi  e 
la  lodatissima  fabbrica  del  palazzo  del  podesta  con  un  largo  et  ampio  portico,  dove  sono  40 
molte  botteghe;  diritto  la  porta  del  predetto  palazzo  vi  seguita  la  piazza  perchfe  ne  va  a  tro- 
var  la  via,  di  cui  poco  fa  parlavamo;  et  la  qual  via  ne  va  diritta  sino  alla  porta  di  Strk 
Maggiore.  Dal  principio  del  caiitone  del  palazzo  delli  signori  andando  insino  al  cantone  della 
salegata  di  San  Francesco  si  chiama  la  via  Imperiale,  et  da  indi  in  poi  verso  San  Felice, 
si  chiama  San  Felice.  45 

Que8t'anno  li  barbari  cominciano  a  correre  il  palio  di  san  Pietro  per  la  via  Imperiale : 
presero  le  mosse  dalla  Masone  di  strk  Maggiore. 

AUi  13  di  agosto  giunge  in  Bologna  Beraardino  Carracci  cardinale  di  Santa  Croce  Le- 


32.  m*i  margine  siniitro  fosHUa  a  slamfa  (duo  linettt*) '.  Descritione  deU«  piazsa 


[A.  1496]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  291 

gato  Apostolico,  che  andava  in  Lombardia  a  Milano;  alloggib  nel  palazzo  de'  signori,  et  fu 
honoratamente  accolto.  Stette  due  giorni  in  Bologna,  et  il  d\  della  Madonna  fece  cantare  una 
soleime  messa  in  San  Pietro,  et  egli  diede  la  benedittione  al  popolo;  et  poscia  battezz6  una 
figh'oIa  di  Annibale  Bentivogli,  dandogli  il  nome  di  Ginevra,  et  cresimb  Ermes  Bentivoglio 
5  et  Ippolita  moglie  di  Alessandro.  Dopo  prarso  poi,  accompagnato  da  tutti  li  Bentivogli  et 
da  infiniti  cittadini,  and6  a  visitare  il  sepolcro  di  san  Domenico,  poi  visit6  le  suore  del  Corpo 
di  Cristo,  et  volle  vedere  la  bellissima  capella  di  Giovanni  Bentivogli;  poi  il  di  seguente 
passo  a  Milano,  dove  trovar  si  doveva  Massimiliano  imperatore. 

A  dl  16  agosto  giunge  in  Bologna  un  ambasciatore  di  Massimiliano  imperatore,  che  ne 
10  andava  a  Fiorenza  a  inibire  a'  Fiorentini  che  non  facessero  guerra  a'  Pisani,  essendo   Pisa 
cittk  soggetta  airimperio. 

Di  questo  mese  h  salicata  la  piazza  avanti  la  chiesa  della  Madonna  di  Galliera  di  pietre 
cotte  et  listricata  di  macigni. 

II  duca  di  Milano  et  il  predetto  cardinale  Bernardino  vanno  a  Meda,  dove  il  duca  haveva 
15  fatto  un  bellissimo  apparato;  et  quivi  giunge  Massimiliano  imperatore.  II  che  intendendo  il 
signor  Giovanni,  manda  a  farli  riverenza  Alessandro  il  figliolo:  il  quale  alli  21  d'ag08to  si 
partl  con  honoratissima  compagnia,  et  seco  mand6  Oarlo  Ingrati,  per  esser  Alessandro  giovi- 
netto  d'anni  20.  Fatta  adunque  riverenza  alTimperatore,  et  egli  con  cesareo  et  humanissimo 
volto  havendolo  accolto,  si  ferm6  alla  corte,  et  poi  lo  accompagn6  insino  a  Genova;  et  quindi 
20  se  ne  ritorn6  a  Bologna. 

Annibale  Bentivoglio  con  150  huomini  .d'arme  et  con  100  cavalli  leggieri,  ad  instanza  della 
signoria  di  Venetia,  et  50  de'  suoi  passa  a  Pisa. 

Alli  8  et  9  di  settembre  piov^   si   dirottamente,  che  li  fiumi  ruppero'  in  vari  luoghi  et       />■  j3> 
menarno  givi  assai  case  et  molini,  et  di  molte  prede  cotte  et  crude,  et  port6  via  il  ponte  di 
25  Savena  da  Sant'Antonio ;  et  li  contadini  perderono  di  molta  robba. 

AUi  21  di  settembre  Annibale,  che  era  a  campo  a  Pisa,  ritorna  con  alcuni  suoi  amici  a 
Bologna,  et  lascia  in  guarnigione  a  Pisa  le  sue  genti  d'arme,  ad  instanza  de'  Venetiani. 

A  di  6  d'ottobbre  6  finita  la  facciata  delle  botteghe  de-  stracciaroli  in  porta,  di  rimpetto 
la  torre  degrAsinelli  et  la  Garisenda. 
30  Massimiliano  imperatore  ritrovandosi  in  Meda,  dopo  il  congresso,  a  di  7  di  ottobbre,  entra 

in  Pisa,  et  h  da'  Pisani  con  raaravigliosi  applausi  e  feste  accolto. 

In  questo  medesimo  giorno  Alfonso  d'Aragona  re  di  Napoli,  credendosi  godere  il  regno 
che  con  tanta  fatica  haveva  rihavuto,  aggravato  da  infermita  muore,  et  in  questo  istesso  giomo 
Federigo  suo  zio  toglie  la  corona  del  regno. 
35  AUi  20  di  novembre  Jeronimo  Ranucci    cavalliero   et   dottore   in  medicina   et  senatore 

passa  a  miglior  vita,  et  ^  con  molto  honore  sepolto  a  San  Francesco ;  succede  nel  suo  luogo 
al  senato  Angelo  il  figliuolo. 

In  questi  tempi  il  senato  ordina  che  li  tribuni  della  plebe,   o   sieno  confalloniere,  deb- 

bino  fare  portare  dietro  loro  le  manarette  in  vece  della   spada   da   due  mani,  che  prima  si 

40  portava,  la  quale  ordinatione  fe  stata  longo  tempo  oaservata;  hoggidl  in  luogo  delle  dette  ma- 

narette  portano  le  alabarde  dorate.     Fu  fatto  questa  ordinatione,  perch^  fu  data  una  guan- 

ciata  ad  un  confalloniere. 

Luodovico  Bolognini  cavalliero  et  dottore  con  Giovanna  Ludovisi  sua  moglie,  nel  mona- 
stero  di  San  Domenico,  fabbricano  una  superba  libraria,  congiungendola  ad  un'altra  che  quivi 
45  era  di  prima;  dove  il  detto  Ludovico  pose  tutti  li  suoi  libbri  in  legge  civile  et  canonica,  che 
furono  in  molto  numero. 

Que8t'anno  in  Italia  si  scuopre  il  male  detto  mal  francese,  per  essersi  scoperto  nel  su- 
detto  avvenimento  de'  Francesi  in  Italia,  et  in  Bologna  ne  affligge  molti,  per  il  che  alcuni 
gentilhuomini,  mossi  a  compassione,  ristorarono  Tospitale  di  San  Lorenzo  de'  Guerrini,  per 
rurar  quivi  gli  poveri  da  t-il  male  oppressi.     Qiiivi  in  quosto  luogo  di  carith  eccessiva,  con- 


29i  HISTORIA  DI  BOLOGNA  IAA.  i496-14«7| 


corsero  nutd  cittadini,  dottori  et  cavalieri  travestiti  a  servire  gli  infermi,  e  fra  grakri  vi  fu 
Lodovico  Bolognini ;  et  passati  alcuni  anni  poi  vi  si  fabricd  nna  chiesa  sotto  il  titolo  di  San 
Giobbe,  et  di  qui  prese  Tospitale  il  nome  di  ospitale  di  San  Giobbe. 

Li  figlioli  di  Giovanni  Bolognini    fanno  fabricare   la  cupola  sopra    Taltare  maggiore   di 
San  Giovanni  in  Monte  con  molto  artiticio  et  spesa,  copretidola  tutta  di  lamine  di  piorabo,     5 
come  haveva  ordinato  il  padre;  et  poi  perch^  non  difendeva  dalle  pioggie,  fu  coperta  con 
le  tegole  di  terra  cotta. 

Alli  27  di  decembre  nascono  ad  un  parto  due  maschi  et  ana  femina  a  Tebaldo  sarto; 
et  perchfe  restarono  le  creature  tutte  vivc,  il  senato  li  don6  scudi  60. 

Fu  in  que8t'anno  poco  ricolto  di  grano  et  di  altre  biade:  per  lo  che  il  senato  fece  ve-  10 
dere  con  diligenza  quanto  frumento  fosse  nella  citt^,  et  trovando  non  esser  a  bastanza,  ban- 
dirono  che  chiunque  conducesse  frumento  alla  citt^,  oltre  le  essentioni  de'  datii,  anco  li  sa- 
rebbe  donato  soldi  dieci  per  corba ;  fu  alli  1 4  di  settembre. 

Di  quest'anno  venne  un'altra  lettera  del  re  di  Francia  al  reggimento  di  questo  tenore: 

/.  jss  Carissimi  fratelli,  magnifid  ei  amatissimi  sigtMri  Consiglieri  di  Bologna,    Carlo   -per  /a  1 3 

Dio  grasia  rc  di  Francia,  Sicilia,  Germalemme  etc. 

Noi  avemo  inteso  come  nella  vostra  citta  di  Bologna  sono   alcuni  cittadim   banditi  e  ri- 
hclli  della  citti  e  signoria  di  Fiorenza,  a'  quali  date  aiuto,  consilio   e  favore ;   ftr  il  che  w 
vogliamo  fregare,  che  subito  li  vogliate  mandar  via,  e  non  li  darc  aiuto,  ne  consiglio,  ni  fa^ 
vore,  ed  ancora  sara  ad  ogni  altro  signore  e  signoria  grato ;  e  facendo  in  contrario  a  ttoi  sara  2(1 
forta  aiutarli  come  siamo  obbligati. 

Questa  lettera  era  scritta  in  francese  in  carta  pecora,  e  Fileno  dalle  Tuade  la  lease,- 
perchfe  non  c'era  altro  che  sapesse  leggere  francese,  e  fu  registrata  in  lingua  italiana  nella 
cancelleria  de'  16  ed  in  cancelleria  di  Giovanni  Bentivogli. 

Anno  di  Cristo  1497.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo   il   consueto.     Andal6  il  Benti-  25 
vogli  depositario  generale  del  commune  di  Bologna. 

Alli  2  di  gennaro  muore  Beatrice  di  Este  moglie  del  signore  Ludovico  Sforza,  la  quale 
per  lo  parto  di  un  figliolo  maschio  lascio  la  vita,  et  il  fanciullino  inanimato  fu  posto  sopra 
di  una  porta  di  un  cortile  nel  palaggio  ducale  con  questo  epitafio: 

INFBLIX   PARTUS,   AMISI    AOTE   VITAM   QUAH   IN  L.UCBM  3f 

BOBRBR,    INFBLICIOR    qUOD    MATRI    MORIBNS    VITAM 
ADBMI,   BT   PARENTBM   CONSORTE   SUA   ORBAVI. 
IN    TAM    ADVERSO    FATO,   HOC    SOL.UM    MIHI    POTEST   lU- 
CUNDUM    ESSB,    QUOD   DIVI    PARBNTES    ME   LUDOVICUS 

BT   BBATRIX    MEDIOLANBNSES    DUCES    GBNUERE.  3f 

1497.   III.   NON.   lANUARII. 

Hebbe  Giovanni  Bentivogli  della  morte  di  questa  duchessa  grandissimo  dispiacere. 

Alli  26  di  febbraro  Annibale  Bentivoglio  con  tutte  le  genti  d'arme,  a  petitione  del  duca 
di  Milano  et  della  signoria  di  Venetia,  passa  iii  Lombardia  contro  i  Francesi,  che  col  Tri- 
vultio  travagliavano  molte  castella  della  Lombardia.     Ritom6  poi  del  mese   di  maggio   con  4( 
tutte  le  sue  genti. 

Francesco  Bianchetto  et  Alemano  il  fratello  fabbricano  il  loro  palagio  di  rincontro  la 
chiesa  di  san  Donato,  et  Bartolomeo  Felicini  ne  fabbrica  un  altro  in  Galliera  di  tanta  ma- 
gnificentia,  che  era  degno  d'ogni  gran  prencipe. 

Ludovico  de'  Bianchi,  uno  de'  senatori,  sendo  ritornato  da  Castello  Bolognese,  dove  haveva  4: 


i 

I 


[AA.  1497-1498J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  293 

rassettate  alcune  differenze,  muore,  et  h  sepolto  a  San  Stefano:  in  suo  luogo  fu  surrogato 
Ghinolfo  de'  Bianchi. 

Alli  12  di  luglio  si  getta  la  campana  del  signor  Giovanni  Bentivogli:  la  fece  maestro 
Pietro  et  maestro  Jacomo  dalle  campane,  che  stavano  in  strk  San  Vitale  in  una  casa  de' 
5  frati  di  San  Giacomo:  pesb  libre  4360.  Et  aVli  15  fe  tirata  su  la  torre  di  Giovanni  Bentivogli,  et  >.  jj4 
alli  1 7  si  suona  accioch^  egli,  che  era  a  desinare  a  San  Donino  alla  possessione  di  Bastiano 
delle  Agocchie  suo  spenditore,  1'  udisse.  Et  alli  28  pure  suonandosi  si  ruppe,  et  si  tolse  giii. 
AUi  4  di  settembre  si  gitta  la  suddetta  campana  di  Giovanni  Bentivogli,  fu  libre  4600;  et  alla 
tine  di  settembre  fu  tirata  su  la  torre. 
ilO  Et  Aniiibale  frattanto  fabricava  un  palaggio  nel  borgo  della  Paglia,  nominandolo  il  Casino; 

I       et  questo  lo  faceva  per  suo  diporto  et  degli  amici  suoi,  per  potervisi  et  con  Tanne  eserci- 
tarsi  et  fare  altre  simUi  cose. 

Guerreggiando  li  Fiorentini  et  Pisani  insieme,  li  Fiorentini  assoldano  Annibale  Bentivo- 
glio  con  50  huomini  d*arme,  il  quale  fa  vestire  tutti  li   suoi  soldati  ad  un  taglio  alla  divisa 
15  bentivolesca ;  et  il  senato  di  Bologna  gli  presenta  un  corsiero  con  la  sopravesta  di  panno  d'oro 
di  valore  di  400  ducati  d'oro;  et  egli  alli  30  sudetto  si  parte  et  passa  a  Fiorenza. 

In  questo  tempo  il  senato  fa  rovinare  le  case  di  quei  della  Serpe  diritto  la  casa  de'  Gut- 
dotti,  et  altre  case  su  la  piazzola  de'  Calderini,  a  capo  la  strada  maestra  che  va  dalla  croce 
di  stra  Castiglioni  alla  croce  de'  Santi  fra  il  palaggio  delli  Guidotti  et  la  casa  di  Giovanni 
20  Battista  Amorini;  et  questo  per  far  spatiosa  la  detta  piazza.  Fece  parimente  gettare  per 
terra  parte  della  casa  di  Jacomo  Cospi,  che  ^  alla  destra  della  via,  per  cui  si  passa  nelle 
Chiavadure,  acciochfe  da  essa  via  si  vedesse  la  chiesa  di  san  Domenico,  per  quanto  si  po- 
teva  fare;  furono  finite  di  gettare  a  terra  l'anno  seguente  1498. 

AUi  28  di  novembre  arriva  in  Bologna  il  cardinale  Ippolito  da  Este,  il  quale  benignamente 
25  da  Giovanni  Bentivogli  et  dal  senato  fu  ricevuto.  Haveva  egli  in  sua  compagnia  200  cavalli; 
alloggib  nel  palagio  di  Giovanni  Bentivoglio,  et  la  sera  and6  a  cena  a  San  Domenico  con 
li  padri;  et~il  giorno  seguente  tenne  al  battesimo  insieme  con  Jeronimo  da  Campeggio,  co- 
gnominato  il  bolognese,  a  nome  del  marchese  di  Mantua,  un  figliuolo  di  Alessandro  Bentivo- 
glio,  nominandolo  Sforza.  Et  il  seguente  giomo  poi  si  parti  per  Roma. 
30  Muore  il  Borsello  fra  Jeronimo  di  Andrea  degrAlbertucci    deirordine   de'  Predicatori, 

huomo  di  molta  dottrina  et  curioso  indagatore  delie  cose  antiche,  sendo  di  ctk  d'anni  65. 
Scrisse  una  cronaca  ad  orbc  condito  insino  alli  suoi  giorni  con  molta  brevitk,  la  cronica  del- 
Tordine  suo,  et  quella  de'  fatti  di  Bologna,  et  altre  opere  fece  molto  lodevoli. 

Frate  Nicol6  de'  Ludovisi,  priore  del  monastero  di  san  Salvatore,  fa  fabbricare  in  detto 
55  convento   due  chiostri  per  una  libbraria  di  sopra;  la  fece  maestro  Pirrone  bergamasco  mu- 
ratore;  et  volendo  porvi  il  coperto,  rovin6  tutto  redificio  prima  che  fosse  coperto,  et  cadde 
la  sera  alle  23  hore  a  d\  19  decembre;  fu  grandissimo  danno. 

Ritrovandosi  la  sepoltura  de'  due  famosi  Odofredi  per  Tantichita  quasi  rovinata  del  tutto, 
Lorenzo  Odofredi  quest'anno  la  ridusse  a  quella  miglior  forma  ch'ora  si  vede. 
Uj  In  questi   tempi   fu   preso  Gabriele   da  Sala   medico   dalli   frati   di   San   Domenico  per 

eretico,  quale  confess^  aver  tenuto  34  articoli  d'eresia  grandissimi.  l<u  sentenziato  al  fuoco; 
ma  il  protonotario  ed  Alessandro  fratelli  de'  Bentivogli  mandarono  a  dire  alli  frati  che 
subito  glielo  mandassero,  altrimenti  glielo  andariano  a  torre  per  forza.  E  cosl  gli  fu  dato; 
ed  esso  se  a'and6  a  Firenze. 

15  Anno  di  Cristo  1498.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  consueto.     Giovanni  Benedetto 

de'  Baratani  da  Noraia  podestk  di  Bologna. 

Vengono  nuove  a  Bologna  esser  data  una  saetta  nel   Castello  San  Angelo  di  Roma,  di 
modo  che  ne  haveva  gettato  buona  parte  per  terra. 

Inoltre  t;  pubblicata  la  morte  di  Carlo  VIII  re  di  Francia,  che  fu  di  'aprile.    Mori  subito       /.  s$s 


294  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (a.  i498| 

di  gotta,  et  prege  tosto  il  regno  il  duca  d*Orlean8,  col  nome  di  Lodovlco  che  fu   il  XII  di 
questo  nome. 

Li  Turclti  con  li  Poloni  vengono  ad  un  fatto  di  arme;  et  li  Turchi  ne  restano  vinti  con 

la  morte  di  40  OUO  di  loro. 

Fra  Jeronimo  Savonarola  da  Fftrrara  di  que8t'anno  fe  da'  Fiorentini  fatto  morire  per 
voler  cgli  troppo  nelle  cose  di  quella  repubblica  trapfwrsi.  Fu  famoso  et  eloquente  pre- 
dicatore. 

Alli  23  di  maggio  Antonio  Galeazzo  Bentivoglio  si  parte  da  Bologna  per  andare  al  Santo 
Sepolcro  in  Jerusalem;  et  ha  seco  in  compagnia  Lorenzo  di  Giovanni  de'  Pennacchi,  Camillo 
di  Simone  Manfredi  canonici,  dou  Nicola  suo  cappellano,  Ceaare  di  Gasparo  Bucchi,  Lorenzo  Ij 
Buo  cameriere,  Bartolomeo,  detto  il  Cozzula,  barbiere,  Ludovico  cameriere  di  Annibale  Ben- 
tivoglio,  Jeronimo  Zabbino.  Egli  si  vesti  di  abito  humile,  et  passato  a  Venetia,  quivi  preae 
la  croce  con  li  compagni.  Poi  scrisse  ad  Annibale  la  cagione  perchfe  egli  ui  era  partito  da 
Bologna  senza  farne  cenno  al  padre  et  agrallri  di  casa,  et  entrato  in  nave  ne  passd  al  Se- 
polcro.  1 5 

Alli  13  d'aprile  h  fatta  la  chiesa  di  san  Bartolomeo  di  piazza  spetiale  di  rimpetto  Torto 
delli  signori;  la  fecero  Filippo  et  Giovanni  Battista  di  Nadi  muratori.  Fu  tinita  alli  24  di 
marzo  deiranno  seguente  1499,  et  vi  si  disse  la  messa  la  domenica  deirOlivo,  che  £u  alli 
detti  24. 

Si  gettano  giii  li  portici  della  via  della  Croce  de'  Santi  insino  a  San  Jacomo  de'  Carbo-  2C 
nesi,  da  quel  lato  sol  per  dirizzare  la  detta  via. 

Del  mese  di  maggio  ^  dipinta  la  torre  deirhorologio  con  la  sfera  et  tigure. 

E  abbrugiata  nel  mezzo  della  piazza  la  moglie  di  Alesaandro  Rinieri  per  esser  grandis- 
sima  incantatrice,  la  quale  sagrificava  al  demonio.  Furono  trovate  in  casa  sua  cose  si  orri- 
bili,  che  per  me  temo  di  scriverlo  et  mi  spavento.  Insomma  elia  haveva  col  demonio  tanta  2: 
familiaritk,  come  del  piii  caro  amico  che  potesse  havere,  et  egli  in  tutte  le  cose  era  ubbi- 
dientissimo.  Ella  guast6  Sforza  fanciullino,  figliolo  di  Giovanni  Bentivoglio,  et  essendo  chia- 
mata  a  curarlo,  come  quella  che  nome  haveva  di  guarire  gli  affaturati,  et  havendolo  risanato, 
fu  questa  la  cagione  di  farla  scoprire  per  maga  scelerata.  Questa  femmina  malvagia  aveva 
nome  Gentile  figlia  di  Nicold  Budrioli;  ebbe  ducati  500  d'oro  in  dote  con  nozze  magnifiche  3( 
al  suo  maritaggio.  Fu  presa  e  confessd  avere  guasto  et  ammaliato  infinite  persone  e  fat- 
tone  morire  assai,  e  massime  in  casa  de'  Bentivogli;  e  guastb  un  figlio  ad  Alessandro  Benti- 
vogli  ed  un  bastardo,  e  piii  che  voleva  guastare  Giovanni  Bentivogli.  E  confess^  aver  fatto  i 
questo  mestiere  piti  di  20  anni,  che  gli  era  stato  insegnato  da  4  frati  di  San  Francesco  ed 
un  maestro  Scipione  che  stava  in  Galliera  in  casa  di  Tommaso  Malvezzi  fattore  de'  Benti- 
vogli  e  fra  Silvestro  che  stava  in  casa  di  Tommaso  di  Montecalvo.  Questi  due  Tommasi 
n'ebbero  carico  assai,  benchfe  fossero  tutti  due  deiruffizio  de'  16  del  reggimento,  e  se  non 
era  presa,  era  la  rovina  e  la  distruzione  di  Bologna.  Confesso  avere  72  diavoli  a  sua  ob- 
bedienza,  e  massime  Lucifero,  e  di  notte  and6  piii  volte  nel  sagrato  di  San  Francesco  nuda 
come  nacque  a  togliere  teste  e  membri  a  persone  morte  per  far  malle.  Confe8s6  aver  data 
Tanima  e  il  corpo  suo  al  diavolo  e  dimandateli  due  grazie,  Tuna  di  aver  tesori,  Taltra  di 
aver  grazia  con  gran  maestri  e  signori;  il  diavolo  gli  rispose  non  poterli  dare  tesori,  perchfe 
non  ne  aveva,  ma  ben  gli  insegnaria  guastar  persone  e  poi  guarirle;  e  che  ella  si  facesse 
ben  pagare,  e  che  s' impacciasse  con  gran  maestri,  che  acquistaria  grazia.  Se  gli  trov6  una 
tavola  di  rame  con  molti  caratteri  di  calamo,  quale  si  drizzava  su  4  candelieri,  che  avan- 
>.  ss*  zavano  di  sopra  per  mettere  le  candele ;  e  in  mez'zo  v'era  Lucifero  intagliato  a  sedere  su 
una  sedia  colla  corona  in  testa;  e  tre  volte  la  settimana  si  metteva  in  dosso  un  camiciotto, 
una  mitra  in  testa  ed  una  stola  al  coUo  sagrata,  e  si  metteva  in  ginocchio  avanti  al  diavolo, 
e  con  il  turribolo  gli  dava  rincenso  e  riconoscevalo  per  vero  Dio.  Poi  andava  ogni  di  in 
San  Francesco  a  messa  con  Tuffizio  in  mano;  e  quando  il  sacerdote  diceva  revangelio,  lei 


1 


[A.  1498]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  295 

diceva:  "  Tu  ti  menti  per  la  gola„.  Poi  andava  dietro  il  coro,  dove  k  san  Michele,  con  il 
diavolo  sotto  i  piedi,  e  fingeva  attaccare  le  candele  a  san  Michele  e  le  attaccava  al  diavolo. 
Ancora  si  metteva  3u  il  camiciotto  una  mantellina  gialla,  dipinta  con  due  diavoli.  Aveva 
12  bacchette  d'oliva  di  color  di  sanguinello  ed  altre  bacchette  tutte  sagrate,  ed  aveva  una 
5  spada  scritta  e  sacrata.  Ed  aveva  dodici  sacchette  di  diverse  polveri  di  membri  umani, 
quando  voleva  guastare  una  persona  in  un  membro,  toccava  coUa  polvere  di  quel  tal  mem- 
bro.  Ancora  confessb  avere  uno  spirito  familiare,  quale  non  Tabbandonb  sino  alla  morte, 
e  mostronne  molti  segni  in  prigione  ed  in  San  Domenico;  e  diceva  all*  inquisitore  ed  alle 
persone:   '  Ora  viene  il  tal  huomo,  ora  viene  la  tal  donna  a  domandare  tal  cosa  „;  e  stava  poco 

10  a  venire  tal  persona,  e  domandavali  quanto  aveva  detto.  E  confesso  che  non  gli  mancava 
se  non  far  consagrare  certi  caratteri,  che  avria  avuta  la  invisibilitk,  che  poi  non  avria  avuta 
paura  di  persona  del  mondo.  Di  modo  che  si  concluse  che  da  mille  anni  in  qua  non  fu 
uomo,  nb  donna,  che  avesse  piu  vera  negromanzia  di  questa;  e  per  questo  si  raccolsero  in 
San  Petronio  tutti  i  canonisti,  e  fu  sentenziata  al  fuoco  a  di  14  luglio  a  ore  10  in   12. 

15  II  sabbato  in  mezzo  alla  piazza  fu  condotta  e  quivi   messa  su   un  palio  in   una  lumiera 

grande,  legata  con  catene  al  collo,  e  a  traverso  con  pauni  di  pegola  intorno  a  lei.  Mont6 
sul  palco  con  tanta  franchezza,  e  senza  timore  alcuro,  che  non  ^  uomo,  che  lo  credesse,  e 
quivi  fu  abbruciata  viva  tutta;  e  saria  scampata,  se  non  confessava  tante  ribalderie,  perch^ 
Ginevra  moglie  di  Giovanni  Bentivogli  Tamava  assai  e  gfaveva  maritata  una  figlia  e  mes- 

20  sone  due  nelle  suore  di  San  Mattia  del  suo  proprio ;  e  questo  era  il  merito  che  glie  ne  ren- 
deva.     Costei  stava  nel  torresotto  di  San  Francesco. 

Annibale,  ad  instanza  delli  sigiiori  Venetiani,  si  parte  da  Bologna  con  200  huomini  di  arme 
et  una  prestante  squadra  di  stradiotti,  et  passa  in  Toscana  per  introdurre  Pietro  et  Giuliano 
de'  Medici   in  Fiorenza ;  et  giunto  nel  Casenlino,  dove  anco   era  Tessercito  venetiano,  pre- 

35  sero  molti  luoghi  de'  Fiorentini,  et  fra  graltri  Bibiena:  ma  poi  sopragionti  da  un  tempo  ni- 
V080,  furono  forzati  ad  invernare  in  vari  luoghi.  Partito  Annibale,  il  duca  di  Milano,  che 
fu  alli  2  di  settembre,  mand6  Alessandro  Bentivogli  con  200  huomini  di  arme  in  aiuto  de' 
Fiorentini;  ma  vi  stette  pochi  giorni,  et  se  ne  ritorn6. 

Alli  23  di  ottobbre  Antonio  Galeazzo  Bentivogli,  che  era  stato  al  Sepolcro,  ritoma  a  Bo- 

30  logna  con  la  sua  compagnia,  et  t  da'  nobili  della  cittk  incontrato,  facendone  tutta  la  citt^ 
festa  con  campane  e  trombe  et  fuochi;   et  gl' incarcerati  furono  liberati. 

Egli  volendo  rendere  gratie  alla  gran  madre  di  Dio,  fa  fare  una  bellissima  ancona  di 
altare  al  Francia  eccellentissimo  pittore,  dove  egli  si  fa  dipingere  del  naturale  con  ristesso 
habito  col  quale  era  ito  et  ritornato;  et  finita,  la  pose   airaltar  maggiore  della  chiesa  della 

35  Misericordia,  fuore  la  porta  di  Strk  Castiglioni. 

A  dl  24  detto  muore  Vincenzo  Paliotti  eccellente  dottore  et  cavaliere  aurato,  creato 
gik  dal  re  dTnghilterra,  il  quale  gli  don6  Tarme  sua,  merc^  della  sua  dottrina;  e  siccome 
egli  nel  suo  testamento  haveva  ordinato  senza  pompa  funerale,  ad  un'hora  di  notte  da  otto  suoi 
figliuoli,  accom'pagnati  dalli  parenti  et  amici  vestiti  di  negro,  fu  nella  chiesa  di  san  Jacomo       p-  jj? 

40  sepellito;  et  la  sua  memoria  fu  posta  nel  pilastro  del  coro  verso  la  sagristia. 

Alli  29  novembre  Bonifacio  Catanio  cavaliere  aurato  et  senatore  muore,  mentre  era  nel 
senato,  di  appoplesia;  fu  sepolto  a  San  Domenico,  et  successe  in  luogo  suo  nel  senato  Eli- 
seo  il  figliolo. 

Alli  16  di  decembre  Giovanni  Bentivoglio  manda  Carlo  Ingrati   con  200  lancie   et  200 

45  cavalli  leggieri  del  duca  di  Milano  in  aiuto  de'  Fiorentini  per  racquisto  di  Pisa. 

AUi  22  di  docembre  Paolo  di  Giovanni  Guglielmo  Ghellini,  della  dependenza  de'  Moneda, 
o  de'  Scanabechi  di  Bologna,  si  addottor6  nelle  arti  et  in  medicina  in  Padova,  havendo  per 
promotori  Nicoletto  Teatino,  Lorenzo  da  Novale,  Simone  Estense,  Giovanni  dairAquila,  Je- 
ronimo  da  Verona,  Gabriello  Zerbo  et  Pietro  Trappolino ;  et  f u  molto  honoratamente  accom- 
pagnato. 


296  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  (a  i4wi 


Anno  di  Cristo  1499.  —  Si  fanno  li  magiatrati  secondo  il  consueto.  Giovanni  Benedetto 
di  Baratani  da  Norwa  potestil  di  liologna. 

Alli  2  di  gennaro  Annibale  Bentivogli  ritorna  di  Toscana^a  Bologna,  havendo  egli  fatto 
ogni  8UO  sforzo  per  introdurre  Pietro  et  Giuliano  in  Fiorenza,  ma  non  puot^,  perchi  trovan- 
dosi  i  Fiorentini  con  forte  eBsercito,  ruppero  le  genti  del  duca  Guido  Ubaldo  di  Urbino  con     5 
U  Colloneai,  che  era  dal  lato  verso  Siena,  condotto  da'  Venetiani  a  tale  effetto. 

Pasaano  per  Bologna  400  cavalli  leggieri  mandati  in  Romagna  dal  duca  di  Milano  per 
presidio  di  Forli  et  d'lmola. 

Alli  7  di   marzo  giunge  in  Bologna  il  signor  Fracasso  figHuolo  del   signoT  Roberto  da 
San  Severino  che  ne  andava  a  Miiano  senza  le  genti  d'arme,  isdegnato  con  il  duca,  a  chie-   lU 
dergli  licenza;  et  la  ottenne  con  patto  che  fra  termine  di  due  ore  egli  foase  uscito  fuori  di 
Milano,  et  fra  due  giorni  di  tutto  lo  ducato  di  Milano;  poi  lo  priv6  di  tutte  le  sue  robbe  e 
castella  che  nel  ducato  haveva. 

AUi  9  del  detto  la  chiesa  di  san  Petronio  e  quella  di  san  Giovanni  in  Monte  sono  inter- 
dette,  perchfe  Astorre  Malvezzi,  cavalliere  di  san  Giovanni  Battista  di  Segna,  li  chiedeva  gli  1 5 
affitti ;  et  dette  chiese  mostrando  haver  pagato  buona  somma  di  danari  per  sua  commissione, 
dicevano  che  era  sodisfatto,  et  di  qui  ne  nacque  liie;  et  egli,  come  6  detto,  le  fece  interdire. 

In  questo  tempo  Antonio  Bentivogli,  che  fu  figliolo  di  Santi  Bentivogli  et  di  una  vedova 
fiorentina,  muore;  e  fu  con  onore  sepolto  in  San  Giacomo. 

Essendo  gia  accese  le  guerre  in  Italia  per  cagione  di  Pisa,  et  havendo  li  signori  Vene-  20 
ziani  pigliato  grande  sdegno  contro  Ludovico  Sforza,  perch^  favoriva  tanto  li  Fiorer.tini 
contro  i  Pisani,  et  anco  per  le  maligne  et  doppie  nature  di  lui,  che  per  porre  la  Lombar- 
dia  sossopra  fanno  col  papa  et  con  Ludovico  nuovo  re  di  Francia,  che  pretendeva  di  giu- 
risditione  nel  ducato  di  Milano  per  cagione  di  Valentina  figliola  di  Giovanni  Galeazzo 
primo  duca  di  Milano;  et  cotanto  in  ci5  si  affaticano,  che,  come  h  detto,  fecero  lega  insieme,  25 
et  capitulorno  di  darli  ogni  aiuto  contro  Ludovico  Sforza.  Erano  li  capitoli  che  il  re  di 
Francia  havesse  lo  stato  di  Milano,  li  Venetiani  havessero  Cremona  con  tutti  quei  luoghi  di  qua 
dalFAdda,  il  duca  Valentino  figliolo  del  papa  lo  stato  della  Romagna  et  deirUmbria.  Fatta 
questa  lega,  il  pontefice  priv5  Ascanio  Sforza  della  legatione  di  Bologna,  et  pose  in  suo  luogo 
il  cardinale  Borgia  il  nipote.  30 

Intendendo  Ludovico  Sforza  esser  fatta  la  suddetta  lega  contro  lui,  resti  tutto  pensoso 
e  di  mala  vbglia  et  molto  turbato  di  questa  nuova;  et  venuto  in  gran  sospetto  di  perdere  lo 
stato,  si  acco8t6  a  Massimiliano  et  chiam6  in  suo  aiuto  Baiazette  gran  Turco. 
j».  jj*  Annibal  Bentivogli  manda  Carlo  Grati   con    100  elmetti  bene   a  ordine  al  campo  del 

duca  Ludovico  di  Milano;  fu  alli  14  d'agosto.  35 

A  di  16  d'ago8to  Giovanni  Bentivogli  manda  le  sue  genti  d'arme,  et  quelle  di  Alessandro 
il  figliolo,  al  duca  di  Milano;  furono  300  elmetti  bene  a  cavallo  et  200  ballestrieri  a  cavallo, 
perchfe  guerreggiava  con  il  re  di  Francia.  Ci6  avendo  inteso,  il  re  di  Francia  manda  a  Gio- 
vanni  Bentivoglio  una  lettera  di  questo  tenore: 

Voi  safete  conte  temfu  fa  Ladovico  Sforza  ha  occupato  et  usurfato  il  nostro  ducato  di  40 
Milano;  ■pcr  il  che  noi  colla  gratia  di  Dio  avemo  mandato  grand^armata  da  fiedi  e  da  ca- 
vallo,  -per  la  quale  abbiamo  speranza,  coWaiuto  di  Dio,  e  mediante  lo  sforzo  de'  nostri  bttoni 
c  leali  sudditi,  in  poco  tempo  riavere  il  nostro  stato  di  Milano,  come  i  di  buona  gittstitia;  e 
pcrche  noi  avemo  inteso,  che  voi  gli  date  aiuto  e  favore  colU  genti  d'arme,  c  con  lo  stato 
vostro,  vi  notijichiamo,  che  vi  avremo  per  nemico  nostro,  e  cercheremo  di  dantiificarvi  voi  ct  il  45 
vostro  stato.     Vi  preghiamo  che  voi  rispondiate  a  questo.     Che  Dio  sia  guardia  di  voi.  Addio. 

LUDOVICO   PBR   DlO   GRATIA   RB  DI   FrANCIA   KTC. 

18-J9.  segno  a  feuHa  nel  margine  sinistro  —  ya.  poitilla  a  stampa  nel  margine  anistro:  Cronaca  Naldi  —40- 
46,  segno  a  ptnma  nel  margine  sinistro 


[A.  1499]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  297 

Fileno  dalle  Tuade  lesse  questa  lettera  in  francese,  et  fu  registrata  in  lingua  italiana. 
Ora  rassettate  Ludovico  XII  re  di  Francia  le  cose  del  regno,  con  25  milla  armati,  che  fatto 
haveva  per  !a  impresa  d'Italia,  pass6  le  Alpi  et  venne  in  Asti ;  et  passati  li  Francesi  sopra  Novi, 
lo  presero  insieme  con  altre  terre  presso  al  Tanaro,  et  poi  Tortona  et  Alessandria,  ove  era 
5  tutto  lo  sforzo  del  duca  Ludovico.  Di  che  Ludovico  sbigottito,  si  lev6  di  Milano,  forsi  dubi- 
tando  della  fede  del  popolo.  Prima  mand6  avanti  il  suo  tesoro,  che  erano  40  muli  carichi,  et 
poi  pas86  in  Germania  per  il  lago  di  Como  con  monsignor  Ascanio  il  fratello,  con  Federigo  da  • 
San  Severino  cardinale  et  con  li  suoi  tiglioli,  lasciando  ben  fornito  il  castello  di  porta  Giob- 
bia  a  Bernardino  di  Corte,  in  cui  ogni  sua  speme  et  fede  riposto  haveva.     Fuggito  il  duca, 

10  tutti  li  popoli  del  ducato  di  Milano  si  diedero  al  re  Ludovico  et  Milano  fece  il  medesimo, 
ricevendo  il  signor  Giovanni  Jacomo  Trivultio  a  nome  del  re,  che  fu  alli  6  di  settembre.  Nfe 
pa336  molto  che  Bernardino,  allettato  da  buona  somma  di  danari,  diede  il  fortissimo  castello 
di  porta  Giobba  al  re;  talmentech^  il  duca  di  Milano  prima  fu  vinto,  che  si  cavasse  il  ferro 
fuori;  et  li  Sforzesi  cosi  perderono  lo  stato  che  da  50  anni  Thavevano  posseduto. 

15  In  questo  istesso  giomo,  che  il  re  hebbe  Milano,  il  cardinal  Borgia   legato  di  Bologna 

giunse  alla  citta,  che  ne  andava  a  Venetia  per  ie  cose  della  guerra.  Fu  con  ogni  maniera 
d'honore  et  pompa  da'  Bolognesi  ricevuto;  alloggi6  nel  palaggio  delli  signori,  et  il  seguente 
giorno  and6  a  cena  con  il  signor  Giovanni  Bentivoglio  al  suo  palaggio,  dove  stette  sino  alla 
mattina  del  seguente  giorno.    Et  accompagnato  dalli  tiglioli  di  Giovanni,  si  parti  di  Bologna, 

20  et  passo  alle  Tombe  ove  era  apparecchiato  un  lautissimo  desinare;  et  dimorato  alquanto  in 
piacere  et  festa,  dopo  il  desinare  pass^  a  Ferrara* 

Di  questo  mese  d'agosto  ai  saliga  la  piazza  gii  fatu  vicino  al  muro  deirorto  de'  signori, 
et  vi  si  pone  gli  traffitti  di  macigno  per  fare  il  luogo  dove  havessero  a  stare  gli  ortolani  a 
vendere;  e  furono  lontani  dal  detto  muro  piedi  18. 

25  Alli  7  di  settembre  Cario  Grati  ritorna  a  casa  dal  campo,  dove  Thaveva  gih  mandato  An- 

nibale  Bentivogli  a  favor  del  duca  Lodovico. 

Alli  8  di  settembre  Giovanni  da  Sala  eccellente  dottore  et  generale  dei  frati  Gaudenti       p.  339 
muore;  fu  sepolto  con  grande  lionore  in  San  Domenico. 

Di  que8t'anno  fu  finita  la  libbraria  di  San  Domenico  fatta  da  Ludovico  Bolognini. 

30  GH  ortolani  vanno  a  vendere   alla  piazza   nuova  dietro   il  palagio   de'  signori,   siccome 

di  gik  era  stato  designato. 

Giovanni  Bentivogli  alli  20  del  detto  manda  Anuibale  il  tigliuolo  con  25  cavalli  pom- 
posamente  addobbati  a  rallegrarsi  con  il  re  Ludovico,  che  era  di  gia  entrato  in  Milano,  della 
ottenuta  signoria  di  Lombardia,  et  anche  a  raccomandargli   la  citta  di  Bologna,  supplican- 

35  dolo  volesse  accettarla  sotto  la  sua  protezione.  Fra  gli  altri  erano  con  esso  lui  Nappoleone 
Malvasia,  Mino  de'  Russi,  Agostino  Marsili,  Alessandro  Cavazza.  Fu  Annibale  lietamente 
dal  re  ricevuto,  et  promise  di  haver  a  cuore  la  cittk  et  di  aiutarla  contro  ciascuno,  eccetto 
il  pontefice,  poi  ch'ella  era  alla  Chiesa  soggetta.  Poi  fece  suo  barone  Giovanni  Bentivogli, 
Annibale,  Galeazzo  protonotario,  Alessandro  et  Ermes,  poi  gli  disse  che  egli  voleva  mandare 

40  seicento  lanze,  che  erano  tremila  et  seicento  cavalli,  in  Romagna  airacquisto  d'  Imola  et  di 
Forli  per  il  papa,  et  che  gli  raccomandava  a  Giovanni  che  fussero  ben  trattati;  et  cosi  gli 
dette  licenza,  che  a  Bologna  si  tomasse. 

AUi  3  di  ottobbre  giunge  in  Bologna  il  cardinale  Ursino,  et  fu  da  Giovanni  et  da  tutta 
la  nobiltk  benignamente  et  con  grande  honore  ricevuto.     AlIoggi6  nel  palagio  del  signor  Gio- 

45  vanni,  et  il  di  seguente  si  partl  per  Milano  a  visitare  il  re  di  Francia. 

A  d)  4  del  detto  entra  in  Bologna  il  prefetto  di  Senogaglia  fratello  di  Giuliano  dalla 
Rovere  cardinale  et  vescovo  di  Bologna,  che  passava  anch'egli  a  Milano  a  far  riverenza  al 
re;  alloggi6  con  il  signor  Giovanni. 

Alli  5  detto   aono  restituite  le  messe  a   San  Petronio  (come  fosse  interdetto,  h  narrato 

50  avanti);  non  si  fece  festa  que8t'anno  il  d\  di  san  Petronio.  Furono  parimente  reintfegrate 
degli  divini  olHci  le  altre  chiese. 


298  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  [AA.  1499-1800] 

AIH  17  dctto  Giovani  Giordani,  che  era  stato  al  re  di  Francia  in  Milano  insieme  con 
altri  signori  et  ambasciatori,  licentiato  dal  re,  viene  in  compagnia  del  marchese  di  Ferrara, 
Aniiibale  Bentivogli,  Mino  de'  Kusni,  Nappoteone  Malvasia,  AgoRtino  Marsili  et  Aleasandro 
Cavazza  nel  bucentoro  del  detto  marchcse  insino  a  Ferrara,  havendo  prima  li  Bolognesi  man- 
dati  li  cavalli  loro  a  Bologria;  et  d'indi  poi  it)  nave  vennero  a  Bologna.  Alloggi6  il  Giordano  5 
in  casa  di  Giovanni  Bentivogli;  stettc  con  esso  lui  due  giomi,  et  poi  partL 

Alli  28  del  detto  il  cardinale  Ursino  ritorna  a  Bologna,  et  la  mattina  seguente  ai  parte 
per  Roma. 

In  questi  giomi  cominciorono  a  passare  per  il  territorio  di  Bologna  le  suddette  seicento 
lanze  francesi  condotte  da  Cesare  Borgia  figliolo  del  papa,  che  di  gik  haveva  rinonciato  il  10 
capello  per  farsi  signor  temporale,  et  era  nominato  duca  Valentino.  Ne  andava  questa 
guerra  a  Forll  et  Imola  con  monsigiior  Alegra  capitano  francese,  sotto  colore  che  Caterina 
Sforza,  moglie  gik  di  Jeronimo  Riario,  non  havesse  per  certo  tempo  pagato  ii  debito  censo 
alla  Chiesa  Romana. 

AUi  22  di  novembre  Nicol6  de'  Savi   celeberrimo  medico  muore,  et  h  sepolto   in   San   15 
Domenico. 

In  questo  istesso  giorno  il  duca  Valentino  alloggia  alI'osteria  del  Quaquarello  di  I^  dal 
ponte  di  Reno;  il  che  da  Giovanni  Hentivogli  inteso,  tosto  vi  manda  Annibale  et  Antonio 
Galeazzo  con  molti  gentilhuomini  a  visitarlo,  et  il  condussero  in  Bologna  a  cena  nel  suo  pala- 
/.  j/o  gio,  dove  anche  si  trovarono  moiti  nobili  della  citta  da  Giovanni  invitati.  Et'  il  duca,  cenato  20 
ch'ebbe,  don6  a  Giovanni  un  bellissimo  cavallo  bardato  di  barde  dorate,  con  una  preciosa 
celata ;  accett6  Giovanni  volentieri  il  dono,  et  molto  lo  ringrati6,  et  poscia  volle  all'  hosteria 
ritoraare  a'  suoi.  Et  la  mattina  seguente  il  senato  gli  present6  molti  vitelli,  capponi,  faggiani, 
pernici  et  cose  simili,  con  gran  numero  di  scatole  di  confetti  et  mazzi  di  cera  et  torchL 
Accett6  ogni  cosa  con  lieta  fronte,  et  desinato  ch'ebbe,  invi6  le  gend  d'arme  verso  Imola,  25 
passando  per  la  cittk  in  ordinanza. 

Giunto  adunque  presso  Imola,  vi  venne  il  signor  Paolo  Ursino  et  Vitelloccio  da  Citti  di 
Castello  conduttieri  del  papa,  con  buon  numero  di  armati;  et  radunati  insieme,  si  trovorono 
havere  da  dodecimila  huomini  fra  cavalli  et  pedoni,  parte  francesi,  vasconi,  et  parte  italiani, 
havendo  molti  pezzi  di  artiglieria  seco.  Et  passati  sopra  Imola,  senza  adoperare  spada,  Thebbero  30 
in  pace;  ma  non  gik  la  rocca,  perciocch^  Caterina,  essendosi  co'  figliuoli  quivi  rinchiusa,  come 
colei  che  era  animosa,  fece  ben  travagliare  et  sudar  il  neraico,  prima  che  si  volesse  in  po- 
tere  di  lui  andare.     Finalmente  ella  si  arrese.  et  fatta  prigione,  fu  mandata  a  Roma. 

AIH  28  di  novembre  da  Venetia  giunge  in  Bologna  il  cardinale  Borgia  fratello  del  duca 
Valentino  per  legato  della  cittk,  et  fu  con  grandissimo  honore  incontrato  et  ricevuto.  Essendo  35 
entrato  in  palaggio,  trov6  le  stanze  tutte  spogliate,  et  raccordandosi  che  quando  gik  fu  a 
Bologna  erano  tutte  di  panni  addobbate,  tutto  per  cio  isdegnato,  chiam6  a  sfe  il  confaloniere 
di  giustitia,  et  addimandata  di  ci6  la  cagione,  rispose  che  venendo  lui  la  prima  volta  gli 
furono  addobbate  le  camare,  ma  che  ora  essendo  egli  venuto  in  casa  sua  gli  erano  perci6 
consignate  lire  1500  ogni  mese,  acciochfe  di  tutte  le  cose  che  gli  facevano  di  bisogno  si  40 
provvedesse.  Rispose  il  cardinale :  "  Adunque  se  questo  palaggio  fe  mia  casa,  io  non  ci  vorr^ 
tenere  persone  da  dozzina,.     Ci6  disse  in  dispreggio  de'  signori  et  confaloniero. 

A  dl  27  di  decembre,  nella  festa  di  san  Giovanni  Evangelista,  il  signor  Giovanni  Ben- 
tivogli  va  ad  ascoltar  la  messa  alla  sua  capella  in  San  Jacomo;  et  finita  la  messa,  fa  cavaliere 
aurato  Francesco  Ghisilieri.  45 

Anno  di  Cristo  1500.  —  Si  fanno  li  magistrati  della  citta  serondo  il  consueto. 

Travagliando  il  duca  Valentino  !a  Romagna  et  havuto  Imola  et  la  rocca,  passa  sopra 
Forll,  et  dopo  molte  battaglie  lo  conquista,  con  la  morte  di  dugento  delli  provigionati ;  et 
fu  alli  12  di  genuaro. 


[A.  1500]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  299 

Alli  14  di  gennaro  il  cardinale  Borgia  legato  di  Bologna,  essendo  ito  in  Urbino,  quivi 
si  muore. 

Vedendo  il  duca  scendere  in  Italia  i!  signor   Ludovico  Sforza   duca  di  Milano,   che  si 
era  fuggito  in  Germania,  con  valido  essercito,  per  riacquistare  il  perduto  stato,  fu  forzato  di 

5  rimandare  tutto  Tessercito  in  Lombardia  a  soccorso  de'  Francesi;  laonde  all'ultimo  del  detto 
mese  passarono  con  bellissima  ordinanza,  come  che  se  havessero  a  combattere,  con  dieci  boc- 
che  d'artegliaria,  temendo  che  il  popol  bolognese  non  gli  si  opponesse.  Erano  da  10  000 
fra  cavalli  et  pedoni.  Passarono  adunque  di  longo  le  fosse  della  cittk  fra  il  colle  et  la  citta 
con  grandissima  tema,  et  seco  conducevano  il    conte  Alessandro   Sforza  et   il   conte   Melzi 

10  con  Giovanni  Casa  figlioli  gih  del  duca  Galeazzo  con  molti  altri  nobili  prigioni,  et  con  robbe 
assai,  che  havevano  depredate  nel  pigliar  Imola  et  Forli  et  la  rocca.  Passati  Bologna,  et 
vedendosi  liberi  dal  timore  de'  Bolognesi,  fecero  nel  territorio  di  Bologna  gran  mali,  sac- 
cheggiando  ogni  cosa  et  ammazzando  gli  huomini. 

Alli  2  di  febbraro   il  cardinale  Ascanio,  fratello  del  duca  di  Milano  Ludovico   Sforza, 

15  entra  con   gran  piacere   di  tutto  quel  popolo  in  Milano '  con  la  gente  deirimperatore,   che       /.  j// 
erano  20  000  persone;  et  alli  4  del  detto  poi  entrb  il  duca  Ludovico  il  fratello,  poi  passa  il 
Tesino  et  ricupera  Vegano. 

Havendo  Ludovico  Sforza  ottenuto  gran  parte  del  perduto  stato,  fu  tradito  da'  Svizzeri 
et  venduto  a'  Francesi  a  Novarra,  et  condotto  in  Franciiu     Et  il  cardinale  Ascanio,  che  si 

20  trovava  in  Milano,  ispaventato  della  presa  del  fratello,  tosto  si  pose  in  fuga,  ma  seguitato  da 
Carlo  Orsino  et  Soncino  Benzone,  fu  in  Ripalta,  castello  posto  sul  fiume  Trebia,  fatto  pri- 
gione  dal  detto  Carlo,  et  mandato  in  Venetia;  et  li  Venetiani  poi  il  mandarono  in  Franqia 
a  richiesta  del  re,  che  mandato  per  lui  haveva. 

AUi  11  di  febbraro  gionse  in  Bologna  Isabella  gik  moglie  del  duca  Giovanni  Galeazzo 

25  Sforza  con  2  figlioli  che  passava  a  Napoli,  tutta  rammaricata  per  haver  mandato  il  re,  Fran- 

cesco  suo  figliolo  giovinetto,  in  Francia.     Fu  da  Giovanni  incontrata  con  molti  cittadini  bo- 

lognesi  ad  Anzola;  et  tre  carrette  di  gentildonne  la  vennero  parimente   ad  incontrare,   con 

honore  ricevuta  et  da  Ginevra  et  da  tutti  li  ngliuoli ;  et  dopo  tre  giomi  si  parti  per  Napoli. 

II  re  Ludovico   viene   a   Milano,  al  quale  passarono    tutti    gli  ambasciatori   de'   signori 

30  d'Italia  a  rallegrarsi  seco  deirhavuta  vittoria.  Et  Giovanni  Bentivogli,  intendendo  che  i!  re 
voleva  porre  il  campo  a  Bologna  et  pbrla  a  sacco,  et  tanto  piii  che  era  sollecitato  da  papa 
Alessandro,  acciocch^  soggiogasse  la  citta  et  discacciasse  Giovanni,  dimostrandoli  ch'era 
colligato  col  duca  Ludovico  Sforza,  et  che  gli  haveva  mandato  soccorso  di  danari  contro 
lui;  manda  Mino  de'  Russi  senatore,  huomo  di  molta  prudenza  et  destrezza  negl' importanti 

35  negoci,  il  quale  tanlo  seppe  trattare,  che  plac6  Tanimo  del  re,  proferendogli  40  mila  ducad 
per  parte  del  senato  bolognese^  Laonde  losto  scrisse  a  Giovanni  facesse  trovare  li  detti  da- 
nari,  et  poi  tre  altri  mila  per  donare  ad  un  baron  francese,  pel  cui  mezzo  haveva  trattato 
tanto  importante  negocio.  II  senato,  havendo  radunato  li  confallonieri  del  popolo  con  li  mas- 
sari  delle  arti,  grimpose  il  ritrovare  detta  somma  di  danari,  li  quali  ciascuno  nel  suo  quar- 

40  tiero  li  addimandb  a'  cittadini  et  artefici  secondo  il  loro  grado,  et  secondo  la  stima  delle 
loro  entrate,  con  promessione  di  restituirgli  termine  ad  un  anno  la  camara;  et  cosi  per  tutto 
il  mese  di  maggio  furono  esatti  et  pagati. 

Et  nel  vero  se  non  si  placava  a  questo  modo  Tira  del  re,  sarebbe  successo  ci6   che  il 
papa  soUecitava,  ch'era  di  haver  Bologna  et  cacciare  Giovanni. 

45  Si  fanno  le  solite  tre  processioni  delle  rogationi  con  la  madonna  di  San    Luca;  et   fra 

Taltre  chiese,  ove  si  cantarono  le  messe,  fu  una  11  Servi,  dove  cantata,  riportandosi  la  ma- 
donna  aU'08pitale  della  morte,  et  giunti  in  porta  Ravegnana,  incontrandosi  Giovanni  Piacen- 
tini  servitore  di  Giovanni  Marsili  in  un  suo  nemico,  cav6  la  spada  per  ferirlo  et  Taltro  an- 
cora  egli   con  Tarme   estratta   cercando   diffendersi,    li   circostanti,   non   sapendo   che    cosa 


49.  /ostilla  a  stam/a  ntl  margine  sinistro  (fUie  lintettt):  Cronica  del  Ghiietll 


300  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  tooo] 


foise  quMto  tumulto,  corsero  con  rarme  nuda  col^  ove  era  il  ruinore,  et  vedendo  gB  altri 
accregcere  la  zuffa,  temendo  di  qualche  novitk  nella  cittk,  cominciorno  ri  sconciatamente 
a  fuggire,  che  urtando  le  donne,  ne  fecero  moltt-  disperdere,  essendo  gravide.  Giovanni 
Bentivoglt  con  11  riglioli,  tratta  la  spada,  si  fermarono  con  li  suoi  servitori  per  vedere  il  fine 
della  cosa;  dove  corsi  li  confallonieri  del  popolo  con  le  manarette  per  intendere  il  fatto,  et  5 
trovando  il  disturbatore,  il  fecero  pigliare,  et  avanti  la  speciaria  del  Silimano  impiccare  ad 
esempio  altrui. 

A.lli  5  di  luglio  al  Tedo  viene  una  insolita  grandine  di  smisurata  grossezza,  che  uccide 
animali  assai,  et  ne  furono  trovati  alcuni  pezzi  che  pesarono  libre  7.     £t  nell' istesso  giomo 
/.  $it       la  saetta  percosse  la  colombara  del  poggio  di  Giovanni'  Bentivogli,  et  gett6  a  terra  il  colombo  10 
di  gesso  che  era   nella   sommit^  di  essa  con  un   merlo   della  torre,   ritrovandosi   quivi   Gio- 
vanni  Bentivogli. 

A  dl  28  di  agosto  fe,  con  il  consentimento  di  Cesare  de'  Naccii  vicario  del  signor  cardi- 
nale  Battista  del  litolo  de'  Santi  Giovanni  e  Paolo  legato  di  Bologna  et  delli  signori  16  refor- 
matori,  concesso  a  Giovanni  Bentivogli  che  possi  fabbricare  un  molino  fuori  della  porta  di  15 
strk  Santo  Stefano  a  Codalonga. 

Alli  26  di  settembre  il  signor  Gilberto  Pii  da  Carpi  muore.     Era  genero  di  Giovanni,  et 
era  stato  infermo  circa  tre  anni  di  male  incurabile;  fu  sepellito  alla  Nonciata  fuori  di  San 
Mamolo.    A  cui  successe  nella  condotta  de'  soldati  della  citt^  Alessandro  il  figliolo  d'anni  13, 
che  fu  poi  ranno  seguente  creato  cavaliere  aurato  dal  duca  Ercole  da  Este  et  coniinnato  20 
nella  signoria  di  Sassuolo. 

Alli  29  di  ottobbre  il  conte  Nicol6  Rangone  capitano  de'  soldati  bolognesi  muore.     Era 
genero  di  Giovanni,  huomo  di  somma  integriti  et  valoroso ;  Ia8ci6  dopo  di  s^  8  figli  maschi 
e  tfe  femine,  de'  quali  il  primo,  ciofe  il  conte  Guido,  di  anni  15  successe  nella  condutta;  et 
acciochfe   fossero   ben   govemati   li  soldati,  Giovanni   procur6   che  iie   venisse   a  Bologna  il  25 
conte  Cesare  Rangone,  huomo  esperto  neirarmi  e  di  gran  riputazione. 

Havendo  il  papa  determinato  di  far  grande  Cesare  Borgia  il  figliolo,  lo  dissegn6  confal- 
loniero  della  Chiesa,  et  gli  diede  in  Roma  molte  bande  di  cavalU  spagnuoli  con  il  rignor 
Paolo  Ursino,  Vitelozzo  da  Cittk  di  Castello  et  il  conte  Ercole  Bentivogli  gii  figliuolo  di 
Santi  Bentivogli,  acciochfe  egli  passasse  nella  Romagna  airacquisto  di  tutte  le  altre  cittk  30 
et  luoghi  della  Romagna,  havendo  anche  ottenuto  dal  re  di  Francia,  che  li  mandasse  Alegra 
famoso  capitano  della  militia  con  molte  lancie  et  fantaria  di  Guasconi. 

Partitosi  adunque  il  duca  Valentino  da  Roma  con  li  detti  capitani  et  bande  di  soldati, 
Ercole  Bentivogli  giunse  a  Rimini  mandato  dal  duca  Valentino  per  ottenerlo,  intendendo 
esser  il  signor  Pandolfo  Malatesta  molto  dalla  citta  odiato  per  li  suoi  mali  costumi;  dove  35 
giunto  al  principio  d'ottobbre,  gli  fu  consignata  la  citt^  liberamente  dalli  cittadini,  fuggendosi 
il  signor  Pandolfo  con  Violante  sua  consorte  et  cou  Carlo  il  fratello  a  Bologna  da  Giovaiini 
Bentivogli;  fu  alli  6  di  ottobbre,  et  giunse  alli  12. 

Li  Pesaresi  anch' essi,  intendendo  che  il  duca  Valentino  con  ressercito  si  accottava  a 
Pesaro,  essendo  passato  a  Venetia  il  signor  Giovanni  Sforza  a  chiedere  aiuto  alli  signori  40 
Venetiani,  temendo  le  forze  del  duca,  pigliarono  il  signor  Galeazzo  il  fratello  del  detto  Gio- 
vanni  domandandogli  che  gli  facesse  dar  la  rocca,  accioch^  non  patissero  qualche  danno 
dal  duca  Valentino.  Per  lo  che,  vedendosi  prigione,  tanto  si  adopr6  col  castellano,  accio- 
chfe  non  fosse  dato  nelle  mani  del  Valentino,  che  conaign6  la  rocca  alli  cittadini,  et  essi  al 
Valentino;  et  il  signor  Galeazzo  fu  relassato,  et  alli  17  se  ne  venne  a  Bologna.  45 

Monsignor  Alegra  passa  con  le  sue  genti  per  il  Bolognese,  e  il  detto  entra  nella  dtxk 
ove  6  honoratamente  ricevuto  da  Giovanni  Bentivogli;  et  alloggi6  nel  suo  palaggio,  facendo 
di  gran  disordini  li  suoi  soldati  per  il  territorio  bolognese. 

Intendendo  il  senato  bolognese  la  gran  possanza  del  duca  Valentino,  veggieudo  che 
egli  soggiogava  tulta  la  Romagna,  cominciorono  a  temere,  che  aendo  soggiogata  la  Romagna,  50 


[AA.  1500-1501]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  301 


alla  sprovista  non  volgesse    rarmi  sopra   Bologna;   per   il  che   deliberorno   di  fare  qualche 
provisione,  acciochfe  la  citth  alla  sproveduta  non  fosse  assalita.     Et  percib  indussero  al  soldo 
il  conte  Ranuccio  da  Marzano  huomo  di  gran  valore  neirarme  con   100  lanze  et  con  buon 
numero  di  pedoni,  et  richiamarono  tutti  li  banditi  alla  cittk,'  et  posero  alle  porte  buone  guar-       /.  sis 
5  die;  et  la  notte  facevano  scorrere  gli  soldati  dietro  le  mura  et  per  la  citta. 

Ottenuto  Pesaro  et  Rimini  con  tanta  facilitk,  il  duca  "Valentino,  lasciandovi  buoni  pre- 
sidi,  dirizz6  Tesercito  a  Faenza,  dove  giunse  a  circa  il  fine  d'ottobbre,  essendosi  radunati  li 
Francesi  et  Guasconi  con  li  soldati  che  lui  haveva,  che  erano  in  tutto  dodecimila  guerrieri. 
Posto  adunque  il  campo  intorno  a  Faenza,  la  oppugnorno  et  la  combatterorono,  ma  tale  fu 

10  la  yirtu  de'  Faentini,  aiutandogli  le  donnc  loro,  che  ogni  sua  forza  resto  vana,  essendone 
stati  di  loro  molti  uccisi ;  et  sendo  sopragionto  la  vernata,  bisogn6  che  Tessercito  si  ricove- 
rasse,  et  perci6  il  duca  Valentino  mand6  parte  deiressercito  a  Forli  e  parte  ad  Imola;  et 
acciochfe  potesse  piii  commodamente  alloggiare  parte  delli  detti  soldati,  et  ancora  per  tenere 
oppressa  Faenza,  mand6  al  senato  bolognese  a  chiederli  Castello  Bolognese.     Laonde  preve- 

15  dendo  il  senato  Tanimo  di  Valentino,  che  chiedeva  detto  castello  per  occuparlo,  mandarno 
Francesco  Fantucci  senatore  per  persuadere  il  duca  a  pensare  ad  altro,  awengach^  loro  non 
pareva  di  piegarsi  a  questa  sua  petitione.  Vero  h  che  il  Valentino,  essendo  insolente  per 
havere  il  papa  per  padre,  et  per  esser  confederato  con  il  re  Ludovico,  li  fece  intendere, 
che  essendo  i  Bolognesi  soggetti  alla  Chiesa^^^et  lui  sendo  confalloniere  della  Chiesa,  havendo 

20  particolare  commissione  di  quella  cosa  dal  papa,  intendeva  volervi  alloggiare  non  solamente 
nel  detto  castello,  ma  ancor  nel  territorio  di  Bologna  quando  gH  paresse,  et  che  bene  avver- 
tissero  quello  che  facevano,  che  con  il  tempo  se  ne  pentirebbono.  A  cui  rispose  Francesco: 
*  Benchfe  sia  tu  confalloniere  della  Chiesa  et  che  Bologna  sia  soggetta  al  pontefice,  havemo 
"  per6  li  nostri  capitoli  con  esso  lui  di  quanto  havemo  a  fare  insieme ;  non  vogliamo  altro  ec- 

25  "  cetto  che  ci  sieno  osservati  li  detti  capitoli  ,.  "  Ben  (disse  il  Valentino)  veggio  voi,  Bolognesi, 
'  esser  di  natura  tale,  che  non  volete  conoscere  li  vostri  superiori,  per  il  che  vi  protesto,  che 
'  non  volendo  darmi  Castel  Bolognese,  sete  decaduti,  per  inobbedienza,  da  ogni  capitulazione, 
"  che  havete  havuta  dal  papa^.  A  cui  con  animo  intrepido  Francesco  rispose:  "Siamo  noi 
"  Bolognesi  di  tal  natura,  che  havendo  promessa  una  cosa,  la  vogliamo  servare  senza  alcuna 

30  "  frode,  et  parimente,  sendo  a  noi  promesso,  vogliamo  ci  sia  osservato.  Et  protesto  come 
"  siamo  apparecchiati  a  servare  tanto  quanto  si  contiene  ne'  capitoli  fatti  fra  la  Chiesa  et  noi, 
"  et  quando  altrimenti  si  f ar^  siamo  tali,  ci  potremo  dif endere  da  chi  ne  vorrk  sf orzare  „ . 
Et  cosi  con  queste  parole  et  protestationi  Francesco  si  partl  et  ritom6  a  Bologna,  et  il  tutto 
riferi  al  senato. 

35  Di  questo  anno  Giovanni  Antonio  Boltraffio  milanese,  famoso  pittore,  fa  la  tavola  della 

Misericordia  fuor  di  Bologna. 

II  senato,  havendo  il  tutto  inteso,  antivedendo  quello  che  il  duca  teneva  in  animo  ascosto 
di  volere  soggiogare  tutta  la  Romagna,  et  finalmente  poi  Bologna,  parveli  di  mandare  Mino 
de'  Russi  al  re  di  Francia  a  farli  intendere  il  tutto,  et  per  sapere  che  intentioue  la  sua  fosse. 

40  II  che  concIuBO,  si  giunse  alFanno  1501. 

Anno  di  Cristo  1501.  —  Si  fanno  li  magistrati  secondo  il  consueto. 

Alli  3  di  gennaro  mentre  che  Mino  Russi  disponeva  le  cose  con  il  re  di  Francia,  giJi 
dimostrandosi  la  primavera,  condusse  il  V^alentino  ressercito  intorno  Faenza,  et  alli  13  co- 
raincio  a  combatterla;  la  quale  si  trovava  fortificata  da'  Faentini  con  argini  forti  et  bastioni 
45  et  baracani;  havendo  essi  anco  le  torri  abbassate  per  non  esser  offese  dalle  bombarde  r.e- 
miche,  et  per  lor  maggior  sicurezza  havendo  mutali  il  castellano  et  li  presidi  nella  rocca,  et 
postovi  alcuni  fedeli  cittadini  in  presidio  et  guardia;  poi  mandorono  a  chieder  soccorso  a' 
Venetiani,  Fiorentini  et  a  Giovanni'  Bentivogli,  sendo  suo  nipote  Astorre  il  giovinetto  d'anni  16  /.  /^ 
signore  della  cittiu 


.102  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  isoij 


Alli  10  auddelto  Giuliano  cardinale  veBCOvo  di  Bolopna,  Bendo  nella  rocca  di  Cento, 
avvisato  come  era  convenuto  con  Giovanni  di  darlo  nelle  mani  del  duca  Valentino,  alle  3 
ore  di  notte  si  part),  et  passb  al  Finale,  ove  si  ferm6  7  giomi,  et  dMndi  poi  paas^  a  Savona; 
fu  incolpato  Apamenon  Marescotto  che  desse  queato  avviso.  Alli  13  del  detto  mese  Pe- 
tronio  di  Aldrovandino  dalla  Fonduzza,  sendo  confalloniero  di  popolo,  per  cagione  di  alcune  5 
differenze,  viene  alle  mani  con  Luip  Maria  Grriffone  sulla  piazza,  et  di  gik  havendo  amendue 
Tarmi  in  mano,  furono  dalli  cittadini  spartiti ;  di  che  isdegnati  li  confalonieri  con  il  Griffone, 
per  esser  stato  il  primo  a  por  mani  alle  armi,  volevano  mandarlo  a  pijrnorare,  ma  il  con- 
falloniere  di  giustitia,  per  buoni  rispetti,  vi  si  appose  con  dire  che  a  miglior  commodo  riser- 
bassero  questa  ^ustitia.  Ma  Petronio,  vedendo  che  cosa  contro  di  lui  non  si  faceva,  pren-  10 
dendo  maggior  animo,  pigH6  seco  li  figliuoli  di  Giovanni  di  Andrea  Mezzovillani  et  assaQ 
Luigi  Maria  Griffoni  et  malamente  lo  ferl.  Laonde  H  confallonieri  oltre  modo  adiratisi, 
privarono  Petronio  deirufficio  et  gli  levarono  il  confalone,  et  li  corapagni  per  tre  anni  furono 
banditi. 

II  Valentino,  sendo  pure  di  animo  di  conquistare  Faenza,  gli  passa  sopra,  et  gli  dk  nna  1 5 
longa  battaglia,  nella  quale  morirono  assai  soldati;  et  molti  piii  ne  furono  feriti  di  quei  del 
Valentino,  perciocch^  havendo  egli  gittato  a  terra  una  parte  delle  mura,  pensando  quivi  non 
trovare  contrasto  alcuno,  et  spingendo  avanti  li  soldati,  si  ritrov6  esservi  de'  bastioni  ove  i 
Faentini  con  Tarmi  molto  I*offesero  et  ributtarono  a  dietro. 

Frattanto  il  Valentino  passa  sopra  Salarolo  et  Brisighella   et  molte  altre   castella,  et  le  20 
piglia.     Poi  ritoma  pure  sopra  Faenza,  et  alle  22  hore  con  grandissimo  ardire  et  forza  le  dk 
un  fiero  assalto,  ma  ntente  fa,  perciocchfe  con  morte  di  molti  de'  suoi  h  da'  Faentini  spinto 
addietro. 

Alli  21  detto,  circa  le  20  hore,  il  duca  Valentino  disposto,  o  perdervi  la  vita,  o  volere 
Fapnza,  di  nuovo  passa  a  battagliare  la  cittk,  et  da  dui  lati  travagliandola  insino  alle  5  hore  25 
di  notte,  fu  valorosamente  et  con  Tarmi  et  con  sassi  ributtato  con  la  morte  de'  suoi.  Ma  i 
Faentini,  vedendosi  senza  soccorso  alcuno,  et  havendo  un  potente  nemico  che  non  li  lasciava 
respirare,  temendo  che  finalmente  sarebboiio  astrelti  a  rendersi,  overo  a  morire  tutti,  vennero 
col  Valentino  alli  24  suddetto  ad  accordo  di  darli  la  cittk,  salve  le  persone  et  le  lor  robbe, 
et  salvo  Astorre  fanciullo,  il  quale  fosse  libero  et  potesse  passare  ovunque  piu  li  piaceva  30 
con  le  sue  robbe.  Et  aperte  le  porte  della  citth,  entro  dimostrando  ad  Astorre  grande  amo- 
revolezza  et  accoglienza;  ma  dopo  poi  alcuni  giorni  egli  il  mand6  a  Roma  al  papa,  il  quale 
lo  pose  in  Castello  Santo  Angelo  con  Giovanni  Vangelista  il  fratello,  dove  poi  crudelmente 
furono  fatti  dal  Valentino  morire. 

Intesa  in  Bologna  la  perdita  di  Faenza,  il  senato  si  radun6  consigliandosi  in  tanti  travagli  35 
quello  si  dovesse  fare  per  sicurezza  della  cittk.  Et  dicendo  alcuni  che  si  facesse  pro^nsione 
alli  confini  del  territorio  contro  il  duca,  non  si  essegui  il  lor  parere,  perch^  dicevano  che 
il  duca  si  rispettaria  per  cagione  del  re  di  Fraiicia,  che  pure  ne  haveva  mostrato  di  pigliare 
la  protetione  della  cittk,  et  che  pur  hora  Mino  de'  Russi  haveva  avvisato  il  re  esser  della  istessa 
opinione,  purchfe  il  senato  non  desse  soccorso  a'  Faentini  o  ad  altri  contro  il  duca.  11  che  40 
havendo  essi  osservato,  r.on  potevano  giammai  credere  che  il  Valentino  dovesse  innovare  cosa 
alcuna  nel  Bolognese.  Conclusero  per6  di  mandare  due  ambasciatori  al  duca  a  rallegrarsi 
seco  della  ottenuta  cittJi  di  Faenza,  et  furono  a  ci6  eletti  Giovanni  Marsili,  Angelo  Ranucci, 
/.  w       amendue  senatori;  li  quali,  partendosi  alli  27,  giunsero  a'  Castel  San  Piero  assai  per  tempo, 

dove  sopragionti  dairesercito  del  duca,  furono  richiesti  di  volere  alloggiamento  nel  territorio  45 
di  Bologna  come  amici,  et  gli  ambasciatori  volentieri  gli  fecero  aprire  le  porte  del  caatello, 
acciocch^  potessero  havere  vettovaglia.  Ma  non  si  tosto  si  viddero  li  soldati  dentro,  che 
fecero  prigioni  gli  ambasciatori  et  il  castello  posero  a  sacco  senza  alcuna  piet^  havere.  Poi 
conducendo  seco  li  detti  ambasriatori,  volsero  facesse  loro  dare  Casal  Fiuminese,  Castel  Guelfo, 
che  fu  alli  28,  et  altri  luoghi  di  quel  contorao.  50 


[A.  1301]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  303 

II  Vitellozzo,  mentre  che  si  facevano  le  sudette  presaglie  delle  dette  castella,  trascorre 
insino  a  Medecina,  et  Bernardino  Rosso  Gozzadini,  che  quivi  era  commissario,  si  arrese  dandogli 
nelle  mani  il  castello;  et  entrando  dentro,  pigliarono  il  conte  Pietro  da  Marzano  fratello  del 
conte  Ranuccio,  che  quivi  anch'egli  era  in  presidio  con  alquante  bande  di  soldati,  et  ruccisero: 
5  et  mostrb  in  ogni  cosa  gran  segno  di  crudeltk  per  esser  nemico  del  detto  conte  Ranuccio. 
Ucciso  il  conte  Pietro  et  spogliati  11  soldati,  saccheggi6  il  paese,  trascorrendo  insino  a 
Varignana,  et  d'indi  airidice. 

II  che  inteso  a  Bologna,  il  popolo  prese  Tarme  senza  suono  di  campana,  et  parte  corse 
alla  piazza,  et  parte  al  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli,  che  furono  in  tutto  da  12  000  huomini 

10  bene  armati;  et  aperte  le  carceri,  fecero  che  gli  carcerati,  havendo  la  liberta,  anche  piglias- 
sero  Tarmi  per  favore  della  cittk.  Ora,  armato  il  popolo,  Giovanni  Bentivogli  fece  radu- 
nare  tosto  il  senato  nel  palazzo  de'  signori,  et  di  questa  novitk  consigliandosi,  temendo 
che  il  Valentino  nella  cittk  havesse  qualche  intendimento,  et  di  cio  sospettando  essi  per  alcune 
conietture,  che  Agamenone  Marescotto  fosse  quello  che  ordisse  la  tela  accioch^  poi  il  duca 

15  la  tessesse,  mandarono  per  lui  et  per  Giasone  il  fratello,  li  quali  venuti  a  palazzo,  furono  hone- 
stamente  nella  camera,  detta  del  Paradiso,  ritenuti  sotto  buona  custodia  insieme  con  Age- 
silao  canonico  di  San  Petronio  et  Ludovico  fratelli  et  iiglioli  gik  di  Teseo  il  fratello.  Et 
il  senato,  essaminando  il  fatto,  et  non  trovando  nulla,  dopo  4  giorni  gli  licentiarono  alle  case 
loro.     Ma  non   pass6  molto,  che    fu   avvisato  il  senato,  come  che  questi  Marescotti,  pratti- 

20  cando  con  un  referendario  del  papa,  che  alloggiava  nel  vescovato,  havessero  scritto  al  Va- 
lentino  che  ne  dovesse  con  tutto  ressercito-passare  sopra  Bologna,  che  egli  facilmente  Thavrebbe, 
perciochfe  Giovanni  era  molto  dal  popolo  odiato.  II  senato  gli  fece  domandare,  Giasone 
dicendo  non  volersi  presentare,  et  venuti  tutti  quattro  a  palazzo,  di  nuovo  furono  distenuti 
nella  sudetta  camara  con  buone  guardie. 

25  Non  manca  frattanto  il  senato,  insieme  con  Giovanni,  di  fare  le   debite  provisioni  per 

conservare  la  cittk  dalle  forze  del  duca  Valentino.  Fecero  adunque  scendere  dalla  mon- 
tagna  molti  soldati,  et  anche  assoldano  molti  forestieri  et  pongono  buoni  presidi  alle  porte, 
alle  torri  et  alle  mura  della  cittJl.  II  popolo,  che  con  Tarme  in  mano  si  trovava  pronto  al 
difendere  la  patria,  b  radunato  da  Giovanni  Bentivogli,  et  dopo  longa  essortazione  di  esser 

30  fedeli  et  difensori  della  citth,  anche  gli  inanimisce  a  stare  di  buon  animo,  perch6  egli  non 
era  per  mancargli  di  ogni  aiuto  con  la  propria  persona  et  con  li  denari,  conciosiacosachfe 
egli,  mercfe  di  Dio,  si  trovava  havere  cento  mila  ducati  da  spendere  per  la  loro  et  sua  difen- 
sione,  et  spesi  che  fossero  questi,  anche  sapeva  dove  altrettanti  per  simile  occasione  ne  fos- 
sero :   "  State  adunque  di  buon  animo,  disse,  perchfe  spero  che  tosto  liberi  da  tanta  furia  di 

35   "nemici  ci  vedremo,.     AUhora   il   popolo,  confortato   dalle  parole   et   dalle   promissioni   di 
Giovanni,  cominci6  agridare:   *  Sega,  sega,.     Poi  pregarono  con  grande  instanza  Giovanni 
che  volesse  lor  far  gratia  di  uscire  ad  assaltare  li  nemici ;  non  volle  Giovanni  acconsentirli, 
et  dicendoli  hora  non  esser  il  tempo  di  far'  ci6,  ma  che  volessero  aspettare  migliore  occa-       />.  34* 
sione;  et  quietati  si  partirono. 

40  Giovanni  Bentivogli  scrive  a  tutti   li  suoi  amici,  ciofe   al   duca  di  Ferrara,   al   marchese 

di  Mantua  et  a'  Fiorentini,  che  voglino  in  taiita  necessiti,  ove  Bologna  si  trova,  mandarli 
soccorso.  Ma  non  fecero  alcun  profitto  le  sue  lettere,  percioch6  niuno  ardiva  di  soccorrere 
il  compagno,  temendo  la  possanza  del  re  Ludovico,  istimando  questi  prencipi  che  nella  cosa 
di  Bologna  il  re  vi  tenesse  mano:anzi  eglino  fecero  strette  inhibitioni  a  tutti  li  sudditi  loro 

15  sotto  gravi  pene,  che  niuno  ardisse  pigliar  soldo  da'  Bolognesi.  Fra  tanti  adunque,  a'  quali 
Giovanni  ricorse,  solamente  Leonora  gih  moglie  del  signor  Gilberto  Pii  da  Sassuolo  il  soc- 
corse,  mandandogli  una  compagnia  di  ben  ordinati  fanti;  parimente  Lorenzo  Pennaccliio  et 
Ramazzotto  da  Scargalasiuo,  con  alcuni  altri  capitani,  condussero  a  Giov;inni  alquante  com- 
pagnie  di  scelti  fanti;  il  che  accrebbe  assai  il  cuore  et  Tariimo  alli   cittadini  et  gli  rese  piii 

50  di   prima  pronti    ad  esporre  la  propria  vita  per  la  difensione  della  lor  patria. 


304  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  isoii 


Intendendo  i1  duca  Valentino  che  i  Bolo^etii  facevano  grande  apparecchio  di  gente  per 
andarlo  ad  incontrare  et  far  secc  giornata,  sapendo  egli  il  valor  de*  Bolognesi  esser  grande, 
comincib  a  dubitare  di  qualche  danno  et  vergogna,  et  per  non  perdere  la  sua  buona  fortuoa, 
che  fin  qui  a  felice  passo  condotto  I'haveva,  deliber6  di  trattare  seco  pace;  et  a  questo  effetto 
mand6  11  signor  Paolo  Orsino  al  senato  di  Bologna,  havendo  prima  ottenuto  il  salvocondotto  5 
dal  senato,  che  fu  alli  29  di  aprile,  per  capitolare  con  la  citt^  et  con  Giovanni  Bentivogli. 
Ora  il  senato,  acciochfe  TOrsino  entrando  in  Bologna  vedesse  Tapparato  della  cittJi,  ordin6 
che  tutti  li  soldati  armati  si  ponessero  longo  le  vie  per  le  quali  doveva  TOrsino  passarc;  il 
che  fatto,  et  postisi  li  soldati  di  qua  et  di  l^  dalle  vie,  cominciando  fuore  della  citt^  al  ponte 
di  Savena  insino  dentro  la  porta  della  cittk  et  d'indi  sino  alla  piazza,  dove  poi  in  giro  erano  10 
le  bande  de'  cavalli  leggieri  et  di  grave  armatura  con  bellissjmo  ordine  poste,  e  facevano  di 
sfe  maravigliosa  mostra. 

V^enendo  adunque  il  signor  Paolo  Orsino  verso  la  cittk,  et  entrando  in  essa,  vidde  con 
8ua  non  poca  maraviglia  il  grande  apparato  de'  Bolognesi  per  ogni  lato,  et  condotto  dalli 
Bentivogli  al  palazzo  ove  era  Giovanni  et  il  senato,  gli  visito,  et  rivolto  a  Giovanni,  disse  15 
ch'egli  era  il  piii  felice  uomo  di  tutta  Italia.  Fatta  riverenza  adunque  al  senato,  li  figlioli 
di  Giovanni  il  condussero  al  palaggio  del  padre,  et  TOrsino  vedendo  parimente  tutte  le 
strade  dalla  piazza  sino  al  palaggio  et  poi  sino  alla  porta  della  cittk  tutte  coperte  di  soldati, 
restb  piu  che  prima  maraviglioso  et  attonito.  La  mattina  seguente,  trovar.do  pure  le  strade 
con  Tistesso  ordine  de'  soldati,  venne  a  palazzo,  dove  fu  dal  senato  honorevolmente  ricevuto,  20 
dove   trattarono  la  pace  et  capitolomo: 

Che  la  citta  consignasse  al  duca  libero  Caatel  Bolognese,  restituendo  a'  Bolognesi  Ca- 
stel  San  Piero,  con  li  priL;.oni  e  la  preda  quivi  fatta; 

Che  li  Bolognesi  gli  dariano  pagati  per  tre  mesi  avvenire  cento  huomini  d'anne  per  ri- 
mettere  in  Fiorenza  li  Medici,  con  promessa  che  ciascuna  delle  parti  sia  amica  agramici  et  25 
nemica  agli  nemici. 

Fu  trattato  di  dare  Castello  Bolognese  al  duca  dal  consiglio  de'  colleggi,  dove  fu  grande 
altercatione,  perciochfe  alcuni  amatori  della  repubblica  dicevano  non  doversi  dar  via  il  detto 
castello,  che  tanto  si  era  sempre  mostrato  fedele  et  amorevole  verso  la  citta,  et  che  il  far 
questo  non  redondava  a  beneficio  della  citt^,  ma  a  beneficio  de'  Bentivogli,  et  che  il  male  30 
che  il  duca  faceva,  non  era  perchfe  egli  odiasse  la  cittk,  ma  perchfe  odiava  li  Bentivogli. 
Altri  poi  parteggiani  de'  Bentivogli  dicevano  esser  anco  bene  della  patria  il  mantenere  Gio- 
vanni  dentro  et  conservarlo. 
/.  J4?  Biso'gn5  tacere  et  haver  pazienza,  et  conclusero  si  acconsentisse  alla  voglia  del  duca;  il 

che  spiacque  oltre  modo  a  tutti  li  cittadini.  35 

Conclusi  adunque  li  capitoli,  il  signor  Paolo  Orsino  tir6  da  parte  il  signor  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  et  prima  da  parte  del  duca  Valentino  gli  mo8tr6  le  lettere  di  alcuni  cittadini  che 
secretamente  chiamavano  il  duca  a  Bologna  contro  di  lui,  di  voler  dargli  la  citti  et  cac- 
ciarlo  lui  fuore.  Poi  tratt6  seco  di  dare  una  figliola  del  signor  Giulio  Orsino  senza  dote  ad 
Ermesse  suo  figliolo;  di  che   Giovanni   si  content6,  et  fu  fermato  il  parentado  fra  di   loro.  40 

Trattate  adunque  tutte  le  suddette  cose  fra  il  senato,  Giovanni  et  Paulo  Orsino,  si  parti 
di  Bologna  con  li  capitoH,  accompagnato  da  Alessaiidro  Buttrigari,  uno  delli  andani,  huomo  di 
grande  estimatione,  et  da  Giovanni  Francesco  Aldrovandi,  uno  de'  sedici,  Giovanni  Marsili, 
et  Angelo  Ranucci,  a  conchiudere  la  pace  con  il  duca;  et  cosl  si  fece,  come  ne  appare  r<^to 
per  Cesare  de'  Nappi  notaro :  f u  a  di  primo  di  maggio.  Et  il  giorno  seguente  il  signor  Paulo,  45 
insieme  con  grambasciatori,  ritorno  in  Bologna  et  riferi  il  tutto  al  senato  et  alla  renghiera 
delli  signori  con  gran  solennit^  di  trombe,  si  bandi  la  detta  pace  con  grande  allegrezza  della 
cittk.     Et  poi  rOrsino  ritomossi  al  duca  Valentino. 


36-40.  iegno  d^atfatxione  a  ftuua  nel  margine  simstro 


[A.  1501]      V ^     DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  305 


Havendo  inteso  Ginevra  da  Giovanni  il  trattato  delle  lettere  al  Valentino  scritte  contro 
la  casa  Bentivogli,  come  donna  di  animo  altiero,  isdegnata,  tratt6  con  Ermesse  il  figliuolo  di 
uccidere  li  Marescotti,  che  nel  palazzo  erano  distenuti,  senza  fame  motto  al  marito,  perch^ 
dubitava  che  esso  nol  permetterebbe,  come  quello  che  era  di  animo  piu  di  lei  piacevole  e 
clemente.  Trattato  insieme  adunque  il  fatto,  Eimesse  alli  3  di  maggio  raun6  gl' inf rascritti 
giovani  nel  palaggio  de'  signori,  cioh:  Virgilio,  Ovidio,  Cesare  Bai^ellini,  Basotto,  Marco 
Antonio  Fantucci,  Annibale,  Alessandro  Orsi,  Ercole,  Antonio  da  San  Piero,  Annibale  di 
Castello,  Battista  Ranucci,  Giovanni  Galeazzo  Poeta,  Nestorre  dalla  Volta,  Lodovico  Bian- 
chetto,  Pirro  Marsili,  Leonardo  Aldrovandi,   Lorenzo  Ariosti,  Bumino  Bianchi,   Bartolomeo 

10  Montecalvi,  Matteo  Lupari,  Ercole  dalla  Nave:  li  quali  tutti  alle  4  hore  di  notte  armati  et 
radunati  insieme,  Ermesse  cosl  disse:  "  Amici  miei  carissimi,  ciascuno  di  voi  a  questi  giomi 
*  ha  veduto  a  che  pericolo  h  stata  la  nostra  cittk,  poichfe  li  soldati  del  duca  Valentino  sono 
"  traacorsi  insino  al  fiume  Idice,  per  tentame  et  conoscere  come  eravamo  a  ordine  per  farle 
"  resistenza ;  et  questo  non  a  caso  Tha  egli  fatto,  ma  perchfe  li  Marescotti  con  sue  lettere  gli 

15  *  havevano  promessa  Tentrata  nella  cittk,  havendolo  certificato,  che  non  si  tosto  cavarebbe  rarme 
"  contro  i  Bolognesi,  che,  essendb  noi  Bentivogli  dal  popolo  oltremodo  odiati,  la  cittk  tutta 
"  volgerebbe  Tarme  contro  di  noi  et  1'  introdurebbono  dentro  la  cittk.  Questo  h  stato  Aga- 
"  menone,  il  quale  havendo  altre  volte  con  Giovanni  Malvezzi  congiurato,  et  a  nostra  ruina,  et 
"  sendosi  da  mio  padre  perdonato,  hora  non  ha  voluto  nh  anche  conoscere  tanta  benignitk;  et 

20  "guai  a  noi  se  voi  et  il  popolo  non  ci  havessero  salvati  dal  suo  mal  animo;  et  perci6  suol 
"  dirsi  per  proverbio  non  doversi  giaramai  fidare  di  nemico  riconciliato.  Ora,  havendo  egli  tanta 
"  humanitk  e  clemenza  avuta  da  noi,  non  doveva  mai  esserne  di  tal  maniera  ingrato.  Voi,  cari 
"  amici,  vedete  come  hora  per  sua  cagione  quello  habbino  fatto  li  soldati  del  duca,  come  il  ter- 
"  ritorio  si  trovi,  come  il  senato  travagliato,  come  il  popolo  offeso  et  come  noi  minacciati. 

25  "  Et  per6  parmi  che  tutti  insieme  con  esso  me,  et  io  con  tutti  voi,  dobbiamo  rimuovere  la 
"  causa  di  tanti  mali  effetti.  Vi  ho  adunque  in  questo  luogo  radunati,  non  per  invitarvi  alla 
"  libertk  della  patria  et  vostra,  perchfe  son  certo  della  costante  fede  vostra  et  deirinfinito 
"  amore  che  portate  alla  vostra  citta,  ma  ad  inanimarvi  a  dovermi  seguitare  al  liberare-la  pa- 
'  tria  da  si  pemiciosi  traditori.    Andianne  dunque,.    Et  ci6  det'to,  comand6  ad  Antonio  Pa-       a  j/* 

30  ganello  che  con  dui  torchi  accesi  dovesse  inviarsi  alla  camara  ove  erano  distenuti  li  Mare- 
scotti.  Et  seguitato  da  Ermesse  et  da  tutti  graltri,  con  le  spade  nude,  giunsero  alla  detta 
camera;  et  fingendo  esser  mandati  dal  confalloniere  di  giustitia,  fu  la  porta  aperta,  mentre 
erano  li  Marescotti  tutti  a  riposare.  Veduto  Agamenone  Ermesse  armato  con  li  compagni 
et  con  le  spade  ignude,  scese  tosto  dal  letto,  disse :   "  Pregovi  caramente,  o  figliuoli,  non  cor- 

35  "  rete  a  furia„.  II  che  detto,  fu  ferito;  et  egli,  gittatosi  ginocchioni  presso  una  tavola  che 
quivi  era,  ponendosi  il  capo  fra  le  braccia,  mentre  1'uccidevano  disse:  /n  manus  tuas,  Domine, 
commendo  sfiritum  meHm;  et  rest6  morto.  Et  cosi  graltri  frattanto  uccisero  Lodovico  et  li 
compagni. 

Fatto  tanto  homicidio,  Ermesse  poi  pubblic6  che  quello  che  haveva  fatto,  era  stato  per- 

40  chfe  Agamenone  haveva  scritto  al  duca  lettere  contro  la  cittk  et  li  Bentivogli.  Non  fu  Er- 
messe  in  questo  misfatto  poco  accorto,  perciocchfe  volle  havere  seco  in  compagnia  tanti  gio- 
veni  di  primi  cittadini,  per  sempre  haverli  poi  contro  de'  Marescotti. 

Portata  la  mala  nuova  a  Giovanni  Bentivogli,  re8t6  tutto  addolorato,  et  fremendo  in  se 
medesimo,  disse :   *  Questa  sark  la  rovina  mia  „  ;  et  n^  piu   oltre  disse  parola.     Furono  por- 

45  tati  li  corpi  dagli  micidiali  alThospitale  della  morte. 

Vedendo  Antenore  Marescotto  et  Marescotto  fratelli  di  Cislao  et  di  Ludovico  quello  che 
era  avvenuto,  la  mattina  seguente  fuggirno  alla  Torre  deirUccellino  per  loro  sicurezza;  laonde 
Ermesse,  volendo  trattargli  come  graltri,  vi  mand6  alquanti  cavalli,  li  quali  veggendo  il  sito 
della  torre  inespugnabile,  con  lusinghe  et  promissioni  fecero  tanto,  che  scesero  al  basso  per 

50  parlarli;  et  scioccamente  lasciandosi  condurre  a  ragionare,  furono  subbito  ammazzati  sotto 
la  data  fede. 

T.  XXXm,  p.  I  —  ao. 


306  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoij 


Ritomato  a  Bologna,  la  seguente  sera  Ermesse  fece  uccidere  nel  letto,  vicino  alla  tnoglie, 
Bedoro  de*  Preti  genero  di  Agamenone,  con  opporgli  ch'era  nel  trattato  et  che  era  quello 
che  haveva  portato  le  lettere  di  Agamenone  al  duca  Valentino.  Furono  anche  uccisi  et  im- 
piccati  circa  dieci  altri  huomini  in  questo  tumulto,  incolpandoli  deiristesso  trattato;  et  fra 
graltri  Jacomo  de'  Tuschi  orefice  et  Agamenone  Malvezzi,  il  quale  era  veruto  da  Mantua  5 
per  ritornare  alla  patria,  avendo  inteso  esser  stati  cacciati  li  Bentivogli  fuore  di  Bologna. 
Fu  anche  ucciso  Benedetto  modonese  gi^  cameriere  di  Giovanni  Bentivogli,  uomo  molto 
mordace  di  lingua;  il  quale,  sendo  condotto  per  il  corridore  per  impiccarlo  insieme  con  alcuni 
altri,  si  gittb  fuori  del  detto  corridore  giii  nella  piazza,  dove  dal  popolo  fu  tagliato  a  pezzi 
e  trassinato  come  una  bestia.  II  giorno  seguente  li  corpi  delli  Marescotti  sono  portati  a  10 
San  Domenico  et  posti  nella  loro  sepoltura. 

Giunta  rangosciosa  nuova  a  Galeazzo  Marescotto  della  morte  de'  suoi  tigliuoli  et  nepote, 
constantemente  se  la  sopportd,  et  rivolto  a  Caterina  sua  consorte,  le  disse :  *  Caterina,  sappi 
"come  fe  stato  ucciso  Agamenone,  Giasone  et  Cislao  et  Ludovico;  vedi  come  sono  giusti  li 
"  giudici  di  Dio,  che  quello,  che  io  gik  feci  altrui,  hora  h  fatto  ame;  dunque  pazientemente  15 
•sopporta  questn  tribolatione  che  ne  manda  Iddio,  et  nh  tu  et  nfe  io  ci  lamentiamo  di  sua 
"  divina  maesth,.  Appena  si  era  Galeazzo  fra  sfe  medesimo  consolato,  che  li  fu  nunciata  la 
morte  anche  di  Antenore  et  Marescotto  airUccellino.  Nfe  anche  per  ci6  punto  si  mosse,  ma 
■tette  con  animo  virile  et  forte  et  con  gran  costanza. 

Spiacque  assai  questa  cosa  a  molti  cittadini,  di  veder  morti  tanti  nobili,  et  in  partico-  20 
lare  Agamenone,  che  era  huomo  di  beni  deiranimo  et  del  corpo  ornato  et  era  dotto  et  di 
grande  conseglio,  et  di  gil»  due  volte  era  stato  senatore  di  Roma  et  podestk  di  Fiorenza  et 
di  Siena  et  di  Lucca,  et  per  molti  anni  haveva  amministrato  il  magistrato;  era  dottore  et  ca- 
valiere  aurato.  Taceva  adunque  il  popolo,  et  fra  se  medesimo  vedeva  che  questo  procedere 
/.  M»       de'  Bentivogli  era  un'  principio  di  tirannia,  ponendo  le  mani  nel  sangue  de'  cittadini.  25 

Si  fuggirono  tutd  li  Marescotti  fuore  della  citta,  rimanendo  solo  in  casa  il  buon  vecchio 
Tideo  et  Scipione;  et  rimase  la  casa  abbandonata,  perciocch^  Ercole  figliuolo  di  Galeazzo 
et  fratello  di  Agamenone  era  dal  padre  separato  et  habitava  altrove  con  la  moglie  et  figli,  et 
era  sempre  al  servigio  di  Giovanni  Bentivogli.  II  senato  manda  a  pigliare  tutte  le  armi  che 
erano  nella  casa  di  Galeazzo,  temendo  di  qualche  insulto,  et  che  non  si  risentissero  quelli  che  30 
erano  restati  vivi  di  tanto  stratio  fatto  alli  suoi.  Si  caricarono  27  facchini  coIl'arme  de'  Ma- 
rescotti  senza  una  colobrina  d'ottone  coUa  loro  arma;  e  tutto  fu  posto  nella  munizione  del 
palazzo  de'  signori  antiani.  Pass5  Ermesse  alla  detta  casa  dimostrando  di  portare  rispetto  a 
loro  per  riverenza  di  Galeazzo,  et  per  confortarlo;  et  incontrandosi  in  Emilia  gia  moglie  di 
Agamenone,  et  volendola  confortare  sopra  la  morte  del  marito,  ella  con  animo  maschile  gli  35 
disse:  "  Iniquo,  crudele  et  malvagio  huomo,  se  non  ti  parti  di  qui,  io  con  questo  coltello  ti  ucci- 
"  der6  et  vendicar6  la  indegna  morte  del  mio  diletto  marito,.  Ermesse,  trovandosi  confuso, 
Borridendo,  si  partl,  maravigliandosi  fra  se  stesso  della  grande  audacia  della  femina. 

II  duca  Valentino  fa  restituire  tutte  le  robbe  da'  suoi  soldati  tolte  nel  territorio  di  Bo- 
logna  alli  contadini;  poi  piglia  il  viaggio  verso  Fiorenza  per  restituire  il  magnifico  Pietro  40 
et  Giuliano  Medici  in  Fiorenza,  et  ando  da  Bisano,  et  giunse  a  Firenzuola.  A  cui  Giovanni 
Bentivogli  mand6  Antonio  Galeazzo  protonotario  il  figliuolo  con  100  huomini  d'arme,  200  ca- 
valli  leggieri  et  200  fanti;  et  passarono  da  Brusculi  per  ritrovare  poi  il  duca  Valentino,  il 
quale  era  vicino  a  Fiorenza  a  tre  miglia-  Quivi  scorrendo,  il  duca  prese  molti  luoghi  de' 
Fiorentini,  et  fra  gFaltri  Cortona :  et  questo  incendio  piii  si  sarebbe  ampliato,  se  i  Fiorentini  45 
non  pigliavano  accordo  col  duca,  che  fu  che  eglino  gli  donarono  gran  somma  di  danari, 
con  promessa  darli  ogni  anno  30  mila  ducati,  overo  200  huomini  d'arme  pagati  per  3  anni. 
Et  cosl  d'indi  si  parti,  restando  Pietro  de'  Medici  fuori  della  patria,  et  Antonio  Galeazzo 
BentivogU  ritomandosi  a  Bologna. 


32.  festilla  a  stam^a  »«/  margin*  sinistre  {Ate  lineettt) ;  Cronica  GhitelU 


[A.  1501]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  307 

Giovanni  Bentivogli  ritorna  ad  habitare  nel  suo  palagio,  essendo  stato  in  questi  tumulti 

per  sua  sicurezza  nel  palazzo  delli  signori.     Poi  fa  ordinare  una  solenne  processione,  nella 

U        quale  si  porta  il  capo  di  san  Petronio;  fu  alli  8  di  maggio  la  domenica.     Et  cantata  la  messa 

*        a  San  Petronio,  se  ne  ritor..6  a  casa,  rimanendo  il  capo  di  san  Petronio  tutto  quel   giomo 

5  nella  sua  chiesa;  il  quale  poi  la  sera  fu  riportato  processionalmente  a  Santo  Stefano. 

Alli  27  detto,  sendo  alquanto  quietata  la  cittJi,  venne  a  Bologna  monsignor  di  Begnino 

conduttiero  del  re  di  Francia   con  3000  fanti  et  200  cavalli  leggieri,  che  passava  a   Napoli 

airacquisto  di  quel  reame  posseduto  da  Federigo  fratello  del  re  Alfonso  d'Aragona.     Alloggi6 

i        nel  palagio  di  Giovanni  Bentivogli  per  esser  compare  di  Annibale.     vStette  in  Bologna  due 

;  10  giorni  per  aspettare  li  suoi  soldati,  li  quali  vennero  di  mano  in  mano,  portandosi  nel  paese 

,i        come  barbari  insolenti  et  sfrenati,  ancorch^  li  commissari  di  Bologna  benignamente  li  trat- 

tassero.     Per  lo  che  gran  parte  del  territorio  rest6  abbandonato  per  10  giomi. 

Partiti  li  Francesi  alli  5  di  giugno,  a  hore  14,  in  Bologna  trema  la  terra,  ma  dura  poco. 
Fece  il  terremoto  gran  mali  in  Modona,  perciochfe  cascarono  assai  edifici,  n^  quasi  fu  chiesa 
15  0  casa  in  volta  che  non  restasse  offesa. 

Alli  18  giugno  Mino  Russi  ritorna  di  Francia  et  giunge  a  Bologna;  et  riferl  al  senato 
come  il  re  era  di  buon  animo  verso  la  cittk,  et  che  niuno  dubitasse,  che  insino  che  egli  po- 
teva,  terrebbe  la  protettione  della  cittk;  delle  quali  parole  il  senato  molto  si  consoI6. 

Intendendo  Giovanni  Bentivogli  esser  giunto  in  Milano  il  cardinale  Roano'  vicer^,  con  il  />.  js<> 
20  cardinale  di  San  Pietro  in  Vincola,  et  il  cardinale  Sa/i  Giorgio,  vi  manda  Francesco  Fantuzzi 
con  Jacomo  dal  Cambaro  a  visitarlo,  con  bellissimi  presenti.  Si  parti  alli  16  di  luglio,  et  giunto 
a  Milano,  fe  introdotto  dal  cardinale ;  gli  presento  i  regali,  et  poi  procuro  con  il  sudetto  cardi- 
nale  che  fossero  restituite  a  Giovanni  le  castella  che  H  erano  state  donate  dal  duca  di  Milano 
altre  volte  in  Ghiara  d'Adda,  che  gli  erano  state  tolte,  con  le  cose  pertinenti  alla  dote  di 
25  Ippolita  moglie  di  Alessandro,  quando  il  re  Ludovico  pigli6  il  ducato  di  Milano  da  Giovanni 
Jacomo  Trivulzi,  dicendo  appartenere  a  s^.  Li  furono  adunque  restituite  le  dette  castella 
dal  cardinale  Roano  vicer^,  con  Tentrate  di  Ippolita  che  salivano  a  4000  ducati  Tanno. 
Ritom6  poi  Francesco  Fantuzzi  con  buona  speditione. 

Ritrovandosi  Tiddeo  figliolo  di  Galeazzo  Marescotto  a  ragionamento  con  un  di  quei  che  * 
30  uccisero  Agamenone,  et  lamentandosi  di  tanto  oltraggio  fatto,  disse  che  anco  potrebbe  venir 
tempo  che  li  sarebbe  a  lui  raccordato  per  haver  egli  cavate  le  anella  di  mano  di  Agamenone, 
et  ritenerle  contro  ogni  dovere.  O  fosse  per  queste  parole,  overo  per  altra  causa,  avvenne 
che  una  sera,  ritornandosi  Tiddeo  solo  a  casa  et  senza  armi,'  fu  da  uno  incontrato  et  datoli 
nel  petto  con  uno  stiletto  et  ferito  a  morte.  Fu  portato  a  casa  del  padre,  et  indi  a  poco 
!33  si  mori;  Fu  sepellito  di  notte  et  senza  honore  alla  chiesa  di  san  Domenico;  nfe  piii  oltre  del 
micidiale  si  ragion6  per  tema  de'  Bentivogli. 

Alli  29  di  luglio  il  duca  Valentino  fa  geltare  a  terra  le  mura  di  Castel  Bolognese,  no- 
minando  il  castello  Villa  Cesarina. 
Ji  A  d)  primo  di  agosto  venne  un  fiero  temporale  a  hore  18;  una  saetta  percosse  la  facciata 

(40  della  chiesa  di  san  Giovanni  in  Monte  et  guast^  parte  della  cima  di  quella,   poi  uccise  un 
fanciullo  di   14  anni  che   sedeva   sopra  uno   de'  leoni   che   sono   alla   porta  di  detta  chieaa; 
era  figliolo  di  Paolo  orefice;et  entrando  nella  chiesa,  ammazz6  una  fantesca  di  una  gentil- 
donna  che  si  confessava. 
,;  I  Alli  3  di  agosto  vengono  nuove  in  Bologna  come  Ludovico  re  di  Francia  haveva  con- 

^3  quistato  il  reame  di  Napoli,  et  che  Federigo,  con  le  sue  robbe  et  amici,  si  era  ritirato  in 
Ischia,  con  patto  che  fra  sei  mesi  lascierebbe  la  detta  isola.  Fece  la  citt^  gran  festa  di 
I:      questa  vittoria  del  re  Ludovico. 

(j  II  senato  impone   uno  imprestito  di  danari  alla  cittk  et  fa   portar  dentro  in  Bologna  li 

ii      strammi  per  fare  munitione,  et  pubblica  che  tutti  quei  che  pagaranno  danari,  gli  saranno  ri- 
ji)0  posti  sopra  il  monte  del  sale  a  8  per  cento.     Laonde  costrinse  molti  mercanti  et  arteggiarii 


301  H|$TORiA  01  30LQQNA  (A.  isoii 


»  pagare,  perciochfe  la  camaxa  8i  trovava  esaunta  per  le  spese  fatte  ne*  terapi  paafsati.  Inoltrf 
costrinsero  tutti  li  communi  a  portare  strammi  alla  cittk,  de'  quali  n'era  tenuto  conto  dalU 
Hoprastanti,  promettendo  di  pagarli  ad  un  ccrto  tempo;  li  quali  si  riponevano  iii  luoghi  sicuri 
per  munitione,  temendo  di  qualche  novitil  del  duca  Valentino. 

Giovanni  Bentivogli  raanda  Antonio  Galeazzo  il  figliolo  a  Milano,  et  seco  ne  vanno  Si-     5 
gismondo   Magnani  e  Camillo   Manfredi  con  20   cavalli  (fu   alli   16  di   agosto),  a  rallegrarsi 
con  il  cardinale  Roano  deiracquisto  del  reame«di  Napoli.    Et  d'indi  poscia  nc  and6  in  Francia 
al  re  per  fare  il  simile;  ritornb  poi  alli  3  di  novembre. 

Alli  19  di  agosto  giuoge  in  Bologna  un  barone  del  re  di  Francia,  chc  ne  paasava  a  Na- 
poli  per  vicer^.    Giovanni  Bentivoglio  il  condusse  con  grande  honore  nella  cittl»,  con  li  figliuoU  10 
et  molti  gentilhuomini ;  alloggib  nel  palagio  di  Giovanni. 
>.  sfi  AIU  2  di  settembre  giunge  un  francese  con  80  mUa  ducati,  che  il  re  mandava  a  NapoH 

per  lo  stipendio  de'  soldati;  laonde  il  senato  il  fece  accompagnare  alli  ballestrieri  insino  a 
Firenzuola. 

Carlo  Orsino  alU  12  di  settembre  giunge  in  Bologna;  ue  andava  al  re  in  Francia,  dove  15 
•tette  tre  giomi;  et  da  Giovanni  fu  grandemente  honorato. 

Pasaa  gran  numero  di  soldati  per  il  territorio  di  Bologna,  che  ritornavano  da  Napoli  et 
andavano  in  Lombardia,  senza  fare  alcun  disordine. 

Vedendo   il   senato  non   potere  per  comandamento  havere  danari,  aUi  22  di  settembre 
egli   comincia  a  distennere  H  cittadini  et  artefici  in  palaggio;  et   gli   costringono  a  pagare,  20 
facendoU  creditori  sopra  U  iiuovo  monte  del  sale  a  ragione  di  8  per  cento. 

In  questo  bimestre  era  confaloniero  di  giustitia  Jeronimo  da  San  Fiero. 

In  questi  tempi  si  accresce  il  ducato  et  vale  lire  tre  et  soldi  otto;  et  percio,  volendo  il 
senato  porre  termine  honesto  a  questa  cosa,  per  pubblico  bando  proibiscono  che  non  si  spenda 
il  ducato  largo  se  non  per  lire  3  et  soldi  6  et  il  venetiano  et  ongaro  Hre  3,  soldi  7,  che  25 
prima  si  spendeva  per  lire  3  et  soldi  9  et  10.  Poi  bandirono  che  U  lucchesi  non  potesaero 
spendersi  piu  oltre  di  soldi  2  et  denari  otto,  et  quelli  che  si  spendessero  soldi  2  non  piii  va- 
lessero  che  soldi  uno  e  denari  8,  et  baiidirono  tutti  U  quattrini  pisani,  lucchesi,  senesi  et  fio- 
rentini  nuovi;  cosa  che  diede  gran  danno  agrarteficL 

E  creato  confaloniero  di  giustiUa  Alessandro  Bentivogli  figUolo  di  Giovanni ;  f u  a  di  primo  3C 
di  novembre ;  contro  il  consueto  modo  della  citta,  percioche  non  mai  fu  creato  conf alloniero 
di  giustizifi,  da  che  fu  instituito  il  senato  de'  sedici,  che  non  fosse  del  numero  de'  senatori, 
eccetto  che  da  Annibale   in  fuoie   et  il   suddetto  Alessandro.     Ma   tale  era   la  possanza   di 
Giovanni,  che  quanto  egU  pensava  et  proponeva,  tanto  dal  senato  era  come  ottima  cosa  ap- 
probata.     Et  tutto  queUo  che  Giovanni  faceva,  era  per  dare  riputatione  alli  suoi  figlioli;  et  31 
per  ci5  non  rispettava  nfe  uso,  nfe  consuetudine  o  statuto  della  citta.     Creato  adunque  Ales- 
sandro  confaUoniero  di  giustizia,  volle  gl' infrascritti  antiani,  cioe:  Alessandro  Paltrone  dot- 
tore  eccellenUssimo,  Virgilio  GhisiUeri  cavaliero,  Buonaventura  del  PaUeotto,  Ercole  FeliciiU, 
Alessandro  Lignani,  Jacomo  Loiani,  Giovanni  Romeo  Barbazza,  Jeronimo  Bolognetti.     Tutti 
li  sudetti  signori  antiani  andarono  al  palaggio  di  Giovaiini  secondo  il  consueto,  et  accompa-  4( 
gnarono   il   confalloniere   con   tanta   pompa   e   trionfo  al  palaggio   della  aignoria,  sendovi  il 
senato,  la  nobiltii  et  il  popolo  di  Bologiia;  et  gU  vennero  incontro  tutti  li  soldati  armati  con 
bellissimo  ordine,  et  il  condussero  al  palaggio,  cosa  che  piu  non  era  atata  veduta. 

AUi  20  di  decembre  giunse  in  Bologna  Ippolito  da  E^te  cardinale  con  500  cavalU,  fra 
U  quali  ne  erano  molti  cavallieri  con  le  coUai  e  d'oro  al  collo  et  molti  gentilhuomini  ferraresi,  41 
modeneai  et  reggiani:  andava  a  Roma,  niandato  dal  duca,  per  condurre  Lucretia  figUola  del 
pontetice,  et  sorella  del  duca  Valentino,  la  quale  haveva  il  papa  sposata  al  signor  Alfonso 
figUolo  del  duca  Ercole.  La  quale  prima  era  stata  moglie  di  Ire  altri,  cio6  d*un  barone  ro- 
mano,  essendo  egli  cardinale,  poi  fatto  papa  don6  dieci  mila  ducati  al  detto  barone,  acciochfe 
la  rinonciasse;  et  cosi  la  diede  ad  un  nepote  del  re  Federigo  di  NapoU,  il  quale  sendo  Toc-  3( 


1 


|AA.  1501-1502]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  309 

chio  dritto  del  papa,  fu  ucciso  dal  duca  Valentino  dentro  una  calnera;  poi  la  difedfe  ftl  Si- 
gnor  Giovanni  Sforza  di  Pesaro,  et  essendo  stala  con  esso  lui  alquanto  di  tempo,  la  tolse 
et  fece  cacciar  Giovanni  dallo  stato  per  il  duca  Valentino;  alfiie  egli  la  sposo  al  detto 
signor  Alfonso  con  dote  di  100  000  ducati  di  da'nari  et  di  50  000  in  gioie  et  altri  50  000  in  p.  35' 
veste,  dor.andoli  poi,  per  sopra  dote,  Cento  et  la  Pieve  del  vescovato  di  Bologna.  Fu  adunque 
niolto  hcnoratamente  ricevuto  il  detto  cardinale,  et  al!oggi6  nel  palaggio  di  Giovanni  Benti- 
vogli;  poi  il  seguente  giorno,  accompagnato  da  Annibale  con  20  caValK,  ne  passo  verso  Roma. 

Anno  di  Cristo  1502.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  il  consueto. 
A  di  5  di  gennaro  Piero  de'  Canonici  f amoso  dottore  mofi,  et  fu  sepellito  in  San  Mar- 
10  tino  con  non  poche  lagrime  di  tutto  lo  Studio. 

Annibale  ritoma  da  Roma  alli  14  di  gennaro,  et  si  pone  a  ordine  per  accompagnare 
Lucretia  figliola  del  papa  a  Ferrara:  et  parimente  fa  porre  a  ordine  Lucretia  la  consorte, 
acciochfe  ella  la  ricevesse;  la  quale  fece  fare  13  vestimenti  fra  broccato  d'oro,  d'argento, 
et  di  drappi  con  sontuosi  et  bellissimi  ricami  e  di  gran  prezzo.  Poi  pass6  a  Ferrara  con 
15  honoratissima  compagnia  da  suo  padre  accompagnata,  da  Annibale  et  da  Jeronimo  da  San  Piero 
et  da  altri  gentilhuomini  bolognesi. 

Alli  21  di  gennaro  Andrea  degringrati  senatore  passa  alFaltra  vita;  fu  messo  in  luogo 
suo  Carlo  il  fratello. 

In  questi  tempi  Giovanni  Bentivogli  fa  addobbare  il  suo  palaggio  per  ricevete  Lucretia; 

20  la  quale  poi  giunse  a  Bologna  alli  29  del  detto,  il  sabbato,  con  la  duchessa  d'  Urbino  sorella 

del  marchese  di  Mantua,  donna  nel  vero  rara  a  questa  etade,  la  quale  voleva  andare  a  Man- 

tova,  accompagnata  ch'ella  liavesse  la  novella  sposa  a  Ferrara.     Era  in  compagnia  di  Lucretia 

dieci  bellissime  giovane  molto  bene  ornate,  23  cavalieri  con  le  collane  d'oro  al  collo,  ricca- 

mente  vestiti,  conducendola  il  cardinale  suo  cognato.     Era  la  compagnia  in  tutto  da  1000  ca- 

25  valli,  fra  Ferraresi,  Spagnoli  et  Romani.     Avvicinandosi  a  Bologna,  Giovanni  Bentivogli  pass6 

ad  incontrarla,  insieme  con  li  figliuoli,  cavalieri  et  gentilhuomini  fuore  la  citta,  et  la  condusSe 

da'  Crociati  insino  in  piazza,  et  d'indi  per  le  Oreficiarie  al  suo  palaggio;  dove  con  gran  festa 

fu  raccolta  da  Ginevra  et  da  altre  nobilissime  donne  della  cittk;  et  quivi  tutto  il  giorno  se" 

guente  si  con8um6  in  festa  et  trionfi.     Poi  si  parti,  accompagnata  da  Giovanni  et  dalli  figlioli 

30  et  da  tutta  la  nobilth  di   Bologna  insino  fuore  la  porta  di  Galliera;  et  presa  licentia,  se  ni 

ritorno  adietro,  lasciando  per  barca  passare  la  sposa  a  Ferrara. 

In  questo  tempo  a  San  Giorgio  Castello,  in  luogo  detto  Sant'Alberto,  in  una  possessione 
di  Battista  de'  Savi,  fu  trovata  una  pietra,  dove  erano  le  infrascritte  lettere: 

Q..    MANILIO.    7. 
35  LKG.'*"*    XXI.    RAPAG. 

PRHF."'^°   EQVIT.    KXACT.°" 

TRIBVT.°"   CIVIT."*'   GALLI 

FAC."  CVR."-* 

CBRTUS  SI    B.""*'*" 

40  IN.   ACR.    P.    XLIV.   IN.   FNO.   P.    XLIV. 

Fu  condotto  in  Bologna  il  detto  epitaffio  a  di  29  di  gennaro  1511  e  messo  dalla  parte 
della  porta  laterale  di  San  Petronio,  che  guarda  verso  il  Paviglione;  era  longo  piedi  7,  largo 
piedi  2,  oncie  10,  grosso  piedi  1,  oncie  3,  con  due  cornise. 

A  dl  primo  febraro  il  papa  diede  il  vescovado  di  Bologna  al  vescovo  di  Verzelli,  perchfc 
45  il  cardinale  nostro   rinonci6.     Avendo  levato   Cento'  et  la  Pieve  del  detto  vescovado,  et  in       fsM 
questo  cambio  mise  Tabbadia  di  Santo  Stefai.o,  la  quale  teneva  il  cardin.ile  di  San  Piero  in 
Vittcola,  et  gH  a^unse  Tabbadia  di  San  FeHce,  che  teneva  Battista  Canoaici  cittadino  bolo- 


310  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  isoaj 


gncse  et  vescovo  dl  Faenza;  et  cosi  queste  due  badie,  vacanti  che  fossero,  dovessero  unirsi 
al  detto  vescovato;  et  si  disse  che  volevano  dar  Cento  et  la  Pieve  al  duca  di  Ferrara  in 
dote  della  sua  tigliola,  el  cosi  fecero  povera  questa  cilti. 

A  d)  21  detlo  Alessandro  di  Simoiie  Bianchetti,  che  haveva  lasciato  il  suo  havere  a  Gio- 
vanni  et  haveva  Tanno  scudi  200  perchfe  valeva  il  suo  16  mila  lire,  fu  trovato  morto.  3 

Giunge  a  Bologna  il  marchese  Ermesse  fratello  gik  del  duca  Galeazzo  duca  di  Milano: 
fu  alli  8  di  febbraro.  Passava  a  Fiorenza  mandato  da  Massimiliano  imperatore;  alloggi6  con 
Giovanni  BentivogU. 

II  senato  il  dl  seguente   fa  bandire   alla  renghiera   delli  signori  la   indulgenza  plenaria 
che  il  papa  cuncedeva  a  quelli  che,  confessati  e  conimunicati,  devotameiite  visitarebbono  la  lU 
chiesa  di  san  Pietro,  di  san  Peironio,  san  Doraenico  et  san  Francesco. 

Bemardino  Robso,  gia  tigliuolo  di  Testa  Gozzadiiii,  ur.o  de'  gonfallonieri  del  popolo,  passa 
a  Roma;  et  al  suo  ritorno,  dubitando  Giovanni  ch'egli  al  papa  di  lui  havesse  detto  male,  fece 
che  gli  altri  confalonieri,  dimostrando  havere  havuto  a  sdegno  ch'egli  a  Roma  fosse  ito  senza 
haver  loro  falto  motto,  essendo  del  magistrato,  et  che  anco  havesse  parlaio  con  Pirro  Malvezzi  15 
ribelle  di  Bologna,  procuraror.o  di  farlo  pigliare  et  che  se  gli  levasse  il  confalone.  Di  che 
avvertito  Beniardino,  si  fuggi  a  Saii  Domenico,  ciiiedendo  di  voler  esser  frate,  et  essendoli 
risposto  che  bene  ci  dovesse  pensare,  essendo  egli  di  etk,  nascostamente  della  citt^  si  usci ; 
et  tanto  con  preglii  si  adoper6  con  li  frati  Eremitani  della  Misericordia,  che  il  vestirono  da 
frate.  La  qual  cosa  intesa  dal  magistrato,  mandarono  il  bargello  a  casa  per  pigliare  il  con-  20 
falone  con  la  manaretia,  et  spiegato  il  detto  confalone,  il  portorono  per  la  ciuk  insino  al- 
Tuflicio;  fu  alli  16  di  marzo.  Et  passati  alcuni  giorni  d'indi  dal  monastero  si  parti,  et  and6 
alla  .Mirandola;  et  fra  lanto,  trapponendovisi  alcimi  cittadini,  rassettarono  la  cosa,  et  egli,  la- 
sciando  Thabito,  se  ne  rilorn6  a  Bologna  per  le  feste  di  Natale.  In  questi  tiunulti  Giovanni 
dottore  suo  tigliolo,  anch'egli  temendo  di  qualche  male,  ne  passo  a  Roma;  ove  poscia,  per  i1  23 
suo  eccellente  ingegno  et  gran  dottrina,  sali  in  tanta  stima  presso  il  pontefice,  che  lo  fece 
suo  datario  et  gli  diede  di  mold  benefici. 

Predicando  la  presente  quadragesima  in  San  Petronio  un  padre  regolare,  molte  meretrici 
si  convertono  a  Dio  et  domaudano  luogo  dove  possino  divotamente  vivere ;  et  si  ottenne  dal 
senato  che  le  fosse  consignato  Tospitale  di  San  Lorenzo  de'  Guerrini,  poi  detto  San  Giobbe.  30 
Furono  queste  convertite  doune  numero  25;  et  ridotte  quivi,  furono  con  le  limosine  di  giorno 
in  giorno  sovvenute  et  aiutate. 

Gasparo  Bargellini  senatore  con  un  famiglio  si  parte  di  Bologna  et  passa  a  San  Jacomo 
di  Galitia.  Et  havendo  visitate  quelle  sagrate  ossa,  mentre  ritornava,  muore  per  lo  viaggio, 
havendo  fatto  teslamento;  et  in  suo  luogo  il  senato  pose  Astore  il  fratello.  35 

Del  mese  di  aprile  giunge  in  Bologna  Carlo  Orsino;  alloggio  con  il  signor  Giovanni 
Bentivogli,  et  dopo  alquanti  giorni  pa8s6  a  Napoli. 

Alli  26  d'aprile  Antonio  Galeazzo  protonotario  Bentivogli  and6  alla  corte  del  re  di 
Francia,  et  seco  and6  Galeazzo  Buttrigari  dottore. 

II  duca  Valentino  in  questo  tempo  piglia  molti  luoghi  de'  Fiorentini  et  di  altri  signori,  40 
p.  js*       et  fra  graltri  Rezzo;  il  popolo  della  qual  cittk,  a  sug^gestione  del  detto  duca,  si  ribell6  da' 
Fiorentini.     Per  il  che  li  Fiorentini  ricorsero  al  re  di  Francia  per  aiuto;  il  quale  gli  mand6 
dugento  cinquanta  lanze,  le  quali.  passando  per  il  Bolognese,  andarono  a  Fiorenza. 

Volendo  papa  Alessandro  consegnare  al  duca  di  Ferrara  Cento  et  la  Pieve  per  sopraddote 
di  Lucretia  sua  tigliuola,  et  non  potendo  piegare  Giuliano  della  Rovere  cardinale  di  San  Pietro  45 
in  Vincola  vescovo  di  Bologna  a'  suoi  voti,  tratt6  che  il  detto  GiuHano  rinonciasse  il  detto 
vescovato  con  il  vescovo  di  Vercelli,  dandogli  airincontro  un  altro  vescovato  in  Francia. 
II  che  fece  Giuliano,  con  dire  che  mai  voleva  si  dicesse  che  egli  havesse  smembrato  alcuno 
beneficio,  ma  piii  tosto  accresciuto.  Laoiide  il  detto  vescovo  hebbe  il  vescovato  di  Bologna, 
e  iacontanente  ced^  alla  volonta  del  papa,  consignandoli  alquante  possessioni  nel  Carpesano  50 


[A.  1502]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  311 

in  luogo  delle  dette  castella,  et  poscia  il  fece  cardinale.  Et  cosi  il  papa  mand6  un  suo  com- 
missario  a  Bologna,  che  fu  alli  7  di  giugno,  et  d'indi  passo  a  Cento  et  alla  Pieve;  et  alli  11 
le  consigno  al  duca  di  Ferrara  con  grande  dispiacere  de'  Bolognesi.  Nel  vero,  mentre  che 
Giuliano  f u  vescovo  di  Bologna,  f ece  di  grave  spese  nel  detto  vescovato :  et  prima  f abbric6 
5  il  sontuoso  portico  clie  e  avanti  la  chiesa;  poi  diede  principio  alla  canonica,  ove  designava 
che  li  canonici  insieme  tutti  habitassero.  Fece  di  molti  paramenti  alla  detta  chiesa  di  broc- 
cato  d'oro  riccio,  donandogli  molti  panni  arazzi. 

Alli  13  di  luglio  vengono  le  nuove  che  il  duca  Valentino  haveva  pigliato  il  ducato  d'Ur- 
bino  a  tradimento,  di  maniera  che  quasi  a  pena  si  puotfe  il  duca  di  Urbino  fuggire.    II  quale, 

10  travestito  da  contadino,  per  strade  incognite  si  salv6  prima  in  Ravenna,  et  d'indi  in  Mantua; 
dove  poco  avanti  era  gionta  la  duchessa  Isabetta  sua  moglie,  che  haveva  accompagnata  Lu- 
cretia  Borgia  a  Fcrrara,  come  di  sopra  dicemmo. 

Temeva  Giovanni  Bentivogli  assai  del  duca  Valentino,  che  quardo  egli  havesse  gli  altri 
signori  soggiogati,  anche  rivolgesse  rarme  sopra  Boiogna  per  insignorirsi  di  essa  et  cacciare 

15  lui.  Laonde,  non  trovando  alPanimo  suo  pace  n6  quiete,  deliber6  mandare  Antonio  Galeazzo 
il  figliolo  in  Francia  al  re  Lodovico  ad  avvisarlo  del  tutto,  come  egli  sempre  gli  era  stato 
servitore,  et  che  non  era  mai  per  levarsi  dairombra  siia  per  qual  si  volesse  importante  cosa, 
et  che  perci6  humilmente  supplicava  sua  Maestk  il  volesse  accettare  sotto  la  sua  protezione 
e  difenderlo  dal  duca  Valentino;  percioch^  ogni  volta  ch'egli  si  facesse  padrone  di  Bologna, 

20  sendo  gik  signore  di  tutta  la  Romagiia  et  di  gran  parte  della  Toscana,  potrebbe  sua  Maestk 
conoscere  di  quanta  importanza  fosse  che  egli  havesse  Bologna  a'  suoi  voti.  Rispose  il  re  non 
voler  tenere  cura  delle  cose  della  Chiesa,  ma  che  esso  si  accordasse  con  il  papa,  perchfe  sa- 
rebbe  assai  bene  per  lui. 

Vengono  le  nuove  in  Bologna  della  crudelissiraa  morte  di  Astorre  Manfredi  fanciullo  di 

25  14  anni  gik  signore  di  Faenza,  il  quale  con  Giovanni  Vangelista  fratello  nalurale,  pure 
fanciullo,  con  il  loro  cameriero  furono  annegati  nel  Tevere.  Fece  questo  misfatto  si  horri- 
bile  il  duca  Valentino,  perch^  haveva  presentito  che  li  Faentini  speravano  di  riaverlo  per 
signore. 

AUi  27  di  luglio  viene  a  Bologna  il  cardinale  Orsino  per  legato  della  cittk,  et  con  ogni 

30  maniera  di  honore  dalla  citta  e  ricevuto.  Poi  la  notte  seguente,  alle  6  hore,  con  gran  Iretta  si 
parti  per  andare  ad  iiconttare  il  re  di  Francia,  che  era  giunto  in  Italia;  et  fu  da  Ermesse 
Bentivogli  il  legato  accompagnato  con  alquanti  ballestrieri. 

II  signor  Carlo  Orsino  nel   reame  di  Napoli  muore,  non  senza  suspitione  che  fosse  per 
opera  del  Valentino  avvelenato. 

35  Vedendo  il  senato  di  Bologna  la  gran  felicitk  del  Valenlino,  et  che'  la  fortuna  se  gli  era       />  jss 

fatta  soggetta,  et  che  egli  ogni  di  piii  cresceva  in  signoria,  temendo  ch'egli  alla  sprovista 
la  cittk  conturbasse,  assoldarono  cento  ballestrieri  a  cavallo,  donandogli  un  veslimento  parte 
rosso  et  parte  bianco  a  divisa  della  citth.  Et  Giovanni  Bentivogli  ne  as8oId6  60  con  le  so- 
pravveste  parte  verde  et  parte  azzurre  et  parte  rosse  alla  sua  livrea  con  un  groppo  nel  petto 

40  et  dietro  le  spalle  ricamato  di  argento,  con  un  motto  che  diceva:  Fides  et  amor.  Annibale 
ne  a8soId6  40  con  le  veste  verdi  et  berettine  con  un  leopardo,  che  la  palma  haveva  nella 
zampa  et  sedeva  sopra  le  liamme  di  fuoco,  riccamato  dietro  et  davanli.  Alessandro  ne  as- 
8o!d6  40  con  le  vesti  rosse  et  azzurre  a  somiglianza  del  padre,  con  un  fascio  di  verghelle 
legate  insieme,  con  uno  motto  che  diceva:   Unitas  fortior ;  et  questa  impressa  era  davanti  et 

45  dietro;  poi  anche  ne  fece  uii'altra,  che  era  un  fascio  sciolto  di  verghelle  conilmotto:  Di- 
visio  fragilis.  Ne  assold6  Ermesse  altrettanti,  con  le  vesti  dal  mezzo  in  su  verdi  et  dal 
mezzo  in  giu  bianche  et  rosse  a!la  divisa  orsina,  con  una  pera  ricamata  avanti  et  dietro. 
Antonio  Galeazzo  protonotario  ne  assold^  50  con  veste  alla  divisa  bentivolesca,  con  un  lio- 
corno  di  ricamo,  che  sedeva.     Assoldati  tutti  li  delti  soldati,  il  senato  ne  mand6  delli   suoi 

SO  parte  a  Budrio  et  parte  a  Medicina  per  difensione  di  detti  luoghi. 


\ 


312  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoai 


II  duca  Valentino  paMa  per  51  Ferrarese  con  pochiuima  compagnia  travestito,  che  paa- 
sava  a  Milano  a  fare  riverenza  al  re  di  Fraiicia;  et  fu  amorevolicaimamente  dal  re  accolto. 

Alli  6  di  agosto  giunge  in  Bologna  Federigo  da  San  Severino  cardinale,  gik  ligliuolo 
del  rngnor  Roberto,  con  150  cavalli;  passava  anch'egli  a  Milano  a  visitare  il  re.  Fu  con  ogni 
maniera  di  accoglienza  dalla  citt^  ricevuto;  alloggi6  nel  palagio  di  Giovanni  Bpntivogli.  5 

Intendendo  Giovanni  Bentivogli  che  il  duca  Valentino  era  ito  a  Milano  al  re  di  Fran- 
cia,  comincib  a  temere  ch'egli  ottenesse  di  passare  con  resaercito  da  Bologna;  et  perci5 
parvegli  di  presentarlo  et  raccomandarsi  a  lui.  Labnde  alli  1 1  di  agosto  mand6  Annibale  et 
Alessandro  suoi  figliuoli  con  due  bacili  et  due  bronzi  di  argento  maeBtrevolmente  lavorati, 
una  coUana  d'oro,  con  un  precioso  anello  di  valore  4000  ducati.  Ora,  giunti  con  li  presenti  10 
a  Milano,  ti  presentarono  al  re,  raccomandandogli  Bologna  et  Giovanni  il  padre,  pregandolo 
si  degnasse  di  pigliare  in  protezione  le  case  de'  Bentivogli,  defendendola  dal  duca  Valen- 
tino.  II  re  Hetamente  accett6  il  dono;  di  poi  disse  che  in  quanto  alla  cittri  non  era  per  pi- 
gliame  conto  alcuno,  sendo  ella  soggetta  alla  Chiesa,  et  che  li  cittadini  si  difendessero  loro 
dal  duca,  Che  ben  li  prometteva  che  non  li  darebbe  aiuto ;  et  con  tale  risposta  alli  24  ritor-  1 5 
narono  a  Bologna. 

II  duca  Valentino  ritorna  ad  Imola,  havendo  conchiuso  con  il  re  di  Francia  quanto  haveva 
a  fare,  et  comincia  a  radunare  soldati  per  accrescere  signoria ;  onde  condusse  il  signor  Fra- 
casso  gik  figliuolo  del  signor  Roberto  da  San  Severino,  huomo  nelle  armi  esperto,  il  quale 
alli  8  di  settembre  venne  a  Bologna  per  passare  ad  Imola  al  duca ;  et  fu  honoratamente  rice-  20 
vuto  da  Annibale  et  da  Ermesee  et  condotto  ad  alloggiare  al  palagio  del  padre  loro.  Poi 
il  giomo  aeguente  si  parti. 

Intendendo  pure  Giovanni  et  il  senato  che  il  duca  faceva  gente  a  Imola,  mandarono 
ambasciatore  Giovanni  Francesco  Aldrovandi  senatore,  per  intendere  quale  fosse  la  inten- 
tione  del  duca  della  cittk  di  Bologna.  A  cui  gionto,  et  sforzatosi  d'intendere  la  sua  opi-  25 
nione,  il  duca  gli  disse,  che  essendo  egli  capitano  et  confalloniero  della  Chiesa,  era  co- 
Btretto  di  ubbidire  al  papa,  il  quale  gli  haveva  imposto  che  ad  ogni  via  dovesse  passare  so- 
pra  Bologna  et  liberarla  dalla  tirannia  di  Giovanni  Bentivogli,  perchfe  conosceva,  che  questo 
fi.  3si       era  il  bene'   et  la  salute   de'   cittadini  et   della   citt^,   vivendo   in   libert^  sotto  la   Chiesa, 

alla  quale  li  Bolognesi  sono  soggetti;  altrimenti  egli  era  per  condurvi  un  forte  essercito  so-  30 
pra,  et  rovinare  il  lor  territorio  et  mandare  ogni  cosa  in  preda  del  fuoco.  Sicchfe  biso- 
gnava  che  i  Bolognesi,  disse  il  duca,  si  risolvessero  di  cacciar  fuori  Giovanni  Bentivogli, 
altrimenti  essi  et  il  tiranno  sarebbono  maltrattati.  Ritornossi  Francesco  con  queste  minaccie 
insino  a  Bologna,  et  riferi  il  tutto  al  senato,  essorlandolo  ad  accomodarsi  con  il  duca  con 
quel  miglior  modo  che  si  poteva,  poich^  la  cittk  si  vede  giunta  a  tal  passo,  che  da  niuno  35 
pu6  e-sser  soccorsa.  Vedendo  il  senato  che  Francesco  si  era  spaventato  dalle  parole  dettegli 
dal  duca,  come  timido  lo  sprezz6,  et  tosto  elessero  due  altri  ambasciatori  piu  di  lui  animosi, 
cio^  Carlo  Ingrati,  Jeronimo  da  San  Piero,  cavallieri  et  senatori.  Li  quali  andarono  al  duca 
ad  Imola  con  mandato  d'  intendere  la  sua  dispositione  che  liaveva  di  Bologna  et  de'  Bentivo- 
gli:  che,  come  furono  arrivati  da  lui,  gli  dissero  come  havevano  inteso  da  Giovanni  Francesco  40 
ambasciatore,  che  era  sua  intentione  di  passar  sopra  Bologna,  et  mutar  l'ordine,  et  haverla  a 
piacere  del  papa.  Et  se  ci6  era,  come  havevano  inteso,  gli  facevano  sapere  che  non  dovesse 
pensare  di  havere  a  mutar  Tordine  della  citt^  nemmeno  di  cacciar  Giovanni,  n6  i  suoi  figliuoli, 
et  che  il  volevano  pregare  che  non  gli  volesse  molestare,  ma  lasciarli  vivere  in  pace  et  os- 
servare  li  capitoli  fatti.  II  duca  confirmo,  che  era  vero  che  egli  voleva  Bologna,  et  che  45 
quanto  gli  haveva  Francesco  riferito,  Taveva  detto,  et  che  di  nuovo  li  faceva  intendere  che 
i  Bolognesi  fossero  savi,  altrimenti  si  pentirebbono  del  loro  troppo  ardire.  Rispose  Jeronimo 
audacemente:  "  Noi,  o  duca,  ci  teniamo  in  questo  fatto  di  esser  savi;  et  se  saremo  molestati 
"  della  nostra  quiete,  mostreremo  se  il  levarci  la  pace  ci  prema  il  cuore,  o  no  ,.  Et  con  queste 
parole  si  partirono  dal  duca  et  ritomarono  a  Bologna. 


[A.  1302]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  313 

Ercole  figliuolo  di  Galeazzo  Marescotlo,  temendo  di  esser  ammazzato,  deliber6  partirsi 
di  Bologna  et  andare  altrove ;  et  addimandata  la  licenza  a  Giovanni  Bentivogli,  si  partl  con 
due  suoi  tigliuoli  et  un  nipote;   et  Giovanni  il    fece   accompagnare  da   alquanti   ballestrieri. 

Et  passo  a  Ferrara,  rimanendo  Galeazzo  nella  cittk.  -^ 

5  Giunge  in  Bologna  un  commissario  del  re  di  Francia  mandato  dal  papa  et  dal  duca  Va- 

lentino,  alli  14,  a  persuadere  al  senato  che  volesse  la  citta  consegnare  al  papa,  sendo  della 
Chiesa;  perciocchfe,  sendo  mal  governata,  egli  la  provederebbe  di  un  oltimo  governatore;  et 
che  esso  ripugnasse  alla  sua  volontk,  sarebbe  il  papa  costretto  a  farli  riconoscere  del  suo 
folle  errore.     Fu  risposto  che  era  vcro  ch.e  Bologna  era  della  Chiesa,  et  che  per  tale  la  vo- 

10  levano  conservare,  ma  non  volevano  gia  consignarla  al  duca  Valentino;  et  percio  havevano 
osservato  insino  a  quel  tempo  li  capitoli  fatti  fra  il  papa  et  la  cittk  di  Bologna,  et  che  anche 
erano  per  osservarli,  acciocch^  il  pontefice  et  li  cardinali  non  havessero  alcuna  occasione  di 
lamentarsi,  et  che  sopra  di  cio  mandarebbono  ambasciatori  al  papa  a  farli  intendere  le  loro 
ragioni;  et  con  questa  conclusione  licentiarono  il  detto  commissario.     Poi  crearono  per  amba- 

15  sciatori  Francesco  Fantucci  senatore,  Alessandro  Buttrigaro  procuratore,  uno  degli  antiani, 
li  quali  passarono  a  Roma  al  papa  et  dissero  le  loro  ragioni  in  difensione  della  cittk  et  della 
famiglia  de'  Bentivogli.  A'  quali  il  pontefice  rispose  che  ritornassero  a  Bologna  et  avvisas- 
sero  il  senato  et  li  cittadini  al  dover  pensar  bene  i  casi  suoi,  et  a  non  volere  cosi  inebbriarsi 
neiramore  de'  Bentivogli,  perchfe  essi  sarebbono  la  rovina  della  citth  et  gli  ridurrebbono  in 

20  dura  servitu,  levandogli  i  beni  et  la  vita;  siccome  hanno  pochi  di  fatto,  uccidendo  i  Malvezzi 

et  li  Marescotti,  che  pure'  sono  due  preclarissime  famigUe  et  decoro  di  quella  cittk.     Et  con       p.  $$7 
questa   risposta,  si   partimo   grambasciatori,  et  scrissero   al  senato   la  volont^   del  pontefice 
qual  ella  fosse. 

Intendendo  Giovanni  la  opinione  di  Alessandro  papa,  che  era  di  cacciarlo  fuore  di  Bo- 

25  logna,  comincib  a  fare  provisione  per  mantenersi  nella  citta;  et  assoldo  molti  conduttieri  de' 
soldati,  cosi  del  Bolognese  et  sue  montagne,  come  di  altri  luoghi,  li  quali  vennero  a  Bologna 
et  si  appresentarono  a  lui  a  farli  sapere  quanti  soldati  havevano  a  loro  petitione.     II  che  fatto 
ritoraarono  ai  loro  alloggiamenti,  fatti  avvertiti  che  fossero  a  ordine  ad  ogni  bisogno.     Poi 
tutte  le  compagnie  delle  arti,  a  soggestione  di  alcuni  parteggiani  de'  Bentivogli,  si  radunarono 

30  a'  luoghi  loro  deputati,  et  fattegli  intendere  per  li  massari  esser  intentioiie  del  papa  di  cac- 
ciare  li  Bentivogli  fuore  di  Bologna  per  farne  di  essa  libero  signore  il  Valentino,  si  tassarono 
tutti  di  una  certa  quantitk  di  danari  per  assoldare  cavalli  et  pedoni,  per  mantenere  li  Ben- 
tivogli  nella  cittk;  et  ciascuna  compagnia  o  arte  fece  una  bandiera  con  Tarme  de'  Bentivogli. 
Della  quale  raccolta  di  danari  hoggidJ  anclie  si  veggono  i  libbri  vivi,  che  di  ciascuno  a  nome 

35  per  nome  et  quanto  dava  si  descrive ;  siccome  in  un  libbro  di  fogli  trecento  scritto  per  mano 
di  Dionisio  di  Giovanni  Matteo  di  Luca  appare,  sendo  degli  antiani  Francesco  Formaglini, 
Guizardaccio  del  Medico;  fu  questo  alli  16  di  settembre. 

Essendo  Bologna  involta  in  questi  travagli,  alli  17  fu  portato  un  breve  del  pontefice  al 
senato,  nel  quale  citava  a  Roma  Giovanni  Bentivoglio  et  li  figlioli  con  due  senatori,  allegando 

40  che  ci6  era  per  haver  inteso  che  nella  citt.\  non  si  teneva  ragione,  perch^  li  Bentivogli  favo- 
rivano  chi  loro  piaceva  et  davano  ricetto  a  tutti  li  micidiali,  ladroni  et  ad  ogni  qualitk  di 
pessimi  huomini,  et  che  erasi  deliberato  di  provedere  come  pastore  e  tanti  disordini,  et  perci6 
gli  citava  a  rendere  ragione  di  quanto  gli  era  loro  opposto ;  et  se  essi  non  vi  andavano  fra 
15  giorni,  scommunicarebbe  tutto  il  senato  con  li    detti  Bentivogli   et  interdirebbe  la   citt^ 

45  Dubitando  Giovanni  che  per  questo  breve  il  popolo  si  raffreddasse  alquanto  deiranimo  in- 
vitto  che  haveva  di  soccorrerlo,  fece  che  li  suoi  parteggiani  radunassero  le  arti,  li  cittadini 
e  gentilhuomini  in  vari  luogo  et  esponessero  loro  che  sarebbe  alla  cittk  grandisaima  giattura, 
ae  Giovanni  Bentivogli  et  li  figliuoli  passassero  a  Roma,  perchfe  non  essendo  essi  nella  citti, 
facilmente  il  duca  Valentino  ne  verrebbe   a'  danni  di  Bologna,  come  liaveva   deliberato   di 

50  fare;  ma  rimanendo  Giovanni,  potr^  esser  sicura  la  cittk,  n^  di  x:o8a  alcuna  dubitare.     11  che 


314  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoaj 


fu  facile  cosa  a  fare,  avvengachfe  parte  era  apparechiata  a  farlo  per  amore  et  partc  pcr 
timore,  pcrchc  vedevano  che  »e  una  parola  haveiwero  in  contrario  detta,  non  erano  poi  della 
vita  sicuri.  Per6  tutti  ad  una  voce  conclusero  che  nk  Giovanni  n^  i  tigliuoli  si  dovessero 
fuori  della  cittk  partire. 

AIU  18  Giovanni  Bentivof(li  fece  radunare  il  senato  in  palazzo,  ove  furono  presenti  tutti  5 
li  suoi  tigliuoli,  li  confallonieri  del  popolo  et  li  massari  delle  arti,  per  li  quali  parlo  Dionisio 
di  Luca,  uno  de'  confallonieri,  et  Bonaventura  del  Paleotto  per  li  mamari,  dicendoli  come, 
havendo  intesa  la  citalione  del  pontetice  mandata  a  Giovanni  et  a*  «uoi  figliuoli,  erano  radu- 
nati  insieme  questi  due  magistrati,  et  f ra  di  loro  molto  bene  essaminata  et  ventilata  la  cosa ; 
et  havevano  chiaramente  compreso  che  ci6  faceva  il  papa,  perchfe  il  dominio  della  citt^  ca-  10 
deflse  nelle  mani  a  Valentino  il  figliolo,  non  curandosi  deUa  libertii,  nk  della  pace  deila  cittii. 
II  perchfe  conoscendo  che  questo  non  sarebhe  altro  che  disturbare  tanta  quiete  e  libert^, 
nella  quale  si  trovavano  i  Bolognesi,  non  pareva  loro  si  dovesse  partir  Giovanni,  nfe  meno  li 
liglioli,  veri  conservatori  della  quiete  et  liberta,  anzi  havevano  deliberato  tutti  di  esporre  le 
/.  jsi  f acoltk,  la  vita  istessa,  acciochfe '  essi  rimanessero  nella  cittk ;  et  che  pure  volendo  egli  con  li  1 5 
figliuoli  uscire  per  ubbidire  al  papa,  li  protestavano  che  non  mai  uscirebbono  di  Bologna  vivi, 
perch^  erano  deliberati  piii  tosto  di  ucciderli,  che  niai  patire  Cii^essl  al  pontetice  atdassero. 
Dionisio  poi  di  Luca,  huomo  audace  et  di  grande  animo,  volgendosi  a  Giovanni  et  a'  figlioli, 
disse:  "  Non  teraete,  signori  Bentivogli,  minaccie  de'  preti,  che  poco  effetto  possono  partorire. 
"  nfe  raeno  vogliate  iiaver  paura  del  duca  Valentino,  perchfe  noi  siamo  sufficienti,  non  solo  di  20 
"  difenderci  da  lui,  ma  ancho  da  offenderlo ;  siate  pur  certi  che  questa  sara  una  borasca  di  vento 
"  0  un  fuoco  di  paglia,.  Finite  le  parole  lanimoso  Dionisio,  sopragiunsero  li  dottori  con  li 
scolari  et  il  rettore  del  collegio  di  Spagna  con  200  soldati  scolari  in  conipagnia,  et  di  poi 
il  conte  Guido  Pepoli  con  gran  numero  di  gentilhuomini,  i  quali  tutti  unitamente  dissero  il 
medesimo  che  Dionisio  detto  haveva.  Laonde  Giovanni,  dopo  1e  molte  grazie  rese  di  tanta  21 
loro  amorevolezza  et  fede,  fece  fare  publico  inslromento  di  quanto  era  stato  detto,  prote- 
stando  non  mancare  da  lui  di  non  voler  gire  al  poatefice  con  li  figliuoli,  come  ubbidienti 
alla  santa  Madre  Chiesa,  ma  che,  vedendo  il  pericolo  nel  qual  era  della  vita,  faceva  quanto 
piacesse  loro.  Dapoi  da  tutti  li  magistrati  allhora  furoiio  eletti  ambasciatori  al  papa  a  rag- 
guagliarlo  del  tutto  che  era  occorso,  et  furono  eletti  questi :  Jacomo  del  Bue,  Alessandro  30 
Paltrone,  amendue  famosi  doltori,  et  Tomaso  Grengolo  procuratore;  li  quali  si  parlirono  il  di 
seguente  per  passare  a  Roma. 

Partiti  gli  ambasciatori,  lo  stesso   giorno  voler.do   li  signori  antiani   et  confallonieri  del 
popolo,  massari  delle  arti  dimostrare  quanto  fossero  solleciti  della  salute  di  Giovanni  et  de' 
liglioli,  tutti  di  compagnia  fmdarono  al  vescovato,  ove  alloggiava  lambasciatore  del  papa,  che  35 
ne  haveva  il  breve  portalo,  et  gli  fecero  intendere  esser  deliberazione  ferma  di  tutti  li  ma- 
gistrati  della  cittJ»  et  di   tutto  il  popolo  insieme,  che  n^  Giovanni  nfe  i  figliuoli  si  havessero 
a  partire   della  chth   per  andare   a  Roma;   et  non  solo  essi,  ma   neanche  niuno  del  senato, 
perchfe  essi  giudicavano  che  bene  et  rettamente  et  con  quiete  et   pace  la  citt^  fosse  gover- 
nata;  et  che  quando  pure  alcuno  di  loro  volesse  audare  a  Roma,  che  li  cancellerebbero  del  40 
senato  et  de'  magistrati  et  gli  bandirebbono,  o  che  gli  levarebbono  la  vita  et  le  facoltiu    Et 
che  percid  erano  venuti  a  lui  per  fargl' inteudere  quanto  la  citti  haveva  determinato,  quan- 
tunque   li   Bentivogli  fossero  pronti   ad   ubbidire   alla  Chiesa  Romana,  et  lo  pregavano  vo- 
lesse  scrivere  al  papa  che  si  contentasse  di  lasciar  vivere  Bologna  in  pace,  et  che  li  fos- 
sero  osservati  li  capitoli  fatti  gl'anni  passati,  percioch^  essi  erano  pronti  ad  osservarli  come  45 
havevano  promesso,  sicome  insino  ad  hora  fatto  havevano;  et  cosi  si  partirono. 

E  awisato  di  nuovo  il  senato  che  il  papa  ostinatamente  voleva  Bologna,  et  che  percib  il 
duca  Valentino  ogni  giorno  piu  radunava  soldati ;  et  perci6  cominciano  anch'essi  a  disporre  le 
cose  opportune  per  difendersi  dalle  insidie  del  nemico,  et  da  ogni  lato  radunano  soldati. 

Alli  22   l'a:viba8ciatore  del   papa  va  in  senato  et  propone  come  egli   haveva  pensato  di  50 


I 


[A.  1502]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  315 

tentare  via  di  pacificare  la  citt^  con  il  duca;  il  quale  pacificato  ch'egli  fosse,  anco  quieto 
resterebbe  il  papa;  et  che  per  far  cio  pareva  a  lui,  che  s'eglino  volevano  dare  qualche  somma 
di  danari  al  duca,  gli  sarebbe  stata  f  acile  via  di  acquietarlo.  Nel  vero  parve  al  senato  che 
questa  domanda  fosse  poco  savia,  credendosi  lui  che  il  senato  non  considerasse  che  questo 
era  un  volere  debilitare  le  forze  della  cittk,  et  un  accrescere  soldati  al  duca  contro  di  loro 
stessi  coii  li  danari  deiristessa  citta,  et  percio  risposero  che  questa  non  era  loro  autorila  di 
trattare  cosa  alcuna  con  il  duca,  percioch^  gli  era  stata  levata  dalli  confalonieri  del  popolo 
'et  dalli  massari  delle  arti,  et  che  egli  andasse  a  loro,  che  tale  autoritk  havevano,  et  contrat-  a  55« 
tasse  seco  di  questo  fatto. 

10  Egli  non  manco  d'andarci  et  di  sforzarsi  con  humane  parole  al  persuaderli  alla  sborsa- 

tione  del  danaro,  promettendogli  che  a  lui  dava  animo  di  pacificare  il  duca.  Liberamente  gli 
fu  risposto  dal  priore  de'  confallonieri,  che  erano  risoluti  non  gli  dare  pure  un  sol  danaro, 
perch^  poco  o  nuUa  teuievano  le  sue  minaccie;  anzi  che  essi  protestavano,  che  vol^^vano 
che  il  duca  restituisse  loro  Castello  Bolognese,  havuto  dal  senato,  perche  il  detto  senato  non 

15  lo  poteva  alienare  senza  il  comune  consenso  del  popolo;  et  che  speravai.o  in  Dio,  oltre 
Castello  Bolognese,  anco  havere  et  la  Pieve  et  Cento,  et  che  per  hora  pensasse  ad  altro  che 
al  loro  danari.  Intendendo  Tambasciatore  le  parole  di  questi  magistrati,  parvegli  esser  uc- 
cellato  dal  senato  et  dispregiato  da  questi  magistrati,  et  perci6  il  piii  presto  che  puot^  si 
parti  della  cittk,  temendo  non  gli  avvenisse  peggio- 

20  AUi  13  settembre  Antonio  Galeazzo  protonotario,  ch'era  andato  al  re  di  Francia,  giunge 

in  Bologna,  et  intesa  ia  citazione  del  pontefice  fatta  al  padre  et  a'  fratelli,  anch'egli  as- 
8old6  70  ballestrieri  a  cavallo  con  nuove  insegne  et  nuovi  vestimenti,  et  fece  la  mostra  alli 
27  di  settembre. 

Intendendo  il  signor  Giovanni  Bentivogli  esser  gia   stomacati   e  del   papa   et  del  duca 

25  Valentino,  11  signor  Paolo  Orsino,  il  signor  Vitelloccio,  il  duca  di  Gravina  con  Livrotto  da 
Fermo,  valorosi  et  prestanti  capitani,  et  teniendo  che,  soggiogata  la  Toscana  et  Bologna,  poi 
anche  non  gli  rivolgesse  le  arme  sopra  i  loro  domini  della  cittk  et  castella  che  tenevano,  si 
disposero  di  trattare  con  Pandolfo  Petrucci  da  Siena,  Giovanni  Paulo  Baglione  perugino  et  Gio- 
vanni  Bentivogli,  di  fare  un  consiglio  fra  di  loro  per  ostare  alle  forze  del  Valentino.     Laonde 

30  si  radunarono  alla  Maggione  nel  Perugino  gl' iiifrascritti,  ciofe:  II  cardinale  Orsino,  Paolo 
duca  di  Gravina,  grOrsini,  il  Vitelloccio  Vitelli,  Livrotto  da  Fermo,  Giovanni  Paolo  Ba- 
glione,  Antonio  da  Venaffre,  mandato  da  Pandolfo  Petrucci  capo  della  cittk  di  Siena,  et 
Ermesse  Bentivogli  per  Giovanni  il  padre,  il  quale  si  parti  alli  27  segretamente.  Ora  quivi 
assai  prudentemente  si  discorse  sopra  il  duca  Valentino  et  del  suo  mal  animo,  al  quale  faceva 

35  bisogno  porre  qualche  freno,  altrimente  ne  soprastava  il  pericolo  a  tutti  di  pericolare.  Quivi, 
fra  Taltre  cose  che  si  conclusero,  una  fu,  che  non  si  abbandonassero  li  Bentivogli,  et  si  cer- 
casse  di  guadagnare  li  Fiorentini;  per  11  che  fare  mandarono  ambasciatori  a'  Fiorentini  ad 
invitarU  a  volere  essere  con  essi  loro  contro  il  comune  nemico.  II  che  concluso,  Ermesse, 
alli  12  di  ottobbre,  si  ritorn6  a  Bologna  con  rlssolutione  che  Giovanni  il  padre  ponesse  a  ordine 

M)  quanti  cavalli  et  fanti  piii  potesse  per  andare  contro  11  duca  Valentino  ad  Imola,  facendo  il 
simile  frattanto  graltri  coUegati,  venendo  per  la   Marca  et  per  la  Romagna  ad  incontrarlo. 
Giovanni  Bentivogli  fa  principiare  una  bastia  a  San  Michele  in  Bosco,  ponendo  in  for- 
tezza  et  la  chiesa  et  il  monastero,   acciochfe   se   la  contraria   fortuna   si   trapponesse   a   tale 
impresa,  questo  fosse  un  freno  al  Valentino;  et  per  fare  questa  lunga  bastia,  fece  Giovanni 

45  tagliare  molti  alberi  fruttiferi,  vigne  et  ulivi,  che  erano  intorno  il  detto  monastero,  insino 
alle  mura  della  cittk. 

Mentre  adunque  si  fabricava  il  detto  bastione,  Giovaiini  radunava  soldati  contro  il  ne- 
mico,  e  gl'  inviava  ad  Imola,  aspettando  1a  risposta  del  papa  et  degrambasciatori  mandati. 
Venendo  la  risposta  de'  Fioreniini  alli  confederati,  come  essi  non  solo  per  Todio  che  por- 

iQ  tavano  al  Vitelli  et  agli  Orsini  per  diverse  cagioni,  non  volevano  seco  adherirsi,  ma  che  erano 


316  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  i502) 


per  dare  aiuto  al  duca  Valentino  a  loro  niina,  «iccome  fecero.  Perciochi  per  il  loro  segre- 
p.  r»  tario  gli  mandarono  a  prof erirf  ricctto  et  aiuto  contro  i  Vitelli  et  gli  Orsini,  sendo  il '  duca 
in  Imola  pieno  di  lema  et  molto  addolorato  perchfe  Urbino,  con  molte  altre  terre  di  quello 
stato,  haveva  voUato  bandiera,  et  le  guardie  sue  erano  «tate  cdcciate  via  et  tagliate  in  gran 
parte  a  pezzi,  et  Guido  Ubaldo  a  volo  tosto  vi  era  rientrato.  Et  nel  vero,  sendo  npaventato 
il  Borgia  per  questa  novith,  pigHo  per  la  offerta  de'  Fiorentini  alquanto  di  animo.  Et  cosl 
disegnb  di  temporeg;^iare  la  guerra  con  quelie  poche  genti  che  egli  haveva  et  con  pratiche 
d'accordo  et  con  apparechiare  aiuti,  li  quali  egli  Thebbe  in  due  modi,  mandando  al  re  di 
Francia  per   soccorso  ct  parte  assoldando  soldati. 

Giungono  gli  ambasciatori  a  Roma  et  fanno  sapere  al  papa  che  Giovanni  non  ubbidiva,  1 
nfe  gli  altri  citati  da  sua  Beatitudine,  non  perchfe  sprezzassero  gli  suoi  comandamenti,  ma 
perchfe  erano  in  pericolo  della  vita,  et  gli  spiegorono  quanto  la  cittk  havesse  fatto  et  deter- 
minato,  mostrandogli  la  protestazione  autentica  in  iscritto.  Non  hebbero  gia  molto  grata  rispo- 
sta  gli  ambasciatori  dal  papa,  perche  disse  che  questa  era  tutta  finzione  di  Giovanni  et  una 
mascherata  alla  sua  disubbidienza,  et  che  pretendeva  ch'egli  et  li  figlioli  fossero  iscommuni-  II 
cati;  et  per  mostrare  il  pontefice  che  senza  fondamento  non  ragionava,  mand6  gli  ambascia- 
tori  a  quattro  cardinali,  che  furono  Antonio  Triultio  vescovo  di  Como,  Raffaelle  Riaric. 
cardinale  di  San  Giorgio,  Giovanni  de*  Medici  tiorentino,  Giuiiano  il  Giovane  Casarino  ve- 
scovo,  acciochfe  lal  causa  fosse  da  loro  giudicata;  et  questo  r.on  per  altro  fece  il  pontefice, 
se  non  per  haver  campo  di  fare  il  suo  dissegr.o  et  tentar  via  sicura  di  havere  Bologna.  Di 
che  appieno  gli  ambasciatori  ne  diedero  avviso  a  Giovanni  et  al  senato. 

II  senato  alli  15  di  ottobbre  fa  bandire  et  commandare  a  tutti  li  capi  delJe  case  de'  quar- 
tieri,  che  il  dopo  desinare  si  debbino  ritrovare  alle  lor  chiese  del  lor  quartiero,  che  quivi 
intenderebbono  quello  che  havevano  a  fare  per  utile  della  cittk.  Laonde  li  confalonieri  del 
popolo,  con  li  loro  stendardi,  con  li  cittadini  et  figlioli  di  Giovanni,  si  ridussero  alle  chiese  de'  2: 
quartieri,  ciofe  Annibale  capo  del  quartiero  di  San  Pietro  si  ridusse  con  li  confalonieri  et 
con  tutto  il  quartiero  della  chiesa  di  san  Jacomo  degli  Eremitani,  Antonio  Galenzzo  proto- 
notario  ando  alla  chiesa  de'  Servi  per  il  quartiero  di  porta  Ravennata,  Ermesse  si  ridusse 
alla  chiesa  di  san  Francesco  per  il  quartiero  di  porta  Stieri,  Alessandro  si  ridusse  alla  chiesa 
di  san  Uomenico  per  il  quartiero  di  porta  San  Proculo.  Radunati  adunqne  tutti  H  suddetti 
quartieri  nelle  detie  chiese,  salirono  alcuni  liuomini  sopra  del  pergamo,  dotti  et  pratici,  li  qu»H, 
con  accomodata  oratione,  essortarono  il  popolo  ad  esporre  la  robba  et  la  vita  per  manteni- 
mento  del  governo  della  citlk,  siccome  al  presente  si  trovava  contro  il  duca  Valentino. 

II  prinoo  che  parl5  nella  cliiesa  di  san  Jacomo  fu  Filippo  Beroaldo  eccellentissimo 
oratore  et  poeta;  nella  chiesa  di  san  l^^rancesco  Virgilio  GhisiJieri  cavalliero  aurato  et  3, 
Giovanni  Battista  di  Castello  cavalliero ;  nella  chiesa  de'  Servi  Bonifacio  Fantucci  fa- 
moso  dottore;  nella  chiesa  di  san  Domenico  Floriano  di  Dolfo  dottore  et  di  animo  libero. 
Havendo  questi  sopranominati  fatto  longo  ragionamento  sopra  la  liberta  della  citta  et  sua 
quiete,  in  che  ella  si  trovava,  et  havendo  con  vive  ragioni  dimostrato  la  malignitk  del  duca 
et  ostinatione  del  pontefice  et  il  torto  che  a  Giovanni  et  suoi  figlloli  era  fatto,  et  che  non  40 
91  dovevano  fidare  del  nemico,  n^  di  sue  lusinghe ;  fu  finalmente  da  tutti  conchiuso  di  ftmcr 
pr(Hiti  tutti  ad  esporre  la  robba  et  la  vita  per  la  quiete  della  cittk  et  per  la  conserratione 
de'  Bentivogli.  Dove  fu  ordinato,  che  chiunque  voleva  dare  aiuto,  dovesse  aiidare  daHi  con- 
fallonieri  et  farli  scrivere  quanto  voieva  dare,  p>romettendo  a  tutti  che  poi  gli  sarebbe  resti- 
/.  36i  tuito  a  termine  di  un  anno;  et  cosi  radKno'rono  gran  denari.  Non  era  a  qnesto  aiuto  forzato  45 
niuno,  ma  erano  tutti  di  proferire  quel  tanto  loro  piaceva.  Molte  compagnie  della  citt^  si 
offersero  di  assoldare  una  certa  quantit^  di  soldati,  et  fra  Taltre  le  compagnie  delle  24  arti, 
facendo  per  ciascuna  una  bandiera  con  rarme  della  compagnia  da  im  lato  et  dairaltro  quella 
della  citli  con  larme  de'  Bentivogii,  et  la  compagnia  de"  notari  assoldo  30  cavalli  leggieri. 
Furono  anche  assoldati  200  huomini  d'arme  de'  danari  raccolti  dal  popolo.  3§ 


[A.  1502]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  317 

Intese  il  pontefice  la  mordace  oratione  che  fatta  haveva  Floriano  di  Dolfo  contro  lui, 
et  gli  mando  a  dire  che  assai  si  maravigliava  di  lui,  clie  essendo  stati  amendue  compagni 
nello  Studio  in  Bologna  et  stati  si  cari  amici,  havesse  con  tanta  mordacita  parlato  contro  lui. 
A  cui  rispose  Floriano:  che  era  vero,  et  che  cio  haveva  fatto  per  li  molti  benefici  da' Benti- 
5  vogli  ricevuti,  et  che  quando  ne  havesse  ottenuti  tanti  da  lui,  che  peggio  direbbe  di  loro  del 
bene  che  haveva  egli   detto.     Sorrise  il  papa  della  risposta   di   Floriano,  considerando   che 

Itale  oratioiie  non  era  stata  fatta  cordialmente,  ma  per  compiacere  a'  Bentivogli. 
Giungono  li   Vitelli,   gli  Orsini  et  altri  confederati  a   Fossombrone;  et  li  Bentivogli   si 
pongono  a  ordine  per  passare  ad  Imola.     Et  ecco  giungono  gli  ambasciatori  di  Roma  senza 
alcuna  buona  risolutione. 

Intendendo  Giovanni  Bentivoglio,  che  li  confederati  a  Fossombrone  havevano  colti  in  un 
passo  in  mezzo  li  soldati  del  Valentino  et  che  la  maggior  parte  di  loro  erano  stati  tagliati 
a  pezzi,  et  che  il  resto  era  fuggito,  chi  da  una  parte  et  chi  da]l'altra,  mando  Tessercito  a 
Castel  San  Pietro  per  aspettare  quivi  la  commissione  dalli  confederati  di  quello  che  haveva 

1$  a  fare;  et  cosi  alli  21  di  ottobbre,  la  notte,  Annibale  et  Ermesse  con  1200  cavalli  fra  huomini 
d'arme  et  cavalli  leggieri  esce  di  Bologna  et  con  raolte  bande  di  pedoni  che  risultavano  al 
numero  di  6000  armati,  con  6  bocche  d'arteglieria,  passarono  a  Castel  San  Pietro,  et  quivi 
fermaronsi  per  aspettare  la  impositione  dalli  confederati,  come  etiamdio  per  vedere  quello  che 
voleva  fare  il  pontefice,  parendogli  di  non  voler  esser  li  primi  a  rompere  li  capitoli  fatti  fra 

20  il  papa  et  i  Bolognesi  Tanno  passato.  Et  il  giorno  seguente  fecero  li  cavalli  leggieri  una 
correria  sopra  rimolese,  et  pigliarono  assai  bestie  con  molti  muli  del  duca. 

Intendendo  il  duca  come  li  confederati  erano  a  Fossombrone  et  havevano  fracassati  li 
suoi  soldati,  et  li  Bentivogli  con  tanti  armati  esser  a  Castel  San  Pietro,  et  ritrovandosi  senza 
sufliciente  numero  di  soldati  da  difendersi,  si  ritirb  nella  rocca  d'  Imola,  et  pens6  con  astutia 

25  di  riconciliarsi  li  congiurati  insino  che  gli  fossero  giunte  le  genti,  che  egli  aspettava,  man- 
date  del  re  di  Francia.  Et  cosl  mand6  a  dirli  che  non  poco  si  maravigliava  di  loro,  che 
havessero  mosso  le  armi  contro  lui,  avvengach^  sapevano  bene  che  quanto  havevano  acquistato 
per  loro  virtu,  voleva  che  fosse  loro,  bastando  a  lui  di  havere  il  titolo  del  prencipe,  et  che 
voleva  che  il  principato  fosse  loro.     Considerando  gli  confederati  che  il  re  darebbe  aiuto  al  ' 

30  duca,  et  gli  Fiorentini,  che  alla  fine  non  si  potrebbono  mantenere  in  questa  impresa,  non 
havendo  n^  aiuto,  nh  danari,  sendo  essi  da  lui  si  amorevolmente  invitati  con  loro  honore  di 
pacificarsi  seco,  mandarono  il  signor  Paolo  Orsino  ad  Imola  al  duca  a  praticare  Taccordo. 
Et  fatto,  deposero  le  armi;  ma  il  Valentino  astuto  non  gih  ferm6  lui  di  provedersi,  anzi  con 
ogni  sollecitudine  accresceva  di  numero  de'  cavalli  et  di  f anti ;  et  perchfe  questo  suo  apparato 

35  di  gente  non  si  pubblicasse,  mandava  le  genti  separate  per  tutti  li  luoghi  della  Romagna. 
II  vicer^  di  Milano  gli  mand6  500  lanze,  8000  pedoni,  et  di  questi  giungendone  una  parte  a 
Modena,  mandarono  a'  Bolognesi  a  chiedere  il  passo;  gli  rispose  il  senato  che  si  contentava 
passassero,  ma  che  avvertissero  alla  furia  del  popolo,  che  tanto  era  adirato  con  il  duca,  che  a 
'  loro  non  dava  Tanimo  di  assicurarli.     Laonde  li  soldati  pigliarono  la  via  di  sotto  per  il  paese       p.  jn 

40  del  duca  di  Ferrara. 

Havendo  il  duca  Valentino  conclusa  la  pace,  et  havendoli  confirmate  le  condutte  vecchie, 
li  diede  4000  ducati  allhora,  et  gli  promise  di  non  offendere  li  Bentivogli;  et  il  mando  a 
Bologna  per  trattare  anche  accordo  con  Giovanni  Bentivogli;  fu  alli  30  di  ottobbre.  II  quale 
venne  a   Bologna  et  pratic6  accordo  con  esso  lui,  et  fu  condotto  al   bastione,  che  si  fabri- 

45  cava  a  San  Michele  in  Bosco,  e  Paulo  Orsino  assai  si  maravigli6  di  cosi  gran  machina;  poi 
si  parti  et  pass6  a  Castello  San  Piero  et  parl6  con  Annibale,  et  d'indi  ritom6  al  duca  ad 
Imola. 

Li  quartieri  di  Bologna,  le  arti  et  compagnie  et  molti  altri  passano  a  lavorare  al  comin- 
ciato  bastione,  et  frattanto  anche  a  Bologna  vengono  soldati;  et  alli  2  di  novembre,  circa  le 

50  due  hore  di  notte,  giunge  il  signor  Giovanni  Gonzaga  genero  di  Giovanni  con  100  huomini 


318  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  15021 


d'arme  condotto  da'  Bolognesi ;  et  siccome  accrescevano  li  soldati  alla  dttii,  coai  moltipli- 
cavano  le  ^'enli  al  duca. 

Antonio  Galeazzo  passa  ad  Imola,  mandato  dal  padre  a1  duca  a  vedere  quello  che  si  haveva 
a  fare,  dove  il  duca  il  ritenne  in  feate  et  in  giuochi  per  alquanti  giorni  astutaroente,  «in  tanto 
havesse  le  genti  d'arme  a  ordine;  et  cosi  insieme  con  il  signor  Paolo  trattavano  le  condizioni  5 
deiraccordo  et  con  quPt^li  altri  congiurati,  ciofe  di  condurli  alla  condutta  vecchia  (come  i 
detto)  et  che  li  daria  allhora  4000  ducati,  et  che  non  potessero  esser  costretti  di  venire  p>er- 
sonalmente  alla  presenza  di  lui,  se  non  quando  loro  piacesae,  et  che  lasciasse  pacificamente 
stare  li  Bentivogli.  Dairaltra  parte  essi  promisero  di  restittuirli  il  ducato  di  Urbino  et  tutti 
graltri  luoghi  occupati  da  loro  et  servirlo  in  sua  espeditione,  n^  senza  sua  licenza  far  guerra  in 
ad  alcuno,  nfe  pigliare  condotta  da  niuno.  Di  poi,  trattandosi  accordo  con  li  Bentivogli, 
intende  Annibale  fatto  Taccordo  con  li  congiurati,  et  gik  essere  in  ordine  un  copioso  esser- 
cito  del  duca,  che  non  solamente  dalli  nemici  poteva  difendersi,  ma  ancora  offenderli,  ritom6 
a  Bologna  con  tutto  ressercito,  non  havendo  fatta  cosa  alcuna  degna;  clie  8'egli  subito  passava 
ad  Imola,  et  che  dall'altro  lato  fossero  venuti  li  congiurati,  come  fra  di  loro  alla  Magione  15 
era  stato  conchiuso,  non  havendo  soccorso  allhora  il  duca,  non  fe  dubbio  veruno  che  lo  po- 
nevano  in  fuga  et  gli  haverebbero  tolto  lo  stato;  ma  prevalse  Tastutia  Valentina  aasai  piii 
che  il  loro  consiglio. 

Li  capitoli  furono  questi: 

Che  il  papa  farebbe  un  breve  per  cui  darebbe  facoltk  al  duca  et  a  Giovanni  di  poter  20  . 
capitolare,  non  ostante  qualunque  altra  capitolatione  fatta,  la  quale  di  ragione  vuole  fosse  \ 
nulla ;  ^ 

Che  si  stabilisca  et  fermi  il  parentado  fra  rillustre  duca  di  Romagna  et  Giovanni  Ben-  j 
tivogli  col  mezzo  di  una  sorella  del  vescovo  di  Luna  et  di  Costanzo  figliuolo  primogenito,  1 
Annibale  primogenito  di  Giovanni,  il  quale  parentado  N.  S.  si  degnera  benedire  et  benedlce;  25  ^ 

Che  fra  il  prefato  duca  et  altri  signori  di  casa  Borgia,  cio6  don  Giofredo  principe  di 
Squilace,  don  Roderigo  duca  di  Biseli  et  di  Sermoneta  et  don  Giovanni  duca  di  Nepi  et 
di  Camerino,  et  il  magnifico  reggimento  di  Bologna  et  Giovanni  Bentivogli  et  suoi  figliuoli, 
si  faccia  una  buona  unione  et  lega  da  durare  in  perpetuo  per  se  et  suoi  heredi  et  succes-  : 
sori,  a  conservatione  delli  communi  stati,  con  obbligo  di  correre  a  una  medesima  fortuna,  et  30  > 
di  haver  gli  amici  et  inimici  communi,  eccetto  papa  Alessandro  et  il  cristianissimo  re  Ludo- 
vico  di  Francia;  et  che  per  osservanza  delle  suddette  conventioni,  diano  la  fede,  et  promettino 
per  ciascuna  delle  parti  il  re  cristianissimo,  li  signori  Fiorentini,  il  duca  di  Ferrara;  la  qual 
N.  S.  si  degnerk  approbare  et  confirmare  et  bandire,  non  ostante  qualunque  altra  capitola- 
tione  o  confederatione  fatta  per  il  detto  Giovanni  o  suoi  agenti  con  qualunque  altro;  35 

/>.  joj  Che  il  magnifico  reggimento   et  Giovanni   sieno  obbligati   servire  il    duca  di  Romagna 

per  6  mesi  di  huomini  d'arme  100  et  cavalli  leggieri  200,  pagato  per  il  detto  reggimento  et 
Giovanni  per  una  o  due  imprese,  che  detto  duca  designasse  fare  fra  un  anno,  cominciando 
al  di  della  capitolatione,  da  servirsene  contra  qualunque,  eccetto  il  papa  et  il  re  Ludovico; 

Che  il  duca,  finita  la  condutta  che  ha  con  il  reggimento  di  Bologna  d'huomini  d'arme  40 
100,  s'intenda  esser  ricondutto  per  otto  altri  anni  a  seguire  un  soldo  di  12  mila  ducati  d'oro 
di  camara  Tanno,  in  modo  che  in  line  delli  otto  anni  sia  il  duca  intieramente  sodisfatto; 

Che  il  papa  conceder^  gratis  una  boUa  piombata  in  autentica  forma  per  la  quale  con- 
firmer^  tutte  le  boUe,  concessioni,  gratie,  indulti  et  privilegi  concesse  al  reggimento  di  Bolo- 
gna  et  sua  communith  et  a  Giovanni  Santi  per  la  felice  memoria  di  Nicola  papa  V,  come  di  45 
Paulo  II,  con  tutte  le  clausole  necessarie  et  consuete,  assolvendo  esso  reggimento,  Giovanni 
et  suoi  figlioli,  sua  famiglia  et  tutto  il  popolo  di  Bologna  da  qualunque  pena,  indignatione, 
censure  et  conttimacie  fossero  incorsi  per  qualsivoglia  causa,  con  restituirlo  et  reintegrarlo  a 
tutte  le  dignit^,  offici,  benefici,  gratie,  indulti  etc,  accettandolo  nella  sua  gratia  et  clemenza 
et  beneditione,  persistendo  loro  nelia  fede  et  divotione  et  obbedienza  della  Sede  Apostolica;  50 


[A.  1502]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  319 

Che  per  rispetto  di  non  dare  qualche  impedimento  alle  cose  dt  Urbino  et  Camerino,  si 
b  determinato  che  questa  capitolatione,  et  ogni  cosa  in  lei  contenta,  si  tenga  segretissima, 
nfe  si  pubblichi  per  insino  alli  tre  mesi  prossimi  avvenire,  come  piacerk  al  detto  duca. 

Li  suddetti  capitoli  furono  fatti  a  Roma  in  camara  del  papa  presso  la  camara  del  papa- 

3  gallo,  alla  sua  presenza  et  di  altri,  come  neirinstromento  pubblico  rogato  per  Ercole  Borgo- 

gnoni  et  don  Agapito  Giraldino  appare.     Ne  furono  fatte  tre  autentiche  copie:  una  and6  a 

Roma,  Taltra  al  duca  Valentino  et  Taltra  al  magnifico  reggimento.     Poi  anche  ne  fu  fatto 

un'altra  per  il  reggimento  et  dato  a  Mino  de'  Russi  allhora  confalloniero  di  giustitia. 

Alli  4  di  novembre  giunge  a  Bologna   un  araldo   mandato   dal  re   di   Francia,  il   quale 

1  •  parl6  al  senato  con  dirgli  che  il  re  haveva  inteso  che  egli  haveva  fatto  lega  con  grOrsini  e 
il  Vitelloccio  et  con  altri,  senza  haverne  fatto  cenno  a  lui,  contro  il  duca  et  che  li  persuadeva 
a  doversi  pacificare  con  il  papa,  perch^  lui  non  voleva  pigliarla  con  la  Chiesa,  et  che  perci6 
rinunciava  ogni  protetione  che  havesse  promesso  alla  cittL  Fu  dal  senato  modestamente  ri- 
sposto,  et  con  parole  generali  rimandato  al  suo  signore. 

1  i  Havendo  il  protonotario  Bentivoglio  praticato  a  longo  Taccordo  con  il  duca,  egli  lo  ri- 

mand6  a  Bologna  a  vedere  la  volontk  di  Giovanni  il  padre;  et  alli  10  ritorn6  ad  Imola,  ove 
stette  4  giomi  in  feste  et  giuochi ;  cosi  asttitamente  tessendo  Valentino  la  tela,  et  aspettando 
che  tutti  li  soldati  fossero  radunati,  per  far  di  poi  Timpresa  contro  li  congiurati.  Antonio 
Galeazzo  trattato  Taccordo  et  li  capitoli  con  il  duca,  ritorna  a  Bologna  con   Armilio  Spa- 

20  gnuolo,  huomo  di  gran  prudenza  et  integrith,  vice  duca  di  tutta  la  Romagna;  et  due  giorni 
dimor6  in  Bologna  a  capitolare  con  Giovanni  Bentivogli  et  con  il  senato,  et  capitol6  in  questa 
guisa  cio6:  Che  si  faceva  pace  per  dieci  anni  fra  il  duca  et  li  Bolognesi,  dandogli  il  senato 
di  Bologna  ogni  anno  diecimila  ducati  in  questo  tempo,  et  havendo  bisogno  di  100  huomini 
d'armi,  200  cavalli  leggieri,  gli  fussero  da*  Bolognesi  mandati  a  tutte  loro  spese  per  sei  mesi. 

25  Fatti  li  capitoli,  il  giomo  seguente,  fu  mandato  dal  senato,  che  fu  alli  15,  Carlo  degrin- 

grati  a  Roma  al  papa  con  Tomaso  Grengolo,  acciocch6  confirmasse  li  detti  capitoli;  ritom6 
poi  Armilio   al   duca.     Ora,  sendo '  capitolato,   passavano   pure  genti  d'arme   da  Milano   ad       />.  j<s* 
Imola  con  finta  di  voler  passare  nel  reame  di  Napoli,  ma  il  tutto  fingeva  per  potere  pifi  si- 
curamente  passare  sopra  il  territorio  di  Bologna. 

30  II  senato  manda  Mino  Russi  a  Imola  per  fare  spedire  li  capitoli,  che  fu  alli  22  del  detto. 

Poi  anche  fu  mandato  Alessandro  Buttrigari  a  sollecitare  il  fatto.  Ma  i!  duca  trattenevasi 
di  confirmargli  per  sl  tanto  che  venisse  la  risposta  dal  pontefice,  et  per  trattenersi  sin  tanto 
haveva  bene  et  compiutamente  ordita  la  tela  contra  li  congiurati. 

AUi  26  novembre  pa8s6  uno  travestito,  alle  3  hore  di  notte,  al  conte  Ercole  Bentivogli,  il 

35  quale  molto  amava  il  detto,  et  lo  avis6  che  se  haveva  cosa  da  ispedire,  la  spedisse  tosto, 
perchfe  la  mattina  seguente  non  havrebbe  forse  facoUk  di  spedirla.  II  che  detto,  senza  fare 
molto,  incontenente  si  partl.  Havendo  udito  il  conte  tale  ambasciata,  tosto  pa8s6  a  Giovanni 
et  gli  narr6  il  tutto,  il  quale  subbito  fece  armare  li  figliuoli  et  li  soldati  tutti,  et  si  appre- 
sent6  alle  porte,  lasciandoli  buoni  presidi,  et  scorrendo  per   tutta  quella   notte  la  cittJi  con 

40  lumi,  f aceva  f are  le  guardie,  che  gl'  inimici  non  fosser  introdutti.  E  tanto  piii  gli  accrescfe 
il  timore,  perch^  dubbitava  non  vi  fosse  qualche  insidia,  havendo  il  duca  fatta  di  grati  provi- 
sione  di  torchi  ad  Iraola,  che  furono  da  2000.  Pose  ancora  nuovi  presidi  al  bastione  di 
San  Michele  in  Bosco,  et  fece  alla  citth  ogni  altra  buona  provisione.  Pa8s6  la  notte  et  venne 
il  seguente  giorno,  nfc  nuUa  si  vidde;  o  fosse  stata  questa  una   finta,  o   pure  il   vero,   altro 

45  segno  non  apparve. 

Volendo  Tastuto  Valentino  colorire  bene  11  fatto,  mand6  molti  soldati  addietro  in  Lombar- 
dia  ritenendo  solamente  monaignor  di  Ciandales  suo  cognato  con  50  lanze;  et  ci6  fece  egli 
per  effetti :  Tuno  per  mostrare  alli  congiurati  fidarsi  di  loro,  Taltro  per  far  prigione  Giovanni 
Bentivogli  et  li  figliuoli,  «e  per6  li  veniva  fatto  in  tal  modo.     Giunto  a  Bologna  il  capitano 

50  francese,  Giovanni  Bentivogli  lo  and6  ad  incontrare  insino  alla  porta  con  11  figliuoli,  et  Tacom- 


320  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (AA.  1 303-15 oai 


pagnorono  inrino  al  8uo  palagio,  ovt  fu  degnamente  ricevuto.  Deainato  che  ebbe,  ai  parti  ac- 
compagnatu  da  Giovanni  et  figliuoli  insino  alla  porta  di  San  Felice,  ove  erano  11  soldati  fran- 
cesi  radunati  fuore,  dimostrando  aspettare  che  ne  usciose  il  loro  capitano.  Laonde  ae  Gio- 
vanni  et  li  figliuoli  uacivano,  dovevano  esser  fatti  prigioni.  O  fosse  che  Giovanni  dubitaase 
di  qualche  inganno,  o  pure  fosse  casualmente,  giunto  alla  porta,  pig1i6  licenza  et  con  li  5 
Hgliuoli  ritornossi  addietro.  Et  il  conte  Ercole  de'  Bentivogli  senatore  et  Antonio  dalla  Volta 
cavalliero,  fatti  commissari  dal  senato  per  tal  negotio,  Taccompagnarono  insino  al  fiume  Pa- 
naro,  et  quivi  dalli  detti  franccsi  furono  fatti  prigioni,  che  fu  alli  24  di  decembre,  dicendo 
che  volevano  esser  sodisfatti  di  5000  ducati  per  un  capitano  che  era  statu  ucciso  a  Casal 
Fiuminese  dalli  contadini,  et  furono  condotti  a  Parma.  10 

II  che  dal  senato  inteso,  tosto  scrissero  al  duca  et  al  vicer^  di  Milano,  che  molto  si  ma- 
ravigliavano  di  questo  fatto,  che  sendo  stati  honoratamente  ricevuti  li  Francesi  nella  cittil  et 
nel  territorio  senza  alcun  pagamento  et  con  tanta  liberalit^  da'  Bolognesi,  per  guiderdone  di 
tanta  cortesia  sieno  stati  prigionati  li  loro  commissari;  il  che  gli  pareva  cosa  molto  biasi- 
mevole,  et  che  egli  doveva  considerare  quanto  importava  alli  Francesi  havere  Bologna  ai  suoi  15 
voti,  che  quando  fosse  nemica,  conoscerebbe  di  che  importanza  loro  fosse.  II  perchi  lo 
pregavano  gli  volesse  rimandare  liberi  H  loro  gentilhuomini,  altrimenti  se  ne  condolerebbono 
con  il  re.     Spiacque  questa  usata  ingratitudine  al  vicerfe  et  gli  fece  subbito  relaaaare. 

Mentre  li  Francesi  passavano  in  Lombardia,  il  duca  si  parti  da  Imola  et  passo  con  il 
resto  deiressercito  a  Cesena;  et  sendo  scritto  da  Roma,  come  pareva  al  papa  di  accettare  li  20 
capitoli  fatti  ad  Imola  fra  il  duca  e  i  Bolognesi,  et  che  per  maggior  fermezza  di  quelli  si 
/.  j«j  doveva  fare  un  parentado,  ciofe  che  il  papa'  voleva  dare  una  sua  nezza,  che  fu  sorella  del 
cardinale  Borgia,  a  Costanzo  figliuolo  di  Annibale,  consentendo  il  duca:  onde  Giovanni  mand6 
Mino  de'  Russi  a  Cesena  al  duca  per  sapere  Tanimo  suo,  et  piacendoli,  facessero  11  capitoll 
in  buona  forma  per  mandarli  al  papa  a  conlirmarli.  Era  di  poco  giunto  a  Cesena  il  duca,  25 
et  haveva  fatto  tagliare  il  capo  ad  Armilio,  fu  il  di  di  santo  Stefano ;  et  il  fece  porre  in  piazza 
con  4  torchi  accesi,  acciocch^  si  divolgasse  la  morte  sua  per  coglier  meglio  al  laccio  11  con- 
giurati,  li  quali  si  credevano  che  il  duca  facesse  ogni  cosa  per  loro  conseglio;  et  quivi  fu- 
rono  confirmati  tutti  li  detti  capitoli,  sendone  rogato  Alessandro  Buttrigari;  et  si  mandorono 
al  papa,  sendovi  Carlo  Ingrati.  30 

Era  questo  tempo  molto  addolorato  il  popolo  di  Bologna  per  le  continue  gravezze  et  taglie 
imposte  di  danari,  et  particolarmente  perchfe  bisognava  pagare  un  grossetto  bolognese  per  tor- 
natura  di  terra,  ciofe  soldi  dui  et  danari  due,  non  perdonando  ad  alcuno;  et  questi  per  pagare 
11  soldati.    Et  peggio  era  che  grartefici  non  lavoravano,  nh,  merc6  della  guerra,  si  mercatava. 

Anno  di  Cristo  1503.  —  81  creano  li  magistrati  secondo  il  consueto.  35 

Attendendo  il  duca  a  tendere  lacci  per  giontare  11  signor  Paulo  Orsino,  11  duca  di  Gra- 
vina,  11  Viteloccio  di  Citta  da  Castello  et  Oliverotto  da  Fermo  con  11  suoi  soldati,  havendo  man- 
dati  li  Francesi  in  Lombardla,  come  h  detto,  et  havendo  da  8000  fantl  et  1200  cavalli,  si  parti 
da  Cesena  per  andare  alla  Marca  a  Senogaglia,  ove  erano  accompagnati  quel  signori  per  con- 
quistarla  a  nome  suo,  havendo  prima  fatto  tornare  a  sua  divozione  il  ducato  di  Urbino  et  Came-  4U 
rino;  et  caminando,  fu  sollecitato  da  quei  signori  dovesse  affrettare  11  passo,  percioch^  11  ca- 
stellano  di  Senogaglia  diceva  non  volere  dare  la  rocca,  eccetto  a  lui  personabnente.  Di  che 
molto  si  ralIegT6  il  duca,  per  havere  questa  opportunitk  di  affrettare  il  suo  disegno,  senza 
darne  sospetto  ad  alcuno. 

Giunto   adunque  alPalbergo,  che  per  lui  ordinato  sl  era  et   acconcio,  tosto  solo  in  una  4? 
camera  si  ritir6.     Allhora  que'  capit^ni  suol,  che  ne  havevano  il  carico,  posero  le  mani  sopra 
degli  Orsini,  che  in  sala  Thavevano  accompagnato,  et  a  Vitelozzo  et  Oliverotto  da  Fermo 
fu  tosto  tolta  con  una  corda  alla  gola  la  vlta. 

Questa  lagrimosa  nuova  venne  a  Bologna  alll  3  di  gennaro,  et  ne  apport6  a  Giovanni  gran- 
dissimo  spavento.  51) 


[A.  1503]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  321 


In  questo  di  stesso,  che  Valentino  in  SenogagUa  uccise  gli  Orsini,  in  Roma  anco  furon 
molti  cavalieri  della  fattione  Orsina  fatti  prigioni,  et  vi  fu  fra  gli  altri  il  cardinale  Orsino; 
et  le  lor  case  con  tutte  le  loro  facoltk  furono  confiscate. 

Viene  il  duca  Valentino  sul  Perugino,  dove  tosto  f a  Paolo  et  Francesco  Orsini  morire ; 

5  et  in  questo  tempo  anche  in  Castello  Sant'AngeIo  muore  il  cardinale  Orsino,  dove  prigione 

si  trovava,  aiutato  dal  veleno;  e  fu  anco  fatto  morire  con  lui  Giovanni  Battista  Ferrero   e 

Giovanni  Micheli  venetiani  cardinali,  ed  alcuni  altri  che  in  Castel  Sant'Angelo  si  trovavano, 

di  veleno,  a  comandamento  del  pontefice. 

Fatto  questo,  il  duca  passa  il  Sanese,  dove  Pandolfo  Petrucci  era,  et  finse  di  non  sapere 

10  che  vi  f osse ;  poi  scrisse  al  senato  di  Bologna,  che  gli  mandasse  100  huomini  d'arme  et  200  ca- 

p  valli   leggieri ;  ma  a'  prieghi  di  Jeronimo  da  San  Pietro  senatore  bolognese  si  contentb  che 

solamente  fossero  50  huomini  di  arme  et  100  ballestrieri  a  cavallo;  li  quali  furono  mandati 

a'  16  di  gennaro,  sotto  la  condotta  di  Antonio  dalla  Volta  cavalliero. 

Guido  Baldo  duca  di  Urbino,  infermo  del  corpo  et  travagliato  deiranimo,  che  ne  fug- 
giva  lo  sdegno  del  Valentino,  giunge  in  Bologna,  et  per  timore  del  duca,  non  fe  nfe  da  Gio- 
vanni,  nfe  dal  senato,  come  meritava,  accarezzato.  Alloggi6  airosteria  del  Montone,  et  il  giorno 
seguente  si  parte  per  Venezia. 

Mentre  che  il  pontefice  travaglia  in  Roma  la  fattione  Orsina,  Carlo  degringrati  non 
cessa  di  solicitare  la  confirmatione  delli  capitoli  fra  lui,  il  duca  et  Bolognesi;  et  tanto  pru- 
dentemente  si  adopera,  che  finalmente  sono  confirmati,  et  tosto  ne  dk  avviso  al  senato.  II 
quale,  oltremodo  lieto  et  contento,  alli  14  di  gennaro  fece  bandire  la  pace  alla  renghiera  de' 
signori  a  suono  di  trombe  et  di  piffari,  et  comand6  che  la  cittk  ne  facesse  allegrezza  per 
tre  giomi  con  fuochi  et  campane. 

AUi  18  di  gennaro  il  duca  Borgia  et  il  signor  Francesco  vescovo  Elnense  consanguineo 
25  del  detto  duca  da  una  parte,  et  Jeronimo  dottore  gik  di  Ludovico  da  San  Pietro  bolognese, 
et  uno  del  numero  delli  16  della  citt^  di  Bologna,  procuratore  di  Giovanni  et  Annibale  Ben- 
tivogli,  fanno  publico  instromento  di  dare  una  delle  sorelle  di  detto  vescovo  al  detto  Anni- 
bale  con  dote  di  diecimila  ducati  d'oro.  Furono  attitate  queste  cose  nel  castello  della  Pievc, 
territorio  di  Perusia,  rogato  per  Ercole  di  Giovanni  Borgognini. 
10  Galeazzo  Pasi  figliolo  di  Giovanni,  essendo  delli  40,  fu  contralatore  della  camera,  et  di 

ordine  del   pontefice,  fece  fabbricare   la  rocchetta   o  fortezza   alla  porta   di  Strk  Maggiore, 
essendo  allhora  ingegniero  della  camera  NicoI5  Rusticello. 

A  di  31  di  gennaro  giunge  in  Bologna  Tomaso  Grengolo  procuratore  con  la  bolla  piom- 
bata  del  pontefice,  et  il  senato  la  fa  leggere  alla  renghiera  delli  signori  con  ogni  solennit^, 
5  presente  il  popolo.  La  quale  conteneva  che  il  papa  et  Cesare  Borgia  duca  di  Valenza,  di 
Romagria  et  signore  di  Piombino  ecc,  capitano  del  papa  et  confalloniero  della  Chiesa,  fa- 
ceva  pace  perpetua  con  il  senato  et  popolo  di  Bologna  et  con  Giovanni  Bentivogli  et  suoi 
figlioli,  rimettendo  ogni  sdegno  et  malevolenza,  che  fra  loro  fosse  occorsa,  et  che  il  papa 
perdonava  a  ciascuno  che  di  lui  havesse  trasparlato,  o  havesse  pigliate  Tarme  contro  di  lui, 
assolvendo  anche  ciascuno  che  fosse  iscommunicato  ecc,  confessandosi  per6  del  suo  peccato, 
et  che  egli  si  pacificava  con  la  chth,  et  che  per  la  conservatione  della  detta  cittk  voleva 
dare  una  sua  nezza  a  Constantio  pimogenito  di  Annibale  Bentivogli  per  moglie.  Furono  di 
questa  pace  promessa  in  sicurtk  il  re  di  Francia,  li  Fiorentini  et  jl  duca  Ercole  di  Ferrara. 
Ora,  letta  la  detta  bolla,  con  incredibile  allegrezza  di  tutta  la  ckth,  si  sbarrarono  molte  bocche 
di  fuoco,  et  le  campane  cominciorono  a  suonare,  talchfe  pareva  che  la  cittk  ne  andasse  sos- 
sopra.  E  vero  che  questa  pace  dagl'  huomini  prudenti  e  savi  f u  giudicata  essere  una  coperta 
del  mal  animo  del  pontefice  contro  la  cittk  et  li  Bentivogli,  et  che  egli  havesse  questa  cosa 
fatto  per  aspettare  a  meglio  opportunitk  da  incamare  il  suo  disegno.  II  che  senza  alcun 
dubbio  succedeva,  se  la  morte  non  vi  si  posse  trapposta,  come  si  dirh. 

II  senato  licentia  li  soldati,  ma  li  crudeli  esattori  de'  danari  della  tassa  per6  non  cessano 

T.  XXXin,  p.  1  -  ai. 


322  HISTORIA  DI  BOLOGNA  (A.  isoai 


di  pignorare  quelli  che  non  pagavano,  per  mandare  danari  al  Valentino  secondo  le  promis- 
Bioni  de'  capitoli;  et  questa  gravezza  tutta  era  sopra  le  spalle  del  popolo,  et  bisognava  con 
patienza  pagare,  non  «i  trovando  chi  fosse  ardito  di  ragionare  in  contrario,  perchfe  il  tutto 
facevasi  a  beneficio  delli  Bentivogli,  per  mantenerli  nella  citti.  Ma  con  tutto  questo,  in  tante 
angustie  alquanto  si  consolavano  pensando  che  forse  ancora  a  peggio  partito  sariano  Btati 
condottif  quando  soggetti  fossero  nelle  mani  del  Valentino  caduti. 

Sono  veduti  in  questi  tempi  di  notte  molti  fuochi  sopra  la  dtt^,  quali  mostravano  di 
abbrugiare  ogni  cosa,  et  poi  alzandosi  si  rivolgevano  verso  l'ocddente ;  et  questi  furono  ve- 
duti  molte  notti  dalli  cittadini  et  presidi  del  bastione  di  San  Michele  in  Bosco;  ii  che  diede 
a  molti  spavento  et  di  che  ragionare,  sendo  nel  vero  fido  presaggio  di  quello  che  awenire  i 

doveva. 

Non  bastava  airafflitto  popol  di  Bologna  la  dura  esatione  de'  danaxi,  la  gran  carestia  di 
tutte  le  cose  necessarie  al  vivere  humano,  che  le  povere  persone  travagliava,  che  anche  fu 
sopragionto  alli  21  di  febbraro  da  impetuosa  neve;  la  quale  cadendo  a  terra  tre  dl  et  tre 
notti  di  continuo,  tanto  in  alto  si  lev6  da  terra,  che  sopravanzava  la  misura  di  due  piedi  et  1! 
mezzo,  et  si  mantenne  sopra  la  terra  4  mesi,  afiliggendo  di  freddo  i  miserabili  corpi  delle 
genti  meschine  e  povere. 

Alli  23  di  febbraro  raonsignor  da  Este  cardinale  giunge  in  Bologna;  egli  da  Roma  ve- 
niva  et  passava  a  Ferrara.  AlIoggi6  con  maniera  di  honore  et  di  cortesia  con  Annibale 
Bentivogli  suo  cognato  al  casino. 

Alli  24  detto  abbrugiano  le  case  del  Giudeo  da  San  Michele  de'  Leprosetti ;  et  fu  istimato 
il  danno,  che  le  ingorde  fiamme  fecero  ne'  pegni  che  egli  teneva,  dnquantamila  lire ;  ma  egli 
benissimo  le  pag6,  fuggendosi  altrove. 

A  dl  27   di  febbraro  Stefano  Ferrerio  Hipporegiense,   cardinale  vescovo  di  Bologna, 
giunge  in  cittk,  dove  con  honorevole  concorso  di  gente  fe  ricevuto.    AlIoggi6  nel  vescovato  21 
et  d'  indi  a  pochi  giomi  pass6  a  Roma,  che  fu  alli  9  marzo,  et  seco  condusse  gl'  infrascritti 
bolognesi:  il  figliolo  del  conte  Guido  Pepoli,  il  figliolo  di  Bartolomeo  Felicini,  il  figliolo  di 
Virgilio  Poeta,  il  figliolo  di  Fabian  Albergati. 

Alli  7  marzo  Ercole  Marescotto  con  tre  figli  ritorna  a  Bologna ;  et  giuntovi,  va  a  visitare 
Giovanni  Bentivogli,  il  quale  con  turbato  ciglio  raccoglie,  parendogli  che  ci6  havesse  fatto  30 
con  troppa  prosontione,  non  gli  havendo  di  ci6  licentia  addimandata.  Per  il  che  lo  sfortu- 
nato  Ercole,  quantunque  Tavesse  fatto  accompagnare  a  casa,  accioch^  non  fosse  tagliato  a 
pezzi  dal  popolo,  tutto  turbato  si  rinchiuse  nel  suo  palaggio,  et  quivi  nascosto  si  stette  con 
quello  migliore  modo  puotfe;  nh  d'indi  usci  se  non  il  primo  di  maggio.  Ed  uscendo  i  figliuoli 
di  Bologna  per  andare  in  Alessandria  (che  furono  accompagnati  da'  ballestrieri  di  Giovanni  35 
infino  al  fiume  Panaro),  Ercole  rimase  in  casa  a  Bologna,  dove  si  chiuse  di  maniera,  che  mai 
aperse  la  porta  della  casa;  e  non  meno  fra  pochi  giomi  pose  nelle  suore  di  San  Lorenzo 
4  sue  figlie,  e  consegn^  loro  una  possessione  di  valore  4  mila  ducati. 

Essendo  il  duca  Valentino  intomo  a  travagliare  et  al  conquistare  le  terre  et  le  castella 
degrOrsini  su  quel  di  Roma,  scesero  li  Svizzeri  per   passare  a  Milano  contro  il  re   Lodo-  40 
vico.     Laonde  il  vicerfe  mando  al   senato,  alli  19  di  marzo,  a  cliiederli  aiuto  di  gente,  et  il 
senato  gli  mand6  100  ballestrieri  a  cavallo  tutti  vestiti  ad  una  istessa  livrea  della  cittk,  bianca 
et  rossa,  pagati  per  due  paghe. 

Vedendo  il  senato  che  Bologna  assai  pativa  per  la  gran  carestia  che  la  soprastava,  per- 
ciochfe  il  grano  si  vendeva  la  corba  lire  3  et  soldi  dieci  et  la  fava  lire  due,  delibera  dj  allegge-  45 
rire  la  dttk  da'  forastieri;  et  cod  bandiscono  che  tutti  li  forestieri,  che  si  trovano   esser  in 
Bologna  da  due  anni  in  giu,  si  dovessero  dalla   citk  partire   et   andare  altrove.     Valeva  in 
questi  giomi  il  ducato  largo  lire  3  et  soldi  9. 

Alli  6  d'aprile,  il  giovedi,  si  vede  la  luna  alle  3  hore  di  notte  con  tre  fiamme  di  fuoco. 

H  senato  manda  cento  cavalli  leggieri  del  mese  di  maggio  alli  Fiorentini,  li  quali  gue-  50 


IA.1503]  *  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  3^3 

reggiavano  ancora  con  i  Pisani.  Poi  si  pubblica  alla  renghiera  del  palaggio  de*  signori  la 
pace  f atta  f ra  1'  imperatore  Massimiliano,  Ludovico  re  di  Francia  et  Fernando  re  di  Aragona 
catolico,  per  mezzo  di  Filippo  arciduca  di  Borgogna,  et  nella  cittk  si  fece  gran  festa;  ma 
poco  duro  questa  pace,  perciochfe,  combattendo  nel  reame  di  Napoli  11  Francesi  con  il  gran 
5  Consalvo  capitano  del  re  d'Aragona,  gli  ruppe  et  li  tolse  la  maggior  parte  del  detto  reame. 
In  questi  giomi  giunge  a  Bologna  il  signor  Giulio  Orsino,  che  passava  in  Francia,  la- 
sciato  libero  dal  papa. 

Alli  3  di  giugno  il  papa  fece  legato  di  Bologna  Federico  Sanseverino  milanese,  cardi- 
nale  di  San  Teodoro,  nemico  mortale  de'  Bentivogli.     Ma  i  Bolognesi  tosto  fecero  intendere 
10  al  papa  che  non   lo  volevano;   et   a  questo  fine   mandarono  ambaaciatori   a  Roma,  ma  non 
giunsero  a  tempo,  perch&  il  papa  mori,  come  hor  hora  si  dixk. 

A  di  9  giugno  il  cardinale  Francesco  Soderini,  vescovo  di  Volterra  et  fratello  del  duca 
di  Fiorenza,  entro  in  Bologna,  venuto  di  Francia;  et  alloggio  in  San  Salvatore. 

Havuta  il  re  di  Francia  la  nuova  della  rotta  del  suo  essercito  nel  reame  di  Napoli,  cerca 

15  tosto  far  provisione  di  gente  per  mandare  in   aiuto  a   quei  che  erano  rimasti  salvi;   et   per 

far  cio,  chiede  aiuto  al  duca  di  Ferrara,  a'  Fiorentini  et  a'  Bolognesi,  et  anche  il  passo  per 

li  suoi  soldati.     Laonde  alli  II  di  giugno  il  passo  gli  fu  concesso  et  dati  50  huomini  di  arme 

et  100  ballestrieri  a  cavallo  sotto  la  condotta  di  Jacomo  dal  Gambaro  cancelliere  deUe  genti 

d'arme  di  Giovanni  Bentivogli. 

20  Alli  27  detto,  sendo  in  piazza,  sotto  la  renghiera  delli  signori,  Scipione  figliuolo  di  Ga- 

leazzo  Marescotti,   vi  andarono   alquanti  provigionati   del  palagio   per  pigliarlo,  et   egli  con 

uno  stiletto  postosi  alla  difesa,  et  menando  le  mani,  ne  feri  uno  di  loro  nella  spalla;  et  vo- 

lendo  gli  altri   porgli  le  mani   addosso,  egli   arditamente  difendendosi,   awenne  che   Teseo 

Guidotti  o  Guidotto  vi  sopraggionse,  et  tratte  le  spade,  lo  ferl  coUa  spada  nella  spalla  diritta 

et  poscia  nel  collo.     Laonde  cadde  a  terra,  et  quivi  dagraltri  fu  tagliato  a  pezzi;  et  d'indi 

levato  il  corpo,  fu  senza   pompa   funerale   sepolto,  perchfe  i   Bentivogli,  per   odio   intestino, 

non  volevano  che  i  suoi  contrari  havessero,  n^  anco  morti,  i  debiti  honori   della  sepultura. 

Astorre  Morando  famosissimo  filosofo  et  fisico,  fu  da   Valdesserra   Senzamanica  ucciso; 

per  la  cui  morte  si  parlono  molti  scolari,  che  morto  era  uno  de'  primi  filosofi  d'Italia. 

iO  AUi  3  di  luglio  giunge  in  Bologna  un  figliuolo  di  Pandolfo  Petrucci  da  Siena  di  etk  di 

anni  1 5,  il  quale  con  lieta  f accia  fu  raccolto  et  alloggiato  in  casa  di  Alessandro  dalla  Volta ; 

ne  andava  in  Francia. 

Alli  5  d'agosto  nel  territorio  di  Bologna  giungono   200  lanze   francesi,   et   alloggiarono 
al  Borgo;  poi,  passando  per  la  cittk,  andarono  verso  Roma,  et  d'indi  nel  reame  di  Napoli. 
i     Con  questi  andarono  anco  50  huomini  d'arme  et  li  100   cavalli   leggieri   dal  senato   dati  al 
re  di  Francia,  come  di  sopra  h  detto. 

Alli  2 1  d'ago8to  vengono  le  nuove  in  Bologna  che,  f acendo  il  pontefice  col  figliuolo  un 
convito  in  Belvedere,  haveva  disegnato  di  avvelenare  alcuni  ricchi  cardinali,  con  certi  fiaschi 
di  vino  a  questo  effetto  acconci;  et  essendo  dallo  scalco  cambiati  li  detti  fiaschi,  avvelen6  il 
0  pontefice  et  alcuni  cardinali,  insieme  col  duca  Valentino.  Mori  il  pontefice  et  alcuni  cardinali; 
ma  il  Borgia,  sendo  tosto  ricorso  alli  rimedi,  si  salv6,  benchfe  gravemeute  ne  restasse  infermo, 
riserbandolo  Iddio  alle  calamitk  che  gli  seguirono.  Morl  alli  18  d'ago8to  neirundecimo  anno 
del  suo  papato. 

Fu  la  morte  di  Alessandro  grata  a  molti,  et  in  particolare  a  quei  signori  che  havevano 
^  perduti  li  loro  stati,  ma  anche  a  Giovanni  Bentivogli,  perche  se  anche  un  poco  piii  viveva, 

Iegli  fuore  di  Bologna  sarebbe  da  lui  stato  cacciato;  et  egli  ne  mostr6  contento  in  questo, 
perch^  essendo  solito  sempre  andar  vestito  di  morello,  quel  di  ch'ebbe  nuova  del  papa,  si 
vesti  di  rosato. 


27-30.  sejfMO  a  ftnna  ntl  margint  siniitro 


324  HISTORIA  DI  BOLX)GNA  [A.  i503i 


In  questo  istcMO  giorno  di  questa  funebre  nuova  giungono  al  Borgo  Panigale  5000  Sviz- 
«eri,  che  ne  andavano  verso  NapolL  Fecero  nel  suo  pasaaggio  di  gran  mali  nel  territorio 
di  Bologna,  et  passarono  a  Fiorenza;  ma  non  andarono  piii  oltre,  perchfe,  non  ricevendo  le 
paghe,  per  la  maggior  parte  si  ritomarono  addietro. 

Divolgata  la  morte  di  Alessandro  papa  et  la  infirmiti  del  duca  Valentino  per  la  Italia,  li  5 
travagliati  signori  pigliarono  animo  di  ritornare  ai  loro  stati.  Laonde  gionse  a  Bologna,  alli 
28  d'ago8to,  il  signor  Bartolomeo  di  Alviano  nella  fadone  Orsina,  il  signor  Giovanni  Sforza  da 
Pesaro,  il  signor  Pandolfo  Malatesti  da  Rimini,  gli  Vitelleschi  gionsero  in  Bologna  per  andare 
a'  stati  loro;  et  havendo  radunato  soldati,  ciascuno  si  parti,  et  fra  grallri  il  signor  Pandolfo,  col 
quale  andarono  oltre  150  giovani  bolognesi  fra  cavalli  et  pedoni,  per  esser  egli  genero  di  10 
Giovanni  Bentivogli.  Et  passando  a  Rimini,  senza  alcuna  resistenza  entrarono  nella  citt^ 
et  travacliarono  alcuni  de'  suoi  nemici,  saccheggiando  le  loro  case,  perb  tenendosi  la  rocca 
per  il  duca  Valentino. 

Bartolomeo  di  Alviano  parimenti  con  poche  genti  di  Bologna  et  manco  denari  se  ne 
pas86  in  Toscana,  dove  offerse  a  Baglioni  il  suo  aiuto  nelle  cose  di  Perugia.  15 

Partiti  di  Bologna  li  suddetti  signori,  il  giomo  seguente  gionse  a  Bologna  il  marchese  di 
Mantua  con  50  lanze  et  200  cavalli  leggieri  f ra  stradiotti  e  ballestrieri ;  era  capitano  delle  genti 
italiane  del  re  di  Francia  contro  li  Spagnuoli  nel  reame  di  NapolL  Fu  con  ogni  maniera  di 
honore  ricevuto  da  Giovanni  Bentivogli,  et  alIoggi6  nel  suo  palaggio;  poi  si  parti  aggravato 
dalla  febbre  quartana.  20 

In  questo  tempo  il  signor  Giovanni  Sforza  entra  in  Pesaro,  il  signor  di  Piombino  in 
Piombino,  il  signor  di  Camerino  in  Camerino,  i  Vitelleschi  in  Cittk  di  Castello,  et  si  pacifi- 
cano  li  CoIIonesi  con  gli  Orsini  in  Roma  contro  il  duca  Valentino. 

Alli  3  di  settembre  Raffaele  Riario  cardinale  di  San  Giorgio,  che  andava  a  Roma,  giunge 
in  Bologna;  alloggib  in  casa  di  Michele  da  Casale,  et  il  d\  seguente  si  partl.  25 

AUi  5  detto  monsignor  Roano  francese,  monsignor  Ascanio  Sforza  et  monsignor  d'Ara- 
gona  napolitano  cardinale,  che  ne  venivano  di  Francia,  entrano  in  Bologna.  Di  questi 
tre  cardinali,  due,  cio^  lo  Sforza  et  TAragona,  il  re  gli  haveva  lasciati  liberi,  sperando  che 
il  Roano,  con  il  gran  favore  che  con  li  cardinali  haveva,  dovessero  fare  eleggere  il  pontefice. 
Furono  con  grandissima  accoglienza  dalli  magistrati  et  dalla  cittk  alloggiati  nel  palaggio  di  30  i 
Giovanni  Bentivogli.  Era  con  essi  loro  il  duca  di  Ferrara;  fu  oltre  tutti  monsignor  Asca- 
nio  accarezzato  et  visitato. 

Della  lor  venuta  la  cittk  ne  fece  con  campane,  trombe  et  arteglieria  segno  di  grande 
allegrezza.  Dopo  che  ebbero  desinato,  tutti  tre  insieme  con  il  duca  di  Ferrara  si  partirono 
di  Bologna  per  andare  al  loro  cominciato  viaggio ;  et  f urono  da  Giovanni  et  da  tutta  la  no- 
bilti  di  Bologna  accompagnati  circa  quattro  miglia  fuore  della  cittk. 

Mentre  che  li  cardinali  passano  a  Roma  per  la  nuova  creatione  del  papa,  Galeazzo  Ma- 
rescotto  passa  a  godersi  il  suo  Creatore,  sendo  vissuto  anni  96.  Fu  alli  6  di  settembre,  et  fu 
sepolto  a  San  Domenico  senza  alcun  honore;  bench^  egli  fusse  cavaliere  aurato  et  senatore 
et  huomo  per  le  sue  rare  qualith  et  egregi  f atti  meritevole  d'ogni  qualit^  d'  honore.  Fu  Ga- 
leazzo  di  statura  giusta,  grosso  di  ossatura,  robusto  di  corpo,  et  sendo  giovane,  con  la  sua 
natural  forza,  con  tanta  facilitk  piegava  un  ferro  da  cavallo,  come  si  tratta  la  cera.  Haveva 
la  voce  risonante  come  un  tuono,  et  essendo  in  questa  vecchiaia,  anche  in  bocca  tutti  gli 
denti  haveva.  Hebbe  un  cuore  che  non  hebbe  paura;  animosamente  entrava  in  ogni  gran  peri- 
colo.  Era  audace  et  furioso,  et  fu  senza  piet^  per  li  homicidi,  che  egli,  sendo  giovane,  haveva  45 
fatti.  Prima  vendic6  la  morte  de'  suoi  fratelli  et  poi  si  ridusse  a  piii  pacifica  natura.  Fu 
indefesso  per  ridurre  la  cittk  in  libertk;  et  finalmente,  fatto  vecchio,  cangib  la  prima  natura 
furiosa  et  inclemente,  in  humile  et  pietosa,  perciochfe  gli  spiacevano  le  cose  mal  fatte;  n^ 
poteva  patire  che  si  offendesse  Iddio.  Perdon6  pubblicamente  a'  suoi  nemici,  aiutava  li  poveri, 
et  in  particolare  li  figliuoli  di  quei  padri  che  egli  uccisi  haveva.    Mentre  fu  nel  magistrato  et  5( 


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[A.  1503]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  325 

confalloniero  di  giustitia,  fu  senza  alcun  rispetto  per  serbare  la  giu8tit!a;fu  padre  a'  buoni  et 
aspro  vendicatore  a'  cattivi,  et  li  scellerati  hebbero  grandissimo  timore  di  lui,  talmente  che 
quando  si  vedeva  f uggire  un  huomo  scelerato,  si  diceva  per  proverbio :  "  Galeazzo  Marescotto 
*  h  conf alloniero  „ .  Volle  esser  sepolto  vicino  la  sua  moglie  Caterina  dalla  parte  di  sopra,  al- 
quanto  dal  pavimento  alzato.  Fece  egli  sepellire  Caterina  alla  destra  dell'entrata  della  chiesa, 
et  sopra  il  pavimento  vi  pose  una  pietra  con  questi  versi: 

^ae  qtiondam  ftierat  vtrius  decusgue  honorque 

Calvorumque  gentis  hic  Catharina  iacet. 
Galcax  coniux,  quam  miro  dilexit  amore 


Heu  manet  infelix  natorum  mortis  acerbae 
^ae  fatriam  vivit  utique  Bentivolos. 


Li  quaU  versi  furono  poi  guastati  dalli  soldati  di  Giovanni  Bentivogli. 

Galeazzo,  poco  prima  che  egli  morisse,  si  deliberb  un  giorno  di  passare  a  casa  di  Gio- 

15  vanni  Bentivogli  et  raccordarli  gli  benefici  fatti  da  lui;  et  cosl  saliendo  a  cavallo,  et  veduto 
dal  popolo,  parte  n'  hebbero  allegrezza  et  parte  compassione,  considerando  a  quanta  miseria 
un  huomo  di  tanta  istimazione  nella  citt^  fosse  caduto,  et  quanti  affanni  per  la  morte  de' 
figli,  de'  nepoti  et  della  rovina  che  pativa.  Fu  da  molti  cittadini  accompagnato  al  palaggio 
di  Giovanni;  et  smontato  da  cavallo,  et  sagliendo  le  scale,  fu  incontrato  da  Ginevra,  come 

20  quella  che  pure  si  raccordava  le  grande  sue  opre  fatte  per  la  Hbertk  della  patria,  et  rima- 
nendo  ella  al  primo  incontro  come  stupefatta  di  vederlo  decrepito,  et  anche  si  vigoroso, 
havendo  patiti  tanti  affanni,  poi  lo  raccolse  humanamente.  Alla  quale  rivolto,  con  Heta  faccia, 
disse  di  esser  venuto  a  desinare  con  esso  lei  et  con  Giovanni  suo  consorte,  tenendo  egli 
che  questo  sarebbe  Tultimo  pranso  che  farebbe  con  essi  loro.     Parimente  giunto   Giovanni, 

25  tutto  amorevole  se  gli  dimostr6,  et  quella  mattina  con  essi  loro  mangi5.  Finito  di  desinare, 
Galeazzo  disse  a  Giovanni :   "  lo  sono  venuto  con  te,  o  Giovanni,  a  desinare  perchfe  veggio 

*  che  pochi  giorni  h  per  godersi  o  per  stentarsi  questa  mia  decrepita  etade,  et  che  se  bene 

*  io  mi  trovo  involto  in  tanta  miseria  et  in   sl  gravosi  affanni  per  la  morte   delli  figlioli   et 

*  nepoti,  sono  nondimeno,  mercfe  di  Dio,  gagliardo  di  animo  et  conosco  che  Iddio  ha  permesso 
30  "  che  per  H  miei  molti  peccati  tutto  ci6  awenga.     Di  che  tutto   ne   ringratio   infinitamente 

"  8ua  Divina  Maesta,  conformando  la  mia  volontk  al  suo  santo  volere.  Solo  mi  resta  con 
"  tutto  Taffetto  del  cuor  mio  pregarti,  o  Giovanni,  che  tu  voglia  essaudire  queste  lagrime  mie, 
"  di  volere  per  Tavvenire  perdonare  et  haver  rispetto  a  quelli  che  hora  sopravivono  della  mia 
"  povera  f amiglia,  raccordandoti  quanto  sangue  io  habbia  sparso  e  perduto  per  la  tua  casa  , . 

35  Nfe  puotfe  il  misero  vecchione  piCi  oltre  dire  per  il  molto  pianto  et   duolo  che  al  cuore  gli 

soprabondava.    Pianse  Giovanni  alle  parole  compassionevoH  di  Galeazzo,  rammentandosi  che, 

essendo  egli  fanciullo,  Thaveva  con  tanta  amorevolezza  nudrito  come  se  figliuolo  gli  fosse  stato. 

'   Poi  Giovanni  gli  disse:   "  Galeazzo,  sappialo  Iddio,  che  io  della  morte  de'  tuoi  figlioli  et  ni- 

"  poti  non  ne  sono  colpevole,  percioch^  senza  mia  saputa,  et  con  mio  grandissimo  dispiacere, 

40  "  furono  privi  della  vita;  consolati  in  Dio,  che  per  me  ti  prometto,  che  per  quanto  potr6  io, 
"  non  sarJi  a'  tuoi  nepoti  fatto  un  minimo  dispiacere,  et  far6  ogni  cosa  a  tua  consolatione  „. 
Et  con  queste  parole  Taccompagn^  insino  giii  alla  porta  del  palaggio,  dove  prese  licenza 
Galeazzo  et  sali  a  cavallo  et  d'indi  a  casa  sua  fu  con  gran  favore  del  popolo  accompagnato. 
Et  questo  fu  rultimo  favore  che  Galeazzo  havesse  in  questa  calamitosa  vita,  perciochfe  fra 

45  pochi  giomi  si  mori  et  la  sua  effigie  fu  posta  sopra  il  suo  sepolcro  con  queste  parole : 

MISERATOR   ET   AnSBRICORS   DEUS   MISEREATUR   lUSTO 
PATRITIO   DOMINO   OALBATIO   MARESCOTTO   DE  CALVIS.    1503. 


336  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoai 


Galeazzo  Marescotti  aveva  ammazzato  colle  mie  mani  25  huomini  et  fatto  partire  di  Bo- 
logna  100  famiglie.  Haveva  un  valsente  di  piu  di  30  mila  ducati.  In  casa  sua  v'erano  piii 
di  30  huomini  da  corazza.  Et  morto  che  fu,  d'indi  a  pochi  giorai  il  senato,  a  persuasione  di 
Griovanni  Bentivogli,  fece  confinare  a  Ferrara  Ercole  figliuolo  del  detto  Galeazzo ;  cosl  facendo 
degli  altri  Marescotti  Hucceasivamente,  di  maniera  tale  che  tutti  furono  cacciati  dalla  cittk,  5 
perciocchfe  parte  si  fuggirono  per  salvare  la  vita,  et  parle  furono  mandati  esuli,  come  si  dirk. 
Fatto  questo,  Giovanni  Bentivogli  in  luogo  di  Galeazzo  pose  nel  numero  de'  senatori  Salustio 
gik  figliuolo  di  Giovanni  Guidotti,  il  genero. 

Giovanni,  havendosi  levato  davanti  grocchi  tutti  li  Marescotti,  et  essendo  11  lor  palagio 
restato  vuoto,  il  concesse  a  Jacomo  Maria  del  Lino;  et  delle  possessioni  parte  ne  pigliarono  10 
li  figliuoli  di  Giovanni,  cioh  Confortino  et  Ragosa,  dove  poi  fabbricarono,  et  parte  ne  hebbero 
li  partigiani  delli  detti  Bentivogli,  talmente  che  vero  fu  il  motto  di  Galeazzo  sopradetto  che 
sovente  soleva  dire,  mentre  era  ne'  suoi  travagli  involto :  .^ui  thesaurizai  et  ignorai  cui  con- 
gregabit  ea? 

Giovanni  Renghiera  cavalliero  di  San  Giovanni  a  dl  9  settembre  mori,  essendo  di  eti  15 
di  anni  92,  mesi  5  et  di  7,  benche  havesse  egli  il  suo  beneficio  rinonciato  al  figliuolo  di  Se- 
bastiano  Aldrovandinl. 

Volendo  in  Roma  li  cardinali  congregarsi  per  la  nuova  creatione  del  pontefice,  prima 
che  ci6  facessero,  volsero  che  il  Borgia,  che  stavasi  armato  in  Roma,  ne  uscisse  fuore;  il 
quale  con  buon  numero  di  armati  se  ne  passb  a  Neppe.  Parimenti,  perche  non  nascesse  20 
qualche  tumulto,  uscirono  anche  di  Roma  grOrsini,  i  Colonnesi  e  quei  Francesi  che  in 
Roma  si  trovavano,  per  ordine  del  collegio.  II  che  fatto,  entrarono  nel  conclave  24  cardi- 
nali  italiani,  12  oltramontani,  fra  spagnuoli  et  francesi,  che  in  tutto  furono  36,  et  fra  p>ochi  giomi 
crearono  pontefice  Pio  III,  che  era  il  cardinale  di  Siena,  nato  di  una  sorella  di  Pio  II.  Fu 
portata  la  nuova  a  Bologna  alli  23  del  detto  mese;  di  che  si  rallegr6  tutta  la  cittk,  sperando  25i 
di  consegujr  pace  et  riposo,  doppo  Thavere  havuto  tanti  travagli  da  Alessandro  et  dal  figliuolo; 
et  perci5  si  fecero  in  Bologna  tre  processioni,  tre  giorni  grandissima  festa  con  fuochi  et 
suoni  et  con  artigliaria.  Ma  occorse  che  nello  sparare  della  artigliaria  se  ne  ruppe  una,  et 
fracass6  la  gamba  ad  un  scolare  sl  sconciatamente  che  tosto  si  mori. 

AUi  29  giunge  in  Bologna  un  nuncio  del  re  di  Francia,  il  quale,  entrato  in  senato,  a  3C 
nome  del  re  propose  che  pregava  detto  senato  volesse  soccorrere  il  duca  Valentino  per 
riacquistare  i  luoghi  nella  Romagna  a  lui  ribellatL  Rispose  il  senato,  non  esser  per  anche 
ritornati  li  suoi  soldati  che  erano  andati  a  Napoli  per  la  impresa  di  quel  regno,  et  che 
perci6  si  ritrovavano  senza  gente  da  mandare  in  Romagna;  et  con  tale  risolutione  il  nun- 
cio  si  partl. 

Giovanni  Bentivogli  manda  Annibale  a  Roma  a  fare  riverenza  al  nuovo  pontefice,  che 
era  suo  compare;  il  quale  alli  2  di  ottobbre  si  parti  con  honorata  compagnia,  fra'  quali  vi 
furono  Antonio  dalla  Volta  cavalliero  et  Annibale  Orsi. 

Mino  di  Bartolomeo  di  Mino  de'  Russi  confalloniero  di  giustitia,  huomo  letterato,  pratico 
et  di  gran  riputatione  nella  citti,  mentre  che  Annibale  passa  a  Roma,  alli  4  di  ottobbre  passa  4C 
airaltra  vita;  Iasci6  che  non  si  facessero  le  consuete  essequie,  ma  che  semplicemente  et  di 
notte  si  desse  al  corpo  sepoltura.  Questi  a  Bologna  era  un  nuovo  Mecenate,  amatore  de' 
letterati  et  virtuosi,  et  fra'  molti  figliuoli  che  Iasci6  vi  fu  Ludovico,  che  nelle  rare  doti  del- 
Tanimo  non  fu  inferiore  al  padre,  poichfe  et  letterato  et  magnifico  et  di  molte  virtti  adomo, 
con  gran  laude  visse.  Fu  surrogato  nel  luogo  suo  Jacomo  Maria  del  Lino,  non  vi  essendo  4J 
figliuoli  di  Mino  di  et^  di  poter  essere  del  senato. 

II  senato  elegge  ambasciatori  per  mandare  al  papa  a  rallegrarsi  della  sua  havuta  dignit^ 
et  furono  questi:  Antonio  Galeazzo  Bentivogli  protonotario,  Jeronimo  da  San  Pietro  dottore, 
Giovanni  Marsili  delli  16  cavaliero,  senatori,  Gieronimo  delli  16  dottore  et  cavalliero;  et  con 
essi  andarono  Sigismondo  Magnani  dottore,  Lorenzo  Costa  famoso  pittore,  Teseo  Graasi  dottore  5( 


[A.  1503]  ■        DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  327 

^       et  canonico,  Giulio  Saracini,  Baldesserra  dalla  Torre,  overo  da  Milano,  i  quali  si  partirono 
I        alli  8  del  detto  con  bellissima  compagnia. 

Gli  huomini  di  Castello  Bolognese  ritornano  al  castello  rovinato,  che  fu  dal  duca  Valen- 
tino  smantellato,  ispianate  le  fosse,  lasciandolo  a  guisa  di  una  villa,  et  facendolo  recettacolo 
5  delli  soldati  che  avanti  et  dietro  passavano,  et  la  chiamb  villa  Cesarina,  non  volendo  che 
altrimenti  sotto  pena  grave  si  chiamasse.  Et  perci6  la  maggior  parte  degli  abitatori  d' indi  si 
erano  partiti  et  passati,  chi  a  Faenza  et  chi  ad  Imola  et  chi  a  Bologna  ad  habitare,  aspettando 
un  giomo  forse  di  potere  ritomare  alle  loro  habitationi. 

Come  fu  udita  la  morte  di  Alessandro,  et  ia  infirmitk  del  duca,  eglino  tosto  al  castello 
10  ritornarono,  et  cavando  le  fosse,  fra  poco  tempo  si  fortificarono  di  modo,  che  sicuramente 
habitar  vi  potevano :  et  perci6  mandarono  gli  ambasciatori  a'  Bolognesi  a  f argli  intendere  la 
loro  volontk  esser  di  mantenersi  sotto  l*ombra  loro  et  essergli  ubbidienti  et  divoti,  siccome  si 
conviene  a  quei  che  sono  parte  della  cittk  per  esser  eglino  stati  condotti  quivi  da'  Bolognesi 
per  habitatori.  Furono  dal  senato  lietamente  ricevuti  et  fatte  promissioni  di  aiutarli  in  tutte 
15  le  loro  occorrenze,  et  vi  mandarono  un  commissario  che  d'ogni  cosa  loro  provedesse. 

Partiti  di  Bologna  gli  ambasciatori,  vi  giunse  il  cardinale  di  Strigonia  ungaro,  che  pas- 
sava  a  Roma,  fu  alli  16  del  detto;  et  fu  honoratamente  ricevuto  et  condotto  al  palagio  de* 
signori  ad  alloggiare;  si  parti  poi  passati  li  tre  giorni. 

Giunti  gli  ambasciatori  in  Roma,  trovarono  il  nuovo  pontefice  aggravato   di  una  infir- 

20  mitk  in  una  gamba,  il  quale  dal  dolore  trafitto  mori  alli  18  d'ottobbre,  il  mercoledl,  a  hore  17. 

Fu  la  ruina  delli  Spanocchi  da  Siena,  perch^  havevano  spesi  piii  di  100  mila  ducati  per  lui, 

et  morl  senza  farli  alcun  bene.     Si  fermarono  adunque  in  Roma  li  detti  ambasciatori,  aspet- 

tando  la  risposta  del  senato  di  quello  che  essi  f ar  dovevano ;  a'  quali  f u  risposto  che  aspet- 

tassero  la  nuova  creatione  del  pontefice. 

25  Volendo  il  signor  Ottaviano  Riario,  giJi  signore  di  Forll  et  d'  Imola,  entrare  nella  materna 

signoria,  ricorre  per  soccorso  a  Giovanni  Bentivogli,  et  gli  promette  di  pigliare  per  moglie 

una  figliuola  di  Annibale  suo  figliuolo;  et  Giovanni  gli  dk  una  buona  compagnia  d'huomini 

d'arme,  et  Ottaviano  passa  sopra  Imola,  sperando  che  li  cittadini,  vedendolo,  tosto  gli  doves- 

sero  aprire  le  porte  della  cittk  et  introdurlo  come  suo  signore.    Ma  si  trov6  ingannato,  per 

30  esser  la  citti  divisa  in  due  fattioni:  Sassatella  et  Vaina,  Tuna  amica  di  Ottaviano  et  Taltra 

contraria,  dove  la  Sassatella  prevalse;  et  bisogn6  che  Ottaviano  si  ritornasse  addietro  senza 

signoria. 

A  dl  19  ottobbre  il  signor  d'ImoIa  venne  in  Bologna,  che  andava  per  tentare  di  entrare 
in  signoria. 
35  A  d\  21,  essendo  giunti  40  ballestrieri  del  duca  di  Ferrara  poco  amico  de'  Bolognesi  a 

Castel  San  Piero,  furono  dalli  ballestrieri  di  Bologna  svaligiati. 

Et  nel  medesimo  di  li  Manfredi  con  le  spalle  de'  Bolognesi  et  Fiorentini  entrarono  in 
Faenza,  ma  quei  di  Valle  di  Lamone,  non  lo  potendo  sopportare,  se  gli  opposero. 

AUi  31,  la  notte  di  Ogni  Santi,  due  mila  persone  si  partirono  da  Bologna  fra  piedi  et  a 
40  cavallo  per  porre  in  casa  li  signori  d'ImoIa;  ma  non  fecero  alcun  fmtto,  perch^  era  la  cittk 
bene  guardata. 

Ritrovandosi  in  Bologna,  neirospedale  di  san  Giobbe,  Francesco  gik  figliolo  naturale 
de'  Manfredi  di  Faenza,  et  essendo  oltre  la  infirmith,  et  la  perdita  di  un  occhio  ridotto  in 
gran  miseria,  pensa  di  tentare  la  fortuna  di  potere  ritornare  in  Faenza  per  haverne  il  dominio; 
45  et  ritrovato  Giovanni  Bentivogli  et  apertogli  questo  suo  disegno,  Giovanni  lo  confort6  a  darli 
effetto,  sapendo  che  li  Faentini  erano  di  mal  animo  verso  il  duca  Valentino,  per  havergli  ucciso 
il  loro  signore  Astorre  con  il  fratello  in  Roma,  et  anco  perchfe  essi  erano  de'  Manfredi  sempre 
stati  divoti.  Et  acciochfe  egli  potesse  passare  ad  esseguire  Tintento  suo,  Giovanni  gli  fece 
dono  di  molte  honorate  vesti,  et  il  fece  cavalliere  aurato,  et  poi  gli  diede  honorata  compagnia 
50  et  lo  mand6  al  buo  viaggio.     Pa8s6  Francesco  a  Faenza,  et  da  tutto  il  popolo  molto  lietameute 


328  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i503] 


fn  raccolto  e  grldato  signdre,  chiamandolo  Aatorre  per  memoria  del  morto  Astorre  fanctullo 
gih  lor  signore.  Ottenne  adunque  questi  con  facilitJk  la  cittade,  ma  non  ottenne  ia  rocca;  anzi 
il  castellano,  tenendola  a  nome  del  duca,  con  la  bombarda  oltre  modo  oltraggiava  la  cittk, 
laonde  fu  bisogno  far  grandi  ripari  per  conservarla. 

Havendo  a  forza  di  gran  denaio  li  signori  Venetiani  havuto  Rimini,  per  opera  di  Guido  S 
Ubaldo  da  Feltro,  et  li  Venetiani  havendo  a  lui  data  la  Cittadella,  castello  sul  Padovano,  et 
fattolo  cittadino  et  gentilhuomo  venetiano  insieme  con  Carlo  il  fratello,  et  amendue  assoidati 
dalla  Bignoria,  parimente  con  danari  hebbero  la  rocca  di  Faenza  dal  castellano;  dove  poi 
mandato  ressercito  con  volontli  del  signore  nuovo  et  de'  Faentini,  hebbero  Faenza,  poi  Ruasi 
et  Solarolo,  dando  al  detto  nuovo  signore  una  buona  condotta,  con  buona  provisione.  Da  loro  1 
fu  benignamente  trattato,  et  cosi  rimase  questa  a'  Venetiani  libera. 

Radunato  un  concistoro  di  45  cardinali  in  Roma,  a  di  primo  di  novembre,  eleggono 
per  pontefice  il  cardinale  di  Ostia,  il  quale  si  fa  chiamare  Giulio  II.  Era  il  suo  nome 
Giuliano  dalla  Rovere  di  Savona,  et  per  la  splendidezza  della  sua  vita  era  inaino  dal  pon- 
tiiicato  di  Sisto  suo  zio  assai  conosciuto  et  amato  generalmente  da  tutti.  Fu  da  Alessandro 
et  dal  duca  Valentino  il  figliolo  perseguitato  molto.  Questi,  mentre  che  visse  nel  pontificato 
d'AIes8andro  VI,  stette  lontano  da  Roma,  perchfe  conosceva  che  col  mezzo  del  veleno  tentava 
levargli  la  vita;  dicendo  Alessandro  assai  volte  alli  cardinali  che  da  Giuliano  dalla  Rovere  si 
guardassero,  ma  non  fe  consiglio  contro  Dio. 

Venne  la   nuova  alli  4  di  novembre,  et  nella  citt^,  per  ordine  del  senato,  si  fece  gran  20 
festa  con  fuochi,  suoni  et  artegliaria,   della  quale  spezzandosene  un  pezzo,  uccise  uno  sco- 
laro  anglico ;  il  quale  fu  sepolto  nel  chiostro  di  San  Domenico,  et  sopra  la  sepoltura  vi  fu- 
rono  intagliati  gl' infrascritti  versi: 

Hoc  situs  in  tumulo  est  Gulielmus  gloria  gentis 

Anglorum,  guetn  mors  traxit  ad  Elisios ;  25 

Nam  modo  festinos  dum  s-pectat  ludere  bombos, 

Bombarda  fractus  viribus  occubuit. 
Proh  dolor!  ergo  komini,  quae  nam  fiducia  Martis, 

Si  iugulant  etiam,  quos  futat  ille  iocos? 

Creato  il  nuovo  pontefice,  gli  ambasciatori  di  Bologna,  insieme   con  Carlo   Ingrati  ora-  30 
tore  in  Roma,  andarono  a  farli  riverenza  a  nome  del  senato  bolognese ;  et  dal  pontefice  fu- 
rono  lietamente  accolti.     Et  in  segno  di  cio  egli  fece  cavalliere  aurato  Jeronimo  da  San  Pie- 
tro,  donandogli  una  ricchissima  collana  d'oro. 

A  dl  15  detto  Carlo  Ingrati  venne  da  Roma  dove  era  stato  ambasciatore. 

Intendendo  Giovanni  che  quasi  tutto  lo  stato  et  dominio  del  duca  Valentino  se  gli  era  35 
ribellato,  volle  di  nuovo  tentare  se   poteva  rimettere  in   Imola  Ottaviano  Riario;  et  alli  21 
di  novembre  il  mand6  con  molte  bande  di  soldati  alla  detta   cittk,   dove   trovando  maggior 
contrasto  che  di  prima,  se  ne  ritomb  addietro  senza  alcun  contento» 

Alli  22  detto  giunge  in  Bologna  il  cardinale  Roano  francese  con  un  suo  nipote  nuova- 
mente  fatto  cardinale.     Se  ne  ritomava  in  Francia  senza  il  cardinale  Ascanio  Sforza,  et  lo  40 
renne  ad  incontrare  il  vicerfe  di  Milano  che  era  gionto  allora  anch'egli  in  Bologna,  insieme 
con  Giovanni  Bentivogli  et  con  tutta  la  nobilt^    Alloggiarono  nel  palag^o  di  Giovanni  et 
11  giomo  seguente  si  partirono  per  Lombardia. 

A  dl  23  monsignor  Bentivogli  ritornb  da  Roma  non  molto  sodisfatto  del  pontefice,  per- 
chfe  vide  che  egli  poco  era  inclinato  a'  Bolognesi.  45 

A  dl  detto  Ermesse  Bentivogli  con  gran  numero  di  gente  tent6  di  riporre  Ottaviano  ai- 
gnore  d'Imola  in  Imola,  ma  in  vano. 

Poi  giunge  il  marchese  di  Mantova,  che  dal  reame  di  Napoli  ritomava,  sendo  stato  al- 


[AA.  1503-1504]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  329 

rimpresa  del  gran  Consalvo  Fernando  capitano  del  re  Lodovico  di  Francia,  ove  era  stato 

rotto  et  fracassato  ressercito  francese. 

AUi  25  di  novembre,  il  di  di  santa  Caterina,  comincia  a  nevigare,  et  fra  pochi  di  tanto 

s'inalz6,  che  sali  a  4  piedi  et  anche  a  5  in  alcuni  luoghi,  et  stette  tre  mesi  sopra  la  terra. 
5  Et  fu  cosi  grandissimo  freddo,  che  molti  huomini  morirono  pel  viaggio  per  li  venti  grandi  et 

freddi,  et  infinito  numero  di  bestie  grandi  et  piccole  morirono  per  tutto  il  contado,  et  quelle 

che  rimasero,  appena  stavano  in  piedi  per  la  fame  che  pativano.     Perciochfe  non  si  trovava 

nb  fieno,  nh  paglia,  et  si  persero  quasi  tutte  le  biade  et  li  marzadelli.    Laonde  non  si  ricolse 

il  3  per  poter  seminare,  si  gelarono  gli  arbori,  et  tutte  le  piante  perirono  negli  orti,  percio- 
10  ch^  per  lo  freddo  eccessivo  crepavano;  il  che  anco  si  vidde   ne'  sassi   vivi  et  nelle   tegole 

che  erano  su  le  case  et  nelle  colonne  di  pietra,  e  morirono  quasi  tutte  le  viti. 

Vengono  nuove  in  Bologna  che  erano  stati  saccheggiati  li  soldati  del  duca  Valentino  a 

Roma,  et  che  don  Michele  suo  capitano,  fuggendo  da'  Fiorentini,  era  stato  preso  et  il  duca 

pigliato  a  Ostia  et   mandato  prigione  a  Roma,  dove  tanto  in   castello   stette,  finchfe  con  un 
15  contrassegno  di  lui  riebbe  la  rocca  di  Ostia.    Laonde  poi  liberato  dal  papa,  passo  in  Napoli, 

et  poi  in  Ispagna,  dove  fu  fatto  capitano  del  re  di  Navarra  il  cognato  contro  li  Spagnuoli. 

Cosi  adunque  hebbe  fine  questo  gran  fuoco  di  paglia,  che  poco  fa  mostrava  di  voler  ridurre 

in  cenere  et  avampare  tutta  Tltalia. 

I  Bolognesi  mandarono  li  loro  ambasciatori  a  rallegrarsi   dell' assuntione  sua  al  pontifi- 
20  cato,  et  gli  domandarono  che  per  sua  benignit^  volesse  (come  fece)  confirmare  le  constitu- 

tioni  et  i  privilegi  della  cittk  di  Bologna;  et  gli  detti  ambasciatori  alli  23  di  decembre  se  ne 

ritornano  a  Bologna. 

Anno  di  Cristo  1504.  —  Si  creano  li  magistrati  secondo  il  consueto. 

A  dl  2  di  gennaro  vennero  nella  gabella  di  Bologna  molti  carriaggi  del  duca  Valentino 

25  sotto  il  nome  del  cardinale  di  Ferrara;  ma  scoperta  la  cosa,  furono  tutte  le  casse  et  balle 
aperte,  et  vi  trovarono  dentro  gran  Ticchezze  tolte  alla  Chiesa,  ciofe :  La  croce  di  san  Pietro 
tutta  attorniata  di  gioie  d'  infinito  prezzo,  il  manto  di  san  Pietro  con  molte  gioie  intorno  con 
la  genzaria  d'oro  et  frontale  d'oro  fino  et  gioie,  una  ancona  di  nostra  Donna  per  dar  la  pace  di 
prezzo  di  diecimila   ducati,  un  camauro   grande   per  porre  avanti  il  manto  pontificale,  una 

30  corazza  d'oro  che  era  del  papa  fodrata  di  veluto  cremisino  carica  di  gioie,  un  gatto  d*oro 
che  in  luogo  degl'  occhi  haveva  dui  nobili  diamanti,  un  officiolo  di  nostra  Donna  con  le  alve 
d'oro  carico  di  gioie,  un  tabernacolo  d'oro  col  piede  di  smeraldo,  trenta  tazze  d'oro  fino,  qua- 
ranta  tazze  d'argento  dorate,  ottanta  perle  di  carratti  1 6  in  1 8  1'  una,  un  bacile  et  bronzo  d*oro 
fino  di  peso  libbre  35  la  di  cui  fattura  fu  istimata  tremila  ducati;  et  le  suddette  cose  furono 

35  stimate  piii  di  trecentomila  ducati  senza  le  tapezzarie. 

Papa  Giulio  manda  a  Bologna  un  governatore  con  autorit^  di  legato  insin  tanto  che  egli 
f accia  provisione  di  un  huomo  sufficiente ;  et  elesse  per  governatore  non  solo  della  cittk,  ma 
della  Romagna  tutta  Giovanni  Lomellino  genovese  arcivescovo  di  Ragusa.  II  quale  mentre 
ne  viene,  giunge  nuovamente  in  Bologna,  alli  3  di  gennaro,  un  vetturale   con  alquanti  muli 

40  carichi  di  robbe  del  duca  Valentino  mandate  dal  cardinale  di  Ferrara  a  Ferrara,  siccome  in 
luogo  sicuro;  le  quali  furono  ritenute  alla  gabella  et  furono  portate  a  Giovanni  Bentivogli. 
Et  questa  era  una  credenza  di  vasi  d'oro  et  di  argento  con  gioie  et  altre  cose  preciose  et 
di  gran  valore;  ne  furono  anche  ritenute  delle  altre  robbe  di  molto  prezzo  a  Fiorenza,  le 
quali  tutte  poi  furono  a  papa  Giulio  consignate. 

45  Alli  6  di  gennaro  il  governatore  della  citt^  giunge  a  Bologna,  et  fe  dal  confalloniero  di 

giustitia,  dalli  signori  antiani,  confallonieri  del  popolo  et  da  Giovanni  col  senato  honorevol- 
mente  incontrato,  sendovi  il  clero  et  tutto  il  popolo;   et  si  fecero  quelle  istesse  cerimonie 


17-18.  «<•/  margine  sinistro  postilla  a  stampa  {sei  lineette):  Dal  Reglstro  dl  Glullo  II,  vol.  7,  nel  RegUtro  della 
Camara,  fog.  35 


330  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i504j 


che  alli  legati  nl  fanno.  H  detto  govematore  assolda  gente  sotto  Antonio  Roverso  huomo  nelle 
armi  molto  csperto,  et  alli  16  n\  parte  et  passa  nella  Romagna  alfacquisto  di  Cesena  et  di 
altri  luoghi  occupati  dal  Valentino. 

Pietro  de'  Medici,  che  era  bandito  di  casa  sua,  et  seguiva  la  parte  di  Francia,  montato 
con  molti  soldati  sopra  un  legno,  per  volersi  navigando  nel  mare  salvare  dallMmpeto  de'  ne- 
mici  che  erano  giunti  a  Gaeta,  fu  dal  tempestoso  mare,  insieme  con  il  legno  et  tutti  li  com- 
pagni,  gittato  nel  profondo  delle  acque,  et  quivi  mori.  Poi  il  gran  Consalvo,  capitano  del  re 
Fernando  di  Aragona,  pigHb  Gaeta,  et  Ia8ci6  gire  li  Francesi  a  salvamento  in  Francia. 

In  questi  tempi,  vedendo  Ercole  Marescotti  che  dopo  la  morte  di  Galeazzo  il  padre,  gli 
erano  state  tolte  da  Giovanni  le  facoltk,  et  data  ad  altri  la  casa  aua  in  Bologna,  et  le  cose  10 
andavano  ogni  hora  piu  peggiorando,  et  che  egli  stava  sempre  in  pericolo  della  vita  et  era  da' 
parteggiani  de'  Bentivogli  insidiato,  prega  Giovanni  gH  dia  compagnia,  acciochfe  salvo  po- 
tesse  del  territorio  di  Bologna  uscire  per  passar  a  Fiorenza,  o  a  Ferrara;  et  egli  gli  diede 
alquanti  cavalli  che  a  Bazzano  Taccompagnarono,  et  d'indi  a  Ferrara;  et  cori  non  re«t6  te- 
sta  de'  Marescotti  in  Bologna,  nfe  piii  vi  ritornarono  insino  alla  venuta  di  Giulio  jMipa  nella  15 
citti,  come  si  dirk. 

Alli  25  di  gennaro  Ercole  duca  di  Ferrara  passa  airaltra  vita,  lasciando  Alfonso  suo 
figliolo  duca  et  poi  Ippolito  cardinale  et  Femando  con  Sigismondo  et  Giulio  naturali. 

Et  in  Roma  i  Colonnesi  presero  Francesco  Parati  da  Pavia   referendario   di   Giovanni 
Bentivogli,  perchfe  a  Bologna  era  stato  preso  Jacomo  Lianori  bolognese  familiare  del  cardi-  20 
nale  Colonna  per  sua  ribalderia;  ma  il  papa  tosto  fece  rilasciare  il  Parati. 

U  duca  Valentino,  essendo  con  il  re  di  Navarra  il  cognato,  per  suo  capitano,  contro  Fer- 
nando  re  di  Arragona,  et  venendo  seco  a  battaglia,  ruppe  li  Spagnuoli,  et  essi  fuggendo,  il 
Valentino,  piii  ardito  di  quello  che  non  doveva  essere,  con  pochi  si  messe  a  perseguitarli ;  et 
entrando  nel  mezzo  di  essi,  per  non  ne  lasciar  testa  salva,  egli  vi  fu  ucciso,  et  cosi  perdfe  la  25 
gloria  della  vittoria  che  egli  teneva  in  mano.  La8ci6  dopo  di  s^  due  figlioli:  Alessandro 
et  Luigi,  et  due  figliole,  una  delle  quali  fu  maritata  a  monsignor  della  Tramoglia  francese, 
a  cui  fu  dato  per  dote  di  ducato  di  Valenza  con  tutti  li  beni  paterai  che  possedeva  in  Fran- 
cia  il  duca  suo  padre.  L'altra,  essendo  sotto  la  cura  della  moglie  del  duca  Alfonso  da  Kste, 
di  cinque  anni,  morto  il  padre,  fu  rinchiusa  nel  monastero  di  san  Bernardino  deirordine  di  30 
santa  Chiara  in  Ferrara.  II  quale  monastero  ella,  ad  instanza  della  fanciulla,  haveva  fatto  fab- 
bricare.  Fu  questa  fanciulla  devota  et  timorosa  di  Dio  et  di  grande  ingegno;  perciochfe 
con  maravigliosa  facilitk  si  accommodava  a  tutte  le  opere  virtuose,  si  delle  lettere,  come 
delle  altre  arti  liberali.  Era  di  grande  animo,  et  se  I'  havesse  potuto  mostrare  con  isperienza, 
havrebbe  superato  di  gran  longa  il  padre.  Visse  santamente  nel  detto  monastero,  et  come  35 
specchio  di  gloriose  virtil,  fu  da  ciascuno  riverita  et  honorata;  et  morl  piena  di  sante  opere. 

A  dl  11  di  marzo,  presso  San  Polo  di  Ravone,  li  Ramazzotti  uccisero  tre  dalle  Scar- 
pette  et  al  principale  tagliarono  una  spalla  col  braccio  et  gli  cavarono  il  cuore ;  et  tutti  tre 
hebbero  tante  ferite,  che  a  pena  ai  conoscevano,  et  questo  perch^  essi  havevano  ucciso  alcuni 
delli  Ramazzotti.  Per  il  che  il  senato  tosto  mand6  molti  cavalli  et  fanti  per  fargli  gettare  a  40 
terra  le  case,  ma  incontrati  da  infinito  numero  di  arditi  montanari,  padficamente  si  ritoma- 
rono  addietro, 

A  dl  14  detto  il  vicario  del  vescovo  et  NicoI6  Dolcini  passarono  a  Ferrara  a  nome  del 
papa  a  chiedere  al  duca  et  Cento  et  la  Pieve ;  a'  quali  il  duca  rispose,  haverli  havuti  da  Ales- 
sandro  papa,  che  ci6  poteva  fare,  et  non  doveva  restituirli,  se  prima  non  vedeva  in  che 
modo. 

Alli  13  di  aprile,  circa  le  hore  20,  apparve  Taria  fosca  et  di  maniera  alterata  e  con  venti 
strepitosi,  che  con  tuoni  horribili  et  lampi  spaventava  le  genti,  parendo  che  il  mondo  dovesse 
subbissare ;  alla  fine  cadde  un  f olgore  con  horribile  scoppio  nell'  aria,  et  percosse  la  torre  di 
Giovanni  Bentivogli,  cominciando  dalla  cima  infino  al  piede,  et  fracassando  con  larga  aper-  50  j 


[A.  1504]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  331 

tura  sette  volte  di  pietra;  et  d'indi  rivolgendosi  nella  camara  ove  era  lo  studio  suo  nel  pa- 
lagio,  ruppe  in  minuti  pezzi  uno  specchio  grandissimo  di  acciaio,  che  era  airentrata  del 
detto  studio,  nh  facendo  altro  male,  si  ripose  sotterra.  Et  quando  fu  questo  avvenimento  del 
folgore,  stavasi  Giovanni  nelle  camare  di  sopra  al  detto  palagio  infermo  di  una  mano  per 
5  cagione  della  gotta. 

Giunge  in  Bologna  un  ambasciatore  del  re  d'  Inghilterra,  che  ne  andava  a  Roma  al  papa 
a  tentare  se  col  mezzo  suo  si  potevano  insieme  pacificare  il  re  di  Francia  et  il  re  di  Ara- 
gona;  fu  alli  26  d'aprile. 

AUi  8  di  giugno  nel  territorio  di  Bologna  si  leva  cosl  impetuoso  vento,  che  in  un  pas- 

10  saggio,  che  egli  fece,  sbarbicb  gran  quantita  di  nodose  et  antiche  quercie  et  di  altri  assai 
alberi;  il  che  fu  giudicato  grandissimo  danno,  et  rovinorono  assai  viti.  Pa8s6  anco  questa  for- 
tuna  di  yento  al  raare  et  sommerse  molte  barchette  in  Venezia,  et  sommersele  con  la  morte 
di  oltre  300  huomini,  che  erano  con  esse  a  spasso. 

Essendo  stata  la  grossa  neve  sopra  la  terra  da  santa  Caterina  insino  al   mese  di  aprile, 

15  fu  cagione  che  questo  presente  anno  si  raccolsero  poche  biade  et  manco  frumento;  per 
il  che  il  senato  si  diede  con  ogni  diligenza  ad  investigare  come  Tanno  si  potesse  passare  in- 
sino  al  nuovo  ricolto,  et  percio  impose  alH  confallonieri  del  popolo  intendessero  il  bisogno 
della  cittk;  et  ritrovorono  essere  stato  il  raccolto  cosl  sterile,  che  non  bastava  per  la  metk 
deiranno  alla  cittk,  perci6  che  il  grano  a  pochi  diede  due  per  corba  et  a  molti   corba  una 

20  e  mezza  et  ad  altri  appena  diede  la  semenza.  II  simile  si  trov6  avvenire  deirorzo  et  della 
fava;  il  perchfe  li  senatori  ordinarono  che  tutti  li  forestieri,  sl  cristiani  come  ebrei,  si  doves- 
sero,  sotto  pena  di  tre  tratti  di  corda,  della  citt^  et  del  territorio  partire.  Poi  spedirono  Fran- 
cesco  Fantuzzi  a  Venezia  per  ottenere  il  passo  libero  per  condurre  del  grano  per  lo  mare 
insino  a  Ravenna,  et  diedero  ampia  libertk  che  ciascuno  ne  potesse,  senza  gravezza  di  alcun 

25  datio,  introdurre  nella  cittk,  promettendo  darli  soldi  4  per  corba  et  soldi  due  per  corba  della 
fava  et  miglio.  II  che  fu  cagione  che  molti,  adescati  dal  guadagno,  passarono  in  varie  parti 
d'ltalia  per  condurre  biade  per  la  cittk.  Molte  famiglie  bolognesi  si  partirono  dalla  chtk  et 
andorono  a  trattenersi  in  luoghi,  ove  manco  travagliati  dalla  carestia  viver  potessero.  Del 
mese  di  luglio  il  grano,  che  era  a  lire  3  et  soldi  dieci  la  corba,  saglie  a  lire  5.    Nondimeno 

30  H  confallonieri  del  popolo  non  mancavano  della  lor  diligenza  di  provedere  al  popolo,  accio- 
chfe  non  si  levasse  tumulto. 

Mentre  che  la  crudele  carestia  viepiu  d'hora  in  hora  cresceva  et  travagHava  i  bisognosi, 
la  cittk  d'Imola,  che  in  due  f  attioni  era  divisa,  non  potendo  pacificamente  vivere,  una,  ciofe  la 
fatione  Vaina,  cercava  di  cacciar  Taltra,  che  era  la  Sassatella.    Et  perci6  la  Vaina  addimand6 

35  in  suo  aiuto  molti  Bolognesi,  come  NicoI6  di  Antonio  Magnani,  il  quale  and6  con  bellissima 
compagnia  d'armati;  et  venute  le  fattioni  airarmi,  vedendosi  la  Sassatella  inferiore  et  per- 
dente,  chiese  con  astutia  tregua  per  tre  hore  per  rinfrescarsi  alquanto,  et  le  fu  concessa. 
Ora,  giungendo  frattanto  Giovanni  Sassatello  con  alquanti  soldati,  et  entrato  nella  cittk,  ve- 
niva  da  Forli,  non  havendo  egH  alcun  rispetto  al  termine  della  tregua,  voIt6  Tarme  sopra  la 

40  contraria  parte  disarmata  et  disordinata,  et  venne  morto  Nico16  con  molti  altri  bolognesi  et 
con  assai  della  fatione  Vaina;  et  la  cacciarono  della  cittk,  abbrusciando  le  loro  case.  Fu 
questo  del  mese  di  giugno;  et  cosl  Giovanni  Sassatello  per  molto  tempo  rimase  capo  della 
citt^ 

Giovannt  Bentivogli,  volendo  maritare  una  sua  figliola  naturale  a  Giovanni  figliuolo  di 

45  Bartolomeo  Felicini,  uno  de'  primi  ricchi  di  Bologna,  il  fece  intendere  al  detto  Bartolomeo, 
il  quale  non  gli  piacendo  il  parentado,  voleva  con  accommodate  parole  divertire  Giovanni 
Bentivogli  da  questa  impresa,  ma  non  ci  fu  ordine;  anzi  bisogn6  che  allhora  mandasse  per 
il  figliuolo  et  la  facesse  sposare.  II  che  fatto,  pieno  di  cordoglio  di  esser  stato  forzato  a 
fare  cosa  tanto  indegna,  si  ritorn6  a  casa,  et  ponendosi  in  letto,  alli  7  di  luglio  di  affanno  si 

50  mori;  con  dispiacere  di  tutta  la  cittii,  per  esser  stato  egli  di  animo  nobile,  magnifico  et  libe- 


332  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i504i 


rale.  Qaesti  diede  prindpio  ad  un  snpeTbo  pala^o  nella  via  di  Galliera,  che  nel  vero  fu 
edificio  reale  pi^  tosto  che  di  cittadino,  il  quale  fu  poi  seguitato  da  Giovanni  il  figliolo;  et 
morto  Giovanni  senza  figlioli  legittimi,  lo  compr6  il  cardinale  de'  Pucci  fiorentino  per  habita- 
zione  di  Giovanni  Paolo  Pacci  il  nipote  per  21  mila  lire;  il  quale  cost6  oltre  lire  70  mila. 
Fu  honoratamente  sepolto  Bartolomeo  alla  chiesa  di  san  Francesco. 

A  dl  9  Cesare  Dinarfe  da  Roma,  vescovo  d'Aurelia,  luogotenente  di  Bologna,  che  gik  era 
stato  luogotenente  di  quattro  legati,  morl,  et  fu  sepellito  in  San  Petronio  con  grandissimo 
honore  et  concorso  di  magistrati  et  del  popolo. 

Ne'  prati  di  Sala,  distanti  da  Bologna  6  miglia,  per  molti  giomi  circa  il  mezzo  giomo 
appaiono  alcune  ombre  d'huomini  vestiti  di  bianco,  di  rosso  et  di  negro,  li  quali  mostravano  10 
di  combattere  insieme  con  grande  ardire,  et  erano  da  18  o  20.    Questi  dagrhabitatori  erano 
veduti  stando  da  lontano,  ma  poi  avvicinandosi  a  loro,  niente  si  vedeva;  et  a  questa  maravi- 
glia  vi  concorsero  molti  della  cittk. 

Inoltre  due  frati  del  monastero  di  san  Paolo  in  Monte  detto   deirOsservanza,  edificato 
sopra  TApennino,  che  signoreggia  la  cittk  un  miglio  lontano,  viddero  sopra  la  cittk  di  Bologna  15  j 
un  angelo  con  la  spada  ignuda  in  mano,  che  la  vibrava  in  aria  in  diverse  parti;  la  qual  cosa 
riferita,  diede  gran  spavento  alla  cittk. 

Alli  23  di  luglio,  circa  le  2 1  hora,  si  lev6  un  vento  impetuoso  con  tanta  copia  d'acqua  e 
tempesta,  et  con  s\  horribili  tuoni,  che  pareva  volesse  finire  il  mondo;  et  caddero  tre  saette 
con  tanto  strepito,  che  le  genti  si   gittavano  a  terra  per  timore.     Rovinarono   alcune   case  20! 
dentro  la  cittk  et  fuori  di  essa;  dalla  forza  de'  venti  furono  spiantati  infiniti  arbori;  et  duro 
questa  gran  rovina  et  gran  spavento  raeglio  di  un'hora. 

Giovanni  Bentivogli  muta  la  campana  della  torre  degrAsinelli,  che  gik  del  144i  vi  fu 
posta,  e  vi  fa  porre  in  luogo  suo  la  campana  dell' horologio.  Poi  posta  nel  campanile  de'  Servi, 
come  6  detto,  et  quella  della  torre  la  fece  porre  sopra  il  detto  campanile.  Vero  fe  che  poco  25 
tempo  vi  rimasero  le  dette  campane,  cio^  infino  alli  29  di  novembre,  perchfe  non  rispon- 
deva  al  suono  di  detta  campana  per  la  grossezza  di  essa;  sendo  tanto  in  alto  non  poteva 
fendere  Taria,  come  faceva  la  prima,  per  esser  di  suono  acuto,  che  tosto  fendeva  Taria. 
Laonde  bisogno  rimoverla  e  ritomarvi  la  prima;  cosi  quell'altTa  fu  condotta  alli  Servi. 

Essendo  andati  a  Roma  Alessandro  Bentivogli,  Carlo  Grati,  Ercolesse  Felicini,  Ovidio  30| 
Bargellini,  Lorenzo  Riosti  et  Alessandro  da  Lignano,  giunge  in  Bologna  Alessandro  Benti- 
vogli  con  Jacoma  figliola  del  signor  Guido  Orsino,  sposa  di  Ermesse  ultimo  figliolo  di  Gio- 
vanni  Bentivogli,  il  quale  era  andato  a  Roma  per  essa  con  honorata  compagnia  di  cittadini 
bolognesi.  Entr6  per  la  porta  di  strk  San  Stefano  con  bellissima  compagnia  di  Bolognesi  et 
gentildonne,  ma  pochi  Romani;  et  con  gran  trionfo  fu  condotta  al  palaggio  di  Giovanni  dove  35] 
lietamente  da  Ginevra  fu  accolta. 

Furono  fattigli  molti  presenti  dalli  cittadini  et  dalle  compagnie  delle  arti,  di  danari,  di 
gioie  et  di  argento ;  et  gli  orefici,  volendogli  presentare  alcuni  vasi  d'oro,  Giovanni  si  lasci6 
intendere  che  piu  cosa  grata  saria  gli  dessero  tanti  danari ;  non  dir6  delli  presenti  di  cose  da 
mangiare,  perch6  sarei  troppo  longo  nel  descriverli.  Insomma  si  cominci6  la  festa  con  gran-  40 
dissima  allegrezza,  ma  tosto  fini  in  tristezza,  perciochfe  mentre  si  celebravano  le  nozze,  et  che 
il  dopo  cena  erano  in  suoni,  canti  e  balli,  venne  la  nuova  della  morte  di  Francesca  moglie 
del  conte  Guido  Torrello  et  figliuola  di  Giovanni.  Per  il  che  il  giomo  seguente  li  vestimenti 
nuziali  si  cangiarono  in  funebri,  et  con  questo  travaglio  s'impose  fine  alla   cominciata  festa. 

A  dl  15  agosto  Domenico  Maria  da  Ferrara  eccellentissimo  dottore  in  astrologia,  havendo  45 
conosciuto  per  avanti  il  giomo  della  sua  morte,  mori,  et  fu  sepellito  alla  Nonciata  fuore  di 
San  Mamolo. 

Bartolomeo  detto  Cocles,  che  compose  un  libro  di  fisonomia,  astronomo  de'  primi  d'  Ita- 
lia,  fu  ucciso  alli  24  d'agosto. 


29.  rirornarri  neWoriginale 


[AA.  1504-1505]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  333 

In  questo  tempo  ne  and6  Francesco  Fantuzzi,  mandato  dal  senato,  a  Venetia  per  impe- 
trare  in  vendita  50  mila  corbe  di  grano,  et  gli  fu  promesso  et  poi  mancato;  et  havendo  Pan- 
dolfo  Petrucci  da  Siena  proferto  al  senato  di  Bologna  40  mila  corbe  di  formento,  non  vol- 
lero  i  Fiorentini  darne  il  passo;  il  perch^  in  Bologna  la  carestia  accresce,  percioch^  mancano 
5  il  f rumento,  la  f ava,  Torzo,  il  miglio,  il  vino  et  ogni  altra  cosa  al  vivere  humano  necessaria ; 
di  maniera  che  quel  poco  si  trovava  saliva  di  prezzo  in  alto  vie  piu  di  giorno  in  giorno,  ec- 
cetto  le  castagne  delle  quali  ne  era  abbondanza.  Laonde  ognuno  temeva  di  perir  di  fame, 
quantunque  il  senato  facesse  ogni  sforzo  di  sollevar  la  cittk.  Valeva  la  corba  del  grano  lire 
7  et  soldi  10,  la  fava  lire  5  et  soldi  dieci;  morirono  assai  poveri  nella  citt^,  et  nel  territorio 

10  molti  contadini,  che  si  pascevano  di  herba,  pericolorono. 

Al  principio  di  decembre,  contro  il  solito  della  stagione,  si  sentono  tuoni  et  molti  lampi 
nell*aria:  laonde  seguito  si  dolce  et  temperato  aere,  che  si  vedevano  assai  frutti,  come  cerese, 
poma,  succini  et  grappoli  di  agreste  et  fave  fresche.  Fiorirono  li  mandorli  et  altri  alberi 
assai ;  apparvero  le  viole,  le  rose,  gariofoli  et  altri  simili  fiori,  come  se  fosse  stata  la  prima- 

15  vera.  II  che  apport6  non  poco  stupore  agl'huomini  di  vedere  cosa  tanto  insolita,  et  molti 
rhebbero  per  segno  cattivo. 

AUi  28  di  decembre,  che  £u  11  di  degrinnocenti,  alle  11  hore,  comincia  a  tremare  la  terra, 
et  dura  per  un  quarto  d'  hora,  con  gran  spavento  di  tutta  la  cittade.  Rovinorono  molti  camini 
et  si  spezzarono  due  catene  che  tenevano  con^onte  insieme  le  volte  della  chiesa  di  san  Ja- 

20  como,  et  la  facciata  di  detta  chiesa  alquanto  si  aperse  et  molte  volte  di  detta  chiesa  sj  ri- 
sentirono.  Inoltre  si  spezzb  una  catena  di  ferro  nella  chiesa  di  santa  Maria  Maggiore. 
Molti  fuggirono  fuori  delle  loro  case  al  tremare  della  terra,  et  passarono  cosl  di  notte  a  luoghi 
sicuri,  dubitando  che  gredifici  non  gli  cadessero  sopra. 

Anno  di  Cristo  1505.  —  Si  fanno  li  nuovi  magistrati,  sendo  vicelegato  Altobello  Averoldo 

25  bresciano  vescovo  di  Pola. 

Alli  3  di  gennaro,  fra  le  9  et  dieci  hore,  un'altra  fiata  si  muove  la  terra,  et  con  mag- 
gior  forza  che  di  prima,  ma  non  con  tanto  strepito:  et  molte  campane  sonarono  de  se  me- 
desime,  et  dur6  infino  alle  dodici  hore,  con  tanta  ruina  di  edifici  et  spavento  delle  genti, 
quanto  imaginar  si  pu6 ;  per  il  che  infiniti  si  trassero  a  salvamento  in  luoghi  larghi,  per  non 

30  esser  offesi  dalle  ruine.  Oltre  le  ruine  della  cittk  et  del  territorio,  di  nuovo  si  spezz6  un'al- 
tra  catena  della  chiesa  di  san  Jacomo,  crep6  la  volta  spezzando  un  arco  et  in  due  luoghi 
aperse  la  facciata.  Rovinarono  cinque  volte  del  portico  del  palazzo  di  Giovanni  Benti- 
vogli,  cominciando  dalla  via  de'  Castagnoli,  et  andando  verso  la  porta  di  strk  San  Do- 
nato,  et  anche  in  molti  luoghi  del  detto  palaggio  fece  varie  aperture ;  et  risentendosi  li  f on- 

35  dameriti  della  superba  torre,  detta  torre  si  pieg6  verso  il  palazzo,  minacciando  ruina  sopra 
di  esso,  et  cadde  il  torresino  di  essa  con  la  campana  che  dentro  vi  era.  Rovin6  parimente 
la  cupola  di  piombo,  che  era  sostenuta  sopra  la  cima  della  torre  degrAsinelli  da  sei  colonne 
di  macigno,  si  apersero  tutte  le  volte  della  chiesa  di  san  Martino  de'  Carmeliti,  caddero  a 
terra  8  merli   del   palaggio  de'  Malvezzi  da  San   Sigismondo,   et   alquanto   si   pieg6  la   fac- 

40  ciata  del  detto  palazzo,  si  apersero  tutte  le  volte  della  chiesa  di  san  Francesco,  et  la  volta 
della  capella  de'  Butrigari  rovin6  al  basso.  Si  risentirono  molte  volte  della  chiesa  di  san 
Pietro  Maggiore  et  casc6  a  terra  un  torresello  del  campanile,  et  fraca8s6  la  casa  di  rimpetto, 
si  aperse  la  chiesa  della  Misericordia,  cadde  un  pezzo  della  torre  de'  Servi  con  due  torreselle, 
et  si  aperse  una  volta  della  chiesa  loro,  smosse   di  tal  maniera  la   chiesa   deirospitale   della 

45  Vita,  che  bi80gn6  tutta  appuntellarla,  et  il  medesimo  avvenne  alla  chiesa  di  san  Vitale  et 
Agricola,  dove  cascarono  tre  volte.  Ruppe  una  catena  della  chiesa  della  madonna  di  Galiera; 
ca8c6  una  casa  in  str^  San  Vitale,  due  nel  borgo  della  Paglia  presso  la  Maddalena,  una  in 
strk  San  Donato,  ca8c6  la  chiesa  di  san  Donato,  una  casa  presso  Francesco  Bianchetti  in 
ntrh  San  Donato,  una  casa  dal  Guasto  de'  Ghisilieri,  I'altana  di  Jacomo  de'  Savi  medico,  et 


334  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  [a.  isosi 


rovin6  tutta  sua  casa,  cascb  una  casa  delI'ospitale  di  San  Pletro  et  uccise  mi  frate  che  quivi 
habitava.  Rovino  la  comlce  con  parte  del  tetto  del  palaggio  gik  del  signor  Roberto  da  San 
Severino  vicino  a  Pietraiitta,  et  un  torresino  con  la  cima  della  torre  di  Annibale  da  Saasuni 
da  San  Sebastiano,  et  f racassd  la  casa  et  la  chiesa  di  san  Sebastiano,  smosse  tutta  la  facciata 
del  palazzo  degreredi  di  Giovanni  Bolognini  da  San  Stefano,  si  spezzarono  due  catene  di  5 
ferro  del  portico  del  palaggio  della  mercantia  et  squassb  la  facciata,  cascarono  due  merli 
del  paiaggio  della  citt^  rovin6  nove  piedi  della  cima  del  campanile  di  Santa  Maria  del 
Monte  et  fracassd  la  chiesa,  rovin6  la  iigura  di  san  Jacomo  di  marmo,  che  era  sopra  la 
porta  della  chiesa,  et  la  loro  sagrestia  in  molte  porti  si  aperse.  Non  mori  alcuno  in  tante 
rovine;  solo  un  frate  de'  Servi  restb  stroppiato,  perch^  mentre  dormiva,  cadde  la  sommit^  del  10 
campanile,  et  sfondando  una  volta  fu  percosso  in  una  coscia  et  gliela  spezzb.  Poco  pat)  la 
cittk  dalla  parte  di  sopra  verso  San  Domenico,  et  soiamente  alquanto  si  risenti  la  cima  del 
campanilc  della  chiesa  de'  Predicatori.  Insomma  fece  nella  citti  et  nel  contado  infiniti 
mali,  che  io  non  scrivo. 

Fuori  nel  contado  rovinarono  di  molte  colombare  et  si  apersero  molte  case,  et  si  fece  1$| 
una  apertura  a  Zola   tanto  grande  e   longha  come   un   tratto   d'arco,  la  quale  gittava   fuori 
molti  sassi  di  tal  grandezza,  che  due  huomini  non  grhaverebbero  abbracciati,  et  verso  San  Lo- 
renzo  in  Collina  rimosse  di  molto  terreno  et  fece  grandissimo  male. 

Erano  le  genti  di  maniera  spaventate,  che  non  si  assicuravano  di  habitare  nelle  case  loro, 
ma  si  stavano  a'  luoghi  aperti  sotto  i  padiglioni,  tabine,  case  di  stuore,  tinazzi  et  altre  capanne  20i 
fatte  di  arazzi  et  di  lenzuola.  Li  signori  antiani  col  confaloniero  dormivano  neirhorto  del 
palazzo  ciofe:  Bartolomeo  San  Piero  confaloaiero,  Bartolomeo  Bolognetti  dottore,  il  conte 
Andal6  Bentivogli,  Lattantio  Panzacchi,  Tideo  Mezzovillani,  Achille  Conforti,  Andrea  del  Gi- 
glio,  Troilo  degrOrsi,  Galeazzo  Marsili.  Ginevra  moglie  di  Giovanni  Bentivogli,  vedendo 
esser  rovinata  una  parte  del  suo  palaggio,  et  che  la  torre  si  era  piegata  et  minacciava  ro-  25 1 
vina,  pass6  ad  habitare  al  monastero  delle  suore  del  Corpo  di  Cristo,  affermando  che  mai  piii 
voleva  ritomare  indno  che  non  fosse  rovinata  la  torre  insino  al  tetto  del  palaggio.  Parimenti 
si  parti  Annibale  con  la  mogHe  et  li  figliuoli  et  passo  alla  Viola  nel  borgo  di  San  Maiino, 
et  Alesandro,  uscendo  della  cittk  con  la  moglie  et  figliuoli,  alloggio  fuori  di  strk  San  Stefano 
al  palaggio  di  Astorre  de'  Rossi.  Rimase  nel  palaggio  Giovanni  solo  con  Ermesse  et  la  sua 
donna;  et  cod  per  40  giomi  rimasero  la  maggior  parte  a'  detti  luoghi  per  paura  non  gli  ro- 
vinassero  li  edifici  sopra. 

Fu  nel  vero  riputato  esser  miracolo  che  in  tanta  rovina  non  pericolasse  alcuno;  aven- 
gach^  molti  per  paura  s'  infermassero,  et  fra  graltri  Bartolomeo  Ghisilardi  segretario  del  se- 
nato,  il  quale,  sendo  nella  sua  torre  a  dormire,  et  sentendola  sl  fortemente  tremare,  et  cadere  35| 
assai  polvere  dalle  volte,  hebbe  tale  spavento,  che  fra  pochi  giorni  usci  di  queste  tenebre 
mondane;  molti  altri  furono  trovati  vivi  et  senza  lesione  sotto  li  travi  delli  edifici  rovinati, 
abbracciatl. 

Vedendo  adunque  il  senato  che  il  tremare  della  terra  seguitava,  et  conoscendo  che  que- 
sto  era  uno  avviso  patemo  di  Dio,  che  egli  era  adirato  sopra  i  peccati  gravi  della  citt^  or-  4flt| 
din6,  per  placare  Tira  divina,  che  si  facessero  tre  solenni  processioni;  et  a  questo  effetto 
fece  portare  nella  cittii  la  madoniia  di  San  Luca,  fu  alli  4  del  detto,  per  portarla  alle  dette 
processioni.  Poi  fa  bandire  che  ciascuno  divotamente  debba  ritrovarsi  alle  dette  proces- 
sioni,  et  con  lagrime  mandar  divoti  prieghi  a  Dio  che  si  voglia  placare  sopra  le  nostre  ini- 
quita  et  salvare  la  cittk,  vietando  che  niuno,  o  huomo  o  donna,  dovesse  venirvi  con  habiti  45| 
pomposi,  vani  et  lascivi,  sotto  pena  di  perdere  le  detti  vesti  et  ogni  altro  omamento,  ma 
che  tutti  accompagnassero  alla  loro  divozione  veste  basse  et  vili,  et  digiunassero  accioch^ 
si  ottenesse  misericordia  dal  grande  Iddio.  La  domenica  adunque,  che  fu  alli  5  del  detto 
mese  di  gennaro,  si  fece  la  divota  processione  con  tutto  il  senato  et  altri  magistrati,  et  con 
tutto  il  clero  et  popolo;   dove  si  portarono  prima  un  crocefisso  grande,  poi  il  capo  di  san-  5©| 


[A.  1505]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  335 


t*Anna,  la  testa  di  san  Petronio,  la  testa  di  san  Domenico  et  di  san  Floriano,  di  sant'Isidoro, 
di  san  Procolo,  la  mano  di  santa  Cicilia,  la  benda  della  nostra  Donna,  la  spina  di  Cristo, 
et  di  altre  reliquie  assai,  et  si  cant6  la  messa  solenne  alla  chiesa  di  san  Pietro.  II  secondo 
giorno  si  and6  a  San  Domenico,  il  terzo  giomo  a  San  Petronio.  Fu  veduta  grandissima 
5  humilta  di  animo  et  gran  divotione,  et  ne  era  bisogno,  si  perch^  la  citt^  era  oppressa  dalle 
molte  rovine  del  terremoto,  et  anco  molto  travagliata  dalla  fame,  la  quale  ne  haveva  spinti 
fuore  della  cittk,  et  molti  di  disagio  erano  morti ;  talmente  che  nella  cittk  erano  pochi  habi- 
tatori,  et  quelli  da  ogni  parte  visitati  da  Dio.  Valeva  il  grano  lire  7  e  soldi  19,  la  fava 
lire  5  et  soldi  10,  il  miglio  lire  i  et  soldi  10,  la  melega  lire  3  et  soldi  15,  il  vino  lire   1  et 

10  soldi  4,  la  segala  lire  6,  la  verza  lire  5  et  15,  la  marzola  lire  5,  Torzo  lire  3,10,  la  spelta 
lire  1,14,  vinazoli  lire  1,16,  li  legumi  lire  8,  li  maroni  lire  12,  le  castagne  lire  10.  Et  li 
poveri  la  quaresima,  non  havendo  che  mangiare,  coglievano  le  scorse  delle  anguille  salate,  et 
ne'  tempi  di  carne  coglievano  il  sangue  per  la  beccaria.  Et  la  maggior  parte  de'  contadini 
vivevano  di  erbe  salate  et  di  pane  di  remolo  macinato   et  di  farina,  di  garugli  di   noce,  et 

1 5  molti  ne  morirono  di  disagio ;  et  si  dava  oncie  i  di  pane  al  bolognino.  Ma  non  paaab  molto 
che  il  grano  sall  a  lire  10  la  corba  in  Bologna,  la  segala  lire  9,  la  fava  a  lire  7,  la  verza  a 
Hre  6,  il  miglio  a  lire  5,10;  et  del  mese  di  maggio  a  Fiorenza  valse  il  formento  lire  12,5 
la  corba,  a  Roma  ducati  16  il  rubbio,  a  Faenza  ducati  5  d'oro  il  moggio,  a  Cesena  ducati  4, 
a  Castel  San  Piero  lire  17  la  corba;  a  Brescia  furono  molti  che  per  necessitk  mangiorono  le 

20  scorze  di  rovere  per  misturarle  con  il  frumento.  II  ducato  largo  si  spendeva  per  lire  3  et 
soldi  dieci,  il  bislavo  lire  una  et  soldi  dieci. 

Giovanni  Bentivogli,  vedendo  che  il  terremoto  pure  seguitava,  diede  principio  al  rovi- 
nare  la  sua  minacciosa  torre,  levandone  le  arme  de'  parenti,  tutte  fatte  a  oro  et  colori  finis- 
simi,   et  rovinando  il  balatoio  et  molte  camere  fatte  in  volta,  che  in  essa  torre  erano  tutte 

25  dipinte  et  lavorate  di  oro,  con  fregi  bellissimi  fatti  per  mano  del  Francia  et  di  altri  famosi 
pittori.  Molti  altri  parimente  fecero  diroccare  le  loro  torri,  temendo  della  loro  rovina,  et 
fra  graltri  Rinaldo  Ariosti,  Annibale  da  Sassoni,  la  torre  di  porta  Ravignana  in  capo  al 
Giupponerie,  la  quale  fu  abbassata  al  pari  delle  case,  et  la  torre  in  strk  San  Vitale  incontro 
San  Bartolomeo. 

30  A  di  12  di  gennaro  si  cominciano  a  prestare   danari   al  Monte   della  Pietk  dietro  San 

Petronio  sotto  le  scuole;  il  fece  fare  questo  un  f rate  dell' Osservanza. 

Alli  20  trem6  la  terra  sl  sconciatamente,  che  ne  rovinarono  molti  edifici  che  gik  erano 
conquassati  et  risentiti  dairistesso  terremoto;  aperse  le  volte  di  San  Pietro  et  fece  far  non 
poco  risentimento  a  tutti  gredifici  fabricati  in  volta,  talmente  che  bisogn6  appuntellargli  da 

35  ogni  parte  per  tenerli  in  piede  et  inchiavarli  con  grossi  ferri;  il  che  cagionS  che  nella  cittk 
poi  non  si  trovava  ferro.  Cadde  la  scala  nel  palazzo  de'  signori  che  andava  di  sopra  dal 
legato  et  aperse  in  molte  parti  il  detto  palazzo,  casc6  un  arco  della  torre  del  campanazzo 
del  palazzo  del  podestk  et  bisogn^  rifondare  tutta  la  detta  torre  perchfe  ne  veniva  a  terra, 
et  bi80gn6   anco   con  chiavi  di  ferro  cinger  le  muraglie  di  detta  torre  perchfe  cadevano,  si 

40  apersero  le  volte  deirospitale  della  Vita;  valsero  le  tegole  e  coppi  lire  12  il  migliaro. 

Vedendo  la  orribile  rovina,  molte  divote  compagnie  spirituali  cominciomo,  ad  un'hora  di 
notte  insino  alle  quattro,  a  far  divote  processioni  per  la  cittk  disciplinandosi,  et  ad  alta  voce 
chiedendo  misericordia  a  Dio  et  leggendo  salmi  et  altre  orationi.  Ll  primi  che  si  mossero 
a  questa  divota  impresa  f urono  gl'  huomini  della  compagnia  di  San  Giobbe  et  poi  deirospitale 

45  della  morte.  Et  molti  fanciulli,  tocchi  della  gratia  di  Dio,  si  radunarono  da  sb  a  ak  da 
dieci  anni  in  giu,  et  con  una  croce  di  legno  inviandosi  alle  croci  della  cittk,  con  pietosi  et 
pure  voci  gridavano  misericordia  a  Dio;  li  quali,  mentre  invocavano  Taiuto  divino  et  de'  santi, 
inducevano  li  circostanti  al  piangere  dirottamente,  vedendo  tanta  puritk  mescolata  con  tanto 
affetto  di  cuore  in  cosl  tenerella  etade. 

50  In  Bologna  que8t'anno  si  celebra  un  santissimo  et  devotissimo  carnevale  con  digiuni,  ora- 


336  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  iwsi 


tioni,  lemosine  et  col  vessillo  trionfante  del  crocifiaso.  Nfe  hebbero  laogo  in  easo  i  balli,  i  suoni, 
i  canti,  le  feste  et  i  conviti,  talmente  che  il  demonio  non  puot^  mercatare  a  danno  deiranime, 
mercfe  delle  tribolationi  che  danno  intelletto  agl'huomini  peccatori. 

Alli  27  di  gennaro  in  Bologna  si  cominci6  a  suonare  TAve  Maria  a  mezzo  ^omo,  accioc- 
ch^  il  popolo  tutto  ricorresse  alla  gran  Regina  de'  cieli,  che  ne  pregasse  il  suo  clementiasimo     5 
ggliuolo  che  con  Tocchio  della  sua  misericordia  riguardasse  rafHitto  popolo  et  la  desolata 
cittil,  et  fu  concesso  a  chi  la  diceva  40  giorni  d'indulgenza. 

Alli  4  di  febbraro  Pirro  Malvezzi  morl  in  Roma. 

AUi  20  del  detto  mese  si   odono  per  Taria  spaventosi  tuoni  et  si   veggono  grandisaimi 
lampi;  il  che  acresce   la  tema  nel   cuor  degrhuomini  et  gli  awisa  a  maggior  divotione  et  10 
pentimento  de'  loro  peccati. 

A  dl  12  marzo  Antonio  Galeazzo  protonotario  de'  Bentivogli,  conpunto  da  intema  di- 
vozione,  passa  a  visitare  Santo  Antonio  di  Vienna  et  San  Jacomo  di  Galizia.  Et  alli  13  di 
marzo,  senza  fame  motto  al  padre,  con  Dionisio  di  Lucca,  Baldesserra  dalla  Torre  di  Milano 
et  don  Lorenzo  Pinacchio  canonico,  si  parti;  ritomb  poi  salvo  alli  24  di  luglio.  1! 

Alli  1 8  di  marzo  Alessandro  degrAlessandri  Butrigaro  eccellente  procuratore  causidico, 
partendosi  di  questa  vita,  ne  va  a  procurare  la  sempiterna  gloria;  fu  sepolto  a  San  Francesco 
nella  capella  da  lui  restaurata. 

A  di  primo  d'aprile  giungono  in  Bologna  tre  ambasciatori  del  re  di  Francia,  che  anda- 
vano  a  Roma;  si  partirono  alli  3,  et  in  questo   giorao   la   terra   trem6,   ma  non  fece   molto  20 
male  nella  cittk. 

Et  Carlo  Grati  con  grande  honore  fu  fatto  senatore  di  Roma, 

Di   questo  mese  d'aprile  su8cit6  grandissima  discordia  fra  li  Marescalchi  et  quelli  da  Mo- 
glio  in  Bologna;  et  amendue  le  parti  fecero  grandissima  armata  et  andarono  ad  incontrarsi 
nella  Fondazza,  di  rimpetto  a  Santa  Cristina,  et  quivi  si  menarono  bene  le  mani  addosso :  et  25 
la  parte  de'  Marescalchi  uccisero  un  Vincenzo  Ragusino  huomo  d'arme  et  ferirono  due  altri. 

Occorre  in  questi  giorni,  cio^  alli  15  di  aprile,  il  martedl,  che  sono  impiccati  due  la- 
droni:  uno  di  anni  60  et  Taltro  di  anni  18  in  circa,  al  solito  luogo  della  giustizia,  nel  mer- 
cato  de'  buoi ;  li  quali  essendo  stati  calcati  su  le  spalle  dal  ministro  della  giustizia  per  sco- 
longarli,  furono  lasciati  su  la  forca  morti  insino  airhora  solita  che  li  huomini  della  compagnia  30 
della  morte  vennero  a  pigliarli  per  darli  sepoltura.  Li  quali,  havendo  deposto  dal  patibulo  il 
vecchio  et  gik  posto  su  la  barra,  deposero  anche  il  giovine  chiamato  Pietro  Antonio  da  Bo- 
logna.  Fu  allevato  per  figliuolo  da  uno  che  stava  nel  Borgo  di  San  Pietro  et  fu  gik  novitio 
di  San  Jacomo ;  il  trovarono  esser  vivo  et  di  tanta  vivacitk,  come  s'egli  sul  letto  havesse  con 
riposo  dormito;  ma  per6  della  gola  mal  trattato,  perciochfe  il  capestro  gli  era  entrato  dentro  35 
et  gli  haveva  segato  alquanto  la  gola.  Maravigliandosi  li  assistenti  di  cosi  insolita  cosa,  tosto 
il  fecero  portare  airhospitale  della  morte  per  curarlo;  dove  venuti  gragenti  del  senato  per 
vedere  et  intendere  la  cosa  come  fosse,  Pietro  Antonio  disse  che  egli  era  stato  aiutato  dal 
glorioso  san  Nicola  da  Tollentino,  al  quale  gli  si  era  avvotito,  che  se  campava  da  si  obbro- 
briosa  morte,  voleva  del  suo  habito  vestirsi,  et  che  egli,  mentre  era  su  la  forca,  che  il  glo-  40 
rioso  san  Nicola  il  sollevava,  tenendoli  con  le  mani  le  piante  de'  piedi.  Fu  tenuto  maraviglioso 
questo  miracolo  nella  cittk,  et  ciascuno  correva  a  visitarlo  et  a  ragionar  seco. 

AUi  27  di  aprile,  la  domenica,  li  frati  Eremitani  di  San  Jacomo  vengono  processionalmente 
airospitale  della  morte  per  levare  il  suddetto  Pietro  Antonio  et  condurlo  a  San  Jacomo, 
et  passano  insieme  con  la  compagnia  della  morte  per  dietro  San  Petronio  et  per  detta  chiesa  45 
et  vanno  avanti  il  palaggio  delli  signori  antiani,  et  per  sotto  la  Madonna  del  popolo;  dove 
che  giunto  il  giustitiato,  che  era  vestito  di  bianco  con  un  mantello  negro  et  senza  berretta 
in  capo,  et  con  ristesso  capestro  col  quale  fu  sospeso  al  collo,  si  gitt6  ginocchioni  ad  ado- 
rare  la  Regina  de'  cieli;  et  volendosi  levare  in  piedi,  le  semplici  donne  per  divotione  gli  strac- 
ciarono  buona  parte  delle  vesti  di  dosso;  ma  ricoperto  di  un'altra  cappa,  gionse  la  processione  50 


lA.  1505]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  337 


alla  chiesa  di  san  Jacomo,  et  quivi,  presente  tutta  la  cittk,  levatogli  dal  collo  il  capestro,  et 
presentato  da  lui  su  Taltare,  fu  solennemente  dal  reverendo  priore  di  detto  convento,  maestro 
Giovanni  de'  Ripis,  vestito  deirhabito  eremitano,  et  fu  chiamato  frate  Nicola  a  honore  e  rive- 
renza  di  san  Nicola  da  Tollentino;  et  finite  le  cerimonie  del  vestire,  cantando  li  frati  il  Te 

5  Deum  latidamus,  fu  appresentato  dal  detto  priore  alla  santissima  immagine  del  glorioso  san 
Nicola,  che  h.  dietro  il  coro  nella  capella  di  san  Tomaso  apostolo  et  di  san  Nicola,  ora  detta 
la  madonna  del  Paradiso,  percioch^  quando  fece  il  voto  hebbe  in  memoria  questa  venerabile 
imagine.  Poi  vi  posero  il  voto  suo  dipinto  in  tela  col  suo  ritratto  del  vero,  et  con  Tistesso 
capestro  col  quale  fu  impiccato;  il  quale  insino  al  di  d'hoggi  anco  in  detta  chiesa  si  vede. 
10  Visse  quattro  anni  molto  divotamente,  servendo  grinfermi,  ma  poi,  tentato  dal  demonio, 

gitt6  giu  rhabito,  et  datosi  di  nuovo  al  rubbare,  fu  preso  et  impiccato  col  capestro  d'oro  al(la) 
renghiera  del  podesta,  et  per  U  suoi  demeriti  mori.     Appare   memoria   di   questo   miracolo, 
con  le  spese  fatte,  in  un  libro  autentico  di  carte  148'  della  sagrestia  di  detti  padri,  ove  sono       p.  tS4 
descritte  le  spese  fatte  di  questa  processione  et  miracolo  et  della  tavola  del  voto  dipinta,  la 
)i5  quale  fece  maestro  Ercolesse  dipintore,  et  C08t6  in  tutto  lire  3  et  soldi  11. 
I  AUe  29  di  aprile,  il  martedi,  Poeta  de'  Poeti   senatore   passa   alFaltra  vita;   fu   sepolto 

l      a  San  Domenico,  et  nel  luogo  suo  nel  senato  entr6  Annibale  Sassuni. 

Annibale  Bentivogli  con  70  huomini  d'arme  et  40  cavalli  leggieri  bene  a  ordine,  assoldato 
da'  Fiorentini,  passa  contro  li  Pisani  del  mese  di  aprile.     Erano  vestiti  alla  francese  con  un 

10  saglio,  et  portavano  un  falcone  nel  cimiero,  che  con  le  ali  aperte  usciva  dal  nido  col  motto 
che  diceva :  "  Nunc  mihi  „ .  Et  erano  seco  in  corapagnia,  f ra  graltri,  Antonio  dalla  Volta  ca- 
valiero,  Annibal  degrOrsi,  Ercolesse  da  San  Piero,  Carlo  Bianchi,  Petronio  Fondaccia,  il  fi- 
gliolo  di  Virgilio  Poeta,  Aldrovandino  Peppoli,  Galeazzo  Marsili.  Poi  del  mese  d'agosto 
il  detto  Aimibale,  insieme  con  Ercole  Bentivogli  govematore  deiressercito  fiorentino,  non  so- 

15  lamente  vietarono  il  passo  al  signor  Bartolomeo  di  Alviano  capitano  di  ventura,  che  aveva 
assai  soldati,  che  non  andasse  a  Pisa,  ma  ancora  il  ruppero  con  suo  gran  danno.  Et  Anni- 
bale  ne  riport6  honore  et  ricca  preda  de  nemici. 

Di  questo  istesso  mese  Annibale  figHoIo  di  Giovanni  Bentivogli  fu  mandato  per  capitano 
di  200  huomini  d'arme  et  di  altrettanti  stradiotti,  et  con  sufBciente  fanteria,  in  aiuto  de'  Fio- 

W  rentini  contro  i  Pisani :  et  il  governatore  del  campo  fu  Ercole  Bentivogli,  et  commissario  An- 
tonio  Jacomini.  Col  quale  Ercole  erano  gl'  infrascritti  famosi  capitani,  ciofe:  Marco  Antonio 
Colonna,  Giacomo  Savelli,  Paolo  dal  Monte,  Annibale  Bentivogli,  Vittorio  da  Canale,  Mala- 
testa  da  Cesena,  Paolo  da  Parano  con  li  cavalli  leggieri,  Corbinello,  Marcone  da  San  Gallo 
con  molti  fanti;  con  Bartolomeo  d'Alviano,  famoso  capitano,  erano  Giovanni  Luigi  Vitelli,  Gio- 

15  vanni  Corrado,  Troilo  Orsini,  Giovanni  Battista  da  Strabia,  Luigi  fratello  di  Bartolomeo  di 
AlvianOj  Stefano  da  Valmontone,  il  nepote  del  principe  Dorsano,  il  figliolo  di  monsignor  di 
Lignu  francese,  Mancino  da  Bologna  capo  delle  fanterie,  Pasqualino  capo  de'  ballestrieri  a 
cavallo,  et  il  conte  da  Salerno. 

Et  a  dl  1 7  d'agosto  Bartolomeo  da  Alviano  si  miae  in  battaglia,  et  pas86  a  trovare  animo- 

0  samente  gli  nemici;  et  dur6  la  battaglia  7  hore  quando  con  fortuna  per  speranza,  et  quando 
con  Tawersa;  finalmente  per  virtii  di  Ercolesso  Bentivogli,  Bartolomeo  fu  rotto  et  si  fug^  con 
5  cavalli  et  perse  molti  cariazzi,  et  6  bandiere  furono  portate  a  Fiorenza;  et  molti  de'  suoi  re- 
starono  prigioni,  fra'  quali  furono:  Giovanni  Battista  da  Stabia,  Stefano  da  Valmontone,  il 
conte  Cola  da  Salerno,  Giovanni  Galeotto,  il  Mancino  da  Bologna,  il  figliolo  di  monsignor 
1  jS  di  Lignu,  Pasqualino  capo  de'  ballestrieri,  il  Borgia,  Michel  ZampoHni  et  altri  assai. 

Havuta  questa  vittoria,  li  Fiorentini  fecero  gran  festa,  et  crearono  loro  capitano  generale 
Ercole  Bentivogli,  et  con  molti  altri  doni  honorarono  li  suoi  compagni,  ciofe :  Marco  Antonio  Co- 
lonna,  Jacomo  Savelli,  Annibale  Bentivogli,  Antonio  dalla  Volta  cavaliero  compagno  d'Annibale. 

I  Poi  il  dl  della  Madonna  di  settembre  posero  le  bombarde  a  Pisa,  et  la  borabardarono, 

IC)  dandole  grandissimi  assalti,  dove  morirono   500  huomini  senza   havere  la  terra;   poi  alli   12, 

T.  XXXTTT,  p.  1  —  22. 


338  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isos] 


havendo  gettato  a  terra  20  braccia  di  muro,  di  noovo  diedero  un  cnidelissimo  assalto,  dove 
morirono  meglio  di  2000  persone  senza  far  frutto  alcuno.  De'  nostri  morirono  Bartolomeo 
Roverso  capo  di  300  fanti  et  Giulio  di  Monte.  Dentro  di  Pisa  vi  erano  60  huomini  d'arme, 
100  cavalli  leggieri  e  2000  fanti,  et  vi  erano  4  valentissimi  huomini:  Pietro  Gambacorta 
/.  jts  cavalier  pisano,  Franceaco  dalla  Sasna,  il  conte  Romeo  Pepoli  bolognese  et  un  ve'netiano,  II 
quali  uniti  tutti  col  popolo,  erano  disposti  di  voler  prima  morire,  che  abbandonar  Pisa.  Si 
scoperse  un  trattato  dentro  di  un  bombardiero  che  doveva  por  foco  nella  monicione  quando 
davano  rassalto;  fu  preso  et  squartato. 

Et  li  Fiorentini  disfecero  il  campo,  che  gli  C08t6  piii  di  50  000  ducati,  et  Annibale  poi 
alle  6  di  ottobbre  torn6  a  Bologna ;  et  essendo  al  fatto  d'arme  li  stradiotti  e  le  f anterie  et  la  1 0 
parte  de'  Fiorentini  forzati  a  porsi  in  fuga,  erano  malamente  trattate  daile  genti  del  signor 
Bartolomeo  Alviano  di  casa  Ursina;  ma  Annibale  prestamente  ristor^  il  danno,  perchi  pose 
gl'  inimici  in  fuga  et  molti  di  loro  ne  uccise  et  fece  prigioni ;  et  questo  fu  su  il  contado  di 
Fiorenza  verso  Campigliano.  Haveva  il  signor  Bartolomeo  250  huomini  d'arme  et  200  cavalli 
leggieri  et  bellissima  fanteria,  et  andava  in  soccorso  de'  Bisani;  et  a  di  10  del  detto  mese,  13 
appresso  la  torre  di  San  Vincenzo,  durando  il  fatto  d'arme  3  hore,  finito,  furono  portate  le 
bandiere  degl'inimici  in  Fiorenza,  et  poste  nella  sala  del  conseglio.  Laonde  il  conseglio  de' 
Fiorentini  si  raccolse  et  posero  et  ottennero  per  partito  pubblico  di  porre  assieme  ducati  330000 
per  far  gente  et  andare  alli  danni  dei  Pisani;  et  alla  fine  del  detto  mese  Ercole  Ben- 
tivogli  fu  fatto  capitano  generale  de'  Fiorentini,  et  alli  7  di  settembre  si  accamparono  a  20 
Pisa  da  due  lati,  cio^  verso  Lucca  et  verso  la  marina ;  et  approssimandosi  alle  mura,.  furono 
stranamente  salutati  da*  Pisani  a  colpi  d'artegliaria,  talchfe  furono  forzati  a  ritirarsi  addietro. 
Et  il  signor  Ercole  fu  morto  sotto  il  cavallo,  et  morti  duoi  suoi  staffieri  et  circa  30  altri ;  et 
nel  vero  era  la  impresa  dura  et  faticosa  et  di  gran  pericolo. 

Cresce  in  Bologna  la  carestia,  di  maniera  che  non  si  trovava  di  che  vivere,  et  in  ogni  25- 
parte  si  udivano  stridi  et  lamenti;  et  avengach^  li  confalonieri  facessero  ogni  opra  per  soc- 
correre  la  citth,  non  potevano  ritrovame,  et  di  quel  poco  che  trovavano  tosto  ne  facevano 
far  pane,  et  accompagnato  dalli  armati  era  portato  in  San  Petronio  dentro  in  una  di  quelle 
capelle  serrate  con  le  grate  di  ferro  o  di  pietra,  et  quivi  a  poco  a  poco  distribuivano;  et 
davano,  come  ho  detto,  4  onze  di  pane  negrissimo  al  bolognino.  3C{ 

Poi  il  senato    comando  alli  capitani  delle  porte,  che  non  lasciassero  entrare  nella  ciuk      ] 
alcuno  contadino,  li  quali  come  disperati,  per  non  morir  di  fame,  mangiavano  le  radici  del-       I 
Terbe  et  facevano  pane  di  radici  di  gramigna,  di  vinaccioli,  di  scorze  di  noce  et  di  quelle      ] 
forme  di  noce,  quando  n'6  cavato  roglio,  et  di  altre  cose  simili.    Inoltre  coglievano  il  sangue 
de'  buoi,  le  scorze  delle  anguille  et  le  mangiav£uio,  et  sovente  era  la  povertk   alle   mani  in-  3 
sieme  per  havere  di  cose  simili  per  cibarai;  et  awengach^  la  carestia  fosse  grande,  nondimeno 
correvano  danari  assai  per  quei  che  lavoravano. 

Awenne  che  molte  donzelle,  astrette  dalla  fame,  uscirono  in  pubblico  a  domandare 
agrusci  la  limosina  per  amor  di  Dio;  di  che  accortisi  alcuni  cittadini  timorosi  di  Dio,  temendo 
delI'honore  delle  dette  fanciuUe,  le  condussero  airospitale  di  San  Giobbe,  et  le  vestirono  tutte  di  4( 
bigio,  nh  altro  grimposero,  se  non  che  pregassero  Iddio  a  certe  hore  et  poi  lavorassero,  et 
essi  gli  davano  da  mangiare.  Furono  di  poi  condotte  in  San  Vitale,  ove  stettero  in  una  casa, 
et  le  addimandarono  le  donzelle  di  Santa  Marta.  Gli  h  vero  che  poi  furono  poste  nella  nostra 
Donna  deirAvesa  da  San  Martino,  et  di  poi  le  condussero  a  stare  in  strh  San  Vitale  nuova- 
mente,  et  in  successo  di  tempo  tutte  quelle  che  erano  fatte  grandi,  le  posero  nelle  suore  delle  4.' 
Pugliole,  hora  dette  le  suore  di  San  Bernardino,  in  capo  la  via  Nuova,  presso  il  canale  di  Reno. 
Fu  anco  per  aiuto  de'  poveri  fatto  rospitale  di  Santo  Stefano,  et  di  questo  ne  fu  cagione  Car- 
lo  de'  Duosi,  cittadino  bolognese  molto  timorato  di  Dio  et  amatore  della  povertk  Furono 
p.  tso       anche   condotti   molti   poveri   et   fanciulli  agli  ospitali,   et'  alutati   acciocch^   non  morissero 

di  fame.  5( 


[A.  1505J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  339 


In  questo  tempo  calamitoso  erano  degli  collegi  questi,  ciofe:  Lorenzo  Campeggi  dottore, 
che  poi  fu  cardinale,  il  quale  in  questo  travaglio  fece  gran  fatica  et  con  molto  affanno  pro- 
cur6  al  meglio  che  puot^  di  vettovaglia  alla  cittk  et  hebbe  in  cura  particolare  il  popolo  di 
Bologna,  acciocchfe  non  perisse  per  la  fame  che  ropprimeva,  Vincenzo  Marsili,  Eliseo  Mam- 
5  molini,  Ercole  Gulotto,  Agamenone  Grassi,  Tomaso  Castellano,  Giovanni  Antonio  Sabbadino, 
Leonardo  Caccianemici,  Ludovico  Bargellini,  Sebastiano  Monterenzoli,  Filippo  Cavrara,  Ja- 
como  dalla  Ghesia,  Giovanni  Felicini,  Lodovico  Scardova,  Bartolomeo  dalle  Selle  merzaro, 
Gasparo  Dondino. 

Facevano  a  gara  insieme,  la  carestia  di  affliggere  li  poveri,  et  li  terremoti  di  travagliare  gli 
0  edifici:  laonde  male  runo  e  peggio  Taltro  facevano. 

II  terremoto,  alli  15  di  maggio,  fece  grand'impeto  con  pioggie   grandi,   tuoni,   lampi  et 

saette,  et  conquassb  molti  edifici ;  et  alli  1 9  nuovamente  trem6  la  terra  con  grandissimo  spa- 

vento  di  tutta  la  cittk.    Monsignore  Ascanio  Sforza  cardinale,  fastidito  dalle  cose  mondane, 

con  mestitia  di  tutta  la  fattione  Sforzesca,  alli  26  di  maggio  in  Roma  muore,  non  senza  su- 

3  spitione  di  veleno,  perchfe  egli  haveva  assoldato  il  signor  Bartolomeo  dAlviano  per  rimettere 

j     li  Medici  in  Fiorenza. 

|i  Mostrando  le  biade  felice  esito,  ciascuno  viveva  con  gran  speranza  et  desiderio  della 

|i  loro  maturitk  per  soccorrere  al  gran  disagio  loro ;  et  circa  la  fine  del  mese  di  maggio,  comin- 
ciando  l'orzo  ad  accostarsi  alla  maturitk,  et  non  potendo  la  povertk  piu  ollre  patire,  senza 
!0  aspettare  che  da  se  stesso  si  seccasse,  il  pigHavano  et  ponevanlo  nel  forno  a  seccare,  et 
poscia  ne  facevano  del  pane;  n^  pass6  molto,  che  del  detto  pane  ne  fu  portato  nella  cittk 
a  vendere,  Si  vendeva  la  corba  deU'orzo  lire  4  et  poi  alquanti  giomi  lire  2.  Al  principio 
di  giugno  si  hebbe  del  frumento  nuovo,  et  fu  tanta  abbondanza,  che  alli  15  di  giugno^valeva 
il  grano  lire  2,  et  fu  tanto  orzo,  che  in  alcuni  luoghi  per  corba  si  raccolsero  31  et  32  per 
una  di  marzola. 

Alli  7  di  giugno  in  Bologna  il  signor  Troilo  SavelU,  con  100  huomini  d'arme  et  50  balle- 
strieri  et  schioppettieri  a  cavallo,  era  capitano  de'  Lucchesi  et  passava  a  Lucca;  aIIoggi6  nel 
rovinoso  palaggio   di   Giovanni  Bentivoglio. 

Cessati  li  terremoti  et  la  carestia  insieme,  alli  15  di  giugno  il  conte  Guido  terzo  Pepoli, 
)0  huomo  di  gran  riputazione  nella  cittk,  rese  lo  spirito  a  Dio  et  il  corpo  alla  terra ;  f u  con  grande 
honore  sepolto  in  San  Domenico  con  200  torchi  a  un'hora  di  notte,  lasciando  dopo  di  s^  molti 
figliuoli  nati  di  Isotta  Rangona  sua  consorte,  ciofe  dodici  maschi  et  3  femine.  Maschi: 
Romeo,  che  mori  fanciullino,  Camillo,  Alessandro,  Annibale,  Cornelio,  Ugo,  Giovanni,  Taddeo, 
che  questi  pigli6  Thabito  de'  monaci  di  Monte  Oliveto  et  poi  fu  vescovo,  Galeazzo,  Filippo, 
l5  Jeronimo,  Pirramo  canonico  et  protonotario ;  femine:  Veronica  maritata  al  conte  Vinceslao 
Palavicini,  Ginevra  suora  in  San  Lorenzo,  Costanza  maritata  al  conte  Annibale  del  Sagrato  , 
ferrarese.  Fu  il  conte  Guido  di  giusta  statura,  di'  faccia  longa,  di  naso  aquilino,  di  occhi 
vivaci  et  di  venerabile  aspetto,  d'ingegno  alto  et  di  grave  consiglio  et  savio  in  tutte  le  sue 
ationi,  eloquente  et  da  tutta  la  cittk  amato;  et  la  sua  grandezza  apport6  non  poco  sospetto 
jO  alli  Bentivogli.  Fu  molto  ricco  et  era  signor  di  Castiglione,  di  Beiragazza  e  di  Sparvi,  ca- 
i  stella  neirApennino ;  et  perch^  temeva  la  invidia  de'  Bentivogli,  quando  li  suoi  figliuoli  giun- 
gevano  alla  etk  giovinile,  gli  mandava  fuore  di  Bologna,  ponendoli  presso  qualche  signore,  per 
mostrare'  che  li  mandava  via,  non  per  timore  delli  Bentivogli,  ma  perchfe  si  facessero  huomini  p.  sn 
pratici  et  imparassero  i  costumi  della  corte.  Usava  assai  il  consiglio  di  Pirramo  il  figliolo  cano- 
i5  nico,  siccome  di  huomo  savio,  che  sempre  giomo  et  notte  seco  il  roleva  havere.  In  somma  fu 
ji|  sepolto  nella  capella  di  San  Michele  in  San  Domenico  con  le  solite  bandiere  e  stendardo  nel 
(i  quale  era  dipinta  Tarme  scacchese  a  quartiero  con  la  sega,  per  memoria  di  Isabetta  sua  madre 
i !  et  figliuola  legitima  di  Antonio  Bentivogli.  Lasci6  nel  suo  testamento  che  fosse  fornita  la  se- 
i  poltura  di  Taddeo  Pepoli,  che  mori  Tanno  1347,  che  era  principiata,  et  li  lasci^  cinquecento 
i  )  ducati  per  finirla;   ne  lasci^  tremila    per  fare  una  sepoltura  a  san  Silvestro  papa  a  No- 


340  mSTORIA  Pl  BOLOGNA  fA.  laosj 


1 


nantola  et  Iasci6  che  ai  facesaero  2  capelle  in  San  Domenico:  una  a  aome  di  aan  Pietro 
martire,  Taltra  a  santa  Maria  Maddalena. 

Si  scuopre  1a  pestilenza  neila  cittk  di  Ferrara,  et  perci6  il  senato  fa  bandire  la  detta 
cittk,  accioch^  non  sMnfettasse  Bologna. 

Alli  17  Fiiippo  Beroaldo  di  anni  52,  eccellentissimo  oratore  et  dignissimo  poeta,  colmo    S 
di  gloria  ct   fama,   passa  a  miglior  vita.     Fu  Fiiippo  di    statura   mediocre    et  gracile  di 
corpo,  di  naso  aquilino,  con  gli  occlii  negri,  giocondo  et  allegro  in  tutte   le  sue  adoni;  fu 
di  animo  candido,  di  acuto  ingegno  et  di  voce  sonora,  hebbe  tenacissima  et  pronta  memoria, 
et  quello  che  una  sol  volta  leggeva,  aempre  se  ne  rammentava,  siccome  {'havesse  avanti  gi'oc- 
chi.     Coment6  Apuleio,  Suetonio,   Propertio,  annot6  le  Filippiche  di  Cicerone,  Collumella,  1 
vari  autori,  Se(r)vio,  et  fece  un  libro  della  eccellenza  de'  disputanti,  della  felicit^  de'  7  sapienti, 
compose  varie  orationi,  il  panegirico  a  Lodovico  Sforza,  le  nozze  de'  Bentivogli,  la  historia 
del  Boccaccio  tradotta,  i  simboli  di  Pitagora,  un  libro  del  terremoto,  corresse  Solino  con  la 
epistola  di  Plinio,  il  panegirico  di  Plinio,  Fillostrato,  Xenofonte,  la  oratione  di  Tullio,  Aulo 
Gellio,  li  commentari  di  Cesare,  Giustino  con  Lucio  Floro,  Oreste,  Cesarino,  Plauto  et  altre  U 
cose  assai.     Concorrevano  ad  udirlo  leggere  infiniti  scolari,  di  varie  nationi,  a  cagione  della 
sua  eloquenza  e  facondia.     Mori  di  un  male  non  conosciuto,  che  era  corrutione  di  aanguo 
per  cagione  de'  terremoti.     Fu  sepolto  alla  Nonciata  de'  Zoccoli,  fuore  la  porta  di  San  Ma- 
molo,  et  fu  portato  alla  sepoltura  dalli  acolari  tutti  vestiti  di  veste  lugubre.     Fu  longo  tempo 
segretario  del  senato ;  scrisse  la  sua  vita  Giovanni  Pino  Tolosano.     Sopra  il  suo  sepolcro  f u-  20 
rono  posti  molti  epitafi,  et  fra  graltri  questo,  che  da  Fosco  di  Arimini  fu  fatto: 

Non  nieruere  diu  in  terris  mala  saecla  Philifpuvt, 

Conveniens  illi  -purior  orbis  erat. 
Sfendorem  tamen  illa  suum  cum  iempore  longo 

Pcrdiderunt,  nullo  conciliare  dolcnt,  1: 

Volventur  cursu  rafido,   nec  lassa  re-pendet, 

Proh  dolor!  imfietas  quod  tulit  hora  brcvis. 

La  pestilenza  travagliava  quasi  tutta  Italia,  et  Bologna  n'era  molto  aggravata,  percioche 
del  mese  di  luglio  si  mostr6  cosi  impetuosa  et  cruda,  che  non  lasci^  contrada,  che  non  vi 
fosse  qualche  casa  da  lei  contaminata;  vero  ^  che  poi  alquanto  ella  si  plac6.  30 

Tomaso  Malvezzi  figliolo  di  Matteo  Malvezzi,  annoverato  nella  famiglia  de'   Bentivogli, 
uno  de'  senatori,  vedendo  il  flagello  che  Iddio  apparechiava  a'  viventi,  egli  alli  10  d'agosto 
se  ne  va  fra'  morti,  e  nel  suo  luogo  entr6  Innocentio  Ringhieri;  egli  fu  sepellito  alla  Non- 
ciata  fuori  della  porta  di  San  Mamolo. 
p.  sii  Alli  14  d'agosto,  circa  una  mezz'hora  di  notte,  si  ecclissa  la  luna  di  tal  maniera,  che  ne  35 

apport6  non  piccolo  terrore  alle  genti. 

Alli  24  settembre  Alessandro  Paltroni  di  anni  38  nato  di  Antonio,  cavalliere  et  eccellente 
dottore,  muore,  et  la  cittk  tutta  n'hebbe  dolore  si  per  la  sua  molta  dottrina,  come  per  la  sua 
umanith  et  bontk;  fu  sepolto  in  San  Martino. 

Alli  28  detto  Tomaso  de'  Montecalvi,  cavaliere  aurato  et  senatore,  si  parte  dal  consor-  4C 
tio  de'  viventi,  et  in  suo  luogo  succede  nel  senato  Bartolomeo  il  fratello;  fu  sepolto  aU'An- 
nontiata. 

Alli  6  di  ottobbre  Astorre  Bargellini  senatore  muore;  et  in  suo  luogo  ^  surrogato  Ales- 
sandro  tigliolo  di  Lattantio  Bargellini. 

Poich^  Iddio  benedetto  haveva  donato  alla  cittk  Tabbondanza  di  tutte  le  cose,  cio6  di 


43-44. ^/t«i/iV/a  a  stampa  utl  margiae  siufttro  {He  tnuaUe)i  (^ronlca  di  Giacomo  di  Pogglo 


[A.  1505]  DEL  P.  CHEl^llBINO  GHlRAfeMcCI  ^4l 

frumento,  che  la  corba  vendevasi  soldi  30,  di  uva,  poichfe  la  castellata  Vateva  lire  10,  parve 
al  senato  di  porre  anche  la  metk  a  tutte  le  altre  cose  che  si  mangiavano;  et  perb  Ordin6  che 
la  carne  di  manzo  si  vendease  danari  otto  la  libbra,  quella  di  vacca  danari  sei,  il  vitello  tren- 
tino  soldi  uno  et  danari  due,  il  vitello  grosso  soldo  uno,  il  castrato  soldo  uno,  la  pecora  ame- 
zada  danari  sei,  Di  che  sdegnati  li  beccari,  chiuSeto  le  banche  et  non  volevano  far  camej 
ma  vi  fu  a  mal  grado  loro  proveduto.  Parimente  posero  ordine  a  tutte  le  cose  che  si  ven- 
devano  nellapiazza:  si  davano  sei  uova  al  soldo,  Tocca  pelata  soldi  4,  il  tordo  denari  quat- 
tro,  il  par  di  capponi  soldi  10,  che  prima  si  vendevano  soldi  40. 

Era  la  cittk,  per  la  sopragionta  abondanza,  e  per  la  cessazione  della  peste,  e  per  li 
bfeUissimi  ordini  del  senato,  tutta  contenta  et  in  allegrezza,  et  era  per  starsi  come  felice, 
se  ella  non  fosse  stata  sopragionta  dalla  infermitk  del  male  mazucco,  la  quale  oltre  modo 
vessava  le  persone,  et  molti  ne  pose  alPaltro  mondo,  cominciando  da  giugno  insino  all'ot- 
t6bbre.  Era  questo  male  una  certa  qualith  di  humori,  che  nel  capo  degrhuomini  generava  un 
sl  grande  stupore,  che  il  cervello  ne  restava  offeso,  senza  poterlo  soccorrere  li  medici;  anzi 
l  di  questo  male  molti  medici  restarono  spogliati  di  vita.  Fra  li  quali  vi  fu  Giovanni  Gar- 
zoni  eccellente  oratore  e  scrittore  d'istorie,  d'anni  86.  Fu  di  mediocre  statura,  di  lieto  aspetto, 
balbutiente  in  pronunciare,  ma  molto  eloquente  et  libero  scrittore.  Scrisse  molti  libri  delle 
istorie  di  Bologna  con  elegante  stilo  et  altre  opere  assai.  Fu  sepolto  nel  chiostro  de'  morti 
in  San  Domenico,  et  lascib  Marcello  il  figliuolo,  huomo  di  gran  dottrina  et  eccellente  me- 
I  dico.  Morirono  dopo  lui  questi  infrascritti  medici:  Jacomo  de'  Sacci,  Lorenzo  Gozzadini, 
Eliseo  Maltacheti,  padre  Bemardino  de'  Ruggeri,  Ercole  dalle  Lanze,  Biasio  Mercurio  (fu 
ucciso  ritoraando  a  casa  sua),  NicoI6  Favori,  Pietro  dal  Bono  medico  delle  ossa,  Domenico 
Maria  da  Ferrara  astrologo  eccellente  (fu  sepellito  alla  Nontiata),  Tristano  chirurgo,  Giulio 
Malchiavelli  astrologo,  Odoardo  dalla  Mirandola,  Jacomo,  Lodovico  da  Cento,  Raffaelio  Giu-  "^'  •* 
I  deo.  Tutti  li  suddetti  medici  mancarono  fri  sei  mesi;  il  che  dk  coniettura  aperta,  che  infi- 
niti  del  popolo  ne  perissero,  sl  di  questo  male,  come  anco  di  peste ;  per  le  quali  infirmitk  n^ 
venne  la  carestia  ne'  poUami,  perciochfe  H  pollastri  si  vendevano  soldi  10  et  14  il  paro,  et  li 
capponi  lire  2  et  soldi  3,  et  le  uova  tre  al  soldo. 

Annibale,  havendo  riportato  honore  della  impresa  fatta  contro  il  signox  BartoIome&  d'Al- 
I  viano  alla  torre  di  San  Vincenzo,  se  ne  ritoma  a  Bologna,  a  cui  Ermesse  fa  donb  di  uo  bel- 
lissimo  corsiero  con  un  cavJlllo  turco  di  valore  di  130  ducati. 

Folco  di  Argellata  cittadino  bolbgnese,  aggravato  dalla  infermitk,  viene  in  tanta  smania, 
che  con  un  coltello  tenta  di  levarsi  di  vita  col  per^cuotersi  nella  gola ;  et  parendogli  non  far       p.  jjo 
Teffetto   al  modo  suo,  si  getta  giii  di   verrone,   et  ponendo  fine  alla  infermitk  del   corpo, 
muore. 

Essendo  stati  citati  alcuni  contadini  di  Casio  per  testimoni  di  alcune  cose,  tanto  avanti 
Tessaminatore  si  trattennero,  che  furono  sopragionti  dairoscuritk  della  notte;  laonde  volen- 
dosi  uno  di  loro  partire  per  andare  a  caaa  di  qualche  suo  amico  ad  alloggiare,  et  sendo 
giunto  ad  una  finestra,  per  cui  si  vedeva  un  lume,  che  teOeva  nella  bottega  lo  spetiale  dalla 
colonna  sotto  il  palagio  de'  notari,  ingannato  dairoscuritk  dftlla  notte,  pens6  che  quello  spira- 
glio  della  finestra  fosse  Tuscita  del  palagio  et  quivi  esser  la  scala  per  scendere;  et  salito  suUa 
finestra,   credendo   porre   il   piede   sulla   scala,   infelicemente    ttabocc6   in    piazza   et    mori. 

E  anche  ucciso  il  fante  che  portava  le  lettere  et  danari  de'  mercanti  da  Venetia  a  Bo- 
logna  et  a  Fiorenza;  et  fu  questo  oltre  Loiano  con  la  mula  che  cavalcava,  et  portato  nel 
bosco  fuori  di  via,  gli  furono  levati  5000  ducati  mandati  a  Fiorenza  dalli  Zanchini  mercanti. 
Furono  cercati  gVassassini  et  ve  ne  furono  trovati  et  impiccati  in  piazza  senza  processo. 

Era  grande  abbondanza  in  questi  tempi;  valeva  la  corba  del  frumenlo  lire  2. 

In  que8t'anno  Giovanni  Bentivogli  fa  ristaurare  et  dipiiigere  la  capella  di  salita  Cecilia, 
rimovendo  la  trameggia. 

Amideo  vicario  del  vescovb  di  Bologna   riforma  molti   monasteri   di  suore  in  Bologna. 


342  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  iso«] 


Anno  di  Cristo  1506.  —  Si  fanno  U  magfstrati  secondo  il  consueto. 

A  d)  8  gennaro  Achille  de'  Grassi  auditore  di  rota  fu  fatto  vescovo  di  Citt^  di  Caatello 
et  fra  Martino  da  Lignano  de'  Predicatori  vescovo  di  Siponto  in  Puglia,  detta  Manfredonia. 

II  papa  rivoca  Altobello  Averoldo  vescovo  di  Pola  vicel^gato  et  crea  Nicol6  Lomellino 
genovese  apostolico  protonotario;  et  alli  13  detto  giunge  in  Bologna  et  k  honoratamente  dalU    5 
chtk  accettato,  et  alloggia  nel  palazzo  de'  signori. 

Alli  26  detto  Bernardino  Gozzadino  torn6  da  Roma  fatto  cavaliero  dal  papa  con  pri- 
vilegio  di  essentione  nel  contk  e  distretto  di  Bologna  et  per  tutte  le  terre  della  Chiesa  da 
ogni  e  qualunque  cosa,  eccetto  la  mercantia,  che  non  conviene  a  gentilhuomo ;  con  f acolt^  di 
legittimare,  creare  dottori,  notari ;  e  tale  essentione,  et  per  lui,  et  suoi  figli  heredi  successiva-  10 
mente  per  linea  mascolina :  et  ci6  fece  il  papa  per  amor  di  suo  figlio  Giovanni,  il  quale  era 
cherico  di  camara  e  datario,  giovine  di  molta  dottrina. 

Poco  ricordandosi  le  genti  de*  terremoti  horribili,  delle  innarrabili  infermit^  delle  gran 
rovine  degredifici  et  della  crudelissima  carestia,  tosto  per  la  grande  abbondanza  ritomarono 
alle  feste  et  giuochi  et  a'  piaceri,  assicurati  dagrastrologi,  che  le  cose  successe  erano  proce-  15 
dute  da'  cieli  et  dagraspetti  celesti  et  loro  dispositioni,  et  che  gli  altri  casi  et  prodigi  occorsi 
erano  cose  che  sogliono  alle  volte  intravenire  et  che  niente  presagivano ;  et   che  essendo  pas- 
sati  questi  infiussi  et  dispositioni,  era  passare  il  tempo  di  bene  in  meglio  et  in  grande  alle- 
grezza.     Et  con  queste  et  altri  simili  ragioni  si  forzavano  assicurare  la  citt^,  et  in  particolare 
la  famiglia  di  Giovanni  Bentivogli,  dicendo  che   egli   haveva   scampato  tutti   li  infortuni,  et  20 
che  nello  awenire  tutte  le  cose  gli  dovevano  felicemente  succedere.    Ma  non  cosl  gli  disse 
Luca  Gaurico  astrologo,  poichfe  gli  nunci6    che  egli  gran  iattura  doveva  quest'anno   patire. 
Disdegnatosi  Giovanni,  il  fece  pigliare  et  darli  tre   squassi   di  corda,  et  poi  il  diede  nelle 
>.  J90       mani  deirinquisitore  di  San  Domenico  per  invocatore  de'  demoni  et  heretico  et  rinegato're  di 
Cristo;  et  veramente   egli  merit6  di  questo,  perch6   egH  voleva  predire  le  cose  altrui  et  2 
non  sapeva  le  sue. 

Antonio  Galeazzo  protonotario  de'  Bentivogli  alli  26  detto  fa  fabbricare  uno  steccato 
in  piazza  di  Griovanni  il  padre,  et  quivi  fa  combattere  un  toro;  et  chi  Tammazzava,  otteneva 
detta  bestia.  Fu  pericolosa  festa;  nondimeno  non  vi  pericol6  niuno,  eccetto  Leonardo  Sac- 
chetti,  il  quale,  sopragionto  dal  detto  toro,  senza  punto  avvedersene,  et  havendo  la  spada  in  3< 
mano,  se  lo  Iev6  sulle  coma,  et  lo  balanz6  alto  piii  di  tre  braccia  due  volte;  et  se  tosto  non 
era  soccorso,  vi  perdeva  la  vita.  Fu  portato  fuori  dello  steccato  ferito  et  posto  airospitale 
della  Morte,  quasi  per  la  Iddio  gratia;  et  mentre  il  toro  il  travagliava,  mai  abbandon6  la  spa- 
da  che  haveva  in  mano.  Fece  il  detto  protonotario  giostrare  tre  braccia  di  raso  verde  ad 
alcuni  armati,  che  a  forza  di  braccia  sopra  certi  carri  piccioli  erano  condotti  al  corso.  Poi  o 
il  lunedi  di  camevale  fece  la  battaglia  del  caraevale  et  della  quaresima  con  alcune  bande 
di  gioveni  armati  con  rottelie  imbracciate  con  due  lanze  per  ciascuno  senza  ferro,  et  con  la 
spada  a  lato  senza  taglio  et  punta;  et  divisi  in  due  parti,  cominciarono  a  lanciare  le  haste,  et 
poi  a  giuocare  di  spada.     Finito  questo  giuoco,  arrivarono  due  altre  squadre. 

Di  questo  mese  di  gennaro  in  Roma  fu  trovata  in  un  fondamento  la  statua  di  Lacheon  4i 
et  de'  figli,  della  quale  parla  Plinio,  al  libro  36,  capitolo  5,  in  questo  modo :  '  Lacheon  in 
"  casa  di  Tito  imperatore,  opera  da  esser  proposta  a  tutti  nella  pittura  et  nella  statuaria, 
"  imperocch^  di  una  medesima  pietra  d'accordo  Alessandro  Polidoro  et  Atenedoro  eccellen- 
"  tissimi  artefici  di  Rodi  fecero  lui  et  li  figlioli  con  mirabili  avolgimenti  de  dragoni  „ ;  li 
quali  sono  stati  trovati  sotto  terra  piu  di  20  piedi,  belli  come  furono  mai,  et  pure  e  circa  4 
mille  quatrocento  aimi  che  morl  Plinio.  II  papa  lo  compr6  per  1000  ducati  et  lo  pose  nel 
suo  giardino. 

Ermesse  Bentivoglio  manda  60  cavalli  con  molti  pedoni  a  Forli  in  soccorso  di  Galeotto 
capo  de'  Ghibellini. 

Jacopo  de'  Pasi  disperato  si  getta  dalle  finestre  e  muore. 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  343 

E  disfatta  dal  senato  la  bastia  gik  fatta  a  San  Michele  in  Bosco  per  sospetto  che  si 
haveva  di  papa  Giulio,  che  dovesse  venire  a  Bologna. 

Sono  rovinate  le  botteghe  che  erano  dietro  il  palazzo  in  porta  Nuova,  et  h  cominciato 
a  portar  fuore  il  terreno  che  era  nel  guasto  de'  Canetoli. 

Alli  4  di  marzo  nacque  un  vitello  con  due  teste,  una  contra  l^altra,  et  una  guardando  il 
ievante,  Taltra  guardava  il  ponente;  nacque  dalle  vacche  di  Francesco  Boccadiferro,  et  subito 
la  madre  del  mostro  mori.  Nacque  ancora  un  agnello  tutto  nero  come  il  velluto  con  due 
teste,  5  gambe,  che  ne  haveva  una  in  su  la  schiena,  et  con  due  code;  campo  otto  giomi  e 
poi  morl. 

Alli  10  di  marzo  giunge  in  Bologna  la  signora  Isabella  moglie  del  marchese  di  Mantova, 
che  ne  andava  alla  Nonciata  a  Fiorenza;  alloggib  in  casa  di  Giovanni  Bentivogli. 

In  questi  giomi  apparve  un  lupo  nella  Valle  di  Reno,  il  quale  ammazzava  li  pastori  della 
gregge  et  teneva  tutta  quella  Valle  in  gran  spavento;  laonde  Giovanni  Marsili  il  fece  ucci- 
dere,  et  la  camara  don6  10  ducati  a  quelli  che  gli  diedero  morte. 

Friano  Dolfi,  eccellentissimo  dottore  decretalista,  muore  di  maggio;  et  con  grandissimo 
honore  h  sepellito  in  San  Petronio. 

Et  a  di  primo  -di  giugno  Francesco  Bargellini  si  sommerse  nelle  fosse  di  San  Giovanni 
in  Persicetto,  sendo  quivi  castellano;  fu  portato  a  Bologna  et  sepellito  con  grande  honore 
ne'  Servi. 

A  di  24  di  luglio  cascano  dal  cielo  tre  saette :  la  prima  percosse  la  '  torre  di  San  Petronio,       />•  sf^ 
la  seconda  verso  San  Francesco  et  rultima  nel  Borgo  della  Paglia. 

Alli  10  di  agosto  apparve  una  cometa  con  la  coda  longa,  che  mirava  verso  il  ponente; 
et  si  mostro  per  6  giomi  alle  tre  hore  di  notte. 

Alli  26  detto  viene  nuova  al  senato  che  il  signor  Fernando  et  Giulio  da  Este,  questo 
25  naturale  et  Taltro  matemale,  insieme  con  il  conte  Alberto  Boschetti  modonese,  huomo  nell'armi 
esperto,  et  altri  assai,  havevano  voluto  ammazzare  il  duca  Alfonso  da  Este,  con  Ippolito  car- 
dinale  loro  fratelli;  et  questo  perchfe  Fernando  voleva  la  signoria,  et  Giulio  si  voleva  ven- 
dicare  delle  ingiurie  fattegli  dal  cardinale;  ma  essendo  scoperta  la  congiuria,  furono  presi 
amendui  et  incarcerati,  et  il  conte  Albertino,  con  Gherardo  Roberti  et  altri  complici,  furono 
30  impiccati  et  poi  squartati. 

Mentre  che  Giovanni  Bentivogli  si  vive  sicuro  delle  promesse  degli  astrologi,  et  che 
mena  i  giorni  suoi  felici  in  canti,  allegrezze,  et  che  ha  pace  con  tutti  li  signori  d'Italia,  et 
h  sotto  la  protettione  di  Ludovico  re  di  Francia;  Giulio  pontefice  dairaltra  parte  va  pen- 
sando  di  cacciarlo  fuori  di  Bologna  et  di  ridurre  la  c\ttk  sotto  il  goverao  della  Chiesa;  et  al 
fare  ci6  il  movevano  assai  ragioni.  Et  prima  perchfe,  essendo  egli  vescovo  di  Bologna  et  dilet- 
tandosi  Giulio  di  habitare  a  Cento  et  alla  Pieve,  allhora  del  vescovato,  havendo  gran  famiglia- 
ritk  con  li  cittadini  bolognesi,  sovente  gli  udiva  molto  dolersi  delle  cose  ingiuste  che  Gio- 
vanni  et  li  suoi  figliuoli  facevano,  et  delle  uccisioni  et  tirannide  loro,  et  in  particolare  della 
morte  de'  nobili  Malvezzi  et  de'  Marescotti ;  et  egli  gli  confortava  dicendo,  che  havessero  pa- 
cienza  insino  che  piacesse  a  Dio,  et  che  occorrendo  che  egli  mai  gli  potesse  provedere,  il 
faria.  Per6  egli  rammentandosi  di  quanto  haveva  promesso,  et  parendogli  di  poterlo  eseguire, 
si  deliberb  provederli  et  di  riacquistare  la  citt^  alla  Chiesa  et  ridurla  nella  libert^,  che  molti 
desideravano,  per  esser  egli  anche  al  far  ci6  molto  pregato  dagli  cardinali,  ad  instanza  di 
Giulio,  di  liorenzo  et  di  altri  de'  nobili  Malvezzi  cacciati  di  Bologna,  li  quali  con  ogni 
ingegno,  sapere  e  forza  loro  ci6  procacciavano.  Ma  di  piii  di  questo  assai  sospingeva  il 
pontefice  Todio  che  per  particolar  interesse  gik  molti  anni  egli  segretamente  a  Giovanni 
Bentivogli  portava;  e  ci6  era  cagionato,  essendosi  egH,  mentre  era  cardinale,  allontanato  da 
Roma  per  Todio  che  Alessandro  VI  gli  portava,  si  ferm6  a  Cento,  castello  allora  del  suo 
vescovato  di  Bologna,  e  si  hebbe  di  notte  con  molta  fretta  a  fuggire,  perch^  hebbe  avviso,  o 
vero  0  falso  che  si  fosse,  che  Giovanni  Bentivogli,  ad  instanza  del  pontefice  Alessandro,  vo- 


344  I  HISTORIA  DI  DOLOGNA  lA.  i»o«i 


leva  farlo  pr^one.  Mom6  dunqae  il  ^ontefice  da  queste  cose,  ed  incitato  da  nn  ardente 
desiderio  che  haveva  di  gloria,  tent6  per  mezzo  d*oratori,  et.  coU*  intercessione  di  Giorgio 
d^Amboise  arcivescovo  di  Roano  e  cardinale  di  San  Sisto,  huomo  di  molta  autorit^  preaso  i 
Francesi,  che  il  re  di  Francia  il  volesee  soccorrer  di  genti  per  riacquistar  Bologna  et  le  altre 
cittk,  che  alla  Chiesa  erano  state  usurpate;  ma  perch^  il  re,  se  bene  mostrava  haver  buon  animo 
verso  il  pontefice,  differiva  per6  la  risoluzione,  allegando  alcune  difHcoIt^  che  addietro  il 
ritornavano  a  condescendere  alla  sua  volont^;  avvenne  adunque  che  Giovanni  Bentivogli, 
havendo  mandato  Carlo  Grati  cavalliero  et  uno  delli  1 6  a  Roma  per  suo  ref erendario  preeso 
il  papa,  sperando  che  egli  dovesse  f are  prolittevole  officio  per  ottenere  la  gratia  del  ponte- 
fice  per  lui,  Carlo  oper6  tutto  il  contrario  di  quello  che  Giovanni  gli  haveva  ordinato;  et 
frattanto  tent6,  col  favore  di  certi  suoi  amici,  di  essere  fatto  senatore  di  Roma,  al  che  facil- 
mente  il  papa  si  pieg6,  et  gli  diede  anche  moglie  di  gran  parentado  et  con  buonissima  dote. 
>.  /«»  Ora  fatto  famigliare  del  pontefice,  et  trattando  seco  spesse  volte,  1'  in'terrogava  alle  volte 

dell^essere  di  Giovanni  Bentivogli ;  et  Carlo  sempre  ne  diceva  tutti  li  mali  che  poteva,  con  ac- 
certarlo  che  egli  nella  cittk  faceva  tutto  quello  che  meglio  gli  piaceva,  senza  guardare  o  fosse  II 
giusto  o  ingiusto.  Awenne,  per  confirmatione  di  quanto  egli  al  pontefice  haveva  detto,  che 
Sebastiano  dairAgocchia,  che  era  come  segretario  del  detto  Giovanni,  si  parti  di  Bologna  per 
alcuni  suoi  sdegni,  quale  era  amico  del  papa,  et  pass^  a  Roma,  et  visitando  il  pontefice,  et 
ragionando  deiressere  di  Giovanni,  egli  li  confirmb  tutto  quello  che  Carlo  detto  gli  havea 
et  aggionse  maggior  male  a  male,  con  dirli  che  egli  teneva  contro  ragione  fuonisciti  di  Bolo- 
gna  li  Malvezzi,  et  si  mostrava  contro  loro  huomo  crudelissimo. 

II  papa,  udendo  queste  querele,  ai  deliber6  di  volere  provedere  a  tanti  mali ;  n6  passa- 
rono  molti  giomi,  che  egli  fece  citare'  a  Roma  Giovanni  Bentivogli  con  tutti  li  figUuoli.  Non 
poco  si  turb6  Giovanni  di  questa  citatione  del  papa,  pure,  come  persona  prudente,  communi- 
cando  questo  fatto  con  alcuni  suoi  amici,  era  consigliato  di  gire  a  Roma  al  papa  et  giustifi- 
care  le  querele  dategli,  ma  a  ci6  fu  sempre  ritrosa  Ginevra  sua  consorte,  come  quella  che 
della  salute  et  del  marito  et  de'  figliuoli  assai  temeva.  Pigli6  Giovanni  il  consiglio  della 
mogHe,  n^  altrimenti  vuole  comparire,  nk  ubbidire  al  comandamento  del  pontefice,  temendo 
di  restarvi  prigione.  II  che  intendendo  papa  Giulio,  si  delibero  di  venire  in  persona  propria 
per  provedere  a  tanti  disordini  della  citt^  di  Bologna;  et  di  subito  chiam6  i  cardinali  in 
concistoro,  et  dichiar6  la  cagione  che  lo  moveva  alla  liberazione  di  Bologna  et  delle  altre 
citt^  della  Chiesa. 

Mentre  adunque  che  il  papa  faceva  porre  ad  ordine  et  gente  et  vettovaglia  et  ogn'aItra 
cosa  a   questa  sua   venuta   necessaria,  Ermesse   and6   ad   habitare  in  San   Francesco,  dove 
condusse  due  carra  di  corrazzine ;  et  havendo  seco  50  et  60  persone,  consumava  quel  povero  35 
monastero.     Alessandro  Bentivogli  and6  a'  Servi   con   la  sua   compagnia   perchfe   poco   del 
popolo  si  fidavano. 

Fu  il  raccolto  di  que8t'anno  buonissimo,  percioch6  su  la  piazza  di  Bologna  si  vendevano 
20  pani  bianchi  et  di   buonissimo  grano   per  un   bolognino,  pesavano  onze  20;  li  quali  alla 
carestia  passata  si  sariano  venduti  bolognini  3;  valeva  il  grano  bellissimo  et  scosso  soldi  13  40 
di  quattrini  la  corba. 

Alli  2  di  settembre  il  cardinale  di  Narbona,  che  andava  a  Roma,  passa  per  Bologna,  et 
honoratamente  accolto,  alloggia  nel  palazzo  de'  Bentivogli. 

Mori  in  questi  giorni  Andrea  Mantegna  prencipe  de'  pittori  in  Mantova;  et  fu  sepellito 
con  grande  honore.  45 

Ma  ritomiamo  a  papa  Giulio,  il  quale  volendo  esseguire  quanto  nell'animo  suo  haveva 
conceputo,  si  era  di  gik  partito  di  Roma,  et  era  passato  per  la  Marca,  et  fermatosi  a  San- 
t*Arcangelo  per  alcuni  giomi,  di  dove  mand6  al  reggimento  di  Bologna  per  suo  commis- 
sario  Antonio  del  Monte  di  Rezzo  di  Toscana  auditore  di  camera  et  di  ruota,  il  quale  fu 
incontrato  da  monsignor  di  palazzo   con  tutti   li  Bentivogli;  et   smont6  al   palazzo   delli  si-  50 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  345 

gnori  et  alloggib  con  il  detto  monsignore.  Poi  la  mattina  andb  in  reggiinento,  et  disBC 
che  il  papa  ad  ogni  modo  voleva  venire  a  Bologna,  come  a  casa  sua,  et  che  voleva  se  gli 
osservasse  quanto  che  ne'  capitoli  si  conteneva.  Volsero  11  reggimento  vedere  li  detti  capi- 
toli;  et  letti,  trovorono  che  ogni  cosa  se  gli  osservava.  E  vero  che  vi  era  un  capitolo  che 
5  diceva  che  qualunque  volta  occorresse  al  papa  il  venire  a  Bologna,  che  li  Bolognesi  fossero 
tenuti  et  obbligati  di  darli  il  palazzo  delH  signori  a  sua  volontk  et  due  porte  della  cittk. 
Pero  r  imbasciatore  fece  instanza  che  tale  capitolo  fosse  esseguito;  a  cui  fu  dal  reggimento 
risposto,  che  qualunque  volta  sua  SantitJi  venisse  senza  esercito,  che  erano  per  osservarlo. 
Allhora  disse  rarabasciatore  che  il  pontefi'ce  voleva  venire  a  suo   modo,   et  non   a   volontk       />■  jos 

10  loro;  a  cui  il  reggimento  rispose  che  egli  non  vi  pensasse,  et  che  eglino  non  ne  volevano 
far  altro.  L'ambasciatore,  havendo  ragionato  col  reggimento  il  sabbato,  che  fu  a  di  12,  gU 
espose  la  volontk  del  pontefice;  parl5  poi  con  Ginevra  Bentivogli  fuore  della  porta  di  San 
Mamolo  nella  chiesa  della  Nonciata,  che  fu  la  domenica  a  hore  21,  et  il  lunedi  parimente 
hebbe  ragionamento  con  li  confallonieri  et  massari  delle  arti  in  collegio  congregati,  et  mostro 

15  loro  due  brevi*  papali:  uno  deirautorit^  a  lui  dal  pontefice  data,  Taltro  che  esplicava  la  ca- 
gione  perchfe  il  papa  veniva  a  Bologna.  Gli  fu  data  honestissima  risposta  dalli  coUegi,  et 
aperto  1'animo  loro  qual  fosse.  Ora  il  martedi  seguente  egli  and6  ad  alcune  compagiiie,  et 
in  particolare  a  quella  de'  notari  et  stracciaroli,  li  quali  tutti  di  un  volere  per  risposta  il  pre- 
garono  che  volesse  confortare  il  papa,  che  di  presente  non  pigliasse  tanto  scommodo  di  ve- 

20  nire  a  Bologna,  non  essendovi  altro  bisogno  di  sua  Santit^,  sl  per  la  penuria  e  gravezza 
havuta  neiranno  passato,  sl  ancora  per  esser  la  cittk  ottimamente  retta  et  governata  dairil- 
lustrissimo  reggimento,  et  in  speciale  dalla  casa  Bentivogli.  Rispose  Tambasciatore,  che  fa- 
cessero  loro,  ma  che  il  papa  ad  ogni  modo  voleva  venire  a  Bologna:  et  partitosi  alli  16,  men- 
tre  che  fortemente  pioveva,  passo  al  papa  a  Sant'Arcangelo  per  ragguagliarlo. 

25  Havendo  li  Bentivogli  intesa  la  determinazione  del  pontefice,  et  dubitando  non  pOco  di 

qualche  loro  travaglio,  cominciarono  a  far  buona  provisione  per  loro  difensione;  et  fecero 
venire  molte  genti  da  piedi  et  da  cavallo  a  loro  petitione,  et  a  di  20,  la  domenica  mattina, 
il  reggimento  di  Bologna,  insieme  con  la  casa  Bentivogli,  fecero  raunare  a  San  Francesco  il 
quartiero  solo  di  porta  Stieri,  et  di  esso  ne  fu  eletto  capitano  Ermesse  Bentivogli;  et  fece  una 

50  bellissima  mostra.  Erano  nella  prima  squadra  60  stradiotti,  nella  seconda  200  cavalli,  nella  terza 
100  ballestrieri  et  archibugieri  a  cavallo,  nella  quarta  altri  100  ballestrieri  a  cavallo,  nella 
quinta  50  archibugieri  pure  a  cavallo.  Poi  seguivano  20  targonieri  a  piedi  et  50  ballestrieri  a 
piedi;  poi  venivano  50  archibugieri  a  piedi  et  dietro  loro  la  squadra  della  fanteria  con  spiedi, 
partigiane  e  ronche,  che  erano  in  tutto  150.  Poi  venivano  li  lanzaroli  con  li  lanzoni  n.  250 
5  a  5  per  schiera,  et  nel  secondo  colonnello  seguivano  parimente  20  targonieri  a  piedi,  poi  60  bal- 
lestrieri  et  25  archibugieri,  et  poi  60  fanti  con  spiedi,  parteggiane  et  ronche.  Nel  terzo 
colonello  erano  250  lanzaroli  con  li  lanzoni,  25  targonieri,  50  ballestrieri,  60  archibugieri  et 
200  con  spiedi,  parteggiane  et  ronche.  Nel  quarto  colonello  500  lanzaroli  con  lanzoni,  30  tar- 
gonieri,  100  ballestrieri,  75  archibugieri  et  200  fanti  con  spiedi,  parteggiane  et  ronche,  et 
dietro  loro  seguivano  250  lanzaroli  con  lanzoni.  Poi  venivano  con  ordine  lanze  spezzate  250 
con  altrettanti  servitori  a  piedi  et  150  provisionati  con  altrettanti  fanti  a  piedi.  Poi  se- 
guivano  40  contadini  capi  di  famiglia  con  li  4  confalloni  popolari,  et  dietro  loro  Ermesse 
Bentivogli  sopra  un  bellissimo  corsiero,  circondato  da  40  staffieri  con  le  loro  alabarde  in 
mano  et  30  huomini  d'arme.  II  numero  di  tutti  fu  di  4000  persone  et  meglio  di  900  cavalii. 
Alli  18  di  settembre  mandorono  sei  ambasciatori  al  papa  a  Sant'Arcangelo  in  Romagna, 
cio^:  Giovanni  Marsili,  Jeronimo  di  San  Pietro  cavalieri  et  delli  16  per  il  reggimento,  Giovanni 
da  Campeggio  dottore  et  Jacomo  dal  B6  dottore  per  !o  Studio  della  cittk,  Marchione  Man- 
gioli  et  Polo  Zambeccari  per  il  comune  et  popolo  di  Bologna,  et  erano  in  tutti  cavalli  50. 
Et  essendo  li  detti  ambasciatori  la  sera  alloggiati  presso  Cesena,  che  fu  alli  30  di  settembre, 
giunse  quivi  avviso  mandato  da  Giovanni  Bentivogli,  che  da  parte  8ua  gli   ammonl  a  dover 


346  HISTORIA  DI  BOIX)GNA  ^A.  isoo) 


^- 194  fuggire  Bu  quello  d!  Venetia,  percfochi  era  stato  morto  Bemardlno  gi&  di*  Giovanni  di  Testa 
Gozzadini,  chiamato  Bemardino  Roaso,  il  quale  non  era  molto  amato  dal  popolo  di  Bologna^ 
anzi  molto  odiato;  et  la  sua  morte  fu  che  il  detto  Bernardino  Robso  si  voleva  partire  di 
naacoeto  di  Bologna;  il  che  da  Giovanni  presentito  gli  fece  intendere  che  non  dovesse  par- 
tirsi;  et  frattanto  Giovanni  et  Ermesse  il  figliuolo  il  facevano  osservare  con  secreto  intendi- 
meiito.  Ma  Bemardino,  disposto  per  fuggire,  ne  mont6  a  cavallo,  credendo  non  esser  osservato; 
et  volendo  inviarsi  verso  la  porta  della  cittk,  se  gli  lev6  dietro  un  grandissimo  romore,  fug- 
gendo  egli  verso  la  porta  di  strJi  Santo  Stefano ;  et  il  capitano  udendo  le  grida,  et  immagi- 
natosi  quello  era,  subito  8err6  il  rastello  et  gli  lev6  la  speranza  di  poter  uscire;  di  chc 
accortosi  Bernardino,  volt6  il  cavallo  dietro  le  mura  per  fuggirsi  alle  suore  di  San  Pietro  10 
Martire,  dove  egli  haveva  alcune  sue  figliole  suore  in  detto  monastero,  forse  sperando  quivi 
salvarsi;  ma  non  sl  tosto  si  avvicin6  alle  dette  suore,  che  egli  fu  morto.  II  che  spiacque  oltre 
modo  a  Giovanni  Bentivoglio  et  a  tutto  il  popolo.  Haveva  Bemardino  un  suo  figliolo  in 
Roma,  che  era  datario  del  papa,  et  era  dal  pontefice  et  da  tutta  la  corte  romana  molto  amato; 
et  perch6  Giovanni  non  voleva  che  questa  cattiva  nuova  sl  tosto  giungesse  alle  orecchie  del  15 
figliuolo,  fece  che  le  porte  della  cittk  stessero  3  dl  continui  serrate,  perchfe  temeva  che  11 
pontefice  facesse  qualche  dispiacere  alli  ambasciatori  suddetti ;  a'  quali  frattanto,  come  k  detto, 
diede  avviso  si  salvassero  sopra  il  territorio  venetiano,  siccome  fecero.  Perciochfe,  inteso  il 
caso  di  Bernardino,  circa  un'hora  e  mezza  di  notte  passarono  a  Cervia,  et  poi  mandorono  al 
papa  per  ottenere  il  salvocondotto  di  poterli  parlare ;  et  il  papa  gli  fece  intendere  che  libe-  2( 
ramente  andassero,  ma  non  disse  il  termine.  Andarono  gli  ambasciatori,  et  giunti  al  ponte- 
fice,  gli  fecero  intendere  che  piu  non  si  partissero  da  lui  senza  espressa  sua  licenza,  et  sotto 
la  p>ena  della  sua  disgrazia.  Vedendo  questo,  gli  ambasciatori  mandorono  a  Bologna  tutta  la 
loro  famiglia  che  havevano  seco,  eccetto  un  servitore  per  ciascuno. 

Ora  il  papa,  che  pure  teneva  in  animo  di  voler  Bologna  libera  per  la  Chiesa  romana  et  3! 
che  Giovanni  Bentivogli  ne  uscisse  fuore,  non  mancava  di  porre  a  ordine  ogni  cosa  necessa- 
ria  per  incarnare  questo  suo  disegno ;  laonde  havendo  egli  f atto  suo  capitano  generale  il  mar- 
chese  di  Mantova,  gl'  impose  che  ne  andasse  a*  danni  di*  Bologna.     II  quale  venuto  a  Imola 
con  le  sue  genti  d'arme,  che  fu  alli  12  di  ottobbre,  pas86  sopra  il  castello  di  Medicina,  poi  a 
Castel  Guelfo  et  a  Castel  San  Pietro,  et  ogni  cosa  prese  con  gran  presaglia  di  bestiame ;  et  3^ 
Taltro  giorao  and6  a  Budrio,  credendo  di  haverlo;  ma  gli  venne  fallito  il  disegno,  perchfe  li 
fu  mostrata  la  fronte,  sendo  il  castello  ben  fomito  di  vettovaglia  et  di  gente  et  di  artegliaria, 
et  restarono  prigioni  circa  25  cavalli ;  et  de'  nostri  parimenti  ne  restarono  dagli  nemici  presi. 
Ora  ritrovandosi  il  marchese  di  Mantova  essere  strettissimo  parente  di  Giovanni  Benti- 
vogli,  perciochfe  il  signor  Giovanni  suo  fratello  haveva  per  moglie  una  figliuola  del  detto  Gio-  35 
vaiini  Bentivogli,  gli  fece  secretamente  intendere  che  disponesse  le   cose  sue  et  salvasse   la 
robba  et  il  suo  tesoro,  percioch6  non  li  restava  alcuna  speranza  di  potersi  salvare  signor  di 
Bologna,  et  che  ad  ogni  patto  e  modo  era  per  esseme  levato,  et  che  gli  doleva  della  sua  mala 
fortuna,  ma  che  cosl  piaceva  al  pontefice ;  et  che  lui,  sendo  capitano  di  santa  Chiesa,  era  te- 
nuto  a  far  il  debito  suo  fedelmente,  et  che  questo  era  quanto  aiuto  che  per  ora  gli  poteva  40 
dare.     Parimente  alli  24  d'ottobbre  venne  in  Bologna  un  araldo  del  re  di  Francia  ad  esortare 
il  reggimento  a  voler  esser  d'accordo  col  pontefice,  et  in  particolar  Giovanni  Bentivogli,  no- 
tificandoli  esser  forzata  la  maestk  regia  di  favorire  sua  Santitk  ad  ogni  suo  potere.  | 

>.  j«  Questa  venuta  fu  istimata  finta  et  artificiosa,  et  che  ci6  si  faces8e'per  cavar  danari  di   j 

Bologna  et  dal  papa,  secondo  Tuso  francese.  4» 

Madonna  Ginevra  moglie  di  Giovanni  Bentivogli,  intesa  la  cattiva  novella,  tutta  addolo- 
rata  cominci6  a  radunare  le  sue  robbe  et  mandarle  fuori  della  citt^  sopra  le  carra;  et  con    ^ 
muli  mand6  via  tutto  il  suo  tesoro  et  tapezzaria  et  altre  cose  importanti :  poi  mand6  via  se- 
cretamente  tutti  li  figlioli  di  Annibale  et  di  Alessandro.    Tutto  questo  salvamento  fu  fatto  di 
potte,  acciochfe  li  clttadini  non  si  accorgessero  della  loro  fuga  et  perchfe  il  popolo  non  si 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  347 

desse  alla  Chiesa;  ch^  avvedendosi  dello  sgombrare,  non  havrebbono  aspettato  che  li  Francesi 
havessero  poste  le  bombarde  alle  mura  della  cittk.  Non  cessava  pero  Giovanni  Bentivogli, 
per  meglio  coprire  il  fatto,  di  fare  buone  provisioni  a  difesa  della  cittk,  et  percib  mand5  a 
Castel  Franco  assai  monitioni,  et  fece  abbassare  la  torre  della  rocca  per  rispetto  che  Tar- 
5  tegliaria  non  la  offendesse,  et  fece  fare  un  forte  bastione  presso  la  porta  che  guarda  verso 
Bologna,  et  fortific6  ogni  passo. 

Trattanto  si  ragionava  d'accordo,  et  nel  popolo  assai  cose  si  dicevano,  di  che  nulla  era 
di  vero.  Et  il  vicer^,  che  stava  a  Milano  a  nome  del  re  di  Francia,  mise  a  ordine  500  lanze 
et  3000  pedoni  a  favore  del  papa,  et  pian  piano  gli  cominci6  ad  inviare  con  Tartegliaria  verso 

10  Bologna.  Et  il  duca  di  Ferrara  fece  fabbricare  de'  ponti  sopra  il  fiume  Scoltenna,  acciocch^ 
li  Francesi  potessero  agiatamente  passare,  et  mand6  un  bando  che  tutte  le  sue  terre,  pena 
della  vita  et  della  perdita  di  tutti  i  suoi  beni,  a  chiunque  pigliasse  arme  per  dar  aiuto  a'  Bo- 
lognesi;  et  li  Fiorentini  parimente  diedero  al  papa  100  huomini  d'arme. 

Intendendo  tutte  queste  cose,  Giovanni  Bentivogli  mand6  alla  signoria  di   Venetia   per 

15  ottenere  da  lei  qualche  soccorso,  ma  non  volsero  fare  cosa  alcuna  per  non  dispiacere  al 
pontefice.  Vero  h  che  egli  hebbe  da'  Pisani,  da'  Pistoresi  et  da  certi  altri  alcun  poco  nu- 
mero  di  fanti,  li  quali  erano  niente  contro  tanti  potenti  nemici ;  n^  Giovanni  Bentivogli  con 
queste  poche  genti  poteva  in  alcun  modo  riparare  a'  suoi  soprastanti  danni.  Ma  di  piu,  sendo 
il  pontefice  ad  Imola,  mand6  pubblica  scommunica  et  interdetto  a  tutte  le  chiese  di  Bologna, 

20  talchfe  non  vi  era  alcun  luogo  dove  si  potesse  celebrare  la  messa,  nh  divini  offici,  nemmeno 
sepellire  morti  in  luogo  sacro;  parimenti  scommunic6  i  frati  et  preti,  che  si  dovessero  partire 
di  Bologna,  eccetto  che  tre  o  quattro  frati  per  monastero  per  guardia  de'  loro  luoghi,  et  alli 
preti  di  perdere  li  loro  benefici,  che  dovessero  presentarsi  a  sua  Santitk;  li  quali  volendo  ubbi- 
dire,  et  sendo  per  volere  uscire  della  citt^,  gli  fu  vietato  il  passare,  et  cosi  si  restorono  sospesi. 

25  A  di  16  d'ottobbre  adunque  si  cominciarono   a  chiudere   le  chiese,  s:  tralasci6  di  cele- 

brare  et  dire  li  divini  offici,  et  a  dl  17  il  vicer^  di  Francia  e  di  Milano  mand6  a  Castel 
Franco  ad  awisare  il  castellano  che  si  arrendesse,  se  no,  che  egli  li  ponerebbe  rartegliaria 
et  il  campo  intomo.  II  che  intendendo,  il  reggimento  di  Bologna  tosto  mand6  a  dire  al 
commissario  del  detto  castello  che  si  arrendesse;  il  quale  cosl  fece,  salvo  Thavere  et  le  per- 
sone;  ma  ottenuto  il  castello,  gli  posero  taglia  di  400  ducati,  altrimente  il  volevano  dare 
a  sacco. 

Intanto  gionsero  novelle  di  verso  Romagna  come  Frasseneda  et  Monte  Calderara  erano 
stati  presi,  et  che  la  gente  del  papa  haveva  menato  via  il  loro  bestiame. 

A  dl  25  fu  preso  Carlo  di  Ghinolfo  Bianchi,  il  quale  era  commissario  in  Frasseneta,  et 

35  poi  bandito  con  molti  altri  ribelli. 

Di  piu  Ippolita  consorte  di  Alessandro  Bentivogli  si  trasferi  in  Lombardia,  in  le  sue  ca- 
stella  con  li  suoi  figlioli  et  con  molte  altre  facoltk.  Quelli  del  piano  di  gik  havevano  con- 
dotti  li  loro  bestiami  alla  montagna  per  esser  piii  sicuri.  Parimente  li  Fiorentini,  li  Ferraresi 
et  li  Modonesi  alle  confine  predarono  assai  bestiame  del  Bolognese,  ecoprendosi  aspri  et  in- 

40  gordi  nemici. 

Vedendo  il  reggimento  che  le  co'8e  loro   andavano  male,  si   deliberarono  di  fabbricare       p.  j^a 
un  forte  bastione  dentro  la  cittk  presso  la  porta  di  strh   Santo  Stefano,  che  caminasse  sino 
alla  porta  di  strk  Maggiore;  et  alli  26  parimente  se  ne  cominci6  a  fabbricare  un'altro  neirhorto 
di  Santa  Agnese  et  neirhorto  della  Madonna  delle  Gratie. 

45  Alli  28  poscia  Giovanni  Bentivogli  et   li  suoi  figlioli   fecero   la   mostra   delle   sue  genti 

che  salivano  al  numero  di  4000  o  5000  persone  da  piedi  et  da  cavallo  a  Santa  Maria  sul  mer- 
cato,  dove  erano  tutti  li  16.  Et  poste  in  ordinanza,  Giovanni  chiam6  a  s^  Annibale  suo  primo- 
genito,  et  gli  diede  il  bastone  et  fecelo  capitano  di  tutte  quelle  genti,  et  poi  lo  baci6  insieme 
con  graltri  suoi  figliuoli,  facendo  il  simile  a  tutti  li  capi  di  squadra  in  segno  di  fedeltk  per- 

50  petua,  con  pregarli  dovessero  esser  valorosi  et  fedeli,  et  che   prima  volessero  morire,  che 


34 S  HlSTORlA  f)I  BOLOGNA  [A.  isoei 


abbandonarc  la  citth  et  perdere  la  Hbertfe  di  ^lma..  Erano  querte  parole  di  Giovanni  tutte 
simulationi,  perciochfe  bene  vedeva  egli  che  bisognava  ne  uscisse,  et  per6  haveva  Bgombrato 
tutte  le  rObbe  sue. 

Ora,  ordinate  le  squadre,  et  fatto  di  sfe  moBtra  alla  piazza  et  per  tutta  la  terra,  la  sera 
medesima  venne  in  Rologna  uno  amhasciatore  del  papa  accompagnato  da  Alessandro  ot  da  5 
Ermesse  Bentivogli  per  intendere  dal  reggimento  quale  fosse  la  sua  volontk  ed  ullima  risolu- 
tione;  et  entrando  egli  in  palazzo  fu  pazzamente  gridato:  "  Sega,  sega,  guerra,  guerra,. 
Per  lo  che  alli  29,  in  giovedi,  il  reggimento  si  raccolse  in  palazzo,  la  mattina,  dove  stettero 
a  ragionamento  stretto  insieme  infino  al!'ora  di  desinare.  II  dopo  deainare  poi  il  reggi- 
mento  di  nuovo  si  coiigreg6,  dove  anche  fu  Giovanni  Bentivogli  con  il  commissario  et  dopo  10 
longo  ragionamento  che  dur6  fino  alle  2  hore  di  notte,  si  fecero  li  capitoli.  Con  li  quali  par- 
titosi  il  detto  ambasciatore,  pa986  al  pontefice  per  farli  segnare;  il  quale,  letti  che  gli  hebbe, 
subito  gli  fltracci6,  et  di  subito  rafferm6  li  patli  gik  praticati  con  li  Francesi,  li  quali  si  ob- 
bligorono  darle  in  termine  di  tre  giorni  la  cittk:  nel  qual  tempo  Giovanni  BentivogH  anche 
egli  stabil)  et  ferm6  li  suoi  capitoli  con  li  detti  FranceBi.  15 

A  di  30  vennero  ancora  nuove  in  Bologna  come  Varignana  si  era  arresa,  salvo  1'havere 
et  le  persone,  benchfe  prima  si  rendesse  le  fosse  stato  dato  di  molti  assalti  et  si  fosse  difesa 
valorosamente,  senza  poter  haver  soccorso  da'  Bolognesi. 

Li  Francesi  che  erano  a  Castel  Franco  frattanto  cominciorono  ad  accostarsi  a  Bologna, 
et  a  di  31  alcuni  di  loro  si  mostrarono  di  qua  djil  ponte  di  Reno  quasi  come  sicuri,  poichfe  20 
le  case  tutte  fuori  della  porta  di  San  Felice  erano  dishabitate :  et  li  Bentivogli  mostrando  di        J 
volersi  opporre,   fecero  chiudere  di  terra  la  porta  di  San  Felice  et   quella  delle  Lame.     In 
questo  dl  si  cominci6  a  fare  un  bastione  fra  la  porta  di  San  Felice  et  quella  di  SaragOzza 
et  in  altri  luoghi  con  non  poco  pregiudicio  di  molte  persone  sul  Bolognese. 

A  di  primo  di  novembre,  in  domenica,  vennero  sul  Bolognese  le  genti  che  erailo  a  Bu-  25 
drio,  perchfe  si  era  arreso  il  castello  al  marchese  di  Mantova,  di  commissione  di  Giovanni 
Bentivogli,  il  qual  castello  sempre  valorosamente  si  era  difeso ;  et  cominciorono  a  fare  correrie 
insino  al  fiume  Idice,  per  il  che  la  cittk  si  mise  in  arme,  et  alle  volte  Annibale,  Alessandro  et 
Ermesse  uscivano  dalla  cittJi  fuori  della  porta  di  Strk  Maggiore,  ma  non  mai  passavano  il  ponte 
Maggiore.  30 

La  notte  seguente,  a  hore  otto,  venendo  il  lunedi,  che  fu  il  giorno  solenne  de'  morti, 
Giovanni  Bentivogli  si  partl  di  Bologna  con  tutti  li  suoi  figlioli  legitimi  et  bastardi,  cio^ 
Annibale  d'anni  38  con  4  figlioli  maschi,  ciofe:  Costanzo,  Alfonso,  Comelio  e  Ferrando,  et 
con  5  figliole  femine,  cio^:  Ginevra,  Beatrice,  Camilla,  Tsabella  et  Leonora;  Antonio  Galeazzo 
protonotario  con  2  figlioli  naturali,  Panfilo  e  Sforzino;  Alesandro  d'anni  28,  giovine  bello  35 
quanto  si  trovasse  in  tutta  Italia,  et  anche  ornato  di  somma  bontJi,  con  li  figlioli  Sforza, 
A  J07  Ginevra  e  Bianca  parimente  belHssime  figlio'le;  Ermesse  d'anni  24  gio^nne  pallido,  malen- 
conico,  di  coatumi  spietati  et  crudi  et  iniqui  senza  alcun  rispetto,  crudele  assai  con  una 
figliola  detta  Costanza.  Uscirono  anche  questi  figlioli  naturali  di  Giovanni,  cio6 :  Ascanio  co- 
mendatario  di  Santa  Maria  Maggiore,  Antonio,  Leone,  Ottaviano,  Carlo,  Rinaldo  et  Sigi-  40 
smondo.  Et  con  esso  lui  andarono  parimente  molti  suoi  intrinseci  amici  famosi  di  ricchezze 
et  di  prodezze,  cio^:  Alessandro  de'  Pii  nipote  di  Giovanni,  il  conte  Giiido  Rangone  da  Mo- 
dona,  Angelo  di  Ghinolfo  Bianchi,  Lorenzo  Pennacchio  prete  canonico,  Costanzo  de'  Pii  nipote 
del  signor  Giovanni,  Alessandro  Pennacchio  il  fratello,  Ercolesse  Antonio  da  San  Piero,  Bo- 
naparte  Ghisilieri,  Ippolito  Bargellini  canonico  di  San  Piero,  Camillo  Manfredi  canonico  di  45 
San  Petronio,  Ortensio  Manfredi  prete,  Francesco  di  Annibale  Manfredi,  Pasotto  Fantucci, 
Petronio  Balattino,  Filippo  cancelliere  di  Giovanni  Bentivogli,  Camillo  il  figliolo,  Antonio 
Paganelli,  Valdesserra  Paganelli  il  figliolo,  Ercole  dalla  Nave,  Antonio  Castellano,  NicoI6 
dalla  Fondazza,  Giovanni  Antonio  da  Forll  bargello,  Domenico  Fabrucci,  Petronio  da  Scanello, 
Francesco  dal  Dottore,  Giovanni  Maria  Chiariti,  Geometro  Macchiavelli,  Andrea  Albanese,  3(t 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  349 

Lodovico  dal  Fieno,  Marsilio  Falzoni,  Alessandro  Ciarpelli,  Ercole  da  San  Piero,  Giovanni 
da  Varignana,  Nicola,  Zuccata  da  Astolfo,  Antonio  Manzini  detto  il  Brusca,  Giochino  maestro 
di  stalla,  Giovanni  Polo,  Romeo  Garzaria,  Carlo  de*  Savi,  Fabio  Bocciii,  Giovanni  Piero,  Do- 
menico  Ranuzzi,  Nicolo  da  Baggiano,  Antonio  di  Viero,  Astorre  Belotto  fratelli  de'  Belotti, 
5  Stefano  Belotto,  Grazia  Razzale,  Giovanni  Guerra,  Lodovico  Ragazza,  Antonio  dalla  Poma, 
Gasparo  Bordochio,  Lodovico  Ranuzzi,  Carlo  di  Ghinolfo  Bianchi,  Jacomo  di  Simone,  Nicolo 
di  Jacomo  di  Simone,  Annibale  Biasio  figli  del  detto  Giacomo,  Chiriaco  Castaldo,  Astorre 
Piasentini,  Tomaso  Malvasia,  il  Manzino  da  Bologna  et  Bastiano  il  fratello,  Antonio  detto 
il  prete  Cignano,  Giovanni  Francesco  Salani,  Giovanni  Matthia  Salano,  Vincenzo  Maiati,  To- 

10  maso  Casteilano,  Salvadore  Salani,  Santo  Barile,  Paolo  Cavarzoni,  Marino  contestabile  del 
palazzo,  Jacomo  dal  Cherico,  Jacomo  Manzino  dalla  Padovana,  Guido  Bergamino,  Ghinolfo 
de'  Bianchi,  Lodovico  Scardova,  Leonardo  Aldrovandi,  Jacomo  Maria  Zambia,  Camillo  Mina- 
rini,  Annibale  di  Lenzo,  Orabone  dalle  Agocchie,  don  Piero  dalle  Agocchie  priore  de'  Santi 
Cosma  et  Damiano  et  molti  altri.  Furono  in  tutto  cavalli   500.     Et  Annibale  et   Ermesse  si 

15  partirono  per  la  porta  di  Strh  Maggiore  et  passarono  a  Ferrara;  et  Giovanni  Bentivogli  con 
tutti  e  suoi  uscirno  per  la  porta  di  San  Maraolo,  et  venne  per  accompagnarli  monsignor 
Alegro  barone  del  re  di  Francia  et  Galeazzo  Visconte  et  Antonio  Maria  Palavicino,  et 
havevano  seco  800  cavalli;  et  cosi  di  compagnia  passarono  per  lo  campo  francese. 

Benigsimo  sapeva  Giovanni   Bentivogli  questa   sua  andata  et  aspettava  il  segno   quando 

J50  partir  si  doveva,  siccome  avvenne,  perciochfe  la  sera  avanti  la  sua  partita  di  Bologna,  a  hore 
tre  di  notte,  li  Francesi  condussero  le  lorp  artegliarie  vicino  il  Ponte  di  Rheno  e  tirarono  da 
sette  o  otto  colpi  di  bombarda;  et  questo  fu  il  segno  che  Giovanni  Bentivogli  si  doveva  porre 
a  ordine  perchfe  detti  Francesi  erano  in  punto  per  venire  a  pigliarlo  et  ad  accompagnarlo. 
Giunto  adunque  Giovanni  nel  campo  francese,  don6  loro  gran  somma  di  danari,  e  d'indi  par- 
tendosi  and6  a  Parma.  Et  quella  medesima  mattina  li  vennero  con  14  bocche  di  artegliaria 
di  qua  dal  ponte  di  Ravone,  et  benchfe  la  derelitta  cittk  di  Bologna  fosse  cosi  abbandonata 
et  senza  capo,  nondimeno  si  arm6  tutto  il  popolo,  et  le  genti  d'arme  vennero  quella  notte  alla 
pisizza  et  la  presero  insieme  col  palazzo,  gridando  "  Chiesa,  Chiesa  „ ;  et  tosto  li  Bolognesi 
mandaroao  le  loro  bombarde  alla  porta  San  Felice  al  contrasto  de'  Francesi  dentro  le  mura 
et  '  bucarono  le  mura  per  meglio  colpire  gli  nemici,  et  cosi  cominciorono  a  rispondere  alli  p.  m 
Francesi. 

Era  in  questo  tempo  in  Bologna  un  giudicioso  et  eccellente  bombardiero  chiamato  Con- 
stantino  da  Cavrara,  bolognese  nominato  per  tutta  Italia  et  partiale  nemico  de'  Francesi:  costui 
adunque,  mentre  pioveva,  cominci6  piu  che  di  prima  a  salutare  gli  nemici,  et  eglino  lui,  nfe 

35  cessarono  per  buona  pezza,  stando  et  quelli  di  dentro  et  quelli  di  fuore  non  senza  gran  paura. 
La  notte  seguente,  cessando  da  amendue  le  parti  li  bombardieri  di  tirare,  li  Francesi  vennero 
sotto  le  mura  et  piantorno  la  loro  artegliaria  di  sopra  la  strada  presso  le  fosse ;  et  gionta  la 
mezzanotte,  cominciorono  a  sparare  molte  bocche  di  fuoco,  pure  piovendo,  et  li  nostri  gli 
rispondevano  benissimo;  ma  dubitando  di  qualche  insidia  et  inganno,  si  fece  dare  alle  cam- 

40  pane  della  cittk.  Laonde  il  popolo  tutto  armato  venne  alla  piazza,  et  presero  il  palazzo  pey 
il  papa.  Haveva  il  governatore  grandissima  paura;  ma  intendendo  poi  che  il  pal^zzo  era  a 
petitione  del  papa,  prese  animo  et  ardire,  laonde  prese  seco  in  compagnia  due  delli  16,  et 
cosl  stava  per  vedere  il  fine  di  tanti  travagli. 

Awenne  che  Carlo  Grati  et  dui  cardinaii,  il  cardinale  Roano   francese  et  il  cardinale 

45  legato  di  Bologna,  entrorono  in  Bologna;  et  congregati  Li  signori  16,  cominciorono  a  trattare 
di  accordo,  ciofe  di  por  deutro  li  Francesi  a  discretione.  Per  il  che  Saliistio  Guidotto  confal- 
loniere  dl  giustitia,  che  haveva  le  chiavi  delle  porte  della  cittk,  risoluto  andava  per  aprire  la 
porta  di  San  Felice  et  dare  Centrata  a'  Francesi,  et  parimenti  quella  di  Saragozza;  se  non 
che,  essaminato  a  un  tratto  il  fatto  dal  popolo,  vidde  che  era  cosa  malamente  fatta,  et  che 

^  non  ri  facilmente  si  doveva  prestar  fede  a'  Francesi.     Andarono  tutti  d'accordo  et  tolsero  per 


350  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoej 


forza  le  chiavi  al  detto  confalontero,  et  furono  per  ucciderlo,  ■«  non  v!  n  Interponevano 
alcuni  de'  principali;  et  per  questo  da  indi  in  poi  le  chiavi  sempre  delle  porte  rimasero 
presso  ii  popolo.  Et  perch^  non  fosse  vietato  al  popolo  il  sonare  la  stremida  ad  ogni  sua 
volont^,  prese  il  possesso  dclla  torre  del  campanazzo  del  podest^  et  vi  pose  buone  guardie, 
et  si  ordinb  a  tutte  le  chiese  che  quando  suonava  il  campanazzo  alfarme,  anche  doveasero  S 
suonar  loro,  altrimente  il  popolo  le  havria  poste  asacco;  et  cosl  osservossL 

Era  tutta  la  terra  in  arme  et  in  sospetto,  et  molto  travagliata  in  ogni  parte,  quando  ecco 
che  a  Bologna  venne  un  bombardiero  novello  chiedendo  soldo,  con  promessa  di  far  gran 
prove  contro  i  Francesi,  fingendo  esser  loro  nemico;  era  per6  da  loro  mandato,  affinchfe  spez- 
zasse  le  bombarde  della  cittk:  gli  fu  prestata  fede,  et  datogli  soldo  et  consignatoli  da  Costan-  lo 
tino  una  grossa  bombarda,  perchfe  potesse  offendere  et  uccidere  gli  nemici,  egli  cominci6  a 
tirare  la  detta  bombarda  con  gran  furore  e  strepito,  sempre  indamo  mandando  la  palla  con- 
tro  gli  nemici;  del  che  accortosi  Constantino,  Tiscusava,  credendo  che  egli  cosi  al  priroo  non 
pigliasse  la  pratica  del  luogo.  Ma  havendo  il  traditore  tirate  come  prima  indamo  molte  palle, 
et  havendo  di  soverchio  caricata  la  bombarda  a  posta,  dandogli  il  fuoco,  et  ella  non  potendo  13 
far  resistenza  airimpeto  del  fuoco,  si  spezzb  in  molti  pezzi.  Costantino,  conosciuta  tosto  la 
frode  usata,  cominci6  a  gridare  che  egli  era  un  traditore,  laonde  dal  f>opolo  fu  tagliato 
a  pezzi. 

Perseverava  pure  la  pioggia,  et  li  Francesi  non  potendo  haver  vettovaglia  per  cagione 
della  pioggia,  n^  fuori,  nfe  dalla  citti,  oltre  modo  adirati,  battevano  con  bombarde  la  citta  20 
per  costringere  il  popolo  ad  introdurli  dentro,  overo  mandarli  del  pane.  Ma  il  popolo  co- 
stantemente  stava  nella  sua  opinione,  curandosi  poco  deirira  degli  nemici.  Nondimeno  Petro- 
nio  Sega,  vedendo  la  loro  insolenza  et  il  male  che  con  le  loro  bombarde  facevano  alla  citt^, 
/.  jw       fece  intendere  alli  capi  del  popolo  che  otturando  Talveo  del  Rheno  alla  grata  o've  entra  nella 

cittJi,  facilmente   ressercito  francese   con  le   artegliarie  restarebbe   dairacque  sommerso,  per  25 
esser  gli  nemici  posti  da  Ravona,  che  h  luogo  basso  a  guisa  di  una  conca. 

Non  sl  tosto  hebbe  dato  il  consiglio  Petronio,  che  accettato  per  buono  dalli  capi  del  po- 
polo,  tutti  concorsero  col  pololo  insieme  al  porre  ad  effetto  Tawiso,  et  con  legni,  sassi  et 
altra  materia  tanto  operarono,  che  la  notte,  senza  che  gli  nemici  accorgere  se  ne  potessero, 
turorono  il  vado  airacqua;  et  ella  di  fuori  uscendo  dal  letto  suo,  di  maniera  accrebbe,  che  30 
sommerse  tutte  le  artegliarie,  le  bagaglie,  trabacche  el  padjglioni,  et  ogni  altra  cosa  era  sotto 
acqua.  Conoscendo  il  popolo,  che  tutti  li  Francesi  erano  sommersi  neiracqua,  la  mattina 
seguente  appresentandosi  parte  di  quei  della  porta  delle  Lame,  che  erano  circa  3000  persone 
armate,  per  uscir  fuore  della  cittk  et  assalir  gli  nemici,  et  cosl  senza  ordine  et  senza  capo 
uscendo  furiosamente,  andavano  per  incontrare  li  FrancesL  II  che  intendendo  gli  nemici,  tutti  35 
armati  salirno  a  cavallo,  et  con  ordine  fermatisi  ad  im  luogo  sicuro,  aspettavano  che  il  popolo 
gli  andasse  ad  incontrare.  Ora  quelli  della  porta  di  San  Mamolo,  intendendo  come  questi  della 
cittk  erano  usciti,  sforzarono  il  capitano  ad  aprirli  la  porta,  volendo  anch^essi  andar  ad  incon- 
trare  gli  nemici.  II  capitano,  che  era  huomo  pratico  et  versato  nella  guerra,  gli  fece  longa  re- 
sistenza,  con  dirli  che  non  volessero  porre  in  pericolo  la  cittk  et  loro  stessi  et  che  dovevano 
ben  considerare,  che  per  la  continua  pioggia  il  fango  era  molto,  et  che  era  contrario  airarmeg- 
giare  de'  pedoni,  perch^  passando  contro  li  Francesi,  che  erano  tutti  a  cavallo,  era  cosa  fa- 
cile  che  vi  restariano  tutti  uccisi,  feriti  et  prigioni.  Ma  tale  era  lo  sdegno  del  popolo  con- 
tro  gli  nemici,  che  non  volsero  ascoltare  le  parole  del  savio  capitano,  ma  uscimo,  contro  il 
consiglio  dato,  da  4000  persone  armate,  imch'e8se  senza  capo  et  8enz'ordine  per  cagione 
del  fango ;  et  awicinandosi  al  canale  di  Rheno,  et  conoscendo  esser  vero  quanto  che  il  ca- 
pitano  gli  haveva  detto,  voltarono  addietro  et  ritoraarono  deutro,  et  il  somigliante  fecero  i 
primi.  Ora  li  Francesi  accortisi  che  li  soldati  bolognesi  ritoraavano  addietro,  cominciarono 
a  seguitarli  di  maniera,  che  ognuno  pose  la  sua  salute  nel  fuggire;  et  nel  vero  poco  manc6 
che  non  fossero  gionti  dagli  nemici,  che  se  ci6  aweniva,  pagavano  il  fio  del  loro  foUe  ar- 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  351 

dire.  Non  pericol6  in  questo  fattp  se  non  Nicol6  de'  Fazi  merzaro  di  anni  60  che,  invilup- 
patosi  in  certe  siepi  per  salvarsi,  fu  dagli  nemici  sopragionto  et  ucciso. 

Ritornati  adunque  nella  cittk,  ciascuno  con  diligenza  et  cura  attendeva  alla  salute  pro- 
pria  et  al  salvare  la  loro  patria,  nh  si  mancava  di  far  provisione,  dove  il  bisogno  il  ricercava, 
5  et  fecero  arrestar  tutte  le  strade  della  citt^. 

In  questo  tempo  rovin6  la  met^  della  torre  della  porta  di  San  Felice  per  cagione  delle 

molte  percosse  datele  dalla  artegliaria   nemica,   et   come  volle   Iddio  non  fece  mal  veruno. 

Era,  come  e  detto,  l'artegliaria  de'  Francesi  sommersa  neiracque,  n^  pifi  potevano  con 

essa  infestare  la  cittk,  sendo  loro  dalla  nostra  travagliata;  et  vedendo  di  non  poterla  estraer 

10  fuora,  chiesero  tregua  alla  cittk  insino  al  seguente  giorno,  la  quale  gli  fu  concessa  a'  prieghi 
di  Carlo  Ingrati  et  delli  due  cardinali  sopradetti.  Chi  ben  considera  questo  fatto,  6  forzato 
a  confessare  che  fosse  miracolo  di  Dio,  che  con  tante  palle  di  bombarda,  che  nella  citti 
tirarono  i  nemici,  non  offendessero  alcuno,  eccetto  Giovanni  Battista  dalla  Calcina;  ma  dalle 
bombarde  della  citta  furono  uccisi  de'  nemici  da  400. 

15  Fatta  la  tregua,  come  ^  detto,  il   vicerfe  di  Francia  mand6  un  nuntio  al   papa   che   era 

in  Imola,  facendoli  intendere  le  difBcoItk  nelle  quali  egli  si  trovava  insieme  col  suo  esser- 
cito,  et  che  erali  awenuto  il  tutto  per  esser  venuto  al  servitio  di  sua  Santitk,  et  che  temeva 
di  peggio,  s'egli  non  vi  rimediava,  havendo  conosciuto  I'animo  invincibile  et  le  forze  del 
po'polo  di  Bologna;  et  che  quando  gli  pericolasse  questo  essercito,  dovea  pensare  che  il  re     f.  4*0 

20  ne  pigliarebbe  grandissimo  dispiacere  et  sdegno  non  poco;  per  lo  che  pregava  sua  Beatitudine 
volesse  bene  awertire  a  tutto  quello  che  awenir  poteva,  che  non  fossero  miserabilmente 
uccisi  dal  popolo  bolognese,  o  che  pericolassero  per  la  gran  fame  che  pativano. 

II  pontefice,  havendo  inteso  il  tutto,  subito  vi  mand6  il  marchese  di  Mantova,  acciochfe 
vedesse  di  tirare  le  cose  a  buona  pace,  et  che  il  campo  francese  si  partisse.     II  quale  gionto 

25  a  Bologna  con  200  cavalli  alle  due  hore  di  notte,  et  fatto  congregare  li  capi  del  popolo,  gli 
preg6  di  esser  contenti  di  mandare  vettovaglia  alli  Francesi,  che  li  prometteva  che  tosto  si 
partirebbono  d'intorno  alla  cittk  et  suo  contado.     Si  cominci6  per  questo  ad  havere  qualche 
speranza  che  gli  nemici  si  dovessero  partire,  nondimeno  si  facevano  per  tutto  buone  guardie. 
Standosi  la  cittk  involta  in  questi  travagli,  11  capi  del  popolo,  circa  le  8  hore,  fecero  dare 

30  alla  campana  della  cittk,  et  dietro  questa  tutte  quelle  delle  altre  chiese,  accioch6  il  popolo 
stesse  in  arme  et  svegliato,  che  non  fosse  fatto  qualche  tradimento  d'introdurre  in  Bologna 

Kgli  nemici ;  li  quali  altro  non  tentavano,  n6  per  altro  operavano  ogni  loro  ingegno,  benchfe  il 
tutto  fosse  in  danno.  Percioch6  li  Bolognesi  di  loro  poco  temevano,  anzi  tale  era  lo  spavento 
che  teneva  oppresso  i  cuori  de'  nemici,  che  quasi  del  continuo  stavano  armati  a  cavallo  et  a  or- 
35  dine,  come  se  in  ogni  punto  havessero  havuto  a  combattere,  perch6  temevano  che  i  Bolognesi 
con  qualche  loro  furia  et  impeto  non  11  havessero  sopragionti.  Gli^  vero  che  il  popolo  poco 
o  niente  si  fidava  delli  due  cardinali,  nfe  meno  del  marchese  di  Mantova.  Stette  il  campo 
nemico  senza  pane,  vino  et  carne  due  giorni,  ne'  quali  si  cib6  di  rape,  di  radici  d'herbe  et 
di  alcune  crescente  di  semola,  e  purchfe  anche  ne  havessero  havuto  a  suflicienza,  per  cavarsi 
40  la  fame.  Giunta  la  mattina  del  quarto  giorno  di  novembre,  il  legato  fece  celebrare  la  messa 
dentro  11  palazzo,  et  Iicenti6  tutto  11  clero,  che  parimenti  potesse  celebrare  et  ufiiciare  le 
loro  chiese  solennemente;  et  finita  la  messa,  il  legato,  insieme  col  cardinale  Narbona  et  col  mar- 
chese  di  Mantova  et  il  senato,  fecer  consiglio  di  volere  mandare  vettovaglia  al  campo  fran- 
cese.  II  che  dal  popolo  inteso,  cominciarono  a  gridare:  "  Popolo,  popoIo„,  et  innalzando  sopra 
15  le  loro  haste  alcuni  grembiali,  fecere  dar  segno  airarme  con  la  campana,  et  correndo  in  fretta 
11  popolo  tutto  armato  alla  piazza,  volevano  far  impeto. 

Di  che  accortosi  il  legato  et  gli  altri  del  consiglio,  promisero  al  popolo  di  non  mandarli 
cosa  al  mondo  che  fosse.     Allhora  il  popolo,  per  havere   qualche   capo  per   potersi  sicura- 
mente  governare  insino  alla  venuta  del  pontefice,  concordi  tutti  insieme  crearono  20  huomini, 
50  dando  loro  ogni  autoritk  sopra  la  cittk,  ciofe  di  mantenere  la  cittk  per  il  popolo.    Diedero  loro 


352  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A,  i50«i 


le  chiavt  delle  porte;  era  loro  ufficto  di  owiare  e  contrattare  con  qualunque  peraona,  o  fosee 
cardinale,  o  marchese,  o  signore,  o  delli  sedici,  che  volessero  acconsentire  che  li  Francesi 
entrassero  neila  cittli;  et  quando  fossero  forzati,  di  far  suonare  il  campanazzo  all'armif  acciochi 
11  popolo  sl  potesse  armare  el  porre  a  ordine.  Li  20  eletti  adunque  furono  questi:  Porta 
Stiera:  Vincentio  dairOccha  o  sia  de'  Salvioli  dottore,  Andrea  dal  Giglio,  Gironimo  Deaideri, 
Jacorao  di  Ronano  dairOglio,  Matteo  Marescalchi.  Porta  San  Piero:  Melchiore  Zanetti  pro- 
curatore,  Nicol6  Dulcini,  Ercole  Maranino,  Franceeco  dl  Bartolomeo  di  Boccadiferro,  Jacomo 
Buoncompagni.  Porta  Procula:  Antonio  Maria  Lignani,  Alberto  Carbonesi,  Francesco  de' 
Conti  notaro,  Giorgio  Guastavillanni,  Lorenzo  Ottofredi.  Porta  Ravignana:  Jacomo  liudriolo 
procuratore,  Tomaso  di  Bartolomeo  de'  Cospi,  Nicol6  Lupari,  Antonio  Ghiselli,  Jacomo  dal  U 
t.  4"<  Gesso.    Sopranu'merari :  il  conle  Alessandro  Pepoli,  Nicol6  Poltroni,  Cambio  Gombrudi,  Nicol6 

Raigosa  detto  dall'01io,  Cesare  dalla  Fava.  Tutti  questi  eletti  per  capi  dal  popolo  furono  con- 
dotti  al  palagio,  et  imposero  al  senato  de'  sedeci,  che  consigoassero  loro  tutte  le  cose  attinenti 
al  senato,  et  che  gli  dessero  il  luogo  et  andassero  essi  a  fare  li  fatti  suoL  Furono  ricevuti 
dalli  16,  et  dimorando  piii  che  non  pareva  conveniente  al  popolo  di  dimostrarsi  come  erano  II 
entrati  nel  senato,  adirato  il  popolo  sall  al  luogo  ove  erano  li  nuovi  capi  eletti  da  loro  con 
il  senato  vecchio,  et  poco  vi  manc6  che  il  senato  vecchio  non  fosse  dalle  iinestre  gittato 
in  piazza,  parendo  che  esso  sprezzasse  11  novellamente  eletti  da  loro;  et  nel  vero  il  fatto  si 
eseguiva,  ma  interponendovisi  il  nuovo  magistrato,  et  iscusando  il  vecchio,  placorono  con  dolci 
et  amicabili  parole  il  popolo;  et  cosl  rest6  il  senato  nuovo  nel  palazzo  et  il  vecchio  and6 
alle  case  sue. 

Fatto  ci6,  il  popolo  cominci6  a  gridare:  "Chiesa,  chiesa,  popolo,  popolo„,  e  fu  allhora  con- 
signata  la  porta  del  palazzo  a  Filippo  Rustigani,  a  Giovanni  Galeazzo  Galluzzi  et  ad  Er- 
cole  Bugatto  con  100  compagni  della  Mascarella,  tutti  huomini  coraggiosi  et  bene  a  ordine. 

Vedendo  gli  due  cardinali  et  il  marchese  di  Mantova  lo  sdegno  del  popolo  contro  li  Fran- 
'  cesi  et  la  ostinazione  che  non  voleva  concederli  vettovaglia,  per  ischivare  ogni  pericolo,  uaci- 
rono  tutti  tre  della  cittk  con  alquanti  cittadini,  et  passarono  al  campo  de'  Francesi;  et  fatta 
scielta  di  quei  primi  capi  del  campo,  gli  condussero  seco  alla  cittk,  dove  refocilati  et  con 
amore  trattati,  sopragiongendo  la  sera,  gli  accompagnarono  fuori,  temendo  che  il  popolo  non 
gli  facesse  qualche  dispiacere.  La  mattina  seguente  poi,  il  cardinale  legato  et  il  cardinale 
Roano,  col  marchese  et  il  senato  eletto  dal  popolo,  radunati  insieme,  si  hebbe  longo  ragiona- 
mento  sopra  li  detti  Francesi;  et  ciascuno  con  maturo  consiglio  discorrendo,  disse  il  suo  pa- 
rere;  ma  fra  gli  altri  il  marchese,  il  quale  giudic6  che  sarebbe  stata  cosa  buona  alla  cittll, 
per  molti  rispetti,  che  si  dovesse  trattare  con  li  Francesi,  che  se  ne  ritomassero  in  Lombar- 
dia;  et  che  quando  se  gli  concedesse  vettovaglia,  et  di  cavare  fuore  del  fango  le  loro  ar-  3§' 
tegliarie,  et  che  a  lui  dava  Tanimo  di  farli  partire  et  farli  pigliare  il  viaggio  verso  Milano. 
Piacque  assai  il  consiglio  del  marchese,  et  dalla  maggiore  et  piii  matura  parte  fu  conchiuso 
che  il  marchese  trattasse  questa  partita  degli  nemici  con  essi  loro,  et  che  loro  si  daria  vet- 
tovaglia,  passato  che  havessero  il  Ponte  di  Rheno,  et  non  altrimenti. 

Pass6  adunque  il  marchese  airesercito  francese,  et  tirato  da  parte  tutti  li  capi  princi-  40 
pali,  et  esposto  loro  il  tutto,  fu  volontieri  ascoltato,  et  il  ringratiarono  molto  di  sl  amorevole 
officio  che  faceva,  parendo  parimente  ad  essi  che  fosse  cosa  buona  et  utile  a  tutti  loro  di 
doversi  partire,  poichfe  temevano  quivi  morirsi  di  fame  e  di  disagio  o  di  essere  miserabil- 
mente  uccisi.  Concliiuso  il  tutto  et  ritomato  il  marchese  nella  cittk,  il  senato  fece  porre 
a  ordine  la  vettovaglia  necessaria  per  quella  sera,  et  frattanto  li  Francesi  cominciarono  ad  45 
estrahere  Tartegliaria  fuore  deiracqua  et  del  fango  con  quella  maggior  sollecitudine  che  po- 
tessero  usare,  perchfe  desideravano  andare  in  luogo  ove  potessero  havere  da  vivere  e  da  ri- 
posarsi  alquanto.  Estratta  rartegliaria  con  grandissima  fatica  e  travaglio,  Tesercito  pa8s6  il 
Ponte  di  Rheno,  et  quivi  fermatosi,  hebbe  la  promessa  vettovaglia  da'  Bolognesi,  et  la  notte 
dubitando  non  esser  sopragionti  dalle  genti  della  citt^  fabricorono  per  loro  sicurezza  un  ba-  50 


[A.  1306]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  353 


stione.  II  che  intendendo  il  popolo,  et  dubitando  di  qualche  inganno,  cominci6  a  dolersi  del 
marchese,  che  havesse  persuaso  il  senato  a  darli  vettovaglia,  perchfe  isfamati  che  fossero, 
erano  per  ritornare  a  dietro  contro  la  cittk;  et  che  il  segno  il  dimostrava  chiaro,  poich^  di 
gik  si  sono  di  Ik  dal '  ponte  f ortificati,  et  che  questa  non  era  la  via  (siccome  egli  haveva  pro-  />.  *o» 
messo)  di  farli  ritomare  in  Lombardia,  et  che  se  altrimenti  la  cosa  andava,  si  dimostrava 
alla  cittk  nemico  et  traditore.  Udendo  il  marchese  il  lamento  del  popolo,  gli  fece  intendere 
che  stessero  di  buon  animo  et  che  il  giomo  seguente,  secondo  la  sua  promessa,  si  partireb- 
bono,  et  che  quando  ci6  non  fosse,  dava  se  stesso  nelle  mani  del  popolo  con  libera  facoltk 
che  essi  della  sua  persona  f acessero  quello  che  piii  gli  piacesse ;  et  che  se  bene  si  erano  f or- 
0  tificati,  non  era  perchfe  essi  havessero  disegno  sinistro  alcuno,  ma  che  ci6  era  per  il  timore 
che  del  popolo  di  Bologna  havevano,  et  anco  perche  sendo  essi  et  li  loro  cavalli  mezzi  morti, 
et  malamente  dalla  fame  trattati,  si  erano  cosl  assicurati  per  recrearsi  fra  tanti  stenti,  et  che 
gli  dava  la  sua  fede,  che  non  per  altra  cagione  havevano  fabbricato  tal  bastione,  et  che  per 
amoT  8U0  pregava  che  gli  dessero  la  promessa  vettovaglia  per  quel  giorno.  Placato  alquanto 
il  popolo  per  le  parole  del  marchese,  n  content6  se  gli  mandasse  nuova  vettovaglia. 

Giunto  adunque  il  seguente  giomo,  li  Francesi  posti  in  ordinanza  andarono  ad  Anzola, 
et  Taltro  giorno  a  Castel  Franco,  dove  fecero  preda  et  danni  grandi  in  vendetta  del  male 
ricevuto  da'  Bolognesi,  poi  il  terzo  di  uscirono  del  territorio  bolognese. 

Ora  intendendo  11  pontefice  la  elettione  nuova  del  senato  fatta  dal  popolo  di  Bologna,  et 
piacendoli  che  si  fosse  dimostrato  ardito  et  forte  contro  li  Francesi,  et  che  la  cittk  havesse 
gridato:  "  Chiesa,  Chiesa  „,  fece  intendere  al  nuovo  senato,  che  li  sarebbe  cosa  grata,  che  al- 
cuno  di  loro  passassero  a  lui,  perch^  desiderava  di  ragionar  con  essi  loro  di  alcune  cose 
importanti,  et  anche  trattare  di  quanto  si  doveva  fare  per  la  sua  venuta  a  Bologna.  Per  il 
che  il  popolo  n'elesse  quattro  di  loro  del  senato  che  andassero  al  pontefice  et  gli  facessero 
fede  della  loro  buona  volontk  et  del  desiderio  universale  di  tutta  la  chth,  che  Taspettava 
come  padre  et  pastore,  et  furono  questi:  Melchiorre  de'  Zanetti,  Jacomo  Budrioli  procuratori, 
Antonio  Maria  da  Lignano  et  Andrea  dal  Giglio,  H  quali  queiristesso  giomo  che  li  Fran- 
cesi  si  partirono  dal  ponte  di  Rheno,  che  fu  alli  6  del  mese,  essi  passarono  da  Imola  al  pon- 
tefice.  Et  baciatoli  il  piede,  furono  da  esso  con  benigna  faccia  accolti  et  accarezzati ;  et  havuto 
I  longo  ragionamento  sopra  li  Bentivogli  et  la  cittk  et  governo  di  quella,  et  ordinato  tutto 
quello  che  li  pareva  opportuno,  con  amorevolissime  proferte  gli  rimand6  a  Bologna,  che  fu 
alli  9.  Li  quali  giunti,  riferimo  il  tutto  al  senato  et  al  popolo,  narrandogli  come  il  ponte- 
fice  era  molto  inclinato  al  fare  ogni  beneficio  alla  cittk  et  ad  haverla  particolarmente  cara. 
Poi  manifestarono  come  che  il  dl  di  san  Martino  sua  Santitk  haveva  determinata  la  sua  entrata 
in  Bologna  insieme  col  collegio  de'  cardinali. 

II  tutto  fu  oltre  modo  grato  al  popolo,  et  molto  si  rallegr6  d'intendere  la  buona  vo- 
lontk  del  papa,  et  per6  depose  Tarme  sicuro  dalle  insidie  de'  nemici,  et  si  apersero  le  bot- 
teghe,  che  per  molti  giorni  erano  state  chiuse,  essendo  stato  il  popolo  tutto  in  arme  per  paura 
de'  nemici;  et  pian  piano  ciascuno  cominci6  a  porre  a  ordine  le  vie  per  le  quali  il  pontefice 
doveva  passare  con  li  cardinali,  et  parimente  si  apparecchiarono  gli  alloggiamenti  per  rice-  • 
vere  li  personaggi  della  corte. 

Tutto  ci6  si  f aceva  con  applauso  et  letitia  di  cuore ;  ma  le  donne  de'  Bentivogli,  inten- 
dendo  Tapparecchio  si  faceva  per  ricevere  con  pompa  et  festa  il  pontefice,  tutte  affannate  et 
colme  di  cordoglio  piangevano  la  loro  infelice  sorte,  et  veggiendo  a  terra  la  lor  speranza, 
che  li  lor  mariti  fossero  per  piii  ritornare  nella  patria,  madonna  Lucretia  moglie  di  An- 
nibale  insieme  con  Ginevra,  Bianca,  Leonora,  Isabella  et  Camilla  sue  figliole,  parimente  Ip- 
polita,  raoglie  di  Alessandro,  et  Jacoma  di  Ermesse  si'  deliberarono  di  partirsi  dalla  cittL  /.  ^oj 
Et  cosl  tutte  insieme,  colme  di  lagrime  et  di  angoscia,  passarono  a  Mantova  accompagnate  da 
Gfiovanni  Battista  Castello,  Vincenzo  dalla  Fava,  Priamo  Macchiavelli  et  dalli  cavalli  del 
marchese.     Solamente  vuole  rimanere  Ginevra  per  parlare  al  pontetice,  perci6  che  sperava 

T.  xxxm.  p.  1-23. 


354  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  (A.  isoej 


di  ntrovare  pietk  e  misericordia  per  li  Buoi;  ma  avvisata  che  il  ponteiice  a  modo  niuno  la 
voleva  ascoltare,  anzi  per  commissione  del  papa  fattole  commandamcnto  che  si  dovesse  par- 
tire  fuore  della  citt^  et  suo  contado,  prima  ch'egli  entrasae  in  Bologna;  clla  malcontenta  c 
disperata,  la  notte  avanti  che  il  pontefice  entrasse  in  Bologna,  si  parti  insieme  con  Virginio, 
Giovanni  Battista  et  Cesare  tiglioli  naturali  di  Aacanio,  quali  erano  restati  presso  la  detta  3 
Ginevra,  et  andb  in  Lombardia,  portando  seco  infinite  ricchezze,  accompagnata  da  Alberto 
Albergati,  per  commissione  del  senato,  et  li  cavalli  del  marchese  di  Mantova. 

Tale  fu  la  uscita   infelice   delli   signori  Bentivogli,  tale   la  cattiva  fortuna  di  Giovanni, 
il  quale  con  tanta  feliciti  haveva  tenuto  gloriosa  signoria,  quanto  huomo  privato  che  fosse  in 
tutta  Europa.     Kt  nel  vero  in  tal  maniera  fu  Giovanni  felice  signore  huomo  che  per  anni  45   10 
che  tenne  il  primato,  cominciando  dalla  morte  di  Santi  Bentivogli,  non   mai   and6   croce   a 
casa  sua,  o  il  cataletto  per  portare  fuore  alcun  morto,  nemmeno  fu  sepellito  alcuno  nella  sepol- 
tura  da  lui  fatta  nella  nobilissima  capella  di  San  Giovanni,  fabbricata  nella  chiesa  di  san  Jacomo. 
Dai  libri  precedenti   insino   a   qui    conoscere  si  pu6  la   felicitk  di  tanto  huomo,  poich^  egli 
divenne  in  tanta  grandezza  e   stima,  che  piii  tosto  signor  di  Bologna  pareva,  che  cittadino   15 
privato,   perchfe   il  tutto  si   faceva   a  sua   dispositione ;  et  avengachfe  il  pontefice  tenesse  in 
Bologna  un  vicelegato,  era  nondimeno   tenuto  per  semplice  cherico  et  solamente  easercitava 
l'autorit^  spirituale   et   non   la  temporale.     Perciochfe  Giovanni   era  riverito  e  temutO   come 
signore  della  cittk,  et  non  solamente  lui,  ma  anche  li  suoi  tiglioli,  sendo  che  ciascheduno  di 
essi  teneva  corte  da  signore,  et  quanto  comandavano,  tanto  si  esseguiva.     Haveva  egli  radunata  20 
tanta  ricchezza,  che  dapoi   la  sua  partita  furono  istimate  le  sue  possessioni,  case  et  palazzi 
e  botteghe,   che   egli  possedeva,  meglio  di  seicentocinquantamila  lire  di  bolognini,   aiccome 
chiararaente  appare  a  parte  per  parte  neirinventario  fatto  allhora  che  si  era  partito  di  Bo- 
logna.     Cavava  egli  ogni  anno  ordinariamente  delle  sue  entrate  ventimila  ducati,  et  di  straor- 
dinario,  fra  li  presenti   et  beni   della  communit^  di  alcuni  cittadini  et  da'  giudei,  meglio  di  25 
diecimila  lire.    Egli,  partendosi,  port6  fuori  tant'oro  et  argento,  lettistemi  di  seta,  d'oro  et  d'ar- 
gento,  con  altre  robbe,  che  salivano  al  valore  di  seimila  lire  di  bolognini,  oltre  li  danari  che 
egli  haveva,  et  che  furono  condotti  sopra  80  carra  et  balle  140  da  muli;  la  qual  robba  tutta 
fu  condotta  a  Cortesella,  et  quivi  imbarcata  et  portata  a  Ferrara.     Era  Giovanni  apparentado 
quasi  con  tutti  li  signori  d'Italia,  cio^:  con  li  Sforzeschi  di  Pesaro,  per  cagione  della  propria  30 
consorte  Ginevra,  con  li  duchi  di  Ferrara,  per  Lucretia  moglie  di  Annibale,  con  li  Sforzeschi     y 
di^Milano,  per  Ippolita  moglie  di  Alessandro,  con  gli  Ursini  romani,  per  Ginevra  moglie  di  Er- 
messe,  con  11  signori  Rangoni  di  Modena,  per  Bianca  moglie  del  conte  Nicol6  Rangone,  con 
li  Pii  da  Carpi,  per  Leonora  moglie  del  signor  Gilberto,  con  li  Manfredi  e  Torelli,  per  esser 
maritata  Francesca  prima  al  signor  Galeotto  e  poscia  al  conte  Guido  Torelli,  con  li  Malatesti  3b 
di  Rimini,  per  Violante  data  al  signor  Pandolfo,  con  li  Gonzaghi  di  Mantova,  per  Laura  data 
al  signor  Giovanni.  Nella  citta  poi  haveva  parentado  con  molti  de*  primi  cittadini,  mediante  le 
sue  tigliole  naturali,  cio6:  con  li  Bargellini,  havendo  dato  aLattantio  Isabella,  con  Salustio  Gui- 
dotti,  per  Griselda,  con  li  Felicini,  per  Isotta  a  Giovanni  figliolo  di  Bartolomeo,  con  li  Man-' 
p.  404       gioli,  per  Lucia  data  ad  Alessandro  Attendoli  adottato  da  Filippo  Mangioli  nella  detta  famiglia.    40 
Doppo  la  partita  di  Giovanni  Bentivogli,  moglie  et  figliuoli,  furono  pubblicamente  attac- 
cati  in  vari  luoghi  della  citt^  questi  4  versi,  ciofe: 


I 


Bentivole,  heus  iandetn  mala  sors,  sed  una,  seguuta  est, 

JVbn  bene  iam  misero,  scd  male  quisque  cu-pit. 

Bentivola  ecce  frius  fortuna,  Malivola  nunc  est,  45 

Multivolumque  cito,  Mortivolum  faciet. 

Ma  torniamo  al  popolo  bolognese,  che  si  affaticava  di  apparecchiare  le  vie  per  le  quali 
doveva  passare  papa  Giulio.     Vero  6  che  poco  poteva  fare,  ^  per  la  brevitk  del  tempo, 


i 


fA.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  355 

anche  per  la   mala  stagione,  perciocchfe  continuamente  pioveva   et  innondavano   i  fiumi  con 

molto  danno  del  territorio  bolognese.     Ora  il  papa,  che  molto  contento  si   ritrovava  per  la 

ricuperatione  di  Bologna,  desideroso  di  farvi  Tentrata  insieme  col  collegio  de'  cardinali,  che 

seco  haveva,  si  parti  da  Imola  et  alli  10  di  novembre  giunse  in  Bologna,  a  hore  23,  con  animo 

5  di  riposar  la  notte  al  monastero  de'  Crociati  vicino  alla  cittk  mezzo  miglio,  siccome  sogliono 

ancor  fare  gl'altri  pontefici  nella  loro  entrata  nella  cittk.     Ma  lo  fece  cangiar  pensiero  la  con- 

tinua  pioggia  et  la  fangosa  strada;  et  per  non  patire  tanti  disagi  et  fargli  patire  ancora  alli 

cittadini,  che  erano  per  passar  quivi  a  fargli   riverenza,   entr6   nella   cittk   alla  chiesa   della 

Magione ;  et  quivi  riposb  quella  notte,  facendo  la  cittk  per  ogni  lato  feste  et  allegrezze.     La 

10  mattina  seguente  si  attese  a  porre  ad  ordine  tutte  le  cose  per  honorare  il  pontefice  et  per 

i     mostrarseli  grato ;  et  dopo  desinare  andarono  ad  incontrarlo  cento  giovani  di  anni  1 8  insino  a 

125,  tutri  dei  nobili  della  cktk,  vestiti  ad  un  istesso  taglio  di   seta   gialla   e   morella,   con   le 
calze  del  medesimo  colore,  divisa   particolare   del   pontefice:   portavano  in  capo  le  berrette 
j     di  velluto  con  penne  bianche.     Questi  tutti  dovevano   portare  il  papa  sopra   rhonoratissimo 
,5  seggio. 

I  Seguitarono  poi  tutti  gli  ordini  de*  religiosi,   e   vi   andorono  ancora  i  monaci  Certosini 

col  clero  apparato  delle  sacre  vesti  et  con  reliquie  de'  santi,  accompagnati  da   molti  torchi 

't     accesi;  poi  il  collegio  de'  dottori  vestiti  a  lungo  con   li  bavari   di  varro  al   collo;  appresso 

i'     questi  seguitava  il  senato  nuovo  creato  dal  popolo;  et  poi  li  signori  antiani,  li  confalonieri 

!  0  del  popolo,  le  compagnie  deirarti,  li  cavalieri  et  tutti  li  nobili  della  cittk  con  bellissimo  or- 

jl     dine.     Giunto  il  senato   al   pontefice,  con  la   debita  riverenza   gli   presento   le   chiavi   della 

\'.     citta,  il  quale,  con  lieta  fronte  accettate,  si  parti  dalla  Magione  con  Tordine  che  segue. 

\'  Primieramente  andavano  mille  fanti  del  capitano  Ramazzotto  bene  ad  ordine  armati,  a  cin- 

que  per  fila;  dietro  seguitavano  li  massari  delle  arti  con  le  loro  compagnie,  poi  li  frati  et  preti, 

15  cantando  sjilmi  et  hinni,  et  dietro  la  nobiltJi  con  la  famiglia  del  papa  et  de'  cardinali.  Seguiva 

di  poi  la  guardia  de'  stradiotti  del  papa  col  marchese  di  Mantova  capitano  della  militia  con 

due  bellissime  bande  de   soldati  armati  a  cavallo.     Venivano   dopo  questi  li  confalonieri  del 

:    popolo  armati  di  armatura  bianca  a   cavallo   con  gli   stendardi  in  mano,  havendo  dinanzi   li 

\    servitori  a  cavallo,  con  gli  elmetti  in  capo  et  le  manarette  in  mano;  alli  quali  veniva  dietro 

P  il  maestro  di  stalla  del  papa  a  cavallo,  et  faceva  egli  condurre  a  mano  tre   chinee  bianche 

'    con  due  cavalli  del  medesimo  colore,  tutti  fomiti  di  broccato   d'oro   riccio   et   di  cremisino 

ornate  di  oro  et  di  argento.     Veniva  poi  un  prete,  che  portava  la  croce,  et  un   altro   pure 

a  cavallo  con  una  lanterna  fornita  di  finissimo  argento  posta  sopra  un'asta  avanti  il  Santis- 

I    simo  Sacramento,  portato  in  una  cassa  coperta  di  broccato  d'oro,  sopra  una  chinea  bianca, 

jj  intorno  la  quale  vi  erano  dodici  '  cherici  con  le  loro  cotte  vestiti,  con  torchi  in  mano  accesi,       /.  w 

con  un  baldacchino  sopra  di  panno  d'oro.     Seguitavano  poi  li  cittadini  fuorusciti  di  Bologna, 

che  erano  stati  banditi  per  la  fatione  de'  Bentivogli,  cio^:  Canetoli,  Caccianemici,  Malvezzi, 

Marescotti,  cominciando  dairanno  1445  insino  a  questo  tempo,  li  quali  furono  di  gran   nu- 

mero.     Vennero   di  poi   li  signori  antiani   con   il   confalloniero   di  giustitia,  et  poi  il  senato 

nuovo  delli  20  senatori,  havendo  due  servitori  avanti  vestiti  di  seta  con  due  bacini   d'argento, 

|!   dove  erano  le  chiavi  della   cittk   presentate  al   papa;   seguivano   poi   gli   ambasciatori   et   li 

I    signori  di  vari  luoghi.     Poi  il  pontefice  era  portato  sopra  una  sedia  di  velluto  cremese,  es- 

\    Bendovi  intorno  li  cento  giovani  sopradetti,  con  li  dottori  a  piedi.     Era   il   pontefice   vestito 

ti  col  piviale  di  broccato  riccio,  con  la  mitra  episcopale,  overo  triregno,  di  gran  valore,  dando 

la  beneditione  al  popolo;  et  avanti  a  lui  andava  Giovanni   Gozzadini  datario  del  papa,  con 

un  altro,  spargendo  nel  popolo  danari  d'argento  et  d'oro,  la  qual  moneta  da  una  parte  haveva 

I  queste  lettere:   bononia   per  julium   a   tyranno   liberata,   et   dairaltra:  julius   ii    pont. 

j  MAX.;  si  gettarono  in  tutto  tre  mila  ducati  fra  oro  et  moneta. 

Dietro  il  pontefice   vi  erano  arcivescovi  e  vescovi,  e  poi   il  duca  d'Urbino,  11  marchece 
.4  di  Mantova,  il  prefetto  di  Koma,  signor  di  Sinigaglia,  11   signor  Giovanni  Battista  Savelli, 


t 


356  HI^TQWA  Pl  BOLQGNA  14-  »«06i 

Giovanni  Faolo  Baglioni,  il  sigtipr  NicoI6  dalla  Rovere,  Giovanni  da  Saasatello,  il  sigoor 
CosUmtino  da  Durazzo,  Antonio  da  Durazzo  suo  nipote,  il  signor  M.  Antonio  Colonna, 
il  signor  Giovanni  di  Mantova,  Fracaaso  da  San  Severiiio,  Rizzardo,  Alidoaio,  Gentile,  Ro- 
berto  Sassatelli,  con  molti  altri  signori  et  capitani  et  famosi  huomini,  fra  li  quali  era  Ramaz- 
zotto  da  Scaricalasino  capitano  di  1000  fanti.  Seguitavano  ancora  molti  de'  fuorusciti  cacciati 
dalli  Bentivogli,  ciofe:  Marco  Antonio  di  Delfino  degl'  Atticonti,  Delfino  di  Jacomo  Alticonti, 
Albertp  dalle  Correggie,  Nicol6,  Giovannl  Battista  Mezzovillani,  Lutio,  Giulio,  Persio  prete, 
Ascanio,  Pirro,  Ercole  Malvez^i  della  caaa  di  Virgilio  Malvezzi,  Bartolomeo,  Filippo,  Mario, 
Leonello,  Lodovico,  Giovanni  figli  et  nepoti  di  Giovanni  di  Musotto  Malvezzi,  Loreozo,  Cesare 
di  Battista  Malvezzi,  Mattheo,  Galeazzo  prete,  Aurelio  figli  di  Floriano  Malvezzi  cavaliero,  1 
Giovanni  di  Aldrovandino  Malvezzi,  Achille,  Bessarione  figli  di  Marco  Antonio  Malvezzi, 
Leonello  con  tre  fratelli,  Camillo  di  Alessandro  Malvezzi,  Ercolesse,  Galeazzo  di  Galeazzo 
Marescotti,  Giovanni,  Luigi,  Emilio,  Bernardino  figli  di  Ercolesse  Marescotti,  Giovanni  Bat- 
tista  prete,  Annibale,  Agostino,  Sforza,  Leone  figlioli  di  Ercolesse  Marescotti,  Galeazzo,  Gio- 
vanni  Maria  figlioli  di  Scipione  Marescotti,  Ciro,  Pier  Francesco  figlioli  di  Teseo  Marescotti,  1 
Achille  figliolo  di  Giasone  Marescotti,  Antonio  de'  Christiani,  Odofredo  Odofredi,  Jacomo  di 
Tomaso  Ghisilieri,  Batagliuccio  Batagliucci,  Baldassare  di  Africano  Canetoli.  Costui  non  stette 
10  giorni  rimesso  'in  Bologna,  clie  egli  cominci6  a  chiedere  la  robba  del  padre,  che  tenevano 
li  Marescotti,  i  Volta  et  altri,  onde  fu  fatto  intendere  al  papa  che  erano  bene  confiscati, 
per  essere  stati  li  suoi  ribelli  alla  santa  madre  Chiesa;  et  il  papa  determin6  che  nulla  gli  2^ 
fo80e  dato.  Dopo  questi  seguitarono  di  venire  200  huomini  d'arme  molto  bene  ad  ordine. 
Ginnto  il  papa  in  piazza  nuova,  se  gli  fecero  incontro  tutti  gli  ebrei  della  citti  ben  vestiti, 
et  con  rami  d'uliva  iq  manp,  cantando  salmi  in  lingua  ebrea;  et  il  papa  hebbe  granpiacere 
d'udirli  cosl  cantare.  Venuto  poi  alla  chiesa  di  san  Pietro,  et  quivi,  secondo  il  solito,  fatta 
Oratione  a  Dio,  fu  portato  al  palagio  della  piazza  con  pioggia  e  fango;  dove  si  spararono  -b 
mplte  bocche  di  artegliaria,  con  suoni  di  trombe  et  di  campane.  La  sera  furono  fatti  innu- 
merabiU  fuochi  per  tutta  la  cittk,  con  suoni  di  campane  et  con  tiri  e  rimbombi  grandis- 
simi  di  bombarde. 
f.^ei  II'  numero  de'  cardinali  fu  questo,  e  tali  i  loro  alloggiamenti :  Cristoforo  Anglico  ora- 

tore  del  re  di  Anglia,  cardinale  di  Santa  Prassede,  alloggi6   in   casa  di  Astorre   de'  Rossi;  30 
R,afaele  Riario,  cardinale  del  titolo  di  San  Giorgio,  alloggi6  in   casa  de'  Casali  in  stxk  Ca- 
stiglione ;  Fazjo  Santorio  da  Viterbo,  cardinale  di  Santa  Sabina,  in  casa  di  Ovidio  Bargellini 
in  strh  Santo  Stefano;  Giuliano  il  giovine  Cesarino,  cardinale  di  Sant'Angelo,  in  casa  di  Ales- 
sandro  Bargellini  in  Borgho  nuovo;  Giovanni  Colonna,  cardinale  di  Santa  Maria  in  Aquino, 
nel  monasterio  de'  Servi;  Giovanni  de'  Medici,  cardinale  di  Santa  Maria  in  Dominica,  nella  35 
badia  di  Santo  Stefano,  che  era  suo  beneficio;  Guglielmo  Brissorieta  cardinale  Saulo  francese, 
del  titplp  di  Santa  Pudenziana,  in  casa  di  Alessio  degrOrsi  in  stra  San  Vitale ;  Gabriello  Ga- 
brielli,  cardinale  vescovo  di  Urbino,  in  casa  di  Petronio  Ballatino  di  rincontro  la  chiesa  di 
San  Jacomo;  Galeotto  Franciotto  dalla  Rovere,  cardinale  di  San  Piero  in  Vincola,  in  casa  de" 
Bentivogli  in  stra  San  Donato ;  Achille  de'  Grassi  bolognese,  vescovo  della  Cittk  di  Castello,  40 
4el  titolo  di  San  Sisto,  in  San  Pietro  vescovato  della  cittk;  Friderigo  San  Severino  milanese 
in  casa  di  Leonora  Pii  figUola  di  Giovanni  Bentivogli  da  San  Pietro;  Bendinello  Gaulio  ge- 
novese,  cardinale  del  titolo  di  Sant'Adriano,  in  casa  di  Giovanni  Francesco  Aldrovandi  in 
Galliera;  Marco  Vogerio  da  Savona,  cardinale  di  Sinigaglia,  in  Santa  Maria  Maggiore  in  Gal- 
liera,  questi  andava  vestito  di  nero  da  frate ;  Matteo  Langio  germano,  cardinale,  in  casa  dei  45 
Roffeni  in  str^  S^m  Felice;  Nicola  de'  Flischi,  cardinale  di  Forli  del  titolo  di  Santa  Prisca, 
nel  collegio  de'  Flischi  nel  Pratello;  Domenico  patriarca  di  Aquileia  Grimani  venetiano,  car- 
dinale  del  titolo  di  San  Marco,  in  San  Francescp ;  Francesco  Soderini,  il  cardinale  Volterra     j 
del  titolo  di  Santa  Susanna,  in  San  Salvatore ;  Pietro  Isuale,  il  cardinale  et  arcivescovo  Regino,     ! 
in  casa  di  Jacomo  dairArnu  da  San  Salvatore;  Marco  yenetiano  cardinale  Comaro,  in  San  SC 


d. 


[A.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  357 


Proculo ;  Francesco  Alidosi,  cardinale  di  Pavia  del  titolo  di  Santa  Cecilia,  da  Castel  del  Rio, 
in  casa  di  Agostino  Marsili  in  San  Mamolo,  presso  la  piazza  maggiore ;  Francesco  Guglielmo 
di  Chiaramonte  francese,  cardinale  et  arcivescovo  di  Narbona,  in  San  Domenico;  Carlo  Co- 
netti,  cardinale  et  conte  di  Finale,  in  casa  di  Salustio  Guidotti  da  San  Domenico;  Sigismondo 
5  Gonzaga,  cardinale  di  Mantova,  in  casa  de'  Pepoli  in  strk  Castiglioni ;  Giovanni  Stef ano  Fer- 
rerio  da  Vercelli,  cardinale  di  San  Vitale,  nel  palazzo  de'  notari  in  piazza ;  Francesco  Argen- 
tino,  cardiriale  venetiano  del  titolo  di  San  Clemente,  in  casa  di  Ercolesse  Marescotti,  poi  si 
parti  et  and6  a  stare  in  casa  degli  Mattugliani  da  San  Domenico;  il  cardinale  di  Aragona 
in  casa  di  Giovanni  Felicini.  II  duca  d'Urbino  alloggi6  in  casa  di  Giulio  Malvezzi;  il  signor 
Francesco  Gonzaga  marchese  di  Mantova  nel  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli;  il  signor  Gio- 
vanni  di  Mantova  in  casa  di  Piero  Aldrovandi  in  Saragozza  nella  via  detta  Altaseda;  il  signor 
Marco  Antonio  Colonna  in  casa  di  Francesco  Codeb6  nel  Borgo  delle  casse;  il  signor  Pre- 
fetto  nipote  del  pontefice  in  casa  di  Giovanni  Galeazzo  Poeti  in  strk  Castiglioni;  il  signor 
Nicol6  dalla  Rovere,  fratello  del  cardinale  di  San  Piero  in  Vincola,  in  casa  di  Bemardino 
Desideri  da  San  Salvatore;  rarcivescovo  Sipontino  Antonio  di  Monte  auditore  della  camara 
in  casa  di  Virgilio  Poeti;  Giovanni  Gozzadini  datatio  in  casa  di  NicoI6  Sanuti:  la  casa  o 
sia  palazzo  di  Nicol6  Sanuti  era  stato  usurpato  da  Giovanni  BentivogH,  e  papa  Giulio  lo 
don6  a  Giovanni  Gozzadini  suo  datario,  quale  palazzo  pas86  poi  nella  famiglia  Campeggi. 
Papa  Giulio  dimesse  il  correttore  de'  notari  Bartolomeo  de'  Verardi,  ed  elesse  Zaccaria  de' 

0  Righetti.     L'arcive8covo  ambasciatore  del  re  catolico  in  casa  di  Cristoforo  dal  Poggio,  Tam- 
basciatore  de'  Venetiani  in  casa  di  Lorenzo  Odofredi,  Tambasciatore   de'  Fiorentini  in  casa 
di  Annibale  Gozzadini,  rambasciatore   di   Genova  in    casa   di  Vincenzo   Fantini,  il  'signor       A  w 
Giovanni  Battista  Savelli  in  casa  de'  Scappi  da  .San  Pietro,  il  signor   Giovanni  Baglioni   in 
casa  de'  Mangioli,  il  signor  Giovanni  Sassatello  in  casa  de'  Grati  dai  Servi,  il  signor  Costan- 

S  tino  da  Durazzo  et   il  nipote  in  casa  degrErcolani,  il  signor  Fracasso  da  San  Severino   in 
casa  de'  Sassoni,  et  il  resto  degraltri  signori  in  casa  di  vari  cittadini. 

Diede  le  porte  della  cittk  ai  cittadini  inf rascritti :  la  porta  di  San  Felice  ad  Alessandro 
dalla  Volta;  strk  Santo  Stefano  a  Filippo  de'  Vitali;  Saragozza  a  Giovanni  de'  Marsili;  San  Vi- 
tale  a  Giovanni  Antonio  Gozzadini;  Mascarella  a  Giovanni  Begliossi;  San  Mamolo  a  Seba- 
stiano  dalle  Agocchie ;  Maggiore  a  Carlo  Grati;  Lame  a  Bartolomeo  Zambeccari ;  Castiglioni 
a  Filippo  dalla  Croce;  San  Donato  a  Giacomo....;  Galliera  la  tenne  rarciprete  per  f arvi  11 
castello. 

A  dl  12  il  papa  fece  pubblicamente  bandire  che  tutti  posassero  rarmi,  eccetto  li  depu- 
tati,  sotto  pena  di  tre  tratti  di  corda,  et  chi  havesse  artiglieria  pertinente  alla  cittk  la  dovesse 

S  presentare,  et  chi  contrafacesse  incorreria  nella  scommunica  et  in  altre  pene  arbitrarie.  Poi 
per  consolare  il  popolo  sospese  tutte  le  gravezze,  gabelle  et  datii  per  anni  5. 

II  papa  entr6  in  Bologna  11  d\  di  san  Martino,  et  per  memoria  il  senato  di  Bologna  co- 
minci6  ogni  anno  in  giomo  simile  a  correre  un  paIio'di  broccato.  Et  il  papa  don6  alla  com- 
munitk  di  Bologna,  per  sussidio  de'  poveri,  la  badia  di  San  Felice,  che  d^  d'entrata  ogn! 
anno  due  mila  lire.  Inoltre  pose  la  metk  a  tutte  le  cose  da  mangiare,  col  bando  di  ducati  10 
d'oro  a  chi  contrafaceva  a  tale  sua  ordinatione,  cio^  pose  la  carne  di  trentino  a  soldo  uno  et  de- 
nari  4  la  libbra,  il  vitello  soldi  uno,  il  manzo  grasso  denari  10,  il  bue  e  la  vacca  denari  8,  il  ca- 
strone  soldi  uno,  il  porco  soldi  uno,  la  salciccia  soldi  uno  et  denari  2,  il  pesce  grosso  soldi  2,  li 
civari  soldi  1  e  denari  6, 11  pesce  minuto  soldi  1,  il  formaggio  in  forma  nostrato  soldi  1  denari  8, 

1  il  formaggio  in  forma  piacentino  soldi  2  denari  6,  li  salami,  cio^  salcicciotti,  soldi  3,  il  paro  de* 
capponi  soldi  15,  il  paro  de'  fasani  soldi  30,  il  paro  delle  pernicie  soldi  10,  il  paro  delle  quagUe 
soldi  2  e  denari  4,  il  legnaro  della  legna  di  querza  lire  16,  la  soma  delle  legna  soldi  6,  11  quar- 
^olo  de'  maroni  soldi  1  e  danari  6,  la  corba  del  vino  soldi  40,  del  vino  dolce  soldi  60,  il  cento- 
naro  del  fieno  soldi  6,  la  libbra  della  cera  lavorata  soldi  7,  la  libbra  de  confetti  soldi  7  e 
denari   8,   del  zuccaro  fino  soldi  15,  la  corba  della  spelta  soldi  14,  deirorzo  soldi  18,  della 


358  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  I8O6 


fava  soldi  18,  della  setnola  soldi  6;  et  cosi  pose  alla  meta  le  altre  coae,  n  del  vestire,  che 
delle  manif atture :  et  queato  perch^  quando  giunse  in  Bologna  si  erano  poate  le  cose  t\  in 
alto  per  la  moltitudine  della  gente  che  vi  era,  perch^  costava  la  robba  aasai. 

Intendcndo  Carlo  di  Chiaramonte  vicer^  di  Milano  che  il  papa,  con  tanta  pace,  amore 
e  trionfo,  fosse  entrato  in  Bologna,  n  deliburd  venire  a  baciargli  il  piede  et  rallegrarsi  seco 
della  ottenuta  vittoria  et  del  suo  glorioso  acquisto.  £t  perci6  con  poca  compagnia  pass6  a 
Bologna,  dove  gionto,  fu  da  tutto  il  collegio  de'  cardinali  et  dalla  corte  del  papa,  insieme 
col  duca  di  Urbino,  il  marchese  di  Mantova  et  altri  signori  et  cittadini  bolognesi,  incon- 
trato  et  accompagnato. 

Fu  la  entrata  sua  per  la  porta  di  San  Mamolo,  perchfe  Taltre  erano  chiuse ;  si  suspic6  che  l^ 
questa  sua  venuta  in  Bologna  al  pontefice  fosse  anche  per  haver  danari  dal  papa  per  le  fatte 
promesse,  oltre  alli  1 8  000  ducati,  che  egli  hebbe  perchfe  si  partissero  et  ritornassero  li  Fran- 
cesi  in  Lombardia,  che  oltre  questo,  che  fe  detto,  ricercava  anche  12  000  ducati. 

Alli  14,  che  fu  la  domenica,  il  papa  fece  celebrare  in  San  Petronio  una  solenne  messa 
al  cardinale  di  Pavia,  presenti  25  cardinali,  il  vicerfe   di  Milano  con  tutti  graltri  signori  et  ba-  l| 
roni  et  tutto  il  popolo;  la  quale  finita,  data  la  beneditione  et  la  indulgenza  plenaria,  fece  tre 
f.  /•»       caValieri  aurati,  fra  li  quali  vi  fu  un  capitano  de'  stradiotti  del  duca  di  Mantova. 

II  di  seguente  il  vicer^  si  ritom6  a  Milano  et  il  marchese  pa8s6  a  Mantova,  et  il  papa  fece 
distenere  Angelo  figliolo  di  Ghinolfo  de'  Bianchi,  poi  pubblic6  un  bando  che  niuno  presumesse 
di  scrivere  nh  di  fare  scrivere  alli  Bentivogli  sotto  pena  capitale,  et  che  non  si  potesse  fare 
congregatione  alcuna  che  passasae  quattro  persone,  eccetto  negli  uffici  et  magistrati  della  cittk 
deputati.  Poi  per  ridurre  il  magistrato  a  qualche  forma  laudevole,  acciochfe  la  citt^  fosse  bene 
et  giustamente  govemata,  cre6  un  nuovo  senato  di  quaranta  huomini  nobili  in  vece  del  senato 
delli  16  reformatori;  et  perch6  pacificamente  il  tutto  si  conservasse  et  quietamente  si  vivesse, 
pose  in  questo  numero  parte  del  senato  vecchio  et  parte  del  nuovo  gik  dal  popolo  eletto,  et 
alli  17,  il  martedl,  pronunci6  il  nome  di  tutti  gl' eletti  al  nuovo  senato,  et  furono  questi,  cio6: 
Nomi  di  quei  del  senato  vechio:  Giovanni  Marsili,  Jeronimo  da  San  Pietro,  Carlo  degrin- 
grati  cavalieri,  il  conte  Ercole  Bentivogli,  Alessio  degrOrsi,  Francesco  Bianchetti,  (altri  vo- 
gliono  Francesco  Grriffoni),  Rinaldo  Ariosti,  Alessandro  Volta,  Giovanni  Francesco  Aldrovandi, 
Francesco  Fantuzzi,  Angelo  Ranuzzi,  Alberto  di  Castello,  Eliseo  Catanio,  Annibale  Sassuni,  30 
Jacomo  Maria  dal  Lino,  Salustio  Guidotti,  Innocentio  dalla  Ringhiera.  II  pontefice  del  se- 
nato  vecchio  ne  escluse  gl' infrascritti  quattro:  Giovanni  Bentivogli  gik  signor  di  Bologna, 
Ghinolfo  de'  Bianchi,  Bartolomeo  Montecalvi  et  Alessandro  Bargellini.  Poi  alli  sopranomi- 
nati  eletti  aggionse  questi,  cio6:  Lodovico  Bolognini,  Giovanni  Campeggi  cavallieri  et  dottori, 
Giovanni  Antonio  Gozzadini,  Ercole  Felicini  cavalliero,  Virgilio  Ghisilieri  cavalliero,  Agame-  35 
none  Grassi  cavalliero,  il  conte  Alessandro  Pepoli,  Giulio  Malvezzi,  Pietro  Isolani,  Lodovico 
Foscarari,  Alberto  Carbonesi,  Ercole  Marescotti,  Bartolomeo  Zambeccari,  Alberto  Albergati, 
Antonio  Maria  Lignani,  Jeronimo  Lodovisi,  Jacomo  dairArmi,  Melchior  MangioU,  Virgilio 
Poeti,  Tomaso  Cospi  di  strk  Castiglioni,  Annibale  de'  Bianchi,  Ovidio  BargelUni,  Comelio 
Lambertini.  Questi  vuole  il  pontefice  che  fossero  nominati  li  quaranta  consigUeri  et  rifor-  4' 
matori  dello  stato  di  Bologna,  et  che,  mancandone  alcuno,  in  luogo  di  esso  ne  fosse  eletto 
un  altro  dalli  compagni,  et  poi  confirmato  dal  pontefice  a  suo  beneplacito,  Di  questo  nuovo 
senato  ne  pigU6  contento  grande  la  nobiltrl  e  tutto  il  popolo,  poich6  conobbero  che  il  pon- 
tefice  haveva  havuto  ciascuno  che  il  meritava  in  consideratione. 

II  senato  adunque,  volendo  gratificarsi  il  papa,  fece  un  bando,  che  sotto  p)ena  di  ducati  45 
10  d'oro,  ciascuno  che  haveva  in  casa  o  fuore  rarmi  de'  BentivogU,  le  dovesse  totalmente 
cancellare,  et  che  non  ne  apparisse  vestigio.  Era  Tarme  de'  BentivogU  una  sega  di  sette  denti, 
ciofe  la  parte  inferiore  rossa  et  la  superiore  gialla.  Erano  poi  altre  insegne  loro  particolari, 
cio6  il  falcone  naturale  in  campo  azzurro,  che  stava  in  piedi  sopra  il  nido  con  un  motto  che 
diceva;   'nunc  mihi  ,,  et  questa  era  insegna  di  Annibale;  quella   del   protonotario  era  una  50 


tA.  1506]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  359 


fiamma  di  fuoco  che  scendeva  in  campo  bianco  col  motto :  "  exeo  „ ;  Ermesse  teneva  per  in- 
segna  un  pero  in  campo  bianco  con  due  foglie  con  queste  lettere:  F.  C.  V.;  Alessandro  por- 
tava  un  braccio  d'huomo  che  sosteneva  una  veste  di  donna  stringendo  il  busto  con  la  mano 
in  campo  bianco.  Inoltre  fecero  bandire  che  niuno  ardisse  di  portar  sagli,  giornee,  calze 
5  alla  divisa  bentivolesca,  sotto  grave  castigo.  Tutto  questo  si  faceva  per  istinguere  affatto  nella 
citta  la  memoria  de'  Bentivogli ;  et  perci6  in  ogni  parte  si  vedevano  cancellare  le  dette  arme 
et  imprese,  percioch^  colui  era  riputato  nemico  della  patria,  che  simili  armi  teneva  o  non 
le  cancellava. 

Cosi  andavano  le  cose  in  questo  tempo,  ad  alcuni  grate  et  ad  alcuni  molto   spiacevoli, 
10  siccome  in  simili  mutationi  di  stato  avvenir  suole. 

Alli  20  il  papa  fece  cantare  una  solenne  messa  in  San  Petronio  per  anniversario  di  Pio       t-  409 
8U0  precessore,  alla  quale  fu  egli  presente  con  tutti  li  cardinali;  dove  si  fece  ima  bella  ora- 
tione  in  laude  del  pontefice  morto. 

Alli  22  il  papa  cre6  li  nuovi  antiani,  havendo  deposto  li  vecchi,  et  furono  questi,  ciofe : 
1 5  Giovanni  Antonio  Gozzadini  confalloniero  di  giustitia,  Cristoforo  Angelino,  che  poi  dal  papa 
fu  creato  cavalliero,  Alessandro  da  ManzoHno  dottore,  Francesco  de'  Conti,  Filippo  Mangioli, 
Giovanni  Battista  di  Castello  cavalliere,  Orsino  degl'0rsi,  Francesco  Boccadiferro,  Andrea 
dal  Giglio.  Questi  tutti  insieme  passarono  al  palazzo,  accompagnati  dal  senato  et  dalla  no- 
bilt^,  et  giurorno  fedelta  nelle  mani  del  pontefice  di  amministrare  la  giustitia  et  essere  in  ogni 
)  cosa  fedeli  alla  santa  madre  Chiesa.  Et  havuta  la  beneditione  dal  papa,  a  suono  di  trombe, 
et  accompagnati  da  tutta  la  citta,  passarono  ad  habitare  al  palazzo  de'  Bentivogli,  ove  anche 
habitava  il  cardinale  di  San  Pietro  in  Vincola  legato :  egli  habitava  di  sopra,  et  li  signori  di 
sotto. 

Alli  23  il  pontefice  creo  sopra  lo  Studio  Giovanni  Marsili,  Giovanni  Battista  di  Castello, 
25  Pellegrino  Caccianemici,  Antonio  Maria  Liguani. 

In  questo  tempo,  mentre  che  Massimiliano  guerreggiava   il  ribelle  duca  di  Cheldre,  Fi- 
lippo  d'Austria  il  figliuolo  navigo  in  Ispagna,  e  giungendo  in  Buogo,  s'inferm6,  et  in  capo  di 
venticinque  giorni  mori.     Della  cui  morte  awisato  il  papa,  alli  23  del  detto   mese  gH   fece 
fare  un  solenne  ufficio  in  San  Petronio,  ove  fu  presente  lui  con  tutti  li  cardinali. 
iO  Et  finite  le  sontuose  essequie,  dopo  il  desinare  cavalc6  alla  porta  di  San  Felice  per  vedere 

la  rovina  fatta  dalle  bombarde  nemiche  alla  torre  della  delta  porta,  et  conoscendo  che  ella 
stava  male,  la  fece  ristorare;  poi  passo  alla  porta  di  Galliera,  et  considerato  il  luogo,  dove  di 
gik  due  volte  era  stato  fabbricato  il  castello,  anch'egli  disegn6  farvene  im  altro. 

Avvicinatosi  poi  il  giorno  nel  quale  egH  fu  incoronato,  fece  che  alli  25  del  detto  mese 
35  andasse  una  grida  che  il  giorno  seguente  si  festasse;  nel  quale  si  celebr6  una  solennissima 
messa  in  San  Petronio  dal  cardinale  San  Piero  in  Vincola  suo  nipote,  sendovi  presente  il 
papa  con  tutti  li  cardinali,  il  senato  di  Bologna  et  tutta  la  cittk.  Et  finita  la  messa,  il  pon- 
tefice  fece  cavallieri  aurati  questi :  Pellegrino  di  Christoforo  Caccianemici,  Galeazzo  gi^  figliolo 
di  Agamenone  Marescotto,  Camillo  figliolo  gia  di  Bernardino  Rosso  Gozzadini,  et  don6  a 
10  ciascuno  di  essi  un  anello  di  valore  di  ducati  20  per  anello.  Poi  se  gli  presentaroiio  li  nuovi 
confallonieri  del  popolo  da  lui  eletti,  ciofe :  Piero :  Agostino  Ber6  dottore,  Jeronimo  Pasi,  Ce- 
sare  dalla  Fava,  Bartolomeo  dalla  Bambasa;  Stieri:  Nicol6  Raigosa,  Alessandro  Roffeni, 
Giovanni  Battista  Bolognetti,  Filippo  Formaglini;  Procolo:  Giorgio  Guastavillani,  Giovanni 
Galeazzo  Poeti,  Tomaso  Cospi,  Antonio  Dolfi;  Ravegnana:  Jacomo  Budriola,  Francesco  de' 
Zani,  Antonio  Ghiselli,  Jacomo  Leonori.  Questi  baciato  che  hebbero  il  piede  al  papa,  egli  a 
ciascuno  di  essi  consign^  il  suo  stendardo;  poi  ordin6  che  si  dovesse  loro  consignare  una 
casa,  ove  si  potessero  commodamente  ragunare,  per  trattare  le  cose  pertinenti  alla  chtk;  alli 
quali  fu  data  rhabitazione  nel  mercato  di  mezzo,  dove  si  ragunavano  i  capi  delle  moline. 
Fatto  ci6,  cre6  anche  li  massari  delle  arti,  et  furono  questi :  Zaccharia  de'  Righetti  correttore 
50  de'  notari,  Bernardino  Desideri  difensore  de'  cambi,  Antonio   Graffi  massaro  de'  drappieri, 


\ 


^60  HISXORIA  DI  BOLQQNA  (A.  isofti 


/ 


Pellegrino  de'  Cristiani  massaro  de'  beccari,  Vincentio  Dosi  moMaro  de'  stracdaruoli,  Jeronimo 
Testa  massaro  de'  spetiali,  Jacomo  Buoncompagno  massaro  de'  merzari,  Jacomo  Loiani  nia«- 
>.  410  saro  deirarte  della  seta,  Andrea  dalle  Campane  massaro  de'  fabbri,  Franceaco  Rabuino'  detto 
il  Francia  massaro  degrorefici,  Alessaudro  Tintore  maasaro  de'  calzolari,  Griovanni  dai  Pi6 
massaro  de'  maestri  di  legnami,  Francesco  Schappa  massaro  de'  bombasari,  Aioisio  Spontooi  S 
massaro  deirarte  della  lana,  Mainetto  Mainetti  massaro  de'  salaroli,  Francesco  Fusarolo  maa- 
saro  de'  pellizzari,  Francesco  Razali  masaaro  de'  sarti,  Giovanni  liattista  Ponteselli  mastaro 
de'  caligari,  Alberto  dal  panno  del  Lino  massaro  de'  bisilieri,  Marsiglio  Tagliaprede  maasaro 
de'  muratori,  Alessandro  Viani  massaro  de'  barbieri,  Baldesserra  dagrUccelli  massaro  de' 
cartolari,  Jeronimo  di  Severo  massaro  de'  pellacani,  Buongiovanni  PiacevoU  massaro  de'  10 
pescatori,  Antonio  di  Lionello  massaro  delle  quattr'arti. 

Finito  il  giorno  festevole  della  coronatione  del  pontefice,  a  dl  28  di  novembre,  il  massaro 
et  gli  huomini  di  Medicina  presentarono  il  papa  a  nome  del  loro  castello  e  gli  donarono  le 
infrascritte  cose:  corbe  dugento  di  spelta,  vitelli  4,  capponi  para  60,  forme  di  cascio  piacen- 
tino  numero  6  di  70  libbre  per  ciascuna.  In  questo  medesimo  giorno  il  papa  cavalcd  a  San  iS 
Michele  in  Bosco  per  vedere  il  luogo  ove  ii  Bentivogli  havevano  fabricato  il  bastione  al  tempo 
di  papa  Alessandro,  et  anche  per  vedere  la  campagna.  Ordin5  in  questo  giomo  che,  sonata 
la  campana  del  fuoco,  secondo  il  consueto,  la  sera  si  dovessero  dare  tre  tocchi  di  cinque  colpi 
Tuno;  finito  che  fosse  di  sonare,  per  dar  maggior  notitia  al  popolo,  che  caminando  per  la 
cittJi  portassero  il  lume.  Fece  parimente  intendere  a  molti  amici  de'  Bentivc^Ii,  che  doves-  20 
sero  passare  ad  habitare  altrove,  insino  a  tanto  che  fossero  revocati. 

A  di  30  il  casteUo  di  San  Giovanni  gli  present6  carra  dugento  di  legna,  spelta  corbe  200, 
f asani  vivi  para  6,  pavoni  vivi  para  2,  pemici  para  1 5,  caprioli  2,  capponi  30,  vitelli  grasai  2. 
In  questo  medesimo  giomo  il  castello  di  Budrio  dono  spelta  corbe  200,  legna  carra  50,  cap- 
poni  para  70,  vitelli  2.  A  dl  13  di  decembre  la  compagnia  de'  salaruoli  don6  fonne  due  di  25 
formaggio  piacentino  di  libbre  80  Tuna,  salciccioni  libbre  100,  candele  di  sevo  libbre  200, 
olio  d'oIiva  utri  2.  La  compagnia  de'  beccari  don6  spelta  corbe  100,  salcicciottti  grossi  libbre 
100,  capponi  para  50,  vitelli  2.  La  compagnia  de'  notari  don6  spelta  corbe  200,  legnari  6 
di  querciola,  vitelli  grassi  4.  La  compagnia  de'  straccieiruoli  don6  cera  bianca  in  doppieri 
libbre  300,  mazzi  di  candele  10.  Melchior  Mangioli  don6  spelta  corbe  50,  doppieri  12  di 
cera  bianca  di  Hbbre  4  Tuno,  mazzi  di  candele  bianche  10,  scatole  di  confetti  12  di  libbre  3 
Tuna,  marzapani  4  di  libbre  4  Tuno,  forme  6  di  cacio  piacentino  di  libbre  60  Tuna,  capponi 
para  60,  fagiani  vivi  para  6,  pernici  para  10,  salcicciotti  libbre  60,  un  vitello  trentino.  Ales- 
sio  degrOrsi  don6  orzo  corbe  50,  forme  4  di  formaggio  di  libbre  70  Tuna,  fagiani  vivi  para 
4,  capponi  para  25,  vitelli  uno.  Li  magnifici  quaranta  donorono  un  bacile  col  bronzino  d'oro  35 
di  valore  di  ducati  1200:  il  cardinale  di  Ivrea,  vescovo  di  Bologna,  spelta  corbe  140,  capponi 
para  50,  fagiani  para  12,  starne  para  30,  trentini  10,  castrati  grassi  12,  lepori  10,  forme  di 
formaggio  di  libbre  70  Tuna  3,  candele  bianche  mazzi  24,  cera  bianca  in  doppieri  libbre  130. 

A  di  4  di  decembre  di  nuovo  per  editto  papale  si  bancU  che  ciascuDO  o  del  contado  0 
della  citt^  di  Bologna,  sotto  pena  di  10  ducati  d'oro,  che  fra  termine  di  dieci  giomi  dovesse  40 
haver  cancellato  et  rovinato  le  insegne  de'  Bentivogli,  0  fossero  dipinte  in  muro  o  legno  o 
in  vasi  0  in  tela  0  in  quale  si  vc^Ila  materia,  et  questo  per  mandare  in  oblivione  ogni  ioro  me- 
moria. 

Alli  16  del  detto  mese,  che  fu  il  mercoledl  delle  quattro  tempora,  il  papa  cre6  cardinali 
il  fratello  del  marchese  di  Mantova  et  il  vescovo  Brugense  favorito  di  Massimiliano  impe-  45 
ratore;  cre6  parimenti  cardinali  tre  francesi  di  g\k  promessi  al  re,  se  Taiutava  a  riacquistare 
>.  4'i  Bologna,  li  qua'ii  furono :  il  fratello  del  vicerfe  di  Milano,  Lucimburgo  et  Renato  il  Baiossa ; 
ma  per6  non  furono  pubblicati  in  questo  giorno,  ma  riserbati  insino  a  maggio  del  seguente 
anno. 

Alli  17  il  papa  cavalc6  alla  Certosa,  et  ordin6  frattanto  che  una  sua  imagine  fatta  di  50 


[A.  1306]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  361 


stucco,  et  a  sua  somiglianza,  fosse  posta  sopra  11  capello  della  renghiera  ultima  del  palagio 
de'  signori,  la  qual  renghiera  la  fece  egli  gik  fare  et  era  scoperta. 

AUi  24,  la  vigilia  del  Natale  di  nostro  Signore,  volendo  il  papa  servare  queirantico  et 
tanto  celebrato  costume  di  dare  la  buona  mano  a  beneficio  della  cittk  et  del  contado,  rimosse 
5  11  datio  delle  carteselle,  che  era  una  gravezza  intollerabile.  Percioch^  uno  che  pigliava 
moglie  era  tenuto  a  pagare  lire  due  et  soldi  10  di  bolognini  d'argento  per  ogni  centenaro  di 
lire,  et  chi  pigliava  moglie  senza  dote,  come  i  poveri,  pagavano  soldi  13  di  bolognini  d'argento 
per  huorao,  et  chi  faceva  contratti  di  vendita  o  d'affitti  di  possessioni  o  casamenti,  per  ogni 
lire  100  di  quattrini  lire  cinque  di  bolognini  d'argento.     Questo  datio,  o  per  dir  meglio  angaria, 

10  fu  donata  a  Giovanni  Bentivogli,  et  egli  la  vendeva  di  cinque  anni  in  cinque  anni  et  ne  cavava 
infinito  danaro,  perchfe  da  tale  datio  non  era  essente  huomo  nh  in  Bologna,  nemmeno  nel  con- 
tado,  eccetto  li  senatori.  Limito  parimente  il  quartirolo  del  sale,  che  si  vendesse  soldi  3  di  bolo- 
gnini  d'argento,  che  prima  pagavasi  soldi  5;  che  per  corba  di  frumento  da  macinare  si  pa- 
gasse  soldi  3  di  bolognini  d'argento,  che  prima  si  pagava  soldi  4 ;  et  che  ciaschedun  conta- 

15  dino  che  tiene  un  par  di  buoi,  paghi  per  bue  un  ducato;  et  11  braccienti  soldi  21  di  bolo- 
gnini  d'argento  Tanno,  conciosiacosach^  di  prima  erano  molto  aggravati,  perchfe  pagavano 
soidi  24  per  bocca  da  sette  anni  in  su  di  bolognini  d'argento  per  la  macina,  o  macinando  o  no,  o 
che  raccogliessero  fruraento  o  no,  et  erano  anche  obbligati  di  pigliare  due  quartiroli  di  sale  per 
bocca  a  soldi  7  di  bolognini  d'argento  il  quartirolo ;  et  accioch^  raeglio  si  potessero  cavare  11 

20  danari,  costringevano  li  communi  a  pigliar  tanta  somma  di  sale,  dandogli  anche  di  piu  che  non 
bisognava,  et  poi  gli  forzavano  a  pagare,  per  11  che  ne  risultava  che  essi  pagavano  11  quartirolo 
oltre  dieci  bolognini ;  et  se  aweniva  che  quel  tale  non  potesse  pagare,  costringevano  11  suo  com- 
mune  a  sodisfare.  Havendo  adunque  11  papa  fatto  che  11  contadini  pagassero  11  due  ducati  per 
par  di  buoi,  et  li  braccienti  soldi  21  di  bolognino  d'argento,  non  erano  piii  obbllgati  nh  al  sale, 

25  nk  alla  macina,  eccetto  che  di  comprarlo  a  soldi  3  come  li  cittadini  et  11  simile  macinando 
soldi  3  come  gFaltri,  Questa  utilissima  tassa  la  'fecero  grassonti  posti  dal  papa,  che  furono 
questi:  Glovanni  Campeggi  dottore,  Alberto  Carbonesi,  Antonio  Maria  Lignani  et  Jeronimo 
Ludovisi. 

Era  ripiena  la  cittk  et  il   contado   tutto   d'infinito   contento,   nfe   era  alcuno  che  con  le 

0  mani  supplichevoli  non  benedicesse  mille  volte  Tora  il  santo  pontefice  di  tanta  amorevolezza 
mostrata  a  tutti ;  nh  sapendo  con  qual  vla  potessero  mostrarsegli  grati  di  tante  gratie  donateli, 
siccome  poterono,  et  le  arti  della  citta  et  tutti  li  communi  del  contado,  gH  fecero  dono  di  vari 
presenti,  li  quali  oltre  modo  gli  furono  grati,  vedendo  Taraore  de'  suoi  sudditi  esser  tale,  che  a 
pieno  se  ne  poteva  gloriar  di  essere  da  loro  veramente  amato. 
5  La  duchessa  di  Ferrara  Lucretia  Borgia  parimenti  preaentb  al  pontefice  im  notabilissimo 

dono  di  vari  pesci  dl  mare  et  di  acqua  dolce  et  altre  cose  assai. 

Gionto  11  santissimo  giorno  del  nascimento  del  nostro  Salvatore,  11  cardinale  di  Santa  Pra- 
xede  con  grandissima  solennith  celebrb  la  messa  in  San  Petronio,  sendovi  presente  11  papa 
et  tuttl  11  cardlnali  et  11  senato  et  popolo  di  Bologna,  oltre  le  genti  infinite  che  d'ogni  intorno 
erano  venuti  a  tanta  solennitk  per  haver  la  plenaria  indulgenza  da  sua  Santith.  In  que'sta  f-  *" 
istessa  mattina  alla  detta  messa  11  papa  benedl  una  spada  fornlta  d'oro  et  di  argento  et  una 
beretta  di  veluto  negro  tutta  riccamata  di  perle,  il  tutto  per  farne  dono  al  re  di  Scotia.  Poi 
il  dopo  deslnare  diede  ordine  che  si  dovesse  fare  una  nuova  imbossolatione  di  tutti  gruffici 
della  cittk. 

II  giorno  di  santo  Stefano  sua  Santitk  and6  alla  chiesa  di  santo  Stefano  et  11  dl  di  san  Gio- 
vanni  and6  alla  chiesa  di  san  Glovanni  in  Monte,  et  parimente  11  giomo  degl'  innocenti  and6 
a  San  Francesco,  dove  un  cardinale  canto  la  messa,  sendovi  11  papa  et  tutti  gli  cardinali ;  et  si 
hebbe  la  beneditione  et  la  indulgenza  plenaria. 

Di  que8t'anno  Bartolomeo  Bolognini  leggeva  publlcamente  in  jure  canonico  nello  Studiq 
di  Bologna  con  molto  honore  et  fama. 


362  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  iso?) 


Anno  dl  Cristo  1507.  —  Glonti  all^anno  1507,  si  crearono  U  nuovl  antiani,  il  confalo- 
niere  di  giustitia  et  gli  altri  magistrati  secondo  il  cotiRueto. 

Et  in  questo  primo  di  del  presente  anno  il  papa  con  tutti  li  cardinali  si  trov6  presentc 
alla  messa  cantata  nella  capella  nuova  del  palazzo,  dove  li  nuovi  signori  giurarono  fedelt^ 
avanti  il  pontefice,  et  egli  di  poi  fece  cavaliere  aurato  Christoforo  Angelelli,  uno  del  numero  5 
di  detti  antiani,  et  anche  fece  cavare  gli  uffici  alla  sua  presenza.  II  pretore  fu  Nicol6  Ti- 
grino  da  Lucca,  al  quale  fu  fatto  maggior  honore  che  a  podest^  che  entrasse  in  Bologtau 
Fu  incontrato  da  tutti  i  cittadini  et  gentilhuomini  della  cittk,  perchfe  il  papa  voUe  cosL 

Non  passb  molto  che  quello  che  il  papa  neiranimo  suo  haveva  proposto,  egli  in  fatti  il  di- 
mostr6:  che  era  di  volere  fabricare  un  castello  et  una  fortalezza  in  Bologna  per  conserva-  l<i 
tione  di  essa  contro  li  BentivogH.  Perciochft  alli  1 1  di  gennaro  comincio  a  far  cavare  il  terreno, 
ove  gih  di  prima  era  Taltro  castello,  per  iscoprire  i  fondamenti;  li  quali  ritrovati,  secondo 
Tavviso  di  molti  cittadini,  et  piacendoli  che  fossero  sani,  diede  ordine  che  la  materia  per 
fabricare  si  apparechiasse.  Ora,  mentre  ci6  si  faceva,  Giovanni  Bentivogli,  che  si  trovava  a 
Borgo  San  Donino,  mand6  un  nuntio  al  pontefice  a  chiederli  perdono  della  inobbedienza  usa-  15 
tali,  Bupplicandolo  a  degnarsi  di  accettarlo  nella  sua  gratia  et  di  lasciarlo  ritomare  alla  patria, 
che  li  prometteva  ogni  ubbidienza  et  sodisfatione.  Sorrise  il  papa  alle  parole  del  nuntio, 
parendoli  che  fosse  stato  a  far  ci6  troppo  tardi ;  et  senza  altra  risposta  licentio  da  sfe  il  nontio. 

Desideroso  pure  il  pwntefice  di  vedere  le  cose  piu  notabili  del  territorio  di  Bologna,  alli 
15,  sagliendo  a  cavallo,  ne  pass^  a  Cortesella,  dove  ritrovate  alcuni  navi  nel  canale,  che  erano  20 
per  passare  a  Ferrara,  smont6  da  cavallo  con  alquanti  et  cardinali  et  signori,  domesticamente 
si  pose  a  sedere  sopra  certe  balle  di  mercantia,  et  essendoli  da  una  semplice  donna  presen- 
tate  alcune  castagne  secche,  volentieri  le  accett6  et  familiarmente  le  distribui  alli  circostanti : 
et  vedute  partirsi  le  dette  navi,  fece  donare  dodici  ducati  alla  donna  che  Thaveva  presentato, 
et  salito  a  cavallo,  se  ne  ritom6  alla  citth.  Et  passati  due  giorni,  entr6  nel  bucentoro  di  Gio- 
vanni  Bentivoglio,  insieme  con  tre  cardinali,  et  pass^  per  diporto  al  Bentivoglio,  ove  and6 
sempre  a.  caccia,  e  vi  stette  insino  alli  25  del  presente  mese. 

Carlo  Ingrati  and6  a  Roma,  molto  odiato  in  Bologna  per  haver  senza  causa  traditi  i  Ben- 
tivogli,  avendo  mosso  il  papa   et  tutti   i    nemici  de'  Bentivogli  contro  essi.     E  pure  haveva 
avuto  da  loro  la  robba,  la  riputazione  e  Thonore  e  mai  non  hebbe  da  loro  alcun  dispiacere,  30 
onde  merit6  lo  sdegno  degVistessi  nemici  de'  Bentivogli,  che  non  lo  potevano  vedere,  ne  sen- 
tire  nominare. 

In  questo  tempo  furono  confinati  molti  cittadini  di  Bologna  amici  de*  Bentivogli  per  so- 
>.  *'j       spetto  dello  stato,  et  furon  questi:  Don  Carlo  di  Ze'Iin,  a  cui  furono  tolti  tutti  li  benefici,  Anni- 

bale,  Santo  fratelli  de'  Manfredi,  Francesco  di  Annibal  Manfredi,  Tideo  Mezzovillani,  Romoaldo  35 
et  Jacomo  dal  Chierico,  Antonio  di  Savi,  Guido  Bergamino,  Galeazzo  et  Andrea  di  Simone 
Cambi,  Agamenone,  Cisilao  de'  Zanesi,  Jacomo  Rabuini,  Aaitonio  dalle  Guaine,  Pedrino  capo  di 
squadra  di  Annibale  Bentivogli,  Antenore  Saflii,  Santo,  Nicol6  Calduni,  Battista  Birani,  Andrea 
Gambalonga,  Francesco  Maurini,  Alessandro  Branchetta,  Jacomo  Valini,  Bartolomeo  detto 
Chezuba,  Ulisse  de'  Boi,  Petronio  Lappo,  Lorenzo  di  Maldo  Ariosti,  Bomino  de'  Bianchi,  40 
Romeo  Bocchio,  Lodovico  Scardova,  Bartolomeo,  Vincenzo  de'  Magnani  fratelli,  Pietro,  Ver- 
zuso  de'  Magnani  fratelli,  Matteo,  Antonio,  Giovanni  Battista  de'  Marescalchi,  Nicol6,  Ippolito, 
Flandro,  Emilio  de'  Montecalvi  fratelli,  Agostino,  Petronio  dalla  Fondazza  fratelli,  Giovanni, 
Antonio  Fondazzi  fratelli,  Bartolomeo  Dosio  et  il  figliolo,  Marco  Antonio,  Annibale,  Barto- 
lomeo  di  Segna  fratelli.  Furono  ancora  confinati,  oltre  i  descritti,  questi  seguenti  nelle  terre 
della  Chiesa  lungi  da  Bologna  50  miglia,  a  beneplacito  pero  del  papa:  fra  Antonio  da  Bu- 
drio,  don  Andrea  da  Samosa,  fra  Ippolito  priore  de'  Servi,  Andrea  de'  Savi,  Agamennone  de' 
Zanesi,  Aiigelo  de'  Bianchi,  Beraardino  Morandi,  Bonaparte  Ghisilieri,  Tideo  Mezzavacca, 
Tomaso  Salaroli,  Claudiano  Mezzovillani,  Carlo  de'  Bianchi,  Evandro  de'  Rossi,  Filippo  de" 


14.  sil  si  sl  neWoriginale  —   17.  11]  U  il  ntiroriginale. 


fA.  1507]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  363 


ColtelHni,  Ghinolfo  de'  Bianchi,  Tommaso  da  Vizzano,  don  Virgilio  de'  Sarti,  Giacomo  But- 
trigari,  Mazzone  Pellacani,  Giovanni  da  Cavrara  et  molti  altri ;  et  quei  tutti  che  furono  obbe- 
dienti  et  osservorono  le  confine,  ritornorono  in  breve  alla  patria  senza  alcuno  impedimento. 
Essendo  stato  alquanti  giorni  il  pontefice  per  diporto  al  Bentivoglio,  alli  25  venne  al 
Gombito,  palaggio  de'  Bolognini,  invitato  quivi  dairegregio  dottore  et  cavalliero  Lodovico; 
dove  desinato  et  riposato  alquanto,  alle  22  hore  fece  ritorno  alla  citta.  Et  passati  due  giorni, 
fece  concistorio,  dove  determino  molte  cose,  et  particolarmente  che  fossero  citati  li  Bentivogli 
a  dovere  soddisfare  alli  loro  creditori  del  debito  di  trentamila  ducati,  che  havevano  di  lettere 
di  cambio,  promesse  e  depositi  fatti. 
10  Alli  2  di  febbraro  il  papa  fece  dire  la  messa  ad  un  cardinale,  poi  benedl  le  candele  di  cera, 

che  erano  di  peso  libbre  6000 ;  venne  sulla  renghiera  apparato  con  due  cardinali,  et  il  datario 
Giovanni  Gozzadini  et  tutti  gli  altri  cardinali  erano  alle  finestre  con  le  mitre  episcopali  in 
testa:  e  comincib  il  papa  a  buttare  giii  delle  candele  per  lo  spazio  di  mezz'ora  et  lo  stesso  fecero 
i  due  cardinali  che  erano  seco ;  cosl  il  dl  di  quaresima  il  papa  diede  la  cenere  colle  sue  mani 
15  nella  capella  di  palazzo. 

A  dl  7  detto,  che  fu  la  domenica,  il  papa  pass6  a  Belpoggio,  luogo   costrutto   da   Gio- 

vanni  Bentivogli,  et  quivi  si  ferm6  quel  giorno ;  et  alli  9  and6  a  San  Michele  in  Bosco,  dove 

desin^,  et  verso  sera  partitosi,  and6  a  vedere  il  cavamento  che  si  faceva  per  la  nuova  fab- 

brica  del  castello  alla  porta  di  Galliera. 

20  Mentre  il  pontefice  pigliava  diporto  a  questo   et  ora  a  queiraltro   luogo,   fu   awisato   il 

senato  come  egli  era  per  partirsi  tosto  di  Bologna  et  passare  a  Roma  et  che  voleva  lasciare 

il  cardinale  San  Vitale  legato  della  citta  con  tutta  quella  maggior  autorita  che  poteva,  etiam- 

dio  sopra  il  senato,  et  che  egli  liberamente  potesse  fare  ci6  che  giudicava  opportuno  a  detto 

govemo,  senza  che  il  detto  senato  se  ne  interponesse ;  la  qual  cosa  non  poco  turb6  gli  animi 

5  di  tutti  li  magistrati,  et  diede  loro  che  dire  et  che  pensare.     Et  havuto  sopra  ci6  molti  ragio- 

namenti,  alla  fine  fu  determinato  fra  di  loro  quanto  dovessero  fare,  prima  che  ci6  si  esseguisse: 

ricorsero  a  Dio,  et  fatta  celebrare  una  solenne  messa  dello  Spirito  Santo  nella  'chiesa  di  santa       t-  *•* 

Cecilia  unita  a  San  Jacomo,  dove  furono   presenti  il  senato,  gli  antiani,  tribuni  della   plebe 

et  li  massari  delle  arti,  la  quale  finita,  fra  di  loro  conchiusero  di  andare  al  pontefice  et  rinon- 

30  ciare  li  suoi  uflSci.     Ritomato  adunque  il  papa  alla  citta  alli  10  del  mese,  passarono  tutti  al 

palagio,  et  havendogli  baciato  il  piede,  Ludovico  Bolognini,  a  cui  era  imposto  che  a  nome 

di  tutti  parlasse,  cosi  disse :  "  La  cagione,  santissimo  Padre,  che  a'  piedi  di  sua  Beatitudine  hora 

"  ne  ha  condotti,  h  V  havere  inteso  noi  che  in  tempo  breve  h.  per  partirsi  da  noi  per  passare 

"  a  Roma,  il  che  sallo  Iddio   se    assai   ci  dispiace   et  duole:  Tuna  cagione   fe,  che   veggiamo 

35  '  ch'ella  ci  lascia  poco  consolati,   posciachfe  peranco  le  cose  della   cittk  non  sono   ferme   et 

"  stabilite  secondo  il  suo  et  nostro   desiderio,   avvengachfe   la   parte   et  fattione   Bentivolesca 

"  nella  cittk  sia  et  potente  et  numerosa,  et  che  con  grandissima  difficoM  et  forse  non  senza 

"  qualche  pericolo  si  potrk  si  facilmente  abbassare  et  istirpare,  se  manca  la  presenza  di  sua 

"  Beatitudine.     L'altra  cagione  del  poco  nostro  contento  6  che  intendiamo  che  al  suo  partire 

40  "  lasciane  per  rettore  et  governatore   il  cardinale  San  Vitale,   il  che   oltre   modo  ci  h  caro ; 

"  gli  dh  ampia  auttoritJi  che  ad  ogni  suo  arbitrio  et  libera  volonta,  senza  il  consenso  et  inter- 

"vento  del  senato,  possa  fare  et  disfare   tutto  quello  che  li  piace,  et  che  li   magiatrati   non 

"  habbino  ad  intervenire  in  cosa  alcuna  pertinente  al  govemo  della  citt^ :  questa  h  la  pura  ca- 

"  gione  del  nostro  dolerci,  perch6  h  pure  antico  instituto,  et  da  molti  pontefici  et  in  partico- 

45  "  lare  dalla  felice  memoria  di  Nicola  confirmato,  che  il  legato  di  questa  cittk  non  possa  or- 

"  dinare  cosa  alcuna  pertinente  alla  repubblica  senza  il  consenso  del  senato,  nemmeno  il  senato 

"  senza  quello  del  legato.     Pare  a  noi  in  questo  (perdonici  S.  B.)  di  esaere  riputati  huomini 

*  privi  di  giudicio  et  di  consiglio,  poich6  spogliati  di  ogni  autorith  ci  vediamo.     Se  ci6  a  sua 

"  Santit^  pur  piace,  riverenti  la  preghiamo  che  accetti  nelle  sue  mani  tutti  gruffici  et  li  ma- 

50  "  gistrati,  acciochfe  non  restiamo  favola  et  mostri  a  dito  dalle  circonvicine  cittk  e  da  tutto  \\ 


364  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i507i 


*  mondo.  Nel  vero  pare  a  noi,  che  se  non  eravamo  huomini  degni  di  queati  magistrati,  che  mai 
"  S.  S.  ce  gli  doveva  dare  ?  et  se  sua  B.  degni  ci  ha  giudicati,  deh  perch^  ne  apoglia  d'ogni 
"autoritJi?  Ti  preghiamo  adunque,  o  Pastore  Santo,  che  quello  che  tanti  pontefici  tuoi  ante- 
"  ceaaori  volontieri  ci  hanno  concesso,  che  anco  tu  benignamente  ce  lo  vogli  confermare;  e  sc 

"  a  ci6  ci  conosci  inhabili  et  indegni,  con  tua  buona  pace  attenderemo  alli  noatri  privati  negoci     3 

*  sempre  fedeli  et  ubbidienti  alla  santa  madre  Chiesa  „. 

Havendo  udite  il  papa  le  parole   d«I  senatore,  fra  se  stesao  non   poco  si   adirb  et  per 
allhora,  senza  darli  altra  risposta,  gli  diede  licenza  si  partissero.    Rimase  di  ci6  malamente 
soddisfatto  tutto  il  popolo  et  ciascuno  cominci6  a  temere  di  non  essere  caduto  sotto  dura  servitu, 
et  che  la  libertk,  che  il  papa  in  Imola  agrambasciatori  haveva  promesso,  si  rivolgesse  in  coperto  10 
inganno.    Awisato  adunque  il  pontefice  della  poca  soddisfatione  che  haveva  il  senato  et  il 
popolo  tutto,  egli  chiam6  a  sfe  il  cardinale  San  Severino,  il  cardinale  Adriano,  il  cardinale 
di  Pavia  et  il  legato  della  citth,  et  impose  loro  che  accomodassero  li  capitoli  in  modo  tale 
che  il  senato  restasse  contento  e  tutta  la  cittk.    Poi  il  pontefice  fece  addimandare  il  senato, 
al  quale  con  dolcissime  et  amorevolissime  parole  disse  che  non  mai  era  stata  sua  intentione   15 
di  escludere  il  senato  et  li   magistrati  al  trattare  le  cose  pertinenti  alla  citta,  sendo  ch'egli 
per  questa  cagione  gli  haveva  creati  riformatori  della  liberth,  ma  che  ben  voleva  che  il  le- 
gato  fosse  capo  loro,  et  che  egli  di  niuna  cosa  potesse  disporre  senza  il  loro  consenso,  nh 
parimente  eglino  potessero  fare  cosa  alcuna  senza  il  consenso  del  capo  loro,  cio^  del  legato, 
et  che  tale  era  la  sua  volonth.     Poi  gli  essorto  ad  havere  avanti  gli  occhi  il  timore  di  Dio,  20 
/.  4is       la  giu'stitia  et  il  bene  universale,  sl  della  cittk,  come  del  contado. 

Re8t6  tutto  il  senato  delle  parole  del  pontefice  pago  et  contento;  et  dopo  il  lungo  ringra- 
tiamento,  gettatosi  alli  suoi  piedi,  et  havuta  la  beneditione,  si  partirono.  Ora  il  popolo,  intesa 
la  confirmatione  del  senato,  volendo  dar  manifesto  segno  del  contento  ch'egli  n'haveva,  per 
ogni  luogo  della  citt^  fece  fuochi  et  allegrezze.  2.'> 

A  di  13  Alfonso  duca  di  Ferrara  venne  a  baciare  il  piede  a  sua  Santitk. 

A  di  15,  sendo  andato  il  pontefice  a  Pontecchio,  si  partl  et  pass6  a  Castello  dal  Vescovo, 
dove  il  vescovo  di  Bologna  gH  fece  un  solenne  convito;  poi  si  ritorn6  a  Bologna. 

Alli  20,  circa  le  15  hore  e  mezzo,  il  pontefice  pas86  alla  porta  di  Galliera,  dove  erano 
stati  Bcoperti  tutti  li  fondamenti  del  castello  gih  rovinato;  et  quivi  riposato  alquanto,  et  vesti-  30 
tosi  alla  pontificale,  con  molti  cardinali,  vescovi  e  prelati  tutti  apparati,  benedi  gli  fondamenti, 
et  dopo  molte  bellissime  ceremonie  a  hore  17   egli  con   le  sue   proprie  mani  pose  la  prima 
pietra  nel  fondamento  del  detto  castello   di  Galliera,  con  sei   medagHe   d'oro   et   altrettante 
d'argento,  ove  era  scolpita  la  viva  sua  imagine.     Poi  gli  fu  presentata  una  pietra  di  marmo 
bianco  di  Carrara,  ove  era  scolpito  un  rovere,  insegna  della  casa  del  pontefice,  di  larghezza  3.^ 
per  ogni  lato  un  piede;  et  il  papa  le  diede  la  beneditione,  poi  la  fece  presentare  al  cardi- 
nale  San  Vitale  legato,  affinch^  egli  la  ponesse  sopra  il  fondamento  da  lui  cominciato:  et  cosl 
fece,  ponendola  a  mano  sinistra  fuore  della  porta  della  cittk,   lontana  dalla  via  piedi  dieci. 
Postala  adunque  effermata,  il  papa  diede  la  maleditione  a  chiunque,  o  con  conseglio  o  con 
aiuto  o  favore,  si  affaticasse  per  rovinare  o  far  ro^-inare  il   detto  cr.stello.     Don6  poi  il   le-  4<i 
gato  al  capo  maestro  di  tale  edificio  20  ducati  d'oro,  et  si  partirono  tutti.     Fu  fabricata  questa 
fortalezza  con  grande  artificio  et  con   mura  maravigliose,  talmentech^  fu  riputata  in   questi 
tempi  una  delle  prime  fortalezze  d'Italia;  che  (come  dimostreremo)  fu  poi  necessario,  per  rovi- 
narla,  vi  si  adoprasse  fuoco,  aceto  fortissimo  et  polve  di  bombarda,  non  vi  si  potendo  ritro-        ., 
vare  piii  agevole  e  facil  modo  di  questo. 

A  dl  21  il  pontefice  fece  cantare  la  messa  al  cardinale  di  San  Giorgio  nella  capella  del 
palaggio,  sendovi  lui  presente  con  tutti  li  csirdinaH,  signori  et  magistrati.  Et  finita,  furono  letti 
li  capitoli  publicamente  fatti  fra  il  pontefice  et  il  popolo  di  Bologna;  et  letti,  li  quaranta 
et  li  coUegi  si  appresentarono  avanti  al  papa  et  si  conclusero  detti  capitoli,  li  quali  erano 
per  la  maggior  parte  degli  andchi.     Lesse  gli  detti  capitoli  Paris  de'  Grassi  maestro  delle  ceri- 


lA.  1507J  t)EL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  365    . 

monie  et  da  amendue  le  parti  f urono  approbati ;  eccetto  che  nominava  li  quaranta  consiglieri, 
et  essi  volevano  essere  nominati  li  quaranta  riformatori  dello  stato,  ma  voUe  il  pontefice 
che  fossero  detti  consiglieri. 

Poi  il  seguente  giorno  fece  congregare  nel  palazzo  tutti  li  magistrati  della  citta,  et  con 
5  longo  ragionamento  gli  raccomandb  la  citta,  la  pace  et  la  fedeltk,  et  al  mantenere  la  libert^, 
nella  quale  egli  con  tanta  fatica  e  spesa  gli  haveva  riposti ;  et  fatte  molte  proferte  di  se 
medesimo  a  beneficio  loro  et  di  tutta  la  citta  et  contado,  prese  licenza  per  passare  a  Roma. 
Fu  da  tutti  li  magistrati  ringraziato  infinitamente,  promettendoli  che  tutta  la  citta  terrebbe 
a  memoria  perpetua  la  sua  liberatione  et  il  beneficio  ricevuto,  et   che  erano  tutti  pronti  di 

10  porre  la  propria  vita,  la  robba  et  li  figliuoli  per  la  santa  madre  Chiesa  et  per  S.  B.  II  che 
detto,  il  papa  gli  fece  tutti  giurare  fedeltk  alla  Chiesa  romana  nelle  sue  mani,  con  giuramento 
solenne;  et  data  loro  la  beneditione,  gli  Iicenti6  alle  loro  case. 

Havendo  adunque  il  papa  ordinato  tutte  le  cose  della  cittk,  alli  22  a  hore  14  e  mezza,  sendo 
tutta  la  corte  ad  ordine,  si  parti  di  Bologna  per  Roma,  dove  'con  gran  desiderio  era  da'  Ro-       p.  41» 

15  mani  aspettato,  et  fu  accompagnato  dal  legato,  dal  senato  et  da  tutti  li  magistrati  et  gen- 
tilhuomini  di  Bologna.  II  quale  gionto  alla  porta  di  Strk  Maggiore,  si  rivolse  con  la  faccia 
addietro  riguardando  con  aifetto  di  cuore  la  cittk,  et  con  molte  cerimonie  tre  volte  la  bene- 
disce  ad  alta  voce,  rispondendogli  gli  cardinali.  Poi  raccomando  il  popolo  al  nuovo  le- 
gato,  et  lagrimando  un'jiltra  volta  pure   la  benedl,   et  poscia  prese   il   viaggio   verso   Imola. 

20  Ma  gionto  al  monastero  de'  Crociari,  diede  licenza  al  legato  et  a  tutti  li  magistrati  della 
cittk.  Andarono  seco  solamente  questi:  Giovanni  Marsili  et  Giovanni  Francesco  Aldrovandi, 
mandati  dal  senato.  Fermatosi  adunque  il  legato  alli  Crociari,  tutto  il  clero  si  pose  a  ordine 
et  le  compagnie,  et  venuto  ad  incontrarlo  alla  porta  della  cittk,  egli  fece  la  sua  solenne  entrata, 
con  le  solite  cerimonie  usitate  di  farsi  al  nuovo  legato.     Erano  seco  il  cardinale  Samalo  fran- 

25  cese,  il  cardinale  Santa  Prassede,  il  cardinale  Narbona  et  il  cardinale  Cesarino  romano.  Venne 
adunque  circondato  da  60  staffieri  gioveni  della  cittk  riccamente  vestiti,  et  pass5  alla  chieea  di 
San  Pietro  secondo  la  consuetudine,  et  poi  al  palagio  de'  signori. 

Fu  questa  entrata  alle  23  hore,  et  furono  fatte  grande  allegrezze  di  fuochi  et  di  bombarde, 
et  iurono  aperte  le  carceri  et  liberati  li  prigioni.    La  mattina  seguente  fece  poi  mandare 

30  un  pubblico  bando  da  parte  sua  et  delli  signori  antiani,  confalloniere  di  giustitia  et  delli 
40  consiglieri  et  reformatori  dello  stato  di  Bologna,  che  ognuno  ponesse  giu  Tarmi,  sotto 
pena  di  ducati  10  et  di  tre  tratti  di  corda,  eccettuati  li  deputati  al  servigio  della  cittk. 

Se  la  sera  avanti  la  cittk  stette  in  giuochi  et  allegrezza  per  il  nuovo  legato,  la  notte  se- 
guente  si  ritrov5  molto  travagliata,  percioch^  si  accese  il  fuoco,  o  fosse  a  caso  o  altrimenti, 

35  nelle  stalle  dietro  il  palazzo  dal  fieno  della  paglia,  et  per  la  vehemenza  del  vento,  che  soffiava, 
talmente  accrebbe  la  fiamma,  che  senza  potervi  ripareire,  abbnigisirono  tutte  quelle  quattro 
stalle  piene  di  fieno  et  paglia,  che  erano  fra  la  via  di  San  FeUce  insino  alla  via  di  rincontro  al 
palagio  dei  signori,  insieme  con  25  cavalli  di  varie  persone  et  un  par  di  buoi,  che  non  si  pote- 
rono  salvare.    Questo  incendio  ispaventb  non  poco  il  nuovo  legato,  suspicando  che  ci6  fosse 

40  tela  ordita  dagli  amici  dei  Bentivogli  per  sollevare  il  popolo  et  cacciarlo  fuore  del  palagio.  Per6 

incontanente  egli  fece  armare  tutti  li  soldati  et  pigliare  la  piazza.     Fu  nel  vero  un  presagio 

questo,  che  Bologna  doveva  star  sempre  in  combustione  e  travagli,  mentre  che  papa  Giulio  vivea. 

Venuta  adunque  la  mattina,  nfe  veggiendosi  alcun  movimento,  si  giudic6  che  tale  incen- 

dio  fosse  stato  casualmente;  et  il  legato  deliber6  allora  che  li  signori  antiani  con  il  confalo- 

45  niere  di  giustitia  ritornassero  ad  habitare  nel  palagio  secondo  Tuso  antico,  et  perci6  essi  si 
partirono  del  palagio  de'  Bentivogli  et  fecero  la  entrata  nel  palagio  detto,  a'  quali  furono 
consignate  le  loro  stanze,  eccetto  al  confaloniere  di  giustitia,  perchfe  le  sue  stanze  le  habitava 
il  legato.  N^  pass^  molto  che  parimente  alli  signori  quaranta  fu  consignata  la  stanza  con- 
sueta,  dove  di  prima  vi  radunavano  li   sedici;   parimente   U   confalonieri   del  popolo   con   li 

311  massari  delle  arti  alI'ordinario  luogo  loro  in  palagio  ritornorono. 


15.  acccompagaate  ntlVoriginale. 


366  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isot) 


Noii  sl  tosto  81  era  papa  GiuHo  partito  di  Bologna,  che  Marco  Antonio  Fantucci  et  Bat- 
tista  di  Jeronimo  Ranucci,  inaieme  con  Costantino  gia  figlio  di  Egano  da  Caprara,  tutti  cit- 
tadini  di  Bologna,  cominciorono  a  trattare  d'introdurre  Annibale  et  Ermesse  Bentivogli  et 
darli  la  entrata  di  notte  per  una  porta  della  cittA ;  et  mentre  ci6  si  faceva,  Constantino  do- 
veva  dar  fuoco  et  abbrugirtre  la  monitione  del  palagio.  Non  puotfe  il  trattato  andar  tanto  5 
p.  417  coperto,  clie  prima  che  fosse  alcuna  cosa  esseguita,  egli  fu  8co'perto  alli  parenti  di  Antonio ; 
li  quali,  conoscendo  il  pericolo  che  ne  soprastava,  il  cominciorono  ad  esaortare  a  fuggiraene 
et  a1  salvarai  la  vita.  Vedendo  Autonio  il  trattato  scoperto,  et  dubitando  che  la  cosa  giun- 
gesse  alle  orecchie  del  legato  et  perdesse  la  vita,  parveli  il  meglio  di  andare  in  penona  al 
legato  et  fedelmente  revelargli  il  tutto,  sperando  presno  lui  trovar  perdono:  et  per6  si  pre-  10 
8ent6  al  legato,  et  domandandogli  misericordia  et  in  dono  la  vita,  gli  narr6  a  pieno  il  fatto. 
Promesegli  il  legato  di  perdonarli  la  vita,  et  gli  088erv6  la  promessa;  ma  frattanto  fece  pi- 
gliare  Costantino,  et  non  potendo  trovare  Battista,  che  si  era  fuggito,  essamin6  Costontino, 
il  quale^facilmente  et  senza  tormenti  confess^  a  pieno  il  tutto.  Era  Costantino  amato  da 
tutta  la  cittJi,  et  per6  il  popolo  si  mosse  a  chiederlo  in  dono  al  legato  poichfe  egli  tanto  si  15 
era  contro  i  Francesi  valorosamente  portato,  et  anche  perchfe  era  il  piu  perfetto  et  famoso 
bombardiero  di  tutta  Italia.  Ma  il  legato  non  volle  udirne  parola,  et  per6  la  seguente  mat- 
tina  il  fece  impiccare  alla  renghiera  del  podestii.  Intanto  furono  confinati  Battista  Ranucci, 
Antonio  Fantucci  et  Cesare  Bargellini,  perchfe  Costantino  haveva  confessato  haver  loro  tocco 
la  mano  da  parte  di  Annibale  Bentivogli;  nondimeno  fra  pochi  di  furono  rivocati.  20 

Ora  li  quaranta  conservatori  dello  stato  ordinarono  nuovi  presidi  alle  porte  della  cittk 
et  intorno  le  mura,  et  alquanti  di  essi  per  ciascuna  notte  con  huomini  bene  armati  andavano 
lustrando  i  luoghi  sospetti  della  citta,  perch^  temevano  di  qualche  tradimento;  il  simile  fa- 
ceva  anche  il  legato  et  gli  altri  capitani. 

Alli  27  il  legato,  col  consenso  delli  signori  quaranta,  fece  bandire  che  niuno  ardisse  di  25 
scrivere  o  far  scrivere  alli  Bentivogli,  pena  la  forca,  et  che  niuno  portasse  calze  o  altra 
sorte  di  vestimenti  alla  divisa  Bentivolesca,  et  si  cancellassero  tutte  le  loro  arme  et  insegne 
che  fossero  restate  nella  citt^,  n6  si  potesse  dare  ricapito  alli  confinati  et  banditi  sotto  la 
medesima  pena;  et  chiunque  ricevesse  lettere  loro,  o  ambasciate,  subito  le  dovesse  al  legato 
et  alli  conservatori  dello  stato  manifestare.  Comarid6  parimente  che  non  si  potessero  fare  30 
ragunationi  di  piii  di  tre  persone  nel  tempo  della  notte  et  che  meno  si  facessero  conviti 
senza  legittima  cagione. 

In  questo  tempo  il  vescovo  di  Tivoli  gionse  a  Bologna  con  lettere  del  papa,  nelle  quali 
sotto  interdetto  comandava  a  tutti  li  signori,  che  ne'  luoghi  loro  non   lasciassero  fermare  li 
Bentivogli,  se  non  era  il  luogo  cento  miglia  da  Bologna  discosto.     II  che  intendendo  Giovanni  35 
BentivogH,  che  era  a  Borgo  San  Donino,  d'indi  con  Alessandro  si  parti  et  pa8s6  a  Milano; 
ma  gli  altri  non  volsero  ubbidire.     Ora  in  questi  giorni  avvenne  in  Bologna  un   caso   nota- 
bile;  un  nemico  capitale  di  Giovanni  Bentivogli,  non  so  per  qual  cagione,  volendosi  vendi- 
care  contro  lui,  n6  potendo  nella  sua  persona,  and6  nella  chiesa  della  Madonna  di  Galliera, 
ove  era  una  imagine  di  stucco  del  detto  Giovanni  armata  et  con  la  spada  al  fianco  del  na-  40 
turale  formata,  sotto  la  quale  erano  scritte  le  infrascritte  parole :  Patriam  dcfendi  iuvetiis  nec 
senex  deseram;  et  volendo  costui  sfogare  il  suo  rabbioso  sdegno,  senza  punto  haver  riguardo  alla 
casa  di  Dio   et  alla  sua  gloriosa  madre,  et  senza  considerare  che  quella  imagine  era  offerta 
alla  grau  madre  nostra  avvocata,  con  una  ronca,  alzando  ambe  le  braccia  quanto  piii  pot^,  la 
tagli6  in  vari  pezzi,  et  nella  prima  percossa,  che  una  sola  fu,  il  ferro  della  ronca  insieme  con  45 
Tasta  si  spezz6  in  mille  pezzi,  non  senza  maraviglia  e  stupore  di  tutti  li  circostanti:  et  il  per- 
cussore  rest6  attonito  et  quasi  fuori  di  s6,  partendosi  tutto  confuso;  la  qual  cosa  diede  non 
poco  che  ragionare  nel  popolo  per  molti  giomi.     Ma  non  pass6  molto  tempo  che  quest'em- 
pio  miserabilmente  pericol6. 
f.  4ii  Alli  4  di  marzo  il  legato  fece  portare  al  palagio  le  armi  che  haveva  trovate  in  casa  di  50 


i 


[A.  1507]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  367 


Napolione  Malvasia  il  bargello,  cio^  800  pezzi  d'arme  in  hasta,  fra  lanze,  lanzoni,  spiedi, 
ronche  et  parteggiane,  1 2  armature  d'  huomini  d'arme,  corazze  assai  da  pedoni  f ornite  signo- 
rilmente,  et  molti  targpni,  targhe  et  rotelle. 

La  fortuna  ubriaca  et  sdegnosa  contro  li  Bentivogli  et  suoi  amici,  non  cessando  di  ag- 
5  gionger  male  a  male,  come  h  sua  proprietk  quando  che  cosl  le  piace,  non  potendo  a  pieno 
sfogarsi  ne'  capi,  si  sfogava  nelle  membra;  per6  alli  12  detto  furono  impiccati  in  piazza  per 
haver  scritto  ad  Annibale  et  Ermesse  Bentivogli,  Lodovico  Bertaro  et  Giacomo  Cartaro  fratelli, 
Paolo  da  Mantova,  Galasso  da  Co'  de'  Ronchi  gik  balestriero  di  Ermesse  Bentivogli  con  un 
mantovano  servo  di  Ludovico,  et  nel  mezzo  di  questi  fu  posto  Melchiore  dalla  Viola  di  Gai- 
10  bola  di  etk  d'anni  21,  giovine  gran  micidiale  et  bandito,  che  per  danari  ogni  mal  faceva, 

A  di  14  fu  per  lo  senato  conchiuso,  havendo  cosl  ordinato  per  l'autoritk  loro  data  dai 
detto  legato  et  altri  magistrati,  Bartolomeo  Zambeccari,  Antonio  Maria  da  Lignano,  Jeronimo 
Lodovisi  et  Alberto  Carbonesi,  che  li  contadini  dovessero  pagare,  levata  via  ogni  altra  gra- 
vezza,  ducati  due  Tanno  per  para  di  buoi  in  quattro  termini,  ciofe  di  tre  mesi  in  tre  mesi  la  4' 
15  parte,  et  li  braccienti  soldi  20  per  bocca  da  10  anni  in  su,  et  questi  pure  di  tre  mesi  in  tre  mesi, 
con  ordine  che  gli  sieno  mandate  due  scritte  avanti  che  sieno  pignorati,  et  che  gli  essecutori 
non  possino  pigliare  oltre  soldi  4 ;  et  volendo  essi  del  sale,  lo  comprassero  alla  citta  a  soldi 
3  il  quartirolo. 

Alli  20,  suonando  la  campana  della  torre  degli  Asinelli  la  guardia  alle  2  hore,  che  gik  fu 
20  fatta  del  1444  et  era  durata  anni  63,  si  spezz6,  et  di  subito  fu  rifatta   alla  medesima  forma 
et  suono  che  di  prima  haveva. 

AUi  24  furono  ritrovate  alcune  lettere  di  mano  di  Giovanni  Bentivogli,  dove  assai  si  rac- 
comandava  alli  magnifici  collegi,  che  havessero  per  loro  cortesia  cura  della  robba  che  egli  nel 
8U0  palagio  haveva  lasciato,  come  del  grano  et  altre  biade,  che  salivano  alla  somma  di  corbe 
25  25000  et  5000  di  vino  con  gran  quantitk  d'olio,  sale,  legna,  lino,  canapa  et  strame,  et  in 
particolare  del  palagio,  che  stalla  non  divemsse;  queste  lettere  furono  presentate  al  legato, 
il  quale  di  subito  le  stracci6. 

Alli  27,  in  giorno  di  sabbato,  sendo  un  bellissimo  mercato,  et  alla  piazza  gran  concorso 

di  gente,  furono  abbrugiati  i  libri  del  datio  delle  carteselle  nuovi  et  vecchi,  havendole  il  pon- 

30  tefice  annuUate  in  perpetuo.     Di  che   la  cittk  ne   fece  allegrezza   et  ne   riceve   grandissimo 

contento ;  ma  poco  dur6,  percioch^  in  questi  tempi   cominci6   a  suscitare  la   pestilenza,  che 

non  poco  travagliava  la  gente,  et  perci6  il  legato  non  voUe  che  quest'anno  si  aprisse  il  se- 

polcro  di  Santo  Stefano,  accioch6  per  la  moltitudine,  che  quivi  vuol  concorrere,  non  s^infestasse 

maggiormente  la  cittk.    Nondimeno,  per  non  levare  questo  bene  spirituale  agli  devoti,  in  vece 

35  di  visitare  il  sepolcro,  egli  in  San  Petronio  il  giorno  di  Pasqua   cant6  la   messa,  et  a  tutti 

quei,  che  cootriti   et  confessati   vi  si   trovasaero,   conced^   loro   plenaria   indulgenza;  et  poi 

communic6  gli  antiani  et  molti  gentilhuomini  della  corte,  et  il  dl  seguente  si  fece  provisione 

buona  di  mandare  al  luogo  deputato  quelli  che  erano  appestati,  accioch^  non  infestassero 

i  sani. 

40  A  di  primo  d'aprile  furono  citati  alla  renghiera  del  palazzo  del   podestk  a  dover   com- 

parire  Annibale  et  Ermesse  Bentivogli,  a  difendersi  delle  cose  che  li  erano  apposte,  che  erano 

che  essi  cercavano  per  ogni  strada  di  ritornare  alla  cittk  et  che  per  ci6  conturbavano  lo  stato 

della  Chiesa.    In  questo  mentre  il  legato  animosamente  faceva  fornire  la  rocca  del   castello 

che  era  alla  porta  di  Galliera  d'artegliaria  et  di  munitione,  to'gIiendo  frumento,  arme,  polvere,       /.  4'9 

)45  farina,  oglio,  aceto,  sale  et  altre  cose  simili  del  palazzo  di  Giovanni  Bentivogli,  che  ve  n'era 

in  abbondanza. 

Alli  2  detto,  a  hore  19,  mori  san  Francesco  da  Paula  in  Francia;  fu  fondatore  de'  frati 
Minimi. 

Alli  6  fu  trovato  morto  Tomaso  de'  Cospi,  uno  di  quei  del  senato ;  habitava  in  strh  Ca- 
50  stiglioni  da  Sant'Agata.     Si  8U8pic6  che  fosse  gocciola,  perciochfe  era  huomo  di  estrema  gras- 


368  HISTORIA  DI  BOLOGNA  .  [A.  »507] 


sezza  et  grossezza,  et  egli  fu  il  primo  che  del  senato  quoto  morine;  et  in  mio  luogo  po«cia 
fu  poBto  Antonio  Paltroni. 

In  questo  tempo,  cio^  alli  17,  veggiendo  il  legato  et  il  seoato  che  la  pestilenza  crescendo 
toglieva  la  vita  a  molti,  ordinarono  che  I'Ave  Maria  a  mezz<^omo  si  suonasse,  acciochfe  la 
santissima  Regina  de'  cieli  ottenesse  per  tutta  la  citt^  preaso  il  suo  figliolo  pieti  e  misericordia.     5 

Mentre  adunque  che  da  una  parte  la  citt^  era  dalla  i>e8te  6ageIIata,  era  anco  dairaltra 
non  poco  dagramici  de'  Bentivogli  tribolata,  perciochfe  ogni  di  si  scoprivano  co»e  nuove; 
et  percl6  il  legato  et  il  senato  fecero  consiglio  di  mandar  fuore  della  citti  alcuni  partico- 
lari  amici  di  quella  fattione,  per  vivere  in  maggior  quiete  e  sicurezza;  et  per6  ne  confina- 
rono  molti,  et  nobili  e  popolari  et  artefici,  per  alquanto  tempo  a  Cesena,  fra  graltri  questi;  H) 
Lorenzo  Ariosti,  Bornino  Bianchi,  Romeo  Bianchi,  Lodovico  Scardova,  Bartolomeo,  Lodo- 
vico,  Vincentio  Magnani,  Nicol6,  Ippolito,  Flandro,  Emilio  Montecalvi,  Giovanni,  Antonio,  Pe- 
tronio,  Agostino  Fondazzi,  Battista  Pellegrino,  Virgilio  Sassuni,  Annibale,  Antonio  di  Segna- 
Per6  Annibale  et  Ermesse  non  mancavano  frattanto  di  disporre  le  cose  loro  per  vedere  bc 
potevano  acquistar  Bologna;  il  che  dal  legato  presentito,  egli  et  il  senato  gli  misero  taglia  15 
addosso  di  quattromila  ducati  per  ciascuno  a  chi  nelle  mani  vivi  gli  dava  et  duemila  a  chi 
gli  ammazzava,  et  di  cavar  di  bando  tre,  et  a  Giovanni  Piero  di  Ranuccio  da  Pistoia  du- 
gento  ducati  vivo,  et  morto  cento;  li  quali  danari  furono  depositati  al  banco  di  Antonio  Maria 
da  Lignano. 

Desiderosa  parimente  Ginevra  Bentivogli,  che  in  questi  tempi  era  a  Busse  nel  terri-  20| 
torio  di  Piacenza,  di  ripatriare,  si  Ia8ci6  intendere  a  Giovanni  il  marito,  che  8'egli  voleva 
far  ritomo  a  Bologna,  che  hora  era  il  tempo  commodo,  perch^  li  Bolognesi,  dopo  la  par- 
tita  di  papa  Giulio,  si  ritrovavano  malamente  sodisfatti  del  goverao  del  nuovo  legato,  et 
che  il  molto  favore  del  popolo  verso  la  loro  casa  sendo  anche  in  colmo,  era  ciascuno  per 
aiutare  li  Bentivogli,  et  che  ci6  fosse  vero  il  dimostravano  le  cose  che  ogni  giorno  nella 
citt^  a  favor  loro  si  scoprivano  fatte.  Poi  soggionse,  che  TeBsere  il  papa  a  Roma  et  ritrovan- 
dosi  tutto  il  suo  esercito  sbandato,  et  li  capi  principali  alle  loro  patrie  et  pateme  case,  ren- 
deva  il  fatto  molto  pifi  facile,  percioch^  prima  sarebbono  li  Bentivogli  nella  cittk  entrati  et 
fortificad,  che  Tesercito  papale  radunato  insieme;  et  che  per  questa  et  altre  ragioni  ella  giu- 
dicava  che,  mentre  era  Tamor  loro  fresco  negli  animi  de'  cittadini  bolognesi,  si  dovesse  ten- 
tare  il  ritomo,  et  che  ressortava  che  egli  di  ci6  ad  Alessandro,  che  era  a  Genova,  ove  an- 
che  si  trovava  Ludovico  re  di  Francia  per  pacificare  la  nobiltk'  col  popolo,  che  era  stata 
cacciata,  ne  dovesse  scrivere,  acciochfe  egli  col  re  ne  havesse  ragionamento,  perchfe  ella  spe- 
rava  ogni  favore  dal  re.  Giovanni,  havendo  lette  le  lettere  della  moglie,  accett6  il  parere  et 
il  consiglio  di  Ginevra,  e\  subito  scrisse  ad  Alessandro  il  figliuolo,  sperando  haveme  lieta  rispo- 
sta.  Ma  tutto  il  contrario  avvenne,  perch^  havendo  Alessandro  esposto  il  tutto  al  re,  egli  rispo- 
se,  o  fosse  la  risposta  maliziosa,  o  che  egli  si  trovasse  fastidito :  "  Chi  vi  tiene,  disse,  fuore  di 
>.  4§o  "  Bologna?  ,  et  voltatogli  le  spalle,  come  se  con  altri  parlar  volesse,  altro  non  disse.  'Ora  Ales- 

sandro  pigli6  la  risposta  del  re  che  volesse  dire :  "  Ritomatevene  a  casa,  perchfe  io  non  vi  saro 
"contrario„.  Per6  scrisse  al  padre  a  Milano,  et  lui  mand6  a  Ginevra,  et  le  scrisse  che  si  40 
dovesse  pensare  ad  altro,  perchfe  le  parole  regie  erano  ambigue  et  oscure,  et  che  non  voleva 
che  al  presente  si  facesse  alcun  movimento,  perchfe  non  era  credibile  che  il  re,  essendo  in 
lega  col  papa,  permettesse  giammai  che  fosse  travagliato;  et  che  in  una  somigliante  cosa  si 
doveva  andare  col  pifedi  piombo  et  con  gran  pmdenza,  et  aspettare  miglior  comodit^  o  che 
11  preti  col  loro  govemo  fastidissero  il  popolo,  o  che,  morto  papa  Giulio,  fossero  richiamati  45  [ 
alla  patria. 

Poco  piacque  il  consiglio  del  marito  a  Ginevra,  et  per6  siccome  in  ogni  cosa  ella  era 
piii  tosto  impetuosa,  che  tarda,  persuase  con  parole  efficaci  Annibale  et  Ermesse  che  doves- 
sero  passare  sopra  Bologna;  et  a  questo  fine  ella   gli   diede   sedicimila  ducati  per  assoldare         A 
gente,  et  gli  assicur6  che  essi  non  sl  tosto  si  accosterebbono  alle  mura  della  citti,  che  sareb-  50  |J 


[A.  1507]  t)EL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  369 


bono  introdotti.  Persuasi  grincauti  giovani  dalla  madre,  cominciarono  ad  assoldar  gente 
nel  Parmeggiano,  nel  Reggiano,  nel  Mantovano  et  altri  luoghi  circonvicini.  II  che  pervenne 
airorecchie  del  legato  et  delli  signori  senatori,  et  percio  alli  25  spedirno  Alberto  Albergati, 
uno  del  senato,  a  Roma  a  fare  avvisato  il  pontefice  di  quanto  occorreva.  Laonde  egli  subito 
al  re  Lodovico,  che  era  in  Genova,  scrisse  che  egli  si  trovava  esser  molestato  dalli  Benti- 
vogli,  che  tentavano  di  ritornare  in  Bologna,  et  che  di  gia  havevano  fatto  gente,  che  lo  pregava 
volesse  a  tanto  disordine  provedere,  che  non  disturbassero  Bologna  da  lui  con  tante  fatiche 
conquistata;  et  fatto  questo,  mando  danari  a  Bologna  per  assoldar  gente  a  difensione  della  citt^. 

Non  mancava  il  legato  et  i  senatori  di  fare  ogni  diligente  provisione ;  et  prima  di  ogni 
iltra  cosa,  confinarono  circa  da  quaranta  delli  primi  amici  de'  Bentivogli  inlino  che  fossero 
cessati  gli  sospetti.  Poi  si  apersero  le  porte  intorno  il  palagio  della  piazza  per  porvi  Tarte- 
gliarie,  et  rovinate  tutte  le  botteghe  dal  lato  verso  San  Piero,  come  anche  in  Porta  nuova, 
et  si  fece  la  saracinesca  alla  porta  del  palagio.  Poi  alli  28  furono  eletti  li  nuovi  antiani 
cio^:  Virgilio  Ghisilieri  cavaliere  confaloniere  di  giustitia,  Peregrino  Caccianemici  cavalliero, 
5  Antonio  Maria  Sala  dottor  di  legge,  Ludovico  Renghieri  dottor  in  medicina,  Bartolomeo 
Malvezzi,  Jacomo  Ingrati,  Marcello  Garzoni,  Almerigo  Bianchini,  Jacomo  del  Giglio,  li  quali 
entrarono  secondo  il  solito  nel  magistrato,  non  per6  con  quelle  solennita  che  graltri  entrar 
solevano,  per  cagione  delle  occorrenti  rivoluzioni  che  si  narreranno. 

II  legato  adunque  et  il  senato  fecero  ritornare  nella  citta  molti  cittadini,  che  per  paura 
20  della  peste  erano  alle  loro  possessioni  salvati,  et  commandarono  a  ciascuno  che  havesse  biscgno 
di  macinar  grano,  quanto  prima  il  facesse,  perchfe  erano  per  levar  Tacqua  del  canale.  Questo 
fecero  li  detti  signori  perche  havevano  havuto  certezza  che  li  Bentivogli  acceleravano  la  lor 
venuta  sopra  la  citta.  Fecero  parimente  alli  29  bandire  che  chiunque  pigliasse  Tarme  contro 
li  Bentivogli  acquistava  indulgenza  plenaria,  et  chi  le  pigliasse  in  lor  favore  sarebbe  iscommu- 
J5  nicato  et  dal  papa  maledetto;  et  volendo  far  prova  quale  fosse  Tanimo  del  popolo  et  la  sua 
prontezza  verso  la  Chiesa  et  contro  li  Bentivogli,  alli  30  del  presente  comandorono  per  pub- 
blico  bando  che  alle  22  hore  ciascuna  persona  atta  al  portar  Tarmi  si  dovesse  alla  piazza 
armato  ritrovare,  et  che  quelli  che  saranno  alla  Chiesa  devoti,  dovessero  sopra  Tarmi  havere 
una  croce  rossa  in  campo  bianco  et  una  avanti  il  petto  et  dietro  le  spalle.  Ora,  al  tempo 
0  determinato  comparvero  in  piazza  tutti  grhuomini  d'arme  a  cavallo  co'  cavalli  leggieri,  archi- 
bugieri  a  cavallo  et  con  tutta  la  fanteria  benissimo  a  ordine,  della  qual  gente  tutta  il  car- 
dinale  et  il  senato  crearono  capitano  generale  Lucio  Malvezzi ; '  et  fatta  la  loro  mostra,  li  fu  p.  4:1 
per  il  banditore  comandato  da  parte  del  legato  et  del  senato,  che  come  udissero  la  campana 
della  citta,  dovesse  ciascuno  pigliar  Tarmi  et  ridursi  alle  case  de'  signori  confalonieri  alli  loro 
quartieri,  affinch^  detti  confallonieri  con  li  confalloni  spiegati  li  conducessero  alla  piazza  ed 
essi  si  fermassero  a'  luoghi  loro  deputati,  et  poi  furono  licentiati. 

Frattanto  che  la  citth  si  poneva  a  ordine,  Annibale  et  Ermesse  Bentivogli  da  ogni  lato 
assoldavano  gentc  et  conducevano  li  soldati  a  Sassuolo,  castello  del  signor  Alessandro  gii 
figliolo  del  signor  Gilberto  Pii  da  Carpi,  et  a  Spilimberto  del  conte  Guido  Rangoni,  dove 
ordinarono  il  tutto  con  le  artegliarie  et  altre  cose  necessarie  per  passare  sopra  Bologna. 
Havevano  seco  6000  huomini  d'arme,  mille  cavalli  leggieri  et  tremila  fanti. 

II  primo  di  maggio  adunque  Annibale,  Antonio  Galeazzo  protonotario  et  Ermesse  coll'e- 
sercito  loro  comparsero  sul  contado  di  Bologna   et  passarono  a  Baggiano,  e  tosto  rhebbero 
in  potere  con  gran  parte  della  montagna,  et  poi  ottennero  anche  Crespellano   et  Moiitevia; 
3  poi  mandarono  25  cavalli  a  Piumazzo,  che  si  rendesse  loro,  ma  gli  fu  risposto  che  essi  sta- 
vano  a  divotione  de'  Bolognesi. 

Si  fermarono  adunque  a  Baggiano  senza  danneggiare  cosa  alcuna  nel  paeae,  et  tutto  quello 
che  gli  era  bisogno  il  pagavano  cortesemente,  affinclit  tutti  conoscessero,  che  non  come  ne- 
mici,  ma  come  amici  venivano. 

Havuta  nuova  il  legato  et  li  riformatori  dello  stato   della  venuta  del  Bentivogli  a  Bag- 

T,  XXXIII,  p.  I  —  34. 


370  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  iso?! 


giano,  fecero  di  subito  seirare  le  porte  della  citth,  eccetto  quella  di  Strk  Maggiore,  di  San  Fe- 
lice  ct  di  Saragozza ;  spcdirao  il  conte  Alessandro  Pcpoli,  Ramazzotto  da  Scargalasino  et 
Giovanni  Sassatello  con  molte  bande  a  piedi  et  a  cavallo,  accioch^  li  gcacciasiiero  dal 
luogo  ove  erano  e  dal  lato  verso  la  montagna.  A  favore  del  papa  cal6  giii  il  conte  Ugo 
de'  PepoH  con  numerosa  compagnia  di  montanari  per  cogliere  li  Bentivogli  nel  mezzo;  ma 
accortisi  loro  deirordito  disegno,  tosto  si  ritirarono  nel  Modonese. 

AUi  2  fu  mandata  una  grida  da  parte  del  papa,  che  sotto  pena  di  scomunica  inhibiva  a  tutti 
li  signori  et  popoli  et  a  qualsivoglia  stato  o  conditione,  s\  di  huomini  come  di  donne,  che 
non  dovessero  dare  aiuto  n^  favore  o  consiglio  alli  Bentivogli  et  loro  scguaci,  et  chi  acqui- 
stava  terre,  castella  et  luoghi  di  quei  che  gli  favorivano,  fossero  liberamente  suoi,  et  alli  h 
preti  sotto  pena  di  perdere  tutti  li  benefici,  li  quali  divenissero  in  potest^  et  poasesBO  di  chi 
gli  rivelava. 

Alli  3  li  cavalli  leggieri  delli  Bentivogli  cominciarono  a  scorrere  sul  Bolognese  insino  a 
Casalecchio  per  levare  Tacqua  della  cittk;  ma  inteso  il  fatto,  vi  andarono  alquante  bande  di 
cavalli  contro,  con  molti  fanti,  ma  non  gli  ritrovorono,  perch^  si  erano  fuggiti,   sendo   stati  I: 
della  lor  venuta  awisati. 

Haveva  frattanto  il  re  di  Francia,  per  lettere  del  papa,  intesa  la  speditione  che  facevano 
li  Bentivogli  per  passar  sopra  Bologna;  scrisse  al  vicerfe  di  Milano  che  dovesse  distenere 
Giovanni  Bentivogli  nel  castello  et  essaminarlo  diligentemente,  se  per  sua  saputa  et  consiglio 
li  suoi  figliuoli  coiitro  Bologna  ai  erano  mossi.  Ricevute  le  lettere,  il  vicerfe  benissimo  ease-  2 
gu5  la  volontk  regia,  perciochfe  mentre  che  Giovanni  desinava,  il  fece  pigliare  et  condurn^ 
sopra  un  mulo  in  castello,  dove  non  una  ma  piii  volte  essaminato,  sempre  maledl  il  consiglio 
di  Ginevra  sua  consorte,  che  havesse  instigato  gli  figliuoli  a  far  cosa  tale,  affermando  costante- 
mente  che  esao  giammai  diede  loro  consiglio,  ih  messe  pure  parola  sopra  questa  loro  leggie- 
rezza.  Trovato  adunque  Giovanni  innocente  di  questo  fatto,  il  vicerfe  mand6  le  lettere  regie  al  21 
legato  et  senato  di  Bologna,  et  anche  scrisse  haver  trovato  Giovanni  innocente,  a  cui  oltremodo 
dispiaceva  quanto  li  suoi  figlioli  havessero  fatto,  et  che  questo  era  tutto  consiglio  della  ma- 

dre  loro. 
P^  ^jj  Si  lessero  queste  lettere  alla  ringhiera  de'  signori  a  suono  di  trombe  et   si   fece  perrio 

gran  festa;  poi  li  baiiditori  publicorono  la  determinazione  del  senato,  che  tutti  li  confinati,  3J 
che  erano  stati  ubbidienti,  potessero  liberamente  tornare  alla  patria,  et  che  si  dovesse  sodi- 
sfare  a  tutti  H  creditori  de'  Bentivogli.  Ora  il  cardinale  IppoUto  da  Este  havendo  inteso  il 
bando  del  papa,  che  chiunque  spogUasse  et  perseguitasse  i  favorevoH  de'  Bentivogli,  tutto 
quello  che  egU  conquistasse  fosse  suo,  con  buon  numero  di  gente  si  partl  da  Ferrara  per 
cacciar  del  Bolognese  \i  BentivogU,  et  di  poi  insignorirsi  di  Sa&suolo  e  Spilimberto;  ma  3 
poi  intendendo  che  essi,  per  paura  di  Lucio  Malvezzi  capitano,  che  era  con  Alessandro  et 
Alberto  da  Castello  con  H  soldati  bolognesi,  si  erano  fuggiti  fuore  deUe  confine,  si  rivolse 
sopra  Sassuolo  et  SpiHmberto,  et  gli  hebbe,  et  poi  si  pose  a  perseguitare  H  Bentivogli  insir.o 
alle  confina  del  territorio  del  duca  di  Ferrara  il  frateUo.  AUhora  il  legato  di  Bologna  fece 
bandire  la  fuga  de'  Bentivogli,  et  perci6  neUa  citth  si  fecero  fuochi  et  gran  festa. 

In  questo  giorno  istesso,  sendo  la  festa  di  santa  Croce,  a  hore  diciotto,  havendo  Ercole  ^ 
Marescotti  il  consenso  del  legato,  sali  a  cavallo  insieme  con  Camillo  Gozzadini,  havendo  seco ., 
200  huomini  armati  a  piedi  con  f asci,  manare  et  altri  stromenti  simiU  et  con  uno  stendardo  | 
avanti  con  Tarme  de'  Marescotti,  et  s'  invi6  verso  strk  San  Donato  per  gettar  a  terra  il  belUs- 
simo  palazzo  di  Giovanni  BentivogU.  Et  mentre  caminava  per  la  strada,  egli  invitava  tutti  a  i 
ritrovarsi  a  questa  distruzione:  et  essendo  vicino  al  detto  palazzo,  Lucio  Malvezzi  con  molti 
altri  della  sua  nobU  famiglia  lo  scontr6  presso  San  Jacomo,  et  adimandandogli  la  cagione  dij 
questa  novitk,  il  Marescotto  rispose  voler  rovinare  il  palazzo  de'  Bentivogli  suoi  nemici,  a1 
cui  Lucio :  "  Deh  ti  priego,  non  far  cosl  gran  male,  et  ricordati,  Ercole,  che  non  k  cosa  da^ 
•  huomo  corraggioso  il  vendicarsi  delle  ingiurie  ricevute  con  le  pietre,  ma  con  rarme  in  mano  aj 


|A.  15071  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  371 


"  faccia  del  nemico.  Tu,  o  Ercole,  giammai  non  facesti  a\  superbo  edificio,  nfe  per  ci6  il  dovresti 
"  guastare,  poichfe  questo  palazzo  e  rornamento  della  nostra  citta:  rammentati,  ti  prego,  che  li 
"  Bentivogli  contro  di  noi  non  fecero  mai  cosa  simile,  anzi  quando  siamo  ripatriati  habbiamo 
"  ritrovato  le  case  nostre  et  le  nostre  possessioni  migliorate  e  fatte  piii  belle  che  prima  non 

5  "  erano.  ,  Puote  ben  dire  et  pregare  Lucio  quanto  gli  parve,  che  il  Marescotto  volse  adem- 
pire  il  suo  ma!  animo,  et  scendendo  da  cavallo,  invit6  tutti  quei  che  Thavevano  seguitato,  che 
molti  erano  a  fare  come  lui,  et  fu  il  primo  che  il  fuoco  nel  fascio  accese  intomo  all'edificio, 
gridando  che  dava  libertk  a  ciascuno  di  fare  il  peggio  che  potesse  e  sapesse  fare;  a  cui 
seguit6  Jeronimo  di  Giovanni  Pasi.     AUora  la  plebe  awezza  alla  novitk  fece  impeto  et  co- 

0  minci6  a  predare  tutto  quello  che  ritrovava,  insino  agrusci  et  le  finestre  et  cose  simili. 

Fu  estratto  il  vino  dal!e  botti  et  la  maggior  parte  versato  per  terra  mercfe  dell' ingordigia 
di  rubbare  le  botti;  altri  saliti  sopra  i  tetti  (ah  scelerate  manil)  cominciarono  a  gettare  a  terra 
le  tegole  per  havere  i  legni;  altri  nei  giardini  spiantavano  grarbori  et  predavano  i  vasi  et 
le  figure  delle  bellissime  fontane;  chi  era  intento  a  rovinare  la  torre  tanto  forte  e  bella,  e 
chi  a  guastare  le  bellissime  pitture  da  si  dotta  mano  dipinte.  Insomma  non  era  chi  si  ve- 
desse  stare  ocioso,  anzi  ogniuno  era  sollecito  a  mandar  per  terra  tutto  quello  che  poteva. 
Veduto  che  hebbe  il  Marescotto  il  principio  della  rovina  del  palazzo,  tutto  allegro  d'indi  si 
parti,  parendogli  di  havere  a  pieno  vendicato  le  ingiurie  et  la  morte  de'  fratelli  et  nipoti. 
Questo  misfatto  spiacque  non  solamente  a  tutta  la  cittk,  ma  in  particolare  agramici  de' 
Bentivogli,  et  pose  ne'  loro  cuori  tanto  sdegno,  che  poscia  cagion6  la  rovina  del  suo  palazzo, 
come  diremo,  et  di  molte  altre  case  loro.  Et  tal  roVina  del  detto  palazzo  de'  Bentivogli  si  >.  4*s 
cominci6  11  tre  di  maggio,  et  non  fu  finito  di  disfare  se  non  airultimo  del  detto  mese:  oltre 
i  gran  mobili  rubbati,  vi  se  ne  trovarono  di  nascosti  per  il  valore  di  4000  ducati.  II  solo 
ferro,  ch  i  vi  era,  fu  stimato  lire  60  000  di  bolognini. 

Era  questo  palazzo  tutto  fabbricato  di  pietra  cotta  et  di  macigno,  diviso  in  tre  solari, 
Tuno  sopra  raltro,  tutti  in  volta.  Haveva  due  cortili  grandi  et  un  giardino  con  due  bellis- 
sime  stalle  dietro ;  conteneva  in  sfe  f ra  camere  e  guardacamere  244,  et  dove  si  potevano  ag- 
giatamente  fare  244  letti,  et  quasi  tutte  le  camere  avevano  studioli  et  salvarobbe,  et  come  h 
detto,  tutta  essa  fabbrica  era  fatta  in  volta.  Haveva  poi  cinque  sale  bellissime  et  tre  salotti 
eenza  le  altre  molte  che  a  varie  cose  per  beneficio  del  detto  palazzo  servivano,  tutte  dipinte 
et  ornate  di  bellissime  tapezzarie  et  quadri  di  gran  valore.  Haveva  due  scale  principali 
molto  larghe,  che  davano  adito  da  ciascuna  parte  del  detto  edificio  et  confinavano  con  Tan- 
dito  deirentrata  principale,  che  era  largho  piedi  10  et  longo  piedi  20.  Da  mano  dritta  del- 
Tentrata,  cio^  verso  la  porta  di  str^  San  Donato,  eranvi  le  camere  et  sopracamere  di  An- 
tonio  Galeazzo  protonotario  dipinte  per  mano  de'  piu  eccellenti  pittori  di  quei  tempi,  et 
in  particolare  del  Francia  bolognese,  che  contenevano  famose  historie,  et  di  ogni  intorno 
caminavano  fregi  di  rilievo  tutti  dorati  et  dipinti,  havendo  le  volte  similmente  historiate. 
In  questa  parte  del  protonotario  eravi  una  sala  et  cinque  camere,  fra  di  sotto  e  di  sopra, 
tuttc  bellissime,  et  dairaltra  parte  di  detto  andito  erano  parimente  tre  camere  bellissime,  le 
quali  pigliavano  il  lume,  siccome  Taltre,  dal  portico  et  dalla  via  de'  Bagnaruoli.  Finito 
1'andito,  vi  era  un  chiostro  col  cortile  cinto  per  ogni  parte  da  quattro  colonne  di  pietra  cotta, 
con  le  8ue  camere  et  scale;  da  questo  si  passava  poi  al  secondo,  che  pure  siccome  il  primo 
et  di  colonne  et  di  camere  era  fabricato.  Poi  seguitava  il  giardino  con  una  bellissima  fonte 
et  vaga  peschiera,  che  confinava  coa  una  bellissima  loggia  in  volta,  e  tutta  dipinta  di  varie 
[istorie  de'  Persi,  de'  Greci  et  Romani,  con  le  lettere  che  il  lutto  narravano,  alla  quale  Jve- 
va  sempre  Tacqua  chiara  per  il  condotto  che  passava  per  li  Pellacani  et  la  saligata  et 
dava  a  strk  Castiglioni;  et  di  Ik  dal  giardino,  come  6  detto,  erano  le  due  bellissime  stalle. 
i  sopra  airentrata  di  Giovanni  si  passava  alla  torre,  et  erano  le  sue  stanze  dipinte  del  primo 


25.  fostilla  a  stam/a  Hel  margine  siitistro  (quattro  lineette):  Dcscrittione  tlcl  palazzo  dc'  BentivogU 


372  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  iso7| 


torniamento  celebrato  da  lui,  fatto  per  mano  de  Bingoli  plttori;  la  torre  miperava  di  altczza 
tutte  le  altre  torri  di  Bologna,  eccetto  la  torre  degrAsinelii,  et  dentro  di  esua  erano  bellia- 
sime  Btanze  et  nella  cima  di  essa  eravi  un  corridore  tutto  merlato,  con  una  piccola  torricella 
nel  mezzo  che  sosteneva  la  campana.  Intorno  al  corridore  stavano  BOBpese  le  armi  di  tutti 
li  signori  co*  quali  Giovanni  Bentivoglio  haveva  afliiiiti»  et  coiiaanguinith,  congiunte  tutte  con 
la  sega,  particolar  arma  de'  BentivoglL  Li  parenti  erano  questi:  Visconti,  Sforzeschi,  Gon- 
zaghi,  Estensi,  Malatesti,  Manfredi,  Torelli,  Rangoni,  Pii,  Orsini. 

Haveva  poi  questo  palazzo  la  facciata  fabricata  sopra  14  colonne  et  era  il  portico  largho 
piedi  10  et  longho  piedi  20,  coii  grande  spazio  da  una  colonna  airaltra,  et  la  facciata  era 
sopra  prarchi  del  portico  con  un  ordine  di  tinestre,  con  certe  colonnine  nel  mezzo  piccole,  che 
posavano  sopra  una  cornice  pur  di  pietra  cotta  che  caminava  d'ogni  intomo,  nel  mezzo  delle 
quali,  cio^  sopra  il  diritto  della  porta  del  palazzo,  era  uii  bel  corridore,  che  alquanto  spor- 
geva  in  fuori.  U  secondo  ordine  erano  le  tinestre  non  quadre,  marcate  senza  colonnette, 
che  pure  posavano  sopra  un  altro  cornisone  come  il  primo,  et  nel  mezzo  vi  era  il  corridore 
come  al  primo.  Seguitava  il  3°  ordine  che  erano  tinestre  piccole  che  davano  lume  ai  granari 
p.  4>4  con  un  cornisone  magnitico,  che  haveva  certi  rosoni '  grandissimi  di  macigno  tutti  dorati,  et 
questo  toglieva  il  telto  con  beilissima  maesta. 

Avanti  al  detto  palazzo  vi  era  una  piazza  assai  vasta,  tutta  salicata  di  mattoni  cotti,  et 
di  rincontro  haveva  una  loggia  fatta  in  volia  con  stanze  di  sopra  per  li  soldati  che  stavano 
alla  guardia  di  Giovanni  sopra  11  colonne  con  dodici  archi;  et  nella  facciata  di  essa  vi  erano 
i  Paladini  di  Francia  con  le  insegne  de'  parenti  unite  con  la  sega,  come  hoggidl  anco  si  vcde: 
et  quivi  a  capo  di  essa  era  una  stalla,  la  quale  anche  vi  si  trova. 

Conchiudo  che  questo  palazzo  era  cosa  maravigliosa  da  riguardare,  et  fn  communementc 
stimato  che  tale  edilicio  uoa  fosse  stato  condotto  a  quella  perfettione  che  era,  per  non  manc 
di   150  mila   ducati  d'oro.     Fu  principiato  (come  si  h  detto)  nell'anno  1459  da  Santi  Benti 
vogli,  et  poi  tinito  da  Giovanni. 

Fu  cominciata  questa  rovina  di  tanto  maraviglioso  edificio,  veramente  decoro  e  di  gran- 
dezza  della  citt^  di  Bologna  (come  si  disse),  il  dl  3  di  maggio,  il  giorno  di  santa  Croce,  et 
sesniitata  dalla  vil  plebe  di  giorno  in  giorno,  solamente  per  rubbare  tutto  quello  che  si  po- 
teva  havere,  et  volendo  scavare  insino  le  catene  et  delle  volte  et  delle  incatenature  de'  muri, 
tanta  era  Tavidita  plebea,  che  cadendo  le  mura  deiredificio,  a  molti  Iev6  la  vita. 

Mentre  che  cosi  esecrabile  opera  si  faceva,  era  Tinfelice  Giovanni  BentivogH  nel  castelk) 
con  alquanti  suoi  servitori,  dove  il  senato  regale  di  Milano  Tandb  a  ritrovare  per  nuova 
commissione  del  re  per  intender  il  vero  s*egli  havesse  acconsentito  che  li  figlioli  fossero 
passati  sopra  Bologna.  Et  addimandato  sopra  ci6,  Giovanni  rispose:  "  Veggo  per  cosa  chiara, 
"  che  la  fortuna  a  me  gi.*i  tanto  amica,  hora  del  tutto  mi  ha  volto  le  spalle,  et  di  benigM 
"madre  mi  si  h  fatta  crudel  nemica;  conciosiach^  havendo  io  ottenuto  il  supremo  grado 
"  nella  palria  mia,  con  quella  felicita  che  forse  giamai  altri  non  hebbe,  hora  mi  veggo  n^ 
"  profondo  della  infelicitk  cacciato  dalla  dolcissima  mia  patria,  privo  de'  figli,  spogliafl 
"  di  amici,  abbandonato  da'  parenti  et  rinchiuso  in  questo  carcere,  e  sallo  Iddio,  senza  vk, 
"  gione.  Ma  poich^  cosl  al  mio  Signor  Iddio  piace,  sia  fatta  la  sua  di\nna  volontk;  be 
"  di  cuore  lo  prego  che  non  mi  abbandoni  et  che  mi  doni  pacienza.  Mi  ricordo 
«  sendo  io  giovane,  fui  dalli  prencipi,  che  lo  stato  di  Milano  govemavano,  tanto  amato,  et  j 
'  me  tanta  fede  havevano,  che  mi  raccomandarono  li  loro  soldati,  che  erano  la  conservatio 
"  dello  stato  loro ;  et  io  tanta  fedeltk  mostrai  verso  loro,  che  si  poterono  laudare  della* 
"  sincera  servitu.  Poi  sendo  essi  scacciati,  et  in  luogo  felicemente  successo  il  re  cristianissii 
"  con  sua  maestk  di  maniera  tale  mi  son  portato,  ch'ella  ha  potuto  conoscere  quale  sia  la 
"  sincera  f ede  verso  la  sua  real  corona :  siami  lecito  dire  sol  questo,  che  essendo  ritomato  11 
"  Lodovico  Sforza  nel  ducato  di  Milano  con  gli  Svizzeri,  et  havendone  gii  occupato  buona  paf 
»  et  bisognando  che  li  soldati  di  sua  maestd  ritornassero  di  Romagna  et  passassero  a  Milam 


[A.  1507J  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  373 

■  per  opporai  al  duca  Lodovico,  fecero  il  loro  viaggio  per  Bologna  tiitti  spaventati,  temendo 
•  di  essere  tagliati  a  pezzi  o  almeno  di  restar  prigioni,  cosa  nel  vero  che  sarebbe  stata  facile 
-  a  un  ferocissimo  popolo  come  era  quello  di  Bologna;  nondimeno  io  li  assicurai,  et  passarono 
"  liberamente  senza  alcuna  lesione,  il  che  fu  la  salute  deiressercito  regale  et  cagione  della  vit- 
"  toria  contra  il  nemico.     Perciochfe  se  eglino  erano  rotti,  come  volevano  alcuni,  hoggidi  sua 
macsta  si  trova  in  Italia  vittoriosa,  che  forse  non  vi  si  troverebbe.     Posso  insomma  dire  che 
io  gia  mai  non  feci  cosa  d'importanza  senza  sua  deliberazione.     Et  come  ben  mi  puo  esser 
tesiimonio  tutto  il  mondo,  io  tanto  ho  ripugnato  a  papa  Giulio,  e  tanto  sono  stato  in  Bolo- 
gna,  quanto  a  punto  egli  mi  ha  fatto  intendere.    Hor  come  puo  essere,  che  alcuno  possa  mai 
pensare,  che  io  sendo  uscito  fuore  della  patria,  al  voto  suo,  che  havessi,  non  dico  pensato  di 
ritornarvi,  ma  consentito  che  altri  havesse  fatto  cosa  alcuna   contra  il  suo  volere?  Chiamo 
Iddio  in  testimonio  di  quanto  io  dico,  che  non'  solamente  non  ho  consentito  che  li  miei  fi-       /.  /15 
glioli  habbino  radunati  soldati  per  entrare  in  Bologna,  ma  anzi  gli  ho  essortati  che  soppor- 
tino  meco  la  medesima  fortuna  che   sopporto  io,  et  gli  ho  con  ogni  mio  consiglio  dissuasi 
al  fare  movimento  alcuno,  perchfe  sapeva  ben  10,  che  se  andavano  senza  il  beneplacito  di  sua 
maest^,  non  potevano  se  non  fare  il  peggio  loro.     Ma  grincauti  et  poco   prudenti  figlioli, 
"  troppo  desiderosi  di  ripatriare,  poco  hanno  atteso  alli  miei  consigli,  et  volendo  pur  essi  espe- 
rinientare  se  era  migliore  la  loro  opinione,  che  il   mio   consiglio,  hanno   a   loro   malgrado 
'  et  mio  acquistato  danno  et  vergogna,  poich^  essi  si  sono  fuggiti  con  perpetuo  scorno,  et  io 
sono  stato  non  per  mia,  ma  per  loro  colpa,  carcerato  ,.     Non  pot^  piu  oltre  il  buon  vecchio 
formar  parola,  perch^  interrotto  da  modesto  pianto  si  tacque.     Mentre  che  rinfeiice  Giovanni 
ragion6,  piu  volte  li  senatori  si  riguardarono  Tun  Taltro,  considerando  la  gran  mutatione  della 
fortuna,  et  che  Giovanni   prima   fosse  da  tutto  il  mondo  stato  tenuto  per  huomo  di  si  gran 
iralore,  grandezza  et  possanza,  et  che  hora  fosse  caduto  in  tanta  miseria.     Era  in  vero  grande 
a  pieth  che  ciascun  senatore  di  lui  haveva. 

Alfine,  consolandolo,  il  presidente  gH  disse  che  non  dubitasse,  perchfe  esso  et  li  senatori 
arebbono  manifesta  la  sua  innocenza  al  re,  et  che  con  patienza  frattanto  sopportasse  quanto 
)laceva  a  Dio  di  darli ;  et  con  questa  speranza  lo  lasciarono.  Scrissero  il  presidente  et  li 
tenatori  al  re,  come  trovarono  Giovanni  innocentissimo,  et  glielo  raccomandavano. 

Allora  il  re,  spedita  una  staffetta,  comand6  al  castellano  che  honoratamente  lo  rimandasse 
illa  sua  casa,     II  quale,  non  sl  tosto  intesa  la  regia  volontk,   che   passando   a  Giovanni  con 
ieta  faccia  gli  diede  la  buona  nuova  della  sua  liberatione,   et   cavatolo  di   carcere,  Tesort^ 
llo  stare  quel  giomo  con  esso  lui,  accioch^  potesse  awisare  li   gentilhuomini,   et   che  il  dl 
eguente  con  honore  fosse  a  casa  accompagnato.     Ma  Giovanni,  attendendo  piii  alla  sua   li- 
wrth,  che  a  questi  honori,  di  ci6  gli  rese  infinite  gratie,  et  Roggiunse  che  non  era  piu  tempo 
I  cercare  honori,  ma  di  attendere  a   raccomandarsi  a   Dio.     Laonde  montato   sopra  la  sua 
lula,  et  accompagnato  da  molti   di  quei  del  castello,  8'invi6  verso  casa.     Ora   molti   genti- 
huomini,  che  questo  intesero,  saliti  a  cavallo,  Tandarono  ad  incontrare,  et  rallegrandosi  seco, 
Ominciarono  a  gridare:   "  Sega,  sega  „.     Ma  Giovanni,  considerando  il  pericolo  nel  quale  poi 
acilmente  poteva  incorrere  per  cagione  di   queeti   favori   popolari,   gli  preg6   che   piutosto 
ridassero :   "  Francia  Francia  ^  ;  et  giunto  a  casa,  ringrati6  assai  la  cortesia  di  tutti  quei  che 
havevano  accompagnato;  et  presero  licenza. 

Questo  fu  rultimo  giorno  dei  favori,  che  la  fortuna  volse  dare  a  Giovanni,  perciochfe 
giomo  seguente  gli  fu  arrecata  la  nuova  che  di  gik  si  era  cominciato  a  rovinare  il  suo 
alazzo  in  Bologna  et  che  ne  andava  tutto  per  terra.  vStrinse  il  buon  vecchio  le  braccia  in- 
«me,  et  alzati  grocchi  al  cielo,  diede  un  grandissimo  sospiro;  et  cosi  stando  immobile  alquanto, 
into  dairestremo  dolore,  cadde  tramortilo.  Dopo  essere  rinvenuto  alquanto,  scrisse  Giovanni 
Ginevra,  che  era  a  Busseto,  una  lettera  di  questo  tenore :  "  Sogliono  dire  i  savi  huomini  di 
questo  mondo,  che  la  persona  prudente  tutte  le  sue  cose  fa  col  consiglio  degrhuomini  savi 
«t  che  non  habbino  il  cuore  circondato  da  varie  passioni,  afllinchfe  il  bramato  fine  possa  con- 


374  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  isovj 


*  seguire ;  ma  ranimo  appassionato  et  che  fugge  i  consigli  de'  prudenti,  in  tutto  quello  che  fa, 
"lo  fa  in  proprio  danno  e  vergo^a;  perch^  condotta  daprappetiti  appassionati,  operando 
"  trabocca  nella  voragine  di  ogni  pericolo.  CobI  h  avvenuto  a  te,  o  incauta  Ginevra,  che  sprez- 
"  zando  i  consigli  de^rhuomini,  et  seguitando  la  tua  propria  passione,  et  tu,  et  altri  con  ead 
**  te,  hai  fatto  cadere  nel  trabocco  di  ogni  male.  Ecco  che  per  tua  cagione  sono  stato  longo 
"  tempo  prifjione,  et  hora  conduco  anche  la  mia  vita  non  al  tutto  libera  et  colma  di  affanni 

^.  4t«  "  et  di  cordof^lio,  et  Ales^aandro  in  Genova  nelle  mani  del  re  si  sta  della  vita  in  forse;  ma 
"  {?H  altri  tuoi  et  miei  figHoli  come  stanno,  condotti  dal  tuo  poco  prudente  consiglio  ?  fuore 
"  della  propria  patria,  banditi  dal  paese  di  Ferrara  et  in  disgrazia  di  tutto  il  mondo.  Ma 
"  quello  che  h  pegjjio,  et  che  insino  al  vivo  cuore  mi  apporta  maggior  dolore,  k  che  il  nostro 
"  pnlazzo  in  Bologna  quasi  tutto  fe  per  terra,  et  pure  di  tutti  questi  mali  ne  sei  tu,  o  donna, 

•  principale  cagione;  questi  sono  i  frutti  de'  tuoi  consigli  et  delle  tue  proprie  passioni.  Datti 
"  pace  al  meglio  che  puoi.     Addio,. 

Letta  la  lettera,  Ginevra  fu  da  sl  estremo   dolore   assalita,   che   con   amendue   le   man? 
stringendosi  le  tempia,  senza  formar  parola  alcuna,  sendo  vicina  al  letto,  con  la  faccia  airin: 
gettatavisi  sopra,  di  subito  rese  lo  spirito  al  suo  Iddio.  O  esempio  miserabile,  degno  di  gran- 
dissima  pietk!  Ritrovandosi  scommunicata,  per  non  haver  obbedito  al  comandamento  del  papa, 
che  li  Bentivogli  stessero  lontani  da  Bologna  100  miglia,   questa  infelice  donna  fu  sepolta  fuori 
della  chiesa,  in  luogo  profano  sotto  rortiche,  non  essendosi  dal  legato  potuto  ottenere  licenza 
di  esser  in  luogo  sacro  sepolta;  et  perch^  cinque  frati  zoccolanti  raccompagnarono  a  so! 
rarla,  il  papa  priv6  loro  ed  il  suo    convento  per  7  anni,  che  non  potessero   dire   uffizio, 
uffiziare  in  loro  chiesa  di  Busseto,  castello  del  Parmigiano.    Questo  fu  il  fine  di  tanta  donn  i, 
che  fu  alli  17  di  maggio,  la  quale  con  tanta  felicith  per  si  lungo  tempo  in  Bologna  haveva 
govemato :  dico  governato,  perciochfe  Giovanni  quasi  quanto  faceva,  era  tutto  per  lo  consigiio 
di  lei.     Fu  figliola  naturale  del  signor  Costanzo  Sforza  di  Pesaro,  la   quale   fu  condotta   in 
Bologna  di  anni  12  per  moglie  di  Santi,  come  k  detto;  et  era  di  tanta  bellezza,  che  in  quei 
tempi  fu  stimata  la  pifi  bella  che  vivesse. 

Fu  astuta,  iraconda  et  di  gran  consiglio;  questa  pure  era  prudente,  ricca,  nobile,  honorata, 
eloquente;  e  Iasci6  fra  robba  e  denari  pifi  di  50000  ducati.  Morto  Santi  Bentivogli,  di  cui 
rest6  un  figliolo  per  nome  Ercole,  che  poi  fu  gran  capitano  de'  Fiorentini,  ella  si  marito  in  Gio- 
vanni,  et  di  lei  n*hebbe  questi  figlioli :  Annibale,  Lodovico,  Cornelio,  Donino  et  Isotta,  i  quali 
morirono  fanciullini;  Bianca,  questa  fu  maritata  nel  conte  NicoI6  Rangone;  Francesca,  fu  ma- 
ritata  nel  signor  Galeotto  Manfredi:  Annibale  terzo;  Leonora,  marttata  nel  signor  Giberto  da 
Carpi;  Antonio  Galeazzo  protonotario;  Camilla  che  fu  suora  del  corpo  di  Cristo;  Violante  rhe 
fu  maritata  al  signor  Pandolfo  Malatesti:  Alessandro;  Laura;  Hermes;  Isotta,  maritata  nel  signor 
Ottaviano  Riario.  Era  Ginevra  d'anni  65  incirca  quando  mori,  et  nella  fine  sua  si  vide 
esser  donna  infelicissima,  poich^  si  vidde  priva  del  marito,  spogliata  della  sua  grandezza,  ser.  a 
il  suo  Alessandro,  che  tanto  amava  quanto  se  stessa,  havendo  i  figH  prigioni  et  altri  assai  scac-< 
ciati  dalla  sua  patria,  et  veggiendo  spianato  il  suo  bellissimo  palazzo.  Le  furono  fatti  questfl 
versi,  et  publicamente  posti  per  tutta  la  cittk: 

^am  fairona  fotens,  sed  -plm  quam  femina  fosset 

Imfia,  avara,  ienax,  korrida,  ierribilis, 
Hic  iaceo,  infelix,  sancio  frivaia  sefulckro, 

Cui  nulla  Ecclesiae  sacra  dedere  Patres. 
yuniferi  mihi  nomen  erat,  sed  sfina  remansit, 

Ut  fuerat  multis  asfera  vita  mihi. 


33-33.  segni  d^attentione  a  fenna  nel  margine  sinistro  —  3$.  (igliola....  Costanzo] /aro/e  sottosegn^Ue  nelTorigir 
nale  —  30.  figliolo ....  Fiorentlni]  farole  sottosegnate  nelPoriginale 


[A.  1307]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  375 

Contemfsi  suftros,  qui  me  sfrevere,  iyranni, 

Optima  ab  exemflo  discite  quaeque  meo. 
^uis  neget  esse  Deos  hominum,  qui  facta  refendant? 

Siuae  fuerint  vitae  fracmia  mors  docuit. 

5  Ora  di  qui  ciascuno  pu6  per  vivo  esempio  chiaramente  considerare  quanta  sia  la  nuta-       /».  //r 

bilita  et  instabilitk  delle  cose  di  questo  mondo,  il  quale  segue  il  favor  della  fortuna  seiiza 
piu  oltre  apprezzare  nfe  sapere,  nfe  prudenza  et  senza  considerare  il  fine  delle  attioni  mon- 
dane.  Nel  vero  se  Ginevra  fosse  sempre  vissuta  et  morta  in  quella  grandezza  che  si  trovava 
et  in  quel  contento  che  gustava,  il  mondo  tutto  Thaverebbe  con  lodi  innalzata  insino  al  cielo, 
si  sarebbono  fatti  i  volumi  di  versi  dolenti,  con  lamentarsi  della  morte,  che  ne  havesse  levata 
donna  di  tanto  affare  et.  si  cara  ad  ognuno;  ma  perchfe  la  fortuna  le  fu  sdegnosa  et  contra- 
ria,  non  hebbe  amico  che  la  lodasse,  et  in  lei  a  pieno  si  verific6  il  detto,  che  dice: 

Temfore  felici  multi  numerantur  amici; 
Si  fortuna  ferit,  nullus  amicus  erit. 

5  Ora  seguitando  grimprudenti  et  vilissimi  huomini  la  rovina  del  palagio  et  della  torre  de' 

Bentivogli,  et  havendo  molti  di  loro  solo  Tocchio  al  sodisfare  al  proprio  odio,  avvenne  che 
in  tal  rovina  vi  morirono  meglio  di  60  persone,  oltre  a  molti  altri  che  morirono  che  sta- 
vano  a  vedere  tanta  abominatione  et  impietk;  et  da  alcuni  per  dispregio  furono  attaccati  nel 
publico  grinfrascritti  versi: 

JO  Hutnano  constructa  fui  de  sanguine  dudum, 

Dcque  labore  simul,  sic  cito  tota  rui. 
Bis  Deus  omnifotens  fraedixerat  ifse  ruinam: 

Terrarum  moiii,  fulgure,  nec  iimui. 
Teriius  e  coelo  venii  casus:  flebs  inoia  Deorum 
S  ludicio  est  iusto,  sic  fofulique  furor. 

In  me  quisque  ruit,  cafii  hanc  sibi  quisque  ruinam, 

Aiarmoreos  lafides  iam  sibi  quisque  cafii. 
Ferrea  quaeque  ruunt,  fortantur  fcrrea  quaeque, 

Tandem  Bentivola  magna  ruina  vocor. 

0  Rovinandosi  adunque  il  detto  palagio,  quelH  che  guastavano,  ritrovando  nella  camera  del 

protonotario  una  bella  figura  di  nostra  Signora,  la  lasciarono  intatta  per  riverenza;  la  quale 
non  dopo  molto,  veduta  da  dui  contadini,  et  non  la  stimando  niente,  senza  alcun  rispetto 
con  certi  picconi  di  ferro  cominciarono  a  voler  rovinar  la  muraglia  ove  detta  imagine  era; 
et  ecco,  mentre  ci6  tentano  con  ogni  lor  sforzo,  rovina  un  pezzo  del  detto  muro   sopra   di 

5  essi  senza  punto  nuocerli  nella  persona;  li  quali  aiutati,  et  usciti  del  mezzo  delle  ptetre,  si 
gittorno  avanti  la  detta  imagine,  la  quale,  et  da  essi  et  da  una  donna,  che  con  la  figliola 
quivi  era,  si  vide  che  Jagrimava.  II  che  sparso  per  la  cittk,  cagion6  che  quivi  concorse  gran 
numero  di  gente;  et  vedendo  tale  miracolo,  fu  con  molta  divotione  levata  la  detta  imagine, 
et  portata  in  San  Jacomo;  la  posero  sopra  di  un  altare,  dove  concorrendo  la  gente,  ottene- 

0  vano  di  molte  gratie. 

Insomma,  rovinato  il  palagio  et  la  torre  insino  quasi  a'  fondamenti,  divenne  quel  luogo, 
che  era  stato  albergo  di  tanti  signori  et  prencipi  et  era  stato  cotanto  celebrato  come  cosa  rara 
fra  gredifici  d'Italia,  ricetto  di  ogni  immondizia.     Cosl  vanno  le  cose  di  questo  mondo. 

Alle  27  di  maggio  giunse  in  Bologna  il  cardinale  Narbone,  che  dal  pontefice  era  man- 

5  dato  legato  al  re  di  Francia,  et  fu  dal  legato  della  citth  et  da  tutti  li  magistrati  con  grande 
honore  incontrato;  et  alloggi6  nel  palazzo  grande. 

Giovanni  Antonio  Castelli  fu  fatto  senatore  di  Roma. 


376  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1507) 


p.  4'i  Fu  rinovata  la  provistone  deirornato  delle  donne  fatta  Tanno  1474  con  questa  aggiunU: 

Che  niuna  donna,  Bia  chi  si  vopflia,  poBsa  portar  falde,  nh  cerchi,  nh  altre  foggie  nimili,  ne 
di  sottane  sopra  a'  guardacori ;  Che  non  possa  portar  maniche  larghe  alla  camicia,  che  non 
gli  sia  piii  di  braccia  2  e  mezzo  di  tela  per  para  di  maniche,  e  che  le  portino  assettate  alie 
braccia,  et  non  gonfie  e  sventolanti,  perchfc  v'era  camicia  clie  nelle  «ole  maniche  vi  aveva  brac- 
cia  7  di  tela  di  lensa;  Che  non  si  possino  portare  alli  guard.acori  balze,  n^  filetti,  nh.  aile 
vesti,  se  non  un  braccio  e  mezzo  di  velluto ;  Che  non  portino  berette  cinte  d'oro  o  d'argento, 
nfe  pugnali,  ovvero  dajjhe.  E  questo,  perchfe  vi  era  tal  moglie  di  tintore  e  fabro,  che  aveva 
maniche  di  broccato  d'oro  che  costavano  ducati  24  e  maniche  da  camisia  che  costavano 
ducati  5,  balze  d'oro  alto  mezzo  braccio,  guardacori  e  vesti  cremisini,  come  se  fossero  mogli  H 
del  duca  di  Ferrara. 

A'  9  giugno  entrb  in  Bologna  il  cardinale  Alidosio  legato  di  Bologna  quale  aveva  seco 
6  vescovi  e  200  cavalli  leggieri.  Gli  fu  fatto  un  grand'onore,  e  gli  and6  incontro  tutto  il 
clero,  gli  antiani,  gonfallonieri  del  popolo,  massari  delFarti  e  gentilhuomiiu.  Dove  pass^  fu- 
rono  fatti  12  portoni  di  legname  coperti  di  frasche  e  di  panni  molto  belll.  U 

In  questo  istesso  tempo,  intendendo  il  senato  che  il  re  Lodovico  era  giunto  a  Milano,  essi 
vi  mandarono  per  ambasciatori  Alberto  Castelli  et  Bartolomeo  Zambeccari  amendui  senatori, 
et  con  essi  Melchior  Zanetti  eccellentissimo  procuratore  causidico,  acciochfe  supplicasse  a  sua 
maestk  di  voler  lasciare  la  protetione  di  Giovanni  Bentivogli  perch^  egli  non  perturbasse 
Bologna.  Giunti  adunque  a  Milano  avanti  al  re,  et  fatta  la  loro  petitione,  il  re  commisse  que- 
sto  negozio  al  cardinale  Roano,  che  dovease  bene  intendere  et  esaminare  il  tutto;  il  quale  per 
compiacere  il  re,  si  fece  venire  avanti  Giovanni  Bentivogli  et  anche  gli  detti  ambasciatori. 
Laonde  Bartolomeo  Zambeccari  cominci6  a  dire  che  il  senato  bolognese  gli  haveva  mandati  a 
supplicare  sua  maestk,  che  le  piacesse  di  non  volere  tenere  la  protetione  di  Giovanni  Benti- 
vogli,  n^  de'  suoi  tigli,  perchfe  egli  haveva  voluto  disturbare  la  pace  di  Bologna,  essendoii  venuto  23 
contro  con  tanti  armati;  et  ci6  supplicavano  anche,  che  li  BentivogH  non  piii  tornassero  a  tiran- 
nizarli,  perchfe  purtroppo  havevano  tirannizati  in  detta  citt^,  et  che  al  tempo  ioro  et  sotto  il  lor 
governo  giammai  la  giustitia  nel  popolo  haveva  havuto  luogo,  nfe  parte,  oltre  che  avevano  abbru- 
giata  la  casa  de'  Caccianemici  et  morti  li  Malvezzi  et  li  Marescotti,  et  che  havevano  svergognate 
molte  donzelle  et  levata  per  forza  et  per  inganno  la  robba  a  molti,  et  molte  altre  cose  di  enorme 
vituperio  de'  Bentivogli. 

A  queste  parole  soggiunse  Giovanni:  '  Che  non  poco  si  maravigliava  di  essere  chiamato 
"  tiranno,  peciochfe  egli   non  mai   fu  tiranno  nella  sua  patria,  attesochfe  sempre  nel  governo 

*  haveva  havuto  seco  in  compagnia  H  sedici  et  con  quelli  sempre  si   era  consigliato  et  se- 
"  condo  il  parer  loro  governato.     Uno  de'  quali  h  quivi  Alberto  Castelli  presente;  et  bench^  Zi 
"  io  tenessi  il  primato  nel  detto  senato,  perch6  cosi  era  stato  istituito  da  papa  Paolo  II  et  con- 

*  firmato  da  Sisto  IV,  Innocenzo  VIII  et  da  Alessandro  VI,  nondimeno  mai  feci  cosa  alcuna 
"  senza  participazione,  ma  col  conseglio  et  con  la  conclusione  del  detto  senato,  come  pu6 
"  anche  di  questo  testilicare  qui  Alberto.  Vero  e  che  havendo  havuto  rispetto  spesse  volte  alla 
"  nobiltk  delle  famiglie,  piii  tosto  che  alla  giustitia,  ho  lasciato  passare  alcune  cose  senza  cer- 
"  care  di  spegnerle  et  mandarle  a  terra,  le  quali  nel  vero  havrian  meritato  gran  gastigo,  siccome 

>.  439  "  conveniva  al  tuo  negocio,  o  Bartolomeo,  clie  ben  sai  tu  come  io  mi  ado'pera8si  jier  te  ne' 
"  tempi  del  cardinale  di  Mantova  per  le  nionete  f alse.  Ora  che  tu  faccia  questa  cosa,  sen- 
"  domi  contrario,  si  verifica  il  proverbio  che  dice:  Chi  dispicca  rimpiccato,  rimpiccato  im- 
"  picca  lui.  Sappi,  o  Bartolomeo,  che  tu  hai  un  bel  tacere,  et  se  tu  ti  metterai  la  mano  al 
"  petto,  conoscerai  s'io  ti  dico  il  vero.  Piii  oltre  non  ti  vo' dir  per  hora  di  questo.  Quanto 
"  poi  alla  qvuete  del  popolo  bolognese,  che  io  sia,  come  dici,  per  disturbarla,  io  ti  rispondo, 
"  che  sempre  mantenni  quella  cittk  in  somma  pace,  come  n'fe  fido  testimonio  tutta  Italia ; 
"  et  se  bene  occorsero  alcuni  disturbi  in  essa,  siccome  fu  la  cosa  de'  Caccianemici,  de* 
"  Malvezzi  et  de'  Marescotti,'  sa  Iddio  che  io  non  ne  sono  stato  la  cagione,  anzi  loro  hanno  50 


[A.  1507]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  377 

"  cagionato  tali  disturbi.  Tu  d^i  pur  sapere,  o  Bartolomeo,  se  saper  lo  vuoi,  quello  che 
"  io  feci  per  acquetare  i  Caccianemici  con  li  Lini,  et  questo  mi  adoperai  et  m'interposi 
^"  per  la  lor  pace ;  ma  quei  iniquamente  et  malvagiamente  caminando  uccisero  quello  del 
"  Lino  sotto  la  mia  f ede :  parvemi  di  cio  fame  dimostratione,  per  far  avvertiti  gli  altri  a 
"  non  dovere  fare  il  simile,  ma  che  havessero  a   vivere   in  pace.     I  Malvezzi,  tu  sai  benis- 

*  simo  quanto  gli  amava,  quanto  me  li  mostrava  obligato,  essendomi  non  solamente  amici  et 
"  parenti,  ma  di  prima  essendomi  stati  anche  buoni  padri;  et  per  tali  sempre  gli  tenni  insino 
"  che  si  scoperse  che  essi  mi  volevano  uccidere  con  tutti  li  miei  figli ;  del  loro  cattivo  animo 
"  et  del  trattato  ordito  contra  di  me  lasciai  fare  al  senato  et  alla  giustitia  rofficio  suo,  et  se 

*  furono  puniti,  non  fu  mio  consiglio,  nfe  mia  volont^,  ma  fu  de'  nostri  amici,  che  si  pensa- 
"  rono  farmi  piacere,  dove  mi  diedero  affanno  et  cordoglio.  Delli  Marescotti,  Iddio  testimonio 
"  del  vero  sa,  che  io  avanti  alla  sua  maestk  non  mento,  che  non  solamente  non  lo  feci  fare, 
"  ma  nfe  anche  non  ne  fui  in  cosa  alcuna  consapevole;  et  non  sl  tosto  mi  venne  il  caso  agrorecchi, 
"  che  ne  presi  intinito  dispiacere,  et  mi  convenne  lagrimare,  perchfe  giudicai,  che  se  bene  haves- 
"  sero  meritato  castigo,  non  si  doveva  giammai  procedere  in  tal  guisa,  ma  secondo  gVatti  della 
"  giustitia;  et  se  bene  altri  ne  furono  uccisi,  non  puotei  a  ci6  provedere,  perciochfe,  essendo 
"  alcuni  de'  miei  figlioli  divenuti  potenti,  sprezzando  i  miei  consigli,  caminarono  secondo  il  loro 
'  appetito,  quantunque  sempre  io  ne  reclamassi,  come  anche  al  presente  hanno  fatto,  venendo 
"  contro  Bologna;  anzi  non  sono  mancato  di  fargli  intendere  che  a  modo  veruno  tentassero  tal 
"  cosa  per  piu  ragioni ;  come  chiaramente  et  giustificatamente  feci  intendere  alla  maestk  del 
"  re.  Quando  alle  donne  poi,  io  con  verit^  posso  et  potr6  sempre  dire  non  haverne  giammai  for- 
"  zata  veruna,  et  se  ho  fatto  alcun  peccato,  6  stato  con  il  suo  pieno  consentimento ;  sicch6, 

*  monsignor  reverendo,  ardir6  dire  essere  iniquamente  accusato  di  esser  stato  tiranno  et  di 
"  quanto  Bartolomeo  falsamente  m'impone,. 

II  che  confirm6  Alberto,  et  giur6  cosi  essere  come  Giovanni  detto  haveva.  Havendo  il 
cardinale  con  pacienza  et  con  molta  compassione,  che  haveva  di  Giovanni,  ascoltato  i  loro 
ragionamenti,  in  vece  del  re  rispose,  che  sapendo  esser  Giovanni  et  Alessandro  innocenti 
della  fatta  speditione  da  Annibale  et  da  Ermesse,  sua  maestk  si  lasciava  intendere  che  vo- 
leva  haver  Giovanni  sotto  il  suo  patrocinio,  ma  non  g\k  quei  due  ultimi;  e  per6  che  dicessero 
30  al  senato  che  cosi  era  la  mente  del  re,  e  che  di  Giovanni  e  di  Alessandro  non  dubitassero, 
ma  si  guardassero  dagli  altri  che  vagavano  in  qua  ed  in  Ik  fuori  dello  stato  del  re. 

Ritomato  Giovanni  alla  sua  abitazione,  Alberto  di  Castello  gli  mand6  a  dire,  che  quando 
a  lui  paresse  di  ritornare  a  Bologna,  che  lo  farebbe  ritornare,  conciosiacosach6  da  lui  pen- 
deva  lo  star  fuori  e  ritornare  dentro  la  citth.  Udita  Tambasciata  Giovanni  non  diede  altra 
35  risposta,  non  sapendo  che  dire,  perchfe  considerava,  che  se  voleva  chiedere  licenza  al  re  di 
ritornare,  non  Tavrebbe  hottenuta,  essendo  in  lega  col  papa  e  per  molti  altri  rispetti;  e  se 
ancora  voleva  ritornjire  senza  licenza,  vedeva  che  il  re  si  sarebbe  sdegnato  e  TaVrebbe  cac-  /».  ^jo 
ciato  di  corte;  e  con  ci6  ritornarono  gli  ambasciatori  a  Bologna. 

A  di  11  luglio  Annibale  Bianchi,  uno  delli  40,  morl;  iii  suo  luogo   fu  posto  Cristoforo 
40  Angelelli. 

Ora  il  legato  che  si  vide  nella  sua  dignitk  in  tutte  le  cose  rispettato  per  Tamore  del 
pontelice,  scoprendosi  uomo  avaro,  perchfe  faceva  ogni  cosa  per  danari,  si  vedevano  anche 
perci6  molte  ingiustizie;  ed  avendo  il  senato  finto  di  non  vedere  i  suoi  andamenti,  finalmente 
si  risolse  d'avvisare  il  pontefice  de'  suoi  mali  portamenti,  ed  ebbero  gli  avvisi  del  Benato 
45  presso  il  papa  credenza,  perciochfe  per  altra  strada  n'era  stato  avvisato.  II  pontefice  adun- 
que  il  chiam6  a  Roma:  e  giunto,  senza  darli  udienza,  il  fece  porre  in  Castel  Santangelo 
insieme  col  Malatesta  suo  auditore,  accioch6  rendesse  conto  di  quanto  era  querelato ;  e  rest6 
intanto  governatore  di  Bologna  Lorenzo  Flisco  vescovo  di  Monte  Regale,  che  insieme  con 
Pietro  Griffi  commissario  a  ci6  mandato  dal  pontefice,  governassero  la  cittfi  come  si  doveva. 
)0  Intanto  erano  spesse  volte  avvisati  i  Bolognesi  di  tutto  quello  che  i  Bentivogli  facevano, 


378  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lAA.  i507-i508i 

e  che  allora  raunavano  gran  numero  di  gente  per  tentare  Tentrata  in  Bologna;  e  per  questo 
avendo  il  senato  domandata  licenza  a'  Fiorentini  di  far  rrente  nello  stato  loro,  ed  a'  Venetiani, 
che  allora  possedevano  Faenza,  Ravenna,  Cervia  e  Rimini,  di  cavar  gente  dalla  Romagna, 
assold6  molti  soldati,  parte  de'  quali  ne  and6  a  San  Giovanni  castello  e  parte  a  Castel  Franco, 
e  molti  ancora  per  guaidia  della  citth  ne  restarono.     E  con  ci6  si  giunse  airanno  1508.  5 

Lorenzo  da  Flisco  vescovo  di  Monte  Regale  a  nome  del  papa  governava  la  cittk. 

Anno  di  Cristo  1508.  —  Sono   creati  li  nuovi   antiani   con  il   gonfalloniero   di   giustida 
secondo  il  consncto  della  chth;  et  fu  questo  Ercole  Felicini  confaloniero  di  giustitia,  Cesare 
de'  Napi,  Francesco  Sarafino,  Cesare  Bargellini,  Alessandro  da  Moglio  dottore,  Ulisse  Musotto 
procuratore,  il  conte  Lodovico  Bentivogli,  Leone  Malvezzi,     Si  crearono   parimenti   11  nuovi  10 
tribuni  della  plebe  chiamati  confalonieri  del  popolo. 

Ilaveva  la  rovina  del  palazzo  de'  Bentivogli  couceputo  negranimi  della  maggior  parte  de' 
nobili  della  citt^  et  quasi  di  tutto  il  popolo,  tanto  odio  et  dispiacere,  che  non  havevano  occhio 
con  cui  veder  potessero  Ercole  Marescotto  autore  di  tanta  rovina  et  impietk,  anzi  Todiarono 
a  morte,  et  bramosi  che  il  medesimo  avvenisse  al  palazzo  de'  Marescotti,  non  mancavano  15 
di  tentare  secretamente  che  li  Bentivogli  entrassero  a  farne  crudel  vendetta;  et  fra  questi 
particolarmente  era  Gasparo  Scappi,  giovane  di  grande  ardire  et  di  molta  eloquenza,  il  qualc 
del  continuo  pensava  di  trovar  modo  et  via  per  conseguire  questo  suo  intento.  Perlochfe 
ragionando  hora  con  questo  et  hora  con  quello  de'  Bentivogli,  con  prudenza  tentava  d'intendere 
la  loro  opinione;  fra  li  quali  trov6  al  suo  parere  impiegati  Giovanni  Galeazzo,  Giovanni  2U 
Francesco  Poeti  fratelli  et  Galeazzo  Marsili;  et  fatto  longo  discorso  fra  di  loro  sopra  il 
troppo  ardire  delli  Marescotti,  li  quali,  poi  che  havevano  mandato  a  terra  il  bello  edificio  de' 
Bentivogli,  gli  pareva  di  esser  signori  di  Bologna,  et  percio  minacciavano  gli  amici  de'  Ben- 
tivogli  di  mandarli  in  ruina  et  di  parimenti  gettarli  le  case  a  terra.  Finalmente  fu  conchiuso 
di  trovare  la  via  sicura  di  raffrenare  il  folle  ardire  de'  Marescotti  et  di  vendicare  la  ingiuria  25 
fatta  alli  Bentivogli  et  d'introdurli  dentro  la  cittJi;  et  questa  cura  in  particolare  a  Gasparo, 
siccome  ad  huomo  ingennioso,  ardito  et  prudente,  fu  data,  il  quale  in  questa  guisa  pens6  fare. 

Finse  Gasparo  di  volere  andare  a  Mantova  per  comprare  una  condotta  di  semente  di 
lino,  delle  quali  n'era  a  Bologaa  grandissima  carestia;  et  passatovi,  parI6  con  Annibale  Ben- 
f.  431  tivoglio,  promettendoli  che  quando  egli  volesse,  il  riporrebbe  in  patria.  Stette  Annibale  al-  30 
quanto  sopra  di  sfe,  poi  gli  disse:  "O  Gasparo,  et  quando  noi  saremo  in  Bologna,  chi  ci  man- 
"  terrk  contro  papa  Giulio?  Egli,  come  sai,  k  confederato  col  re  di  Francia,  con  la  signoria  di 
■"  Venetia,  col  duca  di  Ferrara  et  Fiorentini,  col  mezzo  et  aiuto  de'  quali  sai  quanto  pu6;  et 
"chi  vuol  contra  lui  contrastare  ?  „ .  Turbossi  alquanto  Gasparo  alle  parole  di  Annibale,  et  disse: 
"  Vedi,  Annibale,  noi  troveremo  un  altro  capo ;  non  so  poi  come  tu  o  altri  de'  tuoi  vorr^  en-  35 
"  trare  nella  cittk,  et  il  pentirvi  allhora  sar^  indamo;  per6  considera  bene  a  quello  che  fai  ,. 

Udendo  Annibale  le  parole  di  Gasparo,  et  pesandole  con  prudenza,  parvegli  non  le 
sprezzare,  et  accetto  di  far  tutto  quello  di  che  egli  il  consigliava,  prcgando  che  il  tutto 
fosse  con  felice  successo  operato.  Ritom6  lo  Scappi  a  Bologna,  et  ritrovati  gramici,  gli 
riferi  il  tutto  con  molto  loro  contento;  li  quali  con  forte  animo  si  posero  al  tessere  questa  40 
lor  tela  con  quella  maggior  segretezza  che  possibile  fosse.  Et  ai  lor  voti  si  acc08t6  felice  , 
occasione,  et  fu  che  creandosi  il  nuovo  magistrato  di  quest'anno,  Cesare  Bargellini  (uno  de' 
sopradetti  congiurati)  fu  posto  nel  numero  de'  signori;  il  quale,  veggiendosi  per  ci6  favore- 
vole  la  virtu,  chiam6  a  s6  lo  Scappi  et  gli  disse:  "  Adesso  h  il  tempo,  o  Gasparo,  d'incarnare  11 
"nostro  disegno;  io  sendo,  come  vedi,  de'  signori,  posso  a  mio  commodo  introdurre  molti  com- 
"  pagni  miei  amici  a  poco  a  poco  nella  mia  camera,  senza  che  altri  se  n'avvegga,  et  tu  frat- 
"  tanto  puoi  con  grallri  amici  ordinare  il  restante,  accioch6  al  tempo  determinato  si  eseguischi 
"  il  fatto  y,.  Era  rordine  fra  di  loro,  che  alle  7  hore  di  notte,  quando  si  apriva  la  porta  del  pa- 
lagio,  secondo  il  consueto,  per  andare  a  casa,  che  le  compagnie  de'  congiurati  fossero  appa- 


[A.  1508]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  379 

recchiati  alla  detta  porta,  et  che  aprendosi,  tosto  entrassero,  et  a  forza  se  ne  impadronissero, 
et  gramici  di  Cesare  allhora  uscissero  in  loro  aiuto  et  pigliassero  il  palagio,  il  che  sarebbe 
facile,  percioche  in  queirhora  li  presidi  del  palagio  sarebbono  sonnacchiosi  et  si  spaventereb- 
bono  per  I'inopinato  caso;  e  tanto  piu  che,  in  loro  favore  sarebbe  Cecchino  da  Padova  squa- 
5  driero  della  guardia,  nemico  capitale  delli  Marescotti,  perchfe  Thavevano  voluto  ammazzare. 
Doveva  esser  esseguito  questo  trattato  la  notte  di  8ant'Antonio.  Ordinate  tutte  le  cose  dalla 
parte  de'  congiurati,  lo  Scappi  di  nuovo  pass6  a  Mantova,  et  awisati  del  tutto  Annibale,  resta- 
rono  d'accordo  che  egli  la  detta  notte  di  sant'Antonio  dovesse  appresentarsi  con  molte  bande 
de'  suoi  soldati  alla  porta  di  San  Mamolo,  perchfe  era  per  entrare  in  Bologna  di  sicuro. 

10  Ritornato  Gasparo  a  Bologna  con  tale  risolutione,  si  comincib  secretamente  a  ordinare  le 

cose;  et  mentre  che  cio  dalli  congiurati  si  ordinava,  avvenne  che  si  parti  da  Bologna  Ercole 
Marescotto,  con  Emilio  et  Bernardino  suoi  figlioli,  et  pass6  a  Roma  per  informare  il  papa 
delle  cose  di  Bologna;  et  il  giomo  seguente  havendo  li  Marescotti  presentito  qualche  movi- 
mento,  o  pure  dubitando  di  qualche  loro  male,  passarono  al  governatore  con  dirli  che  havevano 

15  inteso  che  si  facevano  alcune  ragunanze  d'huomini  nel  palagio  de' Pepoli,  degrAriosti  et  di 
Giovanni  Felicini,  et  che  perci6  dubitavano  di  qualche  trattato.  II  governatore,  intendendo 
ci6,  senza  punto  tardare,  mand6  a  vedere  se  ritrovava  cosi  essere,  et  intendendo  che  non  v'era 
alcuno  nh.  armato,  n6  disarmato,  gli  essort6  al  vivere  senza  alcuno  sospetto,  che  gli  assicurava 
che  ogni  cosa  era  in  stato  pacifico.     Dalle  cui  parole  animati,  se  ne  ritornarono  sicuri   alle 

20  lor  case.  Ora  Gasparo,  havendo  inteso  quanto  che  il  govematore  haveva  fatto,  et  come  haveva 
assicurato  li  Marescotti,  gli  parve  haver  la  fortuna  benigna  piu  che  non  desiderava.  Et  per6, 
sendo  tutte  le  genti  senza  timore  a  dormire,  lo  Scappi  usci  di  casa  con  circa  40  armati,  tutti 
huomini  di  grand'ardire,  et  pass6  alle  bollette  ad  aspettare  Cecchino  Squadriero,  che  di  gia 
era  ito  a  sollecitare  Ce'sare  Bargellini,  che  facesse  reffetto  secondo  rordine  dato,  et  che  egli       />.  «* 

25  era  quivi  per  esseguire  quanto  havevano  promesso. 

Cesare,  che  si  era  immaginato  quanto  di  male  poteva  occorrere,  si  penti  di  voler  osser- 
vare  la  promessa,  et  perci6  impose  a  Cecchino  che  dicesse  allo  Scappi  ch'egli  haveva  cangiata 
opinione.  Si  adir6  Gasparo  fuor  di  modo,  che  Cesare  gli  maticasse  della  data  fede,  et  ripieno 
di  furore,  d*indi  partendosi  con  animo  di  rovinare  li  Marescotti,  pa8s6  alla  piazza  de'  Cal- 

30  derini  e  mand6  ad  avvisare  Giovanni  Galeazzo  Poeti  et  Giovanni  Felicini  come  Cesare  era 
mancato  della  sua  parola,  et  che  perci6  li  pregava  che  tosto  dovessero  eglino  et  le  lor 
compagnie  venire  ad  unirsi  con  esso  lui:  li  quali  di  subito  vennero,  et  tutti  insieme  passarono 
al  collegio  di  Spagna,  ove  erano  le  stalle  de'  Marescotti,  et  divise  le  genti  in  tre  parti,  una 
ne  and6  alla  porta  del  palagio  et  Taltra  quivi  si   ferm6,   et   la   terza   and6   al   torresotto   di 

35  Saragozza  per  guardia  per  vietar  ogni  soccorso.  E  tutti  a  un  medesimo  tempo  facendo  im- 
peto,  cominciarono  a  rompere  le  porte,  questi  delle  stalle  et  quelli  quelle  del  palaggio ;  laonde 
li  Marescotti  a  tanto  strepito  levandosi  dal  letto,  et  vedendo  ogni  cosa  da'  nemici  circondato, 
su  per  li  tetti  fuggendo,  trovarono  scampo  alla  lor  vita  nelle  case  de'  vicini,  senza  porsi  quasi 
le  camisie  in  dosso,  salvandosi  tutti,  eccetto  due  servitori,  che  volendo  ostinatamente  difendere 

40  la  porta  del  palagio,  vi  morirono.  Vedendo  li  congiurati  di  non  haver  potuto  lavarsi  le  mani 
nel  sangue  nemico,  volgendo  Tire  sopra  la  robba,  saccheggiorono  tutto  il  palagio,  che  era 
pieno  di  robba,  et  furono  versate  meglio  di  300  corbe  di  vino  nella  sua  cantina,  ponendo  il 
fuoco  nelle  stalle  et  nelle  habitazioni;  ma  poco  danno  fecero,  sendo  redificio  tutto  in  volta. 
Fu  questo  fra   le    10  et  11  hore  di  notte.     Poi  havendo  levato  tre  bocche  di  fuoco  sopra  i 

45  carri,  che  quivi  erano,  et  havendone  dui  altri  pezzi  gettati  nel  pozzo  per  non  gli  poter  con- 
durre,  passarono  per  lo  trebbo  de'  Carbonesi,  et  poi  alla  porta  di  San  Mamolo,  credendo 
quivi  ritrovare  Annibale  Bentivogli,  secondo  Tordine  dato ;  et  fattisi  padroni  della  porta  della 
citt^,  contro  la  voglia  di  NicoI6  Bemabfe  capitano  di  essa,  a  forza  raprirao,  raa  non  vi  tro- 
vorono  Annibale. 

50  Erano  li  congiurati  insieme  con  li  compagni   174,  delli  quali  questi   erano  11  principali: 


380 


HISTORIA  DI  BOLOGNA 


(A.  1508] 


P-  4U 


Gasparo  Scappl,  Giovanni  Galeazzo  Poeti,  Giovanni  Francesco  Poeti,  Giovanni  Felicini,  capi 
della  coiifjiura;  Spinazzo  de'  Chiari,  Felice  Calzolaro,  Agostino  Cavalli,  Giulio  di  Argela, 
A{/ammennone  de'  Zenesi,  Vincenzo  Maiati,  Pace  Duglioli,  Pirro  Barfrellini,  Tiberio  de'  Savi, 
Cesare  Cavarzone,  Musotto  Musotti,  Vincenzo  Sebaldini,  Giovanni  Francesco  dal  Piffaro, 
Mattco  Cantaldi,  Jeronimo,  Bartolomeo,  Leonardo,  Astorre  Bemardo  Tochini,  Melino  dal  5 
Miele,  Scipione  GraRsi,  Vincenzo  dalle  Corazzine,  Ercole  da  Roffeno,  Siraone  dalle  Slren- 
ghe,  Lodovico  Orefice,  Pompeo  Bar^ellini,  Lodovico  Malchiavelli,  Cecchino  da  Padova  della 
j^uardia  del  palazzo  con  due  compaj^ni,  Alessandro,  Annibale,  Francesco,  Nicol6  Caatellani, 
Tomaso  Gambarello,  Leonardo  Cospi,  Jacomo  dalle  campane,  Jeronimo  dcUa  Dina,  Lodovico 
del  Cossa  beccaro,  Domenico  da  Pisa,  Pirro  di  Covello,  Carlo  di  Bernabfe,  Santi  Brentadore,  lU 
Lorenzo,  Ercole  dalle  Guaine,  Rabbuino  di  Jacomo  Rabbuini  pellacano,  Marco  Razalie  pel- 
lacano,  Domenico  de'  Duosi,  Antonio  Dise^na  detto  il  frate,  Alessandro  Scarsella  calzolaio 
dettb  il  Riccio,  Giovanni  Zanetti,  Romeo  Garzaria,  Giovanni  Tomaso  da  Lucca  bolognese, 
Bassano  Bassani,  Monte  di  Monti,  Giuliano  da  ZappoHno,  Mino  Scardovi,  il  Chiavena,  Tomaao 
Beccaro,  Lodovico  Capponi  bombardiero  di  Giovanni  Bentivogli  et  altri  assai.  15 

Aperta  adunque  la  porta,  come  h  detto,  nfe  vi  trovando  alcuno,  spedimo  tosto  Tomaso 
Beccaro  al  conte  Guido  Rangone,  che  sollecitasse  Annibale'  Bentivogli  di  venire  alla  volta  di 
San  Mamolo,  perchfe  di  gik  era  conquistata  a  sua  divotione,  et  che  liberamente  sarebbe  in- 
trodotto  nella  cittk.  II  conte,  intendendo  Tambasciata,  re8t6  tutto  pensoso,  nfe  sapeva  quello 
si  fare,  non  havendogli  Annibale  di  ci6  fatto  motto  alcuno;  alla  fine  rispose  al  nuncio  che  20 
presto  presto  farebbe  loro  intendere  queilo  che  avessero  a  fare,  et  che  frattanto  mantenes- 
sero  il  possesso  della  porta;  et  cosl  rimand6  a  dietro  rambasciatore.  Intanto  li  congiurati, 
per  tirare  a  sfe  il  popolo,  cominciorono  a  gridare:  "  Popolo,  popolo  ^,  ma  non  faceva  la  gente 
popolare  segno  di  motione  alcuna ;  et  il  govematore,  vedendo  questi  travagli,  f ece  radunare 
il  senato,  acciochfe  si  pigliasse  rimedio  a  tanti  disordini,  et  anche  perchfe  si  vedesse  d'inten-  25 
dere  la  cagione  perchfe  erano  state  abbrugiate  le  case  de'  Marescotti,  et  haveasero  di  poi 
presa  la  porta  della  citth  et  quivi  fortificatisi.  Furono  eletti  a  tutte  queste  cose  gl'  inf rascritti : 
Ercole  Bentivogli,  Innocentio  Ringhieri  et  il  conte  Ovidio  Bargellini,  tutti  senatori,  ii  quali 
passando  alla  porta  a  Gasparo,  gli  addimandarono  donde  nascesse  la  cagione  di  questa  novita, 
et  perchfe  cosl  si  era  rivolto  contra  li  Marescotti  et  presa  la  porta  della  citt^.  Rispose  lo  30 
Scappi  che  essi  havevano  fatto  questo  per  zelo  della  patria  loro,  perch^  veggiendo  che  il 
papa  ogni  qual  giorno  citava  hora  uno  et  hora  Taltro  gentilhuomo  a  Roma,  et  questo  solamente 
a  persuasione  de'  Marescotti,  imquietatori  della  pace  de'  cittadini,  havevano  deliberato  di  ritro- 
vare  a  tanta  malignitk  qualche  rimedio.  Nfe  piu  oltre  rispose. 

Ora  parendo  alli  congiurati  che  niuna  cosa  loro  caminasse  secondo  !'ordine  dato,  man-  35 
darono  a  chiamare  il  conte  Ugo  et  il  conte  Giovanni  de'  Pepoli  et  Basotto  Fantucci,  sperando 
che  col  mezzo  del  favor  loro  il  popolo  havesse  a  pigliar  Tarmi  in  mano,  et  poi  si  havesse  a 
cacciare  il  magistrato  dalla  citth  et  introdurre  li  Bentivogli.  Andarono  li  due  conti  allo 
Scappi,  ma  parendogli  che  le  cose  fossero  state  malamente  et  con  pochissima  prudenza  fatte, 
volsero  ritornjire  a  dietro  alle  case  loro;  ma  alla  fine  rest6  il  conte  Ugo  con  100  compagni,  40 
et  il  conte  Giovanni  si  parti.  II  govematore,  volendo  tentare  che  li  detti  congiurati  lascias- 
sero  il  possesso  della  porta,  vi  mand6  una  banda  di  cavalli  con  alquauti  jarchibugieri,  li  quali 
con  bellissima  ordinanza,  gionti  a  Santo  Antonio,  et  dalli  congiurali  veduti,  posti  anch'eglino 
tosto  a  ordine,  animosamente  8'inviomo  per  azzuffarsi  insieme,  ma  li  cavalli,  vedendo  il  lor 
pericolo  e  Tardire  grande  degli  congiura"ti,  voltando  le  spalle,  ritornarono  al  palagio.  45 

In  questo  tempo  il  conte  Giovanni  Pepoli  con  una  compagnia  di  100  huomini  armati 
pass6  alla  bocca  delle  Chiavature  che  riesce  alla  piazza,  et  quivi  si  fortific6,  sendo  seco  Ga- 
sparo  Fantucci,  et  Lorenzo  Ariosti  parimente  si  ferm6  con  altri  100  compagni  alla  bocca 
della  piazza  che  entra  alla  via  delle  Scudelle,  et  li  Malvezzi  anch'essi  havevano  occupato 
la  bocca  delle  Bollette ;  talmentech^  la  citth  era  molto  travagliata,  n^  il  govematore  sapeva  50 


tA.1508]  t>EL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  381 


ritrovargli  rimedio,  percioch^  s'egli  voleva  mandare  li  soldati  del  palazzo  ad  azzuffarsi  coti 
quelli  che  erano  alla  porta,  temeva  dairaltra  parte  che  quei  che  erano  alle  bocche  della  piazza 
non  pigliassero  il  palazzo,  et  se  lasciava  la  porta  nelle  mani  de'  congiurati,  dubitava  che  non 
fossero  introdotti  li  Bentivogli.  Accorse  in  aiuto  di  questi  suoi  dubbi  il  cardinale  vescovo 
5  della  citta  il  quale,  partendosi  di  vescovato,  pass6  a  ritrovarlo,  et  dopo  molte  parole  il  con- 
siglib  che  facesse  ogni  sforzo  di  riavere  la  porta  prima  che  ne  sovragiongesse  la  notte, 
perch^  potrebbe  occorrere  tal  cosa  che  poi  non  se  gli  potrebbe  provedere.  Piacque  il  coh- 
siglio  del  vescovo  al  governatore,  et  subito  chiamo  a  sh  Alessio  degrOrsi,  Melchior  Mangioli, 
Innocentio  Ringhieri,  Ovidio  Bargellini,  tutti  4  delli  40,  Virgilio  Bargellini  et  ser  Giulio  Bu-       a  43^ 

10  trigari  et  impoae  loro  che  andassero  a  Gasparo  Scappi  et  agraltri  congiurati,  che  erano  alla 
porta  di  San  Mamolo,  et  gli  proferissero  da  parte  sua  et  del  senato,  che  tutto  quello  che  ad- 
dimandarebbono  gli  sarebbe  concesso,  con  questo  per6,  che  eglino  restituissero  la  porta.  Li 
quali  havendo  con  lo  Scappi  ragionato,  egli  rispose  loro  che  erano  contenti  di  restituire  la 
porta,  ma  che  volevano  gli  fosse  restituito  libero  Aloisio  Maria  Griffoni,  che   era  prigione, 

15  che  il  palazzo  de'  Marescotti  fosse  totalmente  a  terra  spianato  et  che  eglino  fossero  tulti 
confinati  200  miglia  da  Bologna  discosto;  che  li  Giudei  fossero  saccheggiati  et  cacciati  dalla 
cittk  et  contado;  che  quattro  del  numero  de'  quaranta  fossero  privati  et  cassati  dal  magistrato 
et  che  li  loro  beni  fossero  incamerati,  et  delli  detti  beni  fossero  dirizzati  quattro  banchi  della 
pieth,  cioe  uno  per  quartiero,  li  quali  imprestassero  alli  poveri;  che  alcuno  cittadino  bolognese 

20  non  fosse  per  lo  avvenire  dal  papa  chiamato  a  Roma;  che  il  conte  Alessandro  de'  Pepoli,  che 
era  stato  chiamato  a  Roma,  in  termine  di  15  giorni  potesse  liberameute  ritornare  a  Bologoa; 
che  Virgilio  huomo  di  arme  del  duca  di  Urbino,  che  haveva  ucciso  Giovanni  Jacomo  da  Stia- 
tico,  fosse  morto.  Et  che  volevano  un'idonea  sigurtk,  che  mai  per  alcun  tempo  di  questa  loro 
congiura  si  ragionasse,  nh  fosse  loro  fatto  dispiacere  alcuno,  ne  fosse  in  modo  alcuno  punito 

25  chi  si  era  trovato  alla  rovina  et  incendio  della  casa  de'  Marescotti,  nfe  meno  alla  presa  della 
porta  di  San  Mamolo.  Scritti  li  capitoli,  et  volendosi  partire  li  suddetti  ambasciatori,  Gasparo 
Scappi  ritenne  presso  di  s^  Alessio  degrOrsi  et  Ovidio  Bargellini  in  luogo  di  ostaggi,  lasciandb 
partire  graltri  quattro. 

Ora  mentre  che  questi  accordi  si  trattavano  fra  li  congiurati  et  il  govematore,  lo  Scappi 

30  prese  una  scelta  banda  delli  suoi  armati,  et  passo  arditamente  insino  alla  casa  di  Agostino  Mar- 
sili,  gridando:  "  Popolo,  popolo,  libertk,  liberta,  Chiesa,  Chiesa  ,,  per  sollevarlo  et  che  pigliasse 
Tarmi,  ma  nessuno  si  mosse;  per  lo  che  Gasparo  mand6  Antonio  Monterenzoli  aLorenzo  Ariosti 
con  pregarlo  che  lo  volesse  aiutare  a  pigliare  il  palazzo  et  la  piazza,  perchfe  come  ilpopolo  il 
vedesse  lui,  la  cosa  verrebbe  fatta,  et  a  questa  guisa  cacciarebbono  il  governatore  et  entrareb- 

35  bono  li  Bentivogli  nella  citta.  Gli  rispose  Lorenzo  che  egli  era  disposto  di  mantenere  la 
fede  alla  Chiesa,  et  che  passando  piu  oltre,  gli  faria  isperimentare  se  le  arme  sue  tagliassero. 
Et  perchfe  Gasparo  piii  oltre  non  passasse  per  vietarli  il  passo,  and6  alla  bocca  della  piazza 
delle  BoIIette,  et  ove  anche  era  Lorenzo  Malvezzi  con  la  sua  compagnia,  et  vedutolo,  il  con- 
fort6  a  star  forte  et  che  non  temessero  lo  Scappi,  et  se  egli  tentava  pur  di  passare,  animo- 

40  samente  se  gli  facessero  contro,  che  lui  non  era  per  mancarli  d'aiuto. 

Intesa  ch'hebbe  lo  Scappi  la  risposta  di  Lorenzo,  et  vedendolo  in  arme  contro  di  lui,  si 
ritir6  adietro  verso  la  porta  ove  erano  li  congiurati;  ma  il  governatore,  che  circondato  da 
mille  travagli  si  ritrovava  et  vedeva  tutta  la  citth  in  arme,  si  deliberb  di  dimostrare  che 
voleva  i  capitoli  accettare  et  far  tutto  quello  che  li  congiurati  chiedevano.     Et  perci6  fece 

45  liberare  Aloisio  Maria  Griffoni,  il  quale  non  si  tosto  si  vidde  libero  che  dirizz6  il  corso  verso  li 
congiurati,  portando  la  spada  ignuda  in  mano,  a'  quali  giunto  grid6  che  fossero  di  buon  animo 
et  che  non  si  fidassero  piii  oltre  de'  preti  perch6  non  gli  sarebbe  mantenuta  la  fede.  Liberato 
il  Griffone,  il  governatore,  bramoso  pure  di  conquistare  la  porta  prima  che  la  notte  sopragion- 
gesse,  di  nuovo  mand6  gli  ambasciatori  con  cinque  tribuni  della  plebe  a  trattare  Taccordo: 

50  tt  quali   ritrovando  che   Gasparo  stava  pure   ne'  primi   capi   saldo   e  fermo,   il  pregarono 


382  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isos] 


si  contentasae  di  andare  a  parlare  al  governatore,  et  che  erano  certi  che  fra  di  loro  ne 
A  «5  seguirebbe  ac'cordo.  Accett6  lo  Scappi  il  congeglio  loro,  ma  volle  che  una  parte  di  loro 
restaasero  alla  porta  per  ostaggi.  Giotito  ndunque  al  governatore,  dove  anche  era  il  aenato, 
et  havendo  fra  di  loro  ragionamento,  alla  fine  si  concordarono  che  il  govematore  dease  loro 
sicurth  di  10  000  ducati,  a  nome  della  camera  apostolica,  che  mai  per  alcun  tempo  si  farebbe  5 
dispiacere  a  lui,  nemmeno  a  quei  che  si  fossero  ritrovati  nel  fatto  occorso,  nfe  per  11  papa 
tih  per  altro.  Furono  sicurth  questi:  Giovanni  Campeggi  dottore,  Virgilio  Ghisilieri  cavaliero, 
Antonio  Lignani,  Alberto  Carbonesi,  Jacomo  dalle  Armi,  Jeronimo  de'  Ludovisi,  siccome  ne 
appare  rogatione  di  Giulio  Buttrigari.  Conchiuso  Taccordo,  et  data  la  sicurtk,  Gasparo  Scappi, 
insieme  con  4  delli  40  e  tutti  li  collegi,  et  altri  a  piedi  et  a  cavallo,  gridando:  "  Libert^,  li-  10 
"  bertk,  Chiesa,  Chiesa  et  popolo  popolo  „,  uaci  fuore  del  palagio  col  pennone  del  popolo  in 
mano,  et  li  collegi  portando  il  pennone  della  Chiesa  et  quello  di  papa  Giulio;  et  gionto 
alla  porta,  ove  erano  li  congiurati,  pose  tutti  tre  li  pennoni  sopra  !a  porta,  et  poscia  con«ign6 
la  detta  porta  alli  cinque  confallonieri  del  popolo  et  alli  40;  et  egli  d'indi  partendosi,  pas86 
con  la  compagnia  al  palagio  de'  Marescotti,  et  cominci6  a  mandarlo  per  terra  che  anchc  13 
abbrugglava;  dove  concorrendo  gran  numero  di  plebe  per  rubbare,  aiutavano  la  ruina,  de'  quali 
molti  ne  furono  che  spesero  la  vita  per  poca  quantitk  di  legni  o  di  ferro,  percioch6  sotto  la 
ruina  ne  morirno  piii  di  settanta,  li  quali  furono  portati  nella  chiesa  di  San  Martino  rincontro  la 
croce  de'  Santi.  II  gioriio  seguente  parendo  alli  confallonieri  che  fosse  male  il  rovinare  gli 
edifici  della  cittk,  colk  si  trassero  con  Tarme  in  mano,  et  fecero  bandire  che  tutti  si  dovessero  20 
d'indi  partire,  nfe  piu  oltre  por  mano  al  rovinare  il  detto  palaggio.  Trovavasi  presente  Gasparo 
a  questa  grida,  il  quale  con  la  sua  compagnia  armata,  con  ardire  maggior  che  di  prima,  cominci6 
a  mandare  a  terra  quel  poco  che  restava,  sitibondo  di  vedeme  Tultimo  fine.  Parve  alli  pru- 
denti  confallonieri  di  non  procedere  piu  oltre,  temendo  di  qualche  tumulto,  e  tanto  piu  che 
benissimo  conoscevano  la  conditione  terribile  dello  Scappi,  et  che  era  huomo  risoluto;  et  25 
per6  per  minor  male,  senza  fare  moto  alcuno,  si  partirono;  et  Gasparo  mand6  Tedificio  a 
terra,  et  vedendolo  spianato,  disse :  "  Ora  si  glori  Ercole  Marescotto  di  haver  rovinato  il 
"  palazzo  de'  Bentivogli:  che  io   parimenti   mi   glorier6   di  haver  gittato  per   terra  il   suo  ,. 

Fu  poi  tagliatc  il  capo  a  Virgilio  soldato,  che  uccise  lo  Stiatico,  et  il  suo  corpo  fu  por- 
tato  a  San  Michele  in  Bosco,  siccome  egli  haveva  ordinato.  30 

Fatto  ci6,  Gasparo  ne  and6  a  casa  de'  Pepoli.  Stavano  li  Marescotti,  huomini  et  donne, 
ritirati  in  palazzo  presso  il  governatore,  perch6  in  altro  luogo  non  si  tenevano  siciun  della 
vita;  il  quale  conoscendo  Todio  grande  che  li  era  portato  et  dubitando  anch'egli  di  qualche 
disordine,  chiam6  Marco  Antonio  Fantuzzi  et  gFimpose  che  per  amor  suo  togliesse  la  im- 
presa  di  accompagnare  li  Marescotti  fuore  del  contado  et  distretto  di  Bologna.  II  quale  35 
havendo  tolto  seco  molti  cavalli,  secretamente  gli  accompagn6  fuori  dello  stato;  et  quelli  che 
uscirono  furono  questi:  Galeazzo  cavalliero,  don  Giovanni  Battista  prete,  Giovanni  Aloisio, 
Achille,  Cirro,  Pier  Francesco,  Galeazzo,  Giovanni  Maria  giovinetto;  tutti  andarono  a  Tosca- 
nella  sopra  il  territorio  di  Imola,  et  fu  alli  20  di  gennaro. 

II  dl  seguente  stando  pure  il  popolo  in  armi,  la  mattina  alFalba  si  lev6  una  voce  che  la  40 

casa  di  Antonio  Maria  da  Lignano  et  quella  di  Alberto  Carbonesi,  amendui  delli  40,  nndavano 

a  sacco;  laonde  vi  concorse  gran  numero  di  popolo,  clie  havevano  et  sacchi  et  manare,  molti 

altri  corsero  con  Tarmi  non  sapendo  che   romore  fosse  questo.     Per  il   che  Antonio   Maria 

/>.  436       di  Lignano  et  Alberto  Carbonesi,  come  si  accorsero  del  perlcolo  loro,  tosto  ciiiamaVono  li  loro 

amici    et  di  essi  fattone  due  squadre,  una  per  casa,  si  fecero  forti  et  pronti  alla  difesa,  et  45 
soprawiongendo  il  conte  Ugo  Pepoli  con  la  sua  compagnia,  viet6  che  non  si  fece  cosa  alcuna 
di  male.     Si  suscito  invero  questo  rumore  perchfe  oltre  modo  erano  odiosi  al  popolo  et  erano 
amendui  di  gran  ricchezza. 

Vedendo  il  goveraatore  et  li  signori  quaranta  li  gran  disordini  che  di  giomo  in  giomo 
nascevano  nella  citi^  per  havere  ii  popolo  le  armi  in  mano,  mandarono  una  grida,  che  cia-  50 


lA.  1508]  DEL  P.  CHERUBINO  GHlRAkDACCI  383 

scuno  dovesse  deporre  le  armi  in  tennine  di  quattro  hore,  sotto  gravissime  pene;  ma  non 
furono  ubbiditi,  perciochfe  Gasparo  Scappi  et  li  compagni  non  le  volsero  por  giu,  perciochfe 
non  si  fidavano  del  goveriiatore.  E  tanto  piu  cresceva  loro  il  sospetto  perchfe  havevano  per 
notitia  che  Giovanni  da  Sassatello  era  a  Toscanella  con  200  cavalli,  et  il  Ramanzotto  con 
5  400  fanti  era  passato  a  Castello  San  Piero  per  venire  a  Bologna  a  petitione  del  govema- 
tore  et  del  senato.  Eglino  adunque  non  solamente  non  deposero  Tarmi,  ma  tutta  la  notte 
andavano  armati  per  tutta  la  citth;  di  che  affannato  il  governatore,  n^  sapendo  come  fare 
per  ostare  a  tanti  disordini,  alla  fine  si  rivolse  a  questo  consiglio,  per  quiete  della  cittJi,  di 
dare  alli  detti  congiurati  in  loro  potestk  et  balia  la  rocca  di  San  Giovanni  in  Persiceto   et 

10  la  rocca  di  Castel  Franco,  forniti  di  tutte  le  cose  necessarie,  et  per  salario  dare  a  cia- 
scuno  4  ducati  il  mese  per  ispatio  di  tre  mesi,  con  altri  assai  patti;  et  che  essi  lasciassero 
la  cittk  libera  et  pacifica.  Ma  essi,  che  niente  di  lui  si  fidavano,  come  h  detto,  non  accettorono 
le  sue  proferte,  ma  seguitarono  come  di  prima  facevano  per  la  cittk  armati,  et  si  riducevano 
alla  casa  de'  Pepoli. 

1 5  Finalmente  alli  23  di  gennaro,  volendo  Gasparo  porre  il  govematore  in  gran  sospetto,  et 

parimenti  li  40,  egli  la  notte  seguente  con  buon  numero  di  compagni  pass5  in  porta  Ravignana, 
dove  havendo  recato  seco  un  grau  trave,  il  pose  davanti  1'  uscio  del  Giudeo,  volendo  sbarrare 
la  rocca  di  strk  San  Donato  et  quella  di  stra  San  Vitale;  ma  poi  pentito,  si  misse  a  scalare  il 
balladuro  della  porta  degli  Asinelli,  et  entrarono  per  la  porta  di  sopra  et  andarono  in  cima 

20  della  detta  torre,  e  dati  alcuni  botti  di  campana  a  capriccio,  scesero  al  basso  et  andarono  a  casa 
de'  Pepoli.  Havendo  la  mattina  seguente  inteso  tutto  questo  successo  monsignor  governatore 
et  il  senato,  n^  sapendo  essi  a  che  fine  tendessero  questi  movimenti  di  Gasparo  et  queste 
novita,  stavano  pieni  di  timore  et  di  suspelto;  nondimeno  subito  posero  le  guardie  su  la 
detta  torre  per  il  di  et  per  la  notte,  poi  fecero  fare  una  forte  porta,  dove  essi  erano  gik  entrati, 

25  et  parimente  ne  fecero  fare  un'altra  da  basso  tutta  di  ferro  foderata,  accioch^  nello  avvenire 
niuno  v'entrasse.  Passati  alcuni  giorni,  conoscendo  Gasparo  et  li  compagni  che  questo  lor 
gioco  non  era  per  andar  molto  oltre,  et  che  facilmente  la  forluna  gli  potrebbe  voltar  le 
spalle,  si  deliberarono  prender  partito  a'  fatti  loro.  Laonde  egli  et  Francesco  Poeti  con  la 
maggior  parte  delli  suoi  compagni  si  partirono  di  Bologna,  et   passarono  in   Lombardia   et 

30  sopra  il  Venetiano  a  ritrovare  li  Bentivogli. 

In  questo  istesso  giomo  si  sparse  publica  voce  in  Bologna  che  li  Bentivogli  si  ponevano 
a  ordine  per  venire  a  Bologna.  Di  che  il  governatore  et  il  senato  n'hebbero  grandissimo 
affanno,  et  si  sparse  per  tutta  la  cittk  non  poco  disturbo,  perciochfe  da  ogni  parte  si  comin- 
ciarono   a   fare   grandissime  provisioni  et  guardie   per  tutta   la  cittk,  alle  porte   et  per  ogni 

35  contrada,  tenendo  li  lumi  accesi  avanti  le  case  tutta  la  notte  et  le  lumiere  a  casa  di  tutti 
li  40  et  sopra  la  torre  degrAsinelli  et  altre  torre  della  cittk;  et  perch^  temevano  di  qualche 
occulto  trattato,  non  volsero  che  la  notte  suonasse  niuna  sorte  di  campane,  ne  meno  le  hore. 

Alli  24  il  governatore  mand6  li  ballestrieri  et  gli  archibugieri,  che   erano  alla  guardia       />.  «7 
del  palazzo,  fuori  la  porta  di  San  Mjunolo  alli  frati  Osservanti  et  a'  quelli  della  Nonciata,  et  ne 

40  presero  circa  dodeci  et  gli  condussero  a  Bologna,  perchfe  la  notte  avanti  dettero  alloggiamento 
ad  alcuni  cavalli,  li  quali  si  sospicava  fossero  degramici  de'  Bentivogli,  che  fossero  venuti 
per  intendere  quello  che  o  si  faceva  o  si  diceva  nella  cittk;  et  ritrovati  innocenti,  furono 
relassati,  eccetto  uno  di  quei  della  Nonciat£i,  che  fu  confinato  lontano  da  Bologna  miglia  50 
perchfe  per  ira  disse  alcune  parole  contro  il  magistrato. 

45  Parimente  pigliarono  Toste  dal  Lino,  perch^  al  suo  albergo  vi  era  alloggiato  il  conte  Guido 

Rangone  nepote  delli  Bentivogli  con  12  cavalli,  et  fu  impiccato  alla  renghiera.  Questa  venuta 
del  Rangone  coIm6  di  sospetto  i  cuori  et  del  goveraatore  et  del  senato,  et  perci6  si  rinfor- 
zorono  le  guardie  di  giorao  et  di  notte  intorao  le  mura,  et  molti  delli  40  stavano  sotto  li 
portici  con  le  lumiere  accese  et  con  fuochi  assai  per  lo  gran  freddo;  et  se  bene  si  stava  con 

50  tanta  vigilanza,  non  si  sapeva  la  cagione  certa,  se  non  per  sospetto  di  nuove  et  di  ciancc. 


384  HISTORIA  DI  BOLOGNA  fA.  isosi 


GionBcro  intanto  li  cavallt  di  Gtovanni  Paolo  Baglione  in  aiuto  della  citti  a  nome  della 
ChicBa  et  parimente  gionsero  400  fanti  di  Giierardo  Raiif(one  capitano  della  gente  della  Chiesn 
et  altri  100  cavalli  fra  baliestrieri  et  arcliibugieri  maiidati  dal  cardinale  Ippolito  di  Ferrara, 
et  perci6  alquanto  si  rallegr6  il  senato. 

A  dl  28  il  reggimeiito  di  Bologna  mandb  due  ambaaciatori  al  pontefice  a  ra^uagliarlo  5 
di  tutto  quello  che  alli  giomi  passati  nella  cittk  era  occorso,  quali  furono  questi,  cio^:  Virgi- 
lio  Ghisilierl  cavalliero,  Antonio  Maria  Sala  dottore  canonista;  li  quali,  giunti  a  Roma,  hebbero 
grata  udienza  dal  papa,  et  havendo  inteso  la  ruina  del  palazzo  de'  Marescotti,  molto  se  ne 
dolse.  Poi  mand6  a  chiamare  Francesco  P^antuzzi,  che  allora  cra  in  Roma,  et  gl'  impoae  che 
facesse  venire  a  Roma  molti  cittadini  di  quei  che  erano  colpevoli  della  ruina  fatia  in  Hologna,  10 
che  prometteva  sopra  la  sua  fede,  che  non  riceverebbono  dispiacere  alcuno  nella  peraona, 
nemmeno  nella  robba.  Scrisse  Fraiicesco  Fantuzzi  di  tal  tenore  a  molti  cittadini,  li  quali, 
prestando  fede  alle  parole  del  papa  et  del  Fantuzzo,  passarono  a  Roma,  ciofe:  il  conte  Ugo  Pe- 
poli,  Basotto  Fantuzzi,  Lorenzo  Ariosti,  Galeazzo  Marsili,  Nicol6  Bargellini  et  Giovanni  Ga- 
leazzo  Poeti;  et  presentatisi  al  papa,  col  proferirsi  buoni  figlioli  di  santa  Chiesa,  il  papa  gli  15 
mo3tr6  glieta  faccia  et  diede  amorevoli  parole.  Fu  scritto  a  Bologna  subito  come  il  papa 
haveva  perdoiiato  a  quelli  che  erano  iti  a  Roma,  et  percio  Giovanni  Filippo  Felicini,  ch'haveva 
per  moglie  Isotta  ligliola  naturale  di  Giovanni  Bentivogli,  alli  19  di  febbraro  si  partl  di  Bo- 
logna  insieme  con  Matteo  Gozzadini;  et  giunto  a  Roma,  fu  dal  pontefice  accarezzato  e  ben 
veduto.  Ma  passati  alcuni  giorni,  et  chiamati  tulti  dal  pontetice,  egli  li  fece  pigliare  et  20 
condurre  in  Castello  Sant'Angelo ;  il  che  inteso  da  Francesco  Fantuzzi,  ch'era  stato  mezzo  di 
farli  venire  iu  Roina,  insieme  con  Carl'  Antonio  il  Hgiiuolo,  si  parti  di  Roma  et  pa8s6  a  Lucca. 
Di  che  avvisato,  il  papa  il  mand6  a  chiamare,  ma  poco  fidandosi  di  lui,  che  non  gli  facesse 
come  agraltri  fatto  havea,  non  vi  voUe  andare;  et  partitosi  di  Lucca,  pass6  a  Venetia  et  d'indi 
a  Milano  a  ritrovare  li  Bentivogli.  21 

In  questo  tempo  in  Bologna,  per  un  gran  romore  levatosi,  li  soldati  della  Chiesa,  che 
quivi  si  trovavano,  presero  Tarmi  et  si  fortiticomo  alle  bocche  della  piazza.  Et  la  cagione  fu 
che  Chiodo  bargelio  era  entrato  nella  chiesa  de'  frati  de'  Servi  in  strk  Maggiore  per  pigliare 
un  ladro  che  quivi  dalli  frati  era  stato  ritrovato  e  distenuto,  et  li  frati  negavano  di  dar- 
p.  4SS  glielo,  perch^  dicevano  non  voler  essere  cagione  della  morte  altrui;'  ma  il  bargello  facendosi  3( 
avanti  per  violentare  i  frati,  uno  di  quelli  se  gli  avvent6  addosso,  et  presolo  per  la  barba, 
il  cominci6  a  trascinare  per  tutta  la  chiesa,  et  correndo  li  compagni  di  Chiodo  con  le  spadc 
nude,  li  frati  cominciorono  a  gridare:  "  Arme,  arme,  aiuto,  aiuto  ,  ;  et  ritrovandosi  nel  detto 
monastero  300  fanti  del  capitano  Albanese  alloggiati,  tosto  con  Tarmi  in  mano  si  trassero 
colk  dove  erano  le  grida,  et  ii  sbirri,  cio  vedendo,  si  fuggirono,  rimanendo  Cliiodo  nelle  mani  31 
de'  frati,  li  quali  il  posero  prigione  nel  carcere  loro  in  monastero. 

Fu  questo  fatto  riferito  al  governatore,  quale  tosto  mando  dui  macieri  a  detti  frati,  che 
sotto  pena  di  scommunica  gli  dovessero  consignare  il  ladro,  et  che  tutti  loro  dovessero  venire 
a  lui,  che  voleva  intendere  come  era  stato  questo  romore.  Fu  preso  il  ladro  et  condotto  in 
prigione  dalli  sbirri,  et  delli  frati  otto  ne  comparsero  avanti  il  govematore,  ma  non  li  voUe 
ascoltare,  et  subito  comand6  che  a  tutti  otto  li  detti  frati  fosse  data  la  corda  publicamente ; 
il  che  mentre  dalli  ministri  si  eseguiva,  fece  anche  impiccare  il  ladro  alla  renghiera  del  podesta. 

Spiacque  oltre  modo  a  tutta  la  citta  di  vedere  con  si  poco  rispetto  si  malamente  trattare 
li  detti  padri,  che  oltre  che  erano  delli  principali  di  quel  convento  et  sacerdoti,  anche 
tutti  quella  istessa  matlina  havevanc  celebrato,  fra  11  quali  due  di  loro  f urono  trovati  col  cili- 
cio  in  dosso.  Li  nomi  de'  frati  furono  questi:  M.  Piero  da  Cesena  provinciale,  M.  Francesco 
da  Bologna  priore,  M.  Filippo  da  Faenza  reggente  di  detto  monastero,  M.  Angelo  d'Arezzo 
di  Toscana  reggente  decaiio  della  Universith  dello  studio  in  teologia  di  Bologna,  frate  Ni- 
coI6  di  Alessandria  sacristano,  fra  Filippo  da  Bologna,  fra  Fabiano  d'Arezzo  di  Toscana  et 
fra  Marianno  da  Faenza.  50 


tA.  1508]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCl  385 

Alli  14  di  febbraro  venne  pubblica  nova  che  Giovanni  BentivogH  era  morto  in  Milano, 
per  esserli  cascata  la  gocciola;  fu  con  grandissimo  honore  sepellito  fuore  di  Milano  alli  frati 
di  san  Francesco  dell'osservanza. 

AUi  16,  la  notte  seguente,  alFapparir  del  giomo,  il  govematore  fece  impiccare  ad   uno 

5  abeto  posto  sopra  la  renghiera  sette  amici  de'  Bentivogli,  cio^:  Filippo  Cortellini  di  anni  73, 

perchfe  haveva  mandati  danari  ad  un  suo  figliolo  ch'era   con  li  Bentivogli,   et  anco  perchfe 

haveva  trasparlato  quando  fu  presa  la  porta  di  San  Mamolo  da  Gasparo  Scappi:  Ercole  figliolo 

di  Alberto  dalle  Guaine,  questi  fu  uno  di  quei  che  andarono  a  porre  il  fuoco  alla  casa  de' 

Marescotti  et  si  trov6  alla  presa   della  detta  porta;  Giovanni  d'anni  65  de'  Mazoli;  Battista 

10  Mazoii,  un  soldato  della  guardia,  questo  perchfe  feri  dentro  il  palazzo  un  altro  soldato;  Francesco 

di  Giovanni  Mazoli  con  due  garzoni.  Erano  questi  Mazoli  dal  Borgo  Panigale,  et  ci6  successe 

loro  perch^  havevano  dato  ricapito  a  quattro  huomini  del  conte  Guido  Rangone,  quando  egli 

venne  airostaria  del  Lino ;  la  robba  del  detto  Filippo  et  Giovanni  fu  confiscata  alla  camera 

di  Bologna.     Fu  questo  spettacolo  per  cagione  de'  Bentivogli.    Fece  anche  porre  una  donna 

15  alla  catena  et  staffilarla,  perchfe  haveva  detto  bene  de'  Bentivogli.     Per  il  che,  vedendo  molti 

della  citta,  che  ad  altro  non  si  attendeva  che  al  levare  la  vita  altrui,  per  compiacenza  et  per 

odio,  si  partirono  da  Bologna,  sl  per  esser  amici  de'  Bentivogii,  sl   anche   perchfe   si   erano 

trovati  alla  ruina  del  palazzo  de'  Marescotti,  et  sapendo  essi  quello  che  tuttavia  il  papa  in 

Roma  faceva. 

20  Volendo  il  senato  gratificarsi  al  pontefice  et  mostrarli  che  riconoscevano  da  lui  la  libe- 

ratione  della  patria,  et  anco  per  placarlo  del  male  a'  giorni  passati  dalli  cittadini  commesso, 

gli  fabbricarono   una   imagine   di   bronzo  del   naturale,  che  pesava   libre  17  mila,  fatta  per 

mano  di  MicherAngelo  scultore  fiorentino,  prencipe  della  scultura,  il  quale  hebbe '  per  mer-       a  ^js> 

cede  ducati  1000  d'oro  in  oro,  et  la  posero  nella  facciata  della  chiesa  di  San  Petronio  sopra 

25  la  porta  con  suoni  di  piffari,  di  trombe  et  di  tamburri,  et  la  sera  si  fecero  fuochi  con  suoni 

di  campane  et  di  trombe. 

Alli  26  Jacomo  Rabbuini,  padre  di  Rabbuino,  sendo  di  anni  64,  et  per  haver  detto  che 
era  meglio  la  signoria  del  Turco  che  quella  de'  preti,  et  che  pifi  si  contentava  della  signoria 
de'  Bentivogli  che  di  quella  della  Chiesa,  fu  impiccato.  Furono  parimenti  castigati  altri  che 
dicevano  bene  de'  Bentivogli. 

II  primo  di  marzo  furono  creati  H  nuovi  signori,  et  furono  questi:  Alberto  Albergati 
confaloniero  di  giustitia,  Lorenzo  Campeggi  dottore  di  legge,  che  poi  fu  cardinale,  Alberto 
conte  di  Bruscolo,  Lorenzo  Malvezzi,  Jeronimo  Gozzadini,  Acchille  Conforti  banchiero,  Giulio 
Pasi,  Alberto  dal  Panno  de  Lino. 

Alli  28  di  marzo  Virgilio  Ghisilieri,  uno  delli  due  ambasciatori  bolognesi  ch'andarono 
a  Roma,  ritorn6  a  Bologna,  et  Antonio  Sala  rest6  al  pontefice,  perch^  non  volle  egli  si 
partisse;  et  il  giorno  di  Pasqua  il  fece  cavalliero.  Ma  passati  alcuni  giorai,  Antonio  mori,  non 
senza  suspitione  di  veleno.  Era  huomo  di  anni  43,  bello  di  fattezze  et  di  faccia  allegra,  savio 
et  dotto,  et  era  zio  di  Gasparo  Scappi. 

In  questo  istesso  giorno  il  conte  Alessandro  Pepoli,  ch'era  stato  a  Roma  dal  papa  chia- 
mato,  ritorn6  a  Bologna. 

Nel  mese  di  maggio  giunse  in  Bologna  la  figliola  del  conte  di  Pittigliano  di  casa  Orsina, 
et  capitano  de*  Venetiani;  era  sposa  del  signor  Riccardo  degli  Alidosi  da  Castello  del  Rio  fra- 
tello  del  cardinale  di  Pavia,  la  quale  dalli  40  et  da  molti  gentilhuomini  fu  incontrata,  et  al- 
5  Ioggi6  in  casa   di   Jacomo  Ingrati  in  atrk  Maggiore,  et  fuUe  fatto  grandissimo  honore. 

Inoltre  giunse  anche  in  Bologna   un  araldo  del  re  di  Francia  il  quale,  entrato  in  reg- 
gimento,  proferse  a  nome  del  re  al  senato  400  huomini  d'arme,  2000  fanti  et  200  cavalli 
leggieri;  et  questo  perchfe  aveva  inteso  che  ii   Bentivogli  si  ponevano  a   ordine  per  passare 
sopra  Bologna.     Ci6  fece  il  re  per  certificare  la  repubblica  che  egli  non  era  favorevole  alli 
»0  Bentivogli. 

T.  XX.XiU,  p.  1  —  35. 


386  MlSTOftlA  bl  BOLOGNA  lA.  isosj 


/.  44» 


A115  8  dl  giugno  il  cardinale  di  Pavia,  fratello  del  «ignor  Alidosio  da  Castello  del  Kio, 
essendo  stato  dal  pontefice  creato  legato  di  Bologiia,  veniie,  et  fece  la  sua  entrata  in  questo 
giorno  con  grandiasimo  honore  et  pompa. 

Non  paasorno  molti  giorni  che   il  detto   legato  cominci6   a   distenere   molti  cittadini  di 
quei  che  si  erano  trovati  alla  ruina  della  casa  de'  Marescotti,  et  li  faceva  pagare  buona  somma     5 
di  danari,  affinchfe  con  essi  si  riedificasse  il  detto  palazzo.    Fra  li  quali  furono  questi,  cioi: 

Francesco  Forraaglini,  pagb ducati     400 

Giulio  Buttrigari ^  6(K» 

Napolione  Malvasia ^  70ii 

Ambrosio  da  Milano,  calzolaro ,  200  10 

Dona  dal  Caldumo ^  200 

Bartolomeo  dalle  Guaine ,  600 

Pietro  Buttrigari ,  100 

Floriano  Morandi ,  400 

Cambio  Gombrudi ,  105  1. 

Alessandro  Roffeni    .     .     • ^  400 

Virgilio  dalla  Croce • ^  200 

Antonio  degH  Aapettati ^  300 

Romoaldo  dal  Cherico ^  200 

Galeazzo  dalla  Serpa ^  300  20 

Bertoldo  MartelH ^  250 

Francesco,  maestro  de  legnami ^  50 

Giovanni  Francesco  Poeti ^  300 

Giuliano,  fabbro ^  100 

Mino  Scardova ,  200  25 

Valentino  da  Roffeno ^  30 

Girolamo  Castellano ^  200 

Marchione  da  Vizzano ^  100 

Lodovico  dalle  Balle ^  40 

Dionisio  dalla  Ratta ^  150  30 

Girolamo  da  Savena • ^  25 

Girolamo  dalla  Dina •     ,     .  ^  25 

Carlo  Bernab6 ^  20 

Luca  di  Luca ^  40 

Giulio  di  Fagnano • ,  30  35 

Carlo  Castello • ^  700 

Alessandro  de'  Scappi ^  400 

II  Zabbino,  pellizzaro ,  150 

Nicol6  d'Argilata ,  50 

Alessandro  Saracino ^  700  40 

Alessandro  Banchetta ^  100 

Mazzone  Pellacane ^  100 

Giovanni  Caldarini ^  200 

Aurelio  Guidotti ,  500 

II  Vicentino,  per  il  salvocondotto ,  100  45 

Dono,  calzolaro * ,  150 

Gislao  Zanese * ,  800 

Giovanni  Francesco  da  Moglio.     .     .     .     • ,  100 

Un  Magnano ,  15 


[A.  1508] 


DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI 


387 


Bomino  Bianchi . 

Carlo   Magnano 

Francesco  Sibaldino 

Li  Gozzadini 

Lattantio  da  Vinazzano • 

Antonio  Poeta 

Battista  e  Pietro  dal  Calice 

Pietro  Torresano .     .     • 

Bernardo  Aldrovando 

0  Ulisse  Cignano •     .     .     .     . 

Giacomo  dal  Gilio 

Antonio  da  Panigo 

Giovanni  Felicini 

Vincenzo  Sibaldino 

Francesco  da  Libano 

Ercole  da  Roffino 

IMarsilio  de'  Santi 

II  figlio  di  Luca  da  Bologna. 

Mercanti  Vicentini    ' 

!0  Antonio  Bugatto   .     .     .     .     • 

Giovanni  dalli  Rabbuini 

Quello  da  Milano,  per  la  bottega 

Cesare  Budriolo 

Dalla  camera  di  Bologna 

Domenico  Maria  dalle  Balle 

D.  Bruscolone • • 

Giovanni  Francesco  Aldrovando     .     .     .     , 

Lorenzo  Bertolazzo •     .     .     . 

II  Conte  d'Agnano • 

0  D.  Giulio  de'  Rasi,  per  la  di  Francesco  Fantuzzi 

NicoI6   Rustighelli 

Agostino  Marsilio 

Cesare  de'  Nappi 

Ercole  Besognini •     .     .     .     . 

l5  Verzuso  Magnani 

Marchion  Manzolo 

Lodovico  de'  Dolfi 

Battista  Ghisello 

Lorenzo  Stiatico 

0  II  Gambaro,  sarto 

Giovanni  Francesco  Piffaro 

Ghinolfo  Salesino 

Tommaso  Prendiparti    .     .     * 

Cristoforo  Macchiavello 

Giovanni  de*  Bardini 

Bartolomeo  Montecalvi 

Annibale  Paleotto 

D.  Seviero 

Maestro  Giulio  Antonio 

0  II  Frh   per  il  Ponte 


ducati  80 

„  200 

,  400 

,  140 

17 

,    100 

50 

50 

50 

20 

.         700 

y,         1250 

,   1715 

.    115 

40 

,    100 

„    100 

,    100 

.    850 

100 

34 

,    100 

186 

^   2000 

25 

40 

„    143 

45 

80 

,    572 

.         143 

,    500 

100 

n  100 

„  500 

,  1000 

,  200 

,  500 

,  200 

,  200 

r,  100 

,    300 

100 

400 

,    800 

,   1000 

,    100 

40 

35 

40 


388                                         HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  isoaj 

Lorenzo  Recordati ducati     500 

Aloiaio  Maria  Griffoni ,           43 

Mattia  di  Maatino ,          45 

Andrea  Carabuiso ,         112 

Eredi  di  Francesco  Savignano,  per  la  casa  di  Spinazzo ,           86 

Filippo  Manzoli,  d'anni  94 ^       8000 

Lodovico  da  Sala,  d'anni  80 ^         100 

Nicol6  Turco ,       4000 

Carlo  Lombardi ,       1500 

Francesco  Dolfo ^       1500 

Alessio  degrOrsi ^       1500 

Andrea  di  Mino  Rossi ^         500 

Mattia  Marescalchi ^        300 

D.  Nicol6  dalle  Tovaglie ^        200 

Girolamo  Toale • 200 

Andrea  dal  Gesso ,         400 

Tommaso  Magnano •     .     .     .  .         400 

Mattia  dalla  Lana. 400 

Marchion  di  Benello ^         200 

Antonio  Ghisello 500 

Francesco  dalla  Lana ^         100 

Gruizzardo  dal  Medico 630 

Andrea  da  Montecalvo 100 

Giovanni  ed  il  Nigro,  calzolari 200 

Quelli  d'Oretto , 100 

Bemardo  e  Gasparo  Maron 200 

Domenico  Bazzano • 200 

Pietro  dal  Purgo 39 

Nanno  Nannino  per  Francesco  Fantuzzo 1000 

Giacomo  Ercolano 1000 

Sovrano  Beccaro •    ,     ,  100 

Giacomo  Fricolo 100 

Baldissera  Cavazza 100 

Girolamo  della  Campana 200 

Friano  dalla  Renghiera 100 

Petronio  Spagnolo I3O 

Andrea  dal  Giho 400 

Domenico  Maria  da  San  Pietro 300 

Tommaso  Cattaneo 500 

Gnudo  Torrello 300 

Giovanni  dal  Gilio 500 

Giacomo  Magnano 300 

Giovanni  dalla  Zecca 300 

Giovanni  ed  Alessandro  Campanazzo 200 

Boncompagno 100  41 


36.  Petronio]  quifinisce  lafarte  stamfata  e  poi  distrutta  tiella  Historia  di  Bologna  colla  fag.  dtWorigiuale  440 
—  37-  Andrea  dai  Gilio]  «/  seguito  dei  itomi  dei  contribuenti  alla  ricostruzione  dtl  falazzo  Marescotti  (elenco  cke 
non  h  neWautogra/o  del  Giirardacci,  ma  nelle  Aggiunte  degli  apografi),  sino  aila  l.  tt  della  p.  3S(f,  fu  tratto  dal- 
Vesemflare  fiu  comfiiuto  della  libreria  Malvezzi,  pf.  737-738  (Apf  endice  X). 


[A.  1508]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  389 

Alberto  Bolognetto ducati  300 

Vincenzo  dal  Gesso „  500 

Silvestro  Torresano „  100 

D.  Nicol6  Cimatore ,  100 

3  Nicol6  d'Astolfo ,  100 

Agostino  Gualengo ,  100 

Bemardino  Desiderio „  500 

Bertoldo  Martello,  la  seconda  volta „  60 

Hartolomeo  dalle  Selle „  300 

10  II  fattore  delle  suore   del  Corpo  di  Cristo ,  30 

Sommano  in  tutto  ducati  55  665 

In  conclusione  pagarono  tutti  quei  che  havevano  denari,  e  vi  erano  cinque  persone  che 

li  accusavano,  e  furono  questi:  Vincenzo  di  Duoso,  Giovanni  Cancaro,  Giulio  Argelata,  Ni- 

colo  Marescalco,  Gasparo  de'  Pini;  e  ci6  fu  fatto  dal  legato  col  pretesto  di  rifare   la   casa 

15  de'  Marescotti,  condannando  quei  che  furono  alla  rovina  di  detta  casa.     E  per6  da  awertire 

e  da  sapersi  che  maestro  Giovanni  Beroaldo  la  tolse  a  rifare  per  ducati  17  000. 

Parti  Lorenzo  Flisco  genovese  govematore  di  Bologna  con  42  carriaggi,  e  quando  venne 
ne  aveva  appena  tre;  e  la  sua  partenza  da  Bologna  la  fece  in  tempo  di  notte. 

II  ducato  valeva  in  quei  tempi  soldi  70;  il  bolognlno  quattrini  bianchi  7. 
20  Alli  20  di  giugno  il  cardinale  et  U  senatori  fecero  bandire  che  totalmente  si  havessero 

a  cancellare  tutte  le  arme  de'  Bentivogli,  cosi  in  Bologna,  come  nel  contado,  o  fosse 
pubUca,  o  nascosta  in  quale  si  voglia  luoco,  sotto  pena  di  ducati  50  et  di  4  tratti  di  corda; 
et  chi  accusasse  alcuno  che  ne  havesse,  guadagnarebbe  scudi  25  d'oro. 

AUi  25  di  giugno  si  comincio  a  riedificare  il  palazzo  de'  Marescotti,  che  era  stato  get- 
25  tato  per  terra;  et  si  public6  una  scommunica  papale  che  ciascuno  che  teneva  robbe,  legnami, 
ferramenti   o  altra  cosa  di  detto  palazzo,  le    dovesse   subito  restituire;  et  furon  assai  robe 
restituite. 


1 1.  neWautog^ra/o  del  Ghirardacci,  cod.  igfS  della  Biblioteca  Universiiaria,  ad  a.,  irovasi  questo  elenco  di  uomi, 
rnolto  piii  ristretto : 

Non  passorno  moltl  giorni  che  il  detto  legato  comincio  a  distennere  molti  cittadini  di  quei  che  »i  erano 
trovati  alla  ruina  della  casa  de'  Marescotti,  et  li  faceva  pagarc  buona  somma  di  danari,  affinchfc  con  essi  si 
5    riedificasse  il  detto  palazzo,  fra  li  quali  furono,  cioe: 

Francesco  Formaginl,  pag6 ducati  400 

Giulio  Butrigari  .     • »  600 

Napoleone  Malvasia „  700 

Ambrosio  da  Milano,  calzolaro »  200 

10    Doni  del  Calduno »  600 

Cislao  Zamisi „  100 

Cambio  Gombrudi - »  105 

Alessandro  Roffini   ..• „  400 

Vlrgilio  dalla  Croce , ,  aoo 

15    Antonio  degli  Aspettatl »  300 

Romoaldo  del  Cherico „  loo 

Gaieazzo  della  Serpa »  300 

Rinaldo  MarsUli • »  JS» 

Francesco,  maestro  di  legnami »  S° 

ao    Giovannl  Francesco  Poeti,  et  inoltre  and6  alle  confine t>  300 

Francesco  Sibaldlnl t,  'OO 

Troiano  Morandi , »  400 

Gluliano  Frabbo 100 

Fecero  anche  pagare,  oltre  questi,  moltl  degll  amlcl  delli  Bentivogli,  dove  che  r»ccol«e  gr«n  somma  dl  danarl, 


390  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  1908] 


A  dl  27  congrejrati  li  signori  Quaranta  la  mattina  in  palazzo,  per  ascoltar  quivi  la  messa; 
et  tinita,  il  legato  disse  ad 

Alberto  di  Castello, 

Innocentio  Ringhieri, 

Saluatio  Guidotti,  che  non  ai  partiwiero,  perchfe  haveva  che  parlarseco;  et  partito  tutti 
gU  altri,  gli  fece  porre  allo  stretto,  et  alle  6  hore  di  notte  secretamente  gli  fece  strangolare 
ad  uno  ad  uno,  senza  che  Tuno  si  accorgesse  delValtro.  Fece  fare  anche  11  simlle  a  Bar- 
tolomeo  di  Matteo  Magnani  gentilhuomo  bologneae ;  et  cl6  per  cagione  di  un  beneficlo  ch*egli 
haveva  ottenuto  dal  papa,  quando  egli  era  a  Bologna,  contro  la  volontJi  del  legato.  Poi  a 
tutti  gli  fece  tagliare  il  capo  et  alle  14  hore  gli  fece  portare  in  piazza  sopra  quattro  «tuore,  10 
et  quivi  stettero  detti  corpi  tronchi  sino  alle  19  hore.  Poi  concesse  alli  parenti  che  11  potes- 
sero  honoratamente  sepellire  dove  piii  gli  piaceva.  Fu  la  cagione  della  morte  di  costoro 
Thaver  eglino  scritto  alli  Bentivogli.  Et  tutta  la  cittk  si  conturb6  non  poco;  nondimeno 
niuno  ardiva  di  mover  sopra  ci6  parola,  nh  cenno. 

Sepellitl  che  furono,  11  legato  11  dl  medeslmo  cre6  quattro  delli  40,  ciofe:  15 

Bonifacio  Fantuzzi, 
Giovanni  Battista  di  Castello, 
Giulio  Pasi  et 
Jacomo  Lolanl. 

Non  bastavano  le  calamit^  che  tenevano  Bologna  oppressa  per  convertirla  a  Dlo,  se  11  20 
malvaggio  viver  suo  et  la  durezza  del  cuore  de'  cittadini  non  si  proccacciava  nuovo  castigo,  per- 
cioch^,  oltre  gH  odii  particolari,  oltre  le  ruine  et  gli  homicidii,  anche  per  11  molti  vitii  che 
alla  giornata  si  commettevano,  ancora  ne  sopragionse  la  pestilenza,  in  pena  del  mal  fare ;  la 
quale,  alli  3  del  mese  di  luglio,  cominci6  a  flagellare  la  citth  in  vari  luoghi,  et  parimente 
il  contado;  per  il  che  il  legato  et  11  regimento  ordinarono,  per  comime  consiglio  de'  me-  25 
dici,  che  niuno  ardisse  di  cavar  sangue,  n^  porre  ventose  a  persona  alcuna  senza  espressa 
licenza  delli  deputati,  sotto  la  pena  di  200  ducati  d'oro.  Et  si  ordin6  che  11  parochiani 
dovessero  denonciare  tutti  grinfermi  delle  loro  parochie  distintamente ;  et  che  11  beccari 
gonfiare  came  o  animali  di  sorte  alcuna  non  potessero;  et  che  tutti,  sl  huomini  come 
donne,  che  non  havessero  essercitio  alcuno,  dovessero  partirsi  della  citth,  sotto  pena  della  30 
forca;  et  che  niuno  potesse  comprare  o  vendere  panni  di  sorte  alcuna,  vecchi,  di  lana  et 
di  lino;  che  niuno  potesse  andare  alli  bagni  della  Porretta,  amalati  o  sani,  perchfe  sareb- 
bono  lapidati;  che  n^  frati  o  preti  potessero  confessare  alcuna  pereona,  senza  licenza  dalli 
deputati. 

In  questo  istesso  giorno  11  Marescotti  ritomarono  a  Bologna :  11  quali  dopo  la  loro  partita  35 
della  citth  sempre  erano  stati  a  Roma.     Et  11  legato  et  li  senatori  gli  diedero  per  habitare 
la  casa  di  Gasparo  Scappi,  infinta[n]to  che  la  casa  loro  fosse  finita  di  riedificare. 

A  dl  15  si  scoperse  un  trattato  in  Bologna,  11  perchfe  11  legato  fece  pigliare  questi,  clo^: 
Nicol6  del  Zoppo  d'Argelk,  11  quale  sapeva  11  tutto  a  pieno,  percioch^  haveva  egli  par- 
lato  con  Taiano  di  Estorre  Morandi  et  Thaveva  ricerco  di  tenere  per  amor  suo  15  o  20  40 
huomini  per  qualche  giomo  in  casa  sua ;  11  quale,  rispondendogli  di  che  voleva  f are  di  quella 
gente,  gli  disse  che  non  cercasse  piu  oltre,  che  poscia  11  saprebbe.  Fu  ancho  preso  11  detto 
Traiano,  et  stette  in  carcere  meglio  di  un  mese,  et  se  voUe  uscime,  bisogn6  pagasse  400 
ducati  d'oro.  Fu  preso  Cristophoro  di  Rinaldo  Ariosti  dentro  di  Cento,  consapevole  del  detto 
trattato;  et  11  duca  di  Ferrara  acconsentl  che  fosse  quivi  fatto  prigione  et  condotto  a  Bo-  45 
logna,  et  esaminato,  senza  voler  tormento  alcuno,  confess6  apertamente  ogni  cosa. 

Ora,  intendendo  11  conte  Alessandro  Pepoli  la  prigionia  di  costoro,  si  parti  di  Bologna  in- 
sieme  con  11  conte  Romeo  11  fratello,  11  qual  Romeo,  ritoraando  a  Bologna  dal  soldo  de'  Ve- 


[A.  1508]  t)EL  P.  CHERUBINO  GHll^kDACCI  391 


netiani,  et  scontrandosi  nel  fratello  per  via  che  si  fuggiva,  intese  il  fatto;  anch'egli  si  rivolse 
verso  Pisa. 

Avenne  parimente  che  il  Manzino  da  Bologna,   ch'era   fuora   con   li   Bentivogli,   non 
sapendo  cosa  alcuna  di  quei  ch'erano  stati  carcerati,  nfe  meno  che  il  trattato  si  fosse  scoperto, 

5  veniva  con  alquanti  de'  suoi  compagni  verso  Bologna;  et  alli  18,  sendo  gionto  a  Bondanello, 
confina  del  marcliese  di  Mantova,  alloggi6  in  una  hostaria.  II  che  inteso  dal  signor  Lo- 
dovico  della  Mirandola,  tosto  con  circa  60  balestrieri  monto  a  cavallo  et  and6  a  ritro- 
varlo  allo  alloggiamento,  dove,  senza  sospetto,  disarmato  si  riposava;  et  scontrandosi  in  lui, 
gli  disse:   "  Sta  saldo  che  tu  sei  prigioni  „.  —  "  Non  fia  mai  vero  questo„,  et  ponendo  mano 

10  alla  spada,  si  avento  sopra  il  signor  Ludovico,  ch'era  a  cavallo  armato,  per  ucciderlo;  ma  il 
contrario  avenne,  percioch6  il  Manzino,  ferito  nel  petto,  morio.  II  che  fatto,  fece  che  li 
suoi  ballestrieri  circondassero  ralloggiamento ;  li  quali,  dopo  longa  scaramuccia,  preaero 
grinfrascritti,  fuggendone  per6  alcuni  liberi: 

Nicol6  da  Baggiano, 
15  Guido  Bergamino, 

Domenico  Ranucci, 

Antonio  Caldarini, 

Cecco  da  Libano, 

Gratia  Razale, 
20  Taddeo  di  Vigo  da  Medicina,  huomo  d*arme, 

Giusto  di  Christoforo  Giusti, 

II  Molena, 

Santo  Barile, 

Lorenzo  Rambaldi, 
25  Mengo  Bisconti, 

Giovanni  Piero,  allievo  del  Manzino, 

Jacomo  dalle  Campane. 

Intese  il  legato  subito  la  presa  di  costoro,  et  ispedi  Camillo  Gozzadini  con  12  cavalli 
leggieri  che  conducesse  li  detti  prigioni.    Ma  egli  non  sl  tosto  gli  puotfe  havere.     AUa  fine 

30  pure  gli  ottenne,  et  ne  aviso  il  legato,  il  quale,  perch^  gli  potesse  piu  sicuramente  condurre, 
gli  mand6  100  altri  cavalli  leggieri. 

Alli  19  il  senato  di  Bologna  fece  mandar  fuore  della  cittk  tutte  le  meretrici  clie  erano 
nel  postribolo  et  dal  datio  del  vino  et  in  molti  altd  luoghi;  et  vi  stettero  un  sol  giomo, 
perciochfe  il  dl  seguente  ritornarono  dentro.     Inoltre  prohibl  che  non  si  facessero  feste  alle 

35  chiese  nel  giorno  delle  soUennitk  delli  Santi  che  occorrevano,  ma  che  stessero  chiuse ;  che 
le  botteghe  in  piazza,  per  la  Madonna  di  agosto,  non  si  facessero;  nh  meiio  altre  stessero 
aperte  per  far  la  fiera;  inoltre  che  nel  giorno  della  Madonna  di  agosto  la  porta  di  San 
Mammolo  stesse  chiusa.  Tutto  questo  si  ordin6  perchfe  erano  apestate  molte  case  et  molti 
monasteri  de  frati,  cio^: 

40  San  Domenico, 

San  Jacomo, 
San  Francesco  et 
Le  suore  di  San  Lodovico. 

Erano  assonti: 

45  Ercolesse  Marescotti  et 

Alessandro  dalla  Volta,  et  mor^va  di  molta  gente. 


39i  HISTORIA  DI  BOLOGNA  lA.  isos) 


A  dl  22  furono  chiamati  in  bando  gl' inf rascritti,  che  in  termine  di  15  giomi  si  doves- 
sero  presentare  alla  lor  difesa,  ciofe: 

Gasparo  Scappi, 

Giovanni  Francesco  Poeti, 

Francesco  'Tantucci,  5 

Gasparo  Fantucci, 

Berto  da  rUovo,  1 

Francesco  Boraeflia        )/..,.,,,-. 
r,  ,     ,.        j    »,    ,         /  famigli  de    Fantucci, 
II  barbiero  da  Modona  \  ^ 

Bomino  de*  Bianchi,  10 

Leonardo  Aldrovandi, 

Giulio  d'ArgeIk, 

Spinazzo  de'  Ciilari, 

Agostino  Cavalli, 

Pace  da  Diola,  15 

Lattantio  Buonvalore, 

Melino  dal  Mele, 

Bartolomeo  Dosii  et 

Domenico  Dosii,  il  nepote, 

Jeronimo  20 

Bartholomeo        Zocchini, 

Bernardo 

Giovanni  Zanetti, 

Cechino,  capo  di  squadra, 

Matteo  Castaldi,  25 

Lorenzo  dalle  Guaine, 

Domenico  degli  Aspettk, 

Ercolesse  Roffeni,  ] 

Jeronimo  della  Dina,  1 

•  Romeo  Garzaria,  30 

Tomaso,  beccaro, 

Vincenzo  Sibaldini, 

Felice,  calzolaro, 

Giulio  Fagnani, 

Alessandro  |  35 

Nicol6  I  Castellani 

Ftancesco    J 

Mino  Scardova, 

II  frate  di  Segna, 

Marchon  Viziani,  '  40 

Pietro  Torsoni, 

Giovanni  Tomaso  di  Lucca  da  Bologna. 


Et  molti  altri,  de'  quali  alcuni  comparvero  et  si  difesero,  nh  hebbero  roale  alcuno,  benchfe 
pagassero  danari,  et  molti  non  volsero  comparire,  n^  difendersi,  a'  quali  fu  dato  bando  e  tol- 
tagli  la  roba.  45 

A  dl  27  furono  condotti  a  Bologna  tutti  li  prigioni  che  haveva  presi  il  signor  Ludovico 
dalla  Mirandola  neirhostaria ;  et  gionti  nella  citti,  gli  fecero  aggirare  tutta  la  piazza,  poi  gli 
posero  prigioni;  et  postigli  al  tormento  et  essaminati,  confessarono  il  trattato  che  era  tale: 


[AA.  1508-1509]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  393 

Havevano  a  congregarsi  insieme  5000  persone  il  sabbatho  a  notte  venendo  la  domenica,  che 
era  alli  19,  et  passare  unitamente  alla  porta  della  Mascarella,  per  essere  introdotti  da  molti 
amici  loro  di  dentro;  et  intrati,  era  il  loro  dissegno  passare  alla  piaxza  et  pigliarla,  et  poi 
andare  alle  case  de'  principali  neraici  delli  Bentivogli  et  tagliarli  tutti  a  pezzi  et  abbruggiarli 
5  le  case,  et  anche  fare  il  simile  a  tutti  li  soldati  forestieri,  et  fatto  tutto  quel  male  che  havessero 
potuto,  volevano  partirsi  et  ritomare  alle  lor  case.  Fu  nel  vero  gran  bonta  di  Dio  che  questo 
trattato  si  scuoprise,  perch^  era  Tultima  ruina  della  citth  [di]  Bologna.  Tutti  questi  adunque 
furono  impiccati  per  la  gola,  eccetto  NicoI6  da  Baggiano,  il  quale,  per  essere  de'  principali 
parteggiani  de'  Bentivogli  et  da  loro  salariato,  il  riserbarono  vivo,  per  intendere  altre  cose 
10  assai  da  lui,  per  conto  delli  Bentivogli. 

A  dl  29  giunse  nove  in  Bologna  che  papa  Giulio  aveva  eletto  vescovo  di  Nicea  rar- 
ciprete  ingegniero  che  haveva  fatto  la  fabrica  del  castello  di  Galliera;  il  quale  poi  fu  con 
grande  allegrezza  da  legato  in  San  Petronio  consacrato. 

A  di  primo  d'agosto  il  conte  Giovanni  de'  Pepoli,  fratello  del  conte  Romeo,  giovine  di 
15  etk,  di  anni  23  et  di  gran  valore,  infirmandosi  in  casa  di   Rinaldo  Ariosti,  che  era  al  soldo 
de'  Venetiani,  rese   1'anima  a  Dio;  et  fu  portato   il   corpo   in   Bologna   et   con   gran   pompa 
sepellito  in  San  Domenico. 

1509.  —  Si  fanno  li  magistrati.     Governando   la  cixtk  Angelo  vescovo  di  Tiali,  et  in 
absenza  di  messer  Francesco  Alidosio  cardinale  et  legato  di  Bologna. 
20  Si  pubUca  la  lega  fatta  fra  il  pontefice  in  Cambraria: 

Massimiliano  imperatore, 

Ludovico  re  di  Francia, 

Ferdinando  re  di  Aragona, 

Fiorentini, 
25  Alphonso  duca  di  Ferrara, 

Francesco  Gonzaga,  marchese  di  Mantua,  contro  li  Venitiani.  Dove  havevano  deter- 
minato  detti  signori  di  volere  conquistare  tutto  quello  che   li   Venetiani  havevano  occupato. 

Et  prima  Giulio  papa  gih  havevagli  domandato  Rimini,  Cervia,  Ravenna,  Faenza,  Saraina, 
Meldula,  Sant*ArcangeIo,  con  molti  altri  luoghi  che  tenevano  in  Roraagna,  che  gik  alla  Chiesa 
30  erano  soggetti; 

Massimiliano  chiedeva  Vicenza,  Padova,  Trevigi,  Udine  con  tutto  il  Friuli; 

Ludovico  voleva  Bergamo,  Brescia,  Cremona,  Soncino  con  tutta  Ghiara  d'Adda  con  Car- 
ruaggio  et  altri  luoghi; 

Ferdinando  cercava  havere  Barletta,  Monopoli,  Boradici  et  Ottranto  in  Puglia  presso  il 
35  Mare  Adriatico; 

Alphonso  addimandava  il  Polesine  di  Rovvigo; 

Francesco  pretendeva  di  havere  Peschiera  con  molte  altre  castella. 

Intendendo  adunque  Venetiani  la  legha  di  tanti  prencipi  contro  loro  fatta,  cominciarono 
a  far  gente  per  difendersi.  Laonde  assoldorno  Anniballe  Bentivogli,  dandoli  soldo  per  150 
40  huomini  d'arme,  dugento  cavalli  leggieri  con  3000  fanti,  et  il  mandarono  a  Ravenna  per 
guardia  di  quei  luoghi  et  per  tenere  a  freno  il  papa,  sendo  molto  vicino  a  Bologna.  II  che 
intendendo  il  govematore  di  Bologna,  con  il  senato  cominciomo  anch'eglino  a  soldar  gente 
et  fare  gran  guardie  la  notte  per  la  citta,  per  vedere  se  si  scoprisse  qualche  trattato  per  li 
Bentivogli.  Poi  alli  1 7  fecero  intendere  a  tutto  il  popolo,  per  il  banditore,  che  niuno  dovesse 
45  ricevere  lettere  da'  fuorusciti,  nfe  raandare,  se  prima  non  le  havessero  portate  alli  ufficiali  delle 
bollette,  che  le  vedessero  et  signassero  sotto,  pena  di  lire  20.  Et  niuno  hoste  nfe  altri^presu- 
messe  di  alloggiare  forestieri,  se  essi  primieramente  non  si  fossero  presentati  alle  bolette; 
et  poi  che  fossero  alloggiati,  pigliassero  in  iscritto  li  nomi  loro  et  portarli  alli  detti  uffi- 
ciali,  sotto  la  detta  pena.     Fu  anche  inhibito  a  tutti,  sl  cittadini  come  forestieri,  che  non  an- 


394  HISTORIA  DI  BOLOGNA  [A.  i509i 


dassero  a  soldo  di  alcuno,  ecetto  che  della  Chiesa,  sotto  la  pena  di  perdere  tutte  le  facoltA 
che  havevano  et  di  esser  banditi  per  ribelli.  Et  questo  fu  fatto  perchfe  molti  passavano  a 
Faenza  a  pigUare  noldo. 

Inoltre   fu   bandito   come  che  il  papa  mandava  quattro  conteotabili  con  danari,  et  chi 
voleva  esser  floldato  sarebbe   stato   pagato.     Onde   fra   pochi   giomi   gionse  Ramazzotto  da     3 
Scargalasino,  famoso  capitanio,  a  Bologna,  et  cominci6   a  far  soldati,  benchfe  pochi,  pcrchfe 
gli  voleva  cosl  obligare  insino  che  fosse  tempo  di  passare  in  Romagna  airacquisto  di  quelle  cittiu 
A  di  7  di  febraro  fra  le  22  et  23  hore  tremb  la  terra. 

Cosl,  assoldandosi  soldati,  di  mano  in  mano  procuravano  li  tribuni  della  plebe  con  li 
massari  delle  arti  che  per  utile  della  citth  si  dovesvse  ritomare  il  ducato  al  suo  consueto  10 
valore,  ciofe  lire  3  et  soldi  dieci,  perciochfe  avanti  era  stato  posto  a  lire  3  et  soldi  due,  il 
che  cedeva  in  danno  del  popolo;  et  questo  era  stato  fatto  per  cagione  delle  monete  guaste 
et  tosate  et  anchora  perchfe  cosl  a  lire  3  et  soldi  2  si  spendeva  a  Vinegia  et  a  Ferrara.  Onde 
si  comincib  a  battere  nove  monete  con  Tarma  di  papa  Giulio,  alcune  di  valuta  di  soldi  6,  che 
ridondavano  dieci  al  numero  di  soldi  62.  Et  era  bandito  prima  che  detti  dinari  si  potessero  15 
bandire  per  tutto  il  mese  di  maggio  per  soldi  70,  et  che  ognuno  fosse  ubligato  a  pigliarlo 
pel  detto  prezo;  et  poi  a1  primo  di  luglio  si  comincia  a  spendere  per  lire  3  et  soldi  2,  et 
se  si  trovavano  quattrini  del  cordone  vecchi  si  spendessero  sei  per  bolognini  et  degli  altri 
sette  al  bolognino. 

A  d\  primo  di  marzo   il   cardinale   Luccimborgo,   francese,  viene   a  Bologna,   et   fu  dal  20 
senato  con  grande  honore  ricevuto;  et  egli  il  dl  seguente  si  partl  per  Roma. 

Alli  sette  di  marzo  il  cardinale  di  Pavia  legato  giunge  in  Bologna,  et  alla  porta  di  Sara- 
gozzia  b  incontrato  dal  govematore  et  dalli  signori  anziani  et  signori  Quaranta  et  da  tutta  la 
nobiltk;  et  la  cittk  ne  fece  grandissima  festa  con  fuochi,  campane  et  artegliarie.  Vennero  con 
esso  lui  Galeazzo  Marsilii  et  25 

ser  Giulio  Buttrigari, 
Carlo  Grati, 

Anniballe  da  Sassuni.  Et  il  seguente  giomo  il  govematore  si  parti  et  passb  in  Francia 
per  comissione  del  papa,  nel  cui  luogo  entr6  monsignor  Bonadies  vescovo  d'  Imola,  huomo  di 
natura  altiera  et  poco  amico  de'  Bolognesi.  Laonde  lamentandosi  gli  cittadini  degli  oltraggi  30 
f attigli  dagli  soldati,  altieramente  rispondeva :  "  Levatemivi  davanti  et  non  mi  rompete  il  capo ; 
"  voi  siete  forestieri  et  Bologna  h  nostra  .  ;  et  con  simili  parole  dispettose  se  gli  levava  davanti. 
Alli  10  arriv6  a  Bologna  il  cardinale  di  Mantova;  aIIoggi6  nel  palaggio  con  il  legato, 
et  poi  si  partrper  la  Marca,  andando  alla  sua  legatione. 

Alli  28  giungono  150  fanti  malamente  vestiti,  fra  li  quali  dieci  non  ve  n'erano  c'haves-  35 
sen  il  petto  di  ferro. 

Alli  29  entrarono  in  Bologna  900  Spagnuoli  male  in  amesi,  Venivano  da  Roma  man- 
dati  dal  pontefice;  et  fatta  subito  la  lor  mostra,  fuorono  mandati  fuore  della  cittk  a  San  Laz- 
zaro  per  quivi  alloggiare ;  et  il  dl  seguente  passarono  a  Castel  Bolognese  per  guardia  di  detto 
castello,  radunando  continuamente  frattanto  li  Venetiani  in  Faenza.  40 

In  questo  tempo  Virgilio  Ghisilieri  comincia  a  fondare  un  bellissimo  pala^o  nel  fine 
della  salicata  di  San  Francesco  che  mira  al  settentrione,  ricontro  1a  via  delle  Lame  et  del 
borgo  delle  Casse,  che  poi  fu  finito  da  Bonaparte,  il  figliuolo,  che  risult6  a  tanta  grandezza 
et  bellezza  che  h  riputato  uno  de'  primi  palaggii  di  Bologna,  ove  p>otrebbe  alloggiare  ogni 
re.     Fu  Virgilio  soprastante  alle  monete.  45 

Sono  in  questi  tempi  seminate  alcune  cedole  per  la  citth  f atte  contro  il  senato ;  per  lo  che 
si  fa  bando  che  chi  rivella  gli  auttori  di  tanta  temeritk,  guadagnava  200  ducati  d'oro,  con 
libertk  di  potere  cavare  uno  di  bando  a  sua  volontk. 

Alle  2   di   aprile  tutti  li  soldati  che  erano  nella  citti  sono  mandati  in  Romagna  contro 
Vinitiani,  airacquisto  delle  citt^  et  luoghi  pigliati  da  loro. 


J 


[A.  1509]  DEL  P.  CHERUBINO  GHIRARDACCI  395 


Alli  4  d'aprile  Galeazzo  Marsilii  toma  da  Roma,  dove  era  stato  in  Castello  Sant'Angelo 
distenuto  per  moUi  mesi,  et  fu  liberato  dal  papa  a'  prieghi  del  cardinale  legato,  per  esser 
alloggiato  nel  palagio  di  Agostino  suo  padre,  essendo  il  papa   in  Bologna. 

AUi  24  del  detto  che  haveva  fatto  una  compagnia  di  900  fanti,  fece  la  mostra  in  piazza. 
5  Et  il  legato  poi,  con  la  detta  compagnia  et  con  200  huomini  d'arme  e  200  cavalli  leggieri, 
volle  passare  in  Romagna.  Laonde,  partito  la  sera,  circa  le  due  hore  di  notte,  ritornando 
a  casa  Pirramo  Pepoli  canonico  di  San  Pietro  et  prothonotario  apostolico,  casualmente  s'in- 
contr6  in  un  famiglio  de'  Marescotti  et  senza  pensamento  alcuno,  urtando  il  detto  famiglio 
in  Pirramo,  disse : "  Guarda  che  fai  poltrone  „  !  Onde  adirato,  il  famiglio  estrasse  la  spada  et  il 

10  ferl  sul  capo.  Intesa  la  cosa  dalli  Pepoli,  se  ne  dolsero  con  il  govematore,  credendo  essi  che  li 
Marescotti  vi  havessero  qualche  intendimento.  Et  perci6  il  govematore  il  fece  pigliare,  et 
fatto  di  subito  confessare,  gli  fece  tagliare  la  mano  dritta  et  poi,  condotto  alla  ringhiera, 
egli  voltatosi  al  popolo  brevemente  narr6  il  fatto,  iscusandosi  che  non  Thaveva  conosciuto 
et  che  quanto  haveva  egli  fatto  era  stato  per  ignoranza  fatto,  con  che  li  suoi  padroni  in  ci6  non 

15  ne  havevano  colpa  alcuna;  et  finito,  fu  impiccato. 

Alli  20  sono  chiamati  per  il  banditore  alla  ringhiera  del  palaggio  del  podestk  Pandolpho 
Malatesta  et  madonna  Violante  sua  consorte,  gih  signore  di  Rimini,  a  dover  comparire  avanti 
il  podestk  fra  cinque  giomi  a  difendersi,  per  havere  eglino  dato  recapito  alli  Bentivogli, 
sotto  pena  di  perdere  ci6  che  havevano  in  Bologna  et  suo  territorio  et  di  esser  prononciati 

20  come  della  cittk  ribelli. 

II  legato  ha  Salarolo;  fu  alli  25. 

Alli  26  giungono  in  Bologna  150  cavalli  leggieri  mandati  da  Alphonso  da  Este  duca  di 
Ferrara  et  confalloniero  della  Chiesa.  Erano  tutti  gli  huomini  vestiti  di  un  saglio  di  panno 
verde  chiaro  et  berettino.     Mand6  detti  cavalli  in  aiuto  del  papa.     II  legato,  che  era  ritor- 

25  nato  a  Bologna,  gli  mand6  al  campo  in  Romagna. 

Procedendo  oltre  Tessercito  del  pontefice  per  li  luoghi  della  Romagna,  passarono  nella 
Valle  di  Lamone  et  assediarono  Briseghella  et  Thebbero,  rendendosi  gli  huomini,  con  patto  di 
salvar  Thavere  et  le  persone,  al  papa.  Ma  entrati  li  Spagnuoli  dentro,  non  havendo  Tocchio 
alla  promessa,  la  saccheggiarono  et  fecero  tanto  li  maschi  come  le  femine  prigioni. 

30  In  questo  mentre,  intendendo  Giovanni  Paolo  Manfrone  capitanio  de*  cavallieri  venetiani 

in  Faenza,  si  parti  con  una  banda  di  cavalli  et  fanti  per  andare  ad  aiutare  li  Briseghelesi, 
ma  si  mosse  troppo  tardi;  anzi  li  soldati  con  la  preda  ritornando  verso  Faenza,  8'incontra- 
rono  con  le  genti  del  Manfrone,  et  azzuffati  insieme,  egli  ne  rest^  prigione  et  gli  suoi 
soldati  furono  rotti  et  svaligiati. 

35  Intendendo   il   legato   la   preaa  di   Brisighella   et   Valle   di   Lamone,   parendogU   che   le 

cose  della  Romagna  felicemente  passassero,  si  parti  da  Bologna;  fu  alli  3  di  maggio.  Et 
ritorn6  in  campo  et  lo  condusse  a  Granarolo,  che  erano  da  12  mila  armati,  et  gli  fece  dare 
la  battaglia  due  volte,  ma  fu  eggregiamente  dagli  huomini  del  castello  et  dalli  presidii 
rebutato  et  difeso  il  luogo.     Ma   il   legato   di   nuovo   battagliandolo,   finalmente   si   arresero 

40  a  patti,  salva  la  robba  et  le  persone. 

Sendo  il  legato  in  Romagna,  giungono  in  Bologna  3000  Sguizzeri;  et  alli  11  fanno  la 
rassegna.  Erano  di  persona  ben  disposti,  ma  di  vestimenti  male  in  assetto,  perch^  solamente 
havevano  una  lanza  per  ciascuno  con  la  spada  et  alcuni  con  li  schioppi.  Et  volendo  il  go- 
vernatore  che  passassero  a  Castel  San  Piero,  non  volsero,  dicendo  esserli  stato  promesso  una 

45  paga  a  Bologna.  Laonde  il  governatore  fece  bandire  che  ciascuno  potesse  vendere  pane  et 
vino  con  altre  robbe  senza  datio;  et  poi  li  fece  alloggiare  per  le  chiese  della  cittk.  Dopo 
3  giorni  andarono  a  Castel  San  Piero  et  se  ne  insignorirono,  nfe  d'indi  si  partirono  insino 
non  hebbero  danari,  alloggiando  senza  discrettione,  onde  vi  stettero  4  giorni  et  poi  passarono 
in  Romagna,  ove  erano  li  soldati  del   papa. 

50  In  questo  tempo  Giacomo  di  Alessandro  Belliosso  era  officiale  sopra  rabbondanza  dcUa 

Cittk  di  Bologna, 


396  HISTORIA  Dl  BOLOGNA  rA.  ismj 


AUi  16  fu  volgato  per  il  banditore  alla  rcnghiera  delli  signori,  a  suono  di  trombe,  come 
remercito  delli  Vinitiani  era  stato  rotto  in  Giradada  dal  re  Ludovico  di  Francia,  et  fatto 
prigione  Bartolomeo  d'Alviano,  et  uccisi  da  15000  persone  de'  Venetiani  et  prcse  60  bocche 
di  fuogo;  et  in  questo  giomo  fu  volgato  havesse  ottenuto  Russi,  castello  di  Romagna. 

II  legato  ha  fatto  prigione  Griovanni  Greco  capitanio  generale  de'  cavalH  leggieri  de' 
Venetiani  a  Ravenna  con  500  soldati.     Di  che  se  ne  fece  allegrezza  a  Bologna. 

Alli  23  il  legato  ha  Faenza  a  patti,  et  entr6  con  gran  favore  del  popolo. 


INDICI 


AVVERTENZE  PER  GLI  INDICI 


Le  indicBzionl  in  caratterc  tondo  riniandano  sl  testo  dclla  <-ronai:a;  quelle  in  carattere  eor- 
sivo  alie  varianti,  alle  amplificazionl  ed  aggiunte,  allc  note  iliustratlve;  queile  com- 
prese  fra  virgolttie  alla  prefazione. 

li  punto  esclamatlvo  (!)  indica  forma  corrotta. 

li  nuroero  In  carattere  piit  grandi  indica  la  fagintt;  quelio  in  ciratten /iii  fieeoio  ia  ri^a. 

Nell-INDICE  ALFABETICO  DEI  NOMI  E  DELLE  MATERIE,  accanto  a  ciastun  nomc. 
ridotto  alla  forma  itallana  piii  comune  nell'uso  muderno,  sono  poste  fra  parcntesi  quadr* 
tutte  le  altre  forme  sotto  lc  quaii  esso  figura  nel  tcsto;  e  clie,  per  ragioni  ortograficlie, 
di  dialetto  o  dl  lingua,  sono  diverse  da  queiia  prescelta.  Dl  queste  diverse  forme 
flguranu  al  loro  posto  alfabeticu  nelilndice,  e  con  ricliiamo  alia  forma  italiana  pre- 
scelta,  soltanto  quellc,  nelle  cui  frime  qualtro  lettere  si  riicontra  quaiclie  differenza 
daile  prime  quattro  iettere  della  forma  prcsceita. 

Neil'INDICE  CRONOLOGICO,  si   tien   conto   soltanto  dei  fatti  posteriori   alla    nascita  '/i 

CriUo. 
Le  datc  sono  ricundotte  aiio  stilc  comune  o  del  Calcndariu  romano ;  ma,  accanto  ad  este, 

fra  parentesi  rolonila,  sono  registrate  anclic  quali  figurano  ncl   tcsto. 
Con  asterisco  sono  segnate  /«  date  che  si  possono  desumere  dai  contesto  del  discorso. 
Fra  parentesi  quadre  sono  poste  ie  date  errate  o  meno  probabili,   con    riciiiamo    alla    data 

vera  o  piu  probabile;  ia  quale  a  sua    volta    iia    un    richiamo    alle   date   errate  o  meno 

prohabili. 


Tavola  delle  fiincifali  abbreviazioni  chc  s'incontrano  negli  indici 


aa. 

anni 

imp. 

imperatore 

amhasc. 

ambasciatore,  ambasriatori 

leg. 

iegato 

an. 

anno 

march. 

,  marchese 

arciv. 

arcivescovo 

mon. 

monastero 

c. 

citti 

ms. 

manoscritto 

eap. 

capitano,  capitani 

Pal. 

palazzo,  palazzi 

eard. 

cardinale,  cardinali 

pod. 

podesta 

ef. 

confronta 

A»- 

papa 

cit. 

citato 

/»-• 

presso 

cod. 

codice 

pred. 

predetto,  predetta,  predetti,  predette 

com. 

comune 

ric 

ricordato 

d. 

del,  dello.  della,  delle, 

dei 

vesc. 

vescovo 

el. 

eletto,  eletti 

V. 

vedi 

/• 

fiunie 

t 

morte,  muore,   morto,  morta 

fr- 

frate,  frati 

s.  a. 

senza  anno 

[Abacco  (Z)e//')-Acciopaci  Nicolb] 


INDICE    ALFABETICO 

[a  cura  della  dott.  Bianca  Distinti] 


Abacco  (Dell')  V.  Abbaco  (DalP). 

Abati  dI  Santo  Stefano  V.  Bologna  (Aiiatia  di  Santo 
Siefano). 

Abbaco  (Dall')  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  32,  35-35. 

Abbaco  (Dall')  Francesco  [Francesco  ctell' Abaeco\  se- 
guace  d.  Canetoli,  h  bandlto  di  Bologna  (an.  144S), 
108,  ii. 

Abbaco  (Dall')  Monte  \MonU  de/rAbacco]  padre  di 
Pace,  109,  5. 

Abbaco  (Dall')  Pacb  degli  Odofredi  [Pace  delfAbacco] 
figlio  di  Montc;  h  bandito  di  Bologna  quale  seguace 
d.  Canetoli  (an.  1445)1  109,  5;  partecipa  alla  spe- 
dizione  d.  fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.  1451), 
138.  7. 

Abbati  Giacomo  [Tacomo  delVAhba]  orefice,  Anziano; 
figlio  di  Nesa,  18,  38;  cena  coi  cinque  di  parte  Ben- 
tivolesca  sosteniiti  in  Pal.  (an.  1430),  37-39. 

Abbati  Monte  [ilonle  deWAbhate\  padro  di  Pace,  109,  20, 

Abbati  Nesa  [iV<!5(j  delVAbba^  padre  di  Giacomo,  18,  38. 

Abbati  Pace  [Pase  di  Monte  deWAhhate]  figlio  di  Monte ; 
i  messa  sulla  sua  testa  una  taglia  di  trecento  du- 
catl  (an.  144S),  109,  17-20. 

Abbazie  1)1  BoLOGNA  V.   Bologita  (abhazie). 

Abruzzo  colplto  da  violento  e  lungo  terremoto  (an.  1456), 
163,  31-32;  tI  si  avvla  Sigismondo  Malatesta  in 
aiuto  di  Giacomo  Plccinino  (an.  1461),  176,  1-2; 
cacciatlne  i  signorl,  se  ne  fanno  padroni  dl  una 
buona  parte  Lodovico  Malvezzi  e  Matteo  da  Ca- 
pua  (an.   1462),  178,  24-26. 

ACCAJBSI  r.  Accarisi. 

AccARisi  Floriamo  [Floriano  di  Gratiano  Accajesi] 
figlio  di  Graziolo,  61,  32;  68,  35;  70,  U;  prende 
parte  a  una  giostra  indetta  dal  Senato  dl  Bologna 
(an.  1430),  61,  30,  32;  ne  ottiene  I'onore  e  II  premlo 
dl  un  pallo  cremislno,  32-33;  prende  parte  ad  altre 
glottre  In  Bologna  (an.  1441),  68,  3«-3S;    70,  13-U. 

AccARisi  Graziolo  {Graliolo  Accarisi,  Gratiano  Accaie- 
si]  padre  di  Floriano,  61,  32;  68,  35;  70,  U. 

ACCERO  V.  Acerno. 

AccHiLLS   V.  Achille. 

AcciAiuoLl  Anobi.o  per  odlo  contro  i  Medici  entra  in 
una  conglura  ordita  da  Luca  Pittl,  Diotlsalvl  Ne- 
rone  e   Nicolo   Soderlni   contro   Piero   (an.    1466), 


191,  48-192,  1-5;  con  I  pred.  sl  assicura  per  danaro 
l'aiuto  di  Ercolc  d'Este,  5-8;  scoperta  la  congiura 
fuggc  *  Napoli  con  due  figli,  15;  c  dichlarato  ri- 
belle,  17. 

Acciaiuoli  Giaco.mo  accompagna  il  principe  Federigo 
d'Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ippolita  Sforza 
figlia  di  Alfonso  d'Aragona  (an.  1465),   187.  48. 

AcciAiuoLi  PiETRO  [Pietro  Aztajuoli]  accompagna  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,  48; 
169,  6. 

[AccioPACl  NlCOLo]  [vescovo  di  Torfeia]  vesc.  di  Tro- 
pea ;  el.  da  Martino  V  nuovo  leg.  di  Bologna 
con  1'incarico  di  ridurre  la  c.  sotto  il  libero  domi- 
nio  d.  Chiesa  (an.  1430),  20,  6-8 ;  si  reca  a  Cento  e 
mostra  le  lettere  apostoliche  d.  sua  noniina  al  leg. 
Conti,  che  gli  cede  l'ufl3cio,  9-10 ;  annunzia  al  Senato 
di  Bologna  la  sua  nomina  a  leg.,  ed  esorta  la  c.  a 
ubbidire  al  pp.,  11-13;  ne  ha  in  risposta  che  il  Se- 
nato  prcga  11  pp.  a  non  contravvenire  al  capitoli 
d.  pace,  13-15;  vleta  sotto  pena  d.  vita,  che  dal 
contado  sla  recata  roba  In  Bologna  e  ordlna  ai 
contadinl  di  non  muoversl  dalle  loro  case  se  non 
per  I  lavori  d.  campi,  16-19;  fa  venire  nel  Bolognese 
1'eserclto  d.  Chiesa  comandato  dal  Caldora,  20-25; 
rlceve  ambasc.  d.  Senato  bolognesc  pjr  trattare  un 
armistizio,  40-4« ;  pntti  da  lui  Imposti  per  la  tre- 
gua,  44-21,  1-4;  tratta  con  Romeo  Foscherarl  e  Ste- 
fano  Ghlsllardi,  i'accordo  per  II  quale  aveva  rlce- 
vuto  intera  autorltA  dal  pp.  (an.  1430),  11-12;  al 
iiiomento  dl  sottoscriverc  l  capitoli  si  adira  col 
Foscherari  e  straccia  1  patti,  12-15 ;  licenzla  11  pred., 
16;  provoca  lo  sdcgno  d.  Henato  17;  sl  reca  a  San 
Giovanni  con  reserclto,  22;  passa  alle  Caselle,  22- 
23;  fa  scorrerle  nel  territorlo  bolognese  sino  a  due 
miglia  dalla  c.  impadronendosl  di  tutti  i  castelll  da 
quel  lato,  23-25  ;  riannoda  trattatlve  per  la  pace  col 
Bolognesi,  43-46 ;  patti  stabiliti  in  presenza  d.  vesc. 
di  Forl\  e  di  un  tale  Lorenzo  mandato  dal  pp.,  46- 
22,  1-2;  riceve  ostaggi  dai  Bolognesl,  2-8;  restltul- 
tce  l'acqua  a  Bologna  e  permette  vl  slano  condotte 
rettovaglie,  8-9;  gli  h  da  Lorenzo,  di  ritorno  da 
Roma,  comunlcata  la  contrarleti  d.  pp.  agll  accordi 
stabilltl,  10-12:  senza  ovvertirnc  i  Bolognesi  fa  cor- 
rerc  11  paese  slno  alle  porte  d.  c,   13-13,  quindi  fa 


400 


INDICE   ALFABETICC)      (Acciopaci  NicoI6-A?ne,i  AstorreJ 


upere  che  11  pp.  non  h«  «pprOTati  1  capitotl,  l>- 
U;  toglle  dl  naovo  l'acquB  a  Bologna,  16;  aoprag- 
glunto  l'inrerno  muove  11  campo  da  Ravone  e  dalla 
CertoM  e  lo  roanda  a  STernare  nel  castelll  dl  Bolo- 
gna,  4t,  23,  1-3;  11  pp-  gH  Invia  a  San  Glovannl 
In  Perilceto,  ove  sl  trova,  Antonlo  Manfredi  per- 
ehh  sl  intenda  con  lul  riguardo  alla  pace  con  Bo- 
iogna,  23,  3-S;  ha  sentore  d.  conglura  ordita  da 
Battista  CanetoU  e  da  Tommaso  Zambeccarl  con 
tre  proTvlslonatl  dl  Imola  per  avere  la  rocca  (an. 
1431),  24,  8;  fa  Impiccare  1  provvlslonatl,  8-9;  nega 
11  salvacondotto  ngll  ambasc.  mandatl  dal  Senato 
dl  Bologna  al  pp.,  a  meno  che  non  ne  ottengano 
11  permesao  dal  pp.  stesso  o  che  l  Boiognesi  non 
gll  diano  il  libero  dominio  d.  c.  ed  ostaggi,  25,  I3- 
17;  gH  sono  recate  lettere  d.  pp.  da  Giovanni  Am- 
brosini,  25,  M-23;  Eugenio  IV  gli  ordlna  di  togliere 
Tassedio  a  Gologna,  ridarle  l'acqua  e  laaclar  llbero 
11  pasao  alle  vettovaglie,  18-M;  rlfiuta  dl  obbedire 
con  la  scusa  che  le  lettere  sono  false,  M-M;  rlc. 
26,  16-17;  rifiufa  dl  eseguire  i  capltoll  d.  pace  con- 
cordati  tra  Eugcnlo  IV  e  Bologna  dlcendo  di  avere 
lettere  d.  pp.  contrarie  ad  essl,  29,  11-15;  i  pred. 
capitoli  sono  messl  in  esccuzione  da  Glovannl  Bo- 
sco  senza  11  suo  Intervento,  J2-32 ;  11  Senato  dl  Bo- 
logna  non  gli  permette  ringresso  in  c.  con  Gio- 
vannl  Bosco  per  la  sua  Inlmlclzla,  33-33;  ric,  47; 
parte  di  San  Glovannl  in  Persiceto  con  resercito 
d.  Chlesa,   30,  26. 

ACKRSO  [Aecero]  In  Puglia;  dannegglato  dal  terremoto 
(an.  1466),   190,  33. 

AcHi  GlAOOMO  [Giacomo  rrAciio]  spendltorc ;  i  al  se- 
guito  dl  Glovannl  Bentivogllo  In  vlagglo  per  Mi- 
lano  (an.  1471),  206,  42;  riceve  in  dono  dal  duca 
Sforza  quattordlcl  braccl.i  dl  cremisino  figurato, 
207,  17-U. 

ACHII.1.E  [AecHi/ie]  v.  Conforti  A.,  Grassi  A.,  Maivezti 
A.,  Marescotti  A.,    Tnata  {Delia)  A. 

[AcQUAviVA  Giosia]  duca  d'Atri  4  cacclato  di  stato 
da  Lodovlco  Malvezzl  e  da  Matteo  da  Capua  (an. 
146»),   178,  J4-J6. 

Adda.  Ne  i  fortificata  la  riva  dal  Viscontl  per  impedirne 
11  passaggio  ai  Veneziani  (an.  1446),  118,  3-S;  i 
quali  tuttavia  la  traghettano  da  un  punto  non  guar- 
dato,  5-9,  cf.  1-2;  ric,  296,  28. 

Adicb  V.  Adige. 

Adiob  [Adice].  Vi  atVoga  I'esercito  di  Roberto  da  San- 
severlno  (an.  1487),  244,  8. 

AoRlANo  (cARDiNALS  ul  Sant')  V.  Sanli  Bandinello. 

Adriatico  (marb)  ric,  393,  34-3S. 

Advocati  t".  Awoeati. 

Africano  V.  Canetoli  A. 

Agaubnnone  t'.  Grassi  A.,  Marescotti  A.,  Malveiti  A., 
Musotti  A.,  Rocca  {Daila)  A.,   Zanesi  A. 

Agapito  V.   Giraldini  A. 

Agata  (castello  di  Santa)  [Sanl' Agatha]  nel  Bolo- 
gnese,  ric,  9,  26;  41,  14;  vi  torna  il  Bentlvogllo  e 
Pietro  Alberti  dalla  fallita  Impresa  di  Bologna  (an. 
1435)1  ''-.  '-' ;  e  restituito  a  Bologna  44,  37-38;  si 
sottomette  al  pp.  (an.  1436),  47,  36:  si  acrorda  con 
Loigi  dal  Verme  e  non  soflfre  danni  (an.  1443),  86, 
S-*;  cf.  88,  39;  ric,  94,  16;  alcuni  suoi  abitanti  con 
certl  di  Castelfranco  assaltano  c  uccidono  il  castel- 
lano  di  San  Giovaniii  in  Persiceto    tra  CrcTalcorc 


e  S«nt'Ag«ta,  I4-II;  h  prMO  m  fom  dm  Laigi  da 
San  .Scverino  (an.  1445),  109,  41 ;  si  dl  a  Taddeo 
Marchetl  (an.  1446),  117,  37-38;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  33;  Gio- 
vannl  Bentlvogllo  ne  bonlfica  le  valU  comprete  tra 
U  caatello,  Crevalcore  e  8*n  Glovannl  in  Persiceto 
(an.  1490),  257,  ■* 

Agata  (Sant')  nel  territorio  d'Imola ;  vl  ■!  reca  11  duca 
dl  Calabria  contro  i  Francesi  (an.  1494),  278,  15-16; 
11  pred.  ne  parte,  33-33. 

AoATA  (Sant')  [San  Gada]  In  Puglla;  danneggiato  dal 
terremoto  (an.  1456),  164,  9. 

Aoata  (Sant')  V.  Lombardo  (Don)  da  Sant^Agata, 

Agata  (chibsa  di  Sant')  V.  Bologna  (chiese). 

AcAzzANi  Marco  Antonio  combatte  nel  torneo  in  Bo- 
logna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sa- 
plenza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  segulto  di 
Gilberto  Plo  e  di  Annibale  Bentlvoglio,  paladini 
d.  Fortuna ;  i  ascritto  alla  seconda  tquadra  vestlta 
alla  turca  (an.  1490),  259,  34;  la  sua  parte  rieace 
vlttoriosa,  262,  17-19. 

AoAZZARi  Daixesk  combattc  nel  torneo  in  Bologna. 
tenutoai  pcr  definlre  se  la  Fortuna  o  la  Saplenza 
prevalga  nelle  cose  umane  al  segulto  di  Gilberto 
Plo,  e  dl  Annlbale  BentivogUo  paladini  d.  Fortuna; 
h  ascrltto  alla.  seconda  squadra  vettlta  alla  turca 
(an.  1490),  259,  32;  la  sua  parte  rlmane  vincitrice, 
262,  17-19. 

Agen  (vesc.  di)  [vescovo  Aginese]  v.  Rovere  {Dcl/a) 
Galeatto  (aa.   1478-1487). 

{AoESANDRo]  [A/essandro  !]  uno  degll  scultorl  d.  Lao- 
coonte,  342,  40-45. 

Agesilao  [Cis/ao]  v.  Marescotti  A.,  Zanesi  A. 

AooERRA  non  lontana  dal  castello  della  Pietra,  ric.  per 
Roberto  da  San  Severino,  244,  6-7. 

Aginesk  (vescovo)  V.  Agcn  (vese.  di). 

Aguani,  Agliano  V.  Aiano. 

Agnano  (contg  di)  niultato  in  ottanta  ducati  per  U 
rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  387.  39. 

Agnesb  V.  Norehesi  A. 

Agnkse  (monastero  di  Santa)  V.  Bologna  (monasteri). 

Agnksi  Astorrk  [Estore  S/aJa]  vesc.  di  Benevento;  i 
mandnto  dnl  pp.  a  governare  Bologna  (an.  1447). 
123,  15-17;  sua  arma,  15;  i  riccvuto  onorevolmente 
dai  magistrati  c  dalla  c,  16-17 ;  llcenzia  da  Bologna 

I  commissari  venezlani  e  fiorentini,  18-19;  raduna 
il  Consiglio  d.  Seiceuto  a  cui  presenta  le  sue  cre- 
denzlali,  19-30;  quindi  pubbllca  i  capitoli,  30-31; 
piglia  possesso  del  vescovado  In  nome  del  nuovo 
vesc.  Fillppo  Parentuccelli  (an.  144S),  125,  19-20; 
avendo  1  Canetoli  occupato  Piumazzo  va  a  Castel- 
franco  contro  i  pred.  39-41 ;  gli  i  oflTerta  la  resa 
dagli  abitanti  salve  le  vite,  gli  averi  e  i  fuoruscltl, 
43-44 ;  aocetta  il  patto,  44-45 ;  regala  millccentotrenta 
ducati  a  Fredo  e  Francesco  Piccinino,  45;  munisce 

II  castello  per  la  Chiesa,  46;  assolve  gli  abitanti  da 
ogni  debito  verso  i  Bolognesi,  47 ;  ottiene  da  Ai- 
berto  Pio  la  restituzione  di  SerraTalle  e  Monte  Bu- 
dello,  126,  1-3;  sl  reca  a  San  Giovanni  in  Perslceto 
per  notizie  sul  fatto  di  Crevalcore,  31-33:  torna  a 
Bologna  e  con  gli  Anzianl  scrive  al  pp.  per  aiuto, 
33-23;  intanto  con  ii  consenso  d.  Senato  assolda 
Astorre  Manfredi  con  selcento  cavalli  e  lo  manda 
contro  Crevalcore  e  l  Canetoli,  36-27;  torna  a  San 


[Agnesi  Astorre-Alamanni  Lodovico]  INDICE  ALFABETICO 


401 


Giovanni  per  interrogare  Baldassarre  Canetoli  Ivi 
prigloniero  40-41;  h  creato  card.  da  NlcoI6  V,  128, 
10;  gli  h  inriato  dal  pp.  il  cappello  cardinalizio 
(an.  1449),  17-18;  lo  riceve  in  Piazza  dal  fratello 
Galeotto  clie  glielo  impone,  20-25;  se  lo  toglie  e  lo 
consegna  a  Sante  Bentivoglio,  25-36;  pronuncia  un 
discorso  quindi  licenzia  l'adunanza,  26-29;  il  giorno 
dopo  fa  cantare  una  solenne  messa  pubblica  in  San 
Pietro,  30-31;  inrita  l  cittadini  a  sontuoso  ban- 
clietto  e  oflfre  loro  pregevoli  doni,  31-34;  riceve  a 
sua  volta  regali,  34-35;  va  per  la  c.  a  cavallo  in 
abito  cardinailzio,  35-37 ;  convita  i  mercanti  e  gli 
artefici,  37-38;  ordina  infine  una  giostra  per  un  palio 
di  quaranta  braccia  dl  drappo  creraislno,  38-43; 
ammonlBce  amorevolraente  Sante  Bentivoglio  e  Ga- 
leazzo  Marescotti  di  non  favorire  i  malfattori,  129, 
17-19;  riusciti  vanl  i  suoi  conslgli  ne  scrive  al  pp., 
19;  h  per  ci6  minacciato  di  violenza  dai  pred.,  19- 
31 ;  ricevute  lettere  di  Nicol6  V,  convoca  il  Consi- 
glio  d.  c.  ed  espone  le  doglianze  d.  pp.  per  ie  minaccie 
ai  suol  uflBciali,  e  la  sua  volonta  di  avere  l'intiero 
dominio  di  Bologna,  24-27;  udita  la  risposta  nega- 
tiva  d.  Senato  licenzia  I'adunanza,  27-33;  non  po- 
tendo  impedire  gli  omicidi  e  i  malefici  parte  di 
Bologna  sotto  pretesto  di  recarsi  ai  bagni  dl  Siena, 
38-42;  lascia  a  suo  luogotenente  Filippo  Pepoli  mae- 
stro  dei  Crociali,  42;  recasi  a  Spoleto  pr.  il  pp.  ad 
avvisarlo  d.  cose  di  Bologna,   42-43. 

Agnesi  GAI.EOTTO  fratello  di  Astorre,  128,  17;  reca  per 
incarico  d.  pp.  il  cappello  cardinalizio  al  fratello 
in  Bologna  (an.  1449),  J7-18;  si  ferma  nella  chiesa 
d.  Servl,  18;  gU  vanno  Incontro  I  magistrati  e  il 
popolo,  18-20;  h  accompagnato  in  Piazza  ove  lo 
attendeva  ii  fratello,  20-22;  presenta  al  pred.  le  bolle 
papali  e  il  cappello,  22-23;  legge  a  chiara  voce  le 
boUe  e  pone  il  cappello  sulla  testa  d.  leg.,  33-3S. 

Agnolo  V.  Cascese  (Da)  A. 

AoNUSDEo  V.  Zarabelli  A. 

Agocciiia  (Dall*),  Agocchie  (Dai-Lb)  V.  Aguechi  {Degli). 

Agostini  Dombnico  h  decapitato  in  Pia^sza  (an.  1449), 
131,  30;  la  sua  casa  h  saccheggiata  dal  popolo,  33,  35. 

AoosTiNi  GiovANs-l  [Giovanni  d' Affosiino]  detto  II  Mo- 
»ca;  cap.  d.  porta  Maggiore  di  Bologna;  incontra 
a  Castelsampietro  Giovanni  Fantuzzi  (an.  1449)1 
130,  40-43;  oflferte  fattegU  dal  pred.  perchi  apra  oc- 
correndo  la  porta  al  viceri  di  Napoli,  e  da  lui  ac- 
cettate,  42-46;  di  ritorno  a  Bologna  cerca  aiuti  al 
complotto,  45-131,  7-2;  h  tradito  agll  Anziani  da  un 
soldato  che  partecipava  all'impresa,  3-4  ;  h  Imprlgio- 
nato  e  sotto  ii  tormento  confessa,  4-6;  h  decapitato 
in  Piazza,  6-10;  rlc,  136,  41-43  ;  ai  suol  fratelli  h 
sacchegglata  la  casa  dal  popolo,   131,   32,  35. 

Agostiniani  o  dellft  Missricordia  (frati).  Vi  appar- 
tiene  fra  Nlcold,  predicatore  egrcglo,  cieco  dalla 
nascita  (an,  149!;),  286,  31-32. 

AoosTiNiANi  (frati)  V.  Eremitani  (fraii). 

AoosTINO  V.  Beri  A.,  Cavalli  A.,  Dozza  (Da)  A.,  Fon- 
daxza  A,,  Gontagni  A,,  Gualenghi  A.,  Isolani  A,, 
Maccaroni  A.,  Manfredi  A,,  Mare.icoHi  A.,  Martili 
A.,   Torelli  A.;  v.  ancht  Aurelio  Agostino. 

Agostino  da  Vicbntza  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  teguito  di  Nicol6 
Rangoni,  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  quarta 


squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  258,  34-36; 
il  suo  partlto  soccombe,  262,  17-18. 

Agostino  (chiesa  di  Sant')  V.  Bologna  (ehiese);  Nafoli 
(chiese), 

Agrimonte  V,  Arimonte. 

Agucciii  (Dbgli)  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel  Thta- 
tro  morale  de'  moderni  ingegni ....  d.  Ghirardacci, 
XXIV,   22,  27  „. 

Agucchi  (Degli)  Orabona  [Oraione  dalle  Agocchie]  esce 
dl  Bologna  coi  Bentivogiio  suoi  amici  (an.  1506), 
348,  41;  349,  13. 

Agucchi  (Dbgli)  Pikro  [Don  Piero  dalle  Agoechie] 
priore  d.  Santi  Cosma  e  Damlano ;  esce  dl  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41;  349, 
13-14. 

Agucchi  (Dbgli)  Sbbastiano  [Batiiano  dalle  AgoccUe, 
dalPAgocchia]  spenditore  di  Giovanni  Bentivogllo, 
293,  6-7,  poi  suo  segretario,  344,  17;  da  un  pranzo 
al  pred.  nella  sua  possessione  di  San  Donnino  (an. 
1497),  293,  6-7;  sdegnatosi  con  lul  si  allontana  di 
Bologna  e  va  a  Roma  a  visitare  il  pp.,  di  cui  era 
amico  (an.  1506),  344,  17-18;  conferma  le  cattive  in- 
formazioni  che  d.  Bentivoglio  avera  date  Carlo 
Grati  al  pred.,  19,  cf.  13-16;  in  pii^  aggiunge  che 
Glovanni  Bentivoglio  teneva  i  Malvezzi  fuorl  di  Bo- 
logna  contro  ogni  ragione,  19-21 ;  gli  h  aiiidata  dal 
pp.  la  porta  di  San  Mamolo,  357,  39-30. 

Agucchi  (Degli)  Tommaso  [ToOTwiaJO  dalie  Agocchie]  suo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,   5. 

Aouzzo  Fante  V.  Fantaguzzi. 

AlANO  [Agliant]  v.   Villa  d^Aiano. 

Aignani  (?)  (fra)  Michblk  {Michele  Augueghi]  bolognese 
deII'ordine  d.  Carraelitani,  dottissimo  ;  f  (an.  1433), 
33,   18-19. 

Alabante  Antonio  V.  Labanti  A. 

Alamanni  Lodovico  [legato  di  Bologna,  Ludovico  Ala- 
manno,  efiscopus  arelatensit]  leg.  pontiiiclo  in  Bolo- 
gna  (an.  1436),  3,  32;  riceve  Imola  e  Forl\  dal  duca 
Filippo  Marla  Visconti,  32;  ne  prende  possesso,  4, 
10-16;  torna  a  Bologna,  16  19;  gli  giunge  il  breve 
pontificio  d.  sua  elezione  a  card,,  4,  30-21 ;  cf.  41- 
42;  manda  il  clero  e  le  compagnie  delle  Arti  ai 
Crociall  a  rlcevere  Antonio  da  Savoia  che  gli  re- 
cava  II  cappello,  4,  34-36;  prende  questo  in  San  Pe- 
tronio  dalle  mani  d.  vesc.  Albergati,  4,  37-39;  torna 
con  lui  al  Pal.  e  offre  un  banchetto,  39-30;  apre  le 
prlgioni  e  libcra  trenta  carcerati,  30-31;  assume  il 
titolo  di  card.  di  Santa  Cecilla,  31-32;  va  incon- 
tro  al  neo  card.  NicoI6  Albergati,  5,  2;  pone  la 
prima  pietra  delI'Ospedale  edificato  dalla  Compa- 
gnla  della  Morte  in  onore  d.  Vergine  (an.  1427), 
5,  13-14;  diviene  avaro  e  per  allegerlre  la  spesa 
licenzla  Luigi  Colonna  e  Lulgi  da  Sanseverino  con  1 
loro  cavalli  (an.  1438),  35-36;  si  rende  odloio  al  po- 
polo,  36-38;  i  Canetoli  indicono  un'adunanza  contro 
di  lul,  42-6,  1-6;  In  essa  Battista  Canetoli  gli  fa 
varle  accuse  e  propone  sia  cacciato  dl  c,  7-11;  cf. 
5,  38-39;  udlto  che  la  Piazza  era  occupata  dai  Ca- 
netoli,  e  che  Egano  Larabertini  si  era  arraato  coi 
luoi  corapagni  al  sagrato  dl  San  Glacomo  in  tuo 
favore,  gli  ordina  di  recarsl  in  Piazza  a  difendere 
la  Chiesa  6,  21-23;  interposizione  del  vesc,  Albergati 
per  rappacliicarlo  coi  Canetoli,  33-35,  cf.  14,48-49; 


T.  XXXIII,  p.  I  —  36. 


402 


INDICE    ALFABETICO  [Alamanni  Lodov.-Albergati  NlcoW) 


qucftl  che  trerano  Bnto  dl  aderlre  alU  pace,  par- 
tlto  il  vesc,  entrano  col  popolo  nel  ano  pal.,  lo 
fanno  prlgionlero  e  lo  conducono  a  caaa  di  Marco 
Canetoll,  6,  35-38;  cf.  14,  SO;  15,  I;  parte  di  Bologna 
e  ra  a  Roma  dal  pp.  scortato  dagll  Anxlani  e  da 
moltl  noblli,  8,  33-33. 

Ai.AMANNo  [A/tmano,  AUmamno\  v.  Blanehetti  A„  Bian- 
ekini  A.,  Isolani  A. 

Alano  V.  Cottivy  (/?«)  A. 

Albangsi  Andrba  \A»drea  Alhan*$t\  e«ce  di  Bologna 
cot  Bentlroglio  suol  amlcl  (an.   1506),    348,  41,  SO. 

Albanbsi  [Filippo]  \cafitano  Alba»»u\  Trecento  suoi 
fantl  sono  allogglati  ncl  mon,  d.  Servl  (an.  1508), 
384,  33-34. 

Albbroati  "  la  famiglia  &  rapprcsentata  nel  Thiatro 
morale.  </«'  moderni  ingigni  d.  Ghirardaccl,  XXIV,  33, 
37,;  sono  fuoruscitl  di  Bologna  (an.  1450),  134,33-3«. 

Albbroati  Albbrto  figllo  di  Antonlo,  97,  31;  i  el.  d. 
Diect  dl  Balla  (an.  1434),  37,  36-31 ;  Impresta  al 
Com.  dl  Bologna  centocinquanta  scudl  e  ne  dlrenta 
tesorlere  (an.  1440),  62,  19;  interriene  alla  raessa 
fatta  celebrare  dal  Senato  dl  Bologna  in  San  Gia- 
como  il  giorno  dl  Santa  Monica,  63,  4-S;  fa  parte, 
per  porta  San  Procolo,  d.  Comnilsslone  Incaricata 
delle  elezlonl  agli  impieghi  (an.  1443),  97,  33-3S,  31; 
i  deputato  sopra  II  sale  (an.  1445),  113,  33-33;  (an. 
1446),  118,  33-33;  ^  commissario  dl  Cento  e  d.  Plere 
per  il  pp.  (an.  1447),  123,  11-13;  suo  dono  a  .Sante 
Bentlroglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  13. 

Alberoati  Albbrto  figllo  dl  Pletro;  per  commis- 
slone  d.  Senato  accompagna  Ginevra  Bentivoglio 
alla  sua  partenza  dl  Bologna  (an.  1506),  354,  6-7;  el. 
dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori  (an. 
1506),  358,  34,  37;  &  mandato  dal  leg.  a  Roma  ad 
arrertire  11  pp.  che  I  Bentivoglio  raccolgono  gentl 
(an.  1507),  369,  3-4;  el.  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(an.  1508),  385,  31. 

Albbroati  Antonio  padre  dl  Aiberto,  97,  31. 

Albbroati  Carlo  castellano  della  rocca  di  Castelfran- 
co,  8,  39;  &  ucciso  a  tradlmento  da  tre  amicl  dl 
Alberto  Boschettl  (an.  1438),  39-41. 

"  Albergat:  Bbntivoglio  Elbonora  sorella  d.  marchese 
Guido  Bentiroglio;  si  aSaccenda  con  lul  perch^  non 
venga  pubblicato  II  terzo  vol.  della  Historia  d.  Ghi- 
rardacci,  XCI,  1-4;  sua  corrispondenza  In  proposito 
col  frateUo,  XCII,  34-XCni,  l-io;  XCVI,  l-io,  18-30; 
XCVIII,  4-10;  XCIX,  9-3S,  C,  1-CI,  1-40;  elenco  d. 
sue  lettere  al  fratello  per  la  pred.  questlone,  CLVIII, 
S-8,  18-19,  33-23,  36-28,  31-33  ;  CLIX,  9-10,  31-33,  31-32, 
39-40,  46-47;  CLX,  6-9,  17-19,  22-24,  28-39,  30-33,  33-36, 
43-44  ;CLXI,  7-8,  13-14,  30-21,  34-36,39-41,45-47,  48-50; 
CLXII,  13-14,  15-16,  17-18,  31-33,  30-31,  34-37,  47-41; 
CLXIII,   1,  4-S,   14-16,  36-37,  30-31,  37-39,   44-45,. 

Albbrgati  Fabiano.  Un  suo  figiio  i  condotto  a  Roma 
dal  vesc.  di  Bologna  Ferrerl  (an.  1503),  322,  26-27. 

Albbrgati  Francesco  figlio  di  Pier  Nlcola,  89,  5;  h 
tra  gli  Incaricati  di  appllcare  i  prorredimenti  fiscali 
dellberatl  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88, 
43-89.   1-5. 

Albergati  Lodovico  dottore  famoso,  rlre  In  questo 
tempo  In  Bologna  (an.  1456),  162,  14-16;  fa  un  pre- 
sente  alle  nozze  di  Glulio  Malrezzi  (an.  1464),  184, 

41-43. 

Albbrgati    Nicolu    Certoslno,    resc.    di    Bologna,   76, 


9-10;  £a  rinnorare  in  muratura  la  parte  superiore 
d.  campanlle  di  San  Pletro  (an.  1426),  3,  9-13;  con- 
trlbuiace  alie  spese  per  la  pred.  fabbrica,  13-13;  trat- 
ta  la  condotta  dl  Annibale  Bentirogllo  agli  stlpendl 
d.  pp.,  4,  6-1 ;  in  San  Petronio  impone  II  cappello 
cardlnaliilo  al  gorematore  e  leg.  di  Bologaa  Lo- 
dorico  Alamannl,  37-39;  recaai  al  Pal.  col  pred. 
a  conrito,  39-30;  per  ordine  d.  pp.  ra  a  Roma,  33- 
34;  rl&uta  pl6  rolte  la  dignitl  rardinaJlzia  dicen- 
dosene  indegno,  34-35;  i  costretto  ad  accettare,  36- 
31;  prende  11  titolo  di  Santa  Croce  In  Gerutalemme, 
37,  cf.  76,  9-10;  torna  a  Bologna  riceruto  fuorl  della 
c.  dal  leg.  e  da  tutto  11  popolo  con  grande  «olen- 
nit&,  5,  1-4;  b  condotto  in  San  Pietro,  4;  parte 
per  Venezla,  5;  persuade  Anton  Galeazzo  Benti- 
rogllo  a  recarsl  a  Roma  presso  II  pp.  (an.  1437), 
26-27;  paclfica  Perrara  (an.  1428),  6,  3i;  sl  interpone 
in  Bologna  tra  il  leg.,  11  Lambertinl  e  i  Canetoli 
per  rappacificarli,  31-33;  crede  arere  raggiunto  il 
suo  scopo,  33-34,  ma  i  ingannato  dai  Canetoli, 
che,  appena  h  uscito  di  Piazza,  inradono  11  pal.  d. 
iegato  e  lo  fanno  prigioniero,  34-39;  qual  resc.  di 
Bologna  posslede  i  due  castelit  di  Cento  e  della 
Pleve,  7,  16-17;  avuto  sentore  che  l  Bolognesi  io 
rolerano  fare  prigioniero  per  impadronlrsi  d.  pred. 
cattelli  fugge  travestito  di  Bologna  e  ti  reca  a  Mo- 
dena,  18-30;  torna  a  Bologna,  richiamatorl,  con  la 
promessa  che  non  gli  sarebbe  data  moiestia,  30-31; 
maigrado  le  sue  proteste  Bartolomeo  Zam1)eccari 
tl  impadronisce  d.  vescovado,  9,  11-13;  per  breve 
apostolico  tuttl  i  cap.  al  soldo  d.  Chieta  derono 
prestargll  aluto  quando  lo  domandi,  37-30;  essendo 
Bologna  Interdetta,  ne  parte  e  va  a  Imola,  10,  45- 
46;  i  Canetoli,  sdegnatl  di  cI6,  radunano  il  Conti- 
glio  d.  Selcento  e  fanno  eleggere  Bartoloraeo  Zam- 
beccarl  resc.  di  Bologna  in  sua  vece,  46-48;  nel 
Consiglio  d.  Sessanta  di  Bologna  i  scelto  a  inter- 
mediario  per  la  pace  tra  11  pp.  e  la  c.  (an.  1429), 
14,  38-40;  gli  sono  inviati  messi  a  signlficargli  cI6, 
43-45;  cf.  38-43;  rifiuta  a  cagione  d.  ofiese  ricevute, 
43-15,  1-7;  per  i  patti  d.  pace  dere  essergli  resti- 
tulto  U  rescorado  di  Bologna,  16,  36-37;  gli  h  data 
dal  pp.  piena  autorit^  di  fare  pace  col  Bolognesl 
(an.  1431),  23,  43-43;  invia  Antonio  Manfredi  ai 
pred.  con  tale  niandato,  43-44 ;  ne  riceve  risposta 
condizionata,  44-46;  con  il  card.  dl  San  Pietro  In 
Vincoli  tratta  la  pace  tra  la  Lega  e  11  duca  di  Mi- 
lano  (an.  1435),  42,  19-30;  la  conciude  col  patto  che 
il  Visconti  restitulsca  al  pp.  l  luoghi  occupati,  nh 
pld  dla  aiuto  al  Bolognesi,  20-23 ;  torna  a  Bologna 
dl  Francia,  ore  erasi  recato  per  rappacificarne  il 
re  con  i'Inghilterra,  44,  20-21 ;  acconsente  alla  con- 
aacrazlone  dell'oratorio  di  SanfAntonio  e  Lazzaro 
fabbricato  in  Cento  da  Bartolomeo  Uccelletti,  46, 34; 
ti  reca  a  Bologna  per  il  Concilio  e  alloggia  in  casa 
di  Carlo  da  Saliceto  (an.  1436),  47,  22-23;  i  inriato 
dal  pp.  a  Ferrara  ad  aprirvi  ii  Concilio,  49,  32-35 ; 
ospita  degnamente  in  Bologna  al  rescorado  rirap. 
di  Costantinopoli  Glorannl  Paieologo  (an.  1439), 
59,  45;  t  in  Slena  (an.  1443),  76,  9-10;  durata  del 
suo  retcorado,  11 ;  le  tue  esequle  sono  celebrate 
dallo  stesso  pp.,  11-13;  dolore  per  la  sua  f  in  Bolo- 
gna,  14-16,  ore  gli  sono  fatti  solenni  funerali  in  San 
Pietro,  17-19. 


f Albergati  P.  N.-Aldrovandl  G.  F.]    INDICE  ALFABETICO 


403 


Albsrgati  PiER  NicoLA  padre  di  Francesco,  89,  5. 

Albbrgati  ViANESio  b  fatto  abate  di  Santo  Stefano 
dl  Bologna  (an.  14J3),  141,  35-36;  el.  ambasc.  a  Pio  II 
per  ratlegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1458),  166,  13-19. 

Albsrghi  AifDRBA  [Andrea  Degli  Alberghi\  padre  dl 
Giovanni,   108,  39. 

Albkrghi  FiLiPPO  Massaro  dell'Arte  della  Lana  e  uno 
dei  Dodici  di  Pace  (an.  1431),  29,  38,  39;  e  mandato 
dal  Senato  aila  Ccrtosa  a  prendervi  Giovannl  Bosco 
Invlato  d.  pp.  e  condurlo  a  Bologna  quale  gover- 
natore,   35-40. 

Albbrghi  Giacomo  h  a  capo  della  bastia  di  Santa  Ma- 
rla  d.  Monte  (an.  1430),  22,  20. 

Alberohi  Giovanni  flglio  di  Andrea,  108,  39;  seguace 
d.  Canetoli;  e  bandito  di  Bologna  (an,   1445),  39. 

Alberico  V.  Archinto  A. 

Alberti  Antonio  figllo  di  Rizzardo,  106,  31;  fe  ucciso 
in  Boiogna  durante  i  torbidi  per  la  f  di  Annlbale 
Bentivogiio  (an.   144S),   106,  36,  31. 

Alberti  fra  Lbandro  dell'ordine  d.  Predicatori,  teo- 
logo  esimio,  nasce  a  Bologna  (an.  1479),  221,  20-31; 
"  ric,  III,  13,  loda  l'opera  d.  Gliirardacci  nella  Con- 
tinuatione  alle  Deche,  XIX,  1-3;  paria  inesattamente 
d.  Bentivoglio,  LXXXf,  8;  ric.  spesso  dal  Ghl- 
rardacci,  CXXXII,  39-31,  a  lui  superiore  per  l'am- 
piezza  dell'indagine,  32-35  „. 

"  —  —  Deca  frima  delle  Histoire  di   Bologna  ric,  III, 

lO-ll  „. 

"  —  —  Sufplemento  ultimo  et  quinto  libro  delta  Deca  II 
delP  Historia  di  Bologna  ric,  CXIX,  i-d  „. 

Alberti  Piktro  di  Modena;  tenta  col  Bentlvoglio  la 
scalata  a  Bologna  (an.  1435)1  41,  44-46;  penetrato 
tra  la  porta  e  il  ponte  scende  dal  muro  in  c.  e  si 
da  a  rompere  la  serratura  d.  porta,  46-49;  vistosi 
scoperto  si  nasconde  In  casa  di  Antonio  Papa  Pe- 
lacani,  42,  3-5 ;  di  sera  ne  esce  e  va  a  Sant' Agata,  6. 

Albbrti  RlzZARDO  padre  di  Antonio,   106,  31. 

Albertinbllo  [Bettino  0  Bettuceio]  v.  BentivogUo  A. 

Albertini  sono  fuoruscitl  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
33-37. 

Albertini  Giovanni  Buono  [Giovanni  Buono  di  Alber- 
t!no\  fabbro  dl  Serravalle;  con  Vincenzo  da  Casale 
tratta  di  dare  la  rocca  di  Serravalle  ad  Alberto  da 
Carpi  e  ai  fuorusciti  (an.  1451),  140,  31-23;  scoperto 
11  trattato  da  Boezio  Gozzadlni  i  col  complice  im- 
prlglonato,  portato   a  Bologna  e   decapitato,  33-35. 

Albkrto  o  Albertino  V.  Albergati  A.,  Attoguidi  A,, 
Battagliucci  A.,  Bianchetti  A.,  Boccadiferro  A.,  Bo- 
lognetti  A,,  Boscheiti  A.,  Bruscolo  (Di)  A.,  Caccia- 
nemici  A.,  Carbonesi  A.,  Castelli  A.,  Cattani  A,,  Coltri 
{Dalle)  A.,  Conti  A.,  Correggie  (Dalle)  A.,  Bnoch  A., 
Est*(D')A.,  Falvisi  A.,  Gabrielli  A.,  Guaine  (Dalle) 
A.,  Guidotti  A.,  Magnani  A.,  Musotti  A.,  Pannolini 
A.,  Parisi  A.,  Pausi  A.,  Pio  A.,  Ruote  (Dalle)  A.,  Sa- 
laroli  A.,  Sassuno  (Da)  A.,  Uovo  (Dalt)  A.,  Zancari  A. 

[Albbrto  V  Di  AsBUROo]  \duca  d'Austria,  imferatort 
A/berto]  h  in  guerra  col  duca  dl  Borgogna  (an.  1431) 
31,  3-4;  alla  morte  dell'imp.  Sigismondo,  dl  cul 
aveva  sposata  la  figlla  Elisabetta,  diviene  re  dl 
Boemia  e  dl  Ungheria  (an.  1437),  50,  31-33;  cf.  17; 
coronato  re  dl  Ungheria  (an.  1438),  55,  43;  f  la- 
sclando  incinta  la  moglie  d.  postumo  Ladislao  (an. 
1439),  60,  33-34;  rlc,  37;  gli  luccede  Federlco  di 
Auttrla  («n.  1440),  39-43. 


[Albbrto]  duca  d'Austria  fratello  delPimp.  Federico  V 
scende  con  lui  in  Italia  (an.  1452),   140,  35-36. 

. . . .  Alberto  fornaio  di  Bologna;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  7. 

Albbrto  da  MoNTEVBGLio  [Aiberto  de  Montevie\  cap.; 
fe  fatto  prigioniero  a  Borgo  Panigale  da  Lodovico 
e  Baldassarre  Canetoli  (an.  1432),  33,  1-3;  fe  con- 
dotto  a  Bologna,  6. 

Albertucci  o  Borselli  V.  Borselli. 

Albini  (monti)  ric,  144,  1. 

Albizzbschi  Bbrnardino  V.  Bernardino  (San)  da  Siena. 

Albrbt  (D')  V.   Giovanni  II  d'Albret,   Ameneo   d'Albret. 

Aldo  Francbsco  V.  Massera  A.  F. 

Aldobrandino  [Al<lrovandino\  v,  Fondatza  (Dalla)  A., 
Malveszi  A.,  Rangoni  A. 

Aldrichetto  [Aldreghetlo]  v.  Lambertini  A. 

Aldrovandi.  Loro  casa  atterrata  per  fare  11  mercato 
(an.  1496),  290,  16-17. 

Aldrovandi  Bbrnardo  multato  in  cinquanta  ducati  per 
il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  rovina 
aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  9. 

Aldrovandi  Galbazzo.  Nel  torneo  In  Bologna,  tenutosi 
per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prevalga 
nelle  cose  umane,  combatte  al  seguito  di  Anntbale 
Bentivoglio,  paladino  della  Fortuna,  ed  &  ascritto 
alla  quinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490), 
259,  30-31 ;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19. 

Aldrovandi  Giacomo  [lacomo  Aldrovandi\  h  bandito 
di  Bologna  (an.  1430),  19,  26-38;  nel  capitoli  d.  pace 
gli  e  riconferraato  11  bando  dalle  c.  e  territori  di 
Bologna,  Modena  e  Imola,  sotto  pena,  se  vi  manchl, 
d.  confisca  d.  beni  e  d.  punizione  sancita  negli  Sta- 
tuti  (an.   1431),  28,  43-47. 

Aldrovandi  Gianprancesco  figHo  di  NlcoI6,  228,  5; 
247,  43;  accompagna  Giovanni  Benllvoglio  a  Mlla- 
no  (an.  1479),  221,  33-24;  essendo  d.  Sedici,  h  el.  pod. 
di  Lucca  per  sei  mesi  (an.  1482),  225,  35-36;  entra  In 
ufficio  (an.  1483),  228,  S-6;  h  fatto  cav.  aurato  da 
Ercole  d'Este  in  Mantova  pel  tramite  di  Battista 
Canonici  vesc.  di  Faenza  e  suo  nunzio  (an.  1485), 
232,  43-44;  h  el.  pretore  di  Perugla,  45-46;  pod.  di 
Firenze  (an.  1488),  244,  43;  essendo  degli  Anzianl, 
succede  in  Senato  al  f  Gian  Filippo  Salaroli  (an. 
1488),  247,  43-43;  el.  d.  Sedicl,  253,  33-35;  accompa- 
gna  a  Riminl  Violante  Bentivoglio  sposa  dl  Pan- 
dolfo  Malatesta  (an.  1489),  254,  17,  19;  torna  a  Bo- 
logna,  35;  come  Gonfaloniere  di  Giustizia  fa  restau- 
rare  ed  ornare  il  sepolcro  dl  re  Enzo  e  apporre 
un'cpigrafe,  che  narra  in  succlnto  ia  storia  d.  pri- 
gionlero  (an.  1491),  264,  4-33;  intervlene  airtnaugu- 
razlone  del  Naviglto  da  Bologno  a  Cortlcella  (an. 
1494),  274,  5-36;  si  reca  con  Alessandro  Bentlvogllo 
a  Mllano  a  complimentare  11  nuovo  duca  Lodovlco 
Sforza,  283,  33-39;  accompagna  Paolo  Orslnl  per 
conchiudere  la  pace  col  Valentino  (an.  1501),  304, 
42-43,  44-45;  torna  a  Bologna,  45-46;  h  mandato  dal 
Senato  e  da  Giovannt  Bentivoglio  al  Valentino  a 
scrutarne  t  sentlmenti  verso  Bologna  (an.  ijoa), 
312,  23-25;  gli  h  dal  pred.  dlchlarato  che  ha  Incarlco 
dal  pp.  dl  liberare  Bologna  dai  Bentivoglio  e  rldurla 
■otto  la  Chtesa,  35-39;  che  »e  i  Bolognesl  non  fa- 
ranno  cl6  ipontaneamente  Incorreranno  nell'estrenia 
roTlna,  35-33;  torna  a  Bologna  ed  esorta  II  Scnato  • 
trattare  col  duca,  33-36;  h  tacctato  dl  puiillanlme, 


404 


INDICE  ALFABETICO     |Aldrovan<Ji  G.  F.-AleMandfo  VIJ 


M-17;  in  ciM  lua,  vla  Galllera,  alloggla  11  card.  Ban- 
dlnello  Saull  (an.  1506),  356.  42-43;  h  da  Glullo  II 
eL  d.  Quaranta  Conalglierl  e  Riformatori  d.  c,  358, 
17-34;  per  incarlco  d.  Senato  accompagoa  Giulio  II 
a  Roma  (an.  1507),  365,31-23;  i  multato  In  cento- 
quarantatre  ducati  per  11  rifacimento  d-  pal.  Mare- 
scottl  (an.  1508),  387,  37. 

Aldrovandi  Lbonardo  con  altri  i  conrocato  in  Pal. 
da  Ermes  BentlTogUo  (an.  1501),  305,  5-t;  il  pred. 
raanifesta  loro  che  Agamennone  Marescotti  aTera 
■critto  al  Valentino  Invltandolo  contro  Boiogna  e 
I  Bentivogllo,  11-39;  h  esortato  a  unirsl  a  lul  nel- 
l'uccidere  !  Maresoottl  detcnuti  in  Pal.,  34-31;  par- 
tecipa  aU'uccItIonc  d.  pred.,  31-43;  etce  di  Bologna 
col  Bentivogllo  suol  amici  (an.  1506),  348,  41;  349, 
13;  h  cit.  a  difendersi  (an.   1508),  392,  i-j,  10-11. 

Aldrotandi  Marco.  Suo  dono  a  Sante  BentiTOglio  per 
le  nozze  (an.  1454),  149,  30-31. 

Aldrovandi  Nicol6  Hglio  di  Pietro,  147,  44,  192,  31- 
33;  padre  di  Gianfrancesco,  228,  S;  247,  43;  h  scalco 
di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentiroglio  (an.  1454), 
147,  30-33,  44;  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  1S4,  38-39;  h  el.  senatore  in 
luogo  d.  t  Giacomo  Ingrati  (an.  1467),  192,  31-33; 
d.  Sedici,  t  (an.  146S),  200,  35-36;  h  sepolto  In  Santo 
Stefano  e  in  suo  luogo  h  creato  Alberto  Cattani,  36-37. 

Aldrovandi  Pietro  padre  di  NicoI6,  147,  44;  192,  31- 
33;  in  casa  sua,  via  Altaseta,  alloggla  Giovannl  Gon- 
zaga  (an.  1306),  357,  lo-U. 

Alorovaicoi  Sebastiano  h  scalco  alle  nozxe  di  Anni- 
bale  Bentivoglio  (an.  1487),  237,  37-3«;  suo  vestito 
e  suo  motto,  238,  4-5;  ric,  326,  16-17. 

•Aldrovandi  Uussk  illustre  naturalista ;  gli  apparten- 
ne  11  Ca/enJarium  d.  Giklrardaccl  ora  conservato 
nella  Biblioteca  Universitarla  di  Bologna,  sul  quale 
appare  la  sua  notazlone,  (t  nel  160  5],  XIX,  37-3»  „. 

Aldrovandino  r.  Aldobrandin», 

Albgra  V.  AlUgri  (/)*)  Ivo. 

Alsmaona  V,  Gtrmania. 

Albmania  V.    Allamania. 

ALBMA>rNi  (cAPPELLA  DEOLi)  nel  sobborghi  dlBo- 
logna;  fa  un  dono  a  Sante  Bentlrogllo  perle  nozze 
(an.  1454),  151,  11-13. 

Alkmanno,  Alemano  V.  Alamanno. 

Albssandria  presa  dai  Francesi  malgrado  sia  dlfesa 
dali'esercito  di  Lodovico  Sforza  (an.  1499),  297,  4- 
5;  vi  si  rccano  i  figll  di  Ercole  Marescotti  (an.  1503), 
322,  34-35;  «.   ancke  Nicoli  ^ Alessandria. 

—  (ciTTADlNi)  V.   Trotti  Antonio  cap.  d.  Bolognesi. 

—  (patriarca)  r.  (iiovanni  Viiellescki  (aa.  1435-1444). 
Alkssandro  \Sandro\  v.  Bai  A.,  Bargtllini  A.,  Belliossi 

A.,  Bentivoglio  A.,  Bernardini  A„  Biancketti  A.,  Bo- 
lognini  A.,  Borgia  A.,  Bottrigari  A.,  Branehetia  A., 
Caccianemici  A,,  Calcina  (Dalla)  A.,  Campanaxti  A,, 
Castellani  A.,  Cavaixa  A.,  Ciarpflli  A.,  Ferro  (Da) 
A,,  Formaglini  A.,  Frotini  A.,  Gandoni  A.,  Gontaga 
A.,  Grati  A.,  tacofo  A.,  Legnani  A.,  Malvexti  A., 
Manxoli  A.,  Mantolini  A.,  Moglio  {Da)  A.,  Orsi  A., 
Paltroni  A.,  Penacchi  A.,  Pefoli  A.,  Pio  A.,  Poeti 
A.,  Rinitri  A..  Rofftni  A.,  Santafede  A,,  Saracini  A., 
Sassuno  {Da)  A.,  Scaffi  A.,  Searsella  A.,  Tartagni 
A.,  Tintori  A.,  Ungari  A.,  Usbtrti  A.,  Vellnti  A., 
nani  A.,  Visconti  A.,  Volta  A. 
Albssandro  (!)   V.  Agetandro, 


Albssamdro  VI  al  secolo  Rodrigo  Borgia,  el.  pp.  (an. 
149J),  267,  50,  268,  I;  cf.  160,  6;  padre  di  Lucre- 
zia,  275,  17;  di  Cesare,  296,  31 ;  appena  dirennto 
pp.  regala  dieci  mila  ducatl  ai  prlmo  marito  d.  pred. 
perchi  conaenta  al  divorzio,  308,  4t-4t;  gli  «ono 
mandati  ambatc.  dni  Senato  dl  Bologna  a  railegrarti 
d.  sua  elezione,  268,  9-11;  uno  dl  etti,  Antonio  Ga- 
leazzo  BentlvogUo,  gli  chlede  a  nome  d.  Senato  ia 
conferma  d.  capitoli  accordatl  alla  c.  dai  luoi  pre- 
decestori,  13-14,  e  a  nome  di  tuo  padre  Giovanni 
quellu  d.  priTlIegi  avuti  dagli  altri  pp.,  14-IS;  pro- 
mette  dl  mandare  la  tua  ritpotta  a  Bologna  c  llcen- 
zia  gli  ambatc.,  15-16;  invla  un  nunzio,  riccamente 
regalato  dai  Senato  dl  Bologna,  con  le  ratifiche  ri- 
chieite,  31-33,  33-35;  conferma  a  Giovanni  e  nuova- 
mente  concede  ad  Annibale  Bentivoglio  I'uflicio  d. 
Sedicl,  37-31;  ti  allea  coi  Venezlani  e  II  duca  di 
Milano  (an.  1493),  270,  4-S;  dopo  qualche  tettimana 
etce  da  quetta  Lega  e  ti  confedera  inrece  con  il  re 
di  Napoil  e  i  Fiorentlni,  7-1;  gli  h  mandato  dai  reaii 
di  Spagna  un  ambasc.  con  ricchissimi  doni,  272,  4-t; 
di  seconda  creazione  elegge  dodici  nuovi  cardinall, 
tra  i  quaii  h  11  fr.-incese   Gloranni   de  La  Grolaie, 

276,  3-S;  marita  Lucrezla  ad  Alfonso  dl  Aragona 
che  diviene  il  suo  occhio  diritto  (an.  1493),  309, 
1;  ucclso  questi  da  Cesare,  marita  in  terze  nozze 
ia  figlia  a  Glov.inni  Sforza  signore  di  Pesaro  (an. 
1494),  3:  cui  la  toglie  quando  quegli  ^  da  Cesare 
balzato  dl  seggio  [an.  1497],  3-3;  h  avvertito  dai  Se- 
nato  e  dal  vicelegato  di  Bologna  che  il  re  Cario  VIII 
ha  chiesto  lit>ero  passo  nel  Bolognese  per  si  e  11 
suo  esercito  (an.  1494),  276,  17-11,  ordina  immedia- 
tamente  che  gli  sia  rifiutato,  U,  e  incuora  la  pred. 
c.  a  non  temere  essendo  alleato  coi  rc  di  Napoli, 
coi  Fiorentini  e  I  signori    di    Romagna,    11-33;  cf. 

277,  48-50;  promette  al  Bentivoglio  il  cappello  car- 
dlnalizio  per  il  figlio  Antongaleazzo  se  ottemperi  ai 
suoi  desideri,  276,  33-37 ;  comanda  all'arciv.  di  Mi- 
lano,  che  si  trovava  a  Bologna,  di  uscire  dolla  c.  e 
territorio  nel  termine  di  tre  giorni,  278,  4t-50;  non 
potendo  contrastare  alla  fortuna  d.  Francesi  accon- 
sente  che  Carlo  VIII  entri  a  Roraa  con  I'esercito, 
284,  37-39;  il  re  francese  gii  occupa  le  c.  confinanti 
col  Napoietano,  285,  29;  fa  lega  col  re  di  Spagna, 
i'imp.  Massimlliano,  Lodovico  Sforza  contro  il  pred. 
38-41;  tale  lega  i  resa  pubblica,  43-44;  avendo  Carlo 
VIII  manifestato  desiderio  di  recarsl  a  Roma  per 
un  colloquio  con  lui,  gll  sono  mandati  per  sua  guar- 
dia  seicento  caralli  dal  duca  di  MUano  guidati 
da  Fracasso  da  Sanseverino  (an.  1495),  286,  S-»; 
non  fidandosi  di  Cario  VIII  parte  di  Roma  prima 
dell'arrivo  dl  iul  e  va  a  Orvieto  quindi  a  Perugia 
Rccompagnato  da  gran  numero  di  prelati  e  dai  sol- 
dati  degli  alleati,  31-34;  in  unione  al  duca  Sforsa 
e  ai  Veneziani  assolda  Giovanni  Bentivoglio  per 
averc  Bologna  dalla  loro  parle  (an.  1496)  288,  43- 
46;  condizioni  e  modaiita  d.  condotta,  47-289,  1-45; 
gii  fe  mandato  dal  Bentivoglio  Carlo  Grati  a  riecuo- 
tere  il  soldo,  46;  cf.  288,  40-41;  lo  soddlsfa  Intera- 
mente,  289,  46-47 ;  ti  ailea  col  Veneziani  e  Luigi  XII 
per  cacciare  Lodovico  Sforza  di  Lombardia  (an. 
1499),  296,  35-36;  per  i  capitoli  d.  trattato  tono 
assegnati  gii  stati  di  Romagna  e  deli'Umbria  a  suo 
figlio  Cesare,  31;  prlva  Ascanlo  Srorza  d.  legazione 


[Alessandro  VI-Alfonso  V] 


INDICE  ALFABETICO 


405 


di  Bologaa  e  vl  pone  in  suo  luogo  il  card.  Borgia 
suo  nipote,  29-30;  crea  Cesare  Gonfalonlere  d,  Cliie- 
sa  e  gll  dk  parecchiie  bande  di  cavalli  con  illustri 
capitani,  300,  27-31 ;  fa  rincliiudere  Astorre  Man- 
fredl  in  Castel  SanfAngelo,  (an,  ijoi),  302,  33; 
sposa  Lucrezia  in  quarte  nozze  ad  Alfonso  d'E8te 
(an.  1503),  308,  47-^9;  cf.  309,  3-«;  dote  che  le  asse- 
gna,  3-5;  anclie  le  dona  Cento  e  la  Pieve  appartenenti 
al  vescovado  di  Bologna,  5,  cf.  380,  44-45;  rifiutan- 
dosi  Giuliano  d.  Rovere  di  consegnargli  questl  ca- 
«telli,  gli  toglie  il  vescovado  di  Bologna,  conceden- 
doglffene  un  altro  in  Francia,  310,  44-47;  crea  invecc 
vesc.  di  Bologna  I'aciomodante  Giovanni  Stefano 
Ferrerl  al  quale  da  alcune  possessioni  nel  Carpigiano 
in  luogo  d.  pred.  castelli,  49-311,  1 ;  fa  il  pred.  card., 
1;  manda  un  suo  commissario  a  Bologna,  a  pren- 
dere  possesso  di  Cento  e  d.  Pieve  e  a  consegnarli 
al  duca  di  Ferrara,  1-3;  il  re  di  Francia  consiglia 
il  Bentivoglio  ad  accordarsi  con  lui,  33;  Cesare  di- 
cliiara  ai  Bolognesi  che  ha  da  lul  ordine  di  andare 
contro  la  c,  liberarla  dal  Bentivoglio  e  ridurla  sotto 
la  Chiesa,  312,  26-29;  fa  minacciare  11  Senato  bolo- 
gnese  da  un  incaricato  di  Luigi  XII  se  non  gli  dara 
la  c,  313,  5-10;  i  Bolognesi  gli  mandano  ambasc.  a 
esporre  le  loro  ragioni,  10-14;  risponde  amnionendo 
i  pred.  a  pensare  ai  casi  loro  e  liberarsi  dai  Ben- 
tivoglio  che  li  condurranno  a  rovina,  17-20,  e  loro 
rammenta  le  uccisioni  d.  Malvezzi  e  d.  Marescotti, 
20-31;  cita  a  Roma  Giovanni  Bentivoglio  coi  figli  e 
due  senatori  per  scolparsl  di  amrainistrare  male  la 
giustizia,  313,  33-43;  niinaccia  la  scomunlca  ai  Ben- 
tivoglio  e  a  tutto  il  Senato  e  l'interdizione  alla  c. 
se  non  obbediscano,  43-44;  gli  sono  mandati  da  Bo- 
logna  tre  ambasc.  ad  esporgli  come  nh  il  popolo,  nh 
l  magistratl  permettano  ai  Bentivoglio,  che  pure 
desideravano  obbedirgli,  n^  ad  alcuno  d.  Senato  di 
abbandonare  la  c,  314,  39-33;  eguale  risposta  gll 
trasraette  il  suo  messo  da  Bologna  e  in  piu  che  II 
Senato  lo  prega  ad  osservare  alla  c  i  capitoli,  come 
esso  11  osservava  in  suo  confronto,  36-46;  si  ostina 
nel  volere  Bologna,  47 ;  il  pred.  suo  ambasc.  pro- 
pone  inutllmente  al  Senato  di  pacificarsi  col  Valen- 
tino  olTrendogli  d.  denaro,  48;  315,  1-13;  anzi  11 
Senato  gll  chiede  la  restituzione  dl  Castel  Bolo- 
gnese,  di  Cento  e  d.  Pieve,  13-17;  il  pred.  suo  am- 
basc.  sembrandogii  di  essere  preso  in  giro  e  teraendo 
per  ik  parte  di  Bologna,  17-19;  rimprovera  Floriano 
Dolfi  suo  compagno  nello  Studio  di  Bologna  e  suo 
caro  amico,  del  discorso  tenuto  contro  lui  nella  chle- 
sa  dl  San  Domenico  in  Bologna,  317,  1-3;  risposta 
iattagli  dal  Dolfi,  4-6;  in  sua  presenza  si  tratta 
l'accordo  tra  i  Borgia  e  i  Bentivoglio  e  ne  fe  rogato 
l'atto  con  strumento  di  Ercole  Borgognoni  e  di 
Agapito  Giraldini,  319,  4-6;  condizioni  d.  pred.  ac- 
cordo,  318,  19-319,  1-3;  cf.  22-24;  per  esso  si  obbliga 
fra  Taltro  a  ridare  la  grazta  ai  Bentivogllo  confer- 
mando  a  loro  e  allo  Stato  le  bolle,  e  privilegi  loro 
concessi  dai  suoi  predecctsori  e  assolvendolt  di  ognl 
■comunica,  318,  43-50;  cf.  376,  37;  gli  sono  maiidatl 
dal  Senato  di  Bologna  Carlo  Grati  e  Tomraaso 
Grengoli  per  la  firma  d.  capitoli  anzidetti,  319,  35- 
36,  rlc,  33;  11  approva  e  afferma  di  volere  renderli 
pi6  laldi  con  un  matrimonio  tra  una  sua  nipote  e 
Costanzo  di  Annibale  Bentlvoglio,  320,  30-34;  il  che 


h  accettato  da  Cesare,  38-39;  gliene  sono  inviatl 
capitoli  firmati  per  mezzo  di  Carlo  Grati,  38-30; 
imprigiona  in  Castel  Sant'AngeIo  11  card.  Orsini 
e  ve  lo  fa  avvelenare  insierae  ai  card.  Ferreri  e 
Mlcheli  (an.  1503),  321,  2,  5-8;  fa  costruire  una 
fortezza  a  porta  Maggiore  in  Bologna,  31-32;  per- 
seguita  11  card.  Giuliano  della  Rovere,  che  mette  in 
sospetto  degli  altrl  card.  (s.  a.),  328,  18-19;  cf.  15-16; 
11  pred.  per  timore  di  essere  da  lui  avvelenato  vive 
lontano  di  Roma,  16-17;  sua  boUa  al  Senato  di  Bo- 
logna  con  la  conferma  d.  pace,  321,  33-44;  che  per6 
da  alcuni  h  considerata  come  una  finta  per  coprire 
11  suo  malanimo  contro  la  c.  e  i  Bentivoglio,  46-49; 
lascia  libero  Giulio  Orslnl  (an.  1503),  323,  6-7;  fa 
leg.  di  Bologna  Federico  da  Sanseverlno  nemico  d. 
Beutivoglio,  8-9,  h  fatto  avvertire  dal  Senato  bolo- 
gnese  che  non  lo  avrebbe  accettato,  9-10;  ma  gli 
ambasc.  giungono  dopo  la  sua  f,  10-11 ;  infatti  aven- 
do  convitato  alcuni  ricchi  card.  a  un  banchetto  con 
11  proposito  di  avvelenarli,  37-39,  beve  Insieme  al 
figlio  per  errore  il  vino  apparecchiato  per  essl,  39-40; 
t  nell'undecinio  anno  d.  suo  pontificato,  40,  42-43; 
la  sua  t  riesce  grata  a  moltl,  specialmente  al  Ben- 
tivogllo,  44-48,  e  ai  dlspersi  signori  d'ltalia,  che  pren- 
dono  animo  a  ritornare  nei  loro  stati,  5-6;  rlc,  327, 
9;    343,  50;  360,   17. 

Alessandro  (frate)  cappellano  d.  Crociali;  parte  di 
Bologna,  crociato  con  Giacorao  Grati  (an.  1464), 
186,  4. 

Alessandro  detto  il  Prete  di  Pisa;  implicato  nella 
congiura  d.  Malvezzi  contro  il  Bentivoglio  In  Bo- 
logna,  e  iraplccato  ai  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488), 
251,  39-42. 

Alessandro  da  Imola  fa  un  presente  alle  nozze  di 
Giullo  Malvezzi  (an.  X464),  184,  28, 

Alessandro  da  Perugia  vicario  d.  vesc.  di  Bologna, 
fa  iraprlgionare  Don  Giovanni  da  Vienna  colpe- 
vole  di  oraicidlo  (an.  1466),  192,  21-24. 

Albssandro  (D')  Antonio  [Aato/iio  di  A/essai$dro]  ac- 
compagna  il  prlncipe  Federigo  di  Aragona  a  Mi- 
lano  a  prendervi  Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso 
(an.  1465),  187,  48-49. 

Albssio  V,   Gherri  0  Gkieri  A„  Orsi  A. 

[Alkssio  IV  CoMNENo]  IMP.  Di  Trebisonda  manda  un 
leg.  al  Concilio  in  Ferrara  (an.  1438),  50,  45. 

Alfonso  V.  Bentivoglio  A.,  Borgia  A.,  Dosi  A.,  Bsta 
{D')  A.,  Paleotti  A. 

Alfonso  II  RB  Di  Napoli  V.  AlfoHso  (PAfagona  duca 
di  Calabria  poi  Alfonso  II. 

Alponso  V  RE  Di  Aragona  b  ui  Napou  [re  Alphonso 
d' Aragonia,  d'Arragonia,  signor»  di  Puglia,  re  di 
NafoK\  padre  di  Maria,  98,  9-10;  di  Ferdlnando,  na- 
turale,  160,  13;  h  fatto  prigioniero  dai  Genovesl, 
nel  porto  dl  Gaeta  col  figlio,  11  vicerfe  di  Sicilta  e 
oitri  personaggi  (an.  1435),  42,  »-12;  cf.  33-35;  i 
mandato  da  Genova  in  custodia  a  Milano,  14;  fc 
Uberato  dal  duca  Visconti  contro  ia  volonta  d.  Ge- 
novesl,  13-15;  h  in  lotta  con  Renato  d'Angi6  pel  trono 
dl  Napoli  (an.  1438),  54,  11-12;  cf.  160,  12;  i  com- 
battuto  dal  Vigconti  e  da  Genovcsi,  Bolognesi,  Fio- 
rentini  e  Venezianl  perchi  Nlcol6  Piccinlno  suocap. 
aveva  occupato  i  castelli  e  le  c.  dl  Francesco  Sforza 
nella  Marca  Anconetana  [ttn.  1443],  96,  38-40;  per6  II 
duca  Viscontl  h  legretamente  d'accordo  con  lui  per 


406 


INDICE  ALFABETICO 


lAlfooao  V-Alidosi  FrancMco] 


roTlnare  lo  Sfona,  41-4};  i  «iiot  suldatl  nella  Marca 
attraTertano  ii  territorlo  bologneiie  per  recani  a  Mi- 
lano  In  aiuto  d.  duca  Vlscontl  contro  1  Vonezlani  (an. 
1446),  119,  31-44;  noblll  di  Buiogna  contrarl  a  Sante 
Bentirogiio  ne  cercano  i'aIuto  mentre  h  In  Roma- 
gna  (an.  1449),  13U,  35-U;  i  pred.  hanno  intenzione 
d'lntrodurre  in  Bologna  11  luo  eaerclto  con  il  Ticeri 
3S-39;  cf.  44-4S;  131,  1-3,  f;  Giambattlsta  Bentlro- 
glio  h  luo  segretario  [1.  a.j,  135,  35;  ric,  136,  4;  k 
vliltato  a  Napoli  dall'imp.  Federlgo  V  (an.  1453), 
141,  30-31;  fa  pace  col  Fiorentini,  i  Venezlanl,  ii 
duca  Sforza  e  loro  aiieati  (an.  1454),  146,34-35;  ra- 
tlfica  la  pred.  pace  e  Lega  concluia  per  venticinque 
anni  (an.  1455),  153,  43-44;  con  ie  lue  gaiere  lalva 
a  Orbetelio  Glacomo  Picclnino  dail'eitrema  rovina 
159,  30-31:  rappaclfica  i  Senesl  con  ii  Piccinlno, 
33-33;  paga  al  pred.  dlecl  mila  ducatl  per  conto  di 
Siena,  35;  Glacomo  Piccinlno  e  Federlco  da  Mon- 
tefeltro  ai  luo  soldo  muovono  guerra  a  Sigismondo 
Malateita  (an.  14S7),  164,  39-40;  f  In  eta  dl  60  anni 
(an.  1458),  165,39-40;  lascia  11  regno  dl  Aragona  e 
di  Siclliaal  fratello  Giovannl  rc  dl  Navarra,  40-41; 
e  11  regno  di  Napoll,  che  aveva  con  le  lue  arml 
conqulstato  e  tenuto  per  ventlquattro  annl,  a  Fer- 
dlnando  luo  figiio  naturaie,  41-4};  ne  h  ric.  l'affetto 
per  l'erudlto  Antonio  Panormlta,  166,  1-3. 
ALroMso  Di  Araoona  duca  dj  Calabria,  foi  Alpon- 
»0  II  RK  Di  Napolj  ;  porta  anche  11  tltolo  di  prln- 
clpc  di  Taranto,  187,  37-3»;  figllo  dl  re  Ferdlnando 
di  Napoii,  36;  225,37-33;  padre  di  Isabella,  253,39; 
e  dl  Alfonio  naturale,  308,  50;  avendo  ipo- 
sato  Ippollta  Marla  Sforza  figlla  d.  duca  dl  Mllano 
manda  11  fratello  Federlgo  con  molto  leguito  a  pren- 
deria  (an.  1465),  187,  36-41;  con  grosso  eserclto  va 
verio  Roma  per  passare  a  Ferrara  in  aluto  d.  duca 
d'Este  (an.  1482),  225,  37-39;  i  vlnto  da  Roberto 
Malatesta,  39-41;  i  el.  cap.  d.  Lega  In  luogo  d.  f  Fe- 
derlgo  da  Montefeltro  (an.  1483),  226,  19-30;  si  reca 
coi  suoi  soldati  e  con  una  guardia  personale  di  ot- 
tocento  Turchi  a  Bologna  ospite  di  Glovanni  Ben- 
tivogllo,  30-33;  fa  cav.  aurato  Aiessandro,  terzo  figlio 
d.  pred.,  33-34;  parte  dl  Bologna  per  Ferrara,  34; 
rappresenta  il  re  di  Napoii  alla  Dieta  degli  alleati 
in  Cremona,  226,  37 ;  approva  di  muovere  guerra  ai 
Veneziani  a  prlmavera,  30-33;  cou  forte  esercito  4 
nel  Bergamasco  contro  1  pred.,  228,  8-9;  h  coadiu- 
vato  all'ai3edio  di  Asola  da  Glovannl  Bentivogiio, 
9-14,  che  manda  ad  espugnare  Bagnolo  (an.  1484), 
230,  20;  h  molcontento  d.  pace  conchluia  coi  Vene- 
zlanl,  231,  3-4;  di  rltorno  daila  Lombardia  paisa 
dl  Bologna  ricevuto  con  onore,  15-17;  h  ospitato 
da  Giovanni  BentiTogilo,  che  con  rlcco  seguito  lo 
accompagna  a  Tisitare  il  corpo  di  San  Domenlco, 
la  bibbia  di  Esdra,  I  filatoi  e  altre  cose  e  luoghl 
notevoii  d,  c„  lJ-31;  parte  per  Napoli,  21-33;  giunge 
a  Faenza  con  moitl  cavalii  per  prendere  la  mezzo 
Roberto  da  Sanseverino  (an.  14S6),  234,  49-50,  ma 
non  vi  rlesce,  235,  3;  sl  fa  rappresentare  alie 
nozze  di  Annibale  BentlTOgilo  dal  conte  Artuso 
di  Napoli  (an.  1487),  236,  37;  suo  dono  olla  sposa, 
239,  5-6;  dlTlene  re  di  NapoH  alla  f  d.  padre  Fer- 
dinando  (an.  1494),  275,  39-40;  da  Giorannl  Bentl- 
vogiio  gli  h  mandato  Crlstoforo  Poggi  a  con- 
dolersi  d.  f  d.  padre  e  rallegrarsi  d.  sua  assunzione, 


40-41;  re  Carlo  Vm  di  Prancla  li  appretta  a  con- 
triitargil  11  trono,  376,  11-13:  st  confedera  con  11 
pp.,  1  Fiorentini  e  i  slgnorl  dl  Romagna  contro  II 
pred.  e  11  duca  dl  Mllano,  30-33;  cf.  277,  41-50;  fugge 
dl  Napoll  a  Iichia  con  11  fratelio  Federigo  (oa. 
I49S),  285,  19-20. 

[ALroNso  t>'\»AooHA]  figlio  naturale  dt  Alfon- 
10  II,  nlpote  di  re  Federlco  IV  di  Napoil,  dlrlene 
marlto  di  Lucrezla  Borgia  (an.  1493],  308,  SO;  k 
ucciio  dal  cognato  Ceiare  geloto  delPaffetto,  che 
arcTa  per  lui  il  suocero,  309,  1. 

Alpkbdo  r.   //tsse/  A. 

Alioosi  (pamiolia)  rlc,  3,  31. 

AUDosi  Francesco  [card.  <U  Pavia]  da  Caatel  dei  RIo, 
Tetc.  dl  PavU,card.  del  tltoio  dl  Santa  CecUia;  fra- 
tello  dl  Riccardo,  385,  43-44;  386,  1;  accompagna 
a  Bologna  Glullo  II  e  alloggla  in  coia  di  Agoitino 
Marsiii  in  San  Mamolo  (an.  1506),  357,  1-3;  cciebra 
in  San  Petronio  una  solcnne  messa  cui  interven- 
gono  il  pp.,  i  card.,  I  Signori  e  tutto  11  popolo,  358, 
14-16;  gli  h  dato  Incarico  dai  pp.  di  modificare  1  ca- 
pitoli  con  Boiogna  secondo  11  desiderlo  d.  Bolognesi 
(an.  1507),  364,  11-14;  el.  i^.  di  Bologna  vi  fa  la 
sua  entrata  solenne  riceTuto  con  gran  pompa  datla 

c.  (an.  1508),  386,  1-3;  [cf.  an.  1507,  376,  13-15,  doTC 
la  data  h  errataj  detlene  moltt  d.  clttadini  che  sl 
erano  troTati  alla  roTina  d.  pal.  Marescotti  e  11 
multa  per  la  rlcostnulone  d.  detto  pal.,  386,  4-6;  ne 
rlcaTA  una  somma  magglore  di  quella  richiesta  al- 
i'uopo  dai  maestro  Giovanni  Beroaldi  (an.  iSoS),  389, 
11,  14-16;  raduna  in  Pal.  i  Quaranta  per  ascoltare  ta 
messa  e  trattlene  presso  dl  th  con  un  pretesto  Al- 
l>erto  Castelli,  Innocenzo  Ringhierl  e  Sallustio  Gui- 
dotti,  390,  1-5;  li  fa  strangolare  insteme  a  Bartolo- 
meo  Magnani  perchi  avevano  scritlo  ai  Bentlvo- 
glio,  6-8,  11-13;  fa  qulndi  tagliare  il  capo  ai  radaveri 
e  portarli  tn  Piazza  sopra  stuoie,  10-11;  concede  ai 
parenti  di  seppellirli  con  onore,  11-13;  11  sostituisce 
nei  Senato  con  Bonifacio  Fantuzzi,  Gtambattista 
Castelli,  GiuHo  Pasl  e  Giacomo  Lojani,  15-19:  fa 
imprigionare  parecchi  clttadlnt  compltci  in  un  com- 
plotto  a  farore  d.  BentlTOglio,  31-46;  manda  Camillo 
Gozzadini  con  moiti  caTalleggeri  a  LodoTlco  della 
Mirandola  In  Bondanello  per  ottencrne  i  prigionleri 
bolognesl,  391,  28-31 ;  in  San  Pctronio  consacra  vesc. 
dl  Nicea  1'arciprete,  che  aTCva  costrutfo  11  castelio 
di  Galllera,  393,  31-23 ;  assolda  genti  contro  1  Ve- 
nezlant  e  comanda  sia  fatta  buona  guardia  di 
notte  nella  c.  (an.  1509),  43-44;  col  Senato  emana 
bandi  per  impedire  ogni  comunicazione  coi  Benti- 
Toglio,  l'ingresso  d.  loro  seguaci  in  c,  o  aiuti  d. 
Bolognesi  ai  pred.,  44-394,  1-2 ;  torna  a  Bologna, 
dopo  breve  assenza,  rlcevuto  dai  magistratl  alla 
porta  di  Saragozza,  32-24 ;  a  sua  Intercesslone  11 
pp.  Ilbera  Gaieazzo  Marslli,  d.  cut  famigiia  era 
stato  ospite,  395,  1-3;  passata  la  rlTJsta  a  una  com- 
pagnta  di  novecento  fanti,  con  questi  e  altre  genti 
va  in  Romagna,  4-6;  prende  Solarolo,  31 ;  toma 
a  Bologna,  34-35;  manda  al  campo  in  Romagna  1 
caTalll  inviatt  dat  duca  d'Eite  a  Bologna  in   aluto 

d.  pp.,  23-24;  udita  ia  presa  di  Brtsighella  e  di  Valle 
di  Lamone  torna  al  campo  e  conduce  l'esercito 
contro  Granarolo,  35-37;  dopo  rlpetutl  e  vanl  as- 
saltl  rottlene  a  patti,  37-40;  fa  prigionlero  GloTanni 


[Alidosi  Fr.-Amboise  (D')  Qiorgio]    INDICE  ALFABETICO 


407 


Greco,  cap.  d.  Veneziani  a  Ravenna,  con  cinque- 
cento  soldati,  396,  5-6;  prende  Faenza  a  pattl  e  ri 
entra  oon  gran  favore  d.  popolo,  7. 

"  AuDOSi  PAsquAi.i  GiovANNi  NicoLO  amico  Intrinseco 
dello  storico  Giiirardacci,  dl  cui  raccoglie  le  estrerae 
parole,  XLV,  U-16;  afferma  clie  il  pred,  aila  sua  ■f 
aveva  compiuto  la  secoada  parte  d.  Hhtoria  lii 
Bologna,  lasciando  Incomlnciata  la  terza  parte  che 
doveva  esser  condotta  slno  al  1572,  16-20,  s-io;  di- 
chiara  in  un'annotazione  autografa  che  11  Ghirar- 
dacci  mor\  nel  dicembre  1598  in  eti  di  79  anni,  XI, 
31-33,  cf.  XVII,   2-15;   nc,  53-S* ,- 

Alidosi  Riccardo  dl  Castel  Del  Rio ;  f ratello  d.  card., 
385,  43-44;  386,  1;  marito  dl  Brigtda  Orsini  d.  conti 
di  Pitigliano  (an.   1508),  385,  43-44. 

Alidosio  V.  Sassaiello  (Da)  A. 

['AuGHiBRi  Dasttk]  t  [an.  1321],  LIV,  7/ „, 

Alimenti  de'  Nbgri  Giovanni  V.  Negri  Giovanni. 

Alippo  V.  Lippo. 

Allamakia  Giacomo  \Iacomo  di  Aiemania]  beato ;  f rate 
Predicatore;  f,h  sepolto  in  San  Doraenico  (an.  1491), 
264,  1-3. 

Allamania  Nicolo  [IVicolb  dalla  Magna]  parte  di  Bo- 
logna  crociato  con  Achille  Malvezzl  (an,  1464), 
185,  37. 

AllborI  (D')  Ivo  [monsig^nor  Alegra,  monsignor  tVAlU- 
gro\  cap.  d.  Francesi  sotto  Imola  e  Forli  (an.  1499), 
298,  9-13;  ^  inviato  dal  re  di  Francia  al  duca  Va- 
lentlno  con  molte  lancle  e  fanti  (an.  1500),  300,  31- 
33;  passa  con  le  sue  genti  dal  Bolognese,  46;  entra 
In  c.  onorevolmente  ricevuto  e  ospitato  dal  Benti- 
voglio,  46-47;  i  suoi  soldati  danneggiano  il  territorio 
di  Bologna,  47-48  ;  attende  a  porta  San  Miniato  e 
scorta  al  campo  francese  Giovanni  Bentivoglio  esule 
da  Bologna  (an.   1506),  349,   16-17. 

Allumb.  Ne  sono  scoperte  delle  miniere  a  Tolfa,  e  poi 
a  Volterra  (an.  1463),  182,  5-7;  prlma  di  questa 
scoperta  era  importato  dalla  Turchla,  7. 

"  Almanacco  Statjstico  bolognesb  (an.  1836)  con- 
tlene  la  Narrazione  ilelle.  notte  di  Annibale  II  Ben- 
tivoglio  nel  1487,  XXV,  25-26  „. 

Almerigo  V.  Amtrigo. 

Alonso  (Don)  d'Aragona  parente  di  re  Ferdlnando; 
con  Roberto  Sforza  e  duemila  uomini  parte  dl  To- 
9cana  e  si  reca  all'esercito  d.  Lega  presso  l'Idice 
(an.  1467),  193,  48-49 ;  h  uno  d.  cap,  d.  pred.  eser- 
clto,  194,  3;  prende  parte  alla  battaglla  d.  Mezzolara, 
7;  in  seguito  alla  pace  torna  a  Roma  con  11  cav, 
Orsinl  e    quaranta  squadre  (an.   1468),   199,  35. 

Alpi  vallcate  da  Luigi  XII  con  un  esercito  dl  ventlcln- 
quemlla  uomlni  (an.   1499),  297,  3. 

Alsazia  (Landgravio  di)  {Lantgravit  Aliaciae]  tltolo 
dell'lrap.  Massimiliano,  279,  20-21. 

Altasbta  [Altaseda]  v.  Bologna  (strade). 

Altedo  [E/iedo,  Al  Tedo]  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  150,  43- 
44;  gravemente  danneggiato  da  una  grandlnata  (an. 
1500),  300,  8-9. 

Altedo  (Di)  Bassotto  [Basotto  d'A/tedo]  figlio  di  Gu- 
gllelmo,  28,  49;  per  i  capitoli  d.  pace  h  dichiarato 
bandito  dalla  c.  e  territorio  di  Bologna,  Imola  e 
Modena,  sotto  pena  d.  confisca  d.  bent  e  d.  punl- 
zlone  sancita  negli  Statuti  (an.   1341),  42-46,  49, 

Altboo  (Di)  Guolielmo  padre  di  Baitotto,  2S,  49. 


["  Altknbbrg  (D'))  contb  Corrado  fa  prigioniero  Azzo 
d'Este  a  Porto  (an.  1395),  LXV,  12-13;  io  vende  ad 
Astorre  Manfredi,    14  ;,. 

Alticonti  V,  Aiticonti. 

Altobello  V.  Averoldi  A. 

Ar.viANo  (D')  Bartolomeo  cap.  di  ventura  al  soldo 
degli  Orsini;  f  PP>  Alessandro  VI  sl  reca  in  To- 
scana  passando  di  Bologna  (an.  1503),  324,  6-7,  14- 
15 ;  offre  ai  Baglioni  ii  suo  aiuto  nelle  cose  di  Pe- 
rugia,  15;  e  al  soldo  d.  Pisani  (an.  1505),  337,  25- 
26,  cf.  338,  14-15;  noral  d,  cap.  ai  suoi  ordini,  337, 
34-38 ;  ingaggia  battaglia  a  San  Vlncenzo  pr.  Cam- 
piglla  colI'esercito  fiorentino  comandato  da  Ercole 
Bentivoglio  e  dopo  sette  ore  dl  alterno  combatti- 
mento  e  vinto  con  gravi  perdite  dl  carriaggi  e  di 
uomini,  39-45,  cf.  338,  U-U;  e  assoldato  da  Ascanio 
Sforza  per  rimettere  i  Medici  in  Firenze,  339,  15-16; 
h  fatto  prigioniero  a  Ghlara  d'Adda  da  Luigi  XII 
(an.  1509),  396,  2-3. 

Alviano  (D')  Luigi  fratello  di  Bartolomeo  i  nelPeser- 
cito  d.  pred.  contro  i  Fiorentlni  (an,  1505),  337, 34-36, 

Ambasonb  V.  Aubusson, 

[Amuoisb  (D')  Carlo]  vicbrJ;  di  Milano  [vicerb  di 
Francia  e  di  Milano,  sire  di  Chaumoni,  Carlo  di  Chia- 
ramonic]  menda  aiuti  al  Valentino  (lyai),  317,  36; 
ordina  che  sieno  liberati  i  due  ambasc.  dl  Bologna 
imprlgionati  dal  soldati  francesi,  320,  18,  cf.  11-14; 
manda  a  Bologna  per  aiuto  contro  gli  Svizzeri  scesi 
In  Lombardia  (an.  1503),  322,  40-41;  gii  sono  inviatl 
dal  Senato  cento  uomini  d'arme  con  la  divisa  d.  c, 
41-43;  si  reca  a  Bologna  a  incontrarvi  il  card.  Gior- 
gio,  suo  zio,  reduce  da  Roma,  328,  40-41;  col  pred. 
fe  oapite  d.  Bentivoglio,  42;  parte  con  lui  per  la 
Lombardia,  43;  mette  a  ordine  pedoni  e  lancie  in  fa- 
vore  di  Giulio  II  e  a  poco  a  poco  li  invia  verso  Bo- 
logna  (an.  1506),  347,  8-IO;  intima  la  resa  al  castel- 
lano  dl  Castelfranco  minacciando  altrimenti  l'as3al- 
to,  25-28;  ottenuto  il  castello,  impone,  con- 
tro  1  patti,  una  taglia  di  quattrocento 
ducati,  28-31;  manda  un  ambasc.  al  pp.  in  Imola 
ad  esporgli  lo  stato  miserando  delI'esercito  francese 
sotto  Bologna  in  suo  servizio,  351,  15-19,  e  11  mal- 
contento  e  lo  sdcgno  d.  re  se,  per  mancanza  di  aiuto, 
tale  esercito  affamato  e  in  tristi  condizionl  perlco- 
lasse,  19-22 ;  si  reca  a  Bologna  a  f are  omagglo  a  Giu- 
lio  II,  ed  fe  onorevolmente  ricevuto,  358,  4-9;  entra 
da  porta  San  Mamolo,  lo;  motlvi  attribuitl  alla  sua 
venuta,  10-13;  torna  a  Milano,  18;  per  ordine  dl  Lui- 
gi  XII  imprigiona  in  castello  Giovannl  Bentivoglio 
in  seguito  alla  spedizlone  d.  figll  contro  Bologna, 
(an.  1507),  370,  17-21 ;  interrogatolo,  sl  persuade  d. 
Innocenza  dl  lui,  e  d.  colpevolezza  di  Ginevra  sua 
moglle  e  in  questo  aenso  scrive  al  leg.  e  al  Senato 
dl  Bologna,  22-28 ;  le  sue  lettere  sono  lette  pubblica- 
mente  in  Bologna  dalla  Ringhlera  e  se  ne  fa  gran 
festa,  28-30. 

[Amboise  (D')  Giorgio]  [arcivisc,  cardinale  Roano,  eard, 
di  Narbona,  ambasciatore  d.  re  cattolico]  arcivesc.  di 
Narbona,  poi  di  Rouen,  e  card.  di  San  Sisto,  344,  2; 
vlceri  dl  Lombardia,  si  reca  a  Mllano  con  i  card. 
della  Rovere  e  Riarlo  (an.  1501),  307,  »-21;  Glo- 
vanni  Bentlvoglio  manda  a  osseqularlo  France- 
sco  Fantuzzi  e  Giacomo  da  Gambara  con  ricchi 
donl,  19-22;  concede  al  Bentivoglio  la   restituzlone 


408 


INDICE  ALFABETICO  (AmboiMCZ^OOiorKio-AmortaiO.B.] 


<J.  luol  euteUI  lii  Ghlara  d*Adda  e  ie  entrate  d. 
dole  dl  Ippolita  Sforza  toltegll  dal  Trlrulxlo  nella 
prlmn  oocupaiione  francene  d,  t.ombardla,  J3-27;  II 
Bentlroglto  gli  inrla  il  figllo  Anton  Galeazzo  con 
teguito  a  rallegrarsi  dcll'acqulsto  d.  reame  di  Na- 
poll,  308,  3-7;  patsa  dl  Boiogna  direttu  a  Roma  per 
iVlezione  d.  pp.  (an,  1503),  324.  2»-29,  cf,  37:  i  ac- 
colto  con  feste  d.  c,  e  allogglato  preiao  il  Bentiro- 
giio,  39 -30;  ripaiia  da  Boiogna  al  rltorno  in  Fran- 
cia,  328,  39-40;  gli  riene  incontro  luo  nipote  Cario 
vlcerh  di  Miiano,  40-41;  h  ospltato  col  prcd.  da  Glo- 
rannl  Bentirogllo,  42,  parte  dl  Bologna  per  Lombar- 
dla,  42-43;  appoggla  presio  I^ulgi  XII  la  domanda  di 
aiuto  di  Giuilo  11  contro  i  Bentlrogiio  (an.  1506), 
344,  2-3;  li  reca  e  Bologna  con  Cario  Gratl  e  11  leg. 
per  ottenere  che  1«  c.  faccia  entrare  1  Franceii  per 
accordo  349,  44-46;  11  popolo  si  oppone  aiia  rl- 
chiesta  pred,,  4J-50;  ottlene  solo  una  tregua  per 
i'eierclto  francese,  351,  10-U;  i  Boiogneii  non  li 
fidano  di  lul,  36-37,  rlc,  42;  con  11  raarcheie  Gonzaga 
va  al  campo  francese  conducendo  l  princlpali  dcl- 
i'esercito  a  rifoclliarsi  In  Boiogna,  I  quail  pol  a  lera 
rlaccompagna  per  loro  ilcurezza,  352,  25-30;  h  d.  pa- 
rere  dei  Gonzaga,  che  In  Conslgilo  proponc  siano 
date  ai  Francesl  rettovaglle  e  aglo  di  estrarre  dal- 
I'acqtia  ie  loro  artiglierie  perchi  possano  partlre, 
30-36;  accompagna  Gluiio  II  a  Bologna  in 
quailtii  dl  ambasc.  d.  re  francese  e  alloggia  in  caia 
di  Criitoforo  Poggl,  357,  20;  a  .Milano  gli  h  affidato 
l'eiame  dl  Gioranni  nentlvoglio  In  confronto  d.  ac- 
cuse  mossegli  dal  Senato  dl  Boiogna  (an.  1507),  376, 
20-21 ;  fa  venire  avantl  a  sfc  gii  arabasc.  bolognesi  e  11 
Bentivoglio,  21-22;  ascoltati  gll  uni  e  I'aitro  gludlca 
Giovanni  innocente,  22-377,  1-27;  e  risponde  agii 
ambasc.  che  ii  re  Luigi  XII  conservera  Giovannl 
e  Aiessandro  sotto  ia  sua  protezione,  2t-29;  non  cosl 
Ermes  e  Annibale  dal  quall  11  Senato  dorera  guar- 
darsi,  29-31. 

[Amboise  (D')  LoDovico]  [frattllo  d.  vieeri  di  Mi/ano] 
ei.  card.  da  Giulio  II  nei  dicembre,  riserrandone  ia 
pubbiicazione  ai  maggio  deli'anno  renturo  (an. 
1506),  360,  44,  47-49;  la  sua  nomina  era  una  d,  con- 
dlzioni  impostc  da  Luigi  XII  al  pp.  per  aiutarlo  a 
riprendere  Bologna,   46-47. 

Ambrooio  [Antirotio]  P,  Broechetta  A.,  Contarimi  A,, 
Contrari  A.,  Griffi  A.,  Monte  {Dnl)  A..  N»ti  A., 
Za$nbeccari  A. 

Ambrooio  \Ambroiio\  tlntore;  h  ucciso  in  Bologna  du- 
rante  i  torbidl  per  la  f  di  Annll>ale  Bentirogilo 
(an.  1445),  106,  26.  32. 

Ambrogio  [Ambrosio]  di  Lodl,  o  anche  di  Milano,  386, 
10;  calzolaio;  la  sua  caia  in  Bologna  e  atterrata 
per  fare  il  mercato  (an,  1496),  290,  19-20;  nel  fon- 
damenti  si  trorano  gessl,  macignl  e  tubi  di  piombo, 
20-24  ;  h  raultato  in  dueccnto  ducati  per  ia  riedifica- 
zione  d.  pai.  Marescotti  (an.  1508),  386,  10;  389,  9, 

Ambrogio  da  Cora  \AmbroHo\  generale  degii  Eremita- 
ni;  sopraintende  alla  fabbricazione  d.  portico  di 
strada  San  Donato  fatta  dagli  Ereraitani  di  San 
Giacomo  in  Boiogna  (an.  1477),  216,  33-34, 

Ambrogio  (Sant')  locallti  presso  11  Panaro  in  quei  di 
Modena,  94,  37-3S;  vl  sono  scarablati  Gaipare  e 
Achllle  Malrezzi,  prigionieri,  con  Franceico  Plcci- 
nino  pure  prlgioniero  (an.  1443),  46-95,  1-2. 


Ambroii  Gioroio  \Gi»rgio  degli  Ambreri\  fa  un  preiente 

aile  nozse  dl  Giulio  Maireszt  (an.  1464),  184,  27. 
Ambrosini  lono  fuoruKlti  dl  Bologna  (an.  f4$o),  134, 

32,   36-37, 

Ambrosini  Giovanni  [Giovamni  di  /.Mndo  dotto  Gio- 
vanni  d'Ambro$ino\  bolognese;  figlio  dl  Lando,  25, 
20;  59,  13;  68.  12;  100,  19;  109,  j-4;  padre  di  Ni- 
C0I6,  109,  3-1;  139,  37;  leguace  d.  Canetoii,  100,  19; 
porta  ai  leg.  Acciopacl  In  San  Gioranni  in  Perslceto 
iettere  d.  pp.  Eugenlo  IV  (an.  143 1),  25,  30-22;  giunto 
a  Boiogna  da  Milano  h  chiamato  dal  Senato  e  Im- 
prigionato  nel  caitello  di  Porta  Galliera  perchi  lup- 
posto  latore  di  ambasciate  tra  11  duca  e  1  Canetoli 
(an.  1439),  59,  13-15;  h  lil>erato  per  ordine  d.  duca, 
15-16;  h  fuoruscito  (an.  1440),  68,  31;  h  ucciio  in 
piazza  da  Lodorlco  Mareicottl  (an.  1444),  100, 19-31. 

Ambrosini  Lahdo  padre  di  Giorannl,  25,  31;  59,  12; 
68,  12;  100,  19;   109,  3-4. 

Ambrosi.vi  Nicolo  [Nicoli  d* Ambrosino\fi%\io  dl  Gioran- 
ni,  109,  3-4;  139,  37;  leguace  d.  Canetoii  e  bandlto 
di  Bologna  (an,  1445),  109,  3-4;  partecipa  alla  ipedi- 
zione   d.   fuoruscitl  per  rlentrare  in   c.   (an.    1451)1 

138,  S;   fatto   prigloniero   h  confinato    nel   Friuli, 
raercfe   una   sicurtsi  di  cinquecentocinquanta  fiorini 

139,  37-38. 
Ameoeo  V,  Bernti  A. 

Amedeo  VIII  duca  di  Savoia  h  In  lega  col  Veneziani, 
coi  Fiorentini,  con  Glanfrancesco  Gonzaga  lignore 
dl  Mantova  e  con  Nicol6  d'Este  march.  di  Ferrara 
contro  11  duca  di  Milano  (an.  1436),  4,  40-41;  h  el. 
antipapa  dal  Conciiio  di  Baillea  e  prende  ii  nome 
di  Felice  V  (an.   1439),  60,  38-29. 

Amelia  (D')  V.    Venturelli  Giovanni. 

[Amenbo  d'Ai.brst]  [montignor  di  Ciamia/es]  cognato 
di  Cesare  Borgia;  h  da  lul  trattenuto  in  Imola  (an. 
1502),  319,  47, 

Amsrighi  Amerioo  [Merigo  di  Nieolb,  Almtrigo  di  Ni- 
eolb  di  Almerico\  figlio  di  Nicoid,  9,  39;  44,  39;  drap- 
piero;  Anziano  di  Bologna  per  porta  San  Piero 
(an.  1428),  9,  39-40,  perchi  seguace  del  Canetoli  gli 
sono  fatte  sequestrare  tutte  ie  armi  dal  pod.  Offlda 
(an.  1435),  44,  39-42;  chiamato  ai  lindacato  d.  lua 
gestione  sui  dazi  ed  entrate  d.  c,  da  una  sicurti  di 
cinque  raila  llre,  45-48. 

Amerighi  Andrea  [Andrea  MerigH\  e  bandito  dl  Bo- 
iogna  (an.  1430),  19,  26,  44. 

Amsrighi  Bartolomeo  figiio  dl  Nicoi6;  impreita  al 
cora.  dl  Bologna  duecentocinquanta  scudi  e  ne  di- 
viene  tesoriere  (an.   1440),  62,  24. 

Amsrighi  Nicolo  [Nieolb  di  A/merico]  padre  di  Arae- 
rigo,  9,  39;  di  Bartolomeo,  62,  34. 

Amerigo  [Almerigo,  Merigo]  z'.  Amtrigki  A.,  Binnchini 
A.,  Boccki  A.,  Sanseverino  (Da)  A. 

Amico  t'.  Bnrice. 

[Amidano]  Nicol6  \Nicoli  da  Cremona]  reic.  di  Pia- 
cenza;  va  ambasciatore  d.  pp.  a  Llonello  d*Este  per 
chiedergil  dl  aiutare  i  Bologneii,  ma  non  condude 
nulla  (an.  1448),  126,  26. 

Amola  (Dall')  Bernardo  padre  dl  Giovannl,  142,  9. 

Amola  (Dall')  Giovannx  figlio  di  Bernardo,  142,  9;  i 
l>andito  di  Bologna  perche  compUce  d.  liberazione 
d.  prete  mago  (an.   1452),  8-9. 

Amorini  Giambattista  \Gi»vanMi  BaUista].  Sua  casa 
rlc,  293,  19-20. 


[Amorone-Angelini  Giovanni] 


INDICE  ALFABETICO 


409 


Amoronb  V.  Gtiicioiii  A. 

"[AmorottiNicola]//-.  ;  icriv€  al  fadre  Gaetano 
Giacomelli  per  un  ritratto  di  fra  Cherubino  Gkirar- 
dacci  (an.   1776),  XXXVIII,  a8-3'. 

Ampruneta  V.  Imfruneta. 

Anaoni  [Ana»ia\  v.   Giovanni  di  Anagni. 

Anania  (Di)  V.  Anagni. 

Anastasia  V.  Grassi  A. 

Ancona.  Vi  si  raccoglie  l'armata  dei  Tari  principi  per 
ia  spedizione  contro  i  Turcbi  (an.  1464),  183,  6-7, 
c£.,  185,  23-24;  vi  si  reca  Pio  II  a  tale  scopo,  183, 
23,  23-24  ;  il  pred.  si  ammala,  24-25 ;  vi  si  reca  ii  leg.  di 
Bologna  con  Paolo  Volta  a  visitare  il  pp.,  2S-25;  ric, 
31 ;  vi  giunge  il  doge  di  Venezia  con  quattordici  ga- 
leeealtri  ottantaquattro  legni  (an.  1464),  186,  11-12; 
ii  pp.  vi  f,  12-13;  ne  partono  1  card.  col  corpo  di 
Pio  II  per  Roma,  13-U;  ne  parte  il  doge  con  gli 
aitri  senza   dare  fine  all'impresa,  15-17,  cf.  183,  5-7. 

—  (Marca).  Nicol6  Piccinino  ne  sottomette  alla  Chie- 
sa  citta  e  castelli  di  Francesco  Sforza  (an.  1442), 
72,  U-13;  (an.  1443),  96,  38-40;  si  forma  una 
Lega  per  opporsigli,  38-39;  11  Piccinino  ne 
parte  per  la  Lombardia  (an.  1444),  98,20;  ric,  115, 
1 ;  i  soldati  d.  re  di  Aragona,  clie  vi  avevano  guer- 
reggiato  con  Francesco  Sforza,  ne  partono  per  la 
Lombardia  (an.  1446),  119,  3»-40;  ne  h  signore  il 
duca  di  Milano  (an.  1455),  154,  14;  II  pp.  vi  manda 
soldati  (an.  1461),  176,  2;  vi  passano  Slgismondo 
Malatesta  e  il  conte  della  Mirandola  per  recarsi  in 
Puglia  (an.  146»),  179,  25-28;  i  pred.  al  confine  pr. 
il  Tronto  sono  fermati  da  Lodovico  Malvezzl  e  da 
Matteo  da  Capua,  28-30;  vi  torna  il  Malatesta  e  si 
accampa  a  Sinigaglia,  30-31;  il  Senato  di  Bologna  vi 
manda  a  coinperare  grano  (an.  1483),  227,  24-25;  ne 
partono  gli  aileati  per  scontrarsi  col  Valentino  a 
Imola  (an.  J502),  315,  40-41  ;  vi  si  recano  i  cap.  d. 
pred.  a  conquistaria  in  suo  nome  (an.  1503),  320, 
39-41;  anche  vi  arriva  il  Valentino,  38-39,  41-42;  vi 
passa  il  pp.  Giulio  II  (an.  1506),  344,  46-47;  vi  si 
reca  il  leg.  card.  d'Este  (an.  1509),  394,  33-34. 

—  (legati  della  Marca)  V.  Giovanni  Bestarione  (an. 
1450),  Francesco  Condulmer  (an.   14S9). 

—  (marchess  della  Marca)  V.  Sforza  Francesco. 
Andalo  V.  Bentivoglio  A, 

AndrIsa  V.  Albanesi  A.,  Alberghi  A.,  Amerighi  A.,  An- 
gelelli  A.,  Avogli  A.,  Battaglia  A.,  Bentivoglio  A., 
Bettini  A.,  Bianchetii  A.,  Bolognini  A.,  Borselli  A., 
Cambi  A.,  Camfane  (Dalie)  A.,  Carabuiso  A.,  Ca- 
sali  A.,  Castelli  A.,  Crescimbem  A.,  Fivizzani  A., 
Foscherari  A.,  Fuzxi  A.,  Gambalunga  A.,  Gessi  A,, 
Ghirardacci  A.,  Glisilieri  A.,  Giglio  (Del)  A.,  Grassi 
A.,  Grati  A.,  Lamarl  A.,  Leoni  A.,  Matjnani  A., 
Manteirna  A.,  Montecalvi  A.,  Moschetti  A.,  Papaz- 
toni  A.,  Pegolotti  A.,  Pefoli  A.,  Rodaldi  A.,  liossi 
A.,  Saechi  A.,  Salaroli  A.,  Savi  A.,  Serrano  A., 
Usbtrti  A.,  Vasselli  A.,  Zocehini  A.;  t'.  anehe  Gio- 
vanni  Andrea. 

. . .  Anorka  di  raeiser  Geno ;  suo  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.  14S4),   149,  31-32. 

Andrua   i)\  SiClLlA   V.  Barhatta   A. 

Andrka  (Don)  da  Sauoooia  \Don  Andrea  da  Samosa\ 
perch^  amico  d.  Bentivoglio  i  confinnto  a  cinquanta 
miglia  da  Bologna  neiie  terre  d.  Chlesa  (an,  1507), 
362,  45-47. 


Andrea  (Sant*)  in  Puglia ;  dannegglato  dai  terremoto 
(an.  1466),  190,  33. 

Andrea  (chiesa  di  Sant')  V.  Bologna  (cAiese). 

Andrbolo  V.  Domenico  di  Andreolo. 

....  Andrionb  passa  di  Bologna  al  seguito  di  Giacomo 
Piccinino  (an.  1464),  185,  8,  11. 

Andromaco  da  Parma  canonico ;  si  fa  crociato  con 
Giacomo  Grati  e  con  lui  parte  di  Bologna  (an.  1484), 
185,  48-49;  186,  3-4. 

Anblle  (Dalle)  Filippo  [Filifpo  dalle  Anella\  figlio  di 
Sllvestro,  18,  15;  fe  richiamato  in  Bologna  (an.  1430), 
1-2;  fa  pace  a  nome  di  Antonio  Bentivogllo,  con  i 
Canetoli,  5-5;  prende  parte  al  Consiglio  d.  Sessanta 
indetto  dagli  Anziani  (an.  1430),  13-14;  fe  accusato 
di  volere  ricondurre  tutti  gli  sbanditi  d.  sua  parte 
in  c.  e  di  mutare  lo  stato,  30-32;  fe  sostenuto  nel 
pai.  d.  Notai,  34-35;  fe  invitato  a  cena  dagli  Anziani, 
37-40;  b  ucciso  da  sicari  di  Battista  Canetoli  nel 
pal.  d.  Notai,  42-45;  il  suo  cadavere  e  spogliato  e 
trasportato  alPOspedale  d.  Morte,  45-45. 

Anellk  (Dallk)  Silvestro  [Silvestro  dalle  Anella\  pa- 
dre  di  Filippo,  18,  15,  1 

Angelelli  di  Bologna ,  in  casa  loro  sono  ospltati  i  let- 
teratl  Giovanni  Aurispa  e  Guarino  Veronese  (an. 
»453).  143,  40. 

Angelelli  Andrea  dottore  di  iegge  fe  degli  Anziani  per 
il  settembre  e  l'ottobre  (an.  1445),  111,  7-8. 

AkgeLelli  Cristoforo  [Cristoforo  Angelino\  el.  degll 
Anzianl  (an.  1506),  359,  14-15;  h  dal  pp.  fatto  cav, 
aurato  (an.  1507),  362,  5;  cf.  359,  15-16;  succede 
nei  Quaranta  ai  t  Annibale  Bianchi,  377,  39-40. 

Angelelli  Giacomo  [yacomo  Angelelli,  Angellim\  padre 
di  Nicol6,  124,  46-47;  128,  41;  142,  1,  8;  e  di  Gio- 
vanni,  142,  1,  i. 

AngeleLli  Giovanni  [Giovnnni  degli  Angellini\  figlio  di 
Giacomo,  142,  I,  8;  gli  sono  bruclati  gli  averi  in 
Piazza,  perchfe  complice  nella  liberazione  d,  prete 
mago  (an.  1453),  142,  1-2,  cf.  141,  40-43;  fugge  di 
Bologna,  142,  4-6;  ne  ^  bandito,  8. 

Angblelli  Giovanni  figlio  di  Minotto,  6,  47  ;  h  el.  Gon- 
faloniere  d.  pop.  per  porta  Ravegnana  (an.  1428), 
45,  «7. 

Angelblh  Minotto  padre  di  Giovanni,  6,  47. 

Angblelli  Nicolo  [Nicolb  Angellini\  figlio  dl  Giacomo 
124,  45-45;  129,  41;  si  accorda  con  altri  due  com- 
pagni  di  entrare  primi  in  Palazzo,  tenuto  dai  sol- 
dati  d.  Piccinino,  per  guadagnare  ii  premio  fatto 
bandire  dagli  Anziani  (an.  1443),  81,  32-34;  vi  entra 
per  terzo,  34-35;  prende  parte  alla  giostra  bandita 
In  Bologna  per  San  Petronlo  (an.  1447),  124,  45-45; 
e  a  quclia  ivi  bandita  dal  leg.  Astorre  Spada  (an. 
1449),   128,  38-41. 

Angbli  (frati  degli)  in  Bologna  abitano  a  Santa  Maria 
degli  Angeli  fuori  porta  San  Mamolo  (an,  1457)1 
164,  30-31. 

AngeLI  Antonio  \Antonio  di  Angelo\  accompagna  ii 
principc  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi 
Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187, 
45-46, 

Anobli  Bbrnardino  [Bernardino  degU  Ang*li\  accom- 
pagna  Galeazzo  Marla  Sforza  a  Bologna  (an.  1459), 
168,  48;   169,  3. 

Angslini  Giacomo,  Giovanni,  V.  Angelelli  G. 

Anoblini  Giovanni  [  Giovanni  Angellini,  Giovanni  d^An- 


410 


INDICE   ALFABETICO       [ADgellnl  Giovannl-....  Antonio) 


gtlttM\  dottore;  col  pod.  e  altrt  wtte  dttadini  i  Amtoitkllo  v.  Borgo  (Dmt)  d.,  Pantutti  A.,  Tmrrt  (Dtl- 

incarlcato  dal  Senato  dl  Bologna  di  punire  i  deiln-  la)  A.,   VirgUt  A. 

quentl  (an.  1430),  23,  31-36;  ric,  106,  U.  . . .  Antonbi.i.o  uomo  d'anne  di  Luigl  da  Senseverino;  h 

Anuki.ini  Nicol6  r.  AitgtUlli  N.  ucciio  In  Bologna  da  un   taaao  nemleo   in  vla  de' 

AwoaLLiNJ,  Anobllino  (D')  V.  Angtlini,  Angtltlli.  Bagnaroii  (an.  14J9).  l<i  V^-21. 

Anoklo  V.  Bianehi  A.,  Ntroni  A.,  Ptrgola    (Dalla)  A,,  Antonkllo  ua  Piacbnza  [An/onel/o  da  Piactnxa\  accoro- 

Pio  A.,  Ranuiti  A.,  Ronconi  A,,  Simonetla  A,  pagna  (jaleazzo  Maria  .Sforsa  a  Bologna  (an.  14.1(9), 

A.soklo  VB8C.  ui  TlvoLl  [vrse.  di  Tioli]  v.    I^enini  A.  168,  41;   169,  1. 

Anoblo   u'Arbzzo  fr.   d.  Servi   In    Boiogna;    reggente  Anton  Francksco  v.  Ghistlli  A.  F. 

decano  delio  Studio  in  teologia,  384,  47-41;  i  collato  Anton  Galkazzo  v.  Btntivoglie  A.  G.,  Malvttti  A.  (•, 

pubblicamente  (an.  iJoS),  47,  cf.  41.  Anton  Maria  v.  Gkirardacci  A.  M.,  Pico  dtlla  Miran- 

AnobLO  (card.  di  Sant')  V.  Cttarini   Ginliano.  dola  A.  M.,  Sala  {Da)  A.  M.,  Sanseverino  (Da)  A.  M. 

Anoblo  Maria  V.  Lino  (Dnl)  A.  M.  Antonino  v.  Porciglioni  0  Pierotti  A. 

AnobLo  Miciielb  v.  Salimbene  A.  M.  Antonio  [  Tonio]  v.  Albergati  A.,  Alberti  A.,  Aletsandro 

Anoslotto  v.  Fusco.  (D')    A.,  Angeli  A.,  Ansaldini  A.,   Argile  (Da)  A., 

Anohiari.  Vlttorla  riportata  dal  Fiorentlni  al  comando  Aspeltati  A,,  Barhadaro  A.,  Barbieri  A.,  Bargellini 

di  Piergiampaolo  Orainl  sui  Vitcontei  capitanati  da  A.,  Beceari  A.,    Beiliossi  A.,   Bentivoglio  A.,  Birni 

Niooift  Piccinino  (an.  1440),  63,  19-26;  v.  anche  Ore-  A.,  Bisarini  A.,  Boffo-Negrini  A.,  Bolognetti  A.,  Bn- 

gorio  d'Anghiari.  goiH  ^;  Caccialupi  A.,  Caetani  A.,  Calcina  (Dalla) 

Amoio  (D*)  V.  Carlo  Vlfl  rt  di  Franeia,  Giovanni  d'An-  A.,    Calderini  A.,    Caldora  A.,    Canloffi  A.,    Cateese 

gih,  Liiigi  in  d'Angih,   Renato  dfAngih.  (Da)  A.,   Casini  A.,    Castellani   A.,  Cattani  A.,  Ca- 

Anolbria  (oontb)  \comes  Angleriat]  v.  Sforta  Prancetco.  vanni  A.,  Cavatta  A.,  Chiarelli  A.,  Cignani  A.,  Cella 

Anoua  V,  Inghilterra,  A.,  Colonna  A.,   Conforti  A.,   Corrtggie  (Dalle)  A., 

Anouillara  (Dali.')  Dbipbbo  figlio  d.  conte  dl  Areraa,  Cristiani  A.,    Dolfi  A.,    Duratto  (Da)   A.,   Paniutti 

193,    16-17;  i    neli'esercito  di    Bartolomeo    Colleoni  A,,    Ferrari   A.,    Fibbie   (Daile)  A.,    Fioravanti  A., 

contro  Flrenze  (an.   1467),   193,  16-17.  Pondatza  (Dalla)  A.,  Porciglioni  A.,  Pornara  (Dalla) 

Anouissola    GiovANNi    Carlo   [Giovanni  Carlo   Angm-  A.,  Putxi  A.,  Gabhi  A.,   Galluxzi  A.,  Ghirardaeci  A., 

sciola]  nobiie  piacentino:  e  cap.  ail'Idice  neireser-  Ghiselli  A.,   Gkisilieri   A.,   Giacomini  A.,    Gostadini 

clto  d.  Lcga  (an.   1468),   194,   I3.  A,,  GraffiA.,  Grassi  A.,  Guiducci  A.,  Labanti  A.,  Lino 

Anousciola  v.  Anguissola.  (Dal)  A.,  Lionelli  A.,  Loiani  A.,  Maglia  (Dalia)  A., 

Anna  (Sant*).  II  suo  capo  h  portato  in  processione  per  Magnani  A.,  Malvetti  A.,  Manfrcdi  A.,  Manxint  A., 

Bologna  con    le  aitre  rellque  e  con  la  madonna  di  Mamoli  A.,  Martscakki  A.,  Mattacam  A.,  Mattartlli 

San  Luca  (an.  1503),  334,  39-335,  1-5.  A.,  Minarini  A.,  Moglio  (Da)  A.,  Monaldi  A.,  Mente- 

Anna  (chiesa  di  Sant')  V.  Belegna  (chitse),  fellro  (Da)  A.,  Monteremi  A.,  Morbioli  A.,  Musselini 

Annania  V.  Anagni.  A.,  Ordelnffi  A,,  Orlandi  A.,  Osttsani  A.,  Paganelli  A., 

Annibalb  [Anniballe]  v.  Bentivoglie  A.,  Bevilaequa  A.,  Paganini  A.,  Patle  (Dalle)  A.,   Paltreni  A.,    Panico 

Bianehetti  A.,  Bianchi  A.,    Campeggi  A.,    Castellani  (Da)  A.,  Panormita  A.,  Pegolotti  A.,  Pefoli  A.,  Pe- 

A.,  Castelli  A.,  Cattani  A.,  Gotxadini  A.,  Lenti  A.,  Irncci  A.,  Peverata  (Dalla)  A.,  Piffari  A.,  Peeti  A., 

Manfredi  A.,   Maretcotti   A  ,   Orsi  A.,    Paleotti  A.,  Pomh  (Dalla)  A.,  Ponie  (Da)  A.,  Pratovecehio  (Da) 

Pcpoli  A.,  Sagrato  (Del)  A.,  Santi  A.,  Sassuno  (Da)  A.,  Prignani  A.,  Ranieri  A.,  Ranutxi  A.,  Ridelfi  A., 

A.,  Simeni  A.  Ringhieri  A.,   Rofeni  A.,  Roncotorto  A.,  Reversi  A., 

Annibale  i)a  Caio   cap.    neil'esercito   d.  lcga   ail'Idice  Ruote  (Dalle)  A.,  Saechi  A.,  Sala  (Da)  A.,  Sangiorgi 

(an.   1467),  194,  11-32.  A.,  Savi   A.,   Scappi  A.,  Scaranfi   A.,    Seardovi  A., 

Annunziata  (CHIBSA  DBLL*)  V.  Bologna  (ckiese).  Sehiavi  A.,    Scoffbni   A.   detto    dalle    Guaine,    Sega 

An.nunziata    (CHIKSA    DGLLA    Santissi.ma)    V.    Firtnxt  (Dalla)  A.,  Segni  A.,  Stiatico  (Da)  A.,  Tioli  A.,  Tt- 

(chiese).  mari  A.,   Torre  (Della)  A.,   Toscki  A.,    Trivmitio  A., 

.Vnrico  V.  Enrice.  Trotti  A.,  Ubaidini  A.,  Uceelli  A.,  Vundini  A.,  Vermt 

Ansaldini    Antonio    accompagna   a   Rimlni    Vlolante  (Dal)  A.,  Vexxa  (Dalla)  A.,  Vieri  A.,  Vinciguerra  A., 

Bentivoglio,  spoaa  di  Pandolfo  Malatesta  (an.  1489),  Volia  A.,  Zonari  A.,  ZuccoU  A.,   v.  ancht   Gherardo 

254,   17,  20,  23;  torna  a  Bologna,  25.  di  Antonio,  Giovanni  Antonio,  Giulio  Antonio,   Guido 

Anselmo  V.  Paselli  A.  Antonio,  Mare'  Anlonio,  Antenie,  Pellegritto  Antenio, 

AntbNORB  V.  Marescotti  A.,  Safi  A.  Pietro  Antonio. 

Anticonte  V.  Atticonte,  Atiiconti.  ....  Antonio  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  26,  31. 

Antionano  (castbllo  di)  [Antignage\  h  donato  da  Gian-  ....  Antonio  carrettiere ;  teguace  d.  Canetoll,  l>andlto 

galeazzo  Sforza  con  le  sue  pertinenze  a  Gioranni  di  Bologna  (an.  1445),  108,  11-12. 

Bentivogiio  in  perpetua  signoria  sua  e  d.  suoi   dl-  ....  Antonio   cartoiaio;  la   sua  casa   h   saccheggiata  e 

scendenti  legittiml  (an.  1479),  221,36-39;  testimonl  bruciata  (an.  1445),  106,  42;  107,  3. 

airistrumento,  39-41;  ii  Bentlvogllo  ne  prende  poa Antonio  credenzlere  di  Galeazzo  Maria  Sforia,  lo 

sesso,  41-43.  accompagna  a  Bologna  (an.  1439),  169,  15-16. 

Antiociua  (patriarca)  V.  Ignaxie  IX  ehiamate   K  (aa Antonio  pescatore;  padre  dl  Gherardo,  108,36-27; 

1412-14SS).  109,  17-19. 

Antipapi  V.  Felice  V.  ....  Antonio   servo  d.   castellano  d.    rocca  dl  Varano, 

"  Antonblli   Nicolo   monslgnore;   segretario  d.  Con-  [an.  1449],  79,  3»;  fe  rimandato  libero  da  Galeazzo 

clave,  ric,  LXXXV,  10-11  ,.  Marescotti,  37-39. 


[. . . .  Antonio-Arcangelo  (5««-;')]  INDICE  ALFABETICO 


411 


....  Antohtio  detto  Bolognimo  da  Ponte  del  Gomito; 
congiura  di  fare  cntrare  i  nemlci  in  Dologna  Can. 
1438),  11,  15-24;  i  scoperto,  25,  28;  gli  e  tagliata  la 
testa  in  Piazza  (an.  1439),  48-49. 

. , . .  Antonio  detto  Fraticcio  armaiolo;  segunce  d. 
Canetoli;  bandito  di  Bologna  (an  1445),  108,  lo-ll. 

....  Antonio  detto  IL  Negro  stracciarolo,  amico  d. 
Zambeccari,  18,  28;  h  introdotto  nel  Consigllo  d. 
Sessanta  e  con  altri  suoi  compagni  accusa  Egano 
Lambertini  e  altri  di  volere  ricondurre  i  bandlti  in 
Bologna  e  cambiare  lo  stato  (an.  1430),  30-32;  h 
smentito  dal  Lambertini  e  da  Nicol6  Malvezzi,  33- 
34;  h  decapitato  in  Piazza  per  il  falso,  19,  9-11. 

....Antonio  detto  il  Zazzerino  [Zatzarino\  seguace 
delCanetoIi,  bandito  di  Bologna  (an.  144S),  108,  11. 
.. . .  Antonjo  figlio  dl  Biagio,  mugnaio  di  Bologna;  tra- 
sportando  col  fratello  Cristoforo  un  sacco  di  grano 
s'incontra  in  Francesco  Guidotti  Gonfaloniere  d. 
popolo  al  canto  del  borgo  di  San  Pietro  e  lo  uccide 
non  Toiendo  rispondere  alle  sue  intimaztoni  (an. 
1451),  137,  26-29;  col  f ratello  f ugge  di  Bologna  per 
la  grata  d.  Canale  d.  Reno,  che  conoscevano  essen- 
done  stati  a  guardia,  31-32;  sua  casa  spianata  e  beni 
confiscati,  32-33;  va  pr.  i  fuoruaciti  a  Modena  e 
offre  loro  di  introdurli  sicuramente  e  segretamente 
in  Bologna,  33-35;  il  che  e  accettato,  36-37. 

....Antonio  figlio  di  Glovannl,  sarto,  seguace  d.  Ca- 
netoli,  e  bandito  di  Bologna   (an.  144S),  108,  11. 

. . . .  Antonio  figlio  di  Vandino,  seguace  d.  Canetoli; 
bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  12. 

Antonio  da  Borgo  San  DoNNiNO  padre  dl  Genesio, 
76,  28. 

Antonio  (Fra)  da  Budrio.  Perchfe  amlco  d.  Benlivoglio 
e  confimto  a  cinquanta  miglia  da  Bologna  nelle 
terre  d.  Chiesa  (an.  1507),  362,  45-46. 

Antonio  da  Carpi  congiura  di  fare  entrare  i  nemici  in 
Bologna  (an.  1428),  11,  15-24;  scoperto  fe  preso,  25-26. 

Antonio  da  Como  parte  di  Bologna  crociato  con  Achille 
Malvezzi  (an.  1464),  185,  41. 

Antonio  da  San  Siro  {Antonio  da  Santo  Spiro]  figlio  d. 
prlore  di  .San  Siro,  13,  36-37;  con  Alberto  Dalle 
Coltrl  tratta  di  dare  la  porta  San  Vitale  al  cap. 
della  Cliiesa  (an.  1439),  33,  35;  preso  i  attanagtiato 
e  impiccato,  quindi  squartato,  36-38. 

AntOnio  da  Savoia  reca  a  Bologna  il  cappello  cardi- 
nalizio  al  governatore  Lodovico  Aiamanni  e  vi  e 
ricevuto  con  grande  pompa  (an.   1426),  4,  24-26. 

Antonio  da  Venafro  V.   Giordani  Antonio  da  Venafro. 

Antonio  da  VicBNZA  corre  contro  Glovanni  Antonio 
da  Verona,  nella  giostra  tenutasi  In  Bologna  pcr  le 
nozze  di  Annibale  BentivogUo  (an.   1487),  241,  4-6. 

Antonio  (ciiiiCSA  Di  Sant')  V.  Bologna  (ciiese),  Padova 
(eiiesa  di  Sanf  Antonio), 

Antonio  (ponte  di  Sant')  fuorl  d.  strada  di  San  Vi- 
tale ;  vi  si  reca  e  si  ferma  il  Caldora  con  I'esercito 
d.  Chiesa  (an.  1430),  20,  38-39. 

Antonio  (Sant')  dj  Vienna  rinomato  Santuario  vi- 
sltato  da  Anton  Galeazzo  I3entlvogIlo  (an.  iS0S)> 
336,  12-13. 

Antonio  GaLkazzo  V.  AnlOH   Galeatto. 

Antonio  Papa  V.  Pelacani  A.  P, 

Antonio  bLazzaro  (Oratorio  dki  Santi)  4  edlficato  in 
Cento,  nel  luogo  detto  le  Fosse  di  Serafino  dal  no- 
bile  bolognese  Bartolomeo  Uccelletti  (an.  1435),  46, 


31-33;  h  consacrato  per  consenso  d.  vescovo  di  Bo- 
logna,  34;  fe  donato  daIl'UcceIIetti  ai  frati  di  San 
Giacomo  in  libero  possesso  perch^  vi  celebrino,  34-36. 

Antuerpiensb  (oppidum)  V.  Anversa. 

Anversa  [ofjiidum  Antuerfiense\.  Luogo  da  cui  e  datato  il 
rescritto  imperiale  col  quale  Massimiliano  I  accorda 
privilegi  ai  Bentivoglio  (an.  1494),   283,  19-20. 

Anziani  di  Bologna  v.  Bologna  (Anziani). 

Anzola  [Anxolla].  Nobili  e  gentildonne  di  Bologna  vi 
si  recano  incontro  a  Isabella  Sforza  (an.  1500),  299, 
26-27 ;  vi  passano  i  Francesi  di  ritorno  in  Lombardia 
(an.  1506),  353,  16. 

—  (ORIUNDI)  V.  Testa  Pieiro. 

Apicb    {Apici]    in  Puglia;   dannegglato   dal   terremoto 

(an.  1456),    164,  9. 
. . . .  Apollinare    [Affolinare\  Aa.  Sorh&no,   contadino; 

suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an,  I4S4)> 

151,    19-20. 

"Appkndicb  historiale  di  fra  Cherubino  Ghirardacci, 
la  quale  doveva  seguire  alla  Historia  di  Bologna, 
CXLVII,  1-26;  suo  fine,  CXLVIII,  1-41,  e  sua  impor- 
tanza,  CXLIX,  6-10;  la  materia  "  selva  di  cose  utill, 
dilettevoli  e  curiose  „  \  disposta  in  ordine  cronolo- 
gico,  11-13;  ogni  capitoio  h  a  sfe,  13-17;  particolar- 
mente  interessanti  ne  sono  i  capitoli  di  carattere 
critico,  29-40;  o  quelli  riferentisi  a  istituzioni  e  ufiBci 
bolognesi,  ai  costumi,  giuochi,  pesi  e  misure,  der- 
rate,  meretrici  ecc,  CL,  1-16;  i  andata  smarrlta  con 
molto  danno ;  se  ne  conserva  per6  l'indice,  26-28; 
forse  qualche  capitolo  fu  inserito  nella  storia,  38-32; 
Indice,  33-CLI-CLVI„. 

Appennino  ric.  257,  11;  339,  40-41. 

[Appiani  Giacomo]  signore  di  Piombino ;  rlentra  In 
Piombino  (an.   1503),  324,  20-21. 

Appollinarb  V.  Afollinare. 

"  APPOSTILLAB   AD    HlSTORlAM    BONONIENSKM  ChBRUBINI 

Ghirardacii    inedite;    secondo    il  Carati    opera   di 
Ignazlo  Girolamo  Corso,  XXXVII,  1-13, /-3  „. 
AquiLA  (ciTTA)  colpita   da   terremoto  (an.    1461),  177, 
51:  178,  3. 

—  (CITTADINI  iLLUSTRl)  V.  Portinari  Nicolb  fretore   e 
caf.  di  Bologna. 

—  (ORlUNDl)  V.   Giovanni  di  Aquila. 

AquiLA  (Dbll')  Marino  cancclliere;  h  mandato  daBat- 
tista  Canetoli  a  NicoI6  da  Ugnano  in  Firenze  per 
pregarlo  di  interporsi  nella  pace  col  pp.  (an.  1430), 
23,  9-11. 

AquiLBiA  (PATRlARCHl)  V.  Lodovico  III  Scaramfi  Met- 
tarota  (aa..  1439-1465),   Grimani  Dominico  (aa.  1497- 

1517)- 

AquisGRANA.  Massimiliano  d'Asburgo  vi  h  coronato  re 
^.  Romani  (an.  14S6),  235,  26-27. 

Aragona  (di)  V.  Alfonso  V  d^Aragona,  Don  Alonto  di 
Aragona,  Eleonora  cPAragona,  Enrico  d'' Aragona,  Fer- 
dinando  (PAragona,  Isabella  d'Aragona,  Luigi  d'Ara- 
gona,  Maria  d'Aragona,  Pedro  d* Aragona,  Trisiano 
d^Aragona. 

—  (CARDINALE  Di)  V.  Luigi  d'Aragona  fraiello  natnrale 
di  Al/onso  re  di  Sicilia, 

—  (re)  [re  di  Aragonia]  V.  Atfonso  V  ^aa.  I4l6-l4S8), 
Ferdinando  II  (aa.   1479-1S16). 

—  (reono)  h  lasclato  da  Alfonso  V  al  fratello  Glo- 
vanni  re  dl  Navarra  (an.  1458),  165,  40-41. 

Arcanublo  (Sant')  in    Romagna.   Vi  sl  fernia  Giu- 


412 


INDICE  ALFABETICO  (Arcangelo  (SawO-Arglle  (Ja)  Giac.] 


lio  II  dlratto  a  Bologna  (an.  1506),  344,  47-«l:  rl 
torna  Antonio  Clocchl  pr.  U  pred.,  345,  33-24;  tI 
lono  dlrettl  ■ei  ambaRr.  bologneal  al  pp.  che  non 
proseguono  oltrc  Ceiena,  45-4t;  i  pred.,ottenuto  lal- 
racondotto  dal  pp.,  ri  ti  recano,  346,  19-22,  e  non 
ne  poMono  partlre  wnza  II  auo  psrmeaso,  2J-24 ; 
chletto  da  Glullo  II  ai  Venezlanl  con  altrl  luoghl 
gli  d.  Chlcia  (an.  1509),  393,  29-30. 

Arcax<;bli)  (po.-«ticblu>  »1   Sant')  v.  Bologna  (ponti), 

*  Archinto  Alberico  card. ;  il  ndopra  presio  Benedet- 
\o  XIV  perchi  sla  soapesa  ta  itampa,  fatta  In  Lucca, 
d.  terzo  vol.  deW  /fistoria  <U  Bolo^na  d.  Ghlrardacci 
(an.  1758),  LXXXIV,  11-12;  gll  h  promeiio  dalPagen- 
te  lucchese  in  Roma  che  la  pred.  opera  non  rerri 
pubbllcata  c  ne  di  noti/.ia  al  pp.,  31-34  ;ric.,  LXXXV, 
S ;  oomunlca  ai  march.  Guido  Bentivoglio  che  tutto 
il  coiicglo  d.  Cardlnali  s'impegna  a  ottenere  dal 
futuro  pp.  la  proibtzione  d.  stampa  anzidetta, 
LXXXIX,  1-33  „. 

Arcidiaco.>«i  di  Boiogna  v.  Bologna  (areiitiaeoni). 

IArcimboi.di  GlovANNi]  [Monsi^nore  di  JVovara]  vesc. 
di  Novara;  ambasc.  d.  duca  dl  Milano  al  nuovo  pp. 
Sltto  IV  per  rallegrarst  d.  sua  elezione  (an.  1471), 
208,  44-46;  passa  di  Bologna,  43-44. 

[Arcimbuldi]  Guioo  Antonio  arciv.  di  Milano;  da  Lo- 
dovlco  Sforza  h  mandato  a  Bologna  a  tenere  in  fede 
dl  Carlo  VIII  quella  c.  (an,  1494),  277,  3-4;  vl  giunge 
con  molto  seguito,  4-5;  alioggia  in  vescovado  e  rl- 
ceve  presenti  dal  Senato;  5-6;  h  condotto  con  solen- 
nlti  In  Pai.,  6-7 ;  raccomanda  da  parte  d.  duca 
agU  Anzianl  e  al  Senato  dl  mantenere  ia  parola 
data  all'  ambasc.  f  rancese,  7-9 ;  avutone  conferma 
torna  al  vescovado,  9-10;  di  qui  passa  ad  abltare 
nel  convento  di  San  Francesco,  10-12;  qulndl  di 
nuovo  ai  vescovado,  u-l3;  gli  ^  comandato  dal  pp. 
dl  lasciare  Bologna  nel  termine  di  tre  giorni,  278, 
43-49;  parte,  49-So. 

Arcivescovi  V.  al  nome  dellt  eitth. 

Arcovegoio  sul  Canaie  di  Reno;  ric,  138,  13;  fa  un 
dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454), 
151,  13. 

ARDiiNOELLl  x<.  ArdinghelU, 

Ardinohblli  Luigi  \Aloisi  Ardengelli]  fa  un  presente 
alie  nozze  dl  Giuiio  Maivezzt  (an.  1464),  184,  36. 

Arblatknsk  (Arcivkscovo)  V,  Arles  (arcivescovo). 

Arezzo  \Rexto].  Ne  h  orlundo  un  tal  Costantino,  251,  40; 
h  preso  dai  Valentino  che  ne  aveva  indutto  11  po- 
polo  a  ribellarai  ai  Fiorentini  (an.  i<;oi),  310,  40-43; 
V.  anche  Angelo  da  Arexzo,  FaHano  (Fra)  da  Arcxto. 

Aresaurio  (?)  inviato  dal  duca  di  Miiano  !n  Romagna 
con  Bernardino  della  Carda  degli  Ubaldini  e  moiti 
cavalii  (an.  1434),  39,  49-50. 

Argblati  [d'Arxel&]  prendono  parte  ail'adunanza  in- 
detta  dai  Canetol!  contro  11  ieg.  di  Boiogna  Aia- 
manni  (an.  1428),  5,  42-44;  6,  3;  approvano  che  si 
prendano  le  arml,  13-13;  con  gli  altr!  si  impadroni- 
scono  d.  Piazza  e  danno  fuoco  al  pal.  d.  pazzi,  14-15. 

Argblati  Folco  [Foico  di  Argeldi]  cittadino  bolognese, 
colpito  dal  maie  mazucco  sl  uccide  (an.  1505),  341, 
33-3S. 

AROBLAfi  Francbsco  [Francesco  d^Argelala]  banchiere; 
i  el  d.  Diecl  dt  Balia  (an.  1435),  41,  33;  di  nuovo 
(an.  1438),  53,  41-42. 

Argblati  Giulio  [Gin/io  ^Argeli,  Argelata']  partecipa 


■lla  congiura  in  favore  d.  Bentivogllo  (an.  1508), 
380,  3 ;  con  altrl  quattro  compagnl  denunzla  coioro 
che  arerano  preto  parte  alia  rorina  d.  pal.  Mare- 
•cott!,  389,  13-13;  cit.  a  difenderti,  392,  1-3,  13. 

AROU.ATI  NlOOLu  [Nicolb  iVArgtlata,  Nicolh  del  Zeffe 
di  Argelh]  muitato  In  clnquanta  ducatl  per  U  rifa- 
cimento  d.  pal.  Marcscotti  (an.  1508),  386,  39;  e  iro- 
priglonato  dal  leg.  quale  compllce  in  un  complotto 
contro  i  nemici  d.  Bentiroglio,  390,  31-42. 

Argulato  [Argtli,  Argelh,  Argelato]  tiene  per  Nicol6 
Plccinino  (an.  1443),  83,  45-46;  suo  dono  a  Sante 
Bentlrogllo  pcr  le  nozze  ( an.  1454),  150,  24-25;  dan- 
negglato  dalla  tempesta,   151,  46-47. 

—  (oKiuNDi)  V.   Marini  Giacomo   BurtUtin». 
Arobnta.  Vi  si  fa  condurre  Bartolomeo  Colleoni  grare- 

inente  infermo  (an.  1467),  1%,  45-46. 

Arobnti  (Db<;li)  v.  Arienti  {Delli), 

Arob.^^tini  Francbsco  [Francttco  Argentino]  card.  ve- 
neziano  d.  titolo  di  San  Clemente;  si  reca  a  Bologna 
con  Giulio  I(  e  alioggta  da  prima  in  casa  di  Ercole 
Marcscottt  quindi  pretso  i  Mattuglianl  a  San  Do- 
menico  (an.  1506),  357,  6-8. 

Aruilb  [Arge/o,  Artele].  Vi  ai  reca  ad  otte  il  eap.  d. 
Chlesa  con  l'csercito  e  lo  priva  deifacqua  (an.  1428), 
9,  13-30  ;  gii  abitantl  si  rendono  a  patti,  30-31 ;  ri 
entrano  lc  genti  d.  Chiesa  e  ri  fanno  prigionleri 
i  Bolognesl  che  vi  si  trovano  e  Pietro  Creicimbeni 
d.  Pieve,  31-23;  vi  rimane  quale  Commissario  d. 
Chiesa  Francesco  Trentaquattro,  33-34 ;  sconfitto  II 
dal  Verme  si  rende  a  Bologna  (an.  1443X  ^^<  1'*'< 
apre  le  porte  a  Luigi  da  Sanscverino  e  gli  abitanti 
vanno  con  lut  in  campo  (an.  1441;),  110,  39-41;  as- 
sediato  da  Taddeo  Marchese  ^  !n  procinto  dl  arren- 
dersi,  112,  30-32,  ma  all'annunzio  deIl'arrivo  d.  San- 
severino  nei  territorio  gli  assedianti  si  ritirano,  in- 
cendiando  tuttl  i  ripari,  36-38:  si  rende  a  Taddeo 
Marchese  per  il  Senato  dl  Bologna  (an.  1446),  117, 
31-33;  vogliono  impadronirsene  i  fuorusciti,  ma  lono 
respint!  e  alcuni  fatti  priglonieri  (an.  1451),  139, 
15-30;  v!  si  reca  in  aiuto  Sante  Bentivogiio  onore- 
volmente  accolto,  21-23;  danneggiato  dalla  tempesta 
(an.  1453),  143,  47;  ii  Senato  vi  fa  fare  quattro  ba- 
stioni  e  lo  fa  fortlficare  neirimminenza  d.  venuta 
In  Italia  di  Carlo  VIII  (an.  1494),  276,  48-49. 

—  (oRiuNDl)  V.  Bonasoni  Francesco,  Gonxagni  Agostino, 
Gontagni  Domenieo. 

Argilb  (Da)  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1435),  134, 
32-34. 

Argilb  (Da)  Antonio  [Antonio  lia  Argiie]  figlio  di  Gla- 
como,  107,  1;  la  sua  casa  h  saccheggiata  e  Incen- 
diata  (an.  144S),  106,  43;  107,  I:  seguace  d.  Cane- 
toli,  h  bandito  d!  Bologna,   108,  9. 

Argilk  (Da)  Bassotio  [Barsotto  di  Argile]  figlio  di 
Giacomo,  105,  40;  essendo  Gonfaloniere  e  deposto 
perche  amico  d.  Canetoi!  (an.   1445),   107,  40-41. 

Argile  (Da)  Filippo  [Fi/ifpo  da  Argiie]  figlio  dl  Gi- 
rolamo,  108,  33;  129,46;  seguace  d.  Canetoii,  e  ban- 
dtto  di  Bologna  (an.  1445),  108,  33;  e  fatto  prigio- 
ntero  a  Crespellano  (an.  1449),  129,  46-47;  condotto 
a  Boiogna  e  decapitato,  47-48. 

Aroilb  (Da)  Giacoma  [Giacoma  da  Argile]  madre  di 
Giovanni,  108,  37. 

Argilb  (Da)  Giacomo  [Giacomo  da  Argiit]  padre  di 
Antonio,  107,  1;  di  Batsotto,  40. 


[Argile  (da)  Giov.-Armagnac  (rf')  L  1  INDICE   ALFABETICO 


413 


Argile  (D.\)  Giovamni  [Giovanni  di  Arg-ile]  figHo  di 
Giacomo,  108,  37 ;  seguace  d.  Canetoli  e  bandlto  di 
Bologna  (an.  1445),  108,  37. 

Argile  (Da)  Girolamo  [Giro/amo  da  Argile\  padre  di 
Fillppo,   108.  23;   129,  46. 

Argilb  Cavagli  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453), 
143,  47. 

Ariano  e  spianato  dal  terremoto  con  grande  raortalita 
degll  abitantl  (an.   1456),   164,  4-5. 

Arisnti  Domenico  [Do/neaico  di  Ariento)  mugnalo ; 
prende  parte  a  una  giostra  bandita  dai  mugnai  di 
Bologna  nel  mercato  d.  buol  (an.  1443),  75,  1-9. 

Aribnti  (Dslli)  Giovanni  Sabatino  [Sahbadino  degli 
Arienti,  Sabbadino  Argenti]  figlio  di  Ugolino,  80,  44 ; 
ric.,  92,  /;  197,  /;  « storlco  XCVI,  19;  scrittore 
anche  di  novelle  "  XCVir,  20,  39-40 , ;  ambasc.  di 
Bologna  al  duca  d'Este  con  ricchl  donl  per  le  suo 
nozze  (an.  1473),  211,   11-14. 

Aribnti  (Delli)  [Ugolino]  [fadre  di  Giovanni  Sabadino 
degli  Argenti\  padre  di  Glovanni  Sabadino;  occupa 
porta  San  Donato  per  ordine  di  Annibale  Bentivo- 
glio  (an.   1443),  80,  44-45. 

Arimonte  (CoNTE  i)i)  [conte  di  Agrimonie]  v.  Lodovisi 
Giovanni. 

"Ariosti  (famiglia)  e  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
rale  de'  moderni  ingegni  . . . .  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
J2,  25,;  ric,  379,   15. 

Ariosti  CristofoRo  [Chriatoforo  liiosti]  figlio  di  Ri- 
naldo,  172,  33;  173,  31;  191,  33;  padre  dl  un  altro 
Rinaldo,  254,  11-12;  suo  dono  a  Sante  Bentivogllo 
per  le  nozze  (an.  1454),  149,  35;  el.  soprannumero  al 
Senato  (an.  1459),  172,  32;  convocato  con  altri  dal 
pp.  e  arringato  dal  pred.  (an.  1460),  173,  21-26;  fa 
un  presente  alle  nozze  dl  Glulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  23;  h  d.  Senatorl  sedenti  gli  ultiml  sci  mesi  al 
terapo  d.  serrata  di  Paolo  II  (an.  1466),  191,  33;  h 
ufHciale  d.  acque  e  uno  d.  quattro  incarlcati  di  sca- 
vare  la  Centonara  (an.  1471),  210,  33-34;  f  cd  fe  se- 
polto  in  San  Pietro  (an.  1477),  216,  29-30;  gli  succede 
in  Senato  Giacomo  Montecalvl,  30. 

Ariosti  Ciustoforo  figlio  di  Rinaldo,  390,  44;  Impri- 
gionato  a  Cento  quale  complice  in  un  complotto 
contro  i  nemici  del  Bentlvoglio  h  condotto  a  Bo- 
logna  (an.  1S08),  44-45;  confessa  senza  essere  sot- 
toposto  al  tormento,  46. 

Ariosti  Lorrnzo  padredi  Rinaldo,  62,4-5;  89,  6,  107,  22. 

Ariosti  Lorknzo  [Lorenzo  /fiosii]  figlio  di  Rinaldo,  362, 
40;  alle  nozze  di  Alessandro  Bentivogllo  h  stafliere 
d.  sposa  Ippolita  Sforza  (an.  1492),  267,  11-12;  h 
convocato  con  altri  in  Pal.  da  Ermes  Bentlvoglio 
(an.  1501),  305,  5-9,  apprende  da  questo  che  Aga- 
mennone  Marescotti  aveva  scrltto  al  Valentino  in- 
vitandolo  contro  Bologna  e  i  Bentivogllo,  11-29;  h 
esortato  da  Ermes  a  unirsi  a  lui  nell'uccidere  i  Ma- 
rescotti  traditori  e  gik  detenuti  in  Pal.,  29-31;  par- 
tecipa  all'uccisione  d.  pred.,  31-42;  accompagna  Ales- 
sandro  Bentlvogllo  a  Roma  a  prendervi  Glacoma 
Orsinl  sposa  di  Ermes  (an.  i.^o^),  332,  30,  33-34; 
perche  amlco  d.  Bentlvogllo  h  confinato  a  Cesena 
(an.  1507),  368,  9-ll ;  cf.  362,  33-34,  40;  al  segulto 
dl  Glovanni  Pepoli  sta  In  Piazza  a  guardia  dcllo 
sbocco  di  via  delle  Srudelle  (an.  1508),  380,  48-49; 
rifiuta  ii  suo  aiuto  a  Gaspare  .Scappi  in  pro'  d. 
Bentivoglio  volendo   serbare  fede  alla  Chlesa,  381, 


32-36;  minaccia  lo  Scappi  di  andargli  contro  qua- 
lora  si  avanzi  verso  la  Plazza,  36-37,  e  offre  il  suo 
aiuto  a  Lorenzo  Malvezzi,  che  guardava  lo  sbocco 
dalle  Bollette,  selo  Scappi  sl  presentasse  cola,  37-40; 
va  a  Roma  chiamatovi  dal  pp.  sotto  fede  di  sicurta, 
384,  13-15;  h  rinchluso  in  Castel  SanfAn- 
gelo,  20-21. 

Ariosti  Naldo  V.  Ariosti  Rinaldo. 

Ariosti  Nicolo  o  Romso  [Ariosto]  bolognese;  si  reca 
con  il  governatore  di  Bologna  Ludovico  Alamannl 
e  con  altri  gentiluomini  bolognesi  a  prendere  pos- 
sesso  di  Imola  e  Forl\  (an.  1426),  4,  10-13;  el.  d. 
Sedici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1428),  7,  1-2,  degli 
Otto  di  Balla,  6-7,  d.  Dieci  Riformatori  (an.  1429), 
11,  43-45,  d.  Sedici  Riformatori,  14,  9-10;  prende  la 
parola  nel  Consiglio  d.  Sessanta  convocato  dagU 
Anziani  accusando  velatamente  i  seguaci  d.  Benti- 
vogHo  di  volere  turbare  la  pace  (an.  1430),  18,  17- 
24 ;  le  sue  accuse  sono  conf erraate  specificatamente 
da  falsi  testimoni,  26-32. 

Ariosti  Nicolo  di  Ferrarae  ambasc.  d.  march.  d'Este 
ai  Senato  di  Bologna  per  intenderne  le  sue  differenze 
col  pp.  e  interporsi  per  la  loro  pace,  22,  23-24 ;  con- 
siglta  il  Senato  a  mandare  a  tale  scopo  suoi  con- 
fidenti  al  march.,  25-27;  il  suo  consiglio  e  seguito  e 
torna  a  Ferrara  coi  messi  bolognesl,  27-28. 

Ariosti  Rinaldo  [Rainaldo]  figllo  dl  Lorenzo,  62,  4-5; 
89,  6;  107,  22;  el  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato 
(an.  1440),  62,  I,  4-5;  e  tra  gli  incaricati  di  appH- 
care  i  provvedimenti  fiscali  deliberati  dal  Consiglio 
d.  Seicento  (an.  1443),  88,  42-89,  1-6;  h  Priore  degU 
Anziani  (an.  1445),  100,  22-23;  cf.  101,  20-24;  e  d. 
Sedici  Riformatori  d.  Stato  per  porta  Stieri,  107, 
19,  22;  e  degli  Anzianl  che  dellberano  11  bando  ai 
Canetolt  e  loro  seguacl,  48;  108,  5;  el.  degli  An- 
zianl  di  marzo-aprile  (an.   1449),   129,  34-36. 

Ariosti  Rinaldo  [Rainald6\  figlio  di  Criatoforo,  254, 
11-12;  padre  di  un  altro  Cristoforo,  172,  32;  173,  21; 
191,  33;  390,  44,  dt  Lorenzo,  362,  40;  prende  parte  a 
una  giostra  bandita  in  Bologna  da  Giovanni  Ben- 
tlvoglio  (an.  1482),  224,  18;  gli  sono  dal  pred.  date 
in  custodia  le  rocche  di  Cento  e  della  Pieve  (an. 
1483),  228,  20-22;  accompagna  il  Bentivoglio  in  pel- 
legrinaggio  a  SanfAntonio  di  Padova  (an.  1488), 
244,  26-29;  fe  el.  d.  Sedici,  253,  25;  succede  in  Senato 
al  t  Carlo  Antonio  Fantuzzl  (an.  1489),  254,  11-12; 
accompagna  Giovanni  Bentivoglio  a  Ferrara  alle 
nozze  dl  Alfonso  d'Este  (an.  1491),  263,  5-8;  torna 
a  Milano,  13;  fa  diroccare  la  torre  d.  suo  pal.  te- 
mendonela  rovina  in  seguito  al  terremoto  (an.  1505), 
335,  26-27;  appartenendo  al  Senato  vecchio,  h  da 
Giuiio  II  el.  d.  Quaranta  Consiglierl  e  Rlformatorl 
(an.  1506),  358,  27,  29;  mentre  h  al  soldo  dei  Vene- 
zlani  t  in  sua  casa  a  Bologna  Glovannl  Pepoii  (an. 
1508),  393,  14-16. 

Ariosti  Romko  V.  Ariosti  Nicoli. 

Aristothlb  V.  Fioravanti  A. 

"  Aristoteli  (famigha)  ^  rappresentata  nel  Theatro 
morale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghlrardacci,  XXIV, 
22,    25,. 

Arlhs  (arcivescovo)  [episcofus  arelatensis]  v.  Alamanni 
Lodovico. 

Armaciotto  V.  Ramastotti  A. 

[Armaomac  (D*)  Luioi  duoa  di  Nemours]  [harone  fran- 


414 


INDICE  ALFABETICO  lArmajnac  (rf-)  Luigi-Artnelll  (torrt)] 


c»$*\  rlceri  dl  Napoll ;  patM  dl  Bologna  per  recartl 

a  NapoU  (an.  1501),  308,  t-IO;  t  otplte  dt  Glovannl 

Bentivogllo,  to-li. 
Armalia  V,  Armi  (Dalle)  A. 
Armanoo  V.  Marescotti  A, 
Armaroli  Bulurino  h  bandito  dl  Bologna   (an.  1430), 

19,  26,  31. 
Armi  (Dallk)  famlglia    "  i   rapproientata   nel    Thealro 

morale  tU'  moderniiHgegni . . . .  d.  Gtilrardaccl,  XXIV, 

23-26  ,. 

Armi  (Dalle)  Armalia  tmpresta  al  com.  dl  Bologna 
settantaclnque  scudl  o  ne  dlrenta  tesoriere  (an. 
1440),  62,  16;  Intervlene  alla  messa  solenne  fatta  ce- 
lelirare  dai  Senato  dt  Bologna  tn  San  Glacomo  II 
glorno  dt  Santa  Monica,  63,  3. 

Armi  (Dalle)  Francesco  \Franctsco  ilalle  Arme]  padre 
dl  Glovanni,  97,  30. 

Armi  (Dallk)  Frakcksco  figlio  di  Gloranni,  147,  37; 
scalco  dl  tavola  allc  nozze  di  Sante  Bentirogllo  (an. 
1454),  30-33,  37,  cul  fa  un  dono,  149,  43;  fa  un  pre- 
sente  alle  nozzc  dl  Giullo  MaJrezzi  (an.  1464),  184,  39. 

Armi  (Dallk)  Gaspare  figlio  di  Ludorico,  113,5;  k  el. 
con  altri  a  distribulre  i  benl  d.  banditl  (an.  1445K 
1 13,  4-5. 

Armi  (Dallb)  Giacomo  [/aeomo  dalle  Armi\  scalco  alie 
nozze  di  Annibale  Bentlroglio  (an.  1487),  237,  27-3S; 
suo  ablto,  49;  in  casa  sua  a  San  Salratore  alloggia  il 
card.  Pictro  Isralles  (an.  ifod),  356,  «9-50;  el.  dal 
pp.  d.  Quaranta  Constglieri  e  Riformatori,  358,  34- 
38 ;  h  malleradore  della  sicurti  data  dal  gorernatore 
a  Gaspare  Scappt  e  al  suoi  compagni  (an.  1508), 
382,  «. 

ArmI  (Dallu)  Giovanni  \Giovanni  daWArme^  figlio  di 
Francesco,  97,  30,  e  padre  di  un  altro  ^■'rancesco, 
147,  37;  \  d.  Dodicl  dt  pace  (an.  1431),  29,  39;  fe 
inviato  con  altrl  alla  Certosa  pr.  Giovanni  Poggi, 
proclamato  governatore  di  Bologna,  per  condurlo  in 

c,  35-36,  38-40;  quale  governatore  delPOspedale  d. 
Morte  assiste  Grazioio  Grazioli  neIl'ordlnare  la  pro- 
cessione  della  Madonna  della  Guardia  (an.  1433),  34, 
26-38;  vl  prende  parte,  28-35,  1-5;  rappresenfa  il  quar- 
tlere  di  porta  San  Procolo  nella  Commissione  inca- 
ricata  d.  elezione  degii  uffici  (an.  1443),  97,  33-35,  30. 

Armi  (Dalls)  Giovanni  figlio  dl  Lodovico,  118,  H;  147, 
31-39;  167,  45;  172,  31-33:  191,  33-33;  padre  di  un 
altro  Lodorico,  226,  7 ;  230,  14  ;  fe  degli  Anzlani  dl 
porta  San  Pletro  di  norembre  e  dtcerabre  (an.  1446), 
118,  18-19;  scalco  generale  alle  nozze  di  Sante  Ben- 
tivoglio  (an.  1454),  147,  37-29,  cui  fa  un  dono,  149, 
19-20;  el.  d.  Set  di  Balk  per  la  renuta  di  Pio  II  in 
Bologna  (an.  1459),  167,  43-4S;  el.  in  soprannumero 
al  Senato,  1 72,  31-33 ;  conrocato  e  arringato  con  altri 
dal  pp.  (an.  1460),  173,  30,  33-26;  fa  un  presente  per 
ie  nozze  di  Glulio  Malrezzl  (an.  1464),  184,  25-29; 
fe  d.  Senatori  sedentl  gli  ultiml  sei  raesl  al    tempo 

d.  serrata  di  Paolo  II  (an.  1466),  191,  33-33:  essendo 
Gonfaloniere  di  Glustizia  f  (an.  1483),  226,  5;  %  se- 
polto  in  Santa  Marla  Maggiore,  6;  gii  «uccede  in 
Senato  il  figlio  Lodorico,  6-7. 

Armi  (dalle)  Lodovico  padre  di  Gaspare,  173,  5,  e  di 
Giovanni,  118,  18-19;  147,  28-29;  167,  45;  172,31-32: 
191,   32-33. 

Armi  (Dalle)  Lodovico  figllo  di  Giovannl,  226,  7 ; 
230,  14;  succcde  ai  padre  in  Senato  (an.  1482),  226, 


6-7;  t  e  gll  tuecede  Egano  Lambertinl  (an.  1484), 
230,  14-15. 

Armi  (Dallk)  Prospkro  corre  netia  gloatra  tenutaai  in 
Bologna  per  le  noize  di  Annibaie  Bentirogiio  (an. 
1487),  241,  6-7;  combatte  nel  torneo  in  Boiogna, 
bandito  per  definire  se  la  Portuna  o  ia  Saplenza 
preralga  nelle  cose  uniane,  al  seguito  di  Annlt>ale 
Bentlvoglio  paladino  d.  Fortuna;  i  aacritto  alla 
terza  tquadra  restita  alla  francete  (an.  1490),  259, 
34-36;  la  sua  parte  rimane  rincltrice,  262,  17-lf. 

Armilio  V.  Ramiro  e  Lorqua  (De)  Ramiro. 

ArnaLDO  V.  Romagnoli  A. 

....  Arnolpo  porero  uomo  l>oiognese  colpito  da  peste; 
passando  innanzi  all'antica  chiesa  d.  rergognoti 
mutata  in  istalla,  e  reduta  1'tmagine  della  Verglne 
ancora  rimasta  totto  11  portico  ie  li  raccomanda  e 
tstantaneamente  guarltce  (an.   1478),  219.  9-15. 

Arpino  (chibsa  di  Sant')  V,  NapoH  (chiese). 

"  Arrigiii  Giambattista.  Sua  poetta  gratutatoria  nei 
prirao  vol.  della  Historia  di  Bologna  d.  Ghirardacci 
(an.  1596),  LII,  19-31  ,. 

Arrioo  V.  Bnrico. 

Artenisi  Beccadkllo  speziale;  figlto  di  Giacomo,  11, 
42;  h  ei.  Anzlano  per  porta  Raregnana  (an.  1429), 
43;  el.  dal  Senato,  con  altrl,  ambasc.  al  pp.  per  la 
pace  (an.  1431),  25,  8,  12;  non  parte  avendo  tl  leg. 
negato  loro  i  salvacondotti,  13-24;  i  capitoli  d.  pace 
sono  presentati  al  pp.  anche  a  nome  suo,  26,  24-48; 
^  d.  Venti  consiglieri  nominati  dal  pp.  Eugenio  IV 
per  la  elezione  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27, 
4-6,  33,  39;  designato  dal  Senato  di  Bologna  ambasc. 
al  nuoro  pp.  per  raliegrarsi  d.  sua  elezlone,  non 
pu6  entrare  In  Roma  a  cagione  d.  guerra  da  An- 
tonto  Colonno  mossa  al  pred.  30,  6-9;  rallentatatl 
la  pred.  guerra  vi  entra:  h  accolto  con  ogni  farore 
dal  pp.,  17-18;  torna  a  Bologna,  19. 

Artenisi  Giacomo  padre  dl  Beccadello,  11,  43. 

Artbsu  (coMEs)  V.  Artoit  (eonte  d'). 

Arti  di  Bologna  v.  Bologna  (arti). 

Artois  (contk  di)  [comes  Artesii]  titoio  deil'imp.  Mat- 
similiano,  279,    19. 

Artuso  [Artnso  di  Napoli]  conte  napoletano;  rappre- 
sentando  il  duca  di  Calabria  alle  nozze  di  Annibaie 
Bentiroglio  in  Bologna  ra  incontro  agli  sposi  fuori 
porta  di  Galliera  (an.  1487),  236,  32,  27;  alla  colazio- 
ne  riceve  in  presente  un  Ercole  con  elefante  di 
zucchero,  240,  20-21. 

Arzbla,  Arzel^  V.  Argelato. 

Arzblb  V.  Argile. 

Arzone  V.  Atto. 

Asburgo  V.  Federico  III  imperatore,  Massimiliano  d^A- 
thurgo. 

AscANio  V,  Bentivoglio  A.,  Malvetti  A.,  Sforza  A. 

Ascoli.  Gaspare  Malvezzi  ne  i  fatto  govematore  dal 
pp.  Martino  V  (an.  1428),  6,  27-29;  danneggiato  dai 
terremoto  (an.  1456),  164,  9;  ri  f  Lodorico  Mal- 
rezzi  (an.   1467),   197,  1-2;  v.  anehe  Cola  d'Aicoli. 

—  (ciTTADiNl)  r.  Rocca  (Dalla)  Martino  pod.  e  eaf,  di 
Bologna. 

—  (rKSCOVo)  V.   Caffarelli  Prospero  (aa.  1463-1500). 
AsBNARO  V.  Asinaio. 

AsiA  ric.  per  Nicea,  60,  35. 

AsiNAlo  [Asenaro]  v.   Giovanni  detto  V  Asinai». 

AsiNELLi  (torre  DEGLi)  V.  Bologna  (torrt). 


[Asola-Aubigny  (rf')  Roberto] 


INDICE  ALFABETICO 


415 


AsoLA  castello  d.  Bresciano,  vi  si  trora  con  i  suoi  sol- 
dati  Giaconio  Plcclnino  (an.  1455),  154,  1-2;  vl 
passa  con  le  sue  squadre  Giovanni  Bentivoglio  es- 
sendovi  gia  ad  assediarlo  il  duca  di  Calabria  (an. 
1483),  228,  14;  il  Bentivoglio  ammalatosi  ne  parte 
lasciandovi  i  suoi  soldati,  IS-I6. 

[AspERTiJJi]  GniDO  [Guido  BoUg-nese]  dipinge  11  cro- 
cefisso  e  la  passione  sotto  il  portico  d.  cliiesa  cat- 
tedrale  di  Bologna  (an.  1491),  263,  i2-U, 

AspBTTATl  Antonio  [Antonio  degli  Asfeitali\  multato 
in  trecento  ducati  per  11  rifacimento  d.  pal.  Mare- 
scottl  (an.  1508),  386,  18;  389,  13. 

AspBTTATi  DoMEKlco  [Domenico  degli  Aspetth\  cit.  a 
difendersi  (an.  1508),  392,  27. 

Assisi  nella   Marca:   h  assediato   da   NicoI6   Piccinino 
(an.  1442),  73,  29-30. 
—  (vESCOVo)  [vescovo  d'Asusi\  v.    Vannini  Nicolo   (aa. 
1419-1429). 

AsTE  (Dallb)  GIROI.AMO  [leronimo]  h  bandito  di  Bo- 
logna  (an.  1430),  19,  38. 

AsTi.  Vi  si  reca  re  Carlo  VIII  (an.  1495),  287,  18;  e  re 
Luigi  XII  al  suo  scendere  in  Italia  (an.  1499),  297,  3. 

AsTOLFi  NicoLO  [N^icolh  d'Astolfo\  raultato  in  cento 
ducatl  per  la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  389,  5. 

AsTOLFi  ZuccATA  \Zuccata  da  Astelfo]  esce  di  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  aniici  (an.  1506),  348,  41 ;  349,  3. 

. .  .  .  AsTOLFO  macellaio;  impresta  al  com.  di  Bologna 
scttantacinque  scudi  e  nediventa  tesoriere  (an.  1440), 
62,  9-11,   17. 

AsTOROlo  V.  Attorre. 

AsTORRE  [Estoi;  Bstorre,  Astorgio]  v.  Agnes!  A.,  Belotti 
A.,  Bertolini  A.,  Malatesta  A.,  Malvetzi  A.,  Man- 
fredi  A,,  Morandi  A.,  Piacentini  A.,  /iossi  A.,  Vol- 
ta  A. 

AsTORRi!  da  Faenza  Implicato  nella  congiura  d.  Mal- 
vczzi  contro  i  Bentivoglio,  in  Bologna,  e  impiccato 
ai  merll  d.  pai.  d.  pod.  (an.  1488),  252,  18-19. 

AsTORRE  Bbrnardo  V,   TocUini  A.  B. 

Atrbbatknse  (card.)  [eard.  Attrebatense]  v.  Oeoffroy 
Giovanni. 

Atri  (duca  di)  V,  Aequaviva  Giotia. 

Attksdou  ALE.ssA>n>Ro  figlio  adottlvo  di  Filippo  Man- 
zoii,  354,  40;  suo  matrimonlo  con  Lucia  naturale 
dl  Giovannl  Bentivogllo  ric.  354,  40. 

AttbndoLo  MrcnELETTO  [Micheletto  Attendulo]  da  Co- 
tignola;  famoso  capitano;  si  reca  ad  Imola,  per  or- 
dlne  d.  pp.  e  ivl  raduna  un  forte  esercito  (an.  1438), 
8,  24-2»;  riceve  Tordine  dl  passare  con  esso  sul  ter- 
rltorio  bolognese,  34-33;  ha  con  sfe  Antonio  Benti- 
vogUo  qual  commissario  d.  pp.,  46-47,  cf.  24-35:  e 
Nicol6  da  Tolentino,  47,  cf.  34-23;  prende  a  forza 
Castel  San  Pletro,  47-49;  fa  prigionieri  gll  abitanti 
e  li  manda  a  Imola,  49-50;  passa  ad  Argile  e  vi 
ieva  Tacqua,  9,  19-29;  ottiene  a  patti  il  pred.  ca- 
stello,  20-21;  fa  molti  prigionieri  Boiognesi,  31-33; 
\  al  soldo  d.  re  di  Napoli  Renato  contro  Alfonio 
d'Aragona  (an.  1438),  54,  11-12;  gli  i  raccoraandato 
da  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  ii  figlio  Annibale, 
clie  prende  nelle  sue  mlHzle,  39-33;  cf.  11;  consiglia 
il  pred.,  che  molto  ama,  a  non  tornarc  a  Bologna 
ove  era  chlamato  da  amlci  d.  padre,  38-43;  e  An- 
nlbale  ne  segue  il  conslglio  43-44;  d&  ilcenza  ai  Ben- 
tlvoglto  persuasoai  a  tornare  a  Bologna,  48;  eisendo 


cap.  d.  Veneziani  riceve  ordine  dai  pred.  di  radu- 
nare  genti  nel  Bresclano  (an.  1446),  115,  31-23;  scon- 
figge  3  Merzaro  sul  Po  1'esercito  visoonteo  coraan- 
dato  da  Francesco  Piccinino,  117,  37-39;  preda  tutti 
1  carriaggi  e  i  ponti  gettati  dal  nemico  sul  Po,  40- 
41;  passa  l'Adda  su  un  ponte  di  barche  fatto  doi 
Brandolini  in  un  punto  non  guardato,  118,  7;  re- 
spinge  reserclto  d.  duca  accorso,  7-8;  saccheggia  la 
Marchesana  sino  ai  borghl  di  Milano,  9-11;  si  volge 
contro  Cassano,  lo  bombarda,  lo  occupa  e  quindi 
lo  fortifica,  facendovi  anche  un  ponte  di  legno,  13-13. 

"  AttI  E  MEMORIE  DELLA  R.  DkPUTAZIONE  DI  STORIA 
PATRIA    PBR    LB   PROVINCIK   DI    ROMAGNA.    Vi   i  pub- 

blicata  da  Giovanni  Gozzadini  la  Lettera  di  fra 
Cherubino  Ghirardacci  e  notitie  riguardanti  la  stamfa 
del  terxo  volume  dclla  Historia  di  Bologna  (an.  1863), 
XXVI,  10-14;  da  Lodovico  Frati  vi  e  pubblieata  ia 
Tavola  della  Apfendice  Historiale  (an.  1901),  32-23  „. 

Atticonti  [Anticonii\  souo  fuorusciti  di  Bologna  (an. 
14S0),    134,   33-33. 

Atticonti  o  Delfini  Atticontk  [Atiiconie  de'  Del- 
phini  ovvero  degli  Attieonti ;  Delfino  Aiiicontc  degli 
Aliiconti  0  Anticonie  Dolphini]  figlio  di  Sante,  109, 
17-18;  padre  dl  un  altro  Sante,  18;  seguace  d.  Ca- 
netoli;  gli  e  rovinata  ia  casa  (an.  1445),  106,  44-45; 
i  bandito  di  Bologna,  108,7-8;  cf.,  109,8-9,  18;  gli 
fe  posta  una  taglia  di  trecento   ducati,  17-18. 

Atticonti  Delfino  [Delfhino  degli  Aiiiconii,  Delfino 
Aliiconti,  Delphino  Dclphini\  figlio  di  Giacomo,  356, 
6;  padre  di  Marcantonio,  6;  convocato  da  Baldas- 
sarre  Canetoli  con  altri  d.  .suo  partito  approva  la 
proposta  di  uccidere  i  Marescotti  e  Annlbale  Ben- 
tivoglio  e  di  sollecitare  Taiuto  d.  Visconti  (an.  1445), 
102,  1-13;  gii  e  posta  una  tagiia  di  lire  mille,  109, 
14-16;  \  fatto  dagli  Anzlani  rappresentare  In  modo 
infamante  nel  pal.  d.  Notai  (an.  1446),  113,  14-17; 
tutti  i  suoi  beni  con  privileglo  pubbllco  sono  dati 
dal  protonotario  apostolico  Giovannl  Alimenti  de' 
Negri,  a  Giovannl  Bentivoglio  e  a  Virgilio  Malvezzi 
(an.  1475),  215,  22-25;  con  gli  altri  fuorusciti  cac- 
ciati  dai  Bentivoglio  prende  parte  al  corteo  papale 
in  Bologna  (an.  1506),  356,  5-6. 

Atticonti  Giacomo  [Giacomo  Alticonii]  padre  di  Del- 
fino,  356,  6. 

Atticonti  Marco  Antonio  figllo  di  Delfino,  356,  6; 
fuoruscito;  cacclato  dai  Bentivoglio;  prende  parte 
al  corteo  papale  in  Bologna  (an.  1506),  5  6. 

Atticonti  o  Delfini  Santk  padre  dl  Atticonte,  109, 
17-18. 

Atticonti  o  Delfini  Santk  figlio  di  Atticonte,  109, 
8-9,  18;  seguace  d.  CanetoH;  convocato  da  Baldas- 
sarre  Canetoli  con  altri  d.  suo  partito  approva  la 
proposta  dl  uccldere  i  Marescotti  e  Annibale  Ben- 
tlvoglio  e  di  sollecltare  Taiuto  d.  Viaconti  (an.  1445) 
102,  M3;  fe  bandito  dl  Bologna,  109,  8-9;  gli  b  po- 
sta  una  taglia  di  trecento  ducati,   17-18. 

Attilo  V.  Nohili  A. 

Attrebatbnsb  (cardinale)  V,  Airebatent»  (cardinali). 

[AUBIONV  (D')  RoBKRTo]  [Ubignino,  monsignor  di  Begni- 
no]  cap.  d.  Francesl;  si  ritlra  dalPIraolese  al  soprag- 
giungervl  d.  duca  di  Calabrla  e  s!  ferma  a  Fossa 
Tagliolo  (an.  1474),  278,  16-19;  va  a  Bologna  ad 
attendervi  i  soldati  coi  quali  passare  alla  conquista 
d,  regno  dl  Napoli  (an.  1501),  307,  6-1;  alloggia  pr. 


416 


INDICE   ALFABETICO  ( Aublgny  (d^  Roberto-BagHonl  G.  P.l 


Gtorannl  Bentlroglto  eiiendo  compare  di  Annlbale 
l-f;  r\  tl  trattlene  due  giorni,  t;  1  luol  loldati  tl 
conducono  sfrenatamente  nel  territorto,  t-ll. 

{AuBU.ssoir  (D')  PiKTRoJ  [Afai/ro  di  Rhodi]  gran  mae- 
itro  deII'ordlne  dl  Rodl;  creato  card.  da  Inno- 
cenzo  VIII,  che  gll  manda  11  cappello  per  11  nun- 
slo  Ftlippo  Canonlcl  (an.  1488),  253,  47<4I;  ha  In 
luo  potere  Zizlm  frateilo  d.  lultano  Bajazet,  254, 
43-41. 

AuouicoHi  V.  AijrHant(t)  Michtle. 

AuRSLiA  (!)  VEscovo  V.  Amelia  (veieevo). 

AuRBLio  V.  Guidotti,  A,,  Malvetxi  A. 

AuRBt.lu  AoosTlNO  V.  Solimant  A,   A, 

AuRisPA  GiovANMi  [Ortsfa]  siclllano,  fayorlto  del  duca 
Borso;  sl  reca  a  rliitare  Bologna  con  Guarlno  ve- 
ronese  e  alloggla  in  casa  degU  Angeleili  (an.  1453), 
143,   39-40. 

(AusTRiA  (D')  V.  Eraetto  /VAMi/ria,  Federico  tFAHstria, 
Filippo  d^Austria. 

AUSTRIA  (arciduc.v  d')  [nrchidux  AuUriae]  tltolo  del- 
1'lmperatore  Maislmillano,   279,  17. 

AusTRlA  (uucv  d")  V.  Alberto   V  irAsburgo. 

AvANZi  LoDovico  bolognese;  amlco  di  Giovanni  Fan- 
tuzzi;  Implicato  nella  congiura  del  Mosca  e  con- 
dannato  alla  forca,  ma  llberato  dal  leg.  (an.  1450), 
136,  40-4J:  dalla  piura  avuta  cambla  carattcre,  4J-44. 

AvBLi-Kfo  6  ipianato  dal  terreraoto  rimanendovl  mortl 
trentaniila  abitantl  (an.   1456),  164,  S-6. 

AvBROLDi  ALTOBKLt.o  vcic.  dl  Pola,  vlcelcgato  di  Bo- 
logna  (an.  1505),  333,  24-25  ;&  revocato  dal  pp.  (an. 
1S06),  342,  4. 

AvERSA.  II  terremoto  vi  rovina  il  castello,  la  chiesa  e 
il  Campanilc  dl  San  Paolo  (an.  1456),  164,  1-2. 
—  (CoNTi  Di)  V.  Anfruillara. 

AvttSA  (torrkntk)  ric,  80,  12;  alle  due  dl  notte  vi 
glungono  contemporaneamente  da  due  partl  Annl- 
bale  Oentlvoglio  e  1  luoi  amtci  (aa.  1443),  80,  24-25; 
rlc,  81,  2;  per  ie  grandi  pioggte  cresce  e  rompe  il 
ponte  dllagando  nei  campi  e  in  Bologna  con  dannl 
considerevoli  (an.  1450),  136,  18-32;  fc  fatto  cuo- 
prlre  dal  Senato  dl  Bologna  nel  tratto  da  San  Mar- 
tlno  a  Santa  Maria  in  Piantravigne  (an.  1462),  179, 
lS-20;  ric,  181,  40;  vl  sl  scarlca  racqua  d.  Savena, 
181,  22-24;  e  in  plena  e  reca  molti  danni,  speclal- 
mente  a  Roncorio  (an.  1463),    182,   25-26;    *  LXVI, 

AviGNONE  (vKSCOVi)  V.  Tencarori  Zoen  (aa.  1242-1263), 
Condulmer  Marco  (a«.  1432-33)  Coetivy  (Di)  Alano 
(aa.  1440.1474). 

AvissELO  (D')  f.  Francalancia  d^AvisseU, 

AvoOLl  Anurea  [Andrea  dalPAvoHo]  figlto  di  Nlcola; 
rende  le  sue  caie  a  Sante  Bentivoglio  (an.  1459), 
172,  18-20. 

AvooLi  NicoLA  INieola  dalPAvoUo]  padre  dl  Andrea, 
172,  I». 

AvoGLI  Pacipica  [Paeifica  dalP Avolio]  suora,  figlia  di 
Sllvestro:  dal  convento  dl  Ferrara  si  trasferiice 
con  altre  monache  a  Bologna  nel  mon.  dl  Santa 
Chiara  detto  anche  del  Corpo  dl  Cristo  (an.  1456), 
162,  22-26 ;  b  accompagnata  sino  a  Corticeila  dalle  so- 
relle  d.  duca  Bomo,  27-29. 

Avoou  SiLVBSTRO  [Silvtstro  dalPAvolio\  padre  di  Pa- 
clfica,  162,  23. 

AvoLio  (Dall')  V.  Avegli. 


"  Avvihi  ubLi.A  MBflSA  <)t  CheniMno  Gfairardacei  ttem» 
patl  a  Bologna  dal  Benaccl  (an.  1571),  XXI,  14,  e 
rlc.  dalflmpreiiore  deW/stitutione  erittiana,  15-32; 
una  ierx>nda  edlzione  ed  una  terza  l'una  di  Mar- 
tino  e  1'altra  d.  Seiia  in  Venezla  portano  tttoU  pl6 
allungatl,  21-31,  e-to  „. 

Avvocati  Francesco  padre  di  Pietro,  253,  42-43. 

ArvocATi  Pietro  [Pietro  degli  Advoeati]  dl  Lucca  ; 
figllo  dl  Franceico,  253,  42-43;  pod.  di  Bologna 
[an.  1488];  Inqulsisce  contro  i  colperoli  della  con- 
giura  per  uccidere  I  Bentiroglio,  251,  35;  lono  pre- 
senti  all'eiame  il  cancelllere  e  clnque  rappreientanti 
del  Senato,  35-37;  dl  nuoro  pod.  dl  Bologna  (an. 
1489),  253,  42-43. 

AZZAJUOLI  V.  Aceiaiuoli. 

AzziNo,  Azzo,  AzzoLiNO  [Artome]  v.  ^arto  (Da)  A., 
Seardori  A.,  Stamfa  A.,   Vitconti  A. 

AzzoouiDi  Alberto  dottore,  marito  dl  Elliabetta  Mal- 
rezzi,  142,  36-37;  impreita  al  com.  di  Bologna  cen- 
tocinquanta  scudi  e  ne  direnta  tesoriere  (an.  1440), 
62,  16;  Interriene  alla  messa  fatta  celebrare  dal 
Senato  di  Bologna  in  San  Giacomo  11  giomo  dl 
Santa  Monica  (an.  1440),  63,  5. 

AzzOGUlDI  Baldassakre  [Baidasserra]  fa  un  preiente 
alle  nozze  di  Giullo  Malvezzl  (an.  1464),  184,  30. 

[AzzOGUiDl]  Elisabktta  I'.  Malvetti  E. 

AzzoGuiui  Miciiele  t  di  peite  (an.  1456),  163,  27>3S; 
i:  sepolto  !n  San  Domenico,  29. 

AzzOGUiDi  Pistro  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giuiio 
Malrczzi  (an.   1464),  184,  30. 

AZZOLINO  v.   Azzo. 

BaccellIero  [Battilieri]  v.    Tebaldi  B. 

Baccio  ».  Danieli  B. 

Badi  fa  un  dono  a  Sante  Bentirogiio  per  ie  nozze  (an. 
1454),  151,  14. 

Badobro  Ssbastiano  [Sebastiano  Badoer]  amb.  d.  re- 
pubblica  veneta  al  pp.  con  altri,  passa  dl  Bologna 
(an.  1493),  368,  49-50;  gli  vengono  incontro  i  nobili 
con  Giovannl  Bentlroglio,  269,  1-2;  con  i  colieghi 
vislta  gli  Anziani,  2;  parte  accompagnato  dai  Ben- 
tiroglto  sino  fuori  la  c,  3-4. 

Baoarotti  Domenico  padre  dl  Pace,  89,  7. 

Bagarotti  Pacb  figllo  di  Domenico,  89,  7  ;  4  tra  gli  inca- 
ricati  di  applicare  i  prorvedlmentl  fiscaii  deliberati 
dal  Consiglio  d.  Seicento  (an.   1443),  88,  42-89,  1-7. 

Bagarotto  V,  Bianchi  B. 

BaooIano  V.  Batxano. 

Baglioni.  £;  loro  oSerto  aiuto  nelle  cose  di  Penigia 
da  Bartolomeo  di  Aiviano  (an.  1540),  324,  14-15. 

Baglioni  Braccio  [Braccio  Vecchio]  Inviato  dal  Fioren- 
tini  a  Bologna,  i  mandato  dal  Senato  a  sottomet- 
tere  Cento  con  Romeo  Pepoli  (an.  1447),  121,  27-21; 
4  nelPeseicito  di  Bartolomeo  Colleoni  contro  Fi- 
renze  (an.  1467),  193,  11;  rimane  t  nella  battagila 
alia  Mezzolara,  195,  20-21. 

Baguoni  Carlo  di  Perugia;  4  a  Boiogna  al  seguito  di 
Giacomo  Piccinino  (an.  1464),    185,  8-9. 

Baglioni  Giampaolo  di  Perugla:  conrlene  alla  Magicne 
nel  Peruglno  con  altri  cap.  e  signori  per  metteni 
d'accordo  contro  ii  Valentlno  (an.  1502),  315,  24-33; 
suo  posto  nel  corteo  papale  in  Boiogna  dalla  Ma- 
gione  al  Pal.  (an.  1506),  355,  48;  356,  1;  1  suol  ca- 
ralll  si  recano  a  Bologna  in  lervizio  d.  Chleia  (an. 
1508),  384,  1-2. 


[Baglioni  Giovanni-Banci  NicolaJ      INDICE   ALFABETICO 


417 


Baolioni  Giovanni  e  al  seguito  dl  GiulioIIin  Bologna; 
alloggia  in  casa  Manzoli  (an.  1506),  357j  23-24. 

Baglioni  Mariano  di  Perugia;  pod.  di  Bologna  (an. 
H77),  216,  9-10. 

Bagnacavallo.  VI  si  trova  l*eserclto  d.  Cliiesa  (an. 
1440),  64,  11. 

Bagkara  restituita  a  Taddeo  Manfredi  (an.  1468), 
199,  34. 

Bagnarola  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Bentl- 
voglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,   44-45. 

Bagnarola  (da)  Bartolomgo  h  bandito  di  Bologna 
(an.  1430),  19,  26,  39. 

Bagnaroli  (via)  V.  Bologna  (strade), 

Bagno  (conte  di)  V.  Sanuti  Nicolb, 

Bagnolo  Mella  {Bagnuoio\  castello  d.  Bresciano;  si 
di  a  patti  a  Giovanni  Bentlvogiio  (an.  1484),  230, 
30-21;  ric,    42. 

Bai  Alessandro  \Ales»andro  Bai6\.  Nel  torneo  tenutosi 
a  Bologna,  per  definire  se  prevalga  la  Sapienza  o  la 
Fortuna  nelle  cose  umane,  combatte  coi  colori  di 
Nicol6  Rangoni  paladino  della  Saplenza;  h  il  capo 
della  prima  squadra  vestita  all'ltaliana  (an.  1490), 
258,  25-26;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-19. 

[BainuridgbJ  CRlSToroRO  \cardinale  di  Santa  Prassede, 
Crisloforo  Anglic6\  card.  di  Santa  Prassede;  h  al  se- 
guito  di  GiuUo  II  in  Bologna  e  alloggia  in  casa  dl 
Astorre  Rossi  (an.  1506),  356,  29-30;  di  Natale  ce- 
lebra  solenne  messa  iu  San  Petronlo  cui  assisto- 
no  i(  pp.  con  i  cardinali,  i  magistrati  e  tutto  11 
popolo  di  Bologna  e  diatorni,  361,  37-40;  accom- 
pagna  il  leg.  di  Bologna  nella  sua  entrata  in  c. 
(au.  1507),  365,  24-25. 

Bajazbt  II  {Baiazete,  Bajazetto  imperatore']  figlio  di 
Maometto,  223,  9;  proraette  grossa  somma  di  de- 
nari  a  Innocenzo  VIII  qualora  trattenga  Zizlm,  suo 
fratello  e  competltore,  prigioniero  d.  gran  maestro 
di  Rodi  (an.  1489),  254,  40-44;  gli  h  chlesto  aluto 
da  Lodovico  Sforza  (an.  1499),  296,  32-33. 

Bajossa  (II)  V.  Prii  (Z)«)  Rtnato  vese.  di  Baycux. 

[Bakocz  de  ERnoD  Tommaso]  [card.  di  Strigonia]  vesc. 
di  Strongoli;  ungherese  passa  di  Bologna  dlretto 
a  Roma  (an.  1503),  327,  16-17;  i  ospitato  nel  Pai. 
d.  Slgnori,  17-18;  parte  dopo  tre  giorni,  18. 

Balattinq  V,  Ballatini, 

Baldaccio  d'Anghiari  cap.  d.  Fiorentinl,  69,  12-13; 
h  mandato  dal  pp.  sul  Bolognese,  13 ;  si  Impadro- 
nisce  per  tradimento  di  Barigazzi,  13-14;  espugna 
quindi  Barzi,  Casio,  Calderara,  Sassuno,  69,  15-18; 
rlc,  35 ;  f ortificati  i  pred.  castelli  sl  reca  a  Firenze 
Ignorando  tutto  d.  pace  avvenuta,  41-44;  insulta  per- 
cl6  i  Signori  di  Firenze,  70,  1-4 ;  h  fatto  gettare  dalla 
finestra  in  Piazza,  4-6;  gli  h  tagliata  la  testa,  6. 

Baldassarre  \Valdessera,  Valdesserra,  Baltassare,  Bal- 
dessera]  v.  Axtoguidi  B.,  Caccianemici  B.,  Campana 
(Dalla)  B.,  Canetoli  B.,  Cattani  B.,  Cavatta  B., 
Cossa  B.,  Fibhie  {Dalle)  B.,  Ghisilieri  B.,  Lodovisi 
B,,  Lupari  B.,  Maltacheti  B.,  Offida  B.,  Paganelli 
B.,  Pepoli  B.,  Ringhieri  B.,  Ruote  (Dallt)  B.,  Sear- 
dovi  B.,  Semamanica  B.,  Torre  (Della)  B.,  Totehi 
B.,  Trentaquattro  B.,  Trotti  B.,  Turchi  B.,  Uecelli  B. 

Baldassarre  figlio  di  Doraenico  da  Ferrara,  uomo  d'ar- 
me;  insieme  a  Galeotto  Mezzovlllani  rlporta  il  pre- 
mto  c  I'onore  dl  una  glostra  bandltain  Bologna(an. 
1444),  97,  46-98,  1-3. 


BaldAssarre  da  MiLano  V.    Torre  (Della)  Baldassarre. 

Baldassarrs  da  Monteveglio  [Baldessera  de  Afontevie] 
cap.;  &  fatto  prigioniero  a  Borgo  Panigale  dai  Ca- 
netoli  (an.  1432),  33,  2-3 ;  h  condotto  prigionlero  a 
Bologna,  6;  fugge  con  l'aiuto  dl  araici,  6-7. 

Baldassarrb  Anton  Maria  V.  Carrati  B.  A.  M. 

Baldino  V.  Scaranfi  B. 

Baldissera  V.  Baldassarre. 

Baldo  V.   Chiodi  B.,  Nannini  B. 

Baldoni  Giacomo  dd  raano  alI'uccIsione  di  RaSaele 
Foscherari  (an.  1440),  61,  7-16. 

Balduini  Battista  padre  di  Giovanni,  30,  34. 

Balduini  Camillo  figlio  di  FUippo  canceiiiere  di  Glo- 
vanni  Bentivoglio;  esce  dl  Bologna  col  padre  e  col 
pred.  (an.    1506),  348,  41,  47. 

Balduini  Bentivoglio  Filippo  padre  di  CamiUo,  348, 
47 ;  segretario  e  canceUiere  di  Giovannl  Bentivoglio ; 
h  dal  march.  di  Mantova  fatto  cittadino  mantovano 
(an.  1493),  269,  41-42;  esce  di  Bologna  con  Giovanni 
Bentivogiio  (an.  1506),  348,  41-47. 

Balouini  Giovanni  figllo  dl  Battista,  30,  34;  per  i  ca- 
pitoli  d.  pace  h  bandito  dalla  c.  e  territorio  di  Bo- 
logna,  Imola  e  Modena,  con  minaccia  d.  confisca 
d.  beni  e  d.  punizione  sancita  dagli  Statuti  (an.  1431), 
28,  42-46,  29,  1 ;  si  accorda  con  altri  banditi  dl  pren- 
dere  il  castello  di  San  Giovanni  in  Persiceto  30, 
21-26;  t  ivl  nella  mischia  conle  gentl  di  Boiogna,  34. 

Balduini  Sinibaldo  nobile  dl  Parma;  h  da  Achllle 
Malvezzi  precettore  d.  chiesa  di  San  Giovanni  di 
Bologna  fatto  nuncio  deIi'ordine  Gerosolimitano 
(an.   1448),  126,  7-10. 

Ballanti  Francbsco  passa  di  Bologna  al  seguito  di 
Giacorao  Piccinlno  (an.   1464),   185,  8,  II. 

Ballanti  Francesco  dl  Pieve  di  Cento;  colpevole  di 
omicidio  e  tumulti  h  preso  e  impiccato  (an.  1470), 
203,  6-8. 

Ballatini  Petronio  [Pctronio  Ballaeini,  Petronio  Ba- 
lattino]  scalco,  accompagna  Laura  di  Glovannl  Ben- 
tivoglio  allo  sposo  in  Mantova  (an.  1494),  275,  31- 
32;  esce  di  Bologna  coi  Bentivoglio  (an.  1506),  348, 
47 ;  II  card.  Gabrielle  Gabrielii  dlmora  neUa  sua 
casa  di  fronte  a  San  Giacomo,  356,  37-39. 

Balle  (Dalle)  DoMENico  Maria  multato  in  ventlcin- 
que  ducati  per  ii  rifacimento  d.  pai.  Marescotti 
(an.  1508)  387,  35. 

[Ballb  (Dalle)]  Isabella  V.  Ghirardacci  Isabella. 

Ballb  (Dalle)  Lodovico  raultato  in  quaranta  ducatl 
per  II  rifaclraento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  29. 

'  Balle  (Dalle)  Pompeo  sposa  Isabeiia  Ghirardacci, 
VIII,  schizzo  genealoglco  „. 

Baltassarb  V.  Baldassarre, 

Balzani  Bertone  [Berteno]  parte  dl  Bologna  crociato 
con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),   185,  39-40. 

Balzarino  V.  Litta-Biumi  B, 

Bambasaro  V.  Bombasari. 

Bambasi  V.   Bombaci, 

Banchbtti  Giovanni  aralco  di  Antongaleaxio  Bentivo- 
glio,  6,  30;  con  Bgano  Lambertini  si  adopra  in 
difesa  d.  Chiesa  (an.  1438),  33-34?  con  i  compagnl 
b  cacciato  dl  Plazza  dai  Canetoli,  24-36. 

Banci  Giovanni  padre  dl  Nlcoia,  102,  37. 

Banci  Nicola  figllo  di  Giovonnl,  102,  37;  tratta  con 
l'abate  di  Santo  Stefano  ia  coitruzione  deU'ospedate 


T.  XXXIII,  p.  I  —  37. 


418 


INDICE  ALFABETICO 


[Banci  Nicola-Bargellini] 


dl  San  Bruno   nella  cata  d.  Compagnia  d.  Lombardl 
(an.  1445),  102,  3S-U. 

Banoikrb  dl  Bologna  v.  Bologma  (Baitdiere). 

Bandinkllo  [BtnHiiiello]  v.  SauU  B. 

Baraccano  (compaonia  dsl)  rappresenta  un  ludo  aacro 
In  Bologna  per  le  nozae  di  AleMandro  Bentlrogllo 
(an.  149J),  267,  30-23, 

Baragazza  \Baragaccia,  BargaxMa\  "  h  clnto  dl  mura 
(an.  13J1),  LIX,  67-M*„',  k  castello  deirAppennlno 
In  ilgnorla  d.  Pepoll,  339,  40-41;  h  aiiedlato  da 
Baldacclo  d'Anghlarl  cap.  d.  Florentlni,  che  I*ot- 
tlene  per  tradlmento  d.  prealdt  (an.  1441),  69,  12- 
14;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.  14S4),   150,  45. 

Barattani  Giovanni  Bbnbdbtto  [Giovanni  BetmUtto 
Baratani]  da  Norcla,  pod.  dl  Bologna  (an.  1498), 
293,  43-46;  confermato  pod.  (an.  1499),   296,  1-2. 

Barbacia  V.  Barbazxa. 

Bardaooro  Antonio  fa  un  presente  alle  nozze  di  GIu- 
llo  Malrezzi  (an.  1464),  184,  45. 

Barbara  (Chibsa  di  Santa)  V.  Bologna  {ekiese). 

Barbarigo  Girolamo  [leronimo  Bariarigo]  ambasc  re- 
neziano  al  pp.  Paolo  II,  paisa  dl  Bologna  (an.  1464), 
186,  36-39. 

Barbaro  Vittorb  nobile  veneziano,  h  Inviato  con  lei 
mlla  aoldati  a  Vignola  per  opporsl  a  che  le  genti  del 
duca  di  Mllano  non  passino  dl  Romagna  in  Lom- 
bardia  (an.  1426),  3,  15-16;  oitacola  alle  pred.  ac- 
campate  nei  Bolognese  di  traglicttare  il  Panaro  3, 
II;  Guido  da  Fabrlano  gli  conduceva  rinforzi  quando 
i  fatto  prigioniero  con  i  luoi  dal  nemlci,  23. 

Barbarolo  (Da)  Domenico  padre  di  Lodovico,  108,  47. 

Barbarolo  (Da)  Looovico  figlio  dl  Domenico,  108,  47; 
seguace  d.  Canetoll,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  47. 

Barbazza  [Bariaeio]  nobile  famlglia  bolognese  ;  ha  ori- 
gine  dal  celebre  dottore  Andrea  Barbazza,  220,  4« ; 
"  fe  rappresentata  nel  Theatro  morale  </«'  moderni 
ingegni  d.  Ghlrardaccl,  XXIV,   22-25  „. 

Barbazza  Andrba  [Andrea  di  Sicilia]  marlto  di  Maria 
Margherita  Pepoli  sorella  d.  contl  Guido  e  Galeazzo, 
140,  32;  209,  25;  220,  48-49;  padre  dl  Giovannl  Ro- 
meo,  236,  45,  e  dl  aitrl  tre  figli,  220,  49-50;  fu  dot- 
tore  di  grande  fama,  46;  suo  dono  a  Sante  Bentl- 
vogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  4;t(an.  1479), 
220,  46-47;  b  sepolto  In  San  Petronio,  47-48;  da  lul 
ha  origine  la  nobile  famiglla  bolognese  d,  Barbaz- 
za,  48. 

Barbazza  Giovanni  Rombo  figllo  dt  Andrea,  236,  4-5 ; 
dottore;  nel  corteggio  di  nozze  di  Annlbale  Benti- 
voglio  tiene  le  redlnt  d.  cavallo  alla  sposa  (an.  14S7), 
37-38,  45;  suo  vestito,  39-44;  scalco  alle  nozze  di 
Alessandro  Bentlvoglio  (an.  1492),  267,  15-17;  ha 
con  sb  sel  servitori,  15  ;  vestito  auo  e  d.  servi,  18- 
19;  sl  reca  con  Alessandro  Bentivoglio  a  Mllano  a 
complimentare  il  nuovo  duca  Lodovico  Sforza  (an. 
1494),  233,  35-39;  creato  degll  Anzlant  da  Giovanni 
Bentivogllo  (an.  1501),  308,  39. 

[Barbazza]  Maroiierita  o  Maria  Margherita  V.  Pe- 
foU  Margherita. 

Barbiano  torna  all'ubbldienza  d.  pp.  (an.  1436),  47,  31- 
33;  ne  sono  devastate  le  vlgne  da  un  temporale 
(an.  1463),  182,  35-37;  *  LXVI,  41,. 

*  Barbiano  (da)  Consbuce  figUo  di  Glovanni ;  b  fatto 


prlgioniero  a  Porto  insicme  ad  Azzo  d'Este  dal 
conte  Corrado  d'Altcnberg  (an.  1395),  LXV,  u-U,. 

*  Barbiano  (da)  Giovanni  padre  dl  Conselice,  LXV, 
12;  aluta  Azso  d'Eate  (an.   1395),  5-t  ,. 

Barbiamo  (da)  Vbniero  h  uno  d.  capl  deli'esercito  rac- 
coito  in  Tmola  da  Antonio  Bentivogllo,  Micheletto 
Attendolo  e  Nicol6  Plcclnlno  (an.  1428),  8,  35-2*. 

Rarbikri  prendono  parte  all'adunanza  indetta  dai  Ca- 
netoli  contro  ii  leg.  di  Bologna  Alamanno  (an.  1428), 
5,  42-44;  6,  3;  approvano  che  si  prendano  le  arml, 
12-13;  con  gti  altri  st  Impadronlscono  d.  Plazza  e 
danno  fuoco  al  pal.  d.  pazzl,  14-15. 

Barbikri  Antonio  figlto  di  Simone,  padre  di  Carlo, 
108,  20;  aeguace  d.  Canetoli,  6  bandlto  di  Bologna 
(an.  1445),  108,  13. 

Barbieri  Bbnkobtto  paJre  di  Glovannl,  89,  t-7;  184,  V. 

Barbieri  Carlo  figlio  dl  Antonio,  108,  30;  seguace  d. 
Canetoli;  b  bandito  dt  Bologna  (an.  1445),  108,  30. 

Barbikri  Enrico  [Amieo,  Anrico]  congiura  di  Sare  en- 
trare  i  nemicl  In  c.  (an.  1428),  11,  15-24;  scoperto 
h  fatto  prigione,  25-31;  h  decapitato  in  Piazza  (an. 
1429),   48-49. 

Barbieri  Giovanni  figlio  di  Benedetto,  89,  6-7;  184,  37; 
h  tra  gli  incaricati  di  applicare  I  provvedimenti 
fiscali  deliberati  dal  Consiglto  d.  Seicento  (an.  1443), 
88,  42-89,  1-7;  st  reca  con  altrl  Bolognesl  a  Pesaro  a 
prendervi  Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Centlvo- 
gllo  (an.  1454),  147,  15-33;  fa  un  presente  alle  nozze 
di  Giulio  Maivezzl  (an.   1464),   184,  37. 

Barbieri  Grazioso  [Gratioso]  figlio  di  Petronlo,  108, 
38;  seguace  d.  Canetoli  h  bandito  dl   Boiogna  (an. 

1445),  «• 

Barbibri  Pstronio  padre  di  Grazioso,  108,  28;  figllo 
di  Pietro,  109,  5:  vicario  di  Bologna  aPiumaszo; 
h  fatto  qui  prlgloniero  dal  cap.  d.  Chiesa  Giacomo 
Caldora  (an.  142S),  10,  25;  b  bandito  dl  Bologna 
perchb  seguace  d.  Canetoli  (an.  1445),  109,  5. 

Barbieri  PiBTRO  padrc  di  Petronio,  mondatore,  109,  5. 

Barbieri  Sabbadino  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,   36,  33-33. 

Barbieri  Simone  padre  di  Antonio,  108,  30. 

Barbiero  (II)  da  Scaricalasino  [//  Barbiero  da  Scarga 
rasino]  f  a  San  Giovanni  in  Persicefo  nella  mlschia 
con  le  genti  di  Bologna  (an.   1431),  30,  34-36. 

Barbo  Paolo  uno  degll  ambasc.  d.  Repubblica  Veneta 
al  pp.,  passa  dl  Bologna  (an.  1492),  268,  49-50;  gli 
vcngono  incontro  I  nobtli  con  Giovannt  Bentivo- 
glio,  269,  1-3;  con  i  colleghi  visita  gli  Anziani,  3; 
parte  accompagnato  dal  Bentivogllo  sino  fuori  d. 
c,  3-4. 

Barbo  Pietro  veneziano,  vesc.  di  Vlcenza  e  card.  di 
San  Marco,  170,  34-25;  nlpote  di  Eugenlo  IV,  186, 
30-31 ;  nel  corteggio  per  rentrata  dl  Pio  II  in  Bo- 
logna  viene  dietro  al  pp.  (an.  1459),  170,  19-30,  24- 
25;  b  creato  pp.  col  nome  di  Paolo  II  (an.  1464), 
186,  30-31;  V.  anche  Paolo  II. 

Bardi  (palazzo  dei)  V.  Bologna  {palaxti). 

Bardini  Giovanni  multato  tn  ottocento  ducatl  per  II 
rifacimento  d.  paL  Marescotti  alla  cui  rovina  aveva 
preso  parte  (an.  1508),  307,  45. 

Bargazza  t>.   Baragasta. 

Baroellini  (famioua)  '  h  rappresentata  nel  Tktairo 
morale  dt'  moderni  ingtgm  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
32-23,;   aono  al    governo    di    Bologna   (an.    1450), 


[Bargellini-BargelHni  G.  Galeazzo]     INDICE  ALFABETICO 


419 


134,  41-42;  sono  imparentati  con  Glovannl  Bentl- 
voglio  per  il  matrimonio  di  Lattanzio  con  Isabella 
figlia  d.  pred.  (an.  1475),  354,  38. 

Bargellini  Alessandro  figlio  di  Lattanzio,  340,  43-44; 
h  corapagno  di  Pier  Giorgio  da  Parma  nel  torneo 
bandito  in  Bologna  il  glorno  di  San  Petronlo  (an. 
1470),  204,  34-25;  sue  vesti  e  sua  impresa,  25-37;  suc- 
cede  in  Senato  al  parente  Astorre  (an.  1505),  340, 
43-44;  ospita  nella  sua  casa  di  Borgo  Nuovo  il  card. 
Cesarinl  (an.  1506),  356,  33-34;  h  escluso  dai  Qua- 
ranta  Consiglieri  0  Riforraatori  per  volere  d.  pp., 
358,  32-33. 

Bargellini  Antonio  figUo  dl  Marchionne,  184,  13  ;  fe  d. 
Sedici  Riformatori  d.  Stato,  87,  3-5;  cessato  1'ufBcio 
decade  (an.  1443),  3;  h  scalco  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzl  (an.  1464),  184,  s-13;  fa  un  presente  al 
pred.,  31. 

Bargeluni  Astorris  succede  in  Senato  al  f  fratello 
Gaspare  (an.  1503),  310,  33-34;  f;  gli  succede  il 
parente  Alessandro  Bargellini  (an.  1505),  340,  43-44. 

Baroei.lini  Bbnincasa  [Beninc^]  zio  di  Agostino  Gon- 
zagni,  19,  3;  h  rlchiamato  a  Bologna  (an.  1430), 
18,  1-2;  si  rappacifica  a  nome  di  Antonio  Benti- 
voglio  con  1  Canetoli,  5-6;  Baldassarre  e  Battista 
Canetoli  con  Bartolomeo  Zambeccari  vanno  a  casa 
sua  per  ucciderlo,  ma  era  gii  fuggito,  49-19,  1-2;  h 
bandito  di  nuovo,   19,   36-37. 

Barobllini  Carlo  figlio  di  Molchiorre,  147,  43-44;  193, 
39 ;  scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentivogiio 
(an.  14S4).  147,  30-33,  43-44;  fa  un  presente  alle 
nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  40;  h  ar- 
raato  cav.  aurato  da  Galeazzo  Maria  Sforza  in  Bo- 
logna  (an.   1467),  193,  39. 

Bargkllini  Carlo  figlio  di  Gasparc,  184,  36;  fa  un  pre- 
sente  alle  nozze  di  Giullo  Malvezzl  (an.  1464),  184,  36. 

Bargellini  Cesare  h  con  altri  convocato  in  Pal.  da 
Ermes  Bentlvoglio  (an.  1501),  305,  5-6 ;  il  pred. 
raanifesta  loro  che  Agaraennone  Marescotti  aveva 
scritto  al  duea  Valentino  invitandolo  a  venire  con- 
tro  Bologna  e  il  Bentlvoglio,  11-29,  e  lo  esorta  a 
unirsi  a  lui  neirucciderc  i  Marescottl  detenuti  in 
Pal.,  39-31 ;  partecipa  airuccisione,  31-43 ;  coinvolto 
nella  conglura  per  fare  entrare  Annibale  ed  Ermes 
Bentlvoglio  in  Bologna  h  confinato  (an.  1507),  366, 
lJ-19;  dopo  alcuni  giorni  h  richiamato  dal  confine, 
30;  partecipa  alla  congiura  per  richiamare  i  Ben- 
tivoglio  (an.  1508),  378,  43-43;  el.  d.  Slgnori ;  si 
accorda  con  lo  Scappl  sul  modo  di  attuare  il  loro 
divlsamento,  43-379,  1-5 ;  al  momento  di  agire,  pen- 
titost,  per  il  male  che  ne  poteva  succedere,  fa  sapere 
allo  Scappl  che  si  ritira  dall'impresa,  26-38. 

Baroeluni  Cornblio  figlio  di  Gaspare,  290,  5 ;  senato- 
re;  ucclde  la  moglie,  che  fa  secretamente  seppelllre 
nel  clmitero  di  San  Biagio  (an.  1496),  5-6;  sco- 
perto  il  delitto  e  rlmosso  11  cadavere  viene  privato 
d.  raagtstrato  e  bandito,  6-7,  non  si  sa  11  raottvu  d. 
misfatto,  8. 

Baroelliki  FiLiPPO  [Fili^^o  Bar$tllino]  figllo  di  Gaspa- 
re,  88,  47;  113,  7-8;  143,  l;  145,35-36;  152,  13;  171, 
39;  e  padre  di  un  altro  Gaspare,  188,  43;  215,  33  ;  6 
tra  gli  incarlcati  di  attuare  i  provvedlmenti  fiscali 
deliberati  nel  Conslglto  d.  Selcento  (an.  1443),  88, 
42-47:  ^  degll  Anzlant  che  infliggono  il  bando  al 
Canetoli  e  loro  seguaci  (an.   144S),  107,48;  108,6; 


h  degli  Anziani  di  settembre  e  ottobre,  111,  7;  h 
el.  con  altri  a  distribuire  i  beni  d.  banditi,  113,  4- 
5,  7-8;  h  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1446), 
35-36;  h  degli  Anztani  di  marzo-aprile  (an.  1449), 
129,  34,  36-37 ;  ^  confermato  d.  Sedici  d.  Reggimento 
(an.  1453),  142,  44;  143,  1,  e  corae  tale  prende  parte 
alla  rlforma  degli  Statuti  d.  c.  (an.  1454),  145,  39, 
35-36;  sopralntende  alla  costruzlone  d.  traversi  di 
raaro  nelle  fosse  d.  c,  152,  11-13;  essendo  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia,  sl  fabbrica  una  casa  in  Borgo 
Nuovo,  30-21;  t  (ai.  14S9),  171,  39-40;  gll  succede 
nei  Sedici  Carlo  Bianchetti,  172,  33-24. 

Bargellini  FiLippo  h  stafSere  di  Ippolita  Sforza  durante 
le  sue  nozze  con  Alessandro  Bentivoglio  (an.  1493), 
267,  11-12;  affoga  nelle  fosse  di  San  Giovanni  In 
Persiceto  ove  era  castellano  (an.  1506),  343,  15-16; 
il  corpo  h  portato  a  Bologna  e  sepolto  ai  Servl,  16-17. 

Bargellini  [Francesco]  fratello  di  Melchiorre  e  abate 
di  Santo  Stefano,  f,  (an.  1443),  97,  20-21. 

Bargellini  Galeazzo  padre  di  Melchiorre,  88,  48-49. 

Bargblhni  Gaspark  padre  di  Carlo,  184,  36;  di  Cor- 
nelto,  290,  5;  di  Filippo,  88,  47;  113,  7-8,  143,  1; 
145,    35-36;    152,   12;    171,  39;  di  Lodovico,    147,    39. 

BargellIni  Gaspare  [Gasfarre]  figllo  di  Fillppo,  188, 
42;  215,  33;  f  ratello  di  Astorre,  310,  35;  accora- 
pagna  Giovanni  Bentivoglio  in  visita  a  Milano  (an. 
1465),  188,  42;  succede  In  Senato  a  Lodovlco  Cac- 
cialupi  (an.  1475),  215,  31-32;  h  el.  d.  Sedici  (an. 
14S8),  253,  22-34;  interviene  alI'inauguraztone  del 
Naviglio  da  Bologna  a  Corticella  (an.  1494),  274, 
4-36;  va  con  un  servo  in  pellegrlnaggio  a  San  Gla- 
como  di  Galizla  (an.  ISOJ),  310,  33-34;  nel  ritorno 
t  per  vlaggto,  34-35;  gli  succede  in  Senato  il  fratello 
Astorre,  35. 

Bargkllini  Giacomaccio  scalco  alle  nozze  dl  Annibale 
Bentivoglio  (an.   1487),  237,  27-38;  suo    abito,  47. 

Bargellini  Giacomo  saputo  il  raalanlrao  d.  fratelli 
Malvezzi  contro  Giovanni  BentivogHo,  al  quale  por- 
tava  rancore  per  un'o£fe3a  ricevuta  (an.  1488),  248, 
26-28,  si  abbocca  con  Giovanni  Malvezzi  e  insieme 
si  accordano  dl  uccidere  il  pred.,  28-33;  chiedono 
prima  il  parere  di  Giambattista  Refrigerlo  uomo 
di  buon  constglio,  33-37,  che  li  induce  a  cercare 
1'aiuto  di  qualche  principe,  37-249,  1-2;  gll  fe  riferito 
da  Giovanni  Malvezzt  I'esito  infruttuoso  d.  suo 
passo  presso  il  Medicl,  16;  col  pretesto  dl  sentire 
se  volesse  dare  una  d.  sue  figlie  tn  m.  a  uno  d. 
Malvezzi  st  reca  da  Agaraennone  Marescotti  a  ten- 
tarne  1'animo,  36-32;  avuto  dal  pred.  promessa  d. 
marltaggto  anzldetto  e  contlnuando  11  discorso  sulla 
serviti  di  Bologna  e  il  raodo  dl  llberarla  chlede 
al  Marescotti  II  suo  appoggio  a  questo  scopo,  3> 
35;  l'ottiene  dopo  avergli  esposto  II  plano  d.  con- 
giura,  35-39;  si  reca  da  Giulio  e  Giovannl  Battista 
Malvezzi  a  rifcrirgli  11  consenso  d.  Marescottl,  che 
si  offriva  col  figlio  Galeazzo  di  prendere  la  Piaaza 
39-43;  complutast  l'ucctslone  d.  BentiToglto  avrebbe 
dovuto  dai  conglurati  cssere  acclamato  in  Senato 
capo  d.  senatori  In  luogo  dl  Giovannl,  250,  7-8;  i 
decapitato  nel  cortUe  d.  pal.  d.  pod.,  251,  45-46; 
cf.  35-35. 

"  Barokllini  [Giovanni  Galkazzo]  lenatore;  h  uno  dei 
tre  assuntl  a  rlferlre  sulla  Hittoria  d.  Ghirardaccl 
(an.  ts86),  XLVI,  46-XLVII,  1-4;  la  relazlone  va  In 


420 


INDICE  ALFABEllCO  [Bargellinl  Giov.   GaleaKo-BarletUl 


lungo  tanto  che  temendoti  fotte  l'opera  pubbllcatt 
dairautore  fuorl  dl  Hologna  icrire  inileme  agli  altri 
•li'ambaic.  bolognete  a  Roma  perchb  Intervenga 
pretso  rautoriti  eccletiattlca  contro  tale  potslbliiti 
(«n.  1588),  L,  lS-35?  d4  11  perroetto  d.  itarapa, 
U,  M-13,. 

Baroullini  Girolamo  padre  di  Mariano  naturale,  192, 
40;  e  dl  Stefano,  41;  i  el.  degli  Anzlanl  (an.  1446), 
113,  10-1]. 

Baroblliki  GluLIo.  Nel  torneo  tenutotl  in  Bologna  per 
deSnire  te  la  Sapienza  o  la  Fortuaa  prevalga  nelle 
cote  umane,  combatte  col  colorl  di  Nicoli  Ran- 
goni  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  qulnta 
•quadra  vestlta  aila  tedeica  (an.  1490),  258,  37-31; 
la  lua  parte  loccombe,  262,  17-lt. 

Barobllini  Ippouto  canonlco  di  San  Pletro;  etce  dl 
Bologna  coi  BentlTogilo  luoi  amici  (an.  1506),  348, 

41,  45. 

Barobllini  Isabslla  \Tsabetla  Bartei/ina]  accompagna 
al  porto  Laura  Bentirogllo  diretta  al  marlto  In 
Mantova  (an.  1494),  275,  36-31. 

Bargbllini  Lattanzio  padre  di  Alessandro,  340,  43-44 ; 
conduce  per  le  redlnl  la  chinea  deila  regina  di  Rus- 
sia  nella  sua  vlsita  alla  sepoitura  dl  San  Domenico 
(an.  1472),  212,  36-3S;  sposa  Maria  Isabelia  Benti- 
voglio,  naturale  dl  Giovanni  II  (an.  1475),  215, 15-16; 
cf.  354,  3»;  265,  4;  accompagna  Glovannl  Bentivo- 
giio  a  Ferrara,  219,  43-45,  a  Milano,  221,  22-34;  una 
sua  figlia  %  moglie  dt  Aiberto  Castelil,  265,  4. 

Baroellini  Looovico  figUo  dl  Gaspare,  147,  39;  scalco 
di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentlvogllo  (an.  1454), 
147,  30-33,  39;  fe  dei  magistratl  (an.  1505),  339,  1,  6. 

[Baroellini  Maria  Isabblla]  V.  BentivogUo  M.  I. 

Baroellini  Mariano  bastardo  di  Girolamo,  192,  40:  % 
ferito  a  morte  da  Stefano  suo  fratello  con  altri  com- 
pHci  (an.  1467),  192,  40-41 ;  t  per  trenta  terite  infer- 
tegll  da  Luca  Bombasari  e  lascia  suo  erede  unlver- 
sale  Giovannl  Bentivoglio,  45-46. 

Baroellini  Mblchiorre  {Marehione  Bargellini,  Mel- 
eUorre]  figlio  di  Galeazzo,  88,  48-49;  fratelio  dei- 
l'abate  di  Santo  Stefano,  97,  20-21 ;  padre  di  Anto- 
nio,  184,  12;  dl  Carlo.  147,  43-44;  193,  39;  con  il 
fratello  Francesco  h  bandlto  dl  Bologna  (an.  1430), 
19,  36,  34;  h  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  provve- 
dlmenti  fiscall  deliberati  nel  ConsigUo  d.  Selcento 
(an.  1443),  88,  42-49. 

Bargellini  Nicol6  si  reca  a  Roma  chiamato  dal  pp. 
totto  fede  dl  sicurti  (an-  1508),  384,  13-16;  h  rin- 
chiuio  In  Castel  Sant'Angelo,  20-31. 

Barobllini  Ovidio  h  con  altrl  convocato  in  Pal.  da 
Ermes  Bentivoglio  (an.  1501),  305,  5-6;  il  pred.  ma- 
nifesta  loro  che  Agamennone  Marescotti  aveva 
scrltto  al  duca  Valentlno  inritandolo  a  venire  con- 
tro  Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-29  ;  II  esorta  a  unirsl 
con  lui  nell*uccidere  i  Marescotti  detenuti  In  Pal., 
39-31;  partecipa  aIl'uccIsione  d.  pred.,  31-42;  accom- 
pagna  Alessandro  Bentivoglio  a  Roma  a  prendervi 
Glacoma  Orsini  sposa  dl  Ermes  Bentivogllo  (an. 
1504),  332,  30,  33-34;  nella  sua  casa  in  strada  Santo 
Stefano  ospita  il  card.  Fazio  Santorio  (an.  1506), 
356,  32-33;  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri  o 
Riformatorl,  358,  34,  39;  h  mandato  dal  Senato 
con  aitri  due  aUo  Scappi  a  chledergll  ragione  d. 
fuoco  appiccato  al  paJ.   Marescotti  e   perchi  erasi 


irapadronito  d.  porta  San  Mamolo  (an.   150U),  380, 
3S-M;  ne  ha  risposta  evasiva,  30-34;  h  nuoraraente 
Inviato   dai   governatore   ailo   Scappl  a   chiedergll 
la  reitituzlone  di  porta  San  Mamolo  a   qualunque 
condUione,   381,   1-13;  preteie  del   pred.,  che  ven- 
gono  fisiate  in  capltoli,  13- 3t;  b  trattenuto  dallo  Seap» 
pi  quale  oatagglo,  27. 
Bargslli.vi  Pirro  partecipa  alla  congiura  ordita  dallo 
Scappi  in  farore  d.  Bentiroglio  (an.   1508),  380,1. 
Baroellini  Po.mpko  partecipa  aUa  congiura   ordita  da 
Gaipare  Scappi  In  farore  d.  Bentlrogllo  (an.  1508), 
380,  7. 
Baroellini  Stbvano  flglio  di  Stefano,  192,4l;ia 
compagnia  di  Nicol&  Maurina  e  dl  Luca  BomlMwarl 
ferlsce  a  f  Mariano  suo  frateUo  naturale  (an.  1467), 
192,   40-41;   gll  h   posta  una  Uglla  di   mUle  lire,  h 
condannato  neUa  tetta  e  gU  sono  confiscatl  i  t>enl, 
43-44. 
Baroellini  Viroiuo  i  radunato  con   altri   in  Pat  da 
Ermes  Bentiroglio  (an.   1501),  3U5,  S-t;  II  pred.  raa- 
nliesta  loro  che  Agamennone  Marescotti  areva  tcrlt- 
to  al  duca  Valentino  invitandolo  contro  Bologna  e 
1  Bentlvoglio,  11-29;  e  11  etorta  a  unirsi  con  iui  nel- 
1'uccidere  i  Marescotti  detenuti  in  Pal.,  2»-3l ;  par- 
teclpa  aII'ucclslone  d.  pred.,  31-42;  h  con  altri  man- 
dato  dal  governatore  aUo  Scappi  a  domandargli  la 
rettltuzione  dl  porta  San  Mamolo  a  qualunque  con- 
dizione  (an.   1508),  381,   s-12;   pretese  d.  pred.  che 
reagono  fermate  In  capitoli,  12-36;  torna  al  Senato, 
37-3t. 
Bargsllo  dl  Bologna  v.  Bologna  {Bargello). 
Bargi  iBarxi]  nel  Bolognete;  h  espugnato  da  Baldaccio 
d'Anghiari,   cap.  d.   Florentinl   (an.  1441),  69,  tS; 
disubbidiente  a  Bologna  h  rovinato  dai  Bolognesi 
(an.  1451),  140,  27;  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  150,  39;  fa  un  presente  alle 
nozze  di  Giulio  Malrezzi  (an.  1464),  185,  4. 
Bari  (da)  V.  Nicolh  Dalmata  0  da  Bari. 
Bari  (nuCHl)  \duca  di  Barri]  v.  Sforta  Ascanio,  ^»rtm 

Lodovieo,  Sforxa  Sforza  Maria. 
Baricella  [Bariulla]  danneggiato  dalla   tempesta  (an. 

1453),  143,  33.34. 
Baricblli  Baricello,  padre  di  Paolo,  144,  7. 
Baricblu  Giovanni  [Don  Giovanni  della  Bariiella]  si 
impegna  di  consegnare  Medlcina  ai  fuorusciti  (an. 
1453),    144,    9-10;    scoperto  U   trattato  h   chiuso  in 
gabbia  e  non  impiccato  essendo  sacerdote,  11-12. 
Baricklu  Paolo  figlio  di  Baricello,  sl  accorda  con  An- 
tonlo  Fantuzzi  di  introdurio  in  Bologna  per  porta 
Castlglione  (an.  1453),  144,  7-9;  o  almeno  dl  conse- 
gnargli  Mediclna,  9-10 ;  scoperto  II  trattato  ^  preso 
e  impiccato,  10- 11. 
Baricello  [Barisello]  v.  Bariselli  B. 
Barioazzi  V.  Calici  Giovanni  0  Barigaxai. 
Barili  Santb  [Santo  Barile]  esce  di  Bologna  coi  Ben- 
tlvogUo  suol  amici   (an.   1506^   348,  41;  349,  10;  h 
fatto  prigioniero  a  Bondanello  da  balestrieri  di  Lo- 
dovico  della  Mlrandola  (an.  1508),  391,  12-13;  33;  h 
condotto  a  Bologna,  30-31,  cf.,  392,  46-47;  posto  al 
tormento  confessa  il   trattato  in   favore  d.  Benti- 
vogUo,  4t;  i  implccato,  393,  7-t. 
Barisella  V.  Barieella   e  Baricel/i. 
Barletta  domandata  ai  Veneziani  da  Ferdlnando  d'A- 
ragona  (an.  1509),  393,  34. 


[Barocino-Bassani  Giacomino] 


INDICE  ALFABETICO 


421 


Barocino  V,  Baroncini. 

Baroncini  Bartolomeo  padre  dl  Carlo,  106,  4S;  108,  30; 
di  Nlcol6,  109,  i ;  governatore  dell'ospedale  d.  Mor- 
te;  assiste  Graziolo  Grazioli  nell'ordinare  la  proces- 
sione  d.  Madonna  d.  Guardia  (an.1433),  34,  26-28; 
vl  prende  parte,  28-35,  1-5. 

Baroncini  CARLo[Car/(>  Batonzini!  Carlo  5i?ro«»»] figlio 
di  Bartolomeo,  106,  48;  108,  20;  seguace  dei  Cane- 
toli;  gli  h  saccheggiata  e  bruciata  la  casa  (an.  1445), 
106,  48;  h  bandito  di  Bologna,  108,  20;  e  ucciso  du- 
rante  1  torbidi  per  la  f  di  Annlbale  Bentivoglio, 
106,  30. 

Baroncini  NicoLo  [Yicolb  Batonsin»,  Nicolh  Baronzino] 
figllo  di  Bartolomeo,  109,  4;  seguace  dei  Canetoll; 
incarlcato  di  uccidere  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1445),  102,  19-20,  h  scoperto,  ma  non  confessa  mal- 
grado  i  tormenti,  20-21,  cf.  24;  i  Canetoli  ne  cliie- 
dono  inutilmente  la  liberazione,  33-23;  bandito  di 
Bologna,  109,  4 ;  e  fatto  a  pezzi  dal  popolo  e  get- 
tato  nella  corte  d.  pal.  d.  pod.,  105,  48-SO;  cf.  106, 
26,  30. 

Barracano  t>.  Baraecano. 

Barrt  (duchi  di)  V.  Bari  (duehi). 

Barsotto  V.  Bassotto. 

Bartoli  Anconio  padre  di  Bartolomeo,  68,  12-13. 

Bartoli  Bartolomeo  figlio  dl  Antonio,  68,  12-13;  e  fuo- 
ruscito  dl  Bologna  (iin.  1440),  13-13. 

Bartolino  V.   Bentivoglio  B. 

Bartolo  v.  Garfagnani  B. 

Bartolo  da  Poggio  di  Massumatico  contadino;  suo 
dono  a  Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
151,  17. 

Bartolo  (abazia  di  San)  \San  Bartkol6\  v.  Ferrara 
(abazia  di  San  Bariolo). 

Bartolomeo  V.  Alviano  (Da)  B.,  Amerighi  B.,  Bagna- 
rola  (Da)  B.,  Baroncini  B.,  Bartoli  B.,  Bianchi  B., 
Boccadiferro  B.,  Bolognetti  B.,  Bombaci  B.,  Bon- 
zanini  B.,  Buono  (Dei)  B.,  Caccianemici  B.,  Calci- 
na  (Dalla)  B.,  Calici  B.,  Camfeggi  B.,  Canetoli  B., 
Cava  (Della)  B.,  Cocle  B.,  Colleoni  B.,  Copoli  B., 
Cospi  B.,  Croce  (Dalla)  B.,  Dolcini  B.,  Dondini  B., 
Dosi  B.,  Dugliolo  B.,  Ercolani  B.,  Felicini  B.,  Fiesso 
(Da)  B.,  Fiopfa  (Dalla)  B.,  Gengifabbri  B.,  Ghsi- 
iicri  B.,  Giacomi  B.,  Gombruti  B,,  Guaine  (Dalle) 
B.,  Guidotti  B,,  Lambertini  B,,  Libri  B.,  Loiani 
B.,  Malvetzi  B.,  Manfredi  B.,  Mangani  B.,  Man- 
xoli  B.,  Marchesi  B.,  Marescalehi  B.,  Mazxacani 
B.,  Montecalvi  B.,  Musotti  B.,  Negri  B.,  Orlan- 
dini  B.,  Panieri  B.,  Pannolini  B.,  Panzeri  B.,  Pela- 
cani  B.,  Pellizxari  B.,  Pescarola  (Da)  B.,  Piancal- 
doli  (Da)  B.,  Piantavigne  B.,  Piffari  B.,  Piodi  B., 
Pozzo  (Dal)  B.,  Preti  B.,  Ricordati  B.,  Rossi  B., 
Roti  B.,  Rovere  (Dalla)  B.,  Roversi  B.,  Saechetti 
B.,  Sala  (Da)  B.,  Sampieri  B.,  Sangiorgi  B.,  Sas- 
suno  (Da)  B.,  Scoxzi  B.,  Scranne  (Dalle)  B.,  Segni 
(Di)  B.,  Selle  (Delle)  B„  Spada  (Dalla)  B.,  Stiatico 
(Da)  B.,  Tochini  B.,  Torfanini  B„  Trentaquattro  B., 
Triachini  B.,  Uggeri  B.,  Usberti  B,,  Uccelletti  B., 
Vasselli  B.,  Verardi  B.,  Vitali  B.,  Zabarelli  B.,  Zam- 
heccari  B.,  Zocchini  B,,  v,  anehe  Giaeomo  di  Barto- 
lomeo,  Giovanni  Bartolomto,  Gualtiero  di  Bartolomeo. 

....  Bartolomeo  detto  Cacciafede  mugnaio ;  prende 
parte  a  una  glostra  bandita  dai  mugnai  dl  Bologna 
nei  mercato  d.  buoi  («n.   1443),  75,  1-9. 


....  Bartolomeo  dbtto  il  Cozzula  barbiere ;  prende 
la  croce,  e  accompagna  Antongaleazzo  Bentivoglio 
a  Gerusaiemme  (an,  1498),  294,  11-13. 

....  Bartolombo  detto  Chezuba  conflnato  perche  ami- 
co  d.  Bentivoglio  (an.   1507),  362,  33-34,  39-40. 

....  Bartolomeo  figlio  di  Paolo  merciaio;  el.  Anziano 
di  Bologna  per  porta  San  Piero  (an.  1439),  11,39- 
40;  suo  dono  a  Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an. 
HS4).  149,  17-18. 

....  Bartolombo  figlio  di  Tommaso  beccaio  in  Bologna; 
el.  d.  Dieci  di  Balla  (an.  1435),  41,  22-33;  di  nuovo 
d.  Dieci  di  BalU  (an.  1438),  53,  41-42. 

....  Bartolomeo  figlio  di  Venente  stracciarolo  di  Bo- 
logna ;  el.  dal  Senato  Gonfaloniere  per  porta  Stleri 
(an.  1438),  53,  36,  40. 

. . . .  Bartolomeo  dl  Bologna  trombetto;  crociato  con 
Giacomo  Grati  (an.  1464),   186,  8. 

Bartolomeo  da  Bergamo  V.  Colleoni. 

Bartolomeo  da  Budrio  figlio  di  Domenico,  184,  9; 
scalco  alle  nozze  dl  Glulio  Malvezzi  (an.  1464),  184, 

8-9. 

Bartolomeo  da  Firenze  parte  di  Bologna  crociato  con 
Giacomo  Grati  (an.  1464),  186,  7-8. 

Bartolomeo  da  Modena  [Bartolomeo  da  Modena]  giu- 
stiziato  in  Bologna  per  tradimento  (an.  1439),  13, 
10-11. 

Bartolomeo  da  Monfestino  combatte  nel  torneo  in 
Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  ia  Sa- 
pienza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  segulto  di  An- 
nibale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna  ed  h  ascrltto 
alla  quarta  squadra  vestita  all'ungherese  (an  1490), 
259,  27-29;  la  sua  parte  riesce  vittoriosa,  262,  17-19. 

Bartolomko  da  Nuvolara  h  uno  degli  artisti  che  co- 
struiscono  la  torre  d.  Bentivoglio  in  Bologna  (an. 
1490),  256,  27-28. 

Bartolomeo  da  Piacenza  [Barto/omeo  da  Piasenxa']  Ak 
mano  airuccisione  di  Raffaele  Foscherari  (an.  1440), 
61,  7-16;  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bo- 
logna  (an.  1459),  168,  48;  169,  9. 

Bartolomeo  da  Recanati  [Bartoiomeo  da  Reccanati] 
quale  rappresentante  d.  leg.  Ascanio  Sforza  alle 
nozze  di  Annlbale  Bentivoglio  in  Bologna  va  in- 
contro  agli  sposi  fuori  porta  dl  Galliera  (an.  1487), 
236,  23,  26. 

Bartolomeo  (abbazia  di  San)  in  Ferrara;  pcr  1  patti 
d.  pace  deve  essere  restituita  dal  pp.  a  Bartoiomeo 
Zambeccari  (an.  1429),  16,  37-38. 

Bartolombo  (CAPPBLLA  Di  San)  V.  Bologna  (chieta  di 
San  Pietro). 

Bartolomeo  (chibsa  di  San)  V.  Bologna  (chiete). 

Bartolomeo  Zanardo  V.  Landi  B,  Z. 

Barzellino  V.  Bargellini. 

Barzi  V.  Bargi. 

Basilea.  Martino  V  vi  indice  il  Concillo  [an.  1431],  30, 

30,  trasferito  poi  a  Ferrara  da  Eugenio  IV  (an.  1437)1 

31,  2;  cf.  49,   32-34;  ric,  47,  31,  24. 
BasILIo  V.  Ringhieri  B.,  Tiraldi  B. 
Basilio  (chibsa  di  San)  V.  Bologna  (ehiett). 
Basotto  V,  Basiotto. 

Bassani  Bassano  partecipa  alla  congiura  ordlta  da  Ga- 
spare  Scappi  in  favore  d.  BentlTOgUo  (an.  1508), 
380,  14. 

Bassani  Giacomino  [Giacomino  di  Batsano]  corabatte 
nel  torneo  in  Bologna,  tenuto»!  per  definire  m  la 


422 


INDICE  ALFABETICO 


(Bastani  Giacomino  Beatricc] 


Sapiensa  o  la  Fortuna  preralga  nelle  coie  utnane, 
al  wgulto  dl  Gilberto  Plo  e  dl  Annibale  Bentlvo- 
gllo  paladlni  d.  Fortuna;  h  atcritto  alla  leconda 
squadra  restita  alia  turca  (an.  1490),  259,  34;  la  lua 
parte  rimane  rlttorioia,  262,  17-lt. 
Bassano  V,  Baisami  B. 

Ba.ssotto  [Bnrsotto,  BasoUo]  v.  AUedo  (Z)*)  B.,  ArgiU 
(Da)  B.,  Caceianemid  B.,  Fantutxi  B, 

Bastiano  V.  Agucchi  (deglt)  Stbasliano. 

....  Bastiano  f ratello  del  Manzino ;  eice  coi  BentlTO- 
gllo,  suoi  amici,  di  Boiogna  (an.  1506),  348,  41; 
349,  %. 

Bastiano  da  Faknza  combatte  nei  torneo  In  Bologna, 
tenutoii  per  deiinire  se  ia  Sapicnza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  coiori  di  Nicold  Ran- 
goni  paladino  d.  Sapienza;  c  ascritto  aila  quinta 
iquadra  vestita  aila  tedeica  (an.  1490),  258,  37-M; 
la  lua  parte  loccombe,  262,  17-lf. 

Batauuucci  Bataouuccio  V.  Battagliucci  BaUagliuecio. 

Batonzini  V.  Baroncini. 

Battaoua  Andrea  bolognese;  figlio  di  Larabertino,  29, 
ll-H;  69,  3-4;  frateilo  di  Giacomo,  97,  30;  Anziano 
dt  Boiogna  per  porta  Ravegnana;  durante  ii  luo 
anzianato  i  capitoii  d.  pace  con  Eugenio  IV  lono  ri- 
poiti  neila  Camera  d.  Atti  (an.  1431),  29,  17-H;  si 
reca  a  Milano  a  prenderri  ia  iposa  dl  Annibale 
Bentirogiio  (an.  1441),  68,  48-69,  1-4;  i:  tra  gll  inca- 
ricati  di  attuare  i  provredlmenti  fiicaii  deiiberati 
nei  Conslglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  40-43;  89,  3; 
h  degli  Anzlani  per  porta  Ravegnana  di  novembre- 
dicembre  (an.  1446),  118,  17. 

Battaoua  Giacomo  frateiio  di  Andrea;  succede  a  un 
Bargellini  quaie  abate  di  Santo  Stefano  (an.  1443), 
97,  30;  cf.  102,  33;  e  anciie  abate  di  San  Bartoiomeo 
da  Muiinno  (an.  1445),  33-33;  ottiene  daila  Compa- 
gnla  d.  Lombardi  la  loro  casa  pr.  la  Cliiesa  di  Santo 
Stefano  per  costruirvi  i^ospedaie  di  San  Bruno  con 
patto  convenuto  di  fabbricare  sopra  le  volte  una 
stanza  comoda  per  ie  adunanze  d.  Compagnia,  33- 
40;  t  (an.   1453),    141,  34. 

Battaglia  Lambkrtino  padre  di  Andrea,  29,  ls-19; 
69,  3-4. 

Battaguucci  Ai.berto  padre  di  Giovanni,  68,  23;  108, 
35;  di  Francesco,   108,  34. 

Battagliucci  Battagliuccio  [Baiagliuccio  Batagliuc- 
ei\  fuoruscito  dl  Boiogna  cacciato  dai  Bentivoglio; 
pigila  parte  in  Boiogna  ai  corteo  papale  dl  Giuiio  II 
(an.  1506),  356,  5,  17. 

Battagliucci  Francesco  figlio  di  Aiberto,  108,  34 ;  se- 
guace  d.  Canetoli,  ^  bandito  di  Boiogna  (an.  1 445),  34. 

Battaguucci  Giovanni  figlio  di  Aiberto,  68,  33;  segua- 
ce  dei  Canetoii  c  fuoruscito  di  Boiogna  (an.  1440), 
33-33;  e  l>andito  di  Bologna  (an.  1445),   108,35. 

Battaguuccio  [Batagliuccio]  v.  Batiagliueci  B. 

Battidizzo  V.  Bologna  (BattiiitMXo). 

Battiferro  V.  Bologna  (Battiferro). 

Battista  V.  Balduini  B.,  Bevilacqua  B.,  Birani  B.,  Caliei 
B.,  Canetoli  B.,  Canonici  B.,  Gkiselli  B.,  Gottadi- 
ni  B.,  Isolani  B.,  Legnami  B.,  Libani  B.,  Magnani 
B;  Malvetni  B.,  Manzoli  B.,  Maxsoli  B.,  Metta- 
vaeca,  B.,  Panico  (Da)  B.,  Pellegri*i  B.,  Poeti  B., 
Ramodini  B.,  Ramondi  B.,  Ranutsi  B.,  Samfieri  B., 
Severi  B.,  TesH  B.,  Villanova  (Da)  B.,  Volta  B.,  Za- 
netti  B.;  v.  anekt  Giovanni  Battitia. 


Battzsta  sarto  amico  d.  GrilTonl,  26,  4;  feriace  un 

figllo  di  Gulduccio  da  Montevegiio  (an.  1431),  4-«; 
i  Gonfolonleri  ordinano  ctie  aia  preao  mentre  In 
Plazza  era  ai  segulto  di  Luigi  Grlfioni,  »-l;  k  difeso 
da  queito,  >-IO;  eice  con  ii  pred.  di  Piazza,  11. 

Battista  da  Casio  [Battista  da  Casio]  coinbatte  nei  tor- 
neo  in  Boiogna,  tenutoii  per  definire  le  la  Sapienza 
o  ia  Fortuna  prevaiga  nelie  cose  umane,  al  leguito 
di  Nlcold  Rangoni  paiadino  d.  .Sapienza;  i  aacritto 
aiia  quarta  squadra  reitita  all'ungherese  (an.  1490), 
258,  34-35,  3«;  ii  luo  partito   soccombe,   262,  17-11. 

Battista  da  Narni  casteilano  di  Gailiera  (an.  1438),  53, 
S-t;  difende  itrenuamente  ii  caiteilo  dai  Plccinino, 
6;  itremato  dl  forze  e  non  ricevendo  aiuti  lo  rende 
ai  Bologneii  per  sette  miia  ducati,  11-13;  cf.  6-s. 

Battista  di  Bernabo  stracciaioio;  congiura  con  aitrl 
di  Introdurre  in  Boiogna  l'esercltu  di  Francesco 
Sforza  per  cacciarne  ii  Bentivogiio  (an.  1440),  63, 
37-30;  scoperto  ii  compiotto  i  fatto  prigloniero,  30- 
11 ;  udendo  ie  grida  di  Tommaso  Canctoil,  uno  d. 
compiici,  sotto  11  tormento,  si  getta  daiia  finestra 
c  fuggi;,  33-34;  ripreso  c  decapitato,  34. 

BaTTiSTERo  di  Boiogna  zk  Bologna  (chiesa  di  San  Pittro). 

Bavbrio  da  Imola  [Bavera]  v.  Bonetti  Bavtrio. 

Bazzano  [Baggiano]  si  di  a  patti  ai  cap.  d.  Ciiiesa  Gia- 
como  Caidora  (an.  1438),  10,  31-33;  h  rlpreto  dal 
Boiognesi  (an.  1434),  40,  34 :  saccJieggiato  dai  soi- 
dati  d.  Piccinino  (an.  1438),  53,  34;  neh  predato  ii 
territorio  da  Pietro  da  Navarrlno  e  da  Taddeo  Mar- 
ctiesi  (an.  1446),  113,  10-11;  i  contadini  affrontano 
i  pred.  nel  ritorno  a  Boiogna,  ma  Iianno  ia  peggio, 
11-14:  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  sue 
nosie  (an.  1454),  150,  34 ;  Giovanni  Bentivogiio  vl 
fabbrlca  un  l>eiio  e  forte  castello  (an.  1490),  257,  14; 
vi  passa  Brcole  Marescotti  scortato  da  cavolii  d. 
pred.  (an.  ijo^),  330,  14;  si  dk  ai  frateiii  Bentivo- 
gllo  con  gran  parte  d.  montagna  (an.  1507),  369, 
43-44;  1  pred.  vi  sl  rermano  lenza  recare  aicun  danno 
e  pagindo  tutto  ci6  di  cul  avevano  bisogno  s!c- 
come  amlci,  47-49;  '^ndrea  Gliirardacci  vi  h  no- 
taio  d.  pod.  (an.  1552),  VI,  1-3  „. 

Bazzano  (Da)  Domenico  [Domenico  Batzano]  muitato  In 
duecento  ducati  per  il  rifaclmento  d.  paL  Mare- 
scotti  (an.   1508),  388,  37. 

Bazzano  (Da)  Giacombtto  [lcobetto  da  Baggian»]  padre 
dl  Giovanni,  108,  41. 

Bazzako  (Da)  Giov.,vnni  [Giovanm  da  Baggianc]  figiio 
di  Giacometto,  108,  41 ;  seguace  d.  Canetoll ;  h  ban- 
dito  di  Bologna  (an.   1445),  41. 

Bazzano  (Da)  Nicolo  [Mco/i  da  Baggiano\  s<^[uace 
d.  Canetoii,  e  bandito  di  Boiogna  (an.  1445),  109,  3. 

Bazzano  (Da)  Nicol6  [Nicolh  di  Battano,  Nicoli  da 
Baggiano]  cap.  di  Annibaie  Bentivogiio  contro  Car- 
io  VIII  (an.  1495),  287,  3;  parte  di  Boiogna  col  Ben- 
tivogilo  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41;  349,  4;  fatto 
prigioniero  a  Bondanelio  da  i^aiestrieri  di  Lodorico 
d.  Mirandoia  (an.  1508),  391,  U-U;  e  condotto 
a  B  o  I  o  g  n  a ,  39-31 ;  cf.  392,  46-47 ;  poito  ai  tormento 
confessa  ii  trattato  contro  i  nemici  d.  Bentivoglio, 
48;  non  h  impiccato  come  i  suoi  corapagni  perclii 
essendo  d.  principaii  bentivoieschi  ii  Senato  ne 
spera  altre  confessioni,  393,  7-10. 
Bazzilieri  V.  Baceelliero. 
Bbatrice  V.  Bentivoglie  B.,  Est*  (D^  B. 


[Beccadelli-Benedetto  Giovanni]  INDICE  ALFABETICO 


423 


Beccadelli  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
rale  de'  moderni  ingegni . . ,  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
22-27  ,. 

Beccadelli  BoNANTONio  fe  degli  Anziani  (an.  1468),  200, 
33;  riceve  in  dono  dleci  ducati  per  la  venuta  d. 
nuovo  governatore  Savelli,  29-30. 

Bbccadelli  Carlo  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.   1464),    184,  H. 

Becoadelli  Giovanni  detto  Coltellino  \Giovanni 
detto  Cortellino  de*  Beccatellt\  prende  parte  a  una 
giostra  in  Bologna  (an.   1444),  97,  46-48. 

Beccadelli  Lodovico  dottore  famoso,  vive  in  questo 
tempo  In  Bologna  (an.   1456),   162,   14-16. 

Beccadblli  Lodovico  combatte  nel  torneo  in  Bologna 
tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Nicol6  Ran- 
goni,  paladino  d,  Sapienza;  fe  ascritto  alla  terza 
aquadra  vestita  alla  francese  (an.  1490),  258,  31-34; 
il  suo  partito  soccombe,  262,  17-18. 

Beccadkllo  V.  Artenisi  B,,  Speziali  B. 

Beccari  Antonio  \Tonio\  figlio  dl  Giacomo ;  e  fuoru- 
sclto  di  Bologna  (an.   1440),  68,  21. 

Beccari  Bellocchio  \Bellochio  Beccaro]  e  bandito  di 
Bologna  (an.  1430),  19,  26,  43. 

Beccari  Fabruccio  [Fadruccio  Beccari]  h  bandito  di 
Bologna  (an.  1430),  19,  38. 

Beccari  Giacomo  padre  di  Antonio,  68,  21. 

Beccari  Saracino  [Saracino  Beccari]  h  bandito  di  Bolo- 
gna  (an.   1430),   19,  26,  30. 

Bbccari  Sovrano  [Sovrano  Beccaro]  multato  in  cento 
ducati  per  il  rifaclmento  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  388,  31. 

Beccari  Tommaso  [Tommaso  Beccaro]  partecipa  alla 
congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d. 
BentirogUo  (an.  1508),  380,  14-15;  dai  congiurati  e 
mandato  al  conte  Guido  Rangoni  perchi  solleciti 
Annibale  a  recarsl  a  Bologna  essendo  gi4  conqul- 
stata  dai  suoi  fautori  porta  San  Mamolo,  380,  16- 
18 ;  h  rimandato  con  vaga  risposta,  18-22. 

Bbccaria  Manfrbdi  [Manfredo]  accompagna  Galeazzo 
Maria  Sforza  a  Bologna  (an,  14S9),  168,48;  169,  5; 
combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  de- 
finlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle 
cose  umane,  al  seguito  di  Annibale  Bentivoglio  pa- 
ladino  d,  Fortuna;  h  ascrltto  alla  sesta  squadra  ve- 
stlta  alla  selvaggia  (an.  1490),  259,  33-34;  la  sua 
parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19. 

Beccarino  V.  Bentivoglio  Bartolino  ditto  Beccarino. 

Beccatklli  V.  Beccadelli. 

Bedorb  [Bedoro]   v.  Preti  B. 

BEGL10.SSI    V.   Belliossi. 

Bbgnino  (monsignor  di)  V.  Aubigny  (Z)')  Roberto. 

Belgrado.  In  seguito  alla  vittoria  riportatavi  dai  Cri- 
stiani  i  Turch!  ne  tolgono  I'assedio  (an.  1456),  162, 
38-40. 

Bella  (Della)  dai  Velli  Cbsark.  GIl  h  tolto  il  capita- 
nato  di  porta  Maggiore  per  avere  fatto  usclre  di 
Bologna  il  pretc  mago  (an.  1452),  142,  2-3;  h  ban- 
dlto  di  Bologna,  3-4. 

Bellini  FiLippo  fe  d.  Sedici  Rlformatorl  d.  Stato,  87,  3-6; 
cassato  quesfufficlo  decade  (an.  1443),  3. 

Bklliossi  Alessandro  padre  dl  Giacomo,  395,   50. 

Belliossi  Antonio  fa  un  presente  alle  nozze  di  Glulio 
Malvezzl  (an.  1464),  184,  38. 


Bblliossi  Giacomo  figlio  di  Alessandro,  395,  50;  e  uffi- 
ciale  sopra  I'approvvigionamento  in  Bologna  (an. 
1509),  50-51, 

Belliossi  GiovANNl  [  Giovanni  Beg/iossi].  Gli  h  affidata 
dal  pp.  la  porta  d.   Mascarella  (an,    1506),   357,  29. 

, , . .  Bello  beccaio  dl  Bologna ;  la  sua  casa  h  scoper- 
chiata  da  un  vioiento  uragano  (an.  1468),  200,  1. 

Bellocohio  [Bellochio]  v.  Beccari  B. 

Bblo  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  151,  5. 

Belotti  Astorre  [Astorre  Belotto]  fratello  di  Belotto; 
esce  di  Bologna  con  i  Bentivoglio  suoi  amici  (an. 
1506),  348,  41;  349,  4, 

Belotti  Belotto  fratello  di  Astorre ;  esce  di  Bologna  con 
i  Bentivoglio  suoi  amici  (an,  1506),  348,  4!;  349,  4. 

Bblotti  Stefano  esce  di  Bologna  coi  suol  amici  Ben- 
tivoglio  (an.  1506),  348,  41;  349,  5. 

Belpiede  V.    Vailia  {Da)  Belpiede. 

Belpoggio  ric,  244,  12;  sontuosa  villa  da  Giovanni 
Bentivoglio  fabbricata  alle  falde  delPAppennino  (an. 
1490),  257,  11-13;  vi  si  reca  a  diporto  Giulio  11 
(an.  1507),  363,  16-17. 

Bbltramo  V.  Lodovisi  B.,  Sala  (Da)  B, 

Belvederb  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.   14S4),  151,  10;  v.   anche    Simone  da   Belvedere. 

"  Benacci  Albssandro  [Alexander  Benatius,  Benaci]  stam- 
pa  a  Bologna  II  Calendarium  d.  Ghirardacci  (an. 
1570),  XIX,  28;  e  VOrdine  di  celebrare  le  messe  cos\ 
solenni  come  frivate  ecc.  con  sua  lettera  dedicatoria 
a  Leone  Leonori  (an,  1571))  XXI,  1-2,  i-1 ;  e  Avvisi 
della  messa  (an,   1571),  14  „. 

Bendinello  V.  Bandinello. 

"  Bendoni  G.  . . .  primo  marito  di  Laura  Giudici,  VIII, 
Schizzo  Genealogico  „. 

Bene  V.  Papazzoni  B.,  Tacconi  B. ;  v.  ancht  Zero  di 
Bene. 

"Benbdbtti  o  Db  Bbnbdictis  Giuseppe  incisore,  nato 
a  Bologna  nel  1707  f  nel  1782,  LXI,  34-35;  incide  un 
rltratto  in  rame  di  fra  Cherubino  Ghirardaccl,  25- 
26;  h  noto  per  parecchie  incisioni  unite  alle  opere 
d.  Muratori,  Tassoni  e  altri,  35-36,  9-/»  „. 

Bbnedbttini  (frati)  [frati  della  Regolarc  Osservanta] 
di  Bologna;  abitano  in  Santa  Giustina,  49,  14-15;  i 
loro  data  dai  Bolognesi  l'abbazia  di  San  Felice  (an. 
1436),  13-15;  quindi  per  maggior  comoditi  d.  fedeli 
quella  di  San  Procolo,  cui  viene  annessa  la  chlesa 
di  Santa  Maria  d.  Monte,  15-18;  alcuni  di  loro  sono 
fattl  prigioni  perchfe  avevano  dato  o8pitalit&  a  gentl 
d.  Bentlvoglio  (an.  1508),  389,  39-43;  trovati  inno- 
centi  sono  rilasciati,   42-43. 

Benedetto  V.  Bonfioli  B.,  Gabrielli  B.,  GiochiM  B.,  Gui- 
dalotti  B.,  Merandi  B.,  Vanni  B.;  v.  anche  Giovatmi 
Benedetto. 

....  Benedetto  di  Mantova ;  cameriere  di  Galeazzo  Ma- 
rla  Sforza;  lo  accompagna  a  Bologna  (an.  1459), 
169,  11,  13. 

. . .  Bknbdktto  dl  Modena;  gli  cameriere  di  Giorannl 
Bentlvoglio;  h  accusato  di  avere  avuto  parte  nella 
conglura  d.  Marescottl  contro  11  pred,  (an.  1501)1 
306,  7-8 ;  mentre  era  condotto  per  un  corrldolo  alla 
forca  fugge  in  Piazza,  ove  dal  popolo  h  fatto  a  pe»»! 
7-10. 

BkNedktto  (CHIESA  Dl  San)  V.  Bologna   {cMesi). 

Bekboetto  Giovanni  V.  Barntiani  G.  B, 


424 


INDICE  ALFABE'J'ICO    (BeneUi  M.-Bentivoglio  Ale»»androJ 


BBirBl.u  Marchionnb  [AfarcUon  di  £«ii<//«]  mulUto  in 
duccento  ducBtl  pel  rlfacimento  d.  pal.  Marescotti 
(an.  iso8),  388,  If. 

Bbnbvbnto  \BtiUv»nto\  i  dltfatto  dal  terremoto  e  vi  f 
quattrocento  penone  (an.  1456),  16i,  3-3. 
—  (vsacovi)  V.  AgntH  Attorrt  (aa.  I43$-I45i). 

BeNINCASa  \Btninch\  v.  Bargtllini  B. 

. . .  Bknincasa  ua  Boloona,  combatte  nel  torneo  in  Bo- 
logna,  tenutoii  per  definlre  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  coie  umane,  al  seguito  di  Nl- 
C0I6  Rangonl,  paladlno  d.  Saplenza;  i  ascrltto  alla 
teconda  iquadra  vestlta  alla  turca  (an.  1490),  258, 
39-31;  II  luo  partlto  ioccoml>e,  262,  17-lt. 

[Benincasa]  CatbrINA  V.  Caterina  (Santa)  da  Siena, 

Bbnini  Filippo  \Filippo  di  Benino\  florentlno;  figllo  di 
Nannl,  131,  U,  35;  gll  &  rivelato  dal  Mosca  il  com- 
plotto  ordito  per  introdurre  U  vlcerfe  dl  Napoll  in 
Bologna  (an.  1449),  130,  46-41;  ^  imprlglonato  e  le 
■ue  case  sono  poste  a  sacco,  131,  U-15;  cf.  33-35;  i 
decapitato  in  Piazza,   30-31. 

Bbnini  Gabrible  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.   1454),   151,  38-29. 

Bbnini  Nanni  (iVii/»i]  padre  di  FUippo,  131,  U. 

BeNIVBNTO  V.  Btnevento. 

Bbntb  V.  Bfntivoglio  B. 

BENTivociUO  (pamiglia)  *  i  rapprcsentata  nel  Theatro 
morale  di'  moderm  ingegni  del  Ghirardacci  XXIV, 
23-33;  accenno  alla  sua  origine,  XXXVII,  20-31;  ne 
parla  Antonio  Bofla  Negrini  in  lettere  al  Ghirar- 
dacci  (an.  1598),  XXXVIII,  16-19,  32-33  „;  loro  case 
In  itrada  San  Donato  rlc.  a  causa  d.  Piccinlno  (an. 
1438),  52,  33-26;  rlc.  per  Guldo  Antonio  Lamber- 
tini  loro  aralco,  75,  40-41;  quattro  loro  amicl  sono 
el.  Gonfalonleri  in  luogo  degli  amlci  d.  CanetoII 
depoitl  (an.  1445),  107,  40-44;  sono  al  governo  di 
Bologna  (an.  i^So),  134,  4l;coi  Malvezzi  guardano 
armatl  la  Plazza  (an.  1451),  137,  48-49;  accompa- 
gnano  il  card.  Carvajal  nelia  sua  vlslta  per  Bolo- 
gna  (an.  1496),  291,  5;  per  tema  di  loro  non  vien 
molcstato  I'uccIsore  dl  Taddeo  Marescottl  (an.  1501), 
307,  36;  II  pp.  Alessandro  VI  dlffida  i  Bolognesi  a 
'  non  amarli  giacchi  sarebbero  la  rovlna  d.  c,  come 
furono  gli  queila  d.  Malvezzl  e  d.  Marescotti  (an. 
1502),  313,  14-17;  nel  convegno  alla  Magione  i  con- 
venuti  dellberano  di  non  abbandonarll,  315,  36;  11 
popolo  unanime  dichlara  di  sacrlficare  beni  e  vita 
per  la  quiete  d.  c.  e  la  loro  conservazione,  316,  41-43, 
cf.  31-33,  39-41;  ric,  317,  4-5,  7,  »;  il  Valentino  pro- 
mette  di  non  offenderli,  43;  ric,  318,  9,  11;  322,  4; 
Alessandro  VI  elegge  a  leg.  di  Bologna  Federico  da 
Sanseverino  ioro  mortale  nemlco  (an.  1503),  323,  S-9 ; 
agll  avversari  rifiutano  anche  gli  onori  d.  sepoltura, 
26-37 ;  temono  Guido  Pepoli,  ricco,  amato  e  potente 
(an.  1505),  339,  39-44;  vanno  Incontro  ad  Antonlo 
Ciocchl  commlssarlo  di  GiuIIo  11  (an.  1506),  344, 
49-50;  si  mettono  in  istato  di  difesa  per  la  venuta  in 
Bologna  d.  pp.,  345,  35-26;  con  11  Senato  ordinano 
la  mostra  d.  quartiere  di  porta  Stieri  a  San  France- 
sco,  38-44;  fanno  chiudere  le  porte  dl  San  Felice  e  d. 
Lame  mostrando  di  volersi  opporre  ai  Francesi,  348, 
31-33;  partono  di  Bologna  con  parenti  e 
am  ic  i,  31-349,  1-35 ;  353,  42-354,  1-8;  loro  caia  a  San 
Donato  rlc.  per  il  card.  Gaieotto  della  Rovere,  356, 
39-40 ;  'k  vietata  da  Glulio  II  ai  Bologneal  ognl  cor- 


rispondenza  con  loro,  358,  19-30;  11  Senato  ordlna 
che  ne  slano  cancellate  le  armi  lia  nella  c.  che  nelle 
caie  private  e  che  neisuno  portl  la  loro  divlia, 
45-47 ;  ci6  per  estinguerne  nei  popolo  ogni  memorla 
359,  5-7;  loro  armi  e  iniegne  partlcolari,  358,  47, 
359,  1-5;  rlc,  360,  16;  a  moltl  d.  loro  amlct  i  Inti- 
nuito  dal  pp.  dl  laaciare  Bologna  slno  a  nuovo  or- 
dine,  20-21 ;  un  altro  bando  d.  pp.  nuovamente  ordina 
di  distruggeme  le  arml  nella  c.  e  nel  cootado  dl 
Bologna,  39-43;  loro  partigtani  e  nerotcl  odlano 
Carlo  Grati,  che  Immerltatamente  11  aveva  traditl 
(an.  1507),  362,  38-32;  lono  cit.  dal  pp.  ■  pagare 
al  credltorl  un  debito  dl  trentamila  ducati,  363,  7- 
9 ;  i  loro  fautorl  lono  dal  leg.  lospettati  autori  del- 
l'lncendio  d.  italie  dletro  11  Pal.,  365,  39-40;  U  pp. 
vieta  ai  Quaranta  di  pcrmetterne  la  residenza  a 
meno  di  cento  raiglla  dalla  c,  366,  33-35:  molti  d. 
loro  pli^  fidl  amici  sono  confinati  fino  a  che  con- 
tinuino  ad  agltarsl,  369,  9-11;  U  Senato  e  11  leg. 
mandano  contro  loro  Alesiandro  PepoII,  Ramazzot- 
to  da  Scarlcalasino  e  Glovanni  SassatcIIo,  370,  1-4; 
correndo  pericolo  di  esiere  prcsl  in  mezxo  da  Ugo 
Pepoii  sceso  dalla  montagna,  si  ritirano  nel  Mode- 
nese,  370,  4-6;  per  comando  d.  pp.  nessuno  pu6 
aiutarli  o  consigliarli,  7-9,  e  I  loro  seguaci  possooo 
iropunemente  essere  privati  d.  beni,  9-12;  loro  cavaili 
corrono  II  territorio  sino  a  Casalecchio  per  lerare 
I'acqua  alla  c,  13-14;  i  pred.  fuggono  dinanzl  alle 
millzie  bolognesl,  14-16;  U  re  dl  Francia,  udita  la 
spedizione  da  alcunl  di  essl  fatta  contro  Bologna, 
ordina  al  vicerfe  d'imprigionare  Giovanni  Bentivo- 
glio  ed  esaminare  se  egll  vi  abbia  parte,  17-30;  Ippo- 
llto  d'Bste  si  appresta  a  cacciarli  fuori  d.  territorlo 
Bolognese,  34-35,  ma  gla  in  precedenza  lo  abbando- 
nano  dinanzl  a  Lucio  Malvezzi,  Alessandro  Pepoli  e 
alle  altre  gentl  d'arrae  di  Bologna,  36-37;  sono  perse- 
gultatl  da  Ippolito  d'Este  sino  ai  confini  d.  Ferra- 
rese,  38-39;  ii  pred.  toglie  loro  Sassuolo  e  Spilim- 
berto,  38;  alcuni  di  loro  continuano  a  radunare 
gentl  per  tentare  dl  rientrare  in  Bologna,  377,  50; 
378,  1 ;  il  Senato  manda  soldati  a  Castelfranco  e  a 
San  Giovannl  in  Persiceto  per  combatterll,  2-4;  loro 
amici  con  Gaspare  Scappi  si  accordano  per  trovare 
modo  dl  farli  rientrare  in  c  perchi  vendichino  la 
rovina  d.  loro  pal.  e  rintuzzino  i'ardire  d.  Mare- 
scottl  (an.  1508),  378,  17-26;  ric,  381,  85;  lo  Scappl 
e  compagni,  falilta  1'impresa,  riparano  presio  loro, 
383,  30;  si  sparge  voce  In  Bologna  che  alcuni  di 
loro  muovano  verso  la  c,  31-33;  Francesco  Fantuzzi 
sl  rlfugia  presso  loro  a  MUano,  384,  24-25;  sono  im- 
plccati  a  Bologna  sette  loro  amlci,  385,  4-14 ;  una 
donna  &  staffilata  perch^  ne  paria  bene,  14-15;  molti 
loro  seguaci  escono  dl  Bologna  ad  evitare  penecu- 
zioni  e  sorprusi,  16-19;  sono  castigati  roolti  Bolognesl 
che  ne  parlano  bene,  29-30;  re  Lulgi  oiTre  aiutl  ai 
com.  di  Bologna  per  combatterli,  46-50,  ric,  395,  18. 

Bbntivoglio  Albbrtinello  detto  Bbttino  o  Bettuc- 
cio  o  Bertuccio  "  figiio  di  Bente,  LXXXI,  lO-II, 
padre  dl  Antonlolo  o  Toniolo,  10  „,  62,  31. 

Bbntivoglio  Albssandro  \GiovanHi !\  terzogenito  di 
Glovanni  II  e  di  Glnevra  Sforxa,  226,  23;  242,  J2, 
374,  35 ;  raarito  dl  Ippolita  Sforza,  353,  46-47 ;  354, 
33;  padre  di  Storza,  Ginevra  e  Bianca,  348,  35-37; 
a    nove  annl   %   fatto   cav.   aurato   da   Alfonio   di 


[Bentivoglio  Aless.-Bentivoglio  Ann.]  INDICE   ALFABETICO 


425 


Calabria  osplte  di  suo  padre  (an.  1483),  226,  03-24; 
si  fidanza  con  |Giovanna]  sorella  di  Pandolfo  Ma- 
latesta  [fidanzamento  che  non  ha  seguito]  (an.  1487), 
242,  32-34;  la  sua  effigie  e  dipinta  su  una  parete 
d.  cappella  Bentivogllo  in  San  Giacomo,  243,  19-20; 
accompagna  sposa  a  Riminl  la  sorella  Violante 
(an.  1489),  254,  16-17;  torna  a  Bologna,  23-25;  con 
U  padre  dk  principio  alla  torre  d.  Bentivoglio  ca- 
Tandone  i  fondamentl  nella  eerimonia  augurale, 
255,  17-18;  ne  pone  la  quarta  pietra  dalla  parte 
di  San  Donato  (an.  1490),  48-49;  il  suo  nome  fe  ric. 
nella  targa  di  piombo  murata  aU'uno  d.  canti  dl 
essa,  256,  10;  ra  a  Ferrara  per  le  nozze  di  Alfon- 
so  d'E»te  con  Anna  Sforza  (an.  1491),  263,  7-U; 
torna  a  Bologna,  12-13;  e  mandato  dal  padre  con 
ricco  seguito  a  Milano  a  sposare  Tppolita  Sforza 
nlpote  d.  duca  e  a  condurla  a  Bologna  (an.  1493), 
266,  10-15,  cf.  354,  32;  fe  molto  accarezzato  dal  duca, 
15-16,  che  in  onore  d.  nozze  bandisce  una  sontuosa 
giostra,  16-17;  rlceve  doni  da  gentiluomini,  artefici 
e  contadini,  30-32;  parte  di  Milano  con  la  sposa, 
33-37;  pr.  Bologna  si  ferma  a  desinare  a  casa  di 
Francesco  Ghisilieri  sopra  Ravone,  37-39;  qul  arriva 
il  padre  con  tutta  la  nobilta  di  Bologna  a  salutarc 
lui  e  la  sposa,  39-40;  si  avvia  a  Bologna;  descrizione 
d.  corteggio,  40-46;  prende  parte  alla  giostra  in  onore 
d.  sue  nozze,  267,  29;  h  capo  d.  nona  squadra  nella 
mostra  d'armi  fatta  da  Giovanni  Bentivoglio  (an. 
1493),  271,  23-25;  accompagna  il  padre  a  un  parla- 
mento  In  Ferrara,  272,  13-14;  va  incontro  alla  sorella 
Vioiante,  273,  32-33;  interviene  aIl'inaugurazione  d. 
Naviglio  da  Corticella  a  Bologna  (an.  1494),  274,  2- 
26;  accompagna  la  sorella  Laura  allo  sposo  in  Man- 
tova,  275,  28-35;  con  Nicolo  Rangoni  ha  I'incarico 
dl  vigilare  le  mura  nell'lnterno  d.  c,  278,  4-6;  pri- 
Tilegt  concessigli  dairimperatore  Massimillano  unl- 
tamente  agli  altrl  fratclli,  281,  43-282-283,  1-23;  cf. 
279,  6-14;  h  mandato  dai  padre  a  Milano  a  compli- 
mentare  il  nuovo  duca  Lodovlco  Sforza,  283,  35-39; 
h  accolto  molto  gentilmente  dal  pred.  39;  accompa- 
gna  la  sorella  Francesca  al  marito  Guido  Torelli  (an. 
149S),  286,  16-18;  h  mandato  dal  padre  a  Meda  a  fare 
omaggio  all'imp.  Massimlliano  (an.  1496),  291,  17-18; 
fe  ricevuto  affabilmente  dai  pred,,  18-19;  lo  accom- 
pagna  a  Genova,  19;  torna  a  Bologna,  20;  con  il 
fratello  Antongaleazzo  chiede  ai  Domenicani  che 
loro  consegnino  Gabriele  da  Sala,  dai  pred.  con- 
dannato  quale  eretico,  minacciando  di  impiegare 
la  forza  se  liberamente  non  lo  dimettano  (an.  1497), 

293,  42-43;  un  suo  figlio,  Sforza,  h  tenuto  a  batte- 
simo  dal  march.  dl  Mantova  rappresentato  dal  card. 
Ippoiito  d'Este,  e  da  Giovanni  Campeggi,  27-29;  ia 
strega  Gentile  Budrioli  fa  maUe  al  pred.  suo  figlio, 

294,  32-33;  e  mandato  dal  duoa  .Sforza  in  aiulo  d. 
Fiorentlnl  con  duecento  soldati  (an,  149S),  295,  27- 
28;  dopo  pochi  glorni  torna,  28-39;  h  fatto  suo  barone 
da  re  Luigl  XII  (an,  1499)»  297,  39;  h  creato  per  vo- 
lonti  d.  padre  Gonfaloniere  di  Giustizla  contro  ognl 
regola,  non  essendo  senatore  (an.  1501),  308,30-37; 
pompa  inconsueta  d.  sua  entrata  in  ufBcio,  39-43  ; 
assnlda  quaranta  balestrieri  a  difesa  sua  e  d,  c.  (an. 
150J),  311,  43-43;  loro  sopravvestl  e  Impresa,  43-46; 
col  fratello  Annibale  visita  a  Milano  re  Lulgi  cul 
offre  ricchi  doni,  312,  7-10;  non   ottlene  dal   pred. 


promessa  di  protezione,  13-15;  torna  a  Bologna,  15- 
16;  con  i  Gonfalonieri  e  tutto  il  quartiere  di  Porta 
San  Procolo  si  riduce  nella  chiesa  di  San  Domenico 
per  intendersi  sul  da  fare,  316,  29-30;  si  reca  aRoma 
a  prendervl  Giacoma  Orsini  sposa  di  Ermes  (an. 
1504),  332,  30;  giunge  con  la  pred.  a  Bologna,  31-36; 
in  seguito  al  terremoto  esce  di  c.  con  la  moglie  e  i 
figUuoIi  e  va  ad  abitare  nei  pal.  di  Astorre  Rossi 
fuori  porta  Santo  Stefano  (an.  1505),  334,  29-3o;  con 
i  suoi  armigeri  va  ad  alloggiare  ai  Servi  poco  fidan- 
dosi  d.  popolo  (an,  1506),  344,  36-37;  i  suoi  figli  sono 
sccretamente  fattl  allontanare  di  Bologna  da  sua 
madre  Ginevra,  346,  48-49;  i  pred.  con  sua  moglie  si 
recano  nei  suoi  castcUi  di  Lombardia,  347,  36-37;  con 
Ermes  accompagna  in  Pal.  un  messo  d.  pp.,  348,  5-7 ; 
esce  con  armati  da  Porta  Maggiore  ma  non  oltre- 
passa  il  ponte,  28-30 ;  in  eta  di  ventotto  anni  essendo 
bellissimo  e  buono  abbandona  Bologna  con  tutta  la 
famiglia,  35-37;  sua  insegna  particolare,  359,  2-4; 
essendo  dal  pp.  vietato  ai  Bentivoglio  di  risiedere 
a  meno  di  cento  miglia  da  Bologna  lascia  col  padre 
Borgo  San  Donnino  e  si  reca  a  Milano,  366,  35-37; 
e  a  Genova  pr.  Luigi  XII  (an.  1507),  368,  31;gli& 
scritto  dal  padre  di  tentare  I'animo  d.  re  circa  un 
ritorno  d.  Bentivoglio  in  Bologna,  31-35;  ottiene  dal 
re  risposta  ambigua  che  egli  interpreta  favorevole  ai 
loro  dlsegnl,  36-40,  la  trasmette  al  padre,  40, 

Bentivoglio  Alfonso  figlio  di  Annibale ;  sua  nascita 
(an.  1490),  262,  35;  abbandona  Bologna  con  il  padre 
(an.   1506),  348,  33. 

Bentivoglio  Andalo  (!)  padre  di  Lodovico,  r.  Benti- 
voglio   Carlo. 

"  BK.NTIV0GL10  Andalo  figlio  di  Michelino;  padre  di 
Bente,  LXXI,   11-13». 

Bentivoglio  Andalo  degli  Anziani;  durante  il  terre- 
moto  coi  colleghi  e  il  Gonfaloniere  dorme  neIl'orto 
d.  Pal.  (an.   1505),  334.  21-24. 

*  Bentivoglio  Andrea  figlio  di  Antonio,  LXXXI,  24; 
t  prlma  d.   1374,  25-26  „. 

Bentivogho  conte  Andrba  figlio  di  Lodovico,  188, 
38-39;  Gonfaloniere  d.  popolo;  accorre  al  rumore 
deIl'uccisione  di  Francesco  Tebaldo  dalle  Ruote  per- 
petrata  dai  f ratelli  Dozza  e  viene  ferito  da  uno  di 
essi  (an.  1461),  175,  22-24;  accompagna  Giovanni 
Bentlvoglio  a  Milano  ,'an.  1465),  188,  38-39;  succede 
al  padre  nel  magistrato  d.  Sedlci  (an,  1469),  201, 
37 ;  fe  ambasc.  dl  Bologna  al  duca  d'Este,  a  presen- 
tarlo  di  ricchi  doni  per  le  nozze  (an.  1473),  211, 
11-14;  accompagna  a  Ferrara  Annibale  Bentivogllo 
(an.  1478),  219,  34;  accompagna  a  Fnenza  France- 
sca  BentivogUo  (an.  1482),  223,  45-46;  k  scalco  gene- 
rale  alle  nozze  di  Annibale  (an.  1487),  237,  24-26; 
suo  vestito,  27 ;  e  fatto  prigione  in  Faenza  dove 
aveva  accompagnato  Giovanni  Bentivoglio  in  aluto 
d.  figlla  Francesoa  (an.  148S),  246,34;  e  rimandato 
libero  a  Bologna,  47;  accompagna  a  Rlmtnl  Vlolante 
Bentivoglio  sposa  a  Pandolfo  Malatesta  (an.  1489), 
254,  17-19;  torna  a  Bologna,  23-25;  senatore;  t  ed 
fe  sepolto  In  .San  Giacomo  (an.  1491),  263,  4-5;  gll 
succede  in  Senato  11  fratello  Ercole,  5-6. 

Bkntivoolio  Andrka  !  v.  Brntivoglio   Carlc. 

Bkktivoglio  Anniualk  [AnnihalM  i/o'  Bentivogli]  figlio 
naturale  ed  unico  di  Anton  Galeazzo,  4,  6;  45,  51, 
52;  54,  10;   100,  36;   marlto   di    Donnlna   Viicontl, 


426 


INDICE  ALFABETICO 


{Benlivoglio  Annibale] 


106,  25;  p«dre  dl  Marlt  Antonia,  165,  U;  di  Glo- 
vannl  II,  141,  II;  180,  3t-25;  tua  nasclta  tpurlm, 
54,  IJ-2(,  *XC(,  t-13;  quetta  narrazlone  h  potte- 
riormentc  imentita  dal  march.  Guldo  Benttrogllo 
(an.  1758),  34-XCII,  l-S,  clie  intendera  confutarla 
In  un  manifesto  ctie  non  fii  mal  pubblicato,  XCIII, 
ll-XCIV-XCV,  1-32;  il  pred.  dopo  lungo  affannar»! 
rleice  a  sopprimere  l'edlzlone  lucchese  del  tcrzo  ro- 
lume  AtW Hiitoria  di  Belogna  d.  Ghirardacci,  ove 
ne  era  parola,  LXXXIV-CXVI ;  prove  d.  sua  leglt- 
tima  figUazIone,  secondo  il  pred.,  sono  1'iscrizlone 
nella  cappella  di  San  Giacomo,  da  lul  fabbricata,  ove 
■i  dice  figlio  di  Antonio  (an.  1445),  XCIV,  25-2»; 
il  roglto  d.  cesslone  a  Pietro  da  CoIIoredo  d.  sue 
ragionl  supra  alcuni  terreni  nel  quale  sl  dichiara 
flgllo  dl  Antonio  ed  erede  deiravo  Glovanni  e  dl 
Ercole  Bentivoglio  luo  zlo  (an.  1444),  27-30;  Patto 
di  rinunzia  d.  aorella  Ellsabetta  Pepoll  che  lo  pro- 
clama  erede  universale  d.  padre  Antonio,  31-34;  la 
rlconferma  d.  rendite  d.  tasse  sugll  ebrei  quale  erede 
di  suo  padre  Anton  Galeazzo,  35-37;  la  concessione 
fattagli  da  Nicoli  Plccinlno  dl  alcunl  benl  d.  Ca- 
netoli  quale  figlio  ed  erede  di  Antonio  dannegglato 
in  altri  tempi  dai  pred.,  3S-42  , ;  h  educato  alle  armi 
da  Micheletto  Attendolo,  54,  2«-30,  cf.  4,  12;  «  XCI, 
23-25  „;  diviene  un  gentiluomo  di  molta  fama  e  as- 
sai  valoroso,  54,  31-33;  cf.  10-11;  condotto  al  soldo 
di  pp.  Mnrtino  con  ventl  lancie  afiida  la  trattazlone 

d.  condotta  al  vesc.  di  Bologna  NicoI6  Albergati 
(an.  1426),  4,  7-8,  che  ne  fa  rogare  1  capltoli  in 
Roma  da  Clno  Lombardl,  8-9;  i  bandito  dlBo- 
iogna  c<)l  padre  (an.  1430),  19,  19-26;  i  a  servizio 
deII'Atfendolo  (an.  1438),  54,  30-31 ;  Raffaele  Fosche- 
rari  e  altrl  amlcl  di  suo  padre  lo  richlaraano  in 
Bologna  per  la  stima  che  ne  hanno,  33-38,  cf.  »-10; 
segue  il  conslglio  dell'Attendolo,  cui  crasi  confidato 

e,  rlngraziando,  sl  scusa  di  non  potere  per  allora 
tomare,  38-44;  i  continuamente  soliecitato  dai  Bo- 
lognesi  con  Invltl  e  preghiere,  45-47;  i  pred.  gll 
mandano  Giacomo  della  Pieve,  il  quale  con  molta 
eloquenza  lo  persuade  al  ritorno,  47-48;  ottenuta 
llcenza  dairAttendoIo  parte  dal  regno  dl  Napoli  e 
giunge  a  Castel  San  Pietro,  48-49;  qui  trova  molti 
amici  di  suo  padre  venuti  a  onorarlo,  49-50;  entra 
in  Bologna  in  compagnia  di  Ferabosco,  Benvenuto, 
Scaramuccia,  Zutta  c  alloggia  in  casa  di  suo  padre 
in  strada  San  Donato,  55,  1-4 ;  fe  visitato  da  moltis- 
simi,  5;  il  duca  Visconti  comincia  a  insospettlrsl 
della  sua  popolariti  e  temere  che  egli  voglia  insi- 
gnorirsi  di  Bologna  (an.  1439),  56,  18-21;  il  pred. 
occultamente  lo  contrasta  per  mezzo  di  Battista 
Canetoli,  che  promette  al  duca  di  impadronirsene, 
21-29;  udito  dcirarrivo  in  Bologna  di  Battista  Ca- 
netoll  e  d.  Sagramoro  e  come  avessero  occupato 
la  Piazza  e  fossero  entrati  In  Pal.,  fa  suonare  la 
campana  di  San  Giacomo  per  chiamare  a  raccolta 
i  suol  amici,  45-57,  1-2;  al  mette  in  ordine  con  cln- 
quecento  uomini  e  un  Gonfaloniere  d.  popoio  per 
andare  In  Plazza,  2-3;  i  fermato  pcr  vla  da  Lodo- 
vico  Bentivoglio  e  persuaso  a  non  volere  ia  rovlna 
d.  patrla  proseguendo  nel  suo  cammino,  10-14;  si 
rappacifica  con  Battista  al  quale  promette  sua  sorella 
Costanza  per  il  fratello  di  lui  Gaspare,  14-17;  cerca 
persuadere   gli   Anziani   cssere    dannoso   sostituire 


con  cap.  forestieri  1  cittadini  di  guordia  oile  porte, 
ma  non  ottiene  ia  reroca  dell'ordlne,  34-31 ;  rlc., 
38-3«;  rlc,  58,  S,  IS;  per  gelosia  di  Battitta  Cane- 
toll  entrerebbe  neile  redute  dei  Plccinino,  9;  cf. 
$•«,  ric,  15;  crcsce  l'odio  tra  iui  e  11  Canetoli,  59, 
1-2,  48;  fa  a  gara  col  prcd.  per  conquistarsi  l'amore 
d.  popolo,  2-3;  cerca  di  abbassare  Battista  sebbene 
non  abbla  il  favore  d.  duca,  3-5,  4(-49;  per6  h  pl6 
amato  dalla  nobilti  che  II  suo  competitore,  5;  1  suoi 
amlcl  attraversano  U  disegno  d.  Canetoii  di  dore 
la  signoria  di  Bologna  al  duca,  avrisandone  11  Se- 
nato,  7-9;  i  pred.  inducono  gli  Anziani  a  fare  pren- 
dere  Tommaso  Canetoli,  49;  60,  1;  oirannunzio  che 
questi  ha  ferito  il  pod.  fa  suonare  la  campana  dl 
San  Giacomo,  e  con  ottocento  seguaci  passa  in  Plmz- 
za  e  vi  si  fortifica,  9-11;  arvlsato  che  Battista  con 
cinquecento  d.  suoi  ti  era  recato  nel  caitello  dl 
Galllera  dai  Sacramoro  dlsarma  e  torna  a  casa,  ts- 
16;  rifiuta  l'offerta  fattagli  da  Raffaele  Foscherari 
di  sposare  una  figlta  di  lui,  dicendo  non  rolcrti  per 
allora  ammogliare  (an.  1440),  43-49;  h  denigrato  dal 
pred.  dlvenutogU  neraico,  61,  1-5;  per  vendlcartl 
dell'ingiuria  di  bastardo  da  esso  ianciatagli,  lo  ap- 
posta  con  quindici  uomini  e  lo  fa  uccidere  presso 
la  corte  d.  Bulgori,  6-16;  rassicura  Cerrato  da  Cara- 
vaggio,  che  aveva  fatto  occupare  la  Plazza  dai  suoi 
soldati,  che  si  tratta  di  una  vendetta  privata  non 
di  tumulto,  18-32;  si  rifugia  alcuni  giorni  pr.  il 
pred.  temendo  per  la  sua  sicurezza,  22-2S;  tl  reca  a 
Parraa  chiamatovi  dal  IMccinino  per  fomicidio  dl 
Ra&ele,  34-36 ;  lo  placa,  36-37;  torna  a  Bologna,  3(; 
si  congiura  per  cacclarlo  di  c,  ma  scnza  guccetso, 
63,  29-30;  domanda  in  matrimonio  e  ottiene  Donnina 
Viscontl  nipote  del  duca  Fiiippo  Maria  (an.  1441), 
68,  45-48  ;  molti  cittadini  Bolognesi  vanno  a  Milano 
a  prendere  per  lui  la  sposa,  48-69,  1-4;  aU'arriro  di 
Donnina  da  una  grande  festa,  6-7;  riceve  moltl  doni 
da  rari  signori  d'ltalla,  7-10;  allegrezze  in  c  per 
le  sue  nozze,  10-11;  per  consolidare  ia  pace  marita 
sua  soreUa  Elisabetta  a  Romeo  Pepoli,  70,  17-18;  ac- 
compagna  fuori  d.  c.  Nicoi6  Sanuti  el.  pod.  dl 
Siena,  38;  esce  con  il  Piccinlno  di  Boiogna  e  qual 
cap.  d.  Chiesa  va  ad  assediare  Forli  in  odlo  a  Fran- 
cesco  Sforza,  (an.  144^),  72,  5-7;  e  amico  di  Barto- 
lomco  Preti,  13-14;  ama  i  Bolognesl  e  ne  e  riamato, 
23-25;  questo  aSetto  suscita  in  Nicol6  Piccinino  so- 
tpetti  sulle  sue  intenztoni  riguardo  aUa  signorta  d. 
c,  25-27;  torna  a  Bologna  daU'avere  accompagnato  ii 
Piccinino,  27-28;  questi  scrive  al  figlio  Krancesco  di 
impadronirsi  di  lui  e  d.  suoi  aratci,  28-31 ;  cade  ncl 
tranello  tesogli  dal  pred.,  che  lo  fa  prigioniero  a 
San  Giovanni  in  Persiceto  ove  lo  aveva  attirato, 
31-73,  I:  e  confidato  a  Filippo  Schiavi  e  condotto  a 
Parraa,  13-13;  quindt  i  trasferito  aUa  rocca  di  Pel- 
legrino  nel  Parmigiano,  13-14 :  e  di  la  a  Varano  de' 
Marchesi,  14-16,  sempre  co'  ferri  ai  piedi,  18;  suoi 
araici  vengono  a  parole  con  Cervato,  che  accusano 
di  compiicita  nella  sua  cattura,  e  lo  rainacciano  d. 
sua  rendetto,  74,  9-13:  gli  nasce  !1  figlio  Gioran- 
ni  II  mentre  i  in  prigione  (an.  1443),  47-48;  es- 
sendo  solito  di  giuocare  col  gorernatore,  suo  car- 
ceriere,  questl  un  giorno,  preso  dal  sonno,  ti  fa 
sostituire  da  Genesio  l^olognese  calderaio,  76,  35- 
39;  commuore  U  pred.,  che  gU  proraette  di  fare  co- 


[Bentivoglio  Annibale] 


INDICE  ALFABETICO 


427 


noscere  ai  suoi  amicl  il  suo  misero  stato,  39-77,  1; 
il  castellano,  svegliatosi  riprende  il  giuoco,  1-2;  cena 
con  il  pred.  e  con  Genesio,  2-5  :  i  suoi  amici  si  ac- 
cordano  con  ii  calderaio  per  liberarlo,  19-20,  26-27, 
28-29,  48-«9;  fe  tolto  di   Varano   da   cinque    persone, 
tra  le  quali  Galeazzo  Marescotti,  78,  19-79,  1-39;  cf, 
100,   17-18;  avendo  dovuto  guadare  a  nuoto  il  Taro 
rimane  intorpidito  e  deve  essere  portato  sulle  spalle 
a  vicenda  dai  suoi  liberatori  sino  a  Garfagna   vi- 
cino  a  Parma,  79,    43-«9;    va   a    Colleccliio,    quindi 
a  cavallo,  per  la  via  d.  montagna,  fa  tappa  a  Spi- 
limberto   in    casa    di  Giierardo  Rangoni  clie  molto 
lo  festeggia,    80,    1-8;   rientra   in    Bologna   di   sera 
scalando  ie  mura  con    l'aiuto    di    amici    d.   c,   che 
avvertiti  d.  suo  arrivo  lo  attendevano,  8-29;  si  reca 
da  Lodovico  Marescotti  ad  accordarsi    con    lui  sul 
da  fare  per  liberare  la  c.    daila   tirannia   di    Fran- 
cesco  Piccinino,  29-30;  h  assai  festeggiato  dal  Ma- 
rescotti  e  dai  suoi  figli,  30-32;  e  visitato   in  casa  d. 
pred.  da  molti    d.  principali    cittadinl   che  gli    of- 
frono    i    loro   servizi,    33-36;    torna    a    casa    sua   in 
strada   San    Donato,  38-39;  ta  occupare   da'  suoi  la 
porta  di  San  Donato  per  avere  libera  l'entrata  e  la 
usclta  dalla  c,  43-45;  fa  suonare  la  campana  di  San 
Giacomo  a  raccolta,  45-46;  cf.  39-40;  armatosi  muove 
verso  la  Piazza  al  grido  di    "  Viva  il   Popolo   e   le 
Arti  „,  segulto  da  gran  numero  dl  persone,  46-48;  en- 
tra  in  Piazza  al  grido  di  "  Viva  la  liberta  „,  81,7; 
inouora  il    popolo    all'assalto    d.  Pal.,    12-13;  studia 
il  modo  di  penetrarvi,  18-19;  fa  bandire,  consenzienti 
gli  Anziani,  una  somma  a  chi  primo  vi  entri  dalie 
aperture  fatte  nel  muro,  26-30;  impedisce  che  Fran- 
cesco  Piccinino  sia  ucciso,  42-43 ;  lo  fa  condurre  pri- 
gioniero  a   casa   sua,    ove  lo  custodisce,    43-49;    dal 
Senato  gli  e  dato  incarico  insieme  a  Galeazzo  Ma- 
rescotti  di  impadronirsi  del  castello  di  Galliera,  82, 
25- J7,  cf.  49-50;  vi  pone  l'assedio,  83,  1-2',  varie  sue 
opere  in   quesfirapresa,   »-U;   ric,    U-l»;   l'o»te   d, 
Cappcllo  gll  denunzia  la  presenza  di  Filippo  Schiavl 
nella  sua  osteria,  35-26;  lo  fa  prendere,  26-31;  ii  pred, 
da  lul  interrogato   gli    risponde  superbamente,    31- 
32;  lo  fa  condurre  a  casa  sua  coi  ferri  ai  piedi,  33- 
34;   scava  un  canale  per  allagare  Galliera,  86,  39-41 ; 
fa,  anche  una  tagliata  in  mezzo  ai  mercato  per  im- 
pedire  le  irruzioni  dal  castello,  41-43;  h  d,  Sedici  Ri- 
formatori   dello   Stato,    87,   4-5;   cassato   rufliclo  h 
el.  d.  Dleci  di  Balla,  8-10;  va  incontro   a  Gaspare 
Canetoll  sino  a  porta  San  Mamolo,  43-44;  lo  abbrac- 
cia  e  bacia,  44;  lo  accompagna    a  vlsltare   gU  An- 
ziani,  44-45;  con   altrl   capi  si    reca   a  Corticella  a 
porvi  presidi   per   impedlre   il   libero  passo  ai   ne- 
mlci,  88,  25-37;    yft   in    casa   sua    il    raessaggero    di 
Battlsta  Sampierl  a  dare  al  Piccinlno    prigioniero 
la  nuova  d.  lega  conchiusa  coi  Veneziani  e  Floren- 
tini,  89,   15-17;    Tartaro    corrompe    due    prigionleri 
Bolognesi  per  ucciderlo,  47-48;  i  prcd.  scopcrti  sono 
appiccati,  90,  3-4;  per  ordine  degli  Anziani  va  con  11 
popolo  fuori  porta  d.  Mascarella  a  vletare  il  passo 
al  Dal  Verme,  che  li  diceva  muovesse  dalla  Quaderna 
per  niutare  Galllera,  36-30;  non  trova  alcuno,  30-31 ; 
fa   ivl  cavare  un   fosso  sino  alla  croce  d.  Frassino 
per  impedlre  le  sorflte  dal  castello,  3o-44;    h  molto 
addoloratu  per  l'uccistone  d.  suo  ,-imIco  Bolognino 
dalie  Flbbie,  91,  31;  saputo  delle   condizloni  rllas- 


sate  deli'esercito  nemico  delibera  di  afFrontarlo  per 
liberare  il  territorio  dai  guasti,  35-42,  45-47;  ne  parla 
prima  con  Galeazzo  Marescotti,  ferito,  42-43,  47-92, 
1-4;  il   pred.   lo   approva;    consigli   che    ne    riceve, 
5-21;  conferisce  di  tale   irapresa    anche   con    Simo- 
netto,  con  ii  Brandolinl,  con  Gottifredo  e  Pietro  da 
Navarrino  e  ne  ottiene  l'adesione,  23-24;  ha  pure  ii 
conscnso  d.  Senato,  35-29;  arringa  11  pop.  adunato  in 
Piazza  al  suono  d.    campana  dl  San  Glacomo  e  d. 
com.,  30-36;  non  conduce  seco   tuttl   coloro    che   si 
offrono  di  andare,  anzi  lascia  in  c.  anche  molti  sol- 
dati,  37-39;  per  il  ponte  d.  Gomito  e   Corticella  va 
incontro  al  nemico,  39-44 ;    sue    dlsposizioni  per  la 
battaglia,  43-93,  1-4;  si  incontra  coi    nemici  presso 
San  Giorgio  e  11  attacca,  4-9;  suoi  ordlni  durante  la 
mischia,  9-22;  rimane  vincitore,  22-35,  29-31;  inseguc 
senza  riuscire   a    prenderlo,    Lulgi   dal    Verme,   35- 
37;  torna  ai  campo,  39-30;  si  avvia  verso    Bologna 
con  i  prigionieri  e  la  preda,  40-41;  tutto  11  popolo 
gli  esce  incontro  ed  e  salutato  dal  suono  d.   cam- 
pane,  41-43;  gli  sono  donati  i  prlglonieri   di  vaglia 
dal  Senato,   43-45;  h  mandato    da   questo   a    Castcl 
San  Pietro  a  irapadronirsi  d.  presidi  d.  Dal  Verme, 
94,  27-29;  assale  i  pred.  alla  sprovvlsta  e  11  fa  pri- 
gioni,  29-31;  torna  vittorioso  in  c,  31-33;  acconsente 
a  liberare  Francesco  Piccinino  in  cambio  d,  liberta 
di  Achille  e  Gaspare  Malvezzi,  35-36;  fa  accorapagna- 
re  il  Piccinino  al  Panaro  al  passo  di  SanfAmbro- 
gio,  ove  deve  avvenire   11  cambio,   39-40;    contro  il 
parere  di  molti  cittadini  soliecita  e  ottiene  dal  Se- 
nato  ii  rimpatrio  d.  Canetoli  fuoruscitl,   95,   17-18, 
cl.  34-39;  era  gia  stato  lodato  di   questo   suo   pen- 
siero  a  Spilimberto  da  Gherardo  Rangoni,   18-20;  si 
rappacifica  con  Galeotto,    Lodovico  e   Battista  Ca- 
netoli,  21-22;  col  Gonfaloniere  di  Gitistizia  si  reca  a 
earapo  contro  San  Giovanni  in  Persiceto,  48-96,  1-4  ; 
per  astuzia  vi  entra  non  opponendosl   gll  abitanti 
che  si  apparecchiavano  a  tradire  Bologna,  4-8;  ap- 
pena  dentro  fa  imprigionare  centosettanta  d.  capl 
e  prende  il  castello  vecchio,  8-10;  circa  la  sorte  di 
San  Giovanni  in  Persiceto  si  mostra  favorevole  a 
una  via  di  raezzo,  ciofe  che  non  si  distrugga  il  ca- 
stello,  raa  solo  i  sobborghl,  che  gli  abitanti  non  si 
uccidano  o  vendano,  ma  che  siano  liberati  dopo  fatta 
ioro  giurare  fedelta  al  com.  dl  Bologna,  31-38;  11  suo 
parere  h  in  massima  accettato  dal  Senato,  28-30;   h 
ricompensato  d.  sue  beneraerenze,    con    il    dazio  d 
Carticelle  per  un  sessennio,  avendo  l'obbIigo  di  pa- 
gare  mille  iire  a  ciascuno  d.  suoi  liberatori,  43-47; 
manda  Pietro  da  Navarrino  con  quattrocento  uomini 
a  prendere  Imola,  97,  1-4;  costrulsce   una  cappella 
con  il  sepolcreto  per  la  sua  famiglla   nella  chiesa 
di  San  Giacomo  (an.   1445),   100,36-38;  si  arraa  per 
sccndere  in  Piazza,   101,  7-8;  saputo  che  il  tumulto 
era  sedato  depone  le  arrai,  8-10;  per  le  sue  preghlere 
h  richlamato  in  c  Galeazzo  Marescotti,  37-38;  i  Ca- 
netoii  deliberano  di   uccidcrlo,    102,    II,    cf.    17,   19; 
sono  scoperti  due  sicari  incaricati  d,  sua  ucciaione, 
raa  sebbene  postl  al  torniento   non   confessano,  19- 
31;  cii  rende  arditi  i  CanetoH  che  ordiscono  con- 
tro  lul  altro  complotto,  33-2»,  e   dellberano  dl   uc- 
ciderlo  per  San  Pletro,  37-2«;   i  pred.   determlnano 
di   afFrettare   la    data   d.   sua    ucclslone,    41-44;   con 
Achllle  Malvezzl  tiene  a  batteslmo    in   Duomo  un 


428 


INDICE   ALFABETICO  (BenUvogllo  A.-Beniivoglio  Ann   IIJ 


figllo  dl  Fraacetco  Ghtillieri  11  glorno  dt  S«n  GIo- 
rannl,  103,  1-4;  cf.  102,  4i-47;  uscendo  di  chieM  e 
Invitato  dal  Ghisillerl  alla  feata  dl  San  GtoTannl, 
103,  4-3;  vi  tl  reca  malgrado  che  ArhiUe  MalTezzi  ne 
lo  sconstgli,  7-s;  cf.  IS-16;  glunto  a  braccetto  d.  com- 
pare  pr.  la  casa  di  quetto,  si  vede  attornlato  dai  Ca- 
netoll  in  arml,  16-11;  sl  accorge  d.  tranello  e  cerca 
fuggire,  U-34;  gll  i  intercettata  la  via  nel  trebbo 
degll  Storlettl  da  Ualdassarre  Canetoll  che  lo  ferisce 
tre  volte,  24-}7;  cade  a  terra  e  vicne  fcrlto  dagli 
avversarl  con  due  suoi  famlgll,  37-3S;  noml  d.  auol 
uccisori,  3S-31;  con  una  bombardella  vlen  dato  Tan- 
nunzio  al  congiuratl  d.  sua  f,  33;  molti  suol  amlcl 
accorrono  a  confortare  sua  moglic  e  sua  sorella  Co- 
stanza,  104,  2S-39;  il  popolo  nc  vendica  la  ucclslone 
con  Ib  t  di  Battlsta  e  di  molti  altri  Canetoli  e  col 
sacrhegglo  e  la  distruzione  dl  tutte  le  loro  case, 
105,  37-45;  rlc,  106,  l;  11  suo  corpo  h  recato  da 
prima  nella  chiesa  di  San  Giorgio  e  Ivl  vestito  da 
cavaliere,  S-f ;  quindl  con  grande  onore  trasportato 
in  San  Giacomo  ove  i  sepolto,  9;  aitorllievo  ed  epi- 
grafe  sul  suo  sepolcro,  9-19;  suoi  connotatl,  30-33; 
sue  dotl,  33-34;  fu  amatlsstmo  dal  popolo,  34;  Iasci6 
un  unico  figlio  dl  poco  plu  dt  due  anni,  Giovanni  II, 
34-35:  glt  sono  fatte  esequie  sontuosc  in  San  Giacomo 
a  spese  d.  Stato,  107,  14-16;  sua  f  rlc,  109,  30-31; 
33;  ric,  126,  46;  127,  19,  30,  36;  nel  luogo  ove  fu 
ucclso  i  decapitato  Baidasisarre  CanetoII  (an.  144S), 
128,  S-6;  ric,  per  11  suo  segretario  Cola  d'AscoIt, 
216,  30-31. 

Besttivoouo  Annibale  figlio  di  Giovannt  II  e  di  GI- 
nevra  Sforza;  f  bambino,  374,  13. 

Bkntivoolio  Annibalb  II  prlmogenito  vivente  dl  GIo- 
vanni  II,  214,  S,  IS;  218,  31;  374,  33;  marito  dl 
Lucrezla  d'E8te,  353,  4S-46;  354,  31;  padre  di  Gine- 
vra,  291,  4;  dt  Alfonso,  262,  35;  e  dl  Bianca,  Eleo- 
nora,  Isabella,  Camtlia,  353,  46;  348,  33-34;  dl  Co- 
stanzo,  318,  33;  348,  33;  a  cinque  anni  gli  ^  concesso 
dai  pp.  di  succedere  al  padre  nel  primato  In  Senato 
(an.  1474),  214,  5-6;  armato  cav.  aurato  dal  re  Crl- 
stiano  di  Norvegia  Innanzi  alla  sepoltura  di  San 
Domentco,  15-16;  gll  sono  calzatl  gil  spronl  d'oro 
da  Roberto  da  San  Severino  e  da  Carlo  Antonio 
Fantuzzi,  17-18;  a  nove  anni  h  sposato  dai  padre  a 
Lucrezia  d'Este  per  procura  dl  Bernardo  da  Sassuno, 
di  Carlo  Antonio  Fantuzzi,  di  Girolamo  Ranuzzl,  e 
di  Bonifacio  Cattanl  (an.  147S),  218,  31-36;  h  invlato 
dal  padre  a  visltare  la  sposa  a  Ferrara,  219,  33  34 ;  lo 
accompagnano  Andrea  Bentivogilo,  Guido  Pepoii, 
Lodovico  Sampieri,  Plrro  Malvezzi  e  moltl  altri, 
34-35;  e  ricevuto  dal  duca  con  grande  allegrezza,  35- 
36;  torna  a  Bologna  (an.  1479),  40:  accompagna  a 
Carpi  la  sorella  Eleonora  sposa  di  Gilberto  PIo  (an. 
1486),  235,  10;  va  a  Ferrara  con  splendido  seguito 
a  prendersi  la  sposa  (an.  1487),  236,  14-16;  torna  con 
essa  a  Bologna,  31-33;  st  reca  loro  incontro  fuorl 
porta  dl  Galliera  un  nuraeroso  corteggio  di  illustrl 
gentiluomini,  33-35;  ii  secondo  giorno  dopo  le  nozze 
a  colazlone  gli  e  ofTerto  un  falcone  dl  zucchero,  240, 
33-34:  corre  contro  Carlo  Grati  che  tiene  il  secondo 
tavolaccio  avanti  II  pal.  d.  Signori  nella  giostra  per 
le  sue  nozze,  46-47 ;  h  al  soldo  d.  Fiorentini  con  cento 
cavalli  e  mille  fanti,  241,  39-31;  raduna  ie  milizie  e 
va  a  Sarzana  c  a  Sarzanello  presso  Nicol6  Orsini 


conte  di  Pitlgiiano,  cap.  d.  Florentini  contro  i  Oe- 
novesi,  3t-34;  appena  giunto  altacca  battaglla  e  rl- 
prende  al  Genovesi  1  due  pred.  caateili  per6  con 
molte  perdlte  d.  suoi,  34-M;  si  acquiita  grande  noma 
In  questa  spedizlone,  43;  1«  tua  elBgie  h  dipiata  ni 
una  parete  d.  cappella  Bentiroglio  in  San  Glacorao 
dl  Bologna,  243;  19;  accompagna  il  padre  al  par- 
iamento  in  Parma,  247,  22-34;  ottiene  dal  duca  di 
Mllano  1«  condotta  di  trecento  caralll,  35-26:  cavalca 
per  la  c.  a  fine  di  scrutare  l'animo  d.  Bolognesi  verto 
la  sua  famiglia  (an.  1488),  252,  39-42;  h  acclamato 
dai  suol  quando  rientra  nel  suo  pai.,  42-45;  si  reca 
con  ricco  seguito  a  Miiano,  inrece  d.  padre,  aile 
nozze  dl  Giangaleazzo  Sforza,  253,  39-40:  e  fattto 
eleggere  dal  padre  Gonfaloniere  di  Giustizia  perehi 
sl  addestri  nel  governo  d.  stato  (an.  1489),  255, 
4-6;  Anzianl  suoi  compagni,  6-9;  h  accompagnato  in 
ufficio  dal  padre,  dal  Senato  e  da  tutto  ii  popolo 
con  fasto  non  mai  veduto,  9-10;  ^  inritato  da  Fran- 
cesco  Gonzaga  in  Mantova  alle  lue  nozze  con  Isal>ella 
d'Este  (aii.  1490),  32-34;  parte  di  Bologna  con  la 
moglle  Lucrezla,  con  Nicolo  Rangoni,  GIil>erto  Pio 
e  molto  seguito  di  gentiluomini  e  dame,  34-36;  torna 
a  Bologna,  37 ;  pone  la  seconda  pietra  aila  torre  d. 
Uentivogiio  dalla  parte  verso  San  Donato,  4S ;  ii  suo 
nome  6  ric.  nella  targa  dl  piombo  murata  aiPuno 
d.  canti  d.  torre,  256,  9;  ra  In  pellegrinagglo  alU 
Madonna  di  Loreto,  30-31;  torna  a.  Bologna,  31;  a 
Belpoggio  In  una  cortese  dtsputa  sorta  tra  gli  ospiti 
di  suo  padre  Gilberto  Pio  e  Nicoli  Rangoni  intorno 
alla  supremazia  d.  Fortuna  o  d.  Sapienza  nelie  cose 
umane  h  d.  parere  dl  Gilberto  che  prevalga  ia  For- 
tuna,  contro  II  Rangoni  e  ii  padre  chc  stinuino  ab- 
bia  supremazla  ia  Sapienza,  257,  19-30 ;  approva  ia 
proposta  d.  padre  dl  definlre  la  questione  con  un 
torneo  a  Bologna,  30-40;  h  con  Gllberfo  a  capo  d. 
partito  d.  Fortuna,  cul  fa  portare  U  colore  rerde, 
43;  258,  4,  di  fronte  a  Nicolo  Rangoni  cap.  d.  par- 
tito  d.  Sapienza,  257,  43;  entra  nel  torneo  ricca- 
menfe  vestito,  259,  10-12;  sua  Impresa,  13-13;  h  se- 
guito  da  sei  squadre  di  soldati  con  le  bandiere  rerdt, 
13-14;  descrtzione  d.  torneo  e  d.  tenzone  poetlca  che 
precede  la  prova  d.  armi,  258,  6-259-260-261-262, 
1-19:  vince  11  suo  partito  sicche  la  questlone  h  ri- 
soluta  in  favore  d.  Fortuna :  come  capo  di  esso 
gli  e  dai  giudici  attribuito  11  palio,  30-36;  h  accom- 
pagnato  a  casa  in  trtonfo  dai  car.  suoi  e  da  quelll 
d.  partlto  d.  Saptenza  camrolnando  tra  II  padre  e 
GiIt>erto  Pio,  26-30;  giunto  al  pal.  divtde  11  pa- 
IIo  tra  t  suoi  cav.,  rimunerando  quelli  cui  non  era 
toccato,  con  doni  munlficl,  30-33;  gli  nasce  il  figlio 
Alfonso,  35 ;  va  a  Milano  invitato  da  Lodovico  Sforza 
alle  sue  nozze  con  Beatricc  d'Este  (an.  1491),  263, 
1-3;  tornato  da  Mllano  si  reca  con  II  padre  e  il  fra- 
tello  Alessandro  e  molto  seguito  a  Ferrara  alle  noz- 
ze  di  Alfonso  d'Este  con  Anna  Sforza,  7-U;  toma 
a  Bologna,  13;  pigiia  parte  alla  giostra  tenutasl  in 
onore  d.   nozze  d.   fratello   Alessandro,  (an.  1402), 

267,  37;  h  mandato  dal  padre  con  clnquanta  caralli 
in  aiuto  d.  cognato  Pandolfo  a  Rimini,  40-41 ;  e 
ricevuto  alTettuosamente  dal  pred.,  41 ;  non  essendori 
bisogno  d.  sua  opera  torna  a  Boiogna,  43 ;  gll  h  dal 
pp.  Alessandro  VI   confermato  l'u<£cio   nei   Sedici, 

268,  37-2t;  h  assoldato  dai  Fiorentini  (an.  1493),  269, 


[Bentivogiio  Annibale  11] 


INDICE  ALFABETICO 


429 


46 ;  prima  d.  sua  partenza  gli  h  donato  dal  Senato  un 
destriero  rlccamente  parato  e  una  celata  d'argento, 
47-270,   1-J;  k  capo  dell'undecima  squadra  nella  mo- 
stra  d'armi   fatta  dal    padre  Giovanni  in  Bologna, 
271,  26-29;  per  commissione  del  pred.  va  a  Ferrara 
a  visitarvi  la  duciiessa  Eleonora  ammalata,  273,  21- 
22;  va  incontro   alla   soreila  Violante,  32-33;  inter- 
viene  all'inaugurazione  d.  Naviglio  da  Corticella  a 
Bologna  (an.  1494),  274,  2-25;  accompagna  la  sorella 
Laura  allo  sposo  In  Mantova,  275,  28-35;  essendo  cap. 
d.  Fiorentini,  passa  In  Romagna  con  11  duca  di  Ca- 
labria  e  forte  eserclto,  278,    1-3;  privilegi  concessl 
dall'imp.   Massimllauo  e  a  lui  corae  primogenito  e 
insieme  ai  fratelli,  279,  4-280-281-282-283,  1-23;  ac- 
compagna  !1  conte  di  Cajazzo  e  Galeotto  della  Mi- 
randola   di   passaggio   pel    Bolognese,  284,  32-3S;  h 
mandato  dal  padre  a  Milano  con  ricco  segulto  per 
l'incoronazione  d.  duca  Sforza  (an.  1495),  285,  45-47; 
terminate  le   feste,   gli   sono  consegnati   cinquanta 
uomini  da  Lodovico  e  cinquanta  dai  Venezlani  per- 
ch6  si  metta  a  ordine  contro  i  Francesi,  286,  1-2;  si 
reca  a  Milano  in  aiuto  d.  duca  Sforza  assalito  dal  du- 
ca  di  Orl^ans,  10-11 ;  torna  a  Bologna  avendo  avuto 
cinquecento  ducati  dallo  Sforzaecinque  mila  dai  Ve- 
neziani  per  raccogliere  cento  soldati,  19-20;  si  con- 
giunge  al  Panaro  con  Carlo  Grati,  287,  1,  e  con  Gil- 
berto  Pio,  5-6;  ha  seco  parecchie  centinaia  di  uomini 
coi  cap.  Nicol6  da  Bazzano,  Agamennone  dalla  Roc- 
ca,  Vincenzo  Mastelletta,  Glacomo  Chlericl,  Batti- 
sta  Libani,  1-5;  tutti  insieme  vanno  al  Taro  a  in- 
grossare  1'esercito  venetocontro  Carlo  VIII,  6;  sl  se- 
gnala  a  Pornovo,  20-21;  ove  nella  sua  tenda  fuggono 
Virgilio    e   Nicol6    Orsini    prigionieri    d.    Francesi, 
30-32;  i  pred.  si  recano  con  lui  a  Bologna,  30;    rl- 
manendo  Nicol6  seco  alquanti  giorni,   33-34;  va   a 
Carpl  con  armi  e  armatl,  mandatovi  dal  padre  Glo- 
rannl  a   comporre  il   dissidio   tra  i   partigiani   di 
Gilberto  e  11  cugino  di  lul  Alberto  Pio  (an.  1496), 
288,  36-38;  torna  a   Bologna,   38-39;  comandato  dai 
Veneziani    passa   a   Pisa,    291,    21-22;   vi   lascia  in 
guarnigione   le   sue    gentl    d'arme    e    torna   a   Bo- 
logna,  26-27 ;   richiestone   dallo   Sforza  e  dai   Vene- 
ziani    si    reca    in    Lombardla    contro    1    Francesi 
comandati   da  Giangiacomo   Trivulzio   (an.    1497), 
292,  37-40;  ne  torna  dopo  alcuni  mesl  con  tutte  le 
sue  genti,  40-41;  si   fabbrica  un    pal.   nel   borgo    d. 
Paglia  e  lo  nomina  il  Casino,  293,  10-12;    h   assol- 
dato  con  cinquanta  uomini  d'arme  dai   Fiorentlni 
contro  1  Pisani,  13-14;  veste  i  soldati  con  la  divlsa 
d.  sua  casa,  14-15;  h  prcsentato  di  un  corslero  rlc- 
camente  bardato  dal  Senato  di  Bologna,  15-16;  ra  a 
Firenze,  16;  ric.  per  il  suo  cameriere  Lodovico,  294, 
11-12;  ric.  per  una  lettera  scrittagli  dal  fratello  An- 
tongaleazzo,  13-15;  a  istanza  d.  Veneziani  con  due- 
cento  stradiotti  si  reca  In  Toscana  per  rlporre  Pie- 
tro  e  Giullano  de'   Medici  in   Firenze,    295,    22-44; 
«i  conglunge  in  Casentino  con  l'esercito  veneziano 
e   occupa   Bibbiena   c  altri   castelli,   24-25;    soprag- 
glunto  I'inverno  torna  a  Bologna  essendogU  fallito 
11   tentativo   di   rlporre   i   Medlci   In   Firenze    (an. 
1499),   296,   3-6;    manda   Carlo    Gratt   con    uominl 
d'arme  in  aluto  di  Lodovlco  Sforza,  34-35,  cf.  297, 
25-26;  p«r   incarico  d.  padre  va   con    ricco    leguito 
a  Milano  a   rallegrarsi  col  re   Lulgl    delPottenuta 


stgnoria  d.  Lombardia  e  a  raccomandargli  Bo- 
logna,  32-36;  h  lietaraente  ricevuto  dal  re,  36-37; 
h  fatto  barone  francese  insieme  al  padre  e  ai  fra- 
telH,  38-39;  h  licenziato  dal  re,  40-41;  torna  a  Bolo- 
gna  per  acqua,  nel  bucintoro  d.  march.  d'Este  sino 
a  Ferrara,  quindi  su  nave,  298,  1-5;  col  fratello  Gian- 
galeazzo  visita  Cesare  Borgia  alI'osteria  d.  Qua- 
quarello  a  Ponte  di  Reno  ,e  lo  conduce  a  cena  dal 
padre,  I8-20;  Roberto  d'Aublgny  e  suo  compare,  307, 
9;  con  venti  cav.  aceompagna  a  Roraa  Ippolito 
d'Este  a  prendervi  Lucrezia  Borgia  (an.  1501),  309, 
7 ;  ne  torna  per  apparecchlarsi  con  la  moglie  ad  ac- 
compagnare  a  Ferrara  la  pred.  (an.  1503),  ii-U;  si 
reca  nella  pred.  c,  14-1 6;  assolda  quaranta  balestrieri 
a  difesa  sua  e  di  Bologna,  311,  40-41;  loro  soprav- 
vesti,  41-42;  col  fratello  Alessandro  va  a  Milano  a 
visitare  il  re  di  Francla  e  onrrirgli  doni,  312,  7-10; 
non  ne  ottiene  promessa  di  protezione,  13-15;  torna 
a  Bologna,  15-16;  va  con  Ermes  incontro  a  Fracasso 
Sanseverino  e  lo  conduce  ad  alloggiare  in  casa  d. 
padre,  20-21;  come  capo  d.  quartiere  di  San  Pietro 
conviene  coi  Gonfalonieri  e  il  popolo  nella  chiesa 
di  San  Giacomo  a  prendere  accordi  sul  da  farsi,  316, 
26-27;  si  reca  con  Ermes  e  molto  esercito  a  Castel 
San  Pietro  ad  attendervi  I'ordine  d.  confederati  e 
anche  a  vedere  ci6  che  facesse  11  pp.  per  non  rom- 
pere  per  i  priml  i  capitoli,  317,  15-20;  nianda i caval- 
leggeri  suIl'Imolese,  che  ne  tornano  con  bottino  d. 
duca,  21-22;  e  visitato  In  Castel  San  Pietro  da  Paolo 
Orsini  plenipotenziario  d.  Valentino,  44-45;  cono-' 
sciuto  l'accordo  d.  confederati  con  11  Borgia  e  sa- 
puto  d.  ingenti  forze  dl  cul  questi  disponeva,  tor- 
na  a  Bologna  con  I'esercito,  essendosi  lasciata  sfug- 
gire  l'occasione  propizia  di  assalire  il  duca  disarmato, 
318,  11-18;  Lodovico  Sampieri  e  suo  procuratore  nel 
contratto  d.  matrimonio  di  suo  figlio  Costanzo  con 
una  nipote  d.  pp.  firmatosi  alla  Pieve  nel  Perugino 
(an.  1503),  321,  25-27;  cf.  41-42;  ospita  al  Casino  il 
cognato  card.  Ippolito,  322,  19-20 ;  si  reca  a  Roma 
per  ossequiare  il  nuovo  pp.  Pio  III  a  nome  d.  padre, 

326,  36-37  ;  parte  con  molto  seguito,  37-38;  Ottaviano 
Riario  promette  di  prendere  in  moglie  una  sua  figlia, 

327,  26-27 ;  con  la  m.  e  i  figli  lascia  il  pal.  d.  padre, 
che  a  cagione  d.  terremoto  era  in  parte  rovlnato,  e 
passa  ad  abitare  alla  Viola  nel  borgo  dl  San  Marino 
(an.  1501;),  334,  27-28;  assoldato  dai  Fiorentinl  con- 
tro  1  Ptsani,  337,  18-19,  cf.  28-30;  vesti  d.  suoi  armt- 
geri,  19-21;  norat  di  alcuni  dt  essl,  21-23;  agli  ordini 
di  Ercole  Bentivoglio  vieta  il  passo  per  Pisa  a  Bar- 
tolomeo  dl  Alviano,  24-25;  sconfigge  il  prcd.  prlma 
a  Campigiiano  e  poi  a  Torre  San  Vlncenzo,  338,  12- 
17;  cf.  341,  29-30;  337,  26-27;  ne  rlporta  onore  e  bot- 
tino  27;  gli  h  fatto  un  dono  dai  Fiorentinl,  47-48; 
tornaa  Bologna,  338,  9-10  cf.  341,  30;  gli  sono  re- 
galati  da  Ermes  due  cavalll  di  preglo,  30-31;  i  suol 
figlt  sono  secretamente  fattl  allontanare  di  Bologna 
da  sua  madre  Gtnevra  (an.  1506),  346,  48-49;  nella 
raostra  d'armt  passata  In  Santa  Maria  h.  dal  padre, 
fattocap.  d.  genti  d'arral  In  Bologna,  347,  47-41  ;i 
baciato  dal  pred.  pubblicaraente,  38 ;  esce  con  armatl 
da  porta  Maggiore,  ma  non  oltrepassa  11  ponte,  348, 
28-30;  in  eth  dl  trentotto  anni  abbandona  Bolngna 
con  il  padre,  la  moglle  e  i  suoi  nove  figli,  33-34  ;  e»ce 
per  la  porta  Maggiore  e  ya  a  Ferrara,  349,  14-15;  tua 


430 


INDICK   ALFABETICO  (Bentivoglio  A.  II-BenUvogllo  A.  G.J 


iniegna  particoUre,  358,  49-SO;  rlc.  per  un  tai  Pedri- 
no  •uo  capoiquadra  (an.  1 507),  362,  37-31 ;  Marcan- 
tonio  Pantuzzi,  Battista  Ranuzzl,  Costantlno  da  Ca- 
praracon  aicuni  altri  complottano  dl  fario  cntraredl 
notte  In  Bologna  con  Ermei,  366,  l-s;  11  com  pio  t- 
to  faiiiice,  5*11,  rlc,  30;  ric,  367,  7 ;  coi  frateilo 
pred.  h  citato  a  comparire  alla  Kinglilera  d.  pal.  d. 
pod.  per  difendersi  dall'accusa  di  sommuovrre  io 
Stato  d.  Chiesa  a  Cne  di  ricntrare  in  iiologna,  40- 
43;  gli  i  posta  una  taglla  di  quattromila  ducati  per 
chi  io  prenda  rlvo,  e  di  duemila  per  chi  lo  am- 
mazzi,  368,  14-17;  con  11  fratello  Ermes  ^  inci- 
tuto  dalla  madre,  dalla  quale  riceve  denaro  per  as- 
soidare  milizle,  a  recarsl  su  Bologna,  47-50;  h  assi- 
curato  dalla  pred.  che  sarebbero  introdottl  in  c. 
appena  presentatisi  aile  mura,  30;  369,  l;comlncia 
ad  assoldare  gentl  nel  Parmigiano,  Reggiano,  Man- 
tovano  e  nltrl  luoghi  clrcostanti,  1-3,  il  pp.  invoca 
l'aiuto  di  re  I.>ulgl  e  manda  denarl  a  Bologna  per- 
chfe  si  difenda  contro  iul,  3-»;  provvedimenti  presi 
dai  Senato  e  dal  leg.  per  armare  e  dlfendere  la 
c.  contro  i  tentativi  suoi  c  di  Ermes,  8-36;  coa- 
duce  genti  a  Sassuolo  e  a  Spiliraberto  con  artigilc- 
rle  per  muovere  su  Bologna,  37-41;  ha  con  ah  i  fra- 
telli  Ermes  e  Antongaleazzo,  43;  con  essi  prende 
Bazzano,  Crespeliano  e  Montevegllo,  43-44;  Hiumazzo 
riiiuta  la  res.i,  45-46;  i  dai  d'Amboise  riconosciuto 
colpevoie  deli'tmpresa  contro  Bologna,  377,  38;  perde 
la  protezlone  d.  re  dl  Francla,  21;  si  abbocca  in 
Mantova  con  Gaspare  Scappl,  che  a  nome  dei  suoi 
fautori  boiognesi  gli  oflfre  dt  fario  rlentrare  in  Boio- 
gna  (an.  1508),  378,  38-30;  h  In  forse  dl  accettare, 
30-34;  alla  minaccia  d.  Scappi  di  scegliere  un'altro 
capo,  acconsente,  35-39;  e  avvertito  dai  pred.  di  an- 
dare  la  notte  di  Sant'Antonio  a  Porta  San  Mamolo 
con  bande  di  soldati  per  entrare  in  c,  379,  7-9;  non 
sl  trova  dletro  la  porta  ai  giorno  iissato,  380,  16; 
cf.  379,  47-49;  i  congiurati  mandano  un  messo  a 
Guido  Rangoni  perchJ:  io  solleciti  a  venire  essendo 
porta  .Son  Momolo  gii  in  loro  potere,  16-19;  il  Ran- 
gonl  h  tenuto  do  iul  aiI'oscuro  di  tutto,  19-20;  assol- 
dato  dai  Veneziani  contro  ia  I^ega  (an.  1509),  393, 
39-40;  guarda  Ravenna  contro  ii  pp.,  40-41. 

Bkntivoglio  (1)  CONTK  Anniiialk  ».  Bevilacqua  conte 
Annibale, 

Bentivoguo  Antonio  o  Toniolo,  *  Di  lui  fra  Leandro 
e  aitri  storici  narrano  inesattamente  che  fu  figlio 
di  Giacomo  Viadagola,  LXXXt,  9-10,  che  fu  creato 
cav.  dal  pp.  Gregorio  X(  in  Roma  durante  una  sua 
ambasceria,  14-15;  Invece  h  figlio  di  Aibertinello, 
detto  Bettino  o  Bettuccjo  o  Bertuccio,  dl  Bente 
detto  Bentivogllo,  711  ,;  62,  31;  "  non  fu  fatto  cav. 
dal  pp.  essendolo  gi4,  LXXXI,  14-15;  anzl  con  1  com- 
pagni  fu  assai  poco  bene  accolto  da  Gregorio  (an. 
1371),  15-17;  fu  padi-e  di  Giovanni  I,  signore  dl  Bo- 
logna,  7-8,  cf.  34-35  e  di  Bartolino  detto  Beccarino, 
Leonardo,  Bente,  Andrea,  Conte  (questi  ultimi  quat- 
tro  a  iui  premorti),  Salvuzzo  e  Taddeo,  33-35  „ ;  per 
Leonardo  cf.  62,  31 ;  "  fa  testamento,  chlamando 
eredi  i  quattro  figli  viventi  (an.  1374),  LXXXI,  36- 
37,  cf.  5-6,. 

Bkntivoolio  Antonio  naturaie  di  Sante  e  di  una  vedova 
fiorentins,  180,  11;  224,  18-19;  269,  13:  296,  18-19; 
conduce  ia  terza  squadra  di  Glovanni   Bentlrogiio 


nei  torneo  iMindito  da  questo  in  Boiogna  II  glomo 
di  San  Petronlo  (an.  1470),  204,  31;  auo  legulto,  sae 
vestl  e  sua  impresa,  3t-33;  lu  per  compagno  Gi«- 
como  Rosti,  33;  accompagna  Gloranni  BentiTOgllo 
In  visita  a  Ferrara  (an.  1479),  219,  43-44;  prende 
parte  a  una  gioitra  bandita  In  Bologna  dal  pred. 
(an.  1483),  224,  18-19;  rietce  secondo  con  S«nte  Mon- 
fredi,  30-31;  quale  capo  di  squadra  va  con  Glovannl 
BentiTOgllo  contro  i  Venesiani  (an.  1483),  228,  10- 
II;  tlene  il  terzo  t«Tolacclo  avanti  ai  pal.  d.  Si- 
gnori  neila  glostra  per  ie  nozze  di  Annibale  Bentl- 
vogllo  (an.  1487),  240,  48;  corrono  contro  lul  Ca- 
mliio  Volta,  Siglsmondo  Poetl,  Carlo  da  Reggio, 
49;  &  fatto  prigioniero  In  Faenza  (an.  1488),  246,  34; 
i  rimandato  libero  a  Bologna,  47;  corabatte  nei  tor- 
neo,  qui  tenutoii  per  definire  te  ia  Sapienza  o  ia 
Fortuna  prevolgo  neiie  cose  umane,  ai  seguito  dl 
Nicol6  Rangoni,  paladlno  d.  Sapienza;  h  capo  d. 
aeconda  squadra  vestita  aiin  Turca  (an.  1490),  258, 
39;  ia  sua  parte  soccombe,  262,  17-19;  accompagna 
con  balestrieri  Pirro  MaJvezzi  a  Cetena  (an.  1493), 
207,  13-14;  t  ed  i  tepolto  in  San  Giacomo  (an.  1499), 
296,  18-19. 

Bkntivoglio  Antonio  naturale  di  Giovanni  II,  Utcia 
Bologna  con  11  padre  (an.  1506),  348,  39-40. 

"  Bkntivoglio  Antomgaleazzo  figiio  dl  Bartoluccio, 
XXXVII,  21  ,. 

Bentivoglio  Anton  Galeazzo  o  Antonio  \Antonio  Ga- 
leaxto  rf«'  BcHtivogli]  figiio  di  Giovanni  I,  45,  5 ;  fra- 
teilo  di  Ercole,  5,  36,  e  dl  Giovanna,  142,  3:-33;  pa- 
dre  di  Annibaie,  4,  6;  45,  33,  51-53;  54,  10;  100,  3«; 
di  Isabelia,  140,  30-31;  h  atnante  di  una  bciia  donna 
di  Bologna  contemporaneamente  a  Gaapare  Maivezsi 
(an.  1413),  54,  13-16;  nasce  da  questa  un  figlio,  Anni- 
bale,  di  cui  entrambi  sl  proclamano  padre,  16-31 ;  com- 
pone  ia  questione  giuocando  ii  fanciuiio  ai  dadi,  31- 
35;  *  cf.  XCI,  9-33  ,  vince  e  fa  alievare  ii  bambino 
con  ognicura,  54,  35-38;  lo  pone,  aireta  adatta,  sotto 
la  guida  di  Micheletto  Attendoio  perchi  io  addestri 
nella  milizia,  38-30,  "  cf .  XCI,  33-25  „;  da  Firenze 
tratta  d.  sua  condotta  agli  stipendi  dl  pp.  Martino 
per  mezzo  d.  suo  procuratorc  Gioranni  Bianchettl 
(an.  1436),  4,  15  ;  "  ^  stipulato  nei  capitoii  che  anche 
ii  figiiuolo  suo  Annibale  prenderi  servigio  dal  pp. 
(an.  1436),  XCI\',  33-34  „ ;  h  chiamato  a  Romo  dai 
pred.  (an.  1427),  5,  25;  non  siassicura  di  andarTt,  36; 
t  U  fratello  Ercole,  vl  si  reca  con  raoitl  amici  a  pre- 
ghtera  d.  card.  Aibergati  e  di  Lodovico  Bentivogilo, 
26-27 ;  ^  molto  accarrezzato  da  Martino  V,  41-42,  che 
lo  fa  conte  di  Campagna  con  buon  stipendio,  28-3t, 
41-42;  ci.,  7,  44;  in  tal  modo  h  tenuto  dal  pp.  fuorl 
di  Bologna,  5,  30;  ^  amico  di  Egano  Laml>ertini  (an. 
1428),  6,  17,  e  di  Castruccio  da  Panico,  Andrea  Ai- 
bertucci,  Giovannt  Banchetti,  Glovanni  dalle  Coize, 
19-20;  ribellota  Boiogna  alla  Clilesa,  Bottista  Canetoli 
lo  invita  a  tornarvl,  7,  42-43,  ammonendolo  di  non 
fidarsi  di  Mnrtino,  che  gli  don6  e  poi  gii  tolse  Ca- 
stelguelfo,  43-47 ;  preoccupato  e  non  fidandosi  dei  Ca- 
netoli,  mostra  ai  pp.  ia  detta  lettera  4»-8, 1-3 ;  volendo 
ii  pred.  fare  assediare  Boiogna  scrive  ai  suoi  di  ai- 
iontanarsene  per  non  essere  presi  in  sospetto  a  ca- 
gione  sua,  comlMittendo  egli  per  11  pp.,  8-13;  con  Mi- 
cheietto  Attendolo  e  Nicol6  da  Tolentlno  si  reca  ad 
Imola  e  tI  raduna  un  forte  esercito,  34-39 ;  ne  h  com- 


[Bentivoglio  A.-Bentivoglio  A.  G.]      INDICE   ALFABETICO 


431 


missario  per  Martino  V,  «6-47;  va  con  millzie  in 
aiuto  di  San  Giovanni  in  Persiceto  assedlato  dai  Bo- 
lognesl,  ma  non  riuscendo  a  nulla  torna  a  Castei 
Guelfo,  9,  7-9;  con  Nicoia  da  Tolentino  assalta  que- 
sto  castello  e  lo  prende,  13-U;  egualraente  prende 
Reccardina  e  Budrlo,  u ;  pone  questo  a  sacco  e  a 
fuoco,  15;  passa  alla  Pieve  di  Cento  chiegll  si  rende, 
15-16;  per  breve  apostolico  tutti  i  eap.  al  soldo  d. 
Cliiesa  devono  prestargli  aiuto  quando  lo  domandl, 
27-30;  ric,  12,  2;  raolti  suol  amici  lo  raggiungono 
da  Bologna  al  campo  per  timore  d.  Canetoli  (an. 
1429),  10-12:  con  il  Caldora  teuta  nuovamente  di 
avere  Bologna  per  tradiraento,  ma  il  tentativo  fal- 
lisce,  13,  26-38;  ric,  14,  48-49;  17,  45;  i  Canetoli 
uccidono  molti  suoi  seguaci  per  indebolire  ia  parte 
sua  edel  leg.  (an.  1430),  18,  44-45;  cf.  9-ll;  ric,  31; 
h  bandito  di  Bologna  con  un  lungo,  ma  faiso  pro- 
cesso  insieme  ai  figli  e  agll  amici,  19,  22-26;  e  nei- 
i'e»ercito  d.  Caldora  sul  Bolognese,  20,  23-24 ;  reca- 
tosi  coi  banditi  alla  porta  Maggiore  per  tentare 
l'entrata  in  c,  appicca  il  fuoco  al  cancello  esterno, 
20,  28-30;  torna  a  Roraa  (an.  1431),  23,  40;  si  reca 
a  visitare  il  re  di  Napoli  e  raolti  signori  di  quel 
reame,  40-41;  torna  a  Roma  da  Napoli,  24,  24:  per  i 
capitoli  d.  pace  h  bandito  coi  figli  dalla  c  e  terri- 
torio  di  Bologna,  Imola  e  Modena,  sotto  pena  se  vi 
mancasse,  d.  confisca  d,  beni  e  d.  punlzione  sancita 
negii  Statuti  28,  42-46,  50;  29,  1;  i  suoi  amici  banditi 
ai  riducono  parte  in  Romagna,  parte  in  Lorabardia, 
30,  20-21 ;  dopo  lo  scacco  d.  suoi  amici  a  San  Giovanni 
in  Persiceto  parte  di  Roma  e  si  reca  a  Faenza  temendo 
d.  pp.,  40-43;  qua  lo  raggiungono  i  fratelii  deirabate 
Zambeccarl  (an.  1432),  33,  5;  i  neraici  d.  Canetoli 
tentano  di  introdurlo  in  c  coi  banditi  (an.  1433), 
35,  15-16;  si  muove  da  Lugo  per  Bologna  avendo 
raandato  a  dire  al  Senato  che  deaiderava  ricntrare  in 
c  e  vivervi  in  pace  con  tutti,  35-37;  non  rlcevendo 
risposta  si  reca  a  porta  San  Donato  e  comincia  a 
romperla,  38-39,  42-43 ;  fe  respinto  dal  popolo  accorso 
in  armi,  44-45;  passa  da  Borgo  Panigale  e  con  gli 
Zambeccari  va  a  Castelfranco  sperando  di  averlo 
per  trattato  con  Giovanni  Merlo,  36,  1-2;  fallito  il 
complotto  si  reca  a  Spiiimberto  nel  Modenese,  2-4 ; 
dai  contadini  gli  h  dato  Monteveglio,  5;  vi  lascia  a 
comraissario  Giovanni  Bianchetti  con  duecento  fanti, 
6;  h  avvertlto  dal  Bianchetti  di  essere  stato  costretto 
a  rendere  il  castello,  H;  i  Canetoli  temono  che 
si  accordi  col  duca  Vlsconti  e  venga  contro  Bologna 
(an.  1434),  38-39;  ric  per  Francesco  Fantuzzi  suo 
amico,  40,  37 ;  abita  nei  castelli  devoti  alla  Chlesa 
(an.  1435),  41,  39-40 ;  d'accordo  coi  Gattamelata  ei 
fuorusciti,  tenta  entrare  in  Bologna  da  porta  Santo 
Stefano,  40-49,  ma  il  tentativo  fallisce,  42,  1-4 ;  torna 
a  SanfAgata,  6-7;  per  concessione  di  Eugenio  IV 
rientra  In  Bologna,  dopo  un  esilio  di  oitre  quindici 
anni,  44,  22-25;  vlsita  subito  il  governatore,  25-26;  e 
regalato,  visitato  e  molto  onorato  dai  cittadinl,  27- 
30;  queste  amorevolezze  gli  nuocciono  pr.  11  governa- 
tore  subornato  anche  dai  Maltraversl  ingeloslti,  30-33, 
cf.  45,  1-7;  il  pred.  e  il  pod.  Oflida  determinano  di 
ucclderlo,  7-9;  cade  nel  tranelio  ordlto  per  togliergll 
la  vita,  9-26;  fatto  prigloniero  per  le  scale  d.  gover- 
natore,  gli  h  quasi  tagliata  la  testa,  26-32;  da  uomini 
deil'ospedale    d.    Morte    %    sepoito    con    Toramaso 


Zambeccari  a  San  Cristoforo  del  Ballatoio,  39-40; 
plii  tardi  il  suo  corpo  h  trasportato  a  San  Giacomo 
e  posto  in  un  raausoleo  di  raarrao,  40-42;  epigrafe 
che  vi  si  legge,  42-50;  sua  morte  ric,  46,  I,  12,  13, 
21 ;  sono  dairOffida  fatte  sequestrare  le  arrai  ai  suol 
amici,  4;  fe  falsamente  accusato  dal  pred.  di  avere 
voluto  dare  la  c,  al  Visconti,  7-9;  molti  suoi  amici 
per  vendicarne  la  f,  uniti  ai  cittadlni  malcontenti 
d.  trasferimento  d.  Concilio  a  Ferrara,  offrono  Bo- 
logna  al  duca  di  Milano  (an.  1438),  51,  12-21 ;  ric, 
54,  9;  rlc.  per  il  suo  segretario  Cola  d'Ascoli,  216, 
20-21. 
Bentivoglio  ANTONGAI.EAZZ0  figlio  di  Giovannl  II  e 
di  Ginevra  Sforza,  374,  34 ;  cf.  212,  26;  227,  29;  sua 
nascita  (an.  1472),  212,  26;  undicenne  e  nominato 
dal  pp,  protonotario  apostolico  (an.  1483),  227,  28- 
29;  sua  vestizione  neila  cattedrale  alla  presenza  d. 
raagistratl  e  d.  clero,  29-33;  banchetto  offerto  dal 
padre  a  coloro  che  lo  avevano  riaccorapagnato  a 
casa,  33-37  ;  sua  effigie  dipinta  sopra  una  parete  d. 
cappelia  Bentivoglio  in  San  Giacomo  (an.  1487),  243, 
19;  accompagna  il  padre  al  pariamento  in  Parma 
(an.  148S),  247,  20-22 ;  con  il  pred.  d4  principio  alia 
torre  d.  Bentivoglio  cavandone  i  fondamenti  nella 
cerimonia  augurale  (an.  14S9),  255,  17 ;  pone  la  terza 
pietra  alla  torre  dalla  parte  verso  San  Donato  (an. 
1490),  48;  ric.  nella  targa  di  piombo  murata  all'uno 
d.  canti,  256,  10;  succede  quale  arcidiacono  di 
Boiogna  ai  t  Francesco  della  Rovere  (an.  1491), 
264,  26-27;  e  investito  di  tale  dlgnitj  in  San  Pietro, 
presente  tutta  la  c,  27;  fe  accompagnato  con  gran 
fasto  al  pal.  d.  padre,  27-28;  fe  ambasc.  d,  Senato 
ad  Alessandro  VI  per  railegrarsi  d.  sua  elezione 
(an.  1492),  268,  9-10;  chiede  al  pp.  a  nome  d.  Scnato 
di  confermare  aila  c.  i  capitoli  accordatile  dai  suoi 
predecessori,  12-U ;  lo  prega  anche  di  confermare  al 
padre  i  privilegi  conferitigli  dagli  altri  pp.,  14-15; 
torna  a  Bologna,  16;  assiste  in  San  Petronio  alla  ce- 
riraonia  d,  consegna  d.  stendardo  ducale  al  padre 
(an.  1493),  270,  25;  interviene  all'inaugurazione  d. 
Navlglio  da  Corticella  a  Bologna  (an.  1494),  274,  J- 
26;  allestisce  in  San  Petronio  la  Rappresentazione 
Sacra  d.  vita  di  SanfEustachio,  275,  21-22;  ha  affida- 
raento  d,  cardinalato  da  Alessandro  VI,  sotto  date 
condizioni  276,  24-36;  deve  ogni  notteandare  a  fare 
la  guardia  nel  pal,  d,  Signori,  278,  8;  privliegi 
concessigli  dall'imperatore  Massimiiiano  unltamente 
agli  altrl  fratelli,  281,40-282-283,  1-23,  cf.  279,  6-14? 
dal  conte  Guido  Torelli,  suo  futuro  cognato,  gli  sono 
ceduti  i  beneficl  di  cui  godeva  quale  protonotarlo, 
283,  41-42;  Invlato  dal  padre  a  Lodovico  Sforza  per 
rallegrarsi  d.  successi  di  Carlo  VIII  (an,  1495),  285, 
25-27,  i  ben  ricevuto,  27-28 ;  torna  a  Bologna,  28;  va 
a  Milano  a  prcndervt  possesso  d.  benefici  rinuncia- 
tigli  da  Guldo  Torelli,  30-34;  accompagna  al  pred, 
la  gposa  Francesca,  286,  16-18;  gli  e  dato  in  cora- 
menda  ii  priorato  di  Santa  Maria  degil  Angeli, 
288,  6-8,  che  poi  eonsegna  a  Glovanni  Gozzadinl, 
8-9;  con  il  fratello  Alessandro  manda  a  cliiedere  al 
Domenicani  Gabrielle  da  Sala,  dai  pred.  condannato 
quale  eretico,  minacciando  di  Irapiegare  ia  forza  le 
ilberamente  non  lo  dlmettano  (an.  1497),  293,  42-43; 
parte  segretamente  dl  Botogna  con  poco  leguito  e 
■1   iralMirca   a    Venezia   p«r   Terraianta   (an.  1498), 


r 


432 


INDICK  ALFABETICO  (Bentivoglio  A.  G.  Benlivoglio  Coit.) 


294,  t-IS;  tcrlr*  ad  Annlbale  d.  luo  rlaggio  icuMn- 
dosi  dl  non  arcre  fatto  prima  coniaperole  la  faml- 
glla  d.  siio  dlvlsamento,  I>1S;  torna  a  Hologna  dl 
Terraaanta  con  grande  festa  d.  c.,  295,  3f-3l ;  ordlna 
al  Prancia  un'ancona  di  altare,  in  cul  si  fa  dlpin- 
gere  in  abito  dt  croclato,  e  la  dona  alTaitare  mag- 
giorc  della  chlesa  della  Misericordla  in  rcndlmento 
di  grazte,  33-3S;  2:  fatto  suo  barone  da  re  Lulgl  Xli 
(an.  1499),  297,  SS-Sf;  col  fratello  Annibale  rislta 
Cesare  Borgla  airosteria  d.  Quaquarello  a  Ponte 
di  Reno  e  lo  porta  a  cena  dai  padre,  298,  ls-20; 
conduce  al  Borgia  duecento  uomini  d'arme  passando 
per  Bruscoll  (an.  1501),  306,  43;  accordatosl  II  Va- 
lentlno  coi  l''iorentinI,  torna  a  Bologna,  48;  h  tnriato 
dal  padre  a  Mllano  a  rallcgrarsi  col  rlcere  delfac- 
quisto  d.  regno  di  Napoll,  308,  s-7 ;  dl  Ik  passa  in 
Francla  a  congratularsi  col  re,  7-1;  ne  torna,  S;  ra 
con  Galeazzo  Bottrtgari  a  Luigt  XII  in  Francla 
(an.  iSOl),  310,  3S-3f,  cf.,  311,  lS-16;  non  ottiene 
per  l  suoi  la  protezione  d.  re  contro  11 
Borgia,  31-33;  assolda  cinquanta  balestricri  a  dt- 
fesa  sua  e  d.  c,  48-49 ;  tornato  di  Francia,  arendo 
saputo  d.  citaztone  d.  pp.  al  padre  e  ai  fratelli,  assolda 
per  suo  conto  settanta  car.,  315,  30-23;  sl  raccoglie 
con  1  Gonfalonierl  e  11  quartiere  di  Porta  Ravegnana 
nella  Chlesa  d.  Serri  per  accordarsi  sul  da  fare,  316, 
37-38;  h  mandato  dal  padre  in  Imola  al  Valentlno  a 
scrutarne  l'animo,  318,  3-4;  fe  trattenuto  in  f este  e 
gluochl  molti  giorni  dal  pred.,  4-11  ;  ra  e  torna  da 
Bologna  ad  Imola  per  1  capltoli  d.  pace  sempre  man- 
data  in  lungo  dal  Valentino,  319,  lS-18;  fissati  final- 
mente  i  capitoli  col  duca,  torna  a  Bologna  con 
Ramlro  de  Lorqua  confidente  d.  Valentino,  18- 
30;  si  reca  ambasc.  d.  Senato  da  Pio  III  a  rallegrarsi 
d.  sua  elezione  (an.  1503),  326,  47-48;  giunge  a  Roma 
che  11  pp.  h  graremente  malato,  327,  19-30;  f  i' 
pred.,  domanda  istruzioni,  33-33;  gli  &  ordlnato  di 
aspettare  l'eIezione  d.  nuovo  pp.,  33-34;  va  a  rire- 
rlre  Giulio  II  benerolmente  accolto,  328,  30-33  5  torna 
dl  Roma  malcontento  d.  pp.  rirelatosi  poco  incll- 
nato  per  i  Bolognesl,  44-45;  si  reca  in  pellegrinag- 
gio  a  SanfAntonio  di  Vienna  e  a  San  Giacomo 
dl  Gallizia  e  parte  senza  far  motto  ai  padre  accom- 
pagnato  da  Dionisio  di  Lucca,  Baldassarre  d.  Torre 
e  dal  canonico  Lorenzo  Penacchi  (an.  1505),  336, 
13-lS;  ritorna  sano  e  salro,  15;  bandisce  una  cor- 
rida  e  altre  giostre  e  dirertimenti  In  Bologna  (an. 
1506),  342,  37-39;  abbandona  la  c.  con  il  padre  e  i 
snoi  due  figli  naturali  Panfiio  e  Sforzlno,  348,  34- 
35;  sua  insegna  particolare,  358,  50;  359,  1;  con  i 
fratellt  Annibale  ed  Ermes  h  all'impresa  contro  Bo- 
logna  (an.  1507),  369,  43-46;  ric,  371,  34-35. 

BEirrivoGLio  Ascakio  naturale  di  Giorannl  II, 
padre  di  Virgiiio,  Giambattista  e  Ceaare,  356,  5; 
commendatario  di  Santa  Maria  Maggiore;  abban- 
dona  Bologna  con  11  padre  (an.  1506),  348,  39-40. 

"  Bentivoglio  Bartolino  detto  Beccarino  figlio  di  An- 
tonlo  detto  Tonlolo,  LXXXI,  34;  nel  testamento  del 
padre  h  nomlnato  tra  gli  eredi   (an.  1374),  36-37  ,. 

"  Bkntivoglio  Bartoluccio  padre  di  Anton  Galeazzo, 
XXXVII,  31  „. 

Bkntivoglio  Battista  figlio  di  Gaspare,  63,  II;  prende 
parte  a  una  gtostra  per  ii  palio  di  San  Ruffillo 
lulia  Piazza  di  Bologna  (an.  1440),  63,  11. 


Bkntivoolio  Bbatricb  figlla  dl  Annibalc  II,  abbaodona 
Bologna  con  11  padre  (an.  1506),  348,  U. 

*  Bbwtivoolio  Bkmtb  padre  di  Albertinello,  LXXXI,  II ,. 

'Bbntivoolio  Bbktb  figllo  di  Andal6,  contemporaneo 
di  Gioranni  I,  slgnore  di  Bologna  col  quaie  ■'ini- 
mtca  per  amblzlone,  LXXXI,  11-13  „. 

"  Bbntivoolio  Bbntb  figllo  di  Antonio  detto  Tonlolo, 
t  prima  del   1374,  LXXXI,  34-36. 

Bkntivo<;u<>  Bbrtvccio  v.  BeHtivogUo  BtUimo. 

Bentivoglio  Bettino  o  BETTUCCto  o  Bbrtuccio  V.  ffM- 
tivogUo  Albertinillo. 

Bbntivoglio  Bianca  figlia  di  Gioranni  II  e  di  Glnevra 
Sforza,  374,  33;  &  dal  padre  ofTerta  In  m.  a  NtcolA 
Rangoni,  cheaccettae  la  sposa  (an.  1479),  220,  l-ll, 
cf.,  354,  33;  374,  33;  11  marito  la  manda  a  prendere 
(an.  1481),  223,  33;  parte  coi  consenso  d.  padre  ac- 
compagnata  da  dame  e  gentiluomtni,  34-36;  h  restita 
dl  broccato  d'oro,  36-37;  onorerolmente  riceruta  dai 
duca  Ercoie  e  da  molti  nobili,  entra  in  Ferrara  ore 
■i  danno  molte  feste  in  suo  onore,  37-3S. 

Bkntivqglio  Bianca  figlla  dl  Annibate  e  dl  Lucrezla 
d'E8tp,  beiiissima;  abbandona  Bologna  con  I  genl- 
tori   (an.   1506),  353,  45-46,  cf.,  348,  3S-37. 

Bbntivoglio  Camilla  figlia  di  Giovanni  II  e  di  Ginevra 
Bentlvoglio,  374,  34 ;  h  monaca  nei  monastero  d. 
■uore  d.  Corpo  di  Cristo,  374,  34. 

BentIvoguo  Camii-La  figlia  di  Annil)ale  e  dl  Lucrezia 
d'Este,  abliandona  Bologna  con  i  genitori  (an.  1506), 
353,  45-46,  cf.,  348,  34. 

Bentivoglio  Carlo  \Andrta  !  Andalh  !\  padre  dl  Lodo- 
rico,  55,  19;  62,  3-3,  SO;  73,  23;  97,  36;  107,  30;  14.S,  31. 

Bkntivoolio  Carlo  naturale  di  Gioranni  II  eice  di  Bo- 
logna  con  tutti  i  Bentivoglio  (an.  1506),  348,  39-40. 

BKNTivociLlo  Cesarb  naturale  dt  Ascanio,  parte  dl  Bo- 
logna  con  Glnerra  pr.  ia  quaie  era  rimasto  (an. 
1506),  354,  4-6. 

Bkntivogiio  Confortino  figlio  di  Gloranni  11,  ha  par- 
te  d.  possessioni  d.  Marescotti  (an.  1503),  326,  lo-ll. 

"  Bentivoglio  Contb  figllo  di  Antonio,  LXX.XI,  34; 
t  prlma  del  1374,  35-36  „. 

Bentivoguo  Cornelio  figiio  di  Giorannl  II,  e  di  Gi- 
nerra  Sforza,  f  bambino  [s.  a.),  374,  31. 

Bkntivoglio  Cornelio  figilo  di  Annibale  II,  abl)*n- 
dona  Bologna  con  il  padre  (an.  i$o6),  348,  33;  con- 
lerra  pr,  di  s^  l'originale  d.  privilegio  concesso 
da  Sisto  IV  a  Giovanni  II  Bentiroglio  nel  1473 
clrca  a  creare  notai,  legittimare  figli  ecc.  [s.  a.), 
213,  33-33. 

"  Bentivoglio  Cornbuo  d.  ramo  Ferrarese,  card.;  ot- 
tlene  dal  vesc.  dl  Bologna  card.  Lambertini  ia  proi- 
bizione  d.  stampa  del  terzo  Volume  de\l' Nistoria 
di  Bologna  d.  Ghirardacci  (an.  1733),  LXXXII,  13- 
32;  11  quale  divieto  continua  anche  dopo  la  lua  f, 
LXXXIII,  3-6  ,. 

Bentivoguo  Costanza  [  Cottanxa  Bevilacqua]  soreila  di 
Annibale  I,  104,  36,  e  dl  Isabeila,  70,  18;  ^  dal  fra- 
tello  promessa  sposa  a  Gaspare  CanetoU  (an.  1439), 
57,  lS-17,  cf.,  70,  18,  26;  si  dispera  per  ruccisione  dl 
Annlbaie  (an.  144S).  104,  36-29;  sposa  Gherardo  Be- 
rilacqua  patrizio  reronese  [an.  1450],  37-38;  con  11 
marito  accompagna  Ginerra  Bentiroglio  a  Peiaro 
alle  nozze  di  Costanzo  Sforza  (an.  1475),  215,  10-11. 

Bentivoglio  Costanza  figlia  di  Sante  e  di  Ginevra 
Sforza,  figliastra  di  Giovanni  II,  213,  16-17;  i  dai  pa- 


[Bentivoglio  C.-Bcntivoglio  Ermes]     INDICE   ALFABETICO 


433 


trigno  data  In  sposa  ad  Anton  Marla  PIco  della 
Mirandola  (an.   1473),   16-18. 

Bentivoglio  Costantza  figlia  dl  Ermes,  lasda  Bologna 
col  padre  (an.  1506),  348,  37-39. 

Bentivogho  Costanzo  primogenito  di  Annibale  II, 
318,  33;  348,  33;  per  l'accordo  d.  siia  famigUa  con  i 
Borgia  h  promesso  a  una  nlpote  d.  pp.  (an.  1502), 
318,  23-35,  cf.,320,  33-33;  321,  24-29,  «-43;  abbandona 
Bologna  con  il  padre  (an.   1506),  348,  33. 

Bkntivoglio  Donnino  figllo  di  Giovannl  II  e  di  Gine- 
vra  Sforza,  f  bambino  [s.  a.],  374,  31. 

Bentivoglio  Eleonora  figlia  dl  Gioranni  II  e  di  Gi- 
nevra  Sforza,  223,  15;  235,  7-8;  356,  43;  374,33-34; 
h  sposata  a  Gilberto  Pio,  che  le  fa  dare  l'aneIlo  da 
un  suo  incaricato  in  presenza  di  Pirro  Malvezzi  e 
dl  Lodovico  Sarapierl  (an.  1481),  223,  15,  15-18,  cf., 
354,  33-34;  374,  33-34;  h  mandata  a  prendere  dal  ma- 
rito  (an.  1486),  235,  6-8;  parte  accompagnata  dal  fra- 
telio  Annlbale  e  da  molto  seguito,  8-1I;  a  Carpi  h 
ricevuta  con  grandi  feste,  11;  invia  una  compagnia 
dl  fantl  jn  aiuto  d.  padre  e  di  Bologna  (an.  1501), 
303,  46-47 ;  in  sua  casa  a  San  Pietro  alloggia  il  card. 
Federlgo  da  Sanseverino  (an.   1506),  356,  41-43. 

Bentivoglio  Eleo.-jora  [Leonora]  figlia  di  Annibale  II 
e  di  Lucrezla  d'Este,  abbandona  Bologna  coi  geni- 
tori  (an.  1506),  353,  45-46,  cf.,  348,  34. 

Bentivoglio  Ehsabetta  [fsaieiia]  figlia  di  Antonga- 
leazzo,  140,  30-31;  339,  47;  sorella  di  Annibale  I  e  di 
Costanza,  70,  17-18;  sposa  Romeo  Pepoli  (an.  1441), 
17-18,  cf ,  140,  30-31;  le  h  reso  omaggio  da  Francesco 
Piccinino,  70,  19;  il  glorno  dopo  le  nozze  si  reca  a 
San  Petronio  accompagnata  da  novantadue  giovani 
bolognesi  riccamente  vestiti,  19-31 ;  ha  da  Roraeo  cin- 
que  figli,  tre  femmine  e  due  maschi,  140,  31-33;  tra 
i  quali  Guido,  339,  47;  "  rlconosce  di  essere  soddi- 
sfatta  d.  sua  dote  e  che  11  fratello  Annibale  h  erede 
universale  d.  loro  padre,   XCfV,  31-34  „. 

BentivoGLIo  ErcoLe  [fferco/esse]  figllodl  Giovan- 
ni  I  e  fratello  di  Anton  Galeazzo,  5,  28;  "XCIV, 
30»;  zio  (cugino  !)  di  Annibale  I,  118,  45,  «  che  fa 
8U0  erede  universale,  XCIV,  30 ;  "  da  una  donna  dl 
Poppl  maritata  ad  Antonio  da  Cascese  ha  il  figllo 
Sante  [an.  I434?]>  U^,  44-46;  «  accenno  aila  sua  f. 
CXLI,  13-16  „. 

Bentivoglio  Ercolk  (conte)  figlio  di  Lodovico, 
fratello  dl  Andrea,  263,  6;  h  compagno  di  Gian- 
francesco  Poeta  nel  torneo  bandito  in  Bologna  per 
San  Petronlo  (an.  1470),  204,  42;  sue  vestl  e  sua  im- 
presa,  43-44;  scalco  alle  nozze  di  Annibale  (an.  14S7), 
237,  27-38;  ablti  d.  suoi  servl  che  portano  ricamato 
sul  petto  il  suo  motto,  40-43;  ladossa  calze  con  la 
divisa  d.  Bentivoglio,  33-34;  i  el.  d.  Sedici  (an.  1488), 
253,  33,  35;  succede  in  Senato  al  f  fratello  Andrea 
(an.  1491),  263,  6;  h  da  Glovannl  Bentiroglio  pre- 
posto  con  il  senatore  Andrea  Grati  alle  nozze  d. 
figllo  Alessandro  (an.  1492),  267,  14-lS;  tlene  al  suol 
ordlni  nove  scalchi  con  sei  servitori  ciascuno,  15- 
17;  quale  senatore  Intervlene  all'inaugurazione  d. 
Naviglio  da  Bologna  a  Corticella  (an.  1494),  274,  6- 
36;  accompagna  Laura  Bentlvoglio  allo  sposo  In 
Mantova,  275,  30-35;  un  suo  amico  li  reca  da  lul 
traveitlto  ad  avrertlrio  che  se  ha  alcuna  cosa  da 
spedire  fuori  di  Bologna  lo  faccia  Immantlnente, 
perchb  U  glorno   dopo  pi6  non  lo   avrebbe   potuto 


(an.  1503),  319,  34-37;  stupito  di  tale  avvlso  ne  fa 
parte  sublto  a  Giovanni  Bentivoglio,  37-38;  accom- 
pagnando,  insieme  ad  Antonio  Volta,  per  commis- 
sione  d.  Senato,  un  cap.  francese  sino  al  Panaro,  fe 
fatto  con  un  pretesto  prigionlero  dai  Francesl  e 
condotto  a  Parraa,  320,  5-10;  h  Uberato  per  ordine 
d.  Vicerfe  di  Mllano,  18;  pure  essendo  d.  Senato 
vecchio  h  da  Giulio  II  el.  d.  Quaranta  Consiglierl  e 
Rlformatori  (an.  1506),  358,  37-38;  Inviato  dal  Se- 
nato  allo  Scappi  a  chiedergli  ragione  d.  fuoco 
appiccato  al  pal.  Marescotti  e  delPoccupazlone  d. 
porta  San  Mamolo,  ne  ha  risposta  evasiva  (an.  1508), 
380,  38-34. 

Bentivoglio  Ercolb  figlio  dl  Sante  e  dl  Ginevra  Sforza, 
171,  37-38;  180,  10-11;  215,  20;  236,  33;  300,  39:  sua 
nasclta  (an.  1459),  171,  37-38;  h  dal  padre  fatto  edu- 
care  a  Firenze  dai  Medici,  180,  U-13;  rlmane  al 
servizlo  d.  Fiorentlni  e  diviene  famoso  nelle  arml, 
13-13 ;  h  uno  d.  capi  d.  glostra  bandita  dal  Senato 
in  Bologna  per  San  Petronio  (an.  1475),  215,  30; 
va  incontro  ad  Annibale  Bentivoglio  e  alla  sua 
sposa  fuori  porta  Galliera  (an.  1487),  236,  33,  33-34; 
h  dal  pp.  messo  agli  ordini  d.  Valentlno  per  I'im- 
presa  di  Romagna  (an.  1500),  300,  38-39;  ottiene 
Ilberaraente  dai  cittadini  Rimini,  ove  i  Malatesta 
erano  odiati,  34-36;  h  el.  governatore  deU'esercito  fio- 
rentino  contro  i  Pisani  (an.  1505),  337,  30,  cf.,  24; 
capl  sotto  i  suoi  ordini,  31-34;  con  Annibale  Benti- 
voglio  vieta  il  passo  verso  Pisa  a  Bartolomeo  d'Al- 
viano,  24-26;  ingaggiata  col  pred.  battaglia  lo  vince 
riportandone  prlgionleri  e  preda,  39-45,  cf.,  25-26; 
h  dai  Fiorentini  fatto  loro  cap.  generale,  46-47,  cf., 
338,  19-20;  conduce  l'esercito  contro  Pisa  Invano 
sferrando  molti  assalti  con  gravi  sue  perdite,  337, 
49-338,  1-3,  cf.,  20-21;  t  sotto  il  cavaUo,  23-24. 

Bkntivoglio  Ermes  [Ermes,  Ermesse,  Htrmes]  figlio  di 
Giovanni  II  e  di  Ginevra  Sforza,  255,  17;  264,  41-42; 
305,  2;  374,  35;  marito  di  Giacoma  Orsini,  357,  47; 
354,  32-33:  padre  di  Costanza,  348  37-39;  la  sua  effi- 
gie  h  dipinta  su  una  parete  d.  cappella  Bentivogllo 
in  San  Giacomo  (an.  1487),  243,  20;  con  il  padre  Ak 
princlpio  alla  torre  d.  Bentlvogllo  cavandone  i  ton- 

*  damenti  neila  cerimonia  auguraie  (an.  1489),  255, 
17-18;  pone  la  quinta  pletra  alla  torre  verso  San  Do- 
nato  (an.  1490),  49;  il  suo  nome  h  ric.  nella  targa 
di  piombo  raurata  all'uno  d.  canti,  256,  10;  h  fatto 
cav.  aurato  da  Ercole  d'Este  in  San  Giacomo 
e  riceve  dal  pred.  un  ricco  dono  (an.  1492),  264,  40- 
43;  h  capo  d.  deciraa  squadra  nella  mostra  d'arrae 
fatta  dal  padre  Giovannl  In  Bologna  (an.  1493),  271, 
25-26;  interviene  aIl'inaiigurazione  d.  NavigUo  da 
Corticella  a  Bologna  (an.  1494)1  274,  2-36;  con  Gil- 
berto  Pio  e  armati  ha  I'incarlco  di  cavalcare  dl 
notte,  attorno  alle  mura  fuori  d.  c,  278,  6;  privl- 
legi  concessigli  dall'imperatore  Massimlllano  uni- 
tamente  ai  fratelli,  281,  43-282-283,  1-03;  cf.,  279, 
6-14;  h  cresimato  in  San  Pietro  dal  card.  Bernardlno 
Carvajal  (an.  1496),  291,  4;  h  fatto  suo  barone  da 
re  Lulgi  XII  (an.  1499),  297,  39;  gli  h  data  in  moglle, 
senza  dote,  Giacoma  figlia  dl  Giulio  Orslni  (an. 
1501),  304,  39-40;  delibera  con  la  madre  dl  uccldere 
i  Marescottl  detenuti  in  Pal.,  305,  3-3;  raduna  coii 
molti  glovani  suoi  aralci  ai  quaii  palesa  avere  1 
Mareicottl,  e  «opratutto  Agaraennone,  promeaw  ia 


T.  XXXUI,  p.  I  —  28. 


434 


INDICE  ALFABETICO  [Bentlvoglio  ErmevBenUvogUo  G.  B.l 


c.  al  Valenllno  dopo  che  Ui  *u&  ramiglla  ne  toise 
itata  cacclata,  3-I7;  rammenta  loro  la  compllclti 
dl  Agamennone  nclla  congiura  d.  MaWezzl  e  Tin- 
gratltudine  d.  pred.  perdonato  da  Glovannl,  17-JI; 
rlcorda  1  dannl  portatl  dal  Valentlno  al  territorio 
e  11  perlcolo  corao  dalla  c,  33-36;  conclude  dl  arere 
dellberato  col  loro  concorao  dl  uccidere  1  Mareicottl, 
36-3f;  li  reca  qulndl  col  compagnl  nella  itanza 
ove  i  pred.  rlposarano;  uccide  Agamennone  men- 
tre  gll  altri  toigono  la  vlta  a  Lodovico  e  ai  rlma- 
nenti,  39-3S;  sua  accortezza  nel  mlifatto,  39-43;  da 
■ttoi  raesii  fa  uccidere  Marescotto  e  Antenore  Mare- 
■cottl  rifugiatlii  airUccellino,  47-51;  fa  anclie  ucci- 
dere  Bedoro  de'  Pretl,  genero  dl  Agamennone  Ma- 
rescottl,  accusandolo  di  avere  recato  le  iettere  di 
Agamennone  al  Valentlno,  306,  1-4,  e  Giacomo  To- 
schi  e  Agamennone  Malvezzi,  4-6,  e  un  ex  camerlere 

d.  Bentivogllo,  tal  Benedetto,  7-9;  va  a  caia  Mare- 
•cotti  a  vlsitare  Taddeo  e  Sclpione  mostrandoii 
ioro  raolto  deferente  per  riguardo  dl  Galeazzo,  33- 
34;  icontratosi  con  Emilla  vedova  di  Agamennone 
e  facendosl  a  salutarla  e  confortarla  ^  dalla  donna 
■cacciato  e  rainacclato,  34-37;  parte  confuso,  37-3$; 
accompagna  ii  leg.  Orsini  incontro  a  re  Luigi  XII 
(an.  1502),  311,  31-33;  assolda  quaranta  balestrierl  a 
difesa  lua  e  d.  c,  46;  loro  sopravveiti,  46-47;  con 
Annibale  ya  incontro  a  Fracasso  da  Sansererino  di 
pasiaggio  a  Bologna  e  lo  conduce  ad  alioggiare  nel 
pal.  d.  padre,  312,  30-31;  in  rappreaentanza  dl  queito 
interriene  alla  Magione  nel  Peruglno  insleme  a 
moltl  cap.  e  slgnori  per  mettersi  d'accordo  contro 
il  Valentino,  315,  34-33;  torna  a  Bologna  e  conslglia 
II  padre  a  mettere  insieme  quanti  piu  armati  pu6 
per  andare  contro  il  Valentino  ad  Imola,  3>-46;  con 
1  Gonfalonleri  e  tutto  il  quartiere  di  porta  Stieri  sl 
riduce  nella  chlesa  di  San  Francesco  per  accordarsl 
sul  da  fare,  316,  3t-39;  sl  reca  con  Annibale  e  molto 
esercito  a  Castel  San  Pletro  ad  attendervi  I'ordine  d. 
confederati  e  anche  a  vedere  ci6  che  facesse  il  pp., 
per  non  rompere,  per  i  primi,  i  capitoli  con  il  pred., 
317,  15-W;  manda  i  cavalleggerl  In  scorreria  nel- 
l'ImoIese  predando  bottino  d.  duca,  317,  30-31;  con 
molte  genti  tenta  entrare  in  Imola  per  rlporvl  Ot- 
tavianoRiario,  ma  fallisce  (an.  1503),  328,  46-47;  non 
si  allontana  dal  pal.  paterno  durante  il  terreraoto 
(an.  1505),  334,  30-31;  regala  al  fratello  Annibale 
due  cavaili  di  pregio,  341,  30-31;  manda  cavalli  a 
Forli  in  soccorao  di  Galeotto  ....(?)  (an.  1506), 
342,  48-49 ;  ric,  346,  5 ;  ra  ad  abitare  nel  mona- 
stero  di  San  Francesco  con  circa  sesianta  armlgeri 
poco  fidandosi  d.  popolo,  344,  33-36;  %  el.  cap.  d. 
quartiere  di  porta  Stieri,  345,  37-38;  nella  raostra  a 
San  Francesco  vlene  dietro  tuttl  lu  belllssimo  caval- 
lo  e  circondato  da  staffierl  e  uomini  d'arrae,  38-44; 
con  Alessandro  accorapagna  in  Pal.  un  raesso  d.  pp., 
348,  5-7;  in  eti  di  ventiquattro  anni  laicia  Bo- 
logna  con  la  figlia  Costanza,  37-39;  eice  perla  porta 
Magglore  e  va  a  Ferrara,  349,  14-15;  sua  iniegna 
particolare,  358,  SO;  359,  1-3;  ric,  366,  7;  Marian- 
tonio  Fantuzzi,  Battiita  Ranuzzi,  Costantino  da 
Caprara  con  alcuni  altri  complottano  di  farlo  en- 
trare  di  notte  in  Bologna  con  Annibale,  366,  1-s; 
la  coHgiura  fallisee,  s-ti;  h  clt.  a  coraparire  alla 
Ringhiera  d.  pal.  d.  pod.  per  difenderai  dall'accu8a 


di  loramuovere  lo  «tato  d.  Chieia  per  ritornare  ia 
Boiogna  (an.  1507),  367,40-43;  non  deponendo  tole 
idea  2:  colpito  da  una  taglia  di  quattromiia  ducati 
per  chi  lo  prenda  vivo  e  dl  duemlia  per  chl  lo  am- 
mazzi,  368,  14-17;  h  incitato  dalla  madre,  dalla  quale 
ricere  danaro  p«r  assoldare  genti,  a  recani  su  Bo- 
logna,  47-50;  h  assicurato  dalla  pred.,  che  larebbein- 
trodotto  In  c  appena  preientatoii  alle  mura,  50; 
369,  1;  coraincia  ad  aiioldare  genti  nelParmiglano, 
Regglano,  Mantorano  e  altri  luoghi  circostanti,  1-3; 
il  pp.  invoca  Taluto  di  re  Luigi  contro  lul  e  manda 
danari  a  Bologna  per  apparecchiare  la  difesa,  3-8 ; 
provvedimenti  preil  dal  Senato  e  dal  leg.  per  armare 
e  difendere  ia  c.  contro  tentatirl  luoi  e  d.  fr.,  t-36; 
conduce  genti  a  Saiiuolo  e  a  Spiiiraberto  con  arti- 
glierie  per  rauorere  lu  Bologna,  37-41;  prende  coi 
fratelli  Annibale  e  Antongaleazzo  Bazzano,  Creipel- 
lano  e  Monteregllo,  43-44;  Pluraazzo  rifiuta  di  darsl 
alle  sue  genti,  45-46 ;  h  dai  d'Araboise  riconoiciuto 
con  Annibalecolpevole  dell'impreia  contro  Bologna, 
377,  38;  perde   la  protezione   d.  re  dl   Francia,  39. 

BEHTlvoaLio  Ferrando  figlio  dl  Annibaie,  abbandona 
Bologna  con  il  padre  (an.  1506),  348,  33. 

Bektivoguo  Filippo  figHo  di  Glambattiita,  135,  3t. 

Bentivoulio  Francksca  figlia  dl  Giovannl  II  e  di  Gine- 
rra  Sforza  cf.  223,  15;  283,  40;  285,  33;  374,  33;  mo- 
giie  di  Galeotto  Manfredi,  223,  15;  354,  34;  374,  33- 
33;  e  dl  Guido  Torelli,  283,  40-41;  285,  33;  madre  di 
Aitorre,  285,  34 ;  iposata  per  procura  da  Galeotto 
Manfredi  (an.  1481),  223,  16.  16-18;  aue  nozze  ric, 
285,  33;  354,  34;  374,  33-33;  h  mandata  a  prendere 
dal  marito  (an.  1483),  223,  41-43;  parte  di  Bologna 
riccamente  restita  con  grande  seguito  di  darae  e  di 
bagagli,  43-45;  ^  accompagnata  sino  a  Faenza  da 
Pirro  Malrezzl,  Andrea  Bentivoglio,  Lodorico  Sara- 
pieri,  Guido  Pepoli  e  altri,  45-47;  i  rlceruta  dal 
Manfredi  con  manifestazioni  di  gioia  e  feste,  47;  per 
gelosia  d.  marito  laicia  Faenza  e  va  a  Bologna  dal 
padre  (an.  14SR),  245,  41-43;  &  dal  pred.  riconclliata 
con  Galeotto  e  rimandata  a  Faenza,  43-44;  conti- 
nuando  11  raarito  a  fare  di  lei  poco  conto  dellbera 
vendicarsi,  44-48 ;  lo  fa  strangolare  da  alcuni  Faen- 
tini  suoi  aralci  nella  propria  caraera,  ore,  fingen- 
dosi  araraalata,  Galeotto  era  andato  a  rlsitarla,  48- 
246,  1-6;  arvisa  11  padre  e  li  rinchiude  nella  rocca 
con  il  figlio  Aitorre,  7-e;  torna  a  Bologna  rimanendo 
il  figlio  !n  cuitodia  d.  Fiorentini,  246.  47-4t;  ipoia 
In  seconde  nozze  il  conte  Guido  Torelli  (an.  1494), 
283,  40-41;  sue  nozze  ric,  285,  33;  354,  35;  ra  dal 
marito  accompagnata  dai  fratelli  Alessandro  e  An- 
ton  Galeazzo,  286,  16-18;  f  (an.  1504),  332,  43-43; 
la  Bua  morte  interrompe  ie  feste  per  le  nozie  d. 
fratello  Erraes,  43-44. 

Bentivoglio  Francesco  figlio  di  Giambattista ;  h  fami- 
gliare  d.  card.  Bessarlone  (an.  1450),  135,  31;  i  da 
lul  fatto  priore  dl  Santa  Croce  deU'Arellana  e  abate 
di  San  Cristoforo  di  Castel  Durante,  39-40. 

Bentivoglio  Gaspare  [Gaspare  BeHttTOgli]  padre  di 
Battiata,  63,   U;  ^  vivente  nel   1436,4,47-48. 

Bentivoglio  Giacomo  figlio  di  Lodovico,  147,  35;  scal- 
co  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentiroglio  (an. 
1454),  30-33,    35. 

Bentivoglio  Giambattista  padre  di  Ottariano,  Nicol6, 
Filippo,  Gioranni,  Francesco,  Girolamo,  135,  37-40, 


[Bentivoglio  G.  B.-Bentivoglio  G.  II]  INDICE  ALFABETICO 


435 


parte  dl  Bologna  e  diviene  consigliere  e  vicario  ge- 
nerale  d.  appellazioni  del  duca  Federico  d'Urblno 
(an.  1450),  34-35;  fu  anche  segretario  dl  re  Alfonso 
di  Napoll  [s.  a.],  35-36;  abita  prlmo  d.  sua  famiglla 
in  Gubbio,  36;  sua  discendenza,  37-42. 

Bentivoglxo  Giambattista  naturale  di  Ascanio,  354, 
6 ;  parte  dl  Bologna  con  Ginevra  pr.  la  quale  era 
rimasto  (an.  1506),  4-6. 

Bentivoglio  Ginevra  figlia  dl  Annibale  11  e  dl  Lucre- 
zla  d'Este,  291,  3;cf.  348,  35;  353,  45;  h  battezzata 
in  San  Pietro  dal  card.  Bernardino  Carvajal  (an. 
1496),  291,  3-4;  bellissima  bamblna,  abbandona  coi 
genitori  Boiogna  (an.  1 506),  348,  35-37 ;  cf.  353, 
45-46. 

[Bentivoguo]  Ginevra  V.  Sforza  Ginevra. 

Bentivoglio  Giovanna  figHa  di  Giovanni  I  e  aorella  di 
Antongaleazzo  Bentivoglio,  142,  33-33;  prlmiera- 
mente  fidanzata  al  figlio  di  Francesco  da  Carrara, 
33-35 ;  poi  sposa  a  Gaspare  Malvezzi  (s.  a.),  35 ;  c& 
32,  11;  49,  17,  31;  ha  dal  pred.  Margherita,  Elisa- 
betta,  Achille,  Lena,  Carlo,  Lodovico,  Zanechino, 
Nestore,  Antongaleazzo,  Ercole,  Pirro,  142,  35-41;  i 
bandita  di  Bologna  dai  Canetoli  perchfe  sospettata  di 
macchinare  per  introdurre  Antonio  in  c.  (an.  1439)1 
11,  49;  12,  1-3,  cf.  17,  22-23;  sl  reca  a  Modena, 
11,3;  t  di  parto,   17,  31;  lascia  dodici  figli,  32. 

Bentivoglio  Giovanna  m.  di  Francesco  Sforza  conte 
di  Todorano,   117,  45. 

Bentivoglio  Giovanni  I  "  signore  di  Bologna  figlio  di 
Antonio  detto  Tonlolo,  LXXXI,  7-8;  cf.  24-25;  k 
dal  padre  nominato  tra  gli  eredi  nel  suo  testamento 
(an.  1374),  26-27,;  padre  di  Antongaleazzo,  45,  5; 
142,  33-33;  di  Ercole,  5,  26;  di  Giovanna,  12,  1; 
142,  32-33;  sl  fa  signore  di  Bologna  [1401],  45,  5; 
Coia  d'A3coH  6  suo  segretario,  216,  21-22;  concede 
al  pred.  di  inquadrare  la  sega  nelle  sue  armi,  23; 
"  il  nipote  Annibale  figlio  di  Antongaleazzo,  sl  di- 
chiara  suo  erede  universale,  XCIV,  29  „. 

Bentivoolio  GiovANNi  figlio  dl  Giambattista,  135,  33. 

Bkntivoglio  Giovanni  padre  di  Taddeo,  54,  5. 

Bentivoolio  Giovanni  II  figlio  di  Annibale,  74,  47-48; 
180,  24-25;  da  Glnevra  Sforza  sua  moglie  ha  Anniba- 
le,  Lodovico,  Cornelio,  Donnino,  Isotta  tutti  mortl 
bambini,  374,  31-33,  e  i  viventl  Bianca,  33,  France- 
»ca,  283,  40,  32,  Annibale,  374,  33,  Eleonora,  235,  7- 
8;  374,  33,  Anton  Galeazzo,  264,  36-37,  374,  34,  Ca- 
milla,  34,  Violante,  34,  Alessando,  35,  Laura,  35;  263, 
48,  Hermes,  35,  Itotta,  35;  fc  padre  d.  naturali  Asca- 
nio,  Antonio,  Leone,  Ottavlano,  Carlo,  Rinaldo,  SI- 
gismondo,  348,  39-41;  Maria  Isabella,  215,  15,  354, 
38,  Griselda,235,  15,  Isotta,  331,  44 ;  suocero  di  Marco 
Plo,  231,  10,  di  Lattanzlo  Bargellinl,  265,  4,  dl  Guido 
Torelli,  285,  3!,  di  Giovanni  Gonzaga,  317,  50;  dl 
Pandolfo  Malatesta,  324,  10-11 ;  di  Sallustlo  Guidotti, 
235,  15-16;  326,  7-8;  nasoe  quando  suo  padre,  An- 
nlbale,  h  in  carcere  a  Varano  de'  Marchesi  (an.  1443), 
74,  47-48;  &  tenuto  al  sacro  fonte  dal  march.  Lionello 
d'Este  e  da  Guidantonlo  Manfredi,  48-49;  perdona 
Insieme  aila  madre  all'ucci8ore  d.  padre  che  gii  &  con- 
dotto  Innanzl  (an.  1448),  127,  39-40,  cf.  39-32;  a  nove 
anni  fe  armato  cav.  dall'lmp.  Federlco  V  in  San  Pe- 
tronlo  (an.  1453),  141,  9-11;  h  el.  d.  Sei  dl  Balia  per 
la  venuta  dl  Plo  II  in  Bolog.ia  (an.  1459),  '^^,  43-44, 
el.  d.  Sedici  In  iuogo  d.  f  Axzo  da  Quarto,  172,  33; 


comtncia  a  dare  il  voto  in  Senato,  36 ;  con  Achllle 
Malvezzi  precede  In  Castelfranco  Galeazzo  Maria 
Sforza  avviato  nel  Bolognese  e  gli  prepara  gli  al- 
'<'ggi)  168,  34-36;  chiamato  con  altri  dal  pp.  i  ar- 
ringato  dal  pred.  (an.  1460),  173,  16,  33-26;  alla  f 
di  Sante  &  fatto  Gonfaioniere  di  Glustizia,  sebbene 
appena  ventenne,  per  opera  di  Virgillo  Malvezzi  e 
d.  fazione  bentivolesca  (an.  1463),  180,  34-38,  cf.  44- 
48;  "LXVII,  13-14,,  che  lo  aveva  preconizzato  suo 
capo  fino  dal  tempo  dl  Sante,  29;  per  la  qual  cosa 
e  perchb  innamorato  di  Glnevra,  moglie  di  Sante, 
questi  aveva  pensato  di  ailontanarlo  invlandolo  a 
Napoli  ad  apprendere  il  mestiere  delle  armi,  39-36; 
disposto  a  partire,  ne  era  stato  distolto  dal  Malvez- 
zi  che  gli  aveva  detto  attenderlo  il  primato  d.  fa- 
zlone  Bentlvolesca,  36-43 ;  gli  sono  dati  per  Anzlani 
el.  a  sorte  Mlchele  da  Imola,  Egano  Lambertinl, 
Paolo  Antonio  Castelli,  Francesco  Ranuzzi,  Gian 
Antonio  Galluzzl,  Bartolomeo  dalla  Calcina,  Bonifa- 
cio  Vitali,  Alberto  Boccadiferro,  46-181,  1;  entra  in 
Pal.  accompagnato  dal  suo  partito  con  grande  fasto, 
181,  1-2;  "LXVII,  14-15  „  fa  un  beillssimo  discorso 
ove  chiede  aiuto  a  bene  amministrare  la  sua  patrla 
a  tutti  quelli  di  lui  maggiori,  3-7;  e  confortato  ad 
essere  di  buon  animo  da  Virgilio  Malvezzi,  che, 
afierma  non  sarebbero  mai  per  mancargli  gli  amlci 
che  io  avevano  con  tanta  cura  cresciuto  e  condotto 
a  quel  grado,  7-11;  per  raostrare  la  sua  gratitudine 
ai  cittadini  crea  cav.  aurato  Domenico  Garganelii 
degli  Anziani  vecchl,  11-13,  14;  "LXVII,  16-17;  in 
tale  cerimonia,  che  per  lui  era  la  prima,  \  aiutato 
da  Galeazzo  Marescottl  e  da  Carlo  Ghisilleri,  13-14; 
fa  domandare  in  m.  Ginevra  vedova  di  Sante,  che 
acconsente  (an.  1464),  183,  31-33;  avuta  la  dispensa 
dal  pp.,  la  sposa,  32-34;  cf.  354,  30-3i;  374,  30-31 ;  que- 
sto  matrimonio  6  molto  onorato  dai  cittadini,  183, 
34-35;  ospita  in  casa  sua  Giacomo  Plccinino  dl  pa»- 
saggio  a  Bologna,  185,  13,  Tristano  Sforza,  186,  J7- 
38,  e  la  sposa  di  Alfonso  d'Aragona,  188,  II;  per 
onorare  la  pred.  fa  correre  un  palio  sotto  il  suo 
pal.,  13-14;  si  reca  a  Milano  con  rlcco  seguito  per 
salutare  II  duca  Sforza  suo  parente  (an.  1461),  36- 
47;  entra  In  Milano  col  fratello  d.  duca  venuto  a 
incontrarlo  a  Parma,  49,  189,  1;  h  ricevuto  dallo 
Sforza  alle  porte  d.  c.  e  condotto  con  gran  festa  ai 
suo  pal.,  1-3;  prende  llcenza  e  parte  dopo  che  U 
duca  ha  fatto  Matteo  Malvezzl  cav.  aurato,  3-4; 
ospita  la  vedova  di  Giacomo  Piccinlno,  13,  e  1  figil 
d.  duca  Sforza  reduci  di  Napoli,  18-19;  11  pp.,  col 
segreto  intendimento  di  suscitare  Invldla  e  discor- 
die  in  liologna,  lo  crea  capo  perpetuo  d.  Senato, 
con  diritto  a  due  voti  (an.  1466),  190,  8-10;  cf.  191, 
16-17,  34 ;  cl6  in  luogo  di  rovlnarlo  lo  Innalza  per- 
ch&  gii  Ak  II  primato  d.  c,  d.  quale  diviene  plft  che 
signore,  190,  10-16;  ospita  11  suocero  Alessandro 
.Sforza  dl  passaggio  a  Bologna,  191,  3;  ttimato  e 
grande  nello  stato  bolognese,  sl  acquista  fama  presto 
i  Signori  d'Italia,  che  a  lui  ricorrono  come  a  le- 
gittimo  signore  d,  c,  35-38;  appresa  la  congiura  con- 
tro  Piero  de'  Medlcl  avvisa  subito  questl  e  gii  raand* 
In  aluto  quattro  mlla  armatl  e  millecinquecento  cav. 
d.  duca  Sforza,  192,  9-11;  i  erede  universale  d.  beni 
dlMarlano  Bargelllnl  (an.  1467),  45-46;  saputo  che 
l'etercito  d.  Venezianl,  fautori  d.  fuorutcltl  fioren- 


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INDICE  ALFABETICO     IBentivogUo  Giov.  II,  ««.  t4t>7i4T8\ 


tlnl,  era   Tcnuto  alle   manl  con   quello   d.  Sforza, 

dlfensore   d.   Mcdlcl,   alla  Mezzolara,  fa  tuonare  la 

campana  dl  San  Glacomo  per  adunare  gente  in  »oc- 

corao  d.  conte  di  Urblno,  195,  «s-jo;   cf.  194,  «0-195, 

l-IO,   ma  non  gll  b  permetto  dal  Senato   dl  lasciare 

Indlfeta  Bologna,  196,  1-3;  aneddoto  clie  lo  rlguarda 

In  confronto  dl  Glacomo  Ingratl  e  dl  Achllle  Mai- 

Tezzi,  198,  31-3J;  un  uragano  dl  rento  e  grandlne 

danneggia  II  luo  paL  (an.  1468),  199,  «4-46;  Inviain 

dono  all'imp.  Federigo  a  Ferrara  un  cavalio  baio 

riccamente  bardato  (an.   1469),  201,  13-14;  1'imper. 

gll  concede  di  inquartare   nella   sua   arme   raqulla 

dl  ognl  colore  eccetto  che  nera,  13-16;  il  Senato  fa 

gittare  una  bronzlna  con  le  sue  armi  Intrecclate  a 

quelie  d.  c.(an.  1470),  202,  31-33;  osplta  ii  auocero 

Alessandro  Sforza  dl  passagglo  a  Boiogna,  40-41 ;  con 

11  consenso  d.  Senato  Indtce  un  torneo  In  Bologna 

per  la  festa  di  San  Petronlo,  203,  10-13,  18-19;  deacrl- 

zlone  deirapparato,  16-17,   30-39;  cf.  206,  33-34;  204, 

11-205,  1-13;  descrizione  d.  torneo  che  termina  con 

ia  vittoria  d.  sua  parte,  13-46,  e  deli'assegnazione  d. 

palio,  206,  1-7 ;  per  questa   festa  rlene  in  conside- 

razione  non  solo  pr.  i  Bolognesi,  ma  In  tutta  Italla, 

1-9,  h  reputato  in  progresso  di  tempo  il  prlmo  uomo 

non  solo   d'ltalla,  ma  dl  Europa,  9-1I;  cf.  33-34;  il 

favore  dl  cul  gode  umilia  il  governatore  che  parte 

per  Roma  e  rifluta  al  pp.  di  tornarvi  anche  come  leg., 

13-18;  per  mostrarsi  grato  a  Galeazzo  Marla  Sforza 

d.  regaio    dl   otto   corslerl,  cf.   203,  30-33,   206,  33- 

34,  accetta   I'invlto  di  recarsi  a  Milano  (an.  1471), 

36-38,  parte  con  grande  segulto,  39-43,  trova  al  Pa- 

naro  Sigismondo  d'Este,  43-44 ;  h  ospitato  dal  pred. 

in  Reggio,  44-46;  airEnza  trova  Polidoro  Sforza,  46; 

h  accompagnato  dal  pred.  a  Parma  quindi  a  Milano, 

46-48;  aplendido   ricevimento  avuto,  48-49;   fe   fatto 

dal  duca  suo  condottlero  di  seicento  fanti  e  trenta 

balestrieri  con  una  provisione  di  sette  mi!a  ducati 

annul,  207,  3-4;  tale  condotta  era  gi&  stata  tenuta 

da  Corrado  Sforza,  4;  prima  di  tornare  a  Bologna 

gll  sono   regalate   da   Galeazzo   Maria   ventlcinque 

braccia  di  drappo  d'oro  e  un  clnturino  d'oro,  8-9; 

Aiessandro    Sforza   gli  dona   un   cavallo,  9-10 ;  Ga- 

leazzo  Marla  fa  anche  ricchl  presenti  ai  gentiluo- 

mini  e    servi    d.   suo    segulto,    10-30;    presa  licenza, 

parte  di  Milano  accompagnato  da  raolti  slgnori  e 

da  tutta  la  corte,  30-33;  reca  seco  i  balestrierl  con- 

segnatigli  dal  duca,  33;  per  gli  onori  resigli  a  Mi- 

iano  Ginevra   indice  grandi  feste   In   Bologna,   33- 

33,  e  Antonio  Trotti  fa  correre  un  palio,  36-39;  gli 

vengono   incontro   al   suo   ritorno   molti  gentiluo- 

mlni,  30-31;  dopo  alcunl  glorni   arrivano  i  soldati 

d.  Sforza,  ai  quali  fa  dare  aliogglo  nei  terrltorio, 

31-34;  ospita  nel   suo  pal.    gll   ambasc.   di    Galeaz- 

zo  Maria  al  pp.,  208,  48-49;  interviene  in  una  que- 

rela  tra  Bartolomeo  Caccianemicl  e  Antonio  dal  Lino 

(an.  147»),  211,  36;  ottiene  promessa  da  Cristoforo 

Caccianemici,  a  nome  d.  figlio    Bartolomeo,  che  il 

Da  Llno  non  sarebbe  ofTaso,  36-37 ;  Invece  questo  %  Im- 

pensatamente  ferito  a  t  da  Bartoloraeo,  37-39 ;  chla- 

ma  11  popolo  alle  arml  al  suono  d.  campana  di  San 

Giacomo  e  lo  manda  alie  case  d.  Cacclanemici  con 

i'ordine  di  bruciarle,  il  che  b  esegulto,  39-34;  diversa 

versione   dl  tutto  ii  fatto,   41-212,   1-13;  moltl   ve- 

dono  con  dlsplacere  che   egll  armi  a  soa  poita  il 


popolo  e  faccla  aacchegglare,  quaie  signore,  le  ca«e 
d.  cittadlni,  19-31 ;  perd  nluno  osa  fare  paroi»  a  c«- 
gione  d.  sua  potenza  e  delI'appogglo  cbe  gli  Ak  II 
duca  Sforza,  33-23;  fa  radunare  il  Senato  ed  eleggere 
Bernardo  da  Satsuno,  in  luogo  di  Crittoforo  Cac- 
cianemici,  radlato,  34-33;  gli  nasce  Anton  Galeaoo, 
3*;  accompagna  la  reglna  dl  Kussia  nelia  tua  vitlta 
alia  sepoltura  dl  San  Domeolco,  34-36;  11  giorno  di 
Natole  crea  Alberto  Cattani  e  Bernardo  d«  Sassuno 
cav.  auratl,  «5-«7;  va  col  pred.  a  mesta  a  San  Gia- 
como,  «8;  accompagna  Lucrezia  Malavolti,  tpota  di 
Roberto  da  San  Severino,  ol  tuo  entrare  In  Bologna 
(an.  1473),  213,  13-13;  gli  i  concctso  da  Siito  IV 
che  II  tuo  primogenito  tucceda  alla  sua  t  In  inogo 
suo  nei  .Sedlci,  I«-t3;  di  per  m.  Costonza  tua  figila- 
stra  al  conte  Anton  Maria  PIco  dell.i  Mirondola, 
16-18;  fa  dimandare  per  mezzo  d.  Senato  ol  pp.  11 
prlvilegio  di  creare  notai,  legittimare  figli  ed  altro, 
e  i'ottlene,  19-33;  ospita  nel  suo  pal.  molti  gen- 
tiiuomini  ferrares!  di  passaggio  a  Bologna,  29-3o; 
quindi  il  card.  Riario,  39-40,  che  tiene  a  cretima 
un  suo  figlio,  cut  fa  un  prezloto  dono,  «o-«l;  ottiene 
dal  pp.  che  alla  sua  t  >i'^  riconotciuto  a  tuo  iigllo 
Anniboie  11  primato  nel  Senato  con  gli  aitri  privi- 
legi  (an.  1474),  214,  «-8;  accompagna  il  re  di  Nor- 
vegla  in  giro  per  la  c,  13-1«;  innanzi  alla  sepoltura 
di  San  Domenico  ii  pred.  crea  cav.  aurato  suo  tiglio 
Annibale,  13-16;  essendovi  carestia  fa  renire  una 
grande  quantiti  di  grano  di  Romagna  e  altri  luo- 
giU  e  la  vende  a  prezzo  mite,  arquistandoti  cosi 
1'amore  d.  popolo,  33-3«;  cf.  3«;  udita  ia  messa  in 
San  Glacomo,  crea  cav.  aurato  Lodovico  Sampierl 
(an.  1475),  215,  «-6;  marita  Maria  Isabella  sua  figlia 
naturale  a  Lattanzio  Bargeliini,  15-16;  i  uno  d.  capi 
d.  giostra  bandlta  dal  Senato  per  San  Petronio,  30 ; 
gii  sono  donati  dal  protonotario  apostolico  Glo- 
vanni  Aliraenti  de'  Negri,  con  pubbiico  privii^io, 
parte  d.  benl  dl  Delfino  Atticontl,  33-25;  ti  reca 
con  grande  seguito  a  prendere  Andrea  Grati  fatto 
Gonfoioniere  d.  popolo  per  condurlo  in  Pal.,  ma 
prlma  lo  ta.  cav,  aurato,  34-36 ;  anche  fa  cav.  FIo-  | 
rlano  Malvezzi,   36-37;   si   affligge   delI'ucclsione   dl  1 

Galeazzo  Maria  Sforza  (an.  1476),  216,  3-4;  otpita 
nel  suo  pal.  Caterina  Sforza  Riario  di  patsaggio  a 
Bologna  (an.  1477),  15;  concede  ai  frati  Eremitani 
di  San  Giacomo  dl  costruire  il  portico  in  Strada  San 
Donato,  33-33:  per  ordlne  d.  duca  di  Milano  va  in 
aluto  di  Galeotto  Manfredi  sotto  Faenza  che  asse- 
dia,  avendo  seco  la  bombarda   grossa   di    Bologna,  ^ 

217,  46-49;  abbatte  la  rocca  ottenendo  ia  rrsa  di 
Cario  Manfredl,  49-218,  1-3;  dl^  Faenza  a  Galeotto 
e  torna  a  Bologna,  3-4 ;  ottenuto  11  consenso  dl 
Ercole  d'Este  al  matrimonio  d.  proprlo  figlio  Anni- 
bale  di  nove  anni  colla  iiglia  naturale  dl  lui  Lucre- 
zla  di  otto,  manda  a  sposarla  Bernardo  da  Sas- 
suno,  Carlo  Antonio  Fantuzzi,  Girolamo  Ranuzzi, 
Bonifacio  Cattani  (an.  1478),  31-39;  richlestone  da 
Lorenzo  de'  Medici  manda  a  Firenze  soldati  con 
Firro  Malvezzi,  Lodovico  Bianchi  e  FUippo  Lupari, 
40-43;  ma  i  pred.  giunti  a  Scarperia  sono  fermatl 
dai  Medlci,  che  non  ne  aveva  piii  bisogno,  e  retro- 
cedono,  43-44;  ospita  Ercole  d'Eite  di  passaggio  a 
Bologna,  219,  31-33;  manda  Annibale  a  visitare  la 
sposa  in  Ferrara,  33-3«;   vi   si   reca   anche  lul  con 


[BenUvoglio  Giov.  II.  aa.  1479-^485]   INDICE  ALFABETICO 


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molto  seguito  (an.  1479),  <0-45;  il  duca  gli  manda 
incontro  fuorl  d.  c.  molti  nofoili  ferraresi,  45-46; 
e  alle  porte  incontra  il  duca  stesso  con  grande 
corteggio,  46-47;  dopo  cordiali  accoglienze  entrambi 
entrano  in  c,  48-220,  1 ;  visita  la  sposa  cui  fa  un 
bel  dono,  1-3 ;  torna  a  Bologna  accompagnato  dal 
duca  sino  a  un  miglio  fuori  di  Ferrara,  3-5;  offre 
sua  figlia  Rianca  in  moglie  a  Nlcol6  Rangonl  8-10;  11 
matrlmonio  si  conclude  con  soddisfazione  ylcen- 
devole,  lo-ll;  h  dal  pp.  sospettato  di  tenere  le  partl 
d.  Fiorentini  nella  guerra  che  questi  avevano  con 
•Sisto  IV  e  re  Ferdlnando,  13-14;  ric,  37-29;  gli  fe  pro- 
messa  dai  Fiorentini  una  provvisione  in  tempo  di 
pace  di  tre  mila  6orlQi  e  dl  sei  raila  in  tempo  di 
guerra  per  mantenerlo  nella  loro  amicizia,  33-35;  1 
pred.  gll  mandano  sel  mila  ducati  e  I'ordine  di  pas- 
sare  a  Pisa  contro  Roberto  da  San  Severino,  35-37 ; 
manda  le  sue  genti  d'arme  in  Toscana  sotto  la  con- 
dotta  di  Glanfrancesco  Poetl  e  di  Antonio  Bentivo- 
gUo,  39-40;  le  quali  riunitesi  alle  genti  d.  duca  d'Este 
vanno  a  Pisa,  dopo  avere  subito  forti  perdite  in 
un'lmboscata  tesa  loro  dal  Sanseverino,  41-43;  ospita 
nel  suo  palazzo  Ascanio  Sforza,  221,  18-19;  con  un 
seguito  di  centotrenta  caralli  si  reca  a  Milano  a  vl- 
sitarvi  il  duca  e  la  duchessa  madre,  23-26;  h  rlcevuto 
con  molto  onore,  25;  assiste  alla  cerlmonia  d.  cava- 
lierato  a  Glovanni  Marsill  nel  castello  di  Milano 
(an.  1480),  31-34;  in  premio  d.  sua  fedelta  gli  sono 
donati  da  Glangaleazzo  in  perpetua  slgnoria  per  sfe 
e  i  suol  discendenti  legittlmi  1  castelli  di  Covo  e 
di  Antignano  e  11  ponte  di  Pizzighettone,  34-39;  te- 
stimonl  deiristrumento  d.  donazione  rogato  da  Ga- 
leazzo  Bulli,  39-41;  piglia  possesso  d.  pred.  castelli 
per  Tolont^  di  Glangaleazzo,  41-43;  con  licenza  d. 
duca  torna  a  Bologna,  42-43;  gH  vengono  Incontro 
moltl  gentiluomlni  a  un  miglio  dalla  c,  44-46;  h 
acclamato  e  festeggiato  dal  popolo  mentre  le  cam- 
pane  dl  San  Glacomo  suonano  a  stormo  per  ii  suo 
rltorno,  46-48;  da  questo  giorno  h  cominclato  a  chia- 
mare  Slgnore,  49-222,  1-2;  ognl  d)  pifi  cresce  di  au- 
toritik  pr.  11  Senato  e  il  popolo,  2-3;  ospita  Roberto 
da  San  Severino  di  passaggio  a  Bologna  con  la  sua 
famiglla,  8-9;  per  sollazzare  il  popolo  istituisce  11 
gluoco  d.  calcio ;  h  a  capo  d .  squadra  in  verde,  10- 
30;  marita  la  figlia  Francesca  a  Galeotto  Manfredi, 
ed  Eleonora  a  Marco  Pio  (an.  1481),  223,  14-16; 
onora  i  commissari  d.  sposi  venuti  a  dare  I'anello, 
18-19;  lascia  partire  la  figlia  Bianca  per  raggiungere 
11  marito  Nicold  Rangonl,  33-34;  presiede  alla  co- 
struzione  d.  portlco  d.  fratl  dl  San  Glacorao  con 
Virgillo  Malvezzi,  30-31;  dl  carnevale  inventa  un 
nuovo  gluoco  per  dlvertire  11  popolo  (an.  1482),  224, 
1-15;  bandlsce  anche  una  glostra  per  una  celata  dl 
argento,  16-22;  con  atto  d.  re  di  Napoll,  reglstrato 
dalla  cancellcrla  di  Bologna,  h  con  i  suol  figli  e  dl- 
scendenti  incorporato  e  annoverato  nella  casa  reale 
di  Aragona  con  privllegio  di  usarne  il  nome  e  le 
armi,  23-27 ;  per  ordine  d.  duca  di  Milano  passa  con 
tremllacinquecento  fanti  c  mille  cayalll  nel  Ferra- 
rese  In  aluto  d.  duca  d'Este,  38-40;  il  pred.  gll  vlene 
Incontro  alla  Torre  della  Fossa,  40-41;  sl  avvla  a 
Codigoro,  41-42;  impedlsce  al  Sansererino  dl  acco- 
starsi  a  Mekra  come  tentava,  43-45,  46;  essendo  alla 
guerra  dk   11  suo   consenso   all'elezione   a   senatore 


di  Mino  Rossi,  in  luogo  d.  padre  Bartoloraeo  dece- 
duto,  225,  4-5;  va  e  torna  da  Bologna  al  carapo, 
25-27 ;  e  mandato  con  molta  fanteria,  con  Antonio 
di  Montefeltro,  con  Galeotto  Manfredi  e  le  loro 
schlere  a  Forl\  di  Girolamo  Riario  per  costringere 
il  pp.  a  lasclare  libera  la  via  aIl'esercito  Napole- 
tano,  mosso  in  soccorso  di  Ferrara,  43-48;  pone  l'as- 
sedio  a  Forli,  49-50;  f  Federigo  da  Montefeltro  torna 
a  Bologna  col  suol,  226,  2-3;  ospita  Alfonso  dl 
Calabria  e  11  seguito  (an.  1483),  20-22;  il  pred.  crea 
cav.  aurato  Alessandro,  suo  terzogenito,  in  etk  di 
nove  anni,  22-24;  prende  parte  alla  Dleta  d.  colle- 
gati  in  Creraona,  28 ;  approva  la  guerra  contro  i 
Veneziani  a  primavera,  30-32;  di  ritorno  a  Bolo- 
gna,  nella  sua  cappella  di  San  Glacomo  fa  cav. 
aurato  Cristoforo  Gratl,  33-34;  gli  h  assegnata  dal 
pp.  una  provvlsione  dl  cinquemila  ducatl  col  patto 
di  tenere  a  ordine  quattrocento  uomini  d'arme,  11 
che  cresce  la  sua  grandezza  e  rlputazione,  35-38 ;  f a 
dipingere  varie  sale  e  una  loggia  d.  suo  pal.  da 
Lorenzo  Costa,  39-42 ;  pregatone  da  Ercoie  d'Este  e 
d'accordo  col  Senato,  perraette  ai  Bolognesi,  con  pub- 
bllco  bando,  di  condurre  vettovaglie  a  Ferrara  af- 
famata  dai  Veneziani,  48;  227,  l;  ripara  «dia  care- 
stia  seguitane  in  Bologna  per  la  grande  quaniittk 
di  grano  portata  fuori,  facendo  vendere  in  mercato 
suo  grano  a  meta  prezzo,  5-7;  il  che  gli  procura 
la  benedizione  e  l'affetto  d.  popolo,  7-9;  riduce  la 
chiesa  di  San  Giacomo  a  una  sola  navata  per  raag- 
gior  decoro,  42-45 ;  si  reca  con  i  suol  soldatl  e 
numernsi  capl  d.  squadre  a  Ghiara  d'Adda  e  quindi 
ad  Asola  nel  Bresciano  dove  era  in  assedio  11  duca 
di  Calabria,  228,  9-14;  ammalatosl  ne  parte  e  torna 
a  Bologna,  U-17 ;  appresa  la  morte  d.  leg.  e  vesc. 
di  Bologna  torna  indletro  e  si  reca  ad  assicurare 
l'ordine  a  Cento  e  alla  Pleve  consegnandone  le 
rocche  a  Rinaldo  Arlosti,  17-22;  torna  a  Bologna  a 
curarsi,  33;  corapone  le  dlscordie  sorte  in  seno  alla 
Corapagnia  d.  Notai,  26-30;  partecipa  in  Mllano  al 
consigllo  d.  coraponenti  la  Lega  quindi  torna  a  Bo- 
logna  (an.  1484),  229,  7-10;  al  ruraore  d.  caduta  d. 
torre  d.  Bianchinl  accorre  sul  luogo,  33-23;  fa  rl- 
rauovere  le  macerle  per  ricercare  i  sepoltl,  23-25; 
provvede  con  gH  Anziani  ai  tre  orfani  sopravvissutl, 
46-50;  seguitando  la  guerra  In  quel  dl  Brescia  contro 
i  Veneziani,  vl  passa  con  molte  forze,  230,  16-19; 
h  mandato  dal  duca  di  Calabria,  cap.  d.  lega,  a  Lon- 
gone  e  Bagnolo,  che  ottiene  a  pattl,  19-21;  manda 
al  pp.  Fillppo  Salaroll  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione, 
35-36;  ospita  Alfonso  dl  Calabrla  al  suo  rltorno  dl 
Lombardla,  231,  17;  accompagna  il  pred.  a  visltare 
la  c,  18-20;  suo  posto  nel  corteggio  per  la  entrata 
In  ufficlo  d.  nuovl  Gonfalonierl  dl  Giustizla  (an. 
1485),  33;  Pandolfo  Malatesta  gU  manda  Ralmondo 
Malatesta  a  chiedergli  in  m.  la  figlla  Violante,  43-46; 
manda  Annibale  incontro  al  pred.  fuorl  d.  c,  46-47; 
lo  rlceve  egU  stesso  alle  porte  e  lo  accorapagna  fasto- 
saraente  al  suo  palazzo,  48-49;  gli  concede  Vlolanto 
con  dleclmila  ducatl  dl  dote,  232,  1-4;  h  conTltato 
con  la  ra.  e  la  sposa  da  Andrea  Gratl,  4-6;  qulndi 
da  Mino  Rossi,  6-7;  fa  accompagnare  11  Malatesta  a 
Rlmini  da  Francesco  Dottorl,  8-9;  arraa  cav.  Goz- 
zadlno  Gozzadinl  In  San  Glacomo,  13-15;  adem- 
ple  un  voto  fatto,  recandoii  con  grande  seguito  e 


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INDICE  ALFABETICO   iBeDUvogUo  Giov.  u,  <ui.  f^ssi^st] 


roodefUmente  veitlto  al  santuario  di  Loreto,  lt-3S  ; 
f«  tappa  ad  Imola  rlceTUto  con   molta  magnificen- 
za  dal  conte  Rlario,   3I-31,  e  da   tuttl  i   slgnori  dl 
Romagna,  31 ;  qulndl  li  reca  a  Roma  ad  ossequiare 
Innocenzo  VIII,  che  gli  concede  tutto  quanto  deside- 
ra,  31-33;  h  ben  reduto  da  tuttl  i  card.  speclalmente 
dal  resc.  di  Cervia,  Acliille  Marescotti,  clie  io  con- 
rlta  e  gli  regala  una  mula,  33-35;   parte  dl  Roma  e 
ra  in  Toscana  a  Tlsltare  Plero  de'  Medicl,  orunque 
granderoente  onorato,  35-3S;  torna  a  Bologna   rice- 
vuto  da  tutta   la  c.    con    acclamazioni  e   fuochi   dl 
allegrezza,  38-41;  va  incontro  a    Gianglacomo    Trl- 
Tuizlo  cap.  d.  duca  Sforza  di  passaggio  a  Bologna, 
233,  31;  fa  cav.  Carlo  Grati  e  lo   nomina   capo  d. 
gentl,  che,  secondo  I'ordine  d.  duca  dl  Milano,  man- 
da  nel  Romano  rerso  Napoll  In  aiuto  d.  Lega  contro 
la  Chlesa  (an.  1486),  44-47;  cf.  43-43;  dona  ottanta 
ducatl  d'oro  ai  poverl  pupliU   raccoltl  dai   Senato, 
48-4»;  fa  reatltuire  ai  soldati  del  Sansererino,  che 
lascla  liberi,  gil  aTcri  e  arnesi   di  cul  erano   stati 
spogUati  nel  terrltorio  boiognese,  235,  3-5;  gli  ro- 
vina  la  torre  dl  BuonconTcnto  con  duecento  corbe  di 
frumento,  13-14;  dk  per  raoglie  sua  figlia  Griselda, 
naturale,  a  Saliustio  Guidotti,  15-16;  nella  sua  cap- 
pella  dl  S«n  Giacomo  fa  cav.  aurato  Bartolomeo  Fe- 
Ilclni,  19-23;  fa  grandi  preparatiTl    per  ricerere  la 
sposa  dl  Annibale  e  abbellisce  la  c.  (an.   1487),  33- 
40,  /-j,  c(.  33-35,   invita   i  signorl  e   cardinali  alla 
festa,  per  i  quall  prepara   allogglo    nel  suo   e  nel 
pai.    di    molti    gentUuomini,    41-43;  gli  sono   fatti 
InnumereToll  presenti  dai  olttadini,  dalle  Arti,  dai 
castelli,  vliie  e  comuni  di  Bologna  e  territorio,  43- 
45;  enumerazione  d.  offerte,  236,  1-12;  manda   An- 
nibale  a  Ferrara  con  nobile  e  ricco  seguito  a  pren- 
dere  la  sposa,  237,  14-16;  Intanto   fa  addobbare  ie 
vie  che  avrebbe  seguito   il  corteggio   nuziale  e    la 
piazza  innanzi  a  casa  sua,  16-30;  U  domanl  d.  nozze 
fa  cantare  ia  messa  in  San  Petronio  per  ringrazia- 
mento  a  Dio;  alla  quale  assistono   tutti  gli   inter- 
Tcnuti  al  banchetto  d.  giorno  aTantl,  gll  sposi  cd 
egli  stesso  con  la  moglle,  239,  25-37 ;  ordine  d.  cor- 
teggio,  37-36,  dl  ritorno  dalla  messa  ofTre  un  lauto 
desinare  al  conTcnuti,  38-40;  giuochi  dlnanzi  al  suo 
pal.,  40,  240,  1-f;  al  secondo  giomo  dalle  nozze  la 
imbaiidlre   una    colazlone   per   i  signori   forestieri, 
perchk  possano  assistere  aila  giostra,  13-15,  fa  pre- 
sentare  a  ciascuno  di  essl  Tari  oggetti  in  zucchero 
laTorati  con  rara  maestria,  15-35;  descrizione  d.  gio- 
stra  cui  assiste  con  la  sposa  e  gli  invitati,  35-241, 
1-13 ;  accompagna  a  casa  dopo  la  giostra  U  marchese 
dl  Mantova  vincitore  d.  torneo,  11-13;  rappacifica  il 
pred.  e  Fracasso  da  SanscTerlno  Tenuti  a  parole,  13- 
15;   fuoco   d'artificio   dinanzi   al   suo  pal.,  16-31;  si 
rallegra  per  la  condotta  data  dai  Fiorentini  ad  An- 
nibale,  30-31;  Ta  incontro  ad  Ercole  d'Este  di  pas- 
saggio  a   Boiogna   e   lo  ospita   46-48;  accetta   neila 
sua   famiglia    Ercole,    Tomaso  e   Tiberio    MalTezzi 
figli   di    Matteo,   che   rinunciano   al   loro  cognome 
e   parentado  per  assumere  ii   nome,  le  Insegne  e  i 
priviiegi  d.  BentiTOgllo,  242,  40-243,  1-2;  242,  1-2; 
eguale   concessione  fa  a  Giovanni  Antonlo  Gozza- 
dinl,  con  strumento  rogato   da   Bartolomeo   Rossi, 
243,  (-12;  fa  dipingere  e  abbelllre  la   sua   cappella 
nella  chiesa  di  San  Glacomo,  13-43;  su  una  parete  dl 


ess*  h  effigiato  con  la  mogiie  e  molti  suoi  figli,  17-21 ; 

attende  ii  nuoro  vescoro  Gluliano  delia   Rorere  a 

B«I  Poggio,  244,  12-13;  lo  conrita  (an.  1488),  If-M, 

«;  •odditfa  un   antico  roto  recandosl   In  peilegri- 

naggio  a  SanfAntonlo   da  PadoTa  con  un  seguito 

di  centoiesMntotto  caTaUeri  tutti   come  lul  Tettitl 

dl  paonazzo,   31-31;  h  onorerolmente   rlcevuto,    31- 

32 ;  soddisfatto  U  TOto  si   reca   a  Venezia,  ii,  i ;  h 

creato  patrizio   Tcneziano   con   i  priTUegi  inerenti 

a  tale  g^ado,   a3-35,  /;   Ta  quindl   In   Lombardla  • 

rltitare   II   lago   di    Garda,   35-36;   corre  rischio  di 

naufragare  per  una  tempetta  ImproTTita,  37-40;  tor- 

na  a  Bologna,   41;  udita  la  uccislone   dl  Glrolaroo 

lUario,  come  cap.   d.  duca   di   Miiano   si  affretta  a 

soccorrere  Caterina  e  i  figii  muoTendo  con  fantl  e 

caTaUi  contro  ForU,   245,  12-15;   si   uniscono  a  lui 

Nicol6  Rangoni,  Gilberto  Pio,  Galeotto  deila  Miran- 

doia  e  Gaieazzo  da  SanseTerino  cap.  d.  duca,  15-11, 

assedla  Forfl,  18;  tI  entra   con   ii  SanteTerino  per 

la  fuga  d.  congiurati,  3o;   pone   in   signoria  Otta- 

Tiano  priroogenito  di  Giroiamo  sotto   la   tutela  dl 

Giampletro  Bergamini  cap.  d.  duca  dl  MUano,   30- 

22;  conduce  Ottariano  ad  assuroere   ia   signoria  di 

Imoia,  23;  torna  a  Bologna,  34;  riparte  di  Boiogna 

per  I'uccitIone  di  Galeotto   Manfredi,  38-40;   Ta  in 

toccorso  di  Francesca,  246,  9-10;  entrato  in  Faenza 

fa  giurare  obbedienza  al  fanciullo  Astorre,  10-12;  col 

consenso  degU  Anziani  di  Faenza  iuTita  seco  a  pran- 

zo  Glampletro  Bergaminl  con  i  principali  d.  c,  U- 

13;  Tcrso  la  fine  d.  conTito  sono  assaiiti  da  alcune 

compagnie  di  contadini  e  cittadini,  che   dubitaTa- 

no  si  fossero  uniti  per  insignorirsi  d.  c,   18-34;   a 

stento  scampa  gettandosi  da  una  finestra,  37-21 ;  gli 

h  rifiutato  I'ingresso  nella  rocca  dal  castellano,  38- 

39;   c   da   alcuni   cittadini   condotto   a    Modena   (!) 

[Modigliana],  quindi  a  Firenze,  29-32,  cf.  44;  247  l; 

alcuni  d.  sua  compagnia   rimasero   uccisl,  246,   33, 

altri   prigioni,   34-36;  il   suo   segretario   Cristoforo 

Dal  Poggio,  Benedetto  GabrieiU  e  U  suo  cameriere 

Cingaro  seguono  le  sue  Ticende,  36-38 ;  richietto  dal 

re  di   Napoii,   dal   duca   di   Modena,  da  queUo  di 

Ferrara  e  dai  Senato  bolognese  e  lasciato  libero  d« 

Lorenzo  de'  Medici,  49-247,  1-4;  grandl  feste  e  al- 

legrezze  pei  suo  rltorno,   8-15;  si  fa   la  processione 

d.  Corpo  di   Crlsto,  per   ordine   d.  Senato   riman- 

data   al   suo  arrivo,    16-18,   cf.   7-8;   e    Invitato  dal 

duca  di  Milano  a  un  parlamento  in  Parma  per  cose 

rlguardanti  lo   stato,    19-22;   vi  si   reca   in   compa- 

gnia   d.   figli   Annibale   e    Anton    Galeazzo   e    con 

molto  seguito,  22-24 ;  finito  il  parlamento    h  nomi- 

nato  dal  duca  Sforza  govematore   generale   d.   sue 

armi,  24-25,  torna  a  Bologna,  26;  costituisce  la  Com- 

pagnia  d.  Cinlatori  con  a  capo  un  Massaro,  35-36; 

ordina   che  i  pred.   iavorino   neila   strada  d.  Sarti 

ttabilendo  pene  pecuniarie  ai  contravventori,  36-39 ; 

concede  ia  sua  protezione  ad  Antonio  Scoffoni  dalle 

Guaine  che  aveva  ferito  Giroiarao  Malvezzi,  248,  7-9; 

fa  da  paciere  tra  i  pred.  e  dopo  molte  insistenze  ot- 

tiene  ilperdono  d.  Malvezzi  a  patto  che  Antonio  e  U 

fratello  non  escano  per  un  certo  tempo  di  casa,  12- 

13;  &ilisce  nella  sua  opera  di  paciere  in  una  seconda 

rissa  avvenuta  tra  i  due,  13-19;  h  preso  in  odio  dai 

Malvezzl  che  stlmano  estere  da  lui  tenuti   In  poco 

conto,  20-24 ;  i  pred.  trattano  tra  loro  di  ucciderlo. 


[Bentivoglio  Giov.  II,  aa.  14S8-149A    INDICE   ALFABETICO 


439 


34-25;  la  congiura  sl  svolge,  25-249,  250,  1-8;  Gio- 
Tanni  Malvezzi  lia  l'incarico  di  ucciderlo  coi  figliuoU 
mentre  cenava,  249,  48-250,  l ;  b  inf ormato  da  Glii- 
nolfo  Bianclii  clie  i  Malvezzi  appareccliiano  armi  per 
una  loro  irapresa,  19-23;  ricerche  fatte  gli  provano 
clie  queata  impresa  fe  rivolta  contro  lui,  22-38;  sua 
afflizione,  38-30;  convoca  il  Senato  al  corapleto,  30- 
33;  raanda  anche  per  Battista  Malvezzi  padre  di  Gio- 
vanni,  che  interviene,  35-37,  e  per  Giovanni  a  nome 
d.  padre,  37-39;  fa  circondare  la  sala  dai  suoi  soldati, 
33-35;  svela  la  congiura  ordita  per  togliergli  la  vita 
in  uno  a  tutta  la  sua  famiglia  additando  Giovanni 
Malvezzl  quale  istigatore,  40-251,  1-2;  questl  con- 
fessa  il  delitto  a  cui  si  accingeva  proclamando  che 
voleva  ucciderlo  perchfe  tiranno  di  Bologna,  3-13; 
rimane  in  Pal.,  25;  e  fa  guardare  il  suo  dai  soldati, 
36-37;  ordina  che  il  corpo  di  Petronio  da  Scannello, 
uno  d.  congiurati,  sia  trascinato  a  coda  di  cavalio, 
252,  3-4 ;  dona  la  casa  e  i  beni  di  Battista  Severi  a 
Peracino,  26-27,  e  casa  e  beni  di  Battista  Malvezzi  a 
Tommaso  Malvezzi  adottato  dai  Bentivoglio,  37-39; 
per  tale  congiura  gH  offrono  aiuto  molti  signori 
d'Italia,  tra  cul  Lorenzo  de'  Medici,  35-38;  a  pre- 
ghiera  d.  popolo  torna  a  casa  sua,  46-49 ;  neli'acco- 
miatarsi  dal  Gonfaloniere  nomina  Ghinolfo  Bianchi 
cap.  d.  guardie  d.  Pal.,  48-49,  per  festeggiare  la  sua 
saivezza  si  da  liberta  ai  carcerati,  50;  253-1 ;  giunto 
a  casa  liccnzia  il  popolo  e  gii  raccomanda  la  qulete 
e  la  pace,  1-4 ;  sl  mostra  dolente  d.  conglura  e  d. 
sanguinose  sue  conseguenze,  4-6;  fa  fare  una  so- 
lenne  processione  e  cantare  una  messa  per  lo  scam- 
pato  pericolo,  8-10;  prega  il  duca  Sforza  a  non  dare 
ricetto  ai  Malvezzi  nel  suo  stato  e  lo  ottiene,  13;  ed 
egualmente  da  Venezia,  13;  scrive  al  re  Ferdinando 
narrandogli  d.  congiura  d.  Malvezzi  e  pregandolo 
a  punire  Giulio  Malvezzi  al  suo  arrivo  a  Napoli, 
13-15,  e  anche  ci6  e  fatto  secondo  11  suo  deslderlo, 
15-16,  h  el.  d.  Sedicl,  32,  esce  a  cavallo  per  la  c.  pre- 
ceduto  e  seguito  da  uomini  in  armi  clie  perlustrano 
le  strade,  27-29;  e  invitato  a  Milano  alle  nozze  d. 
duca  con  Isabella  d'Aragona,  37-39;  vi  manda  An- 
nibalecon  ricco  segulto,  39-40;  riceve  onorevolmente 
gli  ambasc.  di  Pandolfo  Malatesta  venuti  a  pren- 
dere  Violante  (an.  1489),  254,  15;  partecipa  alla 
glostra  indctta  dal  rettore  d.  Studio,  32-33;  ric.  per 
Francesco  Capitani  suo  armigero,  37;  accompagna 
l'ambasc.  dl  Bajazet  11  in  giro  per  la  c,  255,  1-3; 
fa  crcare  Annibale  Gonfaloniere  di  Giustizla  per 
addestrarlo  nel  governo  d.  stato,  4-6;  lo  accompa- 
gna  con  gran  pompa  a  prendere  l'ufficlo,  9-10;  dA 
principio  a  una  torre  vicino  al  suo  pal.,  11-14;  va 
con  gli  astrologi  a  determinarne  11  luogo  e  scava 
per  primo  la  terra  nel  punto  Indicato,  14-17;  ascolta 
una  messa  cantata  In  San  Giacomo  in  memoria  d. 
scoperta  d.  congiura,  31-33;  con  iul  vi  asslstono 
cav.,  cittadini,  le  Arti  e  infinito  popolo,  23-24;  tut- 
ti  gll  fanno  offerte,  24-25;  i  dal  pred.  accompa- 
gnato  a  casa,  35-37;  per  il  suo  natalizio,  dopo  la 
messa  in  San  Giacomo,  arma  cav.  aurato  Antonio 
Magnani,  38-30;  pone  la  prima  pletra  con  la  sua 
arme  alla  torre  dalla  parte  verso  San  Donato  (an. 
1490),  47-48;  fa  coUocare  quattro  vasl  dl  terracotta 
riplenl  dl  monete  di  vari  metalli  alla  sua  effigle 
nei  quattro  angoli  della  torre,  e  dal  latl  dl  strada 


San  Donato  fa  mettervi  due  targhe  di  piombo  oon 
epigrafi  che  lo  rlcordano,  con  i  suoi  titoli  e  i  nomi 
d.  moglie  e  d.  figli,  quale  costruttore  d.  torre,  256, 
1-15;  asslste  alle  nozze  di  Lodovico  Gozzadini  con 
una  Pio  di  Carpi,  33-34;  alla  fine  d.  convito  fa  cav, 
11  padre  d.  sposo  Giovanni  Antonio  gia  adottato 
dai  Bentivoglio,  35;  ric.  per  Cesare  Gozzadini  suo 
armigero,  43-44;  crea  cav.  in  San  Giacomo  Raimondo 
Malatesta,  cui  dona  una  pezza  di  drappo  d'oro, 
257,  3-6;  fabbrica  diverse  ville  sontuose  In  vari  luo- 
ghi  del  territorlo  bolognese,  7-13;  fa  rafforzare  ie 
mura  dl  Medicina,  14,  e  munlsce  i  castelli  dipen- 
denti  da  Casale  Fiumanese  e  la  rocchetta  di  Sassuno, 
15-16;  bonifica  le  valli  fra  San  Giovanni  In  Persi- 
ceto,  Crevalcore  e  SanfAgata  disseccandole,  16; 
della  terra  donatagli  da  quei  comuni  fa  otto  possessi 
che  chiama  la  Glovannina,  16-18;  conduce  1  suol  ge- 
neri  Nicol6  Rangoni  e  Gilberto  Pio  a  Belpoggio  per 
fuggire  il  gran  caldo,  19-31;  essendo  a  cena  sorge 
una  cortese  disputa  se  nelle  cose  umane  prevalga  piu 
la  Fortuna  o  la  Sapienza,  31-38;  sta  per  la  Sapienza 
con  il  conte  Rangoni,  mentre  Annibale  e  il  Pio  ten- 
gono  per  la  Fortuna,  38-30;  propone,  ed  e  approvato, 
che  la  contesa  si  definlsca  In  un  torneo  ove  com- 
battano  due  squadre  una  per  la  Fortuna,  l'altra  per 
la  Sapienza;  ia  parte  vincitrice  nella  pugna  risol- 
veri  la  questione,  30-40;  tornato  in  c.  ordina  il  tor- 
neo,  41-42;  crea  il  Rangoni  capo  d.  partito  d.  Sa- 
pienza,  e  Annibale  e  11  Pio  capi  d.  partito  d.  For- 
tuna,  43-43;  combatte  alla  testa  d.  sesta  squadra  d. 
seguacl  d.  Sapienza,  con  vestito  alla  moresca,  258, 
40;  descrizione  d.  torneo  e  d.  tenzone  poetica  che 
precede  la  prova  d.  armi,  6-259-260-261-262,  1-19; 
riuscita  vlncitrice  la  parte  d.  Fortuna,  accompagna 
il  figlio  trionfante  a  casa,  20-30;  per  11  suo  natali- 
zio  crea  cav.  aurato  Tomaso  Montecalvi,  43-45 ;  coi 
due  figli  Annibale  e  Alessandro  e  molto  seguito  va 
a  Ferrara  alle  nozze  di  Alfonso  d'Este  con  Anna 
Sforza  (an.  1491),  263,  7-ll  ;  torna  a  Bologna,  13- 
13;  arma  cav.  in  San  Giacomo  Sebastiano  Gozzadi- 
nl,  33-24;  ric,  264,  28;  riceve  sontuosaraente  Ercole 
e  Sigismondo  d'Este  al  Bentivoglio  ove  trascorrono 
le  feste  di  Natale,  33-36;  si  reca  con  essl  a  Bologna 
fermandosl  a  desinare  a  San  Michele  in  Bosco,  36- 
38;  per  capo  d'anno  conduce  11  duca  ad  ascoltare 
la  messa  in  San  Giacomo  (an.  1492),  40-41;  termi- 
nata  la  quale,  11  pred.  crea  cav.  aurato  Ermes  suo 
ultimo  figlio,  41-43;  accorapagna  qulndi  il  duca 
in  Piazza  ad  assistere  dalla  scalea  dl  San  Petronlo 
allo  sfilare  d.  corteggio  per  la  nuova  entrata  d.  ma- 
glstrati,  43-47;  torna  col  pred.  al  Bentlvogllo,  47-48 ; 
ordina  giuochi  in  onore  d.  genero  Giovannl  Gon- 
zaga  recatosi  con  la  m.  a  passarc  II  carnevale  a 
Bologna,  265,  16-33;  sl  duole  dell'uccisione  di  Ral- 
mondo  Malatesta,  36 ;  va  Incontro  ed  ospita  Ercole 
d'Este  dlretto  a  Roma,  37-40;  manda  il  figlio  Ales- 
sandro  a  Milano  a  sposarvi  Ippolita  Sforza  nlpote 
d.  duca,  il  cui  matrlmonio  e  la  dote  era  da  tempo 
fissata,  266,  10-15;  abbelllsce  la  c.  per  accogHere 
degnamente  Ippolita,  30-31;  fra  Taltro  atterra  1 
portici  di  legno  che  rendevano  angusta  la  ttrada  di 
San  Donato,  31-24;  ne  fa  dlplngere  le  facclate  d. 
case  e  scrlvere  un  dlstico  laudatorio  d.  tua  opera 
suUa  facclata  dl  Santa  Maria,  24-«  5  addobba  tutte 


440 


INDICE   ALFABETICO    (BentivogUo  Giov.  U.  aa.  t4gj-,49S\ 


le  itrade  p«r  le  quali  deTono  pasiare  g^i  tpoil  n\ 
•1  reca  incontro  ad  esii  a  RaTone  con  tutta  la  no- 
bilti,  39-40;  dopo  I'uccltione  di  Galeotto  Maiate- 
ita  InTla  Annlbale  In  aiuto  al  genero  Pandoifo  con 
cinquanta  cavalll,  che  peri  non  occorrono,  267,  3»- 
43;  fa  domandarc  dal  flglio  Anton  Gnleazzo  ai  nuoro 
pp.  Alestandro  VI  la  conferma  d.  prlyilegi  concet- 
llgii  >lal  suol  antecessori,  268,  14-15;  fa  fabbricare 
una  fontana  nei  giardlno  d.  luo  palazzo  e  ri  conduce 
con  grande  apeaa  l'acqua  da  San  Mlchele  in  Bosco, 
17-30,  il  pp.  a  mezzo  di  un  nunzio  gli  manda  la  con- 
ferma  d.  prlvilegl,  31,  e  deIi'ufficlo  d.  Sedlci  •  lui  e 
ad  Annibale,  37-3>;  oaplta  Glovanni  Gonzaga  di 
patsagglo  a  Bologna,  39-31 ;  cosl  Alfonto  d*Este, 
40-43,  ed  Ermcs  Sforza,  43-41;  fa  accompagnare  a 
Cesena  Pirro  Malvezzi  da  Antonio  Bentivoglio  con 
balettrierl  a  cavallo,  269,  13-14;  ric.  per  FiUppo 
Balduccio  Bentivogllo  luo  legretarlo,  41-43;  governa 
Boiogna  come  vero  e  leglttimo  ilgnore  (an,  1493), 
270,  13;  per  questa  sua  potenza  Lodovlco  Sforza 
lo  crea  cap.  gen.  di  tutti  i  soldatl  ducoli  di  qua 
dai  Po,  12-14,  e  gliene  manda  lo  stendardo,  14-15,  per 
un  tale  Giacomello,  u-l9;  pompe  e  cerlmonie  pei 
rlcevimento  di  eiso,  15-18;  31-271,  i-35;  in  tale  occa- 
sione  il  Senato  gii  offre  un  destriero  riccamente 
bardato  per  mezzo  di  Aleisandro  Volta,  35-37 ;  con- 
rita  gll  ambasc,  i  capl,  gli  squadrieri,  i  cav.  e  gen- 
tliuomini,  47;  272,  I;  dona  a  Giacomeilo  cinque- 
cento  ducatl  e  una  veste  di  drappo  d'argento,  1-2; 
anche  fa  un  regalo  a  due  compagni  d.  pred.,  3-3; 
il  reca  a  Ferrara  a  un  parlamento  d.  slgnori  d'Ita- 
Ila  con  molto  seguito,  13-17 ;  ivi  Lodovico  Sforza, 
pure  intervenuto,  delibera  di  farlo  uccidere  neil'en- 
trare  a  mensa,  U-20;  avvisato  da  Gianfrancesco 
Gonzaga  si  solra  tornando  prestamente  a  Boiogna, 
34-36,  sl  ignora  per  qual  caglone  il  Moro  ne  medi- 
tasse  la  f,  36-37 ;  di  campo  franco  a  uno  spagnuolo 
e  a  Bernardlno  dal  Guanto  mantovano  che  nel  mer- 
cato  si  azzuffano,  273,  6-s;  ferltlsi  entrambi  si  in- 
terpone  e  11  rappaclfica,  8-9;  manda  Cristoforo  Dai 
Poggio  a  Ferrara  a  prendere  notizie  d.  duchessa 
Eleonora  ammalata,  31-33;  poi  vl  manda  Annibale, 
33;  t  la  pred.  si  reca  a  Ferrara  con  Carlo  Grati 
e  Giovanni  Marsili  a  condolersi  con  U  duca,  34-36; 
torna  a  Bologna,  36;  si  riconciila  con  Agamennone 
Musotti  e  lo  fa  scortare  sino  a  Firenze  da  otto  ba- 
lestrieri  a  cavallo,  39-31;  con  la  moglie  aspetta  a  casa 
Violante  in  yisita  a  Boiogna,  35-36;  inaugura  11  Na- 
viglio  reso  navigabile  da  Bologna  a  Corticella  (an- 
1494),  49;  274,  1-26;  versi  in  suo  onore  per  questa 
opera,  30-46 ;  invia  Carlo  Grati  al  Bentivoglio  a  rice- 
vervi  gU  ambasciatorl  Ferraresl  mandatl  da  Giovan- 
ni  Gonzaga  a  prendere  la  sposa  Laura,  275,  11-13; 
si  reca  al  Porto  con  Pandolfo  Maiatesta  e  i  figli  in- 
contro  ai  pred.,  13-14,  che  ospita  nei  suo  pai.,  15-16; 
rlceve  molti  regall  dalia  c.  per  queste  nozze,  16 ;  va 
in  gran  pompa  alla  messa  in  San  Petronio,  18-19;  di 
licenza  alla  sposa,  34-35;  manda  Vincenzo  Budrloli 
con  un  ricco  dono  a  Giovanni  Sforza  per  le  sue  noz- 
ze  con  Lucrezia  Borgla,  36-38 ;  invia  ad  Alfonso  II  re 
dl  Napoii  11  suo  segretario  Dol  Poggio  a  condolerai 
d.  t  di  Ferdinando  e  rollegrarsl  d.  sua  assunzione 
al  trono,  40-41;  Invia  Carlo  Grati  a  condolersi  coi 
genero  Gilberto  Pio  per  !•  t  <!•  padre,  48-49 ;  va  in- 


contro  oi  card.  franceie  Glovanni  de  la  Grolaie 
di  patiaggio  a  Bologna,  276,  4-6;  gii  h  icritto  dai  pp. 
di  tenere  fermo  nel  rifiutare  li  pano  a  Cario  Vm, 
18-30;  ii  pred.  lo  raiticura  lu  ogni  pericolo  perchi 
ettendo  confederato  con  11  re  di  Napoii,  coi  Fioren- 
tint  e  i  tlgnori  dl  Romagna  h  in  itato  dl  oflfendere  U 
re  f rancete  non  che  difendeni,  30-33;  gli  tono  man- 
date  da  Aleitandro  VI  le  bolle  di  nomina  •  card.  di 
Anton  Goieozzo,  avvertendo  che  ie  revocheri  qualor* 
non  ottemperi  al  tuo  deslderio,  33-37 ;  deiii>era  coi 
Senato  di  mettere  la  c.  e  i  cattelii  in  ittato  di  di- 
feaa  e  prende  le  dltpoilzioni  opportune,  37-11;  ef. 
45-49;  coi  figli  va  Incontro  a  Isat>ella  Gonzaga,  che 
oipita  nel  luo  pal.,  34-35;  accompagna  la  pred.  a 
visitare  la  c,  40-41;  giunta  un'avanguardia  dell'eser- 
cito  francese  nel  terrltorio  e  accampatati  f uori  porta 
San  Vitale,  ii  popolo  in  armi  accorre  pr.  lul  ospet- 
tando  gli  eventi,  277,  19-31;  tiene  armati  nei  tuo 
pal.  per  sua  licurezza,  278,  6-7;  ordina  al  figiio 
Anton  Gaieazzo  di  andare  ogni  notte  •  fare  guar- 
di^  nel  pal.  d.  Signori,  7-8,  e  •  Cario  Grati  dl 
cavalcare  per  la  c.  per  quietare  ogni  eventaaie  tu- 
multo,  8-10;  egualmente  ordina  ad  Antonio  ScofiTonl 
dalie  Gualne  e  a  Giovanni  Battista  Cavallini  di  re- 
carsi  sera  e  mattina  allc  porte  a  sorregllarne  la 
chiuiura  e  apertura,  10-13;  scrive  a  Lodorico  Sforza 
dl  cacciare  dal  suo  stato  ii  suo  nemico  Lucio  Mai- 
vezzi,  30-33;  ^  accontentato  dal  duca,  che  gli  riaponde 
una  cortese  iettera  in  cui  gli  prometie  che  neisun 
Malvezzi  sari  ricettato  o  favorito  neppure  dal  San- 
severino,  32-43;  gli  sono  conferitl  dali'imp.  Massi- 
mlliano,  con  boUa  suggellata  In  oro,  vari  impor- 
tanti  privilegi  e  titoli,  279,  1-13;  tcsto  d.  boila 
imperiaie,  14-280-281-282-283,  i-33;  fa  coni»re  mo- 
nete  d'oro  e  d'argenlo  con  la  8u«  effigie  e  la  leggen- 
da  Johannes  Bentivolus  il  Bononiensis  da  un  lato, 
e  dall'altro,  l'aquiia  Imperiaie  a  quarto  con  la  sega 
11  cimiero  e  i'aquila  incoronata  con  ia  leggenda  Ma- 
similiani  imperatorls  munus,  34-38;  batte  Inoitre 
monete  con  l'effigie  di  San  Giovanni  Evongeiista  da 
una  parte  e  dall'altra  l'aquila  a  quarto  con  la  sega, 
38-30;  fa  anche  dipingere  l'arme  imperiale  inquartata 
con  la  sua  sulla  parete  d.  sua  torre,  nel  suo  pol. 
e  per  la  c,  30-31 ;  da  ospltalita  ai  fratelll  Medici 
presentatisi  aii'improvviso  ai  suo  pal.,  284,  3-5; 
biasima  la  fuga  d.  pred.  da  Firenze,  6-10;  manda 
Corlo  Gratl  con  onorevole  compagnla  a  fare  omag- 
gio  a  Carlo  VIII  in  Firenze,  39-31 ;  h  awitato  del- 
1'entrat»  d.  pred.  In  Roma,  e  che  fuori  di  questa 
c.  era  il  duca  di  Calabria  (an.  1495),  285,  13-15 ; 
manda  11  figllo  Anton  Galcazzo  a  Mllano  a  ralle- 
grarsi  con  Lodovlco  il  Moro  d.  successi  d.  suo 
alleato  Cario  VIII,  35-37;  manda  Taltro  figllo  Anni- 
bale  con  beillssima  compagnia  a  Milano  per  l'lnco- 
ronazione  di  Lodovico  a  duca,  45-47;  Invia  ai  pp. 
venticinque  balestrleri,  286,  15;  manda  Francesca 
ollo  sposo  Guido  Torelli  facendola  accompagnare 
dai  figli  Anton  Galeazzo  e  Alessandro,  16-18;  11  refe- 
rendario  veneto  Antonio  Vinciguerra  alloggia  nei 
convento  di  San  Giacomo  per  essere  piil  pronto  a 
conferire  con  lui,  38-30;  gll  h  donato  Gallarate  con 
tutte  le  sue  pertinenze  dal  duca  Sforza,  39-43;  manda 
Carlo  Grati  con  cinque  squadre  a  ingrossare  Teser- 
cito  veneziono  coatro  Carlo  VIII,  «8;  287,  I ;  per 


[Bentivogiio  Giov.  II,  aa.  i49s-^soi]  INDICE  ALFABETICO 


441 


mezzo  d.  Grati  domanda  a  Lodorico  Sforza  la  libe- 
razione  d.  conte  FiUppino  Borromei,  288,  13-15,  che 
ottiene,  15-17;  manda  con  armati  Annibale  a  Carpi, 
ove  era  sorta  difFerenza  tra  Alberto  Pio  cugino  di 
Gilberto  e  ii  partito  di  questo  (an.  1496),  36-38;  h 
assoldato  dal  pp.,  dal  duca  di  Milano  e  i  Veneziani, 
per  avere  dalla  loro  Bologna,  con  uno  stipendio 
cumulativo  dl  trentamila  ducati  d'oro,  41-45;  con- 
dizioni  e  modalita  d.  condotta  firmata  a  Roma  nei 
pal.  apostolico,  46-289,  1-45;  manda  Carlo  Grati  a 
Roma  a  riscuotere  dal  pp.  il  danaro  d.  condotta, 
45;  cf.  288,  40-41,  clie  gli  h  interamente  pagato,  289, 
46-47;  rlc,  291,  7 ;  manda  11  figlio  Annibale  con  Carlo 
Grati  a  Meda  a  fare  oraaggio  all'imp.  Massimiliano, 
15-18;  fa  registrare  nellasua  cancelleria  la  traduzlone 
italiana  d.  lettera  di  Carlo  Vllf  al  Senato  riguardan- 
te  l'espulsione  d.  banditi  fiorentinl,  292,  23-24 ;  h  ad- 
dolorato  per  la  f  di  Beatrice  d'Este  moglie  di  Lodo- 
vico  Sforza  (an.  1497),  37;  fa  fondere  la  campana  d. 
sua  torre  dai  maestri  Pietro  e  Giacomo,  293,  3-5 ; 
ne  ode  il  suono  da  San  Donnino  ove  trovavasi  a 
pranzo  da  Bastiano  Degli  Agucchi  suo  spenditore,  5- 
7;  la  detta  campana  si  rompe  dopo  pochi  giorni  e  ne 
fa  gettare  e  collocare  un'altra,  7-9;  ospita  il  card.  Ip- 
polito  d'E3te  di  passaggio  a  Bologna,  24-25;  ric.  per 
la  strega  Gentile  Budrloli  (an.  1498),  294,  33;  manda 
Carlo  Grati  con  duecento  lancie  e  duecento  cavalll 
d.  duca  di  Milano  in  aiuto  d.  Fiorentini  contro 
Pisa,  295,  44-45;  manda  le  sue  genti  di  arme  e  quelle 
d.  figlio  Alessandro  a  Lodovico  Sforza  in  guerra 
contro  Luigi  XII  (an.  1499),  296,  37-39;  gii  e  scritto 
dal  re  che  lo  avrk  tra  i  suoi  nemici  se  insistera  nei 
pred.  aiuti,  40-47  ;  Invita  a  cena  ii  card.  Borgia,  che 
anche  pernotta  da  lui,  297,  17-19;  i  suol  figli  ac- 
compagnano  il  pred.  fuori  d.  c,  19;  manda  Anni- 
bale  con  ricoo  seguito  a  Milano  ai  re  I^uigi  a  ral- 
legrarsi  deII'ottenuta  slgnoria  d.  Lombardia  e  a  rac- 
comandargli  Bologna,  32-35;  fe  fatto  suo  barone  dal 
pred.,  38,  il  quale  gli  fa  raccomandare  un  buon  trat- 
tamento  ai  soldati,  che  avrebbe  inviato  in  Roma- 
gna,  41;  ospita  Giovanni  Giordani,  298,  5-5;  manda 
i  figli  a  visitare  Cesare  Borgia  all'osteria  del  Qua- 
quarello  a  Ponte  dl  Reno  e  a  invitarlo  a  cena,  18- 
20,;  lo  convlta  Insieme  a  moltl  noblli,  20;  accetta 
In  dono  dal  pred.  un  cavallo  riccamente  bardato  e 
una  celata,  20-22;  per  San  Giovanni  arma  cav.  Fran- 
cesco  Ghisilieri  in  San  Giacomo,  43-45;  va  incontro 
sino  ad  Anzola  a  Isabella  Sforza  dl  passaggio  a 
Bologna  (an.  1500),  299,  26-27;  manda  Mlno  Rossi 
a  Miiano  a  placare  Luigi  XII  che  per  gli  aiutl  da 
iul  prestati,  secondo  il  pp.  Alessandro  VI,  a  Lodovi- 
co  Sforza,  minacciava  di  porre  il  campo  sotto  Bo- 
logna,  saccheggiarla  e  scacciarnelo,  30-35;  cf.  44; 
Mino  gli  scrive  di  procurare  i  quarantamila  ducati 
ofiertl  al  re  francese,  rabbonitosi,  piu  tremila  du- 
cati  per  un  barone  che  aveva  fatto  da  interme- 
diario,  36-38;  ospita  ii  card.  Giambattista  Orsini  di 
passaggio  a  Bologna,  44-45,  e  Giovanni  dcila  Ro- 
vere,  48;  non  h  ofTeso  da  una  saetta  caduta  sulla 
colombaia  d.  torre  mentre  egll  vi  si  trovava,  300, 
9-12;  dal  Sedici  e  dal  vicarlo  d.  leg.  gli  h  concesso  dl 
fabbrtcare  un  molino  a  Codalunga  f  uori  porta  Santo 
Stefano,  13-16;  chiama  a  Bologna  Cesare  Rangoni 
famoto  nelie  «rmi,  a  sorvegliare  il  giovinetto  Guido 


Rangonl,  succeduto  al  padre  N!coi6  nella  condotta 
d.  soldati  d.c,  25-26;  pr.  lui  si  rifugiano  Pandolfo, 
Violante  e  Carlo  Malatesta  in  fuga  da  Rimini,  36- 
38;  ospita  con  molto  onore  Ivo  d'A]legri  di  pas- 
saggio  a  Bologna,  46-47;  e  richiesto  di  aiuto  dai 
Faentini  essendo  nonno  di  Astorre  loro  signore 
(an.  1501),  301,  47-49;  tratta  col  Valentino  di  dar- 
gli  nelle  mani  Giuliano  della  Rovere,  vesc  di  Bo- 
logna,  che  si  trovava  a  Cento,  302,  1-2;  il  pred., 
avvisato  secretaniente,  fugge,  2-3;  dl  questo  av- 
viso  incolpa  Aga  men  none  Marescott  i,  4; 
invaso  il  territorio  dal  Valentino,  convoca  il  Se- 
nato  sul  da  farsi,  303,  11-13;  ric.  23;  pone  in  istato 
di  difesa  la  c,  25-38;  arringa  il  popolo  in  armi  per 
esortarlo  a  essere  fedele  e  valoroso  e  star  di  buon 
animo  che  non  gli  sarebbe  mancato  mai  l'aiuto  d. 
sua  persona  e  d.  suo  denaro,  28-35,  h  acciamato, 
35-35;  distoglie  i  piu  ardimentosi  dalPidea  di  uscire 
contro  i  nemici,  35-39;  scrive  ai  duchi  di  Mantova, 
e  di  Ferrara  e  ai  Fiorentini  per  aiuto,  senza  per6 
ottenerlo,  40-45;  rlceve  soccorso  da  Eleonora  vedova 
di  Gilberto  Pio,  45-47 ;  scelte  compagnle  di  fanti 
anche  gli  conducono  Lorenzo  Penacchi  e  Ramaz- 
zotto  da  Scarlcalasino,  47-49;  il  che  anima  ancor 
pii  i  cittadini,  49-50 :  complimenti  rivoltigli  dal- 
POrsini  ambasc.  d.  Valentino,  304,  15-16;  11  pred. 
h  ospite  nel  suo  pal.,  16-17;  conchiuso  i'accordo, 
col  Senato,  1'Orsini  tiratolo  in  disparte  gli  mostra 
lettere  di  Bolognesl  che  esortavano  11  Valentlno  a 
venire  contro  Bologna  e  cacciarnelo,  36-39;  poi  gli 
propone  di  ammogliare  Ermes  a  Giacoma  Orsini, 
figlia  di  Giulio,  pero  senza  dote,  39-40,  al  che  ac- 
consente,  40;  i  suoi  avversari  aftermano  che  il  Va- 
lentino  voleva  male  a  lui  non  alla  c,  30-31,  mentre 
1  suoi  amicl  lo  dicono  necessario  al  bene  d.  patria, 
32-33;  narra  a  Ginevra  11  fatto  d.  lettere  al  Valen- 
tino,  305,  1-2;  la  pred.  a  sua  insaputa  deltbera  con 
Ermes  di  uccidere  i  Marescotti  che  dice  colpevoli, 
3-5;  appresa  I'uccisione  di  questi,  detenuti  in  pal., 
per  opera  di  Ermes,  ne  freme  esclamando  che  tale 
eccidlo  sara  la  sua  rovina,  43-44;  manda  al  Borgia 
contro  Flrenze  duecento  uomini  d'arme  al  comando 
di  Anton  Galeazzo,  306,  41-43;  Ercole  Marescottl 
rimane  al  suo  servizi),  29;  durante  i  turaultt  con- 
tro  i  Marescotti  si  ritira  nel  Pal.  d.  Signori,  307,  2; 
ordina  una  processione  col  capo  dl  San  Petronio,  2- 
3;  ascoltata  la  messa  in  San  Petronio  torna  a  casa 
sua,  4  ;  cf.  1 ;  osplta  Roberto  d'Aubigny,  8-9;  manda 
In  Mllano  al  d'Ambolse,  viceri  di  Lombardia,  Fran- 
cesco  Fantuzzi  con  rlcchi  doni  a  ossequiarlo  In  suo 
nome,  19-33;  fa  richiedere  al  pred.  la  dote  della  nuora 
Ippolita  e  i  suol  castelli  in  Ghlara  d'Adda,  toltlgll 
dal  Trlvulzio  al  tempo  d.  primo  acqulsto  francese 
d.  Lombardia,  23-26;  gH  sono  restituitl  i  castelli  e 
le  entrate  dl  Ippollta,  36-27 ;  manda  a  Mllano  11  figlio 
Anton  Galeazzo  con  Slgismondo  Magnani  e  Camillo 
Manfredi  a  rallegrarsi  col  vlcerfe  deiracqulsto  d. 
regno  dt  Napoll,  308,  5-7;  riceve  In  Bologna  11  vi- 
cerfe  dl  Napoll  Luigl  d'Armagnac  e  lo  osplta  In 
casa  sua,  lo-U;  onora  Carlo  Orslni  dl  passagglo 
in  Bologna,  16;  per  sua  volontA  11  figlio  Alesaandro 
benchfc  non  senatore,  h  el.  Gonfalonlere  dl  Giustlzia 
30-33;  h  tanto  potente  che  11  Scnato  approva  ognl 
sua  deliberazione,  »3-35;  per  dare  riputaiione  ai  figll 


442 


INDICE  ALFABETICO  iBenUvogiio  oiov.  Ii,  m.  tsofisos) 


noa  rltpetta  nh  usl,  n^  coniuetudlnl  o  itatutl  d.  c, 
35-36;  nomlna  gll  AnzUni  che  coadluTlno  Aletsan- 
dro,  J6-39;  1  pred.  vengono  al  luo  pal.  a  prendervi 
come  d'uio  il  nuovo  Gonfalonlere,  3f-40;  oiplta  il 
card.  d'Eite,  309,  t-7 ;  fa  addobbare  II  luo  pal.  per 
ricevervl  Lucrezla  Borgia  (an.  1503),  19;  va  Incontro 
alla  pred.  slno  fuori  d.  c,  35-36;  itlnerario  clie  fa 
ad  essa  segulre,  36-3B;  raccompagna  con  i  figll  e 
tutta  ia  nobllti  slno  a  Galliera,  34-30;  torna  indietro, 
31 ;  Alessandro  Bianchettl  fa  vltalizlo  con  lui,  310, 
4-5;  osplta  Ermes  Sforza  dl  passagglo  a  Bologna,  6-S, 
e  Carlo  Orsinl  36-37 ;  teme  molto  che  11  Valentlno 
rlvolga  l'arme  contro  Bologna  per  insignorlriene  e 
cacciamelo,  311,  13-IS;  manda  percI6  il  iigllo  Anton 
Galeazzo  al  re  dl  Francia  a  cercarne  la  protezlone  e 
dimostrargli  anche  nelPintereise  d.  re  che  Bologna 
non  deve  eisere  lottomessa  dal  Borgla,  15-31 ;  ma  11 
re  gli  rlsponde  di  non  volere  Interessaril  d.  cose  d. 
Chiesa  e  lo  conslglla  ad  accordarsl  col  pp.,  31-33; 
assotda  sessanta  balestrieri,  38;  loro  sopravvesti  e 
stemmi,  3S-40;  oiplta  Fcderigo  da  Sanseverino  dl 
passaggio  a  Bologna,  312,  5;  manda  Alessandro  e 
Annibale  al  re  Luigi  in  Milano  con  rlcchisslmi  doni 
a  chlederne  protezione,  3-13,  che  il  re  non  promette, 
13-15;  osplta  Fracasso  da  Sanseverino,  31 ;  col  Senato 
manda  Gianfranceso  Aldrovandi  a  Cesare  Borgia  a 
scrutarne  l'animo  veno  Boiogna  e  i  Bentlvoglio, 
conoscendo  gli  apparecchi  d.  duca,  23-35;  l'Aldro- 
vandi  rltorna  con  i'lntImazione  d.  duca  ai  Bolognesi 
di  cacciarlo  dalla  c.  col  luoi  se  non  vogllono  incor- 
rere  nell'e8treraa  rovlna,  35-33;  eguale  risposta  rlce- 
vono  Cario  Grati  e  Girolamo  Sampleri  recatisi  dal 
duca  a  pregarlo  di  deporre  11  penslero  di  cacciarlo 
e  molestare  la  c,  36-50;  dA  licenza  a  Ercole  Mare- 
scottl  di  uscire  di  Bologna  e  lo  fa  scortare  da  bale- 
strieji,  313,  2-3;  udito  che  Alessandro  VI  vuole  la 
sua  espulsione  di  Bologna,  provvede  a  resistere  ed 
assolda  molti  condottieri  di  soldati,  che  lascia  nei 
loro  alloggiamenti  pronti  a  ogni  chiamata,  34-38; 
alla  loro  volta  le  Compagnle  delle  Arti  si  tass&no 
per  assoldare  cavalli  e  pedoni  in  sua  dlfesa,  28-37; 
h  clt.  coi  figli  e  due  senatori  dal  pp.  a  Roma  per 
rendere  ragione  d.  modo  con  cul  aveva  ammini- 
strato  la  giustizia,  38-43,  pena  la  scomunica  ove  non 
ottemperl  entro  quindici  giorni  al  comando,  43-44; 
temendo  di  questa  andata,  si  comporta  in  modo  che 
popolo,  Senato,  maglstrati,  scolari  si  oppongono  alla 
sua  partenza  minacciando  di  ucciderlo  ove  voglia 
allontanarsi  da  Bologna,  44-314,  25;  fa  rogare  pub- 
blico  strumento  di  ci6,  dichiarandosi  dolente  di  non 
potere  ubbldlre  airintimazione  d.  pp.,  25-38;  saputo 
che  i  principaii  condottieri  d,  Valentino  erano  stan- 
chi  di  lui  e  in  timore  d.  propri  possessi  convlene 
con  essi  in  persona  di  Ermes  alla  Magione  nel  Pe- 
rugino,  per  accordarsl  contro  11  Borgia,  315,  24-33; 
fa  principlare  una  bastia  a  San  Michele  in  Bosco  e 
fortificare  il  mon.  e  la  chiesa,  42-44 ;  raduna  quanti 
pu6  armati  e  11  manda  contro  Imola,  47-43;  cf.  38- 
40;  fe  avvisato  dagli  ambasc.  recatlsi  a  Roma  che 
il  pp.  io  ha  scomunirato  e  tenta  ogni  vla  per  avere 
Bologna,  316,  20-21 ;  cf.  5-16;  udita  la  vittoria  ripor- 
tata  dai  confederati  sul  Valentino  a  Fossombrone 
manda  l'esercito  a  Castel  San  Pietro  per  aspettarvi 
gil  ordlni  degii  aileati,  31 7»  li-lS;  1  confederati  per 


accordarsi  col  Valentlno  eiigono  la  promessa  che 
non  sari  offeto,  43;  11  duca  gli  manda  Paolo  Orsini 
a  trattare  raccordo,  43-43;  inrla  Anton  Galeazxo 
al  Valentino  per  intenderne  l'anlmo,  318,  S-4 ;  ac- 
cordatisi  i  congluratl  col  duca  tratta  anclie  egll  l'ac- 
cordo,  5-11 ;  condlzloni  dl  esso,  20-319,  1-6 ;  in  leguito 
a  ci6  conclude  col  Vaientino  pace  per  dieci  annl  a 
nome  suo  e  d.  c,  30-22,  gli  assegna  diecimila  docatl 
annui,  e  cento  fantl  e  duecento  cavaili  per  sel  mesi  a 
sua  richiesta,  32-24;  cf.  318,  36-42;  per  quesfaccordo 
i  assolto  dal  pp.  da  ogni  scomunica  e  rlconfennato 
In  ogni  concesslone  e  privilegio  ottenuto  dai  pre- 
decessori  di  Alessandro,  43-50;  accoosente  al  pro- 
posto  matrlmonlo  tra  una  nlpote  d.  pp.  e  Cottanso 
figlio  di  Annibale,  320,  33-23;  cf.  318,  23-35;  i  ar- 
vertlto  da  Ercole  Bentlvogllo  che  aveva  ricevuto 
segretaraente  avvlso  di  ipedire  lubito  fuort  di  Bo- 
logna  ci&  che  gll  preraesse,  che  altrimenti  non  lo 
avrebbe  potuto  pitk  fare,  319,  37-38;  teme  di  qual- 
clie  insidia  d.  Valentlno,  che  appunto  sapeva  es- 
sersi  provveduto  di  duemila  torciii,  41-42,  e  sublto  fa 
armare  i  figll  e  i  soldati  e  11  dispone  a  dlfesa  d. 
porte  e  d.  c,  38-40;  anche  rinforza  I  presldl  di  San 
Michele  In  Bosco,  42-43;  va  incontro  slno  aila  porta 
al  cap.  franceie  che  riconducendo  le  lue  milizle  in 
Lombardia,  passava  di  Boiogna,  49-50;  lo  ospita  nel 
suo  pal.  e  lo  riaccompagna  coi  figli  sino  a  porta  San 
Felice  ove  al  di  fuori  lo  attendevano  i  suoi,  320, 
1-3;  ma  o  dubitasse  deiI'intenzione  d.  Francese,  di' 
prenderlo  prigioniero,  o  fosse  caso,  non  esce  di 
c.  e  si  licenzia  alla  porta,  3-6;  manda  Mino  Rossi 
a  Cesena  per  interrogare  il  duca  sul  matrimonlo 
desiderato  da  Alessandro  VI  tra  ie  due  famigiie, 
23-24;  manda  Carlo  Gratl  al  pp.  col  pred.  capItoU 
rogatl  da  Alessandro  Bottrigari  e  firmatl  dal  Valen- 
tino,  28-30;  h  assai  spaventato  airannunzio  deli'uc- 
cisione  di  Paolo  e  di  Francesco  Orsini,  di  Vitel- 
lozzo  Viteiii  e  di  Oliverotto  da  Fermo  perpetrata 
dal  Valentino  in  Sinlgaglia  (an.  1503),  49-50;  Lodo- 
vico  Sampieri  h  suo  procuratore  nel  contratto  di 
matrimonio  del  nlpote  Costanzo  con  una  Borgia 
firraatosi  alla  Pieve  nel  Perugino,  321,  25-27  ;  cf.  41- 
42;  riceve  freddamente  Ercole  Marescotti  che  era 
tornato  a  Bologna  e  lo  aveva  visitato  senza  chie- 
dergllene  licenza,  322,  29-31;  lo  fa  rlaccompagnare 
a  casa  per  slcurezza,  31-33;  fa  accompagnare  da  ar- 
migerl  sino  ai  Panaro  tre  figli  d.  pred.  in  via  per 
Alessandria,  35-36;  ric  per  Giacomo  da  Gambara 
cancelliere  d.  Buoi  armigeri,  323,  18-19;  gli  riesce 
grata  la  f  d.  pp.,  che  se  fosse  vlssuto  lo  avrebbe 
senza  follo  cacciato  dl  Bologna,  44-46;  fa  vedere  il 
suo  contento  nel  vestirsi  dl  rosato  all'annunzio  di 
quella  ti  mentre  era  solito  indossare  abiti  di  color 
morello,  46-50;  riceve  onorevolmente  e  ospita  nel 
suo  pal.  II  march.  di  Mantova,  cap.  d.  gentl  ita- 
Uane  d.  re  di  Francla,  324,  17-19;  osplta  anche  i 
card.  d'Aragona,  Sforza  e  d'AmboIse,  30-31;  accom- 
pagna  I  pred.  ed  Ercole  d'Este  aila  loro  partenza  a 
quattro  mlglta  fuori  d.  c,  34-36;  riceve  con  deferenza 
Galeazzo  Marescottl  venuto  a  pranzare  con  lul  al- 
cuni  giomi  prima  d.  sua  f,  325,  35-26;  sl  scaglona 
coi  pred.  dell'eccidio  d.  suoi,  38-40;  si  commuore 
al  rlc  d.  benefici  da  fancIuUo  ricevuti  da  Galeazzo 
e,  ricliiestone,  gli  promette  forraolmente  che  non  sari 


I 


;         [Bentivoglio  Giov.  II,  aa.  1^03-1^07]    INDICE  ALFABETICO 


443 


ititto  male  ai  nipoti  e  parenti  ciie  ancora  viyevano, 
<0-41;  cf.  36-37;  lo  accompagna  a  pl4  d.  scale,  42; 
poclii  glorni  dopo  la  f  d.  pred.  fa  dal  Senato  con- 
finare  Ercole  Marescotti  a  Ferrara,  326,  3-i ;  e  cosi 
successiramente  tutti  gli  altri,  5;  pone  nel  nume- 
ro  d.  senatori  in  luogo  d.  f  Galeazzo  suo  genero 
SalluBtio  Guidotti,  7-8;  manda  Annibale  a  Roma 
a  ossequiare  il  nuovo  pp.  Pio  III  suo  compare, 
36-37;  dk  aiuto  di  armati  a  Ottaviano  Riario,  pro- 
messosi  a  una  figlia  di  Annibale,  327,  36-28;  con- 
forta  Francesco  Manfredi  nel  suo  disegno  di  otte- 
nere  la  signoria  dl  Faenza  stata  sempre  fedele  ai 
Manfredi,  «-48;  gli  dona  per  facilitargli  Timpresa, 
rlcche  vesti  e  lo  fa  cav.  aurato,  48-49;  lo  fa  ac- 
compagnare  da  ricco  seguito,  49-50;  fallisce  nuo- 
ramente  nel  tentativo  di  rimettere  in  Iraola  Otta- 
viano  Riario,  328,  35-38;  va  incontro  con  il  vicerfe 
di  Milano  al  card.  d'Amboise  reduce  di  Roma,  40- 
42;  osplta  entrambi  nei  suo  pal.,  42;  sono  portate 
pr.  di  lul  le  ricchezze  dal  Valentino  trafugate  alla 
Chlesa  e  fermate  alia  dogana  di  Bologna  (an.  1504), 
329,  41;  concede  a  Ercole  Marescottl  una  scorta  di 
alcuni  cavalli  perchfe  possa  sicuramente  uscire  dal 
territorio  Bolognese,  330,  12-14;  Francesco  Parati 
e  suo  referendario  a  Roma,  19-20;  mentre  egli  h  ma- 
lato  dl  gotta,  un  fulraine,  durante  un  temporale, 
cade  sulla  sua  torre  sventrandola  per  sette  piant  e 
facendo  danni  nel  suo  studlo,  49-331,  1-5;  costringe 
Bartolomeo  Fellcini,  che  non  voleva  saperne,  ad 
Bcconsentire  al  matrlmonio  d.  figlio  Giovanni  con 
la  gua  figliuola  naturale  Isotta,  331,  44-48;  fa  rimuo- 
vere  ia  campana  della  torre  degli  Asinelli,  che  fa 
portare  al  campanile  dei  Scrvi,  e  la  sostituisce  colla 
campana  dell'orologlo,  332,  23-24;  non  rispondendo 
bene  il  suono  per  la  grande  altezza,  le  due  campane 
sono  restituite  al  luogo  primitivo,  24-29;  per  1'arriTO 
d.  sposa  di  Ermes,  Glacoma  Orsini,  35-36,  riceve 
moltl  presenti  di  danarl,  gloie  e  argenti  dai  citta- 
dinl  e  dalle  Arti,  37-38;  agli  orefici  che  volevano 
dargli  vasi  d'oro  esprime  il  deiiderio  di  avere  dana- 
ro,  38-39;  aitri  presenti  gli  son  fatti  in  cibarie,  39-40; 
le  feste  d.  nozze  vengono  interrotte  dalI'annunzio 
d.  t  d-  figlia  Francesca  Torelli,  40-44;  rimane  solo 
cpn  Ermes  e  la  moglie  di  lul  nel  suo  pal.,  In  parte 
rovinato  durante  il  (erremoto  (an.  1505),  334,  30-31 ; 
poichi  questo  contlnua  fa  abbassare  la  torre  che  in- 
clinata  da  un  lato  minacciava  rovina,  e  vanno  co8\ 
perdute  molte  opere  d.  Francia  e  di  altri  insigni 
pittori,  335,  32-25;  ospita  nel  suo  pai.,  moito  dan- 
negglato,  Troilo  Savelll,  339,  37-28;  fa  restaurare  e 
diplngere  la  cappella  dl  Santa  Cecilia,  341,  48-49; 
Luca  Gaurlco,  a  diflFerenza  di  altri  astrologhl,  gli 
predice  gravi  sciagure  (an.  1506),  342,  20-32;  sde- 
gnato  lo  fa  porre  al  tormento  quindi  lo  consegna 
aigrande  inquisitore,  32-26;  oapita  Isabella  Gonzaga 
di  passaggio  a  Bologna,  343,  lo-ll;  mentre  in  pace 
con  i  signori  dTtalia  e  sotto  ta  protezione  d.  re  di 
Francia  vlve  slcuro,  Giuiio  II  medita  dl  cacciarlo 
dl  Bologna,  31-35 ;  causc  deirodio  d.  pred.  contro 
lul,  36-344,  1-2;  Invla  Carlo  Grati  al  pp.  per  ple- 
garne  1'animo  in  suo  favore,  ma  l'ambasc.  gli  si  ri- 
volta  e  lo  accusa  di  tirannia  e  crudelt^  e  che  teneva 
1  Malvezzl  In  esillo  senza  ragione,  7-16;  eguale  ac- 
cusa  gli  muove   Sebastiano  Degli  Agucchl  gii  auo 


segretarlo,  cha  sdegnatosi  con  lui  era  andato  a  Ro- 
ma,  16-19;  h  coi  figU  cit.  co\k  dal  pp.,  32-23;  sl 
turba  alPordine,  tuttavia  pensa  di  recarvlsi  per  giu- 
stificarsi,  33-36,  ma  dissuaso  dalla  moglie,  non  si 
muove,  26-29;  ospita  11  card.  di  Narbona  dlretto  a 
Roma,  43-43;  avvenuta  In  Bologna  I'uccisione  di 
Bernardino  Gozzadini,  346,  1-5,  subito  manda  av- 
viso  agli  ambasc.  boiognesi,  in  via  per  SanfArcan- 
gelo,  di  salvarsl  su  territorio  veneziano  per  evitare 
rira  di  Giulio  II,  cui  il  Gozzadini  era  caro,  345, 
49-50;  cf.  346,  17-18;  tiene  chiuse  per  tre  glorni  le 
porte  d.  c.  perchfe  non  esca  la  nuova  d.  pred.  uc- 
cisione  finche  gli  ambasc.  non  siano  al  sicuro,  15- 
17;  il  march.  di  Mantova,  cui  aveva  chiesto  aiuto, 
lo  consiglia  a  uscire  di  Bologna  con  le  sue  robe  e 
il  tesoro  non  avendo  speranza  di  potervi  riraanere 
per  la  volonta  contraria  d.  pp.,  34-41 ;  11  re  di 
Francia  per  mezzo  di  un  araldo  gli  fa  dlre  di  ac- 
cordarsl  col  pp.,  poich^  non  poteva  dargli  alcun 
aiuto,  41-43;  continua   a   provvedere    alla  difesa  d. 

c.  e  manda  artigllerie  a  Castelfranco,  che  fortifica, 
347,  3-6;  anche  1  Veneziani  gli  rifiutano  aiuto  per 
non  inimicarsi  Giulio  II,  14-16;  ottiene  pochi  fanti 
dai  Pisani,  Pistoiesi  e  da  alcuni  altri,  ma  sono  pic- 
cola  risorsa  contro  tanti  nemici,  I6-I8;  fa  la  mostra 

d.  sue  genti  Innanzi  ai  Sedici  in  Santa  Maria  d. 
mercato,  45-47;  consegna  ad  Annibale  il  bastone  d. 
comando  eleggendolo  cap.  d.  pred.,  47-48;  lo  bacia  e 
bacia  gll  altri  figli  e  i  capi  di  squadra  raccoman- 
dando  la  difesa  d.  c,  48-348,  1 ;  le  sue  raccoman- 
dazioni  al  popolo  armato  di  tenere  fermo  nella  dl- 
fesa  sono  simulate,  giacch^  conosce  impossibile  II 
rimanere  in  Bologna  e  glk  comincla  a  mandare 
fuori  le  sue  robe,  1-3;  concorda  con  il  messo  dl 
Giulio  II  capitoli,  che  il  pp.  straccia  appena  letti, 
9-13;  fa  capitoli  anche  col  Francesi,  che  in  aiuto  d. 
pp.  si  accostavano  a  Bologna,  14-15;  manda  ordine 
a  Budrio  di  arrendersl  al  Gonzaga,  26-37;  al  segnale 
pattuito  dai  Francesi  esce  di  Bologna  da  Porta  San 
Mamolo  con  tutti  1  suoi  figli  legittimi  e  bastardl, 
i  nipoti  e  moltissimi  araici  famosi  per  ricchezze  e 
valore,  31-349,  1-15,  cf.  19-33;  243,  4-5;  ^  accom- 
pagnato  ai  campo  francese  dal  D'AlIegrl,  da  Ga- 
leazzo  Visconti  e  da  Anton  Maria  Pallavicini,  349, 
15-24;  donata  ai  Franccsi  una  grossa  somma  di  da- 
naro  per  la  scorta  fattagli,  si  reca  a  Parma,  24-35; 
enumerazione  d.  sue  buone  fortune  segulte  daila 
grande  infelicita  deiresilio,  354,  8-:0;  ricchezze  da 
lui  adunate,  20-24;  sue  entrate,  24-36;  valore  d.  rlc- 
chezze  da  lui  portate  seco,  26-29 ;  sue  parentele  con 
quasi  tutti  i  signori  d'Italia  per  1  matrimonl  d. 
propri  figii,  29-37;  sue  parentele  con  i  primi  clt- 
tadinl  dl  Bologna  per  i  matrlmoni  d.  sue  figlie  na- 
turali,  37-40;  dopo  la  partenza  sua  e  d.  suoi  in  varl 
luoghi  di  Bologna  h  attaccato  un  epigramnia  contro 
di  lui,  41-46:  suo  pal.  rlc,  357,  9-10;  sua  usurpazione 
d.  pal.  di  NIC0I6  Sanuti  ric,  17;  i  escluso  dol  pp. 
dal  novero  d.  Quaranta  Conslglierl  e  Rlformatori, 
358,  31-32;  da  Borgo  San  Donnino  manda  un  ambaK. 
a  Bologna  a  chiedere  perdono  al  pp.,  11  perme»»o 
di  tornare  In  patria  promcttendo  fedeltA  e  obbedlen- 
za  (an.  1507),  362,  14-17;  il  pp.  gH  fa  rUpondere 
che  *i  h  declso  troppo  tardi,  17-1»;  Glullo  II  uia  d. 
suo  Bucintoro  e  d.  lua  ▼llla  d.  BentlvogUo  ove  tl 


444 


INDICE  ALFABETICO  [BenUvoKiio  Oiov.  Il-Benliv.  Guido] 


ferma  alcuni  glornl  a  cacdare,  35-37;  udlto  che  11 
pp.  rleta  al  Bentlrogtlo  dl  rlaiedere  a  meno  dl  cento 
mlglla  dalla  c,  parte  dl  Borgo  San  Donnlno  con 
Alestandro  e  il  reca  a  Milnno,  366,  35-37 ;  ifreglo 
fatto  •  una  «ua  statua  nella  chieta  d.  Madonna  dl 
Galllera,  37-49;  manda  lettere  al  CoUegl  pregando 
sl  abbla  cura  d.  granaglie  e  altre  cibarle  che  areva 
latciato  nelle  sue  case  e  sopratutto  che  il  pal.  non 
dlrenga  stalla,  »-36;  quette  lettere  sono  pretentate 
al  leg.,  che  sublto  le  straccla,  36-27;  I)  leg.  tl  Impa- 
dronlsce  d.  clbarie  radunate  ncl  suo  pal.  e  ne  rornl- 
ace  il  nuoTO  catteUo  di  Galliera,  43-46 ;  gii  h  tcritto 
daila  moglie  etsere  li  momento  opportuno  per  rien- 
trare  in  Bologna,  partltone  ii  pp.  e  discloltoti  i'e- 
sercito  d.  Chlesa,  368,  30-30;  c  esorfato  daiia  pred. 
a  fare  interrognre  da  Alessandro  re  Lulgi,  che  st 
trovava  a  Genova,  sulie  sue  disposizioni  ad  aiu- 
tarll,  30-34;  scrive  ad  Alessandro  in  questo  tenore, 
34-3t;  U  re  rlsponde  ambiguamente  ed  egii  sconal- 
giia  la  mogile  da  ogni  movimento  esortandola  ad 
aspettare  che  per  11  cambiamento  d.  clrcostanze  sla- 
no  rlchiamatl  spontaneamente  in  patria,  40-46;  il 
tuo  consiglio  non  i  tcguito  da  Ginevra,  47-41;  per 
la  spedizione  di  Annibale,  Ermes  e  Antongaleazzo 
contro  Boiogna  viene  per  ordine  di  re  Luigi  arre- 
stato  e  tradotto  in  Castello,  370,  IT-JJ,  ripetutamen- 
te  Interrogato  protetta  sempre  d.  sua  innocenza, 
maledlcendo  ia  volonti  di  Gtnevra  che  aveva  con- 
dotto  i  figli  aiia  loro  sconsigiiata  impresa,  33-25;  11 
vicer^  sl  persuade  d.  veritA  e  ne  scrive  al  Senato 
e  ai  ieg.,  35-38;  di  nuovo  Interrogato  dai  commis- 
sari  regl  tulia  sua  parteclpazlone  aii'impreta  di 
Bologna,  rialferma  ia  aua  innocenza,  373,  11-30;  a 
dimostrare  la  rettltudlne  d.  sua  condotta  rlcorda  la 
sua  fedelti  agll  Sforza  e  pol  al  re  Luigi,  372,  43-4«; 
ia  fede  osservata  all'e$ercito  francese  di  passaggio 
nel  Bolognese,  4S-473,  1-6,  ia  sua  obbedienza  aila 
voiont^  di  Giulio  II,  6-8;  11  re  ordina  di  iibcrarlo, 
cl6  che  i  subito  fatto  dal  casteiiano,  30-32;  h  Invitato 
dal  pred.  a  passare  la  glornata  con  lui  per  potere 
avvisare  i  gentiluomlnl  che  gii  facciano  seguito,  32- 
33;  rlngrazia,  ma  rifiuta  e  torna  a  casa  accompagna- 
to  da  alruni  d.  castello,  33-37;  molti  sl  uniscono  a  iui 
per  ia  via  gridando :  *  Sega  „  37-39,  ma  egii  tcmendo 
i  pericoil  di  taie  popoiariti  prega  si  gridi:  "Francia^ 
e  giunto  a  casa  11  licenzia,  39-43 ;  gil  h  recata  la  nuova 
d.  distruzione  d.  suo  pal.  In  Boiogna,  43-45;  suo 
dolore,  45-47;  lettera  di  rimprorero  alla  moglle 
causa  prima,  con  i  suoi  consigli,  di  tutti  i  loro  mali, 
374,  1-13,  cf.  34-35,  e  conseguente  t  dl  Ginevra  ful- 
rainata  dai  doiore,  14-16;  h  chlamato  dai  card.  d'Am- 
boise  allasua  pretenza  in  confronto  con  gli  ambasc. 
bolognesi,  376,  21-23,  h  accusato  dai  Senato  per  bocca 
di  Bartoiomeo  Zambeccari  di  avere  perturbato  Bo- 
logna,  33-36,  di  essere  stato  tiranno  d.  c.  ed  ingiusto, 
36-38,  di  avere  bruciato  ta  casa  d.  Caccianemicl  e  uc- 
cisi  i  Malvezzi  e  i  Marescotti,  38-29 ;  di  avere  fatta 
violenza  a  molte  fanciulle  e  derubato  molte  persone, 
39-31 ;  rlsponde  partitamente  con  moita  efficacla  a 
ogni  accusa  dimostrandola  oinfondata  o  giustlficata, 
31-377,  1-34;  chiama  in  testimonio  d.  verita  d.suo  dire 
Aiberto  Castelli,  uno  d.  ambasc.  e  gii  d.  Sedici,  11 
quale  conferma  pienamente  ognl  suo  detto,  35;  fa 
tvergognare  lo  Zambeccari  quando  gil  rinfaccia  dl 


non  arere  dato  corto  alla  gluttizia  per  salvarlo  al- 
iorchi  erati  reto  coipavole  dt  faltlficaxione  di  mo- 
nete,   ottcnendone   poi   ia    mercede   pretente,   376, 
3«-46;   la   sua   innocenza  h  riconotciuta   dal  d'Am- 
bolte  che  riconferma   la   protezlone  reale   •   lul   • 
al  figUo  Alettandro,  mentre  la  ritlra  ai   fadnoroii 
Ermet  e  Annibale,  377,  37-31;  tornato  a  cata  gU  h 
mandato  a  dire  da  Alberto  Castelli  che   te   voiera 
rientrare  in  Bologna  io  farebbe  rlentrare,  33-34;  non 
ritponde  ctsendo  incertu  tul  da  fare   per   riguardo 
a  Luigi  XII,  34-38 ;  ric.  per  Lodovlco  Capponl  tuo 
bombardiere,  380,  15;  f  a  Miiano  improvritamente 
(an.  1508),  385,   1-3;  h  aepolto   con   grandl  onori 
fuori  di  Milano  pr.  i  frati  Francescanl,  3-3. 
Bbntivoguo  Girolamo  figiio  di  Giambattitta,  135,40; 
compra  11  casteiio  delle  Carpene   a  Roccadaria   da 
Guidobaldo  di  Montefeitro  [s.  a.],  4o-4l;  tposa  Eli- 
tabetta  Ottoni  d.  Signori  dl   Matclica   daila   quale 
ha  un  matchio  e  raoite  femmine,  41-43. 
Bbntivoglio  GiuuA  accompagna  al  porto  L^iura  Ben- 
tirogiio  diretta  al  marito  in    Mantova   (an.   1494), 
275,   36-37. 
Bentivoolio  Grisblda  naturale  di  Giovanni  U,  h  mart- 
tata  a  Saliustio  Guidotti  (an.  1486),  235,  15-1*;  cf. 
354,  38-39. 
"  Bentivoglio  marchess  Guido.  Per  Infiuenze  di  card. 
e    d.    pp.   riesce   ad    arrestare  la   ttampa   d.    terzo 
voi.    AelV  I/istoria   di    Bologna  d.    Ghlrardacci  nel 
quale   erano  passi,  a  suo  giudizio,  iesivl  deU'onore 
d.  sua  famigiia  (an.  175S),  LXXXIV,  9-LXXXV,  l- 
11  ;  cf.  XC,  7-XCI-XCII,  1-11;  sue  pratiche  per  tro- 
vare   docuraenti    che   annuUino    le   offermazioni   d. 
Ghirardacci   mentre   continua  le  sue   presstonl  sui 
card.  affinchi  ii  nuovo  pp.  confermi  ia  proiblzione 
d.  stampa,   come  infatti   ottiene,   LXXXVII,   39-41, 
LXXXVIII,    18-23,    XCII,    16-19;    XCVI,    17-XCVII- 
XCVIil-XCIX,  1-5;  pensa  con  l  pred.  documenti  dl 
pubbllcare  un  manifesto  che  confuti  la  narrazione 
d.  brani  incriminati  d.   Historia  di  Bologna  special- 
mente  di  queilo  che  riguarda  la  nascita  di  Annlba- 
te,  XCII,   13-24;  interessa  all'uopo  il  Branchetta,  U 
Montefanl,  il  Monti  e   lo   Scarselli,   20-23;   abliozzo 
d.  manifesto,  XCIII,  ll-XCiV-XCV,   1-33,   che   non 
lo  soddisfa  per  la  mancanza  di  documenti   Inecce- 
pibili  con  cui  corredarlo,  XCLX,  13-36;  ordina  nuove 
ricerche  negli    Archivi    e    oftre   ai    Montefanl,    che 
l'accetta,  l'incarico  di  stendere  11  manifesto,  C,  5-32; 
sua  corrispondenza  con  la  soreila  marcheaa  Ail)er- 
*  gati    su   tutta  la   questlone,    XCII,   34-XCIII,   l-io, 

XCVI,  l-lO,  18-30,  XCVIII,  4-10,  XCIX,  »-25,  C, 
l-CI,  1-40;  e  con  lo  SoarseUl,  XCVII,  5-16,  31-37, 
XCVIII,  14-33 ;  nei  f ratterapo  prosegue  trattatire  con 
la  stamperia  per  la  cessione  di  tutta  fedizione,  C, 
1-2;  CI,  41-43;  per  U  tatto  e  favvedutezza  dei  cu- 
gino  Francesco  Antonio  Manso  e  indotto  a  disinte- 
ressare  gii  stampatorl  iucchesi  acquistando  l'intera 
edizione  d.  Ghirardacci  per  centosettanta  zecchini 
(an.  1759),  CIII,  24-CIV-CXIV,  1-34;  ne  conserva 
una  soia  copia  nelfArchivio  di  famlgiia  in  Ferrara 
e  fa  distruggere  ie  aitre  rifiutando  il  consigUo  d, 
soreUa  Aibergatl  che  gli  proponeva  di  continuare 
la  stampa  per  conto  proprio  togilendo  ali'opera  le 
partl  incriminate,  35-CXV,  1-34;  ^lenco  d.  lettere 
scritte  alia  soreUa  e  ad  aitri  per  ia  nota  queatione, 


[Bentivoglio  Guido-Bentivoglio  Lod.]  INDICE   ALFABETICO 


445 


CLVIII,  »-U,  12-U,  16,  17-18,  20-21,  2«-25,  29-30,  34-38, 
39-CLIX,  1-2,  7-g,  n-12,  19-20,  26-27,  28-30,  33-31,  41- 
43,  44-45;  CLX,  1-3,  4-5,  12-13,  14-16,  26-27,  37-38,  45-46, 
50;  CLXI,  1-2,  3-6;  9-11,  15-16,  22-23,  24-25,  26-27,  32- 
33,  37-38,  42-44;  CLXII,  1-2,  7-8,  9-12,  19-20,24-26,27- 
29,  32-33,  38-40,  44-46,  49-50;  CLXIII,  2-3,  6-7,  11-13, 
17-19,  23-25,  28-29,  32-33,  34-35,  39-40,  41-43,  46-47  „. 

Bentivoglio  Ippolita  va  incontro  alla  sorella  Vlo- 
lante  (an.  1493),  273,  32-34. 

[Bbntivoglio]  Ippolita  V.  Sforza  Ifpolita. 

"  Bentivogho  Ippolito  d.  ramo  di  Ferrara;  scrlve  al 
Ghlrardacci  raccomandandogli  nella  sua  storia  di 
Bologna  la  famiglla  Bentivoglio  dl  cui  lo  sa  aife- 
zionatissimo  (an.  1597),  XXXVIII,  7-9,  11  pred.  gli 
risponde  esaltando  1  raeriti  d.  Bentivoglio,  12-13; 
sua  deferente  lettera  al  Giiirardacci  per  ringraziarlo 
d.  premura  clie  si  pi-ende  d.  sua  famiglia  nella  nar- 
razione  d.  storia  dl  Boiogna  (an.  1597),  LXXX,  17- 
37,  3-b ;  lo  storico  gli  risponde  dandogli  cliiarimenti 
sugli  ascendenti  e  discendentl  di  Antonio  Benti- 
voglio  padre  di  Giovanni  I,  slgnore  di  Bologna, 
LXXXI,  1-41,. 

Bentivogho  Isabblla  anclie  Maria  Isabella  \Maria 
/saieiia]  naturale  di  Giovanni  II  Bentivogllo,  sposa 
Lattanzio  Bargellini  (an.  1475),  215,  15-16,  cf.  354, 38; 
265,  4. 

Bemtivoglio  Isabblla  figlia  di  Annibale  II  e  di  Lucrezia 
d'Este,  parte  di  Bologna  con  la  raadre  (an.  1506), 
353,  45-46. 

Bektivoolio  Isotta  figUa  di  Giovanni  II  e  di  Ginevra 
Sforza,  t  bambina  [s.  a.],  374,  31. 

Bentivoglio  Isotta  figlia  di  Giovanni  II  e  di  Ginevra 
Sforza,  374,  35;  sposa  Ottaviano  Riario  [s.  a.],  374, 
35-36. 

Bbntivoglio  Isotta  naturale  di  Giovanni  II;  h  per  de- 
siderio  d.  padre  sposata,  sebbene  malvolentieri,  da 
Glovanni  Felicini  (an.  1504),  331,  44-50;  cf.  354, 
39;  348,  18. 

Behtivoglio  Laura  figlla  di  Giovanni  II  e  di  Glnevra 
Sforza  374,  35;  263,  47;  sposa  Giovanni  Gonzaga 
(an.  1491),  47-48;  cf.,  354,  36-37;  tale  matriraonio  fe 
combinato  da  Carlo  Grati,  263,  48-49;  h  visltata 
dallo  sposo  per  carnevale  (an.  1492),  265,  5-8,  16- 
33;  va  incontro  alla  sorella  Violante  (an.  1493), 
273,  32-34;  viene  a  visitarla  lo  sposo  e  11  cognato 
raarchese  di  Mantova  (an.  1493),  272,  39-40;  k  man- 
data  a  prendere  dal  marito  (an.  1494),  275,  6-10, 
chiesta  licenza  ai  genitori  parte,  24-25;  sua  caval- 
catura  e  segulto  sino  al  porto,  25-32;  suo  itlncra- 
rio,  32-33;  sale  sul  Bucintoro  e  va  per  acqua  a  Man- 
tova  accompagnata  dal  fratelio  Annibale  e  da  molti 
gentiluomini,  32-36. 

[Bkntivooho]  Lena  V.  Malvmi  L. 

"  Bentivoglio  Leonardo  figllo  dl  Antonio  detto  Tonlo- 
lo,  LXXXI,  24;  t  priraa  del  1374,  25-26,. 

Bentivoolio  Lbonardo  figlio  di  Antonio  di  Albertlnel- 
lo;  impreita  al  com.  di  Bologna  duecento  scudi  e  ne 
diventa  tesorlere  (an.  1440),  62,  21;  Interviene  alla 
mesaa  fatta  celebrare  dal  Senato  di  Bologna  In  San 
Giacomo  II  giorno  dl  Santa  Monica,  63,  4. 

Bb.-^tivoglio  Lkonb  naturale  dl  Giovanni  II,  lascia  Bo- 
iogna  con  il  padre  (an.  1506),  348,  39-40. 

Bbntivoolio  Louovico  \Lodovico  Bentivogl{\  figllo  di 
Carlo,  62,  2-3;  erroneamente  in  piik  luoghl 


detto  figlio  di  Andrea,  55,  19;  73,32;  97,  36; 
107,  20;  191,  30;  o  di  Andal6,  145,  31;  marito  dl 
Lena  Malvezzi,  142,  37;  padre  di  Giacomo,  147,  35; 
di  Andrea,  201,  37 ;  conte  e  cav.;  persuade  Anton 
Galeazzo  Bentivoglio  a  recarsi  a  Roma,  ove  lo  chia- 
raava  il  pp.  (an.  1427),  5,  26-27 ;  el.  d.  Sedicl  Riforma- 
tori  d.  Stato  (an.  1428),  7,  1,  5;  (an.  1429),  14,  9,  12- 
13;  el.  d.  Dieci  Riformatori,  11,  43,47;  bandito  di 
Boiogna  si  reca  a  Modena,  12,  3;  fe  richiamato  a  Bo- 
logna  (an.  1430),  18,  I-2;  si  rappacifica  a  nome  di 
Antonio  Bentivoglio  con  I  Canetoli.  5-6;  ^  bandito 
di  nuovo  da  Bologna,  19,  26-27;  e  el.  d.  Diecl  di 
Balia  dal  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1438),  55,  u,  19; 
udito  d.  tumulto  che  si  preparava  accorre  in  Plazza 
e  persuade  Battista  Canetoli  che  la  occupava  con 
railizie  d.  Sagraraoro  a  deporre  le  armi  (an.  1439), 
57,  3-9;  altrettanto  ottiene  da  Annibale  Bentivoglio, 
9-13;  per  meglio  fermare  la  pace  tra  i  pred.  combina 
un  matrlmonio  tra  i  Canetoli  e  i  Bentivoglio,  13-17; 
fe  el.  d.  Sedici  Riforraatori  d.  Stato  (an.  1.^40),  62, 
1-3;  interviene  alla  messa  solenne  fatta  celebrare  in 
San  Giacomo  dal  Senato  di  Bologna  il  giorno  dl 
Santa  Monica,  50;  con  altri  ambasc.  va  da  Nicoi6 
Piccinino  sotto  Assisi  a  chiedergli  la  liberazione  di 
Annibale  Bentivoglio  e  d.  due  Malvezzi  imprigionati 
dai  figlio  di  lui  Francesco  (an.  1442),  73,  29-32;  e  pod. 
d.  Cento  (an.  1443),  83,  46-47;  e  insidiato  da  Luigi 
dal  Verme  che  lo  vuol  prigioniero,  48-49;  difeso  dai 
Centesl,  49-84,  1-2;  h  ferito  a  una  gamba  in  una  zuffa 
coi  soldati  d.  Dai  Verme,  4 ;  il  pred.  lo  chiede  al 
Centesi,  8-9,  che  a  sua  preghiera  e  mediante  una 
somraa,  rifiutano  di  consegnarlo,  9-15;  h  avvigato  dal 
pred.  che  sono  obbligati  a  darlo  nelle  mani  d.  Dal 
Verme,  19-20;  ottiene  che  temporegglno,  20-21;  ben- 
chi  fcrito  fugge  attraversando  a  nuoto  le  doppie 
fosse  di  Cento,  21-23;  giunge  incolume  a  Carpi,  23- 
24 ;  fe  genero  di  Gaspare  Malvezzi,  che  rifiuta  idegno- 
samente  al  Piccinino  di  tradirlo,  31-39;  tale  mercato 
fe  accettato  da  Battista  Canetoli  in  cambio  d.  pro- 
pria  liberta,  39-45;  i  ripetutaraente  invitato  dal  pred. 
ad  andare  a  trovarlo  prlraa  a  Reggio,  pol  a  Correggio 
indi  a  Zlmignola,  ma  sempre  rifiuta  con  la  scusa  di 
essere  ferito,  85  2-14 ;  ricusa  di  accorapagnare  a  Bo- 
logna  11  pred.  venuto  a  trovarlo  a  Carpi,  21-26;  alle 
inaistenze  di  lui  dl  fare  almeno  insieme  un  tratto  dl 
strada  fuori  di  Carpi  ancora  rifiuta,  svergognandolo, 
26-35;  il  pred.  alTerma  che  egli  8'ingannava  nei  suol 
sospetti  e  parte  avendogli  chieflto  un  servo  per  com- 
pagnia  sino  a  Bologna,  35-39;  apprende  da  questo 
lubitamente  tornato,  la  priglonia  di  Battista,  48- 
86,  1-2;  si  felicita  di  non  essersl  arreso  alle  sue  pre- 
ghlere,  2-4;  Ijenchi  nemico  compassiona  Luigt  dai 
Verme  fuggltivo  in  Carpi  dalle  manl  di  Annibale, 
93,  28-29;  ric,  95,  26;  el.  per  porta  San  Pletro  d. 
Commissione  incaricata  d.  elezioni  agli  ulfici,  97, 
23-26;  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  per  il  quar- 
tiere  di  porta  San  Pletro  (an.  1445),  107,  19-20;  cf., 
101,  20-24;  b  degli  Anzlanl  che  deliberano  II  bando 
al  Canetoli  e  ai  loro  seguacl,  107,  48;  108.  5;  h  al 
governo  di  Bologna  (an.  1446).  116,  >'"?  *  Gon- 
faloniere  di  Giustizla  per  lugllo-agosto,  117,  <-5; 
rlfiuta  11  primato  d.  c.  offertagli  daila  parte  bentl- 
volesca,  118,  25-36;  Js  Inviato  con  altri  ambasc.  al 
nuovo  pp.  Nicoi6  (an.  1447),  120,  26-21;  i  ben  fcc- 


446 


INDICE  ALFABETICO  IBenUvogUo  Lo<L-Bentivoglio  Santel 


colto  dal  pred^  30,  che  lembra  ben  dlspoito  p«r  1« 
c,  30;  gU  i  detto  dal  pp.  che  Tuole  U  libero  doml- 
nlo  dl  Bologna,  35-36;  ne  icrlre  al  Senato,  34-37,  che 
lo  rlchlama  In  patrla,  39-40;  dl  nuoro  ambaic.  al 
pp.  per  la  cooferraa  d.  capitoU  con  ia  c,  122,  M,  37; 
■egue  Sante  Bentlvoglio  In  Piazza  contro  i  fuoru- 
•cltl  («n.  1451),  138,  36-38;  esiendo  d.  Sedicl  Rlfor- 
raatorl  prende  parte  alla  rlnnoTozlone  degll  Statuti 
dl  Bologna  (an.  1454),  145,  29,  31-33;  luo  dono  a 
Sante  per  le  nozze,  149,  13-13;  h  mandato  ambaac. 
al  pp.  Nlcoii  V  per  dlstogiierlo  dal  voiere  ia  sot- 
tomlasione  di  Bologna  (an.  145S),  154,  31-3«;  k  ben 
accoito,  34-35;  con  assennat!  discorsl  dlfende  II  reg- 
gimento  di  Bologna  e  riesce  a  persuadere  U  pp.  a 
rlnunciare  all'assoluto  dominio  d.  c,  37-155,  I-I6;  h 
Inritato  a  pranzo  dai  pred.,  ma  1'inrito  noa  ha  se- 
guito  per  la  malattla  di  esso,  16-34;  sollecitato  dai 
Signori  di  Bologna  si  raccomanda  ai  due  medici  di 
NicoI6  suol  amlcl  per  ottenerne  un  colioquio,  156, 
24-30;  ha  promessa  che  ia  prima  udienza  accordata 
sar&  la  sua,  30-34 ;  rlceruto  dal  pp.,  gli  ricorda  11  mo- 
vcnte  d.  sua  ambasciata,  35-40;  NicoI6  dl  nuoro  gll 
promette  di  f  are  quanto  chlede  per  Bologna,  ma  prl- 
ma  ruole  crearlo  car.  aurato  e  conte  Lateranense, 
40-45;  t'ingInocchIa  e  ringrazia  accettando  la  digniti 
che  oflertagli  da  altri  pp.,  da  imperatorl  e  slgnorl 
arera  riflutata,  45-50 ;  gli  h  donata  e  cinta  dal  pp. 
ia  propria  spada,  che  areva.  ricusata  ai  duca  di  Bor- 
gogna  e  ad  un  princlpe  di  Francia,  157,  1-13;  cf., 
13-14 ;  gli  sono  poatl  gll  sproni  d'oro  d.  pp.  dai  resc. 
dl  Perugia  e  da  Pietro  Nosetto,  12-13;  e  crealo  da 
Nicol6  con  i  suol  discendenti  conte  Lateranense, 
13-15;  gll  sono  da  lul  promessl  maggiori  segni  di 
benerolenza  per  quando  sari  guarito,  15-18 ;  ottiene 
quanto  arera  domandato  per  Bologna,  19-20 ;  pi& 
una  somma  di  denaro  per  il  com.  perch^  possa  di- 
fendersi  dal  conte  Glacomo  Piccinino  e  dagii  intri- 
ghi  d.  fuoruscltl,  20-22;  iicenziato  dal  pp.  torna  alla 
sua  abitazione  con  onori  trionfali,  22-24;  parte  di 
Roma  ed  h  rlceruto  in  Bologna  da  tutta  la  nobUti 
mentre  la  spada  aruta  dai  pp.  h  portata  davanti  a 
lui,  34-35;  recasi  al  Pol.  ed  i  riceruto  dal  card. 
Bessarione,  che  spiega  di  quanto  onore  sia  il  dono 
d,  sacra  spada,  26-158,  1-13;  gli  &  dal  pred.  regalato 
anche  a  nome  d.  clttadlnl,  uno  stendardo,  uno  scudo 
e  una  sopravvesta  di  seta  con  I'arme  di  Bologna, 
35-27,  cf.  35-40 ;  ringrazia  tutti  e  ra  a  casa  sua  ac- 
corapagnato  dai  cittadini  con  trombe  e  grida  di 
giola,  38-31 ;  il  Piccinino  saputo  il  successo  d.  suo 
operato  con  ii  pp.  si  ritira  dall'impresa  contro  la 

c,  32-35 ;  h  ambasc.  con  Giacomo  Orsi  a  Pio  II  per 
Invltarlo  a  passare  dl  Bologna  tornando  da  Mantora 
(an.  1460),  173,  1-3;  ne  ottiene  risposta  affermatira, 
5 ;  conrocato  con  altri  dal  pp.  b  arringato  dal  pred., 
19,  33-26;  h  d.  Senatorl  sedentl  i  secondi  sei  mesi  al 
tempo  d.  serrata  di  l'aolo  II  (an.  1466),  191,  29-30; 
h  dl  parere  che  Glovanni  Bentirogllo  non  si  allon- 
tani  di  Bologna  per  recarsi  in  aiuto  di  Federigo  da 
Montefeltro  come  pensava  (an.  1467),  196,  1-5;  k 
scelto  ambaic.  a  Paolo  II,  197.  40;  essendosi  amma- 
lato  non  pu6  recarsi  a  Roma  e  incarica  il  coUega 
Virgliio  Malvezzl  d.  sue  scuse,  42-44 ;  il  pp.  si  duole 

d.  sua  malattla  e  di  non  vederlo,  46 ;  f ;  ^  sepolto  con 
grrandisslmo  onore  in  San  Giacomo  (an.  1469),  201, 


M-IT;  gll   luccede  nei  Sedlcl   U  flgiio   Andrea,  17; 

epitaffio   fatto   per  lui   dai  canonico    Giambattiita 

Ori,  3S-45. 
Bentivoouo  Looovico  figiio  dl  Giovanni  II  e  dl  Gioe- 

rra  Sforza,  t  bamblno,  374,  31. 
BKirTivooLio    LoDovico   el.  degU   Ajuiani  (an.  1S08), 

378,  10. 
Bentivoolio  Lucia  naturale  dl  Glovannl  II,  ric.  per  11 

suo  matrimonlo  con  Alessandro  Attendoii,  354,  40. 
Bentivoglio  Lucrbzia  va  incontro  a  Violante  Maiateita 

(an.  1493),  273,  3234. 
Bbntivoolio  Maria  Antokia   figiia  dl  Annibale,  165, 

18;  ipoia  Sigismondo  Brandoiini  (an.   1458),  17-11; 

si  reca  con  i  suocerl  nei  Parmigiano  33-34. 
"  Bbntivoolio   Michklino   padre  di  ADdai6,   LXXXI, 

Brntivoguo  Nicolu  figiio  dl  Giambattista,  135,  31. 

Bbntivoglio  Ottaviano  figlio  di  Giambattista,  arcireic. 
di  Salerno  [aa.  1486-98].  135,  37-31. 

Bentivoouo  Ottaviano  naturale  di  Gioranni  II,  esce 
di  Bologn.i  con  tuttl  1  Bentirogllo  (an.  1506),  348, 
39-40. 

Bentivoguo  Panfilo  iiglio  naturale  d.  protonotario 
Anton  Galeazzo,  abbandona  Bologna  col  padre  (an. 
1506),  348,  34-35. 

Bbntivoglio  Rinaldo  naturale  di  Gioranni  II,  etce  di 
Bologna  con  tutti  i  Bentiroglio  (an.  1506),  348, 3»-«0. 

"  Bentivoglio  Salvuzzo  figlio  di  Antonlo,  LXXXI;  k 
dal  padre  nomlnato  tra  gli  eredi  nel  auo  teitamento 
(an.  1374),  26-27  „. 

Bentivoglio  Sante  car. ;  h  el.  d.  Sedici  Rif ormatori  d. 
Stato  per  porta  Stieri  (an.  1445),  107,  19,  31-22;  h 
degli  Anziani  che  decretano  11  bando  ai  CanetoU  e 
loro  aeguacl  107,  48;  108,  I ;  *  eU  d.  Sedicl  Rifor- 
matori  (an.    1446),   113,  35. 

Bentivoglio  Sante  bastardo  dl  Ercole  e  di  una  donna 
di  Poppi  maritata  ad  Agnolo  da  Cascese,  118,  44-46; 
119,  4-6;  ric.  come  figlio  di  Ercoie,  145,  30;  padre 
dl  Antonlo  naturale,  180,  10-11 ;  224,  11-19:  269,  13; 
296,  18-19;  di  Ercole,  171,  37-38;  180,  10-11;  300,  39; 
di  Costanza,  213,  16;  marito  dl  Ginevra  Sforza,  147, 
11-15;  ne  h  rirelata  I'esistenza  ai  Boiognesl  dal  conte 
Franresco  Guidi  (an.  1446),  118,  41-44;  arabaic.  d. 
partlgiani  d.  Bentivoglio  e  degli  Anziani  lo  inrltano 
a  Bologna  per  farlo  loro  capo,  46-1 19,  1 :  in  un  prirao 
colloquio  In  presenza  di  Cosimo  de'  Medicl  e  di 
Neri  Capponi  non  prende  alcuna  risoiuzione,  3-t; 
il  Medici  chiamatolo  in  disparte  gii  dice  che  l'iitlnto 
d.  sangue  lo  arrebbe  consigliato  megilo  di  ogni  ra- 
glonamento,  6-11;  risponde  che  sente  di  dorere  se- 
guire  i  Bolognesi,  11-12;  parte  infatti  con  onorerole 
segulto  dopo  avere  ringraziato  11  Medicl  e  11  Cap- 
ponl,  12-15;  gli  riene  incontro  a  San  RuflSIIo  tutta 
ia  fazione  Bentirolesca,  16-19 ;  entra  in  Bologna  per 
porta  Santo  Stefano  accolto  con  grande  entuslasmo 
e  feste,  19-32;  giunto  innanzi  agli  Anziani  ringrazia 
U  Senato  delPonore  fattogll  e  deIl'affetto  mostratogU, 
33-24;  gli  h  conferito  dai  Slgnori  il  priraato  d.  c.  e 
ia  tutela  dl  Gioranni  II  figlio  dl  Annlbale,  33-35; 
h  fatto  dai  pred.  car.  per  mano  d.  pod.  Giacomo 
di  Laragnolo,  25-26;  gll  sono  cinti  gli  sproni  e  ia 
spada  da  Gioranni  Grlffoni  e  da  Nicol6  Sanuti,  36- 
27 ;  seguendo  i  conslgli  di  Cosimo  de'  Medici  t'in- 
iorma  d.  cote  d.  c,  33-33;  aboliice  il  magiitrato  d. 


IBenUvoglio  Sante-Bentiv.  Tomm.]    INDICE   ALFABETICO 


447 


Sedici  Riformatori  Inylso  al  popolo  ed  istituisce 
in  sua  vece  quello  d.  Sei  Riformatori,  d.  quale  entra 
a  fare  parte,  33-37 ;  si  corre  un  palio  in  suo  onore 
(an.  1447),  121,  U-15:  va  a  San  Giovannl  in  Persl- 
ceto  a  prendere  Baldassarre  Canetoli,  riscattato  da 
Astorre  Manfredi  (an.  1448),  127,  6-2<;  lo  conduce 
in  casa  sua,  28-29 ;  gll  fa  torre  i  ferri  e  ordlna  sia 
trattato  umanamente,  40-42;  assiste  alla  cerimonia 
d.  consegna  d.  cappello  cardinalizio  al  leg.  (an. 
1449),  128,  25-26;  favorisce  i  perturbatori  d.  c.  per- 
chfe  d.  suo  partito,  129,  16-17;  invano  h  ammonito 
a  tal  proposito  dal  leg.,  17-19;  minaccia  il  pred. 
dl  violenza  se  non  badi  a  s^,  21-23;  intima  al  pod. 
di  revocare  il  bando  contro  1  possessori  di  armi 
tenza  licenza,  21-23 ;  e  Gonfaloniere  di  Giustizia  per 
marzo-aprile,  34;  ric,  131,  8;  con  II  Senato  ordina 
a  Romeo  Pepoli,  a  Giacomo  e  Giovanni  Fantuzzl  e 
agli  altri  nobili  clie,  recatisi  in  Castel  San  Pietro  con 
la  scusa  deila  peste,  avevano  ordito  un  complotto 
per  cacciarlo  di  Boiogna,  dl  uscire  dal  castello  pena 
la  forca,  I6-2I;  cf.  130,  17-39;  superba  risposta  clie 
ne  rlceve,  131,  21-25;  h  accusato  presso  il  pp.  da 
Romeo  Pepoli  e  dal  seguaci  di  lui,  42-43,  cf.  130, 
14-16;  udita  i'entrata  d.  fuorusciti  e  d.  signore  di 
Carpi  con  trecento  cavalli  in  c.  e  ciie  il  Pal.  era 
stato  abbandonato  dai  Signori  si  arma  e  col  suoi 
amici  va  in  Piazza  incuorando  11  popoio  a  seguirlo 
(an.  14S0),  138,  36-39;  assale  vigorosamente  e  respinge 
i  nemici  prima  di  Piazza  e  poi  di  c,  45-139,  1-4;  sa- 
puto  d.  tentativo  d.  fuorusciti  contro  Argile  vi  si 
reca,  21-22;  h  accolto  onorevolmente,  23;  venuto  in 
presenza  di  Francesco  Ghisilieri  prigioniero  gli  dice 
che  paghera  il  deiitto  vecchio  e  nuovo,  22-23;  lo 
conduce  leg.  con  sfe  a  Bologna,  23-25;  giunto  al 
Trebbo  d.  Ghlsilieri  rimprovera  a  Francesco  i'ucci- 
sione  di  Annibale,  26-28;  Friano  e  Bartolomeo  di 
Glacomo  compiottano  di  dare  fuoco  alie  stalle  sue 
e  di  altrl  cittadini  per  avere  iiberti  di  introdurre 
Galeotto  Canetoli  In  Boiogna  (an.  i4';3),  142,  14, 
18;  sospettato  ii  coraplotto  arresta  l  pred.,  18-19; 
che,  essendo  confessl,  fa  appiccare,  19-20;  h  con- 
fermato  d.  Sedici  d.  Regglmento  (an.  1453),  44; 
prende  parte  alla  rinnovazlone  degll  Statuti  di  Bo- 
logna  (an.  1454),  145,  29-30;  sua  grande  reputazione 
anche  presso  i  Signori  dTtalia,  147,  11-12;  si  aramo- 
glia  con  Ginevra  Sforza  figlia  di  Alessandro  signore 
di  Pesaro  e  nipote  d.  duca  Francesco,  12-15;  cf.  374, 
26;  nome  d.  cittadinl  recatisl  a  Pesaro  a  prendere  la 
sposa,  147,  15-22;  inviti  da  lui  fatti  alie  nozze,  23-27; 
nomina  gli  scaichi  generali  che  presiedano  alle  feste, 
27-30,  e  trentasei  scalchi  di  tavoia  riccamente  vestiti 
con  la  sua  divisa,  30-45;  si  occupa  d.  nomina  di  tutto 
il  varlo  personale  rlchiesto  dalPapparecchio  dl  tanta 
festa,  46-48;  addobbo  innanzl  alla  sua  casa,  48-148, 
1-24,  e  nell'Interno  d.  Pal.,  25-31;  enumeraztone  d. 
donl  fattlgli,  con  II  nome  d.  donatori,  148,  38-149- 
150-151,  1-32;  riceve  un  dono  dai  Sedici  con  il  con- 
senso  d.  governatore  (an.  i4Ss)>  161,  8-10;  di  tale 
dono  h  fatta  una  bolla  autentica  registrata  nella 
CanccIIeria  d.  .Sedici  e  sottoscritta  diil  notaio  AI- 
berto  Parisi,  10-13 ;  accoglle  onorevolmente  Tlberto 
Brandolini  cap.  d.  duca  Sforza  (an.  1458),  165,  16; 
tl  sdegna  con  Virgilio  Maivezzl  d.  protezione  dal 
pred.  accordata  a  Glorannl  Felicinl,  che  areva  Im- 


prestato  denaro  al  Canetoli  (an.  1459),  167,  24-26; 
in  odio  al  Malvezzi  fa  venire  presso  dl  sfe  i  due 
fanciulll  Guido  e  Galeazzo  PepoH  nipoti  di  Annibale 
Bentivoglio  e  li  fa  nominare  conti,  27-29;  convita 
splendldamente  Galeazzo  Maria  Sforza  e  II  suo  se- 
gulto,  170,  3-4;  gli  nasce  da  Glnevra  il  figlio  Ercole, 
171,  37-38;  fe  ambasc.  dl  Bologna  presso  Pio  II  a 
Mantova,  172,  17-18;  ne  torna  subito,  18;  compra 
le  case  degli  Avoiio,  19-21 ;  h  approvata  la  sua  pro- 
posta  di  eleggere  sette  gcntiluominl  con  diritto  di 
voto  in  soprannumero  al  Senato,  affinchfe  questo  sia 
sempreal  completo,  27-30;  chiamato  con  altri  dal  pp. 
h  arringato  dal  pred.  (an.  1460),  173,  16,  22-26;  aven- 
do  comprato  scdici  case  in  Vla  Castagnoll  ta  sopra 
quel  luogo  costruire  il  suo  pal.  dairarchitetto  fioren- 
tino  Pago,  31-36,  40-41;  cf.  372,  25-25;  ne  pone  la 
prima  pietra  verso  la  cappella  dl  Santa  Cecilia,  173, 
35-38;  non  volendo  trovarsi  a  cedere  ii  primato  a 
Giovanni,  che  aveva  allevato  come  un  figlio,  cerca 
levarselo  da  torno  mandandolo  a  Napoii  sotto  pre- 
testo  di  fargll  imparare  l'arte  d.  milizia  e  d.  gover- 
nare  gli  statl  alla  corte  di  re  Ferdlnando  (an.  1462), 
180,  30-34;  anche  desiderava  allontanarlo  perchfc  Gio- 
vanni  erasi  innamorato  di  Ginevra  sua  moglie,  34- 
36;  ma  non  gli  viene  fatto  per  rintromissione  di 
Vlrgllio  Maivezzi,  35-43;  inferma  ef  (an-  1462,  »ia 
1463),  4-5;  cf.  44;  "  LXVI,  46-47 ,;  suoi  funerali  con 
grande  pompa,  180,  5-7;  cf.  44;  fe  condotto  in  San  Gia- 
como,  7-8;  cenni  biografici,  9-10;  "  cf.  LXVI,  47-48  „; 
lascia  il  figlio  Ercole  d.  moglie  Ginevra  e  Antonio 
naturale,  180,  10-11,  "cf.  LXVI,  53-54  ,;  aveva  man- 
dato  ad  educare  Ercole  a  Firenze  dai  Medici,  180, 
11-12;  solenne  esequie  resegii  nelI'ottavario  d.  sua 
t,  16-18;  "cf.  LXVII,  5-11,;^  seppellito  in  San  Gia- 
como  nella  cappella  dei  Bentivoglio,  18-19;  aneddoto 
che  lo  riguarda  in  confronto  di  Giacomo  Ingrati 
e  di  Achille  Malvezzi,  198,  21-33;  rlc,  354,  11;  sua 
t,  ric,  374,  29. 

Bentivoglio  Sforza  figlio  di  Alessandro,  h  tenuto  a 
batteslmo  dal  march.  di  Mantova  per  procura  di 
Ippolito  d'Este  e  dl  Girolamo  Malvezzi  (an.  1497), 
292,  27-29;  fe  ammaliato  da  Gentile  Budrioli  che  pol 
lo  risana  (an.  1498),  294,  27-29;  col  padre  Annibale 
lascla  Bologna  (an.   1506),  348,  35-36. 

Bbntivoolio  Sforzino  figlio  naturale  d.  protonotario 
Anton  Galeazzo ;  abbandona  Bologna  coi  padre  (an. 
1506),  348,  34-35. 

Bentivoglio  Sigismonoo  naturaie  di  Glovannl  II,  etce 
di  Bologna  con  tuttl  i  Bentivogiio  (an.  1506),  348, 
39-41. 

*  Bkntivoglio  Taddeo  figllo  dl  Antonlo,  h  dal  padre 
nominato  nel  suo  testamento  tra  gH  eredl  (an.  1374)1 
LXXXI,  24,  25-27  ,. 

Bkmtivoolio  Taddeo  figiio  dl  Glovannl  I,  notalo ;  ban- 
dito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  26-43;  el.  degll  An- 
zianl  (an.  1438),  52,  49-50;  53,  1;  ne  assume  1'ufliclo, 
2-4;  di  settembre  nuovamente  el.  degli  Anzlani  per 
porta  San  Pletro,  54,  1,  5;  dura  in  carica  a  tutto 
dicembre,  7;  rieletto  degll  Anzlanl  (an.  1444),  97, 
38;  (an.  1446),   113,  10,  13, 

Bestivoolio  Tommaso  accompagna  Gtorannl  Bentlro- 
gllo  a  Ferrara  alle  nozze  di  Alfonso  d'Este  (an.  1401)1 
263,  7-8;  torna  a  Milano,  13;  el.  Gonfalonlere  dl  Bo- 
logna  (an.  1493),  264,  45. 


448 


INDICE  ALFABETICO      IBentiv.  Tomm.-B«rnardino  (.Si..)l 


B«WTivoouo  VioLANTK  flgll»  dl  GioT>nnI  n  e  dl  Gi- 
neTr»  Sfona,  374,  M;  cf.  232,  l;  i  ipoiata  dlciot- 
tenne  a  Pandolfo  Malutesta  e  per  lul  da  Raimondo 
(an.  1485),  1-3;  cf.  231,  43-46;  354,  36;  374,  34-35; 
le  k  data  una  dote  dl  diccimlla  diicati,  232,  3-4;  h 
conTitata  da  Andrea  Gratl,  4-6;  e  da  Mino  Roisl, 
6-7;  %  mandata  a  prendere  dal  marito  con  noblle 
ambascerla  (an.  1489),  254,  13-14;  parte  accompa- 
gaata  dalla  madre,  dal  fratello  e  da  molto  seguito, 
14-32;  i  ricevuta  con  ogni  onore  dai  marito,  22-23; 
si  reca  a  Bologna  e  ie  ranno  incontro  molti  d.  sua 
famiglia,  dai  quali  h  accompagnata  al  pal.  d.  padre 
(an.  1493),  273,  32-36;  il  glorno  dopo  h  ragglunta 
dal  marito,  36-37;  torna  con  11  pred.  a  Rimlni  (an. 
1494),  275,  42-43;  ne  fugge  col  marito  e  il  cognato 
.  Carlo  e  ra  dal  padre  a  Bologna  (an.  1500),  300,  36- 
37;  h  cit.  col  marito  dinanzi  al  pod.  di  Bologna  per 
difendersi  di  arere  dato  ricetto  ai  suol  parenti, 
sotto  pena  di  perdere  quanto  possiede  nei  Bolognese 
e  di  essere  dlciiiarata  ribeile  (an.  1509),  395,  I6-20. 

Bbntivoglio  Vxrginio  figllo  naturale  dl  Ascanio,  354, 
5-6;  parte  di  Bologna  con  Ginerra,  pr.  la  quaie  era 
rimasto  coi  fratelii  (an.  1506),  4-6. 

Bbntivoglio  (Ii.).  Vllia  sontuosa  a  guisa  dl  fortezza  fab- 
bricata  daGioTannl  Bentivogiio  a  Ponte  Polledrano 
(an.  1490),  257,  8-10;  vi  si  recano  a  passare  ii  Na- 
tale  Ercole  e  Slgismondo  d'E8te  con  largo  seguito, 
ospiti  di  Giovannl  (an.  1491),  264,  33-36;  i  pred. 
ne  partono  per  Bologna,  36;  i  pred.  tI  tornano,  48, 
pol  ne  partono  per  Ferrara,  48;  tI  giungono  i 
gentlluomlni  mandati  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bo- 
logna  a  prendcrvi  la  sua  sposa  Laura  Bentlrogiio 
(an.  1494),  275,  5-10;  vi  si  trora  a  ricererli  Carlo 
Grati  per  incarico  di  Giovanni  Bentivoglio,  11-12; 
il  giorno  dopo  tuttl  ne  partono  per  Bologna,  12-16; 
vi  si  reca  Giulio  II  per  qualche  giorno  a  caccia 
(an.  1507),  362,  26-27. 

Bbnivoglio  (fazione  DKi)  V.  Boloi^nesi. 

Benvbnuto  V.  Cavallazzi  B. 

BsNVENUTO  armigero;  aceompagna  Annibaie  Bentivo- 
glio  a  Bologna  (an.  1438),  55,  2-3. 

Benzetta  Lorenzo  e  ucclso  a  Cento  da  Cecco  Tutto- 
buoni  [s.  a.],  202,  46-47;  venti  anni  dopo  i  suoi  figli 
ne  Tendtcano  ia  f  ammazzando  11  suo  ucclsore,  47-4f. 

Benzoni  Soncino,  Con  Carlo  Orsinl  insegue  Ascanio 
Sforza  (an.   1500),   299,  20-22. 

Bbraggi  Eliseo  [Bliseo  Berraggi\  fa  parte  deli'amba- 
scerla  mandata  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bologna  a 
prendervl  la  sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494), 
275,  6-10;  pernotta  al  Bentivoglio,  11-13;  giunge  a 
Bologna  per  acqua  aspettato  al  porto  da  Giovanni 
Bentivogilo,  12-15;  ailoggia  nei  pai.  d.  pred.,  15-16; 
va  in  gran  pompa  a  messa  in  San  Petronio,  17-18; 
asslste  li  giomo  dopo  in  questa  chlesa  a  una  Rap- 
presentazlone  sacra.  20-22;  parte  con  lasposa 
per  Mantova,   23-35. 

Beraldi  GiovANMi  Impresta  al  cora.  di  Boiogna  cento- 
cinquanta  scudi  e  ne  dlventa  tesorlere  (an.  1440), 
62,  14. 

Bbrgami  Pibtro  [Pitiro  Bergamo\  da  Orbignano;  con- 
tadino;  suo  dono  a  Sante  Bentivogilo  per  le  nozze 
(an.  1454),  151,  17-18. 

Bbroamini  Giampibtro  [Giovanni  Pietro  Bergamini\ 
di  Lodl ;  h  cap.  ailTdlce  neU'esercito  d.  L«ga  (an. 


1467),  194,  14;  combatte  alla  Mezzotara,  19S,  1;  cap. 
d.  duca  di  .Milano,  h  fatto  da  Glovannl  neotlTogllo 
e  da  Gaieazzo  da  Samererlno  tutore  del  fanciulto 
OttaTiano  Riarlo  nuoro  signore  di  Forll  (on.  1488), 
245,  31-23;  h  tnrltato  a  pranzo  dol  Bentivoglio  in 
Faenza,  246,  13-14 ;  impone  di  tacere  ai  •uoi  ctie  al- 
1'entrata  In  questa  c.  gridano :  *  Duca,  Duca  „,  14-16; 
al  termine  d.  conrlto  h  assallto  con  it  BentiTOgtio 
dai  cittadlni  armati,  18-35;  rlmane  ucciso,  36-28. 

Bkroamini  Guido  esce  di  Bologna  col  BentiTogtio  tuoi 
amicl  (an.  1506),  348,  41;  349,  ll;  i  confinato  per- 
ch&  amico  d.  pred.  (an.  1507),  362,  33-34,  36;  h  fatto 
prigioniero  a  Bondanello  da  l>aieatrieri  di  ivOdoTico 
d.  Mlrandola  (an.  1508),  391,  12-13,  I5;6condotto 
a  Bo  logna,  29-31;  cf.  392,  46-47;  posto  al  tormento 
confessa  II  trattato  contro  i  nemici  d.  BentlTOglio, 
48;  h  impiccato,  393,  7-8. 

Bbrgamino  di  Giacomo  h  Iwndlto  di  Bologna  (an.  1430), 
19,  26,  36. 

Bergamo  (cittX).  Vi  frana  un  monte  distante  quattro 
miglta ;  l'acqua  che  ne  scaturisce  f a  straripare  it 
Brembo  (an.  1493),  272,  45-273,  1-5;  chiesta  al  Vene- 
ziani  da  Luigi  XII  (an.  1509),  393,  32;  v.  anche  Bar- 
tolomeo  da  Bergamo,  Diotisalvi  da  Bergamo,  Domt- 
nico  da  Bergamo. 

—  (ciTTADiNi  iLLUSTRi)  V.  Maldura  {Della)  Piitro  filt- 
sofo  e  teologo  insigne. 

—  (govbrnatori)  V.   Gaspare  Malvetti  (an.   1453). 

—  (tbrritorio)  t1  si  trova  Alfonso  di    Calabria  con 
forte  esercito  contro  i  Veneziani  (an.  1483),  228,  8-9. 

BbrLINgieri  \Berlingiero\  v.   Carafa  B. 

Bernauo  \Bertaro  !\  v.  Battisia  di  Bernabb,  Cartaro  B. 

Burn.\b6  Carlo  [Carlo  di  Bernabi]  partecipa  alla  con- 
giura  di  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio 
(an.  1508),  380,  10;  multato  In  renti  ducati  pei  rifa- 
cimento  d.  pai.  Marescotti,  386,  33. 

Bernabo  Nicolo  [Nicoli  Bernab^]  cap.  d.  porta  San  Ma- 
molo;  si  oppone  InTano  ai  congiuratl  (an.  1508), 
379,  48-49. 

Bernardina  V.  Rangoni  Isotta  0  Bernardina. 

Bbrnardini  Alessandro  figlio  di  Giovanni:  coi  padre 
e  con  Pletro  Fantuzzi  entra  qual  fuoruscito  in  Piu- 
mazzo  (an.  1449),  131,  50;  132,  1;  vi  fe  preso  pri- 
gionlero,  condotto  a  Bologna  e  impiccato,  1-5. 

Bernardini  Giovanni  [Giovanni  di  BernardtMo]  da  Bor- 
go  San  Donnino;  fuoruscito;  entra  In  Piumazzo  con 
Pietro  Fantuzzi  (an,  1449),  131,  50;  132,  1 ;  vi  rlmane 
prigioniero  degli  abitantl  con  ii  figlio  Alessandro, 
3-4;  condotto  a  Bologna,  vt  h  impiccato,  4-5. 

Bernardino  V.  Angeli  {Degli)  B.,  Carvajal  B.,  Corio  B., 
Correggie  (Dalle)  B.,  Corte  (Da)  B.,  Desideri  B., 
Carda  (Della)  B.,  Gozxadini  B.,  Guanto  {Dal)  B., 
Marescotti  B.,  Morandi  B.,  Montone  (Dai)  B.,  Mu- 
letti  B.,  Preti  B.,  Hamfoni  B. 

....  Bernardino  dottore ;  rappresenta  it  conte  GloTannt 
Borromeo  alle  nozze  di  Annibale  BentiTOgtlo  in  Bo- 
logna  (an.  1487),  236,  33;  ra  incontro  agli  sposi 
fuori  porta  di  Galliera,  22,  32-33. 

Bernardino  da  Feltrk  (bbato)  introduce  per  prlmo  In 
Boiogna  11  Monte  di  Pietk  [s.  a.];  f  («"•  i47')» 
211,  1-2. 

Bernaruino  (San)  da  Sibna  fc  canonizzato  in  Roma  da 
Nicotd  V  (an.  1450),  136,  39;  in  Bologna  si  fa  per 
ci6  una  processione  soienne,  39-40. 


[Bernardino  Rosso-Bessarione  Giov.J  INDICE  ALFABETICO 


449 


BsRiTARDisro  Rosso  V.  GoxzadtHi  B.  R. 

Bernardo  V.  Correg-gie  (DaUe)  B.,  Garzoni  B.,  Grana- 
roli  B.,  Maron  B„  Medici  (De')  B.,  Monti  B.,  Mu- 
letti  B.,  Pazzaglia  B.,  Sassuno  (Da)  B.,  Scappi  B., 
Vasselli  B.,  Zocchini  B. ;  v.  anche  Astorre  Bemardo. 

"  Berki  Antonio  scrive  al  Ghirardacci  inviando  d.  re- 
liquie  (an.   1598),  XXXVIII.  31-33,. 

Berni  Guglielmo  zio  di  Lodovico,  108,  «5-46. 

Berni  Lodovico  nipote  di  Guglielmo,  seguace  d.  Ca- 
netoli ;  fe  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  108,  45-46. 

Bero  \Beroi\  sono  fuorusclti  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
32,  37. 

Bero  Agostino  dottore;  fe  dal  pp.  eletto  Gonfaloniere 
d.  popolo  (an.   1506),  359,  41. 

Bkroaldi  Filippo  \Filippo  Beroaldi\  oratore  e  poeta 
insigne,  famoso  in  Bologna  (an.  1484),  230,  28;  fa 
in  latino  la  descrizione  d.  sontuose  feste  tenutesi 
in  Bologna  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1487),  241,  24-35;  parla  dal  pergamo  nella  ciiie- 
sa  di  San  Giacomo  esortando  il  popolo  a  difendere 
la  c.  e  i  Bentivoglio  contro  ii  Valentino  e  le  pre- 
tese  d.  pp.  (an.  1502),  316,  34,  38-41,  cf.  30-33;  f 
(an.  1505),  340,  5-6;  suoi  connotatl,  sue  qualit^  e 
memoria  prodigiosa,  6-10;  sue  opere  dotte,  10-16; 
ebbe  numerosissimi  scolari  alle  sue  lezloni,  16-17; 
causa  d.  sua  f'  '7-18;  ^  seppellito  alI'Annunziata 
fuori  porta  San  Mamolo  facendogli  corteo  i  suoi 
scolari  vestlti  a  lutto,  18-20;  epitafEo  di  Fosco  da 
Rimini  sul  suo  sepolcro  30-37;  sua  biografia  a  cura 
dl  Giovanni  Pini  di  Tolosa,  30;  fu  per  lungo  tempo 
segretarlo  d.  Senato,    19-20. 

BsROALDi  Giovak.-ji  figlio  di  NicoI6;  esce  con  Nicol6 
Preti  dalla  casa  di  Bartolomeo  Zambeccari  (an.  1431), 
25,  37-38 ;  non  saluta  Lodovico  Canetoli  e  Pietro 
Mezzovillani  seduti  presso  la  easa  di  Floriano  Mez- 
zovillani  avanti  alla  quale  passava,  3g-30;  6  inseguito 
e  aggredito  da  un  servo  d.  Canetoll  ciie  gli  portava 
rancore,  30-34;  fe  liberato  dal  pred.  Lodovico,  34-35; 
torna  dall'abate  Zambeccari  a  raccontargll  1'insulto 
patito,  35-37;  ric,  40. 

Beroaloi  Giovakni  si  assume  la  ricostruzione  del  pal. 
Marescotti  per  diciassettemlla  ducati  (an.  1508), 
389,  15-16. 

Bbroaldi  Nicol6  \Nicolh  Seroaldo]  padre  di  Giovannl, 
25, -38. 

BerraGoi  V.  Beraggi. 

Berti  Pietro  [Pietro  Berio]  h  el.  degH  Anziani  di  Bo- 
logna  pel  quartiere  di  porta  San  Procolo  (an.  1435), 
43,  50. 

Berto  V.  Alhtrto. 

Bbrtolazzi  Lorekzo  multato  in  quarantacinque  ducati 
per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  150S), 
387,  28. 

Bbrtoldo  V.  Martelli  B. 

Bbrtolini  Astorre  \Estorre  Bertoliiit\  pod.  di  Bologna 
t  (an.  1484),  231,  5-6. 

Bbrto.va  (Della)  Giovakni  Ib  sua  casa  i  sacchegglata 
e  incendiata  (an.  1445),  106,  43;  107,  6. 

Bbrto.nb  [Bertono]  v.  Batzani  B. 

Bbrtone  da  Caketolo  contadino;  parteclpa  a  una  con- 
giura  per  introdurre  1  fuonisclti  In  Bologna  (an. 
1454),  144,  39;  sua  opera,  31-33;  scoperto  11  trattato 
h  preso  e  tormentato,  34-37;  quindi  impiccato  a  porfa 
del  Pratello,  145,  13. 


Bertonb  da  Cavanelle  [Bertono]  contadlno  bolognese; 
fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an. 
1454).   151,  23-34. 

Bertore  V.  Merighi  B. 

Bertrandi  Giacomo  chierico  e  scolaro  di  legge  nello 
Studio  di  Bologna;  fe  chiamato  a  dirigere  ed  ammi- 
nistrare  il  Collegio  di  Avignone  da  Bernardo  Scappi 
esecutore  testamentario  del  vesc.  di  Avlgnone  Gio- 
vanni  Tencarari  fondatore  d.  detto  CoUegto  (an. 
1436),  48,  38-49,  1-12. 

Bbrtuccini  Bonifacio  figlio  di  NicoI6,  88,  4 ;  i  tra  gli 
incaricati  di  attuare  i  provvedlmenti  fiscali  delibe- 
rati  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  42-89,  1-5. 

Bertuccini  Nicolo  padre  di  Bonifacio,  89,  4-5. 

Bertuccini  Tommaso  h  el.  degli  Anziani  di  Bologna 
(an.  1430),  17,  26,  39. 

Bertuccio  V.  Bentivoglio  B. 

[Beruti]  Ameoeo  vicario  d.  vesc.  di  Bologna ;  rlf orma 
molti  monasteri  di  suore  nella  pred.  c.  (an.  1505), 
341,  50. 

Besoonini  V.  Bisognini. 

Bessarione  V.  Malvetzi  B. 

Bessarionb  Giovanni  \Bessarione  da  Nicea\  greco, 
vesc.  di  Nicea,  135,  9-10;  h  dottissimo  nelle  lingue 
e  filosofo  e  teologo  eccellente,  211,  5-1;  el.  card.  da 
Eugenio  IV  (an.  1431),  60,  35;  cf.  170,  33-33;  fe  fatto 
da  Nicol6  V  leg.  di  Bologna,  di  tutta  la  Romagna 
e  d.  Marca  Anconetana  (an.  I^.ijo),  135,  9-13;  parte 
di  Roma  con  gli  ambasc.  Bolognesl,  12-13;  giunto 
a  Bologna  gll  vengono  incontro  il  clero,  il  popolo, 
1  magistrati,  le  Arti,  13-15;  alloggia  nella  parte  nuo- 
va  d.  Pal.,  15-16;  si  fanno  in  c.  tre  giorni  di  feste 
per  il  suo  arrivo,  16-17;  Francesco  Bentivoglio  4  suo 
famigliare,  38;  crea  il  pred.  priore  di  Santa  Croce 
delPAvellana  e  abate  di  San  Cristoforo  dl  Castel  Du- 
rante,  39-40;  raanda  a  Castel  San  Pietro  un  messo  d. 
pp.  con  il  breve  papale,  che  intima  ai  Fantuzzi,  al 
Pepoli  e  agli  altri  fuorusciti  la  consegna  d.  castello, 
136,  8-13;  libera  dalla  forca  Lodovico  Avanzi,  40- 
41 ;  bandisce  a  preghiera  d.  Senato  dal  territorio  di 
Bologna  e  confina  a  scssanta  mlglia  i  Pepoll,  i  Fan- 
tuzzi  e  loro  seguacl  sotto  pena  d.  confisca  d.  benl, 
48-137,  1-3;  ^  obbedi  to,  4-5;  va  incontro  airimper. 
Federico  V  (an.  1452),  141,  2-3;  lo  conduce,  il  giorno 
dopo  I'arrivo,  In  San  Petronio  ove  si  canta  una 
messa  solenne,  8-9;  accompagna  Federlco  alla  sua 
partenza  sino  a  San  Rufiillo,  18-19;  riceve  dal  pod. 
la  rinuncia  al  suo  ufficlo  per  la  llberazlone  violenta 
di  un  condannato  a  morte,  43-45;  indlgnato  vuole 
anche  lul  lasciare  il  suo  posto  e  rimprovera  agli  An- 
zlanl  il  loro  modo  di  governare,  45-47;  non  &  fatto 
partlre,  47;  gli  si  deve  presentare  giornalmente  Ste- 
fano  Porcari  (an.  1453),  143,  7-9;  avvlsa  il  pp.  d. 
clandestina  partenza  d.  pred.  per  Roma,  9-15;  i  d'opI- 
nlone  che  non  si  Infierisca  contro  II  traditore  Battl- 
sta  Manzoli  canonlco  di  San  Pietro  (an.  1454),  144, 
46-48;  si  turba  udendo  da  Paolo  Volta  che  11  pred. 
\  gli  stato  Impiccato,  145,  7-9;  Insieme  con  i  Ret- 
tori  rinnova  gll  Statuti  d.  c,  31-29;  fe  avTertlto  dal 
duca  Sforza  d.  pace  conclusa  con  i  Veneziani  e  loro 
confederati,  146,  U-38;  «uo  regalo  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze,  148,  39-40;  fa  riverenza  a  Lodo- 
vico  Bentlvoglio,  cul  II  pp.  aveva  donato  la  stcra 
ipada,  tplegando  al  raccolti  11  gran  preglo  dl  eiaa 


T.  XXXin,  p.  I  —  39. 


450 


INDICE   ALFABETICO  [Bewarioae  OIov.  BianchetU  Andrea] 


e  1'onore  che  ne  Tenlra  a  Loderieo  e  at  sooi  (an. 

MS5)i  '57,  J7-158,  1-35;  offre  al  pred.  anche  a  nome 
d.  com.  e  d.  cittadinl,  uno  ttendardo,  uno  icudo 
e  una  lopravresta  dt  aeta  con  le  armi  dl  Bologna 
35-37;  cf.  35-40  ;parte  per  Roma  essendo  il  pp.  mo- 
rlbondo,  41-43;  h  accompagnato  da  Achille  Mairezzl, 
Pietro  Antonio  Paielll  e  Giacomo  Grati,  42-44; 
giiinge  a  Roma  dopo  ia  f  d.  pp.,  44-46;  non  ruole 
plii  tornare  a  Bologna,  159,  6-1;  h  effiglato  con  aicu- 
nl  suoi  cortlgiani  nelia  cappella  delI'Assunzione  in 
Santa  Maria  d.  Monte,  da  lui  fatta  edificare  (s.  a), 
11-13,  14-15;  si  reca  a  Bologna  in  occasione  d.  vislta 
di  Pio  II  e  tutta  la  c.  gll  va  incontro  (an.  1459), 
169,  44;  st  reca  ad  abltare  ai  Servl,  45 1  nel  corteggio 
per  I'entrata  dl  Pio  II  in  Boiogna  -viene  dietro  ai 
pp.,  170,  19-30,  33-33;  reduce  di  Germania  passa  di 
Bologna  e  va  ad  alloggiare  al  Serri  (an.  1461),  177, 
3f-30;  h  risitato  dal  icg.,  dagli  Anziani  e  nobili  di 
Bologna,  31-33;  fa  cav.  Mlcheie  Gozzadlni  degli  An- 
zianl,  33-35;  parte  dl  Bologna  per  la  Romagna  diretto 
a  Roma,  34-35;  h  di  passaggio  a  Bologna  recandosi 
a  Venezia  per  apparecchiare  una  spedizlone  contro 
1  Turchl  (an.  1463),  182,  29-30;  h  rlcevuto  con  onore 
e  va  ad  aiioggiare  ai  Servl,  31-32;  parte  pcr  Venezia 
lasciando  a  Bologna  gran  numero  d.  suoi  cavalll  e 
servi,  32:  mandato  dal  pp.  in  Francla  per  trattare 
ia  pace  tra  11  re  c  il  duca  di  Borgogna,  passa  di  Bo- 
iogna  e  sl  reca  ad  alioggiare  ai  Serri  trattenendovlsi 
tre  giorni  (an.  1472),  211,  6-8;  dl  ritorno  di  Francla 
f  a  Rarenntt,  212,  40-41;  il  suo  capo  &  trasportato 
a  Roma  e  sepoito  in  San  Pietro,  41-43;  epigrafe  suila 
8ua  tomba,  43-44. 

Betozzo  V.  Betlozzo. 

*  Betti  FioRK!JzuoLA  Fasanini  Lucrbzia.  Le  h  dai  Ghi- 
rardacci  dedlcato  i'Elenco  d.  donne  d.  sua  famiglia 
neila  Genealogia  d.  Fasanini  dai  pred.  composta, 
XXIII,  13-17  „. 

Bettini  Andrea  figlio  di  Piero,  padre  di  Giovanni  An- 
tonio,   108,  39. 

Bbttini  Giovanni  Aktonio  figlio  dl  Andrea,  108,  39; 
seguace  d.  CanetoII,  h  bandlto  di  Bologna(an.  1445), 
108,  3« 

Bettini  Nicolo  \Nicolb  dl  Bettino]  beccaio;  scoperto 
nella  casa  di  Giovanni  Angelini  e  trasclnato  in 
Piazza  sotto  ie  forche  (an.  1445),  106,  34-35;  h  stra- 
zlato  prima  deil'  Implccagione,  35-36 ;  la  sua  casa 
h   saccheggiata   e    Incendiata    (an.    1445),    106,  43; 

107,  3. 

Bkttini  Piero  \Pier»,  Pietro  Betlino]  padre  dl  Andrea, 

108,  39;  al  suono  d.  campana  di  San  Giacomo  si 
arma  e  scende  In  piazza  coi  Pepoli  (an.  1445),  104, 
39-31,  33-35. 

Bettino,  Bettuccio  V.  Albtrtinelhy    Valtnti  B. 

....Bbttino  da  Capugnano  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tlroglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  31. 

Bbttozzo  \Betoxxo\  v.  Canetoli  Baldaxsarrt  detto  Bettoxto. 

Bettuccio  V.  Bettino, 

BBrsRARA  fa  un  dono  a  Sante  Bentiroglio  per  ie  sue 
nozze  (an.  1454),  150,  3S-39. 

[BbvilacQUa]  Annibale  \conte  Annibale  Bentivoglio  !\ 
conte:  combatte  nel  torneo  tenutosl  in  Bologna  per 
definire  se  la  Saplenza  o  ia  Fortuna  prevalga  nelle 
cose  umane  al  segulto  di  NicoI6  Rangoni  paladino 
d.  Sapienza  ;  h  a   capo   d.   quinta  squadra   restita 


•lia  tedeica  (an.  1490),  258,  37;  il  luo  parUto  loe- 

combe,  262,  17-11. 
Bkvilacqua  Battista  padre  di  Slmone,  124,  47. 
[Bkvilacqua]  CoaxANZA  T.  Btntivoglio  C. 
Bevilaciiua  Cri&tino  Francbsco  o  FRANcicaco  padre 

di  Gherardo,  104,  37-3t;  li  reca  con  aitri  Bologneil 

a  Pcsaro  a  prenderri  Ginerra  Sforza  ipota  dl  Sante 

Bentivogiio  (an.  1454),  147.  15-32. 
BKVlLAcqUA    Galeotto    accompagna    Galeaszo   Maria 

Sforza  a  Boiogna  (an.  1459),  168,  41,  169,  2. 
BftviLAcqUA  CONTK  GiiERAROO  [Ghtrardt  de'  Bevri/ae- 

gua']  patrizio  veronese ;  figlio  dl  Cristino  Francesco, 

sposa  Costanza  Bentiroglio  [an.  i4ioJ,  104,  37-38;  con 

ia  m.  accompagna  Ginevra  Bentlrogllo  a  Pesaro  aiie 

nozze  d.  fratello  Costanzo  Sforza  (an.  1475),  215,  10. 
BEViLAcquA  Pibtro  [Piero]  contadino ;  luo  dono  a  Sante 

Bentlroglio  per  le  nozze  (an.   1454),   151,  19. 
BaviLACQUA  Pietro  combatte  in  Bologna  coi  colori  dl 

NIcoi6  Rangoni   paladino   d.   SapJenza   nei  tcmeo 

tenutosi  per  definlre  se  ia  Sapienza   o   la   I^ortuna 

prevalga  nelle  cose  umane;  appartiene  alla  quarta 

squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  258,  34-36; 

ii  suo  partlto  soccombe,  262,  17-18. 
BBVir,AcquA  S1.M0NE  figlio  dl  Battlsta,    124,  47;  prende 

parte  alla  giostra  bandita  in  Botogna  per  San  Pe- 

tronio  (an.   1447),   124,  45-47. 
BEVVlLAcquA  r.  Bei'ilacgua. 
"[BiadbgoGiuseppbJ  Catalogo  deserittivo  dei  mtt. 

d.  Biblioteca  Comnnale  di  Verona,  ric,  XXIII,  9-/7  ,. 
BlAGlo  [Biasio]  v.  Gavaro  B.,  Magnani  B.,  Mercnri  B., 

Ringkieri  B.,  Simoni  B. 
....BiAOio  mugnaio;  padre  di  Antonio   e   Criitoforo, 

137,   36. 
....  BiAoio  dstto  Bottarello  seguace  d.  Canetoli,   h 

baodito  di  Boiogna  (an.  1445),  108,  18. 
BiANCA  V.  Bentivoglio  B.,  Pico  della  Mirandela  B.,  Si- 

monetta  B. 

BlANCANGO   (CONTE    Dl)    rlc,    67,    H. 

Bianchetti  (famiglia)  h  rappresentata  nel  Tieatrt 
morale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
23-23  „;  sono  al  governo  di  Boiogna  (an.  1450),  134, 
41-42;  V.  anche   Bianckini. 

BlANCHETTl  Alamanno  \Alemanno  Bianchetto,  Atemano, 
Alamano]  padre  di  Giacomo,  II,  15;  12,  13-14;  di 
Bonifacio,  147,  34-35;  di  Carlo,  38:  166,  19:  167, 
45;  172,24;  173,  31:  191,  33;  199,  33;  congiura  di 
fare  entrare  i  nemici  in  Bologna  (an.  1428),  11,  15- 
34 ;  scoperto  h  preso,  35-36 ;  gli  e  tagliata  ia  testa  in 
Piazza  (an.  1439),  48-49. 

BiANCHETTi  Alamanno  figlio  di  Carlo,  292,  42; 
scalco  aile  nozze  di  Annlbaie  Bentiroglio  (an.  1487), 
237,  37-38;  suo  abito,  48;  luo  motto,  48-49;  e  fatto 
prigione  a  Faenza  (an.  1488),  246,  34  ;  &  rimandato 
libero  a  Bologna,  47 ;  accompagfna  Laura  di  Gio- 
vanni  Bentiroglio  alio  sposo  in  Mantova  (an.  1494), 
275,  30-35;  con  il  frateilo  Francesco  fabbrica  ii  Pal. 
d.  Bianchetti  di  contro  alla  chiesa  di  San  Donato 
(an.  1497),  392,  42-43. 

BiANCHETTi  Alberto  preposto :  h  bandito  di  Bologna 
(an.  1430),   19,  26,  39. 

BiANCHETTi  Alkssandro  figlio  di  Slmone;  suo  rita- 
lizlo  con  Giovannl  Bentlrogiio  [s.  a.]  310,  4-5 ;  f 
aU'improrrlso,  S. 

BlANCHETTi  Andrea  padrc  di  Glorannl,  19,  35. 


[BianchetU  Ann.-Bianchetti  Tomm.l  INDICE   ALFABETiCO 


451 


BiANCHKTTi  Annibale  corre  nella  glostra  per  le  nozze 
d.  BenHvoglio  contro  Nicol6  Rangoni,  che  tiene  11 
tavolaccio  innanzi  al  pal.  d.  Signorl  (an.  1487),  240, 
44-46. 

BiANCHETTi  BoNiFAcio  6glio  di  Alamanno,  scalco  dl 
tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentlvogiio  (an.  1454), 
147,  30-33,   35. 

BiANCHETTi  Carlo  [Caro/o  Bianchetti]  figlio  di  Alaman- 
no,  147,  38;  166,  19;  167,  45;  172,  24;  173,  21;  191, 
33;  199,  32;  padre  dl  Francesco,  212,  37;  di  Ala- 
manno,  292,  42;  dal  calderaio  Genesio  vlene  a  co- 
noscere  la  misera  condizione  di  Annlbale  Bentivo- 
glio  prigloniero  d.  Piccinino  a  Varano  (an.  1443), 
76,  45-47;  cf.  77,  5-9;  ne  rimane  addolorato,  9-10; 
promette  largo  premio  a  Genesio  in  cambio  d.  suo 
aiuto,  9-13;  racconta  tutto  a  Virgillo  Malvezzi,  14-15; 
gli  manlfesta  la  sua  intenzione  di  liberare  Annibale 
merc&  l'opera  di  Genesio,  15-17;  h  approvato  dal 
Malvezzi,  17-18;  si  abbocca  dl  nuovo  con  Genesio, 
18-24;  confida  anche  a  Lodovico  Marescotti  il  suo 
disegno  di  liberare  il  Bentivoglio,  24-25;  esce  con 
questo  di  c.  contro  i  nemici,  92,  39-40;  &  scalco 
generale  alle  nozze  di  Sante  BentivogUo  (an.  14S4), 
147,  27-28;  suo  dono  ai  pred.,  150,  3;  ambasc.  a 
Plo  II  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1458), 
166,  18-19;  e  el.  d.  Sel  di  Balia  per  la  venuta  d.  pred. 
in  Bologna  (an.  1459),  167,  42-45;  ei.  con  altri  a 
provvedere  ai  bisogni  d.  pp.  e  d.  gente  d'armi  d. 
duca  di  Milano  nel  loro  soggiorno  in  Bologna,  168, 
3-7;  cf.  171,  48-49;  fe  d.  Sedici  in  luogo  di  Fillppo 
Bargellini,  172,  24;  convocato  con  altri  dal  pp.  i 
arringato  dal  pred.  (an.  1460),  173,  21-25;  e  dell'am- 
bascerla  recatasi  a  Milano  a  prendere  la  sposa  di 
Giulio  Malvezzl  (an.  1464),  183,  28-32;  h  ricevuto 
con  grande  onore  dal  duca,  32-33;  da  con  gH  altri 
l'aneIlo  alla  sposa  a  nome  di  GiuUo,  33-34 ;  parte 
per  Bologna  con  la  pred.,  34-35;  i  d.  Senatori  sedenti 
gli  ultimi  sei  mesi  al  tempo  d.  serrata  dl  Paolo  II 
(an.  1466),  191,  33;  f  ed  ft  sepolto  in  San  Giacomo 
(an.  1467),  197,  32-33;  gli  succede  in  Senato  Gio- 
vanni  Blanchetti,  33-34. 

BiANCHETTi  Carlo  succcde  in  Senato  a  Giambattlsta 
Bianchetti  (an.  1485),  233,  8. 

BiANCHETTi  !  Francksco    o  Friano  V.  Bianchi  Friano. 

BiANCnBTTi  Francesco  figlio  di  Carlo,  212,  37;  tlene  le 
redini  d.  chinea  alla  Regina  dl  Russia,  nella  sua 
visita  aila  sepoltura  di  San  Domcnlco  (an.  1472), 
36-37;  va  con  Giovanni  Bentivoglio  come  capo  di 
squadra  contro  t  Veneziani  (an.  1483),  228,  13;  el,  d. 
Sedici  (an.  1488),  253,  32,  24;  accorapagna  a  Rimlnl 
Violante  Bentivoglio  spota  a  Pandolfo  Malatesta 
(«n.  1489),  254,  17,  19:  torna  a  Bologna,  3S;  2:  giu- 
dicc  d.  torneo  in  Bologna  tenutosi  per  definire  se 
la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nellc  cose  umane 
(an.  1490),  258,  46-47 ;  con  gli  altri  proclama  vinci- 
tori  1  cav.  d.  Fortuna,  262,  20-34;  intervleneall'inau- 
gurazione  d.  Navigllo  da  Corticella  a  Bologna  (an. 
1494),  274,  4-26;  col  fratello  Aiamanno  fabbrica  il 
paL  Bianchetti  di  contro  alla  chlesa  di  San  Do- 
nato  (an.  1497),  292,  42-43;  ric,  333,  49;  essendo  d. 
Senato  vecchio  l  da  Giuilo  II  el.  d.  Quaranta  Consi- 
glieri  e  Rlformatori  (an.  1506),  358,  27-38  ;  secondo 
alcuni  In  vece  dl  lui  aarebbe  ttato  chlamato  France- 
tco  Grlffoal,  38-39. 


BiANCHETTi  GiACOMO  figliuolo  di  Alamanno,  11,  15;  12, 
13-14;  complotta  con  il  padre  di  fare  entrare  i  ne- 
mlci  in  Bologna  (an.  1428),  11,  15-24;  scoperto  & 
preso,  25,  27;  e  decapitato  (an.  1429),  12,  13-14. 

BlANCHETTI  GlAMBATTlSTA  f  (an.  1485),  233,  7;  gli  suc- 
cede  in  Senato  Carlo   Bianchetti,  8. 

BiANCHETTi  GiovANNi  figlio  dl  Andrca,  19,  26,  35;  come 
procuratore  di  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  tratta 
la  condotta  di  lui  agli  stipendi  d.  pp.  con  Benedetto 
Guidalotti  chierico  di  camera  dl  Martlno  V  (an. 
1426),  4,  1-5;  con  altri  accorre  armato  sul  sagrato 
d.  frati  di  San  Giacorao,  6,  I8-20;  cf.  22;  b  bandito 
di  Bologna  (an.  1430),  19,  26,35;  per  i  capitoli  d. 
pace  gli  fe  riconfermato  il  bando  dalla  c.  e  territorio 
di  Bologna,  Modena  e  Imola,  sotto  pena,  se  vi  man- 
chi,  d.  confisca  d.  beni  e  d.  punizione  sancita  negli 
Statuti  (an.  1431),  28,  42-46,  48;  h  commlssario  di  An- 
ton  Galeazzo  Bentivoglio  a  Monteveglio  (an.  1433), 
36,  5-6;  fe  avvisato  che  uno  d.  suoi  soldati  lo  vuoi 
tradire,  8-9;  rende  allora  il  castello  salve  le  robe 
e  le  persone  al  Gattamelata  per  i  Bolognesi,  9- 10;  h 
accompagnato  da  questo  in  luogo  sicuro,  lo-U;  av- 
visa  di  tutto  il  Bentivoglio,  11 ;  fa  uccldere  il  soi- 
dato  traditore  con  i  suoi  compagni,  11-12. 

BlANCHETTi  GlovANNl  figlio  di  Tommaso,  53,  38-39;  87, 
12-13;  88,  44-45;  113,61;  187,  33-34;  el.  dal  Senato  di 
Bologna  Gonfaloniere  del  quartlere  di  porta  San 
Pietro  (an.  1438),  53,  36.  38;  h  el.  degli  Otto  dell'avere 
(an.  1443),  87,  12-13;  fe  tra  gli  incaricati  di  attuare  i 
provvedimenti  fiscali  deliberati  nel  Consiglio  d.  Sei- 
cento,  88,  41-45;  fe  el.  con  altri  a  dispensare  i  beni 
d.  banditi  (an.  1445),  113,  4-6;  fe  degli  Anziani  per 
porta  San  Pietro  di  raaggio-giugno  (an.  1446),  114, 
22;  da  opera  airaccrescimento  di  San  Petronio  (an. 
1464),  187,  7-8;  succede  in  Senato  al  t  Carlo  Bian- 
chetti  (an,  1467),  197,  33-34;  accompagna  Giovannl 
Bentivogiio  in  pellegrinagglo  a  Sant'Antonio  di 
Padova  (an.  1488),  244,  26,  38. 

*  BiANCiiKTTi  GiuLio  Cbsars  marito  di  Agnese  Nor- 
chesi,  VI,  10-11  „. 

BiANCHKTTl  Louovico  \Lodovico  Bianchetto\  i  con  altri 
convocato  in  Pal.  da  Ermes  Bentivoglio  (an.  1501), 
305,  5-9 ;  II  pred.  svela  che  Agamennone  Mareacotti 
aveva  scritto  al  Valentino  invitandolo  contro  Bolo- 
gna  e  i  Bentlvoglio,  11-39;  lo  esorta  a  unirsi  a  lul 
nell'uccidere  i  Marescotti  traditori  detenutl  in  Pal., 
29-31;  partecipa  all'uccislone  d.  pred.,  31-42. 

"[BlANCHETTi  Luciana]  i  in  causa  coHtro  la  tia 
Agnese  Ghirardacci  (an.  IS71),  VII,  4-s\  i  tacitata 
dalla  pred.  con  una  somma  di  quattrocento  lire,  7-S  „. 

"  BiANCHETTi  Marcantonio  el.  capo  della  Camera  degli 
Atti  succedendo  al  senatore  Annlbale  Campeggl 
(an.   1597),  XLIV,  18-20  „. 

Bianchetti  Matteo  [Matheo  Bianeietti]  padre  di  Fran- 
cesco,  106,  40. 

Bianchetti  Ranieri  [Rainiero  Bianchetto,  Rainerio  Bian- 
chetti]  ric,  266,  23;  scolco  alle  nozze  di  Alessandro 
BentiToglio  (an.  1492),  267,  15-17;  ha  con  s^  sei  ser- 
Titorl,  15;  vestito  suo  e  d.  servl,  18-19. 

Bianchetti  Si.mone  padre  dl  Aiessandro,  310,  4. 

Bianchetti  Tommaso  padredi  Giovannl,  53,  3«-395  87. 
13-13;  88,  44-45;    113,  6. 

Biamchetti  Tommaso  iposa  una  sorella  di  LodoTlco 
Bologninl  («n.  147 1).  209,  36-38. 


452 


INDICE  ALFABETICO 


(Bianchi-Bianchi  Lodovieo] 


BjAHCia  (famiolia)  •  rappretentata  nel  Thaalr»  moralt 
4*'  moderni  ixgifctii  d.  Ghirardaccl,  XXIV,  33-J3  „  \ 
sono  ai  gorerno  dl  Bologoa  (an.  1450),  134,  k\-ii\ 
loro  casa  rio.,  181,  35. 

BiANCHi  Akoki.o  figlio  dl  Glilnolfo;  eice  dt  Bologna  col 
Bentlvogllo  suol  amlci  (an.  1506),  348,  41,  43;  k  fatto 
Impriglonare  da  Giulio  II,  358,  11-19;  confinato  a 
clnquanta  mlglia  da  Bologna  nelle  terre  d.  Chieta 
(an.    1507),  362,  33-34,  4S-46,  41. 

BiANCHi  Amkibalb  accompagna  Giorannl  Bentirogilu 
in  pellegrlnaggio  a  Loreto  (an.  1485),  232,  3]-33, 
35-36;  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per 
definlre  se  nelle  cose  umane  prevalga  la  Sapienza 
o  la  Fortuna,  con  i  coiori  di  Annibalc  Bentirogllo 
paladlno  d.  Fortuna;  %  ascrltto  alia  prima  squadra 
reatita  ailMtaliana  (an.  1490),  259,  15-16;  la  sua  parte 
rlcsce  rittoriosa,  262,  17-lt;  el.  dal  pp.  d.  Quaranta 
Consiglieri  e  Rlformatori  (an.  1506),  358,  34,  39;  f 
(an.  1507),  377,  39;  gil  luccede  Cristoforo  Angelelli, 
39-40. 

BiANCiii  Baoarotto  figllo  di  Vandino,  18,  15;  padre 
di  Brunino,  143,  1;  145,  35;  191,  2«;  di  Filippo,  147, 
43;  220,  44;  di  Pandolfo,  107,  37;  parteclpa  al  Con- 
slgllo  d.  Sessanta  radunato  dagii  Anziani  (an.  1430), 
18,  13-14;  accusato  di  rolere  ricondurre  gii  sbanditi 
in  c.  e  mutare  lo  stato,  h  sostenuto  nel  pal.  d.  Ko- 
tai,  34-36;  i  Ivi  convltato  dagll  Anziani,  37-4o:  i  ivi 
ucciso  da  sicari  di  Bnttista  Canetoii,  43-45;  il  suo 
cadavere  &  condotto  alI'ospedaIe  d.  Morte,  45-46;  al 
suoi  figli,  nei  capitoii  d.  pace,  i  riconfermato  ii 
bando  daila  c.  e  dal  territori  di  Bologna,  Modena 
e  Imola,  sotto  pena  se  rl  contrawengano,  d.  con- 
flsca  d.  beni  e  d.  punizione  sancita  negll  Statuti 
(an.  1431),   28,  43-45. 

BiANCHi  Bartolombo  ^  el.  d.  Anzianl  di  Boiogna  (an. 
1430),  17,  26,  29. 

BlANCHi  Brunino  o  Borniho  \Burm»Oy  Bronino\  figUo 
di  Bagarotto,  143,  1;  145,35:  191,  38 ;  padre  dl  Lo- 
dorico,  268,  39 ;  &  degli  Anzlani  per  norembre  e  di- 
cerabre  (an.  1445),  112,  18,  30;  ei.  d.  Sedici  Rifor- 
matori  d.  Stato  (an.  1446),  113,  25-27;  d.  Sedici  d. 
Reggimento  (an.  1453),  142,  44;  143,  I;  come  tale 
prende  parte  alla  riforma  degll  Statuti  d.  c.  (an. 
1454),  145,  29,  35;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per 
ie  nozze,  149,  10;  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giu- 
iio  Malrezzi  (an.  1464),  184,  38;  i  d.  Senatorl  d. 
prlmi  sei  mesi  al  tempo  d.  serrata  di  Paolo  II  (an. 
1466),  191,  3»;  t  (an.  1479),  220,  44;  cf.  221,  15;  gli 
succede  nei  Sedici  U  fratello  Fiiippo,  220,  44-45; 
cf.  221,  15-16. 

BiANCHi  Brukino  o  Bornino  \Burmno\  con  aitri  fe  con- 
rocato  in  Pai.  da  Ermes  Bentiroglio  (an.  1501), 
305,  5-9;  il  pred.  afferma  che  Agamennone  Mare- 
scotti  avera  scritto  al  Vaientlno  inritandolo  contro 
hiologna  e  1  BentirogHo,  11-29;  &  esortato  a  unirsi  a 
iui  neil'uccldere  i  Marescotti  traditori  e  gia  detenuti 
in  Pal.,  29-31;  parteclpa  aIl'uccisione  d.  pred.,  31-43; 
perch^  amico  d.  Bentiroglio  i  confinato  a  Cesena 
(an.  1507),  368,  9-11;  cf.  362,  33-34,  40;  i  multato  in 
ottanta  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti, 
aiia  cui  rorina  arera  preso  parte  (an.  1508),  387,  1; 
cit  a  difendersi,  392,  1-2,10. 

BlANCHi  Carlo  figlio  dl  Ghinolfo,  236,  45;  349,  6;  nei 
corteggio  di  nozze  di  Annibale  Bentiroglio  tiene  le 


redinl  d.  carailo  aila  apoia  (an.  X487),  236,  >7-M,  4S; 
•uo  rettito,  39-44 ;  i  tra  ie  genti  d'arme  dl  Annlbale 
Bentirogilo  assoldato  dai  Fiorentlni  contro  1  PiMnl 
(an.  150$),  337,  21-22;  raentre^  committario  di  Fraa- 
sineta  h  pretoe  bandito  dalie  gentl  d.  pp.  (an.  1506), 
347,  34-35;  parte  di  liologna  col  tuol  amlci  Benti- 
roglio,  348,  41;  349,  6;  confinato  a  cinquanta  ml- 
glia  da  Boiogna  nelle  terre  d.  Chieta  perchi  amlco 
d.  Bentiroglio  (an.   1507),  362,  33-34,  45-46,  49. 

BiANCHi  Fiuppo  figlio  di  Bagarotto,  147,  47;  i  tcalco 
dl  tavola  alle  nozze  di  Sante  IJentivoglio  (an.  1454), 
30-33,  43;  integue  II  maifattore  Francesco  dai  Bor- 
ghetto  (an.  1461),  176,  47-4»;  ne  trora  le  tracce  «1- 
l'oster!a  di  Biagio  Gararo,  49-177,  1-3;  si  accorda 
con  Gianmaria  d|i  Vernlgala  e  Peregrino  Bonti, 
soldatl  aniniosi,  per  arrcstare  II  raai&ttore,  3-7; 
trora  la  refurtivB  abliandonata  in  una  camera  dei- 
i'osteria,  9-11;  messo  sulla  rla  dalle  parote  dell'oste 
fa  ricercare  i'omicida  nei  boachi,  11-14;  gii  i  con- 
dotto  innanzi  dal  Vcrnlgaia,  ls-16;  diride  ia  borta 
trovata  al  dal  Borghetto  tra  1  due  soidati,  17;  £• 
condurre  il  malfattore  alla  Mezzolara  e  lo  di  in 
mano  alla  Corte,  17-19 ;  di  in  consegna  la  roba  rubata 
alI'oste  per  ordine  d.  Senato,  20-31;  torna  a  Boio- 
gna,  21;  succede  nei  Sedici  al  fr.  Brunino  (an.  1479), 
220,  44-45;  cf.  221,  15-16;  interviene  come  rappresen- 
tante  d.  Senato  ail^esame  d.  congiurati  contro  11 
Bentivogiio  (an.  1488),  251,  36-37;  t  ed  4  sepoito 
in  Santo  Stefano  (an.  1492),  268,38-39;  gli  succede 
in  Senato  Lodorlco  Blanchl,  39. 

BlANCHl  Friano  o  Francesco  \Friano  Bianchi,  Bian- 
<■*«//»!]  figlio  di  Matteo;  si  arma  al  suono  d.  cam- 
pana  di  San  Giacomo  e  scende  in  Piazza  (an.  1445), 
104,    29-30,    33-35;    rlmane    ucciso,    30;    cf.     105,    2-3, 

106,  40. 

BiANCHi  Ghinolfo  padrc  di  Angelo,  348,  43;  359,  19; 
di  Carlo,  236,  45;  347,  34;  349,  6;  h  pregato  da  Crl- 
stoforo  da  Parma  suo  amico  di  prestargli  d.  arml 
(an.  1488),  250,  13-14;  ne  domanda  i'uto,  14-16;  in- 
dotto  in  sospetto  dalla  sua  risposta  giiele  promette 
per  la  sera,  16-19;  si  reca  da  Glovanni  Bentivoglio 
a  esporgli  il  dubbio,  per  la  richlesta  di  Cristoforo 
da  Parraa,  che  si  trami  qualcosa  contro  lui,  19-22; 
si  reca  da  Cristoforo  col  segretario  di  Gioranni 
per  farsi  riconfermare  quanto  gli  avera  gi4  detto, 
25-36:  cf.  38;  4  creato  da  Gioranni  Bentiroglio  cap. 
d.  guardia  al  pal.  d.  Slgnori,  252,  49;  el.  d.  Se- 
dici,  253,  22,  36;  succede  in  Senato  al  t  Lodorico 
Bianchi  (an.  1497),  293,  1-2;  esce  di  Bologna  coi 
Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  41;  349,  11-12; 
sebbene  d.  Senato  recclilo  4  esciuso  dal  Quaranta 
Consiglieri  e  Riforraatori  nominati  dai  pp.,  358, 
32-33:  4  confinato  a  cinquanta  raiglia  da  Bologna 
nelle  terre  d.  Chiesa  perch^  amico  d.  Bentivogiio 
(an.   1507),  362,  33-34,  45-46:  363,   1. 

BiANCHi  GiRoLAMo  convocato  con  altri  da  Pio  II  h  da 
iul  arringato  (an.  1460),  173,  20,  22-36. 

BiANCHi  LoDovico  \Ludpvico]  figlio  di  Nicold,  118,  U; 
h  el.  dai  Senato  di  Bologna  Gonfaloniere  per  il 
quartiere  di  porta  Raregnana  (an.  1438),  53,  36,  39- 
40;  b  degli  Anziani  di  luglio  e  agosto  (an.  1445), 
109,  24;  degli  Anziani  per  porta  Raregnana  di  no- 
rembre-dicembre  (an.  1446),  118,  17;  suo  dono  a 
Sante  Bentiroglio  per  le  nozse  (an.  1454),  149,  30-31. 


[Bianchi  Lodovico-Boccadilcrro  Fr.]  INDICE   ALFABETICO 


453 


BiANCHi  LoDovico  figlio  dl  Brunino,  268,  39;  h  nel- 
reaercito  di  Pirro  Malvezzi  diretto  a  Firenze  in 
aiuto  di  Lorenzo  de'  Medici  (an.  1478),  218,  41-42; 
ric,  250,  5;  suocede  in  Senato  al  f  Filippo  Bianchi 
(an.  1493),  268,39;  intervlene  all'inaugurazione  del 
Navlglio  da  Bologna  a  Corticella  (an.  1494),  274,  4- 
26;  di  ritorno  da  Castelbolognese  f  ed  fe  sepolto  in 
Santo  Stefano  (an.  1497),  292,  43;  293,  1;  gH  suc- 
cede  in  Senato  Ghinolfo  Bianchi,  I-2. 

BlANCHi  Matheo  V.  Bianchetti  Matteo. 

BiANCHi  NicoLo  padre  dl  Lodovico,  118,  18. 

BiANCHi  Pandolfo  figlio  di  Bagarotto,  107,  27;  h  d. 
Sedicl  Rlformatori  dello  Stato  di  Bologna  (an.  1443), 
87,  3-5;  cessato  l'ufficio  decade,  3;  di  nuovo  d.  Sedicl 
(an,  1445),  101,  22-23;  el.  d.  Sedici  Riformatori  degli 
uffici  per  porta  Ravegnana,  107,  19-27;  fe  degli  An- 
ziani,  che  deliberano  il  bando  ai  Canetoli  e  loro 
seguaci,  48;  108,  5;  Gonfaloniere  di  Giustizia  per 
maggio  e  giugno  (an.  1446),  114,  21;  &  al  governo 
di  Bologna,  116,  15-17. 

BiANCHi  Pktronio  corabatte  nel  torneo  in  Bologna,  te- 
nutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  Niccoli  Ran- 
gonl  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  quinta 
squadra  vestita  alia  tedesca  (an.  1490),  258,  37-38; 
la  sua  parte  soccorabe,  262,  17-18. 

BiANCni  Vandino  padre  dl  Bagarotto,  18,  14-15. 

BiANCHiNi  Alamanno  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),   184,  44. 

BiANCHiNi  Amerigo  \Alm*rig0\  el.  degli  Anziani  (an. 
1567),  369,  13,  16. 

BiANCHlNi  BlANCHiNO  [Biancietti \]  ricco  mercante  bolo- 
gnese;  la  torre  sua  e  del  fratello  Glacomo  situata 
al  Trebbo  d.  Carrobblo  rovina  distruggendo  le  case 
d.  Bolognetti  e  uccidendone  gli  abitanti  (an.  1484), 
229,  12-21. 

BiANCHiNi  DoMENlco  scalco  alle  nozze  di  Annlbale  Ben- 
tivogllo  (an.  1487),  237,  27-28;  suo  vestito,  238,  9. 

BlANCHiNI  EvANGEi.iSTA  [Bianciino  Vangelista\  giostra 
nel  torneo  In  Bologna,  tenulosi  per  definire  se  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  coso  umane, 
al  seguito  di  Nicol6  Rangonl,  paladino  d.  Sapienza; 
e  ascritto  alla  terza  squadra  vestlta  alla  francese 
(an.  1490),  258,  31-32,  il  suo  partito  soccombe,  262, 
17-18;  scalco  alle  nozze  di  Alessandro  Bentivogllo 
(an.  1492),  267,  15-17;  ha  con  ih  sei  servitori,  15; 
vestlto  suo  e  d.  servi,  18-19. 

BiANCHiNi  GlACOMO  [Giacomo  Bianchetti !\  ricco  mer- 
cante  boiognese,  padre  dl  Giovanni,  89,  3;  la  torre 
sua  e  d.  fratello  Bianchino  situata  nel  Trebbo  d. 
Carrobbio  rovina  dlstruggendo  le  case  d.  Boiognetti 
e  uccidendone  gli  abltanti  (an.  1484),  229,  12-21. 

BlANCHiNi  GiovANNi  figlio  di  Giacomo,  89,  3;  fc  tra  gll 
incaricati  di  attuare  i  provvedimenti  fisculi  delibe- 
rati  dal  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  36-41 ; 
89,  3. 

'[BiANCHfNi  G.  B.]  >ua  letttra  indirittata  ait  Andrea 
Gkirardacci  ric,  V,  jj-sg  „. 

BiANCOLiMl  Antonio  V,  Biancolini  Domenico. 

BiANCOLisi  DoMENico  o  Antonio  padre  di  Giacomo, 
144,  29;  cf.  145,  11. 

BlANCOLiNl  GiAcoMO  flgllo  dl  Domenico,  144,  39,  o  An- 
tonio,  145,  11;  congiura  per  introdurre  i  fuorusclti 
in   Bologna  dalla  porta  d.  Pratello  (an.  1454),  144, 


29;  h  decapitato   Innanzi  alla   detta  porta,  145,  U. 
BiAsio  V.  Biagio. 
BiBBiENA  \Bibiena\  presa  dalfesercito  d.  Veneziani  (an. 

1498),  295,  25. 
BlBlENA  V.  Bibbiena, 

BiBLiOTECHE  di  Bologna  v.  Bologna  {Bihlioteche), 
BiccARi  [Biekari]  in  Puglia,  disfatto  dal  terremoto  (an. 

1456),  164,  7-8. 
BiccHiuRi  GiovANNi  figlio  di  Onofrlo,  suo  dono  a  Sante 

Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  22. 
BiccHlBRi  Onofrio  [Onuffrio]  padre  di  Giovanni,  149,  22. 
BiCHARi  -v.  Biccari. 
BiGio   detto   Bottarello  fe  impiccato  al  pal.  d.  notai 

(an.  145S),  106,  37. 
BlGORDO  V.  Pitarello  B, 
"  BiNDASsi  Ssnofonte.  Sua  poesia  gratulatoria  nei  I  vol. 

deWHistoria  di  Bologna  d.  Ghirardacci  (an.  1596), 

LII,  19,  23  „. 

"[BlOGRAFIA    UNIVERSALE    ANTICA    E    MODER- 

na]  ric,  X,  23-17«. 
BioNDO  Flavio  storico  ric.  19,  7 ;  sua  notizia  errata  ri- 

guardante  11  Picclnino,    58,  40-42. 

cit.,  33,  2;  36,  /. 

Birani  Battista  confinato  perchfe  amico  d.  BentivogHo 

(an.  1507),  362,  33-34,  38. 
BiSANo  nel  Bolognese ;  f a  un  dono  e  Sante  Bentivoglio 

per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  43;  rlc,  306,  41. 
BiSARiNl  Antonio  DiSTTO  Magantino    [Antonio  di  Bi- 

sarino]  beccaio ;  prende  parte  alla  liberazione  di  Don 

Nicol6   veronese   (an.    1453),    141,   40-42;   arrestato 

svela  il  nome  d.  coraplici,  47-142,  1,  h  Impiccato,  7. 
BisCEGLlK  (duca  di)  [duca  di  Biseli\  V.  Borgia  Rodrigo. 
BiscoNTl  DoMENico  [Mengo]  fatto    prigioniero  a   Bon- 

danello  da  balestieri  di  Lodovico   della  Mirandola 

(an.   1508),  391,    12-13,    25;    e    condotto    a    Bologna, 

30-31;  cf.  392,  46-47;  posto  al  tormento  confessa  il 

trattato  in  favore  d.  Bentivoglio,  48;   h  impiccato, 

393,  7-8. 
BisKLl  V.  Bisceglie. 

BisiLlKRi  (artk  dki)  V.  Bologna  (Arte  d,  Pannaiuoli). 
BisoGNlNl  Ercolb  [Ercole  Bosognini]  multato  in  cento 

ducati  per  il   rifacimento   d.   pal.   Marescotti   (an. 

1508),  387,  34. 
BlTTiNO  V.  L,amandimi  B. 
Blasio  V.  Molino  B. 
Bo  (Dal)  V.  Bo-vi. 
Boateri  una  donna  di  questa  famiglia  h  m.  di  NlcoI6 

Dalmata  o  da  Bari  (s.  a.),  285,  5. 
BoBANO  V.  Bubano. 
BoccAcciNi  Pietro  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforza 

a  Bologna  (an.   1459),   168,  48;   169,  6. 
BocCADiCANS  GiACOMO  [lacomo  Boccadicane]  h  el.  Gon- 

faloniere  d.  popolo  per  porta   Stieri   (an.  1428),  6, 

45,  49. 

BoccADiFSRRo  sono  fuorusciti  dl  Bologna  (an.  1450), 
134,  32,  35. 

BoccADiFBRRo  Albkrto  [Alberto  Boccadiferro]  padre  dl 
NicoI6,  97,  M;  di  Bartolomeo,   181,  1. 

BoccADiFBRRo  Bartolomko  figlio  di  Albcrto,  181,  1; 
padre  di  Francesco,  352,  7 ;  el.  a  sorte  Anslano  per 
porta  Ravegnana  (an.  1462),  180,  46-47,  49;  181,  I. 

BoccAoiPBRRo  Franoksco  figlio  dl  Bartolomeo,  352,  7; 
con  Pietro  Lanaroli  h  tesorlere  d.  denaro  pagato 
dai  Drappieri  dl  Bologna  per  rendere  naTigabile  11 


454 


INDICE  ALFABETICO      fBoccadiferro  Fr.-BoloKna  Ms*U] 


canale  d.  Reno  dalla  c.  •  Corticella  (an.  i494)>  274, 
49;  rlc.  per  la  natrita  di  un  rlteUo  niostruoso  dl 
■ua  proprleti,  343,  6;  k  d.  Venti  d.  popolo  pel  quar- 
tiere  di  porta  San  Pletro  (an.  1506),  6-7;  el.  degit 
Anzlani  da  GIullo  II,  359,  U,  17. 
BOCCAOIPRRRO  GlovANNI  [Gtovanni  Boecadi/trro]  pkAn 

di  Ugollno,  109,  II. 
BoccADiPERRO  GuuNO  V.  Boceadiftrro  UgoHno. 
BoccADiPBRRO  Nicot.6  \  deputato  alle  elciloni  degli  uf- 
ficl  per  porta  Stleri  (an.  1443),  97,  i3-j5,  3«;  \  degll 
Anzlani  di  norembre  c   dicembre   (an.    1445),    112, 
18-19. 
BoccADiritRRO  Mannello  ieguace  d.  Canetoli  4  bandito 

di  Boiogna  (an.  1445),  108,  41;  109,  1. 
BoccADlPERRO  U(;oLiNO  \GoHno.,  GuHno  Boecadiferro'] 
figlio  di  GIoTanni,  109,  11;  la  sua  casa  h  saccheg- 
glata  e  incendlata  (an.  1445).  106,  42,  47;  perch^ 
seguace  d,  Canetoli  i  bandito  di  Bologna  con  i  figli 
maschl  (an.  1445),  109,  II;  parteclpa  alla  spedlzlone 
d.  fuorusoitl  pcr  rientrare  in  c.  (an.  i^jio),  138,  5-6. 
Bocciil  [Bucchi]  in  un  loro  fondo  si  accampa  Nicol6 
Gambacorta  (an.  144»),  71,  15-16;  loro  case  ric,  72, 
21;  ric,  81,  2. 
BocCHi  Amerigo  [Almerico  Boccko,  Merigo  Bucchi,  Ama- 
rigo  Bocehio]  difensore  d.  carabio;  el.  degli  esat- 
tori  d.  tasse  (an.  1428),  10,  8-10;coi  suoi  compagni 
esaspera  i  cittadinl  per  l'a8prezza  e  la  crudelti  con 
cul  esercita  ii  suo  ufficlo,  10-14;  k  nominato  da  Eu- 
genio  IV,  per  11  quartiere  di  porta  San  Pietro,  d. 
Venti  commlssar!  deputati  all'elezlone  d.  magistratl 
d.  c.  (an.  1431),  27,  23,  25;  h  rieletto  (an.  1432),  31, 
13;  el.  d.  Dleci  di  Bal\a  (an.  1434),  37,  36-39;  presta 
al  com.  di  Bologna  settantaclnque  scudi  e  ne  dlviene 
tesoriere  (an.  1440),  62,  25. 
BoccHZ  Cbsarb  [Cesare  Bocchio,  Buccht]  figllo  dl  Gaspare, 
294,  10;  combatte  nel  torneo  in  Bologna  tenutosi  per 
definire  se  la  Sapienza  o  la  Portuna  prevalga  nelle 
cose  umane,  al  seguito  dl  Nlcol6  Rangoni,  paladlno 
d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  quarta  squadra  vestlta 
all'Ungherese  (an,  1490),  258,  34-35;  II  suo  partito 
soccombe,  262,  17-18;  accompagna  Anton  Galeazzo 
Bentlvogllo  a  Gerusalemme  (an.  1498),  294,  10-13. 
BoccHi  Fabio   parte  di   Bologna   coi    Bentivoglio  suoi 

amicl  (an.  1506),  348,  41;  349,  3. 
BoCCHl  Galeazzo  [Galeazto  dalla  Bucca]  Anziano  di  Bo- 
logna;    va    incontro  al   nuovo    governatore   Marco 
Condulmer  (an.   1433),  33,  42-44. 
BOCCHI  Gaspare  [Gasfaro  Bocchio]  figlio   di   Amerigo, 
188,  44-45;  padre  di  Cesare,  294,  10;  fa  un  presente 
alle  nozze   di  Glulio   Malvezzi  (an.    1464),  184,  33; 
accompagna   Giovannl    Bentivoglio   a  Milano   (an. 
1465),   188,  44-45. 
BoccHi  GiovANNi  fa  un   presente  alle  nozze   di  Glullo 

Malvezzl  (an.   1464),  184,  31-33. 
BOCCHI  LoLO  [LoU  dal  Boco]  di  Medicina;  gli  k  incen- 
diata  la  casa  perchi  aveva  favorito  1'entrata  d.  fuo- 
rusciti  nel  castello  (an.  1449),  132,  25,  26. 
BoccHl  RoMBO  [Romeo  Bocchio,  Romeo  Bianchi.']  fa  un 
presente  alle  nozze   di  Giulio   Malvezzi  (an.  1464), 
184,  32;  perch^  amico  d.  Bentivogllo,  6  confinato  a 
Cesena  (an.  1507),  368,  9-11 ;  cf.  362,  33..34,  41. 
Boco  (Dal)  V.  Bocchi  Lolo. 

BORMIA  (re)  V.  Alberto  d'Austria  (aa.  1438-39),  Casimiro 
re  di  Polonia  (an.  1468). 


BoKMO  V.  MoMMono  Betat». 

*  BorvA  NBORiia  Amroino  ■crlve  ai  GhJrardacci  todan- 

done  U  «toria  e  raceomandandogli  dl  parlare  nella 

seconda  parte  di  e»a  d.  famiglila  Paci  (an.  1598), 

XXXVIII,  16-19;  gli  chlede  anche  alcune  notizie  sui 

Bentivogllo,  19;  in  aitra   iettera   parla  d.   famlglia 

Bentivogllo,  33-33,. 

BooLloNs  OA  RlMlNl  h  giudicc  al  seoondo  e  terzo  tavo- 

llere  verso  1  banchi  d.  Piazza  nelia  glottra  in  Bo- 

log^a  perle  nozze  di  Annlbale  BentiTogilo  (an.  1487), 

241,  4-8. 

BoiARDO  co^<TB  GiovANNi  interriene  alle  nozze  di  An- 

nibale   Bentivogllo  in    Bologna;   va   incontro  agll 

sposl    fuori   Porta   di  Galllera  (an.    1487),  236,  32, 

33;alla  colazione  gll  e  offerto  un  liocorno  In  grembo 

a  una  giovane  tutto  in  zncchero,  240,  tl-i3. 

BoiARuo  Matteo  slgnore  dl  Scandiano;  con  altrl  gen- 

tiluomlni   paisa  di   Bologna   diretto  a   Napoli  per 

commisslone  di  Bleonora  d'Este  (an.  1473),  213,  24- 

29;  ailoggia  nel  pal.  di  Glovannt  Bentivogilo,  39-30. 

BoLDRiNO  V.  ArmaroH  B. 

....BoLDRiNO  soldato  d.  conte  Galeazzo  Maria  Sforxa; 

rince  a  meta  11  premio  e  l'onore  dl  una  giottra  ban- 

dita  in  Bologna  dai  Senato  (an.    1459),    171,  34-3t. 

BoLlBRHO    [Bolierne]    vi    h    rovinato  il    raccolto    da  un 

temporale  (an.  1448),  125,  31,  35. 
BoLLBTTK  V.  Bologna  (Bollette). 

BoLOGNA  (Prospetto  delle  voci)  Abbazib,  Anziani, 
Archivi,  Arcidiaconi,  Arti,  Bandiere,  Bargbi.lo, 
Battidizzo,  Battiferro,  Biblioteche,  Bollbttk, 
Borghi,  Broccaindosso,  Cambiatori,  Camera,  Ca- 
mera  dbgli  Atti,  Campane,  Canali,  Cancklle- 
RiA,  Capitanato  dellb  porte,  Capitani  |vari], 
Carcbri,  Castello  di  Gallibra,  Chiaviche,  Chik- 
SK,  CittX,  Cittadini,  Clkro,  Climatolooia,  Col- 
LEOio  dellk  Arti,  Collf.gi  vari,  Commissari  pkr 
l'klezione  dei  magistrati,  Compagnie,  Comune, 
CoNsiGLi,  Dazieri,  Difensori  d.  citta,  Deposi- 
TARio,  Dieci  di  BalIa,  Dodici  di  Balia,  Dottori, 
Esattori,  Fossk,  Frati,  Giuuice  della  Mercan- 

ZIA,  GlUSTlZIK,  GoNFALOVIKRE  D1  GlUSTIZlA,  Gon- 
FALONIKRI   DKL   POPOLO,     GoVKRNATORK,    ImPOSTB   O 

DAZi,  Lkgati,  Luogotknente  d.  pp.,  Magione  dei 
Cavalikri,  Magistrati,  Magistrature,  Massari 
dellk  Arti,  Mercato,  Molini,  Monasteri,  Monte 
di  Pieta,  Notai,  Officiau  di  San  Pbtronio,  Ospe- 
DALi  OD  Ospizl,  Otto  dell'avkrk,  Otto  di  Gukr- 
RA,  Palazzi,  Parrocchie,  Piazzk,  Podesta,  Ponti, 
Ponticello,  Porte,  Prgzzo  uellk  derratk,  Priori, 

QUARANTA  CONSIGLIERI,  QuARTIERl,  RkGOLATORI 
O  BSATTORl,  RiFORMATORI  DEU  O  StUDIO,  SAPIENTI, 
SeI   DI   BALIA;  SeI   RlFORMATORI   DELLO    StATO,  Sk- 

Dici  Riformatori  dbllo  Stato,  Selciata,  Sbnato, 
Senatori,  Statuti,  Strade,  Studio,  Taverne, 
Tkrritorio,  Tesoriere,  Torri,  Tribitni  dblla 
plkbk,  Vknti  Uomini,  Vescovauo,  Vkscovi,  Vicaki, 

VOLTA    DBI    BARBERI,    ZeCCA. 

Bologna  (Abbazik)  ;  Abbazia  di  San  Fbuce.  Vi  aliog- 
gia  il  vesc.  di  Assisi  (an.  1427),  5,  20-21;  i  rifor- 
mata  dal  Bolognesi  e  data  ai  Bcnedettini  neri  di 
Santa  Giustina  (an.  1436),  49,  13-15;  ne  %  dlstaccata 
la  chiesa  di  Santa  Maria  in  Monte  e  conferita  ai- 
rablwzia  dl  San  Procolo,  15-18 ;  ne  h  commendatore 
Lodovico  Lodovisi  (an.    1474),  214,   19;  tenuta  da 


[Bologna  abbazie-anziani^ 


INDICE  ALFABETICO 


455 


Battiata  Canonici  (an.  1502),  309,  47;  310,  1;  da 
Giulio  II  h  attribuita  al  vescovado  di  Bologna  per 
quando  si  renda  vacante,  I-2;  da  una  rendita  dl 
duemila  llre  ed  e  dal  pred.  pp.  donata  al  cora.  di 
Bologna  per  i  poveri  (an.  1506),  357,  38-40. 
BoLOGNA  (Abbazie):  Abbazia  di  San  Procolo  h  con- 
cessa  dai  Bolognesi  ai  Benedettini  neri  di  Santa 
Giustina  e  le  fe  annessa  la  cliiesa  di  Santa  Maria 
del  Monte  prima  unita  all'abbazia  di  San  Felice 
(an.  1436),  49,  15-18. 

—  —  Abbazia  di  Santo  SrEFANO.  Giacorao  Battaglla 
suo  abate  f  (an.  1452),  141,  34;  h  data  dal  pp.  a 
Vianesio  Albergati,  clie  ne  diviene  abate,  34-35;  fe 
eretta  in  coramenda,  36;  h  posseduta  in  beneficio  dal 
card.  Giovanni  de'  Medici,  che  vi  alloggia  alla  sua 
venuta  in  Bologna  (an.  1506),  356,  35-36. 

—  (Anziani  o  signori)  "  con  il  pod.  Ottolino  da  Man- 
dello  sono  a  Castel  San  Pietro  e  abitano  in  casa  di 
Prlncivalle  Ghirardacci  (an.  1299),  VIT,  19-20  „;ac- 
compagnano  il  leg.  a  Roma  (an.  1428),  8,  22-23; 
fanno  irapiccare  due  soldati  neraici  presi  al  barac- 
cano  di  San  Glacomo  (an.  1429),  12,  5;  due  di  loro 
con  altri  magistrati  d.  com.  si  recano  a  parlamento 
con  Lucido  Conti  card.  leg.  dl  Poraagna,  al  quale 
arevano  ricusato  l'acces80  in  Bologna,  15,  31-35; 
convenzioni  che  li  riguardano  nei  capitoli  d.  pace 
trattata  con  II  pp.,  16,  30-35,  40,  43-44,  47-48;  26, 
43-47 ;  27,  4-5,  7-14 ;  alla  venuta  d.  card.  ieg.  in  Bo- 
logna  espongono  le  bandiere  d.  popolo  e  d.  Iibert4 
alle  finestre  d.  pal.  d.  Notai,  17,  13-14;  fanno  osser- 
vare  al  pred.  che  i  capitoli  d,  pace  non  gli  perraet- 
tono  di  fortificare  la  porta  d.  suo  pal.  e  quegli 
ne  depone  l'idea,  39-40;  avvertiti  che  Giovanni  da 
Ferrara  si  aggirava  in  modo  sospetto  intorno  alla 
casa  dl  Battista  Canetoli  lo  fanno  prendere  e  porre 
al  tormento  (an.  1430),  21,  39-41;  U  pred.  coiifessa 
la  congiura  ordita  per  fare  entrare  i  neraici  e  i 
banditi  in  Bologna,  41;  assistono  in  San  Pietro  alla 
noraina  a  cav.  di  Luigi  Griffoni  (an.  1432),  31,  20- 
23;  si  raccolgono  al  pal.  d.  governatore  con  gli 
altri  magistrati,  32,  27-29;  vanno  incontro  in  grande 
pompa  al  nuovo  governatore  Marco  Condulraer  (an. 
1433),  33,  40-44;  prendono  parte  alla  processione 
d.  Madonna  d.  Guardia,  34,  36-35,  1-5;  persuado- 
ao  Luigi  Grlffonl,  recatosi  pr.  loro,  a  deporre  le 
arml  (an.  1434),  38,  8-9;  sono  rinnovati  dal  Senato 
(an.  1438),  52,  49-53,  1-2 ;  prendono  possesso  d.  loro 
ufficio  e  si  insedlano  nel  Pal.  raaggiore,  2-4;  in- 
tervengono  a  una  messa  solenne  cantata  in  San 
Leonardo,  55,  11-13;  avvertiti  che  Battista  Canetoli 
eraai  impadronito  d.  Piazza  ed  era  in  Pal.,  fanno 
suonare  a  raccolta,  56,  40-42;  sono  rassicuratl  dal 
pred.  sulle  sue  intenziont,  42-45;  si  recano  incontro 
all'imp.  di  Costantinopoli  di  passagglo  a  Bolngna 
(an.  1439),  59,  44;  indotti  da  amici  dl  Annibale 
Bentivoglio,  comandano  al  pod.  di  Impadronlrsi  di 
Toinmaso  Canetoli,  9;  60,  1-4;  ordinano  per  Santa 
Cecilla  una  solenne  proccssione  in  rlngraziamento 
dell'ai:cordo  col  Picclnino  (an.  1440),  67,  39-40;  of- 
frono  alla  Santa  innanzi  alla  sua  chiesa  quattro 
prigioni  e  tornano  a  Pal.,  40-42;  con  i  Sedici  Ri- 
formatori  d.  Stato  danno  il  loro  conienso  all'ele- 
zione  dl  Guid'Antonlo  Lambertlnl  a  conte  dl  Pog- 
gio  Renatlco  (an.   1441),  70,  30-32;  vanno  incontro 


al  Piccinino  fuori  porta  San   Felice   con   i   gonfa- 

loni  spiegati  (an.  1442),  71,  41-42;  conducono  11  pred. 

in    Pal.,   42-43 ;    il    pred.    toglle    loro    le   chiavi   d. 

porte  d.  c.  (an.   1443),  75,25;  raantengono  signoril- 

mente  nelle  Larae  Siraonetto  dall'Aquila  capo  degll 

aiuti  fiorentini  e  gli  fanno  presenti,  88,  23-24  ;  danno 

un  salvacondotto  a  Battista  e  Galeotto  Canetoll,  99, 

20-21 ;  liberano  i  soldati   di  Taliano   di  Forli   con- 

dotti  a  loro  prigionieri  dai  contadini  di  San  Vitale, 

provocando    il    risentimento    di   questi    (an.    1445), 

100,   10-12;  nel  tumulto  seguito  alla  f  di  Annibale  si 

adoperano  a  pacificare   i   partiti   per   consiglio   di 

Girolamo    Bolognini   e  di   Melchlorre   da   Moglio, 

105,  11-12  cf.  S-9;  tra  i  patti  d.  pace  con  Nicol6  V 

h  stipulato  che  la  loro   elezione   sia   fatta   secondo 

l'uso  (an.  1447),  123,  41-42;    fanno    giostrare   con  i 

barberi  un  palio  per  San  Petronio,  124,  44-48;  fan- 

no  aprire  un'altra  porta  in  Pal.  per  loro    comodo, 

raa  debbono  chluderla  per  ordine  d.  pp. ,  125,  1-3; 

vanno  incontro  con  i  gonfaloni  a  Galeotto  Spada, 

che  recava  al  leg.  il  cappello  cardinnlizio  (an.  1449), 

128,  18-20;   intervengono   alla   messa   solenne  e   al 

pranzo  offerto  dal  neo  cardinale  e  governatore  Astor- 

re  Spada,  31-32;  ricevono  doni  dal  pred.,  32-33;  alla 

loro  volta  gll  offrono  presenti,  34-35;  sono  avvertiti 

da  un  soldato  d.  coraplotto  ordito   per  introdurre 

in  c.  il  vicerfe  di  Napoli  e   cacciarne   Sante    Benti- 

voglio,  131,  4;  fanno  imprigionare   e  tormentare  i 

colpevoli,  4-6 ;  udito    da    essi  che    il  coraplotto  era 

stato  ordito  dai  fuorusciti  in  Castel  San  Pietro,  as- 

soldano  Astorre  Manfredi  a  difesa  di  Bologna,  6-10; 

udito  l'entrata  in  c.  d.  fuorusciti   e   d.   signore  di 

Carpi,  scappano  di    Pal.  in   camicia   e   si   nascon- 

dono  (an,  1451),   138,  31-35;  cf.   139,   10;  esaminano 

con   il  leg.    cinque   fuorusciti    e   11   rimandano   al 

pod.,  139,  29-30;  vanno  incontro  aU'irap.  Federlco  V 

(an.   1452),   141,  2-3;  assistono  alla  consacrazione  d. 

chiesa  di  San  Michele  in  Bosco  (an.  1455),  15%  43- 

44 ;  vanno  incontro  al  nuovo  governatore  Lodovico 

Milani,  49-50;   accompagnano  alla  sepoltura  11  Gon- 

faloniere   di   Giustizia  Mekhiorre  da  Mogllo,  161, 

34-35;  di  Pasqua  sentono  la  messa  in  San  Doraenlco, 

(an.  1459),  168,  21-24;  dopo  la  messa  uno  di  loro, 

Gian  Francesco  Poeti,  h  dal  governatore  fatto  cav. 

aurato,  24-25;  vanno  a  porta  San  Fellce  incontro  a 

Galeazzo  Marla  Sforza,  41;  lo  accompagnano  a  San 

Ruffillo,   169,  27-29;  offrono  le  chlavi  e   la  signoria 

d.  c,  a  Pio  II,  170,  8-10;  cf.  31;   lo   accompagnano 

a  Corticella  alla  sua   partenza   per   Mantova,    171, 

42-43;  vanno  a  salutare  11  card.  Bessarlone  al  Servi 

(an.   1461),   177,  29-30;  accompagnano  la  reglna  Car- 

lotta  di  Cipro  alla  sua   partenza  dl  Bologna,  48-50; 

fanno  per  castigo  legare  con  una  catena  al  pilastrl 

d,  pal.  d,  pod.  1  besfemmiatori  (an.  1464),  187,  3-5; 

sono   vlsltati   in    Pal.   da   Galeazzo   Marla  Sforia, 

che  fa  uno  dl   loro,   11   Bargelllni,  cav.   aurato,   e 

cena  con  loro  (an.  1467),  193,  38-40;  per  la  venuta 

d.   nuovo   governatore   SavelH   fanno   la    scelta    d. 

carcerati  che   vogliono   presentare   al  pred.   perchi 

secondo    Tuso   li   llberl,    provocando  la    ribelllone 

degli  esclusl  (an,  1468),  200,  13-17;  cf.  26-27;  vanno 

incontro  al  nuovo  governatore  Savelli,  23-25;  a»ti- 

stono  In  Duomo  alla  vestlzione  a   protonotario  d. 

fancluUo    AntongaleoMO    Bentlrogllo    (an.    1483), 


456 


INDICE  ALFABETICO 


(BolOglM  aHttaMi-arekivi\ 


237,  30-33 ;  ordlnano  che  ful  campanile  dl  San  Ple- 
tro  ttia  un  uomo  c)ie  ribatta  le  ore  di  giorno  e  di 
notte  ai  luono  dell'oroiogio  dl  Piazza  (an.  1484), 
228,  41;  229,  1-3;  lalarlo  clie  accordano  al  pred.,  2, 
e  penallti  clie  gll  commlnano  in  caio  di  non  adem- 
plmento,  3-4;  decretano  per  rinque  anni  una  pen- 
aione  annua  ai  figli  superstitl  dl  Antonio  e  Gio- 
▼annl  Bolognetti  e  li  esentano  da  ogni  dazio  e  ga- 
bella  pcr  venti  anni,  «6-50*.  fanno  impiccare  aicunl 
religioti  colpevoli  di  furto  (an.  1486),  234,  5-6;  per 
non  arere  fatto  interTentre  l'autoriti  eccletlaitica 
nei  gludlzlo  sono  dai  pp.  icomunicatl,  6-II;  asal- 
itono  In  San  Petronio  alla  cerimonia  per  la  conse- 
gna  d.  itendardo  ducale  a  Giovannl  Bentivoglio 
(an.  1493),  270,  34 ;  intervengono  a  una  Rappre- 
sentazione  Sacra  in  San  Petronio  (an.  1494),  275, 
30-21 :  vanno  coi  Gonfalonieri  d.  popoio,  e  i  Mas- 
sari  d.  Arti  al  vescorado  ad  esporre  ali'ambaac. 
d.  pp.  ciie  per  roIont&  di  tuttl  i  magistrati  e  d. 
popoio  ak  Giovanni  Bentivoglio,  ni  l  luoi  figii,  nh 
alcuno  d.  Senato  anderA  a  Roma  (an.  1502),  314, 
32-41 ;  si  recano  incontro  ai  nuovo  governatore 
Gioranni  Lomeilinl  (an.  1504),  329,  43-47;  durante 
il  terremoto  dormono  con  11  Gonfalonlere  ail'aria 
aperta  neli'orto  d.  Pal.  (an.  IJOS),  334,  21-24;  loro 
posto  nel  corteo  papale  (an.  1506),  355,  3t;  sono 
deposti  da  Giulio  II,  ciie  ne  elegge  aitrl,  359,  14- 
tS;  i  nuovi  vanno  in  Pai.  accompagnati  dal  Senato 
e  dai  nobili  e  giurano  fedeiti  neile  mani  d.  pp.,  is- 
20;  dopo  la  bencdizione  d.  pred.,  a  suono  dl  trombe 
e  accompagnati  da  tutta  la  c,  vanno  ad  abitare  nel 
pai.  Bentivogiio,  20-22;  per  volere  d.  leg.  lo  lasclano 
e  tornano  ad  abitare  In  Pal.  nelle  stanze  gi^  loro 
adibite  (an.  1507),  365,  44-47;  vanno  incontro  al 
card.  Aildosl  nuovo  lcg.  di  Bologna,  376,  13-14;  di 
nuovo  incontro  al  pred.  di  ritorno  a  Bologna  (an. 
1509),  394,  22-23;  V.  anche  Btlogna  (comune)  t  Ni- 
coli  Zamieccari,  Pietro  Mexgovi/lani,  Giovanni  Mal- 
vtti,  Nieoli  Mantoli,  Bartolomeo  Camfeggi,  Ca- 
stellano  Gottadim,  Tommaso  Ghisilieri,  Matteo  Ma- 
rescalcki  (an.  1438,  agosto),  Nicolh  dalta  Cavallina, 
Giaeomo  Seccadinari ,  Amerighi  Amerigo,  Giacomo 
Sfada  Saracini,  Giacomo  Canonici,  Lodovico  Rin- 
ghieri,  Alberto  Magnani,  Raimondo  Guidotti  {an- 
1438,  ottobre),  Braiguerra  Caccianemici,  Bartolomeo 
di  Paolo,  Federico,  Nicolb  Gkisilardi,  Antonio  Man- 
xoli,  Bonifacio  Zambtccari,  Giacomo  Sanuti,  Becca- 
dello  Artenisi,  Gaspare  Lupari  (an.  1429),  Bornio 
o  Brunino  da  Sala,  Pietro  DaWOglio,  Romanino  De- 
sideri,  Gaspare  Pa/iaxtoni,  Giustiniano  Marsimigli, 
Tommaso  Bertuccini,  Bartolomeo  Bianchi,  Giovanni 
Zelino  (an.  T4s°)i  Prancesco  Bolognini,  Battista  Iso- 
lani,  Andrea  Battaglia,  Giovanni  Cansaldi,  Gaspare 
Papaxxoni,    Nicolb    Ghisilardi,    Nannino  da  Stiatico, 

Giacomo  Sanuti,  Giovanni  Colttlli  (an.  1431),  Gio- 
vanni  Isolani,  Carlo  Gozxadini,    Gaspare  Ringhieri, 

Gaspare  da  Sassuno,  Dionisio  Casteili,  Pietro  Ca- 
poeckia,  Giovanni  dalle  Coltri,  Pietro  Berti  (an.  /4SS, 
ottobre),  Carlo  Ghitilieri,  Romeo  Pepoli,  Taddeo  Ben- 
tivoglio,  Giaeomo  da  Moglio,  Battista  Poeti,  Nicolb 
Gotzadini,  Battista  Magnani,  Gaspart  Malvexxi  (an. 
1438,  maggio  »»),  Piero  Guidotti,  Nicolb  Sanuti,  Ni- 
colb  Goxxadini,  Lodovico  Caccialupi,  Taddto  Btnti- 
voglio,  Baldassarre  Caccianimiei,  Nicolb  Ghisilardi  e 


Ptregrino  della  Terre  (an.  143S  ittt.  Jietm.),  Gitvam- 
ni  Vigkilrsio  Tomari,  Oraxio  (iiacomi,  Andrea  Pt- 
poli,  Tommato  Zanettini,  Fantuttt  h'antuxxi.  Giacom» 
Ingrati,  Giovanmi  Gahrielli,  Giacomo  Floriani  (au. 
144S  g''"'*<''o)i  Antonio  Ranutti,  Battista  Tttti,  Mel- 
ckiorri  Vixtani,  BologMno  Bolo;;nini,  Caitellano  Get- 
ladini,  Bnldatsarre  Lupari,  Giovanni  Leiani,  Giaeo- 
mo  Pannolini  (an.  I44S,  "laggio),  Nicolb  Sanuti,  Gie- 
vanni  Barigatti  0  del  Calice,  Gaspare  Ringkieri, 
Lodevieo  Biancki,  Lodovico  Caecialupi,  Antonie  Sear- 
dovi,  Giacomo  da  Moglio,  Giovanm  Felieini  (an.  144$ 
luglio-agotto),  Nieolb  Poeti,  Filippo  Bargellini,  An- 
drea  Angelelli,  Nieolb  Pasi,  Filippo  FormagUni,  Mi- 
no  Rosti,  Nano  Vixzani,  Carlo  Zambeccari  (an,  /44S 
sett.-ott.),  Bonaventura  Lodoviti,  Girelamo  Saraceni, 
.Vicolb  Boccadiferro,  Giaeomo  Ringkieri,  Bartolemco 
Lambertini,  Giovanni  Galeatto  Oalluxxi,  l^into 
Gottadini  (an.  144S,  nov.-dicemb.),  Gianfraneeicc  Ctr- 
vellali,  Cristoforo  Caccianemici,  Giaeomo  Caprara, 
Girolamo  Bargellini,  Giaroanni  Pasi,  Taddeo  Benti- 
voglio,  Giacomo  Sampieri,  Tommase  Castelll  (an.  1446 
gennaio),  Antonio  Sampieri,  Giorgio  Vasselli,  Gio- 
vanni  Bianchetti,  Eliieo  Cignani,  Matteo  Garisendi, 
Domenice  Garganelli,  Paolo  Volta,  Giaeomo  Fantutxi 
(an,  1446  maggto-giugno),  Carlo  Zambtccari,  Franct- 
sco  Canonici,  Andrea  Battaglia,  Lodovico  Bianchi, 
Pietro  Magnani,  Giovanni  dalle  Armi,  Giacomo  da 
Moglio,  Scardovino  Scardovi  (an.  /446,  nov.die.); 
Lodovico  Caecialupi,  Romeo  Pefoli,  Ledovicc  itare- 
scotti,  Bartelomeo  Lambertini,  Battitta  Sampieri, 
Dionisio  Castelli,  Gaspare  Malvetti,  Rinalde  Ariosti, 
Cristoforo  Caccianemici,  Filippo  Bargillini,  Giovanni 
Fantutti  (an.  1449  marxo-aprile);  Michele  Gexxadini 
(an.  1461) ;  Michele  da  /mola,  Bgano  Lambertini,  Pao- 
lo  Antonio  CasielU,  Francesco  Ranuxti,  Gian  Anto- 
nio  Gallutti,  Bartolomeo  dalla  Calcina,  Bonifado  Vi- 
tali,  Alberto  Boccadiferre  (an,  1462) ;  Pietro  Canonici, 
Costantino  Serajini,  Giacomo  Mentecalvi,  Giacomo 
Scriianaro,  Antonio  Seardovi,  Vineenxo  dallt  FAbit, 
Giacomo  Rossi,  Bonantonie  Beccadclli,  Astorre  Mal- 
vetxi  (an.  1468) ;  Alessandro  Paltroni,  Virgilio  Ghi- 
silieri,  Bonaventura  Paleotti,  Ercolt  Felicini,  Alts- 
sandro  Legnani,  Giacomo  Lojani,  Giovanni  Romeo 
Barhatxa,  Girolamo  Bolognetti  (an.  iSoj  nov.dic); 
Franctsco  Formaglini,  Guixtardaccio  dal  Medico  (an. 
TS02) ;  Cristoforo  Angelini,  Alessandro  da  Mantolino, 
Francesco  Cenii,  Filippi  Mantoli,  Giambattista  Ca- 
sttlli,  Orsino  Orsi,  Francesco  Boecadiferro,  Andrea 
dal  Giglio  (tso6  novembrt);  Pillegrino  Caccianemici, 
Antonmaria  da  Sala,  Lodovieo  Ringkieri,  Bartelomeo 
Malvetti,  Giacomo  Grati,  Marcello  Garxoni,  Amerigo 
Bianehini,  Giacomo  dal  Giglio  (an.  Tjoy),  Cesare 
Napi,  Francesco  Serafini,  Ctsare  Bargellim,  Alet- 
sandro  da  Moglio,  Uiisse  Musotti,  Leiovico  Benii- 
voglio,  Leont  Malvexti  (IS08). 
BoLOGNA  (Archivi):  Archivio  di  Stato  anticamente 
Cambra  dbgli  Atti  'sua  pianta  e  ordinamento 
degH  Atti,  descritti  dal  Ghirardacci,  CXXVU,  1*- 
CXXVrn-CXXJX,  1-37  , ;  rl  i  conservata  la  boli* 
autentica  d'unione  d.  Cliiese  latina  e  greca  (an. 
1439)1  59,  3S-37;  vi  sono  conservati  j  capitoii  d. 
prestito  fatto  al  com.  di  Bologna  da  alquantl  citta- 
dini  (an.  1440),  62,  2S ;  vi  si  conserra  U  prlviiegio 
di  frate  Gregorlo  di  Monteiparo  in  favore   di   fra 


[BolOgna  arckivi-arti] 


INDICE  ALFABETICO 


457 


Cherubino  Ghlrardaccl  (an.  1589),  "  XI,  30-21,  3-4  „; 
'ric,  LII,  1-4,  j-6;  LIV,  1-4;  LXIX,  3-*  „. 
BoLOGNA   (Archivi)  :   '  Atti  dbl  Sknato,   ric,   XLII, 
26-27 ;  XLVIII,   1-2  „. 

—  —    "  ISTRUMENTI    DEL   SENATO,   ric,     V,    17-25  „. 

—  —    "LeTTBRE     DI   PRINCIPl    AL   SENATO,   ric, 

L,  t-s;  LI,  1-4  „. 

—  —    "LlBRlD.    MAGISTRATI   DKLLBARTI,  ric, 

LVI,  s-i>,  S-g;  LVII,  i-i,  3,  4,  S,  b;   LXXX,  j-6;  XC, 
bo-6>  „. 

—  —  "LiBRi  Partitorum,  ric,  IV,  32-23  „. 

—  —  "MlNUTK  Dl  LBTTBRE  DEL  SeNATO  B 
DELLE     ASSUNTERIB     A  L  L  '  A  M  B  ASC  I  A  T  O  R  E     A 

RoMA,  ric,  XLVII,  1-4,  7-S;  XLVIII,  3-4;  XLIX, 
'•3;  L,  6-«„. 

—  "  Archivio  d.  Monastbro  di  San  Giacomo,  ric, 
XI,  3-3 ;  XIII,  /-»,  3-4,  ij-tq,  37-3S ;  XIV,  ^asso  Ht., 
1-3;  ric,  4-6,  16-17;  XV,  /-»;  XVI,  fasso  cii.,  5-7, 
S-io,  ii-is,  17-ig;  ric,  ig-st;  XXIX,  4-7,  3-4,  S-6;  XXX, 
1-2;  XXXII,   ii-13;  XXXV,  s-6;  XXXVI,  3-4  „. 

—  "  (Archivio  notarile)  Atti  di  Andrea  Ghi- 
RARDACCi,  ric,  V,  30-36;  VI,  2s-a6,  ^r-sS;  XII,  27- 
2S;  XIV,  s-9„. 

—  —    "AtTI    DI    LoDOVICO    CaSARI, /0510  C<Y.,    V, 

'•Sd' 

"Atti  di  Cesare  Forlani,  ric.,VlI,  3-s, 

6-S„. 

—  —  "AttidiFrancbsco  Mosca,  ric,  VII,  /  „, 

—  —  "Atti  di  Giovanni  Paolo  Lolli,  rie., 

vn,  9-10  „. 

—  (Arcidiaconi)  [arciidiacotto]  v.  Rovere  (Dalla)  Fran- 
cesco  (an.   1491),   Bentivoglio    Antongaleatzo  (1491). 

—  (ARCiVEScori)  V.  Paleolti  Gahriele  (aa.  1582-1597). 

—  (Arti)  91  recano  incontro  ad  Antonio  dl  Savoia  la- 
tore  d.  cappello  cardinalizio  al  governatore  di  Bolo- 
gna  (an.  1426),  4,  24-26;  nei  capitoli  d.  pace  tra  Bo- 
logna  e  Martino  V  'k  stabiUto  che  i  loro  Massari  so- 
no  elettl  dalla  c.  (an.  1429),  16,  30;  vanno  incontro 
al  card.  leg.  a  porta  Maggiore,  17,  12;  nei  capitoli 
concordati  tra  Bologna  ed  Eugenio  IV  &  stabilito 
che  i  loro  Massari  pcr  la  prima  volta  sono  el.  da 
venti  consiglierl  deputati  dal  pp.  (an.  1^31),  27,  4-5; 
cf.  26,  43-27,  1-2,  che  ne  deterniina  il  modo,  7-9; 
residenza  assegnata  ai  Massarl,  9-11 ;  mndo  d.  loro 
elezioni  successive,  U-15;  vacazione  dell'ufficio,  15-17; 
vanno  incontro  al  pp.  Eugenio  IV  a  Porta  Mag- 
giore  (an.  1436),  47,  «-9;  i  loro  Massari  sonochiamati 
dal  governatore  Scotti  (an.  1438),  51,  50;  ricevono 
in  carabio  di  un  prestito  dl  due  raiia  ducati  fatto 
al  cora.,  11  dazio  dMmbottatura  (an.  1440),  63,  38- 
41 ;  pongono  a  ogni  porta  due  loro  ricevitori  che 
rlscuotono  11  dazlo  sullc  granaglie  e  sull'uva,  41-43, 
d.  che  si  morraora  in  c,  43;  11  Senato  consegna  ioro 
le  porte  di  Bologna  e  di  tutte  le  fortezze,  67,  43- 
44;  faano  un  regalo  ad  Annibale  Bentivoglio  per 
le  sue  nozze  (an.  1441),  69,  6-8;  sono  loro  conse- 
gnate  dal  Senato  le  porte  d.  c.  perchi  le  custodi- 
scano  (an.  1443),  87,  1-2;  seguono  il  feretro  di  Ni- 
cold  Ghisilardi  (an.  1444),  99,  41-42;  per  1  capltoli 
d.  pace  con  Nicol6  V  ne  sono  el.  i  Massari  secondo 
l'u8o  (an.  1447),  123,  4l-«2;  prcndono  parte  alle  ese- 
qule  d.  vesc.  Giovanni  Poggi  in  San  Pietro  (an. 
1448),  125,  21-22;  i  loro  Massari  vanno  incontro  a 
Galeotto  Spada  latore  d.  cappello  cardlnallzlo  al  leg. 


(an.  1449),  128,  18-19;  vanno  Incontro  col  gonfaloni 
sino  alla  Chiesa  d.  Servi  al  nuovo  governatore  Gia- 
como  Vannucci,  133,  42-43,  e  anche  al  nuovo  leg.  card. 
Bessarione  (an.  14S0),  135,  14-15;  per  l'arrivo  di 
Plo  II  in  Bologna  ogni  Massaro  iia  l'ordine  di  no- 
tare  gli  alloggi  e  i  letti  disponlbili  nelle  singole 
Compagnie  (an.  1459),  168,  8-20;  vanno  incontro  al 
nuovo  governatore  Savelli  (an.  1468),  200,  23-25 ; 
fanno  presenti  a  Giovannl  Bentivoglio  per  le  nozze 
dl  Annibale  (an.  1487),  235,  43-45;  assistono  alla 
messa  in  San  Giacorao  fatta  cantare  da  Giovanni 
Bentivoglio  in  ringraziamento  d.  sua  salrezza  (an. 
1489),  255,  24;  fanno  offerte,  in  special  modo  la 
Compagnia  dei  Beccari,  24-26;  i  Pennacchini  si  co- 
stituiscono  in  arte  con  capitoli  che  il  Senato  con- 
ferma  (an.  1493),  272,  34-35;  i  loro  Massari  coi  Gon- 
falonierl  d.popolo  sono  incaricati  dal  Senato  di  rac- 
cogliere  la  sorama  ofTerta  al  re  francese  (an.  1500), 
299,  38-42;  ogni  Corapagnia  si  raduna  nel  proprio 
luogo  dl  riunione  e  saputo  dai  rispettivi  Massari  che 
11  pp.  vuol  cacciare  i  Bentivogiio  di  Bologna  e  farne 
signore  il  Valentino,  si  tassano  per  procurare  cavalll 
e  fanti  a  difesa  d.  Bentivoglio  (an.  1503),  313,  29- 
33;  1  nomi  d.  sottoscrittori  e  la  somma  data  sono 
raccolti  In  libri,  34-37;  le  Corapagnie  assoldano  ml- 
llzie  per  la  difesa  d.  c,  316,  46-49;  si  recano  a  la- 
vorare  ai  bastioni  di  San  Michele  in  Bosco,  317,  48- 
49;  fanno  doni  a  Giovanni  Bentivoglio  per  le  nozze 
dl  Ermes  con  Giacoma  Orsini  (an.  1504),  332,  37- 
38;  interrogate  dal  commissario  di  Giullo  II  in  ri- 
guardo  alla  venuta  d.  pp.  In  c,  gli  danno  risposta 
conforme  al  Senato  (an.  1506),  345,  13-17:  TArte  d. 
Notai  e  quella  degli  Stracciaroli  chiaramente  dicono 
che  Giulio  II  non  venga,  17-22;  posto  assegnato  alle 
Compagnie  e  ai  loro  Massari  nel  corteo  papale,  355, 
24;  a  esprimere  la  riconoscenza  d.  c  per  i  benefici 
d.  pp.  gli  fanno  donl,  che  sono  assai  graditi,  361,  31- 
33;  i  loro  Massari  col  Gonfalonieri  d.  popolo  tornano 
per  volere  d.  leg.,  all'ordinario  loro  luogo  In  Pal. 
(an.  1507),  365,  49-50;  i  loro  Massari  vanno  incontro 
al  nuovo  leg.  card.  Francesco  Alldosi,  376,  13-14. 
BoLOGNA  (Arti);  artk  dki  Barbibri.  Ne  &  creato  Mas- 
saro  Alessandro  Viani  dal  pp.  Giulio  II  (an.  1506), 
360,  9. 

—  —  ARTE  DEi  Beccai.  Nc  &  nominato  Massaro  Pelle- 
grlno  Cristlani  dal  pp.  Giullo  II  (an.  1506),  360,  1; 
suo  presente  al  pp.,  360,  27-28;  "  vi  e  ascritto  An- 
tonio  Ghirarilacci,  IX,  33  „• 

—  —  artb  dbi  Bambasari.  Francesco  Scappl  Maisa- 
ro,  el.  da  Giulio  II  (an,  1506),  360,  5. 

—  —  artb  dei  Calzolai.  Ne  sono  el.  Massari  da  Glu- 
lio  II  Alesaandro  Tlntori  (an.  1506),  360,  4,  e  Glam- 
battlsta  Ponteselli,  7-8. 

—  —  arte  dbi  Cambiatori.  Bernardino  Deslderi  Mas- 
garo,  el.  da  Giulio  II  (an.  1506),  359,  50. 

—  —  artb  dei  Cartolari.  Baldassarre  UrcelU  Mas- 
laro,  el.  da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  9-10. 

—  —  arte  dei  Cimatori  Istituita  da  Giovannl  Ben- 
tlvogllo  con  l'ordlne  di  lavorare  nella  strada  dei 
Sarti  (an.  1488),  247,  36-39. 

—  —  artb  dei  Drappibri.  Antonio  GrlfTl  Mauaro,  el. 
da  Giulio  II  (an.  1506),  359,  50. 

arte  dbi  Fabbri.  Andrca  dalle  Campane  Mastaro, 

el.  da  Giulio  II  («n.  1506),  360,  3. 


458 


INDICE  ALFABETICO 


[Bolosna  arH-am^am^] 


BoLoaiTA  (Arti)!  •a»t«  dbi  Garzolari  [o  larora- 
torl  dl  eanepa].  W  i  aterittt  LortnM»  Gkirar' 
ilaeei,  IX,  49-jo  „. 

—  —  ARTK  DBLLA  Laha.  Elezlone  d.  rettore  coneordata 
nel  capltoli  col  pp.  Eugcnlo  IV  (an.  1431),  28,  14-17  5 
KUippo  degll  Alberghl  Massaro,  29,  31;  Luigl  Spon- 
tonl  MaMaro,  el.  da  Glulio  II  (an,  1506),  360,  5-6. 

—  —  ARTB  OBi  Leomaiuoli.  GioTannl  PI6  Maisaro, 
el.  da  Glulio  II  (an.  1506),  360,  4-s. 

—  —  ARTK  DBt  Mbrciai.  Glacomo  Buoncompagni  Mat- 
•aro,  el.  da  Glulio  II  (an.  1506),  360,  2. 

—  —  ARTB  UKi  Muratori.  Per  mezzo  d.  suo  Massaro, 
Pietro  da  Cento,  offre  a  Glorannl  BentlTOglio  una 
brocca  d'argento  per  le  nozze  di  Annibale  (an.  1487), 
235,  43-45;  Marsllio  Tagliapietra  Massaro,  el.  da 
Giulio  II  (an.  1506),  360,  «-9. 

—  —  ARTE  DEi  NoTAi.  ZaccarU  Riglietti  ne  h  fatto 
capo  dal  pp.  Giulio  II  in  luogo  di  Bartoiomco  Ve- 
rardi  (an.  1506),  357,  «»-30;  cf.  359,  49-50;  luo  pre- 
sente  al  pp.,  360,  3g-39. 

—  —  ARTB  DBGLi  Orefici.  Per  lc  nozze  dl  Ermes 
Bentivoglio  vuole  offrire  a  Giovanni  dei  vasi  d'oro, 
ma  h  dai  predetto  pregata  di  dargli  Invece  denaro 
(an.  1504),  332,  37-38;  Francesco  Rabuino  detto  il 
Francia,  Massarn  cl.  da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  3-4. 

—  —  ARTK  DEI  PannaiuoLI  \Bisilieri\.  Alberto  Panno- 
ilnl  Massaro,  ei.  da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  8. 

—  —  ARTK  DBi  Pblacani.  Girolamo  Severl  Massaro, 
ei.  da  Glulio  II  (an.  1506),  360,  9-10. 

—  —  arte  dei  Pbllicciai.  Francesco  Fissaroli  Mas- 
saro,  el.  da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  6-7. 

—  —  ARTE  D.  PsscATORi.  Le  i  proibito  di  eleggere  il 
Massaro,  h  privata  degli  Statuti  e  le  fe  tolta  l'esclu- 
sivita  deila  vendita  del  pesce  (an.  1446),  114,  17-19; 
Buonglovanni  Piacevoli  Massaro,  el.  da  Giullo  II 
(an.   1506),  360,  U. 

—  —  QuATTRo  ARTi.  Antonio  Lionelli  Masaaro,  el. 
da  Giuiio  II  (an.    1506),  360,  1. 

—  —  ARTB  DBi  Salaruli.  Mainetto  Mainettl  Massaro, 
el.  da  Giulio  II  (an,  1506),  360,  6;  fa  un  presente 
ai  pp.,  35-37. 

—  —  ARTK  DKi  S.\rti.  Franccsco  Rnzzaii  Massaro,  ei. 
da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  1-2. 

—  —  ARTK  dklla  Seta.  Giacomo  Loiani  Massaro,  el. 
da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  2-3. 

—  —  ARTE  DEOLi  SpBZiALi.  Gifolamo  Tcsta  Massaro, 
ei.  da  Giulio  U  (an.   1506),  360.  1-3. 

—  —  ARTE  Db:GLi  Stracciaioli  fa  riparare  la  Croce 
di  porta  plantata  da  San  Petronio  (an.  1453),  141, 
30-33;  h  invitata  aile  nozze  di  Santc  Bentivogllo 
(an.  1454),  147,  33,  36;  suoi  doni  ai  pred.,  150,  9- 
33;  Vincenzo  Dosi,  Massaro,  el.  da  Giulio  II  (an. 
1506),  360,  1;  suo  presente  ai  pp.,  39-30. 

—  (Bandibrk)  esposte  ailc  finestre  d.  pal.  d.  Notai  per 
l'entrata  dei  leg.  in  c.  (1439),  17,  13-14;  quelle  d. 
liberti,  d.  popolo,  d.  pp.  e  d.  Chiesa  sono  portate 
Innanzi  al  nuovo  governatore  Giovanni  Bosco  (an. 
1431),  29,  42-45;  poste  dal  Senato  In  Galliera,  95, 
15-16. 

—  (Bargello)  ordina  a  Mercadino  e  (Tiovanni  Ti- 
gnoso  di  arrestare  un  tale  Battista  colpevole  di  fe- 
rimento  (an.  1431),  26,  7-8. 

—  (Battidizzo)  [Batt:'riiceio],  ric,   181,  39. 

—  (Battiferro)  rlc,  181,  33,  35. 


Boloona  (Bibuotkhr)  :  *  Bim.iotbca   arcivzscovilk 
rie.,  XXXVI,  //-/i  ,, 

—    —  *  BlBLIOTBCA  COMUNALR  DBLL'ARCIIlnINNA8IO.  VI 

iono  conservati  gll  Bstratti  Htl  Carrati,  ric.,  VI, 
5-9,  j-s;  IX,  »,  gli  Indiei  d.  Afatim*,  ric.,  IX,  »#- 
>S,  *<),  JO,  Si,  43,  A  49,  SO,  i9,  71,  T,  »0-i3,  »4,  91,  9», 
99,  i  M$.  FantuMzi,  rie.,  XXXVII.  /■»;  XXXVUI, 
4-S',  LXXXIII,  faito  cit.,  i}-i4\  LXXXIV,  i-q,  1 
Recapiti  d.  S*nato,  rie.,  XI,  *4-J7,  s;  ss,  l  Vac- 
chfttini  A/idoti,  IX,  16-17,  31-33,  34,  37-38,  30,  47-41, 
56,  57-58,  65,  86-87,  88  89,  93,  94-95,  98-99;  vl  si  con- 
serva  il  ras.  orlg-nale  d.  2"*  vol.  della  Ilittoria  di 
Bologna  d.  Ghirardacci,  LIX,  1-4;  e  l'unico  eaera- 
plarc  a  stampa  deli'edizione  lucchese  d.  3"  vol.  delia 
Uistoria  pred.,  LXUI,  lo-ll;  rie..  IV,  /-»,  j-4;  VII, 
//-/*,  13-14,  IX,  j-j,  ai-tb,  33-34,  44-4 S,  49,  so-sh  ^bi, 
t>7,  73-74,  39-90,  97-9»,  XVII,  55,  60-61;  XVIII,  3-4; 
XLIV,  5-6;  LXI,  6-7,  11-12;  LXIX,  /-j.  u-/t,  LXX, 
/-j,  LXXI,  1-3,  LX.XIV,  /-j,  3-4,  LXXXV,  4-s;  XCII, 
i.4;  XCHI,  1-4,  XCV,  /-j,  3-4,  S-t>\  XCVI.  •->,  3-4, 
S-6,  7-8;   XCVII,    /-j,  s-4.  S-9',  XCVm,  /-»,  3-4,   S*, 

r-S,  9-'o;  XCIX,  /-j,  3-4,  s-6,  7-S,  9-'o;  C,  /-j,  CI, 
'-',  3-4,  s-6,  CII,  /-j,  3-4;  CV,  i-a;  3-4;  CVn,  i-t, 
3-4;  CVIII,  /-j,  3-4,  j-6;  CIX,  /-j,  CX,  /-j,  CXI.  /-j, 
CXII,  t-t..f-4;  CXIII,  /-j;  CXIV,  ,-t,3-4,  s-6;  CXV, 
/-j;  CXXXVII,  4-5;  CLVIII,  i-t  „. 

—  —  BiBLioTECA  Di  San  DoMENico  costruita  da  Lodo- 
vico  Bolognini,  297,  39,  e  tcrminata  (an.  1499).  39. 

—  —  *  Librkria  Malvezzi  ric.  LXXXI,  /,  3  «• 

—  —    *  BlBLIOTECA  UNIVER.SITARIA/OM»«fc  //  ml.  SH  e*i 

fu  fatta  fedizione  lucchese  d.  3"  vol.  de/i^Wttoria.  dl 
Bologna  d.  Ghirardacci,  LXIII,  /J-/j;  fotsiede  mn 
esemf/are  d.  rara  edizione  bo/ognese  de/ie  Ittorie  di 
Bologna  de/  Sigonio,  CXXXVil,  4-7;  rie.,  111,  tr-,S ; 
XXXIII,  /-j,  3-4;  XXXV,  3-4;  XXXVI,  1-3,  5-6,  8-9; 
XXXVUI,  32-33;  XXXIX,  5-6,  XL,  6-7,  XLV,  9-10; 
LIV,  62-63;  LXIV,  11;  LXVIII,  1,  3-3;  LXXU,  j? 
LXXIII,  4-5;  CXXXVII,  4;  CXLVUI,    1-3,. 

—  (Bolluttk)  V.  Bo/ogna  (imfoslt). 

—  (Borghi):  borgo  San  Giacomo.  I  nemici  ne  acalano 
e  rompono  le  mura  pcr  farvi  entrare  1'etercito  (an. 
143S),  11,  33-33;  dato  l'allarme  vi  accorrono  i  clt- 
tadini,  che  ne  cacciano  i  nemici,  33-35. 

—  —  "  BORGo  San  Lorenzo.  Vi  ablta  Andrea  Ghirar- 
dacci  nella  casa  di  Filippo  Sighicelii  (an.  I5$9)i 
V,  16-17  ,. 

—  —  borgo  San  Marino  ric,  334,  38. 

—  —  BORGO  San  PiETRO.  II  nemlco  arriva  al  barracano 
silenziosaraente  e  tenta  scalarne  le  raura  (an.  1439), 
14,  14-18:  il  pred.  e  ributtato  dal  popolo  accorso 
in  armi,  19-34;  rlc,  52,  34-35;  e  danneggiato  dalla 
piena  delPAvesa  (an.  1450),  136,  37-38;  ric,  137,  31; 
336,  33. 

—  Broccaindosso,  ric,   181,  49. 

—  (Camriatori)  hanno  il  loro  uiiicio  in  Piazza  sotto 
II  portico  a  oriente  (an.  1496),  290,  33-35. 

—  (Camera)  concede  due  mila  ducati  per  il  rifacimen- 
to  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  387,  24. 

—  (Camera  ubgli  Atti)  t.  Bo/ogna  {Archivio  di  Stato). 

—  (Campank).  La  campana  de'  CoUegl  e  posta  sulla 
torre  d.  com.  (an.  1439),  15,  33-33;  la  campana  di 
San  Petronio,  gii  portata  da  San  Giovanni  in  Per- 
siceto,  suona,  priraa  che  sia  fusa  quella  d.  Pai.  d. 
Notai,  per  1'entrata  in  ufEcio  degU  Aniiani  e  Gon- 


[Bologna  campane-castello  di  Galliera\   INDICE    ALFABETICO 


459 


falonieri  (an.  1430),  23,  30-31;  si  fonde  la  campana 
per  il  pal.  d.  Notai  ove  abitava  la  Signoria,  che 
deve  suonare  all'entrata  in  ufBcio  degli  Anziani 
c  Gonfalonieri  d.  popolo  e  ogni  volta  clie  si  radu- 
nl  il  Consiglio  (an.  1430),  23,  28-30;  la  pred.  cam- 
pana  fe  dal  governatore  Daniele  Scotti  folta  dal 
pal.  d.  Notai  e  posta  sul  pal.  da  lui  abitato  (an. 
1431),  43,  U-I5;  fe  rifusa  la  campana  deU'Arrengo 
rottasl  (an.  1437),  50,  II-12;  si  spezza  quella  d.  torre 
d.  Asinelli  (an.  1443),  97,  *3-<l;  nc  viene  gettata 
una  nuova  (an.  1444),  40-41 ;  emblemi  impressivi, 
♦2-43;  la  pred.  fe  Innalzata  sulla  torre  degll  Asinelli 
dalla  partc  d.  Carrobbio,  44;  cf.  41;  la  campana 
delI'Arrengo,  nuovamente  rottasi,  h  rinnovata  (an. 
1453),  143,  20-21;  i  rifatta  la  campana  mezzana  d. 
Duomo  (an.  1482),  225,  23-24 ;  fe  fusa  la  campana 
grossa  di  detta  Chieaa  (an.  1485),  232,  47-48;  ne  sono 
tirate  tre  sulla  torre  di  San  Petronio  (an.  1487), 
243,  44;  la  campana  della  torre  dell'orologio  cade 
in  Piazza  per  un  incendlo  (an.  1492),  268,  3-4;  e 
rifusa  da  Gorello  francese  con  quelle  per  la  Ma- 
gione,  per  le  Grazie  e  per  San  Petronio,  5-6;  cf. 
266,  1-3 ;  la  campana  nuova  dell'orologio  avendo 
suono  eguale  a  quella  dell'Arrengo  6  data  ai  Servi 
in  cambio  d.  loro  campana  grande  (an.  1493),  269, 
28-31 ;  &  gettata  un'altra  campana  per  l'orologio  d. 
peso  di  seimiladuecontonovanta  libbre  e  posta  sulla 
torre,  32-33 ;  viene  subito  spezzata  perchfe  non  ido- 
nea,  33-34 ;  si  fonde  un'altra  campana  per  rorologio 
di  seimila  libbre,  che  riesce  buona,  272,  30-31;  si 
rifonde  la  campana  per  la  torre  degU  Asinelli  rot- 
tasi  (an.  1507),  367,  19-21. 
BoLOGNA  (Canali);  Cavadiccio  ric,  20,  32;  181,  26,  32. 

—  —  Cbn-tonara  ric,  210,  34;  vi  passa  Tavanguardia 
dell'esercito  di  Carlo  VIII  (an.  1494),  277,  22. 

—  (Cakculi.kria).  Vi  &  registrato  in  otto  fogll  l'atto 
con  cul  11  re  di  Napoli  incorpora  nella  casa  d'Ara- 
gona,  con  dirltto  di  portarne  il  nome  e  le  armi,  Gio- 
vanni  Bentivoglio  coi  suoi  figli  e  discendenti  (an. 
1482),  224,  27-28. 

—  (Capitanato  dexlb  porte).  Per  i  capitoll  dl  pace 
concordatl  con  Eugenio  IV  i  conferito  dal  icg.  o 
governatore  d.  c.  assistito  da  venti  consigHeri  (an. 
143 1),  27,    18-20. 

—  (Capitani  e  CAPiTAJfO  Di  balIa)  V.  Antonio  Petrucci 
di  SieHa(An,  1416),  Nicoli  Portinari  {a.n.  m^),  Anto- 
nio  Sacchi  (an.  1439),  Martino  dalla  Roeca  (an.  1444), 
Luchino  Negri  (an.  1466,  1475),  Marco  Pio  (an.  1484). 

—  (Capitani  di  Galliera;  v.  Ba/tista  da  Narni  (an. 
1438);  Sacramoro  (an.  1439);  Tartaro  Perugino  (tsi. 

1443)- 

—  (CAPlTAifi  D.  guardie)  t<.  Giacomo  dal  Lino  (an. 
1439  gennaio-giugno). 

—  (Capitani  d.  pdrtb)  sono  cambiatl  dal  nuovo  go- 
vernatore  Danlele  Scotti,  la  sera  stessa  d.  suo  in- 
gresso  in  Bologna  (an.  1433),  43,  II-U. 

—  (Capitani  d.  milizib)  I'.  Luigi  da  Sansevirino  (an. 
1428),  Simonetto  dalP Aquila,  Pietro  da  Navarrino, 
Tiberto  Brandolini,  Guido  liangoni,  Gottifredo  (an. 
1443);  Guidantonio  Manfredi,  Taddeo  Marchcsi  (nn. 
1446);  Gregorio  d^Aag/iiari,  Braccio  Bagliont  (an. 
1447);  Scariotto  (an.  1448);  Astorre  Manfredi  (aa. 
1448,  1449,  1451);  Antonio  Trotti  di  Aleuandria, 
Giacomo  Rossi  di  Pafma  (an.    1468);    Nicoli   Ran. 


goni  (an.  1478);  Ranuecio  di  MarzaHo  (an.  1500); 
Giovanni  Gomaga  (an.  1502);  Giovanni  da  Sassa- 
tello,  Ramaizotto  da  Scaricalastno  (an.  1508). 
Bologna  (Carceri)  sono  vendute  dal  com.  a  Giacomo 
dal  Lino  e  ad  Azzo  da  Quarto  con  l'obbligo  di 
costruirne  di  nuove  (an.  1443),  75,  9-11;  Giovanni 
Lodovisi,  Giovanni  Fantuzzi  e  Carlo  Ghisilieri  sono 
el.  soprastanti  alla  fabbrlca,  11-13. 
—  (Castello  Dt  Galliera)  due  volte  fabbricato  dalla 
Chiesa  i  due  volte  rovinato  dai  Bolognesi  [s.  a.', 
82,  33-34;  essendo  presidiato  da  milizie  d.  Chiesa 
fe  occupato  e  posto  a  sacco  dai  Bolognesi  (an.  1435), 
41,  31-34;  h  restaurato  da  Eugenio  IV  [an.  1436], 
82,  34-35;  cf.  46,  22-23;  vi  si  reca  il  pp.  con  la  scusa 
di  visitarlo,  ma  per  partirne  secretamente  11  giorno 
dopo  (an.  1438),  50,  33-35;  11  Piccinino  ne  promette 
il  riacquisto  ai  Bolognesi,  52,  40-41  ;  il  pred.  vi 
manda  alcune  bandiere  di  fanti  ad  assalirlo,  45-46; 
vi  rimane  f  Francesco  da  Dugliolo,  46-47;  11  Pic- 
cinino  vi  fa  scavare  alPintorno  una  larga  fossa  per 
impedirne  le  sortite,  47-48;  ne  fe  stretto  maggior- 
mente  l'as8edio,  53,  5;  cf  8-10;  il  castellano  d.  Chie- 
sa,  Battista  da  Narni,  promette  di  renderlo  per  sette 
mila  ducati  se  non  ricevera  aluti,  5-8;  fc  reso  dal 
pred.,  11-12;  vi  sono  poste  le  guardie  e  sulla  torre  in- 
nalzato  lo  stendardo  di  Bologna,  13-14  ;  il  Piccinlno 
vi  pone  un  presidlo  dl  quattrocento  uomini  contro 
l  patti  stabiliti  tra  il  duca  Visconti  e  i  Bolognesl, 
21-23,  cf.  82,  35-37;  vl  entra  Battista  Canetoli  ccn 
comraendatizie  d.  duca  Visconti  (an.  1439),  56,  37-38; 
il  Canetoll  ne  esce  il  mattino  seguente  con  il  cap. 
Sacramoro  e  trecento  cavalli,  38-39;  il  Senato  vi  fa 
Imprigionare  Galeotto  Canetoli  e  molti  amici  d.  pred., 
59,  11-12;  e  Giovanni  Ambrosinl,  12-14;  tutti  i  pred. 
ne  escono  liberi,  15-16;  vl  si  reca  Battisia  Canetoli 
con  cinquecento  armati,  60,  13-14;  il  pred.  ne  parte, 
16;neparte  anche  i  1  cap.  Sa  c  ramo  ro,  17-18; 
ric,  61,  24;  per  i  pattl  tra  il  Piccinino  e  Bologna  \ 
eccettuato  dalla  consegna  d.  castelli  al  Com.  (an. 
1440),  67,  28,  cf.  65,  11;  per6  questo  si  obbliga  a  pa- 
gare  centocinquanta  uomini  di  guardla  mantenutivi 
dal  Piccinino,  21-25;  ric,  74,  28;  vi  sl  riduce  a  salva- 
mento  Cervato  di  Caravaggio  (an.  1443),  81,4;  mal- 
grado  la  ribeilione  d.  c.  al  duca  h  ancora  agli  ordini 
dl  NicoI6  Piccinino,  82,  6-7;  i  cittadini  asserragllano 
le  strade  per  irapedirne  sortite  improvvlse  contro 
la  c,  8-10;  &  rifiutato  dal  castellano  Tartaro  Peru- 
gino  al  com.  raalgrado  gH  fosse  da  questo  oflFerta 
una  gomma,  17-19;  cf.  47-49;  anzi  ii  pred.  Tartaro 
minaccia  di  introdurvl  Luigi  dal  Verme,  20-21;  sua 
forma  e  posizione,  27-33 ;  sue  difese,  38-43 ;  ne  h  fatta 
interrorapere  la  congiunzione  con  le  mura  dl  Bo- 
logna  dal  Plccinino,  43-46;  abltazloni  d.  soldati  e 
torre,  46-47;  opere  fatte  da  Annibale  BentlvogHo 
per  Impedirne  le  sortlte  in  c,  86,  39-43;  cf.  90,  Jl- 
34;  domandato  dairambasc  d.  Visconti  al  Senato 
sotto  speclc  dl  potere  aiutare  la  c.  in  ogni  occor- 
renza,  87,  19-23;  ma  11  Senato  rlsponde  che  vuole 
dlstruggerlo  per  levarsi  un  morso  di  bocca,  23-25; 
con  le  bombarde  aiuta  Astorre  Manfredi  cap.  dcl 
Piccinlno  entrato  dl  sorprcsa  in  Bologna  da  Porta 
Galllera,  36-37;  i  rifornito  di  vettoraglle  dal  pred., 
38-39;  ne  escono  moltl  dl  quelli  che  vl  si  erano  sal- 
yati  quando  11  Picclnlno   fu  fatto  prlgione,  40-41; 


460 


INDICE   ALFABETICO        [Bologa*  catUlU  di  GatUtra-cUM^ 


bombarda  Bologna,  46-47  ;  1  fuol  preaidl  ti  aszuflkno 
In  mercato  col  popolo  armatotl,  47-4t;  molettato 
con  le  bombarde  dal  ISoIogneii,  ctie  ne  abtwttono 
un  tratto  d.  mura,  89,  37-40;  alcunl  d.  pretidlo  fanno 
prlglonlerl  due  vedette  Bolognesi  verso  la  Maica- 
rella,  44-4S;  i  tuoi  preildl  dlfendono  II  molino  di 
Bernardo  Sampieri  fuori  porta  Galllera,  che  i  Bo- 
logneai  ccrcano  invuno  distruggere,  90,  lj-l7 ;  i 
prcd.  ne  rogilono  aramorbarc  l'aria  gettandovi  den- 
tro  carogne,  17-20;  4  consegnato  al  Senato  da  Tar- 
taro  che  ne  esce,  giusta  i  pattl,  col  pretldio,  95, 
ia-l3;  II  Senato  vl  fa  porre  le  sue  bandiere,  13-16; 
ti  delibera  dl  rovinarlo,  30-31;  h  gettato  a  terra  sino 
dai  fondamenti  a  eocezione  di  una  cappella  dipinta 
da  Giotto,  31-34 ;  vi  passa  I^ulgl  Gonzaga  di  ritorno 
nel  tuo  ttaio  (an.  1449),  133,  49;  fa  un  dono  per 
le  nozze  di  Sante  nentivoglio  (an.  14S4),  150,  3S- 
36;  ne  sono  ric.  gli  orti,  181,  33;  ric,  39;  fa  un 
presente  aile  nozze  di  Giullo  Malvezzl  (an.  1464), 
185,  3;  devastato  da  un  uragano  (an.  1465),  188, 
Jl;  ne  e  fatto  vlcario  Giovanni  Malvezzi  (an.  1467), 
192,  36-37;  si  Ak  mano  a  ricostruirio  pcr  ordine  di 
Giullo  II  (an.  1507),  363,  11-19;  ii  pred.  in  abito 
pontlfir^le  ne  bcnedice  i  fondamenti  e  vi  pone  la 
prima  pietra  con  sei  monete  d'oro  e  sei  d'argento 
colla  Hua  eliigle,  364,  9-34 ;  anche  fa  porre  poco  ion- 
tano  dalla  porta  una  pietra  da  lui  bencdetta  con 
Impressa  la  querce  d.  suo  stcmraa,  34-38,  e  maledice 
chiunque  mai  osasse  rovinario,  35-40;  il  leg.  dona  ai 
capomastro  che  ne  cura  la  costruzione  ventl  ducati 
d'oro,  40-41;  k  fabbricato  con  taie  arte  e  soiidita  che 
quando  occorse  disfarlo  molto  vi  si  penft  con  fuoco 
poivere  di  bombarda  e  aceto  [s.  a.],  41-45;  4  fornito 
di  vettovaglie  tolte  dal  ieg.  ai  pal.  Bentivoglio  (an. 
1507),  367,  43-46;  l'arciprete  che  lo  avea  ricostruito 
h  da  Giulio  II  creato  vesc.  di  Nicea  (an.  1508), 
393,  ii-iJ. 
BoLOGNA  (Chiavichb)  [conduUurc\.  Ne  sono  fatte  fabbrl- 
care  parecchie  dal  Senato  (an.  1462),  181,  20;  loro 
enumerazione  e  descrizione,  30-182,  1-4;  il  condotto 
che  per  i  Pelacani  e  la  selciata  va  a  porta  Casti- 
glione  immette  acqua  chiara  nella  vasca  d.  Benti- 
Togiio,  371,  4S-47. 

—  —  CHIAVICA  DKI,  ToRLBONE  [TorgUone],  ric,  181,  50. 

—  (Chiese)  sono  interdette  da  Giaiio  II  e  piii  non 
ri  si  celebra  (an.  1506),  347,  19-21,  25-26;  tutte  de- 
vono  rispondere  a  stormo  al  suono  d.  canipana  d. 
pod.  sotto  minaccia  di  essere  altrimenti  saccheg- 
giate  dal  popolo,  350,  5-6. 

—  —  (Battistero)  I'.   Bologna  {ckiesa  di  San  Pittro). 

—  —  CArPBLLA  BoTTRiGARi.  Ne  rovina  la  voita  a  ca- 
glone  del  terremoto  (an.  1505),  333,  40-41. 

CAPPKLLA  Di  San  Bartolomeo  V.  Bologna  (cUesa 

di  San  Pietro). 
CAPPELLA  Di  San  Giovanni  d.  Bentivogilo;  v. 

Chiesa  di  San  Giaeomo. 

—  CAPPELLA  Dl  San  MiCHELB  T'.  Bologna  (ckitsa  di 

San  Domenieo). 

—  —  CAPPELLA  Di  San  Pistro  Martire  t.  Bologna 
{Chiesa  di  San  Domenico). 

—  —  CAPPELLA  Dl  San  Siro  dietro  le  case  d.  Bocchi ; 
ii  procuratore  Alberto  Salaroll  vi  fa  abbattere  una 
torre  che  gli  appartenava  e  sull'area  fabbrica  una 
casa  (an.  1443),  72,  30-22. 


lioLoaiTA  (Chiub):  CAPPctXA  dx  Sav  Tommaso  dhlla 
Braiiva.  NelU  lua  parrocclUk  abita  Pletro  Monte- 
renzl  (an.  1438),  55,  41. 

—  —  CAPPRLLA  ui  Santa  Brigida  4  uoita  alla  chieta 
di  San  Petronlo  (an.  14S1),  139,  41-49. 

—  —  CAPPKLLA  i>i  Santa  Cccilia  [oratorio]  vldno  alU 
chiesa  di  San  Giacorao,  67,  40;  *cf.  XVII,  1  ,;  •te 
ne  hanno  notizle  importanti  nei  Libro  Economie» 
d.  Ghirardacci,  XXX,  40,^. 

CAPPKLLA  Dt  SaNTA    MaRIA    MADDALKNA  V.  Bolo- 

gna  {ehiesa  di  San  Domenico). 

—  —  Chibsa  di  Sant'Agostino  rlc,  213,  6. 

—  —  CHIBSA  Di  Sant'Andrka  intcrdetta  dal  card.  di 
San  Glorglo  per  aicuni  benefici  usurpati  dal  cap- 
peilani  (an.   1492),  268,  32-J6. 

—  —  ciiiESA  ui  Sant'Antonio  ui  San  Mamolo  ric, 
181,  41;  291,  25;  380,  43. 

—  —  CHIESA  Di  San  Bartolomeo.  Nc  fe  rettorc  Tom- 
mato  da  Penna  (an.  1443),  74,  43;  \  atterrata  con 
la  torre  antlchittima  per  fare  il  mercato  (an.  1496), 
290, 24-25;  4  riedificata  per  opera  dl  Fiiippo  e  Giam- 
battlsta  Nadi  (oa.  1498-1499),  294,  I6-IS;  vi  ti  dice 
ia  messa  ia  domenica  deIl'oIlvo,  lM9;  ric,  335,  31-39. 

CHIESA  Di   San   Basilio   ric,   215,   26-37;   viene 

abbattuta  pcr  dare  iuogo  alla  chiesa  d.  SS.  Annun- 
ziata  (an.  1475),  215,  38. 

CHiESA  Di  San  Bbnbobtto  di  Galubba  ric,  86, 

41-43;    181,    18. 

CHIESA  di  San  Biagio.  Nci  cimitero  vi  e  teppei- 

iita  nascottamente  ia  mogiie  di  Cornelio  Bargeiiinl 
da  lui  uccisa  (an.  1496),  290,  5-6;  ii  corpo  d.  pred. 
fe  dissepolto  e  portato  ai  Servi,  6-7. 

—  —  CHissA  Di  San  Colombako  intcrdetta  dai  card. 
di  San  Giorgio  per  alcuni  benefici  usurpati  dai  cap- 
peliani  (an.   1493),  268,  32-36;  cf.  269,  5-*. 

ciiiESA  Di  San  Cristoforo  del  Ballatoio.  Vi 

sono  sepoltl,  appena  uccisi,  i  corpi  di  Antonio  Ben- 
tivoglio  e  di  Tommaso  Zambeccari  (an.  1435),  45, 
39-40;  II  Bentivoglio  piu  tardi  4  trasportato  a  San 
Giaconio  [an.  1436],  40-50. 

—  —  CHiiiSA  ni  San  Cristoporo  dkij.e  Muratellk 
[San  Cristoforo  delle  M»rmde/le\  dietro  ii  Collcgio  di 
Spagna;  vi  abitano  i  frati  Eremitani  che  per  or- 
dine  d.  pp.  passano  nelia  Chiesa  di  SanfAnna  (an. 
1456),  163,  21-23;  4  abbattuta  per  dar  potto  alla 
fabbrica  d.  mon.  di  Santa  Chiara,  23-34. 

—  —  chiesa  di  San  Cristoforo  di  Saragozza.  Vi 
abitano  i  frati  dl  Santa  Brigida  (an.   1439),  17,  34. 

—  —  DuoMO  V.  ehiesa  di  San  Pietro, 

—  —  chiesa  di  San  Domenico.  Neiia  cappeiia  d.  Santi 
Pietro  e  Paolo  viene  sepoito  Giovanni  da  Imola, 
dottore  famoso,  senza  alcun  epitaifio  (an.  1436),  49, 
23-25;  dopo  molti  anni  ie  ossa  d.  pred.  sono  tra- 
sterite  nei  sepolcro  d.  Garisendi,  25-27;  vi  J;  sepoito 
Rizzardo  Pepoll  (an.  1440),  61,  27-28,  Gaieazzo  Pe- 
poii  (an.  1449),  129,  44-45,  Melcliiorre  Azzoguidi 
(an.  1456).  163,  29,  Battista  Sampieri  e  GaspareRin- 
ghieri  (an.  1457),  165,  6;  vi  si  mostra  una  tpina 
d.  corona  d.  nostro  Signore  (an.  1459),  168,  23-34; 
dopo  ia  messa  detta  innanzi  agli  Anziani  e  al  Gon- 
faloniere,  ii  governatore  vi  fa  cav.  aurato  Gion- 
francesco  Poeti,  24-35  ;  vi  b  sepolto  assai  onorevol- 
mente  Lodovico  Marescotti,  172,  7-8,  Giacomo  Mar- 
siii  (an.  1465),  189,  6-7,  e  Bartolomeo  Ercoioni  (on. 


[Bologna  ciiese] 


INDICE  ALFABETICO 


461 


1469),  201,  23-2«;  vl  h  cantata  la  tnessa  da  Lodorlco 
Lodovisi  commendatore  dell'abbazia  di  San  Felice 
(an.  1474),  214,  28-30;  vi  h  seppellito  il  dottore 
Alessandro  Tartagnl  (an.  1477),  216,  41-42;  i  figU 
di  lui  gli  innalzano  un  sontuoso  mausoleo  a  sini- 
stra  d.  cappclla  maggiore,  42-43;  anche  vi  e  seppel- 
lito  il  senatore  Alberto  Cattanl  con  molta  sempll- 
cita  per  suo  ordine,  46-217,  1-3;  vi  sono  sepolti  Gio- 
vanni  Guidotti  (an.  1478),  218,  I8,  e  il  medico  Baverio 
Bonetti  (an.  1480),  222,45-46;  vi  convengono  i  nuovi 
Gonfalonieri  di  porta  San  Procolo  per  fare  l'entrata 
solenne  in  ufficio  secondo  la  nuova  disposizione  (an. 
148S),  231,  37;  Galeazzo  Marescotti  vi  fa  fabbricare 
una  sontuosa  sepoltura  al  figlio  Achille,  233,  17-18; 
Nicol6  Poeti  vi  fa  rifare  il  soffitto  a  cassettonl  e 
la  orna  tutta  spendendovi  ben  mille  ducati  d'oro 
(an.  1487),  242,  1-4;  cf.  263,  18-19;  il  pred.  vi  fe  se- 
polto  (1491),  15;  anche  vi  h  sepolto  fra  Giacomo 
Ailamania,  264,  1-2;  h  visitata  da  Isnbella  Gonzaga 
(an.  1494),  276,  40;  ne  6  resa  libera  la  visuale  dalla 
demolizione  dl  una  parte  d.  casa  di  Giacomo  Cospi 
(aa.  1497-98),  293,  20-24;  vl  h  sepolto  il  senatore  Bo- 
nifacio  Cattani  (an.  1498),  295,  42,  Glovanni  da  Sala 
(an.  1499),  297,  28,  e  Nicol6  Savi,  298,  15-16,  i  Ma- 
rescotti  uccisi  (an.  1501),  306,  10-11;  poi  Taddeo  Ma- 
rescotti,  307,  35;  indulgenza  concessa  ai  fedeli  che 
la  visitino  (an.  1502),  310,  9-11;  vi  si  raduna  tutto 
il  quartiere  di  porta  San  Procolo  coi  Gonfalonieri  e 
Alesaandro  Bentlvoglio  per  consigliarsi  su  ci6  che  si 
aveva  da  fare,  316,  29-30;  vi  parla  dal  pergamo  Flo- 
riano  Dolfi,  37 ;  vi  e  sepolto  senza  onorl  Galeazzo 
Marescotti  (an.  1503),  324,  38-39,  accanto  alla  moglie 
Caterina,  325,  4-S;  epitnffio  sulla  tomba  della  pred., 
7-12,  pol  guastato  dat  soldati  di  Giovannl  Bentivo- 
glio,  13;  epitaffio  sulla  tomba  di  Galeazzo,  46-47;  vi  h 
sepolto  uno  scolaro  inglese  vittima  di  una  dlsgrazia, 
328,  21-22;  cpitaffio  suUa  sua  sepoltura,  22-29;  ric, 
334,  12;  il  campanile  soffre  un  po'  per  il  terremoto 
(an.  1505),  U-13;  vi  si  ferma  11  secondo  giorno  la 
grande  processione  con  la  Madonna  di  San  Luca  e 
tutte  le  altre  reliquie,  335,  3-4;  vi  h  sepolto  Poeta 
Poeti,  337,  16-17;  e  Guldo  Pepoli  con  grandi  onori 
nella  cappella  di  San  Michele,  339,  29-30;  cf.  45-47; 
il  pred,  aveva  fatto  due  lasciti  per  costruirvi  due 
cappelle  una  intitolata  a  San  Pietro  martire  I'altra 
a  Santa  Maria  Maddalena,  340,  1-2 ;  vl  h  sepolto  nel 
chiostro  Giovanni  Garzoni,  341,  18-19;  1  Mattuglia- 
ni  vi  abitano  accanto  (an.  1506),  357,  8;  vi  fe  se- 
polto  Giovanni  Pepoli  (an.  1508),  393,  16-17. 
BoLOGNA  (Ciukse):  chiesa  di  San  Donato  nella  vla 
omonima,  dl  fronte  alla  casa  di  Lodovico  Manzoli; 
atterrata,  h  ricostruita  sul  canto  d.  stessa  via  vlcino 
alla  casa  d.  Crescenzi  da  Poggio  (an.  1454),  151, 
35-37;  rlc,  292,  43;  e  rovinata  dal  terremoto  (an. 
150S),  333,  48. 
—  —  ciiiKSA  Di  Sa«  Framcesco.  Vi  h  sepolto  Matteo 
Griffoni  (an.  1426),  4,  43-44;  Bartolomeo  Pretl  (an. 
X442),  72,  1»;  Guid'Antonlo  Larabertini  (an.  1443), 
75,  39-40;  l'illustre  medico  Pietro  Giovannetti,  95, 
40-41;  rlc,  104,  37;  Battista  Canctoli  ne  la  suonare 
la  campana  a  raccolta  (an.  1445),  38-39;  11  prcd.  ne 
fortifica  lo  splazzo  avantl  alla  chiesa,  42-43;  vl  h 
seppelllto  l'aolo  Volta  (an.  1460),  201,  46-47;  e  Gi- 
rolamo  Griffoni  (an.  1471),  207,  47;  h  concess*   la 


indulgenza  plenaria  d.  giubileo  a  chi  la  vlsiti  in  im 
tempo  determinato  unitamente  ad  altre  chiese  (an. 
1475),  215,  38-40;  vi  convengono  i  nuovl  Gonfalo- 
nieri  di  Porta  Stieri  per  fare  l'entrata  solenne  in 
ufficio  sccondo  la  nuova  disposizione  (an.  1485), 
231,  35-36;  visitata  da  Isabella  Gonzaga  (an.  1494), 
276,  40-41;  vi  e  sepolto  Girolamo  Ranuzzl  (an.  1496), 
291,  36;  pratiche  eretiche  esercitatevi  dalla  strega 
Gentlle  Budrioli  nel  sacrato  (s.  a.),  294,  39-40;  49- 
295,  1-2;  indulgenza  concessa  ai  fedeli  che  la  visi- 
tino  (an.  1502),  310,  9-11;  vi  si  raduna  tutto  il  quar- 
tiere  di  Porta  Stieri  coi  Gonfalonieri  e  Erraes  Ben- 
tivoglio  per  consigliarsi  su  quello  che  si  aveva  a 
fare,  316,  28-29;  Vlrgllio  Ghisilieri  e  Glambattista 
Castelli  vi  parlano  allora  dal  pergamo,  35-36;  cf.  30- 
33;  vi  e  sepolto  Bartolomeo  Felicinl  (an.  1504),  332, 
5;  h  danneggiata  dal  terremoto  (an.  1505),  333,40; 
vi  6  sepolto  Alessandro  Bottrigari  nella  cappella  da 
lui  fatta  restaurare,  336,  16-18  ;  ric,  343,  21;  11  glorno 
degli  Innocenti  vi  e  celebrata  da  un  card.  una  messa 
solenne  cui  assiste  il  pp.  con  tutti  i  card.  (an.  1506), 
361,  46-48. 
BoLOGNA  (Chiesb):  chibsa  di  San  Gbrvasio  ric,  47,  22. 
—  —  CHiESA  Di  San  Giacomo  in  strada  San  Donato 
vicino  alla  chiesa  di  Santa  Cecilia,  67,  40-41;  ap- 
partiene  ai  frati  Eremitanl,  11,  26;  59,  I8;  "si  hanno 
notizie  iinportanti  per  la  sua  storia  nel  Uiro  Eco- 
Homico  del  Ghirardacci,  XXX,  39-40  „ ;  vi  fe  traspor- 
tato  dalla  chiesa  di  San  Cristoforo  del  Ballatoio  11 
corpo  di  Antonio  Bentivoglio  e  posto  in  un  mo- 
numento  di  marmo  dietro  il  coro  [an.  1436],  45, 
40-42;  epitaffio  ivi  scritto,  42-50;  ne  c  fatta  suonare 
la  campana  da  Annibale  Bentivoglio  per  radunare 
gli  amici  a  sua  difesa  (an.  1439),  56,  48;  57,  1;  vl 
h  sepolto  dietro  il  coro,  in  un  bellisslmo  sepolcro, 
NicoI6  Fava,  59,  18-25;  ne  h  fatta  suonare  a  rac- 
colta  la  campana  da  Annibale  Bentivoglio,  60,  10; 
da  un  frate  spagnuolo  vi  b  celebrata  II  giorno  dl 
Santa  Monica  per  conto  d.  com,  di  Bologna  una 
messa  solenne  alla  quale  intervengono  moltlssimi 
illustri  cittadini  (an.  1440),  62,  46-63,  1-6  ;  nel  chio- 
stro  vi  si  recano  a  colloquio  Galeazzo  Marescottl 
e  il  calderaio  Genesio  (an.  1443),  77,  30-31;  ne  h 
fatta  suonare  la  campana  da  Annibale  Bentivoglio 
per  radunare  il  popolo,  80,  45-46;  cf.  39-40;  di  nuovo 
e  fatta  suonare  la  campana  dal  Bentivoglio  per 
chlamare  a  raccolta  i  suoi  amicl,  92,  31-32;  vl  h  se- 
polto  Carlo  Malvezzl  (an.  1444),  100,11;  Annlbale 
Bentivoglio  vi  costruisce  una  cappella  con  11  se- 
polcreto  per  la  sua  famiglia  (an.  1445),  36-38;  *  XCIV, 
25-26  „;  ne  h  fatta  suonare  la  carapana  a  raccolta 
dagli  amlci  deU'ucclso  Annlbale,  104,  39;  vl  s!  fanno 
le  esequie  d.  pred.,  107,  14-:6;  ric,  119,  29;  vi  i 
sepolto  Gaspare  Malvezzi  nel  sepolcro  d.  suoi  mag- 
giori  (an.  1452),  142,  31-32;  vl  h  conservato  lo  sten- 
dardo  offerto  dal  leg.  Bessarione  e  dai  maglstrati 
a  Lodovico  Bentivoglio  (an.  1455),  154,  35-40;  cf. 
25-27;  vl  h  portata  in  processlone  tolenne  la  ma- 
donna  di  San  Luca  (an.  1457),  164,  27-28:  Ti  h  por- 
tato  in  gran  porapa  11  corpo  di  Sante  BentiTogllo 
(an.  1462  m«  1463),  180,  5-7;  vl  sono  fatte  solennl 
esequie  al  prcd.,  che  b  lepolfo  nella  cappelU  d. 
sua  famiglia,  18-19 ;  "  LXVI,  41-49;  LXVII,  6-U  , ;  ne  k 
fatta  suonare  la  campana  a  raccolta  da  GIOTannl 


462 


INDICE  ALFABEn^lCO 


[Bologna  cUtie] 


Bentlrogllo  (■n.  1467),  195,  ««•50;  rl  lono  tepoltl 
il  lenatore  Carlo  Bianchettl,  197,  33,  Achille  Mal- 
rezst,  17-IS,  Carlo  Malrezsl  (an.  1468),  200,  40,  e, 
con  grandlstimi  onorl,  Lodorico  Bentivogllo  (an. 
1469),  201,  35;  ne  suonano  le  campane  In  segno  dl 
giubllo  per  gli  onori  resl  a  Giovanni  BentiTogUo 
dal  duca  di  Milano  (an.  1471),  207,  23-35;  vl  «i  co- 
mlncla  a  inalzare  il  campanilc,  208,  23-34;  11  pred. 
h  terrainato  e  riesce  opera  architettonlca  assai  pre- 
gerole  (an.  1473),  29-36;  vi  al  recano  di  Natale  ad 
aicoltare  la  raessa  Giovannl  Bentivoglio,  Alberto 
Cattani  e  Bernardo  da  Sassuno,  212,  «S;  vi  h  se- 
polto  Battista  Manzoll  (an.  1473),  213,  31-33;  Gio- 
ranni  Benttvogllo,  udita  la  mesM,  rt  arma  car. 
aurato  Lodovlco  Sarapieri  (an,  1475),  215,  4-t;  Cola 
d'Ascoli  v!  fabbrica  ia  cappella  di  San  Michele  Ar- 
cangelo,  poi  d.  famigiia  Malvasta,  viclno  alla  Sa- 
grestia  per  concessione  d,  Bentivoglio,  nella  quale 
h  una  pittura  di  raolto  pregio  di  Lorenzo  da  Bo- 
iogna  (an.  1477),  216,  23-27;  11  pred.  Cola  vl  h  le- 
poito  con  onore,  27-21;  ne  h  fabbricato  tl  portico 
dat  frati  Breraltanl  con  il  consenso  d.  Bentivoglio 
e  di  Virgilio  Malvezzi,  31-33;  cf.  223,  30-31;  sopra- 
intendono  alla  costruzione  Arabrogio  da  Cora  gene- 
rale  dcgli  Ereraitanl  e  Giovanni  de  Ripls  priore  d. 
conveato,  216,  33-35;  ia  spcsa  e  sostenuta  dalla  Ca- 
mera  d.  com.  con  una  entrata  speciale,  35-37;  costo 
totaie  d.  portico,  31-3«;  cf.  223,  32;  ne  sono  suo- 
nate  a  itonno  le  campane  dai  frati  per  il  ritorno 
In  Bologna  dl  Giovannl  Bentivogllo,  221,  «7-48;  ne 
^  tesorlere  Carlo  Antonio  Fantuzzi  (an.  1481),  223, 
29-31;  vi  fe  sepolto  onorevolraente  Virgilio  Malvezzi, 
6;  ne  h  terralnato  il  portlco,  29-31;  Giovanni  Ben- 
tivoglio  vl  fa  cav.  aurato  Cristoforo  Grati  (an. 
1483),  226,  33-3«;  h  per  raa^glor  decoro  ridotta  in 
una  sola  navata  dal  Bentivoglio,  227,  «2-«5;  vi  h 
sepolto  Bernardo  da  Sassuno,  «6-«7,  e  Nlcol6  Fava, 
228,  37t38;  epitatlio  sulla  toraba  dl  questo,  39-«2; 
vi  h  sepolto  Lodovlco  Maivezzi  (an.  14S4),  229, 
10;  vi  convengono  i  nuovi  Gonfalonleri  di  porta 
San  Pietro  per  fare  I'entrata  solenne  in  ufficio  se- 
condo  la  nuova  disposizione  (an.  1485),  231,  36; 
nella  cappella  d.  Bentlvoglio  Giovanni  crea  cav. 
aurato  Gozzadlno  Gozzadinl,  232,  13-U;  vi  si  fanno 
fuochi  dl  giola  per  11  rltorno  di  Giovanni  Benti- 
voglio,  40;  11  pred.  vi  crea  cav.  Carlo  Gratl  suo  cap. 
(an.  1486),  233,  44-45;  e,  nel  glorno  di  San  Glo- 
vanni  Evangelista,  Bartoloraeo  Feliclni,  235,  19-22; 
le  sue  campane  suonano  a  festa  all'entrare  in  c. 
d.  sposa  di  Annlbale  Bentlvogllo  (an.  1487),  237, 
12-13;  vi  ascoltano  la  raessa  gli  sposi  Bentlvoglio 
con  tuttl  gll  invltati,  240,  13;  Giovanni  Bentivo- 
glio  vl  fa  diplngere  e  ornare  la  sua  cappella  da 
pittorl  famosi,  243,  13-17;  descrizlone  delle  pitture 
e  ornaraenti,  17-41;  il  Bentivoglio  vi  fabbrica  an- 
che  una  belllssiraa  ^poltura,  che  pol  riraase  scrapre 
ruota,  «l-«3;  cf.  354,  13;  vl  h  sepolto  Gian  Fllippo 
Salaroli  (an.  1488),  247,42;  ri  si  canta  una  messa 
per  l'annlversarIo  d.  scoperta  d.  conglura  contro 
i  BentivogUo  (an.  14S9),  255,  21-23,  alla  quale  assl- 
■tono  popolo,  cav.  e  maglstrati,  e  tuttl  fanno  un'o£- 
ferta  solenne,  23-26;  vi  si  canta  una  messa  per  ii 
natalizio  di  Giovanni  dopo  la  quale  questi  arma 
car.  Antonio  Magnanl,  28-30;  11   Bentivoglio   nella 


sua  cappellc  anoa  cav.  aurato  Ralmondo  Malate- 
ita  (an.  1490),  257,  «-5,  e  Tommaso  Montecalri, 
262,  «3-«5;  vi  h  sepolto  Andrea  Bentirogiio  (an.  1491), 
26.1,  5;  Giorannl  lientivogUo  ri  crea  car.  aurato 
SelMitiano  Gozzadini,  23-3«;  rlc,  268,  U;  ne  i  dal 
Scnato  migiiorata  l'archltettura  (an.  1493),  269,  25- 
Mi  rl  h  lepolto  per  luo  deiiderlo  leaxa  pompa  Vin- 
cenzo  Paleottl,  e  gli  h  posta  una  lapide  nel  pllaitro 
d.  coro  vcrio  la  sagrestla  (an.  t49t>),  295,  3l-«0;  ri 
h  sepolto  Antonlo  Bentirogllo  (an.  1499),  296,  U- 
19;  Giovannl  BentirogUo  ri  arma  cav.  Fraaceico 
Ghiiilieri,  298,  «3-«5;  v!  li  raduna  tutto  11  quartlere 
dl  San  Pietro  col  Gonfaionieri  e  Annibale  Bentiro- 
gllo  per  conilgliars!  lui  da  fare  (iso}*),  316,  3t-27; 
Fillppo  Beroaldi  vi  parla  dai  pergamo,  3«-35;  cf.  30- 
33;  danneggiata  dal  terreraoto  (an.  1504),  333,  19-31; 
dl  nuovo  (an.  1505),  30-32;  ri  h  condotto  proces- 
lionalmente  l'Implccato,  che  lalratoil  per  gra>i« 
di  San  Nicol&  da  Tolentlno,  aveva  fatto  roto  dl  re- 
stlrc  rabito  eremitano,  336,  «3-337,  1;  cf.  116,  1-5; 
11  quale  gli  h  qui  cinto  dal  priore  Gioranni  de  Ripis, 
337,  1-«;  vi  h  cantato  anche  un  Tedeum,  5-9  j  bM. 
dl  fronte  la  casa  di  Petronlo  liallatlni  (an.  1506), 
356,  38-39;  vl  h  trasportata  rimmaglne  di  una  Ma- 
donna  trorata  ncl  palazzo  Bentivogllo  (an.  1507), 
375,  38-39;  ri  h  sepolto  Andrea  Ghirardacci  nei- 
1'arca  d.  Madonna  (an.  1586),  VII,  t-9 ;  rl  i  sepolto 
fra  Cherubino  Ghirardacci  (an.  1598),  XVni,  16-11, 
cf.  8,. 

BOLOONA   (ChIESB)  :    CHIKSA    DI   SaN    GIACOMO    DBI    CaR- 

BONBSI    rlc,    181,   39. 

—  —  CHiESA  ui  San-  Giobbs  h  costniita  neiroipedale 
dl  San  Lorenzo  Guerrinl  (s.  a.),  292,  2-3. 

CHiESA  Di  San  Gioroio  rlc,  181,  31;  182,  2. 

CHiBSA  Di  San  GiovANNi.  Vl  h  portato  Filippo 

Schiarl  ucciso  (an.  1443),  83,37;  ric,  86,  «l-«3;  ne 
h  precettore  Achille  Malvezz!  (an.  1448),    126,  7-1. 

—  —   CHIBSA  DI  SaN  GlOVANNl  IN  MoNTB   ric,  181,  «t; 

rl  h  fatta  fare  la  cupola  sopra  l'altare  raaggiore  In 
lamine  d!  piombo  dai  figli  di  Giovannl  Bolognlni 
(an.  1496),  292,  «-7;  la  pred.  cupola  h  poi  ricoperta 
di  tegole  dt  terra  cotta  perchfe  non  difendera  daila 
pioggia,  6-7 ;  4  Interdetta  per  opera  di  Astorre  Mal- 
vezzi,  cui  aveva  negato  il  pagamento  dl  certl  affitti 
dichiarando  dl  averlo  in  altro  modo  soddilfatto 
(an.  1499),  296,  U-17;  le  eono  restltuiti  1  dirini 
otficl,  297,  50-51 ;  danneggiata  da  una  saetta,  che 
anche  ri  uccide  due  persone  (an.  1501),  307,  39-«3; 
risitata  dal  pp.  11  glorno  di  San  Giovanni  (an.  1506), 
361,  «5-«6. 

—  —  CHIESA  Di  San  Girolamo  [Saii  GUremmo\  v. 
Bologna  (ckiesa  di  Santa  Maria  dei  PefoH  f»i  di 
Sam  Girolamo). 

—  —  CHIBSA  Di  San  Giusbppe  {ckiesa  di  San  Gios*p>\ 
V.  Bologna  (ciiesa  di  Saitta  Maria  Maddalena,  gih 
di  San   Giuse/fe). 

CHIESA  Di  Sant'Isaia,    Vi  souo  nascosti  seguaci 

d.  Canetoll  ad  aspettare  il  segnale  d.  f  di  Annibale 
Bentivogllo  (an.  1445),  103,  32-34. 

—  —  chiesa  di  San  Leonardo.  Gli  Anzianl,  11  Gon- 
falon.cre  dl  giustizia  e  1  nobili  vi  intervengono  a 
una  messa  solenne  fattavi  cantare  dai  Senato  (an. 
1438),  55,  11-13. 

—  —  CHIBSA  Di  San  Lorenzo  intcrdetta  dal  card.  di 


[Bologna  diese] 


INDICE  ALFABETICO 


463 


San  Giorgio  per   alcunl   benefici  usurpati  dai  cap- 
pellani  (an.  1493),  268,  32-36;  cf.  269,  5-6. 
BoLOGNA  (Chiese)  :  CHIKSA  Di  San  Luca  sul  Monte  della 
Guardia  nel  Bolognese;  vi  h  conservata   un'iraraa- 
gine  miracolosa  d.  Madonna  dipinta  da  San   Luca, 

34,  19-20;  vi  salgono  i  Bolognesi  sotto  la  pioggia  e 
nel  fango  per  portare  in  processione  la  pred.  Ma- 
donna  (an.   1433),    38-30,    che    vi    e    poi    ricondotta, 

35,  1-«. 

—  —  CHiESA  Di  San  Marco.  In  occasione  d.  pittura  d. 
facciata  ordinatavi  da  Giovanni  Bentivoglio  vi  b 
scritto  in  grandi  lettere  romane  un  distico  in  lode 
d.  pred.  (an.  1492),  266,  24-27. 

—  —  CHiESA  Di  San  Marino  ric,  105,  29. 

—  —  CHiESA  Di  San  Martino  dki  Carmbliti.  Ne  h 
abbattuto  un  muro  dalle  acque  deirAvesa  (an.  1450), 
136,  27;  vl  fe  sepolto  Nicol6  Pasi  (an.  1480),  222, 
40-41;  epitaffio  sulla  tomba  d.  pred.,  41-43;  vi  h  se- 
polto  Carlo  Antonio  Fantuzzi  (an.  1489),  254,  10- 
U,  e  Piero  Canonici  (an.  1502),  309,  9-10;  e  dan- 
neggiaCa  dal  terremoto  (an.  1505),  333,  38;  ric,  338, 
44;  vi  fe  sepolto  Alessandro  Paltroni  (an.  tSo!>)t 
340,  39;  vi  sono  portati  i  raorti  sotto  ie  macerie 
d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),  382,  17-19. 

CHIF.SA   Di  San  Mattbo  [Saa  Mailkia\.  Vi  h  por- 

tata  per  seconda  stazione  la  Madonna  di  San  Luca 
d.  Monte  d.  Guardia  durante  la  processione  (an. 
1433)1  34,  45-47;  la  prcd.  Madonna  vi  h  condotta  e 
tenuta  tre  giorni  con  grande  affluenza  dl  popolo 
(an.  1457),  164,  28-29. 

—  —  CHIBSA  Di  San  Michblk  in  Bosoo  fuori  porta 
San  Mamolo;  il  Senato  di  Bologna  la  fa  circondare 
con  un  bastione  per  difenderla  dai  neraici  a  ci6  non 
la  occupino  e  vi  si  fortificlilno  (an.  1429),  13,  19-21; 
il  leg.  lo  fa  abbattere,  17,  H-20;  ne  e  priore  Ber- 
nardo  Scappi  (an.  1436),  48,  28-29;  h  consacrata  dal 
vesc.  di  Forll  (an.  145.?),  159,  42-45;  vl  h  sepolto 
il  medico  milanese  Filippo  (an.  1459),  172,34-35;  il 
legato  Angelo  Capranica  vi  fabbrlca  la  sacrestia 
(an.  i^ij^),  187,  10-11;  vi  h  condotto  il  corpo  d. 
toldato  Vergilio  (an.  1508),  382,  29-30. 

—  —  chiesa  di  San  Michele  dbi  Lkprosetti  ric, 
181,  18;  290,  29-30;  322,  21. 

—  -:-  CHiESA  i>t  San  Nicolo  degli  Albari.  Vi  h  se- 
polto  Andrea  da  Manzolino  dottore  in  legge  (an. 
1456),   163,  28-29. 

—  —  CHIBSA  Di  San  Pbtronio.  Sua  ubicazione,  290, 
35;  II  vesc.  Albergati  vi  consacra  card.  Lodovico 
Alamanni  governatore  di  Bologna  (an.  1436),  4,  27- 
29;  il  pred.  vl  canta  la  prima  niessa  dopo  Tinter- 
detto  e  Ak  licenza  al  chierlcl  di  officlare  (an.  1429), 
17,  15-16;  la  sua  campana,  gi&  portata  da  San  Gio- 
vanni  In  Persiceto,  suona,  prima  che  sla  costrulta 
quella  d.  pal.  d.  Notai,  per  1'entrata  in  ufficio  degli 
Anziani  e  Gonfalonleri  d.  popolo  e  per  le  adunanze 
d.  Consigli  (an.  1430),  23,  29-31;  vi  si  reca  secreta- 
mente  l'abate  Zambeccari  (an.  1432),  32,  24-25;  il 
pred.  ne  esce,  26;  Eugenio  IV  appena  giunto  In 
Bologna  tI  Ak  la  benedizlone  al  popolo  (an,  1436), 
47,  10-11;  yi  h  costrulto  un  ponte  clie  mette  al  pal. 
pubblico,  lopra  II  quale  paisa  II  pp,  pcr  recar- 
sl  nella  sua  resldcnza,  U-IJ;  per  ordine  d.  pred. 
vi  lono  celebrate  solennl  escquie  alfimp,  Slgisniondo 
(an.  143S),  50,  20-21:  vl  abltano  Tlcino  le  merctricl. 


55,  32-33 ;  vi  h  affissa  alla  porta  una  cedola  d.  con- 
cilio  di  Basiiea  con  la  scomunica  e  deposizione  di 
Eugenio  IV  (an.    1439),  58,  48;   vi    sl  reca   Isabel- 
la  Bentlvoglio  sposa   di    Romeo    Pepoli,    il   giorno 
dopo  ie  nozze  (an.   1441),  70,   19-20;  per   il    peso    d. 
neve  ne  cade  il  tetto  sino  al  terzo    pilastro,   42-43; 
vi  h  sepolto  NicoI6  Gambacorta  (an.  1442),  71,  34; 
per  ii  peso  d.  neve  ne  cade  il  tetto  verso  la  Piazza, 
39-40;  ne  e  canonico  Giovanni  Poggi,  pol  vesc.    di 
Bologna  (an.  1447),  120,  24-25;  vi  e  unita  la  cappella 
di   Santa  Brigida  (an.  1451),  139,  48-49;  l'imp.  Fe- 
derico  V   vi  ascolta  la  messa  e  dopo  vi  arraa  cav. 
Astorre   Manfredi    con   due   suoi   figll,  e  Giovanni 
Bentivoglio,    Pietro    Paseili,    Carlo    Malvezzi,    Bal- 
dassarre  Lupari  (an.   1452),   142,  8-14;  vi  e  letto  so- 
lennemente  un  breve  pontificio  che  bandlsce  la  cro- 
ciata  contro   i   Turchi   (an.    HS.";),    160,  34-36;   fra 
Paolo  da  Roma  vi  tiene  allo  stesso  scopo  una  bel- 
lissima  predica,  36-38,  ed    ii  Senato    vi    elegge    una 
commissione  di  cittadini  incaricati  dl  custodire   il 
denaro  e  i  valori  che  si  raccogiiessero  ali'uopo,  38- 
42;  per  il  ricevimento  di  Pio  II  vi  ^   costrulto    un 
solido  ponte  dalla  chiesa  al  Pal.  (an.  1459),  169,  36- 
37 ;  tI  si  reca  a  pregare  il  pred.  pp.  al  suo  giungere 
in  Bologna,    170,  30,  il  pp.  vi  canta  messa  e  vi  fa 
cav.  aurato  Giovanni  Marsili,  171,  22-23;  vi  si  legge 
un  breve  papale  che  ordina  ad  ognuno,  pena  il  ri- 
fiuto  dell'assoluzione,  di  pagare  il  trentesirao  delle 
sue    rendite    o   guadagni    per    la   crociata   contro  i 
Turchi  (an,   1460),  173,  42-47;  ne  h  ferminata  la  co- 
pertura  dalla  parte  del  dazio  (an.  1462),  180,  14-15: 
"  cf,  LXVII,  3-5  „  ;  h  ingrandita  di  otto  cappelle,  per 
opera  degli  ufficiali   Giovanni   Guldotti,   Giovannl 
Blanchetti,    Bartolomeo    Cospi,    187,    7-9;    vi   sono 
rappresentate  nelle  vetriate  le  armi  d.  card.  legato 
Angelo  Capranica,  13;  ^  concessa  I'indulgenza    ple- 
naria  d.  giubileo  a  chi   la  visifi   in   un  tempo  de- 
terminato   unitamente   ad   altre  chiese   (an.    1475), 
215,  38-40;  vi  e  sepolto  Andrea  Barbazza  (an.  1479), 
220,  47-48,  e  Bartolomeo  Rossi  (an.   1482),  225,  1-2; 
rlc,  230,  12;    vi  ascolta  la  messa  Raimondo  Mala- 
testa  con  Giovanni  Bentivoglio  (an.   1485),  232,   1; 
ric,  47-48;  vi  h  fatta   cantare   una    messa  da  Gio- 
ranni  Bentiroglio  per  le    nozze  d.   figlio    Annibale 
(an.  1487),   239,  25-38;    ric,   264,   43-47;   mancando 
la  campana   al   campanile   i  fabbricieri    ne    fanno 
gettare  una  da  Gorello  francese,  la   quale  fa  buona 
prova,  266,  1-3;  cf.  268,  5-6;  vi  h  cantata  una  messa 
per   la   conferma    d.   capitoll   fatti   dal   nuovo   pp. 
Alessandro  VI,  26;   h   interdetta   dal   card.   dl   San 
Glorgio  per  alcuni  benefici  usurpati  dai  cappellani, 
32-36;  cf.    269,  5-6;   soiamente   i   suoi    preti   hanno 
facolti  di  celebrare  messe  ed  uffici  (an.  1493),  23-24; 
vi  si  tiene  la  cerimonia  per  la  consegna  d.  stendardo 
ducale  a  Giovanni  Bentivoglio  el.  cap.  gen.  d.  ml- 
lizie  d.  duca  di  Milano,  270,  23-40;  gli   ambasc.  di 
Glovanni    Gonzaga,    Giovannl    Bentivogiio    con    1 
figli,  Pandolfo  Malatesta  e  tutti  i  nobill   vi   ascol- 
tano  la  meiia  dlnozze  dl  Laura  Bentirogllo 
(an.  1494),  275,  18 :  vi  i    fatta   una   sacra   rappre- 
■entazione  sulla   vita   dl   SanfEustachio  di   Anton 
Galcazzo  Bentivoglio,  20-22;  la   march.   di   Mantova 
vi  ascoita  la  messa  in  compagnla  di  Ginerra  Ben- 
tlvogllo,  276,  36-37;  le   pred.   dalle  fcale   assiitono 


464 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  ckifte] 


•11'entrata  In  ufficio  d.  nuoro  Gonfalonlere,  <7-3i; 
▼1  predtcA  fra  Nlcol&  con  concono  di  tutta  ia  c. 
(an.  1495)1  286,  1I-34;  y\  li  raccolgono  i  canoniitl 
per  giudicare  ia  itrega  Gentile  Budrloil  clie  dan- 
nano  ai  fuoco  (an.  1498),  295,  U-U;  h  interdetta 
da  Astorre  Malvezzi,  cul  areva  negato  il  pagamento 
dl  certi  afntti,  dlchiarando  dl  averio  in  altro  modo 
loddlifatto  (an.  1499),  296,  U-l7;  le  lono  restituite 
ie  meise,  297,  4t-50;  non  si  festeggia  ii  Santo,  50; 
durante  la  processione  vi  h  portato  ii  capo  di  San 
Petronlo,  clie  dopo  la  raessa,  ri  b  iasciato  sino  a 
•era  (an.  1501),  307,  «-5;  nel  lato  d.  porta  rerso  il 
Pavaglione  i  cotiocata  l'eplgrafe  roraana  trovata  a 
Castel  San  Giorgio  (an.  1502),  309,  41-43;  indul- 
genza  concessa  ai  fcdell  che  la  risltino,  310,  lo-Il; 
In  legulto  aile  predlche  di  quareslma  fattevl  da  un 
padre  regoiare  renticinque  meretrlci  si  conrertono, 
38-39;  vi  i  sepolto  Cesare  Nacci  (an.  1504),  332,  6-7; 
ri  sl  ferma  al  terzo  giorno  la  grande  processione  con 
la  Madonna  dl  San  Luca  e  con  tutte  le  altre  reliquie 
(an.  1505),  335,  3-4;  rlc,  30-31;  336,  45;  rl  i  icp- 
pelllto  Frlano  Doifi  (an.  1506),  343,  13-14;  ne  fc  ca- 
nonlco  Camillo  Manfredl,  34S,  45;  dol  card.  Pran- 
cesco  Alidosi  ri  h  ceiebrata  alla  presenza  d.  pp.  e 
d.  seguito  una  mesia  solenne,  358,  U-16;  terminata 
la  messa  Giullo  11  crea  tre  cav.  aurati,  16-17;  il 
pred.  vi  fa  celebrare  una  messa  solenne  per  I'anni- 
versarlo  d.  f  di  Pio  III,  359,  11-13;  ii  pp.  ri  recita 
un  discorso  in  lode  d.  defunto,  13-13;  rl  i  celebrato 
un  soienne  ufficio  per  la  f  dl  Filippo  dl  Spagna  ai 
quaie  assiste  Giulio  II  col  card.,  38-39:  solenne  messa 
celebratarl  dal  card.  di  Santa  Prassede  per  Natale 
aila  quaie  assistono  il  pp.,  i  card.  e  infinlto  popolo 
accorsorl  anche  dal  dintorni  per  godere  deil'ln- 
duigenza  pienaria,  361,  37-40;  ii  leg.  vi  celebra  una 
solenne  messa  il  giorno  di  Pasqua  (an.  1507),  367, 
35-37;  sl  colloca  neiia  facciata  ia  statua  in  bronzo 
di  Giulio  11,  modellata  da  Michclangiolo  Buonarrotl 
(an.  1508),  385,  34-26;  I'arclprete  ingegnere  d.  ca- 
stello  di  Galliera  vi  fc  consacrato  vesc.  di  Nicea  dal 
leg.  Alidosi,  393,  12-13. 
BoLooNA  (Ciiiesb):  chiksa  di  San  Pietro,  anche  San 
PiBTRO  Maooiore,  Duomo  [ca//eiira/e],  Ne  4  rifatta 
In  materiale  ia  parte  superiore  d.  companile,  gii  di 
iegno,  dai  vesc.  NIcol6  Albergati  (an.  1426),  3,  9-10; 
ii  pred,  campanile  h  sormontato  da  una  palla  di 
rame  dorata  dal  plttore  Giacomo  di  Paolo,  10-U;  la 
ipesa  d.  iavoro  h  sostenufa  a  met4  daiI'opera  di 
San  Pletro  e  dai  vesc,  13-13;  vl  fc  condotto  con 
grande  pompa  11  neo  cardinaie  Nicoid  AJIiergati 
vesc.  dl  Boiogna  al  suo  ritorno  in  c,  5,  4;  ri  fc 
sepolto  ii  dottore  Giovanni  Piazza  (an.  1437),  33; 
ri  h  affissa  alla  porta  una  cedola  d.  Conciilo  dl 
Basiiea  con  la  scomunlca  e  deposizione  di  Euge- 
nio  IV  (an.  1439),  58,  48;  rlc,  72,  16;  Gloranni 
Tomari  ne  h  canonico  (an.  1443),  76,  7;  ri  4  Iwt- 
tezzato  un  figlio  dl  Francesco  Ghisiileri  (an.  1445), 
103,  1-4;  rl  sono  ritratte  ie  armi  dl  Tommaio  Pa- 
rentucceiii  resc.  di  Bologna,  107,  33-33;  Filippo  Pe- 
poli  ne  fe  fatto  canonico  dal  pp.  (an.  1447),  121,7; 
ri  si  celebrano  le  escquie  d.  resc.  Giovanni  Poggi, 
alle  quall  prendono  parte  ii  clero  i  magistrati  e  le 
Arti  (an.  1448),  125,  21-33;  ne  h  canonico  I?attista 
Manzoii  (an.   1454),   144,   35,  che  alla  lua  f   vi  i 


•epolto,  145,  10;  ri  (  termlnato  U  nuovo  Uattl- 
itero  neila  cappella  dl  San  Dartolomeo,  146,  n-io; 
li  primo  t>attezzatovl  coi  nome  di  Kronceico  h  ua 
figiiuolu  di  Giacomo  Quattromezzo,  30-33;  ric,  181, 
19;  184,  13;  vl  li  cantano  due  meMe  loienni  alia 
preienza  d.  gorernatore,  degli  Aozianl  e  di  molti 
nobiii,  nella  prima  d.  quoli  prende  ia  croce  Achllle 
Maivezzi  (an.  1464),  185,  33-35;  neii'altra  Giocomo 
Grati,  47-49;  ne  h  canonico  Alesiandro  Gratl  (oa. 
1467),  196,  43-44;  rl  e  lepolto  col  massimo  onore 
Dionisio  Castelii  (an.  1469),  201,  19-30;  i  conceuui 
l'Indulgcnza  plenaria  d.  giubileo  a  chi  la  riiitl  In 
un  tempo  determinato  (an.  1475),  215,  38-40;  ri  h 
lepoito  II  senatore  Crisloforo  Arloiti  (an.  1477), 
216,  30;  ri  h  aggiunta  una  nuova  fabbrica  col  rlca- 
rato  d.  rendita  d.  casa  Gregoriana  al  Pepoll,  217, 
12-15;  ri  presiede  per  roiere  d.  pp.  ii  reic.  Filippo, 
lS-20;  dopo  la  f  d.  pred.,  tre  canonicl  ne  contlnuano 
la  costruzione  e  fanno  quietanza  ai  Pepoii  dopo  U 
pagaraento  dell'ultima  rata,  35-41;  cf.  23-37;  ne  h  eo- 
perto  il  campanilc  con  laitre  di  ploral>o  (an.  1478), 
219,  37-38;  ri  h  rifatta  ia  campana  mezzana  rotta 
(an.  1483),  225,  23-34;  ri  h  rivestito  degii  abiti  d.  sua 
carica  il  neoprotonotario  jpostolico  Anton  Gaieaszo 
Bentivoglio  (an.  1483),  227,  39-33 ;  ne  i  fusa  ia  cam- 
pana  grossa  nei  Pavagiione  dietro  San  Petronio  (an. 
1485),  232,  47-48;  vi  h  scppellito  Lodorico  Morbloli 
prlma  nel  cimltero,  poi  lotto  ia  Coofeuione,  233, 
13-14;  vl  sono  fatte  aoienni  esequie  ad  Achille  Mare- 
icotti  doi  padre  Gaieazzo,  17;  ne  h  terrainato  11 
portico  (an.  14S7),  242,  35-36;  vi  c  condotto  li  nuoro 
vescovo  Giuliano  delia  Rovere  ai  suo  ingresso  tn 
c,  244,  14 ;  il  pred.  vi  cclebra  la  messa  di  Natale  e 
concede  induigenza  plenaria  ol  devoti  che  la  rlii- 
tino,  14-16;  h  restaurata  dai  card.  Paleotti  fanno 
quindicesimo  d.  giubileo  [an.  1490],  263,  43-44;  sotto 
il  portico  vi  fc  dipinto  da  Guido  Boiognese  ii  croce- 
iisso  e  la  passione  (an.  1491),  42-43;  Anton  Galeozzo 
Bentiroglio  ri  h  solennemente  creato  arcidlocono 
di  Boiogna,  264,  26-27;  ri  h  sepoito  Antonio  Grossi 
resc.  di  Tiroli,  31-32;  e  Dionisio  Casteili  (an.  149»), 
265,  1-3;  vi  torna  saimodiando  la  processlone  reca- 
tasi  ali'inaugurazione  d.  Nariglio  (an.  1494),  274, 
24-25;  ri  i  portato  per  ie  esequie  ii  corpo  d.  reic. 
di  Ferrara  f  nei  mon.  di  Santo  Stefano,  278,  45-46; 
ric,  290,  27 ;  vl  h  fatta  cantare  una  measa  solenne 
dai  card.  Bernardlno  Carvajal  (an.  1496),  291,  2-3; 
ii  pred.  vi  d&  la  benedizione  ai  popoio,  3,  ri  battesza 
Ginevra  figiia  di  Annibale  Bentiroglio,  3-4,  e  ri  cre- 
sima  Erraes  Bentivogilo  e  Ippolita  mogiie  di  Aies- 
sandro,  4-5;  indulgenza  concessa  ai  fedeii  che  ia 
rlsltino  (an.  1503),  310,  lO-U;  dannegglata  dai  ter- 
remoto  (an.  1505),  333,  41-42;  vi  si  ferma  11  primo 
giorno  ia  grande  processione  con  la  madonna  dl 
San  Luca  e  tutte  le  altre  reliquie,  335,  3;  danneg- 
giata  da  un  altra  scossa  dl  terremoto,  33;  ne  e  cano- 
nico  Ippolito  Bargellini  (an.  1506),  348,  45,  /;  vi 
cntra  Giulio  II  al  suo  arrivo  in  Bologna,  356,  34-35; 
riclno  ad  essa  c  situata  ia  casa  di  Eleonora  Pio, 
43;  e  quella  degli  Scappi,  357,  33;  visitata  dal  nuovo 
leg.,  secondo  I'uso,  prima  dl  recarsi  In  PaL  (on. 
1507),  365,  36-37;  ric,  369,  13. 
BoLOGNA  (Chiese):  chibsa  di  San  Procolo.  Vi  si  ritira 
i'abate  Zambeccari  (an.   1433),  32,  26;  ric,  35;  nelia 


[Bologna  diese] 


INDICE  ALFABETICO 


465 


canonica  alloggia  il  card.  Marco  Cornaro  (an.  1506), 
356,  so:  357,  1. 
BoLOGNA  (Chibse):  chiesa  di  San  Salvatorb  ric,  181, 
30;  182,  2;  vl  e  fatta  innanzt  una  Plazza  atterrando 
varie  case  (an.  1487),  241,  43-M;  ha  dl  fronte  la 
casa  di  Pietro  Isvalies  (an.  1506),  356,  49-50;  h  vi- 
cina  alla  casa  di  Bernardino  Desideri,  357,  15. 

—  —  CMiESA  Di  Sajj  Sebastiano  ric,  228,  2;  rovinata 
dal  terremoto  (an.   1505),  334,  4. 

CHiKSA  Di  San  Sigismondo  ric.  per   il    pal.    co- 

struitovi  a  fronte  da  Gaspare  Malvezzi  (an.  1444)1 
100,  4-5. 

—  —  CHiKSA  Di  San  Siro  ric,   181,  31. 

—  —  chibsa  di  Santo  Stefano.  Ne  t  l'abate  Fran- 
cesco  Bargellini  (an.  1443),  97,  19-20;  gli  auc- 
cede  Glacomo  Battaglia,  20;  cf.,  102,  31-32;  vl  e 
sepolto  Nicol6  Aldrovandi  (an.  1468),  200,  36;  h 
concessa  l'lndulgenza  plenaria  d.  giublleo  a  chi  la 
visiti  in  un  tempo  determinato  (an.  1475),  215,  38- 
40;  vi  h  sepolto  con  grandi  onorl  il  senatore  NicoI6 
.Sanutl  (an.  1482),  225,  30-31,  e  Filippo  Bianchi  (an. 
1492),  268,  38-39,  e  Lodovico  Bianchl  (an.  1497), 
293,  1;  vi  fe  riportato  il  capo  di  San  Petronio  con- 
dotto  in  processione  (an.  1501),  307,  4-5;  visitata 
dal  pp.  il  giorno  di  Santo  Stefano  (an.  1506),  361,  45. 

—  —  CHiESA  Di  San  Tommaso  ric,  252,  1-2. 

—  —  CHIKSA  Di  S.  Tommaso  del  Mercato  ric,  214, 
30-31. 

—  —  CHIBSA  DEi  Santi  Cosma  k  Damiano.  Ncl  prcssi 
vi  cade  una  borabarda  nemica  senza  fare  danni  (an. 
1438),  11,  36-37;  ne  e  priore  don  Plero  Degll  Aguc- 
chi  (an.  iio6),  349,  13-14. 

chibsa  uei  Santi  Simone  k  Giuda  ric,  71,  23. 

—  —  CHiKSA  DKi  Santi  Vitalk  b  Aoricola,  danneg- 
giata  dal  terremoto  (an.  1505),   333,  45-46. 

—  —  CHiESA  D.  Cklkstini  ric,  263,  29. 

—  —  CHIBSA  DKi  Servi  V.  Bologna  (chiesa  di  S.  Afa- 
ria  dei  Servi). 

—  —  CHIKSA  i)ell'Annunziata  [Nunctata,  la  Noncia/a] 
fuori  porta  San  Maraolo  pr.  la  chiesa  di  San  Basilio ; 
&  d.  frati  Zoccolanti  che  la  fanno  costruire  8ull'area 
di  un  pal.  d.  Bardl  da  loro  coraprato  (an.  1475), 
215,  26-27;  vi  h  seppellito  Gllberto  Pio  (an.  1500), 
300,  17-19,  e  l'astroIogo  Domenico  Maria  da  Ferrara 
(an.  1504),  332,  46-47,  e  Filippo  Beroaldi  (an.  1505), 
340,  18-19  ;  epitaffio  sul  sepolcro  di  questo  coraposto 
da  Fosco  da  Riniini,  20-27 ;  vi  fe  sepolto  Tommaso 
Malrezzi  Bentivoglio,  33-34,  e  Tommaso  Montecalvl, 
41-42,  e  Domenico  Maria  da  Ferrara,  341,  22-23;  11 
commlssario  di  Glullo  11  vl  tieno  un  coUoquio  con 
Ginevra  Bentivoglio  (an.  1506),  345,  13-13. 

—  —  chibsa  dklla  Miskricordia  fuori  porta  Caati- 
gUone;  da  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  le  h  donata 
un'ancona  per  l'altare  maggiore  dipinta  dal  Fran- 
cia  (an.  1498),  295,  32-3J;  dannegglata  dal  terremoto 
(an.  1505),  333,  43;  Glorannl  Antonio  BoitraflSo  vl 
dipinge  un  quadro  (an.   ijoo),  301,  35-36. 

—  —  CHiKSA  di  Sant'Aoata  rlc,  367,  50. 

—  —  CHiBSA  Di  Sant'Anna.  Per  ordine  d.  pp.  yanno 
ad  abltarvi  l  frati  Eremitani  che  gii  stavano  a  San 
Cristoforo  (an.   14S6),   163,  21-23. 

chiesa  di  Santa  Barbara  %  interdetta  dal  card. 

di  San  Giorgio  per  alcunl  benefici  uiurpati  dal  cap- 
pellani  (an.  1492),  268,   32-36. 


Bologna  (Chiesk)  :  chibsa  di  Santa  Cecilia.  Nella 
parrocchia  abita  Francesco  Monterenzl  (an.  1438), 
55,  40-41;  gli  Anziani  vl  promuovono  una  solenne 
processione  e  offrono  quattro  prigionl  per  la  festa 
d.  Santa  (an.  1440),  67,  39-42;  sta  di  frontc  al  pal. 
di  Carlo  Malvezzi  (an.  1444),  100,  4-5;  rlc,  173, 
39;  ^  rifatta;  ne  h  incaricato  d.  ricostruzlone  e  degli 
abbeilimentl  Gaspare  Naldi  con  atto  rogato  da  Bar- 
tolomeo  dalla  Calcina  (an.  1481),  223,  33-36;  h  fatta 
restaurare  e  dlpingere  da  Giovanni  Bentivoglio  (an. 
1505)'  341,  4S-49;  nel  pericolo  d.  c.  tutti  i  magistrati 
vi  ascoltano  la  raessu  priraa  di  adunarsi  a  Consiglio 
(an.  1507),  363,  27-29:  " fra  Cherubino  Ghirardacci 
ne  h  norainato  prima  cappellano,  poi  curato  (aa. 
1596-97),  XVI,  30;  XVII,   1,  ,-12  „. 

—  —  chiesa  di  Santa  Crjstina  rlc,  336,  25. 

—  —  chiksa  di  Santa  Margherita.  Galeazzo  Mare- 
scotti  vi  si  fabbrlca  nei  pressi  un  pal.  (an.  1454), 
152,  22. 

—  —  chiksa  di  Santa  Maria  dkgli  Angkli.  Ne^  uc- 
ciso  11  priore  dell'ordine  de'  Camaldoli  da  un  suo 
frate  (an.  1495),  288,  5-6;  il  priorato  e  dato  in  com- 
menda  ad  Anton  Galeazzo  Bentivoglio,  dal  quale 
passa  a  Giovannl  Gozzadini  e  quindi  a  Bartolo- 
meo  Torfanini  protonotario  apostolico,  6-9. 

—  —  "CHIESA  Di  Santa  Maria  della  Carxta.  Vi  fe 
sepolta  Agnese  Norchesl  vedova  dl  Andrea  Ghi- 
rardacci  (an.  1588),  VII,  11-12  „. 

CHIKSA  di  Santa  Maria  di  Galliera  [ciiesa  della 

Madonna  di  Gailiera,  chiesa  di  Galliera]  h  fondata 
con  elemosine  d.  devoti  in  seguito  a  miracoli  ope- 
rati  da  un'imagine  d.  Vergine  (an.  1478),  219,  2-21 ; 
vi  e  edificata  nei  pressi  la  sede  d.  Compagnia  d. 
Vergognosl,  21-22,  che  gia  si  radunava  nel  luogo 
su  cui  sorse  la  chiesa,  4-5 ;  ne  h  terminata  la  co- 
struzione  (an.  1491),  263,  45;  ne  h  selciata  e  iastri- 
cata  la  piazza  (an.  1496),  291,  12-13;  danneggiata 
dal  terremoto  (an.  1505),  333,  46;  vi  fe  sfregiata 
una  statua  di  Giovanni  Bentivoglio  da  un  suo  neraico 
(an.  1507),  366,  37-49. 

—  —  chibsa  di  Santa  Maria  delle  Grazib.  Ne  4  fusa 
la  campana  da  Gorello  francese  (an.  1492),  268,  5-6. 

CHIKSA  di  Santa  Maria   uella   Magionb.   Per 

ordine  di  Achille  Malvezzi  le  h  avvicinata  la  torre 
(an.  1455),  160,  16-27;  altezza  d.  pred.  torre  e  d.  suoi 
fondamenti,  27  29;  ne  6  fusa  la  campana  da  Gorelio 
francese  (an.  1493),  268,  5-6;  vi  si  riposa  11  pp.  Giu- 
lio  II  (an.  1506),  355,  8-9;  vi  convengono  i  Bolognesi 
con  il  reggimento  a  fare  oraaggio  al  pred.,  11-2I; 
ne  parte  in  ordine  il  corteo  papale  verso  II  Pal.,  22. 

CHiKSA  Di  Santa  Maria  in  Montk.  *  Vi  si  Tolge 

un  uragano  (an.  1395),  LXV,  29,;  il  Caldora  vl 
manda  soidati  a  fortificarla  e  a  molestare  dl  \k  Bo- 
logna  (an.  1429),  13,  23-25;  cf.  43-44;  15,  lJ-16;  I 
pred.  respingono  le  genti  invlate  contro  loro  dal  Se- 
nato,  16-21 ;  nuovo  assalto  dato  alla  bastia  dai  Bolo- 
gncii,  raa  resplnto  dalle  genti  d.  Chlesa,  37-46;  dl 
iiuovo  i  Bolognesi  cercano  aenza  succetso  di  etpu- 
gnarla,  16,  15-13;  ne  4  fatta  dlstruggere  la  bastia  dal 
card.  Lucido  Contl,  17,  19;  1  Bolognesi  vl  fanno  rial- 
zarc  la  pred.  bastia  e  vl  lasclano  a  capl  Bernardlno 
dalle  Correggle,  Toramaso  Spezlail,  Buclno  Musso- 
llni,  Giacomo  Alberghi,  Bartolomeo  della  Floppa 
(an.  1430),   22,   I6-20;   la  pred.  bastl»  h  dl  nuovo 


T.  XXXJOI,  p.  1  —  30. 


466 


INDICE  ALFABETICO       [Boiogn*  cu„a-citth,  m.  3S6-i4jg\ 


rorinata  (an,  1431),  30,  15-16;  Inrece  che  ali'abba- 
zla  dl  San  Feilce  t  annetta  a  quella  dl  San  Procoto 
(an.  143C),  49,  17-18:  t1  h  Indetta  dal  Senato  una 
proceitlone  In  ringrazlamento  d.  Tlttorla  rlportata 
contro  11  conte  Dal  Verme,  e  lono  oSerti  rtcehl 
donl  alia  Madonna  (an.  1443),  93,  4S-4f;  11  Senato 
itablllsce  che  procetiione  e  doni  sl  rinnovlno  ognl 
anno  alia  vtgiUa  delfAtcentlone,  49-94,  1-3;  rl  lale 
ia  procestlone  per  Tannuale  rendlmento  dl  grazie 
(an.  1444),  98,  40-41 ;  rl  %  termlnata  la  cappclla  fatta 
costrulre  dal  card.  Beisarione,  con  dipintl  dl  Cia- 
lasso  Perrarete,  che  vl  efBgl6  11  card.  pred.  e  NicolA 
Perottl  luo  &imlgllare,  pol  arclr.  trlpontino  (an. 
'4SS)>  159,  »-15;  un  terremoto  »1  royina  parte  d. 
campanlle  161,  37-38;  le  h  concetta  dal  pp.  un'in- 
dulgenza  plenarla  perpetua  per  II  giomo  deirAitun- 
zlone,  174,  13-15;  ne  rovina  parte  d.  campanlle  In 
legutto  at  terremoto  (an.  1505),  334,  7-». 
BoLOGNA  (Chibsk):  chiesa  di  Santa  Maria  dbgli  Uc- 
CELLiETTi  h  interdetta  dal  card.  di  San  Glorgio  per 
alcunl  benelici  usurpatl  dal  cappellani  (an.  1493), 
268,  33-36. 

—  —    CHIESA  DI  SaNTA   MARIA   DEI    PbPOU    pol  DI   SaN 

Girolamo  In  capo  alla  Saronella  di  Mlrasole;  h  In- 
nalzata  con  annesso  oratorlo  da  ventlquattro  gio- 
vanl  che  Tolevano  ritirarrlsl  ad  orare  (an.  14J7),  5, 
17-19;  33-34;  nc  &  messa  la  prlma  pietra  dal  reic. 
dl  Astisi,  30-31 ;  &  pol  chiamata  chiesa  dl  San  Gi- 
rolamo,  31-33. 

cHiESA  Di  Sa.nta  Maria  di  Ravone  fuori   di 

Bologna;  h  unita  airEremo  Camaldolese  da  DaTid 
prlore  generale  di  detto  Eremo  (an.  1451),  140,  19-20. 

chissa  di  Santa  Maria   i)EI   Servi    [chieta  Jei 

Servi\.  VI  h  sepotto  Nicol6  Gozzadini  (an,  1440),  67, 
45-47,  e  Nlcol6  Ghisilardi  (an.  1444),  99,  41-43;  rlc, 
120,  5:  vi  si  ferma  Gaieotto  Spada  venuto  a  Botogna  a 
recare  11  cappello  cardinalizio  al  leg,  (an.  1449),  128, 
17-11;  vl  si  conduce  dal  vescovado  Giacomo  Van- 
nuccl  governatore  dl  Bologna,  133,  41 ;  11  pred.  rl 
h  incontrato  dai  maglstrati  coi  gonfaloni  e  ie  Artl 
e  dai  clero,  41-43;  vi  convengono  i  nuovl  Gonfalo- 
nieri  dl  porta  Ravegnana  per  fare  l'entrata  soienne 
in  ufficio  secondo  la  nuova  legge  (an.  1485),  231,  37; 
vi  h  sepotto  Gozzadino  Gozzadinl,  233,  38;  vi  h  tatta 
cantare  da  Giovannl  Bentivoglio  una  messa  di  gra- 
zie  per  la  sua  salvezza  (an.  1488),  253,  l-io;  vl  h 
tumulato  11  corpo  d.  moglle  di  Cornetio  Bargellinl, 
dissepoito  dal  cimltero  di  San  Biagio  (an.  1496), 
290,  6-7 ;  vi  h  cantata  la  messa  durante  la  proces- 
slone  delle  rogazioni  (an.  1500),  299,  46;  vl  sl  ra- 
duna  tutto  il  quarttere  dl  Porta  Ravegnana  coi  Gon- 
falonieri  e  Anton  Galeazzo  BentivogHo  per  inten- 
derti  tul  da  fare  (an.  150J),  316,  27-28;  vi  parla  dal 
pergamo  Francesco  Fantuzzl  esortando  i  convenutl 
contro  11  Vatentlno,  36-37;  cf.  30-33;  vi  h  seppellito 
Fliippo  Bargeiiinl  (an.  1506),  343,  16-17;  nei  prestl 
t1  h  ta  casa  d.  Grati,  357,  24 ;  vi  ^  collocata  per 
opera  d.  Padrl  un'iscrIzione  in  lode  dl  Glovanni 
di  Anagni  f  nel  1455  (an.   1^68),  161,  14-25. 

—  —  CHiESA  Di  Santa  Maria  Maddalena  di  Valdi- 
piKTRA  gii  di  San  GiusEPPK  DKi  Skkvi  vlcino 
alla  porta  di  Saragozza  a  Bologna,  34,  33-34;  vi  i 
condotta  per  prima  stazione  la  Madonna  della  Guar. 
dla  durante  1«  processione  (an.  1433),   32-35;  vi   sl 


fermano  1  Canetoli  rlentrati  per  lorpresa  in  c.  (an. 
1451),  138,  it-n. 
Boloona  (Chiksb)  s  criua  di  Santa  Maria  Maooiork. 
Vi  h  icpolto  GloTannl  dille  Arml  (an.  1483),  226, 
5-6;  i  interdetta  dal  card.  dl  San  Glorglo  per  aleuni 
benefiet  usurpatl  dal  cappellani  (an.  1492),  268,33- 
36;  tI  iI  spezza  una  catena  dl  ferro  In  aeguito  al 
terremoto  (an.  1504),  333,  31. 
—  CittX  '  tI  nasce  San  Petronlo  (an.  386),  CXXXV. 
II,  in  quesfanno  t1  sono  aggiunte  le  porte  dl  San 
Procolo  e  di  San  Catclano,  18-30;  mo/te  famiglie  lulle 
varie  lotte  intestim  e  fer  le  varie  cacdate  $t  ritiran» 
in  Casttl  San  Pietro  (lec.  XIII  e  leg.),  Vlf,  ^i-^b,  cfc 
*3-*S  \  vi  torna  Prindvalle  Ghirardacci  dopo  il  lodo  di 
face  di  Bonifatio  VIII,  jj-*7 ;  vi  e  coUrmito  mn  otfedale 
sofra  la  ttlciata  dt'  frati  Minoti  (s.  a.),  LX.  j-<;  vi 
tornano  molti  fantosi  dottori,  4-$%  t1  h  terminata  ta 
torre  deirArrengo  (an.  1369),  XLV,  3-3;  tua  detcri- 
zione,  3-6  , ;  laTori  al  campanlie  di  San  Pietro  (an. 
1436),  3,  9-13;  tI  li  feateggla  11  dono  dl  Imola  e 
Forll  date  al  leg.  dal  duca  Fllippo  Marla  Vitconti, 
33-34;  tI  torna  11  leg.  Lodovlco  Alamannl  da  Forli, 

4,  17,  rlcevuto  con  solenntti,  17-18;  sl  liberano  i 
carcerati  per  festeggiare  1'aTvenimento,  18-19;  vi 
si  festeggia  1'elezione  a  card,  d.  pred.,  30-31 ;  t1  si 
tlene  un  concilio  gen.  dei  fratl  Predicatorl,  23-23; 
l'Alamannl  prende  II  cappelto  cardlnallzio  tn  San  Pe- 
tronio  con  grande  pompa,  37-30;  lil>erti  data  ai  car- 
cerati  per  1'allegrezza,  30-31 ;  11  veic.  NicoI6  All)er- 
gati  ne  parte  per  Roma,  33-34;  vl  t  Matteo  Grlf- 
fonl,  43;  festegglamenti  ail'AIbergatI  al  suo  ritomo, 

5,  1-4;  11  pred.  ne  parte  per  Venezla,  5;  rlc,  34;  11 
pp.  Martlno  V  ne  aliontana  Anton  Galeazzo  Ben- 
tivoglio  (an.  1427),  30;  i  Canetoll  vi  li  Ingrandi- 
icono,  31;  vi  t  11  dottor  Gioranni  Piasai.,  33;  ne 
sono  licenziati  dal  leg.  Lulgi  Colonna  e  Luigi  da 
Sanseverlno  con  i  loro  cavatlt  (an.  1428),  36;  11  pred. 
leg.  non  vi  fa  cosa  giusta  o  buona,  36-37 ;  1  Cane- 
toli  con  i  loro  aderenti  occupano  la  Piazza,  6,  14; 
1  pred.  danno  fuoco  al  padigllone  d.  paszi,  14-15; 
1'lncendio  sl  estende  bruciando  raolte  botteghe  di 
notal  con  infinite  scrltture,  15-I6;  si  ribella  aila 
Chiesa,  7,  10;  vi  si  reca  Luigi  da  Santeverlno  chla- 
matovi  dal  Senato,  12-13;  ne  fugge  travetttto  11  vetc. 
Albergatl  temendo  Tiolenza,  19-20:  11  pred.  vi  toma, 
31 ;  Criitoforo  Sacramoro  e  aliri  capi  llluitri  d. 
Fiorentlni  presi  a  Medesano  tI  sono  condotti  prl- 
glonieri  e  potti  nella  torre  d.  Slgnorl,  3t-39;  tI 
glungono  Francesco  da  Carmagnola  e  11  conte  Luigi 
dal  Verme,  39-40;  i  pred.  ne  partono,  41;  rlc,  8, 
1;  vl  cntra  Giovanni  da  Rjmini  esccutore  d.  giu- 
stizia  e  conserratore  d.  ilbertik,  30-31 ;  ne  parte  11 
leg.  accompagnato  dagli  Anziani  e  da  molti  nobiti 
per  Roma,  33-33:  vi  abita  Pietro  Cresolml^enl  d. 
Pieve,  9,  21-22;  &  offerta  dal  Senato  al  Venesiani 
in  cambio  di  aiuto  contro  la  Chieta,  31-33;  h  in- 
terdetta  dal  pp.,  44-45;  fe  fortilicata,  10,  6;  vl  ser- 
pcggia  d.  raalumore  per  l'asprezza  e  severiti  degil 
etattori  d.  tasse,  10-14;  dalle  artiglterie  nemlche, 
postate  a  porta  Galliera,  h  dannegglata  negil  edlGci, 
non  nelle  persone,  35-37:  In  seguito  aU'interdetto 
ne  parte  il  vesc.  Albergati,  45;  dal  Conslglio  d.  Scl- 
cento  ne  viene  allora  el.  veic.  Bartoiomeo  Zam- 
t>eccari,    46-48;    il    Caldora   1'asiale   da   porta   Gal- 


[Bologna  citCa,  aa.  1^8-1431^ 


INDICE  ALFABETICO 


467 


Uera,  II,  1-2;  ne  esce  Luigi  da  Sanseverino  contro  U 
pred.,  2-3;  vi  torna  a  notte  il  Sanseverino,  4-5;  h 
bombardata  dai  nemici,  5-6;  ne  escono  i  duecento 
fantl  Incaricati  dagli  Otto  di  guerra  di  incendiare 
le  artiglierie  nemiclie  per  liberarla  dall'assedio,  8- 
10;  ^  assalita  inutilmente  dai  nemici  dalia  parte  di 
Borgo  San  Giacomo,  32-37  ;  i  pred.  vi  scagliano  una 
bombarda,  che  cade  senza  danno  pr.  la  chiesa  d. 
Santi  Cosma  e  Damiano,  35-37 ;  vi  sono  decapitati 
in  piazza  Aiamanno  Bianchetti,  Antonlo  detto  Bo- 
lognino,  Amico  Barbieri  (an.  1429),  «8-49;  ne  sono 
banditi  Gaspare  Maivezzi  con  la  moglie  Giovanna 
Bentivoglio,  12,  1-2;  cf.,  17,  23-23;  anche  i  bandito 
Lodovico  Bentivoglio,  12,  2-3;  ne  partono  volonta- 
riamente  molti  amici  d.  Bentivoglio  temendo  vio- 
lenze  dai  Canetoli,  10-12;  vi  h  decapitato  Giacomo  di 
Aiamanno  Bianchetti  sedicenne,  13-14,  Giacoma  rao- 
glie  di  Gigante  Pelacani  e  Agausdei  Zarabelli,  15- 
16;  l^esercito  della  Chiesa  la  bombarda  da  porta  d. 
Lame,  17-19;  affissione  in  vari  luoghi  di  un'iscri- 
zione  contro  i  Canetoli,  20  26,  di  cui  l'autore  rimane 
ignoto,  27-28;  ric,  45;  i  nemici  trattano  per  esservi 
introdottl  non  riuscendo  a  entrarvi  a  forza,  48-49; 
nel  frattcmpo  1'assalgono  da  porta  di  Galliera,  ma 
senza  successo,  13,  1-4;  vi  sono  trasclnati  a  coda  di 
cavallo,  poi  legati  a  un  carro  e  quindi  impiccati  nel 
mercato  Giacomo  e  Fillppo  da  Piancaldoli,  coinvolti 
nella  pred.  congiura,  5-8 ;  Giovanni,  ioro  fratello,  h 
squartato  ed  esposto  alla  porta  San  Felice,  8-9 ;  vi  h 
anche  giustiziato  Bartolomeo  da  Modena,  10,  accu- 
sato  di  voiere  tradire  una  porta  al  nemico,  10-11 ; 
per  sicurezza  11  Senato  fa  abbattere  ia  torre  di  Fos- 
sa  Cavallina  fuori  porta  Maggiore,  12-14;  h  mole- 
stata  dalle  artiglierle  nemlche  poste  a  Santa  Maria 
d.  Monte,  23-25;  di  nuovo  e  inutilmente  si  congiura 
per  darla  alla  Chiesa,  26-38 ;  in  seguito  a  tale  con- 
giura  vi  sono  attanagliati  e  Impiccati  Alberto  dalie 
Coltrl,  Guido  Giulio  Paganelli  e  Antonio  da  San 
Siro,  36-38 ;  vt  sl  fanno  processioni,  senza  clero, 
per  impetrarne  ia  salvezza,  39-41;  una  di  esse  tro- 
vandosl  nella  selclata  di  San  Francesco  h  fatta  se- 
gno  a  colpi  di  bombarda  senza  esserne  offesa,  41-44; 
carestia  di  iegna,  14,  6,  e  di  pesci  In  tutta  la  qua- 
rftsima,  8;  le  campane  vi  chlamano  a  raccolta  11 
popolo  durante  un  assalto  di  nemici  a  borgo  San 
Pietro,  22-24 ;  11  card.  leg.  Lucido  Conti  ne  pre- 
tende  l'accesso,  che  gli  viene  negato,  per  parlare  agli 
Anziani,  15,  29-32;  questi  invece  ne  escono  a  parla- 
mento  col  pred.,  32-33;  ne  sono  derastate  le  cam- 
pagne  ail'intorno  dal  leg.,  35-36 ;  per  rappressaglia  le 
milizie  e  il  popolo  fanno  una  sortlta  contro  la  ba- 
stiadi  Santa  Maria  d.  Monte,  37-42;  i  soldati  vi  rien- 
trano  vinti  da  porta  San  Mamolo,  42-46;  nuova  inu- 
tile  sortita  d.  gentl  d'arme  contro  i  nemici  e  la 
bnstia  di  Santa  Maria  d.  Monte,  16,  6-13;  vi  sl  reca 
Rolando  da  Genazzano  ambasc.  d.  pp.  per  la  pace, 
17;  II  pred.  ne  parte  per  il  carapo,  18;  il  pred.  t1 
torna  a  conferlre  col  Senato,  19-20,  vi  h  restltuita 
l'acqua  d.  Reno,  17  4-6;  vi  entra  il  leg.  Lncido 
da  porta  Magglore  accolto  con  grandl  onori  e  ap- 
plausi,  8-12;  il  pred.  le  toglie  l'interdetto,  15-16; 
cf.  9;  vi  sono  uccisi  nel  pal.  d.  Notal,  per  mandato 
d.  Canetoli,  Egano  Lambertlnt,  Nlcol6  Maivezzl, 
Bagarotto  Blancht,  Tommaso    Montecalvi,   Fillppo 


dalle  Anelle  (an.  1430),  18,  41-45;  e  Agostino  Gon- 
zagni  sulla  porta  d.  Bargellini,  19,  1-2;  pestilenza, 
5;  ne  parte  11  leg.,  5-7;  vi  rimane  in  sua  vece  11 
vesc.  dl  Forli,  7 ;  vi  sono  decapitati  in  Piazza  per 
faisa  testimonianza  Albcrto  e  Giacomo  Cacciane- 
mlci,  Antonio  detto  11  Negro  e  Nicol6  Leoni,  7-11 ; 
vl  giunge  Giovannl  I  re  di  Portogallo  ricevuto 
con  grandi  onori,  13-14 ;  vi  si  reca  Ranieri  Frosina 
a  levare  soldati  per  conto  di  Paolo  Gulnigi,  16-17 ; 
Battlsta  e  Baldassarre  Canetoli,  i'abate  Zambeccari, 
Matteo  GriiTonl  vi  primegglano,  19-21;  i  CanetoU 
e  gli  Zambeccari  per  meglio  tiranneggiarla  ne  ban- 
discono  Anton  Galeazzo  Bentivogllo  con  tutti  1 
suoi  parenti  e  aderenti,  22-47;  ii  ieg.  Contl  esorta 
il  pp.  a  procacctarsene  ii  libero  domlnio  per  met- 
tere  fine  alla  tirannla  d.  CanetoII,  20,  1-3;  tale  In- 
carico  &  dato  dal  pp.  al  nuovo  leg.  vescovo  dl 
Tropea,  4-8,  il  quale  vi  fa  venlre  ostilmente  l'eser- 
cito  d.  Chiesa,  dopo  falllti  I  tentativi  pacificl,  11- 
34;  le  ^  tolta  l'acqua  d.  I^eno  dal  Caldora  cap.  d. 
Chiesa,  per  impedirle  di  macinare,  35-26;  h  fortifi- 
cata  e  guardata  dai  Canetoli,  27;  Anton  Galeazzo 
Bentivogllo  per  cercare  di  entrarvi  mette  fuoco  al 
cancello  esterno  d.  porta  Maggiore,  28-30;  1'altra 
parte  dell'esercito  salite  le  mura  si  impadronisce 
d.  barracano  sopra  le  grate  di  Cavadiccio  e  tenta 
romperle,  30-32,  ma  h  ributtata  dal  popolo  accorso, 
33-34;  sono  impiccatl  nel  mercato  quattro  nemlci 
fatti  prigionieri,  35;  durante  i'armistizio  non  vi  pud 
essere  recata  vettovaglia  che  da  un  miglio  vicino, 
45-46,  ma  deve  esserle  restltuita  i'acqua  d.  Savena 
e  d.  canale  d.  Reno,  47;  il  luogotenente  d.  leg.  con 
tl  pod.  e  altrl  ne  partono  e  sl  recano  pr.  i'eserclto 
d.  Chiesa,  21,  8-9;  11  legato  ne  saccheggla  11  terri- 
torio  fino  a  due  miglla,  22-35 ;  vi  e  ordita  una  con- 
giura  dai  banditi  Galasso  Vedrani,  Tommaso  Loiani 
con  t  condottieri  Giovanni  da  Ferrara  e  Giovanni 
da  Cento  per  entrarvi  con  l^esercito  d.  Chiesa,  36- 
37;  ma  11  complotto  st  scopre,  38;  Giovanni  da 
Ferrara  h  preso  e  implccato  nei  mercato,  38-43;  le 
h  ridata  I'acqua  per  macinare  e  concesso  11  rifor- 
nimento  d.  vettovaglie,  22,  8-9;  vl  si  reca  NIcoi6 
Ariosti,  ambasc.  d.  march.  Nicol6  d'Este,  23;  i  ne- 
mici  tentano  invano  entrarvi  da  porta  Galliera,  46- 
48;  vi  sono  pochi  soldati  perchi  non  si  ha  da 
pagarli,  23,  12-13;  malgrado  la  lunga  guerra  h  ben 
provvista  di  cibarie,  13-15;  ognl  derrata  vi  i  a  buon 
prezzo,  15-17  ;  h  piena  di  vizi,  di  iicenza  e  di  delittl, 
17-21 ;  vi  si  ha  notizta  d.  f  d.  card.  Glacomo  Isoiani 
(an.  1431),  34-35;  vi  h  portata  la  vettovaglia  seque- 
strata  ai  nemtct  verso  la  Certosa,  47-49;  vl  giunge 
notlzia  d.  morte  dt  Martino  V  e  se  nc  mostra  al- 
legrezza,  24,  2-3;  processloni  per  impetrare  alia  cri- 
stlanita  un  buon  pastore,  17-18;  grande  aiiegrezxa 
alla  nuova  deU'elezione  d  pp.  Eugenlo  IV,  card. 
Gabrlele  Condulraer,  gii  leg.  di  Boiogna,  20-23;  parto 
mostruoso,  25-30;  vi  sono  accrescluti  i  dazi  alle  porte, 
35-39 ;  cid  per  avere  donaro  do  dlfenderla  contro  la 
Chiesa,  39-40,  vi  glungono  ambasc.  floren- 
tlnt,  41-44;  H  cronista  lamenta  la  sua  povertA  e 
rimprovera  al  Fiorentini  di  non  darle  aiuto  che  dl 
paroie,  25,  3-3;  uccisione  di  Gtorglno  da  Tossigna- 
no  momentaneamente  impunita  per  Paspettazione 
d.  pace,  26,  1-3 ;  per  i  capltoii  di  questa,  concordatl 


468 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  dtth,  aa.  I43i.i43b\ 


con  Eugenlo  IV,  h  atiolta  dl  ognl  Interdetto  rlna- 
lendo  al  luglio  1438,  3f-31;  «ono  amnlxtlati  tuttl  i 
delitti  commesslTl  In  questo  tempo  e  abrogati  i 
bandi  di  ogni  ipecie,  34-41;  ad  eccezione  di  quelli 
contro  Battlsta  Poeti,  Cario  Malvezzi,  Glacomo  Al- 
drorandi,  Antonlo  Galluzzi;  contro  1  flgil  dl  Baga- 
rotto  Blanclii,  contro  Guid'Antonio  I.ambertlnl, 
Giovanni  Blanciietti,  Martino  Bombaaari,  Andrea 
Albertucci  e  flgli,  Pietro  Calegari  e  figli,  Baitotto 
dl  Guglielmo  d'AItedo,  Pietro  Conti  e  figli,  Segu- 
rano  Monzoni,  Antonello  Virglll  e  figli,  Anton  Ga- 
leazzo  Bentlrogllo  e  figll,  Bolognlno  dalle  Fibbie, 
Glorannt  dal  Lino,  Nlcol6  Canlccl,  Giorannl  Bal- 
dulni,  Giullano  Fiffi,  23,  41-29,  1-2;  dopo  II  rttorno 
d.  (leiegati  rt  sl  annunzla  la  pace  con  campane  e 
fuochi,  2»-33;  ri  entra  11  nuovo  gorernatore  Glo- 
vanni  Bosco  dalla  porta  dt  San  Felice  e  si  reca 
al  Pal.,  43;  vi  st  possono  liberamente  introdurre 
mercansie  e  altro,  4S-So;  rl  st  ricomlnciano  a  cele- 
brare  le  messe  e  i  dirini  ulficl,  30,  1-2;  rl  b  restl- 
tulta  l'acqua  d.  Reno  e  d.  Sarena,  3-4;  ne  ^  revo- 
cato  tl  governatore  Bosco,  46;  vi  entra  accolto  con 
grande  onore  11  nuovo  governatore  Fantlno  Dan- 
dolo,  47-4f;  vi  t;  dal  pp.  indetto  11  Concilio,  31,  3; 
ric,  36;  ra  a  monte  il  disegno  dell'abate  Zambec- 
cart  e  d.  governatore  Dandolo  dl  cacciarne  Battista 
Canetoil  colI'aiuto  d.  Fiorenttnt  e  d.  Venezianl  e 
rldurla  llbera  sotto  la  Chiesa  (an  1432),  32,  12-IS; 
vl  sono  condotti  prigloniert  Bonlfacio  Zambeccari, 
Baldassarre  e  Alberto  da  Montevegilo  e  Carlo  da 
Correggio,  33,  2-3,  6 ;  Baldassarre  ne  fugge,  6-7 ; 
rire  in  questo  tempo  Giovannl  Inglese  Tomari,  13; 
ri  si  trora  11  generale  degll  Eremitani,  frate  Ghe- 
rardo  da  Rlmini,  16-17;  11  Gattameiata,  chiamatori 
dal  lcg.,  non  pu6  entrarvi  essendo  la  porta  dl  Santo 
Stefano  nelle  mani  d.  cittadini  (an.  1433),  27-28;  ne 
parte  11  leg.  Dandolo  con  il  vesc.  Deltino  Gozzadini 
29-32;  II  pred.  vl  lascia  in  sua  vece  Stefano  Por- 
cari  pod.,  32-33;  ingresso  d.  nuovo  gorernatore  leg. 
Marco  Conduimer  e  onori  fattigli,  3f-44,  / ;  terre- 
moto  violentissimo,  47;  un  fulmlne  caduto  sulla  torre 
degli  Asinelli  la  rorina  In  piCi  parti,  34,  1-2;  ec- 
ciissi,  3;  vt  si  teme  la  carestia,  7-8;  processione  di 
tre  giorni  con  la  Madonna  della  Guardia  per  impe- 
trarne  la  fine  d.  ptoggia,  18-26;  srolglmento  di  essa, 
28-35,  1-S;  11  tempo  si  rtmette  sino  dal  prlmo  giorno, 
34,  38-42;  a  commemorare  il  mtracolo  si  decreta  ia 
celebrazlone  annuale  d.  processione  ogni  prima  do- 
menica  di  lugllo,  35,  S-8 ;  buon  tempo  e  buon  rac- 
colto,  9-12;  Antongaleazzo  Bentivoglio  chlede  dl 
rientrarvl,  36-37;  11  pred.  riene  a  porta  San  Donato, 
38-39,  e  la  comlncla  a  rompere,  42-43;  al  tempo  stesso 
gli  Zambeccari  con  Tommaso  Ghisilieri  e  altri  ban- 
diti  tentano  entrarvl  da  porta  San  Felice  e  pt&  spe- 
cialmente  dalla  Grata  d.  canale  d.  Reno  cui  tolgono 
l'acqua,  39-42;  al  suono  d.  campane  accorre  11  popolo 
ai  luoghi  mlnacciati  e  t  baaditl  sono  resplntl, 
43-46;  vl  scoppia  un  rtolento  temporalc;  un  fulmine 
getta  a  terra  due  merli  d.  torre  degii  Asinelli, 
36,  20-21 ;  vi  appare  una  cometa,  22-23;  at  incomlncta 
la  conduttura  per  portare  l'acqua  Ramonda  alfospe- 
dale  d.  Morte,  24-2S;  t  Canetoli  per  tema  che  11 
Bentlvogiio  con  i  fuorusciti  st  induca  ad  assattrla 
deltberano  di  cacctarne  gtl  uffictalt  d.  Cliiesa  e  for- 


tificarla  (an.  1434),  38-41  ;  cf.  37,  1-4;  ri  b  ucciso  dat 
Canetoll  Lulgl  Griffonl  con  11  fratello  Fioriano,  38, 
13-27;  ne  fugge  Gioranni  fratello  del  pred.,  27;  U 
pp.  ri  manda  ad  arciresc.  il  padorano  Bartoio- 
meo  Zabareili  con  ambasc.  fiorentinl,  4«-4l ;  rt  glun- 
gono  II  rete.  dl  Recanatl  e  Pletro  Ramponi  daparte 
d.  pp. con  1  capitoii  d.  pace,  30,  34-3S;  oeparteper 
Firenzc  lo  Zabareill  sdegnato  controii 
Gattamelata,  39,  44-4S;  ne  parte  anche  II 
resc.  di  Recanati,  4S-46;  rimane  senza  gorer- 
natore  d.  pp.,  46;  rl  i  finlta  la  conduttura  dell'aoqua 
Ramonda,  che  afiSuitce  In  gran  copla  con  molto 
beneficio  d.  c,  40,  4-6;  i  dazlcrl  fanno  rorinare  la 
pred.  conduttura  perch^  l'acqua  danneggiara  I  dozi, 
6-9;  rlc,  29;  vl  f  NlcoI6  da  Tolentino,  30;  rl  e  ordl- 
nata  dal  Senato  una  processlone  dl  tre  giornl  con 
la  Madonna  di  .San  Luca  per  impetrare  la  fine  dt 
ploggie  dirotte,  41,  4-7:  Antonio  BentlTOglio  con 
gli  altri  bandlti  e  11  Gattamelata  tentano  entrarri 
da  porta  Santo  Stefano  (an.  1435),  40-46;  il  tentatlro 
bene  avrlato,  fallisce,  46-42,  1-7;  ri  al  ha  notizta 
d.  vittoria  riportata  dai  Genoresi  a  Gaeta  sulla 
flotta  dt  Alfonso  V  re  di  Aragona  e  d.  prigionta 
d.  re,  deirinfantu  e  di  altrl  personaggi,  8-13;  cf.,  33- 
3S;  costo  della  farina,  3S-36;  ri  si  fanno  grandi  alle- 
grezze  per  Taccordo  concluso  con  11  pp.,  4S-46;  i  doxi 
d.  porte  sono  ricondotti  ai  prezzi  del  1429,  49-50;  43, 
1;  camblano  i  dazl  di  tuttl  1  gcneri,  2-3;  ri  si  reca  da 
Trevtso,  aasal  festeggiatn,  11  nuoro  governatore  Da- 
ntele  Scotti  e  con  lui  Baldassarre  Oflida  e  Gasparo 
da  Todi,  4-9;  sl  ricomincia  a  tenere  raglone  essendo 
Giudlce  d.  mercanzia  Antonio  Sampieri,  16-17;  Si- 
gismondo  Maiatesta,  con  seicento  caralli,  ri  entra 
segretamente  da  porta  San  Mamolo  chiamatori  dal 
governatore,  27-28;  Batttsta  Canetoli,  saputolo,  ne 
parte  con  dodlci  compagni  col  pretesto  d.  caccia, 
30-32;  cf.  37;ne  partono  duecento  tra  amici 
e  parenti  d.  pred.,  32-35;  e  anche  Marla 
Tommasina  sua  moglie,  35-36;  11  governatorertma- 
stone  cosi  padrone,  ne  crea  pod.  Baldassarre  Ofllda 
e  capo  d.  dazi  Gaspare  da  Todi,  40-44;  si  ricomincia 
a  suonare  la  campana  deIl'Arrengo  muta  da  due 
anni,  44,  1-2;  ri  tornano  gli  ambasc.  inviati  dai 
com.  al  pp.  per  tnvitarlo  a  prendere  stanza  in  c, 
2-16,  e  11  card.  Aibergati  reduce  dt  Francla,  20-21; 
ri  rientra,  per  concessione  d.  pp.,  Antongaieazzo 
Bentlvoglto  col  suoi  amici,  22-26,  e  Tommaso  Zam- 
beccari  con  Gioranni  GriflToni  e  molti  altri  fuoru- 
scltl,  34-35;  vi  ^  ucciso  Antongaieazzo  Bentivoglio 
dal  gorernatore  e  dairOffida  per  incarico  d-  pp., 
45,  7-32;  ri  giunge  la  sorella  dl  Eugenio  IV  in  vlag- 
gio  per  Firenze,  46,  13-16;  11  pp.  rl  fa  ricostruire 
il  casteilo  dl  Galliera  per  tenerla  in  freno,  20-22;  il 
pred.  si  apparecchia  a  recarrlsi,  44 ;  ri  passa  la  so- 
reila  d.  pp.  di  ritorno  da  Firenze  (an.  1436),  47-48, 
e  ailoggia  In  casa  di  Antonio  Scappi,  48;  la  pred. 
ne  parte  per  Venezia,  48-49;  da  porta  Maggiore  rl 
entra  II  pp.  con  i  card.  rtcevuto  solennemente  dai 
maglstrati,  che  gliene  offi-ono  le  chiart,  e  dal  po- 
polo,  47,  8-10;  ii  pp.  in  San  Petronio  da  la  benedi- 
zione  al  popolo,  lO-U;  dalla  chiesa  passa  in  Pal.  a 
mezzo  dt  un  palco  appositamente  costruito,  11-13; 
^rl  giungono  il  card.  di  San  Marcelio,  20-21,  il  cord. 
di  Cipro  reduce  da  Basilea,  21-22,  11  card.  Albergati, 


[Bologna  ciHlt,  aa.  74^6-1440] 


INDICE  ALFABETICO 


469 


J2-23 ;  il  pp.  parla  di  trasferirvi  il  Concilio  da  Ba- 
silea,  23-24;  vi  si  reca  Nicoio  d'E»te,  25-26,  clie  al- 
loggia  In  strada  Santo  Stefano  nella  casa  di  Giro- 
lamo  Bolognini,   26;  ne  parte  1'OfEda  per  i'impresa 
contro  Francesco  Sforza,  39-40 ;  vi  si  reca  Piergiam- 
paolo    Orsini    dopo   la   sua    liberazione,    48,    25;  vi 
prendono  dimora  Nicol6  e  Paolo  Ercolani  di  Faenza, 
49,   19-20;  ne  h  data  al  pred.  la  cittadinanza,  20-21; 
come  pure  al  governatore  Daniele  Scotti,  21-22;  fu- 
sione    della    campana   dell'Arrengo    in    uno  spiazzo 
dietro  San   Petronio    (an.   1437),  50,  11-12;   vi  sono 
fatte  celebrare  dal  pp.  nella  pred.  chiesa  ie  esequie 
dell'imp.  Sigismondo  (an.  1438),  19-20;  il  pp.  fa  cre- 
dere  clie  vi  trasferira  il  Concilio,  che  invece  ban- 
disce  in  Ferrara,  23-24,  cf.   29-30,    37-38;  11   pred.    ne 
parte  con  un  pretesto  lasciandovi  ancora  a  gover- 
natore  lo  Scotti,  33-37;  h  offerta  in  signoria  al  duca 
di   Milano  da  molti  cittadini,  malcontenti  del  tra- 
sferimento  d.    Concilio  a  Ferrara,  e  da  amici  d.  f 
Benfivoglio,  51,  12-21 ;  e  accettata  dal  duca  che  con- 
corda  coi  pred.  il  modo  di  farvi  entrare  il  Piccinino, 
21-22,  31-34;  vi  torna  Raffaele  Foscherarl,  23;  il  Pic- 
cinino    muove    alla  sua  volta  non  facendone   per6 
mostra,  35-36;  cf.  18-22,  31-32;  il  pred.  giunto  a  porta 
Maggiore  con  molto  esercito  ne  intima  la  resa  allo 
Scotti,  43-46 ;  il  governatore  in  tale  f rangente  cerca 
amicarsi  i  cittadini  e  da  loro  In  custodia  le  porte 
d.  c,  47-52,  1-4;  11  pred.  fa  guardare  la   Piazza  da 
sue  milizie,  e  ordina  che  ognuno  tenga  la  notte  un 
lume  acceso  dinanzi  alla  casa  per  avere  libero  pas- 
saggio    ovunque,  5-6;  Raffaele   Foscherari   ne   offre 
l'entrata  al    Piccinlno  da  porta  San  Vitale  e  porta 
San  Donato,  7-11;  il  pred.  vi  entra,  11-14;  il  P^osche- 
rari  vi  provoca  un  tumulto,  15-22;  nel  quale  hanno 
la  peggio  i  soldati  d.  Chiesa,  26-33 ;  aliora  il  Picci- 
nino  che  era  fermo  in  casa  d.  Bentivogiio  si  fa  si- 
ciiro  di  recarsi  in  Piazza,  28-30;  ove  assedia  in   Pal. 
lo  Scotti,  che  alfine  si  arrende,  30-31 ;  il  pred.  ne  h 
fatto  uscire,  32;  ci  si  sente  nella  casa  di  Pietro  Brac- 
cianl,  che  resta  perci6  disabitata,  34-37;  ne  parte  11 
Piccinino,  53,  30;  sono  tolti  i  serragH  dalle  strade, 
30-31;  ric,  42;   k  colpita  da   peste,  45;  vl  f  tra  g'l 
altri  Battista  Magnanl,  45-46;  vl  si  fanno  processioni 
per  Impetrare  la  fine    d.    pestiienza,  49-50;  Raffaele 
Foscherari  con  altri  amici  d.  f   Bentivoglio  pensa 
rlchlamarvi  il  iiglio  di  lui    Annibale,    54,   9-10;    ne 
iono  confinate  le  meretrici  nel  dintorni  d.  torre  d, 
Catalani  e  le  loro  case  fatte  recingere  da  mura,  55, 
32-34  ;  ne  parte  Matteo  Griffoni  per  Cesena,  35;  cen- 
simento  delle  famigUe  fra  le  quall  e  quella  di  Gia- 
como  Monterenzi,  38-40;  abitazione  di  Francesco  e 
Pietro  Monterenzi,  40-41;  ric,  per  ia  sua  ribellione 
al  pp.,  56,  5;  Battista  Canetoli,  prigioniero  In  Ml- 
lano,  ne  promette  la  libera  signoria  al  Vlsconti,  che 
temeva    in  Annibale  Bentlvogllo  un  rivale  nel  do- 
minio,  purchi  gli  permetta  di  tornarvl  (an.    1439), 
25-28;  cf.  20-21;  il  CanetoU,  dal  Castello  di  Galliera 
vl   penetra,   e   recatosi   in    Piazza   si   fa   aprire   la 
porta  d.  Pal.  da  un  amico,  36-42;  si  suona  la  cara- 
pana  degli  Anzlanl  per  chiamare  11  popolo  alle  armi 
contro  11  prcd.  41-42;  cf.  46;  allo  stesso  scopo  An- 
nibale    Bentivoglio  fa  luonare   la  campana  di  San 
Giacomo,  48;  57,  l;  60,    10;  vi   tornano   graziatt  I 
banditl  e  confinati,  amlcl  di  Battista  Canetoll,  57, 


33-36;  h  occupata  da  Francesco  Piccinino  con  forte 
presidio  per  ordine  d.  padre  Nicol6,  che  voleva  far- 
sene  padrone  in  nome  d.  duca  Visconti,  58,  11-12; 
cf.  8-9;  11  pred,  h  favorito  in  questo  dlsegno  dalla 
gelosia  reciproca  di  Baftista  Canetoli  e  dl  Annibale 
Bentlvogjio  entrambi  desiderosi  di  primcggiarvi,  3- 
6,  14-17;  vl  torna  da  Milano  U  Canetoli,  21 ;  vi  sono 
aiHsse  alle  cliiese  di  San  Pietro  e  di  San  Petronio 
le  cedole  di  scomunica  e  di  decadenza  lanciate  dal 
Concilio   di  Basilea   contro    Eugenio    IV,   47-49;  vi 
giunge  da    Miiano  Giovanni  Ambrosini  e  subito  h 
arrestato  per  ordine  d.  Senato,  59,  12-14;  vi  -j-  NicoI6 
Fava,   17-18,  sepolto  in  San  Giacomo  degli  Eremi- 
tani  dietro  il  coro,  18-19;  versi  che  si  leggono  sul 
suo    sepolcro,    20-25;    vi    si    conserva   la   bolla    del- 
Tunione  tra  la  Chiesagreca  e  latina,  35-37;  vi  giunge 
da  Firenze   l'imp.    di   Costantiuopoli,  41-42;   onori 
che  gli  sono  resi,  42-44 ;  il  pred.  alloggia  nel  vesco- 
vado,   44-45,  e  crea  cav.  aurato   Taddeo  o,  secondo 
aitri,  Giovanni  Manfredi,  45-47;  ne  parte  il  Sacra- 
moro  richiamato  dal  Picclnino,  60,  17-18;  vi  giunge 
in  suo  luogo  Cervato  Secchi  da  Caravaggio  mai- 
veduto  dai    cittadini,  20-22;    vi  f  Brancadello  Zan- 
chi,  25;  uccislone  di  Raffaele  Foscherari  (an.  1440), 
61,    7-16;  vi  sono    chiuse  le    botteghe  dagli  arteficl 
per  timore  dl  torbidl,  17;  vi  f  Rizzardo  Pepol:  sep- 
pellito  in  San  Domenico,  21-28;  vi  sl  giostra;  vince 
Floriano  Accarisl  29-33;  vi  torna  da  Parma  Anni- 
bale  Bentivoglio,  35-38;  h  attraversta  da  porta  Sa- 
ragozza   a    porta    Maggiore    dal   Piccinino  che  con 
sei  mila   fanti  si   reca  contro    i    Fiorentini,   40-43; 
tutto  il  popolo  fe  in  armi  per  difenderla,  42 ;  ii  Pic- 
cinino  vi  h  ospite  d.  Signori  in  Pal.,  43-45 ;  il  pred. 
ne   parte,   62,   31-32;   ma   vl   lascia   a  suo  luogote- 
nente  il  figlio   Giacomo,  32-33;  vi  si  reca  il  nuovo 
pod.   Fiiippo   Gonfalonieri   mandato   dal   duca   VI- 
sconti,  38-39;  vi   h   giostrato  in  Piazza  11  palio  di 
San  Ruffillo,  63,   10-12,  vinto  da  Floriano  da  Tossl- 
gnano,  12-13;  alcunl  complottano  dl  Introdurvi  l'eser- 
cito  di  Francesco  Sforza  per  la  porta  di  San  Felice 
a  fine  di   cacciarne  Annibaie  Bentivogiio,  27-30;  la 
congiura  h  scoperta,  30;  vi  sono  giustlziatl  per  talc 
f atto  Tommaso  CanetoU  e  Battlsta  di  Bernab6,  34 ; 
vi  giunge  il    Piccinino    dalla  Toscana,  35;  il  pred. 
ne  parte  per   Milano,    37-38;  vi  h    imposto  il  dazio 
dell'imbottato  per  rimborsare  11  prestito  alle  Cora- 
pagnie  d.  Arti,  38-41;  vi  h  malcontento   per  1  dazi 
sulie  granaglie  e  sull'uva,  41-43;  incendio  al  mona- 
stero  di  Santa  Agnese,  44-45,  47-48;  alcune  monache 
vl  rimangono  f  o  ferlte,  45-47;  vi  entra  con  pompa 
solenne  il  nuovo  pod.   Antonio  Dal   Verme,  49-50; 
vi  torna  da  Firenze  Neri    oste  dcUa  Luna,  64,  10; 
cf.  13;  vi  h  scoperto  un  complotto  per  Introdurvi 
le  milizie  d.   Chiesa  e  1  colpevoli  sono  glustizlatl, 
20-33;  vl  glunge  notizia  d.  pace  e  iega  intervenuta 
tra  II  duca  Visconti  e  i  suoi   nemlcl,  40-41;  cf,  36- 
37 ;  per  rallegrarsl  di  ci6  vl  h  bandlta  una  giostra, 
41-42;  vi  sono    murate   per  sicurezza  alcune   poi-te, 
44-47 ;  ma   dopo   qulndlci  giorni    vengono   riaperte 
a  cagione  d.  malcontento  d.  popolo,  47-48;  decapl- 
taiione  dl  Pappi  de'  Medlcl,   49-50;  vl  tornano  gll 
ambasc.  andati  dal  Picclnino  a  Parraa,  67,  "5  gran- 
dt  allegrezze  e  processione  per  I'accordo  col  pred,, 
38-42;  11  Senato  ne  consegna  le  porte  alle  Corapa- 


470 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  eittky  aa.  1 440- 144^ 


gnle  d.  Arti  perrh^  le  dUendano,  43-44;  t1  'tornB 
da  Mllano  Nlcold  Sanutl  (an.  1441),  68,30-31;  vl  ti 
festegglano  i  lucceMt  d.  Plccinlno  nel  Breaciano  con 
una  glottra,  33-37,  d.  quale  reita  rincltore  Lodo- 
rico  Malrezzl,  37;  rl  aono  accretclutl  1  dasi,  4l-44( 
rlc,  47-41 ;  rl  il  fetteggtano  le  nozze  dl  Annlbale  Ben- 
tlrogllo  con  Donnina  Vitcontl,  69,  f-ll;tono  tolte 
a  forza  le  catene  che  tbarrarano  la  Plazza  e  nella 
notte  rtmeste  da  tconotciuti,  37-31;  rl  tono  condottl 
due  tradltort  di  Castel  San  Pietro,  che  tono  giudlcati 
e  condannati,  33-33;  rl  h  pubblicata  la  cettazlone  d. 
ottlllti  con  la  Chleta  e  ae  ne  fanno  grandi  alle- 
grez7.e,  38-40;  rl  f  Baldassarre  Trentaquattro,  70,  10- 
II;  ri  tt  giottra  un  pallo  per  San  Petronio,  13-14;  ne 
rlportano  l'onore  e  il  prerato  Lodorlco  Malvezzl  e 
1'uomo  d'arme  Guldantonio  da  Fasnza,  14-16;  fette 
c  conviti  per  le  nozze  di  Romeo  Pepoli  con  Isabella 
Bentiroglio  e  dt  Giacomo  Pepoli  con  una  Gozza- 
dlnl,  33-33 ;  ne  parte  Nicol6  Sanutl  el.  pod.  dl  Siena, 
35;  11  popolo  dona  al  pred.  uno  stendardo  con  1'arme 
d.  c,  37 -3(;  per  II  peso  d.  nere  cade  parte  d.  tetto 
d.  chieta  dl  San  Petronio,  43-43;  ai  ha  un  petsimo 
raccolto,  44-4S;  rl  tl  apprende  la  f  d.  march.  Nl- 
C0I6  III  d'Ii:ste  (an.  1443),  71,  I;  rl  tornano  gll  am- 
batc.  mandati  a  Llonello  d'Ette,  13;  rl  ^  condotto 
plgioniero  NtcoI6  Gambacorta  c  potto  In  cata  dei 
Dalle  Correggle,  33-33;  rl  giungono  secretamente 
trarestlti  Attorre  Manfredl  e  otto  compagni  per 
uccidere  11  pred.,  35-27;  a  uccisione  compiuta,  37-30, 
il  Manfredi  ne  esce  prlma  che  alcuno  ai  accorga 
d.  fatto,  33-33;  si  fabbrlcano  le  Mercerle  sotto  II 
pal.  d.  pod.,  36-37 ;  i:  abbattuta  la  scala  con  il  por- 
tlco  di  contro  alla  Pescheria,  37-33;  rl  arrirano 
ambatc.  di  rari  ttati  ai  Piccinino,  43-45;  ri  li  gio- 
stra  in  onore  d.  pred.,  46-48;  ne  rlporta  fonore 
Glangaleazzo  Manfredi,  11  premto  Gioranni  Cale- 
tini,  48-49;  giostra  banditari  dal  Piccinino  per  un 
paiio  rerde,  50;  72,  1-3;  ne  ottiene  11  premio  e  1'onore 
un  car.  d.  Picclnino,  3;  questl  ne  parte  per  andare 
in  Romagna,  4;  ne  esce  con  il  pred.  anche  Annibale 
Bentirogiio  per  la  guerra  contro  Forli,  4-5;  uccl- 
sione  dl  Bartolomeo  Preti  per  opera  di  alcuni  ne- 
mici  di  Annibale  Bentiroglio,  13-19;  questi  ri  torna, 
37-38  ;  vi  si  fa  condurre  Francesco  Picclnino  fingen- 
dosl  ammalato,  33-33;  il  pred.  sempre  con  questo 
pretesto  aJIoggia  successiramente  nel  Pal.  pubblico 
e  nel  vescorado,  33-34,  e  proiblsce  tiano  suonate  ie 
campane  di  San  Pietro  per  non  esserne  turbato  nel 
riposo,  34-35;  ne  parte  Annibale  Bentiroglio  per  ac- 
compagnare  ii  pred.  a  San  Gioranni  in  Persiceto, 
41-44;  corre  pericolo  di  andare  a  tumulto  per  ia 
prigionia  di  Annibale  e  d.  Malrezzi,  73,  19-33;  ri 
tornano  gli  ambasc.  inriatl  a  Nicold  Piccinino 
per  la  liberazione  d.  pred.,  43-44;  yi  tomano  anche 
gil  ambasc.  recatisi  al  duca  in  Milano  alio  stesso 
tcopo,  74,  3;  Cervato  da  Cararaggio  non  ttlmandoti 
sicuro  in  casa  d.  Daile  Correggie  passa  ad  abitare 
in  rescovado,  13-16;  rl  torna  la  seconda  arabasceria 
inviata  al  duca  senza  costrutto,  37-38;  per  II  peso  d. 
nere  precipita  11  tetto  dl  San  Petronio  verso  la  Piaz- 
za,  39-40;  glostra  d.  mugnal  nel  raercato  d.  buoi, 
nella  quale  tuttl  i  giostratori  mostrandoti  egual- 
mente  valentl,  II  palio  i  divito  fra  tutti  (an.  1443), 
75,  1-9 ;  ri  giunge  la  nuora  d.  partenza  da  Firenae 


dl  Eugenlo  IV  con  tutta  la  corte  diretto  a  Siena, 
14-15;  per  1'lnrerno  rlgidlitlrao  f  di  freddo  e  di 
■tentl  moltl  porerl,  16-17;  duranle  la  quareilma  ca- 
reitia  dt  petce  e  dl  ortaggi,  17-18;  ri  (  dl  paatagglo 
con  due  6gli  Paoia  Gonzaga,  19-30;  la  pred.  allog- 
gla  In  cata  d.  Pepoii,  31;  ri  torna  Francetco  Plc- 
cinino  conducendo  teco  cinquecento  caraiii,  43-44; 
ri  t  ucdso  Gioranni  Toroari  dal  tuorero  Battitta 
Votta,  76,  6-8,  che  commetio  11  delitto  ne  fugge,  I; 
■i  duole  d.  perdita  d.  retc.  Albergatl  f  a  Slena,  14- 
16;  onorl  real  alla  memorla  d.  pred.,  17-19;  tue  trittl 
condizlonl,  31-36;  cf.  3«-77-78-79-80-81  ;  rl  ablta  II 
calderaio  Geneilo  di  Borgo  San  Donnino,  76,  38-39; 
11  pred.  per  una  rltaa  ne  parte  e  il  itablliace  a  Va- 
rano  d.  Marcheti,  30-31;  per6  ri  fa  frcquentl  gite, 
33-33;  cf.  77,  5-6;  ri  tornano  1  due  Maretcotti  e 
Michelc  Loiani  dalla  mancata  impreaa  d.  til>era- 
zione  di  Annibale,  45;  1  pred.  ne  etcono  per  ri- 
tentare  taie  impreta,  78,  7-10;  rl  giunge  Michele 
Lojani  ad  arrertire  gll  amicl  d.  Illierato  Annil>aie 
di  trorarsl  nella  notte  alla  grata  deirAreta  per  In- 
trodurri  11  Ilentirogilo  senza  strepito,  80,  11-I6;  il 
pred.  e  1  suoi  lit)eratorl  con  I'aluto  dl  amlci  di 
dentro  scalano  le  mura  aila  grata  deirAvesa,  14-39; 
ra  a  ruraore,  39-48;  drammatica  fuga  di  Cerrato 
daiia  cata  di  Lodovico  dalle  Correggle  al  forte  di 
Galliera,  50;  81,  1-4;  ri  i  fatto  prlgionlero  Fran- 
cesco  Piccinino  in  Pai.,  7-39 ;  11  pred.  i  condotto  a 
casa  d.  Bentivoglro  e  ben  guardato,  39-49;  tI  tono 
assallti  e  spogilatl  i  soldati  d.  Plccinlno,  49-50;  'k 
ridotta  in  libertii,  82,  1 ;  i  condannati  e  i>anditi  ri 
possono  tornare,  3;  viene  aaserragliata  dal  popolo 
e  rafforzata  dagll  Anziani  per  timore  di  Lodorico 
dai  Verme,  8-10;  fuorusciti  e  bandlti  ri  tornano  a 
poco  a  poco,  86,  14-15;  parimente  ri  torna  da  Mo- 
dena  Lippo  Ghisilieri,  30;  difese  fatterl  da  .\nni- 
bale  BentivogHo  per  Impedire  ai  presidl  nemici  rin- 
chiusi  in  Gailiera  dl  irrompervi,  39-43 ;  vi  si  festeg- 
gla  la  concluslone  d.  lega  con  Firenze,  87,  27-39;  vi 
penetra  Astorre  Manfredi  con  quattrocento  cavalll 
dalla  porta  di  Galliera  tenuta  sempre  aperta  pcrchi 
guatta,  30-33;  accorso  il  popolo  ai  suono  d.  campane, 
34-36,  il  Manfredl  ne  h  ricacciato  dopo  sanguinosa 
zuifa,  37-38;  vi  glunge  Gaspare  Canetoli  con  altrl 
fuorusciti  e  buon  numero  di  soldati  inviati  dai  Fio- 
rentlni,  42-43;  &  bombardata  dai  presldi  d.  Castello, 
46-47 ;  baruffe  in  mercato  tra  i  pred.  e  11  popolo  in 
armi,  47-88,  1-3 ;  ri  giunge  Simonetto  dali'Aquila 
con  i  caralli  e  1  fantl  inviati  dai  Fiorentini,  30-34 ; 
11  pred,  con  ii  Bentivoglio  e  Gaspare  CanetoU  ne 
esce  per  prendere  Corticella  e  impedire  ai  nemici  ii 
iibero  passo  nei  territorio,  25-37;  vi  torna  Simonetto 
con  molto  bottlno  dal  sacco  di  Imola,  33-34;  il  met- 
saggero  inviato  da  Battista  Sampieri  ai  Slgnori  ad 
annunziare  la  conciusione  d.  lega  col  Veneziani  e 
Fiorentini  va  attomo  tul  cavallo  e  con  lo  tcarlatto 
donatogli  dai  Signori,  89,  14-15;  rl  h  pubblicata  !a 
detta  Lega  e  rl  tono  fatti  suile  torri  grandi  fuochi 
per  l'aUegrezza,  18-19;  ne  parte  11  pred.  messaggero 
per  Venezia  con  una  scorta  di  sei  uomini,  20-33; 
fnori  di  Bologna  rerso  Budrio  i  pred.  scambiati  per 
nemlci  sono  assallti  dai  contadini  e  In  parte  uccisi, 
33-30;  gli  uccisori  sono  condannati  aiia  forca,  30-31; 
t1  «i  reca  Galeotto  Canetoli  con  talracondotto  degli 


[Bologna  citth,  aa,  I443-I446\ 


INDICE  ALFABETICO 


471 


Anziani  per  tentare  un  accordo  tra  la  c.  e  il  duca 
Visconti,  90,  J2-23;  il  pred.  ne  riparte,  25;  vl 
sl  festeggiano  gli  ambasc.  tornati  da  Venezia,  ii-ib; 
uccisione  di  Bolognino  dalle  Fibbie  per  opera  di 
Giovannl  Hrendiparte,  91,  19-21;  per  le  gravi  con- 
dizioni  d,  c.  l'assassino  non  h  punito,  21-24;  vi  sl 
apprende  la  vittoria  di  Annibale  Bentivoglio,  93, 
37-38 ;  vi  sono  ordinate  dal  Senato  grandi  feste,  38- 
39 ;  Guido  Rangoni  vl  giunge  con  cavalll  e  fantl 
da  parte  d.  Venezlani,  94,  19-20 :  vi  torna  Anni- 
bale  vittorioso  da  Castel  San  Pietro,  31;  vi  si  fanno 
processioni  per  tre  glorni,  31-32,  e  grandl  fuoclii  e 
allegrezze  per  il  ricupero  di  tutti  i  castelli,  32-33; 
anclie  si  tolgono  i  serragli  dalle  strade,  33-34 ;  Achil- 
le  e  Gaspare  Malvezzi  finalmente  liberati  vi  tornano, 
95,  4-6;  cf.  94,  35-36;  vi  si  fanno  allegrezze  per  la 
presa  di  Galliera,  95,  16;  vi  sono  richiaraati  Baldas- 
sarre,  Galeotto  e  I>udov;co  Canetoli,  20-21;  vi  torna 
Pietro  da  Navarrino  festevoimente  accolto,  96,  50;  di 
nuovo  il  pred.  vi  torna  dal  saccheggio  dell'ImoIese, 
97,  6;  vi  si  apprende  la  sconfitta  data  a  Nicold  Pic- 
cinino  dallo  Sforza  tra  Pesaro  e  Fossorabrone  e  se 
ne  fanno  allegrezze,  13-17,  cf.  7-11;  ne  parte  Lodo- 
vico  Malyezzi  al  soldo  d.  Signoria  di  Firenze,  13-19; 
vi  t  I'abate  di  Santo  Stefano,  d.  Bargellini,  20-21 ;  si 
rorape  la  campana  d.  torre  degli  Asinelli,  43-44;  se 
ne  gitta  una  nuova  (an.  1444),  40-41,  che  h  issata  suUa 
torre  dalla  parte  d.  Carrobbio,  41-44;  vi  e  indetta 
dal  Senato  una  giostra,  45-46;  nomi  d.  giostratori, 
46-98,  1-2;  vi  si  celebra  Panniversario  d.  vittorla 
contro  il  Dal  Verme  con  la  processione  a  Santa  Ma- 
ria  d.  Monte,  9,  39-41 ;  vl  si  festeggia  la  vittoria  di 
Francesco  Sforza  contro  Francesco  Piccinino  a 
Monte  Olmo,  99,  25  ;  vi  h  pubblicata  la  conferma 
per  dieci  anni  d.  lega  tra  Veneziani,  Fiorentini  e 
Bolognesi,  26-28 ;  vi  torna  Lodovlco  Malvezzi  ricon- 
clliato  col  Senato,  33-34;  vi  si  corre  il  palio  per 
San  Luca,  31-32;  nomi  d.  giostratori,  33-36;  ne  resta 
vincitore  Lodovico  Malvezzi,  36-38;  nomi  d.  giudlci, 
38-39;  ri  t  Nlcol6  Ghisiileri,  40-43;  per  i  suoi  fu- 
nerali  si  chiudono  le  botteghe,  43;  vi  sl  apprende 
la  t  ^>  Piccinino,  44-45;  Gaspare  Malvezzi  vi  si 
fabbrica  uno  splendido  pal.  di  pietra  ne'  Vignac- 
ci  di  fronte  a  San  Sigismondo,  100,  1-3;  altro 
pal.  vi  comlncia  Carlo  Malvezzi  in  strada  San 
Donato  di  fronte  a  Santa  Cecilla,  4-5;  Zaccaria  da 
Fiesso  vi  comincia  la  sua  casa  nella  strada  Mag- 
giore,  6-7  ;  uccisione  di  Carlo  Malvezzi  per  opera 
di  Michelo  Pellizzari,  9-II;  cf.  16-17;  uccisione  in 
Piazza  dl  Giovanni  Ambrosini  seguace  d.  Cane- 
toll,  19-21 ;  in  seguito  al  mortale  ferimento  dl  Mat- 
teo  delle  Correggle  »ta  per  sorgervi  un  tumulto  pro- 
vocato  dai  Marescotti  amicl  d.  feritore  (an.  1445), 
39;  101,  1-2;  gli  Anziani  lo  impedlscono  cacciando 
i  Marescotti  di  Piazza,  2-6;  Galeazzo  Marescotti  vl 
h  richlamato  dal  bando,  e  poi  subito  ribandito  per 
la  sua  oltracotanza,  37-43;  uccisione  di  Annt- 
bale  Bentlvoglio,  103,  19-28;  di  Gianluigi, 
Taddeo  e  Antenore  Marescotti,  35-36,  e  di 
Bartolomeo  Mazzacanl,  38;  vi  sono  fret- 
tolosamente  chiamatl  dai  castelli  d.  territorlo  i  cap. 
d'arrai  con  le  loro  mllizie,  104,  19-21;  combat- 
timenti  per  le  vie,nei  quali  prevaiela 
parte  Bentl voleica  con   Galeazzo  Mare- 


scotti  soccorso  da  Pietro  da  Navarrino,  49-105,  1- 
35;  ne  escono  i  Canetoli  per  la  porta  Sanflsaia  che 
il  Senato  fa  chiudere,  26-37 ;  vi  fe  ucciso  Battista 
Canetoli  e  ne  &  straziato  il  cadavere,  37-45;  vi  giun- 
gono  Tiberto  Brandolini  e  Guldo  Rangoni,  46-47; 
vi  si  incammina  Taliano  per  portare  soccorso  ai 
Canetoli,  ma  giunto  allTdice  e  appresa  la  dlsfatta 
d.  pred.  torna  indietro,  106,  1-6;  nei  torbldi  anzi- 
detti  oltre  il  Bentivoglio  e  Battista  Canetoli  ven- 
gono  uccisi  Giorgio  Fusagna,  Pietro  bombardiere, 
Giacomo  Novelli,  Petronio  Peterlini,  Segurano  da 
Villanova,  Filippo  Ramponi,  Bene  Tacconi,  Torama- 
sino  da  Buonconvento,  Bartolomeo  Copoli,  NicoI6 
e  Cario  Baroncini,  il  raassaro  di  Piacenza,  Stefano 
Pelacani,  Don  Giovanni  da  Massumatico,  Antonio 
Alberti,  Ambrogio  tlntore,  Giacomo  Polisscni,  Pie- 
tro  sarto,  Oliviero  calzolaio,  Trombettino  carret- 
tiere  e  molti  altri,  26-33;  enumerazione  d.  case 
saccheggiate  e  bruciate  ai  partigiani  d.  Canetoli, 
43-107,  1-8;  anche  sono  ai  pred.  bruciate  le  botte- 
ghe  si  che  fe  piena  di  lamenti,  9-11 ;  vi  regna  la  ii- 
cenza,  11-13;  ne  h  assente  Meichiorre  Vizzani,  36- 
37;  ne  esce  travestito  Galeotto  Canetoii  per  porta 
Santo  Stefano,  38-40;  le  fe  tolta  1'acqua  d.  Reno  da 
Luigi  da  Sanseverino  e  non  vi  si  pu6  macinare, 
110,  38-30;  il  Senato  ordina  di  fare  un  plstrino  per 
ogni  parrocchia,  32-33;  preoccupazione  per  la  man- 
canza  d.  raccolto  e  per  trovarsi  in  raezzo  ai  due 
eserciti  di  Taliano  e  d.  Sanseverino,  34-36;  vi  giun- 
ge  Simonetto  dall'Aquila  con  fanti  e  cavalli,  37-38; 
vi  torna  a  fluire  l'acqua  d.  Reno  da  Casalecchio, 
43;  ric,  50;  vi  giunge  in  aiuto  con  miJle  cavalli 
Taddeo  Marchese  condottiero  d.  Veneziani,  111, 
44-45;  vi  arrivano  ambasc.  d.  pred.,  112,  1,  e  Dio- 
nisio  Castelli  festeggiatissirao  per  i'onore  ricevuto 
a  Venezia,  1-2;  vi  giunge  Gregorio  d'Anghiarl 
con  cavalli  e  fanti  da  parte  d.  Fiorentini,  8-9; 
vi  tornano  le  mllizie  daII'assedio  di  Argile,  36-38; 
ii  Sanseverino  vi  raanda  ostilmente  sino  alle  porte 
alcune  bande  dl  cavaili,  39-40;  le  pred.  abbruciano 
la  casa  d.  gabeilino,  40,  ma  fuggono  prima  dell'ar- 
rivo  d.  popolo,  chiamato  a  raccolta  dalla  campana 
d.  com.  e  da  quella  dcgli  Asinelli,  40-43;  vi  si  passa 
iu  Piazza  la  rassegna  ai  soldati,  44-47 ;  vlolcnto  ter- 
remoto,  50;  113,  1-2;  h  deslderata  sempre  dal  Vi- 
sconti,  che  assolda  ai  suoi  danni  Astorre  Man- 
fredi  (an.  1446),  32-34;  vi  passano  ambasc.  di  Vene- 
zia  diretti  ai  pp.,  46;  i  pred.  sono  trattati  con 
moito  onore,  46;  114,  1;  vi  si  apprende  i'avvelena- 
mcnto  in  Roma  di  Battista  Poeti,  15-16;  vi  torna 
da  Venezia  Melchlorre  Vizzani,  20,  e  gli  amba- 
sclatori  C0I4  recatisi,  115,  24-25;  sue  tristl  condi- 
zioni  a  cagione  d.  carestia  e  d.  gravezze  dorute  In 
gran  parte  al  Visconti  contro  cui  bisognava  diten» 
dersi  a  ogni  patto,  116,  17-23;  cf.  114,  39-43;  vi  giun- 
ge  un  trombetta  dl  Taddeo  Marchese,  116,  37,  pol 
lo  stesso  Taddeo,  39;  vi  si  fanno  grandi  feste  per 
la  resa  d.  castelll,  117,  29;  vi  si  apprende  con  gioi» 
ia  sconfitta  data  da  Micheletto  Attendolo  all'eser- 
cito  Visconteo  presso  Merzaro  nel  Cremonese,  41- 
43,  e  U  presa  di  Cassano,  1 18,  14-15;  vi  «bita  II  conte 
dl  Poppi  Francesco  Guldi,  40-41 ;  Sante  Bentivogiio 
tI  entra  da  porta  Santo  Stefano  «ccolto  con  festa 
119,  19-23  j  cf.  16;  tI  torna  AchUle  Malveizl,  120,  4; 


472 


INDICE  ALFABETICO 


IBotogna  d/ti,  aa.  1446-1431^ 


nntcita  mottruota,  3-tU;  triduo  di  procetllonl  e  al- 
legrezze  per  l  sentimentl  beneroll  veno  1«  c.  raa- 
nlfettati  dal  pp.  (an.  1447),  3t-34;  vi  tornano  alcunl 
degli  ambasc.  recatlsl  pr.  il  pred.,  3S-«3;  ri  torna 
Lodorlco  Caccialupi  da  Roma  ataai  fetteggiato, 
121,  3-3;  ri  h  dl  pattagglo  un  card.  ambaic.  d.  pp.  «1 
Veneziani,  11-13;  rl  tt  corre  un  pallo  in  onore  d. 
Bentivogllo,  13-15;  rl  tornano  gll  arabatc.  rlmatti 
a  Roma,  43-44 ;  durante  le  f este  per  la  conclutione 
d.  pace  con  Eugenio  IV  ti  espongono  1  gunfaloni 
alle  finestre  d.  Pal.,  122,  8-9,  rl  giunge  Gregorio 
d'Angiiiari  Inriato  dal  Fiorentini,  13-14;  da  ciA  tl 
teme  clie  non  tuttl  vogliano  ia  pace  pred.,  14-1»; 
ri  arriva  Nicold  da  Cremona  tegretario  d.  pp., 
16-17,  e  alloggia  in  rescovado,  30;  si  rallegra  d.  t 
dl  Fillppo  Maria  Visconti,  che  lempre  l'arera  tra- 
ragllata,  40-41;  cf.  36;  ri  tono  fatte  murare  dai  Se- 
nato  rarle  porte  per  timore  di  Francesco ,  Sforza, 
44-45;  partlto  il  pred.  dal  territorlo  ette  rengono 
riaperte,  123,  5-6;  vi  torna  il  vescoro  e  Nicold  da 
Crcmona,  13-13;  questi  ne  riparte  perRoraa, 
13-14 ;  rl  giunge  11  nuovo  gorematore  pontificlo 
Aatorre  Spada  onorerolmente  rlcevuto,  16-17;  ne 
tono  dal  pred.  licenziatl  1  commlssarl  fiorentini  e 
renezianl  che  vi  sl  trovavano  dal  princlpio  d.  Lega, 
18-19;  vi  si  corre  un  palio  per  San  Petronio,  124,  44- 
45;  noral  d.  giostratori,  45-48;  ne  rlporta  il  premlo 
e  l'onore  Obizzo  Pepoil,  48;  vi  tl  apprende  con  tri- 
atezza  ia  t  d'  Melchiorre  Vlzzani,  125,  4-6;  vi  i  pub- 
blicata  ia  t  d.  vesc.  Glovanni  Poggl,  7-10;  afflitta 
da  pestllenza  (aa.  1447-1448),  11;  si  mostra  lieta  d. 
nomina  di  Fllippo  Parentueelil  fratello  d.  pp.  a  tuo 
vesc.  (an.  1448),  19;  vi  i  di  passaggio  11  marchese 
Luigi  Gonzaga,  33-34;  il  pred.  crea  I'aolo  Volta  cav. 
aurato,  34-35;  vi  toma  Galeazzo  Marescotti  da  Roma, 
39;   ecclissi   di  tole  d.  durata  di  tre  quartl  di  ora, 

126,  4;  ne  fuggono  gli  abitanti  a  causa  d.  pestllen- 
za,  5-6;  vi  passa  Nlcoid  Amidano  vesc.  di  Cremona 
dlretto  a  Ferrara,  34;  ri  si  fa  gran  festa  per  la 
cattura  dl  Baldassarre  Canetoli,  37-39;  vi  torna  II 
leg.,  43-44 ;  condanna  e  decapitazione  d.   Canetoli, 

127,  43-128,  1-8;  3ue  trlttl  condizioni  riguardo  alla 
sicurczza  pubbltca  (an.  1449),  129,  15-17;  fc  indebo- 
llta  per  la  parziallta  di  Sante  Benttvoglio  e  di  Ga- 
leazzo  Marescotti,  17-33;  ne  parte  il  ieg.  non  riuscen- 
do  a  rlcondurvi  la  slcurezza  e  la  glustizia,  3t-4I:  rl 
t  Galeazzo  Pepoll  abate  dl  Nonantola  ed  fc  sepolto 
modestamente  in  San  Oomenico  causa  la  pestilenza 
44-45 ;  vl  sono  condottl  prigionlerl  e  pol  decapltati  1 
due  banditi  Fliippo  d'ArgIle  e  Bartolomeo  Panieri 
amici  d.  Canetoli,  47-48 ;  mortaliti  grande  In  seguito 
alla  pestilenzi  per  la  cessazione  d.  quale  si  fanno 
processioni,  49-50;  i  fuorusciti  profittando  d.  sua 
desolazione  ordlsoono  un  complotto  per  rientrarvl 
con  Taiuto  dl  Astorre  Manfredi,  130,  1-6;  U  Senato 
ne  fa  perci6  terrare  cinque  porte,  6-7;  vi  introduce 
a  difesa  quattrocento  contadini,  7-9;  continuano  i 
mlsfatti,  si  che  ii  governatore  ne  parte  per  recaral 
dal  pp.  ad  esporgli  ie  condizioni  in  cui  versa  accu- 
tandone  Sante  Bentivogllo,  che  vi  aveva  ognl  auto- 
rit4,  13-16;  ne  partono  con  il  pretesto  d.  pestilen- 
za  Romeo  Pepoli,  Nanne  Vizzanl,  Gloranni  e  Gia- 
como  Fantuzzi  coi  figii,  Nicol6  e  Alberto  Musotti  e 
molti  altri  noblli   dlrenutl   per  ambizione  contrarl 


a  Santc  i>ciiiivugiiu,  jj-j*;  vi  luttia  u«  Casimam- 
pietro  Gloranni  Agostlni  detto  11  Moaca,  4«;  rl 
suno  decapitati  in  Piazza  11  pred.,  Crittororo  Va- 
ienti,  Antonio  Ridolfi,  131,  11-13;  ri  tono  saccheg- 
glate  le  case  d.  pred.  e  di  Flllppo  Benini,  14-15;  ri 
torna  Carlo  Malvezzl  spedito  dal  Senato  a  Cattel 
San  Pietro,  37;  moiti  amicl  d.  bandltl  ne  partoao, 
31-39;  vl  h  decapltato  Domenico  Agostlni  e  Fillppo 
Beninl,  30-31 ;  11  popoio  rl  taccheggia  le  caae  di 
molti  amlci  d.  I'epoli  e  d.  Fantuzzi,  i\-ii;  ri  tono 
condottl  prigionieri  due  fuorutclti,  Gloranni  c  Ales- 
tandro  Bernardini,  e  impiccati,  132,  4-5;  ri  tono 
decapitati  Tomraato  Cambi,  Bartolomeo  della  Cara, 
Giorannl  Santi  perchi  amici  d.  Pepotl  e  taeciatt  di 
ladrl,  33-34;  ri  giungono  ambaic.  da  Cattel  San  Pie- 
tro  per  trattare  d.  resa,  46 ;  rl  giunge  11  nuoro  go- 
rernatore  Giacomo  Vannucci  e  va  ad  alloggiare  al 
rescorado,  133,  1-3;  in  teguito  alla  minacciata  in- 
rasione  d.  territorio  ri  tornano  ad  abitare  molti 
fuggitinc  per  la  pestilenza,  15-16;  ri  e  ordinato  il 
censimento  dal  resc  (an.  1450),  134,  5-7;  ri  arrira 
atsai  festegglato  11  nuovo  goyernatore  card.  Gio- 
raanl  Bessarione  con  gii  ambaac.  andati  dal  pp.,  135, 
13-15;  vi  giunge  una  iettera  di  Francesco  Sforza  con 
i'annuncio  d.  sua  eiezione  a  duca  di  Milano,  33;  ri 
torna  11  messo  recatosi  a  Casfel  San  Pietro  a  leggere 
i'intimazione  d.  pp.  ai  fuorusciti,  136,  14-15;  dannl 
causatUe  dallo  straripamento  deU'Aresa,  11-33;  to- 
lenne  processione  per  la  canonizzazlone  di  San  Ber- 
nardlno  da  Siena  39-40;  ri  sl  giostra  11  paiio  di  San 
Ruffiiio,  45 ;  vi  si,  apprende  la  t  di  Leonello  march. 
di  Ferrara,  137,  6;  vi  i  impiccato  Ossano  da  Pe- 
scarola  (an.  1451),  13;  rl  sono  giustlziati  tre  che 
avevano  rotta  la  grata  d.  Battiferro  per  introdurrl 
l  fuorusclti,  16-17 ;  uccisione  d.  Gonfaloniere  d.  po- 
polo  Francesco  Guidotti  a  opera  di  due  mugnai, 
36-30 ;  1  pred.  ne  fuggono  per  la  grata  d.  Canalc  dt 
Reno,  31;  i  fuorusciti  con  1'aiuto  d.  pred.  e  arendo 
assoldati  Alberto  Pio  e  11  signore  di  Correggio  sl 
apparecchlano  a  rientrarri,  37-40;  'k  data  in  guardia 
a  quattro  Gonfalonieri,  uno  per  quartiere;  le  porte 
sono  affidate  agll  altri  dodlci,  44-47:  la  Piazza  ^  guar- 
data  dai  Malvezzi  e  dai  Bentivogilo,  47-49;  Imizione 
d.  fuonisciti,  sino  alla  Piazza,  ricacciatl  da  Sante 
Bentivogilo,  dai  Malvezzi  e  da  quatfrocento  d.  po- 
polo,  138,  33-139,  1-5;  ri  sono  condotti  Francesco 
Ghiaiiteri,  Petronlo  e  Giacomo  Chlodaroii  o  Burmt- 
tieri,  Pellogrino  Floriani  presi  prigionieri  ad  Ar- 
gile,  34-35:  itinerario  fatto  fare  ai  pred.,  35-36;  ioro 
impiccagione  nel  trebbo  d.  Ghisilieri,  34-36;  vi  toma 
da  Modena  Antonio  Zonari,  140,  15;  ii  pred.  vi  i 
Implccato,  15-16;  'k  fatta  e  dtplnta  la  sfera  delforo- 
iogio  di  Piazza,  17-lS;  vi  sono  condotti  prigionie- 
rl  Giovanni  Buono  Albertini  e  Vincenzo  da  Ca- 
sale  c  glustiziati  insieme  a  Paolo  Priori  ioro  com- 
plice,  34-36 ;  vi  b  dal  Scnato  inritato  l'imp.  Federi- 
co  V  e  11  suo  seguito  (an.  1453),  37-38;  il  pred.  ri 
entra  da  porta  San  Donato  essendo  le  altre  murate, 
141,  1-3;  cd  'k  accompagnato  con  molta  pompa  al 
rescorado,  3-5 ;  rl  giunge  chlamato  dal  Senato  Attor- 
re  Manfredl  con  la  sua  gente,  7  ;  'k  rititata  dali'imp. 
che  ne  ammira  1  filatoi,  14-16;  U  pred.  ne  parte  da 
porta  SantoSte&ino  appositamente  rlaperta,  IT-U;  ri 
i  rlparata  ia  Croce  dl  porta  per  opera  degll  Strac- 


[Bologna  citta,  aa.  i4S2-t4S9\ 


INDICE  ALFABETICO 


473 


ciaroli,  20-22;  vi  sl  apprende  l'incoronazione  in  Ro- 
ma  dell'lmp.  e  dell'imperatrice,  28-29;  il  pred.  vi  pas- 
sa  nel  ritorno  entrandovi  per  porta  Santo  Stefano 
onorevolmente  ricevuto,  31-33;  Federico  V  ne  parte 
per  Ferrara  da  porta  di  Galliera,  33;  venticinque 
giovani  arraati  liberano  a  forza  presso  il  trebbo  de' 
Preti  Don  Nicol6  Veronese  condotto  al  supplizio  per 
magia,  40-42;  sono  bruciate  in  Piazza  le  robe  di  Gio- 
vanni  Angelini,  142,  1-2;  ne  sono  banditi  11  pred.  e 
tutti  gli  altri  corapllci  d,  fuga  d.  prete,  8-11;  cf.  3-4; 
ad  eccezione  di  Antonio  Bisarini  impiccato,  7;  sono 
Irapiccati  Borromeo  e  Friano  Giacomi  e  l'oste  d. 
Ca'  Grande  di  San  Ruffillo,  che  avevano  congiurato 
di  introdurvi  Galeotto  Canetoli,  12-20;  ne  sono  ap- 
profondite  le  fosse  per  due  terzi  interrate,  35-27 ; 
Ti  t  Gaspare  Malvezzi  28-30;  gll  sono  fatti  solenni 
funerali  e  si  chiudono  per  lutto  le  botteghe  30-31 ; 
vi  t  Giovanni  dl  Anagni  tcologo  insigne  (an.  1453), 
143,  5;  cf.  161,  13;  suo  epitaffio  nella  chlesa  d. 
Servi,  14-24;  vi  si  trova  a  confine  Stefano  Por- 
cari,  143,  7-9;  11  pred.  ne  parte  secreta- 
mente,  9-10;  vi  si  apprcnde  la  presa  di  Costantl- 
nopoli  e  lo  scempio  fattovi  dai  Turchi,  22-24;  ne  par- 
tono  con  onorevole  seguito  gli  ambasc.  al  pp.,  27- 
28;  instabllitA  d.  clima,  29-34;  per  la  violenza  d.  vento 
cade  un  muro  dell'ospedaIe  dl  San  Francesco,  31-32; 
costo  d.  frumento,  35;  vl  si  recano  temporaneamente 
Giovanni  Aurispa  e  Guarlno  Guarinl  letteratl  in- 
signl,  40;  i  pred.  ne  partono,  40;  abbellimenti 
alla  Ringhiera  d.  Pal.,  144,  4-6;  vi  sono  impic- 
catl  Franceschlno  da  Lugo,  Paolo  Bariselli,  Lazzaro 
dalla  Crovara,  che  aveyano  trattato  di  farvi  entrare 
1  fuorusciti,  10-11,  cf.  8-9;  per  lo  stesso  motivo  h 
esposto  nella  gabbia  Don  Giovanni  Bariselli,  11-12; 
viene  finito  il  campanile  d.  chiesa  d.  Servi,  17-19; 
vi  ^  di  passaggio  un  corriere  d.  duca  Sforza  diretto 
a  Firenze  (an.  1454),  145,  43-45;  vi  giunge  un  cor- 
riere  d.  Veneziani  al  Senato  con  la  notizia  d.  pace 
conclusa  a  Lodl  col  duca  dl  Milano,  45-46,  e  anche 
uno  d.  duca  di  Milano  allo  stesso  scopo,  46-47 ;  se 
ne  fa  festa,  47-49 ;  vl  giungono  lettere  d.  Fiorentini 
con  1'annunzlo  d.  pace  conclusa  col  re  di  Napoli,  col 
duca  Francesco  Sforza,  i  Veneziani  e  gli  alleati  di 
6gni  parte,  146,  33-35;  se  ne  fanno  grandissime  feste, 
147,  1;  addobbi  meravigiiosi  per  le  nozze  dl  Sante 
Bentlvogllo,  48-148,  1-31;  vi  giunge  da  Pesaro  la 
sposa  e  i  gentlluomini  recatisi  a  prenderla,  che  en- 
trano  da  Porta  Maggiore,  32-34;  cf.  146,  lS-22;  374, 
35-26;  loro  itinerario  per  recarsl  a  strada  San  Dona- 
to,  148,  34-35;  vl  si  apprendc  la  pace  conciusa  tra 
Venezia  e  i  Turchi,  151,  33-34;  vi  h  atterrata  la 
chlesa  dl  San  Donato  nella  via  omonima  dl  cootro 
alla  casa  dl  Lodovico  Manzoli  e  rlcostruita  sul  canto 
d.  stessa  vla,  35-37 ;  viene  notlzia  d.  ratlficazlone  d. 
Lega,  152,  2-3;  vi  giunge  un  corricre  d.  Florentlni  a 
parteciparne  ufficialmente  la  concluslone ;  11  pred. 
riccaraente  vestito  h  condotto  per  le  vie  con  raanife- 
stazlone  di  gioia,  4-7  ;  vi  tornano  gli  arabasc.  recatisi 
a  Venezla  con  notizie  d.  Lega,  8-9;  per  lavorl  alle 
fosse  vi  %  iraposta  una  tassa  a  tutti  gli  abltanti,  10- 
15;  dlvleto  ai  fornai  dl  cuocere  11  pane  senza  pcr- 
messo  d.  Gonfalonlere,  16-18;  si  arricchisce  d.  pal.  di 
FUippo  Bargelllni  ia  Borgo  Nuovo,  dl  Gospare  Mol- 
rezzl  no'  Vignaccl,  dl  Galeaxzo  Marescotti  nel  pressi 


di  Santa  Margherlta,  20-22;  andaraento  d.  raccolto, 
31-32;  prezzo  d.  derrate,  32-33;  vi  h  fatto  il  cappello 
alla  campana  delPorologio,  34;  vi  giunge  un  cor- 
riere  d.  Fiorentini  (an.  14S5),  153,  41;  sl  fa  gran 
f  esta  per  la  ratificazione  d.  pace  e  lega  tra  le  signo- 
rie  d'Italla  fatta  dal  re  di  Aragona,  45-46;  vi  si  ferraa 
Roberto  Sforza  a  invigilare  le  mosse  di  Giacomo 
Piccinino,  154,  25-36;  vi  torna  da  Roma  Lodovico 
Bentivogllo  ricevuto  In  trionfo,  34-26;  vi  sl  apprende 
la  t  di  Nicold  V,  158,  46-47;  vi  si  fanno  processioni 
e  feste  per  la  elezione  di  Calisto  III,  159,  1-3;  vi 
entra  con  le  solite  cerimonie  da  porta  Maggiore  11 
nuovo  governatore  vesc.  Lodovico  Milani,  48-49;  160, 
1 ;  vi  si  corre  il  palio  di  San  Pietro  da  porta  Maggio- 
re,  e  ne  riporta  la  palma  un  cittadino  fiorentlno, 
1-3;  la  torre  di  Santa  Maria  d.  Magione  e  trasportata 
piii  vicino  alla  chlesa ;  processione  per  la  crociata, 
42;  vi  si  raccolgono  sctterailaduecento  Ure  che  sono 
mandate  al  pp.,  47-4  8;  vi  si  apprende  l'uccisione  in 
Siena  di  Ghiberto  Correggio,  161,  3-5;  vi  si  comin- 
cia  il  monastero  delle  Suore  del  Corpo  di  Cristo  o 
di  Santa  Chiara,  6-7;  h  scossa  da  grave  terremoto, 
25-30 ;  vi  t  Melchiorre  da  Moglio  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (an.  1456),  33-34  ;  chlusura  d.  botteghe  per 
i  suoi  funerali,  36;  apparizione  di  una  cometa,  162, 
4-9;  in  qucsto  tempo  vi  si  trovano  Nicold  Pepoli, 
Ghisilardo  Ghisilardi,  Bartolomeo  Lambertlni,  An- 
tonio  Grassl,  Lodovico  Albergati,  Lodovico  Becca- 
delli  dottorl  faraosissimi,  14-16,  /;  clima  e  raccolti 
delPestate,  19-20 ;  vi  giungono  venticinque  monache 
per  11  monastero  di  Santa  Chiara  ailora  fabbricato, 
21-37;  vi  si  fa  molta  festa  per  la  vittoria  riportata 
dai  Crlstlani  contro  i  Turchi  a  Belgrado,  38-40;  per 
la  stessa  occasione  anche  si  fanno  processioni  con 
la  Madonna  di  San  Luca  e  le  altre  venerabili  reli- 
quie,  40-44;  vi  si  comincia  a  suonare  1'Avemaria  in 
obbedienza  d.  breve  papale,  163,  3-6;  vigiunge  no- 
tizia  che  un  ciclone  spaventoso  ha  fatto  gravi  danni 
nel  r^iorentino,  7-14;  vi  t  di  peste  Andrea  da  Man- 
zolino  e  Melchiorre  Azzoguidl  seppelliti  uno  a  San 
Nicold  degli  Alb&rl,  I'aItro  a  San  Doraenico,  27-29; 
penitenze,  digiuno  e  processloni  a  cagjone  d.  pe- 
stilenza,  che  vl  infierisce  e  d.  notizle  d.  terremoto 
nel  Napolitano  (an.  1457),  164,  15-39;  vl  torna  da 
Roma  il  leg.  con  gli  ambasc.  onorevolmente  rlce- 
vuto,  41-42;  vi  t  di  peste  Battista  Sampierl  e  Ga- 
spare  Ringhieri  che  vengono  sepolti  In  San  Dome- 
nico,  165,  4-6;  vi  si  reca  Tiberto  Brandolini,  eon 
molto  seguito,  degnamente  rlcevuto  (an.  1458),  14- 
16;  11  pred.  ne  parte  per  Imola,  18;  vi  torna  II  pred. 
con  la  sposa  c  va  ad  allogglare  in  casa  dl  Sante 
Bentivoglio,  21-32;  ne  parte  II  Brandolini  con  la  mo- 
glie  e  la  nuora  Antonla  Bentivoglio,  23-24  ;  vl  si  ap- 
prende  la  f  «!•  PP->  '66,  9-10,  e  le  scorrerle  d.  Tur- 
chi  In  Morea,  10-13;  si  fanno  feste  per  la  creazione 
d.  nuovo  pp.  Pio  ir,  16-17;  ne  partono  gli  arabasc. 
al  pred.,  20;  gll  ambasc.  anzldetti  vl  tornano  col 
nuovo  governatore  Angelo  da  Capranlca,  23,  ono- 
revolraente  ricevuto,  33-34;  raccolto  e  mortaliti  In 
quesfanno,  28-35;  vl  torna  Antonlo  Paltronl  dalla 
podcsteria  di  Ferrara  (an.  1459),  »7;  II  pred.  vi  h 
tenuto  in  grande  stiraa,  39;  vl  torna  da  Carpi  GIo- 
vanni  Fellclnl,  che  se  ne  era  alloDtanato  per  la 
peste,  47-48;  cf.   41-43;    vi   sono   chiamati  da  Sante 


474 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologoa  eiuh,  aa.  14^9-1464] 


BentlTOgllo,  in  odlo  a  Vlrgilto  MalTOizI,  I  fancluUl 
Guldo  e  Galeaxzo  figll  dl  Romeo  Pepoll,  167,  27- 
31 ;  II  pp.  PIo  11  vl  fa  annunzlare  la  sua  renuta,  41 ; 
t1  il  reca  (ialeazzo  Maria  Sforza,  ■plendldamente 
riceruto,  con  tremlla  uomlni  totto  apecie  dl  onorare 
II  pp,,  !n  fatto  per  dlfcnderla  In  caso  blsognaise, 
168,  40-45;  cf.  4,  30-31;  elenco  d.  gentiluominl  e  con- 
dottierl  recativlsl  al  segulto  d.  pred.,  41-169,  l-IO; 
elenco  d.  camerlerl  e  di  altrl  ufliciaii  d.  pred.,  ll-lt; 
con  lo  Sforza  tI  entrano  trecentoclnquanta  caTalll 
riccamente  bardati,  20-24 ;  ne  sono  date  due  porte  ai 
pred.,  2»;  ne  parte  Galeazzo  Maria  per  Firenze  la- 
sclandorl  a  guardla  alcune  squadre  di  soldatl,  27- 
30;  preparatlvi  per  il  riccTimento  dl  I'lo  11,  35-37; 
11  pp.  tI  si  arvla,  41 ;  vi  torna  Galeazzo  Maria  Sforza 
ricevuto  col  maggiori  onori,  42-43;  tI  glunge  11  card. 
Bessarione,  44;  11  pred.  va  ad  alloggiare  ai  Serri, 
45;  vi  entra  Plo  II  da  porta  Maggiore,  170,  s,  10; 
gilcne  sono  presentate  le  chiavl  e  offerta  ia  slgnoria 
dagll  Anziani,  8-f ;  il  pp.  conferma  ai  Signorl  la  si- 
gnorla,  10 ;  dcscrlzione  d.  corteggio  e  delPitinerario 
seguito  sino  al  Pal.,  14-30;  vi  sl  glostra  un  paiio, 
di  cul  riportano  1'onore  e  ii  premio  un  tal  Uoldrino 
al  seguito  d.  Sforza  e  Giovannl  I'iccinino  uomo 
d'arml  d.  Brandolinl,  171,  34-36;  vi  t  Fillppo  Bar- 
gellini,  3t-40;  il  pp.  ne  parte  per  Mantova,  41-42;  e 
nello  stesso  giorno  anche  Galeazzo  Maria  Sforza 
con  tuttl  i  suoi  soldatl,  46-47;  vi  torna  II  vesc.  da 
Cento,  172,  3-4;Tit  Lodovlco  Marescotti  ciie  Tien 
sepolto  in  San  Domcnlco  con  grandi  onorl,  5-15,  e 
il  medico  Filippo  da  Milano  sepolto  in  San  Michele 
in  Bosco,  34-35;  ne  partono  gli  ambasc.  InTiatl  a 
Plo  II  dal  Senato  a  invitarlo  al  suo  ritorno  da  Men- 
toTa  (an.  1460),  173,  2-5;  11  pred.  arriva  alla  porta 
di  Galliera,  6-7;  alloggla  nel  pal.  degll  Anziani,  7-8; 
vi  sono  dal  Senato  fatte  venire  molte  milizie  a  dl- 
fesa,  9-10;  vl  si  comincia  in  mattoni  11  pal.  dl 
Sante  Bcntivoglio,  che  finlto  h  proclamato  il  prlmo 
d'ltalia,  31-41;  11  pp.  vl  fa  leggere  in  San  Petronio 
un  breve  coi  quale  ordina  a  ognuno  dl  pagare  un 
trenteslmo  d.  suol  proventi  perla  crociata,  42-45;  e  11 
clero  un  decimo,  45-47;  i  denari  cosl  raccoltivi  sono 
mandati  a  Roma,  48;  vi  si  fanno  allegrezze  per  la 
elezione  a  card.  d.  governatore  Angelo  da  Capra- 
nlca,  174,  6-7;  il  pred.  ne  parte  per  Siena,  7-9;  ii 
pred.  vi  torna  accolto  con  onore,  9-12;  vi  si  pubblica 
dalla  Ringhiera  l'lndulgenza  plenaria  perpetua  con- 
cessa  dal  pp.  alla  Chlesa  d.  Madonna  d.  Monte  in 
occasione  dcirAssunztone,  13-15;  ecclissl  dl  luna,  du- 
rante  il  mese  di  settembre,  16-17;  ecclissi  di  sole,  26- 
37 ;  le  porte  si  aprono  sul  tardi  per  sospetto  di  Lo- 
dovico  Maivezzi  che  stava  nel  territorio  con  fanti 
e  cavalll,  29-33;  vl  vengono  ad  abitare  raolte  faml- 
giie  d.  due  castelli  ribelll  Cento  e  Pieve  (an.  1461), 
175,  10-11;  vl  tornano  il  leg.  e  i  due  ambasc.  che 
lo  accompagnavano,  16-17;  ecclissi  di  luna,  18-19; 
uccisione  di  Francesco  Tebaldo  dalle  Ruote  nella 
Mascarella  e  ferimento  d.  Gonfaloniere  d.  pop.  An- 
drea  Bentivoglio  per  opera  d.  fratelli  Dozza,  20-34; 
ne  fugge  Floriano  da  Dozza,  25;  le  case  e  1  beni  d. 
pred.  sono  fatti  distruggere  dal  Senato,  35-27;  U 
pred.  &  bandito,  27-2$;  triplice  omtcidio  per  opera 
di  Francesco  Dal  Borghetto  a  scopo  di  furto,  176, 
»-M;  vl  h  rlcondotto  11  pred.,  che  era  riusclto  a  fug- 


gire,  177, 19-30;  cf.  176, 30-31;  terrlblle  giustUU  fatta- 
ne,  177,  34-36;  t1  sl  corrc  un  pallo  per  San  Petronlo, 
37-3t;  ne  rlporta  11  premio  e  I*onore  Lodovlco  dalle 
Paile,  3<;  tI  entra  11  card.  Besiarione  reduce  dalla 
Gerraanla  e  alloggla  ai  SerTl,  39-W;  II  pred.  ne  partc 
per  la  Romagna,  35;  11  leg.  ne  parte  per  Roraa,  37- 
39;  ii  pred.  dopo  alcunl  giornl  tI  torna,  39;  tI  i 
dl  patsagglo  la  reglna  Carlotta  dl  Clpro,  che  ailog- 
gla  aifosteria  del  Leone.  43-45;  ainbasc.  Tenezlani 
si  recano  dalla  pred.,  45-46,  che  parte,  4>-S0;  sl  hanno 
notizle  d.  terremoto  di  Aquila,  51;  178,  1-3;  e  d. 
sconfitte  subite  dal  Venezlanl  in  terra  e  In  mare  per 
opera  d.  Turchl,  3-7;  carestia  dl  ogni  fnitta,  ma 
abbondanza  di  grano  e  di  Tino,  8-9;  tI  t  suor  Gio- 
Tanna  Borselli  o  degll  Albertucci,  doraentcana,  II- 
I2;per  11  gran  freddo  si  manlfestano  molte  malattie 
straneesi  ha  grande  mortaliti  nei  recchl  (an.  1462), 
30-31;  card.  francesi  di  passagglo,  32-34;  tI  passa 
Francesco  Gonsaga,  39-40;  glunge  nuoTa  d.  Tltto- 
ria  d.  Valacchi  cootro  i  Turchi,  44-45,  e  d.  presa 
dl  Trebisonda  per  parte  d.  Georglanl,  45-46;  tI  pasta 
il  principe  di  Morea  diretto  a  Roma,  47-49 ;  t1  si 
fanno  allegrezze  pcr  la  canonlzzazione  di  Santa  Ca- 
terina  da  Siena,  la  cui  eflSgie  e  solennemente  portata 
in  processione,  179,  5-7;  vi  slapprende  la  f  d.  doge 
di  Venezia  Maiipiero  e  la  eiezione  d.  successore 
Cristoforo  Mori,  12-14;  vl  i  condotto  in  giro  con 
suono  di  pIlTerl  e  troml>e  11  messaggero  d.  Venezianl, 
16-17;  vi  si  reca  il  vesc.  Calandrini  per  la  pace  con 
Cento,  49-50;  vi  t  Sante  Bentivoglio  sepolto  in  San 
Giacomo,  180,  4-8,  16-19:  si  comincia  a  spurgaria  d. 
fanghi  puzzolentl,  181,  16,  e  a  selciarnc  le  strade 
con  i  sassi  d.  fiume  comlnciando  da  porta  Maggiore 
sino  a  San  Mlchele  d.  Leprosetti,  e  da  San  Renedetto 
di  Galllera  sino  a  San  Pietro,  17-19;  vi  si  fanno  ab- 
bellimenti  e  chtaviche,  20-31 ;  enumerazione  di  molte 
condutture  sotterranee  fabbricatevi,  22-182,  1-4  ;  vi  t 
suor  Caterina  Vlgri  o  Negri  in  odore  di  santlta  (an. 
1463),  15-22;  *cf.  LXVI,  10-20,;  inondazione  dei- 
PATcsa,  182,  24-26;  tI  c  di  passaggio  il  card.  Bes- 
sarione  diretto  a  Venezia  29-31;  "cf.  LXVI,  30-31  ,; 
11  pred.  "Ta  ad  alloggiare  ai  Serri,  182,  31-32;  *  cf . 
LXVI,  34  35,;  11  pred.  ne  parte,  182,  32;  'cf.  LXVI, 
35-36  ,;  grande  nevicata  che  costringe  ad  alleggerire 
i  tetti  d.  case  perchfe  non  cadano  (an.  1464),  182, 
39-41;  aitra  nevicata,  44-45:  vi  torna  da  Venezia  Gia- 
como  Lupari,  183  9-10,  e  Giacomo  Grati  con  Achll- 
le  Malvezzl,  12-13:  vi  giunge  la  sposa  di  Glnlio  Mal- 
vezzi  da  Milano,  34-35;  addobbi  neile  vie  per  cui  la 
pred.  dcTc  passare,  36-50;  giostra  in  onore  d.  pred., 
nella  quale  ottiene  ]'onore  e  il  premio  Giacomo 
Sforza  bolognesc,  184,  5-7;  vi  e  di  passaggio  con 
molto  seguito  11  conte  Glacomo  Piccinlno  al  cui 
incontro  vanno  11  Senato  e  molti  nobili,  185,  6-13; 
ne  parte  il  pred.  per  Milano,  16;  vl  torna  Giacomo 
Grati,  30 ;  ne  parfe  crociato  Achille  Malvezzi  con 
molti  compagnl,  36-45,  e  Giacomo  Grati  con  molti 
compagni,  186,  1-9;  failita  la  crociata  vi  torna  ii 
Malvezzl,  19,  e  dopo  alquanti  giorni  vi  si  fa  tra- 
sportare  malato  il  Grati,  30-31 ;  vl  giunge  Trista- 
no  Sforza  con  caTalil  e  fantl  di  passaggio  per  la 
Romagna,  36-37:  il  pred.  alloggia  in  casa  di  Gio- 
Tanni  BentiToglio  e  11  giorno  dopo  ne  parte,  27-31; 
vi  si  apprende  1'elesione  di  Paolo  II  e  se  ne  fanno 


[Bologna  cUta,  aa.  i^d^-/^';/] 


INDICE  ALFABETICO 


475 


feste,  31-32;  vi  glungono  gU  ambasc.  venezianl  al 
pp.,  36-39;  i  bestemmiatori  sono  legati  con  una  ca- 
tena  ai  pilastri  d.  pal.  d.  pod.,  187,  3-5,  6;  la  chiesa 
di  San  Petronio  fe  ingrandita,  7-9;  costo  d.  grano  e 
d.  altre  biade;  buon  raccolto  dl  vino,  13-U;  vi  si 
manifestano  molte  malattie,  15;  vibatte  il  terremoto 
(an.  1465),  18-19;  vi  h  di  passaggio  il  prlncipe  Fe- 
derigo  d'Aragona  con  largo  seguito,  e  alloggla  nel 
pal.  degli  Anzia.ii,  43-44 ;  il  pred.  ne  parte  da  porta 
San  Fellce,  188,  3;  11  pred.  vi  torna  con  la  sposa 
d.  fratello,  onorevolmente  accolti,  9-10;  i  pred.  col 
seguito  alloggiano  nel  pal.  di  Giovannl  Bentivoglio 
e  di  VirglUo  Malvezzl,  ll;  Giovanni  Bentivoglio  vi 
fa  correre  un  palio  in  strada  San  Donato  in  onore 
d.  princlpessa,  13-13;  ne  rlporta  il  premio  il  bar- 
bero  di  Giacomo  Gratl,  13-14;  1  pred.  ospiti  ne  par- 
tono,  15-16;  vi  si  apprende  la  prigionia  e  morte  dl 
Giacomo  Piccinlno,  32;  no  parte  Giovanni  Benti- 
voglio  con  largo  seguito  per  Mllano,  45-47;  vi  f  Gia- 
como  Marsill  sepolto  in  San  Domenico,  189,  5-7;  ec- 
clissi  di  solc,  9;  carestia  dt  frumento  e  scarsezza  di 
vlno,  10;  vi  paisa  la  vedova  di  Giacomo  Piccinino 
diretta  a  Milano  ed  e  ospltata  da  Giovannl  Bentl- 
Toglio,  13-14 ;  vi  sono  di  passagglo,  ospiti  d.  Benti- 
voglio,  i  6gli  d.  duca  Sforza,  17-19;  ne  parte  il 
leg.  e  gll  ambasc.  d.  pp.,  24 :  sono  tolte  le  sovralm- 
poste  sul  dazio  d.  molini,  28-39;  cf.  190,  22-23;  In- 
costanza  d.  cliraa  che  h  causa  di  varie  malattie,  189, 
30-36;  vi  torna  da  Roma  Giovanni  Guidotti  con  i 
capitoli  firmati  da  Paolo  II  (an.  1466),  190,  17-19; 
sl  fanno  allegrezze  per  1'accordo  col  pp.,  21  ;  vi 
giunge  coi  soldati  Tristano  Sforza,  24-25;  vi  sl  ap- 
prendono  le  rovlne  cagionate  dal  terremoto  in  Pu- 
glia,  37-38;  ne  parte  lo  Sforza  per  la  f  d.  padre, 
44-45,  e  NicoI6  Poeti  ambasc.  al  nuovo  duca  Galeazzo 
Marla  Sforza,  48-4»;  vi  giunge,  dlretto  a  Milano, 
Alessandro  Sforza  ospite  d.  genero  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  191,  1-3;  lo  Sforza  ne  parte,  3;  vi  torna 
da  Milano  Nicol6  Poeti,  4 ;  ne  i  bandito  Amorone 
Guidotti  per  inglurie  al  Senato,  6;  vi  tornaAn- 
gelo  Capranica  e  I'ambasc.  Paolo  Volta  da  Ro- 
ma,  7-9;  vi  f  Giacomo  Grati,  che  i  sepolto  al  Servl, 
192,  25-26;  v:  h  ferito  mortalmente  Mariano  Bar- 
■  gellinl  dal  fratello  Stefano  (an.  1467),  40-41;  45-46; 
1  complicl  d.  prcd.  sono  banditi  qualt  ribelli  e  pcr- 
dono  i  beni,  44-45;  cf.  43;  a  Stefano  h  imposta  una 
taglia  di  mille  bolognini,  gli  sono  confiscatt  i  beni 
ed  h  condannato  nel  capo,  43-44;  vi  glunge  Galeazzo 
Maria  Sforza,  193,  37-38;  cf.  36;  II  pred.  ne  parte  per 
recarsl  all'ldlce,  41;  II  pred.  vi  torna,  42,  sl  ferma 
In  casa  dl  Francesco  Grati,  43-43,  ne  parte  per 
Borgo  Panlgale,  46;  II  pred.  vi  passa  con  tutto  Teser- 
clto  dlretto  airidice,  47 ;  vi  sono  condotti  molti  |e- 
rit!  alla  Mezzolara,  195,  44-45;  II  Senato  non  per- 
mette  a  Glovannl  Bcntlvoglio  di  allontanarsene, 
50;  196,  1,  potendo  trovanil  in  pfericolo  se  1  nemlcl 
fossero  rlusciti  vlncitorl,  5;  vi  giunge  notlzla  d. 
vittoria  d.  Montefeltro  e  se  ne  fa  gran  festa,  5-7; 
vl  sl  reca  11  duca  Galeazzo  Maria  Sforza,  33;  cf.  15; 
Alessandro  Grati  ne  piglia  la  tenuta  pel  nuovo  go- 
vernatore  Giambattiita  Savellt,  43-44;  vl  f  Pletro 
Del  Purgo,  197,  30-31,  e  Carlo  Bianchettl,  33-33;  ne 
parte  U  leg.  Angelo  Capranica,  35;  11  pred.  non  vi 
toma  pli^,  37;  abbondanza  dl  raccolto,  che  per6  r» 


perduto  perchfe  i  soldati  nel  Bolognese  guastano 
futto,  198,  1-3;  caro  costo  d.  vino,  2-3;  fe  colpita  da 
pestilenza,  8;  vi  f  Achille  Malvezzl  sepolto  In  San 
Giacomo  (an.  1468),  15-17;  per  la  mitezza  d.  clima 
di  gennaio  vi  fioriscono  rose,  viole  e  vl  sono  prugne 
e  noci  fresche,  43-47 ;  sl  fanno  tre  giorni  di  proces- 
slonl  con  la  Madonna  di  San  Luca  per  allegrla  d. 
pace  conclusa  in  tutta  Italla,  199,  12-I6;  ne  parte 
Ercole  Malvezzi,  39-41;  danni  prodottivi  da  una 
grandinata  e  venti  vlolentissimi,  43-200,  1-5;  vi  f 
Nicol6  Aldrovandi,  che  vlene  sepolto  In  Santo  Ste- 
fano,  35-36,  e  Carlo  Malvezzl  seppellito  In  San  Gia- 
como,  39-40;  due  ordlnl  dl  suore  cambiano  di  sede 
per  disposizione  d.  Senato,  201,  6-8;  vi  f  Dionlslo 
Castelli  ed  h  coi  masslmi  onorl  seppellito  in  San 
Pletro  (an.  1469),  17-20;  anche  f  Bartolomeo  Erco- 
lani  seppellito  In  San  Domenlco,  23-24,  Lodovico 
Bentlvogllo  seppellito  in  San  Glacomo,  34-35,  Paolo 
Volta,  sepolto  In  San  Francesco,  «7-4»;  congela- 
inento  d.  fiumi  per  II  gran  freddo  e  conseguente 
penuria  di  legna  (an.  1470),  202,  2-6;  non  vi  si 
soffre  grazie  ai  provvedimenti  d.  Senato,  6-9;  dispo- 
sizionl  per  la  sua  bellezza  e  vlabtlita  In  riguardo  al 
venditorl,  10-I6;  ne  sono  selciate  le  strade  con  sassl 
d.  fiume  e  porta  Ravegnana  con  piefre  cotte,  16-18; 
grandi  nevicate  di  marzo,  27-29;  scarsezza  di  grano 
e  di  vino  a  cagione  delia  prlraavera  freddissima  39- 
31 ;  tI  passa  Alessandro  Sf  orza,  38,  ospltato  dal  ge- 
nero  Bentivoglio,  40;  grande  torneo  banditovi  dal 
pred.  il  glorno  di  San  Petronio  al  quale  concorrono 
da  ognl  parte,  203,  13-25;  descrizlone  d.  squadre  d. 
due  cap.  Giovannl  Bentivoglio  e  Antonio  Trotti; 
d.  imprese,  d.  vestimentl,  deU'ordIne  d.  squadre 
stesse,  25-204-205,  1-15;  descrizlone  d.  torneo,  15-45; 
ne  riporta  11  premio  Glovanni  Bentlvoglio,  45-46; 
ne  parte  il  governatore  Savelli  mortificato  dal  pre- 
dominio  tenutovi  dal  pred.,  206,  12-14;  per  lo  stesso 
motivo  il  Savelli  rifiuta  al  pp.  di  tornarvi  anche 
come  leg.,  16-17;  vi  sono  di  rltorno  I  fanti  andati 
a  bruclare  case  In  Flnale  in  odio  a  Borso  d'Este, 
21 ;  vi  fe  recato  un  breve  papale  con  l'annunzlo  d. 
pace  conchiusa  tra  i  principl  d'Italla  contro  I  Turchl 
(an,  1471),  26-28;  vi  sl  fanno  feste  e  processlonl  per 
tre  giorni,  28-39;  ne  parte  per  Milano  Giovannl 
Bentivogllo  con  raolto  seguito  dl  arml  e  servitori, 
39-43;  vi  sl  fanno  per  ordine  di  Ginevra  Bentivoglio 
grandi  allegrezze  e  feste  in  strada  San  Donato  per 
gli  onori  resi  a  Giovanni  dal  duca  di  Milano,  207, 
33-25;  anche  per  lo  stesso  motlvo  vl  sl  corre  una 
giostra  dai  soldati  dlnanzl  al  pal.  Bentivogllo,  35-37 ; 
ne  rlporta  ronore  e  il  premio  un  Simone  alessan- 
drino,  27-38 ;  vl  torna  Glovannl  cui  vanno  incontro 
e  accompagnano  al  suo  pal.  moltl  gentiluomini,  30- 
31  ;  vi  glungono  i  soldatl  di  Galeazzo  Marla  Storza, 
33-34;  vi  h  portato  da  Ferrara  II  corpo  dl  Glrolamo 
Griffoni,  che  vlene  sepolto  in  San  Francesco,  47; 
entrata  solenne  d.  nuovo  leg.  Francesco  Gonzaga, 
49-208,  1-3,  rlcevuto  con  molte  fcste,  3;  vl  glunge 
nuova  d.  f  Improvvlsa  dl  Paolo  11,  3-6;  ne  parte 
II  leg.  accompagnato  da  due  ambasc,  6-9 ;  vi  torna 
Glrolamo  Ranuzzl,  ma  non  II  goTernatore,  33-34; 
t1  sI  comlncia  a  rialzare  11  campanlle  d.  chiesa 
di  San  Glacomo  dalle  seconde  finestre  in  su,  35-36; 
vi  giungono  con  grande  pompa  ambasc.  d.  duca  dl 


476 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  citti,  aa.  /47/-/^/] 


MUano  con  duecento  cavaUl  dlrettl  a  Roma,  4J^l ; 
i  pred.  sono  ospltati  da  Giorannt  lientlrogllo,  4t-4t; 
i  pred.  ne  partono  per  Firenze,  44-jo-,  gloatra  «o- 
lenne  In  I'lazza  durata  p\i>  glornl  alls  quale  pren- 
dono  parte  clnquanta  gioitratorl,  209,  1-3,  11-1] ; 
niodalit&  d.  lotta,  3-10;  rl  rlmane  f  Glambone  dt 
Sartirana,  1;-I6;  ne  rlportano  premio  e  onore  Bar- 
tolomco  da  San  (ilorglo  dl  Piano  e  Tarso  da  Lodl, 
16-U;  dai  frati  di  San  Giacoroo  sono  iabbricate  le 
Tolte  d.  >-hloitro  grande  e  fatti  parapetti  e  ledill, 
210,  35-36;  apparlzione  di  una  cometa  Infuocata 
(an.  1473),  45-46;  altra  cometa  con  raggi  di  fuoco, 
47,  *;  t1  t  '1  beato  Bernardino  da  Feltre,  211,  I; 
vl  i  terminato  ii  campanile  dl  San  Giacomo,  208, 
36-38;  ne  parte  Gaspare  Lupari  el.  pod.  di  Milano, 
311,  3-4;  t1  giunge  II  card.  Besiarione  dlretto  in 
Francia  e  va  ad  alloggiare  ai  Servi,  5-8 ;  vl  glunge 
un  eremita  clie  per  otto  giorni  predlca  la  penitcnza 
essendo  Dio  Irritato  contro  Boiogna,  18-33;  11  pred. 
ne  parte  minacciandola  d.  castighi  ceiesti,  33-33;  due 
versioni  deii'omicidlo  perpetratovi  da  Bartolomeo 
Caccianemici,  34-212,  l-ls;Tlsono  da  Gioranni  Ben- 
tlvogllo  fatte  bruciare  le  caae  d.  Caccianeniicl,  211, 
31-33;  cf.  212,  13-13;  ne  i  bandito  Bartolomeo,  e  con- 
finato  Cristoforo  e  Aiessandro  Caccianemici,  211, 
34-35;  cf.  212,  It-lS;  rl  giunge  la  regina  di  Russia, 
che  rislta  in  gran  pompa  la  scpoltura  di  San  Do- 
menlco,  27-39;  costo  dl  varle  dcrrate,  49;  213,  1-3; 
vl  giunge  Lucrezia  Malavoltl  con  grande  pompa  ai 
raarito  Roberto  da  Sanseverlno  (an.  1473),  11-13;  vi 
sono  di  passagglo,  ospitatl  dd  Gioranni  Bentivo- 
glio,  moltl  gentiiuomini  ferraresi,  34-30  ri  f  Batti- 
sta  Manzoli,  che  h  sepolto  in  San  Glacomo,  31-33; 
ri  h  di  passaggio  11  card.  Pletro  Riarlo  ospitc  di 
Giovanni  Bentivoglio,  37-40;  ne  parte  Gaspare  Grassi 
el.  Senatore  di  Roma,  41-43  e  Gian  Flllppo  Salaroli 
mandato  ambasc.  nella  pred.  c.  (an.  1474),  214,  3-3; 
vi  torna  il  Salaroli,  8 ;  vl  si  reca  Cristiano  re  di 
Danimarca  e  di  Norregia,  che  ailoggia  al  pal.  d. 
Slgnorl,  9-10;  11  pred.  visita  la  c.  e  il  sepolcro  di 
San  Domenlco,  13-14  ;  ri  soggiorna  Roberto  da  San- 
sererino,  cap.  d.  duca  di  Milano,  16-17;  carestia  di 
grano,  33 ;  processione  con  la  Madonna  di  San  Luca 
ordlnata  dal  Senato  per  impetrare  il  tempo  buono, 
36-38;  al  terzo  giorno  dopo  la  messa  cantata  nella 
chieja  di  San  Domenico  si  portano  attorno  anche 
tutte  le  altre  rellqule,  38-33:  rasserenatosi  11  tempo 
si  ha  un  buon  raccolto,  33-34 ;  grandi  feste  e  appa- 
recchi  per  le  nozze  dl  Guido  Pepoli  con  Bernardina 
Rangoni  (an.  1475).  37-48;  215,  1-3;  ne  parte  per 
Pesaro  Ginevra  Bentiroglio  con  largo  seguito,  10- 
13;  i  pred.  ri  tornano.  13;  ri  si  fanno  grandi  feste 
per  le  nozze  di  Maria  Isabella  Bentiroglio  naturale 
dl  Gioranni  con  Lattanzio  Bargellini,  15-16;  per 
San  Petronio  II  Senato  fa  correre  un  palio  di  pan- 
no  d'argento,  17-18;  ri  prendono  parte  cinquanta 
gtostratori,  18;  ne  riporta  I'onore  e  il  preraio  Luigi 
Trotti,  18-19;  sono  capt  d.  giostra  da  una  parte 
Gioranni  e  Ercole  Bentiroglio,  dail'aitra  Roberto 
da  Sansererino  e  Antonio  Trotti,  30-31 ;  si  comincia 
ia  fabbrlca  d.  chlesa  deirAnnunzlata  in  un  pal.  d. 
Bardi  per  opera  d.  frati  Zoccolanti  e  viene  get- 
tata  a  terra  ia  chiesa  di  San  Basillo,  36-38 ;  ri  si 
concede  l'indulgenza  plenarla  d.  glubileo  a  chl  ri- 


siti  In  un  tempo  determinato  lc  chiete  dl  San  Pe- 
tronio,  San  Pietro,  Santo  Stefano  e  San  Fninceaco 
(an.  1476),  31-40;  si  •enigge  deiruccltionc dl  Galeasio 
Maria  Sforza,  216,  3-3;  prezzo  d.  granaglie,  6-1;  ti 
giunge  con  grande  segulto  Caterina  Sforza  m.  dl 
Giroiarao  Rlario  (an.  1477),  14-ls;  la  pred.  alioggia 
nel  pal.  Bentivoglio,  15-16;  la  pred.  ne  parte  16; 
vl  t  Colm  d'AscoII,  sepolto  In  San  Giacomo,  30-31, 
37-3t,  e  li  aenatore  Criitoforo  Ariostl  ■cppelllto  In 
San  Pietro,  39-30;  si  incomincia  li  portico  d.  fratl 
di  San  Giacomo,  in  strada  San  Donato,  essendone 
■oprastanti  I  frati  Ambrogio  da  Cora,  gcnerale  del- 
l'ordine  degli  Eremitani  e  fra  Gloranni  de  RJpis, 
prlore  d.  conrento,  31-35;  nc  parte  Giorannl  Ocn- 
tlroglio  contro  Faenza  recando  seco  1«  bombardtt 
grossB,  217,  48-49;  11  pred,  ri  torna,  21S,  4;  cosfo 
di  varle  derrate,  5-7;  Nicolft  dalI'Arca  ri  scolpisce 
una  Madonna  in  bronzo  per  11  pni.  d.  leg.  e  d.  Si- 
gnori  (an.  1478),  14-15;  ri  tornano  da  Scarperla  ie 
milizie  da  Giovanni  Bentlroglio  mandate  in  aiuto 
di  Lorenzo  de'  Medici,  44;  il  leg.,  abbattute  alcune 
case,  costruisce  un  giardino  pr.  11  pal.  d.  Slgnori, 
47-48;  rairacoli  di  un'immagine  d.  Vergine  neli'an- 
tlca  chiesa  d.  vergognosi  trasformata  in  istalia, 
219,  3-17;  ricomprato  11  luogo  con  le  elemoslne  ri 
si  costruisce  ia  chieta  di  Santa  Maria  dl  Galliera, 
17-31 ;  molti  gentiluomini  edificano  pr.  ia  chiesa  pred. 
un  luogo  per  radunarsi  e  provredere  al  bisogni 
d.  poreri  vergognosi,  31-32;  vi  passa  Ercole  d'Este 
ospltato  da  Gioranni  Bentivogllo,  31-33;  si  cuopre 
ii  campanlle  di  San  l'ietro  con  lastre  di  piorabo, 
37-38 ;  rl  torna  Annibale  Bentivoglio  da  Ferrara 
(an.  1479),  40;  ne  parte  Gioranni  Bentiroglio  con 
molto  seguito  per  la  pred.  c,  43-45;  11  Bentivogiio  vl 
turna,  220,  4-5;  vi  torna  Lodorico  Sampieri  man- 
dato  nmbasc.  ol  pp.,  33;  ri  t  Brunino  Biancht,  44-4S; 
e  Andrea  Barbazza,  46-47,  che  h  sepolto  in  San  Pe- 
tronio,  47-48;  ri  sono  condotti  da  Ferrara  due  Cen- 
tanl  uccisori  d.  resc.  dl  Brugnetto,  commissario  di 
Cento,  e  irapiccati,  221,  13-14;  ri  h  di  passaggio 
Ascanio  Sforza  ospitato  da  Gioranni  Bentivogllo, 
17-19;  r  i  nasce  f  ra  Leandro,  30-31;  ne  parte  per 
Miiano  Gioranni  Beutiroglio  C(n  molto  seguito, 
33-35;  costo  di  rarie  cibaric,  37-38;  valore  d.  ducato, 
38-39;  11  Bentiroglio  ri  torna  accoito  con  acclama- 
zione  e  festa  (an.  1480),  43-48;  da  questo  momento 
il  pred.  ne  h  chiamato  slgnore,  49-222,  1-3;  si  fanno 
feste  per  la  lega  tra  Venczia  e  II  pp.  4-5;  ri  paasa 
Robcrto  da  Sansererino  con  la  sua  famiglia  ospi- 
tato  da  Gioranni  Bentivogllo,  e  riceruto  con  grande 
onore,  6-9:  per  iniziatira  d.  Bentlroglio  rl  h  i»ti- 
tuito  il  giuoco  d.  Calcio,  10-30;  ri  e  di  passaggio 
Ascanio  Sforza,  33;  ri  giunge  nuora  d.  presa  dl 
Otranto  da  parte  d.  Turclil,  33-33;  ri  passa  Ascanio 
Sforza  di  ritorno  a  Milano,  34;  ri  dlmora  ef  B«- 
rerio  Bonetti  da  Imola  raedico  iliustre  sepoito 
in  San  Doraenico,  45-46;  prezzo  d.  derrate  e  d.  calci- 
na,  223,  1-3;  ri  f  Virgiiio  Malrezzi  sepoito  in  San 
Giacorao  (an.  14S1),  4-6;  supplizio  delI'eretico  Glor- 
gio  di  Monferrato  recatovisi  a  studiare  lettere,  10-13; 
matrimonio  di  Francesca  ed  Eleonora  BentiTOglio, 
flglie  di  Giovanni  con  Galeotto  Manfredi  e  Mario 
Pio,  14-19;  ne  parte  Blanca  Bentirogiio,  34-36;  ri  sl 
termlna  11  portico  di  San   Glacomo,  3f-33;  e  ri  si 


[Bologna  citth,  aa.  1481-1487] 


INDICE  ALFABETICO 


477 


comincia  lafabbrica  dl  SantaCecilia,  33-36;  ne  parte 
perFaenza  Francesca  Bentivogllo  (an.  1482),  i3-«5; 
nuovo  giuoco  inventato  da  Giovanni  Bentivoglio 
per  divertire  i!  popolo  durante  il  carnevale,  224,  1-15; 
giostra  bandita  dal  pred.,  che  dona  in  premio  una 
celata  d'argento,  16;  nonii  d.  giostratori,  17-19;  ne 
vince  il  premio  e  I'onore  il  conte  Nicol6  Rangoni, 
che  per6  dona  la  celata  a  Girolamo  Scardovi  per  il 
suo  valore,  19-22:  vl  f  Sciplone  Gozzadini,  29,  e  Bar- 
tolomeo  Rossi  sepolto  in  San  Petronio,  49:  225,  1-2; 
costo  d.  frumento  e  di  altri  generi,  8-11  ;  &  nuova- 
mente  tolta  la  campana  mezzana  d,  chiesa  di  San 
Pietro,  23-24;  Giovanni  Bentivoglio  vi  si  reca  dal 
campo  e  subito  ne  riparte,  25-27 ;  vi  f  Nicold  Sanuti, 
27-28,  sepolto  in  Santo  Stefano,  30-31;  magnifico  pal. 
d.  pred.,  poi  del  Campeggi  di  Dozza,  in  Via  San  Ma- 
molo,  29-30;  vi  t  Giovanni  dalle  Armi  sepolto  pom- 
posamente  in  Santa  Maria  Maggiore,  226,  5-6;  vl 
si  reca  Alfonso  di  Calabrla  nuovo  cap.  d.  Lega  e 
alloggia  in  casa  di  Giovannl  Bentivoglio  (an,  1483), 
19-22;  Alfonso  ne  parte  per  Ferrara,  22-24;  Giovanni 
Bentivoglio  vi  torna  dalla  dieta  di  Cremona, 
33;  sono  abbattute  le  botteghe  d.  merciai  nel  pal. 
d,  pod.  dal  lato  d.  Piazza  per  ingrandire  questa  e 
il  pal.,  43-46;  vi  si  ha  carestia  di  grano  essendone 
stata  esportata  grande  quantiti  a  Ferrara,  227,3-4; 
Giovanni  Bentivoglio  per  tenerla  tranquilla  fa  ven- 
dere  in  mercato  il  suo  grano  a  met4  prezzo,  4-7;  vi 
fe  condotta  con  molta  spesa  I'acqua  da  San  Micliele 
in  Bosco  nella  Piazza  davanti  al  pal.  d.  pod.  con 
grande  utilitd  pubblica,  10-13;  la  pred.  conduttura  fe 
rovinata  per  le  lagnanze  d.  dazierl  d.  vino,  13-16; 
grande  carestia  di  grano,  alla  quale  11  Senato  cerca 
in  parte  riparare  allontanandone  tutti  i  forestleri,  e 
meti  d,  frati  esistenti  nei  vari  conventi,  17-24;  vi  h 
fatto  condurre  grano  di  Romagna,  dalla  Marca,  dalla 
Sicilia  e  dalla  Puglia,  24-26;  lavori  escgulti  nella 
chiesa  di  San  Giacomo  da  Glovanni  Bentivoglio,  42- 
4S;  vi  f  Bernardo  da  Sassuno  sepolto  nella  pred. 
chiesa,  46-47;  sontuoso  pal,  costruito  da  questo  pr. 
porta  Castello,  228, 1-2;  ne  parte  con  le  sue  squadrc 
Giovanni  Bentlvoglio  contro  i  Venezianl,  10-15;  vi 
torna  il  pred.  ammalato,  15-17  ;  vi  f  il  vescovo  Gon- 
zaga  nel  pal.  della  Signoria,  18-19;  II  Bentivogllo  ne 
riparte  subito  per  assicurarle  11  possesso  di  Cento 
e  d.  Pieve,  20-23  ;  il  pred,  vi  torna,  22 ;  ne  parto- 
no  Girolamo  Ranuzzi  e  Gian  Francesco  SalaroII 
per  Roma,  25;  vi  glimgo  col  pred,  Galeazzo  della 
Rovere  luogotenente  di  Giuliano  della  Rovere  vesc. 
e  leg.  di  Bologna,  34-35;  h  con  onore  condotto  al 
pal.  d.  Signori,  35-36;  vi  t  Nlcoli  Fava  sepolto 
In  .Snn  Giacomo,  37-38;  i  travagliata  dalla  carestia 
malgradol  provvedimenti  d.  Senato  (an.  1484),  45-46; 
vl  sono  fatte  ribattere  dal  campanlle  di  San  Pietro 
le  ore  deirorologio  di  Piazza,  49;  229,  1-4;  vi  sl  reca 
Giovanni  Francesco  da  Tolentlno  cap.  d.  gentl  d'ar- 
me  d.  pp.,  5-6;  ne  parte  Glovannl  Bentlvogllo  con 
molto  seguito  per  Milano,  7-8;  11  pred.  vl  torna,  10; 
la  torrc  d.  Bianchini  al  Carrobblo  cade  distruggendo 
lc  caie  d,  Bolognetti  ed  uccidendo  vcnticinque  per- 
lone,  12-21;  rovlna  anchc  In  parte  11  pal,  d.  Mcrcan- 
zla,  41-44 ;  per  molto  tempo  chl  ablta  vicino  alle  torri 
rlfiuta  dl  starvi,  239,  1-2;  i  fatta  inchiavardare  e  raf- 
forzare  la  torre  degU  Ailnelll,  2-7,  ed   %  abbassata 


quella,  nltissima,  d,  Catalani,  7-10;  per  divieto  d.  Se- 
nato  gli  ortolani  non  possono  pi6  stare  in  Piazza, 
ma  debbono  vendere  dietro  San  Petronio  sotto  11 
coperto  vicino  al  Pavaglione,  11-13;  vi  f  Lodovico 
Dalle  Armi,  14 ;  vl  fiorisce  in  questo  tempo  Fillppo 
Beroaldi,  28 ;  si  bandlscono  tre  glorni  di  feste  per 
relezione  d.  pp.  Innocenzo  VIII,  29-30;  vi  t  in  "" 
mese  Matteo  Toscani  e  Astorre  Bertolini  entrambi 
pod.,  231,  5-6;  vi  giunge  il  terzo  pod.  dell'anno  An- 
tonio  Casini,  7-8,  e  ii  cap,  d.  c.  Marco  Pio  con 
cavalli,  9-U;  vi  si  ferma  di  passagglo  a  visitarvi 
le  cose  notevoli  Alfonso  di  Calabria,  ospitato  da 
Giovannl  Bentivogllo,  15-22;  vi  si  reca  Raimondo 
Malatesta  a  domandare  in  moglie  e  sposare  Violante 
Bentivoglio  per  Pandolfo  Malatesta  (an.  1485),  43- 
232,  1-4  ;  il  pred.  Raimondo  ne  parte  accompagnato 
da  Francesco  Dottori,  8-9  ;  vi  torna  il  Dottori  con 
vicendevole  esenzione  e  di  Rimini  e  di  Bologna  dal 
pagamento  d.  boUette,  9-11;  ecclisse  dl  sole,  12;  vi 
torna  Glovanni  Bentivoglio  dal  pellegrinagglo  a 
Loreto,  accolto  con  grandi  feste,  38-41;  si  getta  la 
campana  grossa  di  San  Pietro,  47-48;  si  cominciano 
i  piloni  d.  volte  sotto  la  sala  nel  pal.  d.  pod.,  dove 
poi  furono  fatte  le  mercerie,  48-49;  si  rinvlene  negll 
scavi  un  bel  mosaico,  49-50;  11  rettore  degli  scolarl 
fa  giostrare  un  palio  cremisi  in  Piazza,  233,  1-2;  ne 
riporta  il  premio  e  1'onore  Antonio  Paganini  armi- 
gero  di  Nlcol6  Rangonl,  2-3;  vl  torna  Giovanni  Fl- 
llppo  Salaroli  con  il  luogotenente  d.  leg.,  5-6;  vl  f 
Giovannl  Bianchetti,  7-8;  prezzo  d,  grano,  e  d.  vino, 
9-10;  vi  t  in  voce  di  santlta  Lodovico  Morbioli  se- 
polto  in  San  Pietro,  11-15;  vi  si  ha  notizia  d,  t  di 
Achille  Mareacotti  vesc.  di  Cervia,  16;  solenni  ese- 
qule  celebrategll  dal  padre  Galeazzo  in  San  Pietro, 
e  sepoltura  soniuosa  fattagli  apprestare  dal  pred. 
in  San  Domenico,  17-18;  h  afflitta  da  pestilenza,  19- 
20;  la  carita  d.  Senato  in  favore  d.  poveri  orfanelll 
la  commuove  e  incita  a  pcnitenza,  25-26;  vi  t  Goz- 
zadino  Gozzadlni  sepolto  ai  Servl,  28;  vi  passa 
Giangiacomo  Trivulzlo  molto  onorato,  31;  la  peste 
ralienta  (an.  1486),  32-33;  vi  passa  I'ambasc.  spa- 
gnuolo  conte  di  Tantila  diretto  a  Roma,  34-35;  il 
pred.  alloggia  alPosteria  d.  Montone  cd  h  accom- 
pagnato  nelle  sue  vlslte  per  la  c.  da  Giovannl  Ben- 
tivoglio,  35-38;  il  Tantlla  ne  parte,  38-39;  implcca- 
glone  di  alcuni  religiosi  colpevoli  di  furto,  234, 
5-6;  vi  torna  da  Roma  Alessio  Orsi  Gonfalonlere, 
16-17;  vi  fe  pubblicata  la  pace  tra  U  pp.  e  il  re  di 
NapoII  e  se  no  fa  festa,  22-23  ;  vl  sl  reca  un'amba- 
sceria  dl  Gllberto  Plo  a  prendere  la  sposa  Eleonora 
Bcntivoglio,  235,  6-8  ;  la  pred.  ne  parte  dopo  un  lon- 
tuoso  convito  e  una  giostra,  8-11 ;  ne  fc  cacclato  In 
bando  Egano  Lambertlni,  17-18;  nasclta  dl  un  mo- 
stro  (an.  1487),  30-32;  apparecchi  e  abbellimentl  fatti 
dal  Bentlvogllo  In  Plazza  e  per  le  vie  per  cui  doveva 
passare  il  figllo  Annibale  con  la  spoia,  33-40;  c£.  236, 
16-20;  1  pred.  vi  entrano  da  porta  dl  Galllera  rlce- 
vutl  da  noblli  Bolognesl  e  forestleri,  21-J5;  descri- 
zlono  d.  cortegj^lo  degli  sposl  e  degli  archl  dl  trionfo 
innalzati  da  porta  Galliera  al  pal.  BentlvogUo,  JS- 
237,  1-11 ;  all'entrare  d,  sposa  nel  suo  pal.  rintronano 
bombarde  e  suonano  a  stormo  le  campane  dl  San 
Glacomo,  11-13;  narrazione  d.  gluochl,  d,  gloitre, 
d.  fuochl  dl  artlficlo  e   d.   varl  feitegglamentl   per 


478 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologna  dtth,  aa.  1487-1491] 


quette  noiie,  11-240-241,  \-2}',  tl  crede  rl  tl  rec&i- 
■ero  per  le  pred.  feite  plft  dl  tre  mila  penone,  U-3«; 
■crittorl  che  di  eise  narrarono  in  proaa  e  In  yersi, 
3t-26;  rl  lono  atterrate  d.  case  innanzi  alla  chleia 
di  San  SaWatore  per  farTl  una  plazza,  43-4«;  vt  h 
dl  passagglo  Ercole  d'Este,  con  quattrocentocin- 
quanta  cav.,  46-iS;  U  pred,  ne  parte,  «S ;  abbelilmenti 
In  San  Domenlco  per  opera  dl  Nlcol6  Poeti,  242, 
1-4;  ne  parte  la  figUa  dl  Roberto  Malateita  renuta 
per  lc  nozzc  d!  Annlbale,  34;  ^  iinlto  II  portico  di 
San  Pletro,  35-36;  abbelllmenti  fattl  da  Glovannl 
Bentivoglio  nella  sua  cappella  In  San  Gtacomo  per 
opera  dl  Talentlssiml  artlsti,  243,  13-43;  Innalzamen- 
to  d.  campane  sulla  torre  dl  San  Petronio,  44 ;  ri  h 
dlrulgata  la  notizla  d.  f  dl  Roberto  Sanseverlno,  244, 
6;  ri  si  reca  il  nuoro  resc.  Giullano  della  Rorere  che 
vl  entra  da  porta  Santo  Stefano  con  grande  solen- 
nlti,  11-15;  grande  nevicata  (an.  1488),  17;  rl  torna 
Giovanni  Bentlvogllo  dal  pcllegrinagglo  a  SanfAn- 
tonlo  di  Padora,  40-41;  cf.  31-31:  ri  k  Ai  passagglo 
la  reglna  dl  Danimarca,  46;  rl  giunge  notizla  del- 
l'uccislone  di  Glrolamo  Rlarlo  in  Fori\,  245,  13;  rl 
torna  Gloranni  nentlroglio  da  ForU,  34 ;  larori  e 
abbelllmeati  alla  torre  degli  Asinelli,  35-3«;  rl  sl 
tiene  II  conclllo  generale  d.  Serri,  30-33;  processione 
solenne  fatta  dal  pred.  con  sedici  itatue  di  beati  d. 
loro  ordine,  33-34 ;  ri  sl  reca  Francesca  Bentlrogllo 
da  Faenza,  41-43;  ia  prcd.  ne  parte,  44 ;  ne  parte  11 
Bentlvoglio  per  l'ucclslone  d.  genero  Galeotto  Man- 
fredl,  38-40;  cf.  246,  9-10;  vl  glunge  nuova  d.  tu- 
multo  dl  Paenza  contro  Giovanni,  39;  e  In  seguito 
a  cl6  mlilecinquecento  arraati  ne  partono  per  Ca- 
stelbolognese,  39-43;  1  pred.  ri  tornano  richiamatl 
da  Glnevra,  che  arera  aruto  nuora  d.  scampo  d. 
marito,  43-46;  rl  tornano  liberi  i  prigionierl  trat- 
tenuti  In  Faenza  e  Francesca  Bentlvogllo,  47 ;  si  ral- 
legra  d.  liberazione  dl  Giovannl,  247,  6-7 ;  la  pro- 
cessione  d,  Corpo  di  Cristo  viene  rimandata  al  ri- 
torno  d.  pred.,  7-»;  16-18;  feste  e  accoglienze  fatte 
al  Bentlroglio  al  suo  arrlro,  t-15;il  pred.  ne  parte 
per  Parma,  34,  e  rl  torna,  36;  rl  si  reca  11  leg.  Asca- 
nio  Sforza  con  numeroso  segulto,  rlceruto  con  gran- 
dissiml  onori,  37-30;  II  pred.  ne  parte  con  due  am- 
basc.  d,  Senato  per  Roma,  31-33;  gli  ambasc,  anzi- 
detti  vl  tornano,  34;  vi  f  Gian  Flllppo  Saiaroll  se- 
polto  in  San  Giacomo,  41-43;  ferlmento  dl  Girolamo 
Malrezzi  commesso  da  Antonio  dalle  Guaine,  46- 
248,  1-5;  congiura  d.  Malrezzl  contro  i  Bentiroglio 
andata  a  male,  30-249-250-251,  1-19;  impiccagione 
e  decapitazlone  d.  congiuratl,  35-252,  1-30;  rl  sono 
saccliegglate  le  case  d.  prlncipall  coiperoli,  12-17,  e 
proclamati  ribeili  e  colpiti  da  taglia  Glrolamo  e  Fl- 
llppo  Malrezzl  e  Gloranni  Battista  Refrigerio,  30- 
33;  ne  sono  banditl  Battlsta  Malvezzi  col  figllFran- 
cesco,  Lorenzo  e  Lucreiio,  Giullo  Malvezzi,  Barto- 
io:neo  Musottl,  Aidobrandino  Malvezzi  con  11  figlio 
Ippoiito,  Aiessandro  Malvezzl  con  cinque  figlioii, 
33-35;  ne  sono  espulse  molte  persone  riziose  e  inu- 
tlli,  30-33;  ri  &  prolbito  l'uso  d.  maschera,  33-3«;  vi 
caralca  Annibale  Bentlroglio  coa  numerosa  com- 
pagnla  dl  armatl,  39-43;  ri  fe  fatta  fare  una  proces- 
sione  da  Gloranni  Bentlvogllo  per  ringrazlare  Dio 
d.  scampato  pericoio,  253,  8-10;  il  pred,  vi  cavalca 
preceduto  e  teguito  da  armati,  che  ne  perlustrano 


le  itrade,  37-39;  ri  continuano  i  ferlmentl  e  le  ucci- 
tlonl  d,  seguaci  d.  Malrezxi  anche  se  non  complicl 
d,  congiura,  39-38;  ri  torna  Flllppo  Canonid  (an. 
1489),  49-50;  grande  teniporale  durante  U  quale  rl- 
niane  fulmlnata  ia  moglle  dl  Pletro  Dal  Buono, 
254,  1-7  j  t1  t  Glacomo  Montecalrl,  !-♦,  e  Carlo 
Antonlo  Fantuzzi  tepolto  in  .San  Martino,  lo-ll ;  rl 
giungono  gli  amboac.  di  Pandolfo  Malateata  a  pren- 
dere  la  iposa  Violante  Bentivogllo,  14-15,  che  ne 
parte  accompagnata  dalla  madre,  dal  fratello  Aies- 
sandro  e  da  molto  seguito,  16-33;  rltorno  d.  pred. 
35;  gioitra  bandltavl  da  Francesco  Pedocca  rettore 
d.  Studlo,  36-38;  rl  prendono  parte  Gilberto  Plo,  Glo- 
vanni  Bentivogllo,  NicoI6  Rangoni,  in  tutto  quaran- 
taquattro  giostratori,  29-35;  ne  riporta  l'onore  e  11 
premio  Francesco  Capitani  armigero  d.  Bentivo- 
glio,  36-39;  vi  e  dl  passagglo  e  ti  trattiene  per  quin- 
dlcl  giornl  Gaimbetto  ambatc.  d.  sultano  di  Cottan- 
tlnopoli,  che  ri  tfoggia  grandi  ricchezze,  45-49;  11 
pred.  la  visita  accompagnato  da  Glorannl  BentlTO- 
glio  e  da  moiti  gentlluomlni,  qulndi  ne  porte,  255, 
1-3;  rl  i  costruita  da  Gioranni  Bentiroglio  una  torre 
a  sua  dlfesa  sulla  ria  d.  Castagnoli  in  contlnua- 
zione  ai  suo  pal.,  11-30;  ne  parte  Annlbale  Bentivo- 
giio  con  la  mogiie  Lucrezla  e  Nlcol6  Rangoni,  GU- 
berto  Plo  e  molto  teguito  pcr  Mantora  (an.  1490), 
34-36 ;  i  pred.  ri  tornano,  37  ;  nello  scaro  per  1  fon- 
damenti  d,  torre  d,  BentivogUo  tl  trovano  le  anti- 
che  fosse  fatte  da  San  Petronio,  38-39;  contlnua  la 
costruzlone  d,  pred.  torre,  a  cul  Glovanni  Bentivo- 
gUo  e  i  figli  pongono  le  prime  pletre,  47-50;  256, 
1-37  ;  vi  torna  Annibale  BentivogUo  da  Loreto,  30- 
31 ;  vl  e  fatta  correre  una  glostra  dal  rettore  d. 
Studio  per  la  riconferma  d.  suo  posto,  36-37;  Gio- 
ranni  Bentlrogllo  cura  I'ordioamento  d.  pred.  glo- 
stra,  37-41,  neila  quale  combattono  sessanta  giuoca- 
tori  per  un'ora,  4l-«3:  ne  riportano  ronore  Cesare 
Gozzadlni  armigero  d.  Bentivoglio  e  Carlo  Rossi 
armigero  di  Gilberto  Pio,  «3-«5;  vi  si  recano  a  dl- 
porto  Pandolfo  e  Ralmondo  Malatesta,  «6-47;  257, 
1-3;  torneo  pr.  San  Petronio  ordinatovi  da  Gio- 
ranni  Bentlrogiio  a  definire  con  la  prora  deile  armi 
la  questione  se  neile  cose  umane  prevaiga  la  For- 
tuna  o  la  Sapienza,  41-43;  cf.  33-37;  Annibale  Ben- 
tlvoglio  con  Gilberto  Pio  sono  capi  d.  partlto  d. 
Fortuna,  dai  colorl  verdi ;  Nicol6  Rangoni  d.  par- 
tito  d.  Sapienza,  dai  colori  azzurri,  43-43;  cf.  258, 
3-4;  premio  ai  vincitori  un  palio  di  venti  braccia  dl 
broccato  d'oro  foderato  di  seta  rerde  e  azzurra,  257, 
46-48;  descrlzione  d.  corteggi  con  l'enumerazlone  d. 
car.  d.  due  partl,  258,  6-259,  1-40 ;  tenzone  poetica 
che  precede  la  prora  d.  armi,  41-260-261,  1-19;  de- 
scrizione  d.  combattiraentl,  19-262,  1-14;  rince  U 
partlto  d.  Fortuna  cui  i  dato  11  paiio,  14-36 ;  An- 
nlbale  Bentiroglio  c  rlaccompagnato  a  casa  da  tutto 
11  corteggio  d.  car.  tra  le  grida  giubllanti  d.  po- 
polo,  36-34;  nascita  di  Alfonso  Bentiroglio,  35;  vl 
si  recano  gli  abitantl  dl  Serravalle,  Vignoia  e  Rof- 
feno  per  lagnanze  3t-38;  vi  toma  da  Ferrara  Alet- 
sandro  Volta,  39-«0 ;  grande  carestla,  «6-«7 ;  vl  t  '1 
conte  Andrea  Bentivoglio  sepolto  In  San  Glacomo 
(an.  1491),  263,  «-5:  vi  torna  da  Milano  Annibale 
Bentlroglio,  7 ;  si  recano  a  Ferrara  e  ne  tomano 
11  pred^  e  Glovanai  e  Aletsandro  Bentiroglio,  13-13  ; 


fBologaa  citth,  aa.  I4()i-i4.()3\ 


INDICE  ALFABETICO 


479 


▼i  t  NicoI6  Poeti  sepolto  in  San  Domenico,  U-15 ; 
abbellimenti  e  costruzioni  fattivl  dal  pred.,  18-30;  si 
lastrica  il  portico  sotto  il  pal.  d.  pod.,  il-22 ;  ritrae 
utilit^  dalle  rainiere  di  ferro  scoperte  a  Casio,  che  i 
Volta  sfruttano,  25-27;  ne  parte  il  rettore  d.  Stu- 
dio  Franceseo  Pedocca  per  ordine  d.  luogotenente 
d.  leg.  Luigi  Capra,  33-34 ;  11  pred.  vi  i  richiamato 
dal  Senato,  34-38  ;  vi  si  corre  un  palio  per  la  festa 
di  San  Giacomo  in  Tia  San  Donato,  39-41 ;  pitture 
alla  cattedrale  di  Guido  da  Bologna,  43-43 ;  i  finita 
la  chiesa  dl  Santa  Maria  di  Galliera,  45;  vi  sl  reca 
il  march.  di  Mantova  per  le  nozze  d.  fratello  Gio- 
vanni  con  Laura  BentiTOglio,  45-47 ;  il  pred.  no 
parte,  48;  vi  f  ■'  beato  Giacomo  Allamania  sepolto 
in  San  Domenico,  264,  1-3;  vi  h  restaurato  e  ornato 
il  sepolcro  di  re  Enzo,  al  quale  ^  apposta  un'epi- 
grafe  con  la  storia  di  lul,  4-23;  vi  fe  trasferito  da 
Roma  il  corpo  di  Antonio  Grassi,  31-32;  vi  sl  recano 
dalla  villa  "11  Bentivoglio,  Ercole  e  Sigismondo 
d'E8te  col  loro  ospite  Glovanni  Bentivoglio,  36-38; 
I  pred.  assisiono  dalla  scalinata  dl  San  Petronio  allo 
sfilare  d.  corteggio  per  I'entrata  in  ufficio  d.  magi- 
stratl  nuovi  (an.  1492),  43-47;  il  duca  d'Este  ne  parte, 
48;  vi+  Dionisio  Casfelll  sepolto  in  San  Pietro  Mag- 
giore,  265,  1-2;  vi  si  reca  Giovanni  Gonzaga  con 
la  moglie  per  il  carnevale,  5-8;  giuochi  ordinativi 
da  Giovanni  Bentivoglio,  16-33;  ne  parte  il  Gon- 
zaga,  33-34;  vi  giunge  notizia  che  il  regno  mussul- 
mano  di  Granata  ^  caduto  in  mano  di  Ferdinando 
e  di  Isabella  di  Aragona,  9-12;  d.  che  gli  scolari  d. 
Collegio  dl  Spagna  fanno  grandi  allegrezze  con  suo- 
ni  e  fuochi,  12-13;  vl  sl  apprende  ruccisione  di 
Raimondo  Malatesta,  35-36;  vi  passa  Ercole  d'Este, 
dlretto  a  Roma,  osplfato  da  Giovanni  BentivogHo, 
37-40;  egualmente  Fracasso  da  Sanseverino,  46-47; 
anche  vi  passa  Anton  Marla  da  Sanseverino  dlretto 
a  Flrenze,  47-50,  h  fusa  nel  Pavaglione  la  campana  pel 
campanlle  di  San  Petronio,  che  e  subito  coUocata, 
266,  1-3;  violenta  tempcsta  al  terminare  d.  proces- 
slone  d.  rogazioni  per  PAscensione,  che  devasta  ognl 
raccolto  dove  si  abbatte,  4-9;  abbellimentl  intro- 
dottivi  da  Giovanni  Bentivoglio  per  ricevere  Ippo- 
lita  Sforza  sposa  d.  figlio  Alessandro,  20-29;  arrivo 
<}egli  sposl  e  descrizione  d.  corteggio  e  d.  accoglienze 
rlcevute  slno  al  pal.  Bentivoglio,  45-267,  1-3;  per 
1'occasione  si  giostra  un  palio  in  strada  Santo  Ste- 
fano,  6-7;  vl  arrlvano  Gianfrancesco  e  Giovannl 
Gonzaga  per  assistere  alle  festc,  S-IO;  rappresenta- 
zioni,  conviti  e  giostre  per  le  dette  nozze,  20  33; 
ne  parte  11  march.  di  Mantova,  35 ;  vi  st  corre  il 
palio  di  .San  Pletro,  36;  Annlbale  Bentivoglio  vl 
torna  da  Rimini,  43;  feste  per  l'eIezione  d.  pp.  Ales- 
«andro  VI;  nella  illuminazlone  sl  appicca  il  fuoco 
alla  sommit^  d.  torre  d.  I'al.  e  ne  cade  la  cam- 
pana  dell'orologio,  50-268,  1-4  ;  ne  i  fusa  un'«ltr«  da 
Gorello  francese,  che  ne  gitta  altre  tre  per  San  Pe- 
tronio,  per  Santa  Marla  d.  Magionee  per  Santa  Ma- 
ria  d.  Grazle,  5-6;  cotto  d.  frumento  e  d.  vlno,  e 
▼alore  d.  ducato  venezlano,  7-8 ;  vl  tornano  gH  am- 
baic.  recatisi  dal  nuovo  pp.  per  1  convenevoll  d'uBo, 
16;  11  Bentlvoglio  fabbrlca  una  fontana  nel  giardino 
d.  suo  paL,  17-19,  e  vl  conduce  con  grande  spesa 
l'acqua  da  San  Mlchelc  in  Bosco,  per  la  porta  Castt- 
gllone,  FladacoIIo,  selclata  dl  atrada  Maggiore,  e  Pe- 


lacani,  18-20;  vi  si  reca  un  nunzlo  d.  pp.  conla  con- 
ferma  d.  capitoli  per  la  c.  e  d.  prlvllegl  per  Giovanni 
Bentlvoglio,  21-32;  11  pred.  nunzio  h  ricevuto  con 
aolenniti  ed  onore,  23-24 ;  processione  e  messa  in 
San  Petronio  per  la  conferma  pred.,  35-26;  vi  i 
dl  passaggio  Glovannl  Gonzaga  diretto  a  Roma  e 
ospitato  da  Giovanni  Bentivogllo,  39-31;  vi  sono 
interdette  molte  chiese  dal  card.  di  San  Giorgio  per 
alcuni  benefici  usurpati  dai  cappellani,  33-36;  cf.  269, 
3-6;  vi  t  Fillppo  Blanchi  sepoito  in  Santo  Stefano, 
268,  33-39;  vi  passa  Alfonso  d'Este,  quindl  Ermes 
Sforza  entrambl  ospitl  dl  Giovanni  Bentivoglio,  40- 
47;  vl  sono  di  passaggio  anche  ambasc.  veneziani 
onorevolmente  ricevuti  alle  porte  da  Giovanni  Ben- 
tivoglio  e  da  molti  gentiluomlnl,  49-269,  1-2;  i  pred. 
ne  partono,  3-4;  ogni  giorno  viene  ucciso  o  malme- 
nato  qualcuno  d.  fazione  Malvezzi,  9-10 ;  ne  escono 
volontariamente  Pirro  e  Glovanni  Malvezzi  col  con- 
senso  d.  Senato,  11-15;  non  vi  rimane  nessun  Malvez- 
zi,  16;  i  fratl  di  San  Petronio  soltanto  hanno  facolti 
di  celebrare  messe  e  officl  (an.  1493),  33-34;  si  abbel- 
lisce  la  chiesa  di  San  Giacomo  per  ordine  d.  Senato, 
35-28;  h  sostituita  la  carapana  nuova  dell'oroIogio, 
non  utile  a  suonare  le  ore  perch^  di  suono  simile  oUa 
campana  deII'Arrengo,  con  quella  raaggiore  d.  Servi, 
28-31;  un  fulmine  colpisce  la  torre  degli  Asinelli  dal 
canto  di  San  Marco  sfaldandola  sino  al  piede,  35-38 ; 
Girolamo  Zanchini  che  vl  passava,  cade  tramortlto 
e  portato  a  casa  t  dl  paura,  38-41 ;  ne  parte  Annibale 
Bentivogllo  assoldato  dai  Fiorentlni,  270,  2 ;  vi  sl 
fanno  feste  per  la  Lega  conclusa  tra  II  pp.,  i  Vene- 
ziani  e  il  duca  di  Milano,  5-6;  si  finisce  I'abbelll- 
mento  d.  torre  delPoroIoglo,  9-10;  fe  governata  d«l 
Bentivoglio  come  vero  e  legittimo  slgnore,  12;  mo- 
stra  d'arme  indetta  dal  pred.  in  occasione  d.  con- 
segna  fattagli  d.  stendardo  ducale,  17-271,  1-47;  vl 
giunge  un  ambasc.  spagnuolo  al  pp.  con  cento  gen- 
tiluomini  su  mule,  272,  3-8;  i  pred.  vl  si  tratten- 
gono  due  giorni  onorevolmente  accolti,  t;  cf.  6;  per 
la  processione  d.  rogazioni  vi  fc  portata  attorno  la 
Madonna  di  San  Luca  sopra  un  baldacchino  d'oro 
fatto  fare  dal  Senato,  9-II ;  vi  torna  11  Bentivoglio 
da  Ferrara,  35-26;  sono  fattl  i  banchi  nuovi  per  i 
notal  sotto  U  pal.  d.  pod.,  28-29 ;  lavorl  alla  torre 
deIl'oroIogio,  30;  fusione  di  una  nuova  campana  dl 
seimila  libbre  che  vi  fe  collocata  ed  i  buona,  30-31 ;  vi 
giunge  11  card.  di  Santa  Marla  in  Portico  che  allog- 
gia  in  vescovado,  32-33;  il  pred.  ne  parte  per  Mode- 
n«,  33;  vl  si  reca  il  march.  di  Mantova  con  il  fra- 
tello  Giovanni,  39-40;  questi  vl  sl  trattiene  anche  do- 
po  la  partenza  di  Gianfrancesco  per  Firenze,  40-41; 
vl  fc  dato  dal  BentivogHo  campo  franco  a  uno  spa- 
gnuolo  e  a  Bernardlno  dal  Guanto  mantovano  che 
nel  Mercato  si  azzuffano,  273,  6-8;  ferltisl  entrambl, 
Giovannl  sl  interpone  e  II  rappacifica,  8-9;  vl  sono 
appese  alla  porta  verso  Rimlnl,  alle  Bollette  e  al- 
l'oroIogIo  le  teste  di  tre  banditl  colpevoli  dell'as- 
sasalnlo  dl  Antonio  Malvezzt  in  Ceiena,  11-19;  vl 
sl  comlnciano  a  suonare  le  ore  dall'orologlo  tut 
canto  d.  Pal.,  30;  vl  tornano  i  gentlluomlnl  re- 
catisl  a  condolersl  col  duca  d'Este  d.  t  «H  Eleonora, 
26;  ne  parte  per  Roma  Agamennone  Musottl,  30; 
vi  arriva  Vlolante  Bentivogllo  e  il  giorno  dopo  II 
marlto  dl  lei  Pandolfo  M«Iate»t«,  32-37 ;  vl  t  Glro- 


480 


INDICE  ALFABETICO 


[Bolocaa  ciai,  atu  T493-t49i\ 


lamo  Zanettinl  che  rlene  tepolto  nel  chloitro  d. 
frati  dl  San  Domenico,  3i-3f ;  sl  inaugura  lolenne- 
raente  11  NaTlgllo  dalle  porte  d.  c.  a  Corticella  (an. 
1494),  43-49;  deicrizione  d.  cerlmonla  e  nomi  degli 
intervenutl,  274,  1-36;  rcril  dlflTunl  in  questa  occa- 
ilone,  37-46;  U  prcd.  Navlglio  h  costrulto  a  ipeie  d. 
drapplerl,  46-iS;  ma  per  1'ingente  costo  d.  sua  nia- 
nuten2lone  in  processo  di  tcnipo  h  abbandonato  e 
■I  riprcnde  ia  navlgazlone  da  Cortlcella,  275,  1-4; 
rl  glungono  per  vla  d'acqua  gll  ambaic.  dl  Gio- 
vanni  Gonzaga  a  prendervi  la  sposa  Laura  Bcnti- 
vogllo,  12-13;  1  pred.  alloggiano  presso  Glovanni 
Bentivogllo  recatosl  con  largo  seguito  a  rlceverll  al 
Porto,  13-16;  fa  presenti  a  Glovanni  per  le  nozze 
dl  Laura,  16;  Rappresentazionc  Sacra  (enutasl  In 
San  Petronlo,  30-3i;  ne  parte  la  sposa  con  ricco  le- 
gulto  imbarcandosl  al  porto :  suo  Itinerarlo,  3S- 
34;  ne  partono  I  coniugi  Malatesta,  43;  per  ordine 
d.  Senato  ne  sono  scavate  e  approfondite  le  fosse 
Interrate,  44-46 ;  dlretto  a  Roma,  vl  passa  il  card. 
Glovannl  de  la  Grolaie,  276,  1-3;  ne  sono  raffbrzate 
le  difeie  per  tlmore  dl  Carlo  VIII  re  dl  Francla,  30- 
31;  cf.  45-46;  laabella  Gonzaga  in  lutto  per  la  f  dl 
re  Ferdlnando,  vi  paisa  reduce  da  Loreto,  32-34;  la 
pred.  h  ospitata  da  Giovannl  Bentlvogllo,  34-35,  e 
asslste  dalle  scale  dl  San  Petronio  all'cntrata  in  uf- 
ficlo  d.  nuovo  Gonfaloniere  di  Giustizia,  37-39;  ia 
pred.  ne  vislta  le  cose  notevoli,  40-41,  e  ne  parte,  43; 
I  Francescanl  vl  tengono  II  capltolo  generale,  cui 
prendono  parte,  quattrocentosettantasei  frati,  43-44 ; 
vl  giunge  rarcivesc.  dl  Milano  Guido  Antonlo  Ar- 
clmboldi  inviato  dl  Lodovico  Sforza,  277,  3-5;  11 
pred.  ne  parte,  13;  vl  t  Lodovico  Sampieri,  33;  vl 
sl  reca  un  Francese  ferlto,  45;  precauzioni  presevi 
dal  Senato  e  dal  Bentlvoglio  perch^  con  tanti  ar- 
matl  ai  confini  non  vi  succedano  dlsordini,  278,  3- 
13;  vl  t  11  vesc.  di  Ferrara,  44-45;  gll  sono  fatte  le 
eiequie  In  San  Pletro,  45-46;  11  corpo  ne  i  traspor- 
tato  a  Ferrara,  46-47;  per  ordlne  d.  pp.  ne  parte 
Guldo  Antonlo  Arcimboldi  arclv.  di  Milano,  48-50; 
ric,  281,  37;  medaglle  e  monete  fattevi  con^are  dal 
Bentlvoglio,  283,  24-30;  11  pred.  anche  vi  fa  dipin- 
gerc  la  sua  arma  inquartata  con  1'imperlale,  In  vari 
luoghi,  30-31 ;  vi  si  reoano  Piero,  Giovanni  e  Giuiiano 
de'  Medici  fuggitl  di  Firenze,  284,  1-3;  I  pred.  ne 
partono  per  Venezia,  10-11 ;  vi  passano  ambasc.  vene- 
ziani  direttl  a  Mllano  al  nuovo  duca,  20-23;  i  pred. 
partono  dopo  avere  fatto  visita  al  Senato,  23-35;  vl 
giunge  notizia  d.  fuga  di  re  Alfonso  da  Napoll  e 
deli'entrata  in  questa  c.  d.  re  Carlo  VIII  di  Francia 
(an.  149S),  285,  19-23;  si  narra  inoltre  che  questo 
re  aveva  preso  11  Castello  nuovo,  che  era  stato 
sacchegglato  11  tesoro  regio  e  liberato  Giulio  Mai- 
vezzl,  33-24;  vl  torna  Anton  Galeazzo  Bentlvoglio 
da  Mllano,  3S ;  dalla  Ringhiera  d.  Pai.  viene  pubbli- 
cata  la  conclusione  d,  Lcga  tra  i  principi  d'Itaiia  e 
d'Europa  contro  Carlo  VIII  avvenuta  a  Venezla, 
40-42;  vi  passano  trecento  cavalli  dal  duca  di  Milano 
Inviatl  al  pp.  sotto  ii  comando  di  Fracasso  da  San- 
severino,  286, 3-6;  vl  passano  sessantaquattro  puledri 
beillsslml  d.  duca  di  Miiano,  7-9 ;  vi  torna  Annlbaie 
Bentivogllo  da  Milano,  20-31 ;  ri  giunge  Antonlo  Vin- 
ciguerra  referendarlo  veneto,  37-38 ;  11  pred  alloggia 
nel  conrento  di  San  Giacomo,  31-30;  vi  predlca  fra 


Nicold,  31-14;  vl  pasia  con  ie  sue  ichiere  TalUno 
da  Carpi  condotttero  dl  Venesla  dlretto  d«  Roma 
•1  Taro,  287,  7-«;  rl  li  recano  Virglllo  e  Nicol6 
Orilnl,  30;  ne  parte  VirgiUo  Onlnl  per  Mllano,  33- 
33;  Nicol&  Onlnl  reitatori  con  Annii>ale  Bentiro- 
giio,  ne  parte  poi  per  Roma,  33-34  ;  rl  paaia  con 
milizle  Galeazzo  Sforza  dlretto  al  campo  a  Norar», 
35-3S  ;  ne  h  bandlto  Pirro  Malrezzi,  39-41;  ri  il  re- 
cano  Giuliano  e  Giovanni  de' Medici,  45-46;  queiti 
ne  parte  per  Mllano,  44;  rl  h  finita  la  torrc  d.  Ben- 
tivogllo,  47-4«;  vi  glunge  nuova  delt'uccli:one  d. 
conte  Guldo  da  Polenta  per  opera  dl  Pandolfo 
Malatesta,  288,  1-4  ;  vl  sono  dl  paiaagglo  quattro- 
cento  Srizzeri  mandatl  dall'imp.  Massiiniliano  al  re 
Altonso  di  Napoll,  10-13;  rl  h  confinato  il  conte  Fl- 
lippino  Borromeo  da  Lodovico  Sforza,  17;  Impicca- 
glone  alla  Rlnghlera  d.  pal.  nuovo  d.  pod.  di  un  certo 
Frlzza  convlnto  dl  mendado  (an.  1496),  33-34;  tI 
torna  Annlbale  Bentiroglio  da  Carpl,  39,  e  da  Roma 
Carlo  Gratl,  290,  1-3,  e  II  servo  di  lul  Uberato  dalia 
prigione  in  Firenzuola,  3-4 ;  ne  h  bandito  Cornello 
Bargellini  coipevole  dl  uxorlcidlo,  6-8;  ne  sono  get- 
tate  a  terra  moltlssime  caae  per  costrulrvl  11  mer- 
cato  e  raddrizzare  la  strada  da  porta  San  Fellce  a 
porta  Maggiore,  9-29;  descrizione  topografica  d. 
Piazza,  33-45;  ri  i  di  passaggio  il  card.  Bernardino 
Carvajal,  che  alloggia  nel  pal.  d.  Slgnorl,  48;  291, 
1-2;  sue  risite  e  sua  partenza,  5-8;  vi  paisa  un  am- 
basc.  di  Massimiliano,  9-10;  vl  1!  lastrlca  la  piazza 
innanzi  alia  chiesa  d.  Madonna  dl  Galliera,  13-13; 
rl  torna  Alessandro  Bentlvoglio  30;  inondaslone  d. 
fiumi ;  h  portato  via  II  ponte  di  Savena  nei  pressi  di 
SanfAntonio,  34-35;  vl  torna  Annibaie  Bentivoglio 
da  Pisa,  37;  snno  finite  le  botteghe  degii  Strarciaroll 
dirimpetto  alla  torre  degli  Asinelll  e  alla  Garisenda, 
38-39;  vl  t  Giroiamo  Ranuzzi  sepolto  in  San  Fran- 
cesco,  35-3; ;  biblloteca  di  dlrltto  civile  e  canonico 
costituita  da  Lodovico  e  Glovanna  Bolognlni  in 
San  Domenico,  43-46;  vi  sl  manifesta  11  mai  franceie, 
48 ;  i  malati  sono  rlcoverati  neiI'ospedale  di  San  L.O- 
renzo  d.  Guerrini,  48-49;  piil  tardi  chiamato  ospe- 
daie  dl  San  Giobbe  per  la  rhiesa  omonima  ivi  co- 
struita,  292,  1-3;  parto  trigemino,  8-9;  vi  ft  icar- 
lezza  di  grano  e  11  Senato  promette  un  premio  a  chl 
ne  Introduca,  10-13;  Annlbale  Bentlvogilo  vl  torna 
di  Lombardia  con  le  sue  genti  (an.  1497),  40-41 ; 
costruzlone  d.  pal.  Blanchetti  di  fronte  a  San  Do- 
nato,  43-43,  e  d.  rlcchisslmo  pal.  di  Bartolomeo  Fe- 
Uclni  In  Galilera,  43-44 ;  vl  t  Lodovico  Blancbi  le- 
polto  in  Santo  Stefano,  35:  293,  1;  paL  costrultovl 
da  Annltuile  Bentlroglio  nei  borgo  d.  Paglia  e  nomi- 
nato  *  11  Casino  „,  10-12;  si  abbattono  parecchie  caae 
Intorno  aila  plazza  d.  Calderini  per  ingrandlrla 
(aa.  1497-98),  17-20  ;si  atterra  parte  d.  casa  di  Gia- 
como  Cospi  per  rendere  libera  ia  visuale  d.  chlesa 
di  San  Domenico,  20-24;  vi  glunge  11  card.  Ippolito 
d'E8te,  che  aiioggla  pr.  Giovannl  Bentivoglio  (aa. 
1497),  24-36;  11  pred.  ne  parte  per  Roma,  39 ;  vl  t 
fra  Girolamo  Albertucd  detto  11  Borselii,  30-31;  11 
pred.  ne  scrlve  la  cronica,  33-33;  nel  convento  dl  San 
Salvatore  rovina  la  fabbrica  fattavl  fare  dal  prlore 
per  una  blbiioteca,  34-37;  i  rlparata  ia  tomba  degll 
Odofredi,  38-39;  vl  h  imprlgionato  e  condannato 
quale  eretlco  Gabriele  da  Sala,  poi  liberato  per  In- 


[Bologna  ciita,  aa.  14<)7-IJ02\ 


INDICE  ALFABETICO 


481 


tervento  d.  BentlvogHo,  iO-U;  vi  si  ha  notizia  che 
un  fulraine  ha  abbattuto  una  parte  di  Castel  San- 
fAngelo  in  Roma  (an.  1498),  47-4»;  vi  giunge  nuova 
d.  t  dl  Carlo  VIII  re  di  Francia  e  d.  successione 
al  trono  di  Luigi  XII  gia  duca  di  Orl^ans,  49 ;  294, 
1;  ne  parte  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  per  recarsi 
In  Terrasanta,  8-9;  con  lui  partono  i  canonici  Lo- 
renzo  Penacchi  e  Camillo  Manfredi,  il  cappellano 
don  Nlcola  e  alcuni  suoi  gervitori  e  domestici,  9- 
13;  h  rifabbricata  la  chiesa  di  San  Bartolomeo,  16-19; 
sono  atterrati  da  un  lato  i  portici  d.  strada  d.  Croce 
d.  Santi  sino  a  San  Giacomo  d.  Carbonesi  pcr  rad- 
drizzarla,  ao-21 ;  viene  dipinto  il  quadrante  dell'oro- 
logio  d.  torre,  22;  vl  &  abbruciata  in  Piazza  quale 
strega  Gcntlle  Budrioli  moglie  di  Alessandro  Ri- 
nieri,  23-24;  cf.  295,  IS-U;  eresie  e  sortilegi  com- 
messivi  dalla  pred.,  294,  24-295,  1-14;  ne  parte  An- 
nibale  Bentivoglio  per  la  Toscana,  22-23;  vi  torna 
dl  Terrasanta  Anton  Galeazzo  BentlToglio  ricevu- 
to  con  grandi  feste,  29-31 ;  vi  f  Vincenzo  Paleotti 
sepolto  in  San  Giacomo,  35-40,  e  Bonifacio  Cattani 
geppeliito  in  San  Domenico,  41-42;  vi  torna  di  To- 
scana  Annibale  Bentivoglio  (an.  1499),  296,  3;  vl 
passano  soldati  d.  duca  Sforza  mandatl  in  Romagna 
a  presidiare  Forll  e  Imola,  7-8;  vi  giunge  Fracasso  da 
Sanseverino  dlretto  aMilano,  9-10;  vi  sono  interdette 
le  chiese  di  San  Petronio  e  San  Giovanni  in  Monte 
da  Astorre  Malvezzi,  14-15;  vi  f  Antonio  di  Sante 
Bentivoglio  sepolto  in  San  Giacomo,  18-19;  vi  passa 
il  card.  Giovanni  Borgia  leg.,  diretto  a  Venezia,  297, 
15-16;  11  pred.  ne  parte,  19;  vi  h  selciata  la  Piazza 
nella  parte  giJ  fatta  e  vi  sono  costrultl  i  banchi  in 
pietra  per  gli  ortolanl,  22-24;  vi  torna  Carlo  Gratl 
dal  campo,  25-26;  vi  f  Giovanni  da  Sala  sepolto  in 
San  Domenlco,  27-2»;  vi  h  terminata  la  biblioteca  d. 
convento  annesso,  29;  gll  ortolani  cominclano  a  ven- 
dere  in  Piazza  nel  luogo  loro  assegnato,  30-31;  i  rac- 
coniandata  da  Giovanni  Bentivoglio  a  Luigl  XII  re 
di  Francia,  34,  che  promette  difenderla  contro  ognu- 
no,  salvo  il  pp.  cui  era  soggetta,  37-38;  vi  e  di  pas- 
sagglo  11  card.  Orsini  ospitato  dal  BentivogUo, 
43-45,  e  11  prefetto  di  Slnigaglia  Della  Rovere,  pure 
ospitato  da  Giovanni,  46-48;  sono  restituiti  i  divini 
offici  alle  chiese  intcrdette,  49-51 ;  vi  torna  Anni- 
bale  col  seguito  per  acqua,  298,  3-5;  cf.  297,  42;  anche 
vl  fi  recacoi  pred.  Giovannl  Giordanl  osplte  d.  Ben- 
tlvoglio,  298,  5-6;  11  pred.  ne  parte,  6;  vl  passa  11 
card.  Orsini  dlretto  a  Roma  7-8 ;  vi  t  Nlcol6  Savl 
sepolto  in  San  Domenlco,  15-16;  vi  si  reca  11  leg.  Gio- 
vannl  Borgia  onorevolmente  ricevutovi,  34-35;  k  ra- 
sentata  dalle  milizie  francesi  dirette  In  Lombardia 
(an.  1500^  299,  8-10 ;  le  pred.  oltrepassataia,  si  dan- 
no  a  sacchcgglare  11  territorio,  10-13;  vi  h  di  passag- 
gio  Isabella  Sforza  con  due  figii,  24-27;  la  pred.  ne 
parte  per  Napoli,  28;  h  intendimento  di  Luigl  XII  di 
porvi  il  campo  e  mettorla  a  sacco  icacciandone,  come 
II  pp.  soUecitava,  Giovannl  Bentlvogllo,  30-32  ;  cf.  43- 
44;%  salvata  dall'accort ezza  dl  Glovanni 
che  placa  l'ira  d.  re  francese  con  unpre- 
■  ente  di  dcnarl,  30-36;  cf.  43;  si  fanno  le  tre 
procetiloni  per  le  rogaziont  con  la  Madonna  dl 
San  Luca,  45-47 ;  a  porta  Ravegnana  la  processlone  h 
turbata  da  un  incidente,  che  vi  provoca  panlco  e 
disgrazie,  47-300, 1-3;  11  perturbatore  arreatato  i,  per 


sentenza  d.  Gonfalonieri  accorsi,  iramediatamente 
impiccato,  3-7;  danni  recati  alla  colombaia  d.  Ben- 
tivoglio  da  una  saetta,  9-12 ;  vi  t  Gilberto  Pio  sep- 
pellito  all'Annunziata  fuori  porta  San  Mamolo,  17- 
19;  il  figlio  d.  pred.  Alessandro,  ha  la  condotta  d. 
soldati  d.  c,  19;  vi  t  Nicold  Rangoni,  22;  gli  suc- 
cede  nella  condotta  d.  soldati  11  figlio  Guido  sotto 
la  tutela  di  Cesare  Rangoni,  24-26;  vi  fuggono  Pan- 
dolfo,  Violante  e  Carlo  Malatesta  da  Rlraini,  36-38, 
e  Galeazzo  Sforza  da  Pesaro,  45;  h  posta  in  difesa 
contro  un  probabile  assalto  d.  duca  Valentino,  48- 
301,  1-5;  vi  torna  Francesco  Fantuzzi,  34;  ric,  »»; 
altre  provvisioni  a  sua  difesa  (an.  1501),  303,  26-28; 
vi  giungono  aiuti  di  Eleonora  Pio,  46-47,  e  Lorenzo 
Penacchi  e  Ramazzotto  da  Scaricalasino  con  scelte 
corapagnle  di  fanti,  47-49;  parata  di  tutte  le  genti 
d'arrae  lungo  le  strade  per  le  quali  deve  passare  Paoio 
Orsini  ambasc.  d.  Valentino,  304,  7-20;  partenza 
dell'Orsini,  41-42;  il  pred.  vi  torna  con  gli  ambasc. 
d.  Senato  al  duca,  45-46;  dalla  Ringhiera  d.  pal.  d. 
Signori  viene  pubblicata  la  pace  fatta  col  Valentino, 
46-48;  ne  parte  l'Orsini,  48;  da  Erraes  Bentivogllo 
e  da  molti  suol  amici  vi  sono  uccisi  i  Marescotti 
detenuti  in  Pal.,  305,  31-38;  dal  pod.  sono  fatti 
uccidere  anche  Bedoro  Preti,  Giacomo  Toschi,  Aga- 
mennone  Malvezzi,  tornatovi  da  Mantova,  e  altre 
persone  incolpate  di  avere  partecipato  alla  congiura 
d.  Marescotti  contro  i  Bentivoglio,  306,  I-IO;  1  corpi 
d.  Marescotti  uccisi  sono  sepoiti  in  San  Domenico, 
10-11;  vi  torna  Anton  Galcazzo  Bentivoglio,  48-49; 
processione  con  il  capo  di  San  Petronio  ordinatavi 
da  Giovanni  Bentivoglio,  307,  2-5;  vi  si  reca  mon- 
signor  d'Aubigny  condottiero  d.  re  dl  Francla,  ad 
aspettarvi  i  suoi  soldati  per  recarsl  contro  il  re  di 
Napoli,  6-9 ;  scossa  di  terremoto,  13 ;  vl  torna  Mlno 
Rossi,  16,  e  Francesco  Fantuzzi,  28;  vi  fe  ferito  a 
morte  Taddeo  Marescotti,  sepolto  senza  onore  in 
San  Doraenico,  33-33;  violento  teraporale  ;  una  saetta 
si  abbatte  sulla  chiesa  di  San  Glovannl  in  Monte  fa- 
cendo  danni  e  uccldendo  due  persone,  39-41;  vl  li 
festeggia  la  conquista  d.  regno  di  Napoll  fatta  da 
Luigi  XII,  44-45;  vi  h  introdotto  lo  strame  per  farne 
munizioni,  48-49;  vi  torna  Anton  Galeazzo 
Bentivoglio  di  Francia,  308,  8;  vi  passa 
Luigi  d'Armagnac  duca  di  Nemours  viceri  di  Na- 
poll  ospitato  daGiovanni  Bcntivoglio,  9-II ;  vi  giun- 
ge  un  messo  d.  re  dl  Francia  con  ottantamila  ducati 
per  le  paghe  d.  soldat!  nel  Napolitano,  12-13;  vl  paiia 
Carlo  Orsini,  15-16;  valore  d.  moneta,  23-29;  vi  sono 
bandite  lo  monete  iucchesl,  pisane,  senesi  e  floren- 
tine  di  ultirao  conio,  28-29;  pompa  insolita  nel  con- 
durre  in  ufKcio  li  nuovo  Gonfaloniere  di  Giustizla 
Aiessandro  Bentivoglio,  39-43;  vl  h  dl  paisagglo 
Ippolito  d'Este  con  ricchlssimo  segulto,  44-46;  vl 
t  Plero  Canonlci  seppelHto  in  San  Martlno  (an. 
1502),  309,  9-10;  vi  torna  da  Roma  Annibale  Ben- 
tivoglio,  11 ;  vi  t  Andrea  Gratl,  17 ;  vi  glunge  e 
ne  parte  Lucrezia  Borgla,  20-30;  h  prlvata  dl  Cento 
e  della  Pleve  dal  pp.  Alessandro,  che  11  di  In  dote 
alla  figlia  Lucrezia,  310,  2-3;  cf.  311,  2-3;  vl  t  »•• 
Pimprovvlso  Alessandro  Bianchettl,  310,  5;  vl  paiia 
Ermes  Sforza  ospitato  dal  Bcntivagllo,  6-7;  vl  torna 
Bernardlno  Rosso  Gozzadlni  da  Roma,  13;  ne  parte 
nascostamente   il    pred.,   18;  il   pred.  vl   toma,  24; 


T.  xxxni,  p.  I  -  31. 


482 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologna  citlh,  aa.  isoa-tsos^ 


Giorannl  Gozzadlni  ne  rlparte,  2S;  conTeraiona  dt 
yentlclnque  meretrici,  38-31 ;  nc  parte  Gaapare  Bar- 
gelltni,  33;  vi  glunge  Carlo  Oriini  oipite  d.  lienttTO- 
glio,  34-37 ;  ne  parte  Anton  Gateazzo  Bentl- 
YOglio  eon  Galeazzo  Bottrtgart  per  la 
Francia,  3S-3t ;  Ti  glunge  un  commltaario  d.  pp. 
per  la  contegna  di  Cento  e  d.  PieTc  al  duca  di  Fer- 
rara,  311,  1-3;  tpese  e  abbclllmenti  fattlTl  dal  Tesc. 
Giullano  della  RoTere  durante  il  tuo  TetcoTado,  3-7 ; 
t1  it  ha  notizia  delfoccupazione  dl  UrMno  fatta  dal 
Borgia,  8-9,  e  deII'uccltionc  di  Attorre  Manfredi  per 
opera  d.  pred.,  34-37;  tI  arrlTa  il  leg.  card.  Oritni, 
39-30;  il  pred.  ne  parte  lubito  accompagnato  da  Er- 
mei  BentiTogtto,  30-33;  il  Senato  astotda  mlllzle  pcr 
dlfenderla  da  posstblti  attacctil  d.  Valentlno,  33-38; 
Ti  gtunge  tl  card.  Federigo  da  SanscTerino,  312,  3; 
it  re  di  Francla  le  rlfiuta  protczlone  dicendola  tog- 
getta  alla  Ctiieta,  U-IS ;  tI  tornano  Atetiandro  e 
Annlbate  BentlToglto  da  Milano,  lS-16;  Ti  passa 
Fracasto  da  SanieTertno  oapite  d.  BentlTogUo,  19-31 ; 
11  pred.  ne  parte  per  Imola,  21-32;  tI  torna  Gian- 
franceico  AtdroTandl  con  1'intimaztone  d.  Valentino 
di  scacciare  i  BcntlToglio  pena  estremi  danni,  37- 
33;  Ti  tornano  Carto  Grati  e  Girolamo  Sarapieri 
con  la  stessa  intimazlone,  SO;  ne  parte  Ercole  Ma- 
rescotti  con  la  famiglia  per  stabilirsl  altroTe,  313, 
1-2;  Ti  giunge  un  committario  d.  re  di  Francia  a 
persuadere  it  Senato  dl  coniegnarla  al  pp.,  clie  tuo- 
le  sia  meglio  goTernata,  S-9;  il  pred.  h  ticenziato, 
U;  tI  sl  recano  condottieri  d.  soidati  stipendiati 
dai  Benttvoglio  a  dcliberare  col  pred.  sul  da  farsi 
per  resistcre  al  Valentino,  36-38;  h  minaccieta 
di  interdetto  da  Aleisandro  VI,  44;  II  pp.  si  oatina 
a  Tolerla,  314,  47;  ne  parte  1'ambaic.  d.  pred.,  315, 
17-18;  tI  torna  Anton  Galeazzo  BentiTOglio,  20-33, 
die  fa  ta  mostra  d.  caT.  assotdati,  33-33;  rlc,  36; 
Ti  torna  Ermes  BentiTOgllo  dal  conTCgno  alla  Ma- 
gione,  38-39;  i  cittadini  coi  Gonfalonieri  e  i  capl  d. 
quartieri  si  radunano  nelle  rispettiTe  chiese  per  in- 
tendersi  sul  da  fare,  316,  33-24;  tI  si  reca  Paolo 
Orsini,  317,  44;  il  pred.  ne  parte,  46;  tI  giunge 
GIoTanni  Gonzaga  con  cento  totdatl,  49-318,  1;  tI 
giunge  un  araldo  d.  re  dl  Francia  a  ritirare  la  pro- 
tezione  regia  aita  c.  perch^  tn  lotta  con  la  Chiesa, 
319,  9-13;  Anton  Galeazzo  BentiTogtio  tI  torna  da 
Imola  e  ne  riparte  per  questa  c,  ls-16;  11  pred.  tI 
torna  con  Ramiro  dc  Lorqua  spagnuolo  uomo  di 
fiducia  d.  Valentino,  19-20;  in  teguito  a  uno  strano 
aTTiso  rlceTuto  da  Ercole  BentlToglio,  %  f  atta  guar- 
dare  di  notte  e  tI  sono  apprestate  difese,  37-43;  tI 
passa  II  cap.  d.  miltzie  francesl  rimandate  dal  Va- 
lentino  in  Lombardia,  49-320,  1-3;  Ti  giunge  nuoTa 
deiruccisione  delfOrsini  e  degli  altri  cap.  perpe- 
trata  dal  Borgia  in  Sinigagiia  (an.  1503),  49;  cf., 
46-48;  tI  fugge  Guidobaldo  da  Montefettro  fredda- 
mente  accottoTi,  321,  14-16;  11  pred.  alloggia  al- 
l'osteria  d.  Montone  e  it  gtorno  dopo  ne  parte,  16- 
17  ;  Ti  si  festeggia  per  tre  glornl  la  pace  col  Va- 
ientlno  fatta  bandire  dalla  Ringhiera,  31-33;  fortifi- 
cazioni  a  porta  Maggiore,  30-33;  Ti  giunge  Tom- 
maso  Grengoli  latore  d.  bolla  papale  per  la  pace 
pred.,  33-34;  la  quale  boila  Tiene  letta  dalla  Ringhiera 
d.  Sgnori,  34-3S;  se  ne  fanno  grandissime  feste,  44- 
46;  fuochi  soprannaturaii  che  apparitcono  in  clelo. 


322,  7-11;  rl  ■!  mantlene  la  neve  per  quattro  meti 
dat  febbrato,  14-17;  tI  patsa  il  card.  Ippolito  d'Ette 
oipttato  da  Annlbale  iientlTogtlo  al  Catino,  18-20; 
incendlo  di  San  Micheie  d.  I.ebbroti,  21-31;  t1  il  reca 
U  TctcoTO  accotto  con  onore,  24-23;  dopo  pochl  d) 
ne  parte  per  Roma,  26-21;  t1  torna  Ercole  Mar«- 
lcotti  con  tre  figli,  29-34;  quettl  ultlmi  ne  partono 
per  Alcttandria  ■cortati  da  baiettrieri  di  GtoTanni 
BentlToglio  tlnu  al  Panaro,  34-3«;  Ercote  cootinua 
a  dimorarTi  tempre  chluto  nel  tuo  pal.,  36-37;  h 
traTagliata  daila  carettia,  43-44;  pcr  questa  cagio- 
nc  ne  Tengono  allontanati  parte  d.  foreitiert,  44* 
47;  fenomeno  iunare,  49;  tI  h  pubblicata  la  pace  in- 
terrenuta  tra  ii  re  di  Prancia,  I*imp.  Masaimiilano 
e  Ferdinando  11  Cattotico,  323,  1-3;  t1  h  di  pat- 
taggio  Giulio  Ortini,  6,  e  ii  card.  Franceico  Sode- 
rini  che  alloggia  nei  mon.  dl  San  SatTatore,  13-13; 
eccidio  dl  Scipione  Maretcotti  In  Piazsa  totto  ia 
Ringhiera  d.  Signorl,  30-2S;  uccitione  di  Attorre 
Morandi  per  opera  di  Baldatsarre  Scnzamanica,  2t; 
per  la  f  d.  pred.,  inslgne  filosofo  e  fittco,  ne  partono 
molti  ttudenti,  29;  tI  paisa  un  figlio  quindlcenne 
di  Pandolfo  Petrucci  ospitato  da  Atettandro  Volta, 
30-31 ;  vi  paatano  mllizie  d.  re  di  Francia  dtrette 
per  Roma  net  Napolitano,  33-34;  aile  pred.  li  uni- 
tcono  gli  armigeri  e  i  caralll  dati  dal  com.  in  aluto 
di  Lulgi  XII,  34-3S;  Tiene  notizia  d.  malattla  d.  Va- 
lentino  e  d.  f  d.  pp.  in  leguito  a  Teieno,  37-4J;  tI 
passano  Bartolomeo  di  AlTiano,  Gioranni  Sforza, 
Pandotfo  Malatetta,  1  Vitelleschi  diretti  ai  loro  stati, 
324,  6-9;  i  pred.  ne  partono,  16;  tI  giunge  e  ne  parte 
Gianfrancesco  Gonzaga,  16-17,  19;  ri  passa  il  card. 
Riario  ospite  dl  Michele  da  Casaie,  24-25,  e  i  card. 
d'Amboise,  Sforza,  d'Aragona  onoreToImente  accotti 
e  ospltati  da  GioTanni  UentiTOgllo,  36-27,  30-32;  ai- 
legrie  per  la  loro  Tonuta,  33-34 ;  h  con  1  pred.  anche 
il  march.  d'Este,  31;  tutti  i  pred.  ne  partono  accom- 
pagnati  dai  BentiToglio  e  dai  nobili  tino  a  quattro 
mij^lia,  34-36;  ti  f  Galeazzo  Marcscotti  tepolto  in 
San  Domenico  senza  onore,  37-39:  ne  h  bandito  Er- 
cole  Marescottl,  326,  3-4;  tutti  i  Marescotti  sono 
cacciatl  di  c,  S-6;  ri  f  Giovanni  Ringhierl,  13-16; 
Ti  glunge  la  nuora  delI'eIezione  a  pp.  dl  Pio  III  e 
■e  ne  fanno  grandi  feste,  24-28 ;  negli  spari  delfar- 
tiglieria  h  ferito  mortaimente  uno  studente,  38  39; 
t1  arriva  un  messaggero  di  Luigi  XII,  30;  il  pred. 
ne  parte,  34-3S;  ne  partono  con  largo  teguito  gli 
ambasc.  d.  Senato  al  pp.,  327,  1-3;  vi  li  rifugiano 
parte  degli  abitanti  di  Castelbologneae,  6-7;  ri  li 
recano  ambasc.  d.  pred.  castetto,  l\-\2:  i  pred.  ne 
partono,  I6;  ti  passail  card.  Tommaso  Balcdcz  otpi- 
tato  nel  pal.  d.  Signori,  16-it;  il  prcd.  ne  parte,  18; 
Ti  si  reca  Ottaviano  Riario,  33-34;  ne  escono  due- 
mila  armati  per  rimettere  II  pred.  in  Imola,  ma  senza 
riutcirTi,  39-41;  ri  si  festeggia  1'elezione  di  Giuiio  II 
con  fuochl,  suoni  e  sparo  di  artigiierie,  32S,  30-21; 
per  io  scoppio  di  un  pezzo  resta  ucciso  uno  stu- 
dente  tnglese  sepolto  in  San  Domenico,  31-39;  vl 
toma  Carlo  Grati  da  Roma,  34;  ri  passa  il  card. 
Giorgio  d'Ambotse  con  11  nipote  neo-card.,  39-4o; 
gti  tI  era  ad  atpettarlo  il  vicer^  di  Milano  Carlo 
d'Amboite,  40-41;  1  pred.  ne  parlono  per  la  Lom- 
bardla,  43;  t1  torna  da  Roma  Antongaieazzo  Ben- 
tirogtlo,   44-4S ;  t1   giunge   ii    marcli.   Gonzaga  dal 


[Bologna  cHth,  aa.  iso3-JSo6\ 


INDICE  ALFABETICO 


483 


Napolltano,  48;  nere  dl   novembre  e  freddo  inten- 
sissimo  che  cagiona  mortalita  dl  uominl  e  animali 
e  carestia,  329,  3-11;  t1   sl   ha   notizia  che  soldati 
d.   Valentino    sono    saccheggiatl  a  Roma  e   che   il 
pred.  e  il  auo  cap.  Michele  sono  arrestati,  11-13;  vl 
tornano  da  Roma   gH  ambasc.    pr.  il  pp.,  31-22;  vi 
arrivano  alla  dogana  molti  carriaggi  d.  duca   Va- 
lentino  con  1'indlrizzo  d.  card.  Ippolito  d'Este  con- 
tenenti  gioie  e  oggetti  preziosi  di  gran  valore  tra- 
fugati  alla  Chiesa  (an.  1504),  3«-35;  altri  ve  ne  giun- 
gono  il  giorno  dopo,  39-«3,  e  tutti  sono   trattenuti 
e  poi  rlmandati  al  pp.  Glulio  II,  43-4«;  non  vi  k  piii 
un  solo   Marescotti,  330,  14-15;  i  pred.  non  vi  tor- 
nano  che  con  Giulio  II,  15-16;  vi  i  Imprigionato  per 
rlbalderie  Giacomo  Lianori,  20-31 ;  violento  tempo- 
rale;  un  fulmine  percuote  nella  torre  di  Giovanni 
Bentivoglio    sventrandola   per    sette   plani,    47-331, 
1-3;  vl  passa  un  ambasc.  d.  re  d'Inghilterra  diretto 
a  Roma,  6-8 ;  h  tormentata  dalla  carestia  in  segulto 
alla   lunga   permanenza  d.   neve,  14-21 ;  dal  Senato 
ne  sono  fatti  allontanare  gii  stranieri  e  sono  presi 
proTvedimenti  per  condurvi  il  grano,  31-37;  ne  par- 
tono  molte  famiglle  per  sottrarsl  alla  carestia,  37- 
3S;  prezzo  d.  grano,  38-39;  vi  •}■  Bartolomeo  Felicini 
sepolto  in  San   Francesco,  50;  332,  5;  vi  f  Cesare 
Dinarfe  luogotenente  d.  leg.,  sepolto  in  San  Petro- 
nio,    6-8;    prodlgi    vedutivi    in    aria    da    due    frati 
Minori  d.  mon.  di  San  Paolo  in  Monte,  14-16;  tale 
nuova  la  riempie  di  spavento,   16-17;  tempesta  d'ac- 
qua  e  di  vento    che  le  reca   molti    danni,  18-22;  vi 
giunge  Giacoma  Orsini  aposa  di  Ermes  Bentlvoglio 
e  vi  entra  da  porta  Santo  Stefano  con  onorevole  se- 
gulto,  31-35;  le  feste  per  ie  nozze  pred.  sono  inter- 
rotte  dalla  morte  di  Francesca  Toreili  figlla  di  Gio- 
vanni,  42-44;    vi  f  l'astroIogo    Domenico    Maria  da 
Ferrara    sepolto    all'Annunziata,   45-46;  vi  h  ucciso 
Pastronomo  Bartolomeo  Cocles,  48-49;  cresce  la  ca- 
rettia  in  Bologna,   malgrado  il  Senato   faccia  ogni 
•forzo  per  allevlBrla,  333,  4-8 ;  vi  f  parecchl  pove- 
ri,   8-9;  dicembre  talmente    mite   che  vi   fioriscono 
gli   alberi   come  di   primavera,   11  che   da   molti  h 
repulato  cattivo  presagio,  II-I6;  scosse  di  terremoto 
con  danni  alle  chlese  di  San  Giacomo  e  Santa  Maria 
Maggiore,  17-21;  nuovo  terreraoto  violentissimo  con 
gravi   d&nnl  a  chiese,  torri,  pal.  e  case  (an.  1505), 
36-334,  1-11;  quasi  Immune  ne  resta  la  parte  veno 
Saa   Domenico,    U-lj;  vi  h  comandata  dal   Senato 
una  processione  di  tre   giorni  con    la  Madonna  di 
San  Lucae  le  altre  rellqule  alle  chiese  dl  San  Pietro, 
San  Domenlco  e  San  Petronio  per  placare  i'ira  di- 
vina;   vi    intervengono    ii    Senato   e    i   magistrati 
col  clero  e  tutto   il  popolo   dlmessamente   vestlto, 
39-335,  1-5;  mali  che  l'affllggono,  5-31;  altra  scossa 
vlolenttssima  di  terremoto,  che  rovina  molti  edlficl 
g!i  sconquassatl    nelle  scosse   precedenti,  33-40;  vi 
sl  fanno  altre  pubbliche  processioni  da  varle  Com- 
pagnie  per  impetrare    la  pietA   divina,  41-49;  vl  si 
celebra   il  carnevale  con   digiunl,  orazionl  e  sacre 
processloni,  50;  336,  1-3;   sempre  per   implorare  la 
grazla  dlvina  vi  si  comlncia  a  suonare  l'Ave  Marla 
a  mezzoglorno,  4-7 ;  violento  temporale  d!  tuoni  e 
iampi,  9-11;  ne  partc  Anton  Galeazzo    Bentlvogllo 
nascostamente  In  pellegrinagglo  con  piccolo  aegulto, 
13-15;   Ti  t    Alestandro   Bottrigarl   sepolto   in  San 


Francesco,  16-18;  vi  sono  di  passaggio  tre  ambasc. 
d.  re  di  Francia  diretti  a  Roma,  19-20;  nuova  scossa 
di  terremoto,  ma  leggera,  30-21 ;  zuffa  tra  Marescalchl 
e  Da  Moglio  nella  Fondazza,  23-35;  vl  resta  ucciso 
dai  primi  tal   Vincenzo   Ragusino,   25-26;    impicca- 
gione  di  due  ladri,  26-37 ;   dopo  essere  stato  appeso 
parecchie  ore,  il  piu  giovine  d.  pred.  fe  ancor  vlvo, 
ed  egli  afferma  per  l'aiuto  di  San  Nicol6  da  Tolen- 
tlno,  31-41;  cf.   116,  4-5;  vi  f  Poeta  Poeti,   sepolto 
in  San   Domenlro,   337,   16-17;    vl   torna   Annibale 
Benlivoglio  dairimpresa   contro  Pisa,  338,  9-10;  vi 
cresce  la  carestla,  25-26;  cf.  339,  9-10;  ii  poco  pane 
che  i  Gonfalonieri  riescono  a  procacciare  4  portato 
in  San  Petronio  e  quivi  dietro  grate  di  ferro  va- 
riamente  distribuito,  338,  26-30;  ne  h  vietata   I'en- 
trata  ai  contadini,   30-31;    vi  accadono   baruffe  per 
accaparrarsi  le  poche  cose  che  ancora  vi  si  trovano, 
34-36;  tuttavia  vi  corre  molto  denaro,  36-37;  nuova- 
mente   funestata   dal   terremoto   accompagnato   da 
Tiolento   temporale,   339,    11-13;  vi  4   portato  pane 
d'orzo,  31-32;  finalmente   cessa  la   carestia  per  Tab- 
bondanza  d.  raccolto,  23-25;  vi  passa  Troilo  SavelU 
ospite  d.  Bentivoglio,  26-38;  vl  f  Guido  PepoH  se- 
polto  in  San    Domenico,  29-31,   cf.  45-47;  ric,  42;  h 
isolata  da  Ferrara  invasa  dalla  pestilenza,  340,  3-4  ; 
vi  t  Fllippo   Beroaldi,  5-6,  sepolto    aIl'Annunziata, 
18;  h   colpita    da    fierissima    pestilenza,    38-30;  vi  t 
Tommaso    Malvezzi    sepolto    all'Annunziata,   31-34; 
ecHsse  di  luna,  35-36;  vi  t  Alessandro  Paltroni  se- 
pollo  in  San  Martlno,  37-39,  Tommaso  Montecalvi 
sepolto    alPAnnunziata,   40-42,    Astorre   Bargellinl, 
43-44  ;  vi  fe  grande  abbondanza  di  ogni  genere  e  tutto 
si  vende  a  prezzo  raite  anche  per  provvedimento  d. 
Senato,   45-341,  1-8;  afflitta  dal  male  mazzucco  per 
ii  quale   t    infinite  persone,  tra  cui  lo  storlco  Glo- 
vanni  Garzoni  sepolto  in  San  Domenico,  9-26;  ca- 
restia  di   pollarae,    36-38 ;    vl  torna   Annibaie   Ben- 
tivoglio,    29-30;    vi   si    ucclde   Folco    Argeiati,   33- 
35;  disgrazia  capitata  ad  uno   di  Casio    nelTuscire 
dal  pal.  d.  Signori,    36-43;  vi  sono  Impiccati  senza 
processo  alcuni  ladri  che  oltre  Lojano  avevano  uc- 
ciso  e  svaligiato  un  messo  d.  mercanti  Zanchinl,  43- 
46;  grande  abbondanza,  «7;  vi  h  fatta  restaurare  da 
Giovanni  BentiTOglio  ia  cappella  di  Santa  Cecilla, 
48-49;  vl    sono  riformati    molti    mon.    di    suore   da 
Amedeo  Beruti    vicario   d.   vesc,   50;  tI  giunge   il 
nuoTO  leg.  NlcoI5  Lomellini  onorevolmenfe  rlcevuto 
(an.  1506),  342,  5-6;  vl  torna  da  Roma  Bernardlno 
Gozzadini,   7;  per  l'abbondanza   e   la  fine  d.   pcstl- 
lenza  sl  torna  alla  vita  glolosa  e  legglera  anche  in- 
coragglata  dalle  felici  prcdizlonl  dcgli  astrologl,  13- 
19;  corrida  e   glostre    banditevi   da   Antongaleazzo 
Bentivoglio,  37-39;  suicidto  dl  lacopo  Pasi,  50;ric., 
343,  1 ;  sono  abbattute  le  botteghe  dietro  11  Pal.  in 
Porta   Nuova,   3;   si   comlncia   a    sgombrare    dalle 
macerie  II  guasto  d.  Canetoll,  3-4 ;  nascite  mostruose 
di  anlmali,  5-9 ;  tI  giunge  Isabella  Gonzaga  diretta  a 
Flrenze  ospltata  da  GIoTanni  Bentivoglio,  10-11;  vi 
t  Friano  Dolfi  seppelllto  in  San  Petronlo,  15-16;  rl 
h  trasportato  e  sepolto  ai  Servl   11  corpo  dl  Filtppo 
Bargelllnl  affogatosl  a  San  Glovannl  In  Perticeto,  17- 
19;  Ti  cadono  tre  saette,  20-21;  apparlzione  dl  una 
cometa,  33-23;  Giulio  II  dellbera  dl  recarTlsl  e  llbe- 
rarU  dai  BentiTogilo,  344,  3V3l,  cf.  343, 13-34)  344, 


484 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  eiith,  m.  iso^tsoy] 


4;  abbondanza  d.  raccolto,  31-41;  ri  paisa  II  card.  dl 
Nurbona  ospttato  dal  BentlvogUo,  42-43;  r!  giunge  11 
commluario  d.  pp.,  ctie  alluggla  al  pal.  d.  Slgnorl, 
4S-345,  I;  tenore  d.  capUoll  rigiiardanti  la  yenuta  d. 
pp.,  5-6;  11  pred.  commlstarlo  ne  parte,  23-34;  vl  i 
uccIbo  Bernardlno  Gouadlnl  perchi  Toleva  allonta- 
nanene  dl  nascosto,  346,  3-12;  ne  lono  tenuie  cliiutc 
tre  glorni  le  porte  da  Glovannl  Beiitivoglio  perchi 
non  ne  esca  subito  la  nuova  di  qucita  f,  IS-17;  v! 
torna  il  segulto  degll  ambasc.  mandatl  al  pp.  e  da 
queito  Bostenuti,  33-24;  si  muove  al  suoi  dannl  11 
march.  Gonzaga  cap.  gcnerale  d.  Chlcta,  2S-2S;  vl  ai 
reca  un  araido  d.  re  dl  Francia,  41;  Glnevra  Bentl- 
voglio  comlncia  a  mandarne  fuori  le  sue  robe,  teiori 
e  tappczzerie  nascostamente  per  non  dare  l'allarme 
al  popolo,  46-48;  c£.  SO;  347,  1-2;  la  pred.  anche  ne  , 
fa  uscire  1  suol  nepotl  iigli  di  Annibale  e  di  Alessan- 
dro,  346,  4S-49;  rlc,  347,  6;  11  Bentivoglio  contlnua 
nelle  provvisioni  per  dlfenderla,  2-4;  h  Intcrdetta  da 
Glullo  II,  H-21 ;  ne  sono  scomunicati  i  preti  e  l  fratl 
che  non  I'abbandonlno,  giuita  11  precetto  papaie,  an- 
rhe  se  Impediti  di  usclrne,  21-24;  vi  li  ha  notlzla  d. 
presa  dl  Frassineto  e  di  Monte  Calderaro  e  d.  sac- 
cheggio  d.  bestiame,  33-34 ;  h  raSbrzata  con  bastlone 
da  porta  Santo  Stefano  a  porta  Maggiore,  42-43;  e 
con  altrl  riparinell'orto  dl  Santa  Agnesee  In  quellod. 
Madonna  delle  Grazie,  43-44;  niostra  d'armi  tenutavi 
da  Glorannl  Bentivoglio  a  Santa  Maria  d.  Mercato, 
47-4S;  cf.  348,  1 ;  vi  si  reoa  un  ambasc.  d.  pp.  per 
intcnderne  raninio,  4-7;  11  pred.  h  accolto  In  Pai.  alle 
grida  di :  "  Sega  e  Gucrra  „,  7 ;  11  pred.  ne  parte,  11- 
12;  i  Francesl  per  accordo  coi  pp.  debbono  conse- 
gnargiiela  nel  tcrmine  di  tre  giornl,  13-14;  visiha 
notlzia  deila  resa  di  Varignana  dopo  accanita  resl- 
stenza,  it-U;  1  Franoesi  vl  si  accoitano  da  Castcl- 
franco,  19-20;  le  case  fuorl  porta  San  Fellce  sono  ab- 
bandonate,  20-21 ;  ne  sono  chiuse  le  porte  pred.  e 
quella  d.  Lame  per  difesa,  21-22 ;  vl  si  comincia  un 
bastione  tra  la  porta  San  Felice  e  la  porta  Saragozza 
e  altrl  in  ultri  luoghi,  23-24;  1  nemlci  da  Budrio  vi 
fanno  soorrerie  nei  dlntorni,  25-28 ;  si  mette  in  armi 
e  fa  sortitc  con  Alessandro  e  Ermes  Bentlvogiio  da 
porta  Magglort,  28-30;  ne  parte  Giovanni  Bentivo- 
glio  con  tutti  i  suoi  figli  legittiml  e  bastardi,  i  nipotl 
e  moltissimi  suoi  intrinseci  amlcifamosi  perricchez- 
jte  e  valore,  31-349,  1-25;  cf.  243,  4-5;  i  bombardata 
dalle  artigllerle  nemiche  piazzate  di  qua  d.  ponte 
di  Ravone,  349,  25-26 ;  si  arma  e  benchi  senza  capo, 
Impadronltosi  il  popolo  d.  Pal.  alle  grida  di :  *  Chie- 
sa,  Chiesa,,,  virilmente  controbatte  1  Francesl,  36- 
40;  vi  entra  un  tradltore  sotto  veste  dl  bombardiere, 
350,  8;  fe  borabardata  continuamente  dai  Francesi, 
20-21;  11  popolo  fa  una  sortita  dalle  porte  San  Ma- 
molo  e  d.  Lame,  32-35,  37-34;  cf.  44-46;  ma  senza 
concludere  niente,  351,  3;  ne  sono  asserragliate  le 
strade,  5 ;  parte  d.  torre  di  porta  San  Felice  cade 
sotto  i  coipi  deli'artlglierla  nemica  senza  fare  danni, 
6-7;  malgrado  11  gran  numero  dl  colpl  tlrati  dai  ne- 
mici  non  vl  h  ucclso  che  Giambattista  dalla  Calcina, 
13;  vi  si  reca  il  raarch.  Oonzaga  per  vedere  dl  pa- 
cificarla  coi  Francesi,  24-25;  i  capi  francesi  vi  sono 
condottl  dal  campo  a  rifoclllarsl,  25-38 ;  i  pred.  ne  ao- 
no  rlcondotti  alla  sera  fuori,  2»-30;  ric,  353,  23;  ne 
partono  gli   ambasc.  al   pp.,  3t-2f ;   i   pred.   vl 


tornano,  31 ;  U  papa  deve  giungervi  col  card.  per 
San  Martino,  34-3S;  lono  •gombrate  le  itmde  e  li 
comlnciano  a  preparare  gll  alloggl  per  I  card.  e  la 
Corte,  39-41;  ne  partono  le  donne  d.  Bentivoglto 
dliperando  d.  rltomo  io  patrla  d.  loro  marltl,  4J- 
47;  tI  rimane  loto  Glnevra  per  parlare  coi  pp.  e 
lupplicarlo  per  1  luol,  $0;  354,  I;  anche  la  pred. 
ne  parte  per  ordlne  d.  pp.  prima  d.  luo  arrlvo,  !• 
4;  con  lel  ranno  VirgiUo,  Giovanoi  Battista  e  C«- 
■are  figliuoil  naturall  di  Atcaolo,  5-6;  epigramma 
contro  i  BentiToglio  affiiiovl  in  varl  luoghi  dopo 
!•  partcnza  dl  Glnevra,  41-46;  arrivo  d.  pp.  Giu- 
Ilo  11  alla  Magione,  355,  1-9;  cf.  357,  37;  onoran- 
ze  reie  al  pred.  dai  cittadinl  e  dal  Senato  che  glle- 
ne  presenta  lc  chlavl,  355,  9-31;  ordine  d.  corteo 
papale  dalla  Maglone  alla  chieia  di  San  Pietro  e  al 
Pal.,  23-356,  1-21 ;  durante  11  corteo  dal  datarlo  d.  pp. 
sono  gettati  tra  ta  folla  clrca  tremila  ducati,  355, 
45-4S;  gli  ebrel  in  Piazza  fanno  omaggio  al  pp.  che 
lo  gradisce,  356,  21-34;  Giulio  II  ailoggU  in  Pal., 
34-35:  allegrezze  fatteTi  con  artiglierie,  campane  e 
bombarde,  25-28;  nomi  d.  card.  giuntlTl  col  pred. 
e  loro  alloggl,  29-357,  1-20;  allogglo  degli  altri  Si- 
gnori,  20-26;  11  pp.  affida  ad  alcuni  cittadinl  la  guar- 
dia  d.  porte,  37-32;  vi  li  bandiscc  pubbllcamente 
1'ordlne  di  Glulio  II  dl  posare  le  arml,  33-34,  e  di 
consegnare  le  artiglierie  d.  c.  se  alcuno  le  rltenga, 
34-35 ;  vi  h  sospeso  per  clnque  anni  ognl  dazio  e  gabel- 
la,  35-36;  11  pp.  riduce  alia  meti  il  prezzo  dl  tutte  le 
Tettovaglle  dlvenute  carissime  per  la  grande  affluen- 
za  di  gente,  40-358,  1-3;  vi  sl  reca  11  Ticeri  di  Mi- 
lano  a  fare  omagglo  al  pp.  e  vl  entra  da  porta 
San  Mamolo  ricevuto  dai  card.,  dalla  corte  d,  pp. 
e  da  molti  Stgnorl,  4-lO;  messa  solenne  fatta  cele- 
brare  dal  pp.  In  San  Petronio,  dopo  la  quale  crea 
tre  cav.  aurati,  14-17 ;  ne  partono  11  vicere  di  Ml- 
lano  e  II  march.  Gonzaga,  18 ;  il  pp.  prolbisce  vi 
st  facclano  adunanze  dl  plfl  che  quattro  persone,  30- 
31,  cd  elegge  un  nuoTO  Senato  dl  quaranta  uominl 
a  ben  governarla,  32-40;  bando  pcrche  siano  tolte  o 
cancellate  le  arral  d.  Bentivogllo,  45-47 ;  solenni  ese- 
qule  cclebratcTl  In  San  Petronio  per  1'annlTersarIo 
d.  t  di  Pio  III,  359,  11-13,  e  per  la  t  dl  Filippo 
d'AustrIa,  28-29;  nella  detta  chiesa  si  celebra  anche 
pomposamente  1'anniTersario  deIl'incoronBzione  di 
Giuiio  11,  34-45;  il  pred.  visita  la  porta  San  Felice 
rovinata  dalle  bombarde  neralche  e  la  fa  restaurare, 
30-32 ;  vislta  anche  la  porta  dl  Galliera  e  determlna 
di  costruirvi  nuovaraente  U  castello  gi&  due  Tolte 
distrutto,  32-33;  nuovo  bando  d.  pp.  perche  liano 
ovunque  e  da  ognuno  tolte  o  canceUate  le  armi  d. 
Bentivoglio,  360,  39-43;  11  pp.  per  Natale  sopprirae 
l'esoso  dazio  d.  Cartlcelle,  361,  3-5,  e  alleTia  o  roo- 
difica  altri  dazi,  13-28:  e  contenta,  30-32 ;  esprime  al 
pp.  la  sua  riconoscenza  per  i  beneficl  che  ne  rlccTC 
faccndogli  d.  presenti  per  meszo  d.  Arti,  33-33;  tI 
e  ricevuto  con  grande  onore  ii  pod.  NicoI6  Ti- 
grlni  (an.  1507),  362,  7-8;  11  pp.  da  ordlne  di  rico- 
struire  il  castello  di  GaUiera  per  difenderla  contro 
i  BentlTogllo,  9-14 ;  Giulio  II  vl  torna  dal  Gomlto, 
363,  7;  per  la  Candelora  assistito  da  due  card.  il 
pp.  getta  dalla  Rlnghiera  al  popolo  in  Piazza  le 
candele  che  aveva  prlma  benedetto,  10-14,  e  da  la 
cenere  con  le  lue  mani  neUa  cappella  d.  Pal.  U  primo 


[Bologna  citth,  aa,  iso7-iso8\ 


INDICE  ALFABETICO 


485 


giorno  dl  quaresima,  U-15;  11  pred.  sl  accinge  a  par- 
tirne,  21;  vi  si  fanno  fuochi  e  allegrezze  per  il  con- 
senso  d.  pp.  ai  capltoli  antichi,  364,  23-J5;  vl  torna 
Giulio  II  da  Castel  d.  Vescovo,  38;  il  pred.  benedice 
i  fondamenti  e  pone  la  prlma  pJetra  al  nuovo  castello 
di  Galliera  con  grande  pompa,  28-40;  il  pp.  ne  parte 
per  Roma  accompagnato  da  tutti  i  magistrati  e  da 
nobiil,  365,  13-16,  e  glunto  a  porta  Maggiore  si  ri- 
volge  e  la  benedice  ripetutamente  raccomandandola 
al  nuovo  leg.,  Ib-H;  il  quale,  dai  Crociali  si  appa- 
recchla  a  farvi  solenne  ingresso,  22-34;  il  pred.  vi 
entra  accompagnato  da  tre  card.  e  da  sessanta  gio- 
vani  d.  c.  riccamente  vestiti,  dal  clero  e  dalle  Com- 
pagnie,  24-26;  si  reca  a  San  Petronio  quindi  in 
Pal.,  26-27 ;  vi  si  fanno  grandi  allegrezze  per  il 
suo  arrivo,  38-39 ;  vi  sl  bandisce  che  ognuno  deponga 
le  armi  pena  la  corda,  29-32;  incendio  nelle  stalle 
dietro  il  Pal.  con  perdita  di  molti  cavalli  e  due  buoi, 
33-39;  il  leg.  supponendo  1'incendio  appiccato  dai 
Bentivoleschi  per  cacciarlo,  fa  occupare  la  Piazza 
dal  soldati,  39-40;  considerazioni  d.  storico  sulla 
sorte  di  Bologna,  40-41 ;  tutti  i  magistrati  per 
volere  d.  leg.  tornano  ad  abitare  in  Pal.  nelle 
stanze  gi&  loro  adibite,  eccetto  il  Gonfaloniere  di 
Giustizia  le  cui  stanze  erano  occupate  dai  leg.,  41- 
JO;  complotto  non  riuscito  per  introdurvi  Annibale 
ed  Ermes  Bentivoglio,  366,  l-U,  e  impiccagione  dl 
Costaatino  da  Caprara,  uno  d.  congiurati,  alla  Rin- 
ghiera  d.  pal.  d.  pod.,  17-18;  vi  ^  fatta  piij  accurata 
guardia  alle  porte  e  alle  mura,  21-32;  i  Quaranta  a 
turno  con  il  leg.  e  soldati  ne  perlustrano  di  notte 
i  iuoghi  sospetti,  23-33;  vi  giunge  il  vesc.  di  TivoH 
con  lettere  d.  pp.,  33;  per  volere  di  Giulio  II  i  Benti- 
vogHo  non  devono  rlsiedere  a  meno  di  cento  miglia 
da  essa,  33-35;  sfregio  fatto  a  una  statua  di  Giovanni 
Bentlvoglio  nella  chiesa  d.  Madonna  di  Galliera  da 
un  suo  nemico,  37-49;  si  rompe  la  campana  d.  torre 
degli  Asinelli,  che  vlenc  subito  rifusa,  367,  19-21 ;  vi 
tl  trovano  lettere  di  Giovanni  Bentivoglio  ai  Collegi 
ore  si  raccomandava  loro  la  cura  d.  granaglle  e  dl 
altre  clbarie  da  lui  lasciate  nelle  sue  case  e  sopra 
tutto  il  suo  pal.,  22-26;  sono  abbruciati  in  Piazza  con 
grande  ailegrczza  tutti  i  libri  d.  Carticelle  annullate 
In  perpetuo  dal  pp.,  28-31 ;  h  colpita  da  pestilenza, 
31-32;  ii  leg.  non  fa  aprire  il  sepolcro  dl  Santo  Ste- 
fano  per  evitare  agglomeramento  di  genti  estranee, 
33-34 ;  in  quel  giorno  Invece  celebra  in  San  Petro- 
nio  messa  solenne  con  indulgenza  plenarla  agli  in- 
tervenuti,  34-36;  sono  raccolti  gli  appestati  in  iuogo 
designato  perche  non  infettino  i  sani,  37-39 ;  vi  sono 
clt.  alla  Ringhlera  d.  pal.  Annibale  ed  Ermes  Ben- 
tivoglio,  40-43;  vi  i  suonata  I'Ave  Maria  a  mezzo- 
giorno  per  impetrare  rintercessione  d.  Vergine  con- 
tro  la  pestilenza,  368,  3-5;  i  travagliata  dalla  peste 
e  dagli  amici  d.  Bentivoglio,  molti  d.  quali  vengono 
perci6  confinati  a  Cesena,  6-13;  Ginevra  aobbilla  il 
marito  a  rlentrarvi,  20-33;  ma  Giovanni  piCi  sag- 
glo  sconilglla  ogni  movimento  aspettando  dl  esservi 
richlamati  per  il  cambiamento  naturale  d.  clrco- 
stanze,  40-46;  ric,  359,  S,  7;  il  pp.  vi  manda  da- 
narl  per  assoldare  genti,  che  la  difendano  contro 
I  Bentivoglio,  8;  vl  tono  fatte  dlfese  Intomo  al  Pa- 
lazzo  e  in  Porta  Nuova,  13-13;  Ermet,  Annibale  e 
Antongaleazzo  Bentivogllo  tl  apparecchiano  a  muo- 


verle  contro,  37-41 ,  ne  tono  subito  serrate  le  porte 
alPinfuori  d.  porta  San  Felice,  porta  Maggiore  e 
di  Saragozza,  370,  1-3;  vi  si  bandiscono  dalla  Rin- 
ghiera  le  lettere  d.  viceri  di  Milano,  29-30,  e  il  ri- 
chiamo  d.  confinati  che  avevano  obbedito  al  bando, 
30-31 ;  vi  si  fanno  fuochi  e  allegrezze  per  la  fuga 
d.  fratelli  Bentivoglio  dal  territorio  fatta  annun- 
ziare  dal  leg.,  39-40;  la  plebe  avida  di  preda  di- 
strugge  il  pal.  Bentivoglio  sino  ai  fondamcnti,  371, 
5-372,  1-31;  versi  contro  Ginevra  Bentivoglio  divul- 
gativl  alla  sua  f,  374,  40-375,  1-4 ;  vi  passa  il  card. 
Briconnet,  leg.  al  re  di  Francia,  45,  cui  sono  resl 
grandi  onori,  45-46 ;  il  pred.  alloggia  in  Pal.,  46 ;  vi 
tornano  gli  ambasciatori  recatisi  presso  il  re  Luigi, 

377,  38;   vi  fc  carestia  di  semente  dl  lino  (an.  1508), 

378,  38-39;  vi  torna  Gaspare  Scappi  da  Mantova, 
39 ;  complotto  orditovi  dal  pred.  per  farvi  entrare 
i  Bentlvoglio,  40-379,  1-6;  di  nuovo  vi  torna  lo 
Scappi  da  Mantova,  10;  frattanto  ne  parte  Ercole 
Marescotti  con  i  figli  Bernardino  ed  Emilio  per  an- 
dare  dal  pp.,  11-13;  lo  Scappi  la  mette  a  rumore 
saccheggiando  le  case  d.  Marescotti  e  impadronen- 
dosi  d.  porta  San  Mamolo,  da  cui  divisava  fare 
entrare  i  Bentivoglio,  28-379,  1-34  ;  i  Malvezzi,  Gio- 
vanni  Pepoli,  Lorenzo  Ariostl  ne  occupano  con  ar- 
mati  gli  sbocchi  di  Piazza,  380,  46-50;  inutilmente 
tenta  lo  Scappi  sollevarla  e  cacciarne  il  governatore, 
381,  29-36;  la  porta  San  Mamolo  h  dallo  Scappi 
rettituita  ai  Quaranta  e  ai  Gonfalonierl,  382,  12-14; 
vi  e  spianato  a  terra  il  pal.  Marescotti  dal  pred., 
15-28;  vi  h  tagliata  la  testa  al  soldato  Virgilio  uc- 
cisore  di  Giangiacomo  da  Stiatico,  29;  ne  escono 
segretamente  i  Marescotti  che  si  erano  rifugtati  in 
Pal.  presso  il  governatore,  31-39  ;  le  case  di  Alberto 
Carbonesi  e  di  Anton  Maria  Legnani  corrono  pe- 
ricolo  di  sacco,  40-48;  vi  sl  bandisce  che  tutti  in 
termine  dl  quattro  ore  debbano  deporre  le  armi 
sotto  pene  gravissime,  49-383,  1 ;  ne  partonolo  Scappl 
e  i  suoi  compagni  dopo  altre  prepotenze  commesse 
in  porta  Ravegnana  e  alla  torre  degli  Asinelli,  26- 
30;  cf.  15-20;  vi  si  sparge  la  voce  dell'appres8arsi 
d.  Bentlvoglio,  31-32;  vi  si  prendono  misure  di  sicu- 
rezza,  32-37  ;  vi  h  confinato  a  cinquanta  migliaun  frate 
d.  Servi,  43-44 ;  vi  h  impiccato  alla  Ringhiera  d.  pod. 
l'otte  d.  Luna,  45-46;  vi  arriva  il  conte  Guido  Ran- 
goni  dettando  grandi  sospetti,  sicch^  vi  si  aumen- 
tano  le  guardie  e  la  vigllanza  di  notte,  46-50;  vl 
giungono  1  cavalli  di  Giampaolo  Baglloni  mandatl 
dal  pp.  384,  1-2;  e  parimenti  i  fanti  di  Ghcrardo 
Rangonl  cap.  d.  Chiesa  e  cento  caralli  mandati  dal 
card.  d'E8te,  2-4;  l  soldati  d.  Chiesa  ne  occupano 
gli  sbocchi  d.  Plazza,  26-27;  subbuglio  sortovl  per 
1'arresto  di  un  ladro  ricoveratosl  nella  Chiesa  d. 
Servi,  37-36;  a  otto  d.  pred.  fratl  h  data  la  corda  pub- 
bllcamente  e  II  ladro  Impiccato  alla  Rlnghlera  d. 
pod.,  41-42;  si  duole  d.  pena  Inflitta  al  padrl,  43-45; 
t1  giunge  nuova  d.  t  dl  Giovannl  Bentlvogllo,  385, 
1-3;  Impiccagione  alla  Rlnghiera  d.  pod.  dl  sette 
amicl  d.  BentivogUo,  4-14;  una  donna  viene  pubbll- 
camentc  staflniata  perchb  aveva  detto  bene  d.  pred. 
14-15;  molti  Bentlvoleschl  per  sfugglre  ad  «ngherle 
e  perlcoli  ne  partono,  15-19?  tulla  facciata  dl  San 
Petronio  h  coUocata  la  statua  in  bronzo  dl  Giullo  II 
modellata  da  Mlchclangelo   Buonarrotl,  30-3«;    vl  h 


486 


INDICE  ALFABETICO      iBoiogi»  dtth,  m.  isos-ts^s-cUr,] 


Implccato  Glacomo  Rabulnl,  37-24;  tI  torna  Vlrgl- 
Uo  Ghltilierl,  36,  e  Ale^iandro  Pepoll,  40-41 ;  rt  glUB'* 
ge  Brlclda  Ortlnl  del  Conti  di  Pltlgliano  moglle 
dl  Rlccardo  Alldoti,  4]-43;  le  ranno  incontro  I  Qua- 
ranta  e  moltl  gentlluominl,  44:  ailoggia  In  casa  dl 
Glacomo  Grati,  44-45 ;  anche  rl  arrlra  un  araldo  d. 
re  dl  Francla  a  offrlre  aluto  dl  armafl  contro  I  Ben- 
tlrogiio,  43-49;  tI  glunge  II  nuoTO  leg.  card.  Alidoil 
rlccTuto  con  grande  pompa,  386,  1-3;  cf.  376,  13-15  5 
ne  parte  11  gOTernatore  Lorcnzo  Fleirhl  nottetempo, 
389, 17-18;  TBlore  d.  ducato  e  d.  bolognino,  1»;  bando 
d.  Senato  e  d.  gOTernatore  con  rclatlre  pene  e  preml 
perchi  orunque  ileno  tolte  I'arme  d.  BentlTogllo, 
30-33:  ai  romincla  la  ricostruzlone  d.  pal.  Maretcottl, 
34-35;  moltl  matcrlall  d.  qualc  sono  restitaltl  dachl 
II  aTCTa  pretl,  35-37;  sl  turba  all'uccislone  di  Alberto 
Caitelli,  di  Innocenzo  Rlnghierle  dl  Sallustio  Gui- 
dottl  ordinata  dal  leg.,  ma  si  contiene,  390,  5-14; 
alle  altre  calamlta  li  aggiunge  la  peitilenza,  30-23; 
ordinanze  emanate  dal  Senato  e  dal  leg.  per  cercare 
dl  limitarla,  33-34;  tI  tornano  1  Marescottl  da  Roma 
e  vanno  ad  abitare  per  ordlne  d.  leg,  e  d.  Quaranta 
in  caia  di  Gatpare  Scappi,  35-37;  t1  lono  fiittl  ar- 
restare  dal  leg.  parecchl  cittadlni,  3>-44;  tI  i  con- 
dotto  prigioniero  da  Cento  Crlitoforo  Ariostl,  45-46; 
ne  fugge  Aieisandro  Pepoli  e  plC»  non  tI  torna,  come 
pure  11  fratello  Romeo  che  incontra  per  vla,  45-47 ; 
391,  1-3;  t1  sl  incammlna  il  Manzino,  che  ferma- 
tosl  a  Bondanello  tI  h  uccito,  3-11 ;  ne  sono  alion- 
tanate  le  meretrici,  che  per6  U  giorno  dopo  t1  tor- 
nano,  33-34;  tI  sono  tenute  chluse  chiese  e  botteghe 
a  cagione  d.  peste,  che  Infierisce  anche  nei  mona- 
steri,  34-39;  t1  sono  condotti  l  priglonieri  fatti  da 
LodoTico  d.  Mirandola  a  Bondanello,  392,  46-47 ;  i 
pred.  meno  Nlcol6  da  BazzanoTi  sono  tuttl  implc- 
catl  aTcndo  congiurato  dl  farTl  entrare  1  fuoruscitl, 
di  assallre  le  case  d.  nemici  d.  Bentivogiio  e  uccl- 
derll  con  tuttl  1  soldatl  forestlerl,  393,  1-10;  t1  il 
apprende  1'elezlone  a  vesc.  di  Nicea  deU'arclprete 
ingegnere  d.  castelio  di  Galiiera,  11-13;  11  pred.  4 
consacrato  in  San  Petronlo  dal  leg,,  13-14;  t1  k  tra- 
sportato  il  oorpo  di  GioTanni  Pepoli  e  sepolto  In 
San  Domenlco,  16-17;  trovandosl  Annibale  Bentl- 
Togllo  a  Ravenna  per  i  Venezlani,  il  Senato  fa  rad- 
dopplare  le  guardie  temcndo  qualche  trattato  col 
pred.  (an.  1 509),  43-44 ;  t1  sl  pubblicano  vari  l>andi 
per  impedlre  comunicazloni  roi  BentiToglio  o  Tle- 
tarne  Tingresso  al  loro  leguaci,  44-4»;  anche  h  proi- 
bito  ai  clttadinl  di  uscime  a  prendere  loldo  aitroTC, 
49;  394,  1-3;  h  colpita  da  terremoto,  8;  Taria  11  Ta- 
lore  d.  sua  moneta  9-19;  tI  passa  il  card.  dl  Lussem- 
burgo  riceTuto  con  onore  dal  Senato,  30-21;  11  pred. 
ne  parte  U  glorno  dopo  per  Roma,  31 ;  vi  torna  U  leg. 
Alidosl  riccTuto  con  grandi  feste,  34 ;  con  lul  t1 
rientrano  Gaieazzo  MarsUi,  Giulio  Bottrlgari,  Carlo 
Gratl,  Annibale  da  Sassuno,  24-3S ;  ne  parte  11  go- 
vernatore  vesc.  Angelo  L.eonini,  38 ;  h  tostituito  dal 
vesc.  d'Imola  mons.  Bonadies  poco  amante  d.  Bolo- 
gnesl,  39-30 ;  vi  passa  il  card.  d'Este,  che  alloggla  in 
Pai.,  33-34;  vi  arrivano  mandati  dal  pp.  centocin- 
quanta  fantl  male  !n  arnese,  35-36,  e  novemlia  Spa- 
gnuoli  neUo  stesso  stato,  37 ;  1  pred.  dopo  la  moitra 
ne  sono  fattl  uscire  e  allogglati  a  San  Lazzaro,  37-39, 
e  qulndi  a  Castelbologneie,  39-40;  vi  ti  di  principio 


al  pal.  GliltUierl  •  San  Franceaeo,  4I-4J;  rl  «ono  dl*- 
■eminate  d.  cedole  contro  II  Senato,  4«;  «000  pro- 
metti  dueccnto  ducatl  d'oro  e  ficolti  di  togliere  uno 
di  bando  a  chi;ne  iveU  gli  autori,  46-48;  tuttl  i  loldatl 
che  rl  il  trovano  tono  mandatl  In  Romagna  contro 
i  Venezianl  a  riacquistare  le  c.  d.  Chleta,  49-50 ;  vi 
torna  Galeazzo  Pepoll,  395,  1 ;  vi  i  fatta  in  Plazza  1« 
mottra  di  novecento  toIdaU,  4 ;  U  leg.  ne  parte  coi 
pred.  per  la  Romagna,  5-6;  ferimento  di  Ptrmmo  Pe- 
poli  a  opera  dl  un  terTO  d.  Maretcottl,  7-10;  U  feri- 
tore,  preio,  t  dal  gOTernatore  condannato  ai  taglio 
d.  mano  e  implccato,  lo-IS;  tI  tono  daJ  l>andltore 
cit.  Pandolfo  e  Violante  Malatetta  a  comparire  dl- 
nanzl  al  pod.  entro  clnque  giorni,  16-20:  t1  gtungono 
cavalll  d.  duca  d'Eite,  che  lon  mandatl  dal  leg.  al 
campo  in  Romagna,  33-25 ;  ne  parte  11  leg.  per  U  cam- 
po,  36;  vi  giungono  trecento  Svixzeri  male  in  arnete, 
41-43;  alloggiano  neile  chlete,  46;  dopo  tre  giorni  ne 
partono  pcr  Caitel  San  Pietro,  47;  vi  e  bandlta  dajla 
Ringhiera  la  grande  vlttoria  rtportata  da  Luigi  XII 
!n  Ghiara  d'Adda  lopra  !  Venezianl  e  Bartolomeo 
d'AlTtano,  396,  1-4;  grandt  allegrezze  per  la  preta 
di  GioTanni  Greco,  cap.  d.  Veneziani,  fatta  a  Ra- 
venna  dal  leg.,  6;  "tI  tl  tratferitcono  i  Ghirardac- 
ci  che  prendono  dlmora  nella  parrocchia  dl  Santa 
Maria  Msgglore  (an.  1518),  IV,  28-V,  l;  1  pred.  ne 
hanno  la  ctttadinanza  (an.  1530),  8-13,  21-36;  vi  li 
fanno  grandt  glnttre  per  carnevaie  detcritte  dal 
Ghirardacci  neifopuicolo  Z.«  gran  gi»ttr*  «  i  im- 
farbi  abbattimeHti  a  piedi  e  a  cavallo  fatti  qvtsl» 
carnevale  nella  c.  di  Bologna  (an.  1562),  XVI,  31- 
36;  cf.  XIX,  13-33;  in  questo  icritto  1'autore  ne  fa 
1'elogio  e  la  chiama  '  patria  dolcissima  mia  ,,  33- 
24 ;  cottante  desiderio  d,  pred.  e  farvt  dimora,  XII, 
28;  egli  tI  si  trova  aUa  fine  d.  1557  o  al  princlpio 
d.  1558,  28-30;  poi  nel  1559,  XIII,  16-17;  XIV,  6-8; 
nel  1560,  14-30;  23-28;  nel  ij;62.  23-34,  30-33;  vi  toma 
nel  1569-70,  ne  pii  se  ne  ailontana,  XVI,  10-12,  24; 
il  pred.  vi  f  ed  e  sepolto  in  San  Giacomo  (an.  1598), 
XVII,  15-XVIII,  1-18,;  z:  ancke  Bartolemee  da  B*- 
iegna,  Corradine  da  Bologna,  Filiffo  da  Bologmet, 
Franeesco  da  Bologna,  Pietre  Antonio  da  Bolcgna. 
BoLOGNA  (ClTTAUlNl  EL.  A  CARICMK  PUBBUCHs)  V,  Aldrt- 

vandi  Giamfrancesce  fretere  di  Perugia,  di  Lmcca, 
pod.  di  Firente,  di  Lmcca ;  Bolognini  Bartolome»  caf. 
di  Firenze;  Comti  Alberto  eaf.  di  Mi/ano;  Gotzadimi 
Sebattiano  fod.  di  Lmeca,  Grassi  Achille  vesc.  di  Citth 
di  Castello;  Grassi  Gasfare  fod.  di  Perugia,  di  Fi- 
remze,  Senatore  di  Roma;  Grati  Amdrea  fed.  di  Pi- 
renze;  Grati  Cristoforo  pretore,  fod.  di  Firemze;  Lm- 
fari  Giacomo  pod.  di  Genova,  di  Milane;  Magmam 
Antenio  ped.  di  Firente;  Malvezzi  Asterre  veic.  Ji 
Perugia;  Montecalvi  Bttore  pod.  di  Lmccax  PaleotH 
Bmonaventura  fod.  di  Narmi;  Ranuxzi  Angiol»  ped. 
di  Lucca;  Vitzam  Melckiorre  Senatore  di  Romta, 
—  (cLERo)  si  reca  incontro  ad  Antonto  di  Savoia  la- 
tore  d.  cappelio  cardinalizio  al  govematore  dl  Bo- 
logna  (an.  1426),  4,  24-26;  va  ad  incontrare  il  pp. 
a  porta  Maggiore  (an.  1437),  47,  8-9;  piglia  parte 
aUe  eseqiiie  d.  vetc.  Gtovanni  Poggi  in  San  Pietro 
(an.  1448),  125,  31-33;  va  Incontro  sino  alla  clile- 
ta  d.  Servi  ai  governatore  Giacomo  Vannuccl  (an. 
1449),  133,  42-43;  al  goTernatore  LodoTico  MUani 
(an.  14S5),  159,  4f.50;  potto  assegnatogii  nel  corteo 


[Bologna  cUro-comune,  aa.  962-1428]       INDICE    ALFABETICO 


487 


papale  dalla  Maglone  al  Pal.  (an.  1506),  355,  2<-2S. 
BoLOGNA  (Cumatologia).  Grande  nevicata  (an.  1426), 
3,  5-8;  brlne,  ghiaccio  e  freddo  Intenso  (an.  1430), 
21,  49;  freddo  intenso  di  gennaio,  che  danneggia  gli 
alberi  d.  campagne  (an.  1433),  31,  15-17;  violenti  e 
ininterrotte  piogge  (an.  1433),  34,  «-8;  cf.  33;  piogge 
dirotte  (an.  1434),  41,  4-5;  violenta  grandinata  che 
fracassa  ove  colpisce  (an.  1441),  69,  42,  49-50;  grande 
nevicata  e  gelo,  70,  38-39;  altezza  d.  neve,  41-42; 
inverno  rigidissimo  (an.  1442-1443),  75,  15-17,  neve 
e  freddo  intenso  di  maggio(an.  1443),  76,  4-5;  freddo 
intenso  di  aprile  e  venti  impetuosi  che  seccano  le 
viti  nel  Bolognese  e  in  Romagna  (an.  1445),  101, 
34-37;  violentissimo  temporale  nel  territorio  (an. 
1448),  125,  31-35;  freddo  e  nebbie  di  glugno  e  neve 
suUa  montagna  (an.  1455),  159,  39-41;  estate  ventosa 
e  umida  (an.  1456),  162,  19-30;  sicciti  dal  giugno 
al  settembre  (an.  1459),  166,  23;  grande  siccita  che 
impedisce  i  iavori  d.  campagna  (an.  1460),  174,  43; 
freddo  intenso  che  agghiaccia  i  fiumi  impedendo  la 
macinazione,  e  secca  le  piante  (an.  1462),  17S,  27- 
39;  clima  stemperato  da  maggio  a  novembre,  182, 
8-12;  grande  nevicata  (an.  1464),  42-43;  altra  nevi- 
cata  di  piij  chequattro  piedi  di  altezza,  44-46;  tempo 
piovigginoso  e  tempestoso,  187,  13;  moite  nebbie  dl 
settembre,  15  15;  una  grande  tempesta  rovina  il  rac- 
colto  edanneggia  le  case  (an.  1465),  188,  31-32;  inco- 
stanza  d.  clima  da  giugno  a  dicembre,  IS**,  30-35;  gen- 
naio  mitissimo  (an.  1468),  198,  43-48;  poca  neve  di 
febbraio,  48;  grandinata  e  uragani  nel  mese  di  luglio 
che  recano  molti  danni  alle  case  d.  c,  199,  41-200, 
1-5;  violenta  tempesta  a  Crevalcore,  5-8;  gennaio 
freddissimo;  si  congelano  i  fiumi  (an.  1470),  202, 
3-4,  e  si  ha  penuria  di  legna,  6;  grande  nevicata  e 
freddi  intensi  di  marzo,  37-39;  a  gennaio  c  cos\  poco 
freddo  che  gli  alberi  cominciano  a  fiorlre  (an.  1471), 
207,  1-2;  di  settembre  caldo  e  sereno  come  di  iuglio, 
sicche  gll  alberi  fioriscono  e  danno  frutti,  208,  38- 
40;  grandi  piogge  e  Inondazioni  di  giugno  (an.  1474), 
214,  25-35;  alla  fine  d.  mese  11  tempo  si  rasserena, 
33-34;  grande  nevicata  (an.  1488),  244,  17;  orribile 
temporale  durante  il  quale  rimane  incenerita  da  un 
fulmine  una  donna  nella  sua  casa  (an.  14S9),  254, 
1-7;  grandine  d.  peso  di  sette  libbre  clie  danneggia 
gravemente  Altedo  (an.  1500),  300,  8-9;  grandi  ne- 
vlcate  dl  febbraio ;  la  neve  h  mantenuta  dal  gelo 
per  quattro  mesi  (an.  1503),  322,  14-17;  nevicate  di 
novenbre,  329,  3;  la  neve  rlraane  in  terra  tre  mesi 
con  freddo  intenslssimo,  3-11;  uragano  di  vento  nel 
territorio  che  sradica  e  abbatte  quercie  e  altri  al- 
beri  (an.  1504),  331,  9-13;  violenta  tempesta  di  piog- 
gla  e  yento  che  reca  danni  alla  c,  332,  18-32. 

—  (CoLLEGio  OBLLE  ARTi)  V.  Bologna  [cirti). 

—  (CoLLBGio  D8I  DOTTORi)  Assiste  in  San  Petronio 
alla  consegna  d.  stendardo  ducale  a  Giovannl  Ben- 
tivoglio  (an.  1493),  270,  25. 

—  (CoLLKGio  DEi  FiEscni)  al  Pratello,  vi  alloggia  II 
card.  Nlcol6  Fieschl  (an.  1506),  356,  46-47. 

—  (CoLLKGio  Di  Spaona).  II  rettore  con  duecento  sco- 
lari-soldati  interriene  in  Senato  a  prolbire  ai  Benti- 
voglio,  o  ad  alcun  altro  dl  recarsi  dal  pp.  (an.  1502), 
314,  33-35;  vi  lono  lc  stalle  d.  MareBcottl  (an.  1508), 
379,  33,  vi  sl  recano  1  congiurati  contro  i  pred., 
33-33. 


Bologna  (Commissari  per  la  elgzione  dei  magistra- 
Ti)  in  numero  di  venti  debbono  eleggere  tutti  i 
magistrati  (an.  1431),  27,  4-9;  la  prima  volta  sono 
creati  dal  pp.,  4,  in  seguito  prima  che  termini  il 
loro  ufficio  eleggono  i  loro  successori,  cinque  per 
quartiere,  13-13;  durano  in  carica  un  anno,  31-22, 
nomi  d.  deputati  eletti  dal  pp.,  23-29. 

—  (Compagnie)  :  COMPAGNIA  D.  LoMBARDi.  Per  trecento 
anni  abita  in  una  casa  presso  la  chiesa  di  Santo 
Stefano  (an.  1445),  102,  30  31;  concede  all'abate  d. 
pred.  chiesa  dl  fabbricare  nella  sua  casa  I'ospedaIe 
di  San  Buono  con  il  patto  di  avervi  una  stanza  co- 
moda  per  le  sue  adunanze,  33-35;  il  Massaro,  Monte 
Mantici,  tratta  per  la  Compagnia  con  il  detto  abate, 
102,  33-39;  i  patti  sono  rogati  da  Filippo  Formaglini 
e  da  Lorenzo  Cattani,  39-40,  /. 

—  —  coMPAGNiA  della  Morte.  Esscndo  rettore  Ber- 
nardino  Muletti,  priore  Zero  di  Bene  e  Massaro 
Giovanni  di  Nicol6  di  Carlino,  moltl  suoi  compo- 
nentl  deliberano  di  edificare  uno  ospedale  capace  dl 
raolti  poveri  infermi  (an.  1427),  5,  8-10. 

—  —  COMPAGNIA  DEi  VERGOGNosi.  Sua  fondizione  (an. 
1495),  286,  25;  i  coraponenti  sono  vestiti  di  cappa 
rossa  e  vanno  elemosinando  alle  chlese  e  alle  case, 
25-26. 

—  (ComUNe)  \sennto,  amiani,  padri,  signori,  BolOffnest\. 
"Sua  prima  costltuzione  a  com.  aristocratico,  con 
tre  Consigli  che  ne  avevano  il  governo!  Consi- 
glio  speciale,  Consiglio  generale,  Consiglio  di  cre- 
denza  (an.  962),  C.XXXVIII,  3-12  suo  ordinamento 
16-24;  il  popolo  entra  a  parte  d.  governo  (an.  1200), 
12-16;  si  fanno  capitoli  con gli  scolari  (an.  1321)»  LIX, 
6g;  i  preii.  per  ordine  d.  Senato  vengono  chiamati 
figliuoli  d.  fopolo  di  Bologna,  LX.  /-j;  elezione 
d.  nuovi  Anziani  e  Gonfaloniere  dl  Giustizia;  quindi 
d.  Gonfalonieri  d.  popolo  e  d.  Massari  d.  arti  (an, 
1395),  LXV,  2-3;  tutti  i  magistrati  decretano  la  istl- 
tuzione  perpetua  di  un  palio  di  cinquanta  bolognini 
d'oro  da  corrersi  per  San  Petronio  con  1  barberi, 
31-3/;  aiuta  NIC0I6  d'Este  contro  Azzo,  che  vince  a 
Porto,  LXV,  8-11;  ric,  LIX,  65  „;  elezione  degli 
Anziani  e  magistrati  (an.  1426),  3,  3-4;  (an.  1427), 
5,7;  (an.  1428),  34;  Lodovico  Muzzarelli  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia,  34-35;  i  nuovi  Anzlanl,  i  Gon- 
falonieri  di  Giustizia  e  d.  popolo  sono  tutti  fautorl 
d.  Canetoli,  6,  39-41;  questi  eleggono  anche  1  Sedicl 
Riformatori  d.  Stato  di  liberti,  7,  1-5,  e  gll  Otto 
di  Balk  di  pace,  5-9;  I^uigl  da  San  Stverino  gll  ofFre 
i  suoi  servlgi,  10-12,  accetta  e  lo  chlama  a  Bolo- 
gna  con  novecento  cavalll  facendolo  anche  cap.  d, 
soldati,  12-13:  manda  ai  castelli  d.  territorio  perchi 
rimangano  fedeli,  14-17,  ordina  a  NlcoI6  da  Tolen- 
tino  dl  uscire  dal  territorio  Bolognese,  ma  non  i 
obbedito,  33-34,  manda  allora  Lulgi  da  Sanseverino, 
contro  il  pred.,  25-35;  Invia  il  Sanseverino  con  1 
commlssari  Giacomo  dalle  Correggie  e  Francesco 
Guidottl  ad  assediare  Castel  San  Pietro,  32-35;  man- 
da  ambasc.  ai  Venezlani  a  impetrarne  aiutl,  che 
non  ottiene,  eontro  il  pp.,  8,  14-1«;  11  Senato  rlfiuta 
la  c.  al  messo  d.  leg.  Domenico  da  Capranlca  dl- 
chlarando  che  si  dlfcnderi  se  assallto,  31-33;  pone 
anche  un  vtcario  ad  Argelo,  9,  23-33;  elezlone  dl 
tuttl  i  magistrati  secondo  I'u80,  37-38;  fortifica  la 
c.  come  meglio  pu6,  10,  5-6;  per  •opperlre  alle  »pe»e 


488 


INDICE  ALFABKTICO 


[Bologoa  comume,  aa.  I4m8-I4Si\ 


d.  dlfeia  ittltuUce  1  magtttratl  d.  tawe,  ^19,  cf.  lo- 
U;  i  suoi  soldatl  ti  impadronitcono  d.  conte  OuU 
desco  dl  Panlco  tul  quaie  aveva  potto  una  taglla, 
3t-40;  eiezione  d.  nuovl  maglttratl  tceondo  l'uto 
(an.  1439),  11,  3S-47 ;  suo  bando  roncemente  i  com- 
plici  d.  congiura  In  favore  d.  Chiesa,  12,  5-1;  con- 
f  ina  i  pred.  preientatiii  nel  termine  pre- 
tcrltto,  9-10,  temendo  clie  i  nemlci  postano  pren- 
dere  la  chieia  di  San  Mlcliele  in  Boico  e  fortlfi- 
carriii  la  fa  circondare  dl  un  bastione  e  ri  manda 
guardie,  13,  19-31,  fa  luonare  ie  campane  a  raccolta 
durante  un  assalto  nemico  a  Borgo  San  Pietro,  14, 
23;  in  Consiglio  dei  Selcento,  cui  prendono  parte 
lutti  i  magistrati,  si  trattu  d.  malumore  d.  popolo 
e  d.  modo  di  ripararvi,  34-38;  si  conclude  di  ofliciare 
il  card.  Nicoi6  Aibergati  a  interporsi  per  rappacifi- 
care  la  c.  col  pp.,  3d-45;  ma  ii  card.  ancora  sde- 
gnato  rifiuta  1'incarico,  45-15,  1-»;  non  permette 
l'entrata  !n  Bologna  ai  leg.  Lucido  Contl  clie  Tolcra 
un  colloquio,  30-31 ;  invece  si  recano  dal  pred.  due 
Anzianl  con  due  Gonfalonieri  d.  popolo,  due  Mas- 
larl  0  due  degli  Otto  di  guerra,  31-33 ;  i  pred.  pren- 
dono  tempo  per  riferlre  le  lue  proposte  ai  Se- 
nato,  33-35;  sdegnato  clie  il  leg.  disertl  la  campa- 
gna  mentre  attende  la  rlsposta  alle  sue  propoite  di 
pace,  fa  oate  alla  bastia  d.  Monte  contro  il  pred., 
35-43;  ma  i  suol  sono  resplnti  stno  a  porta  San  Ma- 
molo,  42-46,  cf.  16,  S-13;  il  Scnato  conferisce  con 
Rolando  da  Genazzano,  ambaic.  d.  pp.,  intorno  alia 
pace,  17-lt,  19-20,  manda  ambasc.  con  11  pred.  al 
leg.  per  la  conferma  d.  capitoli  concordati,  21-32; 
al  rifiuto  d.  leg.  si  sdegna  e  prosegue  ad  apparec- 
chiare  ia  guerra,  2:-25;  gli  sono  chiesti  dal  leg.  nuovi 
ambasc.  per  faccordu,  26-27,  ii  invia,  27-2S ;  conclude 
la  pace  con  la  Chiesa,  28-29;  cf.,  49-50;  tenore  d. 
capitoli  concordati,  30-48;  invita  ii  leg.  a  entrare 
in  c.  quando  gll  aggrada,  50;  17,  1-2;  11  pred.  gli 
risponde  che  avriser^  il  pp.,  2-3;  il  leg.  lo  av- 
verte  che  fara  la  sua  entrata  per  la  porta  di  stra- 
da  Magglore,  6-7;  predlspone  perchi  sia  accolto 
con  festa,  7 ;  elezione  degli  Anzlanl  e  d.  magistrati 
lecondo  i'uso  (an.  1430),  26-29;  11  Senato  Invia  am- 
basc.  al  pp.  a  riconoscerlo  pcr  signore,  41-43;  nel 
Conslglio  d.  Sessanta,  convocato  dal  leg.  perproporre 
ii  richiamo  d.  fuorusciti,  sl  deiibera  di  richiamarne 
solo  dieci,  48-18,  1-4;  in  altro  Consiglio  d.  Sessanta 
radunato  dagli  Anziani,  i  Lambertint  sono  accusati 
di  voiere  fare  entrare  tutti  i  banditi  e  mutare  lo 
stato,  12-46;  il  leg,  temendo  dl  essere  eipo- 
ito  a  violenze  parte  di  Boiogna  con  un 
preteato,  19,  4-7;  fa  decapitare  Aiberto  e  Giacomo 
Caccianemici,  Nicol6  Leoni  e  Antonio  detto  il  Ne- 
gro  per  falia  testimonianza  in  Consiglio,  S-12;  ac- 
coglie  con  onore  il  re  di  Portogallo,  13-14 ;  rifiuta 
dt  riconoscere  U  pp.  stgnore  di  Bologna  e  dichiara 
al  nuovo  leg.  Giovanni  Bosco,  vesc.  di  Tropea, 
che  intende  osservare  i  capitoli  d.  pace  mentre  prega 
Martino  V  dl  non  contravTenirvi,  20.  11-15;  avendo 
il  ieg.  rinnovato  le  ostiliti,  16-37,  ii  Senato  gti  manda 
ambasc.  a  chiedere  un  armtstizio  per  trattare  ia 
pace,  40-42;  patti  di  questo,  43-21,  1-4;  invia  am- 
basc.  ai  pp.,  5-6;  nel  frattempo  tenta  venire  a  un 
accordo  cot  leg.,  che  aveva  dal  pp.  autoriti  di  fario 
11-12 ;  quegii  lul  punto  di  firmare  i  capitoli  li  sde- 


gna  eontro  Raffiulle  Fotcherari  e  U  trtnppa  12-1* , 
temendo  chc  il  leg.  non  rogita  attenergU  i  patti, 
manda  i'abate  Zambeccarl  e  Battitta  CanetoU  a 
bruciare  il  mon.  e  ia  dUesa  di  San  Michele  In 
Boico  perchi  i  nemicl  non  ri  si  aSbrzino,  17-21 ; 
Gioranni  da  Caioie  h  conneitabiie  de'  luoi  fanti, 
ai ;  ha  nuova  deila  conglura  ordlta  per  fare  entrore 
i  nemtci  e  i  bandlti  in  Bologna,  41:  per  inrito  del 
ieg.  rlannoda  pratlche  per  l'accordo,  43-4«;  patti 
ttabtUtl,  46-22,  1-2,  che  it  pp.  non  approva,  ticchi  ii 
leg.  riprende  le  ostUita,  10-15;  ta  fortificare  Santa 
Maria  d.  Monte,  I6-20;  accaglie  ia  propoita  di  media- 
zione  fattagti  dai  raarch.  d'Este  per  mezzo  di  Nicot6 
Ariosti  e  invia  ambasc.  a  Ferrara  cun  fincarico 
dl  informare  It  march.  sulle  sue  dtfTerenze  coi  pp., 
31-38;  non  si  conclude  niente  per  gelotia 
d.  duca  Filippo,  28-31;  crea  Gtacomo  dal  Lino 
▼icario  d.  rocca  di  Pediano,  32-33;  incarica  Glacomo 
dalle  Correggie,  suo  ambasc.  a  Ferrara,  dl  trattare 
la  condotta  di  Pietro  da  Navarrino,  42-43;  no  n  pu6 
averto  perchi  gii  atsoidato  dai  Vene- 
z  1  a  n  i,  43-45 ;  gll  i  mandato  dal  pp.  un  meiso  per 
annunciargli  ia  venuta  di  un  nunzio  con  facolfa  di 
trattarc  la  pace,  23,  4-8,  istituzionc  dl  un  magtstrato 
di  otto  cittudinl,  che  insieme  al  pod.  abbiano  in- 
carico  di  punlre  i  delinquenti,  31-26;  fa  fondere 
la  campana  d.  pal.  d.  notai,  27-28;  eiezione  degU 
Anzlanl  e  magistrati  nuovi  secondo  l'uso  (an.  143 1), 
32-33;  risponde  ai  card.  di  Santa  Croce,  che  h  dispo- 
■to  ad  osservare  i  capitoii  gia  &.tti  con  11  pp.,  ma 
se  questi  vuole  altro,  fara  resistenza,  42-46;  fa  pren- 
dere  le  vettovaglie  raandate  dai  nemici  alla  ba- 
stia  d.  Certosa  e  condurle  a  Bologna,  47-49;  gli  i 
chiesto  aiuto  dai  castelli  d.  territorio  per  cacciare 
1  sotdati  della  Chiesa  (an.  143 1),  24,  11-12;  incarica 
Bernardino  daile  Correggie  di  asioldare  Nicol6 
Fortebraccio  e  Rinatdo  dl  Provenza,  13-15 ;  ma  ap- 
prendendo  che  per  condurre  i  pred.  occorrono  mag- 
gtori  denari  dt  quelli  di  cui  dispone  48-25,  1,  tratta 
la  pace,  4;  il  Senato  manda  ambasc.  al  nuovo  pp. 
a  raliegrarsi  d.  sua  elezione  e  per  ia  pace,  5-7,  8-12 ; 
ne  invia  anche  ai  Veneziani  a  congratularsi,  come 
loro  amico,  deil'eIeztone  a  pp.  d.  veneziano  Condul- 
mer,  7-1;  U  Senato  scrive  a  Gateotto  Canetotl  che 
ii  leg.  Tropea  rifiuta  il  lascia  passare  agli  ambasc. 
bolognesi  che  li  dovevano  recare  pr.  it  pp.,  13-17: 
informa  dt  nuovo  il  pred.  che  il  ieg.  negando  atten- 
dibUiti  alle  lettere  d.  pp.  rifiuta  di  obtjedirvi,  ao-2»; 
rimanda  a  pt6  tardi  la  punizione  deifomtcidio  di 
Gtorgino  da  Tossignano  commessa  da  Gaspare 
Cattani  e  da  Bartolomeo  Preti,  26,  2-3;  il  che  rende 
arditi  1  delinquentt,  3-14;  manda  a  Gaieotto  Ca- 
netoli  i  capitoii  d.  pace  da  presentare  at  pp.  a 
nome  degli  ambasc.  impediti  dal  leg.  di  recarsi  a 
Roma,  18-20;  i  pred.  capltoti  sono  da  Eugenio  IV 
in  parte  approvaU,  in  parte  sostituiti  o  modificati, 
29-27-28-29,  1-9;  sostituito  h  il  capitolo  terzo  riguar- 
dante  l'elezione  degll  Anziani,  Gonfalonieri  d.  po- 
polo,  Massari  d.  Artt  e  Riformatori  d.  Slato  che 
il  pp.  rimette  a  venti  cittadinl  el.  da  lui  la  prima 
volta  e  in  seguito  el.  dagli  stessi  magistrati  uscenti, 
26,  43-27,  1-22;  invia  aila  bastia  d.  Certosa  gli 
ambasc.  richiesti  da  Giovanni  Bosco  per  accordarsi 
suU'esecuzlone  d.  capitoli,  25-28;  fa  esporre  le  armi 


[Bologna  comune,  aa.  i^j/-/^38] 


INDICE  ALFABETICO 


489 


d.  pp.  alle  finestre  d,  pal.  dei  Signorl  insieme  al 
Gonfaloni  d.  popolo  e  della  Uberta,  28-31 ;  da  il  segno 
d.  pace  fatta  con  suono  di  campane  e  fuochl,  31-32; 
in  Consiglio  si  dellbera  d'lntrodurre  in  c.  il  Bosco 
qual  governatore,  ma  non  il  vesc.  di  Tropea,  33- 
35,  e  si  eleggono  all'uopo  sei  deputati  al  Bosco  3S- 
39;  il  Gonfaloniere  di  Giustiza  e  quattro  Anziani 
vanno  incontro  al  pred.  a  porta  San  Fellce,  40-42; 
manda  a  Roma  gli  ambasc.  gia  designatl  a  con- 
gratularsi  col  pp.  d.  sua  elezione,  che  a  cagione 
d.  Tropea  non  erano  potuti  partlre,  30,  5-9;  ele- 
zione  d.  magistratl  secondo  1'uso  (an.  1433),  31,  6; 
dal  ConsigUo  in  unlone  ai  governatore  sono  el.  i 
Venti  consigUeri  statuiti  dal  pp.  in  luogo  d.  Sedici 
Rlformatori  d.  Stato,  7-15;  commina  la  forca  a  chi 
non  posi  le  armi,  32,  39-40;  elezlone  d.  nuovi  ma- 
gistrati  secondo  l'uso  d.  c.  (an.  1433),  33,  20;  av- 
visa  il  pp.  d.  partenza  d.  governatore  Dandolo,  e 
dell'intrigo  da  lui  ordito  col  Gattamelata,  34-35;  lo 
prega  di  inviare  un  altro  governatore  amante  d.  c. 
35-36;  II  pp.  elegge  leg.  di  Romagna  Marco  Con- 
dulmer  suo  nipote,  che  h  gradito  e  bene  accolto, 
35-44 ;  a  cagione  d.  prolungarsi  d.  cattivo  tempo 
su  proposta  di  Graziolo  Grazioli  delibera  che  sl 
faccia  una  processione  con  la  Madonna  d.  Guar- 
dia  per  impetrare  la  cessazione  d.  pioggla,  34,  7- 
35;  delega  11  Grazloli  ad  occuparsene,  25-26;  in  me- 
moria  d.  miracolo  ottenuto  ordina  la  celebrazione 
annuale  d.  processlone  ogni  prlma  domenica  di 
luglio,  35,  5-8 ;  fa  riprendere  MontevegUo  datosi  ad 
Antonlo  Bentivoglio,  36,  7-8;  elezlone  d.  magi- 
strati  secondo  I'uso  d.  c.  (an.  1434),  31-32;  magi- 
strati  c  Consigli  sobbiUati  dai  Canetoli  deliberano 
dl  cacciare  gli  ufficiali  d.  Chiesa  e  rendersl  liberi, 
37,  1-*;  cf.  36,  40-41;  due  Anziani,  due  Gonfalo- 
nleri  d.  popolo  e  due  Massar!  dcllc  Arti  vanno 
dal  gOTernatore,  dopo  che  11  Pal.  era  caduto  nelle 
mani  d.  popolo,  e  lo  avvertono  che  lo  «orveglie- 
ranno  a  cagione  d.  sue  Intcse  col  Gattamelata,  37, 
4-13;  i  pred.  non  gli  permettono  dl  avvicinare  al- 
cuno  se  non  in  loro  presenza,  14-15 ;  anche  fanno 
portare  fuori  una  saracinesca  fatta  dal  governa- 
tore  per  la  porta  d.  Pal.,  15-16:  pcr  le  minaccic  d. 
Gattameiata  crea  i  Dleci  di  Balia  con  Tincarico  di 
difendere  la  c,  1  quali  Uberano  il  governatore,  35- 
39;  il  pred.  h  fatto  prigioniero  dai  Canetoli,  che  in 
lotta  coi  GrifFoni  avevano  avuto  il  sopravvento,  38, 
38-30;  Bartolomeo  Zabarelli,  nuovo  governatore,  39, 
4-6;  il  pred.  espone  in  Consigllo  U  malcontento  d. 
pp.  per  gli  eccidl  commessl  dai  partitl  in  Bologna  e 
per  la  prigionia  deU'ez  governatore,  che  prega  sia 
Hberato,  38,  48-39,  1-4;  esorta  1  rettori  a  osservare  i 
capitoti  d.  pace  e  fare  uscire  di  Bologna  i  soldati  d. 
duca  di  Milano,  5-7;  promette  in  cambio  la  libera- 
slone  di  Gaspare  Canetoli  e  il  rUascIo  d.  mercanti 
bolognesl  sottenuti  in  Venezla,  7-9;  U  Senato  rl- 
sponde  con  prudcnza  alle  suc  rlchleste  e  lo  accetta 
per  governatore,  10-11 ;  mentre  s!  trattano  nuovl 
capitoli  di  pace  col  pp.,  34-36,  si  apprende  che  Ga- 
spare  Canetoll  non  c  llberato,  che  il  Gattamelata 
s'impadronlsce  d.  castelU  bclognesl  c  diserta  il  ter- 
ritorlo,  37-4],  sicche  sdegnato  rlfiuta  Taccordo  col 
pp,,  42-43;  per  la  partcnza  dello  Zabarelli  resta  senza 
gorcraatorc  d.  Chlcsa,  45-16;  due  ambasc.  bolognesi. 


Romeo  da  Sala  e  Giovanni  Manzolini  vanno  a  Fi- 
renze  per  trattare  col  pp.,  40,  41-43;  elezione  d.  ma- 
gistrati  e  Anziani  secondo  Tuso  (an.  1435),  41,  17-18; 
si  creano  per  sei  mesi  i  Dieci  di  Balla  a  governare 
la  c.  in  luogo  d.  Venti,  18-19;  sl  creano  anche  i 
Massari,  19;  fa  riprendere  11  castello  dl  Galliera 
tenuto  da  milizie  d.  Chiesa,  31-34;  nel  Consiglio 
d.  Seicento  si  delibera  dl  abollre  il  capitanato  d, 
montagna,  37-38 ;  in  Consiglio  si  risponde  all'ambasc. 
d.  pp.  che  accampava  pretese  sulla  c,  che  molto  e 
grato  al  pp.  della  bencdlzione  inviatagli,  42,  :8-39, 
cf.  25-36,  che  si  rallegrava  d.  pace  seguita  per  il  bene 
d'Italia,  39-30,  ma  che  quanto  alla  balia  assoluta  di 
Bologna  si  riservava  di  parlarne  col  duca  Vlsconti 
corae  ne  aveva  il  patto,  30-33;  presa  conoscenza  d. 
lettere  d.  pred.  che  consigliava  la  vace  col  pp,,  in- 
via  ad  Eugenio  IV  Roraeo  Foscherari  e  NicoI6  Ghi- 
silieri  con  i  capitoli  deiraccordo,  37-43;  tuttl  1  ma- 
glstrati  giurano  fedelti  alla  Chiesa  nelle  mani  d. 
nuovo  governatore  Daniele  da  Treviso,  43,  13-13;  il 
pod.  Baldassarre  OfBda  fa  eleggere  nel  suo  Pal. 
i  nuovi  Anzianl,  45-50;  saputo  che  II  pp.  stava 
a  Firenze  lo  invita  a  Bologna,  44,  3-7;  il 
pp.  accetta  per  il  prossimo  febbraio,  13-15;  il  go- 
vernatore  sopprime  i  Gonfalonieri  d.  popolo  e  dl- 
stribuisce  gli  ufiicl  a  sua  volonta,  17-19;  paga  al 
Picclnlno  duemila  ducati  e  ne  ha  in  cambio  Castel 
Bolognese  e  Castel  San  Pletro,  35-37;  rlceve  dal  della 
Carda  e  dal  Brandolino,  San  Giovanni  in  Persiceto, 
SanfAgata  e  Manzollno,  37-38;  elezione  d.  magl- 
strati  e  Anziani  secondo  l'uso  (an.  1436),  46,  45- 
46;  col  consenso  d.  pp,  concede  l'abbazla  di  San 
Felice  ai  Benedettini  neri  di  santa  Giustina,  49, 
13-15;  dl  ai  pred,  anche  1'abbazia  di  San  Procolo  in 
piCl  comoda  postura  pei  fedeli  e  ad  essa  assegna  la 
Chiesa  di  Santa  Maria  del  Monte  gia  unlta  aU'ab- 
bazia  di  San  Felice,  15-18;  elezione  degll  Anzianl  e 
magistrati  nuovi  secondo  Tuso  (an.  1437),  30-31;  (an. 
1438),  50,  18;  sdegnato  di  essere  stato  canzonato 
dal  pp.  per  l'affare  d.  Concilio,  si  oSre  al  duca  di 
Milano,  51,  11-21,  e  opera  in  conseguenza  malgrado 
Ic  blandizie  del  governatore,  46-52,  1-15;  dopo  una 
zuffa  tra  i  partiti  pro  e  contro  11  duca  di  Milano, 
15-22,  il  Piccinino  e  insediato  in  Pal,,  33-31 ;  il  pred. 
gli  promette  ogni  bene  da  parte  d.  duca  di  Mi- 
lano,  38-40,  e  di  riacquistargli  il  castello  di  Gal- 
liera  tenuto  dal  pp.,  4o-4l;  elezlono  del  nuovi  An- 
zlani  al  maggio,  49-53,  1-4 ;  11  castellano  Battista  da 
Narni  gli  rende  il  castello  di  Galliera  per  settemlla 
ducati  salve  le  robe  e  le  persone,  11-13;  cf.,  6-8;  vi 
fa  porre  le  guardie  e  innalzare  sulla  torre  lo  sten- 
dardo  con  Tarme  d.  c,  13-14;  it  Piccinlno  manca 
ai  patti  stabiliti  col  duca  dl  Milano  rlguardo  al 
castello  dl  Galliera  prendendo  a  nome  d.  pred.  la 
tenuta  d.  castelli  c  ponendo  un  presidlo  In  Galllera, 
15-24,  cf.,  82,  35-37;  dopo  la  partenza  d.  Plcclnlno 
sono  creatl  dodicl  Gonfalonierl,  tre  per  quartlere, 
53,  36-41;  i  Dlecl  dl  baUa  al  potcre  nel  1435  sono 
confermati  in  ufficlo,  41-43,  ordina  che  1  contadini 
tornino  alle  loro  terre,  43-44;  i  conferraato,  contro 
l'u(o,  il  Gonfalonlcre  di  Giustizia  e  sono  creatl  i 
nuovl  Anzianl  per  «ettembre,  54,  1-1;  Raflaele  Fo- 
scherari  pone  la  Piazza  in  ttato  di  difesa,  55,  I-IO; 
tuttl  1  maglstrati  eleggono  Giacomo  dal  Lino  capi- 


I 


490 


INDICE  ALFABETICO 


[BoIOflia  cMHnw,  M.  /438-/44s] 


tano  d.  guirdla  per  11  contado  dl  Bologna,  coo  con- 
Tenlente  •egulto  di  armigerl,  per  lel  mesi  a  coraln- 
clare  dal  primo  gennaio,  3}-3l;  tono  el.  i  nuorl  ma- 
gistrati  secondo  Tuso  (an.  1439),  *^<  disposlzlonl  per 
l'«ramlnlstrazlone  della  glustlzia  tra  gll  abitantl  d. 
contado,  44-56,  1-3;  per  subdolo  conslgUo  dl  Battlsta 
e  malgrado  11  parerc  contrarlo  dl  Annlbale  Renti- 
voglio,  fa  sostituire  allc  porfe  1  cap.  clttadinl  con  i 
forcstieri  a  nome  d.  duca  di  Milano,  57,  31-31;  per- 
mette  il  ritorno  d.  bandltl  e  confinati  amicl  d.  Ca- 
netoli,  33-36 ;  manda  ambasc.  al  Picclnino  per  aluti 
contro  Battlsta   Canetoli   che   tendeva  al  primato, 
37-44;  11  Picclnino  vuolc  confermatt   tuttl   i   magl- 
strati,  58,  6-S ;  Giacomo  Costanti  slclliano  pod.  di 
Bologna    per    il    duca    di    Mllano,   3]-]3;   Antonlo 
Sacchi  cap.  di   balla,   33;  si   eleggono  i    magistrati 
«econdo   l'uso    (an.    1440),    60,   ?6-3>;    in    Consigllo 
d.  Sessanta  si  accetta  la  proposta  d.    Piccinino  di 
istituire  di  nuovo  il  raagistrato  d.  Sedici  Riforma- 
tori  per  le   elezloni  agli   uflScl,   61,   46-62,  1-s;  per 
rimpinguare  11  tesoro  crea  nuovi  tesorieri  col  patto 
che  Imprestlno   allo  Stato   somme   determinate  da 
rimborsarsi  col  provento  d.  dazi,  9-16 ;  appreso  l'im- 
prigionamento   di   Battista    Canetoli    per   parte  d. 
duca,  fa  a  sua  volta  arrestare  Galeotto  Canetoli  che 
Invia  nella  rocca  dl  Forll,  39-40,  Benedetto  Bonfigll, 
che  manda  nella  rocca  dl  Imola  e  Tommaso  Grassi, 
che  Invia  a  Mllano,  40-41 ;  fa  prendere  e  decapitare 
Neri  oste  delia  Luna,  Tommaso  Lojani  e  11  cap.  d. 
porta  di  Santo  Stefano,  1  quali  avevano  trattato  di 
Introdurre  in  c.  le   mllizle  d.  Chiesa,   64,  31-23;  11 
Senato  manda  trecento  soldati  a  rlconquistare  Ca- 
itelguelfo,  ma  non  l'ottiene,  33-35 ;  fa  murare  alcune 
porte  d.  c.  per  slcurezza,  ma  pcr  il  malcontento  d. 
popolo    dopo    quindicl  glornl   le  f.i  rlaprire,  44-48; 
non  fidandosi   d.  cap.  forestieri  postl  a  guardla  d. 
porte  d.  c,  d.   fortezze  e  castelll  d.  territorio,  per 
mezzo   di   ambasc.   ne    ridomanda  la   giurisdlzione 
al  Piccinino,  che  la  concede  con  speciali  patti  oltre 
al    pagamento   di   una   somma,   65,    l-ll;  tenore  d. 
pred.  capitoli,  13-66,  67,  38-37;  Alessandro  Bottrigari 
h  suo  sindaco  nel  compromesso,  rogato  da  Alessan- 
dro  dalla  Calcina,   per   il   rifacimento  d.  chiusa  d. 
Serino,  6-10;  ratllica  d.  capitoli  concordati  col  Pic- 
clnino  e  gia  firmati  in  suo  nome  da  Gaspare  e  Gio- 
vanni  Maivezzi,  19-37;  cf.  1-2;  consegna  le  porte  d. 
c.  e  di  tutte  le  fortezze  alle  Corapagnie  d.  Arti  chfe  le 
guardino  diligentemente  43-44;  in  Consiglio  d.  Sei- 
cento,  su  proposta  degli  Anzlani,  si  accorda  la  cit- 
tadinanza  bolognese  al  cap.  Cervato  Secchi  e  ai  suol 
figli,  45-68,  1-5;  elezione  degii  Anziani  e  maglstrati 
nuovi  seoondo  l'u80  (an.  1441),  27-38;  fa  un  regalo 
ad  Annlbaie  Bentlvoglio  per  le  sue  nozze,  69,  6-8; 
bando   contro    i  ribeili,    19-21;   manda  a  riprendere 
Casio  ma  non  1'ottiene,  22-24;  le  railizie  nel  ritomo 
fanno  una  bastia  a  Castel  del  Vescovo  per  ostare 
all'avanzata  dl  Baldaccio  d'Anghlari,  24-26;  fc  avvi- 
sato  con  lettere  da  Filippo  Maria  Visconti  d.  cessa- 
zione  d.  ostiliti  con  i  Veneziani  e  con  la  Chiesa,  37- 
38 ;  ne  fa  bandire  la  nuova  per  la  c,  38-40 ;  il  Senato 
conferraa  Antonio  dal  Verme  qual  pod.  di  Bologna 
per  altri  sei  mesi,  45-46;  e  crea  Glacomo  Costanzi 
esecutore  dl  glustizla,  46-47  ;  per  suo  ordlne  e  deca- 
pitato  un  tale  Zollo  che  areva  trattato  di  dare  Ser- 


imTalle  al  Florentlnl,  70,  8-«;  eiesione  d.  maglitnti 
ed  Anzlani  lecondo   l'uso  (an.  1443),  46;    Giacomo 
dai  I.ino  h  eL  capo  d.  Signori,  47;  f»   prendere   li 
capitano  Nicol6  Garobacort«,  che,  lenza  licenza.  pav 
Mva  attraverto  II  territorlo  bolognese  con  trecento 
caralll,  71,  14-33;  elegge  Giacomo  dal  Lino  Ticario 
di  Lojano  per  lel  mesl,    72,  8-10;  non  accoglie  la 
domanda  di  Cervato  Secchi  di  andare  ad  abitare  in 
Pal.  per  su»  sicurezza,  74,  32-35;  ma  essendo  11  pred. 
Introdotto  in  esso  da  Giovanni  Fantuzzi,  eiegge  due 
luoi  cap.  al  dueccnto  fanti  condottl  da  Cervato,  e  ad 
essi  aflSda  laguardia  d.  Pal.  c  la  sorveglianza  nella  c. 
durante  la  notte,  25-31 ;  du  Inoltre  al  pod.  cinquanta 
fanti  per  punire  i  sediziosi,  31-33;  proibisce  ai  cit- 
tadini  dl  portare  arrai,  33-34 ;  elezlone  degli  Anzlani  e 
magistratl  secondo  l'uso  (an.  1443),  41-42;  due  ban- 
diere  con  la  sua  insegna  sono  appeie  inlla  tomba  dl 
Guid'Antonio  Laml>ertinl,  39  40;  Francesco  Picclnl- 
no  gli  ciilede  una  lomma  per  pagare  i  fanti  da  lul 
condotti  in  Boiogna,  45-48;  impone  per  ci6  un  pre- 
stito  alle  Compagnie  d.  Arti  cedendo  loro  ii  dazio  dl 
imbottatura  con  Infinito  malcontento  d.  popolo,  76, 
1-3;  fatto  prigioniero  Francesco  Piccinlno  dal  Ben- 
tivoglio  e  ridotto  lo  stato  In  liberti,  con  pubblico 
bando  rlchiama  1    confinati   e   banditi,   82,  1-3;  fa 
mettere  la  c.  in   Istato   di   difesa   per   timore   che 
Lodovico   dal   Verrae,    udifane   la   ribellione,  tI  ai 
volga,  9-10;  oSre,  inutilmente,  una  somraa  a  Tartaro 
Perugino,  castellano  dl  Galllera,  perchi  gli  renda  la 
fortezza,  17-19;  i  minacclato  dal  pred.  d.   boml>ar- 
damento  e  d.  sacco  alla  c.  qualora  non  rimandl  11- 
bero    Francesco    Picclnlno,    19-31;    di   incarico    «d 
Annibale  Bentivoglio  e   a   Galeazzo   Marescottl  di 
irapadronlrsi  di   Galiiera,   contro  la   quale   manda 
anche  Pietro  da  Navarrino  con  un  migiiaio  tra  ca- 
valli  e  fanti,  35-26;  cf.  49-50;  in  Consiglio  d.  Selcento 
sl  dellbera  di  condonare  a  Castelfranco,  in  premio 
d.  sua  fedelti,  ogni  debito,  di  csentarlo  dalie  impo- 
ste  per  dieci  anni  e  concedergii  agevolezze  sul  prezzo 
d.  sale,  86,  9-13;  in  Senato  si  delibera  sul  richiamo 
d.  Canetoli,  25- ;7;  Giovanni  Griffoni  vi  si  oppone, 
37-30;  si   togiie  11  Consiglio  senza  avere  preso  nes- 
suna   dellberazione  in  seguito  alPirruzione   in   Se- 
nato  di  Galeazzo  Marescotti,  34-35;    non  puniice  11 
pred.  avendone   bisogno   alla   guerra,  36-38;  manda 
arabasc.  a  Venezia  e  Flrenzc  per  trattare  di  una  lega 
contro    II  Visconti,  44-45;   cf.,    87,    16-17;    anche   fa 
pregare  1  Florentini  che  vogliano  litterare  Gaspare 
Canetoli,   86,   48-49;   consegna    le   porte   d.   c.  alle 
Corapagnle  d.  Arti  perche  vi  mettano  presidi  fedeli, 
87,  1-3;  in  Consiglio  d.  Seicento  si  cassa  11  raagi- 
strato   d.   Sedici   Riformatorl  d.  Stato  e  si  istitui- 
scono  invece  i  Uieci  di  Balla  e  gli  Otto  dell'ATere« 
3-15;  il  Visconti   gli  fa  profferire  aluto,  19-21,  e  lo 
prega    di  conservare    il    Castello  di   Galliera,  31-33; 
io  ringrazla  d.  sua  offerta  e  quanto  a  Galliera  ripete 
che  abbatteri  il  castello  appena  occupato  per   to- 
gliersi  il  morso  di  bocca,  33-36;  si  allea  con  Firenze, 
37-29 ;  fa  suonare  a  distesa  per  l'lrruzione  in  c.  di 
Astorre  Manfredi,  che  e  cosl  ricacciato  dal  popolo, 
30-38;  in  Consigllo  d.  Seicento  sl  approva  la  propo- 
sta  degli  Anziani  di  vendere  i  dazi  e  le  gabelle  per 
fare  denarl  e  di  Iraporre  tin  prestito,  S8,  36-42;  noml 
d.  cittadini  el.  ad  eieguire  le  dellberazloni  preae,  41- 


[Bologna  comutit,  aa.  1443-144^^ 


INDICE  ALFABETICO 


491 


89,  1-9;  conchiude  una  lega  dl  cinque  annl  con  i 
Veneziani  e  i  Florentini  contro  il  duca  di  Milano, 
10-12;  i  signori  fanno  doni  al  messaggero  che  ne  ha 
loro  portato  l'annunzio,  12-15 ;  crea  Pietro  dal  Purgo 
e  Gioranni  Ostesani  commissari  d.  Valle  d.  Samog- 
gia  e  dintorni  per  f ortificare  e  difendere  dai  nemici 
i  castelil  da  quel  lato,  3]-34;  gl!  giunge  notizia  che  i 
Venezlani  inviano  in  suo  aiuto  Tiberto  Brandolini 
e  Guido  Rangonl  con  caralli  e  fanti,  35-36;  fa  atta- 
nagllare  e  irapiccare  due  suoi  fantl  traditori,  90, 
3-4;  of.,  89,  44-90,  1-3;  per  affamare  Galliera  d4  or- 
dine  sia  distrutto  !1  molino  di  Battista  Sampier! 
subito  fuori  d.  castello,  13-14;  11  che  non  riesce  al 
Marescottl  di  ci6  incaricato,  14-17 ;  1  suol  commls- 
sari  d.  soldati  scagliano  nella  cinta  d.  castello  caro- 
gne  e  pietre,  17-20;  non  acconsente  a  nessuno  degli 
accordi  con  il  Visconti  propostigli  da  Galeotto  Ca- 
netoli,  23-25;  avendo  avuto  notizia  che  il  Dal  Verme 
si  era  mosso  dall.i  Quaderna  per  soccorrere  Galliera 
manda  a  vietargli  il  passo  Annibale  Bentivogllo 
con  11  popolo,  36-30,  al  quale  provvede  11  vitto,  44 ; 
onora  gli  ambasc.  tomati  da  Venezla,  che  si  erano 
coraportati  con  tatto,  45-46;  Battista  Canetol!  si 
Interpone  per  la  sua  pace  col  Viscontl  47-48;  e 
trovandolo  bene  disposto  fa  da  intermediario  col 
Tartaro  perch^  consegni  Galllera,  48-49 ;  il  Cane- 
toH  gli  riferisce  ]a  proposta  condizionata  d.  Tar- 
taro,  che  accetta,  91,  1-6;  manda  al  pred.  Gotto- 
fredo  cap,  d.  Florentini  e  Tiberto  Brandolini  cap. 
d.  Venezian!  con  facolta  di  capitolare  con  lui  per 
una  determinata  somma  di  denaro,  9-11;  patti  con- 
cordati  dal  pred.  con  Tarta.ro,  13-17;  nell'attesa  fa 
cessare  le  offese,  18;  accetta  in  fede  Castel  San  Gior- 
glo  che  gli  si  era  profferto  e  vi  manda  a  difenderlo 
cavall!  e  fantl  sotto  il  comando  di  Pletro  dal  Purgo 
29-34;  approva  la  proposta  dl  Annibale  dl  recarsi 
col  popolo  contro  1  nemlci  e  liberare  il  terrltorio, 
92,  25-26,  cf.,  30-31,  (anto  pii  avendo  saputo  che  11 
Dal  Verme  si  apprestava  ad  andare  a  San  Giovanni 
In  Perslceto  e  presidiare  Cento  e  la  Pieve,  26-28; 
i  suoi  riportano  una  splendida  vlttoria,  93,  6-39; 
riceve  offerte  di  sottomissione  dai  presid!  d.  castelli 
alla  dlpendenza  del  Dal  Verme,  94,  4-6;  gll  sl  rendo- 
no  spontaneamente  Cento,  la  Pieve,  Argelato,  Cre- 
valcore,  Manzolino,  Plumazzo,  Mlnerblo,  Budrio,  il 
castello  d!  Medlclne,  la  torre  di  Ponte  Poledrano,  11 
Pogglo  del  Lambertini,  la  torre  deU'UcceIlino  e  San 
Giovanni  !n  Perslceto  alPinfuori  d.  rocca,  7-13;  la 
manda  ad  assediare  e  l'ottIene,  12-16;  u  pregato  da 
quelli  d!  Castel  San  Pletro  dl  Inviare  buon  nerbo  di 
soldati  a  cacciarne  i  presidi  di  Lulgi  dal  Verme,  32- 
36;  rl  manda  11  Bentirogllo,  che  se  ne  Impadroni- 
sce,  26-31;  comanda  tre  giorni  d!  processioni  per  11 
riacquisto  d!  tuttl  !  castelli,  31-33;  manda  Simonetto 
dalPAquUa,  Guldo  Rangonl  e  Gottifredo  a  taccheg- 
giare  !  territori  e  assediare  le  c.  di  Imola  e  Paenza 
In  odio  a  Guid'Antonio  Manfredl,  95,  7-ll;  gll  h 
consegnato  giusta  I  pattl  II  castello  di  Galllera  dal 
Tartaro,  12-14  ;  paga  al  pred.  la  somma  fissata  e  lo 
fa  accompagnare  coi  suol  soldat!  alla  torre  dell'Uc- 
cellino,  14-15;  Innalza  le  bandiere  d!  Bologna  sul 
cattello,  15-16 ;  dellbera  sia  abbattuto,  30-31 ;  accon- 
sente  alla  preghiera  dl  Annibale  Bcntlroglio  dl 
rlchiamare  !n    patrla    i   CanetoU  fuoruaciti,   17-18; 


gli  Anziani  trattano  la  pace  tra  i  pred.  e  i  Ben- 
tivoglio,  22-23;  aruto  sentore  d.  congiura  ordita 
dagli  abitanti  d!  San  Gioranni  in  Persiceto  per 
togliersi  aIl'obbedienza  di  Bologna  11  popolo  fa  oste 
contro  11  castello,  ma  copertamente  per  non  dare 
sospetto  ai  traditori,  45-96,  1-7;  esso  h  preso  con 
grande  nuraero  di  prigionl,  7-11;  sl  raduna  11  Con- 
siglio  d.  Seicento  per  deliberare  sulle  sorti  d.  ca- 
stello  e  d.  prigionierl  pred.,  11-21;  fra  1  due  parerl 
estremi  prevale  quello  dl  Annibale  di  smantellarlo 
e  dl  fare  giurare  fedelti  dagli  abitantl,  21-30,  il  che 
h  fatto,  30-37;  fa  lega  con  Venezlani,  Genovesi,  Fio- 
rentini  e  il  duca  di  Milano  contro  11  re  dl  Napoli, 
38-40;  in  Consigllo  dei  Seicento  concede  ad  An- 
nlbale  Bentivoglio,  quale  rlcompensa  per  le  sue  be- 
nemerenze,  11  dazio  delle  Carticelle  per  se!  anni,  con 
il  grarame  di  pagare  mllle  lire  a  ognuno  d.  suoi 
liberatori,  43-47;  e  el.  una  commissione  di  vent! 
clttadini  tncaricat!  dl  rinnorare  i  titolarl  degU  uf- 
fici,  97,  22-33;  elezlone  d.  Gonfaloniere  d!  Giustizia 
e  d.  nuori  Anzian!  (an.  1444),  34-39;  vleta  1  pelle- 
grinaggl  per  San  Giacomo  di  Galizia  essendovl  pe- 
ricolo  di  restare  prigloni  di  Luigl  dal  Verme,  98, 
5-7;  commlna  anche  gravi  pene  a  chi  passi  In  Lom- 
bardia,  7-8;  manda  ambasc.  con  ricchl  don!  a  ono- 
rare  le  nozze  di  Lionello  d'Este  con  Maria  d'Ara- 
gona,  9-14;  inasprisce  i  dazi  per  aver  modo  dl  pa- 
gare  i  soldati,  15-19;  h  arvertito  che  Nicol6  PIccl- 
nino,  tornando  dalla  Marca  !n  Lombardia,  sl  ap- 
pressava  pieno  d'ira  al  territorio  Bolognese,  20-22; 
Ak  ordine  agli  abltanti  d.  contado  di  ridursi  con 
le  loro  robe  ne!  luoghi  forti  per  evitare  il  saccheg- 
gio,  22-33;  delibera  un  sussidlo  annuo  per  cinque 
anni  el  castello  di  Crespellano  perch^  risorga  da 
un  incendio  che  ne  avera  distrutto  le  case,  35-38; 
apprende  per  lettere  di  Francesco  Sforza  e  d.  cap. 
generale  dl  lui,  Sigismondo  Malatesta,  la  splendida 
rlttoria  dai  pred.  ottenuta  a  Monte  Olmo  contro 
Francesco  Plccinlno,  99,  1-25;  conferma  per  diecl 
anni  la  lega  coi  Venezlanl  e  col  Fiorentini,  26-37;  si 
rlconcllia  con  Lodorico  dl  Gaspare  Malvezzi,  33- 
34 ;  elezione  degll  Anziani  e  magistrati  secondo  l'uso 
(an.  144S),  100,  23-26;  esscndo  renuto  a  sapere  che 
ii  duca  dl  Milano  raduna  mliizie  in  Lombardla 
e  Romagna,  temendo  per  si,  inria  ambasc.  a  Ve- 
nezia  e  a  Firenze  per  chledere  come  regolarsi,  37- 
31;  ha  promessa  di  aiuti  dalle  pred.  c,  31-33;  gll 
Anzianl  cacciano  d!  Plazza  1  Marescotti  tumul- 
tuanti,  101,  4-6;  e  bandiscono  dalla  c.  e  dal  ter- 
ritorio,  sotto  pena  d.  forca,  gU  autori  deU'incen- 
dio  d.  palazzo  d.  Pepoli  !n  Cettel  del  Vescoro, 
11-17;  11  Senato  bandisce  dl  c.  e  dal  terrltorio  quel 
Marescotti  che  erano  scetl  in  Piazza,  18-19;  gll  An- 
zlanl  temendo  per  la  sua  qulete  a  cagione  dell'odIo 
tra  I  Canetoll  e  i  Marescottl  persuadono  Lodorico 
Canetoll  e  Gianluigi,  Taddeo  e  Antenore  Marescottl 
a  rappaciarsi,  34-39 ;  eiezlone  d.  nuorl  Anzlanl,  «3- 
47;  panlco  d.  Rettorl  alla  nuora  delPuccIsione  dl 
Annibale  BentlvogUo  e  d.  tre  fratelll  Marescottl, 
104,  4-8;  per  Incoragglamento  dl  Galeazxo  Mare- 
tcotti  lasclano  II  Colleglo  dl  Spagna  ove  eransl 
rlfuglatl  e  tornano  in  Pal.,  13-17;  I  pred.  danno  la 
Plazza  in  cuttodia  a  Galeaxzo  che  U  avera  tegultl, 
15-17;  rlchlamano  i  cap.  delle  militie  dal  terrltorlo 


492 


INDICE  ALFABETICO 


[Bolopui  cMMMf,  M.  t44S-i447\ 


in  tutta  fretta,  17-21;  chUmano  qulndl  il  popolo  « 
raccolta  e  consegnano  tutt!  gli  armatl  a  Galeano 
Mareicottl  perch^  prorreda  ai  blsogno,  31-3J;  ii 
Scnato  fa  chiudere  ia  porta  dl  Sanflsaia  per  dove 
erano  fuggiti  i  Canetoll  col  loro  seguaci,  105,  2*- 
37;  provrede  a  fare  aontuose  ie  etequie  di  Anni- 
baie  BentiTOglio,  107,  14  16;  sono  creati  i  Sedici 
Riforniatori  d,  Stato  per  riformare  gli  uffici,  17- 
37  ;  sono  deposti  i  quattro  Gonfalonieri  amicl  d« 
Canetoll  e  sostitiiiti  da  amlcl  d.  Bentlvoglio,  «0-44; 
•ono  banditi  l  maifattori  e  i  loro  seguacl  su  pro- 
posta  d,  Riformatorl,  45-108,  1-6;  Gonfaloniere  e 
Anzlanl  di  lugllo  e  agosto,  109,  2J-35;  per  la  fcdelti 
gluratagll  dal  castello  dl  San  Glovanni  in  Porslceto, 
gll  dona  I  beni  raobiil  e  i  molini  d.  Canetoli  nel 
detto  terrltorio  e  I'abbono  di  un  obbllgo  dei  1425, 
3S-32;  li  Senato  fa  murare  la  porta  d.  Pratclio  e  d. 
Lame  per  sospetto  dl  quel  contadinl  amici  d.  Ca- 
netoli,  48;  110,  1-2;  fa  Impiccare  alie  finestre  d.  pai. 
d.  notai  ii  traditore  Simone  da  Sassoferrato,  26-37; 
cf.  18-21;  ordina  che  sla  fatto  un  plstrino  In  ognl 
parrocchia  per  macinare  ii  grano,  32-33;  b  preoc- 
cupato  d.  mancanza  d.  raccolto  e  d.  tro- 
varsi  in  raezzo  al  due  esercitl  diXaliano 
di  Forlied,  Sanseverino,  34-35;  pon  e  ognl 
speranza  nelPaiuto  degll  alleatl,  35-36 ; 
manda  archltetti  a  rlattare  11  canale  dl  Casalecchio 
dopo  la  partenza  d,  nemici,  42-43 ;  manda  Uionlslo 
Casteili  al  Veneziani  a  pregarli  di  muovere  guerra 
ai  Viscontl  in  Lombardia  per  distorlo  da  Boiogna, 
46-50;  e  ailo  stesso  scopo  invla  Battista  Sarapierl 
ai  Fiorentinl,  111,  1-2;  Gonfaioniere  e  Anziani  dl 
settembre-ottobre,  7-9;  fa  cominciare  una  bastia  ai 
ponte  dl  Corticella,  40-41,  e  togHere  i  ponti  d.  Canale 
dl  Reno  perche  1  contadinl  possano  seminare  con 
sicurezza,  42-43;  Gonfaloniere  e  Anziani  di  novem- 
bre  e  dicembre,  112,  18-20;  il  Senato  ordina  la  ras- 
segna  degii  arraati,  che  viene  fatta  In  Piazza  e  ne 
rtmane  soddlsfatto,  44-47;  elezione  di  ufiiciail  inca- 
ricati  dt  dispensare  i  benl  d.  fuorusciti,  113,  3-8; 
elezione  d.  maglstrati  nuovl  secondo  il  consueto 
(an.  1446),  9-13 ;  1  pred.  fanno  diplngere  nei  pai.  d. 
notai  applccati  per  i  picdl  come  traditori  e  con- 
trassegnati  dal  proprio  nome  Galeotto,  Gaspare, 
Africano,  Lodovico  e  Baldassarre  Canetoli,  14-17, 
Nicoi6  Santi,  Delfino  Attlconti,  Lodovico  daile  Cor- 
reggie,  Lodorico  Griflfoni,  17-18;  e  fa  rappresentare 
la  t  dl  Battista  Canetoii,  18-30;  manda  Luigi  Fo- 
scherari  ambasc.  al  doge  di  Venezia,  31-23;  deputa 
gll  uffiziali  sopra  il  sale,  22-23;  sono  creati  i  tribuni 
d.  plebe,  24 ;  e  i  Sedlcl  Riformalori,  25-28  ;  11  Senato 
udito  che  a  Forll  sl  raduna  gente  d.  duca  di  Mi- 
lano  viene  in  sospetto,  e  raanda  arabasc.  a  Firenze, 
alieata  d.  Forllvesi  a  chiedere  che  cosa  ci5  signifi- 
chi,  35-38;  i  pred.  tornano  recando  promessa  dl  soi- 
leclto  aiuto  dai  Fiorentini,  39;  il  Senato  fe  consl- 
giiato  da  arabasc.  venezianl  diretti  ai  pp.  e  di  pas- 
saggio  a  Bologna,  di  cercare  la  pace  con  Eugenio  IV 
per  potersi  dlfendere  pifl  facilraente  dal  duca  dJ 
Miiano,  114,  1-3;  reputa  ii  consigllo  buono  e  manda 
arabasc.  al  pp.  per  tentare  ia  conciliazione,  3-7; 
Invia  Taddeo  Marchesi  e  Pietro  da  Navarrino  a 
ricuperare  San  Lorenzo  e  gli  altri  luoghi  d,  Bolo- 
gnese  occupati   dal   nemici,   8-10;   nei  Consigiio   d. 


Selcento  sl  deilbera  di  topprlmere  l'Arte  d.  Heacatori 
e  clie  ognuno,  pagando  U  dazio  possa  rendere  pesce, 
17-lf;  eleslone  degli  Anzlant  di  magglo  •  giugao, 
31-34;  II  Senato,  Informato  che  U  pp.  per  trattare  etl- 
geva  ii  iil>ero  dominlo  di  Bologna,  manda  Glocomo 
Ingrati  ambatc.  a  Venezia  per  consigiio,  27-3«;  al 
trova  in  cattire  condisioni  per  i  nemicl  che  occu- 
pano  e  disertano  il  terrltorio  e  per  ie  vcasazioni  e 
prestiti  Interni,  39-43;  spera  uno  scampo  nci  prendere 
al  suo  soldo  Francesco  Sforza  e  a  questo  elegge  am- 
basc.  Lodorlco  Cacciaiupl,  43-46;  ha  daiio  Sfona 
rlsposta  per  ii  moraento  negativa,  47-49;  ii  Senato 
Inanlraito  dai  rompersi  delie  ostiiitl  tra  io  Sforza 
e  ii  V^aconti,  nianda  Taddeo  Marchesi  e  Pietro  da 
Navarrino  a  ricuperare  San  Lorenzo,  115,  9-11,  eCre- 
spellano,  11-12;  ottenutiil,  inria  Achiile  Mairezzi  con 
artigiierle  per  espugnare  ie  rocche,l3-14;  manda  Bat- 
tlsta  Sampleri  e  Cristoforo  Caccianemicl  al  Vene- 
zianl  ad  accertarsi  d.  loro  apparecchl,  15-18;  ii  Se- 
nato  fatto  armare  un  uomo  per  casa  11  fa  andare  al 
danni  d.  terrltorlo  di  San  Giovanni  in  Persiceto,  che 
Romeo  Pepoii  continuava  ad  assediare,  37-40;  Invia 
Gasparo  Ringhieri  a  Venezia  a  sentire  queilo  che 
Buccedera  d.  guerra  contro  11  duca,  e  i  Venezlanl  gll 
confermano  l'impegno,  116, 6-9;  assolda  Guidantonio 
Manfredi,  10;  ne  riceve  subito  seicento  cavalli  che  sl 
recano  a  Panlgale  per  unirsi  ali'esercito  di  Budrio, 
11-13;  ii  pred.  suo  esercito  assedia  C.isteifranco, 
13-14;  noml  d.  cittadini  che  sono  al  govemo  in 
questo  tempo,  15-17;  ie  tristl  condizloni  d.  c.  non 
sono  da  attribuirsi  ai  govemo,  ma  al  duca  di  Mi- 
iano,  contro  II  quale  occorreva  con  ognl  mezzo  di- 
fendersl,  18-33;  nel  Consigiio  d.  Seicento  radunato 
a  istanza  di  Taddeo  Marchesi,  sl  approva  il  trat- 
tato  dal  pred.  conciuso  con  Gugiieimo  di  Monfer- 
rato  per  ii  ricupero  di  Castelfranco,  d.  rocca  di  San 
Giovanni  in  Persiceto  e  di  aitri  castelii,  39-«7  ;  rien- 
tra  in  possesso  dl  Casteif ranco,  117,  10-11;  ricupera 
buona  parte  d.  terrltorlo,  28;  gil  si  sotto- 
mette  Argiie,  31-33;  gli  Anzianl  drputano  messl  a  in- 
vitare  e  condurre  a  Bologna  Sante  bastardo  di  Er- 
cole  Bentivogiio,  118,  46-1 19, 1,  al  quaJe,  giunto,  con- 
fcrlscono  il  primato  d.  c,  25,  gii  effidano  ia  tutrla  dl 
Giovanni  II  figlio  di  Annibaie,  25,  e  io  fanno  creare 
cav.  dal  pod.  Giacomo  di  I^ragnoio,  25-26:  da  Sante 
i'  soppresso  ii  raagistrato  dei  Sedlcl  RJformatori, 
inriso  ai  popolo.  e  sostituito  con  quello  d.  Se!  rl- 
formatori,  33  37,  !  quali  mandano  Achiile  Maivezzi 
a  conquistare  Serraralie  e  Montebudelio,  47-120,  1-3; 
entrano  in  ufficio  i  magistrati  pcr  i'anno  nuoro  (an. 
1447),  11;  11  Senato  invla  ambasc.  a  feiicltare  il 
nuoTO  pp.  Nicoli»  V,  26-29;  i  pred.  sono  accolti  hc- 
nignamente  dal  pp.  ben  disposto  rerso  la  c,  29-30 ; 
d.  che  ii  Senato  ordina  un  triduo  di  processionl  con 
feste  ed  esposizione  d.  gonfaioni,  31-34;  informato 
dai  pred.  ambasc.  che  11  pp.  pretendeva  li  libero 
dominio  di  Bologna,  ordina  loro  che  una  parte  ri- 
raanga  a  Roma  a  trattare  la  questione,  e  gii  altri 
tornino,  36-40;  II  che  dispiace  al  popolo  come  coaa 
non  saggia,  40-42 ;  inria  Lodorico  Cacciaiupl  ai  pp. 
per  indurlo  a  piii  mlti  consigli,  45-48;  11  Caccla- 
lupl  raggiunge  l'intento,  49-121,  1;  inria  po- 
polo  e  mllizie  a  oste  contro  Cento,  26-29;  per  l'in- 
terrento  d.  resc.  il  pred.  castello  gii  si  sottomette, 


[Bologna  comme,  aa.  i^^y-t^so^ 


INDICE  ALFABETICO 


493 


33-40;  nel  Consiglio  d.  Centoventi  sono  esposte  le 
richieste  d.  pp.,  43-50,  che  essendo  contrarie  alla 
liberta  d.  c.  sono  in  un  primo  tempo  respinte,  122, 
1-3;  raa  in  un  nuovo  Consiglio  dopo  lungo  dibat- 
tito  sono  accettate  per  la  quiete  d.  c,  3-8;  NicoI6 
da  Cremona,  segretario  d.  pp.,  fa  adunare  il  Con- 
siglio  d.  Seicento  per  sentirne  personalmente  le  dl- 
sposizioni  riguardo  al  capitoli  mandati  dal  pp.,  18- 
19;  il  Senato  invia  Gregorio  d'Anghiari  a  saccheg- 
giare  il  territorio  dl  Modena  in  odio  a  quei  signori, 
21-23,  elegge  ambasc.  al  pp.  per  la  conferma  d.  ca- 
pltoli,  24-27 ;  riceve  dagli  ambasc.  l'avviso  che  11  pp. 
ha  creato  NicoI6  da  Cremona  suo  luogotenente  in 
Bologna,  29-30;  e  gli  assegna  per  dimora  la  parte 
nuova  d.  pal.  degli  Anziani,  a  questi  restando  la 
vecchia,  30-33;  il  Senato  temendo  il  passaggio  d. 
conte  Sforza  dal  territorio  ordina  ai  contadini  di 
ridursi  con  le  loro  robe  nei  luoghi  fortl,  42-44,  fa 
murare  varle  porte  d.  c,  44-45,  e  rovinare  la  bastia 
di  Corticella  perchfe  non  serva  al  pred.,  45-46;  fa 
presenti  allo  Sforza  sofferraatosi  in  Borgo  Panigale, 
che  ofFre  per  mezzo  d.  depositario  d.  Caraera  Carlo 
Malvezzi,  123,  3-4;  alla  partenza  d.  conte  dal  terri- 
torlo  fa  riaprlre  le  porte  murate,  5-6;  si  rappacifica 
con  i  Plo  che  cacciano  i  Canetoli  da  Carpi,  7-9; 
accoglie  onorevolmente  il  nuovo  governatore  pcn- 
tificlo  Astorre  Spada,  16-17;  questl  licenzia  i  com- 
missari  veneziani  e  fiorentini,  18-19;  e  convoca  il 
ConslgUo  d.  Seicento  ove  sono  lette  le  lettere  apo- 
stoliche  d.  sua  nomina  e  1  capitoli  dell'accordo,  19- 
21;  tenore  di  essi,  22-124,  1-38;  elczione  degll  Anziani 
more  solito  (an.  1448),  125,  12;  11  Senato  e  avvertito 
con  breve  papale  deIl'elez:one  di  Fllippo  Parentuc- 
celli  a  vesc  dl  Bologna,  18;  manda  a  riprendere 
Piumazzo  occupato  dai  Canetoll,  39;  il  castello  si 
arrende  salva  la  vita  e  le  persone  e  con  franchigia 
al  banditi  di  uscire  dal  territorio,  41-47;  chiede  aiuto 
al  pp.  contro  i  Canetoli  a  Crevalcore,  126,  22-23; 
questo  tardando,  assolda  Astorre  Manfredi,  26-27  ; 
11  Senato  chlede  al .  Manf  redl  di  consegnargll  Bal- 
dassarre  Canetoli,  da  lui  fatto  prigioniero,  46-47; 
pattl  per  la  cessione  d.  pred.,  47-127,  1-5,  che  i  con- 
dannato  alla  decapitazione,  43  46;  accorda  al  Cane- 
toli  11  perdono  da  questo  a  gran  voce  chiesto  men- 
tre  passava  sotto  la  Ringhiera  d.  Slgnorl,  50;  128, 
1-2;  proroga  per  altri  dleci  anni  la  lega  conchiusa 
con  Venezia  e  Firenze  contro  il  duca  di  Milano, 
11-15;  elezione  d.  magistrati  secondo  l'u30  (an.  1449), 
16;  CrevaI:ore,  per  consigllo  d.  pp.  rltorna  alla  sua 
obbedienza,  129,  I-IO;  in  risposta  al  patti  che  gli 
abitantt  d.  pred.  castello  intendevano  porre,  ordina 
loro  di  consegnare  immedlatamente  la  rocca  sotto 
pcna  dl  saccheggio  e  dlstruzlone,  10-13;  la  ottiene, 
13-14;  lagnanzc  d.  pp.  per  le  mlnaccle  fatte  al 
suoi  uHiciali,  25-27,  e  volontik  dl  lul  di  avere  l'ln- 
tero  domlnio  dl  Bologna,  24-25;  il  Senato  rlsponde 
essere  U  pp.  stoto  falsamente  Informato,  27-28,  e 
rlfiuta  dl  camblare  il  tenore  d.  capitoli  fattl  e  ap- 
provati,  29-32;  Anzianl  dl  marzo  e  aprlle,  34-37;  per 
una  probabUe  incurslone  di  Astorre  Manfrcdi  nel 
territorlo,  il  Senato  fa  chludere  cinque  porto,  130, 
3-9;  ^  travagliato  dalla  gelosia  che  1  principali  cltta- 
dinl  hanno  dl  Sante  Bentlvoglio,  1  quali  anche  trat- 
tano  di  dare  la  c  al  vlceri  dl  Napolt,  17-39;  prende 


allora  al  suo  soldo  11  Manfredi,  131,  6-10:  intlma  ai 
pred.  ribelli  di  uscire  dl  Castel  San  Pietro  e  ne  ha 
un  rifiuto,  16-26;  fa  decapitare  due  d.  congiurati  e 
saccheggiare  dal  popolo  le  case  di  alcuni  amici  d. 
Pepoll  e  d.  Fantuzzi,  30-35;  gli  sono  tolti  da  questi 
Castel  San  Pietro,  36-44,  e  Crevalcore,  45-48 ;  fa  sac- 
cheggiare  i  beni  d.  pred.  ribelli,  48-49;  manda  un 
suo  vicario  a  Crevalcore  che  si  era  liberato  dal 
Pepoli,  132,  9-11;  nianda  Astorre  Manfredi  a  ricupe- 
rare  Castel  San  Pietro,  12-U;  invla  i  soccorsi  richie- 
stigli  dal  Manfredi  essendo  i  fuorusciti  alutati  da 
milizie  d.  re  dl  Aragona,  14-19;  ma  Astorre  sen- 
tendosi  sempre  debole  sl  ritira;  invece  espugna  Me- 
dlcina,  19-21,  che  riduce  alla  sua  obbedlenza,  39-30, 
cf.  22-24,  vi  fa  spianare  gll  argini  e  saccheggiare  le 
case  di  queUi  che  avevano  fatto  entrare  i  fuorusciti, 
23-26;  da  ordine  al  Manfredi  dl  recarsi  di  nuovo 
contro  Castel  San  Pietro,  30-31 ;  false  trattative  dl 
alcuni  abitantl  d.  pred.  castello  venutl  a  Bologna 
per  guadagnare  tempo,  38-47 ;  11  regglmento  non  ac- 
cetta  sul  primo  il  nuovo  governatore  Giacomo  Van- 
nucci,  inviato  dal  pp.,  133,  1 ;  gli  fa  per6  regali  di 
cibarle,  2-3,  avvertito  che  11  vlcerfe  di  Napoli  sareb- 
be  venuto  nel  territorio  ordina  al  Manfredi  di  to- 
gllersi  da  Castel  San  Pietro  e  di  afforzarsi  a  San 
Lazzaro,  6-9;  e  saputo  anche  che  Luigl  Gonzaga 
si  apparecchiava  a  invadere  U  Bolognese  ordina 
ai  contadini  dl  rldurre  le  loro  robe  in  luogo  sicu- 
ro,  13-15 ;  ordina  ai  suoi  capltani  di  assalire  al- 
rimprovviso  Luigl  Gonzaga  aUa  Riccardina,  24-26; 
ma  la  sorpresa  f  allisce,  29-31 ;  dellbera  dl  man- 
dare  a  chiedere  ai  Florentinl  se  per  loro  volon- 
ta  gli  eserciti  d.  vicerfe  e  d.  Gonzaga  rimanevano 
sul  territorlo  dl  Bologna,  32-34;  dopo  la  falUta  Im- 
presa  d.  Riccardina  cerca  fare  tregua  con  il  Gon- 
zaga,  34-35;  deputa  a  trattarla  Astorre  Manfredl, 
35-36;  manda  ambasc.  al  pp.  a  intenderne  la  volonti 
a  suo  riguardo,  37-39;  per  mostrare  obbedlenza  al 
pred.  accetta  11  governatore  Giacomo  Vannuccl  a 
cui  fa  grande  onore,  40-45;  elezione  d.  nuovi  magi- 
strati  mor»  solito  (an.  1450),  134,  1 ;  il  Senato  par- 
titl  dal  territorio  il  vicer^  e  il  Gonzaga  licenzla 
Astorre  Manfredi,  2,  e  ordina  ai  contadini  dl  tor- 
nare  nelle  loro  terre,  2-3;  per  invito  d.  governatore 
nomina  una  commlssione  chesorvegli  il  trattamento 
fatto  nel  Bolognese  al  peUegrlni  incamminati  a 
Roma  pel  giubileo,  8-17;  gli  "k  riferito  dagU  am- 
basc.  che  il  pp.  vuole  il  Ubero  doniinio  d.  c  ,  18- 
19;  fa  rispondere  che  intende  alano  oaservatl  i  ca- 
pitoli,  e  che  non  vuole  riammettere  1  fuorusciti 
per  non  mandare  la  c.  in  rovina,  19-22;  elegge  tre 
ambasc.  ad  accompagnare  U  governatore  chlamato 
dal  pp.  a  riferire  sulle  cose  di  Bologna,  23-25;  cf. 
44-48;  il  reggimento  &  dlfeso  da  NicoI6  Rlnghleri 
di  fronte  al  pp.,  42-135,  1-5;  II  governatore  conferma 
le  parole  d.  pred.  e  raccomanda  al  pp.  11  Senato  e 
la  c,  5-7;  fa  U  consueto  onore  al  nuovo  leg.  card. 
Bessarlone,  1>I7;  cf.  9;  4  avvertlto  con  autografo 
di  Francesco  Sforza  d.  sua  assunzionc  a  duca  dl 
Mtlano,  19-28;  U  pp.  gll  fa  consegnare  Caatel  San 
Pletro  e  Crevalcore  resi  a  lul  dai  fuoruacitl,  136, 
35-37;  cf.  8-17;  manda  per  commissarlo  a  Crevalcore 
Bastlio  Ringhleri,  37;  e  a  Caatel  S«n  Pietro  VlrgUio 
Malvezzl,  38;  per  11  bando  d»l  terrltorio  Inflltto  at 


494 


INDICE  ALFABETICO 


iBologoa  commmt,  at.  i4SO-/4Sj\ 


fuoruicltl  rlacqaliU  II  eontado,  137,  4-S;  elezlone 
d.  nuori  magiitratl  mor/i  solito  (an.  1451),  l-t;  ■▼• 
rertito  che  i  fuoruiciti  con  Battlsta  CanetoU  are- 
rano  aiioldato  Alberto  Pio  contro  Bologna,  fa  tuo- 
nare  la  campana  dell'Arrengo  per  chiamare  II  po- 
poio  alle  arml,  it-si;  pol  lo  llcenzla  esiendo  ancora 
II  nemico  lontano,  33-24 ;  f  a  ipianare  le  caae  e  con- 
fiscare  gil  averl  dl  Antonlo  e  Cristoforo  dl  Blaglo, 
che  avevano  ucciio  un  Gunfaloniere  d.  popolo,  32- 
33;  mette  la  c.  in  Istato  dl  difeia  contro  1  fuorusclti, 
41-49;  gll  Anzlani  ordinano  di  rltornare  In  c.  al 
cittadinl  fuggltl  aIl'lrrompere  de'  pred.,  139,  «3-44; 
fa  fare  una  loglla  alle  Grate  e  rl  pone  d.  preildi, 
140,  1;  fa  anche  chludere  le  porte  d.  Lame,  del  Pra- 
tello  e  dl  Caitlgllone,  3-3,  /;  manda  ambasc.  al  pp. 
a  esporgll  11  fatto  d.  fuoruscltl  e  Intendere  la  lua 
Toiontft,  4-7;  II  pp.  ne  approra  l'operato  e  promette 
aiuto  purchb  contlnul  la  pace  e  robbedlenxa  ai  leg., 
l-lt;  elezione  d.  magiitratl  per  l'anno  nuovo  (an. 
14S3),  34;  manda  Nlcold  Sanutl  e  Gaspare  Rltighierl 
a  Inritare  i'imp.  Federlco  V,  che  sl  trorara  a  Fer- 
rara,  a  passare  dl  Bologna,  35-40;  ne  h  accettato 
1'Invlto  e  fa  ornare  le  strade  e  preparare  il  vesco- 
rado  per  ospitarlo,  40-43;  maigrado  ie  occupazloiri 
per  II  ricevlmento  dell'imp.  temendo  d.  fuoruscitl 
manda  a  Faenza  per  Astorre  Manfredi,  141,  6-7; 
istltuiice  rufficio  del  Registro  per  conservare  la 
copia  degti  Attl  notarili,  33-3S;  per  la  iiberazlone 
rlolenta  dl  un  tale  Don  NicoI6  Veroneae  condan- 
nato  a  morte,  11  pod,  rasiegna  la  sua  carica  al  leg. 
che  a  lua  volta  ruoi  iasclare  l'ufBcio  e  rimprovera 
gli  Anziani  per  II  loro  raodo  di  governare,  37-47;  fa 
bructare  In  Piazza  ie  robe  di  Giovanni  Angciini, 
uno  d.  colperoil  d.  rioienza  pred.,  1 12,  I-2;  toglle 
II  capitanato  d.  porta  Magglore  a  Cesare  della  Bella 
dai  Veill,  e  lo  bandisce  perchi  arera  iasclato  uacire 
11  mago,  2-4 ;  prega  U  pod.  dl  riprendere  11  suo  uf- 
ficlo,  6-7 ;  bandisce  tutti  i  complici  d.  fatto  ad  ec- 
cezione  di  Antonio  Bisarini  detto  il  Magantino  che 
il  pod,  fa  implccare  senza  processo,  7-ll;  dubitando 
che  Gregorio  d'Anghlarl  vogtia  lasciare  il  suo  soldo, 
lo  fa  prendere  e  condurre  a  Bologna,  31-33;  aroto 
da  lui  ilcurezza  che  non  si  partirebbe  dal  suo  stl- 
pendio,  lo  rilascia,  33-34;  fa  approfondlre  le  fosie 
d.  c.  a  due  terzi  interrate,  25-37 ;  elezione  degil  An- 
ziani  nuorl  e  d.  Gonfaioniere  di  glustizia  more  to- 
lito  (an.  1453),  43-43;  rengono  confermati  l  Sedici 
dei  reggimento,  44-143,  1-2;  fa  rinnovare  ia  cam- 
pana  dell'Arrengo,  20-21 ;  inrla  Gaspare  Ringhier!  e 
Giacomo  Ingrati  a  condolersi  con  11  pp.  dell'occu- 
pazlone  di  Costantinopoll  fatta  dal  Turchi,  e  a  of- 
frirgli  tutto  faiuto  che  gli  h  possibiie,  24-27;  fa 
ornare  e  abbeillre  la  Ringhiera  d.  Pai.  144,  4-6; 
elezione  d.  maglstrati  nuovl  (an.  1454),  '"l  Barto- 
lomeo  Ercoiani  i  el.  capo  d.  tribuni  d.  plebe,  31; 
scopertosi  un  compiotto  per  dare  la  porta  d.  Pra- 
tello  ai  fuoruscitl  fa  tormentare  1  coipevoli  che 
confessano,  30-31;  Inria  ambasc.  a  Firenze  e  a  Ve- 
nezia  per  Intendere  la  rerita  clrca  la  loro  conia- 
pevolezza  d.  congiura,  39-42,  e  ne  ottlene  riaposta 
Boddlsfacente,  42-45 ;  riiolve  di  porre  sollecita  fine 
all'affare  colla  punlzione  d.  coiperoli,  45 ;  diiaenii 
tra  i  Signori  suUa  pena  da  Infliggerai  al  canonlco 
Battlsta   Manzoli,   45-4t;   il  leg.   e   U   Senato   sono 


turbatl  alI'annunzio  deinmplccaglone  d.  pred.  fatta 
eiegulre  da  Paolo  Volta,  145,  l-t;  fa  raorlre  I  com- 
pllcl  d.  Manzoll,  f;  fa  bandire  dalla  Ringhlera 
l'accordo  interrenuto  tra  il  duca  Bono  e  Bologna 
pcr  franchigie  ricenderoll  nel  rlipettlro  terrltorlo, 
33-3»;  inilerae  al  leg.  Betaarione  rinnora  gll  Sta- 
tuti  d.  c,  31-3«;  rledifica  In  parte  11  conrento  dl 
San  Mlchcle  In  Boico  gli  rorlnato  dal  Canetoll,  a7- 
40;  I  Vcnezlanl  e  II  duca  Sforza  gli  Inriano  cor- 
rlerl  a  dare  I'annunzio  d.  pace  conrluia  a  Lodl, 
45-47;  tenore  d.  lettere,  50;  146,  l-2t;  fa  reitire  aon- 
tuosamrnte  col  colori  d.  c.  i  metil  d.  VenesUnt  e 
d.  duca  Sforza,  145,  47-49;  h  arrertlto  dal  Floren- 
tlni  d.  pace  concluia  con  II  re  di  NapoU,  II  duca 
dl  Milano,  i  Venezlanl  e  gU  alleatl  di  ognl  parte, 
146,  33-35  ;  tenore  d.  iettera,  37-45;  U  corrlere  i  rl- 
reiflto  dl  icariatto  con  le  armi  d.  leg.,  d.  c,  d.  Fio- 
rentinl  e  d.  Senesi,  35-36;  gU  riene  nuora  che  Gia- 
como  Piccinlno  per  vendlcare  ia  prigionia  d.  fra- 
teUo  Franceico,  intende  di  passare  nel  Bologneae  e 
dannegglarlo,  147,  3-4;  raanda  arabaic.  a  rari  lignorl 
d'Italia  a  Intendere  U  loro  animo  ni  ci6,  7-10;  ricere 
riipoita  che  U  Plcclnlno  agiice  per  luo  conto  e  1 
Boiogncsi  faranno  bene  a  provredere  al  cail  loro,  7- 
10;  arcndo  laputo  che  li  trattara  una  iega  tra  Vene- 
zia,  ii  duca  dl  Miiano  e  i  Florentini  manda  arabaic. 
a  Venezta,  151,  3t-40,  I  quail  ottengono  quanto  de- 
sideravano,  40-41 ;  fa  vestlre  con  I  colorl  degU  al- 
ieati  11  corriere  mandato  dai  Fiorentini  ad  annun- 
ziare  la  condusione  d.  Lega,  152,  3->;  fa  fare  1 
traveril  di  muro  nelle  foiie  per  potervi  condurre 
l'acqua,  lo-ll;  ne  aflida  i'incarico  a  Filippo  e  Ga- 
spare  Bargeiiini  e  al  Gonfaloniere  Giacomo  Caitelll, 
11-13;  impone  una  fasia  aU'uopo  su  tutti  gli  abi- 
tanti  d.  c,  13-15;  espedlente  per  eslgerla  trorato 
dal  CasteUI,  15-19;  concede  a  Gasparino  Mangani 
la  facolti  di  rendere  cibarie  in  Castei  del  Veicovo 
[s.  a.],  25-37:  eiezione  d.  magistrati  nuori  m»re  to- 
lito  (an.  1455),  35-36;  bandisce  1'aTTelenatore  Gio- 
ranni  Toschi  e  gli  pone  una  taglia,  153,  33-35;  eleg- 
ge  a  uflici  di  onore  e  di  utiie  Stefano  Conti  e  i 
luoi  quattro  figll,  36-37 ;  prira  d.  ioro  uffici  e  onori 
I  frateili  d.  Toichi,  37-39;  fa  pubblicare  daUa  Rln- 
ghiera  la  ratificazione  d.  pace  e  iega  tra  le  signorie 
d'Itaiia  fatta  dal  re  d'Aragona,  45-46;  arrlsato  che 
Giacomo  Piccinino,  d^intesa  col  pp.  e  i  fuorusciti, 
li  apparecchlara  contro  Bologna,  manda  ambasc. 
al  princlpi  d'Italia,  154,  t-9;  tornati  i  raeui  con  ri- 
spoite  comuni,  inria  Lodorico  Caccialupi  al  duca 
di  MUano  per  arerne  aiuto,  10-17  ;ilcheottiene, 
17-20;  manda  qulndi  oratore  al  pp.  Lodovlco  Ben- 
tiroglio  perch^  io  distolga  dail'idea  di  are- 
re  la  signoria  assoluta  di  Boiogna,  2S-33; 
il  pred.  ne  ha  buone  promesse,  156,  13-17;  loUecita 
Lodorico  perchb  cerchi  di  ottenere  dal  pp.  amma- 
lato  quanto  desidera;  il  che  arrlene,  156,  25-36:  ri- 
cere  In  PaL  Lodorlco  al  suo  ritorno,  157,  36-3) ; 
cf.  19-33;  gll  dona  iniicme  al  i^.  uno  stendardo, 
uno  scudo  e  una  fine  soprarresta  dl  seta  con  l'ar- 
rae  d.  c,  158,  25-26;  cf.  35-40;  \  Uberato  doUa 
rainaccia  d.  Piccinlno,  che  avera  saputo  dell'ac- 
cordo  col  pp.,  33-33;  raanda  ambasc  a  felicitare  U 
nuoro  pp.  Caiisto  III,  159,  2-6;  U  quale  nomina 
gorematore  di   Bologna   U   resc  Lodorico   Milani 


[Bologna  comme,  aa.  t4SS-'4(>4\ 


INDICE  ALFABETICO 


495 


in  sostltuzione  d.  card.  Bessarione  rinunclatario, 
6-8;  pone  unMmposta  suUe  biade  per  pagare  i  solda- 
ti,  37-i8  ;  fa  correre  il  palio  di  San  Pietro  da  porta 
Maggiore  in  onore  d.  nuovo  governatore  entrato 
in  c.  dalla  pred.  porta,  160,  1-3;  eiegge  una  com- 
missione  per  tenere  conto  d.  denarl  che  si  raccol- 
gono  per  la  crociata  contro  i  Turciii,  38-«2;  &  av- 
vlsato  dal  pp.  che  non  ha  bisogno  di  uominl,  ma 
di  denaro,  46-47 ;  temendosi  gluntato  manda  sette- 
miladuecento  lire  raccolte,  47-48  ;  con  il  consenso  d. 
governatore  regala  una  somma  a  Sante  Bentivoglio, 
161,  8-10;  di  tale  dono  ai  fa  una  bolla  autentica  regi- 
strata  nella  Cancelleria  d.  Sedici  e  sottoscritta  da  un 
notaio,  10-12  ;  elezione  d.  magistratl  nuovi  secondo 
l'uso  (an.  1456),  31-32;  provvede  ai  funerali  di  Mel- 
chiorre  da  Moglio  Gonfaloniere  dl  Giustizia,  34-38 ; 
strumento  d.  pred.  spese,  38-44 ;  Pirro  Malvezzl  el. 
in  luogo  d.  pred.,  162,  2-3;  fa  accompagnare  il  go- 
vernatore  a  Roraa  da  due  ambasc,  163,  19-20;  ele- 
zione  d.  magistratl  nuovi  secondo  I'uso  essendo  leg. 
il  card.  Lodovico  Milanl  (an.  1457),  164,  11-12;  il 
Senato  a  s;ongiurare  la  peste  e  il  terreraoto  ordina 
una  processione  generale  cui  prendono  parte  clero 
e  autoriti,  24-29;  elezione  d.  magistrati  nuori  (an. 
1458),  165,  7;  teraendo  rappresaglie  da  Giacomo 
Plccinino  Invia  ambasc.  al  pp.,  8-13;  gli  sono  date 
nuove  da  Carlo  Zambeccari  d.  danni  d.  terreraoto 
a  Citt4  di  Castello  e  a  Perugia,  25-26;  manda  al- 
cunl  cittadini  con  fanti  a  Cento  in  aiuto  di  Nannl 
Savi,  30-31,  e  due  ambasc.  col  leg.  a  Roraa  per  la 
malattla  d.  pp.,  48-49;  elegge  altrl  ambasc.  al  nuovo 
pp.  Pio  II  per  rallegrarsi  d.  sua  elezlone,  166,  18- 
19;  Angelo  da  Capranica  nuovo  governatore,  23-24; 
elezione  d.  raagistrati  nuovi  secondo  l'uso  (an.  1459), 
36;  di  a  Virgilio  Malvezzi  slcurti  per  la  vita  di 
Glovannl  Felicinl,  167,  11-12;  si  sdegna  contro  11 
Malvezzi  che  aveva  a  forza  liberato  11  Felicini  dalla 
prigione  e  lo  aceuga  al  governatore,  20 ;  h  avvertito 
che  Pio  II,  diretto  a  Mantova,  passera  da  Bologna, 
41;  si  creano  1  Sei  di  Balia  per  provvedere  alle  cose 
necessarie  pel  ricevlmento  d.  pp.  e  alla  sicurezza 
d.  c,  42-46;  i  quali  scrivono  al  duca  di  Milano  dl 
mandare  a  dtfesa  dl  Bologna  cav.  e  fanti,  qualora 
11  pp.  raeditasse  dl  irapadronirsene,  46-168,  I;  elegge 
anche  altrl  cittadini  incaricati  di  provvedere  ai 
bisogni  d.  pp.  e  d.  genti  d'armi  d.  duca  di  Milano, 
5-7;  provvedlmenti  presi  per  gll  alloggi  e  il  vet- 
tovagllamento  degli  ospitl,  8-20;  raanda  Lodovico 
Cacclalupi  e  Cristoforo  Caccianemlci  con  molto 
seguito  incontro  a  Galeazzo  Maria  Sforza,  29-32; 
invia  anche  quattro  ambasc.  a  Firenze  a  fare  onore 
al  pp.,  37-40;  per  ravvlclnarsi  di  Pio  II  libera  1 
carcerati,  170,  3;  Senato  e  raaglstrati  vanno  a  Pia- 
noro  incontro  al  pp.,  5-10;  Bornio  da  Sala,  recitando 
per  Buo  incarico  un  dlscorio  al  pp.,  dlce  male  d. 
governo  d.  c,  32-35;  in  Consiglio  pubblico  Bornio 
i  privato  dl  ogni  ufficlo,  40-41;  fa  donativi  al  pp. 
oltre  le  spese  fatte  a  lui  e  alla  sua  corte,  171,  26- 
27;  anche  fa  regali  a  ciascun  card.,  28-31,  e  a  Ga- 
leazzo  Marla  Sforza,  32,  e  indice  una  giostra,  34- 
36;  tuttl  1  raagistrati  accompagnano  11  pp.  alla  sua 
partenza  sino  a  Corticella,  41-43;  spese  lostenute 
por  11  rlcevlraento  d.  pred.,  48-49;  4  In  discor- 
diacon  quei  di  Cento,    172,  3-4;  invltato  dal 


pp.  manda  ambasc.  a  Mantova  alla  conferenza  d. 
principl  cristiani,  16-18;  consente  che  Sante  Ben- 
tivoglio  acquistl  le  case  degl  Avolio,  ao-21;  in  oc- 
casione  d.  sostituzione  dl  alcuni  d.  Sedici  f,  si  ap- 
prova  la  proposta  di  Sante  di  eleggere  sette  senatori 
soprannumero  per  sostituire  senz'aItro  quelli  che 
eventualraente  mancassero,  22-33;  elezione  d.  magl- 
strati  nuovi  secondo  l'uso  eccettuatone  il  Gonfalo- 
nlere  dl  Giustizia  (an.  1460),  36-43;  raanda  a  invl- 
tare  II  papa  di  passarc  da  Bologna  nel  suo  ritorno 
da  Mantova,  173,  1-5;  fa  perd  venire  per  Toccasione 
molti  soldati  a  sicurezza  d.  c,  9-10;  elezione  d.  ma- 
glstrati  nuovi  secondo  Tuso  (an.  1461),  174,  44;  gli 
ai  ribellano  Cento  e  la  Pieve  48-49;  fa  bandire  Tlso- 
lamento  d.  detti  castelli  sotto  pena  di  cento  ducati 
e  fissa  un  termine  ai  rlbelli  per  ravvedersi,  175,  1-5; 
chiama  arbitro  d.  sue  differenze  coi  pred.  castelli 
il  duca  Sforza,  che  sentenzla  in  suo  favore,  12-U;  ma 
ii  vesc.  e  i  ribelli  si  rifiutano  di  accettare  la  sentenza, 
14-15 ;  comanda  al  bargello  di  impadronirsi  di  Flo- 
rlano  da  Dozza,  feritore  d.  Gonfaloniere  Andrea 
Bentivoglio,  24-25;  ne  fa  distruggere  la  casa  e  gli  ave- 
ri  e  lo  bandisce,  25-28 ;  decreta  che  siano  restituiti  i 
valori  ricuperati  alla  piccola  figila  di  Pctronio  Pa- 
pazzoni  ucclso  dal  servo,  177,  21-23:  provvede  alle 
spese  d.  reglna  di  Cipro  di  passagglo  a  Bologna, 
44-45;  fe  avvertlto  con  lettere  di  un  grave  terremoto 
che  aveva  fatto  danni  e  f  ad  Aquila,  51;  178,  1-2; 
elezione  d.  magistratl  secondo  1'imbussolazione  (an. 
1462),  13;  da  nuove  norme  per  l'estrazlone  degli 
uffici,  che  tassa  per  potere  presentare  al  duca  di 
Milano  ventimila  lire,  14-20 ;  regala  dieci  braccia  di 
scarlatto  al  raesso  veneziano  che  gli  aveva  recato 
l'avviso  dell'elezione  a  doge  di  Cristoforo  Moro,  179, 
14-16;  fa  coprire  l'Avesa,  18-20;  espone  al  vesc.  Ca- 
landrini  le  sue  ragioni  contro  Cento  e  la  Pleve, 
49-50;  il  vesc.  riesce  a  rappaclflcarlo  coi  pred.  ca- 
stelli,  180,  1-2;  manda  a  Cento  per  vicario 
Girolamo  Ghisiiardi  e  alla  Pleve  Bas- 
sotto  Caccianemici,  2-3;  dopo  la  f  di  Sante 
Bentivoglio,  Giovanni  II  Bentlvogiio  appena  ven- 
tenne,  fe  eL  Gonfaloniere  di  Giustlzia,  24-26;  cf.  44-46; 
sono  el.  a  sorte  i  nuovi  Anziani,  46-181,  1;  crea  U 
curatore  d.  vie  per  spurgare  e  abbellire  la  c,  16-17; 
sl  eleggono  i  raaglstrati  nuovl  secondo  i'uao  (an. 
1463),  182,  13;  "LXVI,  4-5„;  Candldo  Buontempl 
di  Perugia  6  pod.,  182,  13-14;  «  LXVI,  5-6  „  elezione 
d.  magistrati  nuovi  more  solito  (an.  1464),  182,  38; 
apedisce  ambasc.  al  duca  di  Milano,  41-42;  invia  Gia- 
como  Lupari  alla  signoria  di  Venezia  ad  ottenerne 
due  galee  da  nrmare  a  sue  spese  per  la  crociata, 
183,  9-10;  elegge  acap.  d.  dette  galee  Glaco- 
mo  Ingrati  e  Achille  Malvezzi,  II;  prov- 
vede  al  mantenimento  di  Glacorao  Picclnlno  e  d. 
auoi,  aino  che  ata  sul  territorlo  bologneae,  185,  18- 
19,  e  lo  fa  accompagnare  ai  confini  da  Lodovico 
Caccialupl  e  da  Giacomo  Marsili,  19-20 ;  raanda  Paolo 
Volta  ad  accompagnare  il  leg.  dl  Bologna  ad  An- 
cona  pr.  11  pp.  infermo,  25-26;  failita  l'irapresa  con- 
tro  1  Turchi  per  la  f  "^*  PP-»  dlsarraa  le  galee, 
186,  19;  prorvisionl  rlguardanti  la  moneta,  24-25; 
elegge  due  ambasc.  al  nuovo  pp.  Paolo  II  per  1 
convenevoli  d'uso,  33-35;  accoglle  affettuoaamente 
gli  «mbuc.  d.   Venezianl  dl  paaaagglo  a   Bologna, 


496 


INDICE  ALFABETICO 


fBologna  e«mumt,  M.  i464-t47i\ 


31;  Glorglo  Patelll  h  tuo  procuratore  nel  rappacl- 
ficamento  con  Genova,  con  la  quale  tutpende  per 
(liecl  ann!  le  rappresaglie,  43-187,  1-3;  ptmizione 
Inflltta  al  bettemmtatorl,  3-3;  lono  creati  l  magi- 
itratl  nuovi  per  imbustolazione  (an.  1465),  17;  ap- 
prende  dagll  ambaac.  ciie  erano  in  Roma,  poi  da  altri, 
che  II  pp.  pretende  II  dominio  assoluto  d.  c,  30-34  ; 
dopo  lungo  conalglio  Inria  Paolo  Volta  e  Glacomo 
Maralli  a  persuadcre  Paolo  II  di  volenl  contentare 
d.  tlgnoria  qualc  al  pp.  era  conccsta  al  presente, 
34-31,  e  a  dichiarargli  chc  se  altrimenti  Toletse  non 
mancherebbero  ai  Bolognetl  aiut!  potenti,  31-33; 
riceve  sfarzotamente  II  princlpe  Federigo  di  Ara- 
gona  e  il  tuo  teguito,  43-44;  di  trattamento  al 
pred.  !n  Caatelfranco,  188,  4;  poi,  al  suo  rltorno 
con  la  sposa  di  Alfonso,  in  Confortlno,  8;  manda 
con  11  leg.  due  ambasc.  al  pp.,  per  trattare  d.  cote 
di  Bologna,  temendo  di  doversi  guastare  col  pred. 
per  le  sue  esigenze,  189,  30-33;  elezionc  d.  magistrati 
nuovi  per  imbussolazione  (an.  1466),  37;  i  pred.  am- 
basc.  ottengono  dal  pp.,  che  la  c.  continui  nelia  for- 
ma  dl  governo  esistente  e  senza  camblamento  alcuno, 
40-42;  per6  tcmendo  che  il  pp.  non  consentisse  alle 
sue  richieste  sl  era  nel  fratterapo  asticurato  I'aluto 
d.  duca  Sforza,  43-190,  1-3,  II  che  saputo  dal  pp.,  lo 
aveva  reso  In  apparenza  arrendevole  ali'accordo,  3-4; 
11  pred.  per  mostrare  d'lngraziarsi  11  Scnato,  raa  con 
la  segreta  speranza  di  dare  motivl  dl  discordla  crea 
Giovannl  Bentlvogllo  capo  d.  Senato  In  perpetuo 
col  dirltto  a  due  voti,  S-IO;  pubblica  dalla  Ringhlera 
notizia  delTaccordo  col  pp.,  19-32;  fa  togllere  le 
cresoimonie  sul  dazio  d.  mollni,  33-23;  priva  d.  gon- 
falone  Amorone  Guidottl  Gonfaloniere,  che  aveva 
ingluriato  il  Senato  e  lo  bandisce,  191,  5-6;  II  leg. 
e  l'amba3C.  Paolo  Volta  espongono  In  Sen.ito  l  ca- 
pitoli  fatti  dal  pp.,  7-10;  sccondo  questl  II  Senato, 
nelle  cul  manl  h  11  governo  dello  Stato,  rlmane 
costltuito  di  ventuno  membrl,  con  ufficlo  ereditario, 
meti  dei  quali  devono  sedere  per  i  priml  sei  raeii, 
l'altra  mcti  pcr  11  rimanente  deli'anno,  II-I6;  solo 
Glovanni  Bentivoglio,  cul  era  conferlto  li  dirltto  di 
presiedere,  siede  tutto  i'anno  e  ha  due  votl,  dive- 
nendo  cos^  capo  d.  Sedicl  Riformatori,  I6-20;  essendo 
t  Giacomo  dal  Lino  d.  Senato  k  sottituito  con  Gio- 
vanni  Ranuzzi,  30-23;  nomi  e  ordine  degli  altrl  sena- 
tori,  34-34;  elezlone  del  magistrati  nuovi  per  irabut- 
solazlone  (an.  1467),  192,  30;  Federigo  da  Montefel- 
tro  h  assoldato  dalla  Lega,  di  cui  fa  parte,  contro  i 
Veneziani  e  i  fuoruscitl  fiorentinl,  193,  34-37;  non 
permette  a  Glovanni  Bentlvogllo  dl  andare  in  soc- 
corso  d.  Montefeltro  per  non  lasciare  la  c.  indifesa 
in  caso  soverchlassero  i  nemici,  195,  50-196,  1-5; 
manda  Paolo  Volta  e  Virglllo  Molvezzi  a  Borso  dl 
Cste  per  saperne  i  sentimentl  a  suo  rlguardo,  36-38 ; 
11  pred.  gll  si  professa  amlco,  38-41;  manda  in  aluto 
dl  Federlgo  da  ^fontefeitro  a  Riolo  Secco  la  bom- 
barda  grossa,  che  a  causa  d.  pioggia  si  arresta  a 
Castel  San  Pletro,  197,  17-19;  incarica  Giacorao  Ra- 
nuzzi  di  accompagnare  il  leg.  chiaraato  a  Roma 
dal  pp.,  36-37 ;  manda  a  Roma  Lodovlco  Bentlvo- 
gllo  e  Virgilio  Malvezzi  a  perorare  pr.  questi  per 
11  llbero  governo  d.  c.,  38-41  ;  invia  ambasc.  anche 
a  Milano,  46;  Paoio  Volto,  dl  rltorno,  gli  significa 
la  volonti   d.   papa    dl   trattare,    47-48;   elezione  d. 


maglttrati  nuorl  ■eeoado  l'uto  (an.  1468),  198,  U; 
manda  11  Volta  ambatc.  at  parlaraen to  d. 
Slgnort  d'Italla  In  Pavla  rlnnltotl  per 
trattare  d.  guerra  contro  Venezla,  34-M; 
conclutlont  d.  pred.  parlamento,  31-43;  ordloa  tre 
giornl  dl  feite  e  procettloni  con  la  Madonna  di  San 
Luca  per  la  pace  fatta  in  tutta  Italia,  199,  13-U; 
annoverato  tra  gli  aderenti  d.  pace  e  lega  coo  re 
Ferdlnando,  Galeazzo  Marla  Sforza,  i  Veneslani  •  1 
Fiorentini,  24-29;  prende  al  suu  soldo  Antonio  Trotti 
e  Giacomo  Rotti,  37-38;  II  card.  Giambattlita  SaTelll 
nuovo  governatore  el.  dal  pp.,  200,  9-lo;  onorl 
che  rende  al  pred.,  33-37 ;  II  quale  leggc  In  Sc- 
nato  le  lettere  patenti  d.  sua  nomina,  38-39;  Anztanl 
di  questo  tempo,  30-33;  con  licenza  d.  pp.  rtforma  le 
suore  dl  San  Giovanni  Battista,  201,  5-t;  nel  mo- 
naatero  d.  pred.  conduce  lc  suore  ill  Santa  M*rl« 
Maddalena  e  quelle  dt  Santa  Marla  di  Quarto,  *-8; 
elezione  d.  magistratl  tecondo  fuso  (an.  1469),  9; 
(an.  1470),  202,  1;  per  la  penurla  d.  legna  ne  ira- 
pedisce  I'esportazIone  e  commina  pene  ai  traigres- 
sorl,  6-9;  proibisce  che  i  venditori  occupino  pICl  dl 
due  piedi  e  mezzo  di  tuolo  pubblico  avant!  le  loro 
Ijotteghe,  10-15;  fa  telciare  le  ttrade  con  i  tatti  d. 
fiurae,  15-18;  gli  h  donato  da  Galeazzo  Maria  Sforza 
un  bue  rlccaraente  bardato,  19-33;  regala  al  condu- 
cente  d.  pred.  cento  ducatl  d'oro,  23-33;  aecondo 
l'antlca  consuetudlne  ricambia  il  dono  con  salami  e 
olire,  23-36;  fa  gittare  una  bronzlna  con  le  arral 
d.  pp.,  d.  SaTelli  e  di  Giovanni  BentivogUo,  33-15; 
rende  sicuro  11  territorio  punendo  con  la  morte  I 
colpevoli  dl  omicidl  e  tumulti,  45-203,  l-lO;  &  ao- 
compagnare  a  Roma  II  governatore  Savelli  da  Gi- 
rolamo  Ranuzzi,  206,  14-15;  vendica  1'incendio  d. 
molini  d.  Pepoii  alla  GaJeazza,  fatto  appiccare  dat 
duca  d'Este,  mandando  fanti  ad  incendiargli  case 
in  Finale,  19-31;  non  ne  segue  guerra  per  l'interpo- 
sizione  di  Galeazzo  Sforza,  31-33;  elezlone  d.  ma- 
gistrati  nuovi  more  solito  (an.  147 1),  24-23;  ordina 
tre  giornl  di  feste  e  processioni  per  la  conciutio- 
ne  in  Roraa  d.  pace  contro  il  Turco,  26-29;  manda 
due  arabasc.  a  Roma  a  prendere  il  nuovo  governa- 
tore  card.  Francesco  Gfonzaga,  37-40;  invia  Giroiamo 
Grifibni  a  Ferrara  a  visitarri  11  duca  Borso  amma- 
lato,  41-42;  festeggia  i'elezione  a  pp.  di  Francesco 
della  Rovere  molto  araico  suo,  208,  10-15;  f  Borso 
d'Este,  manda  arabasc  al  succesiore  Ercole  per  i 
convenevoli  d'u»o,  41-42;  ^  in  lotta  col  pred.  per 
un  tronco  dl  torre  sul  Panaro,  che  segnava  i  con- 
fini  tra  il  territorlo  bolognese  e  raodenese,  209,  29- 
43;  seguito  di  questa  controversia,  43-210,  1-14;  in- 
via  Giovannl  Papazzoni  al  pp.  a  sostenere  il  luo 
dlrltto,  14-15;  revoca  ii  Papazzoni  mostratoti  det>oie 
e  lo  sostituisce  con  Alberto  Cattanl,  che  sostiene 
validaraente  le  sue  ragioni,  15-17;  per  deferensa 
verso  il  duca  Galeazzo  Sforza  interpostosi  nelia  lite, 
aderisce  in  parte  aUe  pretese  di  Ercole,  ma  gli  h 
riconotciuto  11  diritto  di  rialzare  la  torre  a  trentasel 
piedl  e  piantarvi  le  insegne  di  Bologna  a  prova  d. 
glurisdizlone  d.  c  sulla  riva  d.  Panaro,  21-25;  ese- 
gulsce  il  tutto  secondo  1'accordo  per  mezzo  d.  suoi 
ambasc.  Alberto  Cattani  e  I3ernardo  da  Sassuno, 
aila  presenza  degli  ambasc.  d.  re  di  Napolt  e  d.  duca 
di  Milano  e  di  agenti  d.  duca  di  Ferrara,  26-30;  eie- 


[Bologna  comune,  aa.  I4jx-t4i)2\ 


INDICE  ALFABETICO 


497 


zione  d.  Anziani  secondo  l'uso  (an.  1473),  43-44; 
manda  ambasc.  al  duca  Ercole  con  ricchi  doni  per 
le  sue  nozze  con  Eleonora  di  Aragona,  211,  10- U ; 
elezione  d.  magistratl  nuovl  more  solito  (an.  1473), 
213,  3;  invia  Glovanni  Salaroli  a  Roma  a  fare  i 
convenevoli  pr.  U  pp.  e  11  conte  Girolamo  della 
Rovere  per  la  f  ^-  card.  Pietro  della  Rovere  (an. 
1474),  214,  1-5;  l'ambasc.  ottiene  privilegi  nel  go- 
verno  di  Bologna  a  favore  di  Giovanni  e  Annibale 
Bentivoglio,  5-8 ;  elezione  d.  magistrati  secondo  l'uso 
(an.  1475),  35;  (an.  1476),  215,  29;  (an.  1477),  216, 
9;  Mariano  Baglioni  di  Perugia  fe  pod.,  9-10;  manda 
ambasc.  al  nuovo  duca  di  Milano  a  fare  i  conve- 
nevoll  per  la  f  d.  padre  e  per  l'a8sunta  signoria, 
U-19 ;  concede  una  entrata  speciale  ai  frati  Eremi- 
tani  di  San  Giacomo  per  la  costruzione  d.  por- 
tico  in  strada  San  Donato,  35-39;  Umita  con  deretl 
il  lusso  dei  funerali,  217,  3-5;  elezione  d  raagl- 
strati  secondo  Tuso  (an.  1478),  218,  8;  h  avvisato 
da  Girolamo  Enoch  d,  f  dl  Ercole  Malvezzl  ferito 
dai  Turchi  a  Scutari  e  deirandamento  d.  batta- 
glia,  11-13;  elezione  d.  magistrati  more  soliio  (an 
1479),  219,  39;  conduce  per  cap.  d.  &ue  genti  d'arml 
NicoI6  Rangoni  In  luogo  di  Antonlo  Trotti  220, 
6-8;  rifiuta  con  pretesto  al  pp.  l'allogglaraento  dl 
seicento  cavalli  nel  territorio,  15-1»;  ne  avverte  la 
duchessa  dl  Milano  che  manda  a  sua  volta  seicento 
cavalli,  che  alloggia,  18-20;  a  un  nuovo  ordine  d.  pp. 
gli  invia  quale  ambasc.  Lodovico  Sampieri,  21-23,  il 
quale  non  riesce  a  persuaderlo,  23-32;  manda  gente 
d'armi  coi  commissari  Virgilio  Malvezzi  e  Lodovico 
Sampierl  a  Cento  a  ricondurvi  la  tranquUIlta,  221, 
6-8;  elezlone  d.  magistrati  secondo  I'u8o  (an.  1480), 
30;  (an.  1481),  223,  3;  a  sua  richiesta  i  Veneziani  im- 
plccano  i  messl  di  Budrio,  che  avevano  loro  ofiferta 
la  signoria  d.  castello,  20-23;  concede  quaranta  du- 
cati  per  la  costruzione  d.  chiesa  di  Santa  Cecllia, 
36;  elezione  d.  magistrati  secondo  I'u80  (an.  1483), 
39-40;  In  lega  con  i  duchi  di  Ferrara  e  dl  Milano, 
11  re  di  Napoli  e  i  Fiorentini,  224,  47-48 ;  Mino  Rossi 
el.  d.  Senato  In  luogo  d.  f  padre  Bartolomeo,  225, 
3-4  ;  f  a  gett  are  lacampana  mezzanadi  San 
Pietro,  rottasi,  23-24;  elezlone  d.  magistrati 
secOndo  11  costumc  (an.  1483),  226,  18 ;  11  Senato  fa 
abbattere  le  botteghe  d.  merciai  sotto  11  pal.  d.  pod. 
per  ingrandire  la  Piazza  e  rlnnovare  il  pal.,  43-46; 
permette  che  sla  rifornita  di  vettovagUe  Ferrara, 
48;  per  l  lamenti  d.  dazieri  d.  vlno  che  asserlvano 
venlre  dannegglato  il  dazio  d.  pp.,  fa  rorinare  la 
fonte  dell'acqua  dl  San  Michele  in  Bosco,  che  aveva 
condotto  con  grandi  spese  in  Piazza,  227,  10-I6;  p  r 
allevlare  la  carestla  allontana  dl  c.  1  forestierl  e 
raeti  d.  f ratl  che  vl  sl  trovano  e  fa  comprare  grano 
in  Romagna,  nella  Marca,  in  Puglia  e  in  Sicilia, 
17-35;  manda  ambasc.  al  pp.  per  chiedere  11  vesc.  e 
11  leg.,  228,  23-24  ;  clezlone  d.  maglstratl  secondo 
Tuso  (an.  1484),  43;  i  gonfaloniere  Alessio  Orsl, 
43W4;  provvede  a  scongiurare  la  carestia,  raa  con 
poco  successo,  46-47 ;  per  decreto  degU  Anzianl  as- 
scgna  una  penslone  annua  per  clnque  annl  al  figll 
superstltl  di  Antonio  e  Giovaanl  Bolognettl  e  11 
esenta  da  ognl  gabella  per  ventl  annl,  229,  46-50;  ele- 
zione  d.  raagistrati  nuovi  (an,  1485),  231,  24;  nuove 
disposlzloni  per  renderne  pl&  solenne  l'entrata  in 


ufScio,  25-42;  vicendevole  esenzione  dalle 
bollette  con  Rimini,  232,10-11;  per  irapetrare 
la  cleraenza  d.  Signore  nella  pestilenza  che  affligge 
la  c.  raccoglie  in  luogo  pio  e  riveste  i  piccoli  men- 
dicanti,  che  ogni  giorno  processlonalmente  devono 
a  due  a  due  cercare  la  elemosina  e  Impetrare  la 
misericordia  di  Dio,  233,  31-36;  si  eleggono  i  nuovi 
Anziani  (an.  1486),  33;  concede  al  Sanseveriao  U 
passo  llbero  nel  territorio  e  facolti  di  cavarne  vet- 
tovaglie  per  danaro,  234,  37-39;  gll  viene  ordlne 
dalla  Lega  di  non  lasciare  passare  11  pred.,  39-41 ; 
raanda  allora  Pirro  Malvezzi  a  chiudere  i  passi, 
41-43;  elezlone  d,  magistrati  nuovi  (an.  1487),  235, 
29;  fa  gettare  a  terra  molte  case  avanti  la  chiesa 
di  San  Salvatore  per  costruirvi  una  piazza,  241,  43- 
44;  conferma  a  Piero  Giraldini  ea  Bartolomeo  Rl- 
cordati  la  cittadinanza  bolognese  loro  conferita  dal 
protonotario  d.  leg.,  244,  1;  elezione  d.  raagistrati 
nuovi  (an.  148S),  17;  fa  mlgliorie  e  abbellimenti 
alla  torre  degll  Asinelli,  245,  25-29;  perraette  al 
popolo  dl  passare  contro  Faenza  per  vendlcare  GIo- 
vanni  Bentivoglio,  246,  40-43;  raanda  ambasciatori 
ai  Fiorentinl  perchb  rilascino  il  pred.  dal  Faentlni 
condotto  prlgioniero  a  Firenze,  247,  2-4 ;  congiura 
d.  Malvezzi  contro  Giovanni  Bentivoglio  e  i  suol, 
249,  26-250-251,  l-13;  il  pod.  inquisisce  contro  i 
pred.  insieme  al  cancelliere  d.  leg.  e  a  rappresen- 
tanti  d.  Senato,  35-38;  fa  irapiccare  Gioranni 
Malvezzi  e  Giacomo  Bargellini  con  loro 
seguaci,  45-252,  1-5;  proclama  ribelli  e  colpisce 
con  taglia  Girolamo  e  Fllippo  Malvezzi  e  Giam- 
battista  Refrigerio,  252,  30-23;  bandisce  e  con- 
fina  a  RiminlBattistaMalvezzi  coifigli 
Francesco,  Lorenzo  e  Lucrezio,  23-34;  a 
Napoli  Giullo  Malvezzi,  34;  a  Venezia 
Giovanni  Musottl,  34;  a  Trento  Aldro- 
vandinoMalvezzicolflglioIppollto,  25,  a 
Torino  Alessandro  Malvezzi  con  cinque 
f  i  g  1  i ,  25-36  ;bandiscedi  c.  lepersone  vizlo- 
se  e  inutlli,  30-33;  vleta  l'uso  d.  raaschera, 
32-34;  elezione  d.  magistrati  nuovi  (an.  1489),  253, 
42;  4  el.  pod.  Pietro  Avvocatl  di  Lucca,  42-43;  ele- 
zlone  d.  magistrati  nuovi  secondo  l'uso  (an.  1490), 
255,  31  ;  In  seguito  a  lagnanze  degli  abitanti  dl  Ser- 
ravaile,  Vignola  e  RufF.no  per  le  raolte  usurpozloni 
d.  territorlo  fatte  loro  dagli  abitantl  di  Monte  Tor- 
tore,  raanda  Alessandro  Volta  al  duca  d'£ste,  per 
trattare  un  accordo  tra  le  parti,  262,  38-39 ;  ma  senza 
concluslone,  39-40;  elezione  d.  magistrati  nuovi  (an. 
149!),  48;  fa  lastrlcare  11  portlco  d.  pal.  d.  pod. 
in  pietre  cotte,  263,  21-22;  fa  tornare  il  rettore  d. 
Siudio  allontanato  di  Bologna  dal  luogotenente  d. 
leg.,  28-36;  ascoltatolo  gli  di  raglone,  36-38;  fare- 
staurare  il  sepolcro  dl  re  Enzo,  264,  4-34; 
elezione  d.  nuovi  raagistrati  (an,  1492),  39;  fa  In- 
nalzare  a  Castelguelfo  d.  Malvezzi  Tarma  d.  c,  ma 
trova  opposlzlone  in  Gaspare  Malvezzl,  267,  44-45; 
gll  e  donato  Castelguelfo  da  Pirro  Malvczzl,  46-49; 
invia  ambasc.  al  pp.  Alessandro  VI  a  railegrarsi  d. 
lua  elezione,  268,  9-)3,  e  a  chledergli  la  conferma 
d.  capitoll  con  la  c,  13-15,  che  gli  h  concesta  dal 
pp.  con  breve,  31-23;  manda  a  incontrare  11  nunzio 
d.  pp.,  23-24,  e  gli  fa  un  ricco  regalo,  25 ;  di  11  per- 
messo  a  Pirro  e  Giovanni  Malvezzl  dl  losciare  Bo- 


T.  XXXin,  p.  I  -  32. 


498 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologna  eomum,  aa.  t4^i-tjoi\ 


lognB,  269,  li-li,  15;  manda  dlecl  luore  dal  mona- 
itero  di  San  Lorenzo  a  quello  dt  San  Vitale  per 
eiierc  rirormate,  30-]l;  il  eleggono  i  magiitrati 
lecondo  Tuio  (an.  1493),  23;  introduce  mlgllorie 
nell'arciiltettura  d.  clileia  di  San  Glacomo,  li-2i\ 
fa  cambiare  con  la  campana  magglore  d.  Serrl,  la 
campana  nuova  dell'orologlo  perchi  limlle  dl  luono 
a  quclla  delPArrengo,  38-31;  dona  ad  Annibale  Ben- 
tlvogllo,  aitoldato  dal  Fiorentlnl,  un  deitriero  rlc- 
camente  parato  e  una  celata  d'argenfo,  47-270,  1-3; 
fa  bandlre  in  Piazza  la  Lega  fra  II  pp.,  l  Vene- 
ziani,  il  duca  dl  Milano,  3-6;  conferma  i  capitoli  d. 
Pennacchlni  costitultiii  In  Artc,  272,  34-38;  fa  In- 
seguire  da  baleitrleri  a  cavallo  l  tre  colperoll  del- 
1'omicidio  dl  Antonio  Malvezzl  in  Ceiena,  273,  15- 
16 ;  manda  Aleisandro  Volta  al  duca  d'Este  a  con- 
dolersl  d.  t  d.  duchcssa  Eleonorn,  33-24;  olezione 
d.  magiitrati  lecondo  i'uio  (an.  1494),  40-41;  rende 
nayigablle  il  canale  di  Reno  dalle  porte  d.  c.  al  Po 
e  lo  fa  Inaugurare  lolennemente,  43-274,  1-36;  or- 
dlna  che  slano  riattate  e  approfondite  le  fosae  In- 
torno  alla  c,  275,  44-46;  provvede  alle  spese  d. 
mantenlmento  d.  card.  Giovanni  delaGrolaie  dl 
paisagglo  In  Boiogna,  276,  7-8;  gli  h  chlesto  dal 
re  di  Francia  pasio  Ubero  nello  itato  per  muovere 
contro  il  re  di  Napoli,  13-14;  risponde  essere  tale 
conienso  dl  spettanza  d.  pp.,  14-15,  che  avverte  d. 
rlchiesta  avuta,  17-18;  mette  in  stato  di  difesa  la  c. 
e  1  castelli  d.  territorio,  27-31;  cf.,  45-49;  nuova- 
mente  rlchieito  d.  passo  dal  re  Carlo  lo  concede, 
anche  per  aollecitazlone  di  Lodovico  Sforza,  temen- 
do  11  peggio,  50,  277,  1-2;  cf.  3-l0;  rlmane  diipiacente 
d.  rissa  avvenuta  a  Castelfranco  tra  Franceii  e 
contadinl  e  ordina  a  questi  di  restltuire  ai  prcd.  le 
robe  predate,  45-47;  in  tanto  movimento  dl  armatl 
temendo  dlsordinl  in  c,  vl  ordina  una  severa  sor- 
veglianza,  278,  3-6;  elezione  d.  maglstrati  secondo 
I'uso  (an.  1495),  285,  13;  manda  ambasc  a  rappre- 
aentarlo  airincoronazione  di  Lodovlco  Sforza,  47- 
48;  assolda  venticlnque  cavalleggeri  per  la  guardia 
d.  pal.  d.  Signorl  e  li  fa  vestire  con  le  Inscgne  d. 
c,  286,  13-15;  gll  h  da  Carlo  Vni  fatto  chiedere 
11  passo  per  tornare  dl  Roraa  in  Francla,  36-38;  lo 
nega,  38;  per  raezzo  di  Andrea  Grati  persuade  ii 
pred.  che  era  a  Firenze,  di  non  passare  dai  Bolo- 
gnese,  287,  23-25;  raanda  al  Taro  ad  ingrossare 
1'esercito  d.  Lega  molte  raigliaia  di  uoralni  bene  ar- 
mati,  5-6,  f-10;  elezione  d.  nuovl  magistrati  secondo 
l'uso  (an.  1496),  288,  18;  fa  atterrare  molte  case 
dietro  II  pal.  d.  Signori  per  costrulre  il  mercato, 
e  addrizzare  la  strada  da  porta  Maggiore  a  porta 
San  Felice,  290,  9-29;  fa  un'ordlnanza  relativa  alle 
arml  che  l  Gonfalonieri  devono  portare,  291,  38-42; 
dona  sessanta  scudi  al  sarto  Tebaldo  dlvenuto  padre 
dl  tre  figli  a  un  parto,  292,  8-9;  fa  il  censimento  d. 
grano  In  Bologna,  e  questo  scarseggiando,  promette 
un  premio  a  chi  ne  introduca  in  c,  10-13;  gli  glunge 
una  lettera  di  Cario  VIII,  che  prega  siano  Ilcen- 
zlatl  i  Fiorentinl  fuorusclti,  e  aiutat!  invece  gli 
araici  dl  Flrenze,  minacciando  altrimenti  rappresa- 
glie,  14-21 ;  la  lettera  nella  sua  traduzlone  italiana 
4  registrata  neila  canceiieria  d.  Sedlci,  22-24;  ele- 
«lone  d.  magistrati  secondo  I'uso  (an.  1497),  25:  fa 
abbattere  parecchie  case  per  ingrandlre  la  piazzuola 


d.  Calderlni,  293,  17-30;  anche  fa  abbattere  parte 
d.  caia  d.  Coipl  per  rendere  iibera  ia  vliuaie  d. 
chieift  di  .San  Uomcnico,  10-23;  elezlone  d.  magiitratl 
lecondo  l'uio  (an.  1498),  45;  (an.  1499),  296,  1;  11  pp. 
Alessandro  VI  ne  togiie  la  legazlone  al  card.  Aica- 
nlo  Sforza  e  la  di  al  nipote  card.  Borgla,  3<-Jo ;  cf . 
297i  1519;  ordlna  larorl  per  comodo  edabbcllimento 
d.  c.,  23-34,  cf.  294,  16-33;  arroganza  usatBgll  dal 
card.  Borgia,  298,  35-43;  elezione  d.  magistratl  le- 
condo  l'u<io  (an.  1500),  46;  fa  raccogliere  dal  Gon- 
falonierl  d.  popolo  e  dai  Maiiarl  delle  Artl  I  qua- 
rantamila  ducatl  richieiti  dal  re  f rancese  per  non  fare 
oite  contro  Bologna,  299,  35-43;  assolda  II  conte  Ra- 
nnccio  da  Marzano  e  pone  in  difeia  ia  c.  temendo 
oitlllti  dal  Borgia,  300,  49-301,  1-5;  ri6uU  1'allog- 
gio  in  Caitelbolognese  al  Valentlno  e  Inutllraente 
gli  manda  Franceaco  Fantuzzi  a  periuaderlo  dl  non 
inilitcre  nella  richieita,  14-17;  cf.  33-34;  invia  Mlno 
Rosii  al  re  dl  Francia  a  esporgli  11  luo  timore  che 
II  Valentino  voglia  iniignorini  di  Boiogna,  37-19, 
e  a  intenderne  le  Intenzionl,  39;  elezione  d.  ma- 
glstratl  lecondo  Tuio  (an.  1501),  41;  preta  dal 
duca  Faenza,  in  Conslgilo  li  deiibera  lul  da  fanl, 
302,  35-36;  h  scartata  la  propoita  dl  chl  voleva  li 
facesiero  prorvlilonl  a!  confini  d.  territorlo  contro 
II  Vaientino,  36-37;  confidando  nella  protezlone  d. 
re  dl  Francia,  37-39,  e  nella  lua  neutrallti,  39-40, 
delibera  Invece  dl  inviare  nuovi  ambaic  al  duca  per 
rallegrarsi  con  lul  d.  presa  di  i'aenza,  42-44;  i  quall 
aono  dai  Valentlno  fatti  prigionieri  e  obbligati  a 
consegnargil  oltre  Caitel  San  Pletro,  Caial  Fiuma- 
nese  e  Castelguelfo,  47-50;  in  seguito  a  ci6,  asitcu- 
ratosi  d.  Marescottl  che  soipetfa  in  corriipondenza 
col  Borgla,  303,  8-24,  provvede  aila  licurezza  d.  c 
facendo  venire  soidati  e  ponendo  presidi  nei  luo- 
ghi  adatti,  25-28 ;  I  Florentinl  e  i  duchi  dl  Mantova 
e  Ferrara  non  solo  non  lo  aiutano  per  timore,  ma 
proibiscono  ai  loro  suddltl  di  mettersi  al  suo  loldo 
44-45;  gll  h  mandato  dal  Valentino,  preoccupato 
d.  suoi  preparativi,  Paolo  Onini  per  trattare  la  pace 
304,  4-5;  concede  al  pred.  un  salvacondotto,  5-6;  fa 
diiporre  in  parata  sul  cammino  dell'Orilni  tutte  le 
forze  di  cui  dispone,  7-12;  cf.  14,  17-20;  tratta  la 
pace  col  pred.  allc  seguentl  condizionl:  da  parte  d. 
duca  restituzione  di  Castel  San  Pietro  con  i  prigioni 
e  ia  preda,  concedendogli  invece  Casteiboiognese, 
22-23;  cf.  27-35,  concessione  di  cento  uomlni  d'arme 
al  duca  per  tre  mesl  a  fine  di  rlmetfere  i  Medicl 
in  Firenze,  24-25,  dichiarazione  di  avere  amlci  e 
nemici  comuni,  35-26;  manda  con  Paolo  Onini  quat- 
tro  ambasc.  al  Valentino  per  ia  ratifica  d.  pred. 
capitoli,  41-46;  fa  pubblicare  dalla  Ringhiera  d.  Si- 
gnori  la  concluilone  d.  pace,  46-48;  fa  sequeitrare 
le  arml  al  Marescotti  e  portarle  nel  pai.  degii  An- 
siani,  306,  39;  trae  sicurezza  dalla  protezione  che 
Luigi  XII  gli  promette  a  mezzo  di  Mino  Rosii,  307, 
16-18;  impone  un  prestito  alPotto  per  cento  ani- 
curato  sopra  la  dogana  d.  sale,  48-50 ;  cf.  308,  19-31 ; 
fa  anche  portare  In  citti  lo  strame  per  farne  rou- 
nlzioni,  307,  48-49;  cf.  308,  23;  fa  accompagnare  da 
balestrieri  fino  a  Firenzuola  il  messo  di  Luigl  XII, 
che  portava  11  danaro  per  le  paghe  d.  soldati  nel 
napoletano,  13-14;  detlene  in  Pal.  artefici  e  cittadlnl 
per  obbligartl  al  prestito  anzidetto,  19-21 ;  luo  l>ando 


[Bologna  comune,  aa.  /joi-ijoj] 


INDICE  ALFABETICO 


499 


riguardante  il  valore  d.  moneta,  23-28 ;  approva  tutto 
quanto  fa  Giovanni  BentlvogUo,  33-3S,  il  quale  crea 
il  figlio  AleSsandro  Gonfaloniere  di  Giustizia  ben- 
chfe  non  senatore,  30-33 ;  perde  Cento  e  la  Pieve  date 
dal  pp.  In  dote  alla  flglia  Lucrezla  Borgia,  309,  5; 
elezione  d.  magistrati  secondo  l'uso  (an.  1502),  8;  fa 
bandire  dalla  Rlngiiiera  l'indulgenza  plenaria  con- 
cessa  dal  pp.  ai  visitatori  d.  chiese  di  San  Petro- 
nio,  San  Pletro,  San  Domenlco  e  San  Francesco, 
9-11;  adiblsce  I'ospedale  di  San  Lorenzo  d.  Guer- 
rini  poi  di  San  Giobbe  a  ricovero  di  vanticinque 
meretrici  ravvedutesi,  29-3J;  asaolda  milizie  per  di- 
fendere  la  c.  e  il  territorio  da  possibili  attacchi 
d.  Valentliio,  35-38;  ne  manda  una  parte  a  Medi- 
cina  e  a  Budrio,  49-50;  Invla  Gianfrancesco  Aldro- 
vandi  al  Borg'a  a  scrutarne  l'animo,  312,  23-25;  tac- 
cia  di  pusillo  il  pred.  per  il  guo  consiglio  dl  trattare 
coi  Valentino,  26-37;  elegge  altri  due  ambasc.  Carlo 
Gratl  e  Girolamo  Sampierl,  37-39,  I  quali  pure  ri- 
cevono  risposta  di  cacciare  i  Bentivoglio,  39-50;  un 
commiss.irio  d.  re  dl  Francia,  Inviato  dal  pp.  e  dal 
duca  Valentino,  tenta  persuadere  il  Senato  a  conse- 
gnare  la  c.  al  pp.,  313,  5-7;  riconosce  che  Bologna 
h  d.  Chiesa,  ma  sl  rifiuta  a  consegnarla  al  duca  Va- 
lentino,  9-10;  aggiunge  che  osserveri  i  capitoli  in- 
terceduti  col  pp.  come  sinora  li  ha  osservati,  e  che 
mandera  ambasc.  al  pp,  a  esporre  le  ragioni  d.  c, 
10-14;  gli  ambasc.  gli  scrlvono  d.  irremovibile  vo- 
lonti  d.  pp.  che  slano  cacciati  i  Bentiroglio  autori 
d.  strage  d.  Malvezzi  e  d.  Marescottl,  17-21;  due 
senatori  sono  cltati  a  Roma  dal  pp.  con  Giovannl 
Bentivoglio  e  i  figli  per  scolparsi  dl  non  ammini- 
strare  bene  la  giustizia,  38-43;  l'lntero  Senato  i  mi- 
nai-ciato  dl  scomunica  con  la  c.  ove  non  si  ottem- 
perl  al  comando  d.  pp.,  43-44 ;  nel  Consiglio  radu- 
natosi  per  invito  dl  Giovanni  Bentlvoglio  In  Pal., 
e  nel  quale  interrengono  i  Gonfalonierl  d.  popolo 
e  i  Masiari  d.  Arti,  si  delibera  di  non  permettere 
nh  ai  Bentivoglio,  nh  ad  altri  di  recarsi  al  pp.  314, 
5-17 ;  sopraggiunti  in  Consigllo  l  dottori  d.  Studlo 
con  gli  scolari,  e  molti  gentiluomini  con  11  conte 
Guido  Pepoli  tuttl  manifestano  la  stessa  volont4, 
32-2S;  si  eleggono  tre  ambasc.  ad  Alessandro  VI  a 
informarlo  d.  deliberazione  presa  29-31;  quindl  i 
maglstrati  si  recano  al  vescovado  dall'ambasc.  di 
Alessandro  ad  esporgli  la  pred.  unanlme  delibera- 
zlone,  33-43,  e  lo  incaricano  di  fare  sapere  al  pp.  che 
laici  vlvere  tranquilla  Bologna  e  osservi  per  sua 
parte  i  capitoli  come  la  c.  H  aveva  sempre  osserrati 
e  11  osserverebbe,  43-46;  avvertito  che  11  pp.  era  osti- 
nato  nelle  sue  pretese  e  che  U  Valenttno  badava  ad 
adunare  soldatl,  provvedc  alla  difesa  d.  c,  46-49; 
respinge  la  proposta  delfambasc  d.  pp.  di  pacificare 
il  Valentlno  e  quindi  il  pp.  con  una  somma  di  de- 
naro,  dicendo  che  non  era  dl  competenza  d.  Senato 
di  trattare  cl6,  ma  d.  Gonfalonleri  d,  popolo  e  d. 
Massari,  ai  quali  lo  rimanda,  so;  315,  1-9;  1  pred. 
rifiutano  alla  loro  volta,  anzi  esigono  la  restltuzlone 
dl  Caatel  Bolognese,  dal  Senato  arbltrarlamente 
allenato,  10-15;  anche  pretendono  la  restltuzione  dl 
Cento  e  d.  Pieve,  15-17;  gll  ambasc.  recatisl  dal  pp. 
scrlyono  al  reggimento  che  Aleasandro  tenta  ogni 
rla  di  impadronirsi  d.  c,  316,  20-21;  convoca  nelle 
chlese  d.  quartlcri  tutti  i  capl  dl  famlglla  per  con- 


fortarli  nella  difesa  e  deliberare  sul  da  farsi,  22-24 ; 
concede  11  passo  alle  milizie   d.   Vicerfe   di  Milano 
dirette  al  Valentino,  non  garantendone  per6  la  si- 
curezza  a  cagione  delPodio  d.  Bolognesi  per  II  duca 
317,  36-39;  le  pred.  milizie  vanno  allora  per  11  Fer- 
rarese,   39-40;  assolda  Glovannl  Gonzaga  con  cento 
soldati,  50;  318,  1-2;  secondo  i  capitoli   rogati  dal 
pp.  per  la  pace  col  Valentino  si  obbliga  insieme  a 
Giovanni  Bentivoglio  ad  assoldare  il  pred,  per  dled 
anni  con  uno  stlpendio  di  quattromila  ducati   e   a 
fornirgH  a  sua  richiesta  cento  armigeri  e  duecento 
cavaUi,  spesati  per  sei  mesl,  319,  22-24,  cf.,  318,  36- 
42;   h   dal   pp.  assolto  dalla  scomunica   e   gli   sono 
confermati  i  privilegi  concessi  alla  c  dai  pp.  prece- 
denti,  44-46;  riceve  una  copla  deIl'istrumento  d.  detta 
pace  rogato  in  Roma,  319,  7;  ne  fa  eseguire  una  se- 
conda  copla  che  vien  data  al  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia,  8 ;  il  re  dl  Francia  per  mezzo  di  un  ambasc. 
lo  rimprovera  di  avere  fatto  lega  col   Vitelli  e  gll 
Orsini  contro  il  duca,  9-11;  e  lo  avverte  che  gli  to- 
glle  la  sua  protezione  perchfe  non  vuole  brighe  con 
U  pp.,  11-13;   rimanda  1'araldo   con   vaga   rlsposta, 
13-14;  gll  fe  Inviato  dal  Valentino  lo  spagnuolo  Don 
Ramlro   di   Lorqua   per  gll   anzidetti   capitoli  che 
accetta   Integralmente,    19-24,   fa   recare   i    pred.   da 
Carlo  Grati  e  da  Tommaso  Grengoii  al  pp.  accioc- 
chh  li  firmi,  25-26;  per  mezzo  di  Mino  Rossi  e  poi 
dl   Alessandro  Bottrlgarl  sollecita  dal  Valentino  la 
firma  d.  pred.  trattato,  30-31,  ma  inutllmente,  31-33; 
Incarlca  Antonio  Volta  ed  Ercole  Bentivogllo  di  ac- 
compagnare  sino  al  Panaro  il  cap.  francese  passato 
di  Bologna,  320,  6-8;  reclama  dal  vicerfe  di  Milano 
e  dal  Valentino  la  libert4  d.  pred.,  fattl  priglonleri 
dal  soldati  francesi  rainacciando  di  appellarsene  al 
re,   8-18;   ottiene   soddlsfazione   dal  d'Ambolse,  18; 
elezione  d.  magistrati  secondo  l'uso  (an,  1503),  35; 
gll   Booo  chieste   dal  Borgla   le   mlllzle   convenute, 
321,  10-11;  gliene  invia  la  meti  sotto  U  comando  dl 
Alessandro  Volta,  11-13;  riceve  freddamente  Guido- 
baldo  da  Montefeltro  In  fuga   da   Urbino,  15-16;  li 
Senato  avvertlto  da  Carlo  Grati  che  11  pp.   ha  ra- 
tificato  I  capltoli  d.  pace  col  Valentino,  la   fa  ban- 
dire  dalla  Ringhiera  e  ordina  tre  giorni   dl  feste, 
21-23;  cf.  320,  20-21;  gli  h  recata  da  Tomaso  Gren- 
goll  la  boUa  papale  d.  pace  anzidetfa   che   fa  leg- 
gere  in  pubblico,  321,  33-34;  licenzia   i  soldatl,  ma 
continua  le  esazionl  per  mandare  il  denaro  pattutto 
al  Valentino,  50;  322,  1-2;   gli   h  chiesto  aluto  dal 
vlcerfe  di  Milano  contro  gii  Svlzzeri,  40-41;    manda 
cento  balestrteri  a  cavallo  con  la  dlvisa  d.  c,  41-43; 
bandisce  tuttl  i  forestleri  che  abltlno   in   Bologna 
da  due  annl   per   allevlare  la  carestla,  4«-47;  Inrla 
mlHe   cavalleggerl  ai   Fiorentlnl   ancora   In  guerra 
col  Pisani,  50;  323,  1;  fa  pubbllcare  dalla  Rlnghlera 
la  pace  tra  il  re  di  Francia,  l'lmp.  Masslmiliano  e 
Ferdinando  11  Cattolico,  1-3;  manda  anibasc.  al  pp. 
a  notlficargll  che  non  accetta  per  leg.  Federlco  d» 
Sanseverino  suo  nemlco,  9-10;  ma  U  pp.  t  prlma  che 
1  pred.  giungano  a  Roma,  10-11;  concede  U  passo  ai 
soldati  dl  Luigi  XII  e  gll  manda  rlnforzl  sotto  la 
condotta  di  Giacomo  da  Gambara,  16-19;  cf.  J5-36:  a 
Istigazlone  d.  Bentivoglio  conflna  a  Ferrara  Ercole 
Mareicotti,  326,  3-4;  Lulgl  XII  gU  fa  chledere  alutl 
per  II  Valentino,  30-33;  risponde  dl  non  avere  uomlnl 


500 


INDICE  ALFABETICO 


[BolOglUI   comumt. 


1303-'S07] 


dlsponlblli  non  eitendo  ancora  rltornate  da  NapoU 
le  mtlizle  g\k  conceste  al  re,  32-35;  manda  ambasc. 
al  nuovo  pp.  Plo  III  a  rallegrarsl  d.  sua  elexlone, 
47-4»;  accoglle  lletaracnte  gll  ambai.  dl  Castelbolo- 
gnese  yenuti  a  profferlrgll  II  castello  in  obbedlenza, 
327,  14-15;  Tl  manda  un  comraissarlo,  15;  t  Pio  III 
ordlna  agU  ambasc.  che  arera  mandato  a  Roma,  di 
aspettare  I'elezIone  d.  nuoro  pp.,  33-J4;  Ercole  dl 
Estegllipoco  amlco,  35;  di  aiuto  ai  Manfredl 
per  tornare  In  Kacnza,  37-38;  ordlna  che  venga  fe- 
stegglata  Telezlone  dl  Giullo  11,  328,  M-31 ;  I  pred. 
luol  ambasc.  in  Roma  fanno  omaggio  al  nuoro  pp. 
e  son  da  lul  bene  accolti,  30-33;  cf.  329,  lt-30;  i  pred. 
ottengono  da  Glulio  II  la  conferraa  d.  coatituzioni 
e  d.  prlvllegi  dl  Bologna,  M-31;  elezlone  d.  magl- 
strati  secondo  I'uso  (an.  1504),  23;  inria  genti  a  San 
Polo  di  Rarone  ad  atterrare  le  case  d.  Raraazzotti, 
colperoli  di  omlcldio,  33(1,  37-40;  le  quali  gentl,  in- 
contrata  resistenza  nei  montanarl,  tornano  senza 
arere  fatto  gtustizla,  40-42;  per  la  minaccia  dl  ca- 
restla  ordlna  al  forestlerl  dl  partire  dalla  c.  e  dal 
terrltorio,  331,  16-23;  manda  anche  Francesco  Fan- 
tuzzi  a  Venezia  a  domandare  passo  libero  per  il 
grano  da  condurre  per  mare  a  Ravenna  20-34,  cf.  333, 
1-2;  e  Ak  tlcenza  ad  ognuno  che  lo  possa,  di  Intro- 
4t>rne  senza  dazio,  anzi  con  un  premio,  331,  24-26; 
Pandotfo  Petrucci  gll  offre  quarantamila  corbe  di 
frumento,  raa  i  Fiorentint  non  ne  permettono  il 
passo,  333,  2-4;  malgrado  ogni  suo  sforzo  la  care- 
stia  cresce  e  moltl  ne  fi  7-10;  elezione  d.  magittratl 
nuovl  essendo  riceleg.  Altobello  Areroldl  (an.  1505), 
34-25 ;  per  placare  Tira  dirina,  manlfestatasl  col  tre- 
mendo  terremoto  che  avera  colpito  la  c,  ordina 
una  processione  di  tre  giorni  con  la  madonna  di 
San  Luca  e  le  altre  retiquie,  alla  quale  prendono 
parte  tutti  i  magistrati,  334,  3f-335,  1-8 ;  chlude  te 
coraunicazloni  con  Ferrara  colpita  da  pestilenza, 
340,  3-4 ;  dimezza  il  prezzo  d.  carni  malgrado  l'op- 
posizlone  d.  beccal  e  stabitlsce  quelle  d.  derrate 
vendute  In  Piazza,  341,  6-8;  elezlone  d.  magistrati 
secondo  I'uso  (an.  1 506),  342,  1 ;  per  sospetto  d. 
venuta  in  Bologna  di  Giulio  II,  fa  disfare  ta  bastia 
eretta  a  San  Mlchele  in  Bosco,  343,  1-2;  ricompensa 
con  dieci  ducati  gli  uccisorl  di  un  lupo  che  desolava 
la  Vatle  di  Reno,  13-14,  Giullo  II  gll  manda  il  resc 
Antonio  Ciocchi  a  chledergli  l'osserranza  d.  capi- 
toli  in  occasione  d.  sua  renuta  in  c,  344,  48-345, 
1-7;  acconsente  a  mcttere  a  dlspoaizlone  d.  pp.  il 
pal.  d.  Signori  e  a  dargll  In  mano  due  porte  d. 
c.  purchfe  venga  senza  esercito,  7-8;  rlfiuta  in  caso 
contrario,  8-10;  fa  col  Bentivogllo  radunare  il  quar- 
tlere  dl  Porta  Stierl  a  San  Francesco  in  belllssi- 
ma  mostra  e  ne  fa  capo  Ermes  Bentivoglio,  38-44; 
manda  sel  ambasc.  al  pp.  a  SanfArcangelo,  45-48; 
i  pred.  ambasc.  fuggono  in  territorio  reneto  prima 
di  fornire  la  loro  ambasciata  a  cagione  dell'ucci- 
sione  di  Bernardino  Gozzadinl  arrenuta  in  Boto- 
gna,  49-346,  I-I8;  i  pred.  giunti  con  salracondotto 
pr.  il  pp.  sono  da  lul  tratienuti  e  non  possono  par- 
tire  senza  aver  avuto  licenza,  31-34  ;  h  consigtiato 
dal  re  dl  Francla  dl  cedere  alta  rotonti  d.  pp.,  che 
roleva  allontanati  i  BentiToglio  di  Bologna,  41-43; 
cf.  35-26;  ordina  a  Castclfranco  di  arrendersl  saire 
le  robe  e  le  perione  ai  Francesl,  347,  37-30;  fa  co- 


strulre  un  bastlone  da  Porta  Santo  Stefano  slno  a 
porta  Maggiore,  43-43 ;  altri  ne  fa  incorolnclare  nel- 
l'orto  di  SanfAgneM  e  d.  Madonna  delle  Grazle, 
43-44  ;  giunge  un  metso  d.  pp.  a  intendeme  1«  ro- 
lonli,  348,  4-7;  II  pred.  h  accolto  In  Pal.  alle  grida 
di  *seg«  e  guerra  „,  7;  U  Senato  con  Glorannl  B«n- 
tlroglio  c  11  pred.  meHaggero  concorda  I  capitoU 
da  Inriare  al  pp.,  I-II;  ii  quale  11  straccU  app«na 
lettl,  12-13;  non  pu6  soccorrere  Varlgnana, 
che  si  arrende,  l*-lt;  1  Sedici  accetterebbero  di 
Introdurre  i  Krancesi  !n  c,  ma  U  popolo  ri  si  op- 
ponc,  349,  44-50;  questi  elegge  il  magistrato  d.  Venti 
per  gorernare  la  c.  sino  alla  renuta  d.  pp.,  351, 
48-352,  I ;  attrtbuzionl  d.  Ventl,   1-4,  e   noml,  4-13; 

I  pred.  prendono  dimora  in  Pal.  fungendo  da  Se- 
nato,  con  tutte  le  attribuzloni  d.  Sedicl,  11-14,  I 
quali,  malgrado  loro,  tono  costrettl  a  tornarsene 
alle  loro  case,  14-21 ;  quattro  d.  nuor!  Senatori  ran- 
no  ambaac.  d.  popolo  al  pp.,  che  li  arera  doman- 
datl,  353,  21-24;  fa  accompagnare  Giaevra  Benti- 
Toglio  fuorl  d.  territorio  di  liologna  da  Alberto 
AJbergati,  354,  6-7;  tutto  11  reggimento  con  1  magi- 
strati  fa  oraaggio  ai  pp.  Sisto  IV  alia  Magione,  355, 
19-31;  11  Sennto  presenta  al  pred.  ie  diiarl  d.  c,  31- 
33;  tuttl  I  pred.  prendono  parte  al  corteo  papale  datia 
Magione  al  Pal.,  27-29,  39-41 ;  gti  i  donata  dal  pp.  per 
Iporerl  la  badia  di  San  Felice,  357,  38-40;  li  pp.  abo- 
lisce  i  Sedicl  e  in  vece  loro  istituisce  il  nuoro  ma- 
gistrato  dei  Quaranta  Conslglieri  e  Rlforraatori  d. 
c.  di  Bologna  annorerandori  quasi  tutto  11  Senato 
recchio,  raeno  cio^  Gioranni  Bentlvoglio,  Ghinolfo 
Bianchi,  Bartolomeo  Montecalrl  e  Alessandro  Bar- 
gettini,  e  parte  d.  Senato  nuovo  contentando  cosl 
nobili  e  popolo,  358,  22-41 ;  per  gratificarsi  11  pp.  e 
per  estinguere  nel  popolo  ognl  memoria  d.  BentlTO- 
glio  ordlna,  sotto  pena  di  dieci  ducatl  d'oro  che  ognu- 
no  che  abbla  In  casa  o  f uori  farme  d.  Bentivogiio  la 
cancelll  Intieramente,  44-359,  1-4,  s-7;  ordina  inoltre 
che  nessuno  porti  ornamenti  o  abiti  con  la  dirisa 
Bentirolesca,  4-5;  elezione  di  nuovi  Anzlanl,  14-30, 
di  nuori  Gonfalonieri  d.  popolo,  40-48,  e  di  nuori 
Massari  delle  Arti  creatl  dal  pp.,  49-360,  l-ll;  di 
Natale  per  ordine  d.  pred.  si  procede  a  una  nuova 
imbussolazione  di  tuttl  gli  uffici,  361,  43-44 ;  elezione 
degli  Anziani,  d.  Gonfaloniere  di  Glustizia  e  degii 
altrl  magistratl  secondo  I'uso  (an.  1507),  362,  1-2; 

II  Senato  e  avrertito  che  il  pp.  %  in  prodnto  di 
partire  e  intende  lasciare  al  leg.  card.  Ferreri  ogni 
autorlta  non  solo  sulla  c.  ma  suUo  stesso  Senato, 
e  facolta  di  gorernare  a  suo  arbitrio,  363i  30-24;  tuttl 
i  magistrati  si  turbano  a  questa  notizia,  24-25 ; 
ascoltata  la  messa  in  Santa  Cecilia  di  San  Giacomo 
Senato,  Anziani,  Tribuni  d.  plct)e  e  Massari  d.  Artl 
fanno  conslglio  tra  loro  e  determinano  di  recanl  dal 
pp.  a  rassegnare  i  loro  uffici  quaiora  egli  non  In- 
tenda  di  confermare  1  capitoli  antichl,  25-30;  U  che 
fanno  per  bocca  di  Lodovico  Boiognini,  30-364,  1-6; 
11  pp.  ascotta  it  discorso  d.  pred.  e  li  licenzia  senz'ai- 
tro,  6-7,  ma  piil  tardl  d&  ordine  che  i  capitoii  siano 
modificati  secondo  i  desideri  d.  Senato  e  d.  popolo, 
7-14:  inoltre  il  pp.  chiarisce  con  soddisfazione  di 
tuttl  U  suo  Totere,  che  non  fe  di  sopraffare  i  magi- 
stniti  d.  c  sebbene  di  dare  loro  per  capo  il  leg.  e 
che  niente  sia  statulto  aenza   il   comune  consenti- 


[Bologna  comune,  aa.  iSo1-tS39-consigl{\  INDICE    ALFABETICO 


501 


raento,  U-23;  forma  d.  nuoyl  capltoH,  47-365,  I5  non 
ottiene  che  rimanga  al  Senatori  la  qualifica  dl  Rl- 
formatori  d.  stato,  ma  soltanto  dl  Consiglieri,  1-3;  i 
maglstrati  sono  convocati  a  Pal.  dal  pp.  clie  loro 
raccomanda  la  fedelta  alla  Clilesa,  ia  pace  e  la  con- 
servazione  d.  liberta,  li  avverte  d.  sua  partenza  per 
Roma,  4-7,  e  li  fa  giurare  solennemente  nelle  sue 
mani  fedelti,  7-13;  Senato  e  maglstrati  accompa- 
gnano  11  pp.  slno  al  Crociali,  15-21;  incarica  due 
senatori  Giovanni  MarsIIi  e  Gianfrancesco  Aldro- 
vandi  dl  accompagnare  Giulio  II  nel  suo  vlagglo, 
21-22;  sottoscrive  al  bando  d.  leg.  contro  1  deten- 
tori  di  armi,  29-32;  tutti  1  magistrati  tornano  a  ri- 
sledere  in  Pal.  nelle  stanze  gia  prima  occupate, 
44-50;  in  seguito  al  complotto  per  introdurre  An- 
nibale  ed  Ermes  Beativoglio  In  Bologna,  366,  1- 
5,  fa  nuovl  presidi  alle  porte  e  mura  d.  c,  e  parte 
d.  Quaranta  vanno  la  notte  in  perlustrazione  coi  sol- 
dati,  21-24;  il  leg.,  col  consenso  degli  Anzlanl,  emana 
vari  bandl  che  proibiscono  ai  cittadlni  ogni  com- 
merclo  coi  BentivogHo,  coi  banditi  o  confinati,  25- 
32;  gli  e  ordinato  dal  pp.  sotto  pena  di  interdetto 
di  non  permettere  che  i  Bentivoglio  risiedano  a 
meno  dl  cento  miglia  dalla  c.  33-35;  modifica  lieve- 
mente  la  tassa  sul  bestiame  imposta  ai  contadtni, 
367,  11-18;  provvedimenti  per  difendere  la  c.  con- 
tro  l  BentlvogUo  e  assicurarsi  delPanimo  d.  cltta- 
dlni,  368,  8-19;  cf,  369,  19-36;  elezione  d.  nuovi  An- 
zianl  che  entrano  in  ufficio  senza  la  consueta  solen- 
nlti,  13-U;  Piumazzo  rifiuta  di  darsi  ai 
Bentivogllo  per  conserv  arglisi  fedele, 
45-46;  per  la  venuta  d.  pred.  nel  terrltorio  fa  ser- 
rare  alcune  porte  e  spedisce  i  suoi  cap.  contro  1 
ribelli,  370,  1-4;  in  suo  aiuto  cala  dalla  montagna 
Ugo  Pepoli,  4-6;  pubblica  una  grlda  d.  pp.  contro 
i  Bentivogllo  e  i  loro  favoreggiatorl,  7-9;  riceve 
lettere  d.  vlceri  di  Milano  che  attestano  l'inno- 
cenza  dl  Giovanni  Bentivogilo  nellMncontiderata 
Impreia  d.  figll,  25-28;  fa  pubblicare  le  lettere  dalla 
Rlnghlera  d.  pal.  a  suon  dl  tromba,  29-30,  e  anche 
il  richiamo  di  tuttl  i  confinati  che  avevano  ubbi- 
dito  ai  bando,  30-31;  fa  annunziare  che  i  creditorl 
d.  Bentivoglio  verranno  soddisfatti,  31-32;  leggi  sun- 
tuaric  che  rimettono  in  vigore  le  provvisioni  sul 
costume  d.  1474,  376,  1-8;  manda  Alberto  Castelli, 
Bartoloraco  Zamiicccari  e  Melchiorre  Zanetti  arabaac. 
a  Luigl  xn  a  Milano  a  pregarlo  dl  togliere  la  sua 
protezione  a  Giovanni  Bentivoglio  perturbatore  d. 

c,  16-20;  11  re  gli  fa  rispondere  essere  Gloyannl  e  il 
figlio  Alessandro  innocenti  e  quindi  serapre  sotto 
la  tua  protezione,  27-28,  non  cosl  Annibale  ed  Ermes, 

d.  quall  come  facinorosi  si  disinteressa,  377,  27-31 ; 
porta  lagnanze  al  pp.  d,  ingiustizie  e  dell'ayidlti 
d.  leg.  Ferrerl  e  ne  ottiene  la  rimozione,  43-46;  ne 
\i  da  Glullo  II  nominato  governatore  Lorenzo  Fie- 
Bchi  coadluvato  dal  comraiasario  Pietro  Griffi,  48-49, 
cf.  378,  6;  sapendo  che  1  Bentivoglio  continuavano 
a  radunare  genti  a'  suoi  danni,  chiede  licenza  al 
Fiorentini  di  levare  toldati  In  Toscana  e  In  Ro- 
magna,  377,  50;  378,  1-3;  ne  raanda  parte  a  San 
Giovanni  In  Pertlceto  e  parte  a  Castelfranco,  trat- 
tenendone  anche  raoltl  a  guardla  d.  c,  3-5;  elezlone 
d.  Gonfaloniere  di  Glustizla  e  d.  nuovl  Anziani  se- 
condo  l'uso  (an.  1508),  7-10;  anche  al  creano  i  nuovi 


Gonfalonieri  d.  popolo,  10-11;  il  Senato  h  convocato 
dal  governatore  per  deliberare  sulla  rivolta  di  Ga- 
spare  Scappi,  380,  24-27 ;  provvediraenti  presi,  27-34 ; 
condizioni  poste  dallo  Scappi  per  restltulre  Porta 
San  Mamolo,  381,  13-26,  che  il  governatore  accetta, 
42-44;  cf.  382,  3-7;  distruzione  d.  palazzo  Marescotti 
raalgrado  i  divieti  d.  Gonfalonieri  d.  popolo,  15-28 ; 
comanda  siano  deposte  le  arrai  nei  termine  di  quat- 
tro  ore  sotto  pene  severisslme,  49-383,  1 ;  non  fe  ob- 
bedlCo,  non  fidandosl  lo  Scappi  e  I  suoi  compagnl 
d.  governatore,  1-3;  Giovanni  da  Sassatello  e  Ramaz- 
zotto  da  Scaricalasino  si  appressano  a  Bologna  con 
le  loro  squadre  per  suo  invlto,  4-6 ;  fa  guardare  d\  e 
notte  la  torre  degli  Asinelli  scalata  dai  congiurati 
e  vi  fa  porre  solide  porte,  23-26;  prende  raisure  dl 
sicurezza  alla  voce  corsa  deirappressarsi  d.  Bentivo- 
glio,  32-36 ;  vleta  che  dl  notte  suonino  le  campane 
nemraeno  per  le  ore,  temendo  di  qualche  complot- 
to,  36-37 ;  sospettando  qualche  intrlgo  nella  venuta 
di  Guido  Rangoni  fa  raddoppiare  ia  vigilanza,  46- 
48  ;  molti  d.  Quaranta  vegllano  la  notte  sotto  i  por- 
tici  con  lumi  e  fuochi  accesi  per  11  gran  freddo,  4(- 
50;  sl  rallegra  d.  soccorsi  gluntlgll,  384,  1-4;  manda 
due  ambasc.  al  pp.  a  esporgli  i  fatti  accaduti  In  c, 
5-7 ,  fa  modellare  in  bronzo  una  statua  di  Giulio  II 
da  Michelangelo  Buonarroti  per  gratificarsi  11  pp., 
385,  20-24;  elezione  d.  nuovi  Signori,  31-34;  gli 
sono  ofTerti  in  aluto  fantl  e  cavalli  da  Luigi  XII 
a  dimostrare  che  il  pred.  non  e  favorevole  ai  Ben- 
tivoglio,  46-50;  nuovo  bando  perche  slano  tolte  le 
arml  d.  Bentivoglio,  389,  20-22;  pena  comminata 
ai  contravventori,  22;  preraio  agll  accusatori,  33; 
provvedimenti  per  limitare  la  pestilenza,  390,  20- 
34 ;  di  ai  Marescotti  la  casa  di  Gaspare  Scappi  sino 
a  che  non  sia  rledificato  il  loro  pal.,  36-37 ;  manda 
fuori  di  Bologna  tutte  le  meretrici,  che  per6  vi 
tornano  subito  11  glorno  dopo,  391,  33-34;  proibisce 
che  ti  aprano  chiese  e  botteghe,  e  qualunque  ra- 
dunata  di  gente  a  cagione  d.  peste  che  Infierira 
anche  nei  mon.,  34-39;  taputo  che  Annlbale  Ben- 
tlvoglio  era  a  Ravenna  cap.  d.  Veneziani  comincla 
ad  assoldare  genti  e  fa   raddoppiare   le   guardte   d. 

c.  (an.  1509),  393,  43-44;  emana  vari  bandi  nell'in- 
tendimento  di  impedire  comunicazloni  coi  Bentl- 
voglio,    o  l*ingresso  in  c.  d.   loro   seguaci,   o   aluti 

d.  Bolognesi  ai  pred.,  44-394,  1-2;  per  riaizare  11 
valore  della  moneta  ne  fa  battere  di  nuove  con  le 
arml  di  Giuiio  II,  9-15;  editti  sul  valore  dl  essa, 
15-19;  editto  contro  i  propalatori  di  cedole  contro 
11  Senato,  46-48;  invia  tutti  i  suol  toldati  a  riacqui- 
stare  i  luoghi  occupatl  dai  Venezianl  In  Roraagna, 
49-50;  Giacomo  Beliiossi  ofiiciale  per  I'annona,  50-51 ; 
fa  divulgare  dalla  Ringhiera  la  sconfitta  d.  Vene- 
ziani  a  Ghiaradadda,  396,  1-3;  il  'Senato  cerca  op- 
porsi  alla  stampa  d.  III  vol.  d.  Historia  di  Bolo- 
gna  d.  Ghlrardacci  (an.  1539),  LVI,  10-18;  e  dl  nuo- 
To  quando  11  padre  Solimani  ae  ne  aasume  la  cura 
(an.  165S),  LVII,  1-34;  viene  a  un  accordo  col  Soll- 
raani,  che  ne  esegulace  a  puntlno  le  prescrlzlonl, 
24-LVIII,  1-3,. 

BOLOGNA  (CONSIOLI):  CoNSIOUO  DBI  S«.SSAliTA  COmpOStO 

di  tuttl  i  maglstrati  d.  c.  (an.  1439),  14,  36;  fe  radu- 
nato  dagli  Anzlani,  che  yi  espongono  le  lagnanie 
d.  popolo,  e   1  loro  timori  di  riyolta,  34-si;  vi  ai 


502 


INDICE  ALFABETICO 


(BolOgna  e»iuig-li-giustiiit] 


dellbera  dl  niandare  alcuni  clttadlnl  in  Imola  ■  pre- 
gare  U  card.  Albergatl  di  interporai  a  paclficare 
la  c,  con  ii  pp,,  3I-4J;  h  radunato  dal  leg.,  che  ri 
propone  !l  rimpatrlo  d.  banditi  (an.  1430),  17,  4t- 
49;  h  approvato  il  rimpatrio  dl  dieci  fuorutcltl  so- 
pra  ottantadue  propoiti,  18,  1-4;  ib  radunato  dagli 
Anzianl  per  auggeitione  d.  Canetoli,  13-13;  vi  pren- 
dono  parte  anche  alcuni  di  parte  d.  Bentiroglio, 
13-16;  rl  discorre  Nicoid  Arioitl  accusando  1  Ben- 
tivoleschl  di  volere  dlsturbare  la  pace,  17-36;  avendo 
due  falii  testlmoni  Introdottl  nel  Coniiglio  speci- 
ficata  Taccusa,  sono  vlolentemente  smentitl  da  Ega- 
no  Lambertini  e  da  NIcol6  Malvezzl,  36-3.1;  ri  li  fa 
turaulto,  33;  vi  gi  delibera  dl  togliere  Bologna  alla 
Chicsa  e  ridurla  in  llberti  (an.  1434),  '^7,  1-4;  h 
radunato  dal  Senato  e  su  propoita  d.  Piccinlno  ri- 
stabllisce  il  magtitrato  d.  Sedici  Rlformatorl  dello 
Stato  (an.  1440),  61,  46-63,  1-1 ;  v.  ancht  Bthgna 
(ComuHi). 

BOLOOITA    (CuNSIGLl)  :  CONSIGLIO  DEGLI  OtTANTA  V.  Bo- 

logna  (com.). 

—  —  CoNsiGLio  DEi  Centovksti.  VI  sono  esposte  le 
condizionl  dl  Nicol6  V  per  ia  pace  con  la  c.  (an. 
144  ),  121,  43-50,  che  tono  respinte,  122,  1-3;  in 
altra  teduta  vengono  invecc  accettate,  3-1 ;  v.  auehe 
Bologna  (comunt). 

—  —  CuNsiGLio  DEt  Sbicknto  h  radunato  dal  Ca- 
netoli  (an.  1438),  10,  46;  eiegge  Bartolomeo  Zam- 
l>eccarl  vesc.  di  Bologna  Invece  deIl'AIbergati,  fug- 
glto  di  c,  46-4t;  vi  si  delibera  di  aboiire  U  capita- 
nato  d.  montagna  (an.  1435),  41,  37-38;  elegge  i 
nuovi  Dieci  di  Balla  con  la  facoit&  di  diipensare 
gli  ufljcl  di  un  certo  grado  ai  raeritevoll  (an.  1438), 
55,  14-30 ;  approva  chc  sia  conferita  la  cittadinanza 
bolognese  con  tutti  i  diritti  a  Ccrvato  da  Caravaggio 
e  ai  suoi  figli  (an.  1440),  67,  45-68,  1-5;  vl  li  dell- 
bera  di  premiare  la  fedelti  di  Castelfranco  esentan- 
dolo  per  dleci  anni  dalle  imposte  e  concedendogil 
altre  agevolezzc  (an.  1443),  86,  9-13;  fe  radunato  dal 
Senato  per  eleggere  i  magistrati  nuovi  87,  3-15;  vi 
si  delibera  dl  aasegnare  ad  Annibale  BentivogUo  il 
dazio  d.  Cartlcelle  per  sei  annl,  96,  43-47;  vi  si 
delibera  di  aopprimere  I'Arte  d.  Pescatori  e  che 
ognuno,  pagando  il  dazio,  possa  vendere  pesce  (an. 
1446),  114,  17-19;  vi  si  approva  l'operato  di  Taddeo 
Marchesi  per  ii  ricupero  di  Casteifranco,  d.  rocca 
di  San  Giovanni  in  Perslceto  e  di  altri  casteili,  117, 
39-47;  vi  lono  lettl  i  capltoli  deIl'accordo  con  Ni- 
C0I6  V,  123,  19-124,  1-39;  vi  appartiene  Bartolomeo 
Lambertini  (an.  1484),   231,  33. 

—  —  CoNSiGLio  UEGLi  Ottocknto  V.  Bologna  (c«m.). 
CoNslGLio  DEi  MiLLBDUECBNTO.   Vi  appartlene 

Bartolomeo  Lambertini  (an.  1484),  231,  33. 

—  —  "CoNsiGLloDl  Credknza  ric,  CXXXVIII,  3-13„. 

*  Consiguo  Generale  ric,   CXXXVHI,  3-lJ,. 

*  CoNsiOLlo  Spkcialb  ric,  CXXXVIII,  3-13  „. 

—  (Croce  di  porta  Ravegnana)  postavi  da  San  Pe- 
tronio  e  rovinata  dagll  anni,  ^  fatta  riparare  dagU 
Stracciaroli  (an.  1452),  141,  30-33. 

—  (Dazi)  V.  Bologna  (imfoste). 

—  (Dazieri)  \tlaeieri\  sono  giudici  nella  giostra  fatta 
correre  dal  Mugnai  in  Bologna  nel  mercato  d.  buoi, 
e  dividono  il  premio  tra  gli  otto  giostratori  egual- 
mente  valentl  (an.  1443),  75,  6-1 ;  ioro  dono  a  Sante 


Bentiroglio  per  le  nozae  (an.  i^^^),  149,  36-17;  loro 
lagnanxe  per  l'acqua  di  San  GIoTanni  in  Boico,  cul 
h  dato  raglone  (an.  1483),  227,  13  I*. 
BoLooNA  (Dkpositario)v.  TommoM  Gottadini  (tn.  1440). 

—  (DiBCl  01  balIa)  V.  Bologna  (magittraiurt). 

—  (DiFBNsoRi  DBLLA  cittX)  fanno  gettare  una  nuova 
campana  per  ia  torre  degli  Ailnelli  (an.  1444),  97, 
40-41. 

—  (Dooici  Dl  balIa,  Dodici  01  PACB)  V.  Bolegnm  («m- 
giatralurt), 

—  (DoTTORi).  Per  i  capltoli  d.  pace  concordatl  tra  com. 
e  pp.  trattano  le  cauie  profane  aatiititl  dal  leg.  o 
dal  governatore  (an.  1431),  29,  5- 10. 

—  (Esattori  dkllb  tassk)  V.  Battista  Raimondi,  Gio- 
vaiini  di  Mattia  di  Minotto,  Nicolb  dalla  FogUa, 
Amerigo  BoccU,  Seardovino  Scardovi,  ffieolh  Pat- 
troni. 

—  (Fossb)  tono  approfondite  essendo  per  due  terzi 
interrate  (an.  1453),  142,  35-37;  (an.  1494),  275,  44-46. 

—  (Frati).  Ne  sono  aliontanati  la  meti  per  ordine  d. 
Senato  a  cagione  d.  carettia  (an.  14S3),  227,  23-34, 
V.  aneht  Agostiniani  0  dtlla  Miiericordia,  Angeli 
(fraii  degli),  Bentdettini,  Carmilitani,  Eremitani  di 
Sani'Agostino,  Olivetani  delP  Osstrvama,  PrtdUateri, 
Servi  della    Vergine,  Zoccolanii. 

—  (Givdicb  della  Mkrcamzia)  nei  capitoii  concordati 
tra  il  oom.  e  il  pp.  Eugenio  IV  sono  stabllite  le 
modaiiti  d.  sua  elezione  (an.   143 1),  28,  12-14. 

—  (Giustizib).  Decapitazione  di  Alamanno  Bianchetti, 
dl  Antonio  detto  Bolognlno  e  dl  Enrico  Barblcri  (an. 
1429),  11,  48-49;  di  Glacomo  Bianchettl,  12,  13-14,  dl 
Giacoma  moglie  di  Gigante  Pelacani,  e  dl  Agnusdeo 
Zarabelii,  15-16;  tupplizio  e  implccagione  di  Gia- 
corao,  Gioranni  e  FUIppo  da  Piancaldoil,  13,  5-9 ;  di 
Bartolomeo  da  Modena,  lO-ll;  di  Alberto  daUe  Coltri, 
Guido  Giulio  PaganeUi,  Antonio  da  San  Siro,  36- 
38;  decapitazione  di  Aiberto  e  Giacomo  Caccianemi- 
ci,  di  Antonio  detto  il  Negro  e  di  Nicol6  Leoni  (an. 
1430),  19,  7-11,  impiccagione  nel  mercato  di  quattro 
prigionierl,  20,  35,  e  di  Glovanni  da  Ferrara  colpe- 
Tole  di  tradlraento,  21,  41-43;  decapitazione  di  Tom- 
maso  Canetoll  e  di  Battlsta  di  Bcrnab6  (an.  1440), 
63,  34  ;  di  Tommaso  Lojani,  di  Neri  oste  d.  I.una 
e  d.  Cap.  d.  porta  di  Santo  Stefano,  64,  33;  i  corpl 
d.  pred.  sono  squartati  e  appesi  aila  porta  anzidetta, 
33-33;  decapitazione  di  Pappi  de'  Medici,  49-50,-  di 
tale  Gorro,  pol  squartato  (an.  1441),  69,  35;  deca- 
pitazionc  di  Baldassarre  Canetoll  (an.  1448),  127,  45- 
128,  1-8;  di  Filippo  d'Argile  e  di  Bartolomeo  Pa- 
nieri  (an.  1449),  129,  47-48;  di  Giovanni  Agostini 
detto  il  Mosca,  Cristoforo  Valenti  e  Antonio  Ri- 
dolfi,  131,  11-13;  qulndi  di  Doraenico  Agostini  e  di 
Filippo  Benini,  30-31 ;  impiccagione  di  Giovanni  e 
Alessandro  Bemardini,  132,  4-5;  decapltaslone  di 
Tommaso  Cambi,  Bartolomeo  delia  Cava,  Giovannl 
Santi,  33-34 ;  irapiccaglone  di  Ossano  da  Pescarola 
(an.  1451),  137,  13;  giustizia  fatta  di  tre  traditori, 
16-17;  impiccaglone  di  cinque  fuorusciti  nel  trebl>o 
de'  Ghisilieri,  139,  34-36;  di  Antonio  Zonari,  140, 
15-16;  decapitazione  di  Giovanni  Buono  AJbertini 
e  di  Vincenzo  da  Casale  Parmigiano,  35 ;  impicca- 
gione  di  Paolo  dai  Priore,  35-36 ;  di  Antonio  Bisarlni 
detto  U  Magantino  (an.  1452),  142,  7;  dj  Borromeo 
e  Frlano  Scrittorl  e  deU'oste  dl  Ca'  Grande  di  San 


[Bologna  gtustizie-gonfalonieri\ 


INDICE  ALFABETICO 


503 


Ruffillo,  19-20;  di  Franceschino  o  Chichino  da  Lugo, 
Paolo  Baricelli  e  Lazzaro  dalla  Crovara  (an.  1453), 
144,  10-11;  don  Giovanni  Baricelli  e  esposto  nella 
gabbia,  11-12;  Francesco  dal  Borghetto  omicida  h  at- 
tanagliato,  privato  d.  mani  e  degli  occhi  e  squartato 
(an.  1461),  177,  24-27;  impiccagione  di  due  Centesi 
omicidi  (an.  1479),  221,  13- U ;  l'eretico  Giorgio  da 
Monferrato  e  arso  vivo  in  Piazza  (an.  1481),  223, 
10-12;  implccagione  di  alcuni  religiosi  colpevoll  di 
furto  (an.  1486),  234,  5-6;  di  Ercole  il  Carpesano, 
e  di  Paolo  e  Geminiano  suoi  fratelli,  di  Costantino 
d'Arezzo,  Michelangelo  e  Paolo  da  Carpi,  Lucrezio 
da  Venezia,  Bonaventura  Tassoni  con  11  suo  servo 
Zano,  Giglio  da  Verona,  Alessandro  detto  11  Prete 
da  Plsa,  11  Zampa  (an.  14S8),  351,  39-44;  decapita- 
zione  di  Giacomo  Bargellinl  e  Glovanni  Malvezzi, 
45-46;  impiccagione  di  Battista  Zanetti  e  Petronlo 
Scannelli,  48;  252,  1-2;  Impiccaglone  di  un  tal  Frizza 
(an.  1496),  288,  33-36;  la  strega  Gentile  Budrioli  e 
bruciata  viva  (an.  1498),  294,  1-3;  impiccagione  di 
un  perturbatore  d.  processione  (an.  1 500),  300,  6-7 ; 
impiccagione  di  due  ladri  (an.  1505),  336,  26-31;  dl 
altri  ladrl,  341,  43-46;  impiccagione  di  Costantino 
da  Caprara  alla  Ringhlera  d.  pod.  (an.  1507),  366, 
17-18;  in  Plazza  vengono  anche  impiccati  i  fratelli 
Glacomo  e  Lodovico ....  Paolo  da  Mantova,  Galasso 
di  Co'  de  Ronchi,  un  servo  di  Lodovico  pred.,  Mel- 
chlorre  dalla  Viola,  367,  6-10 ;  decapitazione  d.  sol- 
dato  Virglllo  (an.  1508),  382,  29;  impiccagione  del- 
Toste  d.  Lino,  383,  45-46,  di  un  ladro,  384,  42,  dl 
settc  fautori  d.  BentivogUo  ad  un  abete  posto  sulla 
Ringhlera,  385,  4-11,  di  Giacomo  Rabuinl,  27-29,  d, 
prigionieri  fatti  a  Bondanello,  393,  7-10,  e  dl  un 
servo  d.  Marescottl  (an.  1509),  395,  10-15. 
BoLooNA  (GoNFALONiERE  Dl  Giustizia)  asslste  in  San 
Pietro  alla  creazione  a  cav.  di  Luigi  Grlffonl  (an. 
1432),  31,  20-23;  va  Incontro  al  nuoTO  governatore 
Marco  Condulmer  (an.  1433),  33,  40-44;  prende  parte 
alla  processione  d.  Madonna  d.  Guardia,  34,  35-35, 
1-5;  deve  ricevere  per  11  Plcclnino  11  giuramento 
di  fcdelti  d.  capitani  d.  porte  (an.  1440),  65,  44-45; 
gli  &  commessa  la  custodia  d.  chiavi  dl  esse,  47-48; 
cf.  67,  31;  el.  da  prima  secondo  l'uso,  per  i  capl- 
toll  d.  pace  con  NicoI6  V  deve  essere  nomlnato 
dal  Sedici  e  dal  leg.  (an.  1447),  123,  41-42;  Inter- 
viene  alla  messa  e  al  convito  offerto  dal  neo-car- 
dinale  e  governatore  Astorre  Spada  (an.  1449),  128, 
31-32;  riceve  doni  dai  pred.,  32-33;  di  Pasqua  ascolta 
la  messa  In  San  Domenico  (an.  1459),  168,  21-24;  va 
a  porta  San  Felice  incontro  a  Galeazzo  Marla  Sforza, 
41:  assiste  in  Duomo  alla  vestizione  a  protonotarlo 
d.  fancluUo  Antongaleazzo  Bentivoglio  (an.  I483), 
227,  30-33;  ne  i  resa  piik  solenne  Tentrata  in  ufficlo 
(an.  1485),  231,  24-33;  assiste  in  San  Petronio  alla 
cerlmonia  per  la  consegna  d.  stendardo  ducale  a 
Giovannl  Bentlvoglio  (an.  1493),  270,  24-25;  rispo- 
■ta  sprezzante  datagll  dal  card.  Glovannl  Borgla 
(an.  1499),  298,  37-42;  si  reca  Incontro  al  nuovo 
governatore  Giovannt  Lomelllnl  (an.  1504),  329, 
45-47 ;  suo  posto  nel  corteo  papale  dalla  Maglone  al 
Pal.  (an.  1506),  355,  39;  per  volere  del  leg.  ha  di 
nuovo  sede  in  Pr.I.,  perd  !n  altro  quartlere  (an.  1507), 
365,  44-47;  V,  anehe  Mario  Canetoli  (an.  1428  ago- 
•to),  Lodoviec  MattartlU  («n.  1428  ottobre),  Tom- 


maso  dalle  Correggie  (an.  1439)  Friano  Griffbni, 
Carlo  Ghiailieri  {a.a.  1430),  Girolamo  Bolognini  (B.n, 
1435  ottobre),  Raffaele  Foseherari  (an.  1438  mag- 
gto),  Giovanni  dal  Calice  (an.  1440  nov.),  Battista 
Cane/ofi  {a.a.  1444),  Giovanni  Fantuxzi  (a.a,  1445  sctt.- 
ottobre),  Pandolfo  Biancii  (a.a.  1446  magglo-giugno), 
Romeo  Pefoli  (an.  1446  nov.-dicembre),  Sanit  Benti- 
voglio  (an.  1449  marzo-aprile),  Filippo  Bargellini, 
Giacomo  Castelli  (a.a.  1454),  Girolamo  Ranuzzi  (a.a. 
146S),  Aleasio  Orsi  (an.  1484),  Tommaso  Beniivoglio 
(an.  1492),  Francesco  Bianchetti  (an.  1499),  Girolamo 
Sampieri  (an.  1501  sett.-ottob.),  Alessandro  Bentivo- 
glio  (an.  1501  noT.-dicembre),  Mino  Rossi  (a.a,  ijos), 
Giovanni  Gotzadini  (an.  1506  novembre),  Virgilio 
Ghisilieri  (an.   1507),  Ercote  Felicini  (an.   1508). 

BOLOGNA    (GONPALOS^IERI  D.  POPOLO  dettl  anchc  TRIBUNI 

dblla  plkbe)  sono  el.  dalla  c,  anche  per  gli  accordi 
con  Martino  V  (an.  1429),  16,  30;  secondo  i  capitoll 
concordati  con  Eugenio  IV  debbono  essere  el.  da 
venti  consiglieri  deputati  dal  pp.  (an.  143 1),  27,  4- 
5;  cf.  26,  43-27,  1-3,  che  ne  determlna  il  modo,  7-9; 
loro  residenza,  9-11;  loro  elezioni  successlve,  14-IJ; 
vacazione  daII'ufficio,  15-17 ;  cambiamento  nelle  loro 
insegne  concordato  con  11  governatore  (an.  1431), 
30,  12-14;  assistono  in  San  Pietro  alla  creazlone  a 
cav.  di  Luigi  Griffoni  (an.  1432),  31,  20-23;  si  ra- 
dunano  nel  pal  d.  governatore,  32,  2>-28;  scendono 
in  Piazza  coi  gonfaloni  spiegati,  31-32;  sono  sop- 
pressi  dal  governatore  Daniele  da  Trevlso,  che  fa 
portare  i  gonfaloni  a  casa  sua  (an.  1435),  44,  17- 
19;  di  nuovo  cl.  dal  Senato  in  numero  dl  dodici, 
tre  per  quartiere  (an.  1438),  53,  36-42;  si  recano 
incontro  all'imp.  di  Costantinopoli  dl  passaggio  a 
Bologna  (an.  1439),  59,  44;  recansl  a  Pal.  col  gon- 
faloni  e  gli  espongono  dalle  finestre  per  letizia  d. 
vittoria  di  Francesco  Sforza  contro  NicoI6  Piccl- 
nino  (an.  1443),  97,  15-16;  per  i  capitoli  d.  pace  con 
Nlcol6  V  sono  el.  secondo  l'uso  (an.  1447),  123,  41-43; 
apparecchlano  11  palco  su  cul  11  leg.  deve  rlcevere 
il  cappello  cardinalizio  (an.  1449),  128,  20-21;  a  do- 
dlci  di  essl  6  affidata  la  difesa  d.  porte  (an.  1451), 
137,  44-45;  gll  altri  quattro  sono  preposti  uno  per 
quartiere  alla  vigllanza  d.  c,  46-47;  vanno  incontro 
al  nuovo  governatorc  Lodovico  Milanl  (an.  1455), 
159,  49-SO;  vanno  a  porta  San  Fellce  Incontro  a  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  (an.  1459),  168,  41;  portano  In 
sedia  Pio  II  nel  corteggio  per  la  sua  entrata  in  c. 
170,  14-15;  vanno  a  far  riverenza  al  pred.,  31,  lo 
accompagnano  a  Corticella  alla  sua  partenza  per 
Mantova,  171,  42-43;  vanno  incontro  al  nuovo  go- 
vernatore  Savelli  con  1  gonfalonl  (an.  1468),  200, 
23-25;  nuovo  cerimoniale  per  la  loro  entrata  In  uf- 
ficio  (an.  1485),  231,  24-33;  assistono  In  San  Petronlo 
alla  cerimonia  per  la  consegna  d.  stendardo  ducale 
a  Giovannl  Bentivoglio  (an.  1493),  270,  25;  ordl- 
nanze  d.  Senato  relatlve  alle  arml  che  devono  etsere 
portate  dletro  loro  (an.  1496),  291,  38-42;  sono  dal 
Senato  incarlcatl  col  Massari  d.  Artl  dl  raccogllere 
la  somma  necessarla  a  soddlsfare  11  re  dl  Francla 
(an.  1500),  299,  38-42;  accorrono  al  tumulto  torto 
durante  la  processione  d.  rogaxioul  a  Porta  Rare- 
gnana  e  fanno  con  sublta  sentenza  implccare  11  dl- 
sturbatore,  300,  5-8 ;  per  ordlne  d.  Senato  sl  rlunl- 
icono   nelle  chiese  d.   propri  quartlerl   Intleme  al 


504 


INDICE  ALFABETICO 


[BoIOgBk  goufaleniiri-Ugalo] 


clttadinl  d.  quartlerc  e  «1  6gll  d.  Bentlvoglto  (an. 
1503),  316,  34-36;  tl  recano  Incontro  a  Giorannl 
LomcUlnt  nuovo  goTernatore  d.  c  (an.  1504),  329, 
4S-47;  Interrogatl  dal  Commlstarlo  dl  Gtullo  II  In 
rlguardo  alla  Tenuta  dl  pp.  In  c.  rlipondono  con- 
forrae  al  Senato  (an.  1506),  345,  13-17;  poito  e  Tcstt- 
mentl  loro  nel  corteo  papale  dalla  Maglone  al  Pal., 
355,  37-39;  sono  el.  dal  pp.,  359,  40-4i ;  loro  noml, 
4I-4S ;  sl  presentano  a  Glulio  II  e  gll  baciano  il  plede, 
40-41;  clascuno  rlceve  lo  stendardo  d.  pp.,  4S-46;  h 
loro  assegnata  per  Tolere  dl  GiuUo  II  una  casa  nel 
Mercato  dl  mezzo  per  radunarvlsl  a  trattare  le  cose 
d.  c,  46-4S;  per  Tolonti  d.  leg.  tornano  in  Pal. 
nel  loro  quartlere  (an.  1507),  365,  49-SO;  ranno  in- 
contro  al  nuoTo  leg.  card.  Alldost,  376,  13-14;  loro 
elezione  per  fanno  1508,  378,  10-11;  ne  sono  InTlatl 
clnquc  dal  governatore  a  parlamentare  con  Gaspare 
Scappt  (an.  1508),  381,  49;  v.  ancke  Bologna  (comu- 
»•«),  »  Giovanni  2^mitccari,  Melchiorr»  Vittani,  Flo- 
riano  Griffoni,  Taddto  Ptfoli,  Giovanni  GottaJini, 
Giovanni  Angtltlli,  Francesco  Bolognini,  Pellegrino 
Mantolini,  Giovanni  Prendiparti,  Battitta  Raimondi, 
Francetco  Bonasoni,  Bernardo  dallt  Corrrggie,  Gia- 
como  Boccadieane,  Lodovico  CanttoU,  Gtovanni  di 
Lueino,  Giovanni  da  Villanova  (an.  1428),  Albertino 
dallt  Coltri  (an.  1439),  Giovanni  Volta,  Corradino 
Sarti  (an.  1431),  Giovanni  Francetco  da  Tossignano, 
Giovanni  dal  Calice,  Giacomo  Gmgifahbri,  Atto  da 
^uarto,  Stagio  Paleotti,  Giovanni  Bianthttti,  Alts- 
sandro  Mantoli,  Lodovico  Bianchi,  Giovami  Dolji, 
Bartolomeo  di  Vtnente,  Nicolh  Rustigani,  Andrea 
Castelli  (an.  1438  giugno),  Agostino  Berb,  Girolamo 
Pasi,  Cesare  Fava,  Bartolomeo  Bombaci,  Nicolb  Rai- 
gosa,  Alessandro  Ro/feni,  Giambattista  Bolognetli, 
Filiffo  Formaglini,  Giorgio  Guastavillani,  Gianga- 
leazto  Poeti,  Tommaso  Cotfi,  Antonio  Dolfi,  Giacomo 
Budrioli,  Francesco  Zani,  Antonio  Ghiselli,  Giacomo 
Leonori  (1506). 
BoLoo^rA  (Govkrnatore).  Nei  nuoTl  capItoU  concordatl 
tra  Eugenio  IV  e  Bologna  gii  h  riserrata,  quando 
non  vi  sia  ii  leg.,  la  nomina  d.  cap.  d.  porte  (an. 
1431),  27,  18-30;  la  sua  elezione  c  riservata  aJ  pp., 
clie  deve  scegliere  nella  terna  ad  esso  sottoposta  dal 
com.  di  Boiogna,  30-33;  varie  altre  sue  attribuzionl 
statuite  nel  pred.  capitoli,  43-48,  1-17;  cf.  29,  S-10; 
V.  anche  Fantino  Dandolo  (an.  1432-33),  Bartolomeo 
Zabarelli  (an.  1434),  Danielt  Scotti  (an.  1435),  Nicolb 
Piccinino  fer  il  dnca  di  Milano  (an.  1438- 1443)  < 
Francesco  Piccinino  quale  luogotenente  di  sno  fadre 
(aa.  1442- 1443)  ^*co^^  'i"  Cremona  (an.  1447),  Astorre 
Sfada  (an.  1448)  foi  leg.,  Giacomo  Vannucd  (an. 
1449),  «  /•  sua  vece  Giovanni  da  Terni  teioriere  {jui, 
1450),  Lodovico  Mila  0  Milani  poi  leg,  (aa.  1455- 
1456),  Angtlo  da  Cafraniea  poi  leg.  (an.  1458), 
Giambattitta  Savelli  (aa.  146S-1470),  Giovanni  Lomel- 
lini  (an.  1504),  Lorento  Fietehi  (on.  1507),  Simone 
Bonadiei  (an.  1509),  Angelo  Letnini  per  il  Ug.  Ali- 
dosi  (an.  1509). 
—  (iMPOSTii)  \bollette,  dati]  sono  accresciuti  tutti  i 
dazl  alle  porte  (an.  1431)1  24,  3S-38;  disposlzionl 
relatlTe  ad  esse  contenute  nel  capitoU  d.  pace  con- 
cordatl  tra  11  com.  e  il  pp.  Eugenio  IV,  28,  34-41; 
i  dazi  sono  riportati  al  prezzl  dei  1439  (an.  1435), 
42,  4VS0;  43,  1 ;  camblano  i  dazl  dl  tutti  i  generi, 


3-3 ;  dal  governatore  rl  !:  poito  a  capo  Gaspare  da 
Todi,  43,  43-43 ;  tono  cresciuti  I  dazt  per  aumentare 
le  entrate  d.  tesoro  (an.  1441),  68,  41-44;  U  dazlo  d. 
cftrtlceUe  i  donato  per  lel  anni  dal  .Senato  ad  Annl- 
baie  BentlTogito,  con  alcunl  obbllghi  (aa.  1443),  ^^> 
43-47;  cf.  .361,  9-11;  •ono  inasprtti  1  dazl  d.  porte  e 
d.  moUni  (an.  1444),  98,  is-19;  t  measa  unUmposta 
per  la  costnizione  d.  traTersi  di  muro  nelle  fosse 
d.  c.  (an.  1454),  152,  11-13;  eapedlente  trovato  dal 
Gonfalonlere  Giacomo  Castelli  per  farla  pagare, 
lS-19;  imposta  •uile  biade  per  pagare  1  soldati  (an. 
1455),  159,  37-38;  aono  toite  dal  pp.  le  soTraimpoate 
ciie  graTavano  sul  dazlo  d.  moiini  da  venti  anni 
(an.  1465),  189,  38-39;  Giuilo  11  aboUace  U  dozio 
deUe  CarticeUe  sfruttato  dai  BentiTOglio  e  di  Intol- 
lerabiie  gravezza  per  ii  popolo  (an.  1506),  361,  4- 
13;  il  pp.  limita  pure  o  modifica  i  dazl  sul  salc, 
•ul  macinato,  sui  bestiame,  13-16;  vl  sono  preposti 
dal  pred.  Giovanni  Camprggi,  AU>erto  Carl>one«l, 
Antonmaria  Legnani  e  Glrolamo  LodoTlsi,  36-38. 
BoLOGNA  (Legato).  Pct  i  pattl  d.  pace  tra  Martino  V  e 
la  c  un  suo  incaricato  sovraintende  al  dazi  insieme 
a  un  Anziano  (an.  1429),  16,  33;  conserva  pr.  dl  s^ 
una  chiiave  d.  porte  d.  c,  34-3S ;  abitazione  assegoa- 
tagli  dai  capltoli,  39,  nei  quali  i  pure  5ssato  11  nu- 
mero  d.  cavaUi  e  fantl  ctie  pu6  tenere  a  sue  spese 
43;  nei  nuovi  capltoli  concordati  tra  Eugenio  IV 
e  Boiogna  gli  h  attrlbuita  la  nomina  d.  cap.  d. 
porte  (an.  1431),  27,  18-19;  la  sua  elezione  h  riser- 
vata  ai  pp.,  ma  nella  terna  ad  esso  sottoposta  doi 
com.  dl  Boiogna,  30-33 ;  varle  altre  sue  attribuzloni 
statulte  nei  pred.  capitoll,  43-28,  7-17;  cf.  29,  S-IO; 
per  1  capitoii  d.  pace  convenuti  tra  Nicol6  V  e  Bo- 
iogna  govema  ia  c  insieme  ol  maglstrato  d.  Sedlci 
(an.  1447),  123,  43-44;  elegge  col  pred.  il  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia,  44-4S;  senza  la  sua  approvazione 
i  pred.  non  possono  concludere  nlente  ed  egli  senza 
ia  loro,  4S-47 ;  gli  Anzlani  non  possono  mandare 
ambasc  al  pp.  senza  il  suo  avviso,  124,  3-3;  ie  cause 
sono  chiamate  innanzl  a  lui,  ed  egii  aUa  sua  Tolta 
le  commette  a  uno  d.  giudici,  14-16;  i  fissata  la  saa 
abitazione  in  Pal.  neila  parte  ctie  gli  piaceri,  17-11; 
ii  Comune  deve  pagargli  uno  stlpendio  mensite  dl 
cinquecento  bolognini,  31-33;  ie  miiizie  condotte 
a  soldo  devono  giurargli  fedelfi  egualmente  che  at 
Gonfaloniere  di  Giustizia,  3S-36 ;  cos)  pure  tutti  1 
magistratl  compreso  U  Gonfaloniere  di  Giustizia,  31- 
33;  Inoltre  ie  pubbliche  scritture  per  essere  valide 
debbono  esserc  fatte  dai  suol  cancellieri  oltre  che 
da  quelli  degli  Anziani,  34-36;  v.  ancke:  Gabriele 
Condulmer  (aa.  {430-1428),  Lodovieo  Alamanni  fro- 
legato  (an.  1426),  Lucido  Con/i  {an,  1439),  GiovoMni 
Bosco  (an.  1430),  Nieolh  Aeciofad  (f.o..  ny)),  Marco 
Conduimer  (an.  1433-34),  Attorre  Sfada  (on.  1448), 
Lodovieo  Giovanni  Alila  o  Milani  gih  governator* 
(aa.  1456-1459),  Angelo  da  Cafranica  gib  govtrna- 
tore  (aa.  145S-1468),  Francesco  Gonzaga  (aa.  1471- 
83),  Giuliano  d.  Rovere  tol  suo  luogotenentt  Gaitatx» 
della  Rovere  (an.  1483),  Giovanni  Battista  Saveili 
(an.  1484),  Ascanio  Maria  S/orta  col  suo  luogotentnte 
Protfero  Caffarelli  (aa.  1485-8S),  Giovanni  Borgia 
(an.  1499),  Giovan  Battitta  Ortini  con  il  luegotentmte 
Cesart  Nticci  (aa.  1500-1503),  Ftderico  da  Sanseverino 
tl.,  ma  non  aeetttato  (an.   1503),   Altobello  Averoldi 


[Bologna  legato-magislrature] 


INDICE  ALFABETICO 


505 


(an.  1505),  Mcolb  Lomellim  (an.  1506),  Antonio  Fer- 
reri  (an,  1507),  Galeotto  Franciotti  della  Rover* 
(an.  1507),  Francesco  Alidosi  (aa.  1508-1509). 

BOLOGMA   (LUOGOTKNENTE    DEL    PONTBFICk)    V.   Bologua 
{legati). 

—  (MagionbdeiCavalieri)  vacante  per  la  f  di  Pietro 
Scappi,  e  data  a  Luigi  Griffoni  (an,  1431),  31,  38- 
29;  vi  si  radunano  i  Griffonl  coi  loro  amici,  e  di  qui 
muovono  in  Piazza  (an.  1434),  37,  46-47;  ric,  170, 
12;  fe  data  in  commenda  ad  Astorre  Malvezzi  (an. 
1468),  200,  33-34;  ne  e  fusa  la  campana  da  Gorello 
francese  (an.  1492),  268,  5-6;  vi  prendono  le  mosse 
i  barberl  nel  palio  per  la  via  Imperiale  (an.  1496), 
290,  47. 

—  (magistrati)  presenziano  la  posa  d.  prima  pietra 
dell'OspedaIe  edificato  dalla  Compagnia  d.  Morte 
in  onore  d.  Vergine  Maria  (an,  14J7),  5,  14-15;  van- 
no  incontro  al  leg.  card.  Lucldo  Conti  fuori  d. 
porta  Maggiore  (an.  1429),  17,  8-9;  sono  dal  pred. 
accolti  nella  cliiesa  di  SanfOmobono  e  assolti  dalla 
scomunira  Insieme  alla  c,  9-10;  vanno  incontro  al 
nuovo  governatore  Fantino  Dandolo  (an.  1431), 
30,  47-49;  vanno  incontro  al  pp.  a  porta  Maggiore 
e  gli  presentano  le  chiavi  d.  c  (an.  1436),  47,  8-9; 
prendono  parte  alle  esequie  d.  vesc.  Giovanni  Poggi 
In  San  Pietro  (an.  1448),  125,  21-22;  accompagnano 
fuori  d.  c.  Nicol6  Sanuti  el.  pod.  di  Siena  (an. 
1441),  70,  28-29;  vanno  incontro  al  Piccinino  fuori 
porta  San  Felice  con  i  gonfaloni  spiegati  (an.  1442), 
71,  41-42,  e  lo  conducono  in  Pal.,  42-43  ;  egualmente 
fanno  col  governatore  Giacomo  Vannucci  (an  1449), 
133,  41-44:  consegnano  al  pred.  meta  del  Pal.  giu- 
sta  i  patti,  44-45;  vanno  incontro  al  nuovo  leg. 
card.  Ressarione  (an.  1450),  135,  14-15  ;  accompa- 
gnano  in  San  Petronio  Timperatore  Federigo  V, 
141,  8-12;  sono  presenti  in  San  Petronio  alla  lettura 
d.  breve  apostolico,  che  bandisce  la  crociata  contro 
i  Turchi  (an.  1455),  160,  35;  accompagnano  alla 
sepoltura  il  Gonfaloniere  di  Giustizia  Melchiorre 
da  Moglio  (an.  1456),  161,  34-35;  partecipano  alla 
processione  ordinata  per  scongiurare  la  peste  e  il 
terremoto  (an.  1457),  ^^^t  24-29;  vanno  incontro 
al  nuovo  governatore  Angelo  da  Capranica  (an. 
1458),  166,  23-24 ;  si  recano  a  Pianoro  a  fare  rive- 
renza  al  pp.  (an.  1459),  170,  5-6;  poi  in  Pal.,  31- 
32;  accompagnano  Pio  11  a  Pianoro  (an.  1460), 
173,  29;  presenziano  la  messa  solenne  nella  quale 
Achille  Malverzi  e  Giacomo  Preti  prendono  la 
croce  (an,  1464),  185,  33-34,  46-50;  vanno  incontro 
al  principi  Aragonesi  di  passaggio  in  c.  (an.  1465), 
188,  11;  vanno  ai  Crociali  incontro  al  nuovo  go- 
vernatore  Savelli  (an.  1468),  20O,  23-26;  vanno  in- 
contro  al  nuovo  vescovo  Galeazzo  della  Rovere 
(an.  1487),  244,  13-14;  si  recano  a  fare  omaggio  a 
Giulio  II  alla  Magionc  (an.  1506),  355,  19-21 ;  pren- 
dono  parte  al  corteo  papalc  dalla  Maglone  al  I'al., 
37-39,  39-41 ;  vanno  col  ieg.  incontro  al  card.  Brl- 
5onnet  (an.  1507),  375,  45-46. 

—  (maoistraturb)  :  maoistrato  du  Sei  01  BalIa  el. 
per  la  venuta  di  Pio  II  in  Botogna  (an.  1459),  167, 
42-46,  con  il  mandato  di  provvedere  alla  sicurezza 
d.  c,  47-168,  1,  e  al  vettovagliamcnto  c  alloggio 
degli  ospiti  c  d.  soldati  d.  Sforza,  8-20. 

maoistrato  dei  Su  Riformatori  obixo  Stato 


istituito  da  Sante  Bentivoglio  a  governare  la  c.  in 
vece  di  quello  dei  Sedici  (an.  1446),  119,  33-34,  36-37; 
nomi  degli  el.,  34-36;  V.  anche:  Sant*  Bentivoglio, 
Lodovico  Marescotti,  Romeo  PepoH,  Dionisio  Castelli, 
Gaipare  Malvexii,  Giovanni  Fantuxxi  (an.  1446). 
Bologna  (Magistrature)  :  Magistrato  degli  Otto 
dkll'avere  hanno  ufBcio  di  raccogliere  denari  dai 
cittadini  per  pagare  1  soldati,  87,  8-9;  loro  istitu- 
zione  (an.  1443),  7-8;  v.  anehe  Giovanni  Bianchetti, 
Bonifacio  Fantuxxi,  Francesco  Ghisilieri,  Battista  Ra- 
modini,  Lodovico  Caccialufi,  Urbano  Fava,  Facino 
dalla  Nave,  Crescentio  dal  Poggio  (an.  1443  giugno). 

—  —  magistrato  degli  Otto  di  Balia  d.  pace  v, 
Rizxardo  Pepoli,  Battista  Canetoli,  Nicolh  Ariotti, 
Lodovieo  Matsarelli,  Raffaele  Fosckerari,  Matteo 
Pafazzoni,  Nicolh  Zambeccari,  Girolamo  Bolognint 
(an.   1428). 

—  —  MAGisTRATo  DEGH  Otto  di  guerra  pagano  ai 
soldati  Impadronitisi  d.  conte  Guidesco  da  Panico 
una  taglia  di  duecento  lire  (an.  1428),  10,  41;  fanno 
attanagliare  e  impiccare  il  pred.,  42;  ne  lasciano 
il  corpo  esposto  per  due  giorni  in  Piazza,  42-43; 
per  liberare  la  c.  dalPassedio  deliberano  di  fare 
incendiare  le  artiglierie  nemiche,  II,  7-10 ;  ma  i 
loro  mandatari  sono  scoperti  e  presi  e  per  ordine 
d.  Caldora  apppiccati  agli  alberi,  10-13;  avvertiti 
di  una  congiura  ordita  per  fare  entrare  i  nemici 
in  c  si  impadroniscono  d.  congiurati  e  tre  ne 
condannano  subito  alla  forca,  24-30. 

—  —  magistrato  dei  DiECi  i>i  Baua  el.  a  governare 
la  c.  (an,  1434),  37,  36-39;  di  nuovo  el.  invece  del 
magistrato  d.  Venti  (an.  1435),  41,  49;  el.  per  con- 
ferire  gli  uftici  di  utilita  e  di  onore  a  chi  reputino 
meritevole  (an.  1438),  55,  14-16;  prendono  in  pre- 
stito  dai  cittadini  duemila  ducati  loro  chiesti  dal 
Piccinino,  (an.  1439),  58,  38-40;  errata  notizia  del 
Biondo  in  proposito,  40-42;  eleggono  Giacomo  dal 
Lino  commissario  di  Castelfranco,  di  Crevalcore 
e  d'altre  terre  confinanti  col  march.  di  Ferrara 
per  impedire  le  ruberie  di  queslo  (an.  1440),  63,  7-9; 
sono  el.  invece  d.  Sedici  Riformatori  (an.  1443),  87, 
7-12;  V,  anche:  Rizxnrdo  Pepoli,  Giovanni  Lodovisi, 
Braigutrra  Caceianemici,  Nicolb  Bocchi,  Gozzadino 
Goxzadini  (an.  1434  giugno),  Romeo  Foscherari,  Ni- 
eolh  Fava,  Bartolomeo  Camftggi,  Beltrnmo  da  Sala, 
Giovanni  Manzolini,  Tommaso  dalle  Cavexxt,  Giro- 
lamo  Bolognini,  Francesco  Argelati,  Matteo  Ma- 
rescalchi,  Bariolomeo  di  Tommaso  (an.  1435),  Gio- 
vanni  Griffoni,  Floriano  Sampieri,  Romeo  Pepoli,  An- 
tonio  Ranuzxi,  Raffaele  Foseherari,  Nicolb  Gotxadini, 
Lodovico  Bentivoglio,  Gaspare  Malvezzi,  Giovanni 
Fantuzxi,  Battista  Poeti  (an  1438),  Giovanni  Griffoni, 
Carlo  Ghisilieri,  Romeo  Pepoli,  Giovanni  Manxolini, 
AnnibaU  Bentivoglio,  Dionisio  Castelli,  Lodovico  Man- 
soli,  Giovanni  Fantuzxi,  Girolamo  Bolognini,  Matteo 
Gozxadini  (an.   1443  giugno). 

—  —  MAGISTRATO  DEI  DoDici  Di  BalIa.  Giovanni  Grlf- 
fonl  i  loro  rappresentante  nella  commisslone  dl 
Otto  clttadini  creata  dal  Scnato  per  punire  1  delln- 
quenti  (an.  1430),  23,  32-36. 

—  —  MAOisTRATo  DEI  DoDici  Dl  PACE  ».  Giovannt 
Volta,  Corradino  Sarti,  BaecelHero  Tehaldi,  Filippo 
Alberghi,  Franeeseo  Guidotti,  Giovanni  dali*  Armi 
(*n.  1431). 


506 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologna  magistrafure] 


BoLooiTA  (maoistraturk)  :  Seoici  Ripormatoiu  ukixo 
Stato  dblla  libcrtX;  maoistratu  dei  Seoici  Sl- 
GNORi.  Noml  di  essl  el,  dal  Canetoll  (an.  1428),  7> 
1-5;  I  pred.  sono  in  carica  anclie  l'anno  leguente 
(an.  1439),  11,43-47;  h  sostituito  dal  maglitrato  del 
Venti  (an.  1431),  31,  7-»;  nuoraraente  creato  per 
consiglio  dl  Nlcoi6  Plcclnino  (an.  1440),  61,  4I-62, 
I;  nomi  degll  eletti,  2-S;  nominano  Glacomo  dai 
Ltno  soprastante  generaie  d.  Camera  per  duc  anni, 
43-43;  offrono  al  Piccinlno  di  passaggio  In  Bologna 
un  presente  di  duemiia  ducatl,  63,  3l-3f ;  raccolgono 
li  pred.  denaro  racrcfc  un  imprestlto  dalle  Compa- 
gnie  delie  Arti,  cul  danno  per  rlvalersl  il  dazlo 
dUmbottatura,  39-41;  per  1  capitoli  iirmati  con  11 
Picclnlno,  b  loro  devoiuta  i'eiezlone  d.  cap.  d.  porte, 
65,  44-45,  e  i'elezione  d.  casteliani  e  officiaii  d.  ca- 
stelli,  66,  3-4  ;  i  dal  Senato  fatto  cassare  in  Con- 
siglio  d.  Seicento,  e  in  sua  vece  i  istituito  11  ma- 
gistrato  d.  Dieci  dl  Balia  e  degli  Otto  deirAvere 
(an.  1443),  87,3-8;  ric,  101,  20-24;  di  nuovo  creato 
per  Riformare  gli  uflfici  d.  c.  (an.  1445),  107,17-1?; 
nomi  degli  el.,  19-27;  radunatisi  in  un  orto  degii 
Anziani  deliberano  di  bandire  di  c.  i  malfattorl 
e  ioro  seguaci  e  confiscarne  i  t^eni,  45-48,  /;  h  al>o- 
lito  da  Sante  Bentivoglio  perche  inviso  al  popolo 
e  in  sua  vece  h  creato  il  magistrato  d.  Sei  Riforma- 
tori  cui  c  afiidato  ii  governo  d.  c.  (an.  1446),  119, 
34-37;  per  i  capitoli  d.  pace  tra  ia  c.  e  Nicol6  V  e 
di  nuovo  istituito  (an.  1447),  ^^^<  43-43;  modalita 
delTelczlone,  43-45,  e  definizione  d.  poteri  degil  eletti, 
45-47;  fanno  con  11  consenso  d.  governatore  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  (an.  1455),  161,  8-13;  accompa- 
gnano  ii  pp.  a  Corticella  alla  sua  partenza  per  Man- 
tova  (an.  1454),  171,  43-43;  vanno  incontro  ai  nuovo 
governatore  Saveili  (an.  146S),  200,  23-35;  fanno  Pir- 
ro  Maivezzi  commissario  d.  loro  milizie  (an.  1471), 
210,  37-38:  con  il  vicario  d.  ieg.  concedono  a  Glo- 
vanni  Bentivoglio  il  permesso  di  fabbricare  un  mo- 
lino  a  Codalunga  fuori  porta  Santo  Stefano  (an. 
1500),  300,  13-16;  V.  anche:  Guido  Pefoli,  Romeo 
Foscherari,  Bartolomco  Manxoli,  Braiguerra  Caccia- 
luinid,  Niccoli  Ariosii,  Scipiont  Gozxadini,  Baldas- 
sarre  Canetoli,  Tommaso  Zambeccari,  Stefano  Gkiti- 
lardi,  Francesco  Gaitlotfi,  Giovanni  Griffoni,  Giovan- 
ni  Mamtolini,  Brmnino  Bolognini,  Lodovieo  Benti- 
voglio,  Giaeemo  dalle  Correggie,  Scardomno  Scar- 
dovi  (an.  142S,  e  1429),  Baldassarre  Trenlaquattro, 
Giovanni  Lodorist,  Lodovico  Bentivoglio,  Gasfare 
Malvetti,  Lodovico  Manzoli,  Carlo  Ghisilieri,  An- 
tonio  Ranutzi,  Rinaldo  Ariosti,  Guidantonio  Lamber- 
tini,  Bartolomeo  2Lambeccari,  Floriano  Samfieri,  Romeo 
PepoU,  Nicolb  Goxxadim,  Girolamo  Bolognini,  Bat- 
tisia  Poeti,  Giovanni  Fantuxzi  (an.  1440) ;  Rinaldo 
Ariosti,  Giovanni Fantuxti,  Romeo  Pefoli,  Bartolomeo 
Lambertini,  Gaspare  Malvexxi,  Lodovico  Bentivoglio, 
Melchiorre  Vixxani,  Giovanni  Guidotti,  Cristoforo 
Caccianemici,  Lodovico  Manxoli,  Pandolfo  Bianchi, 
Axxo  da  ^arto  (an.  1445  marzo) ;  Lodovico  Benti- 
voglio,  Gaspnre  Maivnxi,  Lodovieo  Mantoli,  Atto 
dit  ^uarfo,  Sante  Bentivtglio,  Dionisio  Castelli,  Ri- 
nalio  Ariosti,  Lodovico  Maretcotti,  Romeo  Ptpoli, 
Bartolomeo  Lambertini,  Battista  Sampieri,  Giovanni 
Guidotti,  Giovanni  Funtuztl,  Cristoforo  Caeciantmid, 
Nmno  Vittani,  Pandolfo  BianeU  (an.  1445  giugno), 


Battista  Sampieri,  Gatpare  RingUiri  (an.  1457), 
Giovanni  Bentivoglie  in  luoge  di  f  Att»  da  Quarte, 
Carlo  Biancheiti  in  luego  d.  f  Filippo  Bargellini, 
Galtatto  Mareseotti  in  luego  d,  padre  Ledovico  f 
(m.  I4S9),  Cristeforo  Cacdanemid,  Giaeeme  da/  Une, 
Gievanni  dallt  Armi,  Bartelemee  Retsi,  Cristefere 
Artosti,  Pittre  dal  Purgo,  tutii  in  soprannumtro  (an. 
1460). 

BOLOONA   (MAOISTRATURB)  :  MAOISTRATO  O.  VnTI  Cl.  (Ul 

Consigllo  col  parere  d.  governatore  per  un  anno, 
in  luogo  d.  Sedicl  Rlformatori  d.  Stato  (an.  1432), 
31,  7-1;  terminato  11  tempo  avrebbero  el.  1  proprl 
successori,  (-9;  si  radunano  nel  pal.  d.  Slgoori  e 
rappacificano  l'abate  Zambeccari  con  Battlsta  Ca- 
netoll,  38-46;  sl  radunano  nel  pal.  d.  governatore  con 
gli  Anziani,  i  Gonfalonierl  d.  popolo,  i  Massarl 
e  moltl  clttadini  e  citano  Bartolomeo  Zambeccarl  e 
Battista  Canetoli,  32,  37-29;  v.  auche  Carle  Gkiti- 
lieri,  Guido  Pepoli,  Fleriano  Samfieri,  Gestmdiuo 
Goxzadini,  Giovauni  di  Lii^o  [Lodovisi],  Romte  Po- 
scherari,  Battista  Canetoli,  Romeo  dalle  Cerreggit, 
Franctsco  Guidotti,  Giacomo  da  Moglio,  Stefane 
Gkitilardi,  Merige  Bocchi,  Gaspnrt  Lupari,  Anttnie 
Scappi,  Giovanni  Grijoni,  Nicolb  Zamheccari,  Lod»- 
vieo  Itolani,  Cirolamo  Bologuini,  Giovamni  dalla  Ca- 
vallina  (an.   1432). 

—  —  MAGlsTRATO  DEI  Vbkti  ci.  dal  popolo  in  luogo 
d.  Sedici,  i  quali  devono  cedergli  1  propr!  poteri 
(an.  1506),  351,  49-50;  352,  1-4,  12-14;  nomi  degli 
el.,  4-12;  i  pred.  costituiscono  il  Senato  nuovo,  30; 
V.  anehe  Vincenxo  dalPOca  o  Sa/violi,  Andrea  dal 
Giglio,  Girolamo  Desideri,  Giacomo  dalVOglio,  Mat- 
teo  Marescalchi,  Melckiorre  Zanetii,  Nicolh  Dolcini, 
Ercole  Maranini,  Francetco  Boccadiferro,  Giacemo 
Boncempagni,  Anionmaria  Legnani,  Alberte  Carbo- 
nesi,  Francesce  Conti,  Giorgio  Guattavillani,  Lorente 
Ottofredi,  Giacomo  Budrioli,  Tommaso  Cospi,  Nicelh 
Lupari,  Antenio  Ghiselli,  Giacomo  Getti,  Alet^andre 
Pepoli,  Nicolh  Paltroni,  Cambio  Gombruti,  Nicoli 
dair Aglio,  Cesare  Fava   (an.   1506). 

—  —    QUARANTA    CONSIGLIKRI    O    RIFORMATORI     DELLO 

Stato  di  Bologna  sono  el.  dal  pp.  Giulio  11  e 
formano  11  Senato  nuovo  (an.  1506),  35S,  23;  cf.,  40- 
41;  sostituiscono  i  Sedici  Riformatori,  33-24;  sono 
chiamati  a  tale  ufiicio  parte  d.  senatorl  d.  Senato 
vecchio  e  parte  d.  nuovo,  24-25;  loro  nomi,  3S-40'; 
se  uno  venga  a  mancare  i  compagni  eleggono  11 
successore  che  dcve  essere  confermato  dai  pp.,  41- 
42;  fanno  un  rlcco  presente  ai  pred.,  360,  35-3«; 
h  loro  data  per  riunirsi  la  stanza  d.  Pai.  adi- 
bita  alle  adunanze  dei  Sedici  (an.  1507),  365,  48-49; 
ne  e  chlesta  da  Gaspare  Scappi  la  destitusdone 
d!  quattro  (an.  1508),  3S1,  17;  vanno  incontro  a 
Brigida  Orsini  mogiie  dl  Riccardo  Alidosi  di  pas- 
saggio  a  Bologna,  385,  44;  tre  di  loro  e  cio^  Al- 
berto  Castelli,  Innocenzo  Ringhieri  e  Sallustio 
Guldotti  sono  dal  leg.  trattenuti,  dopo  la  messa, 
in  Pal.  c  quivi  fatti  strangolare  perchc  avevano 
scritto  ai  Bentivoglio,  390,  1-T,  11-13;  >  pred.  sono 
sostituiti  da  Bonlfacio  Fantuzzi,  Giaml>attlsta  Ca- 
stelli,  Giulio  Pasl  e  Giacomo  Lojani,  15-19;  vanno 
a  porta  Saragozza  incontro  al  leg.  Alidosi  di  ri- 
torno  a  Bologna  (an.  1509),  394,  32-23;  t.  mncie: 
Giovanni    MartiW,     Gire/ame    Sampieri,    Car/o    Tn- 


[Bologna  mag-istra{ure-mo»asteri\ 


INDICE  ALFABETICO 


507 


grati,  Ercole  Bentivoglio,  Alessio  Orsi,  Francesco 
Bianchetti,  Rinaldo  Ariosti,  Alessandro  Volta,  Gian 
Francesco  Aldrovandi,  Francesco  Fantuzzi,  Angelo 
Ranuzzi,  Alberto  CasteUi,  Eliseo  Cattani,  Annihale 
da  Sassuno,  Giacomo  Maria  dal  Lino,  Sallustio  Gtti- 
dotti,  Innocenso  Ringhieri,  Lodovico  Bolognini,  Gio- 
vanni  Campeggi,  Giovanni  Antonio  Gozzadini,  Ercole 
Felicini,  Virgilio  Ghisilieri,  Agamennone  Grassi,  Ales- 
sandro  Pefoli,  Giulio  Malvezzi,  Pietro  Isolani,  Lo- 
dovico  Fosckerari,  Alberto  Carbonesi,  Ercole  Mare- 
scotti,  Bartolomeo  Zambeccari,  Alberto  Alhergati, 
Anton  Maria  Legnani,  Girolamo  Lodovisi,  Giacomo 
dalle  Armi,  Melchiorre  Manzoli,  Virgilio  Poeti,  Tom- 
maso  Cosfi,  Annibale  Bianchi,  Ovidio  BargelHni, 
Cornelio  Lambertini  (an.  1506),  Cristoforo  Angelelli 
in  luogo  d.  t  Annibale  Bianehi  (an.  1507). 
BoLOGNA  (massari  delle  ARTi)  V.  Bologna   (Arti). 

—  (Mercato).  Vi  e  fatta  una  tagliata  da  San  Giovanni 
a  San  Benedetto  a  difesa  d.  c.  (an.  1443),  86,  41-43; 
vi  accampano  i  pedoni  venuti  con  Simonetto  del- 
l'Aquila  in  Bologna,  88,  22-33. 

—  (mohni)  sono  danneggiati  dallo  straripamento  dcl- 
TAvesa  (an.  1450),  136,  29-31 ;  quelli  fuori  strada 
Castiglione  sono  danneggiati  da  un  violento  ura- 
gano  (an.  1468),   199,  50;  200,   1. 

—  —    MOLINO   DELL'OrSO    Pic,    81,   3. 

—  monache  Di  Sant'Agnese  ric,   181,  42,  43. 

—  (monasteri).  Molti  di  suore  sono  riformati  dal  vi- 
cario  d.  tcsc.  (an.  1505),  341,  50. 

—  —  MONASTERO  DEi  PREDICATORI  V.  Bologna  (mona- 
stero  di  San  Domenico). 

MONASTERo   DEi   Servi,    Vi   fe  ospitato  il  card. 

Bessarione  (an.  1461),  177,  29-30;  vi  si  recano  a 
visitare  il  pred.  gli  Anziani,  il  leg.  e  nobili,  31-32; 
il  Bessarione  passando  di  Bologna  vi  alloggia  an- 
cora  (an.  1463),  182,  31-32;  "  LXVI,  34-35  „  ;  di  nuovo 
il  pred.  vi  dimora  tre  giorni  (an.  1472),  211,  6-S; 
vi  alloggia  coi  suoi  armigeri  Alessandro  Benti- 
voglio  (an.  1506),  344,  36-37,  e  il  card.  Giovanni 
Colonna,  356,  34-35. 

—  —  MONASTERo  D.  CoRPO  Di  Cristo  V.  Bologna 
(monastero  di  Santa  Chiara). 

—  . —     MONASTERO     DELLA     MaDONNA    DELLE     GrAZIE 

Vi  e  Innalzato  nell'orto  un  bastione  a  difesa  d.  c. 
(an.   1506),  347,  43-44. 

—  —    MON.    DELLE    PUOHOLE   O    UELLB    SUORB    DI    SAN 

Bkrnardino  in  capo  alla  Via  Nuova  pr.  il  canale 
d.  Reno;  vi  sono  ricoverate  fanciulle  povere  di 
Bologna  (an.  1505),  338,  45-46. 

—  —  MONASTERO  dells  suore  di  San  Bernardino  V. 
Bologna  (monastiro  delU  Puglioli). 

—  MONASTERO    DKLLE    SUORE    1>I    SaN  LoDOVICO.    VI  In- 

fierisce  la  peste  (an.   1501),  391,  3J-39,  43. 

MONASTERO    UELLE  SUORE  DI    SAN  PiBTRO  MaRTI- 

RE  ric,  346,  10-11. 

convento  di  Sant*Ahtonio.    Vi  alloggia  An- 

gelotto  Fleschl  card.  di  San  Marco  (an.  1436),  47, 

lt-19. 

—  —  monastero  di  San  Dombnico.  Ne  4  dannegglato 
II  muro  deIl'orto  dallo  straripamento  dell'Avesa 
(an.  1450),  136,  25;.  vi  2:  restaurato  11  dormitorio 
d.  novizi  per  opera  d.  card.  Angelo  Capranica 
(an.  1464),  187,  10-12;  Lodovico  e  Giovanna  Bolo- 
gnlnl  t1  raccolgono  una   Biblioteca  di  diritto   cl- 


vile  e  canonico  congiungendola  a  un'altra  che  gi4 
vi  era  (an.  1496),  291,  43-46;  Bernardino  Rosso  Goz- 
zadini  domanda  di  esservi  ricevuto  novizio,  ma 
ne  i  dai  frati  dlstolto  (an.  1502),  310,  17-18;  vi 
alloggia  il  card.  Francesco  Guglielmo  di  Clermont 
(an.  1506),  357,   3;  v'inflerisce  la  peste  (an.    1508), 

391,   38-40. 
BOLOGNA   (iMONASTBRl)  ;   CONVENTO    Dl   SaN     FRANCBSCO. 

Vi  alloggia  il  card.  Giordano  Orsinl  (an.  1436), 
47,  14 ;  vi  dimora  per  breve  tempo  Guido  Antonio 
Arcimboldi  arciv.  di  Milano  (an.  1494),  277,  10-11; 
vi  si  ricovera  Ermes  Bentivogllo  con  circa  scssanta 
armlgeri  (an.  1506),  344,  33-36;  vi  alloggia  11  card. 
Domenico  Grimani,  356,  47-48;  vi  infierisce  la  peste 
(an.   1508),  391,  38-39,  42. 

—  —  coNVENTO  Di  San  Giacomo  In  strada  San  Dona- 
to;  vi  alloggia  il  card.  Branda  da  Castiglione  (an. 
1436),  47,  16;  e  fra  Slmonetto  (an.  1453),  144,  14-15; 
i  fr.  vi  fanno  alzare  le  volte  d.  chiostro  e  fare  pa- 
rapetti  e  sedili  (an.  1471),  210,  31-36;  vi  alloggia  11 
referendario  veneto  Antonio  Vinciguerra  (an.  149S), 
286,  29;  vi  infierisce  la  peste  (an.  1508),  391,  38-39, 
41 ;  "  vi  professano  frale  Bugenio  Ghirardacci  (an. 
1524),  XII,  S;  e  frate  Nicola  Ghirardacct  (an.  1537), 
7-S\  ne  e  priore  Sante  Spisani  (an.  1558),  XIII, 
14-15;  e  sotto  priore  Giovanni  da  Fermo  poi  so- 
stituito  da  Cherubino  Ghirardacci,  13-14;  ric,  21  „. 

—  —  monastero  di  San  Lorbnzo.  Dieci  suore  dl 
questo  convento  sono  trasferite  dai  Senato  di  Bolo- 
gna  nel  mon.  di  San  Vitale  (an.  1492),  269,  20-2I; 
Ercole  Marescottl  vi  pone  quattro  sue  figlie,  alle 
quali  da  una  ricca  possessione  per  dote  (an.  1503), 
322,  37-38 ;  vi  si  fa  monaca  Ginevra  Pepoii  (s.  a.), 
339,  36. 

—  —  MONASTERo  Di  San  Mattia  di  suore ;  vi  si  salva 
ferlto  Galeazzo  Marescotti  (an.  1445),  103,  37. 

—  —  coNVENTO  Di  San  Michele  in  Bosco  rovjnato 
dai  Canetoli  a  tempo  d.  pp.  Martino  V  [an.  1430J, 
145,  37-38  ;  allora  i  monaci  di  SanfOliveto,  che  l'abi- 
tavano,  passano  nel  monastero  di  Santa  Maria  d. 
Miserlcordia,  38-39;  e  riedificato  in  parte  dal  Senato 
di  Bologna  (an.  1454),  40;  vi  tornano  ad  abitare 
i  pred.  monaci,  40-41 ;  varie  costruzioni  aggiuntevi 
posteriorraente  lo  rendono  uno  dei  piu  bci  mon. 
d'ltalia,  41-42. 

—  —  monastbro  di  San  Salvatore.  II  priorc  Niccoli 
Lodovisi  vuol  fabbricarvi  una  bibiioteca  (an.  1497), 
293,  34-35;  ne  h  allogata  a  mastro  Pirrone  Berga- 
masco  la  costruzione  d.  due  chiostri  sottoposti,  35-36; 
la  fabbrica  rovina  con  grave  danno  prima  d.  coper- 
tura,  36-37;  vi  alloggla  11  rard.  Francesco  Sode- 
rlni  (an.  1503),  323,  13;  dl  nuovo  vi  dimora  il  pred. 
(an.  1506),  356,  48-49. 

MONASTERO  Di  Santo  Stepano.  Vi  f  Bartolomco 

della  Rovere  vesc.  di  Ferrara  (an.  1494)1  277,  43. 

—  —  MONASTERo  Di  San  Vitale.  II  Senato  vi  manda 
dleci  suore  del  mon.  dl  San  Lorenzo  per  essere  rl- 
formate  (an.  1492),  269,  M-2I. 

—  —  MONASTERo  Di  Sant^Aonme.  Vien  dlttrutto  da 
un'Incendio  (an.  1440),  63,  44-45,  47-4«;  nel  slnistro 
due  monachc  rcstaiio  t  *  duc  fcrlte,  45-47 ;  11  Senato 
vi  fa  innalzare  neII'orto  un  bastione  a  difesa  d. 
c.  (an.  1506),  347.  43-44. 

MONASTERo  Di  Santa  Ciiiara   detto  anche  del 


508 


INDICE  ALFABETICO 


[BolOgna  iiun*tttrufaltMt\ 


CoRPO  01  Cristo.  So  ne  comincla  la  coitruxlone 
(an.  1455),  161,  6-7,  in  gran  parte  col  denarl  dl  Bat- 
tista  Manzoll,  162,  26-27;  cf,  213,  34-3];  i;  cdlficato 
sulla  chlesa  di  San  Cristoforo  ctie  viene  abbattuta, 
163,  33-]4;  vi  entrano  venticinque  inonaclie,  d.  quaii 
novc  dl  Botogna  (an.  1456),  162,  2I-26;  ric,  181, 
37,  40,  4N42;  vi  f  la  badessa  suor  Caterina  de'  Negri 
o  Vlgrl  (an.  1463),  182,  15-17;  «  LXVI,  1-9  , ;  i  el.  a 
iuccederc  aila  pred.  suor  Leonarda  Gozzadinl,  182, 
32-23;  h  vlsitato  dal  card.  Bernardino  Carvajal  (an. 
1496),  291,  6-7;  vi  si  rifugia  Ginevra  Bentlvogilo 
durante  ii  terremoto  (an.  1505),  334,  33;  vi  «i  fa 
suora  Camllla  BentivogUo  (s.  a.],  374,  34;  li  luo 
fattore  i  multato  In  trenta  ducati  per  ia  ricostru- 
zlone  d.  pai.  Marescotti  (an.  iJoS),  389,  10. 

BOLORNA   (MONASTBRI)  :   CONVENTO   DI   SANTA  GiUSTINA. 

Vi  abitano  i  monaci  neri  di  San  Benedetto  (an. 
1436),  49,  14-15. 

—  —  convento  di  Santa  Maria  obgli  Anoeli.  VI 
abltano  I   fratl  degil  Angeli  (an.  1457),  164,  30-31. 

MONASTERO  Di  Santa  Maria  Maogiork  In  via 

Gaillera;  vi  alioggla  11  card.  Marco  Vigerio  (an. 
1506),  356,  44. 

MONASTERO  DI  SAMTA  MaRIA  DELLA  MiSI^RICORDIA 

fuorl  porta  di  strada  Castiglione;  vi  passano  ad 
abitare  i  fratl  dl  Monte  Oliveto  dopo  la  distru- 
zione  di  San  Michiele  in  Bosco  fatta  dai  Canetoii 
[an.  1430],  145,  38-39;  i  pred.  frati  tornano  a  San 
Miclieie  in  Bosco  rlediiicato  (an.  1454),  40-41;  h 
dato  al  frati  Eremitani  di  SanfAgostino  dai  mo- 
naci  di  Monte  Oliveto  (an.  1472),  213,  44-45;  Ber- 
nardlno  Rosso  Gozzadlnl  vi  veste  rabito  da  frate 
(an.  1502),  310,  19-20;  dopo  pochl  giorni  il  pred. 
ne  parte,  32-23. 

CONVKNTO  Di  Santa  Marta.    Ginevra  Bcntivo- 

glio  vl  colloca  a  sue  spese  due  figlle  di  Gentile 
Budrloll  (s.  a.),  235,  19-:o. 

monastero  di  Nostra  Donna  delt,'Avesa.   Vi 

sono  temporaneamente  allogate  le  donzelle  di 
Santa  Marta  (an.  1505),  338,  43-44. 

—  MoNTE  DELLA  PlETA  fondato  da  Bernardino  da 
Feltre  (s.  a.),  211,  1-2;  vi  si  comincla  a  prestare 
dcnaro  (an.  1505),  335,  30-31. 

—  (NoTAi)  vengono  tra  ioro  a  contese,  composte  da 
Giovanni  Bentivoglio,  chiamato  arbltro  (an.  1483), 
228,  36-30;  hanno  residenza  sotto  il  pal.  d.  pod. 
ovc  ciascuno  ha  11  proprio  banco  da  chiudersi  (an. 
1493),  272,  23-29. 

—  (oFPiciALi  Di  San  Petronio).  Pcr  i  capitoii  d.  pace 
concordati  con  Eugenio  IV  debbono  essere  el.  da 
Venti  consiglieri  deputati  dal  pp.  (an.  1431),  27,  4-5, 
che  ne  regola  il  modo  dell'elezione,  7-9,  la  residen- 
za,  9-11,  le  elezloni  successive,  14-15,  la  vacazione 
dairufficio,  15-17. 

—  (OSPEDALI  £D  OSFIZl)  :  OSPEDALS  DELLA  MoRTE  O  DSL- 

LA  Vergink  Maria  per  I  poveri  inferml;  nc  fe  de- 
iiberata  la  costruzione  dalla  Compagnia  dclia  Morte 
(an.  1427),  5,  8-10;  h  dcdicato  alla  Vergine  Marla, 
15-16;  vi  sono  poste  le  prime  pietre  dal  leg.  card. 
Ludovlco  Alamanni  e  dal  pod.  presentc  ii  popolo, 
10-16;  vi  sono  trasportatl  i  cadaverl  d.  cinque  dl 
parte  Bentivoglia  fatti  uccidere  da  Battlsta  Canetoli 
(an.  1430),  18,  46;  ne  sono  governatori  Giovanni 
dalle  Armi,  Bartoiomeo  Baroncini  e  Bernardo  Mu- 


iettl  (an.  1433),  34,  26-21;  neila  chlesa  annetsavi  k 
lasciata  la  Madonna  d.  Guardla  le  tre  notti  durante 
la  procesaione,  49-35,  1 ;  sl  pensa  a  condurvi  i'acqua 
d.  fonte  Ramonda,  36,  34-25;  vi  c  portato  Florlano 
Griffoni  gravemente  ferlto  dai  Canetoli  (an.  1434), 
38,  11;  11  pred.  vl  h  ucclso  nei  ietto  da  leguacl  d. 
Canetoli  IntrodottUi  totto  vette  di  arolci,  33-27;  vi 
arrlva  I'acqua  d.  fonte  Ramonda  in  gran  copia,  40, 
4-«;  tono  chiamati  otto  uomlni  d.  Compagnia  dal 
pod.  Oflida  ai  pal.  d.  Notai,  perchi  tratportlno  e 
seppellltcano  i  due  cadaveri  dl  Antonlo  Bentlvo- 
gllo  e  di  Tommaso  Zambeccari  (an.  1435).  45,  37-38; 
il  chc  i  pred.  fanno  portandoii  a  San  Crittoforo 
d.  Ballatoio,  39-40;  vi  h  recato  11  cadavere  dell'uc- 
ciso  Bartoiomeo  Preti  (an.  1442),  72,  1»;  vl  tono 
condotti  1  corpi  d.  Mareicotti  ucciti  (an.  1501), 
305,  43-44. 

BOLOONA  (OSPEDALI  ED  OSPIZl):  OSPEDALE  OKLLA  VlTA. 

II  terrcmoto  ne  danneggia  la  chiesa  annetsa  che 
occorre  puntellare  (an.  1505),  333,  44-45;  danneg- 
giato  un'altra  volta  dal  terremoto,  335,  39-40. 

—  —  OSPEDALE  ui  San  Bdono  c.  Bologna  (pifedaU 
di  San  BruHo). 

—  —  ospBDALE  ui  San  Brdno  [Soh  Buono]  fabbricatu 
per  opera  dl  fra  Glacomo  Battaglia  nella  casa  d. 
Compagnia  d.  Lombardi  (an.  1445),  102,  32-34. 

—  —  osPBDALE  Di  San  Francksco.  La  vioienza  d. 
vento  vi  abbatte  un  muro  (an.  1453),  143,  31-33. 

osPBOALB  ul   San   Giobbe   V.  Bologita  (osptdaU 

<H  San  LortHto   Guerrim). 

osPBUALB    Di   San   Lorenzo    GuBRRiNl,    anche 

ospeoalb  di  San  Giobbr  o  dei  Gubrkini  i  riat- 
tato  per  opera  di  alcuni  pietosi  (an.  1496),  291, 
48-49;  vi  sono  curati  i  colpiti  da  male  francese,  50; 
piii  tardi  vi  h  fabbricata  la  chiesa  di  San  Giobl>e 
dalla  quale  prende  anche  il  nome  di  ospedaie  di  San 
Giobbe,  292,  2-3;  neirospizio  vi  sono  ricoverate  dal 
Senato  venticinque  meretricl  convertitesi  (an.  1503), 
310,  28-31;  vi  si  trova  ammalato  e  in  tristi  condi- 
zionl  Francesco    Manfredi    (an.  1503),  327,  43-43. 

—  —  osPBDALB  Di  San  Piktro.  Iu  seguito  al  terremoto 
una  sua  casa  cade  uccidendo  un  frate  che  vi  abi- 
tava  (an.  1505),  334,  I-2;  vl  sono  ricoverate  nel- 
i'osplzio  momentancamente  fanciulle  povere  dateai, 
per  la  carestia,  aIl'elemosina  (an.  1505),  338,  38-40. 

—  (ospizio  DI  Santo  Stkfano)  [psfilale  <U  Santo  Stt- 
/aHo\  fondato  per  aiuto  d.  poveri  da  Cario  Duosl 
(an.  1505),  338,  47-48. 

—  (Otto  dbi.l'avbre)  V.  BclogHa  (magistratmrt). 

—  (Otto  di  BalIa  d.  pack)  v.  Bologna  (mngi%tratmr«). 

—  (Otto  di  Guerra)  V.  Btlogna  (magistratur»). 

—  (pALAzzi):  FALAzzo  Bardi  appartcncva  a  famlglia 
fiorentina,  215,  37;  e  comprato  dai  frati  Zoccolantl 
che  vi  fanno  erigere  la  chiesa  delPAnnunziata  (an. 
I47S),  215,  37-28. 

—  —  FALAzzo  Bentivoguo  comlnclato  da  Sante  Ben- 
tivoglio,  che  ne  fa  fare  il  disegno  dairarchitetto 
Pago  e  vi  pone  ia  prima  pietra  sul  canto  di  via 
Castagnoli  (an.  1460),  173,  31-41;  vi  toma  ad  abitare 
Glovannl  che  durante  ii  tumulto  d.  Marescotti  si 
era  rlnchiuso  nel  pal.  d.  Signorl  (an.  1501),  307, 
1-2;  vi  b  ospitato  Roberto  d'Aubigny  condottiero 
d.  re  di  Francia,  8-9,  e  Lulgi  d'Armagnac  duca  di 
Nemourt  vicere  di  Napoli,  308,  11, 11  card.  Ippolito 


[BoIOgna  ^alazzi] 


INDICE  ALFABETICO 


509 


d'Este,  309,  6-7;  h  addobbato  da  Giovanni  per  rice- 
vervi  Lucrezia  Borgia  (an.  1503),  19;  la  pred.  vi 
e  accolta  da  Ginevra  con  gran  festa,  27-28;  vi  e 
ospitatoErmes  Sforza,  310,  7-8;  e  anclie  Carlo 
Orsini,  36-37,  il  card.  Federigo  Sanseverino,  312,  5, 
il  fratello  di  lui  Fracasso,  21,  Gianfrancesco  Gon- 
zaga  (an.  1503),  324,  19;  di  nuovo  il  card.  d'Ani- 
boise  col  vicere  di  Milano  Carlo  d'Amboise,  328, 
43,  e  i  card.  d'Amboise,  Sforza  e  d'Aragona  di  pas- 
saggio  in  Bologna,  30-31 ;  subisce  gravi  danni  du- 
rante  una  vioienta  scossa  di  terremoto  (an.  1505), 
333,  3^-3«;  la  torre  inclinatasi  da  un  lato  minaccia 
di  cadergli  sopra,  34-36;  vi  alloggia  Troiio  Sa- 
velli  di  passaggio  a  Bologna,  339,  27-28,  e  Isabella 
d'Este  (an.  1506),  343,  10-11,  e  il  card.  di  Narbona, 
344,  43-43  ;  e  scelto  a  sua  dimora  dal  ieg.  di  Bolo- 
gna  card.  Galeotto  Franciotto  della  Rovere,  356, 
39-40;  cf.  359,  21-22,  e  anche  dai  nuovi  Anziani  el. 
dal  pp.,  22-23;  e  da  Giovanni  Bentivoglio  con  let- 
tere  raccomandato  al  Collegi  (an.  1507),  367,  25- 
26;  vi  k  conservata  una  grande  quantita  di  gra- 
naglie  e  altre  cibarie,  clie  vengono  prese  dal  leg. 
per  vettovagliare  ii  castello  di  Galliera,  44-46;  cf., 
24;  descrizione  dell'interno,  d.  disposizione  d.  stan- 
ze  e  d.  opere  d'arte  e  ricchezze  contenutevi,  371, 
25;  372,  1-22;  sua  bellezza  e  suo  prezzo,  23-25;  e 
rovinato  in  ogni  sua  parte  dalla  plebe  avida  di 
bottino  guidata  da  Ercole  Marescotti,  e  depredato 
per  un  racse  di  seguito  (an.  1507),  371,  5-24;  372, 
27-31;  sua  dlstruzione  ric,  375,  15-18;  versi  attac- 
cati  tra  le  rovine  a  dispregio,  19-29;  miracolo  ope- 
ratovi  da  una  madonna  dipinta  nelle  stanze  d. 
protonotario,  30-37;  rovinato  sino  ai  fondamenti, 
il  luogo  sul  quale  sorgeva  diventa  ricetto  d'im- 
mondizic,  41-43;  ric,  382,  28. 
BoLOGNA  (PALAzzi):  FALAzzo  BoLOONiNi  danncggiato 
dal  terremoto  (an.   1505),  334,  4-5. 

—  —  Casino,  Pal.  fabbricato  da  Annibale  Bentivoglio 
nel  Borgo  d.  Paglia  in  Bologna  per  suo  diporto 
(an.  1497),  293,  10-12;  il  pred.  vi  ospita  Ippolito 
d'Este  (an.  1503),  322,  19-20. 

—  —  Palazzo  degli  Anziani  V.  Bologna  (palatto  d. 
Comune), 

PALAZZO  uaLLAClTTA  V,  Bologna  {fal,  del  Comune). 

—  —  PALAZzo  DEL  CoMUNB  \falagio,  falazzo,  falatto 
della  citth,  palazzo  grande,  palazxo  del  legato  0  del 
governatore,  palazto  dei  Senatori,  0  dei  signori  An- 
tiani,  palazzo  dei  Signori).  Sua  ubicazione,  290,  36-37 ; 
in  un  angolo  {;  i'oroIogio,  37,  e  sulla  porta  una 
grande  statua  in  bronzo  d.  pp.  Gregorio  XIII,  37-39; 
nella  torrc  vi  sono  custoditi  illustri  capitani  d. 
Fiorentlni  presi  prigionieri  a  Medcsano  (an.  1428), 
7,  28-i9;  vi  cade  nell'orto  una  palla  lanciata  dalle 
artiglierie  nemiche  situate  a  porta  Gallicra,  raa 
non  vl  fa  danno,  10,  34-35;  sccondo  1  patti  d. 
pace  deve  risiedervi  il  card.  lcg.  (an.  1439),  16,39; 
resta  disabitato  per  la  partenza  d.  luogotenente  d. 
leg,  e  d.  pod.  recatosl  presso  Teserclto  d.  Chiesa 
(an,  1430),  21,  8-10;  se  ne  impadroniscono  i  cltta- 
dini,  che  ne  fanno  uscire  i  provvisionati  (an.  1434), 
37,  5-7 ;  vl  prendono  dimora  alcuni  membri  d.  reg- 
gimento  per  sorvegliare  il  governatore,  10-13;  il 
pred.  vi  i  tenuto  come  prigione,  14-15;  vl  si  reca 
Antonio  Bentiroglio  ad  ascoltare  la  messa  e  rive- 


rire  il  governatore  (an.  1435),  45,  13-16;  il  Bentivo- 
glio  vi  h  ucciso  per  le  scale  airuscire  dalle  stanze 
d.  governatore,  26-31 ;  e  cosi  pure  Tommaso  Zam- 
beccari  per  opera  d.  pod.  Offida,  36;  vi  si  difende 
il  governatore  Scotti  contro  il  popolo  e  Nicold 
Piccinino  (an.  1438),  52,  28-29;  reso  dallo  Scotti  fe 
saccheggiato,  29-31;  vi  si  insediano  i  nuovi  An- 
ziani,  53,  2-4  ;  ne  e  aperta  la  porta  a  Battista  Ca- 
netoli  da  Pietro  Soano  cap.  di  guardia  (an.  1439), 
56,  39-40;  Nicold  Piccinino  vi  e  invitato  e  vi  prende 
alloggio  coi  Signori  (an.  1440),  61,  44-45;  vi  e  ospi- 
tato  di  nuovo  il  Piccinino  e  trattato  con  grande 
onore  (an.  1442),  71,  43;  ric,  72,  33;  Cervato  da 
Caravaggio  desidera  abitarvi  per  sua  sicurezza  con 
duecento  fanti,  74,  18-19;  11  Senato  fe  di  parere  di- 
scorde,  22-25;  Cervato  vi  fe  introdotto  per  arbltrio 
di  Giovanni  Fantuzzi,  25-28;  11  Senato  ne  affida  la 
guardia  ai  duecento  fantl  condottivi  da  Cervato,  30; 
per  ordine  di  Francesco  Piccinino  ne  esce  il  Cara- 
vaggio  e  il  cap.  Pietro  dal  Purgo  con  i  provvisionati 
(an.  1443),  75,  23-35;  ne  e  tratto  fuori  armata  mano 
dai  partigiani  d.  Bentivoglio  Giacomo  dal  Lino  ivi 
sostenuto,  29-31 ;  fe  assalito  dal  popolo  guidato  dal 
Bentivoglio,  e  difeso  dalle  finestre  dal  Piccinino 
coi  suoi  soldati,  81,  I0-I8;  i  tumultuantl  vi  pene- 
trano  da  due  aperture  fatte  nelle  mura  avendo  an- 
che  applccato  il  fuoco  alla  porta,  18-37;  il  Picci- 
nino  vi  e  fatto  prigioniero,  37-49;  e  posto  a  sacco, 
49;  dagli  Anziani  ne  ^  assegnata  la  parte  nuova  al 
luogotenente  d,  pp.  (an.  1447),  '22,  30-31;  i  pred. 
vi  abitano  nella  parte  veccliia,  31-32;  ma  11  Gonfalo- 
niere  di  Giustizla  ha  le  sue  stanze  sotto  quelle  d. 
leg.,  33-33;  nei  capitoli  h  deliberato  che  vi  abbiano 
l'abitazione  11  leg.  e  gl/  Anziani,  124,  17-19;  i  pred. 
vi  fanno  aprire  una  porta  sotto  la  Ringhiera  per 
loro  comodo,  ma  debbono  subito  chiuderla  per 
ordine  d.  pp.,  125,  1-3;  vi  si  insedia  il  nuovo  go- 
vernatore  Giacomo  Vannucci,  in  metk  di  esso, 
giusta  i  capltoli  (an.  1449),  133,  44-45;  vi  alloggia 
nella  parte  nuova  il  governatore  card.  Bessarione 
con  11  suo  seguito  (an.  1450),  135,15-16;  vi  ^  por- 
tato  suUa  torre  gia  d.  Lambertazzi  l'orologio  d. 
torre  d.  cap.  (an.  1451),  137,  13-15;  vi  alloggia  Pio 
II,  che  vi  entra  per  un  ponte  di  legno  da  San  Petro- 
nio  (an.  1459),  170,  30;  e  di  nuovo  al  suo  ritorno 
in  Bologna  (an.  1460),  171,  8-9;  ric,  181,  27,  38-39; 
vi  e  o.spitato  11  principe  Federlgo  d'Aragona  con 
il  seguito  (an.  1465),  187,  43-44;  un  vlolento  ura- 
gano  vi  svelle  un  alto  cipresso  e  vi  abbatte  le 
viti  deirorto  (an.  1468),  200,  4-5;  vl  alloggla  11  re 
Crlstiano  di  Daminarca  e  Norvegla  (an.  1474), 
214,  10;  la  statua  d,  Madonna  suUa  facciata  h  opera 
di  NicoI6  dalPArca,  218,  14-15;  vl  t  '1  leg.  Fran- 
cesco  Gonzaga  (an,  1483),  288,  18-19;  vi  si  insedia 
Galeazzo  della  Rovere  luogotenente  d.  nuovo  leg., 
34-35;  vi  abita  provvlsoriaraente  Giovannl  Bentl- 
glio  dopo  la  conglura  d.  Malvezzi  per  piii  licurezza 
(an.  1488),  251,  26-27;  cf.,  252,  39-40;  11  pred.  nel 
momento  di  partirne  ne  crea  Ghinolfo  Blanchi 
cap.  d.  guardia,  49;  vl  alloggla  11  card.  francese 
Glovannide  la  G  r  ol  ale  di  passaggio  a  Bologna 
(an.  1494),  276,  4,  e  11  card.  Bernardlno  Carvajal 
(an.  1496),  291,  I,  e  II  card.  Borgia  (an.  1499),  297, 
17 ;  rl  sono  detenuti  Agamennone  e  Giatone  Ma- 


510 


INDICE  A.LFABETICO 


[Bologna  /a/atsi] 


rescotti  coi  nipoti  Lodovico  e  Agesilao  nella  ca- 
mera  detta  d.  Paradito  (an.  1501),  303,  15-17;  I 
pred.  ne  eicono,  11-19;  i  pred.  vi  sono  nuovamente 
ciiiamati  e  detenuti  sotto  buona  guardia,  32-34 ;  cf., 
305,  3;  Ermes  Bentivogllo  vi  raduna  molti  gto- 
Tanl  d.  princlpaii  famiglie  ai  quali  propone  i'uc- 
cisione  d.  pred.,  5-10;  i  Marescotti  anzidetti  vi  sono 
atsasslnati,  31-31;  vi  dimora  Giovanni  Bentivogllo 
durante  i  tumuit!  contro  i  Marescotti,  307,  1-3; 
danni  prodottivi  dal  terremoto  (an.  1505),  334, 
t-7;  cf.,  335,  36-37;  ric,  336,  46;  vi  si  insedia  il 
nuovo  leg.  Nicold  Lomellini  (an.  1506),  342,  6; 
ne  sono  abbattute  le  botteghe  verso  Porta  Nuova, 
343,  3;  vi  alloggia  il  commissario  di  Giulio  11, 
345,  1 ;  a  tenore  d.  capitoli  deve  essere  messo  a 
disposizionc  d.  pp.  allorchi  venga  a  Boiogna,  5-6; 
h  occupato  dal  popolo  a  nome  d.  Chiesa  dopo  la 
fuga  d.  Bentivogiio,  349,  40-41;  cf.,  37-3»;  vi  h  con- 
dotto  II  pp.  con  un  tempo  pessimo,  356,  34-35 ; 
GIullo  n  vi  fa  fare  una  nuova  Rlnghiera  scoperta 
e  vl  pone  il  suo  busto,  361,  1-3;  nella  cappella  vl 
h  celebrata  la  messa  dal  card.  Rlario  alla  presenza 
d.  pp.,  d.  card.,  d.  Signorl  e  magistratl,  364,  46-47; 
quindi  vi  sono  letti  e  approvatl  I  capitoli  d.  pace, 
47-365,  1 ;  vi  si  insedla  U  nuovo  leg.  Ferreri  (an. 
1507),  37;  vi  scoppia  un  incendio  nelle  stalle  dt 
dletro  con  gravt  danni,  33-39;  il  leg.  teme  che  l'ln- 
cendlo  sla  ttato  provocato  dal  Bentivoleschl  per 
cacciarnelo,  39-40;  il  prcd.  vi  fa  tornare  ad  abi- 
tare  tutti  i  magistrati  nelle  stanze  gik  loro  adibite, 
41-50;  difese  apprestatevl  dal  leg.  e  dal  Senato,  369, 
11-13;  dalla  Ringhlera  il  Senato  fa  leggere  le  let- 
tere  d.  vlcerfe  di  Milano  che  attestavano  l'inno- 
cenza  dl  Glovanni  Bentivoglio  nei  tentativi  d.  figli 
contro  la  c,  370,  39-30;  cf.,  31-38,  e  fa  pubblicare 
vari  bandi,  30-33;  vi  alloggla  tl  card.  Briconnet  di 
passaggio,  375,  46. 
BoLOONA  (PALAzzi):  Paiazzo  Felicini  In  vla  dt  Gal- 
Ilera ;  cominciato  da  Bartolomeo  Fellcini  h  segui- 
tato  dal  figlio  Giovanni ;  sua  magnlficenza,  332, 
1-3;  f  questi  senza  eredi  legittimi,  e  comprato  dal 
card.  Pucci  per  il  nlpote  Glanpaolo  a  prezzo  me- 
schlno,  3-4;  suo  costo,  4. 

—  —  PALAzzo  Ghisilieri  a  San  Francesco  di  contro 
alla  vla  d.  Lame  e  al  borgo  d.  Casse ;  e  cominclato 
da  Virgilio  Ghisilierl  (an.  1509),  394,  41-43,  e  finlto 
dal  figlio  dl  lul  Bonaparte  [s.  a.],  43;  sua  gran- 
dezza  e  magnlficenza  che  io  fanno  degno  di  un  re, 
43-45. 

—  —  PALAZzo  GRANDE  V.  Bologna  (palazto  d.  comune). 

PALAZZO    O   CASA  O  COLLBGIO  GREGORIANO    T.  Bo- 

logna  (falaxto  Pefoli). 

—  —  PALAZzo  Malvbzzi  a  San  Siglsmondo  ric,  183, 
49;  dannegglato  dal  terremoto  (an.  1505),  333,  38-40. 

—  —  "  PALAzzo  Malvbzzi  a  San  Giacomo;  costrulto 
da  Paola  Campeggi  ved.  Malvezzi  e  da  Giovanni 
suo  figlio  sulla  piazzetta  di  San  Giacomo  tra  le  vle 
San  Vltale  e  San  Donato  (an.  1560),  XIII,  32-33,  ja- 
34 ;  I?  disegHO  i  dell'arcUieito  Bartolomeo   Triaciini, 

S4-3S  n  ■ 

—  —  PALAZZO  Marescotti.  II  popolo  vorrebbe  ve- 
derlo  atterrato  per  vendetta  d.  rovlna  d.  pal.  Ben- 
tivoglio  opera  di  Ercule  Marescotti  (an.  1508), 
378,    15-16;  h  assalito   di    notte   da  due  Ibti   dalle 


genti  di  Gaspare  Scappl,  di  Glovannl  Galeazzo 
Poett  e  di  Giovanni  Felictnl,  379,  3J-34;  i  pred. 
comtnclano  a  romperne  le  porte,  15-36;  i  Maretcotti 
dettatlsl  tl  talvano  dai  teai  tn  cata  di  amld, 
36-38 ;  Tt  f  due  tervt  che  ne  Tolevano  dtfendere 
l'entrata,  39-40;  h  Mccheggiato  e  incendlato  per6 
con  poco  danno  ettendo  tutto  a  Tolta,  40-44 ;  d. 
tua  completa  dittruzione  Gatpare  Scappl  fa  una  d. 
condlztont  per  restitutre  Porta  San  Mamolo,  381,  IS; 
Ti  ti  reca  il  pred.  con  la  tua  compagnia  e  molto 
popolo  per  atterrarlo  mentre  ancora  bructava,  382, 
14-16;  t1  f  totto  le  macerie  plii  di  settanta  perto- 
ne  avide  dt  botttno,  16-19;  i  Gonfalonieri  invftno 
tentano  arrcstarne  la  rovtna,  19-33;  h  dcl  tutto 
mcsso  a  terra  dallo  Scappi,  che  si  vanta  d.  sua 
dlstruzione,  35-38;  cf.,  385,  it,  d.  quale  il  pp.  it 
duole,  384,  8;  tra  coloro  che  vi  applccarono  11 
fuoco  era  Ercole  dalle  Gualne,  385,  8-4;  moltlttlml 
clttadlnl  sono  multatl  pcr  riedlficarlo,  386,  4-387- 
388-389,  1-15;  maettro  Giovanni  Beroaldl  ti  astume 
di  rlcostrulrlo  per  diclastettemila  ducati,  15-16;  h 
cominclato,  34-35;  con  la  minaccia  d.  scomunlca 
moltl  materiall  sono  restituitl  da  chi  li  aTeva  pretl, 

34-37. 

BoxoGNA  (pALAzzi):  PALAzzo  D.  Mbkcaitzia.  Dannl  pro- 
dottlvi  dal  terremoto  (an.  1505),  334,  5-6. 

PALAZzo  Dsx  NoTAi.  Sua  ubicazione,  290,  35-36; 

per  I  capitoli  d.  pace  deve  essere  restaurato  a 
spese  d.  c  e  devono  abltarvi  gli  Anzlant  (an.  1439), 
16,  40-41;  cf.,  18,  46-47;  23,  3S;  24,  33-33;  vi  sono 
esposte  dalle  finestre  le  bandtere  d.  popolo  e  d. 
ilberta,  17,  13-14;  vi  sono  uccisl  a  tradimento  ctn- 
que  seguaci  d.  Bentivogllo  (an.  1430),  18,  41-48;  tI 
h  fatta  costrulre  una  grande  campana  che  suona 
airentrata  in  ufficio  degli  Anzianl  e  Gonfalonieri 
d.  popolo,  e  quando  vi  si  raduna  il  Consigilo,  23, 
38-31;  si  espongono  aile  finestre  i  gonfaloni  in  te- 
gno  di  allegrezza  per  1'elezlone  a  pp.  di  Eugenlo  IV 
(an.  1431),  24,  33;  quindi  In  segno  di  gioia  per  la 
pace  conclusa  (an.  1433),  29,  39-31 ;  vi  sl  reca  Luigi 
Grlffbni  pr.  gli  Anziani  (an.  1434),  38,  t;  il  pred. 
Inseguito  dai  Canetoli  fugge  sul  tetto  dove  e  uc- 
ciso,  11-16;  v!  alloggla  Francesco  Condulmer  card. 
di  San  Clemcnte  (an.  1436),  47,  19-30;  vi  e  numdato 
il  governatore  Scottl  dal  Piccinino  impadronltosi  d. 
pal.  d.  com.  (an.  1438),  52,  30-31 :  t1  h  allogglato  Fran- 
cesco  Piccinino  (an.  1439),  58,  13-14;  vl  abitaGia- 
como  Costanzi  gludice  d.  pod.  (an.  1441),  69,  46-47; 
Romeo  Pepoli  vi  combatte  dalle  finestre  contro  1 
soldatl  del  Piccinino  chlusl  nel  pal.  d.  com.  (an. 
1443),  81,  16-17;  vi  h  Impiccato  a  una  finestra  11 
traditore  Slmone  da  Sassoferrato  (an.  1445),  110, 
36-37;  per  ordine  degll  Anziani  sopra  una  parete 
vl  sono  dipinti  Impiccati  per  i  piedi  e  con  scrltto 
il  ioro  nomc  Galeotto,  Gaspare,  Africano,  Lodo- 
vlco,  Baldassarre  Canetoli,  Nicol6  Santi,  Delfino 
Atticontl,  Lodoviro  dalle  Correggie  e  Lodovlco 
Griffoni  (an.  (1446),  113,  14-18;  anche  vi  e  dlpinta 
la  f  infamante  di  Battista  Canetoll,  18-30;  rlc, 
181,  37  ;  In  segulto  a  un  violento  uragano  di  vento 
vi  cadono  tre  meril  nuovi  (an.  1468),  199,  48-49; 
Ti  alloggia  il  card.  GioTanni  Stefano  Ferreri  (an. 
1506),  357,  6. 

—  —  PALAZZO  PbPOLI  OlX    COLLEGIO,  CASA,  FALAZZO 


[Bologna  falazzi-fiazze\ 


INDICE  ALFABETICO 


511 


Gregoriano  e  comprato  da  Guldo  e  Galeazzo 
Pepoli  e  ne  e  pagato  il  prezzo  al  capitolo  d.  Ca- 
nonica  per  la  costruzione  di  una  nuova  fabbrica 
[s.  a.],  217,  12-20;  vi  alloggia  Rodrigo  Borgia  (an. 
1455),  160,  5;  (an.  1456),  163,  18,  e  Galeazzo  Sforza 
con  gran  parte  d.  sua  corte  (an.  1159),  168,  43-45. 

BOLOGJTA    (PALAZZl);    PALAZZO    DSL    PODESTA.    Sua   uMca- 

zione,  290,  39-40;  suo  largo  e  ampio  portico  ove 
sono  le  botteglie,  40-41;  dalle  finestre  Galeazzo  Ma- 
rescotti  con  armati  combatte  contro  i  soldati  d. 
Piccinino  chiusi  in  Pal.  (an.  J443),  81,  14-16;  ric, 
181,  27-28;  vi  k  posta  ai  pilastri  sotto  la  Ringhiera 
una  catena  alla  quale  vengono  legati  i  bestemmia- 
tori  (an.  1464),  187,  3-5;  si  comincia  a  rifabbricarlo 
e  abbellirlo  (an.  1483),  226,  45-46;  si  comlnciano  I 
piloni  che  sostengono  le  volte  sotto  la  sala  (an. 
1485),  232,  48-49;  vi  si  rinviene  negli  scavi  un  bel 
mosaico,  49-50;  vi  sono  impiccati  ai  merli  i  col- 
pevoli  d.  complotto  contro  la  vita  d.  Bentivoglio 
(an.  1488),  251,  39-44;  48-252,  1-2,  18-20 ;  pero  i  capi 
d.  pred.  congiura  sono  Invece  glustizlati  nel  cor- 
tile,  251,  45-4»;  ne  viene  lastricato  il  portico  in 
pietre  cotte  (an.  1491),  263,  31-22;  sotto  i  portici 
Ti  rendono  ragione  i  notai  che  vl  hanno  ognuno 
il  proprio  banco  da  chiudersi  (an.  1493),  272,  28-29; 
vi  h  impiccato  alla  Ringhiera  nuova  un  tal  Frizza 
convinto  di  menzogna  (an.  1496),  288,  33-34 ;  du- 
rante  il  terremoto  cade  un  arco  d.  torre  d.  cam- 
pana  (an.  1505),  335,  37-38;  tutta  la  torre  fc  rifabbri- 
cata  perch^  pericolante,  38-39;  alla  Ringhiera  viene 
implccato  Costantino  da  Caprara  (an.  1307),  366, 
U;  e  I'oste  dal  Lino  (an.  1508),  383,  45-46. 

—  —  PALAZzo  Sansbverino  vicino  a  Pietrafitta;  in 
seguito  a  terremoto  ne  rovina  la  cornice  con  una 
parte  del  tetto  (an.  1505),  334,  2-3. 

—  —    PALAZZO    DEI    SBNATORl     V.   Bologtta   (J>al.    d.    CO- 

mune). 
PALAZzo  DBi  SiONORi  V.  Bologna  (fal.  del  comune). 

—  —  PALAZZO  D.  VB-Scovo  [vescovado,  Saa  Pietr6\.  VI 
alloggia  l'imp.  di  Costantinopoli  di  ritorno  dal 
Concilio  (an.  1439),  59,  45;  va  ad  abitarvi  Fran- 
cesco  Piccinino  (an.  1442),  72,  34,  e  con  buona 
guardia  Cervato  da  Caravagglo,  74,  14-15;  vi  si 
reca  Giovanni  Fantuzzi  con  trccento  armati  a  pren- 
dervi  Cervato  e  accompagnarlo  in  Pal.,  26-27;  vi 
prende  alloggio  Nicold  da  Cremona  segretario  d. 
pp.  (an.  1447),  122,  2o;  vi  alloggia  momentanea- 
mente  II  nuovo  governatore  Giacomo  Vannucci 
(an.  1449),  133,  1-2;  il  pred.  accettato  governatore 
lo  lascia,  41;  vi  e  accompagnato  in  gran  pompa 
l'imp.  I'>derico  V  (an.  1452),  142,  4;  vi  fc  dato  al 
pred.  uno  splrndido  convito,  13;  vi  ablta  11  vesc. 
dl  ForU  (an.  1455),  159,  42-43;  vi  alloggia  il  card. 
Giambattista  Zeno  di  passagglo  a  Bologna  (an. 
1493),  272,  33,  e  I'arcivesc.  di  Milano  (an.  1494), 
277,  s;  il  pred.  lo  laRcia  dovendo  venire  II  fratello 
d.  vesc,  11-12;  questi  non  essendo  giunto  vi  torna 
l'ArcimboIdi,  12-13;  vi  alloggia  l'ambasc.  di  Alei- 
tandro  VI  (an.  1503),  314,  35;vi  si  recano  magi- 
strati  e  senatori  pr,  11  pred.,  33-35;  vl  alloggia  11 
card.  Achille  Grassl  (an.  1506),  356,  40-41. 

—  —  PALAzzo  OKLLA  VioLA  In  Borgo  San  Marino ;  vi 
si  reca  ad  abltare  Annibale  Bentivoglio  con  la  aua 
famlglia  durante  11  terremoto  (an.  1505),  334,  3S. 


BOLOGNA    (PaRROCCHIe)  :     PARROCCHIA    DI    SaN     BiAGIO. 

"  Vi  dimora  Andrea  Ghlrardacci  (an.  1533),  V,  14  „. 

—  —    PARROCCHIA  Di   San  Giuseppe   "  ric   VII,  4  „. 

—  —  "PARROCCHIA  Di  San  Gregorio.  Vi  f  Andrea 
Ghirardacci  che  tuttavia  e  sepolto  in  San  Giacomo 
(an.  1586),  Vn,   8-10  „. 

—  —  "  PARROCCHiA  Di  San  Giuuano.  Vi  dimora  An- 
drea  Ghirardacci  (an.   1535),  V,  15  „. 

"  PARROCCHIA  Di  San  Leoxaroo.  Vi  dimora  An- 

drea  Ghirardacci  (an.   1526),  V,  14  „. 

—  —  parrocchia  di  San  Martino.  Vi  e  la  casa  di 
Glambattista  Refrigerio,  252,  16. 

—  —  "  [parrocchia  di  San  Martino  dallb  Bollet- 
te].  Vi  abita  Antonio  Ghirardacci  (an.  153. . . .), 
IX,  32-33,. 

*  parrocchia  di  San  Procolo.  Vi  abita  Andrea 

Ghirardacci  (an.  1540),  V,  \i  „. 

—  —  parrocchia   di  San   Sigismondo    ric,   113,  49. 

—  —  "  parrocchia  di  San  Vitale.  Vi  dimora  Andrea 
Ghirardacci  (an.   1535),  V,  13-14;  (an.  1549),  15-16  „. 

—  —    PARROCCHIA     Dl   SANTA   MaRIA   DEL    CaRROBBIO. 

Vi  cade  la  torre  d.  Biancliini  rovinando  le  case  d. 
Bolognetti  e  uccidendone  gli  abitanti  (an.  1484), 
229,  12-21. 

—  —  "  PARRoccHiA  Di  Santa  Maria  Maggiore.  Vi 
prende  dimora  la  famiglia  Ghirardacci  venuta  da 
Castel  San  Pletro  (an.   1518),  V,  1  „. 

—  (piazze)  :  PiAzzA  DEi  Calderini.  Vi  sono  abbattute 
vecchie  case  per  ingrandirla  (aa.  1497-1498),  293, 
17-20;  vi  si  reca  Gaspare  Scappi  con  i  suoi  armatl 
ad  aspettarvi  gll  altri  congiurati  (an.  1508),  379, 
29-32;  i  Poeti  e  Giovanni  Felicini  con  le  loro  genti 
si  uniscono  al  pred.,  32-34. 

—  —  Carrobbio  ric,  97,  44. 

Guasto   dei   Canbtoli  e   comlnciato  a   sgom- 

brare  dalle  macerie  (an.   1506),  343,  3-4, 

—  —  Pavaglione  rlc,  230,  12;  e  situato  dietro  San 
Petronio;  vi  e  fusa  la  campana  grossa  di  San  Pietro 
(an.  1485),  232,  47-48;  vi  i  gettata  la  campana  pel 
campanile  di  San  Petronio  (an.  1492),  266,  2-3; 
ric,  309,  42. 

—  —  PlAZZA  \piazta,  fiazta  piccola,  piatia  maggiore, 
fiazta  Huovd].  Se  ne  impadronlscono  i  Canetoli 
(an.  1428),  6,  14;  vi  si  reca  Egano  Lambertini  con 
i  suoi  compagni  per  ordine  d.  lcg.  e  a  difesa  d. 
Chicsa,  32-23;  i  pred.  vi  si  scontrano  con  1  Cane- 
toli,  24-25;  vl  rimangono  ferlti  moltl  d.  due  partl, 
35-26;  Egano  con  i  suoi  ne  h  cacciato  dai  Canctoli, 
26;  vi  c  attanagliato  e  impiccato  il  conte  Guidesco 
da  Panico  per  ordine  degll  Otto  di  guerra,  10,  42; 
11  corpo  d.  pred.  vi  rimane  esposto  per  due  giorni, 
42-43;  vi  sono  decapitatl  Alamanno  Bianchetti,  An- 
tonio  detto  Bolognino  e  Enrico  Barbieri  (an.  1429), 
11,  48-49;  sui  cantoni  si  trova  affissa  un'i3crizlono 
contro  1  Canetoli,  12,  20-26;  vi  sono  decapitati 
Alberto  e  Giacomo  Cacclanemici,  Antonio  dctto 
11  Negro  e  Nicol6  Leoni  (an.  1430),  19,  9-11;  vi  sl 
tumultua  per  la  prepoten«a  di  Luigi  Griffoni  che 
vl  ferisce  due  vallettl  d.  bargello  (an.  1431),  26, 
7-10;  vl  scendono  Battlsta  e  Galeotto  Cahetoli  con 
trecento  armatl  al  grido  dl  "  Vlva  la  Chlesa  ,  (an. 
1433),  32,  29-30 ;  vl  accorrono  anchc  1  soldatl  d. 
governatore,  11  popolo  armato,  i  Gonfalonierl  col 
gonfalonl  spiegatl,  ma  nlente   vi  accade,  M-J3;  vl 


512 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologna  fia*tt-fod*slh\ 


tl  recano  le  due  p«rtl  ottiU  d.  Canetoll  e  d.  Grll- 
foni  lebbene  airnpparenza  non  sl  mottrlno  con- 
trarie  (an.  1434),  38,  3-S;  1  Canetoli  ne  cacciano 
gli  altri,  19-30;  il  governatore  vi  mette  a  guardia 
pociie  bande  d.  suoi  soidati  (an.  1438),  52,  4-S;t1 
vengono  tumultuando,  al  grido  di  '  Vlva  il  duca 
dl  Milano  „,  I^aflfacle  Foscherari  e  i  luoi  seguacl,  U- 
15;  violento  combattimento  tra  i  pred.  e  le  genti 
e  il  partito  d.  governatore,  che  %  vinto,  IS-3};  vi  si 
porta  ii  1'iccinino  e  vi  assedia  11  governatore  nel 
suo  pal.,  26-30;  vi  abitano  le  mcretrici  pr.  ia  ciiiesa 
di  San  Petronio;  ma  il  Senato  per  decoro  le  togile 
di  la,  55,  3}-3<;  h  occupata  da  Battista  Canetoli  con 
ii  cap.  Sagramoro  e  treccnto  cavalli  (an.  1439),  56, 
3S-3»;  i  tenuta  e  fortlficata  da  Annibale  Bentivo- 
glio  con  i  suoi,  60,  lo-ll;  airannunzio  deiruccl- 
sione  di  RafTaeie  Foscherari  h  presa  dalie  milizie  di 
Cervato  da  Cervignano  (an.  1440),  61,  l»;  h  attra- 
versata  dai  Piccinino  con  i'esercito,  41-42;  vl  sl 
giostra  il  pallo  di  San  Petronio,  64,  «3;  neila  notte 
vl  sono  tolte  e  poi  rimesse  le  catene  da  scono- 
sciuti  (an.  1441),  69,  27-28;  fe  dagli  Anziani  data  In 
custodia  a  Galeazzo  Marescotti  che  la  fortifica  da 
ogni  lato  (an.  1445).  104,  23-2«;  cf.,  16-17;  maggior- 
mente  i  rafforzata  dagll  aderenti  d.  Bentivogllo  in 
armi,  33-35;  scaramuccia  sul  Canto  di  San  Mamolo 
tra  i  pred.  e  i  Canetoli  che  son  costretti  a  ritirarsi, 
35-36;  vi  si  svolge  la  cerimonia  d.  consegna  d.  cap- 
pello  cardinaiizio  al  ieg.  (an.  1449),  128,  20-29;  vl 
si  reca  Pio  II  al  suo  giungere  in  Bologna  (an.  14S9), 
170,  30;  i  ampliata  abbattendo  le  botteghe  d.  Mer- 
ciai  (an.  1483),  226,  4S ;  vi  fa  capo  ia  conduttura 
dell'acqua  di  San  Giovanni  in  Bosco,  227,  11-13;  ia 
pred.  h  rovinata  per  le  iagnanze  d.  dazieri  d.  vino, 
13-16;  Giovanni  Bentivogiio  ne  fa  togliere  i  banchi 
ele  botteghe  di  legno,  che  l'attorniavano  (an.  1486), 
235,  34-36;  vi  &  fatta  passare  la  sposa  Laura  Ben- 
tivogiio  coi  corteggio  alla  sua  partenza  da  Bolo- 
gna  (an.  1494),  275,  32;  fc  ingrandita  atterrandosi 
perci6  raolti  edifici  (an.  1496),  290,  11-30;  sua  am- 
piezza,  32-33;  enumerazione  degii  edifici  che  la  limi- 
tano  da  ogni  lato,  33-42;  vi  h  bruciata  la  strega 
Gentile  Budrioli  (an.  1498),  295,  lS-1»;  e  selciata 
nella  parte  compiuta  e  vi  sono  costruiti  i  banchi 
in  pietra  per  gli  ortolani  (an.  1499),  297,  22-24; 
questi  vi  cominciano  a  vendere,  30-31;  ric,  309,  27; 
vi  fe  pubblicata  la  pace  col  pp.  e  il  Valentino  (an. 
1503),  321,  34-35,  e  quella  tra  i'imp.  Massimiiiano, 
Luigi  XII,  e  Ferdinando  d'Aragona,  323,  1-3;  vi  4 
ucciso  sotto  la  Ringhiera  d.  Signori  Scipione  Mare- 
scotti,  20-25;  e  presa  dal  popolo  dopo  la  fuga  d. 
Bentivoglio  (an.  1506),  349,  27-28;  gli  ebrei  vi  fanno 
omaggio  a  Giulio  II,  che  11  accoglle  benignamente 
(an.  1506),  356,  22-24;  ric,  357,  2;  fe  occupata  dai 
soldati  per  ordine  d.  ieg.  (an.  1507),  365,  41 ;  vi 
sono  bruciati  con  grande  allegrezza  d.  popolo  I 
libri  d.  Carticelle,  367,  28-30;  ne  e  guardato  io 
sbocco  d.  Clavature  dai  conte  Giovanni  Pepoli  e 
da  Gaspare  Fantuzzl  (an.  1508),  380,  46-4»;  e  quello 
di  via  delle  Scudeile  da  Lorenzo  Ariosti,  48-4«;  ric, 
393,  3. 

BOLOGNA   (pIAZZK):    PIAZZA  D.  MBRCATO  D.  BUOI.   Vi  SonO 

impiccati  due  iadri  (an.  1505),   336,  28-29;  uno  dei 
quali  rimane  saivo  per  mlracolo,  29-41. 


bOLOONA  (PIA/ZK):  PIAZZA  UI  ."5AJf  VajkHCtMCO  [Sattfota 
di  San  Pranceieo\  vi  h  bombardata  dai  nemici  una 
processione  (an.  1429),  13,  41-43;  ric,  181,  35,  44; 
rlc,  290,  44;  i  Bentivoglio  e  11  com.  tI  ordinano 
la  mostra  d.  quartlere  dl  porta  Stieri  (an.  1S06), 
345,  3t-2«. 

—  —  Sakta  Maria  uki.  Mcrcato.  GioTanni  Benti> 
voglio  vl  patta  In  rattegna  le  tue  genti  alla  pre- 
senza  dei  Sedici  (an.  1506),  347,  45-47. 

—  --  Stti-ciATA  u.  Sbrvi  rlc,   216,  44. 

—  —  Trkbbo  oei  Carbonrsi.  BattittR  Canetoli  tI  ti 
Incontra  ostiimente  con  Bartolomeo  Zaml>eeairi 
(an.  1432),  32,  34-35. 

Trrbbo  dki  Ghmilibri.  Vi  h  attallto  e  ferito  11 

pod.  Giacomo  Costanti  da  Tommaso  Canetoli  (an. 
1439),  60,  7-9;  h  fortificato  da  Battltta  Canetoli 
(an.  144S),  104,  43;  vi  combatte  Galeaxxo  Mare- 
scotti  e  con  l'aiuto  di  Pietro  da  NaTarrlno  t1  tcon- 
figge  i  nemici  Canetoli,  105,  31-2S;  vl  \  implccato 
II  corpo  di  Baldatsarre  CanetuII  (an.  1448),  128, 
7-»;  vi  sono  fatti  passare  i  prigionlerl  preti  ad 
Argile  e  condotti  a  Bologna  (an.  1451),  139,  2S; 
i  pred.  vi  tono,  dopo,  impiccati,  34-3*. 

—  —  TREBBo  DEOLi  Storlrtti  tra  la  casa  d.  Cane- 
toli  e  quella  d.  Ghisilieri   rlc,   103,  2S-3». 

—  (podkstX)  \fretore\  pone  la  seconda  pietra  del- 
I'ospedale  edlficato  daila  Compagnia  d.  Morte  in 
onore  d.  Vergine  Maria  (an.  1427),  5,  14;  fatto 
prigioniero  dai  rivoltosi  h  condotto  coi  gludici  a 
casa  di  Tommaso  Ghisilieri,  6,  39:  gli  fc  dato  inca- 
rico  dal  Senato  di  punire  i  delinquenti  (an.  1430), 
23,  31-23;  niodalita  d.  sua  elezione  secondo  1  capi- 
toii  concordati  tra  ia  c.  e  il  pp.  Eugenlo  IV  (an. 
1431),  27,  34-31;  cinge  la  spada  al  nuovo  cav.  Lui- 
gi  Griflfoni  in  San  Pietro  (an.  1432),  32,  33;  in- 
consciamente  favorisce  la  vendetta  di  Piergiam- 
paolo  Orsini  contro  Budrio,  aderendo  a  una  sua 
richlesta  (an.  1437),  49,  39-42;  per  i  capitoli  d. 
pace  con  Nicold  V  ne  i  devoluta  Pelezione  al  pp. 
(an.  1447),  124,  14-15;  con  mlnaccie  di  vioienza  gli 
fe  intimato  da  Sante  Bentivoglio  e  da  Galeazzo 
Marescotti  di  revocare  II  bando  con  cui  commi- 
nava  pene  a  chi  senza  licenza  portasse  armi  (an. 
1449),  129,  19-21  ;  condanna  a  f  >  clnque  fuoru- 
sclti  presi  prigioni  (an.  1451),  139,  34-36:  cf.,  30; 
V.  anche  OttoUno  da  Mandello  (om.  IJ99),  '  I^  "' 
30  „  ;  Antonio  Petrned  di  Siena  (an.  1426),  3,  4 ;  Ste- 
fano  Porcari  di  Roma  (an.  1433),  33,  32-33;  Xicoli 
Portinari  di  Aqnila  {an.  1434),  36,  22;  Baldastearre 
Offida  (an.  143$),  43,  42;  Giacomo  CostanH  (an.  1439)1 
58,  22;  Filipfo  Confalonieri  di  Piacenta  (an.  1440 
aprilt  /),  62,  38  ;  Broncuccio  Eltni  di  Foligno  (aa.  1440 
giugno),  63,  31-32;  Antonio  dal  Verme  dt  Verona  (an. 
1440  18  agosto-l44t-i443  gennaio),  63,  49-50;  69,  45- 
46;  Martino  dalla  Rocca  d' Aseoli  (an.  1444  tettem- 
hre\  100,  »;  Giorgio  Spinola  di  Genova  (an.  1445), 
101,  33 ;  Giacomo  Lavagmtli  di  Verona  (aa.  1446- 
1447),  119,  26;  Zecckino  di  Camfello  da  Spoleto  (an. 
1449),  129,  21;  Candido  Buonttmfi  di  Perugia  (an. 
1463),  18;!,  13-14;  Francesco  Sanguigni  di  Roma 
(an.  1466),  189,  3»;  Luthino  ^tgri  di  Savona  (am. 
J466  a"  semtstre,  an.  J47<n,  189,  39-40;  215,  29-30; 
Afariano  Baglioni  di  Perugia  (an.  t477)>  216,  9-10; 
Matte0  Toscani  di  Mi/ano  (an,  J4S4  f  'O  agotf),  231, 


[Bologna  podesA-forU\ 


INDICE  ALFABETICO 


513 


6 ;  Asiorr*  Bertolini  (an.  1484  10  agosto  f  30  agosto), 
231,  5  ;  Antonio  Casini  di  Cesena  (an.  1484  31  agosto), 
231,  7;  Pier  Francesco  AvvocaH  di  Lucea  {an,  14SS), 
(««.  7-^59),  251,  35;  253,43-43;  Carlo  Masehi  di  Roma 
(ai.  14^4  I  tem.),  273,  40-41;  Giovanni  Benedttto 
Barattani  di  Norda  (an.  1498),  293,  45-46;  {an,  1499)1 
296,  J-2:  Nicoli  Tegrimi  di  Lueca  (an.  iS07),  362, 
6-7. 

BOLOGNA    (PONTl):    PONTE   MAGGIORE   ric,   348,   10, 

—  —  (PONTE  de'  Prbti)  ric,   86,  40. 

—  —  (PONTICEL1.0  Di  Sant'Arcangelo)  ric,  181,  37-38. 

—  (porte).  VI  arrlvano  in  scorreria  le  milizie  d. 
Chiesa  da  Budrio  e  Medicina  (an.  1428),  10,  3-4; 
per  i  patti  d.  pace  le  chiavi  di  esse  devono  essere 
doppie;  una  in  mano  d.  leg.,  l'altra  degli  Anziani 
(an.  1429),  16,  34-35;  i  cap.  cittadini  sono  sostituitl 
con  cap.  forestieri  per  subdolo  consiglio  di  Battista 
Canetoli  (an.  1439),  57,  31-34,  30-31;  sono  conse- 
gnate  alle  Compagnie  d.  Arti  (an.  1440),  67,  43-44 ; 
Francesco  Piccinino  ne  ritoglie  le  chinvi  agli  An- 
ziani  e  vi  pone  nuovi  cap.  e  presidi  in  suo  nome 
(an.  1443),  75,  25-36;  sono  affidate  alla  custodia  d. 
Dodici  Gonfalonieri  d.  popolo  (an.  1451),  137,  44- 
45 ;  due  di  esse,  a  tenore  d.  capitoli,  devono  essere 
date  al  pp.  qualora  il  pred.  venga  in  c.  [s.  a.[,  345, 
5-6;  sono  fatte  chiudere,  ad  eccezione  di  tre,  per  tl- 
more  d.  Bentivoglio  (an.  1507),  370,  1-3. 

—  —  PORTA  Di  Castbllo  porta  antica  d.  c,  ric,  181, 
39;  228,  1-3. 

PORTA  Di  strada   Castiolionb  h  fatta   murare 

dai  Canetoli  (an.  1428),  10,  37-31;  fe  fatta  murare 
dagli  Anziani  (an.  1429),  14,  24,  36;  e  cosi  rimane 
sino  a  che  San  Michele  in  Bosco  resta  fortificato, 
36-37;  ne  escono  piu  migliaia  di  persone  a  impe- 
dire  il  passaggio  ai  nemlci  in  soccorso  d.  bastia 
d.  Monte,  16,  6-»;  h  fatta  murare  dal  Senato  (an. 
1440),  64,  46-47;  mormorando  il  popolo  e  riaperta, 
47-48;  e  fatta  murare  dal  Senato  per  tlmore  di  Fran- 
cesco  Sforza  (an.  1447),  122,  44-45;  partito  questi 
dal  territorio  h  riaperta,  123,  5-6;  ric,  136,  30,  33; 
138,  34;  e  fatta  chiudere  (an.  1451),  140,  3-3;  al- 
cuni  cittadini  trattano  di  farvi  entrare  Antonio 
Fantuzzi  con  1  fuorusciti  (an.  14S3),  144,  8-»;  ric, 
145,  39;  181,  33;  h  rafibrzata  per  timore  di  Carlo 
Vm  re  di  Francia  (an.  1494),  276,  30-31;  ric,  295, 
35;  ne  h  da  Giulio  II  affidata  la  custodia  a  Filippo 
dalla  Croce  (an.   1506),  357,  30-31. 

PORTA  Di  Galliera.  Giacomo  Caldora  vi  con- 

duce  molte  artiglierie  con  le  quali  comincia  a  bat- 
tere  le  mura  e  l'interno  d.  c.  (an.  1428),  10,  33-38; 
i  toldati  d.  Chiesa  vl  piantano  una  bombarda  per 
prenderla,  ma  senza  successo  (an.  1429),  13,  1-4; 
i  nemici  tentano  scalarla  per  entrare  in  c,  ma 
tenza  rluscirvl  (an.  1430),  22,46-48;  vi  entra  Astorre 
Manfredl  con  quattrocento  cavalll  rimanendo  aperta 
A\  e  notte  perchfc  rotta  (an.  1443),  87,  32-34;  h  fatta 
murare  dal  Senato  per  timore  di  Francetco  Sforza 
(an.  1447),  122,  44;  partito  quettl  dal  territorlo,  h 
riaperta,  123,  5-6 ;  vl  glungono  i  fuorusciti  mot- 
tl  contro  Bologna  (an.  1451),  138,  13-14;  parte  di 
etti  penetrati  in  c.  per  la  chluia  d.  Canale  dl 
Reno,  ne  gettano  a  terra  U  cancello,  l*-l7,  31;  il 
cap.  Gherardo  dellc  Giavarine  si  rinchiude  con  tre 
compagni  nella  torre   rifiutando  dl   arrenderil,  31- 


33;  i  fuoruscitl  la  abbattono  e   abbassato  il  ponte 

levatoio  danno  adito  a  quelli  che  aspettavano  fuori, 

33-36;  ne  etce   di   c.   l'imp.   Federico   V   dlretto    a 

Ferrara  (an.  1453),  141,  33;  vi  giunge  accompagnato 

da  alcuni  cittadini  fra  Paolo  da  Roma  (an.  1455)1 

160,  44-45;  vi  entra  in  c  Plo   II   solennemente  ac- 

colto  (an.  1460),   173,  7,  che  qui  fa  cav.  aurato  Ri- 

naldo    Formaglini    d.    Sedici,   7-8;   vi   entrano   gli 

sposi  Bentivoglio  col  loro  seguito  aspettati  da  ricco 

corteggio    di    gentiluomlni    (an.    1487),    236,   23-47; 

archi  di  trionfo  erettivl  con  emblemi  in  onore  d. 

pred.,  237,  3-6;  vi  si  reca  processlonalmente  il  po- 

poio  con  11  clero  e  le  Arti  per  l'inaugurazione  d. 

Porto  Nuovo  (an.  1494),  273,  47-49;  cf.,  274,  l\-H; 

fuori  di  essa  b  fatto  un  palco  sul  canale  ove  pren- 

dono   posto  il    viceleg.  e   gli   altri   magistrati  per 

assistere  alla  cerimonia  pred.,  14-23 ;  II  Bentivoglio 

con  i  nobili  vi  accompagna   Lucrezla   Borgia  alla 

sua  partenza  (an.  1504),  309,  30;  h  data  in  custodia 

all'arciprete  incaricato    di    rlcostrulrne    il    castello 

(an.  1506),  357,  31-33;  cf.,  359,  33-33;  Giulio  II  vi  si 

reca  a  visitare  gli  scavi  per  ia  detta  rlcostruzlone 

(an.   1507),  363,  I8-19;  il  pp.  vi  torna  con  tutta   la 

corte  per  la  posa  d.  prima  pietra  e  la  benedlzlone 

d.  fondamenti,  364,  39-41. 

BoLOQNA  (portb):  porta  dellb   Lame   e  fatta  murare 

dai   Canetoli  (an.  1428),  10,  27,  31 ;  vi  si    avvicina 

l'esercito  d.  Chiesa,  che  vi  pone  una  bombarda  con 

la  quale  tira  nella  c  (an.  1429),  12,  17-19;  e   fatta 

murare  dagll  Anzlani,  14,  24-25 ;%  fatta  murare  dal 

Senato  (an.  1440),  64,  47 ;   mormorando   il  popolo, 

e  riaperta,  47-48;  ric,  83,  11;   h    fatta  chiudere  dai 

Senato  per  sospetto  dl  quel  contadinl  amicl  d.  Ca- 

netoll   (an.    1445),    109,   43;    110,   1-2;   di   nuovo   h 

chiusa  (an.  1449),  130,  6-7 ;    vi    sono    fatti   passare 

i  prigionieri    fattl  ad  Argiie  nel    loro  ingresso  in 

Bologna  (an.   1451),  139,  35;  vien  chiusa,  140,  3-3; 

ric,  200,  3;  h  chiusa  per  dlfesa  contro  1   Francesl 

(an.  1506),  348,  21-32;  11  popolo  vi  fa   una   sortlta 

contro  i  Francesi,  ma   senza   successo,    350,   33-35; 

ne  e  affidata  la  custodla  da  GluIIo  II  a  Bartolomeo 

Zambeccari,  357,  30. 

—  —  PORTA  Magoiore  h  fatta    murare  dai    Canetoll 

(an.  1428),  10,  27,  30;  murata  per  ordine  degli  An- 

ziani  (an.  1429),   14,  24;  ric.  per  il  palio,  15,  13-U; 

vl  entra  In  c.  11  card.  leg.  onorevolmente  rlcevuto, 

17,  8,   11-12;  Antonio   Bentivogllo   vi  si    avvicina 

coi  proscrittl  e  ne  incendla  11  cancello  esterno  (an. 

1430),  20,  28-30;  vl  entra  In  Bologna  II  nuovo  go- 

vernatore  Daniele  Scottl  (an.    1435),  43,  5;  vi   en- 

tra  In  c  11   pp.   (an.    1436),  47,  8-9;   ne  esce  dl   c. 

11  Piccinino  con  l'esercIto   In  vla  pcr  la   Totcana 

(an.  1440),   61,  42-43,    e  il   messaggero  di   Battitta 

Sampleri  per  tornare  a  Venezia  (an.  1443),  89,  22; 

dl  qui  fugge  Don  Nicol6  veronese  (an.   1452),  141, 

41-42;   per   tale   fatto    ne  h   tolto   II   capltanato   a 

Cesare  della  Bella  dal  Velll,  142,  2-3;  vi  entra    In 

Bologna  Ginevra  Sforza  (an.   1454),  148,  33;  vl  en- 

tra   In   c   II   nuovo  governatore   Lodovlco  Mllanl 

(an.  1455),  160,  1;  vl  i  corto  II  pallo  dl  San  Pie- 

tro,  1-3;  dl  qul  entra  In  Bologna  II  pp.  Plo  II  (an. 

1459),  170,  28-39;  cf.,  l;  ric,  181,  17-18;  290,  14,  42- 

43;  vl  %  fatta  fare  dal  pp.  una  rocchetta  (an.  1503), 

321,  30-31;  t1  arrlra   11  baitione   da  Porta  Santo 


T.  XXXIII.  p.  1  -  33. 


514 


INDICE  ALFABETICO 


iBologna  /oru] 


Sterano  (an.  1506),  347,  41-U;  Ermes,  Alettindro  e 
Annlbale  BentirogUo  vl  fanno  tortite  senza  perA 
oltrepasiare  il  ponte  Maggiore,  348,  }|-3o;  ne  etcono 
Annlbale  ed  Ermes  pcr  recarti  a  Ferrara,  349,  U- 
15 ;  ne  h  affidata  dal  pp.  la  guardla  a  Carlo  Gratl, 
357,  30;  Glullo  II  partendo  per  Roma,  gluntovi,  tl 
rivolge  verso  la  c.  e  la  benedlce  ripetutamente  (an. 
1507),  365,  I6-I1;  rlmane  aperta,  370,  I. 
BoLOGNA  (poRTB):  PORTA  Mascarklla  fe  fatta  murare 
dai  Canetoli  (an.  1428),  10,  27-30;  dl  nuovo  murata 
per  ordtne  degli  Anzianl  (an.  1439),  14,  34-35;  b 
fatta  rhiudere  dal  Senato  (an.  1440),  64,  46;  mormo- 
rando  ii  popolo  4  riaperta,  47-4S;  ric,  83,  10;  ne  etce 
Annibale  Bentivoglio  con  tutto  resercito  contro 
il  dal  Verme  (an.  1443),  90,  31-3»;  rlc,  3»;  h  fatta 
murare  dai  Senato  per  timore  di  Franccsco  Sforza 
(an.  1447),  122,  44;  partito  questi  dal  territorio, 
h  riaperta,  123,  5-6;  e  fatta  chiudere  dai  Senato 
(an.  1449),  130,  6;  ric,  181,  31;  nc  h  dal  pp.  Gtu- 
lio  II  data  la  custodia  a  Giovanni  Bagitoni  (an. 
1506),  357,  29;  ric,  393,  3. 

poRTA  NuovA  ric,  15,  13;  i  fortificata  (an.  ijo?), 

369,  13. 

PoRTA  DEL  Pratkllo  h  fatta  murare  dai  Cane- 

toli  (an.  1428),  10,  37,  30-31;  di  nuovo  murata  per 
ordine  deglt  Anziant  (an.  1429),  14,  34-35;  chiusa 
per  sicurezza  dal  Senato  (an.  1440),  64,  47;  mormo- 
rando  il  popoio  h  riaperta,  47-4S;  h  fatta  chiudere 
dal  Senato  per  sospetto  dt  quei  contadini  amici 
d.  Canetoii  (an.  1445),  109,  4l;  110,  1-3;  h  fatta 
murare  dal  Senato  per  timore  di  Francesco  Sforza 
(an.  1447),  122,  44-45;  partito  questi  dal  territorio, 
h  rtaperta,  123,  5-6;  i  fatta  chiudere  (an.  1449), 
130,  6-7;  e  dt  nuovo  (an.  1451),  140,  3-3;  alcuni 
congturano  di  darla  at  fuorusctti  (an.  14S4),  144, 
30-31;  vt  sono  depositate  nei  pressi  molte  armi, 
31-33;  vi  h  fatto  un  foro  da  uno  d.  congturati, 
33-33;  11  trattato  e  scoperto,  34. 

porta  Ravkgnana  ric,  183,  48;  h  selciata  con 

pietre  cotte  (an.  1470),  202,  16;  ric,  266,  33-33; 
299,  47;  ne  fe  abbassata  la  torre  al  pari  d.  case  in 
seguito  al  terremoto  (an.  1505),  335,  37-3S;  io  Scappl 
vi  commette  prepotenze  (an.   1508),  383,  16-lS. 

"  PORTA   San   Casciano   aggiunta   aila    c    (an. 

386),  CXXXV,  H-30,. 

PORTA  San   Donato  fe  fatta  murare  dat   Cane- 

tolt  (an.  1438),  10,  37-30;  di  nuovo  murata  per  or- 
dine  degti  Anztani  (an.  1439),  14,  34-35;  Anton 
Galeazzo  Bentivoglio  vuol  penetrarvt  tn  c  (an. 
'433)1  ^^>  38-39;  cominciata  a  rompere  dal  pred., 
43-43;  vt  accorre  il  popolo  che  ne  respinge  i  ban- 
dtti,  44-46;  da  I^affaele  Foscherart  h  aperta  al  Plc- 
ctnino  (an.  143S),  52,  10-14;  4  occupata  da  amicl  d. 
Benttvoglio  (an.  1443),  80,  43-44;  vi  st  corre  un 
paito  tn  onore  d.  Bentivoglio  (an.  1447),  121,  14-15; 
vi  entra  tn  c  IMmp.  Federico  V  (an.  1452),  141,  6-7; 
h  rafforzata  per  timore  dt  Carlo  Vjil  re  di  Francta 
(an.  1494),  276,  30-31 ;  ric,  333,  33-34 ;  ne  4  dai  pp. 
affidata  la  custodta  a  un  tale  Giacomo  (an.  1506), 
357,31;  rtc.,  371,  35;  383,  18. 

PORTA  San  Fkhce.  Vi  h  apptccato  il  corpo  squar- 

tato  di  Giovanni  da  Ptancaldoli  (an.  1429),  13,9; 
vi  st  comincta  il  palio  per  la  festa  di  San  Pietro,  15, 
13;  Pesercito  d.  Chiesa  vl  fa  daani  (an.  1430),  22, 


05-3«,  e  vi  ti  appotta  in  agguato,  37-38;  ne  etcono  i 
Bologneti  contro  I  nemici,  ma  tono  volti  in  fuga, 
3t-4l;  Glovannl  Botco  el.  governatore  dl  Oologna 
vi  fa  la  tua  entrata  In  c,  qui  atteto  dal  Gonfalo- 
nlere  dl  Gluttizia,  da  quattro  Anzlani  e  da  molti 
gentiluominl  (an.  1431),  29,  40-43;  li  pretentano 
per  entrare  in  c.  Bartolomeo  Zambcccarl  coi  frateili, 
Tommaio  Ghiiilieri  e  altri  bandlti  (an.  1433),  35, 
40-41;  ric,  63,  38-3»;  vt  entra  in  c.  NIcoi&  Plcci- 
nino  (an.  1442),  71,  41-43;  vt  i  un  complotto,  poi 
sventato,  di  aprirla  a  Galeotto  Canctoli  e  ai  luol 
amici  (an.  1453),  142,  14-18;  vi  st  trovano  gll  An- 
ziani,  i  Gonfalonieri,  il  governatore  e  altri  li- 
gnori  a  ricevere  Galeazzo  Maria  Sforza  (an.  14S9), 
168,  40-43;  ric,  183,  46;  ne  esce  di  c.  il  princlpe 
Federtgo  d'Aragona  con  il  seguito  (an.  1465),  188, 
3;  nobili  e  magistrati  vi  vengono  Incontro  al  card. 
franccse  Giovanni  de  la  Grolaie  (an.  1494),  276, 
3-4 ;  h  rafforzata  per  ttmore  di  Carlo  VIII  re  dl 
Francta,  30;  ric,  290,  14,  44;  abbandonate  le  cate 
situate  al  di  fuori,  h  chiusa  a  dtfesa  contro  i  Fran- 
cesi  (an.  1506),  348,  31-33;  dt  qui  comincia  il  battione 
che  va  iino  a  porta  Saragozza,  33;  i  Bologneii  vi 
appostano  bombarde  contro  i  Franceti  e  per  meglio 
colpire  ne  bucano  ie  mura,  349,  38-30;  ti  popolo 
impedisce  ai  gonfalontere  Guidottt  di  aprtria  al 
Francesl,  46-350,  l;  per  t  colpt  delfarttglieria  ne- 
mica  ne  rovina  meta  d.  torre  senca  recare  danni, 
351,  6-7;  h  dal  pp.  data  in  guardia  ad  Alessandro 
Volta,  357,  37-38;  i  visttata  dat  pp.  per  vederne 
la  rovina  fattavi  dalle  bombarde  francesi,  359,  30-31 ; 
h  dai  pred.  fatta  riparare,  31-33;  rimane  aperta  (an. 
1507),  370,  1-2. 
BoLOGNA  (portb):  Porta  Sant^Isaia.  Vi  termina  il 
palio  per  la  festa  di  Santo  Stefano  (an.  1439),  15, 
10-11;  ne  fuggono  i  Canetoli  daila  c  (an.  144;), 
105,  37 ;   h  fatta   chiudere  dopo  ci6  dal  Senato,  3*. 

PORTA  San  Mamolo.  Vi  indietreggiano  i  Boio- 

gnesi  datPassaito  contro  la  bastia  d.  Monte  (an. 
1429),  15,  45-46;  vi  entra  Sigismondo  Malatesta  con 
seicento  cavalli  (an.  1435),  43,  28;  vi  si  tncontrano 
Gaspare  Canetoli  dt  ritorno  in  c.  e  Annibale  Ben- 
ttvoglio  (an.  1443),  87,  43-44;  rtc,  136,20;  138,  34; 
159,  43-44;  164,  30;  215,  36;  e  rafforzata  per  ttmore  di 
Carlo  VHI  re  di  Francia  (an.  1494),  276,  30;  rlc,  288, 
6;  300,  18-19;  332,  46-47;  340,  I8-19,  34  ;  345,  13-13;  ne 
esce  nascostamente  Giovanni  Benttvogiio  con  i  suoi 
(an.  1506),  348,  15-I8;  tl  pooplo  fa  di  qui  una  sor- 
tita  contro  i  Francesi,  ma  senza  successo  (an.  1506), 
350,  43-46;  cf.,  37-39;  %  data  a  custodire  dai  pp.  a 
Sebastiano  degli  Agucchi,  357,  39-30;  vi  entra  In 
c.  II  vtceri  Carlo  d'Amboise,  358,  10;  lo  Scappi  vl 
dk  convegno  ad  Anntbale  Bentivoglio  per  farlo  en- 
trare  in  c.  la  notte  di  SanfAntonio  (an.  1508),  379, 
8-9:  al  giorno  stabilito  io  Scappi  se  ne  impadroni- 
sce  contro  la  voIont4  del  cap.  NicoI6  Bernabi  e 
1'apre,  ma  di  fuori  non  trova  Annibaie,  46-49;  i 
consegnata  datlo  Scappt  at  Gonfalonierl  dopo  aver- 
vi  issato  tre  pennoni  :  d.  popolo,  d.  ClUesa  e  d.  pp., 
382,  13-14. 

"  PORTA  San  Procolo  aggiunta  aila  c  (an.  386), 

CXXXV,  19,. 

FORTA  Di  Santo  Stsfano.  Vi  comincla  il  paiio 

per  San  Ruffillo  (an.  1429),  15,  9-10 ;  vi  st  presenta 


[Bologna  ^orte-quarlieri] 


INDICE  ALFABETICO 


515 


il  card.  leg.  Lucido  Conti  e  ne  pretende  il  passo, 
38-31  jgllene  enegatoTaccesso,  31;  ne  escono 
tutte  le  milizie  contro  11  nemlco,  38-11 ;  ne  escono 
plu  migliala  dl  persone  a    vletare    11  passaggio  ai 
nemicl  e  in  soccorso  alla  bastia  d.  Monte,  16,  6-9; 
11   governatore   Fantlno  Dandolo   se  ne  rende   pa- 
drone  a  mezzo  dl  un  suo  nlpote  per  introdurre  in 
Bologna  il  Gattamelata  (an.  1433),  33,  Jl-23;  cf.,  11- 
12;  vl  accorre  Lodovico  Canetoli  che  la  ritoglle  al 
Dandolo,  35-36;  il  Gattamelata,  vedutala  in    mano 
d.  Bolognesi,    sl    allontana,    36-37 ;  Antonlo    Benti- 
voglio  con  altri  banditi  e  il  Gattamelata    tentano 
penetrare    da   essa   in   c,   ma   senza   successo   (an. 
143S),  41,  44-42,  1-5;  fuori  di  essa  abitano  le  suore 
francescane,  46,  42-43;  il  cap.  si  accorda  con   Neri 
oste  della   Luna  e   Tommaso  Lojani    di  farvi   en- 
trare  le  milizie  d.  Chlesa   (an.    1440),  64,   14-17;  vi 
sono  appesi  1  corpi  d.  tre  pred.  decapitati  e  squar- 
tatl,  22-23;  h  fatta  murare  dal  Senato,  46;  raormo- 
rando  il  popolo  fe  riaperta,  47-48;  ne  esce  Galeazzo 
Canetoli  (an.  1445),  107,  38-39  ;  vi  entra  in  c.  Sante 
Bentivoglio  (an.  1446),   119,    19-20;  h  fatta   murare 
dal   Senato  per   timore   di   Francesco   Sforza   (an. 
1447),    122,    44-45;    partito    questi    dal    territorio    i 
riaperta,  123,   5-6;   essendo   serrata    per  timore   d. 
fuorusciti    viene   riaperta    per    farne    uscire    I'imp. 
Federico  V  diretto  a  Roma  (an.   1452),    141,  17-1»; 
al    ritorno    l'imp.    pred.    vl   entra   in    c,   31-32;    vi 
entra  in   Bologna   il   nuovo   vesc.    Giuliano    della 
Rovere  (an.   1487),  244,  13  ;  h  rafforzata  per  timore 
di   Carlo  VIII  re  di  Francia  (an.   1494),  276,  30-31; 
Giovanni  Bentivoglio  vi  fabbrica  un  molino  a  Co- 
dalunga  (an.  1500),  300,  13-16;  vi  entra  in  c,  Gia- 
coma  Orsini  sposa  di  Ermes  Bentivoglio  (an.  1504), 
332,  30-33;   ric,  334,  29;   346,  8;  vi  si    fabbrica  un 
bastione   che  giunge   sino  a  Porta   Maggiore   (an. 
1506),  347,  41-43;  h  data  in  custodia  a  Filippo  Vi- 
tali  da  Giulio  II,  357,  27-28. 
BoLOGNA   (PORTF.):  PORTA  San  VlTALK.     Vi   i  un  com- 
plotto,    poi   sventato,  di   farvi  entrare    le    genti    d. 
Caldora  (an.  142S),  11,   17:  (an.   1439),  13,  28-32,  36; 
fuorl  di  essa  abitano  le  monache  di  Santa  Brigida, 
17,  25;  altra  congiura  scoperta  per  farvi  entrare  1 
soldati   d.  Chiesa  (an.   1430),  21,  33-34;  &  aperta  una 
notte  da  RalTaele  Koscherari  c  dai  suoi  complicl  al 
Plccinino  (an.  1438),  52,  lo-U;  vi    si   spingono   le 
milizie  d.  Chiesa  razziando  il  bestiamc  e  prcndendo 
prigionieri  (an.  1440),  64,  27-28;  ric,  89,  23;  fuori 
di  essa  i  ucciso  il  messo  di  Battista  Sampieri   da 
alcuni  ortolani  che  lo  avevano  scambiato  per   ne- 
mico  (an.  1443),   26-30;  h   fatta  murarc   dal  Senato 
per   timore    di    Francesco   Sforza    (an.    1447),    122, 
44-45;  partito  questi  dal  territorio  h  riaperta,    123, 
5-6;  vi  accampa  nei   pressi   Tavanguardia  dell'eser- 
cito  francese  (an.  1494),  277,  17-20;  &  data  dal  pp. 
Giulio  II  in  custodia  a  Giovanni  Antonio  Gozza- 
dini  (an.  1506),  357,  2t-29;  ric,  383,  is. 

PoRTA  Sakaoozza  [SafagotMia].    Congiura,  pol 

scoperta  per  farvi  entrare  1  soldati  d.  Chiesa  (an. 
1430),  21,  33;  rlc,  34,  33-34;  vi  cntra  in  c.  il  Picci- 
nino  con  Tesercito  in  vla  per  la  Toscana  (an.  1440), 
61,  40-41;  i  fatta  murare  dal  Senato,  64,  47;  mormu- 
rando  II  popolo,  h  rlaperta,  47-48  ;  i  fatta  murare 
dal  Senato   per   tiraore   di    Francesco   Sforza   (an. 


1447),  122,  44-45;  partito  questi  dal  territorio,  i  rja- 
perta,  123,  5-6;  e  fatta  chiudere  dal  Senato  (an. 
1449),  130,  6-7;  ric,  164,  32;  al  serraglio  un  uragano 
vi  scoperchia  la  casa  d.  beccaio  Bello  (an.  1468), 
200,  1 ;  sin  qui  arriva  il  bastione  da  porta  San  Fellce 
(an.  1506),  348,  23;  il  popolo  impedisce  al  Gonfalo- 
niere  Guidotti  di  aprirla  ai  Francesi,  349,  46-350, 
1;  h  data  dal  pp.  GiuUo  II  in  custodia  a  Giovannl 
Marsili,  357,  28;  rimane  aperta  (an.  1507),  370,  1-2 ; 
il  governatore  con  ii  Senato  e  gli  Anziani  vi  si  re- 
cano  incontro  al  leg.  Alidosi  (an.  1509),  394,  22-23. 
BoLOGNA  (PoRTO  Nuovo)  costruito  a  Porta  Galliera  per 
la  navigazione  d.  canale  d.  Reno  sino  a  Corticella 
(an.  1494),  273,  42-49;  vl  sbarcano  gli  ambasc  di  Gio- 
vanni  Gonzaga  recatisi  a  prendere  la  sposa  Laura 
Bentivoglio  (an.  1494),  275,  12-13;  i  pred.  vi  sono 
ricevuti  da  Giovanni  Bentivoglio  e  da  molti  gen- 
tiluoraini,  13-14;  vi  si  imbarca  la  sposa  diretta  a 
Mantova,  32-35. 

—  (pretore)  V.   Bologna  (fodesth). 

—  (prezzo  dellb  dbrratk.  Prezzo  d.  grano  (an.  1429), 
14,  6;  caro  prezzo  d.  legna  e  d.  carbone,  6-7;  ogni 
derrata  e  a  buon  mercato  (an.  1430),  23,  14-17;  mite 
costo  d.  frumento  (an.  1433),  35,  11-12;  prezzo  d. 
frumento  (an.  1441),  70,  45;  (an.  14S3),  143,  31-32; 
costo  d.  grano  e  d.  vino  (an.  1454),  152,  32-34;  costo 
dell'uva  (an.  1462),  182,  12;  prezzo  d.  grano  e  d. 
biade  (an.  1464),  187,  13-14;  caro  costo  d.  vino  (an. 
1467),  168,  2-3;  prezzo  d.  canape,  d.  legname,  del- 
Tuva  e  di  altri  generi  (an.  1472),  212,  49-213,  1-2; 
costo  d.  grano  e  d.  altre  biade  (an.  1476),  216,  6-7; 
d.  vino,  7-8;  prezzo  di  vari  generi  (an.  1477),  218, 
5-7;  costo  d.  vino  e  di  altri  prodotti  (an.  1479), 
221,  27-29;  costo  d.  calcina,  d.  vino  e  d.  biade 
(an.  1480),  223,  1-2;  prezzo  d.  biade  e  di  altri  ge- 
neri  (an.  1482),  225,  8-13;  costo  d.  grano  e  d.  fave 
(an.  1483),  227,  3-4;  caro  prezzo  d.  grano,  d.  casta- 
gne  e  d.  fave,  228,  45-47 ;  costo  d.  vino  e  d.  grano 
(an.  1485),  233,  9-10;  prezzo  delPuva  a  Zola  Pedrosa, 
San  Glorgio  e  Borgo  (an.  1490),  262,  48-49;  costo 
d.  grano  e  d.  vlno  (an.  1492),  268,  7;  costo  di  tutti 
i  cereali  (an.  1503),  322,  44-46;  costo  d.  grano  (an. 
1504),  331,  29;  333,  8-9;  prezzo  d.  cereali  e  altri 
generi  durante  la  carestia  (an.  1505),  335,  8-11,  16- 
17;  costo  d.  grano  e  delTorzo  di  raccolta,  339,  22- 
25;  buon  mercato  di  tutti  i  prodotti  d.  suolo,  e  d. 
carni,  341,  1-8;  cresce  il  prezzo  d.  pollame,  e  d. 
uova,  27-28;  costo  d.  frumcnto,  47;  buon  mercato  d. 
pane  e  d.  grano  (an.  1506),  344,  39-41;  il  pp.  Giullo 
II  dimezza  il  costo  di  ogni  derrata  a  caglone  degll 
altissiml  prezzi  cui  erano  pcrvenute,  357,  40-358,  1-3. 

—  (PRlORi)  V.  Carlo  Zambrccari  (an.   1441),  Romto  Pt- 
poli  (an.   1441),  Rinaldo  Ariosti  (an.   1445). 

—  (QUARANTA  CONStOLIKRI  E  RIFORMATORI  DBLLO  STA- 

to)  V.  Bologna  (maifistraturt), 

—  (QuARTIBRI)  [qUARTIERE  OELLA  MASCARELLA].  CcntO 

uomlnl  dl  questo  quartiere  sono  a  guardla  d.  Pal. 
(an.  1506),  352,  22-24. 

Quartiere  di  porta  PiKRA  V.  BologHa,  (Quar- 

titrt  di  Porta  Sam  Pietro). 

QuARTiERE   »1  PoRTA   Raveonaha  [Porta  Ra- 

vtnnate].  Ne  sono  el.  Anziani  Bartolomco  Campeggl 
e  Castellano  Gozzadini  (an.  1428),  6,  41,  43-44;  e 
Gonfalonlerl  d.  popolo  GioTannl  Goxxadinl,  Gio- 


516 


INDICE  ALFABETICO 


[Bologna  ^u^rti*ri] 


vannl  Angeletti,  Franccico  Bolognlni,  Pellegrino 
Manzollnl,  46-47;  ne  sono  el.  dai  Senato  Gonfalo- 
niere  di  Glustlzia  Ludorico  Muzzarclll  e  Anzianl 
Nicol6  dalla  Cavalllna,  Giacomo  Seccadlnari,  9, 
U-M;  ne  sono  el.  Anziani  Beccadello  Artenisi,  Ga- 
sparo  Lupari  (an.  1429),  11,  43-43;  ne  h  ei.  Gon- 
faioniere  Francesco  Bolognini  e  Anzianl  Battista 
Isolani,  Andrea  Battaglla  (an.  1431),  29,  is-lt;  ne  i 
Gonfaloniere  dl  Giustizia  Giacomo  Bolognini  (an. 
143S  ottobre),  43,  46-47,  e  Anzianl  Glovanni  Iso- 
iani,  Carlo  Gozzadini,  47-4g;  ne  sono  Gonfalonleri 
Alessandro  Manzoli,  Lodovico  Bianchi,  Glovanni 
Doifi  (an.  143S),  53,  3f-40;  ne  sono  el.  Anzianl 
Nicold  Gozzadlni  e  Lodovico  Caccialupi,  54,  4; 
i  pred.  durano  in  carica  a  tutto  dicembre,  7;  k 
rappresentato  nella  Commlsslone  incaricata  deiie 
elezionl  agli  uffici  da  Fillppo  Pepoii,  da  Girolamo 
Bolognini,  Baldassarre  Luparl,  Giovanni  Fantuzzi, 
Giovanni  Gozzadinl  (an.  1443),  97,  31-33;  ne  sono 
el.  Anzianl  Fantuzzo  Fantuzzl  e  Giacomo  Grati  (an. 
^445)t  100,  3S,  Castellano  Gozzadinl  e  Baldassarre 
Lupari,  101,  46,  Antonio  Sampieri  e  Giorglo  Va- 
seili  (an,  1446),  114,  31-23;  nc  sono  el.  Anziani  per 
luglio-agosto  Giovannl  Manzollni  e  Silvestro  Ta- 
rafagolo,  117,  6-7,  e  per  novembre-dicembre  Andrea 
Battagila  e  Lodovico  Bianchi,  118,  17-ls  ;  sono  el. 
a  sorte  Anziani  Bonifaclo  Vitall  e  Alberto  Bocca- 
diferri  (an.  1463),  180,  49;  181,  l;  nuovo  cerimo- 
niaie  per  l'entrata  in  ufficio  d.  Gonfalonieri  (an. 
1485),  231,  37,  39-43;  ne  fe  capo  Anton  Gaieazzo  Ben- 
tlTogilo  (an.  1503),  316,  37-3$;  sono  el.  d.  Venti  d. 
popolo  Glacomo  Budrioli,  Tommaso  Cospi,  Nicol6 
Lupari,  Antonio  Ghlseiii,  Giacomo  da  Gesso  tutti 
dl  questo  quartiere  (an.  1506),  352,  9-11 ;  ne  sono  el. 
Gonfalonleri  d.  popolo  da  Giulio  II  Giacomo  Bu- 
drioli,  Francesco  Zani,  Antonio  Ghiselli  e  Giacomo 
Leonori,  359,  44-45. 

BOLOGNA  (QUARTIBRl)t  QUARTISRB  DI  PORTA  SaN  PiBTRO 

[Por/a  Piera].  Ne  sono  el.  Anziani  Giovanni  Mal- 
vezzi  e  NIcoI6  Manzoli  (an.  142S),  6,  41,  43;  e  Gon- 
falonleri  d.  pop.  Giovanni  Prendiparte,  Battista 
Ramondi,  Francesco  Bonasoni,  Bernardo  dalle  Cor- 
•■eggie,  47-49;  ne  sono  el.  Anziani  Nicol6  Amerighi, 
Giacomo  Spara  Saracini,  9,  39-40;  ne  i  Gonialoniere 
Giacomo  dalle  Correggie ;  ed  Anzlani  Braiguerra 
Caccianemici,  Bartolomeo  dl  Paolo,  Federigo .... 
(an.  1429),  11,  39-40;  ne  sono  el.  Anziani  Giovanni 
Cansaldi  e  Gasparo  Papazzoni  (an.  1431),  29,  19-30, 
Gaspare  Ringhieri  e  Gaspare  da  Sassuno  (an.  1435 
ottobre),  43,  41-49;  ne  sono  el.  Gonfalonieri  Azzo 
da  Quarto,  Stazio  Paleotti,  Giovanni  Bianchettl 
(an.  1438),  53,  31-39,  e  Anziani  Taddeo  Bentivoglio 
e  Baldassarre  Caccianemici,  54,  S,  e  durano  in  cari- 
ca  a  tutto  dicembre,  7 ;  k  rappresentato  nella  Com- 
missione  nominata  per  le  elezioni  agll  uffici  da 
I^dovlco  dalle  Correggie,  Lodovico  Bentivoglio, 
Gaspare  Maivezzi,  Lodovico  Manzoll,  Urbano  Fava 
(an.  1443),  97,  23-35,  27;  ne  sono  el.  Anzlani  GIo- 
vannl  Gabrielli  e  Giacomo  Floriani  (an.  1445), 
100,  3S-36,  Glovanni  da  Loiano  e  Giacomo  Pan- 
nolini,  101,  47,  Glovanni  Bianchetti  ed.  Eiiseo  da 
Cignano  (an.  1446),  114,  33-33;  per  iugiio-agosto 
Virgiiio  Malvezzi  e  Giovanni  Cacctanemicl,  117, 
4-5;  per  novembre  e  dlcembre  Piero  Magnanl  e  Gio- 


vanni  dalle  Arrai,  118,  19-30;  ne  tono  el.  a  sorte 
Anzlanl  Michcle  da  Imola  ed  Egano  Lambertini 
(«n.  1462),  180,  46-47;  nuovo  cerlmoniale  per  l'en- 
trata  in  uflSdo  d.  Gonralonleri  (an.  1485),  231,  34- 
37,  39-43;  ne  i  capo  Annibaie  BentlvogUo  (an.  1503), 
316,  36;  tono  ei.  d.  Venti  d.  popolo  Melchiorre  Za- 
nettl,  Nicol6  Doiclnl,  Ercole  Maranini,  Francetco 
Boccadiferri,  Giacomo  Boncompagni  tutti  di  quetto 
quartiere  (an.  1506),  352,  6-t;  ne  tono  el.  dai  pp. 
Gluilo  II  Gonfalonierl  d.  popolo  Agostino  Ber6, 
Giroiamo  Patl,  Cetare  Fava,  Bartolomeo  Bombaci, 
359,  41-43. 
BoLOO.VA    (qUARTIERI)  :    QUARTIBRE    DI    PoRTA  SaJI  PrO- 

cuLo  [/orta  San  Proculo]  ne  i  Gonfaloniere  Marco 
Canetoli  e  Anziani  Nicol6  Zambeccari  e  Pietro 
Mezzovlilani  (an.  1428),  6,  41-43;  ne  sono  ei.  Gon- 
falonieri  Giovanni  Zambeccari,  Meichlorre  Vlssani, 
Fiorlano  Grlffonl,  Taddeo  di  Guldo  PepoU.  45-46, 
e  Anziani  Alberto  Magnani  e  Raimondo  Guldotti, 
9,  41-42,  Bonlfacio  Zambeccari  e  Giacomo  Sanuti 
(an.  1429),  11,  41-43,  Giacomo  Sanuti  e  Giovanni 
Colteiii  (an.  1431),  29,  20-21,  Giovannl  daile  Coltre 
e  Pietro  Berti  (an.  1435  ottobre),  43,  49-50 ;  ne  tono 
creati  Gonfalonieri  Gian  Francetco  da  Tostigna- 
no,  Giovanni  dal  Calice,  Giacomo  Zenzifabbri  (an. 
143S),  53,  36-39;  ne  sono  ei.  Anziani  Pietro  Guldotti 
Nicol6  Sanuti,  54,  3-«;  durano  In  carlca  a  tutto 
dicerabre,  7 ;  fe  rappresentato  nella  Commitsione 
incaricata  di  eieggere  gli  uffici  da  NIcoI6  Sanuti, 
Giovanni  dalle  Armi,  Battista  Sampierl,  AU>erto 
Albergati,  Alberto  Enoch  (an.  1443),  97,  »-31 ;  ne 
sono  ei.  Anziani  Andrea  Pepoli  e  Tommato  Za- 
nettlnl  (an.  1445),  100,  24-25,  Meichlorre  Viizanl 
e  Giovanni  Bolognini,  101,  45-46,  Paoio  Voita  e 
Giacomo  Fantuzzl  (an.  1446),  114,  33-34;  per  iuglio- 
agotto  Giovanni  Guldotti  e  Segurano  da  Monzuno, 
117,  6;  per  novembre  e  dicerabre  Carlo  Zambeccari 
e  Francesco  Canonlcl,  118,  17;  ne  tono  ei.  a  sorte 
Anziani  Gio  vannantonlo  Gailuzzi  e  Bartoiomeo  dai- 
ia  Calcina  (an.  1462),  180,  48-49;  nuovo  cerimoniale 
per  l'entrata  in  ufficlo  d.  Gonfalonieri  (an.  1485), 
231,  3S,  39-43;  ne  h  capo  Alessandro  Bentlvoglio 
(an.  1502),  316,  39-30;  sono  el.  d.  Venti  d.  popoio 
Anton  Maria  Legnani,  Alberto  Carbonesi,  France- 
sco  Conti,  Giorgio  Guastavillani,  Lorenzo  Ottofre- 
di  tutti  di  questo  quartiere  (an.  1506),  352,  »-9; 
ne  sono  el.  Gonfalonieri  dal  pp.  Giuiio  II  Giorglo 
Guastavillani,  Gian  Gaieazzo  Poeti,  Tommaso  Co- 
spi,  Antonio  Dolfi,  359,  43-44. 
—  —  qUARTiERB  Di  PORTA  Stibri  [porta  Stitri]  ne 
sono  el.  Anziani  Tommaso  Ghlsilieri  e  Matteo  Ma- 
rescalchl  (an.  1428),  6,  41,  44-45;  ne  %  Gonfaloniere 
d.  popolo  Giacomo  Boccadicane,  Loduvico  Cane- 
toii,  Giovanni  di  Lucino,  Giovanni  da  Villanova, 
45,  49-50;  ne  sono  el.  Anzlani  Giacomo  Canonici 
e  Lodovico  Rlnghleri,  9,  40-41,  Nicolo  Ghisilardi 
e  Antonio  Manzoii  (an.  1429),  11,  40-41,  Nicol6 
Ghisilardl  e  Nannlno  da  Stiatico  (an.  1431),  29, 
17,  20,  Dlonisio  Castelli,  Pietro  Capocchia  (an.  1435 
ottobre),  43,  49;  ne  sono  ei.  Gonfalonieri  Bartoio- 
meo  di  Venente,  Nicol6  Rustigani,  Andrea  Castelii 
(an.  1438),  53,  36,  40-41,  NicoI6  Ghisiiardi  e  Pere- 
grlno  deila  Torre,  54,  6;  1  pred.  durano  in  carica 
a  tutto  dicembre,  7;  ^  rappresent«to  neiia  Commis- 


I 


[Bologna  quartieri-seital6\ 


INDICE  ALFABETICO 


517 


sione  incaricata  di  eleggere  gli  uffici  da  Giovanni 
GrifFoni,  Carlo  Ghisilieri,  Galeotto  Canetoli,  Dio- 
nisio  Castelli,  Nicol6  Boccadiferri  (an.  1443),  97, 
37-29;  ne  sono  el.  Anziani  Giovanni  Vigiiilesio 
Tomari,  e  Orazio  di  Giacomo  (an.  1445),  100,  22- 
24,  Antonio  Rinucci  e  Battista  dalli  Testi,  101, 
43-45,  Matteo  Garisendi  e  Domenico  Garganelll 
(an.  1446),  114,  23,  Matteo  Marescotti  e  Lodovico 
Lucliini  per  luglio-agosto,  117,  5-6,  Pietro  da  Mo- 
glio  e  Scardovino  Scardovi  per  novembre-dicembre 
118,  19-20;  ne  sono  el.  a  sorte  Anziani  Paolo  An- 
tonio  Castelli  e  Francesco  Ranuzzi  (an.  1462),  180, 
48;  nuovo  cerimoniale  per  l'entrata  in  ufficio  d. 
Gonfalonieri  (an.  1485),  231,  34-36,  39-42;  ne  e  capo 
Ermes  Bentivoglio  (an.  1502),  316,  28-29;  cf.  345, 
29-30;  dai  Bentivoglio  e  dal  reggimento  ne  e  ordl- 
nata  la  mostra  a  San  Francesco  (an.  1506),  28-34; 
sono  el.  d.  Venti  d.  popolo  Vincenzo  dairOca  o 
Salvioli,  Andrea  del  Giglio,  Girolamo  Desideri, 
Giacomo  Dall'Oglio,  Matteo  Marescotti  tutti  di  que- 
sto  quartiere,  352,  4-6;  ne  sono  da  Giulio  II  el.  Gon- 
falonieri  d.  popolo,  XicolS  Rigosi,  Alessandro  Rof- 
feni,  Giambattista  Bolognetti,  Filippo  Formaglini, 
359,  42-43. 
BoLOGifA  (Regolatori  o  asATTORi)  hanno  ufficio  di 
tassare  ciascuno  secondo  la  possibilita  (an.  1428), 
10,  5-10;  esercltano  il  loro  ufficio  senza  umanita 
suscitando  odio  e  rancore,  10-14. 

—  —  (RiFORMATOJU  DELLO  Stato)  V.  Bologna  (magi- 
straiure), 

—  (Rjformatori  dbllo  Studio).  Secondo  i  capitoli  d. 
pace  concordati  con  Eugenio  IV  debbono  essere 
el.  dai  Venti  deputati  dal  pp.  (an.  1431),   27,   4-5. 

—  *  (sAPiKNTl)  con  il  fod.  Ottolino  da  Mondello  sono  a 
Castel  San  Pietro  e  ahitano  in  casa  di  Printivalle 
GHrardacci  (an.   1299),  VII,  19-20  „■ 

—  (Ski  01  Balia)  V.  Bologna  {magistrature), 

—  (Sei  Rifor  matori  dello  Stato)  V.  Bologna  {magi- 
strature). 

—  (Sbdici  Riformatori  dello  Stato)  V.  Bologna 
{magistrature). 

—  (Sblciate)  V.  Bologna  (fiatze). 

—  (Sbnato)  [//  signori  Sedici  Riformalori,  maglstrato 
d.  Vcnti,  magistrato  d.  Quaranta\  fa  ricercare  dili- 
gentemente,  senza  trovarlo,  l'autore  di  un'iscrizione 
contro  i  Canetoli  disseminata  per  la  c.  (an.  1429), 
12,  20-28;  ordina  tre  processioni  a  cagione  d.  peste 
(an.  1438),  53,  49-50;  fa  sloggiare  le  meretrici  dalla 
Piazza  piccola  e  le  confina  nel  pressi  d.  torre  de' 
Catalanl  circondandole  di  un  muro,  55,  32-35;  fa 
molte  feste  a  Francesco  Piccinino  sebbene  a  malin- 
cuore  (an.  1439),  58,  12-14;  bandisce  una  giostra  (an. 
1440),  61,  29-33;  si  reca  ai  Crociali  a  invitare  Nico- 
16  Picclnino  in  via  per  la  Toscana  a  riposarsi  in 
Bologna,  43-44;  alloggia  il  pred.  in  Pal.  e  lo  tratta 
con  molto  onore,  44-45 ;  celebra  in  San  Giacomo  la 
festa  dl  Santa  Monica,  62,  46-63,  1-6;  fa  glostrare 
il  palio  di  San  Ruffillo  In  Piazza,  10-13;  per  l'alle- 
grezza  d.  pace  intervenuta  tra  il  duca  di  Milano 
e  1  suoi  nemici  fa  correre  un  palio  In  Piazza  il 
glorno  di  San  Petronio,  64,  41-44;  fa  tagliare  la  testa 
a  Pappi  de'  Medlcl,  49-50;  bandisce  una  giostra  per 
festeggiare  le  vittorie  di  Nlcol6  Piccinino  (an.  1441), 
68,  33-33;  fa  giostrare  un  paiio  per  San    Petronio, 


70,  12-16,  e  di  nuoTo  in  onore  del  Piccinino  (an. 
1442),  71,  46-49;  promette  agli  amici  di  Annibale 
Bentivoglio  e  d.  Malvezzi,  prigionieri  di  Francesco 
Piccinino,  di  interporsi  per  la  loro  libertk,  73,  25- 
35;  ottiene  dal  Piccinino  e  dai  duca  di  Milano  vane 
parole,  36-74,  1-4 ;  cf.  5-7,  35-38  ;  fa  scortare  fuori  d. 
c.  il  messaggero  d.  Sampieri  che  aveva  portato  la 
nuova  d.  conclusione  d.  pace  e  lega  col  Veneziani 
e  Fiorentini  (an.  1443),  89,  20-23;  fa  impiccare  gli 
uccisori  d.  pred.,  30-31;  si  contenta  d.  ritorno  di 
Battista  Canetoli,  91,  24;  dona  ad  Annibale  Ben- 
tivoglio  i  prigionieri  da  lui  fatti  nella  battaglia 
e  vittoria  contro  il  conte  Dal  Verme,  93,  44-45; 
indice  una  processione  di  ringraziamento  con  of- 
ferte  alla  Chiesa  di  Santa  Maria  d.  Monte,  45-49; 
e  stabilisce  che  tale  processione  si  rinnovi  in  per- 
petuo  la  vigilia  dell'Ascensione,  49-94,  1-3;  fa  gio- 
strare  un  palio  di  carnevale  (an.  1444),  97,  45-98, 
1-2;  ric,  119,  28;  fa  giostrare  un  palio  per  San  Pe- 
tronio  (an.  1461),  177,  27-28;  molti  senatori  inco- 
raggiano  Giovanni  II  Bentivoglio,  che  nel  suo  di- 
scorso  per  la  entrata  in  carica  corae  Gonfaloniere 
di  Giustizia,  chiedeva  l'aiuto  d.  maggiori  a  lul 
per  bene  amministrare  lo  stato  (an.  1463),  181,  1- 
11;  va  incontro  a  Giacomo  Piccinino  di  passaggio 
a  Bologna  (an.  1464),  185,  7-8;  fe  da  Paolo  II  co- 
stituito  di  Ventun  membri  eletti  a  vita  e  con  di- 
ritto  eredltario  nei  loro  primogenlti  si  legittimi 
che  naturali,  purchfe  di  non  meno  di  trenta  anni 
(an.  1466),  191,  U-14;  di  tutti  e  fatto  capo  Giovanni 
Bentivoglio,  16-18;  questi  ventun  membri  erano  1 
Riformatori  d.  c.  cioe  i  Sedici  antichi  piu  i  cinque 
soprannumerari,  18-21;  altre  modalita  per  1'eserci- 
zio  d.  loro  ufTicio,  15-18,  norai  e  ordine  d.  senatori 
cos\  creati,  34-34 ;  Girolamo  Ranuzzi  fc  el.  invece  d. 
t  Giacomo  dal  Lino,  21-23;  concedea  Giovanni  Ben- 
tivoglio  di  bandire  un  torneo  per  la  festa  di  San 
Petronio  (an.  1470),  203,  12-13;  ne  ^  radiato  Cri- 
stoforo  Caccianemici  (an.  1473),  211,  34-35;  ordina 
una  processione  con  le  reliquie  e  con  la  Madonna, 
di  San  Luca  per  la  cessazione  d.  pioggia  (an.  1474), 
214,  26-28;  fa  giostrare  per  San  Petronio  un  palio  dl 
panno  d'argento  (an.  1475),  215,  17-21;  limlta  con 
decreti  ii  lusso  d.  pompe  funebri  (an.  1477),  217,  3- 
6;  sostituisce  al  f  senatore  Alberto  Cattani,  11  fra- 
tello  di  lui  Bonifacio,  6-7;  per  minaccie  all'ambasc. 
veneto  fa  arrestare  Gabriele  Turchi,  che,  pol,  a  in- 
tercessione  d.  pred.,  rilascia  (an.  1482),  225,  16-19; 
vieta  agli  ortolani  di  fare  mercato  in  Piazza  e 
loro  assegna  il  luogo  coperto  dietro  San  Petro- 
nio  (an.  1484),  230,  11-13;  manda  ambasc.  al  pp.  a 
placarne  lo  sdegno  per  1'esecuzione  di  alcunl  re- 
ligiosi  convinti  di  furto  (an.  1486),  234,  11-20;  ne 
ottiene  il  perdono,  30-21;  fa  riraandare  la  proces- 
sione  d.  Corpus  Domini  al  ritorno  di  Giovannl 
Bentivogllo  (an.  1488),  247,  7-8;  \  convocato  dal 
pred.  che  gll  manifesta  la  conglura  ordlta  dai  Mal- 
vezzl,  contro  la  sua  persona  e  la  sua  famigUa, 
250,  30-251,  1,  e  che  Giovanni  Malvexzl  conferma 
1-13;  si  fa  rappresentarc  nel  processo  Istrulto  contro 
i  colpevoli,  35-37;  fa  fare  un  baId»cchino  d'oro  per 
U  Madonna  di  San  Luca  (an.  1493),  272,  11;  inter- 
vlene  a  una  Rappresentazione  Sacra  In  S«n  Petro- 
nlo  (an.  1494),  275,  20-31 ;  asilste  «ll'eiequle  d.  vesc. 


518 


TNDICE  ALFABETICO 


(Bologna  senato-stn^itor/] 


dl  rerrar»  in  San  Pletro,  278,  45-46;  h  Tliltato  dagU 
ambMc.  VenezUni  dl  paisaggio  a  Bologna,  284,  U- 
3S ;  mette  a  confronto  Agninennone  Musotti  con  un 
certo  Frezza,  che  afiermava  avere  portato  al  pred. 
lettere  dl  Luclo  Malvezzi  (an.  1496),  288,  »-33;  con- 
vlnto  il  FrezzB  dl  menzogna  lo  fa  impiccarc,  33-14 ; 
manda  doni  di  yettovaglle  a  Cesare  Borgia  di  pas- 
sagglo  all'osterla  del  Quaquarello  (an.  1499),  298, 
33-34;  permette  al  Bentivoglio  di  costruire  un  mo- 
lino  a  Codalunga  (an.  1500),  300,  14-16;  h  ossequlato 
da  Paolo  Orsini  al  suo  giungere  in  Boiogna  (an. 
1501),  304,  14-15;  va  incontro  a  Glovannl  Loniel- 
ilnl  nuovo  govcrnatore  d.  c.  (an.  1504),  329,  46-47 ; 
h  balzato  di  segglo  dal  Senato  nuovo,  composto  di 
venti  membri,  creato  dal  popolo  (an.  1506),  351,  41- 
352,  1-21;  quattro  di  questi  vaiino,  rlchiesti  dal  pp. 
a  rendergli  omagglo,  353,  l»-33;  va  ad  ossequiare 
II  pp.  alla  Maglone  e  gli  prcscnta  le  chiavi  d.  c. 
355,  31-33;  suo  posto  nel  corteo  papale  dalia  Ma- 
gione  al  Pal.,  39-40;  h  accompagnato  da  servitori 
che  rcggono  due  baclni  d'argcnto  con  le  chiavi  d. 

c.  presentate  al  pp.,  40-41;  in  memoria  deirentrata 
dl  Sisto  IV  a  Bologna  istituisce  un  palio  annuo 
per  San  Martino,  357,  37-38;  11  pp.  lo  aboUsce  e  ne 
crea  uno  di  Quaranta  noblli,  358,  33-34;  nei  quali 
pone  parte  d.  Senato  vecchio  d.  Scdicl,  e  parte  d. 
nuovo  d.  Venti  creato  dal  popolo,  34-35 ;  nome  degll 
el.,  36-40;  modo  di  sostituirc  i  raancantl,  41-43;  h  ac- 
cetto  alla  nobilti  e  al  popolo,  43-43;  dal  pp.  gH  h 
dato  il  nome  di  magistrato  dei  Quaranta  consiglle- 
ri  e  Riforraatori  d.  stato  di  Bologna,  40-41;  accom- 
pagna  i  nuovi  Anziani  a  giurare  fedeltk  al  pp.  e 
alla  Chlesa,  359,  18-30;  assiste  alla  messa  solennc 
In  San  Petronlo  per  1'annlversario  dell'incorona- 
zlone  di  Sisto  IV,  35-37;  e  a  quella  cantata  per  Na- 
tale  prcsente  il  pp.,  361,  38-3»;  con  11  leg.  ordina 
sl  suoni  I'Ave  Maria  a  mezzogiorno  pcr  impetrare 
1'intercessione  d.  Vergine  contro  la  pestilenza  (an. 
1507),  368,  3-5;  quattro  d.  Quaranta  accompagnano 
Gaspare  Scappi  per  la  rcstituzione  di  porta  San 
Mamolo,  382,9-14;  corrono  per  la  c.  cedole  a  sua 
beffa,  394,  46;  "  non  c  favorevole  alla  pubblicazione 

d.  Hittoria  del  Ghirardacci,  dal  quale  gli  sono  pre- 
sentati  ben  tre  memoriali  per  il  perraesso  (aa.  1586- 
88),  XVLI,  43-XLvn-XLVIlI,  1-14;  nomina  assunti 
1  senatori  Poeti,  Lambertini,  Bargellini  e  Facchi- 
netti  a  riferire  sulla  detta  opera  (an.  1586),  XLVI, 
45-XLVII,  1-4;  si  adopera  pr.  la  Corte  dl  Roma  per 
mezzo  deli'arabasc.  Paleotti  a  che  sia  ritirato  il 
privilegio  concesso  al  Ghirardacci  per  la  pubblica- 
zione  (an.  1588),  XLVIII,  15-30;  cf.,  XLIX,  34-L, 
LI,  1-6;  ragioni  d.  sua  opposizione  alla  stampa, 
XLVIII,  31-XLIX,  1-33  ,. 

BoLOGNA  (ssNATORi)  Giovanni  BtHtivoglio  cafo,  Sci^iont 
Gottaiiini,  Carlo  Malvttti,  Lodovico  Caecialupi,  Ga- 
leatto  Marescotti,  Giaeomo  Grati,  Cristoforo  Caecia- 
nemici,  Dionisio  Cattelli,  Nicolh  Pceti,  Brunino  0  Bor- 
nino  Biancki,  Pittro  dal  Purgo,  Lodovieo  Bentiv»- 
glio,  Paolo  Volta,  Nieolh  Sanuti,  Girolamo  Jiannzxi, 
Virgilio  Malvesn,  Giovanni  Guidotti,  Giovanni  dalle 
Armi,  Carlo  Bianchi,  Cristoforo  Ariosti,  Bartolomto 
Roasi  (an.  1466),  Carlo  Antonio  Fantutti  smccessore 
di  Pietro  dal  Purgo  f»  Giovanni  Bianchetti  invece  di 
Carlo  Bianehetti  f,  Nieoli  AUrovamJi  per  Giacomo 


GraH  f  (an.  1467),  Battitta  ilalvettt  tueeeuere  di 
Cmrlo  Ualvetti^,  Alberto  Cattami  per  Nicolh  Aldro- 
vandi  t,  Bartolomeo  Cattelli  in  vect  di  Dionisio  Ca- 
ttelli  t  (an.  1468),  Anirta  Btntivoglio  in  luogo  d. 
fadrt  Lodovico  ti  Astorre  Volta  fer  Paolo  Volta  f 
(an.  1469),  Bernardo  da  Sassuno  succttsore  di  Alet- 
tandro  Caceianemici  radiato  (an.  1472),  Gaspare  Bar- 
gellini  fer  Lodovico  Caecialufi  t  (an.  1475),  Btmi/a- 
eio  Cattani  in  luogo  d,/r.  Antonio  f;  Giacoino  Mon- 
tecatvi  fer  Cristo/oro  Ariotti  t  (an.  1477);  Filifpo 
Biancki  in  luogo  d.  /ratello  Brunino  t  (an.  1478): 
Bartolomco  Volta  p^  il  /ratello  Astorre  t  (an.  1479); 
Andrea  Grati  in  vect  di  Nieolh  Sanuti -f  (an.  1480); 
Pirro  Malvexti  in  luogo  d.  /ratello  Virgilio  (an. 
148 1);  Mino  Rosti  ptr  il  padre  Bartoltmeo  t;  Gio- 
vanni  Martili  suectttore  di  Bernardo  da  Sassnmo  f; 
Lcdovieo  dalle  Armi  in  luogo  d.  padre  Giovamni 
t;  Gottadino  Gottadini  per  Scipione  Gottadimi  (an. 
1482);  Bgamo  Lamiertimi  in  veee  di  Lodtvico  dalle 
Armi  t  (an.  1484) ;  Alesiio  Orsi  per  Goxxadimo  Gtt- 
taiini  f;  Carlo  Biamchetti  in  vece  di  Giambattista 
Bianchetti  f  (an.  1485),  Gian  Francetco  Aldrovandi 
ehe  tueeede  a  Gian  Filippo  Salaroli  ti  Tommnso 
Malvexxi  per  il  parente  Battitta  radiato  (an.  1488), 
Tommaso  Monteealvi  per  il  padre  Giacomo  t;  Ri- 
naldo  Ariotti  in  veee  di  Carlo  Antonio  Fantutxi  t 
(an.  1489),  Brcole  Bentivoglio  per  il  /ratello  Andrea 
t,  Poeta  Poeti  invece  d.  padre  Nieolb  t  (an,  1491), 
Alberto  CattelH  in  vect  di  Dionisio  Castelli  t,  Lodo- 
vieo  Bianchi  in  luogo  di  Filippo  Bianchi  t  (an.  1492), 
Girolamo  Samfieri  per  il padre  Lodovico  t  (<«••  '494), 
Francetco  Fantuxxi  in  luogo  di  Pirro  Malvexti  espulso 
(an.  J49S)l  Angelo  Ranuxxi  per  il  padre  Girolamo  t 
(an.  1496);  Ghinol/o  Bianchi  per  Lodovieo  Bianchi  f 
(an.  I497).-  Eliseo  Cattaniin  Inogo  d.  padre  Bomifaeio 
t  (an.  1498);  Astorre  Bargellini  in  luogo  d.  fratelie 
Gaspare  \,  Carlo  Grati  per  il  /rattllo  Andrta  t  (an. 
1502);  Sallustio  Guidotti  per  Galeatto  Marescotti 
t,  Giacomo  Maria  dal  Lino  in  luogo  di  Mino  Rosti 
t  (an.  1503),  fnnocento  Ringhieri  in  luogo  di  Tom- 
maso  Malvexti  f,"  Alettandro  Bargellini  in  luogo  d. 
parente  Attorre  t;  Bartolomeo  Montecalvi  in  luogo  d. 
/ratello  Tommaso  t;  Annibaie  da  Sassuno  in  luogt 
di  Poeta  Poeti  t  (an.  1505);  Vincenxo  dalPOca  o 
Salvioli,  Andrea  del  Giglio,  Girolamo  Desideri,  Gia- 
como  Dair  Oglio,  Matteo  MarescalcU,  Mclchiorre  Za- 
netii,  Nicolh  Dolcini,  Ercole  Maranini,  Franceseo 
Boceadi/erro,  Giacomo  Buoncompagni,  Anton  Maria 
Legnani,  Alberto  Carbonesi,  Francesco  Conti,  Giorgio 
Guastavillani,  Loremto  Otto/redi,  Giacomo  BndrioU, 
TommasQ  Cospi,  Nicolh  I..upari,  Antonio  Gkitelli,  Gia- 
como  Gessi,  Alessandro  Pepoli,  Nicolh  Paltroni,  Cam- 
bio  Gomhruti,  Nicolh  Raigosa,  Cetare  Fava  (del 
senato  d.  popolo  an.  IS06);  Gitvanni  Martili, 
Girolamo  Sampieri,  Carlo  Grati,  Ercole  Bentivo- 
glio,  Aletsio  Orti,  Francesco  Bianchetti  (o  secondo 
altri  Franeetco  Gri//oni),  Rinaldo  Ariosti,  Altssam- 
dro  Velta,  Gian/rancesco  Aidrovandi,  Francesco  Fam- 
tuxti,  Angelo  Ranuttl,  Alberto  Castelli,  Eliseo  CtU- 
iani,  Amnibale  da  Sattuno,  Giacomo  Maria  dai  Lino, 
Sallustio  Guidotti,  Innocento  Ringhieri,  Lodovieo  Be- 
iognini,  Giovanni  Campeggi,  Giovamni  Antonio  Gox- 
ta  iini,  Ereole  Felicini,  Virgilio  GHsilieri,  Agamen- 
momt  Grassi,  Alessamdro  PepoU,  Giuiio  Malvttxi,  Pte- 


[Bologna  senatori-strade] 


INDICE  ALFABETICO 


519 


iro  Tsolani,  Lodovico  Foschtrari,  Alberto  Carhonesi, 
Ercole  Marescotti,  Bartolomeo  Zambeccari,  Alberto 
Albergati,  Anton  Maria  Legnani,  Girolamo  Lodovisi, 
Giacomo  dalPArmi,  Melchiorre  Manzoli,  Virgilio 
Poeti,  Pietro  Cospi,  Annibaie  Bianchi,  Ovidio  Bar- 
gellini,  Cornelio  Lambertini  (senato  nuovo  el,  dal  ff, 
Giulio  II  an.  1506) ;  Antonio  Paltroni  fer  Tommaso 
Cosfi  t  (<"»■  'So-j) ;  Cristoforo  Angelelli  in  luogo  di 
Annibale  Bianchi  f  (an.  1507);  Bonifacio  Fantuzzi, 
Giambattista  Castelli,  Giulio  Pasi,  Giacomo  Loiani 
in  luogo  di  Alberto  Castelli,  Innocento  Ringhieri, 
Sallustio  Guidotti  fatti  strangolare  dal  leg.  (an.  1508). 
BoLOGNA  (sTATun)  sono  rinnovati  (an.  1454),  145,  28- 
39;  nomi  di  coloro  che  vi  ebbero  ingerenza,  29-36. 

—  (strade)  sono  chiuse  dal  popolo  al  primi  gridi  di 
ewiva  al  duca  di  Milano  (an,  1438),  52,  15-16 ;  cf., 
25;  sono  lasciate  chiuse  per  consiglio  d.  Piccinino, 
42-43;  sono  addobbate  con  drappi  e  festoni  per  le 
nozzc  di  Annibale  Bentivoglio,  con  Donnina  Vi- 
sconti  (an.  1441),  69,  9;  sono  fatte  selciare  dal  Se- 
nato  con  sassi  di  fiume  (an.  1470),  202,  16-18;  Gio- 
vanni  Bentivoglio  vi  fa  togliere  i  banchi  in  legno 
che  le  rendevano  anguste  (an.  1487),  235,  35-37; 
sono  asserragliate  per  timore  di  un'entrata  d.  Fran- 
cesi  (an.  1506),  351,  5;  sono  a  poco  a  poco  sgom- 
brate  e  messe  in  ordine  per  Tarrivo  d.  pp.,  353, 
39-40;  cf.,  354,  47-48. 

—  —  viA  Altaseta.  Vi  e  la  casa  di  Piero  Aldro- 
vandi  (an.   1506),  357,  11. 

—  —  viA  UEi  Bagnaroli.  Vi  i  ucciso  dai  nemici 
con  una  sassata  Antonello  uomo  d'arme  di  Luigi 
da  Sanseverino  (an.  1429),  14,  20-22;  rlc,  182,  l; 
371,  40. 

viA  DBLLE  BoLLETTB.    Ne  &  occupato  lo  sbocco 

In  Piazza  dai  Malvezzi  (an.  150S),  380,  49-50;  ric, 
381,  37-38. 

BoRGo  Nuovo.  II  gonfaloniere  Filippo  Bargel- 

lini  vi  si  fabbrica  una  bellissima  casa  (an.  1454), 
152,  20-21;  ric,  181,  49;  356,  33-34. 

Brocca:ndos.so  [Broccagfindosso].  Gli  abitanti 

sl  oppongono  ai  soldati  di  NicoI6  Plccinino  (an. 
1438),  52,  25-2». 

Cartoi.eria  ric,    181,  23. 

Borgo  dklle  Casse  ric,  181,  26;  vi  fe  la  casa 

di  Francesco  Codeb6  (an.   1506),  357,  12. 

viA  Castagnoh  ric,  148,  9;Sante  Bentivoglio 

vi  fa  fabbricare  il  suo  pal.  sul  luogo  di  sedici 
case  da  lui  comprate  (an.  1460),  173,  31-36;  ric,  39; 
181,  34;  vi  sorge  la  torre  d.  Bentivoglio  (an.  1489), 
255,  12-14;  ric,  333,  33. 

strada  Castiolione  ric,  181,  22;  danneggiata 

alle  chiuse  da  un  uragano  di  vento  (an.  1468),  199, 
48-49;  NicoI6  Poetl  vi  fabbrica  un  bellissimo  pal. 
(s.  a.),  263,  «9-20;  ric,  26S,  19;  293,  I8-19;  vi  h  l'abi- 
tazione  d.  Casali  (an.  1506),  356,  31-32;  vi  h  la  casa 
d.  Pepoll,  357,  S,  e  quella  di  Glangaleazzo  Poeti, 
12-13;  ric,  358,  39;  vi  abita  da  SanfAgata  Tom- 
maso  Cospi  (an.  1507),  367,  44-50. 

—  —  VlA  DKLLK  Clavature  [Chiavature,  Cavadur*] 
rlc,  15,  13;  61,  9;  vi  passa  II  corteggio  di  Pio  11 
(an.  1459),  170,  29-30;  ric,  183,  47;  vl  sl  riduce  la 
parte  Bianca  In  ordine  di  battaglia  durante  II 
torneo  (an.  1470),  205,  13-15;  rlc,  259,  1,  37-38; 
261,  27;  293,  21;  ne  e  guardato  lo  sbocco  in  Plazza 


da  Giovanni  Pepoli  e  da  Gaspare  Fantuzzi  (an. 
1508),  380,  46-48. 

BOLOGNA   (stRADe)  :   CoRTE   DEI    BuLGARI.      Vi   e    UCClsO 

Raflfaele  Foscherari  da  Annnibale  Bentivoglio  (an. 
1440),  61,  13-14;  vi  era  situata  la  taverna  d.  Scim- 
mia,  14.  * 

—  —  viA  della  Croce  dbi  Santi  ric,  15,  10;  181,  37, 
42;  293,  19;  e  raddrizzata  buttando  giu  i  portici  sino 
a  San  Giacomo  d.  Carbonesi  (an.   1498),  294,  20-21. 

—  —  Crocb  di  San  Sbbastiano  ric,   103,  17. 
FiADALCoLLO  ric,  181,  23;  268,  19. 

—  —  FoNDAZZA  rimpetto  a  Santa  Cristina ;  vl  si 
azzuffano  i  Marescalchl  coi  da  Moglio  (an.  1505), 
336,  24-26. 

—  —  FossATo  ric,  181,  42. 

viA   DELLA   Gabslla.   Vi   passa  il  corteggio  di 

Pio  11  (an.   1459),   170,  29. 

strada  di  Galliera.  Ne  sono  rovinate  le  case 

con  le  bombarde  dai  difensori  di  Galliera  (an. 
1443),  83,  14-15;  ric,  181,  29;  vi  passa  Laura  Ben- 
tivoglio  col  suo  corteggio  alla  partenza  da  Bolo- 
gna  (an.  1494),  275,  33;  da  Bartolomeo  Felicini  vl 
h  cominciato  un  magnifico  pal.  (an.  1497),  332, 
1-3;  cf.,  292,  43-44;  ric,  356,  44-45;  'vi  ablta  An- 
drea  Ghirardacci  (s.  a.,  posteriormente  al  1525), 
V,  17-18;  il  pred.  vi  possiede  una  casa  (an.    1565), 

vn,  4  „. 

Guasto   DEi   Ghisilieri.    Vi  cade  una  casa  in 

seguito  al  terremoto  (an.   1505),  333,  49. 

—  —  GluPPONERis  V.  Zibonarie. 

Strada   Imperiale  va   dalla   cantonata  d.  pal. 

degli  Anziani  a  quella  d.  selciata  di  San  Francesco, 
290,  43-44;  vi  cominciano  a  correre  i  barberi  per 
il  palio  di  San  Pietro  (an.   1496),  46-47. 

—  —  VIA  delle  Lame.  VI  abita  Tommaso  Canetoli 
(an.  1439),  60,  1;  ric,  88,  23;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.   1454),   150,  29-30. 

viA  DEi  Magarotti  vicino  alla  chiesa  di  Santa 

Maria  dei  Servi,  ric,  120,  5. 
STRADA  Maggiore  ric,  15,    13;  100,  7;  181,   36, 

49;  vi  h  incominciato  un  pal.  dal  dottore  Aiessan- 

dro  Tartagni  presso  la  selciata  d.  Servi  (an.  1477), 

266,  43-45;  ric,  268,  1»;   vi  c  la  casa   di   Giacomo 

Gratl  (an.  1508),  385,  44-45. 
viA  DELLA  Mascarella.  Vi  h  ucciso  Francesco 

Tibaldo  dalle  Ruote  (an.  1461),  175,20-23;  ne  sono 

devastati  gli  orti  da  una  tempesta  (1468),   199,  19-20. 
viA  Di  Mkzzo.  Vi  abita   Francesco   Monterenzt 

di  contro  ai  Malvezzi  (an.  1438),  55,  40-41 ;  Galeazzo 

Marescottl  vi  ucclde  Carlo  da  Pisa  (an.  1443),  83, 

39-43. 

VIA  DBLLE  MuRATELLE  [Moradelle]  ric,  163,  li, 

NOSADELLA  [l^itsadella]  rlc,    181,  45;   182,  23. 

viA   NovA.  VI    ablta  Glovanni  da  Imola  nella 

casa  che  fu  poi  di  Alcssandro  Bottrigari  (an.  1436), 

49,  27-28;  ric,  338,  46. 

Oreficerie    [Orejiciarie]    ric,    148,  35;  309,  27. 

viA  o  boroo  della  Paoha.  In  tegulto  al  terre- 

moto  vl  cadono  due  case  presso  la  Maddalena  (an. 

1505),  333,  47;  vi  cadc  una  saetta  (an.  1506),  343,  21. 
VIA  DBI  PelaCANI    [Pelaeani],    rlc,    181,  24,  37; 

268,  30. 

PiBTRAPiTTA  [PredajStta]   pr.   San   Pletro;   rlc, 

183,  47 ;  334,  3. 


520 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologlia  thradfttrrilorU^ 


BOLOOKA  (8TllA0C)t  VIA  PoOOIAUC  [Potal€\  ric,  181,  30. 

viA  DBi.  Pratello  \Pradtlli\.  VI  sono  bruciate 

otto  case  di  contadini  seguacl  d.  Canetoli  (an. 
1445),  106,  42;  107,  I;  vi  ^  11  CoUegio  d.  Fletchi 
(an.  1506),  356,  47. 

viA  San  Domemico  ric,  61,  U ;  vi  h  situata  It 

casa  di  Salluttio  Guidotti,  357,  4. 

Strada  San  Donato.  Vi  i  il  convento  d.  frati 

di  San  Giacomo  (an.  1435),  46,  3S-36;  ric.  per  le 
caie  d.  Bentivogilo,  52,  33-36;  55,  4;  67,  40-41;  80, 
SS-3«;  83,  40;  Cario  Malvezzi  vi  comincia  ii  tuo 
pal.  di  fronte  a  Santa  Cecilla  (an.  1444),  100,  4-S; 
rlc,  144,  15;  148,  3J;  dono  degli  ortoiani  abitanti 
In  questa  strada  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.  1454),  150,  34:  ric,  151,  36;  181,  33-34;  182,  1; 
183,  41;  188,  If;  vi  h  corso  un  palio  sotto  ii  pai. 
dl  Giovannl  Bentivoglio  (an.  1465),  188,  13;  vi 
abitano  le  suore  di  Santa  Maria  Maddalena  sino  al 
loro  trasferimento  nel  mon.  d.  suore  di  San  Gio- 
vanni  Battista  (an.  146S),  201,  6-7;  vl  si  fanno 
dimostrazioni  dl  gioia  e  feste  per  gli  onori  resi  a 
Giovanni  Bentivoglio  dal  duca  di  Milano  (an.  1471), 
207,  33-3S;  vi  h  costrulto  il  portico  d.  dtiesa  di  San 
Glacomo  dai  fr.  Eremitani  col  consenso  di  GIo- 
yanni  Bentivogllo  e  di  Virgilio  Malvezzi  (an. 
1477),  216,  31-39;  il  Bentivogiio  vi  fa  abbattere 
moite  case  innanzi  al  suo  pal.  per  farvl  una  spa- 
ziosa  piazza  (an.  1487),  235,  37-38;  vi  sono  inal- 
zatl  due  archi  di  trlonfo  con  emblemi  per  le  nozze 
dl  Annibale  Bentivoglio,  237,  »-Il;  vi  h  fatto  cor- 
rere  un  palio  dal  rettore  d.  Studio  ii  giorno  di 
San  Glacomo  (an.  1 491),  263, 39-41;  vi  cadono  alcune 
case  e  la  chiesa  in  seguito  al  terremoto  (an.  1505), 
333,  48-49;  rlc,  per  il  pal.  d.  Bentivoglio,  356,  40; 
rlc,  370,  44;  «XIU,  33,. 

viA   San   Fklicb.   Vi  sono   bruciate  sei  case  di 

contadlni  seguaci  d.  Canetoli  (an.  1445),  106,  43; 
107,  7;  ric,  181,33;  va  daila  selclata  di  San  Fran- 
cesco  a  porta  San  Felice,  290,  44-4S;  vi  e  la  casa 
d.  Roffeni,  356,  45-46;  ric,  365,  37. 

—  —  San  Giacomo  dei  Carbonbsi  ric,  294,  30-31. 

—  —  Sant'Isaia.  Un  violento  uragano  vi  dlvelie  una 
casa  (an.  1468),  200,  2-3. 

Strada  San  Mamolo.  Vi  abita  Lodovico  Cane- 

toli  (an.  1445),  100,  46;  sui  canto  verso  la  Piazza 
vl  si  azzufiano  i  Canetoli  con  i  Bentivoieschi,  104, 
35-36;  ric,  105,  33;  vi  sono  bruciate  sei  case  di 
contadini  seguaci  d.  Canetoii,  106,  43;  107,  7;  ric, 
163,  31 ;  vi  i  cominciato  da  Nicol6  Sanutl  un  ma- 
gnifico  pal.,  poi  proprieta  d.  Campeggi  di  Dozza 
(s.  a.),  225,  28-30;  ric,  357,  3. 

viA  Di  San  Michele  dki   Leprosetti.  VI  bru- 

ciano  le  case  di  un'ebreo  prestatore  (an.  1503),  322, 
31-33. 

viA  San  Nicolo  dkoli  Albari.  Vi  h  la  casa  d. 

Dalle  Correggie,  71,  23-33. 

strada  di  San  Pietro.  Vi  h  la  casa  di  Giacomo 

Castellani,  83,  39. 

strada  Santo   Stefano   ric,  47,  36;  vi    allog- 

giano  al  di  fuori  i  cavalli  arrivati  con  Simonetto 
dali'Aquila  in  Bologna  (an.  1443),  88,  22;  ric, 
136,  24;  181,  35,  49;  vi  i  la  casa  di  Ovidio  Bargei- 
lini,  356,  33-33. 

STRADA  San  Vitale   ric,  181,  50;  vi  cade   una 


CM*  in  •egulto  al  terremoto  (an.  1505),  333,  47; 
n«  i  abbattata  la  torre  incontroaSan  Bartolomeo 
•  cagione  d.  terremoto,  335,  3t-3f;  in  una  cata  vl 
tono  ricoverate  fanciulie  povere  tolte  da  elemoti- 
nare,  338,  43-43;  rf.  44;  vi  i  la  cata  dt  Aiberto  Orti, 
356,  37;  «XIII,  23,. 
BoLooNA  (stradk):  campo  di  Santa  Lucia  ric,  182,  n. 

—  —  strada  di  Saragozza  ric,  357,  II. 

Savonella   di   Mwamlx.   VI  h   innaizata  nei 

pressi  ia  Chiesa  di  Santa  Maria  de'  Pepoli  poi  di 
San  Giroiamo  (an.  1437),  5,  19-30,  *;   rlc,  181,  3t. 

vlA   DELLB   ScuDBLLB.   Vi   h   eretto   un  arco  dl 

trionfo  con  emblema  per  ie  nozze  di  Annibale 
Bentivoglio  (an.  1487),  287,  6-t. 

—  —  Strazzarib  [Slracciarie]  ric,  148,  JS. 
Strada  di  Torlbowe  ric,  24,  35. 

viA  dbi  Vignacci  ric,  100,  3;vi  i  cemlnciato 

II    pal.   dl  Virgilio  Malvezzl  (an.  1454)1  152,  31-33. 

—  —  ZlBONARiB  [Giufp»Herie\  ric,  355,  38. 

—  (Studio)  '  e  abbandonato  dagii  scolari  (an.  1321), 
LIX,  69;  si  fanno  capitoli  tra  i  pred.  e  i  Boio- 
gnesi,  69-70;  controversla  sulia  autenticita  d.  de- 
creto  dell'imp.  Teodosio  che  io  riguarda,  CXXXVI, 
13;  CXXXVII,  1-34,;  accompagna  alla  tepoltura  11 
dottore  Alcssandro  Tartagni  (an.  1477^,216,  41-42; 
h  addolorato  per  la  morte  di  Pietro  Canonici  fa- 
moso  dottore  (an.  1502),  309,  9-10;  i  dottori  ron 
gli  studenti  intervengono  in  Senato  td  affermarc 
la  loro  voiontit  che  ne  I  Bentivoglio,  nh  aicun  altro 
si  rechi  dal  pp.,  314,  32-25;  vi  sono  da  Giulio  11 
el.  sopraintendenti  Giovanni  Marsiii,  Giambattista 
Casteili,  Pelicgrino  Caccianemici  e  Antonmaria 
Legnani  (an.  1506),  359,  24-25;  Bartoiomeo  Bolo- 
gninl  vi   legge  pubblicamente,  361,  49-50. 

—  (taverne)  Osteria  oblla  Ca  grandb  di  San  Ruf- 
FiLLo.  L'oste  imprigionato  per  tradimento  h  fatto 
impiccare  da  Sante  Bentivoglio  (an.  1452),  142, 
14-18. 

osTBRiA  DBL  Cappello  [osttrta  del  CafeU»].  L'o- 

ste  vi  alioggia  il  cap.  Fiiippo  Schiavi  (an.  1443), 
83,  16-17;  imprigionato  11  Piccinino,  l'oste  riceve 
dallo  Schiavl  una  somma  perchi  lo  tenga  celato 
e  lo  faccia  uscire  saivo  dalla  c,  21-33;  il  detto 
oste  nasconde  il  pred.  in  luogo  segreto,  33-34;  ma 
poi  lo  denuncia  ad  Annlbale,  35-36;  il  Bentlvoglio 
vi  manda  un  drappeilo  di  armati  a  prenderlo,  36-38. 

OSTBRIA  DEL  Leone  [toileria  del  Leoae].  Vi  al- 

logg!a  la  regina  di  Cipro  di  passaggio  a  Bologna 
(an.  1461),  177,  44. 

OSTERIA  DBL  LiNO.  L'oste  c  Impiccato  perchfc  vi 

aveva  dato  alloggio  ai  conte  Guido  Rangoni  nl- 
pote  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  383,  43-4*;  cf.,  385, 
12-13. 

OSTBRIA    DBLLA   LuTfA    ric,    64,    4. 

—  —  OSTERIA  DEL  MoNTONB.  Vi  alloggia  col  SUO 
seguito  1'ambasc  di  Spagna  conte  dl  Tantlia  di 
passaggio  a  Bologna  (an.  1486),  233,  36,  e  Guido- 
baldo  da  Montefeltro  (an.  1503),  321,  16. 

—  —    TAVERNA   DELLA   SclMIA    ric,    61,    14. 

—  (territorio)  \contato,  distretto  di  Bologna;  BaU- 
gnese,  deminio]  *  devastato  da  un  uragano  (an.  1395). 
LXV,  26-30  „  ;  vi  soggiornano  un  mese  le  gentl  d. 
duca  dl  Milano  (an.  1426),  3,  16-17;  cf.,  37;  U  Se- 
ntto  vi   manda   messi    a   mantenerlo   in  fede   (an. 


[Bologna  UrritoHo,  aa.  14281453]  INDICE    ALFABETICO 


521 


1428),  7,  13-U;  quasi  tuttl  i  castelli  e  luoghi  pro- 
mettono  obbedienza  a  eccezione  di  Castel  Bolo- 
gnese,  Castel  San  Pietro,  Cento  e  la  Pieve,  15-17;  il 
Senato  comanda  a  Nicol6  da  Tolentino  di  usclrne, 
ma  questi  non  si  cura  delI*ordine,  33-2i  ;  il  pp.  Mar- 
tino  V  delibera  di  mandarvi  ad  assediare  Bologna, 
8,  3-7;  Domenico  da  Capranica  comanda  a  Miche- 
letto  Attendolo  di  condurvi  l'esercito  contro  Bolo- 
gna,  8,  3<-35;  tutti  i  castelli  a  eccezione  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto,  Crevalcore,  SanfAgata,  Man- 
zolino,  Sassuno  e  Casal  Fiumanese  cadono  in  mano 
dell'esercito  d.  Chiesa,  9,  25-26;  il  pred.  esercito 
vi  fa  scorrerie  da  Medicina  e  Budrio  slno  alle  porte 
di  Bologna,  10,  2-4;  e  corso  e  saccheggiato  dal  To- 
lentino  per  vendicare  i  danni  ricevuti  dai  Bolo- 
gnesi  l'anno  prima  (an.  1439),  12,  29-30;  nuovamente 
travagliato  dal  Caldora,  13,  15-16,  che  vi  assedia 
San  Lorenzo  in  Collina,  16;  fe  saccheggiato  e  corso 
dall'esercito  d,  Chiesa,  che  indi  si  riduce  a  Panl- 
gale,  21-23;  il  card.  leg.  Lucido  Conti  vi  fa  tagliare 
alberi  c  viti  appena  giunto,  15,  35-36;  cf.,  27-28;  ric. 
per  Russi,  17,  17;  il  vescovo  di  Tropea  vieta  sotto 
pena  di  morte  che  nessuno  porti  roba  a  Bologna 
(an.  1430),  20,  16-17;  11  pred.  ordiha  che  i  conta- 
dinl  sino  a  tre  miglia  dalla  c.  non  si  muovano 
dalle  loro  case,  17-19;  vi  e  chiamato  dal  leg.  l'eser- 
cito  d,  Caldora,  che  si  ferraa  a  Corticella,  20-23 ;  il 
leg.  va  con  Tesercito  a  San  Giovanni  in  Perslceto  e 
alle  Caselle,  scorrendolo  sino  a  due  miglia  dalla  c, 
e  impadronendosi  di  tutti  i  castelli  da  quel  lato, 
21,  22-25;  h  corso  slno  alle  porte  d.  c.  da  bande  di 
cavalli  per  ordine  d.  leg.,  22,  12-13;  i  castelli  do- 
mandano  1'aiuto  d.  Bolognesi  per  cacciare  1  sol- 
dati  d.  Chiesa  (an.  1431),  24,  10-12;  norme  per  eleg- 
gerne  gH  ufliciali  contenute  nei  capitoli  d.  pace 
tra  la  c.  e  il  pp.  e  da  questo  sanzionate,  27,  42-28, 
1-4;  ne  fc  confermato  il  bando  a  Battista  Poeti, 
a  Carlo  Malvezzi  e  ad  altri  banditl  e  fuoruscitl, 
42-29,  1-2;  di  gennaio  gli  olivi,  le  viti  e  molti 
alberi  fruttiferl  muoiono  per  il  gran  freddo  (an. 
1432),  31,  16-17;  la  campagna  fe  seccata  da  una  brl- 
nata,  32,  16-18;  ric.  per  Pospedale  e  chiesa  dl 
San  Lazzaro,  33,  13-14;  Antonlo  Bentivoglio  e  gli 
Zaiiibeccarl  ne  partono  senza  farvl  danno  (an. 
1433),  36,  1-4;  vi  passa  11  conte  Francesco  Sforza 
per  recarsi  in  Romagna,  27-28;  per  l'accordo  tra  il 
Gattamelata  e  il  governatore  Zabarelli  non  dere 
essere  corso  durante  le  trattatlvc  tra  il  pp.  e  Ga- 
leotto  Canetoll  (an.  1434),  39,  22;  qualora  queste 
falliscano  i  Bolognesi  devono  essere  avvertlti  due 
giorni  prima  che  le  srorrerle  ricomincieranno,  32-23; 
tali  convenzioni  non  sono  osscrvate,  41-42;  k  con- 
tlnuamente  corso  e  danneggiato  da  soldati  Fioren- 
tini  e  Venezianl,  41,  15-16;  rlc.  per  Cento,  46,  33; 
vi  glunge  11  pp.  da  Firenze  c  si  riposa  ai  Cro- 
ciali  (an.  1436),  47,  6-7;  dai  pp.  Eugenio  IV  ne 
sono  ceduti  i  castelli  di  Lupo,  Massa,  Zagonara 
al  marchcse  d'Este,  26-27;  vl  cntra  il  Piccinlno  che 
toccato  Borgo  Panigale  e  Casalecchio  si  accampa 
alPIdice  (an.  1438),  51,  36-38;  il  pred.  pone  guar- 
dte  in  tutti  I  Castelll  mentre  per  1  pattl  antece- 
denti  avrebbero  dovuti  essere  consegnati  liberi  ai 
cittadlni,  53,  22-34;  i  sacchcggiato  da  Francesco 
Sforza  (an.  1439),  58,  33;  vi  li  recano  alcune  bandc 


dell'eserclto  d.  Chiesa  (an.  1440),  64,  U-13;  cf.,  18; 
le  pred.  ne  partono,  30-31 ;  fa  un  regalo  ad  Anni- 
bale  Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1441),  69, 
5-9;  per  il  gelo  si  seccano  viti  e  alberi,  70,  40-41; 
Nlcoli  Gambacorta  vi  entra  senza  llcenza  per  pas- 
sare  in  Toscana  con  trecento  cavalli  e  accampa  in 
un  fondo  d.  Bocchi  (an.  1443),  71,  14-17;  il  pred.  Vi 
e  fatto  prigioniero  di  sorpresa  da  genti  di  Bologna, 
18-21;  vi  sl  trova  Francesco  Piccinino  con  molte 
bandiere  di  fanti,  72,  28-30;  vi  i  col  suo  esercito 
Lodovico  dal  Verme  (an.  1443),  78,  II-12;  i  conta- 
dini  vi  spogliano  i  soldati  di  Francesco  Piccinina, 
82,  11-12;  e  perci6  corso  e  saccheggiato  sino  a  Me- 
dicina  e  Medesano  da  Luigi  dal  Verme,  13-14;  gli 
abitanti  sl  rifugiano  nei  castelli  e  nelle  fortezze, 
14-15  ;  dopo  la  sconfitta  d.  dal  Verme  i  presidi  che 
tenevano  per  lui  i  castelli  trattano  con  il  .Senato 
di  restitulrli,  94,  4-6;  tutti  all'lnfuori  di  Castel 
San  Pietro  tornano  spontaneamente  alPobbedienza 
di  Bologna,  6-11;  cf.,  21-22;  ric,  95,  8;  il  Senato  fa 
dai  comuni  circostanti  spianare  i  borghi  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  per  togiiere  a  questo  castello 
la  velleitk  di  tradire,  96,  32-35;  h  vietato  a  chiun- 
que  di  uscirne  correndo  pericolo  di  cadere  nelle 
mani  d.  conte  dal  Verme  che  si  trovava  a  Pia- 
cenza  (an.  1444),  98,  5-8;  il  Piccinino  se  ne  dilunga 
per  timore  di  esservi  assaiito,  24-26;  molte  vlti  li 
seccano  di  aprile  per  il  freddo  intensissimo  e  1 
venti  impetuosi  (an.  1445),  101,  34-36;  dopo  la  f 
di  Annibale  Bentivoglio,  Lulgi  da  Sanseverino  con 
Carlo  Gonzaga  e  i  banditi  di  parte  Canesca  vi  si 
Impadroniscono  di  molti  casteili,  109,  41-42;  cf., 
102,  26;  i  contadini  si  rifugiano  in  luoghi  sicuri, 
42-43;  altri  castelli  sono  occupati  da  Taliano  da 
Forll,  che  vi  fa  scorrerie,  44-47;  cf.,  110,  3-13;  corso 
e  depredato  dal  Sansevcrino  fino  al  Sasso  di  Gios- 
sina,  28-31 ;  il  pred.,  preso  Argiie,  ne  parte,  38-41 ; 
11  Sanseverino  vi  prende  Castelfranco,  111,  3-6,  e 
San  Giovanni  in  Persiceto,  38-39;  il  pred.  presidia  i 
casteili  occupati  e  ne  parte,  112,  3-4;  il  Sanseverino 
vi  torna  con  Francesco  Piccinino,  34-35;  ne  parte 
il  conte  per  la  Lombardia  lasciandovi  ben  presi- 
diati  i  castelli  in  suo  possesso,  48-49;  tutti  1  castclll 
dal  lato  di  San  Giovanni  in  Persiceto,  SanfAgata 
e  Crevalcore  sl  rendono  ai  Bolognesi  (an.  1446), 
117,  27-28;  fe  attraversato  dail'esercito  Aragonesc  dl- 
retto  In  Lorabardia,  119,38-44,  /;  vii  distrutto  in 
moltissirai  luoghi  11  raccolto  da  un  violento  tem- 
porale  (an.  1448),  125,  31-35;  vi  si  terae  la  venuta 
d.  viceri  Carlo  da  Carapobasso  (an.  I449),  133, 
4-5,  e  di  Luigi  Gonzaga,  13-15;  &  sacchegglato  dal 
pred.,  18-19;  ne  partono  il  Gonzaga  e  11  viceri,  47- 
49;  ne  sono  banditi  dal  lcg.  e  confinati  a  sessanta 
miglia  i  Pepoii,  i  Fantuzzi  e  altri  fuoriscltl  che  lo 
molestano  (an.  1451),  137,  49-138,  1-3;  cf.,  137,  46-48; 
tutti  I  castelli  e  ie  c.  sono  invltatl  da  Sante  Bentl- 
voglio  alle  sue  nozze  (an.  14S4),  147,  2J,  26;  caitelll 
e  vilie  fanno  presenti  al  pred.,  150,  23-151,  1-14;  ed 
anche  moltl  contadinl,  15-32;  i  devastato  dalia  tem- 
pesta,  45-50;  ne  h  bandito  Giovanni  Toschl  (an. 
14SS),  153,  39;  moiti  soldatl  d.  duca  di  Mllano  vi 
lono  alloggiati,  154,  35;  Tesercito  d.  duca  Sforza 
paiia  in  Romagna  a  sua  difesa,  accampando  a  So- 
larolo,  159,  33-33;  vl   combattono  nel  presil   d.  c. 


522 


INDICE    ALFABETICO  [Bologna  l»rritoru,,  ««.  i4SSiSo8t«rri\ 


gll  alleatl  contro  Glacomo  Plcclnlno,  che  h  vlnto, 
31;  II  terrcmoto  vl  fa  grandlssimi  danni  alle  chiete 
d.  montagne,  161,  21-30;  i  soldati  nc  guastano  il 
promettente  raccolto  (an.  14S9),  168,  1-2;  Inviio 
da  rughe  che  divorano  le  viti,  26-21;  ric,  34;  vi 
giungono  c  vi  sono  alloggiatl  i  cavalli  e  fanti  di 
Galeazzo  Maria  Sforza,  169,  25-26;  vi  si  reca  Lo- 
dovico  Malvezzi  con  fanti  e  (-avalli  ad  attendervl 
la  condotta  d.  pp.  (aii.  1460),  174,  21-31;  ric.  per 
Crespellano,  Caloara,  Piumazzo,  Cerretolo,  Casa- 
lecchio,  Casaglia,  San  Luca,  Gaibola,  Roncorio, 
Paderno,  San  Vittore,  Santa  Liberata,  Barbiano, 
Bazzano,  Camaldoli,  San  Ruffillo,  Crovara,  Pizzo- 
calvo,  San  Lazzaro,  182,  33-36',  grandi  nevlcate  vi 
danneggiano  le  campagne  (an.  1464),  41-48;  vi  i  ro- 
vinato  il  raccolto  da  una  tcmpcsta  (an.  146$),  188, 
20-22;  vi  c  alloggiata  la  compagnia  d'armi  di  Tri- 
stano  Sforza  (an.  1466),  190,  26;  vi  giungono  due 
mila  cavalli  d.  duca  di  Milano  che  vi  riinangono 
parecchie  settimane,  191,  43-44;  danneggiato  gra- 
vemente  in  molti  luoghi  da  una  grande  tempesta 
(an.  1467),  198,  4-6,  e  dalle  inondazioni  d.  fiumi, 
7-1;  h  colplto  nella  pianura  da  pestilcnza,  »-10;  de- 
vastato  in  piu  luoghi  da  orribile  tcmpesta  (an. 
1468),  199,  17-23;  ne  partono  i  soldati  d.  contc  di 
Urbino  (an.  1469),  201,  2S-29;  vi  alloggiano  in  vari 
luoghi  ie  genti  dl  Raimondo  Sforza  e  di  Nicol6  da 
Tolentlno  venute  di  Lombardia,  30-31;  vi  si  com- 
mettono  molti  delitti,  si  che  il  Senato  di  Bologna 
provvede  a  porre  fine  ai  disordini  (an.  1470),  202, 
4>4S;  vi  sono  dati  i  quartieri  ai  soldati  d.  Sforza 
sotto  il  comando  di  Giovanni  Bcntivoglio  (an. 
1471),  207,  34-3S;  ii  Sanseverino  ne  ottiene  sul  pri- 
mo  dal  Scnato  libero  passo  (an.  1486),  234,  37-39; 
ma  poi  Pirro  Malvezzi  vi  h  mandato  con  bande  di 
cavalli  a  vietargli  di  inoltrarvisi,  39-45;  il  Sanse- 
verino  vi  riesce  a  passare  egualmente  con  cento  dei 
suoi  rifugiandosi  a  Ravenna,  46-47;  ville,  castelli  e 
comuni  fanno  presenti  a  Giovanni  Bentivoglio  per 
ie  nozze  di  Annibale  (an.  1487),  2.35,  47-236,  1-11; 
il  Senato  nell'imminenza  d.  calata  in  Italia  di  Car- 
lo  VIII  provvede  a  rafforzare  le  difese  d.  castelii 
(an.  1494),  276,  45-49;  vi  passa  Guido  Gonzaga  con 
due  squadre  di  gente  d'arme  diretto  in  Romagna, 
277,  14-16;  vi  passano  soldati  d.  re  di  Francia  che 
accampano  fuori  porta  San  Vitale,  17-20;  vi  giun- 
gono  di  niano  in  mano  altri  soldati  che,  seguitando 
i  primi,  si  recano  in  quello  d'Imola,  in  tutto  circa 
due  raila,  27-31;  attraversato  da  lancic  francesi  co- 
mandate  da  Ivo  d'Ailegrl  e  dirette  ai  Valentino 
contro  Imola  e  Forli  (an.  1499),  298,  9-12 ;  e  sac- 
cheggiato  oltre  Bologna  dallc  milizie  d.  Valentino 
di  ritorno  in  Lombardia  (an.  1500),  299,  12-13;  vi 
passa  Ivo  d' AUegri  coi  suoi  soldati,  300,  46-47 ;  che 
vi  fanno  molti  danni,  47-4S;  ai  contadini  sono  dal 
Borgia  restituite  ie  robe  tolte  (an.  1501),  306,  39- 
40;  e  abbandonato  dalla  popolazione  durante  ii 
passaggio  d.  truppe  francesi  a  cagione  d.  prepo- 
tenze  da  esse  commesse,  ancorche  amiche,  307,  10- 
12;  lo  attraversano  moiti  soldati  da  Napoli  diretti 
in  Lombardia  senza  farvi  disordini,  308,  17-18;  Cen- 
to  e  la  Pieve  sono  dati  da  Alessandro  VI  in  dote 
alla  figlia  Lucrezia  (an.  1502),  309,  45-310,  1-2;  vi 
passano  miiizie  d.  re  di  Francia  dirette  a  Firenze, 


42-41,  e  gentl  d'arnie  dt  MlUno  dlrette  ad  Imola, 
319,27-29,  e  milizie  francesi  che  alloggiano  a  Bor- 
go  Panigaie  (an.  1503),  323,  33-34*.  anche  vi  passano 
cinqucmlla  Svlzzerl  causando  gravi  dannl,  1-3;  ne 
esce  con  deblta  scorta  Ercole  Marescotti  (an.  IS04), 
330,  13-14;  vt  sono  sradicate  quercle  e  abbattuti  al- 
beri  da  un  clclone,  331,  flJ;  vi  sono  rccatl  gravi 
danni  dal  terrcmoto  (an.  1505),  334,  13-11;  gll  abi- 
tanti  d.  piano  conducono  i  loro  bestiami  nella  mon- 
tagna  per  essere  sicuri  da  ogni  razzia  da  parte  d. 
gentl  d.  pp.  (an.  1506),  347,  37-31;  ne  e  predato  II 
bestiame  ai  confini  dai  Fiorentini,  Francesi  e  Mo- 
denesi,  31-40;  i  nemici  da  Budrio  fanno  scorrerie 
nei  pressi  d.  c.  sino  all'ldice,  348,  2S-2( ;  ne  partono 
i  Francesi,  353,  11;  h  danneggiato  dal  maltempo, 
355,  1-2;  esprime  la  sua  riconoscenza  a  Giulio  II 
per  i  benefizi  rhe  ne  riceve  facendogli  donl  che 
sono  assai  graditi,  361,  31-33;  vi  compaiono  Anni- 
bale,  .\ntongaleazzo  ed  Ermes  Bentivogiio  con  un 
esercito  di  circa  dieclmila  uomini  (an.  1507),  369, 
41-43;  I  pred.  vi  occupano  Bazzano  con  gran  parte 
d.  montagna,  Crespellano  e  Monteveglio,  43-44;  Ip- 
polito  d'Este  si  muove  per  cacciarneli  (an.  1507), 
370,  34-35,  ma  ne  erano  gia  fuggiti  dinanzi  a  Lucio 
Malvezzi,  Alessandro  I'epoll,  Alberto  Castelli  e 
altri,  35-37. 
BoLooNA  (tesoriere).  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  149,  3-4;  v.  omcJu  Giaeomo 
dal  Lino  (an.  1440);  Tommaso  GoMiadini  (aM..  1440- 
1441);   Crittoforo  Caecianemici  (a.n.  1442). 

—  (torri,  camfaniu):  torre  degu  Asiwblu.  Vi  sl 
manifcsta  un  piccolo  incendio  (an.  1426),  5,  6;  i 
rovinata  da  un  fulmine  (an.  1433),  34,  1;  un  altro 
fulmine  ne  abbatte  due  meril,  36,  21;  rlc,  45,  14; 
vi  si  rompe  la  campana  (an.  1444),  97,  43-44;  vi  i 
tirata  su  ia  nuova  d.  peso  di  mille  seicento  iibbre 
dalla  parte  d.  Carrobbio,  41-43,  44  ;  vi  passa  11  cor- 
teggio  di  Pio  II  (an.  1459),  170,  29;  h  inchiavardata 
e  rafforzata  (an.  1484),  230,  1-7  ;  vi  aono  innalzati 
archi  di  trionfo  con  embiemi  per  le  nozze  dl  An- 
nibale  Bentivogiio  (an.  1487),  237,  3-9;  ii  Senato 
vi  fa  fare  a  volta  le  botteghe  che,  in  legno,  ne  cir- 
condavano  la  base  (an.  14SS},  245,  35-27;  anche  vi 
fa  niettere  in  cima  la  paila  dorata  con  la  freccia 
e  la  croce,  27-29;  colpita  dal  lato  verso  Santa  Ma- 
ria  da  un  fulmine  che  la  sfalda  sino  ai  piede  (an. 
1493),  269,  35-38;  ric,  290,  28;  291,  39;  Giovanni 
Bentivoglio  ne  rimuove  la  campana  che  sostituisce 
con  quella  deIl'orologio  (an.  1504),  332,  23-24;  non 
rispondendo  bene  ii  suono  di  questa  per  la  grande 
altezza  vi  h  rimessa  a  posto  la  prima  campana  che 
era  al  campanile  d.  Servi,  24-29;  in  seguito  al  ter- 
remoto  ne  rovina  la  cupola  di  piombo  (an.  1505), 
333,  36-38;  la  campana  si  spezza  dopo  una  durata  di 
sessantatre  anni  (an.  1507),  367,  19-30;  i  subito  ri- 
fatta  d.  medesima  forma  e  suono  di  queila  rotta, 
20-21;  i  piii  alta  anche  d.  torre  d.  Bentivoglio, 
372,  1-2;  e  scalata  da  Gaspare  Scappi  e  dai  suoi, 
che  vi  suonano  la  campana  (an.  150S),  383,  I8-2O; 
c  fatta  guardare  e  vi  sono  poste  solide  porte,  23-26  ; 
h  tenuta  illuminata  di  notte  pel  timore  di  una 
sorpresa  d.  Bentivoglio,  35-36. 

—  —  TORRE  DBi  Bentivoguo  inualzata  da  Glovanni 
sopra  alcune  case  dl  via  Castagnoll  prossime  al  suo 


[Bologna  ^<7rr<-Bolognesi,  an.  1426]      INDICE   ALFABETICO 


523 


pal.  (an.  1489),  255,  11-U;  cerimonia  augurale,  U- 
19;  ne  devc  essere  cambiato  il  disegno  a  cagione  d. 
natura  d.  terreno,  39-«  1;  vi  si  scuoprono  le  anti- 
che  fosse  d.  c.  fatte  da  San  I'etronio,  38-39;  vi  sono 
piantate  palafitte  per  rassodarne  il  suolo  e  sopra 
si  da  mano  ai  fondamenti  alti  ventiquattro  piedi, 
41-46;  Giovanni  Bentivoglio  vi  mette  la  prima  pie- 
tra,  con  il  suo  stemma  dalla  parte  verso  San  Do- 
nato,  46-48;  Annibale  la  seconda,  Antongaleazzo  la 
terza,  Alessandro  la  quarta,  Ermes  la  qulnta,  e 
molte  altre  sono  raesse  da  gentiluomini  al  seguito 
d.  pred.,  48-50;  quindi  in  ogni  angolo  h  murato 
un  vaso  di  terra  cotta  plana  di  medaglie  d'oro, 
d'argento  e  metallo  con  le  effigie  e  le  armi  d.  Ben- 
tivoglio,  256,  1-3;  dalla  parte  di  San  Donato  sono 
anche  poste  due  targhe  di  piombo  con  incise  due 
epigrafi  a  perpetua  memoria  d.  suo  fondatore,  3-15; 
le  mura  sono  innalzate  a  scarpa  senza  entrata  nel 
basso,  ma  con  una  porta  alPaltezza  d.  piano  nobile 
d.  pal.  nella  quale  si  entra  per  un  ponte  levatoio, 
16-19;  mododi  fabbricarla  senza  forarla,  19-33;  sua 
dimensione,  23-34;  vi  sono  fatte  molte  stanze,  24,  e 
sopra  un  ballatoio  merlato  terminato  con  una  tor- 
ricella  per  la  campana,  24-25;  al  ballataio  sono 
appese  le  armi  d.  signori  imparentati  con  i  Ben- 
tivoglio,  26-27;  cf.,  372,  2-7;  i  plii  alta  d.  torre 
di  San  Giacomo,  256,  27,  e  di  tutte  le  altre  torri 
ad  eccezione  di  quella  degli  Asinelli,  372,  1-2;  mae- 
stri  che  la  fabbricarono,  256,  37-28;  descrizione 
delI'interno,  372,  2-7  ;  ne  scrisse  Gasparo  Nadi,  256, 
38-29;  c  terminata  (an.  1495),  287,  47-48;  e  colplta 
da  un  fulmine,  che  la  sventra  per  sette  piani  e 
finisce  sotterra,  (an.  1504),  330,  49;  331,  1-3;  e  dan- 
neggiata  dal  torremoto  nei  fondamenti  e  si  piega 
da  un  lato  minacciando  di  cadere  sul  pal.  (an. 
1505),  333,  34-36;  vi  cade  la  cella  carapanaria,  36,  fc 
fatta  abbassare  da  Giovanni  Bentivoglio,  335,  23- 
26;  h  distrutta  a  furia  di  popolo  insieme  al  pal. 
(an.   1507),  371,  11-372,  1-31. 

BOLOGNA    (tORRI    K   CAMFAKlLl):    TORRB   DBI     BlANCHINI 

cade  e  rovina  la  casa  d.  Bolognetti  uccidendo  ven- 
ticlnque  persone  (an.  1484),  229,  13-29. 

—  —  TORRE  UEi  Catelani  [torre  </«'  Catkelani,  Ca- 
ttllaHt\.  II  Senato  vi  manda  ad  abitarc  nei  pressi 
le  meretrici  (an.  1438),  55,  34-35;  fc  fatta  abbassare 
dopo  la  caduta  di  quella  d.  Bianchini  (an.  14S4), 
230,  8-10. 

—  — •  TORRE  DEL  Capit.\no.  Nc  i  tolto  l'orologio  che 
viene  portato  sulla  torre  d.  Pal.  d.  Signori  (an. 
1450),  137,  13-15. 

TORRK  UEL  CoMUNE.  Vi  c  collocata  la  carapana 

d.  Collegi  (an.  1429),  15,  23-23. 

—  —  Garisknua  ric,  291,  29. 

—  —  TORRB  DEI  Lambertazzi.  VI  fe  posto  i'orologio 
gia  nella  torre  d.  cap.,  chc  subito  comincia  a  suo- 
nare  le  orc  (an.  1451),  137«  13-15. 

—  —  TORRE  ubll'orolog:o.  Ne  i  sostltuita  la  campana 
nuova,  di  suono  troppo  simile  a  quella  dell'Ar- 
rengo,  con  la  campana  grande  d.  Scrvl  (an.  1493), 
269,  28-31 ;  vi  h  posta  una  campana  nuova  appo- 
sitamente  gettata,  32-34. 

—  —  TORRK  OKL  podbstA  occupata  dal  popolo  che  vi 
pone  guardic  per  essere  libero  dl  suonare  la  cam- 
pana  a  sua  potta  (an.  1506),  350,  3-4 ;  ric,  5. 


Bologna  (torri  b  campanili)  :  torrr  dei  Servi  {torre, 
camfanile  dei  Servi\.  Vi  i  da  Giovanni  Bentivoglio 
fatta  mettere  la  campana  d.  torre  degli  Asinelli 
(an.  1454),  332,  25;  ia  pred.  campana  e  riportata 
agli  Asinelli  e  vi  fe  messa  invece  quelia  delPoroio- 
gio,  29;  cf.  34;  danneggiata  dai  terremoto  (an.  1505), 
333,   43. 

—  —  (torresotto  di  San  Francesco).  Vi  abita  la 
itrega  Gentile  Budroli  (an.   1498),  295,  21. 

—  —  torre  di  San  Giacomo.  Vi  sl  fanno  fuochi  di 
giola  per  la  liberazione  e  il  ritorno  di  Giovanni 
Bentivoglio  da  Firenze  (an.  1488),  247,  9-11 ;  fe  piu 
bassa  d.  torre  d.  Bentivoglio,  256,  27. 

—  —  TORRE  1)1  San  Petronio.  Vi  sono  innalzate  le 
tre  campane  (an.  1487),  243,  44;  e  colpita  da  una 
saetta  (an.  1506),  343,  20. 

—  —  CAMPANILE  Di  San  Piktro.  Un  uomo  ha  1'lnca- 
rlco  di  ribattere  sulle  campane  le  ore  dell'oroIogio 
di  Piazza  giorno  e  notte  (an.  1484),  228,  4t;  229, 
1-4. 

—  (tribuni  della  plbbb)  V.  Bologna  (Gonfalonitri  del 
popolo). 

—  (Vknti  uomini)  V.  Bologna  (magittratnre). 

—  (vescovado).  Dopo  la  f  deirAIbergati  rimane  va- 
cante  per  due  anni  (an.  1443),  76,  19-20;  &  dato  da 
Alessandro  VI  a  Giovanni  Stefano  Ferreri  avendovi 
rinunciato  ii  card.  Giuliano  della  Rovere(an.  1503), 
309,  44-45 ;  le  abbazie  di  Santo  Stefano  e  di  San  Fe- 
lice  vi  sono  annesse  in  luogo  di  Cento  e  d.  Pieve 
date  da  Alessandro  VI  in  dote  alla  figiia  I^ucrezia, 
45-310,  1-3. 

—  (vKSCovi)  V.  "  San  Zama  „  (aa.  270-300);  "  Fausti- 
niano  „  (aa.  312-330);  Nicolh  Albirgati  (aa.  1417- 
1443);  Tommaso  Parentuccelli  (aa.  144S-47);  Gio- 
vanni  Poggi  (an.  1447  sett,  dicembre),  Filiffo  Ca- 
landrini  (aa.  1448-1476);  Francesco  Gontaga  (aa. 
1476-1483)  ;  Giuliano  della  liovere  (aa.  1483-1503); 
Giovanni  Stefano  Ferreri  {&&.  1502-1510);  "  Gabritlt 
Paleotti  „  (1566-1591). 

—  VEScovo  saffraganeo  benedice  il  Naviglio  e  le 
navi  approdate  a  porta  Galliera  il  giorno  dcirinau- 
gurazione  d.  canale  pred.  (an.  1494),  274,  21-23;  cf. 
16-17 ;  V.  anche  Roverella  Sismondo. 

—  (vicARi)  V.  Petronio  Barbieri  a  Pinmatzo  (an.  1428). 

—  (voLTA  I)e'  Barberi)  \volta  dei  Barbari]  ric,  290,  26. 

—  (Zecca).  6  dimlnuito  il  valore  d.  bislacchi  (an.  1464), 
186,  24;  sono  aboliti  I  picchioni  milanesi,  25,  j;  va- 
lore  d.  ducato  (an.  1479),  221,  28-3»;  valore  d.  du- 
cato  veneziano  (an.  1492),  268,  7-8;  valore  d.  du- 
cato  e  d.  altre  raonete  stabilito  dai  Senato  (an. 
1501),  308,  23-29;  valore  d.  ducato  (an.  1503),  322, 
47-48;  valore  d.  ducato  e  d.  bislacco  (an.  1505),  335, 
20-21;  valore  d.  ducato  (an.  1508),  389,  I9;  muta- 
zioni  nel  valore  d.  ducato  e  coniazione  di  monete 
con  le  arml  dl  Giulio  II  (an.  1509),  394,  7-9. 

"  BoLOGNA  Olivikro.  Sua  lettera  al  Ghlrardaccl  ove 
loda  11  primo  vol.  deW/fistoria  di  Bologna  e  gll 
domanda  chiarlmenti  (an.  1596),  XXXVII,  37-38; 
cf.  LUI,  33-LIV,   1-4,   1-4  „. 

BoT.OGNESE  (II)  v.  Camfeggi  Oiovanni. 

Boi.oONBSl  [popolo  di  Bologna,  nobilth,  cott/adini]  vanno 
incontro  al  governatore  dl  Bologna  di  rltorno  dalla 
presa  di  Imola  e  Forll  (an.  1416),  4,  IT-ll;  per  li 
glola  li  llberano  I  carceratl,  il-l»;  lono  convlt«tl 


524 


INDICE  ALFABETICX) 


(Bolocneal,  m.  /4^6-/434] 


dal  pred.  per  U  tua  Msunzlone  «1  cardinaUto,  M- 
30;  per  tile  occailone  sono  Uberatl  trenti  circeritl, 
jO-3t;  vinno  incontro  col  leg.  al  card.  Albergatl, 
5,  1-3;  moltl  cittadlnl  d.  compagnla  d.  Morte  fon- 
dano  lo  apedale  omonlmo,  di  cui  11  leg.  pone  U 
prima  pietra  e  il  pod.  la  secondi  (in.  14J7),  lU; 
ventlquittro  giovani  fondano  un  oratorio,  che  fu 
poi  U  chiesa  dl  San  GiroUmo,  per  ritirarvisi  nelle 
loro  pratlchc  religiosc,  e  ne  fanno  benedire  U  pri- 
ma  pietra  dal  vesc.  dl  Asslsi,  17-33;  molti  amici  di 
Antonio  Bentlvogllo  io  accompignano  a  Roma, 
37;  il  popolo  prendc  In  odio  il  leg.  per  la  sua  ava- 
rizia  e  per  II  suo  raalgoverno  (an.  1438),  35-3«;  il 
che  di  anirao  ai  Canetoli  dl  deliberame  la  cacciata, 
3S-6,  1-3»;  11  vescovo  card.  Albergati  ha  sentore  che 
essi  vogllano  impadronirsl  di  lui  c  fugge  di  Bo- 
logna,  7,  18-30,  ma  da  loro  rassicurato  vi  torna,  30- 
31;  gll   aralci  di    Antonio  Bentivogllo  lasclano  U 

c.  per  non  esserc  presi  in  sospetto  all'annunzio  che 
1'esercito  d.  Chlesa,  in  cul  il  pred.  militava,  si 
muovcva  contro  Bologna  (an.  1428),  8,  9-13;  molti 
nobili  accompagnano  11  leg.  a  Roma,  33-33;  sono 
mortalmente  odiati  da  Nicoli  da  Tolentino,  9,  1-3; 
i  Veneziani  rifiutano  di  aiutarli  contro  11  pp.  pur 
protcstandosl  amlcl  in  ogni  altra  occorrenza,  31-3«; 
mormorano  contro  l'esositit  degli  esattori  d.  ira- 
poste,  10,  10-14;  gll  artlgiani,  chluse  le  botteghe, 
accorrono  alle  mura  contro  i  ncmici,  37-38;  sono 
interdetti,  44-45;  fanno  una  sortita  contro  i  nemici 
e  ne  t  da  tutte  e  due  le  partl,  11,  3-4;  alcuni  non 
toUerando  l'Interdetto  complottano  di  introdurre 
in  c.  il  cap.  d.  Chiesa,  16-34;  11  trattato  si  scuopre 
e  tre  d.  congiurati  sono  appiccaii,  34-30;  al   suono 

d.  campana  danno  di  pigllo  alle  arml  e  ributtano 
i  nemici  dalle  mura,  31-35;  al  bando  degli  Anziani 
si  presentano  cento  cittadlni  impllcati  nella  pred. 
congiura  e  sono  confinati  in  vari  luoghi,  12,  f-10; 
molti  amici  d.  Bentivoglio,  dubitando  d.  Canetoli, 
vanno  nell'eserclto  d.  Chicsa  (an.  1439),  10-13;  il 
popolo  si  lagna  che  sla  stata  atterrata  la  torre  di 
Kossa  Cavallina,  13,  14;  fanno  processioni  e  ora- 
zioni  per  la  difesa  d.  c,  39-43;  una  pattuglia,  sco- 
perti  i  nemici  raentre  tentavano  scalare  le  raura 
a  Borgo  San  Pietro,  da  rallarme,  14,  18-33;  il  po- 
polo  al  suono  d.  campane  accorre  e  ributta  i  ne- 
mlci,  33-34;  si  lagnano  non  solo  delfinterdetto,  ma 
d.  disagl  in  cui  si  trovano  per  i'arabizIone  di  al- 
cuni  cittadini  e  fanno  colpa  al  governo  di  non 
provvedere,  30-34;  questi  lamenti  spingono  il  go- 
▼erno  a  cercare  un  accomodaraento  col  pp.,  34-40; 
sono  rimproverati  per  i  loro  portamenti  dal  card. 
Albergatl,  cui  si  erano  rlvolti  e  che  sdegnato  ri- 
fiuta  di  Introraettersi  nella  questione,  45-15,  1-7; 
fanno  una  sortlta  coi  soldati  per  togliere  U  bastia 
d.  Monte  ai  nemici,  ma  sono  respinti,  37-46;  escono 
di  c.  in  nuraero  di  cinqueraila  da  porta  Santo  Ste- 
fano  e  CastigUone,  parte  per  impedire  il  passo  ai 
neralcl  in  soccorso  d.  bastia  di  Santa  Maria  al 
Monte,  16,  5-8,  parte  per  assalire  U  detta  bastia, 
8-9;  tornano  !n  c.  senza  successo,  9-13;  per  i  pattl 
d.  pace  hanno  diritto  alle  vicarie  d.  casteili,  31;  e 
aII'ufficio  di  cap.  alle  porte,  33;  popolo  e  clero 
▼anno  incontro  al  card.  leg.  Lucido  Conti  a  Porta 
Maggiore  e  lo  rlcevono  con  grandi  onori,  17,  11-13; 


un  filto  monetirlo  condinnato  1  morte  h  grasUto 
per  intercestlone  d.  re  di  I^ortogalio  (an.  1430),  19, 
14;  ne  tono  attolditi  di  Ranierl  Krofini,  16-17; 
sono  banditl  1  leguaci  di  Antonio  Bentivogiio  per 
opera  d.  Canetoli,  Zamt>eccarl  e  Grlflbni,  33-47; 
moltl  clttadini  tl  lagnano  con  il  pp.  d.  prepotensa 
d.  Canetoli,  20,  4-5;  I  contadlni  tono  diffidati  dal 
card.  di  Tropea  a  non  Introdurre  nlente  in  Bologna, 
16-19  ;i  fuorutciti  che  tl  trovano  neiretercito  d.  Cai- 
dora  tentano  di  entrare  in  c,  ma  tono  retpinti  dai 
popolo  corso  alle  armi  al  tuono  d.  carapina,  3>iS ; 
ttinchl  d.  lungi  guerra  detlderino  U  pace,  23,  II- 
13;  fetteggiano  l'elezione  a  pp.  di  Eugenio  IV  (ao. 
1431),  24,  31-33 ;  sono  consiglUtl  dai  Florentini  a 
conservare  U  loro  liberta,  41-47 ;  per  U  pace  col 
pp.  sono  assolti  da  ogni  interdetto  e  i  bandlti  ri- 
chiamati  da!  bandi  e  rettituiti  nella  loro  condizio- 
ne,  26,  39-33 ;  per  U  pred.  pace  tono  loro  riterTtti 
gll  ufficl  di  utUiti  e  talariat!  d.  contado,  dlttretto 
e  c  d!  Bologna  e  contado  d'ImoU,  27,  43-28,  l-S,  e 
coloro  che  laranno  dichiarati  fuorusciti  o  banditi 
non  potranno  abltare  nh  sul  Bolognete,  ni  In  quel 
di  ImoU  e  Modena,  43-46;  rovlnano  U  bastia  d. 
Certosa,  30,  lo-ll,  e  cosi  pure  U  bastia  d.  Monte, 
15-16;  gl!  amicl  dl  Antonio  BentlTogllo  bandltt  sl 
radunano  parte  in  Romagna  e  parte  in  Lombardia 
e  tentano  di  pigliare  San  Giovanni  !n  Perslceto, 
30-35;  ma  Timpresa  falllsce  e  molti  v!  rimangono 
prigion!  o  f,  30-37;  vanno  incontro  al  nuovo  go- 
vernatore  Fintino  Dandolo,  47-49;  gentiluoraini  e 
popolo  assistono  in  San  Pietro  alla  creazione  a  cav. 
di  Luig!  Griffon!  (an.  1433),  31,  30-33;  da  una  parte 
amicl  degli  Zambeccari,  dall'altra  araicl  d.  Cane- 
toli  si  armano,  raa  non  escono  dalle  ioro  case  e 
niente  succede,  33-35;  s!  presentano  al  govematore 
e  gll  diraostrano  non  essere  buona  politica  invUre 
per  aiuto  ai  Venezlan!  e  ai  Fiorentin!  contro  il 
duca  di  Milano  senza  conoscere  il  motivo  per  cui 
li  pred.  levava  soldati,  32,  5-11;  tvenUno  cosi  il 
disegno  d.  governatore  che,  forte  degl!  aluti  pred., 
aveva  in  animo  di  cacciare  i  Canetoli,  13-15;  nuove 
scaramuccie  tra  !'abate  Zambeccari  e  Battista  Ca- 
netoli,  31-36;  sono  in  armi  a  dare  aluto  al  govema- 
tore  contro  questo,  27-33;  sono  dal  governatore  dlf- 
fidati  a  posare  le  armi  pena  U  forca,  39-40;  moltl 
seguacl  degli  Zaralieccari  si  allontanano  da  Bolo- 
gna  non  sentendosi  slcuri,  41-44;  occupano  U  porta 
Santo  Stefano  vietandone  l'entrata  al  GattameUta 
(an.  1433),  33,  37-38;  per  la  doppiezza  d.  governa- 
tore  Fantino  Dandolo  non  ne  hanno  piu  stima, 
39-30;  vanno  sotto  U  pioggla  in  processione  con  U 
Madonna  di  San  Luca  per  impetrare  !1  tempo  buo- 
no,  34,  36-35,  1-5;  11  popolo  sl  arma  per  timore  di 
qualche  tentativo  d.  fuoruscit!  contro  la  c,  che 
Infatti  i  sventato,  30-49  ;sono  atterriti  dai  passag- 
gio  sul  territorio  d.  conte  Francesco  Sforza  coi 
suoi  soldati,  36,  36-38 ;  prestano  man  forte  ai  Ca- 
netoli  per  liberarsi  dalla  signorU  d.  Chiesa  (an. 
1434),  37,  5-15;  seguaci  d.  Canetoli  da  un  lato  e  d. 
Griffon!  dalPaltro  passano  In  Piazza  tra  loro  con- 
trari,  ma  all'apparenza  uniti,  45;  38,  1-5  ;  uccisione  n 
d.  due  fratelli  Griffonl  a  tradlmento,  8,  27;  per  "^ 
convenzione  tra  il  GattameUta  e  ii  governatore 
Zabareili   sono  iiberi  di  potere   andare   dovunque 


[Bolognesi,  aa.  i434-t44d\ 


INDICE  ALFABETICO 


525 


durante  la  missione  di  Galeotto  Canetoli  pr.  11 
pp.,  39,  17-18;  fanno  il  raccolto  con  prestezza  e 
portano  le  biade  in  c,  26- J7;  i  mercanti  bolognesi 
a  Venezia  non  sono  rilasciati  malgrado  abbiano, 
secondo  i  patti,  llberato  il  governatare  Condulmer 
e  l'ambasciatore  Tron,  29-30;  cf.  «-9;  udito  che  contro 
i  patti  U  Canetoli  era  stato  preso  prigioniero,  rl- 
fiutano  di  accettare  i  capitoli  e  la  pace  col  pp.,  37- 
43;  si  rallegrano  d.  vittoria  d.  Piccinino  contro  la 
Lega,  40,  2<-25;  i  banditi  e  fuorusciti  con  Antonio 
Bentivoglio  tentano  entrare  in  Bologna  da  porta 
Santo  Stefano,  ma  Timpresa  fallisce  (an.  1435),  41, 
39-42,  1-4;  il  duca  di  Mllano  per  la  pace  col  pp.  ha 
obbligo  di  non  aiutarli,  ne  favorirli  42,  22-23;  man- 
dano  a  Firenze  a  offrire  la  c.  al  pp.,  24;  sono  con- 
sigliati  dal  duca  di  Milano  a  rappattumarsi  col 
pred.,  36-39;  hanno  di  nuovo  il  commercio  libero, 
47-48;  Battista  Canetoli  con  molti  amici  e  seguacl 
fugge  segretaraente  di  Bologna,  43,  28-39;  al  ri- 
torno  di  Antonio  Bentivoglio  tutti  i  suoi  amici  e 
seguaci  vanno  a  visitarlo  e  gli  fanno  codazzo  per 
la  strada,  44,  27-30;  il  che  mette  il  pred.  in  sospetto 
d.  governatore,  30-33;  sono  diffidati  da  questo  di 
portare  armi  sotto  gravi  pene,  43-44;  intrighi  d. 
Maltraversi  contro  Antonio  Bentivoglio,  chesi  con- 
cludono  con  l'uccisione  di  lui  ordinata  dal  gover- 
natore,  49-45,  1-32,  e  con  quella  di  Tommaso  Zam- 
beccari  per  opera  d.  pod.  Offida,  33-36 ;  i  loro  dato 
ad  Intendere  dal  pred.  che  i  due  uccisi  congiura- 
vano  di  dare  la  c.  al  duca  di  Milano,  46,  I-I2;  h 
loro  proibito  di  portare  divise,  eccettuatine  i  servi 
e  i  soldati,  36-39,  e  di  tenere  contadini  o  forestieri 
a  cena  e  a  pernottare,  40-41;  ventiquattro  cittadini 
pomposamente  vestiti  e  con  molto  seguito  vanno 
Incontro  al  pp.  al  suo  arrivo  In  Bologna  (an.  1436), 
47,  3-5;  tutto  11  popolo  va  ad  incontrare  11  pred. 
a  porta  Maggiore,  8-9;  sono  benedetti,  11;  si  dol- 
gono  che  il  pp.  regali  i  castelli  d.  Bolognese  a  Ni- 
C0I6  d'E3te,  27-28;  i  Maltraversi  ric,  48,  14;  sono 
ingannati  dal  pp.  con  la  promessa  d.  Giubileo  in 
Bologna  per  la  quale  eransi  sottoposti  a  vari  bal- 
zelli  (an.  1438),  50,  23-31;  invece  11  pred.  trasferl- 
sce  11  Giublleo  a  Ferrara  lasciandoli  beffati  e  sde- 
gnati,  37-38;  cf.  51,  12;  in  seguito  a  ci6  moltl 
con  amici  di  Antonio  Bentivogllo  che  vogliono 
vendicarne  la  f,  offrono  la  c.  al  duca  di  Milano 
e  lo  invitano  a  mandare  con  un  pretesto  NicoI6 
Piccinino  verso  Bologna,  in  cui  lo  avrebbero  in- 
trodotto,  51,  12-31;  II  che  appunto  h  fatto,  21-23; 
cf.  35-39;  !1  governatore  atterrito  dalla  richlesta  d. 
Piccinino  di  consegnargli  la  c.  e  inoltre  conoscen- 
do  il  malanimo  d.  popolo  contro  la  Chlesa,  cerca 
blandirli  e  da  loro  in  custodia  le  porte  d.  c.  e  fa 
molte  promesse  se  sl  mantengano  fedeli  al  pp.,  43- 
52,  1-5;  debbono  dl  notte  tenere  acceso  un  lume 
dlnanzl  alla  proprla  abitazlone,  5-6;  barricano  le 
strade  al  tumulto  suscitato  dal  Foscherarl  e  com- 
pagni  per  Introdurvi  il  Plccinino,  52,  20-22;  entrano 
In  Pal.  con  il  pred.  e  lo  saccheggiano,  31;  k  loro 
promesso  dal  Piccinino  ognl  bene  da  parte  d.  duca 
di  Milano,  38-40;  sono  consigliati  dal  pred.  a  la- 
sciare  le  vie  asserragliate  per  impedlre  disordlnl 
da  parte  d.  soldati,  41-48;  ottengono  il  castel- 
lo  di  Galliera  contro  il  pagamento  di  sette  mlla 


ducati  al  castellano,  53,  11-14,  ma  non  possono  di- 
struggerlo,  e  contro  i  patti  il  Piccinino  lo  presidia 
per  11  duca  di  Milano,  ci6  che  li  sdegna,  21-25;  le- 
vano  i  serragli  dalle  strade,  31 ;  11  Senato  bandisce 
che  tuttl  i  contadini  tornino  alle  loro  case,  43-44; 
ne  t  molti  di  peste,  45-46;  molti  amici  di  Antonio 
Bentivoglio  ne  invitano  il  figlio  naturale  Annibale 
a  tornare  a  Bologna,  54,  33-38;  cf.  9-16;  di  nuovo 
pregano  il  pred.,  che  non  aveva  acconsentito,  a 
rendersi  al  loro  invito  e  gli  raandano  anche  Gia- 
como  Dalla  Pieve  a  persuaderlo,  45-48 ;  accorrono 
in  gran  numero  a  visitare  Annibale  Bentivoglio 
in  casa  d.  padre  a  San  Donato,  55,  5-7;  i  noblli  in- 
tervengono  a  una  messa  solennc  cantata  in  San  Leo- 
nardo,  11-13;  le  meretrici,  per  ordine  d.  Senato, 
dalla  piazza  piccola  dl  Bologna  vanno  ad  abitare 
nei  pressi  d.  torre  d.  Catelanl,  32-35;  il  pp.  alla  sua 
partenza  da  Ferrara  non  passa  di  Roraagna  temendo 
la  loro  vendetta  (an.  1439),  56,  8  9;  chiamati  a  rac- 
colta  dagli  Anzlani  al  suono  d.  campana  sono  in 
molto  fermento,  40-46 ;  per  la  venuta  dl  Battista  Ca- 
netoli  a  Bologna  in  numero  di  cinquecento  si  adu- 
nano  alla  casa  di  Annibale  Bentivoglio  al  suono  d. 
campana  di  San  Giacomo,  48;  57,  1-2;  sono  placati 
dall'intervento  di  Lodovico  Bentivoglio,  3-17;  An- 
nibale  inutilmente  si  lagna  con  gli  Anziani  che  sia 
tolta  ai  clttadini  la  custodia  d.  porte,  data  a  cap. 
forestieri,  24-31 ;  per  opera  di  Battista  Canetoli  1 
banditi  e  confinati  dl  sua  parte  tornano  in  c,  32-35; 
per  la  gelosia  che  li  anima  gli  uni  contro  gli  altri 
danno  possibilita  a  NiccoI6  Piccinino  di  farsi  pa- 
drone  di  Bologna  in  nome  d.  duca,  58,  2-9;  molti 
imprestano  danaro  agli  Anziani  per  11  Piccinlno, 
39-40;  che  cosa  costa  loro  la  venuta  dell'imp.  di  Co- 
stantinopoli  in  Italla,  59,  47 ;  durando  la  gelosia  tra 
Annibale  Bentivoglio  e  Battista  Canetoli  succede 
una  rissa  tra  dodici  giovani  e  il  pod.  perche  si  vo- 
leva  arrestare  Tomaso  Canetoli,  47-60,  1-9;  al  suono 
d.  campana  di  San  Giacomo  ne  accorrono  ottocento 
pr.  Annibale  e  ron  lui  passano  in  Piazza  e  vi  si 
fortlficano,  9-11;  a  sua  volta  11  Canetoli  radunatl 
cinquecento  d.  suoi  va  a  Galliera  dal  cap.  Sagra- 
moro,  12-14 ;  per6  niente  succede  e  tutti  tornano  alle 
loro  case,  14-16;  apprendono  a  mallncuore  la  venuta 
in  Bologna  d.  cap.  Cervato  da  Caravaggio,  inviato 
dal  Plccinino,  20-22;  gli  artefici  serrano  le  botteghe 
per  l'uccisione  di  RafTaele  Foscherari  (an.  1440),  61, 
17;  tutto  11  popolo  si  arma  per  il  passagglo  di 
Nlcol6  Piccinino  diretto  in  Toscana  con  forte  eser- 
cito,  39-42;  alcuni  cittadini  si  recano  col  Senato  ai 
Crociali  a  invitarlo  in  c,  43-44;  molti  noblli  in- 
tervengono  alla  solenne  messa  fatta  cclebrare  in 
San  Giacomo  dal  Senato  11  dl  di  Santa  Monica, 
62,  47-63,  1-6;  mormorano  per  i  nuovi  dazi  sulle 
granaglie  e  sulPuva  imposti  alle  porte  dalle  Com- 
pagnie  d.  Artl,  44;  cf.,  40-43;  alcunl,  malcontenti  d. 
stato  d.  cose,  pensano  di  dare  di  nuovo  la  c.  al  pp., 
64,  1-3 ;  complotto  ordito  a  questo  scopo,  4-17  ;  i 
contadini  d.  porta  San  Vitale  razziati  dalle  milizle 
d.  Chiesa  venute  per  la  Impresa  anzidetta  si  armano, 
le  affrontano  e,  rlconqulstata  la  preda,  le  volgono 
In  fuga,  38-31;  sono  malcontenti  per  la  chiusura  di 
alcune  porte,  che  vengono  rlaperte,  47-48;  raolti 
sono  fuorusclti  o  perchi  d.  partito  d.  Canetoli,  o 


526 


INDICE  ALFABETICO 


(BoloKnesl,  ao.  1440-/44^] 


ptTchk  teguncl  d.  Chleaa,  o  per  tciniare  noie,  68, 
2J-24;  molti  cittadlnl  ranno  In  grande  pompa  a 
MUano  a  prenderrl  Donnina  Viscontl  mogUe  dl 
Annlbale  Bentiroglio  (an.  1441),  41-69,  1-4;  fanno 
un  regalo  al  prcd.  per  le  lue  nozze,  6-t;  per  bando 
d.  Senato  chl  ucclde  un  ribeUe  guadagna  duecento 
ducatl,  19-20;  chl  lo  prende  rivo  guadagna  tuttl  I 
beni  d,  pred.  e  ha  la  grazia  di  un  bandito  a  suo 
piacere,  20-21 ;  novantadue  giovani  riccaroente  re- 
ititi  accompagnano  a  San  Petronio  Iiabeila  Bentl- 
voglio  li  giorno  dopo  le  sue  nozze  con  Romeo  Pe- 
poli,  70,  19-21;  il  popolo  regala  a  Nicol6  Sanuti,  el. 
pod.  di  Siena,  uno  stendardo  con  I'arma  di  Bolo- 
gna,  27-21;  molti  gentlluomini  accompagnano  il 
pred.  lino  fuori  d.  c,  26,  2t-29;  mandano  ambafc. 
a  Lioneilo  d'Este  a  condolerti  d.  f  d.  padre  e  ral- 
legrarsi  con  lul  deli'ottenuta  signoria  (an.  1442), 
71,  11-13;  amano  Annibale  Bentivoglio  e  ne  sono 
rlcambiati,  72,  23-25;  ii  Piccinino  ordlna  al  ftglio 
Francesco  di  impadronirsi  d.  princlpali  aderentl 
dl  Annlbaie  e  di  lui  stesso,  30-31 :  II  che  succede,  43- 

73,  1-3;  parenti  e  amici  d.  Malvezzi  e  d.  Bentivogiio 
prendono  le  armi  per  racciare  i  presidi  d.  duca, 
19-20;  ma  ben  consigliati  desistono  perch^  con  tale 
tumulto  avrebbero  condotto  a  rovina  la  c.  c  i  pri- 
glonieri,  21-22;  si  rivolgono  invece  ai  Senato  perchi 
chieda  la  iiberazione  d.  pred.  a  Nicoi6  Piccinino, 
25-26;  Cervato  da  Caravaggio  fa  noto  ai  suoi  amlcl 
che  per  ie  minaccie  rivoltegli  dagli  amici  d.  Ben- 
tivogilo  intende  abitare  in  Pal.  con  duecento  fanti, 

74,  17-20;  sconsigliano  ii  pred.  di  fare  cl6  senza  il 
consenso  d.  Senato,  che  si  ofTrono  di  procurargli, 
20-21 ;  il  Senato  consegna  al  pod.  cinquanta  fanti  per 
puhire  iibcramente  i  sediziosi,  31-32  ;  che,  al  bando 
d.  Senato,  depongono  ie  armi,  34;  dicci  sconosciuti 
bastonano  a  morte  in  casa  sua  Toramaso  da  Penna 
(an.  1443),  43-46;  alcunl  Bentivoleschl  si  armano  e 
andati  dal  pod.  liberano  Giacomo  dai  Lino  tratte- 
nutovl  pcr  sicurtk  di  un  suo  amico,  75,  27-31 ;  i 
pred.  si  preoccupano  d.  ritorno  in  Boiogna  di  Fran- 
cesco  Piccinino,  44-45;  ii  popolo  e  assai  malconten- 
to  d.  nuovo  dazio  d'Imbottatura  imposto  per  dare 
danaro  al  pred.,  76,  1-3;  ioro  tristi  condizioni,  21- 
26;  ia  iiberazione  dl  Annibaie  offre  ioro  il  modo 
di  scuotere  il  giogo  d.  Visconti,  26-77-78-79-80-81, 
1-41;  Annibale  impedisce  che  uccidano  Francesco 
Piccinino  che  fa  condurre  prigioniero  a  casa  sua, 
41-46;  saccheggiano  per6  ii  Pal.  e  spogliano  tutti  i 
soldati  che  trovano  ii  e  per  ia  c^  49-SO;  i  carcerati 
sono  iiberati,  82,  1-2;  I  banditi  e  conftnatl  sono 
rlchiamati  In  c,  2-3;  II  popolo  asserraglia  ie  vie 
per  timore  d.  venuta  di  Luigi  dal  Verme,  1-9;  gli 
uominl  d.  contado,  armatisi,  depredano  quanti  soi- 
datl  dl  Francesco  Piccinino  hanno  sottomano,  II- 
12;  gli  abitanti  di  Medesano  e  di  Medlcina  sono 
fatti  prigionieri  dal  Dal  Verme,  12-13;  I  contadini 
d.  territorio  si  riducono  neile  castelia  e  fortezze, 
14-15;  accorrono  tutti  aII'assedio  di  Gailiera  sotto  ii 
comando  di  Annibale,  83,  2-3;  i  fuorusciti  e  I  ban- 
diti  tornano  a  poco  a  poco  in  patria,  86,  14-15; 
accorrono  al  suono  d.  campane  a  porta  Galliera 
e  cacciano  di  c.  Astorre  Manfredi  penetratovi  con 
quattrocento  cavaiii,  87,  37-31 ;  molti  fuorusciti  rien- 
trano  in  Boiogna  con  Gaspare  Canetoii,  42-U;  es- 


lendo  la  c.  bombardata,  11  popoto  *l  «fmli  e  nel 
Mercato  li  azxuffa  piii  voite  con  1  preildl  d.  ca- 
itelio,  47-88,  1-3;  alcuni  cavaill  e  pedonl  fanno 
prigionleri  al  ponte  di  Reno  e  conducono  a  Bo- 
logna  un  centinalo  di  loldati  d.  Dai  Verme,  7-11; 
cf.  14-15;  dopo  areril  diiarmati  li  laiciano  lil>crl, 
12-11;  mandatl  dai  Fiorentini  vengono  in  loro  aiuto 
Simonetto  daIi'Aquila  e  Gottifredo  con  caTalli  e 
fantl,  20-22;  ric,  aS;  inviati  dai  Venezlani  giun- 
gono  11  conte  Brandolini  e  Guido  Rangonl  con  ca- 
valli  e  fanti,  89,  35-36;  continuando  negli  aiiaitl 
contro  Galliera  ne  buttano  giu  una  parte  d.  mura, 
37-40;  !I  popolo  ai  luono  d.  campane  li  arma  ed 
eice  con  11  Bentivoglio  da  porta  d.  Maicarella  per 
impedire  11  passaggio  al  Dal  Verme,  rhe  per6  non 
viene,  27-31 ;  coniigliati  da  Annibaie  tutti,  di  qua- 
iunque  grado  e  condizione,  scavano  in  tre  giorni 
un  fossato  intorno  al  castello  per  impedirne  le  lor- 
tite  al  nemico,  31-44;  radunatlsi  in  Piazza  ai  suono 
d.  campane  d.  coro.  e  di  San  Giacomo  sono  arrin- 
gati  da  Annibale  Bentivoglio  a  recarsi  contro  I 
nemicl,  92,  30-34;  tutti  si  offrono  di  andare,  34-37; 
parte  rimangono  per  volere  d.  pred.,  che  non  voleva 
lasciare  vuota  la  c.  di  uomini,  37-3S;  gli  aitri  escono 
con  Annibale  in  cerca  dell'eserclto  d.  Dal  Verme, 
39-43;  i  pred.  passano  il  ponte  d.  Gomito  sul  Sa- 
vena  e  glungono  a  Corticella,  43-45  ;  passano  quindi 
a  Castel  San  Giorgio  ove  poco  lontano  era  11  Dal 
Verme,  44-46;  loro  disposizione  neila  battaglia  in 
cui  riportano  vittoria,  46-93,  1-36;  ma  .subiicono 
gravi  perdite,  35-36;  si  riposano  a  San  Giorgio,  36- 
37,  40;  si  avviano  a  Bologna  coi  prigioni  e  la  preda 
e  tutto  il  popolo  va  incontro  al  vincitori,  40-44; 
vanno  in  processlone  alla  Chiesa  di  Santa  Maria  d. 
Monte  a  rendere  grazie  d.  vlttoria,  47-94,  1-3;  molti 
cittadinl  vanno  incontro  a  Gaspare  ed  Achllie  Mal- 
vezzi  liberati  dalla  prigione  d.  Piccinino,  95,  4-5; 
roolti  amici  d.  Bentivogiio  non  ftdandosi  di  nemici 
riconciliatl  non  approvano  il  ritorno  in  Bologna  d. 
Canetoli  fuorusclti  procurato  da  Annibale,  24-26; 
gettano  a  terra  ii  castello  di  Galliera  aIi'infuori  di 
una  cappella  dipinta  da  Giotto,  30-34;  scendono  In 
Piazza  armati  al  suono  d.  campana  degii  Anzlanl, 
45-46  ;  col  Gonfaioniere  di  Giustijua  e  il  BentivogUo 
vanno  a  San  Giovanni  in  Persiceto  sebbene  fosse 
stata  sparsa  la  voce,  per  ingannare  il  castello  tra- 
ditore,  che  si  recavano  contro  Francesco  Piccinino, 
46-96,  1-2 ;  passano  11  Reno  a  Cento  ed  entrano  in 
San  Glovanni  col  pretesto  di  essere  passatl  in  ro*- 
segna,  4-7  ;  si  impadroniscono  d.  vecchio  castello  e 
fanno  prigionieri  centosettanta  abltanti  colpevol! 
di  tradlmento,  7-11;  a  cagione  d.  soggiorno  d.  Dal 
Verme  a  Piacenza  e  vletato  a  chiunque  di  uscire 
dal  territorlo  (an.  1444),  98,  5-t ;  il  popolo  sopporta 
a  mallncuore  1'inasprimento  d.  dazi  accresciuti  per 
mantenere  i  soldati,  15-19;  sono  vanamente  minac- 
clati  di  rovina  da  Nicoi6  Piccinino,  20-21,  cf.  3S-2t; 
tutta  la  nobilta  accompagna  il  feretro  di  N!col6 
Ghisiiardi,  99,  41-42;  apprendono  la  f  di  Nicol6 
Piccinino  loro  inlmicissimo,  46-47;  ricominciano  a 
rissare  e  a  scendere  in  Piazza  (an.  144S),  100,  39- 
101,  l-IO;  vl  fe  odlo  tra  Canetoli  e  Marescotti  che 
gll  Anziani  fanno  rappacificare,  24-30;  h  per6  una 
pace  effiroera,  47-102,  1-4;  i  Canetoii  per  sopraifare 


[Bolognesi,  aa.  t44S-t44g\ 


INDICE  ALFABETICO 


527 


gli  avversari    deliberano    la  t  ^-  pred.  e  di  Anni- 
bale  e  di  chiedere   l'aiuto  d.    duca  di    Milano,  che 
lo  promette,    4-15;    sventato  un    primo    complotto, 
19-33,  riesce  loro  il  secondo,  41-103,  1-38;   i  seguaci 
d.  Canetoli,  udito  il  segno  d.  f  d'  Annibale  escono 
armati  per  le  vie  e  incontratisi  coi  Marescotti  uc- 
cidono  Gianluigi,  Taddeo  e  Antenore  e  feriscono 
Galeazzo,  31-37;  uccidono   anche  Bartolomeo  Maz- 
zacani,  37-38;  gli  amici  di  Annibale  coi  loro  ade- 
renti,  lui  ucciso,  scendono  arniati  in  Piazza  al  suo- 
no  d.  campana  di  San  Giacomo  a  dare  man  forte 
a  Galeazzo  Marescotti,  che  quantunque  ferito,  Toc- 
cupa  contro  i  Canetoli   104,   29-35;   il  popolo  segue 
il    Marescotti    da  lui    eccitato  a  vendicare  la  f  di 
Annibale  e  sfuggire  alla   servltii  d.  Visconti,   105, 
10-16;  il  partito  d.  Canetoli  e  assalito  alla  selciata 
di  San  Francesco  e  dopo  molto  combattere  e  molto 
sangue    versato  da  entrarabe  le    parti,  e  vinto  dai 
Bentivoleschl,  17-25;  il  popolo  saccheggia  e  brucia 
la  casa  dl  Battista   Canetoli,  di   Francesco  Ghlsi- 
lieri  e  di  Galeotto  Mezzovillani,  27-32,  e  altre  cin- 
quanta  case  di  proprieta  d.   Canetoli  uccidendo  di 
essi  quanti  ne  incontrano,  34-36;   Battista  Canetoli 
trovato  in    una  fogna  dai    Bentivoleschi  e  ucciso, 
37-44;  i  pred.  liberano  i  carcerati,  ma  fanno  a  pezzi 
Nicol6  Baroncini  e  il  massaro  di  Piacenza  che  gik 
una  volta  avevano   tentato    di  uccidere   Annibale, 
48-49,  e  Incrudeliscono  contro  i  loro  cadaveri,  49-50; 
i  seguaci    d.  Canetoli,   anche  di  bassa    condizione, 
sono  uccisi  in  gran  numero,  106,  34-39;  nei  torbidi 
dopo  la  uccisione  di  Annibale  f  anche  molti  Ben- 
tivoleschi,  40-41 ;  ai  partigiani  d.  Canetoli  sono  bru- 
ciate   case  e   botteghe,   42-107,    1-11;   la  fazione   d. 
Bentivoglio  corre  armata  in  Piazza  alla  voce  falsa 
d.    uccisione    di    Gaspare   Malvezzi    fatta    spargere 
dai    Canetoli  per    potere    piu  facilmente  trarre    di 

c.  Galeotto  Canetoli,  34-39;  i  Caneschi  sono  bandltl 

d.  c.  in  numero  di  quattrocento,  108,  7-109,  1-3;  si 
uniscono  a  Luigi  di  San  Severino  e  si  impadro- 
niscono  di  molti  castelli  d.  territorio,  37-42;  \  con- 
tadini  d.  pred.  castelli  si  rifugiano  in  luogo  sicuro, 
42-43;  quelli  d.  porte  d.  Pratello  e  d.  Larae  sono 
amici  d.  Canetoli,  49-110,  1-3;  i  contadini  d.  porta 
San  Vitale  fanno  prigionieri  alcuni  soldati  di  Ta- 
liano  e  li  consegnano  agli  Anziani,  6-10;  i  pred. 
contadini  sdegnati  d.  liberazione  d.  prigioni  li  ap- 
postano  sulla  via  d.  ritorno  e  11  uccidono  meno 
uno  che  si  salva  saltando  nel  Savena  11-14;  si  ac- 
cresce  11  loro  odio  pel  Vlsconti  in  seguito  al  regalo 
da  lui  fatto  a  Baldassarrc  Canetoli  per  1'uccisione 
di  Annibale,  45-46;  principiano  una  bastia  sul  ponte 
di  Corticella,  raa  i  nemici  nella  notte  la  dlstrug- 
gono,  111,  40-41;  tolgono  tutti  i  ponti  sul  Reno 
affinch^  i  contadinl  con  sicurezza  possano  semi- 
nare,  42-43;  vanno  in  scorreria  pcr  valle  di  Reno, 
sino  a  Luminaso  e  riprendono  con  la  forza  il  Sasso 
dl  Glossina,  112,  10-13;  ivi  fanno  prigionl  moltl 
banditi,  13-16;  tolgono  1'acqua  a  San  Giovanni  in 
Persiceto  raerck  un  fosso  scavato  nelle  Pratella,  lun- 
go  tre  ralglia,  nel  quale  iramettono  Tacqua  d.  Reno 
e  d.  Samoggia  che  ostruiscono,  2t-3S,  e  cld  per  pu- 
nire  quei  d.  castello  di  avere  tagUato  1'acqua  d. 
Reno  a  Cento  e  alla  Pieve,  25-36;  si  rallegrano  d. 
guerra  Incominclata  dal  Vlsconti  contro  Francesco 


Sforza  a   Cremona  perchc   sperano   si   distolga  da 
Bologna  (an.   1446),    115,  7-9;  circa  seimila    d.  po- 
polo  comandati  da  Romeo  Pepoli,  dai  cap.  d.  c.  e 
da  quelli  d.  Veneziani  e  d.  Fiorentini  vanno  a  oste 
contro   San    Giovanni   in    Persiceto,   26-36,    mentre 
altri   ne  guastano  il  territorio,  37-43;  sono  tormen- 
tati  dalla  carestia  e  gravati  di  tasse,   116,  17-23;  fe- 
steggiano  la  sconfitta  d.  duca  Visconti  al  Merzaro, 
117,   41-42;    la   fazione   Bentivolesca   determina   di 
fare    suo    capo    Lodovico    Bentivoglio,    118,    34-30; 
ma  questi  rifiuta  tale  onore,  30-36;  allora,  volendo 
uno  d.  sangue  d.  Bentivoglio,  accetta  la  proposta 
di  nominare  suo  capo  un  bastardo  di  Ercole  Ben- 
tivoglio,  cugino  di  Annibale,  dimorante  a  Firenze 
e   gli    spediscono  raessi  a    invitarlo    e   condurlo    a 
Bologna,   45-119,    1-14;  i  partigiani   d.  Bentivoglio 
vanno  incontro  a  Sante  sino  a  San  RufEIIo,  15-19; 
tutto  11  popolo  saluta  lietamente  e  festeggia  il  pred. 
al  suo  entrare  in  Bologna,   19-33;  gli  amici  d.  Ben- 
tivoglio  fanno  pregevoli  doni  al  neo-cav.  Francesco 
Corbino  di  Pisa,  30-31 ;  11  popolo  disapprova  11  ri- 
torno  di    parte    degli    ambasc.    in    Corte  di  Roma, 
ordinato  dal  Senato  (an.   1447),   120,40-42;  i  fuoru- 
sciti  ric,  121,  9-10;  i  pred.  creando  fastidi  al  com. 
sperano  di  riuscire  a  farsi   riammettere  in  c,  21-23; 
a  tal  fine  in  sessanta  con  Gaspare  Canetoli  entrano 
in    Cento    e  lo  ribellano  a  Bologna,  33-36;   i  pred. 
sono  fatti  dal  vesc.  uscire  di  Cento  e  accompagnare 
sul  Ferrarese  e  Modenese   con  le  loro    robe,  26-37; 
festeggiano    la   r  i  conc  i  i  iazione    col    pp., 
122,  8-9:  la  venuta  di  Gregorio  d'Anghiarl  con  tre- 
cento  fanti  d.  Fiorentini  11  fa  dubitare  che  non  sl 
voglia  piii  raccordo  col  pp.,  14-16;  si   rallegrano 
d.  t  diFilippo  Maria  Visconti,  40-41;  1  con- 
tadini  hanno  ordine  dal  Senato  di  ridursi    con   le 
loro  robe  nei  luoghi  sicuri   per  il  passaggio  d.  conte 
Sforza  con  grande  esercito,  41-46,  1  banditi  ric,  123, 
6;  per  i  capltoli  con   il  pp.  ogni  cittadino  o  conta- 
dino  che  abbia  crediti  coUa  Camera  dl  Bologna  de- 
ve  essere  pagato,  124,  9-13;  ne  t  molti  di  peste  (aa. 
1447-1448),  125,  11;  una  compagnia  di  cittadini  ar- 
mati  passa  a  Castelfranco  col  governatore  per  fare 
oste  contro    Piuraazzo    preso  dai    Canetoli    e  altri 
banditl  (an.  1448),  36-41 ;  11  castello  si  rende  a  patto 
che  1  banditi  siano  lasciati  uscire  liberi  dal  terri- 
torio,  41-44;  fuggono  di  Bologna  per  la  peste,  126, 
5-6;  1  seguaci  d.  Bentivogllo  si  adoperano  per  avere 
nelle  raani  Baldassarre  Canetoll,  preso  da  Astorre 
Manfredl,  e  vendicare  su  lui  la  t  di  Annibale  Ben- 
tlvoglio  e  d.  Marescotti,  45-46;  i  Bentivoleschi  raet- 
tono  asslerae  1  treraila  ducati  doraandati  dal  Man- 
fredi    qual   riscatto   d.   pred.    Canetoli,    49-127,    l; 
accordo  per  salvaguardarc   1'onore  d.  Manfredi  in 
questo  mercato,    1-34;   iraprecano   dietro  a  Baldas- 
larre  condotto  a  Bologna,  25-28 ;  lo  vituperano  quan- 
do  e  condotto  a  t,  49;  grande  moltitudlne   va  In- 
contro  a   Galeotto   Agnesi  che   rccava  11   cappello 
cardlnalizio  al  leg.  suo  fratello  (an.  1449),  138,  18-30; 
assistono  alla  cerlmonia  d.  consegna  d.  cappello  al 
pred.,  19-29;  sono  invitati  alla  mcssa  solenne  ed  al 
convlto  dal   card.,  30-32 ;    ricevono  donl  dal  pred,, 
33-34;  gliene  offrono  alla  loro  volta,  34-35;  bandltl 
e  fuorusciti  ric,  45-46;   nc  f  In  seguito   alla  peste 
a  clnquecento  e  selcento  al  glorno,  129,  50;  i  fuoru- 


528 


INDICE  ALFABETICO 


[Bolognaci,  m.  /449-/4^9] 


•dtl  rogtlono  proflttire  d.  ttato  dl  deiolazione  d. 
c.  p«r  rlentr«rrl  con  raluto  dl  Attorre  Manfredl, 
130,  1-*;  quattrocento  contadinl  sono  Introdotti  In 
e.  per  dare  man  forte  al  com.,  7-1 ;  i  pred.  lono  nu- 
trltl  dai  legttacl  d.  BentiToglio,  t-f;  molti  noblll 
con  Romeo  Pepoll  e  Glovannl  Fantiuzl  etcono  d. 
c.  malcontentl  che  Sante  Bentivogllo  atpirl  al  pri- 
mato  e  vanno  a  Castel  San  Pletro  sotto  pretetto  dl 
fugglre  la  peste,  In  fatto  per  accordarsi  coi  Ca- 
netoli  e  gli  altrl  banditi  e  con  11  re  di  Napoli  sul 
modo  dl  cacclare  Sante  dl  c,  3«-3f  ;  gll  amici  d. 
Pepoll,  d.  Fantuzzi  e  degli  altri  nobili  recatitl  a 
Caitel  San  Pietro,  dopo  11  bando  inflltto  ai  pred., 
gli  raggiungono,  131,  31-39;  U  popolo  per  ordlne  d. 
Senato  tacchcggla  le  case  di  molti  amlci  d.  Pepoll 
e  d.  Fantuzzi,  31-35;  ottanta  fuoruscitl  entrano  con 
Pietro  Fantuzzl  in  Piumazzo,  ma  ne  tono  immedia- 
tamente  cacciati  dagii  abltanti,  132,  l-S ;  anche  i 
fuoruscitl  Impadronitisi  di  Crevalcore  coi  Pepoll 
sono  costretti  a  utcirne,  6-11;  si  rallegrano  d.  f  di 
Prancetco  Piccinino  loro  nemico,  il-n;  1  conta- 
dlni  per  ordlne  d.  Senato  riducono  le  loro  robe 
in  luogo  sicuro  a  cagione  delParrivo  nel  territo- 
rio  d.  marrh.  di  Mantova,  133,  U-IS;  per  questa 
causa  torna  a  Bologna  gran  parte  d.  popolo  fug- 
gltone  per  la  pestilenza,  15-16;  per  mostrarsi  ob- 
bediente  al  pp.  acccttano  il  governatorc  Giacomo 
Vannuccl  e  lo  accompagnano  con  grande  onore 
daila  chlcsa  d.  Servi  al  Pal.,  40-45;  i  contadlni  ri- 
cevono  l'ordine  di  tornare  alle  loro  terre  (an.  14S0), 
134,  2-3;  dal  censimento  ordinato  dal  vesc.  i  com- 
provato  che  ne  morirono  dl  peste  quattordicimila 
in  c.  e  sedicimlla  nel  territorio,  5-7;  I  fuorusciti 
che  sono  nei  castelli  alla  dipendenza  d.  Chiesa  Im- 
pensleriscono  il  pp.,  35-37 ;  enumerazione  d.  famiglle 
fuorusclte,  33-39;  ben  mille  uomini  contrari  alla  fa- 
zione  Bentivolesca  sono  fuori,  39-40:  al  cui  riscon- 
tro  poche  sono  le  casate  bentivolesche  che  gover- 
nano  la  c,  40-41 ;  enumerazione  d.  pred.,  41-43;  que- 
stl  invlano  tre  ambasc.  prudenti  ai  pp.  perche  gll 
espongano  lo  stato  d.  cose  d.  c,  44-46;  anche  in- 
ducono  il  governatore  a  dare  buona  relazione  d. 
stato  di  Bologna,  46-48;  popolo  e  clero  coi  magi- 
strati  e  le  Arli  vanno  incontro  al  nuovo  leg.  card. 
Bessarione,  135,  14-15;  i  fuorusciti  in  Caste!  San 
Pietro  obbedisconoallUntimazione  d.  pp.  di  uscirne 
e  si  recano  a  I^ugo,  136,  13-15;  11  popolo  dalla  cam- 
pana  deIl'Arrengo  h  chiamato  alle  armi  contro  i 
Canetoii,  poi,  essendo  lontano  11  pericolo,  e  licen- 
ziato  (an.  1451),  137,  33-34;  i  fuorusciti  in  Modena 
ricevono  offerta  dai  mugnai  Antonio  e  Cristoforo 
di  Biagio  di  rientrare  per  loro  mezzo  sicuramente 
e  segretamente  in  c,  33-35;  accettano  e  assoldano 
Angclo  Pio  e  il  signore  di  Correggio,  35-39;  quindi 
tMncamminano  a  Bologna,  40,  facendo  sosta  a  Borgo 
Panlgale,  40-41;  nomi  d.  parteeipanti  alla  spedizio- 
ne,  138,  1-9;  parte  d.  pred.  rimane  a  Panigale  e  al 
Ponte  di  Reno  per  tenere  a  bada  la  c,  lO-ll,  gli  altri 
passato  il  canale  di  Reno  all'Arcoveggio  vanno  a 
porta  Galliera,  11-13;  da  alcuni  di  loro,  penetrati  in 
c  per  la  grata,  i  aperta  la  porta  agli  altri  che  erano 
rimastl  di  fuori,  avendo  nel  frattempo  messo  in 
fuga  Dionisio  Castelli  e  ii  figlio  di  lui  Bartolomeo 
clie  la  guardavano,  13-31 ;  i  pred.  fuoruscit!  con  ii 


ilgnore  dl  Carpl  iaiciaiio  la  porta,  neUa  cul  torre 
eratl  fortlficato  11  cap.  Gherardo  dalie  Glavarlne,  e 
il  dirigono  in  Plazza  con  grida  e  iparl,  23-JO;  II 
popolo  asterraglla  le  strade,  35-J«;  malgrado  i  Sl- 
gnorl  abbiano  ditertato  11  Pal.  I  fuorutcltl  vengooo 
attalltl  In  Piazza  da  Sante  Bentlvoglio  e  dal  Mal- 
vezzi  con  quattrocento  d.  popolo  e  retplnti,  36-46, 
aliora  indietreggiano  tino  alla  porta,  cambiando  la 
rltlrata  In  fuga  alla  f  dl  Angeio  Pio,  ed  etcono  di 

c,  46-139,  1-5;  i  fuoruiciti  ti  dotgono  d.  loro  catttva 
•orte,  chh  ettendo  entrati  in  Bologna  con  tanta 
facilltii  non  avevano  taputo  mantenervlti,  t-IS;  1 
pred.  tentano  di  prendere  Arglle  e  la  Pieve,  ma 
tono  retpinti  dai  contadinl  e  aicuni  rimangono  prl- 
gionieri,  15-20;  1  contadlni  tcrivono  d.  tentativo  a 
Sanle  Bentivoglio,  che  recati  in  loro  loccorto,  30- 
31;  1  cittadini  e  magittrati  fuggiti  di  c.  allMrrom- 
pere  d.  fuoruscitl  sono  fattl  rltornare  dagli  An- 
zlani,  ma  sono  mostrati  a  dito  con  dltpreglo,  43- 
47;  rovinano  Bargi,  Catalecchio  e  altri  cattelli  di- 
tobbedienti,  140,  37-31;  nobili  e  popolo  con  il  clero 
e  1  magistratl  vanno  incontro  alflmp.  Federico 
(an.  1453),  141,  3-3;  i  dottori  rivestiti  d.  loro 
Insegne  circondano  il  baldacchino  deli'imp.  slno 
al  vescovado,  3  5;  venticinque  giovani,  colpevoli  d. 
lilierazione  violenta  d.  prete  mago,  don  Nicold,  con- 
dannato  a  f,  fuggono  dalla  c,  37-142,  1-5;  i  pred. 
tono  banditi  e  uno  di  loro  preso  e  Implccato,  7-11; 
complotto  per  introdurre  i  Canetoli  in  c.  iventato; 
tre  d.  congiurati,  presi,  sono  impiccati,  13-30;  altro 
complotto  ordito  in  favore  d.  Canetoli  dal  cano- 
nico  Battista  Manzoli;  scoperto,  c  punlto  con  la 
f  d.  pred.  e  d.  suoi  corapagni  (an.  1454),  144,  30- 
145,  1-13;  per  accordl  col  march.  di  Ferrara  lono 
liberatl  da  ogni  pagamento  di  tasse  o  boilette  sulle 
terre  d.  pred.,  31-36;  fanno  presenti  alle  nozze  dl 
Sante  Bentivoglio,  149,  9-150,  I-l;  151,  15-33;  II 
gonfaloniere  Castclli  per  obbligarli  a  pagare  una 
tassa  vieta  ai  fornai  di  cuocere  ii  pane  ai  ricaici- 
tranti,  152,  15-lt;  i  fuorusciti  si  intendono  ad  Asola 
con  Nicoi6  Plccinino  per  rientrare  In  Bologna 
(an.  1455),  154,  3-6;  i  nobili  vanno  incontro  a  Lo- 
dovico  Bentivoglio  fatto  dat  pp.  cav.  aurato  e 
conte  Lateranense,  157,  35-36 ;  accompagnano  il  pred. 
a  rasa  sua  con  molta  festa,  158,39-31;  i  fuorusciti 
si    dolgono    che    11    Piccinino,    fallito    i'appoggio 

d.  pp.,  si  ritiri  dail'impresa  contro  Bologna,  34; 
vanno  incontro  al  nuovo  governatore  Lodovico 
Miiani,  159,  49-SO;  alcuni  cittadini  accompagnano 
fra  Paolo  da  Roma,  che  aveva  predicato  la  Cro- 
clata,  sino  a  Porta  Galliera,  160,  44-4S;  aicuni  fat- 
tisi  crociati  seguono  il  pred.  a  Ferrara,  45-46;  at- 
territi  dalla  peste  e  daile  notlzie  d.  terribile  ter- 
remoto  nel  Napoletano  si  danno  aiia  penltenza  con 
processioni  e  preghiere  (an.  1457),  164,  13-39;  po- 
polo  e  clero  vanno  incontro  al  nuovo  governatore 
Angelo  Capranlca  (an.  1458),  166,  33-24;  in  gran 
numero  vanno  incontro  a  Galeazzo  Maria  Sforza 
a  Lavinio,  al  ponte  di  Reno  e  a  porta  San  Felice 
(an.  1459),  168,  37-43;  molti  gentiluomini  accom- 
pagnano  Gaieazzo  Maria  Sforza  a  San  Ruffillo  di- 
retto  a  Firenze,  169,  38;  apparecchiano  tutto  per 
11  ricevimento  solenne  di  Pio  n  e  costruiscono 
anche   un   soiido   ponte  da  San   Petronio  ai   Pai., 


[Bolognesi,  aa.  /^59-7^7] 


INDICE  ALFABETICO 


529 


35-37 ;  dottori  e  cavalieri  vanno  in  comitiva  a  fare 
riverenza  al  pp.,  170,  31-32;  sono  benedetti  da  Pio  11, 
che  loro  concede  indulgenza  plenaria,  171,  2J-25; 
molti  gentiluomini  e  cav.  convocati  da  Pio  II  con 
i  Sedici,  sono  da  lui  arringati  perche  si  rappacifi- 
chino  e  amino  la  Chiesa  (an.  1460),  173,  15-26;  sono 
benedetti  dal  pred.  e  gli  promettono  affetto  e  ob- 
bedienza,  26-28;  lo  accompagnano  a  Pianoro,  28-29; 
molti  non  si  confessano,  perchfe  non  avendo  voluto 
pagare  l'imposta  ordinata  dal  pp.  per  la  crociata 
non  sarebbero  statl  assolti,  42-i7 ;  molti  nobili 
vanno  a  visitare  il  card.  Bessarione  ai  Servi  (an. 
1461),  177,  31-32;  molti  cittadini  accorapagnano  la 
regina  Carlotta  di  Cipro  alla  sua  partenza  di  Bo- 
logna,  «»-50;  fanno  onore  a  Giovanni  Bentivoglio 
per  le  sue  nozze  (an.  1464),  183,  25;  molti  genti- 
luomini  riccamente  vestiti  vanno  incontro  alla 
sposa  di  Giulio  Malvezzl,  50;  184,  1-2;  i  nobili 
vanno  incontro  a  Giacomo  Piccinino  di  passag- 
gio  a  Bologna  con  molto  segulto,  185,  7-8;  molti 
nobili  presenziano  la  messa  solenne  nella  quale 
Achille  Malvezzi  con  molti  suoi  compagni  prende 
la  croce,  33-34;  in  discordia  coi  Genovesi  per  rap- 
presaglie  vicendevoli  sono  rappacificati  da  Giorgio 
Paselll,  186,  40-187,  1-2;  i  besteramiatori  sono  fatti 
legare  dagli  Anziani  ai  pllastri  d.  pal.  d.  pod.,  3-5; 
i  nobili  vanno  incontro  alla  sposa  di  Alfonso 
d'Este  al  suo  entrare  in  Bologna  (an.  1465),  188, 
II ;  sono  dolenti  d.  f  di  Francesco  Sforza  (an.  1466), 
190,  44;  sono  radunati  in  gran  numero  da  Gio- 
vanni  Bentivoglio  per  soccorrere  il  conte  di  Urbi- 
no,  ma  il  Senato  non  permette  clie  si  muovano  (an. 
1467),  195,  49-196,  1-4;  se  si  fossero  recati  al  campo 
1'esercito  nemico  sarebbe  stato  d.  tutto  annientato, 
6-7;  f  molti  vecchi  per  la  pestilenza,  198,  9-10; 
sono  dagli  alleati  nominati  a  Paolo  II  tra  gli 
aderenti  d.  pace  e  d.  Lega,  il  che  dimostra  11  pre- 
gio  In  cui  sono  tenuti  (an.  1468),  199,  24-29;  clero, 
magistrati  e  popolo  vanno  incontro  al  nuovo  go- 
vernatore  Sarelli,  200,  23-26:  i  contravventorl  al- 
l'ordine  di  non  esportare  la  legna  sono  incarcerati 
(an.  1470),  202,  8-9;  gli  artefici  e  mercanti  che  in- 
gombravano  le  vie  avanti  le  loro  botteghe,  rlce- 
vono  proibizione  di  non  distendersi  piii  di  due 
piedi  e  mezzo  dal  muro,  lo-IS;  raolti  gentiluominl 
vanno  incontro  agli  ambasc.  d.  duca  Sforza  di  pas- 
sagglo  a  Bologna  (an.  1471),  208,  48-49;  loro  con- 
troveraia  col  duca  d'Este  per  una  questione  di  con- 
finl,  209,  29-210,  1-32;  gli  amici  di  Glovanni  Ben- 
tivoglio  si  armano  al  suono  d.  campana  di  San  Gia- 
como  e  vanno  a  bruclare  le  case  d.  Caccianemicl 
per  ordine  d.  pred.  (an.  1472),  211,  29-32;  uccidono 
nel  tumulto  l'innocente  Braiguerra,  32-44;  cf.,  38; 
diversa  versione  d.  fatto,  212,  5-13;  a  molti  dl  loro 
dispiace  che  Glovanni  Bentivoglio  armi  a  sua  posta 
11  popolo  e  faccia  saccheggiare  le  case  d.  cittadini, 
19-21 ;  tuttavla  tutti  tacciono  per  la  possanza  acqui- 
stata  dal  pred.,  che  anche  aveva  l'appogglo  d.  ducR 
dl  Milano,  22-23;  gentiidonne  e  gentiluomini  fanno 
corteggio  alla  regina  di  Russia  di  passagglo  a  Bo- 
logna,  34-39;  ricevono  onorevolmente  gentiluominl 
Ferraresi  pure  di  passaggio  a  Bologna  (an.  1473), 
213,  24-29:  amano  Giovann!  Bentivoglio  che  durante 
la  carestla  dlstrlbuisce  loro  a  mttk  prezzo  11  gr«no 


(an.  1474),  214,  22-24,  cf.,  34;  fanno  presenti  a  Guido 
Pepoli  per  le  sue  nozze  con  Bernardina-Isotta  Ran- 
goni  (an.  1475),  43-45;  nobili  e  gentildonne  accom- 
pagnano  a  Pesaro  Ginevra  Bentivoglio  alle  nozze 
di  Costanzo  Sforza,  215,  12-13;  accorrono  in  folla 
alPimmagine  miracolosa  d.  Vergine  sotto  11  por- 
tico  delPantica  chiesa  d.  vergognosl  (an.  1478),  218, 
16;  puliscono  il  luogo  adibito  a  latrina,  16-17;  con 
le  elemosine  vi  costruiscono  la  chiesa  di  Santa  Ma- 
ria  di  GaiUera,  17-21 ;  molti  gentiluominl  accompa- 
gnano  Annibale  Bentivoglio  a  Ferrara  a  visitarvi 
la  sposa,  219,  34-35;  molti  nobili  cittadini  accom- 
pagnano  Giovanni  Bentivoglio  in  visita  a  Milano 
(an.  1479),  221,  22-25;  al  ritorno  d.  pred.  molti 
escono  di  c.  a  incontrarlo  (an.  1480),  45-46;  due 
squadre  di  sette  giovani  I'una  in  verde  capitanata 
da  Giovanni  Bentivoglio,  1'altra  in  rosso  capita- 
nata  da  Nicoi6  Rangoni  giuocano  il  calcio,  222, 
10-20;  dame  e  nobili  accompagnano  Bianca  Benti- . 
voglio  al  marito  in  Ferrara  (an.  148 1),  223,  24-26; 
e  Francesca  Bentivoglio  al  raarito  in  Faenza  (an. 
1482),  45-47;  preoccupati  dal  dilagare  d.  peste  in 
Ferrara  prendono  precauzioni,  224,  31-32;  parteci- 
pano  alla  lega  con  i  duchi  di  Ferrara  e  di  Milano 
e  con  11  re  di  Napoli  e  i  Fiorentini,  47-48;  molti  per 
cupidigia  di  denaro  portano  tale  quantita  di  grano 
a  Ferrara,  aifamata  dai  Veneziani,  che  si  comincia 
a  risentirne  carestia  in  Bologna  (an.  1483),  227, 
2-4;  il  popolo  ne  mormora,  4-5,  ma  poi  si  acqueta 
facendo  Giovanni  Bentivoglio  vendere  suo  grano  a 
meta  prezzo,  5-7 ;  il  che  gli  procura  benedizioni  e 
affetto  nel  popolo,  7-9 ;  si  dolgono  che  per  le  la- 
gnanze  d.  dazieri  venga  tolta  1'acqua  d.  fontana  di 
San  Michele  in  Bosco  condotta  in  c.  con  molta  spe- 
sa,  10-16;  in  gran  numero  assistono  alla  vestizione 
a  protonotario  d.  fanciullo  Antongaleazzo  Benti- 
TOglio  fatta  in  Duomo,  30-33;  riaccompagnano  a 
casa  il  pred.,  33-34;  sono  convitati  dal  Bentivoglio, 
34-35;  buon  numero  di  gentiluomini  accompagnano 
Giovanni  al  consigllo  d.  Lega  in  Milano  (an.  1484), 
229,  8-9 ;  accorrono  in  grande  numero  con  il  pred. 
alla  torre  d.  Bianchini  rovlnata  e  ne  sgombrano 
le  macerie  per  ritrovare  i  sepolti,  22-25;  quelli  che 
abitano  vicino  alle  torri,  dopo  la  rovina  di  quella 
d.  Bianchini,  si  rifiutano  di  starri,  230,  1-2;  gll  or- 
tolani  non  possono  plu  vendere  in  Piazza,  ma  dietro 
Saa  Petronio,  sotto  il  coperto  vicino  al  Pavagllone, 
11-12;  raolti  gentiluomini  accompagnano  Alfonso 
d'Aragona  nelle  sue  visite  per  la  c,  231,  19-20; 
accorrono  numerosi  alle  esequie  di  Lodovico  Mor- 
bioli  In  fama  di  santiti  (an.  148$),  233,  13;  moltl 
nobili  vanno  con  Giovanni  Bentivoglio  incontro 
a  Giangiacomo  Trivulzio  31;  alcuni  religiosi  col- 
pevoll  di  furtl  sono  presl  e  fatti  impiccare  dagll 
Anziani  (an.  1486),  234,  5-6;  1'autorltk  ecclesiastlca 
si  lagna  pr.  il  pp.  che  sia  stata  ai  pred.  tolta  la 
vita  per  sanzione  civlle,  6-7;  nobili  e  gentlldonne 
accompagnano  Eleonora  Bentivoglio  a  Carpi  dallo 
sposo,  235,  10-11;  signori  e  noblli  sono  Invltati  dal 
Bentlvoglio  alle  nozze  di  suo  figlio  Annibale  (an. 
1487),  41-42;  fanno  presenti  al  pred.,  44-236,  1-12; 
nobill  e  cav.  pigliano  parte  alla  giostra  per  le 
nozze  pred.,  240,  35-241,  1-11;  baronl  e  slgnori 
accorapagnano  a  casa  il    march.  di    Mantova   vin- 


T.  xxxm,  p. 


34- 


530 


INDICE  ALFABETICO 


(Bologoe»!,  M.  t487-isoi\ 


cltore  d.  gioitra,  11-11;  1  noblll  rttnno  con  Glo- 
vannl  Bentlrogllo  Incontro  •  Ercole  d'Ette  dl 
pattagglo  •  Bologna,  46-41;  clero,  maglttratl  e  po- 
polo  Tanno  Incontro,  tecondo  l'uianz«,  al  nuovo 
retc.  Giuliano  della  Rovere,  244, 13-14;  fra  Domenlco 
d«  Alettandria  colto  predlcatore  d.  Servi  h  da  loro 
reputato  il  primo  lctterato  di  quel  tempo  (an.  1488), 
245,  M-37;  tdegnati  d.  violenze  fatte  dai  Faentinl 
a  Giovannl  nentivoglio  ottengono  cial  Senato  dl 
correre  lu  Faenza,  e  in  numero  di  quindicimila  t'in- 
camniinano  a  Castel  Bolognete,  246,  3f-43;  lono  ri- 
cliiamati  da  Ginevra  Bentiroglio  che  aveva  ricc- 
vuto  nuova  d.  tcampo  di  Giovanni  a  Firenze,  43-46; 
popolo  e  nobiltii  vanno  incontro  tino  a  Pianoro 
al  prcd.  liberato  dai  Fiorentini,  247,  9-11;  i  Cima- 
tori  sono  cottituiti  in  Arte  e  sono  obbiigati  a  la- 
▼orare  nella  strada  d.  Sarti,  il  che  dispiace  loro,  36- 
39;  da  una  litc  tra  Giovannl  d.  Gualne  e  Girolamo 
Malvezzi  nascono  nuove  fazioni  e  odi  e  la  prima 
orlgine  d.  rovina  d.  casa  Bentivoglio,  44-248,  1-19;  i 
Malvezzi,  stimandosi  nella  pred.  vertenza  umiliati 
da  Giovanni  Bentivoglio,  con  Giovanni  Bargeliini, 
Giambattista  Refrigcrio  e  i  Marescotti  congiurano 
di  ucciderlo,  ao-249-250,  1-8;  scoperto  il  coraplotto 
d.  congiurati  aicuni  fuggono,  altri  sono  presi  e  pu- 
niti,  251,  35-252,  1-29;  il  popolo  armato  vuole  che 
Giovanni  Bentivoglio,  che  per  maggior  sicurezza 
stava  in  Pal.,  torni  sicuro  a  casa  sua  e  ve  lo  accom- 
pagna,  50-253,  1 ;  %  arrlngato  e  licenziato  dal  pred., 
1-6;  non  passa  giorno  che  non  siano  messi  a  morte 
anche  per  le  pubbliche  vie  seguaci  d.  Malvezzi,  se 
pure  non  complicl  d.  congiura,  29-36;  molti  genti- 
luomini  convitano  o  scortano  per  la  c.  l'ambasc. 
d.  sultano  Bajazet  (an.  1489),  254,  50;  255,  1 ;  Senato 
e  popolo  accorapagnano  in  ufficio  Annibale  Ben- 
tivogllo  creato  Gonfalonlere  di  Giustizia,  9-10;  gen- 
tiluomini  e  cittadini  scavano  i  fondamenti  d.  torre 
d.  Bentivoglio  nclla  cerimonia  augurale,  18-19;  gen- 
tildonne  e  cavalieri  accompagnano  Annibale  e  Lu- 
crezia  Bentivoglio  a  Mantova,  alle  nozze  d.  march. 
con  Isabella  d'Este  (an.  1490),  35-36;  i  pred.  tornano 
a  Bologna,  37;  molti  gentiluomini  appongono  le 
prime  pietre  alla  torre  d.  Bentivoglio,  49-50;  assi- 
stono  in  San  Pietro  alI'elezione  ad  arcidiacono  di 
Anton  Galeazzo  Bentlvoglio  (an.  1491),  264,  26-37; 
i  nobili  vanno  a  San  Michele  In  Bosco  ad  osse- 
quiarvi  Ercole  e  Sigismondo  d'Este,  37-38;  fanno 
doni  ad  Aiessandro  Bentivoglio  per  le  sue  nozze 
(an.  1493),  266,  30-32;  tutta  la  nobilta  va  incontro 
agli  sposi  Alessandro  e  Ippolita  Bentivoglio  sino 
al  Ravone,  39-40;  ordine  d.  corteggio  e  acconciature, 
41-45;  la  parte  bentivolesca  ha  in  animo  di  annien- 
tare  i  Malvezzi,  267,  43-44,  e  induce  il  Senato  a 
mandare  soldati  a  Castelguelfo  d.  Malvezzi  a  in- 
nalzarvi  I'arrae  d.  com.,  44-45,  il  che  non  avviene 
per  i'opposizione  di  Gaspare  Malvezzi,  45-46;  i  no- 
bili  vanno  con  Giovanni  Bentivoglio  incontro  a 
Ermes  Sforza  di  passaggio  a  Bologna,  268,  46-47; 
e  anche  incontro  ad  ambasc.  veneziani  pure  di  pas- 
saggio,  269,  1-2;  riaccompagnano  i  pred.  fuori  d. 
c.  alla  loro  partenza,  3-4;  i  buoni  si  dolgono  del- 
l'uccisione  di  Giovanni  Malvezzi  perpetrata  in  Fer- 
rara  (an.  1493),  44;  assistono  tutti  in  San  Petronio 
alla  cerimonia  per  la  consegna  d.  stendardo   du- 


cale  •  Gioranni  Bentlvoglio  270,  »;  i  Pennac- 
chlni  determtnano  di  non  volere  plu  ricevere  dal 
Mercanti  pannl  per  loro  mercede,  272, 14-JS,  e  fanno 
tra  loro  capitoll,  che  II  Senato  conferma,  e  tl  erigono 
in  Arte,  35-38;  fazione  Bentlvoletca  rlc,  273,  37;  II 
popolo  in  procettione  con  le  Arti,  i  maglttratl  e 
11  clero  ti  aflrolla  al  Porto  Nuovo  ad  attendervl  ii 
Buclntoro  dl  Giovanni  Bentlvoglio  e  le  altre  navi 
neIl'inaugurazione  d.  Navigllo  da  Cortlcella  a  Bo- 
logna  (an.  1494),  274,  13-30;  dopo  la  benedlzione 
alle  navl  la  procettlone  cantando  il  Te  Deum  torna 
a  San  Pietro,  31-36;  I  nobili  attendono  con  Giovanni 
Bcntivogiio  l'arrivo  degli  ambaic.  di  Giovanni 
GonMga  al  porto,  275,  13-14;  accompagnano  I  pred. 
alla  metta  In  San  Petronlo,  I7-It;  molti  gentiluo- 
mini  accompagnano  Laura  Bentivoglio  al  marito  in 
Mantova,  34-35 ;  la  nobilti  va  incontro  al  card.  fran- 
cese  Giovanni  de  la  Grolaiedi  patsaggio  a 
Bologna,  276,  3-4;  alParrivo  d.  Francesi  nel  territo- 
rlo,  si  raccolgono  in  arml  pr.  11  Bentivogllo,  277, 
30-21;  accorrono  in  San  Petronio  alle  prediche  di 
fra  Nicol&  (an.  1495),  286,  31-34;  accompagnano  11 
card.  Carvajal  nella  sua  visita  per  Bologna  (an. 
1496),  291,  6;  molti  gcntiluomini  accorrono  all'o- 
spedale  di  San  Lorenzo  d.  Guerrini  ad  assittere  1 
malati  di  mal  francese  ivl  ricoverati,  292,  1-3 ;  i 
nobili  vanno  incontro  ad  Antongaleazzo  Uentivo- 
glio  di  ritorno  da  Terrasanta  (an.  1498),  295,  30; 
ricevono  con  grandi  onori  il  leg.  Borgia  di  passag- 
gio  nella  c.  (an.  1499),  297,  16-17;  I'esercito  d.  Va- 
lentino  reduce  in  Lombardia  terae  di  cssere  attalito 
dal  popolo  (an.  1500),  299,  7,  13;  gentildonne  e 
signori  sl  recano  ad  Anzola  incontro  a  Isabella 
d'Este,  26-27 ;  cittadini  e  artefici,  a  seconda  d.  loro 
entrate  sottoscrivono  per  raggranellare  una  somma 
di  quarantamila  ducati  da  mandarsi  al  re  francese 
per  renderselo  amico,  3t-43;  durante  ia  procettione  d. 
rogazioni  sono  presi  da  panico  per  il  tumulto  sorto 
in  seguito  a  un  incidente  e  fuggono  disordinata- 
mente  con  gravi  danni,  45-300,  2-3;  conosciuta  l'in- 
vasione  d.  territorio  per  parte  d.  genti  di  Ceiare 
Borgia,  si  armano  a  difesa  d.  c.  in  numero  di  do- 
dicimila  (an.  1501),  303,  8-11;  sono  arringati  dai 
Bentlvoglio  che  11  incuora  ad  essere  fedeli  e  a  dl- 
fenderc  ia  c.  promettendo  loro  ogni  suo  aiuto  dl 
persona  e  danaro,  38-35;  acclamano  i!  pred.  al  grido 
di :  '  sega,  sega  „,  35-39 :  sono  rincuorati  e  sempre 
piu  animati  alla  difesa  per  l'arrivo  di  genti  d'arme, 
49-SO;  il  partito  ostile  ai  Bentivoglio  si  oppone  a 
che  sia  consegnato  Castelbolognese  al  Valentino, 
che  dicono  nemico  non  d.  c.,  ma  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  304,  27-31;  i  partigiani  d.  pred.  lo  di- 
fendoho,  32-33;  a  tutti  per6  spiace  la  cessione  dl 
Castelbolognese,  35 ;  strage  d.  Marescotti  perpetrata 
da  Erme s  Bentivoglio  e  da  suoi  amici,  305,  5-306, 
1-10;  a  molti  dispiace  la  f  di  tanti  nobili  e  special- 
mente  di  Agamennone  persona  di  gran  merito,  30- 
34;  343,  35-40;  il  popoio  tace,  ma  osserva  essere  cld 
un  principio  di  tirannia  per  parte  d.  Bentivogiio, 
306,  34-25;  da  sconosciuti  vieneuna  notte  aggredito 
Taddeo  Marescotti  e  ferito  a  morte,  307,  39-35 ;  Tuc- 
cisore  non  i  molestato  per  paura  d.  Bentivoglio, 
35-36;  artefici  e  cittadini  sono  sostenuti  in  Pal.  dal 
Senato   finchi  non   diano  denaro   pel  prestito  im- 


[Bolognesi,  aa.  isoi-/so6] 


INDICE  ALFABETICO 


531 


posto,  308,  19-21 ;  molti  gentiluomini  accompagnano 
a  Ferrara  Lucrezia  Bentivoglio  moglie  di  Annibale 
(an.  1502),  309,  16;  gentiluomini  vanno  incontro  a 
Lucrezla  Borgia,  25-26;  poi  la  riaccompagnano  sino 
fuori  porta  di  Galiiera,  30;  i  devoti  che  visitano 
le  cliiese  di  San  Pietro,  San  Petronio,  San  Fran- 
cesco  e  San  Domenico  fruiscono,  per  disposizione 
papale,  dellMnduIgenza  plenaria,  310,  9-11;  alcuni 
cittadini  rappacificano  Bernardino  Gozzadini  con 
Giovanni  Bentivoglio  e  i  magistrati,  23-24;  ventl- 
cinque  raeretrici  in  seguito  alle  prediclie  d.  Qua- 
resima  tenutesi  in  San  Petronio  si  ravvedono,  2S- 
31 ;  le  pred.  ottengono  dal  Senato  l'ospedale  di 
San  Giobbe  per  devotamente  vivere  di  elemosine, 
31-32;  molti  si  dispiacciono  d.  perdita  di  Cento 
e  d.  Pieve  date  dal  pp.  Alessandro  VI  al  duca 
di  Ferrara  quale  dote  di  Lucrezia  Borgia,  311, 
1-3;  sono  ripetutamente  minacciati  da  Cesare  Bor- 
gia  di  estremi  danni  se  non  caccieranno  i  Ben- 
tivoglio  e  si  ridurranno  llberamente  sotto  la  Ciiiesa 

312,  31-33,  45-47;  sono  minacciati  di  scomunica  da 
Alessandro  VI  se  non  si  stacchino  dai  Bentivoglio, 

313,  14;  tutte  le  classi  d.  cittadini  sono  radunate 
dai  partigianl  dl  questi  per  fare  loro  conoscere  che 
Giovanni  coi  figli  e  alcuni  senatori  erano  stati 
chiamati  a  Roma  dal  pp.,  46-48,  ed  esprlmere  il  ti- 
more  che,  usclti  i  pred.  di  c,  questa  tosto  cadrebbe 
in  mano  d.  Valentino,  4g-50;  all'unanimita  deli- 
berano  che  ne  Giovannl,  ne  altri  parta,  essendo 
pronti  a  impedirlo  con  la  violenza,  50;  314,  1-4,  e 
tale  decisione  fanno  comunicare  al  Senato  da  rap- 
presentanti  d.  varie  classl,  5-29;  i  cittadini  sotto  i 
capi  d.  rispettivi  quartieri  si  radunano  nelle  chiese 
per  apprendere  II  da  farsi,  316,  24-26;  qui  sono 
arrlngatl  dai  vari  oratori  che  11  eccitano  a  difen- 
dere  Bologna  e  I  Bentivoglio  contro  il  Valentino 
e  11  pp.,  34-41;  dellberano  unanimi  di  essere  pronti 
a  dare  roba  e  vita  per  la  quiete  d.  c.  e  la  conserva- 
zione  d.  Bentivoglio,  41-43  ;  sottoscrlvono  pr.  I  Gon- 
falonleri  a  un  prestlto  volontario,  43-46;  col  pred. 
danaro  sono  assoldati  duecento  uomini  d'arrae,  30 ; 
11  loro  odio  per  il  Valentlno  h  tale  che  il  Senato  non 
dk  garanzia  di  sicurezza  alle  mllizie  d.  viceri  dl 
Milano,  che  gli  avevano  domandato  il  passo  per 
raggiungere  11  Borgia,  317,  36-39;  si  recano  a  San 
Michele  in  Bosco  a  lavorare  ai  bastloni,  48-49;  per  I 
capitoll  d.  pace  fatta  dal  com.  e  da  Giovannl  Ben- 
tlvoglio  con  il  pp.  devono  essere  assolti  da  ogni 
scomunica,  318,  46-48;  sono  oppressl  di  gravezze  per 
pagare  i  soldati  mentre  a  cagione  d.  guerra  non 
lavorano,  nk  commerciano  (an.  1503),  320,  31-34; 
malgrado  la  pace  contlnuano  a  essere  gravatl  di 
tasse  per  raccogliere  il  denaro  pattuito  per  il  Va- 
lentino,  321,  50;  322,  1-2,  U  quale  pagano  pazien- 
teraente  pensando  che  se  fossero  cadutl  nelle  sue 
mani  poteva  loro  capltare  peggio,  2-6;  vedono 
In  clelo  fuochl  soprannaturall  dai  quall  traggono 
cattivo  presagio,  7-11;  I  poveri  sono  tormentati 
dalla  rigldisslma  stagione,  12-17;  in  numero  dl  cen- 
toclnquanta  seguono  Pandolfo  Malatcsta  a  Rlmlnl, 
324,  9-10;  tutti  i  noblli  accompagnano  alla  loro 
partenza  1  card.  Sforza,  d'Aragona  e  d'Amboise 
fuori  d.  c,  35-36;  accompagnano  con  compianto  il 
vccchio  Galeazco  Marescottl  alla  cata  dl  Glovanni 


Bentlvogllo  e  di  qui  a  casa  propria,  325,  18-19,  42- 
43;  la  nobilta  va  Incontro  al  card.  d'AmboIse  re- 
duce  dl  Roma,  328,  40-42;  Glulio  II  si  mostra  poco 
Inclinato  verso  loro,  44-45;  clero  e  popolo  vanno 
incontro  al  nuovo  governatore  Giovanni  Lomel- 
lini  (an.  1504),  329,  45-47 ;  ognuno  che  possa  ha 
llcenza  di  introdurre  grano  in  c.  senza  pagare  da- 
zio,  anzi  ottenendone  premlo,  331,  24-26;  molti  ade- 
scati  dal  guadagno  vanno  In  varle  partl  d'Italla 
per  condurre  biade  in  c,  26-27;  molte  famiglie  ne 
partono  in  seguito  alla  carestia,  27-28;  con  ognl 
raezzo  I  Gonfalonieri  cercano  di  provvedere  al  po- 
polo  perche  non  turaultui,  331,  30-31;  molti  vanno 
con  Nicol6  Magnanl  a  Imola,  in  aiuto  d.  fazione 
Valna,  35-36,  e  vi  restano  f  per  un'astuzia  degli 
avversari,  36-41 ;  fanno  corteggio  a  Giacoma  Or- 
sini  sposa  di  Ermes  Bentivoglio  al  suo  arrivo 
in  Bologna,  332,  30-33;  fanno  doni  a  Giovanni  Ben- 
tlvoglio  per  le  nozze  di  Ermes,  37-40 ;  raolti  poveri 
t  di  farae  in  segulto  alla  carestla,  333,  9-10;  stl- 
mano  di  cattlvo  presagio  Teccezionale  calda  tem- 
peratura  per  la  quale  di  dlcembre  si  hanno  fiori  e 
fruttl  come  di  prlmavera,  11-16;  fuggono  di  notte 
dalle  case  durante  II  terreraoto,  22-23,  e  dormono 
alParia  aperta  sotto  capanne  improvvisate  (an. 
1505))  334,  19-24;  molti  per  paura  sl  ammalano,  33- 
37;  molti  sono  trovatl  tra  le  macerie  senza  lesloni 
e  vlvi,  37-38;  continuando  11  terremoto  il  Senato 
ordlna  una  solenne  processione  di  tre  giornl  con 
la  Madonna  di  San  Luca  e  le  altre  reliqule  cul  tutti 
parteclpano,  43-335,  1-4  ;  i  poveri  per  la  carestla  si 
nutrono  di  rifiuti,  e  moltl  ne  muoiono  in  c.  e  nel 
contado  per  1  disagi,  11-15  ;  altre  processlonl,  per- 
durando  il  terremoto,  sono  fatte  dalie  corapagnie 
spirltuali  e  sino  da  fanciulletti,  41-49;  passano  11 
carnevale  in  penltenze  e  preci,  50;  336,  1-3;  sono 
ancor  piu  atterritl  da  un  vlolento  temporale,  9-11; 
sono  stremati  dalla  carestia,  338,  25-26;  il  poco 
pane  che  i  magistratl  riescono  a  procurarsl  k  loro 
parcamente  distribuito  in  San  Petronio  dietro  le 
grate  dl  una  cappella,  26-30;  i  contadlni  trovano 
irapedita  i'entrata  in  c,  31-32;  loro  misero  cibo, 
32-35;  i  poverl  vengono  spesso  alle  raanl  per  acca- 
parrarsl  i  rifiutl  dl  cui  sl  nutriscono,  35-36;  quelli 
che  lavorano  guadagnano  raolto  denaro,  36-37 ;  molte 
fanciulle  affamate  si  mettono  ad  clemoslnare,  ma 
da  alcuni  pietosi  sono  condotte  a  San  Giobbe  e  in 
altri  ospizi  con  solo  obbligo  di  lavorare  a  certe  ore 
e  pregare  Dio,  38-46;  poveri  e  fanclulli  sono  con- 
dottl  ncgli  ospedali  e  aiutatl  perchb  non  f  di  fa- 
me,  48-50;  Giullo  II  per  raotivi  personali  e  per  le 
esortazioni  d.  fuoruscitl  delibera  l'aIIontanamento 
d.  Bentlvoglio  da  Bologna  (an.  1506),  343,  33-344, 
1 ;  Alessandro  ed  Ermes  Bentivoglio  non  fidandosi 
d.  popolo  vanno  ad  allogglare  rispettlvamente  ai 
Servi  e  a  San  Francesco  con  genti  d'arme,  344,  .13- 
37  ;  benchi  odino  Bernardino  Gozzadlnl,  346,  3-3,  si 
dolgono  d.  sua  ucclslone,  12-13;  false  vocl  dl  accor- 
do  corrono  tra  loro  nelPaspettatlva  dl  un  assalto 
dl  Glullo  II,  347,  7-8;  i  preti  e  1  fr.  non  usclti  di 
Bologna  alPordine  dl  Giulio  II,  sono  scoraunicatl, 
anche  se  furono  impediti  d!  partlre  dal  maglstratl, 
21-24;  dopo  la  fuga  d.  Bentlvogllo  il  popolo  il 
arma  e  Impadronitosl  d.  Pal.  alle  grida  dl  *  Chie- 


532 


INDICE  ALFABETICO 


[BoIofoMi,  M.  tso6-isoi\ 


M,  Chleta,,  mtnda  artigtlerie  a  porta  S«n  Pellce 
a  controb»ttere  1  Francetl,  349,  J»-Jl ;  II  popolo  tl 
oppone  a  che  la  c.  tia  contegnata  al  pred,,  41-50; 
toglle  le  chlavi  d.  porte  al  Gonfalonlere  Guldotti 
che  tl  ditponeva  ad  aprlrle,  50;  350,  I,  e  le  conterva 
preuo  dl  t^,  1-3;  tUmpadroniice  d.  torre  d.  pod.  e 
Ti  pone  le  guardie  per  potere  suonare  a  rftccolta 
1«  campana  quando  voglia,  3-4;  minaccla  di  tac- 
cheggiare  le  chlete  te  al  tuono  pred.  tutte  le  cam- 
pane  non  suonlno,  4-6;  il  popolo  fa  a  pezzi  un 
traditore,  che  fingendosi  bombardiere  erasl  intro- 
dotto  In  c.  per  farc  laltare  le  artiglierle,  14-1«; 
fanno  una  sortita  contro  I  Franceii  male  riuscita, 
J7-J0;  concedono  tregua  al  pred.  per  le  preghiere  dl 
molti  personaggl,  351,  10-11;  dal  suono  d.  campane 
sono  tenuti  tvegll  e  In  armi  per  sorvegllare  che 
non  accadano  tradlmentl,  n-33;  non  hanno  alcun 
tlmore  d  Francesi  che  invece  molto  li  temono, 
34-36;  Impediscono,  minacciando  di  sollevarsi,  che 
siano  mandate  vettovaglie  al  campo  Franceie,  43- 
46;  per  avere  alcuno  in  cui  fidarsi  eleggono  venti 
di  loro  a  governare  la  c.  in  loro  nome,  invece 
d.  Sedici  che  sono  costretti  a  cedere  il  governo, 
41-352,  1-Jl;  al  grido  poi  di  •  Chlesa  e  popolo  ,, 
danno  11  Pal.  in  consegna  a  Filippo  Ruttigani,  a 
Glangaleazzo  Galluzzi  e  ad  Ercole  Bugattl  con 
cento  compagnl  d.  Mascarella,  22-34;  saputo  che  i 
Francesi  eransi  fortificati  a  Ponte  di  Reho  il  popo- 
lo  teme  che  il  march.  Gonzaga  lo  abbia  raggirato 
e  che  i  pred.  sfamatisi,  tornino  contro  la  c,  353, 
1-6,  ma  h  rassicurato  dal  march.,  6-13,  a  cul  concede 
che  anche  per  quel  giorno  sia  mandata  vettovaglia 
al  campo  francese,  13-15;  11  popolo  Invia  quattro 
d.  Venti  al  pp.,  26-37 ;  I  pred.  di  ritorno  annunziano 
le  amorevoli  disposizionl  di  Giulio  II  verso  la  c, 
33-33;  te  ne  rallegrano  e  rassicurati  depongono  le 
armi  e  rlaprono  le  botteghe,  36-39;  ognuno  comincia 
a  riordinare  le  strade  per  1'arrivo  di  Glulio  II  e  a 
preparare  gll  alloggi  per  i  card.  e  la  corte,  39-41 ; 
cf.,  354,  47-355,  1-2;  tutte  le  classi  vanno  con  il 
reggimento  a  fare  omaggio  al  pp.  alla  Magione, 
16-31;  i  fuorusciti  che  erano  stati  banditi  dai  Ben- 
tlvogllo  sino  daIl'dnno  1445  tornano  tutti  in  Bo- 
logna  al  segutto  di  Giulio  II  e  prendono  parte  al 
corteo  papale  dalla  Magione  al  Pal.,  36-34;  per  bando 
d.  pp.  sono  obbligati  a  posare  le  armi  e  a  conse- 
gnare  rartiglieria  d.  c.  che  possedessero,  pena  la 
corda  e  la  scoraunica,  357,  83-35 ;  sono  alleviati 
di  tutte  le  gravezze  per  cinque  annl,  35-36;  il  pp. 
dona  al  com.,  per  aiutare  i  poveri,  la  badia  di 
San  Felice  che  rende  duemila  ducatl,  38-34;  molti 
cittadini  vanno  incontro  al  viceri  Carlo  d'Amboise 
che  si  reca  a  Bologna  dal  pp.,  358,  8-9;  e  loro  vie- 
tato  dal  pred.  sotto  pena  capitale  ognl  corritpon- 
denza  col  Bentivoglio,  19-30;  sono  tuttl  contenti 
d.  scelta  d.  Quaranta  Rlformatori  fatta  da  Giu- 
Ho  II,  42-44;  fc  ioro  imposto  dal  Senato  di  cancel- 
lare  da  ogni  casa  le  arral  d.  Bentivoglio  e  dl  non 
portare  alcuna  divisa  d.  pred.,  45-359,  1-5;  chi  non 
obbedisca  h  reputato  nemico  d.  patria,  5-8;  accom- 
pagnano  1  nuovi  Anzlani  el.  da  Giulio  U  al  loro 
alloggio  nel  pal.  Bentivoglio,  30-31;  aisistono  alla 
meiia  solenne  In  San  Petronio  per  l'anniversario 
deIl'incoTonazione   d.   pp.,  35-37;   nuovo  bando  d. 


pred.  col  quale  k  loro  impotto  dl  dlttruggere  oel 
termlne  dl  dleci  glornl,  tutte  le  armi  d.  Bentivogllo, 
«otto  pena  dl  dlecl  ducati.  360,  39-41;  per  Natale 
•ttlitono  in  San  Petronlo  alla  meata  celebratavl  dal 
card.  di  Santa  Praitede  e  ricevono  dal  pp.  I'indul- 
genza  plenaria,  361,  37-40;  vanno  Incontro  al  pod. 
Nicol6  Tegrimi  per  volere  d.  pp.  (an.  1507),  362,  1; 
tutti,  amicl  o  contrari  d.  Bentivoglio,  odlano  Carlo 
Gratl  per  la  sua  ingratitudine  verto  quetti,  38-32; 
gran  numero  di  amici  d.  Bentlvoglio,  anche  eccle- 
tlaitlcl,  tono  confinatl,  33-363,  1-3;  coloro  che  obl>e- 
discono  e  osservano  il  confine  pretto  tornano  in 
patrla,  3-3;  per  Candelora  lono  dal  pp.  gettate  al 
popolo  dalla  Ringhiera  in  Piazza  ben  selmila  llt»- 
bre  di  candele,  11-14;  con  fuochi  e  allegrezce  ce- 
lebrano  la  conferma  data  dal  pp.  agli  antichl  ca- 
pitoli,  364,  23-25;  tutti  I  noblll  accompagnano  Giu- 
lio  II  al  Crociali  alla  sua  partezza  per  Roma,  365, 
15-16;  e  loro  comandato  con  pubblico  bando  di  de- 
porre  le  armi  pena  la  corda,  39-32;  chiedono  invano 
al  leg.  la  vita  di  Coitantino  da  Caprara  coinvolto 
In  una  congiura  In  favore  d.  Bentivogllo,  306,  14- 
17;  dal  leg.  e  dai  Quaranta  h  loro  prolbito  dl  cor- 
rispondere  coi  Bentivoglio,  25-36,  o  dl  portare  caize 
alPinsegna  d.  pred.,  26-27,  o  dar  ricetto  al  banditi 
e  confinati,  28-39;  chiunque  riceva  dai  pred.  amba- 
sciate  o  lettere  deve  manifestarlo  ai  Quaranta  e  al 
leg.  sempre  pcna  la  forca,  24-30;  e  loro  proibito  di 
adunarsi  di  notte  in  piu  che  tre  persone,  30-31,  o 
dare  conviti  senza  giusto  motiro,  31-33;  un  nemico 
d.  Bentivoglio  volendo  spezzare  una  statua  In  stuc- 
co  di  Giovanni  Bentivogllo  in  Santa  Maria  di 
Galliera  vede  I'asta  al  primo  colpo  frangersi,  per 
miracolo,  in  pezzl,  366,  39-44;  alcuni  amici  d.  Ben- 
tivoglio  sono  implccati  perche  in  corrispondenza 
coi  pred.,  367,  6-10;  I  contadini  devono  pagare  una 
tassa  sulle  bestie,  13-18;  i  devoti  invece  che  al  te- 
poicro  di  Santo  Stefano,  non  aperto  a  cauia  d.  pe- 
ste,  godono  l'indulgenza  plenaria  in  San  Petronio 
il  giorno  di  Pasqua,  32-36:  altrl  amici  d.  Benti- 
voglio  sono  confinati  a  Cesena,  368,  4-13;  ric, 
33,  34,  30,  45;  sono  fatti  ritornare  quelli  allontana- 
tlii  per  la  pestilenza,  369,  19-20;  h  ordinato  a  chi 
n'abbla  bisogno,  di  macinare  subito  il  grano  do- 
vendosi  togliere  l'acqua  al  canale,  20-31;  vlene  un 
bando  che  chiunque  prenda  l'armi  contro  i  Benti- 
voglio  acquista  indulgenza  plenaria  mentre  sarebbe 
scomunicato  e  maledetto  dal  pp.  chi  le  prendesse 
a  loro  favore,  23-25;  i  fautori  d.  Chlesa  devono  pre- 
sentarsl  alla  mostra  in  Piazza  crocesignati,  25-24 ; 
i  favoreggiatori  e  fautori  d.  Bentivoglio  sono  sco- 
municati,  370,  7-4,  e  i  loro  beni  possono  divenire 
llbero  possesso  di  chi  li  acquisti,  4-12,  cf.,  33-35,  37- 
38;  i  confinati  che  hanno  obbedito  al  bando  tono 
richiamati  In  c,  30-31 ;  gli  amici  d.  Bentivoglio  sono 
idegnati  che  sia  stato  demolito  il  pal.  dl  Giovanni 
per  opera  di  Ercole  Marescotti,  371,  14-21;  ia  plebe 
avida  di  preda  continua  per  un  mese  a  saccheg- 
giarne  le  rovine  e  molti  vi  perdono  la  vita  sepolti 
dalle  macerle.  21-24;  372,  27-31;  cf.  375,  17;  mira- 
colo  ivi  accaduto,  30-37;  molte  grazle  sono  ottenute 
da  coloro  che  implorano  l'immagine  d.  Madonna 
tolta  dalle  rovine  d.  pred.  pal.  e  portata  in  San 
Giacomo,  37-40;  leggi   suntuarie   contro   le  donne. 


[Bologn.,  aa.  7jo7-//o9-BoIognetti  M.]  INDICE   ALFABETICO 


533 


376,  1-11;  i  gentlluomini  e  il  clero  vanno  incontro 
al  leg.  Alidosi,  13-14;  la  maggior  parte  d.  nobili 
e  d.  popolo  indignata  d.  distruzione  d.  pal.  Ben- 
tivoglio  prende  in  odio  Ercole  Marescotti  (an. 
1508),  378,  12-15,  e  desidera  clie  altrettanto  av- 
venga  d.  pal.  Marescotti ;  raolti  si  adoprano  a  fare 
rientrare  i  Bentivoglio  perciie  facciano  vendetta 
di  quella  distruzione,  15-16,  e  liberino  i  loro  amici 
da  una  simlle  iattura  loro  minacciata  continua- 
mente  dal  Marescotti,  16-36;  seguaci  di  Antonio 
Scappi,  d.  Poeti  e  di  Giovanni  Felicini  muovo- 
no  all'assalto  d.  pal.  Marescotti,  379,  30-380,  1-15; 
il  popolo  non  prende  parte  al  movimento  iniziato 
per  cacciare  i  magistrati  e  richiamare  i  Bentivo- 
glio,  M-27,  e  neppure  alcuni  nobili  dai  quali  lo 
Scappi  sperava  aiuto,  35-40;  condizioni  poste  dai 
congiurati  al  Senato  per  restitulre  porta  San  Ma- 
molo,  381,  16-26;  il  popolo  non  si  solleva  agli 
incitamenti  d.  Scappi,  29-32;  numerosa  plebe  segue 
il  pred.  alla  totale  distruzione  d.  pal.  Marescotti, 
382,  16;  ne  rimangono  morti  sotto  le  macerie  piu 
di  settanta  per  avidita  di  rubare,  16-18,  e  i  corpi 
sono  portati  nella  Chiesa  di  San  Martino,  18-19; 
corsa  voce  che  le  case  di  Alberto  Carbonesi  e  An- 
ton  Maria  Legnani,  odiati  dal  popolo,  andavano  a 
sacco,  la  plebe  vi  si  riversa  per  prendere  parte  al 
bottino,  40-43,  cf.,  47-48,  ma  trova  i  pred.  armati 
a  difesa,  43-45;  dal  conte  Ugo  Pepoli  ivi  soprag- 
giunto,  sono  poi  impediti  di  fare  male,  46-47;  i 
congiurati,  non  fidandosi  d.  governatore,  non  ot- 
temperano  al  bando  di  deporre  le  armi,  49-383,  1-6, 
e  rifiutano  anche  la  balia  d.  rocche  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  e  di  Castelfranco  con  uno  sti- 
pendio  mensile,  8-13;  continuano  invece  nelle  loro 
prepotenze,  13-31,  poi  partono  con  lo  Scappi  per 
la  Lombardia  e  il  Veneziano,  26-30;  molti  cittadini 
implicati  nella  distruzione  d.  pal.  Marescotti 
ranno  a  Roma  chiamativi  da  Francesco  Fantuzzi 
sulla  fede  d.  pp.  che  non  riceverebbero  alcun  male, 
384,  12-15;  presentatisi  i  pred.  a  Giulio  II  sono 
benevolmente  ricevuti,  15-16;  ma  arrivato  a  Roma 
anche  il  genero  d.  Bentivoglio,  Giovanni  Felicini  e 
Matteo  Gozzadinl  sono  tutti  presi  e  imprigionati 
in.  Castel  SanfAngelo,  16-21 ;  sette  amici  d.  Bentivo- 
glio  sono  impiccati  d'ordine  d.  governatore  e  una 
donna  staffilata  perche  favorevoli  ai  pred.,  385,  4-15 ; 
molti  partono  di  c.  per  non  essere  esposti  a  per- 
secuzioni  cssendo  amici  d.  Bentivoglio,  15-19;  altri 
cittadini  sono  castigati  perche  parlavano  bene  d. 
pred.,  29-30;  molti  gentiluonimi  vanno  incontro  a 
Brigida  Orsini  moglie  di  Riccardo  Alidosi  di  pas- 
saggio  a  Bologna,  44;  chl  aveva  preso  parte  alla  di- 
struzione  d.  pal.  Marescotti  fc  multato  in  una  somma 
per  la  ricostruzione  d.  pred,,  386,  4-6;  nomi  d.  raul- 
tati,  6-387-388-389,  l-io,  1-24;  nomi  d.  loro  accusa- 
torl,  12-14;  alcunl  implicati  nel  trattato  contro  i 
nemici  d.  Bentivoglio  sono  fatti  prigionieri  da  Lo- 
dovico  della  Mirandola  a  Bondanello,  391,  6-13; 
quindi  condotti  a  Bologna  e  posti  ai  tormento, 
392,  46-43,  infinc  impiccati  ad  eccezione  di  Nicold 
da  Bazzano,  393,  1-10;  ne  sono  cit.  molti  a  difen- 
dersl,  392,  1-42;  d.  quali  alcuni  si  presentano  e  si 
dlfendono  senza  alrun  danno,  altri  non  corapaiono, 
n^  sl   dlfendono  e   sono   bandlti    col    sequestro  d. 


beni,  43-45;  con  pubblico  bando  e  loro  proibito  :  di 
corrispondere  coi  Bentivoglio  senza  prima  avere 
mostrato  le  lettere  aII'ufficio  d.  bollette  (an.  1509), 
393,  44-46,  di  alloggiare  forestieri  senza  stabilite 
condizioni,  46-49,  di  prendere  soldo  da  altri  che  dal- 
la  Chiesa,  394,  1-2;  tale  bando  &  pubblicato  perchfe 
molti  si  erano  arruolati  a  Faenza,  2-3;  pochi  pren- 
dono  soldo  sotto  le  bandiere  d.  cap.  Raraazzotto 
giunto  a  Bologna  per  levare  soldati  per  il  pp.,  4-7 ; 
sono  poco  amati  dal  nuovo  governatore  Bonadies, 
29-32;  ignoti  disseminano  per  la  c.  cedole  contro  il 
Senato  ;  sono  promessi  duecento  ducati  d'oro  e  la 
facolta  di  togliere  uno  di  bando  a  chi  ne  riveli 
gli  autori,  46-48. 

BoLOGNETTi.  Le  loro  case  sono  rovinate  dalla  caduta 
d.  torre  d.  Bianchini  al  Carrobbio  (an,  1484),  229, 
17-18. 

BoLOGNETTi  Alberto  multato  in  ducati  trecento  per 
la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  389,  I. 

BoLOGNETTi  Antonio  fratello  di  Giovanni,  dottore;  f 
con  la  sua  famigiia  sotto  le  rovine  d.  sua  casa 
schiacciata  dalla  caduta  d.  torre  d.  Bianchini  (an. 
1484),  229,  18-21;  gli  sopravvivono  due  figli  pic- 
coli  che  nel  momento  d.  rovina  erano  a  scuola, 
39-40;  gli  Anziani  provvedono  ai  pred.,  47-50. 

BoLOGNBTTi  Bartolomeo  dottorc ;  degli  Anziani;  du- 
rante  il  terremoto  dorme  coi  colleghi  e  il  Gon- 
faloniere  neII'orto  d.  Pal.  (an.    1505)»  334,  21-24. 

BoLOGNETTi  Ercole  figlio  di  Giovannl,  229,  29 ;  scampa 
aireccidio  d.  sua  famiglia  essendo  in  cantina  con 
un  servo  per  attingere  il  vino  al  momento  d.  rovina 
d.  torre  d.  Bianchini  (an.  1484),  29-30;  e  beneficato 
dagli  Anziani  con  provvisione  annua  ed  esenzione 
di  dazi,  49-50. 

BoLoGNETTi  [GiACOMo]  figllo  di  Antonio;  con  il 
fratello  Lodo  v  i  co  scampa  all'eccidio  d.  sua  fami- 
glia  nella  rovina  d.  torre  d.  Bianchini  trovandosi  a 
scuola  (an.  1484),  229,  39-40;  e  beneficato  dal  com. 
con  provvisione  annua  ed  esenzione  dl  dazi,  46-50. 

BOLOGNETTI  GlAMBATTISTA  el.  dal  pp.  Giullo  II  Gon- 
faloniere  d.  popolo  pel  quartiere  di  porta  Stieri 
(an.  1506),  359,  42-43. 

BoLOGNETTi  GiovANNi  padre  di  Ercole,  229,  29;  fratello 
di  Antonio,  18-19;  mercante;  suo  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  27;  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  46;  t  con  la  sua  famiglia  sotto  le  rovine  d. 
sua  casa  schlacciata  dalla  caduta  d.  torre  d.  Blan- 
chini  (an.  1484),  229,  18-21;  gli  sopravvivono  il 
figlio  Ercole  che  al  raoraento  d.  disgrazia  era  in 
cantina  e  un  altro  figlio  plccolo  che  era  a  scuola, 
40-41;  gli  Anziani  provvedono  al  pred.,  49-50. 

BoLOGNSTTi  GiRoLAMO  padre  di  Matteo,  147,  37-38; 
creato  degll  Anzianl  da  Giovannl  Bentivoglio  (an. 
1501),  308,  39. 

BoLOGNETTi  [LoDovico]  f  i gl  i o  di  An  ton  io  ;  con  il 
fratello  Giacomo  scampa  aIl'eccidio  d.  sua  fa- 
mlglla  nella  rovina  d.  torre  d.  Bianchini  trovan- 
dosi  a  scuola  (an.  1484),  229,  39-40;  fe  beneficato 
dal  com.  con  provvislone  annua  ed  esenzione  di 
dazi,  46-50. 

BoLooNETTi  MATTBofiglio  dl  Girolamo,  147,  37-38;  «ctl- 
co  di  tavola  alle  nozze  dl  Sante  BentiToglio  (an. 
1454),  30-33,   37-38. 


534 


INDIC£  ALFABETICO    IBologutU  PicUo-Boltrafflo  O.  A.) 


BoLooHBTTi  Pi«TRO  Imprestt  >1  Com.  dl  Bologna  due- 
cento  icudl  e  ne  dlventa  tesorlere  (»n.  1440),  62,  II. 

BOLOONBTTO  V.  FihUt  (JaUt)  B- 

BoioaMiiii  (famioua)  '  i  rtppresentata  nel  Theatr» 
mtralt  «/«*  modtrni  ingtgni  d.  Ghlrardftccl,  XXIV, 
H,  3t , ;  prendono  parte  aWadunanza  indetta  dal 
Canetoli  contro  II  leg.  di  Bologna  Alamannl  (an. 
1428),  5,  «}-44;  6,  3;  approrano  che  sl  prenda  le 
arml,  13-13;  con  gll  altri  si  impadroniscono  d.  Piaz- 
za  e  danno  fuoco  al  padlglione  d.  pazzl,  14-15. 

BoLOOiOKi  ALRSsAifDRO  fa  un  preiente  alle  nozse  dl 
Giulio  Malvezzi  (an.  1484),  184,  33. 

BoLooNiMi  Andrea  padre  dl  Francesco,  89,  1 ;  dl  Gl- 
rolamo,  31,  U-IS;  62,  7;  63,  l-l;  87,  II;  95,  4t; 
97,  33. 

BoLOONiNi  Bartolombo  figlio  di  Girolamo,  100,34; 
i  el.  cap.  dl  Firenze  (an.  1445),  34-3S. 

Bolounini  Bartolomeo  legge  jure  Canonico  nello  Stu- 
dio  di  Bologna  (an.  1506),  361,  4f-S0. 

BoLOONiNi  BoLOGNlNO  figlio  di  Giovannl,  101,  45-44;  fc 
degll  Anziani  per  porta  San  Procolo  (an.  1445), 
45-46. 

BoLOGNiNi  Bruninu  o  Bornino  \Burnino\  i  el.  d.  Sedici 
Riformatori  d.  Stato  (an.   1438),  7,  I,  «. 

BoLOONlNi  FiLiPPofiglio  di  Girolamo,  99,  35-Jt;  corre  il 
pallo  a  Bologna  il  giorno  di  San  Luca  (an.  1444), 
33-36. 

BoLOGNlNi  Francesco  \  ei.  Gonfaloniere  d.  pop.  per 
porta  Ravegnana  (an.  1438),  6,  45,  47;  durante  il 
suo  anzianato  sono  riposti  nella  Camcra  degli 
Atti  i  capitoli  d.  pace  con  Eugenio  IV  (an.  1431), 
29,  17-11. 

BoLOGNlta  Francbsco  figlio  di  Pletro,  61,  31;  prende 
parte  a  una  giostra  in  Bologna  (an.  1440),  30-31; 
impresta  al  com.  di  Bologna  duecento  icudi  e  ne 
diventa  tesoriere  (an.   1440),  62,  34. 

BoLOGNiNi  Framcesco  figlio  di  Andrea,  89,  1;  97,  39; 
'k  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  provvcdimenti  fiscaii 
deilberati  nel  Consigiio  d.  Seicento  (an.  1443),  88, 
43;  89,  I;  i  el.  degli  Anzianl  (an.   1444),  97,  39. 

BoLOGNiNi  Francksco  figlio  di  Giovanni,  238,  7;  scaico 
aile  nozze  di  Annibale  Bentivogiio  (an.  1487),  237, 
37-38;  suo  vestito  e  suo  motto,  238,  7->. 

[BoLOGNiNl]   GlNBVRA  V.  Lodovtsi  Gintvra. 

[BoLOONiNl]  GiovANNA  V,  Lodovisi  Gin*vra. 

BoLOGNlNi  GiovANNi  padre  di  Francesco,  238,  7 ;  padre 
di  Bolognino,   101,  45-46. 

BoLOONiNi  GiovANNi  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giuiio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  30-35;  i  suoi  figliuoli  fanno 
fabbricare  la  cupola  sopra  1'altare  maggiore  in  San 
Glovanni  in  Monte  come  aveva  loro  ordinato  (an. 
1496),  292,  4-7. 

BoLOGNlNi  GlROLAMO  \Itronimo  Bolognin{\  mercante; 
figlio  di  Andrea,  31,  14-15:  62,  7;  63,  1-2;  87,  U; 
95,  41;  97,  33;  padre  di  Bartolomeo,  100,  35;  di 
Fliippo,  99,  35-36;  h  degli  Otto  di  baiia  d.  pace 
(an.  1428),  7,  6,  9;  d.  Dleci  Riformatori  d.  stato 
d.  liberta  (an.  1429),  11,  43,  46;  e  d.  Sedici  Rifor- 
matorl  d.  stato  d.  liberti),  14,  9,  13 ;  va  ambasc. 
d.  Senato  di  Bologna  a  Martino  V  a  rlconoscerio 
per  signore  (an.  1430),  17,  «1,43:  i  ei.  da  Eugenlo 
rV,  per  ii  quartiere  di  porta  Ravegnana,  d.  Venti 
Commissari  deputati  alla  creazione  d.  magistrati 
d.  c.   (an.    1431),   27,  33,    3S-39;   rleietto  alla   pred. 


magistratura  (an.  1432),  31,  14-11;  \  el.  d.  Dlecl  di 
BalU  (an.  1435).  41,  31-33;  Gonfaionlere  di  Giusti- 
zla  per  II  quartiere  di  Port*  Ravegnana,  43,  4*-«7; 
Nlcol6  d^Este  ailoggia  in  casa  sua  In  ttrada  Santo 
Stefano  (an.  1436),  47,  35-36;  i  di  nuovo  el.  d. 
Dleci  dl  BalU  (an.  1438),  53.  41-43;  d.  Sedlcl  Rl- 
formatoTi  d.  Stato  (an.  1440),  62,  1,  7;  interviene 
alla  mcssa  tolenne  fatta  celebrare  in  San  Glacomo 
dal  Senato  di  Bologna,  11  giorno  di  S4inta  Moni- 
ca,  63,  1-3;  i  d.  Sedlcl  Riformatorl  (an.  1443),  87, 
3-4;  cassato  questo  uflScio  i  eL  d.  Dleci  di  BaHa 
l-ll ;  essendo  Gonfaloniere  di  Giustlzia,  tl  anna  e 
tcende  con  Annibale  Bentivogllo  in  Plazza,  95, 
41-49;  col  popoio  passa  il  Reno  a  Cento  facendo 
spargere  la  voce  dl  volerti  recare  contro  Franre- 
tco  Piccinino,  in  realti  muovendo  contro  San  Glo- 
vanni  in  Perticeto,  95,  49;  96,  1-3;  f*  domandare 
a  colorlre  Pastuzia  la  compagnia  di  cavalli  dl  Ple- 
tro  da  Navarrino  di  guardla  a  San  Giovannl,  3-4; 
qulndi  con  il  popolo  e  i  soldati  entra  nel  Cattello 
mostrando  di  volere  passare  in  rassegna  l'etercito, 
4-7;  invece  si  impadronisce  d.  Castello  vecchio  e 
Impriglona  quelli  che  vi  si  trovavano,  che  poi  con- 
duce  legati  a  Bologna,  96,  7-11;  fa  radunare  II 
Consiglio  d.  Seicento  per  giudicare  d.  sorte  d.  Ca- 
stello  e  d.  pred.,  rei  di  avere  voluto  tradire  Bolo- 
gna,  11-15;  %  nominato  per  porta  Ravegnana  d. 
Commissione  incaricata  d.  elezione  agli  uffici,  97, 
33-35,  33;  cerca  di  rappacificare  i  partiti  (an.  1445), 
105,  5-6;  cf.,  9-10;  i  d.  Sedici  Riformatori  d.  Steto 
(an.  1446),  113,  35-38. 

BoLOGNiNi  LoDovico  *  celeberrimo  dottore,  m,  7,  e 
storico  di  Bologna,  13  „ ;  sposa  Glnevra  Lodovisi 
(an.  1471),  209,  19-36;  lo  stesso  giorno  d.  sue  nozze 
si  sposa  anche  sua  sorella  a  Tommaso  Bianchetti, 
36-37;  gli  invitati  alle  sue  nozze  accompagnano  a 
casa  anche  la  pred.,  37-31;  con  ia  moglie  costituitce 
una  biblioteca  di  diritto  civile  e  canonico  nel  mon. 
di  San  Domenlco  congiungendoia  a  un'altra  ivi 
esistente  (an.  1496),  291,  43-46:  cf.,  299,  39:  ei.  d« 
Giulio  II  d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori 
(an.  1506),  358,  34;  convita  il  pred.  al  Gomito 
(an.  1507),  363,  5-6;  a  nome  di  tutti  i  senatori  di- 
chiara  ai  pp.  che  il  Senato  per  non  divenire  la  fa- 
vola  d.  mondo  intende  coi  magistrati  rassegnare 
gii  uffici  qualora  il  pp.  non  voglia  confermare  i 
capitoli  antichi  in  quanto  riguardano  la  collabo- 
razione  d.  Senato  e  d.  magistrati  col  leg.,  30-364,  l-t; 
il  pp.  ascoltato  il  suo  discorso  lo  iicenzia,  7-1. 

" Coromentarla  in  priviiegium  Theodo- 

sii  pro  Universitate  Bononiae  ric,  III,  *- 
9;  in  quesfopera  I'autore  sostiene  i'autenticita  d. 
decreto  di  Teodosio,  CXXXVI,  15-34;  cf.,  CXXXVH, 
5-19,. 

BoLOGNiNl  PiBTRO  padre  di  Francesco,  61,  31 ;  si  reca  col 
governatore  di  Bologna  Ludovico  Alamanni  e  con 
gentiluomini  bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola 
e  Forll  (an.  1426),  4,  lo-U. 

BoLOONiNi  Tadobo  intervienc  come  rappresentante  d. 
Senato  all'esame  fatto  dal  pod.  ai  colpevoli  d.  con- 
giura  contro  il  Bentivoglio   (an.    1488),  251,  36-37. 

BoLOGNiNo  ».  Fihhie  (Dalle)  B. ;  GrosM  B. ;  v.  a»ck«  An- 
tomo  detto  Bolognino. 

BoLTRAFFio  GiovANNi  Antonio  milanesc,  famoto  pit- 


[Boltraffio  G.  A.-Bonsl  Pellcgrino]    INDICE   ALFABETICO 


535 


tore,  dipinge  la  tavola  d.  Mlsericordia  fuori  dl 
Bologna  (an.    Ijoo),  301,  35-36. 

BoMBACE  (Dalla)  V.  Bombaci, 

BoMBACl  [Bambasi]  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an. 
1450),   134,  32-37. 

BoMBACl  Bartolomeo  [Bartolomeo  dalla  Bombasa]  e 
da  Giulio  II  el.  Gonfaloniere  d.  popolo  pel  quar- 
tiere  di  porta  San  Piero  (an.   1506),  359,  «l-«2. 

*  Bombaci  Gaspare  ioda  Vofera  d.  GhirarJacci,  XIX, 
I-3;  scrive  versi  latini  in  onore  d.  card.  Giovanni 
Girolamo  Lomellini  [s.  a.],  LXI,  1-2,  e  versi  lauda- 
tivi  per  la  comparsa  d.  secondo  vol.  della  Historia 
di  Bologna  d.  Ghirardacci  (an.  1657),  LXI,  10-11; 
e  incaricato  dal  Senato  di  Bologna  di  rivedere  la 
Historia  di  Bologna  pred.  e  a  riferirne  in  proposito 
(an.  1654),  LVII,  4-5;  adempie  subito  al  mandato 
(an.   165S),  5-9  ,. 

—  —  "  Historie  di  Bologna  ric,  III,  /6  „. 

—  —  *  Tavole  dei  cognoml  bolognesi  e  forestieri  con- 
tenuti  nella  prima  e  seconda  parte  deII'Istoria  di 
Bologna  d.  padre  maestro  Cherubino  Ghirardacci, 
fasso  cit.,  X,  4-?;  XVI,  »j-jj:  XVII,  18,. 

BoMBACl  LoDOVlco  [Lodovico  dalla  Bombace]  figlio 
di  NicoI6,  68,  20-21;  seguace  d.  Canctoli,  e  bandito 
di  Bologna  (an.  1445),  108,  4S;  cf.  (an.  1440),  68, 
21,  33. 

BoMBACi  NlcoLO  [Nicolh  dalla  Bomiace]  padre  di  Lo- 
dovico,  68,  20-21. 

BoMBASARi  Francesco.  A1  suono  d.  campana  di  San 
Giacomo  si  arma  e  scende  in  Piazza  (an.  1445), 
104,  29,  31,  32-35. 

BoMBASARl  GUGLIELMO  [Guglitlmo  Bamiasaro]  padre  di 
Luca,  193,  42. 

BoMBASARl  LucA  [Luca  di  Guglielmo  Bambasaro;  Bom- 
basaro]  figlio  di  Guglielmo,  142,  8;  192,  42;  bandito 
dl  Bologna  per  avere  preso  parte  alla  liberazione 
d.  prete  mago  (an.  1452),  142,  8,  10;  ferisce  mortal- 
mente  Mariano  Bargellini  in  unione  al  fratello  di 
lui  Stefano  (an.  1467),  192,  41-42;  e  bandito  qual 
ribelle  e  perde  i  beni,  44-45. 

BoMBASARl  Martino  k  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,  2*,  35-36 ;  per  i  capitoli  d.  pace  gli  i  ricon- 
fermato  il  bando  dalla  c.  e  territorio  di  Bologna, 
Modena  e  Imola,  sotto  pena,  se  vi  mancasse,  d. 
confisca  d.  beni  e  d.  punizione  sancita  negli  Sta- 
tuti  (an.  1431),  28,  42-46,  48. 

[BoNA  Di  Savoia]  [Juchessa]  h  visitata  in  Milano  dal 
cognato  Sforzino  Sforza  (an.  1467),   197,  7. 

BoxACCORSi  NicoLo  [.Vicoii  bonacorti]  di  Ferrara;  suo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
149,  4-5. 

BoNADiES  [Simone]  vbsc.  d'Imola  govematore  di  Bo- 
logna  (an.  1509),  394,  29-30;  h  poco  amico  d.  Bo- 
lognesi,  30-32;  i  Pepoli  reclamano  a  lui  per  il  feri- 
mento  di  Piramo  commesso  da  un  servo  d.  Mare- 
(cottl,  che  accusano  Istigatori  d.  delitto,  395,  10-11; 
fa  prendere  il  famiglio  e  avutane  la  confessione 
gli  fa  tagliare  la  mano,  11-13;  quindi  lo  fa  impic- 
care,  15. 
"BoNAMlci  FiLippo  Maria  agcnte  Lucchese  in  Roma 
(an.  1758),  LXXXIV,  25;  informa  11  suo  governo 
che  la  stampa  d.  Ghlrardacci  displace  al  pp.,  25-28; 
i  Incaricato  dal  Magistrati  di  fare  sapere  a  Bene- 
detto  XIV  che  la  pubblicazione  d.  pred.  opera  non 


sar4  permessa,   30-31 ;  f  il   pred.   rinnova   pel   suo 
governo  tale  promessa  ai  card.,  LXXXV,  7-11  „. 

BoNANTONlo  V.  BeccadelH  B. 

Bonaparte  V.  Ghisilieri  B. 

"  Bonardi  Pellegrino  stampa  le  Giostre  di  Clierubino 
Ghirardacci  (an.   1462),  XIX,  14  „. 

BoNASONi  Francesco  di  Argile;  h  el.  Gonfaloniere  d. 
pop.  per  porta  San  Pietro  (an.   1428),   6,  49. 

Bonavkntura  [Tura]  v.  Lodovisi  B.,  Paleotti  B.,  Tas- 
soiti  B.  0    Tura. 

"  BoNCOMPAGNi.  Loro  stemma  nell'esemplare  Malvezzi 
dei  Libro  over  Arbore  de  la  honoraia  /amiglia  de 
Fasaaini  Ai  ha.  Cherubino  Ghirardacci,  XXII,  34-35  „. 

BoNCOMPAGNi  Ugo  poi  pp.  Gregorio  XIII,  ric,  290,  38. 

BoNcoMPAGNo  V.  Ferro  {Dai)  B. 

....  BoNCOMP.\GNO  multato  in  cento  ducati  pel  rifaci- 
mento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  45. 

BoNDANELLO  sui  confini  d.  Ferrarese,  391,  5-6;  vi  giunge 
il  Manzino  da  Bologna  con  alcuni  compagni  (an. 
i^oS),'  6-7;  vi  accorre  Lodovico  della  Mirandola 
con  sessanta  balestrieri,  7-8;  vi  f  il  Manzino  e  1 
suoi  compagni  sono  presi  prigionieri  dal  pred.,  8-13. 

"  Bondigli  GiusEPPE  Maria.  II  march.  Guido  Benti- 
vogiio  gli  scrive  ripetutamente  perche  si  adoperi 
nella  sua  vertenza  con  i  Venturini  stampatori  a 
Lucca  (an.  1758),  LXXXVI,  35-LXXXVn-LXXXVIII, 
1-16. 

Bonetti  Baverio  [Baviero  medico,  Bavera  da  Imola]  di 
Imola;  medlco  illustre  e  uno  d.  medici  di  NicoI6  V 
(an.  1455),  156,  28-29;  ottlene  dal  pp.  ammalato  la 
promessa  che  la  prima  udienza  che  potra  concedere 
sarA  per  Lodovico  Bentivoglio,  30-34 ;  fa  un  presente 
alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  36; 
f  in  Bologna  ed  h  sepolto  in  San  Domenico  (an. 
1480),  222,  45-46. 

Bonfioli  (famiglia)  [Buonjigli,  Buonfii]  "  e  rappresen- 
tata  nel  Theatro  morale  de'  moderni  ingegm  d.  Ghi- 
rardacci,  XXIV,  23,  28,;  sono  fuorusciti  (an.  1435), 
134,  32,  34. 

BoNFlOLi  Benedetto  [Benedetto  Buonfio\  perdonato  tor- 
na  a  Bologna  (an.  1439),  57,  35;  fe  fatto  prigio- 
niero  e  mandato  dal  Senato  di  Bologna  nella  rocca 
di  Imola  (an.  1440),  62,  39-40;  fe  fuoruscito,  68,  10; 
la  sua  casa  h  saccheggiata  e  incendiata  (an.  1445)1 
106,  42,  48. 

Bonfioli  Bonfigho  [Bttonfio  Buonjii].  La  sua  casa  h 
sacchegglata  e  incendiata  (an.  1445),  106,  42,  48. 

BoNFiGLlo  [Buonjio]  V.  Bonfioli  B. 

"  [BoNGi  Salvatore].  Annali  di  Gabriel  Giolito  de  Fer- 
rari  da  Trino  di  Monferrato  stampatore  in  Vene- 
zia,  ric,  XX,  b-S,  g-io,  ji;  XXII,  /;  XXV,  4'5  »• 

Bonifacio   V.    Bertuccini   B.,    Bianchetti   B.,  Cattani  B., 

Fantuzii  B.,  Gottadini  B,,  Lambertini  B.,  Matassel- 

lani  B.,  Morano  B.,  Panico  (Da)  B.,  Preti  B.,    Vitali 

B.,  Zambeccari  B. 

"  Bonifacio    VIII  promuove    la  face    in    Bologna    (an. 

1299),  VII,  sj-j<S„. 
BoNo !  V.  Borso. 
BoNo  (dal)  Pietro  medico  delle  ossa;  f  In  Bologna  dl 

male  mazzucco  (an.  1505),  341,  32. 
BoNOZZi  GlovANNi  f  a  S.  Giovanni  in  Ferslceto  nelU 
mischiacon  legenti  dl  Bologna  (an.  1431),  30,  34,36. 
BoMsi  Cristoforo  padre  di  Pellegrino,  177,  3. 
BoNSi  Pkllegrino  [Pertgrino  Bonso]  figUo  di  Cristofo- 


536 


INDICE   ALFABETICO        (Bonsi  Pellegrino-Borfia  CeMre) 


ro,  177,  1;  loldato  •nlmoto;  aluti  Flllppo  Rlanchi 
nelU  rlcerc»  dl  un  ni«lf»ttore  (»n.  1461),  >7,  13- 
15;  rlceve  meti  d.  dsnaro  che  II  pred.  aveva  In 
tasca,  17. 

BoMsiONOitl  GiACOMO  [/acomo  BuoitUgnori].  Un  muro 
d.  «ua  caia  h  dannegglato  dallo  straripamento  del- 
l'Avesa  (an.  1450),  136,  iS. 

BoNZAMlNi  Bartolomeo  [Bartolomoo  BuOHtanino],  Suo 
dono  a  Sante  Bentlvogllo  per  le  nozze  (an.  1454), 
149,  J5. 

BoRADici  I  V.  Brtndi». 

BoRAoi.iA  Framcesco  famiglio  d.  Fantuzzl,  fe  clt.  a  dl- 
fendersl  (an.  1508),  392,  1-J.  8. 

BoRDOCCHl  Gasparb  [Gotfart  Bordochio\  parte  di  Bo- 
logna  col  Bentivogllo  suol  amicl  (an.  1506),  348,  41; 
349,  ». 

BoRBiXA  (coirrB)  cap.  famoio ;  accompagna  11  presente 
di  otto  cavalli  rlccamente  bardati  fatto  da  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  a  Giovannl  Bentivoglio  (an. 
1470),  203,  30-33. 

BoROHBTTO  (Dal)  Francesco  V.  Borgo  (Dat)  F. 

BoROHi  di  Bologna,  di  Roma  v.  Bologna,  Roma  (borght). 

"  BoROHiMl  RAFFAEr.E  rlc,  CXXXV,  30  „. 

BoROiA  ....  figlia  di  Cesare;  e  confidata  alle  cure  d.  zla 
Lucrezla  d'Este,  330,  39-30;  i  posta  nel  convento 
dl  San  Bernardino  dell'ordine  di  Santa  Chiara  a 
Istanza  sua  fabbricato  dalla  zia,  30-33;  vi  conduce 
santa  vita,  33-36. 

BoROiA  Alesjsandro  figlio  di  Cesare  duca  Valentino 
ric,  330,  36. 

BoRGiA  Alfomso  detto  card.  dl  ■  Valenza,  el.  pp.  col 
nome  di  Calisto  III  (an.  14S5).  158,  «9-50;  v.  ancke 
Caiitlo  ril  fafa. 

BoROlA  Cesare  [duea  Valeniino,  dmca  Borgia]  signore 
di  Valenza,  di  Romagna,  di  Piombino,  321,  35-36; 
cap.  e  gonfalonlere  d.  Chiesa,  36 ;  &glio  d.  pp.  Ales- 
sandro  VI,  296,2»;  cuglno  (fratello  I)  d.  card.  Gio- 
vannl,  298,  34-35;  geloso  dcll'affetto  d.  padre  per 
II  cognato  Aifonso  d'Aragona  lo  uccide  [an.  1493], 
309,  I ;  caccia  dl  stato  11  nuovo  cognato  Glovanni 
Sforza  signore  di  Pesaro  [an.  1497],  3  ;  nel  trattato 
di  alleanza  tra  Luigi  XII,  il  pp.  e  i  Veneziani  gli  i 
eventualmente  assegnato  io  stato  dl  Romagna  e 
quello  dell'Umbria  (an.  1499),  ^^^>  ^-  lono  ai  suoi 
ordini  lancie  francesi  contro  Imola  e  Forli,  298,  9-13; 
a  Ponte  di  Reno  alloggia  all'osteria  d.  Quaqua- 
rello,  17-18;  ^  qui  visitato  da  Annibale  e  Anton- 
galeazzo  Bentivogllo,  che  a  nome  d.  padre  lo  invi- 
tano  a  ccna  nei  loro  pal.,  ls-30;  accetta,  e  dona 
a  Giovanni  Bentlvoglio  un  cavallo  bardato  ricca- 
mente  e  una  ceiata,  30-33;  torna  aIl'osteria  a  per- 
nottare,  33-33;  i  presentato  dal  Senato  di  molte 
vettovaglie,  33-35;  invia  soldati  contro  Imola,  35- 
36;  qui  h  raggiunto  da  molti  armati  d.  Chiesa, 
37-30;  ottiene  la  c.  senza  colpo  ferire,  30-31;  non 
cosl  la  rocca  strenuamente  difesa  da  Caterina  Sforza, 
31-33:  anche  la  rocca  sl  rende,  33;  cf.,  47;  sl  volge 
contro  Forll  e  dopo  aspre  battaglie  la  conquista 
(an.  1500),  47-4»;  fe  costretto  a  rlmandare  l'eserclto 
in  Lombardia  ove  era  rltornato  Lodovico  Sforza 
con  molte  forze  dell'imp.,  299,  3-5;  11  pred.  eserclto 
passa  con  timore  sotto  Bologna  conducendo  seco 
molti  nobili  prigioni,  5-9;  oltreprassata  la  c,  le 
dette  millzle  fanno  saccbeggi  e  omicidi  nel  terri- 


torlo,  1-3;  k  nomlnato  dal  padre  Gonfalonlere  d. 
Chieia,  300,  37-31 ;  gll  sono  date  in  Roma  dal  pred. 
parecchie  bande  dl  «oldatl  comandate  da  illiutrl 
cap.  per  acquistare  la  Romagna,  3t-ll;  per  la  quale 
irapresa  gli  e  mandato  dal  re  dl  Krancia  Ivo  d'.\l- 
legrl  con  molte  milizie,  31-13;  parte  dl  Roma  col 
pred.  cap.  e  loldatl,  13;  Ercole  Bentlvoglio  ottlene 
liberamente  In  suo  nome  Rimini  dai  clttadlnl,  14-36« 
gii  h  data  volontariamente  la  rocca  dai  Peiaresi, 
39-45;  lasctati  pretidi  a  Pesaro  e  Rimlni  va  contro 
Faenza,  301,  6-7;  suo  esercito,  8;  aiiedia  la  pred. 
c.  che  valorosamente  gll  reilite,  l-ll;  topraggiunto 
l'inverno  manda  le  milizie  ai  ricoverl  In  Forll  e 
Imola,  11-13,  e  chlede  al  Senato  di  Bologna  Castel 
Bolognese  per  I  luoi  quartlerl,  11-14 ;  gli  h  man- 
dato  dal  Senato  •  distoglierlo  da  tale  pentiero 
Franceico  Fantuzzi,  15-17 ;  rlsponde  luperbamente 
al  pred.,  che  a  sua  volta  gli  da  fiera  riipotta,  17-13; 
la  lua  ambizione  di  dominio  h  tvelata  dai  Senato 
dl  Bologna  a  Luigi  XII,  3S-39;  venuta  la  prima- 
vera  torna  con  l'eierclto  contro  Faenza  (an.  1501), 
43-44,  che  invano  assalta  con  gravi  perdite,  302, 
16-19;  s'lmpadron!sce  di  Solarolo  e  Brisighella, 
30-31;  torna  di  nuovo  su  Faenza  e  di  nuovo  h  re- 
spinto  con  perdite,  31-33;  terzo  assalto  con  iniuc- 
cesso,  34-36;  1  Faentini,  privi  di  aiuti  gll  si  ren- 
dono  salve  le  robe  e  le  pcrsone  e  salvo  e  libcro 
Astorre  Manfredi,  37-31;  entra  in  Faenz»  dirao- 
itrandosi  molto  amorevole  con  11  pred.,  11-33;  perA 
dopo  alcuni   giorni   lo  manda   a  Roma  al  pp.,  33; 

I  Bolognesi  sl  mantengono  neutrali  a  suo  riguardo, 
40-41;  cf.,  40;  gli  sono  mandati  dai  pred.  due  am- 
basc.  a  rallegrarsi  dell'acqulsto  di  Faenza,  43-44 ; 
i  quali  raggiunti  dalla  sua  avanguardia  a  Castel 
San  Pietro  sono  fatti  prigionieri  dopo  che  avevano 
aperto  il  casteiio  ai  soidati  come  ad  amicl,  44-48;  le 
sue  milizie  saccheggiato  Castel  San  Pietro,  costrin- 
gono  gli  ambasc,  che  traggono  seco,  a  dare  loro 
Casal  Fiumanese,  Castelguelfo  e  altri  luoghi,  49-50; 
per  opera  di  Vitellozzo  Vitelli  conquista  Medi- 
cina,  che  saccheggia  correndo  il  paese  sino  a  Va- 
rlgnana  e  all'Idice,  303,  1-7;  &  sospettato  dai  Bo- 
lognesi  di  avere  intelligenze  in  c  coi  Marescotti, 
13-15;  cf.,  19-33;  Bologna  vien  posta  in  stato  di 
difesa  contro  suoi  possibili  tentativi,  35-38;  non 
volendo  venire  a  campo  coi  Bolognesi,  di  cui  aveva 
appreso  i  preparativi  e  conosceva  il  valore,  roanda 
Paolo  Orsini  a  Bologna  a  trattare  la  pace,  304,  1-6; 

II  pred.  capitola  che  restituiru  Castel  San  Pietro  con 
la  preda  e  i  prigioni  ottenendo  Castel  Bolognese, 
33-33,  e  che  gli  saranno  pagati  dai  Bolognesi  per 
tre  mesi  cento  uomlni  d'arme  per  rimettere  i  Medicl 
In  Firenze,  34-36;  11  partito  avverso  al  Bentivoglio 
vuoi  farlo  apparire  come  nemico  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  non  d.  c,  37-31 ;  11  suo  «mbasc.  Orsini 
mostra  ai  Bentivogiio  lettere  di  Bolognesi  che 
lo  chiamavano  a  Bologna,  36-39;  cf,  305,  1:  306,  3; 
insieme  a  Paolo  Orsini,  di  ritorno  coi  pred.  capi- 
toli,  gli  vengono  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna  per 
la  conclusione  d.  pace,  304,  41-44 ;  ne  fa  rogare 
i'istrumento  al  notaio  Cesare  Nappi,  43-44;  di  nuovo 
1'Orsini  torna  al  suo  fianco,  48;  fa  restltuire  ai  con- 
tadinl  di  Bologna  la  roba  tolta  loro  dai  suoi  sol- 
dati,  306,  39-40;  va   contro  Firenze   per   rlmettervi 


[Borgla  Cesare] 


INDICE  ALFABETICO 


537 


i  Medici,  40-41 ;  passa  a  Bisano  e  quindi  a  Firen- 
zuola,  41;  gli  arrivano  le  milizie  promessegli  da 
Bologna  e  condotte  da  Anton  Galeazzo  Bentivo- 
glio,  41-44;  prende  molti  luoghi  d.  Toscana,  fra  gli 
altri  Cortona,  44-45 ;  i  Fiorentini  si  accordano  con 
lui  promettendogli  trentamila  ducati  ovvero  due- 
cento  uomini  d'arme  pagati  per  tre  anni,  45-47;  parte 
senza  curarsi  piu  d.  Medici,  48;  fa  abbattere  le  mura 
di  Castel  Bolognese  clie  chiama  Villa  Cesarina,  307, 
37-38;  cf.,  327,  3-6;  si  impadronisce  di  Arezzo  e  di 
aitri  luoghi  d.  Fiorentini  (an.  iSoa),  310,  40-41;  si 
impadronisce  a  tradimento  d.  ducato  di  Urbino, 
311,  8-9;  Giovanni  Bentivoglio  teme  di  lui  e  cerca 
la  protezlone  di  Luigi  XII,  13-19;  fa  affogare  nel 
Tevere  i  fratelli  Manfredi  perehe  i  Faentinl  desi- 
deravano  riavere  Astorre  loro  signore,  36-38 ;  cf., 
302,  33-34;  h  sospettato  di  avere  avvelenato  Carlo 
Orslni,  311,  33-34;  preparativi  di  difese  fatti  dal 
Senato  di  Bologna  e  dai  Bentivoglio  contro  lui, 
34-50;  travestito  passa  per  il  Ferrarese  diretto  a 
Milano  a  visitarvi  ii  re,  da  cui  e  benevolmente 
accolto,  312,  1-2,  sebbene  avesse  promesso  ai  Ben- 
tivoglio  che  non  gli  darebhe  aiuto  ai  loro  danni, 
15;  torna  a  Imola  essendosi  accordato  con  il  re 
su  quanto  doveva  fare,  17-18;  comincia  a  radunare 
soldati  per  nuovi  acquisti,  18;  assolda  Francesco  da 
Sanseverino,  18-31;  risponde  a  Gianfrancesco  Aidro- 
vandi  mandatogli  dal  Senato  di  Bologna  a  inda- 
garne  l'animo,  che  ha  ordine  dal  pp.  di  rldurre  in 
iiberta  la  c.  sotto  la  Chiesa,  25-29;  che  adunque  i 
Bolognesi  caccino  l  Bentivoglio  altrimenti  rechera 
loro  gli  estremi  danni,  29-33;  a  Carlo  Grati  e  a 
Glrolamo  Sampieri,  venuti  a  chiedergli  spiegazione 
d.  risposta  data  all'Aldrovandi  e  a  dichiarargli 
che  Bologna  ne  mutera  di  stato,  ne  cacciera  i  Ben- 
tivoglio,  replica  confermando  quanto  aveva  detto, 
38-47;  gli  fe  siipcrbamente  con  minaccie  risposto  dal 
Sampieri,  47-50;  manda  un  commissario  di  Luigi 
Xn  a  Bologna  a  chiedere  la  c.  per  il  pp.,  313,  5-9; 
ma  i  Bolognesi  rifiutano,  10;  ric,  313,  49;  314,  16, 
20;  raduna  soldati  contro  Bologna,  48;  i  suoi  cap. 
Paolo  e  Francesco  Orsini,  Vitellozzo  Vitelli,  Oli- 
rerotto  da  Fermo  malcontenti  di  lui  e  in  timore 
per  l  loro  possessi  convengono  alla  Magione  in 
qiiel  dl  Perugia  con  i  rappresentanti  di  Pandolfo 
Petrucci  e  di  Giovanni  BentivogHo  e  con  Gian- 
paolo  Baglione  per  mettersi  d'accordo  al  suoi  danni, 
315,  24-35;  i  pred.  deliberano  di  aiutare  1  Bentl- 
voglio  e  riunire  le  loro  forze  contro  lui  ad  Imola, 
36-39;  mentre  si  trova  qui  abbattuto  pcr  la  per- 
dita  di  Urbino,  gli  e  offerto  aiuto  dai  Fiorentini 
per  odio  contro  gli  Orsini  e  i  Savelli,  316,  1-5; 
h  rinfrancato  da  questa  offerta,  5-6,  e  temporeg- 
gia  la  guerra  intanto  che  aspetta  aiuti  di  Fran- 
cia  e  assolda  milizie,  6-9 ;  nelle  chiese  di  Bologna 
si  eccita  il  popolo  a  esporre  vita  e  beni  per  difen- 
dersi  da  lui,  33-33,  37-41;  disfatto  il  suo  esercito  a 
Fossombrone  dai  suoi  cap.  ribellatisi,  e  saputo  del- 
Parrivo  d.  Bentivoglio  a  Castel  San  Pietro  sl  ritira 
nella  rocca  di  Imola  per  aspettare  gli  aluti  pro- 
meisigli  dal  re  di  Francia  e  Intanto  fa  mostra  di 
▼olersi  riconciliare  coi  pred.,  317,  33-39;  i  quali 
presi  dalle  sue  lusinghe  gll  mandano  Paolo  Orsinl 
«  trattare,  39.33;  i  confederatl  depongono  le  armi, 


33;  egll  invece  continua  nascostamente  a  prorve- 
dersl  di  cavaili  e  fanti,  33-35 ;  aiuti  inviatigli  dal 
vicere  di  Milano,  36;  il  Senato  di  Bologna  non 
garantisce  alle  pred.  miiizie  sicurezza  di  passo  a 
cagione  delPodlo  d.  cittadini  contro  di  lui,  36-39; 
ritorna  a  lui  da  Bologna  Paolo  Orsini,  46-47;  le 
sue  genti  crescono  continuamente  di  numero,  318, 
1-3;  gll  c  raandato  da  Giovanni  Bentivoglio  il  figlio 
Antongaleazzo,  3-4;  lo  intrattiene  in  giuochi  e  feste 
mentre  continua  a  radunare  'genti  e  trattare  con 
gli  altri  congiurati,  4-6;  condizioni  delPaccordo  coi 
pred.,  6-11;  la  sua  astuzia  prevale  sui  suoi  nemici, 
che  se  avessero  eseguito  il  primitivo  disegno  dl 
assalirlo  in  Imola  qnando  era  disarmato  lo  avreb- 
bero  vinto,  12-18;  gli  e  concesso  dal  pp.  di  fare 
nuovi  accordi  coi  Bentivoglio,  30-23;  terrore  d. 
pred.,  33-319,  1-7;  manda  Anton  Galeazzo  a  Bolo- 
gna  per  sentire  1'animo  d.  padre  sul  capltoli,  15-16; 
suo  temporeggiare  finchi  tutte  le  sue  forze  sono 
giunte,  16-18;  manda  a  Bologna  lo  spagnuolo  Don 
Ramiro  di  Lorqua  suo  confidente  a  capitolare 
con  Giovanni  Bentivoglio  e  il  Senato,  19-33;  tenore 
d.  capitoli,  22-24;  cf.,  318,  36-42;  il  pred.  torna  da 
lui  con  i  capitoli  firmati,  319,  26-27;  h  sollecitato 
dal  Senato,  che  gli  invia  Mino  Rossi  e  poi  Ales- 
sandro  Bottrigari,  a  firmarli  a  sua  volta,  30-31 ;  ma 
sempre  indugia  per  aspettare  la  risposta  d.  pp.,  e 
per  ultimare  il  suo  inganno  contro  i  congiurati, 
31-33;  provvede  due  mila  torcie,  il  che  fa  temere  a 
Giovanni  Bentivogllo  di  qualche  sua  insidia,  41-42; 
rimanda  in  Lombardia  parte  d.  sue  milizie,  46-47; 
con  il  doppio  intento  e  di  togiiere  i  sospetti  suila 
sua  condotta  e  di  fare  prendere  prigionieri,  se  fosse 
possibile,  i  Bentivoglio,  47-49;  11  che  non  succede 
non  essendo  Giovanni  uscito  di  c,  49-320,  1-6; 
parte  da  Imola  e  va  con  il  resto  delPesercito  a 
Cesena,  I9-20;  qui  lo  raggiunge  Mino  Rossi  man- 
datogli  dal  Bentivoglio  perche  confermi  il  progetto 
di  matrimonio  fatto  da  pp.  Alessandro  tra  le  due 
famiglie,  20-35;  da  il  suo  consenso  con  atto  ro- 
gato  da  Alessandro  Bottrigari,  28-29;  continua  nel 
tranello  contro  i  suoi  cap.  (an.  IS''^)'  36-38;  parte 
di  Cesena  per  andare  a  Sinigaglia  contro  la  quaie 
c.  aveva  mandato  i  pred.,  38-40,  mentre  egli  aveva 
atteso  a  ricuperare  Urbino  e  Camerino,  40-41 ;  h 
sollecitato  dai  pred.  cap.  perchb  il  castellano  di 
Sinigaglia  non  vuole  rendere  la  rocca  che  a  lui^ 
41-43;  di  che  si  rallegra  avendo  cosl  agio  di  rom- 
piere  il  suo  disegno  senza  dar  sospetto,  43-44  ;glunto 
alPalbergo  preparato  per  lui  in  Slnigaglia  sl  rl- 
tlra  neila  sua  camera  e  subito  suoi  famigllari  arre- 
stano  gii  Orsini  e  gli  altri  cap.  che  lo  avevano 
accompagnato,  45-46;  11  fa  tutti  uccidere,  46-47;  321, 
1;  passa  per  11  Senese  mostrando  di  Ignorare  la 
presenza  di  Pandolfo  Petrucci,  9-19;  scrive  al  Senato 
di  Bologna  dl  mandargli  lemlllzle  convenute,  10-11 ; 
sl  contenta  d.  meta,  che  gli  giungono  sotto  il  co- 
mando  di  Alessandro  Volta,  11-13;  rlc,  15;  unlta- 
mente  al  card.  Francesco  dl  Loris  suo  parente  fa 
pubblico  strumento  in  Cltt4  della  Pieve  con  Gi- 
rolamo  Sampieri  procuratore  di  Giovanni  e  Annl- 
bale  Bentivogllo  di  dare  in  moglie  una  sorella  d. 
pred.  card.  a  Costanzo  figlio  di  Annibale  con  una 
dotc  di  dleci  miia  ducati  d'oro,  24-38;  cf.,  41-43;  il 


538 


INDICE   ALFABETICO  [Borgia  Cetare-Borgo  (/)«/)  FrancJ 


contrttto  h  rogato  d*  Ercole  Borgognlnl,  Il-n;  rlc, 
323,  I,  6i  i'imp*dronl8ce  d.  terre  e  cMtelli  degll 
Orilni  In  quel  dl  Roraa,  J»-40;  prende  parte  al  ban- 
chetto  dato  In  Belvedere  dal  pp.  ad  alcuni  rlcchl 
card.  rol  propotlto  di  aTTelenarll,  323,  37-lf;  per 
errore  egll  «teiio  col  padre  beve  il  velcno,  3»-40; 
ne  rimane  graveniente  malato,  ma  srampa,  41-41; 
divulgataal  la  notlzla  d.  f  d.  padre  e  d.  sua  ma- 
lattla  1  ilgnori  spodestati  prendono  anlmo  e  rlen- 
trano  nei  loro  Statl,  324,  5-4;  la  rocra  di  Rlmlni 
contlnua  a  tenersi  In  suo  nome,  12-13;  Colonna  e 
Orslnl  sl  paclfirano  contro  lul,  M-33;  costretto 
dii  card.  a  usclre  dl  Roma,  ove  tenevasi  armato, 
va  a  Nepl,  326,  H;  II  re  dl  Franrla  Indarno  chiede 
per  lul  soccorso  ai  Bolognesl,  30-35;  al  tempo  d.  suo 
splendore  aveva  perseguitato  11  card.  Glullano  della 
Rovere,  328,  15-16,  successo  ai  padre  col  nome  dl 
GIullo  IT,  13;  tutte  le  terre  che  aveva  acqulstate 
gli  sl  ribellano,  33-36;  i  suol  soldati  in  Roma  sono 
saccheggiatl,  329,  12-13;  Don  Mlchele  suo  cap.  i  fatto 
prlgloniero,  13;  egli  stesso  h  preso  a  Ostia  e  man- 
dato  a  Roma  in  Castello  slno  a  chc  non  sla  resti- 
tulta  al  pp.  medlante  suo  contrassegno  la  rocca  di 
Ostia,  13-15;  liberato  va  a  Napoii,  quindi  in  Spagna 
contro  gll  SpagnuoII  pcr  conto  d.  cognato  Gio- 
vannl  11  d'Albret,  13-16;  cosi  termina  qual  fuoco 
di  paglia  ia  sua  fortuna,  16-17;  molM  suoi  car- 
rlaggi  contenenti  oggetti  di  gran  valore,  trafugati 
alia  Chiesa  c  portanti  per  slcurezza  l'indirizzo  d. 
rard.  da  Este  arrivano  alla  dogana  di  Bologna  (an. 
1504),  34-35,  39-43;  ma  scoperto  che  a  lui  apparte- 
nevano  sono  trattenuti,  visitati  e  riconsegnati  a 
pp,  Glulio  II  con  altrl  sequestratl  a  Firenze,  43-44 ; 
t  combattendo  contro  gli  Spagnuoli  mentre  teneva 
in  pugno  la  vittoria,  330,  23-36 ;  lascia  due  maschl 
Alessandro  e  Luigi,  36-37 ;  e  due  figliuoie  Luisa  ma- 
rltata  al  duca  della  Trimouilie,  la  quale  ercdita  i 
suoi  possedimentl  in  Francia,  37-39 ;  l'altra,  in  cu- 
stodia  di  sua  sorella  Lucrezia  d'Este,  che  divenne 
monaca  nel  mon.  di  Santa  Chiara,  39-36. 

BoRGiA....  [Francesco  ?1  neII'esercito  di  Bartolomeo 
d'Alviano;  e  fatto  prigioniero  dai  Fiorentini  (an. 
1505),  337,  45. 

BoRGlA  GiovANNi  card.;  nipote  d.  pp.  Alessandro  VI, 
296,  30;  cugino  (fratello!)  di  Ceaare,  298,  34-35;  h 
el.  leg.  di  Bologna  (an.  1499),  296,  39-30;  vi  glunge 
diretto  a  Venezia  per  cose  d.  guerra,  297,  15-16;  i 
pomposamente  ricevuto  dai  Bolognesi,  17;  alloggia 
nel  pal.  d.  Signori,  17;  va  a  cena  da  Giovanni  Ben- 
tlvoglio  e  pernotta  pr.  dl  lui,  17-U;  parte  di  Bolo- 
gna  accompagnato  dai  figli  d.  pred.,  is-lf ;  alle  Tom- 
be  h  splendldamente  trattato,  30  ;  dopo  11  desinare 
va  a  Ferrara,  21  ;  da  Venezia  torna  a  Bologna  a 
prendere  possesso  d.  suo  ufficlo,  34-35;  e  ricevuto 
con  grande  onore,  35 ;  si  mostra  malcontento  di 
trovare  11  Pal.  disadorno,  35-37 ;  sua  risposta  superba 
al  Gonfaloniere  di  Giustizia  a  questo  riguardo,  37- 
42;  t  in  Urblno  (an.  1500),  299,  I-2. 

BoRGiA  GiovANNi  duca  di  Nepi  e  di  Camerino;  per 
l'accordo  rogato  in  Roma  dal  pp.  Alessandro  deve 
con  i  suoi  congiunti  ed  eredi  fare  perpetua  ami- 
cizia  e  lega  con  i  Bentivoglio  e  lo  stato  di  Bolo- 
gna  (an.  1503),  318,  26-31. 

BoRGlA  GoFFRKDo  principe  diSquillace;  per  I'accordo 


rogato  in  Roma  dal  pp.  Aletsandro  deve  con  I  tuol 
congluntl  ed  eredl  fare  amlcizia  e  lega  con  i  Benti- 
vogllo  e  io  stato  di  Bologna  (an.    1503),  318,  36-11. 

BoROIA  LucRBZlA  ipota  In  prlme  nozze  un  barone  ro- 
mano,  che  rinuncia  a  lel  pcr  dieci  mlla  ducati  al- 
lorch^  tuo  padre  h  fatto  pp.  (an.  1492),  308,  4t-M; 
qulndi  Alfonto  d'Aragona  uccisole  dat  fratcllo  Ce- 
sare  [an.  1493I,  SO;  309,  1;  in  terze  nozze  spota 
Glovanni  Sforza  duca  di  Petaro  [an.  1494],  dal 
quale  i  pul  dlvorzlata  quando  11  Valentino  lo  cac- 
cia  di  seggio  (an.  1497],  1-3;  cf.,  275,  36-37;  in  fine 
Alfonso  d'Este  cul  rera  in  dote  rentomila  ducati 
in  denaro  e  centomila  in  valorl,  plii  Ccnto  e  la 
Pleve  (an.  1502),  309,  3-5;  cf.  308,  46-41;  310,  44-45; 
ti  reca  a  prenderla  il  card.  Ippoiito  d'Ette  con  ric- 
ciiissimo  e  nunieroslttimo  seguito,  308,  44-46;  h  pre- 
ceduta  a  Bologna  da  Annlbale  Bentlvoglio,  che 
deve  apparecchiarsl  ad  accompagnarla  a  Ferrara, 
309,  11-12;  arriva  a  Bologna  insieme  alla  duchesta 
di  Urbino,  30-31:  cf.,  311,  11-13,  e  a  diecl  gentil- 
donne  e  rlcchi  cav.,  309,  33-33,  etsendo  condotta 
dal  cognato  Ippoiito,  33-34;  la  seguono  pli^  di 
mille  cavalli  fra  Spagnuoli,  Francesi  e  Romanl,  34- 
35;  fuori  di  Bologna  le  viene  inrontro  Glovanni 
Bentivoglio  con  I  figli  e  molto  seguito,  35-36:  suo 
itinerario  sino  al  pai.  d.  pred.,  36-37;  qui  h  rice- 
vuta  con  grande  festa  da  Glnevra  Bentlvoglio, 
27-39 ;  parte  accompagnata  da  Giovanni  e  dai  no- 
bili  sino  a  porta  di  Galliera,  2f-30;  va  per  barca 
a  Ferrara,  31 ;  alla  f  d.  fr.  Cesare  ne  ha  In  cu- 
stodia  una  sua  figlia  cinquenne  (an.  1504),  330,  n-30; 
a  istanza  di  questa  costruisce  11  mon.  dl  San  Ber- 
nardino  per  le  Claris.<e  [s.  a.],  31-33;  manda  a  Giu- 
lio  II  in  Bologna  un  presente  di  vari  pesci  dl  marc 
e  acqua   dolce  e   altre   cose   (an.    1506),  351,  35-36. 

BoRGiA  LuiGi  figlio  di  Cesare  duca  Valentino,  330,  27. 

BoRoiA  [Luisa]  figlia  dl  Cesare;  sposa  Luigi  della  Tr^ 
mouille  al  quale  porta  in  dote  11  ducato  di  Valen- 
tinois  e  gll  altri  possessi  paternl  in  Franda  (an. 
1517),  330,  27-29. 

BoRGlA  RoDRiGO  [RoHerico  Borgia,  cardinaU  sagrista\ 
spagnuolo ;  nipote  di  Calisto  III;  va  con  Lo- 
dovico  Milani  card.  leg.  di  Bologna  in  questa  c. 
a  studiare  (an.  1455),  160,  4-5;  alloggia  nel  pal. 
Gregoriano  o  d.  Pepoll,  5;  cf.,  163,  18;  e  el.  card. 
(an.  1456),  160,  6;  cf.,  163,  17-18;  nel  corteggio  per 
l'entrata  in  Bologna  di  Pio  II  viene  dietro  11  pp. 
(an.  1459),  170,  19-20,  22;  essendo  card.  rice  can- 
celUere  e  el.  pp.  Alessandro  V^I  (an.  1493),  267, 
50;  268,   1;  cf.,   160,  6;  v.  aneke  AUstandro  VI fapa. 

BoRGlA  RoDRiGo  duca  di  Bisceglie  e  di  Sermoneta;  per 
1'accordo  rogato  in  Roma  dal  pp.  deve  con  i  suoi 
congiunti  ed  eredi  fare  perpetua  amlcizia  e  lega 
con  i  Bentivoglio  e  lo  Stato  di  Bologna  (an.  1502), 
318,  26-31. 

BoRoo  (Dal)  Antoneixo  h  nelPcsercito  di  Bartolo- 
meo  CoUeoni  contro  Firenze  (an.  1467),  193,  11; 
resta  f  nella  battaglia  alla    Mezzolara,    195,   31-24. 

BoRGO  (Dal)  Francksco  [Franetsc»  di  Valdesstrra  dal 
Borgketto\  figlio  di  Baldassarre,  176,  9:  servitore  di 
Petronio  Papazzoni,  9;  a  scopo  di  furto  uccide  il 
padrone,  la  moglie  dl  lui  e  una  serva  che  seppel- 
lisce  nella  stalla  fra  il  letame  (an.  1461),  10-34;  fe- 
risce  credendo  ucciderla,  una  bambina  d.   padroni 


[Borgo  (dai)  Francesco-Borselll  Gir.]  INDICE  ALFABETICO 


539 


di  cinque  anni,  24-25;  depredata  la  casa  carica  il 
bottino  sopra  un  cavallo  che  compra  e  montato  sul 
cavallo  d.  padrone  s'incammina  alla  Molinella,  36- 
30;  intanto  il  delitto  e  scoperto  per  le  grida  d. 
barabina  tornata  ai  sensi,  30-35;  e  inseguito  dal  bar- 
gello  ehe  arriva  alla  MolineJla  prima  di  lui  e  non 
trovatolo  riparte,  35-37 ;  recasi  ad  alloggiare  all'oste- 
ria  di  Biagio  Gavaro,  37-38;  sente  dall'oste  che  e 
in  giro  il  bargello  coi  suoi  famigliari  a  ricercarlo, 
41-43;  comanda  indifferente  la  cena,  ma  fugge  nel 
bosco,  43-47;  e  trovato  e  imprlgionato  da  soldati 
sguinzagliatigli  dietro,  177,  12-16;  e  condotto  leg. 
alla  Mezzolara,  16-19;  indi  a  Bologna,  ove  fe  inqui- 
sito,  19-20;  condannato  a  f,  e  attanagliato,  mutilato 
d.  mani,  acciecato  e  finalmente  squartato,  23-26. 
BoRGo  Panigalk.  Vi  si  riduce  l'esercito  d.  Chiesa  (an. 
i^^g),  13,  21-23;  vi  torna  il  Caldora  e  vi  si  ferraa 
alquanto,  50-14,  1-4;  vi  si  reca  l'esercito  d.  Chiesa 
(an.  1430),  22,  34,  che  vi  fabbrica  una  bastia  alla 
Certosa,  34-35  ;  vi  si  ferraano  Tommaso  e  Giacomo 
Zarabeccari  Invece  di  raggiungere  i  confini  (an. 
1432),  32,  49-50;  vi  giungono  segretamente  di  notte 
con  duecento  armati  Lodovico  e  Baldassarre  Cane- 
toll  e  vi  prendono  prigionieri  Bonifacio  Zambec- 
carl,  Baldassare  [Zambeccaril,  Alberto  da  Monteve- 
glio  e  Carlo  da  Correggio,  50,  33,  1-3;  ne  fugge  im- 
paurito  Bartolomeo  Zambeccari,  che  pure  vi  era,  e 
molti  altri,  3-5  ;  vi  si  rltira  Tabate  Zambeccari  dal 
falllto  tentativo  contro  Bologna  (an.  1433),  35,  50; 
anche  vi  passa  Antonio  Bentivoglio,  36, 1;  entrambi 
i  pred.  ne  partono  per  Castelfranco,  1-2  ;  vl  si  reca 
ad  alloggiare  il  Piccinino  con  l'esercito  (an.  1434), 
40,  50;  41,  1;  gli  abitanti  regalano  al  pred.  raoltl 
carri  di  vettovaglie,  1-2;  il  Piccinino  ne  parte,  3; 
il  pred.  di  nuovo  vi  passa  (an.  1438),  51,  37; 
Guidantonio  Manfredi  vi  accompagna  11  Piccinino 
in  via  per  la  Lombardia,  53,  31-32  ;vi  passa  Anni- 
bale  Bentivogllo  con  i  suoi  liberatori  di  ritorno 
a  Bologna  (an.  1443),  80,  17-18;  vi  si  recano  sei- 
cento  cavalli  di  Guidantonio  Manfredl  con  molti 
Bolognesl  (an.  1446),  116,  11-12 :  vi  giunge  e  si  riu- 
nisce  ai  pred.  I'esercito  Bolognese  a  Budrio,  12-13; 
vi  h  di  passagglo  Francesco  Sforza  che  vi  riceve 
molti  presenti  d.  Senato  dl  Bologna  offertigli  da 
Carlo  Malvezzi  (an.  1447),  123,  3-4;  vi  fc  rovinato 
il  raccolto  da  un  temporale  (an.  1448),  125,  31-33; 
ne  partono  raolti  fuorusciti  per  tentare  l'Irapresa 
di  Bologna  (an.  1451),  138,  10;  danneggiato  dalla 
terapesta  (an.  1453),  143,33-34;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  150,  34-35;  vi 
glunge  Galeazzo  Maria  Sforza  che  lasciatovi  I'eser- 
cito  va  a  Bologna  (an.  1467),  193,  37;  il  pred.  vi 
torna,  46;  cf.,  40;  costo  delPuva  (an.  1491),  262,  48- 
49;  vl  alloggiano  mllizie  francesi  di  passaggio  nel 
Bolognese  (an.  1503),  323,  33-34;  vi  passano  cinque- 
cento  Svizzeri  d.  re  di  Francia  diretti  a  Napoli  ca- 
glonandovi  molti  dannl,  .124,  1-2;  luogo  d'origine 
d.  Mazzoll,  385,  11. 

BoRGO  Panigalb  Vkcchio.  Vi  h  rovinato  11  raccolto  da 
un  temporale  (an.  1448),  125,  31,  33;  danneggiato 
dalla  terapcsta  (an.   1453),   143,  33-34. 

Borgo  San  Donnino  patrla  di  Antonlo  padre  di  Gene- 
slo  calderaro,  76,  28-39;  e  di  Ciiovannl  e  Alessan- 
dro  Bernardini,  132,  3-4 ;  vi  giungono  Carlo   VIII 


re  di  Francia  e  Lodovico  Sforza  (an.  1494),  283, 
32-33;  lo  Sforza  ne  riparte  per  Milano,  34;  vi  si 
trova  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1507),  362,  14-15; 
ne  partono  Alessandro  e  Giovanni  Bentivogllo  che 
vi  erano  rifugiati,  366,  36;  v.  anche:  Giorgio  dal 
Borgo  San  Donnino. 

BoRGO  San  Lorenzo  occupato  con  inganno  e  saccheg- 
giato   da   Alessandro    Sforza  (an.  1469),  201,  26-37. 

BoRGO  San  Sepolcro.  Vi  si  salvano  i  Piccinino  padre, 
e  figllo  e  Guidantonio  Manfredi  dalla  sconfitta  di 
Anghiari  (an.  1440),  63,  31-23;  ric,  65,  9;  Astorre 
Manfredi  vi  rlraane  prigioniero  di  NicoI6  Garaba- 
corta,  71,  31-32. 

Borgogna  (arciduca)  r.  Filifpo  arciduea  di  Borgogna. 

—  (coNTE  Dl)  \comn  Burguniliae\  titolo  dell'imp.  Mas- 
similiano,  279,  19. 

—  (duca  Di)  \du!*  Burgundiae]  titolo  deirirap.  Massi- 
miliano,  ereditato  dalla  moglie  Maria, 
279,  19. 

—  (DuCHi)  V.  Filifpo  III  il  Buono  (aa.  i4ig-z46i)\ 
Carlo  il  Temtrario  (aa.  1467-/477). 

BoRGOGNlNI  Ercole  figUo  di  Giovanni,  321,  29;  no- 
taio;  in  Roma  alla  presenza  d.  pp.  roga  l'istru- 
raento  d.  pace  tra  i  Bentivoglio  e  il  duca  Valen- 
tino  (an.  1502),  319,  4-6;  roga  l'istruraento  di  con- 
tratto  di  matrimonio  tra  Costanzo  Bentivoglio  e 
una  parente  d.  Borgia  (an.   1503),  321,  28-29. 

BoRGOGNiNi  GiovANNi  padre  dl  Ercole,  321,  29. 

BoRGOGNONi  GiACOMO  aluta  Gaspare  Canetoli  e  1  fuo- 
rusciti  Bolognesi  a  entrare  In  Cento  (an.  1447),  121, 
24-25. 

BoRNlNO,  BoRNio  V.  Bmnino. 

BoRROMEO  V.  Scrittori  B. 

BoRROMEO  coNTE  FiLiPPiNO  \Filifpifto  Borromto]  h  fatto 
imprigionare  da  Lodovico  Sforza  (an.  1495),  288, 
13-14;  a  istanza  di  Giovanni  Bentlvoglio  e  liberato, 
ma  confinato  priraa  a  Bologna,  14-17,  poi  a  Fer- 
rara  (an.   1496),   17. 

BoRROMEo  CONTE  GiovANNl  \Giovanni  Borromei]  h  rap- 
presentato  dal  dottore  Bernardino  alle  nozze  dl 
Annibale  Bentivoglio  in  Bologna  (an.  1487),  236, 
32-33. 

BoRSELLi  o  Albertucci  Andrea  padre  dl  Girolamo,  293, 
30;  amico  di  Antonio  Galeazzo  Bentivoglio,  6,  19; 
con  altri  accorre  armato  sul  sacrato  d.  fratl  di  San 
Giacomo  (an.  1428),  18-20;  cf.,  32;  con  Egano  Lam- 
bertini  per  ordine  d.  leg.  recasi  in  Piazza  a  difesa 
d.  Chiesa,  22-24 ;  h  cacciato  con  gli  altri  dai  Ca- 
netoli,  24-26;  e  bandito  di  Bologna  con  i  figli  (an. 
1430),  19,  36,  36;  nei  capltoli  d.  pace  e  riconfer- 
raato  a  lui  e  ai  figliuoli  il  bando  dalla  c.  e  terri- 
tori  di  Bologna,  Modena  e  Imola  sotto  pena,  se 
vi  raancassero,  d.  confisca  d.  beni  e  d.  punizlone 
sancita  negli  Statuti  (an.  1431),  28,  42-46,  48-49. 
Borselli  o  Albertucci  GiovANNA  [  Giovanna  Burselli] 
Doraenlcana;  f  ed  i  sepolta  nel  cimitero  d.  suo 
ordine  e  annoverata  tra  le  beate  (an.  1461),  178, 
11-13. 
BoRSBLLi  GlovANNi  padre  di  Pletro,  105,  3. 
Borsblli  o  Albertucci  Girolamo  [«V  Borstllo,  fratt 
yeronimo  Albertucci]  figlio  dl  Andrea;  frate  predi- 
catore  e  storico  f  (»"•  i497)i  ^93,  30-31 ;  sue  opcre, 
33-33;  «la  sua  storia  di  Bologna  i  ric.  dal  Ghlrar- 
daccl,  CXXX,  34-35  „. 


540 


INDICE    ALFABETICO  [BorseUi  Oirolamo-Brama  (w»<-»t»)J 


"RoRfEUJ  o  AuKllTVOCi  GiROLAMO  Cromea  Gtsttram 
ac  faelorum  mtmorabiliHm  civilalis  Benonia»  rlc, 
CXXXVI.  15,  .-.r,  fa$s»  eit.,  i-v  „. 

BOMELLi  PlETRO  figllo  di  Giovannl,  101,  3;  reita  uc- 
cIm  per  struda  combattcndo  rontro  1  Canrtoll  (an. 
1445),  105,  3-3;  cf.,  104,  3»-35;  106,  40. 

BoRso  V.  Ctrreggio  {Ua)  B.,  Etlt  (Z)')  B.,  SerinMi  B. 

BosciiETTi  Albkrto  tcnt»  dl  occupare  la  rocca  dl  Ca- 
stelfranro  pcr  darla  alla  Chlesa  e  ottenerne  lauto 
premio  (an.  1438),  8,  37-31;  modo  da  lui  usato  • 
questo  intento,  31-41;  a  un  segnale  datogli  da  amlci 
tuoi  ai  accosta  alla  rocca  per  entrarvi,  41-43 ;  i  ri- 
buttato,  41-44;  nioltl  auol  amlcl  vl  restano  morti, 
44-45. 

BoscHETTi  Albkrto  modcnesc ;  prende  parte  con  Glulio 
e  Ferdinando  d'Este  a  una  congiura  per  uccldere 
Alfonso  e  Ippollto  d'Este  (an.  1506),  343,  34-31; 
scopertosl  U  dlsegno  fc  implccato  e  squartato,  3»-30. 

Bosco  GiovAHNi.  Conoscendo  11  malvolere  d.  leg.  nella 
pace  con  Bologna  delibera  di  darle  seguito  prescln- 
dendo  dai  suo  consenao  (an.  1431),  29,  23-34;  parte 
di  San  Giovannl  In  Persiceto  e  va  alia  Certosa,  ove 
convoca  gli  ambasc.  d.  Senato  e  Bartolomeo  dal 
Pozzo  inviato  d.  pp.,  34-36;  con  i  prod.  dellbera  di 
dare  esecuzione  al  capitoli  gii  approvatl  dalle  due 
parti,  36-2»;  fc  el.  governatore  di  Bologna  dai  Bo- 
lognesi,  che  mandano  sei  messi  ad  annunciargliene 
ia  nomina,  33-39;  h  dai  pred.  condotto  a  porta  San 
Fellce  ove  i  aspettato  dal  Gonfalonlere  Francesco 
dei  Bue  con  quattro  Anzianl  e  moiti  gentiluomlnl, 
39-43;  h  condotto  al  Pal.  ove  gli  sono  rccati  i  gon- 
faloni  d.  libert&,  d.  popolo,  d.  pp.  e  d.  Chlesa, 
43-45;  con  lui  viene  il  Gattamelata  cap.  d.  Chiesa 
con  centocinquanta  soidati,  45-46;  bandisce  che  h 
dl  nuovo  litjero  II  commercio  con  Bologna,  48-50; 
toglie  l'lnterdetto,  30,  1-3;  avvertlto  di  un  com- 
plotto  d.  fuoruscltl  per  impadronirsi  di  San  Gio- 
vanni  in  Perslceto,  d'lntesa  con  Bartolomeo  Zam- 
l>eccari  e  con  Battlsta  Canetoli,  vi  manda  Gaspare 
Canetoli  e  Tommaso  Ghisilieri  con  duecento  fanti, 
36-38;  fa  assediare  Castei  San  Pietro  che  tosto  si 
rlduce  all'obbedienza  d.  Chiesa,  43-45;  e  revocato 
dal  pp.,  46. 

Bosio  [^KMo]  V.  Sforza  B. 

Bossi  Carlo  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bo- 
logna  (an.   1459),   168,  48;   169,  7. 

BoTTARBLLO  r.  Biagio  dttto  Bottarello. 

BOTTRIGARI  (famiglia)  "  h  rapprcscntata  nel  Theatro 
moral*  cW  modtrm  Ingtgni. . . .  d.  Ghlrardaccl,  XXIV, 
33,   3S  „. 

BOTTRIGARI  Alessandro  \AUssandro  Butrigari,  Buttri- 
garo,  Alessandro  degli  Altssandri  Bulrigaro\  dot- 
toree  procuratore  causldico;  padredl  Giovanni,  49, 
38;  compra  la  casa  dl  Giovanni  da  Imola  in  Via 
Nuova  [s.  a.],  38-39;  cf.,  290,  30-31,  che  rifa,  31;  h 
sindaco  dl  Bologna  nel  compromesso  per  la  rie- 
dificazlone  d.  Chiusa  d.  Serino  (an.  1440),  67,  6-10; 
h  degli  Anziani  con  Annibale  Bentivogllo  Gonfa- 
ioniere  (an.  1489),  255,  6-7;  e  degii  Anziani  e  ac- 
compagna  Paolo  Orsini  per  conchiudere  ia  pace 
col  Valentino  (an.  1501),  304,  43-43,  44;  il  che  e 
fatto  con  strumento  di  Cesare  Nappi,  «4-45;  torna 
a  Bologna,  45-46;  con  Francesco  Fantuzzi  va 
ambasc.  di  Bologna  al  pp.  esponendogll  le  ragioni 


In  farore  d.  c  e  d.  BcntlTogiio  (an.  1503),  313, 
14-17;  il  pp.  riiponde  loro  che  tornino  a  Bologna  e 
aTvislno  II  Senato  e  i  cittadini  di  pentare  al  casi 
ioro  e  dl  Ilberarsl  dai  Bentivoglio  che  li  conduce- 
▼ano  a  rovlna,  17-30;  tale  riiposta  tcrive  tubito 
al  Senato,  33-33;  e  mandato  dai  Senato  di  Bologna 
al  Valentino  in  Imoia  a  toiiecltarne  la  firma  ai 
capltoli,  319,  31 ;  roRE  I  capltoli  in  cul  h  ttabliito  il 
matrimonio  tra  la  nlpote  dl  Alettandro  VI  e  Co- 
stanzo  Bentlvoglio,  320,  38-39;  t.  '^  ^  tepoito  in 
San  Francesco  nella  cappella  da  lui  rettauraU  (an. 
iSos),  336,  16-18. 

■  BoTTRiGARi  Enrico  storlco  Bologncse  rlc,  IV,  4-S,  6  „. 

BoTTRiOARi  Galkazzo  [GaltaMMo  Buttrigarf]  dottore; 
accompagna  Antongaleazzo  Bentirogllo  alla  corte 
di  Luigl  Xn  In  Francla  (an.   1503),  310,  3W9. 

BoTTRiOARi  GlACOMO  [Giacomo  Butrigar/]  confinato 
a  cinquanta  miglia  da  Bologna  neile  terre  d.  Chie- 
sa  perchi  amico  d.  Bcntivogiio  (an.  1507),  362,  33- 

34,   45-46;   363,    1-3. 

BoTTRiOARi  GiovAirai   figlio   di  Aletsandro;  c«v.  au- 

rato  ric,  49,  38. 
BoTTRiOARl    GiDLlo    [Giulio    Bulrlgari,   Buitrtgari]    h 

mandato  con  altri  dai  governatore  allo  Scappi  a 
chiedergii  la  restituzione  di  porta  San  Mamolo  a 
qualunque  condizione  (an.  1508),  381,  8-13;  pretete 
avanzate  dal  pred.,  che  vengono  ferraate  In  capl- 
toli,  13-36;  torna  al  Senato,  37-38;  roga  Tatto  d. 
sicurti  concessa  dal  governatore  a  Gaspare  Scappi 
e  ai  suoi  compagni  e  d.  quaie  sono  chiamati  mal- 
levadori  Giovannl  Campeggi,  Aiberto  Carboneti, 
Virgilio  Ghlsilicri,  Antonio  Legnanl,  Giacomo  dal- 
le  Armi,  Girolamo  Lodovisi,  382,  4-9;  h  multato  in 
seicento  ducatl  per  ia  riedificazione  d.  pal.  Mare- 
scotti,  386,  8;  389,  7\  torna  a  Bologna  con  ii  ieg. 
Alidosi  (an.  1509),  396,  34-36. 

BoTTiGARi  Laudo  h  el.  degll  Anziani  (an.  1444),  97,  36. 

BoTTRiOARi  PiETRO  [Pittro  Butlrigari]  h  muitato  in  cen- 
to  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Maretcottl  (an. 
1508),  386,  13. 

Bovi  (pamiglia)  V.  But  (Dtl). 

Brabantk  (duca  di)  [dux  Brabantiat]  titoio  dell'imp. 
Massimillano,  279,  17. 

Bracci  Grifforte  [Grifforte  Braceio]  si  rec«  a  Bolo- 
gna  con  Galeazzo  Maria  Sforza(an.  1459),  168,  48-49. 

Braccian:  Pietro  mugnaio:  e  costretto  ad  abbando- 
nare  la  sua  casa  in  Borgo  San  Pietro  infestata  da 
uno  spirlto  (an.  1438),  52,  34-37. 

Bracciano.  Vi  si  ferma  per  raoiti  giornl  Cario  VTn  re 
di  Francla  (an.  1494),  284,  36-37. 

Braccio  t.  Baglioni  B.,  Afontone  (Da)  B. 

Braccio  da  Reggio  giostra  nel  torneo  in  Bologna,  te- 
nutosi  per  definire  se  ia  Sapienza  o  ia  Fortuna, 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  NicoI6 
Rangoni  paladlno  d.  Sapienza;  e  ascritto  alla  terza 
squadra  vestita  alla  francese  (an.  1490),  258,  31,  34; 
il  suo  partito  soccombe,  262,    17-18. 

Bracola.  Vi  si  ritira  Galeazzo  Maria  Sforza  con  i'eser- 
cito  d.  Lega  (an.  1467),  194,  34-35;  ii  pred.  ne  parte 
per  la  Riccardina.  35-36. 

Braiguerra  t,  Caecianemici  B. 

Braika  V.  Tommaso  dolla  Bredna  (caffella  di  Saii). 

Brama  (?)  (vEscovo)  rappresentando  il  re  di  Napoli  alle 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  in  Boiogna,  va  In- 


[Brama  (vescovo)-Brmghtlla.] 


INDICE  ALFABETICO 


541 


contro  agli  sposi  fuori  porta  di  Galliera  (an.  14S7), 
236,  32-34. 

Brancadello  IBrancadal/e]  v.  Zonchi  B. 

"  Brakchbtta  (abate)  fa  rlcerche  per  il  march.  Guido 
Bentivoglio  sulla  nascita  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.   1758),  XCII,  20-22,34-35;  XCVI,  14-1»;  XCVIII, 
6,  13-14,   34-38;    XCIX,    26-31;    sue  lettere  al    march. . 
per  la  detta  questione,  CLX,  10-11,  25  „. 

Branchstta  Alessandro  e  confinato  perche  amico  d. 
Bentivoglio;  (an.  1507),  362,  33-34,  39;  multato  in 
cento  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti 
(an.  1508),  386,  41. 

Brancuccio  V.  Elmi  B, 

Branda  V.   Castiglione  {Da)  B, 

Brandolimi  TiBfiRTO  [Srandoltno,  conte  Brandolino]  pa- 
dre  di  Sigismondo,  165,  16;  di  Lionello,  193,  17; 
milita  neiresercito  raccolto  in  Imola  per  la  Chiesa 
da  Antonio  Bentivoglio,  Micheletto  Attendolo  e 
NicoI6  da  Tolentino  (an.  1428),  8,  24-26;  e  condot- 
tiero  per  la  Chiesa  nelI'esercito  d.  Caldora  (an. 
1430),  20,  20,  23;  sempre  al  servizio  d.  Chiesa  ricon- 
quista  Monteveglio  in  pro'  di  Bologna  (an.  1433), 
36,  7;  %  a  Castelfranco  con  milizie  d.  Chiesa  per 
combattere  i  Bolognesi  (an.  1434),  39,  13-14;  si  salva 
con  la  fuga  nella  rotta  data  dal  Piccinino  all'eser- 
cito  d.  Lega  contro  il  duca  di  Milano,  40,  23;  e 
amicissimo  d.  Gattamelata,  41,  24;  con  i  suoi  sol- 
dati  che  erano  per  la  Chiesa  in  San  Giovanni  in 
Persiceto  passa  a  Confortino,  lo  prende  e  pone  a 
sacco  (an.  1435),  24-2T;  restituisce  a  Bologna  San 
Giovannl  in  Persiceto,  SanfAgata  e  Manzolino,  44, 
37-38;  al  soldo  d.  Veneziani  fc  inviato  ai  Bolognesi 
con  quattrocentocinquanta  cavalli  (an.  1443),  89,  35- 
36;  e  incaricato  dal  com.  di  Bologna  insieme  al  cap. 
Gottofredo  a  trattare  col  Tartaro  la  resa  di  Gallie- 
ra,  91,  »-12;  patti  concordati  col  pred.,  13-24;  in  uno 
scontro  coi  nemici  fuorl  d.  c.  ne  uccide  e  mette  in 
fuga  un  buon  numero,  25-i8 ;  approva  il  disegno  di 
Annibale  Bentivoglio  di  andare  col  popolo  contro 
le  milizie  di  Milano  e  liberarne  il  territorio,  92,  23- 
34;  esce  con  lui  di  c,  31-41;  e  prende  parte  alla  bat- 
taglia,  41-93;  1-36;  dopo  l'uccisione  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  fe  richiamato  da  Cento  frettolosamente  a 
Bologna  per  difendere  la  c.  (an.  1445),  104,  19-21 ; 
vl  giunge  con  i  suoi  soldati,  105,  46-47;  va  con  Ro- 
meo  Pepoli  contro  San  Giovanni  in  Persiceto  (an. 
1446),  115,  28-30;  combattendo  suIl'Adda  spia  i  va- 
lichi  non  guardati  dai  ncmici  e  v!  fa  passare  il  suo 
esercito  su  un  ponte  di  barche,  118,  S-7;  ci6  che  di 
aglo  a  tutto  resercito  Veneziano  di  trascorrere  nel 
Milanese,  7-11;  i  creato  dai  Vencziani  cav.  aurato 
per  essere  entrato  d.  primi  in  Milano  (an  1447), 
121,  18-30;  qualc  cap.  d.  duca  di  Milano  va  a  Bolo- 
gna  con  molto  seguito  ed  e  onorevolraente  rlcevuto 
specialmente  da  Sante  Bcntivoglio  e  dai  suoi  (an. 
1458),  165,  14-16;  parte  di  Bologna,  18;  va  ad  Imola 
ove  sposa  una  figlia  di  Guido  Antonio  Manfredi, 
11-30;  torna  a  Bologna  con  la  m.  e  abita  in  casa  di 
Sante  Bentivoglio,  31-33;  ne  riparte  con  la  sposa  e  la 
nuora  e  va  nel  Parmigiano  a  casa  sua,  23-34;  accora- 
pagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (1459),  168, 
48;  169,  4;  Giovanni  Plccinlno  bologneie  fe  un  suo 
soldato,  171,  35-36;  b  fatto  imprigionare  dal  duca 
Sforza  perchfe  roleva  abbandonarc  la  sua  condotta. 


ma  i  suoi  figli  non  sono  molestati  (an.  1462),  179,  1-3. 

Brandolini  Francbsco  [C«ec0]  fugge  con  duecento 
cavalli  da  Lodovico  Malvezzi  e  ripara  pr.  Sigi- 
smondo  Malatesta  (an.  1461),  175,  41-43;  nella  bat- 
taglia  di  Castelleone  combattendo  per  il  Malatesta 
contro  ii    Malvezzi    rimane  gravemente   ferito,    41. 

BRANboLiNi  LioNELLo  figlio  di  Tiberto,  193,  17 ;  accom- 
pagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459), 
168,  48;  169,  3;  e  nelI'esercito  di  Bartolomeo  Col- 
leoni  contro  Firenze  (an.  1468),  193,  17;  resta  f 
nella  battaglia  alla    Mezzolara,   195,  31-33. 

Brandolini  [Maria  AntoniaJ  v.  BtntivogUo  M.  A, 

Brandolini  Sigismondo  [Gismondo  Brandolini]  figlio  di 
Tiberto  prende  in  moglie  Maria  Antonia  Benti- 
voglio  (an.  1458),  165,  17-18;  cap.  neiresercito  d. 
Lega  alWdice  (an.   1467),   194,  7. 

Brembo  (fiumis)  gonfiato  da  una  scaturigine  d'acqua 
scesa  da  un  monte  franatosi  per  la  pioggia,  straripa 
allagando  tutta  la  vallata,  strappando  il  ponte  e 
affogando  piu  di  duemila  persone  (an.  1493),  272, 
45-273.  1-5. 

Brentadori  Sante  [Sante  Brentadore]  partecipa  alla 
congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d. 
Bentivoglio  (an.  1508),  380,  10. 

Brescia  ric,  57,  48;  232,  16;  dal  pp.  Innocenzo  VIII 
sono  concessi  nella  sua  diocesi  benefici  a  Camillo 
Pepoli  (an.  1486),  234,  13;  afflitta  da  carestia  (an. 
'S05),  335,  19-30;  e  chiesta  dai  Veneziani  a  Luigi 
XII  (an.  1509),  393,  33. 
—  (territorio)  [Bresciana]  Nicol6  Piccinino  eil  march. 
di  Mantova  vi  prendono  molte  castella  e  vi  fanno 
saccheggi  (an.  1439),  58,  36-37;  ne  sono  occupati 
dal  Piccinino  fortezze  e  castelli  (an.  1441),  68, 
32-33;  Micheletto  Attendolo  vi  aduna  genti  per  or- 
dine  d.  Veneziani  (an.  1446),  115,  31-32;  vi  si  reca 
con  poca  gente  Sforzino  Sforza  per  porsi  agli  sti- 
pendi  di  Bartolomeo  da  Bergamo  (an.  1467),  192, 
34-35;  e  cominciato  a  molestare  dal  duca  di  Milano 
(an.  1483),  228,  7;  vi  seguitano  la  guerra  quei  della 
Lega  contro  i  Veneziani  (an.  1484),  230,  16-17;  vi 
passa  con  molte  forze  Giovanni  Bentivoglio,  17-19; 
il  pred.  vi  espugna  Longhena  e  Bagnuolo,  20-21. 

Bretbr  (De)  Gkminiano  contestabile;  t  al  riacquisto 
di  Sarzana  e  Sarzanello  combattendo  per  i  Fioren- 
tini  sotto  le  bandiere  di  Annlbale  Bentivoglio  (an. 
1487),  241,  36-38. 

BRI90NNKT  Guglielmo  [Brissorieta,  Cardinala  Sama/o] 
card.  d.  titolo  dl  Santa  Prudenzlana;  francese;  si 
reca  a  Bologna  con  Giulio  II  e'aIIoggia  in  casa 
di  Alessio  Orsi  (an.  1506),  356,  36-37;  accompagna 
il  leg.  di  Bologna  alla  sua  entrata  in  questa  c,  (an. 
1507),  365,  24-25;  e  dal  pp.  fatto  suo  leg.  pr.  il  re 
di  Francia,  395,  44-45;  passa  di  Bologna,  45-46;  ai- 
loggia  in  Pal.,  46. 

Brigida  V.   Ortini  B. 

Brigiua  (Cafpblla  di  Santa)  V.  Bologna  (Ciiese). 

Brigiua  (PRATi  Di  Santa)  abitano  nella  chlesa  di  San 
Cristoforo  di  Saragozza  (an.   1429),   17,  24. 

Brigida  (monachk  di  Santa)  abitano  fuorl  porta  di 
San  Vitale  (an.  1439),  17,  25. 

Brinuisi  [Boradici.']  i  domandato  ai  Venezianl  da  Fer- 
dinando  d'Aragona  (an.   1509),  393,  34. 

Brisiohblla  4  presa  da  Cesare  Borgla  (an.  1 501),  302, 
20;  h  asscdiata  e  presa  dalle  gcntl  d.   Chiesa   (an. 


542 


INDICE  ALFABETICO  IBrliigheUa-BudrioIi  Vlncenro) 


1509),  395,  it-U  ;  h  tacrheggUU  contro  1  pattl,  !%■»', 

rlc.  Jl,  35. 
Bmmoiusta  V.  Brifoniut  Gn/rlitlmo. 
Broccainoomo  \^Broccagr{ndouo\  v.  Bologna  (stradc). 
BroOCARDO  (coNTit) ;  §1  reca  a  Bologna  al  segulto  dl 

Glacomo  Plccinino  di  cui  i  canceiliere  (an.  1464), 

185,  l-IO;  i  fatto  (-oi   pred.   prlgionlero   dai   re   di 

Napoil  (an.  1465),  188,  M-30. 
Brocuiictta  Ambrosio  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 

19,  26.  43. 
Brocchi   Lorbnzo   \Broecko\   bandlto   di  Bologna   per 

avcre   preio   parte   alla   iiberazione  d.  prete  mago 

(an.  1453),  142,  S,  II. 
Bro/zi  Giacomo  contadlno,  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 

tivoglio  per  ie  nozze  (an.   1454).  151,  30-31. 
BRUaENSB  (vKSCovo)   [non    idcntilicabile]  favorito  dai- 

i'lmp.   Massimiliano;  ei.  card.  da  Giulio  II  nel  di- 

cembre    riservandoiie   la    pubbilcazione   ai    maggio 

dei  1507  (an.  1506),  360,  4«-46,  4»-4». 
Bruunati  V.  BrugMtto. 
Bruomktto  (VK.SCOVQ  ui)  \Bri*gnati\  v.  Bartolomeo  Ug- 

gcri  (aa.  147^-79)- 
Bruhi  Guouei.mo  [Gttlie/mo  dal  Bruno].  La  sua  casa  i 

sacciieggiata  e  incendiata  (an.  1445),  106,  «2,  47. 
Brunino  o  Bormino  [Bornio,   Burnino]    v.   Biancki  B., 

Bolognini  B.,  Sala  {Da)  B. 
Bruno  (ospeoale  1)1  San)  {Osfedale   di  San  Baono]  v. 

Boiogna  (osfedali). 
Brusculu  [^Brusculi].  Vi  passano  gli  aiuti  Bolognesi  dl- 

retti  al  duca  Borgla  verto  Firenze  (an.  1501),  306, 

43-44. 

Bruscolo  (conti  Di).  [Brusculi]  La  loro  casa  i  atterrata 
pcr  fare  ii  mercato  (an.  1496),  290,    16-17. 

Bru.scoi.0  (conte  ui)  Albbrto  ei.  d.  Signori  (an.  1508), 
385,  31-33. 

Bruscolone  (Don)  multato  in  quaranta  ducati  per  ii 
rifacimento  d.  pai.  Marescotti  (an.  1508),  387,  26. 

BUBANO  [casteUo  di  Hubanol]  in  quei  d'Imola;  cade  in 
potere  di  Bartoiomeo  Coiieonl  (an.  1467),  194,  32- 
33;  in  segulto  aila  pace  h  restituito  a  Taddeo  Man- 
fredi  (an.  1468),  199,  34;  preso  a  forza,  sacclieggiato 
e  devastato  dai  Francesi  (an.  1494),  278,  24-37. 

BuccA  (Dalla)  V.  Boccki. 

BuccARiNi  Francesco  ^  bandito  di  Boiogna  (an.  1430), 
19,  26,  37. 

BuccBl  r.  Bocchi. 

BuciNO  V.  Mussolini  B. 

BuDRiE  [Z.«  Budrit].  Vi  indietreggia  i'esercito  Boio- 
gnese  in  assedio  a  San  Giovanni  in  Persiceto  (an. 
1446),   115,   4S-46;  ric,    116,   13. 

BuoRio  [Butrio]  e  preso,  sacclieggiato  e  incendiato  da 
Antonio  Bentivoglio  e  da  Nicolu  da  Toientino  (an. 
1438),  9,  14-15,-  nei  pressl  vi  sosta  i'esercito  di  Gia- 
como  Caidora,  donde  fa  scorrerie  sino  a  Boiogna, 
10,  2-4;  vi  si  recano  Baidassare  OflSda  pod.  di  Bo- 
iogna  e  Pier  Giampaoio  Orsini  cap.  d.  soldati  d. 
pp.  (an.  1436),  47,  39-40;  i  pred.  vi  radunano  i  con- 
tadinl  per  assaiire  aiI'improvviso  Francesco  Sforza, 
40-41;  vi  fugge  l'Offida  vinto  alia  Riccardina  daiio 
Sforza,  48.  I ;  h  assediato  da  questo,  3;  i  suoi  abi- 
tanti  minacciati  di  distruzione  dailo  Sforzagii  con- 
segnano  i'Offida,  2-8 ;  l'Orsini  k  irritato  contro  gil 
abitanti,  che  accusa  d.  rovina  d.  suo  esercito  e  di 
avere  tradlto  i'OfiSda,  35-27;   II   pred.   vi  entra  con 


un  Inganno  per  vendicani  d.  tortl  ivl  ricevnti  e 
il  Impadronitce  d.  caitello  (an.  1437),  49.  3*-47,  ma 
vl  i  aiiediato  dagil  abitanti,  47-50,  i  quail  rifiu- 
tano  all'Oriini  quanto  domandava  per  uicirne,  I- 
6;  lono  aiiora  atiaiitl  dai  pred.  In  una  tortlta 
con  tale  impeto  che  vanno  In  fuga  e  moltl  riman- 
gono  mortl  o  feriti,  6-1;  i  laccheggiato  dall'Onini 
che  poi  ne  parte,  (-4;  tiene  per  Nicoid  Piccinino 
(an.  1443),  83,  45-46;  ric,  89,  23-33;  tconfitto  ii  Dai 
Verme  ti  rende  a  Bologna,  94,  7-»;  vi  i  Plctro  da 
Navarrino  con  trecento  caTalll  pcr  Boiogna  (an. 
1445),  104,  IS;  vi  si  reca  Taiiano  di  Forii  e  gii  di 
battaglia,  110,  3-4;  ii  pred.  vl  fabruclare  moltecate, 
4-5;  vi  paisa  Luigi  Gonzaga  mettendone  a  tacco  ii 
territorio  (an.  1449),  133,  IS;  fa  un  dono  «  Sante 
Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  150.  3*-27 ;  vi 
si  manifesta  un  grande  Incendio  (an.  1458),  166, 
25-37;  fa  un  presente  aile  nozzc  di  Giulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),  184,  44;  dannegglato  da  una  tem- 
pesta  (an.  1467),  198.  4-5;  coipito  daiia  pettilenza, 
S-4;  gii  abitantl  ofTrono  ii  casteiio  ai  Veneziani  In 
cambio  d'aiuto,  ma  l'offerta  non  i  accettata,  e  i 
messi  recatisi  a  Venczia  sono  impiccatl  per  inca- 
rico  d.  Senato  di  Bologna  (an.  1481),  223,  30-32;  II 
Senato  vi  manda  armigerl  a  difenderio  contro  11 
Valentlno  (an.  1502).  311,  4t-S0;  astalito  dai  march. 
Gonzaga  virilmente  ti  difende  e  non  cede  (an.  1506), 
346,  31-33;  si  rende  ai  pred.  per  ordine  di  Giovanni 
Bentivoglio,  348,  23-27;  di  qul  le  genti  d.  march. 
fanno  tcorrerie  nei  dintorni  d.  c,  27-28;  fa  un  pre- 
sente  di  vcttovagiie  ai  pp.  Giulio  li  in  Bologna, 
360.  23-33 ;  V.  anche  Antonio  (frate)  da  Bndrio,  Bar- 
tolomeo  da  Budrio,  Domcnico  da  Budrio,  Ptontino 
da  Budrio. 

Bin>RioLi  Cbsare  muitato  in  centottantatei  ducati  per 
11  rifacimento  d.  pai.  Marescotti.  alia  cul  rovina 
aveva  preso  parte  (an.   1508),  387,   23. 

BuoRioLi  Gentile  figlia  di  Nicoi6,  294,  30,  e  mogiie  di 
Alessandro  Rinieri  cui  aveva  portato  in  dote  cin- 
quecento  ducati  d'oro,  33,  30-31 ;  e  abbruciata  viva  in 
Bologna  quale  strega  e  f  stoicamente  (an.  1498),  295, 
15-18;  cf.,  294,  23-24;  sue  maile,  27-33;  tua  confet- 
sione,  sue  abitudini,  pratiche  eretiche  e  sortilegi, 
33-295,  1-14;  era  moito  amata  da  Ginevra  Bentivo- 
glio,  che  ie  aveva  maritata  una  figliuoia  e  messe 
due  nei  convento  di  Santa  Marta,  14-31,  eche  I'avreb- 
be  saivata  se  non  avesse  confessate  tante  ribaiderle, 
18-14;  abitava  nei  torrazzo  di  San  Francesco,  21. 

Budrioli  GiAcoMo  [lacomo  Bndriolo]  i  d.  Venti  d.  po- 
polo  pel  quartiere  di  porta  Ravegnana  (an.  1506), 
352,  4;  e  dal  popolo  el.  ambasc.  ai  pp.,  353,  36-27; 
va  ad  Imola  con  tre  compagni,  28-24;  sono  assai 
b«n  ricevuti  da  Gluiio  II  che  ii  Intrattiene  lulle 
cose  di  Bologna,  24-30;  sono  dal  pred.  rimandati 
a  Bologna,  30-32;  riferiscono  ai  Senato  ie  buone 
disposizioni  di  Giulio  II  e  ne  annunziano  1'arriTO 
per  San  Martino  insleme  ai  card.,  32-35;  ei.  Goa- 
faioniere  d.  popoio  dal  pp.  pei  quartlere  di  portm 
Ravegnana,  359,  44. 

BuDRioLi  NicoLo  [yicolh  Budriol»]  padre  dl  Gentile,  294, 
30;  suo  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  ie  nozze  (an. 
1454).  149.  48;  fa  un  presente  alie  nozze  di  Glulio 
Malvezzl  (an    1464),  184,  34. 

BuDRiou  ViMciNzo  i  mandato   da  GiOTanni   Bentivo- 


[Budrioli  Vincenzo-Busseto] 


INDICE  ALFABETICO 


543 


glio    a   Giovanni    Sforza   con  un   ricco  dono   (an. 
1479),  275,  36-38. 

BUE  (Del)  [Bovi]  "  la  loro  famiglia  e  rappresentata  nel 
Theatro  morale  de'  moderni  ingegni ....  d.  Gliirar- 
dacci,  XXIV,  22-27  „. 

BuB  (Del)  Conte  \conte  dal  Bh]  giostra  nel  torneo  In 
Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la 
Fortuna  prevalga  helle  cose  umane,  al  seguito  di 
Nicolo  Rangoni,  paladino  d.  Sapienza;  e  a  capo 
d.  quarta  squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490), 
258,  34-35;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-18. 

BuE  (Del)  FraNcksco  YFranceseo  Del  Bue,  dal  B})\  quale 
seguace  d.  Canetoli  gli  sono  fatte  sequestrare  dal 
pod.  Offida  tutte  le  armi  che  possedeva  (an.  1435), 
44,  39-<2 ;  deve  fare  una  sicurta  di  cinquemila  lire 
essendo  chiamato  in  giudizio  a  rendere  conto  d. 
sua  gestione  circa  i  dazi  e  le  entrate  d.  c,  45-48 ; 
pu6  tornare  in  Bologna  da  cui  era  bandito  (an. 
1439),  57,  35;  la  sua  casa  fe  saccheggiata  e  distrutta 
(an.  1445),  106,  4J,  45. 

BUE  (Del)  Giacomo  \Giacomo  dtl  Bue,  Giacomo  dal 
Bo\  dottore  d.  Studio,  345,  45 ;  el.  ambasc.  d.  Senato 
di  Bologna  ad  Alessandro  VI  (an.  1502),  314,  J9-32; 
espone  al  pp.  rimpossibilita  d.  Bentivogllo  di  muo- 
versi  da  Bologna,  10-13;  fe  mal  ricevuto  da  Ales- 
sandro  che  non  gli  crede,  13-15;  gli  e  ingiunto  dal 
pred.  di  recarsi  coi  compagni  dai  card.  Trivulzio, 
De'  Medici,  Riario  e  Cesarini,  16-19;  scrive  al  Se- 
nato  e  ai  Bentivoglio  che  il  pp.  tenta  ogni  via  per 
avere  Bologna,  19-31;  fe  dal  Senato  mandato  con  al- 
tri  ambasc.  a  Glulio  II  a  SanfArcangelo,  45-47; 
giunto  a  Cesena  coi  compagni  e  raggiunto  da  un 
messo  di  Giovanni  Bentivoglio  che  loro  fa  premura 
di  passare  su  territorio  veneziano  essendo  stato  uc- 
ciso  in  Bologna  Bernardo  Gozzadini  amato  dal  pp., 
46-346,  1-17;  va  a  Cervia  e  di  li  chiede  un  salva- 
condotto  a  Giulio  II  che  lo  accorda,  17-21;  recatosi 
con  gli  altri  a  SanfArcangelo  il  pp.  proibisce  loro 
di  partire  senza  licenza,  21-23;  rimanda  a  Bologna 
il  suo  seguito  alPinfuori  di  un   servitore,  23-24. 

BuE  (Del)  Uli.ssf.  [  Ulisse  Boi\  &  confinato  perche  amlco 
d.  Bentivoglio  (an.  1507),  362,  33-34,  40. 

BuOATTi  Antonio  \Antonio  Bttgatt6\  e  multato  in  cento 
ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti,  alla 
cui  rovina  aveva  preso  parte  (an.   1508),  387,  20. 

BuGATTi  Ercole  \Brcole  Bugatto]  con  Filippo  Rusti- 
gani  e  Giangaleazzo  Galluzzi  insieme  a  cento  com- 
pagni  d.  Mascarella  ha  in  consegna  dal  popolo  la 
porta  d.  Pal,  (an.  1506),  352,  22-24. 

Bulgari  (corte  dei)   V.  Bologna  (strade), 

BuLLi  Galeazzo  roga  l'atto  di  donazione  d.  castelli  di 
Covo  e  dl  Antignano  e  d.  ponte  di  Pizzlghettone 
fatta  da  Giangaleazzo  Sforza  a  Giovanni  Benti- 
vogUo  (an.  14S0),  221,  39-40. 

"  BuMALDi  GiovANNi  Antonio.  [Pscudonimo  ana- 
grammatico  di  Ovidio  Montalbani]  Mi- 
nervalia  bonon.  civiura  Anedemata  seu  Bibliotheca 
Bononicnsis  ric.  XX,  14-16,  31  „, 

BuoGO !  c.  Burgoi. 

BuoNA  V.  Bona. 

BuoNAMici    GiAcoMo  padre  di  Matteo,  112,  14. 

BuoNAMlci  Mattko  [Mallkio]  figlio  di  Giacomo,  1 12,  14; 
fc  fatto  prigioniero  al  Sasso  di  Glossina  (an.  1445), 
112,  I3-U;  fe  implccato,  27-28. 


BuoNARROTi  Michelangelo.  Per  incarico  d.  Senato  di 
Bologna  fonde  una  statua  in  bronzo  di  Glulio  II 
(an.  1508),  385,  22-23;  ne  ha  in  mercede  mille  du- 
cati  d'oro,  23-34. 

Buoncompagni  Giacomo  e  d.  Venti  d.  popolo  pel  quar- 
tiere  di  porta  San  Pietro  (an.  1506),  342,  6-8;  e  dal 
pp.  Giulio   II  creato   Massaro   d.    Merciai,    360,  2. 

Buonconvento  castello  sul  Reno;  vi  si  reca  il  Caldora 
con  parte  dell'esercito  per  pigliarvi  la  torre  di  Bat- 
tista  Canetoli  (an.  1429),  13,  45-46;  il  pred.  non  vo- 
lendo  che  l'edificio  fosse  rovinato  lo  da  in  possesso 
al  Caldora,  46-47 ;  Luigi  dal  Verme  ne  corre  il  ter- 
ritorio  saccheggiando  e  distruggendo  le  campagne 
(an.  1443),  90,  6-7;  vi  si  reca  Luigi  da  Sanseverino 
da  Casalecchio,  e  ne  riparte  per  Argile  (an.  1445), 
110,  39-40;  ne  rovina  la  torre  ove  erano  duecento 
corbe  di  grano  di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1486), 
235,   13-14;  V.  anche   Tommasino  da  Buonconvento. 

BuONFlGLi  •p,  Bonfioli. 

BuoNFli  V.  Bonfioli. 

BuoNFto  V.  Bonfiglio. 

BuoNGiovANNi  V.  PiacevoU  B. 

BuoNiFORTE  V,  Meleto  B. 

....  Buonmartino  [Smo'  Martind]  macinatore;  suo  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  35-36. 

....  BuoNO  barbiere  di  Galeazzo  Maria  Sforza  ;  lo 
accompagna  a  Bologna  (an.  14S9),   169,  15,  17. 

BuoNO  !  (ospedale  di  San)  V,  Briino  (pspedale  di  San). 

BuoNo  (Dal)  Bartqlomeo  padre  di  Pietro,  97,  38. 

BuoNo  (dal)  Pietro  figlio  di  Bartolomeo,  97,  38 ;  c  el. 
degli  Anziani  (an.  1444),  97,  38;  sua  moglie  mentre 
lavorava  in  casa  e  incenerita  da  un  fulmine  (an. 
1489),  254,  1-7. 

BuoNTKMPi  Candiuo  di  Perugia,  h  pod.  di  Bologna 
(an.  1463),  102,  13-14;  «  LXVI,  S-6  „. 

BuoNVALORE  Lattanzio  di  Bologna;  e  cit.  a  difendersi 
(an.  1508),  392,  16. 

BuONZANiNo  V.  Bontanini, 

Buoso  X).  Bosio. 

BURATINO  V.  Buraltini. 

BuRATTlERI  V.   CUodaroH  0  Burattieri. 

BURATTINI  GiovANNl  [Giovanni  di  Buratino]  chioda- 
rolo;  prende  parte  aIl'uccisione  di  Annibale  Ben- 
tivoglio(an,  144S),  103,  28-30;  e  d.  Marescotti,  31-36; 
la  sua  casa  e  saccheggiata  e  bruciata  (an.  1445), 
106,  42;    107,  3. 

BuRGAU  (marchesf,  di)  [marchio  Burgoviao]  titolo  del- 
l'imp.  Massimiliano,  279,  20. 

BuRGONDiA  V,  Borgogna. 

BuROos   [Buogo !].    Vi   f   Don   Filippo   d'Austria   (an. 

1506),   359,   26-28. 

BUROoviA  V.  Burgau, 

BuRNlNo  V,  Brunino. 

BuRSRXLi  V.  Borstlli. 

Busi  Nicol6  contadino  di  San  Glovanni  in  Persiceto; 
suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an. 
1454).  151,  22. 

Buso  V.  Busi. 

BussETO  [Busse]  nel  territorio  di  Piacenza,  residenza  dl 
Glnevra  Bentlvoglio  (an.  1507),  368,  20-31 ;  cf.,  373, 
4»;  vi  t  la  pred.  aIl'improvviso,  374,  14-16; 
gli  Zoccoianti  non  possono  per  iette  anni  uffi- 
ciare  nella  loro  chiesa  per  avere  resi  gli  estremi 
onori  al  corpo  d.  pred.  scomunicata,  20-23. 


544 


INDICE  ALFABETICO   IBuMole  (dciu)  C-CaccUnemld  B  ) 


BtwMLB  (DA.LI.C)  CnMToroRO  »«TTO  SospiRO  »cconi- 
pagna  Glovannl  Bentlvoglio  in  pellegrin«ggio  • 
.     Loreto  (»n  1485),  232.  23-M,  il. 

Bd«to  Gxovawni  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 
M.  U. 

BuTRtoARi,  BuTRlOAHO  *.  BoUrigari. 

BuTRio  f.  Bmdrio, 

UuTTiuuuKi  GiovAKNi  Matsaro  degli  Stracclaroli ;  i 
mandato  con  gll  altrl  a  Firenze  per  invitarvi  ii 
pp.  a  Bologna  (an.  1435),  44,  2-15;  iie  torna,  16. 

BuTTRlOARi  V.  Bottrigari. 

Cacciafeub  V.  liartolomeo  detto  Caccia/edt. 

Caccialupi  lono  con  altri  ai  governo  di  Bologna  (an. 
14J0),  134,  41-M. 

Caccialupi  Antonio  padre  di  Lodovico,  191,  M. 

CaCCIALUPi  Looovico  [LoJovico  Caccialupfi\  figUo  di 
Antonio,  191,  36;  degli  Anziani  di  Bologna  per  por- 
ta  Ravegnana  (an.  1438),  54,  1,  t;  dura  in  carica  a 
tutto  dicerabre,  7;  partecipa  all'uccisione  di  Raf- 
faeie  Kosclierari  pcrpetrata  da  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1440),  61,  7-16;  presta  al  com.  di  Bologna  sei- 
cento  scudi  e  ne  diventa  tesoriere,  62,  U;  h  el.  degli 
Otto  deiravere  (an.  1443),  87,  13-14  ;  i  tra  gli  incari- 
cati  dl  attuare  i  provvedimenti  fiscali  deliberati  nel 
Consiglio  d.  Seicento,  88,  41-46;  e  degli  Anziani  che 
comminano  il  bando  ai  Canetoli  e  loro  seguaci  (an. 
1445),  107,  41-108,  1 ;  degll  Anziani  di  luglio  e  ago- 
sto,  109, 34 ;  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1446). 
113,  35-36;  i  mandato  dal  Senato  dl  Boiogna  ad 
assoldare  Francesco  Sforza,  114,  46,  clie  non  accetta; 
torna  a  Boiogna,  46-50;  i  inviato  a  Flrenze  con 
Azzo  da  Quarto  per  condurre  a  Bologna  Sante  ba- 
stardo  di  Ercoie  Bentivoglio,  118,  46-119,  l;  espone 
a  Neri  Capponi  e  a  Cosimo  dei  Medici  ia  ragione 
d.  sua  andata,  1-3;  presenzia  il  colioquio  d.  Cap- 
poni  con  Sante,  5-6;  avvisa  il  Senato  d.  venuta 
di  questo,  11-14,  con  11  quale  parte  per  Bologna, 
15-16;  h  inviato  dal  Senato  bolognese  a  Nicol6  V 
per  indurlo  a  benevole  consiglio  verso  la  c.  (an. 
1447),  120,  45-4S,  e  tanto  si  adopra  che  il  pp.  non 
insiste  neila  pretesa  d.  libero  dominio,  48-121,  1;  i 
dal  pred.  fatto  cav.  aurato,  1-3;  torna  a  Bologna  fe- 
steggiatissimo,  3-3;  &  degli  Anziani  di  marzo-aprile 
(an.  1449),  129,  34-35;  e  confermato  d.  Sedici  dei 
Reggimento  (an.  1453),  142,44,  46;  essendo  dei  Ri- 
formatori  prende  parte  alla  rinnovazione  degii 
Statuti  d.  c.  (an.  1454),  143,  3f,  33;  i  mandato  am- 
basc.  ai  Fiorentini  a  intenderne  l'animo  sui  disegni 
di  Giacomo  Piccinino  contro  Bologna,  147,  6;  torna 
con  risposta  favorevole  aila  c,  s-lO;  h  inviato  am- 
basc.  al  duca  di  Milano  (an.  1455),  154,  10;  espone 
al  pred.  ii  danno  che  gli  verrebbe  qual  signore  di 
Romagna  e  d.  Marca  se  il  pp.,  per  mezzo  di  Giaco- 
mo  Piccinino,  riuscisse  ad  avere  l'assoluto  dominio 
di  Bologna,  11-17;  ne  ottiene  aiuto  contro  U  Pic- 
cinino,  17-11;  segue  i'esercito  mandato  dal  duca  nel 
Bolognese,  19-30;  e  ambasc.  di  Bologna  a  Roma  per 
feiicitare  il  nuovo  pp.  Callsto  III,  157,  3-6  ;  di  nuovo 
si  reca  a  Roma  ai  seguito  d.  governatore  (an.  1456), 
163,  19-30;  e  di  nuovo  quale  ambasc  al  pp.  in  ri- 
guardo  di  Giacomo  Piccinino  (an.  145S),  165,  II- 
13;  per  ordine  d.  Senato  di  Boiogna  va  con  Cri- 
stoforo  Caccianemici  incontro  a  Galeazzo  Marla 
Sforza  sino  a  Parma  (an.  1459),  168,  31-34  ;  fe  man- 


dato  amlMUC.  a  Plo  II  a  Flrenze  per  accoropagnarlo 
nel  viaggio  a  Botogna,  169,  37 -M;  k  ambatc.  dl 
Bologna  ai  Congreiio  di  Mantova,  172,  17-11  ;chla- 
mato  con  altri  dai  pp.  i  arringato  dal  pred.  («n. 
L460),  173,  11,  33-36;  per  ordine  d.  Senato  accom- 
pagna  al  confine  Glacomo  Plccinlno  di  pasMggio 
•  Bologna  (an.  1464),  185,  lt-30;  al  tempo  d.  ler- 
rata  di  Paolo  II  fc  tra  1  tenatori  tedentl  i  primi  tel 
mesl  (an.  1466),  191,  36;  f  (an.  1475),  215,  31;  gll 
tuccede  nel  Senato  Gatpare  Bargeilini,  31-33. 

Caccianemici  (famiglia)  fc  rappretentata  nel  TlutUro 
morale  dt'  moderni  imgtgni  d.  Ghirardacci,  WIV, 
33-33  , ;  tono  con  altri  al  govcrno  di  Boiogna  (an. 
1450;,  134,  41-43;  rlc,  376,  49;  opera  vana  di  Glo- 
vanni  Bentivogiio  per  rappacificarli  coi  dal  Lino 
(1473),  377,  3-3;  cf.,  211,  34-37;  in  legulto  ali'ucci- 
lionc  dl  Antonio  dal  Lino  perpetrata  da  uno  di  loro 
sono  banditi  e  lc  loro  case  vengono  dittrutte,  37- 
35,  cf.,  377,  3-4;  banditi  dai  Bentivoglio  tornano 
in  Bologna  con  Giuiio  II  e  prendono  parte  al  corteo 
papale  dalla  Magione  al  Pal.  (an.  1506),  355,  36-37. 

Cacciamemici  Alberto  amico  degli  Zambeccari,  18, 
38;  falsamente  accusa  in  consigllo  Egano  Lkmber- 
tini  c  altri  di  volere  ricondurre  i  banditi  in  Bo- 
logna  e  di  volere  mutare  lo  ttato  d.  c.  (an.  1430), 
30-33;  &  smentito  dal  Lambertini  e  da  Nicol6  Mal- 
vezzi,  33-34;  riconosciuta  dagli  Anziani  faiia  la  sua 
testimonlanza,   vien  decapitato  in  Piazza,  19,  9-11. 

Caccianbmici  Alcssandro  figlio  di  Cristoforo,  211,  35; 
212,  14-15;  marito  di  Lucrezia  Maivezzi,  11:  dopo 
l'uccisione  di  Antonio  dal  Lino  perpetrata  dal  fra- 
tello  Bartolomeo  e  la  distruzione  d.  sue  case  fugge 
pr.  un  amico,  che  lo  tiene  occulto  (an.  1472),  211, 
35-36;  secondo  altra  rersione  chiede  assistenza  al 
leg.,  212,  13-16;  fe  confinato  col  padre  a  Mantova, 
17;  t  per  la  paura    avuta,  211,  39-40. 

CaccianemiCI  Baldassarre  [Salditiera,  BaiJeuera] 
cassiere;  etsendo  degli  Anziani  di  Bologna,  va  In- 
contro  al  nuovo  governatore  Marco  Condulmer 
(an.  1433),  33,43-44;  e  di  nuovo  degli  Aniiani  per 
porta  San  Pietro  (an.  1438),  54,  1,  5;  dur*  in  carica 
a  tutto  dicembre,  7. 

Caccianbmici  Bartolomeo  figiio  naturale  di  Crlsto- 
foro,  211,  34;  viene  a  parole  con  Antonio  dal  Lino 
(an.  1472),  34-35  ;  intervenuto  Giovanni  Bentivoglio, 
suo  padre  promette  a  questo  in  suo  nome  che  11 
Lini  non  sarebbe  piu  stato  offeso,  36-37;  Invece, 
incontratoio,  lo  ferisce  mortalmente,  pol  fugge  di 
c,  27-39:  diversa  versione  di  questo  fatto,  41;  212, 
1-5;  c  bandito  a  vita,  211,  34;  cf.,  212,  17-11. 

Caccianemici  Bassotto  [Basotto]  figilo  di  Guglielmo; 
si  mette  d'accordo  con  altri  banditi  di  Bologna  per 
impadronirsi  d.  castello  di  San  Giovanni  in  Persi- 
ceto  (an.  1431),  30,  30-36;  presta  al  com.  di  Boio- 
gna  duecentoventicinque  scudi  e  ne  diviene  teso- 
riere  (an.  1440),  62,  33;  interviene  alla  metsa  fatta 
celebrare  dai  Senato  di  Bologna  in  San  Giacomo  il 
giorno  di  Santa  Monica,  63,  5 :  e  vicario  per  Bo- 
logna  alla  Pleve  (an.    1462),   180,  3-3. 

Caccianemici  Braiguerra  padre  di  Cristoforo,  70, 
4«;  88,  44;  107.  M;  113,  7,  13:  134,  14;  191,  27;  c«- 
vaiiere;  i  ei.  d.  Sedici  Riformatori  d.  St«to  (an. 
1428),  7,  1-3;  fe  degii  Anziani  per  porta  San  Pletro 
(an.   1429),   11,  39-40;  h  el.  d.  Dieci  Riformatori  d. 


{Caccianemici  Braiguerra-Calabria]    INDICE  ALFABETICO 


545 


Stato,  43-44;  cf.,  14,  9-10;  h  d.  Dieci  di  Balla  (an. 
1434),  37,   36-37. 

Cacciamemici  Braigukrra  nipote  di  Cristoforo,  e  uc- 
ciso  da  seguacl  di  Giovanni  Bentivoglio  corsi  ad 
abbruciare  le  sue  case  (an.  1472),  211,  33-34;  cf.,  38; 
212,  10-13. 

Cacciani;mici  Caccianemico  figlio  di  Nicol6,  147,  3»- 
40;  scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio 
(an.    14S4),   147,  30-33,  39-40. 

Cacciakemici  Cksare  figlio  di  Cristoforo,  211,  41-43; 
rimane  vedovo  di  Isabetta  Malvezzi,  42-43;  e  ferlto 
mortalmente  una  notte  mentre  si  recava  dalla  inna- 
morata  (an.  1472),  43-44;  e  incolpato  d.  suo  feri- 
mento  Antonio  dal  Lino,  45,  che  per6  si  scagiona 
con  tutti  d.   sua  f.  45-50. 

Caccia.-jemici  Cristoforo  [Ckristoforo,  Cristophoro'] 
figlio  di  Braiguerra,  70,  48;  88,  44;  107,26;  113,  7-lJ; 
134,  14;  191,  27;  padre  di  Alessandro,  211,  34-35;218, 
14-15;  di  Cesare,  41-42;  di  Pellegrino,  359,  38;  di 
Bartolomeo  illeglttimo,  211,  24;  zio  di  un  altro 
Braiguerra,  34;  el.  tesoriere  d.  com.  in  luogo  di 
Tommaso  Gozzadini  f  (an.  1442),  70,  48-49;  e  d.  Se- 
dici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1443),  87,  3-6;  cassato 
quesfufiicio  decade,  3;  ^  tra  gli  incaricati  di  attua- 
re  i  provvedimenti  fiscali  deliberati  nel  Consiglio 
d.  Seicento,  88,  41-44;  fe  d.  Sedici  Riformatori  d. 
Stato  per  porta  liavegnana  (an.  144S),  107,  19,  26; 
cf.  101,  32-23;  h  degli  Anziani  che  deliberano  il  ban- 
do  ai  Canetoli  e  loro  seguaci,  107,  48;  108,  6;  ^  el. 
con  altri  a  distribuire  i  beni  d.  banditi,  113,  4-5,  7; 
h  degli  Anziani  (an.  1446),  10,  12;  fe  inviato  con  Bat- 
tista  Sarapieri  ambasc.  al  Veneziani  per  prendere 
lume  sulle  loro  intenzloni  riguardo  al  Visconti,  115, 
16-18;  h  bene  accolto,  18;  torna  a  Bologna  con  pro- 
messe  confortanti,  19-25;  h  degll  Anziani  di  marzo- 
aprile  (an.  1449),  129,  34,  36;  h  d.  Commissione 
incaricata  di  sorvegliare  il  trattamento  fatto  nel 
Bolognese  al  pellegrini  incamminati  a  Roma  per  11 
Giublleo  (an.  1450),  134,  14,  16-17;  h  armato  cav.  da 
Federico  V  imp.  in  San  Petronio  di  Bologna  (an. 
1452),  142,  9,  4 ;  si  reca  con  altri  Bolognesi  a  Pesaro 
a  prendervi  Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivo- 
glio  (an.  14S4).  147,  15-22;  per  ordlne  d.  Senato  di 
Boiogna  va  con  I^odovico  Caccialupl  incontro  a 
Galeazzo  Maria  Sforza  sino  a  Parma  (an.  14S9), 
168,  31-34;  h  el.  d.  senatorl  in  soprannumero,  172, 
31 ;  convocato  con  altri  dal  pp.  h  arringato  dal  pred. 
(an.  1460),  173,  18-19,  32-26;  va  a  Roma  quale  ambasc. 
al  seguito  d.  leg.  di  Bologna,  174,  37-39;  h  ambasc. 
d.  Senato  al  nuovo  pp.  per  rallegrarsl  d.  sua  assun- 
zione  (an.  1464),  186,  33-34;  dl  ritorno  da  Roma, 
conferma  al  Senato  che  il  pp.  pretende  11  dominio 
assoluto  d.  c.  (an.  146S),  187,  33-23;  accompagna 
Giovanni  Bentivogllo  a  Mllano,  188,  37-38;  h  d. 
senatorl  d.  priml  sei  mesl  al  terapo  d.  serrata  di 
Paolo  II  (an.  1466),  191,  27;  promette  a  Giovanni 
Bentivogiio  a  nome  d.  figlio  Bartolomeo  che  Anto- 
nlo  dal  Lino  non  sarebbe  offeso  (an.  1472),  211, 
26-27;  uccito  qucsto,  contro  la  fedc  data,  da  Bar- 
tolomeo,  h  privato  d.  seggio  in  Senato  e  posto  a 
confine  con  11  figllo  Alessandro,  28-35;  le  sue  case 
vengono  dlstrutte,  31-32;  divcrsa  iiarrazione  d.  fatto, 
41-212,  1-18. 

Caccianbmici  Giacomo  «mico  degli  Zambeccari,  18,  28; 


e  introdotto  nei  Conslglio  d.  Sessanta  e  con  altri 
suol  compagni  falsamente  accusa  Egano  Lamber- 
tini  e  altri  di  volere  ricondurre  gli  sbanditi  in 
Bologna  e  cambiarne  lo  Stato  (an.  1430),  30-32; 
e  smentito  dal  Lambertini  e  da  Nicol6  Malvezzi, 
33-34;  conosciutosi  dagli  Anziani  che  aveva  testi- 
moniato  il   falso  e   decapitato  in  Piazza,  19,  9-11. 

Cacciankmici  Giovanni  el.  degli  Anziani  per  11  quar- 
tiere  di  porta  San  Pietro  (an.  1446),  117,  4-5. 

Caccianemici  Gugublmo  padre  di  Bassotto,  30,  22. 

Caccianemici  Lbonardo  e  d.  Collegi  (an.  1505),  339, 
1,  6. 

[Caccianemici]  Lucrbzia  V.  Malvexzi  Lucrexia. 

Caccianemici  Nicol6  padre  di  Caccianemico,  149,  39-40. 

Caccianbmici  Pellegrino  \Peregrino  Caccianemici]  fi- 
glio  di  Cristoforo,  359,  38;  h  creato  dal  pp.  sopra- 
intendente  allo  Studio  (an.  IS06),  24-35;  arraato  cav. 
aurato  in  San  Petronio  dal  pp.,  che  gli  dona  un  ric- 
co  anello,  38,  39-40;  el.  degli  Anziani  (an.  iso?). 
369,  13-14. 

Cacciti  Pietro  bolognese ;  si  arma  al  suono  d.  cam- 
pana  di  San  Giacomo  e  coi  Pepoli  scende  in  Plazza 
(an.    1445),   104,  29,  31,  32-35. 

Cadri  ANo  nel  Bolognese;  Luigi  dal  Verme  ne  corre 
il  territorio  saccheggiando  e  distruggendo  le  cam- 
pagne  (an.  1443),  90,  6-7;  vi  e  rovinato  il  raccolto 
da  un  temporale  (an.  1448),  125,  31,  34 ;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  11; 
danneggiato  dalla  tempesta,  46,  48. 

Cabsar  v.   Cesare. 

Caetani  Antonio  [Anionio  Caieiano]  accompagna  il 
principe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi 
Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  146S),  187,  46. 

[Cabtani  Cristoforo]  conte  di  Fondi  h  fatto  prigio- 
niero  dai  Genovesi  nel  golfo  di  Gaeta  con  11  re 
d'Aragona,  Tlnfante  e  altri  personaggi  (an.  143S), 
42,  8-12;  i  mandato  a  Milano,  13;  h  liberato  dal  duca 
Vlsconti,  13-15. 

"  Caetani  di  Sermoneta  Nicolo.  II  suo  stemma  figura 
nelPesemplare  Malvezzi  del  Lihro  over  Arhori  de 
la  honoraia  famiglia  de'  Fasanini  di  fra  Cherubino 
Ghlrardacci,  XXII,  35-36  „. 

[Caffarblu  Giovanni]  vkscovo  di  ForlI  proleg.  in 
Bologns  per  11  leg.  Conti  (an.  1430),  19,  7;  presen- 
zia  gli  accordi  tra  11  leg.  Nicol6  Acciopaci  vesc. 
di  Tropea  e  i  Bolognesi,  21,  47. 

Caffarklli  Prospero  vesc,  di  Ascoli;  luogotenente  di 
Ascanlo  Sforza  nella  lcgazione  di  Bologna  (an. 
1485),  233,  4-5;   vi   entra,  5-6. 

Ca'  grande  di  San  Ruffillo  V.  Bologna  (tavme). 

Caianza  (contb  Dl)  V.  Caiagto  (contt  di). 

Cajazzo  (contb   Di)  V.  Sanseverino  (Da)  Roherto. 

Caibrano  in  Puglia;  danneggiato  dal  terremoto  (an. 
1466),  190,  33. 

CaIstano  V.   Caetani. 

Caio  (Da)  %>.  Annihale  da  Caio. 

Cairo  (soldano  uel)  V.  Egiiio  (sultano  deii'), 

. . . .  Calabresb  (II)  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutosl  per  definirc  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colorl  di  NlcoI6 
Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  appartiene  alla 
quarta  squadra  vestita  all^Ungherese  (an.  1490),  258, 
34-36;  il  suo  partito  soccombe,   263,  17-IS. 

Calabria  rlc,  215,  8-9. 


T.  XXXIII,  p.  I  -  3s. 


546 


INDICE   ALFABETICO     [Calabrla  (rf«ca)-C«Idora  GiacomoJ 


Calahria  (uuca,  nominalb)  V.  Giovoniii  (PAngii, 

CaLAbritto  [C€Ui^r*tto\  In  PuglU;  vl  lono  ucciie  ven- 
tlquattro  perione  dal  terremoto  (an.  1466),  190,  22. 

(CALAtruRlKl]  FlLiPPO  [eard.  FiUfpo  Lucano  dn  Sargaim] 
fratello  d.  pp.  Nicol&  V;  i  da  questo  crcato  vesc. 
di  Bologna  (an.  1448),  125,  U-IS;  cf.,  II;  11  leg. 
Astorre  Agnesi  prende  poiiesio  d.  vescovado  In  luo 
nome,  lf-20;  creato  card,  d.  tltolo  dl  San  Lorenzo 
In  Luclna,  128,  «;  ordina  11  censimento  d.  popo- 
lasione  dl  Bologna  (an.  1450),  134,  5-7;  nel  cor- 
ttggio  per  1'entrata  dl  PIo  II  In  Bologna  vlene  dopo 
11  pp.  (an.  1459),  170,  19-30,  ]3-3i:  torna  a  Bologna 
da  Cento,  ovc  era  stato  ad  applanare  alcune  dl- 
icordie  tra  11  castello  e  1  Bolognesi,  172,  3-i;  non 
dk  risposta  alle  lagnanze  dcgli  ambasc.  dl  Cento 
e  d.  Pleve  rontro  ii  Senato  di  Boiogna  (an.  1461), 
175,  t-7;  rifiuta  di  accettare  la  sentenza  d.  duca 
Sforza  chlamato  arbltro  tra  i  detti  caitelli  e  Bo- 
logna,  U-IS;  rappacifica  i  pred.  contendentl  (an. 
1462),  179,  47-180,  l-J;  noraina  Alessandro  Ungari 
suo  vlcarlo  (an.  1468),  199,  S;  f  in  Roma  (an.  1476), 
215,  43;  gll  succede  nel  vescovado  Francesco  Gon- 
zaga,  44-4S;  aveva  presleduto  alla  fabbrica  nuova 
d.  Canonlca  di  San  Pietro  per  incarico  d.  pp.,  277, 
lS-30. 

Calcara.  Vi  sono  devastate  le  vlgne  da  una  tempesta 
(an.  1463),  182,  33,  36-37,  "LXVI,  3». 

Calcina  (Dalla)  Albssai^uro  figlio  dl  Bartolomeo; 
roga  I'istrumento  per  la  rledificazione  d.  chiuia  d. 
Serino  (an.  1440),  67,  17-18. 

Calciha  (Dalla)  Antonio  fa  un  presente  alle  nozze  di 
Giulio  Malvezzi  (an.   1464),   184,  34. 

Calcina  (Dalla)  Bartolomko  padre  dl  Alessandro, 
67,  17-IS;  dl  Giacomo,  88,  46-47;  ei.  a  sorte  Anziano 
pcr  porta  San  Procolo  (an.  1463),  180,  46-47,  4»;  fa 
un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  33;accompagna  Giovann!  Bentivoglio  in  visita 
a  Mliano  (an.  1465),  188,  45;  roga  la  scrittura  per 
l'aIIogamento  d.  fabbrica  di  Santa  Cecilia  a  Ga- 
spare  Noidi  (an.  1481),  223,  33-36. 

Calcina  (Dalla)  Giacomo  h  tra  gli  incaricati  di  attuare 
I  provvedlmenti  fiscali  deiiiierati  dal  Consigiio  d. 
Seicento  (an.  1443),  86,  43-47. 

Calcina  (Dalla)  Giambattista  h  ucciso  nel  bombar- 
damento  dato  dai  Francesi  a  Boiogna  (an.  1506), 
351,  13. 

Calcina  (Dalla)  Marco  fa  un  presente  alle  nozze  di 
GiuIIo  Malvezzi  (an.  1464),   184,  47. 

Caldbrara  [Caldarara,  Caldarari]  nel  Boiognese;  fe 
preso  per  tradimento  da  Baldaccio  d'Anghiari,  che 
vl  fa  priglonlero  ii  commissario  Giacomo  Gengl- 
fabbri  (an.  1441),  69,  I6-I8;  vi  fc  rovinato  il  raccolto 
da  un  temporaie  (an.  144S),  125,  31-33, 

Calderi  Carlaccio  nipote  di  Pietro  Severl,  108,  19; 
seguace  del  Canetoli;  fe  bandito  di  Bologna  (an. 
I44S).  108.  »»• 

Calobrini  Antonio  [Antonio  Caldarinf]  fatto  prigio- 
niero  a  Bondanelio  da  baiestrieri  di  Lovovico  daiia 
Mirandola  (an.  1508),  391,  13-13,  17;  k  condotto  a 
Bologna,  29-31,  cf.,  392,  6-47 ;  sotto  i  tormenti  con- 
fessa  il  trottato  in  favore  d.  Bentivoglio,  48;  h  im- 
piccato,  393,  7-8. 

Caloerini  Giacomo  [laeomo  Caldarimi,  Giaeomo  di  Cal- 
darino]  dottore;  fa  un  prescnte  alle  nozze  dl  Giullo 


Malvezzl  (an.  1464),  184,  36-37;  nci  corteggio  per 
ie  nozze  dl  Annlbale  Bentlroglio  tiene  le  redinl 
d.  cavollo  alla  ipoia  (an.  1487),  236,  37-31,  44;  suo 
veitlto,  39-44. 

CALUERilfl  Giovanmi  [Giovannd  Caldarini]  h  multato  In 
duecento  ducati  per  il  rlfacimento  d.  paL  Mare- 
■cottl  (an.  1508),  386,  43. 

Caluiaini  McLCiiloRRE  parte  di  Bologna  crocUto  con 
Glacomo  Gratl  (an.  1464),  186,  4. 

Calderini  Simone  [Simon*  Caidarini]  h  el.  degll  An- 
zlani  di  Bologna  (an.  1444),  97,  37. 

Caldkrini  (piazza  dei)  r.  Bologna  (fiatti). 

Caldora  [rignori  Caldori]  napoietan  1;  hanno  giurb- 
dizione  su  Guasto,  135,  44;  136,  1;  pr.  loro  il  ri- 
coverano  i  frateili  Lambertlnl  bandlti  di  Bologna, 
135,  43-44. 

Caldora  Antonio  i  neli'esercito  di  Bartolomeo  Col- 
leonl  contro  Firenze  (an.  1467),  193,  IS-I»;  t  nella 
battaglio  aiio  Mezzolora,  195,  31-33. 

Caldora  Giacomo  cap.  d.  Chiesa ;  gil  si  arrende  Mcdi- 
clna  (an.  1428),  10,  l-2;dimora  alcuni  glorni 
tra  Medicina  e  Budrlo,  donde  fa  icorrerie 
sino  olie  porte  di  Bologna,  3-4;  ottiene  a 
potti  Bazzano,  22 ;  prende  la  rocca  di  Monter^Uo, 
che  incendia  facendone  prlgioniero  II  commisiario 
Gasparo  Papazzonl,  22-23,  quindi  s'impadronIsce  di 
Oliveto,  Crespellano  e  dl  tutta  io  vaile  d.  Samog- 
gla,  33-34 ;  poi  dl  Piumozzo,  dove  pone  per  coaunls- 
sario  Domenlco  di  Cedropiano,  avendo  fatto  pri- 
gione  Petronio  Barbierl  che  vi  era  vicario,  24-25 ; 
si  reca  quindi  al  ponte  dl  San  Fellce  sul  Reno,  vl 
si  fortlfica  e  tI  pone  1  gonfaionl  e  ie  bandiere  del- 
1'esercito;  quindl  si  reco  a  Corticeila,  26-27;  comln- 
cia  1'assalto  a  Boiogna  daila  porta  di  Gailiera  dove 
aveva  condotto  moite  artiglierie,  32-3»icf.  11,  1-2; 
viene  aile  manl  con  Luigi  da  Sanscverino  chc  aveva 
fatto  una  sortita  con  molti  soldati  e  cittedinl,  3-4; 
bombarda  Bologna  durante  la  notte,  4-5;  fa  pren- 
dere  e  appiccare  buona  parte  d.  fanti  raandati  dagli 
Otto  dl  guerra  di  Boiogna  a  incendlare  le  sue  arti- 
giierie,  7-13;  assedia  San  Lorenzo  in  Coiiina,  15-17; 
rottiene  dai  commissario  Antonio  Galluzzl,  17-19; 
manda  soidatl  a  fortificare  Santa  Maria  d.  Monte, 
donde  con  artigilerie  moiesta  ia  c.  (an.  1429),  13, 
23-25;  con  Antonlo  Bentlvoglio  tenta  nuovomente 
aver  Boiogna  per  tradlmento,  ma  ii  tentatlvo  falli- 
sce,  36-31;  passa  a  Buonconvento  per  prendervi  ia 
torre  di  Battlsta  Canetoli,  45-46;  il  pred.  gllela  offre 
in  dono,  per  preservarla  dalia  rovlna,  46-47  ;  ne  pren- 
de  posscsso,  47;  prende  queila  di  Ponte  PoIIedrano 
pure  di  Battista  Canetoli,  47-49;  torna  a  Borgo  Pa- 
nlgale,  50;  silenziosamente  conduce  le  sue  genti  al 
borrocano  di  borgo  San  Pietro  donde  tenta  ia  scalata 
aiia  c,  14,  u-18;  scoperto  i  ricacciato  doi  popoio 
accorso  in  armi,  19-24 ;  si  reca  o  Ponte  Moggiore  e 
si  stende  sino  a  Fossa  Cavallina  e  a  San  Ruffiilo, 
31-29;  h  chiamato  con  11  suo  esercito  nel  territorlo 
di  Bologna  dal  vesc.  dl  Tropea  nuovo  ieg.  (an.  1430), 
20,  20;  sono  suoi  condottlerl  in  questo  eserclto  Ni- 
coid  da  Tolentlno,  Cesare  Martinengo,  Nicold  Pi- 
sano,  Astorre  e  Guid'Antonio  Manfredi,  Severo  da 
Marzano,  Taddeo  da  Este,  Gattameiata  e  ii  conte 
Brandolino,  20-22;  vi  sono  anche  Antonio  Bentivo- 
glio  e  gll  altri  banditi  di  Bologno,  23-34 ;  si  ferma 


[CaldoraGiacomo-CambiTommasol  INDICE  ALFABETICO 


547 


a  Corticella,  22;  toglie  Tacqua  d.  Reno  a  Bologna, 
3S-36;  il  suo  esercito  salite  le  mura  e  impadronitosi 
d.  barracano  sopra  le  grate  d.  Cavadiccio,  tenta 
romperle,  30-32;  h  respinto  dal  popolo  accorso,  32- 
34;  molti  d.  suoi  sono  feriti,  due  ti  quattro,  ri- 
masti  prlgionleri,  sono  impiccati,  34-36;  vedendo 
di  non  avere  successo,  da  Corticeila  va  al  ponte  di 
SanfAntonio  fuori  d.  strada  di  San  Vitale  e  vi  si 
ferma,  38-49. 

Calduni  DoifATo  [Donh  del  Caldumo,  d»l  Caiduao]  c 
multato  in  duecento  ducati  per  la  riedificazione  d. 
pal.  Marescotti  (an.   1508),  386,   11;  389,  10. 

Calduni  Nicolo  confinato  perche  araico  d.  Bentivoglio 
(an.   1507),  362,  33-34,   38. 

CaldUNI  Santi  amico  d.  Bentivoglio,  confinato  come 
sospetto  (an.  1507),  362,  33-34,  38. 

Caleoaro  Pietro  V.   Calzolari  Pietro. 

Calesini  GiovAN.vi  faentlno;  prende  parte  in  Bologna 
alla  giostra  in  onore  d.  Piccinino  (an.  1442),  71, 
46-48;  ne  riporta  ii  premio,  49-SO. 

Calici  o  Dal  Calice  Bartolomeo  \^Bartolomeo  dal  Ca- 
liee\  figlio  di  Giovanni,  13,  34-35,  e  padre  di  un  altro 
GioTannl,  113,  8;  fc  complice  di  Alberto  dalle  Col- 
tri  nei  trattato  di  dare  porta  San  Vitale  al  cap. 
d.  Cliiesa  (an.  1429),  29,  32-32. 

Calici  o  Dal  Calicb  Battlsta  [Battista  dal  Caiice] 
multato  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  aila 
cui  distruzione  areva  preso  parte  (an.  ijoS),  387,  7- 

Calici  o  Dal  Calice  Cesarb  [Cesare  dal  Calice]  fa  un 
presente  alie  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  44-45. 

Calici  o  Dal  Calice  Giovanni  [Giovanni  dal  Calict] 
padre  di  Bartolomeo,  13,  34-35;  speziale;  el.  Gon- 
falonierc  pel  quartiere  di  Porta  San  Procoio  (an. 
I43S),  53,  36-37;  impresta  al  com.  di  Bologna  cento- 
cinquanta  scudi  e  ne  diventa  tesoriere  (an.  1440), 
62,  18;  essendo  Gonfaloniere  di  Giustizia,  intervlene 
nel  grande  Consiglio  alla  iettura  d.  capitoli  concor- 
dati  coi  Piccinlno,  67,  25. 

Calici  o  Dal  Calice  Barigazzi  Giovanni  [Giavanni 
del  Caiice,  lohanni  Baragazzi  alias  del  Calice]  figlio 
di  Bartolomeo,  113,  8;  padre  dl  Nicol6,  147,  35-36; 
i  degli  Anzlanl  di  Boiogna  per  luglio-agosto  (an. 
1445),  109,  23;  i  el.  con  altri  a  distribuire  i  beni 
d.  banditi,   113,  4-5,  7-8. 

Calici  o  Dal  Calice  Giovanni  DanisLR  [Giovanni 
Daniele  Del  Ca/ice]  i  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,  26-30. 

Cauci  o  Dal  Calics  NicolA  [Nico/i  Dal  Calie»\  figUo 
di  Giovanni,  147,  35-36;  &  scaico  di  tavola  alie 
nozze  di  Sante  Bentivoglio  (an.  14S4),  30'33|  35-36; 
fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio  Malvezzi  (an. 
1464),   184,  44-45. 

Calici  o  Dal  Calicb  Pibtro  [Pittro  dal  Calict]  multato 
pcr  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  distru- 
zione  aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  7. 

Calisto  III  el.  pp.  (an.  1455),  158,  49-50;  zio  di  Lodo- 
vlco  Milanl  vesc.  di  Segunte,  159,  47-48,  e  di  Ro- 
drigo  Borgla,  160,  4-5;  soccorre  Siena  contro  Gia- 
como  Piccinino,  159,  27;  contrlbulsce  con  venti- 
mila  ducati  alla  somma  pagata  dai  Scnesi  al  pred., 
35;  assolda  II  pred.  pcr  un  anno,  35-36;  bandiscc  la 
crociata  contro  i  Turchi  per  la  quale  impreia  arma 
sedlci  galee  sotto  la  scorta  d.  patriarca  d'AquiIeia, 


160,  30-33;  manda  predicatori  in  tutta  Europa  a  rac- 
cogliere  denari  e  uomini,  31-32;  cf.  33-46;  fra  Lo- 
dovico  da  Bolognaesuo  ambasc.  ai  principi  cristianl 
per  la  crociata,  173,  13-13;  avvisa  il  Senato  di  Bo- 
logna  che  non  ha  piu  bisogno  di  uomini  ma  dl 
danaro,  160,  46 ;  gli  sono  mandate  dalla  pred.  c. 
settemiladuecento  lire,  46-47;  crea  conte  d.  Selva 
Carlo  Maivezzi  con  i  suoi  discendenti  (an.  1456), 
162,  36-37 ;  ordina  con  bolla  papale  che  niattina  e 
sera  si  suoni  nelle  chiese  I'Ave  Maria,  45-163,  1-6; 
crea  vesc.  d'IraoIa  Antonio  Volta  (an.  1457),  164, 
44;  i  Bolognesi  gli  inviano  ambasc.  a  chiedergli 
come  debbano  contenersi  riguardo  a  Giacomo  Pic- 
cinino  (an.  1458),  165,  »-12;  f  pi"  che  ottantenne, 
166,  7;  lascia  una  somma  di  undicimila  cinquecento 
ducati   d'oro  per  ia  irapresa   contro  i  Turchi,   7-8. 

Calitri  in  Puglia,  vi  sono  rovinate  molte  case  dal  ter- 
remoto  (an.   1466),   190,  31. 

Calonici  V.  Canonici. 

Calvi  V.  Marescotti  de'  Calvi  Lodovieo, 

Calvi  Giacomo  V.  Calvi  lacopo  Alessandro. 

"  Calvi  Iacopo  Alessandro  o  Giacomo  detto  il  Sor- 
DINO  pittore  disegnatore  e  incisore;  nasce  a  Bologna 
(1740),  LXI,  32;  e  anche  poeta  e  scrittore  dl  cose 
d'arte,  33;  i  autore  di  un  ritratto  in  rame  di  fra 
Cherubino   Ghirardacci,  19-26;  f  (an.   1815),  33  „. 

Calze  (Dalle)  Giovanni  amico  di  Anton  Galeazzo 
Bentivoglio  (an.  1428),  6,  19;  con  altri  accorre  ar- 
mato  al  sagrato  d,  frati  di  San  Giacomo,  18-20;  cf. 
22;  con  Egano  Lambertini  per  ordine  d.  leg.  recasi 
in  Piazza  a  difesa  d.  Chiesa,  22-24;  ne  h  cacciato 
dai  Canetoli,  24-25. 

Calzolari  Felice  partecipa  alla  congiura  ordita  dallo 
Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  2; 
h  cit.  a  difendersi,  392,  33. 

Calzolari  Girolamo  detto  Santino  figlio  di  Pietro, 
bolognese  e  bandito ;  trama  con  Andrea  Zocchini 
e  Luigi  Veneziani,  pure  banditi,  di  tornare  per 
grazia  a  Bologna,  mediante  1'uccisione  di  uno  d. 
Malvezzi  (an.  1493),  273,  10-14;  accordatosi,  passa 
con  gli  altri  a  Cesena  e  nella  Chiesa  di  San  Fran- 
cesco  uccide  Antonio  Malvezzi,  14-15;  fugge  di  c, 
15;  inseguito  da  balestrieri  di  Bologna  fe  ucciso, 
15-17;  gli  e  troncato  il  capo  che  viene  esposto  al- 
l'oroIogio,   17,  19. 

Calzolari  Pibtro  [Pietro  Caltgaro,  Caltolaro]  padre  di 

Girolamo,  273,    11;  nei    capitoli  d.  pace  coi  pp.  fe 

sancito  il  bando  suo  e  d.  figliuoli  da  Bologna,  Imo- 

la  e  Modena  con  gravi  pene  »e  ri  contravvenissero 

*  (an.  1341),  28,  42-46,  49. 

Camaldoli  nel  Bolognese,  danneggiato  dalla  tempesta 
(an.  1453),  143,  33-34;  ne  sono  devastate  le  vigne 
da  un  temporale  (an.  1463),  182,  35-37  "  LXVI,  42  ,  ; 
devastato  da  una  tempesta  (an.   1468),   199,  17-18. 

Camaldoli  (ordinb  di).  Vi  appartiene  11  priore  di  Santa 
Maria  degli  Angeli  (an.  1495)1  288,  5-6. 

Cambaro  (Dal)  f.  Gambara  (,Da). 

Cambi  Andrisa  figlio  di  Simone,  362,  36-37;  conflnato 
perchfe  amico  d.  Bentivoglio  (an.  1507),  33-34,  36-37. 

Cambi  Galeazzo  padre  di  Tommaso,  ric.  132,  32-33. 

Cambi  Galeazzo  figlio  di  Simone,  362,  36-37;  confinato 
perchfc  amico  d.  Bentivoglio  (an.  1507),  33-34,  36-37. 

Cambi  .Simome  padre  di  Andrea  e  di  Galeazzo,  362,  36-37. 

Cambi  Tommaso  figlio  di  Gaieazzo,  132,  32-33;  fc  deca- 


548 


INDICE  ALFABETICO  [Cwbi  Tommaso-CanaU  di  BoloKna] 


pltato  perchi  amlco  d.  Pepoll  e  imputato  dl  furto 

(an.  1449),  132,  32-34. 
Cambiatori  V.  Belogna  (eamHator{). 
CambIO  «.  Gomhruti  C,  Zambteeari  C. 
Camdiiai  (lboa  i>i)  \loga  tm  Camtraria]  tra  11  pp.  Glu- 

llu  11,  rimp.  Masilrailiano,  Luigl  XII  re  dl  Francla, 

Fcrdliiando  I  dl  Spagna,  1  Fiorentlni,  11  duca  d'Eite 

e  11  march.   dl   Mantova    contro   I    Vcnezianl   (an. 

1509),  393,  18-37, 
Camicra  k  Camura  Dsau  Atti  dl  Bologna  v.  Bologna 

(Camera);  Botogna  (Camora  degli  Attf). 
Camkrino  rlc.   319,  I;   vi  rlentra   Giovannl    Maria  da 

Varano  (an.  1503),  324,  IJ. 

—  (uuca)  V.  Borgia  Giovanni  (an.   1503-1503). 

—  (signoki)  V.    Varano  (Dd)   Giulio  Cetare   (aa.   1444- 
1501);  Varano  (Da)  Giovanni  Maria  (aa.   1503-1537). 

Camilla  V.  Bentivoglio  C,   SfOrza  C,  v.  anehe    Maria 

Camilla. 
Camillo  V,    GoMtadini  C,    Malvetti   C,    Manfredi  C, 

Minarini  C,  Paleotti  C,  Pepoli  C,    Volta  C 
Camisani  Francesco  fiorentino;  parte  di  Bologna  cro- 

ciato  con  Achllle  Malvezzi   (an.  1464),   185,  37. 
CaMPAona  (contb  di)  r.  Bentivoglio  Anton   GaUatto. 
Campana    Amdrea    [Andrea   dalle    Cam/ane]  h  dal    pp. 

Giulio  II  creato  Massaro  d.  Fabbri  (an.  1506),  360,  3. 
Campana  Baldassarrk  I  Valdesserra  dalle    Campane]  f 

a  San  Glovanni  in  Persiceto   nella  mlschia  con  le 

genti  d.  Chiesa  (an.  IA31),  30,  34-36. 
Campan.\  Giacomo  [Giacomo  dalle  Camfane]  seguace  d. 

Canetoli,  h  bandlto  di  Bologna  (an.  1445),  108,  33. 
Campana  Giacomo  [Giacomo  dalle  Campane]  partecipa 

alla  congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi  in    favore 

d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  9;  h  fatto  priglonlero 

a  Bandinello  da  balestrieri  di  Lodovico  della  Mi- 

randola,  391,  12-13,  27;  &  condotto  a  Bologna,  30-31  ; 

cf.  392,  48 ;  tormentato  confessa  la  congiura,  4S;  h 

Impiccato,  393,  7-8. 
Camfana  Giovanni.    Con  11  Massaro  e  altri  d.  sua  Arte 

d.  Muratorl  offre  una  brocca   d'argento  alle   nozze 

di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  236,  11-13. 
Campana  Girolamo  multato  in  duecento  ducatl  per  11 

rlfacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  i;o8),  388,  33. 
Campanacci  (famiolia)   dl   Bologna ;   loro   case,   ric, 

147,  49. 
Campanacci    AlsssandRo    [Alestandro    Campanaxto]   'k 

multato  per  11  rifacimento  d.  pal.  Marescotti    (an. 

1508),  388,  44. 
Campanacci  Giovanni    [Giovanni   Campamatti\  h  mul- 

tato  pcr  il  rifacimento  d.  pal.  Marescottl  (an.  1508), 

388,  44. 
Campane  dl  Bologna  «.  Bologna  (campane) 
Campania    [Campagna    di   Napoli].    II    duca    Lodovlco 

Sforza  vl   ha  le  sue   stalle  di   rimonta   (an.   1495), 

286,  8-9. 
'Campkgoi  marchesi  di  Dozza;  questa  famiglia  i  rap- 

presentata  nel    Theatro  morali  de'  moderni  ingegni 

del  Ghlrardacci,  XXIV,  22-23  „  ;  sono   fuoruscitl  dl 

Bologna  (an.  1450),    134,  33,   35;   vengono   in   pos- 

sesso  d.  pal.  di  Nlcol6  Sanuti  in  vla  San  Mamolo 

dl  Bologna  [s.  a.],  225,  28-30  ;  cf.  357,  18. 
"Campegoi  Annibalb  capo  d.  Camera  degli  Atti  sino 

"1  1597,  anno  In  cui  gli  succede  Marcantonio  Bian- 

chetti,  XLIV,  19-20,. 
Campbooi  Bartolombo  dottore ;  h  degli  Anzlani  di  Bo- 


logna  per  porta  Ravegnana  (an.  1428),  6,  41,  U-44; 
d.  Uiecl  dl  Balla  (an.  1435),  41,  19-30;  dl  nuovo  d. 
Dled  (an.  1438),  53,41-42;  i  fuoruacito  (an.  1440), 
68,  11;  fa  un  presente  alle  nozze  dl  GluUo  Mal- 
vezzi  (an.    1464),  184,  37. 

Campbooi  Giovanni  [Giovammi  dm  Campeggio]  dottore 
e  cav.,  poi  srnatore;  '  padre  dl  Paola,  XIII,  19,; 
con  altrl  k  mandato  dal  Senato  ambasc.  •  Giullo  II 
a  SanfArcangelo  (an.  1506),  345,  43-47;  glunto  a 
Ceiena  h  raggiunto  da  un  messo  di  Giorannl  Ben- 
tlvogllo  che  gli  fa  premura  di  passare  In  terrltorlo 
venezlano  essendo  stato  ucclso  In  Bologna  Bernar- 
dino  Gozzadini  molto  amato  dal  pp.,  SO-346,  1-17; 
va  a  Cervla  e  di  Ik  chiede  un  salvacondotto  al  pp. 
che  glielo  accorda,  17-31 ;  recatosi  a  SanfArcangelo 
con  gll  altri  il  pp.  proiblsce  loro  dl  partire  tenza 
sua  licenza,  31-33;  rlmanda  a  Bologna  11  suo  sq^to 
all'infuorl  di  un  servo,  33-34;  el.  dal  pp.  d.  Qua- 
ranta  Conslglierl  e  Klformatori,  358,  34;  h  chia- 
mato  mallcvadore  d.  sicurtA  accordata  dal  gover- 
natore  a  Gaspare  Scappl  e  ai  suol  compagnl  («n. 
1508),  382,  7. 

CampeggI  Girolamo  [feromimo  da  Campeggi»]  cogno- 
mlnato  11  Bolounese;  con  ii  card.  Ippolito  d'Este 
tlene  a  battesimo  per  11  march.  Gonzaga  un  figllo 
di  Alessandro  Bentivoglio  (an.   1497),  293,  37-29. 

Campeggi  Lorenzo  dottore,  pol  card.;  i  d.  CoUegi 
e  si  da  ogni  premura  di  procurare  qualche  vetto- 
vaglia  al  popolo  durante  la  carestia  (an.  1505),  339, 
1-4;  h  el.  d.  Signorl  (an.  1508),  385,  31-38. 

"  Campbogi  Paola  figlia  d.  senatore  Giovannl  e  redova 
di  Giovanni  Malvezzl,  XIII,  18-19;  a  iel  e  al  figllo 
Giovanni  e  concesso  dai  padri  Eremitani  un  ter- 
reno  di  fronte  a  San  Giacomo  per  costrulrvi  11  loro 
pal.  (an.  1559),  XIII,  18-32;  si  obbliga  a  impetrare 
11  consenso  d.  pp.  e  a  donare  alla  Chiesa  una  som- 
ma,  32-35. 

*  Campbggi  Rodolpo.  Sua  poesia  gratulatoria  Inserita 

nel  primo  vol.  AeW Historia  di  Bologna  d.  Ghirar- 
dacci  (an.  1596),  LII,   19-20  „, 

[Campello  conte  Zccchino]  di  Spoleto,  pod.  dl  Bolo- 
gna;  i  minacciato  dai  Marescotti  e  da  Sante  Ban- 
tivogllo  se  non  revoca  un  bando  da  lui  pubblicato 
riguardante  II  porto  d'arme   (an.   1449),  129,  31-33. 

Campidoolio  V.  Roma   (Campidoglio). 

Campiolia  [Campigliamo].  Nelle  sue  viclnanze  a  torre 
San  Vincenzo  accade  una  fiera  battaglia  tra  Ercolc 
Bentivoglio  pei  Fiorentinl  e  Bartolomeo  d'AJviano 
per  1  Pisani,  vinta  dal  primo  (an.  1505),  338,  12-17; 
cf.  337,  39-45,  34-37. 

Campiolio  luogo  d'origine  di  Bonifacio  Cattani,  258,  3*. 

Campobassu  danneggiato  dal  terremoto  (an.  1456),  164,  9. 
—  (conte)  V.  Carlo  conte  da  Campobasso. 

*  [Campori  Giusbppk]  Lettere,  rlc,  LXI,  9,. 

" Artisti  degli  Slati  Bstemsi,  ric,  LXI,  9-10  ,. 

Camcgnano  nel  Bolognese,   fa  un   dono  a  Sante  Ben- 

tivoglio  per  le  nozze  (an.   1454),  150,  47-48. 
Camura  nel  territorlo  dl  Ravenna;  vl  si  reca  Glacomo 

Piccinino  (an.  14S5),  159,  19. 
Canale  (Da)  Vittorio  fe  agll  ordinl  dl  Ercole  Bentl- 

voglio   nell'esercito  d.  Fiorentlni   contro  1  Pisanl 

(an.   1505),  337,  31-33. 
Canalb  di  Rbno  V.  Remo  (Canale). 
Caitali  di  Bologna  V.  Balogma  (canaii). 


[Cancari  Giovanni-Canetoli] 


INDICE  ALFABETICO 


549 


Camcari  Giovanni  [Giovanni  Cancaro]  con  altri  quattro 
compagni  denunzia  coloro  che  avevano  preso  parte 
alla  rovina  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  389,  12-13. 

Cancelleria  di  Bologna  v.    Bologna  (cancelleria). 

Can-ckllibri  Filippo  \FiHfpo  Cancelliere\  di  Milano; 
accompagna  Giovanni  Bentivoglio  in  visita  a  Mi- 
lano  (an.  1465),  188,  45;  (an.  1471),  206,  41-42;  riceve 
in  dono  quattordici  braccia  di  panno  morello  dal 
duca  Sforza,  207,   18-19. 

Cancellieri  Giovanni  Antonio  da  Parma;  parte  di 
Bologna  crociato  con  Achilie  Malvezzi  (an.  1464), 
185,  43. 

Candia  V.    GiovoMni  di  Candia. 

Candido  V.  Buontempi  C. 

Cane  Facino  [Facincane]  ric,  52,  18. 

Canbtoh.  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  h  onorato  da 
pp.  Martino  per  frenare  la  loro  potenza  in  Bologna 
(an.  1437),  5,  30-31;  cf.  41-42;  di  cio  sdegnati  mac- 
chinano  di  cacciare  di  c.  il  leg.  e  tutti  gli  uificiali 
d.  Chiesa,  38-42;  radunano  in  casa  loro  parenti  e 
amici,  42-6,  1-6;  approvano  di  plgliare  le 
armi,  7-13;  si  i  m  padro  n  i  sc  on  o  con  gli  al- 
tri  d.  Piazza  e  appiccanoil  fuoco  alpal. 
d.  pazzi,  14-15;  sono  assaliti  da  Egano  Lamber- 
tini  e  da  altri  amici  d.  Bentivoglio  (an.  1428),  23- 
25;  ve  ne  restano  molti  feritl,  35-26;  cacciano  Egano 
e  i  suoi  seguaci,  26;  il  vesc.  card.  Albergati  si  in- 
terpone  per  rappacificarli  con  il  Lambertini  e  il 
leg.,  31-33:  cf.  14,  48;  fanno  mostra  di  consentire  e 
di  deporre  le  armi,  6,  33-34;  appena  uscito  il  vesc. 
di  Piazza  assalgono  e  saccheggiano  il  pal.  d.  leg. 
e  d.  pod.  al  grido  di  "  Viva  il  popolo,  muoia  la 
Chiesa  „,  35-37;  cf.  14,  49-50;  356,  20-21;  pigliano 
prigionicro  il  leg,  e  lo  conducono  a  casa  di  Marco 
Canetoli,  6,  38;  cf.  14,  50;  15,  1;  conducono  il  pod. 
coi  giudici  a  casa  di  Tommaso  Ghisilieri,  6,  39; 
creano  gli  Anziani,  1  Gonfalonieri  di  Giustizla 
e  d.  popolo  con  gli  altri  magistrati  tutti  d.  loro 
parte,  39-50;  eleggono  altresl  Sedici  I^iformatori 
d.  Stato,  7,  1-5,  e  gli  Otto  d.  Balla  di  pace,  6-9;  il 
pp.  delibera  di  assediarli  in  Bologna,  8,  3-7;  raan- 
dano  a  ofFrire  ai  Veneziani  Bologna  in  cambio  di 
aiuto  contro  il  pp.,  9,31-32;  e  loro  risposto  che  In 
ogni  altra  occasione  i  Veneziani  sarebbero  pronti 
a  servire  i  Bolognesi,  ma  che  non  vogliono  inimi- 
carsi  il  pp.,  33-36;  fanno  murare  alcune  porte  d.  c. 
per  loro  sicurezza  e  per  risparmiarvi  le  guardie, 
10,  28-31;  sdegnati  d.  partenza  d.  vesc.  Albergati, 
radunano  il  Consiglio  d.  Seicento  e  fanno  eleggere 
in  sua  vece  Bartoloraeo  Zambeccari,  46-48;  bandi- 
scono  Giovanna  Bentivoglio,  figliuola  di  Giovan- 
ni  I,  con  il  raarito  Gaspare  Malvezzi  e  con  Lodo- 
vico  Bentivoglio  temendone  intrighi  per  introdurre 
il  fratello  Antonio  in  c.  (an.  1429),  11,  49;  12,  1; 
alla  loro  casa  e  per  le  vie  d.  c.  e  affissa  unUscri- 
zionc  !n  loro  disdoro,  12,  30-26;  l'autorc  resta  Ignoto, 
37-38;  molti  amici  di  Antonio  Bentivoglio  a  cagion 
loro  abbandonano  ia  c.  e  raggiungono  il  pred.  nei- 
l'esercito  d.  Chiesa,  10-12;  con  gli  Zambcccari  e  i 
GrifTonl  hanno  in  animo  di  cacciare  il  lcg.  (an. 
1430),  17,  30-32;  armatisi  passano  In  Piazza  gri- 
dando  evvlva  al  popolo  c  alle  Arti,  ma  non  muo- 
▼endosi  alcuno  le  ne  tornano  a  casa  scornati,  33-35; 
sono  fatti  rappacificarc  dal  leg.  con  i  partigiani  d. 


Bentivoglio  richiamati  In  c,  18,  5-6;  mostrano  di 
rallegrarsi  di  questa  pace,  7;  invece  pieni  d'ira  tra- 
mano  la  morte  di  molti  amici  di  Antonio  per  inde- 
bolire  lui  e  il  suo  partito,  9-12;  modo  d.  congiura, 
13-40;  si  disfanno  di  Egano  Lambertini,  Nicol6  Mal- 
vezzi,  Bagarotto  Bianchi,  Toramaso  Montecaivi  e 
Fiiippo  dalle  Anelle,  40-45;  spogliano  i  cadaveri  d. 
pred.  e  li  fanno  portare  all'ospedale  d.  Morte,  45- 
48 ;  con  gli  Zambeccari  e  i  Griffoni  restano  quasi 
signori  di  Bologna,  19,  19-21 ;  per  potere  meglio  ti- 
ranneggiare  la  c.  ne  bandiscono  con  un  pretesto  An- 
tonio  Bentivoglio  con  tutta  la  famiglia  e  gii  araici, 
32-47;  ric.  20,  1,  5;  fortificano  Bologna  e  vi  pongono 
guardie,  27 ;  rovinano  all'uopo  il  mon.  di  San  Mi- 
chele  in  Bosco,  145,  37-38;  uno  di  loro  deve  essere 
dato  in  ostaggio  al  leg.  durante  l'armistizio,  20, 
49;  mandano  ad  ossequiare  il  nuovo  pp.,  di  cui  sono 
amici,  e  a  trattare  la  pace  d.  c.  (an.  1431),  24,  31- 
32;  sono  offesi  e  minacciati  dagii  Zambeccari  man- 
dati  in  bando  (an.  1432),  32,  49-50;  per  ia  partenza 
d.  pred.  divengono  molto  popolari  e  ispirano  timore 
al  governatore,  33,  8-12;  saputo  che  il  Dandolo 
vuol  fare  entrare  il  Gattamelata  in  Bologna  per  la 
porta  di  Santo  Stefano,  vi  accorrono  e  se  ne 
irapadroniscono  mandando  a  vuoto  tale  dise- 
gno  (an.  1433),  21-28;  sospettano  d.  leg.,  30-31 ;  i  Grif- 
foni  e  gli  Zambeccari  tentano  ogni  via  di  cacciarli 
di  Bologna,  35,  14-15;  credono  alle  giustificazioni 
d.  Griffoni  e  dopongono  le  armi,  23-25;  coi  Grifibnl 
e  il  popolo,  al  suono  d.  campane  d.  c,  accorrono 
alla  saracinesca  d.  canale  di  Reno  e  quindi  a  porta 
San  Donato  e  respingono  i  banditi  che  tentavano 
entrarvi,  44-46;  sono  odiati  a  morte  dai  Griffoni, 
che  per6  li  aiutano  nella  pred.  circostanza  per 
timore  d.  popolo  in  arrai,  46-49;  temendo  che  An- 
tonio  Bentivoglio,  soccorso  dal  duca  di  Milano, 
si  rechi  contro  Bologna  e  ia  trovi  indifesa,  delibe- 
rano  di  cacciare  gli  ufiiciali  d.  Chiesa  e  fortificare 
la  c.  (an.  1434),  36,  38-41;  loro  provvedimenti  a 
questo  scopo,  41-37,  1-16;  assediano  Luigi  Grlffoni 
nei  pal.  d.  Notai,  38,  12;  uccidono  il  pred.  mon- 
tato  sul  tetto,  14-16,  e  ne  feriscono  11  fratello  Flo- 
riano  accorso,  17-18;  cacciano  quindi  di  Piazza  gli 
amici  d.  Griffoni,  19-20;  loro  seguaci,  fintisi  amicl 
di  Floriano,  lo  scannano  nel  letto  all'ospedale  d. 
Mortc,  22-27 ;  con  un  pretesto  fanno  prigionieri  il 
leg.  e  rambasc.  veneto  Paolo  Tron  per  vendicare 
l'imprigionamento  di  Gaspare  Canetoli,  28-.^o,  ric. 

43,  39,  40 ;  ai  loro  partigiani  in  Bologna  sono  seque- 
strate  le  armi  e  portate  nei  pal.  d.  pod.  (an.  1435), 

44,  39-42;  cf.  46,  4;  ric.  20;  molti  d.  loro  partito  sono 
fuorusciti  di  Bologna  (an.  1440),  68,  23;  "  parte  d. 
loro  benl  confiscati  sono  da  Nicol6  Piccinino  con- 
cessi  ad  Annibale  Bentivoglio,  quale  erede  d.  pa- 
dre  Antongaleazzo  da  loro  danneggiato  (an.  1441), 
XCIV,  38-40  „  ;  anche  i  loro  amicl  accorrono  in  casa 
Marescotti  a  salutare  Annibale  Bentivoglio  fuggito 
da  Varano  e  a  profferirgli  i  loro  servizi  per  la  II- 
berazione  d.  patria  (an.  1443),  80,  35-36;  i  loro  amlcl 
fuorusciti  a  poco  a  poco  tornano  in  Bologna,  86, 
14-15;  11  Senato  di  Bologna  si  aduna  per  deliberare 
se  debbono  essere  rlchlamati,  25-27;  vi  si  oppone 
Glovanni  Grlffonl,  38-30;  la  dellberazionc  non 
e  prcsa,  34-35;  Giovannl  Ambroslhl  o  Landi  k  loro 


V 


550 


INDICE  ALFABETICO  (Canetoli.Cuieloli  Baldassarre] 


leguace  («n.  1444)1  100,  lv-20;  corano  odio  contro  1 
Mareicottl  («n.  144S),  10;  cf.  101,  4t-S0;  sono  convo- 
catl  da  Baldastarre  Canetoli,  102,  3-4;  II  pred.  fa 
rllevare  11  basso  stato  In  cui  sono  caduti  da  ^randl 
e  potentl  che  erano,  4-7 ;  approrano  dl  uccldere  1 
Marcscottl  c  Annibale  Bentivogllo  causa  d.  loro 
decadenza  e  di  soliecitare  l'aiuto  d.  dura  di  Milano, 
7-13;  11  Vlsconti  manda  loro  In  Romagna  Taliano  dl 
Forii  con  millzle,  15-16;  II  pred.  duca  anche  ordina 
a  Luigl  da  San  Severlno  di  passarc  con  mlllzle  In 
ioro  soccorso  quando  sia  avvenuta  l'uccislone  d. 
Bentivogiio,  16-lt;  tentano  dl  fare  uccldere  Annibaie 
da  due  slcari,  19-20;  i  pred.  sono  scoperti,  ma  non 
confestano  nemmeno  sotto  i  tormenti,  20-31;  ne  re- 
clamano  ia  iiberta  dichiarandoli  innocenti,  ma  non 
l'ottengono,  33-33;  divengono  arditi  pel  silenzlo  d. 
pred.  e  comblnano  con  il  duca  di  Mliano  che  mandl 
milizie  nel  Bolognese  per  U  giorno  di  San  l'ietro, 
nei  qual  glorno,  ucciso  Annibalc,  gli  avrebbero  dato 
la  signoria  d.  c,  33-3t;  anticipano  l'omicidio  d. 
pred.  e  d.  Marescotti,  41-44 ;  col  ioro  seguacl  11  glor- 
no  di  San  Giovanni  assalgono  e  uccidono  Annibale 
Bentlvoglio  alla  croce  dl  San  Sebastiano  ove  era 
stato  condotto  con  Inganno  da  Francesco  Ghisilierl, 
103,  II;  assalgono  la  rasa  dl  Galeazzo  Marescottl, 
ma  sono  respinti  e  feritl  dal  pred.,  40-43;  tutto  U 
partito  d.  Bentivogilo  si  arma  contro  di  loro,  104, 
34-35;  sono  vinti  coi  ioro  seguaci  alla  piazza  di  San 
Francesco  da  Galeazzo  Marescottl  e  dalla  parte 
Bentlvolesca,  105,  17-35;  fuggono  dl  c.  da  porta 
Sanflsala,  36-37 ;  tutte  le  loro  case,  circa  cinquanta, 
sono  saccheggiate  e  Incendiatc  dal  popolo,  34-35; 
molti  dl  loro  sono  ucclsi,  35-36;  ric.  106,  1,  3;  i 
quattro  Gonfalonlerl  loro  amici  sono  deposti  e  so- 
stituiti  da  amici  d.  Bentivogllo,  107,  40-44 ;  I  loro 
beni  In  San  Giovanni  in  Persiceto  sono  dai  com. 
di  Boiogna  datl  agli  abitantl  d.  terra,  109,  3S-31; 
ric.  33;  loro  seguacl  In  numero  di  quattrocento  si 
unlscono  a  Luigl  da  Sanscverino  e  occupano  pa- 
recchl  castelli  d.  Bolognese,  37-43;  sono  cacclatl  dal 
signore  dl  Carpi  fuorl  d.  suo  territorlo  (an.  1447), 
123,  7-9;  con  l'aiuto  di  Alberto  Pio  entrano  in 
Piumazzo  dato  loro  da  Fredo  e  Francesco  Piccl- 
nlno  (an.  1448),  125,  36-3S;  ma  soco  costretti  a 
uscirne  per  capitoiazlone  d.  terra,  44;  11 
Pio  abbandona  il  pensiero  di  farll  rimpatriare,  45- 
46 ;  ricevono  profferte  di  aiuto  da  Romeo  Pepoll  e 
dai  suol  compagni  pure  essi  fuorusciti  (an.  1449), 
131,  40-41;  ric.  134,  33;  penetratl  dl  sorpresa  In  Bo- 
logna  si  arrestano  alla  chiesa  dl  San  Giuseppe  men- 
tre  gli  altri  fuorusciti  arrivano  In  Piazza  (an. 
145 1),  138,  Jt-39;  ma  Tlmpresa  va  a  male  e  sono 
tutti  volti  in  fuga,  31-139,  1-6;  142,  3»;  rlc,  168,  I; 
169,  30;  con  l'eIezione  dl  Glovanni  Bentivoglio  a 
Gonfalonlere  dl  Giustizla  e  a  capo  d.  fazione  l>en- 
tlvolesca  perdono  ogni  speranza  dl  rlentrare  in  pa- 
trla  (an.  1463),  180,  34-3S;vi  tornano  con  GiuIIo  II 
e  prendono  parte  al  corteo  papale  dalia  Magione 
ai  Pal.  (an.  1506),  355,  36-37. 
Camstoli  Apricano  figlio  di  Baidassarre,  108,  7;  113, 
6;  padre  dl  un  altro  Baldassarre,  356,  17;  h  bandito 
di  Bologna  (an.  1445),  108,  7;  gli  fe  postauna  taglia 
dl  mllle  iire,  109,  14-15;  i  fatto  rappresentare  dagll 
Anziani  in  modo  infamante  nel  pal.  d.  Notai  (an. 


1446),  113,  14-16;  h  nelU  tpedixlone  d.  ruonitciti 
per  rlentrare  In  Bologoa  (an.  1451),  138,  3;  i  nel- 
rctercito  dl  Bartoloroeo  Colleonl  contro  Flrenze 
(an.  1467),  193,  17-11. 

Canktoli  Baldassarrk  [Batdtuera,  Ballatsmri,  Bml- 
da$$ar\  figllo  di  Matteo,  5,  43;  14,  II;  fratello  dl 
Battltta,  Gaieazzo  c  Gaipare,  5,  43 ;  genero  di  Gio- 
vannl  Trattl,  8,  16-17;  partecipa  a  un'adunanxa  di 
tuoi  parenti  contro  II  leg.  dl  Bolognj^  Alamannl 
(an.  1437),  5,  43-43;  \  eL  d.  Sedlci  Riformatorl  d. 
Stato  («n.  1428),  7,  I,  3;  i  Invlato  dai  Senato  di 
Bologna  ambasc.  a  Venezia  a  Impetrarne  aiuto  con- 
tro  il  pp.,  8,  14-17,  ma  non  l'ottIene,  17-11;  i  d. 
Dleci  Rlformatorl  (an.  1439),  11,  45;  i  d.  Sedlci 
Rlformatorl,  14,  «11;  con  BattlsU  e  Tabate  Zam- 
l>eccarl  patia  dalla  cata  di  Benlncaia  Bargelllni  per 
ucciderio  (an.  1430),  18,  49-19,  l;  non  lo  trovano 
e  uccidono  Invcce  ii  nipote  d.  pred.  Agottino  Gon- 
zagni,  1-3;  con  Battista,  con  Matteo  Griflfoni  e 
I'abate  Zambeccari  e  capo  di  Bologna,  20-31;  con 
Lodovico  Canctoll  e  duecento  armati  segretamente 
si  reca  di  notte  a  Borgo  Panlgaie  e  sl  Impadro- 
nltce  di  Bonlfaclo  Zamlieccari,  dl  Baidassarre  e 
Alberto  da  Montevegllo  e  di  Carlo  da  Correggio 
(an.  1432),  32,  50;  33,  1-3,  che  conduce  prigionieri 
a   Bologna,  6. 

Cakbtoli  Baloassarre  dktto  Brttozzo  [Baldeuera, 
Baldissera,  Va/dusrra,  Balea$$arf,  Biilda$$era  detto 
Belloixo,  Betotxo,  Bettoecio  dt  Cametolo']  figlio  dl 
Lambertino,  5,  45;  22,  4;  68,  t;  126,  11-13;  di  Lo- 
dovico  !,  102,  1;  fratello  di  Lodovico,  68,  M",  126, 
11;  padre  dl  Africano,  108,  7;  113,  16;  cugino  di 
Battista,  102,  3;  prende  parte  a  un'adunanza  indetta 
da'  suoi  parenti  contro  ii  leg.  di  Bologna  Alamanni 
(an.  1428),  5,  42-45;  fe  dato  ostaggio  ai  l^.  in  osser 
vanza  d.  patti  d.  pace  (an.  1430),  23,  2-4  ;  va  a  Forl) 
ad  attendervi  il  ritorno  d.  messo  inviato  al  pp., 
6-1 ;  segue  il  cuglno  Battlsta  a  Corregglo  (an.  1435), 
43,  32-33;  e  fatto  imprigionare  dal  Viscontl  a  Par- 
ma,  ma  dopo  pochi  giorni  e  liberato,  46,  29-30;  h 
fuoruscito  (an.  1441),  68,  8-9;  e  richiamato  in  patria 
per  opera  di  Annibale  Bentivogllo  col  quale  si  rl- 
conciiia  (an.  1443),  95,  17-22  ;  raduna  parenti  e  amici 
ed  esposte  ie  tristi  condizioni  in  cul  erano  cadutl 
i  Canetoii,  gia  potentl,  per  opera  speclalmente  d. 
Marcscottl,  propone  dl  uccidere  questi  e  Annil>ale 
che  li  proteggeva  e  di  chiedere  l'aiuto  d.  duca  Vi- 
sconti  (an.  1445),  102,  113;  al  trebbo  degii  Stor- 
ietti  coipisce  per  prlmo  Annibale  Bentivogllo  fe- 
rendolo  ai  petto,  103,  34-27 ;  suoi  compagni  nella 
triste  impresa,  2t-31 ;  h  bandito  di  Bologna,  108, 
14;  gll  h  posta  una  taglla  di  mille  lire,  109,  14-15; 
gli  sono  donati  settecento  durati  da  Fillppo  Maria 
Visconti  per  la  partecipazione  alPuccisione  di  An- 
nibalc  110,  44-45;  h  fatto  dagli  Anziani  raffigurare 
in  modo  infamante  nel  pal.  d.  Notai  (an.  1446), 
113,  14-17;  con  ii  fratello  Lodovico  e  1'aiuto  di  AI- 
berto  Pio  cntra  con  settecento  uomlni  In  Creval- 
corc  al  grido  di  *  Viva  la  Chiesa  „  (an.  1448), 
126,  11-14;  vi  fa  prigionieri  alcuni  Bolognesl  ivi 
fuggiti  per  ia  peste,  14-lS;  saccheggl,  ls-30:  e  preso 
prigioniero  da  Astorre  Manfredi  pei  Bolognesi 
mentre  scortava  un  carriagglo  di  vlveri  a  CreTal- 
core,  34-33;  h  condotto  a   San    Giovanni   e   Impri- 


[Canetoli  Baldassarre-Canctoli  Batt.]  INDICE   ALFABETICO 


551 


gionato  nella  rocca  coi  ferri  ai  piedi,  35-36;  h  in- 
terrogato  dal  leg.  sull'occupazione  di  Crevalcore 
41-42;  si  scusa  dicendo  aver  ci6  fatto  per  rimpa- 
triare,  4J;  si  racconianda  al  pred.,  42-43 ;  e  chiesto 
dal  com.  al  Manfredi,  che  si  rifiuta  di  consegnarlo 
se  non  per  un  riscatto  di  tremila  ducati,  46-49;  tale 
riscatto  e  pagato  dai  seguaci  d.  Bentivoglio,  4»- 
127,  1;  accordo  concluso  tra  i  pred.  e  ii  Manfredi 
per  averlo  nelle  mani  senza  vergogna  di  questo, 
1-5;  visti  giungere  in  San  Giovanni  i  suoi  nemici, 
si  getta  da  una  finestra  per  sfuggire  loro,  9-12;  si 
rompe  una  gamba  ed  e  preso  neilo  stesso  luogo  ove 
fe  caduto,  12-14;  risponde  a  Galeazzo  Marescotti 
che  gli  riraproverava  la  f  di  Annibale  che  la  colpa 
dell'uccisione  d.  pred.  e  di  lui  e  d.  suoi  fratelli  per 
la  loro  prepotenza,  U-24 ;  e  condotto  a  Bologna 
legato  sopra  un  cavallo,  25-27;  e  vilipeso  con  grida 
dl  morte  dal  popolo,  27-28;  h  rinchiuso  nella  casa 
dl  Sante  Bentivoglio,  28-29;  h  perdonato  per  il  suo 
pentimento  dalia  moglie  e  dal  figllo  di  Annibale, 
29-40 ;  gli  sono  tolti  i  ferri  ed  e  umanamente  trat- 
tato  per  ordine  di  Sante,  40-42;  e  condannato  dal 
Senato  alla  decapitazione,  43-47;  chiede  perdono  a 
tutto  il  popolo  d.  suo  errore,  47-48;  e  condotto  per 
la  c.  a  ludibrio  sopra  un  asino,  48-50;  passando  sotto 
la  Ringhiera  d.  Signori  chiede  perdono  anche  ai 
pred.  egli  e  concesso,  50-128,  1-3;  risponde  dignito- 
samente  al  Marescottl  che  lo  dlleggia,  3-5 ;  e  deca- 
pitato  nel  luogo  ove  uccise  Annibale  e  pol  impic- 
cato  per  i  piedi  con  il  capo  attaccato  al  braccio 
destro,  5-8. 

Canbtoli  Baldassarre  figllo  di  Afrlcano,  356,  17;  pi- 
glia  parte  in  Bologna  al  corteo  papale  (an.  1506), 
5,  17 ;  ridomanda  al  pp.  i  beni  paterni  distribuiti 
ai  Volta,  ai  Marescotti  e  ad  altri,  17-19,  ma  non  li 
ottiene,  19-21. 

Canetoli  Bartolomea  moglie  di  Lambertino  Canetoli, 
madre  di  Lodovico,  108,  43. 

Canbtoli  Bartolomeo  h  avvisato  da  Gaspare  d.  presa 
di  San  Giovanni  in  Persiceto  (an.  1434),  36,  47; 
37,  1 ;  sua  moglie  e  bandita  di  Bologna  (an.  1445). 
108,  14. 

Canetoli  Battista  figlio  di  Matteo,  5,  43;  108,  13; 
fratello  di  Galeotto,  Gaspare  e  Baldassarre, 
5,  43;  di  Galeotto,  24,  33;  cugino  di  Baldassarre 
detto  Bettozzo  e  di  Lodovico,  102,  1,3;  cf.  5,  43; 
si  reca  con  il  governatore  di  Bologna  Ludovico 
Alamanni  e  con  altri  gcntiluomini  bologncsi  a 
prenderc  possesso  di  Imola  e  Forl\  (an.  1426),  4, 
ie-16;  partecipa  a  un'adunanza  contro  il  leg.  (an. 
1428),  5,  42-43;  parla  in  essa  esponendo  i  demeriti 
d.  pred.,  6,  7;  consiglia  di  cacciarlo  di  c.  9-11,  e 
di  prcndere  le  armi,  11-12;  gli  adunati  approvano 
le  sue  parole,  12-13;  h  cl.  degli  Otto  d.  Balla  per 
la  pace,  7,  7;  scrivc  ad  Antonio  Bentivoglio  che 
11  governo  d.  Chiesa  h  abbattuto  in  Bologna  e  lo 
invita  a  tornare  in  patria,  42-43;  lo  esorta  a  non 
fidarsi  d.  favori  d.  pp.,  che  altrc  volte  lo  aveva  mi- 
stificato,  43-47;  h  sospettato  dal  Bentivoglio  di  dop- 
piczza  c  di  cercare  di  ucciderlo  per  domlnare  solo 
in  Boiogna,  49-8,  1;  per  ci6  il  pred.  presenta  la 
sua  iettera  al  pp.,  1-3;  offre  in  dono  la  sua  torre  di 
Buonconvento  al  Caldora,  che  tl  era  mosso  per 
prcndcrla,  non   volendo   fossc   rovlnata   (an.   1429, 


13,  46-47 ;  il  pred.  si  impadronisce  anche  dell^altra 
sua  torre  di  Ponte  Poliedrano  rigurgitante  di  gra- 
no,  48-49;  h  dal  leg.,  inslemc  ai  fratelli,  fatto  paci- 
ficare  coi    partigiani  d.  Bentivoglio   richiamati    in 

c.  (an.  1430),  18,  5-6;  con  i'abate  Zambeccari  prende 
le  armi  e  accorre  al  pal.  d.  Notai,  41-42;  quivi  fa 
uccidere  da  Giacomo  Ricevuti  i  cinque  di  parte 
Bentivogiio  sostenuti  in  una  stanza,  42-46 ;  con  Bal- 
dassarre  Canetoli  e  con  l'abate  Zambeccari  va  da 
Benincasa  Bargellini  per  ammazzarlo,  49-19,  1;  non 
lo  trova  in  casa  e  ne  uccide  invece  ii  nipote  Ago- 
stino  Gonzagni  di  Argelato,  1-3;  con  Baldassarre, 
con  Matteo  Griffoni  e  l'ab.  Zambeccari  e  capo  dl 
Bologna,  19,  20-21 ;  e  mandato  dal  Senato  con  lo 
Zambeccari  ad  abbruciare  il  mon.  e  la  Chiesa  di 
San  Michele  in  Bosco  perche  i  nemici  non  vi  si 
fortifichino,  21,  18-21;  la  sua  casa  avrebbe  dovuto 
essere  incendiata  in  un  complotto  ordito  per  fare 
entrare  i  nemici  in  c,  35;  cf.  38-39;  perch^  la  pace 
venga  assicurata  manda  Marino  dell'AquiIa  a  Fl- 
renze  a  pregare  Nicoii  da  Ugnano,  suo  caro  amico 
e  intimo  d.  pp.,  a  interporsi  presso  Martino  V  in 
favore  di  Bologna.  23,  8-11;  s'intende  con  Tommaso 
Zambeccari  per  ottenere  Imola  ai  Bolognesi  e  av- 
visa  NicoI6  Fortebraccio,  cap.  d.  soldati  Fiorentini, 
di  trovarsi  cola  per  entrarvi  (an.  1431),  24,  4-8; 
ma  ia  congiura  h  scoperta,  8-9;  recatosi  da  Lodo- 
vico  Canetoli  apprende  1'incidente  d.  Beroaldi  e 
la  sfida  di  Bartoloraeo  Zambeccari  25,  42-43;  e  in- 
suitato  per  ia  via  da  un  servo  dell'abate  in  suo 
norae,  43-45;  gli  manda  una  risposta  ancor  piu  in- 
giuriosa,  45-47  ;  per  interposizione  di  amici  comuni 
si  riconcilia  apparentemente  collo  Zambeccari,  47- 
48;  e  amico  d.  connestabile  d.  fanti  Giorgino  da 
Tossignano,  50;  26, 1 ;  eel.  da  Eugenio  IV,  per  porta 
Stieri,  d.  Venti   Commissari  deputati  alla  creazione 

d.  magistrati  d.  c,  27,  23-27 ;  va  alla  Certosa  quale 
ambasc.  d.  Senato  per  intendersi  con  Giovannl 
Bosco  circa  l'esecuzione  d.  capitoli  con  11  pp.,  29, 
26-27;  i  fuorusciti  ordlscono  un  complotto  per  en- 
trare  in  San  Giovanni,  30,  21-26;  saputolo,  d'intesa 
col  governatore  e  con  Bartolomeo  Zambeccari,  vl 
raanda  il  fratello  Gaspare  con  Tommaso  Ghisilieri 
e  duecento  fanti,  26-28;  h  di  nuovo  el.  d.  Venti 
consiglieri  (1432),  31,  11;  h  amico  di  Bartolomeo 
Preti,  30;  in  seguito  al  ferimento  d.  pred.  si  ar- 
ma,  ma  non  esce  di  casa,  32-35;  ric,  35-36;  si  trova 
nel  pal.  d.  Signori  con  Bartolomeo  Zambeccari, 
38-39;  esortato  dai  Venti  d.  Consiglio  a  fare  pace 
col  pred.  per  il  bene  d.  c.  si  rappacifica  di  buon 
animo,  39-47;  ma  da  molti  non  fe  creduto  sincero, 
47-48;  l'abate  Zambeccari  e  11  governatore  Dandolo 
hanno  in  animo  di  cacciarlo  di  Bologna,  32,  12-15; 
saputolo  si  arma  e  sta  in  guardia,  24-25;  i  cit.  con 
Bonifacio  Zambcccari  al  pal.  d.  governatore,  37-29; 
scende  in  Piazza  con  seguito  di  armatl  al  grido  dl 
*  Viva  ia  Chiesa  „,  29-30;  niuno  ardisce  molestarlo, 
32;  va  a  San  Procolo  ove  cra  l'abate  Zambeccarl 
con  molti  soldati,  33-35;  al  Trebbo  dc  Carbonesl  sta 
per  azzulfarsl  con  11  pred.,  35-36;  si  frappone  Gio- 
vanni  Griffoni  che  pcrsuade  entrambl  a  deporre  le 
armi,  36-3|;  si  reca  in  Senato  dove  h  fatto  rlconcl- 
liare  coUo  Zambeccarl,  39;  lo  accompagna  a  casa, 
43-44 ;  sospettando  pravi  disegni  a  tuo  riguardo  da 


552 


INDICE  ALFABETICO 


[Canetoti  Battista] 


ptrte  degU  Ztmbeeearl  e  d.  Orlffoni  vlgll*  in  arml 
(«n.  1433),  35,  16-31;  II  fratello  Gaipare  lo  «vverte 
dl  cuere  entrato  In  San  Glovanni  in  Perslceto  teb- 
bene  non  nella  rocra  (an.  1434),  36,  41-37,  I;  coa- 
diuvato  da  amicl  proponc  al  roaglstrati  nei  due 
Consigli  d.  Setsinta  e  degli  Ottocento  di  espellere 
gli  utBciall  d.  Chlesa  e  rldurre  Bologna  in  liberti; 
la  proposta  h  approvata,  l-S;  udlto  che  Gaspare  k 
stato  fatto  prlgione  dal  Gattameiata  In  San  Gio- 
vanni  In  Perslceto  si  arma  e  scende  in  Piazza,  45-47; 
t  d'accordo  con  II  Visconti  nemico  d.  pp.,  38,  }-3; 
viene  a  parole  con  Luigi  Griffoni,  ma  pcr  intro- 
misslone  di  Gaieotto  cognato  d.  Griffoni  si  quieta, 
5-7;  chiama  da  Imola  duecento  cavaili  d.  duca  di 
Milano,  30-31 ;  apparentemente  riceve  con  grande 
allegrezza  II  governatore  Daniele  Scotti  lan.  1435), 
43,  7-10;  qucsti  gli  ordina  di  licenziare  la  gente 
d'arme  che  tcneva  In  c,  18-1»;  promette,  ma  tergi- 
versa,  aspettando  il  Picclnino,  17-23;  il  governatore 
sembra  non  piu  curarsi  di  venlre  obbedlto,  invece 
disegna  di  fario  prigioniero  coi  suoi,  23-34;  saputo 
dcirarrivo  segreto  di  selcento  cavalll  chiamati  dal 
pred.,  si  allontana  di  c,  mottrando  dl  recarsi  a 
caccia  e  va  a  Correggio,  37-33;  h  qui  raggiunto  da 
molti  parenti  e  amici,  33-35;  sua  moglie  va  a  San 
Luig!  d.  Pratello,  35-36;  sua  fuga  ric,  37;  e  fatto 
Imprlgionare  a  Milano  dal  Visconti,  ma  dopo  pochi 
giorni  i  di  nuovo  libeiato,  46,  2«-30 ;  Ugo  da  Lu- 
signano  card.  di  Cipro,  prende  alioggio  a  Bologna 
in  casa  sua  di  fronte  a  San  Gervasio  (an.  1436), 
47,  20-31;  sostenuto  in  Milano  non  pu6  allonta- 
narsene  senza  licenza  d.  duca  (an.  1439),  56,  22-24; 
per  tornare  in  Bologna  promette  al  pred.  il  libero 
possesso  d.  c.  e  di  dargli  nelle  manl  Annibale  Ben- 
tlvogilo  che  poteva  contrastarglielo,  24-3»;  ottiene 
dal  duca  licenza  di  partire,  30-31;  gli  sono  date  dal 
prcd.  lettere  per  il  castellano  di  Galliera  perchfe  lo 
faccia  entrare  in  c  e  perchb  gli  sia  largo  di  ogni 
aiuto,  31-34;  raduna  i  suoi  amici  in  Correggio  e 
con  essi  va  a  Galliera,  36-37;  entra  in  Bologna  col 
Sagramoro  e  trecento  cavalli  e  si  impadronisce  d. 
Piazza:  38-3»;  gli  h  aperta  la  porta  d.  Pal.  da  Pietro 
Soano  cap.  d.  guardia,  3»-4D;  rassicura  gli  Anzianl, 
che  avevano  fatto  suonare  a  raccolta,  di  essere  tor- 
nato  con  licenza  d.  duca  e  deslderoso  di  vivere  in 
pace  con  tutti,  42-44 ;  per  raffermare  la  pace  con  An- 
nibale  Bentivoglio  stipula  le  nozze  di  Costanza  so- 
rella  di  questo  col  fratello  suo  Gaspare,  57,  15-17; 
per  potere  avere,  sccondo  la  promessa  fatta  al  duca, 
faciiiti  di  impadronirsi  di  Annibale  Bentivoglio,  d. 
quale  in  cuore  erasi  conservato  nemico,  persuadegll 
Anziani  a  sostituire  alle  porte  i  capitani  forestieri 
ai  cittadini,  18-24;  ottiene  la  grazia  d.  ritorno  per 
tutti  i  suoi  amici  banditi  o  confinatl,  32-33;  si  rap- 
pacifica  con  Bartolomeo  Zambeccarl  e  moltl  altri 
tornati  dal  bando,  33-34;  ric,  58,  6,  15;  recasi  a  Mi- 
lano  chtaraatov!  dal  duca,  18-30  ;  si  giustifica  per  le 
inadempiute  promesse  ed  h  rimandato  a  Bologna, 
20-21;  cresce  l'odio  tra  lul  e  Annibale,  59,  1-2,  48;  fa 
a  gara  col  pred.  per  ingraziarsi  il  popolo,  2-3;  cerca 
di  abbassare  Annibale  e  apertamente  a  ci6  si  adopra 
forte  d.  favore  d.  duca,  3-5,  48-4» ;  per6  h  meno  amato 
di  Annibale  dalla  nobilti,  5 ;  da  suoi  parenti  e  amici 
si  vocifera  che  abbla  in  animo  di  togllere  la  ill>erti 


tllt  c.  e  darla  In  «Ignerla  d«  due*  di  Mllano,  6-7 ; 
•Tverte  queiti  delfimprlglonamento  di  rooltl  luoi 
aderenti  che  vengono  per  ordine  d.  pred.  liberatl, 
15;  udlto  che  ii  Bentivoglio  erati  inilgnorito  d. 
Piazza,  con  clnquecento  d.  tuoi  recaii  al  castello 
di  Galliera  e  ti  unisce  al  Sagramoro,  60,  13-iS; 
svendo  Annibale  depotte  ie  arml  a  lua  voltA  dl- 
larma  e  torna  a  caia,  15-16;  i  chlamato  a  Milano 
dal  duca  Vitcontl  che  nuovaroente  qui  lo  conftna 
(an.  1440),  62,  34-37;  h  imprlgionato  dal  pred.,  17 ; 
cf  3»;  68,  7-i;  gll  h  offerta  dal  Piccinino  liberti  e 
onori  se  riusciri  a  dargli  nelle  manl  L.odovico 
Bentlvoglio  (1443),  84,  40-43;  accetta  11  mercato, 
43-45;  h  tolto  di  prlglone,  raa  nun  latclato  libero, 
4S-46;  h  accorapagnato  da  Giacomo  da  Iroola  e  da 
una  scorta  di  duecento  cavaili  a  Reggio,  4*-85,  1-3; 
Invlta  Lodovico  Bentivoglio  che  li  trovava  licuro 
In  Carpi  a  venire  a  vederlo  e  accompagnarlo  a  Mo- 
dena,  2-4:  il  pred.  rifiuta,  4-S;  va  a  Correggio  e 
quindi  a  Zimignola  tentando  sempre  inutiiroente  di 
far  muovere  di  Carpi  il  BentivogUo,  I-I4;  vi  ti  reca 
di  persona,  onorevolmente  accolto  dai  Plo  lignori 
di  Carpi,  ma  senza  successo  rlguardo  al  Bentivo- 
glio,  che  anzi  lo  svergogna,  14-3»;  parte  di  Carpi 
sopra  un  bel  cavallo  donatogli  dai  Pi  o,  3»-40;  h  ac- 
compagnato  da  Giacomo  da  Imola  e  da  un  servo 
d.  Bentivoglio,  da  lui  chiesto  al  pred.,  40-44 ;  giunto 
ove  i'attendeva  ia  scorta  h  fatto  smontare,  fe  iegato 
sopra  un  ronzino  e  ricondotto  alla  sua  prlgione, 
44-46;  accomiata  il  servo  d.  Benttvoglio,  46-48;  h 
alla  Quaderna  con  Gaieotto  pr.  II  conte  dal  Ver- 
me,  90,  21-22;  si  reca  a  Boiogna  a  tentare  nuovo 
accordo  tra  la  c  e  il  duca,  47-48;  avuta  buona  ri- 
aposta  dal  Senato  va  a  Galliera  a  persuadere  Tar- 
taro  di  consegnare  il  castello,  48-91,  I;  riporta  alSe- 
nato  11  consenso  condizionato  dl  Tartaro,  1-5;  torna 
presso  il  Dal  Verme  a  San  Nicol6,  5-6;  ragione  d. 
suo  adoperarsi,  6-S;  torna  in  Bologna  ben  accetto 
al  Senato,  24;  h  esortato  da  Pietro  Giovanetti  mo- 
rente  a  osservare  la  pace  con  Annibale  Bentivoglio, 
altrimenti,  gll  h  presagita  dal  pred.  1'ultima  ro- 
vina,  95,  36-3»;  e  creato  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(an.  1444),  97,  34;  fe  mandato  ambasc.  a  Firenzc 
(an.  1445),  100,  30-31 ;  ne  torna  con  promessa  di 
aiuti,  31-32;  raduna  cinquecento  uomini  per  scen- 
dere  in  Piazza  contro  i  Marescotti,  ma  saputo  che 
ne  erano  stati  cacciati  depone  le  armi,  101,  7-10; 
e  dal  cugino  Baldassarre  convocato  con  altri ;  ne 
approva  la  proposta  di  uccidere  i  Marescotti  e  An- 
nibale  Bentivoglio  e  d!  soUecitare  Paiuto  d.  Vi- 
sconti,  102,  1-13;  gli  uccisori  di  Annibale  Benti- 
vogllo  e  d.  Marescotti  si  armano  a  casa  sua,  103, 
31-32;  Lodovico  Canetoli  respinto  di  Piazza  viene 
a  casa  sua  ove  si  afforza  e  combatte,  104,  36-37;  fa 
dare  il  segno  alla  campana  di  San  Francesco  e  rac- 
colti  ottocento  d.  suoi  nello  spiazzo  di  San  Fran- 
cesco,  manda  un  messo  In  Romagna  a  Taiiano  per- 
chh  accorra  a  Bologna,  38-42:  fortifica  intanto  lo 
spiazzo  innanz!  a  San  Francesco  e  il  Trebbo  d. 
Ghisilieri,  42-44;  il  suo  operato  dopo  la  morte  di 
Annibaie  h  poco  saggio  e  lo  conduce  a  rovlna, 
45-48;  rott!  i  suo!  fugge  e  si  nasconde  in  una  fogna 
di  NicoI6  Preti,  105,  28-2»;  il  popolo  da  fuoco 
alia  sua   casa  dopo   averla   saccheggiata,  3«-ll;  cf. 


[Canetoli  Battista-CanetoU  Gaspare]  INDICE  ALFABETICO 


553 


106,  43-43;  h  attivamente  cercato  e  trovato  nella 
fogna  con  due  compagni,  105,  37-38;  6  malgrado  i 
suol  preghi  ucciso,  38-40;  sfregi  al  suo  cadavere,  40- 
44:  sua  f  ric,  106,  4;  cf.  26-27;  la  sua  casa  saccheg- 
giata  e  rovinata  dai  fondamenti,  42-43;  ric,  109,  33; 
ne  c  fatta  dagli  Anziani  rappresentare  la  f  infa- 
mante  nel  pal.  d.  Notai  (an.  1446),  113,  18-20;  ric, 
108,  13-14. 

Canetom  Battlsta  essendo  capo  d.  fuoruscitl  assolda 
Alberto  Pio  contro  Bologna  (an.  14S1),  137,   18-19. 

Canetoli  Bkttozzo  V.   CanetoH  BalJassarre. 

[Canetoli]  Costanza  V.  Bantivoglio  Costanxa. 

Cahbtoli  Francesco  e  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato, 
87,  3-6;  cassato  quesfufficio    decade  (an.  1443),    3; 

CAffETOLi  Galbotto  [Galleotto,  Galaotto,  Galetto  Cane- 
toH\  figlio  di  Matteo,  5,  43;  97,  28;  108,  25;  fratello 
di  Battista,  24,  33;  padre  di  un  altro  Matteo,  164, 
45;  sposa  una  figlia  di  Gozzadino  Gozzadini  (an. 
1426),  4,  46;  partecipa  a  un'adunanza  indetta  con- 
tro  il  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  1428),  5,  42-43  ; 
gli  fe  salvata  la  vita  a  Roncastaldo  da  Tommaso 
Loiani  (an.  1431),  24,  33-34;  e  in  Roma  ed  ha  spe- 
ranza  di  ottenere  per  Bologna  la  pace  con  il  pp., 
25,  5;  gli  e  rinnovato  l'incarico  di  ambasc.  dal  Se- 
nato,  10-11  ;  avvertito  che  il  leg.  rifiutava  ii  passo 
agli  ambasc.  Bolognesi  pr.  il  pp.,  ne  rende  consa- 
pevole  Eugenio  IV,  17-18;  si  adopra  pr.  il  pp.  per 
la  pace  di  Bologna  e  per  liberarla  dalle  vessazioni 
d.  lcg.  Acciopaci,  26,  15-17;  presenta  ai  pp.,  a  nome 
degli  ambasc  impediti  dal  leg.  di  recarsi  a  Roma,  i 
capitoli  d.  pace  inviatigli  dai  Bolognesl,  18-20;  con 
Battista  scende  armato  in  Piazza  (an.  1432),  32, 
29-30;  h  ei.  d.  Diecl  di  Balia  (an.  1434),  37,  36-38; 
per  la  convenzione  tra  il  Gattamelata  e  il  gover- 
natore  Zabarelli  deve  recarsi  a  Firenze  dal  pp.  e 
con  lui  trattare  I'accordo,  39,  16-17 ;  si  mette  in 
viaggio,  26;  giunto  a  Firenze  Intavola  le  trattative, 
34  ;  ^  di  nuovo  inviato  a  Firenze  per  l'accordo  (an. 
1435),  42,  43-44,  che  riesce  a  concludere,  44-45;  udita 
la  fuga  di  Battista  e  d.  parenti  da  Bologna,  du- 
bitando  che  ci6  fosse  per  qualche  macchinazione 
d.  pp.,  fugge  a  Siena,  43,  J7-39;  e  fatto  imprigio- 
nare  a  Correggio  dal  Visconti,  ma  dopo  pochi 
giorni  e  liberato,  46,  29-30;  torna  perdonato  a  Bo- 
logna  (an.  1439),  57,  34;  fe  cit,  dal  Senato  e  messo 
in  prigione  nel  castello  di  porta  Galliera,  59,  8-10; 
e  liberato  per  comando  d.  duca  Visconti,  15-16;  sl 
rifugia  da  lui  Tommaso  Canetoli  cercato  dal  pod., 
60,  5-6;  h  dal  Senato  di  Bologna  fatto  imprigio- 
narc  e  mandato  nelia  rocca  di  Forl\  (an.  1440), 
62,  39-40;  e  fuoruscito,  68,  7;  e  alla  Quaderna  con 
il  conte  dal  Verme  (an.  1443),  90,  21-22;  con  sal- 
vacondotto  degli  Anziani  recasi  a  Bologna  per  ten- 
tare  un  accordo  tra  la  citti  c  ii  Vlsconti,  23-24; 
non  riesce  e  torna  alla  Quaderna,  34-35;  e  rlchia- 
mato  in  patria  da  Annibale  Bentivogllo,  col  quale 
si  paclfica,  95,  17-33;  &  el.  per  porta  Stleri  d.  Com- 
misslone  incarlcata  d.  elezlone  agll  uffici,  97,  23-25; 
28;  dopo  l'uccisIonc  di  Annibale  fugge  con  uno 
strattagemma  di  Bologna  per  porta  Santo  Stefano 
(an.  144S),  107,  37-3»;  t  bandito,  108,  25;  gli  fe  posta 
una  taglia  di  mille  lire,  109,  14-15;  e  fatto  rapprc- 
sentare  in  modo  infamante  nel  pal.  d.  Notal  (an. 
1446),  113,    14-16;  in    un   colloquio    a  Modena   con 


Ossano  da  Pescarolo,  dona  a  questo  un  cinturino 
con  la  sua  arma,  che  gli  costa  l'impiccagione  (an. 
1451),  137,  10-12;  ^  nella  spedizione  d.  fuorusciti  per 
rientrare  in  Bologna,  138,  1-2,  che  bene  incomincia- 
ta  poi  failisce,  10-139,  1-6;  si  duole  d.  sua  cattiva 
fortuna,  11-15;  gli  viene  a  Modena  da  Bologna  An- 
tonio  Zonari  e  gli  oflTre  di  introdurlo  in  c,  140, 
13-14;  accetta,  ma  11  trattato  b  scoperto,  15;  Batti- 
sta  Manzoll  si  reca  a  Modena  per  intendersi  con 
lui  circa  il  suo  ritorno  a  Bologna  (an.  1454),  144, 
27;  manda  il  pred.  a  Reggio  ad  abboccarsi  con  al- 
tri  fuorusciti,  27-29;  diviene  familiare  di  Giovanni 
Felicini,  ricco  bolognese  andato  a  Carpi  a  causa 
d.  peste  (an.  14S9),  166,  41-43;  gli  fe  imprestata  dal 
pred.  una  somma  di  danaro,  43-46;  cf.  167,  12-25. 
Canetoli  Gaspare  figlio  di  Matteo,  5,  43;  20,  37;  86, 
49;  108,  25;  121,  23-24;  fratello  di  Battista,  57,  15; 
68,  9;  di  Galeotto,  108,  25;  partecipa  a  un'adu- 
nanza  indetta  contro  il  leg.  di  Bologna  (an.  1438), 
5,  42-43;  cf.  6,  12-15:  e  ferito  alla  faccia  combattcndo 
alle  mura  (an.  1430),  20,  36-37;  porta  la  bandiera  d. 
pp.  innanzi  al  nuovo  governatore  Giovanni  Bosco 
(an.  1431),  29,  44;  e  invlato  con  Tommaso  Ghisi- 
lieri  e  duecento  fanti  a  San  Giovanni  in  Persiceto, 
che  amici  d.  Bentivoglio  volevano  occupare,  30, 
26-28;  cf.,  29-30;  vi  mette  in  fuga  gli  avversari  al 
grido  di  "  Chiesa,  Chiesa  „,  31-33;  essendo  al  soldo 
d.  Veneziani,  richiestone  dai  suoi  parenti,  ottiene 
di  recarsi  coi  suoi  soldati  in  servizio  dl  Bologna 
(an.  1434),  36,  41-44;  occupa  San  Giovanni  in  Per- 
siceto  senza  la  rocca,  45-46;  ne  da  notizia  a  Bar- 
tolomeo  e  Battista  Canetoli,  47,  37,  1 ;  assedla  la 
rocca  con  quattrocento  cavalli,  40-41;  e  fatto  prl- 
gioniero  con  i  suoi  dal  Gattamelata  entrato  a  tra- 
dimento  nel  castello,  43-44;  cf.,  38,  30;  d.  sua  pri- 
gionia  sono,  in  Bologna,  incolpati  i  Griflbni,  1-2; 
durante  le  trattative  tra  Galeotto  e  il  pp.  dovrebbe 
cssere  liberato  e  confinato  nella  rocca  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  per  accordo  tra  il  Gattamelata 
e  il  governatore  Zabarelli,  39,  20-21;  invece  e  man- 
dato  a  Venezia,  37-38;  c  condotto  da  Venezia  a  Fi- 
renze  e  presentato  al  pp.  che  lo  fa  incarcerare  (an. 
1435),  41,  35-36;  gli  e  da  Annibale  Bentivoglio  pro- 
messa  in  m.  la  sorella  Costanza  per  raffermare  la 
pace  tra  le  due  famiglic  (an.  1439),  57,  15-17;  cf., 
104,  26;  e  ancora  prigioniero  (an.  1440),  68,  9;  i 
Bolognesi  ne  domandano  la  liberazione  ai  Fioren- 
tini  (an.  1443),  86,  48-49;  torna  in  Bologna  con  al- 
trl  fuoruscitl  e  con  buon  numero  di  soldati  man- 
dati  dai  Fiorentini,  87,  42-43;  alla  porta  dl  San 
Mamolo  gli  viene  Incontro  Annibale  Bentivoglio 
con  il  qualc  si  bada  ed  abbraccla,  43-44;  in  com- 
pagnia  d.  pred.  recasi  a  visitare  gli  Anziani,  44-45; 
torna  a  casa  sua,  45-46;  con  altri  capi  pone  pre- 
sidi  a  Corticella  per  impedirne  il  passo  a  Lulgl 
dal  Verme,  88,  25-37;  dopo  1'uccisione  dl  Annibale 
c  bandito  di  Bologna  (an.  144S),  108,  25;  c  posta 
sulla  sua  testa  una  taglia  di  mllle  lire,  109,  14-15; 
fc  fatto  rappresentare  dagli  Anziani  in  modo  in- 
famante  nel  pal.  d.  Notai  (an.  1446),  113,  14-16; 
con  sessanta  fuorusciti  entra  in  Cento  alutato  dal 
Gucciardini,  dai  Chiarelli  e  da  Giacomo  Borgo- 
gnonl  e  lo  ribella  a  Hologna  (an.  1447),  121,  33-36; 
entra   di   sorpresa    In    Bologna   da  porta   Galliera 


554 


INDICE  ALFABETICO      [Canetoll  Gaspare  Canonld  Giov.J 


col  ruoruiclti,  1  qu«ll  reiplnti  c  inieguitl  li  ial- 
v»no  ron  la  fug»  («n.  I4S«)>  138,  24-139,  1-5;  t  • 
Fircnze  |i.  a.)  41,  3«. 

Canktoli  GiovAMNi  padrc  di  Tommaio,  64,  J7-M. 

Canktoli  Lambbktino  padre  di  Lodovlco,  5,  45;  68, 
I;  100,  4*;  108,  43;  126,  II;  di  Baldassarre,  45, 
22,  4;  68,  *;  126,  II;  marito  di  Bartolomea,  108,  43. 

Canbtoli  Louovico  [/^miloviet]  figllo  di  Lambertino, 
5,  45;  68,  s;  100,  46;  108,  4J;  126,  li;  e  dl  Bar- 
tolomca,  108,  43;  cugino  dl  Battista  Canetoli,  43, 
32;  parteclpa  a  un'adunanza  Indetta  da  luoi  pa- 
rentl  contro  II  ieg.  di  Boiogna  Alamannl  (an.  1428), 
.5,  42-45;  cf.  6,  12-15;  h  cl.  Gonfalonlere  d.  popolo 
per  porta  Stlerl,  45-50;  da  casa  sua,  pr,  i  Mezzo- 
vlllani,  vcde  un  suo  faraigllo  oBcndere  Giovanni 
Reroaldi  (an.  1431),  25,  2»-30;  34  ;  redarguisce  II  ser- 
vo  llberando  Giovannl,  34-35;  fc  tuttavia  mandato  a 
sfidare  dall'abatc  Zambeccari  amlco  d.  Beroaldi,  38; 
cerca  di  fare  Intendere  come  sono  andate  lc  cose  e 
non  accetta  la  sfida,  38-42;  sopraggiunge  In  quel- 
l'istantc  Battlsta  e  gll  racconta  U  fatto,  42-43;  con 
Baldassarre  e  duecento  armatl  segretamente  sl  rcca 
di  notte  a  Borgo  Panlgale  e  vi  prcnde  alla  sprov- 
viita  Bonifacio  Zambcccari,  Baldassarre  e  Albcrto 
da  Montevegiio,  Carlo  da  Corrcggio  (an.  1432),  32, 
50;33,  1-3;  che  conduce  prigionleri  a  Bolo- 
gna,  6;  sl  Impadronlsce  di  porta  Santo  Stefano 
occupata  dal  nipote  d.  Dandolo  (an.  1433),  25-36; 
Impedendone  cosl  l'entrata  in  c.  al  Gattamelata,  27- 
28;  segue  il  cugino  Battista  a  Correggio  (an.  1435), 
43,  32-33;  >  fatto  impriglonare  dal  Visconti  a  Parma, 
ma  dopo  pochi  giorni  h  liberato,  46,  2»-30 ;  i  fuo- 
ruscito  e  confinato  in  Lombardia  (an.  1440),  68, 
8;  h  richlamato  In  patria  per  opera  di  Annlbalc 
Bentlvogllo  col  quale  si  riconciiia  (an.  1443),  95, 
17-21;  h  d.  Signorl  (an.  1444),  100,  20-21 ;  abita  in 
San  Mamolo,  46  ;  h  provocato  in  casa  sua  dal  Mare- 
scottl  perchi  amlco  d.  Dallc  Correggie  (an.  1445), 
45-101,  I  ;  sebbene  abbia  armatl  seco,  prudentemente 
non  raccoglie  la  sfida  e  non  si  mostra,  1-2;  per 
opera  degli  Anzlani  si  rappacifira  con  Glan  Lulgi, 
Taddeo  e  Antenore  Marcscotti,  24-30;  al  canto  di 
San  Mamolo  si  azzu0a  con  i  seguaci  d.  Bentivo- 
giio,  104,  35-36;  non  riesce  ad  entrare  in  Piazza; 
recatosi  allora  a  casa  di  Battista  vi  si  afforza  e 
combatte,  36-38:  la  casa  ove  abitava  in  San  Mamolo 
non  h  bruciata  dal  popolo,  perchfc  di  proprieta  d. 
fratl  Predicatori,  105,  33-34;  h  invecc  rovinata  fe 
bruciata  la  casa  che  possedeva,  106,  42-44;  h  ban- 
dito  dl  Bologna,  108,  43;  h  posta  sulla  sua  testa 
una  taglia  di  llre  mille,  109,  14-15;  i  fatto  dagli 
Anzianl  rappresentare  in  modo  infamnnte  ncl  pal. 
d.  Notai  (an.  1446),  113,  14-16;  tratta  di  occupare 
Manzolino  con  un  tal  NIcol6,  ma  11  trattato  h  sco- 
pcrto  (an.  1447),  122,  10-11;  con  il  fratcllo  Baldas- 
sarre  e  Paiuto  dl  Alberto  Pio  entra  con  settecento 
uomini  in  Crevalcore  grldando  "  Viva  la  Chiesa  , 
per  non  trovare  opposlzione  (an.  1448),  126,  11-14; 
con  i  compagni  vi  fia  prigioni  molti  Bolognesi  ivl 
fuggiti  per  la  peste,  14-18,  e  fa  saccheggi,  18-20;  h 
nella  spedizione  d.  fuorusciti  per  rlentrare  in  Bo- 
logna  (an.  145 1),  138,  2. 

Canbtoli  Marco  si  reca  con  il  governatore  di  Bolo- 
gna  Ludovico  Alamanni  e  con    altri  gentiluoraini 


bolognesi  a  prendere  poueiio  di  Imola  c  Korli  (tn. 
1426),  4,  10-13;  i  rlvoltoii  conducono  11  leg.  in 
caia  lua  (an.  1428),  b,  3t;h  el.  Gonfaloniere  di  Glu- 
stizla  per  port«  San  Procolo,  41-43 ;  va  ambaic.  di 
Bologna  ai  Venezlani  a  oflrerire  loro  la  c.  io  cam- 
bio  dl  aluto  contro  la  Chieia,  9,  31-33;  h  licenziato 
con  un  rifiuto,  33-3t. 

(Canktoli]  Maria  Tommasina  mogllc  di  Battiita  Ca- 
netoil,  43,  35;  fuggito  U  marito  li  allontana  da 
Bologna  e  va  a  San  Lulgi  d.  Pratello  (an.  1435), 
35-36. 

Canbtoli  Mattbo  \Matlkio]  padre  di  Battlita,  5,  43;  dl 
Baldasiarrc,  5,  43;  14,  II;  dl  Ualeotto,  5,  43;  97, 
28;  108,  35;  di  Gaspare,  5,  43;  20,  37;  86,  4«;  108, 
35;  una  lua  figlia  sposa  Taddeo  Pepoll  (an.  1426), 
4,  47. 

Canetoli  Matteo  figUo  di  Galeotto,  164,  45;  diciot- 
tenne  e  ucciso  da  Ra&ello  bargello  di  Bologna 
mentre  travcstito  si  recava  da  Lucca  a  Firenzc  (an. 
1457),  164,  45;  165,  1-3;  d.  tua  f  ^l  dolgono  amici 
e  nemlci,  3. 

Canetoli  Tommaso  figllo  di  Giovanni,  63,37-38;  abita 
via  delle  Lamc,  60,  I ;  avvlsato  che  il  pod.  lo  cer- 
cava  per  arrestarlo  fuggc  pr.  Galeotto  (an.  1439), 
60,  4-6;  cf.,  59,  4t;  60,  1-4;  di  qul  accompagnatosi  a 
dodici  ardimentosi  va  incontro  al  pod.  e  aisalitolo 
al  Trcbbo  d.  Ghisilleri  lo  ferisce  e  mette  in  fuga, 
6-9;  con  altri  macchina  dl  introdurre  in  Bologna 
1'esercito  di  Francesco  Sforza  per  cacciarnc  11  Ben- 
tivoglio  (an.  1440),  63,  27-30;  scoperta  la  congiura 
e  preso,  posto  al  tormcnto  c  decapitato,  30-34. 

Canutolo  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nosze 
(an.   1454),   151,  8;  v.  aneht  Berton*  da  Canettl». 

Canicci  Nicolo  h  bandito  dalle  c.  e  territorl  di  Bolo- 
gna,  Imola  e  Modena,  sotto  pena,  contravvenendo, 
d.  confisca  d.  bcni  e  d.  punlzione  sancita  dagli  Sta- 
tuti  (an.  1341),  28,  42-46. 

Canloffi  Antonio  \Antonio  Canloffb].  Suo  dono  a  Sante 
Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.   1454),  149,  31-23. 

Canonici  Hattista  bolognese ;  cubiculario  d.  pp.  Slito 
IV,  che  gli  fa  molti  regali  (an.  1471),  208,  21-22; 
essendo  vescovo  di  Faenza  e  nunzio  di  Ercole  d'Este, 
fa  cav.  aurato  in  Mantova  Gianfrancesco  Aldro- 
vandi  (an.  1485),  232,  42-44;  possiede  1'abbazia  di 
San  Felice  (an.   1502),  309,  47:310,  I. 

Canonici  FiLiPPo  canonico  di  San  Pietro  di  Roma  e 
protonotario  apostolico;  rcca  il  cappello  d.  cardi- 
nalato  al  Gran  Maestro  di  Rodi  e  qulndi  va  al 
Cairo  per  trattare  col  Soldano  d'Egitto  una  lega 
contro  i  Turchi  (an.  1489),  253,  47-49;  torna  a  Bo- 
logna,  49-50;  ospita  in  casa  sua  a  Bologna  Bajazet 
l'ambasc.  d.  sultano  d.  Turchl,  254,  44-45. 

Canonici  Francbsco  [Francesco  Calonici]  figHo  dl  Gio- 
vannl,  118,  17;  imprcsta  al  com.  di  Bologna  cento- 
clnquanta  scudi  e  ne  diviene  tesoriere  (an.  1440), 
62,  17-18;  h  degli  Anzianl  per  porta  San  Procolo  di 
novembre-dicembre  (an.  1446),  118,  17;  suo  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  10-14. 

Canonici  Giacomo  [laeomo  de'  canonici]  notaio;  h  el. 
Anziano  per  porta  Stlerl  (an.  1428),  9,  40-41 ;  un  suo 
figliuolo  h  ostaggio  d.  leg.  durante  rarmistizio  (an. 
1430),  20,  50. 

Canonici  Giovanni  notaio,  padre  di  Francesco,  118,  17; 
h  arabasc.  d.  Senato  boiognese  al  leg.  Acciopaci  per 


[Canonici  Giovanni-Capitoli] 


INDICE  ALFABETICO 


555 


trattare  un  armistizio  (an.  1430),  20,  «1;  dal  Senato 
e  incaricato  col  pod.  e  sette  altri  cittadini  di  pu- 
nire  i  delinquenti,  23,  21-26. 
CAtJONici  PiETRO  dottore  famoso;  h  degli  Anziani  (an. 
1468),  200,  31;  riceve  in  dono  dieci  ducati  per  la 
venuta  d.  nuovo  governatore  Savelli,  39-30;  f  ed  e 
seppellito  in  San  Martino  (an.  1502),  309,  9-10. 
Canosa    in    parte    rovinata    dal    terremoto    (an.    1456), 

164,  8-9. 
Cansaldi  Giovanni  dottore  di  legge;  Anziano  di  Bo- 
logna  per  porta  San  Pietro;  durante  il  suo  anzia- 
nato  vengono    riposti    nella    Camera    degli    Atti    i 
capitoli  d.  pace  con  Eugenio  IV  (an.  143 1),  29,  17-19. 
CantagmnI  Giacomo  V.  Saliceio  (Da)    Giacomo. 
Cantacuno  da  SALlceTO  V.  Saltceto  (Da)  Cantaglino. 
Cantalovo  nellTmolese;    vi   si    reca    Francesco  Sforza 
(an.   1436),  47,    41-<2;  cf.,    44;  vi   passa    l'avanguar- 
dia  dell'esercito  di  Carlo  VIII  (an.   1494),  277,  12. 
Cantalupo.    Vi  giunge  Bartolomco  Colieoni  con  l'eser- 
cito  tenendo  dietro  al  duca  Sforza  (an.  1467),  194,  36. 
Cantbili  GuIdo  prende  parte  al  torneo  bandito  in  Bo- 
logna   da  Glovanni  Bentivoglio  per  San  Petronio 
(an.  1470),  203,  IJ-M;  con  altri  cav.  toglie  a  forza 
al  partito  rosso  avversario  lo  stendardo  e  lo  porta 
dalla  sua  parte  accanto  allo  stendardo  bianco,  205, 
37-41;  gli  e  da  Giovanni  Bentivoglio  dato  parte  d. 
premio  vinto  dalla    fazione    bianca,  6-7;    combatte 
nel  torneo  tenutosi   in  Bologna  per  definire  se  nelle 
cose  umane  prevalga  la  Sapienza  o  la  Fortuna,  al 
segulto  di  Annibale  Bentivoglio,  paladino  d.  For- 
tuna;  4  ascritto  alla  sesta  squadra  vestita  alla  sel- 
vaggia   (an.    1490),  259,    33-3.S;    la    sua    parte    resta 
vittoriosa,  262,  17-19. 
Cantblmo  Gismondo  corre  nella  giostra  per  le  nozze 
di    Annibale    Bentivogllo    contro   Nicol6    Rangoni 
che  tiene  il  tavolaccio  dinanzi  al   pai.   d.    Signori 
(an.  1487),  240,  44-45. 
Cantino  V.  JVanino  di  Cantino. 
Capastrllk  V.  Caposele. 
CapkLLO  (Dal)  V.  Cappello  (Dal). 
Capitanato  delle  porte  in  Bologna  x).  Bologna  Uapt- 

tanato  delle  forte). 
Capitani  Francesco  [Francesco  del  Cafitanio\  armi- 
gero  di  Giovanni  Bentivoglio,  riporta  Tonore  e  il 
premio  nella  giostra  indetta  in  Bologna  dal  Rettore 
d.  Studio  (an.  1489),  254,  36-37;  accompagnato  da 
trombe  e  pifFeri  porta  il  palio  al  pal.  Bentivoglio 
ove  abita,  38-39. 
Capitani  vari  in  Boiogna  v.  Bologna  (cafitani). 
Capitani  di  Ventura  e  conuottikri  di  milizik  v.  Ac- 
eiaiuoli  Pietro,  Allegri  (D')  Ivo,  Alonso  (Don),  Al- 
viano  Bartolomeo,  Alviano  Luigi,  Anguillara  (Da/f) 
Deifeho,  Angeli  (Degli)  Bernardino,  Antonello  dal 
Borgo,  Antonelio  da  Fiacema,  Aresaurio  (.'),  Atten- 
dolo  Micheletto,  Baglione  Braccio,  Baldaccio  d'An- 
ghiari,  Barbiano  [Da)  Veniero,  Batiano  (Da)  iVico/i, 
Btecaria  Manfredo,  Benvenuto,  Bcntivog/io  Annihalt, 
Bentivogtio  Giovanui,  Bentivog/io  Ercoie,  Btnlivog/io 
Ermei,  Bergamini  Giamfietro,  Bevi/acqua  Gateotto, 
Boecaecini  Pietro,  Bossi  Carlo,  Brandotini  Tiherto, 
Buonforte  Melito,  Caldora  Antonio,  Caldora  (Hacomo, 
Cana/e  (Da)  Vittorio,  Cnnttoli  Africano,  Carda  (dai- 
ta)  Bernardino  detto  il  (iatta,  Carillo  Sancio,  Cario 
conte   di   Campohasso,    Carmagnola   (Da)    Franctseo, 


Castigiione  (Da)  Francesco.    Castro   (Da)    Giovanni, 
Chierici  Giacoma,  Cisterna  (Del/a)    Vecehia,   Cola  da 
Medicina,    Co/lalto    (da)    Giordino    anche  detto  cont» 
Co/a  da  Salerno,  Colleoni  Bartolomeo ,  Colonna  Mar- 
cantonio,  Colonna  Paolo,   Conti  Donnto,  Conti  Si/ve- 
stro,  Contrari  Ambrogio,  Contrari  Nicolb,  Corbine/lo, 
Corio,    Corrado   da   Mate/ica,   Core/la   Mickele,  Cri- 
stoforo  da  Soncino,  Dainese,  Diotisa/vi  da  Btrgamo^ 
Bste  (D')    Taddeo,   Ettore   da   Piaeema,    Ferabosco, 
Fortehracci  Braecio,   Fortebracci    Carlo,   Fortebraeci 
Nicolb,  Franca  Lancia  d'Avisselo,  Frosso  (Dal)  0  Fro- 
sini  lianitri,  Gal/arate  (Da)  Pietro,  Gambacorta  Ni- 
eo/i,   Gambara  (Da)  Pietro,  Gencilt  da  Treviso,  Gia- 
como  da  Mantova,    Giacomo  dalla  Padulla,   Giacomo 
da   Piacenxa,   Giorgio   dal/a   Zasxera,    Giovanni  da 
CtntO,   Giovanni  da  Ferrara,  Giovanni  da  Piacenxa, 
Giovanni  Battiita  da  Strabia,   Gontaga  Carlo,  Gon- 
xaga  Giovanni,  Gonzaga  Luigi,  Gottifredo,  Gregorie 
d'Anghiari,  Grijforte  Braccio,   Guglielmo  da  Parma, 
Guinigi  Ladislao,  tnglese,  Ingrati  Carlo,  Lamfugna- 
no  (Da)    Princivalle,    Leonetto,  Lihani  Battista,  Li- 
bani  Matteo,  Lionel/o  Perugino,  Maino  (Dal)  Lancel- 
/otto,  Maino  (Dal)   Ventura,  Malatesta  ... .,   Ma/vezxi 
Lodovico,  Ma/vezzi  Pirro,  Mancino  da  Bologna,  Man- 
fredi  Astorre,  Manfredi  Guidantonio,  Marchesi  Tad- 
deo,  Marcone  dn  San  Gal/o,  Martinengo  Cesare,  Mar- 
tinengo    Gherardo,    Masttl/etta     Vincenxo,    Miche/occi 
Lodovico,  Mirando/a   (Del/a)    Ga/eotto,   Monte  (Dal) 
Paolo,  Montefeitro    (Da)    Federigo,  Navarrino  (Da) 
Pietro,  Nieolh  Pisano,  O/iverotto  da  Fermo,  Orde/affi 
Pino,   Orsi  Anniha/e,  Orsini  Francesco,   Orsini  Giam- 
pao/o,  Orsini  Lodovico,   Orsini  Nico/b,  Orsini  Troiio, 
Pallavicino    Federigo,    Ptnacchi    Lorenxo,    IHceinino 
Francesco,  Piccinino   Giaeomo,    Piccinino  Nicoib,  Pio 
Alessandro,  Pio  Gilberto,  Polato  Pietro  Antonio,  Pu- 
sterla  (Da)  Pietro,  Ramazsotto  da  Scaricalasino,  Ran- 
goni  Guido,  Rangoni  Nicoli,  Ranuccio  da  Marxano, 
Riccio  da  Cortona,  Riccio   da  Montcchiaro,   Rina/do 
dt  Provenza,  Rixzo  da  Soragna,  Rocca  (Dal/a)  Aga- 
mennone,  Roiandino  da  Milano,  Roncone  Ange/o,  Rossi 
Giacomo,  Ruhino  da  Piacenza,  Sacramoro  Cristoforo, 
Sacramoro  Nicolb,  Samfieri  Ercole,  Sanseverino  (Da) 
Luigi,    Sansevtrino  (Da)  Roberto  conte   di    Caiaxxo, 
Sassatello   Giovaani,  Savelli    Giacomo,    Scaramuccia 
da   Savino,   Scariotto,    Serrano    Andrea,    Sevro   da 
Marxano,  Sforxa  Alessandro,  Sforxa  Corrado,  Sforxa 
Costanxo,  Sforxa  Francesco,  Sforxa   Sforxino,   Simo- 
netto  dall^Aquiia,  Stampa  Axtino,    Stampa    Giovanni 
Lttca,  Stefano  di  Valmontont,    Taddeo  da  Imo/a,    Ta- 
liano  da  Forli,    Tartaro,   Tixxone   Giovanni  Andrea, 
To/tnHno  (Da)  Nicolb,    Trivu/zit  Giacomo,    Troma/a 
Gaspare,   Trotti  Antonio,  Vedrana  (Da)  Ga/asso,  Vtr- 
me  (Dal)  Luigi,    Vermc  (Dal)  Pietro,  Vi/lani  Saera- 
moro,    Visconti  Alessandro,  Visconti  Asxo,  Visconti  Fi- 
lippo,    Visconti   Virgi/io,    Vitelli  Giovanni  Luigi,    Vi- 
telli    Vitel/oxso,    Vo/ta  Antonio,    Zampo/ini  Mickt/t, 
Zutta  (//). 
Capitoli  d.  pace  tra  Eugenio  IV  c  Bologna  (an.  1431), 
26,  39-27-28-29,  1-9;  1  pred.    sono   posti   nella  Ca- 
mera  degli  Atti  al  tempo  dcgli  Anziani  Francesro 
Bolognini,  Battista  Isolani,  Andrea  Battaglia,  Gio- 
vanni   Cansaldi,    Gaspare    Papazzoni,  Nicolft    Ghl- 
silardl,  Nannlno  da  Stiatlco,  Giacomo  Sanuti,  Glo- 
vanni    Coltelll,    17-31 ;   tra   il   com.   dl   Bologna   e 


556 


INDICE  ALFAIiETICO 


(Capltoli-Caprara  Coatantlno] 


Nleol&  Plccinlno  (an.  1440),  65,  ia-66-67,  l-M;tr* 
U  cltti  dl  Bologn»  e  Nlcol6  V  (an.  1447),  123,  31- 
124.  1-37;  *  tra  Plo  H  e  Bologna  («n.  1459).  XXXVI, 
3*-30,;  tra  Paolo  U  c  Bologna  (an.  1466),  191, 
11-17;  cf.,  190,  7-10;  tra  I  Borgla  e  Bologna  (an. 
1501),  304,  31-48;  (an.  1502),  318,  1»-3I9,  i-s;  321, 
17-23;  33-«t. 

Capocchia  Pibtko  fabbro;  h  el.  Anzlano  dl  Bologna 
per  il  quartlere  dl  porta  Stleri  (an.  1435).  43,  4». 

CxpOO^fANO  V.  Capagnaito. 

Capusblb  [Capastuu.s]  in  Puglia;  danneggiato  dal 
terremoto  (an.   1466),   190,  33. 

Cappbu.i  (Carlo)  salra  il  padre  assalito  da  Matteo 
ilelle  Correggie  fercndo  questl  mortalmente  (an. 
1445),   100,  34-43;  si  saiva  in  casa  Marescottl,  43. 

Cappblu  Ghurardo  [Gierardo  dal  Cafello]  vienc  a  pa- 
role  con  Matteo  dallc  Correggle,  che  minaccia  di 
ferirlo  (an.  144S),  100,  39-41;  c  salvato  dal  figlio 
Carlo,  41-43. 

Cappbllo  (OsTERiA  i)Bl)  [Oiterta  del  Cafello]  t'.  Bolo' 
gna  (taverne). 

CapprLLO  ViTTORIo  \Vitlore  Capello\  ambasc.  Veneziano 
al  nuovo  pp.  Paolo  II;  passa  di  Bologna  (an.  1464), 
186,  36-3>. 

Capponi  LoDovico  bombardiere  dl  Giovanni  Bentl- 
vogllo;  prcndc  parte  alia  congiura  ordita  da  Ga- 
spare  Scappi  In  favore  d.  Bentlvoglio  (an.  150S), 
380,  is. 

Cappou»!  Nbri  commissario  nell'eserclto  d.  Fiorentlni 
agli  ordinl  di  Piergiampaolo  Orsini  (an.  1440),  63, 
18;  apprende  da  ambasc.  di  Bologna  che  fanno  ri- 
cerca  di  Sante  Cascese  per  condurlo  a  governare 
Bologna  qualora  egli  sia  veramcnte  bastardo  di 
Ercole  Bentivogllo  (an.  1446),  119,  1-3;  fa  chia- 
mare  Sante  col  tutore  e  gli  espone  la  cosa,  3-5;  h  da 
esso  ringraziato  alla  sua  partcnza  per  Boiogna,  is. 

Capra  Luigi  \Ahigi,  Aloisio  Cafra]  protonotario;  alle 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  in  Bologna  va  in 
contro  agli  sposi  fuori  porta  di  Galliera  come  rap- 
presentante  di  Ascanio  Sforza  (an.  1487),  236,  22, 
35-26 ;  dk  la  cittadinanza  boiogncse  a  Pietro  Giral- 
dinl  da  Cento  e  a  Bartolomeo  Ricordati,  243,  45; 
244,  1-2;  II  suo  cancelllere  fe  presente  al  processo 
intentato  dal  pod.  per  la  congiura  d.  Malvezzi  con- 
tro  il  Bcntivogllo  (an.  1488),  251,  35-36;  in  una  di- 
sputa  per  questione  di  prccedenza  tra  il  referenda- 
rio  del  duca  di  Mllano  e  il  Rcttore  d.  Studio,  Ak 
torto  a  questo  e  gli  ordina  di  lasciare  Bologna  (an. 
1491),  263,  32-34;  h  sconfessato  dal  Senato, 
che  richiama  11  Rettore,  34-39;  quale  viceie- 
gato  assiste  in  San  Petronio  alla  cerlmonia  per  la 
consegna  d.  stcndardo  ducale  a  Giovanni  Bentivo- 
gllo  (an.  1493),  270,  34. 

Caprakica  Anoklo  vesc.  di  Rieti,  poi  card.  di  Santa 
Croce;  h  religioso  e  devoto,  187,  9-lo;  el.  gover- 
natore  di  Bologna  da  Pio  II  vi  i  onorevolmente 
ricevuto  e  accompagnato  in  Pal.  (an.  1458),  166, 
21-35;  nella  controversia  tra  il  Senato  e  Giovanni 
Malvezzi  per  la  liberazione  dal  carcere  di  Gio- 
vanni  Felicini,  udite  lc  ragioni  d.  Malvezzi,  con- 
cede  al  Feliclni  la  liberti  previa  ammenda  (an. 
1459),  167,  18-33 ;  arma  cav.  aurato  in  San  Domcnico 
Gian  Francesco  Pocti,  168,  24-35 ;  permettc  che  Sante 
BentlvogUo  compri  le  case  degli  Avoglio,  172,  30-31; 


i  ereato  card.  d»  Ple  II,  *-6;  allegresxa  dl  clA  In 
Bologna,  i-7;  parte  e  TS  •  Siena  dal  pp.  In  compa- 
gnla  dl  ambuc.  Bolognesl,  7-f;  preto  il  cappello 
torna  a  Bologna,  9-11,  onorevolmente  rlcevuto,  II- 
13;  chiaraato  dal  pp.  si  reca  a  Roma  In  compagnia 
di  Criitoforo  Caccianemlci  e  dl  Giacorao  Marsilt 
(an.  1460),  174,  37-39;  rifiuta  l'arbltrato  dl  Fran- 
cesco  Sforza  per  le  differenze  del  due  caitelli  Cento 
e  Pieve  col  Senato  bolognete  (an.  1461),  175,  14-lS; 
torna  a  Bologna,  16-17;  si  reca  al  Servi  a  lalutare 
il  card.  Bcssarione,  177,  31-33;  convocato  con  gU 
altri  porporati  a  Roma  parte  accompagnato  da  Gia- 
como  Grati,  37-39;  ne  torna  (an.  1462),  n;  il  reca 
con  Paoio  Volta,  ambasc.  d.  Senato,  ad  Ancona  a 
▼Isitarvi  11  pp.  infermo  (an.  1464),  185,  35-36;  il 
occupa  deiringrandimento  di  San  Petronio,  187, 
9-10;  fa  edificare  la  sagrestia  di  San  Michele  in 
Bosco,  10-11;  restaura  11  dormitorio  d.  novizi  di  San 
Domenico,  11-12;  in  San  Petronio  le  sue  armi  sono 
rapprescntate  nelie  vetrate,  11-12;  di  ritorno  da  Ro- 
ma  conferma  al  Senato  che  Paolo  U  pretende  11 
dominio  assoluto  di  Bologna  (an.  1465),  33-33;  re- 
candosi  di  nuovo  dal  pp.  vanno  in  sua  compagnia 
due  ambasc.  inviati  dal  Senato  per  trattarc  con 
Paolo  II  d,  cose  d.  Stato,  189,  30-34  ;  giunge  «  Roma 
(an.  1466),  40;  torna  a  Bologna  con  Paolo  Volta  c 
in  Consiglio  espone  i  capitoli  avuti  dal  pp.,  191, 
7-10;  sostituisce  in  Senato  Girolamo  Ranuzzi  al  f 
Glacomo  dal  Lino,  21-33;  parte  di  Bologna  chia- 
mato  dal  pp.  (an.  1467),  197,  35;  lascla  in  suo  luogo 
Giovanni  d'Amelia,  36;  il  Senato  lo  fa  accorapa- 
gnare  da  Girolamo  Ranuzzi,  36-37;  non  torna  piii 
a  Bologna,  37;  cf.,  200,  9;  h  sostituito  nella  lega- 
zione  di  Bologna  da  Francesco  Gonzaga  (an.  147 1), 
207,  37-38. 

Capramica  Domkmico  vesc.  di  Torino  e  card.  di  Santa 
Maria  Nuova;  quale  leg.  di  Romagna  h  neireaer- 
cito  d.  Chiesa  raccolto  in  Imola  da  Antonio  Ben- 
tivoglio,  Micheletto  Attendolo  e  NlcoIA  da  Tolen- 
tino  (an.  1428),  8,  34-39;  manda  un  trombetta  ai 
Boiognesi  a  chiedere  la  c.  minacciando  loro  guerra, 
39-31;  gli  h  rifiutata,  31-33;  comanda  alPAttendolo 
di  condurre  1'esercito  nel  Bolognese,  34-35;  gli  si 
dk  Fagnano  con  le  altre  castella  da  quella  parte, 
9,  3-4;  invia  Antonio  Bentivoglio  con  molti  soldati 
a  soccorrere  San  Giovanni  in  Persiceto  assediato 
dal  Bolognesi,  ma  1'impresa  non  ha  successo,  7-8 ; 
accompagna  Eugcnio  IV  a  Bologna  e  alloggia  nel 
pal.  de'  Pepoli  (an.  1436),  47,  17-18;  fc  fatto  prigio- 
nlero  da  Francesco  Sforza  nella  battaglia  di  Monte 
Olmo  (an.   1444),  99,   16-17. 

Caprara  (famigua)  "  e  rappresentata  nei  Tkeatro  me- 
ra/e  de'  moderni  ingegni.  .  .  .  d.  Ghirardacci  XXIV, 
33,  33  „. 

Caprara  Costantino  [Costantino  da  Cavrara]  figUo  di 
Egano,  366,  3  ;  bombardiere  bolognese  molto  esperto, 
sue  prove  contro  i  Francesi  dalle  mura  di  Bologna 
(an.  1506),  349,  32-40;  grida  "  traditore ,  un  bom- 
bandiere,  che  entrato  al  soldo  di  Bologna  col  vanto 
di  operare  gran  cose  contro  i  Francesi,  aveva  deli- 
beratamente  fatto  saltare  la  grossa  bombarda  da 
lui  affidatagli,  350,  11-18;  partito  Giulio  II  di  Bo- 
logna  con  Marco  Antonio  Fantuzzl  e  Battist*  Ra- 
nuzzi  conglura  di  Introdurre  In  c.  Annlbaie  e  Er- 


[Caprara  Costantino-Cardiaali] 


INDICE  ALFABETICO 


557 


mes  BentiTogUo  (an.  1507),  366,   M;  ha  1'incarico 

dl  dare  fuoco  alle  munizioni  custodlte  in  Pal.,  4; 

rivelato  dal  Fantuzzi  il   complotto,  e  preso,  13-13; 

confessa  senza  il  tormento,  13-U;  e  impiccato  alla 

Ringhiera  raalgrado  che  tutto  il  popolo  chieda  la 

sua  grazia  al  leg.,  U-If;  ric,  19. 
Cafrara    Filippo  \Filippo  Cavrara]   e   d.  Collegi  (an. 

1505),  309,  1,  6. 
Caprara  Giacomo  [/acomo  de   Cavrara]  figlio  di  Gio- 

vanni,  113,  g;  amico  d.  f  Antonio  Bentivoglio;  si 

fa  persuadere  da  Raffaele  Foscherari  a  vendicarne 

la  morte  col  dare  Bologna  al  duca  di  Milano  (an. 

1438),  51,  23-31;  va  alle  mura  e  con  funi  e  con  scale, 

aiutato    da  altri,   introduce   Annibale   Bentivoglio 

coi  suoi  compagni  in  c.  (an.  1443),  80,  26-29;  h  con 

altri  scelto  a  distribruire  i  beni  d.  banditi  (an.  144S), 

113,  4-5,  8;  e  el.  degli  Anzlani  (an.   1446),  10,  12. 
Caprara    Giovanni    [Giovanni    Cavrara,    da    Caprara, 

Cafirara]  padre  di  Giacomo,   113,    8 ;  b   bandito  di 

Bologna  (an.  1430),  19,  26,  32;  impresta  al  com.  di 

Bologna    settantacinque   scudi  e    ne    diventa   teso- 

riere  (an.   1440),  62,  18. 
CaPRARA  Giovaitni  e  confinato  a  cinquanta  miglia  da 

Bologna  perchfe  amico    d.    Bentivoglio   (an.    1507), 

362,  4S-16;  363,  2. 
CaPUA  e  rovinata  dal  terremoto  (an,   1456),  164,  2;  v. 

anche  Matteo  da  Capua. 
Capuano   da   Montbrenzo   contadino,    fa   un  dono    a 

S:inte  BentivogHo  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  31-32. 
Capug.n-ano  (viCARlATo)  [Ca/tfg-aano]  nel  Bologncse ;  ne 

h  norainato    comraissario   Giaeomo   dal   Lino  (an. 

'437)1  50,   13;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per 

le  nozze  (an.  1454),   150,  41;  v.  anche  Bettino  da  Ca- 

pugnano. 
Carabuiso  [?]  Andrba  multato  in  centododici  ducati  per 

il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  iJoS),  388,  4. 
Caracciolo  Francesco  accompagna  il  principe  Fede- 

rigo  d'Aragona  aMilano  a  prendervi  IppoUta  Sforza 

sposa  d'Aironso  (an.  1465),  187,  47. 
Caracciolo  Marino  accompagna  il  principe  Federigo 

d'Aragona   a   Milano   a   prendere   Ippolita   Sforza 

sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  188,  2. 
Caracciolo  Tristano   accompagna  il    principe   Fede- 

rigo   di    Aragona  a   Milano   a   prendervi   Ippolita 

Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  188,  2. 
Carapa  Bkrlingikri  [^Berlingiero  CaraJ^a]  accorapagna 

il  principc  Federigo  d'Aragona  a  Milano  a    prcn- 

dervi  Ippollta  Sforza  sposa  dl  Alfonso  (an.  1465), 

188,  I, 
Carafa   Galsotto   [Galeotto    Caraffa]   accorapagna   II 

principe  Federigo  d'Aragona  a  Milaiio  a  prendervi 

Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187,  48. 
Carafa  Malizia  [Malitia  Caraffi]  accompagna  il  prin- 

cipe  Federigo  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ip- 

polita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187,  4S, 
Caravaogio  [CarrHafrgio]  chiesto  da  Luigl  XII  ai  Ve- 

neziani  (an.  1509),  393,  32-33. 
CARAVACfiio   (Da)   CiiRVATo   V.  Secchi  Cervato  da  Ca- 

rai'aggio. 
Caravita  Francbsco  fa  un  presente  alle  nozze  di  GIu- 

lio  Malvezzi  (an.   1464),  184,  40. 
*  Carbonkii   (famiolia)   i   rappresentata   nel    Theatro 

moralede'  Moderni  ingegni. .  .  .  d.  Ghlrardaccl  XXIVi 

22,  27  „. 


Carbonbsi  Albbrto  e  d.  Venti  d.  popolo  pel  quartlere 
di  porta  San  Procolo  (an.  1506),  352,  8;  el.  dal  pp. 
d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori,  358,  34,  37; 
preposto  ai  dazi  da  Giulio  II,  361,  26-27;  con  i 
colleghi  e  per  autorita  avutane  dal  leg.  e  dai  ma- 
gistrati  impone  ai  contadinl  una  tassa  sul  bestiarae 
(an.  1507),  367,  U-18;  e  chiamato  raallevadore  d. 
sicurta  accordata  dal  governatore  a  Gaspare  Scappi 
e  ai  suoi  corapagni  (an.  1508),  382,  8;  mette  in 
stato  di  difesa  la  sua  casa  rainaccJata  di  sacco  dal 
popolo  che  l'odiava,  40-45. 

Carceri  di  Bologna  v.  Bologna  (carceri). 

Carda  (dklla)  Bernardino  degli  Ubaldini  detto  il 
Gatta  [Bernardino  dalla  Garda,  il  Gatta]  milita 
neiresercito  radunato  ad  Imola  da  Antonio  Benti- 
voglio,  Nicold  da  Tolentino  e  Micheletto  Attendo- 

10  (an.  1428),  8,  24-26;  e  raandato  dal  Senato  di  Bo- 
logna  a  riconquistare  Monteveglio  (an.  1433),  36, 
7;  col  Brandolini  restituisce  a  Bologna  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto,  SanfAgata  e  Manzolino  (an. 
1435),  44,  37-3». 

Cardinali.  Tutti  i  presenti  al  Concilio  di  Firenze  fir- 
raano  la  bolla  di  unione  d.  due  Chiese  latina  e 
greca  (an.  1439),  59,  35-36 ;  eleggono  pp.  Pio  II,  al 
secolo  Enea  Piccoloraini  (an.  1458),  166,  14-16;  ne 
sono  creati  cinque  da  Pio  II  per  le  quattro  tem- 
pora  di  Natale  (an.  1461),  178,  8-9;  sono  in  Corte 
di  Roina  in  nuraero  maggiore  di  trenta,  il  che  da 
lungo  tempo  non  succedeva  (an.   1463),  42-43;  f  Pio 

11  ad  Ancona,  ne  trasportano  il  corpo  a  Roma,  e 
lo  seppclliscono  in  San  Pletro  (an.  1464),  186,  13-15; 
abbandonano  I'impresa  contro  i  Turchi 
limitandosi  a  inviare  quarantamila  ducatl  al  re 
d'Ungheria,  che  teneva  in  frcno  i  pred.,  16-18;  en- 
trano  ifi  conclave  per  1'elezione  d.  nuovo  papa, 
22-23;  creano  concordi  Pietro  Barbo  col  nome  di 
Paolo  II,  30-31 ;  veggono  di  buono  occhio  Giovanni 
Bentivoglio  in  visita  a  Roraa  (an.  1485),  232,  33-34; 
alcuni  d.  piu  ricchi  sono  invitati  a  un  banchetto 
in  Belvedere  dal  pp.,  Alessandro  VI  (an.  1503),  323, 
36-37 ;  il  veleno  apparecchiato  per  i  pred.  fe  per  er- 
rore  bevuto  dal  pp.,  che  ne  f  e  dal  Valentino,  che 
si  ammala  gravemente,  37-40;  anche  di  essi  alcuni 
t,  40;  prima  di  riunirsi  a  conclave  fanno  escire  di 
Roma  il  Borgia,  gli  Orsini,  i  Colonna  e  i  Francesi, 
326,  18-22;  entrano  in  conclave  in  numero  di  tren- 
tasei,  essendone  italiani  ventlquattro,  e  ne  escono 
dopo  pochi  giorni  avendo  el.  Pio  III,  22-24;  riuniti 
a  conclave  in  numero  di  quarantacinque  eleggono 
pp.  Giulio  II  al  sec.  card.  Giuliano  della  Rovere, 
328,  12-13,  gla  loro  sospetto  per  opera  di  Alessan- 
dro  VI,  18-19;  sono  riuniti  in  Concistoro  da  Glulio 
II,  che  loro  espone  la  sua  volontA  dl  recarsi  a  li- 
berare  Bologna  e  le  altre  c.  d.  Chiesa  (an.  1506), 
344,  29-32 ;  enuraerazione  di  quelli  che  accompa- 
gnano  il  pp.  a  Bologna,  356,  29-357,  1-9;  vanno 
incontro  al  Vicerfc  dl  Milano  recatosl  a  visltare 
Giulio  11  a  Bologna,  358,  7  ;  In  numero  di  venticin- 
que  ascoltano  la  messa  in  San  Petronio,  14-16;  con 
il  pp.  assistono  al  solenne  ufficio  In  San  Petronlo 
p:;r  la  f  di  Filippo  d'Austria,  359,  28-29,  e  alla  mes- 
sa  solennc  per  1'annlvorsario  d.  iacoronazione  d. 
pp.,  35-37 ;  ascoltano  per  Natalc  U  messa  celebrata 
in  San  Petronlo  dal  card.  di  Santa  Pratsede,  361, 


558 


INDICE  ALFABETICO 


[Cardinali-Carlo  il  Temerario] 


37-M;  c  il  d\  degll  Innocentl  la  messa  rantata  In 

San  Fr»nccsco,  *b-*1 ;  per  Candelora,  coUe  mitre  In 

tetta,  atiistono,  dalle  finettre  d.  Pal.  alla  distribu- 

zione  d.  candele  fatta  dal  pp.  al  popolo  (an.  1507). 

363,  11-15;  ».  a*c*«:  Agnesi  Astorri,   Alamanni  Lo- 

dovieo,  Albergati  Nicolh,  Ati  loti  Framcesco,   Amhoiii 

(V)  Giorgio,  Ainhoise  (/>')  Lodovico,   Archinto  Albo- 

rico,  Argintini  Francesco,  Bainhridg»  Cristoforo,  Ba- 

koct  di  BrdSd   Tommaso,  Barho   Pietro,    Bentivoglio 

Cornilio,  BetsarioHi  GioTanni,  Borgia  Alfonso,  Bor- 

gia  Giovanni,  Borgia  Rodrigo,  Briconnit  Guglielmo, 

Calandrini    Filippo,    Camfeggi    Lorinto,    Capranica 

Angilo,  Capranica  Domenico,  Carlo  da   Campohatto, 

Carvajal    Birnardino,    Casini    Antonio,    Castiglione 

(Da)  Branda,  Cervantet  Giovanni,  Cetarini  Giuiiano, 

Cibo  Giovanni  Battista,  Clirmont  (Di)  Francesco,  Coe- 

tivy  (Di)  Alano,  Colonna  Giovanni,  Colonna  Protpero, 

Condulmer  Francesco,   Condulmer    Gabrielle,    Conetti 

Cario,  Cornaro  Mareo,  Cristoforo  Anglico,  Ette  (/>*) 

Ippolito,  Estottteville  Guglielmo,  Ferrari  Giov.  Bat- 

tista,    Ferriri   Antonio,   Ferreri    Giovanni   Stefano, 

Pieschi  Nicoth,  Filippo  di  Lussemhurgo,  Gabrieti  Ga- 

hrietti,    Geoffroi  Giovanni,   Gonxaga  Francisco,  Gon- 

*aga  Si^ismondo,  Gratsi  Achitle,  Grimani  Domenico, 

Grotaie  (Delta)  Giovanni,  Itotani   Giacomo,  Isr-aties 

Pietro,  Lamhirtini  Prospero,  Lang  Matteo,  Loris  (De) 

Francesco,  LtUgi  d^Aragona,   Lusignano    (Da)     Ugo, 

Midici  (Di)  Giovanni,  Medici  (De)  Giuliano,  Micheti 

Giovanni,  Milam   Giovanni  Lodovico,    Ortini  Giam- 

battista,  Orsini  Latino,  Parentuccetli  Tommaso,  Prie 

(De)  Rinato,  Fucci  Loremo,  Riario   Girolamo,  Riario 

Pietro,  Riario  Raffaite,  Rovere  (Detla)  Galeotto,  Ro- 

vere   (Della)    Giutiano,   Sanseverino    (Da)   Federigo, 

Santoro  Fatio,  Sauti  Bandinelto,  Savelti  Giambatti- 

tta,  Sforta  Ascanio,  Soderini   Francetco,   Trimoutttt 

(De  la)   Giovanni,   Vigerio  Marco. 

"  Cardijcci  Lando.  Suo  ms.  sulle  famiglie  fiorentine  ric. 

dal  Ghirardacci  nella  Historia  di  Bologna,  CXXX, 

35-36  „. 

Carillo   Saitcio    spagnuolo;    milita    nelI'esercito   rac- 

colto  in  Imola  da  Antonio  Bentivoglio,  da  Miche- 

letto    Attendolo   e   da    Nicol6   da    Tolentino   (an. 

1428),  8,  24-37. 

Carinzia  (duca   01)   [Dmi   Carintiiai]  titolo   dell'imp. 

Massimiliano,  279,  it. 
Carlaccio  V.  Catderi  C. 

Carlini    Giovanni   [Giovanni  di  Nicoti  di  Cartino]    fi- 
glio  di  Nicol6;  h  Massaro  d.  Compagnia  d.  Morte 
(an.  1427),  5,  10. 
Carlihi  NicoLo  [IVicotb  di  Cartino]  padre  di  Glovanni, 

5,  10. 
Carlo  V.  Athirgati  C,  Baglioni  C,  Barhieri  C,  Bar- 
gettini  C;  BaroHcini  C,  Beccadetti  C,  Bentivoglio 
C,  Bernahb  C,  Biancketti  C,  Bianchi  C,  Bosti  C, 
Castetli  C,  Conetti  C,  Correggio  (Da)  C,  Duoti  C, 
Gatlutti  C,  Getaii  C,  Ohisitiiri  C,  Gonxaga  C, 
Gotzadini  C,  Grati  C,  Lamhertini  C,  I^mbardi  C, 
Lotxi  C,  Magnani  C,  Matatesta  C,  Matvexti  C, 
Manfredi  C.,  Mangini  C,  Maschi  C.,  Montefellro 
(Da)  C,  Montone  (Da)  C,  Ortim  C.  Ottofredi  C, 
Papaxtoni  C,  Peraccini  C,  Pio  C,  Pih  C,  Poiti 
C,  Potto  (Dat)  C,  Rospa  C.  Rotsi  C,  Satieeto  (Da) 
C,  Savi  C,  Sforta  C,  Sigonio  C,  Weis  C,  Zam- 
iiccari  C,  Zoiini  C 


[Carlo  VII]  RB  ui  Francia  [i^dovieo\  toglic  alla  Chi<:sa 

II  dirittu  di  dispentare  i  bcnefiri  tpirituaii  d.  suo 

rcgno,  i  quaii  ti  rlierva  (an.  1436),  178,  I6-3t;  fc 

gli  tuccede  11  Delfino  col    nome   di    Luigi    XI 

(an.  1461),  176,  5-7. 

Carlo  VIII  rb  01  Framcia  delitiera  scendere  in  Italla 

a  occupare  11  trono  dl  Napoli  tu  cui  vantava  dlritti 

pcr  tuccettlone  dl  Renato  d'Angi6  (an.  1494),  276, 

9-11;  i  confortato   a  quctta   Impreta   da  Lodovlco 

Sforza   duca   di   Milano,    lo-ll ;   manda  a   chiedere 

iibero  patio  ai  Boiogneti,  I3-I4,   che  gll  danno  ri- 

spoita   evaiiva,  14-1*:  ric,  33,  36;  di  nuovo  ctUede 

II  patto   ai    Bologncsi,    che  giieio   accordano,    5« ; 

277.   I;  tceso   In   Italia,   invia   un*avanguardla  di 

soldati  suoi  e  d.  dura  di  MUano  nel  terrltorlo  di 

Boiogna,  17-14;  i  pred.  alloggiano  fuori  porta  San 

Vitale,    lf-30 ;    quindi    patsano  aila  Ccntonara  e    a 

Cantalovo  in  quello  d'Imola,  31-33;  i  pred.  taccheg- 

giano  11  territorio  d'Imola  essendo  stati  ad  alcunl 

di  loro,  andati  alla  ricerca  di  paglia,  preti  I  cavalll 

dagll    Iraolesi,  33-36;  Lega  di  moiti    Stati   Italiani 

contro  di  lul  e  d.  suo  alleato  Lodovico  Sforza,  41-50; 

giunge  a  Borgo  San  Donnino  accompagnato  dallo 

Sforza,  283,   32-33;  c  qui  lasciato  dai  pred.  cottretto 

a  tornare  a  Milano    pcr  la  f  d.   duca,  33-34:  pasta 

in  Toscana  e  vi  si  impadronisce  di  alcuni  cattelli 

contro  i  quall  commette   grandi    crudelti,  43-44:  t 

Tisitato  da  Piero  d.  Medici,  che  per  conciliarselo 

gli  cede  Pisa,  Livorno,  Sarzana,  Sarzanello  e  Pie- 

trasanta,  44-43;  entra  in    Lucca,    quindi  va  a    Pisa 

e  la  libera  dai  Fiorentini,  284,   l»-30;  parte  di  Plsa 

per  Flrenze  ricevuto  con  grande  onore,  36;  lascia 

Firenze  e  per  Siena  va  verso  Viterbo;  si  ferma  a 

Bracciano  molti  giorni,  36-37;  si  reca  a  Roma  con 

II  permesso  d.  pp.,  37-34;  entra  a  Roma  coi  Colon- 

nesi  prendendo  alloggio  in  borgo  San  Marco,  285, 

13-15;  complimentato    per  i    suoi    successi    da  Gio- 

vanni  Bcntivoglio  (an.   1495),  35-37;  occupa  tuttc  le 

c.  pontificie  al  confine  napoletano,   34;   altra  Lega 

ai  suoi  danni  d.  quale  fa  parte  anche  il  duca  Sforza, 

31-44;  cf.,  35-37;   non    manda  ambasc.    airincorona- 

zione  d.  pred.,  44;  tutta  Italia  b  in  apprensione  per 

i  suoi  disegni,  286,  11-13;  il   pp.   non  fidandosi    di 

lui  parte  di  Roma,  21-23;  in  seguito  alla  Lega  fatta 

contro  lui,  sentendosi    tradito  deiibera   di  tornare 

in  Francia  da  Roma  ove  trovavasi,  e  manda  a  chie- 

dere  il  passo  ai  Bolognesi,  35-38 ;  i  quali  sotto  pre- 

testo  glielo    rifiutano,    3t;  saccheggla    in    Roma    le 

case  degli  Spagnuoli  quindi  parte  per  Siena,  43-44; 

pcr  via  saccheggia   Toscanelia  e  altri   casteili  che 

gli  rifiutavano    le    vettovaglie,  44-45;  passa    quindi 

a  Pisa,  45-46;  essendo  a  Firenze  gli  c  mandato  dal 

Bolognesi  Andrea  Grati  a  chiedergll  di  non    pas- 

sare  dal  loro  territorio,  287,  33-25;  il  rhe  concede,  35; 

forza  11  passo  a  Fornovo  contro  gli  eserciti  degli 

alleati,  ma  corre  rischio  di  essere  fatto  prigioniero, 

287,    13-17;    cf.,   31-32;    giunge   ad    Asti,    17-11;    etce 

d'ltalia  dopo  avere  fatto  pace  col  duca  dl  Milano, 

43-44;   i  presidi  da  lui  lasciati   nel  Napoletano  sono 

cacciati  e  il  regno  k  riconquistato  da  re  Ferdinando 

II,  36-34;  t  (an.  1498),  293,  44;  394,  I;  gli  tuccede 

Lulgi  XII,  gia  duca  d'Orliana,  1-3. 

[Carlo  il  Temkrario]   duca  di  Borgoona  accetta  di 

partecipare  col  pp.,  ii  re  di  Ungheria,  e  Venesia  a. 


[Carlo  il  Temerario-Casacca  (fra)  N.J  INDICE  ALFABETICO 


559 


una  spedizione  contro  i  Turchi  (an.  1464),  184,  4-6; 
1'impresa  fallisce  per  la  f  d-  PP-i  '-8;  "c,  211,  7; 
fe  tagliato  a  pezzi  dagli  Svlzzeri  (an.  1477),  216,  U. 
Carlo  contk  di  Campobasso  vicere  dl  Aragona  e  di 
Napoli,  cap.  delle  milizie  di  Alfonso  V  nella  Marca 
e  in  Lombardia  (an.  1446),  119,  «I-4J;  (an.  1449), 
132,  14-lS:  manda  alcune  bandiere  di  fanti  e  vetto- 
vaglie  ai  Pepoli  in  Castel  San  Pietro,  15-16,  ove  si 
spera  nel  suo  aiuto,  44-45;  giunto  a  Lugo  manda  a 
sfidare  Astorre  Manfredi,  che  assedia  il  pred.  ca- 
stelio,  48-49 ;  si  appressa  al  Bolognese,  133,  6-7;  ar- 
riva  a  Medicina  con  tremila  cavalli  ed  ha  un  col- 
loquio  con  Luigi  Gonzaga,  20-31 ;  dicerie  sulle  sue 
intenzioni,  31-23;  &  mandato  a  chiamare  dal  gover- 
natore  di  Bologna,  col  quale  e  coi  rettori  ha  un 
hmgo  colloquio,  46-47;  in  seguito  a  questo  parte 
dal  Bolognese  e  recasi  In  Romagna,  47-48. 

...Carlo  figlio  di  Lodovico,  pisano ;  fe  ucciso  a  Bo- 
logna  in  Via  di  Mezzo,  da  Galeazzo  Marescotti 
per  vendicare  la  f  di  Giovanni  GrifFoni  (an.  1443), 
83,  39-43. 
Carlo  da  Reggio  corre  contro  Antonio  Bentivoglio 
nella  giostra  per  le  nozze  di  Annibale  (an.  1487), 
240,  49 ;  combatte  nel  torneo  tenutosi  in  Bologna 
per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga 
nelle  cose  umane;  segue  il  partito  di  Nicol6  Ran- 
goni  paladino  della  Sapienza;  e  ascritto  alla  pri- 
ma  squadra  vestita  alFitaliana  (an.  1490),  258,  25- 
27;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-19. 

Carlotta  [di  LustGNANo]  [erroneamente  detta  figlia 
del  vecchlo  duca  di  Savoia  e  moglie  del  re  dl  Ci- 
pro]  figlia  di  Giovanni  III  re  di  Cipro  e 
moglie  di  Luigi  di  Sa  voia-G  i  ne  v  ra,  177,  46- 
48:  da  Roma  giunge  a  Bologna  con  poco  seguito 
(an.  1461),  43-44,  per  recarsi  dal  duca  Luigi  di  Sa- 
voia  a  impetrarne  aiuto  contro  il  fratello  illegit- 
tlmo  Giacomo  II  che  l'aveva  spodestata,  4S;  aiiog- 
gia  alPosteria  d.  Lcone  a  spese  d.  Senato,  44-45;  e 
risarcita  da  inviati  Veneziani  di  danni  ricevuti  sul 
mare  da  Venezia,  45-46;  parte  di  Bologna  accom- 
pagnata  dal  governatore,  dagli  Anziani  e  da  moiti 
clttadini,  48-50. 

Carmagnola  (da)  Francssco  [PraneeKO  Carmimola\ 
In.  via  per  Siena,  passa  di  Bologna  col  genero  Lo- 
dovlco  dal  Verme  e  vi  fe  onorevolmente  ricevuto 
(an.  1438),  7,  39-40. 

Carmegnani  Matteo  parte  di  Bologna  crociato  con 
Achille  Malvezzi  (an.  1464),   185,  40-41. 

Cakmelitani  (pRATi)  \Carmtliti\  ric,  254,  11. 

Carminiola  V.  Carmagnola. 

Carnarolo  V.   Granarolo. 

CarnioLA  (duca  Dl)  [dut  Carniolae]  titolo  dell'lmp. 
Massimlliano,  279,  18. 

Carolo  V.  Carlo. 

Carpkona  (Di)  ToMMAso  conduce  la  quarta  squadra 
di  Antonio  Trotti  nel  torneo  bandito  in  Bologna 
il  giorno  di  San   Petronio  (an.   1470),  204,  6. 

Carpena  o  Rocca  Daria  di  Guidobaldo  duca  di  Ur- 
bino;  h  comperata  da  Girolamo  Bentivoglio  [s.  a], 

135,   40-41. 
Carpksani  (siONORi)  V.  Pio  lignori  di  Carpi, 
Carpksano  V.  Ercoln  dttlo  ii   Carpeaano. 
Carpi.  Vi  giunge  fuggitivo  da  Cento  Lodovlco  Benti- 

vogllo  (an.  1443),  84,  33-25;  vi  si  reca  Battista  Ca- 


netoll  con  Giacomo  da  Imola  e  dodici  cavaiieri  a 
visitare  il  pred.,  85,  18-19;  il  resto  d.  scorta  rimane 
a  poca  distanza  dalla  terra,  19-20;  ii  Canetoli  & 
accolto  festosamente  dai  Pio  signori  d.  luogo,  20- 
32 ;  il  pred.  ne  parte,  39 ;  vi  si  salva  Luigi  dal 
Verme,  93,  27-28;  ancora  vi  si  trova  Lodovico  Ben- 
tivoglio,  28;  ric;,  126,  30;  vi  si  fanno  grandi  feste 
a  Eleonora  Bentivoglio  venuta  sposa  a  Gilberto 
Pio  (an.  14S6),  235,  11;  ne  sono  oriundi  i  fratelli 
Ercole,  Paolo  e  Geminiano  (1488),  251,  40;  i  fra- 
telli  Michelangelo  e  Paolo  barbiere,  41;  ric,  277,  43; 
vi  vengono  alle  mani  la  parte  di  Gilberto  Pio  con 
il  cugino  di  lui  Alberto  (an.  1496),  288,  37-38 ;  Gio- 
vanni  Bentivoglio  vi  manda  Annibale  con  armi 
e  armati,  36;  il  pred.  compone  il  dissidio,  38-39; 
t>.  anche  AHtonio  da  Carpi,  Paolo  da  Carpi,  Taliano 
da   Carfi. 

CarPI    (SIGNORI)    V.    PiO. 

—  (tsrritorio)  corso  e  saccheggiato  da  Gregorio 
d'Anghiari  per  i  Bolognesi  in  odio  ai  signorl  di 
Carpi  (an.  1447),  122,  21-23. 

Carracci  (!)  Bernardino  v.  Carvajal  Bernardino, 
"  Carrati  Baluassarrb  Anton  Maria  trroneamenle  af- 
ferma  che   il   Ghirardaeci  fu    curaio    di  Santa    Ce- 
cilia  iitio  dal  1582,  XVII,  34-$? ;  ric,  18  „. 

—  —  "  Appendice  alle  Notizie  degli  Scrittori  Bolo- 
gnesi  del  padre  Orlandi;  passo  cit.,  XXXVII,  9-11  „. 

—  —  "  Estratti  dai  libri  battesimali  ric,  VI,  5-6; 

X,  SS-34  n' 

Carrbtti  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
32-36. 

Carretti  Giovanni  padre  di  Pletro,  131,  38. 

Carretti  PiETRo  figlio  di  Giovanni,  131,  38;  la  sua 
casa  fe  sacchegggiata  dal  popolo  perchfe  amico  d. 
Pepoli  e  d.  Fantuzzi  (an.  1449),  32,  34;  e  fatto  ca- 
stellano  di  Castel  San  Pietro  da  Romeo  Pepoli,  37-38. 

CarrobbIo  (piazza  del)  V.  Bologna  (piaxze). 

Carruaggio  V.  Caravaggio. 

"  Cartb  e  DocuMENTi  di  fra  Cherubino  Ghirardaccl 
Inediti ;  alcuni  sl  rileriscono  alla  sua  Historia  di 
Bologna,  altri  sono  di  varlo  genere,   XXIX,    31-37, 

Cartolari  (arte  dei)  V.  Bologna  (arti). 

Cartaro  Bernabo  \Bertaro'.\  fratello  di  Giacomo; 
amico  d.  Bentivogllo,  i  impiccato  (an.  1507),  367, 
6-7. 

Cartaro  Giacomo  fratello  di  Bernab6;  amico  d.  Ben- 
tivoglio,  e  impiccato  (an.   1507),  367,  6-7. 

Carvajal  Bbrnardino  \Bernardino  Carracci  1']  card.  di 
Santa  Croce  e  leg.  Apostolico;  passa  di  Bologna 
dlretto  a  Milano  (an.  1496),  290,  48;  291,  1;  allog- 
gla  nel  pal.  d.  Signori,  1 ;  vi  sl  trattlene  due  glornl 
e  fa  cantare  messa  solenne  in  San  Pletro,  1-3;  be- 
nedlce  II  popolo,  3;  battezza  una  figlia  dl  Annibale 
Bentivoglio,  3-4 ;  creslma  IppoIIta  moglie  di  Ales- 
sandro  e  Ermes  Bentlvoglio,  4-5 ;  accompagnato  da 
tutti  I  Bentivoglio  vlsita  11  .sepolcro  di  San  Do- 
menico,  il  mon.  d.  Suore  d.  Corpo  di  Crlsto,  la  cap- 
pella  d.  Bentivogllo,  5-7;  parte  per  Milano,  7-8;  va 
a  Meda  con  Lodovico  Sforza  a  rlcevervl  Tlmp. 
Massimlllano,  14-15. 

Casa  Giovanni  prigionlero  d.  Francesi  (an.  i.soo),  299, 

9-10. 
"[Casacca  (fra)  NazakenoJ  ric,  XII,  t „, 


560 


INDICE  ALFABETICO 


(Casaglia-Caitel  Boiognese) 


Casaoua.  VI  lono  deTSitite  le  ▼Igfle  da  una  tempestt 
(tn.  1463),  182.  34.  »6.« ;  "  LXVI.  M  ,. 
—  (cAPPKLLA  Dl)  fa  un  dono  a  Sante  BentlTogUo  per 
le  nozze  (an.  1454)1  150,  ]6. 

CabaLB  (Da)  V.    Ciacomt  da  C,  MaMXone  da  C. 

Casaljccciiio  dk'  Conti.  Perchi  dlsobbedlente  a  Bolo- 
gnt  fe  roTlnato  dal  Bologneil  (an.  1451),  140,  37-31; 
fa  un  dono  a  Sante  BcntlTogllo  per  le  nozze  (an. 
1454),  150,  37. 

Caralkcciiio  Dt  Rkmo  [Casa/ttcMo  di  Rhenno,  Casale- 
cAio].  *  VI  li  Tolge  un  uragano  (an.  1395),  LXV, 
a»„;  ne  fc  orlundo  Gottofredo  Contl,  108,  37-28;  le 
milizlc  d.  Chlesa  ne  prendono  il  ponte  (an,  1438), 
10,  16-17;  vl  passa  Nical&  Plccinino  (an.  1438),  51, 
37;  al  ponte  h  posto  da  Bologna  un  officiale  dl  pace 
(an.  1439),  56,  15  rlc,  88,  12;  ne  parte  Luigi  da  San- 
iCTerlno  (an.  144S),  110,  39;  Ti  si  recano  ingegneri 
d.  com.  di  Bologna  a  riattiTare  ii  canale,  42-43;  Ti 
sono  deTastate  le  Tigne  da  una  tempesta  (an.  1463), 
182,  34,  36-37;  «  LXVI,  40,;  Ti  arriTano  i  BentiTo- 
glio  in  scorreria  (an.  1507),  370,  13-14;  v.  anche 
Pietro  da  Casalecchio. 

Casal  Fiumanesk  [  Casal  Fiuminest]  castello  nel  Bolo- 
gnese,  ric,  9,  36;  fa  un  dono  a  Sante  BentiTogiio 
per  le  nozze  (an.  1456).  150,  45;  Giovanni  Benti- 
Toglio  fortifica  i  castelii  ciie  ne  dipendono  (an. 
1490),  257,  13 ;  reso,  per  forza  maggiore.  da  Angelo 
Ranuzzl  e  GIoTanni  Marsili  di  Bologna  alle  genti 
di  Cesare  Borgia  (an.  1501),  302,  49. 

Casali  (famiglia)  dl  Bologna;  abitante  in  strada  Castl- 
glione;  osplta  il  card.  Riario  (an.  1506),  356,  31-32. 

Casali  Anurea  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.   1464),    184,  30. 

Casali  Michslb  \Michele  da  Casale'].  In  casa  sua  a  Bo- 
logna  ailoggia  il  card.  Rafiaele  Riario  (an.  1503), 
324,  24-35. 

Casaraltola  nel  Bolognese;  deTastato  da  una  tempe- 
sta  (an.   1468).  199.  19-30. 

Casarino  !  T.   Cesarini. 

Cascksb  (Da)  Agnolo  padre  putativo  di  Sante  Benti- 
TOgiio,  119,  10. 

Cascesc  (Da)  Antonio  tutore  di  Sante  Bentivoglio, 
rlc.  119,  3-5. 

Cascbsb  Sante  d.  BentivogKo  Seuste. 

Casklle.  Vi  si  reca  11  leg.  con  l'esercito  (an.  1430),  21, 
31-32;  Ti  sono  prese  molte  castelia  da  Nicol6  Pic- 
cinino  (an.  1440),  63,  16-17;  tI  si  troTa  IVsercito 
Veneziano  (an.  1498),  295,  24 ;  vl  giunge  anche  An- 
nibale  BentiToglio,  24-25;  i  pred.  eserciti  uniti  si 
impadroniscono  di  Bibbiena  e  di  altri  castelli.  33-36. 

Casimiro  IV  RK  ui  Polonia  i  dai  Veneziani  fatto  rap- 
pacificare  con  Matteo  CorTino  re  di  Ungheria  otte- 
nendo  ii  regno  di  Boemla  (an.  1468),  200,  49-201,  I. 

[Casini  Antonio]  card.  di  San  Marcello;  giunge  a 
Bologna  e  alloggia  in  casa  di  Antonio  Scappi  (an. 
1436),   47,   20-31. 

Casini  Antonio  di  Cesena;  pod.  di  Bologna  (an.  1484), 
231,  7. 

CasINO  (II)   V.  Bologna  (fa/atft). 

Casio  [Cati,  Cassi]  castelio  di  Bologna  sui  monti;  ^ 
preso  da  Baldaccio  d'Aaghiari  cap.  d.  Fiorentini 
(an.  1441),  69,  13;  iuTano  i  Bolognesi  tentano  ri- 
prenderlo,  21-23;  fa  un  dono  a  Sante  BentiToglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  150.  47;  i  danneggiato  dal 


terremoto  (tn,  (456),  164,  10;  h  rovlnato  dt  un 
aitro  terremoto  (an.  1470),  202,  36-37;  nelle  mon- 
tagne  circoitantl  tI  lono  trovtte  mlniere  dl  ferro, 
che  Tengono  sfrutttte  dt  Alestindro  Voltt  e  dti 
figli  con  grtnde  utile  di  Bologna  (tn.  1491),  263, 
35-37;  disgrazlt  capltata  a  uno  d.  caitello  in  Bolo- 
gna  (an.  1506),  341,  36-42;  v.  anehe  Vtrnote»  da 
Casio,   Cavani  Sabbadino  da  Casio. 

Casola  sopra  Sira  fa  un  dono  a  Sante  BentlToglio 
pcr  le  nozze  (an.   1454),   150.  41. 

Cassano  h  conquiitato  e  fortlficato  da  Michelett<i  At- 
tendolo,  che  tI  fa  un  ponte  di  legno  (an.  1446), 
118,  12-13;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  ie 
nozze  (an.   1454),  150,  39. 

Casse  (Boruo  delle)  V.  Bo/ogna  (strade). 

Ca.ssI  r.    Casio. 

Castaona  V.  Franeesco  detto  Castagna. 

Castagnou  Bbrnardina  figlia  di  Matteo,  162,  33;  luo- 
ra ;  con  altre  monache  Ta  a  risiedere  a  Bologna  nel 
mon.  di  Santa  Chiara  detto  d.  Corpo  di  Cristo  (an. 
1456),  31-36;  fc  accompagnata  sino  a  Corticella  dalle 
soreile  d.  duca  Borso  d'Este,  37-29. 

Castagnoli  Matteo  da  Ferrara,  padre  di  suor  Bernar- 
dina,   162,  33. 

Castaonoli  (via)  -0.  Bo/ogna  (strade). 

Castagnolo.  Ne  eoriundo  Glovanni  Prendiparte.  91,  19. 

Castagnolo  Maggiure  danneggiato  daila  tempestt  (an. 
1454),  151.  46,  48. 

Castaldi  Ciriaco  [Chiriaco  Casta/da]  esce  dl  Bologna 
coi  suoi  amici  Bentivoglio  (an.  1506),  348.  41  ;349,  7. 

Castaldi  Matteo  partecipa  aila  congiura  ordita  In 
Bologna  daiio  Scappi  a  favore  d.  BentiToglio  (an. 
1508),  380,  4;  h  cit.  a  difendersl,  392,  35. 

Castkl  Bolognesk  nel  territorio  di  Bulogna ;  non  si 
ribella  aila  Chiesa  (an.  1438),  7,  15-16;  e  dato  e  poi 
tolto  dal  pp.  ad  Antonlo  Bentivoglio  [s.  a.],  44;  ^ 
preso  dail'arcivesc.  Zabarelli  per  la  Chiesa  con  sol- 
dati  veneziani  e  fiorentini  (an.  1434),  39,  31-32;  cade 
in  mano  d.  Gattamelata,  39-40;  rlc,  40,  II;  1'eser- 
cito  della  Lega  e  quello  d.  Visconti  si  attaccano 
suUa  via  Flaminia  tra  il  castello  e  Imola,  15-16; 
h  restituito  dal  Piccinino  a  Bologna  (an.  1435). 
44,  37;  ric,  67,  11;  gli  appartiene  meta  dell'acqua 
d.  Serino  (an.  1440).  15-17;  nei  capitoli  concordati 
con  il  com.  di  Boiogna  per  la  cessione  d.  castelli, 
il  Picclnlno  se  ne  riserva  il  possesso,  28-29;  il  Se- 
nato  di  Bologna  si  obbliga  a  pagare  la  guardia 
tenutavi  dal  pred.,  65,  3^37;  Taliano  da  Forli  vi 
brucia  i  frumenti  e  rovina  i  mollni  In  odio  ti 
Bolognesi  (an.  1445),  106,  5-7;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  13-13;  fa 
un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
185,  3;  ric,  194,  18  ;  ti  si  recano  quindiclmila  ar- 
mati  di  Bologna  per  saccheggiare  il  Faentino  (tn. 
1488),  246,  41-43;  i  pred.  sono  richiamati  a  Bolo- 
gna  da  GinCTra  BentlToglio,  43-46  ;  tI  si  reca  Lo- 
dOTlco  Bianchi  a  mettere  pace  (an.  1497),  292,  45  ; 
293,  1 ;  e  chiesto  dal  Valentlno  ai  Bolognesi  per 
farvi  svernare  Tesercito  (an.  ijcio),  301,  14;  il  Se- 
nato  lo  rifiuta,  14-33;  per  i  patti  delTaccordo  tra 
Bologna  e  il  Vaientino  dfcve  essergli  consegnato 
(an.  1501),  304,  22;  tale  partito  non  i  accolto  che 
dopo  grave  contrasto  in  seno  ai  Consigii,  27-30, 
34  35;    ne    sono    fatte    dal    Valentino    atterrare    le 


[Castel  Bolognese-Castelfranco] 


INDICE  ALFABETICO 


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f 


mura,  307,  37 ;  e  dal  pred.  ribattezzato  col  nome  di 
Villa  Cesarina,  37-38 ;  il  priore  d.  Gonfalonieri  di 
Bologna  dichiara  all'amba3c.  d.  pp.,  che  essendo 
stato  dal  Senato  ceduto  al  Valentino  senza  consenso 
d.  popolo,  deve  essere  restituito  (an.  1502),  315,  13- 
15 ;  dopo  la  f  di  Alessandro  VI  gli  abitanti  che 
eransi  allontanati  per  le  prepotenze  d.  Borgia,  vl 
tornano,  scavano  le  fosse,  rialzano  le  mura  e  man- 
dano  a  Bologna  a  profferirsi  in  ubbidienza  (an.  1503), 
327,  3-8 ;  gli  ambasc.  sono  lietamente  accolti  con 
promessa  di  aiuto  dal  Senato  di  Bologna  che  vi 
manda  un  commissario,  U-I5;  presidiato  per  Bolo- 
gna  da  fanti  spagnuoli  (an.  1509),  394,  39-40;  "  An- 
drea  Ghirardacci  vl  h  notaio  d.  pod.  (an.  1554),  VI, 
2  „,  T.  anehe   Giacomazto  da  Casiel  Bolognese. 

Castbl  de'  Britti  nel  Bolognese;  e  preso  dairesercito 
d.  Chiesa  (an.  1428),  10,  15-16;  soldati  faentini  sac- 
cheggiano  il  territorio  di  Bologna  sino  a  questo 
luogo  (an.  1438),  53,  33;  Taliano  da  Forli  vi  prende 
molti  prigionieri  (an.  144S),  109,  45-45;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  35. 

Castel  del  Rio  patria  d.  card.  Fraricesco  Alidosi,  357, 1. 

Castel  del  Vescovo.  I  Bolognesi  vi  fanno  una  bastia 
per  impedire  il  passo  a  Baldaccio  d'Anghiari  (an. 
1441),  69,  J5-26;  e  diviso  da  discordie  intestine  in 
seguito  alle  quali  vi  e  incendiato  il  pal.  d.  Pepoll 
con  la  t  di  ventisette  persone  (an.  144S),  101,  11-15; 
gli  autori  di  tale  misfatto  sono  dagli  Anziani  di 
Bologna  banditi  dal  territorio  Bolognese  e  dalla 
c.  sotto  pena  d.  forca,  15-17;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  1;  e  con- 
cesso  a  Gaspare  Mangani  dal  Senato  di  Bologna  e 
dal  pp.  Eugenio  IV  di  vendervi  cibarie  [s.  a.],  152, 
25-37;  tale  concessione  fc  confermata  da  Nicol6  V 
ai  discendenti  d.  pred.  (an.  14S4),  152,  23-35,  27-30 ; 
vl  si  reca  Giulio  II  convitatovi  dal  vesc.  di  Bo- 
logna  (an.   1S07),  364,  27-28. 

Castelfranco  dell'Emilia.  Alberto  Boschetti  pensa  di 
impadronirsi  d.  rocca  per  darla  alla  Chiesa  e  averne 
largo  premio  (an.  1428),  8,  37-38;  tre  suoi  amici  ne 
uccidono  a  tradimento  il  castellano  Carlo  Albergati 
e  gli  danno  il  segno  di  venire  con  i  soldati,  39-42; 
il  Boschetti  ne  h  ributtato  dal  cittadini  in  arml, 
che  gli  uccidono  molti  d.  suoi,  42-45;  ^  fortificato 
e  pieno  degli  averi  d.  contadini  ivi  rifugiatisi  (an. 
1439),  12,  30-31;  NicoI6  da  Tolentino  medita  im- 
padronirsene,  31-35;  un  servitore  Infedele  d.  castel- 
lano  fa  entrare  nella  rocca  1  soldati  d.  pred.,  35-37; 

I  commissarl  Tommaso  e  Carlo  Zambeccari  si  ridu- 
cono  nella  rocca  piccola  e  vi  si  afforzano,  38-40; 
gli  abitanti  si  rendono  al  Tolentino  salvi  gli  averi 
e  le  persone,  40-42;  vista  impossibile  ogni  difesa, 
anche  i  commissarl  si  arrendono,  43-44  ;  Giovanni 
Merlo  sl  accorda  con  Antonio  Bentlvogllo  e  gli 
Zambeccarl  di    cederglielo   (an.    1433),   36,  1-2;  ma 

II  complotto  e  scoperto,  2-3;  il  Gattamelata  che  vl 
era  giunto  In  servizio  d.  Chiesa  con  cavalli  e  pe- 
doni  se  ne  impadronisce  con  un  doppio  inganno 
facendone  prigioniero  il  governatore  (an.  1434), 
37,  17-30;  vi  sl  reca  I'arcivcsc.  Zabarelli  da  Bologna, 
39,  13;  vl  si  trovano  coi  soldatl  II  Gattamelata  e 
Leonardo  Vcnier  commissarlo  d.  Vcneziani,  Taddeo 
d'Este,  il  Conte  Brandolini  per  far  guerra  ai  Bo- 
logneti,   12-14;  vi  si  reca  il  Piccinino  contro  il  Gat- 


tamelata,  41,  7-9;  ma  per  il  tempo  cattivo  i  costretto 
dopo  diciannove  giorni  a  togliere  1'assedio,  9-13; 
ric,  14;  ne  i  fatto  Commissario  Giacomo  dal  Lino 
ad  impedirvi  le  ruberie  d.  march.  di  Ferrara  (an. 
1440),  63,  7-9;  nei  capitoii  concordati  con  il  com. 
di  Bologna  per  la  cessione  d.  castelli,  II  Piccinino 
se  ne  riserva  il  possesso,  67,  28-29;  il  Senato  dl  Bo- 
logna  si  obbliga  a  pagarne  la  guardia  tenutavi  dal 
Piccinino,  65,  35-37;  fe  devastato  da  Luigi  dal  Ver- 
me,  perche  fedele  ai  Bolognesi  (an.  1443),  86,  6-9; 
c  da  questi  compensato  con  la  remissione  d.  de- 
biti,  con  1'esenzione  per  dieci  anni  di  ogni  imposta 
e  con  agevolezze  sul  prezzo  d.  sale,  9-13;  fe  asse- 
diato  dal  Dal  Verme,  88,  18-19  ;  gli  abitanti  fanno 
una  sortita  e  sconfiggono  e  fugano  i  nemici,  38-31 ; 
11  Dal  Verme  impotente  a  domarlo  se  ne  allontana 
90,  6-7;  alcuni  suoi  uomini  con  altri  di  SanfAgata 
assaltano  e  uccidono  il  castellano  di  San  Giovanni 
mentre  passava  pr.  Crevalcore  in  via  per  la  Lom- 
bardla,  94,  14-U ;  ric,  48 ;  i  assediato  dal  Sanseve- 
rino  (an.  I44S)>  111,  3-4;  non  ricevendo  aluti  sl 
rende  a  patti,  4-6;  \.  assediato  daIl'esercito  Bolo- 
gnese  (an.  1446),  116,  13-14;  e  presidiato  da  Gu- 
glielmo  di  Monferrato,  emulo  di  Carlo  Gonzaga, 
24-25,  e  da  Alberto  Pio,  25-26;  Guglielmo  accorda- 
tosi  di  cederlo  ai  Bolognesi  per  mille  ducati,  29- 
31,  cf.  44-45,  ne  apre  loro  le  porte,  117,  9-11;  Tad- 
deo  Marchesi  vi  pone  presidi  per  Bologna,  11;  rlc, 
121,  9;  vi  si  reca  il  leg.  della  Chiesa  (an.  1448), 
125,  40;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le 
nozze  (an.  14S4),  150,  35;  Achille  Malvezzi  e  Gio- 
vanni  Bentivoglio  vi  giungono  a  preparare  gll  al- 
loggi  per  Galeazzo  Maria  Sforza  e  il  suo  seguito 
(an.  14S9),  168,  34-36;  il  pred.  vi  arrlva,  36-37,  e  ne 
parte  per  Lavlnio,  37-38;  il  principe  Federico  d'Ara- 
gona  e  il  suo  seguito  vi  si  ferma  a  mangiare,  trat- 
tato  dal  Senato  di  Bologna  (an.  146^),  188,  4-5; 
Galeazzo  Maria  Sforza  vi  conduce  le  sue  genti  (an. 
1467),  196,  22-23;  cf.  2> ;  il  pred.  ne  parte  con  duemila 
soldati  per  la  Lombardia,  38-30;  vi  si  riposano  i 
soldati  d.  Sforza  al  comando  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio  (an.  1471),  207,  34-35;  vi  sono  mandati  dal 
Senato  di  Bologna  i  commissari  Pirro  Malvezzl, 
Giovanni  Guidotti,  Astorre  Volta  e  Battista  Mal- 
vezzi  con  operai  e  guastatori  a  costruire  i^na  ba- 
stla  sulla  riva  d.  Panaro,  ove  una  torre  segnava 
11  confine  col  Modenese,  209,  37-43;  vi  succede  una 
rlssa  tra  Francesi  e  abitanti  sedata  da  Gilberto  Plo 
che  si  trovava  a  passarvi  (an.  1494),  277,  34-44;  11 
Senato  di  Bologna  dolente  d.  fatto  fa  restituire  al 
Francesi  le  robe  dl  cui  erano  stati  svaligiati  dal 
contadinl,  45-47;  e  munlto  di  artigUerle  e  di  dlfese 
da  Glovannl  Bentivoglio  (an.  1506),  347,  3-6;  il  vl- 
cerb  di  Milano  ne  intima  la  resa  al  castellano  ml- 
nacciando  altrimenti  di  assalirlo  c  sacchegglarlo, 
2S-38  ;  II  Senato  di  Bologna  ordina  al  pred.  di  con- 
segnarlo  salve  le  persone  e  gli  avcri,  38-30;  1  Fran- 
cesi,  contro  1  patti,  gli  Impongono  una  taglia  dl 
quattrocento  ducatl,  30-31;  ric,  348,  19;  questl  vl 
passano  al  ritorno  In  Lombardla  353,  17 ;  lo  sac- 
chegglano  e  danncggiano  In  vcndetta  d.  male  rlce- 
vuto  dai  Bolognesi,  17-18;  1  pred.  vi  mandano  gentl 
a  difenderlo  contro  1  Bentivoglio  (an.  IS07),  378, 
4;  ne  i  offerta  per  garanzia  la  rocca  dal  governa- 


T.  XXXIU.  p.  1  —  36. 


562 


INDICE   ALFABETICO       {Cailelfranco-Caitelli  Bartolomeo] 


tore  dl  Bologna  a  Gatpare  Scappi  e  ai  luoi  compa- 
gnl,  chc  1«  rinutano  (an.  1508),  383,  lO-IJ;  «  Andrea 
Ghlrardacci  ne  fc  viccpod.  (an.  1548),  V,  21;  di 
nuovo  (an.  1568),  VI,  S-b  „. 

CASTBLauaLFO  {CaMltlg»tlpha]  appartlenc  ai  Malvezzi, 
267,  4J;  Antonlo  Bentiroglio  vl  torna  con  le  mlll- 
zle  dall'lnutile  aiuto  recato  a  San  Glovanni  In  Per- 
ficeto  (an.  1428),  9,  S-9 ;  i  assalito  c  preso  da  An- 
tonlo  Bentivogilo  e  da  Nicol6  da  Tolentino,  13-U; 
ne  i  el.  commissario  Giacomo  dal  Lino  (an.  1439), 
59,  3S-3»;  fc  preso  dalle  milizic  d.  Chiesa  (an.  1440), 
64,  35;  il  Senato  vi  manda  trecento  uumini  a  ricon- 
quistarlo,  ma  non  l'ottengono,  33-33;  i  soldati  nel 
partlrtene  appiccano  11  fuoco  ad  alcune  case,  34> 
35;  tienc  per  Nicol6  Piccinino  (an.  1443),  83,  «5- 
46;  assediato  da  Taliano  di  Forll,  si  rende  a  patti 
(an.  1445),  109,  44;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  151,  8;  fa  un  presente  alle 
nozzc  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  185,  I  ;  h  sac- 
cheggiato  dall'c9erc!to  di  Bartolomeo  CoUeoni  (an. 
1467),  194,  36-37;  la  sua  chiesa  di  San  Giovanni 
Battista,  patronato  d.  Malvezzi,  viene  officiata  dai 
frati  Eremltani  di  SanfAgostino  per  concessione 
del  card.  Pietro  arciv.  di  Costantinopoli  (an.  1473), 
213,  4-8;  11  Senato  di  Bologiia  manda  a  innalzarvi 
sulla  porta  l'arme  d.  c,  ma  trova  opposizlone  in 
Gaspare  Maivczzi  cui  appartiene  (an.  1493),  267,  44- 
45;  i  donato  da  1'irro  Malvezzi  al  comune  di  Bolo- 
gna  per  acquistarsi  la  benevolenza  d.  Senato,  46- 
4f;  da  Angelo  Ranuzzi  e  da  Giovanni  Marsili  i 
ceduto  per  forzn  maggiore  alle  gcnti  d.  duca  Va- 
lentino  (an.  1501),  302,  49;  h  preso  e  saccheggiato 
da  Gianfrancesco  Gonzaga  (an.  1506),  346,  39-30. 
—  (contb)  V.  Malvttxi  Virgilio. 

Castell\ni  Alessakoro  partecipa  alla  congiura  ordita 
da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an. 
1508),  380,  8;  i  cit.  a  difendersi,  392,  35. 

Castkllani  Annibale  partecipa  alla  congiura  ordita 
da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an. 
1508),  380,  8. 

Castellani  Antonio  \AHtonio  Caftellano]  esce  di  Bo- 
logna  coi  Bentivoglio  suo!  amici  (an.  1506),  348, 
41,  48. 

Castellani  Giacomo  di  Medicina;  sua  casa,  situata 
!n  borgo  San  Pietro,  ric.  per  Filippo  Schiavi  (an. 
1443),   83,    28-39. 

Castellani  Francesco  prende  parte  alla  congiura  or- 
dita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio 
(an.   1508),  380,  8;  fe  cit.  a  difendersi,  392,  37. 

Castbllani  GlROLAMO  [Gtrolamo  CasteUano]  multato 
in  duecento  ducati  per  II  rifacimento  d.  pal.  Ma- 
rescotti  (an.   1508),  386,  37. 

Castbllani  NicoLo  prende  parte  alla  congiura  ordita 
da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an. 
1508),  380,  8;  e  cit.    a  difendersi,  392,  36. 

CastblLani  Tommaso  [  Tomaso  Castellano]  bolognese  ; 
h  d.  CoUegi  (an.  1505),  339,  I,  5;  esce  di  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41; 
349,  9-10. 

Castbllano  v.  Gottadiiti  C. 

Castellbonb  rimane  al  Visconti  (an.  1446),  117,  48; 
vi  &  il  campo  dell'esercito  d.  Cliiesa  (an.  1461), 
175,  30-31;  11  pred.  campo  h  assalito  con  grande 
apparato  da  Sigismondo  Malatesta,  39-33;   al  quale 


si  oppoiigono  Lx>dovico  Malvezzi  e  Pietro  Paolo 
Nardlnl,  33-36;  ne  segue  un'accanita  battaglia,  nella 
quale  vengono  meno  al  Malvezzi  molte  d.  sue  genti 
per  indliciplina  o  codardia,  36-99;  rf.,  «5-48:  rimane 
vincitore  11  Malatetta,  43-44. 

Castbixbtto  (Ual)  Lanzaito  combatte  nel  torneo  in 
Bologna,  tenutoii  per  definlre  se  la  Sapienza  o 
ia  Fortuna  prevaiga  nelle  cote  umane,  al  seguito 
dl  Nicol6  Rangoni,  paladino  il.  Sapienza;  i  atcritto 
alla  scconda  squadra  vestita  alla  turca  (an.  1490), 
258,  39-30;  11  iuo  partito  toccombe,  262,  IT-lt;  uomo 
d'arme  di  Giovanni  Bcntlvoglio  rimane  uccito  In 
una  riisa  a  Casteifranco  tra  Franceti  e  abitaotl 
mentre  tentava  impadronlrii  di  un  cavailo  d.  Fran- 
cesi  (an.   1494),  277,  39-43. 

Castelu  di  Bologna,  Napoli,  Roma  r.  Btlogna  (ctuttl- 
/«),  Napoli  (castelli),  Roma  {caitello). 

Castelu  [famiglia]  vanno  incontro  a  San  Rufftilo  a 
Sante  Bcntivoglio  (an.  1446),   119,  17-18. 

Castelli  Alberto  \_Atbcrto  di  Caitello\  figlio  dl  Giovan- 
ni  l'aolo,  265,  3;  marito  di  una  figliuola  di  Lattan- 
zio  Bargellini  genero  d.  Bentivogllo,  4;  tcalco  alle 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  237, 
37-38;  suo  vestito,  238,  6;  h  el.  d.  Sedici  (an.  1488), 
253,  35;  succede  in  Senato  al  f  Bartolomeo  (an. 
1492),  365,  3;  interviene  airinaugurazione  d.  Na- 
viglio  da  Bolugna  a  Corticella  (an.  1494),  274, 
5-36;  e  da  Giulio  II  el.  d.  Quaranta  Contiglieri  e 
Riformatori  d.  Stato  di  Bologna  (an.  1506),  358, 
37,  30;  va  contro  !  Bentivoglio  per  ordine  d.  Sc- 
nato  (an,  1507),  370,  37  ;  sempre  a  nome  di  questo 
va  a  Milano  a  supplicare  il  re  di  Francia  di  to- 
gliere  la  sua  protezione  ai  Bentivoglio  perturba- 
tori  d,  Stato,  376,  17-18;  Giovanni  Bentivoglio  di- 
fendendosi  innanzi  al  D'Ambo!se  si  appella  a  lui 
per  la  verita  d.  sue  aifermazioni,  38-19;  conferma 
e  giura  essere  vero  quanto  il  pred.  aveva  dichla- 
rato,  377,  35;  olTre  a  Giovanni  di  rientrare  in  Bo- 
logna  a  suo  piacere,  33-34 ;  non  ne  ottiene  risposta 
certa,  34-33;  torna  con  gli  ambasc.  a  Bologna,  35; 
trattenuto  con  inganno  dal  leg.  in  Pal.  e  dal  pred. 
fatto  strangolare  perche  aveva  scritto  al  Bentivo- 
glio  (an.  1508),  390,  5-6;  gli  e  tagliato  quindi  il 
capo  e  il  tronco  portato  in  Piazza,  10;  i  parenti 
ottengono  di  seppellirlo  con  onore,   11-13. 

Castblli  Andrea  \Androa  di  Cattei/o]  h  el.  dal  Senato 
di  Bologna  Gonfaloniere  per  porta  Stieri  (an.  143S), 
53,  40-41. 

Castelu  Annibale  \Anniba/e  di  Castello]  h  con  altri 
convocato  da  Ermes  Bentivogiio  in  Fal.  (an.  1501), 
305,  5-8;  il  pred.  svela  che  Agamennone  Mare- 
scotti  aveva  scrittoal  Valentino  invitandolo  contro 
Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-39,  e  io  esorta  a  unirsi 
a  lu!  nell'uccidere  i  Marescotti  traditori  gia  dete- 
nuti  in  Pal.,  39-31 ;  partecipa  alI'uccisione  d.  pred., 
31-43. 

Castelli  Bartolomeo  figiio  di  Dionisio,  117,  I;  138, 
30;  147,  43;  265,  1;  padre  di  un  altro  Dionisio, 
107,  33;  142,  47:  191,  37-38;  h  dato  ostaggio  a  Gu- 
giielmo  di  Monferrato  (an.  1446),  117,  1;  h  accom- 
pagnato  a  Castelfranco  da  Taddeo  Marchese,  3,  e 
preso  in  consegna  per  ii  Monferrato  da  Ail>erto 
Pio,  3;  essendo  Gonfaloniere  d.  popolo  custodisce 
con    trenta    fanti  porta  Gailiera,  ma  e  costretto  a 


(Castelli  Bart.-Castel  San  Pietro]       INDICE  ALFABETICO 


563 


i 


ritirarsi  dai  fuorusciti  gluntigli  alle  spalle  daila 
grata  d.  Canaie  di  Reno  (an.  1451),  138,  20-21;  si 
reca  con  altri  a  Pesaro  a  prendervl  Ginevra  Sforza 
sposa  di  Sante  Bentivoglio  (an.  14S4),  147,  15-32; 
e  scalco  di  tavola  alle  nozze  d.  pred.,  30-33,  43; 
succede  al  padre  Dionisio  nel  magistrato  d.  Sedici 
(an.  1469),  201,  21-22:  f  ed  e  sepolto  in  San  Pietro 
Maggiore  (an.  1492),  265,  1-3;  gli  succede  in  Senato 
Aiberto  Castelli,  3. 

Castblu  Carlo  multato  in  settecento  ducati  per  il 
rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),   386,  36. 

Castelu  Catalano  [Catheilano  di  Castello]  e  tra  gli 
incaricati  di  attuare  i  provvedimenti  fiscali  deli- 
berati  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  42- 
89,  1-2. 

Castelli  DloNIsio  [Dionisio  di  Cas/ei/o]  figlio  dl  Nico- 
16,  97,  28-29;  padre  di  Bartolomeo,  117,  1;  138,20; 
147,  43;  265,  1;  notaio;  "  ric.  per  un  istrumento  da 
lui  rogato  nel  1411,  XCV,  6,;  e  degli  Anziani  di 
Bologna  pel  quartlere  di  Porta  Stierl  (an.  1435),  43, 
49;  e  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  cassati  dal  Se- 
nato  (an.  1443),  87,  3-6;  e  el.  invece  d.  Dieci  di 
Balla,  8-10;  e  ei.  d.  Commissari  incaricati  d.  elezione 
degli  uffici,  97,  23-25,  29;  d.  nuovi  Anziani,  e  el. 
Gonfaloniere  per  porta  Stieri  (an.  1445),  101,  43-45; 
cf.  108,  4;  con  i  colleghi  e  gli  ambasc.  di  Venezia 
e  Firenze  alPapprendere  la  f  di  Annibale  Bentivo- 
glio  e  di  tre  Marescotti  ripara  al  Colleglo  degli 
Spagnuoli,  incerto  sul  da  farc,  104,  4-8;  h  consi- 
gliato  da  Galeazzo  Marescotti,  che  ivi 
lo  trova,  a  impadronirsi  d.  Piazza,  il 
che  fa  con  gli  Anziani  e  con  io  stesso 
Marescotti,  9-15;  la  da  in  custodia  a  Ga- 
leazzo,  15-17;  va  ambasc.  d.  Senato  ai  Veneziani 
a  pregarli  di  far  guerra  ai  Visconti  in  Lombardia 
per  distorlo  da  Bologna,  110,  46-50;  e  creato  dal 
Senato  di  Venezia  gentiluomo  Veneziano,  111,  10- 
12;  privilegio  d.  doge  Foscari  a  questo  effetto,  13- 
17;  di  nuovo  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  (an. 
1446),  113,  25-26;  cf.,  116,  15-17;  si  reca  ambasc.  a 
Firenze,  113,  37-38;  ne  torna  con  promessa  di  solle- 
cito  aiuto,  39;  ric,  118,  33;  fe  d.  Sei  Riformatori  al 
governo  d.  Stato,  119,  34-36;  e  degii  Anziani  di 
marzo-aprile  (an.  1449),  129,  34,  36;  va  ambasc.  d. 
com.  al  pp.,  133,  37-38;  scontratosi  in  mercato  men- 
tre  perlustrava  la  c.  con  1  fuorusciti  penetrativi 
dalla  grata  di  Galliera,  alle  loro  grida  spaventato 
fugge  (an.  14S1),  138,  15-19;  Friano  e  Bartoloraeo 
Giacoml  complottano  di  incendiarnc  le  stalle  (an. 
14S2),  142,  14-18;  essendo  dei  Sedlci  Riformatori 
partecipa  alla  rinnovazione  degli  Statuti  d.  c.  (an. 
14S4),  145,  29,  34;  e  convocato  con  altri  dal  pp. 
(an.  1460),  173,  19,  22-26;  dei  Sedici;  f  in  eta  di 
ottantacinque  anni  pianto  da  tutto  il  popolo  (an. 
1469),  201,  17-18,  21;  suo  elogio,  18-19;  e  sepolto  in 
San  Pietro  coi  piii  grandi  onori,  19-21 ;  gli  succede 
in  Senato  il  figlio  Bartolomeo,  21-22. 

Castslli  DiONlsio  [Dionisio  di  Caitello]  figlio  di  Bar- 
tolomeo,  107,22;  142,  47;  191,  27-28;  el  d.  Sedici  Ri- 
formatorl  d.  Stato  per  il  quartiere  di  Porta  Stieri 
(an.  1445),  107,  19,  22;  fe  confermato  d.  Sedici  d. 
Reggimento  (an.  14S3).  142,  44,  47;  e  d.  senatori 
d.  primi  sei  mesi  al  tempo  d.  serrata  di  Paolo  II 
(«n.  1466),   191,  27-28. 


Castelli  Francesco  accompagna  Giovanni  Bentivo- 
glio  in  visita  a  Milano  (an.  146S),   188,  42. 

"  Castelli  Gaudio  scrive  al  Ghirardacci  dicendosi  lieto 
che  egli  corregga  nella  sua  storia  la  parte  riguar- 
dante  Celestino  II  (an.  1S98),  XXXVIII,  28-29;  gU 
manda  un  sunto  storico  d.  sua  famiglia,  29-30 ; 
mostra  desiderio  di  conoscerlo  personalmente,  30; 
nuova  lettera  al  pred.,  35-XXXIX,  1-2;  di  nuovo 
gli  scrive  per  sapere  se  ricevette  altre  sue  lettere 
e  documenti  per  mezzo  di  Luigi  Alberti,  3-4 ;  una 
sua  lettera  al  Ghirardacci  ricorda  a  lungo  il  secondo 
vol,  della  Historia  d.  pred.  che  stava  per  essere 
stampato  (an.  IS98),  LVI,  1-4  „. 

Castelli  GiACOMO  Gonfaloniere  di  Giustizia;  soprain- 
tende  alla  costruzione  d.  traversi  di  muro  nelle 
fosse  d.  c.  (an.  14S4),  152,  11-12;  essendo  difficlle 
1'esazione  d.  tassa  imposta  per  le  spese  d.  lavoro 
raduna  i  fornai  e  vieta  loro  di  cuocere  pane  senza 
suo  ordine,  12-I8 ;  ottiene  cos\  che  tutti  paghino, 
18-19. 

Castblli  Giambattista  cav. ;  parla  dal  pergamo  nella 
chiesa  di  San  Francesco  esortando  il  popolo  a  dl- 
fendere  la  c.  e  i  Bentivoglio  contro  il  Valentino 
e  le  pretese  d.  pp.  (an.  1S02),  316,  36,  41;  cf.,  30-33; 
accompagna  a  Mantova  le  donne  d.  Bentivoglio  (an. 
1506),  353,  48-49;  e  creato  degli  Anziani,  359,  14, 17; 
e  sovraintendente  allo  Studio,  24 ;  h  el.  d.  Quaranta 
dal  leg.  Alidosi  (an.  isoS),  390,  15-17. 

Castblli  Giannantonio  el.  Senatore  di  Roma  (an. 
1S07),  375,  47. 

Castklli  GiovANNi  Paolo  [Giovanni  Polo  da  Castello] 
padre  di  Alberto,  265,  3;  c  degli  Anziani  con  An- 
nibale  Bentivoglio  Gonfaloniere  (an.  14S9),  255,  6,  8. 

Castklli  Leonardo  padre  di  Paolo  Antonio,  147,  36-37. 

Castelli  Nicolo  padre  di  Dionisio,  97,  28-29. 

Castelli  Paolo  Antonio  [Polo  Antonio  di  Casiello]  figlio 
di  Leonardo,  147,  36-37;  scalco  alle  nozze  di  Sante 
Bentivoglio  (an.  14S4),  30-33,  36-37 ;  el.  a  sorte  degli 
Anziani  per  porta  Stieri   (an.  1462),   180,  46-48. 

Castelli  Tommaso  e  el.  degli  Anziani  (an.  1446),  113, 
12,  13. 

Castellio  Branda  V,  CastigHone  (Da)  Sra»da. 

Castello  (porta)  V.  Bologna  (forte). 

Castblnuovo.  Vi  si  reca  Girolamo  Griftbni  a  parlare 
con  Ercole  d'Este  (an.  1471),  207,  43-44. 

Castbl  Sant^Anqklo  v.  Roma  (Castel  Sant' Angelo). 

Castel  San  Giorgio  tiene  per  Nicolo  Piccinino  (an. 
1443),  83,  45-46;  gli  abitanti  sdegnati  d.  cattivi 
trattamenti  d.  conte  Dal  Verme  mandano  a  Bologna 
a  ofirire  il  castello  e  chiedere  aiuti  (an.  1443),  91, 
29-32;  il  Senato  vi  manda  cavalli  e  fantl  al  comando 
di  Pietro  dal  Purgo,  32-34. 

Castel  San  PiBTRO  ncl  territorlo  Bolognese ;  "  in  easa 
di  Princivalle  Ghirardacei  dimora  il  fod,  di  Bologna 
Ottolino  da  Mandello  con  gli  Antiani  e  Sapienti  (an, 
I3ggi),  VH,  /S-3o;  in  easa  di  GherarJo  Ghirardacd 
fr.  San  Bartolomeo  i  ospitato  il  cafd.  di  Sfagna, 
(an.  14 10),  34-3T,  ne  i  oriunda  la  famiglia  Ghirar- 
dacci,  giH  di  Bologna  e  qul  stahililasi  nei  s*c.  Xtll 
in  seguilo  a  bando,  40-43',  cf.,  a3->S',  XXXVIII,  *o- 
aa,  16-38 ;  la  pred.  e  una  d.  plu  cospicue  e  vl  dl- 
raora  slno  al  principio  d.  seo.  XVI,  IV,  26-27;  vi 
ahita  un  Giacomo  Ghirardacci  nella  parrocchia  di 
San  Martino  delt Afosa  (an.  1308),  VII,  »«-19,;  ne  fc 


564 


INDICE   ALFAHETICO  ICaslel  S«n  Pietro  Ca»(l|?lione  (rf<.)  C.| 


oriundo  Crlttoforo  Cattanl,  4,  li;  non  tl  rlbella 
alU  Chlet»  (tn.  1428),  7,  15-16;  h  atsedUto  da  Lulgl 
da  Sanieverlno  per  1  Bologneti,  ettendoTl  Comniit- 
tarl  al  campo  Glacomo  dalle  Correggie  e  Francesco 
Guldottl,  32-35;  II  Sanseverino  ne  toglie  l'astedlo, 
8,  35-36;  h  Rstalito  e  preto  a  forza  pcr  la  Chleta 
da  Mlchelotto  Attendolo,  46-i«;  gll  abitanti,  fattl 
prlgionierl,  tono  mandati  ad  Imola,  4f-50;  nel  capi- 
toliconcordatl  tra  il  com.  di  Bologna  e  11  pp.  Euge- 
nlo  IV  ne  h  rlservata  la  nomina  d.  tetoriere  e  del- 
i'ufticlale  d.  boUctte  al  leg.  o  governatore  dl  Bo- 
logna  (an.  143 1),  28,  1-3;  sl  sottomette  alla  Chiesa, 
30,  43-45;  vi  sireca  da  Boiogna  il  lcg.  Fantino  Dan- 
dolo,  che  pol  ne  parte  per  Venezla  (an.  1433),  33, 
33;  viene  in  mano  al  Gattamelata  (an.  1434),  39, 
tO-41;  assallto  da  milizie  d.  Piccinino  per  Bologna 
sl  arrende,  40,  44-45;  gli  abitanti  promettono  il  pa- 
gamento  di  una  taglla,  45-46,  e  che  iascieranno  sac- 
cheggiare  ia  casa  di  un  ebreo  usuraio,  46-47,  che 
consegneranno  11  vicario  fiorentino  lasciatovi  dai 
Gattameiata,  47-4t;  h  restituito  da  Nicold  ai  Boio- 
gnesi,  4»;  cf.  (an.  1435),  44,  37;  vi  giunge  Anni- 
bale  Bentivoglio  che  vi  trova  molti  amici  di  suo 
padre  venuti  a  incontrarlo  e  onorarlo  (an.  1438), 
54,  49-50:  ne  b  ei.  commissario  Giacumo  dai  Lino 
(an.  1439),  59,  3S-39;  nei  capitoii  concordati  con 
il  com.  di  Bologna  per  la  cessione  d.  castelii,  ii 
Piccinino  se  ne  riserva  il  possesso  (an.  1440),  67, 
28-39;  il  Senato  di  Bologna  si  obbiiga  a  pagarne  la 
guardia  tenutavi  dal  pred.,  65,  31-37;  ric.  per  Gorro 
e  Pietro,  69,  31;  vi  si  trora  di  passaggio  Lodovico 
dal  Verme  con  seimiia  soldati  (an.  1443),  82,  4-5; 
vi  si  reca  Guid'Antonio  Manfredi  al  quale  pro- 
mette  dl  tenersi  per  ii  Piccinino,  83,  43-45;  perchi 
segue  ie  parti  d.  dai  Verme  e  d.  Manfredi  ne  i 
sacclieggiato  il  territorio  da  Simonetto  dail'Aquila, 
89,  41-43;  vi  i  trattenuto  prigione  Pietro  da  Navar- 
rino  da  Luigi  dal  Verme,  96,  48-49;  ric,  97,  2;  gli 
•bitanti  dopo  la  sconfitta  di  questo  voiendo  libe- 
rarsi  dal  presidi  di  lui,  invltano  il  Senato  di  Bo- 
logna  a  invlare  loro  millzle,  94,  22-27;  vi  fe  man- 
dato  Annlbale  Bentivoglio  con  armati,  che  fanno 
prigionieri  i  detti  presidl,  37-31 ;  vi  sl  recano  Romeo 
Pepoli,  Giovanni  e  Giacomo  Fantuzzi  e  moiti  altri 
nobili  Boiognesi  con  la  scusa  di  fuggirvi  la  peste, 
in  fatto  a  complottare  contro  Sante  Bentivoglio 
(an.  1449),  130,  37-39;  cf.,  32-36;  Giovanni  Fantuzzi 
▼1  si  incontra  con  Giovanni  Agostini  cap.  d.  porta 
Maggiore  di  Bologna,  40-43;  TAgosti  n  i  ne  par- 
te,  43-45;  il  Senato  di  Bologna  vi  fa  intimare  la 
partenza  ai  nobili  Bolognesi  recativisi  con  Romeo 
Pepoli,  131,  16-21  ;  sdegnoso  rifiuto  opposto  dal 
pred.,  21-26,  che  con  gii  altri  banditi  se  ne  impa- 
dronisce  al  grido  dl:  "  Vira  ia  Chiesa„,  34-37;  il 
Pepoli  pone  nella  rocca  buoni  presidi  e  due  go- 
vernatori  in  suo  nome:  Pietro  Carretti  e  Giovanni 
dai  Verde,  37-38;  e  assediato  da  Astorre  Manfredi 
per  Bologna  a  fine  dl  cacciarne  i  fuorusciti,  132, 
12-14;  soccorso  con  viveri  e  fanti  dai  viceri  di  Na- 
poli  Carlo  dl  Campobasso,  14-16;  ii  Manfredi  se  ne 
distoglie,  16-20;  vi  torna  ii  pred.  con  rinforzi  ad 
Msalirio,  30-31;  per  tenere  11  pred.  a  bada  sino  al- 
1'arrivo  d.  viceri  alcunl  cittadini  ne  escono  e  per- 
suadono    il   commissario    deIl'esercito    avvertario. 


Achille  Malvezzl,  a  recarti  con  loro  a  Bologna  per  1 
trattare  delPaccordo  col  Senato,  3S-«S  ;  1  pred.  dopo 
lunghi  raglonamentl  vi  tornano  tenza  avere  niente 
concluto,  46-47;  airapprestartl  d.  vicer^  al  Bolo- 
gnese  11  Manfrcdi  ne  parte  ponendone  a  ferro  e 
fuoco  i  dintorni,  133,  f-ll :  cf.,  6-t;  h  presidiato 
dalla  Chleta ;  vl  si  trovano  1  fuorusciti  di  Bologna 
(an.  1450),  134,  35-37;  vl  arriva  un  invlato  d.  leg. 
a  leggere  11  breve  papale  al  Pcpoli,  ai  Fantuzzi  e 
agU  altrl  fuorusclti,  col  qualc  te  ne  intlma  loro  la 
resa,  136,  8-13;  h  consegnato  insieme  alla  rocca  e 
1  fuorusciti  ne  etcono,  13-15:  11  mitso  vi  pone  ca- 
steliano,  governatore  e  pretldi  per  la  Chieta,  15- 
16;  d'ordine  d.  pp.  h  contegnato  a  Bologna,  35-36; 
cf.,  16-17;  vi  ti  reca  per  vicario  e  commlttario  di 
Bologna  Virgilio  Malvezzi,  31;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  2-3;  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Giulio  Maivezzi  (an.  1464), 
184,  44-50;  vl  passa  i'esercito  di  Federigo  da  Mon- 
tefeltro  (an.  1467),  193,  31;  a  causa  d.  pioggia  vi  si 
ferma  la  bombarda  grosaa  mandata  dal  Senato  di 
Bologna  a  espugnare  Rioio  secco,  197,  17-19;  col- 
pito  dalla  pestilcnza,  198,  8-9;  vi  giungono  Gio- 
vanni  Marsili  e  Angelo  Ranuzzi  ambasc.  d.  Senato 
ai  duca  Vaicntino  (an.  1501).  302,  43-44:  i  pred. 
richiesti  di  ailoggio  dail'avanguardia  deil'esercito 
d.  Borgia,  lo  fanno  aprire  ai  soidati  come  amlcl,  (4- 
'  47;  i  sacchegglato  senza  pieta,  48;  per  I  pattl  dei- 
i'accordo  tra  Bologna  e  11  Valentino  deve  etsere  da 
questo  restituito  alia  c.  con  la  preda  e  i  prigioni, 
304,  23-23;  Ermes  e  Annibaie  Bentivoglio  vi  giun- 
gono  con  grosso  esercito  attendendo  dai  confede- 
rati  contro  ii  Borgia  gli  ordini  sui  da  farsi  (an. 
1502),  317,  15-18;  cf.,  11-15,  23;  vl  viene  Paoio  Or- 
sini  a  colluquio  con  Annibale,  44-45 ;  balestrieri  d. 
duca  di  Ferrara  vl  sono  svaligiati  da  baiestrieri 
di  Boiogna  (an.  1503),  327,  35-36;  costo  d.  grano 
durante  ia  carestia  (an.  1505),  335,  19;  h  preso  e 
saccheggiato  da  Glanfrancesco  Gonzaga  (an.  1506), 
346,  29-30;  vi  passa  ii  cap.  Ramazzotto  da  Scari- 
calasino  con  i  suoi  diretto  a  Bologna  (an.  1508), 
383,  5;  gii  Svizzeri  rifiutano  di  recarviti  (an.  1509), 
395,  43-45;  i  pred.  vi  vanno  ad  attendere  le  loro 
paghe  e  vi  commettono  prepotenze,  46-48;  i  pred. 
ne  partono  per  la  Roraagna,  48-49;  "  vi  nnsce  Am- 
itrta  Gkirardacci  t  vi  dimora  sino  fuasi  alla  nascita 
di  CkeruHHO  (clrra  an.  1518),  XXXVIII,  jo-«,  tb-i»; 
cf.,  V,  5-6;  11  pred.  Andrea  vi  h  notaio  d.  pod.  (an. 
1546),  24-25,  37-40;  e  vi  possiede  una  casa  (an.  156;), 
VII,  3  „  ;  f.  anche  Paricello  da   Castel  San  Pietro, 

Castkl  San  Pibtro  (Da)  v.  Sampieri. 

Castkmaso  (pojitb  di)  nei  Bolognese;  vi  si  recano  le 
milizie  d.  Chiesa  (an.  1428),  10,  16 ;  vi  e  posto  da 
Boiogna  un  ufficiaie  di  pace  (an.  1439),  56,  2;  vi 
e  rovinato  ii  raccolto  da  un  temporale  (an.  1448), 
125,  31,  35. 

Castioli.v  V.  IsabeUa  di  Castig-lia. 

Castiolio:ie  db'  Pkpoli  castello  dell'Appennino  in  sl- 
gnoria  d.  Pepoli   ric,  339,  40-41. 

CASTioLioyB  (Da)  Bra^ida  [Branda  C<»j/*//<«] 'milanese; 
vesc.  di  Piacenza  e  card.,  accompagna  Eugenio  IV 
a  Boiogna  e  alloggia  nei  convento  d.  frati  di  San 
Giacomo  (an.  1436),  47.  16. 

Ca!>tiulione  (Da)  Cristoforo  fa  parte  deiPambaacierla 


[Castiglione  (da)  C.-Cattani  Gaspare]  INDICE  ALFABETICO 


565 


mandata  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bologna  a  pren- 
dervi  la  sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494),  275, 
6-10;  pernotta  al  Bentivoglio,  11-13;  giunge  a  Bo- 
logna  per  acqua  aspettato  al  porto  da  Giovanni 
Bentivoglio  con  largo  seguito,  12-15;  alloggia  nel 
pal.  d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  ponipa  a  messa  in 
San  Petronio,  17-18  ;  assiste  il  giorno  dopo  in  questa 
Chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  20-33;  parte 
con  la  sposa  per  Mantova,  23-35. 

Castiglione  (Da)  Francesco  accompagna  a  Bologna 
Galeazzo  Maria  Sforza  (an.   14S9),   168,  48;   169,  I. 

CastIGLIONE  (PORTA  DI  strada)  V.  Bologna  (forte). 

CAsnonoNE  de'  Gatti  fa  un  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  5. 

CASTlGLloNii  [della  Pkscaia]  \Castiglione  di  PesMera\ 
nel  Grossetano;visi  ritira  Giacorao  Piccinino 
vinto  dai  Senesi  (an.  1455),  159,  28-39;  il  pred.  e 
vinto  qui  di  nuovo  e  si  ritira  a  Orbetello,  29-31. 

Castiglione  (strada)  V.  Bologna  (strade). 

Castro  (Da)  GlovANNi  ric.  per  Corrado  da  Matelica 
suo  condottiero,  258,  32. 

Castro  (da)  Paolo  \Polo  da  Castro]  un  suo  figlio  scuo- 
pre  le  rainiere  di  allume  a  Tolfa  (an.  1463),  182,  5. 

Castrocaro  assediata  senza  costrutto  da  Bartolomeo 
Colleoni  (an.  1467),  197,  25-26. 

Castruccio  V.  Panieo  (Da)  conte  C. 

Catalano  [Catellaito]  t:   Gozzadini  C.,  Sala  (Da)  C. 

"CatalogUs  Historiarum  et  Archivorura  . . ..  dei  Si- 
gonio  ric,  CXXXI,  1-4  „. 

Catanko  f.   Cattaneo. 

Catelani  (torre  DEl)  [torre  de'  Cathelani]  v.  Bologna 
(torri). 

CatellaKo  V.  Calalano. 

Catellano  Lodovico  V.  Milani  Lodovico. 

Caterina  \Catarina,  Catkerina]  v.  Fasanini  C.,  Forma- 
gliari  C,  Ghirardacci  C,  Negri  0  Vigri  C,  Pigna- 
telli  C. 

Caterina  (Santa)  da  Siena  [Benincasa]  domeni- 
cana;  e  canonizzata  da  Pio  II  nel  centenario  d.  sua 
f  (an.  1462),  179,  4-5;  si  festcggla  tale  avvenimento 
a  Boiogna  ove  ii  suo  simulacro  con  le  stimraate  c 
portato  in   processione,  5-7. 

Catiiani  V.  Cattani. 

CathSlani  V.   Catelani. 

CathbLLaNo  V.    Catalano. 

Cattaneo   \Catanto,   Cattanio]  f.  Isolani  C. 

Cattani.  . .  .  marito  di  Giulia  Pepoli,  140,  32-33. 

Cattani  Alberto  padre  di  Gaspare,  134,  15. 

Cattani  Alberto  figlio  di  Sinlbaldo,  200,  37;  dottore 
di  legge  ;  pubblico  lettore  nollo  Studio  di  Siena  (s. 
a.),  200,  37-38;  lascia  questo  ufficio  per  tornare  a 
Bologna  essendo  el.  d.  Sedici  in  luogo  d.  f  NIcoI6 
Aldrovandi  (an.  1468),  38;  riceve  in  dono  dal  duca 
Sforza  venti  braccia  dl  panno  morello  (an.  1471), 
207,  14;  cl.  ambasc.  ad  accompagnare  da  Roma  a 
Bologna  il  nuovo  leg.  Francesco  Gonzaga,  39-40; 
ambasc.  di  Bologna  al  nuovo  dogc  di  Venezla  per 
rallcgrarsi  d.  sua  elczione,  210,  10;  il  doge  ha  con 
lui  un  lungo  colloquio  a  proposito  di  una  bnstia 
dai  Bologncsi  costruita  sul  l'anaro,  che  si  voleva 
fosse  abbattuta,  10-13;  h  inviato  al  pp.  sempre  a  pro- 
posito  d.  pred.  bastia  e  arditanicnte  difende  lc  ra- 
gioni  d.  c,  15-17;  h  mandato  ron  ampia  autorita  al 
Panaro,  con  ambasc.  d.  re  di  Napoli  e  d.  duca  Sforza 


ed  agenti  d.  duca  d'Este  a  stipulare  1'istrumento 
d.  condizioni  stabiiite  tra  il  com.  e  il  duca  Sforza 
riguardo  al  detto  luogo,  36-29;  con  altri  va  ambasc. 
di  Bologna  ai  duca  d'Este  a  presentario  di  ricchi 
donijper  ie  sue  nozze  (an.  1472),  211,  11-14;  e  fatto 
cav.  aurato  da  Giovanni  Bentivoglio,  212,  45-47. 

Cattani  Annibalb  [Annibal  Cattanio]  scalco  alle  nozze 
di  Alessandro  Bentivoglio  (an.  1492),  2b7,  15-16;  ha 
sei  servitori  con  se,  15;  vestito  suo  e  d.  servi,  18-19. 

Cattani  Antonio  [_Antonio  Cathanio]  figlio  di  Sinibal- 
do,  147,  36;  scalco  di  tavoia  alle  nozze  di  Sante 
Bentivoglio  (an.  14S4),  30-33,  36;  essendo  Gonfaio- 
niere  di  Giustizia  e  coII'assenso  d.  leg.  fa  bandi  per 
moderare  la  sontuosita  e  le  spese  d.  funerali  (an. 
1477),  216,  48-217,  2-3;  t  ed  c  semplicemente  sep- 
pellito  con  una  sola  regola  di  frati  e  senza  sten- 
dardi,  bandiere  o  scudi  siccom.e  aveva  ordinato, 
216,  48;  217,  1-3;  il  fratello  Bonifacio  prende  il  suo 
posto  in  Senato,  6-7. 

Cattani  Baluassarre  [Baldessera,  Valdesserra  Cattanio} 
fa  un  presente  alle  nozze  di  Giuiio  Malvezzi  (an. 
1464),  184,  48;  scaico  alle  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.   1487),  237,  27-28;  suo  vestito,  238,  8. 

Cattani  Bonifacio  [Boni/acio  Cathani]  figlio  di  Sini- 
baldo,  184,  9;  padre  di  Eliseo,  295,  42;  scalco  alle 
nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  8-9;  ac- 
compagna  Giovanni  Bentlvoglio  in  visita  a  Milano 
(an.  1465),  188,  43-43;  pigiia  in  Senato  ii  posto  d. 
f  fratello  Antonlo  (an.  1477),  217,  6-7;  con  altrl 
ambasc.  si  reca  a  sposare  Lucrezia  d'Este  a  nome 
di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1478),  218,  33-35;  h 
onorato  e  regalato  da  Ercoie  d'Este  che  lo  fa  cav. 
aurato,  26-30;  torna  a  Boiogna,  30;  va  con  Lodovico 
Sampicri  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna  a  Innocenzo 
VIII  a  railegrarsi  d.  sua  elezione  (an,  1484),  230,  37- 
38;  ottiene  dal  pred.  la  conferma  d.  capitoli  esistenti 
tra  la  Santa  Sede  e  Bologna,  38-40;  scalco  generale 
alle  nozze  di  Annibaie  Bentivoglio  (an.  1487),  237, 
34-35;  suo  abito,  36-27;  va  ambasc.  d.  Senato  a  Fi- 
renze  a  domandare  la  liberta  di  Giovanni  Benti- 
voglio  (an.  1488),  247,  3-4;  el.  ambasc.  d.  Senato 
ad  accompagnare  il  leg,  Ascanio  Sforza  a  Roma, 
33;  torna  a  Bologna,  34,  cf.,  40;  ncl  torneo  in  Bo- 
iogna,  tenutosi  per  definire  se  nelle  cose  umane 
prevalga  la  Sapienza  o  la  Fortuna,  combatte  al 
seguito  di  Nicol6  Rangoni,  paladino  d.  Sapienza; 
i  ascritto  alla  prima  squadra  vestita  alPitaliana 
(an.  1490),  258,  35-27;  cf.,  257,  23-37;  ii  suo  partito 
soccombe,  262,  17-19;  f  di  apoplesia  in  Scnato  ed 
fc  seppellito  a  San  Domenico  (an.  1498),  295,  41-42; 
gli   succede  nelPufficio  il  figiio  Eliseo,  43-43. 

Cattani  Cristoforo  \Cristophoro  Catanio]  si  reca  con 
il  governatore  di  Bologna  Ludovico  Alamanni  e 
con  altri  gentiluomini  bolognesi  a  prendere  pos- 
sesso  di  Imola  e  Forll  (an.   1426),  4,  10-12. 

Caitani  Elisko  [Eliseo  Catanio]  succcde  in  Senato  al 
padre  Bonifacio  (an.  1498),  295,  42-43;  i  d.  Scnato 
vecchio;  e  da  Giullo  II  cl.  d.  Quaranta  Consigllerl 
e  Riformatori  di  Bologna  (an.   1506),  358,  37,  30. 

Cattani  Gaspark  [Gatfare  Catanio)  figllo  di  Alberto, 
134,  15;  cuglno  dl  Bartolomeo  Zambeccari;  insleme 
a  Bartolomeo  Pretl  vlene  a  parole  con  Glorglno  da 
Tossignano  amlco  di  Battista  Canetoli  (an.  1431), 
25,  49-50;  lo  ucclde,  26,  I;  i  el.  d.  Commitsione  In- 


566 


INDICE  ALFABETICO 


[Cattani  Gaspare-Ccnteti] 


carlcaU  dl  torvegliarc  11  trattamento  Tattu  nel  Bo- 

lognese  ai  pellegrlnl   Incamminatl  a   Roma  per   II 

Glublleo  (an.  1450).  134,  15,  l»-ir. 
Cattaki    GiROLAiio    {mtr0«imo\    padre    dl    Lorenio, 

102,  40. 
ICattami)  Giulia  V.  PifoU  GMia. 
Cattawi  LoRBNZo  \^lA>r*nMO  Catant\  figllo  dl  Glrolamo, 

102,  «0;  roga  la  scrlttura  per  la  fabbricazione  del- 

i'oipedale  di  San  Bruno  nella  casa  d.  Compagnla 

d.  Lombardl  (an.  144S).  W-*"- 
Cattani  Luioi  [Alotiio  Cattanio]  scalco   alle  nozze  dl 

Alessandro   Bentivoglio   (an.  1492),  267,    15-1»;  ha 

con  »i  sei  servltori,  15;  vestito  8uo  e  d.  servl,  U-19. 
Cattani  Skiibaldo  [Sinibaldo  Cattanio]    padre  dl  An- 

tonio,  147,  3»;  di  Bonifacio,  184,  9;  188,  «2-«;  per- 

donato  torna  in  Bologna  (an.  1439),  57,  35-3«. 
CattANI  Tommaso  [Tommaso  Cattanio]  multato  In  cin- 

quecento  ducati  pel  rifacimento  d.  pal.  Marescotti 

(an.   1508),  388,  39. 
Cauno  (1)a)  sono  fuoniscltl  di  Bologna  (an.  14S0),  134, 

32,  37. 
Cava  (Dklla)  Bartolombo  tessitore;  c  decapitato  per- 

chi  amico  d.  Pcpoli  c  imputato  dl  furto  (an.  1449), 

132,  32-34. 
CavauICCIo  V,  Bologna  (canali). 
Cavadurb  V.  Clavature. 
Cavallazzi  Bknvbnuto  [Benvenuto  Cavallazto]  mugnaio; 

prende  parte  a  una  giostra  fatta    correre  dal    Mu- 

gnal   di   Bologna   nei  mercato   d.  buoi  (an.  1443), 

75.  1-9. 
Cavalu  Aoostino  partecipa  alla  conglura  ordita  dallo 

Scappi  In  favore  d.  BentivogUo  (an.  ijoS),  380,  3; 

i  cit.  a  dlfendersi  (an.  1508),  392,  14. 
Cavallina  (Dalla)    Giambattista  [Giovanni   Battiita 

Cmallina]    gli  i    ordinato    di  sorvegliarc  con    An- 

tonio  Scoffoni  dalle  Guaine  la  chiusura  e  apertura 

d.  porte  d.  c.  (an.  1494),  278,  10-13. 
Cavallina  (Dalla)  GlovANNi  [  Giovanni  Caval/ina]  mer- 

cante;  e  el.  d.  Venti  Consiglieri  (an.  1432),  31,  15. 
Cavallina  (Dalla)  Nicolo  figlio  di  Pietro,  9,  39;  89, 

1 ;  ^  el.    degll  Anziani   per    porta  Ravegnana    (an. 

1428),  9,  39;  c  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  prov- 

vedimenti  fiscali   deliberati    nel   Consiglio   d.  Sei- 

cento  (an.  1443),  88,  42-89,  1. 
Cavallina  (Dalla)  Orazio.  Nel  cortcggio  dl  nozze  di 

Annibale  Bentivoglio  ticne  le  redini  d.  cavallo  alla 

sposa  (an.  1487),  236,  35-38,  45-46;  suo  vestito,  39-44. 
Cavallina  (Dalla)  Pibtro  padre  di  Nicoi6,  9,  39;  89,  I. 
Cavani  Sabbadino  da  Casio;  e  bandito  di  Bologna  (an. 

1430),    19,  26,  30-32. 
Cavarzone,  Cavarzoni  V.  Cavattoni. 
Cavazza  Alkssandro   accompagna   Annibale  Bentivo- 

giio   a    Milano    a    compliraentarvi    Luigi    XII   (an. 

1499),  297,  35-36;  torna  a  Bologna  per  acqua  fino  a 

Ferrara  sui  Bucintoro  d.  march.  d'Este,  quindi   in 

una  nave,  298,  1-5. 
"Cavazza  Aktonio  rie^  XXXVIII,  s „. 
Cavazza  Baldassarrb  multato  in  cento  ducati  per  il 

rifaclmento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  32. 
Cavazza  Nicolo  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 

26,  40. 
Cavazzoni    Cbsare    [Cesare    Cavartone]   partecipa  alla 

congiura  ordita   dallo  Scappi  in    favore   d.  Benti- 

voglio  (an.  1508),  380,  4. 


Cavazzoni  Paolo  [PaoU  Ctvarsom]  etce  di  Bologna  coi 
BentivogUo  tuoi  amici  (an.  IS06),  348,  41;  349,  10 

Cavbzzb  (Dallb)  Tommaso  banchlere,  h  ei.  d.  Dlecl  di 
Balia  (an.  1435),  41,  31 ;  di  nuovo  (an.  1438),  53,  41-4]. 

Cavrara  V.  Caprara. 

Cazzaneschi  Nano  dktto  Chiaramo.vtb  teguace  d.  Ca- 
nctoli,  ^  bandito   di    Bologna   (an.  1445),  109,  4-5. 

Cazzani  sono  fuorutcitl  dl  Bologna  (an.  14S0),  134, 
33-35. 

Cazzano  nel  Bolognese;  Luigi  dal  Verme  ne  corre  il 
territorio  saccheggiando  e  dittruggendo  ie  campt- 
gne  (an.  1443),  90,  »-7;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozae  (an.  14S4),  150,  4»;  h  dan- 
ncggiato  da  una  tempesta  (an.  1467),  198,  4-5. 

Cbcoa  (Dblla)   Ridolfo  v.  Zeeea  {Dei/a)  R. 

Cecchino  da  Padova   [Cechino]    squadriero  d.   guardia 

di  Pal.  e  nemlco  capltale  d.  Maretcotti  che  avevano         | 
voluto  ucciderlo;   aderisce  a   un  complotto  In    fa-  ' 

vore  d.  Bentivogllo  (an.  1S08),  379,  4-5;  per  Inca- 
rico  d.  Scappi  avverte  Cetare  Bargellini  dl  dare 
principio  ali'azione,  33-35;  ma  questo,  tlmoroso  d. 
conseguenze,  rltira  la  sua  promessa  e  lo  incaricji  di 
avvertirne  lo  Scappi,  25-3S;  e  nominato  tra  1  congiu- 
rati,  380,7;  h  cit.  a  difendersi  (an.  1508),  392,  34. 

Cecco  V.  FranciMco. 

Cechino  V.   Cecchino. 

Cecilia  (Santa).  Ne  c  portata  in  processione  la  mano 
con  le  altrc  reliquie  per  le  vie  dl  Bologna  in  rin- 
graziamento  d.  vittoria  contro  i  Turchi  (an.  14S6), 
162,  40-42;  di  nuovo  (an.  1474),  214,  33;  di  nuovo 
con  le  altre  reliqule  e  la  madonna  di  San  Luca  (an. 
1505),  334,  39-335,  1-5. 

Cecilia  (CardInali  di  Santa)  V.  A/amanni  Lodovico. 
A/idoii  Franceieo. 

CbciUa  (capfella  e  chibsa  di  Santa)  V.  Bo/ogna 
(ehieU). 

Cbdropiano  (Di)  Domenico  h  fatto  commlstario  dl 
Piumazzo  dal  cap.  d.  Chiesa  Giacomo  Caldora  (an. 
1428),   10,  24-25. 

Celbstini  (prati)  ric,  230,  9. 

Centesi  si  oppongono  a  che  il  Dal  Verme  entri  nclla 
terra  (an.  1443),  83,  50:  84,  1;  aiutati  dal  signorc  di 
Carpi  ricacciano  11  pred.  gia  penetrato  dalla  parte 
d.  rocca,  2-3,  4-7;  il  Dal  Verme  con  gravi  minac- 
cie  intima  loro  di  consegnargli  Lodovico  Benti- 
voglio,  J-9;  avvertono  questo  che  per  la  loro  sal- 
vezza  debbono  ottemperare  all'ingiunzione  d.  Dal 
Verme,  9-11;  ne  hanno  promessa  di  una  grossa 
somma  se  lo  vogliono  salvare,  12-15;  alla  lor  volta 
promettono  al  Dal  Verme  la  detta  somma  se  vorri 
lasciare  libero  11  Bentivoglio,  15-17;  insistendo  il 
pred.  nella  consegna  ne  riferiscono  al  Bentivoglio, 
18-21;  fuggito  questi,  placano  il  conte  di  cui  teme- 
vano  I'ira  con  presenti  di  vettovaglie  e  denaro, 
24-30;  danno  commissione  al  celebre  ingegnere  Ari- 
stotele  Fioravanti  di  raddrizzare  il  campaaile  (an. 
1455),  160,  49-50;  il  che  e  fatto  felicemente,  161, 
1-2;  il  vesc.  Calandrlni  udite  le  ragioni  loro  e  d. 
Bolognesi  li  conduce  in  un  certo  numero  a  Bolo- 
gna  e  li  fa  pacificare  coi  pred.  (an.  1462),  179, 
47-180,  1-2;  i  contadini  uccidono  il  vesc.  di  Bru- 
gnetto,  commissario  d.  vesc.  di  Bologna,  per  la  sua 
parzialiti  in  una  loro  lite  col  cittadini  (an.  1479), 
221,    !•«;  il   tumulto  i   sedato  dai   commissari    di 


[Centcst-Cerva  (Dalla^  Giovanni]        INDICE   ALFABETICO 


567 


Bologna,  9-10;  si  sottopongono  al  vesc.  secondo  i 
capitoli,  8-10;  sono  banditi  i  capi  d.  congiura  e  1 
contadini  sono  assicurati  ciie  non  si  procedera  in 
questo  fatto  piii  oltrc,  10-12;  per6  due  degli  ucci- 
sori  del  vesc.  rintracciati  in  Ferrara  sono  condotti 
a  Bologna  e  iraplccati,  13-u. 
Cknto  castello  del  Ferrarese  soggetto  al  vesc.  di  Bo- 
logna,  7,  16-17;  cf,  53,  17;  non  si  ribella  alla  Chiesa 
(an.  143S),  7,  15-16;  ric,  19;  vi  si  reca  il  leg.  di  Bo- 
logna  card.  Conti  per  fuggire  la  peste  e  le  insidie 
d.  Canetoli  (an.  1430),  19,  5-6;  ric,  <8;  vi  si  reca 
il  vesc.  di  Tropea  nuovo  leg.  di  Bologna,  20,  9;  il 
Conti  ne  parte  per  Imola,  10;  alle  Fosse  di  Serafi- 
no  vi  e  costruito  i'oratorio  d.  Santi  Antonio  e  Laz- 
zaro  dal  nobile  bolognese  Bartolomeo  Uccelletti  (an. 
1435),  46,  31-34 ;  rifiuta  obbedienza  al  Visconti  (an. 
J438),  53,  17 ;  minacciato  di  distruzione  dal  Pic- 
cinino  consegna  la  rocca,  ove  il  pred.  ponc  sue 
guardie,  18-20;  nei  capitoii  concordati  con  il  com. 
di  Bologna  per  ia  cessione  d.  castelll,  il  Piccinino 
se  ne  riserva  il  possesso  (an.  1440),  67,  28-29;  il 
Senato  di  Bologna  si  obbliga  a  pagarne  la  guardia, 
65,  3S-37;  la  rocca  tiene  per  il  Piccinino,  ma  gli 
abitanti,  clie  avevano  a  pretore  Lodovico  Bentl- 
voglio,  sono  per  Boiogna  (an.  1443),  83,  46-«8;  vi 
si  accosta  Luigi  Dal  Verme  con  armati  per  en- 
trarvi  e  farvi  prigioniero  ii  pred.,  48-49;  ma  non 
gii  'k  dato  accesso,  49-SO;  84,  1;  il  Dal  Verme  per6 
penetra  dalla  rocca,  1 ;  zufTa  per  le  vie  con  vitto- 
ria  degli  abitanti  soccorsl  dal  signore  di  Carpi,  1-2, 
4-6;  ne  e  cacciato  vergognosamente  il  Dal  Verme, 
2-3;  il  Bentivoglio  ne  fugge  passandone  a  nuoto 
ie  fosse,  21-23;  ric,  85,  7;  92,  29;  95,  50;  96,  1; 
sconfitto  ii  Dal  Verme,  manda  ambasc.  a  Bologna 
con  ie  cliiavi  d.  castello,  94,  6-8;  ric,  104,  19;  gli  e 
toita  l'acqua  d.  Reno  da  quei  di  San  Giovanni  in 
Persiceto  (an.  144S),  112,  25-26;  si  ribella  a  Bologna 
per  opera  d.  fuorusciti  (an.  1447),  121,  23-26;  gli  c 
intimato  da  un  araldo  di  tornare  all'ubbidicnza  d. 

c.  sotto  pena  di  saccheggio  e  distruzione,  29-31;  ri- 
fiuta  dicendo  essere  soggetto  al  vesc,  non  a  Bolo- 
gna,  31-32;  vi  si  reca  il  pred.  e  si  sottomette,  34-35; 
ne  sono  fatti  uscirc  i  fuorusciti,  36;  e  ammonito 
dal  vesc.  di  non  disobbcdire  piii  agli  ordini  di  Bo- 
logna,  37-40;  Nicol6  da  Cremona  segretario  d.  pp. 
vi  si  reca  a  visitarvi  il  vesc,  122,  17;  nc  e  data  da 
questo  la  tenuta  a  Nicol6  pred.  per  il  pp.,  123, 
10-11 ;  ne  fe  dai  pred.  fatto  commissario  Aiberto  Al- 
ijergati,  11-12;  ric,  124,  6;  fe  presidiato  per  il  pp.; 
vi  si  trovano  i  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  25-27;  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvoglio  pcr  le 
nozze  (an.  14S4),  150,  23-24;  e  colpito  dalla  tem- 
pcsta,  151,  45,  e  danneggiato,  46;  vi  e  raddrizzato 
ii  campanile  da  Aristotele  Fioravanti  (an.  1455), 
160,  49-161,  1-2;  vi  rientra  Nannc  Savi  con  1  suoi 
amici  e  parenti  e  vi  occupa  la  Piazza  senza  far  male 
ad  alcuno  (an.  1458),  165,  27-28;  nc  escono  i  Chia- 
relli,  gii  Scaii,  i  Guicciardini,  gli  Oroboni  avversarl 

d.  pred.,  28-30;  vi  arrlvano  clttadini  bolognesi  per 
accordare  le  parti,  30-31;  vi  rimangono  i  parenti  c 
amlci  di  Nanne,  che  si  stabilisce  a  Bologna,  31-33; 
ne  sono  esclusi  alcuni  degii  avvcrsari,  33;  il  go- 
vernatore  per  II  vcsc,  monsignor  Ventlmiglia,  ve 
li  riammette,  33-aS;  vi  sono  dai  pred.  uccisi  quattro 


amici  di  Nanne,  e  dai  partigiani  di  questo  uno  degli 
Oroboni,  35-36;  parenti  e  amici  di  Nanne  sono  co- 
stretti  a  uscirne,  36-38 ;  vl  si  trova  ii  vesc  Calan- 
drini  per  appianarvi  alcune  discordie  coi  Boio- 
gnesi  (an.  14S9),  172,  3-4;  il  pred.  ne  parte,  4;  si 
ribella  con  la  I'ieve  a  Boiogna  volendo  governarsi 
da  se  sotto  il  yesc.  (an.  1461),  174,  48-49,  /  ;  pu- 
nizione  minacciata  dal  Senato  sc  non  si  sottomette, 
175,  1-S;  manda  al  vesc  in  Roma  a  dolersi  di  ci6, 
ma  non  ottiene  risposta,  6-7  ;  si  offre  al  duca  d'Este 
che  lo  rifiuta,  ma  invia  un  soccorso  di  genti  per 
riguardo  al  vesc,  7-10;  ne  partono  molte  famiglie 
che  vanno  ad  abitare  a  Bologna  e  a  Ferrara,  lO-U; 
rimette  la  sua  differenza  coi  Bolognesi  all'arbitrato 
d.  duca  Sforza  che  sentenzia  in  favore  di  Bologna, 
12-14;  rifiuta  di  accettare  il  responso  d.  duca,  14-15; 
vl  si  reca  ii  vesc.  Calandrini  a  udire  le  loro  ra- 
gioni  contro  Bologna  (an.  1462),  179,  50;  e  dai 
prcd.  pacificato  coi  Bolognesi,  180,  1-2; 
vi  arriva  il  vicario  di  Bologna  Giroiamo  Ghisilar- 
di,  2-3;  vi  giungono  genti  d'arme  di  Bologna  con 
Virgilio  Malvezzi  e  Lodovico  Sampieri  a  indagare 
prudentemente  sulla  uccisione  d.  vesc.  di  Brugnetto 
per  opera  d.  contadini  (an.  1479),  221,  6-9,  e  vi  ri- 
conducono  la  quiete,  9-12;  alla  t  d.  vesc.  di  Boio- 
gna  vi  si  reca  Giovanni  Bentivoglio  a  prenderne 
ia  tenuta  per  ia  c  (an,  1483),  228,  20-21;  il  pred.  ne 
affida  ia  rocca  a  Rinaldo  Ariosti,  21-22;  ne  parte 
per  Bologna  11  nuovo  vesc.  Giuliano  d.  Rovere  (an. 
1487),  244,  12 ;  ne  fugge  il  pred.  per  scampare  al 
Valentino  che  lo  chiedeva  (an.  isoi),  302,  1-2;  fe 
dal  pp.  dato  in  dote  con  la  Pieve  a  Lucrezia  Bor- 
gia,  309,  5;  cf.,  4S;  310,2,  44-311,  1-3;  il  Priore  d. 
Gonfalonieri  d.  popolo  di  Boiogna  pretende  sia  re- 
stituito  aila  c.  (an.  isoa),  315,  16;  e  ridomandato 
dal  pp.  Giuiio  II  ad  Alfonso  d'Este,  che  lo  rifiuta 
(an.  1^04)1  330,  43-46;  ric,  343,  36,  48;  vi  e  arrestato 
Cristoforo  Ariosti  col  consenso  d.  duca  d'Este  (an. 
1508),  390,  44;  V.  ancHe  Giovanni  da  Cento,  Lodovico 
da   Cento, 

Cento  (tbrritorio)  ric  per  Malacompra,  133,  17-18. 

Cento  di  BuDRio.  Vi  \.  rovinato  11  raccolto  da  un 
teraporale  (an.  1448),  125,  31,  35. 

CbntoNARA  V.  Bologna  (canali). 

Ckrbdoi.o  V.  Cerretolo. 

CbRkguo  \Ceriglio'\  ncl  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  lc  nozze  (an.  1454),  150,  43. 

Cbriglio  V,  Cereglio. 

Cerretolo  [Ceredo/o\  "  vi  si  volge  un  uragano  (an. 
1395),  LXV,  28  „  ;  vi  sono  devastate  ie  vigne  da  una 
tempesta  (an.   1463),   182,  34,  36-37;   "  LXVI,  39  „. 

Cbrtosa.  Ne  parte  l'esercito  d.  Chiesa,  ivi  a  campo, 
per  i  quartieri  di  inverno  (an.  1430),  22,  49-23,  1-3 ; 
la  bastia  ric,  46;  vi  convicne  Giovanni  Bosco  con 
11  nunzio  d.  pp.  Bartolomeo  dai  Pozzo  e  ambasc 
dl  Bologna  per  deliberarc  suiresecuzione  d.  capi- 
toli  d.  pace  trattati  col  pp.  (an.  1431),  29,  32-28; 
vi  si  recano  sei  invlati  di  Bologna  a  prendere  11 
governatore  Giovanni  Bosco  e  condurio  in  c,  35- 
40;  ne  fc  rovinata  la  bastia  dai  Bologneei,  30,  10- 
11;  vi  cavalca  Giulio  II  (an.  1506),  360,  50. 

CsRTOSA  V.  Borgo  Panigale  (ckitsa  d.  Cerlota). 

Cerva  (Dalla)  GiovANNl  figlio  dl  Maso,  75,  «;  mu- 
gnalo;  prende  parte  a  una  glostra  fatta  correre  dai 


568 


INDICE    ALFABETICO  [Cenra  [Dalla)  Olov«nni-Chl.v«lure] 


Mugntl  di  Bologna  nel  mercAto  d.  buol  (an.  1443), 

75,  1». 
CcRVA  (Daixa)  Tommaso  [AfM\  padrc  di   Glovannl, 

75,  4. 
[Cmvamtm  Giovammi]  c«rd.  dl  San  Pletro  in  Vlncoll, 

tratta  con  l'Albcrgati  la  pacc  tra  la  Lega  e  Filippo 

Maria  Viicontl  (an.  143S),  42,  19-». 
Cbrvato  da  Caravaooio  V.  Htecki  0  Secco  Cervato. 
Ckrvbllati    G1AMPRANCK8C0   [Giovanm   Pranct$co  Cer- 

velall]  h  el.  degli  Anziani  (an.  1446),   113,  10-11. 
Cbkvia  in  slgnoria  d.  Veneziani,  378,  3;  vi  si  salvano 

gii  ainbasc.  Bolognesi  dailo  sdegno  di  Giuilo  II  (an. 

1506),   346,    11-19;    i    prcd.    ne    pa  r  t  on  o,  31 ;  es- 

scndo  ttata  giii  d.  Chiesa,  e  richiesta  ai  Veneziani 

da  Giulio  H  (an.  1509),  393,  3». 

—  (vKSCOVo)  V,  Achill*  Marescolti  (an,  I4SS)- 
Cbsarb  [Caetar]  v.  Bargtllitu  C,  Bella  (Dei/a)  dai  Velli 

C,  Bentivoglio  C,  Bocchi  C,  Borgia  C,  Buiirioli  C, 
Ca/iei  0  Dal  Calice  C,  Cavatzoni  C,  Fava  C,  Got- 
tatUni  C,  Malvtni  C,  Martintngo  (Da)  C,  N^acci 
C,  Napfi  C,  Rangoni  C,  Rinaldi  C,  Scudieri  C, 
Ventimiglia  C,    Visentini  C,    Visconti  C 

Cbsarini  Giuliamo  il  Giotamb  [Giuliano  il  Ciovan* 
Casarino]  vesc.  di  Ascoii,  card.  di  SanfAngelo 
ric,  316,  18-19;  accompagna  a  Bologna  Giulio  II  c 
alloggia  in  casa  di  Aiessandro  Bargcllini  in  Borgo 
Nuovo  (an.  1506),  356,  33-3« ;  accompagna  il  leg.  di 
Bologna  nelia  sua  entrata  in  c.  (an.  1507),  365,  34-25. 

Cesario  (Sam).  Vi  si  reca  Francesco  deila  Mlrandola 
con  trecento  cavalli  (an.  1433),  35,  30-31. 

Cbsbma.  Matteo  Griftoni  nc  h  el.  pod.  (an.  1438),  55,  35 ; 
i  venduta  da  Domcnico  Malatesta  ai  Veneziani 
(an.  1462),  170,  41;  ma  poi  il  pred.  conviene  con 
il  fratcllo  Sigismondo  di  averne  il  godimento  in 
vita,  c  che  dopo  t  torni  aila  Chiesa,  43-44 ;  f  Do- 
menlco  si  rende  alla  Chiesa  (an.  1465),  189,  25-J»; 
vl  sl  reca  qual  governatore  l'arcivesc.  di  Patrasso, 
26-37;  vi  prende  dimora  Pirro  Malvezzi  (an.  1492), 
269,  14 ;  vi  si  recano  tre  banditi  di  Bologna  (an. 
1493),  273,  14;  i  pred.  vi  uccidono  Antonio  Mai- 
vezzi  in  San  Franccsco  durante  la  messa,  14-iS; 
indi  ne  fuggono,  15;  vi  sono  portate  ie  teste  d. 
pred.,  uccisl  da!  balestrierl,  ed  esposte  alla  porta 
verso  Rimini,  alle  Bollette  e  all'orologio,  15-19;  vi 
si  trova  11  duca  di  Calabria  (an.  1494),  278,  14;  11 
pred.  ne  parte  per  SanfAgata  di  Imoia,  15-16;  vi 
si  reca  da  Faenza  ii  duca  di  Calabria,  29;  vi  si 
reca  Cesare  Borgia  con  le  sue  genti  (an.  1502), 
320,  19-20;  vi  si  reca  Mino  Rossi  dal  pred.,  23-34; 
11  Valentlno  vi  Ta  tagliare  la  testa  a  Ramirod! 
Lorqua  suo  famigUare,  35-26,  la  qualc  h  esposta  in 
mezzo  a  quattro  torchi  accesi,  26-37 ;  ne  parte  il 
Borgia  per  Sinigaglia  (an.  1503),  38-39;  Giovanni 
Lomellini  muovc  a  riacquistaria  aila  Chiesa  (an. 
1504),  330,  1-3;  costo  d.  grano  durante  la  carestia 
(an.  1505),  335,  18;  vi  pernottano  gli  ambasc.  bo- 
lognesi  diretti  al  pp.  (an.  1506),  345,  49;  vi  giunge 
ai  pred.  un  messo  di  Giovanni  Bentivoglio,  49-50; 
i  pred.  ne  partono  precipitosamente  per  Cervia, 
346,  18-19;  vi  sono  confinati  molti  Bolognesi  amici 
d.  Bentivoglio  (an.   1507),  368,  10-13. 

Cksbna  (da)  r.  Pietro  da  Cetena,  Domemco  da  C*fna, 
Sasto  da  Cts*na. 

—  (cHiBSA  Di  Sam  Francbsco).   Vi  e  ucciso  Antonio 


Malvczzi  da  tre  banditl  di  Bologna  (an.  1493),  273, 
14-15. 
Cbsbma  (cittadini  klbtti  a  upvici  pubblici)  r.  Casini 
Antonio  pod.  di  Bologna. 

—  (poobstX)  t».   Mattto  Griffoni  (mn.  I4j8),  55,  M. 

—  (siomori)  V.  Domtnieo  NovtU»  MalcUttta  (aa.  1433- 
1465). 

Ckvanmi  Amtonio  figllo  di  .Nanni,  75,  3;  rougnaio, 
prende  parte  alla  glostra  indetta  dai  Mugnal  di 
Bologna  nel  mercato  d.  buoi  (an.  I443),  75,  I-9. 

Cevammi  Nammi  padre  di  Antonio,  75,  3-4. 

Ckvammi  Giovanni  marescalco,  impllcato  nella  ron- 
giura  d.  Malvezzi  contro  11  Bentivoglio  in  Bolo- 
gna  e  preso  e  impiccato  al  merll  d.  pal.  d.  pod. 
(an.   1488),  252,   18-19. 

Cevolroo  V.  Lovol*to. 

Chklore  V.  G*ldren. 

Cherico  (Da)  V.  Chieriei. 

Chbrubimo  V.   Ghirardacci  C. 

Chbzuba  V.  Bartolomeo  detto  Chetuba. 

"  Chianciano  castelio  nel  Senese  non  lontano  da  Mon- 
tepulciano  e  da  Chiusi,  XII,  12-13;  cf.,  3-4;  vi  dl- 
mora  fra  Cherubino  Ghirardacci  occupato  a  mi- 
niarne  e  trascriverne  1  nuovi  Statuti  (an.  1543), 
13-14;  cf.,  2-3,  12;  ne  fc  pretore  in  questo  tempo 
Armando  Marescotti  senese,  15  „, 

Chiappino  da  Crema  combatte  nei  torneo  in  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale 
Bentlvoglio  paladino  d.  Fortuna;  e  ascritto  alla 
quarta  squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  259, 
27-30;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-19. 

ChiARA  (Chibsa  ui  Santa)  r.  Napoli  (ehiese). 

Chiara  (Suorb  di  Santa)  V.  Bologna  (monasttri). 

CiiIARAMOMTE  *.  Catianeschi  Nano  detto  Chiaramonte. 

Chiaramohte  V.  Clermont  (Dt). 

Chiaramontb  (!)  Carlo  f.  Amboist  (/J*)  Carlo. 

Chiarblli  aiutano  Gaspare  Canetoli  a  entrare  in  Cento 
coi  fuorusciti  (an.  1447),  121,  34-35;  avversarl  dl 
Nanno  Savi,  al  suo  entrare  in  Cento  vanno  aila 
Pleve  (an.  1458),  165,  38-29;  sono  rimessi  in 
Cento  da  monsignor  Vcntimiglia,  34-S5. 

Chi.vrelli  Amtomio  seguace  dei  Canetoli,  i  bandito 
di  Bologna  (an.  1445),  108,  12. 

Chiari  Francksco  fa  un  presente  alle  nozze  dl  GiuIIo 
Malvezzi  (an.   1464),  184,  44. 

Chi.vri  Sinibaldo  fa  un  prcsente  alle  nozzc  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),   184,  44. 

Chiari  Spimazzo  partecipa  alla  congiura  ordita  dallo 
Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,2; 
e  cit.  a  difendersi,  392,  1-2,  13. 

Chiarini  Giovanni  \Nanni\  urcisore  di  Lorenzo  Ben- 
zetta,  &  ammazzato  (an.  1470),  203,  8-9. 

Chiarimi  PiETRO  di  Plcve  di  Cento;  colpevole  di  omi- 
cldio  e  di  tumultl,  ^  preso  e  impiccato  (an.  1470), 
203,  6-8. 

Chiariti  Giammaria  [Giovanni  Maria  Chiariti]  esce  di 
Bologna  coi  Bentivoglio  suoi  amlci  (an.  1506), 
34S,  41,  50. 

Chiavarini  Gheraroo  [Gierardo  dalle  Giavarine]  cap. 
di  porta  di  Galliera;  rifiuta  di  arrendersi  ai  fuo- 
rusciti  penetrati  in  c.  per  la  grata  e  si  rafforza 
nelia  torre    con  tre    soldati    (an.    1451),  138,  20-23. 

Chiavaturb  v.  Clavatmrt. 


[Chiavenna  (Z)a)-Chie«a  Romana]      INDICE   ALFABETICO 


569 


Chiavknna  (Da)  [Ciiavena]  v.  Franccsco  da  Ckiavenna, 

Chiaviche  di  Bologna  v.  Bologna  (chiaviche). 

Chichino  da  Lugo  v,  Franceachino  da  Lugo, 

Chierici  Giacomo  [racomo  dal  Cherico,  Giacomo  da  Che- 
rico]  cap.  al  comando  di  Annibale  Bentivoglio  con- 
tro  Carlo  VIII  (an.  1495),  287,  4 ;  esce  di  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  ll;  349, 
II;  e  confinato  a  cagione  d.  pred.  (an.  1507),  362, 
33-34,  35. 

Chierici  Romoaldo  [Romoaido  dal  Cherico,  Chierico] 
confinato  perche  amico  d.  Bentivoglio  (an.  1507), 
362,  33-36;  multato  in  duecento  ducatl  per  il  rifaci- 
mento  d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),  386,  19;  389,  ib. 

Chibsa  (Dalla)  Giacomo  \Iacomo  dalla  Ghesia]  di  Bo- 
logna;  c  d.  Collegi  (an.   1505),  339,  1,  6-7. 

Chiesa  Romana.  II  leg.  di  Bologna  Lodovico  Ala- 
manni  ciiiama  Egano  Lambertini  a  difenderla  (an. 
1428),  6,  21-23;  ma  viene  soprafatta  dai  Canetoli, 
24-26;  i  pred.  lc  sollevano  contro  il  popolo  di  Bo- 
logna,  36-39;  le  si  ribella  questa  c,  ?>  10;  Alberto 
Boschetti  tenta,  ma  senza  successo,  con  una  frode 
ottenerie  Castelfranco,  8,  37-45;  il  pp.  comanda  ai 
condottieri  al  suo  soldo  di  mettersi  agli  ordini  d. 
lard.  Albergati  e  di  Antonio  Bentivoglio,  27-30 ; 
il  .suo  esercito  nel  Bolognese  si  impadronisce  di 
Castel  San  Pietro,  46-50,  di  Fagnano  per  resa,  9,  3-4, 
di  Castel  Guelfo,  Reccardina  e  Budrio  che  saccheg- 
gia,  13-15,  di  Pieve  di  Cento  per  resa,  16,  di  Argile, 
20-32,  e  di  tutti  i  castelli  d.  Bolognesi  a  eccezione 
di  San  Giovanni  in  Persiceto,  Crevalcore,  SanfA- 
gata,  Manzolino,  Sassuno  e  Casale  Fiumanese,  25- 
26;  le  si  da  la  bastia  della  Peola  e  Crovara  d'Imo- 
la,  43,  la  Torre  dell'Uccellino,  44-46,  la  Torre  di 
Floriano  Mezzovillani  a  Stifonte,  47-48,  ovc  i  suoi 
soldati  sotto  il  comando  d.  Caldora  prendono  pri- 
gionieri  Vitale  Grassi  e  altri  quaranta  cittadini,  48; 
ottienc  quindi  Medicina,  10,  1-2,  Frassineto,  Vari- 
gnana,  Castcl  de'  Britti,  15-16,  il  pontc  di  Casalec- 
chio  di  Reno,  15-17;  i  suoi  soldati  tolgono  l'acqua 
al  Canale  per  aflfamare  Bologna,  e  rovinate  alcune 
case  costruiscono  con  i  matcriali  i  loro  alloggi  e 
una  bastia  sopra  il  Pontc  di  Corticella,  17-20;  sue 
milizie  di  notte  assalgono  tacitaraente  Bologna  dal 
borgo  di  San  Giacomo  scalando  e  rompendo  le 
mura  per  dare  il  passo  al  rimanente  esercito,  11,  31- 
33;  scoperto  e  dato  l'allarme  sono  cacciate,  34-35; 
le  pred.  scagliano  una  borabarda,  che  cade  senza 
danno  presso  la  chicsa  d.  Santi  Cosma  e  Damiano, 
35-37;  al  suo  esercito  sotto  Bologna  si  recano  molti 
araici  di  Antonio  Bentivoglio  per  sfuggire  all'odio 
d.  Canetoli  (an.  1429),  12,  10-12;  il  pred.  csercito  in 
assedio  a  Bologna  bombarda  la  c.  da  porta  d.  La- 
mc,  17-19,  ed  e  accresoiuto  da  un  rinforzo  di  quat- 
trocento  cavalli  e  fanti  di  Guido  Antonio  Manfredi 
signore  di  Faenza,  46-47;  il  pred.  esercito  vedendo 
di  non  far  profitto  tratta  con  alcuni  per  essere  in- 
trodotto  di  sorprcsa  in  c,  48-49;  nel  frattempo  la 
bombarda  da  porta  di  Galliera,  ma  "k  respinto  con 
molto  sanguc,  13,  1-4;  il  pred.  esercito  dopo  avere 
corso  tutto  il  Bolognese  si  riduce  a  Borgo  Panl- 
gale,  21-33;  1  suoi  soldati,  che  al  barracano  di  San 
Pietro  avevano  tcntato  invano  dl  scalare  le  mura  dl 
Bologna,  prendono  a  sassate  la  pattuglia  di  cavalli 
che  11  avera  scoperti  e  uccidono  Antonello  uomo 


d'arme  d.  Sanseverino,  14,  20-22;  sue  milizie  sono 
assalite  alla  bastia  di  Santa  Maria  d.  Monte  dai 
Bolognesi,  15,  37-41  ;  chiamano  in  aiuto  con  segnali 
il  rimanente  eserclto,  43;  questo  si  incontra  con  le 
genti  d'armi  di  Bologna  e  le  respinge  dopo  fiera 
zuffa  sino  alla  porta  di  San  Mamolo,  43-46;  nella 
mischia  ne  rimangono  moiti  raorti  e  prigioni,  45- 
48 ;  essendosi  i  neraici  fatti  forti  alla  porta,  si  riti- 
rano,  16,  3;  le  sue  milizie,  chiamate  in  aiuto  dai 
difensori  d.  bastia,  accortesi  d.  Bolognesi  in  ag- 
guato  tornano  indietro,  9-12;  fa  pace  coi  Bolo- 
gnesi,  26-50;  ii  suo  esercito  accampato  a  Russi  e 
licenziato  dal  leg.  di  Bologna  e  si  reca  in  Roma- 
gna,  17,  17-19;  i  Canetoli  per  primeggiare 
nuovamente  le  ribellano  Bologna  (an.  1430), 
18,  9-19,  1-7;  il  vesc.  di  Tropea  ne  richiama  l'eser- 
cito  sul  Bolognese,  20,  20-24,  e  toglie  l'acqua  al  canal 
di  Reno  per  affamare  la  c,  35-36:  vano  assalto  a 
Bologna,  28-37;  si  complotta  di  farne  entrare  l'eser- 
cito  in  Bologna,  ma  la  congiura  e  scoperta,  21,  26- 
38;  il  suo  esercito  si  reca  a  Borgo  Panigale,  22,  34; 
fabbrica  una  bastia  aila  chiesa  d.  Certosa,  34-35; 
si  reca  quindi  a  Ravone  donde  guasta  la  carapagna 
sino  alla  porta  San  Felice,  35-36;  parte  d.  pred. 
milizie  in  agguato  vicino  alla  porta  mettono  in 
fuga  i  Bolognesi  usciti  a  fare  resistenza,  37-40;  vano 
tentativo  d.  suo  esercito  di  entrare  in  Bologna  da 
porta  Galliera,  45-48;  il  leg.  muove  il  campo  da 
Ravone  e  dalla  Certosa  e  lo  manda  a  svernare  nei 
castelli  dt  Bologna,  49-23,  1-2;  sue  milizie  sono 
dai  Bolognesi  depredate  dl  vettovaglie  che  condu- 
cevano  alla  Certosa  (an.  1431),  47-49,  di  nuovo  si 
rappacifica  con  Bologna,  26,  18-27-28-29,  1-50; 
il  suo  esercito  parte  dal  castello  di  San  Giovanni 
in  Persiceto,  24;  ric,  32,  12-15;  Forll  si  toglic  alla 
sua  obbedienza  (an.  1433),  36,  29-30;  cos\  pure  Imola 
(an.  1434),  33-34;  il  suo  condottiero  Guid'Antonio 
Manfredi  sacchcggia  il  territorio  d.  pred.  c  e  si  im- 
padronisce  di  molti  castelli,  34-36;  le  sono  fattl 
prigionieri  dai  Bologncsi  i  presidi  che  teneva  in 
Galliera  (an.  1435),  41,  31-32;  le  c  tolta  da  Carlo  VII 
l'ubbidienza  d.  Francia  perchfe  il  re  non  volcva 
che  il  pp.  dispensasse  i  beneficii  spirltuali  d.  suo 
regno  (an.  1436),  178,  36-37 ;  ci6  le  reca  un  danno  di 
duecentomila  ducati,  38;  Franccsco  Sforza  suo  ca])i- 
tano  terniina  ii  tempo  d.  soldo,  47,  35-37;  le  si  ribel- 
lano  Imola  e  Forli  (an.  1438),  53,  28-29;  nel  Conci- 
lio  di  Firenze  si  rappatturaa  con  la  Chiesa  Greea 
59,  26-33;  nuovo  scisma,  60,  29-30;  ne  regge  gli  affari 
il  patriarca  Vitelleschi  (an.  1440),  64,  6-7;  pcr  or- 
dine  d.  pred.  alcune  bande  d.  suo  csercito,  che  tro- 
vavasi  a  Bagnacavallo,  recansi  sul  Bolognesc,  10-H; 
parte  vanno  a  Zola,  18;  le  pred.  bande  sentito  che 
Pappi  de'  Mcdici,  messaggcro  d.  patriarca,  era  stato 
imprigionato  a  Bologna  prendono  Castelfranco  e 
saccheggiano  Medicina  e  Medcsano  riduccndosi  a 
Massa,  24-26;  le  pred.  railizie  si  spingono  a  porta 
San  Vitale  razziando  il  bestiame  e  menando  seco 
prigionieri,  27-28;  inseguite  e  alTrontate  dai  conta- 
dini  perdono  prcda  e  prigionlcri,  e  fuggono  dal 
territorio  di  Bologna,  28-31;  dopo  la  pace  con  Filip- 
po  Maria  Visconti  ccssa  dallc  ostilit&  contro  i  Bo- 
lognesl  (an.  1441),  69,  3-39,  c(.,  43-44;  rlc,  72,  6;  U 
Piccinlno  si  adopra  a  ridurre  le  c.  d.  Roinagna  e  d. 


570 


INDICE   ALFABETICO      (Chieta  Romana-Ciocchi  Antonio) 


Maro  e  d.  Totcana  alU  lua  ubbkllenza  (an.  1442), 
11-12;  le  i  gridato  evviva  In  nologna  (an.  1449), 
131,  37;  132,  f;  1  Canctoll  le  hanno  poco  amore 
(an.  14S0),  135,  3-4;  Castel  San  Pietro  vlene  alla 
sua  obbedienza  (an.  14S0),  136,  t-i6;  ric,  154,  15; 
155,  13,  U,  33,  33,  35,  33,  43,  41:  173,  35;  Ludovico 
Malvezii  suo  rap.  Ta  Incursione  e  bottlno  nel  ter- 
rltorlo  di  Fano  dl  Slglsmondo  Malatesta  a  lcl  rlbel- 
latosi  (an.  1460),  174,  40-43;  il  suo  campo  a  Castel- 
leone  i  assalito  dal  prcd.  (an.  1461),  175,  39-34;  mal- 
grado  II  valore  di  alcunl  suoi  cap.  il  suo  esercito  i 
sconfitto  c  si  rltrae,  35-44;  II  suo  esercito  a  Ca- 
stelleone  pcrde  la  battaglia  contro  Slglsmondo  Ma- 
latcsta  a  cagione  deirindisciplina  di  Giovanni  Pic- 
rlnlno,  e  d.  vilta  di  monsignor  di  Corncto,  37-48; 
per  accordo  tra  i  due  fratcili  Malatesta  rientrcra 
in  possesso  di  Rimini  c  di  Cesena  dopo  ia  f  d. 
pred.  (an.  1463),  170,  43-44;  trae  una  buona  rendita 
daile  rainiere  di  allumc  scopertc  a  Tolfa,  182,  6; 
le  sl  rende  Cesena  dopo  la  f  di  Domenico  Mala- 
testa  (an.  1465),  189,  35-37;  muove  guerra  a  Robcrto 
Malatesta  per  mezzo  d.  suo  cap.  Aiessandro  Sforza 
(an.  1469),  201,  35-37;  vengono  in  suo  soccorso 
alcuni  soldatl  venezlani,  31-33;  Ferrara  fe  a  iei  per- 
tinente  (an.  14S2),  226,  14;  il  contc  di  Pitigliano  i 
suo  cap.  (an.  1494),  277,  15;  re  Luigl  di  Francia 
afFerma  che  Hologna  ie  fc  soggetta  (an.  1499),  297, 
3>;  Caterina  Sforza  non  paga  il  ceiiso  dovutole, 
298,  13-14;  Cesare  Borgia  ne  c  el.  Gonfaloniere  (an. 
1500),  300,  37-38;  cf.,  312,  35-36;  ric,  301,  19-30; 
Francesco  Fantuzzi  afFerma  al  Borgia  che  i  Bolo- 
gnesi  vogliono  siano  osservati  anche  in  ioro  con- 
fronto  i  capitoli  con  essa  conclusi,  28-33;  ric,  311, 
33;  312,  14;  per  mezzo  di  Cesare  Borgia  reclama 
la  sua  giurisdizione  su  Bologna  (an.  1502),  39-30; 
313,  6-7;  la  quale  ammette  di  esserle  soggetta,  ma 
non  vuole  darsi  al  Valentino,  9-10;  ric,  314,  43;  ii 
rc  di  Francia  per  non  inimicarsela  disdice  la  sua 
protezione  a  Bologna,  319,  13-13;  si  rappaciflca 
con  Bologna  (an.  1503),  321,  33-43;  ingenti  ric- 
chezze  sottrattele  dai  Valentino  c  con  inganno  di- 
rette  a  Ferrara  sotto  11  nome  d.  card.  da  Este  sono 
rlcuperate  alla  dogana  di  Bologna  c  anche  a  Fi- 
renze  e  rcstituitcle  in  mano  di  Giulio  II  (an,  1504), 
329,  34-4«;  il  pred.  per  odio  ai  Bentivoglio  vuole 
assoggettarle  Bologna  (an.  1506),  343,33-35;  cf.,  43- 
43;  344,  4-5,  31-32;  346,  25:  ric,  347,  1;  ii  popolo  di 
Bologna  si  solleva  al  grido  di  "  Chiesa  Chiesa  „ 
352,  33;  cf.  353,  21:  ric,  367,  42-43;  per  ordine  d. 
Senato  e  leg.  di  Bologna  i  cittadini  a  iei  devoti 
derono  sopra  le  armi  avere  una  croce  rossa  in  cam- 
po  bianco  (an.  1507),  369,  36-29;  Gaspare  Scappi 
tenta  sollevare  il  popolo  di  Boiogna  ai  falso  grido 
"Chiesa,  Chiesa  „  (an.  1508),  381,  39-31;  Lorenzo 
Ariosti  le  si  professa  fedele,  35-36;  ric,  382,  II,  13; 
in  suo  nome  sono  mandati  aiuti  a  Bologna  contro 
il  minacclato  ritorno  d.  Bentivoglio,  384,  1-4;  ric, 
15;  385,  39. 

Chibsa  Grkca.  Nel  Concilio  di  Firenze  si  rappattuma 
con  la  Chiesa  Latina  (an.  1439),  59,  36-33. 

Chisse  r.  al  nome  d.  citth. 

Ckimknto  V.  PtWatari  C. 

Chiooaroli  o  Burattibri  Giacomo  i  fatto  prigioniero 
nel  tentativo  contro  Argile   (an.  145 1),  139,  19-30; 


i  condotto  a  Bulogna,  24;  i  impiccatu  nel  Trcbbo 
de'  Ghisillerl,  34-36. 

Chiouaroli  o  Burattikri  Pktromio  i  fatto  prigione 
ncl  tcntativo  contro  Arglle  (an.  145«).  '39,  19-30; 
h  condotto  a  Bologna,  3« :  e  implccato  nel  Trebbo 
de'  Ghisllierl,  34-3«. 

Ciiioui  Baldo  figlio  di  Lippo,  108,  16;  aeguace  dei  C«- 
netoli,  %  bandito  di  Bologna  (an.  1443),  108,  16. 

Chiodi  Lippo  padrc  di  Baldo,  108,  16. 

....  Ciilouo  bargello  dl  Bologna;  va  per  arrcstare  un 
ladro  ricoveratoii  nella  chieaa  d.  Scrvi  (an.  150$), 
384,  38-39;  negando  I  fratl  dl  contegnarlo  adopra 
la  violcnza,  39-31;  i  soprafTatto  dai  pred.  che  lo 
trascinano  per  la  barba  In  chicsa,  31-33;  abbando- 
nato  dai  suol  resta  prigione  d.  frati,  35-36. 

Chioggia.  Vi  si  reca  Francesco  Sforza  che  dl  qui  pataa 
a  Padova  (an.  1439),  58,  34. 

ChIOVARK  V.    Chiudar*. 

Chiriaco  V.  Ciriaeo. 

CHisiLliiRl  V.  Ghisilieri. 

Chiudarb  [Chiovare]  v.  Bologna  (Ctiudare). 

"  Chiusi  dista  cinque  miglia  da  Chianciano,  XII,  12-13  „. 

CiiRlsTiANl  V.  Cristiani. 

Christoforo,  Chkistophoro  V.  Cristoforo. 

Christierno  II.  Crittiano. 

Chovo  t.  Covo. 

ClAGNANO  nel  Bolognese ;  fa  un  dono  a  Sante  FJenti- 
voglio  per  ie  nozze  (an.  1454%  150,  45. 

ClANOALES  (monsignor  di)  V.  Ameneo  d'Aibret. 

Ciarpblli  Alessandro  esce  di  Bolo^na  coi  Bentivo- 
giio   suoi  amici  (an.   1506),  348,  41;  349,  I. 

ClBO  GlovANNi  Battista  genovesc  el.  pp.  col  nome  di 
Innocenzo  VIII  (an.   1484),  230,  39. 

CiGNANl  Antonio  dbtto  il  Pretb  [Antonto  Jetto  il 
Prele  Cigiiano\  escc  dl  Bologna  coi  suoi  amici  Ben- 
tivoglio  (an.  1506),  348,  41;  349,  8-9. 

CiGNANi  Eliseo  [B/isco  da  Cignano\  e  degii  Anziani  per 
porta  San  Pietro  di  maggio  e  giugno  (an.  I446), 
114,  23. 

CiGNANi  Ulisse  [Ulisse  CigHano\  e  multato  in  venti  du- 
cati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui 
rovina  aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  10. 

CiMATORi  DoN  NlcoLo  c  niultato  in  cento  ducati  per  la 
ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),  389,  4. 

CiMATORi  (artk)  V.  Bologna  (arti). 

CiNCiNELLo  Lionetto  f  con  la  nioglie  e  i  figli  sotto 
le  rovine  d.  sua  casa  abbattuta  dal  terremoto  (an. 
1456),   163,  46-47. 

ClNELLo  B  ClNO  I'.  Fosantni  C.,  Lambardi  C,  Lino 
(Dai)  C. 

ClNGARO  \Cingharo]  c.-imeriere  di  Giovanni  Bentivoglio  ; 
io  segue  a  Modena  e  a  Fircnze  (an.   14SS),  246,  36-38. 

[Cioccni]  Antonio  [Antonio  del  Montc  di  Retto,  Anto- 
nio  di  MoHte,  fra  Martino  da  Lignano\  d  e  I  M  o  n  te 
SanSavinoin  provincia  diArezzo,  344,  49 ; 
frate  Predicatore,  auditore  di  camera  e  di  rota,  49; 
el.  vescoTo  di  Manfredonia  (an.  1506),  342,  3;  357, 
15;  c  mandato  da  Giulio  II  a  Bologna  a  chiedere 
al  Senato  i'osserTanza  d.  capitoli  in  rapporto  alia 
venuta  d.  pp.  in  c,  344,  48-49;  345,  1-3;  gli  vengono 
incontro  tutti  i  Bentivoglio  con  11  governatore, 
344,  49-50;  alioggia  nel  pai.  d.  .Signori,  345,  1;  an- 
dato  in  Senato  espone  la  volonta  di  Giulio  II,  1-3; 
gli  e  risposto  che  accoglieranno  11  pp.  a  tenore  d. 


[Ciocchi  Antonio-Cola  d'A8coli]  INDICE  ALFABETICO 


571 


capltoli  se  verra  senza  esercito,  altrimenti  no,  3-10; 
parla  con  Ginevra  Bentivoglio  nella  chiesa  del- 
l'Annunziata,  13-13;  i  Collegi  d.  Arti  e  d.  Gonfa- 
lonieri  da  lui  interrogati,  gli  danno  risposta  con- 
forme  a  quella  d.  Senato,  13-17;  le  Compagnie  d. 
Notai  e  degli  Stracciaroli  apertamente  gli  dicono 
che  sarebbe  bene  il  pp.  non  venisse,  17-22;  parte  e 
torna  a  SanfArcangelo  a  riferire  la  sua  missione 
al  pp.,  23-24;  si  reca  a  Bologna  con  11  pp.  Giulio  II 
e  alloggia  in  casa  di  Virgilio  Poeti,  357,  15-16. 
CiPRO  (cARU.  Dl)  V.  Lungnano  (Di)   Ugo. 

—  (rbgina  di)  V,   Carloila  di  Lusignano. 
ClRlAco  \Chiriaco\  v.  Castaldi  C. 

CiRO  [C/VroJ  V.  Marescotti  C. 

ClRRO  V.   Ciro. 

ClSTERKA  (Dklla)  Vecchia  milita  quale  colonnello  nel- 
I'esercito  raccolto  ad  Imola  da  Antongaleazzo  Ben- 
tlvogiio  da  Micheletto  Attendolo  e  da  Nicolo  da 
Tolentino  (an.   1428),  8,  2«-27. 

CiTTA  DBLLA  PiBVB  [Costei/o  della  Pieve]  nel  Perugino; 
vi  e  rogato  lo  strumento  d.  matrinionio  tra  Co- 
stanzo  Bcntlvogllo  e  una  Borgia  (an.  1503),  321, 
2t-n. 

CiTTA  Dl  Castello.  Giacomo  I'iccinino  pensa  di  rc- 
carvisi  (an.  14SS),  159,  24-25;  gravemente  danneg- 
giata  dal  terremoto  (an.  1458),  165,  26;  vi  fuggono 
i  Forlivesi  implicati  nella  congiura  contro  i  Riario 
(an.  1488),  245,  18-20;  vi  rientrano  i  Vitelli  (an. 
1503),  324,  22. 

—  (vBScovi)  V.  Gratsi  Achille  (aa.  1506-1515). 
ClTTADEiXA  nel  Padovano;  dai  Veneziani  e  data  a  Gui- 

dobaldo  da  Montefeltro  (an.  1503),  328,  5-6. 

ClTTADINI    ELETTI   A   UFPICI   PUBBLICI  V.  al  MOme  d.  citti. 

CiviT.WECciiiA.     Vi  si  riduce  il  pp.   con   1   prelati    in 

fuga  da  Roma  (an.  1434),  38,  41-42;  i  pred.  montano 

in  una  {;alea  fiorentina  venuta  a  rilevarli,  42-43. 
Claudiano  V.  Mextovillani  C. 
Claudio  V.  Paei  C. 

Clavature  [Cavadurt,  Chiavature]  v.  Bologna  {strnde). 
"  Clembmte  VIII  (papa).     Nel  primo  vol.  della  Historia 

di  Bologna  d.  Ghirardacci    vi  e    una   dcdica    a    lui 

(an.  1596),  LII,  15-17  „. 
Clemrnte  (card.  di  San)  V.  Argentini  Francesco,  Con- 

duimcr  Francesco. 
Clkrmont  (Di)  Francksco  Uugliei.mo  [Franccsco   0'u- 

glielmo   di    Chiaramonte,   cardinalc  e  arcivescovo   di 

Narbona\    passa  di   Bologna,  ospite  d.  Bcntivoglio, 

diretto  a   Roma    (an.    1506),   344,    42-43;    si    reca   a 

Bologna  con  Giulio  II  e  alloggia  nel  convento  di 

San  Domenico,  357,  3. 
(Clermont  (Di)  Isabella]  moglie  dl  Ferdinando  re  dl 

Napoli  e  madre  di  Alfonso  I  e  di  Federico,  t  («"• 

1465),   187,  41. 
Clero  fc  tassato  dal  pp.  di  un  decimo  per  la   crociata 

bandita  contro  il  Turco  (an.  1464),   183,  1-2. 
Clero  di  Bologna  v.  Bologna  (cl*ro). 
Clima  di    Bologna,    d.    Romagne    v.   Bologna   {climaie- 

logia),  Romagne  (climaiologia). 
CocLE    Bartolombo    [Bartolomeo    delto    Coc/es]    uno   d. 

prlmi  attronomi    d'ltalia,  c  ucciso  (an.   1504),  332, 

4(-4f. 
Codalunga.  Giovanni  Bentivoglio   vi  fabbrica  un  mo- 

lino  (an.   1500),  300,  13-16. 
CoDKBo  Francbsco  dk  allogglo  a  Marcantonlo  Colonna 


in  casa  sua  nel  Borgo  delle  Casse  (an.   1506),  357, 

11-12. 
CouEGORO  V.  Codigoro. 
Co'  DE  RoNCHi  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 

tivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  150,  4o;   v.  aneht 

Ga/asso  da  Co'  de  Ronehi. 
CoDici  di  opere  del  Ghirardacci : 

—  "  Invito  di  virtii  di  F.  CheruHno  Ghirardacci  bo/o- 
gnese  a  F.  Ortensio  Giovanel/i  come  figliuo/  caris- 
simo,  XXVIII,  7-34  „, 

—  "  Trattato  mora/t,  XXVIII,  35-XXIX,  1-8  „. 

—  "  Frammenii  di  prediehe  e  ditrattaxioni  morali,  XXIX, 
9-16,. 

—  "  Schema  di  Staiuto  di  una  compagnia  rt/igiota,  XXIX, 
17-20  „. 

—  'Carte  t  documenii,  XXIX,  21-27  „. 

—  "  Liber  Economicus,  XXX,  5-XXXI,  1-8  „. 

—  "  Cronica  de//c  cose  di  Bo/ogna,  XXXI,  9-XXXII, 
1-34  „. 

—  ■  Frammento  di  storia  de/  Convento  di  San  Giacomo 
in  Bo/ogna,  XXXII,  35-XXXIII,  1-4  „. 

—  "  Cronaca  di  Bologna  da/  330  a/  J465,  XXXIII,  5-16  „. 

—  "  Cronaca  di  Bologna  dalle  origini  aiVanno  1261, 
XXXIII,   17-23,,. 

— •  "  Sommario  di  varie  storie  di  Bo/ogna  da/  256  ai 
1390,  XXXIII,  24-XXXIV,  1-4  „. 

—  "  Hisiorie  det/a  fameg/ia  Sabhadini,  XXXIV,  24-43  „. 

—  "  Sfogli  e  afpunti,  XXXV,   1-26,,. 

—  "  Esiraiti  t  frammenii,  XXXV,  33-41  „. 

—  "  Indice  de//e  seritture  ehe  nel  Tabu/ario  overo  Bi- 
b/ioteea  Vaiicana  si  conservano  speiianii  a/P Historia 
di  Bo/ogna,  XXXVI,  1-6  „. 

—  "  Indice  di  nomi,  XXXVI,  7-18  „. 

—  "  Referiorio  a/fabetieo  di  nomi,  XXXVI,   19-25  „. 

—  "  Cafitoii  conc/usi  tra  i/  pf.  Pio  II  e  i  Bo/ognesi, 
XXXVI,  26-30,,. 

—  "  Rttcco/ta  dtl/e  antiche  giusiisie  seguiie  in  questa 
eitth  di  Bo/ogna,  rieavaie  da//e  Croniche  di  messer 
Fiieno  dt//e  Tuatie,  di  IVieo/b  Seecadinari,  di  fra 
Cherubino  Ghirardazti,  del  Bargeitini  da  alire  furt 
di  fra  B.  dt//e  Pug/io//e  e  del  Grijfoni  da/Panno 
1030  a//'anno  ifSi,  XXXVI,  31-36„. 

—  *  Afostiiiac  ttd  Historiam  Bononiensium  Gherubim 
Ghirardacci,  XXXVII,  1-13  „. 

—  «  Carteggio,  XXXVII,  14-XXXVIII-XXXIX,  1-11  „. 

—  "  Poesie,  XXXIX,  13-XL,   1-4  „. 
Codignola  ■d.  Cotignola. 

Codiooro  [Codegoro].  Vi  si  avvlano  Glovanni  Rentlvo- 
glio  e  Ercole  d'Este  (an.   1482),  224,  42. 

CoBTlvv  (Dk)  Alano  [A/ano  Cotttino]  card.  vesc.  dl 
Avignone;  nel  cortoggio  per  1'entrata  di  I»io  II 
in  Bologna  viene  dietro  al  pp.  (an.  1459),  '70, 
19-20,   25. 

CoBTTINO  V.   Cottivy  (De). 

CoGLiANi  GiovANNi  fa  un  prescnte  allc  nozze  di  Glu- 
lio  Malvczzi   (an.   1464),   184,  33. 

CoLA  V.  Malvexti  Co/a,  Montani  C. 

CoLA  d'Ascoli  cancelliere  di  Antonlo  BentiTOglio,  46, 
5-6;  poi  di  Annibale  e  di  Giovanni  II,  216,  20-21; 
&  insieme  ad  Antonio  al  momento  !n  cui  questo 
^  ucciso  (an.  1435),  46,  5-6;  h  preso  pure  iul  e 
condannato  a  morfc  dalPOffida,  ma  liberato  per 
fal»a  grazia  pontificiu,  6-10;  f  (an.  1477),  216,  20; 
fu  uomo  di  dottrina  e  di  molta  prttlca  nclle  cote 


572 


INDICE  ALFABETICO 


(Cola  <l'A«coli-Colonn«  M.  A / 


dl  ttato,  20-31 ;  da  Glovanni  B«ntivogllo  clibe  in 
dono  l'trme  d.  lega  e  l'appartenenza  alla  ramlglU, 
33;  fabbrlc6  la  cappella  dl  San  Mlclicte  Arrangelu 
In  San  (ilacomo  famosa  per  pitture  di  Lorenzo  da 
Bologna,  33-27;  b  scpolto  in  San  Giacomo  onore- 
volmcntc,  37-3I. 

CoLA  (cojfTn)  DA  Campobasso  ti  rcca  a  Bologna  al  «e- 
gulto  dl  Glacomo  Piccinlno  (an.  1464),  185,  S,  10. 

Cola  (contb)  da   Salkrmo   V.  Cotlalto   \,Da)   (iiordino, 

Cola  da  Medicina  di  Bologna  ;  fc  neireaercito  dl  Bar- 
tolomeo  Colleonl  contro  Firenze  (an.  1467),  193, 
30-31. 

CoLA  (DaiXa)  V.   Colla. 

CoLBONK  V.  Colleoni. 

CoLKLLA.  . .  .  \ColUlla.\  aicompagna  il  principe  Kederigo 
d'Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ippollta  Sforza 
sposa  di  Alfonso  (an.   1465),  187,  «7. 

CoLLA  Antonio  \Antonio  dalla  Cola\  figlio  di  Martinoi 
142,  »-10;  c  bandito  di  IJoiogn>i  pcr  avere  preso 
parte  alla  liberazione  d.  pretc  mago  (an.  1452), 
t-IO. 

CoLLA  Martino  [Atartino  dalla  Coia]  padre  di  An- 
tonio,  142  9-10. 

CoLLALTo  (Da)  Gioriiino  [Giorriino  lia  Colle  Alto,  conie 
Cola  da  Salerno\  detto  anciie  conte  Cola  da  Sa- 
LERMO  cap.  nell'esercito  d.  Lega  all'ldice  (an.  1467), 
194,  11;  h  neli'e»ercito  di  Bartolomeo  d'Alviano 
contro  1  Fiorentini  (an.  1505),  337,31;  rimane  pri- 
gioniero  d.  pred.,  «3-*4. 

CoLLB  Alto  V.   Collalto, 

CoLLBCCHio  nel  Parmigiano;  vi  passa  Annibale  Ben- 
tivoglio  coi  suoi  compagni  (an.  1443),  80,  1-2. 

COLLEGi  VARI  di   Bologna  v,  Bologna  (collegi). 

CoLLBGio  Grbgoriano  V.  Pepoli  (palaxMO  <iei). 

CoLLELLA  V.   Coleiia. 

CoLLEONi  Bartolombo  [Bartoiomeo  da  Bergamo,  Bar- 
tolomeo  Coleone]  condottiero  d.  duca  Visconti,  e  da 
lui  mandato  nel  Boiognese  in  luogo  di  Luigi  da 
Sanseverino  (an.  1445),  H2,  i;  vince  nelle  mon- 
tagne  di  Bergamo  e  fa  prigioniero  Lodovico  Mal- 
vezzi  agll  stipendi  d.  Vencziani  (an.  1453),  143,  50; 
144,  1-3;  Sforzino  Sforza  va  a  trovarlo  ncl  Bre- 
sclano  e  si  pone  ai  suoi  stipendi  (an.  1467),  192, 
3«-35;  al  soldo  di  Venezia  va  con  grosso  esercito 
contro  Firenze,  193,  7-8;  cnumerazione  d.  signori 
e  cap.  d.  suo  cscrcito,  8-31,  3»;  con  csso  giunge  a 
Massalonibarda  e  a  Lugo  seiiza  manifcstarc  ovc 
voglia  rivolgcrsi,  33-33;  ciA  rende  incerti  i  nemici 
che  allora  assoidano  contro  lui  il  conte  Federigo 
d'Urbino  con  trcdicimila  soidati,  23-27;  anche  11  duca 
Galcazzo  Maria  Sforza  entra  in  campagna  contro 
lui  con  quarantasei  squadre  d'armati,  35-36;  appresi 
i  preparativi  dciresercito  d.  Lega  richiama  da  Imola 
Alessandro  Sforza  e  fortifica  si  e  i'esercito  tra  F^aen- 
za,  Cotlgnola  e  Castelbolognese,  194,  16-19;  c  se- 
guito  dal  duca  Galeazzo  nelie  diverse  tappe,  30-23; 
lascia  1'esercito  alla  Cosina  e  prende  alloggio  in 
Faenza,  25-28;  segue  il  duca,  spostatosi  alla  Ric- 
cardina,  sino  a  Cantalupo  e  saccheggia  Medicina  e 
Castelguelfo,  36-37;  parte  di  Cantalupo  per  passare 
alla  Mezzolara,  ma  per  via  h  raggiunto  e  attaccato 
da  Federigo  di  Montefeltro,  41-45;  vicende  della 
battaglia,  45-195,  1-33,  che  termina  senza  trionfo 
definitivo  dl  nessuna  d.  due  parti,  33-41,  e  con  gran 


nuincro  di  mortl  e  feriti,  42-47;  Ta  con  re*ercito 
alla  Molineila  e  vi  tl  fortifica.  196,  IS-lt;  ha  pe- 
nuria  di  vottovagtie  e  acqua,  18-19;  i  rifornito  dal 
Venezlani  e  da  Borto  d^Ette  per  mezso  di  un  ponte 
di  barche  fatto  ivl  coatrulre  dai  Veneziani,  19-31; 
tl  amniala,  45;  aggravandosi  ti  fa  condurre  ad  Ar- 
genta  e  lascia  l'eserclto  ai  comando  di  Aletiandro 
Sforza,  45-47 ;  Sforzino  Sforza  lo  abbandona,  197, 
5-6;  va  a  Pianzipanl  nel  territorio  di  Raveniia,  7-1; 
quindi  a  Rusti  e  Villafranca  invlando  Aatorre  Man- 
fredi  nclla  vallc  d.  Lamone  «  protcggerla  dalle  in- 
curtioni  nemiche,  11-13;  ii  pred.  in  una  tcara- 
muceia  coi  nemici  i  vinto,  14-16;  pirte  di 
Rutsi  per  11  cattello  di  Dovadola  negli  Appen- 
nini,  che  prende,  33-24:  quindi  scende  a  Cattrocaro 
e  1'asscdia  ma  senza  costrutto,  24-26;  ti  riduce  ne- 
gll  accampamentl  d'inverno  ponendo  fine  con  poco 
onorc  d.  fuorusciti  Fiorentini  e  d.  ioro  coilegati 
alla  guerra,  26-29;  tatta  la  pace  tra  i  potentati,  con 
il  suo  escrcito  di  Romagna  va  in  Lombardia  nello 
stato  Veneziano  (an.  1468),  199,  31-32. 

Collina  [Cuiiiaa]  V.  LoroHzo  (San)  in  Collina. 

CoLLoNKSl  V.   Coionna. 

'CoLLoRBDO  (Da)  Pietro.  Annibalc  Bentivoglio  gli 
cede  le  sue  ragioni  lopra  certi  terreni  (an.  1444), 
XCIV,   27-28,. 

CoLLUCclo. . . .  passa  di  Bologna  al  seguito  di  Giacorao 
Picclnino  (an.   1464),   185,  8-11. 

CoLOMBANO  (CtUESA  Dl  Sak)  r.  Bologna  (cUese). 

CoLOMBO  Cri-stoforo  va  alla  ricerca  di  nuore  terre 
mandatovi  da  re  Ferdinando  di  Aragona  e  da)la 
regina  Isabella  (an.   1493),  265,  13-15. 

CoLONiA  ric,  281,  28. 

CoLONNA  [Coionnesi,  Collonesi]  entrano  con  Carlo  VIII 
in  Roma  (an.  1494),  285,  14-15;  soiio  neU'e*ercito 
di  Guidobaldo  da  Montefeltro  contro  i  Fiorentini 
(an.  1499),  296,  3-6;  si  pacificano  con  gli  Orsinl 
contro  11  duca  Volentino  (an.  1503),  324,  22-23; 
escono  di  Roma  prima  d.  Conclave  per  voiere  d- 
card.,  326,  30-21;  fanno  prendere  in  Roma  Fran- 
cesco  Parati  referendario  di  Giovannl  Bcntivoglio 
per  vendicare  la  prigionia  inflitta  a  Bologna  a  Gia- 
como  Lianorl  famigliare  d.  card.  Colonna(an.  1504), 
330,  19-21;  ma  per  ordine  d.  pp.  debbono  rilasciar- 
lo,  31. 

CoLONNA  Antonio  prlncipe  di  Salerno,  £a  guerra  al  pp. 
Eugenio  IV  (an.  1431),  30,  8-9;  cf.  17;  accompagna 
il  prinripe  Federigo  di  Aragona  a  Miiano  a  pren- 
dervi  la  sposa  di  Alfonso,  Ippolita  Sforza  (an.  1465), 
187,  43;  dl  ritorno  dairavere  visitato  Ferdinando  re 
di  Napoil  k  sorpreso  a  Olivelo  Citra  dal  terremoto, 
ma  senza  aveme  danno  (an.   1466),   190,  29-31. 

CoLONNA  GloVANNi  card.  di  Santa  Maria  in  Aquiro; 
ric.  per  Giacomo  Lianori  suo  famigliare,  330,  30-31; 
si  reca  a  Bologna  con  il  pp.  e  va  ad  alloggiare  nel 
raon.  d,  Servi  (an.  1506),  356,  34-33. 

CoLONNA  Luioi  ^  liceozlato  con  1  suoi  cavalli  dal  leg. 
di  Bologna  (an.  1421),  5,  3*. 

CoLON.^iA  Marco  Antonio  4  agli  ordini  di  Ercole  Ben- 
tivoglio  nell'esercito  d.  Fiorentini  contro  Pisa  (an. 
1505),  337,  31-32;  dopo  la  vittoria  riportata  su  Bar- 
tolomeo  da  Alviano  riceve  donl  da  Firenze,  47-48; 
suo  posto  nel  corteo  papale  in  Boiogna  dalla  Ma- 
gione  al  Pal.  (an.  1506),  355,  48,  356,  3:  alloggia  in 


[ColonnA  M.  A.-Confortino] 


INDICE  ALFABETICO 


573 


casa  di  Francesco  Codeb6  nel  Borgo  d.  Casse,  357i 
ll-ll. 

CoLONXA  Paolo  [Pai//o  Co/onna]  nipote  d.  pp.  Martino  V 
15,  47,  cap.  d.  cavalli  nelPesercito  d.  Chiesa  contro 
Bologna,  *a;  rimane  prigioniero  d.  Bolognesi  (an. 
1439),   47-48. 

CoLONNA  Prospero  card.  di  San  Giorgio,  accompagna 
Eugenio  IV  a  Bologna  e  alloggia  in  casa  di  Gio- 
▼anni  Lodovisi  (an.  1436),  47,  17;  si  reca  a  Bolo- 
gna  Insieme  al  card.  di  San  Cleraente  dopo  l'arrlvo 
di  Pio  II  (an.  1459),  170,  27-3«. 

CoLOREoo  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1454),  151, 
46,  43. 

CoLTKLLi  GlovANNi  [  Giovaniti  de'  Coltelli]  figlio  dl  Mon- 
tino,  29,  i\;  h  degli  Anziani  di  Bologna  per  porta 
San  Procolo;  durante  il  suo  anzianato  i  capitoli  d. 
pace  con  Eugenio  IV  sono  riposti  nella  Camera 
degli  Atti  (an.  1431),    17,  ai. 

CoLTELLi  MoNTiNO  padre  di  GioTanni,  29,  21. 

CoLTELLijfl  [Cortellini]  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an. 
1450),    134,  32,   37. 

CoLTKLLiNi  FiLiPPO  confinato  a  cinquanta  miglia  da 
Bologna  nelle  terre  d.  Chiosa  perclife  amico  d.  Ben- 
tiyogHo  (an.  1507),  362,  33-34,  45-46,  49;  363,  1;  e 
impiccato  alla  Ringhiera  d.  pod.  per  arere  mandato 
denari  a  un  suo  figlio  che  stara  coi  Bentiroglio 
(an.   1508),  385,  4-7. 

C0LTKI.LINO  [Coriellino]  V.  Biccatelli  Giovanni  detto  Col- 
tellino. 

CoLTRi  (Dallb)  Alberto  dktto  dal  Ferro  figllo  di 
Michelino  e  di  una  dal  Ferro,  13,  37-28;  Gonfalo- 
niere  d.  popolo  (an.  1429),  28;  promette  ad  Anto- 
nio  Bentivoglio  e  a  Giacomo  Caldora  di  dare  loro 
la  porta  di  San  Vitale,  che  aveva  in  guardia,  26-32, 
In  cambio  d.  nomina  di  cap.  della  Montagna  per  due 
anni,  32 ;  scoperto  fe  preso,  attanagliato  e  Impiccato, 
36-38;  erano  suoi  coraplici  nel  progettato  tradimento 
Gioranni  Inglese  Tomasl,  Glovanni  Francesco  da 
Tossignano,  Melchiorre  e  Bartolomeo  Negri,  Guido 
Paganello,  Bartolomeo  dal  Calice,  Antonio  da  Santo 
Spiro,   32-35. 

CoLTRi  (Dalle)  GlovANNl  figlio  dl  Montino,  43,  50;  & 
degli  Anziani  di  Bologna  pel  quartlere  dl  porta  San 
Procolo   (an.    1435),   50. 

Coltri  (Dallb)  Micheuno  padre  di  Alberto,   13,  27, 

CoLTRi  (Dalle)  Montino  padre  dl  Giovanni,  43,  50. 

COMO  (Da)  V.  Antonio  da  Como. 

—  (lago  di)  ric,  297,  7. 

—  (vescovo)  V.   Trivultio  Antonio  (aa.   1518-1519). 
CoMPAOMiA  OBLLA  MoRTB  V.   Bologna  {Compagnia  della 

morte), 

CoMPAONiB  usLLB  ARTi  di  Bologna  V.  Bologna  {ar/i). 

CoNCiLio  di  Basilea  rlc,  56,  »;  cita  Eugonio  IV  a  com- 
parire  (an.  1439),  58,  43-4t ;  11  pred.  ne  scomunica 
1  componenti,  44;  il  pred.  ne  b  a  sua  volta  scomu- 
nlcato  e  deposto,  44-46;  invia  le  oedole  di  dccadenza 
d.  pred.  in  ogni  luogo,  46-47 ;  rl<:.,  59,  1 :  f  l'lmp. 
Alberto,  depone  il  pp.  Eugenlo  IV  ed  elegge  Anie- 
deo  di  Saroia  col  nome  di  Fellce  V,  60,  25-30. 

CoNciLio  dl  Ferrara,  rlc,  120,  18. 

CoNciLio  di  Flrenze  i  cclebrato  dal  pp.  che  ri  scomu- 
nlca  i  congregati  di  Basllea  (an.  1439),  58,  44;  in 
esso  avriene  la  riconcUiazlone  d.  Chlesa  latina  con 
la  greca.  59,   26-27;   articoli   della  boUa  di  unlone, 


28-33;  la  pred.  bolla  sottoscritta  dal  pp.,  dall'irap. 
di  Costantinopoli  e  da  tutti  i  card.  h  conserrata  coi 
suggelli  d.  pp.  e  dell'imp.  negli  Archiri  di  Bologna, 
35-37;  ric.  120,  18-1». 
CoNCLAVE  per  l'eIezione  dl  Plo  II  (an.  I458),'166,  14-16; 
per  relezione  di  Paolo  II  (an.  1464),  186,30-31;  cf. 
22-23;  per  1'elczione  dl  Pio  III;  vi  intervengono 
trentasei  card.,  dodici  d.  quali  stranieri  (an.  1503), 

326,   22-24. 

CoNCORDIA  (vKScovo  Di)  V.  Scotti  Daniele  di  Treviso 
(aa.  1433-1443). 

CoNDELMARlo  Gabrielk  V.  Condulmer   Gabriele. 

CoNDKLMiKRi  V.  Condulmer, 

[Conoulmkr  Francksco]  nipote  di  Eugenio  IV  e  card. 
di  San  Clemente;  e  preso  ostaggio  dai  Romani 
riroltatisi  al  pp.  (an.  1434),  38,  37-39;  accorapagna 
il  pred.  a  Bologna  e  prende  alioggio  nel  pal.  d. 
Notai  (an.  1436),  47,  19-20;  h  leg.  d.  Marca  (an.1459), 
170,  28;  giunge  a  Bologna  col  card.  Colonna  dopo 
rarrivo  di  Pio  II,  27-28. 

Condulmer  Gabrielk  \Gahriele  Condelmario\  di  Vene- 
zia,  card.  leg.  di  Bologna  laa.  1420-1438J,  24,  20; 
e  el.  pp.  col  nome  dl  Eugenlo  IV  (an.  143 1),  19-20. 

Condulmkr  Marco  \Marco  Conde/mieri]  veneziano  e 
nipote  di  Eugenio  IV,  33,  37;  vesc.  di  Avlgnone 
37,  leg.  di  Bologna,  deIl'Esarcato  di  Ravenna  e  di 
tutta  la  Romagna,  38-39 ;  fe  dal  pp.  el.  governatore 
dl  Bologna  (an.  1433),  36-37;  entra  nella  pred.  c. 
rlcevuto  con  grande  pompa,  39-44,  / ;  come  gover- 
natore  prende  parte  alla  processione  d.  Madonna 
d.  Guardia  ordinata  dai  Bolognesi  perj  irapetrare 
da  Dio  la  cessazione  d.  pioggia,  34,  36-35,  1-5  ;  fe 
quasi  tenuto  prigioniero  nel  suo  pal.  da  una  com- 
missione  di  cittadinl  perchfc  aveva  intrigato  col 
Gattamelata  (an.  1434I,  37,  7-16;  h  liberato  per  or- 
dine  dei  Dieci  di  Balia,  36-39;  di  nuovo  imprigio- 
nato  perchfe  d'accordo  col  GrifFoni  e  il  Gattarae- 
lata,  38,  39;  cf.  1,  46,  h  liberato,  39,  29-30. 

Co.vdulmkr  [Polissbna]  sorella  dl  Eugenio  IV;  sl  reca 
a  visltare  il  fratello  a  Firenze,  fermandosi  dapprima 
in  Bologna  ore  c  ospitata  con  grande  ponipa  nel 
pal.  di  c  (an.  1435),  46,  17-19;  di  ritorno  da  Fi- 
renze  passa  di  Bologna  ed  ^  ospituta  da  Antonio 
Scappl  (an.   1436),  47-48,  parte  per  Venezia,  48-49. 

CoNETTi  Carlo  conte  di  Finale  e  card. ;  si  reca  a  Bolo- 
gna  con  Glulio  II  e  alloggia  in  casa  di  Salluitio 
Guldottl  a  San  Domenico  (an.  1506),  357,  4. 

CoNPALoNlKRl  FlLlPPO  \Filippo  Gonfalonicri]  dl  Piacen- 
za,  h  dal  duca  Viscontl  mandato  pod.  a  Bologna 
(an.   1440),  62,  37-39. 

CoNFORXt  AcHiLLB  banchiere;  degli  Anzianl;  durante  U 
terremoto,  coi  colleghi  e  il  Gonfalonlere  dorme  nel- 
Torto  d.  Pal.  (au.  1505),  334,  21-24;  i  d.  Signorl 
(an.   1508),  385,  31,  33. 

CoNFORTi  Antonio  figlio  di  Guglielmo,  147,  45;  tcalco 
di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentiroglio  (an.  1454), 
30-33,   45. 

Comforti  GuoLtuLMO  \  Gu/ieimo)  p.  di  Antonlo,   147,  45. 

CoNFORTiNo  piccolo  castello,  h  preso  e  saccheggiato  dal 
conte  Brandolinl  (an.  1435),  41,  24-27;  rl  glunge 
IppoIIta  Sforza  con  11  cognato  e  11  seguito  e  si  ferraa 
al  pal.  dl  Galeazzo  Marescotti  (an.  1465),  188,  »-9; 
dopo  la  rorina  d.  Marescotti  viene  la  potsesso  d. 
Bentlvoglio  (an.   1503),  326,  10-11. 


574 


INDICE  AI.FABETICO 


[Coasa-Conti  Pietro) 


CONSA  V.  CtnMrn. 

CuNSALVO  V.  F*rmandtt  y  Agmillar  <lt    Cordova  C. 

CoNiKLiOB.  La  tempetta  vi  «bbatte  centoquarantotto  cmm 

(an.  1453)1  '^^>  *'!  '"•  ""^'  BarUano  (Da)  Conttlic*. 
CoNaiOUO  OBI  Sbicentu  dl  Bologna  t>.  Bologna  ieofiii- 

gU). 
CoNBiouo  DBI  SessANTA  di  Boiogna,  r.  Bologna  (Coh- 

«gli). 
CoNSTANTIsio  r.  Cottantino. 
CoNTARiNi  coNTB  Ambrogio.  Alla  colazlone  di  nozze  di 

Annibale  Bentlvogllo  riceve  In  presente  due   lerpl 

dl  zucciiero  avviticcliiati,  240,  38. 
CoNTK  Dl  Agnano  V.  Agnano  {conte  tii). 

—  DI  Anolbria  V.  Angleria  (conte  df). 

—  d^Arimontr  V.  Arimonte  (cont*  di). 

—  d'Artois  V.  Artoii  (conti  di). 

—  Dl  CampaONA  V.  Camfagna  (eonte  df). 

—  DI   FiyALB  V.   Finale  (conte  di). 

—  Dl  FoNDl  V.  Fomli  (eonie  di). 

—  Dl  Gaiazzo  V.   Caiatxo  (conte  di). 

—  Palatino  V.  Portinnri  Nicolh. 

—  DI  PiTloLlANO  V.  PitigHano  (conte  di). 

—  Dl  Poooio  Rbnatico  t>.  Lambertini  Guido  Antonio. 

—  Dl  PoPPl  V.  Poppi  (conte  di). 

—  DBLLA  Sklva  V.  Selva  (conte  della). 

—  Dl  Todorano  V.   Todorano  (conte  di). 
CoNTSSALTO  (Di)  GiovANFRANCESCo  padre  di  Lodovico, 

68,  14;  h  fuorusclto  dl  Bologna  (an.  1440),  68,  13-U. 
CoNTBSALTo  (Di)  LoDOvico  fjglio  dl  Giovanfraocesco ; 

studente,  h  ftioruscito  (an.  1440),  68,  U. 
CoNTi  Palatini  V.  Malvetti  AehilU,   Malvetti  Ercole, 

Malvtxti  Ltdovico,  Malvetti  Pirro,    Malvexti  Vir- 

gilio. 
CoNTi  (famioua)  sono  fuorusciti  dl  Bologna  (an.  1450), 

134,  33,  3S. 
CoNTi  Albbrto  h  ei.  cap.  di  giustizia  .t  Milano  (an,  1491), 

262,    4»-49. 
CoNTI  DoNATO  \Donato  dtl  Conte\  cap.  nell'esercito  d. 

Lega  airidlce  (an.  1467),  194,  :o;  prende  parte  alia 

battaglia  d.  IMezzoiara,  195,  7. 
CoMTi    Prancbsco   da   Piumazzo;    padre   di   Giovannl, 

108,  36. 
CoNTi    Francesco    notaio;  h  d.  Venti   d.   popoio   pel 

quartiere  di  porta  San  Procolo  (an.  1506),  352,  8-9 ; 

ei.  degii  Anziani  da  Giullo  TI,  359,  14,  16. 
CoNTi  GlACOMO  Antonio  partc  di   Boiogna,   crociato, 

con  Achiile  Maivezzi  (an.   1464),  185,  43-44. 
CoNTi  GloVANNi  f  Giovanni  del  Conte.  di  Conte\  da  Piu- 

mazzo;  stracciarolo;  figlio  dl  Francesco,  108,  36;  con 

altri   congiura  di  introdurre   in    Bologna  i^esercito 

dl  Francesco  Sforza  e  cacciarne  Annibale  Bentivo- 

gllo  (an.   1440),  63,   27-SO;    scopertosi    ii    complotto 

fugge,  31 ;  perclii  seguace  d.  Canetoii  h  bandito  di 

Bologna  (an.   1445),   108,  37-3«. 
CoNTi  GiovANNi    \Giovanni  dtl  Conte]    accompagna   ■ 

Bologna  Ippolita  Sforza  m.  di  Alessandro  Bentivo- 

gUo  (an.  1492),  266,  34,  37. 
CoNTi  GoTTiPRBDO  da  Casalecclilo  ;  figlio  di  Pietro,  72, 

16-17;  108,  37;  109,  30;  assaie  con  altri  e  uccide  Bar- 

toiomeo  Pretl  perclii   amico  di  Annibale  Bentivo- 

glio   (an.    1443),    72,    16-17;   h   bandito    di    Boiogna 

perchi  seguace  d.  Canetoli  (an.  1445),  108,  27-3«;  4 

colpito  da  una  taglia  di  trecento  ducati,  109,  17,  20. 
CoNTi  LuciDO  o  .Lucio  \cardimtU*  di   Ottia]   i  inviato 


dal  pp.  I*g.  dl  K.omagna  con  ampia  facoiti  dl  trat- 
tare  ia  pace  con  Bologna  (an.  1439),  13,  34-36 ;  gionge 
■ii'etercito  e  coralncia  ■  fare  tagilare  vitt  e  ■iberl 
nel  territorlo,  36-3« ;  va  a  porta  Santo  Stefano  e 
quivi  comanda  alie  guardie  di  aprirgii  volendo  p«r- 
iare  agii  Anzlani,  31-31 ;  i  pred.  non  gii  permettono 
i'ingresso,  ma  due  ti  recano  da  iui  accoinpagnatl 
da  altri  magittratl,  31-33;  alla  fine  d.  coiioquio  1 
pred.  partono  per  riferire  al  Scnato,  33-34;  fa  in- 
tanto  tagliare  viti  e  alberl  intorno  ■!]■  c,  3S-M; 
rifiuta  dl  firraare  i  patti  d.  pace  conrordatl  tra  Ro- 
lando  di  Genazzano  e  il  Senato  di  Bologna,  16,  30- 
33;  rainaccla  anzi  i  Bolognesl,  33-33;  chiede  di  nuovo 
al  Senato  ambasc.  per  ia  pace,  36-37,  e  conciude  l'ac- 
cordo,  37-4«:  h  invitato  dal  Senato  a  entrare  in 
Bologna  quando  gii  piaccia,  30;  17|  1-3;  ne  chiede 
il  pemietto  al  pp.,  3-3;  i'ottiene  e  ne  avrerte  11 
Senato,  6-7;  h  salutato  fuori  d.  c  dal  niagUtrati  e 
nella  chiesa  di  SanfOmobono  attolve  etti  e  la  c 
dalia  scomunica,  «-10;  entra  quindi  in  Bologna  per 
la  porta  Maggiore  accolto  con  grande  onore  e  feste, 
11-13;  fa  esporre  la  bandiera  d.  Chlesa  sui  Pal.,  13; 
si  reca  a  San  Petronio  e  cantata  la  messa  toglie 
i'interdetto,  I5-16;  llcenzia  I'etercito  d.  Chiesa,  17: 
fa  abbattere  ia  bastia  di  San  Micheie  in  Botco,  19, 
quindi  quella  d.  Madonna  d.  Monte,  30;  i  Canetoli 
con  gli  Zambeccari  e  i  Griffoni  tentano  inutiimente 
soUevare  il  popolo  per  cacciario  di  c.  (an.  1430),  30- 
33;  finge  di  non  saperlo,  35-36;  ordina  di  fare  un 
palancato  avanti  la  porta  d.  Pai,,  37-3«;  ma  otser- 
vatogli  dagli  Anziani  che  ci6  dai  capitoii  non  gli 
era  permesso,  ne  depone  l'idea,  3>-40;  per  frenare  i 
sedizlosi  e  a  sua  maggior  difesa  pensa  richiamare 
in  c.  gll  amicl  di  Anton  Galeazzo  Bentivoglio,  44- 
47;  a  tal  fine  aduna  il  Consiglio  d.  Sessanta,  47- 
4«;  propone  per  ia  pace  universaie  il  rlchiamo  d. 
banditi,  4g-49;  li  fa  rappacificare  a  nome  di  Anto- 
nio  Bentivoglio  con  i  Canetoli,  18,  5-6;  fa  mostra 
di  credere  alla  gioia  dl  questi  per  1'aTvenuta  pace, 
7-8;  i  Canetoli  congiurano  di  uccidere  molti  seguaci 
d.  Bentivogiio  per  indebolire  questo  e  lui,  9-11;  ii 
che  eseguono,  41-45:  saputo  d.  uccisioni  pred.,  te- 
mendo  anche  per  se  esce  dl  Bologna  con  la  scusa 
d.  peste  e  si  reca  a  Cento,  non  ad  Imola  secondo 
altri  storici,  19,  4-7;  lascia  In  suo  iuogo  il  vesc.  di 
Fori),  7;  scrive  da  Cento  ai  pp.  d.  disordini  e  d. 
prepotenze  d.  Canetoli  in  Bologna,  48;  20,  l;  lo 
esorta  a  volere  il  dominio  libero  d.  c.  per  salvarla 
da  tanta  tirannia,  3-3;  gli  sono  mostrate  in  Cento 
dal  vesc.  Torpeia  ie  iettere  apostoiiche  che  lo  co- 
stituiscono  ieg.  di  Bologna  in  sua  vece,  20,  9-10; 
obbedlsce  e  va  ad  Imola,  10;  rlc,   28,  33;  36,  39. 

CoNTi  Mattso  fa  un  presente  aiie  nozze  di  GiuUo  Mal- 
vezzi  (an.   1464),  184,  47. 

CoNTi  Paolo  [Polo].  Suo  dono  a  Sante  Bentlvoglio  per 
ie  nozze  (an.   1454),   130,  6. 

CoNTi  PiETRO  card.;  accompagna  il  pp.  a  Boiogna  e 
alloggia  presso  i  frati  Serviti  (an.   1436),  47.  U-IS. 

CoNTi  PiETRo  padre  di  Gottifredo,  72,  u-17;  108,  37; 
109,  30:  di  Stefano,  152,  38-39;  per  i  capitoll  d.  pace 
h  insieme  ai  figii  dichiarato  bandito  dalia  c.  e  terri- 
torio  di  Bologna,  Imola  e  Modena,  sotto  pena,  se 
manchi  ai  confini,  d.  confisca  d.  i>ent  e  d.  puni- 
zione  sancita  negii  Statuti  (an.  1431),  28,  «3-46,  49-50. 


[Conti  P.  G.-Correggie  (DalU)  B.)       INDICE  ALFABETICO 


575 


CoNTi  PiETRO  GiovAN.'»!  padre  dl  Stefano,  62,  U. 

CoNTi  SlLVESTRO  \Silvestro  dal  Conte\  valoroso  guer- 
riero;  4  assoldato  con  Gianfrancesco  dcUa  Miran- 
dola  e  cinquecento  cavalli  da  Pino  OrdelaflS  (an. 
1466),  191,  40-41;  fe  nell'e3erclto  di  Bartolomeo  Col- 
leonl  contro  Firenze  (an.  1467),  193,  14-15. 

CoNTi  Stufano  figllo  di  Pietro  Gioyanni,  62,  U;  152, 
38-39:  impresta  al  com.  di  Bologna  centocinquanta 
scudi  e  ne  diventa  tesoriere  (an.  1440),  62,  14;  par- 
tecipa  alla  spedizione  d.  fuorusciti  per  rientrare  in 
c.  (an.  1451),  138,  6;  padre  di  una  bellissima  gio- 
vane  che  rifiuta  replicatamente  in  moglie  a  Glo- 
vanni  Toschl  (an.  1455),  152,  38-41;  per  liberarsi 
dalle  insistenze  d.  pred.  fidanza  la  fanciulla  a  Gio- 
vanni  Orsi,  41-43;  dopo  11  tentato  delitto  di  Gio- 
vanni  Toschi  contro  la  sua  famiglia  fe  con  quattro 
figli  chiamato  a  uffici  di  onore  e  di  utilita,  153, 
36-37. 

[CoNTORNi  F11.IPP0]  vescovo  di  Urblno;  rappresenta  il 
pp.  Innocenzo  III  alle  nozze  di  Annibale  Bentivo- 
glio  in  Bologna,  che  va  a  incontrare  a  porta  Gal- 
liera  (an.  1487),  236,  33-24  ;  alla  colazione  riceve  in 
presente  un  castcUo  dl  zucchero  sul  modello  di  Ca- 
stel  Sunt*Angelo  di  Roma,  240,   18. 

CoNTRARi  coNTE  Ambrogio  4  nell'esercito  di  Bartolo- 
meo  CoUeoni  contro  Firenze  (an.  1467),  193,  20. 

CoNTRARi  NtcoLo  da  Vlgnola;  fe  nell'esercito  di  Barto- 
lomeo  Colleoni  contro  Firenze  (an,  1467),  193,  19; 
con  molti  altrl  gentiluomini  passa  di  Bologna  dl- 
retto  a  Napoli  per  commissione  di  Eleonora  d'Este 
(an.  1473),  213,  24-39;  alloggia  nel  pal.  di  Giovanni 
Bentivogllo,  39-30. 

CoNTUOHi  V.  Scannabeceki  poi  Contughi. 

"  CoNTUGHi  F/iRDiNANDO.  In  una  lettera  al  Ghirardaccl 
tratta  d.  famiglia  Scannabecchi  da  cui  deriva  la  sua 
famiglia  (an.   1595),  XXXVII,  38-30  „. 

"  CoNTUGHi  GiusTiNiANO.  In  una  lettera  a  fra  Cheru- 
bino  Ghirardacci  parla  d.  famiglia  Scannabecchi, 
poi  Contughl  (an.   1593),  XXXVII,   18-19,. 

CoNZA  [Co»i/i)  citta  dl  Puglia;  11  terremoto  vi  uccide 
venti  persone  (an.   1466),   190,  38. 

Copoi.l  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,  33-31. 

CoPOLi  Bartolomko  [^Bartoiomeo  di  CoJ>olo\  fornacialo; 
h  ucciso  in  Bologna  durante  i  torbidi  per  la  f  dl 
Annibale  BentivogUo  (an.   1445),   106,   35,  30. 

Cora  (Da)  V.  Ambrogio  da  Cora. 

CoRAZziNE  (Dallk)  Vincknzo  partcclpa  alla  conglura 
ordlta  da  Gaspare  Scappl  In  favore  d.  Bentivogllo 
(an.   1508),  330,  6. 

....  CoRBiNELLo  J  agll  ofdini  dl  Ercole  Bentivoglio  nel- 
Pesercito  d.  Fiorentinl  contro  Pisa  (an.  1505),  337, 
31-33. 

CoRBiMo  Francbsco  pisano ;  fc  creato  cav.;  al  pal.  Ben- 
tivoglio  gll  sono  fatti  molti  regali  (an.  1446),  119, 
38-31. 

[Corella)  Don  Michelk  cap.  d.  Valentino,  i  fatto  prt- 
glonlero  (an.   1503),  329,  13. 

CoRlo....  GWk  dato  il  comando  d.  rompagnia  gii  di 
Tallano  del  Friuli  (an.   1446),   117,  36. 

*  CoRio  Bernaruino  ric.  frequentemente  dal  Ghlrar- 
daccl,  CXXXII,  39-33,. 

CoRNARo  Marco  card.  veneziano;  va  a  Bologna  con 
Glulio  II  e  .illoggla  nella  canonica  dt  .San  Procolo 
(an.  1506),  356,  50;   357,   I. 


CoRNELio  V.  Bargellini  C,  BentivogUo  C,  Grasii  C, 
Greco  C ,  L,ambertini  C,  Pepoli  C. 

CoRNETO  (marchese  di)  sua  figlla  sposa  Lodovico  Mal- 
vezzi  (an.  1456),   163,  15-16. 

CoRNETO  (monsignore  di)  commissario  d.  Chiesa  al 
carapo  di  Lodovico  Malvezzl,  fugge  durante  la  bat- 
taglia  di  Castelleone  a  Rocca  Contrada  con  quat- 
tro  squadre  senza  combattere  cagionando  in  parte 
la  sconfitta  d.  Malvezzi  (an.   1461),  175,  46-48. 

CoRNO  (Dal)  Francksco  di  Bologna;  parte  crociato  con 
Giacomo  Grati  (an.  1464),  186,  6. 

Coronia  (Di)  V.  Nicola  (fra)  di  Coronia. 

CoRPo  Di  Cristo  (convknto  delle  Suore)  V.  Bologna 
(monasteri). 

Corradi  Giovanni  [Giovanm  Corrado]  h  neIl'esercito 
dl  Bartolomeo  d'Alviano  contro  i  Fiorentini  (an. 
1505),   337,  34-35. 

Corradino  V.  Sarti  C. 

Corradino  da  Bologna  combatte  nel  torneo  In  Bolo- 
gna,  tenutosl  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  ol  seguito  di  An- 
nibale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  b  ascritto 
alla  prima  squadra  vestita  alPitallana  (an.  1490), 
259,  15-17;  la  sua  parte  riesce  vincitrice,  262,  17-19. 

CoRRADO  V.  AUenberg  (/)')   C,  Sforza  C 

Corrado  da  Matelica  [Corrado  da  Matteiica]  condot- 
tlern  di  Giovanni  da  Castro;  combatte  nel  torneo 
in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o 
la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito 
dl  N:col6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  fe  ascrit- 
to  alla  terza  squadra  vestita  alla  francese  (an.  1490), 
258,  31-32;  la  sua  parte  soccombe,  262,  17-19. 

CoRREGGiE  (Dalle).  Uno  di  loro  deve  essere  dato  in 
ostaggio  al  leg.  durante  Tarmistizio  (an.  1430),  20, 
50;  nella  loro  casa  in  San  Nicol6  degli  Albarl  di 
contro  ai  Santi  Simone  e  Giuda  h  custodlto  Nlcold 
Gambacorta  (an.  1443),  71,  22-23;  cf.  26;  Cervato  da 
Caravaggio  abbandona  la  loro  casa,  che  aveva  usur- 
pato,  74,  13-14;  il  pred.  costretto  da  Francesco  Pic- 
cinino  a  uscire  dal  pal.  di  c.  torna  nella  loro  casa 
(an.  1443),  75,  33-34;  radunano  molti  loro  amici  per 
trarre  vendetta  d.  ferimento  di  Matteo  (an.  1445), 
100,  43-44,  ma  sono  prevenutl  dai  Marescottl  amici 
d.  feritore,  44-101,  1-3,  e  desistono,  7-10;  sono 
fuoruscitl  di  Bologna  (an.  1450),  134,  33-33;  nella 
loro  casa  h  ospltato  Tristano  Sforza  (an.  1466), 
190,  24-36. 

CuRREGGiE  (Dalle)  Albkrto  cacciato  di  Bologna  dai 
Bentivoglio,  vi  rientra  con  il  pp.  Giulio  II  facendo 
parte  d.  corteo  papale  (an.  1506),  356,  5,  7. 

CoRREGOiK  (Dallb)  Antonio  [Tonio]  figllo  di  Giacomo, 
68,  16,  va  a  stare  a  Ferrara  (an.  1440),  68,  16;  es- 
sendo  Gonfaloniere  h  dcposto  pcrchi  amico  d.  Ca- 
netoH  (an.   1445),  107,  40-41. 

Correogib(Dalle)  Battist.v  figlio  di  Glacomo,  68, 15-16, 
86,  16;  va  a  stare  a  Ferrara  (an.  1440),  68,  15-16;  da 
Ferrara  muove  verso  Bologna  (an.  1443),  86,  16;  ma 
o  Cortlcelle  h  preso  da  Lulgi  dal  Verme,  oondotto 
al  campo  e  sottoposto  a  riscatto,  17-19. 

Correogib  (Dallr)  Bkrnakdino  [Bernardone]  padre  di 
Giovannl,  Gaspare  e  di  Lavinio,  68,  15;  86,  17; 
108,  36,  34-35;  dl  Lodovlco,  97,  35-36;  108,  43;  dl 
Matteo,  86,  17;  100,  39;  prende  parte  a  un'adunanza 
indetta  dai  Canetoli  contro  11  leg.  dl  Bologna  Ala- 


576 


INDICK   ALFABETICO   [CorreBgie  r-O.)  B.-Correggio  (/?«)  O. 


mannl  (an.  1418),  5,  «J-M;  6,  J;  approra  che 
■  1  prendano  le  arml,  13-13;  con  gllaltri  ai 
impadrontflce  d.  Piaxza,{  appicca  il  fuoco 
al  Paraglione  d.  boizoli,  u-15;  h  el.  Gonfa- 
loniere  d.  pop.  per  porta  San  Plero,  45,  4S;  i  ia- 
sclato  con  altri  a  capo  d.  baatia  dl  Santa  Maria  d. 
Monte  (an.  1430),  22,  19;  i  incaricato  dai  Bologneii 
di  aiioldare  Nicol6  Fortebracci  e  Rinaldo  dl  Pro- 
venM  (nn.  1431),  24,  13-15;  recasl  a  Plia  per  Fre- 
gnano  e  Splllraberto,  15-17;  scrire  al  Senato  clie 
cntrambi  i  cap.  pred.  domandarano  un  soldo  mag- 
glore  dl  quello  loro  offerto,  48-25,  l;tfuorusclto 
con  altri  seguaci  d.  Canetoli  (an.  1435),  43, 
31-35;  perdonato  torna  a  Bologna  (an.  1439),  57, 
3«;  i  cit.  dal  Senato  e  imprlgionato  nel  castello  di 
Porta  GalHera,  59,  »-10;  h  liberato  per  comando  d. 
duca  Vlsconti,  15-16. 

CoRREOGiB  (Dalle)  Francesco  parteclpa  alla  spedizione 
d.  fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.   1451),  138,  5. 

CoRREaGiB  (Dallb)  GAsrARE  iiglio  di  liernardino,  68, 
15;  86,  17;  108,  26;  i  fuoruscito  (an.  1440),  68,  14-15; 
ritornando  da  Ferrara  h  preso  a  Corticella  da  Luigi 
dal  Verme,  condotto  al  campo  e  sottoposto  a  ri- 
scatto,  17-19;  &  bandito  di  Bologna  perchi  seguace 
d.  Canetoli  (an.   1445),   108,  26. 

CoRREGGiB  (Ualle)  Giacomo  [/acomo]  figlio  di  Tom- 
maso,  11,  39:  padro  di  Sattista,  68,  16;  86,  16;  di 
Tommaso  e  di  Antonio,  68,  16;  prende  parte  a  una 
adunanza  indetta  dai  Canetoli  contro  il  leg.  di  Bo- 
logna  Alamannl  (an.  1428),  5,  42-44;  6,  3;  approva 
le  decisioni  ivi  prese,  12-15;  h  el.  d.  Sedlci  Rifor- 
matori  d.  Stato,  7,  1,  5;  Commissario  allVsercito  di 
Luigi  da  Sanseverino  oontro  Castel  San  Pletro,  33- 
34;  e  Gonfalonlere  di  Giustizia  per  porta  San  Pietro 
(an.  1429),  11,  39-40;  h  d,  Sedici  Riforraatori,  14,9, 
14;  h  dato  ostaggio  al  leg.  per  osservanza  d.  patti  d. 
pace  (an.  1430),  22,  3-3,  5;  dal  Senato  i  Inviato  con 
Koraeo  Foscherari  a  Ferrara  a  informare  NicoI6 
d'Este,  oSertosi  arbitro,  d.  loro  difficoItA  con  il  pp. 
27-28 ;  non  conoludono  nulla  a  cagione  d.  duca  Fi- 
iippo  Maria  Viscontt,  28  30;  h  incaricato  dai 
Bolognesi  di  assoldare  Pietro  da  Navarrino,  42-43; 
torna  a  BoIogt;a  senza  avere  concluso  il  soldo  es- 
sendo  il  Navarrlno  gia  impegnato  coi  Veneziani, 
43-45;  h  con  altri  el.  dal  Senato  di  Bologna  ambasc. 
ai  pp.  per  ia  pace  (an.  1431),  25,  8-11;  non  parte 
avendo  il  leg.  negato  il  salracondotto,  13-24;  per6 
1  capitoii  d.  pace  suno  presentati  al  pp.  anche  in 
suo  norae,  26,  26-38;  el.  da  Eugenio  IV,  per  il  quar- 
tiere  di  Porta  San  Pietro,  d.  Venti  Commissari  de- 
putati  alla  creazione  d.  magistrati  d.  c,  27,  23-24; 
va  alla  Certosa  quale  ambasc.  d.  Senato  per  inten- 
dersi  con  Giovanni  Bosco  circa  I'esecuzione  d.  ca- 
pitoli,  29,  26-27 ;  designato  ambasc.  al  pp.  per  ral- 
legrarsi  d.  sua  elezione,  non  pu6  entrare  in  Roma 
a  cagione  d.  guerra  mossa  al  pred.  da  Antonio  Co- 
lonna,  30,  6-9;  rallentate  le  operazioni  belliche,  vi 
entra,  ed  h  ben  accolto  dal  pp.,  17-18;  torna  a  Bo- 
iogna,  19;  quale  seguace  d.  Canetoli  gli  sono  fatte 
sequesfrare  dal  pod.  Offida  tutte  ie  armi  (an.  1435), 
44,  39-42;  deve  pagare  una  sicurta  di  venticinquemila 
iire  essendo  chiamato  in  gludizio  a  rendere  conto 
d.  sua  gestione  circa  i  dazi  e  le  entrate  d.  c,  45-48. 

CoRREOGiE  (Dallb)  Giovanni  figlio  di  Bernardino,  68, 


15;  108,  34-35;  c  fuoruscito  (an.  mo),  68,  I4-It;<- 
bandlto  dl  Boiogna  perchi  leguace  d.  Can«toli  (an. 
144S),  108,  U. 

CoRRBOCiK  (Dallk)  Lavi.vk)  figlio  di  Bernardino;  i 
fuoruscito  (an.  1440),    68,  14-15. 

CoRREOGiE  (Dalle)  Louovico  figlio  di  Bemardioo,  97, 
25-26;  108,  43t  h  in  -Spilamherto  per  bando  dl  Prance- 
sco  Piccinino  (an.  1443),  80,  5-6;  torna  con  Annibale 
Bentivoglio  e  i  liberatori  di  lui  a  Bologna,  t-lO;  con- 
siglia  Annlbaie  a  rientrare  in  casa  lua,  e,  radunato 
al  pi&  preito  ii  popolo,  a  panare  in  Piazza,  3A-39; 
a  sua  volta  con  armatl  rerasi  a  casa  proprla  uiur- 
patagll  da  Cervato  da  Cervignano,  ma  queati  gll 
sfugge,  48-81,  1-4;  fa  prigioni  i  familiari  e  ii  genero 
d.  pred.  e  prende  la  sua  roba,  4-6;  £a  parte  pel 
quartiere  di  porta  San  Pietro  d.  Commitsione  in- 
caricata  d.  eleztoni  agli  uffici,  97,  li-U;  ucciao  An- 
nibale,  la  lua  casa  h  sacchegglata  e  incendiata  (an. 
1445),  106,  42-46:  h  bandito  dl  Boiogna  perchi  se- 
guace  d.  Canetolt,  108,  43-44;  gli  h  mesta  una  taglia 
di  mille  lire,  109,  14,  16;  b  dagll  .\nziani  fatto  rap- 
presentare  in  modo  infamante  nei  pal.  d.  Notai 
(an.   1446),   113,   14-17. 

CuRREGOiB  (Dalle)  Mattko  [Afa^/Ho]  figlio  dl  RcrtULT- 
dino,  86,  17:  100,  39;  da  Ferrara  muove  a  Bologna 
(an.  1443),  86,  16-17;  ma  a  Corticella  e  preso  da  Luigi 
dal  Verme,  condotto  al  campo  e  ssttoposto  a  riscat- 
to,  17-19;  viene  a  parole  con  Gherardo  Cappeili  (an. 
1445),  100,  39-41;  h  mortalmente  ferito  da  Carlo 
figliuolo  d.  pred.  sopraggiunto  ia  aiuto  d.  padre, 
41-43;  t,    101,  31-33. 

CoRKEGGiE  (Dalle)  Roheo  c  cl.  d.  Venti  Consiglieri 
(an.  1432),  31,  11. 

CoRREGGiE  (Dallk)  Tommaso  padre  di  Giacomo,  11, 
39;  h  el.  d.  Dleci  Riformatori  (an.  1429),  11,43,47; 
h  d.  Sedici  Riformatori,  14,  13. 

CoRRKGGiB  (Dalle)  Tommaso  figlio  di  Giacomo,  68,  I6: 
va  a  stare  a  Ferrara  (an.  1440),  16. 

CoRREGGio.  Vi  si  reca  Battista  Canctoii  con  parenti  e 
amici  (an.  1435),  43,  32-35;  per  ordine  d.  duca  di 
Milano,  Galeotto  Canetoli  vi  e  imprigionato  e  pol 
liberato,  46,  29-30;  vi  si  radunano  gli  amici  dl  Bat- 
tista  Canetoli  (an.  1439),  56,  36;  vi  «i  ferma  Bat- 
tista  Canetoli  con  la  sua  scorta  (an.  1443),  85,  9; 
e  separato  dal  territorio  di  Carpi  dalla  Zomignola, 
12;  vi  passa  Sforzino  Sforza  (an.  1467),    192,  34. 

CoRREGGio  (Da)  ....  [sig^Hore  di  Corrtggio]  cap.  va  con 
Ercole  d'Este  at  confini  d.  Frignano  (an,  1466), 
192,  7-8. 

CoRRBOGio  (Da)  [Antonio]  partecipa  coi  fratelli  alia 
spedizione  d,  fuorusciti  Bologneti  per  rlentrare  in 
c.  (an.  1451),  138,  4;  h  cap.  netfesercito  d.  lega 
airidice  (an.  1497),   194,  7. 

CoRREGGio  (Da)  Burso.  Nella  giostra  tenutasi  In  Bolo- 
gna  per  le  nozze  di  Annibale  h  uno  d.  giudici  d. 
campo  (an.  1487),  240,  49;  241,   I. 

CoRREGGio  (Da)  Carlo  h  prcso  alla  sprovvista  in  Pa- 
nigale  da  Lodovico  e  Baldassarre  Canetoli  (an.  1432), 
33,   1-2;  h  condotto  prigloniero  a  Bologna,  6. 

CoRREOGio  (Da)  Gabrielb  combatte  nei  torneo  lo  Bo- 
iogna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  ia  .Sa- 
pienza  prevalga  nelie  cose  umane,  al  seguito  di  An- 
nibale  Bentivoglio,  paladino  d.  Fortuna ;  e  ascritto 
alla  quinta  squadra  vestlta  alla  tedesca  (an.  1490), 


[Correggio  (Da)  G.-Costa  Lorenro]      INDICE  ALFABETICO 


577 


259,  30-32;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  i7-t9. 

CoRREGGio  (Da)  Ghibbrto  YGilberto]  e  fatto  dai  Vene- 
ziani  ca^r.  aurato  per  essere  entrato  d.  primi  in  Mi- 
lano  (an.  1447),  121,  18-19;  k  nella  spedlzione  d. 
fuorusciti  Bolognesi  per  rientrare  in  c.  (an.  1451), 
138,  1,  4;  fe  ucciso  dai  Senesi  qual  traditore  (an. 
i45S)i  161.  3-5. 

CoRREGOlo  (Da)  [Niccolo]  assoldato  dal  f  uorusciti  per 
aiutarli  a  rientrare  in  Bologna  (an.  1451),  137,37-39; 
interriene  alle  nozze  di  Annibaie  BentlTOglio  in 
Bologna ;  va  incontro  agli  sposi  fuori  porta  di  Gal- 
Ilera  (an.  1487),  236,  22,  31-32;  alla  colazlone  riceve 
in  presente  un  cayallo  e  un'aqulla  dl  zucchero,  240, 
2<-35;  accompagna  Ermes  Sforza  a  Roma  (an.  1492), 
268,  n-ib. 

CoRSlco  (viLLA  Di).  SuB  distanza  da  Milano,  99,  45-46; 
vi  t  Nicold  Piccinino  (an.  1444),  46. 

CuRSiNi  Battista  card.  d.  titolo  di  San  Giovanni  e 
Paolo,  leg.  di  Bologna  (an.  1500),  300,  13-14. 

CoRSiNO  da  Parma  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutosi  per  definlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  NicoI6 
Rangoni,  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  quin- 
ta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  258,  37- 
39;  la  sua  parte  soccombe,  262,  17-18. 

CoRTE  (Da)  Bernardino.  Lodovico  Sforza,  clie  lo  cre- 
deva  fidatissimo,  gli  confida,  partendo  da  Milano, 
il  castello  di  porta  Giovia  ben  munito  e  ben  for- 
nito  (an.  1499),  297,  8-9;  lo  rende  per  denaro  a 
Luigi  XII,  12-13. 

CORTELLINl,  CoRTELLINO  V.    Coltellini,    Coltellino. 

CORTSSGLLA  V.   Corticella. 

CoRTESlNi  GiovANNi  [Giovanni  Cor/esini]  di  Bologna, 
seguace  d.  Canetoli,  i  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  42. 

CoRTSTONE  [Cuortetone].  In  questo  luogo  i  Bolognesi 
fanno  aprlre  gli  arginl  d.  Reno  e  d.  Samoggia  per 
deviarne  le  acque  (an.  1445),   112,  24. 

CoRTiCBLLA  [Cortietlle,  Cortesella]  nel  Bolognese;  vi  si 
recano  le  milizle  d.  Ciiiesa  da  Castenaso  (an.  1428), 
10,  16;  le  pred,  milizle  vi  costruiscono  sul  ponte 
una  bastia  a  loro  slcurezza,  19-20 ;  vi  si  reca  il  cap, 
d.  Chiesa  Giacomo  Caldora,  27;  II  pred.  vi  si  ferma 
con  I'esercito  (an.  1429),  14,  5;  (an.  1430),  20,  33; 
il  Caldora  ne  parte,  38 ;  vl  h  posto  da  Bologna  un 
ufficiale  di  pace  (an.  1439),  56,  1;  Battista,  Matteo 
e  Gaspare  dalle  Correggle,  in  via  per  Bologna,  vi 
sono  presi  da  soldati  dl  Luigl  dal  Verme  (an.  1443), 
86,  16-17;  il  pred.  ne  parte,  88,  4;  vl  si  recano  a 
porvi  presidi  contro  I  nemtci  Annibale  Bentivogllo, 
Gaspare  Canetoli  e  Simonetto  dairAquila,  25-27:  vi 
passa  il  popolo  di  Bologna  in  cerca  delI'esercito 
nemlco,  92,  43-44,  /;  i  Bolognesl  vi  costruiscono 
sul  ponte  una  bastia,  che  nella  notte  i  distrutta  dai 
nemlcl  (an.  1445),  111,  40-41;  ne  h  fatta  rovlnare 
la  bastla  dal  Senato  di  Bologna  a  ci6  non  vi  s! 
fortifichi  Francesco  Sforza  (an.  1447),  122,  45-46;  vi 
i  rovinato  il  raccolto  da  un  temporaie  (an.  1448), 
125,  31,  34;  ventlclnque  monache  dirette  a  Bologna 
sono  qu!  accompagnate  dalle  sorelle  d.  duca  Bnrso 
(an.  1456),  162,  27-39;  I  Rettori  bolognesi  vi  accom- 
pagnano  Plo  II,  che  monta  in  nave  per  Ferrara  (an. 
14S9),  171)  43-44;  Giovanni  BentlvogUo  con  largo 
Heguito  di  gentliuoniinl  vi  sl  Imbarca  sut  Buclntoro 


per  inaugurare  11  Naviglio  sino  a  Bologna  (an.  1494), 
273,  49-274,  1-12;  dopo  alcun  tempo,  per  la  grave 
spesa  d.  manutenzione  d.  pred.  canale,  la  naviga- 
zione  ricomincia  qui  [s.  a.],  275,  1-5 ;  vi  sono  portate 
le  ricchezze  di  Giovanni  Bentivoglio  e  qui  imbar- 
cate  per  Ferrara  (an.  1506),  354,  28-29;  vi  si  reca 
Glulio  II  ai  porto  a  vederne  partire  alcune  navi 
per  Ferrara  (an.  1507),  362,  I8-20;  una  sua  donna 
regala  ai  pp.  alcune  castagne  ed  h  da  lui  compen- 
sata  con  dodici  ducati,  20-24;  il  pred.  ne  parte,  25; 
il  pred.  vi  torna  e  si  imbarca  sui  Bucintoro,  25-27. 
CoRTONA  h  saccheggiata  da  Giacomo  Piccinino  (an. 
1455)1  159,  26;  se  ne  impadronisce  Cesare  Borgia 
(an.   1501),  306,  45;  v.  anche  Riccio  da  Cortona. 

—    (CITTADINI   BL,    A    CARICRB   PUBBLICHs)     V.     Vannued 

Giacomo  vtsc.  di  Perugia, 

CoRVINO  V.  Mattea  Corvino, 

CosciA  Baldesserra  V.  Cossa  Baldassarre. 

CosiMO  [Cosmo\  V.  Medici  (/>«')   C,  Serpe  (Della)  C. 

CosiNA  [Coiinal]  tra  Forli  e  Faenza;  vi  si  ferma  l'eser- 
clto  di  Federigo  da  Montefeltro  a  guastare  il  Faen- 
tino  (an.  1467),  193,  27-28;  vl  indietreggia  Barto- 
lomeo  Colleoni  con  tutto  I'e8ercito,  194,  23;  il  pred. 
vi  lascia  le  milizie  e  va  a  dormlre  a  Faenza,  26-27, 

CosMA  e  Damiano  (chiesa  d.  Santi)  V,  Bologna  (chiese), 

CosMO    V,  Cosimo, 

Cospi  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel  Theatro  morale 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,  XXIV,  22,  24  „. 

CosPi  Bartolomeo  figlio  dl  Lorenzo,  160,41;  padre  di 
Tommaso,  352,  10;  el.  d.  Commissione  incaricata  di 
custodire  i  valori  raccolti  per  la  Crociata  (an.  1455). 
160,  38-41;  soprastante  alla  fabbrica  di  San  Petronio 
ne  cura  l'ingrandlmento  (an.   1464),  187,  7-8. 

Cospi  Giacomo  [lacomo  Cospi\.  E  abbattuta  la  sua  casa 
in  parte,  per  rendere  libera  la  vlsuale  d.  Chiesa  di 
San  Domenico  (aa.  1497-1498),  293,  20-21. 

Cospi  Leonardo  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Ga- 
spare  Scappl  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508), 
380,  ». 

Cospi  LoRBNZo  padre  di  Bartolomeo,  160,  41. 

Cospi  Tommaso  figlio  di  Bartolomeo,  352,  10  [nelle  Ge- 
nealogie  del  Dolfi  h  detto  figllo  dl  Girolamo];  h  &. 
Venti  d.  popolo  pel  quartiere  di  porta  Ravegnana 
(an.  1506),  9-10;  el.  dal  pp.  Giulio  II  d.  Quaranta 
ConsigUeri  e  Riformatori,  358,  34,  39;  el.  dal  pred. 
Gonfaloniere  d.  popolo  pel  quartlere  di  porta  San 
Procolo,  359,  43-44;  f  improvvisamente  dl  apoples- 
sia  (an.  1507),  367,  49-368,  l;  abitava  in  vla  Casti- 
glionl,  pr.  Sant'Agata,  49-50;  gli  succede  In  Senato 
Antonio  Paltroni,  368,  1-2. 

*  CossA  Baldassarre  [Baldasserra  Coscia].  Suo  prlvlle- 
glo  a  quel  di  Medlclna  (an.  1403)  impugnato  dal 
Senato  di  Bologna  per  U  nulla  osta  alla  stampa  d. 
secondo  volume  della  Historia  di  Bologna  d.  Ghi- 
rardacci  (an.  1655),  LVII,  15-17,  19-20;  tuto  d.  fri- 
vilegio,  LVIII,  /-9,?;  gll  i  da  alcunl  attrlbuita  la  f 
d.  pp.  Alessandro  V  per  sete  di  dominio  (an.  1410), 
CXLI,  1-3  „. 
CossA  I^oDovico  [Lodovico  del  Cotsa\  partecipa  alla  con- 
giura  ordita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Ben- 
tivoglio  (an.  1508),  380,  9-10. 
CosTA  LoRENZo  dl  Ferrara ;  plttore  valente;  diplnge  nel 
pal.  di  Giovanni  Bentlvoglio  la  presa  di  Troia  (an. 
1483),  226,  39-43;  dipinge   anche   nella   cappella   d. 


T.  XXXIir,  p.  I  —  37. 


578 


INDICE  ALFABETICO 


[Cotta  Lorenzo-Crevalcore) 


pred.  In  San  Gtaeomo  (an.  1487),  243,  IT-IS;  rlc.  per 
Guldo  BoIogneM  suo  tcolaro,  263,  li ;  accompagna 
gll  •mbMc.  Inrlatl  dal  Senato  bologncse  a  Roma 
a  rendere  omagglo  a  Pio  III  (an.  1503^  326,  SO. 
CoHTAWTi  GiACOMO  [facomo  lU  CoftaHtn,  lU  Co$tanta\ 
tlcillano,  h  Inyiato  pod.  a  Bologna  dal  duca  VI- 
•conti  (an.  1439),  58,  33-U;  "k  mandato  dagli  Anzlani 
a  Impadronirsl  di  Tommato  Canetoll  (an.  1439), 
60,  1-5;  fc  anallto  dal  pred.,  ferito  e  poito  in  fuga 
al  Trebbo  de'  GhlsiUerl,  5-9;  el.  dal  Senato  etecu- 
tore  di  giustizia,  entra  In  ufficlo  con  grande  onore 
e  va  ad  abitarc  nel  pal.  del  Notai  (an.    1441),  69, 

47-41. 

CosTAMTiNi  GiACOMo,  clilerico;  va  crociato  con  Aclitlle 

Malvezzl  (an.  1464),    185,  36-37. 
COSTAKTINO  V.  Caprara  C,  DuroMto  (Da)  C,  Serafint  C- 
CosTAMTiNO  XII  Paleologo,  imp.  di  Costantlnopoli,  ric. 

per  11  fratello  principe  d!  Morea,  178,  47-41. 
....  CosTANTlNo  \Constantino\  sarto;  impresta  al  com. 

•ettantacinque  scudi  e  ne  divlene  tesoriere  (an.  1440I, 

62,  17. 
. . . .  CosTANTiNo  di  Arezzo;   implicato   nella   congiura 

d.  Malvezzi  contro  il  Bentivoglio  in  Bologna,  ^  im- 

piccato  ai  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,  39-40. 
CosTANTINOPOLl    \CoHStantinofoli\   i    presa   dai    Turchi 

(an.  1453),  143,  39;  sccmpio  degli  abitanti,  I1-2i. 

—  (impbratore)  V.  Coitantino  XII  PaUologo  (aa.  1448- 

X4S3). 

—  (Patriarca)  V.  Giuteppt. 
CosTANZA  V,  Bentivoglio  C,  Peftli  C. 

CosTANZA  (vBscovo  ul)  V.  OUviet  dt  Longueit  Riccardo 

[aa.   1453-1470]. 
CoSTANzA  (Dl)  V.  Costanti. 

COSTANZO    V.   Pio    C 

CosTANZO  Grosso  V.  Sforta  C.  G. 

CoTIONOLA  \Codignola\  patria  dt  Micheletto  Attendolo, 
8,  24;  54,  11-13;  dl  Corrado  Sforza,  154,  30-31;  il 
conte  Francesco  Sforza  vl  invia  i  suoi  bagagli  (an. 
1436),  47,  46;  vi  si  reca  il  pred.  conducendovi  pri- 
gioniero  Baldassarre  Offida,  4S,  8;  Giacomo  Picci- 
nino  vi  pone  il  campo  per  alcuni  glorni  (an.  1455), 
159,  11;  rlc,  194,  1«. 

CoTiNA  V.  Coslna. 

CoVAPANi  SioiSMONDo  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
prevalga  nelle  cose  umane  al  seguito  d!  Gilberto  Pio 
e  di  Annibale  Bentivoglio,  paladino  d.  Fortuna: 
&  ascrltto  alla  seconda  squadra  vestita  alla  turca 
(an.  1490),  259,  33->4;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa 
262,  17-19. 

CovELLO  PiRRO  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Ga- 
■pare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508), 
380,  10. 

Covo  [C^ffro].  Da  Glangaleazzo  Sforza  'k  donato  con  le 
sue  pertjnenze,  annuendo  i  maggiorenti  e  magistrati, 
a  Giovannl  Bentivoglio  !n  perpetua  signoria  sua  e 
d.  suoi  discendenti  legittimi  (an.  1479),  221,  36-39: 
testimoni  allMstrumento,  39-41 ;  11  Bentivoglio  ne 
prende  possesso,   41-43. 

CozzADiNi  V.    Gottadini, 

CozzuLA  V.   Bartolomeo  detlo  il  Cotrula. 

Creda  nel  Bolognese,  fa  un  dono  a  Sante  Bentirogllo 
per  le  sue  nozze  (an.  1454),   150,  41. 

Crkma  h  ben  munita  dal  Visconti  (an.   1446),    117,  4S; 


h  rifomlta  dl  mlllsie,  118,  3;  v.  anek»  Ckiatfin»  da 
Crema. 
Cremona  h  promessa  al  Viaconti  da  Giovanni  .Schiavl 
soldato  dl  Krancesco  Sforza  (an.  1446),  115,  3-3;  II 
duca  vi  manda  Francesco  Piccinlno  ad  occuparla, 
3-4;  II  pred.  non  riutcendo  a  entrarri  per  trattato 
1'assedia,  4-6;  !  Venexiani  vi  mandano  secretaraente 
e  a  poco  a  poco  seicento  cavalli,  30-31 ;  tI  si  tlene 
una  dleta  dai  componenti  la  Lega  contro  i  Vene- 
siant  (an.  1483),  226,  25-3];  con  tutte  le  c.  dl  qua 
deil'Adda  h  assegnata  al  Venezlani  net  trattato  dl 
alleanza  tra  i  pred.,  it  pp.  e  Lulgt  XII  re  dl  Pran- 
cla  (an.  1499),  296,  37-21;  chietta  ai  Venezlanl  da 
Luigi  XII  (an.  1509),  393,  33;  v.  aneke  Nietli  dm 
Cremona,  Paol»  da  Cremona. 

—  (siGNORl)  V.  Sforta  Franeetee  (an.  t^So). 

—  (tkrritorio).  VI  i  sconfitto  a  Merzaro  l'etercito  del 
duca  Visconti  da  Mlcheletto  Attendolo  (an.  1446), 
117,  37-39. 

Crbmonesi  "  ric,  LIX,  67  „. 

Crsscenti  V,  Crescenti. 

Crgscenzi  dal  Poggio  [Cretcenti dal Poggio,  Greicentio\ 
loro  cata  ric,  151,  37. 

CRiiSCBNZi  DAL  PoGGio  LoDovico  \Lodovico  d*  Crescenti 
dal  Poggio,  Crescenlio  dal  Poggio,  Lmdovico  Cre- 
tcenti  dalli  Poggi\  scalco  alle  nozze  di  Sante  Bentl- 
vogHo  (an.  14S4),  147,  40;  venufo  a  parole  con  An- 
selmo  Pasetli,  lo  fa  uccidere  dal  tarto  Siiveatro  dalla 
Vezza  (an.  1464),  183,  14-17;  i  privato  d.  magistrato 
e  bandito  di  Bologna  e  dai  territorio,  17-U. 

Crescimbeni  Andrea  fa  un  presente  per  le  nozze  dl 
Giulio  Malvezzl  (an.   1464),   184,  34. 

Crescimbbni  Paolo  \Polo\  i».  un  presente  per  le  nozse 
di  Giulio  MaJvezz!  (an.  1464),   184,  2t. 

Crescimbeni  Pibtro  della  Pieve  con  dlmora  in  Bolo- 
gna,  9,  33;  e  preso  prigioniero  dalle  mllizie  d.  Chiesa 
ad  Argile  (an.  1428),  31-33;  la  sua  casa  \  saccheg- 
giata  e  bruciata  (an.  1445),  106,  43;  107,  6-7. 

Crespellano  [(7r«j/«/aa0,  Crespelano\  casteilo  del 
Bolognese,  c  preso  dal  cap.  d.  Chiesa  Giacomo 
Catdora  (an.  1428),  10,  24 ;  e  sacchrggiato  dai  sol- 
dati  d.  Picclnino  (an.  1438),  53,  34:  per  sbadatag- 
gine  d.  prete  avvlene  un  incendio  che  divora  tutto 
il  paese  (an.  1444),  98,  27-34;  gU  abitanti  impetrano 
la  pieta  d.  Senato  di  Bologna,  e  ne  ottengono  un 
sussidio  annuo  per  cinque  annl  a  fine  di  ricostruire 
le  rase,  35-38;  ne  e  predato  il  territorio  da  Pietro 
da  Navarrino  e  da  Taddeo  Marchesi  (an.  1446),  113, 
10-11;  i  contadini  aifrontano  i  pred.  nei  ritorno  a 
Bologna,  ma  hanno  la  peggio,  11-14;  si  rende  a  patti 
ai  Bolognesi  in  mano  d.  pred.,  115,  11-13;  vi  sono 
fattl  prigionieri  i  due  banditi  di  Bologna  Fillppo 
da  Argite  e  Bartolomeo  Panieri  amici  d.  Canetoli 
(an.  1449),  129,  46-48:  fa  un  dono  a  Sante  Benti- 
vogtio  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  7;  vi  sono  de- 
vastate  le  vigne  da  una  terapesta  (an.  1463),  182, 
33,  36-37 ;  «  LXVI,  39  „ ;  si  di  ai  f ratelli  BentivogHo 
(an.  1507),  369,  44. 

Crestino  (Dl)  V.  Cristini. 

Crevalcore  castello  ncl  territorio  bolognese,  ric,  9,  25- 
36;  fe  rioccupato  dai  Bolognesi  (an.  1434),  40,  36; 
ne  'k  fatto  commissario  Giacomo  dal  Lino  a  impe- 
dlre  le  ruberie  d.  marchete  di  Ferrara  (an.  1440), 
63,  7-9;  nei  capitoli  concordati  tra  il  com.  d!  Bo- 


[Crevalcore-Croara  dlmola] 


INDICE  ALFABETICO 


579 


logna  e  U  Picclnino  per  la  cessione  d.  castelli,  il 
pred.  se  ne  riserva  11  possesso,  67,  28-29;  11  Senato 
dl  Bologna  sl  obbliga  a  pagarvl  la  guardla  d.  Plc- 
cinino,  65,  35-37;  si  accorda  con  Lulgl  dal  Verme 
e  non  soffre  danni  (an.  1443),  86,  5-6;  sconfitto  11 
dal  Verme  si  rende  a  Bologna,  94,  7-8;  ric,  16;  e 
preso  a  forza  da  Luigl  da  San  Severino  (an.  1445), 
109,  41;  si  da  a  Taddeo  Marchesi  (an.  1446),  117, 
37-28;  vi  entrano  Lodovico  e  Baldassarre  Canetoli 
al  falso  grido  di :  *  Viva  la  Chiesa  „  per  non  tro- 
vare  opposizlone  (an.  1448),  126,  11-14;  1  pred.  vi 
fanno  prigionieri  molti  bolognesl  ivi  rifugiati  per 
la  peste,  u-ls,  e  sacchegglano  il  banco  deirebreo 
Rubino  e  molte  bande  d.  Bolognesi,  18-20;  ne  i 
corso  11  terrltorio  slno  alle  porte  da  Astorre  Man- 
fredl  per  i  Bolognesi,  28-29;  ric,  30;  ne  esce  AI- 
berto  Pio  con  i  suoi  (an.  1449),  128,  44-46;  gli 
abitanti  allora  si  impadroniscono  d.  rocca  e  temen- 
do  le  vendette  d.  Bolognesl  si  offrono  al  pp.  pre- 
gandolo  di  inviare  loro  un  governatore,  47;  129, 
1-4;  ma  Nicol6  V  rlfiuta  e  11  rimbrotta  d.  loro  pre- 
sunzione  ordinando  loro  di  sottomettersi  a  Bologna, 
4-9;  il  che  fanno  senza  per6  ottenere  dai  Bolognesi 
ci6  che  domandavano,  9-14;  vi  si  trovano  a  causa 
della  peste  Glacomo  e  Obizzo  Pepoli,  131,  45-46; 
1  pred.  radunati  duecento  armati  se  ne  insignori- 
scono  ottenendolo  da  Giacomaccio  da  Castel  Bo- 
lognese  che  lo  presidiava,  46-48;  gli  abitanti  ne  cac- 
ciano  i  Pepoli  al  grido  di  "  Viva  la  Chiesa  e  il  po- 
polo  di  Bologna  „  e  mandano  al  Senato  per  un  vi- 
cario,  132,  6-11;  presidlato  per  la  Chiesa;  vi  si 
trovano  i  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,  25- 
27;  per  ordine  d.  pp.  fc  consegnato  da  un  suo  incari- 
cato  al  Senato  di  Bologna,  136,  36;  questi  vl  manda 
a  commlssario  Baslllo  Ringhleri,  37;  rlc.  per  Gla- 
como  Ferrari,  149,  12;  fa  un  dono  a  Sante  Benti- 
voglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  13;  vl  h  di 
passaggio  e  vl  deslna  II  conte  Giacomo  Picclnino 
diretto  a  Milano  (an.  1464),  185,  17;  i  in  parte 
distrutto  da  una  violenta  terapesta  che  dura  due 
giorni  (an.  1468),  200,  6-8 ;  Glovannl  Bentivoglio 
ne  bonifica  le  Talli  comprese  tra  il  casiello,  Santa 
Agata  e  San  Giovanni  in  Persiceto  (an.  1490), 
257,  16. 

Crispano  Matteo  accompagna  11  principe  Federigo  di 
Aragona  a  Mllano  a  prendervl  Ippolita  Sforza  sposa 
di  Alfonso  (an.   1465),  188,  1, 

Cristiani  rlportano  una  grande  vlttoria  contro  1  Tur- 
chi  a  Belgrado  (an.  1456),  162,  38-40;  ne  sono  fatti 
in  Morea  prigionierl  quarantamila  dai  Turchl  (an. 
1458),  166,  12-13;  quelli  dl  Grecia  sono  tormentati 
dal  pred.  (an.  1459).  167,  35;  in  loro  aiuto  il  pp. 
Pio  11  convoca  un  parlamento  di  princlpi  cristiani 
a  Mantova,  35-39;  Pio  11  non  fa  pol  nulla  della  cro- 
ciata  contro  i  Turchl  per  le  rivalitk  e  le  inlmicizie 
d.  principl  (1460),   173,  49;   174,   1-4. 

CrISTiami  Antonio  [Anlonio  de  Christiani\  d.  fuorusclti 
cacciat!  dai  Bentivogllo ;  prende  parte  al  corteo 
papale  in  Bologna  (an.   1S06),  356,   5,  16. 

Cristiani  Fir-ippo  {^Filipfo  Ckristiani]  padre  di  Gia- 
como,  108,  32. 

Cristiani  Giacomo  [lacomo  Ciristiatti]  figllo  di  Flllppo, 
108,  32;  seguace  d.  Canetoll,  i  bandtto  di  Bologna 
(an.  1445),  31-32. 


Cristiani  Pellbgrino  h  da  GiuUo  11  creato  Massaro 
dei  Beccai  (an.  1506),  360,  1. 

Cristiano  re  di  Danimarca  e  di  Norveoia  [Cristiem» 
re  lii  Datia  e  di  Norvegia\  passa  di  Bologna  dlretto 
a  Roma  a  visitarvi  11  pp.  (an.  1474),  214,  9-IO;  al- 
loggia  nel  pal.  d.  Slgnori  accolto  con  molta  cor- 
dialita,  10;  suo  vestito,  13;  visita  la  c.  e  11  corpo 
dl  San  Doraenico  accompagnato  dai  prlncipali  Bo- 
lognesi,  12- 14;  innanzi  alla  sepoltura  d.  Santo  fa 
cav.  aurato  Annibale  primogenito  di  Giovannl  Ben- 
tivoglio,   15-18;  parte,    18. 

Cristini  Ghbrardo  [Gherardo  di  Crestino]  si  reca  con 
altri  Bolognesi  a  Pesaro,  a  prendervi  Ginevra  Sforza 
sposa  di  Sante  Bentivoglio  (an.  14S4),  147,  18-19. 

Cristino  Francesoo  [Christino  Francesco]  v.  Bevilacqua 
C.  F. 

Cristoforo  [Christoforo,  Christophor6\  v.  Angelini  C, 
Ariosti  C,  Bainbridge  C,  Bonsi  C,  Bussole  (Dalle) 
C,  Caccianemici  C,  Caetani  C,  Castiglione  (Da)  C, 
Cattani  C,  Colombo  C,  Duodo  C,  Fabbri  C,  Fu- 
sagna  C,  Giusti  C,  Grati  C,  Guasco  C,  Macchia- 
velli  C,  Moro  C,  Norchesi  C,  Potto  (Dal)  C,  ^in- 
tini  C,  Sagramori  C,  Schianta  C,  Torelli  C,  Va- 
lenti  C,  Zanettini  C.,  Zonini  C 

....  Cristoforo  burattaro,  seguace  d.  CanetoU,  h  ban- 
dito  di  Bologna  (an.   144S),   109,  12. 

....  Cristoforo  figlio  di  Biagio  mugnaio  di  Bologna; 
trasportando  col  fratello  Antonio  un  sacco  dl  grano 
sMncontra  in  Francesco  Guldotti  Gonfaloniere  del 
popolo  al  canto  del  borgo  di  San  Pietro,  e  lo  uc- 
clde  non  volendo  rispondere  alle  sue  intlmazioni 
(an,  1451),  137,  26-29;  col  fratello  fugge  di  Bologna 
per  la  grata  d.  Canale  dl  Reno  che  conoscevano 
essendone  stati  a  guardia,  31-32:  sua  casa  spianata  e 
beni  confiscati,  32-33;  va  presso  i  fuorusciti  a  Mo- 
dena  e  offre  loro  di  introdurll  secretamente  e  sicu- 
ramente  in  Bologna,  33-35;  11  che  h  accettato,  36-37. 

Cristoforo  da  Parma  h  pregato  da  un  suo  amico,  tale 
Stefano,  di  armarsi  in  servizio  d.  Malvezzi  (an.  1488), 
250,  11-13;  non  avendo  armi  va  a  chiederle  In  pre- 
stito  a  Ghinolfo  Bianchi  narrandogli  che  ne  aveva 
bisogno  per  un^impresa  d.  Malvezzi,  13-17 ;  gli  sono 
promesse,  ma  non  date  sul  momento  dal  pred.,  17- 
19;  conferma  quanto  aveva  detto  a  Ghinolfo  circa 
I'uso  delle  arml  al  secretario  dl  Giovannl  Bentivo- 

glio,   24-26,    28. 
Cristoporo    da   SoncIj<o    [Christoforo   da   Sonemo\  ac- 

compagna  a  Bologna   Galeazzo   Maria   Sforza   (an. 

1459),  168,  48;  169,  1. 
Cristoforo  (San)  di  Castel  Durantk,  Ne  h  fatto  abate 

Francesco  Bentivoglio  dal  card.  Bessarione  (s.   a.), 

135,  39-40. 

Cristoporo  dbl  Balladuro  (chibsa  di  San)  V.  Bo- 
logna  (Chiese). 

Cristoforo  di  Saraoozza  (Chiesa  di  San)  V.  Bologna 
(Chiese). 

Cristoporo  Anolico  V.   Bainbridga  Cristo/oro. 

Croara  d'Imola  [Crovara,  Villa  dtlla  Crovara,  Govara] 
sl  Ah  alla  Chiesa  (an.  1428),  9,  43;  rlc,  21,  28;  £a 
un  dono  a  Sante  Bentlvogllo  per  Ic  nozze  (an.  1454)1 
150,  47;  151,  3-4;  vl  sono  devastate  le  vigne  da  un 
temporale  (an.  1463),  182,  35-37;  "  LXVI,  42,;  fa 
un  presente  alle  nozze  dl  Glulio  Malvezzl  (an.  1464), 
185,  2;  devastato  da  una  tempesta  («n.   1468),  199, 


580 


INDICE  ALFABETICO    ICroara  dlmoU-Dandolo  FantinoJ 


IT-ll;  tI  ll  rlrenia  una  vlolenta  tempetta,  torta   a 
Pogglo,  che  rorlna  ognl  raccolto  (an.  149»).  266, 6-«, 

CaoARA  (Daixa)  LANUiiro  eonglura  dl  fare  entrare  I 
nemlci  In  Bologna  (an.  14J8),  11,  IS-34 ;  tcoperto  fc 
preio  e  Implccato,  25-37,  3o. 

Croara  (Dalla)  Lazz\ro  [Lauaro  dalla  Grovara\  ttatta 
inileme  ad  altrl  con  Antonlo  Fantuzr.!  dl  Intro- 
durio  in  Bologna  per  porfa  Caitlglione  (an.  14S3), 
144,  7-»;  o  almeno  dl  consegnargU  Medlclna,  9-10; 
scoperto  il  trattato  h  preio  e  implccato,  lo-ll. 

*  Croci  Giulio  Cksare  compone  in  »er»i  una  Storia  di 
Bologna  sino  all'anno  1606  pubbllcata  in  Bologna 
da  Uartolomeo  CoccJii  (an.   1606),  XL.,  1-«  ». 

CaocB  (Ualla)  Bartolumeo,  Suo  dono  a  Sante  Benti- 
TOgllo  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  3-3. 

Croce  (Dalla)  Fiuppo.  Gll  h  dai  pp.  Glulio  II  affidata 
la  porta  CastigUone  (an.  1506),  357,  30-31. 

Croce  (Dalla)  ViRoiLio  fe  multato  in  duecento  ducati 
per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  386, 
17;  389,  ,4. 

Croce  (oARD.  Di  Santa)  V.  Carvajal  Btrnardino. 

Crocs  del  Biacco  nel  territorlo  di  Boiogna;  vl 
si  abbatte  una  vioienta  tempesta  sorta  a  l'oggio 
che  rovina  ogni  raccolto  (an.  1492),  266,  6-8. 

"  Crocs  di  Pero  colplta  da  violento  uragano  (an.  1395), 
LXV,  29-30  ,. 

Crocb  (Sakta)  DELL'AvaLLANA.  Ne  e  fatto  priore  Fran- 
cesco  Bentivoglio  dai  card.  Bessarione  (s.  a.),  135,39. 

Croce  in  Gerusalbmme  (CARD.  Di  Santa)  V.  Albergati 
Nieelh  vose.  di  Bologna. 

Crociali  \Crociari,  Croeiati]  gruppo  di  case  suila 
▼  ia  Emiiia  vicino  a  Bologna;  il  clero  e  le 
Compagnie  d.  Arti  vi  si  recano  incontro  ad  An- 
tonio  dl  Savoia  latore  d.  cappello  cardinaiizio  al 
governatore  di  Bologna  (an.  1436),  4,  2i-26 ;  vi  giunge 
ii  Gattamelata  con  seicento  cavalli  (an.  1433),  35, 
36;  il  pred.  ne  parte,  37;  vi  sl  riposa  il  pp.  Eu- 
genio  IV  prima  di  entrare  in  Bologna  (an.  1436), 
47,  6-7;  vi  sl  accampa  ii  Plccinlno  (an.  14  40),  61, 
«3;  vi  si  reca  ii  Senato  a  invitare  11  pred.  in  c,  43- 
4« ;  dal  Scnato  e  dal  magistrati  vi  h  condotto  II  pp. 
a  desinare  (an.  1459),  170,  5-6;  vi  sl  ferma  il  nuovo 
governatore  dl  Bologna  Giambattlsta  Savelli  (an. 
1468),  200,  13;  vl  si  recano  i  Slgnori  e  I  magistratl 
a  Incontrare  il  pred.,  24-36;  ric.,  309,  27;  355,  5;  al 
mon.  vi  si  ferma  il  pp.  Giulio  II  in  partenza  da 
Bologna  per  congedarvi  il  seguito  (an.  1507),  365, 
20-31 ;  II  nuovo  ieg.  Ferrerio  vi  attende  11  corteo 
per  fare  la  sua  solenne  entrata  In  c,  23-34. 
Crociferi  (ordins  DEi)  [ordiiu  dei  Crociati].  Ne  h  creato 
generale  Filippo  Pepoli  (an.   1447),   121,  6-7. 

*  Cronica  dblle  cose  di  Bologka  (aa.  0-1123)  di  fra 

Cherubino  Ghirardacci;  inedita,  XXXI,  9;  i  un 
prlmo  tentatlvo  di  storia  di  Bologna,  lo-3g;  metodo 
d.  sua  composizlone,  39-42;  XXXII,  t-ii;  cronolo- 
gia,  XXXI,  46-47 ;  trattazlone,  43-45,  47 ;  XXXtl,  1-34  „. 

"Cronaca  di  Bologna  dalle  origini  al  i]6i  dl  fra 
Cherubino  Ghlrardacci;  Inedita,  XXXIII,  10;  descrl- 
zione  d.  codlce,  il;  trattazione,  13-33,. 

'  Cronaca  di  BoLnojjA  dal  350  al  1465;  di  fra  Che- 
rubino  Ghirardacci,  inedita,  XXXIII,  5,  14-16;  de- 
scrlzlone  d.  codice,  6-9;  trattazione,  lo-U  „. 

*  Cromica  awtica  di  Bolooma  di  fra  Cherubino  Ghi- 

rardacci,  XXXIX,  33-34;  In  versl,  h  a  lui  attribuita 


mt  non  gli  appartiene,  32;  h  invece  opera  di  Giulio 

Cetare  Cro<!e,  che  volle  con  etsa  fare  una  redasione 

poetlca  della  Sloria  di  Bologna,  31;  XL,   l-*  r 
(Cronica  di  GiacomoJ  rie.,  210,  *. 
Crovara  V.  Croara, 
CuLLiMA  (Im)   V.  Collina. 

CuMA  dannegglata  dal  terremoto  (an.  1456),  164,  10. 
CuoRTKTONK  V.  Corttiont. 
CuRA  (Dalla)  Domr.nico  figilo  di  Taiiano,  113,  i«-tS;t 

fatto  prigioniero  ai  Sasao  di  Glottlna  (an.  1445)«  13- 

IS;  h  impiccato,  37-3S. 
Cura  (Dalla)  Taliano  padre  di  Domenlco,  112,  U-IS. 
Dadi  Riccio  [Ricelo  dagli  Dadi\.  Suo  dono  a  Sante  Ben- 

tlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  17-19. 
Dainksb  V.  Agatzari  D. 
....  Dainbsb  capitano  neIl'etercito  vitconteo  totto  An- 

ghiari ;  rimane  prigloniero  d.  Fiorentini  (an.  1440), 

63,  23. 
Dai;<bsi  Tommaso  Anziano  di  Bologna;  ra  incontro  al 

nuovo  governatore    Marco   Condulmer    (an.    1433), 

33,   43-44. 

Dalloglio  DoMBNico  [DalP Oglio\  notalo ;  padre  di  Ga- 
spare,  108,  30;  stipula  1'atto  di  vendita  d.  ▼eccbir 
prigioni  ad  Azzo  da  Quarto  e  a  Giacomo  dal  Lino 
(an.   1443),  75,  19-23. 

Dalloouo  Gaspare  [Gaspare  dall'Olio\  figlio  dl  Dome- 
nico,  108,  30;  seguace  d.  Canetoli;  e  bandito  di 
Bologna  (an.   1445),   108,  30. 

Dalloglio  Giacomo  figlio  di  Romano,  352,  6;  fc  d.  Venti 
del  popolo  pel  quartiere  di  porta  Stieri  (an.  1506), 
352.  4-6. 

Dalloglio  Pietro  [Pietro  dalVOlio]  h  el.  degli  Anziani 
di  Bologna  (an.   1430),   17,  26,  21. 

Dalloglio  Romano  [Ronano  Dall'Oglio\  padre  di  Gia- 
como,  352,  6. 

Dalmata  V.  Nieolh  Dalmata. 

Dalmazia  (re  di)  \r»x  Dalmatiae]  titolo  deliUmp.  Mat- 
slmlllano,  279,   17. 

Damiano  V.  Mantacheti  D.,  Moro  D. 

*  [Dandini)  vlceleg.  dl  Bologna ;  gli  h  tcritto  dal  card. 
Montalto  di  non  permettere  la  stampa  d.  Hi$t»ria 
d.  Ghirardacci  se  prlma  non  vi  sia  11  permetso  d. 
Senato  (an.  158S),  LI,   l-t,  /-««. 

Dandolo  Fantino  [Fantino  da  Ch  Dandoli]  veneziano, 
protonotarlo  apostolico;  entra  governatore  In  Bo- 
logna  ricevuto  con  grande  onore  (an.  1431),  30, 
47-49;  dopo  ia  messa  solenne  in  San  Pietro  arma 
cav.  Lulgi  Griffonl  (an.  1432),  31.  20-23;  ric,  3$; 
saputo  che  si  radunavano  a  Lugo  molte  milizie 
dublta  che  11  Vlsconti  voglia  assaiire  Bologna  e 
determina  di  mandare  ambasc.  a  Flrenze,  Venexia 
e  a  Roma  per  aiuto,  32,  1-3;  cf.,  31,  49;  pcr  con- 
siglio  d.  popolo  invla  goltanto  Tamb.  al  pp.  a  fine 
di  non  destare  sospetto  nel  Visconti,  32,  5-13;  per6 
il  suo  disegno  era  con  l'aiuto  d.  Veneiiani  e  d.  Fio- 
rentini  cacciare  i  Canetoii  e  ridurre  Bologna  III>era 
sotto  la  Chiesa,  13-15;  nei  tuo  pal.  ti  radunano  i 
Ventl  consigllerl  con  gli  Anzianl  e  i  Matsarl,  e 
vi  citano  Battista  Canetoli  e  Bonifacio  Zarabeccari, 
37-29;  suol  soldatl  scendono  In  Piazza,  30-31;  fa  l>an- 
dire  che  ognuno  posi  le  armi  pena  la  forca,  39-40: 
voiendo  disfarsi  d.  Canetoli  designa  introdurre  di 
nascosto  il  Gattamelata  coi  suoi  soidati  in  c.  per 
ia  port*  dl  Santo  Stefano,  33,  »-12;  fa  perri6  pren- 


[Dandolo  Fantino-Dolfi  Gabriele]        INDICE   ALFABETICO 


581 


dere  dal  suo  nipote  la  porta  di  Sanio  Stefano  e 
ordina  al  Gattamelata  di  venire  a  Bologna  (an. 
1433),  21-23;  ma  i  Canetoli  avutone  sentore  subito 
riprendono  la  porta,  23-26;  ristosi  scoperto  e  so- 
spettato  delega  la  sua  autorita  al  pod.  Stefano  Por- 
cari  e  col  vesc.  Delfino  Gozzadini  parte  per  Castel 
San  Pietro  e  quindi  per  Venezia,  29-33;  ric,  34-35. 

Danechino  V.  Danichino, 

Danichino  Raimokdo  \Raimondo  Danechino\  accompa- 
gna  ii  prlncipe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a 
prendervi  Ippollta  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an. 
1465),  187,  «. 

Damiele  V.  Scotti  D.\  v.  ancke   Giovanni  Daniele. 

Danible  da  Lodi  vesc.  di  Forli;  abita  nel  vescovado  di 
Bologna  e  consacra  la  cttiesa  di  san  Micliele  in 
Bosco  fuori  porta  San  Mamolo  (an.  14S5),  159, 
43-4t;  vi  dice  la  messa,  44-4S. 

Danielk  da  Treviso  V.   Scotti  Daniele. 

Danieli  Baccio  \Baccio  de'  Danielli]  contadino  bolo- 
;;nese;fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.  1454),  151,  16. 

Danimarca  (re)   [Datia]  v.  Cristiano  I  (1448-1481). 

Danimarca  (regina)  {regina  di  Datia\  giunge  in  Bo- 
logna  con  cinquanta  cavalii  diretta  a  Roma  (an, 
1488),  244,  46. 

Dardo  V.  Piodi  D. 

Daronte  V.  Pelacani  D. 

Datia  V.  Danimarca. 

"  Davia  marchesk  Francksco  senatore  bolognese;  vuole 
d.ire  alla  starapa  il  terzo  Vol.  della  Historia  d.  Ghi- 
rardacci  e  si  unisce  in  societ^  commerciale  con  al- 
cuni  cav.  di  Modena  (an.  1736),  LXXXIII,  11-14; 
ottenuta  una  copia  fedele  e  assai  corretta  d.  ms. 
1'afiida  alla  tipografia  Lucciiese  d.  fratelli  Venturini 
figli  di  Leonardo  suo  araico,  14-17;  entra  nell'im- 
presa  anche  11  march.  Alessandro  Florini  segretario 
d.  duca  di  Modena,  17-1»  „. 

Davxi)  V.  Passigli  D. 

....  Daviu  priore  generale  dell'Eremo  Camaldolese  di 
Bologna  unisce  al  detto  Eremo  ia  chiesa  di  santa 
Maria  di  Ravone  (an.  1451),   140,  19-30. 

DbLPINI  V.  Aiiiconti  0  Delfini. 

Deliino  \_Delphino\  V.  Atticonti  D.,  Goztadini  D.,  Per- 
gola  (Dalla)  D. 

Delfino  ui   Vienn.\   r.  Lnigi  XI  re  di  Francta. 

Delphino  V.  Delfino. 

Depositario  di  Bologna  V.  Bologna  (depositario). 

Dbrinenoth  (?)  (cASTELLo)  ric,  242,  39. 

Dkrratk  V.  Bologna  (pr»x%o  dclle  derraie). 

Desideri  Bernardino  [Bernardino  Desiderio]  ospita  Ni- 
C0I6  della  Rovere  lo  casa  sua  a  .San  Salvatore  (an. 
1506),  357,  14-lS;  h  dal  pp.  nominato  difensore  d. 
cambiatorl,  359,  SO;  e  multato  in  clnquecento  ducati 
per  la  ricostruzione  d.  pal.  Marescottl  (an.  1508), 
389,  7. 

I3IISIUBRI  GiROLAMo  [Gironimo  Desideri]  h  d.  Venti  d. 
popolo  pcl  quartiere  di  porta  Stieri  (an.  1506),  352, 
4-5. 

DE.SIOERI  Leonardo  impresta  al  coni.  di  Bologna  tre- 
cento  scudl  e  ne  diventa  tesoriere  (an.  1440),  62, 
20-21. 

Desiokri  Romanino  h  el.  degll  Anziani  di  Bologna 
(an.  1430),  17,  26,  2S. 

Desolo  V.  Dosolo. 


DiAMANTB  V.  Pepoli  D. 

"  [DlARIO  dklle  cose  piu  notabili    seguite  in  Bolo- 

GNA   COMINCIANDO  DALL'aNNO  I520  INSINO  A    TUTTO 

l'anno    1586]  descritto  da  me    Valerio    Rinieri  ric, 
XVII,  sS-6o„. 
"  Didot  Firmin,    Nouvelle  biographie  ginirale   ric,   X, 
a7-j3;  CXX,   18,  6  „. 

DiECl  Di  Balia  V.  Bologna  (magistrature). 

DlNA  GlROLAMO  [Gerontmo  della  Dina\  partecipa  alla 
congiura  ordita  dallo  Scappi  in  favore  d.  Bentivo- 
glio  (an.  1508),  380,  9;  e  multato  in  venticinque 
ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti,  386,  25 ; 
e  cit.  a  difendersi,  392,  39. 

DiNARfe  (1)  Cesare  V.  Nacei  Cesare. 

DlNO  V.  Merxari  D. 

DiOPBBO  da  Napoli  corre  contro  Carlo  Grati  che  tlene 
il  secondo  tavoliere  avanti  il  Pal.  d.  Signorl  nella 
giostra  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1487),  240,  46-48. 

DiOLA  (Da)  Pace  cit.  a  difendersi  (an.  1508),  392,  15, 

DlONlsio  V.  Castelli  D.,  Lucii  (De')  D.,  Ratta  (Dalla)  D. 

....  DlONisio  armigero;  corre  contro  Greco,  che  tiene 
il  terzo  tavolaccio  verso  i  banchl  d.  Piazza,  nella 
giostra  in  Bologna  per  le  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.  1487),  241,  6-7. 

DiOTiSALVi  V,  Neroni  D. 

....  DiOTiSALvi  da  Bergarao  {;  creato  dai  Veneziani  c«v. 
aurato  per  essere  entrato  d.  primi  in  Milano  (an. 
1447),   121,  18-20. 

DODicl  di  balia  V.  Bologna  (magistrature). 

DoDioi  Dl  PACE  V.  Bologna  (magistrature). 

"  DoLAUCi  Claudio  scrive  versi  laudativi  per  la  pub- 
blicazione  del  secondo  volurae  delV  Historia  di  Che- 
rubino  Ghirardacci  (an.   1657),  LXI,  10,  12  „. 

DoLCETTi  Dolcetto  figlio  di  Guglielmo,  207,  45 ;  ferisce 
mortalmente  Girolamo  GrifFoni  al  crocevla  d.  Gat- 
tamazza  vicino  a  Ferrara  (an.   1471),  44-45. 

Dolcbtti  Guolielmo  padre  di  Dolcetto,  207,  44-45. 

Dolcetto  V.  Dolcetti  D. 

"  DoLciNi  [Bartolomko]  De  vario  Bononiae  statu  ab  ea 
condita  usque  ad  annum  MDCXXV,  ric.  III,  14-15  ,. 

DoLCiNi  NicoLo  [Nicoli  Dnlcini\  v«  da  Alfonso  d'Este 
a  richiedergli  a  nome  d.  vesc.  e  di  Bologna  Cento 
e  la  Pieve  (an.  1 504),  330,  43-44 ;  nc  ha  risposta  ne- 
gativa,  44-46;  h  d.  Vcnti  d.  popolo  pel  quartiere  di 
porta  San  Pletro  (an.   1506),  352,  6-7. 

DoLFi  (famiglia)  "  fe  rappresentata  nei  Thtatro  moral* 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci  XXIV,  23,  24  „. 

DoLFl  Antonio  el.  dal  pp.  Giulio  II  Gonfaloniere  d. 
popolo  pel  quartiere  di  porta  San  Procolo  (an.  1506), 
359,  43.44. 

DoLFl  Floriano  {Floriano  di  Dolfo,  Friano  Dolfi\  dotto- 
re,  parla  dal  pergamo  nella  chlesa  dei  Servi  esortan- 
do  il  popolo  a  difendere  la  c.  e  i  Bentivoglio  contro 
11  Valentino  e  le  pretese  d.  pp.  (an.  1502),  316, 
36-41;  sua  risposta  al  pp.  che  gli  aveva  rimprove- 
rato  la  crudezza  d.  suo  discorso  contro  lul,  mentre 
erano  stati  cosi  cari  amicl  e  compagni  nello  Studlo, 
317,  1-7;  t  ed  fe  seppelllto  in  San  Petronlo  (an. 
1506),  343,  15-16. 

DoLFi  Francesco  \F.  Dolfo]  multato  in  miilecinque- 
centu  ducatl  per  il  rifaclmenfo  d.  pal.  Marescottl 
(an.   1508),  388,  10. 

DoLFi  Gabriblk  padre  di  Lorenzo,  185,  39;  f«  un  pre- 


582 


INDICE  ALFABETICO 


[DolA  Gabriele-DovadoU] 


•ente   alle    nmie  dl   Glullo   MalTenl    (an.    1464), 
184,  35. 

DOLK  GiovAMNi  [GiovaHm  <U  D0I/O,  Dolfoli\  strac- 
clalolo  e  cartalo;  k  el.  Gonfalonlere  per  porta  Ra- 
vegnana  dal  Senato  dl  Kologna  (an.  1438),  53,  W, 
3»-«0;  presta  al  com.  dl  Bologna  centodnquanta 
•cudl  e  ne  dlventa  teiorlere  (an.  1440),  62,   U. 

DoLFi  LoDOvlco  multato  In  duecento  ducati  per  11  rl- 
iaclmento  d.  pal.  Marescotti   (an.  1508),  387,  37. 

DOLFI  LoRKNzo  figlio  di  Gabrlele,  185,  3»;  parte  dl  Bolo 
gna  crociato  con  Achille  Malveal  (an.  1464),  185, 1«. 

DoLFi  LucA.  Dono  suo  e  d.  fratelU  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  149,  37-3$;  fa  un  preaente 
alle  nozze  di    Giulio   Malvezzi   (an.    1464),  184,  35. 

DoLPHiMI  V,  Dtlfini. 

DOMBMiCANB  (suork).  Vi  apparticne  suor  Giovanna  Bor- 
•elli  o  Albertucci,  178,  11-13;  la  quale  >  tumulat* 
alla  sua  t  nel  loro  cimitero  (an.  1461),  12. 

DoMBNiCANi  (frati)  V.  Predicatori  (frati). 

DOMBNICO  \Mengo,  MeHg-olo\  v.  Agostini  D.,  Arienti  D., 
Asfettati  D.,Bagarotti  D.,  Barbarolo  (Da)  D.,  Bran- 
eolini  D.,  Bisconti  D.,  Capranica  D.,  Cedropiano  {Di) 
D.,  Cura  (Dalla)  D.,  DallogUo  D.,  Dosi  D.,  Emricki 
D.,  Fabrucd  D.,  Garganelli  D.,  Gkirardacci  D.,  Gi- 
ralditu  D.,  Goniagni  D.,  Grimani  D.,  Itolani  D., 
Lanta  D.,  Lino  (Dal)  D.,  Odofredi  D.,  Pelacani 
D.,  Ranutti  D.,  Jiiecucei  D.,  Ritto  D.,  Todetcki  D., 
Vittani  D.,  v.  ancie  Baldassarre  di  Domenico. 

DOMBNlco  (san).  Ne  i  portato  In  processlone  il  capo 
con  le  altre  rellqule  per  le  vle  dl  Bologna  in  ral- 
legramento  d.  vittoria  contro  i  Turciii  (an.  1456), 
162,  40-44;  ric.  per  11  suo  aepolcro,  174,  33;  la  re- 
gina  di  Russia  ne  visita  in  grande  pompa  la  sepol- 
tura  in  Bologna  (an.  1472),  212,  34;  ne  i  portato 
a  Bologna  in  processione  II  capo  (an.  1474),  214,  33; 
ne  "k  visitato  11  corpo  da  Alfonso  duca  dl  Calabria 
(an.  14S4),  231,  18;  la  sua  sepoltura  in  Bologna  h 
termlnata  dailo  scultore  NicoI6  Dalmata  o  da  Bari 
(s.  a.),  284,  47-48;  11  card.  Bernardino  Carvajal  ne 
visita  II  sepolcro  (an.  1496),  291,  6;  la  sua  testa 
i  portata  in  processione  per  Bologna  con  le  altre 
reliquie  e  la  Madonna  dl  San  Luca  (an.  1505),  334, 
39-335,  1-5. 

DoMBNico  (Chibsa  di  San)  V.  Bologna  (Chiest),  Napoli 
(Chiese), 

DoMBNlCO  (VIA  DI  San)  V.  Bologna  (strade). 

DoMBNlco  (pra)  di  Albssanuria  d.  Servi,  predicatore 
facondissimo  e  molto  colto,  ric,  245,  35-37. 

....  DoMENico  figlio  dl  Andreolo,  contadino  bolognese; 
suo  dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454), 
151,  36. 

DOMKMico  OA  Bergaho  combatte  nel  torneo  in  Bolo- 
gna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Ni- 
C0I6  Rangoni  paladino  della  Sapienza:  e  ascritto 
alla  quarta  squadra  vestita  aII'Ungherese  (an.  1490), 
258,  34-36;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-18, 

DoMBNico  DA  BuDRio  padre  di  Bartolomeo,  184,  9. 

DoMBNlco  DA  Cesbna  partocipa  a  una  giostra  bandlta 
in  Bologna  da  Nicol6  Picclnlno  (an.  1443),  72,  1-3. 

DoMENico  DA  PisA  parteclpa  alla  congiura  ordita  da 
Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivogllo  (an.  1508), 
380,  10. 

DoMKNico  Maria  V.  Sampieri  D.  M. 


DoMRNlco  Maria  i>a  Pbrrara  eccellente  astrologo;  f 
di  male  mazzucco  avendo  preveduto  il  giorno  d.  aua 
t  (an.  1 504),  332,  45-46 ;  cf.,  341,  33-23;  k  •eppellito 
ali'Annunzlata  fuori  porta  San  Mamolo,  332,  «6-47 ; 
cf.,  341,  33. 

Donandula  V.  Dovadola. 

DoNATi  NicoLO  ambaac.  d.  Fiorentinl  a  Bologna;  con 
i  Slgnori  e  con  rambasc.  veneziano  al  rlduce  al 
Collegio  di  Spagna  dopo  l'ucclsione  d.  fratelli  Ma- 
rescottl  e  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1445),  104, 
4-8;  va  coi  algnori  In  Pal.  a  parlamento  per  dell- 
berare  sul  richiamo  in  c.  d.  gente  d'aniie  a  guardla 
d.  casteUi,    17-21. 

DONATO  [Donlt\  V.  Conti  D.,  Caiduno  (Da)  D. 

DONATO    (PORTA    DI   8TRAUA   .SaN)    V.    Bologna    (/Ort*). 

DoNDlNI    Bartolomeo   [Bartolonuo   di   Dondino]  conta- 

dino  bolognese;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per 

le  nozze  (an.   1354),  151,  15-16. 
DoNDiNi  Gasfarb   bolognesc;   h  d.  collegi   (an.  1505), 

339,  1,  7. 
....  DoNDUccio  Massaro  d.  Beccai;  con  altri  va  ambaac 

a  Flrenze  per  invitare  il  pp.  a  Bologna  (an.  1435), 

44,  2-15;  ne  torna,  16. 
DoNl  V.  Maria  (Hanta)  in  Doni. 
DoNlNO  (San)  V.  Donnino  (San). 
DoNNiNA  V.    Visconti  D. 
DoNNiNo   San   {San  Donino].  Giovanni  BentivogUo  vl 

desina  da  un  suo   dipendente    (an.  1497),  293,  6-7 ; 

vi  sl  ode  ii  suono  d.  campana  posta  sulla  torre  d. 

Bentivogllo,  6. 
....  Dono  calzolaio;  multato  in  centocinquanta  ducati 

per  il  rifacimenlo   d.   pal.    Marescotti  alla   cui  ro- 

vina  aveva  dato  mano  (an.  1508),  386,  46. 
DoRSANo(?)  (principe).   Un  suo    nipote   i    neiresercito 

di  Bartolomeo  d'Alviano  contro    1   Fiorentini   (an. 

1505),  337,  36. 
"  D08I  1  Alfonso]  storlco  bolognese  ric,  IV,  4, 5  ,. 
Dosi  Bartolombo  [Bartolomeo  Dosii]  zio  di  Domenico, 

392,  18;  e  confinato  con  il   figllo  perchi  amico  d. 

Bentivogllo  (an.  1507),  362,  33-34,  44;  cit.  a  dlfen- 

dersi  (an.  1508),  392,  18. 
Dosi  Carlo  [Carh  Dtwsi]   molto   timorato  e  plo;  co- 

struisce  in  Bologna  POspizio  di  santo  Ste&ino  per 

i  poveri  (s.  a.),  338,  47-48. 
Dosi  DoMKNlco  [Domenico  Dosii]  nipofe  di  Bartolomeo, 

392,  18;  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Gaspare 

Scappi  in  farore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  13; 

i  cit.  a  difendersi,  392,  19. 
Dosi  ViNCBNZo  [Vincento  di  Duoio]  i  dal  pp.  Giulio  II 

creato  Massaro  degli  Stracclaroli  (an.  1506),  360,  1; 

con  altri  quattro  compagni  denunzia  coloro  che  ave- 

vano  preso  parte  aila  rovlna  d.  pal.  Marescottl  (an. 

1508),  389,  12-13. 
DosoLO  [Duxtello,  DuosoW]  v.  Fantuzti  D.,  Ghtsilieri  D. 
Dosso  ric,  96,  I. 
Dottori  [Dal  Dottort]  sono  ruorusciti  di  Bologna  (an. 

1450),   134,  32-39. 
DoTTORi  Francesco  [Francesco  Del  Dottort]  i  inviato 

da  Giovanni   Bentivoglio    ad  accompagnare   a  Ri- 

mini  Raimondo  Malatesta   (an.  1485),  232,  »-9;  ne 

torna  con   l'esenzione   vlcendevole   d.   bollette   tra 

Rlmini  e  Boiogna,  9-11;  esce  dl  Bologna  coi   Ben- 

tivoglio  auoi  amici  (an.  1506),  348,  41,  50. 
Dovadola  [Donanduia]  casteUo  negii  Appennlni ;  se  ne 


[Dovadola-Enrico  Vll] 


INDICE  ALFABETICO 


583 


impadronisce  Bartolomeo  Colleoni  (an.  1467),  197, 
M;  in  seguito  alla  pace  e  restitiiito  al  Fiorentinl 
(an.  1468),   199,  33. 

DozzA  (marchesi  di)  V.  Campeggi. 

DozzA  (Da)  Agostino.  Con  i  fratelli  Matteo  e  Floriano 
uccide  nella  Mascareila  Francesco  Tebaldo  dalle 
Ruote  (an.  1461),  175,  20-22. 

DozzA  (Da)  Floriano.  Coi  fratelli  Matteo  e  Agostlno 
uccide  nella  Mascarella  Francesco  Tebaldo  dalle 
Ruote  (an.  1461),  175,  20-22;  ferisce  il  Gonfaloniere 
d.  popolo  Andrea  Bentivoglio  accorso  al  rumore  e 
fugge,  22-24 ;  il  bargello  non  riesce  a  trovarlo,  2«-25 ; 
il  Senato  fa  abbattere  la  sua  casa  e  bruciargli  in 
Plazza  gli  averi,  25-27;  fe  bandito  di  c.  e  d.  terrl- 
torio,  27-28. 

Dozza  (da)  Matteo  beccaio;  coi  fratelli  Agostino  e 
Floriano  uccide  Tebaldo  dalle  Ruote  nella  Masca- 
rella  (an.   1461),    175,  20-22. 

"  [Drusi  Sebastiano]  notaio;  e  ric.  un  suo  aito  in  data 
22  agosto  1SS9%  V,  27-29  „. 

Drusiana  V.  Sforza  D. 

DucA  Dl  BiscBOLlB  V.   Bisceglie  (duca  di). 

—  »1  Gravina  V.  Gravina  (duca  di). 

—  Dl  Nkmours  V.  Nemours  (duca  di). 

—  Dl  Nbpi  V.  Nefi   (duca  di). 
DUCHI  DI  Austrxa   V,  Austria  (duchi), 

—  1)1  Ferrara  V.  Ferrara  (ducht). 

—  Di  MlLANO  V.  Milano  (duchi). 

—  Dl  MODENA  V.  Modena  (duchi). 

—  01  Rbooio  V.  Reggio  (duchi). 

—  d'Urbino  V.   Urbino  (ducht), 
DUGIOLO  V.  Duglioli. 

DuGLioLi  Bartolomeo  \Bartolomeo  Dugiolo]  h  bandito 
di  Bologna  (an.   1430),   19,  26,  37-38. 

DUGLIOLI  F'rancesco  [Franettco  da  Dugliolo]  t  nell'as- 
talto  al  castello  dl  Galllera  (an.  1438),  52,  46-47. 

DuGLioLi  Pace  parteclpa  alla  congiura  in  favore  d. 
BentivogUo  (an.  1508),  380,  3. 

DuLCiNi  NicOLO  V.  Dotcini  N. 

Duodo  Cristoporo  i  inviato  ambasc.  d.  repubbllca  di 
Venczia  al  pp.;  passa  di  Bologna  (an.  1492),  268, 
49-50;  gll  vengono  Incontro  i  noblli  con  Giovanni 
Bentlvoglio,  269,  1-3;  con  i  colleghi  vlsita  gli  An- 
ziani,  2;  parte  accompagnato  dal  Bentivoglio  sino 
fuorl  d.  c,  3-4. 

Duosi  V.  Dosi. 

DuosoLo  V.  Dosolo. 

DuRAZzo  (Da)  Antonio.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
In  Bologna  dalla  Maglonc  al  Pal.  (an.  1506),  355, 
48;  356,  2. 

DuRAZzo  (Da)  Costantino.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
in  Bologna  dalla  Magione  al  Pal.  (an.  1506),  355, 
49;  356,  1-2;  col  nlpote  alloggia  in  casa  Ercolanl, 
357,  24-25. 

DosE  (Del)  Rinaldo  [Rainaldo  del  Duse\  accompagna 
il  principe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  pren- 
dervi  Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465), 
187,  45-46. 

Duzzello  ti.  Dosolo. 

Ebrei  [f/eirei]  di  Oriente;  mandano  un  leg.  al  Con- 
cilio  dl  Ferrara  (an.  1438),  50,  45;  h  impostu  dal 
pp.  a  quelli  che  ahitano  nel  luoi  statl  una  tassa 
d.  venti  per  cento  d.  loro  rendlte  per  l'lmpresa 
contro  i  Turclii  (an.  1464),  183,  2-3;  quelli  dl  Bo- 


logna  fanno   omaggio    a   Giulio   II   in  Piazza  con 
raml  d'olivo  e  cantando  salmi  in  ebraico  che  sono 
graditi  dal  pp.  (an.  1S06),  356,22-24;   "ric,  XCIV, 
36  „;  ne  h  chiesto  ai  Senato  di  Bologna  11  saccheg- 
gio  e  l'esiIio   da   Gaspare  Scappi  (an.  1508),  381, 
16-17. 
EccELLiNO  (torrk  dell')  V.   Uccellino  (torre  dell'). 
EccLissi  di  sole   della   durata   dl  tre  quarti  d'ora   (an. 
1448),  126,  4;  altro   ecclisse  (an.  1460),    174,  26-27; 
(an.  1489),  185,  9. 
EccLissi  dl  luna  (an.  1460),  174,  16-17;  altro,  IS-lf. 
Eoano  V.  Lambertini  E. 
Egitto   (sultano  dell')   [loidano  del   Cairo]   v.  Kait- 

Bdy  (1467-149S). 
Elena  V.  Martim  B. 
Eleonora  [LeoHOra\  v.  Beutivoglio  E. 
Eleonora  d'Aragona  [Leonora]  iiglia  d.  re  Ferdinando 
dl  Napoli,   si   reca   di   Francia  a  Ferrara  sposa   d. 
duca  Ercole  d'Este  (an.  1472),  211,  »-ll. 
[Eleonora   d'Aragona]   sorella  dl  Ferdinando  I  re  di 
Napoli ;  h  sposa  di  Marino  di  Marzano  prlncipe 
di  Rossano  e  madre  di  Maria  Camilla  (s.  a.),  215,  8-9. 
Eleonora  d'Aragona(!)  v.  Eleonora  di  Portogallo. 
[Elsonora   di   Portogallo   figlia   del   re    Edoardo] 
[figlia  del  re  di  Aragona!]    moglie    delPimp.   Fede- 
rico  V  h  incoronata  In  Roma  col  marito  (an.  1453), 
141,  29-30. 
Elettori   delPimpero;    dopo   la   morte    di    Alberto   V 
d'Austria   eleggono   imp.   Federico   duca  d'Austria 
(an.  1440),  60,  39-42:  eleggono  re  d.  Romani  Massi- 
miliano  d'Asburgo  (an.  1485;.  235,  26-27. 
Elisabetta  V.   Gonxaga  E.,  Malvexti  E.,   Otteni  E. 
Elisabetta  di  Lussemburgo  figlia  dl  Sigismondo  imp. 
e  moglie  di  Alberto  duca  d'Austria,  50,  17;  eredita 
alla  t  del  padre  i  suoi  regnl  (an.  1437),  16,  17. 
Eliseo  V.  Beraggi  E,,  Cignano  B.,   Mantacheti  B.,  Mam- 

molini  E,,   Orsi  B. 
....  Eliseo  segretarlo  di  Francesco  l'lcclnino;  i  da  lui 
mandato  a  Bologna  a  fare   uscire  di  Pal.  Cervato 
da  Caravagglo  e   il   cap.   Pletro    dal   Purgo  con   i 
provvisionati  d.  c  (an.  1443),  75,  22-25. 
[Elmi  Brancuccio]  pod.  di  Bologna  esamlna  e  pone  al 
tormento  Tommaso  Canetoli  colpevole  dl  complotto 
contro  la  c.  (an.  1440),  63,  31-32. 
Elmo  (castel  Sant')  [eastel  SanfBrmo]  v.  Napoli  (ca- 

itelli). 
Elne.h  (vesc.  di)  [  Vetcov»  Bliunse]  v,  Loris  (De)  Frait- 

ctsco. 
Elparensis  V.  Montelfaro. 
Eltedo  V.  Altedo. 
Emiua  V,  Marescotti  B. 
Emilio  V.  Marescotti  E,,  Montecalvi  E. 
EneA  V.  Piccolomini  E. 
Enoch  V.  Noi, 
Enoch  V,  Zaneart  Noi. 

Enoch  (Alberto  ui  Pietro  di)  r.  Zancari  Atborlo. 
Enoch  (Girolamo  di)  V,  Zaneari  G. 
Enoch  (Pietro  di)  V.  Zancari  P. 

Enricmi  DoMiiNico    [Domenico   ffenrighi]   parte  dl  Bo- 
logna   croclato    con    AchiUe   Malrezzi   (an.    1464), 
185,  40. 
Emrico  V.  Bottrigari  E. 

Enrico  VII  [Tudor]  re  di  Inohiltkrra.  Con  prlTlle- 
glo,  nel  quale  sl  nomlna  re  d'Inghilterra,  di  Fran- 


582 


INDICE  ALFABETICO 


[Dolfl  Gabriele-DovadoU] 


tente   alle    nosie  di   Glullo   Malrezzl    (an.    1464), 
184,  3S. 

Dotn  GiovAtiNi  [Giovanni  di  Dol/e,  Dolfoli\  strac- 
ciklolo  e  cartaio;  fc  el.  Gonfaloniere  per  porU  Ra- 
vegnan»  dal  Senato  dl  Bologna  (an,  1438),  53,  M, 
J9-40;  preita  al  com.  di  Bologna  centocinquanta 
•cudl  e  ne  dlventa  teioriere  (an.  1440),  62,  U. 

DoLFi  Louovico  multato  in  duecento  ducati  per  U  rl- 
ficlmento  d.  pal.  Mareicottl   (an.  1508),  387,  37. 

DoLFl  LoRKMzo  figlio  di  Gabrlele,  185,  3»;  parte  dl  Bolo 
gna  crociato  con  Achllle  Malvezzl  (an.  1464),  185, 1«, 

DoLFi  LucA.  Dono  luo  e  d.  fratelii  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  1454),  149,  37-3S;  fa  un  preiente 
alle  nozze  di    Giulio   Malvezzl   (an.    1464),  184,  35. 

DoLPHim  V.  Dtlfini. 

DOMBiriCANB  (suore).  Vi  appartiene  suor  Giovanna  Bor- 
selli  o  Albertucci,  178,  ll-U;  la  quale  i  tumulat* 
alla  lua  t  nel  loro  cimltero  (an.  1461),  12. 

DOMBNICANI  (pRATl)  V.  Predicatcri  (frati). 

DOMBNICO  \Mengo,  M«ngolo\  v.  Agostini  D.,  Arienti  D., 
Aipettati  D,,Bagarotti  D.,  Barharolo  (Da)  D.,  Bran- 
eelini  D.,  Bisconti  D.,  Capraniea  D.,  Cedropiano  (Di) 
D,,  Cura  (Dalla)  D.,  Dalloglio  D.,  Dosi  D.,  Emrichi 
D.,  Fabrucd  D.,  Garganelli  D.,  Ghirardacci  D.,  Gi- 
raldini  D.,  Gontagni  D.,  Grimani  D.,  tiolani  D., 
lMH»a  D.,  Lino  (Dal)  D.,  Odofredi  D.,  Pelacani 
D.,  Ranuzti  D.,  Riccucci  D.,  Ritto  D.,  Todetchi  D., 
Vittani  D.,  v.  anche  Baldassarre  di  Domenico. 

DoMBNlco  (san).  Ne  i  portato  In  processione  11  capo 
con  le  altre  rellquie  per  le  vle  dl  Bologna  In  ral- 
legramento  d.  vittoria  contro  i  Turchi  (an.  1456), 
162,  «0-«;  ric.  per  11  suo  sepolcro,  174,  33;  la  re- 
gina  di  Russia  ne  visita  In  grande  pompa  la  sepoi- 
tura  in  Bologna  (an.  1472),  212,  34;  ne  fe  portato 
a  Bologna  in  proceisione  11  capo  (an.  1474),  214,  32; 
ne  i  viiitato  11  corpo  da  Alfonso  duca  di  Calabria 
(an.  14S4),  231,  18;  la  aua  sepoltura  in  Bologna  h 
terminata  dallo  scultore  Nicol6  Dalmata  o  da  Bari 
(1.  a.),  284,  47-4  S;  11  card.  Bernardlno  Carvajal  ne 
visita  il  sepoicro  (an.  1496),  291,  6;  la  sua  testa 
k  portata  in  proccsslone  per  Bologna  con  le  altre 
reliqule  e  la  Madonna  di  San  Luca  (an.  1505),  334, 
39-335,  1-5. 

UoMENiCO  (Chiesa  di  San)  V.  Bologna  (Chiese),  Nafoli 
(Chiese), 

DoMBNico  (viA  Dl  San)  V.  Bologna  (strade). 

DoMENico  (fra)  di  Alessandria  d.  Servi,  predicatore 
facondinimo  e  molto  colto,  ric,  245,  35-37. 

....  DoMBNico  figlio  di  Andreolo,  contadino  bolognese; 
suo  dono  a  Sante  Bentlvogllo  per  le  nozze  (an.  1454), 
151,  36. 

DoMBNico  DA  Bergamo  combatte  nel  torneo  in  Bolo- 
gna,  tenutosl  per  definire  se  la  Saplenza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Ni- 
C0I6  Rangoni  paladino  della  Sapienza:  e  ascritto 
alla  quarta  squadra  vestita  all'Ungherese  (an.  1490), 
258,  34-36;  il  suo  partlto  soccombe,  262,  17-1», 

DoMENico  DA  Budrio  padre  di  Bartoloroeo,  184,  f. 

DoMBNlco  DA  Cesbna  partecipa  a  una  giostra  bandita 
in  Bologna  da  Nlcol6  Plcclnino  (an.  1442),  72,  1-2. 

DoMBNico  da  Pisa  partecipa  alla  congiura  ordita  da 
Gaspare  Scappl  in  favore  d.  Bentivogllo  (an.  1508), 
380,  10. 

DoMKNico  Maria  V,  Samfieri  D.  M, 


UoMBNico  Maria  da  Fbrrara  eccellente  astrulogo;  f 
di  male  mazzucco  avendo  preveduto  il  giomo  d.  lua 
t  (an.  1504),  332,  45-46;  cf.,  341,  23-23;  i  leppellito 
aII'Annunziata  f uori  porta  San  Mamolo,  332,  46-47 ; 
cf.,  341,  23. 

DoNANDULA  V.  Dovodola. 

DoNATi  Nicol6  ambaic.  d.  Fiorentini  a  Bologna;  con 
i  Slgnori  e  con  1'ambaic.  veneziano  li  riduce  ai 
Collegio  di  Spagna  dopo  1'ucclsione  d.  fratelli  Ma- 
retcottl  e  di  Annibale  Bentlvoglio  (an.  1445),  104, 
4-8;  va  coi  lignori  in  Pal.  a  parlamento  per  dell- 
berare  sul  richiamo  in  c.  d.  gente  d'am)e  a  guardia 
d.  castelU,    17-21. 

DONATO  [Donit\  V.  Conti  D,,  Calduno  (Da)  D. 

DONATO    (PORTA    DI   STRADA   .SaM)    V.    Bologna    (pOTte). 

DoNoiNI    Bartolomeo   \Bartolonue   di   Dondino]  conta- 

dino  bolognese;  luo  dono  a  Sante  Bentivogllo  per 

le  nozze  (an.   1354),  151,  15-16. 
DONDiNi  Gasfarb   bolognese;   i   d.  coUegl   (an.  1505), 

339,  1,  7. 
....  DoNDUccio  Maisaro  d.  Beccai;  con  altri  va  ambasc 

a  Flrenze  per  inritare  il  pp.  a  Bologna  (an.  1435), 

44,  2-15;  ne  torna,  16. 
DoNl  V.  Maria  (Santa)  in  Doni. 
DoNlNO  (San)  V.  Donnino  (San), 
DoNWiNA  V.    Visconti  D. 
DoNNlNo   San   [San  Donino].  Giovanni  BentivogUo  vl 

desina  da  un  suo   dipendente    (an,  1497),  293,  »-7; 

vi  si  ode  ii  suono  d.  campana  posta  suiia  torre  d. 

Bentivogllo,  6. 
....  DoNo  calzolaio;  multato  in  centocinquanta  ducati 

per  ii  rifacimento   d.   pal.    Marescotti  alla  cui  ro- 

vina  aveva  dato  mano  (an.  1508),  386,  46. 
Dorsano(?)  (principb).   Un  suo    nipote   i    neiresercito 

di  Bartolomeo  d'Alviano  contro    i   Fiorentinl   (an. 

1505),  337,  36. 
"  Dosi  IAlfonso]  storico  boiognese  ric,  IV,  4,5,. 
Dosi  Bartolomeo  [Bartolomee  Dosii]  zio  di  Domenlco, 

392,  18;  e   confinato  con  il   figlio  perchi  amico  d. 

Bentivoglio  (an.  1507),  362,  33-34,  44;  cit.  a  dlfen- 

dersi  (an.  150S),  392,  it. 
Dosi  Carlo  [Carlo  Dnosi]   molto   timorato  e  pio;  co- 

struisce  in  Bologna  l'Ospizlo  di  santo  Stefano  pcr 

1  poverj  (s.  a.),  338,  47-48. 
Dosi  Dombnico  [Domenico  Desii]  nlpofe  di  Bartolomeo, 

392,  18;  parteclpa  alla  congiura  ordita  da  Gaspare 

Scappi  In  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  IJ ; 

4  clt.  a  difendersi,  392,  1». 
Dosi  ViNCKNZo  [Vincente  di  Dueso]  i  dal  pp.  GiuUo  II 

creato  Massaro  degli  Stracciaroli  (an.  1506).  360,  1; 

con  altri  quattro  corapagni  denunzia  coloro  che  ave- 

vano  preso  parte  alla  rovina  d.  pal.  Marescotti  (an. 

1508),  389,  12-13. 
Dosolo  [Duxtello,  Duose/o]  v.  Fantuzti  D.,  Gkisilieri  D, 
Dosso  ric,  96,  1. 
DoTTORi  [Dal  Dettore]  sono  fuorusciti  di  Rologna  (an. 

1450),  134,  32-39. 
DoTTORi  Francesco  [FraHcesco  Del  Dottore]  i  Inviato 

da  Giovanni   Bentivoglio    ad  accompagnare   a  Ri- 

mini  Ralmondo  Malatesta   (an.  1485),  232,  »-9;  ne 

torna  con   Pesenzione   ricendevole   d.   bollette   tra 

Rimlni  e  Bologna,  9-11;  esce  dl  Bologna  coi   Ben- 

tivoglio  suoi  amicl  (an.  1506),  348,  41,  50. 
Dovadola  [Donanduia]  casteUo  negli  Appennini ;  se  ne 


[Dovadola-Enrico  Vll] 


INDICE  ALFABETICO 


583 


impadronisce  Bartolomeo  Colleoni  (an.  1467),  197, 
M;  in  seguito  alla  pace  e  restitulto  al  Fiorentinl 
(an.  1468),   199,  33. 

DozzA  (aiarchesi  Dl)  V.  Campeggi. 

DozzA  (Da)  Agostino.  Con  i  fratelli  Matteo  e  Floriano 
uccide  nella  Mascarella  Francesco  Tebaldo  dalle 
Ruote  (an.  1461),  175,  20-22. 

DozzA  (Da)  Floriano.  Coi  fratelli  Matteo  e  Agostino 
uccide  nella  Mascarella  Francesco  Tebaldo  dalle 
Ruote  (an.  1461),  175,  30-32;  ferisce  il  Gonfaloniere 
d.  popolo  Andrea  Bentivoglio  accorso  al  rumore  e 
fugge,  22-24 ;  il  bargello  non  rlesce  a  trovarlo,  24-25 ; 
il  Senato  fa  abbattere  la  sua  casa  e  bruciargll  in 
Piazza  gli  averi,  35-27;  &  bandito  di  c.  e  d.  terri- 
torio,  27-38. 

OozzA  (da)  Matteo  beccaio;  coi  fratelli  Agostino  e 
Flortano  uccide  Tebaldo  dalle  Ruote  nella  Masca- 
rella  (an.  1461),    175,  20-22. 

"  [Drusi  SkbastianoJ  notaio;  e  ric.  un  suo  alto  in  data 
22  agosto  ISS9>  V,  i7-29  n- 

Drusiana  V.  Sforza  D. 

Duca  di  Biscboub  V.   Biseeglie  (duca  di). 

—  DI  Gravina  V.   Gravina  {duca  di), 

—  oi  Nkmours  V.  Nemours  (duca  d{). 

—  DI  Nepi  V.  Nepi    (duca  di). 
DUCHI  Dl  Aostria   V,  Austria  (ducii). 

—  1)1  Ferrara  V.  Ferrara  (ducht). 

—  Dl  M11.ANO  V.  Milano  (duchi). 

—  Dl  MooENA  V.  Modena  (duchi). 

—  DI  Regoio  V.  Reggio  (duchi). 

—  d'Urbino  V.   Urbino  (duchi). 
DuGloLo  V.  Duglioli. 

DuGLioLi  Bartolomeo  [Barioiomeo  Dugiolo]  h  bandito 
di  Bologna  (an.   1430),   19,  26,  37-3». 

DuGLioLi  Francesco  [Franetico  da  Dugliolo\  t  nelPas- 
lalto  al  castello  di  Galllera  (an.  1438),  52,  46-47. 

DuGHOLi  Pace  partecipa  alla  congiura  in  favore  d. 
Bentivogllo  (an.  1508),  380,  3. 

DuLciNl  NicOLo  V.  Dolcini  N. 

DuoDO  Cristoforo  4  inviato  ambasc.  d.  repubbllca  di 
Venezia  al  pp.;  passa  di  Bologna  (an.  1493),  268, 
49-50;  gli  vengono  Incontro  i  noblll  con  Giovanni 
Bentlvoglio,  269,  1-3;  con  i  colleglil  vtsita  gll  An- 
ziani,  2;  parte  accompagnato  dal  Bentivoglio  sino 
fuorl  d.  c,  3-4. 

Duosi  V.  Dosi. 

DuosoLo  V.  Dosolo. 

DuRAZzo  (Da)  Antonio.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
la  Bologna  dalla  Maglonc  al  Pal.  (an.  1506),  355, 
48;  356,  3. 

DuRAZzo  (Da)  Costantino.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
In  Bologna  dalla  Maglone  al  Pal.  (an,  1506),  355, 
495  356,  1-3;  col  nipote  alloggia   In  casa  Ercolanl, 

357,    24-25. 

DosE  (Del)  Rinaldo  [Rainaldo  del  Duie\  accompagna 
il  prlncipe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  pren- 
dervi  Ippollta  Sforza  sposa  d!  Alfonso  (an.  1465), 
187,  45-46. 

Duzzello  V,  Dosolo. 

Ebrei  [Hebrei\  di  Oriente;  mandano  un  leg.  al  Con- 
cllio  dl  Ferrara  (an.  1438),  50,  45;  4  impostu  dal 
pp.  a  quelll  che  ahitano  nei  luol  statl  una  tassa 
d.  ventl  per  cento  d.  loro  rendlte  per  1'lmpresa 
contro  i  TurcJil  (an.  1464),  183,  2-3;  quelli  dl  Bo- 


logna  fanno   omaggio    a   Giulio   II   in  Piazza  con 
rami  d'ollvo  e  cantando  salml  in  ebraico  che  sono 
graditi  dal  pp.  (an.  1506),  356,  33-34 ;   *  ric,  XCIV, 
36  „•,  ne  h  chiesto  al  Senato  di  Bologna  il  saccheg- 
gio  e  l'esilIo   da   Gaspare   Scappi  (an.  1508),   381, 
16-17. 
EccELLiNO  (torre  dell')  V.   UccelUno  (torre  detl'). 
EccLissi  di  sole   della   durata   di  tre  quarti  d'ora   (an. 
1448),  126,  4;  altro   ecclisse  (an.  1460),    174,  36-37; 
(an.  1489),  185,  9. 
EccLissi  di  luna  (an.  1460),  174,  16-17;  altro,  1(-19. 
EoANO  V.  Lambertini  E. 
Egitto   (sultano   dell')   [soidano  del   Cairo\   v.  Kait- 

Bdy  (1467-149S). 
Elena  V.  Martini  B, 
Eleonora  [Leonora]  v.  Bentivoglio  E. 
Eleonora  d'Aragona  [Leoitora]  figlia  d.  re  Ferdinando 
di  Napoli,   si   reca   di   Francia  a  Ferrara  sposa   d. 
duca  Ercole  d'Este  (an.  1473),  211,  »-ll. 
[Eleonora   d'Aragona]   sorella  di  Ferdinando  I  re  di 
Napoli ;  h  sposa  di  Marino  di  Marzano  principe 
di  Rossano  e  madre  di  Maria  Camilla  (s.  a.),  215,  8-9. 
Elbonora  d'Aragona(!)  v.  Eleonora  di  Portogallo. 
[Eleonora   di   Portogallo   figlia   uel   re    Edoardo] 
[figlia  del  re  di  Aragona!\    moglie    delPimp.   Fede- 
rico  V  h  incoronata  In  Roma  col  marito  («n.  1452), 
141,  39-30. 
Elettori   delI'impero;    dopo   la   morte    di    Alberto   V 
d'Austria   eleggono   imp.   Federico   duca  d'Austria 
(an.  1440),  60,  39-42;  eleggono  re  d.  Romanl  Massi- 
miliano  d'Asburgo  (an.  1485;,  235,  36-37. 
Elisabetta  V.   Gonzaga  E,,  Malvexti  E,,   Ottoni  E. 
Elisabetta  di  Lussemburgo  figlla  dl  Sigismondo  imp. 
e  moglie  di  Alberto  duca  d'AustrIa,  50,  17;  eredita 
alla  t  '1^1  padre  i  suoi  regnl  (an,  1437),  16,  17. 
Eliseo  V.  Beraggi  E.,  Cignano  E.,   Mantacheti  E.,  Mam- 

molini  E.,   Orst  E. 
....  Eliseo  segretarlo  di  Francesco  Piccinino;  4  da  lui 
mandato  a  Bologna  a  fare   uscire  di  Pal.  Cervato 
da  Caravagglo  e   II   cap.   Pletro    dal   Purgo  con   i 
provvisionati  d.  c  (an.  1443),  75,  33-35. 
[Elmi  Brancuccio]  pod.  di  Bologna  esamlna  e  pone  al 
tormento  Tommaso  Canetoli  colpevole  dl  complotto 
contro  la  c.  (an.  1440),  63,  31-33. 
Elmo  (castel  Sant')  [eastel  Sant'Ermo\  v.  Nafoli  (ca- 

stelli), 
Elnen  (vbsc.  Di)  [  Veicovo  Elmense]  v.  Loris  (De)  Fran- 

cesco, 
Elparensis  V.  Montelfaro. 
Eltedo  V.  Altedo. 
Emiua  V,  Marescotti  B. 
Emilio  V.  Marescotti  E.,  MonteetiJvi  E, 
Enea  V,  Piceolomini  E. 
Enoch  V.  Noi, 
Enoch  V,  Zaneari  Noi. 

Enoch  (Alberto  di  Pietro  Di)  V.  Zancari  Albtrto. 
Enoch  (Girolamo  di)  V,  Zaneari  G. 
Enoch  (Pietro  di)  V.  Zancari  P. 

Enrichi  Domenico    [Domenico   Henrighi]   parte  dl  Bo- 
logna   crociato    con    Achllle   Malvezzl   (an.    1464), 
185,  40. 
Enrico  V.  Bottrigari  E. 

Enrico  VII  [Tudor)  rk  di  Inghiltkrra.  Con  prlrlle- 
glo,  nel  quale  sl  nomlna  re  d'InghilterrA,  di  Fran- 


584 


INDICE   ALFABETICO  [Enrico  VII-Ermo  (casttl  &im/')\ 


cU  e  (Ignore  dl  Spagna,  crea  car.  aurato  11  dottore 
bolognete  Vlncenzo  Paleottl,  lo  ta.  luo  famlgllare, 
conatgUere  e  commensale  con  gli  emolumentie  onorl 
di  tal  grado  qualora  li  renda  alla  lua  corte;  gil 
concede  autorlti  di  trattare  te  coie  d.  luo  Regno 
in  Italia  e  ovunque  sl  trovi;  eitende  la  facolti  dl 
portare  le  lue  arral  anche  al  dlicendentl  d.  pred. 
(an.  1487),  242,  5-31 ;  cf.,  295,  31-37 ;  manda  nn  messo 
al  pp.  per  la  pace  tra  il  rc  di  Francla  e  U  re  di 
Spagna  (an.  1504),  331,  6-1;  ric.  per  Cristororo  Bain- 
brldge  luo  oratore,  356,  n-30. 
(BiTRlco  u'Aragona]  [maastt-o  dell^ordine  di  san  Cia- 
como  di  Galitia\  i  fatto  prigionlero  dai  Genoveii 
nel  golfo  dt  Gaeta  con  11  re  di  Aragona,  1'Infante 
e  altrl  penonaggi  (an.  1435),  42,  «-12;  h  mandato 
a  Milano,  13;  i  liberato  dal  duca  Viicontl,  13-15. 
Enrico  D'ARA<iONA  uucA  Di  Calabria  \don  Arrifi-o]  figlio 
d.  re  dl  Napoll,  194,  7-»;  padre  di  Trlstano,  »;  h 
cap.  neireierclto  d.  Lega  airidlce  (an.  1467),  7-S. 
ENRiaiiBTTi   Zaccaria   icrive  venl  lattni  In  onore   di 

Lodortco  Mareicotti  (an.  1459),  172,  9-15. 
Enza  (fiume)  [LeHza].  l'olidoro  Sforza  vl  si  reca  incon- 
tro  a  Glovannl  Bentivogiio  (an.    1471),  206,  «6-«7. 
Enzo  rb  [Heitricus  rex]  rlc,  45,  36;  sua  storia  narrata 
In  succinto  nelfcpigrafe  fatta  apporre  In  San  Do- 
menico   dal  Gon&Uoniere   Aidrovandi   sopra  11  suo 
sepolcro  restaurato    (an.    1491)»   264,   7-33;  sua  in- 
segna,  34. 
"  Episodio  (Un)  della  Stojua  di  Bolouna  nbll'opera 
Di  frate  Chsrubimo  Ghirardacci  per  cura  di  Al- 
bano  Sorbelil  (an.  1915),  X.XVII,  31-34,. 
Ercolani  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel   Theatro  mo- 
rale   de'    moderm    ingegni   d.    Ghirardacci,    XXIV, 
32-34  „ ;   nella   loro   casa   alloggiano  Costantino   da 
Dnrazzo  e  il  nipote  (an.  1506),  357,  24-25. 
Ercolani    Bartolombo   dottore   e  lettore  in  Bologna; 
i  creato  capo  d.  tribunl  d.   plebe   (an.  1454),    144, 
21-22;  dlviene   lettore   nello  Studio    di    Ferrara  con 
onorevole  stipendio  [s.   a.],   22-23;  suoi  scrittl  ine- 
diti,   33-24;   suo   doiio  a   Sante   Bentivogiio   per  le 
nozze,  149,  25-26;  ti  ed  h  sepolto  in  San  Domenico 
(an.  1469),  201,  23-24. 
"  Ercolani  Gaspark.  Sua  poeaia  gratulatoria  nel  primo 
Tol.   ddl' Historia   di  Bologna   d.    Ghirardacci    (an. 
1596),  Lir,  19-22,. 
Ercolani  Giacomo  [  Giacomo  Breolano']  multato  in  milie 
ducatl   per   il   rlfiiclmento   d.   pal.    Marescotti   (an. 
1508),  388,  30. 
Ercolaki  Nicolo  dl   Faenza;  dottore  di  legge;  va  ad 
abitare  in  Bologna  col  fratello  Paolo  (an.  1436),  49, 
19-20;  gli  h  data  la  cittadinanza  bolognese,  20-21. 
Ercolani  Paolo   di   Faenza;    viene  ad  abltare  in   Bo- 
logna  col  fratello   Nicol6   (an.    1436),   49,  19-20;  e 
fatto  cittadino  bolognese,  20. 
....  Ercolano  combatte  nel   torneo  in  Bologna   tenu- 
tosl  per  definire  se  la  Sapienza  o   la  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  Nicol6  Ran- 
goni   paladino   d.   Sapienza;   %   ascritto   alla   sesta 
squadra  vestita  alla  moreica  (an.  1490),  258,  40-42; 
la  sua  parte  soggiace,  262,  17-lS. 
Ercolb   [Hercole,    Hercolesse]   v.   Ben/ivoglio   B.,  Btso- 
gniia  B.,  Bolognetti  B.,  Borgognimi  E.,  Bugatti  B., 
Este  (D>)  E„  Fantunzi  B.,   Ftlicini  E.,    Gmlotli   B., 
Gnaine  (DaHe)  B.,  Lancie  {Dalle)  B.,  Malvexxi  E., 


Maranini  E.,  Navt  (Dalln)  t..,  J'aitroni  B.,  Pmit  &, 
Rofitni  B.,  Sampieri  B. 

....  Ercolk  \ErcoltMe\  plttore ;  fa  il  ritratto  di  Pietro 
Antonlo  un  ladro  Impiccato  che  li  lalra  per  mlra- 
colo  dl  san  Nicol6  da  Tolentlno  (an.  1505)1  '^7,  15. 

....  Eroolb  orrro  il  Carpksano  implicato  nella  con- 
glura  d.  Malrezzi  contro  il  BentlvogUo  in  Bologoa 
h  iraplccato  al  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an  1488), 
251,  39.40. 

Ercolk  Antonio  t>.  Samfieri  E.  A. 

Erkmitani  01  sant'Aoostino  o  Aoostiniahi  (prati)  > 
ioro  costumi  di  fare  la  profitsione  nel  comtnto  d. 
/oro  e.,  '  XII,  1-3,;  "notlzle  iraportanU  deirordlne 
si  trovano  nel  mi,  d.  Ghlrardacci  intitolato  Lihro 
economico,  XXX,  3S-39  „ ;  lul  loro  lagrato  in  Bologna 
conrengono  armati  Egano  Lambertini,  Caatruccio 
da  Panico,  Andrea  Albertucci,  Giovanni  Bianchetti, 
Giovannl  dalle  Calze  (an.  1428),  6,  17-20;  cf.,  22; 
fra  Antonlo  della  Fornace  h  degli  Eremitanl  di 
San  Glacomo  in  Bologna  (an.  1428),  11,25-36;  Gio- 
ranni  da  Rimini  ne  h  generale  (an.  1432),  33,  16-17; 
ric,  59,  18-19;  agli  Eremltani  di  itrada  San  Do- 
nato  in  Bologna  h  regalato  in  libero  poiseiso  per- 
chh  ri  officino  l'oratorio  di  sanfAntonio  e  Ltzaro 
inalzato  in  Cento  da  Pietro  Oaelletti  (an.  1435), 
46, 31-36;  san  Nicola  da  Tolentino  tu  di  quest'ordlne, 
115,  47-48;  vi  appartiene  fra  Simonetta,  che  di  pai- 
saggio  a  Bologna  alloggia  nel  loro  convento  (an. 
1453),  144,  14-15,  e  il  teologo  fra  Paolo  da  Roma 
(an.  1455),  160,  36-.17 ;  sono  introdotti  dai  Mal- 
vezzi  a  officlare  nelle  chiese  di  loro  patronato  in 
Castelfranco  e  nel  Medesano  per  bolla  d.  leg.  card. 
Pietro  arcir.  di  Costantinopoli  (an.  1473),  213,  4-»;  h 
loro  dato  il  monaatero  di  Santa  Maria  della  Miie- 
ricordia,  fuori  porta  di  Strada  Castiglione,  dai 
monaci  di  Monte  OUveto,  44-45;  danno  principio 
con  il  consenio  di  Gioranni  Bentiroglio  e  di  Vir- 
gilio  Malvezzi  al  portico  di  San  Giacomo  In  Strada 
San  Donato  (an,  1477),  216,  31-33;  lopralntendono 
alla  pred.  fabbrica  il  generale  d.  loro  ordine  Am- 
brogio  da  Cora  e  il  priore  d.  convento  Gloranni 
de  Ripis,  33-35;  vanno  processionalmente  alPospe- 
dale  d.  Morte  a  prendervi  un  tal  Pietro  Antonlo 
ladro,  che,  impiccato,  erasi  salrato  per  miracoio  di 
san  Nlcola  da  Tolentino  (an.  1505),  336,  43-44;  iti- 
nerario  che  percorrono  con  il  pred.  sino  a  San 
Giacomo,  44-337,  I ;  quiri  gli  tolgono  dal  coilo  U 
capestro  e  lo  restono  d.  loro  abito  col  nome  di 
fra  Nicola,  1-4 ;  altre  cerimonie  che  compiono  per 
il  pred.,  4-9;  nella  loro  sagrestia  si  conserva  In  un 
libro  memoria  d.  pred.  miracolo  e  d.  speie  incon- 
trate  per  tale  fatto,  12-15 ;  "  Pietro  Montanarl  cede 
loro  un  podere  a  Volta  di  Reno  (an.  1558),  XIII, 
6-7,  /-»;  ne  h  priore  generale  fra  Gregorio  di  Mon- 
telparo  (an.  1583),  X,  25-27,. 

Eremitani  (PRATi)  di  san  Girolamo  in  Bologna:  h  loro 
data  dal  pp.  la  chiesa  di  sanfAnna  in  strada  San 
Mamolo  In  cambio  d.  chiesa  di  san  Cristoforo  ro- 
vinata  (on.   1454),  163,  21-24;  loro  abito,  24-26. 

Eremo  camaldolese  di  Bologna;  ri  h  unlta  la  chlesa  dl 
santa  Maria  dl  Ravone  dal  prlore  gen.  Darid  (an. 
1451),   140,   19-20. 

Ermks  r.  Beniivogiio  B.,  Sforta  B, 

Ermo  (castrI.  Sant')  V.  Blmo  (eastel  Sant'). 


[Ernesto  d'Austria-Este  (/)•)  Ercole]    INDICE  ALFABETICO 


585 


ERtfBSTo  DUCA  d'Austria  [HtTnes/o]  padre  dellUmp. 
Federlco,  60,  «0. 

EsDRA  (BiBBiA  Di)  conscrvata  in  Bologna,   ric,  231,  19. 

EsTE  (Da)  [duchi  di  Ferrara]  sl  imparentano  con  Gio- 
vanni  Bentivoglio  per  il  matrimonlo  di  Lucrezia 
con  Annibale  figlio  d.  pred.  [an.  1494],  354,  31;  la 
loro  arma  figura  suila  torre  d.  Bentivoglio,  372,  7. 

EsTE  (D')  Albbrto  fratello  d.  duca  di  Ferrara;  passa  dl 
Bologna  diretto  con  molti  altri  gentiluomini  a 
Napoli  per  comraissione  di  Eleonora  d'E8te  (an. 
1473)1  213,  24-39;  alloggia  nel  pal.  di  Giovannl  Ben- 
tivoglio,  29-30. 

EsTB  (D')  Alponso  figlio  di  Ercole,  263,  7;  268,  u; 
330,  17;  sposa  Anna  Sforza  sorella  dl  Giangaleazzo 
(an.  1491),  263,  11-12;  vengono  alle  sue  nozxe  Gio- 
vanni,  Annibale  e  Alessandro  Bentivoglio  con  rlcco 
seguito,  7-9;  passa  di  Bologna,  ospite  di  Giovanni 
Bentivoglio,  diretto  al  pp.,  in  Roma  con  cento- 
quaranta  cavalli  (an.  1492),  268,  40-42;  sposa  Lu- 
crezia  Borgia  (an.  ijoi),  309,  3-4;  cf.,  308,  47-48; 
la  pred.  gU  reca  in  dote  centomila  ducati  in  con- 
tanti  e  centomila  in  valori  piix  Cento  e  la  Pieve, 
309,  4-5;  diviene  duca  alla  f  d.  padre  (an.  1504), 
330,  17-lS;  rifiuta  a  Nicol6  Dolcini  e  al  vicario  d. 
vesc.  di  Bologna  dl  restituire  Cento  e  la  Pieve, 
43-46;  i  suoi  fratelli  Giulio  e  Fernando  congiurano 
di  ucclderlo  (an,  1506),  343,  24-28;  li  fa  prendere  e 
imprigionare,  28-29;  e  fa  impiccare  e  squartare  il 
conte  Alberto  Boschetti  e  Glierardo  Robertl  loro 
coraplici,  29-30;  fa  costruire  d.  ponti  sulla  Scol- 
teuna  perch^  vi  passino  i  Francesi  contro  Bologna, 
347,  10-11;  comralna  nei  suoi  stati  gravi  pene  a 
chi  aiuti  i  Bolognesi,  11-13;  si  reca  a  Rologna  a 
baciarc  il  plede  al  pp.  (an.  1507),  364,  26;  ric, 
370,  39;  i  confederato  con  Giulio  II  (an.  1508), 
378,  32-33;  acconsente  a  che  Cristoforo  Ariosti  sia 
arrestato  in  Cento,  390,  44 ;  aderisce  alla  lega  tra 
Massimlliano  imp.,  Giulio  II,  Luigi  XII,  Ferdinarido 
re  di  Aragona,  i  Fiorentini  e  il  march.  Gonzaga  con- 
tro  i  Veneziani  (an.  1509),  393,  20-27;  pretende  da 
questi  il  Polesine  dl  Rovigo,  36;  manda  al  pp.  in 
Bologna  centoclnquanta  cavalli,  395,  22-24. 

*  EsTB  (D')  Azzo  muove  contro  Nicol6  a  Ferrara  aiu- 
tato  dal  conte  da  Barbiano  (an,  1395),  LXV,  4-7; 
e  sconfitto  a  Porto  dal  Ferraresi,  Fiorentini  e  Bo- 
logncsi  e  fatto  prigionlero  dal  conte  Corrado 
d'Altenberg   con  Conselice  da   Barblano,  9-13  „. 

EsTB  (D')  Beatrice  figlla  d.  duca  Ercole,  sposa  Lodo- 
Tico  Sforza  (an.  1491),  263,  1-3;  f  di  parto  con  II 
figlio  (an.  1497),  292,  27-28;  epltaffio  latlno  sul  se- 
polcro  d.  figlio,  28-36;  dolore  di  Glovanni  lienti- 
voglio  per  la  sua  t>  37. 

EsTE  (D')  BoRso  \Bono\  Buoso\  figlio  iUegittimo  dl  Ni- 
C0I6  III,  71,  6;  succede  al  fratello  Leonello  (an. 
1450),  137,  7;  Ai.  grandi  feste  all'lniperatore  Fe- 
derlco,  che  lo  crea  duca  dl  Modena  e  Regglo  (an. 
1452),  40,  42-43;  Giovannl  Aurispa  e  Guurino  Gua- 
rinl  letteratl  insignl  sono  suoi  favorltl  (an.  1453), 
143,  39;  ric,  144,  23-24  ;crea  nobili  ferraresi  Achllle, 
Virgilio,  Lodovico,  Ercolc,  Pirro  e  Trollo  Mal- 
vezzl  (an.  1454),  145,  18-20;  suo  accordo  con  i  Bo- 
lognesi  per  franchigle  vi-iendevoli  nel  rispettivo 
territorio,  22-26;  k  Invitato  da  Sante  Bentivoglloalle 
sue  nozze,  147,  23-24;  suo  dono  al  pred.,  148,  39-40; 


fa  onore  a  Giacorao  Piccinlno  di  passaggio  a  Fer- 
rara  (an.  1455),  159,  16-17;  le  sue  sorelle  accompa- 
gnano  sino  a  Corticella  venticinque  suore  dirette  a 
Bologna  (an.  1456),  162,  27-29 ;  fa  cav.  aurato  il  bo- 
lognese  Antonio  Paltroni  pod.  di  Ferrara  (an.  1459)1 
166,  37-38;  rifiuta  Cento  e  la  Pieve  che  gli  si  erano 
offerti  (an.  1461),  175,  8-9;  per  riguardo  al  vesc,  cui 
appartenevano,  vi  manda  soccorsi,  9-10 ;  da  un  aiuto 
in  denaro  a  Giacomo  Plcclnino  (an.  1462),  179,  22-23; 
manda  il  fratello  Ercole  neIl'eserclto  di  Bartolomeo 
CoIIeoni  per  aiutare  i  Fiorentlni  fuorusciti  (an. 
1467),  193,  8-9;  nella  battaglia  alla  Mezzolara  rat- 
tiene  le  squadre  cho  non  disertino,  195,  15-16;  prov- 
vede  a  rifornire  il  campo  di  Federigo  da  Monte- 
feltro  alla  Molinella  per  mezzo  di  un  ponte  di  barche 
fatto  costruire  a  taie  scopo  dai  Veneziani  sul  Po, 
196,  20-21 ;  gli  sono  mandati  ambasc.  dal  Senato  dl 
Bologna  per  sentire  se  fosse  nemlco  o  amico  d.  Bo- 
lognesi,  36-38;  risponde  ai  pred.  non  essere  stato  raai 
loro  nemioo  benchfe  sia  amico  d.  Colleoni,  38-39;  che 
nella  guerra  fe  dalla  parte  a  loro  contraria  perchfc 
soldato  d.  Veneziani,  40-41,  raa  sempre  &  e  sari  loro 
amico,  41-42;  riceve  onorevolmente  I'imp.  in  Fer- 
rara  (an.  1468),  201,  2-3;  fa  bruciare  i  molini  della 
Galeazza  di   Guido   e    Galeazzo  Pepoli  (an.    1470), 

206,  19-20;  II  Senato  dl  Bologna  per  vendetta  gli 
fa  bruclare  case  al  Finale,  20-21 ;  la  guerra  non  si 
accende  per  interposlzione  dl  Galeazzo  Maria  Sforza, 
21-23;  si  reca  a  Roma  (an.  147 1),  207,  35;  h  molto 
onorato  dal  pp.  che  lo  crea  duca  dl  Ferrara,  35-36; 
torna  in  questa  c.  e  si  ammala,  42;  &  vlsitato  da  Gi- 
rolamo  Grilibni  inviato  dal  Senato  Bolognese,  42; 
t  208,  29;  cf.,  42;  gli  succede  il  fratello  Ercole,  29-30. 

EsTK  (D')  Elisonora  [Leonora]  si  ammala  (an.  1493),  273, 
31;  Giovanni  Bentlvoglio  manda  successlvaraente 
Cristoforo  Poggl  e  il  figlio  Annibale  a  prendernn 
notizia,  21-22;  ti  22-23. 

EsTK  (D')  Ercolb;  figllo  di  Nicol6  III  e  di  Riccarda 
dl  Saluzzo  moglie  d.  pred.,  72,  6-7 ;  padre  dl  AI- 
fonso,  263,7;  268,  44;  330,  17;  di  Ippolito  e  dl 
Ferdinando;  di  Sigismondo  e  Giulio  naturali,  18; 
di  Beatrlce,  263,  3;  di  Isabella,  255,  33;  alla  f  d. 
padre  i  dal  fratello  Lionello  confinato  nel  Napo- 
letano  essendo  ancora  minorenne  (an.  1442),  71, 
7-9;  per  denari  da  aiuto  ai  congiurati  contro  Picro 
de'  Medici  e  aduna  oirca  quindicimila  uomini  nel 
contado  di  Reggio  e  Modena,  con  i  quali  e  con  i 
cap.  Guido  Rangoni,  Gian  Francesco  della  Miran- 
doia,  il  Pio  e  il  Correggio  va  ai  confini  d.  Frlgnano 
(an.  1466),  192,  5-8;  h  raandato  con  molte  mllizie 
dal  fratello  Borso  a  Bartoloraeo  CoUeonl  in  favore 
d.  fuorusciti  Fiorentini  (an.  1467),  193,  8-9;  nella 
battaglia  alla  Mezzolara  gli  t  "o'*»  "  cavallo,  195, 
24 ;  salta  su  un  altro  e  contlnua  valorosamente  a 
combattere  slno  a  che  ferito  a  un  piede  h  costretto 
ad  abbandonare  11  campo,  34-39;  Glrolamo  Griffonl 
li  reca  a  Castelnuovo  a  colloquio  con  lul  (an,  1471), 

207,  43-44;  h  sospettato  dl  averlo  fatto  uccidere  al 
crocevia  d.  Gattamazza,  47-48  ;cf.,  45-4»;  succede  nella 
signorU  ai  fratello  Borso,  208,  29-31;  contrasto  col 
nipote  NicoI6  che  pretendeva  il  dominio  dl  Ferrara, 
31-32;  sl  fortifica  In  Castelnuovo  avcndo  Nlcol6  oc- 
cupato  il  Pal.,  32-33 ;  non  di  posa  al  pred.  che  fugge 
a  Mantova,  33-35 ;  riceve  ambasc.  d.  Senato  dl  Bo- 


586 


INDICE  ALFABETICO 


[Eate  (£)')  Ercole] 


logna  a  condolertt   d.   f  dl  Bono   e  a.  rallegraral 
eon   lul   deiracqulstata   tlgnorU,   41-43;   ti    inlmica 
eol  Bolognetl   per   una   quettione   dl   confinl,    209, 
n-15;   manda   a   rorlnare   un  tronco    dl   torre   tra 
Modena   e   Bologna   rlparato   dal    Bolognetl   quale 
loro  domlnio,  35-37;  udlto  che  I  Bologneii  averano 
quirl   innalzato   una   forte  battla  con    buonl  pre- 
sldl,  41-43,  riene  a  piti  mlte  contigllo  e  roanda  loro 
quale  ambasc.  Vincenzo  Paleotti  bolognese  e  iettore 
pubblico  a  Ferrara  perchi  ie  cote  tornino  nel  prl- 
ttino  ttato,  43-41,  ma  nun   l'ottiene,   4S-210,  i  ;  per 
tpuntarla  clroa  alla  bastla,  non  sentendoil  in  forza 
per  fare  guerra  ai  Bologneil,  rlcorre  airintcrrento 
d.  re    dl    Napoli   e  d.    Venezianl,   per6   senza   suc- 
cesso,  3-ia;  si  volgc  allora  al  pp.  da  cui  pure  non 
ottienc  nulla,  13-17;    prora    Infine  la  mediazione  d. 
duca  Sforza  e  per  suo  mezzo  ottlene  che  ia   bastla 
sia  rorinata,   ma   rimane   inteso  che  il   tronco   d. 
torrione  e  i  fondamenti  sono  d.    Bolognesi  i  quali 
hanno  facolti  dl  rialzare  la   torre  sino  a  trentasei 
braccla  e  porrl  in  alto  lo  stemma  di  Bologna,  16-25; 
suol  agentl  con  ambasc.  di  Bologna,  d.  duca  Sforza, 
d.  re  di   Napoli    ranno  al   Panaro   e   ri   stipulano 
11  contratto  d.  condizlonl  stabillte  tra  11  Senato  di 
Bologna  e  il  duca  Sforza  in  riguardo  al  detto  luogo, 
26-M;  conduce  di  Francia  a  Ferrara  la  sposa  Eleo- 
nora  d'Aragona  (an.  147»),  211,  9-10;  11  Senato  di 
Bologna  gli  manda  ambasc.  con  ricchl  presenti,  10-14; 
acconsente  al    matriraonio    d,   sua    figlia    naturale 
Lucrezia  di   otto   annl   con   Annlbale   Bentirogllo 
figlio  di  Gioranni  In  etik  di  nore  anni  (an.   1478), 
218,  31-33;  onora  gli   ambasc.   reniiti  a   sposare  ia 
fanciuUa  a  nome  di  Annlbale,  36-37;  crea  car.  Gi- 
rolamo  Ranucci   e   Bonifacio   Cattani,  27-3»;   fa  ai 
pred.  e  ai  loro  serri  ricchi  doni,  28-29;  dl    ritorno 
dalTaiuto   ai   Fiorentini   passa   di   Bologna   ore   h 
osplte  di  Gioranni  Bentiroglio,  219,  31-33 ;  festeg- 
gia  Annlbale  Hentivoglio  recatosi  a  Ferrara  a  visi- 
tare  la  sposa,  34-35;  ra  incontro  a  Gioranni    Ben- 
tlroglio    sino    alle    porte    di    Ferrara    arendo    gii 
mandato^fuori   d.  c.   molti  car.  incontro  al   pred. 
(an.  1479),  45-47;   dopo   cordlali   accoglienze   entra 
col    Bentiroglio  in  Ferrara,  220,  I ;  accompagna  11 
pred.  alia  sua  partenza  sino   a  un  miglio  dalla   c, 
3-4 ;  e  assoldato  con  ottomila  ducati  dl  provrisione 
dai  Fiorentlni   e   deve   passare   in   Toscana,   37-3»; 
vi  manda  le  sue  genti  d'arme,  40 ;  che  riunitesi  al- 
l'etercito   di   Giovannl   Bentlvoglio   vanno   a   Pisa 
dopo    arere   subito   forti   perdite   in   un'imboscata 
tesa    loro    da   Roberto    da    Sansererino,    40-42 ;    In- 
tieme  ai    collegati  fa    tregua  col  re  di    Napoll  (an. 
1480),   222,   29-31 ;   ra   incontro  a  Bianca   Bentiro- 
gllo  al   suo   giungcre   in   Ferrara   (an.    1481),  223, 
37:    gli    h   mossa   guerra   dai   Veneziani   cupidi   d. 
luol  statl  (an.  148J),  224,  33-34;  i  pred.  gli  Inviano 
contro   una  flotta   sul   I'o  comandata   da  Damiano 
Moro  e  un  grosso  esercito^sotto  il  comando  d.  San- 
sererino,   che  gli   occupa   clttA  e   castelii  nel    Fer- 
rarese,  34-35,  37-3»;   va   incontro    a  Giovanni   Ben- 
tivoglio  mosso  In  suo  aiuto  sino  aila  Torre  d.  Fosia, 
40-41 ;  si  reca  iniieme   ai   pred.  a   Codigoro,  41-43; 
partecipa  alla  lega  con  11  re  dl  Napoli,  11  dura   dl 
Mllano,  i  Bolognesi,  i   Fiorentinl  e  altri   aderentl, 
47-41 ;   ai   Veneziani  ostill   si   unisce   contro   lui   11 


pp.,  225,  >7-M;  l  suoi  alleati  sl  dltpongono  ad  ai- 
■aiire  Forn,  affinchi  il  pp.  latci  rla  llbera  all'eter- 
cito   Inrlatogli    in   aiuto   dat   re   dl   Napoll,   4a-4>: 
prende  parte  aila   dieta   d.   collegatl   In   Cremona 
(an.  1483),  226,  37 ;  approra  dl  muorere  guerra  al 
Venezlani  a  primarera,  30-33;  inroca  da  Gtorannl 
Bentlroglio  toccorso   di    rettoraglle,   41;  rlc,  228, 
7:  per  gti  accordi  d.    pace   concordata   tra  11   duca 
di  Mllano  e  i  Veneziani  perde  11  Poleslne   di   Ro- 
rigo  rimasto  al  pred.  e  gli  h  proiblto  di  fare  lale 
(an.   1484),  230,  47-4»;  h  malcontento  d.  pace,  231, 
3-4;  ordina  a  Battiita    Canonlcl  retc.  dl  Paenw  e 
luo  nunzlo  in  Mantora   di  creare,  in  tuo  nome  e 
con  tutti  gli  onori,  Giantrancesco  Aidrorandl  car. 
aurato  (an.  1485),  232,  43-44;  accompagna  a  Bologoa 
sua  figlla  Lucrezia  tposa  di  Annibaie  (an.  1487),  236, 
31-23;  alla  colazione  di  nozze  rlcere  in  preaente  un 
baclno  di   zucchero,   240,    19-30;   pasia  di   Bologna 
diretto  a  Roma  con  quattrocentocinqutnta  caralli, 
241,  46-47;  gll  rengono  Incontro  i  nobill  e  Glorannl 
Bentlroglio  d.  quale  e  ospite,  47-4»;  parte,  4»;  manda 
ambaic.    ai    Florentini    perrhi   rilascino    Gioranni 
Bentirogiio  condotto  dai  Faentini  prigioniero  a  Fi- 
renze  (an.  1488),  246,  50;  247,  1-3;  conrlene  al  parla- 
mento    indetto    In    Parma    dal    duca   .Sforza,    30-34; 
manda  ambasc.  a  Gioranni  Bentivogito  In  aegulto 
alla  congiura  d.   Mairezzi,  252,  35-36;  gll  h  inriato 
dal   Senato   di    Bologna  Alessandro    Volta  per  ac- 
cordare  gll   abitantl   di   Monte  Tortore,  a  lui  aog- 
getti,  con  queili  di  Serraraiie,  Vlgnoia  e  Rufiino  in 
giurisdizione    di  Boiogna,  i  quali   si    lagnavano    dl 
usurpazioni   in   loro   danno   (an.    1490),  262,  3»-39; 
ma  non  rietce  a  nulla,  39-40;  con  Sigismondo  e  iargo 
seguito   ra    a   passare   le   festc   di    Natale   al   Ben- 
tiroglio,    rilla    di    Giovanni    chc    onoratamente   11 
ospita  (an.  1491),  264,  33-36;  si  reca  quindi  con  il 
pred.  a  Boiogna,  fermandosi  a  desinare  a  San  Mi- 
chele  in  Bosco   ove   h   risitato   da  tutta  la  nobilti 
di  Bologna,  36-3»;  anche  in  c.  e  ospite  di  Gloranni, 
3»;  il  primo  deifanno  dopo  udita  la  messa  in  San 
Giacomo   crea  car.   aurato   Ermes   figlio  d.   Benti- 
roglio  e  gll    dona    una    collana    con    ricco    glolello 
(an.   1493),   40-43;  qulndi   in    Piazza    dalla   scalinata 
di  San  Petronio  asslste  allo  sfilare  d.  corteggio  per 
la  nuora  entrata  in  ufficio  d.    Anziani  e  Gonfalo- 
niere    di   giustizia,   che    ammira,    43-47;    toma   con 
Gioranni  al  Bentivoglio,  quindi  parte  per  Ferrara, 
47-48;  8l  reca  a  Roma  con  largo  seguito,  265,  3;  nel 
suo  passaggio  da   Bologna  h  ospitato  da  Giorannl 
Bentirogiio,  265,  37-40;  presiedeun  congresso 
di  principi  dTtaliatenutosl  in  Ferrara(an. 
1493),  272,  13-17;  e   arrertito  da    Lodovico  Sforza 
che   ha  dato   ordine  di   uccidere  il   Bentirogtio  al- 
1'entrare  a  mensa,  20-33;  non  osa  contraddire  1'ospl- 
te  potente,   ma   fa  parota   d.   detitto   imminente  al 
march.  dl  Mantora,  23-35;  gli  t  la  moglie  Eieono- 
ra,  23;  gli  h  mandato  dal  Senato  di  Bologna  a  con- 
dolersi  Alessandro  Volta,  23-34 :  anche  si  reca  pr.  dl 
lui  a  queito  scopo  Giovanni  Bentivogtio  con  Gio- 
raani    Manili  e   Carlo   Ingrati,   24-26;   Ingracdisce 
Ferrara  a  Nord  (an.  1495),  285,  16-17 ;  da  Milano,  ore 
areva  reso  omagglo  a  Luigi  XII,  torna  a  Ferrara  per 
acqua  sul  suo  Bucintoro  nei  quale  inrlta  gli  ambasc. 
bolognesi  e  Giorannl  Giordanl  (an.  1499),  298,  3-4 ; 


[Este  {D')  Ercole-Este  (/)')  Lucrezia]  INDICE   ALFABETICO 


587 


arma  car.  Alessandro  Pio  (an.  ijoi),  300,  20;  e  lo 
conferraa  signore  di  Sasauolo,  JO-21 ;  gli  fe  chiesto 
aiuto  da  Giovanni  Bentivoglio  contro  il  Valentino, 
303,  «0;  non  osa  concederlo  temendo  d.  rc  Luigi  XII, 
che  suppone  consenziente  alle  ostilitA  contro  Bo- 
logna,  i2-44  ;  anzl  proibisce  ai  sudditi  di  pigliare 
soldo  dai  Bolognesi,  44-45;  manda  Ippolito  a  Roma 
a  prendervi  Lucrezia  Borgia  m.  di  Alfonso,  308, 
44-47 ;  gli  sono  consegnati  da  un  messo  d.  pp.  Cento 
e  la  Pieve  dote  d.  pred.  (an.  1502),  311,  2-3:  cf., 
310,  44;  da  Alessandro  VI,  il  Valentino  e  i  Ben- 
tivoglio  i  chiamato  garante  deiraccordo  e  pace  tra 
i  pred.,  318,32-33;  cf.,  321,  43;  gli  e  chiesto  aiuto 
dal  re  di  Francia  (an.  1503),  323,  16;  arriva  a  Bo- 
logna  coi  card.  Rlario,  d'Amboise  e  d'Aragona,  324, 
34-3J;  parte  con  i  pred.,  34-J5;  essendo  poco  amico 
d.  Bolognesi,  quaranta  suol  balestrieri  sono  svali- 
giati  a  Castel  San  Pietro  da  balestrieri  di  Bolo- 
gna,  327,  35-36;  f  lasciando  erede  Alfonso  suo  figllo 
(an.  1504),  330,  17-18. 

EsTB  (D')  Fkrdinanuo  figlio  illegittimo  dl  Ercole,  330, 
18;  con  il  fratello  Giulio  e  con  il  conte  Alberto 
Boschetti  congiura  di  uccidere  i  fratellastri  Alfonso 
e  Ippolito  aspirando  alla  signoria  di  Ferrara  (an. 
1506),  343,  24-27;  scoperta  la  congiura  e  incarce- 
rato,   28-29. 

EsTB  (D')  Giuuo  figlio  illegittimo  di  Ercole,  330,  18;  con 
il  fratello  Ferdinando  e  con  11  conte  Alberto  Bo- 
schetti  congiura  di  uccidere  i  fratellastri  Alfonso 
e  Ippolito  per  vendicarsi  di  questo  (an,  1506),  343, 
24-28 ;  scoperta  la  congiura  h  incarcerato,  28-29. 

EsTB  (D')  Ippolito  [eardinale  di  Mantova;  monsignor 
da  Bste,  cardinale]  figlio  di  Ercole,  330,  18;  passa 
di  Bologna  con  duecento  cavalli  ed  i  ospite  d.  Ben- 
tlroglio  (an.  1497),  293,  24-36;  va  a  cena  dai  frati 
di  san  Domenlco,  26-27 ;  tlene  a  battesimo  per  il 
marchese  di  Mantova  con  Girolamo  Campeggi  un 
figlio  di  Alessandro  Bentivogllo  0  gH  mette  nome 
Sforza,  27-29;  parte  per  Roma,  29;  di  nuovo  passa 
di  Bologna  con  ricchissimo  e  numeroso  seguito 
diretto  a  Roma  a  prendervl  Lucrezla  Borgia  sposa 
di  Alfonso  (an.  1501),  308,  44-48;  h.  ospitato  con 
molto  onore  da  Giovanni  Bentlvoglio,  309,  5-7; 
parte  per  Roma  accompagnato  da  Annlbale  Ben- 
tivoglio  con  venti  cavalli,  7 ;  da  Roma  passa  di  Bo- 
logna  diretto  a  Ferrara  (an.  1503),  322,  18-19;  i 
ospitato  dal  cognato  Annibale  pred.  al  Casino,  19-20; 
permette  che  il  Valentino  ponga  il  suo  Indlrizzo 
su  alcunl  carriaggi  contenenti  oggetti  d.  Chiesa 
di  gran  valore  che  voleva  deposltare  In  Ferrara  come 
in  luogo  sicuro  (an.  1504),  329,  24-25;  cf.,  39-40; 
ma  I'inganno  i  scoperto  alla  dogana  di 
Bologna  e  gli  oggetti  trattenutl,  43-44;  i 
fratell!  Giulio  e  Ferdinando  conglurano  di  uccl- 
derlo  con  Aifunso,  ma  la  congiura  ^  scoperta  (an. 
1506),  343,  24-29;  In  segulto  al  bando  d.  pp.  che 
chiunque  spogll  e  perseguiti  i  fautorl  d.  Bentivoglio 
rimane  padrone  d.  bcni  loro  conquistatl  parte  di 
Ferrara  con  buon  numero  dl  gente  e  si  Impadro- 
niace  di  Sassuolo  e  Splllmberto  (an.  1507),  370, 
37-38;  cf.,  34-35;  quindi  perseguita  1  Bentivoglio  sino 
ai  confinl  d.  Ferrarese,  38-39;  ric,  376,  37;  manda 
cento  caralli  a  Bologna  In  servizio  d.  Chiesa  (an. 
1508),  384,  3-4;  passa  di    Bologna  diretto  alla   sua 


legazlone  nella  Marca  (an.  1509),  394,  33-3«;  allog- 
gia  nel  Pal.  con  il  leg.,  33. 

EsTK  (D')  IsABELLA  figlia  di  Ercole  e  sposa  a  Glan 
Francesco  Gonzaga  marchese  di  Mantova;  i  con- 
dotta  dal  marito  a  Mantova  (an.  1489),  255,  33-34  i 
reduce  di  Loreto  passa  di  Bologna  vestita  a  lutto 
per  la  f  d.  re  Ferdinando  (an.  1494),  276,  32-34;  le 
vengono  Incontro  1  Bentivoglio,  34;  i  ospite  di 
Giovanni,  34-35;  fc  condotta  da  Ginevra  Bentivo- 
gHo  a  messa  in  San  Petronio,  36-37 ;  assiste  dalle 
scale  d.  chiesa  airentrata  in  ufficio  d.  nuovo  Gon- 
f aloniere  di  Giustizia,  37-39 ;  visita  il  sepolcro  di  san 
Domenico,  la  chiesa  San  Domenico  e  i  filatoi,  che 
ammlra,  in  compagnia  di  Giovanni,  40-4! ;  parte 
di  Bologna,  42;  vi  passa  di  nuovo  recandosi  a  Fi- 
renze  a  visitare  la  chiesa  della  Santissima  Annun- 
zlata  (an.  1506),  343,  10-11;  alloggia  in  casa  di  Gio- 
vanni  Bentivoglio,  U. 

EsTB  (D')  LioNELLo  figlio  primogenito,  ma  illegittimo 
di  NicoI6,  47,  3«;  71,  5;  gli  fe  donato  dal  pp.  Lugo 
(an.  1436),  47,  33;  con  ie  genti  d'arme  accompagna 
Eugenio  IV  alla  sua  partenza  di  Ferrara  (an.  1439), 
56,  14-15;  alla  f  d.  padre  eredita  lo  Stato  (an. 
1441),  71,  7-8;  confina  i  due  fratelli  legittimi  nel 
Napoletano  (an.  1442),  1-9;  innalza  le  mura  di  Fer- 
rara  dalla  parte  d.  I'o  e  abbellisce  la  c,  9-10;  ambasc. 
d.  Bolognesi  vengoao  a  condolersi  con  lui  d.  t  d. 
padre  e  rallegrarsi  dell'ottenuta  signoria,  11-13;  tiene 
a  battesimo  Giovanni  II  figlio  di  Annibale  Benti- 
vogllo  (an.  1443),  74,  49;  sposa  Maria  figlia  d.  re 
Alfonso  di  Aragona  (an.  1444),  98,  9-10;  riceve  dal 
Senato  di  Bologna  un  ricco  dono  consegnatogli 
dagli  ambasc.  Giovanni  Lodovisi  e  Nicola  Ghisi- 
lardi,  10-14;  gli  fc  chiesto  dal  pp.  per  mezzo  di  Ni- 
cold  Amidano  da  Cremona  vesc.  di  Piacenza  aiuto 
pei  Bolognesi  (an.  1448),  126,  24-25;  non  ne  fa 
nulla,  25;  f  (»"•  1450)1  '37,  6;  gll  succede  il  fra- 
tello  Borso,  6-7. 

EsTB  (D')  LucREziA  naturale  di  Ercole  h  sposata  per 
procura  a  otto  anni  con  Annlbale  Bentivoglio  di 
nove  anni  (an.  1478),  218,  21-26;  e  visitata  a  I^^errara 
dallo  sposo,  219,  3.v36,  e  dal  suocero  che  te  fa  un 
ricco  dono  (an.  1479),  220,  2-3;  va  a  prendcrla  Anni- 
bale  per  condurla  seco  a  Bologna  (an.  1487),  236, 
14-15;  giunta  vicino  alla  c.  le  vengono  incontro 
molti  nobill  bolognesi  e  di  altre  parti,  21-35:  suo 
abito,  35-47 ;  le  reggono  le  rcdint  otto  giovani 
riccamente  vestiti  con  le  divise  d.  Bentivogllo  e 
con  l'insegna  di  Annibale  sul  petto,  37-47 ;  fc  accom- 
pagnata  da  Francesco  Gonzaga,  che  sl  fa  precedere 
da  una  squadra  di  stradiotti  vestiti  alla  turca,  237, 
1-3 ;  entra  in  c.  da  porta  di  Galliera  passando  prlma 
di  arrivare  al  pal.  Bentlvogllo  sotto  cinque  archl 
ognuno  d.  quali  con  un  emblema,  9-11;  i  lieta- 
mente  ricevuta  dal  suocerl,  16-18;  descrizione  d. 
sala  d.  convlto  di  nozzc  e  degll  attendenti  a  esso, 
18-238,  l-H;  descrizlone  d.  convito,  12-48;  alla  fine 
d.  quale  Lorenzo  Rossi  recita  un  epitalamio,  49-30; 
doni  presentatile  dai  convitati,  239,  1-22;  nella  co- 
laxlone  offerta  dal  suocero  rlceve  in  presente  un 
carro  trlonfalc  dl  zucchero,  240,  17;  accompagna 
il  marito  a  Mantova  per  le  noize  d.  march.  con 
la  lorella  Isabella  (an.  1490),  255,  35-36;  torna  a 
Bologna,  37;  riccamente  acconciata   rlceve  in  casa 


588 


INDICE  ALFABETICO  (Batt  (/>-)  Lucretia-Eugenio  IVJ 


la  nuova  cognata  Ippollta  Sturza  (aii.  1492)1  267, 
3-4 ;  accorapagna  al  Porto  la  cognata  Laura  diretta 
al  inarito  In  Mantova  (an.  1494),  275,  36-}7;  luo 
matrimonlo  ric,  353,  41-46;  dltperando  d.  rltorno 
d.  mau-ito  In  Bologna  ne  parte  con  le  figlie  Glne- 
rra,  Blanca,  t.eonora,  Iiabella  e  Camilla  (an.  1506), 
353,  45-46;  e  con  le  cognate  Lucrezia  e  Giacoma, 
46-47;  tutte  insieme  pastano  a  Mantora  acoompa- 
gnatevi  da  Giambattitta  Cattelll,  Vlncenzo  dalla 
Fara,  Priaino  Machiarelti  e  da  caraili  d.  marcli. 
Gonxaga,  48-SO. 

E.STB  (D')  Maria  V.  Aragona  (£>')  M. 

EsTB  (D')  NlCOLO  [marckese  <U  Ferrara,  duea  di  Ftrrara] 
padre  di  Ercole  e  Siglamondo  legittlmi,  71,  7 ;  e  dl 
Lionelio  e  I]orio  naturall,  6;  cf.,  47,  34 ;  "  tbigotti- 
sce  ai  propotito  di  Azzo  d'Este  di  entrare  in  Fer- 
rara  (an.  1395),  L.KV,  6-7 ;  chiede  aiuto  ai  Uolo- 
gnesi  e  ai  Fiorentini,  7-a;  con  i  pred.  astalc 
Azzo  a  Porta  e  lo  rince,  9-13;  paga  diecimiia 
ducati  d'oro  ognl  anno  ad  Astorre  Manfredi  per- 
chh  tenga  prigloniero  il  pred.,  caduto  in  sua  mano, 
LXV,  16-17  „  ;  e  incaricato  dai  Veneziani  di  opporsi 
nel  Modenese  al  pastaggio  d.  genti  d.  duca  di  Miiano 
daiia  Romagna  in  Lombardia  (1436),  3,  13-15;  im- 
peditce  aiie  pred.  di  traghettare  ii  Panaro,  18;  cf., 
35-37;  h  In  lega  coi  Fiorentlnl,  col  Veneziani,  con 
Gianfranceaco  Gonzaga,  con  Amedeo  VIII  di  Sa- 
voia  conlro  it  duca  di  Miiano,  4,  40-41;  si  offre  ar- 
bitro  nella  pace  tra  ii  pp.  e  l  Bolognesl  e  manda  a 
questt  Nicotd  Arioati  per  sapere  lo  stato  d.  cose 
(an.  1430),  22,  21-34;  il  Senato  accetta  ii  suo  inter- 
rento  e  gli  manda  a  intendcrsi  Romeo  Foscherari 
e  Giacomo  daile  Correggie,  34-38 ;  faltisce  net  suo 
proposito  per  finvidla  d.  duca  Fitippo  Maria  Vi- 
sconti,  39-31;  ric,  23,  7;  sl  reca  a  Bologna  a  osse- 
quiare  il  pp.  (an.  1436),  47,25-36;  alioggla  in  casa 
di  Girotamo  Boiognini,  36;  gli  sono  donati  dal  pp. 
i  cattelli  di  Lugo,  Massa  e  Zagonara,  26-27 ;  fa  pace 
c  lega  col  duca  di  Miiano  insieme  al  duca  di  Sa- 
roia,  ai  march.  di  Saluzzo,  di  Mantova,  di  Monfer- 
rato  e  ai  Fiorentinl  (an.  1440),  64,  36-37;  fa  regali 
ad  Annibale  Hentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1441), 
69,  6-7;  t  (*"•  144'))  7I<  1;  tascia  per  testamento 
che  gii  slano  fatti  funerali  sempiiclssimi  e  siano 
date  moite  elemosine  ai  poveri  di  Ferrara,  Modena 
e  Reggio,  1-5;  i  seppellito  in  Santa  Maria  degii  An- 
gcil,  3. 

EsTE  (D')  NicoLo  figiio  di  Lioneilo,  208,  2;  ha  un  col- 
loquio  con  Girotamo  GrifToni  (an.  1471),  207,  42-43; 
contrasta  alio  zio  Ercoie  ia  signoria  di  Ferrara  e 
si  fortifica  nei  suo  proprio  pal.,  208,  31-34 ;  tra- 
vagiiato  da  Ercole  fugge  a  Mantora  pr.  11  suo  zio 
materno,  34-35;  suo  errore,  35-37. 

EsTK  (D')  StGisMONuo  \Gismondo\  figllo  di  NIcol6  e  di 
Ricciarda  marchesana  di  Saluzzo,  71,  7;  atla  f  d. 
padre  essendo  ancor  minorenne  ^  dai  fratello  Lio- 
nello  confinato  nel  Napoletano  (an.  1443),  7-9;  ra  ad 
incontrare  at  Panaro  Gioranni  Bentivogllo  in  via 
per  Milano  e  lo  ospita  cot  seguito  a  Reggio  (an. 
1471),  206,  43-46;  passa  di  Boiogna  diretto  con  molti 
attri  gentituomini  a  NapoH  per  commtssione  di 
Eleonora  d'Este  (an.  1473),  213,  24-29;  attoggia  nel 
pal.  di  Giovanni  Bentiroglio,  29-30:  accorapagna  ii 
fratetlo  Ercole  a  passare  le  feste  nataiizie  at  Ben- 


tiroglio,  rilla  di  (iiovannl,  che  largamentc  li  otplta 
(an  1491),  261,  3»6;  quindl  ti  reca  con  11  pred.  a 
Bologna,  fermandosl  a  detlnare  a  San  Michele  in 
liotco,  36-39;  fabbrica  un  betilitimo  pal.  In  Ferrara 
(an.  1495),  285,  17-11. 

EsTK   (D')  SioUMOMUo  naturale  di  Ercole,  330,  II. 

Ektk  (I)')  Taddbo  h  condottiero  nell'etercito  d.  Cal- 
dora  (an.  1430),  20,  30,  23;  %  a  Castelfranco  contro  » 
Botogneai  (an.  1434),  39,  13-14  ;cap.  nelfeterclto  d. 
lega;  tcampa  con  la  fuga  alla  rotta  inflitta  dal 
I'iccin!no  al  detto  etercito,  40,  23-33. 

ICsTK  (ua)  V.  Simone  da  Bste. 

ESTONTBVILLA  RoANO  GuaLlKLMO  V.  EstouUville  (De) 
Ouglielwi«. 

EsTOR,  EsTORRE  V.  Astorre. 

ESTOUTBVILLK  (Db)    GuGUKLMO    ARCIVKSCOVO  DI   RoVBN 

\GngUelmo  da  EstoHtevilla  Roan6\  card.  francete;  a<- 
compagna  Eugenio  IV  a  Bologna  e  aiioggia  in  casa 
Foscherari  (an.  1436),  47,  15;  segue  ii  pp.  Pio  II  a 
Bologna  e  riene  nel  corteggio  dietro  di  iui  (an. 
1459)1   170,   19-20,  21-33. 

'  EsTRATTi  B  PRAMMENTi.  .Sono  tpogii  ed  estrattl  fattl 
dal  Ghirardacci  per  la  tua  lUttoria  dl  Bologna; 
inediti,  XXXV,  33-41,  5-6,. 

Ettore  [Etiorro]  v.  Montecalvi  E.,  Pasqualini  E.,  tii- 
valta  B.,    Volta  E. 

Ettore  da  PiACE.>fZA  [Ettore  da  Piasrma]  accompagna 
Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  Tan.  1459),  168, 
48;   169,  8-9. 

EuOENlo  V.   Ghirardacci  E.,  PtnnabiH  E. 

EuGENio  IV  al  sec.  Gabrieie  Conduimer,  di  Venezia :  e 
el.  pp.  (an.  1431),  24,  l»-20;  zio  di  Pietro  Bari>o 
poi  Paolo  11,  186,  30-31 ;  sl  fanno  grandi  fette  per  la 
aua  incoronazione  a  Bologna  ove  era  stato  teg.,  24, 
20-22;  i  Canetoli,  suoi  amici,  mandano  a  ossequiarto 
e  a  trattare  ta  pacc  di  Bologna,  31-32;  ric,  41,  45: 
a  preghiera  di  Galeotto  Canetoli  ordina  ai  leg.  di 
togiiere  11  campo  da  Bologna,  di  fare  entrare  In 
c.  la  vettovaglia  e  di  ridartc  facqua  per  macinarc, 
25,  18-20;  ii  ieg.  Acciopaci  nega  fcde  aile  tue  iet- 
tere  e  rifiuta  di  obbedirvi,  22-24;  gii  sono  presentatl 
da  Galeotto  Canetoli  anche  a  nome  degli  ambasc. 
che,  per  impedimento  d.  leg.,  non  averano  potuto 
recarsi  a  Roma,  i  capitoli  d.  pacc  inriati  dai  Bolo- 
gnesi,  26,  18-20,  2t-28;  alcuni  ne  ratifica,  oitrl  so- 
stituisce,  29-27-28-29,  l-lO;  gli  ambasc.  bolognesi, 
venuti  per  congratularsi  d.  sua  eiezione,  giungono 
in  ritardo  a  cagione  d.  guerra  mossagii  da  Anto- 
nio  Coionna,  30,  5-9;  ricere  i  pred.  con  grandi 
favori,  17-18;  revoca  Gioranni  Bosco  da  gorerna- 
tore  di  Bologna,  46:  ed  elegge  Fantino  Dan- 
dolo,  47-48;  revoca  la  ceiebrazione,  prima  conten- 
tita,  d.  Concilio  in  Basilea,  e  col  consenso  d.  card. 
to  Indice  a  Bologna,  50;  31,  1-4;  iri  convoca  tutti 
i  re,  principi,  signori  e  prelati  d.  crlstianiti,  4-5 ; 
dal  governatore  di  Bologna  gli  e  mandato  Delfino 
Gozzadini  quale  ambasc.  (an.  1432),  32,  13;  cf.,  3; 
chiama  a  Roma  Pietro  Ramponi  e  io  fa  gorerna- 
tore  di  Rieti,  19-30;  h  avrisato  dal  Senato  dell'in- 
trigo  ordito  dal  Dandoio  con  il  Gattamelata  e  d. 
partenza  di  quelio  da  Bologna  (an.  1433),  33,  34-35; 
inria  a  gorernatore  e  leg.  dl  Bologna,  deli'esar- 
cato  di  Rarenoa  e  di  tutta  la  Romagna  II  nipote 
Marco  Condulmer,  3*-3t;  si   rappacifica  con   l'imp. 


[Eugenio  IV-Eustachio  (Sani')] 


INDICE  ALFABETICO 


589 


Sigismondo  di  Lussemburgo,  45-46;  riceve  e  inco- 
roua  in  Roma  il  pred.  con  molta  pompa,  36,  13-14; 
gli  si  rlbellano  Forli,  29-30;  Imola  (an.  1434),  33-34;  e 
molte  c.  d.  Romagna,  37-38;  gli  e  nemico  Fllippo 
Maria  Visconti,  38,  2-3;  nega  ai  Romani  tumultuanti 
Castel  SanfAngelo,  e  la  rocca  dl  Ostia,  36-37 ;  i  pred. 
vogliono  darlo  in  mano  d.  Piccinino,  40-41 ;  fugge  di 
Roma,  41;  a  Civitavecchia  s'imbarca  su  una  galea 
fiorentlna  con  i  prelati  che  l'avevano  raggiunto, 
41-43;  entra  in  Firenze  eon  molta  pompa,  43-45; 
conosciuti  1  tumulti  dl  Bologna  vi  manda  a  pacifi- 
carela  c.  l'arcivesc.  Bartolomeo  Zabarelli  con  ambasc. 
fiorentini,  46-48;  si  reca  a  lui  Galeotto  CanetoH  per 
gll  accordi  con  Bologna,  39,  34  ;  cf.,  16-17;  manda  in 
questa  c.  il  vesc.  di  Recanati  Giovanni  Vitelieschi  e 
Pietro  Ramponi  con  i  capitoli  per  la  ratifica,  34-36; 
i  Bolognesi  gli  inviano  due  ambasc.  a  condolersi  d. 
suoi  casi,  40,  41-43;  chiama  Pietro  Raraponi  a  Fi- 
renze  (an.  1435),  41,  38-29;  Roma  ritorna  alla  sua 
obbedienza,  30;  fa  carcerare  Gasparc  Canetoli  che 
gli  era  stato  condotto  a  Flrenze,  33-36;  insieme  ai 
Fiorentini  e  ai  Venezlani,  sl  rappacifica  col  duca 
di  Milano,  42,  n-21 ;  11  pred.  deve  restituirgli  i  ca- 
stelli  occupatl  e  impegnarsi  a  non  aiutare  i  Bo- 
lognesi,  22-23 ;  questi  mandano  a  olTrirgli  la  c,  24 ; 
invia  a  Boiogna  un  tal  Sciplone  dottore  di  Fer- 
rara  ad  annunciare  la  pace  fatta  col  Visconti  e  a 
recare  ia  sua  benedizione,  25-27 ;  il  pred.  h  inoltre 
incaricato  di  dire  che  volendo  egli  recarsi  a  Bo- 
logna  desidera  avere  la  c.  in  sua  piena  balia,  27-28; 
11  Senato  di  Bologna  si  riserva  la  rlsposta  a  tale 
rlchiesta,  29-32 ;  i  Bolognesi  gli  inviano  Romeo  Fo- 
scherari,  Nicol6  Ghisllieri  e  Galeotto  Canetoli  con 
i  capitoll  dell'accordo,  40-44;  li  rlceve  benignamente 
e  firma  1  capitoli,  44-45;  il  com.  di  Bologna  lo  in- 
vita  e  prendere  stanza  in  Bologna,  44,  2-12;  impe- 
ditone  sul  momento  promette  di  recarvisi  al  feb- 
braio,  12-15;  esorta  i  Bolognesi  a  vivere  in  pace, 
15-16;  concede  ad  Antongaleazzo  Bentivogllo,  suo 
fedele,  dl  tornare  in  Bologna  con  la  sua  fazione, 
22-25;  saputa  laf  d.  Bentivoglio  e  di  Tommaso  Zam- 
beccari,  fa  prendere  Bartolomeo  Zambeccari,  fra- 
tello  d.  pred.,  che  era  a  Firenze,  e  lo  invia  priglo- 
nlero  nella  rocca  di  Narni,  46,  13-16;  &  visitato  da  sua 
sorella. . . ,  18-19;  reso  sicuro  dalla  t  '^-  Bentivoglio, 
dalla  fugB  d.  Canetoli  e  dalla  prigionia  di  Barto- 
lomeo  Zambeccari  ordina  al  governatore  di  Bolo- 
gna  e  airOffida  di  fabbrlcare  11  castello  dl  Galliera 
per  tenere  in  freno  la  c,  20-22;  cf.  82,  34-35;  fa 
preparattvi  per  la  sua  andata  a  Bologna  (an.  1436), 
46,  44;  gli  vanno  incontro  ventlquattro  clttadlnl 
pompoiamente  vestiti,  47,  2-5:  glunto  nel  Bolo- 
gnese  si  rlposa  al  Crociall,  6-7;  entra  in  Bologna 
per  porta  Magglore  ricevuto  da  tuttl  l  magistrati 
che  gli  presentano  le  chlavi  d.  c.  e  dal  popolo,  8-10; 
dk  in  San  Petronlo  la  benedizlone,  10-H;  passa  dalla 
chlesa  al  Pal.  sopra  un  ponte  appositamente  crctto, 
accompagnato  dal  card.,  11-13;  tratta  di  trasferire 
11  Conclllo  da  Basllea  In  Bologna,  23-24 ;  h  qul  os- 
sequlato  da  Nlcol6  d'E8te,  25-26,  cui  dona  1  castelli 
di  Lugo,  Masta  e  Zagonnra,  con  dlaplacere  d.  Bo- 
lognesi,  26-38;  avcndo  in  animo  dl  trasferlre  II  Con- 
cUio  di  Batilea  a  Ferrara  manda  in  questa  c.  II 
card.  Albergati  a  darvi  prlncipio,  49,  32-35;  fa  ce- 


lebrare  in  San  Petronio  solenni  esequie  per  l'imp. 
Sigtsmondo  (an.  1438),  50,  19-20;  col  miraggio  di  far 
celebrare  il  Concilio  in  Bologna,  trae  dai  Bolognesi 
trentamila  ducati,  che  invia  aIl'imperatore  di  Costan- 
tinopoli  Giovanni  Paleologo  perchfe  venga  al  Con- 
cillo,  23-32;  si  reca  a  Galliera  con  una  scusa,  33-34; 
segretamente  ne  parte  e  imharcatosi  a  Maccagnano 
per  il  canale  passa  alle  valli  d.  Padusa  e  quindi  nel 
Po  sino  a  Ferrara,  34-37;  qui  trasferisce  11  Concilio 
con  grande  sdegno  d.  Bolognesi  che  si  vedono  giuo- 
cali,  37-38;  concede  in  prestito  ai  Piccinlno  cinque- 
mila  ducati,  51,  1 ;  vuol  persuadere  11  pred.  a  entrare 
al  soldo  suo  o  dei  Veneziani,  1-3;  dannosi  eftetti  di 
queste  trattative  tirate  in  lungo,  3-6;  il  PiccininogU 
scrive  limproverandolo  di  volerlo  rendere  tradi- 
tore,  7-8;  II  pred.  gli  si  dichiara  nemico  e  gli  oc- 
cupa  Imola,  Forli  e  Bologna,  8-10;  apprende  dallo 
Scotti  la  ribellione  di  Bologna,  52,  33;  ric,  53,  42; 
vuol  lasciare  Ferrara  divenuta  poco  sicura  e  per 
la  peste  e  per  le  vicinanze  di  Bologna  (an.  1439), 
56,  6-7  ;  a  evitare  pericoll  manda  le  sue  robe  per 
la  via  d.  Po  e  di  Romagna,  7-14;  egli  invece  accom- 
pagnato  da  Leonello  d'E8te  passa  coi  suoi  celata- 
mente  a  Modena  e  per  Frignano  e  Pistola  si  reca 
a  Firenze,  14-16;  cit.  a  comparire  dal  Concilio  di 
Basilea,  ne  scomunica  l  congregati,  58,  43-44;  h 
scomunicato  a  sua  volta  dai  pred.  e  deposto,  44-46; 
ric,  59,  1;  firma  la  boUa  di  unlone  d.  due  Chlese 
latina  e  greca,  59,  35-36;  il  concilio  di  Basilea 
elegge  in  sua  vece  Fellce  V,  60,  26-30;  per  rlnvi- 
gorire  il  suo  partito  crea  diciassette  cardinali  di 
ogni  nazione,  31-35;  essendo  a  Firenze  raanda  Bal- 
daccio  d'Anghiari  a  fare  danni  sul  territorio  Bo- 
lognese  (an.  1441),  69,  12-14;  con  tutta  la  Corte  parte 
di  Flrenze  e  va  a  Siena  (an.  1443),  75,  14-15;  In- 
terviene  alle  esequie  dl  NicoI6  Albergatl  aopra  11 
cui  corpo  celebra  l'ufficio,  76,  10-12;  crea  vescovo 
di  Bologna  Tommaso  Parenfuccelli  (an.  1445),  107, 
28-33;  i  Veneziani  gU  mandano  ambasc.  perchi  s! 
unisca  alla  Lega  contro  11  duca  di  Milano  (an.  1446), 
113,  44-45;  anche  gli  manda  ambasc.  Bologna  per 
riconciliarsl,  114,  6-7;  si  mostra  sdegnato  con  l'am- 
basceria  bolognese  ed  eslge  il  dominlo  llbero  dl 
Bologna,  25-27;  canonlzza  san  Nicol6  da  Tolentino, 
115,  47-116,  1-5;  crea  cardlnale  11  vesc.  Tommaso 
Parentuccelli,  119,43-46;  conferma  a  Gaspare  Man- 
gani  la  concessione  d.  Senato  di  Bologna  di  vendere 
cibarie  in  Castel  d.  Vescovo  [s.  a.|,  152,  25-30;  f  nel 
sedicesimo  anno  d.  suo  pontlficato  e  sessantaquat- 
tresimo  di  eth  (an.  1447),  120,  12-13;  cenni  biogra- 
fici,  13-15. 

EuROPA.  Giovanni  Bentlvogllo  ri  h  tenuto  in  grande 
considerazlone  (an.  1470),  206,  lo-ll;  vl  k  sparsa  la 
fama  di  Andrea  Barbazza  (an.  1479),  220,  46;  i  prin- 
clpl  temendo  che  Carlo  VIII  per  i  suol  successl 
In  Italla  non  ne  dlventl  slgnore  cominciano  a  In- 
tendersi  per  opporgllti  (an.  1495),  285,  35-37;  tl 
stringono  in  lega  II  pp.,  Tlmp.  Mattlmlllano,  11  re 
di  Spagna,  la  reglna  Isabella,  I  Venezlanl,  II  duca  di 
Milano,  38-40. 

EosTACHio  (sant').  In  San  Petronio  dl  Bologna  sl  di 
una  rappresentatione  d.  tua  vlta  per  opera  d.  pro- 
tonotario  Anton  Galeazzo  Bentlrogllo  (an.  1494), 
275,   21-22. 


590 


INDICE  ALFABETICO 


[Evandro-Faeiua] 


BrAtrDRO  V.  R»i»{  B. 

BvANOBLISTA  \V»ngeUstn\  V.  Biaitckim  E„  Savtlli  B. 

FABaRi.  Loro  cam  nel  contado  dl  Bologna  lono  dera- 
•tate  da  una  tempetta  (an.  1468),  199,  I4-2I. 

*FABBRi  CaisToroRo  \Cristoforo  Fahbr{\  notalo,  rlc, 
XCV,  »-ll,. 

"Fabbri  VALBaio.  Sua  lettera  al  Ghlrardaccl  ric  (an. 
1597),  XXXVIII,  10-11,. 

Fabi  Nicoi.6  V.  Fava  U. 

Fabiano  V.  Albtrgati  F. 

Fabiano  (Fra)  D'ARBirzo  frate  dei  Servi  In  Bologna; 
&  collato  pubbllcaniente  (an.   1508),  384,  49. 

Fabio  V.  Boccki  F. 

•  Pabrrtti  Vincknzo.  Sua  poetia  gratulatoria  nel  prlmo 
Tol.  dtlV f/is/tria  di  Bologna  d.  Ghlrardaccl  (an. 
1596),  LII,  H-JI,. 

Fabri  Cristoforo  V.  Fabbri  C. 

Fabriano  (Da)  V.   Guido  da  Fabriano. 

Fabrino  t'.  Mantacheti  F. 

....  Fabrizio  beccaio;  suo  donu  a  Sante  Bentiroglio 
per  ie  nozze  (an.  1454),  149,  44-45. 

Fabrucci  Dombnico  esce  di  iSologna  coi  BentlToglio 
suoi  amici  (an.  1506),  348,  49. 

Fabruccio  V.  Btccaro  F. 

"  Facchinbtti  .  .  . .  senatore;  nominato  con  altrl  tre 
Astunto  a  rlferire  sulla  Historia  d.  Ghirardacci 
(an.  1586),  XLVI,  46-XLVII,  1-4;  la  loro  relazione 
ra  in  lungo  tanto  che,  temendo  sia  pubblicata  dai- 
l'autore  i'opera  fuori  di  Boiogna,  scrivono  all^am- 
basc.  bolognese  a  Roma  perche  intervenga  pr.  I'au- 
torlti  ecclesiastlca  contro  tale  possibiiita  (an.  1588), 
L,  15-35;  danno  il  permesso  d.  stampa,  LI, 
11-13,. 

Faccio  V.  Pasi  F. 

Facino  V.  Cane  F.,  Nave  {Dalla)  F. 

Fabntini  si  armano  dopo  Tuccisione  di  Galeotto  Man- 
fredi  perpetrata  daila  moglie  Francesca  Bentiro- 
gllo  (an.  1488),  246,  g;  i  principaii  sono  conTitati 
da  Giovanni  BentiTOglio  accorso  a  Faenza  a  met- 
ter  pace,  17-18;  sono  pacificati  dai  pred.,  9-10;  ac- 
clamano  signore  il  fanciullo  Astorre,  lo-ll;  con- 
tadini  armati  deila  Vai  di  Lamone  entrano  in  c. 
per  uccidere  ii  Bentivoglio  e  il  Bergamini  sospet- 
tati  di  Tolersi  insignorire  di  Faenza,  18-33;  solo  il 
Bergamini  rimanc  vlttima,  33-37;  il  Bentivoglio  h 
taivato  e  accompagnato  fuori  di  c.  da  alcuni  clt- 
tadini,  30-33;  raSbrzano  e  validamente  difendono 
la  c.  contro  il  Valentino  (an.  1501),  301,  44-47;  man- 
dano  per  aiuti  ai  Venezianl,  ai  Florentini  e  a  Gio- 
vannl  Bentivoglio,  nonno  d.  giovanetto  Astorre, 
47-49;  ributtano  un  nuovo  assalto  d.  Valentino,  in- 
iilggendogli  gravl  perdite,  302,  15-19;  e  un  secondo, 
31-33:  e  un  terzo,  24-26;  ma  privi  dl  aiuto,  teraendo 
capitare  peggio,  si  arrendono  salve  ie  robe  e  le 
persone  e  salvo  11  fanciullo  Astorre,  27-31;  la  spe- 
ranza  che  essi  nutrono  di  riaverlo  per  signore  co- 
»ta  al  pred.  la  vita  (an.  1503),  311,  26-28;  ricevono 
lietaraente  Francesco  Manfredi  bastardo  di  Galeotto, 
presentatosl  per  ottenere  11  domlnio  di  Faenza  (an. 
1503),  327,  50;  e  lo  acciamano  signore  col  nome  di 
Astorre  IV  in  memoria  d.  gloranetto  Astorre  uc- 
ciso  dal  Borgia,  32S,  1-2;  acconsentono  s  darsl  ai 
Venezlanl,  328,  9. 

Fabnza  (citta).  Vi  si  reca  Antongaleaczo  BentiToglio 


(an.  1431),  30,  41«  paese  d'orlgine  degll  Ercolanl,  49, 
20;  t1  torna  Guid'Antonio  Manfredl  (an.  1438),  53, 
33:  ric.,  56,  13;  11  pp.  vi  raanda  le  sue  robe  (an. 
1439),  14;  i  BolognMi  ne  comraettono  l'as*edio  a 
Simonetto  dairAqulla,  a  Gottifredo  e  Guldo  Ran- 
goni  (sn.  1443),  95,  8-H;  t1  si  reca  Attorre  Manfredl 
(an.  1448),  127,  5;  cf.,  3;  11  pred.  vi  tl  trora  per 
U  Pasqua  (an.  1451),  138,  44-45;  rlc.  per  Solaroio, 
159,  23;  Ti  si  radunano  ambatc.  di  Bologna  d.  duca 
Sforza  e  d.  pp.  per  rappacificare  Attorre  e  Taddeo 
Manfredi  (an.  1463),  180,  30-32;  rlc,  193,  38;  ric, 
194,  18;  vi  pernotta  Rartoloraeo  Colieoni  (an.  1467), 
27;  vi  h  confinato  uno  d.  Caccianeralcl  (an.  1472), 
212,  17;  h  desideraU  da  Galeotto  Manfredl  che  In- 
vano  rassalta  ripetutamcnte  per  cacciarne  11  fra- 
tello  Carlo  (an.  1477),  217,  43-44;  vi  al  reca  Gio- 
vanni  Bentivogiio  in  aiuto  di  Goieotto  con  molte 
artlglierie,  46-49;  11  BentiToglio  ne  assedia  la  rocca, 
che  ottiene,  49-218,  1-3;  i  consegnata  da  Carlo 
Manfredi  al  Bentlvogllo,  3;  e  da  quetto  a  Gaieotto 
Manfredi,  3-4;  vl  arriva  Francetca  Bentirogllo  ac- 
colta  dal  marito  Gaieotto  con  grandi  feste  (an. 
1483),  223,  45-47;  tI  giunge  con  molti  caTalll  Al- 
fonso  dt  Calabria  (an.  1486),  234,  49-50;  ne  parte 
Francesca  adirata  contro  il  marito  (an.  1488),  245, 
41-43;  la  pred.,  riconclliatasi  ri  toroa,  44;  tI  k  ucciso 
Galeotto  per  mandato  d.  moglie,  246,  1-6;  tI  ti  reca 
Giovannl  Bentivogllo  in  soccorso  d.  figlia,  9-10;  ne 
h  gridato  signore  Astorre  Manfredi,  10-12;  vl  ti  reca 
Giampletro  Bergaralnl  a  pranzo  dal  BentiToglio,  13- 
14;  11  Bergamini  irapone  sllenzio  a  quelll  d.  luo  so- 
gulto  che  entrando  vi  gridano:  duca,  duca,  14-16; 
vi  arrivano  compagnie  arraate  di  contadini  per  uc- 
cldervi  ii  Bentivoglio  e  11  Bergamini  sospettati  di 
volersene  insignorlre,  18-32;  vi  h  ucciso  il  Bergamini, 
25-27 ;  il  Bcntivogllo  salvato  da  alcuni  cittadini  i 
condotto  a  Modigliana,  27-31;  tI  rimangono  uccisl 
nel  tumulto  aicuni  d.  compagnia  d.  BentiTogiio,  33; 
altrl  ne  fuggono,  34-35;  altri  vi  sono  fatti  priglo- 
nieri,  35-36:  i  Bolognesi  minacciano  di  arderla  e 
roTinarla,  40-41;  e  quindiclmila  di  essi  si  avvlano 
a  Castelbolognese,  41-43;  1  pred.,  saputo  d.  tcampo 
di  Giovanni  Bentivoglio  a  Firenze  retrocedono,  43- 
46;  rlc.  per  un  suo  cittadlno  Astorre  implccato  a 
Bologna,  252,  19;  ric,  278,  23-23:  assediata  dal  duca 
Valentino,  e  raiorosamente  dlfesa  dai  cittadini  (an. 
1500),  301,  7-11;  il  pred.  sopraggiunto  l'inverno  ne 
toglie  l'assedio,  11-13;  ma  per  tenerla  oppressa  do- 
manda  ai  Bolognesi  l'alIoggio  in  Castelbolognese, 
13-14:  di  nuoTO  astalita  dal  Valentino  (an.  1501), 
43-44;  teguita  a  difendersi  Talidamente  fortificata 
dai  cittadini,  44-47;  altro  inutile  assalto  d.  Borgia 
che  per6  ne  roTina  parte  d.  mura,  302,  15-19;  altro 
attalto  d.  pred  respinto,  21-23;  terzo  assalto  respinto 
feiicemente,  24-26;  capitola  salve  le  robe  e  le  per- 
sone,  27-31:  vi  entra  il  Valentino,  31:  vi  sl  rifu- 
giano  parte  degli  abitanti  di  Castelbolognese  [s.  a.], 
327,  6-7;  vi  si  pretenta  Francesco  Manfredi  natu- 
rale  di  Galeotto  per  averne  la  signoria  (an.  1503), 
50;  cf.,  44;  h  lietaraente  ricevuto  e  acclamato  si- 
gnore  col  nome  di  Astorre  IV  in  memoria  d.  f 
Astorre,  50;  328,  1-3;  cf.,  37-38;  la  rocca  riraane  in 
potere  d.  casteliano  messovi  dal  Borgia,  che  molto 
la   moletta   con   le  borabarde,   3-4;  i  Venezlani  ne 


(Faenza-Fanturzi  Carlo  Antonio]       INDICE  ALFABETICO 


591 


ottengono  la  rocca  dal  casteltano  per  denari,  7-8;  i 
pred.  col  consenso  degli  abitanti  e  di  Astorre  IV 
la  occupano  llberamente,  9,  ll;  cf.,  378,3;  costo  d. 
grano  durante  la  carestia  (an.  1505),  335,  18;  e  ri- 
chiesta  ai  Venezianl  da  Giulio  II  quale  proprieta  d. 
Cliiesa  (an.  1509),  393,  38;  vi  passano  molti  citta- 
dlni  bolognesl  a  prendere  soldo,  394,  2-3;  i  Vene- 
zlani  vi  radunano  un  esercito,  40;  ne  parte  Giam- 
paolo  Manfrone  con  una  banda  di  cavalli  per  soc- 
correre  Brisighella,  395,  30-32;  si  rende  a  patti  al 
leg.  di  Bologna  Francesco  Alidosl,  che  vi  entra  con 
gran  favore  del  popolo,  396,  7 ;  v.  anche  Bastiano 
da  Faema,  Gincomo  da  Paenxa,  Mariano  (fra)  da 
Jfaenta. 
Fabnza  (signori)  V.  Guid'Antonio  Manfredi  (aa.  14J6- 
1448);  AUorre  I[  (aa.  1448-1468);  Carlo  (aa.  1468- 
1477);  Galeotto  (aa.  1477-1488);  Astorre  III  (aa. 
1488- 1501);  Cesare  Borgia  (aa.  1501-1503) ;  >!i/Ofr* 
/K  (an.   1503  ott.-nov.) ;  «■  K«)»e*/an«  (aa.  1503-1509). 

—  (territorio).  I  Bolognesi  vi  inviano  a  saccheg- 
giarlo  Simonetto  daII'Aquila,  Gottlfredo  e  Guido 
Rangoni  (an.   1443),  95,  J-11. 

—  (vE^covi)  V.  Federigo  Manfredi{iM..  1471-1478);  Bat- 
lista  Canonici  (aa.   1484-1510). 

Fagnani  Giulio  [  Gitilio  di  Fagnano]  multato  in  trenta 
ducatt  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  386,  35;  clt.  a  difendersi,  392,  3<. 

Faonano  bI  da  al  leg.  (an.  1418),  9,  3-4;  fa  un  dono  a 
Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  lo-U. 

...  Falamklecchia  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutos!  per  definlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane  col  colorl  dl  Nicol6  I^an- 
goni,  paladino  d.  Sapienza;  e  ascritto  alla  quinta 
squadra  vestita  alla  tedesca  (an,  1490),  258,  37-39; 
la  sua  parte  soccombe,  262,  17-18. 

Falvisi  Alberto  padre  di  Pietro,  256,  28. 

Falvisi  PiKTRo  figlio  di  Alberto,  uno  degli  artisti  che 
fabbricano  la  torre  d.  Bentivogllo  In  Bologna  (aa. 
1489- 1490),  256,  27-38. 

Falzoni  Marsiliu  esce  di  Bologna  col  Bentlvoglio  suoi 
araici  (an.   1506),  348,  41;  349,   1. 

Fano  di  Slglsmondo  Malatesta  ;  h  sacclieggiato  e  de- 
vastato  da  Lodovico  Malvezzi  per  la  Chiesa  (an. 
^460),  174,  40-43;  il  Malatesta  vl  torna  dall'Abruzzo 
(an.  1461),  176,  3-3;  vi  scampano  Sllvestro  e  Sigl- 
smondo  Malatesta  dalle  mani  di  Federigo  da  Mon- 
tefeltro  (an.  1462),   179,  38. 

—  (territorio).  Se  ne  impadronisce  Federigo  da  Mon- 
tefeltro  (an.  1463),  179,  38-39. 

Fantaou/.zi.  . . .  [Pante  Agvtzo]  loldato  d.  Venezianl; 
va  in  aiuto  d.  Chiesa  (an.  1469),  201,  31-33. 

Fantini  Vincenzo.  In  casa  sua  alloggla  l'ambasc.  di 
Genova  (an.  1506),  357,  21-33. 

Fantino  V.  Dandolo  P.,  ^uirini  P. 

Fantuzzi  (kamiglia)  [Pantucci]  "  h  rappresentata  nel 
Theatro  morale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci, 
XXIV,  32-25,;  al  suono  d.  campana  di  San  Giacomo 
si  armano  e  adunatisi  con  altri  sccndono  in  Plazza 
a  dare  man  forte  a  Galeazzo  Marescotti  (an.  1445), 
104,  39,  32-35;  vanno  incontro  a  Sante  Bentivogllo 
(an.  1446),  119,  17;  11  Senato  fa  sacchegglare  in 
Bologna  le  case  dl  molti  loro  amicl  (an.  1449), 
131,  31-35;  tono  fuorutctti  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  32. 


Fantozzi  Antonkllo  [Aatoneiio  Fantucci]  piglia  parte 
atla  glostra  bandita  in  Bologna  dal  leg.  Astorre 
Agnesi  (an.  1449),   128,  38-43. 

Fantuzzi  Antonio  figllo  di  Glovannl,  144,  8;  ban- 
dito  dal  territorio  di  Bologna  sotto  pena  d.  confi- 
sca  d.  beni,  obbedisce  e  va  a  Imola  (an.  1450),  136, 
49-50;  137,  2-4;  partecipa  alla  spedizione  d.  fuoru- 
sciti  per  rlentrare  in  Bologna  (an.  14S1),  138,  3; 
e  in  trattato  con  Paolo  Baricelli,  Lazzaro  dalla 
Croara  e  Franceschino  da  Lugo  dl  entrare  in  Bo- 
logna  con  1  fuoruscitl  (an.  1453),  144,  8-9,  o  atmeno 
di  avere  nelle  manl  Mediclna,  9-10;  ma  il  trattato 
h  scoperto,  10-11. 

Fantuzzi  Bassotto  [Basotto  Pantucci]  h  con  altri  con- 
vocato  in  Pal.  da  Ermes  Bentivoglio  (an.  1501), 
305,  5-6;  11  pred.  manifesta  loro  che  Agamennone 
Marescotti  aveva  scritto  al  Valentino  invitandolo 
a  venire  contro  Bologna  e  i  Bentivolgllo,  11-39; 
11  esorta  a  unirsi  a  lul  nelPuccidere  i  Marescotti, 
detenuti  in  Pal.,  29-31;  parteclpa  alfuccisione  d. 
pred.,  31-42;  fe  mandato  a  chiamare  dai  congiurati  in 
favore  d.  BentivogUo  (an.  1508),  380,  35-36;  si  reca 
a  Roma  dal  pp.  sotto  fede  di  slcurti,  384,  13-16; 
fe  rinchiuso    in  Castel  SanfAngelo,   20-21. 

Fantuzzi  BoNiFAcio  figlio  di  Dosolo;  amico  d.  f  An- 
tonio  Bentivogtio,  51.  23-24;  con  altri  amici  d.  pred. 
i  persuaso  da  RalTaele  Foscherari  a  vendicarne  la 
+  col  dare  Bologna  in  signorla  d.  duca  di  Milano 
(an.  1438),  24-31;  presta  al  com.  di  Bologna  cento 
scudi  e  ne  diviene  tesoriere  (an.   1440),  62,  25. 

FantuzzI  Bonifacio  [Bonifacio  di  Turio  0  Tuxxo  Fan- 
tuxxo]  figlio  di  Tuzzo  ossia  Fantuzzo,  87,  13;  89, 
2-3;  fe  el.  degli  Otto  deII'Avere  (an.  1443),  87,  12-13; 
e  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  provyedimentl  fi- 
scall  deliberati  nel  Consiglio  d.  Selcento  88,  42- 
89,  1-2. 

Fantuzzi  Bonifacio  faraoso  dottore;  parla  dal  pergamo 
nella  chiesa  d.  Servi  esortando  il  popolo  a  difen- 
dere  la  c.  e  1  Bentivoglio  contro  il  Valentlno  e  le 
pretese  d.  pp.  (an.  1502),  316,  36-41;  cf.,  30-»3;  el. 
d.  Quaranta  dal  leg.  Alidosi  (an.  1508),  390,  15-16. 

Fantuzzi  Carlo  Antonio  \Carlo  Antonio  Fantucci\  fi- 
glio  di  Francesco,  197,  30-31;  200,  43-44;  206,  41; 
padre  di  un  altro  Francesco,  254,  12;  287,  42;  suc- 
cede  in  Senato  al  f  Pietro  det  Purgo  (an.  1467), 
197,  30-31 ;  succede  quat  tetorlere  dl  Bologna  al 
t  Carlo  Matvezzl  (an.  1468),  200,  42-44;  cf.,  222, 
31;  accompagna  Giovannt  BentiTogllo  In  vittta  a 
Milano  (an.  1471),  206,  41;  i  fatto  cav.  aurato  dal 
duca  Sforza,  207,  6-7;  riceve  da  lui  in  dono  quat- 
tordict  braccia  di  damasco  d'oro,  11-12;  insieme  a 
Roberto  da  Santeverino  cinge  gli  tpronl  d'oro  ad 
Annibale  Bentivoglio  (an.  1474).  214,  16-18;  accom- 
pagna  Ginevra  Bentivogllo  a  Pesaro  alle  nozze  d. 
fratello  Costanzo  Sforza  (an.  1475),  215,  II;  i  te- 
toriere  delPentrata  concesta  dat  com.  dl  Bologna 
ai  fratt  Eremltanl  di  San  Giacomo  per  la  costru- 
zione  d.  portico  di  strada  San  Oonato  (an.  1477), 
216,  35-39;  con  altri  ambasc.  ti  reca  a  tpotare  Lu- 
crezia  d'Ette  a  nome  di  Annibale  Bontivogllo  (an. 
1478),  218,  23-25;  fc  onorato  e  rcgalato  da  Ercole 
d'Este,  26,  29-30;  torna  a  Bologna,  30 ;  +  ed  >  te- 
polto  in  .San  Martlno  de'  Carraelltl  con  la  tollta 
pompa  (an.  1489),  254,  10-11;  glt  tuccede  in  Senato 


592 


INDICE   ALFABETICO    [Fantuizi  C    A.-Famurri  Giov&oni] 


Rlnaldo  Arlottl,  ll-ll,  e  qiial  tetorlere  U  figlio  Fran* 

retco,  13. 
PAtrrvTzi  Car[.c>  Antonio  figllo   di   Prancetco;   fugge 

con  U  padre  da  Ronm  •  Lucca  (an.  1508),  384,  22. 
Pantuzzi  D08UI.0  {Dii*t*//o]  padre  di  Kantuzzo,  19,  U- 

35;  51,  34;  dl  Bonifacio,  34. 
Fantuzzx  Ercole  presta  al  com.  d!    Bologna   trecento 

scudi  e  ne  dlrenta  teiorlere   (an.    1440),  62,  13;  la 

sua  casa  h  taccheggiata  dal  popolo  (an.  1449),  131, 

33-33. 

FantUzzi  Fantuzzo  [  FantHcrio  Fantutti,  Tutto  «  Turto 
Fanlu%te\  figlio  dl  Dosolo,  19,  34-3S;  51,  33-34;  padre 
dl  Bonlfaclo,  87,  13-13;  89,  3-3;  i  bandlto  di  Bo- 
logna  (an.  1430),  19,  36,  34-35;  'k  amico  d.  f  An- 
tonio  Bentlvogllo,  51,  33-34;  con  altri  amlci  d.  pred. 
i  periuaso  da  Raffaele  Foscherarl  a  rendicarne  ia  f 
col  dare  ia  c  in  signoria  d.  duca  dl  Mllann  (an. 
1438),  34-31;  presta  ai  com,  dl  Bologna  centocin- 
quanta  scudi  e  ne  diventa  tesoriere  (an.  1440),  62, 
15;  h  ei.  degil  Anzlanl  per  il  quartlere  dl  porta  Ra- 
vegnana  (an.  1445),  100,  35;  la  aua  casa  ^  saccheg- 
glata  dal  popolo  (an.   1449),  131,  33-33. 

Fantuzzi  Francksco  \Franc«3co  Pantucci\  figlio  di  Pace. 
40,  37;  51,  33-34;  53,  47;  molto  stimato;  padre  di 
Cario  Antonlo,  197,  30-31;  200,  43-44;  206,  41;  i 
bandito  dl  Bologna  (an.  1430),  19,  36-3S  ;  &  seguace 
dell'abate  Zambeccari;  temendo  per  la  sua  vita,  in 
■eguito  al  bando  d.  governatore  che  ognuno  dovesse 
deporre  le  arml,  pena  la  forca,  esce  di  Bologna 
(an.  7433),  32,  40-43;  amlco  dl  Antongaleazzo  Ben- 
tlrogllo,  40,  37;  cf.,  51,  33-34;  53,  4»;  k  fatto  prlgio- 
nlero  dai  Bolognesi  a  Creralcore  (an.  1434),  40,  36: 
ma  &  iiberato  dal  Sacramori,  condottlero  d.  duca 
e  suo  amico,  e  mandato  a  Ferrara,  38-39 ;  con  altri 
amic!  dell'ucciso  Antongaleazzo  4  persuaso  da  Raf- 
faele  Foscherari  a  vendicarne  la  f  col  dare  Bologna 
in  slgnoria  d.  duca  di  Miiano  (an.  1438),  51,  34-31; 
t,  53,  47-48. 

Fantuzzi  Francksco  figlio  di  Carlo  Antonio,  254,  13; 
287,  42;  padre  di  un  altro  Carlo  Antonlo,  384,  23;  \ 
scalco  alle  nozze  di  Annlbale  Bentivoglio  (an.  1487), 
237,  50-238,  1-2;  accompagna  Giovannl  Bentlvoglio 
In  peliegrlnaggto  a  SanfAntonlo  dl  Padova  (an. 
1488),  244,  36,  3*;  4  el.  d.  Sedici,  253,  32,  36;  succede 
al  padre  nelfufScio  di  tesoriere  d.  fabbrica  d.  frati 
di  San  Glacorao  (an.  1489),  254,  11-13;  e  ei.  sena- 
tore  In  luogo  dell^espulso  Plrro  Maivezzi  (an.  1495), 
287,  41-42;  e  invlato  dal  Senato  al  Valentino  a  di- 
storglierlo  dal  volere  Castelbolognese  (an.  1300), 
301,  15-17;  ne  riceve  una  superba  risposta  che  al- 
teramente  contraccambia  e  parte,  17-33;  riferisce  al 
Senato  iUnsuccesso  d.  sua  misslone,  33-34;  4  man- 
dato  da  Glovanni  Bentiroglio  a  Milano  a  osse- 
qularvi  iId'Amboise  vicerfc  dl  I>ombardIa(an.  1501), 
.307,  l»-22;  introdotto  dal  card.  e  presentatigli  i 
doni  gli  richiede  i  castelii  in  Ghiara  d'Adda  ap- 
partenentl  al  Bentivoglio,  sequestrati  dal  Trivul- 
zio  insleme  alle  rendite  d.  dote  dl  Ippolita  moglle 
dl  Alessandro  Bentivogllo,  33-36;  ottiene  gil  uni  e 
le  altre,  3»-27;  ritorna  feHcemente,  28;  con  Alcs- 
sandro  Bottrlgari,  va  ambasc.  di  Bologna  al  pp. 
esponendogii  le  ragioni  In  favore  d.  c.  e  d.  Ben- 
tlvoglio  (an.  1502),  313,  14-17;  il  pp.  gli  risponde 
che  torni  a  Bologna  e  avvltl  il  Senato  e  i  clttadini 


dl  pentare  ai  catl  loro  e  di  llberarsl  dai  Bentiro- 
gllo  che  U  conducono  a  rovina,  17-30;  11  pp.  anche 
gli  rammenta  l'uccisIone  d.  Malveisi  e  d.  Maretcottl. 
30-21;  tale  rltpotta  icrive  tubito  al  Senato,  31-21;  i 
mandato  a  Venexla  a  chiedere  patto  libero  per  mare 
•ino  a  Rivenna  a  grano  d.  c.  (an.  1504),  331,  33-34; 
rl  torna  a  domandare  grano  in  rendita,  333,  1-3: 
che  gli  4  promctso,  ma.  poi  non  dato,  3;  4  da  Giu- 
llo  II  el.  d.  Quaranta  Contiglieri  e  Riformatorl 
(an.  1506),  358,  37,  JO;  i  a  Roma  (an.  1508),  384, 
t;  \  Incaricato  dal  pp.  dl  chiamarvi  i  cittadioi  col- 
pevoli  d.  rovina  d.  pai.  Maretcotti  dando  fede  che 
non  sarebbe  loro  fatto  alcun  male,  f-13;  tcrlre  in 
tale  tenore,  13;  venutl  I  pred.  e  incarcerati  in  Ca- 
stello  dai  pp.,  teme  per  si  e  fugge  da  Roma  a  Lucca 
co!  figllo  Carlo  Antonlo,  13-32;  h  richiamato  a  Roma 
da  Giullo  II,  23;  ma  non  fidandntl  non  obbedltce, 
33-34 ;  parte  di  i^ucca  per  Venezla  e  qulndi  per  Mi- 
lano  pr.  i  Bentivogllo,  34-35;  ric,  387,  30;  388,3«; 
i  cit.  a  difenderti  (an.   1508),  392,   1-2,  5. 

Fantuzzi  Gaspare  sta  a  guardia  con  Giovanni  Pepoll 
e  molti  armatl  d.  sbocco  d.  Chlavature  in  Piazza 
(an.   1508),  380,  46-48;  i  cit.  a  difendersi,  392,  1-3,  6. 

Fantuzzi  Giacomo  \Iaeobo\  impresta  al  com.  telcento 
tcudl  e  nc  diventa  tesoriere  (an.  1440),  62,  12;  In- 
terviene  alla  messa  tolenne  fatta  celebrare  In  San 
Giacomo  da!  Senato  di  Bologna  ]>er  la  festa  di  tanta 
Monica,  63,  2 ;  4  degii  Anzlani  di  niagglo-giugno 
per  porta  San  Procolo  (an.  1446),  114,  24;  prende 
parte  a  un'adunanza  in  caaa  di  Romeo  Pepoli  di  no- 
bili  malcontenti  d.  primegglare  di  Sante  Bentiroglio 
(an.  1449),  130,  19-26;  conviene  col  pred.  di  utclre 
di  Boiogna  sotto  pretesto  d.  peste,  recartl  a  Castel 
San  Pietro  e  accordanl  con  U  re  di  Napoii,  i  fuoru- 
sciti  e  i  Canetoii  per  cacclare  Sante  di  c.  26-3»;  gii 
4  intlmaio  da  Carlo  Maivezzi  a  norae  d.  Seuato  e 
di  Sante  BeniirogUo  di  uscire  coi  compagni  da!  ca- 
stello  entro  un'ora  pena  la  vita,  131,  l6-2t;  Romeo 
Pepoli  risponde  negativamente  e  superbamente  per 
tutti,  21-26;  4  bandito  dalla  Ringhlera,  38;  vengono 
a  raggiungerlo  altri  amicl  dl  Bologna,  38-39;  ia  tua 
casa  4  saccheggiata  dal  popolo,  32-33 :  4  bandito  dal 
territorio  sotto  pena  d.  confisca  d.  beni;  obl>edisce 
e  ra  ad  Imola  (an.  1450),  136,   49-50;   137,  3-4. 

Fantuzzi  Giovanni  figllo  dl  un'altro  Giovannl,  55,  19- 
30;  62,  8;  87,  11;  97,  33-33;  107,  35-36;  padre  di  Pie- 
tro,  117,  1;  131,  50;  138,  3:  4  bandito  dl  Bologna 
(an.  1430),  19,  36-37;  accompagna  al  pal.  d.  Gover- 
natore  Anton  Gaieazzo  Bentivogllo  il  giorno  d.  sua 
ucclsione  (an.  1435),  45,  13-14;  con  aitri  amici  d. 
pred.  fe  persuaso  da  RafiEaele  Foscherarl  a  vendl- 
came  la  f  col  dare  Bologna  in  slgnorla  d.  duca  dl 
MUano  (an.  1438),  51,  24-31;  h  el.  d.  Dlecl  d!  BalU 
dal  consiglio  d.  Selcento,  55,  14,  19-20;  e  el.  d.  Se- 
dici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1440),  62,  1,  8;  Inter- 
viene  aila  messa  solenne  fatta  celebrare  in  San 
Giacomo  dal  Senato  di  Bologna  per  la  festa  di  santa 
Monica,  63,  1 ;  con  altri  assale  e  uccide  Bartolomeo 
Preti  (an.  1443),  72,  16-17;  avcndo  accompagnato 
Francesco  Ptccinino  a  San  Glovanni  4  dai  pred. 
licenzlato  dopo  !'imprigionamento  di  Annibale  Ben- 
tiTOglio  e  d.  due  Malvezzl,  73,  3-5,  II-I2;  armati 
trecento  uominl,  va  a  prender  Cervato  da  Caravag- 
gio  al  vescovado  e  lo  conduce  In  PaL  come  areva 


[Fanturzi  Giov.-Fava  o  Fabi  N.]        INDICE  ALFABETICO 


593 


chiesto,  74,  25-27;  h  el.  soprastante  alla  f abbrlca  d. 
nuove  carceri  (an.  1443),  75,  11-12;  h  el.  d.  Dieci 
di  Bal\a,  87,  U;  e  nominato  per  porta  Raregnana 
d.  commissione  incarlcata  d.  elezioni  agli  uffici,  97, 
33-25,  33;  h  el.  degli  Anziani  (an.  1444),  36-37;  e  Gon- 
faloniere  di  Giustizia  (an.  1445),  100,  22-23 ;  h  d. 
Rlformatori  di  Bologna,  101,  20-24;  e  el.  d.  Sedici 
Riformatori  d.  Stato  per  porta  Ravegnana,  107,  19, 
25-26;  h  degli  Anziani  clie  deliberano  il  bando  ai 
Canetoli  e  loro  seguaci,  48;  108,  4-5;  di  nuovo  el. 
Gonfaloniere  di  Giustizia  pcr  settemb.-ottob.  111,  7 ; 
&  al  gOTerno  dl  Bologna  (an.  1446),  116,  15-17;  ric, 

118,  33;  h  d.  Sei  Riformatori  al  governo  d.  Stato, 

119,  34-36:  h  degli  Anziani  di  marzo-aprile  (an. 
1449),  129,  34,  37;  con  Romeo  Pepoii  e  altri  nobili 
si  pente  di  avere  condotto  in  Bologna  Sante  Ben- 
tlvogHo,  che  aveva  saputo  cattivarsl  l'affetto  d.  po- 
polo  e  mirava  a  primegglare,  130,  17-19;  prende 
parte  con  i  figli  a  un'adunanza  in  casa  dl  Romeo, 
19-21 ;  propone,  e  la  proposta  e  accolta,  di  uscire  dl 
Bologna  sotto  pretesto  d.  peste ;  recarsi  a  Castel 
San  Pietro  e  quivi  accordarsi  con  11  re  di  Napoli, 
1  Canetoli  e  gli  altri  fuorusciti  per  cacciare  Sante 
di  c,  21-37;  trova  a  Castei  San  Pietro  Giovanni 
Agostini  detto  il  Mosca  cap.  d.  porta  Maggiore,  di 
Bologna,  e  promettendogli  molte  ricchezze  lo  induce 
ad  accordarsi  di  aprire  la  detta  porta  al  viceri  di 
Napoli,  40-46;  il  complotto  h  scoperto,  131, 
4-13 ;  giunge  In  Castel  San  Pietro  Carlo  Malvezzl  ad 
intimare  a  lui  e  al  suol  compagni  da  parte  d.  Senato 
e  di  Sante  Bentlvoglio  d'u3clrne  entro  un'ora,  pena 
la  vita,  16-21;  Romeo  PepoH  risponde  negativamente 
per  tutti,  21-26;  h  bandlto  dalla  Ringhiera,  28;  ven- 
g)no  a  ragglungerlo  altri  amici  di  Bologna,  28-29; 
con  Romeo  Pepoli  e  gli  altrl  banditi  sMnsignorisce 
di  Caslel  San  Pietro  al  grido  dl  «  Viva  ia  Chiesa  „, 
36-37;  glt  h  letto  d.  pari  che  agli  altri  fuoruscitl  II 
brevc  papale  che  intima  loro  di  rendere  11  castello 
(an.  1450),  136,  9-13;  ne  esce  e  va  a  Lugo,  14-15; 
gli  h  amico  Lodovico  Avanzi,  41;  bandito  dal  ter- 
ritorlo  dl  Bologna  sotto  pena  d.  coniisca  d.  beni, 
obbedisce  e  va  ad  Imola,  49-50;  137,  2-4. 

*  Fantuzzi  GiovAHNl.  Suo  giudlzio  su  Cherublno  Ghl- 
rardacci,  IV,  17-1»;  conviene  con  altri  storici  che 
il  pred.  sia  nato  nel  1S42,  X,  9,  *,  e  f  il  13  dicem- 
bre  1598,  XVII,  18;  XVIII,  1-2,  2  „. 

"  —  —  Notizie  degU  scrlttorl  bolognesl,  rie.,  III,  4-s; 
XXI,  /;  LIV,  64;  LVI,  10,. 

Fantuzzi  Marco  Antonio  [M.  A.  Fantucci]  h  con  altrl 
convocato  in  Pal.  da  Ermes  Bentivogllo  (an.  1501), 
305,  5-7;  il  pred.  manifesta  loro  che  Agamennone 
Marescottl  aveva  scritto  al  Valentino  Invitandolo 
a  venlre  contro  Bologna  e  I  Benllvoglio,  11-29;  11 
esorta  a  unlrsi  a  lui  nell'uccldere  i  Marescotti  de- 
tenuti  In  Pal.,  29-31;  partecipa  aIl'uccis!one  d.  pred., 
31-42;  partito  Giulio  II  dl  Bologna  coraplotta  con 
Battista  Ranuzzl  e  Costantlno  da  Caprara  di  In- 
trodurvi  dl  notte  Annibale  ed  Ermes  Bentivogllo 
(an.  1507),  366,  1-4 ;  i  suol  parentl  venuti  a  cono- 
scenza  d.  congiura  gliene  fanno  chiaro  il  pericolo 
e  lo  esortano  a  fugglre,  5-8;  temendo  d.  vlta  denun- 
zla  la  congiura  supplicando  11  perdono,  che  gli  h 
concesso  dal  leg.,  8-12;  b  confinato,  18-19;  dopo  po- 
chi  glornl  h   revocato   dal   bando,    19-20;  per  inca- 


rlco  d.  governatore  accompagna  segretamente  i  Ma- 
rescotti  fuori  d.  c.  e  d.  territorio  con  buona  scorta 
(an.  1508),  382,  33-36. 

Fantuzzi  Ottaviano  {Ottaviano  Fantueci]  h  degli  An- 
ziani  (an.  1489),  255,  6,  8-9;  giostra  nel  torneo  In 
Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la 
Sapienza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di 
Annibale  Bentivoglio  paladlno  d.  Fortuna;  e  ascritto 
alla  terza  squadra  vestlta  alla  francese  (an.  1490), 
259,  34,  26;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-19. 

Fantuzzi  Pace  padre  di  Francesco  (an.  1434),  40,  37; 
51,  23-24. 

Fantuzzi  Pasotto  [Pasotto  Fantucci]  esce  dl  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41-46. 

Fantuzzi  Pietro  figlio  di  Giovanni,  117,  1,38-39;  131, 
50 ;  h  dato  in  ostaggio  a  Guglieimo  di  Monferrato 
dai  Bolognesl  (an.  1446),  117,  1;  h  accompagnato 
a  Castelfranco  da  Taddeo  Marchese,  2 ;  e  qul  ^  ri- 
levato  da  Alberto  Pio,  3 ;  s'insignorisce  di  Piumazzo 
entrandovi  con  ottanta  fuorusciti  (an.  1449),  131, 
50;  132,  1;  ne  b  ricacciato  dagli  abitanti,  1-3;  ai- 
cuni  d.  suoi  rimangono  priglonieri  o  f,  3-4;  ban- 
dito  dal  territorio  di  Bologna  sotto  pena  d.  con- 
fisca  d.  beni,  obbedisce  a  va  ad  Imola  (an.  1450), 
136,  49-50;  137,  2-4;  partecipa  alla  spedizione  d.  fuo- 
rusciti  per  rientrare  In  Bologna  (an.  1451),  138,  3. 

Fantuzzo  [Ttttzo]  V.  Fantutzi  F. 

"  Fasanini.  II  loro  stemma  a  colori  fe  riprodotto  nel- 
Tesemplare  Malvezzi  d.  loro  genealogia  fatta  da  fra 
Cherubino  Ghirardaccl,  XXII,  38-39;  cosi  pure  vl 
sono  riportati  sonetti  e  versi  in  loro  lode,  XXIII, 
1-7 ;  la  pred.  genealogia  non  fa  loro  consegnata  nel 
IS7^  perchi  si  hanno  notizie  di  vari  loro  membri 
tutte  di  mano  d.  Ghirardacci  sino  a  dopo  il  r^So,  1-4  „. 

Fasanini  Caterina  [Catarina]  moglie  di  Giacomo  In- 
gratl,  114,  36. 

"Fasanini  Cino.  Sua  nascita  (an.  1292)  XXII,  27,. 

Fasanini  Gaspare  h  el.  degli  Anzianl  (an.  1444),  97, 
37 ;  "  i  menzionato  in  un  atto  del  1444,  XXII,   b  „. 

Fasanini  Lucrkzia  V.  Betti  Firenzuola  Fasanini  L. 

"  Fasanini  Nicolo  [Nicolh  Fasanino].  Gli  k  dedicato  dal 
Ghirardacci  1'albero  genealogico  d.  sua  famiglia  (an. 
1572).  XXII,  19-28,  s-b  „. 

'  [Fasanini  Pinello]  ,/.  parrocchia  <li  San  Procolo;  men- 
iovato  in  nn  atto  del  1283,   XXII,  4-(>  „. 

*  Fau.stiniano  secondo  vescovo  di  Bologna  (an.  312- 
330),  CXXXV,  33„. 

"  Fava  (famiolia)  h  rappresentata  nel  Theatro  moral» 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,    XXIV,   22-25  „. 

Fava  Cssare  [Cesare  dalla  Fava]  soprannumerario  al 
Venti  d.  popolo  (an.  1506),  352,  11-12;  h  dal  pp. 
el.  Gonfaloniere  d.  popolo  pel  quartlere  dl  porta 
San  Pietro  (an.  1506),  359,  41-42. 

Fata  Guolielmo  [Guglielmo  dalla  Fava]  padre  di  Ur- 
bano,  87,  14;   97,  27. 

Fava  Luca  [Luca  tlalla  Fava]  si  reca  con  il  governatore 
di  Bologna  Lodovico  Alamannl  e  con  altri  genti- 
luominl  bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e 
Forll  (an.  1426),  4,  10-15. 

Fava  o  Fabi  Nicolo  [Nicolaut  gentis  Fahia*]  medlco 
iUustre,  amico  d.  Canetoll;  Inviato  dal  senato  di 
Bologna  a  Martino  V  a  riconoscerlo  per  signore 
(an.  1430),  17,  43;  h  el.  d.  Dlecl  di  BalU  (an.  1435), 
41,  19-30;  h  confermato  In   tale  carlca    (an.    1438), 


T.  XXXIII,  p.  I  —  38. 


594 


INDICE  ALFABETICO 


(Fava  o  Pabi  Nicolb.Felidni] 


53,  4M3;  t  in  Bologna  ed  h  teppelUto  nella  chleM 
dt  Mn  Glaeomo  (an.  1439),  59,  11-1«;  epitafBo  nel 
luo  aepolcro,  I9-2S. 

Fava  o  Fabi  NicoLc)  IMeo/auM  d»  Fabiii]  filotofo  e  me- 
dlco  insigne  f  ed  i  sepolto  in  San  Glacotno  (an. 
148]),  228,  37-3(;  epItafTio  sutla  tua  urna,  39-43. 

Fava  Urbano  figUo  dl  Guglielmo,  87,  U;  97,  27;  h  el. 
degll  Otto  dcU'arere  (an.  1443),  87,  12  14;  h  per 
porta  San  Plero,  d.  Commlstlone  Incarlcata  d.  ele- 
zloni  agli  Uffici,  97,  23-25,  37 ;  h  deputato  topra 
11  tale  (an.  1446),  113,  23-33;  cf.  118,  22-33;  tuo 
dono  a  Sante  Bentirogllo  per  le  nozze  (an.  i^s^), 
149,  19. 

Fava  Vandino  [  VanJtHO  dalla  Fava\  prende  parte  all.i 
glostra  bandita  in  Bologna  per  san  Petronio  (an. 
1447),  124,  47. 

Fava  Vincenzo  ( Vincnuo  dalla  Fava]  accompagna  a 
Mantova  le  donne  d.  Bentivogllo  (an.  1506),  353, 
4S-49. 

Kavori  NicoLo  medlco  bolognese;  f  di  raale  mazucco 
(an.  150S),  341,  22. 

Fazi  NlcoLO  merclaio  di  Bologna  sessantenne;  usoito 
con  gli  altri  dl  c.  in  sortita  contro  i  Francesl,  nel 
preclpitato  rltorno  rimanc  impigliato  nelle  slepl 
ed  &  ucciso  dal  pred.  (an.  1506),  351,  1-3. 

Fazio  V.  Santorio  F. 

Fbderico  V.  Ferro  (Dal)  F.,  Gonxaga  F.,  Manfredi  F., 
Montefeltro  {Da)  F.,  Pallavicino  F.,  Sanseverino 
{Da)  F. 

Fkderico  V  [Federico  ///]  Imp.  di  Germania  si  reca 
d'Austrla  In  Italia  con  molto  seguito  per  passare  a 
Roma  a  clngervl  la  corona  imperiale  (an.  1452), 
140,  35-37 ;  essendo  a  Ferrara  &  invltato  da  ambasc. 
a  Bologna  e  accetta,  44-45;  cf.,  37-39;  h  ben  trattato 
in  Ferrara  dal  march.  Borso  che  crea  duca  dl  Mo- 
dena  e  Regglo,  42-43 ;  parte  di  Ferrara  e  ai  reca  a 
San  Prospero  nel  Bolognese,  46-47 ;  entra  in  Bolo- 
gna  da  porta  San  Donato,  141,  1-2;  gli  vengono 
Incontro  i  clttadini  coi  raagistratl,  ii  clero  e  il  leg., 
3-4;  fe  accompagnato  al  vescovado  sotto  un  baldac- 
chlno  dl  broccato  d'oro,  4-5;  il  giorno  dopo  h  con- 
dotto  in  San  Petronlo,  t-9;  dopo  la  messa  solenne 
arma  cav.  Astorre,  Carlo  e  Galeotto  Manfredi,  Gio- 
Tanni  II  Bentivoglio,  Pietro  Paselli,  Carlo  Malvezzi, 
Cristoforo  Caccianemici,  Baldassarre  Luparl,  9-12; 
torna  al  vescovado  ove  trova  imbandito  un  convlto, 
13-13;  vlsita  la  c,  14-16;  parte  di  Bologna  per  porta 
Santo  Stefano  diretto  a  Roma  ed  b  accorapagnato 
slno  a  San  RuffiUo  dal  leg.  e  dal  magistrati,  16,  17- 
19;  h  incoronato  a  Roma  unitamente  all'impera- 
trlce,  39-30;  sl  reca  a  Napoli  alla  corte  d.  suocero, 
30-31;  poi  torna  per  Roma  e  Totcana  a  Bologna  en- 
trandovl  per  la  porta  dl  Santo  Stefano  onorevol- 
mente  ricevuto,  31-33;  ii  d\  seguente  va  a  Ferrara 
uscendo  dalia  porta  dl  Galliera,  33 ;  crea  Achille,  Vir- 
gilio,  Lodovlco,  Ercole  e  Pirro  Malvezzl  anche  per 
i  loro  dlscendenti  contl  palatlni  e  baroni  dell'im- 
pero  con  plena  autorlti  (an.  1460),  174,  18-31 ;  torna 
in  Italia  c  sl  reca  a  Ferrara  onorevolmente  rlcevuto 
dal  march.  d'Este  (an.  146S),  201,  3-3;  ne  parte  per 
Ravenna  e  Pesaro  dlretto  a  Roraa,  3-5:  vl  rlceve 
grandi  accoglienze,  lo-ll;  trattata  col  pp.  I'impresa 
contro  l  Turchl,  torna  a  Ferrara  per  la  via  dl  Ro- 
magna  (an.  1469),  11-13;  gll  h  donato  da  Glovanni 


Bentlvogllo  un  cavallo  twio  iMUtUto  riccamente,  13- 
13,  che  gli  i  condotto  da  Benedetto  Morandt  e  da 
Glacomo  Spagnuoll,  13-14;  gradltre  II  pretcnte  e  pcr- 
mette  al  Bentiroglio  dl  usare  nel  suo  stemma  1'aqulla 
dl  ognl  colore  fuorl  che  nera,  14-16;  pacificata  la 
Germania  fa  dagll  Elettori  dichlarare  re  del  Roma- 
n!  suo  figllo  Mattlmlllano  (an.  1486),  235,  M-2t;  f 
dopo  ptCi  dl  quaranta  annl  di  regno  (an.  1493),  272, 
43-43;  gll  Buccede  il  figlio  Mattlmlllano,  43-44. 

Keobrico  d'Au8tria  figllo  d.  duca  Ernetto;  i  el.  Imp. 
a  venticlnque  anni  (an.  1440),  60,  39-40;  sue  dotl, 
40-41 ;  la  tu*  elezionc  i  generalmente  approvata, 
41-43;  V.  Federico    ///  imp. 

Federigo  d'Araoona  6glio  di  Ferdlnando  I  re  dl  Na- 
poli,  196,  50;  fratello  di  Aifonso  II,  187,  3«;  307, 
s:  zlo  dl  Ferdlnando  II  (Alfonto  II!).  2£5,  1«; 
308,  50;  ti  reca  con  largo  seguito  a  Milano  a  pren- 
dere  Ippolita  Sforza  tposa  di  Alfonao  (an.  14651, 
187,  36-41;  giunto  a  Siena  apprende  la  f  d.  regina 
tua  madre  e  prende  il  lutto  con  tutta  la  corte,  41-42; 
passa  di  Bologna  onoreToImente  accolto  dal  Scnato 
con  tutto  II  seguito,  43-44 ;  ailoggla  nel  pal.  degli  An- 
ziani,  43-44 ;  parte  di  Bologna  per  porta  San  Felice 
e  va  a  desinare  a  Castelfranco  a  spese  d.  Senato 
dl  Bologna,  188,  3-5;  passa  a  Mllano  e  vl  tpoia 
IppoIIta  per  il  f ratello,  5 ;  parte  con  la  sposa  e  con 
molto  cortegglo  dl  dame  e  cavalieri,  5-s;  fa  totta 
a  Confortino  nel  pal.  d!  Galeazzo  Marescotti  a  spete 
d.  c,  t-9;  rlparte  per  Bologna,  9;  vengono  loro  In- 
contro  i  magistrati  c  i  nobil!  con  grande  pompa, 
9-10;  alloggla  con  la  sposa  e  il  seguito  nel  pal.  dl 
Giovanni  Bentivoglio  e  dl  Vlrgillo  Malvezzl,  lo-ll; 
intesa  a  Siena  la  nuova  d.  prigionia  e  t  d.  Piccl- 
nino,  vl  si  ferma  per  maggiori  notizle,  33-34;  torna 
a  Napoli,  34-35;  raggiunge  all'ldice  Federigo  da  Mon- 
tefeltro  recando  seco  sedlci  squadre  di  uomlni,  ed 
Ercole  Malvezzi  con  la  sua  compagnia  (an.  1467), 
196,  50;  197,  1-2;  conviene  a  parlamento  in  Paria 
per  trattare  d.  guerra  contro  i  Veneziani  (an.  1468), 
198,  34-37;  approva  che  sl  faccia  pace  perchi  i  Tur- 
chi  continuano  a  infestare  la  Morea,  3s-40;e  che  si 
Incarlchl  di  cI6  il  pp.,  40-43;  avTenuta  la  pace  torna 
a  Napoii,  199,34-35;  dlnanzi  al  Francesl  fugge  con 
il  re  da  Napoli  a  Ischia  (an.  1495),  285,  19- :o:  suc- 
cede  al  nlpote  Ferdinando  II  nel  reame  di  Napol! 
(an.  1496),  291,  3:-34:  cf.,  307,  t:  sul  quale  avanza 
pretese  Luigl  XII  re  di  Francia,  che  manda  11  D'Au- 
bignjr  a  conqulstarlo  (an.  1501),  407,  7-8;  sl  rltira 
con  averi  e  amici  in  Itchla,  45-46;  coi  patto  dt  igom* 
brarla  fra  tei  raesi,  46. 

....Fbderigo  merciaio;  b  el.  Anzlano  per  porta  San 
Pletro  (an.  1439),  11,  39-40. 

Felice  V.  Calxolari  F. 

Fklice  V  al  secolo  Amedeo  VIII  dl  Sarola,  &  el.  antl- 
papa  dal  Concllio  di  Basilea  (ao.  1439),  60,  36-39. 

Fblicb  (sam).  Ne  h  portata  in  processione  la  testa  a 
Bologna  (an.  1474),  214,  33-33. 

Fblick  (Abbazia  di  San)  v.  Bologna  {Ahhazie). 

Felice  (Ponte  ui  San)  suI  Reno,  Glacomo  C&ldora  vl 
si  fortlfica  con  argini  e  vi  pone  i  gonfaloni  e  le 
bandiere  deIl'esercito  (an.  I4»8),  10,  26-27. 

Felick  (Porta  San)  V.  Bologna  {porf). 

Felicini  sono  fuoruscit!  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
32-33;  imparentatl  con  Gioranni  Bentivoglio  per  il 


[Felicini-Ferdinando  I  re  di  NapoliJ  INDICE   ALFABETICO 


595 


matrlmonio  di  Giovannl  con  Isotta  flglia  d.  pred. 
[an.    1504],  354,  38-39. 

Feucini  Bartolomko  figlio  di  GioTanni,  235,  21-M; 
padre  di  Giovanni,  331,  i*-tS;  354,  39;  accompagna 
Gioranni  II  Bentivogiio  in  pellegrinagglo  a  Loreto 
(an.  1485),  232,  22-23,  2S;  e  fatto  cav.  aurato  da 
Giovanni  Bentivoglio  in  San  Giacomo  (an.  1486), 
235,  19-22;  scalco  alle  nozze  dl  Annibale  Bentivo- 
glio  (an.  1487),  237,  27-28;  suoi  vestiti  e  vestiti  dei 
suoi  servitori,  35-36;  cf.,  37-«0;  suo  motto  ricamato 
sul  petto  ai  pred.,  36-37 ;  porta  come  essi  le  calze 
con  la  divisa  d.  Bentivoglio,  33-3i;  accompagna  Gio- 
vanni  Bentivoglio  in  pellegrinaggio  a  SanfAntonlo 
di  Padova  (an.  1488),  244,  26,29;  quindi  a  Ferrara 
alle  nozze  dl  Alfonso  d'Este  (an.  1491),  263,  7-9; 
torna  a  Bologna,  13;  accompagna  Giovanni  Benti- 
voglio  a  un  parlamento  in  Ferrara  (an.  1493),  272, 
13-U;  si  fabbrica  un  palazzo  ricciiissimo  in  Galliera 
(an.  1497),  292,  43-«4;  un  suo  figlio  h  condotto  a 
Roma  dal  vesc.  dl  Bologna  Ferreri  (an.  1503),  322, 
26-27;  cerca  distogliere  Giovanni  Bentivoglio  dal 
pensiero  di  maritare  la  figlla  naturale  Isotta  con 
suo  figlio  Giovanni  stimando  indegno  per  la  sua 
casa  tale  parentado  (an.  1504),  331,  «5-47;  non  riesce, 
47 ;  dopo  il  matrimoiiio  per  il  dolore  si  alletta  e  f, 
47-50;  sue  quaiitik,  50;  332,  1;  il  bellissimo  palagio 
da  lui  comlnciato  nella  via  di  Galliera  h  continuato 
dal  figiio,   1-2;  e  sepolto  in  San  Francesco,  5. 

[Femcini]  Diamaktb  V.  Pepoli  Diamante, 

Fblicini  Ercolb  \Ercolesse  Felicin{\  cav.;  h  staffiere  d. 
sposa  Ippolita  Sforza  nelle  nozze  di  questa  con 
Alessandro  Bentivoglio  (an.  1493),  267,  11-13;  ac- 
compagna  Laura  dl  Gioyanni  Bentivoglio  allo  sposo 
in  Mantova  (an.  1494),  275,  31-35;  si  reca  con  Ales- 
sandro  Bentivoglio  a  Mllano  a  complimentare  II 
nuovo  duca  Lodovico  Sforza,  283,  35-39 ;  creato  de- 
gll  Anziani  da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1501),  308, 
38;  ne  accompagna  il  figlio  Alessandro  a  Roma  a 
prendervi  Giovanna  Orsini  sposa  dell'aItro  figlio  dl 
Giovanni,  Ermcs  (an.  1504),  332,  30,  33-34;  el.  dai 
pp.  d.  Quaranta  Conslglleri  e  Rifornuitorl  (an.  1506), 
358,  34-35 ;  el.  Gonfalonlere  di  Giustlzia  in  Bologna 
(an.  1508),  378,  8. 

FbliciNi  GiovAN.si  \Giova»ni  Ftlisini\  figlio  dl  Pietro, 
166,  41;  padre  di  Bartolomeo,  235,  21-22;  d.  priml 
di  Bologna  e  ricchissimo,  166,41;  si  reca  con  altrl 
a  MUano  a  prendervi  Donnina  Visconti  sposa  di  An- 
nibale  Bentlvoglio  (an.  1441)168,  48-69,  l-3;bdegll 
Anziani  per  lugiio  e  agosto  (an.  1445),  109,  25;  sl 
reca  con  altri  Bolognesl  a  Pesaro  a  prendervi  Glne- 
vra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivoglio  (an.  1454),  147, 
15-22;8uo  donoal  pred.  per  lenozze,  149,  9;  in  Carpi, 
ove  trovavasi  per  la  peste,  divien  famlliare  di  Ga- 
leotto  Canetoll  (an.  1459),  166,  41-44;  sovviene  II 
pred.  dl  denaro,  44-46;  anche  ne  promette  in  pre- 
stlto  al  slgnore  di  Carpi,  46-47 ;  tornato  in  Bolo- 
gna  tl  insospettisce  dl  non  vedere  arrivare  il  can- 
celliere  d.  Pio,  infattl  arrestato,  a  prendere  11  de- 
naro,  47-167,  1-4;  Informa  Vlrgilio  Malvezzl  suo 
amico  del  fatto  e  lo  prega  di  aiutarlo,  5-8 ;  gli  i 
data  sicurti  d.  rita  per  intercesslone  d.  pred.  e 
del  suoi  fratelli,  8-11;  accompagnato  dai  Malvexzl 
sl  presenta  al  pod.  cui  espone  la  cosa,  11-15;  &  con- 
dannato  tn  trentamlla  lire,  Incarcerato  e  posto   in 


ceppl,  15-16;  h  liberato  con  la  vlolenza  dai  Mal- 
vezzi,  16-19;  il  governatore  fattagii  dare  slcurti  lo 
lascia  libero,  19-23 ;  paga  la  penale  impostagll  senza 
vendere  I  suoi  beni,  23-24;  h  confinato  a  Roma,  34. 

Felicini  Giovanni  figllo  di  Bartolomeo,  331,  44-45;  354, 
39;  fe  costretto  dal  Bentivoglio  a  sposarne  la  figlia 
naturale  Isotta  (an.  1504),  331,  44-48;  suo  matrlmo- 
nio  ric,  354,  38-39;  384,  17-18;  il  padre  per  il  doiore 
di  queste  nozze  poco  degne  f  subito  dopo,  331,  48- 
50;  continua  il  magnifico  pal.  nella  via  di  Galllera 
cominciato  dal  pred.,  332,  2;  fe  d.  Collegi  (an.  1505), 
339,  1,  7;  In  casa  sua  alloggia  il  card.  Lulgi  d'Ara- 
gona  (an.  1506),  357,  8-9;  fe  denunciato  di  tenere 
armati  in  casa,  ma  fattagli  una  perquisizione  non 
fe  trovato  alcuno  (an.  1508),  379,  14-18;  &  avvertito 
dallo  Scappi  dl  raggiungerlo  con  i  suoi  in  piazza 
Calderinl,  31-32;  vi  si  reca,  32;  fe  ric.  tra  1  capi 
d.  congiura,  380,  1 ;  udito  che  gli  altri  Bolognesi 
andati  a  Roma  erano  stati  perdonati  dal  pp.  vl  al 
reca  anch'egU  con  Matteo  Gozzadini,  384,  16-19; 
iimprlgionato  inCastel  Sant'Angelo,ao- 
21 ;  h  multato  in  millesettecentoqulndici  ducati  per 
il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti,  387,  13;  essendo 
t  senza  figli  legittimi  il  suo  pal.  h  comprato  dal 
card.  Puccl  per  abitazione  d.  nipote  Glanpaolo  Puccl 
a  un  prezzo  assai  meschino  [s.  a.],  332,  3-4. 

Felicini  Lodovico  figlio  di  Giovanni,  184,  8;  marlto 
dl  Diamante  Pepoll,  140,  33;  scalco  alle  nozze  di 
Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  8,  cui  fa  un  pre- 
sente,  30-31. 

Felicinx  Pietro  padre  di  Giovanni,  166,  41. 

FeLICITa  V.  RaiHeri  F. 

Feltro  (Da)  Fbokrigo  v,  Montefeltro  (Da)  F. 

Fenicb  V.  Pico  iella  Mirandola  Giovanni  detto    Femce. 

Ferabosco  uomo  d'arme;  accompagna  Annibale  Ben- 
tivogllo  a  Bologna  (an.  1438),  55,  2-3. 

Ferari  V.  Ferrari, 

Fkrdinando  V.   Contughi  F.,  Este  (/)')  F, 

Fbrdinanuo  I  [d'Aragona]  rk  di  Napoli  \Don  Fer- 
rante,  Ferdinando  di  Nafoli\  naturale  di  Alfonso  I, 
165,  42;  padre  di  Alfonso  poi  II,  187,  37;  225,  37; 
di  Federlgo,  39;  di  Enrico,  194,  7-8;  di  Eleonora, 
211,  10;  fratello  di  Eleonora  prlnclpessa  dl  Ros- 
sano,  215,  9;  fc  in  possesso  d.  Reame  di  Puglia  dl 
cui  nominalmente  h  re  Ranleri  d'Angi6  (an.  1455), 
160,  13;  eredita  il  regno  dl  Napoll  alla  f  d.  padre 
(an.  1458),  165,  41-42;  assolda  Lodovico  Malvezzi 
(an.  1462),  179,  8-10;  dal  quale  ^  fedelmente  servito, 
10-11;  ric,  180,  31;  si  accorda  segretamente  con 
Francesco  Sforza  dl  fare  capitare  male  Glacomo 
Plccinlno  (an.  1465),  188,  23-25;  lo  prende  al  suo 
soldo  e  lo  fa  suo  generale,  25-26 ;  lo  rlceve  con  ognl 
onore  In  Napoli  insieme  alla  sposa,  36-27;  lo  fa 
prendere  col  figllo  Francesco  e  II  c«n- 
celliere  Broccardo  e  forse  uccldere,  27- 
31;  conduce  per  cap.  contro  I  Venezlanl  e  fuorusciti 
Florentlni  Federigo  di  Montefeltro  (an.  1467),  193, 
34-27 ;  h  in  lega  con  il  duca  di  Milano,  i  Florentlni 
e  1  Bolognesi  (an.  146S),  34-25;  In  presenza  di  Pao- 
lo  II  fa  mcnzionare  fra  gli  aderentl  alla  lega  anche 
i  Bolognesi,  199,  24-29;  sollecitato  dal  duca  d'Este 
manda  ambasc.  al  pred.  per  persuaderli  ad  «bbattere 
1«  bastla  costrulta  sul  Panaro  ai  confinl  d.  Mode- 
nete,  m«  senza  tuccesso  (an.  1471),  210,  t-s;  col  duca 


596 


iNDicE  alfab?:tico 


(Ferdinando  I-Ferrara  (fiV/a)] 


Sforza  otMene  fin«tmente  che  I  Bolognetl  atterrlno 
U  bastla,  ma  loro  ila  riconoscluto  II  diritto  di  rlal- 
zare  II  tronco  d.  torre  ctie  «egnaTa  i  loro  confinl 
sul  Panaro,  30-35;  suoi  ambaic.  con  ambasc.  d.  duca 
Sforza,  di  Bologna  e  agenti  d.  duca  d'Este  vanno 
al  Panaro  e  Ti  stlpulano  il  contratto  d.  condlzionl 
stabilite  tra  il  Senato  dl  Bologna  e  lo  Sforza  in 
rlguardo  al  detto  luogo,  26-29;  sua  sorella  Eleonora 
sposn  il  prlncipe  di  Rossano  [s,  a.],  215,  9;  accoglie 
benignamente  Carlo  Manfredi  cacclato  dl  signoria 
dal  fratello  Galeotto  (an.  1477),  218,  2-3;  11  suo  cap. 
Roberto  da  Sanseverino  molesta  i  I'isanl  (an.  1479), 
220,  42-43;  con  11  pp.  Sisto  IV  guerreggia  contro  i 
Fiorentini,  12;  fa  tregua  col  duca  dl  Mllano,  di  Fer- 
rara,  i  Florentinl,  e  i  .Senesl  (an.  1480),  222,  29-31; 
ammette  Giorannl  Bentlroglio  e  i  suoi  iigli  e  di- 
scendentl  nella  casa  reale  di  Aragona  con  privile- 
gio  di  usarne  il  nome  e  le  armi  (an.  14S3),  224, 
23-37;  ric,  35;  parteclpa  aila  Lcga  con  11  duca  di  Mi- 
lano,  quelio  di  Ferrara,  i  Boiognesi,  i  Fiorcntini  e 
aitri  aderenti,  47-4»;  cf.,  226,  13;  manda  11  figiio  Ai- 
fonso  con  grosso  eserclto  rerso  Roma  per  recare 
aiuto  al  duca  d'Este,  225,  37-39;  minaccia  il  pp.,  226, 
9;  si  fa  rappresentare  alia  dieta  del  collegatl  in  Cre- 
mona  dal  duca  di  Caiabrla  (an.  1483),  27;  gli  h  as- 
segnata  una  quota  di  ottomila  ducati  sui  pagamento 
d.  condotta  di  Roberto  da  Sanseverino  (an.  14S4), 
231,  1;  il  duca  di  Milano  gli  invia  Giangiacomo  Tri- 
vulzio  con  molte  milizie  (an.  14S5),  233,  29-30;  si 
rappaciQca  con  Innocenzo  VHI  (an.  1486),  234,  22; 
si  fa  rappresentare  aile  nozze  di  Annibale  Bentivo- 
glio  da  Gianfrancesco  da  Sanseverino  (an.  1487), 
236,  24-25;  fa  donare  alla  sposa  Bentivoglio  una  pez- 
za  di  broccato  d'oro,  239,  3-4;  manda  ambasc.  ai 
Fiorentini  perclie  rlmandino  iit>ero  Giovanni  Ben- 
tivogiio  condotto  dai  Faentini  prigloniero  a  Firenze 
(an.  143S),  246,  49-247,  1-2;  gli  scrive  ii  pred.  nar- 
randogii  d.  congiura  d.  Malvezzi  e  pregandolo  a  pu- 
nire  Giulio  al  suo  arrivo  in  Napoli,  253,  13-lS;  fa 
prendere  e  Imprigionare  il  pred.  appena  giunto,  15- 
16;  &  lega  coi  Fiorentini  e  Aiessandro  VI  (an.  1493), 
270,  7-8;  i  e  gli  succede  ii  figlio  Aifonso  II  (an. 
1494),  275,  39-4C ;  Isabeila  Gonzaga  porta  11  lutto  per 
la  sua  t.  276,  33. 

Fbrdinanik)  II  RB  Di  Napoli  \Ferdinando  o  Perrandino 
d»ca  di  Calabria,  Alfonso  //(!)]  figlio  di  Alfonso  II, 
278,  1;  essendo  ancora  duca  dl  Caiabria  si  reca 
in  Romagna  con  forte  esercito  avendo  ai  suoi  or- 
dinl  Annibale  Bentivoglio  cap.  d.  I-^iorentinl  (an. 
1494),  1-3;  b  a  Cesena,  14;  udito  che  parte  deii'eser- 
cito  dl  Cario  VIII,  oltrepassata  Bologna,  era  nel 
territorio  d'Imoia,  vi  si  indirlzza  per  affrontarlo,  14- 
15;  giunge  a  Sant'Agata,  15-16;  per  ravvlcinarsi  d. 
conte  di  Montpensier  parte  di  SanfAgata  e  si  ritira 
pr.  Faenza,  22-24  ;  intervenuto  un  accordo  fra  ia  du- 
chessa  di  Imola  e  i  Francesi  e  costretto  a  ritirarsl 
a  Cesena,  29 ;  h  f uori  di  Roma  quando  vi  "k  dentro 
Carlo  VIII  (an.  1495),  285,  15;  divenuto  re  per 
1'abdicazione  d.  padre  rientra  nei  Napoietano 
e  riacquista  il  regno,  287,  26-29;  gii  sono  mandati 
dali'imp.  Masslmiliano  quattrocento  Svizzeri,  288, 
10-12;  appena  riconquistato  11  reame  f  (an.  1496), 
291,  32-33;  gli  succede  suo  zio  Federigo,  34. 

Fbrdinando   II   iL  Cattouco   re  di   Spaona   \Ptrdi- 


nando  d*Aragona\  ric.  pcr  il  conte  Tantila  suo  amb. 
alla  Corte  di  Roma,  233,  34;  ottiene  II  reame  dl 
Granata  posseduto  dal  Morl  (an.  1492),  265,  9-13; 
con  la  moglie  Isabella  di  Castiglla  invia  Crlitoforo 
Colombo  a  scuoprire  nuore  terre,  13-IS ;  manda  anche 
a  nome  d.  regina  un  ambaac.  con  rlcchl  donl  al  pp. 
Alessandro  VI  Borgia  a  rallegrarsi  d.  sua  elezione 
(an.  1493),  272,  4-S;  insieme  alla  moglie  fa  Irga 
con  i'imp.  Matslmiliano,  II  pp.,  i  Venezlanl  e  Lo- 
dovlco  Sforza  contro  11  re  Carlo  VIII  (an.  I49S)> 
285,  3S-41;  ia  pred.  iega  ^  resa  pubbllca,  43-44;  fa 
pace  con  i'lmp.  Mastimillano  e  Lulgi  XII  (ao.  1503), 
323,  2-3;  tale  pace  dura  poco  perchi  11  suo  cap. 
Consalvo  Ferrante  da  Cordova  attacca  i  Francetl 
nel  Napoletano,  11  vlnce  e  loro  toglie  quasi  tutto  11 
regno,  3-5;  Consaivo  pred.  e  suo  cap.  in  Itaiia  (an. 
1504),  330,  7-8;  guerreggia  contro  11  re  di  Navarra, 
22-26;  Bnrico  VII  re  di  Inghiiterra  si  adopra  col  pp. 
per  pacificario  con  Luigi  XII  re  di  Francla,  331,  5-8; 
aderisce  aiia  lega  tra  l'imp.  Massimiliano,  Giulio  It, 
Luigi  Xn,  l  Fiorentlni,  Alfonso  d'Este,  Glanfran- 
cesco  Gonzaga  contro  i  Veneziani  (an.  1509),  393, 
20-27;  pretende  dal  pred.  Barietta,  Monopoii,  Brin- 
disi  e  Otranto,  34-35. 
Fbrmo  \Ghierono  di  Permo  della  Marca\.  Vi  i  condotto 
prigioniero  Baidassarre  Offida  da  Giroiamo  della 
Seta  (an.  1436),  48,  9-10,  14;  il  predetto  Offida 
V  i  t.  14-17;  vi  si  reca  da  Rimini  Battista  Mai- 
vezzi  coi  figli  (an.  1488),  253,  18-19;  r.  ancke:  Fre- 
ducci  Oliverotto  detto  Olivtrotto  da  Fermo ;  Gio- 
vanni  da  Fermo. 

—  (vESCOVo)  V.    Domenico  Capranica   (an.    1430-1450). 
[Fkrnandez  y  Aguillar  de  Cordova]  Consalvo  \gram 

Consalvo\  cap.  d.  re  d'Aragona;  vlnce  1  Francesi 
nei  Napoletano  e  loro  toglie  quasi  tutto  11  regno 
(an.  1503),  323,  4-5;  cf.,  328,  48;  329,  1-2:  prende 
Gaeta  dalla  quale  iascia  partirc  liberi  i  Francesi 
(an.  1504),  330,  7-8. 

....  Fbrrantb  accompagna  11  principe  Federigo  d'Ara- 
gona  a  Milano  a  prendervi  Ippollta  Sforza  sposa 
di  Alfonso  (an.  1465),   187,  48. 

Fkrrara(Abazia  di  san  Bartolo)  \abbatia  di  San  Bar- 
tolo  di  Ferrara]  h  tolta  da  pp.  Martino  V  a  Bar- 
toiomeo    Zambeccari  (an.  i^aS),   9,  10;  ric,   62,  44. 

—  (Chissa  di  santa  Maria  dbgli  Angeli)  d.  frati  Pre- 
dicatori ;  vi  ^  scpolto  per  sua  volonti  Ercoie  d'Este 
(an.   1442,  ma   1441),   71,   1-3. 

—  (Castkllo  nuovo).  Vi  si  afforza  Ercole  d'Este  con- 
tro  il  nipote  NicoI6  (an.  1471),  208,  31. 

—  (Citta).  "  Vuoi  entrarvi  Azzo  d'Este  (an.  1395), 
LXV,  4,;  &  rappacificata  dai  card.  Nicold  AIl)er- 
gati  (an.  14*8),  6,  31;  vi  si  reca  Giacomo  dalle  Cor- 
regge  ad  assoldare  per  i  Boiognesi  Pietro  da  Navar- 
rino  (an.  1430),  21,  42-43;  ci  vanno  Glacomo  delle 
Correggie  e  Romeo  Foscherari  ambasc.  d.  Senato 
di  Bologna  al  march.  Nicol6  d'Este,  22,  38;  vi  si 
reca  i'imp.  Sigismondo  di  Lussemburgo.  che  vl  arma 
cav.  Cario  da  Saiiceto  di  Bologna  (an.  1433),  36,  17- 
18;  vi  h  mandato  Francesco  Fantuzzi  (an.  1434),  40, 
38-39;  Eugenio  IV  vi  trasferisce  ii  Concilio  da  Ba- 
tUea  (an.  1437),  49,  32;  il  pred.  vi  giunge  da  Bo- 
iogna  per  il  Po  (an.  1438),  50,  37;  vi  si  reca  l'imp. 
greco  Giovanni  I'aieoIogo,  rlcevuto  con  grande 
onore  dai  pp.  (an.  1438),  50,   39-41,  e  anche  II  pa- 


[Ferrara  (ciua)] 


INDICE  ALFABETICO 


597 


trlarca  Vitelleschi,  41-42,  e  al  seguito  dell'imp.  i  se- 
guenti:  Demetrio  principe  dl  Morea,  suo  fratello  il 
patriarca  Giuseppe  di  Costantinopoli,  42-43,  un  gran 
numero  di  prelati  di  varie  nazioni  dell'Oriente,  43- 
44,  e  legati  d.  patriarchi  di  Gerusalemme,  Antio- 
chia  e  di  Alessandria,  44,  gli  ambasc.  dell'imp.  di 
Trebisonda,  degli  Ebrei,  d.  Valacchi,  44-45,  con  cento 
cavalli,  l'arcivesc.  Isidoro  prelato  di  Russia,  45-45; 
vi  giunge  Gherardo  Rangoni  a  visitare  Raffaele  Fo- 
scherari,  51,  14-15;  anche  vi  arriva  lo  Scotti  gover- 
natore  di  Bologna,  52,  33;  fe  colpita  dalla  peste  (an. 
1439)1  56,  4-5;  il  pp.  ne  trasferisce  II  Concilio  a 
Firenze,  6-7;  il  pred.  ne  parte,  14-16;  cf.,  7-8;  vi  si 
reca  Francesco  Sforza  di  passaggio  per  Chioggia, 
58,  33-34;  vanno  ad  abitarvi  con  le  famiglie  per 
fuggire  i  torbidi  di  Bologna,  Battista,  Antonio  e 
Tommaso  dalle  Corregge  (an.  1440),  68,  15-16;  gia 
vi  stanno  Valentino  Pizzani,  Lippo  e  Giovanni 
Muzzarelli,  16-18;  Bornio  da  Sala,  18;  vi  sono  in- 
nalzate  le  mura  verso  11  Po  da  Leonello  d'Este  (an. 
1442),  71,  9-10;  fe  abbellita  dal  pred.,  10;  vi  prende 
dlmora  Giacomo  dal  Lino  (an.  1443),  75,  33;  ne  par- 
tono  per  Boiogna  Battista,  Matteo  e  Gaspare  dalle 
Correggie,  86,  15-17;  vi  fe  di  passaggio  Astorre  Man- 
f  redi  (an.  1446),  1 13,  34 ;  Nicolo  da  Cremona  vi  si 
reca  qual  segretario  di  Nicolo  V  (an.  1447),  122,  17; 
poi  come  ambasc.  d.  Bolognesi  (an.  144S),  126,  24-35; 
vi  giunge  dall'Austria  l'irap.  Federico  V  (an.  1452), 
140,  39,  cf.,  35;  vi  si  recano  ambasc.  Bolognesi  a  in- 
vitare  a  Bologna  il  pred.,  38-40;  vi  sono  fatte  grandi 
feste  in  suo  onore,  42;  ne  parte  l'imp.,  46;  il  pred. 
vi  torna,  141,  33;  e  cosl  pure  Giovanni  Aurispa  e 
Guarino  Veronese  (an.  1453),  143,  39-40;  ne  sono 
creati  da  Borso  d'Este  cittadiai  nobili  Achille,  Vir- 
gUio,  Lodovico,  Ercole,  Pirro  e  Troilo  Malvezzi 
(an.  14S4).  145,  I8-2O;  paese  d'origIne  d.  Bonaccorsl, 
149,  5;  vi  passa  Giacorao  Piccinino,  ricevuto  ono- 
revolmente  dal  duca  Borso  (an.  1455),  159,  16-17; 
Ti  si  reca  fra  Paolo  da  Roraa  con  alcuni  crociati 
botognesi,  160,  45;  vi  ^  dl  passagglo  Pio  II  (an. 
1459),  171,  44;  il  pred.  vi  torna  per  il  Po  (an.  1460), 
173,  5;  vi  vengono  ad  abitare  molte  famiglie  di 
Cento  e  d.  Pieve  (an.  1461),  175,  lo-ll;  vi  vive  as- 
sai  agiatamente  Gianfrancesco  Strozzi  bandito  di 
Firenze  (an.  1467),  193,  l;  vi  sono  condotti  buon 
nuraero  di  feriti  nella  battaglia  alla  Mezzolara, 
195,  47;  vi  passa  l'irap.  Federigo  diretto  a  Roma 
(an.  1468),  201,  2-5;  il  pred.  vi  torna  (an.  1469),  U- 
12;  ric,  202,  7;  vi  si  reca  Girolarao  GrilFoni  a  visi- 
tare  il  duca  Borso,  tornato  animalato  da  Roraa  (an. 
1471),  207,  41-42;  il  GrilToni  dopo  avcre  avuto  un 
colloqulo  a  Castelnovo  con  Ercole  d'Este  h  ferito  al 
crocevia  Gattamazza  da  Dolcetto  Dolcetti,  44-45,  e  t 
in  casa  di  Vincenzo  Paleotti,  46;  il  corpo  ne  e  por- 
tato  a  Bologna,  47;  alla  f  di  Borso  ne  h  creato  in 
Duomo  signore  Ercole  d'Este,  208,  29-31 ;  ne  prcten- 
de  la  signoria  Nicoi6  nipote  d.  pred.,  31-32;  che  si 
afforza  nel  suo  pal.,  33-34 ;  il  prcd.  ne  fugge  a  Man- 
tova,  34-35  ;  vi  si  trova  Vincenzo  Paleotti  bolognese 
qualc  pubblico  lettore,  209,  45;  vi  giunge  Elconora 
d'Aragona,  sposa  d.  duca  Ercole  (an.  1472),  211, 
9-10;  vl  sl  recano  arabasc.  dl  Bologna  al  pred.  a 
offrirgli  presenti  per  le  nozze,  10-14;  ric,  213,  8;  vi 
giunge  Annibaie  BentivogUo  con  molti  gentiluomini 


a  visitarvi  la  sua  sposa  (an.  1478),  219,  34-35,  e  allo 
stesso  scopo  Giovanni  Bentivoglio  con  moltl  gen- 
tiluomini  di  seguito,  onorevolmente  ricevuto  da  no- 
bili  e  dal  duca  (an.  1479),  41-48;  vi  si  fanno  feste  e 
aliegrezze,  220,  1 ;  il  Bentlvogllo  coi  suoi  ne  parte 
accompagnato  a  un  miglio  d.  c.  dal  duca,  1-4 ; 
vi  sono  presi  due  degli  uccisori  d.  vesc.  di  Bru- 
gnetto,  221,  12-13;  ric,  222,  22;  vi  passa  Ascanio 
Sforza  diretto  a  Milano  (an.  1480),  34-35;  vi  entra 
con  grande  corteggio  Bianca  Bentivoglio  sposa  di 
Nicol6  Rangoni  (an.  1481),  223,  26;  ed  h  ricevuta 
dal  duca  e  da  molti  gentiluomini  ferraresi,  26-28; 
vi  si  fanno  feste  e  giostre  in  onore  d.  pred.,  28;  h 
colpita  dalla  pestilenza  (an.  1482),  224,  31 ;  ric,  226, 
11,  14;  il  card.  Gonzaga,  raandato  dal  pp.  in  aiuto, 
vi  giunge  con  cavalli,  16-17;  vi  sl  reca  con  buon  ner- 
bo  di  milizie  Alfonso  duca  di  Calabria  nuovo  cap. 
d.  Lega  (an.  1483),  23-24;  h  affaraata  dai  Veneziani 
e  rifornita,  per  accordo  intervenuto  tra  Ercole  d'E- 
ste  e  Giovanni  Bentivogiio,  dai  Bolognesi,  47-227, 
1-3;  vi  si  reca  Annibale  Bentivogllo  con  segulto  a 
prendere  la  sposa  (an.  1487),  236,  14-16;  ne  e  oriundo 
Bonaventura  Tassoni,  251,  25-26;  cf.,  41-42;  vi  si 
reca  Giovanni  Bentivoglio  con  i  iigli  Annibale  e 
Alessandro  e  molto  seguito  per  le  nozze  di  Alfonso 
d'Este  con  Anna  Sforza  (an.  1491),  263,  7-10;  i 
pred.  terminatele  feste  ne  partono,  12-13; 
ne  parte  II  duca  Ercole  con  II  fratello 
Sigismondo  e  largo  seguitoper  recarsi  a 
passare  le  feste  natalizie  pr.  Giovanni 
Bentivogllo,  264,  33-34 ;ipred.  vi  tornano  (an. 
1493),  48;  vi  si  reca  in  volontario  esilio  Giovanni 
Malvezzi,  269,  IS;  11  pred.  vi  h  ucciso,  16-17;  cf.,  43-44; 
vl  si  tiene  un  parlamento  di  raolti  signorl  d'ltalia 
(an.  1493),  272,  12-17;  vi  si  recano  Cristoforo  dal 
Poggio  e  Annibale  Bentivogilo  a  visitarvi  la  du- 
chessa  Eleonora  aramalata,  273,  21-23;  la  pred.  vi 
t,  23;  vi  giungono  Alessandro  Volta,  indi  Giovanni 
Bentivoglio  con  Carlo  Gratl  e  Giovanni  Marsili  a 
condolersi  col  duca,  24-26;  vi  h  trasportato  il  corpo 
d.  vesc.  Bartoloraeo  della  Rovere  f  ^  Bologna  (an. 
1494),  278,  46-47;  e  ingrandita  a  Nord  da  Ercole 
d'Este  (an.  149S),  285,  16-17;  Sigisraondo  d'Este  vi 
fa  fabbricare  un  bel  palazzo,  17-18;  vi  fe  confinato 
Filippino  Borromei>  da  Lodovico  Sforza  (an.  1496), 
288,  17;  vi  passa  11  card.  Borgia  (an.  1499),  297, 
21;  ric,  298,  4;  rlc,  309,  11 ;  per  le  nozze  dl  Altonso 
vl  si  reca  Lucrezia  moglie  di  Annlbale  Bentlvoglio 
con  il  marito,  il  padre  e  Girolamo  .Samplcrl  (an. 
1502),  309,  13-15;  vi  giunge  la  sposa  Lucrezia  Borgla 
accompagnata  dalla  duchessa  di  Urbino  e  da  nu- 
meroso  e  ricco  segulto,  31;  cf.,  22-25;  311,  12;  vi  ai 
reca  Ercole  Marescotti  non  sentendo»!  sicuro  In 
Bologna,  313,  4;  vi  gunge  da  Roma  U  card.  Ippo- 
llto  (an.  1503),  322,  19;  vi  fe  coniinato  Ercole  Maro- 
scotti,  326,  3-4 ;  11  quale  ri  sl  reca  scortato  da  cavalll 
d.  Bentivoglio  (an.  1504),  330,  14;  ric,  329,  40;  330, 
13;  vi  scoppia  la  peste  (an.  1505),  340,  3;  II  Senato 
di  Bologna  ne  vieta  le  comunlcazioni,  3-4;  vi  si  re- 
cano  Annibale  ed  Ermes  Bentivogllo  In  fuga  da  Bo- 
logna  (an.  1506),  349,  14-15;  vl  sono  portate  da  Cor- 
tlcella  le  ricchczze  dl  Glovannl  Bentivoglio,  354, 
21-2»;  ric,  362,  21;  ne  parte  Ippollto  d^Este  contro 
i  Bentivogllo  (an.  1507),  370,  34-33;  valorc  d.  du- 


598 


INDICE   ALFABETICO  (Ftrrwa  r«V/i>F«iTeri  Antonio) 


cato  (an.  1509),  394,  II;  ».   tmeit:    Baldattarrt  <U 
Vomtmic»,  Domtnieo  Maria  da  Ftrrara,  Giovatmi  Ja 
Ftrrara. 
FuiRiUtA   (ClTTADim)   V.   Savonarola    Girolamo   illuttrt 
pridieatort  t  capoparte  in  Firenxt. 

—  (Uuca)  V.  Borto  <r Bsle  primo  dmca  (00.  t4Jt)t  Brcolt 
,rEst»  (an.   1471-1505). 

—  (Marchbsi)  t'.  iVicolb  III  (an,  1393-1441);  LtontUo 
(an.  1441-1450);  Borto  (an.  1450-1471). 

—  (M0NA8TKRO  Di  SAN  Bermaroino)  fabbrlcato  da  Lu- 
crezla  d'Eite  per  le  Clarisse  (s.  a.),  330,  31-3J;  rl  i 
rlnchlusa  la  nipote  d.  pred.,  figlla  d.  Valentlno  che 
vl  conduce  santa  vita,  33-M. 

—  (PodbstX)  V.  Antonio  Paltroni  di  Bologna  (an.  1458). 

—  (Studio).  Ne  tlene  la  prima  cattedra  11  dottore  Bar- 
toiomeo  Ercoianl  [s.  a.  ma  posterlore  al  1454], 
144,  33-34. 

—  (Tbrrxtorio).  "  VI  entra  Azzo  d'Eate  con  gente  d. 
conte  da  Barbiano  (an.  139S),  LXV,  6  „ ;  vi  passa 
Nicoi6  Plcclnino  nel  suo  rltorno  In  Lombardla 
(an.  1444),  98,  36;  vl  gono  dal  vescovo  di  Bologna 
fattl  accompagnare  1  fuorugcltl  bolognesi  chiusi  in 
Cento  (an.  1447),  121,  36-37;  ric,  133,  U;  vl  passa 
Francesco  dalla  Mirandola  con  i  suoi  caTaiil  in  via 
per  Uimini  (an.  1461),  179,  3«-35;  vi  passa  travestlto 
11  Valentino  diretto  a  Milano  (an.  1501),  312,  1;  vi 
passano  Ic  mlllzic  d.  vlceri  di  Milano  in  aiuto  al 
Valentlno,  317,  39-40. 

—  (TORRK   DKLLA    FOSSA)   rlc,    224,    41. 

—  (Vbscovi)  f .  Francesco  dal  Legname  da  Padova  (an. 
1446-1460);   Rovere  {Vaiia)    Bartoiomeo  (an.    1474- 

1494)- 

Ferraresi  *  con  Bolognesi  e  Fiorentini  vincono  a  Porto 
Azzo  d'Este  (an.  1395),  LXV,  9-11  „;  generosi  la- 
scitl  fatti  ai  poveri  da  Nlcol6  III  d'Este  (an.  1442, 
ma  1441),  71,  3-5;  molti  nobill  vanno  incontro  a 
Blanca  Bentivoglio  al  suo  giungere  in  Ferrara  (an. 
14S1),  223,  37-38,  e  prendono  parte  alle  feste  e  gio- 
stre  in  onore  d.  pred.,  28;  molti  gentiluomini  ac- 
compagnano  Ippolito  d'Este  a  Roma  a  prendervi 
Lucrezla  Borgla  sposa  di  Alfonso  (an.  1501),  308, 
44-48;  cf.,  309,25;  predano  nel  terrltorio  bolognese 
molto  bestiame  (an.   1506),  347,  38-40. 

Ferrari  Antonio  figlio  di  Maso,  108,  12;  seguace  d. 
Canetoli,  h  bandlto  di  Bologna  (an.  1445),  108,  13. 

*  Ferrari  Francbsco  scrive  versi  iatlnl  In  onore  d. 
card.  Giovannl  Girolamo  Lomellini  [s.  a.],  LXI, 
1-2  „. 

Ferrari  Giacomo  [Giacomo  Ferari]  dl  Crevaicore;  suo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  ie  nozze  (an.  1454), 
149,  12. 

PbrRARI  GiambATTISTA  [Giovanni Battitta Ferrero]  card.; 
f  avvelenato  per  ordlne  dl  Alessandro  VI  in  Caatel 
Sant'Angelo  (an.  1503),   321,  6-». 

Ferreri  Antonio  card.  di  San  Vitale,  creato  leg.  di 
Bologna  con  supremazia  assoluta  anche  sulio  stesso 
Senato  (an.  1 507),  363,  21-24 ;  in  segulto  alle  rimo- 
stranze  d.  maglstratl  al  pp.  riceve  1'ordlne  da 
Gtulio  II  di  modlficare  l  capltoli  in  modo  che  ii 
Senato  ne  resti  contento,  364,  11-14;  colloca  ima 
pietra  di  marmo  blanco  con  le  armi  d.  pp.  pr.  1 
fondamentl  d.  castelio  di  Galliera,  34-38;  dona  venti 
ducati  d'oro  al  capo  mastro  d.  fabbrica  pred.,  40-41 ; 
accompagna  il  pp.  al  Crociali,  365,  15-16,  30;  il  pred. 


gll  raccomanda  Boiogna,  It-lf ;  ■!  ferma  al  Croclali 
per  fare  solenne  ingretso  in  c,  33;  U  clero  e  le 
Compagnie  vengono  a  Incontrarlo  secondo  l'ato,  12- 
31;  i  accompagnato  dai  card.  Ceiarlnl,  d'Aml>ola« 
e  Balnbridge,  33-35;  si  reca  a  San  Pletro  e  pol  in 
Pal.  secondo  l'uso,  35-37;  insleme  coi  niaglstrati 
bandiscc  chc  ognuno  deponga  le  armi  pena  tre  trattl 
di  corda,  39-33;  teme  che  l'incendio  appiccatosi  aile 
stalle  dietro  II  Pai.,  la  notte  dopo  il  suo  arrivo,  sia 
opera  dei  fautori  d.  Bentivogllo  per  cacciarlo  e  or- 
dina  che  soidati  armatl  occupino  la  Plazza,  34-41 ; 
fa  tornare  tuttl  i  maglstrati  a  risiedere  in  PaL  nelie 
stanze  gii  loro  adibite,  44-47 ;  esso  per6  continua  ad 
abltare  nelle  stanze  d.  Gonfaloniere  di  Giustizla,  47- 
48;  promette  e  di  salra  ia  vita  a  Marcantonio  Fan- 
tuzzi  che  gli  svela  la  congiura  ordita  con  Battista 
Ranuzzi  e  Costantino  Caprara  per  introdurre  An- 
nibale  ed  Ermes  Bentlvogiio  in  c,  366,  10-13;  fa 
cercare  il  Ranuzzi  gii  fugglto,  13-13;  e  prendere 
Costantino  che  gii  confessa  tutto,  13-14;  io  fa  im- 
piccare  malgrado  tutto  il  popolo  giiene  chieda  la 
vita,  14-18;  coniina  Battista  Ranuzzi,  Marcantonio 
Fantuzzi,  Cesare  Bargeiiini,  18-30;  dopo  pochi  giorni 
ne  revoca  II  bando,  30-31;  di  notte  ta  sorvegliare 
le  porte  e  ie  mura  d.  c,  31-34;  coi  contenso  d.  Qua- 
ranta  fa  bandire  che  nessuno  pena  ia  forca  scriva 

0  faccia  scrivere  al  Bentivogiio,  25-36,  che  nessuno 
porti  calze  all'insegna  d.  pred.,  26-27,  o  dia  ricetto 
ai  bandlti  e  coniinati,  28-29;  ordlna  che  chi  riceve 
dai  pred.  ambasclate  o  lettere  lo  manifestl  ai  Qua- 
ranta  e  a  lui,  29-30;  che  non  si  facciano  adunanze 
dl  piu  che  tre  persone  alia  notte,  30-31 ;  ni  si  dlano 
convltl  senza  giusto  motivo,  31-33;  ordina  anche 
che  si  canceliino  le  insegne  d.  Bentivoglio  orunque 
siano  rimaste,  37-38 ;  fa  portare  in  Pal.  le  armi  che 
si  raccolgono  in  casa  d.  Bargeilo,  50;  367,  l:strac- 
cia  ie  lettere  da  Glovanni  Bentivoglio  mandate  ai 
Collegi  per  raccomandare  la  sua  roba,  33-37;  a  canta 
d.  pestilenza  prolbisce  si  apra  ii  sepoicro  di  santo 
Stefano  per  evltare  i'aggIomeramento  di  genti  estra- 
nee,  33-34;  in  cambio  canta  una  messa  solenne  in 
San  Petronio  il  giorno  di  Pasqua  concedendo  asso- 
luzione  plenaria  agli  intervenutl,  34-37;  fa  riunire 
gli  appestatl  in  un  tol  luogo  perchi  non  Infettino 

1  sani,  37-3»;  fornisce  di  vettovaglie  ii  nuoro  castel- 
io  di  Galiiera  spogliandone  ii  pal.  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  43-46;  coi  Senato  ordina  si  suoni  i^Ave 
Marla  a  mezzogiomo  per  impetrare  rintercessione 
d.  Vergine  contro  la  pestilenza,  368,  3-5;  udito  che  1 
Bentivoglio  raccolgono  genti  ne  avvlta  il  pp.  a  mezzo 
d.  senatore  Alberto  Albergati,  369,  1-2;  d'inteta  con 
ii  Senato  confina  quaranta  d.  pi&  fidi  amici  d.  Ben- 
tivoglio  sino  a  che  siano  cessati  i  sospetti,  9-11;  • 
appresta  difese  al  Pal.,  11-13;  varl  provvedimentl  da 
iui  presl  d'accordo  col  Senato  a  maggiore  sicurezza  d. 

c.  e  per  provare  I'animo  d.  cittadlni  verso  la  Chiesa, 
19-39;  crea  Lucio  Maivezzi  cap.  d.  gente  raccolta 
in  serviglo  d.   Chlesa,   3»-32;   ordlna  che  al   suono 

d.  campana  d.  c.  ognuno  si  armi  e  si  rlduca  sotto 
ii  suo  Gonfaione  in  Piazza,  33-36;  d'accordo  col  Se- 
nato  rlchiama  in  c.  i  clttadini  uscitine  per  timore 
d.  peste,  19-30:  ordina  che  chi  ha  bisogno  dl  ma- 
cinare  il  grano  lo  faccia  subito  volendo  togiiere 
1'acqua  dal  canale,  30-33;   col  Scnato   manda   Aies- 


[Ferreri  Antonio-Fieschi  Lorenzo]       INDICE  ALFABETICO 


599 


sandro  Pepoli  con  i  cap.  Ramazzotto  e  Sassatello 
e  raolte  bande  di  soldati  a  cacciare  i  Bentivoglio 
dal  territorio  bolognese,  370,  1-4;  gli  ^  scritto  dal 
vicerfe  di  L.ombardia  per  attestargli  l'innocenza  di 
Giovanni  BeiitivogHo  nella  sconsigliata  impresa  d. 
figli  contro  Bologna,  35-M;  fa  pubblicare  la  fuga  d. 
Bentivoglio  dal  terrltorio  di  Bologna,  39-40;  dk  II 
suo  consenso  a  Ercole  Marescottt  per  la  distruzione 
d.  pal.  di  Giovanni  Bentivogiio,  40-45;  non  permette 
clie  Ginevra  Bentlvoglio  f  a  Busseto  sia  sepolta 
In  luogo  sacro,  374,  19-20;  va  incontro  al  card. 
Brlconnet  di  passaggio  a  Bologna,  375,  45-46;  com- 
mette  ingiustizle  per  avidita  di  danaro,  377,  41-43; 
il  Senato  se  ne  lagna  al  pp.,  che  conosciute  le  la- 
gnanze  fondate  lo  chiama  a  Roma,  43-45;  e  rin- 
chiuso  in  Castel  SanfAngelo  col  suo  auditore  Ma- 
latesta,  46-47. 

Ferreri  GlovANifl  Stefano  [vescovo  di  Verzellt,  St«- 
fano  Ferrerio  Hipporegi«nse\  di  Ivrea;  vesc.  di  Ver- 
celli;  nominato  vesc.  di  Bologna  (an.  1503),  ^C,  44- 
45;  cf.,  310,  47-49;  ottempera  alla  volonti  d.  pp. 
riguardo  alla  cessione  di  Cento  e  d.  Pieve,  46-47,  49- 
311,  1;  in  premio  d.  sua  obbedienza  e  fatto  card.,  1; 
giunge  in  c.  onorevolmente  ricevuto  (an.  1503),  322, 
34-35;  alloggia  in  vescovado,  3S;  parte  dopo  poclit 
giorni  per  Roma  conducendo  seeo  un  Pepoll,  un 
Albergati,  un  Felicinl,  un  Poeti,  25-28;  manda  il 
suo  vicarlo  ad  Alfonso  d^Este  a  richiedergli  Cento 
e  la  Picve  (an.  1504),  330,  43-44;  ne  riceve  un  rl- 
fiuto,  44-46;  fa  un  presente  al  pp.  Giulio  II  (an. 
1506),  360,  35-3»;  convita  il  pred.  a  Castel  del  Ve- 
scovo  (an.  1S07),  364,  27-28;  consiglia  il  governa- 
tore  di  riprendere  porta  San  Mamolo  ai  conglurati 
prima  d.  notte  per  evttare  guai  maggiort  (an.  1508), 
381,  4-7;  il  suo  consiglio  e  accettato  dal  Fleschi,  7-8. 

Ferrbro  Frahcesco  accompagna  a  Bologna  Ippolita 
Sforza  sposa  dt  Alessandro  Bentivoglio  (an.  1492), 
266,  34,  37. 

Ferro  (DAr,)  Alessandro  fa  un  presente  alle  nozze  di 
Giulio  Malvezzl  (an.  1464),  184,  26. 

Ferro  (Dal)  Buoncompagno  liglio  di  Federico,  89,  5; 
fc  tra  gli  incaricati  dl  applicare  i  provvedimentl 
fiscali  deliberati  dal  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443), 
88,  43-89,  1-5. 

Fkrro  (Dal)  Federico  padre  di  Buoncompagno,  89,  6. 

Ferro  (Dal)  Nicolo.  Una  sua  figlia  i  moglie  di  Miche- 
llno  daUe  Coltri,   13,  27-28. 

FiBBlE  (Dat.le)  Antonio  \Anl(mio  dalle  Fiuii*]  figlio  di 
Bolognino,  99,  36;  corre  11  pallo  in  Bologna  U  gtorno 
di  san  Luca  (an.  1444),  32-36. 

FlDBiK  (Dalle)  BaLuASSARRE  [ffaidessera  lialie  Fiuhbt\  fi- 
gHo  dl  Giovanni,  107,  40-41;  Gonfaloniere,  h  deposto 
perchfe  amlco  d.  Canetoli  (an.  1445),  40-41. 

FiBBiE  (Dalle)  Boloonetto  o  BoLoGNiNo  [Bolognino, 
Bolognetto  datle  Fiubb»\  padre  di  Antonio,  99,  35;  e 
bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  35,38-39;  nel  ca- 
pitoli  d.  pace  tra  Eugenlo  IV  e  Bologna  gll  fc  ri- 
confermato  il  bando  dalla  c.  e  territort  di  Bologna, 
Imola  e  Modena,  sotto  pcna  d.  confisca  d.  benl  e 
d.  punizione  sancita  negli  Statuti  (an.  1431),  28,  42- 
46;  29,  1;  i  amico  d.  f  Antonio  Bfjntivogllo,  51,  23, 
26;  con  altrl  amicl  d.  pred.  %  persuaso  da  RafTaele 
Foscherarl  a  vendlcarne  la  t  col  dare  Bologna  In 
signoria  d.  duca  di  Milano  (an.  i43i>),  34-31 ;  prende 


parte  a  una  giostra  indetta  dal  Senato  di  Bologna 
(an.  1440),  61,  30-32;  impresta  al  Com.  trecento  scudi 
e  ne  diventa  tesoriere,  62,  15-17;  c  ucclso  per  ini- 
micizia  da  Giovanni  Prendiparte  (an.  1443),  91,  19- 
21;  d.  sua  t  molto  sl  duole  Annibale  Bentivogllo 
di  cui  era  amicissimo,  21,  cf.  19-20. 

FiBBiE  (Dalle)  Giovanni  [  Giovanni  dall*  Fiuibe]  padre 
di  Baldassarre,  107,  40-41. 

FiBBlE  (Dalle)  Vincenzo  [  Vincenzo  delle  Fiabbe]  h  de- 
gli  Anziani  (an.  1468),  200,  32;  riceve  in  dono  dieci 
ducati  alla   venuta   d.   nuovo   governatore   Savelli, 

29-30. 

FiENo  (Dal)  Lodovico  esce  dl  Bologna  coi  Bentivoglio 
suoi  amtci  (an.   1506),  348,  41;  349,  1. 

Fieravanti  V.  Fioravanti. 

FlESCHi  LoRENzo  [vescovo  di  MorUe  Regale\  vesc.  di 
Mondovi  i  dal  pp.  Giulio  II  nominato  governatore 
di  Bologna  (an.  1507),  377,  48;  cf.  378,  6;  h  infor- 
inato  dai  Marescotti  che  nelle  case  d.  Pepoli,  degll 
Ariosti  e  dl  Giovanni  Felicini  si  radunano  armatl 
(an.  1508),  379,  14-15;  rassicura  i  Marescotti  perchfe 
avendo  mandato  a  investigare  non  era  stato  trovato 
aicuno,  16-19;  fa  radunare  il  Senato  per  consigltarsi 
sul  disordini  provocati  dallo  Scappi  e  suIl'oppor- 
tunitd  dl  chiedergli  ragione  d.  suo  operato,  380,  24- 
30;  invia  contro  il  pred,  una  banda  di  cavalli  che 
retrocedono  appena  scorti  i  ribelli,  41-45;  &  incerto 
sul  da  fare,  50;  381,  1-4;  consigllato  dal  vesc.  dl 
rientrare  a  ogni  patto  In  possesso  prima  di  notte 
d.  porta  San  Mamolo  presa  dai  congiurati  manda 
allo  Scappi  persone  a  trattarne  la  resa,  7-12;  con- 
dizioni  imposte  dal  pred.,  che  ritlene  in  ostaggio 
due  degli  inviati,  15-38;  ric,  34;  essendo  tutta  la  c. 
in  armi,  accetta  in  parte  i  capitoli  d.  Scappi  e  In- 
tanto  libera  il  Griffoni  chiesto  dal  pred.,  42-45;  con- 
tlnua  le  trattative  con  lo  Scappi,  48-382,  1-3;  ga- 
rantisce  tanto  a  lui  che  ai  suoi  compagnl  l'impu- 
niti  per  i  fatti  occorsi  mediante  una  sicurta  di  die- 
cimlla  ducati  tratti  dal  tesoro  apostolico,  3-9;glii 
dal  pred.  restituita  la  porta  San  Mamolo,  9-14;  fa 
accompagnare  da  Anton  Maria  Fantuzzi  fuori  di 
c.  con  buona  scorta  i  Marescotti,  uomini  e  donne, 
rifugiatisi  pr.  di  lul,  31-35;  fa  bandi  perche  sl  de- 
pongano  le  arnii  in  termine  di  quattro  ore  sotto 
gravi  sanzioni,  49-383,  1;  non  h  ubbidito,  non  fidan- 
dosi  lo  Scappi  dl  lui,  l-3;  affretta  Giovanni  da  Sas- 
satcllo  e  11  cap.  Ramazzotto  verso  Bologna,  3-5;  In- 
tanto  offre  allo  Scappl  e  ai  compagnl  per  liberar- 
Bcne  la  balia  d.  rocche  dl  Castelfranco  e  di  San 
Giovannl  in  Pcrsiceto  ben  rlfornite  e  con  un  sala- 
rio  dl  quattro  ducatl  a  testa  pcr  tre  mesi,  6-13;  ma 
i  pred.  non  fidandosi  dl  lui  rifiutano,  13-13;  &  in 
timore  per  1  movimentl  d.  congiurati,  21-23;  motte 
una  guardia  alla  torre  degli  Asinelli  scalata  di  notte 
dai  pred.  e  vi  fa  fare  solide  porte,  23-26;  alla  voce 
lorsa  deirappressarsi  d.  Bentivogllo  prende  varle 
mlsure  dl  sicurezza,  33-37 ;  fa  arreatare  dodicl  frati 
Osservanti  e  d.  Servi  perchfc  avevano  allogglatl 
cavalli  che  si  credevano  dl  amlcl  d.  Bentivoglio, 
38-42;  riconosciutili  Innocenti  li  fa  liberare  meno 
uno  che  aveva  offeso  il  maglstrafo,  43-44;  fa  dare 
la  corda  a  otto  frati  Serviti,  senza  neanche  ascol- 
tarll,  perch^  avevano  rlfiutato  dlconsegnare  unladro 
rifuglatosi  pr.  di  loro,  384,  40-41;   fa   Implccare   11 


600 


INDICE  ALFABETICO 


(Fiesehi  Lorenso-Fioraitinl] 


pred.  all*  Rlnghlera  d.  pod.  lenM  giudizio,  42 ;  e 
•nche  lette  araici  d.  Dentivoglto  e  un  abate,  385, 
4-U;  fa  staflSlare  pubbllcamcnte  una  donna  chc  par- 
lara  bene  d.  pred.,  14-13;  parte  nottetempo  dl  Bo- 
logna  con  quarantadue  carrtaggl  mentre  era  arrl- 
vato  appena  con  tre,  389,  I7-II. 

PlBSCHi  Nicol6  [Nieola  J«*  Flischf\  card.  d.  tltolo  dl 
Santa  Prisca  e  vesc.  dl  Forll ;  accompagna  Giullo  II 
a  Hologna  e  prende  dimora  nel  colleglo  d.  Fieschl 
al  Pratello  (an.  iso6),  356,  46-47. 

FlKSCHi  Zazzerino  {Ztaterino  di  Fieseo\  beccaio,  parte 
dl  Bologna,  crociatu,  con  Giacomo  Gratl  (an.  1464), 
186,  S-6. 

FiKSCHl  (coLLEOlo  db')  \eoll*fio  dtf  Flisehi]  v.  Bologna 
(eoilogt). 

FlBSSo  \Fitsse\.  VI  i  rovlnato  11  raccolto  da  un  tempo- 
rale  (an.  1448),  12S,  31-33;  dannegglato  dalia  tem- 
pesta  (an.  14S4),   151,  46-4». 

FlEsso  (Da)  Bartolomso  padre  di  Zaccaria,  88,  30; 
100,  6. 

FiESSO  (Da)  Zaccaria  figlio  di  Bartolomeo,  88,  50;  100, 
6;  presta  al  com.  di  Bologna  cento  scudi  c  ne  dl- 
viene  tesoriere  (an.  1440),  62,  23-26;  h  tra  gll  Inca- 
ricatl  di  attuare  1  provvedlmenti  fiscall  dellberati 
nel  consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  43-30;  co- 
mlncia  la  aua  casa  in  strada  Maggiore  (an.  1444), 
100,   6-7. 

FlFFl  Giuliano  \GiuUano  Fiffo,  Giuliano  Fiffi,  Giuliano 
di  Fiffo\  beccalo;  i  bandito  di  Bologna  dai  Cane- 
toli  (an.  1430),  19,  36-38;  nei  capitoll  d.  pace  tra 
Eugenio  IV  e  la  c.  gll  e  riconfermato  11  bando  dalla 
c.  e  territori  di  Bologna,  Imola  e  Modena,  sotto 
peaa  d.  confisca  d.  beni  e  4.  punizione  sanclta  dagll 
Statuti  (an.  1341),  28,  4J-46;  29,  I;  amico  d.  f  An- 
tonio  BentivogUo,  51,  33-37;  con  altri  amicl  d.  pred. 
'k  persuaso  da  Raffaele  Foscherarl  a  yendlcarne  la  f 
col  dare  Bologna  in  signorla  d.  duca  di  Mllano 
(an.  1438),  34-31. 

*  FlLARDi  PiETRO  arcivesc.  di  Miiano,  tratta  per  Gian- 
galeazzo  Viscontl  collMmp.  Venceslao  la  nomina  d. 
pred.  a  duca  di  Milano  per  centomila  ducati  d'oro 
(an.  1395),  LXV.   18-iO„. 

Fii-AVIGLINB  GiACOMO  padre  di  Pletro,  103,  31. 

FiLAviGLiNE  PiBTRO  iiglio  dl  Giacomo,  103,31;  prende 
partealI'uccIslonedi  AnnIbaIeBenttvogIio(an.  1445), 
38-31,  e  d.  Marescotti,  31-36. 

FlLlPPO,  FiLtPPlNO  V,  Albergati  F.,  Alberghi  F.,  Anelle 
{Dalle)  P.,  Argile  (Da)  F.,  Balduini  Bentivoglio  F., 
Bargellini  F.,  Bellini  F.,  Benini  F.,  Bentivoglio  F., 
Beroaldi  F.,  Bianehi  F.,  Borrome»  F,,  Calandrini  F., 
Cancellieri  F.,  Canonici  F.,  Caprara  F.,  ColtelUni  P., 
Confalonieri  F.,  Contorni  F.,  Cristiani  F.,  Croce 
{Dalla)  F.,  FormagUni  F,,  Guidotti  F.,  Lambertini 
F.,  Lmpari  F.,  Afalvexti  F.,  Mantoli  F.,  Marchesi 
F.,  Nadi  F.,  Negroni  F.,  PefoU  F.,  Piancaldo  (Da) 
F.,  Podtsth  F.,  Ramfoni  F.,  liustigani  F.,  Sacehi  F., 
Savi  F.,  Seapfi  F.,  Sciiavi  F.,  SighieelU  F.,  Testa 
F.,  Viseonti  F.,  Vitali  F.,  v.  anehe  Giovanni  di  Fi- 
lippo. 

[FiLiPPO  III  IL  BuoNo]  DUCA  Di  BoRGOGNA  4  In  guerra 
col  duca  d'Austria  (an,  1431),  31,  3-4;  alia  t  di  re 
Carlo  VII,  il  Delfino  di  Francia  sl  trova  alla  sua 
Corte  (an.  1461),  176,  S-7. 

FiUPPO  d'Austria  figlio  deU'imp.  Massimiliano,  f  a  Bur- 


got  in  Spagna  (an.  1506),  359,  3«-3l;  11  pp.  Giulio  11 
fa  cantare  per  lul  un  ufficlo  solenne  In  San  Petro- 
nlo  di  Bologna,  3l-3t. 

Fiuppo  ARCIDUCA  01  BoRoooirA  procura  la  pace  tra 
l'imp.  Massimlliano,  11  re  Lulgi  XII  dl  Francia  e  il 
re  FerdJnando  II  Cattollco  dl  Spagna  (an.  1503), 
323,  1-3. 

FiLiPPO  Di  Savoia  fratello  d.  duca,  i  Incitato  daJ  Ve- 
neziani  a  muovcr  guerra  al  march.  dl  Monfcrrato 
(an.  1467),  196,  36-37 ;  per  mezzo  d.  re  di  Francla 
ti  pacifica  col  pred.,  37-31. 

....Fnjppo  mllanese,  dottorc  In  mediclna,  f  in  Bolo- 
gna  ed  i  sepolto  onorerolmente  a  San  Mlchcle  in 
Bosco  (an.  1459),  172,  34-33. 

KiLlPPO  DA  BoLOGNA  fratc  d.  Servi  In  Bologna;  %  col- 
lato  pubbllcamente  (an.  ijoS),  384,  4f,  cf.  41. 

KiLiPPO  DA  Faenza  frate  d.  Servi  in  Bologna;  reggente 
11  mon.;  \  pubblicamente  colUto  (an.  1508),  384, 
47;  ct  41. 

Fiuppo  da  Firbnzuola  i  mandato  dal  Fioreatini  con 
Tommato  da  Monte  Aveto  ambasc.  ai  Bolognetl 
(an.  143 1),  24,   41-43. 

Fiuppo  DA  GuBiiio  \FiUppo  da  Ugubbio\  i  cap.  nell'eter- 
clto  della  Lega  alfldlce  (an.  1467),  194,  3-6. 

Filippo  da  Trbzzo  combatte  nel  tomeo  in  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  .Sapieoza 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  dt  Annibale 
Bentlvoglio  seguace  d.  Fortuna;  i  atcritto  alla 
prima  squadra  vestlta  all'italiana  (an.  1490),  259, 
15-17;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-H. 

FlLlPPO  Maria  V.  Bonamiei  F.  M.,    Viseonti  F.  M. 

FiNALB  cattello  d.  marchese  di  Ferrara;  tI  rlparano 
Leonoro  dalla  Pergola  e  Cervato  da  Cararaggio 
In  fuga  (an.  1443),  93,  34-33;  vi  i  ucciso  SUvestro 
dalla  Vezza  da  Bartolomeo  Piantavigne  (an.  1464), 
183,  l«-30;  il  Senato  di  Bologna  ri  fa  abbruciare 
alcune  case  in  odio  a  Borso  d'Este  (an.  1470),  206, 
30-31;  vi  si  reca  il  resc.  di  Boiogna  e  ri  ti  trattiene 
sette  glorni  (an.  1501),  302,  1-3. 
—  (CONTE  Dl)  V.  Conetti  Carlo. 

Finello  V.  Selle  (Dalie)  F. 

FioPPA  (Della)  Bartolomeo  i  con  altri  lasciato  a  capo 
d.  bastia  di  Sant.!  Maria  d.  Monte  (an.  1430),  22,  30. 

Fioravanti  Antonio  [Antonio  Fioravanti]  parte  di  Bo- 
iogna  con  Glacomo  Grati  (an.   1464),  186,  7. 

FloRAVANTi  Aristotblb  [Aristote/e  Fi»ravauti\  eccelien- 
te  architetto:  per  ordine  dl  Achille  Malrezzi  cav. 
Gerosolimitano  trasporta  fellcemente  la  torre  di 
Santa  Maria  della  Magione  piii  vicino  alla  detta 
chlesa  (an.  1455),  160,  16-37;  per  commlssione  degli 
uomini  di  Cento  raddrizza  il  loro  campanile  (an. 
1455),  160,  49;  161,  1-2. 

FioRENTlNi  "  aiutano  Nicol6  d'Este  contro  Azzo  d'Ette, 
che  rincono  a  Porto  (an.  139S)  LXV,  (-11  „ ;  il 
duca  Filippo  Maria  Visconti  non  rolendo  chelmola 
e  ¥ot\\  cadano  nelle  loro  mani,  le  consegna  al  leg. 
dl  Bologna  (an.  1426),  3,  30-32;  suno  in  lega  con 
i  Venexiani,  con  Amedeo  VIII  duca  di  Saroia; 
con  Gianfrancetco  Gonzaga  e  con  Nicol6  d'Bste 
contro  11  duca  dl  Milano,  4,  40-41;  Nicol6  da  To- 
lentino  h  ioro  cap.  d.  milizie  (an.  1428),  7,  32;  sono 
nemict  di  Paolo  Gulnigi  (an.  1430),  19,  It;  arendone 
interesse  consigliano  i  Bolognesi  a  non  accordarsl 
sublto  col  pp.,  ma   dichiarare   di   rolere   rimanere 


[Fiorentini] 


INDICE  ALFABETICO 


601 


liberi  (an.  1431),  24,  41-i7;  il  cronista  lamenta  clie 
diano  ai  13olognesl  solo  aiuto  di  parole,  25,  2-3; 
nelle  tribolazioni  ricorrono  a  Dio  con  processioni 
d.  Madonna  dell'Impruneta,  31,  12-18;  ric,  32,  8, 
U;  mandano  una  galea  a  Civitavecchia  a 
prendere  il  pp.  (an.  1434),  38,42;  loro  milizic 
con  milizie  vencziane  fanno  scorrerie  e  dannl  ncl 
territorio  di  IBologna,  41,  15-16;  insieme  agli  altri 
componenti  la  Lega  si  rappacificano  col  duca  di 
Milano  per  mediazlone  d.  card.  Albergati  e  Cer- 
vantes  (an.  143S),  42,  19-21;  il  loro  esercito,  sotto 
11  comando  di  Plergiampaolo  Orsini  e  avendo  a 
commissari  Neri  Capponi  e  Bernardo  de'  Medici, 
vince  ad  Anghiari  l'esercito  visconteo  comandato 
dal  Piccinino  (an.  1440),  63,  17-26;  fanno  pace  e  lega 
col  duca  di  Milano  insieme  al  duca  di  Savoia,  e  ai 
march.  di  Saluzzo,  di  Mantova  di  Ferrara  e  di  Mon- 
ferrato,  64,  36-37;  h  loro  renduto  Astorre  Manfredi 
da  Nicolo  Gambacorta  per  tremila  ducati,  71,31-32; 
sperano  dl  potere  impadronirsi  di  Castel  San  Pietro 
per  tradimento  di  ccrti  Pietro  e  Gorra,  ma  11  com- 
plotto  c  scoperto  (an.  1441),  69,  29-32;  e  loro  pro- 
messo  Serravalle  da  un  tale  Zollo,  ma  il  trattato 
e  scoperto,  70,  8-9;  mandano  soldati  e  fanti  in  aiuto 
a  Bologna  capitanati  da  Simonetto  dall'Aquila  e  da 
Gottifredo,  87,  42-43;  cf.,  88,  20-22;  fanno  lega  con 
i  Veneziani,  Bolognesi,  Genovesi  e  11  duca  di  Mi- 
lano  contro  il  re  di  Napoli,  ii  cui  capitano  Nicolo 
Piccinino  sl  era  impadronito  d.  castelli  di  Fran- 
cesco  Sforza  nella  Marca  Anconetana,  96,  38-40 ; 
rinnovano  per  altri  dieci  anni  la  lega  contratta  per 
cinquo  anni  coi  Bolognesl  e  coi  Venezianl  (an. 
1444),  99,  26-27;  promettono  aiuto  agli  ambasc.  in- 
viatl  loro  da  Bologna  (an.  1445),  100,  32-33;  il  Senato 
bologncse  manda  Battista  Sampleri  a  pregarli  di 
muovere  guerra  al  Visconti  per  distorlo  da  Bologna, 
111,  1-2;  invlano  Gregorio  dl  Anghiari  con 
fanti  e  cavalli  in  aiuto  di  Bologna,  112, 
8-9;  sono  alleatl  di  Antonio  Ordelaffi  signore  di 
Forl\  (an.  1446),  113,  36;  h  loro  richiesta  dai  Bo- 
lognesi  per  mezzo  di  arabasc.  spiegazione  sulla  riu- 
nione  in  Forll  di  genti  d'armi  d.  Vlsconti,  36-37; 
promettono  sollecito  aiutoai  Bolognesi, 
39;  confermano  la  condotta  di  Guglielmo  dl  Mon- 
ferrato  trattata  per  loro  da  Taddeo  Marchese,  117, 
8-9,  cf.  116,  31-33,  43;  mandano  Gregorio  d*Anghlari 
con  trecento  fanti  in  aiuto  di  Bologna  (an.  1447I, 
122,  13-14;  i  loro  commissari  sono  dal  governatore 
pontificio  licenziati  da  Bologna  ove  trovavansi  dal 
principio  d.  Lega,  123,  18-19;  rlc,  124,  l;  fanno 
r^uigi  Gonzaga  cap.  d.  loro  esercito  (an.  1448),  125, 
25-26;  prorogano  per  altrl  dieci  annl  la  Lega  con- 
chlusa  con  Venezia  e  Bologna  contro  il  duca  di 
Milano,  128,  11-15;  ric,  133,  23;  i  Bologncsi  man- 
dano  loro  ambasc.  (an.  1449),  133,  32-33;  trattano 
una  lega  con  Venezia  e  U  duca  di  Milano  (an.  1454), 
151,  38-39;  mandano  un  corrlere  a  Bologna  con  Tan- 
nunzlo  d.  concluslone  d.  lega  pred.,  152,  3-4;  il 
messo  h  dai  Bolognesl  rivestito  coi  colori  degll  al- 
leati  e  condotto  attorno  alla  c.  con  trombe  e  pif- 
feri,  4-7;  avvertono  1  Bologncsi  che  11  re  d'Aragona 
ha  ratlficato  la  lega  pred.  (an.  1455),  153,  4o-43;  un 
clttadino  di  Firenze  vince  il  pallo  di  san  Pietro  in 
Bologna,  160,  2-3;  Ercole   dl  Sante  Bentlvogllo  b 


loro  famoso  capitano  (s.  a.),  180,  12-13;  Diotisalvi 
Neroni,  Nicol6  Soderini  e  gll  altri  fuorusciti  desi- 
derosi  di  cacciare  di  patria  i  loro  avversari  tirano 
dalla  loro  Gian  Francesco  Strozzi  che  era  stato  con 
Palla  suo  padre  cspulso  di  Firenze  molti  anni  prima 
(an.  1467),  192,  47-48;  quindi  tutti  insieme  vanno 
a  Venezia  a  esporre  le  loro  ragioni  a  quel  Comune, 
193,  1-3;  i  pred.  aggiungono  che  i  Medici,  col  fa- 
vorire  11  duca  di  Milano  avevano  tolto  l'occasione  ai 
Venezlani  dl  annettersi  la  Lombardia,  3-5;  e  11  per- 
suadono  a  muovere  guerra  a  Firenze,  5-6;  conducono 
per  cap.  Federigo  da  Montefeltro  contro  i  loro  fuo- 
rusciti  e  i  Veneziani,  24-27;  patteggiano  con  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  di  condonargll  ottantamila  du- 
cati  d'oro,  d.  quali  erano  in  credito,  e  di  dargliene 
trecentomila  piii  in  cambio  d.  suo  aiuto  nella  pred. 
guerra,  196,  12-14;  la  quale  termina  senza  successo 
pei  fuorusciti  e  loro  alleati,  197,  28-29;  mandano  am- 
basc.  al  parlamento  d.  Lega  in  Pavia,  radunatosi  per 
deliberare  sulla  guerra  da  farsi  contro  i  Veneziani 
(an.  1468),  198,  31-34;  e  nel  quale,  per  timore  d. 
Turco,  e  approvato  da  tutti  di  rappacificarsi  coi 
pred.  per  mezzo  d.  pp.,  40-42;  in  presenza  di  Paolo  II 
i  loro  ambasc.  norainano  tra  gli  aderenti  alla  Lega 
anche  i  Boiognesi,  199,  24-29;  in  seguito  alla  pace 
h  loro  restituito  il  castello  di  Dovadola  gia  occu- 
pato  dal  CoUeoni,  33;  cf.  (an.  1467),  197,  24;  sono 
in  guerra  con  Sisto  IV  e  re  Ferdinando  di  Napoli 
(an.  1479),  220,  12;  Giovanni  Bentivoglio  e  dal  pp. 
sospettato  di  favorirli,  13-U;  proraettono  al  Benti- 
voglio  una  provvisione  annua  dl  treraiia  ducati  in 
tempo  di  pace  e  seimila  in  terapo  di  guerra  per 
raantenerlo  nella  loro  araicizia,  33-35;  cominciano  a 
mandargli  seimila  ducati  con  l'incarico  di  recarsi 
a  Pisa  contro  Roberto  da  Sanseverino  che  per  conto 
d.  re  di  Napoli  molestava  I  Pisanl,  35-37 ;  anche 
mandano  ottomila  ducati  al  duca  d'Este  perchfe  passi 
in  Toscana,  37-38;  insierae  ai  collegati  fanno  tregua 
col  re  di  Napoli  (an.  1480),  222,  29-31;  partecipano 
alla  lega  conclusa  tra  il  duca  di  Ferrara,  1  Bolognesi, 
11  duca  Sforza  e  11  re  di  Napoli  contro  i  Venezia- 
ni  (an.  1483),  224,  47-48;  ric,  226,  9;  fe  loro  assegnata 
una  quota  di  seimila  ducatl  nel  pagamento  d.  con- 
dotta  dl  Roberto  da  .Sanseverino  (an.  14S4),  231,  3; 
sono  rappresentati  da  Lorenzo  de'  Medicl  alle  nozze 
di  Annibale  IJentivoglio  in  Bologna  (an.  1487),  236, 
29-30;  conducono  ai  loro  stipendi  II  pred.  con  ccnto 
cavalli  e  raille  fanti,  241,  30-31;  eglidannoor- 
dlne  di  raggiungere  11  conte  dl  Pitiglia- 
no  loro  cap.  a  Sarzana  e  Sarzanello  con- 
tro  i  Genovesl,  31-34;  hanno  cura  d.  fanciulletto 
Astorre  Manfredi  signore  di  Faenza  (an.  1488),  246, 
48;  il  re  di  Napoli,  1  duchi  d'H:ste  e  Sforza,  il  Senato 
di  Bologna  chiedono  loro  pcr  niezzo  di  ambasc  la 
llberazione  di  Giovanni  BentiTOglio  condotlo  dal 
Faentlni  prigionlero  a  Firenze,  49-247,  1-4 ;  accol- 
gono  onorevoimente  ii  nuovo  pod.  Antonio  Ma- 
gnani  (an.  1490),  262,  41-43;  assoldano  Annlbale 
Bentlvoglio  (an.  1492),  269,  46;  sono  in  lega  con 
11  pp.,  11  re  dl  NapoH,  Caterlna  Sforxa  Rlarlo  e 
Astorre  Manfredi  contro  11  re  di  Francla  e  Lodo- 
vico  Sforza  (an.  1494),  277,  48-50,  cf.,  276,  20-23; 
270,  7-8;  Annibale  Bentivoglio  i  sempre  al  loro 
soldo,  27S,  2-3;  Piero  de'  Medlci  temendo  1«  loro 


604 


INDICK  ALFABETICO 


(Fireozuola-Forll] 


FiiiBNzuoLA  lJFi»r*M»m0/a].  Vi  ti  troTa  Lorenxo  de'  Me- 
dlcl  a  rlcerere  Aicanlo  Sforxa  dalle  manl  dt  Ulo- 
▼unnl  llentlrOKllo  (an.  1480),  222,  36-}7;  tI  h  con- 
dotto  prlgloniero  il  lervo  dl  Carlo  Gratl  (an.  1496), 
290,  1 ;  II  pred.  i  llbcrato  per  ordine  d.  Florentlni, 
i-i;  vi  gtunge  Cesare  Rorgla  (an.  1501),  306,  41; 
rlc,  308,  U;  V.  aneie  Filippo  da  Firtntuola. 

FltBBB  (Daixic)  r.  Fibbit  (Va/U). 

*  FlvlzzANl  Andrka  generale  degll  Agoatinlanl;  nel 
I  vol.  della  Hiatoria  di  Bologna  d.  Ghirardaccl  e 
Inierlta  la  stia  approrazlone  aUa  stampa  dell*opera 
(an.  1596),  LII,  17-18  „. 

Flaminia  V.  Guerrini  F. 

Flanokrn  di  IIabsburo  (contb  01)  \comf$  Flandriae  in 
HahifHrg\  titolo  deirimp.  Masslmlllano,  279,  U-19. 

FlaNBRO  I'.   MontecaliH    F. 

Flavio  V.  Biondo  F. 

Fr.lscni  V.  Fitsehi. 

Floriani  Giacomo  \Iacomo  di  Paolo  di  Floriano\  figlio 
di  Paolo,  100,  36;  &  cl.  degll  Anziani  per  U  quarticre 
di  Porta  San  Pietro   (an.  1445),  35-26. 

Floriani  Paolo  padre  dl  Glacomo,  100,  26. 

FloRIANI  Pkli.eorino  \Peregrino  di  Floriano\  da  PIu- 
mazzo;  Imprigionato  nci  tentativo  contro  Argilc 
(an.  1351),  139,  19-JO;  condotto  a  Bologna  e  irapic- 
cato  al  Trebbo  det  Ghisilieri,  3«,  34-36. 

Floriano  o  Friano  V.  Dolfi  F,,  Dotxa  F.,  Grifoni  F., 
Malvexti  F.,  Mettovillani  F.,  Morandi  F.,  Musotti 
F.,  Raigoti  F.,  Sampieri  F.,  Serittori  F.,  Tossignano 
(Da)  F. 

Floriano  (san).  Ne  h  portato  in  processione  il  capo  con 
ie  altre  reliquie  per  le  vie  di  Bologna  per  lotizia 
d.  vittoria  contro  I  Turchi  (an.  1456),  162,  40-12; 
ne  h  portata  la  testa  in  processione  a  Bologna  (an. 
1474),  214,  33;  di  nuOTO  con  le  altre  reliquie  e  ia 
Madonna   di  san  Luca  (an.  1505),  334,  39-335,  1-5. 

FlorIANO  oa  Castkl  San  Pietro  t>.  Sampieri  Floriano, 

Florio  r.  Navt  (Dalia)  F. 

FooLiA  (fiume)  ric,  97,  13. 

FoGLiA  (Oalla)  Nicolo  correttore  de'  notai:  i  el.  degll 
esattorl  d.  imposte  (an.  1428),  10,  >-9;  coi  suoi  com- 
pagni  esaspera  l  cittadini  per  l'asprezza  e  la  cru- 
dclti  con  cui  esercita  il  suo  ufficio,   lo-u. 

FoLcl  MiciiELB  \Micheie  di  Fo/ce]  canocUiere  d.  Gat- 
tamclata;  h  fatto  prlgioniero  dai  Boiognesi  con  fanti 
e  cavalli  (an.   1434),  40,  37-38. 

FoLco  V.  Arge/ato  F. 

FoLiGNA  GtovANNi  contadlno  bolognese;  suo  dono  a 
Sante  Bentlvogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  25. 

FoNDAzzA  (Dalla)  Agostino  fratcUo  di  Petronio ;  i 
conlinato  a  Cesena  perchfe  amico  d.  Bentivogllo 
(an.    1507),  308,  9-10,    13;   cf.   362,   33-34,  43. 

Fo^Ji>.\zzA  (Dai.la)  Aluobrandino  [A/drovandino  da//a 
Fondaecia]  padre  di  Petronio,  302,  4-5;  amico  d.  Ben- 
tivoglio ;  h  el.  Gonfaloniere  di  Bologna  (an.  1445), 
107,  42-44. 

FoNDAzzA  (Dalla)  Antonio  fratelio  di  Giovanni,  362, 
33;  h  confinato  a  Cesena,  perchi  amico  d.  Bentlvo- 
glio  (an.    1507),  36S,   9-10,    12;  cf.  362,  33-34,  43-44. 

FoNDAzzA  (Dalla)  Giovanni  fratello  di  Antonio,  362, 
33;  fa  un  presente  aiie  nozze  di  Giulio  Malveszi 
(an.  1464),  184,  36;  h  confinato  a  Cesena  perchi 
amico  d.  Bentlvogllo  (an.  1507),  368,  9-10,  13;  cf. 
362,  33-34,    43-44. 


FoNDAZZA  (Dalla)  Nicolo  \yit«lh  d«U/a  Pomiaeeia\  com- 
batte  nel  torneo  in  IJoiogna,  tenutosl  per  definlre 
se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prcvalga  neUe  cose 
umane,  al  seguito  dl  Annibalc  Bentlvogiio  pal«- 
dino  d.  i'*ortun«;  ascritto  alla  terza  squadra  vestita 
alla  francese  (an.  1490),  259,  24,  26-37;  la  sua  parte 
resta  vittoriota,  262,  17-19;  eace  di  Bologna  coi  Ben- 
tlvoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41,  41-49. 

FoNDAZZA  (Dalla)  Pbtronio  figllo  di  Aldobrandino,  302, 
4-5;  fratello  di  Agostlno,  362,  33;  essendo  Gonfaio- 
niere  d.  popolo  vlene  a  diverblo  con  Luigi  Marla 
GriflTonl  In  Piazza  (an.  1501),  4-S;  prlma  di  por  mano 
alle  arml  h  separato,  6-7 :  idegnato  che  non  si  po- 
nisca  11  Griffoni,  lo  assale  insicme  ai  figil  di  Gio- 
vanni  Mezzovliiani  e  lo  ferlsce,  10-13;  i  prlvato  del- 
1'ufficlo  e  d.  gonTalone,  13-13-.  i  confinato  a  Cesena 
perchi  amico  d.  Bentivogiio  (an.  1S07),  368,  9-10, 
13-13;  cf.  362,  33-34,  43. 

FoNDl  (coNTB  Dl)  V.  Caetani  Cristoforo. 

[FoRCloLioNi  Antonino]  arclvt-sc.  di  Firenie;  prende 
parte  alla  consacrazione  di  Giovannl  Poggl  a  veic. 
di  Bologna  (an.  1447),  120,  20-22;  i  canonizzato  da 
pp.  Adriano  VI  [an.   1523),  31-32. 

FoRLANo  V.    Ta/iano  d.  Friu/i. 

ForlI  c  tolta  con  Imola  dal  duca  Fliippo  Marla  VI- 
sconti  agll  Ordelafli  e  Alidosi  (an.  1426),  3,  30-31; 
c  data  dal  pred.  al  leg.  pontificio  di  Bologoa  Lo- 
dovico  Alamanni  per  sottrarla  ai  I'~iorentlni,  31-33; 
il  ieg.  si  reca  in  compagnia  di  moiti  gentiiuoniinl 
bolognesi  a  prenderne  possesso,  4,  10-I6;  i  pred.  ne 
partono,  17 ;  vi  si  recano  Tommaso  Zambeccari,  e 
Baldassarre  Canetoli  ostaggi  d.  leg.  di  Boiogna  ad 
attendervi  il  ritorno  d.  messo  inviato  al  pp.  (an. 
1430),  23,  6-8;  vi  si  trova  il  Gattamelata  (an.  1433), 
33,  23;  e  molestata  dai  governatore  di  Boiogna  ar- 
civesc.  Zabarelli  con  miiizie  fiorentlne  e  veneziane 
(an.  1434),  30,  33-33:  e  minacclato  daIi'esercito  d. 
Lega  guelfa  di  Romagna,  47-48;  ne  h  signore  Antonio 
Ordeiaffi,  40,  2-3;  vi  giunge  Nicolo  Piccinino,  2;  h 
occupata  dal  pred.  (an.  1438),  51,  9;  rlc.  per  la  sua 
ribeUione  ai  pp.,  56,  5;  vi  e  tenuto  prlgioniero  nella 
rocca  Galeotto  Canetoli  (an.  1440),  62,  39-40;  e  as- 
sediata  da  Annlbale  Bentivoglio  in  odlo  a  France- 
sco  Sforza  (an.  1442),  72,  5-7;  vi  si  reca  Astorre 
Manfredl  ad  attendervi  i  rinforzi  del  Visconti  (an. 
1446),  113,  34;  cf.  31-33;  ia  neve  vi  raggiunge  i'al- 
tczza  di  otto  piedl  (an.  1464),  182,  45-46;  vi  sono 
fatte  portare  le  granaglie  d.  contado  da  Pino  Or- 
dela6ri  in  previsione  di  un'incuriione  di  soldati  d. 
duca  di  Milano  (an.  1466),  191,  43;  ric,  193,  2S; 
vi  si  reca  Caterina  Sforza  presso  il  marito  Glroiamo 
Riario  che  ivi  rattendeva  (an.  1477),  216,  16-17;  vi 
t  Plno  cui  succede  nella  signoria  il  figlio  Sinibaldo 
sotto  la  tutela  d.  matrigna  Lucrezia  P  ic  o  (an,  1480), 
222,  43-44;  le  si  voigoiio  contro  ie  forze  d.  Lega 
comandate  da  Glovanni  Bentivoglio,  da  Antonio 
da  Montefeltro  e  da  Galeotto  Manfredi  (an,  148»), 
225,  43-45;  c  assedlata,  49-50;  in  seguito  aila  f  d. 
duca  Federigo  di  Montefeltro  i'esercifo  nemico  si 
discloglie  e  parte,  226,  2-3;  vi  si  ritira  Giroiamo 
Riarlo  dopo  la  t  di  Sisto  IV  (an.  14S4),  230,  33-34; 
vl  arriva  Roberto  da  Sanseverino  con  licenza  d.  pp. 
(an.  1486),  234,  37-38;  vi  h  ucciso  da  congiurati  il 
Rlario  (an.  1488),  245,  1-3;  vi  sono  Imprlglonati  ia 


[Forli-Foscherari  (famigliaf[ 


INDICE  ALFABETICO 


605 


moglie  e  i  figlldi  lui,  2-3;  c  as3ediata  dal  Bentiyogllo, 
che  vi  entra  con  Galeazzo  da  Sanseverino  e  ne  fa 
signore  Ottaviano  Riario  primogenlto  di  Girolamo, 
15-21;  e  presidiata  da  soldati  d.  Sforza  (an.    1499), 

296,  7-8;  re  IvUigi  Xtl  designa  prenderla  per  ii  pp., 

297,  40-41;  unitamente  a  Imola  le  h  mossa  guerra 
dal  Valentino  sotto  II  pretesto  ciie  la  duchessa  Ca- 
terina  non  pagava  il  censo  alla  Chiesa,  298,  n-U; 
e  presa  a  torza  dal  Borgia  (an.  1500),  47-49;  h  de- 
predata  dairesercito  d.  pred.,  299,  11;  vi  si  reca  a 
svernare  parte  deiresercito  d.  Valentino,  301,  13; 
ric,  331,  39;  vi  giungono  sessanta  cavalli  mandati 
da  Ermes  Bentivoglio  in  aiuto  a  Galeotto  Manfredi 
(an.  1506),  342,  48-49;  v.  anche  Mangagnone  da  Forlt. 

^•"ORLi    (ClTTADINl    EL.     A    CARICHK     PUBBLICHe)     V.     Gio- 

vanni  Anionio  da  Fortt  hargello  di  Bologna. 

—  (SlGNORi)  V.  Antonio  l  Ordelaffi  (a.a..  1433-1436;  1438- 
1448);  Pino  n  Ordelaffi  (an.  14661480);  Sinihaldo 
II  Ordelaffi  (an.  1480);  Girolamo  Riario  (an.  1480- 
1488);   Ottaviano  Riario  (an.   1488-1500). 

—  (Vescovi)  V.  CaffurelU  Giovanni  (an.  1427);  Daniele 
da  Lodi  (aa.   1449-1463). 

FoRLiMPOPOn  si  rende  a  patti  a  Francesco  Sforza  (an. 
1439),  58,  31-32. 

FoRLivEsl  [For/ivifsi]  espellono  di  c.  i  magistrati  c  uf- 
(iciali  d.  Chiesa  e  vi  introducono  Antonio  Ordclaffi 
che  faiino  signore  (an.  1433),  36,  29-30;  si  ribellano 
alla  Chiesa  (an.  143S),  53,  23-21;  uccidono  Girolamo 
Riario  (an.  1488),  245,  1  2;  ne  saccheggiano  il  pal. 
e  fanno  priglonleri  Caterina  coi  figli,  2-3;  conce- 
dono  alla  pred.  di  entrare  nella  rocca  per  la  pro- 
messa  avuta  di  persuadere  il  castellano  a  conse- 
gnarla  loro,  per6  ne  trattengono  i  figli,  3-5;  sono 
minacciati  dalla  pred.  e  chiamati  vassalli  traditori, 
6-8;  alla  lor  volta  minacciana  di  ucciderle  i  figli  se 
non  consegni  la  rocca,  8-9;  fiera  risposta  d.  pred., 
9-11;  i  congiurati  non  ottenendo  l'aiuto  sperato  dal 
pp.  e  temendo  d.  BentivogUo  che  assediava  con  altri 
cap.  la  c.  fuggono  a  Citt4  dl  Castello,  I8-20. 

FoRMAGiNl  V.  Formaglini. 

FoRMAGLiARi  Caterina  mogUc  di  Galeazzo  Marescottl, 
103,  44-45;  piangente  narra  al  marito  l'uccisione  d. 
suol  fratelli  e  di  Annibale  Bentivoglio  e  lo  esorta 
a  fuggire  (an.  144S),  45-47;  i  rinfrancata  dal  pred., 
50;  lo  aiuta  ad  armarsi  e  lo  esorta  a  vendlcare  i 
morti,  104,  1-2;  le  b  annunciata  dal  marito  l'ucci- 
sione  dl  moltl  loro  figli  e  nipoti  per  opera  di  Er- 
mes  Bentlvoglio  (an.  1501),  306,  12-19;  sua  sepol- 
tura  in  San  Domenico  [s.  a.],  325,  4-5;  suo  epitaf- 
fio  fattole  dal  marito  Galeazzo,  5-12,  guastato  da 
soldatl  del  Bentlvoglio,  13. 

For.maolini  Alessandro  t  c  molti  d.  beneficl  che  aveva 
in  varte  chiese  sono  usurpati  dal  cappellani  dl  eue 
(an.    1492),  268,  34-35. 

FoKMAOLiNi  FiniTo  figlio  dl  Rinaldo,  89,  7;  h  tra  gli 
incaricati  di  attuare  i  provvedimenti  fiscall  dellbe- 
rati  dal  Consiglio  d.  Selcento  (an.  1443),  88,  43-89, 
1-7;  roga  la  scrlttura  per  la  fabbricazione  deIl'ospe- 
dale  di  San  Buono  nella  casa  d.  Compagnia  d.  Lom- 
bardl  (an.  1445),  102,  39-40;  i  degli  Anziani  per  il 
settembre-ottobre,   111,  7-8. 

FoRMA<;Ll.*ii  FiLtPi'o  el.  dal  pp.  Giulio  II  (jonfaloniere 
d.  popolo  pel  quartlere  dl  porttt  Stierl  (an.  1506), 
359,   43-43. 


Formaglini  Francesco  \FraHeesco  Formagini\  fe  degU 
Anziani  (an.  1502),  313,  35;  fe  raultato  di  quattro- 
cento  ducati  per  la  riedificazione  d.  pal.  Marescotti 
(an.   1508),  386,  7;  389,  6. 

FoRMAGLlNi  RiNALDO  [Raina/do  Formaglini,  Rainaldo 
Farmaino]  padre  di  Fiiippo,  89,  7;  fe  d.  Sedici;  ^ 
fatto  cav.  aurato  dal  pp.  a  Porta  di  Galliera  (an. 
1460),    173,  7-8. 

FoRMAGLiNi  RoBERTO  bologncse,  si  reca  col  governatore 
di  Bologna  Ludovico  Alamanno  e  con  altri  genti- 
luomini  bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e 
ForU  (an.  1426),  4,  lo-u. 

FoRNARA  (Dblla)  Antonio  frate  Eremitano  di  San  Gia- 
como,  bolognese;  con  altri  congiura  di  fare  entrare 
i  nemici  in  c.  (an.  1428),  II,  15-24;  scoperto  4  preso 
e  irapiccato,  24-25,  29-30, 

FoRNASARi  Trombettino  seguacc  d.  Canetoli,  e  bandito 
di  Bologna  (an.  1445),  109,   11. 

FORNOVO  ]fasso  di  Fornb']  ric,  79,  39-40;  a  quattro  ml- 
glia  da  esso  si  accarapa  sul  greto  d.  Taro  l'e»ercito 
d.  lega  contro  Carlo  VIII  (an.  1495),  287,  11-12;  vl 
avviene  una  sangulnosa  battaglia  vinta  dal  re  fran- 
cese,  13-16. 

Forte  V.  Ripa  (Dalla)  F. 

[FORTEBRACCl]  Bkrnardino  [Bernardino  da  Montone] 
da  Montone;  t  a  Fornovo  (an.  1495),  287,  18. 

[FoRTEBRACCl]  Braccio  [Braccio  da  Montone]  da  Mon- 
tone;  zio  di  Nicol6,   19,    15-15. 

[FoRTEBRACcl]  coNTE  Carlo  [conte  Carlo  da  Montont] 
cap.  delle  milizie  aragonesi  nella  Marca  e  in  Lom- 
bardia  (an.   1446),  119,  41-43. 

FoRTEBRAcci  NicoLo  [Mcolb  Fcrtebraccio,  Nicolb  dalla 
Stella]  nipote  di  Braccio;  gran  capitano  e  signore 
di  molti  luoghi,  42,  15-17;  contende  con  Paolo  Gul- 
nigi  per  Lucca  (an.  1430),  19,  15-15;  gli  h  ordinato 
da  Battista  e  Tommaso  Canetoli  di  recarsi  a  Imola 
per  occupare  la  rocca  (an.  1431),  24,  5-8;  non  va 
agli  stipendi  d.  Bolognesi,  per  lo  scarso  soldo  offer- 
togli,  48-50;  h  vinto  da  Taliano  d.  Friuli  e  fatto  pri- 
gione  (an.  1435),  42,  16-17;  f  d*  ""  colpo  dl  lancia, 
17-18;  d.  sua  perdita  il  Piccinino  h  niolto  addolo- 
rato,  18. 

FoRTi  Melchiorre  f  neIl'attacco  contro  i  fuorusciti 
(an.  1451),    139,  5. 

Foscari  [Francesco]  [frencipe  Foscari]  doge  di  Vene- 
zia;  riceve  con  molto  onore  l'irap.  greco  Glovanni 
Paleologo  (an.  1438),  50,  39-40;  suo  privilegio  a  Dlo- 
nlaio  Castelli,  ambasc.  dl  Bologna,  fatto  gentiluomo 
veneziano  (an.  1445),  111,  13-37;  gli  fe  deputato  dai 
Bolognesi  Lulgl  Foscherarl  (an.  1446),  118,  31-23; 
cf.,  113,  21-22;  sua  lettera  al  com.  di  Bologna  per 
annunziare  la  pace  intervenuta  fra  l  Venezianl  e 
loro  confederatl  con  il  duca  Sforza  (an.  1454),  146, 
1-10. 
FoscARiNi  LuiGX  [Aloigio  Foscarini]  ambasc.  veneziano 
al  nuovo  pp.  Paolo  II,  passa  dl  Bologna  (an.  1464), 
186,  36-38. 
FosciiERARi  (pamiglia)  rappresentattt  nel  Theatro  moraie 
dt'  moderni  ingegm  d.  Ghirardaccl,  "  XXIV,  33-23  „ ; 
suol  merabri  prendono  parte  all'adunanza  indetta 
dai  Canetoli  contro  11  leg.  dl  Bologna  Alamanno 
(an.  1438),  5,  42-44;  6,  3;  approvano  che  sl 
prendano  le  arrai,  13-13;  con  gll  altrl  si 
impadronisro  no  d.  Piaiza   e  danno  fuoco 


606 


INDIC£  ALFABETICO      IFowbenri  (/a«M>^/^a)-Fr«iiimeiiti] 


•  i  Paragllone  d.  bosioil,  U-IS;  alloggU  In 
cata  loro  U  card.  GugUelmo  EttouteTllle  (an.  1436), 
47,  is. 

PoscifKRARl  Andrba  figllo  di  Romeo;  i  fuonitcito  (an. 
1440),  68,  10-11. 

PoscHBRAKi  Framccsco  padre  di  Raflfitello,  7,  >•  53,  II. 

FoscifKRARi  Louovico  [/^odovico  Foiearari\  el.  dal  pp. 
d.  Quaranta  Contlglierl  e  Rlformatorl  (an.  1S06), 
358,  34,  36-37. 

FosOHERARi  LuiGi  \Aloisio  /^o$carari\  dottore,  i  dal  Se- 
nato  dl  Bologna  mandato  ambasc.  al  doge  Fotcarl 
(an.  1446),  113,  30-31;  cf.  118,  21-22. 

FoscHERARi  Rappakllo  [Rafhaolo  Foscarari]  figllo  di 
Francetco,  7,  6;  55,  U;  fc  eL  dcgll  Otto  dl  Balla  d. 
pace  (an.  1428),  7,  6,  >  ;  recasl  con  altrl  cittadini 
di  Bologna  dal  card.  Albcrgati,  suo  amico,  a  pre- 
garlo  dl  interporsi  pr.  il  pp.  per  la  pace  con  1 
Bologneti  (an.  1429),  14,  43-45;  torna  a  Bologna, 
15,  «;  per  ia  sua  amlclzia  con  Antonio  Bentivo- 
giio  i  riiitato  In  Ferrara  da  Gherardo  Rangoni,  ciic 
gii  propone  di  vendicare  e  la  uccisione  d.  pred.  e 
io  sfreglo  recato  a  Boiogna  dal  pp.  col  trasferirne 
11  Concliio  offrendo  il  dominio  d.  c,  al  duca  di  Mi- 
lano  (an.  1438),  51,  U-32;  cf.  82,  36-37;  d'accordo 
col  Rangoni  scrlve  al  duca  di  Milano  offrendogU 
Bologna  e  consigliandoio  clrca  II  modo  di  prenderla, 
51,  17-31,  cf.  82,  36-37;  torna  a  Bologna  e  radunati  gii 
amici  espone  la  triste  condizione  d.  c.  opprcssa  e 
befTata  dai  pp,  c  propone  si  ricorra  per  aiuto  al 
duca  dl  Milano,  51,  23-30;  acconsentendo  i  pred., 
riscrive  ai  duca  facendogli  premura  di  affrettare  la 
Impresa,  30-34 ;  si  arma  sotto  mostra  di  volere  di- 
fendere  la  c.  pcr  la  Cliiesa,  52,  7-9 ;  avvisa  invece 
11  Plccinino  clie  a  tramontar  di  sole  venga  a  Bolo- 
gna,  clie  gli  avrebbe  aperte  le  porte  di  San  Vitale 
e  di  San  i:)onato,  7-13;  cf.  51,  43;  introduce  infatti 
ii  pred.  in  c,  52,  13-14;  sl  reca  quindi  in  Piazza  e 
sl  azzuffa  con  i  soidati  d.  governatore,  che  dopo 
lunga  resistenza  si  arrendono,  14-32;  e  dal  Senato 
creato  Gonfaloniere  di  Giustizia,  4»-50;  ne  assume 
1'ufficio,  53,  3-4 ;  i  confermato,  contro  I'u80  Gonfa- 
ioniere  di  Giustizia,  54,  1-3;  tenta  con  molti  suoi 
amicl  di  fare  venlre  a  Boiogna  Annibale  figlio  na- 
turale  deii'ucciso  Antonlo  Bentivoglio,  9-11,  cf.  33- 
38,  che  non  accetta,  43-44;  pone  ia  Piazza  in  istato 
di  difesa  al  ritorno  di  Annibale,  55,  1-10;  interviene 
quale  Gonfaloniere  a  una  messa  solenne  cantata  in 
San  Leonardo,  11-13;  4  el.  d.  Dieci  di  Balia  dal 
Consiglio  dei  Selcento,  14-16,  1>;  conduce  per  le  re- 
dlni  il  cavallo  delPlmp.  di  Costantinopoll  dl  pas- 
saggio  a  Bologna  (an.  1439),  59,  42-43;  essendosi 
molto  adoperato  per  ii  ritorno  in  patria  dl  Annl- 
bale  Bentivogllo  e  per  restitulrlo  nei  grado  d.  padre 
spera  dl  Imparentarsi  con  lui  e  gli  oSre  in  moglie 
una  sua  figliuola  (an.  1440),  60,  43-47;  ne  ha  un 
veiato  rifiuto,  47-49;  te  ne  offende  e  dl  tviscerato 
amlco  gli  dlventa  fiero  nemico  e  lo  denlgra,  61, 
1-5;  i  ucciso  per  vendetta  dal  pred.  presso  la  corte 
d.  Bulgart  non  lontano  da  casa  sua,  7-16 ;  cf .  62,  37. 

Foschkrari  Romeo  [Romeo  dt'  Fosckarari]  figllo  di  An- 
drea,  68,  10-11 ;  cav.  e  dottore  di  legge,  25,  i;  si  reca 
col  governatore  Lodovico  Alamanni  e  con  altrl  si- 
gnori  bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e  Forli 
(an.  1426),  4,  10-14;  h  ei    d.   Sedici  Riformatori   d. 


Stato  (an.  (428),  7.  3;  di  nuoro  (an.  1429),  11|  4>-«4 
cf.  14,  t;  con  Stefano  Ghitllardi  ^  arobatc.  al  le- 
gato  Torpeia  per  trattare  delfaccordo  (an.  1430), 
21,  U-n;  dopo  molti  colioqui  quando  1  capitoli 
erano  per  ettere  tottoicrittt  il  ieg.  tl  adira  con  lui 
e  li  ttraccla,  U-IS;  torna  •  Bologna,  I»;  con  Gla- 
como  dalle  Correggle  va  a  Ferrara  per  informare  U 
duca  da  Este,  ofTcrtosl  arbitro,  d.  differcnze  tra  ii 
Senato  e  11  pp.,  22,  37-21;  non  ti  viene  ad  alcuna  con- 
ctutione  per  le  roene  tegrete  d.  duca  Vitcontl,  21-Jo; 
c  uno  degli  ambasc.  mandatl  dal  Senato  ai  pp.  per 
la  pace  (an.  143 1),  25,  1-9;  non  parte  avendo  11  leg. 
negato  1  saivacondotti,  13-14;  tono  presentati  al  pp. 
1  capitoii  d.  pace  anche  in  tuo  nome,  26,  34-31;  el. 
da  Eugenio  IV  d.  Venti  committari  depntati  aUa 
creazione  d.  magistrati  d.  c,  27,  23-25;  amlMtc.  d. 
Senato  al  pp.  per  rallegrarsi  d.  tua  elezione  non  pu6 
entrarc  in  Roma  a  cagione  d.  guerra  motta  a  Eu- 
genlo  IV  da  Antonlo  Colonna,  30,  6-9;  rollentateti 
le  ostilita  compie  il  tuo  incarico  ben  accolto  dal  pp., 
17-11:  torna  a  Bologna,  19;  i  rleletto  d.  Venti  con- 
slgiieri  (an.  1432),  31,  II;  e  tcelto  dal  governatore 
di  Bologna  per  ambasc.  a  Flrenze,  ma  poi  non  h 
piu  mandato,  32,  2-4,  12;  i  el.  d.  Dieci  dl  Baila  (an. 
*43S)>  41,  19-30;  i  mandato  pr.  11  pp.  a  Firente  con 
I  capitoli  dell'accordo,  42,  43-43,  che  conciude,  44- 
45;  i  di  nuovo  el.  d.  Dieci  di  BaUa  (an.  1438),  5.'?, 
41-43;  cssendo  a  confine,  per  intercessione  di  Batti- 
sta  Canetoii  ottiene  di  tornare  a  liologna  (an.  1439!, 
57,  36. 

t^osciiKTTi  GiovANNi  ttracciaroio ;  h  tuorutcito  (on. 
1440),  68,  13. 

....  Fosco  DA  RlMiNl  \Fosco  di  Arimini\  compone  un 
epitaffio  per  ia  tomba  di  Filippo  Beroaidi  (an.  isos), 
340,  31-27. 

FossA  Cavalmna  fuori  porta  Magglore,  13,  13;  tI  h 
fatta  abbattere  la  torre  dal  Senato  di  Bologna  pcr- 
chfe  1  nemlci  non  vi  si  fortifichlno  (an.  1429),  13-14: 
vl  si  ttende  1'esercito  d.  Caldora,   14,  21-39. 

FossA  Tagliolo  \Fosta  Taliolo].  Vi  si  ferma  l'eserclto 
francete  e  ducale  in  ritirata  dall'Imolete  ad  aspet- 
tarvi  i  rifornimenti  e  11  rimanente  d.  forze  (an. 
1494),  278,  11-19;  vi  giunge  il  conte  di  Mont- 
pensier  con  ingente  numero  di  toldati, 
20-21. 

FOSSE   DI    BOLOGMA    V.    BologtM    (foste). 

Fosss  Dl  .Serafino  V.  Cento. 

FossoLo  (CHiESA  Dl)  nel  territorlo  di  Bologna,  ne  i 
cappellano  Don  NicoI6  veronete  accutato  di  magla 
(an.  14S2),  141,  37-38. 

FossoMBRONK.  Tra  queato  luogo  e  Pesaro  i  sconfitto  Ni- 
C0I6  Plccinlno  da  Francesco  Sforza  (an.  1443),  97. 
9-10;  vi  giungono  1  confederati  contro  ii  Valentlno 
(an.  1503),  317.  8;  l  pred.  vi  prendono  in  mezzo  e 
trucidano  ie  gentl  d.  Borgia,  11-13;  cf.  22-33. 

Fracasso  V.  Sansevorino  (Da)  F. 

Framistko  (Da)  Greco  combatte  nel  tomeo  in  Boiogna, 
tenutosl  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
prevaiga  neile  cose  umane,  al  segulto  di  Annibale 
Bentivoglio,  paladlno  d.  Fortuna;  e  ascritto  alia 
quarta  squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  259, 
27-38 ;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-19. 

"  FRAMMSNrt    UI    PRKDICHE    E  DI  TRATTAZIONI  MORALl  dl 

fra  Cherubino  Ghirardaccl ;  inedlti,  XXI.\,  9-16,  /-*  ,. 


[Frammento  di  storia  ecc -Francesi]   INDICE  ALFABETICO 


607 


fe 


"  Frammento  di  storia  d.  Convknto  di  San  Giacomo 
IN  Bor.oGNA  di  f ra  Cherubino  Ghirardacci ;  inedito, 
XXXII,  35;  descrizione  d.  codice,  36-40;  trattazione, 
41-XXXm,  1-4,. 

Francai-ancia  d'Avjssei,o  [Franca  Lanza  cVAvisselo]  h 
nell'esercito  di  Bartolomeo  Colleoni  contro  Firen- 
ze  (an.  1467),  193,  19;  riraane  f  nella  battaglla  alla 
Mezzolara  (an.  1467),  195,  20-21. 

Francesca  x>.  Bentivoglio  F.,  Gotxadini  F.,  Poggio  (Dal) 
F.,  J^iiatlremexzo  F. 

Francescane  (suoke)  abitano  in  Bologna  fuori  d.  porta 
di  Santo  Stef.ino  (an.   143S),   46,  42-43. 

Franckscani  (frati)  [frati  delP  Osservama  di  san  Fran- 
cesco]  di  Bologna;  riconducono  la  Madonna  d.  Guar- 
dia  alla  chiesa  di  san  Luca  (an.  1433),  35,  3-4:  ten- 
gono  11  capitolo  generale  in  Bologna  a  cui  pren- 
dono  parte  quattrocentosettantasei  frati  (an.  1494), 
276,  43-44;  qiiattro  fratl  sono  incolpati  da  Gentile 
Budrioli  di  averle  insegnato  pratiche  eretlche  (an. 
1498),  294,  33-34;  nel  loro  convento  a  Milano  e 
sepolto  con  grande  onore  Giovanni  Bentivoglio 
(an.  1508),  385,  2-3. 

Fr.vncbschino  da  Lugo  [Chichino  da  Lugo],  In  unione 
di  altri  tratta  con  Antonio  Fantuzzi  di  aprirgli  la 
porta  Castiglione  di  Bologna,  o,  ci6  non  potendo, 
dargli  in  mano  Medicina  (an.  14S3),  144,  7-10;  sco- 
perto  ii  trattato,  e  preso  e  impiccato,  lo-U. 

Francesco  [C«cco]  V.  Abhaco  (DalP)  F.,  Albergati  F.,  Ali- 
dosi  F.,  Argelata  (£)')  P.,  Armi  (Dalle)  F.,  Ballanti 
F.,  Bargellini  F,,  Baitagliucci  E.,  Bentivoglio  F., 
Bevilacqua  F.,  Bianchetti  F.,  Bianchi  A,  Boccadiferro 
F.,  Bolognini  b.,  Bombasari  F.,  Bonasoni  F,,  Bora- 
glia  F.,  Borgia  F.,  Brandolini  F,,  Buccarini  F.,  Bue 
(Dai)  F.,  Camisani  F.,  Caneloli  F.,  Canonici  F.,  Cafi- 
tani  F.,  Caracciolo  F.,  Caravita  F.,  Carmagnola  (Da) 
F.,  Castellani  F.,  Casteili  F,,  Ca.^ttiglione  (Da)  F., 
Chiari  F.,  Codebi  F„  Condulmer  F.,  Conti  F.,  Cor- 
bino  F:,  Corno  (Dal)  F.,  Correggie  (Dalie)  F.,  Cri- 
stini  F.,  Davia  F.,  Dottori  F.,  Duglioli  F.,  Fantuzxi 
F.,  Ferrari  F.,  Ferrero  F.,  Formaglini  F.,  Foscari  F., 
Foseherari  F.,  Fasaroli  F.,  Gaggio  (Da)  F.,  Ghirar- 
dacci  F.,  Ghi.iilieri  F.,  Giacomi  F.,  Gombruti  F.,  Gon- 
xaga  F.,  Gozzadini  F.,  Grati  F.,  Griffoni  F.,  Gual- 
farda  F.,  Guidi  F.,  Guidotti  F.,  Gurrini  F.,  Lana 
(Dalla)  F.,  Leggeri  F.,  Legnani  F.,  Lepidi  F.,  Libani 
F.,  Loris  (De)  F.,  Maglia  (Dalla)  F.,  Malvezzi  F., 
Manfredi  F.,  Mangani  F.,  Maurini  F.,  Mazxoli  F., 
Monteremi  F.,  Morati  F.,  Musotti  F.,  Odofredi  F., 
Orsini  F.,  Paganelli  F.,  Paltroni  F.,  Parati  F.,  Pa- 
trizi  P.,  Pavesi  F„  Pecci  F.,  Pedocca  F.,  PennaccM 
P.,  Piccinino  F.,  Pieo  della  Mirandola  F.,  Raibolini 
F„  Paniitxi  F".,  Razali  F.,  Roncotorto  F.,  Roselli  F., 
Rovere  (Dalla)  F.,  Sanguigni  F.,  Sanseverino  (Da) 
P.,  Santafede  F.,  Sant'Angelo  (Da)  F'.,  Sasma  (Dalla) 
F„  Sassatello  (Da)  F.,  Savignani  F.,  Scajipi  F.,  Se- 
rafini  F.,  Sexxa  (Da)  F.,  Sforxa  F„  Sibaidini  F., 
Soderini  F.,  S^ina  F.,  Straceiacappa  F.,  Tomba 
(Daila)  F.,  Tranchedini  F„  Trentaquattro  F.,  Tutto- 
buoni  F„  Uhaldini  /•'.,  Valle  (Della)  F.,  Viadagola 
(Da)  /•'.,  Vixxani  F„  Zani  F.;  v.  anche  Cristino  Fran- 
eesco,  Gianfrancesco. 

....  Francesco  legnaluolo ;  i  multato  in  cinquanta  du- 
cati  per  11  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  32  •  389,  ,9. 


....  Francesco  [Francesco  da  Mantua]  di  Mantova  bar- 
biere ;  parte  dl  Bologna  crociato  con  Giacomo  Grati 
(an.   1464),  186,  6. 

....  Francbsco  detto  Castagna.  La  sua  casa  e  sac- 
cheggiata  e  incendiata  (an.  1445),  106,  43;  107,  4-s. 

Francesco  da  Bologna  priore  d.  frati  d.  Servi  in  Bo- 
logna;  fe  coUato  ^an.   1508),  384,  46-47;   cf.  41. 

Francesco  da  Chiavenna  [Francesco  da  Chiavena]  parte 
di  Bologna  crociato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464), 
185,  42;  e  con  lo  Scappi  ribelle  a  Bologna  per  ri- 
condurre  i  Bentivoglio  In  c.  (an.   1508},   380,  14. 

Francbsco  i)a  Ortona  a  Mare  [Franeesco  di  Ortona  di 
Mare]  passa  dl  Bologna  al  seguito  di  Giacomo  Plc- 
cinino  (an.  1464),   185,  8,   10. 

Francesco  da  Valle  contadino;  suo  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  20. 

Francesco  da  Vicenza  combatte  nel  torneo  in  Bolo- 
gna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  An- 
nibale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  ascritto 
alla  prima  squadra  vestita  all'ltaliana  (an.  1490), 
259,  15-17 ;  la  sua  parte  riesce  vittoriosa,  262,   17-19. 

Francesco  da  Vizzano  contadlno  bolognese;  suo  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151, 
35-26. 

Francesco  (CHIBSA  Dl  san)  V.  Bologna  (chiesc),  Cesena 
(chiese). 

Francesco  (convbnto  di   san)  V.  Bologna  (monasteri), 

Francbsco  (piazza  di  san)  [Salegata  di  San  Franctsco] 
V.  Bologna  (fiazze). 

Francesco  (San)  da  Paola  [S.  Francesco  da  Pauia] 
fondatore  d.  frati  Minimi,  f  in  Francla  (an.  1507), 
367,  47-48. 

Francesco  Guoliblmo  V.  Clermont  (Di)  P.   G. 

Francbsco  Maria  V.  RamfoniF.  M.,  Rovere  (della)  F.  M. 

Francesco  Melchiorrb  V.  Bargellini   F.  M. 

Francesco  Tebaldo  V.  Ruote  (Dalle)   F.  T. 

Francesi  sono  cacciati  dal  regno  di  Napoli  da  Ludo- 
vico  Malvezzi  (an.  1462),  179,  lO-U;  Francesl  del- 
l'esercito  di  Carlo  VIII,  vengono  in  Castelfranco 
a  rissa  con  gll  abitanti  d.  luogo ;  uccidono  e  riman- 
gono  uccisl  (an.  1494),  277,  34-42;  il  tumulto  fc  se- 
dato  da  Gilberto  Pio  trovatosi  a  passare,  42-44;  sono 
svaligiati  da  quei  dl  Castelfranco  d.  loro  robe,  ma 
per  ordine  d.  .Senato  dl  Bologna  vengono  risarciti, 
44-47;  hanno  nemlco  anche  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1495),  286,  1-2;  assalgono  a  Fornovo  Tesercito 
d.  Lega,  che  voleva  arrestarli  e  dopo  sangulnosa 
battaglia  rlescono  a  passare,  287,  12-16;  Virgillo  e 
Nicol6  Orsini  loro  priglonleri  fuggono  durante  la 
pred.  battaglia,  30-33;  al  comando  d.  TriTuizio  mo- 
lestano  i  castelli  di  Lombardia  (an.  1497),  292,  39- 
40;  il  Valentino  manda  loro  aiuto  (an.  ijoo),  299, 
5;  comprano  Lodovico  Sforza  dagH  Svizzeri  a  Nova- 
ra,  18-1»;  un  Francese  venuto  in  Italla  a  portnre  le 
paghe  al  soldati  guerreggianti  nel  Napoletano  passa 
di  Bologna  ed  h  fatto  accompagnare  dal  Senato  sino 
a  Firenzuola  da  balestrieri  (an.  tsoi),  308,  13-14; 
una  parle  d.  millzie  inviate  dal  Vicer!:  di  Mllano 
al  Valentino  chledono  11  passo  da  Modena  al  S«- 
nato  dl  Bologna,  che  lo  accorda  non  garentendone 
la  sicurezza  (an.  150»),  312,  36-3»;  preferiscono  al- 
lora  il  passo  pel  Ferrarese,  3»-40;  quelli  al  serrlglo 
d.  Borgia  sono  da  lui  rtmandatl  in  Lombardia  (an. 


608 


INDICE   ALFABETICO  (France*i-Fr«nciotll  della  Rovere  G  ] 


1501),  319,  4»-4t;  atpettano  alU  porta  San  Pellce 
di  Bologna  ii  loro  capitano,  otpitato  in  c,  320,  3-3 ; 
•ono  liberalmente  trattati  nel  loro  pasiaggio  per  il 
Boiognese,  11-13;  In  catubio  imprlgionano  gll  am- 
baac.  boiognesi  inTitti  a  fare  loro  onore  tino  ai  Pa- 
naro,  13-U,  ma  li  rllatciano  per  ordine  d.  Ticeri,  It; 
■ono  Tlnti  nel  Napoletano  da  ConsalTo  dl  CordoTa, 
il  quale  II  prWa  dl  quasl  tutto  questo  regno  (an. 
1503),  323,  4-5;  coloro  ciie  tl  troTano  in  Ronia  ne 
escono  prlma  d.  ConciaTe  per  ordine  d.  card.,  326, 
20-31 ;  tono  dopo  la  presa  di  Gaeta  fattl  partire  11- 
berl  per  la  Krancia  da  Consaivo  dl  Cordova  (an. 
1504),  330,  7-8;  rlc,  347,  1 ;  dal  Tlcerft  di  Milano  ne 
aono,  a  poco  a  poco,  InTlati  pi6  di  tremlla  contro 
Boiogna  (an.  1506),  347,  »-10;  promettono  ai  pp.  dl 
consegnargll  la  pred.  c.  in  tre  glorni,  348,  13-14 ; 
fanno  capltoli  col  Bentivogiio  assicurandogii  la  llbe- 
ra  usclta  dalla  c,  14-15;  da  Castelfranco  sl  aTTiano 
Terso  Bologna  e  alcuni  si  mostrano  di  qua  dai  ponte 
dl  Reno,  19-31;  vanno  incontro  al  BcntiTOglio  clie 
conducono  al  loro  campo,  349,  lS-18;  cf.  19-J4;  ri- 
cevono  dai  pred.  In  compenso  una  grossa  somma  di 
danaro,  24;  dal  ponte  di  Ravone  cominciano  a  bom- 
bardare  la  c,  2S-29;  h  loro  Talidamentc  risposto  dalie 
mura,  39-31 ;  sl  spingono  con  le  artigllcrie  sotto  la 
i-.  e  ia  bombardano  dalle  fosse,  36-38,  ma  11  popolo  ri- 
spondc  loro,  38-40;  11  popolo  insorge  contro  la  pro- 
posta  di  farll  entrare  in  Bologna  e  toglie  le  chlaTl 
al  Gonfalonlere  dl  Giustizla  Guidotti  clic  si  appre- 
staTa  ad  aprlre  loro  due  porte,  44-50;  rlc,  350,  9; 
scarseggiando  dl  vettovaglle  si  sfogano  a  bombar- 
dare  ia  c.  per  costringere  I  Boiognesi  o  a  farll  en- 
trare  o  a  mandare  loro  d.  pane,  19-21 ;  il  popolo  non 
ti  cura  d.  loro  Ira  e  ne  allaga  i'accampamento  ottu- 
rando  il  Reno  aila  Grata,  32-32;  avvertiti  clie  i  Bo- 
iognes!  uscivano  di  c.  i)er  assaiirli  salgono  a  caTallo 
armatl  e  11  attendono  In  luogo  sicuro,  33-40;  cf.  43-46; 
Inseguono  senza  ragglungerli  1  pred.,  clie  per  11  cat- 
tlTO  stato  d.  strade  tornaTano  indletro,  46-50;  ucci- 
dono  Nicol6  Fazi  che  era  rimasto  impigliato  nelle 
slepi,  351,  1-2;  avendo  la  ioro  artigiieria  somraersa 
domandano  a  Bologna  una  trcgua  che  h  loro  accor- 
data  per  ii  patrocinlo  di  Carlo  Grati,  d.  leg.  e  d. 
card.  dl  Rohan,  8-11;  nel  bombardamento  ne  erano 
statl  ucclsi  quattrocento  mentre  non  avevano  col 
ioro  colpi  ucciso  che  un  sol  Boiognese,  11-14;  il  vi- 
ceri  espone  al  pp.  la  triste  condizione  in  cui  sl 
trovavano  per  servirlo  e  gli  chiede  aiuto,  15-31;  essi 
Intanto  vivono  In  gran  timore  d.  Bolognesi  e  stanno 
di  continuo  armati  a  cavallo,  33-36;  patiscono  ia 
fame  e  per  due  giorni  si  nutrono  dl  radlci  d'erbe 
e  dl  crusca,  37-40;  il  popolo  di  Bologna  non  per- 
mette  al  leg.  di  inTiare  loro  vettovaglle,  40-48;  i 
capi  d.  campo  sono  condotti  in  c.  a  rifocillarsi  dal 
card.  D'Amboise,  dal  leg.  e  dal  march.  Gonzaga,  352, 
35-29;  la  sera  per  timore  d.  popoio  1  pred.  sono  ri- 
condotti  fuori  dl  Bologna,  29-30;  accolgono  con  ri- 
conoscenza  la  proposta  fatta  loro  dal  marchese  Gon- 
zaga  a  nome  d.  c.  dl  togliere  il  campo  e  tornarsene 
in  Lombardia  ottenendo  In  cambio  la  Tettovaglia, 
40-44,  cf.,  34-39:  cstratta  rartlgllerla  dal  fango  e  ri- 
passato  11  ponte  dl  Reno  rlcevono  la  TCttoTaglia 
promessa,  44-49;  cf.  353,  28;  fortlficano  il  campo  per 
passarTl  la  notte,  con  grande  sospetto  d.  Bolognesi 


che  temono  rltornino  contro  U  c,  352,  4«-se;  353, 
1-5;  al  mattino  vanno  ad  Anaola  e  11  glorno  dopo 
a  Castelfranco  che  tacchegglano  per  Tcndetta  d. 
male  rlcevuto  dal  Bologneti,  l*-ll;  etcono  Infine  dal 
territorio  di  Bologna,  11. 

Francia  [FraH*a\.  Ne  parte  II  card.  Albergatl,  dopo  aTcr- 
rl  conchiusa  la  pace  (an.  1435),  44,  30-21 ;  l  tolta  da 
Carlo  VII  aU'ubbidienza  della  Chieta(an.  1436).  178, 
36;  ma  tI  h  rlcondotta  da  Lulgl  XI  (an.  1463),  35-3«; 
Eugenlo  IV  crea  card.  di  questa  reglone  (an.  1439), 
60,  33-34 ;  vl  torna  GloTannl  d'Angl&  (an.  1455), 
160,  11;  ne  parte  il  card.  Bettarione  (an.  1473),  212, 
40-41;  Carlo  VIII  dellbera  dl  tomarTi  (an.  1495), 
286,  36 ;  tI  e  condotto  priglonlero  I..odOTlco  U  Moro 
(an.  1500),  299,  It,  e  Ascanlo  Sforza  tuo  fratello, 
23-33;  Isabella  Sforza  si  rammarica  dl  aTerTi  man- 
dato  il  gloTlnetto  figlio  Francesco,  35-36;  ne  parte 
Mlno  Rossi  (an.  1501),  307,  16;  vi  sl  reca  Anton 
Galeazzo  BentlToglio  pretso  Luigi  XII,  308,  5-7,  e 
Carlo  Ursini,  15;  anche  Glulio  Orsini  (an.  1503), 
323,  6;  ne  parte  II  card.  Francesco  Soderini,  13;  tI 
si  reca  un  figiio  di  Pandolfo  Petniccl,  32;  tI  torna 
11  card.  d'Amboite  senza  Ascanlo  Sforza,  328,  40;  tI 
tornano  liberi  i  Francesi  presl  a  Gaeta  dal  Con- 
salvo  (an.  1504),  330,  7-8;  tI  f  san  Prancetco  di 
Paola  (an.  1507),  367,  47-48. 
—  (Rr)  c.  Carlo  VII  (an.  1422-1461),  Luigi  XI  (an. 
1461-1483);  Carlo  r///(an.  1483-1498);  Zj»<f/ JT// 
(an.    1498-1515). 

I'ra.ncia  \Frama\  v.   Pamieri  F. 

Francia  (It,)  \Frama\  v.  Raibolini  Franctaco  detto  il 
Francia, 

Franciotti  bella  Rovere  Galeotto  \Ugato  di  Bolo- 
gna\  nipote  d.  pp.  Giuiio  II,  359,  3»;  fratello  di 
Nlccoli,  357,  4;  card.  di  San  Pietro  in  Vlncoll,  leg. 
poi  Tcsc.  di  Bologna;  si  rcca  in  questa  c.  con  11 
card.  d'Amboise  e  Carlo  Grati  (an.  1506),  349,  44- 
45 ;  congregati  i  Sedlci  dimanda  che  ti  faccia  ac- 
cordo  col  francesl  e  si  ricerano  in  c,  45-46;  !  tignorl 
annuiscono,  ma  vl  si  oppone  il  popolo,  46-50;  ai 
suoi  preghi    il  popoio  concede  tregua   ai   fianceti, 

351,  10-11;  i  Bolognesl  puco  si  fidano  di  lui,  351, 
36-37;  celebra  la  messa  In  pal.  e  permetfe  al  clero 
di  celebrare  e  ufficiare  nelle  cliiese  solennemente, 
40-43;  siede  a  consiglio  col  Senato,  il  card.  d'Am- 
boise  e  11  march.  dl  Mantova,  43 ;  il  popolo  ti  op- 
pone  alla  loro  deliberazione  di  raandare  Tettovaglie 
ai  campo  francese  sicche  ne  depone  il  penslero,  44- 
48;  con  il  card.  d'Amboi8e  e  il  march.  Gonzaga  e 
moltl  cittadinl  si  reca  al  campo  francese  otc  fatta 
scelta  d.  principali   li  conduce  in  c.  a  rifoclUarsi, 

352,  25-39 ;  a  sera  Insieme  agli  altri  11  riconduce  al 
campo  per  tlmore  d.  popolo,  29-30;  tiene  dl  nuoTO 
consiglio  col  card.  d'.\raboise,  11  raarchese  Gonzaga 
e  il  nuoTO  Senato  circa  i  Francesl,  30-33;  approTa 
la  proposta  d.  Gonzaga  di  offrire  TcttoTagiia  ai  pred. 
col  patto  se  ne  tornino  in  Lombardia,  33-36 :  statui- 
sce  che  tale  vettoragHa  sara  loro  concessa  soltanto 
quando  abbiano  passato  il  ponte  di  Reno,  36-39;  e 
nel  segulto  di  Giulio  II  alla  sua  andata  in  Bologna 
e  alloggia  nel  pal.  Bentlvoglio  a  San  Donato,  356, 
39-40;  continua  a  dimorare  ivi,  359,  31-22;  celebra 
in  San  Petronlo  la  messa  per  l'annlTersario  dell'ln- 
coronazione  d.  pp.,  35-36. 


[Francolino  (Daj-G&bbo  Gaspare]        INDICE   ALFABETICO 


609 


Francolino  (Da)  V.  Lodovieo  da  FrancoHno. 

Franza  V.  Francia. 

Frasenb  V.  Croce  del  Frasnno. 

FRASBifBDA  V.  Frassineto. 

Frassinbto  {Fraseneda,  Frasseneda,  Frasseneta]  nel  Bo- 
lognese;  fe  presa  dall'eserclto  d.  Chiesa  (an.  1428), 
10,  15;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  sue 
nozze  (an.  14S4),  150,  31;  &  dannegglato  dalla  tem- 
pesta,  131,  46,  49;  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giu- 
lio  Malvezzi  (an.  1464),  185,  4;  h  preso  dalle  genti 
d.  pp.  Giulio  II  che  vi  predano  11  bestiame  (an. 
1506),  347,  32-33;  II  commissarlo  Carlo  Bianchl  h 
bandito  con  molti  altri,  34-3S. 

Frati  o  Momaci  V.  Affosliniani  0  Eremilani,  Angeli  {frati 
deglt),  Benedettini  {monaci),  Brigida  (frati  di  Santa), 
Camaldolesi ,  Carmelitani,  Celettini,  Domenicani  o 
Predicaiori,  Gaudenti,  Gesuati,  Monte  Oliveto  (frati 
di),  Minimi  (frati)  Osservama  (Jrati  delV),  Servi  di 
Maria,  2^ccolanti  0  Minori  o   Francetcani. 

"  Frati  Lodovico  fa  notare  in  un  suo  lavoro  sui  mss. 
e  autografi  Ghirardacciani  il  metodo  rigoroso  segnito 
dal  Ghirardacci,  IV,  /J-/9;  nella  storia  di  Castel 
San  Pietro  rieorda  alcuni  Gkirardacci  monaei  nel  mo- 
nastero  di  San  Giacomo  in  Bologna,  XII,  s-S;  pub- 
blica  la  Tavola  d.  presente  Appendic»  Historiale  di 
fra  Cherublno  Ghirardacci  in  Atii  e  memorie  della 
R.  Deputatione  di  storia  patria  per  le  frovincie  di 
Romagna  (an.  igoi),  XXVI,  22-25;  pubblica  anche 
alcuni  rersi  d.  pred.  (an.  1901  e  1904),  XXVII,  8-14  „. 
—  —  Storia  documentata  di  Castei  Saa  Pietro  nel- 
l'EmiUa,  "V,  ij-n;  ric,  XVI,  .?;  XXI,  i-i;  XXIII, 
.5-*;  XXXIX,  1-4;  XL,  1-7  „. 

'  —  —  La  prigionia  dl  re  Enzo  In  Bologna,  ric,   III, 

" Gli  autografi  di  fra  Cherublno  Ghirardacci,  ric, 

CXX,  //-/«;  ric,  CXLVII,  1-2  „. 

"  Frati  Luigi  acquista  l'unico  esemplare  a  stampa  del 
3"  volume  d,  Ghlrardacci  neIl'edIzione  lucchese  per 
la  Biblioteca  dell'Archlginnasio  di  Bologna  (an. 
1860),  CXV,   33-34  „. 

"  —  —  Opere  della  bibliografia  bolognese,  ric,  X,  tS-si ; 
LXVIII,  4-5  „. 

Fraticcio  V,  Anionio  detio   Praticcio. 

....  Frbdo.  Con  Francesco  Piccinlno  di  Piumazzo  in 
mano  ai  Canetoll  (an.  144S),  125,  3g;  riceve  un  dono 
in  denaro  dal  leg.  di  Bologna  Astorre  Agnest,  45. 

[Freducci]  Olivbrotto  [Oiiverotlo  da  Fermo,  Livrotto 
da  Fermo]  stanco  d.  Borgia  e  In  tlmore  per  il  suo 
Stato  conviene  alla  Magione  nel  Perugino  con  altrl 
cap.  e  slgnorl  per  mettersi  d'accordo  contro  11  Va- 
lentino  (an.  1502),  315,  24-33;  h  fatto  inaspettata- 
mente  strangolare  dal  Borgla  in  Sinigaglla  (an. 
1503),  320,  46-48;  cf.  36-37,  42-44. 

Friano  V.  Floriano. 

"  Frias  Pietro  Fkrnando  \card.  di  Spagna^  a  Castel 
San  Pietro  altoggia  in  eaia  di  Gherardo  Ghirardaeei 
(an.   1410),  VII,  s4-sy  „, 

Priburgo  ric,  281,  is. 

Fricoli  Giacomo  [Giaeomo  Frico/o]  h  multato  in  cento 
ducatl  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescottl  (an. 
1508),  388.  32. 

Frioerino  z'.  Savenanti  F. 

Frionano  [Fregnano].  Vi  passa  Bernardlno  dalle  Cor- 
reggle  in  via  per  Piia  (an.  143 1),  24,  15-17;  vi  passa 


Eugenio  IV  diretto  a  Flrenze  (an.  1439),  64,  it,  ric, 

192,  7. 
Frisia  (signorb  di)  [dominiis  Fritcae]   tltolo   dell'imp. 

Massimiliano,  279,  21. 
Fritte  (Dallk)  V.  Frutte  (Dalle). 
Friuli.  Vi  sono  confinati  Nlcold  Ambroslni  e  Gtovanni 

Gombruti  (an.  14S1),  139,  37-38;  e  chiesto  dall'imp. 

Massimiliano  al  Venezianl  (an.    1509),  393,  31;  v, 

anche   Taliano  del  Friuli. 
. ...  Frizza  sospettato  di  avere  portato  lettere  di  Lucio 

Malvezzi  da  Pisa   a   Bologna  ^   imprlgionato    (an. 

1496),  288,  19-20;  confessa  di  essere  stato  interme- 

dlario  tra  Lucio  e  Agamennone  Musotti,  20-22 ;  mes- 

so  a  confronto  con  questo   i  scoperto   mendace   e 

impiccato   alla   Ringhiera   nuova   d.    pal.    d.    pod., 

20-34. 
Frizza  Petronio  h  bandito  di  Bologna  (a&.  1430),  19, 

26-31. 
Frontino  da  Budrio  t  a  San  Giovanni   in   Perslceto 

nella  mischia  con  le  genti  d.  Chiesa  (an.  1431),  30, 

34,   36-37. 
Frosina  Ranieri    [Rainerio   Frosina]    perugino,  fuoru- 

scito  ;  e  invlato  da  Paolo  Guinigi  a  Bologna  a  le- 

vare  genti  (an.  1430),  19,  16-17;  messa  insleme  una 

compagnia  tradisce  11  pred.  accostandosi  ai  Fioren- 

tini,  17-18. 
"  Frosini  marchksk  Alessandro  segretario  di  Stato  d. 

duca  dl  Modena,  entra  nella  ragione   commerciale 

per  la  pubbiicazlone  d.  3"  vol.  d.  Ghirardacci  (an. 

1756),  LXXxill,  17-19  ,. 
Frosso  (Del)  Ranieri  [Rainerio  del  Frosso]  fe  cap.  nel- 

l'esercito  di  Luigi  da  Sanseverino  in  assedio  a  Ca- 

stel  San  Pietro  per  i  Bolognesi  (an.  1428),  7,  36-38. 
Fruttb  (Dalle)  o  dalle  Fritte  sono  fuorusciti  di  Bo- 

logna  (an.  14S0),  134,  32,  38. 
FusAGNA  Cristoforo  [CristophoTo  Fusagna,  Christoforo 

deiio  Fusagna,  Cristoforo  det  Fusagna]    pellicciaio ; 

prende  parte  alI'uccisione  di  Annibale  Bentivoglio 

(an.  i44S)i  103,  23-29,  e  d.  Marescotti,  31-36;  la  sua 

casa  6  saccheggiata  e  incendiata,  106,  42;  107,  I-2; 

sulla  sua  testa  h  messa  una  taglia  di  trecento  du- 

catl,  109,   17,  19. 
Fusagna  Giorgio  pellicclaio;  i  ucciso  (an.  1445),  106, 

26-27. 
Fusagna  Giovanni  [Giovanni  del  Fusagna]  peliiccialo ; 
prende  parte  all'uccIsione  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.  144S),  103,  28-39,  e  d.  Marescottl,  31-36;    resta 
ucciso  combattendo  nella  via  contro  i  Canetoli,  103, 

2-4. 

FusANA  sono  fuoruscltl  di  Bologna  (an.  14S0),  134,  32-35. 
FusAROLi  Francbsco  i  creato  Massaio  d.  Pelltcciai  dal 

pp.  Glullo  II  (an.  1506),  360,  6-7. 
[Fusco  Anoblotto]  card.  di  San   Marco ;   accompagna 

Eugenio  IV  a  Bologna  e  alloggia  in  Santo  Antonio 

(an.  1436),  47,   18-19. 
Fuzzi  Andrba    [Andrea  di  Futto]   padre  di   Antonlo, 

147,  42. 
Fuzzi  Antonio  [Antonio  di  Futto]  figlio  di  Andrea,  147, 

43;  scalco  di  tavoia  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio 

(an.  14S4),  30-33,   42. 
Gabbionb  V.   Gottadini  G, 
Gabbo  Antonio  da  Monte  Tortore ;  padre  di  Gaspare, 

108,   29. 
Gabbo  Gasfare   da   Monte  Tortore;  figlio  dl  Antonio, 


T.  xxxm,  p.  I 


39- 


610 


INDICE  ALFABETICO 


(Gabbo  Gaspare-Gallarate] 


108,  24;  •eguace  d.  CanetoU;  e  bandlto  di  Bologna 
(«n.  I44S),  »f. 

Gabkulk  [Gairiti,  Gahritllt]  v.  Btniut  G.,  Comdm/mtr 
G.,  Corrtggio  {Da)  G.,  Dolfi  G.,  Cahritlli  G.,  La- 
vagnoli  G.,  Lufari  G.,  Aianteli  (•.,  PaltolH  G., 
Pialtii  (..,  Potti  G.,  Sala  (Da)  G.,  Tomari  G., 
Tmreki   (.'.,  Ztrbi  G. 

....  Gabrible  paua  dl  Bologna  al  teg^lto  dl  Glacomo 
Picclnlno  («n.  1464),  185,  »,  10. 

Gabriklla  V.  Mtttavacc.a  G. 

Gabribli.1  Alberto  fa  ua  presente  «Ue  nosxe  dl  Giulio 
Malvezzi  («n.   1464),   184,  30. 

Gabriklli  Bbmboktto  segue  Cilorannl  BentlTOgllo  prl- 
glonlero  d.  Faentinl  a  Modigllana  e  a  Flrenze  («n. 
1488),  246,  H-3S. 

Gabrikli.i  Gabrikllo  card.  resc.  di  Urbino,  si  reca  a 
Bologna  con  Giulio  II  e  «lloggia  in  casa  di  Pe- 
tronio  Ballatlni  a  San  Giacomo  (an.  1506),  356, 
37-3». 

Gabriklu  GlovANNi  [Giovanni  di  Gahrielle}  figllo  di 
Nlcoia,  100,  36;  i  el.  degll  Anzianl  per  il  quartiere 
di  porta  San  Pietro  (an.  1445),  35-26. 

Gabriblli  Nicol<!)  [IVicola^  padre  dl  GioTannl,  100,  26; 
fa  un  presente  alle  nozze  dt  Giulio  Malrezzi  (an. 
1464),   184,  30. 

Gabta.  Nel  suo  porto  la  flotta  genovete  al  aerrlzi  d. 
duca  dl  Milano  sconfigge  gli  Aragonesi  (an.  1435), 
42,  33-35;  cf.,  7-13;  vi  f  naufragando  in  mare  Plero 
de'  Medicl  (an.  1 504),  330,  6-7 ;  h  presa  da  Consalvo 
dl  Cordova  per  il  re  d'Aragona,  7-J;  il  pred.  ne 
latcia  partlre  liberi  i  Francesi,  S. 
—  (Vbscovi)  V.  Palriti  Francesce  (an.  1 463-1494). 

Gabtano  V.  Giordani  G. 

Gabtano  Lorbnzo  V.  Monti  G.  L. 

GKQQ\o\Gatte,  Ga%o\  frazione  di  Castelf ranco; 
i  incendlato  da  Luigi  dal  Verme  (an.  1443),  86,  9; 
fa  un  dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le  nozze  (an. 
1454),   151,  3;  ric,  215,  47. 

GAaoio  (Da)  Francbsco  \Francesco  da  Gatto\\  fa  parte 
dell'ambasceria  mandata  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bo- 
logna  a  prendervi  la  tposa  Laura  Bentlvoglio  (an. 
1494),  275,  6-10;  pernotta  al  Bentivogllo,  11-12;  giun- 
ge  a  Bologna  per  acqua  aspettato  da  Giovannl  Ben- 
tlvoglio  con  iargo  seguito,  n-15;  «lloggia  nel  pal. 
d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  pompa  a  messa  in  San 
Petronio,  17-18;  assiste  II  giorno  dopo  in  quetta 
chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  20-23;  parte 
con  la  tpoia  per  Mantova,  23-35. 

Gaogio  (Da)  Giovanni  [Gievamni  da  Gasto]  h  bandito 
di  Bologna  (an.  1430),  19,  36,  «2. 

Gagoio  Montano  (Da)  [5*^^»«]  ».  Afontano  Cola  da 
Gaggio. 

Gaiana.  Vi  ti  reca  Lodovico  Gonzaga  in  scorreria  (an. 
1449),  133,36-37;  dannegglato  da  una  tempesta  (an. 
1467),  198,  4-5. 

Gaiani  Pizzirano  [Picciramo  di  Gaiano\  brentatore,  te- 
guace  d.  Canetoli,  &  bandito  di  Boiogna  (an.  1445), 

109,  7. 

Gaiazzo  (contg  01)  \conte  di  Geaste,  Caiarte,  Caianta] 

V.  Samsevtrino  {Da)  Francetee. 
Gaibani  Giacomo  [Giacomo  da   Gaibami]  cap.  d.  millzle 

Aragonetl  nella  Marca  e  in  Lombardia  (an.  1446), 

119,  41-43. 
Gaibola  nel  terrltorlo  di   Bologna;  vi  «ono   devtstate 


ie  vigne  d«  un«  tempetta  («n.  1463),  183,34,  M-37 -. 
«LXVI,  40,;   («n.    1468),    199,   17-IS. 

....  GAiMBrrro  (?)  ambatc.  di  Ba)azet  II  imp.  d.  Turchl 
al  pp.  Innocenzo  VIII,  per  pregarlo,  In  nome  d. 
pred.,  di  tr«ttenere  pr.  di  tk  Zlzim  tuo  fr«teUo  e 
competitore  («n.  1489),  254,  40-44;  p«t««  di  BoIogn« 
ove  alloggia  in  cata  di  Fillppo  Canonicl,  44-45;  tua 
ricchezza  e  magniScenze,  45-4«;  h  convltato  da  moitt 
gentiluomini  boiogneti,  50,  e  «ccomp«gn«to  per  1« 
c.  da  Giovannl  Bentivoglio,  255,  1-2;  parte  molto 
todditfatto,  2-3. 

Galassi  Galasso  camerlere  dl  Galeazzo   M«rl«  Sforxa 

10  accompagn«  a  Bologna  (an.  1459),  169,  11,  13. 
Galasso  V.  Galatti    G.,  Pio  G.,  Rnete   (DalU)  G.,    IV- 

drana   (Da)  G. 

Galasso  h  bandito  di  Bologna  («n.   1430),  19,  »,  JO. 

Galasso  oa  Co'  db'  Ronchi  gil  b«Iettriero  di  Ermei 
Bentivogiio  h  impiccato  tuila  piazza  di  Boiogna  per 
avere  tcritto  al  pred.  e  al  fratcllo  di  lui,  AnnlbaJe 
(an.  1507),  367,  6-». 

Galbata  [Galiata].  Vi  passa  nei  prettl  Giacomo  Picci- 
nino  con  tutto  il  campo  diretto  in  ToBcan«  (an. 
I4S5),   159,  24. 

Galbazza.  Vi  sono  dai  duca  Borto  d^Elte  fatti  bruci«re 
1  molini  di  Guido  e  GaIe«zzo  Pepoli  (ao.  1470), 
206,  lf-30;  ^  confermata  in  enfiteusl  dall'ab«te  di 
Nonantola  al  conti  Guido  e  Galeazzo  Pepolt  pe 
boUa  di  Sitto  IV  («n.  1472),  211,  15-I6;  dl  nuovo 
(an.  I47S),  16-17. 

Oalbazzo  V.  Aldrovamdi  C,  Bargtllini  G.,  BoccH  G.,  Bot- 
trigari  G.,  Bmlli  G.,  Camhi  G.,  Canetoli  G.,  Maivttti 
G.,  Marescotti  G.,  Martiii  .G.,  Paltetti  G.,  Pati  G., 
Ptpoli  G.,  Pico  dtlla  Mirandcla  G.,  Revert  {Dellt) 
G.,  Samseverine  {Da)  G..  Serpe  {Dalla)  G. ;  v.  attOe 
Anton   Galeatso. 

Galbotti  Giovanni  [Gievanni  Galtette]  h  fatto  prigio- 
niero  dairesercito  di  Ercole  BentivogUo  («n.  i.^os), 
337,  44. 

GaLBOTTO  [GaJetto]  r.  Afnesi  G.,  Bevilacqma  G.,  Cume- 
toli  G.,  Guidotti  G.,  Malatesta  G„  Manfredi  G., 
Mettevillani  G,,  Piee  della  Miramdela  G.,  Raigosi 
G.,  Franciotti  G. 

....  Galeotto  cognato  dl  Luigl  Grlfibni,  lo  rappaciiira 
con  Battista  Canctoli  (an.  1434),  38,   5-7;  conduce 

11  Griffoni  con  inganno  nel  pal,  d.  Notai,  ove  il 
pred.  h  poi  uccito,  s-16. 

....  Galkotto  uomo  di  arme  d.  Manfredl;  rtporta  11 
premio  e  l'onore  nella  glottra  bandita  in  Bologna 
dal  leg.  Astorre  Agncsi  (an.    1449I,  128,  31-43. 

....  Galkotto  capo  d.  Ghibelltnl;  gli  sono  inriati  « 
ForU  d«  Ermes  Bentlvoglio  pedoni  e  car.  in  aiuto 
(an.    1506),  342,  48-49. 

Galsraoo  (Da)  v.  Gallarate  (Da). 

Galbsi  Giovanni  [Giovanni  di  Gales»]  padre  di  Nanne, 
124,  47;    128,  41-42. 

Galesi  Nannb  [.Vani  di  Galese]  figlio  dl  Gioranni,  124, 
47;  128,  41-42;  prende  parte  alla  giostra  bandita  in 
Bologna  per  tan  Petronlo  (an.  1447),  124,  45-47;  e 
a  quella  indetta  dal  leg.  Attorre  Agneti  (an.  1449)1 
128,  38-42. 

Galbtto  V.   Galeetto. 

Galiata  ti.  Galeata. 

Gallaratk  nel  ducato  di  MUano;  i  donato  con  tutte  le 
sue  pertlnenze  a  Gioranni  BentirogUo  e  ai  suoi  di- 


[Gallarate-Garganelli  Domenico]         INDICE  ALFABETICO 


611 


scendenti  dal  duca  di  Milano  (an.  1495),  286,  39-42. 

Gallaratb  (Da)  PlBTRO  [Pietro  da  Galerado,  Pietro  da 
Gallirata\  si  reca  a  Bologna  con  Galeazzo  Maria 
Sforza  (an.  1459),  168,  49-«9;  con  altri  ambasc.  d. 
duca  Sforza,  va  in  grande  pompa  al  nuovo  pp.  a 
rallegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1471),  208,  43-44,47; 
passa  di  Bologna  ospite  di  Giovanni  BentlTOglio, 
48-49;  parte  per  Firenze,  50. 

....  Gallasino  bolognese ;  combatte  nel  torneo  in  Bo- 
logna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  An- 
nlbale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  6  ascrit- 
to  alla  sesta  squadra  vestita  alla  selvaggia  (an.  1490), 
259,  33-35 ;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19, 

Gallktti  Silvestro  \Silvettro  Gaileito]  accompagna  11 
principe  Federigo  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi 
Ippolita  Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187,  49. 

"[Galli  Romeo]  ric,  LXX,  4  „. 

Galliera  (Da)  [Ga/iera]  v.  Lodovico  da  Galliera. 

Galhbra  (castbllo)  V.  Bologna  {castello  di  Galliera), 
—  (poRTA  Di)  V.  Bologna   {porte). 

Gallo  (ponte  di  San).  Vi  e  posto  da  Bologna  un  offi- 
ciale  dl  pace  (an.  1439),  56,  2. 

Galluzzi  Anto^jio  [Aatoaio  Gallucct]  padre  di  Carlo, 
126,  17;  commissario  di  Bologna  in  San  Lorenzo 
in  Collina  (an.  1429),  13,  16-17;  dlsperando  di  soc- 
corso  rende  il  castello  al  Caldora  che  lo  assediava 
e  va  a  Mantova,  17-19;  nei  capitoli  d.  pace  gll  h 
riconfermato  il  bando  dalle  c.  c  territori  di  Bologna, 
Modena  e  Imola,  sotto  pena,  se  vi  mancasse,  d.  con- 
fisca  d.  beni  e  d.  punizione  sancita  negli  Statuti 
(an.  143 1),  28,  42-47. 

Galluzzi  Carlo  [Carlo  Galueei]  figlio  di  Antonio,  126, 
17;  e  fatto  prigioniero  a  Crevalcore  dai  Canetoli, 
(an.  1448),  126,  17. 

Galluzzi  GlANGALEAZzo  [Giovanni  Galeazzo  Galucci, 
Galluzzi]  h  degli  Anzlani  per  noveinbre  e  dicembre 
(an.  1445),  112,  18,  20;  con  Filippo  Rustigani  ed 
Ercole  Bugatti  insieme  a  cento  compagni  d.  Masca- 
reila  ha  in  consegna  dai  popolo  la  porta  d.  Pal. 
(an,   1506),  352,  22-34. 

Galluz/,1  Giovanni  Antonio  \Giovanni  Antonio  Gal- 
lucci]  vicario ;  fe  preso  prigioniero  in  Crevalcore  dai 
Canetoll  (an.  1448),  126,  14-15;  b  el.  a  sorte  Anzlano 
per  porta  San  Procolo  (an.  1463),  180,  49, 

Galucci  V.    Gallufzi. 

Gambacorta  NicoLo  pisano,  condottiero;  vende  per  tre- 
mila  ducati  al  Fiorentini  Astorre  Manfredl  fatto  da 
lui  prigioniero  a  Borgo  San  Sepolcro  [an.  1440], 
71,  31-32:  senza  domandarne  permesso  al  Senato  en- 
tra  con  trecento  cavalll  nel  territorio  bolognese  per 
passare  di  Verona  in  Toscana  e  si  accampa  su  al- 
cune  terre  d.  Bocchi  (an.  1442),  14-17;  assallto  notte 
tempo  e  Impensatamente  dal  soldatl  bolognesi  i 
fatto  prigionlero  con  tutti  i  suoi,  17-22,  25-26;  e  con- 
dotto  a  Bologna  e  guardato  provvisoriamente  In 
casa  dei  Dalle  Correggie,  22-24,  26;  h  ucciso  con  una 
pugnalata  da  Astorre  Manfredl,  entrato  aIl'Improv- 
viso  in  casa  mentre  era  solo,  28-30;  da  alcuni  &  detto 
che  Cervato  appositamente  lo  avesse  lasciato  Indi- 
feso,  33-35;  h  sepolto  in  San  Petronio,  35, 

Gambacorta  Pibtro  cavaliere  plsano;  b  uno  degli  ac- 
caniti  difensori  d.  sua  c.  contro  i  Fiorentin!  (an. 
1505),  338,  4-J. 


Gambalunoa  Andrea  [Andrea  Gomia/onga]  confinato 
perchi  amico  d.  Bentivoglio  (an.  1S07),  362,  33-34, 
38-39. 

Gambalunga  Gianmaria  [Giovanni  Maria  Gam6a/on- 
ga]  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzl 
(an.  1464),  184,  43. 

Gambarello  Tommaso  prende  parte  alla  congiura  or- 
dita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio 
(an.  1508),  380,  9. 

Gambaro  (Dal)  Giacomo  si  reca  a  MUano  con  Fran- 
cesco  Fantuzzi  a  ossequiarvi  ii  d'Amboi8e  vicerfe  di 
Lombardia  (an.  1501),  307,  20-21;  canceiliere  delle 
genti  d*arme  di  Giovanni  Bentivoglio;  gli  h  data 
la  condotta  d.  milizie  mandate  in  aiuto  di  Luigl  XII 
(an.  1503),  323,  17-19. 

Gambaro  (Dal)  conte  Gianprancesco  [Giovanni  Fran- 
ceseo  da  Gambaro]  interviene  alle  nozze  di  Annibale 
Bentivogllo  in  Bologna;  va  incontro  agli  sposi 
fuori  porta  di  Galliera  (an.  1487),  236,  22,  32;  alla 
colazione  riceve  in  presente  una  nave  di  zucchero, 
240,  25-26;  h  giudice  al  secondo  e  terzo  tavolaccio 
verso  i  banchi  d.  Piazza  nella  giostra  in  Bologna 
per  le  nozze  pred.,  241,  4-8. 

Gambaro  (Dal)  conte  Pietro  [Pietro  da  Gambaro]  h 
neIl'esercito  di  Bartolomeo  CoUeoni  contro  Firenze 
(an.  1467),  193,  16;  resta  f  nella  battaglia  alla  Mez- 
zolara,  195,  21-22. 

....  Gambaro  (II)  sarto;  multato  in  duecento  ducati 
per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  ruina 
aveva  preso  parte  (an.   1508),  387,  40. 

Gandolfo  da  Mantova  t  a  Fornovo  (an,  1495),  287, 
18-19, 

Gandoni  Albssandro  figlio  di  Guido,  128,  14;  i  testi- 
mone  alla  proroga  d,  lega  tra  Venezia,  Firenze  e 
Bologna  (an.  1448),  128,  13-15. 

Gandoni  Guido  padre  di  Aiessandro,  128,  14, 

Garda  (lago  Di)  h  visitato  da  Giovanni  Bentivogllo, 
che  per  poco  vi  rimane  vittima  dl  un'improvvisa 
tempesta  (an.  14S8),  244,  35-40. 

Garda  (Dalla)  Bbrnardino.  Con  Aresaurlo  e  duemila- 
cinquecento  cavalli  h  mandato  dai  duca  di  Milano 
In  Romagna  (an.  1434),  39,  49-50;  [v.  a/tre  notixie 
totto  Carda  (Della)  Bernardino  dbgli  Ubaldini]. 

....  Garello  francese;  gitta  in  Bologna  quattro  cam- 
pane :  una  per  l'orologlo  dl  Piazza,  una  per  San  Pe- 
tronio,  una  per  la  Magione  e  una  per  le  Grazie  (an. 
1493),  268,  5-6. 

Garpagnana  [Garfagna]  piccola  vllla  a  sei  miglla  da 
Parma,  in  cui  fanno  tappa  Galeazzo  Marescotti 
con  Annibale  Bentivogilo  e  gli  aitri  compagni  fln- 
gendosi  soldatl  di  NIcoI6  Plccinino  (an.  1443),  79, 
48-50. 

Garfagnini  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,  33,  M. 

Garfaonini  BartoLo  [Barto/o  de'  Garfagnani]  figlio  dl 
Goro,  108,  15-16;  seguace  d.  Canetoli,  i  bandito  dl 
Bologua  (an.   1445),  15-16. 

Garkaonini  Goro  [Goro  de'  Garfagnani]  padre  dl  Bar- 
tolo,   108,   15-16. 

Garoanklli  Domenico  Ijolognese;  figlio  di  Giacomo, 
181,  12-13;  h  degll  Anzianl  di  magglo  e  glugno  per 
Porta  Stieri  (an.  1446),  114,  23;  £  falto  cav.  aurato 
da  Giovannl  It  Bentivoglio  (an.  1463),  181,  13-13; 
(an.  1463),  *  r.XVII,  16-17  ,  ;  gli  sono  cinti  gll  sproni 
da  Gaieazzo  Marescottl  e    da   C«rIo  Ghlsillerl,    U- 


612 


INDICK  ALFABETICO       IQarKAaelU  Oomeaico-Gavaro  B.] 


14;  t  prewnte  alUi  cerlmonia   GUuromo  Gratl,  15; 
•LXVII,  17,. 

Oakoaitblu  Oiacomo  padre  dl  Uomenlco,  181,  13-iJ; 
•  h  latto  c«T.  da  Giovannl  Bentlrogllo  (an.  1463), 
LXVII,  16-17,. 

Garibtto  [Gharhit»]  v,  Panieo  (Da)  G. 

Garisbnoa  V,  Batogna  (tarri). 

Garisendi  [  Garr/MW^I.  Nel  loro  sepolcreto  fono  potte 
le  oua  dt  GIoTanni  da  Imola,  dottore  lamoio  (1.  a.], 
40,   25-27. 

GARiSBiroi  Mattbo  i  degU  Aaxlani  di  maggio-glugno 
per  porta  Stlerl  (an.  1446),  114,  33. 

Garissi^dimx  M attbo  [Matlto  Garri$tndino]  bandlto  di 
Bologna  dal  Canetoli  (an.  1430),  19,  36,  3«. 

Garmaolione  V.  Granaglione. 

GARRlSEifoi  T'.   Garisendi. 

Garzaria  Rombo  parte  dl  Bologna  con  1  Bentiroglio 
tuoi  amlcl  (an.  1506),  348,  «i;  349,  3;  parteclpa  aila 
congiura  ordita  da  Gaspare  Scappl  in  farore  d.  Ben- 
tlvoglio  (an.  1508),  380,  13;  cit.  a  difendersi,  392,  M. 

Garzoli  Giovan.-*!  Antonio  [Giovanni  Antonio  di  Gar- 
Muolo]  seguace  d.  Canetoli  h  bandlto  di  Bologna  (an. 
1445),  108,  3«, 

Garzoni  Bbngdetto  medlco  d.  pp.  Nicol6  V  (an.  145.';), 
156,  38-3t;  ottlene  dal  pred.  ammalato  la  promessa 
che  la  prima  udlenza  che  potra  concedere  saril  per 
LodoTico  BentlTOgllo,  30-3«. 

Garzohi  Giovanni  [  Garzone]  oratore  e  storiografo  dl 
Bologna,  f  ^  sepolto  nel  chiostro  di  San  Domenlco 
(an.  1505),  341,  IS-I6,  17-19;  suol  connotati,  16-17; 
sue  opere,  17-1I;  lascia  un  iiglio,  Marcello,  niedico 
ecceilente  e  dl  gran  dottrina,  19-20;  'ric,  III,  7-8, 
/-J,;  90.  I. 
Hlstorlae  [Storiae],  ric,  90,  /. 

Garzoni  Marcbllo  figiio  di  Gloyanni;  eccellente  me- 
dico  dl  grande  dottrina  (an.  1505),  341,  19-30;  el. 
degli  Anziani  (an.   1507),  369,  13,  16. 

Gaspare  o  GASPARiNot>.  Armi  (Dalle)  G.,  Bargellini  G., 
Bentivoglio  G,,  Bocchi  G.,  Bombaci  G.,  Bordoccki  G,, 
Canetoli  G.,  Cattani  G.,  Correggi»  {dalle)  G.,  Dal- 
loglio  G,,  Dondimi  G.,  Brcotani  G.,  Fantuzxi  G.,  Fa- 
sanini  G  ,  Gabbo  G.,  Ghirardacci  G.,  Libri  G.,  Lu- 
fari  G.,  Malvetti  G.,  Mangani  G.,  Maron  G,,  Mer- 
tmri  G.,  Nadi  G.,  Naldi  G.,  Nuti  G.,  Orefici  C, 
Pantacclu  G.,  Papaxtoni  G.,  Pini  G.,  Ringhieri  G., 
Sassuno  (Da)  G.,  Scafpi  G.,  Scardovi  G.,  SigUeelli 
G.,  Simonetta  G.,  Tromala  G.,  Vimercati  G.,  Zen- 
Marini  G.',  V.  anche  Giovanni  Gaspare, 

Gaipare  ua  Meoicina  combatte  nel  torneo  In  Bologna, 
tenutosi  per  definlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  Nicol6  Ran- 
goni,  paladino  d.  Sapienza  ed  e  ascritto  alla  qulnta 
aquadra  Testita  alia  tedesca  (an.  1490),  258,  37-39; 
ia  sua  parte  soccombe,  262,  17-18. 

Gasparb  da  Todi  uomo  scelleratissimo;  i  condotto  seco 
in  Bologna  dal  governatore  Daniele  da  Trevlso  (an. 
I43I;),  43,  6,  8;  ^  creato  dal  pred.  soprastante  ai 
dazi,  42-t3. 

Gassendini  Mattbo.  Suo  dono  a  Sante  BentiTogilo  per 
le  nozze  (an.  1454),  149,  42. 

Gatta  (II)  V.  Carda  {Della)  Bernardino  degli  Ubaldini. 

Gattamazza  crocevla  pr.  Ferrara ;  vi  ^  ferito  morlal- 
mente  Girolamo  Grlffbni  da  Dolcetto  Doicetti  (an. 
1471),  207,  44-45. 


Gattamblata  [Erasmo  o  STBrAVo]  h  condottlaro  nel- 
l'«Mrcito  d.  Caldora  (an.  1430),  20,  20,  22;  aocom- 
p«gna  Glorannl  IJosco  nuovo  gorernatore  dl  Bolo- 
gna  in  c.  (an.  1431),  29,  45-46;  presa  la  stgnorla  d. 
c.  per  U  pp.  toma  a  San  Giorannl  ]n  Pertlceto, 
46-47;  11  gorernatore  di  Bologna  Fantino  Dandolo 
designa  Introduiio  segretamente  in  Bologna  coi  suoi 
aoldati  (an.  1432),  33,  9-l2;  mentre  ia  Forli  i  dai 
governatore  chiamato  a  Bologna  (an.  1433),  22-23; 
giuntovl  e  veduta  la  porta  Santo  Stebno  da  cui 
doreva  entrare  in  mano  d.  clttadlni  retrocede,  .. 
38;  ric,  34-35;  essendo  in  Imola  i  chiamato  dai  Grii- 
fonl  a  Bologna  contro  i  Canetoll,  35,  18-19;  glunge 
ai  Crociali  in  rltardo  dopo  che  i  Griffoni  tianno  de- 
posto  le  armi;  torna  allora  a  Imola,  25-27;  dai  Se- 
nato  di  Bologna  e  mandato  con  altri  cap,  a  ricon- 
quistare  Montereglio  preso  dai  fuorusdti,  36,  7 ; 
accompagna  Giovannl  Blanchetti,  commltaario  d. 
pred.  castello  arresosi,  in  luogo  ticuro,  10-11;  rlc, 
47;  ric,  37,  10;  a  serrizio  d.  Veneziani  e  d.  Chieaa, 
ai  impadronisce  d.  rocca  dl  Castelfranco  con  ingan- 
no  (an.  1434),  17-21;  fa  prigioniero  il  castcllano  e 
tutti  i  suol,  21-24;  con  aitro  iaganno  si  impadro- 
nisce  d.  castello,  25-30-.  per  castlgare  i  Bolognetl  d. 
trattamento  fatto  ai  gorernatore  prende  Pluraaszo, 
ManzoIIno  e  ia  rocca  di  San  Giovanoi  in  Perticeto, 
31-33;  avverte  i  Bologneai  di  rimettere  in  liberta  il 
governatore  col  quale  desidera  avere  un  coUoquio 
a  Borgo  Panigaie;  qualora  ci6  non  facclano  gua- 
steri  tutto  U  territorio,  33-35;  si  prefigge  di  liberare 
la  rocca  di  San  Giovanni  in  Persicetu  daifassedlo  po- 
stoie  du  Gaspare  Canetuli,  40-41 ;  entra  segretamente 
nel  caateUo  per  trattato,  41-43;  dopo  zuffa  accanita 
fa  prigioniero  U  Canetoii  coi  suoi,  43-44 ;  e  d'accor- 
do  col  governatore  Conduimer  e  i  Griffoni,  38,  1 ; 
Bartolomeo  ZabareUl  a  nome  d.  pp.  ne  promette  ai 
Bolognesi  l'aUoatanamento  dal  loro  territorio,  39,  8; 
U  pred.  si  reca  a  visitarlo  in  Castelfranco  per  ac- 
cordarsi  riguardo  a  Bologna,  12,  U-IS;  pattl  con- 
ciusl,  15-24 ;  malgrado  l'accordo  1  suoi  soldati  con- 
tinuano  a  correre  ii  territorio,  27-38;  ed  egU  s'im- 
padronisce  di  Castel  Bolognese,  39-40;  quindi  di  Ca- 
stel  San  Pietro  devastando  e  saccheggiando  tutto  U 
territorio,  40-42;  ric,  44;  fe  neiresercito  d.  Lega  a 
Castelbolognese,  40,  12;  si  salra  con  la  fuga  neUa 
sconfitta  inflitta  al  pred.  esercito  dai  Piccinlno,  23 ; 
i  Bolognesi  rlprendono  i  casteili  gia  da  lui  occupati, 
31-36,  e  fanno  prigioniero  II  suo  canceUiere  Michele 
di  Folce  con  cavaUi  e  fanti,  37-38:  e  inutllmente 
assediato  in  Castelfranco  dal  Piccinino,  41,  8-13;  ^ 
amicissimo  d.  conte  Brandolini,  24;  d'accordo  col 
Bentlvoglio  e  gli  altri  fuorusciti  teata  rentrata  In 
Bologna,  ma  senza  successo  (an.  1435),  40-49. 

Gauubnti  (prati).  Giorannl  da  Sala  e  loro  generale 
(an.  1499),  297,  27. 

Gaurico  Luca  astrologo ;  predice  grari  disgrazie  a  Gio- 
ranni  Bentivoglio  (an.  1506),  342,  21-22;  U  pred. 
sdegnato  lo  fa  porre  al  tormento  quindl  lo  di  nelle 
mani  d.  grande  inquisitore,  22-36. 

Gauoiolo  V.  Ruttigani  G. 

Gauuo  r.  Sauli, 

Gavaro  Biaoio  oste  alia  Moiinelia,  176,  38;  parlando 
mette  suli'arviso  il  malfattore  Francesco  del  Bor- 
ghetto  che  %  ricercato  dal  bargeUo  (an.  146 1),  37-43; 


[Gavaro  Biagio-Genovesi] 


INDICE  ALFABETICO 


61; 


quegU  per  non  dar  sospetto  gli  ordina  da  cena,  che 
prepara,  41-45;  da  Filippo  Bianciii  apprende  clxe  il 
suo  ospUe,  invano  atteso  a  desinare,  h  un  oniicida, 
177,  8-10;  custodisce  con  inventario,  per  ordine  d. 
Senato,  le  robe  dal  malfattore  lasciate  nel  suo  ai- 
bergo,  iO-21. 

Gavasetto  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  sue 
nozze  (an.   1454),   150,  31-i2. 

Gazo,  Gazzo  r.   Gaggio. 

Gklasio  V.   Triberti  G. 

"  Gelati  Carlo.  Sua  poesia  gratulatoria  nel  prinio  vo- 
lume  Aq^XC Historia  di  Bologna  del  Gliirardacci  (an. 
1 506),  LII,  19,  M;  aitri  suoi  versi  per  la  dlstribti- 
zione  d.  pred.  volume,  3S-L1II,   1-33  „. 

Geldren  (ljuca  i)i)  \duca  di  Cheldre\  guerreggia  contro 
l'imp.  Massimiliano  (an.   1506),  359,  36. 

Gbmimiano   V.  Breter  (De)  G. 

....  Gkminiano  fratello  di  Ercole  detto  11  Carpesano; 
implicato  nella  congiura  d.  Malvezzi  contro  il  Ben- 
tivoglio  in  Bologna  h  impiccato  ai  merll  d.  pal.  d. 
pod.  (an.  1488),  251,  39-40. 

Gbnazzano  (Ua)  Rolando  [Rolando  da  Geneztano]  h 
Inviato  dal  pp.  ambasc.  ai  Bolognesi  con  piena  au- 
torita  di  trattare  la  pace  (an.  1429),  lO,  lS-17;  giun- 
ge  a  Bologna  ed  espone  al  Senato  la  sua  raissione, 
17-18;  si  reca  ai  campo  dal  leg.  per  accordarsi,  18- 
19;  poi  di  nuovo  a  Bologna  e  acconsente  a  molte 
diinande  d.  Senato,  19-20;  torna  al  campo  con  am- 
ba3c.  bolognesi  recanti  i  capitoli  scritti  per  la 
ratifica  d.  leg.,  20-22;  si  abbocca  di  nuovo  con  gli 
ambasc.  di  Bologna  ciiiamati  al  campo  dal  leg.  circa 
i  capitoli  d.  pace,  26-39. 

Gknksio  [Zaaese]  v.  Rocca  (Dalld)  G. 

....  Genesio  [Zenesio]  calderaio;  iiglio  di  Antonio, 
di  Borgo  San  Donnino,  76,  28;  ablta  in  Bologna, 
m;'.  gira  per  i  paesi  ad  accomodare  gli  utensili  di 
rame,  28,  30;  per  una  rissa  lascia  Bologna  e  recasi 
ii  Varano  dove  dimora  la  pifi  gran  parte  dell'anno, 
(s.  a.),  30-33;  nei  suoi  frequenti  viaggi  a  Bologna  £a 
commlssioni  pel  governatorc  Guglielmo  e  per  i  sol- 
dati  d.  presidlo,  32-34;  ha  cos^  Hbero  accesso  nella 
rocca,  34-3S;  un  giorno  che  vi  si  frovava  h  cliiamato 
dal  governatore  a  sostitulrlo  momentaneamente  al 
giuoco  con  Annibale  Bentivoglio  (an.  1443),  35- 
39;  d4  contezza  deircsser  suo  al  pred.  e  gli  offre  1 
suoi  servlzi,  39-44;  accetta  di  fare  sapere  a  Carlo 
Uianchetti  e  a  Galeazzo  Marescotti  il  mlsero  stato 
d.  Bentivoglio  e  gll  giura  di  servirlo  fedelmente, 
44-77,  1;  cena  con  Annibale  e  con  11  governatore, 
2-3;  sl  liccnzia  da  questo  sotto  pretesto  di  avere 
lavorl  altrove,  3-5;  va  invece  a  Bologna,  5-6;  cerca 
Carlo  Bianchetti,  cui  fa  l'ambasclata  di  Annibale, 
6-9;  h  dal  pred.  pregato  di  aiuto  e  gliene  h  pro- 
messa  ricompensa,  9-11 ;  si  proflferisce  pronto  a  tutto 
per  la  liberazione  d.  Bentivoglio  e  d.  suoi  amlci, 
12-13;  cf.,  21-24;  si  abbocca  con  Galeazzo  Marescotti 
nel  chloitro  dl  .San  Giacomo,  30-31;  a  sua  richiesta 
gli  narra  conie  e  dove  sla  guardato  11  Bentivoglio, 
32-34;  gli  sono  promcsse  dal  Marescotti  grandi  ric- 
chezze  in  camblo  d.  suo  aiuto,  34-40;  glura  di  aiu- 
tarlo  nell'impresa,  40-41;  «i  incammina  col  Mare- 
scotti  e  con  gli  aitrl  d.  complotto  a  Varano,  41-43; 
sul  punto  di  scalarne  le  mura  I'impre»a  vii  a  monte 
per  ia  paura  di  Michele  da  Loiano,  43-45 ;  riraane  in 


Lombardia,  78,  1 ;  si  iascia  persuadere  dalle  preghlere 
e  dalle  promesse  di  Galeazzo  Marescotti  a  ritentare 
col  pred.  la  liberazione  d.  Bentivoglio,  1-7 ;  sotto 
Varano  addita  a  Galeazzo  11  luogo  ove  ^  rlnchiuso 
Annibale,  19-21 ;  scala  col  compagni  le  mura  d.  roc- 
ca,  37-41 ;  fa  da  guida  ai  pred.  aprendo  coi  suoi  atru- 
menti  ie  porte  d.  torre,  42-45;  si  ferma  dinanzl  a 
quella  d.  castellano  e  consiglia  i  corapagni  ad  at- 
tendere  ii  giorno,  45-47;  al  mattlno  irrompe  con  Ga- 
leazzo  nella  camera  d.  castellano  e  lo  fa  prigioniero, 
47-79,  1-17;  accompagna  il  Marescotti  alla  caraera 
di  Annibale  cui  sega  i  ferri,  17-19 ;  In  cammino  pel 
ritomo  guada  a  nuoto  il  Taro  in  piena,  42-43;  porta 
un  tratto  di  strada  sulle  spaile  Annibaie  intorpi- 
dito,  43-49. 

Gbnezzano  (15a)  V.   Genaxzano  (Dd). 

Gengifabbri  BartoLOMEo  [Bartolomeo  Zemi/aiiri].  Suo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,  4. 

Gkngifabbri  Giacomo  [Giaeomo,  lacomo  Zensi/abbri] 
padre  di  Marco,  61,  32,  39;  109,  1;  fe  el.  dal  Senato 
di  Bologna  Gonfaloniere  pel  quartiere  di  porta  San 
Procolo  (an.  1438),  53,  36-37;  commissario  d.  castello 
di  Calderara,  vi  h  fatto  prigioniero  da  Baldaccio 
d'Anghiari  (an.  1441),  69,  17-18. 

Gbnoifabbri  Marco  [Marco  Zeazi/abbri]  figlio  dl  Gia- 
como,  61,  32,  36;  109,  l;  prende  parte  a  una  giostra 
in  Bologna  (an.  1440),  61,  30,  32;  di  nuovo  (an. 
1441),  68,  34-36;  h  bandito  perchfe  seguace  d.  Cane- 
toli  (an.  144S),   109,  I. 

Gennaro  (san).  L'ampolla  coi  suo  sangue  che  insieme 
alla  testa  si  conservava  in  una  d.  torri  di  Napoli 
rimane  Intatta  nella  rovina  causata  dal  terremoto 
(an.   1456),  163,  36-37. 

Gbno  (mkssere)  padre  di  Andrea,  149,  31. 

Genova  (citta).  Vi  fe  condotto  ii  bottino  preso  agll 
Aragonesi  nella  vittoria  al  Golfo  di  Gaeta  (an.  1435), 
42,  13-14;  vi  si  reca  il  nuovo  pod.  Giacomo  Luparl 
(an.  1475),  214,  36;  vi  si  reca  i'imp.  Massimlliano 
con  molto  seguito  (an.  1496),  291,  19;  Luigi  XII  vl 
soggiorna  con  la  nobilta,  che  ne  era  stata  cacciata 
dal  popolo  (an.  1507),  368,  31-33;  anche  vi  si  trova 
Alessandro  Bentivoglio,  31. 

—  (CittadIni)  V.  Sauli  Bandinello  card. ;  Sfinola  Gior- 
gio  fod.  di  Boiogna. 

—  (PoDKSTA  o  prbtore)  «.  Giacomo  Lupari  di  Bologna 
{an.  /./7 j-),  214,  36;  Giorgio  PaselU  (an.  1464),  186, 
43-43. 

Gbnovesi  vincono  11  re  dl  Aragona  nel  porto  dl  Gaeta 
e  lo  fanno  prlgioniero  con  l'infante,  ii  vicerfc  di 
Sicilia  e  altrl  personaggi  (an.  1435),  42,  8-13;  cf. 
33-35;  fanno  anche  grande  preda  che  conducono  a 
Genova,  12-13;  mandano  1  prigionieri  a  Milano,  13; 
si  sdegnano  con  11  duca  Visconti  per  la  liberazione 
d.  pred.,  13-13;  ric,  73,  17-18;  In  dlscordia  con  1 
Bolognesi  per  rappresaglle  vlcendevoli,  sono  rap- 
pacificati  da  Glorgio  Paselli  di  Bologna  pod.  dl  Ge- 
nova  (an.  1464),  186,  40;  187,  1-2;  occupano  ai  Fio- 
rentini  Sarzana  e  Sarzanello  (an.  1487),  241,  33-34; 
sono  attaccati  da  Annlbale  Bentivoglio  che  loro 
toglie  1  pred.  castelli  bens'!  con  gravl  perdite,  35-39; 
11  loro  ambasc.  al  segulto  dl  Giulio  II  alloggia  in 
Boiogna  in  casa  di  Vincenao  Fantlni  (an.  1506), 
357,  21-22. 


614 


INDICE  ALFABETICO 


[Ocnllle-OlilrArdMei  Andreai 


6KMTn.B  r.  BudrioH  O.,  Hauattlle  (/)«)  G. 

Gbntilb  da  Trbviso  «ccompagna  Galeazxo  Marla  Sfor- 
la  a  Bologna  (an.  1M9),  168,  <l;  169,  9-10. 

[GBorrROY]  Giovanmx  [Gievanm'  eard,  Altrebaiem»»] 
francete,  monaco  bcnedettino ;  et  card.  (an.  1461), 
178,  l-t^anibaic.  di  Lulgi  XI  al  pp.  a  proteatargll 
l'ubbidienza  dl  tutta  la  Francla  (an.  1461),  33-M. 

Gkombtka  I  Gtemtlro]  v.  AtaechiavtlU  G. 

Gbrarui  Giikraroo  [Girardo  di  Gerardo\  calzolaio, 
gii  donzello  degll  Anxiani,  e  seguace  d.  Canetoll;  h 
bandito  dl  Bologna  (an.   1445),   108,  31-». 

Gbraruo  r.   Gkerarde. 

Gbrmania  [Alema^na]  rlc,  31,  Is;  vi  torna  dall'ltalia 
l'lmp.  Sigismondo  (an.  1433),  36,  19;  Eugenio  IV 
crea  card.  di  quetta  regione  (an.  1439),  60,  33-34; 
dopo  ia  vittorla  riportata  dai  Criitlani  a  Belgrado 
h  lil>erata  dal  tlmore  d.  Turclil  (an.  1456),  162, 
31-40;  ne  parte  ii  card.  Bessarione  (an.  1461),  177, 
39-30;  paclficata  da  Federigo  imp.  (an.  1486),  235, 
]»;  vi  si  rifugia  Lodovico  .Sforza  con  i  figli,  il 
fratelio  Ascanio  e  ii  card.  Sanseverino  (an.  1499), 
297,  7-»;  cf,  299,  4. 

—  (Imperatori)  V.  Si^imondo  di  Ltusemburgo  (aa. 
I433-J437)i  F^ederico  V  di  Abiburgo  (&9..  1452-1493), 
Massimiliano  I  (aa.   1493-15 19), 

GbROSOLIMITAKI    (ORDINK   OEl)   CAVALIERI    DI   ROUI    [or- 

dine  di  Rodi].  Luigi  Grlftoni  ne  veste  I*abito  in 
San  Pictro  di  Bologna  (an.  1432),  31,  36,  37;  ne  i 
cav.  Aciiille  Malvezzi  (an.  1442),  73,  3-3;  ne  h  Gran 
Maestro  Pietro  d'Aubusson  (an.  1489),  254,  43;  cf. 
253,  41. 
Gbrusalemmb  [leruialem,  Gierusalomme].  Carlo  VIII  se 
ne  intitola  re  in  una  lettera  al  Senato  di  Boiogna 
(an.  1496),  292,  15-16 ;  vi  si  reca  con  poco  scgulto 
Antongaleazzo   Bentivoglio   (an.    1498),  294,    13-15. 

—  (Patriarca)  V.  Blasio  Molino  (aa.   1434- 144S). 

—  (Re)  V.  Carlo    VIII,  Ferdinando  d' Aragona, 
Gervasio  (San)  V.   Giovanni  da  San   Gervasio. 
Gbsso  [Gies*i\  rlc,  99,  6;  fa  un   dono  a  Sante   Benti- 

voglio  per  le  nozze  (an.   1454),   150.  39. 

Gbsso  (Da)  (pamiglia)  "  h  rappresentata  nel  Theatro 
morale  de'  moderni  ingegni  d.  Gliirardacci,  XXIV, 
32,   34  „. 

Gusso  (Da)  Auam»  padre  di  .SUvestro,  80,  19-JO. 

Gbsso  (Da)  Andrba  multato  in  quattrocento  ducati  per 
11  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  16. 

Gesso  (Da)  Giacomo  ['Jaeomo  dal  Gesso\  h  d.  Venti  d. 
popolo  per  il  quartiere  di  Porta  Ravegnana  (an. 
1506),  352,  9-11. 

Gbsso  (Da)  Silvbstro  detto  il  Mazza,  figiio  di  Adamo; 
h  Invlato  da  Lodovico  Marescotti  ai  ponte  di  Reno 
ad  avvertlre  Annibale  Bentivogiio  e  i  suoi  amlci 
che  tutto  h  in  ordine  nella  c.  per  ii  loro  arrivo 
(an.  1443),  80,  19-31 ;  fatta  1'ambasc.  toma  a  Boio- 
gna  a  riferire  che  anche  Annibale  e  i  compagni 
erano  a  ordlne  ali'ora  stabilita,  80,  31-33. 

Gbsso  (Da)  Vincknzo  h  multato  In  cinquecento  ducati 
per  ia  rlcostruzlone  d.  pai.  Marescotti  (an.  1508), 
389,  3. 

Gbsuati  (PRATl)  \frati  Giesuati]  ric,    181,  46. 

Gharibtto  V.  Garittto. 

Ghblli  Giacomu  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio 
Malvezzi  (an.   1464),  184,  46. 

GHBLUsri  GiovANNi  GuuLiBLMo  padre  di  Paolo,  46;  dl- 


pendente  dai  Moneta  o  dagii  Scannabecchl  di  Bolo- 
gna,  295,  46-47. 

(/HBLLiNi  Paolo  iiglio  dl  Giovanni  (iugllelmo,  295,46; 
si  addottora  in  Padova  con  grande  lode  (an.  1498)1 
295,  46-47;  nomi  d.  luoi  eaaminatori,  47-49. 

Ghbrardo  [Gerordo]  v.  Btvilaeqna  G.,  CUmvarimi  (i., 
Criilini  G.,  Gerardi  C,  Ghirardaeci  G.,  GiimUori 
G..  Lambtrtini  G.,   Rangoni  G.,   Rob^ti  G. 

....  (iHKRARuo  iigiio  di  Antonio,  pescatore,  segU4u:ed. 
C^netoli;  la  sua  caaa  h  saccheggiata  e  incendieta 
(an.  1445),  106,  43;  107,  I;  ^  bandito  dl  Bologna. 
108,  2*- 37;  suUa  sua  testa  h  posta  una  taglia  di  tre- 
cento  ducatl,  109,  i;-i9. 

Ghbrakdo  da  Rimini  frate  eremitano,  generalc  del- 
l'ordine  e  dottore  famosissimo,  si  trova  in  Botogna 
(an.  1433),  33,   16-17. 

*  Ghbrri  o  Ghieri  Albssio  sposa  .Margherita  Ghirardac- 
ci  (an.  1579),  VIII,  schizzo  genealoglco,  IX,  97-99,. 

[GiiERRi  o  Ghieri)  Margherita  V.  Gkirar<la€€i  Mar- 
gherita. 

Ghesia  (Dalla)  r.  Chiesa  (Dalla). 

Ghiara  i>'Auda  [Giera  d'AdJa,  Giradada]  viene  in 
poco  tempo  tutta  in  potere  d.  Veneziani  a  ecce- 
zione  di  Castei  Leone  e  di  Crema  (an.  1446),  117, 
47-4(;  vi  passa  con  le  sue  squadre  Giovanni  Ben- 
tlTOgilo  contro  i  Veneziani  (an.  1483),  228,  13;  rlc. 
per  1  casteUi  posaedutlvl  dal  Bentivogiio,  307,  34; 
chiesta  ai  Venezianl  con  Caravaggio  da  Luigi  XII 
(an.  1509),  393,  33-33;  vittorla  riportatavi  doi  pred. 
sui  Veneziani  in  sanguinosa  battaglia  in  cui  riman- 
gono  uccisi  quindicimila  fanti  di  Venezia  e  prigto- 
niero  il  ioro  cap.  Bartoiomeo  d'AIviano,   396,  1-4. 

Ghieri  V.  Gherri  o  Ghitri. 

Ghibbllini  ric,  115,  5. 

Ghiberto  [Gilberto]  v.  Corrtggie  G. 

Ghibrono  di  Fermo  V.  Fermo. 

Ghinolfo   p.  Bianchi  G.,  Saletini  G. 

"  Ghirardacci  (famiglia)  tavola  genealogica  VIII,  IX, 
i-i ;  in  esta  gli  anm  tegnati  sotto  i  nemi  sene  qutUi 
in  eui  .««  sono  Irovate  noiizie  d.  fersont  indieate,  s-7', 
le  date  indicanti  la  naseita  0  la  f  sono  frtredute  da 
n.  o  da  t,  S-g;  h  oriunda  di  Castel  San  Piero,  IV, 
36-.27,  ove  erasi  ritirata  da  Bologna  nei  sec.  .XIII, 
VII,  3S-46;  e  d.  piii  cospicue,  37-3S;  si  trasferisce  a 
Boiogna  con  Sante  nonno  di  Chenibino  (an.  1518), 
IV,  2S-39,  e  prende  dimora  nella  parrocchia  di  Sen- 
ta  Maria  Maggiore,  V,  1  ,. 

"  Ghirardacci  Andrba  6giio  di  Sante,  che  lo  fa  suo 
erede  universale  (an.  1518),  V,  3;  cf.  IX,  37;  padre 
dl  Cheniblno,  V,  5;  VIII;  e  dl  Vlncenzo,  Gianfrmn- 
cesco,  Francesco  e  Sante,  VIII,  schizzo  geneaiogico; 
naace  a  Castel  San  Pletro  (sec.  XV-XVl),  V,  5-6;  dal 
1518  abita  in  Bologna,  IX,  53-54;  cf.  X.XXVni,  37- 
31;  ^  aggregato  aUa  Societa  d.  Notai  (an.  1536),  V, 
6-7;  IX,  si\  comincia  subito  a  esercitare  la  profes- 
sione,  V,  7-s;  con  la  tamigiia  ottiene  la  cittadi- 
nanza  boiognese  (an.  1530),  S-12,  is-eb;  cf.  IX,  st-s3\ 
luoghl  diversl  in  cui  abita,  V,  13-lS,  »7-*?;  suoi  Atti 
in  parte  conservati  neU'Archivio  notarile  dl  Bolo- 
gna,  19-30,  30-3s\  cf.  IX,  s*-ss\  varie  cariche  notarili 
da  lul  sostenute,  V,  30-33;  h  anche  notalo  d.  pod. 
a  Castei  San  Pietro  (an.  1546),  34-25;  rende  molti 
serviii  a  Giacomo  Grati  capo  d.  governo  d.  pro- 
vincie,  35-36,  37-3«;  h  notaio  d.  pod.  di  Castelfranco, 


[Ghirardacci  Andrea-Ghirardacci  Ch.J  INDICE  ALFABETICO 


615 


poi  ricepod.  egii  stesso  (an.  1548),  37;  ^  notaio  d. 
pod.  di  Bazzano  (aii.  155»),  VI,  1-3;  pol  d.  pod.  di 
Castelbolognese  (an.  1554),  3;  roga  il  testamento  di 
Annibale  Salaroli  (an.  1560),  XIV,  U-18;  fe  notaio 
d.  pod.  a  Molinella  (an.  1562),  VI,  3;  e  rlconfermato 
dal  viceleg.  contro  l'uso  (an.  1563),  3-5;  di  nuoTO 
fe  notaio  a  Castelfranco  (an.  1568),  5-6;  ebbe  due 
mogli,  la  prinia  a  noi  sconosciuta,  gli  dette  Cherubi- 
no  e  Sante  che  mori  presto,  7-8;  la  seconda,  Agne- 
le  Norchesl  vedova  di  Giullo  Cesare  Bianchetti  (an. 
1557),  8-11,  con  la  quale  non  fu  fortunato,  11,  es- 
sendo  presto  sorti  tra  loro  dissensi  (an.  i.^jg),  15- 
19;  in  questi  interviene  il  figUo  fra  Cherubino  con 
un  atto  importante  scritto  di  suo  pugno  e  rogato 
dal  notaio  Sebaatiano  Drusi,  ls-39,  37-28;  si  rappat- 
tuma  con  Agnese,  che  alfine  gli  paga  parte  d.  dote 
(an.  1565),  30- VII,  1-3;  cf.  VI,  is-'T;  che  egli  assicnra 
su  proprie  case,  VII,  3-4,  i-i;  insieme  alla  moglie 
nomina  un  procuratore  per  una  causa  contro  Lticia- 
na  Bianchetti  nipote  d.  medesima  (an.  1571),  <-5,  3-S'i 
dalla  moglie  gli  h  aflfidato  l'incarico  dl  tacitare  la 
coniroversia  con  la  pred.  mediante  un  compcnso  (an. 
iS^j),  5-6,  b-s%  h  Insieme  alla  moglie  in  altri  atti 
posterlori  (an.  1574),  VII,  6-7,  9-/0;  f  in  Bologna 
e  vlen  sepolto  in  San  Giacomo  Maggiore  dal  figlio 
Cherubino  nell'arca  d.  Madonna  nonostante  abitasae 
in  parrocchia  San  Gregorlo  (an.  1586),  8-10;  dopo 
due  anni  lo  «egue  la  moglie  (an.  1588),  lo-ll ;  ric, 
VII,  37-38;  alcune  sue  sentenze  figurano  nel  Thea- 
iro  morale  d.  moderni  ingegni  di  suo  figlio  Cheru- 
bino,  XXIV,  33,  29-30,  mS  „. 

"  Ghirardacci  Antonio  figlio  dl  Marco;  padre  di  Ghe- 
rardo,  Gaspare  e  Lorenzo;  ric.  nello  schizzo  genea- 
logico  (an.  i $38),  VIII;  ia  ia  ciitadinanxa  bologneai 
(1530),  IX,  30-3 r;  abita  in  San  Mariino  d.  Ballotic 
»d  i  ttscriiio  alVarie  d.  Btccai,  ji-ss  „• 

•  GniRARDACCi  Anton  Maria  figlio  di  Gaspare ;  sposa 
Laura  Giudlcl  vedova  dl  G.  Bendoni,  VIII,  schizzo 
geneftlogico  (an.  1561-1580);  IX,  83-84%  la  moglie  ha 
una  doti  di  irKcenio  lire,  84-87  „. 

"  Ghirardacci  Caterina  figlladi  Gherardo;  sposa  Giu- 
lio  Cesare  ManzoHnl;  schlzzo  genealogico  (an.  157^)1 
VIII;  IX,  60-6/;  f  (an.  1636);  schizzo  genealoglco 
VIII;  IX,  6,-6t„. 

"  Ghiraruacci  CiiKRUBiNo  n.  1519;  t  J598*  schizzo  ge- 
nealogico,  Vfll;  di  lui  si  hanno  poche  notizle,  X, 
1-3;  nasce  in  Bologna  In  anno  secondo  gli  storici 
incerto,  5-7;  ii  1534  i  quasi  universalmente,  ma  er- 
roneamente  accettato,  8-9,  j4-3'',  alcuni  di  essi  iden- 
tificherebbero  anche  il  glorno  e  mese  d.  nascita 
attribuendogli  ii  nome  secolare  dl  Sante,  che  h  in- 
vece  di  un  suo  fratello,  9-13;  cf.  IX,  76-77;  il  suo 
nome  di  battesimo  fu  Cherubino  o  almeno  non 
Sante  e  la  data  d.  sua  nasclta  si  desume  da  un  pri- 
vileglo  di  frate  Gregorio  di  Montelparo  il  quale  gll 
concede  di  abitare  in  perpetuo  la  stanza  che  a  sue 
spese  erasi  ornata  e  di  avere  presso  ai  una  perso- 
na  chelo  serva  (an.  1583),  X,  19-XI,  1-17,  i-i;  11  quale 
privilegio  gli  i  confermato  piu  tardl  (an.  1589),  18- 
33,  3-to\  In  questi  documenti  h  reca(a  la  sua  eti  nei 
due  dilferenti  anni,  dalla  quale  fi  desume  che  nacque 
nel  1519,  35-37;  questa  data  i:  provata  daII'AIidosi 
quando  accenna  che  mori  di  settantanove  annl  nel 
1598,  30-33;  si  ignora  dove   compisse  l  suol   studi, 


34 ;  entrato  neU'ordlne  Eremitano  dl  sanfAgostino 
e  fatta  professione  come  h  i'uso  nel  convento  d. 
propria  c,  ossia  in  Bologna,  dlmora  poi  in  diversi 
conventi  d'ltalia,  XII,  1-3;  fu  a  Roma  e  a  Chian- 
ciano  (an.  1543),  3-19,  g-to;  quindi  in  altri  luoghi 
tra  cul  a  Venezia,  30-31,  e  a  Orvieto  (an.  1564),  23- 
37;  luo  costante  desiderio  fu  di  tornare  a  Bologna; 
qul  si  trova,  ma  non  prima  e  non  stabllmente,  sino 
dalla  fine  del  1557  o  dai  priml  del  1558,  38-30;  do- 
cumenti  che  provano  questa  asserzione,  XIII,  4-11, 
16-26,  3-i6,  27-31;  XIV,  6-8,  1-3;  nel  convento  di  san 
Glacomo  ha  cariche  e  mansioni,  XIII,  13;  h  sotto- 
prlore  e  lettore  in  luogo  dl  fra  Giovanni  da  Fenno 
(an.  1558),  12-U,  17-31;  Intervlene  nel  dlssenso  sorto 
tra  il  padre  e  la  sua  seconda  moglle  scrivendo  di  sua 
mano  un  atto  importante  rogato  dal  notaio  Seba- 
stlano  Drusi  (an.  1SS9),  VI,  17-39;  parte  momen- 
taneamente  di  Boiogna  (an.  1560),  XIV,  g-13,  ed  4 
sostltuito  nella  carica  di  sottopriore  da  fra  Egidio 
da  Pennabili,  13-13,  4-7;  h  di  nuovo  in  Bologna 
quando  il  padre  roga  il  testamento  di  Annibale  Sa- 
laroli,  che  presenzia  insieme  ad  altrl  due  frati,  U- 
18;  vi  fa  altra  momentanea  comparsa  nel  carnevale 
d.  1562,  31-29;  vi  torna  sulla  fine  di  detto  anno 
(an.  1563),  30-XV,  1-5;  riapparisce  nelle  adunanze 
capitolari  d.  1565,  6-13;  h  nominato  sindaco,  13-15; 
si  perde  nuovamente  di  vista,  16-18;  altri  documenti 
che  aiutano  a  stabilire  la  sua  presenza  in  Bologna, 
o  megUo  nella  consueta  abitazione  in  convento,  19- 
XVI,  1-14,  cf.  30-33,  avendo  ottenuto  di  abitare  fuorl 
d.  luoghi  regolari  dell'0rdine,  purch^  in  casa  di  pa- 
renti  o  amici  e  pel  loro  blsogni  particolarl  (an.  1564), 
14-20;  torna  in  Bologna  e  pii^  non  se  ne  allontana 
(an.  1569-1570),  34;  h  nominato  lettore  nel  convento 
essendo  al  dodlceaimo  posto  su  dlciassette  frati  (an. 
1573),  36-3»,  3-7;  qulndi  baccelliere  e  sacrista  alI*ot- 
tavo  posto  (an.  1574),  28-39,  8-10;  al  sesto  posto  i 
maestro  di  teologla  (an.  iS75))  39-30,  ii-ii,  16-23;  se- 
condo  il  Bombaci  laureato  in  Bologna  nel  collegio  d. 
Doitori  nel  1578,  ma  forse  la  daia  e  iroppo  solleciia, 
»j-»6;  h  cappellano  di  Santa  Cecilia  (an.  1596-97), 
30-XVII,  1,  1-4;  aneddoto  curioso  ehe  lo  riguarda,  s- 
St;  fa  seppellire  il  padre  in  San  Giacomo  sebbene 
dl  altra  parrocchia  (an.  1586),  VII,  8-10;  brani  d.  sua 
sioria  in  cui  sono  ricordaii  nomi  di  suoi  maggiori, 
VII,  13-46;  nel  convento  non  solo  ebbe  cariche  ri- 
spondenti  alla  sua  cultura,  ma  agio  e  tempo  per 
compiere  1  suol  studl,  XVII,  J-6,  che  avevano  due 
diverae  tendcnze:  la  storia  boiognese  e  reducazione 
morale  d.  popolo,  6-8;  si  occup6  anche  di  coae  sva- 
riate,  9-10,  cosi  gli  e  attribulto  dal  Rinierl  ii  dise- 
gno  deII'addobbo  d.  Duomo  per  la  traslazione  d. 
Corpi  di  santo  Zama  e  san  Faustinlano  (an.  1586), 
10-13,  s8-6i;  gli  ultimi  quindici  anni  d.  sua  vita  fu 
sempre  malaticdo,  13-14;  varla  a  leconda  degli  scrit- 
tori  h  anche  per  il  mese  e  glorno  la  data  d.  sua  f 
(an.  1598),  15-XVIII,  1-2;  che  morissi  a  seiiantafuat- 
tro  anni  i  accettaio  da  molH  ttorici  e  da  mollissimi 
ms,  d.  terxo  vol.  d.  Hlstorla  di  Bologna  del  sic.  XVII, 
X,  i4-*i;  la  vera  data  ^  offerta  da  un'annota»lone  d. 
storlco  Alldosi,  3-lS;  sua  sepoltura  in  San  Giacomo, 
16 ;  orazione  funebre  recltata  da  un  Domenicano, 
16-17;  ebbe  rapportl  dl  amlcizta  con  lllustrl  persone 
e  famlgUe  bolognetl,  19-36;  a  Marco  Antonio  Saba- 


616 


INDICE  ALFABETICO     (OhirariUoci  Cii.-Ghirar(lacd  Oir  | 


tlnl  tuo  intlRio  dorette  U  ftampa  d.  prlmo  volume 
d.  Utorle,  36-28;  cf.  I.I,  30-LII,  i-M;  11  luo  genere 
di  itudi  non  lo  fece  noto  e  famoao  a'  luol  contem- 
poranei,  XVin,  3*-a4,  ma  appena  t  '  conotcluta  la 
grande  Importanza  d.  lua  opera,  ebbe  lode  e  plauio, 
44-XIX,  1-3,  tuX  enuraerazlone  d.  sue  opere  a  stampa, 
J-XX-XXVII,  l-JS:  delle  opere  inedlte,  3»-XXVm- 
XXXIX,  l-ll;  accenno  al  auoi  Tertl,  non  belll,  13- 
30;  all'apocrIfa  Cronica  antica  di  liologna,  31-XL, 
1-4;  «UB  HiUoria  di  Bologna  e  notizie  rlguardantl 
la  composizlone  di  easa,  la  r.ronologia,  le  dlfficolti 
dl  pubbllcazlone  Incontrate  pr.  11  Senato  e  per  la 
stampa,  XLI-XLII;  cf.  XXXVIII,  12-13;  LXXX,  17- 
LXXXI,  1-41;  enumerazlone  dl  Tarie  lettere  a  lui 
inviate  di  contenuto  per  la  magglore  parte  atorico 
od  erudito  (an.  1592-1598),  XXXVII,  14-XXXVIII, 
XXXIX,  1-11;  riraproveri  fattlgli  clrca  la  forma  e 
rordinamento  d.  aiui  storia,  CXVII,  IS-22;  risponde 
aile  critlche  con  parole  cul  anciie  adesso  pu6  ap- 
plaudirsi,  23-CXVIII,  1-13;  suo  principale  detrattore 
i  Pompeo  Vlzzani,  forse  per  gelosia  di  mestiere, 
14-CXIX,  1-8;  ebbe  per6  anclie  molti  estlmatori, 
principale  frate  Lucio  Caccianemlci  d.  Predicatori, 
t-3I;  dopo  la  sua  f  il  suo  merito  renne  raaggior- 
mente  riconosciuto  e  si  tenti  bisogno  d.  pubbtica- 
zione  degli  altri  due  volumi  da  lui  lasciati  mss., 
34-3S;  col  tec.  XVIII  ricomincia  un  periodo  a  lul 
poco  favorevole,  3»-37;  giudlzi  ingiusti  d.  Fantuzzi, 
d.  Tlrabosciii  ripetuti  nelle  opere  dl  consuitazlone 
speclale,  37;  CXX,  1-21 ;  cf.  IV,  17-11;  gludizio  d.  Mu- 
ratori,  lS-17;  d.  Gozzadini,  1»,  d.  Lltta,  19;  solo  negli 
ultlmi  tempi  critici  ed  eruditi  danno  di  lul  giu- 
diiio  pi6  ponderato  e  pii^  giuato  riconoscendogil 
tempra  non  comune  dl  ricercatore  e  di  storico, 
CXX,  31-26;  4  11  pifi  grande  storico  di  Bologna  dopo 
il  Savloli,  III,  4-5 ;  nella  sua  opera  si  vale  non  solo 
d.  tradizione,  ma  d.  documenti  e  d.  cronache  con- 
temporanee,  6-9,  d.  quali  usa  con  saggia  critica  sl  da 
essere  quasi  precursore  d.  aigtemi  storici  dei  XVIII 
tec,  t-ll;  altre  ottervazionl  tul  suo  raetodo  e  la 
tua  opera,  11-31;  IV,  8-24;  chiude  ia  serie  d.  cronlsti 
e  apre  quella  degli  storicl,  III,  22-23;  elenco  d.  ope- 
re  da  lui  consultate  e  cit.  nel  primo  vol.  deila  Hi- 
storia  di  Bologna,  CXXI,  16-CXXII-CXXVI,  1-4»; 
sua  fonte  prlncipaie  ms.  i  la  Camera  degll  Atti 
o  Archlvio  pubblico,  d.  quaJe  ci  lia  lasciato  una 
minuta  descrizione,  50-CXXVII,  1-CXXVUI-CXXIX, 
1-37;  qulndi  1  mst.  d.  biblioteca  Vaticana,  CXXX, 
3-lS,  e  molti  altri  archivi  e  biblioteche  d'Ifalia,  16- 
25;  e  narrazioni  speciali  mss.  quali  la  Cronica  mo- 
denett  d.  Morano,  36-31 ;  ia  Vita  di  San  Petronio, 
33-33;  II  Polistore,  la  Cronaca  dei  Borselli,  gli  An- 
nali  d.  Negri  ecc,  34-3« ;  detta  merarigiia  l'immen- 
alti  d.  materlale  d«  lui  utato  che  lo  rende  unico 
tra  gli  scrittori  d.  suo  secolo  per  la  erudlzlone  e  la 
docuraentaiione,  CXXXI,  1-27;  le  quall  per  il  suo 
sento  critico  gll  furono  scorta  a  una  storia  che  ha 
Importanza  scientifica,  che  non  si  chiude  nello 
stretto  amblto  d.  fatti  d.  c.  o  nella  nuda  narrazione 
di  easi,  ma  rlsponde  a  una  visione,  larga,  d.  cause, 
d.  condizioni,  d.  istitxuioni,  CXXXII,  13-CXXXIX, 
1-30;  suo  acume  critlco  nelPuso  d.  testi,  che  lo  ren- 
dono  appunto  ttorico  nei  senso  moderno  differen- 
ziandolo  dai  cronitti,  annalisti  e  scrlttori  che  lo 


precedettero,  31-CXL-CXLII,  1-37;  form*  dalui  data 
alla  tua  narrazione  e  ragione  percht  etaa  non  h 
flulda,  elegante  e  tolenne,  30-CXLllI-CXLIV,  1-30.. 

GllIRAItUACCI    ClfKRUBlNO   (OPBIIK): 

*  —  —  CALisirDAJiiuM  pubbllcato  nel  1570,  XVI,  »-5,  /-»  ,. 

*  —  —  I»«TlTimojr«   Chrmtiana  kt  Cathouca  pre- 

ceduta  da   una  lettera   dedlcatoria  ad  Angeio   Ml- 
chele  e  Plerantonio  Lini  (an.  1571),  XVI,  7-io  „. 
" Historia  i>i  Bolouka,  toL  I,  nc,  IX,  lo-n,  it, 

'S  n- 
" II1.STOHIA    Dl    BOLOOWA,     Tol.    II,    ric.,    IX,    14  ,. 

"  CjHiRARDACci  CusTANzo  figilo  dl  Gherardo,  rlc.  oello 

tchlzzo   genealoglco   (1604),   VIII,   rie,  qualt   trtde 

d, /rattlio   Giambattista,  IX,  70-11  „. 
'  Ghirardacci  Domknico  figlio  dl  Gherardo ;  padre  di 

Giovanni,  ric.  nelJo  tchUzo  genealogico  (s.  a.),  VIII ,. 
"  Ghtrardacci   Uomknico   figlio    di   Marco;    rlc.   nello 

schlzzo  genealogico  (an.  1 538),  VIII  ,. 

*  [Ghiraruacci]  Elkna  V.  Martimi  Blona. 

'  [Ghir  ARDACCI  EuOBNlo]  t  momaco  in  Sam  Gimco- 

mo  Ji  Bologna  (an.  IS'4)  (?)>  XII,  6-7,. 
[GbirardacciJ  Felicita  V.  Xaimeri    FeUcita. 

*  Ghirardacci  Krancbsco   figlio  di   Andrea;  ric.  nello 

schizzo  genealoglco  (an.  1543);  VIII;  IX,  tt  ^ 

*  Ghiraroacci   Gabparb   figiio    di    Antonio,   padre   di 

Antoiimaria,  Itabella,  Giullo,  Cesare,  Lucia,  NicoU; 
ric.  nello  schizzo  genealogico  VIII  (1555-1560);  IX, 
46-47; /a  testamtnto  (an.  1554).  47  „■ 
'  Ghirardacci  Ghkrardo  padrt  di  GiaeobtUo,  VII,  /7; 
ric.  nello  schizzo  genealogico  (s.  a.),  VIII  „. 

*  Ghiraruacci  Ghbrardo  figlio  di  Giacomo;  padre  di 

Domenico;  ric.  nello  schizzo  genealogico  (an.  1410), 

VIII,  IX,  14;  nelta  sua  easa  in  Cattel  San  Pietro  non 
lontana  dalla  Chiisa  di  san  Bariolomeo,  alioggia  il 
eard.  di  Sfagna  (an.   1410),  VII,  34-30  „. 

"  Ghirardacci  Ghbraruo  figlio  di  Domenico,  padre  di 
un  altro  Doraenico;  ric.  nello  schizzo  genealogico 
(aa.  1446-1453),  Vni;  fa  ttstamento  (1446),  IX,  'S-ig „. 

"  Ghirardacci  Ghbrardo  figlio  dl  Antonio,  padre  di 
Caterina,  Paolo,  Giov.  Battista,  CosUnzo,  Vlll, 
schizzo  genealogico  (1534-1569),  IX,  *,-;  e  ascritlo 
alla  matricola  d,  Beccai,  44  „. 

*  Ghirardacci    Giacobello  ^glio   di    Gkerardo,  fadre 

di  Prencivalle,  VII,  /6-/7 ;  ric.  nelio  schizzo  genea- 

logico  (t.  a.),  VI U:  IX,  lo-u  „. 
"  Ghiraroacci  Giacomo  figlio  di  Prencivaile;  rlc.  nello 

schizzo  genealoglco   (an.  1308),    VIII;   IX,  14',  abi- 

tando  nella  parroechia  di   San  Martino  delfAvesa  e 

nominato  cap.  di  Rocca  Cornota  dai  mimiitraii  d.  So- 

cieth  d.  Sarti  a  nome  d,  com.  di  Bologna  (an.  1308), 

VII,  tS-33  ,. 
'  Ghirardacci   Giambattista  figlio  di   Gherardo;  rlc 

neilo    schizzo    genealogico   (an.    1567-1594),   VHI; 

sposa  Giustlna  Ostesani  (an.  1576),  VIII,  IX,  (>5-i>S\ 

atsiste  al  matrimonio  d,  mipoti  Gintvra  e  Margkerila, 

oS-69  „. 
"  Ghiraroacci   Gianfrancbsco   figHo   di   Andrea ;   ric 

nello  schizzo  genealogico  (an.   1534);  VIII;  IX,  ti  „. 
"  Ghirardacci  Giovanni  figlio  di  Domenico,  padre  di 

Marco,  ric.  nello  schizzo   genealogico  (s.  a.),  VIII, 

IX,  ai-tt , ;  £a  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),  184,  47. 

"  Ghirardacci  Girolamo  figlio  di  Lorenzo  ric.  nello 
schizso  geneaiogico  (an.  1557),  VIII;  IX,  7*,. 


[Ghirardacci  G.  C.-Ghisilieri] 


INDICE  ALFABETICO 


617 


"  Ghirardacci  Giulio  Cesare  figlio  dl  Gaspare ;  sposa 
Isabella  Muratore  dalla  quaie  ha  Marglierita;  ric. 
nello  schizzo  genealogico  (an.   1560-1577)1  VIII;  IX, 

9'-9S  ». 

[Ghirardacci  GiusTlNA  V.  Ottesani  Giustina. 

"  Ghirardacci  Isabella  figlia  di  Gaspare,  sposa  Pom- 

peo  dalle  Balle;  f  nal  1630,  rlc.  nelio  schizzo  genea- 

iogico,  VIII,  cf.  IX,  Sg-gg;  fa  testamenio  (an.    1630), 

SS-Sg  „. 
(Ghirardacci  Isabella]  V.  Muratore  Isabella. 
"  Ghirardacci  Laura  figlia  di  Lorenzo;  sposa  Giovanni 

Santi   (an.    1579);  t   (an.    1581),   rlc.  nello   schizzo 

genealogico,  VIII;  IX,  73-ls  n- 
[GhirArdAcci  Laura]  V.   Giudici  Laura. 
"  Ghirardacci  Lorenzo  figlio  di  Antonio,  padre  di  Gi- 

rolamo  e  Laura,  ric.  nello  schizzo  gencaiogico  (an. 

•533-1573)1  VIII;  ascritto   aWartc   d.   Garzo/ari  (?), 

IX,   49-SO„. 
"  Ghirardacci  Lucia  figlia  di  Gaapare,  ric.  nello  schiz- 

zo  genealogico  (an.   1556);  VIII,   sua  dote   ric,  IX, 

Oi-OS  n- 

*  Ghirardacci  Marco  (1475-1538),   figlio  di   Giovanni, 

padre  di  Domenico,  Antonio,  Sante,  Pietro;  schizzo 
genealogico,  VIII;  ha  esemioni  dal  Senato  bolognese 
(an.  /jo^),  IXj  »i;  ric.  tra  gli  uomini  di  Castel  San 
Pietro  (an.  1506),  23-24  „• 
"  Ghirardacci  Margherita  figlia  di  Glulio  Cesare  e 
di  Isabella  Muratore,  sposa  Alessio  Gherri  o  Ghieri 
(an.   1579),   schizzo  genealogico,  VIII;    ric,  IX,  97- 

99  n- 

"  Ghiraruacci  Nicola  figlio  dl  Gaspare,  srhizzo  genea- 

logico  (s.  a.),  VIII,  ric,  IX,  96  ,. 
"  [Ghiraruacci  fra  NicoLa)  e  monaco  in  San   Giacomo 

(an.  1534),  XII,  6-«,. 

*  Ghirardacci    Paolo    figlio   dl   Gherardo,    ric.    nello 

schizzo  genealogico  (an.  1604),  VIII;  i  erede  d.fra- 
tello  Giamhattisia,  IX,  6,1-64  „■ 

"  Ghirardacci  Pibtro  figiio  di  Marco ;  sposa  Elena 
Martlnl  schizzo  genealogico,  VIII ;  ^  ^iV)  f  »<»/ /j /5, 
IX,  40-41  ,. 

["  GhIR  ARDACCl  Prencitallb)  Jiglio  di  Gtaco- 
bello;  padre  di  Gtacomo;  fuoruscito  di  Bologna,  VII, 
aj-a.;".  cf.  29;  rlc.  nello  schizzo  geneaiogico,  VIII; 
risiedc  in  Castel  San  Pittro  e  in  sua  casa  alherga 
Ottolitto  da  Mandello  fod.  di  Bologna  con  gli  An- 
ziani  e  Sapienti  (an.  1399),  VII,  16-30;  ubicazione  d. 
sua  casa,  21-32 ;  rientra  iit  Bologna  dopo  la  face  fro- 
vocata  da  Bonifacio   VIII  (an.   1299),  as-'7  „■ 

"  Ghirardacci  Sante  [Sanctes  quondam  Marci  de  Ghi- 
rardatiis]  figlio  di  Marco,  padre  di  Andrea  e  di 
Antonlo,  VIII,  schizzo  genealogico,  cf.  V,  3;  nonno 
dl  Cherubino  lo  storico,  VIII,  schizzo  gencalogico, 
cf.  IV,  39;  marito  dl  Feliclta  Rainierl,  VIII,  schizzo 
genealogico,  cf.  V,  3-4;  e  bandito  fer  omicidio  (an. 
1506),  IV,  20;  di  nuovo  (&n.  1513),  2; ;  ^  graziato 
(an.  1517),  21-23;  trasporta  la  famiglia  a  Bologna 
(an.  15 18),  2»;  V,  1;  prende  dimora  nella  parrocchia 
di  Santa  Marla  Maggiore,  I;  cf.  XXXVIII,  27-28; 
testa  in  questa  cappeila,  V,  1-2;  cf.  IX,  36-37;  t 
poco  dopo,  V,  2;  lascia  erede  universale  il  figlio 
Andrea,  3,  cf.  IX,  37,  e  usufruttuaria  la  moglie,  V, 
3-4;  cf.  IX,  3S\  ric,  nel  suo  ttstamento,  il  fratello 
Pietro  gih  f,  aliit  cui  mog/ir  lascia  quaranta  lire, 
IX,  40-43  „. 


"  Ghirardacci  Sante  figlio  di  Andrea;  sua  nascita  (an. 
1534),  VIII,  schizzo  genealogico,  cf.  VI,  8  ;  t  giova- 
ne,  8;  ric,  IX,  73-79  „. 

"  Ghirardacci  Vincbnzo  figlio  di  Andrea;  ric.  nello 
schizzo  genealogico  (an.  1533),  VIII,  IX,  So  „. 

Ghirlbmzoni  V.   GrillenMoni. 

GnisELLi  Antomio  e  d.  Venti  d.  popolo  pel  quartiere  di 
Porta  Ravegnana  (an.  1506),  352,  9-10;  el.  Gonfalo- 
niere  d.  popolo  dal  pp.  Giulio  II  pel  quartiere  di 
porta  Ravegnana,  359,  44-45 ;  multato  in  cinque- 
cento  ducati  pel  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an, 
1508),  388,  20. 

Ghiselh  Anton  Francksco  "annalista  bolognese  ric. 
III,  23-24,  ij-iS „;  tua  Cronica  ric,  299,  /. 

Ghisilardi  Bartolomeo  segretario  d.  Senato ;  talmente 
8'impaurisce  d.  rovina  d.  sua  torre  in  cui  dormlva 
che  sl  ammala  e  t  (an.   1505),  333,  33-37. 

Ghisklli  Battista  [Battista  Gkisello']  muitato  In  cin- 
quecento  ducati  per  il  rifacimento  d.  pai.  Mare- 
scottl  (an.   1508),  387,  38. 

Ghisilardi  Ghisilardo  dottore  in  utroque  famosissimo; 
vive  in  questo  terapo  in  Bologna  (an,  1464),  162,  14. 

Ghisilardi  Girolamo  [leronimo]  h  vicario  dl  Bologna 
a  Cento  (an.   1463),   180,  2-3. 

Ghisilardi  Lodovico  [Lodovico  Ghiselardi\  h  staffiere  d. 
sposa  Ippolita  Sforza  alle  nozze  dl  questa  con  Ales- 
sandro  Bentivoglio  (an.  1493),  2(37,  11-13, 

Ghisilardi  Nicolo  figllo  di  Stefano,  II,  40-41;  54,  6;  73, 
34-35;  86,  47-48;  98,  13;  famoso  dottore  di  legge;  fe 
el,  Anziano  per  porta  Stieri  (an.  1429),  11,  40-41; 
cf.  (an.  1431),  29,  17,  20;  durante  il  suo  anzianato 
sono  rlposti  nelJa  Camera  degli  Atti  i  capitoli  d. 
pace  con  Eugenio  IV,  17-20;  &  el.  d.  Dieci  di  Balia 
(an.  1434),  37,  36-3»;  e  niandato  al  pp.  in  Firenze 
con  i  capitoli  deiraccordo  (an.  1435),  42,  43-43,  che 
vlene  concluso,  44-45;  6  ei.  degli  Anziani  per  porta 
Stieri  (an,  1438),  54,  1,  6;  dura  in  carica  a  tutto 
dicembre,  7 ;  va  con  altri  aiubasc.  al  duca  dl  Mila- 
no  a  chiedergli  la  liberti  di  Annibale  Bentivoglio 
e  d.  due  Malvezzi  presi  a  tradimento  prigionieri 
da  Francesco  Piccinino  (an.  1442),  73,  33-31 ;  e  In- 
Tiato  con  Melchiorre  Malvezzi  ambasc  ai  Fioren- 
tini  per  trattare  di  una  lega  contro  il  Vlsconti  (an. 
1443),  86,  46-47 ;  anche  deve  chiedere  la  liberazione 
di  Gaspare  Canetoli,  47-48;  ft  mandato  dal  Senato 
con  ricchi  doni  a  Lionello  d'Este  per  le  sue  nozze 
con  Maria  d'Aragona  (an.  1444),  96,  11-14;  h  el. 
degli  Anziani,  97,  35;  t  ed  fc  sepolto  ai  Servi  con 
grande  pompa,   99,  40-43. 

Ghisilardi  Stkfano  [Stefhano]  notalo;  padre  di  Nl- 
C0I6,  11,  40-41;  54,  6;  73,  34-35;  86,  47-48;  98,  13; 
i  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  stato  (an.  1438),  7, 
1,  3;  >.  ei.  dei  LHtci  Riformatori  (fi.n.  1439),  11,  43, 
4.5;  e  d.  Sedici  Riformatori,  14,  9,  11;  con  Romeo 
Foscherari  si  reca  dal  leg.  per  parte  d.  Senato  a 
trattare  l'accordo  (an,  1430),  21,  11-12;  el,  da  Euge- 
nio  IV,  per  porta  Stieri,  d.  Venti  commissari  de- 
putati  alla  creazione  d.  magistrati  d.  c.  (an,  143 1), 
27,  23,  37;  rieletto  d.  Ventl  conslglleri  (an.  1433), 
31,  13-13, 

Ghisilardo  V.  Ghisilardi  G, 

Ghisilieri  (famiglia)  °  h  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
rale  dt'  tnoderni  ingegni  d.  Ghlrardacci,  XXIV,  22, 
24 , ;    uno    di    loro   deve    essere    dato    In   ostagglo 


618 


INDICE  ALFAB£TICO  [Ohi«Uleri-Otai«iUerl  Franeecco] 


ml  Itg.  durante  l'«rniUtixlo  (an.  1430),  20,  4ft  ■! 
complotta  d'incen(1lare  la  loro  c«u  per  dare  raodo 
ai  neinlcl  dl  entrare  in  c,  21,  25-M;  uno  di  etsl  h 
dato  oitaggio  ol  leg.  in  osserTania  d.  patti  d.  pace, 
22,  3-3,  S;  ricevono  profferte  dl  aluto  da  Romeo 
Pepoll  e  dai  suoi  compagnl  pure  etsi  fuoniscitl  («n. 
1449),  131,  40-41 ;  sono  fuoruscitl  ('«n.  1450),    134,  33. 

GhisILIKri  Aupp<j,  Lippo,  f.    Ghisllieri  Filiffo. 

Gkisiueki  Amurua  iiglio  di  Giacoiiio,  6,  4;  108,  I; 
prende  parte  n  un'adunanza  indetta  dal  Canetoli 
contro  11  leg.  dl  Bologna  Aiamannl  (an.  1428),  S, 
43-44;  6,  i\  approya  ciie  si  prendano  le  ar- 
ml,  I3>I3;  con  gll  altrl  si  Impadronisce  d. 
Plaxxa  e  appicc  a  il  fuoco  al  paTaglione 
d .  bozzoli,  14-15;  "  convocato  da  liaidassarrc  Ca- 
nctoll  con  altri  d.  tuo  partito  approra  la  proposta 
di  uccldere  I  Marescotti  e  Annibale  e  di  sollecitare 
Taluto  d.  Visconti  (an.  1445),  102,  1-13;  fc  bandito 
di  Bologna,  lOS,  7;  la  sua  cata  i  rovlnata  e  abbru- 
clata,  106,  43,  44. 

Ghisiuuri  Andrka  figlio  di  Giovanni,  109,  l(:  i  posta 
sulla  suH  testa  una  taglia  dl  (recento  ducatl  (an. 
1445),  10'>.  "-!». 

Ghisiubri  Antomio  padre  dl  Bartolomeo,  6,  3-4. 

GiiisiUBRl  Balua.ssarre  [Baiiiessera,  Valdessera]  figlio 
di  Ranleri,  108,  15;  112,  14;  seguace  d.  Canetoli  e 
bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  15;efatto  pri- 
gionlero  al  Sasso  dl  Glosina,  112,  13-14;  non  e  im- 
plccato  perchfc  assente  dl  Bologna  alia  f  di  Anni- 
bale,  31-39. 

Ghisilieri  Bartolomeo  figllo  di  Antonio,  6,  3-4;  pren- 
de  parte  a  un'adunanza  indetta  dai  Canetoli  contro 
il  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  142S),  5,  42-44; 
6,  3;approvacliesi  prendanolearmi,  12- 
13;  con  gli  altri  si  impadronisce  d.  Piaz- 
za  e  appicca  il  fuoco  al  pavaglione  d. 
bozzoli,   14-15. 

Ghisilibri  BoNAPARTii  c  cl.  degU  Anziani  (an.  1444), 
97,  3». 

GHtslur.Ri  BoNAPARTi;  figlio  di  Virgilio,  394,  43;  esce 
dl  Bologna  coi  Bentlvoglio  suoi  amlci  (an.  1506), 
348,  41,  44-45;  2;  confinato  a  clnquanta  miglia  da 
Bologna  nelle  terre  d.  Chiesa  (an.  1507),  362,  33-34, 
45-46,  4S  ;  termina  11  pal.  a  San  tVancesco  cominciato 
dal  padre  |s.  a.],  394,  43. 

Ghisiueri  Carlo  \Carlo  Ciisi/ieri]  figllo  di  Glovanni, 
62,  3-4;  74,  6;  97,  28;  e  el.  Gonfalonlere  di  Giuttizia 
(an.  1430),  17i  36-27;  dal  Senato  di  Bologna  fe  inca- 
ricato  col  pod.  e  altri  sette  cittadini  di  punire  i  de- 
llnquenti,  23,  21-26;  el.  dal  pp.  Eugenlo  IV,  per 
porta  Stieri,  d.  Venti  Commissari  deputati  alla  crea- 
zione  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27,  33,  26-37; 
i  rieletto  (an.  1433),  31,  10;  i  el.  degli  Anziani 
(an.  1438),  52,  49-50;  ne  asgume  l'ufficio,  53,  3-4;  h 
el.  d.  Sedlci  Riformatori  d.  Stato  (an.  1440).  62,  1, 
3-4 ;  si  reca  con  altrl  a  Milano  a  prendervi  Donnina 
Visconti  sposa  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1441), 
68,  41-69,  1-2;  h  mandato  dal  Senato  ambasc.  al  duca 
Visconti  a  chiedergli  la  liberazionc  di  Annibale  Ben- 
tlvoglio  c  d.  Malvezzi  (an.  1443),  74,  35-36;  cf.  5-t, 
»-9;  torna  con  risposta  negatira,  37-3s;  "  h  el.  sopra- 
stante  alla  costruzlone  d.  nuove  carceri  di  Bologna 
(an.  1443),  75,  11-13;  h  d.  Sedlcl  Rlformatorl,  87, 
3-4;  cassato  questo  uflScio  h  el.  d.  Dieci  di  Bolla,  1-9; 


k  per  Porta  Stierl  d.  Commlttione  incaricat*  d. 
elezlonl  agli  ulBci,  97,  23-35,  31;  h  mandato  ambaic. 
a  Venezia  (an.  1445),  KK),  31;  ne  torna  con  la  pro- 
metta  di  aluto,  31-33;  con  Galeazxo  Maretcottt  cinge 
gii  sproni  al  neo-cav.  Domenico  Garganelll  (an. 
1461),  181,  13-14. 

GiiisiLiERi  Cksaiib  i  bandlto  dl  Bologna  perchi  tegutcc 
d.  Canetoli  (an.  144S),   108,  19. 

GiiisiLiKRl  DuBoio  [Deso/o]  padre  di  Gherardo,  108,  37. 

G1118IU1MI  FlLlPPO  \Uppo  Ghi.'i/ieri\  padre  di  Toramato, 
6,3. 

Ghisilikri  Kilippo  figllo  di  Tommaso,  108,  33,  47-41 ; 
padrc  di  Pranccsco,  63,  37;  68,  9-10;  102,  45;  108, 
30-21;  di  Giovannl,  89,  3-4;  ronfinato  a  Modena 
torna  n  Bologna  (an.  1443),  86,  30;  ne  h  boDdito 
perche  seguace  dei  Canetoli  (an.  1445),  108,  47-4*. 

(7HISILIKR1  Francbsco  padre  di  un  alfro  Francetco,  6,  4. 

GiiisiLiERi  Francksco  figlio  di  un  altro  Francetco,  6, 
4;  prende  parte  a  un'adunanza  indetta  dai  Canetoii 
contro  11  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  1438),  5, 
43-44;  6,  3;  approva  che  ti  prendano  le  arml,  13-13: 
con  gll  altri  si  impadronltce  d.  piazza  c  dii  fuoco 
al  i'avagl!one  d.  bozzoli,  14-15;  perdonato  torna  in 
Bologna  (an.  1439),  57,  35;  h  cit.  dai  Senato  di 
Bologna  e  Imprigiunato  nel  cattello  di  Porta  Gal- 
tiera,  59,  9,  11;  e  liberato  per  comando  d.  duca  Vi- 
tconti,  15-16. 

Ghisilieri  Francbsco  figlio  di  Giacomo,  h  el.  drgli 
Otto  deiravere  (an.  1443),  87,  13. 

Ghisiueri  Francesco  figllo  di  FUIppo,  63,  27;  68,  9; 
102,  45;  108,  20-21;  studente,  con  altri  macchina  di 
Introdurre  in  Bologna  I'e8ercito  di  Francesco  Sfor- 
za  per  cacciarne  .\nnlbale  Bentivoglio  (an.  1440), 
63,  37-30;  scopertasi  la  congiura  fugge,  31 ;  i  f  uoru- 
scito,  68,  9-10;  convocato  con  altri  da  Baldastarre 
Canetoll  approva  la  proposta  di  questo  di  uccidere 
i  Marcscottl  c  .\nnibale  Bentivoglio  e  di  sollecitare 
I'aiuto  d.  Visconti  (an.  1445),  'O-i  '''3;  prega  An- 
nibale  Bentivogiio  di  essere  compare  di  un  suo 
figlio,  45-48;  il  pred.  accetta,  48;  103,  1;  per  san  Gio- 
vanni  fa  battezzare  il  figlio  In  Duomo,  essendo  com- 
pari  il  Bentivoglio  e  Achille  Malvezzi,  1-4;  uscendo 
di  rhiesa  Invita  i  pred.  ad  andnr  seco  aila  festa  dl 
san  Olovanni,  4-5;  non  riesre  a  persuadere  il  Mal- 
vezzl,  5-7;  cf.  9-14;  ma  si  assicura  d.  Bentivoglio, 
7-8,  16,  che  conduce  a  braccetto  pr.  alla  lua  cata, 
16-18,  ove  i  congiurati  accerchlano  e  finiscono  An- 
nibale,  18-28;  gli  e  saccheggiata  e  bruciata  la  cata 
dal  popolo,  105,  31-32;  cf.  106,  42-43;  e  bandito,  108, 
20-31 ;  h  posta  sulla  sua  testa  una  taglia  di  lire  mille, 
109,  14-15;  parteclpa  alla  spedizione  d.  fuoruscitl  per 
rientrare  in  Bolugna  (an.  1451),  138,  3;  entra  in  c. 
per  porta  di  Galliera,  34-35;  i  volto  con  gli  al- 
trl  in  fuga,  139,  3,  6 ;  4  fatto  pr:gioniero  nel  ten- 
tativo  d.  fuorusciti  contro  Argile,  19;  Sante  Benti- 
voglio  accorso  gli  dice  che  paghera  U  delitto  rec- 
chio  e  il  nuovo,  33;  i  condotto  dal  pred.  a  Bologna 
legato  sul  cavallo,  23-35;  e  fatto  passare  nel  Trebbo 
de'  Ghisilieri  presso  alie  sue  casc  abbattute,  35-2t; 
gli  h  detto  che  sari  impiccato,  26-28;  h  csaminato 
sulla  spedizione  contro  la  c,  39-30;  h  posto  In  car- 
cere,  30;  h  irapiccato  con  gli  altri  prigioni  tulle 
roTine  di  casa  sua,  34-36. 

Ghisiueri  Francbsco.  In  casa  sua  a  Rarone  ti  fermano 


[Ghisilieri  Francesco-Giacomo] 


INDICE  ALFABETICO 


619 


a  pranzo  gli  sposi  Alessandro  e  Ippollta  BentivogUo 
(an.  1493),  266,  31-39;  e  armato  cav.  In  San  Giacomo 
da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1499),  298,  43-45; 
parla  dal  pergamo  nella  chiesa  di  san  Francesco 
esortando  il  popolo  a  difendere  la  c.  e  i  Bentiyoglio 
contro  il  Vaientino  e  le  pretese  d.  pp.  (an.  150^)1 
316,  35,  38-41;  cf.  30-33. 
Ghisilikri  Gherardo  figlio  dl  Dosolo,  108,  37;  abate 
e  seguace  d.  Canetoli,   e  bandito   cii    Bologna   (an. 

1445).  2'- 
Ghisilibri  Giacomo  [/acomo    Ghis{liert\   padre   dl  An- 
drea,  6,  4;  108,  8;  di  Francesco,  87,  13;  di  Lorenzo, 
108,  45. 
Ghisilieri  GiACOMo  Gglio  di    Tomraaso,  356,    16-17  ;   c 
d.  fuorusciti  cacciati  dai  Bentivogllo;  h  nel  corteo 
papale  di  Giulio  II  in  Bologna  (an.   1506),  5,  16-17. 
Ghisilieri  GiovANNi  figlio  di  Filippo,  89,  3 ;  padre  di 
Carlo,  62,  3-4;   74,  6;  97,  38;  di  Andrea,   109,   18;  fe 
tra  gli  incaricati  di  applicare  i  provvedimenti  tiscali 
deliberati  dal  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88, 
42-89,    1-4. 
Ghisilieri  Lippo  ».   Ghisilieri  Filipfo. 
GnisiLlKRi  LoRENZo  figlio  di  Giacomo,  108,  45;  seguace 

d.  Canetoii,  i  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  45. 
Ghisilikri  Ranieri  padre  di  Baldassarre,  108,  15;  112, 

14. 
Ghisilieri  Tommaso  YTomi,  Tkomaso,  Tomaso  G/iisilieri] 
figlio  di  Filippo,  6,  2;  padre  di  Giacomo,  356,  16-17; 
di  Lippo,   108,  33,  47-48;  si  reca  con  Lodovlco  Ala- 
manni,  governatore  di  Bologna,  e  con  altri  signori 
bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e  Forli  (an. 
1426),   4,  10-13;  piglia  parte  a  un'adunanza  indetta 
dai  Canetoli  contro  il  pred.  leg.    (an.  1428),  5,  42- 
44;  6,  2;  approva  che  si  prendano  learmi, 
12-13;  con  gli  altri  si  impadronisce  d.  Plazza 
e  appicca  11  fuoco  al  Pavaglione   d.  boz- 
zoll,  14-15;  in  sua  casa  vien  condotto  il  pod.  fatto 
prigionlero,  39;  h  el.  degli  Anziani  per  porta  Stieri, 
6,  44 ;  h  mandato  con  Gaspare  CanetoH  e  duecento 
fanti  a  difendere  San  Giovanni  in  Persiceto  contro 
i   Bentivoglio  (an.   1431),  30,  26-28;  cf.  29-30;  vi  en- 
tra  e  al  grido  di:   "  Chlcsa,  Chiesa  „   mette  in  fuga 
gli  amici  d.  Bentivoglio  che  gia  vi  erano,  31-33;  lon 
Battista    Canetoli   va  a  San  Procolo  contro  Tabate 
2ambeccarl  (an.   1432),  32,  33-34;  rappacificatosi  con 
11  pred.    lo   accompagna   a   casa,   43-44;   cssendo 
fuorusclto  tenta   penetrare  in   c.  per  la  saraci- 
neaca  d.  canale  di  Reno  cui  aveyano  tolto  l'acqua 
(an.   1433).  35,  39-43;  i    respinto  coi  compagni  dal 
popolo  in  arml,  44-46. 
Ghisiubri  Viroilio   combatte  nel   torneo  in  Bologna, 
tenutosi  per   definire  se  la    i''ortuna  o  la   Sapienza 
prevalga  nelle  cosc  umane,  al  seguito  di  Annibale 
Bentivoglio    paladino   d.   Fortuna;   h    ascritto   alla 
quarta  squadra  vestita  alPungherese  (an.  1490),  259, 
37-29;  la  sua  parte  riesce  vittorlosa,  262,  17-19;  k  el. 
degli  Anzianl  da  Giovanni  Bentivoglio  (an.   1501), 
308,  38;  i  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consigllerl  e  Ri- 
formatorJ  (an.  1506),  358,  34-35;  h  Gonfaloniere  di 
Giustizla  (an.  1507),  369,  14;  ichi:tmato  mallevadore 
d.   slcurti    accordata   dal    governatore   a    Gaspare 
Scappi   e  ai   suol   compagni   (an,    1508),  382,  7;  h 
mandato  con  Antonio   Sala  ai  pp.  In  Koma  a  In- 
formarlo  d.  cote  d.  c,   384,  8-9;   torna  a  Bologna, 


385,  35-36;  da  principio  al  famoso  pal.  d.  Ghisilieri 
a  San  Francesco  dl  contro  a  vla  d.  Lame  e  al  Bor- 
go  d.  Casse,  poi  finito  dal  figlio  Bonaparte  (an< 
1509),  394,  41-45;  h  soprastante  alle  monete,  45. 

Giacobbllo  V.   Ghirardacci  G. 

GiAcoaiKo  DETTO  PicciNiNo  seguace  <I.  Canetoli,  e 
bandito  di  Bologna  (an.  i44<;),  108,  43. 

GiACOMA  V.  Argile  (da)  G.,  Orsini  G.,  Pelacani  G. 

GlACOMACClo  V.  Bargtllini  G. 

GiAcoMAccio  DA  Castel  Bolognese  {Giac»mat*o\  pre- 
sidia  Crevalcore  per  11  Senato  di  Bologna  con  pochl 
fanti  (an.  1449),  131,  47-48;  lo  cede  a  Giacomo  c  a 
Obizzo  Pepoli,  46-47. 

"[GiACOMBLLl  Gaetano]  Agostiniano\  di  Casttl 
San  Pietro,  ric,  XXXVIII,  S-o;  gli  scrive  p.  Nicola 
Aniorotti  per  un  ritratto  di  fra  Cherubino  Ghirar- 
dacci  (an.   1776),  38-31  „. 

....  GlAcoMELLo  [Iacome.ll6\  ambasc.  d.  duca  Sforza  a 
Giovanni  Bentivoglio  per  recargli  lo  stendardo  du- 
cale  e  la  nomina  a  cap.  gen.  d.  milizie  d.  duca  di 
qua  d.  Po  (on.  1493),  270,  18-19;  consegna  al  pred. 
la  bandiera  solenneraente  in  San  Petronio  insierae 
a  Francesco  Tranchedini  referendario  d.  duca,  28- 
32;  accorapagna  Giovanni  nella  cavalcata  per  la  c. 
alla  testa  d.  milizie,  271,  38-43:  h  invitato  a  pranzo 
dal  Bentivoglio,  che  in  fine  gli  dona  cinquecento 
ducati  e  una  veste  di  drappo  d'argento,  47 ;  272,  1-2 ; 
riparte  per  Milano,  3. 

Giacometto  \Icobetto\  v.  Batzano  {Da)  G. 

GiACOMi  NicoLo  \Nicolo  di  /acomo]  chiamato  con  altri 
dal  pp.  e  arringato  dal  pred.  (an.  1460),  173,  18, 
22-26. 

GlACOMi  Orazio  [//ora/io  di  Giacomo]  plttore;  e  el.  de- 
gli  Anziani  dl  Bologna  per  porta  Stieri  (an.  1445), 
100,    22-24. 

GiACOMINl  Antonio  [Antonio  /acomini]  comraissario  d. 
Fiorentini  neII'c8ercito  di  Ercole  Bentivogllo  con- 
tro  Bartolomeo  da  Alviano  e  i  Pisani  (an.  1505), 
337,  30-31. 

GlACOMO,    GlACOMACClO,    GlACOMINO     [GiacO/O,     /acomo, 

/acopo\  V.  Mhati  G.,  Acdaiuoli  G.,  Albergki  G.,  Al- 

lamania   6".,  Angclelli   G.,  Appiaiii  G.,  Argile  (/}a) 

G.,  Armi  (Dalle)  G.,  Arienisi  G.,  Baldoni  G.,    Bas- 

sani  G,,  Batlaglia  G.,  Beccari  G,,  lietliotsi  G.,  Ben- 

tivoglio   G,,  Bertrandi  G.,    Bianchetti    G.,   Bianchini 

G,,    Biancolini    G.,   Boceadicane    G.,   Bolognetti   G., 

Bonsignori  G,,  Borgta  G.,   Borgognoni   G.,   Bottri- 

gari  G.,  Broxti  G„  Budrioli  G.,  Bu»   (Dol)  G,,  Buo- 

namici  G.,  Biioncomfagui  G.,  Cacciantmiei  G,,  Cal- 

cina  (Dal/a)  G,,  Calderini  0.,  Caldcra  G.,  Camfana 

G.,  Canonici  G.,  Cafrara  G.,   Casteliani  G.,  Castelli 

G.,  Chierici  G.,   Chiesa  (Dalla)  G,,  Chiodaroli  0  Bu- 

rattieri  <?.,  Correggie  (Dalle)  G.,   Cospi  G,,  Costanti 

G.,   Coslantini  G,,  Cristiani  G.,  Dalloglio  G.,  Brco- 

lani  G.,  Pantutti  G.,  Ftrrari  G.,  Filavigline  G.,  Flo- 

riani  G.,  Fricoli  G.,  Gaibani  G.,  Gambaro  (Dal)  G., 

Garganelli  G.,  Gengifabbri  G.,  Gttso  (Da)  G.,  Ghelli 

G.,  Ghirardacci  G.,  Ghisilieri  G.,   Gtgli  G.,   Giobili 

G.,  Gombruti  G.,   Grat.fi  G.,  Griffom   G.,  /ngraii  0 

(irati  <;.,   /solani    (i,,   /.avagnoli    (•'.,   Leonori    G., 

Lianori   G.,   J^ino   (Dal)    G.,   Loiani    G.,   Lolla   6"., 

Lupari  G.,  Macckiavtlli  G.,  Magnani  6'.,  Majo  (Di) 

G.,  Malavolti  &'.,  Mangani  <;.,  Marini  G.,  Mtngkttti 

G.,  Milani  C,  Mirandola  (dalla)  G,,    Mogli»   (Da) 


620 


INDICE  ALFABETICO 


(Giaoomo-Giaiuuulreal 


<;.,  tiongardi  C,  Monlt  {D*/}  G.,  HenttcaM  G., 
A/tm/ereHt/  G.,  Mtstolimi  G.,  Nigri  f!.,  Nevtlli  C, 
Orsi  (•:,  P*dttUa  (Dal/a)  C,  PaUront  C,  Panice 
(Da)  <•'.,  Pannelini  <..,  Pati  <•'.,  Patiarrlla  <i.,  Ptpeli 
G.,  PiaHcaldoli  (Da)  (•'.,  Piccinine  (i.,  Pitve  (Dmlla) 
<T.,  Peggie  (Dal)  <i.,  Polititni  G.,  S^uattrtmezte  <J„ 
.^«»rrf«  (Dalla)  <.'.,  Itabbuini  (i.,  Rict^ti  G.,  Ricer- 
ilati  <i.,  liingkitri  <i.,  Rodaldi  G.,  Ressi  G.,  Sacchi 
6'.,  Saeci  G.,  Salieeto  (Da)  G.,  Samfieri  G.,  Sanmti 
G.,  Savtlli  (•'.,  Seardevi  (•'.,  Scrihanaro  G.,  Seritlori 
G.,  Seccadinari  G.,  Strft  (Dalla)  G.,  Sebaldini  G., 
Simoni  (•'.,  S/ada  (Dalla)  G.,  Spagnoli  G.,  Spara 
Saracini  G.,  Stiatico  (Da)  G.,  Torelli  G.,  Toichi 
G.,  Valini  G.,  Vannucei  G.,  Viisselli  G.,  Vtrnigaia 
G„  Viadagoia  (Da)  G.,  Zaharella  G.,  Zambeccari  G.\ 
V.  ancht  Btrgamino  di  Giacome,  Guidont  di  Giaco- 
me,  Luca  di  Giacomo. 

(GlACOMO  II  Di  LusiGNANo]  bastardo  di  Giovanni  III 
re  dl  Clpro,  177,  «7;  uturpa  11  trono  alla  sorella  I 
[cognata]  Carlotta  (an.  146 1),  47. 

[GlACOMo  IV  Stoart]  \re  di  Scotia].  II  pp.  Giulio  II  11 
glorno  dl  Natale  benedlce  In  San  Petronlo  dl  Bo- 
logna  una  rlcca  spada  e  un  berrctto  dl  cui  ruol 
fargll  dono  (an.  1506),  361,  41-43. 

....  GiACOMO.  Gli  h  dal  pp.  affidata  la  porta  San  Do- 
nato  (an.  1506),  357,  31. 

....  GlAcuMO  medlco ;  f  in  Bologna  (an.  1505),  341,  24. 

....  GiAcoMO  cartaio ;  h  impiccato  col  fratello  Lodovico 
e  altri  sulla  Piazza  di  Boiogna  per  avere  scrltto  ad 
Annlbale  ed  Ermes  Bentivoglio  (an.  1507),  367,  6-7. 

....  GiAcoMo  (maestro)  con  maestro  Plero  abita  in 
San  Vitale  in  una  casa  d.  frati  di  San  Giacomo  e 
fonde  la  campana  per  la  torre  di  Giovanni  Bentl- 
voglio  (an.  1497),  293,  3-9. 

....  GlACOMO  pescatore,  padre  dl  Vandino,  107,  4. 

....  GiACOMO  DBTTO  iL  PuTTO  uA  MoGLio  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivogilo  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  38. 

....  GiACOMO  figUo  di  Bartolomeo,  merclaio;  si  appre- 
sta  ad  avvelenare  Sante  Bentivogiio  per  conslglio 
di  Alessandro  Usberti  e  di  altri  fuorusciti  (an. 
1461),  174,  45-46;  scoperto  e  decapitato,  47. 

....  GiACOMO  uETTO  RossTO  figlio  dl  Grazia,  calzolaio; 
fatto  prigioniero  ai  Sasso  di  Glosina  (an.  1445), 
112,   13-15;  h  impiccato,  37-38. 

....  GiACOMO  figlio  di  Polo,  pittore;  Indora  la  palla  dl 
rame  messa  in  cimn  al  campanile  dl  San  Pietro  (an. 
1426),  3,  11-12. 

....  GlACOMO  [/acomo  di  Pole]  figlio  dl  Polo,  ianaiolo, 
amico  d.  Bentivoglio;  h  el.  Gonfaloniere  (an,  1445), 
107,  43. 

....  GiACOMo  liglio  di  Simone.  Suo  dono  a  .Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.   1454),  151,  29, 

GiAcoMO  MA  CoRTONA  V.   VanHucci  Giactmo, 

GiAcoMO  DA  Faenza  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutost  per  de6nire  sc  preralga  la  Fortuna  o  la 
Sapienza  nelle  cose  umane,  al  seguifo  d)  Annibale 
BentlvogUo  paladino  d.  Fortuna ;  h  ascritto  alla 
quarta  squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  259, 
27-29;  la  sua  parte  rimane   Tittoriosa,  262,  17-19. 

GiAcoMO  DA  Imola  non  lascia  mai  Battista  Canetoil 
affidato  alla  sua  sorveglianza  (an.  1443),  84,  46-85, 

1-2,   Cf.    18-31,    43-44. 

Giacomo  da  Mantova  accompagna  Galeazzo  Marla 
Slorza  a  Bologna  (an.  1459),  '^^i  ^*)  '^^1  *• 


GiACOMo  oaixa  Mirawuola  soldato  d!  Boiogna,  ivela 
agii  Anziani  ii  complotto  ordito  per  dare  ai  fuo- 
rusciti  ia  porta  d.  Pratello  (an.  1454),  144.  14-H; 
h  compensato  inticme  aIi'altro  accutatore  con  la 
cata  dl  Battista  Manioil,  145,  13-13,  econ  denari  e 
atipendio  raensile,  13-lS;  poclii  meti  dopo  e  deca- 
pitato  perclii  lorpreto  a  battere  moneta  falta,  15-17. 

GlACOMU  da  1'anico  [Giacome  da  Panigo]  dottore;  k 
ucciso  da  Nicolft  e  Bonlfacio  conti  d«  Panlco  in 
Boiogna,  che  rendlcano  cosl  la  f  d.  padre  loro  da 
lul  animazzato  (an.  1440),  61,  36-37. 

GlAcoMo  DA  PlACKNZA  [/aeomo  da  Piatenta]  accorapa- 
gna  Galeazzo  Marla  Sforza  a  Bologna  (an.  1459), 
168,  48;  169,  8. 

GiACOMO  DALLA  PiEVB  ^  mandato  dai  Bolognesi  ad  An- 
nibale  Bentlvoglio  per  persuaderlo  a  fornare  in  Bo- 
logna  (an.  143S),  54,  45-47;  sl  ditimpegna  con  tuc- 
ceiso  d.  tuo  incarlco,  47-48. 

GiAcoMO  DA  PiSA  partc  di  Bologna  croclato,  <  on  Gia- 
como  Grati  (an.  1464),  186,  5. 

GlACOMO  (bkato)  1)1  Gcrmania  [de  Alamania]  frate 
Predicatore  ;  f  in  Bologna  ed  k  tepolto  in  San  IJo- 
menlcn  (an.   1491),  264,  2-3. 

GlACOMO  (BoRGO  Di  San)  V.  Bologna   (slrade). 

Giacomo  (krati  di  San)  f.  EremitoMi  (frati), 

GiACOMO  ui  Galizia  (ordinb  di  san).  II  mantro  del- 
l'ordlne  Enrico  di  Aragona  rlmane  prigioniero  d. 
Genovcsl  nella  battaglla  narale  ncl  golfo  dl  Gaeta 
insieme  al  re  d'Aragona,  1'Infante  e  altri  personaggi 
(an.  1435),  42,  8-13;  c  mandato  a  Miiano,  13;  e  li- 
berato  dal  duca  contro  la  volonta  d.  Genoveti,  13-15. 

GiACoMo  Di  Galizia  o  di  Compostklla  (santuario  di 
San)  [San  lacomo  di  Galitia].  II  Senato  di  Bologna 
▼ieta  ai  Bolognesi  di  recarvisi  non  essendo  slcure 
ie  strade  (an.  1444),  98,  5-6;  ric,  214,  12;  vi  si  reca 
in  pellegrinaggio  il  bolognese  Gaspare  Bargellinl 
(an.  ISO)),  310,  33-34;  e  visitato  devotamente  da 
Anton  Galeazzo  Bentlvoglio  (an.   1505),  336,  13-13. 

GiACOMO  i^  FlLippo  (CHIKSA  DEi  SANTi)  pr.  ia  porta  di 
strada  San  Vltale  a  Bologna,  13,  30-31;  si  complotta 
di  farvi  nascondere  soldati  d.  Chicsa,  che  poi  a  un 
dato  segnale  entrino  in  c.  (an.  1429),  30-32. 

(tIacomo  Andrka  r.   Orsi  G.  A. 

GiACOMo  Antonio  V.  Conti  G.  A. 

GiACOMo  BuRATTliTo  V.  Afarini   G.  B. 

GlACOMO  Maria  V.  Zambia  G.  M. 

GlA.MBATTiSTA  o  GloVANMl  Battista  V.  Amorini  G.  B., 
Arrighi  G.  B.,  Btntivoglio  G.  B.,  Bianchttti  G.  B., 
Bologuetti  G.  B.,  Calcina  (Dalla)  G.  B.,  Castelli  G. 
B.,  Cavallina  (Dalla)  G.  B.,  Cibo  G.  B.,  Ferrari  G. 
B.,  Une  (Dal)  G.  B.,  Malvetxi  G.  B.,  Maretealchi  G. 
B„  Merighi  G.  B.,  Mexzevillami  G.  B.,  Xadi  G.  B., 
Oro  {Dall')  G.  B.,  Oriini  G.  B.,  Pelacani  G.  B., 
Pefoli  G.  B.,  Ponteselli  G.  B„  SavtUi  G.  B.,  Rt- 
frigrrio  G.  B. 

....  Giambattista  figUo  di  Pietro,  barbiere,  scguace  d. 
Canetoli;  ^  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  103,  40. 

Giambia  V.  Zatnbia  Giaeemo  Maria. 

GiAMBONE  DA  Saktirana  picmontcse,  uomo  d'annl  dl 
Giovanni  Bentivogiio;  resta  f  nella  giostra  tenu- 
tasi  in  Bologna  per  san  Petronio  (an.  147 1),  209, 
12-16. 

GiANANDREA  \Giovanni  Andrea]  v.  Metzovillani  G.  A., 
Tixteni  G.  A. 


[Gianfrancesco-. . . .  Giorgio] 


INDICE  ALFABETICO 


621 


GiANFRANCESco  o  GiovANNi  FRANCK.SCO  V.  Aldfovandi 
G.  F.,  Cervellati  G.  F.,  Contesalto  (Da)  G.  F.,  Gam- 
baro  (Dal)  G.  F.,  Gkirardacci  G.  F.,  Gonsaga  G. 
F.,  Linara  (Da)  G.  F,  Mendolo  G.  F.,  Moglio  (Da) 
G.  F.,  Negri  G.  F.,  Ottolenghi  G.  F.,  Pico  dalla  Mi- 
randola  G.  F.,  Piffari  G.  F.,  Poeti  G.  F.,  Salani 
G.  F.,  Sanseverino  (Da)  G.  F.,  Secchi  G.  F.,  Strog- 
zi  G.  F.,  Tolentino  (Da)  G.  F.,  Tossignano  (Da) 
G.  F. 

GiANGALBAZZo  o  GioVANNl  Galkazzo  V.  BargelUni  G. 
G.,  Gal/uzxi  G.  G.,  Manfredi  G.  G.,  Poeti  G.  G., 
Rovere  (Dalla)  G.  G.,  Sforta  G.   G.,    Visconii  G.  G. 

GiANGlACOMO  o  GiovANNi  GiACOMo  \Giovanni  lacomo] 
V.   Trivulzio  G.  G.,  Stiaiico  (Da)  G.   G. 

GlANOIACOMO     PaLBOLOGO    MARCHBSK    Ul     MONFKRRATO 

padre  di  Guglielmo,  116,  25;  fa  pace  col  duca  di 
Milano  insieme  al  duca  di  Savoia,  al  march.  dl  Sa- 
luzzo,  di  Ferrara,  dl  Mantova  e  ai  Fiorentlnl  (an. 
1440),  64,  36-37. 

GlANLuiGi  o  GiovANNi  LuiGi  \Giovantti  Aloigio\  V.  Ma- 
reacotti  G.  L.,   Vitelli  G.  L. 

GlANMARlA  o  GiovAMNl  Maria  V.  Chiariti  G.  M.,  Gam- 
balunga  G.  M.,  Marescoit:  G.  M.,  Solfanelli  G.  M., 
Turrini  G.  M.,  Vernigaia  G.  M.,  Varano  (Da)  G.  M. 

riiANPAOLo  o  GlovANNi  Paolo  V.  Baglioni  G.  P.,  Man- 
frone  G.  P.,   Ortini  G.  P.,  Piicci  G.  P. 

GlANPiKTRo  o  GlovANNi  PiBTRO  V.  Btrgamini  G.  P., 
Gontaga  G.  P.,  Gurrini  G.  P.,    Ranutxi  G.  P. 

GiANPiETRo  DA  Parma  combatte  nel  torneo  in  Dologna, 
ti;nutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
preTalge  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale 
Bentivoglio,  paladino  d.  Fortuna;  h  ascritto  alla 
quinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  259, 
30-33;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,   17-19. 

GlASONB  V.  Maino  (Dal)  G.,  Marascotti  G. 

GiAVARiNE  (Dallk)  Gherardo  V.  Chiavariui  Gterardo. 

Giburto  V.  Gilberto. 

GiBRA  d'Auda  V.  Ghiara  d'Adda. 

GlERONlMo  V.  Girolamo. 

GlBSSl  V.  lesi. 

Gibsuati  (frati)  V.  Gesuati  (frati). 

Gigantk  V.  Pelacani  G. 

GioANTi  ToMMASo  \Tomc\  seguace  d.  Canetoll,  i  ban- 
dito  di  Bologna  (an.    1445),   109,   10. 

GlOLIo  DA  Vbro.va  \Gilio\  Implicato  nella  congiura  d. 
Malvezzi  contro  il  Bentivoglio  in  Bologna,  fe  Irapic- 
cato  ai  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,39,  K2. 

GlOLio  (Dal)  Andrea  \Andrea  del  Gi/io]  degll  Anzianl ; 
durante  il  terremoto  coi  colleglil  e  il  Gonfaloniere 
dorme  neU'orto  d.  Pal.  (an.  1505),  334,  21-24;  &  d. 
Ventl  d.  popolo  per  Porta  Stleri  (an.  1506),  352, 
4-5;  h  el.  arabasc.  al.  pp.,  353,  26-27;  ra  ad  Imola  con 
tre  compagni,  3S-29;  sono  assai  ben  ricevutl  da 
GiuIIo  II,  che  ii  intrattiene  suile  cose  di  Bologna, 
29-30;  sono  dal  pred.  rlmandati  a  Bologna,  30-32;  ri- 
ferlacono  ai  Senato  le  buone  disposizioni  d.  pp.  e 
ne  annunziano  l'arriro  per  san  Martino  Insleme  ai 
card.,  33-35;  el.  degli  Anzi.ini  da  Giulio  11,  359,  u, 
17-18;  multato  in  quattrocento  ducati  pel  rifacl- 
mcnto  d.  pal.    Marescottl    (an.  1508),  388,  37,  s. 

GioLio  (Dal)  Giacomo  \Giacomo  dal  Gilio]  el.  degll  An- 
ziani  (an.  1507),  369,  13,  16;  multato  in  scttecento 
ducatl  per  il  rifaciniento  d.  pal.  Maretcottl  alla  cu! 
rovina  aveva  preso  pnrte  (an.    1508),  387,  11. 


GiGLio  (Dal)  GiovANNl  [Giovannt  dal  Giiio]  multato  in 
clnquecento  ducati  pel  rifacimento  d.  pal.  Mare- 
scotti  (an.  1508),  388,  41. 

GiLBERTO  \Gi6erto]  v.  Pio  G.;  v.  ancke  Gkiberto, 

GlLINO  V.  Panzaechi  G. 

Giuo  (Dal)  V.  Giglio  (Dat). 

GlNBVRA  V.  Lodovisi  G.,  Malvetti  G.,  PepoK  C.,  Sforta  G. 

GiNiGNuoLA  V.  Zumignola. 

....  GioACCiiiNO  [  Giochino]  mastro  dt  stalla  ;  esce  dl 
Bologna  col  Bentivoglio  (an.  1506),  348,  41;  349,  2-3. 

GlOAN  LuiGi  V.   Gianluigi. 

GioAMNl  V.  Giovanni. 

GlOANNi  Dkmetrio  V.  Giovanni  Demttrio. 

GlOBBB  (CHIESA  Di  san)  V.  Bologna  (chiese). 

GiOBBE  (ospEDALE  Di  san)  V.  Bologna  (osfedali). 

GlOBBiA  (CASTELLO  Di  porta)  V.  Giovia  (casteilo  di  porta). 

GiOBiLi  GiACOMo.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.  1454),  149,  7-8. 

GiocHiNi  Bbnedbtto  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malrezzi  (an.  1464),  184,  48. 

GioCHINO  V.    Gioacckino. 

GioFFREoo  V,  Borgia  G. 

GloGNo  (Dal)  V.  Ztigno  (Dal). 

"  GioLiTO  Gabrible.  Alcune  sue  sentenze  figurano  nei 
Tkeafro  morale  d.  moderni  ingegni  d.  Ghirardaccl 
da  lui  stesso  pubblicato  (an.  1575),  XXIV,  30;  cf. 
5;  pubblica  la  seconda  (an.  1582)  e  la  terza  edizione 
d.  pred.  opera  (an.  1584),  XXV,  4-20,  6-10  „. 

[GiordaniJ  Antonio  \Antonio  da  Venaffre]  da  Venafro; 
rappresenta  Pandolfo  Petrucci  al  Conregno  d.  Ma- 
gione  (an.   1502),  315,  32. 

"  Giordani  Gaetano  pubblica  con  note  illustratlre  la 
Narraxione  delle  nozze  di  Annibale  II  Beniivoglio 
ecc.  d.  Ghlrardacci  (an.  1836),  XXV,  27-30,  e:  Degli 
sfonsali  di  Alessandro  Beniivoglio  con  Iffolita  Sforta 
ecc.  d.  Ghirardacci,  XXVI,  1-5  „. 

«  —  —  Brevt  notizie  storicke  deila  farrocckia  di  San  Bi- 
nedeito  abaie,  ric,  LXI,  5  „. 

"  —  —  Ricordante  di  Samaritana  Samaritani  leiteratci 
*  fitiricc  bolognese,  ric,   XXV,  i-j  „. 

GlORDANi  GtovANNi  vlsita  il  re  dl  Francla  in  Milano 
(an.  1499),  298,  1-2;  licenziato  dal  re  parte  per  acqua 
nel  Bucintoro  d.  march.  d'Este  con  gli  ambatc.  bo- 
lognesi,  2-4,  col  quale  giunge  a  Bologna  In  nare, 
4-5;  alloggia  in  casa  di  Gioranni  Bentiroglio,  5-6; 
parte  dopo  due  glornl,  6. 

GlORDANO  V.   Orsini  G. 

....  Giordano  prende  parte  alla  battaglla  d.  Meizo- 
lara  (an.  1467),  195,  8. 

Giordino  V.  Collalto  (Da)  G. 

GioRoiANi  prendono  Trebisonda  e  bombardano  II  ca- 
stello  (an.  1462),  17S,  45-46. 

GioRGiNO  da  TossiGNANO  connestabilc  d.  fanti  e  amlco 
di  Battista  Canetoli,  25,  50;  26,  1;  renuto  a  parole 
con  Bartolomeo  Preti  e  Gaspare  Cattanl  i  da  loro 
ucciso  (an.  1431),  25,  50;  26,  1;  suo  figllo  per  ren- 
dlcarne  ia  f  ferlsce  graremente  Bartolomeo  Pretl 
(an.   1433),  31,  31-32. 

(ilOROlo  V.  Amhrosi  G.,  Fusagna  G,,  Guastavillani  G., 
Ma^nani  G.,  Malavolti  G.,  Nor  (Di)  G.,  Paselli  G., 
Pellittari  G.,  Schiavi  della  Zatttra  G.,  Sfino/a  G., 
Va»se//i  G.,  Vii/anova  (Da)  G. ;  v.  ancke  Giovamni 
Glorgio,   Tommaso  di  Giorgio. 

....  GtoRoio  i)A  BoRGO  San  Dommino  parte  di  Bologna 


622 


INDICE   ALFABETICO    [. . .   Giorglo  Giovanni  I  dAngonal 


croclato  con  AchUlc   MAlressl   (an.  1464),  185,  42. 

GiOROio  DA  MoirpitiiRATo  il  rcca  a  Bologna  a  itudlare 
lettere  (an.  1481),  233,  10-11 ;  h  bruclato  vIto  quale 
eretico,  11-11;  lua  empieti,  li-13. 

GioRoio  (Castkl  San),  Sua  dittanza  da  Bologna,  92, 
4t-4T;  vi  ■!  reCR  in  arrai  il  popolo  boiognete  contro 
Lulgl  dal  Verme  (an.  1443),  46-4t;  I  Boiogneti  vl  tl 
tnrontrano  con  l'eterclto  A,  l)al  Verme;  lo  attac- 
rano  e  vincono  (an.  1443),  93,  6-30;  vi  si  riposa  An- 
nlbale  Bentivogllo  con  l'esercito  vlttorioso,  36-3»  1 
fa  iin  dono  a  Sante  Bentlvoglio  per  le  sue  nozze  (an. 
1454),  150,  34;  danneggiato  dalla  tempesta,  151,46- 
47;  cotto  deil'uva  (an.  1491),  262,  48-4»;  vi  h  rovl- 
nato  ognl  raccoito  da  una  vioienta  e  improvvisa 
tempesta  sorta  a  Poggio  (an.  1493),  266,  6-7  ;  in  una 
possessione  di  Battitta  Savl  a  .Santo  Alberto  ti  rin- 
viene  un'epigrafe  romana  (an.  1503),  309,  3>33; 
teato  d.  detta  eplgrafe,  34-40,  la  qualc  i  portata  a 
Bologna  e  collocata  nella  porta  laterale  di  San  Pe- 
tronio  verto  ii  I'avaglione,  41-43. 

GiOROio  (San)  di  Piaho  colpito  dalla  pestilenza  (an. 
1467),  198,  8-». 

GiOROio  (San)  nel  terrltorlo  dl  Ravenna;  vi  si  reca 
Glacomo  Plcctnino  (an.   144S),   159,  1». 

GioRGio  (cAROiNALi  ui  Sa.s)  ai  VeUbro  [San  Giorgio 
al  Velo  d'oro\  v.  Colonna  Profpero,  Riario  Rafaele. 

GloROio  AL  vBLo  d'oro  (caruinale  ui  .San)  V.  Giorgio 
al  Velahro  (eardinale  di  Snn), 

GlotBPHO  V.  Giuseffe. 

GlosiA  V.  Acquaviva  G. 

GiusiA  Mattko  vince  con  il  fratello  Paolo  Antonio  il 
guanto  nel  giuoco  tenutosi  in  Bologna  innanzi  al 
pal.  Bentivoglio  il  giorno  scguente  alle  nozze  dl 
Annlbale  <an.  1487),  239,  40-48. 

GlosiA  Paolo  Antonio  [Poli' Antonio  di  Giosia]  con  il 
fratelio  Matteo  vlnce  il  guanto  nel  giuoco  tenutosi 
in  Bologna  innanzi  nl  pal.  Bentivoglio  11  glorno  se- 
guente  alle  nozze  di  Annibaie  (an.  14S7),  239,  40-48. 

"  GlOSTRK  (Lb  GRAN)  KT  1  SUFKRBI  ABBATTIMBNTI  A 
PIBOI  KT  A  CAVALLO  CON  LE  LIVREB  FATTK  qUBSTO 
CARNBVALB  NBLLA  CITTA  UI  BoLOGNA  DACU  ILLU- 
STRI   SIO.>iORI    E   CAVAHKRI     BOLOONBSI     MDI^XII    dl 

fra  Cherubino  Ghirardacci  stampata  da  1'ellegrlno 
Bonardi,  XIX,  1?-IS;  la  narraztone  d.  giostra  assal 
particolareggiata  h  in  forma  di  lettera  a  VirgUio 
Guidottl,  16-23;  per  qualche  lato  sl  riferlsce  alla 
storia  d!  Bologna  e  ai  costumi  bologncsi,  XLI,  8-10, 
e  dimostra  nclfautore  la  tendenza  a  occuparsl  di 
cose  storlche  bolognesi,   10-13  ,. 

GiOTTo  dipinge  una  cappella  alie  porte  dl  iiologna,  95, 
34-35. 

GlovANtTA  V.  Bentivogtia  G.,  Borstlli  o  Albertucci  G., 
Lamberlini  G.,  Malatesta  G. 

*  GlovANNKLM  Ortensio  [Horttntio  Giovanelli\.  Gli  e 
indlrizzato  dal  Ghlrardaccl  V/nvi/o  di  virtu  (an. 
1560),  XXVIII.  7-8,. 

GioVANNETTi  [Giovanetti]  sono  fuoruscltl  dl  Bologna 
(an.  1450),  135,  33  36. 

GiovAWNSTTi  PiETRo  illustre  medioo;  sl  ammala  forse 
per  veleno  proplnatogli  (an.  1443),  95,  35-36;  prima 
dl  morire  chiama  Hattista  Canetoii  e  lo  esorta  a 
stare  in  pace  con  Annibale  Bentivogllo,  presagen- 
dogii,  altriinenti,  la  rorina,  36-39 ;  f  ed  e  tepolto  in 
San  Francesco,  3»-4l. 


GlovAKtll  B  GloVAimiNO  [Z«m«,  ffoMnl,  Nanne\  v.  Ago- 
$Hni  G.,  AlbergM  G..  Ambresini  G.,  Amala  {DaJP) 
G.,  Angeltlli  G.,  Angelim  G.,  Arcimbaldi  G.,  Argil* 
(/>')  G.,  Armi  (dalle)  (,.,  Auriefa  G.,  Bagliani  G., 
Bnlduini  G.,  Banckelti  G.,  Band  (,.,  Barbiano  (Da) 
G.,  Barbitri  G.,  Bardini  G.,  Bariflli  G.,  Batta- 
gliucei  C.,  Batwano  (Da)  G.  Beccadelti  G.,  Bellioui 
G,,  Btntivoglio  G.,  Beraldi  G.,  Bernardini  (,.,  Be- 
roaldi  G.,  Bertona  (Deila)  G.,  Beuarione  G.,  Bian- 
cktli  G,,  Bieehitri  G.,  Boeeadiferro  G.,  Boeehi  6., 
Boietrdo  G,,  Bolognelli  (•',,  Bolognini  G.,  Bonoati  G,, 
Borgia  G,,  Borgognini  G.,  Borselli  G.,  Boteo  G., 
Botlrigari  G.,  BuraUini  G.,  Butto  G.,  BulHglitri  G., 
Caccianemici  G,,  Cafforelli  G,,  Caidarimi  G.,  Cmie- 
sini  G.,  Caliei  o  dal  Calice  („,  Calte  (Dalle)  C.,  Cam- 
fana  G.,  Campanacei  G.,  Cnmfeg^i  G.,  Caneari  G., 
Caueloli  G..  Canonici  G.,  Cansaldi  G.,  Cafrara  O'., 
Carlini  G.,  Carretti  G.,  Casa  G.,  Cattro  (Da)  G,,  Ca- 
vallina  (Dalla)  G.,  Cerva  (Dalla)  C,  Corvantts  G., 
Chiarini  G,,  Cogliani  G,,  Colonna  G.,  CoUtlli  6'., 
Collrt  (Dalle)  (!..  Conti  G.,  Corradi  G.,  Correggi* 
(Dalle)  G.,  Corleiini  G.,  Dolji  G.,  Fantutti  C,  Pe- 
lieini  G.,  Fibhit  (Dalle)  G.,  Foligna  G.,  Fondatxa 
(Dalla)  G.,  Fosehttti  G.,  Fusagna  G.,  Galeolli  G,,  Ga- 
hrielli  G.,  Galesi  G..  Gartoni  G.,  Gaggio  (Da)  G., 
Geofiroy  G.,  Ghirardaeei  G„  Gkisilitri  G.,  Giordam 
G.,  Gombruli  G.,  Gontaga  G.,  Gottadini  <?.,  Graiti 
G,,  Grali  G,,  Greco  G.,  Griffoni  G.,  Gmaltnghi  G., 
Guasconi  G,,  Guerra  G.,  Guidolti  G.,  Gutemherg  G., 
Inglesi  G.,  tsolani  G.,  La  Grolaie  (De)  G,.  Landi  G., 
Landini  G.,  Lcgnani  G.,  LibriG.,  Ligo  G,,  /Jno  (Dal) 
G.,  Lodovisi  G.,  Lomellini  G,,  Luehini  G.,  Maddale- 
Ha  (Dalla)  G.,  Magnani  G.,  Magnanima  (Della)  G  . 
Malvttti  G,,  Manfredi  G.,  Mangani  G.,  Mantolini 
G.,  Marcanova  G.,  Maretcolti  G.,  Marsili  G.,  Max- 
zoli  G.,  Medici  (De)  G.,  Merlo  G.,  Mertari  G.,  Mi- 
ehele  G.,  Milani  G.,  MinoUi  G.,  Moglio  (Da)  G.,  Mo- 
nari  G,,  Alonlertnti  G.,  Mosura  (Da)  G.,  Mutsolini 
G.,  Mutxarelli  G.,  Xegri  G.,  Nelli  G.,  Odofridi  G., 
Onofri  G.,  Oro  (Dalf)  G.,  Orti  G.,  Osletani  G., 
Paci  G.,  Pallavicini  G.,  Panciarasa  G,,  Pafaxxoni 
G.,  Pasi  G„  Ptnnaechi  G.,  Piacenlini  G.,  Pianealdo 
(Da)  G.,  Pialesi  G.,  1'iaxta  (Dalla)  G.,  Piecinino  G., 
Pito  della  Mirandola  G.,  Pieri  G.,  Pini  G,,  FHo  G., 
Poggi  G,,  Ponte  (Da)  G,,  PrendifarH  G,,  Prtti  G., 
Rahbuini  G.,  Ringkieri  G.,  Roffini  G.,  Rosa  (Dalla) 
G.,  Rossi  G.,  Rovere  (Della)  G.,  Saia  (Da)  G.,  Sanli 
G.,  Santini  G..  Saragotta  (Da)  G.,  Sastalello  (Da) 
G.,  Sbardellali  G.,  Sehiavi  G.,  Scrillori  G.,  Seccadi- 
nari  G,,  Seriani  G.,  Sforxa  G.,  Sfara  Saraeini  G., 
Sfnriosi  G.,  Tehaldi  G.,  Tenearari  G.,  Ttsti  G.,  Ti- 
gnosi  G.,  Tolomti  G.,  Torre  (Della)  G.,  Totti  G., 
Totli  G.,  Trotli  G.,  Varignana  (Da)  G.,  Vattelli  G., 
Vedrana  (Da)  G.,  Verde  (Oal)  G.,  Villanova  (Da) 
G.,  Vitellesehi  G.,  Vittani  G.,  Volla  G.,  Zamheccari 
G.,  Zambonolli  G.,  Zamboni  G.,  Zani  G.,  Zanmttti  G,, 
Zannettini  G,,  Zantarella  G.,  Zeecn  (Della)  G.,  Ze- 
lint  G,;  v.  anehe  Antonio  di  Giovanni,  Tommtaso  di 
Giovanni  t  Pi«r  Giovanni,  Stefano  Giovastni. 

GiovANNl  I  n,  Grandb  re  dl  Portogalio ;  si  reca  a  Bo- 
iogna  ricevuto  con  grande  onore  (an.  1430),  19, 
13-14;  ottlene  ia  grazia  di  un  condannato  a  morte 
per  monete  false,  14. 

[Giovanni  I  o^Aragoma]  rs  di  Navarra;  ^  fatto  pri- 


[Giov,  I  d'Ar.-Giov.  del  Mercato]       INDICE  ALFABETICO 


623 


gloniero  dai  Genu  /esi  nel  porto  dl  Gaeta  con  U  re 
d'Aragona,  l'Infante  e  altri  personaggi  (an.  1435), 
42,  8-12:  e  mandato  a  Milano,  13;  e  liberato  dal 
duca  contro  la  volonta  d.  Genovesi,  13- IS;  alla  f  d- 
fratello  Alfonso  V  ne  eredita  i  regni  di  Aragona 
e  di  Sicilia  (an.  14.58),   165,  40-41. 

[GiovANNi  II  d'Albret1  re  di  Navarra;  manda  il  co- 
gnato  Cesare  Borgia  qual  suo  cap.  contro  gli  Spa- 
gnoli  (an.   1503),  329,  15-16;  cf.,  330,   19. 

GiovANNl  [III  Pai.kologo]  imp.  di  Costantinopoli;  ri- 
ceve  dal  pp.  trentamila  ducati  per  recarsi  al  Con- 
cilio  in  l"errara  (an.  1438),  50,  31-32;  cf.,  27-28;  va  a 
Venezia  con  i  lej;ni  d.  Veneziani  ed  e  accolto  con 
molto  onore  dal  doge  Foscari,  39-40 ;  passa  quindi  a 
Ferrara  solennemente  ricevuto  dal  pp.,  40-4 1;  lo  ac- 
compagnano  il  tratello  Giovanni  Demetrio  principe 
di  Morea,  il  patriarca  Giuseppe  di  Costantinopoli 
e  moiti  prelati  e  leg.  di  varie  nazioni  d'Oriente,  42- 
45;  firma  e  suggella  con  il  suggello  d'oro  la  boUa 
d'unione  d.  Chtese  latina  e  greca  (an.  1439),  59,  35- 
36 ;  partendosi  dal  Concilio  di  Flrenze  si  reca  a  Bo- 
logna  solennemente  ricevuto,  41-44;  alloggia  nel  ve- 
scovado,  44-45 ;  crea  cavaliere  aurato  Taddeo  o,  se- 
condo  altri,  Glovanni  Manfredi,   45-47. 

GiovANNi  d'An'Ji6  duca  [nominale]  di  Calabria;  duca 
di  Lorena,  marchese  di  Ponto,  figlio  di  Ranieri  re 
[nominaie]  di  Napoll,  160,  7-s,  11-13  ;  162,  30-31 ;  dopo 
un  soggiorno  di  tre  anni  a  Firenze  torna  in  Fran- 
cia  (an.  1455),  160,  9-10;  si  ferma  per  un  giorno  a 
Bologna  accompagnato  da  Giovanni  de'  Medici  e 
avendo  seco  trecento  cav.,  7-9;  ailoggia  in  casa  di 
VirgUio  Malvezzi,  lO;  parte  per  la  Francia,  U;  con- 
cede  ad  -Vchille,  Virgilio,  Lodovico,  Ercole,  Pirro 
Malvezzi  e  loro  discendenti  di  inquartare  nel  ioro 
scudo  un  falcone  (alurio  ?)  insegna  d.  Stato  di  Lo- 
rena  (an.  1456),  162,  30-35. 

GlovANNl  VESC.  1)1  Pkrugia  V.    Vuinucci  Giacomo  vesc. 
di  Perugia, 
.  GiovANKi  calzolaio ;  multato  in  duecento  ducati  in 
solldo  con  il  calzolaio  Nlgro  per  il  rifacimento  d. 
paU  Marescotti  (an.  1508),  388,  24. 
.  GiovANNl  piemontese;  parte  di  Bologna   crociato 
con  Achille  Malvezzi  (an.  ^464),   185,  44. 
.  GiovANNi    DttTTo   l'Asinaio  barbiere ;   seguace  d. 
Canetoii;  e  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  108,  41. 
.  GiovANNi  ijKTTo  Massaro  di  Vicenztt,  i  fatto  pri- 
gioniero   al   Sasso  di  Glosina   (an.    144S),    112,  13, 
15-16;   h  impiccato,  27-28. 
.  GioVANNi  figlio  di  Fillppo,    pcscatore,   seguace  d. 
Canetoll  i  bandlto  di  Bologna  (an.  144.0.   '08,  34-35. 
.  GiovANNi  figlio  di  Guglieimo,  dottore;  ambasc.  d. 
.Senato  di  Bologna  a  Martlno  V  per  rlconoscerlo  sl- 
gnore  (an.   1430),   17,  41-42. 
.  GlovANNi  figiio  dl    r.,ucino   caUoIaio,  i  degli  An- 
zianl  di  Bologna  per  porta  .Stieri  (an.   1428),  6,  50. 
.  GioVAN^i  figllo  dl  Mattco  coatadino  Bolognese  dl 
Piano;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.   1454),   151,  22-23. 

GlovANNi  di  Llgo  V.  Lodoviti  O'. 

GlovANNi  Dl  MiiNOOLO  I'.   holani  Giovanni. 

Glov.VN.vi  d'Amklia   o  ua  Tbrni  V.   Venturclli  Giovanni. 

GlOVANNl  d'Anagni  \GiovaHni  di  Amania,  Annania]  arcl- 
diacono  di  Bologna,  dottore  nello  Studio  e  teologo 
Insigne;  mnrtagll  la  moglle  si   stablllsce  In  Bologna 


(s.  a.),  164,  34-35;  fattosi  chlerico  e  datosi  agli  studi 
diviene  uno  d.  piii  famosi  letterati  d'Italia,  35  36; 
sue  opere  e  cultura,  143,  3-4;  si  adopra  molto  nel- 
Tassedio  di  Galliera  (an.  1443),  83,  3-5;  suo  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149, 
5-6;  t  (an.  1457,  non  1458,  nfe  14S5),  164,  33-34;  cf., 
143,  5;  161,  13;  suo  epitaffio  nella  chiesa  d.  Servi 
ove  fe  solenneraente  sepolto,  14-34 ;  cf.,  164,  37-38 ; 
fu  amico  d.  poveri  e  d.  religiosi,  36-37;  lasci6  quasi 
tutto  il  suo  ai  frati  Serviti,  37-38;  ^  celebrato  da 
Orazio  Romano,   143,  5. 

GiovANNi  da  AquiLA  presenta  al  coUegio  dei  dottori 
in  Padova  il  laureando  Paolo  Ghellini  (an.  1498), 
295,  48. 

GiovANNi  D.\  Candia  parte  di  Bologna  crociato  con 
Giacomo  Grati  (an.  1464),  186,  s. 

GiovANNi  da  Casale  [Giovanai  da  Casali\  connesta- 
blle  de'  fanti  di  Bologna;  aviebbe  dovuto  essere 
avvelenato  da  Giovanni  da  Ferrara  in  un  complotto 
ordito  da  questo  con  banditi  bolognesi  (an.  1430), 
21,  30-31. 

GiovANNi  i)A  Cento  al  soldo  d.  Chiesa;  si  accorda  con 
Tommaso  Loiani  e  Galasso  da  Vedrana  banditi  dl 
Boiogna  in  un  complotto  per  fare  entrare  i  pred.  e 
l'esercito  d.  Chiesa  in  c.  (an.   1430),  21,    27-28. 

"  GiovANNi  D.v  Fermo  Eremitano,  sottopriore  nel  con- 
vento  di  .San  Giacomo  In  Bologna ;  fe  sostltuito  da 
fra  Cherubino  Ghirardacci  (an.  1558),  XIII,  13-14  „. 

GiovANNi  DA  Ferrara  al  soldo  d.  Chiesa;  sl  accorda 
con  Tommaso  Loiani  e  Galasso  da  Vedrana,  ban- 
diti  di  Bologna,  in  un  complotto  per  fare  entrare  i 
pred.  e  resercito  d.  Chiesa  in  c.  (an.  1430),  21,  27-28; 
complto  affidatogli,  28-38;  e  scoperto  preso  e  posto 
al  tormento,    38-41;  confessa  ed  h  impiccato,  41-42. 

GiovANNi  da  Imola  dottore  famoso,  f  ^  sepolto  in  San 
Domenico  nella  cappella  di  san  Pietro  e  Paolo  senza 
alcuna  indicazione  (an.  1436),  49,  23-25;  dopo  molti 
anni  le  sue  ossa  vengono  traslate  nel  sepolcreto  d. 
Garisendi  e  hanno  un  breve  epitaffio,  35-37 ;  sua 
abltazione  in  Bologna,  27-29 ;  Alessandro  Bottrigari 
ne  compra  la  casa  di  fronte  alla  chiesa  di  san  Mi- 
chele  (an.  1496),  290,  30-31. 

GiovANNi  (Don)  da  Massumatico:  h  ucciso  in  Bolo- 
gna  durante  i  torbidi  per  la  f  di  Annlbale  Ben- 
tivoglio  (an.   1445),   106,  26,  31. 

GioVANNi  DA  PiACKNZA  [Giovanni  da  Piastnta]  accom- 
pagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459)1 
168,  48;   169,  9. 

GiovANNi  DA  RiMiNi  entra  in  Bologna  come  esecutore  d. 
giustizia  e  conservatore  d.  liberti  (an.  1428),  8, 20-21, 

GiovANNi  DA  San  Gervasio.  Suo  dono  a  Sante  Benti- 
Toglio  per  le  nozze  (an.  1454),   150,  6-7. 

Giovanni  da  Terni  V.   Giovanni  d^Amtlia, 

Giovanni  (DoN)  i)A  ViENNA  [da  Viena]  cappeUano  d. 
Pieve  di  Scarlcalasino;  c  fatto  imprigionare  dal  vl- 
cario  d.  resc.  di  Bologna  per  avere  ucclso  Antonio 
Pegolotti  e  commesso  «Itri   delitti  (an.  1466),  192, 

21-24. 

GiovANNi  da  Vionola  contadino;  suo  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  20. 

GioVANNl  (cniESA  Di  8AK)  V.  Bolog-na  {chiest),  ?fapoli 
{ehiett). 

GiovA^fNi  DKL  Mercato  (cHUiSA  Di  san)  V.  Bologna 
{chitMi). 


624 


INDICE   ALFABETICO  (Oiov.  Oerotol -GIov.  In  Persicelo  r 


GiovANin  GKRotouifiTAiro  (oRDurs  Di  SAir)  tI  appBr- 
tiene  Achllle  Malrezxi  (an.   1448),  126,  7. 

GlOTANNi  IN  Pkrsickto  [PtrsieeUo]  (ca«tkllo  di  San). 
Le  gentl  del  duca  di  Milano  vl  pauano  11  Panaro 
lopra  un  ponte  di  bottl  (an.  1426),  3,  IfM;  cl.  35- 
3; ;  In  un  boaco  Tlcino  aono  accampatl  i  Venezla- 
ni,  31;  tlene  per  la  Chiesa  e  percl6  h  asaailto  quindl 
atiediato  dal  Bolognetil  (an.  1438),  9,  5-7;  Antonga- 
leaxzo  Bentlvogllo  con  mlilzie  pontificie  tenta  soc- 
correrlo  aenza  rlusclrvl,  7-l0;  il  castellano  d.  rocca 
prlTO  dl  aiutl,  io  cede  a  Bologna  per  dennro,  17-1»; 
ma  1  clttadlnl,  per  non  patlre  danno,  sl  accordano 
con  l'esercito  d,  Chiesa  che  vi  entra,  1«-31;  vl  aono 
fattl  prlgionieri  clttadlnl  bolognesl,  31-33;  vi  rlmane 
commissarlo  per  la  Chlesa  Francesco  Trentaquattro, 
33-3«;  rlc,  35;  ae  i  natlvo  Alberto  Magnanl,  43;  vl 
si  reca  11  leg.  dl  Bologna  con  Teserclto  (an.  1430), 
21,  33;  cf.,  30-33;  vl  torna  da  Roma  un  tal  Lorenzo 
misso  d.  pp.,  22,  10-11 ;  aua  campana  in  San  Petroniu 
dl  Bologna  rlc,  23,  30-31 ;  rlc,  25,  U;  vi  sl  reca  pr. 
il  leg.  11  misso  pontificio  Glovanni  Ambroslnl  (an. 
1431),  31-32;  nel  capitoli  tra  Bologna  e  11  pp.  l'ele- 
zione  d.  suo  Tesoriere  e  deirUflSciale  d.  bollette 
i  riservata  al  leg.  o  governatore  dl  Bologna,  28,  1-3; 
ne  parte  Glovanni  Bosco,  29,  2«;  essendone  par- 
tito  U  vesc.  dl  Tropea  con  tutto  l'esercito  molti 
amicl  di  Antongaleazzo  Bentivoglio  trattano  con 
Bgrtolomeo  Scozzi  per  esservi  Introdotti,  30,  30-36; 
ma  a  sventare  ii  complotto  vi  sono  mandati  da 
Bologna  Gaspare  Canetoli  e  Toramaso  Ghlsilierl 
con  duecento  fanti,  36-3S;  vl  sono  Introdottl  dallo 
Scozzi  sessantatre  amlci  di  Bentivoglio,  30-31 ;  ma 
aopraggiunto  Gaspare  Canetoii  con  i  compagni  e  re- 
catosi  subito  In  Piazza  al  grido  di :  *  Chlesa,  Chiesa  „, 
31-33,  gli  amici  di  Antonio  ne  fuggono,  ma  molti  vi 
sono  presi  o  morti,  34-37:  vi  sl  reca  da  Venezia  Ga- 
spare  Canetoll  con  clnquecento  cavalll  e  rottiene 
senza  contrasto  (an.  1434),  36,  45-46,  meno  la  rocca 
che  rlmane  al  presidi  d.  pp.  e  d.  Gattamelata,  47; 
cf.,  37,  31-32;  Gaspare  pone  allora  rassedio  a  que- 
sta,  40-41 ;  II  Gattamelata  si  dispone  a  llberarla  e 
fatto  trattato  con  alcunl  degli  abitantl,  entra  per 
tradimento  nel  castello  e  vi  prende  11  Canetoli  con 
tutti  i  suol  dopo  accanita  zuffa,  41-44;  ric,  39,  20; 
41,  14,  26;  intervenuta  la  pace  con  il  pp.  4  resti- 
tuito  a  Bologna  (an.  1435)1  **>  37-3»;  ii  Piccinino 
nei  capitoli  concordati  con  il  com.  di  Bologna  per 
la  cesslone  d.  castelli  bolognesi  se  lo  riserva  a  sua 
sicurezza  (an.  1440),  67,  3»-39,  e  11  Senato  sl  obbliga 
a  pagarne  le  guardie,  65,  35-37;  vi  si  fa  condurre 
Francesco  Piccinlno  fingendosi  ammalato  (an.  1442), 
72,  36-3»;  il  pred.  accompagnato  da  Annibale  Ben- 
tivogUo  e  da  moltl  gcntlluomini  si  fa  portarc  nella 
rocca,  46-47;  qul  U  Bentlvoglio  tI  e  fatto  prigio- 
niero  con  Gaspare  e  AchlUe  Malvezzi,  73,  1-3;  si 
accorda  con  Lulgi  Dal  Verme  e  non  soffre  dann! 
(an.  1443),  86,  5-6 ;  si  rende  ai  pred.  col  patto  che  1 
soldati  non  vi  entrino,  88,  5-7;  cf.,  1»-19;  ric,  92,  38; 
sconfitto  il  D*l  Verrae  sl  rende  a  nologna,  94,  II; 
non  per6  la  torre  restata  in  mano  ai  presid!  d.  Dal 
Verme,  12-13;  il  Senato  di  Bologna  manda  ad  asse- 
diarla,  12-14 ;  il  castellano  d.  rocca  la  rende  otte- 
nendo  libera  uscita  con  quarantadue  persone  ar- 
mate,  15-16;  11  pred.  andando  in  Lombardla  h  assa- 


lito  e  ucclao  tra  Santa  Agata  e  Crermlcore  da  genti 
di  Caateliranco  e  di  Santa  Agata,  l*-l( ;  complotta 
con  il  Dal  Verme  e  Cervato  di  Caravagglo  dl  darai 
loro,  95,  43-4«;  tcoperto  11  trattato,  1  Bologoeai  t1 
eotrano  con  strattagemma  e  impadronltlsi  d.  rocca, 
conducono  a  Bologna  prlgloolerl  centosettanta  abl- 
tantl,  44-96,  l-IO;  si  deiibera  in  Senato  sulla  aua 
aorte,  12-21;  prevaie  il  parere  d.  Kentivogllo  che 
non  sia  guasto,  ma  che  aolo  te  oe  dtstruggano  I 
borghi,  si  confischino  i  beni  d.  capl  d.  congiura  e 
si  faccia  dagli  abitantl  giurare  fedelti  a  Bologna 
rimandandovi  tlberl  I  prigionieri,  2l-2(;  per  pub- 
bllca  grida  d.  Senato  di  Bologna  tuttl  gil  abltantl 
d.  borghi  devono  In  tre  glorni  sgombrarli  con  le 
ioro  robe,  30-33;  i  borghi  sono  rorinatl  daiic  gentl 
llmltrofe,  33-35;  1  prigionteri  s(>no  rimandati  a  cata 
dopo  aver  giurato  redeltJi  al  Bologneti,  35-17;  giura 
fedelti  a  Bologna  nelle  mani  dl  Melchiorre  .Malvezzi 
commistario  (an.  I44.<;),  109,  26-2S;  ne  ottlene  in  rl- 
sarciraento  d.  danni  tubUi  1  benl  mobiU  e  I  moUnl 
d.  CanetoU  potti  nel  terrltorto  e  1'abbono  di  un  ob- 
bllgo  del  1425,  2»-32;  respinge  U  Sanseverlno  che 
eratl  impadronito  di  una  porfa,  37-39;  4  contegnato 
al  pred.  per  tradimento,  111,  3i-39,  /;  toglie  Tacqua 
alla  Pleve  e  a  Cento  tagliando  il  Reno  aila  Nave, 
112,  25-26;  a  sua  volta  rimane  privo  dell'acqua  d. 
Reno  e  d.  Samoggia  toltagli  dal  Bologneti  a  Cor- 
tetone,  21-23;  vi  entra  Luigl  da  Sanseverino,  34-35; 
rlfiuta  obbedienza  a  Bologna  ed  i  asaediato  (an. 
1446),  115,  36-36;  nello  stesso  tempo  i  Bolognesi 
guastano  11  territorio  non  iasclandovi  niente  intatto, 
37-43;  11  Visconti  invia  a  toccorrerlo  Carlo  Goazaga 
con  mille  cavalli,  44-45 :  Romeo  PepoU,  commlstorio 
deIl'esercito  bolognese.  a  tale  annunzlo  ne  ritrae  il 
carapo  sino  a  Budrio,  45-46;  Guglleimo  di  Monfer- 
rato  ne  promette  la  rocca  a!  Bolognesi  per  dennro, 
116,  30-31;  U  casteilano  d'accorda  con  11  pred.  vi  In- 
troduce  trecento  fantl  dl  Bologna,  117,  12-14  ^gU  abl- 
tantl  offrono  a  Taddeo  Marchesi  giuntovicon  l'e*er- 
cito  di  aiutarlo  contro  1  soldati  di  Cario  Gonxaga 
in  cambio  d.  perdono  e  d.  salvezza  degll  averi,  11-21 ; 
accettata  1'offerta  assalgono  l  soldatl  d.  Gonzaga 
che  vlncono,  uccidono  e  cacciano  in  fuga,  21-24; 
sono  loro  raantenute  ie  promeste  fatte,  25-26;  e  mu- 
nita  di  presidi  dai  march.,  36-27;  vl  ti  reca  il  leg. 
Astorre  Agnesi  a  prendere  nolizle  di  Crevalcore 
(an.  1448),  126,  21-22;  vi  e  mandato  dal  fwed.  e  dal 
Senato  Astorre  Manfredi  con  seicento  aiTaUi,  27 ;  tI 
sono  condott!  prigionieri  Baidassarre  Canetoli  e  gli 
aitri  fuorusclti  presi  in  un'lmboscata.  35-37 ;  vi  toma 
U  ieg.  a  interrogare  i  Canetoli,  40-41  ;  vj  glungono 
Sante  Bentivoglio,  Galeazzo  .Marescotti  e  Achille 
Malvezzi  con  trecento  cavalll  per  impadronlrsi  di 
Baldassarre,  127,  6»;  finU  scaramuccia  d.  pred.  coi 
presidi  d.  .Manfredl,  »-»;  ric,  147,  31;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (*n.  1454),  150, 
43;  tI  h  condotto  prlgione  il  cancelUere  del  tignore 
di  Carpi  (*n.  1459),  167,  1-3;  fa  un  presente  aUe 
nozze  dl  Glulio  MalTezzi  (an.  1464),  185,  5;  tI  c  di 
passaggio  II  conte  Giacomo  Picclnino,  16;  GioTanni 
Bentivogtio  ne  bonifica  le  vall!  compreae  tra  U  ca- 
steilo,  Crevalcore  e  SanfAgata  (an.  1490),  257,16; 
gli  abltanti  gli  regalano  una  parte  di  este,  16-17  ; 
il  Bentivoglio  tI  fa  una  possetsione  di  otto  poderi 


[Giov.  in  Persiceto  (5a»)-GiuUano]      INDICE  ALFABETICO 


625 


detta  la  Giovannlna,  17-U;  tI  aSbga  aelle  fosse  11 
castellano  Giacomo  Bargellini  (an.  1506),  343,  17-11; 
fa  un  presente  di  Tettovaglie  al  pp.  Giulio  II  In 
Bologna,  360,  22-23;  i  Bolognesi  vi  mandano  genti 
a  difenderla  contro  i  Bentivoglio  (an.  1507),  378,  4; 
il  governatore  di  Bologna  ofifre  la  balla  d.  rocca  ben 
fornita  a  Gaspare  Scappi  e  ai  suoi  compagni,  che 
temendo  unUnsidia  la  rifiutano  (an.  1508),  313,  »-12. 

GiovAKNi  (San)  in  Triario  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4)>  151»  '• 

GloVANNt  AgostIno  V.    ^^tmercati  G.  A. 

Giovanni  Aluigio  V.  Gianluigi. 

GioVANNl  Andrea  V.   Gianandrea. 

OiovANNi  Antonio  V.  Bettiui  G.  A.,  Boltraffio  G.  A., 
Bumaldi  G.  A.,  Cancellieri  G.  A.,  Castelli  G.  A., 
(ialluxxi  G.  A.,  Gatzoli  G.  A.,  Goxzadini  G.  A., 
Marzano  G.  A.,  Morandi  G.  A.,  Orsini  G.  A.,  Sai- 
hadini  G.  A.,  Scariotti  G.  A.,    Vasselli  G.  A. 

GiovANNi  Antonio  da  Forll  bargello;  esce  di  Bologna 
coi  Bentlvoglio   suoi   amicl  (an.    1506),  348,  41,  49. 

GiovANNi  Antonio  da  Vbrona  parte  di  Bologna  cro- 
dato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),  185,  41-42; 
tiene  U  aecondo  tavolaccio  verso  i  banchi  d.  Piazza 
nella  giostra  in  Bologna  per  le  nozze  di  Annibale 
Bentivoglio  (an.  1487),  241,  4-5:  nomi  dei  suoi  av- 
versari,  5-6;  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  paladino  d.  Fortuna;  e  ascrltto  alla  terza 
squadra  vestlta  alla  francese  (an.  1490),  259,  24-25; 
la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-18. 

GiovANNi  Bartolomko  V.  Guidotti  G.  B. 

GloVANNl  Battista  V.  Giambattista. 

GiovANNi  Battista  (Cavalieri  Dl  san)  di  Sbgna  V, 
Malvezxi  Attorre. 

Gjovanni  Battista  (Chiesa  di  san)  V.  Castelfranco 
(Chiese). 

Giovanni  Battista  (SnoRE  di  San)  sono  riformate  dal 
Senato  di  Bologna  (an.  1408),  201,  5-6;  nel  loro 
mon.  vanno  ad  abltare  le  suore  di  Santa  Maria 
Maddalena  e  quelle  dl  Santa  Marla  da  Quarto,  6-S. 

Giovanni   Benedbtto  V.  Barbieri  G.   B. 

Giovanni  Corrado  V.  Orsini  G.  C. 

GiovANNi  Danible  V,  Calice  (Dal)  G.  D. 

Giovanni  Demetrio  [Palbologo]  principk  di  Morba 
fratello  dellMmp.  Giovannl  sl  reca  con  lui  al  Con- 
ciHo  in  Ferrara  (an.  1438),  50,  42-43. 

GloVANNi  EvANOKLiSTA  V.  Manfrodi  G.  B. 

GloVANNi  FiLlPPo  V,  Salaroli  G.  F. 

GiovANNi  Francbsco  V.   Gianfraneesco, 

GloVANNl  Gai.bazzo  V.  Giangaleazzo. 

GioVANNi  Gasparo  V.  Correggie  (Dalle)  G,   G. 

GiovANNl  f  jiACOMO  [Giovanni  /acorno]  v.  Giangiacomo , 

GiOTANNi  GioRoio  V.  Ma/o  (Dt)  G.  G. 

GloVANNl  GlROLAMO  V,  Lomellini  G,   G, 

GlOVANNI  GUOLIBLMO  V.    GholHni  G,   G. 

GloVANNl  Inolrsk  {Giovanni  Vighilesio  .']  v.  Tomari  G.  I. 

GIOVANNI   LoDovico  V.  Pallavicini  G.  L. 

GlovANNl  LuCA  V.  Stamfa  G.  L, 

GlovANNi  Marco  V.  Pio  di  Savoi»  G.  M. 

GlovANNl  Maria  V.  Giammaria. 

GiovANNi  Mattko  [Giovanni  Matthia]  v.  Lucii  G.   M., 

Nuovi  G.  M.,  Salani  G.   M. 
GiovANNi  Paolo   V.  Gianfaolo. 


GlovAlTNi  Pietro  t.  Gianfietro. 

GIOVANNI  RoMEO  V.  Barbaxta  G.  R. 

GiovANNi  Sabbadino  V.  Arienti  (Delli)  G.  S. 

GiovANNl  Stepano  V.  Ferreri  G.  S. 

GiovANNi  ToMMAso  V.  Lucii  (D^)  G.   T 

GiovANNl  VlGHiLESio  (/)  V.  Giovanni  Inglese. 

GiovANNl  B  Paolo  (cARDiNAU  D.  Santo)  V.  Orsinl  Giam- 
batHsta,   Oriini  Latino. 

GiovANNiNA.  Possessione  di  Giovanni  ItentiTOglio  nel 
territorlo  dl  San  Giovanni  in  Peniceto  (an.  1490), 
257,  17-18. 

Giovi  A  (cASTBLLo  Di  porta)  [Castello  di  Porla  Giobbia] 
V.  Milano  (castello  di  porta  Giovia). 

GiRADADA  V.  Gkiara  d^Adda. 

GiRALDiNi  Agapito  notalo ;  in  Roma  alla  presenza  d. 
pp.  roga  ristrumento  d.  pace  tra  1  Bentlvoglio  e 
il  Valentlno  (an.  1502),  319,  4-6. 

GiRALDiNi  DoMENico  padre  dl  Pietro,  244,  1. 

Giraldini  Pietro  figlio  dl  Domenico,  da  Cento;  ot- 
tiene  la  cittadinanza  bolognese  conferitagli  dal  pro- 
tonotario  d.  leg.  Luigi  Capra  («n.  1487),  243,  45; 
244,  1. 

GlROLAMO  [leronimo]  v.  Argile  (Da)  G.,  Aste  (Dalle)  G., 
Barbarigo  G.,  Bargellini  G.,  Bentivoglio  G.,  Bianehi 
G.,  Bolognetti  G,,  Bolognini  G.,  Bortelli  G.,  Calxo- 
lari  G„  Campana  G.,  Campeggi  G.,  Castellani  G,, 
Cattani  G,,  Desideri  G.,  Dina  G.,  Ghirardaeci  G., 
Ghisilardi  G.,  Goztadini  G.,  Griffoni  G,,  Guatco  G., 
Gulotti  G.,  Lodovisi  G.,  Malvetti  G.,  Manfredi  G., 
Pati  G,,  Pepoli  G,,  Ramondi  G.,  Ranutti  G.,  Riario 
G,,  .Sampieri  G.,  Saraeini  G.,  Savena  (Da)  G.,  Savo- 
narola  G,,  Scardovi  G.,  Seta  (Dalla)  G.,  Severi  G,, 
Testa  G.,  Toale  G„  Tochini  G.,  Zabbino  G„  Zaneari 
G.,  ZaneUni  G.,  Zaneitini  G.,  Zocchini  G.,  Zoppi  G. 

"  . ..  .  GiROLAMO  (fra)  [frate  Hieronimus  Alle  t\.  La  sua 
firma  ppare  nel  ms.  orlglnale  d.  secondo  volume  d. 
Historia  di  Bologna  del  Ghlrardacci  come  rapprcr 
sentante  d.  inquisitore,  LIX,  15;  LX,  1,  bs-b^  „. 

"GiROLAMO  (fra)  da  Nicotkra  monaco  Celestino;  scri- 
ve  al  Ghirardacci  e  gli  si  raccomanda  (an.  1598), 
XXXIX,   5-6  ,. 

GiROLAMo  UA  Verona  prcsenta  al  dottorato  Paolo  Ghel- 
Hnl  (an.  1498),  295,  48-49. 

GiROLAMO  (altarb  di  san)  nclla  chlesa  parrocchUIe  di 
san  Tommaso  del  Mercato  in  Bologna;  ne  %  ret- 
tore  e  capellano  Lodovico  Lodoviai  (an.  1474),  214, 
lt-21. 

GiROLAMo  (CKIESA  Di  san)  [^im  Gieronimo\  v.  Bologna 
(chiosa  di  san  Girolamo). 

GlSMONDO  V.  Cantelmo  G. 

GiUBiLEO  fatto  celebrare  da  Sisto  IV  dopo  soll  ventl- 
cinque  annl  (an.   1474),  215,  40-42. 

....  Giudeo  le  sue  case  presso  San  Mlchele  de'  Lepro- 
settl  sono  distrutte  da  un  incendio   e  vi  bruclano 
clnquantamila  lire  dl  pegnl  (an.    1503),  322,  20-2I; 
rimborsa  i  proprletari  fuggendo  di  Bologna,  21-22. 
"  Giuuici  Laura  vedova   di   G.  Bendoni   sposa   Anton 
Maria  Ghirardacci  (s.  a.)  Schizzo  genealoglco,  VIII; 
rX,  i.1-84;  ha  una  dote  d/  treetnt»  iirt,  S4-ls  ,- 
GlULiA  v.  Bentivoglio  G,,  Pefoli  G, 
GlUUAMO  V,  Citarini  G,,  Fiffi  G„  Medici  (De")  G.,  P*l- 
littari  G.,  Pelacani  G,,  Rovert  (Della)  G.,   Taverna 
G„  Zappolino  (Da)   G, 
....  GtULiANo  fabbro;  multato  in   cento  ducati  per  11 


T.  XXXra,  p.  I  -  40. 


626 


INDICE  ALFABETICO 


f —  GiuUaoo-Glulio  II  pp.| 


rlfaclinento  d.  paL  Mareicottl  («n.  iSo8),  386,  14; 
389,  ij. 

G1UI.IAN0  (abats  ui  San).  Udito  «treptto  alU  porta  dt 
Santo  Stefano,  di  rallarme  con  la  campana  aTe- 
gltando  II  cap.  d.  porta  che  dormtva  (an.  143S),  42, 
1-2. 

GlULiANo  (San)  dannegglato  dal  terremoto  (an.  1456), 
164,  10. 

GlULIo  V.  Argelati  G,,  Bargellini  G.,  Bottrigari  G., 
Bst*  (D')  G.,  Fagnam  G.,  Mncchiavelli  G.,  Mal- 
vetMi  G.,  Monte  (Del)  G.,  Orsini  G.,  Pati  6.,  /V- 
/#//  G.,  Rasi  G.,  Saracini  G.,  Segna  G.,  TassoM 
G,;  V,  anche   Guido   (Hulio, 

G1UI.10  II  ai  sec.  Giuliano  della  Rovere,  el.  pp.  (an.  1503), 
328,  12-13;  accoglie  iletamente  gli  ambasc.  bolognesi 
clic  con  Carlo  Grati  gli  presentano  I'omagglo  d,  c, 
30-32-,  fa  car.  aurato  uno  di  essi,  Girolamo  Sampteri, 
cul  dona  una  rtcca  coUana  d'oro,  32-33 ;  f  a  i  m  p  r  !• 
glonare  Cesare  Borgla,  329,  13-U;  lo  llbera 
dopo  che  gli  i  stata  resa  Ostia,  U-IS;  manda  a 
Bologna  governatore  con  autorita  di  leg.  il  ge- 
novese  Giovanni  Lomeliini  (an.  1504),  36-3S;  gli 
sono  restitulte  dai  Bolognesi  le  giolc  e  gli  oggetti 
preziosi  dal  Vaientino  sottratti  alla  Chiesa  e  fer- 
matl  alla  dogana  di  Bologna,  43-U;  fa  rilasciare 
Francesco  Parati  referendario  di  Gtovannt  Bentivo- 
glio  fatto  imprigionare  dai  Colonna,  330,  31 ;  gii  h 
invlato  dal  re  d'InghUterra  un  messo  perche  cerchi 
di  pacilicare  ii  re  dt  Francia  con  quello  di  Spagna, 
331,  6-8;  revoca  Altobello  Averoldi  da  viceieg.  di 
Bologna  ed  elegge  tn  sua  vece  Nlcol6  Lomellini  pro- 
tonotario  (an.  1506),  342,  «-5;  per  amore  di  Gto- 
vanni  Gozzadini  suo  chierico  di  camera  e  datarto 
concede  al  padre  di  iui  Bernardino  oltre  11  cavaiie- 
rato,  l'esenzlone  per  lui  e  la  sua  dlscendenza  masco- 
llna  dl  ognt  obbllgo  e  trlbuto  nel  Bolognese  e  nelle 
terre  d.  Chleta,  7-9;  e  la  facolti  di  legitttmare  iigli 
e  creare  dottori  e  notaj,  9-II;  compra  per  mille  du- 
cati  11  gruppo  del  Laocoonte  trovato  In  uno  scavo 
dt  Roma  e  lo  pone  nel  suo  giardino,  46-47  ;  11  Senato 
di  Bologna  per  timore  di  una  sua  venuta  fa  abbat- 
tere  la  bastia  di  San  Michele  in  Bosco,  343,  1-2; 
medita  di  cacctare  dl  Bologna  i  Bentivogllo  e  ricon- 
qulstare  la  c.  aiia  Chiesa,  31-3S;  varie  cause  del  suo 
maianlmo  contro  Giovanni  Bentivogllo,  36-4S:  mas- 
sima  tra  ie  altre  ii  perlcolo  corso  di  essere  dai  pred. 
consegnato  al  Valentino  quando  vesc.  di  Bologna 
abitava  tn  Cento,  45-344,  1 ;  chiede  per  raggiungere 
il  suo  scopo  aiuto  a  Lutgi  XII  re  dt  Francla  appog- 
glato  in  ct6  dal  card.  d'Ambotse,  1-S;  ma  11  re  ter- 
glversa,  S-6;  ha  cattive  informazioni  d.  Bentlvoglio 
da  Luigl  Grati  che  per  ambizione  tradisce  il  suo 
stgnore,  7-10,  13-16;  cf.,  362,  28-29;  crea  11  pred.  sena- 
tore  dt  Roma  e  gli  da  ricca  e  nobile  moglie,  344, 
10-12;  le  stesse  accuse  dl  tirannia  e  crudelta  d.  Ben- 
tlTOgllo  git  ripete  Sebasttano  dalle  Agocchie  er  se- 
gretario  d.  pred.,  17-21;  cita  a  Roma  Giovanni  Ben- 
tivoglio  col  figlt,  22-23;  che  ritiutano  di  recarTisi, 
28-29;  allora  deiibera  dl  andate  a  Boiogna,  e  riuniti 
t  card.  in  concistoro  espone  ia  sua  voiontft  di  lll>e- 
rare  Bologna  e  le  altre  c.  d.  Chiesa,  29-32;  parte 
dl  Roma  e  si  avvia  per  la  Marca  fermandosi  a  San- 
fArcangelo,  46-48;  di  ii  manda  11  suo  audttore  di 
Camera  Antonlo  Cioccht  o  del  Monte  a  Bologna  a 


chiedere  1'otserTanxa  d.  capitoli  In  rlguardo  alla 
sua  andata  coli,  48-345,  2-6;  risposta  condlzlonata 
d.  Senato,  fr-ll;  e  d.  Mastari  e  GonfaJonieri,  II-l*; 
risposta  canzonatoria  d.  Arti  d.  Not«l  e  Straccia- 
roll,  17-22;  11  prcd.  miaao  torna  pr.  lui  a  SanfArcan- 
gelo  con  tali  notizle,  22-24;  1  Bolognett  gll  mandano 
sei  ambasc.,  4S-48;  i  pred.  glunti  a  Cesena,  aTendo 
saputo  che  a  Bologna  era  ttato  ucclso  Bernardino 
Gozzadini,  temendo  11  suo  sdegno,  fuggono  In  ter- 
ritorio  Teneto,  49-SO;  cf.,  346,  1318;  i  pred.  gli  man- 
dano  a  chiedere  un  salTacondotto  che  concede,  19- 
21;  quando  per6  11  ha  presso  dl  tk  prolbiice  lorn 
di  partlre  senza  ii  tuo  conienso,  21-23;  fermo  nel 
voiere  Bologna  liberata  dai  Bentlvoglio,  comanda 
al  march.  Gonzaga  di  andare  contro  la  c,  2S-28;  tale 
sua  Tolonti  h  riaffermata  a  Glovannl  BentiTogllo  e 
dal  Gonzaga  e  da  Lulgi  XU,  39-43;  ^  aiutato  nel- 
l'impresa  contro  Bologna  dal  viceri  di  Miiano,  da 
Alfonso  d'Este  e  dal  Fiorenttni,  347,  8-13;  i  Vene- 
zianl  rlfiutano  aluti  at  Bolognesi  per  non  inimi- 
carselo,  lS-16;  da  Imola  scomunica  i  Bolognesl  pri- 
randoli  d.  divinl  ufiici.  18-21;  tcomunica  i  pretl  e 
i  frati  che  non  abbandonlno  immantinente  la  c, 
21-23;  anche  quelli  impediti  a  uscirne,  23-34;  man- 
da  un  messo  a  Bologna  a  intendere  l'animo  d.  Se- 
nato,  348,  S-7 ;  il  pred.  h  ricevuto  tn  PaL  ai  grtdo 
di  "  sega  e  guerra  „  7;  ritorna  il  misso  recando- 
gii  capitoii  d.  Bologncsl  che  straccia  appena  lettl, 
11-13;  rinnova  1  patti  coi  Francesi  che  si  obbligano 
a  dargli  Bologna  in  tre  giorni,  13-14;  gli  vlene  in 
Imola  un  mesto  d.  vicere  a  esporgli  le  tristl  con- 
diztoni  deifetercito  francese  sotto  Bologna,  351,  IS- 
19;  e  a  pregarlo  di  provredere  a  che  U  pred.  eser- 
cito  non  pericoll,  giacchi  11  re  ne  sareblie  sdegnato, 
19-22;  manda  a  Boiogna  il  march.  di  Mantora  per- 
chi  procuri  di  paclficare  ie  cose  e  fare  partlre  ii 
campo  francese,  23-34;  il  che  ottlene  dopo  moitt 
sforzl  dai  popolo  impadronitosi  d.  gorerno  d.  c.  al 
grido  di:  «  Chlesa,  Chiesa,,  29-352-353,  I-I8;  orache 
Bologna  h  ai  suot  cenni  i  contento  che  il  popolo  si 
sla  mostrato  ardito  e  forte  contro  i  Francesi,  19-23: 
chiama  pr.  di  sb  alcuni  d.  nuoTi  senatori  per  trat- 
tare  con  loro  di  cose  Importantl  e  d.  sua  venuta  in 
Boiogna,  23-28;  li  riceve  benignamente,  29;  li  intrat- 
tiene  a  lungo  degli  affari  di  Boiogna,  29-30;  ordt- 
nato  ci6  che  gii  sembra  opportuno  li  iicenala,  32-13; 
gli  ambasc.  fanno  le  sue  lodt  al  Senato,  32-33,  e  ne 
annunziano  l'arrtvo  per  san  Martino,  34-33 ;  saputo 
che  Ginevra  Bentivogiio  lo  aspettava  in  Bologna 
per  supplicarlo  in  favore  d.  suoi,  dichiara  di  non 
volerla  ascoltare  e  ordtna  che  lasct  Bologna  prima 
d.  suo  arrlvo,  354,  1-3 ;  parte  d'Imoia  coi  card.  per 
Bologna,  355,  3-4;  Invece  di  fermarsi  ai  Crocialt, 
secondo  11  costume,  entra  in  cttti  e  si  rlpota  neila 
chiesa  d.  Maglone  a  cagione  d.  pioggia  e  d.  strada 
fangosa,  4-9;  gll  vengono  incontro  cento  giovani 
nobiii  sfarzosamente  vestiti,  9-14 ;  i  qualt  lo  doTC- 
vano  portare  sulla  sedia,  14-15;  enumerazione  degli 
enti  e  corpi  che  si  recano  a  rivertrlo  16-21;  ac- 
cetta  lletamente  le  chiavi  d.  c.  presentateglt  dal 
Senato,  21-22;  sl  muove  daila  Maglone,  22;  detcrt- 
zione  d.  corteo,  23-356,  t-21 ;  giunto  in  Piasca  gii  ti 
presentano  gli  ebrel  i>en  vestiti  e  con  rami  d'uitTO 
cantando   siUmi    tn   ebratco,   21-23;    si  compiace   d. 


l       (Giulio  II  papa] 


INDICE  ALFABETICO 


627 


loro  canti,  23-24;  entra  In  San  Pietro  e  fattavi  ora- 
zione  h  poi  condotto  in  Pal.,  33-25;  manifestazionl 
di  gioia  per  il  suo  arrivo,  25-28;  sua  andata  a  Bo- 
logna  ric,  330,  15;  non  restituisce  a  Baldassarre 
Canetoli  i  beni  paternl  confiscatigli  dai  Bentivoglio, 
perche  i  suol  maggiori  erano  stati  ribelli  alla  Chie- 
sa,  356,  20-21 ;  dona  a  Giovannl  Gozzadini  il  pal.  di 
Nicol6  Sanuti,  g\k  usurpato  da  Giovanni  Bentivo- 
glio,  357,  17-18;  dimette  il  correttore  d.  notai  Bar- 
toiomeo  Verardi  e  lo  sostituisce  con  Zaccaria  Ri- 
ghetti,  18-20;  consegna  tutte  le  porte  in  cuatodia  ai 
cittadini,  26-32:  fa  bandire  che  tutti  posino  le  armi 
e  siano  consegnate  le  artiglierie  d.  c,  33-35;  toglie 
i  dazi  e  le  gabelle  per  cinque  anni,  35-36;  dona  al 
com.  1'abbazia  di  San  Felice  per  i  poveri,  38-40;  ri- 
duce  alla  meta  il  prezzo  d.  vettovaglie  divenute  ca- 
rissime,  40-385,  1-3;  Carlo  d'Amboise  vicere  di  Mi- 
lano  si  reca  a  Bologna  a  fargll  omaggio,  4-7 ;  la  sua 
corte  va  incontro  al  pred.,  7 ;  si  crede  che  il  vicere 
venga  anche  per  chledergli  altri  denari  oltre  i  di- 
clottomila  ducati  datigli  perchfe  i  Francesi  tornas- 
sero  in  Lombardia,  11-13;  fa  celebrare  messa  solenne 
in  San  Petronio  dal  card.  Alidosi,  alla  quale  assi- 
stono  quattordici  card.,  tutti  i  signori  convenuti  in 
Bologna  e  il  popolo,  14-16;  crea  subito  dopo  tre 
cav.  aurati,  16-17;  fa  imprigionare  Angelo  Bianchi, 
18-19;  proibisce  sotto  pena  capltale  ogni  corrispon- 
denza  coi  Bentlvoglio,  19-20,  e  ogni  riunione  di  pii 
che  quattro  persone  eccetto  negli  ufBci  e  magistrati 
d.  c,  20-22;  crea  un  nuovo  Senato  di  quaranta  mem- 
bri  col  nome  di  Quaranta  Consiglleri  e  Riforma- 
tori  dello  Stato  di  Bologna,  nel  quale  chiama  parte 
d.  Senato  vecchio  e  parte  d.  nuovo  el.  dal  popolo, 
per  contentare  tuttl,  22-41;  statuisce  che  alla  f  di  un 
senatore  !I  successore  sia  el.  dai  colleghi  e  confer- 
mato  dal  pp.,  41-42;  fa  cantare  alla  presenza  sua  e 
d.  card.  una  messa  solenne  in  San  Petronlo  per 
i'annlversario  d.  t  di  Plo  III,  359,  11-12;  finita  la 
messa  pronunziauna  orazione  in  lode  d.  pred.,  12- 
13;  depone  gli  Anziani  e  ne  elcgge  d.  nuovi,  14-18; 
che  si  recano,  accompagnati  dal  Senato  e  dai  no- 
bili,  a  fargli  omaggio  e  a  giurare  iedeltk  nelle  sue 
mani,  18-20;  crea  sovraintendenti  allo  studlo  Gio- 
Tanni  Marsili,  Glambattlsta  Castelli,  Pellegrino  Cac- 
danemici  e  Antonmaria  Legnani,  24-25;  per  la  f  di 
Ftlippo  d'AuBtrla  fa  celebrare  un  ufiizio  solenne  in 
San  Petronio,  cui  assiste  coi  card.,  28-29 ;  finite  le 
esequle  risita  la  porta  San  Fellce  in  parte  rovlnata 
dal  Francesi  e  dk  ordine  sia  riparata,  30-32 ;  va  anche 
a  vedere  la  porta  di  Galliera  ove  intende  ricostruire 
il  castello,  32-33;  festeggia  l'anniversario  della  sua 
incoronazione  assistendo  in  San  Petronio  a  una 
messa  solenne  uelebrata  dal  card,  d.  Rovere,  34-37; 
crea  quindi  cav.  aurati  Pellegrlno  Caccianemicl, 
Galeazzo  .Vlarescottl,  CamiUo  Gozzadini,  ai  quall 
regala  un  anello  di  valore,  37-40;  rlceve  i  nuovi 
Gonfalonierl  d.  popolo  da  lui  el.,  cui  consegna  lo 
stendardo  e  ordlna  che  sia  loro  data  una  casa  per 
le  loro  riunioni,  40-47;  crea  quindi  1  Massari  d. 
Arti,  47-360,  l-ll;  riceve  un  presente  di  vettovaglle 
dagli  uomlni  dl  Mediclna,  360,  12-15;  cavalca  a  San 
Michele  In  Bosco  a  visltarvi  11  bastlone  fatto  co- 
strulre  da  Giovanni  Bentivoglio  contro  Alessan- 
dro  Vr,  tS-17;  dk  alcune  disposizionl  per  la  illuml- 


nazione  durante  la  sera,  17-20;  fa  avrertire  gU  amici 
d.  Bentivoglio  di  andare  ad  abitare  altrove  sino 
a  che  siano  richiamati,  20-21 ;  riceve  un  presente  di 
vettovaglie  dal  castello  dl  San  Giovanni  in  Persl- 
ceto,  22-23,  da  Budrio,  23-25,  da  alcune  Arti,  25-30, 
da  Melchiorre  Manzoli  e  da  Alessandro  Orsi,  25-35 ; 
anche  riceve  un  ricco  presente  dai  Quaranta  Con- 
siglieri  dl  Bologna,  35-36,  e  dono  di  vettovagUe 
dal  vesc  dl  Bologna,  36-38 ;  crea  card.  ii  fratello  d. 
march.  Gonzaga,  il  vescovo  di  Burges  e  tre  fran- 
cesi,  ma  ne  riserva  a  pld  tardi  la  pubblicazlone, 
44-49;  cavalca  alla  Certosa,  50;  ordina  che  un  suo 
busto  in  stucco  sia  posto  al  disopra  d.  Ringhle- 
ra  scoperta  da  lui  fatta  fabbrlcare  nel  PaL  d.  sl- 
gnori,  361,  1-2;  per  Natale  toglie  il  dazio  d.  car- 
ticelle  che  assai  gravava  il  popolo,  3-12;  limita 
altri  dazt  e  trasforma  quello  sul  sale,  12-26;  a  capo 
d.  nuova  tassa  sul  bestiame  designa  Giovanni  Cam- 
peggi,  Alberto  Carbonesi,  Anton  Maria  Legnani, 
Girolamo  Ludovisl,  26-28;  rlceve  donl  dalle  Arti 
d.  c  e  dai  Comuni  d.  contado,  32-33;  Lucrezia  Bor- 
gia  duchessa  di  Ferrara  gli  fa  un  presente  dl  pe- 
sci,  35-36;  di  Natale  asslste  a  una  messa  solenne  in 
San  Petronio  celebrata  dal  card.  di  Santa  Prassede, 
37-40;  vi  bcnedice  una  berretta  e  una  ricca  spada 
che  vuol  donare  al  re  di  Scozia,  40-42;  ordina  che 
nel  pomeriggio  sl  faccia  una  nuova  imbussolazione 
degli  ufSci  d.  c,  42-44;  il  giorno  di  santo  Stefano 
visita  la  chiesa  di  santo  Stefano  e  per  san  Glo- 
vannl  si  reca  alla  chiesa  di  San  Giovanni  in  Monte, 
45-46;  il  d\  degli  Innocenti  va  alla  chiesa  di  san 
Francesco  ove  ascolta  la  messa,  da  ia  benedizione  e 
concede  indulgenza  plenaria,  46-48;  assiste  per  Capo 
d'anno  alla  messa  cantata  nella  capella  nuova  d. 
Pal.  ove  gli  e  giurata  fcdelta  dai  nuovi  Signori  (an. 
1507)1  362,  3-5;  fa  cav.  aurato  Cristoforo  AngeleUl 
uno  degli  Anzlani,  5-6;  fa  estrarre  gll  ufinci  mlnori 
in  sua  presenza,  6;  comanda  che  sla  ricevuto  con 
ogni  onore  il  niiovo  pretore  Nicol6  Tigrini  di  Lucca, 
8;  ordina  la  ricostruzlone  d.  castello  di  Galliera  per 
difendere  Bologna  contro  i  Bentivogllo,  9-14;  gli  h 
inviato  da  Giovanni  Bentivoglio  un  nunzio  a  chle- 
dergli  perdono  e  supplicarlo  di  permettergli  il  ri- 
torno  in  patria,  14-17;  risponde  alPambasc.  essere 
le  scuse  oramal  troppo  tarde  e  lo  llcenzla,  17-18;  in 
una  gita  a  Cortlcella  per  assistere  alla  partenza 
di  alcune  navi  per  Ferrara  gli  sono  donate  da  una 
donniccluola  alcune  castagne  secche,  19-23;  la  rl- 
compensa  con  dodlci  ducatl  e  torna  a  Bologna,  33-24; 
dopo  due  giorni  si  reca  di  nuovo  a  Corticella  e  Im- 
barcatosi  sul  Bucintoro  di  Giovanni  Bentivogllo  si 
fa  condurre  al  Bentivoglio  e  vl  si  trattiene  a  caccia 
una  settlmana,  25-37;  acconsente  che  alcuni  eccle- 
siastici,  amici  d,  Bentivoglio,  siano  messl  a  confine 
nelle  terre  d.  Chiesa,  45-46;  dal  Bentlvoglio  va  a 
pranzare  a  Gombito  ospite  di  Lodovlco  Bolognini, 
che  ve  lo  aveva  Invltato,  363,  4-7 ;  fatto  ritorno  In 
c,  aduna  un  concistoro  nel  quale  tra  l'aItro  deter- 
mina  che  i  Bentivoglio  paghino  ai  loro  credltorl 
la  somma  di  trentamlla  ducati  da  loro  dovuta,  7-9 ; 
per  Candelora  assiste  alla  meisa  detta  da  un  card, 
qulndl  benedlce  seimila  libbre  di  candele,  lo-ll; 
che  dlstribuiscc  dalla  Rlnghlera  al  popolo  aisisiito 
da  due  card,,  ll-U;  di  con   ie   tue   mani  la  ceaere 


628 


INDICE  ALFABETICO 


(Giulio  II  papa  Giusti  Giuttol 


nelU  cappella  d.  PaU,  U-15;  va  a  Belpoggio  d.  Ben- 
tlTOgllo,  16-17;  quindi  a  San  Mlchele  In  Uosco,  17- 
II  i  partltone  Terio  lera  va  a  vedere  gll  tcari  d. 
nuoTO  caatello  a  porta  Galiiera,  la-lf;  lulle  motie 
di  tornare  a  Roma  itabiiiicc  di  lasciare  leg.  di  Bo- 
iogna  11  Ferreri  con  luprema  inappeilabile  autoriti 
andie  lul  Senato,  30-34;  questo  luo  diTlsamento 
turba  ii  Senato  e  gll  altrl  magistrati,  34-]];  ciie  per 
bocca  dl  LodoTlco  Boiognlni,  essendo  tutti  preienti, 
lo  pregano  di  Tolere  confermare  gli  antichi  capltoil 
concessi  a  Bologna  dai  precedentl  pp. ;  in  caso  cun- 
trario  raisegnano  nelle  sue  mani  gli  ufficl  non  to- 
iendo  dlTentare  la  faTola  d.  mondo,  30-364,  1-6;  a 
queito  diicorso  si  adira  entro  ah  e  li  iicenzia  senza 
rispondere,  7-S;  avvertlto  poi  che  anche  il  popolo 
era  malcontento  d.  coaa  ordina  al  card.  Ferrerl, 
SanseTerino,  Alidosl  e  Sauli  di  accomodare  l  capi- 
toll  in  modo  d«  soddisfare  i  Bolognesi,  >-4;  fatto 
chlamare  11  Senato  lo  assicura  di  non  arere  mai 
aTuto  Intenzione  dt  eioiudere  i  senatori  e  1  magi- 
strati  dal  goTcrno  d.  c,  sebbene  di  Tolere  che  niente 
sia  statuito  senza  ii  consenso  anclie  d.  leg.  che  in- 
tende  sia  loro  capo,  14-30;  ii  esorta  a  volere  sempre 
e  soltanto  ii  l>ene  d.  c.  e  d.  contado,  30-31,  e  11  licen- 
zia  paghl  e  contcnti,  33-35;  Alfonso  d'Este  si  reca  a 
Boiogna  a  baclargli  il  piede,  36;  Ta  a  Pontecchio,  37; 
quindi  a  Castel  d.  VescoTo  convitato  dal  vesc.  di 
Bologna,  37-38;  torna  in  c,  3S;  con  pompa  pontifi- 
cale  l>enedice  i  fondamentl  e  pone  la  prima  pietra 
d.  Castello  di  Galiiera  con  sei  monete  d'oro  e  sei 
d'argento  alla  sua  immagine,  39-34 ;  sopra  ad  esia  fa 
porre  dal  leg.  una  laitra  di  marmo  con  lo  stemma 
d.  sua  famigiia  e  maledice  chiunque  si  adopri  a 
rovinare  il  nuoTo  Castello,  34-40 ;  dopo  la  messa  neila 
cappella  d.  Pal.  alia  presenza  d.  senatori  e  d.  ma- 
gistrati  fa  leggere  i  capitoii  che  vengono  appro- 
Tati  e  firmati,  46-365,  I;  conferma  ia  qualifica  di 
Consigilerl  e  non  di  Rlformatori  ai  Quaranta  d.  Se- 
nato,  1-3;  prossimo  a  partire  sl  congeda  dai  magl- 
strati  che  avcTa  conTOcato  In  Pal.  e  ioro  raccomanda 
dl  stare  in  pace,  di  essere  fedeli  e  di  mantenere  la 
liberta  che  con  tanta  spesa  e  fatica  aTeva  loro  data, 
4-7  ;i  rlngraxiato  dai  pred.,  che  gli  si  proferiscono 
coi  figli,  7-11;  fa  loro  glurare  fedelti  nelle  sue  mani 
e  benedettili  11  licenzia,  11-13;  parte  per  Roma  at- 
teso  dai  Romani  con  impazienza,  13-15;  h  accompa- 
gnato  dil  leg.  e  dal  Senato,  dai  magistrati  e  da  tutti 
1  gentiluominl  dl  Bologna,  15-16;  giunto  a  Porta 
Maggiore  si  rlTolge  a  benedlre  ad  alta  voce  la  c. 
raccomandandoia  al  leg.,  16-IS;  sl  avTia  Terso  Imola, 
»;  ai  Crociali  iicenzia  il  leg.  e  tutti  gli  aitri  ma- 
giitratl,  30-31;  io  seguono  d'incarico  d.  Senato  Gio- 
Tanni  Marsiii  e  Gianfrancesco  Aldrovandi,  31-33; 
ric,  43;  invia  lettere  al  Ticeleg.  di  Bologna  tcsc. 
di  TlToIl  nelle  quall  sotto  Interdetto  comanda  ai 
Signorl  che  non  pemiettano  ai  BentlToglio  di  rlsie- 
dere  a  meno  di  cento  miglia  dalla  c,  366,  33-33;  ric, 
368,  33,  36,  45;  h  avTertlto  dal  ieg.  di  Bologna  che 
1  pred.  raccogUeTano  genti,  369,  3-4 ;  scriTe  a  re 
Luigi  a  GenoTa  perchi  Impedisca  che  i  BenttTOglio 
non  gli  rltolgano  Bologna,  4-s;  Intanto  invia  denari 
alla  r.  per  assoidare  armati,  S ;  fa  una  grida  contro 
l  BentiTogilo  e  i  ioro  faToregglatori,  370,  7-13 ;  ric, 
373,  S;  prlTa  1  frati  Zoccolanti  di  Busseto  per  lette 


anni  d.  divini  uftici  perch^  avevano  accompagnato 
aila  lepoltura  11  corpo  di  Ginevra  BentlTogllo  f 
icomunicata,  374,  30-33;  manda  11  card.  Bri^onnet 
suo  leg.  al  re  dl  Francia,  375,  44-45 ;  fa  Intanto  go- 
vernatore  di  Bologna  Lorenzo  FieichJ  e  commii- 
larlo  In  aiuto  al  pred.  Pletro  Grlffi,  377,  47-4»;  co- 
noiciute  fondate  le  accuie  di  Ingiuitlxia  per  aTiditi 
di  danaro  formuiate  dal  Senato  dl  Bologna  contro 
11  ieg.  Ferreri  lo  chiama  a  Roroa,  44-46;  lo  fa  rin- 
chiudere  in  Castel  SanfAngeio  col  suo  auditore 
•ino  che  si  discolpi,  46-47;  h  confederato  con  Lui- 
gi  XII,  coi  Venezianl,  Florentini  e  il  march.  d'Bate 
(an.  1508),  378,  33-33;  Ercoie  Marescotti  sl  reca  ■ 
Roma  per  informarlo  d.  cose  di  Boiogna,  379,  li- 
13;  molto  si  duoie  d.  roTina  d.  pal.  Mareicotti,  3S4. 
7-t;  fa  chiamare  Franceico  Fantuzzi  che  era  a  Roma 
e  gli  impone  di  faie  venire  in  queita  c.  1  cittadini 
coIpeToll  d.  rovina  asiicurandoil  sulia  sua  fede  clie 
non  riceverebbero  danno,  f-13;  giunti  i  pred.  ii 
ricere  amoreTolmente,  ma  arriTato  «nche  GIoTanni 
Felicini  genero  d.  UentiToglio  contro  la  fede  data 
li  fa  tutti  detenere  in  Caiteilo,  15-31;  cf.,  385,  IS; 
udito  che  Francesco  Fantu2zi  erasene  partito  lo 
manda  a  chiamare,  33;  ma  ii  pred.  non  fidandosl  di 
lui,  non  obbedisce,  34 ;  ii  Senato  di  Bologna  per  in- 
graziarselo  fa  modeilare  In  bronzo  ia  sua  iramagine 
da  Michelangelo  Buonarroti,  30-24 ;  ia  pred.  statua  '<: 
coilocata  sulla  facciata  di  San  Petronio  con  grandi 
feste,  34-36;  non  lascla  partire  Antonio  da  Sala  clie 
fa  cav.,  36-37;  aderisce  alla  lega  tra  i'imp.  Maisimi- 
liano,  Lulgl  XII,  Ferdinando  di  Aragona,  i  Floren- 
tini,  Alfonso  duca  di  Ferrara,  Gianfrancesco  marcli. 
di  Mantova  contro  1  Veneziani  (an.  1509),  393,  30- 
37;  ridomanda  ai  pred.  Rlmlni,  Cervla,  Ravenna, 
Faenza,  Sarsina,  Meidola,  SanfAncargelo  e  altri 
iuogM,  gia  d.  Chiesa,  che  tenevano  in  Romagna, 
3S-30;  eiegge  l'arciprete  che  avera  coatruito  U  forte 
di  Gair.era  Teac  dl  Nicea,  11-13;  manda  a  Boiogna 
quattro  cap.  con  denari  per  fare  soldati,  304,  4-S; 
fa  battere  in  Boiog^a  moneta  con  ie  sue  armi,  u ; 
Invia  nella  pred.  c.  novecento  Spagnoll  e  altri  cen- 
tocinquanta  fanti  tutti  male  in  arnese,  35-3S;  !1  duca 
d'E8te  gli  iuTla  a  Bologna  in  aiuto  centocinquanta 
caTalli,  33-34;  11  suo  esercito  di  Romagna  p«Ma 
nella  valle  d.  Lamone,  e  prende  e  aacclieggia,  con- 
tro  l  patti,  Brisighella,  36-39. 

....  Giuuo  Antonio  (iiAiiSTRo)  i  multato  in  trentacln- 
que  ducatl  per  il  rlfacimento  del  pal.  Marescottl 
alla  cui  rovina  erasi  troTato  (an.   1508),  387,  49. 

GlULlo  Cbsxrb  V.  Bianckelli  G.  C„  Crece  G.  C.,  GUrar' 
ducci  G.  C,  Manzolini   G.  C,    Varamo  (/?«)   G.  C. 

GlUSBPPE  V.  Benedetti  o  Do  Benodicti*  G.,  Biadtgo  G., 
Cam^ori  G.,  Xatcentori  Manxi  G. 

....  GlusEPPF.  \Giosepho\  patriarca  di  Costantinopoli ; 
si  reca  ai  ConciUo  in  Ferrara  con  I'imp.  greco  Gio- 
Tonnl  Paleologo  (an.  1438),  50,  43-46;  t  1"  Flrenze 
durante  11  Conciiio  (an.  1439),  69,  34. 

GIUSEPPE  (Chxssa  di  san)  [chiesa  di  tan  GiotejTo]  v. 
Bologna  (ehiest). 

GiusEpPE  (Chiesa  di  san)  de'  SerTl  v.  Afaria  Maddm- 
lena  (chiesa  di  santa)  dtlla    Valle  della  Preda. 

GlUSEPPE  Maria  V.  Bondigli  G.  M. 

GlusTi  Cristoforo  padre  di  Giusto,  391,  31. 

GiusTi  GiusTo  figilo  di  Crlatoforo,  391,  31;  fatto  prigio- 


tGiusli  Giusto  Gonzaga  Francesco]     INDICE   ALFABETICO 


629 


t 


niero  da  balestrieri  dl  Lodovico  della  Mirandola  a 
Bondanello  (an.  1508),  12-13,  21;  e  condotto  a  Bo- 
logna,  30-31;  cf.,  392,  46-*7;  e  posto  al  tormento  e 
confessa  il  trattato  in  favore  d.  Bentivogllo,  4!;  h 
inipiccato,  393,  7-8. 

GlusTlNA  V.   Ostesani  G. 

GlUSTlNA  (CoN-VBNTO  Di  santa)  V.  Bologna  ()nonatlerl), 

GiusTiNiANi  Ors\tto.  In  due  vanl  assaltl  per  prendere 
Metellino  ai  Turchi  perde  cinquemiia  uomini  (an. 
1461),  178,  6-7. 

GiUSTlNlANO  V.  ContHghi  G.,  Martimigli  G. 

GlusTO  V.   Giusii  G. 

Glosbna  V.  Sasso  di  Glosina. 

Gnudo  V.    Tarelli  G. 

GoAzzA  (coNTK  Di)  V.  Gaiatto  (coHt*  di), 

GoLl.vo  V.   Ugolino. 

GoMBlTO  (PONTB  dbl)  V.  Goniilo  (fontt  del). 

GoMURUTi  sono  fuorusciti   df  Bologna  (an.    1450),    134, 

32,   35. 

GoMBRUTl  Bartolomeo  padrc  dl  Giovanni,  108,  U-IS; 
sejjuace  d.  Canetoli,  h  bandlto  di  Bologna  (an.  1445), 
14-15. 

GoMiiituTi  Cambio  soprannumerario  ai  Venti  d.  popolo 
(an.  1506),  352,  11;  i  multato  in  centoclnque  du- 
cati  per  11  rlfaciraento  d.  pai.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  15;  389,  /j. 

GoMuKUTi  Francesco  figlio  di  Giovannl,  106,  46-47; 
108,  22;  la  sua  casa  c  saccheggiata  e  incendlata  (an. 
1445),  106,  42,  46-47;  k  bandito  dl  Bologna  perche 
seguace  d.  Canetoli,  108,  22;  parteclpa  alla  spedi- 
Kione  d.  fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.  1451), 
138,  % ;  fatto  prigioniero  e  confinato  nel  Friuli  mer- 
c^  una  sicurti  di  clnquecentoclnquanta  fiorini  (an. 
1451),    139,  37-3«. 

Gombruti  Giacomo  seguace  d.  Canetoli,  i  bandito  di 
Bologna  (an.   1445),  108,  33-34. 

Gombruti  Giovanni  padre  dl  Francesco,  106,  46-47 ; 
108,  32;  di  Bartolomeo,  14-15. 

GoMBRUTi  NlcoLO  scguace  d.  Canetoii,  i  bandlto  dl 
Bologna  (an.  144S),  109,  3. 

GoMURUTi  Orlino  seguace  d.  Canetoli,  i  bandito  dl 
Bologna  (an.  144S),  109,  5. 

GoMiTO  (PONTK  del)  \fonte  dtl  Gombilo\  sopra  la  Sa- 
vena;  vi  fe  posto  un  uificiale  di  pace  dal  Senato  di 
Bologna  (an.  1439),  56,  2;  ric,  92,  43-44;  devastato 
da  una  tempesta  (an.  1468),  199,  H-^O;  vi  sl  reca  a 
pregare  Giulio  II  ospite  di  Lodovlco  Bolognlni 
(an.  1507),  363,  4-6. 

Gonfalonieri  di  Giustizia  dl  Bologna  v.  Bologna  (Gon- 
Jalonitri  di   Giustizia). 

GoNFALoNiERi  D.  PoPOLo  di  Bologna  V.  Bologna  (Gon- 
falonieri  d.  fopolo). 

GoNZAGA  dl  Mantova;  sono  imparentati  con  Giovannl 
Bentivoglio  [an.  1 491],  354,  36-37;  come  tali  la  loro 
arma  figura  nella  torre  d.  Bentlvoglio  a  Bologna, 
372,  »-7. 

GoNZAOA.  . .  .  protonotario;  alla  colazione  di  nozze  di 
Annibale  Bentivogllo  riceve  In  pretente  una  galea 
senza  vele  dl  zucchero  (an.  1487),  240,  29. 

GoNZAOA  Alu.ssandro  fa  parte  dell'ambasceria  nian- 
data  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bologna  a  prendervi 
la  tposa  Laura  BentivogUo  (an.  1494),  275,  6-10; 
pernotta  al  Bentivoglio,  11-12;  giunge  a  Bologna 
per  acqua  aspettato   al   Porto  da   Giovannl  Benti- 


voglio   con  largo   seguito,    12-15;    alloggia  nel   pai. 
d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  pompa  a  messa  In  San 
Petronio,    17-U;   assiste  ii   giorno    dopo    In   questa 
chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  20-22;  parte 
con  la  sposa  per  Mantova,  23-35. 
Gonzaga  Carlo  va  con    il   Sanseverino  nel  Bolognese 
(an.  144S),  109,  35-39;  dlviene  cap.  di  Filippo  Ma- 
rla  Visconti  (an.    1446),    113,  42-44:   %  inviato  con 
milie  cavalli  a   soccorrere  San   Glovanni  in  Persi- 
ceto,  115,  44-45;  al   suo  avviclnarsi   1'esercito  asse- 
diante  si  ritira  a  Budrio,  45-46;  vlene  a  conoscenza 
deU'entrata  di  fanti  bolognesi  in  San  Giovanni  per 
opera  d.  castellano,  117,  14-15;  apprende  anche  I'im- 
minente  arrivo  deiresercito  di  Bologna  e  temendo 
per  l  suoi  soldati  li  fa  arniare,  14-17;  i  assalito  dagli 
abitanti,  22-23;  perde  nella  zulfa    molti  d.  suoi  f  o 
feriti,  23-24  ;  fugge  a  Modena  con  sei  cavalli,  24-25. 
GoNzAGA  Blisabbtta  {Isabotta   duchesta  ^''Urbino]    mo- 
glie  d.  duca  di  Urbino  e  sorella  d.  raarch.  di  Man- 
tova:  donna    di    rare    virtii,    accompagna   Lucrezia 
Borgia  a  Ferrara,  donde  intende  racarsi  a  Mantova 
(an.  1502),  309,  19-22;  cf.,  311,  11-12. 
GoNZAUA  Feubrico    [L-odovico !   marchese   di  Mantova\ 
march.  di  Mantova;  zio  materno   di  Nicol6  d'Este 
che  si  rifugia  pr.  lui  (an.  1471),  208,  34-35;  ric,  36; 
prende    parte   alla   dieta   d.   collegatl   in   Cremona 
(an.    1483),    226,   2»;   approva    di    muovere  guerra 
ai  Veneziani  a  priraavern,  30-32;  f  e  gli  succede  11 
figlio  Gianfrancesco  (an.  1484),  231,  12-13. 
[Gonzaga  Francesco  I|  signore  di  Mantova  4  in  lega 
coi  Veneziani,  coi  Fiorentinl,  con  Amedeo  VIII  dt 
Savoia  e  con  Nicol6  d'Este   contro  il   duca  dl  Mi- 
lano  (an.  1426),  4,  40-41. 
GoNzAGA  Francbsco    \cardinal«  di   Mantova,   legato   e 
nescovo  di   Bologna\    figlio  d.    march.   di  Mantova; 
4  fatto  card.  da  Pio  II  (an.  1461),    178,  8-9;  passa 
di  Bologna  diretto  a  Roma  a   prendere  il  cappello 
(an.  1462),  39-41;  ha  11  titolo  di  Santa  Maria  Nuova, 
207,  38;  4  dal  pp.  crealo  leg.  di  Bologna  (an.  1471), 
38;    gli   vengono  mandafi   dal   Senato  due   arabatc. 
ad  onorarlo  e  accorapagnarlo  a  Bologna,  39-40;  lua 
entrata  in  questa   c.   con    ricco   seguito,   49-208,  I ; 
porta  seco  mobili  e  ornamentl  sontuosl,  1-3;  il  suo 
arrivo  fe  festeggiato,  4 ;  riparte  quasi  subito  per  la 
t  improvvlsa   di   Paolo   11,   6-8;   lo   accompagnano 
due  ambasc.  d.  Senato,  8-9;  non  torna  sul  momento 
a    Bologna,   23-24;   protegge   Alessandro  Cacciane- 
mici  rifugiatosi  in  casa  sua   (an.  147»),  212,  15-16; 
&  creato  vesc.  di   Bologna  di  cul   gli  era  leg.  (an. 
1476),   215,   44;   gludizio   poco   benevolo  sulla  sua 
aramlnistrazlone,  44-45;  Ak  il  suo  consenso  al  divle- 
to  d.  Senato  che  si  facciano  funerali  sontuosi  (an. 
1477),  217,  3-5;  fa  un  giardino  sul  luogo  dl  alcune 
case   pr.    il  Pal.   d.   signori    (an.  147S),   218,  47-48; 
tiene  per  suo  comraissario  in  Cento  11  vesc.  di  Bru- 
gnetto  Bartolomeo  Uggerl   (an.  1479),  221,  2-3;  rl- 
ceve  dal  pp.    notlzie  d.   lega   da  lul  conchiusa  col 
Venezianl  (an.   1480),  222,  4-5;  i  mandato  dal  pred. 
in  aiuto  di  Ferrara  con  quindicl  squadre  dl  cavalll 
(an.  1482),  226,  16;  vl  entra,  17;  prende  parte  all» 
dieta  degll  alleati  in  Cremona  in  rappresentanza  d. 
pp.  (an.  1483),  26-27;  approva  dl  muovere  guerra  al 
Veneziani  a  primavera,  30-32:  ric.  per  11  suo  tuffra- 
ganeo  Antonio  Monaldi,  227,  M-ll. 


630 


INDICE   ALFABETICO  (Gonzaga  Francesco-GoMaga  Giov.) 


GoKZACA  PRAifCKsco.  Sno  doBO  alUi  spoia  dl  Annibalc 
BenMroKlio  (an.  1487),  239,  17-14. 

[GONZAOA    GlANPKASCICMCU  I|  SIONORK  Ul    MANTOVA.  Nc 

i  cretto  marcheie  dall'Imp.  Slglimondo  dl  LuMem- 
burgo  (an.  1433),  36,  II;  col  Plccinino  dcvasU  il 
lireiclano  e  sl  Impadronlsce  d.  cattelll  (an.  1439), 
58,  36-37;  rlc,  63,  8;  fa  pace  e  lega  col  duca  dl 
Mllano  Insleme  al  duca  di  Sa^oia,  al  march.  dl 
Saluzzo,  dt  Ferrara,  di  Monferrato  e  ai  Fiorentlni 
(an.  1440),  64,  36-37;  fa  un  dono  ad  Annibale  I 
BentlTogllo  per  le  sue  nozze  (an.  1441),  69,  6-7;  f 
e  gli  succede  ii  Hgiio  Luigi  (an.  1444),  99,  29-30. 
GoNZAOA  G1ANFRANC8SC0  II  [Francetco  .'  Giovanni  Fran- 
eeico]  RgWo  dl  Federigo,  231,  13;  fratello  dt  Bllsa- 
betta,  309,  30-31;  succede  al  padre  (an.  1484),  231, 
13-13;  suoi  doni  aila  sposa  di  Annlbale  Bentiroglio 
(an.  1487),  239,  16-17;  alla  colazione  nuziaie  riceve 
In  presente  un  carro  trionfale  di  zucchero,  240,  23; 
nella  giostra  per  le  nozze  corre  contro  Carlo  Gratl 
che  tlene  II  tavolaccio  innanzi  al  pal.  d.  Signori, 
46-47;  gli  h  decretato  II  premio  d.  pred.  giostra,  241, 
10-11;  i  accompagnato  a  casa  da  tutti  i  signori  e 
baronl  e  dal  Bentlvogllo,  11-13;  viene  per  via  a 
paroie  con  Francesco  da  Sanscverino  a  cagione  del 
premlo  avuto,  I3-U;  si  rappacifica  col  pred.  per 
1'lnterTento  di  Glovanni  Bentivogiio,  15;  con- 
▼lene  al  parlamento  indetto  In  Parma  dal  duca 
Sforza  (an.  1488),  247,  20-33;  invlta  Annibale  Ben- 
tlvoglio  a  Mantova  per  ie  sue  nozze  con  Isabeila 
d'E8te  (an.  1490),  255,  32-34;  va  a  Boiogna  con  11 
frateilo  Giovanni  per  il  matrimonio  dl  questo  con 
Laura  Bentivoglio  (an.  1491),  263,  46-4S;  va  con  11 
pred.  e  moito  seguito  a  Bologna  per  ie  nozze  di  Ales- 
sandro  Bentlvogllo  con  Ippoiita  Sforza  (an.  1492), 
267,  »-»;  prende  parte  alia  giostra  bandita  in  quel- 
1'occaslone,  3t ;  parte  di  Bologna  per  Firenze,  35 ;  dk 
la  clttadinanza  mantorana  a  Fiiippo  Balduini  Ben- 
tivoglio  segretario  di  Giovanni  Bentivoglio  (an. 
1493).  269,  41-43;  interviene  al  parlamento  d.  prln- 
cipi  italiani  a  Ferrara,  272,  13-16;  avvisato  dai  duca 
d'Este  deirordine  dato  da  Lodovico  Sforza  a  un 
famigliare  di  uccidere  Giovanni  Bentivogiio  nel- 
1'entrare  a  tavola,  ne  avverte  U  Bentivoglio,  che 
subito  parte,  33-25;  va  a  Boiogna  con  ii  frateilo 
Giovanni,  39-40;  passa  indi  a  Firenze,  40-41;  co- 
manda  al  Taro  le  forze  d.  lega  contro 
Carlo  VIII  (an.  1495),  287,  »;  h  molto  aiutato 
da  Annlbale  Bentivoglio,  H-2I;  tiene  a  battesimo 
un  figlio  di  Alessandro  Bentivogiio  per  procura  d. 
card.  Ippollto  d'Este  e  di  Girolamo  Campeggi  (an. 
1497),  293,  27-39;  gli  h  chiesto  aiuto  da  Giovanni 
Bentivogiio  contro  11  Valentino  (an.  1501),  303,40; 
non  osa  concederlo  temendo  d.  re  Luigl  XII,  che 
auppone  consenziente  alie  ostilita  contro  Bologna, 
43-44;  proibisce  anzi  ai  sudditi  di  pigilare  soldo 
dai  Bolognesl,  44-45;  passa  di  Bologna  con  duecento 
cavaileggeri  e  cinquanta  lancie  diretto  a  Napoii, 
essendo  cap.  d.  genti  italiane  d.  re  di  Francia  contro 
gii  Spagnuoli  (an.  1503),  324,  16-1»;  h  ricevuto  e 
ospitato  da  Giovanni  Bentlvoglio,  18-19;  parte  ma- 
lato  di  quartana,  19-20;  ritorna  dal  regno  dl  Napoli 
ore  l'esercito  francese  era  stato  rotto  da  Consalvo 
di  Cordovo,  328,  48;  329,  1-2;  come  cap.  d.  Chiesa 
gU  &  ordinato   dal  pp.   di   andare  contro    Boiogna 


(an.  IS06),  346,  27-21;  i-  da  Glulio  II  creato  cap. 
generale  d.  Chteaa,  37-3t;  va  ad  Imoia  con  11  suo 
esorcito  e  dt  qul  poasa  a  Medlcina,  Castelgueiro  e 
Castel  San  Pietro  che  prende  e  saccheggla,  3S-M; 
fallitce  a  Budrio  che  sl  difende  virllmente,  30-S3; 
avvlsB  il  Bentivoglio  suo  parente  di  pensare  a  met- 
tersl  In  lalvo  coo  le  lue  robe,  glacchfc  non  vi  h  nea- 
suna  iperanza  che  poiia  rimanerc  signore  dl  Bo- 
logna,  34-38;  s!  duole  con  lui  d.  sua  triste  lorte, 
cui  non  pu&  portare  altro  aiuto  eiiendo  cap.  d. 
Chleia  ai  servizi  d.  pp.,  38-41;  gli  si  arrende  Bu- 
drio,  348,  25-26;  h  inviato  dai  pp.  a  Bologna  per 
vedere  di  aiutare  1'eserclto  f ranceae,  35 1 ,  3S-34;  vl 
■l  reca  con  duecento  cavalli,  c  congregati  i  capl  d. 
popoio,  cerca  persuaderli  a  mandare  vettovaglie  al 
campo  promettendo  che  tosto  i  Franceii  partireb- 
bero,  24-27;  il  popolo  non  sl  fida  di  lui,  3*-37;  ric, 
43-43;  con  11  leg.,  il  Senato  e  il  d'Amboise  deiUiera 
siano  mandate  vettovagiic  ai  campo  franceie,  ma 
ne  e  Impedito  dai  popolo,  43-48;  vi  li  reca  egli  stesso 
e  iceitivi  1  principall  d.  capi  11  conduce  a  rifocU- 
larii  in  c,  352,  35-39;  ia  lera  ii  rlconduce  al  campo 
temendo  d.  popolo,  39-30;  tiene  consiglio  con  i  due 
card.  pred.  e  ii  Senato  nuovo  lui  caso  d.  Franceii, 
30-33;  propone  di  offirire  ioro  vettovaglia  col  patto 
che  tornino  in  Lombardia,  33-35;  ia  sua  propoita 
k  accettata  e  gil  h  dato  incarico  di  trattare  coi 
Prancesi  stabilendo  che  la  vettovagiia  sarebtw  ioro 
concessa  soitanto  quando  avessero  passato  il  ponte 
di  Reno,  35-39;  recatosi  al  campo  francese  conciude 
l'accordo  agevolmente  e  ne  i  ringrozlato,  39-44:  ras- 
sicura  ii  popoio  insospettitosi  perchi  l  Francesi  si 
erano  fortificati  pcr  la  notte  a  Ponte  di  Reno  e 
ne  ottiene  altra  vettovaglia  per  il  giomo  dopo,  6- 
15;  suoi  cavalli  accompagnano  ie  donne  d.  Bentivo- 
glio  a  Mantova,  353,  48-50,  quindi  Ginevra  Benti- 
Togiio  in  Lombardia,  354,  7 ;  posto  assegnato  aUe 
sue  bande  nei  corteo  papaie  in  Boiogna  daila  Ma- 
gione  al  Pal.,  355,  36-27 ;  posto  suo  nei  pred.  corteo, 
49-50;  alloggia  nel  pal.  di  Giovanni  Bentivogiio, 
357,  9-10;  va  incontro  al  vicer^  di  Milano  recatoil 
a  Boiogna,  358,  8;  11  pp.  crea  cav.  aurato  il  cap. 
dei  suoi  stradiotti,  17;  toma  a  Mantova,  18;  aderi- 
sce  alla  lcga  tra  l'inip.  MassimiUano,  Giulio  II,  Lui- 
gi  XII,  Ferdinando  re  di  Aragona,  e  i  Fiorentini 
contro  i  Veneziani  (an.  1509),  393,  30-37;  pretende 
dal  pred.  Peschlera  e  altri  castelii,  37. 
GoNZAGA  GlANFRANCESCO !  V,  Oonxaga  Rodolfo, 
GoNZAGA  GlANPlETRO  [Gtovanni  Pietro]  fa  parte  del- 
l'ambasceria  mandata  da  Giovanni  Gonzaga  a  Bo- 
logna  a  prendervi  ia  sposa  Laura  Bentivoglio  (an. 
1494),  275,  6-10;  pernotta  ai  Bentivoglio,  11-13; 
giunge  a  Boiogna  per  acqua  aspettato  ai  Porto  da 
GloTannt  Bentivogllo  con  largo  segulto,  13-15;  ai- 
loggia  nel  pal.  d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  pompa  a 
messa  in  San  Petronlo,  17-18;  assiste  ii  giorno  dopo 
in  questa  chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  30- 
22;  parte  con  la  spoia  per  Mantova,  23-35. 
GoNZAGA  GloVANNl  [Gioi<anni  di  Mantovo].  Con  ii  fra- 
teilo  Gianfrancesco  va  a  Bologna  a  sposarvi  Lanra 
dl  Giovanni  BentiTOgiio  (an.  1491),  263,  47-4t;  cf., 
346,  35-36;  354,  36-37 ;fatte  le  nozze  parte,  esaendo 
ospite  di  Carlo  Grati  che  aveva  combinato  ii  nia- 
trimonio,  263,  4t-49;  si  reca  a  Bologna  pr.  la  spoia, 


(Gonzaga  Giov.-Gozradini  B.  R.)     INDICE   ALFABETICO 


631 


a  passare  il  carnevale  (an.  1492),  265,  5-6;  h  ben 
rlcevuto  dalJa  c.  e  dal  suocero  che  ordina  in  suo 
onore  vari  giuochi,  6-S,  16-33;  torna  a  Mantova,  33- 
34;  va  a  Bologna  per  le  nozze  d.  cognato  Alessan- 
dro  oon  Ippolita  Sforza,  267,  8-9;  piglia  parte  alla 
giostra  bandita  in  quell'occaslone,  38;  ambasc.  d. 
fratello  Gianfrancesco  ad  Alessandro  VI  per  ral- 
legrarsi  d.  sua  elezione,  passa  di  Bologna  ospitato 
dal  suocero,  268,  29-31;  col  fratello  Gianfrancesco 
sl  reca  a  Bologna  a  visitarvl  la  sposa  (an.  1493), 
272,  39-10;  vi  si  trattiene  anche  dopo  la  partenza 
d.  fratello,  40-41;  manda  a  Bologna  una  comitiya 
di  cav.  a  prendervi  Laura  (an.  1494),  275,  S-10;  ono- 
rate  accogUenze  fatte  ai  pred.,  11-16;  si  reca  a  Bo- 
logna  con  cento  soldati  condotti  a  difesa  d.  c,  (an. 
1502),  317,  49-318,  I;  suo  posto  nei  corteo  papale 
in  Bologna  per  l'entrata  dl  Giulio  II  (an.  1506),  355, 
48;  356,  3;  alloggia  in  casa  di  Piero  Aldrovandi  in 
via  Altaseda,  357,  lo-u. 

GoNZAOA  GtiiDO  condottiero  d.  conte  di  Pitigliano;  con 
due  squadre  sl  reca  nel  territorio  di  Bologna  dl- 
retto  in  Romagna  (an.  1494),  277,  14-16. 

[GoNzAcjA  LuiGi]  VESC.  Di  Mantova;  suo  dono  alla 
sposa  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  239,  13-14. 

GoNZAGA  LuiGi  III  [Ludovico,  marchese  di  Jifaniua]  fi- 
glio  di  Gianfrancesco,  99,  30;  va  ambasc.  d.  padre 
al  Piccinino  in  Bologna  per  intendersi  sulla  guerra 
imminente  (an.  144»),  71,  44-45;  succede  al  padre 
nel  ducato  di  Mantova  (an.  1444),  99,  J9-30;  diretto 
a  Firenze  sl  ferma  a  Bologna  onorevolmente  rice- 
vuto  (an.  1448),  125,  23-24;  crea  Paolo  Volta  cav. 
aurato,  24-25;  a  Flrenze  h  el.  cap.  d.  esercito  fioren- 
tino,  25-26;  con  cinquemila  armatl  sl  apparecchia  a 
Invadere  il  Bolognese  passando  dal  territorio  dl 
Ferrara  (an.  1449),  133,  13-14;  entra  nel  terrltorio  di 
Bologna,  e  sebbene  sl  protestl  amico  d.  c,  pone  a 
sacco  Malacompra,  Minerbio  e  Budrio,  17-19;  ha  un 
colloquio  a  Medicina  con  !1  viceri  Carlo  di  Napoli, 
30-21;  dicerle  sulle  sue  intenzionl,  21-33;  se  nc  sta 
senza  sospetto  alla  Riccardlna,  34 ;  1  nemici  credono 
assailrlo  aU'improvviso;  Invece,  avvertito,  11  assale  e 
sbaraglia,  37-31 ;  Bologna  gli  domanda  per  mezzo  di 
Astorre  Manfredi  una  tregua  che  accorda,  34-36 ; 
parte  dalla  Rlccardina  per  Gajana  rubando  e  deva- 
stando  i  luoghi,  36-37;  si  reca  a  Galllera  e  di  qui  nel 
suoi  stati,  48-49;  conviene  al  parlamento  in  Pavia  per 
trattare  d,  guerra  contro  1  Veneziani  (an.  1468), 
198,  34-37;  approva  che  si  faccia  la  pace  coi  pred., 
medlatore  il  pp.,  a  cagione  d.  Turchi  che  contl- 
nuano  a  infestare  la  Morea,  33-43. 

[GoNZAGA  Paoi.a]  moglie  d.  march.  di  Mantova,  Gian 
p-rancesco  I,  75,  19;  recandosi  per  cura  a  Rapolano 
in  quel  di  .Siena  con  due  suoi  figli,  passa  di  Bologna 
e  alloggla  in  casa  d.  Pepoli  (an.   1443),   75,  19-30. 

GoNZAOA  RoDOi.Fo  [Giovanm  Franetseo .']  f  a  Fornovo 
(an.  1495),  287,  lS-19. 

GoNZAGA  SiGisMONDO  fratello  d.  marchese  Gianfrancesco, 
360,  45;  va  a  Bologna  con  Glullo  II  c  alloggia  in 
casa  de'  Pepoll  In  strada  Castlglione  (an.  1506), 
357,  4-5;  i  el.  card.  dal  pp.  nel  dlcembre  rlservan- 
done  la  pubblicazione  al  mese  di  maggio  venturo, 
360,  44-45,  48-49. 

GoNZAGNi  Agostino  da  Argelato;  figllo  di  Domenlco, 
19,  3;  nipote  dl  Benlncasa   Bargelltnl,  3;  h   ucciso 


dai  CanetoU  (an.  1430),  3-3. 

GoNzAGNi  DoMENlco  di  Argclato  padre  di  Benincasa, 
19,  3. 

GoRo  t'.    Garfagnam   G, 

. . .  GoRRo  di  Castel  San  Pletro;  congiura  con  tale  Pietro 
di  dare  il  castello  ai  Fiorentini  (an.  1441),  69,  29- 
31;  scoperto  il  complotto  e  arrestato  e  condotto  a 
Bologna,  31-33;  e  decapitato  e  squartato,  35. 

GOTTIKRKOO  V.    CoHti  G. 

GoTTiFREDO  i  Inviato  con  Simonetto  delPAquila  e  mi- 
lizle  dai  Fiorentlni  ai  Bolognesi  (an.  1443),  88,  20-32  > 
col  Brandollni  h  mandato  dal  com.  di  Bologna  a 
trattare  col  Tartaro  la  resa  di  Galliera,  91,  9-12; 
patti  che  concorda  con  il  pred.,  13-34;  approva  il 
disegno  di  Annibale  Bentivoglio  di  andare  col  po- 
polo  contro  i  nemici  e  liberarne  ii  territorio,  92, 
33-34;  esce  con  lui  di  c,  39-41,  e  prende  parte  aila 
battaglia,  41-93,  1-36;  h  mandato  dal  Senato  di  Bo- 
logna  con  Guido  Rangoni  e  Simonetto  ad  assediare 
Imola  e  I''aenza  e  saccheggiarne  i  territori,  95,  8-11. 

"  GoTTiNl  FRA  GlovANNi  Maria  [ffate  loannes  Maria 
Gottinus\  notaio  del  Sanfuffizio;  la  sua  firma  ap- 
pare  nel  ms.  originale  d.  secondo  vol.  d.  Historia 
d.  Ghirardacci,   LX,  1-2,  66-67  „. 

Govara  V.  Croara. 

GozzADiNi  (famiglia)  *  h  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
rale  de'  moderni  ingegni .  .  . .  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
23-35  „;  prendono  parte  all*adunanza  indetta  dai  Ca- 
netoli  contro  il  leg.  di  Bologna  Alamanno  (an.  1428), 
5,  43-44;  6,  3;  approvano  chesi  prendano 
learmi,  13-13;  con  gli  altri  sl  impadroni- 
scono  d.  Plazza  e  danno  fuoco  al  Pava- 
glione  d.  bozzoli,  14-15;  sono  multati  !n  cento- 
quaranta  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti 
allacuirovina  avevanopreso  parte  (an.  1508),  387,4. 

GozzADiNi  Annibalb  scalco  alle  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.  1487),  237,  37-38;  suo  vestito,  238,  5- 
6 ;  alloggia  in  casa  sua  l'anibasc.  d.  Fiorentini  (an, 
1506),  357,  31-33. 

*  GozzAUiNi  Annibale.  Gli  h  indirlzzata  la  Lettera  dl 
fra  Cherubino  Ghirardacei  riguardante  la  stampa 
del  3"  vol.  della  Historia  di  Bologna  (an.  1598), 
XXVI,  IJ-W,. 

GozzADiNi  Antonio  (iglio  di  Boezio,  185,  38;parte  dl 
Bologna  erociato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),  38. 

GozzADiNi  Battista  figllo  dl  Boezio,  186,  5;  parte  di 
Bologna  crociato  con  Giacomo  Grati  (an.  1464), 
186,  5. 

Gozzadini  Bernardino  padre  di  Matteo,  87,  13. 

Gozzadini  Bernardino  figUo  dl  Matteo,  128,  13-14;  h 
testtmone  alla  proroga  d.  lega  tra  Venezla,  Firen- 
ze  e  Bologna  (an.  1448),  13-15. 

Gozzadini  Bbrnardino  Rosso  figllo  dl  Testa,  232,  36; 
310,  13;  erroneamente  detto  di  Giovannl  dl  Testa, 
346,  1-3;  padre  di  Glovannl,  310,  34-35;  342,  11 ;  346, 
13-14;  di  Sebastiano,  263,  34;  di  Camlllo,  359,  39;  ac- 
compagna  Giovanni  Bentivoglio  In  pellegrinaggio  « 
Loreto  (an.  1485),  232,  33-33,  36;  h  degli  Anzlanl 
con  Annibale  Bentlvogllo  Gonfalonierc  (an.  1489), 
255,  6-7;  essendo  commissario  di  Bologna  a  Medi- 
cina,  si  arrende  e  consegna  11  castello  a  Vltelloiio 
Vitelll  (an.  1501),  303,  1-3;  esacndo  Gonfalonlere  d. 
popolo  sl  reca  a  Roma  (an.  1502),  310,  13-13}  tor- 
nato,   gll  altrl   Gonfalonieri,   istlgatl  da  Glovannl 


632 


INDICE   ALFABETICO     (Ooztadlni  B.  R.  OoMAdini  G.  A.) 


Bentlvoglio  che  temeva  aTciie  ijtnrlatn  dt  lui  nl 
pp-t  TOgllono  Impadronirtene  per  lerargli  il  gonfa- 
lone  e  l'insegna  adducendo  clie  era  partito  tenxa 
fare  loro  raotto,  13-lS,  e  arera  partato  col  rlbelie 
Pirro  Malvexzl,  IS-lt;  avTitato  fugge  a  San  Uome- 
nico  per  vettlrvi  l'abito  dl  quei  fratl,  It-lt;  eiten- 
dogli  fiitta  eccezione,  etce  natcoitamente  dl  c.  e  re- 
•te  i'«bito  degii  Eremitanl  d.  Mitericordia,  ll-lt; 
Intanto  i  Gonfaionicri  mandano  a  cata  tua  a  pren- 
dere  ie  insegne  d.  magittrato,  20-M;  tb  alla  Ml- 
randoia,  11-23;  rappacificato  col  Senato  per  mezzo 
di  amici  comuni  laacia  i'abito  e  torna  a  Bologna, 
31-34;  di  nuovo  t1  torna  da  Roma,  OTe  era  atato 
fatto  car.  dal  pp.  e  aveva  ottenuto  dai  pred.  per  si 
e  i  tuoi  iigii  varl  privilegi  cloh  etenzlone  di  ognl 
grarame  nei  liolognese  e  in  tutte  ie  terre  d.  Ciiteta 
(an.  1506),  342,  7-9,  facolti  dl  iegittlmare  (igll,  crea- 
re  dottorl  e  notai,  »-ll;  tutto  ci6  per  i'affetto  che 
il  pp.  portava  al  iiglio  tuo  Giovanni,  11-13;  cf.  346, 
13-U;  i  odiato  dai  Bologneii,  2-3;  ruoi  fuggirsene 
di  nascoito  da  Bologna  sebbene  sconsigliatone  da 
Gioranni  Bentirogilo,  «-S;  e  tenuto  d'occhio  dal 
pred.  e  dal  iiglio  di  iui  Emies,  S-6;  montato  a  ca- 
rallo  e  indirizzatosi  a  porta  Santo  Stefano  gli  sl 
lerano  dietro  a  rumore  alcuni  d.  popolo,  6-8 ;  non 
pu6  uscire  essendo  stata  dal  cap.  chiusa  ia  porta, 
!-♦;  cerca  saivarsi  nei  mon.  d.  suore  di  San  Pietro 
Martire  ove  areva  aicune  figlie,  ma  raggiunto  prima 
dl  entrorvl  e  ucciso,  9-13;  la  sua  f  spiace  al  I}en- 
tirogiio  e  al  popolo,  13-13. 

GozzAOiNi  BoEZio  padredi  Antonio,  185,  33;  di  Battista, 
186,  S;  Commissario  deila  montagna  di  Val  di  Reno, 
ba  notizia  di  un  trattato  per  cedere  Serraralle  ai 
fuorusclti  (an.  14S1),  140,  33-34;  fa  imprigionarne  e 
condurre  a  Bologna  gli  autori,  34-3S;  fa  un  presente 
olle  nozze  di  Giulio  Malvezzl  (an.  1464),  184,  41. 

GozzADlNi  BoNiFACio  padre  di  Giovanni,  6,  46;  86,  46- 
47;  97,  33;  dl  Venceslao,  89,  S;  esce  di  Pal.  con  Bar- 
tolomeo  Zambeccari  (an.  1433),  32,  43-43 ;  ii  quale  ti 
adira  con  lui  perchi  io  arera  consigilato  ad  an- 
darvi,  43-44. 

GozzADiNi  Camiixo  figlio  dl  Bernardino  Rosso,  359, 
39;  h  fatto  cav.  aurato  in  San  Petronio  dai  pp.  che 
gll  dona  un  ricco  anello  (an.  1506),  3g-«0;  con  Ercole 
Marescotti  si  avvia  a  Strada  San  Donato  per  get- 
tare  a  terra  il  bellissimo  pal.  di  Giovanni  Bentiro- 
glio  (an.  1507),  370,  41-45. 

Gozzadini  Carxo  iigiio  di  Gabbione,  43,  47 ;  i  ei.  degii 
Anzianl  pei  quartlcre  di  porta  Raregnana  (an.  1435), 
47-4t. 

GozzAOlNI  Castbllano  [Cattellano  Gozxadini]  figlio  di 
Nanne,  98,  3-4;  101,  46;  134,  14;  padre  di  Miclieie, 
177,33;  si  recacol  gorematore  di  Bologna  Ludovico 
Alamanni  e  con  altri  gentiluomini  boiognesi  a 
prendere  possesso  dl  Imoia  e  ForH  (an.  1426),  4, 
10-14;  h  t\.  degii  Anziani  per  porta  Raregnana  (an. 
1438),  6,  41,  43-44;  va  ambasc.  d.  Senato  di  Bolo- 
gna  al  pp.  a  rlconoscerio  per  signore  (an.  1430), 
17,  41,  43;  *  vlvente  nel  1444,  98,  3-4;  i  el.  degli 
Anzlani  per  porta  Ravegnana  (an.  1445),  101,46;  h 
el.  della  Commissione  incarlcata  di  sorvegliare  ii 
trattamento  fatto  nel  Bolognese  ai  pellegrini  in- 
camminati  a  Roma  per  il  giubileo  (an.  1450),  134, 
14,  16-17. 


GozzADzm  CnARB  ftrmigero  dl  Giovanni  Bentivogito, 
riporta  inileme  a  Cario  Roisi  l'onore  della  giottra 
bandtta  in  Boiogna  dal  rettore  delio  Studio  (an. 
1490),  256,  43-44 ;  combatte  nel  torneo  in  Bologna, 
tenutoii  per  definire  te  la  .Sapiensa  o  la  Fortuna 
preraiga  nelle  cote  umane,  al  leguito  di  Annil>aie 
Bentlrogilo,  paladino  d.  Portuna;  h  atcritto  alla 
•etta  iquadra  reatita  alia  lelraggia,  259,  J3-3S ;  ia 
sua  parte  retta  rittoriota,  262,  17-19. 

GozzAoliri  Dblpino  [Deifkino]  vetc,  di  Penne;  i  el. 
ambatc.  di  Bologna  ai  pp.  (an.  1430),  21,  S-6;  ti 
reca  a  Roma,  7 ;  conduce  all'altare  magglore  In  Son 
Pietro  11  nuovo  cav.  Luigl  Grlffbni  (an.  143»),  31, 
34-36;  h  mandato  ambatc.  dal  governatore  dl  Bolo- 
gna  al  pp.  per  aiuto  contro  il  Vltcontl,  32,  3-4,  11; 
parte  di  Bologna  col  ieg.  (an.  1433),  33,   33. 

'  GozzADiNi  Francesca  moglie  di  Anton  Goleazzo  lien- 
tiroglio;  aecondo  il  march.  Guldo  Bentirogiio,  di 
Annibale,  XCI,  36-37,  43-XCII,  1-S;  documento  che 
prora  questa  afiermazione,  3t-43 ;  domonda  ia  tutela 
d.  nipote  Gioranni  II  (an.  1445),  XCI,  3t-XCII,  1-S; 
cf.  XCIV,  10-lt  ,. 

GozzAoiNi  Francbsco  di  Sakta  Lucia  segunce  d.  Ca- 
netoli,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445),   108,  2S. 

GozzAOiNi  GABBioNb  padrc  di  Carlo,  43,  47-4t;di  Sci- 
pione,   142,  4S;    145,  30-31;   173.   I7;   191,  25. 

Gozzadini  GiovANNi  padre  di  Matteo,  102,  3i. 

GozzADiNi  GiOTANNi  figlio  dl  Bonifaclo,  6,  41;  86.  46- 
47;  97,  33;  h  el.  Gonfaioniere  d.  pop.  per  porta  Ra- 
vegnana  (an.  143S),  6,  4S-46;  e  inriato  aml>asc.  ai 
Veneziani  con  l^attista  Sampicri  per  trattare  di  una 
iega  eontro  11  Visconti  (an.  1443),  86,  4S-46;  h  d. 
Commiasione  incaricata  d.  elezioni  agii  uflScl  per 
porta  Raregnana,  97,  33-3S,  33. 

GozzADiNi  GiOTANNi  figiio  dl  Testa,  seguace  d.  Maltra- 
versl;  pone  Anton  Galeazzo  Bentirogiio  in  sotpetto 
d.  gorernatore  (an.  1435),  45,  1-7. 

GozzADiNi  GiovANNi  figlio  di  Bernardlno  Rosso,  310, 
34-3S;  342,  11 ;  346,  13-14;  ricere  in  consegna  II  prio- 
rato  di  Santa  Maria  degli  Angeli  che  trasferisce  a 
Bartolomeo  Torfanini  (an.  1495),  288,  I-9;  temendo 
quaiche  male  per  se  stesso  durante  la  periecuzlone 
contro  il  padre,  parte  per  Roma  (an.  150'),  310, 
34-3S,  ove  trova  tanta  stima  e  tanto  aflTetto  nel  pp. 
per  ii  suo  ingegno  e  la  sua  dottrina  che  h  dal  pred. 
&itto  datario  con  molti  benefici,  35-36;  cf.  343,  11 ; 
346,  13-14;  precede  Giulio  11  nel  corteo  papale  alla 
sua  entrata  in  Bologna  ipargendo  tra  U  popolo  mo- 
nete  d'oro  e  d'argento  (an.  1506),  355,  4S-4t;  allog- 
gia  nel  pal.  di  NicoI6  Sanuti,  357,  16,  che  gli  viene 
donato  dal  pp.,  17-11;  daile  finettre  d.  Pal.  con  la 
mitria  In  testa  assiste  alla  distribuzione  di  candeie 
dai  pred.  fatta  al  popolo  dalla  Ringhiera  (an.  1507), 
363,  tl-l4. 
*  GozzADiNi  coNTB  GiovANNi  ric,  I.V,  1;  pubblict  la 
Lettera  tli  fra  Cherubino  Ghirardaeci  e  notitit  ri- 
guardanti  la  stamfa  del  f  vo/mme  della  "  Hittcria 
di  Bologna  „  in  Atti  e  Memorie  dellaR.De- 
putazione  diStoria  patria  perleprorin- 
cie  di  Romagna  (an.  1863),  XXVI,  lo-U;  ric,  X 
9-13;  nella  Vita  di  Giovanni  II  Bentivoglio  da  giu- 
dizio  sfarorerole  sulla  storia  di  Bologna  d.  Ghi- 
rardacci,  CXX,  31,  7-»;  cf.  iV,  11,. 

GozzAoiNi  GiovAKNi  Antonio  anche  Gozzaoimi  Bknti- 


[Qozzadinl  G.  A.-Gozzadini  Tomm.]  INDICE  ALFABETICO 


633 


voGuo  figlio  di  Scipione  e  dl  una  Malvezzl,  243,  8- 
9;  padre  di  Lodovico,  256,  32;  267,  32-33;  con  altri 
va  a  Milano  a  prendere  la  sposa  di  Giulio  Malvezzi 
(an.  1464),  183,  28-32;  h  ricevuto  con  grande  onore 
dal  duca,  32-33;  da  con  gli  altri  l'anello  alla  sposa  a 
nome  di  Giulio,  33-3i;  parte  per  Bologna  con  la 
pred.,  3«-35;  rinuncia  al  suo  nome  per  assumere 
quello  d.  Bentivoglio  con  le  loro  arrai  divise  e  pri- 
vllegi  (an.  1487),  243,  8-11,  j-i,  corae  da  struniento 
rogato  da  Bartolomeo  Rossi,  U-13;  conduce  a  Bo- 
logna  da  Carpi  una  figlia  di  Taliano  Pio  per  moglie 
al  figliuolo  suo  Lodovico  (an.  1490),  256,  32-33;  in- 
vita  alle  feste  Giovanni  Bentivoglio  che  lo  fa  cav. 
alla  fine  d.  convito,  33-35;  glt  h  aflSdata  dal  pp.  la 
porta  San  Vltale  (an.  1506),  357,  28-29;  el.  dal  pred. 
d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori,  358,  34-35  e 
Gonfaloniere    di  Giustizia,  359,  15. 

GozzADiNl  GiROLAMo  el.  d.  Signori  (an.  1508),  385,  31-33. 

GozzAUiNi  GozzADlNo.  Una  sua  figlia  sposa  Galeotto 
Canetoli  (an.  1426),  4,  46-47;  el.  da  Eugenio  IV,  per 
porta  Ravegnana,  d.  Venti  coramlssari  deputatl  alla 
creazlone  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27,  23;  28, 
2;  rieletto  d.  Venti  consiglleri  (an.  1433),  31,  10; 
con  Guido  Pepoii  cinge  gli  sproni  in  San  Pietro 
al  nuovo  cav.  Luigi  Griffoni,  24;  e  el.  d.  Diecl  di 
Balia  (an.  1434),  37,  36-37,  39;  f  (an.  1441),  68,  39-40. 

GozzADiNi  GozzADiNO  succcdc  in  Senato  a  Scipione 
Gozzadini  (an.  1482),  224,  29-30;  fe  fatto  cav.  in 
San  Giacomo  da  Glovanni  Bentivoglio  (an.  1485), 
232,  13-15;  t  ed  e  sepolto  ai  .Servi,  233,  27-28;  gli 
succede  in  Senato  Alessio  Orsi,  28-29. 

GozzAuiNi  suoR  Leonarua  figlia  cli  Nicol6,  182,  2i-23; 
h  el.  badessa  d.  raon.  di  santa  Chiara  (an.  1463), 
22-23;   "LXVI,    20-21  ,. 

GozzAuiNi  Bkntivoguo  LoDOVico  figlio  di  Giovanni 
Antonio,  256,  32;  267,  32-33;  prende  in  moglie  Snie- 
ralda  figlia  di  Taliano  Pio  di  Carpi  (an.  1490), 
256,  32-33;  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenntosi 
per  definlre  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prevalga 
nelle  cose  umane,  al  segulto  di  Annibale  Bentivo- 
gllo,  paladino  della  Fortuna;  e  ascritto  alla  quinta 
squadra  vestita  alla  tedesca,  259,  30-31:  la  sua  parte 
reiita  vittoriosa,  262,  17-19;  ottlene  il  palio  nella 
gtostra  in  onore  d.  no>!ze  di  Alessandro  Bcntlvo- 
glio  in  Bologna,  nella  quale  aveva  tenuto  il  tavo- 
laccio  (an.  1492),  267,  31-33. 

GozzADiNi  LoRENZO  i  el.  degli  Anziani  per  novembre- 
dicembre  (an.  144.')),  112,  I8-20. 

GozzADlNi  LoRBNZo  medico  bolognese,  t  'i'  "'alc  ma- 
zucco  (an.  1505),  341.  20. 

GozzADiNi  Marchionnk.  Nellc  nozze  di  Alcssandro  Ben- 
tivoglio  con  Ippollta  Sforza  h  statfiere  d.  sposa  (an. 
1493),  267,  11-12. 

GozzADiNi  [Marhhkrita)  figlia  di  Tommaso,  sposa  Gia- 
como  Pepoli  (an.   1441),  70,  22-33. 

(iozzADiNi  MattivO  figlio  di  Bernardino,  87,  12;  padre 
di  un  altro  Bernardino,  128,  13-14;  h  d.  Sedici  Ri- 
formatori,  87,  3-6;  cassato  questo  ufBclo  h  el.  d.  Ulecl 
di  Balla  (an.  1443),  8-13;  h  el.  degll  Anziani  (an. 
1444),  97,  37. 
Gozzadini  Mattso  figUo  dl  Gioranni,  102,  31;  tratta 
con  Tab.  di  Santo  .Stcfano  la  fabbricazione  dciroape- 
dalc  di  San  Buono  nella  caaa  d.  Compagnia  d.  Lom- 
bardi  (an.   1445),  102,  39-38. 


GozzADiNi  Mattbo  udito  che  11  pp.  areva  perdonato 
aglt  altri  Bolognesi  andatl  a  Roma,  anrhe  egli  vi  si 
reca  con  Giovanni  Felicini  (an.  1508),  384,  16-19; 
e  imprigionato  in  Castel  SanfAngelo,  30-31. 

GozzADiNi  Michele  di  Castellana,  degll  Anziani  e  dot- 
tore;  h  fatto  cav.  dal  card.  Bessarione  (an.  1461), 
177,  33-34. 

GozzADiNi  Nanne  [JVaao,  Nanne,  Nanni\  padre  di  Ca- 
stellano,  98,  3-4;  101,  46;  134,  14;  di  Nlcold,  53,  1-3; 
54,  4;  55,  18-19;  62,  7;  63,  l;  67,  45;  dl  Tomraaso, 
70,  23. 

GozzADiNi  NicoLo  figlio  dl  Nanne,  53,  1-2;  54,  4;  55, 
18-19;  62,  7;  63,  1;  67,  45;  padre  di  Leonarda,  182, 
22-23;  banchiere;  h  el.  degli  Anziani  di  Bologna  dal 
Senato  (an.  1438),  52,  41;  53,  1-2;  ne  assume  l'uffi- 
cio,  2-4;  di  nuovo  degli  Anziani,  54,  1,  4;  dura  in 
carica  sino  a  tutto  dicembre,  7;  h  el.  d.  Diecl  di 
Balla,  55,  14,  18-19;  h  el.  d.  Sedici  Riformatori  d. 
Stato  (an,  1440),  62,  1-7;  interviene  alla  messa  so- 
■  lenne  fatta  celebrare  in  san  Giacorao  dal  Senato 
di  Bologna  il  giorno  di  Santa  Monlca,  63,  1 ;  t  ed 
h  sepolto   nella  chiesa  d.  Servi,  67,  45-47. 

GozzADiNi  SciPioNK  figllo  di  Gabbione,  142,  45;  145, 
30-31;  173, 17;  padre  di  (Jiovanni  Antonio,  marito(!) 
di  una  Malvezzi  [Ginevra,  invece  nuora],  243,  8-9 ; 
dottore  in  legge  c  conte;  c  el.  dei  Sedlci  Rlforma- 
tori  d.  Stato  (an.  1428),  7,  1-3;  e  el.  d.  Dieci  Rifor- 
matori  (an.  1429),  11,  43-45;  e  d.  Sedici  Riformatorl, 
14,  9-10;  di  nuovo  (an.  1446),  113,  25;  h  confermato 
d.  Sedici  d.  Reggimento  (an.  1453),  142,  44-45;  pren- 
de  parte  alla  riforma  degli  Statuti  di  Bologna  (an. 
1454),  145,  29-31;  h  inviato  ambasc.  a  Roma  a  feli- 
citare  il  nuovo  pp.  (an.  145.;),  157,  3-6;  va  ambasc. 
H  Roma  al  seguito  d.  leg.  Milanl  (an.  1458),  165, 
48-49 ;  chiamato  con  altri  dal  pp.  e  arringato  dal 
pred.  per  la  pace  d.  c.  (an.  1460),  173,  17,  32-26;  con 
altri  va  a  Mllano  a  prcndere  la  sposa  dl  Giulio  Mal- 
vczzi  (an.  1464),  183,  38-33;  e  ricevuto  con  grandc 
onore  dal  duca,  32-33;  da  con  gli  altri  1'anello  alla 
sposa  a  nome  di  (jiuHo,  33-34;  parte  per  Bologna 
con  la  pred.,  34-35;  e  d.  senatori  d.  primi  sei  mesl 
.il  tempo  d.  serrata  di  Paolo  II  (an.  1466),  191,  25; 
ambasc.  di  Bologna  al  nuovo  doge  di  Venezia  Nic- 
C0I6  Troni  per  rallegrarsi  d,  sua  elezione  (an,  1471), 
210,  10;  il  doge  ha  con  hii  un  iungo  coUoquio  a 
proposito  di  una  bastla  dai  Bolognesi  costruita  huI 
Panaro  che  si  voleva  fosse  atterrata,  10-12;  t  e  gll 
succede  in  Senato  (jozzadino  Gozzadini  (an.  1482), 
224,  39-30. 
GozzADlNi  Skbastiano  da  Novara;  t  «'  riacqiiisto  di 
Sarzana  e  Sarzanello  milltando  sotto  la  bandlera 
dl  Annlbale  Bentivoglio  (an.  1487),  241,  36-38. 
GozzADlNl  Sbba.stiano  figlio  di  Bernardino,  244,  44 ; 
263,  34;  el.  pod.  di  Lucca  (an.  1488),  41;  h  fatto 
cav.  aurato  da  Giovanni  Bentivoglio  in  S«n  Gla- 
como  (an.  149 0.  263,  33-24. 
[GozzADiNi  .Smkralda)  V.  Pto  Smeralda. 
GozzADiNi  Testa  padre  dl  Giovanni,  45,  2;  di  Bernar- 
dino  Rosso,  232,  36;  302,  13;  parte  dl  Bologna  cro- 
clato  con  Achllle  Malvezzi  (an.  1464),  185,  38. 
GozzAuiNi  ToMMASO  \Tomaso  Gotxadini\  figlio  di  Nannc, 
70,  23,  34;  tesoriere  generale  d.  com.  dl  Bologna 
(an.  1440),  60,  36-37;  cf.  62,  37-38;  presta  al  Cora. 
trecento   cinquanta  scudl,  13;  cf.   23-24;  intervlene 


634 


INDICE   ALFABETICO  lOortadini  Tommaso  Gratl  Aadrea] 


alla  mena  tolenne  fatta  celebrare  dal  Senato  In  San 
Giacomo  per  la  feita  di  aanta  Monica,  63,  i;  iposa 
itia  figlla  [Margherlta]  a  Giacomo  i'epoll  [an.  1441]. 
70,  ll-li,  3«;  i  del  Sedlcl,  35;  f  3t ;  cf.  4»,  secondo 
alcunl  dl  releno,  36-37. 

GoxzAuiKi  Vknck.si.ao  figlio  dl  lionlfacio,  89,  i;  h  tra  gll 
incaricati  dl  attuare  1  prorredimentl  fiscali  dellberatl 
(lal  Consiglio  d.  Selcento  (an.  1443),  8S,  42-89,  1-S. 

Go/ZADINO  V.   GoMtadini  G. 

GRADO(PATitlARCiU)  V.  ContUilmer  Afateo{an.  1434-144S). 

Grafpi  Anttonio  h  da  Glulio  II  creato  Masaaro  d.  Drap- 
pierl  (an.  1506),  359,  so. 

Granaglionk  [Garnairiione]  fa  un  dono  a  .Sante  Bentl- 
roglio  per  le  nozze  (an,  1454),  151,  9;  il  coiii.  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Giulio  Malrezzl  (an.  1464), 
185,  «-S. 

Granarolu  nel  Bolognese;  ne  e  oriundo  Uertonc  Me- 
rlghi,  19,  «4;  2:  assediato  dai  Piccinino  (an.  1434), 
40,  40;  fa  un  dono  a  Sante  Bentiroglio  per  le 
nozze  (an.  14S4),  151,  2;  assallto  dal  leg.  di  Bolo- 
gna,  c  ripctutamente  e  ralidaniente  difeso  dai  pre- 
sldl  e  dagll  uominl  d.  castello  (an.  1509),  395,  37- 
39;  si  rende  a  patti,  39-40. 

Gkanaroli  Bernardo  congiura  dl  fare  entrare  1  ne- 
mici  In  c.  (an.  1428),  11,  15-34;  scoperto  %  preso  e 
impiccato,  35,  37,  30. 

Gran  Turco  V.  Maometto  II. 

"  Grassi  (famiglia)  e  rappresentata  nel  Tkeatro  morale 
lie'  moderm  iugegni  d.  Ghirardacci,   XXIV,  33,  35  „. 

Grassi  Achills  uditore  di  Rota;  i  el.  vesc.  di  Citti 
dl  Castello  (an.  1506),  342,  3;  cf.  356,  40-41;  va  a 
Bologna  con  Giulio  II  e  alloggia  nel  rescorado  (an. 
1506),  41. 

Grassi  Aoambnnone  cav.  bologneie;  i  d.  Collegi  (an. 
1505),  339,  1,  5;  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri 
e  Riformatori  (an.   1506),  358,  34-36. 

Grassi  Anasta-sia  suora,  figlla  di  Gioranni,  162,  35; 
con  altre  monache  si  trasferisce  da  Ferrara  a  Bo- 
logna  nel  mon.  di  santa  Chiara,  detto  d.  Corpo  di 
Cristo  (an.  14S6),  31-36;  i  accompagnata  sino  a 
Corticella  dalie  sorelle  d.  duca  Borso  d'Este,  37-3». 

Grassi  Andrka  padre  di  Giacomo,   108,  43. 

Grassi  Antonio  dottore  famoso;  vlre  in  questo  tempo 
in  Bologna  (an.  1456),  162,  14-16;  ^  creato  vesc.  di 
Tivoli  da  Innocenzo  VIII,  che  lo  vuole  suo  referen- 
dario  domestico  (an.  14S4),  230,  30-31:  h  anche  audl- 
tore  d.  Ruota  Apostolica,  264,  30;  f  In  Roma  (an. 
149 1),  31;  il  suo  corpo  i  trasferito  a  Bologna  e 
seppellito  In  San  Pietro,  31-33. 

Grassi  Cornki.io  devc  pagare  una  slcurti  di  lire  quat- 
tromila  essendo  chiamato  in  giudlzlo  a  rendere  con- 
to  d.  sua  gestione  sui  dazi  e  ie  entrate  d.  c.  (an. 
1435).   44,  45-48. 

Grassi  Gaspare  fa  un  presente  aile  nozze  di  Glulio 
Malrezzi  (an.  1464),  184,  35;  el.  senatore  di  Roma, 
parte  di  Bologna  (an.  1473),  213,  43-43 ;  si  reca  pod. 
a  Firenze  (an.  1475),  215,  14;  essendo  pod.  di  Pe- 
rugia  t  (an.  1484),  331,  14. 

Gra.ssi  Giacomo  amico  d.  f  Antonio  Bentirogllo,  51, 
33-36;  con  altri  amici  d.  pred.  c  persuaso  da  Raf- 
faele  Foscherari  a  vendicarne  la  f  col  dare  Bologna 
in  signoria  d.  duca  di  Milano  (an.  1438),  34-31 ;  suo 
dono  a  Sante  Bentiroglio  per  le  nozze  (an.  14S4), 
149,  39. 


Grassi  Giacomo  figlio  di  Andrea,  lOS,  42:  seguace  d. 
Canetoll,  i  bandito  di  Boiogna  (an.  144S),  43. 

Grassi  Giovaxni  padre  di  Anattasia,  162,  35. 

Grassi  Olivieko  padre  dl  Tommaso,  59,  10;  62,  41;  68, 
10;  106,  45;  109,  9. 

Grassi  Paris  maeatro  d.  cerlmonle  d.  pp. ;  legge  i  ca- 
pltoll  concordati  tra  il  pp.  e  1  Bologneti  (an.  1507}, 
364,  50;  365,  I. 

Grassi  Pictro.><io  figllo  di  Vitale,  pretta  al  com.  cento 
scudi  e  ne  diviene  tesoriere  (an.  1440),  62,  36. 

Grassi  Scipionc  partecipa  aila  congiura  ordita  da  Ga- 
spare  .Scappi  contro  i  .Maretcotti  (an.  1S08),  380, 1-t. 

Gkassi  Tbseo  dottore  e  canonico ;  accompagna  gll  am- 
batc.  d.  Senato  bologncte  a  Roma  a  rendere  omag- 
gio  a  Pio  III  (an.  1503),  326,  5«;  327,  1. 

Grassi  Tommaso  figlio  di  Oliriero,  59,  10;  63,  41 ;  68, 
10;  106,  43;  109,  9;  i  cit.  dal  Senato  e  imprlglo- 
nato  nel  casteilo  di  porta  Galllera  (an.  1439),  59, 
9-10;  h  iiberato  pcr  coniando  d.  duca  Vitconti,  15- 
16:  h  mandato  prigioniero  dal  Senato  di  Bologna 
a  Milano  (an.   1440),  62,  41;  %  fuoniscito,  68,  10. 

Grassi  Tommaso  figilo  di  Ollriero,  106,  45;  109,  9;  la 
sua  casa  i  saccheggiata  c  incendiata  (an.  144S),  106, 
43-45:  %  bandito  di  Bologna  pcrch^  amico  d.  Cane- 
toll,  109,  9. 

GrAssi  Vitale  padre  di  Petronio,  62,  36;  un  suo  nl- 
pote  h  fatto  prlgioniero  dalle  milixie  d.  pp.  nella 
torre  di  Floriano  .Mrzzovillani  a  Stifonte  (an.  1438), 
9,  47-48. 

Grasso  V.  Pellittari  G, 

Grati  (PAMIOLIA)  "  e  rappresentata  nel  Theairo  morale 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,   XXIV,    33-36,. 

Grati  nella  loro  casa  alloggla  Gioranni  Sataatello  (an. 
1506),  357,  24. 

Grati  Alessandro  figlio  di  Glacomo,  185,  41;  canonico 
dl  San  Pletro;  si  fa  croclato  col  padre  e  parte  dl 
Boiogna  (an.  1464),  46-186,  1-3;  piglia  la  tenuta  d.  c. 
a  nome  d.  nuovo  governatore  dl  Bologna  Glambat- 
titta  Sareill  (an.  1467),  196,  43-44 ;  di  la  commenda 
d.  chiesa  d.  Magione  ad  Astorre  Maivezzi  (an.  1468), 
200,  33-34. 

Grati  Andrba  figlio  dl  Giacomo,  188,  40;  215,  33;  ac- 
compagna  Giovanni  Bentiroglio  a  Milano  (an.  146$), 
188,40:  creato  Gonfaloniere  d.  popolo  i  fatto  cav. 
aurato  in  casa  sua  da  Giovanni  Bentiroglio  reca- 
tosi  a  prenderlo  con  grande  seguito  per  condnrlo  In 
PaL  (an.  147S),  215,  33-36:  accompagna  Glorannl 
Bentiroglio  in  risita  a  Ferrara  (an.  1479),  219,  43- 
44;  va  pod.  a  Firenze  (an.  1480),  222,  36;  cf.  225, 
33-34;  non  ri  finisce  l'oflScio  perchi  el.  d.  Sedici  In 
luogo  dl  Nicold  Sanuti,  222,  36-37:  cf.  225,  33-34; 
convita  Violante  Bentivoglio  con  gli  ambasr.  d.  ma- 
rlto  venuti  a  sposarla  e  con  Gioranni  e  Ginerra 
suol  genitori  (an.  14S5),  232,  4-6;  accompagna  Gio- 
ranni  Bentiroglio  in  pellegrinaggio  a  Loreto,  33- 
23,  34;  e  scalco  generaie  alle  nozze  di  AnnibaJe  Ben- 
tiroglio  (an.  1487),  237,  34-25;  suo  abito,  36-37:  iel. 
d.  Sedlci  (an.  1488),  253,  33-23;  e  gludice  d.  torneo 
In  Bologna  tcnutosl  per  definire  se  la  Sapienza  o 
ia  Fortuna  preralga  nelie  cote  umane  (an.  1490), 
258,  46;  con  gli  aitrl  giudica  rlncUori  I  car.  d.  For- 
tuna,  262,  30-34;  da  Glovanni  Bentiroglio  h  prepo- 
sto  con  Ercole  Bentiroglio  alle  nozze  d.  figlio  Aiet- 
sandro  (an.  1493),  267.  14-15 :  ha  sotto  i  tuol  ordinl 


[Grati  Andrea-Grati  Giacomo] 


INDICE  ALFABETICO 


635 


nove  3calchi  con  sei  servitori  ciascuno,  15-17;  inter- 
viene  allMnaugurazione  d.  Naviglio  da  Corticella  a 
Bologna  (an.  1494),  174,  2-36;  &  ambasc.  d.  Senato 
airincoronazlone  dl  Lodovico  Sforza  (an.  1495),  285, 
47-48;  si  reca  a  Firenze  da  Carlo  VIII  a  cliiedcrgli 
da  parte  d.  Sennto  di  non  passare  al  suo  ritorno 
dal  Bolognese,  287,  23-25;  t;  g''  succede  in  Senato 
il  fratello  Carlo  (an.  1502),  309,  17-18. 
Grati  Carlo  fratello  di  Andrea,  309,  18;  capo  di  squa- 
dra;  va  con  Giovanni  Bentivoglio  contro  i  Vene- 
zlani  (an.  1483),  228,  11-13;  essendo  cap.  di  Gio- 
vanni  Bentivogllo  e  da  lui  armato  cav.  in  San 
Giacomo  quindi  mandato  a  capo  d.  sue  genti  verso 
Napoli  in  aiuto  d.  Lega  (an.  1486),  233,  «5-47;  tlc- 
ne  il  secondo  tavolacclo  innanzi  al  Pal.  d.  signori 
nella  giostra  per  le  nozze  dl  Annlbale  Bentivoglio 
(an.  1487),  240,  46;  corrono  contro  lui  il  marcli.  dl 
Mantova,  Fracasso  da  Sanseverino,  io  sposo  e  Dio- 
febo  da  Napoli,  46-48 ;  va  con  Giovanni  Bentivoglio 
in  pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di  Padova  (an. 
1488),  244,  26-38;  scampa,  fuggendo,  dalle  manl  d. 
Faeutini,  246,  34;  giostra  nel  torneo  in  l3ologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umanc,  al  seguito  di  Annibale 
Bentlvoglio  paladino  d.  Fortuna;  e  capo  d,  sesta 
squadra  vestlta  alla  selvaggia  (an.  1490),  259,  33- 
34;  la  sua  parte  resta  vtttoriosa,  262,  17-19;  gli  h 
affidato  ii  palio  vinto  dalla  sua  parte,  che  porta 
dletro  II  carro  d.  Fortuna  sino  al  pal.  Bentivo- 
glio,  36-31  ;  accompagna  Gioranni  Bentivoglio  a 
Ferrara  allc  nozze  di  Alfonso  d'£ste  (an,  1491), 
263,  7-9;  torna  a  Bologna,  13;  comblna  U  matri- 
monio  tra  Laura  di  Giovanni  Bentlvoglio  e  Gio- 
vanni  Gonzaga  e  da  ospitaliti  allo  sposo  venuto 
a  Bologna  per  le  nozze,  48-49 ;  gll  e  dato  in  conse- 
gna  da  Giovanni  Bentivogllo  lo  stendardo  ducale  in 
San  Petronio  (an.  1493),  270,  34-36;  attende  qul  il 
ritorno  d.  pred.,  40,  cf.  271,  35;  precede  il  Bentivo- 
gllo  con  lo  stendardo  e  molti  armati  nella  caval- 
cata  per  la  c,  39;  accompagna  il  Bentivoglio  a  un 
parlamento  in  Ferrara,  272,  13-14;  accompagna  di 
nuovo  il  pred.  a  Ferrara  a  condolersi  d.  f  d.  du- 
chessa  coi  duca  Ercole,  273,  24-36;  torna  a  Bolo- 
gna,  36;  e  mandato  da  Giovannl  nella  sua  villa  d. 
Bentivoglio  a  ricevere  gli  ambasc.  di  Giovanni  Gon- 
zaga  recatisi  a  prendere  la  sposa  (an.  1494),  275, 
11-12;  per  incarico  di  Giovanni  Bentivoglio  ve- 
stito  a  lutto  con  il  seguito  si  reca  a  Carpi  da  Gil- 
berto  Pio  a  condolersi  d.  t  «i-  padre,  48-49:  deve 
ogni  giorno  cavalcare  per  la  c.  a  Irapedire  o  quie- 
tare  i  tumulti,  278,  8-10;  4  mandato  da  Giovannl 
lientlvoglio  con  onorevole  compagnia  a  Firenze  a 
osseqularvi  re  Carlo  VIII,  284,  29-30;  k  rlcevuto 
cordialmente  dal  pred.,  30-31 ;  si  conglunge  con  cin- 
que  squadre  di  Giovanni  Bentivoglio  alPeaercito 
d.  Veneziani  contro  Carlo  VIII  (an.  1495),  286,  48; 

287,  1;  i  mandato  da  Glovanni  pred.  a  Lodovlco 
Sforza  a  chiedergli  la  liberazlone  di  Fillpplno  Bor- 
romel,  2S8,  14-15;  h  procuratore  di  Giovannl  Ben- 
tivoglio  neila  condotta  presa  da  lul  con  II  pp.,  1 
Venezianl,  il  duca  di  Mllano,  289,  31;  %  mandato 
a  Roma  a  riscuotere  il  dennro  d.  condotta,  46,  cf. 

288,  40-41;  h  soddisfatto  intieramente  dal  pp.,  289, 
46-47;  nel  vlaggio  di   ritorno   i   assalito   ai   confini 


d.  Fiorentino  da  montanari  armatl,  47-49;  fugge 
con  il  denaro,  ma  rimane  preso  11  suo  famlglio  coi 
bagagli,  49-290,  I;  il  pred.  e  condotto  prigioniero 
a  Firenzuola,  1-3,  ma  poi  liberato  con  le  robe  per 
ordine  d.  Fiorentini,  3-4;  accompagna  Alessandro 
Bentivoglio  a  fare  omaggio  allMmp.  Massimiliano 
a  Meda  (an.  1496),  291,  17-18;  h  mandato  da  Gio- 
vanni  con  milizie  in  aiuto  d.  Fiorentini  contro  Pisa 
(an.  1498),  295,  44-45,  e  da  Annibalc  Bentivoglio  al 
campo  di  Lodovlco  Sforza  con  cento  uomini  d'ar- 
rae  (an.  1499),  296,  34-35;  cf.  297,  25-36;  torna  a  Bo- 
logna,  25;  succede  in  Senato  al  f  fr.  Andrea  (an. 
1502),  309,  16-17;  con  Girolamo  Sampieri  va  am- 
basc.  al  Borgia  a  dissuaderlo  di  volere  mutare  il 
governo  di  Bologna  e  cacciarne  i  Bentivoglio,  311, 
37-45;  torna  a  Bologna  con  un  rifiuto,  45-50;  h  man- 
dato  con  Tommaso  Grengoli  dal  Senato  ad  Ales- 
sandro  VI  per  la  firma  d.  capitoli  concordati  fra  il 
Valentino  e  Bologna,  319,  35-36;  porta  al  pp.  i  ca- 
pitoli  d.  niatrimonio  stablllto  tra  i  Borgia  e  i  Ben- 
tivoglio,  320,  39-30;  insiste  presso  il  pp.  per  la  con- 
ferma  d.  capitoli  tra  i  Bolognesi  e  il  duca  e  finai- 
mente  I'ottlene  (an.  1503),  321,  18-30;  tosto  ne  da 
avviso  al  Senato,  30;  va  con  gli  ambasc.  di  Bolo- 
gna  a  ossequiare  Giullo  II,  328,  30-33 ;  torna  a  Bo- 
logna,  34;  accompagna  Alessandro  Bentivoglio  a 
Roma  a  prendervi  Giacoma  Orsini  sposa  di  Ermes 
Bentivoglio  (an.  1504),  332,  30,  33-34;  ^  fatto  con 
grande  onore  senatore  di  Roma  (an.  1505),  336,  32; 
h  d.  Sedici  e  va  a  Roraa  ambasc.  di  Giovannl  Ben- 
tivogUo  al  pp.  per  acquistargliene  11  favore  (an. 
1506),  344,  7-10,  tradlsce  11  suo  raandato,  10;  per- 
chfc  ottenuto  da  Giulio  II,  coll'appoggio  di  amici, 
la  carica  di  senatore  di  Roma  e  una  ricca  e  nobi- 
lissima  moglie  alle  domande  di  lui  sul  Bentivoglio 
risponde  dicendone  ogni  male,  13-15;  entra  in  Bo- 
logna  con  il  card.  d'Araboise  e  il  leg.  e  radunati 
i  Sedict  propone  di  Introdurre  i  Francesi  in  c,  349, 
44-46;  la  proposta  accettata  dal  Guidottl  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  c  rigettata  dal  popolo,  46-350,  1- 
3;  ai  suoi  preghi  il  popolo  concede  tregua  ai  Fran- 
cesi,  351,  10-11;  gli  h  affidata  da  Giulio  II  la  custo- 
dia  d.  porta  Maggiore,  357,  30;  h  dal  pred.  el.  d. 
Quaranta  Conslglierl  e  Riformatori,  358,  37-38:  parte 
di  Bologna  odloso  a  tutti  per  11  suo  tradltnento 
verso  i  Bentlvoglio,  che  sempre  lo  avevano  onorato 
e  beneficato  (an.  1507),  362,  28-32;  torna  a  Bologna 
con  11  leg.  Alldosi  (an.  1509),  394,  34-35,  27. 

Grati  gl4  Ingrati  Cristoforo  figlio  di  Pellegrino,  184, 
10-11;  fratello  dl  Giacorao,  186,  2:  col  quale  parte  di 
Bologna  croclato  (an.  1464),  1-3;  e  scalco  alle  noize 
dl  Giulio  Malvezzi,  8,  10-11 ;  h  fatto  cav.  aurato  In 
San  Giacomo  da  Giovannl  Bentivoglio  (an.  1483), 
226,33-34,  cf.  (an.  1482),  223,  4»;  va  pod.  a  Firenze 
(an.  1483),  226,  34;  cf.  (an.  148»),  223,  4«-49. 

IGrati]  Catbrina  V.  Fasanini  C. 

Grati  Francesco  figlio  dl  Glacomo,  147,  3«;  193,  43; 
dottore;  scalco  dl  tavola  alle  nozze  di  Sante  Ben- 
tlvoglio  (an.  1454),  147,  30-33,  38;  convlta  Galeano 
Marla  Sforza  e  il  suo  segulto  (an.  1467),  193,  43-44; 
h  dal  pred.  fatto  cav.,  45. 

Grati  gii  lN(iRATi  G\KcoMo[raeomo\  figliodi  Pellegrlno, 
114,28;  143,3:  145,36;  H7,39;  170,  13;  173,  II;  191, 
21,  3t.37;   fratello  dl   Crlitoforo,    186,  2;  padrc   dl 


636 


INDICE   ALFABETICO  (Orati  Olaeomo  Oregonano //«/««o)! 


Alemndro,  185,  4i;  di  Andrea,  188,  (•;  215,  *3;dl 
Carlo,  309,  l>;  di  Francetco,  147,  31;  193,43;  ma- 
rito  dl  Caterlna  Fasaninl,  114,  3«;  pelllccialo,  39; 
170,  13;  pol  ca».,  170,  13;  presta  al  com.  dl  Bolo- 
gna  duecentorentlclnque  acudi  e  ne  dlrlene  teto- 
riere  (an.  1440),  62,  31-33;  interriene  alla  metsa  fatta 
oelebrare  dal  Senato  dl  Bologna  in  San  Giacomo  il 
giorno  dl  lanta  Monica,  63,4  ;  hel.  degli  AnzUni  per 
il  quartiere  dl  Porta  Ravegnana  (an.  1445),  HHI,  3J; 
el.  d.  Sedicl  Rlformatori  d.  .Stato  (an.  1441');,  113, 
35-31;  b  mandato  ambaac.  a  Venezia,  114,  2(-2f;  la 
sua  scelta  scontenta  11  popolo,  etiendo  un  artiglano, 
J9-31;  dlslmpegna  con  onore  la  aua  mlssione,  31-33, 
3fr-3S;  tue  qualiti,  33-36;  torna  a  Bologna,  3k;  h  con- 
fermato  d.  Sedlcl  del  Kegglmento  (an.  1453),  142, 
44;  143,  3;  h  mandato  amba.ic.  al  pp.  con  Gaspare 
Rlnghlerl  per  condolersl  d.  presa  di  Costantino- 
poll  fatta  dal  Turchl,  24-38;  tratta  Taccordo  tra 
il  duca  dl  Ferrara  e  i  Rologneti  per  franchigle  ri- 
cendcToli  nel  ritpettivo  territorlo  (an.  1454),  145, 
33-36;  perch^  d.  Sedlcl  Riformatori  prende  parte 
alla  rlnnoraxione  degll  Sfatutl  d.  c,  39,  36;  c  scalco 
generale  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio,  147,  37, 
39;  mandato  con  Virgilio  Malvezzl  ambasc.  a  Ve- 
nezla  ottiene  quanto  desiderava,  151,  39-41;  accora- 
pagna  a  Roma  il  card.  Bessarione  (an.  1455),  '58, 
43-44;  dl  nuovo  va  a  Koma  ambasc.  al  pp.  a  causa 
di  Glacomo  Plccinino  (an.  1458),  165,  11-13;  h  el. 
con  altri  a  provvcdere  ai  biaognl  d.  pp,  e  d.  gente 
d'arml  d.  duca  di  Milano  nel  loro  sogglorno  in  Bo- 
logna  (an.  1459),  168,  5-7;  cf.  171,  48-49;  h  dai  pp. 
nella  sua  entrata  In  Boiogna,  fatto  car.  dinanzi 
alla  sua  casa,  dirimpetto  alla  Magione,  e  chiamato 
d.  Grati  Invece  che  degli  Ingrati,  170,  11-13;  e  am- 
basc.  di  Bologna  al  congresso  di  Mantova,  172, 
17-lt;  convocato  con  altri  dal  pp.  h  esortato  alla 
concordia  e  alla  pace  (an.  1460),  173,  18,  32-26;  ac- 
compagna  a  Roma  il  leg.  (an.  1461),  177,  38-39; 
con  Vlrgiiio  Malvezzl  sl  reca  a  Imola  e  Faenza 
pcr  rappacificare  i  due  Manfredi  (an.  1463),  180, 
30-31;  con  i  rappresentanti  d.  pp.  e  d.  duca  di 
Milano  concorda  dl  rimettere  1'arbitrato  al  pp., 
31-33;  assistc  alla  cerimonia  d.  cavalierato  a  I)o- 
menico  Garganelli,  181,  14;cf.  (an.  1463),  "  LXVII, 
17-18  ,;  con  Achllle  Malvezzi  b  el.  cap.  d.  due  galee 
vcnezlane"concesse  al  Senato  di  Bologna  per  la  cro- 
ciata  (an.  1464),  183,  11 :  parte  per  Vcnezia  ad  ap- 
parecchiare  l'occorrente,  qulndi  torna,  13-13;  fa  un 
pretente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi,  184,  38; 
torna  a  Uologna,  185,  30;  con  il  figlio  Alessandro 
canonico  e  con  altri  compagni  si  fa  crociato  con 
solenne  cerimonia,  e  parte  per  Venezia,  46-186,  1-9; 
cf.  185,  30-31;  falllta  1'impresa  contro  i  Turchi  per 
la  t  d.  pp,,  ed  essendo  malato  di  febbre  si  fa  tra- 
sportare  a  Bologna,  186,  30-31;  vince  il  palio  nella 
corsa  in  via  San  Donato  (an.  1465),  188,  14;  ^  aena- 
tore  per  i  primi  sel  mesi  al  tempo  d.  serrata  dl  Pao- 
lo  II  (an.  1466),  191,  26-27;  f.  192,  35-26;  suo  elogio, 
36-39;  h  el.  in  suo  luogo  nel  Senato  NicoI6  Aldro- 
vandl  (an.  1467),  31-33;  aneddoto  che  lo  riguarda 
in  confronto  dl  Sante  e  Glovanni  BentlTogUo  e  dl 
Achllle  Malvezzi,  198,  21-33. 
Grati  Giacomo  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Saplenza  o  la   Fortuna  pre- 


valga  nefle  eote  wnaae,  al  Mgulto  dl  Annibale  Ben- 
tlrogllo  paladino  d.  Portuna;  c  aicrltto  alla  sesta 
tquadra  rettita  alla  telvaggla  (an.  1490),  259,  31-34; 
la  tua  parte  resta  rlttoriosa,  262,  17-19;  el.  degli 
Anziani  (an.  1507),  369,  13-16;  In  casa  tua  In  itrada 
Maggiore  alloggia  |BrigldaJ  Ortlnl  moglie  dl  Ric- 
cardo  Alldosi  (an.  1508),  385,  44-45. 

"  Grati  Giacomo  prepotto  al  gorerno  di  Cattet  San 
Pietro  (an.  1546),  V,  26;gII  sono  resl  utlli  terrigi 
dul  notalo  Andrea  Ghlrardacci,  36,, 

Grati  Giovanmi  ric,  252,  1. 

(JRATi  gli  I.saRATi  Pkli.kgrino  padre  di  Giacomo,  114, 
38;  143,3;  145,3«;  147,39;  170,  13;  173,18:  191,  36-37. 

Grati  Pellbgrinu  combatte  ncl  torneo  in  Uologna,  te- 
nutoti  per  deiinlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuiia 
prevalga  nclle  cose  umane,  al  seguito  dl  Annlbaie 
Hentivoglio  paladino  d.  bortuna:  h  ascritto  alla 
sesta  squadra  vestita  alla  telvaggia  (an.  1490),  259, 
33-34;  la  sua  parte  retta  rittorioia,   262,  17-1*. 

Gratia  V.  Grazia. 

Gratiano  V.  Gratiat$0. 

Gratioli,  Gratiolo  r.   Gmzioli,  Graziolo. 

Gravina  (duca  di)  V.  Orsiai  Franccuo. 

Grazia  [Gratia]  v.  Merighi  G.,  RauaU    G. 

Gkazioli  Graziolo  [Gra/icio  Graiio/i]  propone  In  Se- 
nato,  contro  l'iniperversare  d.  temp  >  cattiro,  che  a 
imitazione  d.  Fiorentini  con  la  loro  Madonna  d?l- 
1'Impruneta,  si  faccia  una  solenne  procetslone  con 
la  Madonna  d.  Guardia  (an.  1433),  34,  9-34:  il  Se- 
nato  glicne  dclega  rincarico,  35-36;  ordlna  U  tutto 
con  Gioranni  dalle  Armi,  Bartolomeo  Baroncinl 
e  Bernardino  Muletti,  26-28:  con  i  pred.  sale  tra  la 
ploggia  e  11  fango  alla  chlesa  di  san  Luca  aul 
Monte  della  Guardia,  38-30.  e  dopu  le  debitc  ora- 
zioni  ri  toglie  la  Madonna  e  la  porta  alla  chlesa 
di  santa  Maria  Maddalena  d.  Valle  d.  Preda,  oggi 
San  Gluseppe  d.  Servi,  30-34;  di  la  alla  chiesa 
di  lan  Matteo  entro  la  c,  34-47;  dopo  letre 
processioni  per  la  c.  rlconduce  la  lacra  im- 
raagine  aila  chiesa  di  san  Luca  sempre  seguito  dai 
raagistratl  e  dal  popolo  oranti,  47-35,  l-S. 

Graziolo  [Gra/ioio]  t:  Aecaritd  G.,  Grazioli  (».,  7'oi- 
tignano  (Da)   G. 

Grazioso  [Gra/ioso[  v.  liarbieri  G.,  Xuti   G. 

Grkcia  (rb  di)  [rex  Greciae]  titolo  dell'imp.  Mattinii- 
liano,  279,  17. 

Grkco  (impero)  rovlnato  dai  Turchl,   172,  4«. 

Grbco  i'.  Framinee  (Ua)  G. 

....  Grxco  caposquadra ;  tlene  il  terzo  tavolaccio  rerao 
i  banchl  d.  Piazza,  nella  giostra  in  Bologna  per  le 
nozze  di  Annibale  Bentiroglio  (an.  1487),  241,  6; 
corrono  contro  lui  Dionisio  armigcro  e  Protpero 
dalPArmi,  6-7. 

Grkco  Corkrlio  da  Trevito;  soldato  di  Bologna,  svcla 
agli  Anziani  esservi  un  trattato  per  dare  ai  fuoru- 
sclti  la  porta  d.  Pratello  (an.  1454),  144,  34-35;  gli 
h  regalato  per  questa  delazlone  insieme  alfaltro 
accusatore  la  casa  di  Battista  Manzoli,  145,  13-13, 
e  denari  e  stipendio  mensile,  13-15;  pochi  mesi  dopo 
i  decapitato  perch^  battera  moneta  falta,  15-17. 

Grbco  Giovanni  cap.  d.  Veneziani;  h  ia.Ho  prigioniero 
dal  leg.  a  Ravenna  con  cinquecento  d.  auol  caral- 
leggeri  (an.  1509),  396,  5-6. 

Grbgoriano  (paLazzo)  r.   Bologna  (PeUazti). 


[Gregorio  GriffonJ  Francesco] 


INDICE  ALFABETICO 


637 


Gregorio  V.  Pellitzari   G. 

"  Grggorio  XI.  Gli  sono  mandati  ambasc.  da  Bologna, 
ctie  vede  raalvolentieri  (an.  1371),  LXXXI,  17-18; 
c£.  16;  fe  falso  che  f acesse  car.  Antonio  Bentivoglio 
perch^  gi&  lo  era,  U-IS,  17  „. 

"  Grkgorio  XIII.  Sua  figura  in  silografia  neiresemplare 
Malvezzi  dell'opera  dl  fra  Cherublno  Ghirardacci 
Libro  over  Arbort  de  la  honerata  famigUa  dc  Fa- 
saaini,  XXII,  29  „\  la  sua  statua  in  bronzo  in  una 
nicchia  trovasi  alla  porta  d,  pal.  degli  Anzlani  in 
Bologna,  290,  37-3». 

"  Gregorio  (fratb)  di  Moktblparo  [Fra/er  Gre^oriui 
E//arensis\  priore  generale  d.  frati  Ereraitanl,  con- 
cede  con  privileglo  a  frate  Cherubino  Ghirardacci 
di  abitare  finchfe  viva  la  stessa  camera  che  aveva 
.ornata  a  sue  spese  e  di  avere  una  persona  a  suo  ser- 
vizlo  (an,  1583),  X,  30-24 ;  testo  d.  privilegio,  35-XI, 
17;  il  pred.  privilegio  h  riconfermato  con  le  debite 
varianti  (an.  1589),  18-34,  j-^o  ,. 

....  Greoorio  dktto  Rosso.  La  sua  casa  h  saccheggiata 
e  Incendiata  (an.   1445),   106,  42;   107,  3. 

Grroorio  d'Anghiari  cap.  d.  Fiorentini,  giunge  a  Bo- 
logna  con  fanti  e  cavalli  (an.  1445),  112,  8-9;  di 
nuoTO  h  mandato  dai  Fiorentini  a  Bologna  con 
trecento  fanti  in  aiuto  d.  c.  (an.  1447),  122,  13-14; 
la  sua  venuta  fa  sorgere  dubbl  che  tuttl  non  siano 
d'accordo  sulia  pace  col  pp.,  U-16;  h  inviato  dal 
Senato  a  fare  scorrerle  nel  Modenese  e  nel  Carpe- 
aano,  21-33;  torna  con  molta  preda  e  prigionieri, 
32-23;  insieme  con  Astorre  Manfredi  deve  assallre 
all'improvvlso  Luigl  Gonzaga  (an.  1449),  133,  24-26; 
invece  assalitl  di  sorpresa  dal  pred.  sono  sbara- 
gliatl,  27-31;  h  fatto  prigioniero  e  condotto  In  Bo- 
logna  al  Senato  che  dubitava  volesse  sciogllcrsi 
dalla  sua  condotta  (an.  1452),  142,  21-32;  data  sl- 
curta  dl  mantenersl  ai  soldo  d.  com.  h  rllasclato, 
33-24. 

Grbngoli  Tom.maso  procuratore;  h  mandato  ambasc. 
dai  Bolognesi  ad  Alessandro  VI  (an,  1502),  314, 
2»-33;  fe  m.ile  ricevuto  col  compagnt  dal  pred.,  che 
non  crede  stncera  la  loro  ambasclata,  316,  10-16;  % 
Inviato  dal  pp.  ad  alcuni  card.,  16-1»;  scrlve  al  Se- 
nato  che  il  pp,  vuole  in  ogni  modo  Bologna,  19-21; 
-torna  con  Carlo  Gratl  pr.  Ale.ssandro  per  la  firraa 
d.  capitoli  concordati  tra  il  Valentino  e  Bologna, 
319,  25-26;  giunge  a  Bologna  latore  d.  bolla  papale 
con  la  ratifica  d.  pace  conclusa  dal  pp.  con  Bolo- 
gna  e  i  Bentlvoglio  (an,  1503),  33-34. 

Grbscentio  V.   Crescemio. 

Grsspelano  V.  Cretpetlano. 

Gripfi  Ambrogio  {Ambrogio  Griffv\  milanese;  medlco; 
va  con  altri  in  grande  pompa  ambasc.  d.  duca  Sforza 
al  nuovo  pp.  a  rallegrarsi  d.  sua  elezlone  (an.  147 1), 
208,  43-44,  47;  passa  dl  Bologna  ospite  dl  Giovannl 
BentlToglio,  48-49;  parte  per  Klrenze,    50. 

Grifpi  Pistro  commissarlo  d.  pp.  iiel  governo  di  Bo- 

logna  (an.  1507),  377,  48-49. 
Oriffoni  (famioma)  "  i  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
rale  ile/  moderni  ingegni  . . .  d.  Ghirardacct,  XXIV, 
22-26  „;  oon  i  CanetoH  e  gll  Zambeccari  pensano 
di  cacciare  il  leg.  dt  c,  c  armatisl  passano  di  Piazza 
gridando  evviva  al  popolo  e  alle  Artl;  II  popolo 
per6  non  sl  muore  e  tornano  a  caia  scornati  (an. 
1430),  17i  30*35 !  con   1   Canetoli   e   gll  Zarabeccarl 


rlraangono  quasl  padronl  d!  Bologna,  19,  19-21;  per 
potere  meglio  tirannegglare  la  c.  ne  bandlscono  An- 
tongaleazzo  Bentivogllo  con  tutta  la  famiglia  e  gli 
amici,  22-47 ;  uno  di  loro  deve  essere  dato  in  ostag- 
glo  al  leg.  durante  I'armistizio,  20,  49-50;  la  loro 
casa  avrebbe  dovuto  essere  incendiata  in  un  com- 
plotto  ordlto  per   fare  entrare   i  loro   avversari  in 

c,  21,  35-36;  itno  di  loro  e  dato  ostaggio  al  leg.  per 
osservanza  d.  patti  d.  pace,  22,  3-3,  6;  ric,  26,  4; 
con  l'abate  Zambeccari  tentano  di  cacciare  i  Ca- 
netoli  dl  c.  e  introdurvi  Antongaleazzo  Bentlvoglio 
con  i  fuorusciti  e  i  banditi  (an.  1433),  35,  14-16; 
sono  invigllati  da  Battista  Canetoli  pure  in  armi, 
16-17,  20-21;  non  vedendo  giungere  il  Gattamelata 
al  tempo  stabtlito,  persuadono  i  Canetoli  che  non 
erano  armati  ai  loro  danni,  e  depongono  le  arml, 
22-25;  i  Canetoii  scuoprono  il  loro  inganno  e  vigi- 
lano,  28-29;  coi  pred.  e  il  popolo  al  suono  d.  cam- 
pana  accorrono  alla  saraclnesca  d.  Canale  di  Reno 
e  quindl  a  porta  San  Donato  e  respingono  i  ban- 
diti  che  tentavano  entrare  in  c,  44-46;  ci6  fanno 
perche  il  popoio  era  arraato,  altrimenti  avrebbero 
aiutato  lo  Zambeccari  per  i'od!o  che  nutrivano  con- 
tro  i  Canetoli,  46-49;  si  armano  e  raccoltisi  alla 
Magione  dei  Cavalieri  scendono  in  Piazza  avendo 
a  fronte  1  Canetoli  (an.  1434),  37,  46-48;  sono  d'ac- 
cordo  col  Gattamelata  e  col  governatore,  38,  1,  e 
perci6  incolpati  d.  prigionia  dl  Gaspare  Canetoll, 
1-3;   loro  casa  rlc,   181,  30;  182,  3. 

Griffoni  Floriano  [Floriano  Gri/oni,  Gris/onil]  figlio 
dl  Matteo,  4,  44;  6,  2-3;  padre  di  un  altro  Floriano, 
188,  40;  si  reca  col  governatore  di  Bologna  Ludo- 
vico  Alamannl  e  con  altri  gentiluomlni  a  pren- 
dere  possesso  dl  Iinola  e  Forli  (an.  1426),  4,  lO-U; 
piglia  parte  a  un'adunanza  indetta  dat  Canetolt 
contro  il  leg.  di  Bologna  Alamanno  (an.  142S),  5, 
42-44;  6,  2-3;  approva  clie  si  prendano  le 
armi,  12-13;  con  gli   altrl  si   Irapadronisce 

d.  Piazza  e  appicca  il  fuoco  alPavaglio- 
ne  d.  bozzoil,  14-15;  h  e\.  Gonfaloniere  d.  popolo 
per  porta  San  Procolo,  45-46;  h  con  altri  el.  dal  Se- 
nato  di  Bologna  ambasc.  al  pp.  per  la  pace  (an. 
1431),  25,  8-11;  non  parte  altrlmenti  avendo  U  leg. 
negato  U  salvacondotto,  13-24:  sono  presentati  i 
capitoli  d.  pace  al  pp.  anche  In  suo  nome,  26,  34- 
38;  di  nuovo  deslgnato  dal  Senato  di  Boiogna  am- 
basc.  al  pp.  per  rallegrarsi  d.  lua  elezione,  non  pu6 
entrare  In  Roraa  a  cagione  d.  guerra  niossa  al  pp. 
da  Antonio  Colonna,  30,  6-»;  rallentatesi  le  ostlliti 
vi  entra  ben  accolto  dal  pp.,  17-18;  tonia  a  Bologna, 
19;  si  arraa  e  sta  a  vedere  quello  che  fa  1'abate 
Zambeccari  (an.  1432),  32,  24-25;  sl  arma  col  fra- 
tello  Luigi  e  gll  altrl  parenti  e  amici  loro  (an. 
1434),  37,  46-48;  sale  sul  tetto  d.  pal.  d.  Notai  per 
difendere  il  fratello  Luigl  attaccato  dai  Canetoli, 
38,  17;  e  ferito  mortalraente  dat  pred.,  17-18;  h 
oondotto  airOspedale  d.  Morte,  18;  le  sue  ferlte 
non  appaiono  gravi  al  medlct,  18-1»,  cf.  22-23;  4 
scannato  nel  letto  da  amlci  d.  Canetoll  fintlst  d. 
suol  per  arrivare  sino  a  lui,  23-27. 

Gripfoni  Floriano  figllo  di  un  altro  Florlano;  acconi- 
pagna  Glovanni  Bentivoglio  a  MlUno  (an.  1465), 
188,  40. 

Griffomi  Franobsco  anche  Friano  [fii-aiutsco  Gri/oni, 


638 


INDlCJb:   ALFABETICO     lOnironl  FranceMo  Oriffooi  L.  M.] 


PHmt»  Grijfbmi\  figllo  dl  MBtteo,  4,  i« ;  18,  i7 ;  Gon- 
falonlere  dl  Gluitisia;  tlene  mano  all'ucclilone  d. 
clnque  dl  pirte  bentlvoglU  fatta  commettere  da 
Battltta  Canetoll  (an.  1430),  «7-«8;  fa  un  pretente 
allc  nozxe  di  Glulio  Malreszl   (an.  14O4),   184,  «3. 

Griffoni  GiACoMo  [/acomo]  figllo  di  Matteo,  6,  j-3; 
padre  dl  Glovannl,  23-26;  73,  3J-33;  86,  38;  97,  27-31; 
134,  13;  piglla  parte  a  un'adunanza  indetta  dai  Ca- 
netoli  contro  11  leg.  di  i}oiogna  Alamanni  (an.  1428), 
5,  «2-««;  6,  >3;  approva  clic  sl  prendano  le 
arml,  12-13;  con  gli  altrl  sl  tmpadronlace 
d.  Piazia  e  applcca  11  fuoco  al  Paragllo- 
ne  d.  bozzoll,    li-is. 

Griffoni  Giovakni  figiio  di  Matteo;  notaio,  4,  ««-«5; 
44,  3«-3S;  83,  «l-«2;  h  eL  d.  Sedlcl  Rlformatori  d. 
.Stato  (an.  1428),  7,  I,  <;  iel.  d.  Dlecl  Rlforraatorl 
(an.  1429),  II,  «3-«t;  i  d.  Sedlci  Riformatori,  14, 
9-12;  ei.  ambasc.  dl  nolot^na  al  pp.  sl  reca  a  Roma 
(an.  1430),  21,  5-7;  el.  da  Eugenio  IV,  per  la  tribCi 
dl  porta  .Stleri,  d.  Vcntl  Commissarl  deputatl  alla 
creazione  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27,  23,  27- 
3S;  h  sceito  dai  gOTernatore  di  Bologna  per  ambasc. 
a  Venezla,  ma  pol  non  i  plik  mandato  (an.  1432), 
32,  2-«,  12;  sl  interpone  tra  Tabate  Zambeccarl  e 
Battista  C.inetoll  <lie  al  Trebbo  de'  Carbonesi  sta- 
vano  per  venlre  alle  mani,  e  II  persuade  a  deporre 
le  anni  per  il  bene  d.  c,  39-«0;  appreso  l'eccidio 
d.  suoi  due  fratelli  Luigi  e  Fiorlano  fugge  di  Bo- 
iogna  (an.  1434),  38,  27;  rientrato  Anton  Galeazzo 
Bentivoglio  in  c.  ri  torua  anche  lul  (an.  143S),  44, 
3«-35;  fe  ucciso  da  Carlo  dl  LodoTico  plsano  (s.  a.), 
83,  «o-«l. 

Griffoni  GiovANNi  flglio  di  Giacomo,  23,  26;  73,  32- 
33;  86,  28;  87.  9;  97,  27-2«;  134,  13;  caT.;  fa  parte 
in  rappresentanza  d.  Dodici  di  Balla,  d.  commlssione 
d.  Otto  clttadini  che  col  pod.  era  incaricata  di  pu- 
nire  i  dellnquentl  (an.  1430),  23,  21-26;  dal  Consigllo 
d.  Seicento  h  el.  d.  Dlecl  dl  Balla  per  dispensare 
gli  uflBci  (an.  1438),  55,  1«,  16;  fe  mandato  dagll  An- 
zlanl  ambasc.  al  Piccinino  per  osteggiare  Battista 
Canetoll  nel  suo  disegno  di  primeggiare  (an.  1439), 
57,  39-«« ;  h  ei.  con  altri  ambasc.  a  Nlcol6  Piccinino 
sotto  Asslil  a  chiedergll  la  iiberazione  di  Annibale 
BentiTOgiio  e  d.  due  Maivezzi  Impriglonatl  dal  figiio 
di  lui  Francesco  (an.  1442),  73,  29-33;  sl  oppone  in 
Senato  a  che  slano  richiamati  l  Canetoli  in  Bologna 
(an.  1443),  87,  27-30;  e  per  questo  In  Senato  assalito 
e  ferlto  da  Galeazzo  Marescotti,  31-3«;  e  dagli  amici 
condotto  a  casa,  35-36;  %  el.  d.  Sedici  Riformatorl, 
3-S ;  cassato  questo  ufficio  fa  parte  d.  Dleci  di  Bai\a, 
t-9;  ^  per  porta  Stleri  d.  Commissione  incarlcata  d. 
elezionl  agll  ufficl,  97,  23-35,  27-3S;  cinge  la  spada 
eglisproni  al  neo  cav.  Sante  Bentlroglio  (an.  1446), 
119,  27;  h  el.  d.  commissione  incarlcata  di  sorve- 
gllare  11  trattamento  fatto  nel  Bolognese  ai  pelle- 
grlnl  Incamminati  a  Roma  per  11  Glublleo  (an.  1450), 
134,   13,   16-17. 

Griffoni  GiovANNi  figlio  di  Romeo,  31,  1«;  i  el.  d. 
Ventl  Consiglierl  (an.  1432),  1«. 

Griffoni  Girolamo  figlio  dl  Lulgl,  206,  «i;  porta  lo 
stendardo  bianco  nella  squadra  di  Giovannl  Benti- 
voglio  durante  11  torneo  In  Bologna  (an.  1470),  205, 
11-12;  accompagna  11  pred.  In  visita  a  Milano  (an. 
1471),  206,  «1;  rlceve  in  dono  dai  duca  Sforza  quat- 


tordlcl  braccU  di  cremltlno  figurato,  207,  16-17;  i 
dal  Senato  mandato  a  Ferrara  a  rUttare  11  duca 
Borao  ammalato,  «1-43;  ha  anche  un  coUoquto  con 
Ntcol6  d'E«te,  «3-(3;  va  qulndi  a  Cattelnuoro  a  par- 
lare  con  Ercole  d'Este,  «3-««;  uacito  dai  cattello  d. 
pred.  i  al  crocevla  Gattamazsa  attallto  da  Dolcetto 
Dolcettl  e  ferito  nel  petto,  ««-«5;  t  a  cata  di  Vln- 
cenzo  l'aleotti  In  Ferrara,  «6-«7;  ne  i  portato  11 
corpo  a  Bologna  e  lepolto  In  San  Francetco,  «7; 
Ercole  d'Eate  h  lotpettato  autore  d.  tua  t,  «(• 

fjRiKFONi  Louovico  figUo  di  Matteo,  4,  «5;  89,«;  109, 
16-17;  113,  I7-It;  h  tra  gll  incarlcati  di  attuare  I 
prorredimenti  fiscali  deiiberati  nel  consiglio  d.  Sel- 
cento  (an.  1443),  88,  «3-89,  1-«;  h  poita  suila  sua 
testa  una  taglU  dl  llre  mille  (an.  1445).  109,  1«,  16- 
17;  h  dagU  .\nzlan!  fatto  rappretentare  in  modo 
infamante  nel  pal.  d.  Notal  (an.   1446),    113,  u-ll. 

Griffoni  Luioi  [Luisio,  Aioisio,  Luifri  (irif/oni\  figllo 
di  Matteo.  4,  «4;  6,  23;  31,  23;  padre  di  GiroUmo, 
206,  «I ;  207,  «1;  piglia  parte  a  un'adunanza  indetta 
dai  Canetoii  contro  ii  leg.  di  Bologna  AUmannl 
(an.  1438),  5,  42-««;  6,  2-3;approrache  tl  pren- 
dano  le  arml,  12-13:  con  gli  altri  st  impa- 
dronisce  d.  Plazza  e  applcca  il  fuoco  al 
Pavaglione  d.  bozzoli,  1«-I5;  in  Piazza  feriice 
Mercadino  e  Gioranni  Tignoso  che  per  ordine  d. 
bargello  arrestarano  un  tai  Battista,  al  luo  teguito 
(an.  1433),  26,  7-9;  esce  di  Piazza  col  pred.,  10-11; 
porta  la  bandiera  d.  popolo  innanzi  ai  nuoro  gorer- 
natore  Giovanni  Bosco,  29,  «3-««;  h  armato  car.  In 
San  I'ietro  da  Fantino  Dandolo  alia  presenza  d.  Gon- 
falonlere  di  Giustizia,  degii  Anziani  e  Tribuni  d. 
popoio  e  di  moiti  citUdini  (an.  1432),  31,  20-23;  gli 
e  cinta  ia  spada  dai  pod.,  23;  gU  spronl  da  Guido 
Pepoll  e  da  Gozzadino  Gozzadini,  2«;  quindi  omato 
d.  insegne  miiitari  e  condotto  aU'altare  magglore 
tra  il  vesc.  di  Penne  e  l'abafe  Pepoil,  2«-26;  h  rlre- 
stito  delPabito  dl  san  Giovanni  Gerosoiimitano  e 
condotto  a  casa  in  trionfo,  26-28;  dopo  pranzo  si 
reca  alla  Magione  e  ne  prende  possesao  tn  luogo 
d.  t  Pietro  Scappl,  28-29;  si  arma  e  sta  a  redere 
queilo  clie  fa  Tabate  Zambeccari,  32,  2«-2S;  laputo 
che  1  Canetoli  avcvano  preso  le  arml  si  arma  an- 
ch'egli  con  tutti  i  suol  parenti  ed  amicl  (an.  1434), 
37,  «6;  si  raccoglie  coi  pred.  aiia  Magione  d.  cara- 
lleri,  «6-«7;  scende  in  Piazza  a  fronte  d.  Canetoii, 
«7-«8;  nessuno  si  scopre  nemico  aU'altro,  ma  tuttt 
mostrano  essersi  adunatl  per  II  bene  d.  SUto,  38, 
3-5;  riene  a  paroie  con  Battista  Canetoli,  ma  per 
Intromissione  d.  cognato  Galeotto  si  quieta,  5-7 ;  h 
condotto  da  questo  in  Pal.  avanti  agli  Anziani  ed 
h  persuaso  a  deporre  le  armi,  8-9 ;  appena  h  inerme 
al  vede  assalito  e  fugge  sui  tetto  d.  pal.  d.  Anstanl, 
9-11*.  inutilmente  ri  si  difende  che  i  raggiunto  ed 
ucctso,  11-15. 

Griffoni  Luxgi  e  stafiiere  di  Ippolita  Sforza  spota  dt 
Alessandro  Benttroglio  (an.  1492),  267,  11-13. 

Griffoni  Luigi  Maria  rlene  In  Piazza  a  direrblo  con 
Petronlo  dalla  Fondazza  Gonfaloniere  d.  popolo  (an. 
1501),  302,  «-5;  h  aeparato  dai  presenti  prlma  di 
renire  alle  mani,  5-7:  i  Gonfalonierl  vorrebbero 
punirlo  per  essere  sUto  11  primo  a  carare  1'arme, 
7-8;  ri  si  oppone  11  Gonfaioniere  di  Giustizia  per 
opportunili,  1-10 ;  h  asioilto  e  ferlto  da  Petronlo  e 


(Griffoni  L.  M.-Guasco  Girolamo]       INDICE    ALFABETICO 


639 


dai  figli  di  Giovanni  Mezzovillani,  11-U;  essendo 
stato  imprigionato,  Gaspare  Scappi  fa  d.  sua  llbe- 
razione  una  d.  condizioni  per  restituire  porta  San 
Mamolo  al  Senato  (an.  iSo8),  381,  U ;  h  iiberato 
dal  governatore,  4«-45;  corre  ai  congiurati  e  racco- 
manda  loro  di  non  fidarsi  d.  preti  ciie  non  avreb- 
bero  mantenuta  loro  fede,  «5-47;  h  multato  in  qua- 
rantatrfe  ducati  per  II  rifacimento  d.  pal.  Marescotti, 
388,  2. 

Griffoni  Matteo  uomo  dottissimo  e  di  rara  eloquenza 
padre  di  I->uigi,  4,  44-45;  di  Glacomo,  6,  2;  di  Floria- 
no,  4,  44-45:  6,  23;  dl  Francesco,  4,  44-45;  18,  47;  di 
Giovanni,  4,  44-45;  44,  34-35;  83,  41-42;  di  Lodovico 
4,  «4-45;  89,  4;  109,  16-17;  113,  17-18;  6,  23;  31,  23; 
t  in  Bologna  ed  e  sepolto  in  San  Francesco  (an. 
1426),  4,  43-44. 

Griffoni  Matteo  [Maitto\,  Con  Battista  e  Baldassarre 
Canetoli  e  con  l'abate  Zambeccari  h  capo  di  Bolo- 
gna  (an.  1430),  19,  20-21 ;  uccide  in  questa  c.  un  fra- 
tello  di  Mlcliele  di  Ora  da  Pisa  (an.  1432),  .55,  36-37; 
&  creato  pod.  dl  Cesena  (an.  1438),  35;  in  viaggio 
i  ucclso  oitre  Imola  da  Micliele  di  Ora  per  vendetta 
d.  fratello,  35-36. 

Griffoni  Matteo  combatte  nel  tornoo  in  Bologna,  te- 
nutosi  per  dnfinire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  pre- 
valga  nelle  cose  uniane,  al  seguito  di  Annibale  Ben- 
tlvoglio  paladino  d.  Fortuna:  e  ascritto  alla  quarta 
squadra  vestita  ail'ungherese  (an.  1490),  259,  27-2»; 
la  siia  parte  riesce  Tittorlosa,  262,  17-1». 

Griffohi  Nicor.6  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Maivezzi  (an.   1464),   184,  45. 

Griffovi  Romeo  padre  di  Giovanni,  31,  M. 

GRirXENZOMl  Louovico  [Lodovico  Ghirlenxoni\  combatte 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  delinire  se  la 
Fortuna  o  la  Saplenza  prevalga  nelle  cose  umane, 
al  seguito  di  Gilberto  Pio  e  di  Annibale  Bentivo- 
glio,  paladino  d.  Fortuna:  h  ascritto  alla  seconda 
squadra  vestita  nlla  turca  (an.  1490),  259,  23;  la 
sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-1». 

Grillino  V.    VillantlU  G. 

Grimani  Dombnico  veneziano,  patriarca  di  Aquileia, 
card.  d.  tltolo  di  .San  Marco,  va  a  Bologna  coi  pp. 
Giulio  ir  e  alloggia  nel  convento  di  San  Krancesco 
(an.  1506),  356,  47-48. 

Grisbloa  V.  BcHlivoglio    6'.,   GuidoUi  G. 

Grisponi  V.   Griffoni. 

Gritti  Triadano  ambasc.  veneziano  al  nuovo  pp.  Pao- 
lo  II,  passa  di  Bologna  (an.   1464),  186,  36-38. 

Grossi  Boloo.-^ino  [Bolog-nino  Grosno]  f  a  .San  Giovanni 
in  Persiceto  nolla  mischla  con  le  genti  di  Bologna 
(an.    1431),  30,  34-35. 

Grottk.  Casale  fuori  dl  Bologna  ric,  187,  46. 

Grovara  V.  Croara. 

GuAiXB  (Dallk)  Albkrto  padre  di  Ercole,  385,  7-». 

GuAiNE  (Dalle)  Antonio  mcrcante  di  Bologna ;  viene 
a  conteia  con  un  forettlero  per  il  prezzo  di  alcunl 
oggetti  da  quello  acquistati,  e  lo  minaccia  fan.  148S), 
247,  46-248,  1;  si  interpone  Girolamo  Malvczzi  che 
per  caso  passava  e  lo  colplsce  con  un  bastone,  1-4; 
sl  rivolge  allora  contro  11  Malvezzl  e  lo  ferisce,  poi 
fiigge,  «-S;  compreto  l'errore  commesso  nell'avere 
ofTeso  un  gentiluomo,  ni  sapendo  come  scampare 
sl  rlvoige  a  Gloranni  Bentlvoglio  perchc  lo  pacl- 
fichl  col  Malvezzl,    7-8;    ne    ha    promessa,    8-»;    ma 


Girolamo  rifiuta  ogni  parola  di  pace  volendo  ven- 
dicarsi  con  le  sue  mani,  »-12;  finaimente  acconsente 
a  patto  che  per  un  certo  tempo  egli  e  un  suo  fra- 
tello  non  esca  di  casa,  12-13;  h  veduto  dal  Malvezzi 
sulla  soglia  di  casa  e  assalito  con  ia  spada,  248, 
13-15;  si  difende  finch'^  separato  dol  pred.  da  In- 
termediari,  15-17;  e  confinato  perchfe  amico  d.  Ben- 
tivoglio  (an.  1507),  362,  33-3«,  37. 

GuAiNB  (Dallk)  Bartolomeo  4  multato  di  selcento  du- 
cati  per  il  rlfacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  12. 

Guaine  (Dallb)  Ercolk  figHo  di  Alberto,  385,  7-8; 
parteclpa  alla  congiura  ordita  da  Gaspare  Scappl 
In  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  11 ;  h  Im- 
plccato  alla  Ringhiera  d.  pod.  perche  colnvolto  nel- 
l'incendio  d.  pal.  Marescotti  e  nella  presa  di  porta 
San  Maraolo,  385,  7-9. 

GuAiNK  (Dalle)  Lorbnzo  partecipa  alla  conglura  or- 
dita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio 
(an.  1508),  380,  11;  h  cit.  a  difendersi,  392,  26. 

GuAlNK  (Dallk)  V.  anche  Seoffoni  Antonio  detto  dalle 
Guaine. 

"  GuALANDi  Michblangiolo  ric,  XLin,  18 ;   dedica   al- 
,    l'opera  d.  Ghirardacci,  che  apprezza,  un  breve   ma 
interessante  lavoro  dl    ricerche    erudite,    CXX,    21- 
23,  10  „. 

"  —  —  Frate  Cherubino  Ghirardacci  storico  bolognese 
ric,  X,  22-23;  XLIII,  5;  LVI,  6-7,  p;  LXl,  t  „. 

" —  —  Memorie:  ric,  LXI,  3  „. 

Gualbnghi  Agostino  [Agostino  Gua/engo]  muliato  in 
cento  ducati  per  la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti 
(an.   1508),  389,   6. 

Gualbkghi  [Giovanni]  ferrarese;  genero  di  Antonio 
Bolognetti;  trovandosi  a  pranzo  dal  suocero  h  sep- 
pellito  sotto  ie  rovine  d.  casa  schiacciata  dalla  ca- 
duta  d.  torre  d.  Bianchini  (an.  1484),  229,  18-21. 

Gualengo   V.  Saragoxxa   G. 

Gualfarda  Francbsco  da  San  Giovanni ;  suo  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  16-17. 

....  Gualtkro  (conte)  figUo  di  Bartolomeo ;  e  con  Teseo 
Marescottl  a  capo  d.  prima  squadra  nel  torneo  in 
Bologna  indetto  da  Giovanni  Bentivogllo  (an.  1470), 
204,  18-1». 

....  GuALTKRi  d.  conte  Bartolomeo ;  prende  parte  al 
torneo  bandito  da  Glovanni  BentlvogHo  in  Bologna 
per  San  Petronlo,  facendo  parte  con  Teseo  Mare- 
scotti  d.  prlma  squadra  (an.   1470),  204,   18-20. 

GuANTO  (Dal)  Bsrnaruino  ottiene  campo  franco  In 
Bologna  dal  Bentlvoglio  per  definire  una  lite  con 
uno  spagnuolo  (an.  1493),  273,  6-7  ;  azzuffatisl  nel 
mercato  e  feritlsl,  sl  rappaclficano  per  l'intervento 
dl  Giovanni  Bentivogllo,  7-». 

GuARDA  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453),  143,  33-3«. 

GuARiNi  GuARlNo  [Guarsino  veronese]  veronese  e  favo- 
rito  d.  duca  Borso ;  si  reca  a  vlsitare  Bologna  con 
l'Auriipa  e  alloggia  in  casa  Angelelli  (an.  14S3), 
143,  3»-«o. 

GuARlMo  V.   Guarini  G. 

GuARSiNo  Veronkse  V.   Guarini  Guari»o. 

GuAsco  Cristoforo  dl  Alessandrla ;  conduce  la  prlma 
squadra  di  Antonio  Trotti  nel  torneo  tenutosi  in 
Bologna  11  di  di  san  Petronlo  (an.  «47°)i  203,  «3- 
«4;  Bua  Impresa,  «4-46. 

GuAsco  GiROLAMO  [leronimo  Guasee]  capo  dl   tquadri, 


640 


INDICE  ALFABETICO  (Ouasco  Girolamo-Ottidi  Fnuicesco| 


ra  COB  Glovannl   B«ntlvoglio  contro  1   Veneslani 

(«n.  1483).  228,  13. 
GuASCONi  lono  dal  re  di   Francl*   InTiatl   in  aluto  al 

duca  Valentino  lotto   ii   comando   d'Iro   d*Ailegri 

(an.  1500),  300,  31-33. 
GuAKOifi  GiovANNi  dottore;  h  inriato  dal  Boiogneai 

ad  Imola  ai  card.  Albergatl  per  pregario  dl  ioter- 

poni  pretio  ii  pp.  per  la  pace  con  la  c.  (an.  1439), 

14,  40-43;  torna  a  Boiogna,   15,  s;  h  ambaic.  d.  Se- 

nato  al  ieg.  Acciopacl    per   trattare    un   Briiilstlzio 

(an.  1430),  20,  40-44. 
GuASTAVlLLAiii  sono  fuorusciti  di  Boiogna   (an.    1450), 

134,  33-3«. 
GUASTAVILLANI  GlORGio  [Giof^o   Giiaitai'ii/anni\   h   d. 

Ventl  d.  popolo  pei  quartlere  di  porta  .San  Procolo 

(an.  1506),  352,  s-f ;  el.  dal  pp.  Giuiio  II  Gonfaio- 

niere  d.  popoio  per  il  detto  quartiere,  359,  43. 
GuASTo  V.   Vcuto. 
GuBBlo   ( Gobbio,  Ug-ubbio].  Vi  abita  Glambattista  Ben- 

tivoglio,  prlmo  d.  sua  fanilgiia  |s.  a.],    135,  36;   v. 

tmche  Filifpo  da  Gubbio. 
GucciARDlKl  V.  Guicciardini. 
•GuERiNl....  ric,  XCV,  41-43;  sua  iettera   al    marcli. 

Bentirogiio  sulla  questionc  d.  nasclta  dl   Annibaie 

BentiTOgllo,  rlc,  CLVHI,  15  „. 
GuiiRiNl  GiANPiBTRO  \Giovanm  Pietro  Guirini]  accom- 

pagna  il  principe  F^ederigo  d'Aragona  a  Miiano   a 

prendervi  Ippolita  Sforzaspoia  di  Aifonso  (an  1465), 

187,  4S. 
GuBRRA   GiovANNi   parte   di    Bologna  coi   siioi   amicl 

BentiTogiio  (an.  1506),  348,  41;  349,  5. 
GuGRRlERO  V.  Martano  (Da)  G. 
■[GuERRiNi  Flaminia]  figlia  di  Zaccaria;  la  sua 

matrlgna  Agnese  Norchesi,  di  nuovo   maritata   ad 

Andrea  Glilrardacci,  con  ua  aecondo  tettamento  re- 

voca  ia  erediti  che  le  avera  lasciato  (an.  1557),  VI, 

18-31  ,. 
•  [GUERRINI    Marco]    cognaio    di   Andrea    GHrardacci, 

rlc,  XII,  24'37  „. 
[GURRRINI  Zaccaria]    [Zacigrio]  tino  d.  mariti  di  Agnese 

fforciesi,  ric,  VI,  ai;  padr*  di  Flaminia,  21  „. 
'  GuBZZi  Guii>o  [  Guido  de  GuetHi]  boiognese,  frate  do- 

menicano;  ne  parla  con    molte   iodi   fra   Girolamo 

Borselii  neila  sua  Croniea  magistrorum  gtneralium, 

XXXVI,  33-34,  J7-J0  ,. 
GUGLIELMO  [Gulielmo]  v.  Altedo(Di)   G.,  Berni  G.,  Bom- 

basari  G.,  Brironnet  G.,  Bruni  G.,  Caccianemici  G., 

Conforti  G.,  Doleetti  G.,  Estouteville  (/>•)  (7.,  Fava 
G.,  JVobiii    G.,  Samfieri  G.;    v.    anche    Giovanni  di 

GugUelmo  e  Franceteo  di  Guglitlmo. 

GuOLISLMO   (VIPALKOLOOO  M.VRCHE.SE]  DI    MoNFKRRATO 

figiio  di  Glangiacomo,  116,  3S;  essendo  condottiero 
d.  duca  di  MUano  presidia  per  iui  Castelfranco  (an. 
1446),  34-36;  aoconsente  a  un  colloqulo  chiestogii 
da  Taddeo  Marchese  cap.  di  Boiogna,  36-38;  gii  i 
proposta  dal  pred.  la  cesslone  di  Castelfranco  e  d. 
rocca  dt  San  Giovanni  in  Persiceto  in  cambio  di 
miiie  ducati  e  d.  condotta,  con  buona  paga,  dai  Flo- 
rentini,  Venezianl  e  Boiognesl,  38-36;  accetta  11  con- 
tratto,  36,  ma  pretende  quattro  ostaggl  d.  piit  nobill 
di  Bologna,  che  rimanderi  appena  giunga  ia  ratlfica 
d.  Veneziani  e  Fiorentini,  43-4«;  at  obbliga  frattaoto 
oitre  che  cedere  Castelfranco  a  cacciare  anclie  fuorl 
dei  territorio  Cario  Gonzaga  con  le  miiizle  d.  duca, 


44-46;  i  cinulo  d.  Gonzaga,  3S;  riceruta  la  ntlfica 
pred.  coniegna  Caitelfranco  al  Marchese,  117,  8-li; 
introduce  i  iioiognesi  dentro  San  Giovannl  In  Per- 
tlceto  per  accordi  gil  presl  coi  cattelUno,  13-M  - 
gii  h  motsa  guerra  da  Filippo  di  Sarola  (an.  1467;, 
196,  36-37;  chlede  raiuto  d.  duca  Galeazso  Marla 
Sforza,  37-38;  ii  pred.  in  iuo  soccorsn  paaaa  in 
Lombardia  da  Castelfranco  con  duemila  soidati,  3<- 
30;  si  rappacifica  con  Piiippo  per  mezzo  d.  re  di 
{■'rancia,  30-31;  conviene  al  parlamento  di  Parla 
per  trattare  d.  guerra  coi  Veneziani  (an.  1468),  198, 
34-37 ;  approra  che,  arbitro  ii  pp.,  ti  conehiuda  ia 
pace  coi  pred.,  a  caglone  dei  Tiirchi,  che  continuano 
a  infettare  ia  Morea,  38-43. 

....  Guolielmo  castellano  d.  rocca  di  Varano  (an.  1443), 
76,  31-33;  rede  di  buon  occhio  11  calderaio  Genetio 
che  gli  fa  niolte  commissiuni  nelle  tue  gite  a  Bo- 
logna,  33-34 ;  giuocando  un  giorno  con  Annibaie 
Bentivogilo  tuo  prigionlero,  torpreso  dal  sonno, 
chiama  a  tostltuirlo  nel  giuoco  II  calderaio,  JS-31; 
svegliatosl  riprende  11  giuoco  con  Annlbale,  77.  1-3; 
ccna  con  11  pred.  e  con  Genetio  che  si  iicenzia  do- 
rendo  partire,  3-S;  una  mattina  alKalba  chiama  un 
servo  ad  aprire  ia  porta  chiuta  ai  di  fuori,  78,  47- 
48;  79,  I;  non  intende  ia  voce  di  costui  che  gri- 
dava  al  tradimento,  3;  apre  la  porta  dallMnterno.  e 
sl  trova  preso  e  legato  da  Galeazzo  Maretcottl,  12- 
17;  raccomanda  il  silenzio  alle  donne  e  ai  servi,  che 
11  Marescotti  aveva  radunato  nelia  tua  ttanza,  per 
salvare  la  vita,  33-34:  e  condotto  dal  pred.  teco  nella 
fuga  e  rilasclato  sano  e  salvo  a  una  diecina  di  roi- 
glla  da  Varano,  ore  torna,  37-39,  cf.  3I-3S. 

GuGLiBLMO  UA  Parma  accompagna  Gaieazzo  Marla 
Sforza  a  ISoiogna  (an.  1459),   16$,  48;   169,  10. 

.  . .  .  Guglielmo  di  Vcdrana;  contadino  boiognete;  tuo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
151,  16-17. 

GuicciARDiNi  I  Gucciardini]  aiutano  Gaspare  Canetoii 
a  entrare  in  Cento  coi  fuorusciti  (an.  1447),  121, 
34;  sono  avversari  di  Nanne  Savi;  al  tuo  entrare 
in  Cento  fuggono  alla  Pieve  (an.  1458),  165,  38-30; 
sono  rimessiinCento  damontignorVen- 
timigiia,  34-3S. 

GulcciARDiNi  Paolo  [Polo]  da  Cento;  coiperole  dl  omi- 
cidio  e  di  tumulti;  h  preso  e  decapitato  (an.  1470), 
203,  7-8. 

GuiDACCio  \Guidatto]   v.   Maufredi  G. 

GuiDALom  Benkdetto  dottore  di  iegge  e  chierico  di 
camera  d.  pp.,  4,  1-3  :  tratta  con  Giovanni  Bian- 
chettl  procuratore  di  Antonio  Galeazzo  Bentivogiio 
ia  condotta  di  questo  agii  stipendi  d.  pp.  (an.  1426), 
3-6. 

GuiDALOTTO   V.   Maggt    G. 

GuiDANOzzB  Matteo  h  bandito  dl  Boiogna  (an.  1430), 
19,   36,   36. 

GuiDESCO  \Guidtscho\  v.  Panieo  (da)  G. 

[GulDi.  . .  .J  tigiiuolod.  conte  di  Poppi;  resta  prigiontero 
di  Annibale  Bentiroglio  nella  battagila  pr.  San 
Giorgto  con  gran  parte  deiI'esercito  (an.  1443), 
93,  33. 

[Guiui  Francesco]  contk  di  Poppi  fuoruscito  fioren- 
tlno;  prende  parte  aii'assaIto  di  Montepulciano  con 
Nicold  Piccinino  (an.  1440),  63,  lS-16;  abita  Bolo- 
gna,  118,  40-4S;  avrerte  la  fazione  bentiroiesca  che 


[Guidi  Francesco-Guidotti  Oiovanni]  INDICE  ALFABETICO 


641 


eslsteva  a  Firenze  un  flglio  di   Ercole   BentiTogllo 
natogli  da  una  giovane  di   Poppi   (an.  1446),    118, 

40-45. 

GuiDo  E  GuiDONE  V.  BtnttvogUo  G.,  Bergamini  G,,  Can- 
telli  G.,  Gandoni  (?.,  Gonzaga  G.,  Pepoli  G.,  Po- 
lenta  (Da)  G.,  Rangoni  G.,  Sanguinetti  G.,  Torelli 
G.,    Vedrana  G. 

GuiDO  DA  Fabriano  assoldato  dal  Veneziani,  &  fatto 
prigloniero  dalle  genti  d.  duca  di  Milano  coi  sol- 
dati  clie  conduceva  in  rinforzo  a  Vittore  Barbaro 
(an.  1426),  3,  22-24. 

Guiuo  Antontio  V.  Arcimholdi  G.  A.,  Lambertini  G.  A., 
Manfredi  G.  A„  Pedrachelli  G.  A. 

....GuiDO  Antonio  soldato  di  Faenza;  riporta  la  paima 
e  l'onore  d.  glostra  tenuta  in  Bologna  per  san  Pe- 
tronio  a  meta  con  Lodorico  Malyezzi  (an.  1441), 
70,  14-16. 
. . .  GuiDO  Antonio  corre  contro  Filippo  Maivezzi  clie 
tiene  11  prlmo  tavolacclo  verso  i  banclii  di  Plazza 
nella  giostra  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivogllo 
(an.  1487),  241,  3-4. 

GuiDOBALDO  o  GuiDO  Ubai,do  V.  Montefiltro  (Da)  G. 

GuiDo  BoLOGNESE  ■o.  Aspertini  Guido. 

GuiDO  GiULIo  V.  Paganella  G.  G. 

GuiDO  TJbaldo  da  Fbltro  V.  Montefeltro  (Da)  Guido- 
baldo. 

Guidonb  V.   Guidoni  G. 

....  GuiDONE  iiglio  di  Giacomo,  sarto ;  h  fatto  prigio- 
niero  al  Sasso  di  Gloslna  (an.  1445),  112,  U-IS;  ^ 
Implccato,  27-28. 

GuiDONi  Bartolombo  padre  dl  Guldone,  108,  31. 

GuiDONi  GuiDONK  figllo  di  Bartoloraeo,  seguace  d.  Ca- 
netoli  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445),   108,  31. 

"  GuiDONi  NicoLA  rlc.  da  fra  Ctierubino  Gliirardacci  a 
proposlto  d.  sua  f  apparente,  XII,  4-9  „. 

GuiDOTTi  prendono  parte  all'adunanza  Indetta  dai  Ca- 
netollcontro  11  leg.  di  Bologna  Alaraanni  (an.  143S), 
5,  42-44;  6,  3;  approvano  clie  sl  prendano 
le  armi,  13-13;  con  gli  altri  si  impadronl- 
scono  d.  Piazza  e  danno  fuoco  al  Pava- 
glione  d.  bozzoli,  14-15;  sono  al  govemo  di 
Bologna  (an.  1450),  134,  41-42;  loro  casa  ric,  293, 
17-18,  1». 

GuiDOTTi  Albkrto  padre  dl  Amorone,  191,  S-6. 

GuiDOTTi  Amorone  figlio  di  Alberto,  191,  6;  Gonfalo- 
nlere  d.  popolo ;  gli  i  fatto  togliere  11  gonfalone  ed 
fe  bandito  per  ingiurie  al  Senato  (an.  1 466),  5-6. 

GuiDOTTi  Aurelio  figlio  dl  Glovannl;  alla  t  d.  padre 
h  ancora  fanciullo  (an.  147S),  218,  18-19;  multato 
In  cinquecento  ducati  per  II  rifaclmento  d.  pal.  Ma- 
rescotti  (an.   150S),  386,  44. 

GuiDOTTi  Bartolomko  padre  di  Glovanni,  88,  42-46; 
107,  25;  113,  7;  133,32-33;  134,13-14;  142,47;  145, 
34;   191,  32. 

GuiDOTTi  FiLiPPO  padre  di  Pletro,   54,  3. 

GuiDOTTi  Francesco  h  el.  d,  Sedicl  Riforraatori  d.  Stato 
(an.  1428),  7,  1-4 ;  h  Commissario  all'eserclto  dl 
Lulgi  da  San  Severino  contro  Castel  San  Pietro, 
33-34;  e  el.  d.  Dlecl  Rlformatori  (an.  1429),  11,43- 
46;  h  d.  Sedicl  Riformatori,  14,9,  11-12;  e  con  altri 
mandato  dal  Senato  dl  Bologna  anibasc.  al  pp,  per 
la  pace  (an.  1431),  25,  8-11 ;  non  parte  altrimenti 
avendo  il  leg.  negato  11  salvacondotto,  13-24 ;  sono 
presentatl  1  capitoli  d.  pace   al    pp.   anclie   la    suo 


nome,  26,  34-28 ;  el.  da  Eugenio  IV,  per  porta  San 
Procolo,  d.  Venti  Commissari  deputati  alla  creo- 
zlone  d.  magistratl  d.  c,  27,  23,  26 ;  essendo  d.  Do- 
dici  di  pace  va  alla  Certosa  pr.  Giovanni  Poggi 
per  rlconoscerlo  governatore  di  Bologna  e  condurlo 
in  c,  29,  35-40;  deslgnato  dal  Senato  dl  Bologna 
ambasc.  al  pp.  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione,  non 
pu6  entrare  in  Roma  a  cagione  d.  guerra  mossa  al 
pred.  da  Antonio  Colonna,  30,  6-9;  rallentatesl  le 
ostilit^  vi  entra;  h  ben  accolto  dal  pp.,  17-18:  tor- 
na  a  Bologna,  19;  h  confermato  d.  Ventl  Con- 
siglierl  (an.  1432),  32,  13;  per  incarico  d.  gover- 
natore  accompagna  a  BUrenze  gli  ambasc.  Inviati 
dal  com,  a  Invitare  11  pp.  a  Bologna  (an.  1435), 
44,  8-9;  essendo  Gonfalonlere  d.  popolo  h  ucclso  dl 
notte  da  due  mugnai  al  quall  aveva  dimandato 
conto  di  un  sacco  di  farlna  che  portavano  (an. 
I4S1),   137,   26-30. 

GuiDOTTi  Galsotto  prende  parte  alia  giostra  bandlta 
in  Bologna  per  san  Petronlo  (an,  1447),  124,  45-48. 

GuiDOTTi  GlovANNi  [Giovanni  Guidotto']  figlio  di  Barto- 
lomeo,  88,  42-46;  107,  25;  113,  7;  133,  32-33;  134, 
J3-I4;  142,  47;  145,  34;  191,  32;  padre  di  Sallustio, 
218,  19;  235,  16;  326,  8;  di  Aurelio  e  Saul,  218,  19; 
h  tra  gli  Incarlcati  di  attuare  1  provvedimenti  fiscall 
deliberati  nel  Consiglio  d.  Soicento  (an.  1443),  88, 
42-46;  fe  d.  Riformatori  dl  Bologna  (an.  1445),  101, 
22-23;  el.  d.  Sedicl  Riformatorl  d.  Stato  per  11  quar- 
tiere  di  porta  San  Procolo,  107,  25 ;  h  degli  Anzianl 
che  dellberano  il  bando  ai  Canetoli  e  loro  scguacl, 
48;  108,  6;  h  el.  con  altri  a  distribulre  i  beni  d. 
banditl,  113,  4-5,  7;  fe  el.  d.  Sedici  Rlformatorl  d. 
Stato  (an.  1446),  25-26  ;  h  el.  degli  Anziani  per  porta 
San  Procolo  dl  lugllo-agosto,  117,  6;  mandato  dal 
Senato  di  Bologna  ambasc.  al  Florentini  (an.  1449), 

133,  32-34 ;  h  el.  d.  Commlsslone  incaricata  di  sorve- 
gliare  il  trattamento  fatto  nel  Bolognese  ai  pelle- 
grini  incamminati  a  Ron^a  per  11  giublleo  (an,  14S0), 

134,  13-14,  16-17;  e  confermato  d.  Sedici  d.  Reggl- 
mento  (an.  14S3),  142,  44-47;  in  tale  veste  prcnde 
parte  alla  riforma  degll  Statuti  (an.  1454),  145,34; 
si  reca  con  altri  Boiognesi  a  Pesaro  a  prendervi 
Ginevra  Sforza  sposa  dl  Sante  Bentlvoglio,  147, 
15-22;  el.  d.  Commissione  incaricata  di  custodire  ii 
denaro  e  le  robe  raccolte  per  la  crociata  (an.  14SS)) 
160,  38-41;  convocato  con  altri  dai  pp.  h  arrlngato 
dal  pred.  per  la  concordla  nella  c.  (an.  1460),  173, 
19-30,  32-26;  ik  opera  all'accrescimento  di  San  Pe- 
tronio  (an.  1464),  186,  7-8;  h  ambasc.  d.  Senato  al 
nuovo  pp.  per  rallegrarsi  d.  sua  elezlone,  33-34 ;  ri- 
porta  al  Senato,  di  ritorno  da  Roma,  che  Paoio  11 
pretende  11  dorainlo  assoluto  dl  Bologna  (an.  146$), 
187,  20-22;  nuovamente  ambasc.  al  pred.  ottiene  ciie 
firmi  i  capltoli  desiderati  dal  Senato  e  torna  lieto 
a  Bologna  (an.  1466),  190,  17-19;  h  d.  senatorl  sedentl 
gll  ultirai  sei  raesi  al  tempo  dl  Paolo  II  (an.  1466), 
191,  32;  sua  moglte  accompagna  la  sposa  Ginevra 
Lodovlsl  11  giorno  d.  sue  nozze  con  Lodovlco  Bo- 
lognini  (an.  147 1),  209,  32-26;  h  commissarlo  con 
Astorre  Volta  e  Battista  e  Pirro  Malveizt  a  Ca- 
stelfranco  per  iiinalzare  una  bastla  sul  Panaro  a 
prova  della  glurisdizione  di  Bologna  in  quel  luogo, 
37-42;  uomo  di  molti  meritl,  senatore  e  Gonfalo- 
nicre  dl  Glustlzia  f  ed  4  sepolto  in  Sau  Doraenlco 


T.  XXXIIX,  p.  I  —  41. 


642 


INDICE  ALFAI3ETICO   IGuidotti  GIov,Hi«toria  di  Bologna) 


(aa.  1478),  218,  16-11;  UtcU  tre  figll  piccol!  licch^ 
gll   fuccede  in  benato  Lodorlco  Sampteri,  11-30. 

GuiooTTi  GnisifLUA  moglic  dl  Sailustlo;  accompagna  a 
Rlminl  Vlolante  Bentlvogilo  ipota  di  Pandolfo  Ma- 
latetta  (an.  1489),  254,  I»-I7,  ao;  torna  a  Bologna,  25. 

GuiDOTTi  PiKTRO  figllo  dl  Filippo,  54,  !;  li  reca  col 
gorernatore  di  Bologna  Ludovlco  Alamanni  c  con 
altri  gentiiuoraini  bolognetl  a  prendere  possetto  di 
Imola  e  ForH  (an.  1436),  4,  10-13;  el.  degll  Anzianl 
per  porta  San  Procoio  (an.  1438),  54,  1-3;  dura  in 
carlca  a  tutto   dlcembre,  7. 

GuiDOTTi  Raimondo  c  cl.  degli  Anzianl  per  porta  San 
Procoio  dal  Senato  di  Bologna  (an.  1418),  9,  41-42. 

GuiDOTTi  Sallustio  [SaiusHo]  figllo  di  GioTannl,  218, 
H;  235,  16;  326,  8;  alla  t  d.  padre  h  ancora  fan- 
ciullo  (an.  1478),  218,  U-19;  plglia  In  moglie  Gri- 
teida  Bentiroglio  naturaie  dl  Giovannl  (an.  1486), 
235,  16,  cf.  354,  3S-3t;  h  scaico  alle  nozze  di  Anni- 
bale  BentiTOglio  (an.  1487),  237,  37-28;  suo  abito, 
47-48;  con  ia  moglie  accompagna  a  Rimini  la  co- 
gnata  Vlolante  sposa  a  Pandoifo  Malatesta  (an. 
14S9),  254,  17-20;  torna  a  Bologna,  25;  accompagna 
la  cognata  I.aura  ailo  sposo  in  Mantova  (an.  1494), 
275,  30-J5;  h  da  GioTanni  BentlTogiio  creato  sena- 
tore  in  luogo  d.  f  Gaieazzo  Marescottl  (an.  1503), 
326, 7-8:  eisendo  Gonfaioniere  di  Giustizla  acconsen- 
te  a  introdurre  i  Francesi  in  Boiogna  e  si  acclnge 
a  tare  aprlre  ioro  ie  porte  di  Saragozza  e  San  Feiice 
(an.  1506),  349,  46-48,  ma  ne  h  impedito  dal  popoio, 
che  gii  toglie  a  forza  le  chiavi,  48-350,  1;  corre 
pericolo  d.  Tita,  \-2;  ospita  In  casa  sua  a  San  Do- 
raenico  11  card.  Carlo  Conetti,  357,  3-4;  %  da  Glu- 
llo  II  el.  d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori, 
358,  27,  31 ;  trattenuto  dai  ieg.  con  inganno  in  pal. 
h  dai  pred.  fatto  strangolare  perchi  aTCTa  scritto 
ai  Bentivoglio  (an.  1508),  390,  5-6;  gll  h  tagUato 
quindi  il  capo  e  portato  in  Piazza,  10;  1  parenti 
possono  seppellirlo  con  onore,  11-12. 

Guidotti  Saul  [Saullo]  figlio  di  Glovanni;  alla  f  d. 
padre  h  ancora  fanciullo  (an.  1478),  218,  18-19; 
tcalco  alle  nozze  di  Alestandro  BentiToglio  (an. 
1492),  267,  15-16;  ha  con  ah  sei  serTitori,  15;  Tcstito 
auo  e  d.  serTi,   18-19. 

Guidotti  Teseo  [Guitioiio]  ferisce  in  Piazza  Scipione 
Marescotti  (an.   1503),  323,  23-24. 

•  GulDOTTi  ViRGiLio.  Cherubino  Ghlrardacci  gii  dedica 
II  libretto  d.  sue   Giostre  (an.  1562),  XIX,  16-18  „. 

GuiDUCCl  Antonio  contadino;  tuo  dono  a  Sante  Ben- 
tlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),   151,  22. 

GuiDuccio  DA  MoNTEVEGLio  {Guidmccio  da  Afom/evte]. 
Un  suo  figllo  h  ferito  da  un  tai  Battista,  sarto, 
amico  d.  Griffonl  (an.  1431),  26,  5-6. 

GuiNiGl  LadIslao  [Ladis/ao  Guini^]  milita  nell'eaer- 
cito  raccoito  in  Imola  da  Antonio  BentiToglio,  Mi- 
cheietto  Attendolo  e  Nicold  daTolentlno  (an.  1428), 

8,   24-26. 

GuiNiGi  Paolo  [Paolo  Guimisi],  Per  cagione  dl  Lucca 
contende  con  Nicoli  da  Montone  nipote  di  Braccio 
(an.  1430),  19,  15-16;  manda  Raniero  Frosini  a  Bo- 
logna  a  leTare  genti,  16-17;  h  tradito  dal  pred.  che 
ti  accosta  ai  Fiorentinl  luoi  nemici,  17-18. 

GuiRlNl  V.  Guerini. 

GuiRONE  ABATs  Di  NoNANTOLA.  Per  una  bolla  di  Sitto  IV 
conferma  la  Galeazza  in  enfiteusi  ai  contl  Guido  e 


Galeazzo  Pepoti  (an.  1472),  211,  IS-I». 

GUIZAROACCIO  V.  Mtdico  (Dal)  G. 

GuizzA  (coNTc  Di)  rappretcntando  il  duca  di  MUano 
aUe  nozze  di  Annibale  BentlTOgllo  In  Bologoa  va 
incontro  agli  iposl  fuorl  porta  di  Galltera  (an. 
1487),  236,  23-25;  alla  colazlone  nuzlale  ricere  in 
pretente  una  fontana  di  zucchero,  240,  27. 

GuizzARDO  V.  Mtdico  (Dtl)  G. 

GuLlELMO  V.   Guglielmo, 

GuLiNo  V.  loschi  G, 

GuLosi  Marco  [Marco  Guloto]  teguace  d.  Canetoll,  % 
bandito  di  Bologna  (an.   1445),  K)9,  1-3. 

GuLOTTi  Ercolb  h  d.  Collegl  di  Bologna  (an.  1505). 
339,  1-5. 

GuLOTTi  Girolamo  [ItTonimo  Gu/olto]  combitte  nel 
torneo  in  Bologna,  tenutoii  per  definlre  te  U  Sa- 
pienza  o  U  Fortuna  prcTaiga  neUe  cose  uroane,  al 
leguito  di  Annlbaie  BentiTogllo  paladino  d.  For- 
tuna;  h  ascritto  aUa  lesta  squadra  Testita  alla  tel- 
Taggia  (an.  1490),  259,  33-34;  la  sua  parte  retta 
Tlttoriosa,  262,  17-19. 

Gurrini  Francbsco  di  PIcTe  di  Cento;  colpevole  dl 
omicidio  e  di  tumulti  h  preso  e  itnpiccato  (an.  1470), 
203,  6-8. 

GuTENBKRO  Giova.v.'^!  Inventa  l'arte  di  lUmpare  librl 
con  tipi  mobili  (an.  1440),  68,  25-26;  dlTuiga  ia 
stampa  in   Magonza  [an.   1448],   166,  5-6. 

GuTTSBERGio  GiovANNl  V.   Guttnberg  GiovoHni. 

Haimoniae  (comes  Palatinus)  V.  Hainau  (conte  Pala- 
tino  di). 

Hainau  (coNTB  Palatino  di)  \Palatinu$  Haimomae]  ti- 
tolo  deli'imp.  MassimUlano,  279,  19. 

Hbbrbi  V.  Ehrei. 

Hbnoch  V,  Enock. 

Hbnrighi  V.  Bnrichi. 

Hbrcolessk  ■o.  Brcole, 

Hbrmbs  -o.  Ermes. 

Hernbsto  V.  Brnesto. 

"[Hessbl  Alfrbdo]  Dt  rigna  Itatiae  /ibri  viginti 
von  C.  Sigonio  ....  ric,  CXXXI,  /^-/6  ,. 

HtPPORBGlBNSB  V.  Ivrea  (cittadinf). 

"  HisTORiA  Di  BoLOGNA  di  fra  Cherubino  Ghirardacci, 
XLI,  2;  tempo  non  certo  d.  sua  corapoiizione,  che 
pud  ragionevolraente  stabiiiral  da  circa  11  1570  aUa 
t  deIl'autore  nei  1598,  4-XLII-XLV,  1-21;  modo  d. 
sua  coraposizione,  XLII,  9-15;  difficolta  incontrate 
per  U  pubblicazione  pr.  il  Senato  bologneie,  cul 
l'autore  deve  rlvoigere  ben  tre  memoriaii,  per  arer- 
ne  il  beneplacito  sebbene  moito  faciimente  aTesie 
ottenuto  un  ampio  privilegio  da  Sisto  V  (an.  1586- 
1588),  XLV,  23-XLVI-LI,  1-16;  difficolti  pcr  ia  itampa 
iunga  e  costosa  che  finairaente  per  I'aiuto  di  Mar- 
cantonio  Sabbatlni  viene  corainciata  nei  1594  e  forte 
anche  nel  1593  da  GioTanni  Rossi  tipografo  Boio- 
gnese,  17-20;  pubblicazione  d.  primo  toI.  (an.  1596), 
LII,  15-16;  taTole,  dediche  e  poesie  gratulatorle  In 
essa  contenute  insierae  a  due  lettere  di  coramiato 
una  deU^autore  e  una  deilo  starapatore,  16-24;  titolo, 
25-34 ;  poesia  di  Cetare  Scudieri  in  oniaggio  aU'au- 
tore,  35-LIII,  1-23 ;  si  pu6  credere  che  nel  lungo 
tempo  d.  starapa  i  fogli  man  mano  circolaiscro  fra 
i  clttadini  pi6  colti  ed  eruditi  aTcndoil  accenno  a 
giudUi  e  accuse  anche  prima  che  il  rol.  fosie  di- 
ttribuito,  24-33;  cf.  LIV,  5-»;  editorialmente  la  pubbli- 


[Historia  di  Bologna  (codici)] 


INDICE  ALFABETICO 


643 


cazione  non  ha  successo,  tanto  che  alcunl  anni  dopo 
il  libraio  sente  il  bisogno  di  rifare  il  frontespizio 
e  spacciarla  per  una  seconda  edizione  nuovamente 
corretta  (an.  1605),  10-LV,  1-3;  dopo  la  pubblica- 
zione  del  I  vol.  il  Ghirardacci  attende  subito  aUe 
pratiche  per  la  stampa  del  II  ancora  confortato  da 
monsignor  Sabatini,  11-34;  sta  per  iniziarsene  la 
stampa  senza  le  difficolta  incontrate  per  il  primo 
quando  il  Ghirardacci  yiene  a  f  (an.  1598),  LV,  4- 
LVI,  1-2;  non  se  no  parla  piCi  per  parecchi  anni, 
slno  a  che  il  predicatore  padre  Aurelio  Agostino 
Solimani  bolognese,  trovandosi  ad  abitare  nel  con- 
vento  di  San  Giacomo  e  veduto  11  vol.  d.  Ghirar- 
dacci  pensa  di  incaricarsi  egli  stesso  d.  stampa  (an. 
1654),  3-33,  e  consegna  il  ms.  al  tipografo  Giacomo 
Monti  che  tosto  ne  comincia  la  composlzione,  33-36; 
dal  Senato  e  dato  ordine  di  sospenderne  la  stampa, 
mentre  si  tenta  far  revocare,  sebbene  inutilmente 
Vimfrimaiur  dalPinquisitore,  36-LVn,  1-15;  condi- 
zioni  deII'accordo  col  Senato  eseguite  a  puntino  dal 
Sollmani,  15-LVIII,  1-3;  ms.  originale  su  cui  fu  con- 
dotta  la  stampa,  luogo  di  conservazione  e  descrl- 
zione,  LIX,  l-LX,  1-3;  la  stampa  rispetta  scrupolo- 
samente  il  testo  autografo  4-11 ;  data  d,  pubblicazlone 
(an.  1657),  12-14;  h  dal  Solimani  dedicato  al  card. 
Giovanni  Girolamo  Loraellini,  14;  LXI,  1;  titolo  del 
volume,  2-9;  scrittori  che  in  occasione  d.  sua  com- 
parsa  scrissero  versi  elogiativi,  10-15;  contiene  an- 
che  ie  approvazioni  laudative  delI'inquisitore  Gu- 
glielmo  FocU,  del  generale  dell'Ordine  agostiniano 
Paolo  da  Pesaro,  16-18;  alcunl  esemplari  portano 
un  ritratto  su  rarae  di  fra  Cherubino  dl  fattura  po- 
steriore,  19-LXII,  1-2,  probabilmente  destinato  al 
terzo  volurae  e  usufruito  per  alcuni  esemplari  d, 
secondo  quando  fu  soppressa  I'edizlone  d.  terzo,  2-6; 
il  terzo  vol.  fu  lasciato  incompiuto  per  la  f  del- 
I'autore  (an.  1598),  XLVI,  24-25;  come  lo  provano: 
le  evidenti  sconnessloni  e  lacune;  la  mancanza  d. 
divisione  in  librl,  25-34;  11  fatto  che  invece  di  essere 
condotta  la  narrazione  sino  ai  tempi  d.  scrittore 
essa  si  arresta  al  1509,  34-XLV,  1-8;  rafferraazione 
deII'Alidosi  che  il  Ghirardacci  alla  sua  f  aveva  com- 
piuto  il  secondo  volurae  per  la  pubblicazlone  d. 
quale  correvano  anzi  trattative,  lasciando  incora- 
piuto  il  terzo  che  doveva  essere  condotto  sino  al 
1572,  16-20,  a-io;  considerevole  numero  d.  mss.  d. 
terzo  volume  tutti  posterlori  al  1732  ;  al  terapo  cloi 
in  cui  si  cominci6  la  persecuzlone  contro  l'opera 
dal  Bentivogllo  di  Ferrara,  LXII,  34-LXIII,  1-9; 
l'unico  esemplare  a  starapa  d.  terzo  volurae  nelPedi- 
zione  lucchese  h  posseduto  dalla  Blblloteca  dell'Ar- 
chiginnasio  di  Bologna,  10-11,  e  11  ms.  su  cul  fu  fatta, 
tratto  dairorlginale,  si  conserva  nella  bibl.  Unlver- 
sitaria,  11-16:  dlfficolta  per  la  pubblicazione  d.  terzo 
volume,  sollevate  dai  Bentlvogllo  di  Ferrara  che 
temevano  fosse  nella  narrazione  qualcosa  che  non 
recasse  onore  alla  loro  faraiglia,  LXXX,  7-LXX.XIlI, 
1-6;  finalraente  il  senatore  Francesco  Davla  ne  fa 
corainciare  la  stampa  alla  tlpografia  Venturlni  di 
Lucca  (an.  I7S6),  11-11,  che  con  pubblico  manlfesto 
si  assicura  una  larga  sottoscrizione  (an.  1757),  20- 
LXXXIV,  1-5;  l'opera  h  quasi  stampata  quando  dai 
governo  lucchese  ne  vlcne  prolbita  la  pubblicazione 
per  soUecItazione  d.  pp.,  litlgato  dal  roarch.  Guido 


Bentivoglio  (an.  1758),  9-34;  pretese  d.  pred.  che 
prima  vuole  sia  mutilata  l'opera  nei  passi  offensivi 
per  la  sua  famiglia,  15-19,  cf.  LXXXVI,  5-25;  poi 
sembra  piegarsi  a  fare  in  fine  d.  libro  un'aggiunta 
dl  documenti  che  smentiscano  la  narrazione  d.  Ghi- 
rardacci  nei  passi  incriminati,  LXXXVIII,  1-16;  pure 
tentando  pratiche  per  rilevare  I'intera  edizione  a  vile 
prezzo,  LXXXVII,  U-36;  specialmente  spiace  al  Ben- 
tivoglio  la  narrazione  dell'origine  spuria  di  Anni- 
bale  BentivogHo,  XC,  5-XCI,  1-6;  note  marginali  d. 
march.  nell'unica  copia  a  stampa  sopravvissuta  29- 
CXII,  1-5;  pratiche  d.  pred.  per  trovare  documenti 
che  smentiscano  la  narrazione  d.  Ghirardacci,  16-19; 
XCVI,  17-XCVlI-XCIX,  1-5,  i  quali  dovevano  essere 
pubblicati  in  apposito  raanifesto,  XCII,  12-19,  23- 
XCIII,  1-10;  sono  interessati  alPuopo  il  Montefani, 
il  Branchetta,  il  Monti  e  lo  Scaraelli,  XCII,  20-22; 
abbozzo  d.  raanlfesto,  XCIII,  U-XCIV-XCV,  1-33; 
incertezze  sulla  sua  pubblicazione  per  la  raancanza 
dl  documenti  ineccepibili,  XCIX,  12-36;  sono  fatte 
nuove  ricerche  ed  fe  dato  1'incarico  di  stendere  11 
manifesto  al  Montefani,  C,  5-21,  che  accetta,  raa  non 
ne  fa  nuUa.  22,  41-43;  cf.  CII,  9-11,  15-16;  la  pubbllca- 
zione  viene  dichiarata  definitivaraente  sospesa  per 
decreto  d.  governo  dl  Lucca,  35-29 ;  difficolta  circa 
11  rifacimento  d.  spese  sollevate  dagli  interessati 
che  a  malincuore  subivano  l'imposizione  di  cessare 
la  stampa,  30-CIII,  1-15;  Lucca,  per  mezzo  d.  suo 
agente,  insiste  presso  11  Bentivogllo  perch^  tacitl 
gli  stampatori,  I6-20;  ma  il  march.  Guldo  non  vuol 
saperne,  20-26;  il  pred.  finalraente  sl  plega  all'idea 
d.  corapenso  per  l'avvedutezza  e  11  tatto  d.  cugino 
Francesco  Antonio  Mansl  (an.  17S9),  27-CIV-CXIII, 
1-31,  e  rileva  1'lntera  edlzione  di  millesessanta  esem- 
plari  pagando  centosettanta  zecchlnt,  31-CXIV,  1-34; 
raillecinquanta  cople  vengono  dlstrutfe  in  Bologna: 
una  sola  venne  conservata  dal  Bentivoglio  nelI'Ar- 
chivio  di  famiglia  a  Ferrara,  donde  eraigr6  a  Bo- 
logna  e  venne  nel  1860  acqulstata  dalla  biblioteca 
dell'Archig!nnasio,  CXV,  25-34;  descrizione  d.  voi., 
35-CXVI,  1-7 ;  sul  quale  h  stata  condotta  la  presente 
edlzlone  di  preferenza  che  sul  ms.  autografo,  8-27 ; 
dal  quale  invece  sono  tolte  le  notizle  che  da  parte 
delI'anno  1508  vanno  a  parte  d.  1509  mancanti  nella 
stampa,  28-31;  cf.  388,  1-4;  crlteri  segulti  nella  pre- 
sente  rlstampa,  32-CXVII,  1-6;  elenco  d.  opere  a 
stampa  consultate  dai  Ghirardacci  e  cit.  nel  volu- 
meprlrao,  CXXI,  16-CXXII-CXXVI,  1-49;  fonti  mss., 
50-CXXVII-CXXXI,  1-27;  elaborazione  scientifica 
dell'immenso  materiale  per  la  qualo  assurge  a  va- 
lore  di  storia  nel  senso  moderno,  CXXXII,  13- 
CXXXIII-CXLII,  I-J7 ;  la  parte  pi6  antica  4  la  pifi 
trascurata  per  mancanza  di  documenti  atiendibili 
e  per  la  poca  conoscenza  che  l'autore  aveva  degli 
antichl  monumentl,  C.XXXIV,  34-CXXXV,  1,  seb- 
bene  anche  In  queata  parte  raostri  acume  critlco,  1- 
CXXXVr,  1-12;  sua  forraa;  pcrch^  aonh  organlca, 
elegante  e  solenne,  CXLII,  ^o-CXLIII-CXLIV,  1-30; 
elenco  d.  lettere  e  d.  documenti  eslstenti  nella  Bl- 
blioteca  coraunale  deirArchlginnaslo  rlferentisl  alla 
stampa  d.  terzo  volume,  CLVIIt-CLXlII;  raffronto 
di  vari  codlci  con  1'esemplare  a  stampa,  LXXVI- 
LXXIX  „. 
"  HiSTORiA  Di  BoLOOXA  (coDici).  Del  primo  vol.  non  il 


644 


INDICE  ALFABETICO  (HUt  dl  Bologna  (ccdidjlmolm  (ci/(a)] 


contervano  nb  il  ini.  originale,  nh  alcun  apografo, 

LXII,   3«-35,. 

"MisTORiA  Di  BuLuoNA  (coDici)  del  Mcondo  vol.  tl  lia 
II  mt.  autografo  nella  lua  furma  definltlva,  LXII, 
35-36;  ef.  LIX,  S-6;  detcrlzlone,  6-U;  I.X,  J-3,  7'-77; 
t1  lono  le  firme  autugrafe  deirinquliitore  dl  Bolo- 
gna  e  di  altrl  penonaggi  Incarlcati  dl  eaaminarne 
il  contenuto,  LIX,  U-LX,  1-J,  !6-70  ,. 

• d.  terzo  rolume:  treautografl:  il  rRiMO  (an. 

1393-1471)  comprende  alcunl  anni  gia  atampnti  nel 
tecondo  vol.  (aa.  1393-14»  i),  LXIV,  15-19;  loro  de- 
icrizione,  10-U,  30-32;  rafironto  di  due  paati  con 
ii  aecondo  e  ter^o  tomo  a  stampa,  33-LXV-LXVII, 
1-31;  il  SKCONDO  (aa.  1471-1509)  contiene  la  narra- 
zione  d.  itoria  lulla  lezione  d,  terzo  vol.  a  stampa 
e  d.  molte  cople  mss.,  25-37  ;  deicrizione,  33-24,  28-45; 
sua  importanza,  46;  LXVIII,  1-4;  tkrzo  (aa.  1336- 
1393)  acefalo,  16-19;  descrizlone,  6-9;  la  sua  impor- 
tanza  h  dovuta  al  fatto  che  con  gll  altrl  due  mss. 
autografi  integra  la  narrazione  d.  Ghirardacci,  9-13  „. 

«  —  —  copie:  ne  sono  enumerate  ventotto  dal  sec,  XVII 
al  XIX  con  la  loro  descrizlone  e  possuno  dividerii 
in  tre  gruppi  a  seconda  degli  anni  che  comprendono, 
LXVIII,  il-LXIX-LXXV,  1-24;  tutte  lianno  un  fondo 
comune  cioi  il  ms.  autografo  d.  Blblioteca  univer- 
sitaria,  ma  le  dlfferenze  non  sono  poche,  nh  piecole; 
dovute  alla  forma  data  dal  copist.t  alla  narrazione 
d.  Ghirardacci  non  compiuta  e  non  definitiva,  25-2S; 
raffronto  dl  un  passo  riferentesl  all'anno  1491  in 
tette  di  esst  con  l'etemplare  a  stampa  lucchese, 
LXXVILXXX,  1-6,. 

•  HiSTORiB  DKLLA  FAMioLiA  Sabbadini  di  fra  Cherubino 
Ghirardaicl;  Inedlte,  XXXIV;  24;  descrizione  d. 
codlce,  25-43,  4-6  „. 

Holanda  V.   Olanda, 

HoRA  V.    Ora  (Da), 

HoRATlO  V,   Oratio, 

HoSTBXSB  (cARDlNALs)  V,   Os/io  (cardinale  di), 

HosTiA  V.   Ostia. 

[HUNYADI  GlovANNl]  [re  di  Ungheria!  invece  go- 
Ternatore]  accompagna  Federlco  V  in  Italia  (an. 
1452),   140,  35-36. 

ICOBBTTO  V.   Giacomeito. 

Idicb  [fiumb].  Vi  il  ritlra  Luigi  Sanseverino  dall'asse- 
dio  di  Castei  Siin  Pietro  (an.  1428),  8,  35-36;  vi  si 
rltira  I'esercito  d.  Bolognesi,  46;  vl  si  accampa  Ni- 
C0I6  Plcclnlno  (an.  1438),  51,  37-38:  vi  si  reca  Pler 
Gian  Paolo  Orsinl  con  le  sue  railizie  pr.  il  Plcci- 
nino,  41-42;  vi  giunge  Taiiano  del  Friuli  (an.  1445), 
106,  3;  vl  gtunge  e  vl  si  accampa  resercito  dl  Fe- 
derigo  da  Montefeltro  a  sorTegliare  ie  mosse  d.  ne- 
mico  (an.  1467),  193,  31-33;  tI  si  reca  Galeazzo  Ma- 
ria  .Sforza  a  parlamento  con  Federigo  da  Monte- 
feltro  e  con  l'Or8ini,  41-42;  io  Sforza  tI  torna  con 
tutto  l'esercito,  47-48 ;  anche  vi  giungono  dalla  To- 
icana  Roberto  Sforza  e  Don  Aifonso,  48-49;  ric, 
194,  18;  nei  pressi  vl  h  situata  Mezzolara,  41-42;  vi 
giungono  In  scorreria  Vitellozzo  Vltelli  (an.  1501), 
303,  6-7,  e  le  genti  d.  march.  Gonzaga  (an.  1506), 
348,   27-28. 

loNAZlo  I.X  chlamato  V  [patriarca  di  Antiociia]  un  suo 
leg.  recasi  al  Concllio  in  Ferrara  (an.  1438),  50,  44. 

■  Imola  (Bibliotkca  Comu.valb)  possiede  un  codict  del' 
/'Historia  d.  G'nrardaeei,  LXX,  3-4  „. 


Imola  (cittX)  h  tolta  eon  Poril  dal  duca  Filippo  Maria 
Vlsconti  agli  Alidoii  e  agli  OrdelatTi  (an.  1436),  3. 
30-31 ;  k  data  dal  pred.  ai  leg.  pontlficio  In  Bolo- 
gna  per  lottraria  ai  Florentlni,  ai-U;  11  goTcrna- 
tore  dl  Bologna  LudoTico  Alamanni  recail  In  com- 
pagnia  di  molti  gentiluomini  bolognesi  a  prender- 
nc  poiietto  per  11  pp.,  4,  10-16;  i  pred.  ne  par- 
tono,  17;  vi  giungono  mandati  da  Martino  V  An- 
tongaleazzo  BentiTOglio,  Micheletto  Attendolo  e 
Nicol6  da  Tolentino  a  raccogilerTi  un  forte  eter- 
cito  (an.  1438),  8,  34-35;  tI  tono  mandati  prigio- 
nlerl  gli  abitanti  di  Cattel  San  Pietro,  49-SO;  11  card. 
Albergati  vi  glunge  da  Bologna,  10,  46;  erronea- 
mcnte  11  Biondo  icrive  che  vl  il  reca  II  card.  Del 
Conte,  che  invece  Ta  a  Cento  (an.  1430),  19,  6-7; 
il  pred.  vi  ti  reca  dopo  la  sua  revoca  da  leg.  dl 
Bologna,  20,  10;  ne  tono  etpulil  quei  banditi  e  fuo- 
rutciti  bologneti  cui  fu  riconfermato  il  bando  net 
capitoli  d.  pace  concordati  tra  il  pp.  Eugenio  IV 
e  Bologna  (an.  1431),  28,  42-29,  1-2;  vl  h  11  Gatt*- 
melata  (an.  1433),  35,  19;  11  pred.  vi  torna,  37;  ne 
tono  cacciati  gli  ufficlali  d.  Chleta  (an.  1434),  36, 
33;  vi  sono  introdotti  1  toldatl  d.  duca  di  MUano, 
33-34;  tenuta  da  pretidt  d.  Vitcontl  i  molettata  da 
milizie  fiorentine  e  veneziane  all'ordlne  del  gover- 
natore  dl  Bologna  Zabarelli,  39,  32-33;  h  minacclata 
dall'esercito  d.  lega  guelf a  dl  Romagna,  47-48 ;  rlc, 
40,  11;  il  pred.  esercito  e  quello  d.  Viaconti  si  at- 
taccano  sulla  via  Flaminia,  tra  ia  c.  e  Cattelbolo- 
gnese,  40,  15-16;  h  occupata  dal  Piccinino  (an.  1438), 
51,  9;  Matteo  GriflFoni  fe  ucclso  fuorl  d.  c.  da  Mi- 
chele  da  Ora,  55,  36;  ric.  per  la  sua  ribellione  al  pp., 
56,  5;  h  data  dal  duca  Viscontl  a  Guld'Antonlo 
Manfredi  (an.  1439),  58,  25;  che  ne  prende  pos- 
sesso,  28-29;  tI  i  mandato  prigioniero  nella  rocca 
Benedetto  Bonfigli  (an.  1440),  62,39-40;  1  Bolognesi 
vl  mandano  ad  assediarla  Simonetto  dall'Aquila, 
Gottifredo  e  Guido  Rangonl  (an.  1443),  95,  8-11; 
non  pud  entrarvi  Pietro  da  NaTarrino  per  le  dlfete 
apprestatevi  dal  Manfredi,  97,  4-6;  ne  i  oriundo 
Ambrogio  dal  Monte,  108,  8;  vi  si  rifugiano  l  Pe- 
poli,  i  Fantuzzi  e  gli  altri  fuorusciti  bolognesi  l>an- 
ditl  dal  leg.  Bessarione  (an.  1450),  137,  4;  tI  t  aT- 
Telenato  Romeo  Pepoli  (an.  1451),  140,  29-30;  tI 
si  reca  Tiberto  Brandolini  a  sposarTi  una  figlia  dl 
Guld'Antonlo  Manfredl  (an.  1458),  165,  18-30;  vi 
convengono  gli  ambasc.  di  Bologna  d.  duca  Sforza 
e  d.  pp.  per  rappacificare  Aatorre  e  Taddeo  Man- 
fredi  (an.  1463),  180,  30-23;  k  assediata  da  Costanzo 
e  Alessandro  Sforza  (an.  1467),  193,  33-34;  quetti 
ne  e  richiamato  dairassedio  da  Bsrtolomeo  Colleo- 
ni,  194,  17-18;  ric.  per  San  Prospero,  21;  per  Sa- 
lustia,  197,  4;  da  Taddeo  Manfredi  fe  ceduta  a  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza,  che  la  da  in  dote  a  sua  figlla 
Caterlna  Riario  (an.  1474),  214,  19-21 ;  la  pred.  tI 
passa  recandosl  al  marito  in  Forll  (an.  1477),  216, 
16-17;  t1  i  di  passaggio  Annlbale  Bentivoglio  con 
molto  seguito  festegglatissimo  da  Girolamo  Riarlo 
(an.  1485),  232,  28-29;  vi  h  condotto  Ottavlano  Ria- 
rio  ad  assumerne  la  signorta  (an.  1488),  245,  23;  i 
presidiata  da  soldati  d.  Sforza  (an.  1499),  296,  7-8; 
vuole  prenderla  il  re  Luigi  XII  per  il  pp.,  297,  39-41; 
Ti  si  rifuglano  parte  degli  abitanti  di  Castelbolo- 
gnete   preso  dal   Valentino,  327,  6-7;  unitamente  a 


llmola  (ciiiit^.lnnoctnzo  VIH  papa]  INDICE  ALFABETICO 


645 


Forrt  le  e  mossa  guerra  dal  Valentlno  sotto  il  pre- 
testo  che  la  duchessa  Caterina  non  pagava  il  censo 
alla  Chiesa,  298,  ll-U;  neipressi  l'esercito  d.  Valen- 
tino  si  congiunge  con  le  milizie  d,  Chiesa  agli  or- 
dini  deU'Orsini  e  di  Vitellozzo  Vitelli,  27-29;  cf.  25; 
si  da  ai  pred.  senza  colpo  ferire  29-31 ;  la  rocca  in 
cui  erasi  rinchiusa  Caterina  coi  figli  resiste  per 
qualche  tempo,  31-33;  anclie  la  rocca  si  rende,  33,  cf. 
47;  h  depredata  dairesercito  d.  Borgia,  299,  11,  che  in 
parte  vi  si  reca  a  svernare  (an.  1500),  301,  U;  vi 
torna  Cesare  Borgia  da  Milano  (an.  1502),  312,  17; 
vi  si  reca  Fracasso  da  Sanseverino  al  soldo  d.  pred., 
18-20;  il  Valentino  vi  raduna  l'eserclto,  23;  vi  giunge 
Gianfrancesco  Aldrovandi  ambasc.  di  Bologna  al 
duca,  23-35;  i  confederati  alla  Magione  cominclano  a 
mandarvi  i  loro  armati  contro  il  Borgia,  315,  47-<8; 
cf.  40;  vi  si  trova  il  Valentino,  316,  2-3;  rlc,  317,  ■>; 
il  pred.  si  ritira  nella  rocca  ad  attendervi  rinforzi, 
24 ;  vi  si  reca  Paolo  Orsini  dal  duca,  32 ;  I'Orsini 
vi  torna,  46-47 ;  vi  si  reca  Antongaleazzo  Bentivo- 
glio  dal  duca,  318,  3;  vi  giungono  contlnuamente 
al  Valentlno  gentl  d'arme  di  Mllano  facendo  finta 
di  recarsi  nel  Napoletano,  319,  27-29;  vl  giunge 
Mino  Rossi  e  poi  Alessandro  Bottrigarl,  30-31 ;  il 
Valentino  vi  compra  duemila  torchi,  41-42;  il  pred. 
ne  parte  per  Cesena,  320,  19-20;  e  divisa  nelle  fa- 
zioni  Sassatella  e  Vaina  questa  parteggiante  per 
Ottaviano  Riario,  queila  contraria  (an.  1503),  327, 
30-31;  11  Riario  vi  si  reca  tentando  riaverne  la  sl- 
gnoria  con  l'aiuto  di  Glovanni  Bentivoglio,  25-28; 
cf.  39-40,  ma  fallisce  neIl'lntento  per  il  prevalere 
d.  parte  Sassatella,  39;  31-32;  cf.  40-41;  vanamente 
Oiovanni  BentlTOgiio  tenta  ancora  di  riporvi  il 
Riario,  328,  35-38 ;  un  altro  tentativo  di  Ermes  Ben- 
tivoglio  allo  stesso  scopo  falliscc,  46-47 ;  c  dilaniata 
dalle  discordie  d.  due  fazioni  Vaina  e  Sassatella 
(an.  1504),  331,  33-34;  in  soccorso  d.  Vaina  vanno 
molti  Bolognesi  con  NicoI6  Magnani,  34-36;  la  Sas- 
satella  in  procinto  dl  essere  vinta  chiede  una  tre- 
gua  di  tre  ore,  che  le  k  concessa,  36-37;  sopraggiunto 
in  questo  mentre  Giovanni  da  Sassatello  con  milizie 
da  Forli,  malgrado  la  tregiia,  assale  gll  avversari 
disarmati  e  dispersi,  38-40;  vl  resla  f  Nicol6  Ma- 
gnani  con  molti  altrl,  40-41;  la  fazlone  Vaina  ne 
k  eacciata  e  le  sue  case  abbruciate,  41;  Giovanni 
.Sassatello  ne  diventa  capo,  42-43;  vi  si  reca  Gian- 
francesco  Gonzaga  mosso  contro  Bologna,  346,  28- 
39;  vi  si  trova  il  pp.  Giulio  II  (an.  1506),  351,  15- 
16;  vi  si  recano  gli  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna 
pr.  il  pred.,  353,  28-29;  gil  ambasc.  ne  partono,  31- 
32;  Giulio  II  ne  parte  per  Bologna,  355,  4;  patria 
d.  dottore  Alessandro  Tartagni;  v.  anche  Bavcrio  da 
Imola,  Michelf.  da  Imola. 
Imola  (Sionori)  V.  Ouidanlonio  Afanfrtdi  (aa.  i^iy-i^a^, 
1439-1448),  Taddeo  Manfredi  (an.  1448-1473);  Gi- 
rolamo  Riario  (an.  1473-1488) ;  Oitaviano  Riario 
(aa.  1488-1499) ;  Cesare  Borgia  quale  vicario  fontifi- 
cio  (aa.  1500-1503),  Attorre  III  Manfredi  (an.  1503). 
-  (TKRRiTORio)  norme  per  la  elezionc  agll  uffici  sul 
territorio  contenute  nel  capitoll  d.  pace  e  sanzio- 
nate  dal  pp.  (an,  1431),  27,  42-28,  1-4;  h  corso  da 
Guido  Antonio  Manfredi,  che  vl  prende  raolte  ca- 
itella  (an.  1434),  36,  34-36;  rlc.  per  Cantalovo,  47, 
42;   277,  11;  vl  sl  recano  11  Picclnlno  e  Pier  Glan 


Paolo  Orsini  con  le  loro  milizie  (an.  1438),  51,  42; 
e  saccheggiato  da  Francesco  Sforza  (an.  1439),  58, 
32;  h  posto  a  sacco  e  a  fuoco  da  Simonetto  del- 
r.\quila  (an.  1443),  88,  32-35;  e  di  nuovo  dal  pred. 
e  da  Gottifredo  e  Guido  Rangoni  per  i  Bolognesi, 
95,  8-11;  h  messo  a  sacco  da  Pietro  da  Navarrino,  97, 
4-6;  h  aaccheggiato  dai  soldati  Francesi  (an.  1494), 
277,  25-26;  vi  giungono  altri  Francesi  al  seguito  d. 
prlmi,  in  tutto  circa  duemila,  27-31;  vi  si  dirige  il 
duca  Ferdinando  di  Calabria  contro  i  Francesi,  278, 
14-15;  il  pred.  va  a  Santa  Agata,  15-I6;  ne  parte, 
22-23;  vi  fanno  scorrerie  e  preda  i  cavalleggieri  d. 
Bentivoglio  (an.  1502),  317,  20-31;  rlc.  per  Tosca- 
nella,   382,  38-39. 

Imola.  (vKSCOvi)  V.  Pietro  Ondedei  (a.a..  1416-1450),  Fra 
Gasfare  Siffhicelli  (aa.  1 450-1457),  Antonio  VoUa 
(aa.  1457-1470),  Giacomo  Passarella  (1479-1488),  Si- 
mone  Bonadies  (aa.   1488-1511). 

Imolbsi  cacclano  gli  ufficiali  d.  Chiesa  e  si  danno  al 
duca  di  Milano  (an.  1434),  36,  33-34;  si  ribellano 
alla  Chiesa  (an.  1438),  53,  28-29. 

Imperatori  di  Gkrmania  V.   Germania  (imperatori). 

Imprunbta  \Amfrttneta\  rlc.  per  la  Madonna  miracolosa, 
31,  14. 

Incoronata  (chiksa  uella)  V.  Napoli  (chie.ie). 

"  Indick  dsllk  scritturb  che   nel  Tabulario   overo 

BlBLlOTBCA     VatICANA     SI     CONSERVANO    SPETTANTI 

all'Historia  di  Bologna  di  fra  Cherubino  Ghirar- 
dacci,  inedlto,  XXXVI,  1-3;  descrizione  d.  codice, 
3-6 ;  conservato  nella  Biblioteca  Universitaria  di  Bo- 
logna,  i-n  „• 

"  Indici  di  nomi  dl  fra  Cherubino  Ghirardacci,  inediti, 
XXXVI,  7;  descrizione,  8-18,  j-y  ». 

Infantk  di  Aragona  V.  Pedro  di  Aragona. 

Inghiltbrra  [Ingiesi].  Eugenio   IV  crea  cardinali  vesc. 
di  questa  regione  (an.   1439),  60,  33-34. 
—  (re)  Irex  Angliae]  v.  Enrico  VIIlTudor]  (aa.  1485- 

1509)- 
....  Inglbsb  k  nelfesercito  di  Bartolomeo  Coileoni  con- 

tro  Firenze  (an.  1467),  193,  19;  rlmane  f  nella  bat- 

taglia  alla  Mezzolara,   195,  30-21. 
Inglesi  GiovANNi  c  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 

26-33. 

Ingrati  pol  Grati  bolognesi;  sono  al  governo  di  Bo- 
logna  (an.   14S0),  134,  41-42;  v.  Grati. 

Innocenzd  V.  Ringiieri  I. 

Innocbnzo  VIII  al  secolo  Giovanbattista  Cibo,  e  cl.  pp. 
(an.  1484),  230,  29;  sceglie  a  suo  referendario  An- 
tonio  Grassi,  che  crea  vesc.  di  TivoH,  30-31 ;  con- 
ferma  a  Girolamo  Riarlo  11  capitanato  e  la  conces- 
sione  d.  feudi  fattagli  da  Slsto  IV,  31-32;  desldere- 
rebbe  averc  11  pred.  seco,  32-33,  ma  quegli  pruden- 
temente  si  ritira  a  Forll,  33-34;  Glovanni  Bentlvo- 
gllo  gli  manda  Fllippo  Salaroll  a  rallegrarsl  d.  sua 
elezione,  35-36;  dal  Senato  di  Boiogna  allo  stesso 
scopo  gli  sono  invlati  Ludovico  Samplerl  e  Boni- 
facio  Cattani,  37-38 ;  concede  ai  pred.  la  conlerma  d. 
capltoli  esistentl  tra  la  Santa  Sede  e  Bologna.  38-40; 
cl.  Giambattlsta  Savclli  leg.  d.  pred.  c,  40-41:  gli  k 
assegnata  una  quota  di  seimila  ducatl  nel  pagamento 
d.  condotta  di  Koberto  da  Sanseverino,  231,  1;  h 
osscquiato  in  Roma  da  Giovanni  BentivogPo,  232, 
33;  gU  concede  quanto  desidcra,  33-33;  cf.  376,  37} 
manda  Atcanlo  Maria  Sforza  leg.  a  Bologna  In  luogo 


646 


INDICE   ALFABETICO     [Innocenzo  VIII  pp.-ItoUni  Giov.) 


d.  Sareili  (an.  1485),  233,  3-4;  concede  tnolti  bene- 
flcl  a  Camlllo  Pepoll  luo  protonotarlo  nelle  dloceil 
dl  Padova,  Bretcla,  Reggio  e  Modena  (an.  1486), 
334,  1>2;  ne  ioda  la  nobllti  di  tangue  Indicandolo 
neila  bolia  coa  la  fraie  *  de  comltum  gente„,  3-4; 
■comunica  gii  Anzianl  e  tutti  i  magittrati  di  Bolo- 
gna  percii^  avevano  condannato  aicunl  reiigloil 
coiperoll  dl  furto,  all'lnsaputa  dell'autorita  apotto- 
llca,  6-11;  perdona  con  penltenza,  al  Gonfalonlere 
Orsl  recatosi  a  Roma,  13-16;  •!  rappacifica  coi  re 
dl  Napoll,  23;  ilcenzla  Roberto  da  Sanseverino  suo 
cap.,  36-27  ;  gii  concede  di  passare  con  le  sue  genti 
sicuro  per  i  auoi  stati,  36-37;  st  fa  rappresentare  da 
Piilppo  Contorni,  vesc.  di  Urblno,  alle  nozze  di 
Annlbaie  Bentivoglio  in  Boiogna  (an.  1487),  236, 
23-34;  consente  ciie  Enea  Malvezzi  subcntri  al  poito 
d.  fratello  Attorre  nei  cav.  deila  Magione,  244,  4- 
S;  manda  Fiiippo  Canonlcl  nunzio  al  gran  Maettro 
dl  Rodi  con  il  cappelto  cardinalizio  e  quindi  ai  Sol- 
dano  d.  Calro  per  trattars  una  iega  contro  i  Turciii 
(an.  1489),  253,  49-50;  h  pregato  da  Bajazet  sultano 
d.  Turciii  medlante  compenso  di  una  forte  somma 
dl  danaro  di  non  rilasciare  suo  fratelio  Zizim  ve- 
nuto  in  mano  ai  gran  Maestro  di  Rodi,  254,  40-44 ; 
t  (an.  1492),  267,  37. 
"  Instituzionb  christiana  bt  cathouca  dsl  modo  di 

ASCOLTAR    LA     MsSSA,     OBNERALB    SACRIPICIO    DBLLA 

Christianitade  PER  via  uk  intkrrooationi.   Dbl 

R.    P.    F.    ChERUBINO    GldRARUACCt  BOLOGNBSE  KRK- 

mitano  (an.  1571),  XX,  1-4,  /-5.  Sua  detcrizione, 
4-5,  S-t3;  h  dedicato  ai  fratelll  Angelo-Michele  e 
Plerantonio  dal  Lino,  6-7,  ai  quali  e  al  padre  Giam- 
battiita  fautore  si  professa  obbligato,  7-8  ;  seconda 
edizlone;  sua  descrizione  (an.  1572),  I3-3S;  terza 
ediz.  d.  Sessa  in  Venezia  (an.  1578),  36-27,  6-j;  un 
esemplare  di  questa,  rarisslma,  h  nella  biblioteca 
Marucelliana  di  Firenze,  27-28,9-/0;  quarta  ediz.  di 
Francesoo  Osanna  in  Mantova  ricordata  dal  Fan- 
tuzzi,  ciie  ne  trasse  notizia  dall'OrIandi  e  questo  dal 
Bumaidi,  29-31,  //-/6  ;  una  quinta  ediz.  c  menzlonata 
nei  BibUoikecae  CaaanateHsis  eatalogus  (an.  1583), 
32-34,  n-iS  „. 
"  Invito  di  virtu  di  p.  Cherubino  Ghirardacci   bo- 

LOGNESB  A  F.  HorTENSIO  GlOVANELLI  COME  FIGLIUOL 

CARissiMO,  insdito;  (an.  1560),  XXVIII,  7-8;  descri- 
zione  d.  codlce  autografo,  9-31 ;  trattazione,  32-34; 
e  fosseduto  dal  senatore  Nerio  Malvezxi  e  si  con- 
serva  nelia  libreria  Malvexti,  /-5  ^, 

Ippolita  V.  Bentivoglio  L,  Sforza  I. 

IppoLlTO  V.  Bargellini  /.,  Bentivoglit  /.,  Malvexxi  /., 
Montecalvi  /.,  Nobtti  I. 

Ippolito  (fra)  priore  dei  Servi;  perchfe  amico  d.  Benti- 
yogiio  &  confinato  a  cinquanta  miglia  da  Bologna 
nelle  terre  d.  Chlesa  (an.  1507),  362,  4S-47. 

ISABBLLA  \lsabetta\  v,  Bargtllini  I.,  Bentivoglio  /.,  Bste 
(/)')  /.,  Ghirardacci  /.,  Muratore  /. ;  v.  anche  Maria 
Isabella. 

IsABELLA  d' Aragona  figiia  del  duca  di  Calabria ;  sposa 
Giangaleazzo  Sforza  duca  di  Miiano  (an.  1488),  253, 
38-39;  accompagnata  da  quasi  tutti  i  prlncipi  di 
Itaiia  entra  in  MUano  ricevuta  dal  marito  nei  ca- 
stello  con  grande  apparato  (an.  1489),  44-46;  dive- 
nuta  vedova  passa  di  Bologna  con  due  figli  dolente 
che  ii  primogenlto  Francesco  le  fosse  stato  dal  re 


Luigi  XII  condotto  in  Krancia  (an.  1500),  299,  24* 
26;  ie  vengono  incontro  i  BentlTOgilo  con  molte 
signore  e  lignorl  di  Bologna  ad  Anzola,  26-38 ;  parte 
per  Napolt,  28. 
IsABELLA  Di  Castioua  mogile  dl  Perdinando  dl  Ara- 
gona;  ottiene  II  reame  di  Granata  posseduto  dal 
Mori  (an.  1492),  265,  9-12;  con  il  marito  manda  Cri- 
stoforo  Colombo  a  scuoprire  nuove  terrc,  IJ-tS;  In- 
ria  con  il  marito  un  ambasc.  con  rlcchisslml  donl 
ai  pp.  per  railegrani  d.  sua  elezlone  (an.  1493), 
272,  4-8 ;  insleme  al  marito  fa  lega  con  l'imp.  Maa-' 
slmiiano,  ii  pp.,  i  Venezianl  e  it  duca  Sforza  (an. 
1495),  285,  38-41. 

[ISABBLLA  Di  Clairmont]  regina  di  Napou  f  (an.  (465), 
187,  41. 

IsAlA  (CHIESA  Dl  sant')  v.  Bologna  (ebiese). 

IsAlA  (porta)  V.  Bologma  (forte). 

IscHiA.  Vi  fugge  re  Aifonso  II  con  suo  zio  Federlgo 
(an.  1495),  285,  19-2O;  vi  ti  ritira  Federlgo  dive- 
nuto  re,  con  gli  averi  e  gli  amlci  promettendo  dl 
sgombrarla  in  sel  mesi  (an.  1501),  307,  4S-46. 

IsiDORo  V.  Kioioensis  1. 

IsiDORO  (sant').  La  lua  tetta  i  portata  in  processione 
per  Bologna  con  ie  altre  reliquie  e  la  Madonna  di 
tan  lyuca  (an.  1505),  334,  39-335,  i-S. 

IsoLANi  (famiglia)  *  i  rapprescntata  nel  Thtatro  moraie 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci.  XXIV,  22-24,: 
sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.   1450),  134,  32. 

IsoLANi  Agostino  figlio  di  Giacomo;  i  fuoruicito  (an. 
1440),  68,  11-12. 

"  IsoiJiNi  Alamanno  pod.  a  Molinella,  lia  per  notaio  di 
ufficlo  Andrea  Ghirardacci  (an.  1554-1555)»  VI,  3-5,. 

IsoLANi  Battista  degli  Anziani  di  Bologna  per  porta 
Ravegnana;  durante  U  tuo  anzlanato  lono  ripotti 
nella  Camera  d,  Atti  i  capitoii  d.  pace  con  Euge- 
nio  IV  (an.  1431),  29,  17-18. 

IsoLANI  Cattaneo  [Cataneo,  Ca/tamio]  figUo  d.  card. 
Giacomo,  i  rettore,  governatore  e  amministra- 
tore  d.  chiesa  e  ospedale  di  san  Lazzaro  nel  ter- 
ritorio  dl  Bologna  (an.  1432),  33,  13-14;  dal  Gonfa- 
loniere  di  Giustizta  Guido  Antonio  Lambertinl  gli 
h  tolto  ingiustamente  il  governo  deU'ospedale  pred. 
[s.  a.],  75,  36-37 ;  che  pol  gli  ^  fatto  restituire  daUo 
stesso  Lambertini  morente  (an.    1443),  75,  38-39. 

IsoLANi  DoMBNico  [Mengo/o]  psLtire  di  Giovanni, 23, 35-36. 

IsoLANi  DoMENlco  seguacc  d.  Maltraversi;  pone  Anton 
Gaieazzo  Bentlvoglio  in  sospetto  d.  goveraatore 
(an.  1435),  45,  1-7. 

IsoLANi  GiACOMo  figUuoio  di  Giovaiml,  23,  3S-36;  padre 
di  un  altro  Giovanni,  43,  47;  44,  9;  68,  11-12;  di  Ago- 
stino,  13;  dl  Cattaneo,  38,  13;  card.;  f  in  Mi- 
iano  (an.  1431),  34-35:  aveva  radunato  molte  ric- 
chezze  quale  governatore  dl  Genova,  37 ;  fu  capo 
d.  Maltraversi  in  Bologna,  38 ;  lascia  un  figliuolo  na- 
turale  e  due  legittimi,  che  ebl>e  dalia  mogUe  prima 
di  estere  card.,  38-39. 

[IsoLANl]  GIOVANNI  [  Giovanni  di  Mengolo]  figlio  di  Do- 
menico,  23,  35-36;  padre  di  Giacomo,  35;  fu  moito 
atimato  dai  duchi  Giangaleazzo  e  Filippo  Maria  Vi- 
sconti,  36-37. 

IsoLANi  GiovANNl  figiio  di  Giacomo,  43,  47;  44,  9;  68, 
11-13;  h  el.  d.  Dieci  di  Balia  (an.  1434),  37,  38;  4 
degli  Anzlani  per  ii  quartiere  di  porta  Ravegnana 
(an.  1435),  43,  47;  per  incarico  d.  goTematore  «c- 


[Isolani  Giov.-Lambertiai  Cornelio]    INDICE   ALFABETICO 


647 


compagna  a  Firenze  gU  ambasc.  InTiati  dal  com.  a 
invitare  il  pp.  a  Bologna,  44,  8-9;  h  seguace  d.  Mal- 
traversi  e  pone  Anton  Galeazzo  BentiToglio  in  so- 
spetto  d.  governatore,  45,  1-7;  h  fuoruscito  (an. 
1440),  68,  11-13. 

IsoLANi  LoDovico,  cav.;  el.  da  Eugenlo  IV,  per  porta 
Ravegnana,  d.  Venti  Commissari  deputati  alla  crea- 
zione  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27,  33-28;  rie- 
letto  d.  Venti  Consiglierl  (an.  1432),  31,  U;  come 
Gonfalonlere  di  Giustizia,  va  incontro  al  nuovo  go- 
vernatore  Marco  Condulmer  (an.  1433),  *l,  43-4«. 

IsoLANi  PiBTRO  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri  e 
RJformatori  (an.  1506),  358,  34-36. 

IsoTTA  V.  Bentivoglio  /,  Malatesta  /.,  Rangoni  L 

IsuALE  PlBTRO  V.  Isvalies  Pietro. 

IsvALiBS  PlETRO  \!suale  Pietro]  card,  arcivesc.  dl  Reg- 
gio;  si  reca  a  Bologna  con  Giulio  II  e  alloggia  in 
casa  di  Giacomo  dalle  Armi  a  via  San  Salvatore 
(an.  1506),  356,  49-50. 

Italia.  Eugenio  IV  crea  card.  molti  vesc.  d.  sue  re- 
gioni  (an.  1439),  60,  33-35;  a  molti  suoi  principi 
sono  mandati  ambasc.  dai  Bolognesi  per  indagarne 
I'animo  circa  1'impresa  di  Giacomo  Piccinino  (an. 
14S+),  147,  4-5;  vi  h  tenuto  in  grande  stima  Sante 
Bentivoglio,  11-12;  nuovamente  sono  mandatl  am- 
basc.  ai  principi  dai  Bolognesi  (an.  1455),  154,  8-»; 
dopo  la  vittoria  rlportata  dal  cristiani  a  Belgrado 
fe  liberata  dal  timore  d.  Turchi  (an.  1456),  162,  38- 
40;  ric,  192,  17;  rltorna  in  pace  (an.  1468),  199,  36; 
vi  si  reca  l'imp.  Federico  V,  201,  1-3;  Giovanni 
Bentivoglio  di  Bologna  vi  e  tenuto  in  grande  con- 
slderazione  (an.  1470),  206,  8-11;  Annlbale  Benti- 
voglio  si  acquista  grande  fama  di  cap.  presso  i  vari 
signori  (an.  1487),  241,  42;  ric,  244,  23;  vi  sl  dl- 
Tulga  la  notizia  d.  conglura  d.  Malvezzi  contro  Gio- 
vanni  Bentivoglio  e  molti  signori  offrono  aiuto  al 
pred.  (an.  1488),  252,  35-37;  quasi  tutti  i  princlpi 
accompagnano  a  Milano  Isabella  d'Aragona  sposa  di 
Giangaleazzo  Sforza  (an.  1489),  253,  45;  dopo  la 
morte  dl  Lorenzo  de'  Medici  va  in  rovlna  (an.  1492), 
265,  45,  ric,  283,  43;  h  in  timore  dl  Carlo  VIII  (an. 
1495),  286,  11-12,  ric,  38;  vi  si  manifesta  il  mal 
franccse  (an.  1496),  291,  47-48;  In  guerra  a  cagione 
di  Pisa  (an.  1499),  296,  3o;  vi  scende  Luigi  XII  (an. 
1502),  311,  31;  ric,  323,  29;  dlvulgatasi  la  nuova 
d.  t  d.  pp.  e  d.  malattla  d.  Valentino  i  signori  spo- 
destati  ne  traggono  ardire  a  rientrare  nei  propri 
Stati  (an.  1503),  324,  1,  5-6;  ric,  329,  1»;  Bartolomeo 
detto  Cocles  ne  e  tra  1  prlmi  astronomi  (an.  1504), 
332,  48-49 ;  h  travagliata  quasi  ovunque  dalla  peste 
(an.  1505),  340,  28. 

IvREA  (ciTTADiNi)  [Hi//oreg-itHse]  V.  Perreri  Gtovanni 
Stefano. 

Jacoma  V.   Giacoma. 

Jacomini  V.   Giaeomini. 

Jacomo  V.  Giacomo. 

Jacopo  V.   Giacomo,   (liovanni  lacopo, 

Jacopo  Alkssandro  V.  Calvi  1.  A. 

Jbronimo  »,    Girolnmo. 

Jksi  [Giessi]  ric,  99,  6;  vi  sl  trova  Lodovlco  Malvezzi, 
che  di  qul  saccheggta  e  devasta  Fano  (an.  1460), 
174,  40-42. 

JoANNi  V.    Giovanni. 

[KAlT-Bav]  [soldano  del  Cairo].   Gll  h  mandato  da  Inno- 


cenzo  VIII  il  nunzio  Fillppo  Canonici  a  trattare 
una  lega  contro  1  Turchi  (an.  1489),  253,  48-49. 

KiowENsis  IsiooRO  arclvesc.  e  gran  prelato  di  Russia  ; 
si  reca  al  Concilio  di  Ferrara  con  cento  cavalli  (an. 
1438),  50,  46. 

Labantb  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  1-2;  altro  presente 
fa  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.   1464),  184,  50. 

Labanti  Antonio  \Anlonio  Alabante]  bolognese,  gen. 
delI'ordine  d.  Servi;  convoca  il  Capitolo  gen.  in 
Bologna,  cui  prendono  parte  seicento  monacl  (an. 
1488),  245,  30-33;  fa  una  solenne  processione,  nella 
quale  sono  portate  sedici  statue  di  beati  d.  suo 
Ordine,  32-34. 

Ladislao  t».   Guinigi  L. 

Ladislao  d'Austria  nasce  dopo  la  f  d-  padre  Alberto 
(an.   1439),  60,  33-34. 

|La  Grolaib  (De)!  Giovanni  abate  di  San  Dionigi,  % 
creato  card.  da  Alessandro  VI  nella  seconda  ema- 
nazione  [an.  1493I,  276,  1-3;  recandosi  a  Roma  per 
il  cappello  passa  di  Bologna  (an.  1494),  3-3;  fc  ri- 
cevuto  a  Porta  San  Felice  dalla  nobilta  e  da  Glo- 
vanni  Bentivoglio,  3-4;  alloggia  nel  pal.  d.  Signori, 
4-3;  il  glorno  dopo  va  alla  Madonna  del  Monte  e 
vl  pranza,  5-6;  parte  per  Roma,  6-7. 

LamandIni  Bittino  notaio ;  e  fatto  prigioniero  in  Cre- 
valcore  dai  Canetoli  (an.  1448),   126,  14-15. 

Lambardi  Cino  dl  Pisa;  roga  in  Roma  i  capitoli  d. 
convenzlone  per  la  condotta  di  Annibale  Bentivo- 
glio  agli  stipendi  d.  pp.  (an.   1426),  4,  8-9. 

Lambsrtini  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel  Theatro 
morale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardaccl,  XXIV, 
32,  25,;  ne  h  ricordata  la  torre  gia  loro,   137,  14. 

Lambbrtini  Aldrighetto  \Aldreghett6\  padre  di  Egano, 
18,  14;  di  Guidantonio,  62,  5. 

Lambbrtini  Bartolombo  dottore  in  utroque;  padre 
di  Carlo,  184,  10;  presta  al  com.  di  Bologna  cen- 
tocinquanta  scudi  e  ne  diviene  tesoriere  (an.  1440), 
62,  22;  interviene  alla  messa  fatta  celebrare  dal  Se- 
nato  dl  Bologna  in  San  Giacomo  II  glorno  di  santa 
Monlca,  63,  3-4;  h  d.  Sedlcl  Riforraatorl  d.  Stato 
(an.  1443),  87,  3-5;  cassato  Tufficio  decade,  3;  rlc, 
98,  3-4;  e  d.  Dodici  Riformatori  (an.  14SS).  '01, 
20-24;  poi  el.  d.  Sedici  Riformafori  d.  Stato  per  il 
quartiere  di  porta  San  Procolo,  107,  24;  h  dcgll  An- 
ziani  che  deliberano  il  bando  ai  Canetoll  e  loro  se- 
guaci,  48;  108,  3-3;  h  degli  Anzlani  per  novembrc 
e  dlcembre,  112,  18-19,  e  marzo-aprile  (an.  1449), 
129,  34-35;  famoso  in  questo  tempo  In  Bologna  (an. 
1456),  162,  14-16;  h  el.  d.  Consiglio  d.  Millcduecento 
estratto  da  quello  d.  Seicento  (an.  1484),  231,  23. 

Lambbrtini  Bonifacio  figlio  di  FlHppo  nasce  a  Vasto 
(s.  a.),  136,  1 ;  sposa  Caterina  Pignatelll  dalla  quale 
ha  parecchl  figll,  1-3 ;  documento  d.  sua  provenlenza 
dal  Lambertinl  di  Bologna,  3-6. 

Lambertini  Carlo  [Carolo\  figllo  di  Bartolomeo,  184, 10; 
scalco  sUe  nozze  di  Giulio  Malvezzl  (an.  1464),  8,  10. 

"  Lambbrtini  ICornelio]  senatore,  h  incaricato  con 
altri  tre  di  rlferire  sulla  Historia  d.  Ghlrardaccl 
(an.  1586),  XLVI,  46-XLVII,  1-4;  la  relazione  va 
In  lungo  tanto  che  col  colleghl,  temendo  non  fosse 
dairautore  pubbllcata  Topera  fuorl  dl  Bolngna,  sitI- 
ve  alPambasc  bolognese  a  Roma  per<  h^  Intervenga 
pr.    1'autoritA   ecclesiastlca   contro   tale   poss.blliti 


648 


INDICE   ALFABETICO    (Lambertinl  C.-Lampugnani  O.  A.) 


(•n.  1588),  L,  i«-3St  di  11  permetto  d.  stampa, 
LI,   11-13,. 
Lambbrtini  Corkblio  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  ContU 
gllerl  e   Rlformatorl   dl   Bologna   (an.  1506),  358, 

34,  3t-40. 

Lambkrtini  BaANo  figUo  di  Aldrlghetto,  18,  14 ;  il  reca 
con  II  gotrernatore  di  Bologna  Lodovico  Alamannl 
e  con  altrl  gentlluominl  bologneil  a  prendere  pos- 
sesao  dl  Imola  e  ForU  (an.  1436),  4,  10-15 ;  h  amlco 
dl  Antongaleaizo  Bentlvogllo,  6,  17;  udlto  che  1 
Canetoli  averano  occupato  la  Piazza  sl  arma  e  con 
altrl  araici  d.  BentivogUo  si  aduna  nel  sagrato  d. 
fratl  di  San  Glacomo  pr.  la  casa  di  Glovanni  Mal- 
vezzl  (an.  1428),  16-30;  gll  h  ordinato  dal  leg.  dl 
recarsl  In  Piazza  con  gll  amicl  a  dlfesa  d.  Cliiesa, 
32-33;  obbedlsce,  33;  h  cacciato  dai  Canetoll,  24-36; 
partecipa  al  Consigllo  d.  Sessanta  indetto  dagli 
Anzianl(an.  1430),  18,  13-14;  smentisce  vlolentemente 
falsl  testimonl  che  lo  accusano  di  volere  coi  compa- 
gni  ricondurre  tutti  gli  sbanditi  In  c.  e  mutare  lo 
Stato,  30-36;  h  sostenuto  nel  pal.  d.  Notai,  34-36; 
fc  convitato  dagli  Anziani,  uno  d.  quaii  partecipa 
alla  cena,  37-40;  h  ucciso  pi5  tardi  da  sicari  d.  Cane- 
toli,  43-44;  ii  suo  cadavere  h  spogliato  e  trasportato 
alPospedale  d.  Morte,  45-46. 

Lambertini  Egano  figilo  dl  Guid'Antonio,  180,  47 ; 
188,  44;  el.  a  sorte  degli  Anziani  di  porta  San  Pie- 
tro  (an.  1463),  180,  46-47;  con  altri  va  a  Milano  a 
prendere  ia  sposa  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
183,  28-33;  h  ricevuto  con  grande  onore  dal  duca, 
33-33;  dk  con  gli  aitrl  I'anello  alia  sposa  a  nome  di 
Glullo,  33-34 ;  parte  per  Bologna  con  la  pred.,  34-35; 
accompagna  Giovanni  Bentivoglio  a  Milano  (an. 
1465),  188,44;  prende  parte  al  torneo  indet- 
to  da  Giovanni  BentiTogllo  in  Boiogna 
per  San  Petronio  (an.  1470),  203,  10-205,  1-12; 
toglie  al  partito  rosso  arversario  lo  stendardo  e 
lo  reca  alla  sua  parte,  37-41;  gli  h  da  Giovanni  Ben- 
tivoglio  dato  parte  d.  premio  vinto  dalla  fazione 
bianca,  206,  4-S;tornaa  casacontcnto,  6-7; 
accompagna  Glovanni  Bentlvoglio  in  visita  a  Mi- 
lano  (an.  1471),  31-40;  riceve  dai  duca  Sforza  in 
dono  quattordici  braccia  di  damasco  d'oro  e  cre- 
raislno,  207,  11;  accompagna  Giovannl  in  visita  a 
Ferrara  (an.  1479),  219,  43;  succede  In  Senato  al  f 
Lodovlco  dalle  Armi  (an.  14S4),  230,  14-15;  accompa- 
gna  Giovannl  Bentivoglio  in  pellegrlnaggio  a  Loreto 
(an.  1485),  232,  32-23,  24;  per  disordini  e  disonesta 
gli  h  tolto  il  seggio  In  Senato,  ed  i  bandito  (an, 
14S6),  235,   17-U. 

Lambertini  Filippo  padre  di  Bonifacio,  136,  1 ;  con  due 
fratelli  parte  dl  Bologna  e  si  reca  a  Vasto  nel  Na- 
poletano  presso  i  Caldora  (an.  1450),  135,  43-44; 
docuraento  d.  sua  discendenza  dai  Lambertini  di 
Bologna,  136,  3-7. 

Lambbrtini  Gheraroo.  GU  h  dato  dai  cugino  Guld*An- 
tonio  Lambertini  I'ospedale  di  San  Lazzaro  dai  pred. 
toito  inglustamente  a  Cattaneo  Isolani  [s.  a.],  75, 
36-37;  rospedaie  gli  h  ritolto,  33-39. 

Lambbrtini  Giacomo  [/aeomt  Lambertiui]  scrive  al- 
I^Universiti  dl  Vasto  raccomandando  i  nipoti  figil 
d.  suo  t  fratello  Filippo,  e  firmandosi  d.  Laraber- 
tlnl  di  Bologna  (an.  1450),   136,  5-7. 

Lambertini   Giovamna  figlia  di   Rlnaido,    162,  22-33; 


suora,  con  ultre  monache  sl  reca  da  Ferrara  a  Ho- 
logna  nel  mon.  dl  santa  Chlara  detto  d.  Corpo  dl 
Crlsto  (an,  1456),  31-3«;  h  accompagnata  ilno  a  Cor- 
tlcella  dalle  sorelle  d.  daca  Borso,  27-24. 

Lambkrtini  Guido  Antonio  figlio  dl  Aldrighetto,  62, 
5;  marlto  dl  Margherita  Malrezzl,  142,  3«;  padre  dl 
Egano,  180,  47;  188,  44;  di  Ulisse,  184,  l-«;  e  ban- 
dlto  di  Bologna  (an.  1430),  19,  36,  31 ;  nei  capitoli 
d.  pace  itlpnlati  tra  II  pp.  e  I  Bolognesl  gli  h  ricon- 
fermato  U  bando  dalla  c  e  territorlo  dl  Boiogna, 
Modena  e  Imola,  sotlo  pena,  se  vi  manchl,  d.  con- 
fisca  d.  benl  e  d.  punizione  sancita  negll  Statuti 
(an.  1^431),  28,  42-46,  4S;  h  amlco  d.  f  Antonlo  Ben- 
tivoglio,  51,  13,  35;  con  altri  amici  d.  pred.  h  per- 
suaso  da  Raffaele  Foscherari  a  vendicarne  la  f  col 
dare  Boiogna  in  Signorla  d.  duca  dl  Milano  (an. 
1438),  24-31;  e  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato 
(an.  1440),  62,  1-5;  h  creato  conte  di  Pogglo  Rena- 
tico  da  Cerrato  da  Cervignano  con  U  conseaso  degli 
Anzianl  e  d.  Sedici  Riformatorl  d.  Stato  (an.  1441), 
70,  30-33;  t  d.  male  detto  dl  san  Lazzaro  (an.  1443), 
75,  33-34  ;  in  punto  di  t  fa  restituire  a  Cattaneo 
Isolanl  1'ospedale  dl  san  Lazzaro  che  areva  trasfe- 
rito  a  un  suo  cugino,  34-39;  h  sepolto  in  San  Fran- 
cesco,  39 ;  suila  stia  toraba  sono  appese  insegne  con 
I'arme  di  Bologna,  40;  fu  molto  affczionato  al  Ben- 
tiroglio,  41. 

"  Lambertini  Looovico  ei.  canonico  di  San  Pietro  In 
luogo  dl  Alfonso  Paleotti  (an.  1585),  XLIII,  »»j 
XLIV,  1,  /  ,. 

[Lambbrtini]  Margherita  V.  Malverxt  M. 

"  Lambkrtini  Prospkro  resc.  di  Ancona,  quindi  di 
Bologna  (an.  173 1),  LXXXII,  14-15;  pregatone  dal 
card.  Corneiio  Bentiroglio  si  oppone  alla  stampa 
d.  terzo  rol.  della  Historta  di  Bologna  d.  Ghirar- 
dacci,  di  cui  per  maggiore  sicurezza  ritlra  in  re- 
scovado  il  ms.,  15-37;  diriene  pp.  Benedetto  XIV 
(an.  1740),  LXXXIII,  7,. 

Lambbrtini  Rinaldo  \Raiualdo\  padre  di  Gioranna, 
162,  33-23. 

Lambertini  Ulissb  figlio  di  Guid'Antonio,  184,  «-9; 
scalco  alle  nozze  di  Giulio  Maivezzi  (an.  1464),  l; 
accompagna  Gioranni  Bentiroglio  a  Milano  (an. 
1465),  188,  3-9;  h  staffiere  d.  sposa  aUe  nozze  di 
Aiessandro  Bentivogiio  con  Ippolita  Sforza  (an. 
1493),  267,  11-13. 

Lambertino  V.  Baitaglia  /,.,   Canttoli  L. 

Lame  (porta  dbIXe)  V.  Bolog-na  (fcrte), 

Lamb  (via  uelle)  V.  Bologna  (strade), 

"[Lamo  Pietro]  Graticola  di  Bologna,  ric.,  LXI,  j-#,. 

Lamonb  (valle  del)  ric,  56,  12;  saccheggiata  da  scliierc 
di  Federigo  da  Montefeltro  (an.  1467),  197,  9-10; 
vi  si  reca  a  difenderla  Astorre  Manfredi,  12-13;  ri 
giungono  aitre  schiere  d.  Montefeltro  che  rincono 
il  pred.,  14-15;  rl  si  reca  I'esercUo  d.  Ciiiesa  (on. 
1509),  395,  26-27. 

Lamfugnani  Giovanni  Andrea  [Gioz^amni  Amdrea  da 
Lam/ugnam]  dlscepolo  dl  Cola  Montano  da  Gaggio, 
215,  47;  con  Glrolamo  Olgiati  uccide  in  Santo  Ste- 
fano  dl  Mllano  il  duca  Galeazzo  Maria  Sforza  (on. 
1476),  46-216,  1-3. 

Lampuonani  Princivalle  [Prencivalle  da  LamJ>ugnaue] 
accompagna  Galeaxzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an. 
I4S9),  168,  41;  169,  6. 


[Lana  {Dalla)  Francesco-Leghe]         INDICE  ALFABETICO 


649 


Lana  (Dalla)  Francesco  multato  in  cento  ducati  pel 
rifacimento  d.  pal.   Marescotti   (an.  1508),  388,  21. 

La^JA  (DaLLa)  Mattko  \Mattia\  multato  in  quattrocento 
ducati  pel  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  18. 

Lanaroli  Mattbo  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 

26,   29. 

Lanaroh  Pietro  \Pietro  Lanarolo]  i  depoaitario  con 
Francesco  Boccadiferro  d.  denaro  pagato  dai  Drap- 
pieri  di  Bologna  per  rendere  navigabile  il  canale 
di  Reno  dalla  c.  a  Corticella  (an.  1494),  274,  49. 

Lamcie  (Dallk)  o  oallb  Scudelle  \Sco(lelle\.  Loro  casa 
ric,  138,  43. 

Lancib  (Dalle)  Ercole  \EreoU  dalle  Lante]  medico 
bolognese;  f  di  male  mazucco  (an.  1505),   341,  21. 

Lancie  (Daixe)  o  dallk  Scudelle  Louovico  \Loaovieo 
dalle  Lanxe  ovvero  dalle  Scudelle]  iiglio  di  Pietro, 
seguace  d.  Canetoli,  e  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  45;  partecipa  alla  spedizione  d.  fuorusciti  per 
rientrare  in  c.  (an.  1451},   138,  7. 

I^NCiE  (Dalle)  o  dalle  Scudblle  PlETRO  {Pietro  dalle 
Lame  ovvero  dalle  Scudelle]  padre  di  Lodovico, 
108,  46. 

Lancillotto  [Lama/otto]  v.  Maino  (Dai)  L.,  Visconii  L. 

Landi  Bartolomeo  Zanardo  di  Piacenza;  cap.  all'Idlce 
nell'esercito  d.  Lega  (an.   1467),   194,   12-13. 

Landi  GioVANNi  padre  di  Nicol6,   109,  20. 

Landi  NicoLo  figlio  di  Giovanni,  109,  20;  e  messa  sulla 
sua  testa  una  taglia  di  trecento  ducati  (an.  1445), 
17,  20. 

Landini  Giovanni  [Giovanni  di  Landino]  padre  di  Mi- 
chele,   110,  16. 

Landini  Michelb  [Mickele  di  Landino]  figlio  di  Glovan- 
ni,  110,  16;  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  26, 
42;  amico  d.  f  Antonio  Bentivoglio,  51,  23,  26;  con 
altri  amici  d.  pred.  h  persuaso  da  Raffaele  Fosciie- 
rari  a  rendicarne  la  f  col  dare  Bologna  in  signo- 
ria  d.  duca  di  Milano  (an.  1438),  24-31;  impresta  al 
com.  di  Bologna  centoclnquanta  scudi  e  ne  diventa 
tesoriere  (an.  1440),  62,  19;  e  latto  morire  perciii 
aveva  favorito  la  fuga  di  Galeotto  Canetoli  da  Bo- 
logna  (an.   1445),   110,   15-16. 

Landino  V.   Croara  (Della)  L. 

....  Landino  beccaio;  amico  d.  f  Antonio  Bentlvo- 
glio,  51,  23-25;  con  altri  amlci  d.  pred.  e  persuaso 
da  Raffaele  Foscherari  a  vendicarne  la  f  col  dare 
Bologna  in  slgnorla  d.  duca  di  Milano  (an.  1438), 
24-31. 

Lanuo  V.  Ambrosini  L.,   Carducci  L. 

"  Lando  OrtensIO.  Dalla  sua  opcra  Oracoli  de'  moderni 
ingegni  trae  il  Gliirardacci  l'idea  d.  suo  Theatro 
morale  de'  moderni  ingegni,  XXIV,  32-33,  2g-30  „. 

Lang  de  Wellenburo  Mattso  \Mat/eo  Langio]  tede- 
sco;  card. ;  va  a  Bologna  con  Glulio  II  e  alloggia 
in  casa  d.  Roffeni  in  vla  S«n  Felice  (an.  i.i;o6), 
356,  45-46. 

Lanza  Dombnico  i  messo  a  parte  dal  Mosca  d.  com- 
plotto  ordito  per  Introdurre  il  vlcerft  di  Napoll  in 
c.  (an.  1449),  130,  46-47. 

Lanzalotto  V,  Lancillotto. 

Lanzano  V.  Castelletio  (Dal)  L. 

Lanzb  (Dallb)  V.  Lancie  (Dalle). 

Laocoonte  gruppo  in  marrao  opera  dl  Alesaandro  (ma 
Agesandro),  Polldoro  e  Atenodoro  rammentato  an- 


che  da  Plinio,  342,  40-45 ;  e  scoperto  a  Roma  in  uno 
scavo  e  comprato  per  mllle  ducati  dal  pp.  Giulio  II. 
che  lo  pone  nel  suo  giardino  (an.   1506),  46-47. 

Lapi  Petronio  [Petronio  Lafpo]  fe  confinato  perche 
amico  d.  Bentivoglio  (an.   1507),  362,  33-34,  40. 

Lappo  Petronio  V.  Lapi  P. 

Lateranknse  (conte)  V.  Bentivoglio  Lodovieo. 

Latiito  t>.  OrHni  L. 

Lattanzio  V.  Bargellini  L.,  Buonvalore  L.,  Pantaccii 
L.,    Vinazzano  [Da)  L. 

LaudamIA  V.  Piccolomini  L. 

Laudo  V.  Bottrigari  L. 

Laura  V.  Bentivoglio  L.,  Giudici  L.,  Legnani  L.,  Mal- 
vetxi  L. 

Lavagnoli  Giacomo  \Giacomo  da  Lavagnolo]  veronese, 
pod.  di  Bologna  (an.  1446),  119,  26;  crea  cav.  Sante 
Bentivoglio,  25-26. 

Lavinio  V.  (Correggie  (Dalle)  L. 

Lavino  [Lavinio].  Vi  giunge  con  I'esercito  Taddeo  Mar- 
chesi  (an.  1441),  117,  30;  vi  si  reca  Galeazzo  Maria 
Sforza  che  vi  h  incontrato  da  un  drappello  di  no- 
bili  bolognesi  (an.   14S9),   168,  37-38. 

Lax  (De)  Gabriele  \Gabriel  de  Lax]  cameriere  di  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza;  lo  accompagna  a  Bologna  (an. 
1459),   169,  11,  14. 

Lazzari  Andrea  padre  di  Lodovico,  108,  44-45. 

Lazzari  Lodovico  figlio  di  Andrea,  108,  44-45;  seguace 
d.  Canetoli,  h  decapitato  (an.  1445),  45. 

. . . .  Lazzarino  figlio  Di  LoDovico,  beccalo;  seguace  d. 
Canetoli,  h  bandito  di  Bologna  (an,  1445),    108,  46. 

Lazzaro  (castello  di  san)  nel  territorio  di  Bologna, 
ric,  133,  9;  vi  sono  devastate  le  vigne  da  un  tempo- 
rale  (an.  1463),  182,  35-37;  "  LXVI,  43  „ ;  vi  passa 
una  violenta  tempesta  sorta  a  Pogglo,  che  rovina 
ogni  raccolto  (an.  1492),  266,  6-8. 

Lazzaro  (ciiiesa  e  ospedale  di  San)  nel  territorlo  di 
Bologna;  ne  e  rettore,  governatore  e  amminlstra- 
tore  Cattaneo  Jsolani  (an.  1432),  33,  13-14;  c  tolto 
alPIsolani  da  Guidantonlo  Lambertini  c  dato  al 
cugino  Gherardo  Lambertinl  (s.  a.),  75,  36-37;  da 
Guidantonio  morente  c  fatto  restituire  ali'IsoIani 
(an.   1443),  38-39. 

Leandro  V.  Alherti  L. 

Leg.v  di  Cambrai  ric,  393,  18-27. 

LuGATl  dl  Perugia,  Toscana,  Lombardia,  Venezla,  Bo- 
logna,  Romagna  v,  Perugia  (legati),  Toicana  (ie- 
gati),  Lombardia  (legati),  Venetia  (legati),  Bologna 
(legati),  Romagna  (legati). 

Lbogbri  Francesco  combatte  nel  torneo  In  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Saplenza 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale 
Bcntivoglio  paladino  d.  Fortuna;  b  ascritto  alla 
quinta  squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  259, 
27-30;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-19. 

Lbuhe:  lega  tra  Fiorentinl,  11  duca  dl  Savola,  11  niarch. 
di  Mantova  e  quello  dl  Ferrara  contro  Veneziani 
e  duca  di  Milano  (an.  1426),  4,  40-41;  lega  guelfa 
di  Romagna  contro  Forll  ed  Imola  (an.  1434),  39, 
47-4«;  e  II  gi4  aUeato  duca  dl  Milano,  49-50;  40, 
1-3;  lega  tra  II  pp.,  I  Fiorentlni  e  i  Veneslani  con- 
tro  il  duca  dl  Milano  (an.  1435).  42,  20-21 ;  pace 
tra  loro  Intervenuta  per  opera  d.  card.  Albergatl, 
19-23;  lega  tra  II  duca  dl  Milano,  II  duca  dl  Savoia, 
11  raarch.   di   Saluzxo,   di  Ferrara,  di   MaatoTa,  di 


650 


INDICE  ALFABETICO 


[Leghe-Leonello  Perugino) 


Monferrato,  e  i  Plorentlnl,  cui  rifiutono  dt  ade- 
rire  1  Venezlanl  (an.  1440),  64,  35-31;  iega  tra  Bo- 
lognesi,  Plorentlni  e  Venezlani  contro  11  duca  di 
Mliano  per  cinque  anni  (an.  1443),  89,  to-l};  cf., 
86,  44-45;  lega  tra  Vcnczianl,  Piorentini,  Bologneal, 
Genovest,  duca  di  Mliano  contro  il  re  di  Napoil  e 
il  suo  cap.  Nlcoid  Picclnino,  pubblicata  in  Boio- 
gna,  96,  31-41;  aiia  prcd,  11  duca  di  Milano  ade- 
riice  con  inganno,  41-43;  iega  tra  Bologneil,  Vene- 
zlani  e  Piorentlni  per  cinque  anni;  h  confermata 
alla  sua  scadenza  per  aitri  diect  annt  (an.  1444), 
99,  36-37;  la  pred.  ric,  123,  U-»;  128,  11-15;  ne  fe 
In  predlcato  una  tra  Veneztani,  Fiorentlni  e  duca  di 
Milano  (an.  1454),  151,  3>-39;  cf.,  152,  3-7;  la  pred. 
iega  ric,  153,  43-44;  lega  tra  II  re  di  Napoll,  11  duca 
di  Milano,  Florentini  e  Boiognesi  contro  Venezlani 
(an.  1467),  193,  34-35;  di  cui  h  cap.  gen.  Kederlgo 
da  Montefeitro,  199,  24-35;  ia  pred.  lega  ric,  35-38; 
iega  tra  II  pp.  e  ia  Signoria  di  Venezia  (an.  1480), 
222,  4-5;  lega  tra  il  re  dl  Napoll,  il  dnca  <1i  Mliano, 
queiio  di  Ferrara,  Fiorentlni,  Bolognesi  e  altri  con- 
tro  1  Venezlanl  (an.  1483),  224,  47-48;  alla  pred. 
lega  aderlsce  anclie  il  pp.,  226,  12-13;  Alfonso  dl 
Calabria  ne  h  el.  cap.  gen.  (an.  1483),  226,  19-30; 
cf.,  231,  16;  i  componenti  bandiscono  una  dteta  in 
Cremona,  alla  quale  prendono  parte  il  card.  Gon- 
zaga  per  11  pp.,  Alfonso  duca  dt  Calabria  per  il  re 
di  Napoii,  Ercole  d'Este,  Lodovico  Gonzaga,  Gio- 
vannt  Bentivoglto,  Lorenzo  de'  Medici  (an.  1483), 
226,  35-29 ;  non  avendo  potuto  tndurre  i  Veneziani 
a  una  giusta  pace  futtl  approrano  che  si  muova 
loro  guerra  a  primavera,  39-33 ;  avenrio  ii  duca  dl 
Mllano  trattato  la  pace  coi  Veneziant  a  insaputa 
del  collegati,  moitl  d,  componenti  la  pred.  lega  ne 
sono  malcontentl  (an.  1484),  230,  43-44;  condiztoni 
d.  pace,  45-231,  1-3;  li  suo  eserclto  si  scloglie,  2-3; 
lega  contro  la  Chiesa  (an.  1486),  233,  46-47;  cf.,  43; 
sembrano  farne  parte  II  duca  di  Mllano 
e  il  re  di  Napol  I,  42,  46;  iega  tra  Alessandro  VI, 
i  Veneziani  e  il  duca  di  Miiano  (an.  1493),  270,  3-5; 
dopo  poco  terapo  ne  esce  ii  pp.,  che  invece  si  aliea 
coi  Plorenflni  e  ti  re  dl  Napol;,  6-8;  lega  tra  il  pp., 
II  re  di  Napoii,  !  Fiorentinl  e  i  signori  di  Romagna 
contro  il  re  di  Francia  e  ii  duca  di  Mtlano  (an. 
1494),  276,  31-23;  ia  pred.  ieg.  rtc.  in  riguardo  a 
Caterina  Sforza  signora  d'Imola  e  Forl\,  277,  49-50 ; 
Bologna  confederata  con  ti  duca  di  Milano  (an. 
1495),  285,  25-26;  iega  tra  il  pp.  Alessandro  VI, 
l'imperatore  Massimtliano,  il  re  dt  Spagna,  la  re- 
gina  Isabella,  ii  duca  dl  Milano  e  i  Veneziani  con- 
tro  Cario  VIII,  38-44;  lega  conclusa  tra  Luigi  XII, 
i  Venezianl  e  Alessandro  VI  contro  Lodovico  Sforza 
(an.  1499),  296,  25-28;  lega  conclusa  tra  Luigi  XII, 
i'imp.  Masslmlliano,  Gtulio  II,  Ferdinando  d'Ara- 
gona,  Fiorentint,  Aifonso  duca  di  Ferrara,  Gian- 
francesco  di  Mantova  contro  I  Venezlanl  (an.  1509), 
393,  20-37. 

[Lbonamb  (Dal)  Francesco]  tcsc.  di  Ferrara:  prende 
parte  aila  consacrazione  di  Giovanni  Poggl  a  yesc. 
di  Boiogna  (an    1447),  120,  35-27. 

Lkgnaiti  (famiglia)  [Lig^naiti]  "  i  rappresentata  nel 
Tkeatro  morale  d»'  moderni  ingegni  di  fra  Cheru- 
bino  Ghirardacci,  XXIV,  23,  34  „;  sono  fuoruscltl 
dl  Bologna  (an.  1450),  134,  33-3S. 


Leonani  ALessAiTDRO  [Altsiamdro  da  Ufnano^  accom- 
pagna  Laura  dl  Gloranni  Bentivogiio  aiio  tposo  in 
Mantora  (an.  1494),  275,  30-35;  si  reca  con  Ales- 
sandro  Bentivogiio  a  MUano  a  complimentare  11 
nuoro  duca  Lodorico  Sforza,  283,  35-3f;  h  creato 
degii  Anziani  da  Giorannl  Bentirogilo  (an.  ijoi), 
308,  3«;  accompagna  Aiessandro  lientlroglio  a 
Roma  a  prendervi  Giacoma  Orslnl  sposa  di  Ermes 
Bentlroglio  (an.  1504),  332,  30,  33-34. 

Lbonani  Amton  Maria  \AntoH  Maria  Lignani,  da  Li- 
gnano]  h  d.  Venti  d.  popolo  pei  quartlere  dl  Porta 
San  Procoio  (an.  1506),  352,  8;  h  dal  popoio  ei. 
ambasc.  ai  pp.,  353,  36-37;  va  a  Imola  con  tre  com- 
pagnl,  31-39;  sono  assai  ben  ricevuti  da  Giuiio  II 
che  li  intrattiene  sulle  cose  di  Bologna,  39-30;  sono 
dai  pred.  rlmandatl  a  Bologna,  30-32;  riferitcono  al 
Scnato  le  amoreroii  disposlzioni  dt  Gtullo  II  e  ne 
annunciano  rarrivo  per  san  Martino  insieme  al 
card.,  32-35;  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consigiiert  e 
Rtformatori,  358,  34,  38;  creato  dal  pp.  sorrainten- 
dente  allo  Studio,  359,  24-35;  h  prcposto  ai  dazi  da 
Giulio  II,  361,  26-37;  con  i  colleghl  Bartoiomeo  Zam- 
beccarl,  Giroiamo  Lodorisi  e  Alberto  Carbonesi, 
per  autoritS  aruta  dal  ieg.  e  dai  magistrati,  assog- 
getta  i  contadini  a  una  tassa  sui  bestiame  (an.  1507), 
367,  11-18;  sono  depositati  ncl  suo  banco  i  denarl 
d.  tagiie  contro  Annibaie  ed  Ermes  Bentlroglio  e 
contro  Giamptetro  Ranuzzt,  368,  18-19;  e  chiamato 
malleradore  d.  slcurti  accordata  dal  gorernatore  a 
Gaspare  Scappl  e  ai  suoi  compagni  (an.  1508),  382, 
t;  pone  in  stato  di  difesa  la  sua  casa  mlnacciata  di 
sacco  dai   popolo  che  i'odiava,  40-45. 

LEOIfANI  Battista  rtc,  35,  32. 

Legnani  Giovanni  [Giovanni  da  Lignano]  figlio  dt 
Marco,  108,  36-37  ;  seguace  d.  Maitrarersl;  pone  An- 
ton  Galeazzo  Bentiroglio  in  sospetto  d.  gorerna- 
tore  (an.  1435),  45,  1-7;  seguace  d.  Canetoli;  h  ban- 
dito  di  Boiogna  (an.  1445),  108,  36-37. 

Lbonani  Laura  [Laura  de'  Lignani]  accompagna  ai 
Porto  Laura  Bentivogiio  diretta  al  marito  in  Man- 
tora  (an.    1494),  275,  26-28. 

Legnani  Marco  [Marco  Lignani]  padre  di  GioTanni, 
108,  36-37. 

Legnano  (Da)  [da  Lignano]  v.  Martino  (fra)  da  Le- 
gnano. 

Lelio  V.    Vitali  L, 

Lena  V.  Malvexti  L. 

Lenza  (fiume)  V.  Enta  (fiume). 

LbN2I  Annibale  [Annibalc  di  Lento]  csce  dl  Rologna 
coi  Bentiroglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41; 
349,  13. 

Lbonarda  V.  Gotzadini  L. 

LuoNARuo  V.  Alilrovaniii  L.,  Bentivoglio  L.,  Caeciamt- 
mici  L.y  Castelli  L,,  Dosilori  /..,  Sacehetti  L.,  To^ 
chini  L.,    Venier  L,,   Ven/urini  L. 

Lbonk  V.    Bentivoglio  L.,   MalvesH   L.,    Marrscolti  L. 

Leonb  (ostbria  dkl)  V.  Bologna  (tareme). 

Lbone  in  Pugiia  danneggiato  dal  terremoto  (an.  1466), 
190,  33. 

LBONEtxo  [Lione/U]  v.  Brandalini  L.,  Est*  (£>')  L.,  Mal- 
vezzi  L. 

Lkonbllo  Pbrugino  h  capltano  nelI'esercito  di  Lulgl 
da  Sanseverino  in  assedio  a  Castei  San  i'ietro  per 
i  Bolognesi  (an.  1428),  7,  36-38. 


[Leoni  Andrea-Llno  (Dai)  Antonio]    INDICE   ALFABETICO 


651 


Leoni  Ansrba  fa  un  presente  alle  nozze  di  GiuHo  Mal- 
Tezzl  (an.  1464),  184,  38;  ambasc.  d.  Veneziani  ai 
nuoTo  pp.  Paolo  II,  passa  dl  Bologna,    186,  36-39. 

Lboki  Marino  [l\farino  Leon»]  ambasc.  d.  repubblica 
di  Venezia  al  pp.  con  altri  passa  di  Bologna  (an. 
1493),  268,  49-50;  gii  vengono  incontro  i  nobili  con 
Gioranni  Benlivogiio,  269,  1-2;  con  i  coUeglii  vi- 
sita  gli  Anzlani,  2;  parte  accompagnato  dal  Ben- 
tivoglio  sino  fuori  la  c,  3-4. 

Leoni  Nicolo  amico  degli  Zambeccari,  18,  28;  h  Intro- 
dotto  nel  Consigiio  d.  Sessanta  e  con  altri  compa- 
gni  falsamente  accusa  Egano  Lambertini  e  altri  di 
sua  parte  di  volere  ricondurre  gii  sbanditi  in  Bo- 
logna  e  cambiarne  lo  stato  (an.  1430),  30-32;  h  smen- 
tito  dal  Lambertini  e  da  Nicol6  Malvezzi,  33-34 ;  co- 
nosclutosi  dagli  Anzianl  ciie  aveva  testimoniato  il 
faiso  h  decapitato  in  Piazza,  19,  9-11. 

[Leonini]  Angklo  [Angelo  vetcovo  di  Tioli\  vesc.  di 
Tivoli;  e  mandato  dal  pp.  Giulio  II  a  Boiogna  con 
lettere  per  i  Signori  (an.  1507),  366,  33-35;  governa 
Bologna  nell^assenza  di  Francesco  Alidosi  ieg.  (an. 
1509),  393,  18-19;  va  a  incontrare  U  pred.  al  suo 
ritorno,  394,  22-23;  si  reca  per  commissione  d.  pp. 
in  Francia,  394,  28-29;  h  sostituito  da  monsignore 
Bonadies  vesc.  dTmola,  29-30. 

Lkonora  V.   Bleonora. 

Lkonori  Giacomo  [Giacomo  Lianori]  bolognese,  fami- 
giiare  d.  card.  Colonna  h  imprigionato  per  le  sue 
ribalderie  dai  Bolognesi  (an,  1504),  330,  20-21 ;  el. 
Gonfaloniere  d.  popolo  dal  pp.  Glulio  II  pei  quar- 
tiere  di  porta  Ravegnana  (an.  1506),  359,  44-45. 

I^EONORl  PeLLBorina  figlia  di  Vitale,  162,  24;  monaca; 
con  altre  compagne  sl  trasferisce  da  Ferrara  a  Bolo- 
gna  nei  mon.  di  santa  Chiara  detto  d.  Corpo  di 
Cristo  (an.  1456),  21-26;  h  accompagnata  sino  a  Cor- 
ticella  dalle  sorelle  d.  duca  Borso,  28-30. 

Lbonori  Vitale  padre  dl  suor  Pellegrina,  162,  24. 

Leonoro  V.  Pergola  (Dalla)  L. 

Lepidi  Francesco  [Franeesco  Lefido  de'  Lefidi\  citta- 
dino  bolognese,  dottore  in  medicina  e  ietterato, 
vive  in  questo  tempo  (an.  1481))   223,  37-38. 

Leprotti    \Livrotti\    fuoruscitl   dl  Bologna  (an.    1450), 

134,   32,    39. 
"  LeTTKRA    DI  FRA  ChkRUBINO    GHIRARDACCI    E    NOTIZIB 
RKiUARDANTI    LA    STAMPA  DEL  TERZO    VOLUMK  DELLA 

IIisTORiA  Di  BoLOGNA  pubblicata  dal  conte  Gio- 
vannl  Gozzadini  (an.  1863),  in  Atti  e  Memorie 
della  R.  Depntazione  di  Storia  patr  ia  per 
ie  provincie  di  Romagna  XXVI,  10-14;  c  dl- 
retta  ad  Annibale  Gozzadlnl;  suo  contenuto  (an. 
1598),   16-18  „. 

LiANO  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Santc  IJcntivoglio 
per  ie  nozze  (an.  1454),  150,  41 ;  h  dannegglato 
datia  tempesta,  151,  46,  49;  ne  i  tolto  il  vicariato 
a  Baidassarre  Tosolil  (an.  1455).  153,  38-39. 

T.,IANORl  GlACOMO  V.  Leonori  G. 

LiBAMi  Battista  [Batti^ta  eU  Lihano\  cap.  ai  comando 
dl  Annibaie  Bentivoglio  contro  Carlo  VIII  («n. 
1495),  287,  4. 

LiBANi  FRANCBaco  \Franceuo,  Cecco  da  Liiano]  mul- 
tato  in  quaranta  ducati  per  li  rifacimcnto  d.  psl. 
Maresoottt  alia  cui  rovlna  aveva  preso  partc  (an. 
1508),  387,  15;  h  fatto  prlgloniero  da  balestrleri  di 
Lodorico  della  Mirandola  a  Bandlnello,  391,  12-13, 


18;  h  condotto  a  Bologna,  30-31 ;  cf.,  392,  46-47;  po- 

sto  al   tormento   confessa   ii   trattato  in  favore   d. 

Bentlvoglio,  48;  fe  impiccato,  393,  7-8. 
LiBANi  Matteo  [Macteo  da  Lihano]   capo  di   fanteria ; 

t  al  riacquisto  di  Sarzana   e  Sarzanello   militando 

pel  Fiorentini  sotto  la  bandiera  di  Annibaie  Benti- 

vogiio  (an.  1487),  241,   36-37. 
Liberata  (Santa)  nel   territorio  di  Bologna;  ne  sono 

devastate  le  vigne  da  un  temporaie  (an.  1463),  182, 

35-37 ;  "  LXVI,  43  „. 
LiBRi  Bartolomeo  padre  di  Giovanni,  108,  40-41. 
LiBRi  Gaspare  {Gaspare  dai  Lihri]  impresta  al  com.  di 

Bologna   settantaclnque   scudl   e    ne  diventa   teso- 

rlero  (an.  1440),  62,  17. 
LlBRl  GiovANNi  [Giovanni  dai  libri]  figlio  di   Bartolo- 

meo,    108,  40-41;  miniatore;  seguace   d.  Canetoli,    h 

bandito  di  Bologna  (an.  1445),  40-41. 

*  LiBRO  BCONOMico  di  fra  Clierublno  Gfiirardaccl ;  ric, 

Xlir,  »5-2ii;  inedito,  XXX,  6;  suo  carattere  storlco 
e  amministrativo  Insieme,  6-7;  descrlzione  d.  co- 
dice,  autografo,  12-17;  trattazione,  18-41;  cronoiogia, 
42-XXXI,  1-5;  pii6  considerarsi  come  il  primo  ten- 
tativo  storico-arcliivistlco  delI'autore,  6-8  ,. 

*  LlBRO    OVER     ARBORE    DE    LA     IIONORATA     FAMIGLIA    DE 

Fasanini.  . , .  raccoito  da  padre  Cherubino  Ghirar- 
dacci  nell'iinno  1572,  XXII,  S-7:  cf.,  XLI,  16-18;  in 
parte  ms.  in  parte  stampato;  sua  descrizione,  XXII, 
7-XXIII,  1-26;  questo  e  l'e8emplare  d.  bibiioteca 
Malvezzi,  27  ;  un  altro  e  descritto  dal  Biadego,  27- 
35;  di  provenienza  Gianfilippi,  35,  9-/2;  una  cofia 
ms.  di  mano  di  Valerio  Rinieri  e  nella  Biblioteca  Uni- 
■oersitaria  di  Bologna  secondo  il  Frati,  s-S  „■ 

Liccio  V.  Proli  L. 

LlGNANI  V.   Legnani. 

LiGNU  (MONSIGNOR  Di)  suo  figito  h  nell'esercito  di  Bar- 
tolomeo  d'Alviano  contro  i  Fiorentini  (an,  1505), 
337,  36-37;  e  rimane  prlgioniero  d.  pred.,  44-45. 

LlGO  V,  Lodovisi  L. 

LlGo  GlovANNl  [Giovanni  di  Ligo]  figlio  di  NicoI6,  88, 
42;  cav.  e  el,  d.  Venti  consiglieri  (an.  1432),  31,  10-11; 
&  tra  gli  Anziani  incaricati  di  attuare  l  provvedi- 
menti  fiscali  deiiberati  nei  Consiglio  d.  Seiccnto 
(an.   1443),  88,  41-43. 

Liso  NicoLo  padre  dt  Giovanni,  88,  42. 

LlMBURGO  (duca  di)  [Jux  Liminrgiae]  titolo  delPimp. 
Massimiliano,  279,  18. 

LlNARA  (Da)  Gianfrancesco  [Giuvanni  Francesco  da 
Linara\  combatte  nel  torneo  In  Bologna  tenutosi 
per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prevalga 
nelle  cosc  umane,  al  segulto  di  Gilberto  Plo  c  dl 
Annibale  BentivogHo  paiadint  d.  Fortuna;  h  ascrtt- 
to  alla  seconda  squadra  vestita  aiia  turca  (an.  1490), 
259,  22-23;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-19. 

I>iNO  (Dal).  Loro  querela  coi  Caccianemicl,  per  fucct- 
sione  dt  uno  di  loro  ric,  377,  2-4. 

«LiNo  (Dal)  Anoelo  Michele  figlio  di  Glambattigta; 
a  lul  e  al  fratello  Pierantonio  h  dedlcato  dal  Ghi- 
rardacci  un  Itbretto  sul  modo  dl  ascoltare  la  metM 
(an.  1571),  XX,  6-7,  21  ,. 

LiNo  (Dal)  Antonio  padre  di  Giacomo,  75,  39-305  134, 
14-15;   147,  29;   167,  46;  172,  31. 

LiNo  (Dal)  Antonio  figllo  di  Giacomo,  184,  11;  188,42; 
211,  35;  sceloo  alle  nozze  di  Gtullo  Malvezzt  (an. 
1464),  184,  8-11;   accompagna  Giovanni  Bentivoglio 


652 


INDICE  ALFABETICO 


[Lino  (Dal)  Anlonio-LodovicoJ 


In  vlilttt  a  MlUno  (an.  1465),  188,  «3;  Tlcne  a  parole 
con  Hartolomeo  Cacclanemlci  (an.  Hji),  211,  li-iS\ 
frapponendoriil  Gloyannl  BentivogUo  fa  tregua  col 
pred.,  3S-}*,'  11  padre  di  Bartolomeo  proraette  in 
nome  d.  figllo  clie  non  sarebbe  oifeso,  36- j7;  mal- 
grado  la  fede  data  h  assallto  e  mortalinentc  ferito 
dal  pred.,  37-2»;  dlTcrsa  verslone  di  qucsto  fatto, 
41-212,  1-5. 
LiMO  (Dal)  Bartolomko  padre  dl  Giacomo,  55,  3«;  75, 

9-10, 

LiNO  (Dal)  CiNBLLo  fa  un  presente  alle  nozze  di  Glulio 
Maivezzi  (an.  1464),  184,  33-33. 

I^iNo  (Dal)  Dombnico  scalco  alle  nozze  di  Alessandro 
BentlTOglio  (an.  1493),  267,  15-17;  lia  con  sfe  sei 
servitori,  15;  Testito  suo  e  d.  servi,  18-19. 

LiMo  (Dal)  Giacomo  figiio  di  Antonio,  75,  39-30;  134, 
U-15;  147,  29:  167,  «6:  172,  3l;  padre  di  un  altro 
Antonlo,  184,  U;  188,  42;  211,  25;  4  bandlto  di 
Bologna  (an.  1430),  19,  36,  35;  h  fatto  vlcario  d. 
rocca  di  1'ediano  per  otto  mesi,  22,  32-33;  e  dal 
ieg.  fatto  suo  coramissario  dl  Capognano  e  di  Pe- 
diano  (an.  1437),  50,  13-U;  e  dal  luogotenente  di 
Nicol6  Piccinino  e  per  l  Dieci  di  balia  el.  commis- 
eario  di  Castcl  San  Pietro,  di  Medicina  e  dl  Ca- 
stelgucifo  per  alloggiare  Araerlgo  da  San  .Severino 
(1439),  59,  38-40;  e  el  vicario  di  Savigno  per  im- 
bussolazione  (an.  1440),  60,  37-38;  fe  el.  Soprastantc 
generale  d.  camera  per  due  anni,  62,  42-43:  fe  dai 
Dieci  di  Balia  fatto  comraissario  di  Castelfranco, 
di  Crevalcore  e  di  tutte  le  terre  che  coniinano  coi 
niarch.  dl  Ferrara,  63,  7;  4  governatore  d.  Si- 
gnori  (an.  :44i),  70,  47;  dagli  Anziani  el.  vicario 
dl  Lojano  per  sel  mesi  (an.  1442),  72,  8-10:  h  trat- 
tenuto  In  Pal.  per  sicurt^  d.  debito  di  un  suo  amico 
(an.  1443),  75,  39-30;  ne  c  liberato  da  alcunl  fau- 
tori  d.  Bentivoglio,  30-31 ;  per  raaggiore  sicurezza  va 
ad  abitare  a  Ferrara,  31-32;  esce  di  Bologna  con  An- 
nibale  Bentivogiio  per  combattere  il  Dal  Verme, 
92,  39-42;  el.  della  Commlssione  incaricata  di  sor- 
vegliare  il  trattamento  fatto  nel  Bolognese  ai  pcl- 
legrini  incaraminati  a  Roma  per  11  Giubileo  (an. 
i4i;o),  134,  14-15,  15-17;  segue  Sante  Bentivoglio  in 
Piazza  contro  i  fuorusciti  (an.  1451),  138,  35-38;  fe 
scalco  gencrale  alle  nozze  d.  pred.  (an.  14S4),  '^7, 
27-39;  sua  casa  ric,  49;  e  el.  d.  Sei  di  Balia  per  la 
venuta  di  Pio  II  in  Bologna  (an.  1459),  167,  42-46; 
c  fatto  cav.  aurato  da  Galeazzo  Maria  Sforza,  171, 
33;  h  deputato  a  provvedere  alle  genti  d'arme  d. 
duca.  Sforza  insieme  a  Galeazzo  Marescotti,  172, 
1-3;  h  ei.  soprannumero  al  Senato,  31;  convocato 
con  altri  dal  pp.  fe  arringato  dal  pred.  per  la  pace 
d.  c.  (an.  1460),  173,  19,  33-26;  fa  un  presente  aile 
nozze  di  Giulio  Malrezzi  (an.  1464),  184,  35;  fe  d. 
Sedici;  t  forsc  di  veleno  (an.  1466),  190,  34-35:  non 
h  sostitulto  in  Senato,  perch^  in  soprannumero, 
35-36. 

LiNO  (Dal)  Giacomo  figlio  di  Bartolomeo,  55,  24;  75, 
9-10;  h  ei.  dal  com.  di  Boiogna  capitano  d.  Guar- 
dla  per  ii  contado  e  distretto  (an.  1438),  55,  22-25; 
gii  sono  assegnatl  otto  cavalli  per  altrettanti  ar- 
migeri  e  dieci  pedoni  ed  h  fissato  il  soldo  suo  e  d. 
suol,  35-31;  entra  in  ufficio  (1439),  24;  a  lui  e  ad 
Azzo  da  Quarto  sono  vendute  dal  comune  di  Bo- 
logna  ie   prigioni   vecchle  con   l'obbligo  di   fabbri- 


care  ie  nuove,  nonchi  la  scftla  d.  pal.  d.  pod.  e  •!• 
cune  stanze  sotto  gli  archi  d.  fabbrlcato  (an.  1443)1 
7.5,  9-11. 

r.,i!«o  (Dal)  Giacomo  Maria.  Glt  h  concesto  U  pai.  Ma- 
rescotti  da  Giovanni  BentlTogllo  (an.  1503),  326, 
9-10;  h  ei.  senatore  in  luogo  d.  f  Mino  ilosii,  45-46; 
d.  Scnato  vecchio,  h  da  Giulio  II  el.  d.  Quaranta 
Conslglieri   e   Rlformatorl    (an.    1506),   358,  27,  31. 

"  Lmo  (Dal)  GiAMBAT-risTA  padrc  di  Angelo  Micheie  e 
Plerantonio,  XX,  7-8;  il  Ghirardaccl  si  professa  a 
lui  obbligato  (an.  i;7o;,  s;  gli  dedica  la  sua  ope- 
retta  Nuovo  »  tfirituaU  nascimfnto  cUiruomo  crittia- 
no  con  una  lettera  In  cui  gll  espone  il  fine  deiropera 
(an.   157J).  XXII,  1-4,  /,. 

LlNO  (Dal)  Giovanni  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430). 
19,  36,  39;  nei  capitoll  d.  pace  concordati  tra  Bo- 
logna  e  il  pp.  Eugenio  IV  gli  h  riconfermato  11 
bando  daila  c.  e  tcrritorio  dl  Bologna,  Imola  e  Mo- 
dena,  sotto  pena,  se  vi  mancasse,  d.  confisca  d.  bcnl 
e  d.  punlzione  sancita  negll  Stattiti  (an.  1431),  28, 
42-45;   29,   1. 

I^tNo  (Dal)  Lodovico  figlio  di  Nicola,  108.4S;ieguace  d. 
Canetoli,  h  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  48. 

LiNo  (Dal)  Nicola  padre  dl  Lodovico,  108,  4»;  di 
Paolo,  109,  *. 

LiNo  (Dal)  Paolo  figlio  di  Nicold,  109,  6:  scguace  d. 
Canetoli,   e  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  109.    6. 

"  LlNO  (Dal)  PiBBANTONio  figUo  di  Giambattista ;  a  lui 
e  al  fratello  Angelo  Michele  h  dcdicato  dal  Ghirar- 
dacci  un  libretto  sul  modo  di  ascoltare  la  messa 
(an.   1571),  XX,  6-7  „. 

LxNo  (osTERiA  uel)  V.   Bologna  (taverie). 

LloNK.  Vi  si  reca  Galeazzo  Sforza  con  scimila  uoniini 
in  aiuto  d.  re  di  Francia  (an.   14^)6),    190,  41-42. 

LioNELM  Antonio  c  creato  da  Giuiio  II  Massaro  d. 
quattro  Arti  (an.  1506),  360,  11. 

LlONELLO  V.   LeOHello, 

LloNETTO  I'.   Cincinello  L. 

Lippo  r.  Chiodi  /,.,  Gkisilieri  /,.,  Mutzartlli  L. 

LlSANO  7'.  Liztano. 

"  LlTTA  PoMPEO,  Suo  giudizio  su  Cherubino  Ghirar- 
dacci,  IV,  18-19;  suo  giudizio  sfavorevoie  suli'opcra 
d.  pred.,  la  quale  per6  lamenta  non  sia  itata  finita  di 
pubblicare,  CXX,   19-21,  /„. 

"  LiTTA-BiuMi  coNTB  Balzarino  figlio  di  Pompeo; 
nella  sua  Biblioteca,  poi  andala  dispersa,  si  con- 
servava  un  codice  d.  terzo  vol.  della  Hiitoria  d. 
Ghirardacci,  LXXV,  1-4,  1-4  „. 

LivoRNO  h  ceduta  da  Piero  dei  Medlci  a  Carlo  VIII  re 
di  Francia  (an.  1494),  283,  46. 

LivROTTi  i>.  Leprotti. 

LlVROTTO  XK   Oliverotto. 

LizzANo  [Litano\  fa  un  dono  a  Sante  BenttTogllo  per  le 
nozze  (an.   1454),  150,  44. 

LocARNO  (Da)  i>.  Bartolomeo  (Da)  Locarno. 

LODI  i  munito  e  rifornito  di  milizie  dal  Visconti  (an. 
1446),  118,  3;  vi  si  conclude  la  pace  tra  il  duca 
Sforza,  Veneziani  e  collegati  di  entrarabi  le  parti 
(an.  1454),  145,  44-46;  ric.  per  Ambrogio  Calzolaio 
abitante  in  Boiogna,  290,  30 ;  t>.  ancie  Daniele  da 
Lodi,  Tatso  da  Lodi, 
—    (CITTADINI     EL.     A     UFFICI     PUBBLICl)     V.      BtTgatnini 

Giovanm  Pietro  cap.  d.  Ltga, 
LoDOVIco  V.    Alamanni  L,,  Albergati  L.,   Amboise  (D^) 


[Lodovico-Lodovisi  Lodovico] 


INDICE  ALFABETICO 


653 


L.,  Avanzi  L.,  Balle  {daiU)  L,,  Barbarolo  (Da)  L., 
BargelUni  L.,  BeccadelH  L.,  Bentivoglio  L.,  Berni 
L,,  Bianchetti  L.,  Bianchi  L.,  Bolognetti  L.,  Bolo- 
gnini  L.,  Bombaci  L.,  Caccialtipi  L.,  Canetoli  L.,  Cap- 
poni  L.,  Contesalto  (Z?0  L.,  Correggie  {Dalle)  L., 
Costa  L.,  Crescenzi  L.,  Dolfi  L.,  Felicini  L.,  Fieno 
{Dal)  L.,  Foscherari  L.,  Frati  L.,  Goztadini  I„,  Grif- 
foni  L.,  Grillenzoni  L.,  Isolani  L.,  Lambertini  L., 
Lancit  {Dalle)  L.,  Lazzari  L.,  Lino  {Dal)  L.,  Lodo- 
visi  L.,  Luchini  L.,  Macchiavelli  L.,  Malvezzi  L., 
Mantoli  L.,  Manxolino  (Da)  I.,.,  Marescotti  Calvi  L., 
Mazzoli  L.,  Michelocci  L.,  Milani  L.,  Morbioli  L., 
Muraiori  L.,  Muzzarelli  L.,  Orefice  L.,  Or^ia  L.,  Or- 
sini  L.,  Palle  {Dalle)  L.,  Pepoli  L.,  Pib  L.,  Poeti  L., 
Ragazza  (Deila)  L.,  Ramodini  L.,  Ranuzzi  L.,  Rin- 
ghieri  L.,  Rossi  L.,  Sa/a  {Da)  L.,  Sampieri  L„ 
Savioli  L.,  Scarampi-Mezzarota  L,,  Scardova  L., 
Suardi  L.,  Usberti  L.,  Villanova  {Da)  L.,  Vitali  L., 
Zelini  L.;  v.  anche  Carl»  di  Lodovico,  Lazzarino  di 
Lodovico . 

....  LoDovico  cameriere  di  Annibale  Bentivoglio ; 
prende  la  croce  e  accompagna  a  Gerusalemrae 
Antongaleazzo  Bentivogllo  (an.  1498),  294,  11-13, 

....  LoDovico  bertaro;  'k  impiccato  col  fratello  Gla- 
como  e  altri  sulla  Piazza  dt  Boiogna  per  averc 
acritto  ad  Annibale  ed  Brmes  Bentlvoglio  (an. 
1507),  367,  6-7. 

LoDovico  (fra)  da  Bologna  d.  Minori;  uomo  prudente 
e  dotto,  173,  11-12;  fu  ambasc.  di  N!col6  V,  di 
Calisto  III  e  di  Pio  II  ai  principi  cristiani  per  la 
crociata  contro  l  Turclii,  12-13;  ne  parla  Luca  Sll- 
vlo  in  una  lettera  al  duca  di  Borgogna,  13-U;  an- 
cora  i  vivente  nei   1460,   11. 

LoDovico  i)A  Cemto  medico;  f  in  Bologna  di  male  ma- 
zucco  (an.  1505),  341,  24. 

LoDovico  da  Francolino  implicato  nella  congiura  d. 
Malvezzi  contro  i  Bentivoglio,  In  Bologna,  e  impic- 
cato  ai  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an.  148S),  252,  18-19. 

LoDOVlco  DA  Gali.iera  \da  Ga/iera]  combatte  nel  tor- 
neo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna 
o  ia  Sapienza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  scguito 
dl  Annibale  Bentivogllo,  paladlno  d.  P^ortuna;  h 
ascritto  alla  qiiinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an. 
1490),  259,  30-32;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262, 
17-19. 

Looovico  DALLA  MiRANDOLA.  Con  sessanta  balestrieri 
va  a  Bondanello  per  farvi  prigionlero  il  Manzino 
dl  Boiogna  con  alcimi  suol  compagni  (an.  1508), 
391,  6-9;  ucclde  il  pred.  che  lo  assaliva  per  am- 
mazzarlo  a  sua  volta,  9-10;  consegna  i  prlglonierl 
a  messi  dl  Bologna,  28-31. 

LoDovico  DA  Napoij  fa  parte  delPambascerla  mandata 
da  Giovannl  Gonzaga  a  Bologna  a  prendervi  la 
sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494),  275,  7-10;  per- 
notta  ai  Bentivoglio,  11-12;  giunge  a  Bologna  per 
acqua  aspettato  da  Giovanni  Bentivoglio  con  largo 
seguito,  13-13;  alloggla  nel  pal.  d.  pred.,  15-16;  va 
in  gran  pompa  a  messa  a  San  Pctronio,  17-18;  as- 
siste  in  questa  chiesa  a  una  Rapprescntazione  Sacra, 
30-23;  parte  conlasposaper  Mantova,  33-3S. 

LoDovico  DA  Parma  cap.  nell'esercito  d.  Plcclnino ;  ri- 
raane  prlglontero  d.  Florentlni  nella  battaglla  di 
Anghtarl  (an.   1440),  63,  33. 

Looovico  OA  RiMiNi  combatte  nel  torneo  in  Bolognn, 


tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Nicold 
Rangoni,  paladino  d.  Sapienza ;  e  ascritto  aila  se- 
conda  squadra  vestita  alla  turca  (an.  1490),  258, 
29-30;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-19. 

LoDOVico  Maria  V.  Montefani  L.  M, 

LoDovisi  Baldassarre  figlio  di  Verzuso,  68,  31-33;  i 
fuoruscito  (an.   1440),  21-22. 

Lodovisi  Beltramo  [Be/tramo  Ludovisi]  impresta  al  com. 
di  Bologna  duecentocinquanta  scudi  e  ne  diventa 
tesoriere  (an.  1440),  62,  33. 

Looovisi  BoNAVttNTURA  ^  degll  Anziani  per  novembre- 
dicembre  (an.   144$),   112,  18-19. 

LoDovisi  GlNBVRA  (!)  V,  Lodovist   Giovanna, 

Lodovisi  GloVANNA  \Ginevra  !]  figiia  di  Giovanni,  209, 
19-20;  sposa  Lodovico  Bolognlni  (an.  1471),  19;  cf., 
291,  «3;  sua  ricca  acconciatura  di  nozze,  209,  30-22; 
fe  accompagnata  dalla  moglie  di  Giovannl  Guidotti, 
23-33;  suo  ricco  corteo  di  nozze,  23-36;  col  marito 
istituisce  in  San  Domenico  una  biblioteca  di  di- 
ritto  clvile  e  canonico  (an.  1496),  291,  43-46. 

LoDovisi  GiovANNi  cav.  aurato  e  conte  di  Arlmonte, 
100,  12;  figlio  di  Ltgo,  47,  17;  99,  38;  100,  13;  padre 
di  Giovanna,  209,  19-20;  Senatore  di  Roma  |an. 
1423- 1424],  100,  12-13;  ospita  In  sua  casa  il  card. 
Prospero  Colonna  (an.  i4-;6),  47,  17;  6  el.  sopra- 
stante  alla  fabbrica  d.  nuove  carceri  (an.  1443),  75, 
11-13;  i  giudice  nella  giostra  in  Bologna  il  glorno 
di  san  Luca  (an.  1444),  99,  38;  f  ed  fe  sepolto  nel 
chiostro  d.  Predicatori,   100,  13-15. 

LoDovisi  GlovANNi  figlio  di  Nicold,  62,  2,  49;  98,  13;  el. 
da  Eugenio  IV,  per  porta  San  Plero,  d.  Ventl  Com- 
missari  deputati  aila  creazione  d.  raagistrati  d.  c. 
(an.  143 1),  27,  23-24;  i  el.  d.  Diecl  di  Balla  (an. 
1434),  37,  36-37 ;  d.  Sedlci  Rlformatorl  d.  Stato  (an. 
1440),  62,  3;  interviene  11  gtorno  di  santa  Monica 
alla  messa  solenne  fatta  celebrare  in  San  Giacomo 
dal  Scnato  di  Bologna,  49;  &  eU  degli  Anziani  (an. 
1444),  97,  35;  e  mandato  ambasc.  a  Lionello  d'Este 
con  ricclii  doni  in  occasione  d.  sue  nozze,  98,  U-W. 

LoDOVisi  Girolamo  \Ieronimo  Ludovisi]  el.  dal  pp.  d. 
Quaranta  Consigiieri  e  Riformatori  (an.  1506),  358, 
34,  38;  preposto  ai  dazi  dal  pp,,  361,  36-27;  con  i  col- 
leght  Bartolomeo  Zamheccari,  Antonraarla  Legnani 
e  Alberto  Carbonesl,  per  autoritA  avuta  dal  leg.  e 
dai  magistrati,  assoggetta  i  contadini  a  una  tassa 
sui  bestiarae  (an.  1507),  367,  11-18;  h  chiamato  mal- 
levadore  d.  sicurti  data  dal  governatore  a  Gaspare 
Scappl  e  al  suoi  compagni  (an.  1508),  382,  S. 

LoDOVisi  LiGO  padre  di  Glovanni,  47,  17;  99,  38;  100, 
13;  padre  di  NicoI6,  98,  13. 

LoDovisi  LoDovico  [Ludovico  Lutlovisi]  i  da  Annlbaie 
Bentivoglio  mandato  dletro  ad  Achilie  Malvezzl 
per  invitarlo  a  recarsl  con  lui  e  con  Francesco  Ghl- 
silierl  alla  festa  di  san  Glovanni  (an.  I44S).  '03, 
9-13;  riporta  al  Bentivogllo  la  risposta  negativa 
d,  pred.,  12-15;  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Glulio 
Maivezzl  (an.  1464),  184,  32;  h  commendatore  del- 
l'abbazla  di  San  Fellce  e  rettore  e  cappellano  del- 
1'altare  dl  San  Glrolamo  nella  chlcsa  parrocchlale 
di  .San  Tommaso  del  mercato,  214,  29-31;  canta  la 
messa  a  San  Domenlco  11  terzo  d)  della  proce»- 
sione  con  ia  Madonna  di  San  Luc»  coraandata  dal 
Senato  (an.  1474),  28-39. 


654 


INDICE  ALFABE'JlCO 


(LodovUi  Nicold-Lombardia] 


LoDOviu  Nicol6  figllo  di  Llgo,  li',  padre  di  Glovanni, 

62,  2,  4f;  98,  12. 
r^Dovisi  Nicol6  figllo  dl  Verautlo,  68,  ii-il',  i  fuoru- 

sclto  («n.  1440),  68,  21-23. 
L0DOVI81  (fratk)  N1C01.6  prlore  d,  mon.  dl  .San  SalTa- 

tore?  fa  fabbricare  da  maestro  Plrrone  nel  convento 

due  colonnatl  per   istallarvl    sopra   una   blblloteea 

(an,  1497),  293,   34-36;  In  fabbrlca  rovlna  prlma  d. 

copertura  con  grande  danno,  36-37. 
LoDovisi  Vkrzusio  padrc  di    Nicol6  e  dl    Baldassarre, 

6S,  21-23;  h  bandito  di  Boiogna  (an.   1430),  19,  26,  34. 
LoDRONi!  [Ludront\  appartenente  al  cap.  Parls;  vl  si  tro- 

va  Nicol6  Piccinlno  col  Gonzaga  (an.  1439)1  57,  45. 
LocNoLB  \Longnolt\  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Santc 

Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  43. 
[..olANl    Antomio    [Antonio   lia    Loiamo]    padre    di    Glo- 

vanni,  101,  47. 
LoiANi  Bartolomeo  degli  AnzLini;  h  scoraunicato  per 

ii  supplizlo    di    alcuni    religiosi    colpevoli  di  furto 

(an.   1486),  234,  8-9. 
LoiANI  GlACOMO  \/acomo  Loiani\  creato  degli    Anziani 

da   Giovanni    Bentlvoglio   (an.   1501),   308,   3»;   el. 

Massaro    delParte  d.  Seta   da  Giullo   II  (an.  1506), 

360,  2-3;  el.  d.  Quaranta  dal  leg.  Alidosi  (an.  1508), 

390,  15,  19. 
LoiANi  GloVANNi  [Giacomo  da  Loiano\  figlio  dl  Antonlo, 

101,  47;  ^  el.  degll  Anzlani  per  il  quartiere  di  porta 

San  Piero  (an.   144S),  101,  47. 
LolANl  GlovANNl  I  Giovanni  di  Loiano"]  figiio  di  Marco ; 

h  fuoruscito  (an.  1440),  68,  11. 
LoiANi  Marco  [Marco   da   Loiane]  padre  di  Giovanni, 

68,  11. 
LoiANI  Marino  [Marino  da  LoiaHo\  padre  di   Mlchele, 

78,  S;   100,  17. 
LoiANl  Marsilio  [Afarsilio  <la  Loiano]  notaio;  nel  suo 

giardlno  per  la  mitezza  d.  clima  fioriscono  di  gen- 

naio  rose  bianche,  che   dona  al  viceleg.   Giovanni 

d'Amelia,  e  vi  aono  prugnc  raature  come  di  estate 

(«n.    1468),    198,    44-46. 

LoiANi  MlCHELB  [Michol*  da  Loiano,  Miehele  da  Pisa, 
Afichaeie]  figlio  di  Marino,  78.  8;  100,  17;  compare  di 
un  tale  Genesio  caideraio,  77.  42;  accetta  di  coope- 
rare  alla  liberazione  d!  Annibaie  Bentivogllo  (an. 
1443),  77,  41-43;  sul  punto  di  scaiare  le  mura  dl 
Varano  h  preso  da  paura  e  si  ritrae  dall'lmpresa, 
facendo  rltrarne  anche  gli  altri,  43-45;  torna  a  Bo- 
logna,  45;  va  di  nuovo  con  Gaieazzo  Marescottl  a 
Varano  per  liberare  Annlbale,  7S,  8-19;  scala  coi 
compagni  ie  mura  d.  rocca  di  Varano,  37-41 ;  gli  h 
dato  In  custodia  Marchese  servo  d.  governatore,  79, 
4-5;  lo  uccide  perchi  aveva  tentato  di  gridare,  8-9; 
anche  custodlsce  l'altro  famigliare,  8,  e  tutti  i  servi 
e  le  donne  d.  Castello,  9-11;  nel  ritorno  guada  a 
nuoto  ii  Taro  in  piena,  42-43;  porta  un  tratto  di 
strada  suile  spaile  Annlbale  intorpidito,  43-49;  pre- 
cedc  11  Bentivoglio  a  Bologna  per  avvertire  gli  amici 
dl  lui  di  trovarsi  la  notte  alla  grata  deII'Avesa  per 
introdurlo  In  c.  senza  strepito,  80,  11-I6;  100,  17; 
&  ferito  insierae  a  un  figiio  di  Gaspare  Malvezzi 
(an.  1444),  100,  17;  ric.  come  uno  d.  cinque  che 
avevano  liberato  Annibale  Bentivoglio,  is. 

LoiANl  NlcoLo  [ATieoii  da  Loiano]  sl  reca  con  11  go- 
vernatore  di  Boiogna  Ludovico  Alamanni  e  con 
altrt  gentiluomini  bolognesi  a  prendere  possesso  di 


Imola  e  Porll  (an.  1426),  4,  10-15. 

LoiANi  ToMMASo  [Tomoto  da  IMano\,  Essendo  bandito 
ordisce  con  Galasio  da  Vedrana  un  complotto  per 
rlentrare  in  Bologna  Inslerae  airesercito  d.  Chieaa 
(an.  1430),  21,  26-37;  ma  la  congiura  sl  acopre,  M; 
per  avere  difeso  e  salvato  Galeotto  Canetoli,  usalito 
a  Roncastaldo  dal  fuoruscitl,  i  cancellato  dal  novero 
d.  tradltorl  (an.  1431),  25,  j2-»4;  dalKoste  d.  Luna 
gll  h  rivelato  i'accordo  col  patrlarca  Vitelleschl,  dl 
dargli  Botogna  e  gii  i  promesso  un  groRto  dono  se 
vorri  aiutarlo  neU'impresa  (an.  1440),  64,  13-14  ;ac- 
cosente  e  insieme  a  Neri  si  accorda  con  U  cap.  d. 
porta  dl  Santo  Stefano  per  introdurre  le  millzie 
d.  Chiesa,  14-17;  acoperto  il  complotto  h  preso  e  de- 
capltato,  21-22;  11  suo  corpo  fatto  •  pezzi  h  esposto 
sulla  pred.  porta,  22-23. 

LoiANo.  Ne  e  el.  vlcario  di  Bologna  per  sei  mesi  Gia- 
como  dal  Llno  (an.  1442),  72,  t-io;  vi  giunge  Pio  II 
(an.  1459),  169,  46:  che  vi  desina  e  vi  fa  cav.  au- 
rato  Giovanni  Pasi  cap.  d.  montagna  e  suo  ospite, 
47;  170,  1;  vi  si  commettono  molte  uccisionl  (an. 
1470),  202,  43-44;  nei  pressi  ri  i  ucciso  e  svall- 
giato  un  messo  d.  mercanti  Zanchlni  (an.  1505), 
341,  44-45. 

LoLLA  GiACOMO  dl  Pieve  di  Cento:  colpevole  di  oml- 
cidio  e  tumulti;  e  preso  e  Impiccato  (an.  1470), 
203,  6-8. 

LoLLA  Natalb  [Nadale  di  Lolla]  di  Pieve  di  Cento; 
colpevole  di  omicidio  e  di  tumulti;  \  preso  e  im- 
piccato  (an.   1470),  203,  6-8. 

LoLo  V.  Bocchi  L. 

LoMRARUi  (COMPAONIA  DEl)  V.  Bologna  (Comfagnia  dti 
Lombardi). 

LoMBARDi  Carlo  muitato  in  millecinquecento  dncati 
per  11  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  9. 

LoMBARDlA  [ducato  di  Milano]  ric,  3,  14 :  ne  parte  Ni- 
C0I6  da  Tolentino  cap.  d.  mllizie  Fiorentine  (an. 
1428),  7,  22-33;  gli  olivi,  le  viti  e  raolti  alberi  da 
frutta  vi  periscono  per  II  gran  freddo  di  gennaio 
(an.  1433),  31,  17  18;  vi  torna  a  svernare  NicoI6 
Piccinino  con  l'esercito  (an.  1434),  41,  12-13;  vl  sl 
dirlge  ii  pred.  (an.  1438),  53,  30-31;  rlc,  5S,  50;  94, 
15;  il  Scnato  dl  Bologna  vieta  ai  Boiognesi  di  re- 
carvisi  (an.  1444),  98.  7-8 ;  il  duca  Fllippo  vl  raduna 
milizie  (an.  1445),  100,  27-28;  rlc,  110,  50;  vl  toma 
il  Sanseverlno  con  Tesercito,  112,  48;  vi  sl  avvla 
Francesco  Sforza  con  ottomila  soldati  (an.  1447), 
122,  41;  ric,  193,  5;  vi  torna  Galeazzo  Maria  da 
Casteifranco  con  duemila  soldati  In  soccorso  di  Gu- 
glieimo  di  Monferrato  (an.  1467),  196,  29-30,  ric, 
33;  da  Riolosecco  vi  tornano  a  svernare  nei  loro 
quartieri  le  miilzie  d.  duca  di  Milano,  197,  21-23; 
vi  si  reca  Alessandro  Sforza  (an.  1470),  202,  41;  ne 
parte,  fatta  la  pace,  Alfonso  di  Calabria  (an.  1484), 
231,  15-16;  ric,  244,  22;  vi  sl  reca  Giovanni  Benti- 
voglio  a  visUare  11  lago  di  Garda  (an.  1488),  33-35; 
vi  si  trova  Gilberto  Pio  (an.  1496),  288,  38;  vi  si 
reca  a  Milano  ii  ieg.  apostolico  Bernardino  Car- 
vajai,  291,  l;l  Francesi  capitanati  da  Gianglacomo 
Trivuizlo  vi  molestano  molti  castelli  (an.  1497), 
292,  39-40;  vi  arrira  Annibale  Bentivogllo  chiama- 
tovl  dal  duca  Sforza  e  dai  Veneziani  contro  i  pred., 
38-39;  11  Bentivogiio  ne  parte,  4o;  Francesco  da  San- 


[Lombardia-Lorqua  (De)  Ramiro]       INDICE   ALFABETICO 


655 


sererlno  ricere  ordine  dal  duca  Sforza  di  uscirne 
in  termine  di  due  glornl  (an.  1499),  296,  U-12;  il 
pred.  h  privato  dal  duca  d.  castelll  clie  tI  possedeva, 
12-13;  Luigi  XII  quale  erede  di  Valentina  Visconti 
accampa  su  di  essa  pretese,  33-35;  1  Veneziani  si 
collegano  col  pp.  e  col  pred.  per  toglierla  a  Lodo- 
vico  Sforza,  35-26;  per  i  capitoli  d.  lega  lo  Stato  di 
Milano  h  assegnato  al  re  di  Francia,  26-27;  Cre- 
mona  con  gli  altri  paesi  di  qua  dall'Adda  ai  Ve- 
neziani,  27-28 ;  ne  diviene  signore  Luigi  XII,  297, 
3<;  vi  tornano  le  milizie  recatesi  col  Valentino  in 
Romagna  (an.  1500),  299,  45;  i  rioccupata 
quasi  per  intero  da  Lodovico  Sforza,  1»; 
vi  tornano  milizie  dal  Napoletano  (an.  1501),  308, 
17-18;  vi  si  dirigono  Carlo  e  Glorgio  d'Amboise  (an. 
1503),  328,  <2-43;  vi  si  trasferisce  la  moglie  dl  Ales- 
sandro  Bentlvoglio  con  i  figli  nei  suoi  castelli  (an. 
1506),  347,  36-37;  vi  si  reca  Ginevra  Bentivoglio, 
in  esilio  da  Bologna,  con  immense  riccliezze,  354, 
6;  vl  giunge  Gaspare  Scappi  con  Francesco  Poeti 
(an.  1508),  383,  29. 

LoMBARDiA  (r,EOATi)  11.  Carvajal  Bernardino,  Riario  Pie- 
tro  fatriarca  di  Coatantinopoli, 

....  LoMBARDO  (don)  da  Sant'Agata  fa  un  dono  a 
Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),   151,  24. 

LoMKLLisi  GtovANNl  arciv.  di  Ragusa;  genovese;  k. 
da  Giulio  II  creato  governatore  di  Romagna  e  di 
Bologna  con  autorita  di  leg.  in  questa  c.  (an.  1504), 
329,  37-38;  giunge  a  Bologna  ricevuto  con  onori  dl 
leg.  dai  raagistratl  e  dal  popolo,  45;  330,  1;  assolda 
genti  sotto  il  comando  di  Antonio  Roversi,  1 ;  passa 
quindi  In  Romagna  airacquisto  di  Cesena  e  degli 
altrl  luoghi  occupati  gla  dal  Valentino,  1-3. 

"  LoMEr.LiNi  GloVANNi  GiROLAMO  card.  leg.  a  latere 
in  Bologna;  gli  fe  dedicato  dal  Sollmani  il  secondo 
vol.  deW Hisioria  di  Bologna  d.  Ghirardacci  (an. 
1657),  LX,  14;  LXI,  1;  Gaspare  Bombaci  e  Fran- 
coaco  Ferrari  scrivono  versi    in  suo  onore,   1-2  „. 

LoMBLLiNi  NlcoLo  \monaignore  di  falazzo\  genovese  e 
protonotario  apostoUco;  e  dal  pp.  Glulio  II  ei, 
leg.  dl  Bologna  (an.  1506),  342,  4-5;  fe  accolto  in 
c.  con  raolto  onore  e  alloggia  nel  pal.  d.  Signori, 
5-6;  va  Incontro  ad  Antonio  Ciocchi  ambasc.  d.  pp. 
ai  Bolognesi,  344,  49-50;  fugglti  i  Bentivoglio  s'im- 
paurisce  d.  popolo  che  aveva  occupato  la  Piazza  ed 
erasi  impadronito  d.  Pal.,  349,  40-41;  cf.,  27-J8;  ma 
udito  che  lo  tenevano  per  la  Chiesa  sl  rinfranca  e 
attende  gli  eventi,  41-43. 

LoNGHENA  \LoHgona\  castello  d.  Bresciano,  sl  di  a  pattl 
a  Giovanni   Bentivoglio  (an.   1484),  230,  20-21. 

LoNGNoLE   V.  Lognole. 

Li>NGONA  V.  tonghena. 

LoRKNA  [Lotharittgia\.  Giovanni  d'Angi6  che  ne  h  duca 
permette   ai    Malvezzi    dl    inquartarne    nello    scudo 
l'insegna  (an.   1456),   162,  30-35. 
—  (duca  Di)  [rf».Y   Lotharingiae]    tltolo    dellMmp.  Mas- 
similiano,  279,  17. 

LoRENziNO  V.  Michele  di  Lorentino. 

LoRENzo  V.  Arlosti  L.,  Benzetta  L.,  Berlolazti  L.,  Broc- 
chi  L.,  Campcggi  L.,  Cattani  L.,  Costa  L.,  Fieschi 
L.,  Ghirardacci  L.,  Ghitilieri  L.,  Goztadini  L.,  Guai- 
ne  {Dalle)  L.,  Malvezti  L.,  Matassellani  L.,  Odo/redi 
L.,  Paleotti  L.,  Pennacchi  L.,  Pucci  L.,  Ramhaldi  /,., 
Recordati  L.,    Riessi  L.,    Hcaniieri   L.,  Soderini  L„ 


Stiatico  {Da)  L..   Ushtrti  L. 

....  LoRENzo  fe  mandato  dal  pp.  a  presenziare  l'ac- 
cordo  tra  i  Bolognesi  e  il  leg.  (an.  1430),  21,  47-48; 
torna  al  pp.  con  i  capltoli  concordati  tra  il  leg. 
e  la  c,  22,  7-8;  torna  presso  11  leg.  in  San  Gio- 
vanni  di  Persiceto  a  dirgli  che  il  pp.  non  ha  ap- 
provato  i  patti  stabiliti,   10-13. 

....  LoRKNZo  cameriere  di  Antongaleazzo  Bentivoglio, 
prende  la  croce  e  accompagna  11  padrone  a  Ge- 
rusalemme  (an.   1498),  294,  10-13. 

LoRKNZo  DA  Bologna  pittore  famoso,  succeduto  a  Mi- 
chelangelo  in  San  Pietro  di  Roma  (s.  a.),  216,  26-27; 
dipinge  una  tavola  bellissiraa  nella  cappella  di  san 
Michele  Arcangelo  In  San  Giacomo  di  Bologna,  25-36. 

LORENZO  DA  NovALK  prcsenta  al  collegio  d.  dottori  in 
Padova  il  laureando  Paolo  Ghellinl  (an.  149S), 
295,  48. 

LoRKNzo  DA  San  ViTTORB  sarto ;  ha  di  gennaio  nocl 
verdi  e  grosse  da  confettare  (an.  1468),  198,  46-47. 

LoRKNzo  DA  ScANDlANO  6  fatto  prigionlero  con  tre  ii- 
gH  dai  Canetoli  in  Crevalcore  (an.  144S),  126,  16. 

LORKNZO  (CHIBSA  DI  SAX)   V.   Napoli  {chiest). 

LoRENZo  GuERRlNl  (ospEDALE  Dt  san)  V.  Bologna  (osfe- 
daK). 

LoRENzo  iN  Collina  (castkllo  di  san)  \SaH  Lorento 
in  Cullina\  nel  territoiio  Bolognese;  fe  assediato  da 
Giacomo  Caldora  (an.  1429),  13,  15-16;  il  commis- 
sario  Antonio  Gallucci  disperando  di  soccorso  lo 
rende  al  pred.  e  ne  parte,  17-19;  h  saccheggiato  dai 
soldati  del  Plccinlno  (an.  1438),  53,  34;  fe  ripreso 
per  il  com.  di  Bologna  da  Pietro  da  Navarrlno  e  da 
Taddeo  Marchese  (an.  1446),  114,  8-11 ;  h  danneg- 
giato  dal  terremoto  (an.  1505),  334,  17-13. 

LORENZO  IN  LUCINA  (CARDINALE  Dl  San)  V,  FilippO  Co- 
landrini, 

LoRETo.  Fa  voto  di  recarvisi  Giovanni  Bentivoglio  qua- 
lora  guarisca  di  una  sua  malattla  [an.  1483],  232, 
16-18;  11  pred.  compie  il  voto  (an.  1485),  19-23;  31-33; 
Ginevra  BentivogHo  vi  sl  reca  a  visitare  11  tempio 
d.  Madonna  (an.  1489),  254,  24;  h  vlsitato  da  Isa- 
bella  Gonzaga  (an.  1494),  276,  33-34. 

[LoRls  (Db)].  . . .  sorella  d.  card.  Francesco  promessa  in 
sposa  per  volonta  d.  zlo  pp.  Alessandro  VI  e  col 
consenso  di  Cesare  suo  cugino  a  Costanzo  Bentl- 
vogllo  (an.  1503),  321,  24-29;  cf.,  318,  33-35;  320, 
31-33. 

[LoRis]  (Dk)  Francesco  \vetc.  di  Luna  !  Elnenae,  card. 
Borgia!\  card.,  vesc.  dl  Pe r p Ignano-El na; 
insleme  al  parente  Cesare  Borgia  fa  pubbllco  stru- 
mento  alla  Pieve  nel  Peruglno  con  Girolamo  Sam- 
pleri,  procuratore  dl  Giovanni  e  Annibale  Bentl- 
voglio,  dl  dare  una  sua  sorella  In  raoglie  a  Cottanzo 
figllo  d.  pred.  Annibale  con  una  dote  di  dlecimila 
ducati  d'oro  (an.  1503),  321,  24-39;  cf.,  318,  33-35; 
320,   31-23. 

[LoRquA  (De)  Ramiro]  \ArtaHi0\  spagnuolo,  vlceduca 
di  Romagna,  uomo  dl  grande  prudenza  e  iategrlti, 
319,  19-20;  fe  mandato  dal  Valentino  a  Bologna  per 
la  conferma  d.  capltoli  con  11  Senato  e  1  Bentl- 
vogUo  (an.  1503),  319,  19-30;  vl  rlmane  due  glorni, 
30-34;  torna  al  duca  con  i  detti  capitoli  flrmatl, 
36-27;  gU  e  fatta  dal  duca  tagliare  la  testa  In  Ce- 
sena,  la  quale  vicne  espotta  In  Plazza  tra  quattro 
torchl  accesl,  320,  3S-37. 


656 


INDICE  ALFABETICO 


fLoMhi -Lugo] 


*LoKH(, ...  llbralo  di  Modena;  per  Interpotlzlone  dl 
Francetco  MenafogUo  sottoic-ri7e  ottocento  copie 
del  terzo  vol.  d.  lliitoria  di  Bologna  d.  Giilrar- 
daccl  pi-esio  la  tlpografia  Venturlnl  dl  Ivucca,  asii- 
curando  cosl  la  stampa  e  l'utlle  deU'opera  (an.  1757), 
LXXXIII,  36;  LXXXIV,  1-3;  le  ottlene  con  dinil- 
nuzione  d.  prezzo  ttabillto  e  sl  obbliga  a  non  tmer- 
clare  1  vol.  fuori  d.  Stato  pontlficio,  3-5  „. 

LoTiiARlNGlA  V.    Lorena. 

LovKTTO  V.   Oliveto  Citra. 

LovoLBTO  \C*voUdo\.  Vi  &  rovinato  11  raccolto  da  un 
temporale  (an.   I44«)>  125,  31,  34. 

"[Lozzi  CarloJ  Blblioteca  istorica  della  antica  e 
nuova  Italla  rie.,  LIV,  ln-bb\  LXIV,  pafso  cil.,  i-S; 
LXXtV,  7-S:  LXXV,  s  „. 

LUCA  V.  Dolfi  L.,  Fava  L.,  Gaurieo  L.,  Lucii  (Di')  L., 
Pannolini  L.,  Pitti  L. 

LucA  o  LuccA  V,  Lucii  (De)  L. 

....  LuOA  figlio  di  Glacomo  da  Sanglorglo;fe  bandito 
dl  Bologna  perch^  complice  d.  Ilberazione  d.  prete 
mago  (an.  hS»),  142,  8-9;   cf.  141,  40-42. 

....  LucA  figllo  di  Guglielmo,  bombaciaro;  fe  bandlto 
dl  Bologna  perche  complice  nella  liberazione  d.  pre- 
te  mago  (an.  1453),  142,  8,  10;  cf.  141,  40-42. 

LucA  (sak)  Evanoelista  dlpinge  la  Madonna  dell'lm- 
pruneta  (s.  a,],  34,  14-15;  e  quella  d.  Monte  d.  Guar- 
dia,  lf-30;  si  corre  un  palio  In  Bologna  il  dl  d.  sua 
festa  (an.  1444),  99,  37. 

LucA  (sam)  nel  terrltorlo  di  Bologna :  vl  sono  devattate 
le  vigne  da  una  tempesta  (an.  1463),  182,  34,  36^7; 
"  LXVI,  40  „. 

LucA  (CHIBSA  DI  san)  V.  Bologna  (chiese). 

LucA  (Madonna  di  san)  f.  Madonna  d.  Guardia. 

LuCANO  (cardinale)  V.  Calandrini  Filiffo  da  Sartana. 

LuccA  (citta)  h  oggetto  dl  contesa  fra  Paolo  Gulnigi 
e  NiccoI6  da  Montone  (an.  1430),  19,  15-16;  ric,  164, 
46;  vi  entra  11  nuovo  pod.  Gianfrancesco  Aldro- 
vandi  (an.  1483),  228,  5-6;  ne  i  el.  pod.  ii  bolo- 
gnese  Ettore  Montecalvi  (an.  148S),  244,  43;  quindi 
Sebastiano  Gozzadini,  44;  vl  si  reca  11  nuovo  pod. 
AngeloRanuzzi(an.  1491),  264,29;  vi  entra  CarloVIII 
(an.  1494),  284,  19;  il  pred.  ne  parte  per  Pisa,  19; 
la  sua  moneta  di  ultimo  conio  h  bandita  di  Bolo- 
gna  (an.  1501),  308,  28-29;  ric,  338,  21;  vi  si  in- 
dirlzza  11  loro  cap.  Troilo  Savelli  (an.  1505),  339, 
36-37;  vi  sl  reca  Francesco  Fantuzzi  col  figlio  Carlo 
Antonio  (an.  1508),  384,  22;  ii  pred.  ne  parte  per 
Venezia,  24. 

•  —  (Archivio  di  Stato)  ric,  LXXXIV,  /-»,  su ;  LXXXV, 
/-»,  3-¥;  XCir,  s-6  »• 

—  (Comunb)  *  i  maglstrati  informati  dal  loro  agente  in 
Roma  che  la  stampa  deIl'opera  d.  Ghlrardacci  tpia- 
ceva  al  pp.  fanno  sapere  a  questo  che  non  sarebbe 
pubblicata  e  ne  fanno  promessa  solenne  (an.  1758), 
LXXXIV,  29-31;  t  11  PP-  e  sparsasi  la  notizia  che 
lo  Stato  si  teneva  sciolto  da  ogni  promessa,  11  pred. 
agente  rinnova  l'impegno  ai  card.  che  ne  facevano 
questione  d'onore,  7-11  „. 

—  (cITTADINI    BLBTTI    A    UFFICl    FUBBLICl)   T".     AvvOCati 

Pietro  pod.  di  Bologna ,   Tigrini  Nicoli  pretore  ossia 
pod.  di  Bologna. 

—  (podksta)  V.  Gianfranceseo  Aldrovamli  di  Bologna 
(an.  1483),  228,  5-6;  Ettore  Montecalvi  di  Boltgna 
(an,  /488),  244,  43 ;  Stiastiano    Gotiadini  Ji  Bologna 


(an.  1488),  244,  44;  Angtlo  Rttnmtti  di  Bologna  (an. 

1491),  264,  29 ;  AgaiHtnnon*  Martseotti  di  Bologna 

(an.  /496),  306,  3). 
Lucca  V.  Lncii  (De). 
LuccHBsi.   Troilo   Sareili  i   loro  cap.   (an.  1505),   339, 

2t>37. 
LUCCIMBORGO,   LUCIMBUROO   (CARDINALE    Ol)     V.    Lutlim- 

burgo  (Dt). 

LuCHiNl  GiovANNi  padrc  di  Lodovlco,  117,  5-6;  presta 
al  com.  di  Bologna  settantacinque  tcudi  e  ne  dl> 
venta  tesorlere  (an.  1440),  62,  tt. 

LuCHiNi  LoDOVico  figlio  di  Giovanni,  117,  5-6;  el.  degll 
Anzianl  per  porta  Stieri  di  luglio-agosto  (an.  1446),  5. 

LucHiNo  V.  Negri  L. 

LuciA  V.  BentivogUo  L.,  Ghirardaeci  L. 

LuciA  (Santa)  V.  Gottadini  Franciteo  di  Santa  Lucta. 

LuciANA  V.  Bianchetti  L. 

Lvcii  (De')  Dionisio  [Dionisio  di  Giovanni  Matteo  di 
Luca,  Diontsio  di  Luca,  Dionisio  di  Lueea]  ric.  per 
un  suo  libro  ove  sono  raccoiti  i  nomi  degli  artieri 
sottoscrlttori  a  una  tassa  per  attoldare  mllizle  a 
dlfesa  d.  Bentivoglio  e  contro  il  Valentlno,  313, 
35-36  ;  interviene  in  .Senato  a  capo  d.  GonfalonlTi 
d.  popolo  e  in  un  vlgoroso  discorso  etpone  che  h 
Tolonti  d.  popolo  che  nh  1  Bentivoglio,  ai  alcun 
altro  sl  rechi  pr.  11  pp.  (an.  150»),  314,  6-15,  che  te 
Giovanni  volesse  a  ogni  modo  andarvi  piuttotto 
I'avrebbero  uccito,  15-17;  incuora  ii  pred.  a  non  per- 
derti  d'animo,  giacchi  contro  11  Valentino  tutti  1 
Bolognesi  erano  pronti  a  resistere,  19-22;  accompa- 
gna  Anton  Galeazzo  Bentivogilo  in  pellegrinagglo 
B  Sant'Antonlo  di  Vienna  e  a  San  Giacomo  di  Ga- 
lizia  (an.  1505),  336,  12-14. 

Locii(Db')  Giovanni  Matteo  [Giovanni  Mattco di L»ca\ 
padre  di  Dlonisio,  313,  36. 

Lucii  (Db')  Giovanni  Tommaso  [Giovanni  Tomat»  da 
Lucea]  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Gatpare 
Scappl  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  13; 
h  cit.  a  difendersl,  392,  42. 

Lucil  (Ds')  LucA  [Luca  di  Luca]  h  multato  in  quaranta 
ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  386,  36. 

Lucil  (Du')  NicoLo  [JVicoli  da  Luca]  dottore,  cancel- 
liere,  parte  crociato  con  Giacomo  Grati  (an.  1464), 
186,  3. 

Lucil  (Dg')  Tommaso  [Tomtuo  di  Lucea]  mugnaio; 
prende  parte  alla  glostra  indetta  dal  Mugnal  dl  Bo- 
logna  nei  mercato  dei  buoi  (an.   1443),  75,  1-9. 

LuciMBURGO  V.  Lutsemiurgo. 

LuciNO  (Dl)   V,   Giovannl  di  Lucino. 

Lucio  [Lutio]  v.  Malvetti  L. 

LucRBZlA  V.  Bste  (D')  L.,  Fasanini  L.,  Malavolti  L. 

LucREZio  V.  Malvezti  L. 

LucRKzio  DA  VbNEzIA  [Lucretio  da  Veneiia]  implicato 
nella  congiura  d.  Malvezzi  contro  il  Bentivoglio, 
in  Bologna,  6  impiccato  ai  merli  d.  pal.  d.  pod. 
(an.   148S),  251,  39,  41. 

LuDOVico  V.  Lodovico. 

LoDOVico  rb  di  Franza  !  V.  Carlo   \'II  re  di  Pramcia. 

LuDovisi  V.  Lodovisi, 

LuDRONu  V.  Lodrone. 

LuGo  in  Romi^na;  vi  si  radunano  soidati  per  opera 
di  Fllippo  Maria  Visconti  (an.  1432),  31,  49;  ne 
parte  Antongaleazao  Bentivoglio,  cbe  vl  era  rima- 


[Lugo-Luigi  XII  re  di  Francial  INDICE   ALFABETICO 


657 


sto  molti  giorni  (an.  1433),  35,  36;  ri  sono  soldati 
d.  duca  Vlsconti  (an.  1434),  36,  33-3«;  e  dato  dal  pp. 
a  Nicoli  d'Este,  con  dispiacere  d.  Bolognesi  (an. 
1436),  47,  26-27 ;  ripreso  al  duca  dl  Milano  dall'eser- 
cito  d.  Chieaa  e  dal  pp,  offerto  a  Lionello  d'£ste, 
33-3«;  vi  arriva  il  vicere  di  Napoli  con  resercito 
(an.  1449),  132,  48;  vi  si  recano  da  Castel  San  Pletro 
i  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  136,  ii-15;  vi 
giungecon  l'esercito  Bartolomeo  Colleoni  (an.  1467), 
193,  21-22;  V.  anche  Franceschino  da  Lugo. 

LuiGi  [A/oisto,  Ludofico]  v,  Alviano  {D')  L.,  Ardinghelli 
L,,  Armagnac  (£>')  L.,  Borgia  L.,  Capra  L.,  Cai- 
tani  L.,  Colonna  L.,  Foscarini  L.,  Foicherari  L.,  Frati 
L.,  Gomaga  L.,  Grifoni  L.,  Mareseotti  L.,  Ro- 
manti  L.,  Sanseverino  {Da)  L.,  Sponioni  L.,  Trotti 
L.,    Veneziani  L,,    Verme  {Dal)  L, 

[LuiGi  III  d'Angi6]  re  di  Napoi,i  fe  visitato  da  An- 
tongaleazzo  Bentivoglio,   che  onora  (an.  1431),  23, 

40-41. 

LuiOI  XI  RE  Di  Fra.^icia  [Delfino  di  Vienna].  Perchi  in 

discordia  col  padre  Carlo  VII,  alla  morte  di  lui  si 

trova  presso  il  duca  di    Borgogna  (an.  1461),    176, 

5-7;    manda   ambasc.    al   pp.   a   protestargli   l'ubbi- 

dienza  di   tutta   la   Francia  (an.    1463),  178,  34-36; 

Galeazzo  Sforza  con  seimila  uomini  sl  reca  a  Lione 

in  8U0  aiuto  (an.  1466),  190,  41-42;  rappacifica  Fl- 

Uppo   di   Savoia   e   Guglielmo   dl   Monferrato  (an. 

1467),  196,  30-31;  manda  amba^tc.  al  parlamento  dl 

Pavia  adunatosi  per  trattare  d.  guerra  contro  i  Ve- 

neziani  (an.  1468),  198,  34-38;    essi  approvano  che, 

arbitro  il   pp.,   si   faccia   pace   coi   pred.    perchi   1 

Turchi  continuavano   a   infestare  la  Morea,   38-42; 

ric,  211,  7. 

LuiGi  XII  RK  Di  Francia   essendo  ancora  duca   d'Or- 

k-ans,  guerreggla  contro  Lodovico  Sforza  (an.  1495), 

286,  10-11;  fa  tregua,  U-U;  sue  pretese  sulla  Lom- 

bardia  quale  erede   di   Valentina   Vlscontl  figlia  dl 

Oaleazzo  Visconti  duca  di  Mllano  (an.  1499),  296, 

23-25;  si  allea  col  Veneziani  e  con  Alessandro  VI 

per   togliere  la  Lombardia  allo  Sforza,  25-26;  qua- 

lora  Pimpresa  riesca  avra  lo  Stato  dl  Milano  sino 

aIl'Adda,  26-28;  saputo  che   i  Bentivoglio   avevano 

mandato  aiuti   a   Lodovico   Sforza,    scrive  a   Gio- 

vanni  Bentivoglio  che  lo  terra  per  neralco  e  dan- 

neggiera   lui    e   la    c.    se    insistera    nei    pred.  aiuti, 

40-47;    passa   le    Alpi   con    venticinquemila    uomini 

e  si  reca  ad  Asti,  297,  2-3;  prende  Novi,  Tortona 

e  Alessandrla  ove  era  11  maggiore  sforzo  d.  Moro, 

3-5;   fuggito   il  duca,   gli   si   dk  Milano  e  tutto  il 

ducato,  »-10;  manda  in  questa  c.  Giangiacomo  Tri- 

vulzio  In  suo  nome,  11;   gli   h    dato  dal   castellano 

per  denaro  il  castello  dl  Porta  Giovia,  13-13;  vlnce 

lo  Sforza  senza  colpo  ferire,  13-14;   entrato  in  Mi- 

lano  gli  &  mandato  da  Giovanni  Bentlvoglio  il  fi- 

glio  Annlbale  con  ricco  seguito  a  felicltarlo  delPac- 

quisto  d.  Lombardla   e  a  raccomandargli  Bologna, 

33-36;  riceve   lietamente  il   pred.,   cui  promette   dl 

proteggere   Bologna  contro  tuttl,   eccettuato  il  pp., 

36-38;  fa  suo  barone  Annibale  con   il  padre  e  1  fra- 

telli,  33-39;   raccomanda   chc   slano  ben  trattate  le 

milizie  che    avrebbe    mandato   in    Romagna  a  con- 

quistare    Iraola  e    Forll    per  il    pp.,  39-41;    licenzla 

Annibalc,   41-42;  &  visitato  dal   card.  Giambattitta 

Ursini,    45,  e    da    Glovanni    delln   Rovere,  47-48;  li 


reca  per  ia  seconda  volta  a  Milano  dove  conven- 

gono   ambasc.   d.  Signori   dTtalia   a  rallegrarsi   d. 

sua  definitlva  vittoria  sullo  Sforza  (an.  1 500),  299, 

29-30;  Giovanni    Bentivogiio   gli  invia  Mlno  Rosai 

a  disarmarne  l'ira  contro  Bologna  e  se  stesso  per 

I'aiuto  dato  al  Moro,  30-35 ;  accetta  un  dono  dl  qua- 

rantamila   ducati   presenfatogli   dal  Rossl   a  nome 

del  Senato  bolognese  e  si  placa,  35-36;  cf.,  43;  con- 

cede  al  Valentino  per  I'impresa  di  Romagna  molte 

milizie  sotto  il  comando  di  Ivo  d'AIIegri,  300,  31- 

32;  il  Senato  di  Bologna  gli  manda  Mino  Rossi  a 

rendergli  noto   come  il  Borgia   mira  a  conquistare 

non  solo  la  Romagna,  ma  Bologna  e  a  domandar- 

gli  la  sua  intenzione   in   proposito,  301,  37-39;  cf., 

41;  promette  al  Rossl  di   proteggere  Bologna   pur- 

chJ?  i  Bolognesi  non  diano  aiutl  ai  nemlci  d.  V«- 

lentino  (an.   1501),   302,  38-40;  h  sospettato  dai  Si- 

gnori  italiani  di  avere  mano  nelle  ostiiita  d.  Borgia 

contro  Bologna,    303,    43-44;    promette  a  mezzo   di 

Mino   Rossi   la   sua   protezione   alla   c.   (an.  1501), 

307,  16-18;  conquista  il  regno  di   Napoli,  44-45;  in 

Bologna  si  festeggia  questa  vittoria,  46-47;  si   rec« 

pr.  lui  in  Francla   Anton   Galeazzo   Bentivoglio   a 

felicitarlo    delI'acquisto   d.   regno   dl   Napoli,   308, 

5-7 ;  manda  in  Italia   ottomila  ducati  per  le  paghe 

d.  suoi  soldati  nel   Napoletano,  12-13;  il  Senato  di 

Bologna  fa  accompagnare  da  balestrieri  sino  a  Fi- 

renzuola  il  messo  che  portava  il  danaro,  13-14;  va 

pr.  lul  Carlo    Orsini,    15;   arrivano  alla  sua   Corte 

Anton  Galeazzo  Bentivoglio  e  Galeazzo  Bottrigarl 

(an.  1502),  310,  38-39;  i  Fiorentlni  si   lagnano  pr. 

lui  che   il    Valentino   ribelli   loro   ed  occupi  varie 

citti,  e  gli  chiedono  aiuto,  40-42;  manda  duecento- 

cinquanta  lancie  che  si  recano  a  Firenze  attraverso 

il  Bolognese,  42-43;  riliuta   al   Bentivogllo  di  occu- 

parsi   d.   cose   dl   Bologna  e  lo  consiglia  di  accor- 

darsi  col   pp.,   311,    16-33;   scende  in  Italia,  31;  gll 

vlenc  incontro  il  card.  Orslni,  30-31 ;  ^  visltato  in 

Milano  dal  Borgia  che  riceve  benevolmente,  312,  3, 

e  dal  card.  Federigo  da  Sanseverino,  3-4;  gradisce  i 

prezlosi  donl  presentatlgli  da   Alessandro  e  Annl- 

bale  Bentivoglio  a  nome  d.  padre,  4-13;  riguardo  alla 

sua  protezione  a  Bologna  e  alla  loro  casa  chlesta- 

gli  dai  pred.  risponde  dl  non  potere  occuparsi  d.  c. 

perch^   soggetta    alla   Chlesa,    13-14;   quanto  a  loro 

pensino   a   difendersi  dal  Valcntino  cui,  promette, 

non  dari  aiuto,  14-15;  concorda  col  Borgla  quanto 

dovri  fare,  17-18;  il  pred.  gli  chiede  aluto,  316,  8-9; 

rlc,  317,  26-29;  318,   31-32;   da   Alessandro  VI,  dal 

Valentino   e   dal   BentlTOglio   h  chiamato   garante 

dell'accordo  e  pace  tra  I    pred.,   33-33;  cl'.,  321,  43; 

manda  un  araldo  a  Bologna  a  ritlrare  la  sua  pro- 

tezlone  alla  c,  perchfc  sl  era  messa  in  lotta  con  la 

Chiesa,  319,  9-13;  II  pred.  ritorna  con  vaga  rlspo- 

sta  d,  Senato,  13-14;  gli  Svlzzerl   scendono  a  com- 

batterlo    in    Lombardia    (an.    1503),    322,   40-41;    fa 

pace  con  rimper.  MassimiUano  e  con   Ferdlnando 

il  Cattolico,  323,  3-3;  tale  pace  dura  poco,  4-S;  ap- 

presa  la  rotta  d.  suo  cserclto  nel  Napolctano,  si  ap- 

presta  a  racoogllere  gentc  e  chlede  aiuto  e  il  paiio 

per  i  suoi  soldatl  al  duca  dl  I'errara,  al  Fiorentinl 

e  Bolognesl,  14-17;  riceve  da   quetti   clnquanta  ar- 

mlgeri  e   cento   lialeitrierl  •   cavallo  lotto  la  con- 

dotta  dl  Glacomo  dal  Gambaro,  17-19;  11  march.  di 


T.  xxxm,  p.  I  —  43. 


658 


INDICE  ALFABETICO 


[Luigi  XII-Lupari  Matleo] 


MantoTa  h  luo  cap.  d.  genti  Itallane  contro  gli 
Spagnuoll,  324,  17-11;  manda  un  suo  meuaggero  a 
chledere  aluti  a  liologna  per  rimettere  II  Valen- 
tino  In  itato  in  Romagna.  ma  11  Senato  rlfiuta  con 
un  pretesto,  326,  30-35 ;  II  tuo  eserclto  ncl  Napo- 
letaiio  h  dl  nuo70  tbaragliato  e  Tlnto  da  ConsalTO 
di  CordoTa,  328,  4S;  329,  1-3;  Enrico  VH  re  d'In- 
ghtiterra  sl  adopra  a  paclficarlo  con  Ferdinando  11 
Cattolico  re  dt  Spagna  (an.  1504),  331,  6-8;  tre  suol 
ambasc.  al  pp.  passano  di  Bologna  (an.  1505),  336, 
19-30;  ha  sotto  la  sua  protezlone  Glovanni  Benti- 
Toglio  (an.  1506),  343,  33,  e  non  st  declde  a  dare 
aluto  al  pp.  per  cacciare  il  pred.  dt  Bologna,  ben- 
chi  pregatone  dal  card.  d'Amboise,  344,  2-7 ;  manda 
un  araldo  a  Bologna  a  consigllare  lo  Statn  e  il 
Bentlvoglio  a  sottomettersl  al  pp.  essendo  obbll- 
gato  n  favorlrc  II  pred.,  346,  41-43;  apprezzamenti 
di  questo  suo  passo,  44-45;  ilsuo  esercltosotto 
Bologna  si  trova  a  mal  partlto,  351,  7-11; 
11  viceri  invoca  l'aluto  d.  pp.  mlnacciando  11  suo 
sdegno  se  l'esercito  perlsse,  15-23;  Giulio  11  crea 
card.  Renato  De  Prie  vesc.  di  Bayeux,  Lodovlco 
d'Amboise  fratelio  d.  vicerfe  di  Milano  e  Giovannl 
de  La  Tr^moutlle  secondo  era  stato  con  lul  accor- 
dato  per  aiutarlo  a  rlconquistare  Bologna,  360,  46- 
49;  si  trova  a  Gcnova  per  paclficarvi  la  nobllti  col 
popoio  (an.  1507),  368,  31-33;  risponde  amblgua- 
mente  ad  Alesandro  Bentivoglio  che  ne  rlcercava 
Taiuto  perch^  la  tua  famlglia  rientrasse  in  Bologna, 
36-40;  a  Genova,  e  pregato  con  lettera  da  Giulio  II 
di  Impedire  che  I  Bentivoglio  sl  adoprino  a  tornare 
a  Bologna,  369,  7-8;  udita  la  spedizione  d.  tre  fra- 
telU  Bentlvogilo  contro  la  pred.  c,  ordina  al  vlcer^ 
d'imprigionare  Giovannl  Bentivoglio  ed  esaminarc 
se  egli  vi  avesse  parte,  370,  17-30;  confermatagli 
I'innocenza  d.  pred.  ordlna  sia  liberato,  373,  30-33; 
giunge  a  lui  il  card.  Bri^onnet  qual  leg.  d.  pp.,  375, 
44-45 ;  va  a  Mllano,  376,  16;  11  Senato  di  Bologna  gli 
manda  tre  ambasc.  a  chiedergii  di  togllere  la  sua  pro- 
tezione  a  Glovanni  Bentivoglio  perturbatore  di  Bo- 
logna,  17-18;  incarica  il  card.  d'Amboi8e  di  fare  luce 
su  ci6,  30-33 ;  11  quale,  udlte  le  parti,  decreta  in  suo 
norae  che  la  sua  protezione  h  dovuta  a  Giovanni  e 
Alessandro  Bentivoglio  innocenti  di  ogni  intrigo, 
377,  37-30;  mentre  sl  dlsinteresta  di  Ermes  e  Anni- 
bale  colpevoli,  39;  e  confederato  con  Giulio  II  (an. 
1508),  378,  33;  manda  a  offerire  armati  al  com. 
di  Bologna  contro  i  Bentivogllo,  385,  46-49,  per  di- 
mostrare  come  non  sia  faTorevole  ai  pred.,  49-50; 
aderisce  alla  lega  tra  l'imp.  Masslmlliano,  Giulio  II, 
Ferdlnando  d'Aragona,  i  Fiorentlnl,  Alfonso  duca 
dl  Fcrrara,  Gianfrancesco  raarch.  dl  Mantova  con- 
tro  i  Venezlani  (an.  1509),  393,  30-37;  pretende  dai 
pred.  Bergarao,  Brescia,  Cremona,  Soncino  e  tutta 
la  Ghlara  d'Adda  con  Caravaggio,  33-33;  Tince  a 
Ghiara  d'Adda  i  Venezianl  in  una  sanguinosa  bat- 
taglia,  396,  1-4  ;  anche  s'impadronisce  dl  Russi  In 
Romagna,  4. 
LuiGi  d'Araoona  card.,  prigioniero  in  Francla  %  libe- 
rato  dal  re  Luigi  XII  perchk  sl  rechl  al  ConclaTc 
In  Roma  (an.  1503),  324,  28-39;  cf.,  37;  passa  dl 
Bologna,  36-37;  e  ospltato  da  Giovannl  Bentivoglio 
e  ben  rlcevuto  dalla  c.  e  dai  niaglstrati,  30-31:  si 
reca  a  Bologna  con  GiuIIo  II  e  va  ad  allogglare  In 


caaa  di  GloTannl  Fellcint  (an.  1506),  3S7,  t-9. 
[Luioi]  uucA  Di  .Savoia  conelude  pace  e  lega  col  duca 
dl  Milano,  Insleme  al  raarch.  di  Saluzzo,  di  Fer- 
rara,  di  Mantova,  di  Monferrato  e  ai  Florentlni 
(an.  1440),  64,  36-37;  gli  i  chlesto  soccorto  da  Car- 
lotta  dl  Savoia  regina  dl  Cipro  tpodettata  dal 
fratellastro  Giacomo  11  iileglttimo  (an.  1461),  177, 
47-48. 

[LUIOI    UI    GlNEVRA,    DEl  UUCHI  Ul  SaVOIA,  RS  UI  ClPRO] 

marito  dl  Carlotta  dl  Luaignano  regina  dl  Clpro:  h 

cacclato  dl  regno  dal  cognato  (an.  1461),  177,  46-47; 

manda  Carlotta  ad  iraplorare  1'aluto  d.  duca  di  S«- 

Toia,  47-41. 
LuiGi  DKL  Pratei.Ijo  (Saw).    VI  si  rifugla  Maria  Tom- 

raaslna  raoglle  di  Battltta  Canetoli  (an.   1435),  43, 

35-36. 
Luioi  Marescotti  V.  MareseolH  Lodovic». 
Luici   Maria  V.  Griffoni  L.  M 
Luisa  V.  Borgia  L. 

LuMiNASio,  nel  Bologoese  rlc,   112,  12. 
Luka  (ostkrIA  DEtXA)  V.  Bologtia  (laverne). 
LuNA !  (vescovo  di)  V.  Elna  (i<eseovo  di). 
Lunardo  V.  LeOHordo. 
LuPARl  (i-AMtoi,iA)  *  rappresentata  nel  Thoatro  de' mo- 

derni  ingegni. . .  .  A.  Ghirardacci,  XXIV,  23,  27  „. 
LupARl  Baldassarre  [  \'iildesserra,  Baldessera  Lmfpari, 

lialdisserra  LHpri\  figllo  di  Venturino,  97,  33;  101, 

46;  h  nomlnato  per  porta  Ravegnana  d,  Commitaione 

incaricata  d.  eiezioni  agli  uifici  (an.  1443),  97,  23-25, 

32;  6  el.  degli  Anzlanl   per   porta  Ravegnana  (an. 

1445),   101,  46;  h  armato    caT.  da  Federlco  V    irap. 

in  San  Petronio  di  Bologna   (an.  1452),  142,  9-11; 

tuo  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  nozze  (an.  1454), 

149,  50;  150,  I;  fa  un  presente  alle  nozze  di  GiuUo 

Malvezzi  (an.   1464),  184,  29-30. 
Lupari   FiLiPPo  e   neireserclto    dl  Pirro   MalTezii   di- 

retto  a  Firenze  in  aiuto  di  Lorenzo  de'  Medici  (an. 

1478),   218,   41-42. 

LuPARi  Gabriele  padre  di  Giacomo,  149,  17. 

Lupari  Gaspare  \Gasfare  Lupri\  raercante;  figlio  di 
Venturino,  11,  43;  97,  38;  h  eU  degli  Anzlani  per 
porta  Ravegnana  (an.  1429),  11,42-43;  essendo  de- 
gll  Anziani,  h  dal  Senato  incaricato  col  pod.  e  sette 
altri  clttadini  di  puntre  i  deiinquenti  (an.  1430),  23, 
21-36;  el.  da  Eugenio  IV  per  porta  Ravegnana,  d. 
Ventl  Coraraissari  deputati  alla  creazione  d.  raagl- 
strati  d.  c.  (an.  143 1),  27,  23,  29;  h  rieletto  d.  Ventl 
Consiglieri  (an.  1433),  31,  13;  h  fuorutclto  (an.  1440), 
68,  22;  e  el.  degll  Anziani  (an.  1444),  97,  38-39;  ai 
reca  pod.  a  Milano  (an.  1473),  211,  3-4. 

Lupari  GIacomo  figlio  di  Gabriele;  suo  dono  a  Sante 
BentlToglio  per  ie  nozze  (an.  14S4),  149,  17;  ara- 
basc  d.  Senato  ai  Venezianl  per  ottenerne  due  galee 
da  armare  a  spese  d.  Bolognesi  (an.  1464),  183,  9- 
10;  toma  a  Bologna  con  rlsposta  favorevole,  10:  tl 
reca  pod.  a  Genova  (an.  1475),  214,  36;  Ta  pod.  a 
MUano  (an.  1478),  219,  1. 

LuPARl  Marco  [Marco  Luppari\  figllo  di  Venturino,  89, 
9;  presta  al  com.  dl  Boiogna  cenfo  scudi  e  ne  dl- 
viene  tesoriere  (an.  1440),  62,  25;  e  tra  gii  incari- 
cati  di  attuare  i  proTvediraentl  titcali  delitjerati  nel 
Conslglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  43-89,  1-9. 

LuPARi  Mattko  e  convocato  in  Pal.  con  altrl  da  Er- 
met    Bentivogllo  (an.    1501),  305,   5-10:  11  pred.  ri- 


[Lupari  Matteo-Madonna  deirimpr.l  INDICE   ALFABETICO 


659 


vela  loro  che  Agamennone  Marescottl  avera  scritto 
al  Valentino  invitandolo  contro  Bologna  e  i  Ben- 
tivoglio,  11-29;  li  esorta  a  unirsi  a  lul  nell'uccldere  i 
Marescotti  traditori  e  gia  detenuti  in  PaL,  29-35; 
partecipa  alI'ucci8ione  d.  pred.,  31-«2. 

LuPARi  NiccoLo  k  d.  Venti  d.  popolo  pel  quartiere  dl 
Porta  Ravegnana  (an.  1506),  352,  9-10. 

LuPARi  Paolo  [Po/o  Lupri]  fa  un  presente  alle  nozze 
di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  39-30. 

LupARi  VEifTURiNo  [yeniurtno  LuJ>/ari]  padre  di  Bal- 
dassarre,  97,  32;  101,  «6;  di  Gaspare,  11,  43;  97, 
3»- 39;  di  Marco,  89,  9. 

LuFO  (Sak).  Danneggiato  dal  terremoto  (an.  1456), 
164,  10. 

LuPPARl  V.  Lupari. 

LuPRi  V.  Lupari. 

LusiGKANO  (Casa  di)  V.  Gtovanni  III  re  di  Cipro,  Car- 
lotta  di  Savoia  regina  di  Cipro,  Giacomo  II  {fia- 
slardo)  re  di  Cipro,   Ugo  di  Lusignano. 

Lu.ssEMBUROO  (Di)  V.  Sigismondo  di  Lussemburgo  im- 
peraiore. 

LussEMBUROO  (c ARDiif Am  Di)  [card.  di  Luccimborgo, 
Lucimburgo];  francese;  el.  card.  da  Giullo  II  nel 
dicembre  riservandone  la  pubblicazione  al  maggio 
deIl'anno  venturo  (an.  1506),  360,  44-47;  la  sua  no- 
mina  era  una  d.  condizioni  Imposte  da  Luigi  XII 
re  di  Francia  al  pp.  per  aiutarlo  a  riprendere  Bo- 
logna,  46-47;  passa  di  Bologna  diretto  a  Roma  ri- 
cevuto  dal  Senato  con  grande  onore  (an.  1509),  394, 

30-21. 
LussBMBURGo  (duca  di)  [duM  Lutttmburgia*]  tltolo  del- 

l'irap.  Massimiliano,  279,  18. 
LuTio  V.  Lucio. 

LuTZEMBURGlA  V.  Lusstmburgo. 
Maccagnano.  VI  si  imbarca  segretamente  11  pp.  Euge- 

nlo  IV  per  recarsi  a  Ferrara  (an.  1438),  50,  35. 
Maccaroni   Aoostino   [Agostino    Maccarone]  combatte 

nel  torneo  In  Bologna,  tenutosl    per  definire  se   la 

Sapienza  o  la  Fortuna   prevalga  nelle  cose   umane 

ai  seguito  di  Nicol6  Rangoni,  paladino  d.  Sapienza; 

e  ascritto   alla  terza   squadra  vestita   alla  francese 

(an.  1490),  258,  31-32;  la  sua  parte  soccombe,  262, 

17-19. 
*  Macchiavblli  (famiolia)  h  rappresentata  nel   Theatro 

morale  de'  moderni  ingegni, . . .  d.  Ghirardacci,  XXIV, 

22,  26  .. 

Macchiavelli  Antomio  padre  di  Piero,  152,  29. 

Macchiavklli  Cristoforo  multato  In  quattrocento  du- 
cati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescottl  alla  cul 
rovina  aveva  partecipato  (an.   150S),  3S7,  44. 

Macchiavelli  Geometra  esce  di  Bologna  coi  Benti- 
voglio  suoi  amici  (an.  1506),  34S,  41,  50;  "  con  sua 
moglie  fa  un  contratto  dl  conrivenza  con  1  coniugi 
Ghlrardacci  (an.   1558),  VI,  11-14  „. 

"  [Macchiavblli  Giacomo  t  assistito  da  fra  CkeruHno 
Ghirardacci  (an.   1596),  XVII,  6-9  „. 

Macchiavelli  Giulio  [Giulio  Malchiavelli]  astrologo ; 
t  in  Bologna  (an,  1505),  341,  23-24. 

Maccmiavelli  Loijovico  [Lodovico  Malchiavelli]  par- 
tecipa  alla  congiiira  ordita  in  Uologna  da  Gaspare 
Scappi  in  favore  d,  Bentivogllo  (an.  1508),  380,  7. 

Maccuiavklli  Piktro  [Pietro  Malchiavelli]  notaio;  fi- 
gUo  dl  Antonio,  152,  39;  i  fatto  prlgloniero  in  Cre- 
valcore  dal   Canetoli  (an.   1448),  126,  it-l7;  ha  pr. 


di  s&  una  nipote  figlia  di  Stefano  Conti  (an.  14SS), 
153,  8-9;  cf.,  152,  38-39;  corre  rischio  di  rimanere 
avvelenato  con  tutti  i  suoi  per  opera  di  un  pre- 
tendente,  non  accettato,  d.  pred.,  153,  7-22;  i  sal- 
vato  dal  medico  Marianova  che  egli  stesso  va  a 
chiamare  di  notte,  22-28;  sospetta  e  denuncia  l'av- 
velenatore,  28-32. 

Macchiavelli  Priamo  accompagna  a  Mantova  le  donue 
d.  Bentivoglio  (an.  1506),  353,  48-49, 

"  [M  A  c  c  i  S  E  M  p  R  o  N  1 0]  segnala  al  Ghirardacci  due 
errori  in  cui  era  incorso  nel  primo  vol.  d.  sua  Hlsto- 
rla  di  Bologna  e  lo  prega  di  correggerli  offrendosi 
anche  di  sopperire  alle  spese  d.  ristampa  d.  fogHo 
(an.  1598),  LIV,  io-b3\  cf..  XXXVIII,  20-21,. 

Macerata  cade  nelle  mani  dl  Francesco  Sforza  (an. 
1444).  99,  17-18, 

[Machiavelli  Nicolo]  [segretario  d.  Fiorentint]  man- 
dato  dai  Fiorentini  al  Valentlno  a  proferirgii  aluto 
In  odio  agli  Orsinl  e  ai  VlteUl  (an.  1502),  316, 
1-2;  cf.,  315,  49-50. 

Maclimae  (?)  DOMINUS  tltolo  delPlmp.  Massimillano, 
279,  21. 

Maddalkna  (Dalla)  Giovanni  el.  da  Eugenio  IV,  per 
porta  San  Pietro,  d.  Ventl  Commissari  deputati  alla 
creazione  d.  magistrati  d.  c.    (an.    1431),  27,  23-24. 

MaDONNA    DEU.A    GUARDIA    O  MaDONNA  DI  SAN   LUCA.    fe 

una  sacra  immagine  dipinta  da  san  Luca  e  conser- 
vata  nella  chiesa  di  san  Luca  sul  Monte  d.  Guardia, 

34,  19-20,  29-30;  i  Bolognesi  per  consiglio  di  Graziolo 
Grazioll  la  portano  in  processione  per  la  c.  per  ot- 
tenerne  intercessione  al  tempo  buono  (an.  1433), 
25-26;  vestita  di  ricchi  panni  h  prima  condotta  alla 
chiesa  di  santa  Maria  Maddalena  In  Valle  d.  Preda 
oggl  chiesa  di  san  Giuseppe  de'  Servi,  30-35;  il 
glorno  dopo  h  trasportata  in  c.  e  vanno  a  incon- 
trarla  tutti  i  rettori,  i  magistrati  e  il  popolo,  34-78; 
al  suo  entrare  in  c  11  terapo  si  cambia  e  divlene 
improvvisamente  buono,  38-42;  h  condotta  alla 
chiesa  dl  san  Matteo,  45-47;  per  tre  giomi  h  por- 
tata  per  la  c.  e  di  notte  h  custodita  nella  chiesa  del- 
rospedaie  d.  Morte,  48-50;  finita  la  terza  processione 
e  ricondotta  in  gran  pompa  alla  chlesa  di  san  Luca, 

35,  1-5;  il  Senato  decreta  che  la  processione  sia  ri- 
petuta  annualmente,  5-7;  11  che  arvlene  da  princi- 
pio  ognl  prtma  domenica  di  lugllo,  qulndl  la  dome- 
nica  avanti  1'Ascensione,  7-8;  h  portata  in  proces- 
■ione  per  ordine  d.  Senato  a  caglone  del  tempo 
cattlvo  (an.  1434),  41,  5-7;  h  portata  in  processione 
con  le  altre  reliquie  per  le  vie  dl  Bologna  per  fe- 
stegglare  la  vlttoria  contro  i  Turchi  (an.  1456),  162, 
40-42;  b  portata  solennemente  In  processione  alla 
chlesa  di  san  Giacomo  e  quindi  a  quella  dl  San  Mat- 
teo  ove  &  tenuta  tre  giorni  p«r  impetrarne  grazia 
contro  la  peste  e  i  terremoti  (an.  14S7).  164,  36-29; 
&  condotta  iu  processlone  in  ringrazlamento  d.  pace 
conchlusa  In  tutta  Italia  (an.  1468),  199,  15-16;  h 
portata  in  processione  per  ottenere  da  Dio  la  ceiia- 
zione  d.  mal  tempo  (an.  1474),  214,  37-28;  portata 
in  procetsione  per  tre  gtorni  a  Bologna  con  le  altre 
rcllqule  a  Impetrnre  la  grazla  divina  contro  il  ter- 
remoto  e  la  carestia  (an.  1505)1   334,  39-335,  1-5. 

Madonna  UELL*fMPRuri«TA  [Madonna  delVAmpruntta]  h 
una  sacra  immaglne  dlplnta  da  *an  Luca  e  con- 
serrata  alPImpruneta  preeto  Flrenze,  31, 14-15  ;  nelle 


660 


INDICE  ALFABETICO  (Madonna  deUImpr.-ilaino  (^«/)  Gl 


•rrertiti  1  Fiorentlnl  la  portano  in  proeessione  per 
It  c.  p«r  tre  giornl,  ottenendone  tutte  le  grazle, 
is-ll. 

Madonka  obl  Muntb.  Luogo  pr.  Bologna;  11  leg.  dl 
Bologna  fa  abbatterne  la  baitla  (an.  1429),  17,  lf-30; 
vl  si  reca  a  pranzo  il  card.  Gioranni  de  la  Grolaie 
accompagnato  dal  magistrati  e  nobili  bolognesi 
(an.  1494),  270,  5-6;  II  pred.  ne  parte  per  Roma,  6-7. 

Maestro  ogll'oruinb  ui  san  Giacomo  di  GaUzia  V. 
Enrico  d^Aragona  t  t44S' 

Maestro  di  Roui  r.  Auhmson  (/)')  Pietro. 

"  Mapfbi  Nicolo  ciiiede  in  una  lettera  notizle  d.  fa- 
miglla  Maffei  ai  padre  Ctierublno  Ghirerdacci  (an. 
1594),  XXXVII,  23-33  „. 

Maoaona  PiBTRO  i  bandito  dl  Bologna  (1430),  19,  36,  38. 

MaOANTINO  V.   Bisarini  Antonio  detto  MaaanUno. 

Maoarotti  Pace  Massaro  degli  Speziali;  ra  ambasc. 
con  altrl  a  Firenze  per  inritare  II  pp.  a  recarsi  a 
Bologna  (an.   1435),  44,  3-IS;  h  di  rltorno,  16. 

Maoarotti  (VIA  I)e')   V.  Bologna  (strade). 

Maooi  Guiualottu.  Suo  dono  a  Sante  BentiToglio  per 
le  nozze  (an.  1454),   149,  21. 

Maooi  Nicol6  IMco/d  Maggio]  partc  di  Bologna  cro- 
ciato  con   AcIilUe    Maivezzi   (an.    1464),    185,  3S-39. 

Maooiors  (ponts)  t'.  Bologna  (fonti). 

Maggiore  (porta  ui  straua)  V.  Bologna  (forte). 

Maooiorb  (Quartikrk  ui  porta)  V.  Bologna  (quartieri). 

Maoione  in  quel  di  Perugla;  ▼!  convengono  Paolo  e 
Francesco  Ors:nl,  Vitellozzo  Vitelli,  Olivcrotto  da 
Fermo,  Glampaoio  Baglioni,  Antonio  da  Venafro 
per  Pandolfo  Petrucci  e  Ermes  Bentlvoglio  per  il 
padre  Giovanni  a  mettersl  d'accordo  contro  il  Va- 
lentlno  (an.  1502),  315,  30-35;  i  pred.  stabillscono 
di  non  abbandonare  i  Bentivoglio  e  di  chiederc 
aiutl  ai  Fiorentlni,  35-38;  ric,  318,  15. 

Mauione  dbi  Cavalibri  \Masone\  v.  Bologna  (Magione 
d,  Cavalieri). 

Magione  (CavaUbri  dklla)  t».  Mulvezxi  Aslorre  (1487), 
Malvexti  Enea  (1487). 

Maglia  (Dalla)  Antonio  figiio  di  Francesco,  128,  U; 
e  testimone  alla  proroga  d.  iega  tra  Venezia,  i-'!- 
renze  e  Bologna  (an.  1448),  14. 

Mauua  (Dalla)  Francksco  padre  di  Antonio,  128,  U. 

Mauna  (Dalla)  Nicolo  V.  Allamania  N. 

Maonani  Albbrtu  da  San  Giovanni,  dottore ;  i  el.  de- 
gli  Anziani  per  porta  San  Procolo  dal  Senato  di 
Bologna  (an.  142S),  9,  43. 

Maonani  Anurea  fa  un  sonetto  in  onore  d.  Bentivo- 
glio  per  la  sua  elezione  a  cap.  gcn.  d.  railizie  di 
Lodovico  Sforza  (an.  1493),  270,  47-271,  1-13;  questi 
versi  stampati  sono  sparsi  per  le  vie  durante  la  ca- 
valcata  di  Giovanni  per  la  mostra  d'armi,  270,  45-46. 

Maonani  Antonio  liglio  di  Battista,  147,  35;  padre  di 
NicoI6,  331,  35;  6  scalco  di  tavola  alle  nozze  di 
Sante  Bentivoglio  (an.  14S4),  147,  3o-33,  35;  uiiiciale 
d.  acque  in  Bologna;  uno  d.  quattro  Incaricatl  d. 
scavo  d.  Centonara  (an.  147 1),  210,  33-34;  &  fatto 
cav.  aurato  In  San  Giacomo  da  Giovanni  Bentivo- 
glio  (an.  1489),  255,  39-30;  e  ei.  pod.  di  Firenze  (an. 
1490),  262,  41;  i  accolto  onorevoimente  dai  Fioren- 
tinl,  41-43. 

Maonani  Bartolomso  figiio  di  Matteo,  390,  8;  fratello 
di  Vlncenzo,  362,  41;  da  San  Giovanni  in  Persiceto 
al  reca  a  Pesaro  con  altri  Bolognesi  a  prenderri  Gi- 


nevra  Sforza  ipoea  di  Sante  Benttvogilo  (an.  I4S4)< 
147,  15-33;  perchi  •mico  d.  Bentivogilo,  i  confinato 
a  Cesena  (an.  1507),  368,  *-lt;  cf.,  362,  33-34,  41;  i 
fatto  strangolare  dai  ieg.  Alidoti  perchi  arera  otte- 
nuto  un  beneficio  dal  pp.  contro  la  tua  rolonti  (an. 
1508),  390,  7-9. 

Magnani  Battista  figlio  di  Gioranni,  53,  45;  padre 
di  Antonio,  147,  35;  i  el.  degil  Anziani  di  Bologna 
(an.  1438),  52,  49;  53,  3;  ne  attume  fufliclo,  3-4;  t 
di  peste,  53,  45-46. 

Magnani  Biaoio  da  Reggio;  tuo  dono  a  Stnte  Bentl- 
voglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  8. 

Magnani  Carlu  \Carlo  Miignano\  e  multato  in  due- 
cento  ducatl  per  il  rifaciraento  d.  pai.  Mareacotti 
alla  cui  rorina  arcva  preso  parte  (an.  1508),  387,  3. 

Maunani  Giacomo  raultato  in  trecento  ducati  pel  ri- 
facimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  iJoS),  388,  43. 

Magnani  Gioroio  padre  di  Pietro,   166,  40. 

Magnani  Giovanni  padre  di  Battitta,  53,  46. 

Maonani  Mattbo  padre  di  Bartolomeo,  390,  8. 

Maonani  Nicolo  figlio  di  Antonio,  331,  35;  gioitra  nel 
torneo  in  Bologna  tenutosi  per  definire  se  la  Sa- 
pienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al 
seguito  di  Nicol6  Rangooi,  paladino  d.  Sapienza  ;  e 
atcritto  alla  terza  tquadra  restita  alla  francete  (an. 
1490),  258,  31-33;  11  suo  partito  aoccoml>e,  262,  17- 
18;  coa  molti  armati  va  in  aiuto  d.  fazione  Valna 
a  Imola  (an.  1504),  331,  35-36;  rlmane  uccito  com- 
battendo  contro  la  fazione  avrersarla,  40-41. 

Maonani  Pietro  figlio  di  Giorgio,  166,  40;  &  dottore  di 
iegge;  dcgli  Anziani  di  porta  San  Pietro  di  norem- 
bre-diceinbre  (an.  1446),  118,  18;suo  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  J6-37 ;  ^  vi- 
vente  a  qucsta  data  (an.  1459),  166,  40;  fc  man- 
dato  ambasc.  a  Pio  II  a  Firenze  per  accompagnarlo 
a  Bologna  (an.  1459),  169,  37-39;  fa  un  pretente 
alle  nozze  di  Giulio    Malvezzi  (an.    1464),    184,  35. 

Magnani  Pietro  frateilo  di  Verxusio,  362,  41-43;  confi- 
nato  perchfe  amico  d.  Bentivogiio  (an.  1507),  33-34,  41. 

Maonani  Tommaso  multato  in  quattrocento  ducati  per 
ii  rifacimento  d.  pal.  Marescottt  (an.  I50S),388,   I7. 

Magnani  Sigismondo  dottore;  accompagna  Antonga- 
ieazzo  Bentivoglio  pr.  ii  vicerb  a  Milano  (an.  1501), 
308,  5-7;  accompagna  gli  ambasc.  d.  Senato  di  Bo- 
logna  a  rendere  omaggio  a  Pio  III  (an.  1503),  326,  50. 

Maonani  Vkrzusio  fratelio  di  Pietro,  362,  4t-43;  con- 
tinato  perche  amico  d.  Bentivogiio  (an.  1507),  33-34, 
41-43;  multato  in  cinquecento  ducati  per  11  rifaci- 
niento  d.  pal.  Marescotti  (an.   150S),  387,  35. 

Maonani  Vincenzo  fratello  di  Bartoloraeo ;  perche  ami- 
co  d.  lientivoglio,  e  confinato  a  Cesena  (an.  1507), 
368,   9-13;   cf.,  362,   33-34,  41. 

Maonanima  (Della)  Giovanni  seguace  d.  Canetoli,  e 
bandito  di  Bologna  (an.   1445),   108,  37. 

Magonza  [Magontia]  ric,  68,  ib;  vi  e  divulgata  l'arte 
d.  stampa  da  Giovanni  di  Guteraburg  [an.  1448], 
166,  5-6. 

Maiati  Vincenzo  esce  di  Boiogna  coi  suoi  •mlci  Ben- 
tivoglio  (an.  1506),  348,  41;  349,  9;  partecipa  •lla 
congiura  in  tavore  d.  pred.  (an.    1508),  280,  3. 

Maznetti  Mainetto  [Maniotto]  e  dal  pp.  Giulio  II  crea- 
to  Massaro  dei  Salaroli  (an.  1506),  360,  6. 

Maino  (Del)  Giasonb  dottore  famoso,  accompagna  Er- 
met  Sforza  a  Roraa  (an.  1493),  268,  44-46. 


[Malno  (Del)  L.-Malatesta  Roberlo]   INDICE   ALFABETICO 


661 


Maino  (Del)  Lancellotto  si  reca  a  Bologna  con  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  (an.  1459),  168,  48-49. 

Maino  (Dkl)  Ventura  accompagna  a  Bologna  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  (an.   1459),   168,   48;   169,  1. 

Majo  (Di)  Giacomo  caraeriere  di  Galeazzo  Maria  Sforza  ; 
lo  accompagna  a  Bologna  (an.   1459),   169,  11-12. 

Majo  (ui)  Giovanni  Giorgio  cameriere  di  Galeazzo 
Maria  Sforza;  lo  accompagna  a  BoIogna(an.  14S9), 
169,  11-12. 

Majorca  (Da)  V,  Pietro  {Fra)  da  Majorca. 

Malacompra  nel  territorio  di  Cento;  vi  giunge  Luigi 
Gonzaga  con  cinquemila  uomini  (an.  1449),  133, 
17-18;  il  pred.  ne  parte  per  Minerbio  e  Bu- 
drio  ponendo  ogni  cosa  asacco,  U-I9;&  de- 
▼astata  da  un  uragano  (an.  1465),  188,  21-23. 

....  Malagigi  \Malegisi\  pollaiolo;  seguace  d.  Cane- 
toli,  e  bandito  di  Bologna  (an.    1445),   109,  1. 

Malatf.sta  signori  di  Riraini;  e  loro  mosso  guerra  da 
Guid'Antonio  Manfredi  per  conto  d.  duca  di  Mi- 
lano  (an.  1439),  58,  26-27;  sono  aiutati  da  Francesco 
Sforza,  29-30;  mandano  per  accordarsi  sulla  guerra 
imminente  ambasc.  al  Piccinino  in  Bologna  (an. 
1442),  71,  44-45;  sono  imparentati  con  Giovanni 
Bentivoglio  per  il  matrimonio  di  Pandolfo  con  Vio- 
lante  figlia  d.  pred.  [1485],  354,  35-36;  perci6  la  loro 
arraa  e  appesa  nella  torre  d.  pal.  Bentivoglio  in 
Bologna,  372,  4-7. 

Mai.atesta  -d    Malatesta  M. 

Mai.atesta.  . .  .  auditore  d.  leg.  di  Bologna  Ferrero  e 
col  pred.  rinchiuso  in  castel  SanfAngelo  per  or- 
dine  di  Glulio  11  (an.   1507),  377,  46-47. 

Malatesta  Carlo  [Malatesta  eia  C4sena]  fugge  di  Rimi- 
ni  col  fratello  Pandolfo  recandosi  a  Bologna  (an. 
1500),  300,  36-37. 

Malatksta  Domenico  dktto  No vello  [.(l/a/a/«j/a  (/rt 
Cesgaa]  fratello  di  Sigismondo,  signore  di  Cesena; 
179,  41;  fe  armato  cav.  dall'imp.  Sigismondo  di  Lus- 
semburgo  in  Rimini  (an.  1433),  36,  15-16;  vende 
Cesena  ai  Veneziani  con  dispiacere  degli  altri  prin- 
cipi  (an.  1462),  41-43;  tuttavia  accordatosi  col  fra- 
tello  si  stabilisce  che  Sigismondo  abbia  Rimini, 
vita  durante  egli  Cesena,  42-43;  e  che  dopo  la  loro 
t  le  due  c.  tornino  alla  Chiesa,  43-44;  f(an.  1465), 
189,  25. 

Malatksta  Galbotto.  AUa  colazione  nuziale  di  Anni- 
bale  Bentivoglio  riceve  in  presente  una  rocca  con 
gli  stendardi  tutto  in  zucchero  (an.  1487),  240,  26;  e 
ucciso  con  suo  figlio  in  Rlmlni  (an.   1492),  267,  39. 

Malatesta  [Giovanna]  sorella  del  signore  di  Rimlni 
e  figlia  d.  fu  Roberto,  242,  32-33;  recatasi  a  Bolo- 
gna  col  fratello  per  le  nozze  di  Annibale  Benti- 
voglio  prima  di  partire  si  fidanza  con  Alessandro 
fratello  d.  pred.  (an.  1487),  32-34. 

[Malatesta  Isotta]  madonna  di  RiMiNi  mogHe  di  SI- 
gismondo  e  fatta  iraprigionare  con  alcuni  citta- 
dlni  da  Roberto  Malatesta  (an.   1469),  201,  27-38. 

Malatesta  [Malatesta]  [Maiatesta  da  Cetena]  h  agli 
ordinl  di  Ercole  Bentivoglio  ncireterclto  d.  Fio- 
rentini  contro  Pisn  (an.   1505),  337,  31-33. 

Malatesta  Pandolfo  V  signore  di  Rimlni,  manda 
Haimondo  Malatesta  a  Bologna  a  chiedere  in  sposa 
Violante  Bentivoglio  (an.  1485),  231,  43-46;  il  pred., 
splendidamente  riceruto,  spota  la  fanciulla  in  suo 
nome,  46-232,  1-4;  cf.,  354,  36;  374,  34-35;  alle  nozze 


di  Annlbale  Beativoglio  rappresenta  la  signoria  di 
Venezia  e  va  incontro  agli  sposl  fuori  Porta  di  Gal- 
liera  (an.  1487),  236,  22,  26-27;  suo  dono  alla  sposa, 
239,  14-15;  alla  colazione  riceve  in  presente  un  leone 
sopra  un  castello  tutto  in  zucchero,  240,  24 ;  rlc, 
253,  17-18;  manda  a  prendere  la  sposa  Vlolante  da 
nobilissima  ambasciata  (an.  1489),  254,  13-14;  la  ri- 
ceve  con  ogni  onore  unitamente  al  seguito  e  ai  pa- 
renti,  23-23 ;  si  reca  a  Bologna  per  diporfo  con  lo 
zio  Raimondo  e  molto  seguito  ricevuto  con  gran 
pompa  dal  suocero  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1490), 
256,  46-257,  1-2;  ascolta  la  messa  in  San  Giacomo, 
157,  3-5;  dal  pred.  gli  &  mandato  Annlbale  Benti- 
voglio  con  cinquanta  cavalU  per  aiuto  in  occasione 
dell'ucci8ione  dl  Galeotto  (an.  1492),  367,  39-41  ;  lo 
riceve  affettuosamente,  sebbene  non  ne  abbia  biso- 
gno,  41-42;  ra  a  Bologna  a  raggiungerc  la  moglie  e 
vi  passa  alcuni  giornl  (an.  1493),  273,  36-37;  inter- 
viene  all'inaugurazione  d.  Naviglio  da  Corticella  a 
Bologna  (an.  1494),  49;  274,  1-36:  va  col  suocero 
al  Porto  a  ricevere  gli  ambasc.  di  Giovanni  Gon- 
zaga,  275,  13;  ascolta  in  San  Petronio  la  messa  col 
pred.,  18-H;  torna  con  la  moglie  a  Rimini,  42-43;  fa 
strangolare  in  carcere  il  conte  Giudo  [da  PoIenta(?)] 
per  istigazione  d.  Veneziani  (an.  1495),  288,  1-4 ;  e 
odiato  dai  Riminesi  per  1  suoi  cattivi  costumi  (an. 
1500),  300,  35;  resasi  la  c.  al  Valentino  fugge  con 
la  moglie  e  il  fratello  Carlo  a  Bologna  dal  suocero, 
36-38;  t  il  pp.  passa  di  Bologna  diretto  al  suo  Stato 
(an.  1503),  324,  7-8;  con  centocinquanta  bolognesi 
che  vanno  con  lui  perchfe  genero  d.  Bentivogllo,  si 
reca  a  Rimini  ove  entra  senza  resistenza,  8-11;  sac- 
cheggia  le  case  d.  suoi  nemicl,  13;  non  ricupera  la 
rocca,  12-13;  fe  cit.  con  la  moglie  a  comparire  nel 
termine  di  cinque  giorni  a  Bologna  dinanzi  al  pod. 
per  difendersi  di  avere  dato  ricetto  ai  Bentivoglio 
sotto  pena  dl  perdere  quanto  possiede  nel  Bolo- 
gnese  e  dl  essere  dichiarato  ribelle  alla  c.  (an.  1509), 
395,  16-20. 

Malatbsta  Raimondo  zlo  di  Pandolfo  V,  256,  46;  con 
alquantl  cav.  si  reca  a  Bologna  quale  ambasc.  d.  ni- 
potc  a  Giovanni  Bentivoglio  per  chledergli  In  mo- 
glie  la  figlia  Violante  (an.  1485),  231,  43-45;  gli  vione 
incontro  fuori  d.  c.  Annlbale  figlio  di  Giovannl  con 
l.irgo  seguito,  46-47,  e  alle  porte  Giovanni  stesso, 
che  con  grande  tasto  lo  conduce  al  tuo  pal.,  48-49; 
sente  messa  il  d^  dopo  a  San  Petronio,  49;  232,  I; 
dopo  il  desinare  sposa  la  fanciulla  a  nome  di  Pan- 
dolfo,  1-4;  &  invitato  da  Andrea  Grati,  4-6,  e  da 
Mino  Rossi,  6,  partc  con  il  suo  seguito  per  Ri- 
mini,  7;  h  accompagnato  da  Francesco  Dottori,  7-8; 
si  reca  a  Bologna  con  il  nlpote  Pandolfo  (an.  1490), 
256,  46;  'k  fatto  cav.  aurato  da  Giovannl  Bentivo- 
gHo  nella  sua  cappella  in  San  (ilacomo,  dopo  la 
messa,  257,  5;  gli  4  donata  dal  pred.  una  pezza  di 
drappo  d'oro,  5-6;  corabatte  nel  torneo  In  Bologna, 
tcnutosi  per  dcfinlre  se  la  Saplcnza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  srgulto  di  NIcoI6 
Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  4  capo  d.  leconda 
squadra  vestita  alla  turca,  258,  39 ;  la  sua  parte  soc- 
combe,  262,  17-19;  i  ucclso  (an.  1495),  265,  35;  c£., 
367,  39;  tale  notlzia  ratfrlsta  Giovannl  Bentlvo- 
gUo,  39. 

Malatmta   Roberto  [Robtrto  Malafttt]  gU   i  mosia 


662 


INDICE  ALFABETICO 


(MaUtMU  Roberto-Malvezzi] 


guerr»  da  Aleiundro  Sforza  •  nome  d.  Chieia  (an. 
1469),  201,  3S-36;  fa  incarcerare  la  moglie  di  Slgl- 
•mondo  Malateeta  con  alcuni  clttadlni,  27-lt;  h  man- 
dato  dai  Venexlani  contro  Alfonio  di  Caiabria  ciie 
Tince  (an.  1483),  225,  3«-4l;  inferma  e  f  a  Roma, 
41-4}. 

Malatksta  Sigismonuo  \Sigum0H(io  di  J!imini]  h  ar- 
mato  car.  dallMmp.  Slgiimondo  dl  Lussemburgo 
(an.  1433),  36,  IS-16;  con  seicento  caTalll  i  inviato 
dallo  Sforza  al  gorernatore  di  Boiogna  e  entra  te- 
gretamente  in  c.  da  porta  San  Mamolo  (an.  143S), 
43,  37-3»;  i  cap,  dl  Francesco  Sforza;  avverte  il  Se- 
nato  di  Bologna  con  una  sua  lettera  d.  sconfitta  dal 
pred.  Inferta  a  Francesco  Plccinino  e  ad  altri  capi 
(an.  1444),  99,  1-10;  cap.  d.  milizie  di  Alfonso  V 
nella  Marca  e  in  Lombardia  (an,  1446),  119,  41-43; 
signore  di  Rlmini;  gli  h  mossa  gucrra  da  Kederigo 
di  Montefeltro  e  da  Giacomo  Plccinino  per  ii  re  di 
Napoli  (an.  1457),  164,  34-40 ;  ric,  165,  »;  il  pp. 
assolda  contro  lui  Lodovico  Malvezzi  (1460),  174, 
31 ;  ctie  hia  di  fronte  alla  Pergola,  3S-36;  gli  appartiene 
Fano  sacclieggiato  dai  Malvezzi,  41-43:  assale  a  Ca- 
■telieone  il  carapo  d.  Chiiesa  con  grandi  forze  (an. 
1461)1  175,  39-33;  gli  ^  contrastato  il  disegno  da 
Ludovico  Maivezzi  e  da  Pietro  Paolo  Nardini,  33-37; 
finalmente  gU  rlmane  la  vittoria  anciic  pcrclie  molti 
deil'e8ercito  d.  Ciiiesa  rlfiutano  di  combattere  e  fug- 
gono,  37-49;  Francesco  Brandoiini  fuggito  con  due- 
cento  cavalli  da  Lodovico  Maivezzi  ripara  presso 
di  lui,  43-43;  ii  pred.  rimane  gravemente  ferito  ai  suo 
fianco  nella  battaglla  a  Castelleone,  41;  con  otto 
■quadre  si  avvia  in  Abruzzo  in  soccorso  dl  Glaco- 
mo  Picclnlno,  SO;  176,  1-3;  ma  udita  la  venuta  di 
soldatl  d.  Chiesa  nella  Marca  torna  a  Fano  a  di- 
fendere  11  suo  Stato,  3-3;  h  scomunicato  dal  pp.  per- 
ch&  gli  rifiuta  obbedienza  e  il  censo,  177,  40-41;  (an. 
1462),  179,  24-3S;  con  il  conte  Francesco  della  Mi- 
randola  passa  nella  Marca  diretto  in  Puglia  a  soc- 
correre  il  Plccinino,  36-38;  gll  h  vietato  il  passo  da 
Lodovico  Malvezzi  e  da  Matteo  da  Capua  al  Tronto, 
2J-30;  torna  nella  Marca  e  si  accampa  a  Sinigallia, 
30-31 ;  gli  sl  da  la  rocca,  33-33;  ia  fornisce  di  buoni 
presidi  quindi  parte  per  Mondolfo,  33-34;  fe  atteso 
da  Federigo  da  Montefeltro  in  un'imboseata  e  assa- 
lito,  35-36;  i  Inseguito  dal  pred.  sino  alle  porte  di 
Mondolfo,  36-37;  perde  millecinquecento  uomini  e  11 
conte  d.  Mirandola  rimasto  prigione,  37-38;  a  pena 
sl  salva  a  Fano  col  fratello  Silvestro,  38;  Federigo 
da  Montefeltro  gli  toglie  tutto  il  territorio  di  detto 
luogo,  38-39;  e  quasi  tutto  il  Riminese,  39-40;  si 
accorda  col  fratello  Domenlco  che  Cesena  rimanga 
in  potere  di  lui  e  Rlmlni  nel  suo,  e  che  dopo  la  loro 
t  le  due  c.  tornino  aila  Chiesa,  42-44. 

Malatbsta  Silvbstro  scampa  col  fratello  Sigismondo 
in  Fano  dalle  mani  di  Federigo  da  Montefeltro 
(an.  1462),  179,  38. 

Malavolta  nel  Boiognese;  devastato  da  una  tempesta 
(an.  1468),  199,  17-18. 

MalavoLti  Giacomo  [facomo  Malavolta,  Giacomo  Ma- 
levolti]  figlio  dl  Giorgio,  78,  8;  stracciarolo;  va 
con  Galeazzo  Marescotti  a  Varano  a  liberare  An- 
nibale  Bentlvogllo  (an.  1443),  8-19;  scala  col  com- 
pagni  le  raura  d.  rocca  di  Varano,  37-41;  gliene  h  da 
Galeazzo   dato  in  consegna  il  goTernatore,  79,  17; 


in  eammlno  pel  rltorno  guada  a  nuoto  11  Taro  tn 
piena,  43-43;  porta  un  tratto  di  strada  ■ulle  ■palle 
Annibale  Intorpidlto,  43-49. 

Malavolti  GloROio  padre  di  Glacomo,  78,  (. 

Malavolti  Lucrezia  di  Slena;  va  a  Bologna  ■posa  dl 
Roberto  da  San^everino  (an.  1473),  213,  9-11;  entra 
in  c.  vestlta  di  broccato  d'oro  sopra  un  palafreno 
bianco  tra  ii  fratello  d.  leg.  c  Giovannl  BentlTO- 
gllo,  11-13. 

MAr.cniAVKLLi  V.  Macckiavelli . 

Maluura  (Deixa)  Pietru  bergamasco,  domenicano ;  di 
grande  dottrina  e  santiti;  Ta  a  Bologna  con  pub- 
bllco  salario  lettore  dl  teologia  e  filosofia  nello  Stu- 
dlo  ed  h  editore  d.  opere  di  san  Toramaso  d'Aquino 
(an.  1477),  217.  8-11,  /. 

Malevolti  V.  MalavelH, 

Malfolle  nei  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Benti- 
TOgiio  per  le  nozze  (an.   1454),  150,  4S. 

Malipibro  Pasqualk  ]Pasi]ualt  Malfitri]  doge  di  Ve- 
nezia;  sotto  il  suo  dogato  ^i  diflfonde  nel  Veneto 
1'inTenzione  d.  stampa  (an.  1458),  166,  1-4;  f  (an. 
1463),   179,   13-13. 

Malo  (CARD.  ui  .San)  [eariUna/e  Sau/o]  v.  Briromut  (•n- 
gliolmo. 

Maltachedi  V,  Mantack*di. 

Maltravgrsi.  Gelosi  d.  popoIarltA  di  Antongaleazzo 
BentlToglio  lo  mettono  In  cattiva  luce  pr.  ii  gover- 
natore  (an.  1435),  44,  33-33;  alcuni  di  loro  persua- 
dono  il  governatore  che  il  BentiToglio  vuol  farsi 
signore  dl  Boiogna ;  e  lo  eaortano,  se  gli  preme  di 
conservare  la  c.  alla  Chiesa,  di  porre  un  freno  alla 
grandezza  d.  prcd.  (an.  1435),  45,  1-7;  rlc,  48,  14; 
64,  44. 

Malvasia  (famiglia)  *  h  rappresentata  nei  Theatr»  mo- 
rale  de'  moderni  ingegni.  . . .  d.  Ghlrardacci,  XXI  \', 
32,   26-27  ,. 

Malvasia  Napoleone  \Napfoleone,  NapoHone  Malvasia] 
accorapagna  Annibale  Bentivoglio  a  Milano  a  com- 
pliraentarTi  Luigi  Xil  (an.  1499),  297,  33-3»;  toma 
a  Bologna  per  acqua  sino  a  Ferrara  nel  Buclntoro 
d.  duca  d"Este,  quindi  per  naTe,  298,  l-S:  i  bargello 
di  Bologna  (an.  1507),  366,  50;  367,  1;  il  leg.  fa  fra- 
sportare  in  Pal.  le  armi  che  egli  aveva  in  casa  sua, 
1-3;  h  multato  In  settecento  ducati  per  la  riedifica- 
zione  d.  pal.  Marescotti  (an.   i;o8),  386,9;  389,  s. 

Malvasia  Tommaso  esce  di  Bologna  coi  »uoi  amici 
Bentlvogllo  (an.  1506),  348,  41;  394,  7-8. 

Malvkzzi  bolognesi;  abitano  in  Via  di  Mezzo  di  con- 
tro  alla  casa  di  Francesco  Monterenzi  (an.  143S), 
55,  41;  hanno  I'obbIlgo  coi  Pepoli  d.  manutenzione 
d.  chiusa  d.  Serino  (an.  1440),  67,  13-14;  d.  cui 
acqua  si  serrono  per  i  loro  molini,  14-15;  al  tempo 
deWuccisione  di  Annibale  Bentiroglio  si  armano  al 
suono  d.  campana  di  San  Giacomo  e  scendono  in 
Plazza  a  dare  man  forte  ai  Marescotti  (an.  1445), 
104,  39,  33-35;  con  gli  altri  d.  fazione  bentivolesca 
vanno  incontro  a  Sante  BentiTogilo  sino  a  San 
Ruifillo  (an.  1446),  119,  17;  partecipano  al  govcrno 
di  Bologna  (an.  1450),  134,  41;  coi  BentlToglio  «ono 
messi  dal  Senato  a  guardia  d.  Piazza  (an.  1451),  137, 
48-49;  con  Sante  respingono  di  Piazza  e  di  c.  i  fuo- 
rusciti,  138,  47-139,  1-5:  Friano  e  Bartolomeo  Scrlt- 
tori  coraplottano  di  incendiare  le  loro  stalle  (an. 
1453),  142,    14-18;   ai   figll   di   VirgUio  h  conces«o, 


[Malvezzi-Malvezzi  Acliille] 


INDICE  ALFABETICO 


663 


per  boUa  d.    card.   Pietro   arcivesc.  di  Costantino- 
poli  datata  da  Ferrara,  di   fare   officiare  le   cJiiese 
di  loro  patronato,  San  Giovannl  Battista  in  Castel- 
guelfo  e  San  Martino  nel  Medesano  dai  frati  Ere- 
mitani   di   sant'Agostino   (an.    1473),    213,    4-8;  rl- 
cercano    il  parere   di   Giambattista   Refrigerio   so- 
pra  l'eventuale  uccisione  di  Giovanni  Bentivoglio, 
che  li  aveva  scontentati,  e  d.  suoi  (an.  1488),  248, 
33-37;  ne  adottano  11  consigJio  di  tentare  dl  avere 
l'aiuto  di  Lorenzo  de'  Medici,  38-249,  1-2,  loro  scon- 
tentezza  esposta  al  Magnifioo,  10-11;   che  pero  non 
concede   Taiuto   richiesto  e   consiglia  i   conglurati 
a  ben  pensare  prima  di  arrischiarsi  al  fatto,  12-U; 
continuano  a  consigliarsl  senza    concludere,    16-17; 
scoperta  la  congiura  Giovanni  Bentlvoglio  non  sa 
persuadersi    d.    loro    partecipazione   non    avendone 
loro  dato    motivo,  250,  29-30;   cf.,   «7-251,  1-2;  al- 
cunl  di  loro  sono    messi  a  morte,  45-«6;  al- 
tri  banditi  o  co  nfin  ati,  20-33,  25-29;  malgrado 
la  nobilta  d.  loro  schiatta   non  trovano  luogo  ovc 
virere,   perseguitatl   da)l'odio  d.   Bentivoglio,  253, 
20-21;    e  d.   loro   fazione   che   vorrebbe    annientarll 
tutti  (an.   1492),  267,  43-<«;  usciti  di  Bologna  anche 
Pirro  e   Giovanni   piu    nessuno   di  loro  rimane   in 
patria,  269,  17;  perslste  I'odio  contro  ioro  (an.  1495), 
287,  39;   alcuni  passano  agli  stipendi  d.  Pisani   in 
Plsa  (an.  1496),  288,  20;  loro  uccisione  ric,  343,  39; 
cf.,  313,  20;    rientrano  finalmente  nella   loro   c.  al 
ssguito  di  Giulio  II  facendo  parte  d.  corteo  papale 
(an.   1506),  355,  36-37 ;  ric,  376,  50;  Giovanni   Ben- 
tivoglio  afferraa  al  vlceri  di  Milano  di  averli  amati 
e   tenuti   quali    parenti   sino   al   momento   d.  loro 
complotto  contro  la  vita   sua  e  d.  figli  (an.  1507), 
377,  5-10,  e  che  la  loro  punizlone  fu  dovuta  al  Se- 
nato,  10-11;    durante  I'impresa  d.  Scappi   occupano 
lo  sborco  in  Piazza  da  via  d.  Bollette   (an.    1508), 
380,  49-50. 
Malvbzzi  (Librbria)  "  vi  6  conservato  un  esemplare  del 
libro  over  Arbor  de  la  Honorata  famiglia  dt  Fasa- 
nini... .  dl  Cherubino  Ghirardaccl,  XXII,  14;  XXIII, 
24-25,   27  „;  ric,   388,  4. 
Malvezzi  Achillb  \Acckille]  figlio  di   Gaspare,  62,  20; 
63,  3;  73,2;  142,35;  145,  19-20,  e  di  Giovanna  Ben- 
tivoglio,  142  35-36;  fratello  dl  Pirro,  Ercole,  Trollo, 
Virgilio  e  Lodovlco,  145,  19-20;  cav.  di  Rodi,  73,  2- 
3;  126,  7;  d.  Magione,  142,  37;  198,  15,  e  di  Nostra 
Donna  del  Tempio,  147,  16-17;  158,  43;  impresta  al 
com.  di  Bologna  trecento  scudi  e  ne  divlene  teso- 
riere  (an.  1440),  62,  20;  Intervlene  alla  messa  fatta 
celebrare  dal  .Senato  di  Bologna  in  San  Giacomo  il 
giorno  di  santa  Monica,  63,  3;  i  fatto  prigioniero 
col  padre  du  Franccsco  Plccinino  a  San  Glovannl  in 
Persiceto  ove  lo  avera  In  buona  fede  accompagnato 
(an.  1442),  73,  1-3;  fc  consegnato  a  FIllppo  Schlavi  e 
condotto  a  Parma  col  padre  e  Annlbale  Bentivoglio, 
12-13;  quindi  h  trasferito  alla  rocca   di  Pellegrlno, 
13-14;  e  di  la  a  Compiano  o  secondo  altrl   a   Val- 
ditaro  sempre  coi  ferri  ai  piedi,  16-18;  ric,  81,44; 
Annibale    Bentivoglio    ne   patteggia  la   liberazione 
in  cambio  di   quella   di   Francesco    Piccinino   (an. 
1443),  94,  35-36;  per  consenso  di  Nlcol6  Piccinlno 
e  condotto  con  Gasparc  al  Panaro  presso  il  passo  dl 
SanfAmbroglo,  37-38 ;  la  sua  liberazione  h  messa  in 
fone  dalla  diffidenza  reciproca  d.  due  partl,  41-43; 


finalmente   per  Tintervento  di   Aldobrandlno  Ran- 
goni  passa  il  fiume,  48:  messo  piede  sul  suolo  bo- 
lognese  grida  per  la  gioia  tre  volte  "  sega  „,  95,  1-2; 
ringrazia  11  Rangoni  e  gli  altrl  e  col  padre  rientra 
in  Bologna  assai  festeggiato,  2-5:  con  Annibale  Ben- 
tivoglio   tiene   a  battesimo    in  duomo  un   figlio  dl 
Francesco  Ghisilleri  (an.  1445),  103,  1-4;  rifiuta  dl 
seguire  il  compare  alla  festa  di  san  Giovanni  e  cerca 
dissuadere    il   Bentivoglio  a   recarvisi   temendo  un 
tranelio,  4-7;  cf.,  8-14;  falsa  vooo  d.  sua  uccisione, 
107,  34-3«;  e  inviato  come  artigliere  commlssario  al- 
1'esercito  contro  i  castelll  del  territorio  (an.  1446), 
115,  13-16;    partecipa  al   governo   di   Bologna,    116, 
15-17 ;  mandato  a   conquistare   Serravalle  e  Monte- 
budello  donde  i  nemici  facevano  scorrerie,  non  po- 
tendo  ottenerli  d'assalto  vi  fa  una  bastia  e  lasciatovi 
d.  presidi  torna  a  Bologna,  119,47-120,  1-4;  e  pre- 
cettore  d.  chiesa   di  san   Giovanni  in   Bologna,  in 
tale  qualiti  nomina  a  cariche  deirordine  gerosoll- 
mitano  Fantino  Quirini,  fra  Nicola  di  Coronla  e  Si- 
nibaldo  Balduini  (an.  1448),  126,  7-10;  fe  comniissario 
nell'e8crcito   condotto  da  Astorre  Manfredi  contro 
Castel  San  Pietro  (an.  1449),    132,  35-36;  alcuni  d. 
castello,  prlncipiato  l'assaIto,  ne  escono  e  lo  prega- 
no  di  recarsi  con  loro  a  Bologna  per  trattare  l'ac- 
cordo  col  Senato,  38-41;  gli  e  data  con  titolo  dl  no- 
bilti  la  cittadinanza  di  Ferrara,  Firenze  e  Padova 
(an.   1454),   145,   18-21;    si   reca  con    molti  altri  Bo- 
lognesi  a  Pesaro  a  prendervi  la  sposa  di  Sante  Ben- 
tlvoglio,  147,  15-22;    accompagna   a  Roma    il  card. 
Bessarione   (1455),    158,  43-44;   commette   alParchi- 
tetto  Aristotele  Fioravanti  di   trasportare  la  torre 
di  Santa  Maria  d.  Magione  pii^  vicino  alla  chiesa, 
160,   14-18;  il  che   felicemente   avviene  rnalgrado    il 
tempo  contrario,  18-27 ;  gli  h  concesso  da  Giovannl 
d'Angi6   di  inquartare  nel   suo  scudo   l'insegna   di 
Lorena(an.  1456),  162,  30-35;  con  Giovanni  Bcntivo- 
glio  precede  in  Castelfranco  Galeazzo  Marla  Sforza 
avviato  nel  Bolognese  e  gli  prepara  gll  alloggi  (an. 
1459),  168,  34-36;   fe  el.  ambosc.   al  pp.  per  accom- 
pagnarlo  nel  viaggio   da   Firenze  a  Bolugna,  169, 
37-38;  6  ambasc.  di  Bnlogna  al   congrcsso  di  Man- 
tova,   172,  17-18;  h  coi  fratelli   creato  daU'imp.  Fe- 
derigo  V  conte  palatino  e  barone  delPlmpero  con 
autorita  sorrana  (an.  1460),  174,  18-21;  el.  cap.  con 
Glacomo  Grati  d.  due  gaiee  veneziane  concesse  al 
Senato  dl  Bologna  contro  i  Turchi  (an.  1464),  183, 
U;  parte  per  Venezia  a  ordinare  le  cose  necessarie, 
12;  ritorna,  13;  con    altri   va  a    Milano  a  prcndere 
la  sposa  di  Giulio  Malvezzi,   28-32;    h  rlcevuto  con 
grande  onore  dal  duca,  32-33;  ddcon  gli  altrl  I'aneIlo 
alla  sposa  a  nome  dl  Giullo,  33-34;   partc   per  Bo- 
logna  con  la  pred.,  34-35;  si  fa  crociato  in  San  Pie- 
tro  con  solenne  cerimonia  e  parte  per  Venezia,  185, 
32-45;  cf.,  30-31 ;  fallita  1'impresa  contro  1  Turchl  per 
la  t  d.  pp.,  torna  a  Bologna,  186,  19;  di  ritorno  da 
Roma  conferma  al   Senato   che  11  pp.   pretende  11 
dominio  atsoluto  dl  Bologna  (an.  1465),  187,23-13; 
t  (an.  1468),  198,  15-16;  i  seppellito  In  San  Giaco- 
mo  con  grandlssimo  onore,  16-17;  gli  succede  in  Se- 
nato  11  nlpotc  Astorre,  17-18;  dati  biograficl,  IS-n; 
aneddoto  a  prova  d.   autorlti  o  pluttosto  d.  tlniore 
che  si  aTeva  di  lul  In  Senato,  20-28. 
Malvezzi  AoiiiLLii  figlio  di  Marcaatonio,  356,  11;  plglla 


664 


INDICE  ALFABETICO     fMalverzl  Achille-Malveiti  CarloJ 


parte  aJ  corteo  pap«l«  In  Bologna  (an.  1506),  356, 
S-ll. 

Malvkzzi  Aoambnnonk.  Avendo  inteio  che  i  Bentiro- 
glio  erano  icacclati  dl  Bologna,  vi  torna  da  Man- 
tora  ed  i  fatto  uccidere  da  Ermes  Bentivoglio  (an. 
1501),  306,  5-». 

MaLvbzzi  Aloobrandino  [A/drovait/iiHo]  figllo  di  Glo- 
rannl,  142,  (;  188,  40;  padre  dl  Ippolito,  2.^3,  3S;  dl 
Florlano,  224,  17;  237,  3S-29;  di  Giovanni,  356,  11; 
h  bandito  dl  Bologna  perch^  complice  d.  ilberazione 
d.  prete  mago  (an.  1453),  142,  7->;  accompagna 
Gioranni  Bentivogllo  a  Milano  (an.  1465),  188,  40; 
h  oonflnato  a  Trento  (an.  1488),  252,  35. 

Malvezzi  Albssanuko  padre  di  Camilio,  356,  13;  va  con 
altrl  a  Milano  a  prendere  la  sposa  di  Giulio  Mal- 
vezzl  (an.  1464),  183,  i«-33;  k  ricevuto  con  grande 
onore  dai  duca,  33-33;  di  con  gli  altri  l'anello  aila 
spnsa  a  nome  di  Giulio,  33-34 ;  parte  per  Bologna 
con  la  pred.,  34-35;  h  confinato  con  cinque  figliuoli 
a  Torino  (an.  148S),  252,  3S-36. 

Malvezzi  Antonio  padre  dl  Giovanni,  67,  9. 

MALVB/.ZI  Antonio  «bita  in  Cesena,  ove  i  ucciio  In 
San  Francesco  mentre  ascoltava  la  messa  da  tre 
banditi  di  Bologna  che  speravano  di  conquistare 
cosl  ia  grazia  di  rientrare  in  c.  (an.  1493),  273, 
14-15. 

Malvezzi  Anton  Galeazzo  figllo  di  Gaspare  e  di  Gio- 
vanna  Bentivoglio,  142,  35-36;  f  fanciullo  (s.  a.],  39. 

[Malvbzzi]  Ascanio  figlio  di  Virgillo,  356,  7-8;  pigiia 
parte  in  Boiogna  al  corteo  papale  (an.    1506),  S,  8. 

Malvezzi  Astorre  [Estorre,  Nestore\  figlio  di  Gaspare, 
97,  47;  99,  33;  105,  3-3;  106,  40;  142,  35-36;  padre  di 
Melchiorre,  86,  48 ;  esce  con  Annibale  Bentivoglio 
di  c.  contro  i  nemicl  (an.  1443),  92,39-40;  prende 
parte  a  una  giostra  in  Bologna  (an.  1444),  97,  46-47 ; 
resta  ucciso  combattendo  nelia  via  contro  i  Cane- 
toli  (an.  1445),  105,  3-3;  cf.,  106,  40;  142,  39. 

Malvkzzi  Astorre  figlio  di  Vlrgilio,  200,  U;  244,  3; 
accompagna  a  Bologna  il  nuovo  governatore  Giam- 
battista  Savelli  (an.  1468),  200,  lo-ll;  creato  cav. 
d.  Magione  si  ferma  ai  Crociall,  11-13;  essendo  de- 
gii  Anziani  riceve  in  dono  dieci  ducafl  per  ia  ve- 
nuta  d.  pred.,  39-30,  33;  i  immesso  nelia  Commenda 
d.  Magione  da  Aiessandro  Grati  canonico  di  Sau 
Pletro,  33-34;  fe  creato  vesc.  di  Perugia;  gii  suc- 
cede  qual  cav.  d.  Magione  il  fratello  Enea  (an.  1487), 
244,  3-5;  cav.  di  San  Giovanni  Battista;  fa  inter- 
dlre  le  chlese  dl  san  Petronio  e  san  Giovanni  in 
Monte  di  Bologna  a  cagione  d.  pagamento  dl  certi 
fitt!  dalle  pred.  rifiutatigli  con  la  dichiarazione  di 
averlo  in  altro  niodo  soddlsfatto  (an.  1499),  296, 
14-17. 

Malvbzzi  Aurelio  figllo  di  Floriano,  356,  10 ;  h  nel  cor- 
teo  di  Glulio  11  nella  sua  entrata  in  Bologna  (an. 
1506),  5,  10. 

Malvbzzi  Bartolombo  figlio  di  Giovannl  e  nipote  di 
Musotto,  269,  4S;  nella  sua  stalla  in  San  Giacomo 
debbono  radunarsi  i  congiurati  contro  ii  Bentlvo- 
giio  (an.  14S8),  249,  44-4S;  non  stimandosi  sicuro 
a  Venezia,  ne  parte,  253,  19;  i  nei  corteo  di  Giulio  II 
aila  sua  entrata  in  Bologna  (an.  1506),  356,  5,  8; 
el.  degll  Anziani  (an.  1507),  369,  13,  15-16. 

Malvbzzi  Battista  [  Giova»m\  padre  di  Francesco,  Lo- 
renzo  e  Lucrezio,  252,  33-34 ;  per  Lorenzo  v.  anche, 


356,  9-10;  dl  Giovanni,  250,  )S-3*,  47-41;  dl  Cetare, 
356,  9-:o;  di  Fiilppo,  224,  it;  228.  13;  237,  J7-3I; 
249,  11;  252,  31-33;  dl  Lodovlco.  64,  43;  248,  i»\  252, 
6-7;  dl  Glrolarao,  252,  31-33;  succede  in  .Senato  al 
frateilo  Carlo  (an.  1468),  200,  41-43  ;  i  commiasarlo 
con  Plrro  Malvezzi,  Gloranni  Guidotti  e  Astorre 
Voita  a  Castelfranco  per  Innalzare  una  l>astia  lul 
Panaro  a  prova  d.  glurisdizione  di  Bologna  in  quei 
luogo  (an.  X471),  209,  37-43;  gll  i  ordinato  da  Gio- 
vanni  Bentlvoglio  di  Interrenlre  ali'adunanza  d. 
Senato  da  lul  indetfa  (an.  1488),  250,  35-37;  as- 
siste  ali'accusa  fatta  dai  pred.  al  suo  figliuolo  Gto- 
vannl  dl  avere  macchinato  di  ucciderlo,  40-49;  h  Im- 
prigionato  col  figilo  e  il  nlpote  in  una  camera  d. 
Pal.,  251,  31-33;  i  bandlto  e  confinato  a  Rlmini 
quaie  ribeiie,  33-34  ;  cf.,  269,  7-8 ;  ia  sua  caaa  i  data 
da  Giovanni  Bentivoglio  a  Tommaao  dl  Matteo 
Maivezzi  adottato  dai  Bentivogiio,  252,  37-38;  II 
pred.  Tommaso  gli  succede  anche  In  Senato,  38-39; 
udito  ie  disavventure  di  Lucio  a  Mllano  e  di  Glu- 
lio  Malvezzi  a  .Napoli  teme  egual  sorte  e  iascia  Ri- 
mini  col  figii  che  erano  teco,  recandosi  a  Fermo  e 
quindl  a  Roma,  253,  17-19;  ove  f  (an.  1493),  269,  7. 

Malvezzi  Bkssarione  figiio  di  Marcantonio,  356,  II ;  \ 
nel  corteo  di  Giulio  II  alla  sua  entrata  in  Bologna 
(an.  1506),  5-11. 

Malvezzi  Camillo  figiio  di  Alessandro,  356,  13;  i  nel 
corteo  di  Giulio  II  alla  sua  entrata  in  Bologna  (an, 
1506),  356,  5-13. 

Malvezzi  Carlo  [CaroU]  padre  di  Cario,  Enea,  Plrro, 
206,40;  di  Fioriano,  184,11-13;  206,  40;  215,  36-37; 
di  Matteo,  147,  34;  188,  39;  189,  4;  242,  37-38;  e  ban- 
dito  dl  Boiogna  (an.  1430),  19,  34-37;  nei  capitoii 
d.  pace  concordati  tra  11  pp.  e  Bologn.i  gli  i  ricon- 
fermato  il  bando  dalie  c.  e  territori  dl  Bologna,  di 
Modena  e  Imola,  sotto  pena,  se  ri  mancasse,  d. 
confisca  d.  beni  e  d.  pimizione  sancita  negli  statuti 
(an,  1431),  28,  42-47;  era  amico  d.  f  Antonio  Bentl- 
TOglio,  51,  23-24 ;  con  aitri  amici  d.  pred.  h  persuaso 
da  Raffaeie  Foscherari  a  vendicarne  la  t  col  dare 
Bologna  in  slgnoria  d.  duca  di  Milano  (an.  1438), 
24-31;  h  el.  degli  Anziani  (an.  1444),  97,  35;  i  al  go- 
rerno  di  Bologna  (an.  1446),   116,   15-17. 

Malvezzi  Carlo  figiio  di  Cario,  accompagna  Gioranni 
Bentivogiio  in  visita  a  Milano  (an.  1471),  206,40; 
rlceve  in  dono  dai  duca  Sforza  quattordici  braccia 
dl  cremisino  figurato,  207,  15. 

Malvezzi  Carlo  figlio  di  Gaspare,  100,  9,  c  di  Giovanna 
Bentivogllo,  142,  35-36;  h  ucciso  in  Bologna  per  sba- 
glio  da  Michele  Peiiizzari  (an.  1444),  100,  9-11;  cf., 
16-17;  142,  3S;  h  seppeliito  in  San  Giacomo,  100,  11. 

Malvkzzi  Carlo  figlio  di  Giovanni,  100,  4;  131,  19; 
142,  44-45;  145,  33-33;  173,  16;  191,  25;  da  principio 
a  un  bellissimo  pai.  in  strada  San  Donato  di  fronte 
a  Santa  Ceciiia  (an.  1444),  100,  4-5;  quaie  deposi- 
tarlo  d.  Camera  dl  Boiogna  va  a  Borgo  Panigale  a 
offirlre  a  Francesco  Sforza  i  doni  d.  com.  (an.  1447), 
123,  1-4;  e  mandato  dal  Senato  dl  Bologna  e  d« 
Sante  Bentiroglio  a  Romeo  Pepoli  e  agli  altri  no- 
biii  bolognesi  suol  compagni  a  Castei  San  Pietro 
a  intimare  ioro  di  uscirne  pena  ia  vita  (an.  1449), 
131,  16-31;  ne  rlceve  sdegnoso  rifiuto,  31-36;  che  egli 
comunica  ai  Senato  e  a  Sante  al  suo  ritorno  a  Bo- 
iogna,  37 ;  h  armato  cav.  da  Federico  V  imp.  in  San 


[Malvezzi  Carlo-Malvezzi  Floriano]  INDICE   ALFABETICO 


665 


Petronio  di  Bologna  (an.  1452),  141,  9-11;  e  confer- 
mato  d.  Sedlci  d.  Regglmento  (an.  1453),  142,  4i- 
*S;  essendo  d.  Sedlci  Riformatori  prende  parte  alla 
rinnovazione  degli  Statuti  di  Bologna  (an.  1454), 
145,  29,  32-33;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze,  149,  29;  e  col  suoi  dlscendenti  creato  conte 
della  Selva  da  pp.  Calisto  III  (an.  1456),  162,  36-37; 
cf.,  191,  25;  chiamato  con  altri  dal  pp.  e  arringato 
dal  pred.  (an.  1460),  173,  16,  22-26;  h  d.  senatori  d. 
primi  sei  mesi  al  tempo  d.  serrata  di  Paolo  II  (an. 
1466),  191,  25;  t  (an-  1468),  200,  39;  e  seppellito 
in  San  Giacomo,  «0;  note  biograficiie,  40-41;  gli 
succede  in  Senato  il  fratello  Battista  e  Carlo  An- 
tonio  Pantuzzi  neIl'uflicio  ditesorieregenerale,  41-44. 

Malvezzi  Carlo  figlio  di  Virgilio,  184,  12;  scalco  alle 
nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  8-12;  cui  fa  un 
presente,  24;  conduce  con  II  fratello  GiuHo  la  quinta 
sijuadra  di  Giovanni  Bentivoglio  nel  torneo  da  lui 
bandito  in  Bologna  per  san  Petronio  (an.  1470), 
204,  46;  sue  vesti,  46-48;  sua  impresa,  205,  1-3;  con 
altri  cav.  toglie  a  forza  al  partito  rosso  avversa- 
rio  lo  stendardo  e  lo  reca  alla  sua  parte  accanto 
allo  stendardo  bianco,  37-41;  gli  h  da  Giovanni  Ben- 
tivoglio  data  parte  d.  premio  vinto  dalla  fazione 
bianca,  6;  torna  lieto  a  casa,  6-7. 

Malvkzzi  Cbsare  figlio  di  Battlsta,  356,  9-10;  e  nei  cor- 
teo  di  Giulio  II  ncl  suo  ingresso  in  Bologna  (an. 
1506),  356,  5,  9. 

Malvezzi  Cola  accompagna  al  pal.  d.  governatore  An- 
tongaleazzo  BentivogUo,  i'ultimo  giorno  d.  vita  di 
iui  (an.  143S),  45,  13-14. 

Malvezzi  Elisabetta  liglia  di  (iaspare  e  di  Giovanna 
Bentivoglio,  142,  35-36;  moglie  d.  dottore  Alberto 
Azzoguidi,  36-37. 

Malvbzzi  Enea  figlio  di  Carlo,  accompagna  Glovanni 
Bentivoglio  in  vislta  a  Milano  (an.  1471),  206,  40; 
riceve  in  dono  dal  duca  Sforza  quattordici  braccia 
di  cremisino  figurato,  207,   15-16. 

Malvkzzi  Enea  figllo  di  Virgilio,  scaico  alle  nozze 
di  Annibaie  Bentivoglio  (an.  1487),  237,  27-28;  suoi 
abiti,  45-46;  con  il  consenso  di  Innocenzo  VIII  suc- 
cede  nl  fratello  Astorre  nella  comraenda  d.  Magione 
(an.  1487),  244,  4-5. 

Malvkzzi  Ercolk  [Herco/c]  figlio  di  Gaspare,  67,  7-10; 
117,  1:  142,  35-36;  145,  19-20;  147,  33-34;  162,  30-35; 
e  di  Giovanna  Bentivoglio,  142,  35-36;  fratello  di 
Lodovico,  197,  l;ediPirro,  Troilo,  Achillc, 
Virgilio,  145,  19-20;  concorre  al  rifacimento  d. 
Chiusa  d.  Serino  (an.  1440),  67,  7-10;  e  dato  ostaggio 
con  altri  a  Guglielmo  di  Monferrato  (an.  1446),  117, 
1 ;  e  accorapagnato  da  Taddeo  Marchese  a  Castel- 
franco,  2;  qulvi  h  rilevato  da  Alberto  Pio,  3;  gli 
h  data  con  titolo  di  nobilta  rispettivamente  la  cit- 
tadinanza  di  Ferrara,  Firenze  e  Padova  (an.  1454), 
145,  18-21;  scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Ben- 
tivoglio,  147,  30-33;  insieme  al  fratcUl  gli  h  con- 
cesso  da  Giovanni  d'Angi6  d'inquartare  nel  suo 
scudo  l'insegna  di  I-orena  (an.  1456),  162,  30-35; 
col  fratelli  h  creato  dall'tmp.  Federico  V  conte  pa- 
latino  e  barone  dell'Impero  con  autoritA  sovrana 
(an.  J460),  174,  18-21;  va  con  altri  a  Milano  a  pren- 
dere  1«  sposa  di  (iiulio  Malvezzi  (an.  1464),  183, 
28-32;  e  ricevuto  con  grande  onore  dal  duca,  32-33; 
dk  con  gli  altri  I'aneUo  alla  sposa  a  nome  di  Giulio, 


33-34;  parte  per  Boiogna  con  la  pred.,  34-35;  con 
la  compagnia  d.  f  fratello  Lodovlco  va  ailTdice 
sotto  le  insegne  di  Federigo  di  Calabria  (an.  1467), 
196,  50;  197,  1-2;  &  a  Bologna  (an.  1468),  199,39; 
e  assoldato  da  Venezia  con  grosso  stlpendio  e 
cento  lancie,  40-41;  va  in  aiuto  d.  Chiesa  (an.  1469), 
201,  31,  33;  la  sua  figliuola  con  Laura  Malvezzi  ac- 
corapagna  la  regina  di  Russia  Sofia  Paleologo 
nella  sua  visita  alla  sepoltura  di  san  Oomenlco 
(an.  1472),  212,  34-35;  essendo  sempre  al  soldo  d. 
Veneziani  e  ferito  mortalraente  dai  Turchi  a  Scu- 
tari  (an.  1478),  218,  lo-U;  cf.,  142,  40;  la  sua  f  e 
annunziata  al  Senato  bolognese  da  Girolamo  Enoch, 
9-10. 

MalvbzzI  Ercole  figlio  dl  Matteo  di  Carlo,  242,  37  ; 
con  l  fratelli  Toramaso  e  Tiberio  rinuncia  al  pro- 
prio  nome  e  alla  parentela  per  farsi  adottare  da 
Giovanni  Bentivoglio  nella  sua  famiglia  assumen- 
done  nome  insegne  e  privilegi  (an.  1487),  37-243, 
1-2;  i  biasimato  dalle  persone  savie  per  quesfatto 
di  leggerezza  e  di  adulazione,  2-3;  seguita  a  portare 
il  nome  d.  Bentivoglio  sino  alla  cacciata  di  Gio- 
rannl  da  Bologna  [an.  1506],  3-5;  poi  con  somma 
ingratitudine  riprende  qucllo  d.  Malvezzi,  5-7. 

JNlALVEZzi  Ercole  figlio  di  Virgilio;  e  nel  corteo  di  Giu- 
lio  11  al  suo  ingresso  a  Bologna  (an.   1506),  356,  5-8. 

Mai.vezzi  FiLlPPO  figlio  di  Battista,  224,  18;  228,  12 ; 
337,  27-28;  252,  21-22;  prende  parte  a  una  giostra  ban- 
dita  in  Bologna  da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1482), 
18;  va  con  il  pred.  come  capo  di  squadra  contro  i 
Venezlani  (an.  1483),  228,  13;  tiene  il  primo  tavo- 
liere  verso  i  banchi  d.  Piazza  nella  glostra  per  le 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  241,  2-3; 
gli  oorrono  contro  Lodovico  e  Antonio  Pepoli,  Bar- 
tolomeo  e  Guid'Antonio  Manfredi,  3-4;  prende  in 
odio  coi  fratelli  il  Bentivoglio  per  un  supposto  torto 
ricevuto  da  uno  di  loro  e  tratta  con  essi  di  ucci- 
derlo  (an.  1488),  248,22-25;  ric,  249,  28,33,  41;  va 
con  (iiacomo  liargellini  da  Agamennonc  Marescotti 
e  induce  anch'esso  nella  congiura,  26-41;  riferisce 
ci6  a  Giulio  Malvezzi,  42;  udlto  mentre  cra  in  Piazza 
che  Giovanni  Malvezzi  era  stato  cit.  in  Pal.,  dubi- 
tando  che  la  conglura  fosse  scoperta,  fuggc  di  c, 
251,  22-25;  e  bandito  per  ribelie  e  gH  h  posta  una 
taglia  di  trecento  ducati,  252,  21-23;  h  nel  cortco 
di  Giulio  II  al  suo  ingresso  in  Bologna  (an.  1506), 
356,  5,  8. 

Malvezzi  1-'ilippo  figlio  di  Giovanni,  238,  2;  h  scalco 
alle  nozze  di  Annibale  BentivogHo;  suo  abito  (an. 
1487),   237,  27-28;  238,  2-3. 

Malvezzi  Floriano  figlio  di  Aldobrandlno,  224,  17; 
237,  28-29;  padre  dl  Galeazzo,  dl  Matteo,  dl  Aurelio, 
356,  10 ;  prende  par(e  a  una  glostra  bandita  in  Bo- 
logna  da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1483),  224,  17; 
scalco  alle  nozze  di  Annlbale  Bentivoglio  (an.  1487), 
237,  27-28;  suol  abiti  e  ablti  d.  suol  servitorl,  28-33; 
suo  niotto  ricamato  sul  pctto  ai  pred.,  32-33;  porta 
come  i  pred.  calze  con  la  divisa  d.  Bentivoglio, 
33-35. 

Mai.vezzi  Floriano  [Friano]  figlio  dl  Carlo,  184,  11-12; 
206,  40;  207,  16;  215,  36-37;  scalco  «IJe  nozze  di 
Giullo  Malvezzi  (an.  1464).  184,  11-12;  accorapagna 
Giovannl  Bentlvogllo  in  vislfa  a  Mllano  (an.  1471), 
206,  40;  riceve  un  preaente  dal  duca,  207,  16;  h  fatto 


666 


INDICE  ALFABETICO    IMaWeiri  FiorUnoMalvezzi  Giov ) 


CBV.  «urato  d«  Gloranni  Benttrogllo  arendo  ren- 
totto  annl  (an.   1475),  215,  M-37. 

Malvb;?/!  Franckrco  ftgllo  dt  Battlsta,  252,  23;iconfi- 
nato  a  Rinilnl  col  padre  (an.   1488),  33-}4. 

Mai.vkzxi  Prancb!>c<)  ftgllo  dt  Giovannl,  251,  33;  fa  un 
pretente  alle  nozze  di  (iiullo  Malrezzl  (an.  1464), 
184,  ii',  eisendo  d.  Slgnorl  k  Imprigionato  col  pa- 
dre  e  II  nonno  per  la  conglura  contro  il  Bentiro- 
glio  (an.  148S),  351,  21. 

Malvi'././!  Galea/.xo  figllo  di  Ploriano,  356,  10 :  prete; 
c  nel  corteo  dl  (jiullo  II  al  suo  ingresso  in  Boiogna 
(an.  1506),  5,  10. 

Malvkzzi  GAsrARU  ligllo  di  Musotto  di  Vezzolo;  al- 
cune  rolte  detto  dl  Gaspare  di  Vezzolo, 
53,  2\  55,  19;  62,  3,  50;  63,  1;  65,  4;  97,  26;  100,  1; 
107,  30;  142,  3>;  niarito  di  Gioranna  Hcntivogllo 
sorclla  dl  Anton  (ialcazzo,  12,  1;  17,  21 :  142,  33-33, 
33;  padre  di  Marghcrifa,  Elisabetta,  Aciiille,  I^ena, 
Carlo,  Lodovico,  Zanechino,  Nestore,  Anton  Ga- 
icazzo,  Ercole,  Pirro  tutti  di  (jiovanna  sua  moglle, 
36-41;  cf.,  145,  19-30;  174,  U-H;  v.  anche  per  Ercole, 
117,  1;  142,35-36;  147,  33-34;  162,  34-35;  per  Achille, 
62,  30;  63,3;  73,  3;  142,  35;  per  I,odovico,  68,  35; 
70,  14;  97,  U-l»;  99,  33;  121,  30;  142,35-36;  143,  49- 
50;  per  Carlo,  100,  9;  142,  35-36;  per  Pirro,  17,  31; 
67,  »;  147,  34;  218,  41-32;  padre  anche  di  Astorre, 
97,  47;  99,  33;  105,  3-3;  106,  40;  di  Troilo,  145,  30; 
dl  Virgilio,  142,  47;  143,  l;  145,  19-20,35:  147,38; 
174,  18-19;  191,  33;  di  Pirano,  221,  40;  h  amante  di 
una  bella  donna  di  Bologna  contemporaneamente 
ad  Antongaleazzo  Hentivoglio  [an.  1413I,  54,  13-16; 
ne  nasce  un  liglio  di  cui  si  attribulsce  la  paternit& 
contrastatagli  dal  pred.,  16-31 ;  per  dirimere  ogni  que- 
stionc  sl  affida  alla  sorte  e  giuoca  11  fanciullo  ai 
dadi,  31-35;  rimane  vincitore  il  Bentivoglio  cui  resta 
il  figlio  Annibale,  35-37;  "cf.  XCI,  9-33  „;  fe  fatto  go- 
vernatore  dl  Ascoli  con  ampia  autorita  dai  pp. 
Martino  V  (an.  1428),  6,  37-29;  i  bandito  con  ia 
mogiie  dl  Bologna  (an.  1429),  12,  1-3;  cf.,  17,  33-23; 
accompagna  al  pal.  d.  governatore  Antongaleazzo 
Bentivoglio  l'ultimo  giorno  d.  vita  di  lui  (an.  143S), 
45,  13-14;  i  el.  degii  Anziani  di  Bologna  dal  Senato 
(an.  1438),  52,  49;  53,  3;  ne  assume  Tufficio,  3-4; 
el.  d.  Dieci  di  '(alia  per  il  conferimonto  degli  iif- 
fici,  55,  14-19:  e  el.  d.  Sedici  Riformatorl  d,  Stato 
(an.  1440),  62,  1-3;  11  giorno  dl  s.nnta  Monica  in- 
terviene  alla  inessa  solenne  fatta  celcbrare  in  San 
Giacomo  dal  Senato  di  Bologna,  50;  63,  1 ;  h  man- 
dato  dal  Scnato  con  Giovannl  Manzolini  ambasc. 
ai  Piccinino,  65,  3-4;  in  nome  d.  c.  sottoscrive  con 
ii  pred.  alcuni  capitoii  per  riavere  la  giurisdizione 
d.  castelli  e  d.  porte  di  Bologna.  12-66-67,  1-2:  con 
il  figliuolo  Achille  fe  fatto  prigioniero  da  Francesco 
Piccinlno  a  San  Giovanni  in  Persiceto,  ove  lo  aveva 
In  buona  fede  accompagnato  (an.  1442),  73,  1-3;  h 
consegnato  a  Fiiippo  Schiavi  e  rondotto  a  Parma 
con  Annibale  Bentivoglio  c  ii  figlio,  12-13;  quindi 
h  trasferito  alla  rocca  di  Peliegrino,  13-14 ;  ove  egli 
solo  rimane,  16,  sempre  col  ferri  ai  piedi,  18:  ric, 
81,  44;  gli  h  promessa  da  Nicold  Piccinino  la  liberti 
e  denaro  se  vorri  dare  nelle  sue  mani  il  genero 
Lodovico  Bentivogiio  (an.  1443),  84,  31-35;  rifiuta 
sdegnosamente,  35-39;  e  d.  Sedlci  Riformatori  d. 
Stato,  87,  3-5;  cassato  l'ufficlo  decade,  3;  ne  fe  pat- 


teggiata  la  liberazione  da  Annit>ale  Bentiroglio  In 
camblo  dl  quella  dl  Prancesco  Piccinlno,  94,  35-M; 
j>er  ordine  di  Nicold  Piccinino  h  condotto  con 
Achllle  al  Panaro  pr.  SanfAmbroglo,  37-31;  la  sua 
llberazlone  i  messa  in  forse  daila  diffidenza  reci- 
proca  d.  due  parti,  40-43;  finalmente  paua  U  fiume, 
per  i'interrento  di  Aldobrandino  Rangoni  e  calca  II 
•uolo  bolognese,  48-95,  1-3;  ringrozia  ii  Rangonl  e 
altri  accorsl  e  con  Achllle  rientra  in  Bologna  attal 
festegglato,  2-5 ;  esprinie  in  Consiglio  il  parere  che 
si  rorini  San  Giovanni  in  Persiccto  dai  fondamenti 
e  si  uccidano  o  rendano  gil  abltanti,  96,  16-11;  h 
per  porta  San  Piero  d.  Commlstione  incaricata  d. 
eiezioni  agli  uffici,  97,  33-26;  amante  d.  arti  si  fab- 
brica  uno  splendido  pal.  in  pietra  ne'  Vignacci  di 
fronte  a  .San  Sigismondo  (an.  1444),  100,  1-3;  i  d. 
Riformatori  di  Bologna  (an.  I445).  101,  21-24;  h  eU 
d.  Commissione  d.  Sedici  per  la  riforma  degli  Uf- 
fici  c  rappresenta  ii  quartiere  di  porta  San  Piero, 
107,  19-20;  e  degli  Anziani  che  deliberano  ii  bando 
a!  CanetoII  e  loro  seguaci,  48;  108,  4;  h  ambasc.  di 
Boiogna  ai  Fiorentini  (an.  1446),  113,  37;  torna  con 
promessa  di  soliecito  aiuto,  39;  partecipa  al  gorerno 
di  Bologna,  116,  15-17;  essendo  condottlero  d.  Ve- 
nczi.ini  h  dai  prcd.  inviato  a  toccorrere  Cararaggio 
atsediato  da  Francesco  .Sforxa,  1 17,  43-45;  ric,  118, 
32-33;  e  d.  Sedici  KiformatDri  ai  governo  d.  Stato, 
119,  34-36;  h  degii  Anziani  di  marzo-aprile  (an.  1449), 
129,  34,  36;  ra  ambasc.  ai  pp.  in  compagnla  d.  leg. 
(an.  1450),  134,  34-35;  segue  Sante  Bentiroglio  in 
Piazza  contro  i  fuorusciti  (an.  1451),  138,  36-38; 
t  (an.  1453),  142,  28-30;  solenni  onori  retigli,  30-31; 
e  sepolto  in  San  Giacomo  nelia  cappclla  d.  sua  fa- 
miglia,  31-32. 

MaLvkzzi  GASPARii  fif^iio  di  Pirro,  267,  46;  parte  di 
Bologna  crociato  con  Achille  Malrezzi  (an.  1464), 
185,  37;  scalco  alle  nozze  di  .\nnibale  Bentivoglio 
(an.  1487),  237,  37-28;  suoi  abiti,  46-47;  accompagna 
Giovanni  Bentivoglio  in  peilegrinaggio  a  SanfAn- 
tonio  di  I'adova  (an.  1488),  244,  36-38;  proiblsce  agli 
inviati  d.  Senato  dl  Bologna  di  piantare  rarma  d. 
c.  sul  siio  castello  di  Castclguelfo  (an.  1492),  267, 
44-46:  che  poi  dal  padre,  per  acquistarsi  la  bene- 
voienza  d.  Senato,  i  donato  al  cum.,  46-49. 

Malvkzzi  Gia.mbattista  scaico  alle  nozze  di  Annil>ale 
Bentivoglio   (an.   14S7),  237,  37-3$;  suol  abiti,  46-47. 

Malvezt:!  [GiniiVRa]  moglie  di  Scipione  Gozzadini  e 
madre  di  Gioranni  Antonio  [invece  i  nuora  di 
Scipione  e  mogliedi  Gioranni  Antonlo], 
243,  8-9. 

[Malvezzi]  Giovanva  t'.  BeHtivog^lio  G, 

Malvezzi  Giovanni  \G.  Malvazo\  la  sua  casa,  ric, 
6,  18:iel.  degli  Anziani  per  porta  San  Pietro  (an. 
1428),  6,  41-43;  i  confinato  a  Flrenze  dai  Canetoii 
(an.  1429),  12,  4;  fe  richiamato  a  Bologna  (an.  1430), 
18,  1-3;  fa  pace  in  nome  di  Antongaleazzo  Benti- 
voglio  con  i  Canetoli,  5-6;  h  di  nuovo  bandito,  19, 
26,  31. 

Malvkzzi  GlovANNl  figlio  di  Antonio;  h  procuratore  d. 
Malvezzi  e  di  Galrazzo  Pepoli  nel  compromesso  per 
ii  restauro  d.  Chiusa  d.  Serino  (an.   1440),  67,  9-10. 

Malvezzi  GiovANNi  figlio  di  Battista,  250,  35-36,  47-48; 
fratello  di  Girolamo,  Filippo  e  Lodorico,  248,  33- 
33;  padre  di  Aidobrandino,  142,  3;  188,  40;  di  CtctXo, 


[MalvMzi  Giov.  Malvezzi  GiulioJ         INDICE   ALFABETICO 


667 


100,  «;  131,  19;  142,  «-45;  145,32-33;  173,  16:  191, 
J5;  di  Francesco,  251,  32;  prende  in  odio  coi  fra- 
telli  i  Bentivoglio  per  un  supposto  torto  riceruto  da 
uno  di  loro  e  tratta  con  essi  di  ucciderli  (an.  14S8), 
248,  22-35;  rlene  a  trovarlo  Giacomo  Bargellinl  che 
gli  si  manifesta  nemico  d.  Bentlvoglio  e  pronto  ad 
ucciderio,  28-33;  in  un'adunanza  d.  Malvezzicol  pred. 
si  determina  di  interrogare  sul  da  farsi  Giambat- 
tista  Refrigerio  uomo  di  buon  consiglio,  33-37  ;  h  in- 
caricato  dal  congiurati  di  recarsi  da  Lorenzo  de' 
Medici,  249,  4-5;  va  a  Firenze  e  porta  al  pred.  i 
saluti  di  Giulio  Malvezzi  e  di  Giambattista  Refri- 
gerio,  5-6;  parlando  d.  pifl  e  d.  meno  mostra  U  de- 
siderio  di  liberare  la  patria  dal  Bentivoglio,  ma 
non  h  assecondato  dal  Medici,  dal  quale  non  ottiene 
che  consiglio  di  circospezione,  6-14;  torna  a  Bolo- 
gna  e  rlferiscj  ai  congiurati  l'esito  d.  sua  amba- 
sciata,  14-16;  si  reca  a  visitare  Battista  Zanetti  ne- 
mico  d.  Bentivoglio  e  io  inducc  a  partecipare  alla 
congiura,  17-20;  con  Giacomo  Bargellini  va  da  Aga- 
mennone  Marescotti  che  h  da  lui  persuaso  a  en- 
trare  nel  complotto,  26-41;  riferisce  cI6  a  Giullo 
Malvczzi,  42;  per  il  giorno  fissato  gli  h  affidato  i' 
compito  di  entrare  nel  pal.  BentivogHo  per  la  porta 
apertagli  dal  coraplice  Scanelli,  di  andare  nella  sala 
da  pranzo  e  uccidervi  Giovanni  coi  Hgliuoli,  48- 
250,  1 ;  quindi  ricompensato  lo  Scanelll  con  denari 
d.  Bentivoglio,  andare  a  impedire  a  Mino  Rossi  e 
a  Lodovico  Bianchi  dl  uscire  dl  casa  a  ci6  non 
sollev.issero  a  tumulto  gli  amici  degli  uccisi,  2-7; 
va  in  Pal.  chiamatovi  da  Giovanni  Bentivoglio  cre- 
dendo  di  obbedire  a  un'ordine  d.  padre,  37-39;  gli 
4  dal  Bentivoglio,  che  lo  fa  introdurre  in  Senato, 
chiesta  la  cagione  per  cui  voleva  ucciderlo  con  i 
suoi,  251,  4-5;  gli  risponde  serenornon  per  motlvi 
privati,  ma  per  liberare  Bologna  dalla  sua  tirannia, 
6-11;  si  mostra  spiacente  dl  non  essere  riuscito  nel 
suo  proposito,  11-12;  gcrive  per  ordine  d.  Senato  i 
noml  d.  congiurati  e  il  modo  d.  congiura,  20-21;  h 
imprigionato  col  padre  e  il  iiglio  Francesco  In  una 
camera  d.  Pal.,  21-22;  e  decapitato  nel  cortile  d. 
pal.  d.  pod.,  45-48. 

Malvezzi  Giovanni  figlio  di  Musotto,  147,  34;  192,  36; 
269,  15;  356,  6,  9;  padre  di  Bartolomeo,  269,  45; 
scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio  (an. 
1454),  147,  30-34;  h  fatto  cap.  d.  montagna  nella 
parte  di  Roncastaldo  («n.  1463),  182,  27-28;  "  LXVI, 
27-29  , ;  con  altri  va  a  Milano  a  prendere  la  sposa  di 
Glulio  Malvezzi  (an.  1464),  183,  28-33;  h  rlcevuto  con 
grande  onore  dal  duca,  32-33;  6h  con  gll  altrl  ranello 
alla  sposa  a  nome  di  Glulio,  33-34;  parte  per  Bolo- 
gna  con  ia  pred.,  34-35;  h  fatto  vicarlo  di  (ialllera  e 
suo  contado  (an.  1467),  192,  36-37;  dopo  la  congiura 
d.  Malvezzl  contro  il  Bentivoglio  per  vlvere  sicuro 
si  reca  In  volontario  esilio  a  Ferrara  (an.  149J), 
269,  15;  h  quivl  ucciso,  43-44;  cf.,  16;  lascla  quattro 
figliuoli,  45. 

Malvezzi  Giovanni  figlio  di  Aldobrandlno,  356,  II;  h 
nel  corteo  dl  Giulio  II  al  suo  ingresso  In  Bologna 
(an.   1506),  5-11. 

Malvezzi  Giovanni,  nipote  di  Giovannl  dl  Musotto, 
rlentra  In  Bologna  al  seguito  dl  Glullo  II  (an.  1506), 
356,  5-9. 

'Malvbzzi  GiovANNi  figlio  di   Bartolomeo;   marlto  dl 


Paola  Campeggl  e  padre  di  un  altro  Giovannl;  e 
vivente  nel  1578,  XIII,  19  „. 

"  Malvkzzi  Giovanni  figlio  di  un  altro  Giovanni  e  di 
Paola  Carapeggi,  XIII,  19;  a  lui  e  alla  niadre  h  con- 
cesso  dai  padri  Eremitani  un  terreno  sulla  piazzetta 
in  faccia  alla  chiesa  e  convento  di  san  Giacorao  per 
costruirvi  il  loro  pal.  (an.  1559),  18-23;  si  obbliga 
in  solido  con  la  madre  a  impetrare  11  consenso  d.  pp. 
e  a  donare  alla  Chiesa  entro  tre  mesi  ottanta  scudl 
d'oro,  23-35  „. 

Malvezzi  GiROLAMO  figUo  dl  Battista,  252,  21-22;  imbat- 
tutosi  in  Antonio  dalle  Guaine  che  liticava  con  un 
forestiere  e  stava  per  ferirlo,  ne  prende  le  difcse 
(an.  1488),  247,  1-3;  di  alcune  bastonate  ad  An- 
tonio,  3-4;  h  da  lul  ferito,  5:  risanato  rifiuta  a  Gio- 
vanni  Bentivoglio  di  pacificarsi  col  suo  feritore 
volendo  vendicarsi  da  sh,  9-12;  poi  cede  alle  insi- 
stenze  d.  pred.  a  patto  che  Antonio  e  il  fratello 
per  certo  tempo  non  escano  di  casa,  12-13;  vedu- 
tolo  sulla  porta  di  casa  sua  gli  va  contro  con  la 
spada  per  ferirlo,  ma  difendendosi  I'altro,  non  rie- 
sce  e  sono  separati,  13-17;  il  Benti^^ogllo  non  gU 
fa  motto  di  cid,  ma  ancora  si  intromette  per  pa- 
cificarlo,   17-19;  per  questa  insistenza  prende  in  odlo 

•  il  Bentivoglio  che  gli  sembra  faccia  pi6  conto  di 
Antonio  che  di  iui,  248,  20-22  ;tanto  trascorre  che 
coi  fratelli  Filippo,  Giovannl  e  Lodovico  tratta  di 
ucciderlo,  22-25;  udito  mentrc  era  In  Plazza  che  GIo- 
vanni  era  stato  cit.  in  pal.izzo,  dubltando  che  la 
congiura  sia  scoperta  fugge  di  c,  251,  22-25;  h  ban- 
dito  per  ribelle  e  gii  h  posta  una  taglia  di  trecento 
ducati,  252,  21-23. 

Malvezzi  GiuLio  figlio  di  Virgilio,  183,  26-27;  356,  5, 
7;  sposa  Camiila  figlia  dl  Marco  Sforza  e  nipote  di 
Francesco  duca  di  Milano  (an.  1464),  183,  26-38; 
manda  a  prenderla  da  parenti  e  amlci,  28-33;  che 
le  danno  in  suo  nome  l'aneIio,  33-34 ;  conduce  con 
il  fratello  Carlo  la  quinta  squadra  di  Glovanni  Ben- 
tivoglio  nei  torneo  da  lul  bandito  in  Bologna  per 
san  Petronio  (an.  1470),  204,  46;  sue  vestl  e  sua  Im- 
presa,  46-205,  l;  accompagna  Giovanni  Bentivogllo 
in  pellegrinaggio  a  Loreto  (an.  1485),  232,  22,  23- 
25;  fe  mandato  da  Roberto  da  Sanseverlno  da  Roma 
a  Milano  a  prendere  la  tenuta  d.  castelll  al  pred. 
consegnati  dal  duca  Sforza  in  seguifo  alla  pace  con 
Venezia  (an.  1486),  234,  27-31;  il  duca  glicli  rlfiuta 
mostrandosi  adirato  contro  II  Sanseverino,  31-33;  ri- 
parte  immedialamente  pcr  Roma  pcr  rendere  edotto 
d.  cosa  Roberto,  33-34;  i  d.  partito  dl  uccldere  Glo- 
vannl  Bentlvogllo,  e  propone  di  avere  il  parere  dl 
Giambattista  Refrlgerio  suo  amicisslroo  e  uomo  dl 
buon  conslgllo  (an.  1488),  248,  33-41;  il  quale  i  dl 
opinlone  che  si  cerchi  11  soccorso  di  qualche  potcnte 
signore  per  le  conseguenxe  che  poteva  avere  il  fatto 
e  per  tenere  a  freno  il  popolo,  42-50,  e  propone 
Lorenzo  de*  Medlcl,  249,  1-2;  fa  talutare  II  pred. 
da  Glovanni  Malvczzi  Invlatogll  ailo  scopo  anil- 
detto,  5-6;  gll  sono  presentatl  due  altrl  congiurati 
Battlsta  Zanelll  e  Petronlo  Scanelll,  24;  approva  che 
reccldio  avvenga  airora  di  cena  quando  tutta  la  fa- 
mlglia  Bentivoglio  *  a  tavola,  24-25;  gll  fc  rlferlto  da 
Giacomo  Bargelllnl  che  Agamennone  e  (Uleauo 
Mareicotti  entrano  nella  conglura,  41-42;  complto 
affidatogH  neiresecuxlone  d.  progettato  eccldlo,  50? 


668 


INDICE  ALFABETICO        (Malvezti  GiuUo  Malvezzi  Lueio] 


250,  1-7 ;  Mputo  d.  priglonla  d.  niol  raduna  la  lua 
fazlone  perllberare  con  le  armi  il  ]>adrc  e  i  fratelli, 

251,  }>-30;  gll  *i  oppongono  1  parenti  Plrro  e  Lucio 
eredendo  che  non  narebbero  condannatl  che  1  col- 
peroli,  30-31;  non  &  del  loro  parcre,  m  a  cede,  31- 
34;  b  confinnto  a  Napoli,  252,  3«;  al  »uo  arrivo  in 
queita  c.  ^  preao  e  incarcerato  In  una  torrc,  orc 
langue  molti  annl  pcr  ordlne  d.  re  di  Napoli  pre- 
gatone  da  (^lovanni  Rentivogllo,  253,  13-16;  i  libe- 
rato  (an.  1495),  285,  24;  supplica  il  pp.  Glulio  11 
a  cacciare  l  Bentivogllo  di  Bologna  (an.  1506),  343, 
43-45;  h  ncl  cortco  dl  Giullo  II  alla  sua  entrata  in 
Bologna,  356,  J,  7;  11  duca  d'Urbino  alloggia  in 
casa  sua,  357,  f ;  e  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consi- 
glieri  e  Rlformatori,  358,  34-36. 

Malvezzi  Ippomto  figiio  di  Aidobrandino,  e  confinato 
col  padre  a  Trento  (an.  148S),  252,  3S. 

Malvezzi  Laura  flglia  di  Pirro,  accompagna  la  regina 
di  Russia  neila  sua  visita  alla  sepoltura  di  san  Do- 
menico  (an.   1473),  212,  34. 

Malvkzzi  Lkna  tiglia  di  Gaspare  e  di  (jiovanna  Ben- 
tlvoglio,  142,  35-36;  nioglie  di  Lodovico  I5entivo- 
gllo,  37. 

Malvkzzi  LfiONE  el.  degli  Anziani  (an.  1508),  378,  10. 

Malvezzi  Liomello  4  con  tre  fratelli  nel  corteo  dl 
Giulio  II  al  suo  ingresso  in  Bologna  (an.  1506), 
356,  5,  13. 

Malvezzi  LoUQVico  figilo  di  Battista,  248, 23;  249, 
38;  257,  6-7;  prende  In  odio  coi  fratelli  II  Bentivo- 
gllo  per  un  siipposto  torto  ricevuto  da  uno  di  ioro 
e  tratta  con  essi  di  ucciderlo  (an.  1488),  248,  23-25; 
ric,  249,  3S  ;  fa  fronte  agll  sgherrl  d.  Bargello  an- 
datlgll  in  casa  per  arrestarlo  e  ne  ferisce  tre  prima 
dl  caderc  t.  252,  5-12;  i  pred.  rovinano  e  saccheg- 
giano  la  sua  casa,  12-16. 

Malvezzi  Louovlco  figlio  di  Gaspare,  64,  43;  68,  35;  70, 
14;  97,  18-19;  99,  33;  121,  20;  142,38;  143,4»;  145,  19- 
20;  e  dl  Giovanna  Bentivogllo,  35-36,  38;  fratello  dl 
Ercoic,  197,  1  ;  cf.,  142,  40;  145,  19;  di  Pirro,  Troilo, 
Achille  e  Virgilio,  145,  19-20;  grande  condottiero 
di  soldati ;  riporta  l'onore  e  il  premio  nella  gio- 
stra  tenuta  in  Boiogna  il  giorno  di  san  Petronlo 
(an.  1440),  04,  43;  prende  parte  a  una  giostra  in 
Bologna  (an.  1441),  68,  34-36;  ne  riporfa  la  palma, 
37;  prende  parte  alla  giostra  tcnuta  in  Bologna  per 
san  Petronio,  70,  12-14;  ne  rlporta  la  palma  e  l'onore 
a  raeta  con  Guid'Antonio  soldato  faentino,  14-16; 
partecipa  alla  giostra  tenuta  in  Bologna  in  unorc 
del  Piccinino  (an.  1442),  71,  47-48;  e  a  quella  ban- 
dita  dal  Piccinino  stesso  pcr  dlvcrtirc  il  popolo,  72, 
1-3;  esce  con  Annibale  Bentivoglio  di  c.  per  Ja  bat- 
taglta  contro  il  nemlco  (an.  1443),  92,  39-40;  parte 
di  Bologna  e  con  yenticinque  lancie  va  al  soldo  di 
Guld'Antonio  Manfredi,  97,  18-19;  tornato  in  c.  e 
riconciliatosi  col  Senato  corrc  il  paiio  tenutosl  il 
giorno  di  san  Luca  e  ne  ottiene  11  premio  e  I'ono- 
re  (an.  1444),  99,  32-38;  al  soldo  d.  Veneziani 
h  fatto  da  essl  cav.  aurato  per  essere  entrato  d. 
prlmi  in  Milano  (an.  1447),  121,  18-30;  e  cap.  d.  Ve- 
neziani  e  governatore  di  Bergamo,  143,  49-50;  viene 
a  battaglia  con  Bartoiomeo  Colleoni  al  soldo  d. 
duca  di  Milano  nei  monti  pr.  Bergamo  (an.  I4>3), 
50;  144,  1-2;  le  sue  forze  essendo  inferiori  di  nu- 
mero  e  vlnto  e  fatto  prigioniero,  2-3;  h  riscattato 


dal  Venexianl,  3;  gii  (  data  con  titoio  dl  nobilti 
rispettivamente  ia  clttadinanza  di  Kerrara,  Flrence 
e  PadoTB  (an.  1454),  145,  I8-21;  gli  e  conceuo  da 
GioTanni  d'Angl6  di  inquartare  nei  luo  Kudo  l'in- 
■egna  di  Lorena  (an.  1456),  162,  30-35;  sposa  la 
flglia  d.  marcheie  di  Corneto  con  grandl  feste  e 
conTitl,  163,  15-16;  coi  fratelli  c  creato  da  Federi- 
go  V  Imp.,  conte  palatlno  e  barone  dell'Impero  con 
autoriti  lOTrana  (an.  1460),  174,  11-31;  licenzlato 
dalla  lignorla  di  Venczia  paiia  con  ia  sua  compa- 
gnia  ncl  territorlo  dl  Bologna  ad  attcndcrvi  la  con- 
dotta  d.  pp.,  38-29;  il  Senato  dubita  d:  iui  e  non 
fa  aprire  le  porte  che  tardi,  29-30,  32-33;  11  pp.  Tai- 
solda  contro  Sigismondo  Malateita,  31 ;  ha  uno  itl- 
pendio  di  diecimila  scudi  annui,  34;  Ta  a  guardia 
d.  Marca  e  d.  Romagna,  33-34 :  alla  Pcrg-ila  comple 
coie  meravigliose  contro  Sigiiraondo,  35-3*;  da  Iril 
passa  a  Fano  dcTastandolo  e  lacchcggiandolo,  40- 
42:  torna  a  lesi,  42;  Cccco  Brandoiini  gli  f  ugge  dal 
carapo  con  duecento  caralli  (an.  1461),  175,  42-43; 
fa  fronte  a  Sigismondo  Malatesta  a  Castelleone,  34- 
36,  e  lo  costringe  a  indietregglare,  36-37;  a  cagio- 
ne  d.  forze  inferiori  e  d.  venirgli  meno  di  alcune 
schiere  per  vilfa  o  indisclpiina  e  coitretto  a  riti- 
rarsi  con  gravi  perdite,  3d-40  ;  pattitosi  dal  loldo 
d.  Cliiesa  li  unisce  con  Matteo  da  Capua  e  con  lui 
scaccia  dai  suol  stati  ii  duce  d'Atri  c  altri  lignori 
impadroncndoii  di  buona  parte  delI'Abruzzo  (an. 
1463),  178,22-23;  insieme  B  Matteo  vieta  11  paiso  al 
Tronto  a  Siglsmondo  Malatesta  e  a  Francesco  deila 
Mirandola,  179,  29-30;  si  mette  ai  soldo  d.  re  di  Na- 
poli,  che  serve  fedclmente  e  con  gloria  cacciando 
i  Francesi  dal  regno,  S-U;  f  ad  Ascoli  (an.  1467), 
197,  1. 
Malvezzi  Loijovico   senatore,   f  d  ^  sepolto    in  San 

Giacomo  (an.   1484),  229,  10. 
Malvbzzi    Lodovico  h  nel  corteo   di  Giulio  11  al   suo 

ingresso  in  Bologna  (an.  1506),  356,  5,  9. 
M.VLVKzzi  LoRENzo  figlio  di  Battista,  252,  23;  356,  9-10: 
c  confinato  a  liimini  col  padre  (an.  1488),  252,  23-24; 
supplica  il  pp.  Giulio  If  a  cacciare  i  Bentivogliu 
di  Bologna  (an.  1506),  343,  43-45;  rientra  nella  sua 
c,  e  al  scguito  d.  pred.,  356,  5,  9:  occupa  coi  suoi 
lo  sbocco  d.  Bollette  in  Piazza  durante  il  rumore 
provocato  dallo  Scappi  (an.  1508),  380,  49-50;  cf. 
381,  37:  h  da  Lorenzo  Ariosti  confortato  a  non 
cedere  qualora  lo  Scappl  tentasse  forzarc  11  pasio, 
perche  egli  lo  avrebbe  aiutato,  38-40;  e  cl.  d.  Si- 
gnori,  385,  31,  33, 
Malvezzi  Lucio  [Lmtio]  figlio  di  Virgilio,  356,  7-8;  per- 
luade  Giulio  Malvczzi  che  voieva  Uberare  con  la 
forza  il  padre  e  il  fratello  imprigionati  a  stare 
qu^eto  credendo  che  non  sarebbero  castigati  clie  i 
colpevoli  (an.  1488),  251,  30-32;  e  agll  stipendi  d. 
Pisanl ;  con  certo  Frizza  da  Pisa  faisamente  alTerma 
di  avere  portato  sue  lettere  ad  Agaraennone  Mu- 
sotti  in  Bologna  (an.  1496),  288,  20-34 ;  si  ricovera 
in  Milano,  roa  ne  i  bandito  dal  duca  Sforza  per 
volere  di  Glovanni  BentiTogilo,  253,  11-13;  e  nel 
corteo  di  Glulio  II  al  suo  ingresso  in  Bologna  (an. 
1506),  356,  5-7;  e  creato  cap.  d.  genti  di  Bologna 
a  dlfeia  d.  c.  contro  i  Bentivoglio  (an.  1507),  369, 
30-32;  va  contro  i  fratelli  Bentivoglio  che  innanzi 
a  lui  fuggono    dal    territorio,    370,  35-36;    Incontra 


[Malvezzi  Lucio-Malvezzi  Pirro]        INDICE   ALFABETICO 


669 


presso  San  Giacomo  Ercole  Marescotti  seguito  da 
una  folla  armata  di  badili  e  fasci  di  paglia,  «6-47; 
udito  ciie  andava  a  distruggere  il  pal.  Bentlvoglio 
cerca  distoglierlo,  47-371,  1-5;  ma  ne  i  suoi  consi- 
gM,  ne  le  sue   preghiere  sono  ascoltate  dal  pred.,  5-6. 

Malvezzi  Lucrezia  ILucretia]  iigliuola  di  Virgilio,  212, 
11;  moglie  di  Alessandro  Caccianemici,  11-12;  du- 
rante  il  sacclieggio  al  suo  pal.  si  ciiiude  in  una 
stanza  con  11  parente  Braiguerra,  che  viene  ivi  uc- 
ciso  (an.  1472),  10-n;  e  fatta  uscire  di  casa  dal  po- 
polo  tumultuante,   13. 

Malvezzi  Lucrezio  figlio  di  Battista,  252,  23:  h  confi- 
nato  a  Rimini  col  padre  (an.  1488),  J3-24. 

Malvezz:  Marcantonio  padre  di  Achille,  dl  Bessario- 
ne,  356,  11. 

Malvezzi  Margiibrita  [Afar^arita]  figila  di  Gaspare  e 
di  Costanza  Bentivoglio,  142,35-36;  moglie  di  Gui- 
d'AntonJo  Lambertini,  36. 

Malvezzi  Mario  e  nel  corteo  dl  Gluiio  II  alla  sua  en- 
trata  in  Bologna  (an.   1506),  356,  5,  8. 

MaLvezzi  Matteo  padre  di  Tommaso,  Tiberio  ed  Er- 
cole,  37-38 ;  per  Tommaso  v.  anche  252,  27-28 ;  340,  31 ; 
dl  Carlo,  147,  34;  188,  39;  189,  4;  242,  37-3»;  di  Fio- 
riano,  356,  10 ;  scalco  di  tavoia  alle  nozze  di  Sante 
Bentivoglio  (an.  1454),  147,  30-34;  acconipagna  Gio- 
vanni  Bentivoglio  a  Milano  (an.  1465),  188,  29;  qui 
e  fatto  cav.  aurato  da  Francesco  Sforza,  189,  4:  ric, 
242,  37-33;  h  nel  corteo  di  Giulio  11  al  suo  ingresso 
in  Hologna  (an.  1506),  356,  5,  10. 

Malvbzzi  Melchiorre  [MeiMon]  figlio  di  Musotto,  74, 
7;  confinato  a  Firenze  dai  Canetoli  (an.  1429),  12- 
14;  va  ambasc.  d.  .Senato  di  Bologna  ai  duca  Vi- 
sconti  a  chiedergli  la  liberazione  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  e  di  Gaspare  e  Achille  Malvezzi  indebita- 
niente  ritenuti  (an.  1442),  74,  35-36;  cf.  5-7,  8-9;  tor- 
na  con  un  rifiuto,  37-38. 

Malvezzi  Melchiorre  figlio  di  Astorre,  86,  48;  va  con 
Nicoi6  Ghisilardi  ambasc.  al  Fiorentini  per  trattare 
di  una  lega  contro  ii  Viscontl  (an.  1443),  86,  46-47; 
anche  deve  chiedere  la  liberazione  di  Gaspare  Ca- 
netoli,  47-48;  e  el.  degli  Anziani  (an.  1444),  97,  36; 
essendo  commissario  di  San  Giovanni  in  Persiceto, 
rlceve  per  il  com.  di  Bologna  ii  giuramento  dl  fe- 
delta  di  detto  castello  (an.  1445),  109,  26-28;  e  de- 
gli  Anziani  per  novembre  e  dicembre,  112,  18;  h  in- 
viato  con  altri  ambasc.  al  nuovo  pp.  Nicol6  V  a 
fargll  omaggio  (an.  1447),  120,  26-28;  h  ricevuto  gra- 
ziosamente  dal  pp.,  che  sl  mostra  benevoio  rlguar- 
do  alla  c,  30;  ma  piii  tardi  e  chiamato  dal  pred. 
clie  gli  fa  intendere  di  volere  il  libero  dominlo  di 
Bologna,  35-36;  ne  scrlve  al  Senato,  36-37;  clie  gll 
ordina  di  restare  a  Roma  a  trattare  ancora  ia  que- 
stione,  37-38;  torna  a  Bologna  con  la  rlsposta  d.  pp. 
male  accolta  dal  Consiglio,  121,  43-122,  1-3;  e  man- 
dato  ambasc.  a  Nlcol6  V  per  la  conferma  d.  capi- 
toli,    24-26;    cf.     124,    41-42. 

Malve/.zi  Mu.sotto  [Afu.f.iot^a]  figlio  di  Vezzolo,  107,  20- 
21;  padre  di  Glovanni,  147,  34;  192,  36;  269,  15; 
356,  9;  dl  Gaspare,  53,  2;  62,  3,  50;  03,  1  ;  107,  20; 
di  Melchiorre,  74,  7. 

Malvk/.zi   Nestori;  v.  Afaivctzi  Astorre. 

Mai.vbzzi  Nicolo  4  conftnato  a  Firenze  dal  Canetoll 
(an.  1439),  12,  4;c  richiamato  tn  Bologna  (an.  1430), 
18,  1-3;  ai    rappacifica    col  pied,   a    noiue  di  Anto- 


nio  Bentlvoglio,  5-6;  prende  parte  al  Consigllo  d. 
Sessanta  indetto  dagli  Anziani,  18,  13-14;  smentlsce 
violenteinente  falsi  testimoni  che  lo  accusavano  di 
volere  ricondurre  gll  sbanditi  in  c.  e  mutare  lo 
Stato,  30-34;  e  sostenuto  nel  pal.  d.  Notai,  34-36;  e 
convitato  dagli  Anziani  a  cena,  37-44;  dopo  cena  e 
ucciso  da  sicari  d.  Canetoli,  44-45;  ii  suo  cadavere 
e  spogliato  e  portato   airospedale   d.    Morte,  45-46. 

[Malvezzi]  Paola  V.  Camptggi  Paola. 

[Malvezzi]  Pbrsio  prete;  figlio  di  Virgilio,  356,  7-8;  e 
nel  corteo  di  Giulio  II  alla  sua  entrata  in  Bologna 
(an.   1506),  5-7. 

Malvhzzi  PiRAMO  V.  Malvexti  Pirro, 

Malvezzi  Pirro  [Phirro,  Pirrho,  Piramo]  figllo  di  Ga- 
spare  e  di  Giovanna  Bentlvoglio,  17,  21;  specificafa- 
mente  dt  Gaspare,  67,  8;  145,  19-20;  147,  34;  218,  41- 
42;  221,  39-40;  padre  di  un  altro  Gaspare,  267,46; 
di  Laura,  212,  34;  fratello  dl  Ercole,  Troilo 
Achille,  VirgiHo  e  Lodovico,  145,  19-20;  la 
sua  nascita  costa  la  vita  alla  madre  (an.  1439),  17, 
21;  concorre  al  rifaciraento  d.  chiusa  d.  Serino  (an. 
1440),  67,  8-10;  gli  e  dato  con  titolo  di  nobilta  la 
clttadinanza  di  Ferrara,  Flrenze  e  Padova  (an. 
14S4).  145.  18-21;  scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante 
Bentivoglio,  147,  30-34;  essendo  degll  Anzianl  alla 
t  di  Melchiorre  da  Moglio  ^  el.  Gonfaloniere  dl 
Giustizia  (an.  1456),  162,  1-3;  gil  h  concesso  da  Gio- 
vanni  d'Angi6  di  inquartare  nei  suo  scudo  l'in- 
segna  di  Lorena,  30-35;  coi  fratelli  e  creato  da  Fe- 
derico  conte  palatino  e  barone  dellTmpero  con  au- 
torita  sovrana  (an.  1460),  174,  18-21;  accompagna 
Giovanni  Bentivoglio  a  Milano  (an.  1465),  188,  38; 
e  commissarlo  con  Giovanni  Guidotti,  Astorre  Vol- 
ta  e  Battista  Malvezzi  a  Castelfranco  per  innalzare 
sul  Panaro  una  bastia  che  attestasse  d.  giurisdizlone 
di  Bologna  (an.  1471),  209,  37-42;  e  fatto  dai  Sedlci 
Commissario  d.  loro  milizie,  210,  37-38;  chiede  che 
cinquanta  guastatori  di  Piumazzo  vadano  con  lui 
ai  campo,  38-39 ;  e  capo  d.  soldati  mandati  da  Gio- 
vanni  Bentivoglio  a  Firenze  in  soccorso  di  Loienzo 
de'  Medici  (an.  1478),  218,  41;  accompagna  a  I''er- 
rara  Annibale  Bentlvogiio,  219,  34-35,  e  Giovanni 
Bentivoglio  a  Milano  (an.  1479),  221,  22-23;  h  pre- 
sente  alI'istrumento  di  donazione  d.  castelli  di  Co- 
vo  e  dl  Antlgnano  con  il  ponte  di  Pizzlghettone 
fatta  da  Giangaleazzo  Sforza  a  Giovannl  Bentivo- 
glio  (an.  14S0),  39-40;  succede  al  fratello  Virgillo 
in  Senato  (an.  1481),  223,  6-7;  h  testimone  d.  con- 
segna  degii  anelli  a  Francesca  ed  Eleonora  Benti- 
voglio  fatta  dagli  incaricati  d.  rispettivi  marlti,  16- 
19;  accompagnaa  Faenza  Francesca  Bentlvoglio  (an. 
148»),  45-46;  h  mandato  con  bande  di  cavalli  nel 
Bolognese  a  vietarne  11  passo  a  Roberto  da  Sanse- 
verlno  (an.  1486),  234,  41-45;  11  pred.  rlesce  tuttavla 
a  passare  e  a  recarsl  a  Ravenna,  46-47:  fe  sc»lco  ge- 
nerale  alle  nozzc  di  Annibale  BentivogUo  (an.  1487), 
237,  24-26;  suo  vestito,  37 ;  si  oppone  a  che  Giullo 
Malvezzi  liberi  a  forza  il  padre  e  I  fratelU  irapri- 
gionati  credendo  che  non  sarebbero  castlgatl  che  1 
colpevoli  (an.  1488),  251,  30-32;  vedendosl  abbando- 
nato  e  pertegultato  pensa  di  acquistarsl  la  bene- 
volenza  d.  Senato  donando  al  com.  II  suo  possesio 
dl  Castelguelfo,  sul  quale  il  Senato  aveva  giit  ten- 
tato  dl   fare  metter  l'arma  d.  c.  (an.  1493),  267,  46- 


670 


INDICE  ALFABETICO    (M*lve*ii  Pirro-Malvezzl  VlrgilioJ 


4«;  p«r  Tlrere  in  tlcuresxa  rliolTe  dl  eiulare  e  ne 
domanda  II  permeMo  al  Senato,  che  gllelo  concede, 
269,  f-IJ;  h  fatto  accompagnare  da  Glovanni  Ben- 
tlTogUo  fuorl  d.  terrltorlo  bolognese  a  Cesena,  da 
balettrlerl  a  carallo  al  comando  di  Antonio  B«n> 
tlrogllo,  U-U;  Nicol6  Rangoni  ra  ad  abltarne  il 
pal.  dopo  la  sua  partenza,  IS-19;  i  bandito  con  un 
pretetto  (an.  1495),  287,  39-41;  fc  prlrato  d.  grado 
lenatorio  e  In  auo  luogo  mesto  Francesco  Fantuzzi, 
41-43;  ric,  qual  ribelle  di  Bologna,  310,  13;  f  in  Ro- 
ma  (an.   1505),  336,  S. 

Malvkzzi  Pirro  figllo  dl  Carlo,  accompagna  Gloranni 
I3entlroglio  in  risifa  a  Mllano  (an.  1471),  206,  4o: 
rlcere  In  dono  dal  duca  Sforza  quattordicl  braccla 
dl  drappo  d'argento  e  oremisino,  207,  14-15. 

(Malvezzi)  PiRRo  figlio  di  Virgillo,  356,  7-S;  e  nel  cor- 
teo  dl  Glulio  II  al  suu  Ingresso  in  Bologna  (an. 
1506),  S,  «. 

MaLvexzi  Tommaso  ric,  294,  35-36;  in  sua  casa  alloggia 
un  tale  maestro  Scipione  accusato  di  praticlie  ere- 
tlche  (an.  1498),  35;  gliene  i  moaso  grare  rimpro- 
rero  sebbene  sia  d.  Sedici,  36-37. 

Malvkzzi  Troilo  figlio  di  Gaspare,  145,  20 ;  fratello  dl 
Pirro,  Achille,  I.,odorlco,  Virgilio,  Eroole,  145,  19- 
30;  gli  ^  data  con  titolo  di  nobilta  Bpecificataraente 
la  cittadinanza  di  Ferrara,  Firenze  e  Padora  (an. 
1454),  18-31. 

Malvkz/i  Vkzzolo  padre  di  Gaspare,  55,  19;  65,  4;  97, 
36;  100.  l;  142,  3«. 

Malvezzi  Viroilio  figlio  di  Gaspare,  142,  47;  143,  1; 
145,  19-30,  35;  147,  28;  174,  I8-19;  191,  33;  fratello 
di  Achille,  Ercole,  Pirro,  Troiio  e  Lodovico,  145, 
19-30;  padre  di  Giulio,  183,  26-37;  e  di  Lucio,  Persio^ 
Ascanlo,  Plrro,  Ercole,  .356,  7-8;  senatore  e  conte 
di  Castelguelfo,  191,  33;  concorre  al  rifaclmento  d. 
Chiusa  d.  Serino  (an.  1440),  67,  7-10;  gli  c  narrato 
da  Carlo  Bianchetti  d.  triste  condizione  dl  Anni- 
bale  Bentivoglio  priglonlero  a  Varano  e  d.  propo- 
sito  di  liberarlo  con  1'aiuto  d.  caideraio  Ginesio  (an. 
144J),  77,  14-17;  ne  approva  11  progetto,  17-18;  av- 
rertito  d.  ritorno  di  Annibale  raduna  gli  amicl  e 
s'arma,  80,  40-42;  h  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato 
(an.  1446),  113,  35-38;  h  degli  Anziani  dl  luglio- 
agosto  per  il  quartlere  di  Porta  San  Plero,  117,  4-5, 
1;  con  aitri  di  sua  parte  si  reca  a  San  Giovanni  in 
Persiceto  a  prenderri  Baidassarre  Canetoli,  uno  de- 
gll  uccisori  dl  Annibaie  Bentiroglio  che  arerano 
riscattato  da  Astorre  Manfredi  (an.  1448),  127,  6-9; 
si  reca  vlcario  e  Commissario  a  Castel  San  Pietro 
(an.  1450),  136,  38;  segue  Sante  Bentlvoglio  in 
Piazza  contro  i  fuoruscitl  (an.  1451),  138,  36-3S;  k 
mandato  con  Gaspare  Ringhieri  ambasc.  al  pp.  a 
narrargii  il  tentatiro  d.  fuorusciti  e  intenderne  la 
volonti,  140,  4-7;  e  ben  riceruto  e  ritorna  con 
promessa  di  aiuto,  8-1 1:  e  confermato  d.  .Sedici  d. 
Reggimento  (an.  1453),  142,  44;  47;  143,  1;  gli  h  data 
con  titolo  di  nobilta,  rispettivamente  la  cittadl- 
nanza  di  Ferrara,  Firenze  e  Padora  (an.  14S4),  145, 
18-31;  essendo  d.  Sedici  Riformatori  prende  parte 
alla  riforma  degli  Statuti  d.  c,  29-35;  e  inriato 
ambasc  ai  Veneziani  a  intenderne  i'animo  circa  i 
disegni  dl  Giacomo  Picclnino  contro  Bologna,  147, 
6;  rltorna  con  riaposta  farorevole  alia  c,  8-10;  h 
scalco  general*  alle  nosit  dl  Sante  Btntiroglio,  37- 


31;  tuo  dono  al  pred.,  149,  4*-4l;  mandato  eon  Gta- 
como  Grati  ambasc.  a  Venezia  ottlene  quanto  de- 
tlderara,  151,  39-41;  ti  fabbrica  un  pal.  nei  Vlgnac- 
cl,  152,  31-33;  alloggia  in  casa  tua  Giorannl  d'An- 
gl&  dl  pattagglo  a  Bologna  (an.  145$),  160,  10;  gli  ( 
concetto  dal  pred.  di  inquartarc  nel  tuo  tcudo  l'ln- 
tegna  di  Lorena  (an.  1456^  162,  30-35;  gli  h  chletto 
daii'aniico  Giovannl  Felicinl  di  aiutarlo  pr.  1  ret- 
tori  perchi  avendo  fatto  un  Imprettlto  al  Canetoli 
temera  gUene  icgulste  male  (an.  nS'j)t  lt>7.  *•'; 
gli  promette  di  adoperarti  per  lui,  7-s;  tl  reca  tu- 
blto  coi  fratelil  in  Senato  domandando  tlcurtA  d. 
rlta  per  11  pred.  ricercato  dalla  corte,  S-ll;  ottenu- 
tala  conduce  egli  ttesao  Giovanni  al  pod.  dlchia- 
rando  che  avrebbe  ritenuto  come  fatto  a  se  ttesso 
ogni  maie  chc  gii  fosse  recato,  ll-U;  taputo  che  11 
Feliclni  era  in  ceppi  io  libera  una  notte  a  forza 
con  1'aluto  d.  frateili  e  dl  amicl,  14-19;  ti  dlfende 
Innanzl  al  governatore  dal  quale  ottlene  per  Gio- 
ranni  slcurti  e  llberti,  20-33:  Sante  Bentirogllo  li 
tdegna  con  lui  per  l'aiuto  prestato  al  pred.,  34-36; 
pcr  fargli  dispiacere  Sante  fa  renire  a  Bologna  Gui- 
do  e  Galeazzo  Pepoli  e  li  fa  nomlnare  contl,  37-39: 
^  el.  con  altri  a  prorredere  ai  bisogni  d.  pp.  e  d. 
gente  d'arnii  d.  duca  di  Milano  nel  loro  aoggiorni 
in  Bologna,  168,  5-7;  offre  una  cena  sontuota  a 
Galeazzo  Maria  Sforza  e  ai  suo  seguito,  170,  4;  h 
deputato  a  provredere  per  il  rlcerimento  in  Bo- 
logna  d.  pp.,  171,  48-49;  h  arrlogato  dal  pred.  (an. 
1460),  173,  20,  23-36;  coi  fratelli  e  creato  da  Fede- 
rico  V  conte  palatino  e  barone  delPImpero  con  au- 
torlt^  sorrana,  174,  18-31;  con  Giacomo  Grati  si 
reca  a  Imoia  e  Faenza  per  rappacificare  i  due  Man- 
fredi  (an.  1463),  180,  30-21;  con  i  rappresentanti  d. 
pp.  e  d.  duca  Sforza  concorda  di  rimettere  l'arbl- 
trato  al  pp.,  21-23;  fa  eleggere  Giovannl  Bentivogiio 
Gonfaloniere  dl  Giustizla  e  capo  d.  fazlone  Ijenti- 
rogHa  (an.  1462),  180,  34-38;  poco  prima  aveva  per- 
suaso  Giovanni  a  non  allontanarsi  di  Bologna  come 
roleva  Sante,  perchi  arrebbe  doruto  a  suo  tempo 
prendere  ii  primato  d.  fazione  bentiroiesca,  38-43; 
assicura  Gioranni,  che  In  un  discorso  in  Pol.  arera 
Inrocato  ii  consiglio  e  l'aiuto  d.  maggiori  a  lui,  clie 
non  taranno  mai  per  mancargli  gli  amici  che  lo  are- 
vano  alievato  e  condotto  a  tal  grado,  181,  l-IO;  va 
ambasc.  d.  Senato  di  Bologna  al  duca  di  Milano 
(an.  1464),  182,  43-43;  manda  a  Miiano  a  prendere 
la  figlia  d.  conte  Marco  Sforza  sposa  di  Glulio  tuo 
figliuolo  (an.  1464),  183,  28-33;  fa  sontuoti  prepara- 
tivi  per  queste  nozze  t.anto  per  le  vie  che  in  casa, 
36-50;  giunta  la  sposa  da  un  conrito  e  un  ballo,  184, 
3-4;  fa  correre  un  palio  daranti  al  suo  pal.,  5-7; 
scalchl  alle  nozze,  8-13;  presenti  fattigli  e  noml  d. 
donatori,  14-185,  l-S ;  ospita  nel  suo  pal.  U  seguito 
d.  principi  di  Aragona  (an.  1465),  188,  II;  fc  d.  se- 
natorl  sedenti  gll  ultlml  sei  mesi  ai  tempo  d.  ser- 
ratadl  Paoio  II  (an.  1466),  191,  32;  va  con  Paolo 
Volta  ambasc.  a  Borio  d'Este  per  saperne  i  senti- 
mentl  verso  Bologna  (an.  1467),  196,  36-38;  ne  torna 
con  risposta  soddisfacente,  38-42;  fe  scelto  ambatc. 
al  pp.,  197,  40;  fc  incaricato  dai  coliega  Lodorlco 
Bentivogiio,  ammaiatosi,  di  scusarlo  pr.  Paolo  11. 
43-44;  il  che  fa,  44-45,  /;  si  incammina  a  Bologna 
col  nuoro  Itg.  GiambatUsta  Sareili  (an.  1468),  200, 


[Malvezzi  Virgilio-ManirediJ 


INDICE  ALFABETICO 


671 


lO-U;  suo  figHo  Astorre  fe  dal  pred.  fatto  car. 
della  MagJone  in  luogo  di  Achille,  U-IS;  ospita  nel 
suo  pal.  la  reglna  di  Russia  dl  passaggio  a  Bolo- 
gna  (an.  1472),  212,  29-30;  gli  &  concesso,  per  bolla 
d.  card.  Pletro  arcivesc.  di  Costantinopoll  datata  di 
Ferrara  di  fare  oiBciare  le  cliiese  di  suo  patronato, 
San  Giovanni  Battista  in  Casteiguelfo  e  San  Mar- 
tino  nel  Medesano,  dai  frati  Eremitani  di  sant'Ago- 
stino  (an.  1473),  213,  4-8;  gli  sono  donati  dal  pro- 
tonotario  apostolico  Giovanni  Negri  con  pubblico 
privilegio  parte  d.  beni  di  Delfino  Atticonti  (an. 
1475),  215,22-25;  concede  ai  frati  Eremitani  di  san 
Giacomo  di  costruire  il  portico  in  strada  San  l)o- 
nato  (an.  1477),  216,  32-33;  e  ne  presiede  la  costru- 
zione  con  Giovanni  Bentivoglio,  223,  30-31 ;  ^  man- 
dato  con  Lodovico  Sampieri  commissario  a  Cento 
a  ricondurvi  la  tranquillita  dopo  Tassassinio  d.  vesc. 
di  Brugnetto  Francesco  Uggeri  (an.  1479),  221, 
6-8;  con  prudenza  acquieta  ogni  tumulto,  8-10;  ban- 
disce  i  capi  d.  congiura  e  promctte  amnistia  per 
i  colpevoli,  10-U;  f  ed  e  sepolto  in  San  Giacomo 
(an.  1481),  223,  4-6;  gli  succede  in  Senato  ii  figlio 
Pirro,  6-7. 

Malvezzi  Zank.chino  figlio  di  Gaspare  e  di  Giovanna 
Bentivoglio,  ric,   142,  35-36,  38. 

MALVE/.iii  Bentivoglio  TiBERio  figlio  di  Matteo,  242, 
37;  con  i  fratelli  Tommaso  ed  Ercole  rinuncia  al 
proprio  nome  e  alla  parentela  per  farsi  adottare 
da  Giovauni  Bentivoglio  nella  sua  famiglia  assu- 
mendone  nome,  insegne  e  privilegi  (an.  1487),  37- 
243,  1-2 ;  e  biasimato  dalle  persone  savie  per  que- 
sfatto  d'adulazione  e  leggerezza,  2-3  ;  seguita  a  por- 
tare  il  norae  di  Bentivoglio  sino  alla  cacciata  di 
Giovannl  da  Bologna  (an.  1506],  3-5;  poi  con  som- 
raa  ingratitudine    torna  a  chiamarsi   Malvezzi,  5-7. 

Mai,vez/.i  Bentivogho  To.mmaso  figlio  di  Matteo,  242, 
37;  252,  27-28;  con  i  fratelli  Tiberio  ed  Ercole  ri- 
nuncia  al  proprio  nome  e  alla  parentela  per  farsi 
adottare  da  Giovanni  Bentivoglio  nella  sua  famiglia 
assuraendonc  nome,  insegne,  privilegi  (an.  1487), 
242,  37-243,  1-2;  e  biasimato  dalle  persone  savie  per 
quest'atto  di  adulazione  e  leggerexza,  2-3;  gli  fe  data 
da  Giovanni  Bentivoglio  la  casa  di  Battista  Mal- 
vezzi  (an.  1488),  252,  27-28;  nei  Senato  ottiene  il 
posto  di  Battista,  28-29;  f  (an.  1505),  340,  31-33;  gli 
succede  in  Senato  Innocenzo  Ringhieri,  33;  e  se- 
polto  aIl'Annunziata,  33-34. 

"Malvezzi    ue   Mboici    [Nerio]    ric,   XIII,   ig  „• 

Mammolini  Elisbo  fe  degli  Anziani  (an.  1505),  339, 1,  4-5. 

Mamolo  (.San)  V.   Giovantii  Preti  da  San  Mamolo. 

Mamolo  (porta  di  San)  V.  Bologna  (forte), 

Mamolo   (Strada    1)1   San)   v.   Bologna  {slrade). 

Mancini  Antonio  DiiTTO  IL  BuscA  [Antonio  Manzini\ 
esce  di  Bologna  coi  Bentivogllo  suoi  amici  (an. 
1506),  348,  41;  349,  2. 

.Mancini  Giacomo  [laromo  Manzino]  padovano ;  esce  di 
Bologna  col  Bentivoglio  auol  amicl  (an.  1506),  348, 
41;  349,  II. 

Man-cino  (II)  [iV  Manzino]  da  Bologna,  quale  capo  d, 
fanterie  6  neII'esercito  di  Bartolomeo  di  Alviano 
contro  i  Fiorentlni  (an.  1505),  337,  37;  rimane  pri- 
gioniero  d.  pred.,  44;  amico  d.  Bentiroglio  abban- 
dona  con  easl  Bologiia  (an.  1506),  348,  41 ;  349,  s; 
cf.  391,  3;  sl  avvta  con  alcuni  compagnl  Tcrso   la 


pred.  c,  non  sapendo  che  il  trattato  contro  i  ne- 
mici  d.  Bentivoglio  fosse  stato  scoperto  (an.  1508), 
391,  4-5;  si  fernia  a  Bondanello  per  la  notte,  5-6; 
sopraggiunto  da  Lodovico  dalla  Mlrandoia  mentre 
senza  sospetto  riposava,  non  si  arrende,  ma  difen- 
dendosi  fe  ucciso,  6-11. 

Mandello  -0.   Ottolino  da  Mandello. 

Manfrkdi  di  Bologna;  sono  al  governo  di  Bologna 
(an.  1450),  134,  41-42. 

Manfredi  ANNiBALii  fratello  di  Sante,  362,  34-35;  padre 
di  Francesco,  348,  46;  362,  3S;  e  confinato  perche 
amico  d.  Bentivoglio  (an.  1507),  33-35. 

Manfredi  Antonio  c  mandato  dai  pp.  al  leg.  Accio- 
paci  per  trattare  deII'accordo  coi  Bolognesi  (an. 
1430),  23,  3-5;  dal  card.  di  Santa  Croce  e  inviato 
a  Bologna  ad  avvertire  che  il  pred.  lia  autorita  dal 
pp.  di  fare  la  pace  con  la  c.  (an.  1431),  43-44;  ri- 
sposta  che  ne  riceve,  44-46. 

Manfredi  Bartolomko  corre  contro  Filippo  Malvezzi 
chetiene  il  primo  tavolaccio  verso  i  banchi  di  Piazza 
nella  glostra  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1487),  241,  3-4. 

Manfrbdi  Camillo  figlio  di  Simone ;  canonico  di  San 
Petronio ;  prende  la  croce  e  accompagna  a  Gerusalera- 
nie  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  (an.  1498),  294,  9- 
13;  anche  lo  accompagna  a  Milano  pr.  U  vicere  (an. 
1501),  308,  5-7;  esce  di  Bologna  coi  Bentivoglio 
suoi  amici  (an.   1506),  348,  45. 

Manfredi  Francesco  figlio  dl  Annibale,  348,  46;  362,35; 
esce  di  Bologna  con  i  Bentivoglio  suoi  amici 
(an.  1506),  348,  41,  46;  h  confinato  perchfe  sospetto 
(an.  1507),  362,  33-35. 

Manfrbui  GiovANNi  padrc  di  Siraone,  88,  46. 

Manfredi  Girolamo  [leronimd]  astrologo ;  parte  di  Bo- 
logna  crociato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),  185, 
37-38. 

Manfredi  Ortensio  prete ;  esce  dl  Bologna  con  i  Ben- 
tivoglio  suoi  amicl  (an.  1506),  348,  41,  46. 

Manfredi  Sante  fratello  di  Annibaie,  362,34-35;  prende 
parte  a  una  giostra  bandita  in  Bologna  da  Gio- 
vanni  Bentivoglio  (an.  1482),  224,  19;  riesce  secondo 
con  Antonio  Bentivoglio,  20-21 ;  combatte  nel  tor- 
neo  in  Bologna  tenutosi  per  definire  se  la  Saplenza 
o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colori 
dl  Nlcol6  Raiigoni  paladlno  d.  Sapienza ;  i  ascritto 
alla  quinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490), 
258,  37-38;  la  sua  parte  soccombe,  262,  17-18;  ^con- 
finato  perchs!  araico  d.  Bentivoglio  (an.  JS07)>  362, 
34-35. 

Manfrkdi  Simonk  figllo  di  Giovannl,  88,  46;  padre  dl 
Camillo,  294,  9-i0;  presta  ai  Com.  dl  Bologna  tre- 
centosettanfa  scudi  e  ne  dlvlene  tesoriere  (an.  1440), 
62,  13  ;  Interviene  alla  mess*  solenne  fatta  celebrare 
dal  Senato  di  Bologna  In  San  Giaconio  il  giorno 
di  Santa  Monica,  63,  3;  4  tra  gii  incaricati  di  at- 
tuare  i  provvedinienti  fiscali  deliberatl  nel  conti- 
glio  d.  Seicento  (an.   1443).  88,  43-46. 

Mankricdi  di  Faenza;  fanno  donl  ad  Annibale  Bonti- 
voglio  per  le  sue  nozze  (an.  1441),  69,  6-8;  s'im- 
parentano  con  i  Bentivoglio  per  II  matrlmonio  dl 
Francesca  figlia  dl  Glovannl  Bentivoglio  con  Ga- 
ieotto  [an.  148 1],  354.  34-35;  con  aiuti  di  Bolognesl 
e  Fiorentini  rlentrano  In  Faenza(an.  is°3).  327,  37- 
38;  trorano  oppotl^lone   negli   abitantt   di    Vai   di 


672 


INDICE  ALFABETICO 


(Manfredi-Manfredi  Carlo] 


Lamone,  38;  U  loro  «rme  6gura  nelUi  torre  d.  Ben- 
tlTogllo,  372,  ;. 

«  Manfrbdi  Astorrk  I  compra  Aszo  d'Eite  che  odlara 
d«l  conte  Corrado  d'AItenberg  e  lo  tlene  In  carcere 
molti  anni  a  petizlone  dl  Nlcol6  d*Eite  per  un  com- 
penso  annuo  dl  dlecimila  ducatl  d'oro  (an.  1395), 
LXV,  U-17  ,. 

Manfrkui  Astorrb  II  [Bs/ar,  Aslorgio  Afati/redi]  Rgllo 
di  Giangaleazzo,  193,  I3-U;  fratello  di  Giild'Anto- 
nlo,  40,  31 ;  padre  di  Carlo,  Galeotto  e  Federico,  199, 
9;  speclficatamente  dl  Carlo,  141,  9;  zlo  di  Taddeo, 
199,  3;  slgnore  di  Imola  e  Faenza,  88,  35;  h  con- 
dottlero  neireserclto  d,  Caldora  (an.  1430),  20,  jo- 
21 ;  h  cap.  nelPesercito  d.  Lega  a  Castelbolognese 
(an.  1434),  40,  13;  rimane  prlgloniero  d.  Plccinino 
nella  rotta  inflltta  da  questo  aIl'esercito  pred.,  31; 
ferito  in  una  coscia  alla  battaglla  dl  Anghiari  h  fatto 
prlgionlero  da  Nicol6  Gambacorta  (an.  1440),  63, 
32-23;  h  venduto  dal  pred.  ai  i'"iorentinl,  71,  31-32; 
si  vendica  di  questo  afTronto  uccldendo  a  tradlmento 
il  Gambacorta  tenuto  prigioniero  in  liologna,  ove 
travestlto  si  reca  celatamente  (an.  1442),  35-30:  ri- 
parte  di  Bologna  priraa  che  alcuno  si  accorga  d. 
delltto,  33-33;  essendo  cap.  d.  Piccinino,  entra  in 
ISoIogna  per  la  porta  di  Galllera  indifesa  (an.  1443), 
87,  30-33  ;  nonostante  I'aiuto  datogli  con  le  bombarde 
dai  presidi  d.  castello  di  Gailiera  e  respinto  fuori 
con  i  suoi,  34-3S ;  trova  modo  di  entrare  in  Gailiera 
e  condurvi  viTerl,  39-40;  gli  h  da  Simonetto  del- 
rAquila,  cap.  di  Bologna,  messo  a  ferro  e  fuoco  il 
territorio  d'Imola,  88,  32-35;  e  invifato  dal  duca  Vi- 
sconti  a  trattenersi  in  Forli  con  cavalli  e  fanti  slno 
a  che  non  gli  mandi  aiuti  per  recarsi  nel  Bolognese 
(an.  1446),  113,  31-34;  passa  per  Fcrrara  e  va  a  Forli, 
34 ;  h  assoldato  dal  Senato  e  dal  leg.  di  Bologna 
per  ritogliere  Crevalcore  ai  Canetoli  (an.  1448), 
126,  26-27;  si  reca  a  San  Giovanni  in  Persiceto,  27: 
comincia  a  fare  scorrerie  sino  alle  porte  di  Creval- 
core,  28-29;  determina  di  assalirc  un  conTOglio  dl 
vettovaglie  che  doveva  essere  condotto  in  Creval- 
core  da  Alberto  Pio  e  dai  Canetoll,  29-31 ;  pone  in 
agguato  Scariotto,  31-33;  arrivata  la  carovana  Pas- 
saie  e  si  impadronisce  di  essa  e  di  Baidassarre 
Canetoii  e  compagni,  33-35,  a  eccezione  d.  Pio,  35; 
domanda  un  riscatto  di  tremila  ducati  per  con- 
segnare  al  com.  di  Bologna  Baldassarre  pred.,  47-49; 
tale  riscatto  gli  h  offerto  dalla  parte  Bentivole- 
sca,  49-127,  1;  perchfc  nessuno  sappia  di  tale  vcndita 
vuole  che  il  Canetoli  sembri  preso  a  forza  ai  presldi 
durante  una  sua  gita  a  Faenza,  1-5;  con  la  promessa 
di  molto  denaro  e  persuaso  dai  fuoruscitl  Bolognesi 
ad  aiutarli  a  rientrare  in  c.  (an.  1449),  130,  4-6; 
passa  con  molti  cavalli  sul  Medcsano,  indi  a  Pan- 
zano,  loii;  i  assoidato  dal  Bolognesi  per  sei  mesi 
con  seicento  cavaili  e  fatto  andare  a  Boiogna,  131, 
S-lo;  fa  tagiiare  il  capo  a  un  tal  Mosca,  a  Cristo- 
foro  Valenti,  ad  Antonio  Ilidolfi  colpevoli  dl  tra- 
dimento,  10-u;  h  inviato  contro  Castel  San  Pietro, 
132,  12-14;  manda  a  chiedere  rinforzi  avendo  il  ne- 
mico  ricevuto  aiuto  di  milizie  aragoncsi,  14-19:  non 
essendo  i  soccorsi  giunti  in  nuniero  sufficiente  si 
ritira  volgendosi  contro  Medicina  di  cui  guasta  il 
territorio,  19-31 ;  gli  h  offerto  dal  castello  la  resa  e 
ottocento  lire  perche  iasci  uscire  liberi  i  fuoruacitl, 


3I-3J;  guasta  Intanto  1'argine  e  saccheggia  ie  case 
dl  coloro  che  aveTano  dato  I'arcesso  al  fuoruscltl, 
24-26;  rlceve  dal  Senato  rannuncio  d.  t  di  Fran- 
cesco  Piccinino,  27-2»;  rldotto  Medesano  aIi'obbe- 
dlenza  sl  voige  di  nuoTO  contro  Castel  San  Pietro 
per  cacciarne  Romeo  Pepoll  e  gii  altri  bandlti,  31- 
30;  avendo  ai  canipo  come  comraissarlo  Achilie 
Malvezzi  delibera  dl  assaitare  il  pred.  castello  e  co- 
mincia  a  borabardarne  le  mura,  3S-3S;  con  astusia 
h  tenuto  a  bada  slno  airarrlvo  d.  viceri  di  Napoil, 
35-45;  h  sfidato  dal  pred.  glunto  a  Lugo,  4S-49;  per 
1'imminente  arrlvo  d.  Ticeri  gli  h  dato  ordine  dl 
ritirarsi  da  Castel  San  Pietro  e  recarsi  a  San  Lo- 
renzo,  133,  6-9;  parte  di  Castel  San  Pletro  metten- 
done  a  ferro  e  fuoco  i  dintorni  e  si  fortifica  in 
Pontemaggiore,  9-13;  gli  c  ordinato  dal  Senato  di 
assalire  impensatamente  con  Scariotto  e  Gregorio 
d'Anghiari  Luigl  Gonzaga  alla  Riccardtna,  34-36; 
luTece  fe  assalito  di  sorpresa  dal  pred.  e  sbaragliato, 
27-31 ;  h  licenziato  coi  suoi  soldati  dal  .Senato  di 
Bologna  (an.  1450),  134,  2-3;  fa  la  Pasqua  a  Facnza 
(an.  1451),  138,  44-45,  ma  il  suo  nome  gridato  in 
Bologna  dai  Bentlvoglio  contro  i  fuorusciti  sblgot- 
tisce  questi  che  lo  credono  in  c,  43-44;  h  raandato 
a  chiamare  dai  Bolognesi  per  timore  d.  fuorusciti 
(an.  1453),  141,  6-7;  conduce  tosto  le  sue  gentl  a 
Bologna,  7;  e  armato  cav.  con  i  figli  Carlo  e  Ga- 
leotto,  ancor  fanciulli  dall'imp.  Federico  V  in  San 
Petronio  di  Bologna,  9-10;  h  inTitato  da  Sante  Benti- 
voglio  alle  sue  nozze  (an.  1454),  147,  23-24;  h  sco- 
munlcato  dal  pp.  perche  gli  rifiutu  obbedlenza  e 
il  censo  (an.  1461),  177,  40-41;  per  inliniclzla  col 
nipote  Taddeo  signore  di  Imola  gli  preade  la  torre 
di  -Monte  Battaglia  (an.  1462),  179,  45-46;  rimette 
i'arbitrato  d.  sue  diiTerenze  col  pred.  al  pp.,  ISO, 
30-23 ;  h  neII'esercito  dl  Bartolomeo  Colleoni  contro 
Firenze  (an.  1467),  193,  38-39;  cf.  13-14;  per  rappre- 
saglia  gli  sono  guastati  isuo  i  paesl  da  Federigo 
da  Montefeltro,  28-31  ;  c  mandato  doi  CoIIeoni  nella 
Valle  del  I^amone  a  difenderla  contro  i  nemici,  197, 
11-13;  attaccatosi  con  schiere  neraiche  c  vinto  e  a 
pena  scampa  a  Rontana,  14-16;  gli  e  ritolto  Riolo 
Secco  dal  nipote  Taddeo  e  se  ne  duole  (an.  146S), 
198,  49;    199,   1-4;   t,   8-9. 

Manfredi  Astorrk  III  figlio  di  Galeotto  e  dl  Francesca 
BentiToglio,  285,  33-34;  nipote  di  Giovanni  Benti- 
voglio,  301,  48-49;  e  dalla  madre  condotto  seco  nella 
rocca  di  Faenza  dopo  l'uccisione  d.  padre  (an.  1488), 
246,  7-8;  rimane  in  custodia  d.  Fiorentini,  48;  e  in 
lega  con  il  pp.,  il  re  di  Napoli,  Caterina  Sfona 
Riario  e  i  Fiorentini  contro  il  re  di  Francia  e  Lo- 
dovico  Sforza  (an.  1494),  277,  48-50;  nella  resa  di 
Faenza  al  Valentino  h  pattuita  la  sua  salvezza  e  la 
sua  liberta  (an.  1501),  302,  30-31;  gli  e  dimostrata 
amorevolezza  dal  Borgia  alPentrBta  in  Faenza,  31- 
33,  ma  dopo  h  mandato  dal  pred.  a  Roma,  33;  11 
pp.  lo  fa  rinchiudere  in  Castei  SanfAngelo  con  il 
fratello  naturalc  GioTanni  ETangelista,  33-33;  per 
ordine  di  Cesare  Borgia  e  annegato  nel  Tevere  con 
il  fratello  e  un  cameriere  (an.  1502),  3 1 1 ,  34-36 ;  cf . 
302,  33-34;  ci6  pcrchi  i  Faentini  speravano  riaTcrlo 
per  signore,  26-38. 

Majjfrkdi  Carlo  figllo  di  Astorre  II,  141,  9;  199,  9: 
tredioenne,  h  armato  cav.  da  Federico    III    in   San 


[Manfrcdi  CarloManfredi  Taddeo]      INDICE   ALFABETICO 


673 


Petronlo  di  Bologna  (an.  1452),  141,  9-10;  alla  t  d. 
padre  prende  senza  contrasto  11  dominio  d.  Stato 
(an.  1468),  199,  »-11;  dopo  la  pace  gli  h  restituito 
Riolo  Secco,  M-3* ;  h  assalito  replicatamente,  ma  senza 
successo  in  Faenza  dai  fratello  Galeotto  clie  ne  pre- 
tendeva  il  dominio  (an.  1477),  217,  43-M;  fe  costretto 
a  rendersi  a  Gioranni  Bentivoglio  venuto  ad  assal- 
tare  la  rocca  con  artiglieria  di  Bologna,  47-218,  1-2; 
va  a  Napoli  benignamente  ricevuto  dal  re,  2-3;  vi 
t  [an.  1484],  3. 

Manfrbdi  Federigo  iiglio  di  Astorre  11,  199,  9;  ve- 
scovo  di  Faenza,  qual  procuratore  di  re  Carlo  II 
entra  nel  compromesso  per  il  rifacimento  d.  chiusa 
d.  Serino  (an.   1440),  67,  5-10. 

Manfrbdi  Francksco  detto  Astorrs  IV;  naturale  dl 
Galeotto,  327,  42-43;  h  malato  alPospedale  di  San 
Giobbe  in  Bologna  e  privo  di  un  occliio,  43-44;  tro- 
vandosi  in  gran  miseria  confida  a  Giovanni  Ben- 
tivoglio  ii  suo  disegno  dl  ottenere  il  domlnio  di 
Faenza,  44-45;  c  incoraggiato  in  esso  dal  Bentivo- 
glio  clie  gli  fa  dono  di  ricciie  vesti  e  lo  crea  cav. 
aurato,  45-48 ;  con  onorevole  compagnia  datagli  dal 
pred.  va  a  Faenza,  48-50;  e  lietamente  accolto  dal 
popolo  che  lo  acclaraa  signore  coi  nome  di  Astorre 
in  memoria  di  Astorre  ucciso  dal  Valentino,  50:  328, 
1-2 ;  cede  la  c.  al  Veneziant  per  denaro  col  consenso 
degli  abitanti  (an.  1503),  328,  8-9. 

Manfredi  Galbotto  figiio  di  Astorre  II,  141,  9;  199, 
9;  marito  di  Francesca  BentlvogHo,  283,  41;  285, 
33-3«;  padre  di  Astorre,  285,  33-34;  di  Francesco 
naturale,  327,  42-43;  di  Giovannl  Evangelista 
naturale,  302,  33;  311,  24;  dodicenne  h  armato 
cav.  da  Federico  V  imp.  in  San  Petronio  dl  Bo- 
logna  (an.  145»),  141,  9-10;  con  le  genti  di  Venezia, 
che  comandava,  assale  Faenza  per  cacciarne  il  fr. 
Carlo  e  farsene  signore  (an.  1477),  217,  42-44;  non 
riuscendo,  al  offre  in  serviti  al  duca  di  Miiano  per 
averne  aiuto,  44-45;  il  pred.  gli  manda  Giovanni 
Bentivoglio  che  prende  la  rocca  con  l'artlglieria,  46- 
218,  1-2;  andato  Carlo  in  bando  ottiene  la  signoria 
dl  Faenza,  3-4 ;  sposa  Francesca  di  Giovanni  Benti- 
voglio  (an.  1481),  223,  14-15 :  cf.  354,  35  ;  374,  32-33; 
le  fa  dare  l'aneIIo  da  un  suo  incaricato  alla  presenza 
di  Pirro  Malvezzi  e  di  Lodovico  Sampierl,  223,  16- 
18;  manda  cento  cav.  a  Bologna  a  prendere  la  sposa 
(an.  1482),  41-42;  la  liceve  in  Faenza  con  gioia  e 
grandi  feste,  47 ;  si  unisce  con  cinque  squadre  al- 
l'eserclto  d.  BentiTOglio  e  di  Antonio  da  Monte- 
feltro  contro  Forl\  di  Girolamo  Rlario  per  costrin- 
gere  ii  pp.  a  lasciare  llbera  ia  via  aIl'esercito  na- 
poletano  in  soccorso  di  Ferrara,  225,  43-48;  In  se- 
guito  alla  t  di  Federigo  da  Montefeltro  torna  con 
le  8ue  genti  in  patria,  226,  2-3;  h  abbandonato  dalla 
moglie  sdegnata  d.  sue  infedeltA  (an.  1488),  245, 
41-42;  ma  poi  si  rappattuma  per  I'intervento  d.  suo- 
eero,  42-44;  non  mutando  condotta  h  da  Francesca 
fatto  strangolare  un  giorno  che,  credutala  ammalata, 
era  andato  nella  sua  camera  a  salutarla,  246,   1-6. 

MAMfREDi  GiANOALBAZzo  figlio  di  Guld'Antonlo,  71, 
48;  padre  dl  Astorre  II,  193,  13-14;  prende  parte  alla 
giostra  in  Bologna  in  onore  d.  Plcclnlno  (an.  1442), 
71,  47-48;  ne  rlporta  l'onore,  48. 

Manfredi  GiovAMNi  figlio  di  Guido  Antonio  signore 
di  Faenza,  59,  46-47:  In  eti  di  otto  anni  i  fatto  in 


Bologna  cav.  aurato  dall'imp.  di  CostantinopoH  (an. 
1439),  46-47;  secondo  altri  tale  dlgnita  e  data  Invece 
a  Taddeo  Manfredi,  45-46. 

Manfrbdi  Giovanni  Evangelista  fratello  naturale  dl 
Astorre ;  h  con  lui  aflfogato  nel  Tevere  per  ordine  di 
Cesare  Borgia  (an.  1502),  311,  24-26;  cf.  302,  33-34. 

Manfredi  Guidaccio  [Guidajszo],  rlc,  89,  42  ;  suo  padre 
Taddeo  In  odio  a  iui  cede  Imola  al  duca  di  Milano 
(an.   1474),  214,  19-21. 

Manfredi  Guid'Antonio  [Astorr*.'  signore  di  Faenza, 
signore  d'/moia]  padre  di  Giovanni,  59,  46-47;  fra- 
telio  di  Astorre,  40,  21 ;  signore  dl  Faenza  e  Imola; 
invia  cavalli  e  fanti  all'esercito  d.  Chiesa  contro 
Bologna  (an.  1429),  12,  45-47  ;  h  condottiero  d.  Chiesa 
neiPeserclto  d.  Caldora  (an.  1430),  20,  30-22;  udita 
la  ribelUone  di  Imola  alla  Chiesa  ne  diserta  il  ter- 
ritorio  e  ai  impadronisce  di  molti  castelll  (an.  1434), 
36,  34-36 ;  con  la  fuga  scampa  alla  rotta  inflitta  dal 
Picclnlno  airesercito  d.  Chiesa,  40,  22 ;  accompagna 
il  Piccinino  sino  a  Panigale  (an.  1438),  53,  31-32; 
nel  ritornare  a  Faenza  i  suoi  soidati  saccheggiano 
11  territorlo  di  Bologna  sino  a  Castel  de'  Britti,  32- 
33;  gli  e  data  Imola  ed  h  asaoldato  dai  duca  di 
Milano,  che  voleva  farselo  amico,  per  l'occupazione 
di  Bologna  (an.  1439),  58,  24-25;  h  incaricato  dal 
pred.  di  muover  guerra  ai  Malatesta  di  Rlmini, 
26-27;  prende  possesso  di  Imola,  28-29;  quindi  con 
1'esercito  si  reca  contro  Rimini,  29;  sl  ritira  vl- 
stosi  inferiore  aiie  forze  di  Francesco  Sforza,  29- 
31;  fe  inseguito  dal  pred.,  31;  sconfitto  ad  Anghiari 
dai  Fiorentini,  st  salva  col  Piccinlno  a  Borgo  San 
Sepolcro  (an.  1440),  63,  20-32 ;  h  lasciato  da  Nicol6 
Piccinino  in  Romagna  insierae  al  figlio  di  lul  Fran- 
cesco,  63,  35-36;  i  suoi  sudditi  sono  danneggiati  dalla 
rovina  d.  chiusa  d.  Serino,  67,  3-5;  chiede  e  ottiene 
dai  Bolognesi  la  grazia  di  un  taie  Pietro  condan- 
nato  a  morte  (an.  144 1),  69,  34-3S;  manda  ambasc. 
al  Piccinino  in  Bologna  per  intendersi  sulla  guerra 
imminente  (an.  1442),  71,  44-45:  partecipa  alla  gio- 
stra  bandita  in  Boiogna  dal  pred.,  72,  1-2;  tiene  a 
battesimo  Giovanni  II  figllo  di  Annlbale  Bentiyo- 
glio  (an.  1443),  74,  49;  recasi  con  armatl  contro 
Castel  San  Pietro,  che  si  accorda  di  tenersi  per  il 
Piccinino,  83,  43-45;  avendo  con  11  Dal  Verme  dan- 
negglato  11  Bolognese,  11  Senato  di  Bologna  manda 
Guido  Rangoni,  Gottifredo  e  Simonetto  daiI'Aquila 
a  saccheggiare  i  suoi  territori  e  assediare  le  sue  c.  dl 
Imola  e  Faenza,  95,  7-1 1;  munisce  Imola  contro  1 
Bolognesi  che  non  riescono  a  prenderla,  97,  4-6; 
Lodovico  Malvezzi  si  reca  al  »uo  servlzio  con  ven- 
ticinque  lancie,  18-19 ;  assoldato  dal  com.  dl  Bolo- 
gna,  gli  invia  seicento  cavalli  che  sono  mandatl  a 
Panlgale  (an.  1446),  116,  10-13  ;'una  sua  figlla  tpota 
Tiberto  Brandollni  (an.  1458),  165,  18-20. 

Manfrkdi  Tadueo  [Tadto,  Taddeo  da  /mola]  nlpote  di 
Astorre,  179,  45;  slgnore  di  Iraola;  i  fatto  cav,  au- 
rato  in  Bologna  dall'imp.  di  Coitantlnopoli  (an. 
1439),  59,  45-46;  secondo  altri,  tale  onore  Js  dato 
non  a  lul  ma  a  Giovannl  dl  Guid'Antonlo  Man- 
fredi,  46-47;  essendo  a  Bologna  ra  incontro  aino  a 
porta  San  Felice  a  Galeaaao  Maria  Sforza  (an.  i4S9)> 
168,  41-42,  col  quale  rientra  In  c,  48;  169,  4;  %\\h 
dallo  sio  Aatorre  presa  la  torre  dl  Moate  Hattaglia 
(an.  1462),  179,  45-46;   per  deliberazlone  degll  am- 


T.  XXXUI,  p.  I  —  43- 


674 


INDICE  ALFABETICO     [Manfredl  Taddeo-Maiitova  (ciua)] 


b«tc.  dl  Bologna,  A.  pp.  e  d.  duca  Sforwi  conTe- 
nutl  in  Imola  e  Faenza,  l'arbltrato  d.  sue  (llflrerenze 
con  Aitorre  h  rlmeno  al  pp.,  180,  30-U;  gll  h  ai- 
•ediata  Imola  da  Aleisandro  Sforza  (an.  1467),  193, 
13-34;  per  la  caduta  d.  cattello  dl  Bubano  In  mano 
d.  nemici  h  aospettato  dallo  Sforza  di  Intenderiela 
col  CoUeoni,  194,  33-34  ;  rlcupera  Rlolo  Secco,  cac- 
clandone  dl  notte  l  presldi  dl  Astorre  e  Impadro- 
nendosl  d.  castellano  dal  pred.  lasctatovi  (an.  1468), 
198,  4»;  199,  1-4;  In  segulto  alla  pace  gU  sono  reitl- 
tultl  Bagnara  e  Bubano,  199,  34 ;  cede  Imola  a  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  in  odio  a  suo  flgllo  Guldaccio 
(an.  1474),  214,  l9-3>. 

Manrrbdo  V.    Vaslo  (Del)  M. 

Maitprkdonia  (arcivkscovi)  \^arcivtscovo  Sip«nlino\    v. 
Perotti  Nicolb  (aa.   1458-1480). 
—  (vsscovi)  V.    Martino   (fra)   da   Legnano   al  leeolo 
Antonio   Maria  Cioechi  (1506-1512). 

MANFRONii:  GlAMPAOLO  \Giovanni  Paole  ManJrone\cA-^. 
d.  Veneziani  in  Faenza;  si  muove  per  soccorrere 
Brlstghella  assediata  dalle  genti  d.  Cliiesa  (an.  1509), 
385,  30-31;  ma  troppo  tardi,  32:  anzl  imbattutosi 
colle  pred.  reduci  dal  bottino  di  Brislgliella  rimane 
prigioniero  e  i  suoi  vengono  rotti  e  svaliglati,  33-34. 

Mangagnons  ua  FoRLi  \Mangagnono\  Suo  frateUo  corre 
nella  giostra  per  le  nozze  dl  Annibale  Bentlvoglio 
In  Bologna  contro  Giovanni  Antonlo  da  Verona 
(an.   1487),  241,  4-5. 

"Manoani  Bartolomeo  [Bartolomeo  Manghano}  bolo- 
gnese;  vlnce  alla  giostra  In  Mllano  un  corslero  dt 
cento  fiorini  d'oro  (an.   1395),   I.XV,  23-35  „. 

Manoani  Francbsco  [Franceseo  dal  Mang-ano]  padre  di 
Mlciiele,  89,  3. 

Mangani  Gasparino  padre  di  Rinaldo;  gli  h  conceisa 
dal  Senato  di  Bologna  e  confermata  da  Eugenio  IV 
la  facolta  di  vendere  cibarie  in  Castel  del  Vescovo 
(s.  a.),  152,  35-30. 

Manoani  Giacomo  figlio  di  Rinaldo,  152,  23;  padre  di 
Giovanni,  33. 

Mangani  Giovanni  figlio  di  Giacomo,  152,  33;  cltta- 
dlno  bolognese;  gli  h  confermata  da  Nicol6  V  per 
si  e  i  suoi  eredi  la  concessione  di  vendere  cibarie 
a  Castel  del  Vescovo,  fatta  ai  suoi  maggiorl  dal  Se- 
nato  di  Bologna  e  da  Eugenio  IV  (an.  1454),  152, 
33-30. 

Mangani  Michelb  [Michele  dal  Mangano]  figllo  dl  Fran- 
cesco,  89,  2;  i  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  prov- 
vedimenti  fiscall  deliberatl  nel  Consiglio  d.  Seicento 
(an.  1443),  88.  43-89,  1-3. 

Manoani  Nicolo  [.Vico/d  dal  Mangano]  drappiero;  qualc 
legiiace  d.  Canetoli  gli  lono  fatte  sequestrare  dal 
pod.  Offida  tutte  le  arml  che  possedeva  (an.  1435), 
44,  39-43. 

MangiaOALLO  ....  \Maniagallo\  di  Medicina;  gli  e  bru- 
ciata  la  casa  perchi  aveva  favorito  l'ingresso  d. 
fuorusciti  nella  terra  (an.  1449),  132,  35-26. 

"Mangini  Carlo  scrive  un'avvertenza  di  seguito  alla 
dedica  nel  Tktatro  morale  de'  moderni  ingegni  d. 
Ghlrardaccl  in  cui  da  notlzie  d.  cronologia  deU'opera 
(an.  1575),  XXIV,  9-15;  vi  fe  inserito  un  sonetto  in 
sua  lode,  17-21 ;  sua  espressione  notevole  riguardante 
il  Ghlrardacci,  XXIV,  34;  XXV,  1  ,. 

Manoioli  V.  Mantoli. 

Mani  Marco   [Marco  Mano]  Mrto  dl   Galeazzo   Maria 


Sfona;  lo  accompagna  a  Bologna  (an.  1459),  169, 
15,  17. 

Maniktto  V,  Mainetti  M. 

MANMieLLO  V.  Boecadiferro  M. 

Mano  (Dalla)  Riouccio  sacerdote;  accompagnm  Gio- 
ranni  Bentivoglio  in  pellegrinaggio  a  Sant'Antonlo 
di  Padova  (an.  1488),  244.  36,  39-30. 

"  Man.si  Francssco  Antonio  cav.,  cuglno  d.  marcti. 
Guldo  BentivogUo;  con  U  luo  tatto  c  la  lua  avre- 
dutezza  penuade  il  pred.  a  indennizzare  gli  itam- 
patori  luccheii  d.  terso  vol.  d.  Ghirardacci  d.  ipeM 
incontrate  neiredizlone  e  ritirarla  tutta  (an.  17S9). 
Cni,  34-CIV-CXIV,  1-34;  elenco  d.  lettere  icrltte  al 
marchese  Guido  Bentlvoglio  per  la  nota  questlone, 
CUX,  3-«,  47-50;  CLX,  47-49;  CLXI,  33-31;  CLXII, 
3-6,  41-43;   CLXHI,   8-10,   20-33,. 

Mantachkti  o  Mantachetti  Baluassarri'.  [Baldeuerra 
Maitachedi]  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.  1454),  149,  34. 

Mantachbti  o  Mantachetti  Elisko  \Blii*o  Maltaektti] 
medico,  f  di  maie  mazucco  (an.  1505),  341,  30. 

Mantachkti  o  Mantachetti  Damiano  [Damianc  Mon- 
techedi]  figiio  dt  Fabrino,  88,  49;  e  tra  gli  incaricati 
di  altuare  i  provvedimenti  fiscali  delil>erati  dal 
Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  43-49. 

Mantachbti  o  Mantachetti  Fabrino  [Fabrino  Mon- 
techedi]  padre  di  Damiano,  88,  49. 

Mantkgna  Anurba  principe  d.  pittori;  f  >u  Mantova 
sepolto  con  grande  onore  (an.  1506),  344,  44-45. 

Mantici  Monts  figlio  di  Zarlottino,  102,  36;  Massaro 
d.  Compagnia  d.  Lombardi,  36;  accnrda  all'abate  di 
San  Giacomo  dl  fabbricare  l'ospedaIe  di  tjan  Bmno 
nella  casa  d.  Lombardi  a  determinate  coadizioni 
(an.  1445),  35-40. 

Mantici  Zarlottino  padre  di  Monte,  102.  36. 

Mantinea  in  Morea;  l  Venezlani  vi  sono  vlntl  dalla 
cavaUerla  turca  (an.  1461),  178,  4-6. 

Mantova  (citta).  Vi  sl  reca  Antonio  GaUuzzl  (an.  1429) 
13,  U-19,  e  l'imper.  Sigismondo  di  Lussemburgo 
(an.  1433),  36,  18;  il  pred.  ne  crea  marchese  Gian 
Francesco  Gonzaga,  18-19;  il  pp.  vi  convoita  gli  am- 
basc.  di  tutti  i  principi  e  signori  per  accordarsi 
sul  raodo  di  opporsl  aU'invasione  d.  Turchi  in  Gre- 
cia  (an.  14S9),  167,  37-39;  ric,  170,  39;  vi  glunge 
Pio  II,  171,  45;  cf.  43;  170,  49;  vl  convengono  am- 
basc.  di  molti  princlpi,  172,  16;  vi  si  recano  a  dl- 
manda  d,  pp.  anche  ambaic.  BolognesL,  16-17;  finito 
il  congresso  cui  erano  intervenuti  tutti  I  principi 
di  Europa  (an.  1460),  44-45,  vi  giungono  am- 
basc.  Bolognesi  a  invitare  Pio  II  a  pas- 
sare  di  Bologna,  173,  4;  vi  fugge  Nicold  da 
Este  (an.  1471),  208,  34-35:  vi  sono  confinati  Alet- 
sandro  e  Cristoforo  Caccianemici  (an.  1473),  212, 
17-18;  t  Federigo  gli  succede  neUa  signoria  U  figUo 
Gianfrancesco  (an.  14S4),  231,  13-13;  vi  si  reca  An- 
nibale  Bentivoglio  con  ia  moglie  Lucrezia,  Nicold 
Rangoni,  Gilberto  Pio  e  moito  seguito  alie  nozze 
d.  marchese  con  Isabella  d'Este  (an.  1490),  255,  33-36; 
vi  torna  11  Gonzaga  recatosi  a  passare  il  camevale 
a  Bologna  (an.  1492),  265,  34;  dal  marchese  ne  h 
data  la  cittadinanza  a  Filippo  Balduini  Bentivoglio 
(an.  1493),  '^b'),  41-42;  Giovanni  Gonzaga  vi  fa  con- 
durre  la  sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494),  275, 
6-7;  vi  arriva  la  pred.  con  grande  corteggio,  34-35 1 


[Mantova  c.V/a-Manzoli  Melchiorre]    INDICE   ALFABETICO 


675 


ne  parte  Agamennone  Malvezzt  per  Bologna  (an. 
1501),  306,  5 ;  vi  ri  reca  il  duca  Guidobaido  da  Mon- 
tefeltro  in  fuga  dal  suo  stato  (an.  1503),  311,  10; 
gia  vi  si  trora  Eiisabetta  Gonzaga  raoglle  d.  pred., 
11;  cf.  309,  21-22;  Ti  f  il  pittore  Andrea  Mantegna 
(an.  1506),  344,  u-iS;  vl  si  recano  Ippoiita,  Gia- 
coma  e  Lucrezla  Bentirogiio  con  ie  figile  esuii  da 
Boiogna,  353,  «5-48;  vl  torna  il  marcliese  Gianfran- 
cesco,  358,  18 ;  vi  si  reca  Gaspare  Scappi  boiognese 
ad  abboccarvisi  con  Annibale  Bentivoglio  (an.  1508), 
378,  28-29;  lo  Scappi  vi  torna  ailo  stesso  scopo,  379, 
7 ;  V.  anche  Benedetto  di  Maniova ;  Francesco  di  Man- 
lova;  Gandolfo  di  Mantova;  Giacomo  da  Mantova. 
Mantova  (MARCHiisi)  V.  Gianfrancesco  I  Gontaga  (aa. 
1432-1444),  Luigi  Gonxaga  (aa.  1444-1478),  Federigo 
Gontaga  (aa.  1478-1484),  Gianfrancttco  II  (aa.  1484- 
«519)- 

—  (tbrritorio)  [Mantovano]  danneggiato  daiia  tem- 
pesta  (an.  1454),  151,  u;  Annlbaie  ed  Ermes  Ben- 
tivogiio  vi  assoldano  genti  (an.  1507),  369,  1-2. 

—  (VESCovi)  V,  Lodovico  Gonxaga  (aa.   1483-1511). 
Mantua  V.  Mantova. 

Manzagallo  V.  Mangiagallo. 

Manzini  Antonio  detto  "  ii  Busca  ,  v.  Mancini  Antonio. 

Manzino  Giacomo  V.  Mancini  G. 

Manzino  (II)  V.  Mancino  {II). 

Manzoli  [Mangioli]  imparentati  con  Giovanni  Benti- 
voglio  per  ii  matrimonio  di  Aiessandro  Attendoli 
iigiio  adottivo  di  Fiiippo  Manzoii  con  Lucia  natu- 
rale  di  Giovanni  (s.  a.],  354,  40;  neiia  ioro  casa 
alioggia  Giovanni  Baglionl  (an.  1506),  357,  23-24. 

Mamzoli  Albssandro  figiio  di  Bartoiomeo,  53,  39  ;  e  el. 
dai  Senato  di  Bologna  Gonfaloniere  per  ii  quartlere 
di  porta  Ravegnana  (an.   1438),  36,  39. 

MaKzoli  Antonio  [Antonio  Mangio/i]  padre  di  Battista, 
144,  25;  fe  ei.  degii  Anziani  per  porta  Stieri  (an. 
1428),    11,  40-41. 

Manzoli  Bartolomko  [Bartolomeo  Mangioli]  padre  di 
Aiessandro,  53,  3»;  di  Fiiippo,  47,  4-5;  188,  43-44; 
di  Gabriele,  47,  4-5;  sl  reca  con  il  governatore  di 
Bologna  Ludovico  Alamanni  e  con  altri  gentiluo- 
mini  boiognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e  Forii 
(an.  1426),  4,  10-13;  k  ei.  d.  Sedici  Riformatorl  d. 
Stato  (an.  1428),  7,  1-3;  h  el.  del  Dieci  Riformatori 
(an.  1439),  11,  43-44;  e  d.  Sedici  Riforraatori,  14, 
9-10;  e  rictiiamato  in  Bologna  (an.  1430),  18,  1-3; 
fa  pace  a  norae  di  Antonio  Bentivogiio  con  1  Ca- 
netoii,  5-6. 

Manzoli  Battista  [Battixta  Mangiclo]  figlio  di  Antonlo, 
144,  25;  cittadino  boiognese  assai  stimato,  dottore  in 
legge  e  canonico  di  San  Pietro,  25-36;  ti  reca  a  Mo- 
dena  da  Galeotto  CanetoU  quindi  a  Reggio  per  ac- 
cordarsi  di  fare  entrare  in  c.  1  fuorusciti  (an.  1454), 
26-29;  delibera  con  altrl  dl  aprire  ai  pred. 
ia  porta  d.  Pratello  il  giorno  deM'Epi- 
fania,  30-31;  preparativi  fatt!  aII'uopo,31- 
34;  scoperto  il  trattsto  J  preso  e  tormentato,  34-36 ; 
rivela  tutto,  36-37 ;  fc  posto  nelia  prigione  d.  donne, 
3»;  accusa  1  Veneziani  di  essere  consapevoli  d.  con- 
giura,  40;  discordi  pareri  d.  tenatorl  tulla  tua  pu- 
nizione,  45-48;  h  fatto  arbitrariamente  Impiccare  nel 
carcere  da  Paolo  Volta,  145,  2-5;  11  suo  corpo  i 
sepolto  onoratamente  in  San  Pietro,  10;  Giacomo 
Ptcclnino  vuol  Tendicarne  la  morte,   154,  5-6. 


Manzoli  Battista  [Hattista  Mangioli]  fa  un  presente 
aile  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  28; 
t  ed  fe  sepolto  in  San  Giacomo  (an.  1473),  213,  31- 
32 ;  sue  qualiti,  32-36 ;  erige  quasi  per  intero  ii  mo- 
nastero  d.  suore  d.  Corpo  dl  Cristo,  34-35;  cf.  162, 
26-37;  aitre  sue  opere,   213,  35-36. 

Manzoli  FiLiPPO  [Filipfo,  Philippo  Mangioli]  figlio  dl 
Bartolomeo,  47,  4-5;  188,  43-44;  riccamente  vestito 
va  incontro  al  pp.  (an.  1436),  47,  4-5;  con  altri  va  a 
Miiano  a  prendere  la  spota  di  Giuilo  Malvezzi  (an. 
1464),  183,  28-32;  ^  ricevuto  con  grande  onore  dai 
duca,  33-33;  d4  con  gli  altri  l'aneiIo  alla  spota  a 
nome  di  Glulio,  33-34 ;  parte  per  Bologna  con  la  pred., 
34-35;  accompagna  Giovanni  Bentivoglio  in  vlsita 
a  Milano  (an.  1465),  188,  43-44:  adotta  Alessandro 
Attendoii  [s.  a.],  354,  40;  el.  degti  Anziani  da 
Giuiio  II  (an.  1506),  359,  14,  16;  a  novantaquattro 
anni  h  multato  in  ottomila  ducati  per  il  ri&cl- 
mento  d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),  388,  6. 

Manzoli  Filippo  [Filippo  Mangioli]  figlio  di  Lodovico, 
147,  38;  scalco  di  tavola  aile  nozze  di  Sante  Benti- 
vogito  (an.    1454),    147,  30-33,    38. 

Manzou  Gabriblr  [Gabrielle  Mangioli],  figlio  di  Bar- 
toiomeo,  47,  4-5;  riccamente  vestito  va  incontro  al 
pp.  (an.  1436),  47,  4-5;  si  reca  con  altri  a  Milano 
a  prendervi  Donnina  Visconti  sposa  di  Annibale 
Bentivogiio  (an.   1441),  68,  48-69,  1-3. 

[Manzoli  Giulia]  mogile  di  Ercole  Bentivogiio  accom- 
pagna  a  Rtmini  Violante  Benttvoglio  (an.  1489), 
254,    16-17. 

Manzoli  LoDOVlco  [Lodovico  Mangioti]  figlio  dl  Marco, 
62,  3;  padre  di  Ftlippo,  147,  38;  h  el  d.  Sedici  Ri- 
formatori  d.  Stato  (an.  1440),  62,  I,  3;  presta  ai 
com.  cinquanta  scudi  ed  h  ei.  tesoriere,   13. 

Manzoli  Lodovico  [Lodovico  Manxuoli,  Mangioli]  figiio 
di  Melcliiorre,  87,  11 ;  97,  26-37  ;  107,  31 ;  6  el.  d.  Dleci 
di  Balia  (an.  1443),  87,  11;  fa  parte,  per  porta  San 
Plero,  d.  Commissione  incartcata  d.  etezionl  agli 
uffici,  97,  33-25,  37 ;  h  d.  Rif ormatort  di  Boiogna  (an. 
1445),  101,  33-33;  i  el.  d.  Sedtcl  Riformatori  d. 
Stato,  107,  19-31 ;  h  degli  Anziani  che  deliberano  li 
bando  ai  Canetoli  e  ioro  teguaci,  48;  108,  5;  tua 
casa  ric,  151,  36. 

Manzoli  Marco  [Marco  Mantioli]  padre  dt  Lodovico, 
62,  3. 

Manzoli  Mblchiorrb  [Melchiorre  Mangioli]  padre  dl 
Lodovico,  87,   11;  97,  36-37;   107,  31. 

Manzoli  Melchiorrb  [Melchiorre  MangioU,  Marehion 
Mantolo].  Nelia  giostra  per  le  nozze  d.  Benttvoglio, 
corre  contro  Nicol6  Rangonl  (an.  1487),  240,  44-45; 
accompagna  Giovannl  Bentivoglio  in  pellegrtnaggio 
a  SanfAntonio  di  Padova  (an,  1488),  244,  26-30;  dai 
Senato  e  mandato  con  altri  ambatc.  a  Giullo  II  a 
SanfArcangeio  (an.  1506),  345,  45-47;  glunto  a  Ce- 
sena  coi  compagni  h  rtgglunto  da  un  messo  di  Gio- 
vanni  Bentivoglio  che  loro  fa  premura  dl  pattare 
in  territorio  veneziano  cssendo  itato  uccito  In  Bo- 
logna  Bernardlno  Goizadint  araato  dai  pp.,  46-346, 
1-17;  va  a  Cervia  e  di  li  chiede  a  Giullo  II  e  ot- 
tiene  un  salvacondotto,  346,  17-31 ;  recatoti  con  glt 
altri  a  SanfArcaogelo  riceve  ordine  dai  pp.  dl  non 
partire  senza  ilcenza,  21-23;  rlmanda  a  Bologaa  II 
suo  seguito  aIl'infuori  dt  un  tcrvltore,  33-34 ;  el.  dal 
pp.  d.  Quaranta  Contiglieri  e  Rlformatori  dal  prtd. 


676 


INDICE   ALFABETICO     [Manzoli  Melch.  Marchesi  TaddeoJ 


IiHtulti  in  Bologna(an.  1506),  338, 14,  ast  gll  fa  un 
preiente,  360,  30-3J;  i  con  >Itrl  mandato  dal  gorer- 
natore  allo  Scappl  a  domandargli  di  rettltuire  porta 
San  Mamolo  a  qualunque  condlzione  (an.  i$oS), 
381,  1-13;  pretese  aranzate  dal  pred.,  I3-3S;  multato 
In  mille  ducati  per  il  rifaclmento  d.  pal.  Mareacotti 
(an.  1508),  387,  3». 

Manzqli  Nicoi.6  [JVico/i  Mangi»li\  i  el.  degli  Anilani 
per  porta  San  Pietro  (an.  1438),  6,  41,  43;  i  InTlato 
a  Imola  al  card.  Albergati  per  pregarlo  dl  inter- 
porsi  pr.  11  pp.  per  la  pace  con  Bologna  (an.  1439), 
14,  40-41;  torna  a  Bologtia,  15,  s. 

Manzousi  Alessandro  \AUtiandro  da  Manto/ino]  dot- 
tore;  el.  degll  Anzlanl  da  papa  Gtullo  II  (an.  1506), 
359,  14-16. 

Manzolini  AtnjRKA  [Androa  da  Mantolino\.  Suo  dono  a 
Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  15; 
t  di  peste  (an.  1456;,  163,  37-3S:  c  sepolto  in  San 
Nicol6  degli  Albirl,  2S-39. 

[Manzolini  Catbrina]  V.  Ghirardacci  C. 

Manzolini  Giacomo  [/acomo  da  Manzolino]  padre  di 
Pellegrino,  6,  47. 

Manzolini  Giovanni  [  Giovanni  da  Manxoiino]  liglio  di 
Lodoyico,  65,  3-4 ;  procuratore  e  notaio;  h  el.  d.  Sedlci 
Riformatori  d.  Stato  (an.  1428),  7,  1-4;  e  el.  d.  Dleci 
Riformatori  (an.  1419),  11,  43-46;  h  d.  Sedicl  Ri- 
formatori,  14,  9,  12;  e  inviato  dai  Bolognesi  al  pp. 
Eugenio  IV  a  Firenze,  a  condolersi  d.  sue  avTersIta 
(an.  1434),  40,  41-43;  e  el.  d.  Dieci  di  Baiia  (an.  1435), 
41,  31;  di  nuoro  (an.  1438),  53,  41-43;  b  dal  Senato 
mandato  con  Gaspare  Malrezzl  ambasc.  al  Picci- 
nino  (an.  1440),  65,  3-4;  in  nome  d.  com.  dl  Bologna 
fa  e  sottoscrive  con  ii  pred.  alcuni  capitoli  per  la 
restituzione  al  com.  d.  castelli  e  d.  porte  di  Bolo- 
gna,  13-66-67,  1-3;  torna  a  Bologna  qual  procuratore 
d.  Plccinlno;  fatto  radunare  il  consiglio  gen.  pre- 
senta  t  capitoli  pred.  iirraati  da  Nicol6,  23-37 ;  i  d. 
Sedici  Riformatori  (an.  1443).  87,  3-4;  cassato  que- 
sto  uificio  c  el.  d.  Dieci  di  Balia,  8-10 ;  el.  degli 
Anzianl  per  porta  Ravegnana  di  iugllo-agosto  (an. 
1446),   117,  6-7. 

*  Manzolini  Giulio  Cbsare  sposa  Caterina  Giiirardacci 
(an.  1573),  VIII;  Scliizzo  genealoglco  „. 

Manzolini  LoDovico  padre  dl  Gioranni,  65,  3-4. 

Manzolini  Pellegrino  [Pere£-rino]  figllo  dlGiacomo; 
i  Gonfaloniere  d.  popolo  per  porta  Raregnana  (an. 
1438),  6,  45,  47. 

Manzolino  castello  nel  Bolognese,  ric,  9,  26;  se  ne  im- 
padronisce  11  Gattameiata  (an.  1434),  37,31-33;  ric, 
41,  u;  c  restltuito  a  Bologna  (an.  1435),  44,  37-38 ; 
si  accorda  con  Luigi  dal  Verme  e  non  soffre  danni 
(an.  1443),  86,  5-6;  cf.  88,  19;  sconfitto  il  dal  Verme 
ai  rende  a  Bologna,  94,  7-8;  Lodorico  Canetoli  tratta 
con  tal  NicoI6  dl  occuparlo,  ma  il  complotto  e 
scoperto  (an.  1447),  122,  10-12;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  33;  v. 
anche  Nicolh  da  Manxolino. 

[Maometto  II]  (Gran  Turco]  t  lasciando  due  soli  figli 
Bajazet  e  Ziiim  (an.  1481),  223,  s-9. 

Maranini  Ercole  [Ercole  Maramno']  h  d.  Venti  d.  po- 
poio  pel  quartiere  di  Porta  San  Pletro  (an.  1506), 
352,  6-7. 

Maranini  NASciMBE.<ra.  Dono  suo  e  d.  fratelli  a  Sante 
Bentiroglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  149,  34-35;  fa 


un  pre«ent«  alie  noase  di  Ginllo  Malrezsl  (an.  1464), 
184,  41. 

Marano.  Vi  h  rorinato  II  raccoito  da  uo  temporale  (an. 
1448),  125,  31,  35;  fa  un  dono  a  Sante  Bentirogllo 
per  le  tue  nozze  (an.  1454),  150,  44;  dannegglato 
dalla  tempesta,  151,46,  49;  ne  i  oriundo  Doroenico 
Riccucci,  34. 

Marca  V.  Aiteona  (tnarea  di),    Treviio  (marea  di). 

Marcanova  Giovanni  ecceliente  medico;  ablta  nella 
casa  d.  Ramponi,  153,  35;  salra  da  un  arrelena- 
mento  la  famiglia  di  Pietro  Macctiiarelli  (an.  1454), 
25-38;  fa  un  preaente  per  ie  nozie  di  Giuilo  Malrezzi 
(an.  1464),   184,  24. 

Marcantonio  \Marco  Antonio]  v.  Agatiani  M.  A.,  Bian- 
chetti  M.  A.,  Colonna  M.  A.,  Pantutxi  M.  A.,  Mal- 
vexti  M.  A.,  Segni  (Di)  M.  A. 

Marcbllo  V.  Gartoni  M.,   Oretti  M. 

"  Marcello  Piktro  scrive  a  fra  Clierubino  Gliirardacci 
trattando  di  alcune  famiglie  bologneti  (an.  1597). 
XXXVIir,  14-15  „. 

Marcello  (card.  di  San)  V.  Casini  Antonio. 

Marchesana  h  in  parte  posta  a  sacco  dai  Venezlani 
«ino  ai  borghi  di  Mllano  (an.  1446),  118,  lo-ll. 

....  Marciiese  servo  d.  castellano  di  Varano :  i  cliia- 
niato  dal  padrone  di  buon  mattino  ad  aprirgli  It 
porta  d.  camera  chiusa  al  di  fuori  (an.  1443),  78, 
47-48;  mentre  si  appresta  a  ubbldire  h  fatto  prigio- 
niero  da  Galeazzo  Marescotti  e  dai  suoi  cumpagni, 
79,  1-5 ;  c  ucclso  da  Michele  Lojani  perchi  malgradu 
l'avvertlraento  avera  gridato,  »-10. 

Marchese  di  Cornbto  11.  Corneto  (marcheie  di). 

Marchese  del  Sacro  Romano  Impero  [tnarcUo  lacri  R»- 
tnani  frnferii]  titolo  deirimp.  Massimiliano,  279,  30. 

Marciibsi  di  Dozza  V.   Campeggi. 

—  Dl  Fkrrara  V.  Ferrara   (marcheti  di). 

—  Dl  Mantova  V.  Mantova  (marcheii  di). 

—  DI  MoNFERRATO  V.  Monfertato  (marcheh  df). 

—  Di  Saluzzo  V.  Saluxto  (marehesi  di). 

Marchbsi  Bartolombo.  Suo  dono  a  Sante  BentiTOglin 
per  le  sue  nozzt  (an.  1454),  150,  7-8. 

Marchesi  FiLiPPo  combatte  nel  torneo  in  Bologno,  te- 
nutosi  per  definire  se  ia  Sapienza  o  la  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale  Ben- 
ttrogiio  paladino  d.  Fortuna ;  e  ascritto  alla  prima 
squadra  restita  airitaliana  (an.  1490),  259,  15-17' 
la  sua  parte  rlesce  vittorlosa,  262,  17-19. 

Marchesi  Taddeo  [  Taddeo  Marckete]  condottiero  d,  Ve- 
neziani,  giungc  a  Bologna  con  miile  cavalli  (an.  1445), 
111,  44-45;  si  impadronisce  del  Sasso  di 
Glosina  e  ri  fa  prigionieri  molti  bandlti,  112, 
37-38:  cf.  10-15;  e  inriato  dal  Senato  di  Bologna  ad 
assediare  Argile,  30-33:  si  ritira  avendo  sa- 
puto  d.  ritorno  d.  San  Sererino  nel  ter- 
ritorio,  36-38;  cf.  39;  va  con  Pietro  da  Nararrino 
a  ricuperare  San  Lorenzo  In  Collina  e  altri  iuoght 
occupatl  dal  nemici  (an.  1446),  114,  8-10;  fa  scor- 
reria  e  ingente  preda  in  quel  territorio  e  negli  altri 
di  Crespeilano  e  Bazzano,  10-11  ;  sostiene  una  fiera 
scaramuccla  ai  passi  col  contadini  che  volevano 
ritorgllegli  ii  bottino,  11-14;  di  nuovo  mandato  con 
Pietro  da  Navarrino  a  impadronirsi  di  San  Lorenzo, 
l'ottiene,  115,  10-11;  quindi  va  contro  Crespeliano, 
che  si  rende  a  patti,  11-13:  con  Romeo  Pepoli  si 
reca  contro  San  Gioranni,  28-39;  invita  a  colloquio 


[Marcbesi  Taddeo-Marescotti] 


INDICE  ALFABETICO 


677 


Guglielrao  di  Monferrato  che  presidiava  Castelfran- 
co,  116,  26-28;  gli  domanda  la  resa  d.  castelio  in 
cambio  di  mille  ducati  e  d.  condotta  d.  Fiorentini, 
d.  Veneziani  e  d.  Bolognesi  con  laute  pagVie,  2S-36;  si 
accordano,  36;  invia  un  trombetta  a  Bologna  ad  av- 
vertire  il  Senato  d.  suo  operato,  37-38;  vi  si  reca 
egli  stesso  per  l'approvazione  d.  trattato  e  per  ot- 
tenere  la  consegna  di  quattro  ostaggi  pretesl  da 
Guglielmo  slno  a  che  non  giunga  la  ratifica  d.  Ve- 
nezlani  e  d.  Fiorentini,  38-44;  lia  il  pieno  consenso 
d.  Senato  che  lo  ringrazla,  46-47 ;  gli  h  consegnato 
Castelfranco  da  Guglielmo  e  Ti  pone  fortl  presidi, 
117,  »-11;  passa  col  pred.  a  San  Giovanni  inPersiceto 
ovetrovaln  arrai  il  presidio  d.  Gonzaga, 
11-18;  accetta  I'offerta  degli  abitanti  di  perdonare  loro 
c  salvarli  dal  sacco  in  cambio  d.  loro  aiuto  contro  il 
Gonzaga,  18-32;  cf.,  25-25;  conquistato  San  Giovanni 
in  Persiceto  vi  lascia  buon  presldio  e  va  contro 
SanfAgata  e  Crevalcore  che  ottiene,  26-28;  passa  al 
Lavino  e  di  la  ordina  la  resa  a  quei  di  Argile,  che 
subito  acconsentono,  31. 

Marchionne  V.  Melc/tiorre, 

Marco  [Marcion]  v,  Aldrovandi  M.,  Canitoli  M.,  Condul- 
mer  M.,  Cornaro  M.,  Gengifabbri  M.,  Ghirardacci 
M,,  Gulosi  M.,  Guerrini  M.,  Legnani  M.,  Loiani  M., 
Lufari  M.,  Mani  M.,  Ntgri  M.,  Pio  M.,  Razali 
M,,  Ringhieri  M.,  Sampitri  M.,  Sforza  M,,  Vigtrio 
M.,    Viitani  M. 

Marco  (cardinah  di  San)  V.  Barbo  Pietro,  Fusco  An- 
gelotto,  Grimani  Domenico. 

Marco  da  Treviso  \^Marco  da  Triviso]  parte  di  Bologna 
crociato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),  185,  43. 

Marco  Antonio  V.  Marcantonio, 

Marconk  v,  Sangallo  (Da)  M. 

....  Marcone  [A/arc*on«]  uno  degli  Anzlani;  promette 
di  sborsare  subito  il  premlo  pattuito  a  coloro  che 
primi  entrino  in  Pal.  contro  i  soldati  d.  Picclnino 
(an.    1443),  81,  26-31. 

Mare.scalchi  (famiglia)  "h  rappresentata  nel  Theatro 
morale  </«'  moderni  ingegni  d.  Ghlrardacci,  XXIV, 
22,  26  „;  si  azzuffano  con  i  Da  Moglio  nella  Fon- 
dazza  rimpetto  a  Santa  Cristlna  e  uccidono  un  tal 
Vlncenzo  ragusino,  uomo  d'arme,  e  ne  feriscono  due 
,altri  (an.   1505),  336,  23-26. 

Mare.scalciii  Antonio  giostra  nel  torneo  In  Bologna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  teguito  dl  Annibale 
Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  e  ascritto  alla 
quinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  259, 
30-32;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19;  e 
confinato  perchfe  aralco  d.  Bentivoglio  (an.  1507), 
362,  33-34,  42. 

Marescalchi  Bartolomeo.  Suo  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.   1454).   150,  4-5. 

M\RESCALCni  GiAMBATTisTA  h  con6nato  perchi  amico 
d.  BentivogHo  (an.  1507),  362,  33-34,  42. 

Markscalchi  Matteo  [Matteo  MareacalcHi,  Matthio  Ma- 
rencalchi]  figllo  dl  Nlcold,  merciaio,  e  Massaro  d. 
Merciai;  h  degU  Anzianl  per  porta  Stlerl  (an.  1438), 
6,  41,  44-45;  h  el.  d.  Dieci  dl  Bal\a  (an.  1435),  41, 
23;  va  ambasc.  con  altrl  a  Flrenze,  per  invltare  il 
pp.  a  recarsl  a  Bologna,  44,  3  13;  nc  torna,  16;  h  rl- 
confermato  d.  Dleci  di  Balla  (an.  1438),  53,  41-42; 
h   degll  Anztani  («n.  1444),  97,  37;  di  nuovo  degli 


Anziani  per  porta  Stieri  di  luglio-agosto  (an.  1446), 
117,   5. 

Markscalchi  Matteo  figllo  dl  Lodovico,fed.  Ventl 
del  popolo  pel  quartiere  di  Porta  Stieri  (an.  1506), 
352,  4,  6;  e  confinato  perchfe  amico  d.  Bentivoglio 
(an.  1507),  362,  33-34,  42;  fe  multato  in  trecento  du- 
cati  per  il  rlfacimento  d.  pal.  Marcscotti  (an.  1508), 
388,  13;  con  altri  quattro  compagni  denunzia  coloro 
che  avevano  preso  parte  alla  rovlna  d.  pal.  pred. 
(an.   1508),  389,  12-13. 

Markscotti  (famiglia)  "  &  rappresentata  nel  Theatro 
morale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
22,  26  „ ;  nella  loro  casa  si  salva  Carlo  Cappelli  dopo 
avere  ferito  Matteo  dalle  Correggie  (an.  1445),  100, 
43;  saputo  che  i  Dalle  Correggie  si  radunavano  per 
trarre  vendetta  d.  feritore,  sl  armano  e  vanno  a  casa 
di  Lodovlco  Canetoll  In  San  Mamolo  a  provocarlo, 
43-101,  1;  11  pred.  non  si  fa  vivo,  1-2,  sl  recano 
allora  In  Piazza  al  grido  di  *  Viva  il  popolo  e  le 
arti  „,  ma  nessuno  li  segue,  1-4 ;  sono  cacciatl  di 
Piazza  dagli  Anziani  e  tornano  alle  loro  case,  4-6;  si 
odiano  coi  Canetoli,  101,  10;  quelli  scesl  in  Piazza 
sono  banditi  dal  Senato,  18-19;  covano  serapre  l'odio 
contro  i  Canetoli,  49-50;  i  quali  ne  deliberano  Tuc- 
cisione,  102,  11;  cf.  41-44;  vanno  incontro  a  Sante 
Bentivoglio  sino  a  San  Ruffillo  (an.  1446),  119,  17- 
U;  partecipano  al  governo  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  41-43;  alcuni  di  loro  detenuti  in  Pal.  sono  uc- 
cisi  da  Ermes  Bentivoglio  e  compagni  (an.  1501), 
305,  29-38,  e  i  corpi  sono  trasportati  all'o8pedale  d. 
Morte,  44-45 ;  quindi  sepolti  in  San  Domenlco,  306, 
10-11;  ric,  313,  30;  343,  39;  ric,  376,  50;  Glovannl 
Bentivoglio  h  inconsapevole  d.  loro  eccidio,  377, 
11-13,  e  dopo  amaramente  se  ne  duole,  13-16;  soll 
colpevoll  i  figH  di  lul,  16-18;  la  loro  t  addolora 
1  cittadini,  306,  20-35;  fuggono  tuttl  di  c.  a  ecce- 
zione  dl  Taddeo,  di  Sciplone  e  di  Ercole  al  servizlo 
d.  Bentivoglio,  26-29;  la  loro  casa /esta  abbando- 
nata,  27;  le  loro  arrai  sono  tutte  requisite  dal  Se- 
nato  e  portate  nel  pal.  degli  Anziani,  39-33;  dopo  la 
t  di  Galeazzo,  abbandonano  tutti  la  c.  o  per  scam- 
pare  la  vita,  o  mandatl  in  esilio  (an.  1.I03),  326,  2-6; 
cf,  330,  14-15;  il  loro  pal.  In  Bologna  rlmasto  vuoto 
h  preso  da  Giacorao  Maria  dal  Lino,  9-10;  le  loro 
posscssloni  se  le  dividono  In  parte  due  figll  di  Gio- 
vanni,  in  parte  aderenti  d.  pred.  (an.  1503),  326, 
10-13;  tornano  In  Bologna  con  Glullo  11  e  fanno 
parte  d,  corteo  papale  dalla  Maglone  al  Pal.  (an. 
1506),  355,  36-38;  cf.  330,  15-I6;  molti  noblll  bolo- 
gnesi,  amlci  d.  Bentivoglio,  fi  accordano  di  raffrc- 
narne  Tardire;  e  vendlcano  il  danno  e  I'inglurla  da 
loro  recata  ai  Bcntivoglio  col  distriiggerne  U  pal., 
rovinando  11  loro  (an.  1508),  378.  13  36;  avendo  vo- 
luto  uccldere  Cecchino  da  Padova  squadriero  d. 
guardla,  »e  ne  fanno  un  neraico  capltale,  379,  5;  su- 
bodorando  qualche  complotto  contro  loro  denun- 
ziano  al  governatore  dl  avere  avuto  «entore  di  rlu- 
nionl  armate  In  casa  d.  Pepoli,  degli  Ariottl,  dl 
Giovanni  Fellcinl,  13-16;  sono  rasslcuratl  dal  go- 
vernatore,  che  immantinente  avera  mandato  ad  ac- 
certarsl  d.  Teritl,  16-19;  tornano  slcurl  alle  loro  case, 
19-30;  lo  Scappi  ha  In  anlmo  di  rovlnarll,  39;  «ssa- 
liti  In  caaa  loro  dal  congluratl  ti  talTano  in  canil- 
cia  per  1  tetti   pr.  I  Tlclnl,  17-3»;   il  loro  pal.  vle- 


678 


INDICE  ALFABETICO 


(MarescotU-Marescotti  Ercole] 


ne  Incendlato    e   rovlnato,   380,   }t;  cf.  371.  30-34; 

10  Scappi  pone  tra  le  condtsioni  d.  reitituzlone  di 
porta  San  Mamolo  11  loro  confine  a  duecento  mlglla 
datla  c.  e  la  diitruzlone  completa  d.  loro  casa,  381, 
IS-16;  si  rlfugiano  in  Pal.  pr.  II  gOTernatore,  382, 
31-32;  11  quale  tcmendo  per  la  loro  vlta  II  fa  aecre- 
tamente  accompagnare  fuorl  d.  c.  e  terrltorio  da 
Marcantonlo  Fantuzzl,  33-35;  ranno  a  Toscanella 
nellTmolese,  3i-3f ;  da  Roma,  ore  eransl  trattcnuti, 
tornano  a  Bologna,  390,  35-36;  sino  a  clie  non  sia 
riedlficato  il  ioro  pal.  h  ioro  dato  dai  Icg.  e  dai 
Quaranta  la  casa  dl  Gasparc  Scappl,  36-37;  un  ioro 
servu  di  notte  urta  Plrro  Pepoli  e  lo  ferisce  (an. 
1509),  395,  6-10;  i  Pepoii  reclamano  al  governatore 
accusandoll  di  avere  mano  nel  fatto,  Jo-ll;  il  servo 
h  preso  e  condotto  alla  Ringliiera;  dopo  essergli 
stata  tagliata  la  mano  li  giustifica  di  ogni  coipa, 
11-15;  11  pred.  h  implccato,  15. 

Marbscotti  AcHiiXE  figlio  dl  Galeazzo,  208,  20-21 :  vesc. 
dl  Cerria  e  card.  ;  e  da  Sisto  IV  chiamato  a  Roma 
e  creato  suo  cubiculario  (an.  1471),  208,  U-30;  riceye 
cordialmente  Giovanni  Bentlvogilo  a  Ronia,  lo  con- 
vita  e  gli  regala  una  mula  dl  pregio  (an.  1485), 
232,  33-35;  t  (an.  1485),  233,  16;  11  padre  Galeazzo 
gll  fa  In  Bologna  solenni  esequie  in  San  Pietro  e 
gll  appresta  rlcca  sepoltura  in  San  Domcnico,  17-18. 

Marescotti  AcHiLLE  figlio  di  Giasone,  356,  I6;  h  nel 
corteo  dl  Giuilo  II  al  suo  Ingresso  In  Boiogna  (an. 
1506),  356,  5,  16;  esce  segretamente  di  Bologna  con 
altri  di  sua  famigiia  e  va  a  Toscaneiia  (an.  1508), 
382,  36-39. 

Marescotti  Agambnnonb  figllo  di  Galeazzo,  208, 19-31; 
fratelio  dl  Glasone,  303,  15;  e  di  Ercole,  306,  28; 
suocero  di  Bedoro  Preti,  3 ;  padre  di  Galeazzo,  359, 
38-39;  h  dal  pp.  creato  Senatore  dl  Roma  e  cav.  (an. 
1471),  208,  18-19;  e  visitato  da  Giacorao  Bargelllni, 
clie  gli  domanda  una  d.  sue  figliuole  per  Fiiippo  o 
Lodorico  Malvezzi  (an.  1488),  249,  26-30;  acconsente 
ai  proposto  maritaggio,  30-33;  renendo  11  dlscorso 
sulla  servitfl  di  Boiogna  e  sui  modo  dl  liberarla  h 
rlchiesto  dl  aiuto  a  questo  scopo  dal  Bargellini, 
33-35;  vuoi  sapere  dl  che  si  tratta,  35-38;  gli  h  espo- 
sto  dai  pred.  ii  piano  d.  conglura  contro  I  Benti- 
vogllo,  38-39;  OiTre  dl  trattenersi  col  figlio  Galeazzo 
e  venticinque  armati  nel  Salario  vicino  alla  Plazza 
e  impadronirsene  al  momento  opportuno,  39-<l;  11 
quale  incarico  gli  h  appunto  dato  quando  h  fissato 

11  giorno  d.  f  d-  Bentivogiio,  46-48;  ma  il  com- 
plotto  e  scoperto  aIl'ultimo  momento, 
250,  15-33;  h  incoipato  di  avere  avvertito  ii  card. 
Giuliano  d.  Rovere  veac.  dl  Bologna  che  Giovanni 
Bentivogllo  macchinava  dl  darlo  neile  mani  d.  Va- 
lentlno  (an,  1501),  302,  4;  sospettato  di  Intender- 
seia  col  pred.  h  chiamato  in  Pai.  e  Ivi  detenuto 
nella  camera  detta  d.  Paradiso,  303,  13-15;  e  ilbe- 
rato  per  mancanza  di  prove  dopo  quattro  giorni, 
18-19;  h  nuovamente  chiamato  e  ritenuto  per  lastessa 
accusa,  19-24;  cf.  306,  3;  h  ucclso  ivl  da  Ermes  Ben- 
tivogllo  e  compagni,  305,  33-37;  il  suo  corpo  h  con- 
dotto  all'o8pedaie  d.  Morte,  44-45;  sua  f  ric,  306, 
14 ;  la  sua  uccisione  addoiora  i  Bolognesi  per  I  suoi 
meriti,  ao-22  ;  era  stato  due  volte  senatore  dl  Roma, 
22,  e  pod.  di  Firenze,  Sicna  e  Lucca,  22-23,  e  aveTa 
per  molti  anni  tenuto  11  magistrato,  23. 


Markmcotti  Aobsilao  [Citiao]  figlio  di  Teaeo,  303.  I7; 
fratelio  di  Lodovico,  Antenore  e  Marcscotto,  305, 
46;  canonico  di  San  Petronio*  i  con  gli  zii  e  11 
fratello  Lodorico  sostenuto  In  PaL  nella  camera 
detta  d.  Paradlso  (an.  1501),  303,  15-17;  e  liberato 
per  mancanza  di  prove  dopo  quattro  giornl,  18-lt; 
nuovamente  chlamato  e  rltenuto  per  ia  stessa  accu- 
sa,  19-34;  h  ucclso  ivl  da  Ermes  Bentivoglio  e  com- 
pagni,  305,  37-38 ;  11  auo  corpo  h  condotto  alPospe- 
dale  d.  Morte,  44-45 ;  sua  ucclslone  ric,  306,  14. 

Markscotti  AaEsn.AO  *  sua  poesia  gratuiatoria  nei 
I  Tol.  d.  Ilistoria  di  Bologna  d.  Ghirardacci  (an. 
1596),  LII,  19,  21-11  „. 

Marescotti  Agostino  figllo  di  Ercole,  356,  13-14;  e  nel 
corteo  di  Giullo  II  allMngresso  di  qucato  in  tioio- 
gna  (an.  1506),  356,  5,  14. 

Marescotti  Annibale  figlio  di  Ercole,  356,  13-14;  h  nel 
corteo  di  GiuIIo  II  all'entrata  di  questo  in  Bologna 
(an.  1506),  356,  5,  14. 

M.VRESCOTTI  Antknore  figiio  di  Lodovico,  77,  25-36; 
103,  36;  fratello  di  Galeazzo,  77,  28;  103,  37;  di 
Gianiuigi  e  Taddeo,  101,  24-25;  103,  34-35;  h  esor- 
tato  dal  padre  ad  adoperarsi  per  la  iit>erazione  di 
Annibale  Bentivogllo  (an.  1433),  77,  26-27;  e  decli- 
nato  11  suo  concorso  dal  frateiio  Galeazzo,  .:8-30; 
esce  con  Annlbale  Bentlvoglio  di  c.  per  la  batta- 
giia  contro  ii  Dal  Verme  (an.  1443),  92,  39-41;  coi 
fratelli  Gian  Luigl  e  Taddeo  si  rappacifica  con  Lo- 
dovico  Canetoli  per  opera  degli  Anziani  (an.  1445), 
101,  24-30;  h  ucciso  coi  fratelli  pred.  da  seguaci  d. 
Canetoli,  103,  34-36;  la  sua  f  h  vendicata  sui  Cane- 
toll  dal  popolo  dl  Bologna,  105,  27-45;  sua  f  ric, 
306,  18. 

Marescotti  Antenore  frateiio  di  Marescotto,  dl  Age- 
sllao  e  dl  Lodovico,  305,  46 ;  appresa  ia  uccisione 
dl  Agamennonc,  di  Ludovico  e  di  aitri  di  sua  fa- 
miglla  fugge  con  Marescotto  alla  torre  delPUccel- 
lino  (an.  1 501),  305,  46-47;  chiamato  con  inganno  al 
basso  e  ucciso  da  messi  di  Ermes  Bentivogiio,  47-51. 

"  Marescotti  Armando  nobiiesenese;  pretore  dl  Chian- 
clano  (an.  1543),  XII,  15  „. 

M.\rescotti  Bernardino  figlio  di  Ercole,  356,  13;  379, 
13 ;  h  nei  corteo  dl  Giullo  II  8ll'ingresso  di  questo  in 
Boiogna  (an.  1506),  356,  5,  13;  accompagna  Giuiio  II 
di  ritorno  a  Roma  (an.   1508),  379,   11-13. 

[Marescotti]  Caterina  V.  Formagliari  Caterina. 

Marsscotti  Ciro  {Cirro^  figllo  di  Teseo,  356,  15;  h  nei 
corteo  di  Giulio  II  all'ingrcsso  dl  questo  in  Boio- 
gna  (an.  1506),  356,  5,  15;  esce  secretamente  di  Bo- 
logna  con  altri  di  sua  famiglia  e  va  a  Toscanella 
(an.   1508),  382,  36-39. 

Marbscotti  Emilia  vedova  di  Agamennone;  scaccla 
aiteramentedi  casa  sua  Ermes  Bentivogiio  (an.  1501), 
306,  34-37. 

Marescotti  Emilio  figlio  dl  Ercole,  356,  13;  379,  12;  i 
nel  corteo  di  GiuIIo  II  airentrata  di  questo  in  Bo- 
iogna  (an.  1506),  356,  5,  13;  va  coi  padre  a  Roma 
(an.  1508),  379,  11-13. 

Marescotti  Ercolb  [Hercoiesst]  figlio  di  Gaieozzo,  306, 
27;  313,  1;  356,  12;  frateilo  di  Agamennone,  306,  28; 
padre  di  Agostino,  356,  13-14;  di  Annibale,  13-14; 
dl  Bernardino,  356,  13:  379,  12;  di  Emilio,  356,  13; 
379,  12;  di  Leone,  356,  13-14;  dl  Luigi,  Giovanni  e 
Sforza,   356,   13-14;   capo   di  squadra;  va  con  Gio- 


[Marescotti  E.-Marescotti  Galeaezo]  INDICE   ALFABETICO 


679 


ranni  Bentivoglio  contro  i  Veneziani  (an.  1483), 
228,  12;  e  fatto  prigioniero  in  Faenza  (an.  1488), 
.  246,  3«-35;  c  rimandato  libero  a  Bologna,  «7;  giostra 
nel  torneo  in  Boiogna  tenutosi  per  definire  se  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane, 
coi  colori  di  Nico]6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza; 
h  ascritto  alla  sesta  squadra  vestita  alla  moresca 
(an.  1490),  258,  40-il;  la  sua  parte  soccombe,  262, 
17-18;  con  la  m.  e  i  figli  abita  fuorl  d.  casa  paterna 
(an.  1501),  306,  27-28;  e  al  servlzio  dt  Giovanni 
Bentivoglio,  39;  temendo  per  la  sua  vita  delibera 
di  partire  da  Bologna  (an.  1502),  313,  1-2;  diman- 
data  iicenza  a  Giovanni  parte  con  due  figU  e  un  nl- 
pote  ed  h  scortato  da  baiestrieri  d.  BentlvogHo,  3- 
3 ;  sl  reca  a  Ferrara,  4 ;  torna  con  tre  figli  a  Bolo- 
gna  (an.  1503),  322,  29;  visita  il  Bentivoglio  dal 
quale  e  ricevuto  freddamente,  29-31 ;  il  pred.  !o  fa 
rlaccorapagnare  a  casa  per  sicurezza,  31-33;  si  rin- 
chiude  nel  suo  pal.  di  dove  non  esce  per  pareccliie 
settimane,  33-34 ;  partlti  i  suoi  figli  per  Aiessandria 
continua  a  rimanere  rinchiuso  dopo  avere  messo  nel 
convento  d.  suore  di  San  Lorenzo  con  ricca  dote 
quattro  sue  figlie,  34-38;  f  il  padre,  e  dal  Senato,  a 
istigazione  dl  Giovanni  Bentivoglio  confinato  a  Fer- 
rara,  326,  3-4;  ove,  essendo  stato  in  Bologna  pri- 
vato  di  ogni  sostanza,  sino  d.  suo  pal.  ed  essendo 
raal  veduto,  si  reca  con  una  scorta  concessagli  dal 
Bentivoglio  (an.  1504),  330,  9-14;  h  nei  corteo  di 
Giulio  II  all'entrata  di  questo  in  Bologna  (an.  1506), 
356,  5-12;  in  casa  sua  ailoggia  li  card.  Francesco 
Argentini  che  poi  va  pr.  i  Mattugliani  a  San  Do- 
raenico,  357,  6-7;  h  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consi- 
glieri  e  Riformatori,  358,  34-37;  con  il  consenso  d. 
leg.  sl  avvia  con  Camillo  Gozzadini  e  duecento  uo- 
mini  carichi  dl  fascine  e  di  strumentl  da  distruzione 
a  via  San  Donato  per  buttare  a  terra  il  bellissi- 
rao  pal.  dl  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1507),  370, 
41-45  ;  scontratosi  a  San  Giacomo  con  Lucio  Mal- 
vezzi  questi  lo  sconsiglia  da  opera  si  nefanda  ripe- 
tutamente  e  con  preghiera,  ma  senza  rlmuoverlo, 
49-371,  1-5;  h  il  primo  a  porre  il  fuoco  incitando 
alla  distruzione,  5-9;  veduta  incominciare  ia  rovlna 
parte  contento  quasi  abbia  cos\  vendicato  tutte  ie 
.inglurie  fatte  ai  suoi,  371,  17-18;  h  preso  pcr  ci6  in 
odlo  da  tutto  il  popolo  (an  1508),  378,  12-15,  che 
pensa  al  modo  di  vendicare  la  rovlna  d.  pal.  Ben- 
tivogiio  con  la  rovina  d.  pal.  Marescotti,  15-16;  parte 
di  Bologna  coi  figli  Bernardino  ed  Emillo  per  Koma 
a  informare  il  pp.  d.  cose  di  Bologna,  379,  11-13; 
ric,  382,  27. 

Marescotti  Galkazzo  figilo  di  Agamennone,  249,  46; 
359,  38-39;  nella  congiura  contro  i  Bentivoglio  ha 
il  compito  di  stare  con  venticinque  armati  pr.  la 
Piazza  e  occuparla  all'annunzio  d.  f  di  Giovannl 
(an.  1488),  249,  45-48;  cf.  39-40. 

MARE.SCOTTI  Galbazzo  figlio  di  un  altro  Galeazzo  {?), 
356,  13-13;  combatte  nel  torneo  in  Bologna  tenutosl 
per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prevalga 
nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annlbale  Bentlvogllo 
paladino  d.  F^ortuna;  h  ascritto  alla  terza  squadra 
veatlta  alla  francese  (an.  1499),  259,  24-26;  la  sua 
parte  rimane  vittoriosa,  262,  17-H;  scalco  alle  nozzc 
dl  Alessandro  Bentivoglio  (an.  1492),  267,  U-I6,  ha 
con  nh  sel  servitorl,  15;  vettlto  suo  e  d.  servl,  U-19; 


in  San  Petronio  h  fatto  cav.  aurato  dal  pp.  che  gli 
dona  un  ricco  anello  (an.  1506)^  359,  38-40;  prende 
parte  al  corteo  papale  in  Bologna  (an.  1506),  356, 
5,  12. 
Marbscotti  Galeazzo  figlio  di  Lodovico,  77,  25-26;  99, 
34;  142,  45-46;  145,  33-34;  173,  17;  191,  26;  fratello 
di  Gianluigi,  Taddeo  e  Antenore,  103,  35-37;  marito 
di  Caterina  Forraagliari,  44;  padre  di  Achille,  208, 
19-21;  233,  17;  di  Agamennone,  208,  19-21;  di  Er- 
cole,  306,  37;  313,  1;  356,  12;  di  Giasone,  306,  15; 
di  Scipione,  323,  20-21 ;  di  Taddeo,  208,  19-21 ;  307, 
39;  di  Teseo;  Annlbale  Bentivoglio  incarica  il 
calderaio  Genesio  di  narrargii  il  suo  misero  stato 
e  impetrarne  aiuto  (an,  1443),  76,  45-47;  e  solleci- 
tato  dal  padre  dl  adoperarsi  per  la  liberazione  d. 
Bentivoglio,  77,  26-27;  accetta,  raa  non  vuole  che 
i  fratelli  gli  siano  compagni  aiPimpresa,  27-30;  in 
un  colloquio  con  Genesio  nel  chiostro  dl  San  Gia- 
como  si  fa  raccontare  dove  e  in  che  modo  Anni- 
bale  sia  guardato  in  Varano,  30-34;  promette  a 
Genesio  moite  ricchezze  se  lo  aiuteri  nella  llbe- 
razione  d.  Bentlvoglio,  34-40;  ottenutane  promessa 
formale,  con  lui,  con  il  fratello  Taddeo  e  con  Mi- 
chele  Loianl  si  incamraina  a  Varano,  41-43 ;  sul 
punto  di  scalarne  le  mura  il  Loiani  h  preso  da  pa- 
nlco  e  l'impresa  h  abbandonata,  43-44;  tornato  a 
Bologna  persevera  nel  dlsegno  di  togliere  Annibale 
da  Varano  e  liberare  la  c,  44-50;  piega  ai  suoi  de- 
sideri  con  promesse  e  preghiere  Genesio,  che  piCl 
non  voieva  saperne,  78,  1-7;  con  il  pred.,  il  fratello 
Taddeo,  Giacomo  .Malavolti  e  ii  Loiani  pred.  va 
a  Spilamberto  ospitato  da  Gherardo  Rangoni,  78, 
8-13;  questi  inutilmente  cerca  dlssuaderlo  dall'im- 
presa,  13-18;  giunge  sotto  Varano,  I8-23;  fatto  un 
voto  a  San  Giacomo  di  Galizia,  si  apparecchia  a 
scalare  per  primo  le  raura  d.  rocca,  23-.!8;  vi  sale 
feliceraente,  28-31 ;  h  ferito  in  un  occhio  dal  fratello 
che  al  buio  non  lo  vede,  33-35;  cade  semivivo  per 
il  dolore,  35-36;  tornato  in  s&  stesso  sollecita  i  com- 
pagni  a  salire,  ed  entra  nella  rocca,  36-41 ;  chiede  a 
Genesio  di  condurio  al  luogo  ove  si  trova  Anni- 
bale,  41-43;  gli  h  fatto  strada  dai  pred.  sino  alia 
porta  d.  castellano  ove  attendono  si  faccia  giorno, 
42-44;  fa  prigioniero  il  servo  d.  pred.  che  alla  chia- 
raata  d.  padrone  si  apprestava  ad  aprire  la  porta 
chiusa  al  di  fuorl,  79,  2-5;  si  impadronisce  anche 
deiraltro  servo  prima  che  dia  l'allarme,  7-8;  e  di 
tutti  gli  altrl  servitorl  e  d.  donne  che  lascla  in  cu- 
stodia  a  Taddeo  e  Michele,  9-11;  con  Geneslo  si 
avvia  alla  camera  d.  castellano  e  con  le  chlavi  apre 
di  fuori  mentre  U  pred.  aprlva  dl  dentro,  12-15;  se 
ne  impadronisce  e  lo  consegna  legato  a  Giacomo 
Malavoltl,  16-17;  corre  con  Genesio  aila  camera  d. 
Bentivoglio,  17-18;  gU  fa  segare  i  ferri  e  io  ripone 
in  libertfk,  U-20;  attende  la  sera  per  partire  prov- 
vedendo  a  che  In  paese  non  trapeii  ci6  che  succede 
nella  rocca,  24-35;  a  notte  parte  coi  compagni  c 
Annibale,  conducendo  leco  il  casteilano  e  un  «uo 
nipote  che  rilascia,  come  aveva  promesso,  sani  e 
salvl  a  una  diecina  di  mlglla,  35-39;  giunto  al  paiso 
di  Fornovo  essendo  il  I^aro  In  plen»  si  butta  in 
acqua  per  trovare  11  guado  e  fare  passare  sicurl  i 
corapagnl,  39-42;  porta  sulle  spalle  Annibale  impe- 
dlto  a  camminare,  45-47 ;   ii   rlpoMino   tutti  a  cai* 


680 


INDICE  ALFABETICO 


(MwaMOttl  OalMJSto] 


dl  Gherardo  Rangonl  a  Spllamberto,  80,  7-1»;  gluntl 
alle  mura  di  Bologna  rimanda   Indletro   1   lervl  d. 
Rangoni  col  caTalli,  2^24;   icalando   le   mura,   con 
l'*iuto  degll  amicl  dl  dentro,avvertitJ,  t'introduce 
eol  compagnl  aecretamente  in  c,  34-3f;  aale  con  ar- 
matl  ncl  pal.  d.  pod.  e  dalle  fineatre  combatte  contro 
I  aoldatl  dl  Franceaco  Plcclnino  chluil  In  Pat.,  81, 
U-1»;  non  potendo  entrarvl  In  neiiun  modo  fa  ap- 
plccarne  11  fuoco  alla  porta,  l«-33;  fu  bandire,  con- 
■eniienti  gli  Anzlanl,  una  somma  a  chl   entri    nel 
Pal.  dalle   aperture   fattevi  nel   muro,   3i-3u;   gli  h 
d«to  dal  Senato  unltamentc  ad  Annibale  l'lncarlco 
dl  impadroniril  d.  castello   dl   Galliera,   82,    4f-M); 
interroga  Flllppo  Schiavi  tenuto  prigloniero  da  An- 
nlbale,  83,  34-3S;  rlipondendogii  11   pred.  luperba- 
mente  trae  la  ipada  e  l'uccide,  35-37;    nelio   steiio 
glorno  scontratoii  con  Carlo  da   Piia   ucciioie   di 
Glovanni   Griffoni   lo  trafigge   con  la  ipada,  39-42; 
udito  che  Giovanni  Grlflfonl  il  opponera  al  rlchia- 
mo  d.  Canetoli  Irrompe  nel  Senato  e  lo  ferisce,  86, 
31-34 ;  non  %  punlto  occorrendo  la  lua  opera  per  la 
guerra,  36-31;  non  rieice  a  dlitruggere  il  molino  di 
Battista  Sampleri  alle  porte  di  Galliera  per  la  di- 
fesa  fattane  da  quei  d.  castello,  90,  14-1»;  resta  fe- 
rito  a  un   braccio,    1»-17  ;   va   in   casa  di  Annibale 
Bentlvoglio,  91,  43-43;  II  pred.  gli  manifesta  il  suo 
dliegno  di  assalire  col   popolo   l'esercito  nemico  e 
icacclarlo  dal  territorio,  47-92,  1-4 ;  lo  approva,  ma 
gli   raccomanda  di    prendere   seco  anche  le  milizie 
inviate  dal  Fiorentini  e  Vcneziani,  3-21 ;  giostra  il 
palio  in  IBologna  11  giorno  di  San  Luca  (an.  1444), 
99,33-34;  4  scavalcato  da  Lodovico  Malvezzl,  34-3S; 
bandito  per  le  sue  vlolenze,  il  reca  a  Venezia,  ma 
per  poco  (an.  1445),  101,  18-n,  perch^  per  le  pre- 
ghiere  di  Annibale  h  richlamato   dal  bando,  37-38; 
appena  tornato  i  di  nuovo   bandito  per  la  sua  oU 
tracotanza,  38-43;  assalito  dai  Canetoii   dopo   l'uc- 
clsione   di  Annibale   h  ferlto   e   icampa   nel   mon. 
d.  Buore  di  San    Mattia,    103,   36-37;  nonostante  la 
sua   ferita  va  a   casa   sua   per   armarsl   e  radunar 
genti  contro  i  congiurati,  39-40;   4  qui  aisalito  dai 
pred.,    40-41 ;    mezzo    armato    insienie   a   Plermaria 
Ubaldini  e   Spezza    Vizzani    li   fuga,    41-43;    mentre 
finisce  di   armarsi  e  informato   daila   moglie  pian- 
gente  deU'uccisione   d.  fratelli   e   di   Annibale,  44- 
47 ;  disperato   per  tali   morti  si  propone  di   vendi- 
carie,  48-104,  1-3  ;  esce  a  cavallo   con  molti  amici, 
3-4;  troya  il  Gonfaloniere  di  Giustizia  con  gli  An- 
ziani  e  gli  ambasc.  di  Flrenze  e  Venezia  sulla  porta 
d.  CoIIeglo  di  Spagna,  ove   eransi   ridotti,    incerti 
per  ove  passare,  104,  2-8;   consiglia   ai  Signori   di 
impadronirsi  d.  Piazza  promettendo  loro  la  vittoria 
sui  Canetoli,  9-13;  accompagna  i   pred.   che   lo  in- 
carlcano  di  occupare  e  dlfendere  la  Piazza  trovata 
sgombra,  104,  IS-l»,  e  gli  affidano  tutti  i  soldati  per- 
chh  provveda  al  bisogno,  23-33;  fortifica  la  Piazza 
e  vi  mette  guardie,  33-34 ;  quindi  con  cento  armati 
si  dirige  a  San   Francesco   ove   erasi   asserragliato 
Battista  CanetoH,  4»-105,  I;  raa  scontratosi  In  ne- 
mici  per  la  vla  li   attacca   rlmanendone   molti   da 
ambe  le   partl   morti  o   feriti,  1-4;    accertatosi   pr. 
gll  Anziani  che  veramente  come  ne  era  itato  avTer- 
tito,  si  cercava  di  fare   la   pace,   4-13,   rimonta   in 
sella  e  infiamma  il  popolo  a  vendicare  la  f  di  An- 


nibale  e  d.  luol  propri  fratelli  le  non  vuole  cadere 

nelle  manl  d.  Viiconti,  13-IS;   h  coii  leguitato   da 

moltl  coi  quali  li  dlrige  di  nuoro  a  pia/.za  San  Kran- 

cesco,  lS-1»;  rovina  ibarre  e  roste  con   grande   uc- 

ciilone  d.  luoi  c  d.  nemlci,  It-lf ;  gli  vlene  in  aiuto 

Pietro  da  Navarrino  quando  h  arrirato  al  Treblx)  de' 

Ghiiilieri,  105,  19-34;  qui  li  accende  furibonda  ml- 

ichia  in  cui  finaimente  prevale  e  perieguita   i   ne- 

mici  col  ferro  lenza  pieta,  it-2S ;  gli  i  scioccaroente 

da  Simone  da  Sassoferrato   fatta  propoita  di   aiu- 

tarlo  nel  complotto  di  aprire  una  porta  a  Tallano 

d.  Friuli,  110,  31-34;  flnge  di  accettare  e  si  fa  pagare 

un  acconto  di  cinquecento  ducati,  34-33;  arutiil  lo 

conduce  prlgioniero  agli  Anziani,  3S-36;  si  tiene  il 

danaro,  27 ;  partecipa    al  governo  di   Bologna   (an. 

1446),    116,    15-17;  va  a  Roma   a  oiiequlare  11   pp. 

(an.  1448),  125,  27-38;  h  fatto  dai  pred.  cav.  aurato, 

38;  torna  a  Bologna,  29;  riceve  in  dono   dal  pp.  11 

passo  delPUccellino  con  molti   priTilegi,   30;  va  a 

San  Giovanni  in  Periiceto  con  altrl  di  sua  parte  a 

prendere  Baldassarre  Canetoli,  che  avevano  rlicat- 

tato  da  Aitorre    Manfredi,  127,  »-9;  rimprovera  al 

Canetoli  la  t  dl  Annlbale,  I8-20;  gli  e  dal  pred.  ri- 

battuto   che  egli  e   i  suoi,   per  la  loro   preputenza, 

furono  la  vera  causa  d.  fine  d.   Bentivoglio,    20-34; 

non  gli  risponde,  2»;    conduce  11  Canetoli    innanzi 

al  settenne  figlio  dl  Annibale,  cui   lo   addita   come 

uccisore  d.  padre,  29-31 ;  avendolo  dileggiato  meu- 

tre  era  avvlato  ai  supplizio,  gli  c  da   lui   dignito- 

lamente  risposto,  128,  3-5:  favorisce  i  perturi)atori 

d.  sicurezza  d.  c.  perchi  d.  luo  partito  (an.  1449), 

129,  16-17;  invano  h  ammonito  a  tal  propoiito  dal 

leg.,    17-19,    cui    minaccia    violenza    se    non 

badl  as 4,  19-31;  egualmente  Intlma  al  pod. 

di  revocare  il  bando  contro  i  posseisori 

di   armi   senza    licenza,    21-23;    e    ambasc.    d. 

cora.  ai  pp.  a  intenderne  l'animo  riguardo  a  Bolo- 

gna,  133,  37-38;  Friano  e  Bartolomeo  Scrittori  com- 

plottano  di   incendiargii  le  stalle   (an.    1453),  143, 

14-18;  c  confermato  d.   Sedici   d.    Reggimento  (an. 

1453),   44-46;   come  tale  prende   parte  alla  riforma 

degli  Statuti  d.  c.    (an.    1454),    145,   39,  33-34;    suo 

dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze,  149,  30;  li 

fabbrica   un  pal.   nel   pressi   di   Santa   Margherita, 

152,  22;  e  d.  Sedlci  in  luogo  d.  padre   (an.    1459)- 

170,  24-35;  e  deputato  a  provvedere  alle  genti  d'arme 

d.  duca  Sforza  insierne  a  Giacomo  dai   Lino,    172, 

1-3;  cMamato  con  altri  dal  pp.  e  arringato  dal  pred. 

per  la  concordia  tra  I  ctttadlni  (an.  1460),  173,  17, 

23-26;  con  Carlo  Ghisilleri  cinge  gli  sproni  ai  neo- 

cavaliere  Domenico  Garganelli  (an.  1463),   181,  13- 

14 ;  parte  con  Tristano  Sf orza  per  la  Romagna  (an. 

1464),  186,  39-30;  Ippolita  Sforza  con  il  cognato  e 

11  seguito  si  ripoia  nei  luo  pal.  a  Confortino  (an. 

1465),  188,  8-9;  c  d.   senatori  sedentl   1   prlmi   lel 

meai  ai  tempo  della  serrata  di  Paolo  II  (an.  1466), 

191,  36;  accompagna  quale  ambasc.  il  ieg.  a  Roma 

per  il  conciave  (an.  1471),  208,  8-9;  Sisto  IV    rae- 

more  d.  cortesie  da  lui  ricevute  nel  suo  soggiorno 

a  Bologna   concede  cariche  onorifiche  ai   luoi   tre 

figli  Agamennone,  Achiile  e   Taddeo,    17-21 ;   fa  so- 

lennl  esequie  in  San  Pietro  al  figlio  Achille  e  gli 

appresta  sontuoia  sepoltura  in  San  Domenico  (an. 

1485),  233,  17-18;  e  el.  d.  Sedici  (an.  1488),  253,  33- 


[Marescotti  Gal.-Marescotti  Lod.]        INDICE  ALFABETICO 


681 


M;  apprende  la  uccisione  d.  figli  e  d.  nipoti  con 
rassegnazione,  come  giusto  castigo  di  quello  clie 
altra  voltaaveva  fatto  (an.  1501),  306,  U-l»;  il  figlio 
Ercole  non  abita  con  lui,  37;  Ermes  Bentivoglio 
gll  si  mostra  deferente,  33-3« ;  gli  e  trasportato  a 
casa  il  figlio  Taddeo  morente  per  una  stilettata 
rlcevuta,  34-35;  rlmane  in  Bologna  anclie  dopo  la 
partenza  di  Ercole  (an.  1502),  313,  4;  t  »•  novan- 
tasei  anni  (an.  1503),  324,  37-38;  cf.  325,  44-45;  e 
sepolto  senza  onori  in  San  Domenico  malgrado  le 
sue  digaitk,  324,  38-40;  suoi  connotati,  sua  robu- 
stezza  fisica  e  suo  coraggio,  40-45;  sua  natura,  45- 
49;  8ue  opere,  4»-325,  1-4;  cf.  326,  1-2;  sua  sepol- 
tura  vicino  alla  moglie  Caterina,  325,  4-5 ;  epitaflSo 
da  lui  posto  alla  pred.,  6-13;  alcuni  giorni  prima 
di  raorire  ai  reca  a  pranzo  da  Glovanni  Bentivo- 
glio  ed  e  ricevuto  con  deferenza  da  lui  e  da  Ginevra, 
13-36;  pranza  con  i  pred.,  26;  indi  prega  Glovanni 
di  perdonare  e  rispettare  quelli  che  ancora  soprav- 
vivovano  d.  sua  famiglia  in  memoria  di  quanto  ha 
fatto  altre  volte  per  lui  e  la  sua  casa,  36-34:  ne 
ottiene  formale  promessa  dal  Bentlvoglio  che  si 
dlscolpa  personalmente  dell'eccidio  d.  suoi,  35-41; 
i  accompagnato  dal  pred.  a  pie  d.  scala  e  torna  a 
casa  accompagnato  dal  popolo,  41-43 ;  epltaflSo  sul 
auo  sepolcro,  46-47 ;  sua  eredita,  326,  3-3 ;  poco  dopo 
la  sua  t  il  figlio  Ercole  e  tutti  gli  altri  Marescotti 
sono  mandati  a  confine  fuori  di  Bologna,  5-6 ;  gli 
succede  in  Senato  Sallustio  Guidotti,  7-8;  il  suo 
pal.  e  dato  a  Giacomo  Maria  dal  Llno;  le  posses- 
sloni  sono  divise  parte  tra  i  figli  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio  e  parte  tra  gli  aderenti  d.  Bentivoglio, 
10-13;  verita  d.  suo  motto,  13-14. 

Markcotti  Galeazzo  padre  di  un  altro  Galeazzo,  356, 
13-13;  esce  segretamente  di  Bologna  con  altrl  d.  sua 
famiglia  per  sfuggire  all'ira  di  Gaspare  Scappi  e  va 
a  Toscanelia  (an.   1508),  382,  36-39. 

Marescotti  Galeazzo  figlio  di  Scipione,  356,  14-15;  e 
nel  corteo  di  Giulio  II  alI'ingresao  dl  questo  In  Bo- 
logna  (an.  1506),  356,  5,  14 ;  escc  segretamente  di 
Bologna  con  altri  d.  sua  famiglia  per  sfuggire  al- 
l'ira  di  Gaspare  Scappi  e  va  a  Toscanella  (an.  1508), 
382,  36-39. 

Markscott:  Giambattista  [Giovanm  Battista  ifar*- 
seotti]  prete;  figlio  di  Ercole,  356,  13-U;fenel  cor- 
teo  dl  Giullo  II  alPentrata  di  questo  in  Bologna  (an. 
1506),  356, 5, 13-14;  esce  segretamente  dl  Bologna  con 
altri  d.  sua  famiglia  per  sfuggire  all'ira  d.  Scappi 
e  va  a  Toscanella  (an.  1508),  382,  36-37. 

Markscotti  GlAN  LuiGi  [Giovanni  Luigi]  figlio  di  Lo- 
dovico,  77,  35-36;  103,  36;  fratello  dl  Galeazzo,  36-37 ; 
h  eiortato  dal  padre  a  llberare  Annlbale  Bcntivogllo 
(an.  1433),  77,  36-37;  i  decjinato  il  suo  concorao  dal 
fratello  Galeazzo,  38-30;  va  alle  mura  e  con  funi  e 
con  acale  introduce  Annibale,  il  fratello  Galeazzo  e 
11  loro  segulto  in  c,  80,  26-39;  csce  con  il  Bentlvo- 
glio  di  Bologna  per  dar  batfaglia  al  nemico,  92,  39- 
41 ;  coi  fratelll  Taddeo  e  Antenore  sl  rappacifica 
con  Lodovico  Canetolt  per  opera  degli  Anzianl  (aii. 
1445),  101,  34-30;  e  ucciso  pcr  la  strada  con  t  fratelU 
Taddeo  e  Antenore  da  seguacl  d.  Canetoli,  103,  34- 
36;  ne  i  vendicata  la  t  ■i"!  popolo  sui  Canetoli, 
105,  37.45. 

Marbscotti  Gianluioi  [Giovanmi  AUisio]  figlio  di  Er- 


cole,  esce  segretaniente  di  Bologna  con  altrl  d.  sua 
famlglia  per  fuggire  l'ira  dl  Gaspare  Scappi  e  ripara 
a  Toscanella  (an.   1508),  382,  36-39. 

Marescotti  Gianmaria  [G.  M.  Marescotti\  figlio  di  Sci- 
plone,  356,  14-15;  fe  nel  corteo  di  Giulio  II  airin- 
gresso  di  questo  in  Bologna  (an.  1506),  356,  5,  14  15; 
esce  segretamente  di  Bologna  con  altri  di  sua  fa- 
miglia  per  sfuggire  all'ira  d.  Scappi,  e  va  a  Tosca- 
nella  (an.  1508),  382,  36-39. 

Marescotti  Giasone  figlio  di  Galeazzo,  306,  14;  fra- 
tello  di  Agamennone,  303,  15;  padre  di  Achille,  356, 
16;  sospettato  di  intendersela  col  Valentino  i  chla- 
mato  in  Pal.  e  ivi  detenuto  nella  camera  detta  d. 
Paradiso  (an.  1501),  303,  13-15;^  liberato  per  raan- 
canza  dl  prove  dopo  quattro  giorni,  18-19;  nuova- 
mente  chiamato  ^  rltenuto  per  la  stessa  accusa,  19- 
34;  e  ucciso  dai  compagni  di  Ermes  Bentivoglio,  37- 
38;  sua  ucclsione  ric,  306,  14;  il  suo  corpo  h  por- 
tato  airospedale  d.  Morte,  305,  44-45. 

Marbscotti  Giovanim  figllo  di  Ercole,  356,  13;  "k  nel 
corteo  di  Giulio  II  all'ingresso  dl  questo  in  Bolo- 
gna  (an.   1506),  356,  5,  13. 

Markscotti  Lkonk  figllo  di  Ercole,  356,  13-U;  h  nel 
corteo  di  Giullo  II  all'entrata  di  questo  In  Bologna 
(an.  1506),  356,  5,  14. 

Marbscotti  de'  Calvi  LoDovico  padre  di  Antenore,  77, 
35-36;  92,  40-41;  103,  36;  di  Galeazzo,  77,  35-26;  99, 
34;  103,  36-37;  142,  45-46;  145,  33-34;  173,  17;  191, 
36;  di  Gianlulgi,  77,  35-26;  92,  40-41;  103,  35-36;  di 
Taddeo,  77,  25-36;  92,  40-41;  99,  34;  103,  36;  fc  ban- 
dlto  di  Bologna  (an.  1430),  19,  36,  40;  fe  vUitato  da 
Carlo  Bianchetti  che  gli  espone  11  disegno  di  llberare 
Annibale  Bentivoglio  (an.  1443),  ^^i  24-35 ;  ofFre  al- 
1'impresa  1  suoi  figli  e  consiglia  di  affrettarsi,  25-28; 
manda  un  messo  al  ponte  sul  Reno  ad  avvertirc  la 
comitiva  di  Annibale  che  tutto  e  all'ordine  per  rl- 
ceverli  in  c,  80,  19-31  ;  11  Bentlvoglio  appena  glunto 
si  reca  a  salutarlo  e  ad  accordarsi  con  lui  sul  da 
fare,  29-30;  rlceve  il  pred.  con  grande  afietto  e  gioia, 
30-33;  accorrono  in  casa  sua  molti  amici  d.  Benti- 
voglio  a  salutarlo,  32-36;  consiglia  Annibale  dl  rlen- 
trare  subito  nella  sua  abitazlone  pr.  San  Donato  e 
di  radunare  al  pii  presto  il  popolo  per  scendere  in 
Piazza,  37-40;  fe  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato,  87, 
3-6;  cassato  quesfufficlo  decade,  3;  uccidc  in  Piazza 
quasl  suUa  porta  d.  Pal.  Glovanni  Landi  seguacc 
d.  Canetoli  (an.  1444),  100,  19-21;  I  Slgnori  per  con- 
siglio  di  Galeazzo  auo  figlio  entrano  in  casa  sua 
ad  armarsi  (an.  144S),  104,  13-14;  i  el.  d.  Sedicl 
Riformatorl  d.  Stato  pcr  porta  Stierl,  107,  19,  33;  4 
degli  Anzlani  che  decretano  II  bando  al  Canetoli  e 
loro  seguacl,  48;  el.  Gonfaloniere  di  Giustlzia  (an. 
1446),  113,  10-11;  e  el.  d.  Sedlci  Rlformatorl  d. 
Stato,  35-27;  partecipa  al  governo  di  liologna,  116, 
15-17;  rlc,  118,  33;  4  d.  Sedicl  Rlformatorl,  119,  34- 
35;  i  degll  Anzlani  di  marzo-aprlle  (an.  1449),  129, 
34-35;  t  ottantenne  (an.  1459),  172,  5-7;  k  sepolto 
In  San  Domenico  con  grande  pompa,  7-8 ;  versi  in 
suo  onore  dl  Zaccarla  Enrighetti,  1-15. 

MARK.SC0TTI  LoDovico  figlio  di  Teseo,  303,  17;fratello 
dl  Mareacotto  e  di  Antenore,  305,  46;  dl  Ageallao, 
303,  17;  305,  46;  accuaato  con  glt  sll  e  II  fratello 
Ageailao  di  intelllgenza  col  Valentino  4  detenuto  !n 
Pal.  nella  atanaa  detta  d.  Paradlao  (an.  1501),  303, 


682 


INDICE  ALFABETICO   (Maretcottl  Lodovlco  Mariano  ^/r„j] 


lS-17;  h  llb«rato  per  mancania  dl  proTC,  U-I9;idl 
nuoTO  chlamato  In  Pal,  e  rltenuto  per  la  itetia 
accuaa,  303,  19-34;  i  irl  ucclso  da  Ermei  llentlro- 
gllo  e  compagnl,  305,  37 ;  II  suo  corpo  h  c.ondotto 
niroipedale  d.  Morte,  u*i;  ric,  306,  U. 

Markscotti  LuKii  figllo  di  Ercole,' 456,  13;  h  nel  cor- 
teo  dl  Giulio  II  all'entrata  di  queito  in  Bologna 
(an.  1506),  356,  5,  13. 

Marbscotti  Marbscotto  fratello  di  Antenore,  di  Age- 
silao  e  di  Lodovico,  305,  46;  appresa  la  uccisione 
d.  fratello  e  di  altri  d.  sua  famiglla  fiigge  con  An- 
tenore  alla  Torre  dcll'UccelIlno  (an.  1501),  305,  46' 
47;  con  un  pretesto  cliiamato  ai  basso  c  ucclso  da 
messi  di  Brmes  Bentivogllo,  47-51 ;  sua  t  ric,  306,  11. 

Markscotti  Pibr  Francusco  6glio  dl  Teseo,  356,  15; 
h  nel  corteo  di  Giulio  II  aifingresso  di  questo  in 
Bologna  (an.   1506),  356,  5,  15;  esce  segretamente  di 

c.  con  aitri  d.  sua  famiglia  per  scampare  ali'ira  di 
Gaspare  Srappi  e  va  a  Toscanella  (an.  1508),  382, 
36-39. 

Markscotti  Scipione  figllo  di  Gaieazzo,  323,  20-31 ;  padre 
di  un  altro  Galcazzo  e  di  Gianmaria,  356,  14-15; 
conduce  per  le  redini  la  chinea  d.  Regina  di  Russia 
nella  risita  di  questa  alla  scpoltura  di  San  Dome- 
nlco  (an.  1472),  212,  36-38;  reata  a  Bologna  dopo  la 
f;:ga  d.  suoi  (an.  1501),  306,  36-27;  c  assalito  e,  dopo 
una  accanita  difesa,  ucclso  in  Piazza  da  provvisio- 
nati  d.  Pal.  sotto  la  Ringliiera  d.  Signori  (an.  1503), 
323,  30-35;  ii  suo  corpo  h  seppeliito  senza  onore,  25- 
36;  i  tra  i  suoi  feritori  Teseo    Guldotti,  23-24. 

Marbscotti  Sforz.\  figlio  di  Ercole,  356,  13-14;  c  nel 
corteo  di  Giulio  II  all'entrata  di  questo  in  Bologna 
(an.   1506),  356,  5,  14. 

Marescotti  Tadueo  [TiJeo]  figlio  di  Lodovico,  77,  25- 
26;  99,  34;  103,  36;  fratello  di  Galeazzo,  36-37;  di 
Gianiuigi  e  Antenore,  35-36 ;  h  esortato  dal  padre  ad 
adoperarsi  per  la  liberazione  di  Annibale  Bentiro- 
glio  (an.  1443),  77,  36-27;  col  fratello  Galeazzo  e 
gli  altri  congiurati  va  a  Varano,  41-43;  sul  punto 
d!  scaiarne  le  niura  i'impresa  va  a  monle  per  paura 
di  uno  d.  congiurati,  43-45;  torna  a  Bologna,  45; 
si  accinge  per  la  seconda  volta  alla  liberazione  di 
Annibale,  78,  7-18:  nello  scalare  le  mura  d.  rocca 
di  Varano  ferisce  inavvertitamente  11  fratello  in  un 
occliio,  33-35;  gli  sono  dati  in  custodia  da  Galeazzo 
i  servi  e  le  donne  d.  casteilo  fatti  prigionieri,  79, 
10-11;  nel  ritorno  guada  a  nuoto  il  Taro  in  piena, 
42-43;  porta  per  un  tratto  di  strada  sulle  spalle  An- 
nibale  intorpldito,  43-49 ;  esce  con  ii  pred.  dl  c.  per 
ia  battaglia  contro  il  Dal  Verme,  92,  39-41 :  corre  il 
palio  in  Bologna  il  giorno  di  San  Luca  (an.  1444), 
99,  33-34 ;  coi  fratelli  Gian  Luigi  e  Antenore  si  rap- 
pacifica  con  Lodovico  Canetoli  per  opera  degH  An- 
ziani  (an.  1445),  101,  24-30;  e  ucciso  coi  fratelli  pred. 
da  seguacl  d.  Canetoli,  103,  34-36;  la  sua  f  c  ven- 
dicata  dai  popolo  sui  Canetoii,  105,  27-4S. 

Marbscotti  Taddbo  [TiJeo]  figlio  di  Galeazzo,  208,  30- 
31;  307,  39;  e  dal  pp.  Sisto  IV  fatto  suo  donzeiio 
di  tavoia  (an.  1471),  208,  30:  resta  a  Bologna  an- 
che  dopo  la  fuga  d.  suoi  (an.  1501),  306,  26-27:  la- 
mentandosi  con  uno  degli  uccisori  di  Agamennone 

d.  f  di  questo,  una  sera  tornando  a  casa  solo  e 
senz*armi  e  assailto  e  ferito  a  morte,  307,  39-34; 
trasportato  a  casa  d.  padre  f,  34-3S;   h  tepolto   dl 


notte  e  senia  onnre  In  San  Doroenico,  IS-M:  l'omi- 

cida  non  h  moiestato,  3»-37. 
Marescotti   TBseo   figllo   di   Galeazzo;   padre   di 

Agesllao,  303,  17;  dl  Ciro,  356,  15  ;  dl  Pierfrancesco, 

356,    15;    conduce   la    prinia   squadra   di    Glovanni 

Bentivoglio  nei  tornto  bandito   da   questo    in   Bo- 

logna  11  glorno  di  .San  Petronlo  (an.  1470),  204,  14; 

sua    impresa  e  sue    vestl,    14-18;   Iia    per  compagno 

Gualtiero  d.  conte  Barfolomeo,  18-20;  con  aitri  car. 

toglie  a  forza  al  partlto  rosso   awcrsario   io   sten- 

dardo  e  lo  porta  dalia  sua  partc  accanto  allo  sten- 

dardo  bianco,  205,  37-41  ;  gli  %  da  Giovanni  Benti- 

voglio   dato   parte    d.   premio    vinto   daJia   fasione 

bianca,  6;  torna  lieto  a  casa,  6-7. 
Marescotto  r.  Maretcotti  M. 
Margherita  [Margaritd\  v.  Ghirardacd  M.,    Malvrxii 

M.,  Pepoli  M. ;  v,  anche  Maria  Margherita. 
[Maria  d^AragonaJ  figlia  di   Alfonsu;    sposa   Leonello 

d'Este  (an.   1444),  98,  9-10. 
Maria  degli   Angeli   (Chibsa    di  Santa)  I'.   Ferrara 

(ehiese). 
Maria  in    AquiRO    (fARDiNALK    Di    Santa)   V.    Colomna 

Giovanni. 
Maria  Dominica  (cardinalb  di  Santa)  I'.  Mediei  [De') 

(jiovanni. 
Maria    (Santa)   in  Duno  danneggiato  dalia  tempeata 

(an.    1454),    151,  46-48. 
Maria  dblla  Misbricoruia  (Monastkro  di  Santa)  V. 

Bologna  (monasteri). 
Maria  dkl  Montk  (chiesadi  Santa)  V.  Bologna  (chiese). 
Maria  db'  Pepoli  (chiesa  di  Santa)  V.  Bologna  {chiese). 
Maria  di  Piantavignk  (Santa)  \Santa  Maria  di  Pian- 

tavigne],  ric,   179,  30. 
Maria  in  Portico  (cardinalb  di  Santa)  V.  Zeno  Gio- 

vanni  Battista, 
Maria  da  Quarto  (Suore  di  Santa)  abitanti  a  Quarto 

sopra  Santa  Caterina;  sono  trasferite  nei   mon.  d. 

suore   di    San    Giovanni    Battista    unitamente    aile 

suore  di  Santa  Marla  Maddalena  (an.  146S),  201,  7-8. 
Maria  di  Ravonb  (chiesa  di  Santa)  V.  Bologna  (chiese). 
Maria  Antonia  V.  Bentivoglio  M.  A. 
Maria  Camilla  V.  Rossano  (da)  M.  C. 
Maria  Isabella  [Mnria  Isabelta]  v.  Bentivoglio  M.  I. 
Maria  Maddalkna  (chicsadi  Santa)  V.  Bologna  (chiese). 
Maria  Maddalena  (Suore  di  Santa).  In  Botogna  dalla 

strada  San  Donato  vanno  ad  abitare  per  volere  d. 

Senato   nei  mon,  d.  monache  di  San  Giovanni  Bat- 

tista  Insleme  alle  suore  di  Santa  Maria  da  Quarto 

ivi  pure  condotte  (an.  146S),  201,  6-8. 
Maria  Maddalena  di  Valdipietra  (chiesa  di  Santa) 

[ecclesia  Sancte  Afarie  Magdalene    Vallis    Petre]    v. 

Bologna  (chiese), 
Maria  Maddalkna  di  Valdipibtra  (Suore  di  S.vjtta) 

[sHOre  di  Santa  Maria  Maddalcna  in   Val  di  PreJa] 

abitano  fuori  porta  Saragozza  (an.  1457),  164,  31-33. 
Maria  Magoiore  (chiksa  di  Santa)  r.  Bologna  (cii>i<), 

iVafoli  (chiese), 
Maria  Margherita  t.  Pefoli  M.  M. 
Maria  Nuova  (cardinali  di  Santa)  V,  Cafraniea  Do- 

menico,  Gonaaga  Franeesco, 
Maria  Tommasina  V.  Canetoli  M.  T. 
Mariano  V.  Baglioni  M. ;  Bargetlini  M. 
Mariano  (Fra)  da  Faknza,  frate  d.  Servl  In  Bologna; 

i  collato  (an.  1508),  384,  50;  cf.  41. 


[Marini  Giacomo-Marsili  GiovanniJ    INDICE   ALFABETICO 


683 


Marini  GiAcoMo  Burattinodi  Argile,  seguace  d.  Ca- 
netoli  e  bandito  di  Bologna  (an.  1445),   108,  33. 

Marino  V.  Aquila  {dell')  M.,  Caracciolo  M.,  Leoni  M., 
Lojani  M.,  Marzano  (Di)  M.  princife  di  Rossano. 

....  Marino  connestabile  esce  di  Bologna  coi  Benti- 
Toglio  suoi  amici  (an.   1506),  348,  41;  349,  lO-U. 

Marino  da  Brisighblla.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.   1454),   149,  6-7. 

Marino  (Sak)  nel  Bolognese ;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.   1454),   151,  13. 

Marino  (CHIBSA  Dl  San)  V.  Bologna  [fhiese). 

Mario  V.  Calcina  (Dalla)  M.,  Malvezti  M.,  Valdrighi  M. 

Mario  da  Roma  corre  contro  Giovanni  Antonlo  da 
Verona,  clie  tiene  il  secondo  tavoliere  dai  canto  d. 
Piazza  verso  i  banchi,  nella  giostra  in  Bologna  per 
le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  241,4-6. 

Maron  Bbrnardo  c  multato  con  Gaspare  in  duecento 
ducati  per  il  lifaciraento  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  388,  26. 

Maron  Gasparb  e  multato  con  Bernardo  in  duecento 
ducati  per  II  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  26. 

"  Marsili  (famiolia)  e  rappresentata  nel  Theatro  mo- 
ralt  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardacci,  XXIV,  32- 
"„. 

Marsili  Agostino  padre  di  Galeazzo,  395,  3;  conduce 
per  le  redini  la  chinea  d.  Regina  di  Russia  nella 
visita  di  questa  alla  sepoltura  di  San  Domenico  (an. 
1473),  212,  36-38;  prende  parte  a  una  giostra  bandita 
In  Bologna  da  GioTanni  Bentivoglio  (an.  1483), 
224,  17-18  ;  h.  degU  Anziani  con  Annlbale  Bentivoglio 
Gonfaloniere  (an.  1489),  255,  6,  8;  giostra  nel  torneo 
in  Bologna  tenutosi  per  definire  se  nelle  cose  umane 
prevalga  la  Sapienza  o  la  Fortuna,  al  seguito  di 
Annibalc  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  4  a  capo 
d.  prima  squadra  vestita  all'italiana  (an.  1490),  259, 
15;  la  sua  parte  rlporfa  la  vittoria,  262,  17-19  ac- 
compagna  a  Milano  Annibale  Bentivoglio  a  com- 
plimentarvi  Luigi  XII  (an.  1499),  297,  36;  torna  a 
Bologna  per  acqua ;  prima,  sino  a  Ferrara,  nel  Bu- 
cintoro  d.  march.  d'Este,  quindi  per  nave,  298,  1-5 ; 
ospita  in  casa  sua  a  San  Mamolo  il  card.  Fran- 
cesco  Alidosi  (an.  1506),  357,  1-3;  cf.  395,  3;  sua 
Cftsa  ric,  381,  30-31;  fe  multato  in  cinquecento  du- 
cati  per  11  rlfacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
387,  32. 

Marsili  Galeazzo  figlio  di  Agostlno,  395,  3;  degll  An- 
ziani;  durante  il  terremoto  coi  coUeghi  e  il  Gonfa- 
loniere  dorme  nell'orto  d.  Pal.  (an.  1505),  334,  21- 
24;  e  tra  le  genti  d'arme  di  Annibale  Bentivoglio 
assoldato  dai  Fiorentini  contro  i  Pisani,  337,  21-23; 
si  accorda  con  Gianfrancesco  e  Ginngaleazzo  Poeti 
e  con  Gaspare  Scappi  per  fare  rientrare  i  Bentlvo- 
glio  in  c,  perchii  vendichino  la  rovina  d.  loro  bel 
pal.  e  rlntuzzino  1'ardire  d.  Marescotti  che  si  van- 
tavano  volere  fare  altrettanto  alle  case  degli  amici 
d.  BentivogUo  (an.  1508),  378,  17-36;  va  a  Roma 
chiamatovi  dal  pp.  sotto  fede  di  sicurti,  384,  13-16; 
&  rinchluso  in  Castel  SanfAngelo,  20-21 ; 
torna  libero  a  Bologna  per  intcrcesiione  d.  card. 
leg.  Alidoti  chc  ricordava  l'ospitaliti  avuta  dalla 
sua  famigUa  (an.  1509),  395,  1-3;  cf.  394,  34-25. 

Marsili  Giacomo  [/acomo]  figlio  di  Giovannl,  113,  6; 
189,  5;  padre  di  Gloranni,  228,  3;  presta  al  com.  dl 


Bologna  centocinquanta  scudi  e  ne  diventa  tesoriere 
(an.  1440),  62,  15-16;  e  el.  con  altrl  a  distribuire  I 
beni  d.  banditi  (an.  1445),  113,  4-6;  suo  dono  a  Sante 
Bentivogiio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  15-16;  con- 
vocato  con  altri  dal  pp.  e  arringato  dal  pred.  per 
la  concordia  nella  c.  (an.  1460),  173,  19,  33-26;  va  a 
Roma  quale  ambasc.  al  seguito  d.  leg.  di  Boiogna 
(an.  1460),  174,  37-39;  fa  un  presente  alle  nozze  di 
GiuUo  Malvezzi  (an.  1464),  184,  37-38;  per  ordine 
d.  Senato  accompagna  ai  confini  Giacomo  Piccinino 
di  passaggio  a  Boiogna  (an.  1464),  185,  19-20;  va 
ambasc.  ai  pp.  a  persuaderlo  dl  non  insistere  nel 
volere  la  signoria  assoluta  d.  c.  (an.  1465),  187,  26-35; 
essendo  senatore,  f  ed  6  sepolto  in  San  Domenico 
(an.  1465),  189,  5-7;  non  e  sostituito  perche  d.  sena- 
torl  in  soprannumero,  7-8. 

Marsili  Giovanni  padre  di  Giacomo,  113,  6;  189,  5; 
prende  parte  al  consiglio  d.  Sessanta  indetto  dagll 
Anziani  (an.  1430),  18,  13,  15-16;  ceiia  con  cinque  di 
parte  Bentivoglia  sostenuti  nel  pal.  degli  Anziani, 
37-38 ;  dopo  cena  c  chiamato  f uori,  38-39 ;  c  fatto  cav. 
aurato  in  San  Petronlo  dal  pp.  (an.  1459),  171,  33. 

Marsili  Giovanni  figlio  di  Giacorao,  228,  3;  conduce 
per  le  redini  la  chinea  d.  regina  di  Russia  nella 
visita  di  questa  alla  sepoltura  di  San  Domenico 
(an.  1473),  212,  36-38;  h  fatto  cav.  aurato  dal  duca 
Giangaleazzo  Sforza  alla  presenza  di  Giovanni  Ben- 
tivoglio  e  d.  suo  seguito  (an.  1480),  221,  31-34;  suc- 
cede  in  Senato  al  f  Bernardo  da  Sassuno  (an.  1483), 
228,  3-4  ;  e  el.  d.  Sedici  (an.  1488),  253,  22-23;  fe  uno 
d.  giudici  d.  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire 
se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  neUe  cose 
umane  (an.  1490),  258,  46-47;  giudica  vincitori  i  car. 
d.  Fortuna,  262,  20-24;  accompagna  Giovannl  Ben- 
tlvogllo  a  Ferrara  a  condolersi  col  duca  Ercole  d.  f 
d.  duchessa  (an.  1493),  273,  24-26;  torna  a  Bologna, 
26:  ric.  per  Giovanni  PJacentini  suo  servitore,  299, 
47;  con  Angelo  Ranuzzi  i  mandato  dal  Senato  al 
Valentino  a  rallegrarsi  con  lui  deII'acquisto  di  Faen- 
za  (an.  1501),  302,  42-44;  a  Castel  San  Pietro  h  rag- 
giunto  dalPavanguardia  d.  pred.  e  richiesto  di  allog- 
giamenti  nel  territorio,  44-46;  fa  col  compagno  aprire 
loro  il  castello  perch^  abbiano  Tettovaglia,  46-47 ;  1 
pred.  appena  entrati  lo  fanno  prigioniero  col  Ra- 
nuzzi,  47-48;  pol  lo  conducono  seco  e  io  costringono 
a  dare  loro  la  lenuta  di  Casal  Fiuraanese,  Castel- 
guelfo  e  altri  luoghi,  48-50;  accompagna  Paolo  Or- 
sini  dal  duca  Valentino  per  conchiudere  la  pace, 
304,  42-43,  44  ;  11  che  fc  fatto  con  strumento  dl  Cesare 
Nappi,  44-45;  torna  a  Bologna,  45-46;  con  altrl  va 
ambasc.  d.  Senato  a  PIo  III  per  rallegrarsi  d.  sua 
elezione  (an.  1503),  326,47,  49;  giungc  a  Roma  che 
11  pp.  k  gravemente  malato,  327,  19-20  ;  f  II  pred. 
domanda  istruzion!  sul  da  fare,  33-33;  gli  c  ordinato 
di  aspettare  I'elezione  d.  nuovo  pp.,  23-34;  va  a  rlve- 
rire  Glullo  II  benevolmente  accolto,  328,  30-32;  (m 
uccldere  un  lupo  che  desolava  la  Valle  dl  Reno  («n. 
1506),  343,  12-13;  h  uno  degli  ambasc.  raandati  dal 
Senato  a  Giulio  II  a  SanfArcangelo,  345,  4S-46; 
arrirato  coi  pred.  a  Cetena  h  raggiunto  da  un  messo 
di  Giovanni  BentivogUo  che  loro  conalglia  di  passa- 
re  su  terrltorio  veneziano  essendo  stato  ucclio  Ber- 
nardino  Gozxadlni  caro  al  pp.,  46-346,  1-17;  ra  con 
gll  altri  a  Cervla  e  di  li  mandano   a   chiedere   un 


684 


INDICE  ALFABETICO   [UnTm  Glovannl-UaiHno  V  papa) 


■alTkcondotto  al  pp.  che  lo  accorda,  34(),  17-21 ; 
recatoii  •  S»nt'Arcangelo  <«n  glt  altri  il  pi>.  proi- 
bitce  loro  di  partlre  tenza  sua  licenza,  31-33;  ri- 
manda  a  liologna  11  luo  legulto  ailMnfuorl  dl  un 
servo,  U-34 ;  gll  h  dal  pp.  affidata  la  porta  di  Sara- 
goiza,  357,  3t;  esiendo  d.  Senato  veccliio  h  da  Giu- 
llo  II  ei.  d.  Quaranta  conslglierl  e  rtformatori, 
358,  37 ;  h  creato  dal  pp.  sorralntendente  alio  .Stu- 
dio,  359,  34  ;  per  incartco  d.  Senato  acconipagna 
Gtullo  II  a  Roma  (an.  1507),  365,  31-33. 

Marsili  Pirro  h  con  altrl  convocato  in  Pal.  da  Ermes 
Bentlvogito  (an.  1501),  305,  5-»;  ii  pred.  mantfesta 
loro  clie  Agamennone  Marescotti  aveva  scritto  al 
Valenttno  invitandolo  contro  Bologna  e  1  Benti- 
Toglio,  11-39;  ii  esorta  a  unirsi  a  lui  neiruccldere 
i  Marescottl  traditori  detenuti  in  Pai.,  3»-31;  p«r- 
tecipa  ali'uccisione  d.  pred.,  31-43. 

Marsili  Rinai. 00  mtiliaio  /«  duectnioeinquania  du- 
caii  f»r  la  ricosir$aioMe  d.  fal.  Mareseotti  (an.  1508), 
389,   la. 

Marsiu  ViNCENzo  degli  Anzianl;  fe  scomunicato  per  il 
suppiizio  di  alcunl  religiosl  colpevoli  di  furto  (an. 
1486),  234,  8-9;  4  d.  Coilegi  (an.  1505),  339,  1,  4. 

Marsilio  V.  Falzoiu  A/.,  Loiant  M.,  Tagliafieira  M., 
Sanli  M.,    Torelli  M. 

Marsimigli  Giu.stiniano  e  el.  degli  Anziani  di  Bologna 
(an.   1430),  17,  36-38. 

Marta  (Donzkllb  ui  Santa).  Appellativo  d.  fanciulle 
povere  di  Bologna  tolte  da  alcunl  pietosl  da  ele- 
mosinare  (an.  1505),  338,  43-43. 

Martelkmgo  Giieraiido  V.  Martinengo  (Da)   Gherardo. 

Martelli  Bbrtoldo  muitato  In  duecentocinquanta  du- 
cati  per  ii  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  31;  i  nuovamente  multato  in  sessanta  ducatl 
per  la  ricostruzione  pred.,  389,  8. 

Martinengo  (Da)  Cbsarg  e  condottiero  neU'esercito 
d.  Caldora  (an.  1430),  20,  30-31;  essendo  cap.  nel- 
fesercito  d.  Lega  rimane  prigioniero  d.  Piccinino 
nella  rotta  da  questo  inflitta  al  detto  esercito  (an. 
1434),  40,  31-33;  i  cap.  d.  milizie  aragonesi  nella 
Marca  e  in  Lombardia  (an.  1440),  119,  41-43. 

Martine.ngo  (Da)  Ghkrardo  \Gherardo  Marteiengo]  e 
neifesercito  di  Bartolomeo  Coiieoni  contro  Firenze 
(an.  1467),  193,  IS;  resta  f  neiia  battaglia  alla  Mez- 
zolara,  195,  31-33. 

*  Martini  Elena  moglie  di  Pietro  Gliirardacci  (s.  a.), 
VIII;  rimasia  vedoz'a,  dal  cognato  Santc  le  e  fatto 
nel  iettamento  un  legaio  di  quaranta  lire  {an.  1S18), 
IX,  4'-4*  „■ 

Martxno  V.  Bomhasari  M.,  Colla  M.,  liocca  (Dalla)  M., 
VaUe  (Della)  M. 

Martino  (San).  II  pp.  Gluiio  II  entra  in  Bpiogna  11 
giorno  d.  sua  festa  (an.  1506),  357,  37;  cf.,  353,  34; 
il  Senato  per  solennizzare  questo  avvenimento  fa 
correre  ogni  anno  per  il  suo  giorno  un  pallo  di 
broccato,  357,  37-38. 

Martino  (chiesa  di  San)  nei  Medesano,  sotto  il  patro- 
nato  d.  Malvezzi;  e  olficiata  dai  frati  Eremitani  dl 
SanfAgostino  per  concessione  d.  card.  Pietro  Rla- 
rio  datata  di  Ferrara  (an.   1473),  213,  4-8. 

Martino  (San)  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Santc  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.   1454),   150,  30. 

Martino  (San)  i>ell'Avbsa  rlc,  179,  1». 

Martino  (San)  in  Soverzano  nel  Bolognese;  fa  un  dono 


a  Sante  BentiTogiio  per  le  nozze  (an.  1454),  151, 
t-7;  deTattato  da  una  tempesta  (an.  1468),  190,  lt-31. 
Martino  V  papa;  zio  di  Paolo  Colonna,  15.  47-48;  "  m* 
dncreio  eht  riunitce  Mtdicina  alia  c,  e  ttrr/iorio  di 
Bologna  (an.  1419),  LVIIi, o^-//j;  LIX,  /-.«>;  cf.  LVII, 
30-33  „ ;  tratta  la  condotta  di  Antoo  Galeazzo  Ben- 
tivoglio  per  mezzo  d.  suo  rliierico  di  camera  Be- 
nedetto  Guidaiotti  (an.  1426),  4,  1-S;  e  quelia  di 
Annibalc  Bentlvoglto,  figiio  d.  pred,  esiendo  Inter- 
mediario  II  vesc.  di  Boiogna  Nlcoi6  All>ergati,  *-« : 
eleggecard.  Lodovico  Alamanni  governatore  di  Bo- 
logna,  30-31 ;  chtama  a  Roma  fAlbergati  33-34 :  io  eieg- 
ge  card.,  36-38 ;  cf.  34-3S ;  lo  manda  ieg.  a  Venezia  e 
Milano  per  la  pace  tra  questi  princlpi  e  ia  Lcga,  39- 
41 ;  invita  a  Roma  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  (an. 
1437),  5,  35;  io  accarezza  molto,  18;  io  crea  conte  di 
Campagna,  Vt\  ci6  per  tenerlo  iontano  da  Bniogna, 
30,  e  per  tenere  a  freno  i  Canetoli,  31 ;  elegge  Ga- 
•pare  Maivezzl  governatore  dl  Ascoii  con  ampia  au- 
toriti  (an.  1438),  6,  37-39:  da  Antongaleazzo  Benti- 
vogiio  gii  h  presentata  la  lettera  con  cui  Tommaao 
Canetoli  esortava  il  pred.  a  non  fidani  di  iui  e 
tornare  in  patrla,  8,  1-3;  se  ne  turba,  3;  gia  raal  di- 
tposto  contro  i  Canetoli  deltbera  di  mandare  ad 
assediare  Boiogna  e  affretta  la  partenza  dcireserci- 
to,  3-7 ;  il  Senato  di  Bologna  chtede  aiuto  contro  lui 
ai  Venezianl  14-17;  che  lo  rifiutano  dichiarando  di 
essere  suol  amici,  17-19;  priva  Bartolomeo  Zami^ec- 
cari  dcll'abbazia  di  San  Bartolomeo  di  Ferrara,  9. 
10;  comanda  con  breve  a  tutti  i  capitani  al  toldo 
d.  Chiesa  di  dare  aiuto  ad  Antongaieazzo  Benti- 
voglio  e  al  card.  Nicol6  Albergati  ogni  volta  che  lo 
richieggano,  37-30;  i  Veneziani  rifiuta.no  ia  tenuta  di 
Bologna  fatta  ioro  dai  Boiognesi  in  cambio  d.  loro 
aiuto,  per  non  inimicarselo,  31-3»;  interdice  Boio- 
gna,  44-45;  vieta  ai  Boiognesi  l'uso  d.  cose  sacre,  10, 
44:  ric,  14,  40;  per  finire  la  guerra  coi  pred.  degge 
ii  card.  Lucido  Dei  Conte  leg.  dl  Rom.igna  con 
ampia  facolta  di  trattare  la  pac<;  (an.  1429),  15,  34- 
36;  invia  Rolando  da  Genazzano  ambasc.  a  Boiognn 
con  piena  autorita  per  trattare  l'accordo,  16,  14-17; 
per  1  patti  d.  pace  coi  Bolognesi  deve  restituire  a 
Bartolomeo  Zambeccari  l'abbazia  di  Son  Bartolo- 
meo  di  Fcrrara,  37-38,  scegliere  ii  pod.  di  Bologna, 
neiln  terna  d.  nomi  pretentata  dagli  Anziani,  44,  e 
mandare  un  lcg.  gradito  al  Senato  e  al  pop.,  45,  e  se 
non  piace  rimuoverlo,  45-46:  da  ii  suo  consenso  aiia 
domanda  d.  leg.  di  cntrare  in  Bologna,  17,  6,  cf.  3-3; 
gli  fe  consigiiato  dal  pred.  di  pretendere  il  iiI>ero  do- 
minio  di  Bologna  per  mettere  fine  aile  prepotenze  e 
tlrannie  d.  Canetoii  (an.  1430),  20,  1-3;  revoca  il 
card.  del  Conte  e  crea  leg.  in  sua  vece  ii  vesc.  di 
Torpeia  uomo  risoluto  e  valoroso,  4-6;  ordina  al 
pred.  di  ridurre  Bologna  sotto  il  suo  libero  domi- 
nio,  20,  7-8;  devono  recarsi  a  iui  ambasc.  d.  pred. 
c.  per  l'accordo,  43;  non  conferma  i  capitoli  concor- 
dati  tra  i  Bolognesi  e  il  leg.,  22,  10,  ric,  31-33:  manda 
a  questo  in  San  Giovanni  in  Persiceto  Antonio  Man- 
fredi  ordtnandogii  dl  trattare  con  lui  I'accordo  coi 
Bolognesl,  23,  3-5;  fa  sapere  da  un  messo  a  Bologna 
che  mandera  un  nunzio  per  conciudere  la  pace,  5-8; 
h  famigliare  con  Nicoi6  da  Ugnano,  10:  concede  al 
card.  Alliergati  piena  autoriti  dl  fare  pace  coi  Bo- 
iognesi  (an.   1431),  23,  43-43;  f  *  Roma,  24,    1:    in 


[Martino  V  papa-Matteo] 


INDICE  ALFABETICO 


685 


Bologna  se  ne  rallegrano,  2-3;  ric.  per  la  conroca- 
zione  d.  Concilio  in  Basilea,  30,  50, 

Martino  (fra)  da  Legnano  al  secolo  Anton  Maria  Cioc- 
chi;  V.  Cioccki  Anton  Maria. 

Marzano  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze 
(an.  I4S4),  151,  U. 

[Marzano  (Da)  Giovanni  Antonio]  duca  di  Sbssa 
rimane  prlgioniero  d.  Genovesi  coi  principi  di  Ara- 
gona  e  altrl  personaggi  nel  porto  di  Gaeta  (an. 
i43S)i  42,  8-12;  e  mandato  a  Milano,  23;  e  liberato 
dal  duca  contro  la  volonti  d.   Genovesi,  13-15. 

Marzano  (Da)  Gubrribro  cap.  deIl'esercito  della  lega 
guelfa ;  rimane  prigioniero  d.  Picclnino  nella  rotta 
da  questo  inflitta  al  pred.  esercito  (an.  1434),  40,  20. 

[Marzano  (da)]  Maria  CAMir.LA  figlia  di  una  sorella  di 
re  Ferdinando  di  Napoli  e  del  princlpe  di  Rossano 
Marino  di  Marzano,  215,  9;  sposa  Costanzo  Sforza 
signore  di  Pesaro  (an.  1475),  215,  8;  va  ad  assistere 
alle  sue  nozze  la  cognata  Ginevra  Bentivoglio  con 
rlcco  seguito,  8-13. 

[Marzano  (Da)  Marino]  principe  di  Rossano  marito 
di  Eleonora  sorella  di  re  Ferdinando  di  Napoli, 
215,  9;  p.  dl  Maria  Camilla,  8-9. 

Mar^ano  (Da)  conte  Pirtro  fratello  di  Ranuccio,  303, 
3-4;  si  trova  a  presidio  con  alcune  bande  di  cavalli 
In  Medlcina  (an.  1501),  303,  K\  reso  dal  Gozzadini 
il  cttstello  a  Vitellozzo  Vltelli,  e  fatto  prigioniero  e 
ucciso  da  questo,  (;  cf.  6. 

Marzano  (Da)  Ranuccio  fratello  di  Pietro,  303,  3-4; 
illustre  condottiero,  e  assoldato  con  cento  lancie  e 
pedoni  dal  Senato  dl  Bologna  per  dlfendere  la  c. 
(an.  1500),  301,  2-4. 

Marzano  (Da)  Sbvero  e  condottiero  neII'esercito  d. 
Caldora  (an.  1430),  20,  20-2I. 

MascaRelt.a  (porta)  V.  Bologna  {forte). 

Maschi  Carlo  di  Rimini,  pod.  di  Bologna  (an.  1494), 
273,  40-41. 

"  [MasINA  o  Masini].  Indici,  ric.  IX,  /5-/6,  *4-'5y  '9,  SO,  S6, 
43,  46,   40,  ss-5t>,  59,  63,  65,  7',    T',  So-Ss,  9',  96,  99»- 

Masio  I».  Maso. 

Maso  [Masio]  v.    Tommaso. 

Masone  V.  Magione  dei  Cavalieri. 

Massalombarda  \Massa,  Massa  de'  Lombardi]  castello 
ael  contado  Bolognese;  h  dato  dal  pp.  Eugenio  IV 
al  marchese  d'Este  con  dispiacere  de'  Bolognesi 
(an.  1436),  47,  26-27;  fc  conquistato  daII'esercito  d. 
Chiesa,  30-31 ;  vi  si  riducono  le  milizie  d.  Chiesa  dal 
saccheggio  nel  Bolognese  (an.  1440),  64,  26;  vi  giunge 
Bartolomeo  CoUeoni  con  il  suo  esercito  (an.  1467), 

193,   22-23. 

Massaro  1)1  Piacenza  sicario  d.  Canetoli  col  mandato 
di  uccidere  Annlbale  Bentivogllo;  &  scoperto,  ma 
non  confessa  malgrado  i  tormenti  (an.  1445),  102, 
19-21 ;  cf.  23;  i  Canetoll  ne  reclamano  la  llberti,  senza 
per6  ottenerla,  dichiarandolo  Innocente,  21-32;  e  fatto 
a  pezzi  dal  popolo  e  gettato  nella  corte  d.  pal.  d. 
pod.,    105,  48-50;  Cf.    106,   26,   30-31. 

Massaro  di  ViCBNZA  V.  Giovanni  deito  Massaro  di  Vt- 
centa. 

[MASsfeRA  Aldo  Francesco]   ••  ric,  LXIX,  o-ro „. 

Massimiliano  I  d'As8Uroo  imfkratork  el.  re   d.   Ro- 

mani  h  coronato  In  Aquisgrana  (an.  1486),  235,  26- 

•  2»;  alla  t  d.  padre  gH  succede  (an.  1493)>  ^72,  43- 

44;  dona  a  Giovanni  B«ntlvoglio  e  ai  suol  figll  al- 


cuni  prlvilegi  (an.  1494),  279,  l-2;eciofe:  titolo  di 
conti  palatini  e  autoriti  di  legittlmare  bastardi, 
3-3,  appcllativo  di  famigliari,  consiglieri  e  commen- 
sali  suoi,  6-7 ;  li  crea  nobili  e  conti  d.  Sacro  Ro- 
mano  Impero  con  dlritto  di  battere  moneta  al  loro 
nome  dove  e  come  loro  piaccia,  10-13;  concede  in 
parficolare  a  Giovanni  e  ai  primogenito  Annibale 
autoriti  di  creare  cav.  e  dottori  in  quaiunque  fa- 
colt^,  4-5,  di  aggiungore  al  loro  stemma  l'aquila 
impcriale  nera,  coronata  d'oro  e  dl  portarla  sullo 
scudo  e  l'eIraetto,  8-9;  testo  d.  pred.  bolla,  slgillata 
d'oro,  che  comincia  con  1'enumerazione  dl  tutti  1 
suoi  titoli,  14-280-281-282-283,  1-23;  stringe  lega 
col  pp.,  coi  reali  di  Spagna,  i  Veneziani  c  con  Lo- 
dovlco  Sforza  contro  Carlo  VIII  (an.  1495),  285, 
38-41;  la  pred.  lega  h  resa  pubblica,  43-44;  fa  inco- 
ronare  Lodovico  Sforza  duca  di  Milano  da  suol 
ambasc,  46-47;  manda  quattrocento  Svizzeri  a  Fer- 
dinando  re  di  Napoli,  288,  10-12;  si  trova  a  Milano 
(an.  1496),  291,  8;  invia  un  ambasc.  ai  Fiorentini 
con  intimazione  dl  non  fare  guerra  a  Pisa,  citti  sog- 
getta  aII'impero,  9-11;  giunge  a  Meda  ricevuto  da 
Lodovico  Sforza  e  dal  leg.  card.  Bernardlno  Car- 
vajal,  14-15;  si  reca  a  fargli  omaggio  a  nome  d.  padre 
Alessandro  Bentivoglio  con  Carlo  Grati  e  molto 
seguito,  15-18;  io  riceve  afFabilmente,  18-19;  ^  ac- 
compagnato  dal  pred.  a  Genova,  19 ;  da  Meda  va  a 
Pisa  accolto  entusiasticamente,  30-3i :  Lodovico  Sfor- 
za  minacciato  di  perdere  lo  stato  si  accosta  a  lul 
(an.  1499),  296,  32-33;  manda  con  gll  Sforza  in  Italia 
un  esercito  di  ventimila  uomini  (an.  1500),  299,  14- 
16;  cf.  3-4;  invia  a  Firenze  Ermes  Sforza  (an.  1502), 
310,  7-8 ;  fa  pace  con  Lulgi  XII  e  Ferdlnando  II 
Cattolico  (an.  1503),  323,  2-3;  guerreggia  contro  il 
duca  dl  Geldren  (an.  1506),  359,  26;  11  pp.  Giulio  II 
crea  card.  il  suo  favorito  vesc.  di  Bruges,  360,  44- 
45;  aderisce  alla  lega  tra  il  pp.,  Lulgi  XII,  Ferdi- 
nando  di  Aragona,  i  Fiorentini,  Alfonso  d'Este 
duca  di  Ferrara,  Gianfrancesco  Gonzaga  march.  di 
Mantova  coiitro  i  Venezlani  (an.  1509),  393,  20-27; 
pretende  dai  pred.  Vicenza,  Padova,  Treviso,  Udine 
con  tutto  II  Friuli,  31. 

Massumatico  dannegglato  dalla  tempesta  (an.  1453), 
143,  33-34;  V.  anche  Bartolo  dal  Poggio  di  Massn- 
matico,   Giovanni  da   Mastumaiico. 

Mastbllacci  [Mastelaeci]  sono  fuorusciti  di  Bologna 
(an.  14S0),  134,  32-36. 

Mastkllbtta  ViNCKNzo  cap.  al  comando  di  Annibale 
Bentlvoglio  contro  Carlo  VIII  (an.  1495).  287,  4. 

Mastini  Matteo  [Maltia  di  Mastino]  multato  in  qua- 
rantacinque  ducati  per  II  rifaclmento  d.  pal.  Mare- 
scottl  (an.   1508),  388,    3. 

Matassbllani  BoNlFAClo  [Bonifacio  Mataseilani]  dl  I.o- 
renzo,  68,  20;  segue  Battlsta  Canetoli  a  Corregglo 
(an.  1435),  43,  33-34;  c  fuoruscito  (an.  1440),  68, 
30,  23. 

Matasskllani  Lorbnzo  [LoreHio  Matasellani]  padre  di 
Bonlfacio,  68,  20. 

Matbuca  (Da)  [Mattelica]  v.  Corrado  da   Mattlien. 

Mateuca  iignori)  V.  Ottoni. 

Mattkuca  (Da)  V.  Matelica  (Da). 

Mattko  [Mait>iio,  Mattio]  v.  Biancki  o  Bia»ckelti  M., 
Boiardo  M.,  Bolognetti  M.,  Buonamici  M.,  Cantto/i 
M.,    Carmegnam    M.,    Castagnoli    M.,    Cattaldi  M,, 


686 


INDICE  ALFABETICO 


[Mattco-Mediei  (/7«')] 


Conti  M.,  Corrtggit  (DalU)  M.,  CrUpano  M.,  Dotta 
(^«)  M.,  GaritimUmi  M.,  Gariiendi  M.,  Oiotia  M., 
Grifpinti  M.,  Lana  (Dalla)  M.,  Lanaroli  Af.,  Lamg-  de 
Wtlttnburg  M.,  Libani  M.,  Lupari  M.,  Magnnmi  M., 
Malwtti  M.,  Mamcalehi  M.,  Mattini  M.,  Minotti 
M.,  Nappi  M„  Nohili  M.,  Papattomi  M.,  Tetta  M„ 
Tigmoti  M,,  Toicani  M.,  Totchi  M,,  Toitigmamo  (Da) 
M.,  Silvettri  M. 

Mattbo  figlio  dl  Silrestro  lanaiolo;  h  fatto  prigioniero 
dai  Canetoll  In  CrCTalcore  ore  si  trovava  per  fug- 
glre  la  pette  (an.  1448),  126,  U-IS;  suo  dono  a  Sante 
Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  14S4),  150,  5-6. 

Mattko  da  Capua  condottiero  d.  Veneziani ;  i  man- 
dato  dal  pred.  a  soccorrere  Caravagglo  assediato 
da  Franccsco  Sforza  (an.  1446),  117,  43-«5;  in  unione 
•  Lodovico  Malvezzi  scaccia  il  dui^a  d'Atri  e  altrl 
signori  di  Abruzzo  dai  loro  stati  impadronendosi 
di  buona  parte  di  detta  provincia  (an.  1463),  178, 
M-i6;  vleta  II  passo  al  Tronto  a  Slglsmondo  Ma- 
latesta  e  a  Francesco  dalla  Mirandola,  179,  39-30. 

Mattko  (cHissA  Dl  Sait)  V.  Bologna  (chitte). 

Mattia  1'.  Matteo. 

Mattia  [CoRviNol  RB  Di  UuoiiKRiA  sl  accorda  coi  pp., 
Venezla  e  il  duca  di  Borgogna  di  partecipare  a  una 
spedizlone  contro  i  Turchl  (an.  1464),  183,  4-6  ;  l'im- 
presa  cumune  fallisce  per  la  f  d.  pp.,  7-8;  cf.  186, 
17;  i  card.  gll  Inviano  quarantamila  ducati  perche 
tenga  In  freno  gli  infedell,  17-18;  h  dai  Veneziani 
rappaciato  con  Caslmiro  re  di  Polonia  e  rimane 
contento  d.  suo  rrgno  di  Ungheria  (an.  1468),  200, 
49-50. 

Mattia  (monastero  di  San)  V.  Bologna  (momatteri). 

Mattugliani.  Fresso  loro  a  San  Domenico  si  reca  ad 
abitare  il  card.  Francesco  Argentini  (an.  1506),  357, 
6-7. 

MaurINI  Francbsco  [Frameeico  Maurini]  h  confinato 
perch^  amlco  d.   Bentiroglio   (an.    1507),  362,  33- 

34,    39. 

Maurini  Mklchiorre  [MarcUonme]  p.  di  NicoI6,  192,  41. 

Maurini  Nicolo  figlio  di  Mblchiorrk,  192,  41:  beccaio, 
prende  parte  al  ferimento  mortale  di  Marlano  Bar- 
gellini  (an.  1467),  192,41-4];  c  bandito,  condannato 
nei  beni  e  gli  h  posta  una  taglia,  44-45 ;  cf.  43. 

....  Mauro  [Maurio]  da  Roma ;  combatte  nel  torneo, 
tenutosi  a  Bologna  per  definire  se  la  Sapienza  o  la 
l-^ortuna  prevaiga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di 
NicoI6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  fa  parte  d. 
prima  aquadra  vestita  ail'italiana  (an.  1490),  258, 
25-i7;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-19. 

Mazarklli  V.  Maxtareili. 

Mazou  V.  Maxtoli. 

Mazza  Silvbstro  va  alle  mura  e  con  funi  e  con  scale, 
alutato  da  altri  introduce  Annibale  Bentivoglio  coi 
suol  compagni  in  c.  (an.  1443),  80,  26-29. 

Mazza  (II)  V.   Geito  (Da)  Silveltro  detto  il  Matta. 

Mazzacani  Antonio.  Al  suono  d.  campana  dl  San 
Giacomo  si  arma  e  scende  in  Piazza  (an.  1445), 
104,  39-31,    33-35;  rimane  ucciso,  31-32;  cf.  105,  2-4. 

Mazzacani  Bartolomeo  i  ucciso  da  seguaci  d.  Cane- 
toli  (an.  1445),  103,  38. 

Mazzano  nel  Bolognese ;  ne  sono  devastate  ie  Tigne  da 
un  temporale  (an.  1463),  182,35-37  «  LXVI,  41-43,; 
dl  nuoTo  (an.  1468),  199,  17-19. 

Mazzarklu  Antonio  [Amionio  Matarei/i]  figlio  di  Pal- 


miero,  102,  i1;  tratta  coB  l'abate  di  Santo  Stefano 
per  la  fabbricaslone  dell'ospedale  di  San  Bruno  neila 
casa  d.  Coropagnia  d.  I.,ombardi  (an.  1445),  102, 
35-37. 

Mazzarblli  Palmikro  padre  di  Antonio,    102,  n. 

•Mazzatinti  GlusEPPK,  Imvmtari  dei  mtii.  delU 
BibHoteche  d'Italia  rie.,  LXXIII,  9-10  „. 

MazzoLi  Battista  [Battiita  Afato/i]  dl  Borgo  Panigale; 
applccato  aita  Ringliiera  d.  pod.  in  Bologna  per  avere 
dato  ricetto  ad  armigeri  d.  conte  Guido  Rangoni 
(an.   1508),  385,  9-13. 

MazzoU  Francesco  [Franceseo  Mato/i\  di  Borgo  Panl- 
gale;  figiio  di  Giovanni;  i  impiccato  con  due  terTi 
alia  Ringhiera  d.  pal.  d.  pod.  tn  Bologna  per  avere 
dato  ricetto  ad  armigeri  d.  conte  Guido  Rangoni 
(an.  1508),  385,  11-12;  i  suoi  l>eni  vengono  confi- 
scati,  13-14. 

Mazzoli  Giovanni  [Giovanni  Matoli]  di  Borgo  Pani- 
gale;  e  appiccato  alla  Ringhiera  d.  pal.  d.  pod  in 
Bologna  per  avere  dato  ricetto  ad  armigeri  d.  conte 
Guldo  Rangoni  (an.  1508),  385,  9,  11-13;  i  tnoi  beni 
vengono  confiscati,   13-14. 

Mazzou  LoDovico  interviene  alla  metsa  fatta  celebrare 
dal  Senato  dl  Bologna  in  San  Giacorao  ii  giorno 
di  Santa  Monica  (an.   1440),  63,  5. 

Mazzone  V.  Pelacani  M. 

. . .  Mazzone  mundatore,  seguace  d.  Canetoli,  i  bandito 
di  Bologna  (an.   1443),   109,  1  ;  cf.   108,  1. 

.  . . .  Mazzone  boemo;  combatte  nel  tomco  in  Boiogna, 
tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  I'ortuna 
prevalga  nelle  cose  umane  al  seguito  dl  NicoI6 
Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alia  te- 
conda  aquadra  vettita  aila  turca  (an.  1490),  258,  29- 
30;  ii  suo  partito  soccombe,  262,  17-19. 

....  Mazzoms  di  Casale,  contadino ;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.   1454),  151,  30. 

Mbda.  Vi  si  recano  Lodovico  Sforza  e  il  card.  Bernar- 
dino  Carvajal  a  rlcevervi  l'imp.  Massimiiiano  (an. 
1496),  291,  14-15;  e  anche  Alessandro  Bentivoglio 
con  Carlo  Gratl  e  molto  seguito  a  fare  omagglo 
al  pred.,  I6-I8;  ne  parfe  I'imp.  per   Pisa,  30-31. 

Meoesano.  Vi  giunge  dl  Lombardia  il  cap.  d.  mliizie 
fiorentine  Nicol6  da  Tolentlno  (an.  1428),  7,  33-33; 
il  pred.  non  cura  I'ordine  datogli  dal  Senato  bolo- 
gnese  di  partirne,  33-34 ;  il  Tolentino  vi  ^  assaiito  e 
sconfitto  da  Luigi  da  Sanseverino,  35-30 ;  cf.  9,  I ;  fc 
corso  e  devastato  dalle  milizie  d.  Chieta  (an.  1440), 
64,  25-36;  dl  nuoro  da  Lodovico  dal  Verme  (an. 
1443),  82,  13-14;  h  saccheggiato  da  Simonetto  dal- 
l'Aquila  perchfc  tiene  le  partl  d.  Manfredi  e  d.  Dal 
Verme,  89,  41-43;  vi  fa  dannC  Taliano  del  Friuli 
(an.  1445),  109,  46-47:  vi  pasta  Astorre  Manfredl 
che  vi  fa  moiti  mali  (an.  1449),  130,  10-11;  h  dan- 
negglato  da  una  tempesta  (an.  1467),  198,  4-6. 

Mkdici  (DE')di  Pirenze;  si  incaricano  deil'educazlone 
di  Ercole  Bentlvoglio  figlio  di  Sante  (s.  a.),  130, 
11-13;  i  fuorusciti  di  Firenze  sl  lagnano  di  loro 
presso  i  Venezianl  (an.  1467),  193,  1-3;  ai  quaii 
fanno  rllerare  come  l'aiuto  da  loro  prestato  al  duca 
dl  Milano  areste  impedito  alla  slgnoria  di  Venezia 
di  annettersi  ia  Lombardia,  3-S;  sono  odiati  dal 
Pazzl  per  la  supremazia  che  esercitano  In  Firenie 
(an.  1478),  218,  30-31;  dopo  la  fuga  di  Pietro,  ie 
loro  case  sono  taccheggiate   (an.    1494),  284,  12-13; 


[Medici  (Z?«V-Medici  (/)«')  Pietro]       INDICE  ALFABETICO 


687 


le  loro  opere  d'arte,  le  giole,  i  llbri  prezlosi  posti 
all'incanto,  15-17 ;  il  Valentino  si  adopra  per  rlmet- 
terll  in  Firenze  (an.  1501),  304,  2«-25;  Ascanio  Sforza 
assolda  Bartolomeo  d'AlTiano  allo  stesso  scopo  (an. 
1505),  339,  15-16. 

Medici  (De')  Bernardo  h  commissario  neiresercito  d. 
Fiorentini  comandato  da  Piergianpaolo  Orsini  (an. 
1440),  63,  18-19. 

Mbdici  (De')  CosiMo  [Cosmo];  padre  di  Pietro,  191,  46; 
ambasc.  Bolognesi  gli  annunziano  di  essere  venuti 
a  Flrenze  per  cercare  Sante  da  Cascese,  e  invitarlo 
le  veramente  bastardo  di  Ercole  Bentivoglio,  a  re- 
carsi  a  Bologna  a  governare  la  c.  (an.  1446),  119, 
1-3;  fa  chiamare  Sante  col  padre  e  gli  espone  la  cosa, 
3-5 ;  non  essendosi  niente  concluso  trae  il  giovane  in 
disparte  e  gli  dice  di  cercare  ia  decisione  in  se 
stesso,  giacche  I'istinto  d.  sangue  lo  avrebbe  gui- 
dato  megllo  di  qualunque  ragionamento,  6-11  ;  cf. 
33-33;  h  ringraziato  da  Sante  alla  sua  partenza  per 
Bologna,  15;  e  il  primo  cittadino  di  Firenze  che 
gorerna  con  prudenza  (an.  1464),  185,  37-2»;  f  39; 
ric,  284,  16. 

Medici  (Db')  Giovanni  accompagna  a  Bologna  Glo- 
vanni  d'Angi6  (an.  1455),  160,  9. 

MsDici  (De')  Giovanni  secondogenito  di  Lorenzo;  ha 
quattordici  anni  alla  f  d.  padre  (an.  1489],  265,  42- 
43;  esce  di  Firenze  e  va  a  Bologna  coi  fratelli  Piero 
e  Giuliano  (an.  1494),  284,  1-3;  di  qui  si  reca  a  Mi- 
Uno  achledereI'aiuto  d.  duca  per  rien- 
trare  in  Firenze  coi  f  ratelU  (an.  1493),  287, 
45-46;  essondo  card.  di  Santa  Maria  Dominica,  se- 
gue  Giuiio  II  a  Bologna  e  alloggia  nella  badia  di 
Santo  Stefano  suo  beneficio  (an.  1506),  356,  35-36; 
diviene  pp.  Leone  X  (an.  1513),  265,  44;  rlc,  316,  U. 

Medici  (De')  Giuliano  e  ferito  dai  Pazzi  nel  Duomo  di 
Firenze  e  f  (an.   1478),  218,  33-34;  cf.  32-33. 

Medici  (De')  Giuliano  terzogenito  di  Lorenzo;  ha  po- 
chi  anni  alla  f  d.  padre  [an,  1489],  265,  43-44;  parte 
dl  Firenze  coi  fratelli  Piero  e  Giovanni  (an.  1494), 
284,  1-3;  va  a  Bologna  con  il  fratello  Giovanni 
(an.  1495),  287,  45-46;  tenta  rientrare  in  Firenze 
mediante  l'aiuto  d.  Veneziani  e  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.  1498),  295,  33-24,  non  gli  riesce  per  la 
aconfitta  data  dai  Fiorentini  ai  partiglani  d.  sua 
famiglia  [an.  1499],  296,  3-6 ;  Cesare  Borgia  prende 
impegno  di  riraetterlo  in  Firenze  (an.  1501),  306, 
40-41,  ma  accordatosl  il  pred.  coi  Floren- 
tlni  rimane  fuori  di  patria,  48. 

Medici  (De')  LoRiiNzo  padre  di  Pietro,  Giovannl  e  Glu- 
liano,  265,  43-44;  h  ferito  leggermente  in  Duorao  du- 
rante  la  conglura  dei  Pazzi  (an.  1478),  218,  30-35;  si 
salva  in  sagrestia,  36;  chiede  aiuto  a  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  39-40;  ferraa  a  Scarperia  i  soldati  inviatigli 
dai  pred.  non  avendone  piu  bliogno,  43-44;  va  a  Fl- 
reozuola  a  ricevere  Ascanlo  Sforza  In  consegna  da 
Glovanni  Bentivoglio  (an.  1480),  222,  36-27;  invia  il 
pred.  Sforza  a  Pisa  e  di  Ik  su  galea  a  Napoli,  37-3*; 
prende  parte  alla  Dicta  degii  alleati  in  Creraona  (an. 
1483),  226,  28-29;  approva  di  rauovere  gucrra  ai  Ve- 
neziani  a  prlmavera,  30-33;  rappresentando  i  Fioren- 
tlni  alle  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  in  Bologna, 
TA  iacontro  agli  sposi  fuori  porta  di  Galliera  (an. 
1487),  236,  22,  29-30,  sua  collana  dl  perle  rlc,  30-Jl ; 
suo  dono  alla  sposa,  239,  19-30 ;  alla  colazlone  nu- 


ziole  gli  h  offerto  in  presente  un  castello  con  pavone 
tutto  in  zucchero,  240,  31-33;  gli  h  dedicato  da  An- 
gelo  Michele  Salimbene  la  narrazlone  in  ottava  ri- 
ma  d.  nozze  pred.,  241,  25-29;  riceve  lietamente  Gio- 
vanni  BentiTOglio  condotto  dai  Faentini  prigio- 
niero  a  Firenze  (an.  1488),  246,  48  49;  gli  sono  man- 
dati  ambasc.  dal  Senato  di  Bologna  per  la  libera- 
zlone  d.  pred.,  247,  2-4;  il  Bentivoglio  e  sdegnato 
con  lui  a  torto,  249,  7-9  cf.  l;  h  vlsitato  da  Gio- 
vanni  Malvezzi,  5,  che  gli  porta  i  saluti  di  Giulio 
Malvezzi  e  di  Giovanni  Battista  Refrigeri,  5-6:  lo 
interroga  sulle  cose  di  Bologna,  6-7;  apprende  dal 
pred.  il  disegno  d.  Malvezzl  di  liberare  Bologna 
dalla  signoria  d.  Bentivoglio,  uccidendolo,  10-13;  gli 
da  consigli  dl  circospezione  e  non  promette  aiuto, 
12-14;  offre  aiuti  al  Bentivoglio  in  occasione  d.  pred. 
congiura,  252,  36-37;  f  (an.  1493),  265,  41-42;  dolore 
per  la  sua  f  in  tutta  Italia,  44-45;  ric,  286,  16. 

Medici  (De')  Pappi  [non  pare  d.  famiglia  fiorentina]; 
fe  mandato  dal  patriarca  Vltelleschi  a  Bologna  col 
danaro  pei  congiurati  (an.  1440),  64,  19-20;  scoperfo 
il  coraplotto  h  preso,  gli  sono  tolti  l  denari  e  posto 
in  prigione,  23-34 ;  avendo  tentato  fuggire  ^  decapl- 
tato  (an.  1440),  64,  49-50. 

Mkdici  (De')  Pietro  figlio  dl  Cosirao,  191,  46;  si  ordi- 
sce  una  congiura  per  farlo  prigione  o  anche  ucci- 
derlo  a  fine  di  carabiare  lo  stato  di  Firenze  (an. 
1466),  191,  46-48;  a  essa  prendono  parte  Luca  Pitti, 
Angelo  Acciaiuoli,  DiotisalTi  Neroni,  NIcol6  Sode- 
rini,  48-192,  1-5;  i  pred.  si  erano  assicurati  pagan- 
dolo,  I'appoggio  di  Ercole  d'Este  che  con  millecin- 
quecento  uomini  era  andato  al  Frignano,  5-8;  h 
avTertito  di  ci6  da  Glovanni  Bentivoglio,  che  gli 
manda  in  aiuto  quattromila  armatl  e  miUecinque- 
cento  cav.  d.  duca  di  Milano,  9-11;  saputo  che  le 
pred.  gentl  erano  vicine,  con  i  suol  amici  va  in 
Palagio  e  in  Consiglio  smaschcra  i  congiurati,  11- 
13;  fa  privare  d.  magistrato  Luca  Pitti,  13-14  ;e  dl- 
chiarare  ribelli  gli   altri   gii  datisi  alla  fuga,  17-18. 

MkdicI  (De*)  Pietro  figlio  di  Lorenzo,  265,  43 ;  h  visitato 
da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1485),  232,  37;  quale 
primogenito  dl  Lorenzo,  gli  succede  nel  primato  di 
Firenze  (an.  1492),  265,  43-43;  il  duca  di  Milano  man- 
da  Anton  Maria  da  Sanseverino  a  condolersi  con  lul  e 
1  f ratelli  d.  f  d.  padre,  47-50 ;  va  a  trovare  Carlo  VIII 
gii  entrato  in  Toscana,  e  per  disarmarne  la  crudelti 
gli  cede  Pisa,  I^ivorno,  Sarzana,  Sarzanello  e  Ple- 
trasanta  (an.  1494),  283,  43-44 ;  torna  qulndi  a  FI- 
renze,  44,  ma,  temendo  I'ira  d.  Fiorentlnl  per  quanto 
aveva  fatto,  ne  parte  per  Bologna  col  fratelli  Glu- 
liano  e  Giovanni,  44-284,  1-3;  chiede  ospltaliti  a 
GioTanni  BentiToglio,  284,  3-5;  h  da  lui  btasiraato 
per  la  sua  fuga,  6-7 ;  ma  tuttavla  Incuorato  a  bene 
sperare,  7-l0;  Ta  a  Venezia,  10-11;  h  bandito  come 
ribelle  e  gli  h  posta  una  taglia,  13-14;  ric,  16;  par- 
tlto  Carlo  d'ltalia  tenta  rientrare  In  Firense  co! 
fratelll  per  mezzo  d.  duca  di  Milano  (an.  1495),  287, 
43-45  ;  e  poi  mediante  l'aluto  d.  Veoegianl  e  dl  An- 
nibale  BentiToglio  (an.  1498),  295,  33-24;  non  rlesce 
nei  suol  tentatlTl  per  la  sconfitta  data  dai  Florcn- 
ttni  ai  suo!  partigiani  (an.  1499),  296,  3-6;  anche 
Cesare  Borgia  sl  accinge  a  rimetterlo  In  Firenze 
(an.  1501),  306,  40-41,  ma  pol  accordatosl  coi  FIo- 
rcnttni  non  pensa  pii>   a  lui,  che  riraane   fuori   dl 


688 


INDICE  ALFABFTICO  [Medlel  (1M)  Pietro-Merigtu  NicoU] 


patrla,  41 ;  In  bando  da  Flrence  combatte  nel  napo- 
letano  per  I  Francetl  (an.  1504),  330,  4;  f  naufra- 
gando  nel  niare  dl  Gaeta  mentre  in  un  legno  cer- 
cavB  <li  sfugglre  agli  Spagnuoll,  4-7. 

Mkdicima.  '  Privlleglo  di  Haldattarre  Coita  in  suo  fa- 
vore  (an.  1403),  LVIII,  /-«,  cf.  LVII,  I6-3O;,;  %  as- 
tedlata  dai  soldatl  d.  pp.,  comandati  da  Glacomo 
Caldora  (an.  1428),  10,  1;  si  rende  ai  pred.,  1-3;  che 
rlmangono  alcuni  glornl  nei  presti  donde  fanno 
scorrerie  sino  alle  porte  di  Bologna,  3-4 ;  la  nomlna 
d.  suo  tesoriere  e  uHiclale  d.  bollette  i  dal  pp.  rl- 
servata  liberamente  al  leg.  o  governatore  di  Bo- 
logna  (an.  1431),  28,  1-3:  vi  si  trova  Francesco 
Sforza  (an.  1435),  43,  36;  vl  si  trova  Bartoloraeo 
Offida,  che  vlene  dairaltra  parte  d.  fosse  sfidato  dai 
soldati  di  Francesco  Sforza  (an.  1436),  47,  43-43; 
1'Offida  ne  parte,  44;  ne  &  cL  Commlssario  Giacomo 
dal  Ltno  (an.  1439),  59,  38-3f;  i  sacchegglata  dalle 
mllizie  d.  Chiesa  (an.  1440),  64,  35-36,  e  corsa  e  sac- 
cheggiata  da  Lodovlco  dal  Verme  (an.  1443),  82,  13- 
14;  tlene  per  il  Piccinino,  83,  45-46;  ne  %  saccheg- 
giato  il  terrltorio  da  Simonetto  dall'AquiIa  perchi 
segue  le  parti  d.  Manfredl  e  d.  Dal  Verme,  89,  41- 
43;  sconfitto  questo  si  rende  a  Bologna,  94,  7  t;  ^ 
conqulstata  da  Taliano  d.  Frlull(an.  1445),  109,  46; 
i  rlconquistata  dai  Holognesi,  salvi  gli  averi  e  le  per- 
sone,  112,  6-7;  vi  fe  rovlnato  il  raccolto  da  un  tem- 
porale  (an.  1448),  125,  31-35;  vi  si  rinchiudono  1  fuo- 
rusclti  (.in.  1449),  132,  30-31 ;  e  perci6  assediata  da 
Astorre  Manfredi,  che  vi  d4  il  guasto  ai  dintornl, 
il;  gli  abitanti  oirrono  al  pred.  ottocento  lire  per 
lasciare  liberi  i  fuorusclti  e  s^  stestl  In  obbedienza 
di  Bologna,  31-33;  cf.,  39-30;  vl  ^  fatto  dal  Senato 
di  Bologna  guastare  il  palancolo  per  splanare  le 
fosse,  e  bruciare  le  case  di  coloro  che  vl  avevano 
introdotto  i  fuorusclti,  33-36 ;  vi  .irrlva  Carlo  di 
Campobasso  e  vi  lia  un  colloquio  con  Lulgl  Gon- 
zaga,  133,  30-31 ;  II  sacerdote  Giovanni  Baricelli 
tratta  di  darla  nelle  mani  di  Giovanni  Fantuzzi 
e  d.  fuorusciti  (an.  1453),  144,  9-10;  il  Senato  ne 
fa  perci6  splanare  le  fosse,  rovinare  1  palancati 
e  i  terrapieni,  13-13;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  33-34;  "  h  riunita 
alla  c.  e  territcrio  di  Bologna  per  decreto  di  Mar- 
tlno  V  (an.  1456),  LVIII,  <n-ii3:  LIX,  1-50;  cf.  LVII, 
aO-33  „ ;  fa  un  presente  alle  nozze  di  Glulio  Malvezzi 
(an.  1464),  185,  l;  'k  saccheggiata  daU'esercito  di 
Bartolomeo  Colleoni  (an.  1467),  194,  36-37;  danneg- 
giata  da  una  tempesta,  198,  4-6;  per  ordine  d.  Se- 
nato  dl  Bologna  manda  cola  la  legna  che  solita- 
mente  era  portata  a  Ferrara  (an.  1470),  202,  6-8; 
Giovanni  Bentivoglio  fa  riattarne  le  mura  (an.  1490), 
257,  14;  vi  giunge  Vitellozzo  Vitelli  (an.  1501),  303, 
1-3;  i  resa  al  pred.  dal  commissario  di  Bologna 
Bernardino  Rosso  Gozzadini,  2-3 ;  Pletro  da  Mar- 
zano  vl  fe  fatto  prigioniero  e  ucclso,  3-4;  11  Senato 
di  Bologna  vl  manda  armigeri  a  difenderla  contro 
il  Valentlno  (an.  1503),  311,  49-50;  i  presa  e  sac- 
cheggiata  da  Francesco  Gonzaga  (an.  1506),  346, 
39-30;  fa  un  presente  di  vettovaglie  al  pp.  Giulio  II 
in  Bologna,  360,  13-15;  r.  ancht  Gaspare  da  Medi- 
cima,   Taddea  da  MedietHa. 

Medico  (DEf.)  Guizz/VRDACCio  o  GuizzARDo  e  degli  An- 
xianl  (an.  1503),  313,  36-37;  h  multato  in  seicento- 


trenta  ducati  pel  rlfaclroento  d.  paJ.  Mareteotti  (an. 

1508),  388,  33. 
Mela  V,  Mtlla. 
Mblara.  Da  Gioranni  Bentivogilo  ne  h  tenuto  lontano 

Rol>erto  da  Sanseverino  che  mlrava  a  impadronir- 

sene  (an.  1483),  224,  43-45. 
Mklchior  da  I'i/zano  V.    Vitiani  Meichiorre. 
MeLChiurru  [Melchiore,  Melchior,  MarcUomme]    v.   Bar- 

gellim  M.,  Benelli  M.,  Calierim  M.,  Forti  M.,  Goi- 

tadini  M.,  Maivesni  M.,  Mantoli  M.,    Maurtni   M., 

Moglio  (Da)  M.,  Negri  M.,  Piantavigne  M.,   Viola 

(DaJla)  M.,   Vittani  M.,  Zanetti  M. 
Mbldola  [Meldula]  giA  d.  Chiesa;  h  richiesta  ai  Vene- 

ziani  da  Giulio  II  (an.  1309),  393,  39. 
Mklb  (Dal)  Mklino  [Melino  dal  Miele]   partecipa   aila 

congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bcn- 

tivoglio   (an.   150S),   380,   5-6;  h  rit.   a   difendertl, 

392,  17. 
Melkgnano.  Vi  t  Bianca  Maria  Sforza  duchett*  di  Mi- 

lano  (an.  1468),  2(X),  45-46. 
Meleto  Buoniportb  accompagna  Gaieazzo  Maria  Sforza 

a  Bologna  (an.   1459),   168,  7. 
Melfi  (duca  di)  V.    Trivultio  (iiaugiacomo. 
Melino  V.  Mele  (Dal)  M. 
MklipIbRI  z>.  Malipiero. 
Mella  CiIovanni  [Giovanni  Mela\   spagnuolo,  card.  d. 

titolo  di  Santa  Pritca;  nel  corteggio  per  l'entrat« 

dl  Pio  II  in  Bologna  viene  dietro  ai  pp.  (an.  1459), 

170,    19-30,  36-37. 
Melzi  (conte  di)  V.  Sforta   Galeatto. 
"  MKMORtALi  dtretti  dal  Ghlrardacci  al  Senato  di  Bolo- 

gna  per  ottenere  il  permesto  di   pubblicare   la  sua 

Hiatoria  di  Bologna   (an.  1586,   1588),  XXV,   31-34; 

pubblicati  da  Michelangelo  GuaUndi  per  nozze  i^u- 

cianl-Carradori  aotto  il  titolo:  Frate  Cktrubino  Ghi- 

rardacci  storico  bolognese  (an.   1853),  35-.17  „. 
Mendol  >  GiANFRANCKsco  [Giovanni  Francesco  Mendo/o] 

cameriere  di  Galeazzo  Maria  Sforza;  lo   accompa- 

gna  a  Bologna  (an.   1459),  169,  11-13. 
"  Menoazzi  ....  ric,  XIV,  33-33  ,. 
Menohetti  Giacomo  da  San  Giovanni,  contadino;  tuo 

dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozie  (an.  1454), 

151,  31. 
Mbngo,  Mengolo   r.  Domenico. 
Menicuccio  dall'Ac)UILA  V.   Ugolini  Menieuceio. 
....  Mbrcadino  valletto  d.  bargello ;  i  ferito  da  Luigi 

Griflfoni  in  Piazza  mentre  arrestava  un  tal  Battista 

al  tegulto  d.  pred.  (an.   1431),  26,  8-9. 
Mbrcato  di  Bologna  V.   Bologna  (Mercato). 
Mercuri  Biagio  [Biasio  Mercurio]  medico  bolognese;  h 

ucciso  mentre  tornava  a  casa  (an.  1505),  341,  31-33. 
Mergone  danneggiato  dal  terremoto  (an.  1456),  164,  10. 
Meriohi  Andrea  V.  Amerighi  A. 
Mbriohi  Bertork  da  Granarolo  e  bandtto  di  Bologna 

(an.  1430),   19,  36,  44. 
Mbriohi  Giambattista  accompagna  Giovanni  Bentivo- 

glio  in  visita  a  Milano  (an.   1465),  188,  43. 
Meriohi  Graziano  [Gratia  di  Merigo,  Merigho]  figllo 

di   Nicol6,  88,  50:  ^  tra  gli  incaricati  di  attuare   i 

proTTedlmenti  fiscali  deiiberati  dal  Consiglio  d.  Sei- 

cento  (an.  1443),  88,  43-50:  suo  dono  a  Sante  Ben- 

tivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  43-43. 
Meriohi  Nicol6  [Nicoli  dt  Merigho]  padre  di  Graziano, 

88,  30. 


[Merigo-Michele  da  Pisa] 


INDICE  ALFABETICO 


689 


I 


Mbrioo   V.  Amerigo. 

Mbrlo  Giovanni  tratta  con  Antonio  Bentlrogllo  e  gli 
Zambeccari  la  cessione  di  Castelfranco,  ma  il  di- 
segno  non  gli  riesce  (an.   1433),  36,  2-3. 

MuRzARi  DiNO  padre  di  Gioranni,  88,  4S. 

Merzari  Gaspare  figlio  di  Giovanni,  88,  48;  &  tra  gli 
incaricati  di  attuare  i  prowedimenti  fiscall  delibe- 
rati  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  43  48. 

Merzari  Giovanni  figlio  di  Dino,  padre  di  Glovanni, 
88,  48. 

Mbrzaro  sul  Po,  presso  il  castello  dl  Policino,  117,  37- 
38;  da  Mlcheletto  Attendolo  cap.  d.  Veneziani  vi  i 
sconfitto  l'esercito  visconteo  comandato  da  France- 
sco  Plccinlno  (an.   1446),  37-39. 

Meteluno  \Metelino\.  Vi  fe  sconfitto  Orsatto  Giustiniani, 
che  lo  aveva  assalito  due  volte  per  toglierlo  ai 
Turchi   (an.   1461),  177,  6-7. 

Meteore:  grandinata  nel  Bolognese  (an.  1441),  69,  49- 
50;  violenta  tempesta  dal  Veronese,  sul  Mantovano, 
sul  Po,  sul  Bolognese  sino  ai  confini  d.  Piorentino 
(an.  1454),  151,  4J-50;  cade  fuoco  llquido  a  Firenze 
(an.  1456),  162,  10-13;  uragano  che  reca  gravi  danni 
nel  contado  di  Bologna  (an.  1465),  188,  20-32. 

Metbrlini  sono  fuoruscitl  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
32,   35. 

Mkzzavacca  Battista  padre  di  Paola  e  di  Gabriella, 
162,  42-49. 

Mezzavacca  Gabriella  figlia  dl  Battista,  162,  24-J5;  mo. 
naca;  con  la  sorella  Paola  e  altre  suore  si  trasfe- 
risce  da  Ferrara  a  Bologna  nel  mon.  di  Santa  Chia- 
ra,  detto  d.  Suore  d.  Corpo  dl  Cristo  (an.  1456), 
21-26;  h  accompagnata  slno  a  Cortlcella  dalle  sorelle 
d.  duca  d'Este,  27-29. 

MszzAVACCA  Paola  figlia  di  Battista,  162,  24-35;  mo- 
naca ;  con  altre  suore  e  la  sorella  Gabriella  si  tra- 
sferisce  da  Ferrara  a  Bologna  nel  mon.  di  Santa 
Chiara  detto  d.  Suore  d.  Corpo  di  Crlsto  (an.  1456), 
21-36;  'k  accompagnata  sino  a  Corticella  dalle  sorelle 
d.  duca  d'Este,  27-29. 

Mezzavacca  Taddeo  [  Tideo  Mezzavaeca}  confinato  a 
cinquanta  mtglla  da  Bologna  nelle  terre  d.  Chiesa 
perchfe  amico  d.  Bentivoglio  (an.  1507),  362,  33-34, 

45-46,   48. 

Mezz.olara  vlclno  allTdice,  194,  41;  vl  h  condotto 
legato  1'omicida  Francesco  dai  Borghetto  e  conse- 
gnato  alla  corte  (an.  1461),  177,  18-19;  vi  si  scon- 
trano  nei  pr.  gli  eserciti  di  Bartolomeo  Colleoni  e 
di  Federigo  da  Montefeltro  (an.  1467),   194,  41-48. 

Mbzzovillant  prendono  parte  all'adunanza  indetta  dai 
Canetoli  contro  il  leg.  dl  Bologna  Alamanni  (an. 
1438),  5,  42-44;  6,  3;  approvano  che  si  prendano  le 
armi,  12-13;  con  gH  altri  si  Irapadroniscono  d.  Plazza 
e  danno  fuoco  al  Pavagllone  d.  Bozzoli,  14-15;  sono 
fuorusclti  di  Bologna  (an.  1435),  134,  32-34;  la  loro 
casa  h  atterrata  per  fare  11  mercato  (an.  1496),  290, 
16-18. 

Mezzovillani  Claudiano  1-onfinato  a  cinquanta  nii^lia 
da  Bologn.i  nelle  terre  d.  Chiesa  perchfc  amiro  d. 
Bentivoglio  (an.  1507),  362,  33-34,  45-46,  49. 

Mezzovillani  Floriano.  La  sua  torre  a  Stifonte  sl  dA 
alla  Chlesa  (an.  1428),  9,  47-48;  ablta  in  casa  sua 
Lodovico  Canetoli  (an.  1431).  25,  29. 

Mezzovillani  Galkotto  figllo  di  Pietro,  61,  30;  68,  13; 
97,  46;  108,  26;  banchlere;  prende  parte  a  una  gio- 


stra  indetta  dal  com.  di  Bologna  (an.  1440),  61,  30- 
31;  fe  fuoruscito  di  Bologna,  68,  13;  prende  parte  a 
una  giostra  in  Bologna  di  cui  riporta  il  premio  e 
l'onore  insieme  a  Baldassarre  di  Domenico  da  Fer- 
rara  (an.  1444),  97,  46-98,  1-2;  gli  &  saccheggiata  e 
bruciata  ia  casa  dal  popolo  (an.  1445),  105,  31-32, 
cf.  106,  42,  44;  e  bandito  di  Bologna  perchi  seguace 
d.  Canetoli,  108,  26;  gli  e  posta  una  taglia  di  tre- 
cento  ducati,  109,  17,  19;  partecipa  alla  spedizione 
d.   fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.   1451),   138,  5. 

Mezzovillani  Giambattista  d.  fuorusciti  cacciati  dai 
Bentivoglio;  h  nel  corteo  di  Giulio  II  alla  sua  en- 
trata  in  Bologna  (an.  1506),  365,  5,  7. 

Mezzovillani  Giananurea  [Giovaani  Andrea,  Giovanni 
di  Andrea]  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  Nicol6  Ran- 
goni  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  qulnta 
squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  258,  37-39; 
la  sua  parte  soccombe,  262,  17-18;  i  suoi  figli  pi- 
gliano  parte  al  ferimento  di  Luigi  Maria  Grifibnl 
(an.  1501),  302,  ll-12;i  pred.  sono  banditlper 
t  re  a  n  n  i,   13-14. 

Mezzovillani  Giovanni  padre  di  Tommaso,  147,  44-45. 

[MkzzovillaniJ  NlcoLo  d.  fuorusciti  cacciati  dai  Ben- 
tivoglio;  e  nel  corteo  di  Giulio  II  aII'ingresso  d. 
pr.  in  Bologna  (an.   1506),  536,  5-7. 

Mezzovillani  Pibtro  padre  di  Galeotto,  61,  30;  68,  13; 
97,  46;  108,  26;  banchiere;  h  con  altri  el.  dal  Senato 
dl  Bologna  amb.  al  pp.  per  la  pace  (an.  1431),  25, 
8,  11-23;  non  parte  altrlmenti  avendo  11  leg.  negato 
il  saivacondotto,  13-24;  sono  presentati  i  capitoli 
di  pace  al  pp.  anche  in  suo  nome,  26,  24-28;  di 
nuovo  designato  dal  Senato  di  Bologna  ambasc.  al 
pp.  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione,  non  pud  entrare 
in  Roma  a  cagione  d.  guerra  mossa  al  pp.  da  An- 
tonio  Colonna,  30,  6-9 ;  rallentatesi  le  ostilitk  pud 
adempiere  la  sua  missione,  ben  accolto  dal  pp., 
17-18;  parte  per  Bologna,  1». 

Mezzovillani  Taddeo  [Tideo  Mezzovillani]  degU  An- 
zlani;  durante  il  terremoto  coi  colleghi  e  11  Gon- 
faloniere  dorme  neli'orto  d.  Pal.  (an.  1505),  334, 
31-24;  e  confinato  perchi  amico  d.  Bentivoglio  (an. 
1507),  362,  33-35. 

Mezzovillani  Tommaso  figlio  di  Glovanni,  147,44-45; 
scalco  di  tavula  alle  nozze  dl  Sante  Bentivoglio 
(an.    1454),   147,  30-33,  44-45. 

MlCHKLANQELO  V,  Bttonarroti  M. 

. . .  .MiCHELANGELo  da  Carpi ;  impllcato  nelia  congiura 
d.  Malvezzi  contro  II  Bentivoglio  in  Bologna,  k 
impiccato  ai  meril  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251, 
39-41. 

MiCHELE,  MiCHBLiNO  t'.  Aignani  {f)  M.,  Atzoguidi  M., 
Bentivoglio  M.,  Casali  M.,  Coltri  {Dailt)  M.,  Co- 
rella  M.,  Folci  M.,  Landini  M.,  Loiani  M.,  Mangano 
(Dat)  M.,  Ora  M.,  Pellizzari  M.,  Ramazzotti  M., 
Rnssi  M.,  Sabbiuno  (Da)  M.,  Zam/olini  M„  v.  ancht 
Angtlo  Michile. 

....  MicHBLE  di  Lorenilno  mugnaio;  prende  parte  alli 
giostra  indetta  dai  Mugnal  di  Bologna  nel  mercato 
di  buoi    (an.   1443),  75,   !■♦. 

MicHBLE  DA  Ihola  dottore;  el.  a  sorte  degll  Anclani 
per  porta  San  Pletro  (an.  1462),  180,  «5-44. 

MiCHBLK  DA  PlsA  V.  Loiani  Micktlt  dttto  ilicktlt  da  Pita. 


T.  xxxin,  p.  I  —  44. 


690 


INDICE  ALFABETICO  iMicheie  (s*.)  in  Bomo-MUmo  rc///»/ 


MlCREtB  (Sam)  is  Bosco.  n  Senato  dl  Bologna  vi  fa  un 
baitlone  per  dlfendere  la  chieta  dai  nemlcl  e  perchi 
quettl  non  vl  sl  fortlfichIno<an.  1419),  13,  19-31;  rlc, 
14-J6;  11  leg.  fatta  la  pace  vl  fa  abbattere  la  baitla, 
17,  ivao;  II  Senato  di  Bologna  vl  fa  Incendlare 
ia  chiesa  e  II  mon.  d.  fratl  dl  Monte  Ollveto 
perchJs  i  nemici  non  vl  sl  fortifichlno  (an.  1430), 
21,  11-21;  ne  4  portata  l'acqua  a  Bologna  con  gran- 
dltsima  spesa  (an.  1483),  227,  10-13;  ma  a  causa  d. 
iagnanze  d.  dazierl  d.  vino  la  conduttura  fc  pol 
rovinata,  13-16;  vl  sl  fermano  a  desinare  Ercole  e 
Slglsmondo  d'Este  dircttl  a  Bologiia  col  ioro  ospite 
Giovanni  Bentivoglio  (an.  1491),  264,  36-37;  i  pred. 
vi  sono  visitati  da  tutt»  la  nobilti  di  Bologna, 
37-38;  II  Bentivoglio  ne  fa  derlvare  l'acqua  per  stra- 
da  Castiglione,  Fiadacollo,  strada  Maggiore  e  Pe- 
lacani  sino  alla  fontana  d.  suo  giardino  (an.  149J), 
268,  17-19;  vi  i  fatta  una  bastia  dal  pred.  che 
anche  vl  fortifica  il  mon.  e  la  chiesa  (an.  1503). 
315,  42-46;  ne  sono  visitate  ie  fortificazioni  da 
Paolo  Orsinl,  317,  "-45;  ric,  322,  9;  vi  si  reca  il 
popolo  di  Bologna  per  quartieri  con  le  Arti  a  la- 
vorare  Intorno  ai  bastioni,  4g-49;  Giovanni  Benti- 
vogiio  vi  pone  nuovi  presldi,  319,  42-43;  dal  Se- 
nato  vi  i  fatta  disfare  la  bastia  (an.  1506),  343,  1: 
vi  cavalca  il  pp.  Giulio  II  a  visitario,  360,  15-17; 
il  pred.   vi   si   reca  a  diporto  (an.   1507),  363,  17-U. 

MiciiELK  (Chiesa  di  San)  dei  Lbprosbtti  V.  Bolo^na 
(Chiese). 

MlCHKLETTO   V.  Atiendo/o  M. 

MiCHELi  GloVANNi  vcneziano ;  rard.;  &  fatto  avvelenare 
in  castel  SanfAngelo  da  Alessandro  VI  (an.  1503), 
321,  5. 

MiCHBLocci  LoDQVico  fe  capitano  neil'esercito  di  Luigi 
da  Sanseverino  in  assedio  a  Castel  San  Pietro  per 
1  Bolognesi  (an.   1428),  7,  35,  37-38. 

MlELB  (Dal)  Melino  V.  Mele  (Dal)  M. 

MiLANESi  soilevatisi  fanno  a  pezzi  il  provveditore  Ve- 
nezlano,  ed  eleggono  duca  Francesco  Sforza  (an. 
14S0),  135,  23-26;  molti  signori  fanno  seguito  a  Gio- 
vanni  Bentivoglio  al  suo  uscire  di  prigione  (an. 
1507),  373.  37-42. 

MiLANi  GiACOMO  padre  di  Giovanni,  108,  35-36. 

MiLANl  GiovAN.Mi  da  Parma,  figiio  di  Giacomo ;  .seguace 
d.  Canetoli,  e  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108, 
35-36;  gli  e  messa  una  taglia  di  trecento  ducati, 
109,  17,  19;  partecipa  alla  spedizione  d.  fuorusciti 
per  rientrare  in  Bologna  (an.   1451),  138,  7. 

MlLANl  LoDOVlCO  GioVANNi  \Lodovico  Catellam  di  Va- 
tenta ;  Ludovico  Giovanni  Segobricense,  Ludovico  Mi- 
lano  Valeniino]  vesc.  di  Valenza  e  di  Segovia,  159, 
7-8,  47;  card.  d.  titolo  d.  SS.  Quattro  Coronati, 
170,  26;  nipote  di  Calisto  III,  h  nominato  gover- 
natore  di  Bologna  (an.  1455),  159,  7-8;  vi  entra 
da  Porta  Maggiore  con  gii  ambasc.  gia  inviati 
dai  Senato  a  Roma,  47-49;  160,  1;  fe  ricevuto  con 
le  consuete  cerimonie  dai  magistrati  e  dal  popolo, 
159,  49-50;  permette  ai  Sedici  di  fare  un  dono  a 
Sante  Bentivoglio  per  le  sue  nozze,  161,  8-9;  k  leg. 
di  Bologna  (an.  1457),  164,  U-12;  vi  torna  da  Roma 
con  gli  ambasc.  ed  e  ricevuto  con  grandc  onore, 
41-42;  udito  d.  raaiattia  d.  pp.  si  affretta  a  Roma 
accompagnato  da  due  ambasc.  (an.  1458),  165,  47-49; 
a  mezza  strada  lo  raggiunge  la  nuova  d.  t  d.  pp.. 


166,  6-7:  nel  corteggio  deirentrata  d.  pp.  in  Bolo- 
gna  viene  dopo  Pio  II  (an.   14S9),  170,  19-10,  25-26. 
MlLANo  (aHcivkbcovi)  V.  Arcimboldi   Guid'AMfonio  (an. 
1494). 

—  (boroo  di  porta  Romana).  Vi  entra  a  forza  parte 
delPetercito  Veneziano  (an.  1447),  121,  16-17. 

—  (CAPITANO  Di  GiustizIa)  V,  Conti  Alberto  (an.  1491). 

—  (castkixo  di  porta  Giovia)  [eastello  di  porta  Giob- 
bia\\  i  latciato  da  Lodovico  Sforza  ben  fornito  in 
custodia  di  Bernardinu  da  Corte  (an.  1499),  297, 
8-9;  h  dal  pred.  ceduto  per  danaro  a  Luigi  XIL 
13-13;  vl  ^  sottenuto  Glovanni  Bentivoglio  (an. 
IS07),  370,  18-32;  il  pred.  e  lil^erato  dal  cattellano 
per  ordine  d.  re,  373,  30-32,  c  tubito  ne  esce  rlflu- 
tando  l'invito  fattogli  dal  castellanodi  pastare  con 
iui  la  giornata,  32-36. 

—  (chiese)  :  CHiESA  ui  Sant'Amiirooio.  Vi  h  tepolta 
la  duchessa  Bianca  Maria  accanto  al  contorte  Fran- 
cesco  Sforza  (an.   1468),  200,  47-48. 

—  —  CHlESA  Di  Santo  Stefano.  Vi  fe  uccisu  Galeazzu 
Maria  Sforza  da  Girolamo  Olgiati  e  da  Giovannl 
Andrea  da  Lampugnano  (an.   1476),  216,  1-2. 

—  (citta):  "  Conviti  e  giostre  fattevi  dal  conte  di 
Virtii  pcr  la  sua  nomina  a  duca  dl  Milano  (an. 
'395),  LXV,  21-35  „;  il  card.  Nicol6  .\lbergati  ne 
e  creato  leg.  dal  pp.  per  la  pace  con  Venezia  (an. 
1426),  4,  39-40:  vi  sono  condotti  i  principi  e  gli 
altri  illustri  personaggi  presi  prigionieri  dai  Ge- 
novesi  nei  porto  di  Gaeta  (an.  1435),  42,  13-14:  dopo 
alcuni  giorni  i  pred.  vi  sono  liberatl  dal  Vitconti, 
14-15:  vl  c  imprigionato  Battista  Canetoli,  ma  dopo 
poco  fe  liberato  (an.  143S),  46,  39-30;  il  pred.  non 
se  ne  pu6  allontanare  senza  iicenza  d.  duca  (an, 
1439),  56,  33-34;  che  gliela  concede,  21;  il  pred.  vi 
torna  chiamato  dal  duca,  indl  ne  parte,  58,  19-21; 
ric,  59,  13;  ii  pred.  vi  torna  chiamatovi  dal  duca 
(an.  1440),  62,  34-36,  che  gli  proibisce  di  uscirne  e 
poi  lo  fa  imprigionare,  37;  cf.  39;  dal  Senato  di 
Bologna  vi  e  mandato  prigioniero  Toramaso  Grassi, 
41;  vi  si  reca  Nicol6  Piccinino,  63,  38;  vi  e  an- 
cora  prigione  Battista  Canetoli,  68,  7-8;  vi  si  trova 
fuoruscito  Battisia  Poeti,  18-19  :  anche  vi  sono  pei 
ragione  di  ufiScio  Baccelliero  Telmldi  con  i  figli 
Giovanni  e  Tommaso,  19-30;  vi  si  reca  Nicol6  Sa- 
nuti,  39-30;  il  pred.  ne  parte,  30-31 ;  vi  giungono 
multi  illustri  Bolognesi  a  prendervi  Donnina  Vi- 
sconti  sposa  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1441), 
68,  48-69,  1-4:  ric,  73,  33;  Nicoio  Piccinino  si  ap- 
parecchia  a  tornarvi  (an.  1444),  98,  20;  sua  distanza 
da  Corsico,  99,  45-46;  Luigi  da  Sanseverino  vi  e  ri- 
chiamato  con  l'esercito  (an.  144S),  112,4-5;  le  mi- 
lizie  Veneziane  vi  giungono,  nel  sacdieggio  alla 
Marchesana,  sino  ai  borghi  (an.  1446),  118,  10-11; 
vi  si  indirizzano  milizie  Aragonesi  in  aiuto  d.  duca 
Filippo  Maria  Visconti,  119,  39-40;  ii  pred.  vi  t 
(an.  1447),  122,  36-38;  vi  t  Nicol6  Piccinino  (an. 
1449),  132,  27-28;  ric,  144,  15;  vi  e  tagliato  a  pezzi 
il  provveditore  Veneziano  in  una  sollevazione  d. 
popolo  (an.  1450),  135,  23-34;  vi  si  reca  Nicoloso 
Poeti  ambasc  ai  duca  Sforza  (an.  14S4),  147,  5-6; 
ne  parte  per  Bologna  Galeazzo  Maria  Sforza  (an. 
1459)1  168,  30-31;  vi  giungono  gii  ambasc  bolognesi 
incaricatl  di  prendere  Camilla  Sforza  sposa  di  Giu- 
llo  Maivczzi  (an.    1464),  183,  32-33:  i  pred.  ne  rlpar- 


[Milano  {citta-siato)] 


INDICE  ALFABETICO 


691 


tono  con  la  sposa,  34-35;  vi  si  avvia  Giacomo  Plc- 
cinino  a  sposare  Drusiana  Sforza,  185,  13;  vi  giun- 
ge  con  il  seguito  il  principe  Federigo  d'Aragona 
a  sposarvi  per  il  fratello  Alfonso  Ippolita  Sforza 
(an.  1465),  188,  5;  ne  parte  la  sposa  con  il  cognato 
Federigo  e  mille  persone  di  seguito,  5-8:  vi  entra 
Giovanni  Bentivoglio  con  molta  compagnia  incon- 
trato  alla  porta  dal  duca,  189,  I-2;  cf.  188,  36-47; 
vi  torna  Drusiana  vedova  di  Giacorao  Piccinino, 
14;  cf.  IJ,  e  i  gentiluomlnl  che  avevano  accompa- 
gnata  Ippolita  Maria  a  Napoli,  15-I6:  vi  torna  di 
Francia  Galeazzo  Sforza,  divenutone  signore  per  la 
t  d.  padre  Francesco  (an.  1466),  190,  42-43;  anclie 
vi  fa  ritorno  Tristano  Sforza  da  Bologna,  44-45; 
vi  si  reca  Alessandro  Sforza  a  visitarvi  la  cognata 
e  il  nuovo  duca,  191,  1-3;  ne  parte  Nicoloso  Poeti, 
4,  e  il  duca  con  quarantadue  squadre  di  soldati  (an. 
1467),  193,  35-36;  vi  si  reca  Sforzino  Sforza,  197, 
7;  vi  giungono  ambasc.  bolognesi,  46;  vi  6  traspor- 
tato  il  curpo  d.  duchessa  Bianca  Maria  e  sepolto  in 
SanfAmbrogio  (an.  1468),  200,  45-4»;  ric,  202,39; 
vi  si  reca  Gianfrancesco  Poeti  chiamatovi  dal  duca 
(an.  1470),  207,  13-14;  vi  entra  splendldamente  rice- 
vuto  dal  duca  e  dalla  corte  Giovanni  Bentivoglio 
invitato  da  Galeazzo  Maria  (an.  1471),  206,  48-49; 
cf.  37-38;  il  Bentivogllo  nc  parte,  207,22-23;  vi  si 
reca  il  nuovo  pod.  Gaspare  Lupari  (an. 
1472),  211,  3-4,  e  il  card.  Rlario  per  trattare  il  ma- 
trimonio  di  suo  fratello  Girolarao  con  Caterina 
Sforza  (an.  1473),  213,  37-39;  vi  h  ucciso  II  duca 
Galeazzo  Maria  in  Santo  Stefano  (an.  1476),  216, 
1-2;  ne  h  acclamato  duca  Giangaleazzo  figlio  d. 
pred.,  4-5;  vi  fa  1'ingresso  il  pod.  Giacomo  Lupari 
(an.  1478),  219,  1;  vi  giunge  Ascanio  Sforza  vesc. 
di  I'avia  (an.  1479),  221,  17-18,  e  Giovanni  Ben- 
tivoglio  con  molto  seguito  a  visltarvi  i  duchi, 
22-26;  il  pred.  ne  parte  (an.  1480),  42;  vi  torna 
Ascanio  Sforza,  222,  34;  vi  si  radunano  i  compo- 
nenti  la  lega  contro  i  Veneziani  (an.  1484),  229, 
j-9;  vi  si  reca  (jiulio  Malvezzi  ambasc.  di  Roberto 
da  Sanseverino  al  duca  (an.  1486),  234,  27-28,  29-30  ;  vi 
si  rifugla  Lucio  Malvezzi,  poi  banditone  pcr  volere 
di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1488),  253,  11-13;  que- 
■ti  vi  e  invitato  dal  duca  alle  sue  nozze,  37-38; 
manda  in  sua  vece  con  ricco  seguito  il  figlio  Anni- 
bale,  38-40;  il  quale  vi  e  ricevuto  con  grandi  onori, 
40-41 ;  vi  giunge  la  sposa  Isabella  d'Aragona  accom- 
pagnata  da  quasi  tutti  i  principi  d'ltalia  e  ricevuta 
in  castello  dal  marito  con  grande  apparato  (an. 
1489),  44-46;  vi  si  reca  con  raolto  seguito  Annibale 
Bentivoglio  invitato  alle  nozze  di  Lodovico  .Sforza 
(an.  1491),  263,  1-3;  il  Bentivoglio  ne  parte,  7;  vi 
arriva  Alessandro  Bentlvoglio  con  molti  cav.  a 
iposarvi  Ippoiita  Sforza  (an.  1494),  266,  16;  cf.  14; 
vi  h  bandita  dal  duca  una  giostra  per  queste  nozze, 
d,  quale  riporta  il  premio  c  Tonore  Galeazzo  da 
Sanseverino,  17-18;  cf.  19;  ne  partono  gli  sposi  con 
largo  seguito,  34;  vi  torna  da  Borgo  San  Donnino 
Lodovico  Sforza  all'annuncio  d.  f  dl  Glangaleazzo 
(an.  1494),  283,  34;  Lodovico  ne  k  creato  duca  e 
incoronato,  34-35;  vl  sl  reca  da  parte  di  Giovanni 
Bentivoglio  il  figlio  Alessandro  con  altri  cav.  a 
compliraentare  11  pred.,  35-39;  vi  glunge  Virgilio 
Orslni  (an.  1495),  287,  33-33,  e  Glovannl  de'  Medici, 


46,  e  il  card.  leg.  Bernardino  Carvajal  (an.  1496), 
291,  8;  cf.  1;  vi  e  I'imp.  Massimiliano,  8;  vi  arriva 
sdegnato  Fracasso  da  Sanseverino  a  chiedere  al  duca 
la  sua  licenza  (an.  1499),  ^96,  9-11,  e  ne  ha  ordine 
di  uscirne  nel  termine  di  due  ore,  11-12;  ne  fugge 
Lodovico  Sforza,  297,  5;  vi  giunge  Giangiacomo 
Trivulzio  a  prenderne  possesso  in  nome  d.  re  Lui- 
gi  XII,  10-11 ;  il  castello  di  porta  Giovia  e  reso  per 
danaro  da  Bernardino  da  Corte  al  Francesi,  11-13; 
vi  entra  Luigi  XII,  33;  vi  sl  reca  Annibale  Benti- 
voglio  con  ricco  seguito  a  complimentare  il  pred., 
30-36;  il  Bentivoglio  ne  parte,  42;  vi  arriva 
il  card.  Giambattista  Orsini  a  visitarvi  re  Luigi, 
45;  vi  si  reca  Giovanni  della  Rovere,  47-48;  vi  entra 
Ascanio  Sforza  con  l'esercito  imperiale,  accolto  lie- 
tamente  dal  popolo  (an.  1500),  299,  14-15;  vi  torna 
II  duca  Lodovico  Sforza,  16-17;  vi  si  reca  Luigi  XII, 
29,  e  gli  ambasc.  di  tutti  i  Signori  d'ltalia  a  osse- 
quiare  il  pred.,  29-30;  anche  vi  giunge  Mino  Rossi, 
34;  vi  si  reca  il  viceri  d'Amboise  coi  card.  Riario 
e  della  Rovere  (an.  1501),  307,  19-20,  e  Francesco 
Fantuzzi  con  Giacomo  dal  Gambaro  a  complimen- 
tare  il  viceri,  20-22:  vi  giunge  Antongaleazzo  Ben- 
tivoglio  con  Sigismondo  Magnani,  Camillo  Man- 
fredi  e  il  seguito,  308,  5-6;  vi  si  recano  pr.  Luigi  XII 
Cesare  Borgia  (an.  1502),  312,  1-2,  cf.  5-6,  Federigo 
da  Sanseverino,  3-4,  Alessandro  e  Annibale  Benti- 
voglio,  10-11;  ric,  319,  27;  vl  torna  il  vicer^  dalla 
visita  al  pp.  (an.  1506),  308,  18;  ric,  347,  8;  vi  si 
recano  In  esilio  Alessandro  e  Glovanni  Bentivo- 
gIio(an.  1507),  366,  36;  cf.  368,  40;  ric,  372,  33,  49, 
50;  vi  giungono  gll  ambasc.  Bolognesi  a  re  I-uigi 
XII  che  vi  si  trova,  376,  16,  20;  vi  si  reca  Francesco 
Fantuzzi  pr.  i  Bentivoglio  (an.  1508),  384,  34-25;  vl 
t  Giovanni  Bentivoglio  sepolto  con  grande  onore 
pr.  i  frati  di  San  Franccsco  fuori  d.  c,  385,  2-J; 
I'.  anche  Rolandino  da  Milano. 
MlLANO  (CITTADINI  EL.  A  UFhlCI  PUBBLICl  O  DIGNIxX) 
V.  Castiglioni  (Da)  Branda  card.  vesc.  di  Piacenza, 
Sanseverino  (Da)  Federigo  card.,  Toscani  Matteo 
pod.  di  Bologna. 

—  (duchbs,se)  V.  Bona  di  Savoia  Sforza,  /sabelta  d'Ara- 
gona  S/orza. 

—  (duchi)  V.  Giangaleazzo  l^sconti  (aa.  1395-1402); 
Filipfo  Maria  Visconti  (aa.  t^ti-i^^y) ;  Francesco  l 
Sforza{aa.  1430-1466);  (ialeazzo  Maria  Sforza  (aa. 
t466't476) ;  Giangaleazzo  Sforza  (aa.  i^l^-t^if^); 
Lodovico  Sforza  (aa.  1 4^4- 1 4t)()). 

—  (GOVERNATORI     O     VICBR^     FRANCKSl)     V.      Trivulzio 

Giangiacomo  (an,  1499  novembre-1500) ;  Amioist 
(D')  card.  Giorgio  (an.  1500  febb.);  Amioise  («T) 
Carlo  (aa.  1 500-1 507). 

—  (podkstX)  V.  Gas^are  Lupari  di  BologHa  (am.  t^ja); 
Giacomo  Lupari  di  Bologna  (an,  1478). 

—  (sKNATORl)  interrogano  Glovanni  Bcntivoglio  sul- 
rimpresa  contro  Bologna  (an.  1507),  372,  32-35; 
sono  commossi  dalla  dlfeia  d.  pred.  che  confortano, 
35-373,  1-28;  scrivono  al  re  che  Glovannl  i  Inno- 
cente  e  gliclo  raccomandano,  28-29. 

--  (sTATo).  t  II  duca  Francesco  ne  h  conservata  U  li- 
gnoria  agll  Sforza  dalla  duchcisa  vedova  Bianca, 
che,  convocato  II  Consiglio,  lo  Invita  a  provvedere 
a  che  la  c  rimanga  calma  («n.  1466),  190,  37-40 ;  nel 
trattato  di  alleanza  tra  Lulgl  XII,  11  pp.  e  I  Vene- 


692 


INDICE  ALFABETICO 


[Milauo  (uaie)Moioneti] 


zian(  t  »j»egnato  a  re  I.ulgi  (an.  1499),  2%,  36- JT.^ 

MlLANo  (TkRRiroRio)  [AfilaHese].  VI  si  recano  ostll- 
mente  le  niillzle  d.  Venezlanl  (an.  1446),  118,  I-}: 
Invaso  e  saccheggiato  dalie  pred.  slno  ai  borghi  d. 
c,  10-11. 

MlNAIlINt  AlfTONlo  [Antonio  Minarino]  di  Bologna;  si 
accorda  con  altri  due  compagnl  di  entrare  primi 
in  Pal.,  tenuto  dal  soldatl  d.  Picclnlno,  per  f»ua- 
dagnare  I  premi  fattl  bandire  dagli  Anzlani  (an, 
1443),  81,  31-33;  vi  entra,  secondo,  34. 

Ml.VARl.vi  CAMn.Lo  esce  dl  Bologna  coi  Bentivogllo 
suol  amicl  (an.  1506),  348,  41;  349,  12-13. 

MurARiKi  PiBTRO  i  bandlto  di  Bologna  (an.  1430),  19, 
2»,  36. 

MiNBRBio  tlene  per  Nicoli  Piccinino  (an.  1443),  83, 
45-46;  sconfitto  II  Dal  Verme  si  rcnde  a  Rologna, 
94,  7-8  ;  ri  passa  Luigi  (ionzaga  ponendo  a  sacco 
ognl  cosa  con  l'esercito  (an.  1449),  133,  IS;  fa  un 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,  48;  fc  devastato  da  un  temporale  (an.  146S), 
199,  l»-2l. 

MlNlGUCCio  i>all'Ai)UILA  V.   Ugolini  Menicuceio. 

MiNiMl  (frati).  L'ordine  i  fondato  da  san  I^^rancesco 
da  Paola  (an.   1507),  367,  47-4«. 

MlNO  V,  Scanlovi  M. 

MiNORi  o  Francbscani  o  ZoccoLANTi  (Frati);  Fran- 
cesco  della  Rovere  poi  Sisto  IV  i  reggente  d.  Stu- 
dio  nel  loro  convento  di  IJoIogna  (s.  a.),  208,  14-15, 
poi  loro  generale  [afi.  1464],  10-11 ;  cf.  15:  vi  appar- 
tengono  Pietro  Riario,  210,  40;  cf.  213,  37-38;  il 
lieato  Bernardino  da  Feltrc,  211,  1;  comprano  in 
Bologna  II  pal.  d.  Bardi,  fiorentini,  per  costruirvi 
la  chlesa  d.  SS.  Annunziata  (an.  1475),  215,  37-38; 
clnque  di  loro  in  Busseto  accompagnano  alla  se- 
poltura  Ginevra  Bentlvoglio  f  scomunicata  (an. 
1507),  374,  20-21;  sono  dal  pp.  con  tutto  11  loro 
convento  privati   degli  uffizi  per  sette  anni,  21-23. 

MlNOTTl  GlovANNl  [  Giovanni  di  Matthio  di  Minottd\ 
figllo  di  Matteo;  Gonfaloniere  di  Bologna;  e  el. 
degli  esattori  d.  tasse  (an.  1428),  8-*;  col  suoi  com- 
pagni  csaspera  i  cittadini  per  I'asprezza  e  ia  cru- 
delta  con  cui   esercita  il  suo  ufficio,  10-14. 

Minotti  Mattbo  \Matthio  di  Minoito]  padre  di  Gio- 
vanni,  10,  8-9. 

MiNOTTO  V.  Ang-elelli  M. 

MioLA  ric,  15,  10. 

MiRANDOLA.  Vi  cena,  di  passaggio,  il  conte  Giacorao 
Piccinino  diretto  a  Milano  (an.  1464),  185,  17;  vi 
si  reca  Bernardino  Gozzadinl  In  ablto  di  Eremi- 
tano  (an.  1503),  310,  22-33;  v.  anche  Giacomo  dalla 
Mirandola,  Lodovico  dalla  Mirandola,  Odoardo  dalla 
Mirandola. 

—    (CITTADINI  ELETTI  A  CARICIIB  PUBBLICHK  O  DIGNITa) 

V.   Pedocca  Francesco    rettore   d.    Studio  in  Bologna 

(an.    1489). 
MlRANDOLA  (Dalla)  AntoNIO  Maria  [Antonius  de  Mi- 

randula]  v.  Pico  della  Mirandola  Anton  Maria. 
Mirasolb  rlc,  5,  20. 
MocENtGo  PiRTRo  ambasc  veneziano  al  nuovo  pp.  Pao- 

lo  II,  passa  di  Bologna  (an.  1464),  186,  36-39. 
MoDANA  V.  Modena. 
MoDBNA  (!)   V.  Modigliana. 
MooENA  [Modona,  Modana]:  [Biblioteca   Estense] 

"  ric,  LXXin,  i-j,  ti-if  „. 


MoDMTA  (cittX).  VI  sl  reca  ii  resc.  Albergati  fuggito  di 
Bologna  (an.  1428),  7,  20;  11  pred.  nc  parte,3l; 
tI  si  recano  Giovanna  Bentivoglio  col  marlto  Ga- 
spare  Malvezzi  e  Lodovico  Bentlvogllo  (an.  I439), 
12,  3;  la  pred.  vl  f,  17,  31;  ne  sono  espulsl  e  anche 
dal  territorlo  quel  fuorutcitl  e  bandltl  bologneti 
cui  fu  riconfermato  11  bando  nel  capitoll  d.  pace 
concordati  tra  il  pp.  Eugenio  IV  e  Boiogna  (an. 
1431),  28,  43-29,  1-3;  rlc,  37,  3»;  tI  paiia  Eugenio 
IV  da  Ferrara  In  via  per  Firenze  (an.  1439),  56, 
15;  rlc,  85,  4,  6;  Tl  i  confinato  Lippo  Ghlsllierl 
(s.  a.|,  86,  30,  che  ne  parte  per  Bologna  (an.  1443). 
30;  vi  fugge  Carlo  Gonzaga  con  toii  sel  caTalli 
(an.  1446),  117,  34-25;  anche  tI  t!  talTano  i  banditl 
di  Boiogna  che  sl  troTavano  in  San  GioTannl  In 
Persiceto,  35;  vl  sl  radunano  I  fuorutriti  (an.  1449), 
130,  5;  Ossano  da  Pescaroia  vl  »1  trattiene  a  coi- 
loquio  con  Galeotto  Canetoli  (an.  1451),  137.  lO-ll; 
tI  si  reca  Antonlo  Zonari  pr.  ii  Canetoli,  140,  13-13; 
ne  4  creato  duca  Borso  d'Este  dali'imperatore  Fe- 
derlco  V  (an.  1453),  43;  tI  si  reca  Isotta  Rangonl 
moglie  di  Guido  Pepoli  (an.  1486),  215,  3-J;  dai 
pp.  Innocenzo  VIII  sono  concessi  benefici  nella  sua 
dioccsi  a  Camillo  Pepoll,  234,  1-3;  vi  sl  reca  Glam- 
battista  Zeno  card.  di  Santa  Maria  in  Portico 
(an.  1493),  272,  33;  vi  batte  II  terremoto  causando 
gravl  danni  (an.  1501),  307,  14-15;  vi  giungono  parte 
degli  aiuti  mandati  dal  vicer6  di  Milano  a  Ceiare 
Borgia  (an.  1502),  317,  36-37;  v.  anche  Bartolomeo 
di  Modena. 

—  (CITTADINI     EL.     A     UFFICl     PUBBLICI     O     DIGNITa)     V. 

Rangoni  Nicolh,  condottiero  dei  Bolognesi. 

—  (duchi)  V.  Borso  cPEste  (aa.  1452-147 1),  Ercole  / 
(aa.  1472-1505),  Al/oHso  /  (an.   1505-1510). 

—  (tbrritorio)  [Modonese].  1  Veneziani  incaricano  Nl- 
C0I6  d'Este  d'impedire  in  questi  luoghi  alle  genti 
d.  duca  di  Milano  di  passare  dalla  Romagna  in 
Lombardla  (an.  1436),  3,  13-15:  ric.  per  Spiiamberto 
36,  4;  vi  sono  dai  vesc  di  Bologna  fatti  accom- 
pagnare  i  fuoruscitl  Bolognesi  diiusi  in  Cento  (an. 
1447),  121,  36-37;  e  corso  e  saccheggiato  da  Grego- 
rio  d'Anghiari  per  i  Bolognesi,  122,  21-23;  Ercole 
d'Este  vl  raduna  armati  (an.  1466),  192,  5-4;  vl  ti 
ritlrano  i  Bentlvogllo  per  sfuggire  ai  pericolo  dl 
essere  presi  in  mezzo  (an.   1507),  370,  2-4. 

—  (VESCOVO)   V.  Delfino  dalla  Pergola  (aa.  1444-1463). 
MoDENESl  [Modonesi]   generosi    lasciti    ai    poveri    fatti 

da  Nicolo  d'Este  (an.  1442  ma  /44/),  71,  4-5;  sono 
mandati  dal  duca  Ercole  a  distruggere  i  ripari  fatti 
dai  Bolognesl  a  un  tronco  di  torre  che  segnava  II 
confine  sul  Panaro  tra  Modena  e  Boiogna  (an.  1471), 
209,  36-37 ;  e  ciA  per  difendere,  secondo  ii  duca,  ie 
loro  ragioni,  47-48;  il  Senato  di  Bologna  per  mezzo 
di  notaio  11  rende  responsabili  d.  dannl  che  rice- 
vesse  dal  duca,  210,  13;  molti  gentlluomlni  ac- 
compagnano  Ippollto  d'Este  a  Roma  a  prendervl 
la  sposa  di  Aifonso,  Lucrezia  Borgla  (an.  1501)^ 
308,  44-48:  predano  molto  bestiamc  sui  coniinl  d. 
Bolognese  (an.  1506),  347,  38-40. 

MoDlGUANA  [Modena  .'].  Giovanni  Bentivogiio  vife  con- 
dotto  prigioniero  dai  Faentini  (an.  1488),  246.  31. 

MoDONA   V.  Modena. 

MoDONESE  V.  Modena  (territorie). 

ModoNbsi  V.  Modeneti. 


(MoKllo-Montano  Cola] 


INDICE  ALFABETICO 


693 


MoGLlo  V.    Giacomo  detto  il  Putto  da  Moglio. 

MooLio  (Da).  La  loro  casa  fe  atterrata  per  fare  il  iner- 
cato  (an.  1496),  290,  16-17;  in  una  zuffa  con  i  Ma- 
rescalchi  nella  Fondazza  rimpetto  a  Santa  Cristina 
uno  di  loro  resta  f  e  due  feriti  (an.  1505),  336,  2». 

MoGLlo  (Da)  Alessandro  fa  un  presente  alle  nozze  di 
Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  J6-J7;  el.  degli  An- 
ziani  di  Bologna  (an.   iJoS),  378,  9. 

MoGLio  (Da)  Giacomo  {Jacomo  da  Muglio\  figllo  di 
Giovanni,  88,  i3;  padre  di  Melchiorre,  161,  33-3«; 
notaio;  el.  da  Eugenio  IV,  per  porta  Stieri,  d.  Venti 
conimissarl  deputati   alla  creazione  d.  magistrati  d. 

c.  (an.  143 1),  27,  33,  27;  rieletto  d.  Venti  (an.  1432), 
31,  12;  h  el.  degli  Anziani  (an.  1438),  52,  4»;  53,  l; 
ne  assume  l'ufficio,  3-4  ;  e  tra  gli  incaricati  di  at- 
tuare  i  provvedimenti  fiscali  deliberati  nel  Consi- 
glio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  41-43. 

MoGLlo  (Da)  GlAcoMO  figllo  di  Pietro,  109,24-35;  118, 
19;  e  degli  Anziani  per  luglio  e  agosto  (an.  1445), 
109,  24-35;  e  degli  Anziani  per  porta  Stieri  di  no- 
vembre-dicembre  (an.  1446),   118,   19. 

MoGLio  (Da)  GlANFRANCESco  multato  in  cento  ducati 
pcr  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  rovina 
aveva  preso  parte  (an.   1508),  386,  48. 

MoGLlo  (Da)  GlovANNl  padre  di  Giacomo,  88,  43. 

MoGUO  (Da)  Melchiorre  [Alarchionne]  figllo  di  Gia- 
como,  161,  33-34;  s'interpone  tra  i  Canetoli  e  i  loro 
avversari  per  pacificarli  (an.  144S),  105,  5-6;  cf.  9-10; 
suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454)» 
149,  35;  t  non  senza  sospetto  di  veleno  (an.  1456), 
161,  33-34;  gli  sono   fatti  solenni   funerali   a  spe.se 

d.  stato,  33-44. 

MoGLlo  (Da)  Pietro  padre  dl  Giacomo,  109,  24-35; 
118,  19. 

MoGLio  (Da)  Tomaso  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giu- 
lio  Malvezzi  (an.   1464),   184,  36-37. 

....  MoLKNA  (II)  fc  fatto  prigioniero  a  Bondanello  da 
balestrieri  di  Lodovico  dalla  Mirandola  (an.  1508), 
391,  13-13,  33;  e  condotto  a  Bologna,  30-31 :  cf.  392, 
46-47;  posto  al  tormento  confessa  il  trattato  in  fa- 
vore  d.  Bentivoglio,  48;  h  impiccato,  393,  7-8. 

MoLiNELLA.  Vi  si  reca  per  una  via  I'omicida  Francesco 
del  Borghetto,  per  Taltra  II  bargello  a  ricercare  il 
pred.  (an.  1461),  176,  35-38;  cf.  30,  che  e  arrestato 
nei  boschi,  15-16;  ncl  suo  porto  sono  caricati  su 
navi  i  feriti  nella  battaglia  alla  Mezzolara  e  con- 
dotti  a  l'"errara  (an.  1467),  195,  46-47;  vi  giunge  con 
i'e»ercito  e  vi  si  fortlfica  Bartolomco  CoUeoni,  196, 
15-16;  ric,  45;  il  pred.,  ammalato,  ne  partc  per  Ar- 
genta,  45-46;  ne  parte  anche  l'eserrito  per  Mordano 
agli  ordlni  di  Alessandro  Sforza,  46-47;  *  Andrea 
Ghirardacci  vi  i  notaio  d.  pod.  Alamanno  Isolani 
(an.  ISS4),  VI,  3;  il  pred.  Ghirardacci,  contro  1'uso 
e  riconfermato  neirufficio,  3-5  „. 

MoLlMi  Dl  BoLOGNA  V.  Bologna  (molint). 

[MoLiNo  Blasio)  patriarca  1)1  Gbrusalbmmk;  un  suo 
leg.  recasi  al  Conclllo  in   Ferrara  (an.  1438),  50,  44. 

MoMPlANO  [derc  essere  Compiano]  \rocca  Monpiana\.  Vi 
h  condotto  prigionlero  Achllle  Malvezzi  (an.  1442), 
73,  17. 

MoNACHE  V.  Santa  Chiara  o  del  Corfo  di  Crislo  (moua- 
che  ili). 

MoNAi.Di  Antonio  dl  Rimlni;  vesc.  dl  Sartlna  e  suf- 
fraganeo  d.  vesc.  di  Bologna,  237,  30-31 ;  nella  c«t- 


tedrale,  dopo  la  messa,  riveste  Antongaleazzo  Ben- 

tivoglio  d.  vestl  di  protonotario,  30-33;  lo  riaccom- 

pagna  a  casa,  33-34;  e  convitato  dal  pred.,  34-35. 
MoNARl  GlovANNl  [Giozianni  di  Monari\   sua  casa    sac- 

cheggiata  e  distrutta  (an.   1445),   106,  43,  45. 
MONASTERI,  CONVENTI  ui   BoLOGNA    V.    Bologna  {mona- 

steri). 
MoNCHiuoLO  V.  Monghidoro. 
MoNDACHlo  (San)  in  Puglia;  danneggiato  dal  terremoto 

(an.   1466),  190,  33. 
MoNDOLFO  appartiene  a  Sigismondo  Malatesta,  179,34; 

il  prcd.  vi  e  inseguito  sino  alle  porte  da  Federigo 

da  Montefeltro  (an.   1462),  35-39. 
MoNDOvi  (vEsc.)  [e/iiscopus  Montisregalis\  v.  Fieschi  Lo- 

renzo  (aa.   1512-1519). 
MoNKTA  [Moneda]  famiglia  boiognese  ric,  295,  46. 
MoNKERRATo  (marchesi  di)  V.    Giangiacomo   Paleologo 

(aa.  1445 -1448);  Guglielmo    VI  Paleologo  (aa.   1464- 

1483)- 

MoNFERRATO  (Da)  V.   Giorgio  da  Mon/errato. 

MoNFESTlNO  V.  Bartolomeo  da  Mon/estino. 

Moi>fGARUi  GiACOMO  contadino  bolognese,  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  37. 

MoNGHlooRO  [Monchidolo]  nel  Bolognese;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  I4S4)>  150,  40. 

MoNGloRGlo  nel  Boiognese;  vi  si  commettono  molte 
uccisioni  (an.   1470),  202,  43-44. 

MoNiCA  (santa).  Ne  e  dal  Senato  di  Bologna  celebrata 
la  festa  con  una  messa  solenne  in  San  Giaromo 
cui  intervengono  molti  illustri  cittadini  (an.  1440), 
62,  46-63,  1-6. 

MoNOPOLi  in  possesso  d.  Veneziani;  h  pretesR  d«  Fer- 
dinando  d'Aragona  (an.   1509),   393,  34. 

MoNPKNSiER,  MoNPiiNsiBRO  V.  Montpensitr. 

Monpiana  (rocca)  V.  3/om/ia»o[deveessereCoMPiANol. 

MONSANGIOVANNI  V.  Monte  San    Giovanni, 

Montagna  (capitano  uella)  V.  Coltri  {Dalle)  Alberto. 

Montagna  Nicolo  passa  di  Bologna  al  seguito  di  Gl«- 
como  Piccinino  (an.   1464),   185,  8,  11. 

Montagnana  danneggiato  dalla  tempcsta  (an.  1453), 
143,  46. 

"  MoNTALBANi  OviDio  c  incarlcato  dal  Senato  di  Bo- 
logna  di  rivedere  la  flistoria  di  Bologna  A.  Ghi- 
rardacci  e  riferirne  in  proposito  <an.  1654),  LVII, 
4-5;  adempie  subito  al  niandato  (an.  i6Ss),  ''*  » ' 
la  sua  firma  appare  ncl  ms.  originale  d.  secondo 
volume  della  Historia  di  Bologna  d.  Ghirardacci, 
LXI,  1,  b4-bS„- 

MuNTALBAifo  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453), 
143,  47-48. 

MoNTALBERTO  (Da)  [Monte  Albeddo\  v.  lioberto  da  Mon- 
talberto. 

"  MoNTALTO  Alsssanuro  cardinale;  scrive  «1  vlcelegatl 
di  Bologna  di  non  pcrmettere  sla  data  alla  stampa 
la  Historia  di  Bologna  d.  Ghlrardacci  se  prlma 
non  sia  stato  ottenuto  il  permesso  d.  Senato  («n. 
1588),   L,  37-LI,  1-»,  1-4  ,. 

"  MoNTANARi  PiETRO  cedc  un  podere  In  Volt«  dl  Reno 
ai  padrl  di  San  Giacomo  (an.  1558),  XIII,  3-7.  i-t  „. 

MoNTANO  [Cola]  ua  GaggIo  [C.  Montani  da  Seggio  di 
Cagio]  di  Bologna,  uomo  dl  grandc  Ingegno  ed 
eloquenza;  fiorisce  in  questo  tempo  («n.  I467),  198, 
8-9;  h  precettore  dl  Glrolamo  OlgUtl,  13,  cf.  215, 
46-47  ;  e  di  Glovannl  Andrea  d«  L«mpugn«no,  4»-47. 


694 


INDICE  ALFABETICO     (MonUuico-Montefani  Lod.  Maria] 


MoMTAMCO  lAfom/astjfo]  f«  un  dono  a  S»nte  Bentivo|;Uo 
per  lc  sue  nozze  (an.  l4S4)i  1^>  ^*- 

MOHTB  V.  Abbaeo  {Dair)  M„  Mantici  M.,   Monti  M. 

MoNTE  (Ual)  Ambrosiu  d«  ImoU;  seguace  d.  CanetuU 
e  bandlto  dl  Bologiia  (aii.  1445),  108,  8. 

MoNTK  (Dkl)  Antonio  V.  Ciocchi  Antonio, 

MoNTB  (Dbl)  GiACOMO  figlio  dl  Giovannl,  108,  3i-33, 
leguace  d.  Canetoli,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  33-S3. 

MoNTK  (Dkl)  GiovANUl  padre  di  Glacomo,  108,   33-33. 

MoNTK  (Dkl)  Giuuo  [Giulio  di  Monte]  f  in  un  assalto 
contro  Pisa  combattendo  pei  Fiorentini  (an.  1505), 
338.  3-3, 

MoNTK  (Dkl)  Paolo  h  agli  ordini  di  Ercole  Bentivo- 
giio  nell'escrcito  d.  l'"iorenlinl  contro  i  1'isani  (an. 
1505),  337,  31-3J. 

MoNTR  AcUTO  (Da)  Bartolomko  [Bartolomeo  da  Mon- 
teaveto]  dottore  h  mandato  dai  Fiorentini  con  Fi- 
lippo  da  Flrenzuola  ambasc.  ai  Bolognesi  (an.  1431), 
24,  41-43. 

MoNTE  Albkddo  V.  Montatberto  (.Dd). 

MoNTK  AvETO  V.  Monte  Acuto. 

MoNTEBUDiiLLo.  Achille  Malrezzi  non  rluscendo  a  pren- 
derlo  d'assalto  vi  fabbrica  una  bastia  e  vi  lascia 
d.  presidi  ^an.  1446),  120,  2-«;  e  da  Aiberto  Pio 
restituito  al  leg.  di  Bologna  (an.  1448),  126,  1-3; 
e  presidiato  dalla  Chiesa  e  vi  si  trovano  i  fuoru- 
sciti  dl  Bologna  (an.  1450),  134,  3S-37;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an,  1454), 
150,  35;   V.  anche  Pietro  da  Montebudello. 

Montk  Caldkraro  [Monte  Caldarara]  danneggiato  dalla 
tempesta  (an.  1454),  151,  46,  49;  fa  un  presente  alle 
nozze  di  Giullo  Malvezzi  (an.  1464),  185,  4;  h  preso 
daiie  genti  di  Giuiio  II  e  depredato  d.  bestiame 
(an.   1506),  347,  33-33. 

MoNTKCALVl  Andrea  [Andrea  da  Montecatvo]  muitato 
in  cento  ducati  pel  rifaclmento  d.  pal.  Marescotti 
(an.  1508),  388,  23. 

MoNTKCALvi  Bartolomeo  fratello  di  Tommaso,  340,  41 ; 
combatte  nel  torneo  in  Boiogna,  tenutosi  per  de- 
finire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  prevalga  nelle 
cose  umane,  coi  coiori  di  Annibale  Bentivoglio 
paladino  d.  Fortuna;  c  ascritto  alla  quarta  squa- 
dra  vestita  alTungherese  (an.  1490),  259,  37-3»;  la 
sua  parte  riniane  vittoriosa,  262,  17-1»;  con  altri  e 
convocato  in  Pal.  da  Ermes  Bentivoglio  (an.  1501), 
305,  S-16;  il  pred.  gli  svela  che  Agamennone  Ma- 
rescotti  aveva  scritto  al  Valentino  invitandolo 
contro  Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-29;  lo  esorta  a 
iinirsi  a  lui  nell'uccidere  i  Marescotti  traditori  e 
gia  detenuti  in  Pal.,  39-31;  partecipa  airuccisione 
d.  pred.,  31-42;  succede  in  Senato  al  f  fratello  Tom- 
maso  (an.  1505),  340,  41;  pure  essendo  d.  Senato 
vccchio,  h  escluso  dal  pp.  dai  Quaranta  Consiglieri 
e  Riformatori  (an.  1506),  358,  33-33;  e  multato  in 
mille  ducati  per  !1  rifacimento  d.pal.  Marescottialla 
cui  rovina  aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  4-6. 
Montkcalvi  Emilio  fratello  di  Nicold,  Ippolito,  Flan- 
dro;  e  confinato,  perche  amico  d.  Bentivoglio,  a 
Cesena  (an.  1507),  368,  9-10,  12;  362,  33-34,  42-43. 
MoNTKCALvl  Ettore  accompagna  Glovanni  Bentivoglio 
in  pellegrinaggio  a  Loreto  (an.  1485).  232,  33-33, 
39;  scalco  alle  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1487),  237<  37-3»;  suo  abito,  SO;   accompagna   Gio- 


vanni  Bentivogiio  in  pellegrinaggio  a  SanfAnto- 
nio  di  PadoT»  (an.   1488),  244,  26.  29;  el.    pod.   dl 
Lucra,  43. 
MoNTECALvi  Flandho  fratello  dl  Nicoi&,  Ippolito,  Emi- 
lio;  k  confinato  a  Cesena  perchi   amico   d.    Benti- 
voglio  (an.  1507).  368,  9-10,  13;  cf.  362,  33-34,  43-4». 
MoNTKCALvl  GlACOMO  figlio  di  Maso,  147,41;  padre  di 
Tommaso,  254,  9;  scaico  di  tavola    allc   nozze   di 
Sante  Bentivoglio  (an.  1454),  147,  30-33,  41;  i  degll 
Anziani  (an.  1468),  200,  II ;  riceve  in  dono  dieci  du- 
cat!  per  la  vcnuta  d.   nuovo   governatore   Savelll, 
39-30;  succede  in  Senato  a  Cristoforo   Ariosti  (an. 
1477),  216,  30;  t;  gli    Ruccede   in   Senato   il   flglio 
Tommaso  (an.   1489),  254,  t-9. 
MoNTKCALVi  Ippolito  fratcilo  di  Nicold,  Flandro,  Eml- 
lio ;  e  confinato  a  Cesena  perchfc  amico  d.   lienti- 
vogllo  (an.   1507),  368,  9-10,  12;  cf.  362,  33-34,  43-43. 
MoNTECALvl  Nestore  accompagna  Giovanni  Bentivo- 
giio  a  Ferrara  alle   nozze   di    Alfonso   d'Este   (an. 
1491),  203,  7-9;  torna  a  Milano,  13. 
MoNTECALVi  NicoLo  fratello  di  Ippolito,  P'iandro,  Emi- 
lio;  h  confinato  a  Cesena  perche  amico  d.  Bentlvo- 
glio  (an.  1507),  368,  9-10,  13;  cf.  362,  3J.34,  43-4». 
MoNTECALvi  ToMMASo  [Maso\  padre  di  Giacomo,  147, 
41 ;  prende  parte  al   Consiglio  d.   Sessanta    indetto 
dagli  Anziani  (an,  1430),  18,  13-14:  i  accusato  di  vo- 
lere  coi  compagni   ricondurre  tutti  gli   sbanditi   di 
sua  parte  in  Bologna  e  di   mutare  lo  stato,  30-33;  ^ 
sostenuto  nel  pal.  d.  Notai,  34-36;  h  convitato  dagli 
Anziani,  uno  d.  quali  prende  parte  alla  cena,  37-40; 
c  ucclso  da  sicari  di  Battista  Canetoli,  43-45;  il  suo 
cadavere  e  spogliato  e  trasportato    all'ospc<lale  d. 
Morte,  45-46. 
MoNTECALVi  ToMMASO  figlio  di    Giacomo,   254,  1-9;   c 
el.  d.  Sedlci  (an.  1488),   253,    22-33:  succede  in  Se- 
nato  al  padre  (an.    1489),   254,   8-9;    comljatte   nel 
torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  For- 
tuna  o  la  Sapienza  prevalga  nelle  cose  umane,    ai 
seguito  di  Annibale  Bentivoglio  paladino  d.  For- 
tuna;  h  ascritto  alla  quarta  squadra  vestlta  alTun- 
gheresc  (an.   1490),  259,  27-28;  la  sua   parte  rimane 
vittoriosa,  262,  17-19;  e  fatto  cav.  aurato  da   Gio- 
vanni  Bentivoglio   in  San   Giacomo,  262,  43-45;  in- 
tervienc  airinaugurazione  d.  Xaviglio  da  Corticella 
a  Bologna  (an.   1494),  274,  3-26;  e  d.  Sedici  d.  reg- 
gimento  (an.  1498),  294,  37;  in   sua    casa  abita  un 
fra  Silvestro  accusato  di  pratiche  eretiche,  36:  glie 
ne  e    mosso  grave  rimprovero,  36-37;  f  (an.   1505), 
340,  40-41;  gli  succede  In  Senato  ii  frateiio  Barto- 
iomeo,  41;  h  sepolto  airAnnunziata,  41-42. 
MoNTKCALvo  ncl  Bologncse;  devastato   da  una  tempc- 

sta  (an.   1468),   199,  17-18. 
MoNTKCENERi  sono  fuorusciti   di    Bologna  (an.   1450), 

134,  32-38. 
MoNTECHEDl  T'.  Mantecketti  0  Mantecketi. 
MoNTECHiARO    fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 

nozze  (an.   1454),  151,  6. 
MoNTECHiARO  (Da)  V.  liiccio  da  Montechiaro, 
MoNTK  DBLLA  GuARDiA.     Vi    salgono  i   Bolognesi    per 
condurre  in  processione  la  Madonna  custodita  nelia 
cliiesa  di  San  Luca  (an.  1433),  34,  29-30,  cf.  30. 
"  MoNTKFANl  LoDOVico  Majua  fa  rirerche  per  il  marcii. 
Guldo    Bentivoglio    circa    la    nascita    di    .\nnibaie 
Bentivoglio  (an.  1758),  XCII,  20  33;  C,  23-34;  accett» 


[Montefani  L.  M.-Monterenzi  Lod.]     INDICE   ALFABETICO 


695 


di  stendere  il  manifesto  che  doveva  contraddire  la 
narrazione  d.  Ghirardacci  a  quel  riguardo,  CI,  19-22, 
ma  poi  non  ne  fa  nulla,  22-23  „. 

MoNTEFELTRO  (Da)  Antonio  figlio  di  Federigo,  225,  4«, 
con  dodici  squadre  si  unisce  all'esercito  d.  Benti- 
voglio  e  di  Galeotto  Manfredi  contro  Forli  tenuta 
da  Girolamo  Riario  per  costringere  il  pp.  a  la- 
sciarc  libera  la  via  alPesercito  Napoletano  in  soc- 
corso  di  Ferrara  (an.  1482),  *3-48 ;  in  seguito  alla 
f  d.  padre  torna  coi  suoi   in  patria,  226,  2-3. 

[MoN-TEFELTRO  (Da)  Elisabetta]  V.  Goitzaga  Elisabetta. 

MoNTEFELTRO  (Da)  Carlo  6  fatto  dai  Veneziani  citta- 
dino  e  nobile  veneto  ed  e  assoldato  (an.  1503),  328. 
5-6. 

MoNTBFELTRo  (Da)  Federico  padre  di  Antonio,  225, 
44;  conte  e  duca  di  Urbino;  crea  Giambattista  Ben- 
tivoglio  vicario  generale  d.  appellazioni  e  suo  con- 
sigliere  (an.  1450),  135,  34-35;  con  Glacomo  Picci- 
nino  ed  essendo  al  soldo  di  re  Alfonso  muove 
guerra  a  Sigismondo  Malatesta  (an.  1457),  164,  39- 
40;  saputo  che  il  pred.  doveva  recarsi  a  Mondolfo 
lo  aspetta  in  un'imboscata  e  lo  assale  inseguendolo 
sino  alle  porte  di  Mondolfo  (an.  1462),  179,  35-37; 
fa  prigioniero  il  conte  d.  Mirandola  e  millecin- 
quecento  uomini,  37-38;  toglie  a  Sigismondo  il  ter- 
ritorio  di  Fano  e  quasi  tutto  il  Riminese,  38-40; 
e  agli  stipendi  d.  Lega  tra  Fiorentini,  duca  Sforza, 
Bolognesi  e  re  di  Napoli,  contro  1  Veneziani  e 
fuorusciti  fiorentini  (an.  1467),  193,  24-27;  viene  di 
Romagna  con  l'Orsini  e  tredicimila  soldati  e  si 
ferma  a  Collina  donde  saccheggia  il  Faentino  per 
punire  AstorreManfredi  di  essersi  dato  a  Bartolo- 
meo  Colleoni,  27-29;  quindi  passa  a  Solarolo  sempre 
devastando,  a  Castel  San  Pietro  e  in  fine  all'Idice 
donde  sorveglia  i  nemlci,  29-32;  ha  qui  un  colloquio 
con  Galeazzo  Maria  Sforza,  41-42;  rlc,  48;  e  cap. 
neWesercito  d.  Lega,  194,  1-2;  il  duca  Galeazzo 
Maria  Sforza  gli  lascia  la  direzione  dell'esercito, 
39-40;  ordinato  l'esercito  a  battaglia  segue  Barto- 
lomeo  Colleoni  diretto  alla  Mezzolara  e  lo  assale, 
42-48;  vicende  d.  combattimento,  48-195,  1-35;  che 
termina  a  notte  senza  predoniinio  di  nessuna  d.  due 
parti,  35-41;  episodio  d.  suo  scontro  con  Alcssandro 
>iforza,  37-41;  Giovanni  Bentivoglio  ha  in  aninio 
di  soccorrerlo,  49-50;  ma  poi  non  si  muove  per  non 
lasciare  indifesa  Bologna,  196,  3-5;  va  con  Teser- 
cito  al  Ponte  Poledrano  e  vi  si  fortifica,  15-17;  cf. 
23;  quindi  allTdice,  48-49,  ove  4  raggiunto  da  Fe- 
derigo  duca  di  Calabria  con  le  sue  millzie,  49-50; 
conduce  1'esercito  a  Sellustra  nel  territorio  d'Imola 
e  vi  si  fortifica,  197,  3-4;  Sforzino  Sforza  ha  un 
colloquio  con  lui,  6-7;  passa  a  Rlolo  Secco,  9;  di 
qui  manda  alcune  bande  a  saccheggiare  la  valle  d. 
Lamone  c  raccoglie  grande  preda,  9-10;  sentito  che 
il  nemico  aveva  mandato  genti  a  difenderla  vi 
invia  a  sua  volta  bande  di  armati  che  azzuftatisi 
con  le  pred.  le  vincono,  13-16;  udite  le  ostiliti  tra 
Alessanriro  Sforza  cap.  d.  Chicsa  e  Roberto  Mala- 
testa  ordina  ai  suoi  soldati  d.  contado  di  Bologna 
dl  ragglungerlo  per  la  vla  di  Toscana  (an.  1469), 
201,  28-29;  essendo  cap.  d.  Lcga  contro  i  Veneziani 
si  reca  In  aiuto  di  Ercole  d'Este  minacclato  dal 
pred.  (an.  1482),  224,  46-47;  t,  226,  1. 

[MoNTEPELTRO  (Da)]  Guidobaldo  I  [GHido  Ubaldo  da 


Ftltro,  Giiido  Ubaldo  da  Urbit/o]  duca  d'Urbino, 
vende  il  castello  di  Carpena  a  Girolamo  Bentivo- 
glio  [s.  a.],  135,  40-41;  si  fa  rappresentare  alle  nozze 
di  Annibale  Bentivoglio  da  Girolamo  Panfili  (an. 
1487),  236,  27-28;  suo  dono  alla  sposa,  239,  8-9; 
mandato  dai  Veneziani  a  rimettere  i  Medici  in  Fi- 
renze  e  verso  Siena  vinto  dai  Fiorentini  (an.  1499), 
296,  5-6;  il  Borgia  si  impadronisce  a  tradimento 
d.  suo  stato  (an.  1502),  311,  8-9;  a  mala  pcna  fugge 
travestito  prima  a  Ravenna  quindi  a  Mantova,  9- 
10,  ove  era  sua  moglie  11;  rientra  in  Urbino  che 
aveva  cacciato  le  milizie  d.  Borgia,  316,  3-5;  fugge 
malato  a  Bologna  freddamente  accolto  dal  Senato 
e  dal  Bentivoglio  (an.  1503),  321,  14-16;  alloggia 
all'osteria  del  Montone  e  il  giorno  dopo  parte  per 
Venezia,  16-17;  vende  Rimini  ai  Veneziani,  328,  5- 
6;  gli  e  data  in  compenso  Cittadella  nel  Padovano, 
6,  ed  k  fatto  cittadino  e  gentiluomo  veneto  e  as- 
soldato  da  Venezla,  6-8;  suo  posto  nel  corteo  pa- 
paie  per  l'entrata  di  Giulio  II  in  Bologna  (an. 
1506),  355,  49;  alloggia  in  casa  di  Giulio  Malvezzi, 
357,  9;  va  incontro  al  vicerc  di  Milano  recatosi  a 
Bologna,  358,  8. 

Montefrkdenti  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  40. 

Monte  Maogiore  nel  Bolognese  saccheggiato  dai 
soldati  d.  Piccinino  (an.  1438),  53,  34-35. 

Monte  Ohveto  (frati  ul)  V.   Olivetam  (frati). 

MoNTit  Olmo  (castello  di);  Franccsco  Piccinino  vi  e 
sconfitto  e  fatto  prigioniero  da  Francesco  Sforza 
(an.  1444),  98,  44-49;  cf  98,  13-15;  c  occupato  da 
questo,   17-18. 

Montepulciano  "vicino  a  Chianciano,  XII,  3-4,  13,; 
h  assediato  e  preso  da  Nicol6  Piccinlno  (an.  1440), 
63,  15. 

Monterenzi  Antonio  [Antonio  Monteremoli]  figlio  di 
Giovanni,  88,  47;  padre  di  un  altro  Giovanni,  99, 
35;  147,  44;  184,  42;  c  tra  gli  incaricati  di  attuare 
i  provvedimenti  fiscali  deliberati  nel  Consiglio  d. 
Seicento  (an.  1443),  88,  42-47 ;  invlato  dallo  Scappl 
a  Lorenzo  Ariostl  per  chiedcrne  aiuto  a  occupare 
Piazza  e  Pal.  ne  riceve  un  rifiuto  (an.  1508),  381, 
32-36. 

MoNTKRENzi  1'"rancesco  [FraHcesco  d«'  MontereHzoli] 
figllo  di  Giacomo,  55,  39-40;  abita  sotto  la  par- 
rocchia  di  Santa  Cecilia  nella  Via  di  Mezzo  di 
fronte  ai  Malvezzi  (an.  1438),  40. 

Monterenzi  Giacomo  [(Uacopo  d«' MimtereHsoli]  dglio 
di  Pietro,  55,  38-39;  padre  di  Francesco  e  Pictro, 
39-40. 

Monterknzi  GlovANNl  4"  [4  Giovanni  de'  Monteremoli] 
padre  di  Giacomo,  55,  39. 

MoNTBRENZl  Giovanni  [  (iiovaHni  da  Atonterentoli,  de 
MoHterentii]  figllo  di  Antonio,  99,35;  147,44;  184, 
42;  padre  dl  un  altro  Antonio,  88,  47;  corre  II  palio 
iii  Bologna  il  giorno  di  San  Luca  (an.  1444).  ^. 
32-35;  e  scalco  di  tavola  alle  nozze  dl  Sante  Ben- 
tivoglio  (an.  1454),  147,  30-33,  44;  fa  un  prescnte 
alle  nozze  di  Giulio  Malvczzi  («n.  1464),    184,   42. 

MoNTBRKNzl  GlovANNi  (  Giovanni  de  MontereHlio]  figUo 
di  Lodovico,  147,  40-41;  scalco  di  tavola  alle  notxe 
di  Sante  Bentlvogllo  (an.   1454),   147,  30-J3,  40-41. 

MoNTRRENZl  LoDOVlco  |  fA)dovico  de  MoHterrntio]  padre 
di  Glovanni,  147,  40-41. 


696 


INDICE   ALFABETICO    (Monlerenri  Pietro.Morea  (^mcfO] 


MoiTTBRiNzi  PiBTRo  {PietTo  dt'  A/onttrtmzoli]  figlio  dl 
Glorannl  ^"  c  padre  dl  Giacomo,  55,  at-n. 

MoMTRRENZl  PlKTRO  \Fielro  d^  MontereHzoli]  fij{llo  di 
Giacomo,  55,  34-40 ;  ablta  sotto  la  Cappclla  di  San 
Tommaso  della  Bralna  (an.   1438),  41. 

MoNTKRKMZl  Sebastiano  {HebastiaHo  MoHleretizolt\t  A. 
coUegl  (an.   1505).  339,  1,  6. 

MoNTKRKNZO  \MoHtereHtio\  nul  Bolognese;  fa  un  dono 
a  Sante  BentlToglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454), 
150,  34-35;  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Mal- 
vezzt  (an.  1464),  185,  1-3;  v.  anche  Capuano  da  Mon- 
tereme, 

MoNTE  San  Giovanni  \MoHsangiovanHi\  fa  un  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,4-5. 

MoNTESONE  i  assedlato  da  L.ulgi  da  Sanseverlno  per  il 
duca  di  Mllano  (an.   1445),  109,  40-41. 

MoNTETORTORB  \MoHte  Turture]  soggetto  al  duca  dl 
Ferrara;  gll  abltanti  commettono  usurpazioni  dl 
territorio  In  danno  dl  Serravalle,  Vignola  de'  Conti 
e  RuflSno,  che  nc  reclamano  al  Senato  di  Bologna 
(an.  1490),  262,  3*-38;  I'accordo  tcntato  dal  Senato 
non  riesce  a  niente,  38-40;  patria  di  Antonio  e  Ga- 
spare  Gobbo,  108,  29. 

MoNTBVKGUo  \Montevelio,  Montevie].  Ne  e  presa  a  forza 
e  incendiata  ia  rocca  dal  cap.  d.  chiesa  Giacomo 
Caldora  (an.  1428),  10,  31^33;  11  prcd.  vi  fa  prigione 
ii  commissarlo  Gaspare  Papazzoni,  32-33;  h  dato 
dai  contadinl  ad  Antonio  Bentivogllo  che  vi  lascia 
per  commissario  Glovannl  Blanchetti  con  duecento 
soldatl  (an.  1433),  36,  S-6,  /;  il  Senato  dl  Bologna 
▼i  manda  a  riprenderio  il  Gattamelata,  il  conte 
Brandolino  e  11  Gatta,  7-1;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogiio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  32;  si  da 
ai  frateili  Bentivoglio  (an.  1507).  369,  44;  v.  anche 
Alberto  da  Monteveglio,  Baldassarre  da  Monteveglio, 
Guiduccio  da  Monteveglio. 

MoNTBVlB  V.  Monteveglio. 

'[MoNTi]  Bernardo  nelle  note  al  Fantuzzi  ricorda, 
forse  erroneamente,  un'edizione  </«//'Istituzione  Cri- 
stiana  d.  Ghirardacci  fatta  in  Bologna  dal  Benacci 
nel  ISJO,  XX,  i-sx  suo  equivoco  riguardo  alVeditione 
d.  Theatro  morale  ....  d.  Ghirardacci,  XXV,  b-10  „. 

■  MoNTi  Gaetano  Lorbnzo  si  associa  alle  ricerche 
d.  Scarselli  suUa  nascita  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.   1758),  XCVI,  15-16  „. 

Monti  Monte  partecipa  alla  congiura  ordita  in  Bolo- 
gna  dallo  Scappi  a  favore  d.  Bentivogilo  (an.  1508), 
380,  14. 

MoNTiNi  sono  fuorusciti  di  Boiogna  (an.  1435),  134, 
33-34. 

MoNTlNO  V.  Coltelli  M.,  Coltri  {Dalle)  M. 

MoNTlsREGALis  (episcopus)  V.  Mondovi  (yescovo), 

MoNTONB  (Da)  V.  Fortebracci. 

Montone  (ostkria  del)  V.  Bologna  (taverne). 

MoNTPBNSIBR  (coNTE  Dl)  GlLBERTo  \Monfensier,  Mon- 
pensiero]  cap.  delPavanguardia  deiI'esercito  francese 
In  Itaila  si  unisce  oitre  Po  alle  milizie  che  io  ave- 
vano  preceduto  (an.  1494),  278,  30-21;  fa  prendcre  a 
forza  Bubano  e  Mordano  nsli^Imoiese,  che  taccheg- 
gia  e  devasta,  33-37. 

MoNZA  (PORNl).  Vi  sono  fatti  Imprigionare  dai  duca 
Vlsconti  Lulgi  da  Sanseverino  e  i  suoi  cinque  figli 
(an.  1446),  113,  40-41,  /. 

MoNzimo  \MoHxone]  fa  un  dono  a  Sante   Bentivogiio 


per  le  sue  no»e  (an.  1454),  150,  3«;  e  cotl  U  tuo 
abate,  1-3. 

MoNZUNO  (Ua)  Seuuramo  [Segurano  da  Monzone]  k  ban- 
dito  di  Uologna  (an.  1430),  19,  36,  40;  per  i  capi- 
toll  d.  pace  concordati  tra  ii  pp.  e  la  c.  gii  h  con- 
fermato  ii  bando  dalia  c.  e  territorio  di  Bologna 
Imola  e  Modena,  sotto  pena,  se  vi  manchi,  d.  con- 
fisca  d.  beni  e  d.  punizione  tanclta  negii  Statuti 
(an.  1341),  28,  43-46,  50;  h  ei.  degli  Anzianl  dl  lu- 
giio-agosto  per  porta  San  Procolo  (an.  1446),  117,  6. 

MuRADBLLB  V.  Muratelle. 

"  MoRANDi  (pamioua)  i  rapprctentata  nel  Tkeatro  mo- 
rale  de'  moderni  ingegni, . . .  d.  Ghirardacci,  XXIV, 
32,  36  ,. 

MuRANDi  AsTORRE  \Astorre,  Estorrt  Morando^  padre  di 
Traiano,  390,  40;  fisico  e  fiiosofo  famoso;  e  ucciso 
da  Baldassarre  Senzamanica  (an.  1503),  323,  3t. 

MoRANDi  Benedbtto  notaio ;  con  Giacomo  Spagnuoll 
accompagna  a  Ferrara  un  cavalio  baio  regaiato  al- 
i'lmp.  Federigo  V  da  Giovanni  Bentivoglio  (an. 
1469),  201,  13-14. 

MoRANDi  Bernardino  confinato  a  cinquanta  migiia  da 
Boiogna  nelie  terre  d.  Chiesa  perchi  amico  d.  Ben- 
tlvoglio  (an.   1507),  362,  33-34,    45-46,  48. 

MoRANDi  Floriano  muitato  di  quattrocento  ducati  per 
ii  rifacimento  d.  pal.  Marcscotti  (an.  1508),  386,  14 

MoRANDi  GiovANNi  Antonio  spenditore ;  accompagna 
Giovanni  Bentivoglio  in  peliegrinaggio  a  Loreto 
(an.   1485),  232,  37-28. 

MoRAMDi  Traiano  figlio  di  Astorre,  390,  40 ;  h  impri- 
gionato  quale  compiice  di  un  compiotto  in  favore 
d.  Bentivoglio  (an.  1508),  390,  39-43;  ne  esce  dopo 
un  mese  pagando  quattrocento  ducati  d'oro,  43-44. 

"  MoRANO  BoNlFAClo,  Cronaca  Modenese;  ms.  ric.  dal 
Ghirardacci  nelia  sua  Historia  di  Bologna  vol.  I, 
CXXX,  37-31,  4„. 

Morati  Francbsco  \Francesco  Morato]  combatte  nel 
torneo  in  Bologna,  tenutosl  per  definire  se  ia  For- 
tuna  o  ia  Sapienza  prevalga  nelle  cose  umane,  al 
seguito  di  Annibale  Bentivoglio,  paiadino  di  For- 
tuna ;  h  ascritto  alla  quinta  squadra  vestita  alla 
tedesca  (an.  1490),  259,  30-32;  ia  sua  parte  resta 
vittoriosa.  262,  17-1». 

"  MoRBioLi  Antonio.  Sua  orazione  in  lode  d.  Bentivo- 
glio  ric.  (an.   1465),  XCIII,  28-34  ,. 

MoRBiou  LoDovico  penitente;  t  'n  fama  di  santita 
ed  h  sepolto  nel  clmitero  di  San  Pietro  con  grandc 
concorso  di  popolo  (an.  1485),  233,  11-13;  per  mi- 
racoii  attribuitigli  e  dissepoito  e  seppeilito  in  chiesa 
sotto  la  Confessione,  13-15. 

Mordano  casteilo  in  quei  d'Imola,  ^  saccheggiato  da 
Francesco  Sforza  in  odio  al  duca  di  Milano  (an. 
1439),  58,  32;  e  assediato  da  bande  d.  duca  Galeazzo 
Maria  Sforza,  perche  possesso  di  Astorre  Manfredi, 
ma  senza  successo  (an.  1467),  194,  30-33;  vi  si  reca 
l'esercito  d.  Coileoni  agli  ordini  di  Alessandro 
Sforza  che  ne  era  governatore,  196,  46-47:  preso, 
saccheggiato  e  devastato  dai  Francesi  d.  duca  di 
Montpensier  ian.   1494),  278,  34-27. 

Morea  antlco  Peloponneso  e  corsa  e  sacch^giata  dai 
Turchl  che  vi   fanno  quarantamila  prigionieri  (an. 
1458),  166,  10-13;  ric.  per  Mantinea,  178,  4-5. 
—  (PRINCIPI)    V.    Giovanni  Demetrio   \Paltologo]   (an. 
1438),    Tomaso  Paleologo  [f  an.  1465}. 


[Moro  Cristoforo-Musiolini  BucinoJ    INDICE   ALFABETICO 


697 


MoRo  Cristoforo  [Christo/oro]  el.  doge  di  Venezia  (an. 
1462),  179,  U;  si  reca  ad  Ancona  con  galee  e  navi 
armate  in  numero  di  ottantaquattro  per  1'impresa 
contro  il  Turco  (an.  1464),  186,  11-12;  f  il  pp.  torna 
a  Venezia  senza  dare  fine   allMmpresa,  16-17. 

MoRo  Damiano  comanda  l'armata  inviata  dai  Vene- 
ziani  sul  Po  contro  Ferrara  (an.    1482),  224,  34-3S. 

MoRTE  (ospKDALK  dklla)  V.  Bologna   {pspedali). 

MoscA  (II)  V.  Agostini  Giovanni  detto  il  Mosca. 

"[MosCA  Francesco]  notaio  di  Bologna  rlc,  VI, 
15-16  „. 

*[MoscnETTi  Aiturea]  ric,  XXXIV,  4-b „. 

Mosfe  ebreo ;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozzc 
(an.  1454),  149,  31. 

MosuRA  (Da)  Giovakni  combatte  nel  torneo  in  Bolo- 
gna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  For- 
tuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  An- 
nibale  Bentivoglio  paladino  d.  Kortuna;  6  ascritto 
alla  priraa  squadra  vestita  all'italiana  (an.  1490), 
259,   15-16;  la  sua  parte  riesce  vittoriosa,  262,  17-19. 

MozzARELLi   V,  Mttxzarelli. 

MuGLlo  (Da)  V.  Moglio  (Dd). 

MuLETTl  Bkrnardino  notaio;  e  rettore  d.  Compagnia 
d.  Morte  (an.  1427),  5,  9;  quale  governatore  del- 
l'ospedaIe  d.  Morte,  assiste  Grazlolo  Grazioli  nel- 
Tordinare  la  processione  d.  Madonna  d.  Guardia 
per  Bologna  (an.  1433),  34,  36-28 ;  vi  prende  parte, 
21-35,  1-5;  e  el.  d.  Dieci  di  Balia  (an.  1434),  36,  38; 
fc  correttore  d.  notai ;  con  altri  va  ambasc.  a  Fi- 
renze  per  invitare  il  pp.  a  Bologna  (an.  143S),  44, 
3-15;  ne  torna,  16;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.  14S4),   149,  46. 

MoRATEiXB  \Moradelle\  v.  Bologna  (strade). 

"  MURATORE  IsABELLA  sposa  Giulio  Cesare  Ghirardacci 
dal  quale  ha  Marghcrita,  Schizzo  genealogico,  VIII: 
fa  testamento  (an.   1590),  IX,  <f»-<)3  „. 

"  MuRATORi  LoDovico  Antonio.  Suo  giudizio  delTopc- 
ra  di  fra  Cherubino  Ghirardacci,  nella  prefazione 
M' Historia  Miscella  Bononiensis,  IV,  15-17  „. 

"  [MuRATORl  Santi]  bibUotecario  d.  Classense  di  Jiavenna, 
ric,  XXXIV,  1-3  „. 

MusETTO  ebreo;  dono  suo  c  de'  suoi  correligionari  a 
Santc  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  22-24. 

Musiano  (chiesa  di  San  Bartolomko)  {San  Bartolo- 
meo  da  Mussigliano]  nella  diocesi  di  Bologna,  nc 
c  abate  Giacomo  Battagli  (an.   1445),    102,  31-32. 

MusoTTi  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
33,  34. 

MusoTTi  Agamknnome.  Parendogli  di  essere  poco  sti- 
mato  a  Bologna  per  essere  stato  partecipe  d.  con- 
glura  d.  Malvezzi,  chiede  e  ottiene  dal  pp.  rufficio 
di  Senatore  di  Roma  (an.  1493),  273,  37-3»;  parte 
di  Bologna  scortato  per  sua  sicurezza  sino  a  Flrcnze 
da  otto  balestrieri  datigli  da  Giovanni  Bentivoglio 
con  il  quale  si  riconcilia,  2f-3l :  un  tale  Frizza  lo 
Incolpa  di  avere  intelligenza  con  Lucio  Malvezzi 
(an.  1496),  288,  30-22;  chiamato  dal  .Senato  a  con- 
fronto  coi  pred.  lo  convincc  di  mendacio,  22-33; 
i  rimandato  a  casa,  33. 

MusoTTi  Alberto  figlio  di  Pietro,  fratcllo  di  Nicoli, 
137,  1 ;  partecipa  in  casa  di  Romeo  Pepoli  a  un'adu- 
nanza  di  nobili  malcontenti  d.  primato  di  .Sante 
Bentivoglio  in  Bologna  (an.  1449),  130,  19-36;  con- 
viene  col  pred.,  sotto  pretesto  d.  peate,  di   recarii 


a  Castel  San  Pietro  e  di  la  accordarsi  col  re  di  Na- 
poli,  i  fuorusciti  e  i  Canetoli  per  cacciare  Sante 
dl  c,  36-37;  gli  e  intimato  dal  Senato,  pcr  mezzo 
di  Carlo  Malvezzi  di  uscire  coi  compagni  da  Castel 
San  Pictro  cntro  un'ora  pena  la  vita.  131,  16-31; 
non  obbedisce,  21-36;  c  bandito  pubblicamente, 
38;  e  raggiunto  da  altri  amici  di  Bologna,  28-29; 
dal  leg.  e  bandito  dal  territorio  di  Bologna  sotto 
pena  d.  confisca  dei  beni  (an.  1450),  136,  49;  137, 
1-3;  obbedisce  e  va  ad  Imola,  4. 

MusoTTl  Alvise  procuratore ;  ei.  degli  Anziani  (an. 
1508),  378,  ». 

MUSOTTI  Bartolomeo  [Bartolomeo  di  Giovanni  di  Mu- 
sotto]  figllo  di  Giovanni,  252,  24;  i  confinato  a 
Venezia  (an.  1488),  252,  24. 

MusoTTi  Friano  figlio  di  Pietro;  araico  di  Anton  Ga- 
ieazzo  Bentivoglio;  con  11  padre  e  il  fratello  Ni- 
C0I6  si  accorda  con  altri  banditi  di  Bologna  di 
impadronirsi  d.  castcllo  di  San  Giovanni  in  Per- 
siceto  (an.  143 1),  30,  20-26;  t  insieme  al  padre  a 
San  Giovanni  nella  mischia  con  le  genti  di  Bo- 
logna,  34-35. 

MusoTTi  GiovANNl  padre  di  Bartolomeo,  252,  34. 

MusoTTi  MusoTTo  f  nelI'attacco  contro  i  fuorusciti 
(an.  1451),  139,  5. 

MusoTTi  MusoTTO  partccipa  alla  congiura  ordita  dallo 
Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  4. 

MusoTTl  NicoLo  figlio  di  Pietro,  30,  22;  137,  i;  amico 
di  Giangaleazzo  Bentivoglio;  col  padre  e  col  fra- 
tello  Friano  si  accorda  insieme  ad  altri  banditi  di 
Bologna  di  impadronirsi  d.  castello  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  (an.  1431),  30,  20-36;  partecipa 
in  casa  di  Romeo  Pepoii  a  un'adunanza  di  nobili 
malcontenti  d.  primato  di  Sante  Bentivoglio  (an. 
1449),  130,  19-26;  conviene  coi  pred.  di  recarsi  a 
Castel  San  Piero  sotto  pretesto  di  peste,  e  di  la  ac- 
cordarsi  con  il  re  di  Napoli,  i  fuorusciti  e  i  Ca- 
netoli  per  cacclare  Sante  di  c,  36-37;  gli  fe  intimato 
dal  Senato  pcr  mczzo  di  Carlo  Malvezzi  di  uscirc 
di  Castel  San  Pletro  entro  un'ora  pena  la  vita,  131, 
16-31 ;  non  obbedisce,  21-36;  i  b.\ndlto  dalla  Rin- 
ghiera,  28;  vcngono  a  raggiungerlo  altri  amid  di 
Bologna,  28-29;  bandito  dal  territorlo  di  Bologna 
sotto  pena  d.  confisca  d.  benl,  obbedisce  e  va  ad 
Iraola  (an.   1450),   136,  49;    137,  1-4. 

MusoTTi  Petronio.  Suo  dono  a  Sante  Bentivogllo  pcr 
le  nozze  (an.  1454),  149,  30. 

Musotti  Pietro  [Pietro  di  Afusotto,  Fietro  Musatlo]  pa- 
drc  di  .\lberto,  137,  I;  di  Frlano,  30,  23,  34;  dl 
NicoI6,  30,  33:  137,  l;  vencziano,  amico  di  Anton- 
galeazzo  Bentivoglio;  con  1  figli  Nicol6  e  Frlano 
e  altri  fuoruscitl  di  Bologna  tratta  di  impadro- 
nlrsi  d.  castello  di  San  Giovannl  in  Persiceto  (an, 
1431),  30,  31-36;  vi  t  nella  mischia  con  ie  gentl  d. 
Chiesa,  34-35. 

Musotto  V.  Malvezzi  M.,  Musotti  M. 

Musselini,  Mussellini  V.  Mussolini. 

MussiOLlAKO  V.  Musiano. 

MussoLlNi  sono  fuoruscitl  dl  Bologna  (an.  14S0),  134, 
33,  36. 

MuasoLiNi  Antonio  [Antonio  Musstlini]  d»  Moglio  con- 
tadino:  suo  dono  a  Sante  BcntiTOglio  per  le  nosie 
(an.  1454),  151,  37. 

MussoLiNi  BuciNO  h  uno  d.  capl  cui  lono  aflSdate  dal 


698 


INDICE   ALFABETICO         [MuMoUm  Bueino-NapoU  (eiV/A)J 


Senato  dl  Bologna  lc  fortificazloni  Innalzate  a  San- 
ta  Marla  del  Monte  (an.  1430),  22,  19-20. 

MuuoUNl  GlACOMO  \0'iacomo  Mussellini]  paclre  di  To- 
rello,  68.  3»;  di  Troilo,  09,  47. 

MusHOLiNl  GiovANNl  (a  un  preiicnte  alic  nozze  di  Giii- 
lio  Malvezzi  (an.   1464),   184,  34. 

MussoLiNl  ToRKLLo  (igUo  di  (jiaiomo,  68,  3t;  prende 
partc  B  unn  giostra  in  Boiogna  (an.  I44l)<  ^^>  34-M. 

MussoMNI  TroILo  [ '/"roiVo  Afusseltim]  figlio  di  (jiaromo, 
97,  4';  prende  parte  a  una  giostra  in  Bologna  (an. 
1444),  97,  «6-47;  k  bandito  di  Bologna  perchi  se- 
guace  d.  Canetoli  (an.   1445),   10'',   10. 

MUSSOTTO  1).   Musolto. 

Muzio  V.  Piacenlini  M, 

MuzzARBLLl  \Mot%arf.tli\  di  Boiogna;  prendono  parte 
ali'ordlnanza  indctta  dai  Canetoii  contro  ii  leg.  d! 
Bologna  Alamanni  (an.  142S),  5,  4>44;  6,  3;  ap- 
provano  che  si  prendano  le  armi,  13-13;  con  gii 
altrl  si  iinpadroniscono  d.  Piazza  e  danno  fuoco  al 
Pavaglione  d.  Bozzoii,  14-15;  sono  fuorusciti  (an. 
1450),  134,  32,  35;  nella  loro  casa  alloggia  parte 
d.  segulto  di  Gaieazzo  Maria  Sforza  (an.  1459), 
168,  4S. 

MuzzareLLI  Giovanni  \Giovanni  Mozzarelti\  figlio  dl 
Lodovico;  e  fuoruscito  di  Bologna  e  abita  a  Fer- 
rara  (an.  1440),  68,  17-lj;  segue  Battista  Canctoli 
a  Correggio  (an.    1435),  43,   33-34. 

Muz/arelli  Lippo  \I.ipfo  Muzzaretlo\  padre  di  Lodo- 
vioo,  9,  38;  seguita  Battista  Canetoli  a  Correggio 
(an.  i43s),  43,  32-34. 

Muzzarelli  Lippo  \IJppo  Mozzaretti\  figliodi  Lodovico 
e  fuoruscito  di  Bologna  e  abita  a  Ferrara  (an.  1440), 
68,  17-18;  fa  un  presente  aiie  nozze  di  Giuiio  Mal- 
vezzi   (an.   1464),   184,  43. 

MuzzARBLLl  Louovico  \I,oitovico  M«zzaretto\  figlio  di 
Lippo,  9,  38;  padre  di  Giovanni  e  di  Lippo,  68, 
17;  e  Gonfaloniere  dl  Giustizia  (an.  141S),  5,  33-34; 
c  el.  degli  Otto  di  Baiia  d.  pace,  7,  6,  8;  nuova- 
mcnte  el.  Gonfalonicre  di  Giustizia,  9,  38-39. 

Nacci  Cksark  \Cesare  de  iVaccii,  Cesare  Dinare  vescovo 
di  AHrclia.'\  vicario  d.  card.  Orsini  ieg.  di  Bologna 
(an.  1500),  300,  13-14;  permette  a  Giovanni  Benti- 
vogiio  di  fabbricarc  un  moiino  fuori  d.  porta  di 
Santo  Stefano  a  Codalunga,  I4-I6;  fe  vesc.  di  Ame- 
lia  e  ti  cssendo  stato  luogotenente  di  quattro  le^, 
a  Bologna  [an.  1504],  332,  6-7;  h  sepolto  in  .San 
l'etronio  con  grande  concorso  di  gente,  7-8. 

Nadi  Filippo  muratore;  riedifica  la  chiesa  di  San  Bar- 
tolomeo  insieme  al  fratello  Giambattista  (an.  1498- 
99),  294,  16-18. 

Naui  (iAsp.\RK  \Gasparo  Naldo !\  muratore:  gli  i  allo- 
gato  il  rifacimento  d.  chiesa  di  Santa  Cecilia  in 
Buiogna  per  la  sonima  di  lire  cinqueccnto  con  stru- 
mento  rogato  da  Bartolomeo  delia  Calcina  (an. 
1481),  223,  33-36;  per  ic  iiozze  di  Annibale  Benti- 
voglio  offre  a  Giovanni  Bentivoglio  a  nome  del- 
l'arte  d.  muratori  una  brocca  d'argento  (an.  1487), 
236,  11-13. 

Naui  Gaspark  [  (.«oi>n»«i  1]  cronista  contemporaneo  d. 
Bentivoglio;  ric,  244,  /;  nella  sua  cronaca  dcscrive 
minutamente  ia  costruzione  d.  torre  d.  Bentivoglio 
256,  28-39. 

Nadi  Giambattista  [  Gi07'antii  Battista  de'  Nadi]  mu- 
ratorc;  rifabbrica  la  chiesa  di  San  Bartolomeo  uni- 


tamente  al  fratello    Fillppo   (an.    149S-1499),   294- 

16-18. 
N.^MUR  (CONTK  PaLatiwo    bi)    {Palalinus  .Vamurci]  ti- 

tolo  deli'imp.  Masaimiliano,  279,  19-30. 
Nani  V.  .Vanne. 
Nanino  ut  Cantino  i  bandito  di  Bolognt  (an.  14301, 

19,  26,  40. 
Nannk,  Nanni,  Nannino  {Nani,  Nauo,  Nanno]  v.  tic 

nini  N.,  Cazzanescki  N.,    Ctvanni  N,,    Ckiarini  N., 

fialesi  N.,  (iozxadini  N.,  Nannini  .V.,  6ai»«  A*".,  Slia- 

tico  (Da)  N.,    Vizzani  N. 
....Nanmi  di  Giovanni  Matteo  sarto;  di  Bologna;  fuo- 

ruscito ;  k  fatto  prigioniero  e  gii  b   condonata   la 

vlta    per    intercessione   dl   amicl   (an.    1351),    13'), 

39-40. 

Nannini  Baldo  gli  nasce  un  Hgliuoio   mostruoso   che 

subito  muore  (an.   1487),  235,  30-33. 
Nanmini  Nanne  i  multato  in  miile  ducati   per   rlMr- 

cimenti  a  Franccsco  l'antuzzi  (an.  1508),  388,  29. 
Nannino    Nanno  V.  Nanne. 
Nano  V.   Nanne. 
Napaeus  V.  Napfi. 
Napi  V.  Naffi. 

Napoleone  \Nappoteone\  v.  Malvasia  N. 
Napolktano  (rkgno  di  Napou).  Vi  sono  confinatl  da 

Lionello  d'Este  i   due  fratelii   minori  Ercole  e   Si- 

gismondo  (an.   1442),  71,  8-9. 
Napoli  (castelli):  Castklnuovo  \Castetto  nuovo]  c  in 

partc  rovinato  dal   tcrremoto  (an.  1456),  163,48-49; 

e  ottenuto  da  Cario  VIII  (an.  149S),  285,  23. 

—  —  CASTBL  Sant'Elmo  \Caslet  Sant' Ermo\  h  rovinato 
dal  terrenioto  (an.    1456),   163,  49-50. 

—  (chiksb).  In  seguito  al  terremoto  nessuna  rimane 
intatta  (an.  1456),    163,  44-45. 

—  —  CHIBSA  DBLLA  Incoronata  dannegglata  dal  ter- 
remoto  (an.  1436),  163,  44. 

—  —  CHiKSA  Di  Sant'Agostino  rovina  in  gran  parte 
a  causa  d.  terremoto  (an.   1456),   163,  38-40. 

—  —  CHIESA  Di  Sant^Arpino.  Nc  c  rovinato  in  partc 
ii  campanilc  dal  terremoto  (an.   1456),   163,  37-31. 

—  —  CHIESA  ui  .San  DoMBNlco  rovina  ail'infuori  d. 
facciata  in  seguito  al  terremoto  (an.  1456),  163, 
40-41. 

—  —  CHiBSA  Di  Sau  Giovanni  piu  grande  d.  Trinita; 
rovinata  dai  fondamenti  ali'infuori  deli'altare  mag- 
giore  a  causa  d.  terremoto  (an.   1456),   163,  33-34. 

—  —  CHii-isA  ui  San  Lorenzo  patisce  pochi  dannl  dai 
terremoto  (an.  1436),  163,  43. 

—  —  CHiESA  Dl  San  Pikro  Martirk  si  apre  in  molti 
iuoghi  c  ne  cade  il  tetto  in  seguito  al  terremoto 
(an.   1436),  163,  41-43. 

—  —  CHIESA  Di  Santa  Chiara  rovinata  in  parte  dai 
terremoto  (an.   1456),   163,  43-44. 

—  —  CHiESA  ui  Santa  M.\ria  Maggiore  rovinata  dai 
terremoto  (an.   1456),   163,  34-35. 

—  (citta).  Antonio  Bentivoglio  ne  parte  per  Roma 
(an.  1431),  24,  34;  vi  si  reca  I'imp.  l-"ederico  V  a 
visitare  re  Aifonso  (an.  1452),  141,  30-31:  violento 
terremoto  d.  durata  di  un  quarto  d'ora,  che  vi 
produce  infiniti  danni  (an.  1456),  163,  30-164,  1; 
ric,  180,  31;  vi  fc  ricevuto  con  molta  poropa  Gia- 
como  Piccinino  e  la  sposa  Drusiana  Sforia  (an. 
1465),  188,  26-27:  il  prcd.  mentre  voieva  partime 
per  tornare  a   Suimona,    vi    k   arrestato    col   figUo 


[Napoli  (««fl)-Navarrino  (Da)  Pietro]  INDICE   ALFABETICO 


699 


Francesco  e  il  cancelliere  Broccardo  e  muore  in 
carcere,  forse  ucciso,  27-31 ;  vi  e  ricevuta  Ippolita 
Sforza  moglie  di  Alfonso  figlio  d.  re  Ferdinando 
con  grandlssimo  sfarzo,  34-35;  ric,  189,  16;  vi  fugge 
Angelo  Acciaiuoli  con  due  figli,  dopo  scoperta  la 
congiura  contro  Piero  de'  Medici  (an.  1466),  192, 
15-16;  vi  torna  il  duca  di  Calabria  a  pace  fatta  (an. 
1468),  199,  34-35:  vi  si  recano  vari  gentiluomini  d. 
corte  di  Ferrara  per  incarico  di  Eleonora  d'Estc 
(an.  1473),  213,  24-39;  vi  arriva  esule  Carlo  Man- 
fredi  (an.  1477),  218,  2;  dal  duca  di  Milano  vi  e 
confinato  Ascanio  Sforza  (an.  1480),  222,  22;  che 
vi  e  condotto  da  Pisa  sopra  una  galea,  28;  vi  f  il 
Manfredi  pred.  (an.  1484),  718,  3;  vi  giungono  mes- 
si  d.  pp.  per  la  pace,  ciie  e  conclusa,  230,24-23;  vi 
si  avvia  di  ritorno  Alfonso  di  Calabria,  231,  22; 
vi  e  diretto  Gian  Giacomo  Trivulzio  da  parte  d. 
duca  di  Milano  (an.  1485),  233,  29-30;  ric,  46;  vi 
e  confinato  Giulio  Malvezzi  (an.  148S),  252,  24;  il 
pred.  appena  giunto  e  preso  per  ordine  d.  re  e  im- 
prigionato  in  una  torre,  253,  13-16;  ne  fugge  il  re 
Alfonso  II  con  lo  zio  Federigo  (an.  1495),  285,  19- 
2«;  vi  entra  il  re  Carlo  VIII  di  Francia  onorevol- 
mente  accolto,  20-21;  cf.  286,  12;  il  pred.  vi  fa  il 
suo  ingresso  non  dalla  porta,  ma  da  una  breccia 
fatta  aprire  nelle  mura,  285,  21-23;  e  dato  al  pred. 
il  Castelnuovo,  23;  vi  e  saccheggiato  il  tesoro  re- 
gio,  23-24,  e  liberato  Giulio  Malvezzi  ancora  pri- 
gloniero,  24;  vi  si  reca  Isabella  Sforza  con  due  figli 
(an.  1500),  299,  28;  cf.  25;  vi  si  dirige  Carlo  Orsini 
(an.  1502),  310,  36-37;  vi  si  reca  Cesare  Borgia  ap- 
pena  llberato  (an.  1503),  329,  15;  il  pred.  ne  parte 
per  !a  Spagna,  15-16. 
Napoli  (palazzo  d.  vescovo).  A  causa  d.  terremoto  vi 
rovinano  le  due  torri  di  fronte  (an.  1456),  163, 
34-36;  si  salva  l'ampolla  d.  sangue  di  San  Gennaro 
che  con  la  testa  d.  pred.  santo  si  conservava  in 
una  d.  torri,  36-37. 

—  (rb)  V.  Luigi  flf  d'Angih  (aa.  1424-1434),  Alfonso  f 
d'Aragona  (aa.  1442-1458),  Fcrdinando  f  (aa.  1458- 
1494),  Alfonso  ff  (aa.  1494-1495),  Ferdinando  If 
{Ferrandino^  (aa.  1495-1496),  Federico  (aia.  1496-1501). 

—  (rbono)  ric,  39,  50;  se  lo  contendono  Renato  di 
Angi6  e  Alfonso  V  di  Aragona  (an.  1438),  54,  12; 
ne  parte  Annibale  Bentivoglio,  4»;  ric.  per  Vasto, 
135,  44;  ric,  164,  14;  conquistato  e  tenuto  per  ven- 
tiquattro  anni  da  Alfonso  I  di  Aragona  e  dal  pred. 
lasciato  alla  sua  f  a  Ferdinando  suo  figlio  natu- 
rale  (an.  1458),  165,  40-41;  ne  partono  le  genti 
d'arme  d.  duca  di  Milano  (an.  1466),  191,  40;  vi 
accampa  diritti  Carlo  VIII  re  di  Franda  quale  erede 
di  Renato  d'Angi6  (an.  1494),  276,  9-10,  e  si  dispone 
a  scendere  in  Italia  a  oonquistarlo,  10-12;  Roberto 
d'Aubigny  per  il  re  di  Francia  muovc  alla  sua  con- 
quista  con  tremila  fanti  e  duemila  cavalli  (an.  1501), 
307,  7-8;  cf.  44-45;  308,  7;  ne  partono  molti  soldali 
franccsi  dlretti  in  Lombardia,  308,  17-18;  vi  f  Carlo 
Orsini  forse  fatto  avvelenarc  dal  Valentino  (an. 
1502),  311,  33-34;  h  tolto  al  Francesi  da  Consalvo 
dl  Cordova  per  il  re  di  Aragona  (an.  1503),  323, 
4-5;  vi  si  dirigono  mllizie  francesl,  34,  e  cinque- 
mlla  Svizzori,  chc  per6  giuiiti  nel  Fiorcntino  non 
rlcevendo  le  paghe  tornano  per  la  maggior  partc 
indletro,  324,  1-4;  ric,  11;  326,  33;  l'etercito  fran- 


cese  vi  e  sbaragliato  e  vinlo  da  Consalyo  di  Cor- 

dova,  328,  48;  329,  I-2. 
Napoli  (viCERfc)  V.  Carlo  conte  di  Camtobasso  (an.  1446), 

Armagnac  (/>')  I^uigi  duca  di   jVemours  (an.   1501). 
Nappi  Ces.^rb  [Caesar  Napaeus,    Cesare   Napi\    autore 

delPepigrafe  apposta  sul  sepolcro  restaurato  di   re 

Enzo  (an.  1491),  264,  7-23;  notaio;  roga  l'istrumento 

d.  pace  tra  i   Bolognesi  e   il    duca    Valentino    (an. 

1501),  304,  44-45;  el.  degli  Anziani  di  Bologna  (an. 

1508),  378,  9:  multato  in  cento  ducati   per  11  rifa- 

cimento  d.  pal.  Marescotti,  387,  33. 
Nappi  Mattko  si  arma  al  suono   d.   campana   di  San 

Giacomo  e  con  altri  scendc  in  Piazza   (an.    1445), 

104,  29-30,  32-35. 
Nappoleone  V.  Nafoleotte. 
Narbona  (arcivbscovo)  V,  Clermont  (De)  Francesco   Gu- 

glielmo  (an.   1506). 
Nardini  PiBTRO  Paolo  si  oppone  col  Malvezzi  alPas- 

salto  di  Sigismondo  Malatesta  a  CastcIIeone   e  lo 

fa  da  prima  indietreggiare   (an.    1461),    175,   33-36; 

t  nella  battaglia  seguitane,  40. 
Narni.  Vi  e  inviato  prlgioniero  Bartolomeo  Zambeccarl 

(an.   1435),  46,  13-16;   ne    e    el.    pod.    Buonavcntura 

Paleotti  di  Bologna  (an.  1488),  244,  44-45;  v.  ancke 

Battista  da  Narni. 
—  (podesta)  V.  Buonaventura  Paleotti  di  Bologna  (an. 

1488). 
"  Narrazione  delle  nozze  di  Annibalk  II  Bkntivo- 

OLIO   CELEBRATE   L'ANM0    I4S6    QUALB   SI    LEOOE   NEL 

vql.  III  ms.  dbl  Ghirardacci  Storia  dblla  citta 
Dl  BoLOGNA  (dLsW Almanacco  Staiistico  bolognese,  an. 
1836,  n.  8),  XXV,  23-26;  fu  edito  da  Gaetano  Gior- 
dani  daIl'autografo  giA  d.  frati  di  San  {jiacomo, 
27-30  „. 

"  Nascsntori  Manzi  [Giuskppe]  cronista  bolognese, 
ric,  IV,  4,  s-l>„. 

Nascimbisnb  V.  Moranini  N. 

"  Nascimbnto  (Nuovo  e  spiritualb)   dell^uomo  cri- 

STIANO,  NEL  QUALE  IL  PADRINO  OVBR  COMl-ARE  RA- 
GIONA  DKL  BATTKSIMO  KT  DE'  SUOI  DIVINI  ICT  AI.TI 
MI.STERI  KT  AMMAfCSTRA  L'INFANTK  IN  TUTTO  qUELI.O 
CHEPER  LUl  AL  SACRO  KONTK  HAVBA  PROMESSO.     DkL 

R.  P.  ChkrubIno  Ghirardacci  bolognesk  brbmi- 

TANO  DI  SaNT'AGOSTINO.  OpERA  UTILISSIMA  ET 
NECBSSARIA  A  TUTTI  CjUEI  CIIB  TBNGONO  GLl  ALTRUI 
FIGLIUOLI     AL     BATTESIMO.       CoN     PRIVILKGIO,     XXI, 

32-37;  stampata  in  Venczia,  dal  Giolito  dc  Ferrari 
(an.  1582),  37;  descrlzione  del  libro,  37-41:  &  dedi- 
cato  a  Giambattista  dcl  Llno,  XXII,  1-4,  /  ,. 

Natale  V.  Lolla  N. 

Navarra  (re)  V.  (iiovanni  f  d' Aragona  (aa.  14251479), 
Giovanni  ff  d'Albret  (»a.   1484-1516). 

Navarrino  (Da)  GiovANNi  figlio  di  Pietro.  121,«-»;fe 
imprigionato  col  padre  sotto  accusa  dl  tradlmentn, 
9-10. 

Navarrino  (1)a)  Pietro  \I'ietro  da  Novaritu),  iyavarino\ 
celebre  condottiero,  22,  43;  essendo  glA  agli  stl- 
pendi  d.  Venezlani  non  puA  accettare  la  rondotta 
d.  Bolognesi  (an.  1430),  43-45:  cssendo  al  loldo  di 
Bologna  ponc  con  Annlbale  Bentlvogllo  1'asiedio 
a  CJalliera  tenuta  d«  gentl  d.  duca  di  Milano  (»n. 
1443),  82,  25-26;  approva  11  dlscgno  d.  Bentivoglio 
di  fare  una  sortita  col  popolo  contro  I  nemlci  c 
llberarne  11  territorio,  92.  M-34;  e»ce  con  iul  dl  e. 


700 


INDICE  ALFABETICO      («■varrlno  (Da)  Pietro-Neronl  D.J 


e  prende  ptrte  alla  battaglia,  3f-93,  l-M;  rlc,  96,  4; 
impriglonito  a  tradlmento  dal  lial  Vfrinc  in  Ca- 
itel  5>an  l'ietro  ne  h  pol  llberato  e  torna  a  iiologna 
ove  i  fatto  cap.  d.  soldatl,  96,  48-50,  c  invlato 
ron  quattroccnto  uominl  a  prcnderc  Imola,  97,  1-4; 
sacchcggia  il  territorlo,  ma  noii  pu6  cntrare  in  c. 
pcr  lc  difese  apprestatevi  dal  Manfrcdi,  4-t;  torna 
a  Bologna  carico  di  preda,  6;  i  richiamato  da  Bu- 
drio  precipltosamentc  a  Bologna  per  difenderc  la 
r.  dai  Canetoli  (an.  1445),  104,  18-31;  vi  giungc  con 
trecento  cavaill  e  va  in  aiuto  di  Galea^zzo  Mare- 
scotti  che  pu6  cos\  prevalere  sui  nemici,  105,  n-J5; 
sempre  al  soldo  di  Bologna  h  mandato  con  Tad- 
deo  Marchcsi  a  ricuperiire  San  Lorenzo  in  Collina 
con  ii  aitri  luoghi  d.  territorio  (an.  1446),  114,  8- 
10;  va  in  scorreria  sino  al  castello,  poi  a  Crespel- 
lano  e  Bazzano  facendo  gran  preda,  10-11;  uccide 
o  disperde  i  contadini  che  l'attendevano  ai  varchi 
per  ritorglierll  il  bottino,  11-14;  di  nuovo  va  con 
Taddeo  Marchesi  contro  San  Lorenzo,  115,  10-11, 
rottiene  e  passa  a  Crespellano,  che  si  rendc  a  patti, 
11-13;  con  altrl  cap.  d.  Bolognesi  e  d.  loro  alleati 
va  all'impresa  contro  San  Giovanni  in  Persiceto, 
3*-30;  c  imprigionato  dai  Senato  di  Bologna  col 
figlio  Giovanni  perche  accusato  di  voiere  cedere 
Castelfranco  ai   fuorusciti   (an.   1447),  121,  8-10. 

Nave.  Vi  sono  tagliati  gli  argini  d.  Reno  dagli  abi- 
tanti  di  San  Giovanni  in  Persiceto  per  togUere 
l'acqua  a  Cento  c  alla  Picve  (an.   1445),  112,35-36. 

Navf.  (Daixa)  Ercolb  c  convocato  con  altri  in  Pal.  da 
Ermes  Bentivoglio  (an.  1501),  305,  5-10;  il  prcd. 
rivela  loro  che  Agamennone  Marescotti  aveva  scrit- 
to  al  Valentino  invitandolo  contro  Bologna  e  i 
Bentivoglio,  11-29;  II  esorta  a  unirsi  a  lui  nelPuc- 
cidere  i  Marcscotti  traditori  e  gia  detenuti  in  Pal., 
39-31;  partecipa  alPuccisione  d.  pred.,  31-43;  esce  di 
Bologna  coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348, 
41,  48. 

Nave  (Dalla)  Facino  figlio  di  Florio,  87,  14-15;  e  el. 
degli  Otto  delPavere  di  Boiogna(an.  1443),  87,  13-15. 

Navk  (Dalla)  Florio  padre  di  Facino,  87,  14-15. 

Naviglio  r.  /teno  {canale  di). 

Nazareno  V.  Casacca  (Fra)  N. 

Nazarenus  arciiiepiscopus  V.  Nazarelk  (arcivescovo  dt). 

Nazareth  (ARCiVE.scovo  oi)  YArchiepiscopns  Nazaremis\ 
presso  Barletta  v.  Mirti  Frangipani  Fabio. 

Nggri  o  ViGRi  Bartolomeo  padre  di  Suor  Caterina, 
162,  33;  182,  15;  c  complice  di  Alberto  dalle  Coltri 
ncl  trattato  di  dare  la  porta  di  San  Vltale  al  cap. 
d.  Chiesa  (an.  1429),  19,  33-34. 

Nbgri  o  Vigri  Caterina  [Caiierina  de'  Vigri\  figlia 
di  Bartolomeo,  162,  33;  182,  15 ;  bolognese;  monaca 
e  badessa;  si  trasfcrisce  da  Ferrara  a  Bologna  nel 
mon.  di  Santa  Chiara  detto  d.  Suore  d.  Corpo  di 
Cristo  (an.  1456),  162,  33-26;  e  accompagnata  sino 
a  Corticella  dalle  sorelle  d.  duca  Borso,  37-39;  f  ed 
e  sepolta  nel  cimitero  d.  convento  (an.  1463),  182, 
15-17;  dal  suo  sepolcro  si  sprigiona  grande  profu- 
mo,  17-18;  dissepolta  il  suo  corpo  fc  trovato  intiero 
e  roseo,  18-19;  e  tcnuta  sei  giorni  esposta  e  poi  nuo- 
vamente  seppellita  pr.  l'altare,  19-33;  *  cf.  LXVI, 
7-30,. 

Negri  Giacomo  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  47. 


"  Nkori  GlAMFRAircKM.'0  «nnalista  bologticse  ric,  III,  33- 
34,  /7-/«;  IV,  i-a\  1  suoi  Annali  ms.,  sono  ric.  dal  (jhi- 
rardarci   nclla  sua  llisloria  di  Bologna,  CXXX.  35  ,. 

—  «  Annali  di  Bologna,  ric.  .\CIV,   1-3  ,. 

Nkuri  Luchino  di  Savona  cap.  e  pretore  di  Bologna 
(an.   1466),  189,  38-39;  (an.    1474),  215,  n». 

Negri  Mario  [Marco  Nigrio\  camerierc  di  (ialeazzo 
Maria  Sforza;  lo  accompagna  a  Bologna  (an.  1459), 
169,  11-13. 

Negri  Melciiiorrk  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,  36,  41. 

[Nbori]  Alimenti  GloVANNl  (  (iiovanni  Alitnenli  rf«'  Ne- 
gri]  protonotario  apostolico  d.  card.  Francesro 
Gonzaga  leg.  di  Bologna:  con  pubbiico  privilegio 
dona  a  Giovanni  Bentivoglio  e  a  Virgiiio  Mal- 
vezzi  i  beni  di  Delfino  Atticonti  (an.  1475),  215, 
33-35. 

Negrini  V.  Bofia  Negrini  Antonio. 

Negro  (il)  V,  Antonio  detlo  il  Negro. 

....  Negro  \Nigro\  calzolaio;  multato  in  duecento  du- 
cati  in  solido  con  il  calzolaio  Giovannl  pel  rlfacl- 
mento  d.  pal.  Marescotti   (an.   1508),  388,  34. 

NivLLi  GiovANNi  \Gio^ian  di  Nelo]  senese;  parte  di  Bo- 
logna  crociato,  con  .\chille  Maivczzl  (an.  1464), 
185,  44-45. 

Nbi.o  V.  Nelli. 

Nembro  (monti  Di)  ric,  144,  1. 

Nemours  (duca  W)  V.  Armagnac  (/>')  Luigi  duca  di 
Nemours. 

Nepi  \Neppe\  Vi  si  reca  Cesare  Borgia  cacciato  d!  Ro- 
ma  (an.  1503),  326,  19. 

—  (duca  di)  V.   Borgia    Giovanni. 
Neppe  V.  Nepi. 

NerI,  Nerio  V.  Capponi  N.,  Malvezzi  N.,  Medici  (Oe)  .\'. 

....  Neri  [Nieri]  fiorentino;  oste  d.  Luna  in  Bolo- 
gna  (an.  1440),  64,  4;  per  incarico  di  aicuni  Bo- 
lognesi  malcontenti  va  a  Firenze  a  offrire  il  domi- 
nio  d.  c.  al  card.  Vltelleschi,  4-8;  questi  accetta  egii 
promette  mille  ducati  se  la  cosa  riesce,  8-9;  si  ac- 
corda  con  lui  circa  il  modo  dell'imprcsa,  9-13;  torna 
a  Bologna,  10;  cf.  13;  va  in  cerca  di  Tommaso 
Loiani  e  gli  espone  quanto  aveva  trattato  col  Vi- 
telleschi,  )3-14;  il  Loiani  acconsente  al  complotto 
e  infine  si  accordano  con  il  cap.  d.  porta  di  Santo 
Stefano  pcr  introdurre  in  c.  i  soldati  d.  Chicsa, 
14-17;  scoperta  la  congiura  dagli  Anziani  i  coi  com- 
piici  preso  e  decapit.ato,  30-22;  II  suo  corpo  squar- 
tato  c  appeso  fuori  d.  porta  di  Santo  Stcfano,  23-33. 

Nkroni  Angelo.  Scoperta  la  rongiura  ordita  con  altri 
dal  fratello  Diotisalvi  contro  Piero  de"  Medici  fuggr 
a  Venezia  (an.  1466),  192,  J4-I5;  fe  dichiarato  ri- 
belle,  17. 

Xeroni  Dioti.salvi  \D.  Nerone^  fratello  di  Angelo,  176, 
14;  inganna  Piero  de'  Medici  con  cattivi  consigli 
(an.  1466),  192,  3;  entra  in  una  congiura  ordita 
contro  il  pred.  da  Luca  Pitti,  Angelo  Acciaiuoli 
e  N'icol6  Soderini,  sperando  di  subentrare  al  Pitti. 
per  la  sua  inettitudine,  nel  governo  di  Firenze, 
191,  48-192,  1-5;  con  i  pred.  si  assicura  con  denaro 
1'aiuto  di  Ercoie  d'Este,  5-8;  scoperta  la  congiura 
fugge  a  Venezia  col  fratello,  14-15;  &  dichiarato  ri- 
belle,  17;  con  il  Soderinl  e  gli  altri  fuorusciti  tira 
dalla  loro  Gianfrancesco  Strozzi  che  fuoruscito  di 
Firenze  viveva  a  Ferrara  (an.  1467),  47-193,  1;  tutti 


[Neroni  Diotisalvi-Nicold  V  papa]      INDICE  ALFABETICO 


701 


insieme  si  recano  a  Venezia  ed  esposte  le  loro  ra- 
gioni  persuadono  questo  Stato  a  fare  guerra  a  Fi- 
renze,   1-6. 

Nbroni  FlLlPPO.  Scoperta  la  congiura  ordita  da  Luca 
Pitti,  Diotisalvi  Neroni  e  altri  contro  Piero  de' 
Medici  fugge  a  Venezia  (an.  1466),  192,  14-15;  e  di- 
ciiiarato  ribelle,   17. 

Nesa  V.  Abbati  N. 

Nestore  {^Nettorre\  v,  Malvezzi  N.,  Montecalvi  N.,  Pi- 
sarello  N.,    Vo!ta  N. 

....  Nestork  [Nettore']  passa  di  Bologna  al  seguito  di 
Giacomo  Piccinino  (an.   1464),    185,  8,  12. 

....  Nestore  di  Piacenza  \Nestoro  Piacentino]  combatte 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane, 
col  colori  di  Nicol6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza; 
h  ascritto  alla  sesta  squadra  vestita  alla  moresca 
(an.  1490),  258,  «0-41;  la  sua  parte  soccombe,  262, 
17-18. 

NiCEA  (VESCOvo  Di)  arciprctc,  ingegnere;  costruisce  a 
Bologna  il  nuovo  castello  di  Galliera  per  Giulio  11 
che  lo  elegge  vescovo  di  Nicea  (an.  1508),  393,  11- 
12;  h  consacrato  in  San  Petronio  di  Bologna,  12-13; 
V,  anche  Bessarione   Giovanni  {a.a..  1431-1454). 

....  NlooLETTo  teatino ;  presenta  al  collegio  d.  dot- 
tori  in  Padova  il  laureando  Paolo  Ghellini  bolo- 
gnese  (an.   1498),   295,  48. 

NicoLo  o  NicoLA  V.  Acciopaci  N,,  Albergati  N.,  Alla- 
mania  N.,  Aldrovandi  N.,  Ambrosini  N.,  Amerighi 
N,,  Amidano  N.,  Amorotti  N,  Angelelli  N.,  Anto- 
nelli  N.,  Argelati  N,  Ariosti  N.,  Astolfi  N.,  Avo- 
gli  N,  Banci  N.,  Bargellini  N.,  Baroncini  N.,  Baz- 
zano  (da)  N,  Bentivoglio  N.,  Bernabh  N.,  Beroaldi 
N.,  Bertuccini  N.,  Bettini  N.,  Bianchi  N.,  Boccadi- 
ferro  N.,  Bombaci  N,  Bonaccorsi  N,,  Budrioli  N,, 
Busi  N„  Caetani  di  Sermoneta  N,,  Calduni  N,,  Ca- 
lici  N.,  Canicci  N,,  Carlini  N.,  Castellani  N.,  Ca- 
stelli  N ,  Cavallina  (Dalla)  N,  Cavazza  N.,  Cima- 
tori  N.,  Contrari  N,  Correggio  (Da)  N.,  Donati  N., 
Dolcini  N.,  Ercolani  N.,  Este  (/J')  N.,  Fasanini  N., 
Fava  N..  Favori  N.,  Fazi  N.,  Ferro  {Dal)  N.,  Fre- 
scki  N.,  Foglia  (Dalld)  N,  Fondazza  {Dalla)  N., 
Gabrielli  N,  Gambacorta  N,,  Ghirardaeci  N,  Ghi- 
lardi  N,  Giacomi  N,  Gombruti  N.,  Gozzadini  N,, 
Grijfoni  'V.,  Guidoni  N.,  Landi  N,,  Leoni  N,  Ligo 
N.,  Lodovisi  N,  Lojani  N.,  Lomellini  N.,  Lucii  (De)' 
N,  Lufari  N.,  Maffei  N.,  Maggi  N.,  Magnani  N., 
Malvezzi  N.,  Mangani  N.,  Manzoli  N,,  Manzolini 
N.,  Marescalchi  N.,  Maurini  N,  Montagna  N,,  Mon- 
tecalvi  N,  Musolti  N,  Orsini  N,,  Panico  (Da)  N., 
Paltroni  N,,  Perotti  N.,  Piccinino  N,  Pib  N,  Poeti 
N.,  Portinari  N.,  Preti  N.,  Rigosi  N.,  Rangoni  N., 
Remulia  N,  Rovere  (Della)  N,  Rubini  N.,  Rusti- 
gani  .V.,  Rustighelli  N.,  Sacramori  N,  Santi  N., 
Sanuti  N.,  Savi  N.,  Simoni  N.,  Soderini  N,  Soranzo 
N,  Stiatico  (Da)  N,  Tigrini  N.,  Tolentino  (Da)  N, 
Toscki  N.,  Tovaglie  (Oalle)  N.,  Tron  N,  Tnrchi  N, 
Ugnano  (Dd)  N,  Vannini  N,  Zaeti  N,  Zambeecari 
N;  V.  ancke  Pier  Nicola. 

NicoLo  V  PAPA  al  secolo  Tommaso  Parentucelli  veac. 
di  Bologna;  rlceve  benevolmente  gli  ambasc.  bo- 
lognesl  venuti  a  felicltarlo  d.  sua  elezione  e  fa  loro 
amorevoli  profferte  per  la  c.  (an.  1447),  120,  3»-30; 
ma  piii  tardi  loro  espone  la  ferma  volontA  dl  otte- 


nere  II  libero  dominio  di  Bologna,  35-36,  di  cui  fa 
vescovo  in  sua  vece  Giovanni  Poggi,  42-44 ;  gli  e 
inviato  dai  Bolognesi  Lodovico  Caccialupi  per  in- 
durlo  con  gli  altri  ambasc.  rimasti  in  corte  a  piii 
miti  consigli  45-48 ;  e  persuaso  dal  pred.  a  non  in- 
sistere  nella  domanda  di  libero  dominio,  49-121,  1,  e 
lo  crea  cav.  aurato,  1-2;  elegge  generale  d.  Croci- 
feri  Fiiippo  Pepoli,  e  lo  fa  anche  canonico  di  San 
Petronio,  6-7;  invia  ai  Veneziani  un  card.  per  ve- 
dere  di  accordarli  col  Visconti,  11-12 ;  le  sue  propo- 
ste  a  Bologna  per  la  pace  prima  respinte  in  Consi- 
gUo,  sono  poi  accettate  al  grido  di  "  Viva  la  Chiesa 
e  11  popolo  „,  45-122,  1-8;  gli  sono  mandati  ambasc. 
per  la  conferma  d.  capitoli,  24-27 ;  11  riceve  amore- 
volmente,  27;  si  rallegra  d.  risposta  d.  Senato,  27- 
28;  elegge  a  suo  luogotenente  in  Bologna  Nicoli 
da  Cremona  suo  segretario,  che  gia  vi  si  trovava, 
28-2»;  richiama  a  Roma  11  pred.  e  lo  crea  gover- 
natore  di  Roma  e  suo  vice  cancelliere,  123,  14;  di- 
ritti  riservatigli  nei  capitoli  con  Bologna,  124,  14, 
i»-20;  secondo  il  tenore  di  essi  deve  dare  aiuto  alla 
c.  qualora  alcuno  le  muova  guerra,  37-38;  conferma 
di  nuovo  i  pred.  capitoli,  41-43;  ordina  agli  An- 
ziani  di  Bologna  di  chiudere  la  seconda  porta  che 
avevano  fatto  aprire  in  Pal.,  125,  1-3;  Giovanni 
Poggi  vesc.  di  Bologna  i  suo  cancelliere,  9;  con 
l)reve  esprime  al  Senato  di  Bologna  il  suo  dispia- 
cere  per  la  morte  d.  pred.  (an.  1448),  14-17,  e  an- 
nunzia  di  avergli  dato  a  successore  II  proprlo  fr. 
Filippo,  18;  cf.  14-15;  crea  cav.  aurato  Galeazzo 
Marescotti  recatosi  a  Roma  a  ossequiarlo,  27-38; 
dona  al  pred.  il  passo  delPUccellino  con  molti  pri- 
vilegi,  30;  il  leg.  e  il  Senato  di  Bologna  gli  do- 
mandano  aiuto  contro  i  Canetoli  in  Crevalcore, 
126,  22-23;  manda  NicoI6  da  Cremona  al  march. 
d'Este  a  sollecitarne  Topera  in  favore  d.  c,  24-35, 
ma  senza  conclusione,  35;  crea  cardd.  suo  fratello 
Filippo  e  Astorre  Agnesi  governatore  di  Bologna, 

128,  »-10;  invia  in  questa  c.  Galeotto  Agnesi  fra- 
tello  d.  neo  card.  Astorre  a  recargU  11  cappello 
cardinalizio  (an.  1449),  17-18;  stima  un'impertl- 
nenza  l'offerta  fattagli  d.  castello  da  quei  di  Crc- 
valcore    e    ordina    loro    di    sottoporsi    a    Bologna, 

129,  4-»;  h  avvertito  dal  leg.  di  Bologna  d.  trlstl 
condizionl  dl  sicurezza  pubblica  In  cui  trovavasi 
la  c,  a  causa  specialmente  di  Galeazzo  Marescottl 
e  di  Sante  Bentivoglio,  1»;  1'AgnesI  lo  raggiunge 
a  Spoleto  per  esporgli  a  voce  le  condizloni  di  Bo- 
logna,  «3-43;  anche  dal  maestro  d.  Crociferi  recatosi 
pr.  lul  a  Roma  apprende  il  mal  governo  d.  pred.  c. 

130,  13-16;  Romeo  Pepoli  gli  scrlve  giustlficando 
I'operato  suo  e  d.  compagnl,  reslsl  ribelll  a  Bolo- 
gna,  col  malfatti  di  Sante  Bentivoglio  e  d.  tua  fa- 
zione,  131,  41-43;  11  Pcpoll  si  pone  col  compagnl  a 
sua  dlsposizlone,  43-44;  fa  governatore  di  Bolngna 
Glacomo  [Vannucci]  vesc.  di  Perugla,  132,  5o;  133, 
1,  che  non  h  accettato  sublto  dal  Bolognesl.  I ;  raan- 
da  un  raesso  al  pred.  a  ordinargll  di  non  partire 
di  Bologna  a  sua  Insaputa,  4-5;  1  Bologneil  gli  In- 
viano  Dionislo  Castelll  e  Galeazzo  Marescottl  a 
intenderne  la  volontk  riguardo  a  Bologna,  37-3»; 
cf.,  134,  23-25,  44-46,  e  per  mostrarglUl  obbedicntl 
accettano  11  governatore,  133,40-41 ;  rimanda  gli  am- 
baic.  a  Bologna  chiedendone  II  Ubero  domlnio  (tn. 


702 


INDICK  ALFABETICO  INicold  V  papa-Ricold  da  If  anzoiioo] 


1450),  ll-tt;  i  Bolognefl  gli  proteiUno  di  volerr 
oaterTare  i  capitoli,  I9-3];  manda  a  chiamare  ii 
gorernatore  di  Bologna,  32-33,  penhi  i  impenslr- 
rito  che  1  fuorutcitl  t!  trovlno  nei  castelli  presi- 
diati  in  suo  nome,  33-37,  e  perchi  gli  sono  portate 
accute  o  vere  o  faise  contro  la  fazione  bentivoie- 
sta,  3>-]«,  la  quale  i  In  timore  sulle  sue  intenzioni, 
3<>-3\;  Ciaspare  Ringhieri,  uno  degli  ambasc.  inviatl- 
gll  da  Bologna  gli  espone  lo  stato  d.  c.  travagliata 
dall'aniblzione  dl  Romeo  Pepoli  e  d.  suol  scguaci 
che  volevano  fartene  tlranni,  4t-135,  1-4;  k  pregato 
dal  pred.  di  mantenere  i  capitoli  intercedutl  tra 
iul  e  Bologna,  4-5;  11  governatore  di  Bologna  pre- 
sente  al  lolloquio  gli  conferma  in  tutto  le  parole  d. 
Ringhleri,  5-7;  prende  tempo  a  riflcttere,  7-9;  final- 
mente  designa  a  leg.  di  Bologna,  di  tutta  la  Roma- 
gna  ed.  Marca  Anconetana  il  card.  Bessarione,  9-12; 
informato  che  i  fuorusciti  erano  usciti  da  Castel 
San  Pietro  prcsidiato  quindi  in  suo  nome,  ordina 
chc  sia  consegnato  al  com.  di  Bologna,  136,  16-17; 
c.f.  35-36,  insleme  a  Crevalcore,  36;  canonizza  in 
Roma  San  Bernardino  da  Siena,  39;  gli  giungono 
ambasc.  Bolognesl  per  dargli  notizia  d.  tentativo  d. 
fuorusciti  contro  la  c.  e  intenderne  la  volonta  ri- 
guardo  ai  pred.  (an,  1451),  140,4-7;  approva  Tope- 
rato  d.  Senato  e  promette  aiuto  purche  stiano  in 
pa<e  e  ol)bediscano  al  leg.,  8-11;  confina  Stefano 
Porcari  a  Bologna  (an.  1452),  143,  7-8;  e  avvertito 
dal  leg.  d.  partenza  d.  pred.  per  Roma,  15;  fa  pren- 
dere  il  Porcari,  che  congiurava  di  togliergii  lo  Sta- 
to,  e  lo  fa  Implccare  al  merli  di  castel  SanfAn- 
gelo,  17-19;  riceve  ambasc.  di  Bologna  a  condolersi 
d.  occupazione  dl  Costantinopoli  fatta  dai  Turchi 
e  a  ofTrlrgll  il  suo  aiuto,  24-27;  manda  fra  Slmonetto 
a  Venezia  e  Milano  a  perorare  per  la  pace  (an. 
14S3),  144,  15-16;  concede  con  breve  a  Giovanni 
Mangani  per  lul  e  i  suoi  eredi  di  vendere  cibarie 
in  Castel  del  Vescovo  (an.  1454),  152,  33-25,  27-30; 
desideroso  d.  libero  dominio  di  Bologna  si  accorda 
con  Giacomo  Piccinino  per  assalire  la  c.  (an.  1455), 
154,  1-3;  riceve  benevolmente  I.odovico  Bentivo- 
glio  ambasc.  d.  Bolognesi,  34-37;  fe  persuaso  dagli 
accorti  discorsi  d.  pred.  a  rinunciare  al  dominio 
assoiuto  di  Bologna  e  gll  da  affidamento  d.  sue 
nuove  intenzioni,  37-155,  156,  1-16:  lo  licenzia  e  in- 
vita  a  desinare,  16-17 ;  il  giorno  stabllito  per  il 
pranzo  e  sorpreso  da  violentissimo  attacco  di  gotta, 
31-32;  affida  allora  il  Bentivoglio  al  vesc.  di  Peru- 
gia  e  a  Pietro  dl  Nosetto  suoi  segretari,  23-24;  pro- 
mette  ai  suoi  medici,  che  ne  lo  richiedevano,  che 
la  prima  udienza  che  concedera  sara  per  Lodovico 
Bentivogiio,  156,  27-34;  ancora  malato  riceve  il 
pred.  clie  gli  rammemora  il  movente  d.  sua  amba- 
sclata  e  la  promessa  gi4  fattagli  dl  esaudirlo,  35-40; 
di  nuovo  lo  rassicura  su  ci6,  40-42;  poi  volendo  nio- 
strare  al  popolo  di  Bologna  in  qual  conto  tenga  ii 
suo  ambasc.  dichiara  di  volerlo  fare  cav.  aurato  e 
conte  Lateranense,  43-45;  avuta  I'adesionc  di  Lodo- 
vico  si  fa  recare  dal  segretari  la  spada  che  tiene 
suii'altare  la  notte  di  Natale,  45-157i  1-5,  e  che  ave- 
va  rifiutata  a  moltl  principi,  5-11 ;  la  dona  a  Lodo- 
vico  creandoio  cav.,  157i  11-12,  14;  fa  cingere  al 
pred.  i  suoi  sproni  d'oro,  12-13,  lo  crea  conte  Late- 
ranense  con  la  sua  dlscendenza,   13-14,  gli  promette 


magglori  tegni  d.  tua  beneTolenza  le  guariri,  is-li: 
gli  conrede  la  llberti  di  Bologna,  19-30,  c  gii  dona 
anche  molto  denaro  per  II  com.  affinchi  poita  di- 
fenderti  dal  Piccinino  e  dal  fuoniicitl,  30-3J;  f, 
158,  45-46,  cf.  43;  sue  eiequle,  41;  ric.  per  frate  Lo- 
dovico  da  Dologna  tuo  ambasc.  ai  prlncipi  crittia- 
ni  per  la  crociata  contro  1  Turchi,  173,  13-11;  rlc. 
318,  45. 

....  NicoLo  (Don)  cappellano  di  Anton  Galeazzo  Ben- 
tlvoglio ;  si  fa  croclato  e  nccompagna  il  pred.  a 
Gerusalemme  (an.  1498),  294,  10-13;  eice  di  Bologna 
coi  Bentlvogllo  suoi  amlci  (an.  1506),  348,  41 ;  349,  3. 

Nicol6  (fra)  deIi'ordine  di  sanfAgoitino  e  d.  Mite- 
ricordia,  cieco  dalla  nascita,  predira  con  eloquenza 
in  San   Petronlo  (an.   1495),  286,  31-34. 

....  NicoLo  fornaio  di  Bologna;  tuo  dono  a  .Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.   14S4),   150,   7. 

....  NicoLo  di  Amerigo:  padre  di  un  altro  Amerigo, 
7,    40. 

Nicol6  di  Sasto  V.  Santi  M 

.NicoLo  dall'Arca  T'.  .Vtcolb  Dalmata  o  da  Bari. 

NicoLo  d'Alessandria  frate  d.  Servl  In  Bologna;  ta- 
crestano;  i  collato  pubblicamente  (an.  1508),  384, 
41-49;  cf.  41. 

NlcoL(">  DA  BarI  V.  Nieolh  Dalmata  0  Ja  Bari. 

NicoLo  DA  BoLOH.VA  [Nicolh  bolog-nese\  v.  Nicolb  Dal- 
mata  n  da   Bari. 

N1C01.6  DA  Caronia  frate  delTordine  di  san  Giovanni 
Geroiolimitano;  h  da  Achille  Malvezzi  ordinato 
nuncio  delPordine  (an.   1448),   126,  7-10. 

NicoLo  DA  Crf.mona  segretario  d.  pp.  Nicol6  V,  c  da 
lui  mandato  a  Cento  pr.  il  vesc.  di  Bologna,  quindi 
a  Ferrara  (an.  1447),  122,  17;  giunge  a  Bologna, 
16;  fa  radunare  il  Consiglio  d.  Selrento  pcr  rono- 
scere  la  sua  oplnione  sui  capltoli  inviati  dal  pp., 
11-19;  avvisa  questo  d.  favorevoli  disposizioni  d. 
Consiglio,  19-20;  alloggia  in  vescovado,  39:  e  el.  dal 
pp.  suo  luogotenente  in  Bologna,  28-29;  fc  condotto 
nel  pal.  d.  com.  e  gli  fe  assegnata  la  parte  nuova, 
30-31 ;  va  a  Cento  e  alla  Pleve  e  ne  prende  la  te- 
nuta  per  NlcoI6  V,  123,  10-11 ;  vi  lascia  a  commissario 
Alberto  Aibergati,  12;  torna  a  Bologna  col  vetc, 
13-13;  e  chiamato  a  Roma  dal  pp.,  che  lo  fa  gover- 
natore  di  Roma  e  suo  cancelliere,  13-14;  e  man- 
riato  dal  pp.  al  marrh.  d'Este  a  sollecitarnc  i'opera 
in  favore  di  Bologna  (an.  1448),  126,  34-25,  ma  non 
ha  successo,  26. 

NicoLo  Dalmata  o  da  Bari  \Ntcolb  dairArca,  Nicolh 
boloffnese\  eccellentissimo  scultore,  discepolo  di 
Jacopo  della  Quercia,  174,  22-25:  termina  l*arca 
istoriata  ove  riposa  In  Bologna  il  corpo  di  San  Do- 
menico  e  percl6  e  anche  detto  Nicol6  dall'Arca 
(an.  1460),  22-24;  cf.  284,  47-4S;  scolpisce  in  bronzo 
la  statua  d.  Madonna  per  il  pal.  d.  Signori  (an. 
1478),  218,  14-15;  cf.  285,  l;  f  '"  Bologna,  ove  era 
Tenuto  ad  abitare  sino  da  fanciullo,  ed  e  sepoito  ai 
Celestini  (an.  1494),  284,  40-42;  epigrafe  sul  tuo  se- 
polcro,  43-46;  suo  carattere  e  seivatirhezza.  2S5,  1-4; 
ebbe  per  moglie  una  d.  Boateri  che  gli  dette  due 
figll  un  maschio  e  una  femmina,  5;  dote  lasciata 
alla  fanciulla,  6-7  :  alcune  sue  opere  capricciose,  l-ll. 

NicoLo  DA  Manzolino  c  preso,  condotto  in  Bologna  e 
gluatlziato  perch^  trattava  di  dare  Manzolino  ai 
fuoruscltl  (an.   1447),   122,   10-12. 


(Nicol6  da  Pisa-Nuti  Grazioso]  INDICE   ALFABETICO 


703 


NicoLO  DA  PisA  \JVic0lb  Pisatto]  scolplsce  a  Bologna 
l'arca  contenente  il  corpo  di  San  Domenico  [aa. 
1225-1231!,  174,  22-23. 
NicoLO  DA  PlsA  fe  condottiero  nelTesercito  d.  Caldora 
(an.  1430),  20,  20-21 ;  rimane  prigioniero  di  Nicol6 
Piccinino  nella  rotta  inflitta  da  questo  allVsercito 
d.  Lega  (an.  1434),  40,  31. 
NicoLo  DA  ToLENTlNo  (san)  frate  Eremitano;  canoniz- 
zato  da  Eugenio  IV  (an.  1446),  115,  47-48;  narra- 
zione  di  trecento  suoi  miracoli  fatta  da  un  card.  in 
Concistoro,  48-49;  suo  mtracolo  in  Pavia  il  giorno 
d.  canonizzazlone,  49-116,  1;  suo  rairacolo  in  favore 
di  Pietro  Antonio  da  Bologna,  poi  fra  Nicola,  in 
Bologna  nella  piazza  d.  mercato  (an.  1505),  1-5; 
cf.  336,  38-41  ;  337,  3-9. 
.NicoLo  (don)  da  Verona  [Don  JVicolb  veronese]  cap- 
peilano  d.  chiesa  di  Fossola,  e  accusato  di  niagia 
e  imprigionato  daIl'Inquisizione  di  Bologna  (an. 
1452),  141,  37-39;  e  mandato  al  pod.  che  lo  condan- 
na  a  t,  39;  condotto  al  supplizio  viene  liberato  al 
trebbo  de'  l'reti  da  venticinque  giovani  e  fatto 
uscire  di  c,  40-42. 

NicoLO  Bedoro  V.  Preti  Nicolh. 

NicOLo  ToNio  DETTO  TamhurbLLO  fuoruscito  di  Bolo- 
gna,  e  fatto  prigioniero  al  Sasso  di  Glosina  (an. 
1445).  112,  13-15;  t  all'ospedale  per  le  ferite  ripor- 
tate,  13  16. 

NicoLo  DEOLi  Albari  (Strada  di  San)  V.  Bologna 
{strade). 

NICOLO  (castello  di  San)  nel  Casentino,  forte  e  ben 
difeso;  i  assediato  da  NicolA  Piccinino  (an.  1440), 
63,  16-17;  rlc.  92.  27. 

NlcoLoso  V.  Poeti  N. 

Nicotera  (Da)  V.    Girolamo  (fra)  da  Nicotera. 

NlBRi  V.  Neri. 

NiGRio  -I.  Negri. 

NlGRO  V,  Negro. 

NoniLi  Attilio  combatte  ncl  torneo  in  Bologna  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  pre- 
vaiga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  NicoItS  Ran- 
goni,  paladino  d.  Sapienza;  e  ascritto  alla  quarta 
squadra  vestita  all'ungherese  (an.  1490),  258,  34-35; 
il  suo  partito  soccombe,  262,   17-18. 

NoBiU  GuGLiELMO  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzl  (an.  1464),  184,  40. 

"  NoBlLi  Ippolito  addetto  alla  tlpografia  Venturlni ;  si 
occupa  d.  diflicoita  postc  dal  march.  Guido  Benti- 
voglio  alla  pubblicazionc  d.  terzo  vol.  d.  Ghirar- 
dacci  (an.  1758),  LXXVI,  »-37,. 

NoBiLi  Matteo.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.  1454),  149,  37-38. 

NocERA  \NHcera\  in  Puglia;  a  meti  rovinata  dal  ter- 
remoto  (an.  14$^),  164,  8. 

Nocii  V.  AW. 

NoCH  V.  Enoch. 

Nofe  \Noch,  Enoch\  v.  Zancari  N. 

Nonantola  ric.  per  una  sepoltura  da  erigersi  a  san  Sil- 
vestro  pp.,  339,  50;  340,  1-2. 
—  (abati)  V.   Galtaxzo  Pepoli  (f  /^1^9);   Gmrone   («». 
t472). 

Nonoiata  V,  Bologna  (chiesa  deW Anaumiata). 

NoR  (Di)  GioRCiio  rommissarlo  di  Parma;  invita  Gio- 
ranni  Bentivoglio,  a  nome  d.  duca  Sforza,  a  re- 
carsi  a   Milano  (an.  1471)1  206,  36-U. 


Noratino  danneggiato  dal  terremoto  (an.  1456),  164,  9. 
"NoRCHBai  Agnese  figlia  di  Cristoforo,  assai  ricca;  es- 
sendo  vedova  di  Glulio  Cesare  Bianchetti  sposa 
Andrea  Ghirardacci  (an.  iS57)i  VI,  9-11,  /0-/7;  cf. 
j/-»a ;  queste  sembrauo  essere  state  le  sue  terze  nozze ; 
giacche  in  un  alto  rogato  dopo  il  matrimonio  col  Ghi- 
rardacci  revoca  un  suo  anteriore  testamento  in  favore 
di  Flaminia  di  Zaccaria  Guerrini  gia  suo  marito,  iS- 
»4;  suo  dissenso  per  la  dote  con  Andrea,  in  seguito 
al  quale  esce  dalla  casa  maritale,  11-16;  atto  scritto 
dal  figlio  Cherubino  circa  queste  discordie  e  rogato 
dal  notaio  Sebastiano  Drusi  in  casa  di  Andrea  (an. 
I559).  Vl>  15-39,  af-iS;  si  rappattuma  con  il  niarlto, 
30-VII,  1  ;  paga  in  parte  la  dote  al  pred.  che  giiela 
assicura  su  due  suc  case  (an.  1565),  1-4,  /-2;  cf.  VI, 
iS-'7;  nomina  insieme  al  marito  un  procuratore  in 
una  causa  contro  Luciana  Biancheiti  sua  nipote  (an. 
'S7')i  VII,  4-5,  s-s;  delega  II  marito  a  tacitare  la 
controversia  con  la  pred.  merci  un  compenso  di  quat- 
trocento  lire  (an.  1572),  5-6,  6-S\  e  unita  al  raarito  in 
alcuni  atti  (an.  1574),  6-7,  g-io:  t  due  anni  dopo  il 
marlto  ed  e  sepolta  a  Santa  Maria  d.  Carita  (an. 
1588),  10-13,  t3-l4„- 
"NoRCHESi  Crjstoforo,  padre  di  Agnese,  VI,  9-10  „. 
NoRciA  [Norsia\  (cittadini   el.  a  uffici   pubblici)    •', 

Baratani   Giovantii  Benedetto  fod.  di  Bologna, 
Norsia  V,  Norcia. 

NORVBGIA  (rb)  V.  Cristiano  {an.  1474). 
NosETTi  PiETRO  \Pietro  .^fosetto\  conte  e  cav. ;  gll  i  or- 
dinato  dal  pp.  di  fare  compagnla  a  Lodovlco  Ben- 
tivoglio  nel  desinare  cui  I'aveva  invitato  (an.  1455), 
156,  33-34;  con  il  vesc.  di  Perugia  reca  al  pp.  la 
sacra  spada  da  lui  tenuta  sull'altare  la  notte  di  Na- 
tale,  157,  3-7;  insieme  al  vesc.  clnge  gli  sproni  d'oro 
d.  pp.  a  Lodovico  Bentlvoglio  creato  cav.  aurato, 
11-13. 
NoVA  (Via)  V.   Bologna  (strade). 

NovARA  [Novarra]  patria  di  Sebastiano  Gozzadinl,  241, 
3»;  vi  h  n  campo  l'esercito  d.  lega   contro  il  duca 
di  Orleans  (an.   149S),  287,  37-38;  ric,  299,  19. 
—  (VESCOVI)  V.  Arcimboldi  Giovauni  (an.  1526-15^0). 
Novarino  V.  Navarrino. 

NoVELLl  GiACOMO  [  Giacomo  di  Novellino\  sarto  ;  prcnde 

parte    airuccisione    di    Annibale   Bentivoglio   (an. 

144S),  103, 38-39,  e  d.  Marescotti,  31-36;  rimane  morto 

durante  i  torbidl  seguitine,  106,  26,  21. 

NoVKLLo  V.  Malatesta  N. 

Novi  LiGURE  fc  preso  dai  Francesi  Insierae  con  le  altre 

terre  presso  11  Tanaro  (an.   1499),  297,  J-4. 
«  NozzE  Bbntivoleschb,  La  '  Historia  di  Boloona  di 

FRATB     ClIBRUBINO      (iHIRARDACCl     K    LE    NOZZK     Dl 

Santb  Bbntivoglio  con   GiNKVRA   Sforza  „  pub- 

bllcate  da  Albano   Sorbelli  per    nozze  Fumagalli- 

Bertarelli  (an.   1914),  XXVII,  23-30  ,. 
NucKRA  I».  Nocera. 
Nuovi  GiovANNi   Mattbo   partc   crorlato  dl   Bologna 

con  Achllle  Malvczzl  (tn.   1464),   185,  41. 
Nusadblla  V.  Nosadella. 

"[Nuti  Ambrooio]  Hobile  senese,  ric,  XII,  i3  „. 
NuTi Gasparino  \Gaspariuo  Nutio]  padre  dl  Graxloao, 

108,  90. 
NuTi  Grazioso  \Gratioso    JVutio\    ligllo  dl   Gisparino, 

108,  30;  leguacc  d.  Canctoli,  l-  bandlto  dl  Bologna 

(.n.  1445).  108,  30. 


704 


INDICE  ALFABETICO 


INuvolara  (Oa)-. . . .  OUviero] 


KuvoLAliA  (Da)  V.  Bartolomto  da  Nuvolara. 
NuvoLARA  (Da)  cowtb  Pibtro  fa  parte  deirambascerim 
mandata  da  Gloranni  Gonzaga  a  Bologna  a  pren- 
dervl  la  sposa  Laura  Bentlvoglio  (an.  1494).  275, 
6-10:  pernotta  al  BentWoglio.  11-13;  glunge  a  Bo- 
logna  pcr  acqua  aspettato  al  Porto  da  Glovannl 
Bentlvoglio  con  largo  seguito,  13-15;  alloggia  in 
casa  d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  pompa  a  messa  a 
San  Petronio,  17-18;  asslste  ii  giorno  dopo  in  questa 
chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  30-33;  parte 
con  la  sposa  per  Mantova,  33-35. 
ObIzzo  \Opizzo\  V.  Pepoli  O. 

OcA  (i)ALL')    \Occka\  V.  Salvioli  o   DalP Oca     Vincenzo. 
OcCKLLiNO  (torre  i>ell')  V.    UccelHno  (torre  delP). 
Odoardo  dalla  Mirandola  medico;  f  i™  Bologna  di 

male  mazucco  (an.   ijos)'  ^*'»  ^*- 
Odofrkdi  Carlo  [Carlo  Otiofredi]  prende  parte  airuc- 
cisione   di    Annibaie   Bentivoglio   (an.    1445),  103, 
38-39,  e  d.   Marescotti,  31-36. 
"Odofredi  DoMENico  canonico;  h  Incaricato  dai  Senato 
di  Bologna   di   fare   un'aggiunta   alla    Historia   di 
Bologna  d.  Ghirardacc-i  per   ci6  che  si   riferiva    al 
privilegio  concesso  da  Baldassarre  Cossa  a  quei  di 
Medlcina  nei   1403  (an.   i6.<;5),  LVII,  15-18,. 
Odofrbdi  Francksco  figiio  dl  Giovanni,   108,  32-23;  se- 
guace  d.  Canetoli,  6  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  33-33. 
Odofredi  Giovawni  padre  di  Francesco,  108,  33-33. 
Odofrkdi  Lorbnzo  fa  riparare  ia  tomba  degii  Odofredl 
quasi  rovinata  (an.   1497),  293,  38-39;  fe  d.  Venti  d. 
popolo  pel    quartiere    dl    porta    San    Proiolo   (an. 
1506),  352,  8-9;  nelia  sua  casa  dimora  l'ambasc.  d. 
Venezlani,  357,  30-21. 
Odofrkdi  Odofrbdo   d.  fuorusciti    cacclati  dai    Benti- 
voglio;  i  nel  corteo   di  Giulio  11   al  suo  ingresio 
in  Bologna  (an.   1506),  356,  5,  16. 
Odofreoi  Pack  7»,  Abbaco  (Dall')  Pace  degli  Odofredi. 
Odofredo  I».   Odofredt   O. 

Offida  Baldassarrs  marchigiano,  uomo  rrudeiissimo 
e  assai  favorito  dal  pp.  (an.  1435),  43,  6-7;  h  con- 
dotto  a  Bologna  dal  governatore  Daniele  Scotti, 
5-6;  consiglia  il  pred.  a  intimare  a  Battista  Cane- 
toli  di  licenziare  la  sua  gente  d'arme,  18-19;  J;  creato 
pod.  di  Bologna  dal  governatore,  41;  occupa  ii  pai. 
d.  pod.  e  si  crea  una  guardia  di  duecento  fanti,  45; 
fa  eleggere  gli  Anziani  nuovi,  45-50;  mette  su  11  go- 
vernatore  contro  Antongaleazzo  Bentivoglio,  44, 
33;  fa  togllere  tutte  ie  armi  dalle  case  di  molti  par- 
tigiani  d.  Canetoli  e  le  fa  portare  nel  suo  pal.  3V43; 
designa  coi  governatore  di  disfarsi  d.  Bentivoglio, 
45,  7-9;  sua  opera  ncl  complotto  ordito  a  tal  uopo 
contro  il  pred,  9-36;  saputo  dell'uccisione  d.  Ben- 
tivoglio  fa  impiccare  Tommaso  Zarabcccari  che  fino 
allora  aveva  tenuto  a  bada,  33-36;  dopo  queste  uc- 
clsioni,  accompagnato  da  soldati  va  per  la  c.  a 
rassicurare  gli  animi,  46,  1-3;  fa  sequestrare  le  arml 
in  casa  di  amicl  d.  Bentivogiio  e  di  alcunl  d.  Ca- 
netoli,  4-5;  condanna  a  morte  con  pubblica  sentenza 
Cola  d'Ascoli,  cancelliere  di  Antongaleazzo  come 
complice  d.  pred.  e  d.  Zambeccari  nei  complotto  per 
dare  la  c.  in  mano  al  duca  di  Milano,  s-9  ;  lo  libera 
facendo  arrivare  iina  falsa  grazia  pontificia,  9-10;  in- 
scena  questa  finzione  per  dimostrare  chc  11  Bentlro- 
glio  e  lo  Zambeccari  erano  stati  giustamentc  uccisi. 


10-13 ;  11  pp.  gll  ordin»  di  roitrulre  II  cattello  di  Gal- 
llera  per  tenere  in  freno  Bologna,  33-31;  vleta  l'u«o 
d.  divise  permesso  solo  ai  soldati  e  ai  servi  d. 
gentiluomini,  37-1*;  proibisce  che,  lenza  permesso, 
sieno  otpitati  nelle  cate  per  la  notte  contadinl  o 
forestlerl,  40-41 ;  dellbera  dl  fare  prlglonlero  Fran- 
cetco  Sforza  di  cui  sospetta  (an.  1436),  47,  37-38; 
con  Pier  Giampaolo  Orslni  capitano  d.  toldatl  d. 
pp.,  si  reca  a  Budrio  ove  raduna  i  contadini  per 
prendere  il  conte  alla  tprovvltta,  39-41 ;  mentre  i 
a  Medlclna  i  sfidato  dai  soldatl  d.  Sforza  che  pat- 
tano  dietro  le  fotse,  43-43;  parte  di  Medlcina  e  re- 
casi  alla  Riccardina,  44-45;  riceve  falso  aTvito  d. 
partenza  d.  conte  per  la  Romagna,  47-48;  i  Inrece  at- 
salito  impensatamente  dal  pred.,  50;  fugge  a  Budrlo 
e  vi  i  assediato  dallo  Sforza,  48,  3:  al  quale  (  con- 
segnato  dagll  abitanti,  2-8;  h  condotto  legato  a  Co- 
tignola  ove  gli  i  fatto  il  processo,  8-9;  di  1&  e  man- 
dato  a  Fano  e  dato  in  consegna  a  Girolamo  d.  .Seta 
gia  servitore  di  Antongaleazzo  Bentivogllo,  9-l0; 
e  tormentato  dai  pred.,  10-1«;  f,  16-17;  partlcoiarl 
d.  sua  vita,  17-33;  ric,  34. 
Olanoa  (contb  Palatino  di)  [Palatinns  H»landiae\  ti- 

tolo  delPimp.  Massimiliano,  279,  19-30. 
Oloiati  GiroLamo  [feromino  OIgiat6\  discepolodl  Cola 
Montano,  215,  47;  cf.  198,  13:  con  Giovanni  Andrea 
da  Lampugnano  uccide  in  Santo  Stefano  di  Milano 
il  duca  Galeazzo  Maria  Sforza  (an.  1476),  215,  46- 
216.  1-3;  cf.  198,  13-13. 
Olio    (Dall')    [dall'Olio\    v.    Rigosi    .Vicol!>    drlto    dat- 

VOlio. 

Oliverotto  da  Fbrmo  V.  [Freducci\   Oliverotto. 

Olivktani  [frati,  monaci  di  Monte  Oliveto\  il  loro  mon. 

e  la  chiesa  di  San  Michele  in  Bosco  i  fatta  bruciare 

dal  Senato  di  Bologna  perchi  non  yi  ti  aflforzlno 

i  nemici  (an.  1430),  21,  18-31;  vanno  allora  ad  abi- 

tare  nel  convento  di  Santa  Maria  d.  Mltericordia 

fuori    porta    Castiglione,    145,    37-39;    tornano    nel 

loro  convento  di  San  Michele  in  Bosco,  fatto  ricdi- 

ficare  dal  Senato   (an.  1454),  40-41;  cedono  11  con- 

vento  e  la  chlesa  di  Santa  Maria  d.  Misericordia  ai 

frati  Eremitani  di  sanfAgostino  (an.  1473),  213,  44- 

45;  ne  prende  l'abito  Taddeo  PepoII  [s.  a.],  339,  34. 

Olivf.to    \Olivedo\    castello   d.    Bolognese    e    preso    da 

Giaromo  Caldora  cap.  d.  Chiesa  (an.  1428),  10,  34; 

fa  un  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  nozze  (an. 

1454).   151,  9. 

Oliveto  Citra  [Lovetto]  in  Puglia:  il  terremoto  rovina 

la  casa  ove  si  trovava  di  passaggio  il  prlnclpe  di 

Saierno,   senza   cagionargll    male   (an.    1466),  190, 

39-31. 

[Ouvier  ob  Longueil]  Riccardo  [Riciardo  JVortmando] 

vesc.  dl  Costanza;  francese;  i  raandato  da  Luigi  XI 

appena  el.  re  al  pp.  a  protestargli  I'ubbidienza  di 

tutta  la  Francia  (an.   1463),  178,  33-36. 

Oltvibri  di   Bologna    sono    fuorusriti    (an.   143S)»   134, 

33-34. 
OlivikrI  Tommaso  I  Tomaso  d'Oliviero\   partecipa  alla 
spedizione   d.    fuorusciti    per   rientrare    in    c.    (an. 
I4SI),   138,  7. 
Olivixro  V.  Bologna   O.,  Grassi   O. 
....  OuviERO  calzolalo:  i  ucciso  in   Bologna   durante 
1  torbidi  per  la  f  di  Annlbale  Benti  vogllo  (an.  144S), 
106,   36,    33. 


[Olmo-Orsi  Alesaio] 


INDICE  ALFABETICO 


705 


Olmo  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453),  143,  33-34, 

Omobono  (CHIESA  Di  Sant').  II  card.  leg.  Lucido  d. 
Conti  vi  accoglie  i  raagistrati  di  Bologna  venuti 
a  incontrarlo  e  li  assolre  d.  scomunica  insieme  alla 
c.  (an.   1439),   17,  9-10. 

(Ondedei  PiETRoJ  [vescovo  (tlmola]  prende  parte  alla 
consacrazione  di  Giovanni  Poggi  a  vesc.  di  Bolo- 
gna  (an.   1447),   120,  35-37. 

....  Ongarino  soldato  d.  Bolognesi;  riceve  in 
dono  da  Ginevra  Bentivoglio  una  borsa  di  drappo 
d'oro  con   due  ducati  (an.   1471),  207,  28-29. 

Onofri  Giovanmi  [Giovanni  di  Ono/rio]  fuoruscito  di 
Bologna;  fatto  prlgioniero  ^  donato  a  suo  padre 
fedelissimo  d.  Bentivoglio  (an.  1351),  139,  41-43. 

Onofrio  V.  Bicchieri  O.,  Panvinio   O. 

Ora  Michklk  [Afichele  di  Hora\  da  Pisa;  uccide  Matteo 
Griffoni  per  vendicare  la  f  di  un  suo  fratello  (an. 
1438),  55,  35-37. 

Oraboni  avversari  dl  Nanne  Savi;  al  suo  entrare  in 
Cento  fuggono  alla  Pleve  (an.  145S),  165,  38-39; 
sono  rimessi  in  Cento  da  monslgnor 
Ventimiglia,  34-35;  uno  di  loro  fe  ucciso  dagli 
amici  di  Nanne  Savi  (an.    1458),  165,  36. 

Orabono  V.  Agucchi  {Degli)    O. 

Orazio  V.   Cavallina  (Dalla)   O.,    Giacomi   O. 

....  Orazio  [Oratio\  romano;  dotto  in  lettere  greche  e 
latine;  fa  le  lodi  d.  f  Giovanni  d'Anagni  (an.  1453), 
143,  5. 

Orbstello  \Orbiiello\.  Vi  si  ritira  il  Piccinino  vlnto  dai 
Senesi  e  ridotto  a  mal  partito  (an,  1455),  159,  30-31. 

Orbizzano  (Da)  V,  Rubizzano. 

Ordelafpi  [OrdelaJi\  ric,  3,  31, 

Ordelaffi  Antonio  amico  d.  Viscontl;  dai  Forlivesi 
e  introdotto  in  Forll  e  ne  e  acclamato  signore  (an. 
'433)1  36,  29-30;  cf,  40,  3-3;  e  alleato  cot  Fiorentini 
fan.   1446),   113,  36. 

Ordblaffi  Lucrbzia  moglie  dl  Pino;  tutrice  di  Sinl- 
baldo  naturale  d,  marito  (an,  1480),  222,  44, 

Ordhlaffi  PtNO  [Pino  Ordelafo]  signore  di  Forl\;  so- 
spettando  d,  milizie  d.  duca  di  Milano  che  dal  re- 
gno  dl  Napoli  si  recavano  in  Lombardia,  si  prov- 
vede  dl  gente  con  1'aiuto  d.  Veneziani  e  fa  con- 
durre  il  frumento  in  c,  (an,  1466),  191,  39-42;  i  nel- 
1'esercito  di  Bartolomeo  Colleoni  contro  Firenze 
(an.  1467),  193,  11-13;  essendo  al  soldo  d,  Veneziani 
va  in  aluto  d.  Chlesa  (an,  1469),  201,  31-33 ;  f  a  Forll 
lasciando  a  succedergli  il  iiglio  naturale  Slnibaldo 
sotto  la  tuteU  d.  moglle  Lucrezia  (an,  1480),  222, 

43-44, 

Ordf.laffi  SiNiBALDO  naturale  dl  Pino;  succede  al  pa- 
dre  nella  signoria  dl  Forll  sotto  la  tutela  d.  ma- 
trigna  Lucrezia  (an.  1480),  222,  43-44. 

"  OrDINB  DI  CELEBRARB  LE  MESSB  COsi  SOLliNNI  COHE 
PRIVATB,  INSIEMB  con  lk  rubrichk  df.l  mkssale  et 
CON  LI  defetti  chf.  fossono  occorrbre  nella  mes- 

SA    ET   CON   LA     PREPARkTIONE    DI    KSSA     SECONDO   IL 

rito  d,  messal  nuovo  romano  riformato  per 
DECRETO  I)8L  CONCILIO  tridentino  kt  pubbhcato 
PKR   COMANDAMENTO    DEL   SaNTISSIMO    N.    S.    PIO    V 

p.   m.    di    Cherubino    Ghirardacci,    XX,   35-XXI,  I; 
stampato  in  Bologna  (an.  1S71).  da  Alessandro  Ber- 
nardi,   1-2;  descrizione,  3-t  ,• 
Ordini  cavallbrbschi  militari  m  rbligiosi  V.  Giaeo- 
mo  di  Galixia  (ordine  di  San),   Giovanni  Gtrotolimi- 


lano  {ordine  di  San),    Rodi   (ordine  di), 

Orefice  Gaspare  [Gas/are  del/'Ore/ice]  seguace  d.  Ca- 
netoli,  fe  bandlto  di  Bologna  (an.   1445),   108,  30-31, 

Orepice  Lodovico  partecipa  alla  congiura  ordita  da 
Gaspare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1308), 
380,  7. 

Orkficerie  [OreJlciarie\  v.   Bologna  (slrade). 

Orbtti  [Oretto]  di  Bologna;  sono  multatl  in  cento  du- 
cati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  25. 

"[Oretti  Marcbllo]  ric.  LXI,  4-7,  'o-it  „. 

Oria  (D')  Lodovico  cameriere  di  Galeazzo  Maria  Sfor- 
za;  lo  accompagna  a  Bologna  (an.  1459),  '^^»  "• 
13-14. 

Orispa  v.  Aurisjra. 

"  Orlandi  padrb  Pellborino  Antonio,  Ifotizie  degli 
scrittori  Bolognesi,  ric,  XX,  /-j;  XXXVII,  4,. 

Orlandini  Bartolomeo  ric,  63,  14. 

Orlandino  V,  Romanzi   O. 

ORiiANS  (duca  di)  Luigi  ric,  287,  38;  diviene  re  dl 
Francia  alla  f  di  Carlo  VIII  col  nome  di  Luigi  XII 
(an.  1498),  294,  1-3. 

OrliNo  V.   Gombruti   O. 

Oro  (Dall')  Giambattista  [  CToTfl»»»/ 5a««Va  DalVOro] 
canonico;  compone  un  epitaffio  per  la  f  dl  Lodo- 
vlco  Bentivoglio  (an.  1469),  201,  38-45;  qual  vicario 
d.  vesc.  di  Bologna  si  reca  a  Ferrara  a  chiedere 
al  duca  Cento  e  la  Pieve  in  nome  d.  pp.  (an.  1504), 
330,  43-44;  gli   sono  rifiutati,  44-46. 

Oro  (Dall')  Giovanni  impresta  al  comune  di  Bologna 
trecento  scudi  e  ne  diventa  tesoriere  (an.  1440), 
62,  15. 

Orsatto  V.    Giusliniani  O. 

Orsi  Albssandro  fe  con  altri  convocato  da  Ermes  Ben- 
tivoglio  in  Pal.  (an.  1501),  305,  5-7;  il  pred.  svela 
loro  che  Agaraennone  Marescotti  aveva  scritto  al 
Valentino  invitandolo  a  venire  contro  Bologna  e 
i  Bentivoglio,  11-39;  li  esorta  a  unirsi  a  lui  nel- 
1'uccidere  i  Marescotti  detenuti,  39-31 ;  partecipa  al- 
l'uccialone  d.  pred.,  31-43;  fa  un  presente  al  pp. 
Giulio  II  (an.    1506),  360,  33-35. 

Orsi  Albssio  [Alessio  degli  Orsi]  figlio  di  Giacomo, 
233,  38;  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.  1484),  228, 
43-44;  accorapagna  Giovanni  Bentivoglio  in  pelle- 
grinaggio  a  Loreto  (an.  1485),  232,  33-33,  35;  succede 
in  Senato  a  Gozzadino  Gozzadlni,  233,  28;  essendo 
Gonfaloniere,  h  scoraunicato  dal  pp.  per  11  supplizto 
di  alcuni  religiosi  colpevoli  di  furto  (an.  1486),  234, 
8-9;  si  ritira  a  casa,  13;  h  costretto  a  recarsi  a  Roma 
qual  penitente,  13;  gll  h  perdonato  dal  pp.  che  lo 
assolve  pubbllcamente,  13-15;  promette  di  allevare 
e  nutrire  per  tre  anni  un  frate  studente,  15-lt;  torna 
a  Bologna,  ma  non  i  piii  veduto  lieto,  16-17;  va 
ambasc.  d.  Senato  a  Firenzea  domandare  la  liberti 
di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1488),  247,  3-4;  in- 
tervlene  corae  rappresentante  d.  Senato  airetame 
fatto  dal  pod.  ai  colpcvoli  d,  conglura  contro  II 
Bentivoglio,  251,  36-37;  i  el.  d.  Sedlci,  253,  32,  25- 
36;  interviene  alPinaugurazlone  d.  Navlglio  da  Cor- 
ticella  a  Bologna  (an,  1494),  274,  4-36;  alloggia  in 
cata  tua  a  San  Vitale  II  card.  francetc  Brlfonnet 
(an.  1506),  356,  3*-37;  etsendo  d,  Senato  vecchto,  k 
da  (itulio  II  ci.  d.  Quaranta  Conslgliert  e  Rifor- 
matort,  358,  37 -2«;  i  Invtate  con    aitrl  dal   gover- 


T.  XXXIII,  p.  I  —  45. 


706 


INDICE  ALFABEllCO       (Oni  AleMio-Oraini  Oiatnbattista] 


natore  di  Bologna  allo  Scappi,  rlbelle,  a  farii  re- 
«tltulre  Porta  San  Mamolo  (an.  1508),  381,  |-I2;  i 
tenuto  in  oitagglo  dal  pred.  fino  alla  flrma  d.  ca- 
pltoll  conclusl,  13-37;  i  multato  in  mlUecinquecento 
duratl  pel  rifacimento  d.  pai.  Mareicotti,  II. 

Orsj  Anniualb  glostra  nel  torneo  in  Bologna,  tenutoii 
per  definire  se  la  Fortuna  o  ia  Sapienza  prevalga 
nelle  cose  umane,  al  leguito  dl  Annibale  Benti- 
vogiio  paladlno  d.  Fortuna;  i  aicritto  aila  terza 
squadra  vestlta  alla  Tranceice  (an.  1490),  259,  34, 
36;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa,  262,  l7-l9;icon 
altri  convocato  da  Ermes  nentivoglio  In  Pai.  (an. 
1501),  305,  5-7;  li  pred.  svela  loro  clie  Agamennone 
Marescotti  aveva  scrltto  al  Valentino  invltandolo 
a  venlre  contro  Bologna  e  I  Bentivogllo,  ll-3f;  11 
esorta  a  unlril  a  iui  nell'uccidere  i  Marescottl  de- 
tenuti,  39-31 ;  partecipa  all'uccisione  d.  pred.,  31-42; 
accompagna  Annibaie  Bentivoglio  a  fare  omag- 
glo  a  Pio  III  in  Roma  (an.  1503),  326,  36-38;  i 
tra  le  genti  d'arme  di  Annlbaie  Bentivogiio  assoi- 
dato  dal  Fiorentinl  contro  1  Pisanl  (an.  1505),  337, 
21-33. 

Orsi  Eusbo  figilo  di  Glacomo,  188,  41;  accompagna 
Giovanni  Bentivogiio  a  Milano  (an.  1465),  188,  41. 

Orsi  Giacomo  padre  di  Aiessio,  233,  38;  di  Elisco,  188, 
41;  suo  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  nozze  (an. 
1454)1  l'^^<  ">  ^  mandato  ambasc.  a  Pio  11  a  Fi- 
renze  per  accompagnario  nel  viaggio  a  Bologna 
(an.  14S9),  169,  37-38;  ambasc.  con  Lodovico  Ben- 
tivogUo  a  Pio  II  per  invitario  a  passare  di  Boiogna 
tornando  da  Mantova  (an.  1460),  173,  1-3;  ne  ottie- 
ne  risposta  aiTermativa,  S;  fa  un  presente  alle  nozze 
dl  Giullo  Maivezzi  (an.  1464),  184,  40-41. 

Orsi  Giacomo  Anore/v  e  tra  gli  Incaricati  di  applicarc 
i  provvedimenti  fiscali  deliberati  n«l  Consiglio  d. 
Selcento  (an.  1443),  88,  43-89,  I-?. 

Orsi  Giovanni  figllo  di  Rigo,  152,  43;  bancltiere;  si 
fidanza  con  una  bellissima  figlla  di  Stefano  Conti 
(an.  1455),  152,  43-43;  e  minacciato  da  Giovannl 
Tosclii  innamorato  d.  itessa  fanciuila,  44-47;  rifiuta 
dl  lasciarla  e  vlene  aile  mani  con  ii  pred.,  ma  e 
diviso  da  amici,  153,  1-4;  ifugge  casualmente  al 
tentativo  di  avvelenamento  fatto  dal  rivale  contro 
lui  e  la  fidanzata  non  rimanendo  a  cena  in  casa  d. 
pred.,  153,  13-18. 

Orsi  Orso  padre  dl  Rigo,  89,  10. 

Orsi  Orsino  ei.  degli  Anziani  da  Giulio  11  (an.  1506), 
359,  14,  17. 

Orsi  Rioo  figlio  di  Orso,  89,  10;  padre  di  Giacomo, 
152,  43;  e  tra  gll  incaricati  di  attuare  i  provvedi- 
mentl  fiscali  deliberati  nel  Consiglio  d.  Seicento 
(an.  1443),  88,  43-89,  1-10;  suo  dono  a  Sante  Ben- 
tlvogiio  per  le  nozze  (an.   1454),   149,  50. 

Orsi  Signorino  [Sigttorino  dall' Orso]  fa  un  presente 
aiie  nozze  di  Giuiio  Malvezzi  (an.  1474),  184,  39. 

Orsi  Troilo  degli  Anzlani ;  durante  II  terremoto  col 
coiieglii  e  11  Gonfaloniere  dorme  neli'orto  d.  Pai. 
(an.  1506),  334,  31-34. 

Orsini  sono  nemici  d.  Fiorentini,  clie  in  odio  a  loro 
rifiutano  di  fare  guerra  ai  Valentino  ed  anzi  gii 
profferlscono  aiuto  (an.  1502),  316,  1-3  ;cf.  314,  49- 
50;  giungono  con  i  Vitelil  e  gii  altrl  confederati 
contro  11  Vaientlno  a  Fossombrone,  317,  8;  pen- 
Mindo  clie  questi  sarebbe  loccorso  dai  Fiorentinl  e 


dal  re  di  Francta  e  clie  senza  aiutl,  nk  denaro  non 
avrebbero  potuto  prosegulre  l'impresa  contro  iul, 
cedono  alle  sue  lusinglie  e  gli  mandano  Glampaolo 
Orslni  a  trattare  l'accordo,  39-33;  cf.  318,  *-ll;  de- 
pongono  ie  armi,  317,  >3;sono  loro  confer- 
mate  le  condotte  vecchle,  41;  ric,  319,  10; 
sono  imparentati  con  Gloranni  Bentivogilo  per  il 
matrlmonlo  di  Giaconia  con  Ermes  figlio  d.  pred. 
(1503],  354,  33-33;  per  quetta  parentela  II  loro  tcudo 
h  appeso  nella  torre  d.  pal.  Bentlvoglio  In  Boiogat, 
372,  4-7;  molti  loro  seguaci  sono  fattl  priglonieri 
a  Roma  insleme  al  card.  d.  ioro  famiglia  ed  lianno 
beni  e  terre  confiscati  (an.  1503),  321,  3-3;  nello 
stesso  giorno  ii  Vaientino  ucclde  alcuni  di  loro  a 
Sinigaglia,  1;  si  pacificano  con  i  Coionneti  contro 
ii  duca  Valentino,  324,  33-33;  escono  dl  Roma  prl- 
ma  d.  Conclave  per  volere  d.  card.,  326,  30-31. 

Orsini  . . .  .h  con  Federigo  da  Montefeltro  agli  stipendl 
d.  Lega  contro  i  Venezlani  (an.  1467),  193,  37-3(. 

Orsini  [Brioida]  figiia  di  Nicol6  d.  contl  dl  Pitlgiiano; 
moglie  di  Rlccardo  Aiidosi;  si  reca  a  Bologna  rlce- 
vuta  con  grandi  onori  dal  Quaranta  e  da  molti 
signori  (an.  1508),  385,  43-44;  ailoggia  in  caia  di 
Giacomo  Grati  in  strada  Maggiore,  44-45. 

Orsini  Carlo.  Con  Soncino  Benzoni  Insegue  e  fa  prl- 
gloniero  Ascanio  Sforza  (an.  1500),  299,  30-32;  re- 
candosi  In  Francia  pr.  Luigi  XII  passa  dl  Bologna 
molto  onorato  dai  Bentivogilo  (an.  1501),  308,  15- 
16;  ^  nuovamente  di  passaggio  a  Bologna  osplte 
d.  pred.  (an.  1502),  310,  36-37;  prosegue  per  Napoli, 
37;  t  "*'  Napolltano  forse  avvelenato  dal  Vaien- 
tino,  311,  33-34. 

Orsini  [Francesco]  duca  di  Gravlna;  stanco  d.  Borgia 
e  in  timore  per  i  suoi  posseisi  conviene  alla  Ma- 
gione  nei  Perugino  con  «itri  cap.  e  lignori  per 
mettersi  d'accordo  contro  il  Vaientino  (an.  1502), 
315,  34-33;  e  fatto  prendere  inaspettatamente  dal 
Borgia  in  Slnigaglia  (an.  1503),  320,  46-48;  cf.  M->7, 
42-44;  e  ucciso,   321,  4;   cf.   1. 

Orsini  Giacoma  [Gittevra  l\  figiia  di  Giuilo:  ^  accettata 
In  sposa  da  Ermes  Bentivoglio  senza  dote  (an.  1501), 
304,  39-40;  cf.  332,  33-33;  ric.  come  mogile  d.  pred., 
353,  47;  354,  33-33;  Aiessandro  Bentivogiio  li  reca 
a  prenderla  a  Roma  con  onorevoie  compagnla,  30-34 ; 
giunta  pr.  Boiogna,  vl  entra  da  porta  Santo  Stefano 
con  ricco  seguito  dl  gentildonne  e  cav.,  34-35;  i 
condotta  con  grandi  feste  al  pai.  d.  suoceri  ove  h 
ricevuta  lietamente  da  Glnevra,  35-36;  disperando 
d.  ritorno  d.  marito  in  Bologna  ne  parte  con  le 
cognate  Lucrezla  e  Ippolita  (an.  1506),  353,  45-47; 
tutte  insieme  si  recano  a  Mantova  accompagnateri 
da  Giambattista  Castelll,  Vlncenzo  Fava,  Prlamo 
Macctiiaveili  e  da  cavalii  d.  march.  Gonzaga,  47-50. 

Orsini  [Giambattista]  \cardiHaU  Ursino,  Orsimi]  card. 
d.  titolo  di  San  Giovanni  e  Paoio,  300,  13-14 ;  passa 
di  Boiogna  ricevuto  con  onore  (an.  1499),  297,  43- 
44;  h  ospitato  da  Giovanni  Bentlvogiio,  44-45;  ptrte 
per  Miiano  a  visitarvi  ii  re  di  Francia,  45;  torna 
a  Roma  ripassando  da  Bologna,  298,  7-8:  va  a  Bo- 
iogna  leg.  d.  c.  ed  c  ricevuto  con  ogni  onore  (an. 
1502),  311,  39-30;  cf.  300,  14-15;  Cesare  Nacci  e  suo 
vicario,  13-14;  parte  di  Bologna  con  Ermes  Benti- 
vogiio  per  andare  incontro  a  Luigi  XII,  311,  30-32; 
interviene  al  convegoo  alla  Magione  con  altrl  si- 


[Orsini  Giambatt.-Ostesani] 


INDICE  ALFABETICO 


707 


gnorl  e  cap.  per  mettersi  d'accordo  contro  II  Va- 
lentino,  315,  30-37;  fatto  prlgioniero  a  Roma,  f 
avvelenato  da  Alessandro  VI  in  castel  SanfAn- 
gelo  (an.  1503),  321,  3,  i-6. 

Orsini  GlAMPAOLO  [Paulo  Ursino]  condottiero  d.  Chiesa, 
sl  riunisce  sotto  Imola  al  duca  Valentino  (an.  1499), 
298,  27-28;  h  dal  pp.  messo  agli  ordini  d.  pred.  per 
1'impresa  di  Romagna  (an.  1500),  300,  28-29;  fe  man- 
dato  dal  Borgia  a  Bologna  a  trattare  la  pace  (an. 
1501),  304,  1-5;  ottiene  un  salvacondotto  dal  Se- 
nato,  5-6;  glunto  a  Bologna  rlmane  meravigliato  d. 
grande  apparato  di  genti  d'arme  fatte  in  ogni  stra- 
da,  13-U;  cf.  7-1 J,  17-20;  dopo  saiutato  ii  Senato  e 
condotto  dai  figii  di  Giovanni  al  pal.  Bentivoglio 
ove  e  ospitato,  16-17;  conclude  I'accordo  col  Senato, 
19-36;  svela  al  Bentivoglio  che  alcuni  Bolognesi 
avevano  invitato  il  Valentino  a  Bologna  contro 
di  lui,  e  gli  mostra  le  lettere,  304,  35-38  ;  offre  a 
Giovanni  di  dare  in  mogiie  senza  dote  una  figUa 
di  Giulio  Orsini  ai  suo  Ermes,  38-40;  la  proposta 
h  accettata  e  concluso  il  parentado,  40;  parte  di 
Boiogna  accompagnato  da  ambasc.  d.  Senato,  41- 
44;  vi  torna  coi  capitoli  firmati  dal  duea,  45-46;  si 
rlconduce  al  Valentino,  48;  stanco  d.  Borgia  e  in 
timore  per  i  suoi  possessi  conviene  alla  Magione 
nel  Perugino  con  altri  cap.  e  signori  per  accordarsi 
contro  il  pred.  (an.  1502),  315,  34-33;  va  ambasc. 
d.  confederati  a  Imola  a  trattare  I'accordo  col  Va- 
lentino,  317,  32;  conclude  la  pace  con  il  pred.  che 
gli  conferma  le  condotte  vecchie,  gli  da  quattro- 
niiia  ducati  e  gli  promette  di  non  offendere  i  Ben- 
tivoglio,  41-42;  e  inviato  dal  Borgia  a  Bologna  per 
trattare  I'accordo  con  Giovanni  Bentivoglio,  42-44; 
visita  a  Bologna  le  fortificazioni  di  San  Michele  in 
Bosco,  44-45 ;  ne  parte  e  si  ferma  a  Castel  San  Pie- 
tro  a  parlare  con  Annibale  quindi  torna  al  duca, 
44-47,  col  quale  contlnua  gli  accordi,  318,  s-Il;  fe 
fatto  prendere  inaspettatamente  dal  Borgia  in  Si- 
nigaglia  (an.  1503),  320,  46-4»;  cf,  36,  43-44;  e  ucci- 
so,  321,  45  cf.  1. 

[Orsini  Giannantonio]  principe  di  Taranto;  &  fatto 
prigioniero  dai  Genovesi  nel  porto  di  Gaeta  con 
il  re  d'Aragona,  Tlnfante  e  altri  personaggi  (an. 
'435)1  ^^>  8-13;  e  mandato  a  Milano,  13,  i  iiberato 
dal  duca  contro  la  volonta  d.  Genovesi,  13-15. 

Orsini  Giordano  card. ;  accompagna  Eugenio  IV  a 
Bologna,  ove  alloggia  in  San  Francesco  (an.  1436), 

47,    14. 

Orsini  Giulio  [Giiido  f^  Sua  figlla  Giacoma  i  promessa 
a  Ermes  Bentivoglio  senza  dote  (an.  1501)1  304,  39- 
40;  liberato  dal  pp.  passa  di  Bologna  diretto  In 
Francia  (an.    1503),  323,  6-7. 

Orsini  Guido!  V.    Orsini  Giulio, 

Orsini  Latino  arcivesc.  di  Trani  card.  d.  titolo  d.  Santi 
Giovanni  e  Paoio,  h  in  Bologna  al  seguito  d.  pp. 
e  viene  nel  corteggio  dietro  di  lui  (an.  14S9),  170, 
19-30. 

Orsini  Lodovico  nipote  di  Roberto,  194,  10-11;  cap. 
neIi'esercito  d.  Lega  all'Idice  (an.  1467),  194,  10-11  ; 
combatte  alla  Mezzolara,   195,  8-9. 

[Orsini  Nicoi.6)  contf.  di  PitigI-iamo  [conte  tli  1'itti- 
gliano\  cap.  d.  Fiorentini  contro  i  Genovesi  pcr 
ritogliere  loro  Sarzana  e  Sarzanello  (an.  1487),  241, 
33-34;  h  ragglunto  al   campo  da  Annibale  Bentlvo- 


glio,  34-35 ;  essendo  cap.  d.  Chiesa  h  rlc.  per  Guido 
Gonzaga  suo  condottiero  (an.  1494),  277,  14-16;  fatto 
prigionieri  dai  Francesi,  fugge  nella  giornata  di 
Fornovo  nella  tenda  di  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1495),  287,  31-33;  va  a  Bologna,  30;  ne  parte  per 
Roma  con  venti  cavalli,  33-34. 

Orsini  Pikr  Giampaolo  [Pietro  Giovanni  Paulo  Ur- 
sino\  h  cap.  delPesercito  d.  Lega  a  Castelbolognese 
(an.  1434),  40,  13;  a  stento  si  salva  con  la  fuga 
dalla  rotta  Inflitta  al  pred.  esercito  dal  Piccinino, 
30-33;  si  reca  con  i'OflBda  a  Budrio  contro  Fran- 
cesco  Sforza  (an.  1436),  47,  39-41;  h  vinto  e  fatto 
prigioniero  dal  pred.  alla  Riccardina,  50;  48,  1-3; 
i  iiberato,  48,  34 ;  si  reca  a  Bologna  irritato  contro 
quelli  di  Budrio  che  stima  traditori,  34-37;  volendo 
vendicarsi  di  essi  entra  nel  castello  con  un  inganno 
(an.  1437),  49,  36-48;  vi  e  assediato  dagli  abitanti, 
48-50,  1;  offre  dl  u»cirne  purchfe  lo  indennizzino  d. 
danni  sofferti  dallo  Sforza,  1-4;  al  rlfiuto  d.  pred. 
fa  una  sortita  con  taie  impeto  che  gli  fuga  uc- 
cidendone  e  facendone  moltissimi  prigionieri,  4-8; 
rientra  quindi  nel  castelio  e  lo  saccheggia,  8-9; 
torna  a  Bologna  impunito,  9-10;  passa  segretamente 
agli  stipendi  d.  duca  dl  Milano  essendogii  offerta 
una  paga  maggiore  (1438),  51,  40-41 ;  cf.  33-34;  rag- 
giunge  il  Piccinino  airidice,  41-43,  e  insieme  al 
pred.  va  nel  territorio  d'ImoIa,  43,  e  quindi  verso 
Bologna,  43;  al  soldo  d.  Fiorentini  vince  ad  An- 
ghiari  I'essrcito  Visconteo  comandato  dal  Picclnino 
(an.  1440),  63,  18-31;  fa  uii  gran  numero  di 
prigionieri,  33-26. 

Orsini  Roberto  \cav.  Ursimo]  zio  di  Lodovico,  194,  10- 
11;  cap.  nelI'esercito  d.  Lega  all'ldice  (an.  1467), 
3;  ha  un  colloquio  con  Galeazzo  Maria  Sforza,  193, 
42;  si  cuopre  di  gloria  alla  battaglia  d.  Mezzolara, 
195,  3-4 ;  in  seguito  alla  pace  segue  con  quaranta 
squadre  il  duca  d'Este  a  Roma  (an.  1468),   199,  35. 

Orsini  Troilo  e  neIl'esercito  di  Bartolomeo  d'AIviano 
contro  i  Fiorentini  (an.  1505),  337,  34-35. 

Orsini  ViRGiLlo  fatto  prigioniero  dai  Francesi,  fugge 
neila  giornata  di  Fornovo  neila  tenda  dl  Annibale 
Bentivogiio  (an.  1495),  287,  31-33;  va  a  Bologna,  30; 
quindi  a  Milano,  33-33. 

Orsini  V.  Orsi  O. 

Orso  (molino  dbll')  V.  Bologna   (molini). 

Orsola  (suore  di  Sant').  Loro  dono  a  Sante  Benti- 
vogllo  per  le  nozze  (an.   1454),   149,  3». 

Ortensio  [Hortensio]  v.  Giovannelli  O.,  Manfredi  O. 

Ortona  a  Marb  [Ortona  di  Afare]  v.  Francesco  da  Or- 
tona  a  Mare. 

ORViitTO.  Vi  passa  Alessandro  VI  con  lunghlisimo  le- 
gulto  (an.  1495),  286,  33;  *  vi  soggiorna  frate  Che- 
rublno  Ghirardacci  (an.  1564),  XII,  33;  li  pred.  nella 
sua  storia  ne  rlcorda  la  costruzione  d.  duomo  «c- 
ccnnando  particolarmentealle  finestre  meravigliosc 
e  al  miracolo  confermato  dalla  boila  dl  Urbano, 
33-37,  at  ,. 

Oskllbtti  Bartolomro  noblie  boiognesc;  v.  Uccellttti 
Bartolomeo. 

OspBiiALl  di  Bologna  v.  Bologna  {os^edaJi), 

Os-SANo  V,  Pescarola  (Da)   O. 

Ossbrvanza  (krati  dkLL')  V.  Benedettini  (monaci). 

Ostb»ani  sono  fuoruscitt  dl  Boiogna  (an.  mso)<  '3^> 
32,  35. 


708 


INDICK  ALFABETICO 


(Ostesani  Anloolo-PaUeoto] 


OsTCSAiri  Amtonio  padrc  dl  Glevannl,  02,  n. 

OarasAiri  Giovanni  figlio  di  Antonio,  notaio;  roga 
alrunl  d.  oapitoli  d.  prestito  fatto  al  c»m.  dl  Bo- 
logna  (>n.  1440),  62,  31-30 ;  con  Pietro  diil  Purgo  i 
fatto  commlsiarlo  d.  Valle  d.  Samoggia  e  dintorni 
per  fortificare  i  castelii  da  quei  lato  (an.  1443), 
89.  32-M. 

*  OsTESANi  GiusTiNA  iposa  Giambattista  Giiirardaccl 
(an.  1576),  VIII,  Schlzzo  Genealogico,. 

OsTIA  [//ostia].  Ne  h  domandata  al  pp.  la  rocca  dal 
popoio  dl  Roma  soUevatusi  (an.  1434),  38,  36-37; 
vl  i  fatto  prigionicro  ii  duca  Valentino  e  mandato 
a  I^oma  (an.  1503),  329,  U;  ia  rocca,  tenuta  per 
ii  Valentino,  per  ordine  suo  i  ceduta  al  pp.,  M-15. 
—  (CARDINALI  Dl)  V.  Contt  /.ucido,  Rovere  (dalla)  Giii- 
iiaito. 

Otranto  [Ottranto]  in  Puglia:  cade  in  mano  d.  Turchl 
(an.  1480),  222,  32-33;  ric,  226,  23;  Ferdinando  d'A- 
ragona  lo  pretende  dsl  Veneziani   (an.  1509),  393, 

34-3S. 
Ottaviamo  V.  Beittivoglio   O.,   Fantuzzi  O.,    liiario   O. 
Ottavio  V.  Ringhieri  O. 
Otto  V.    Visconti   O. 
Otto  (DuoLi)  Battista.     Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 

per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  31. 
Ottofreoi  CarLO  V,   Odofredi  C. 

Ottolenghi  Gianfrancbsco  [Giovanni  Francesco  da 
Ottolengo\  combatte  nei  torneo  in  Boiogna,  tenu- 

tosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  pre- 

valga  nelle  cose  umanc,  al  seguito  di  Gilberto  Pio 

e  dl  Annibale  Bentivoglio  paladini  della  Fortuna; 

%   ascritto   alla  seconda  squadra  vestita  alia  turca 

(an.  1490),  259,  23;  la  sua  parte  rimane  vittoriosa, 

262,  17-19. 
'[OttoLino  ua  M  AKDbllo] /0</.   di   Bologna;    in 

Castel  San  Pietro  abita  con  gli  Anziani  e  i  Sapienti 

in  casa  di  Prencivalle   Ghirardacci  (an.    '3^),  VII, 

iS-*o„. 
Ottoni  sono  signori  di  Matelica,  135,  41. 
Ottoni  Elisabetta  d.  signori  di  Matelica ;  sposa  Gi- 

rolamo  Bentivoglio  (s.  a.)  dal  quale  ha  un  maschio 

e  parecchie  femmine,  135,  41-42. 
Ottranto  V.   Otranto. 
OviDio  V.   Bargellini  O.,  Monlalbani  O. 
OzANO  V.    Ozzano. 
OzzANO  [0:ano]    nel    Bolognese:    fa  un    dono  a    Sante 

Bentivoglio  per  le  nozze  (an.   14S4),   151,  l;  dan- 

neggiato  dalla  tempesta,  46,  49. 
Pack    V.    Abbaco   (DeW)    P.,    Abbati    P.,   Bagarolti  P., 

Diola  (Da)  P.,  Duglioli  P.,  Fantuzti  P.,  Magarotti 

P.,   Odofredi  P.,  Pasi  P. 
....Pacb  [Pase\  h  bandito  dl  Boiogna  (an.   1430),  19, 

26,  37. 
'  Paci  Claudio,  scrlve  ai  Ghirardacci  dandogii  notizie 

d.  sua  famlglia  di  origine  bolognese  e  oSrendogli 

documenti  per  la  sua  Storia  (an.  1598),  XXXVIII, 

33-34;  di  nuovo  gll  scrive  offrendogli  notizie  e  chie- 

dendone  sulla  famigiia  Pasi,  XXXIX,  7-9  „. 
Paci  Giovanni  [Giovanni  di  Pace\  maestro  legnaiuolo  ; 

ia  sua  casa  h  saccheggiata  e  Incendiata  (an.  1445), 

106,  42;   107,  3-4. 
Pacifico  V.  Avogli  P.,  Panico  (Da)  P. 
Padbrno.  Vt  sono  devastate  le  vigne  da  una  tempesta 

(an.    1463),   182,  34,  36-37:  «  LXVI,  41,. 


"  i'Ai)OVA  [l'adHa\  (Bihi.imicca  civica)  po««iede  il  ms. 
i-on  Ir  //islorie  d.  famiglia  Sabbadini  d.  Ghirar- 
daccl,  XXXIV,  3S,  4-t>w 

—  (ciMESA  Di  Sant'Antonio).  VI  (I  fcca  Antonio  Ben- 
tlvogllo  con  numeros»  seguito  a  sciogUere  un  voto 
(an.   1488),  244,  21-23;   cf.  33. 

—  (cittX).  VI  *1  reca  Francesco  Sforza  che  vl  lascia 
1'eserclto  (an.  1439),  58,  34;  ne  sonocreati  cittadJni 
nobill  Achillc,  Vlrgilo,  Ludovico,  Ercole,  Plrro  e 
Trollo  Malvezzi  (an.  1454),  145,  20-2I:  tono  conreis! 
hcnefici  nella  sua  diocesi  dal  pp.  Innocenzo  VIII  a 
Camlllo  Pepoli  (an.  1486).  334,  1-2;  vi  li  reca 
Giovanni  Bentivogliocon  moltoiigulto 
in  pcl  legri  nagg  io  a  SanfAntonio  (an. 
148S),  244,  20-32;  rlc,  281,  27;  vl  si  addottora  neile 
arti  e  nella  mcdicina  Paolo  Ghellini  (an.  1498), 
295,  46-SO;  l'imp.  Massimiliano  la  pretende  dal  Ve- 
nezianl  (an.  1509),  393,  31. 

—  (territorio).  Danni  cagionativi  dalPuragano  (an. 
1453),  143,  41-43;  e  quindi  da  temporali  violentl, 
44;   ric.  pcr  Cittadella,  328,  6. 

Padovani  accolgono  con  molto  onore  Giovanni  Ben- 
tivoglio  e  li  suo  seguito  recatisi  in  peliegrinaggio 
a  SanfAntonio  (an.   1488),  244,  33. 

Paurklla  (La)  bosco,  ove  dai  Bolognesi  e  scavato  un 
lungo  fosso  in  cui  immettono  Tacqua  d.  Samoggia 
e  d.  Reno  in  odio  al  castelio  di  San  Giovannl  in 
Persiceto  (an.   1445),   112,  22-24. 

Padua  V.  Padova. 

Padula  di  Francesco  Carbone;  fc  rovinato  dal  terre- 
moto  (an.  1456),  164,  3-4;  vi  muoiono  tre  figli  e 
tre  servitori  d.  pred.,  4. 

Padulla  (Dalla)  Giacomo  V.  Palk  (Da)  G, 

Padusa  (valh  oblla)  ric  50,  36-37. 

Papfano  in  Pugiia;  ii  terremoto  vi  uccide  sedici  per- 
sone  e  reca  aitri  danni  (an.    1466),   190,  29. 

Paoanelli  Antonio  padre  di  Baldassarre,  341,  47:per 
ordine  di  Ermes  Bentivogiio  rlschiara  la  via  a  lul 
e  ai  compagni  sino  alla  camera  d.  Marescotti  de- 
detenuti  in  Pal.  (an.  ijoi),  305,  39-31;  esce  di  Bo- 
iogna  col  Bentivogllo  suoi  amici  (an.  1506),  348. 
41,  47-48. 

Paoanelli  Baldassarrb  [  Valdesserra\  figiio  di  An- 
tonio ;  esce  di  Boiogna  col  padre  e  i  Bentivoglio 
ioro  amici  (an.   1506),  348,  41,  4S. 

Paganblli  Francbsco  padre  di  Guido  Giuiio,   13,  36. 

PAG.^NiiLH  GuiDo  GlULio  figlio  di  Francesco,  13,  36; 
e  coraplice  di  Alberto  dalle  Coitri  nel  trattato  di 
dare  porta  San  Vitale  al  cap.  d.  Cliiesa  (an.  1429), 
19,  33-34;  e  prcso,  attanagliato  e  impiccato,  36-3». 

Paganinx  Antonio  uomo  d'arme  di  Nicoli  Rangoni : 
prende  parte  alia  giostra  bandita  in  Boiogna  dal 
rettore  degli  scoiari  e  ne  riporta  il  premio  e  l'onore 
(an.  1485),  233,  1-3;  corre  contro  Giovanni  Antonio 
da  Verona,  che  tiene  il  secondo  tavoiiere  dal  canto 
d.  Piazza  neila  giostra  in  Bologna  per  le  nosze 
di  Annibale  Bentivogiio  (an.  1487),  241,  4-5;  com- 
batte  nel  tornco  in  Boiognn,  tenutosi  per  definire 
se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelie  cose 
umane,  coi  colori  di  Nicol6  Rangoni,  paladino  d. 
Sapienza;  h  ascritto  alia  prlma  squadra  vestita  al- 
i'italiana  (an.  1490),  258,  2S-36,  2t;  la  sua  parte 
soccombe,  262,  17-19. 

"Palaboto  (Illust.xo  bt  rbvbr.mo  d.  Gabrieli  cabd.) 


I 


[Palaeoto-Paltroni  Aless.] 


INDICE  ALFABETICO 


709 


EPISCOPO  BONONIBNSI  BT  PRINCIPI,  REVBRENDO  CAPl- 
TULO  BT  CANONICIS  CATHEDRALIS  ECCLBSIAE  BONON. 
CABTERISq.   CLKRICIS   CIVITATIS    ET   DIOECESIS  BONO- 

NiAB.     Chkrubini  Ghirardatii  Bononisnsis  Ca- 

LENDARIUM  lUSSU  DOMINI  SACRISTAE  EIUSDGM  CATHB- 
DRALIS  ECCLESIAB  ABDITUM  lUXTA  RITUM  BRKVIARII 
ROM.  Pii  V  PoNT.  Max.  K.T  UECRETO  SACRO  SANCTI 
CONCILIT   TRIDENTINI   NUPER    RESTITUTI    PRO    ANNO 

DOMiNi  MDLXX;  Bononiae,  tipys  Alexandri 
Benatii,  XIX,  24-30;  descrizione  d.  librctto  raris- 
simo  che  si  conserva  nella  Bibl.  Universitaria  di 
Bolugna,  30  3S ;  appartenne  ad  Ulisse  Aldrovandi 
d.  quale  reca  la  notazione  autografa,  31-39,. 

Palamino  V,  Rossi  Giaeomo  Palamino, 

Palavicini  V.  Pallavicino. 

Palazzi  di  Bologna,  di  Firenze,  di  Napoli,  v.  Bologua 
(falazzi);  Firenze  (palazzi),  Nafoli  (falazzi). 

[PALiiOLOGHl]  V.  Costantino  XII  imp,  di  Costantinopoli, 
Giovanni  IV  imp.  di  Costantinopoli,  Giovanni  De- 
metrio  principe  di  Morea,  Giangiacomo  march.  di 
Monferrato,  Guglielmo  VI  march.  di  Mon/errato, 
Tommaso  principe  di  Morea,  Zoe  o  Sojia  moglie  d. 
re  di  Russia. 

"pAi.BOTTl  Alfonso  laureato  in  sacra  teologia  (an. 
1579),  LIII,  37-38;  arcidiacono  d.  Studio  (an.  1585), 
38-39,. 

Palkotti  Annibale  multato  in  cento  ducati  per  II  ri- 
facimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  rovina  aveva 
preso  parte  (an.   1508),  387,  47. 

Palkotti  Bonavkntura  [Bonaveniura  del Palleotta,  Pa- 
liotti]  figlio  di  Lorenzo;  tratta  con  l'abate  dl  Santo 
Stefano  per  la  fabbricazione  dell'ospedale  di  San 
Bruno  nella  casa  d.  Compagnia  d.  Lombardi  (an. 
1445),  102,  36-39;  el.  pod.  di  Narni  (an.  1488),  244, 
44-4S;  el.  degli  Anziani  da  Giovanni  Bentivoglio 
(an.  ijoi),  308,  38;  interviene  in  Senato  coi  Mas- 
sari  e  a  nome  di  essi  dichiara  che  nh  i  Bentivoglio 
nfe  alcun  altro  sara  lasciato  andare  al  pp.  (an.  1502), 
314,  6-15;  clie  se  a  ogni  niodo  volessero  recarvisi 
piuttosto  li  avrebbero  uccisi,  314,   13-17. 

"  Pai-eotti  Camillo  ambasc.  bolognese  alla  cortc  di 
Roma;  si  adopra  a  richlesta  d.  Senato  pr.  l'auto- 
rita  ecclesiastlca  a  cid  non  sia  permesso  a  fra  Chc- 
rubino  Ghirardacci  di  pubblicare  la  sua  Historia 
in  Bologna  o  fuori  senza  il  beneplacito  d.  Scnato 
(an.  1588),  XLIX,  34-4;  14;  cf.  XLVIII,  18-30;  XLIX, 
9-36;  L,    19-39  „. 

"Paleotti  Camillo  figlio  di  Galeazzo;  incaricato  dal 
Senato  tratta  coi  padri  di  san  Giacomo  per  avere  i 
mss.  d.  Hittoria  di  Bologna  d.  Ghirardacci,  ma  i 
pregato  soprassedere  sino  all'elezione  d.  nuovo 
priore  (an.   1639),  LVI,  lj-35,  10  „. 

"  Paleotti  Gabriele  arcivesr.  di  Bologna  e  card.;  gll 
i  dedicato  dal  Ghirardaccl  11  Calendarium  (an.  1570), 
XIX,  24-29,:  fa  rcstaurare  la  cattedrale  di  Bolo- 
gna  1'anno  del  Giubileo  (an.  1581),  263,  43-44. 

" De  nothis  et  spuriis  ric,  XCIII,  43-44,. 

"  Palbotti  Galeazzo  padre  dl  Camlllo,  LVI,  15 ,. 

Palbotti  Lorenzo  [Lorenzo  Paliottt\  padre  di  Bona- 
ventura,  102,  36-37. 

Palkotti  Pibtro  [Pietro  Paliotti]  tratta  con  l'abate  dl 
Santo  Stefanu  d.  fabbricazlone  delTospedale  dl  San 
Rruno  nella  casa  d.  Compagnia  d.  Lombardi  (in. 
1445),  102,  35-37. 


PaLeotti  Stazio  [Statio  dallc  Palleotte]  e  el.  dal  Senato 
di  Bologna  Gonfaloniere  pel  quartiere  di  porta 
San  Pietro  (an.   1438),  53,  36,  3S. 

PaleottI  Vincknzo  [  Vincenzo  dalle  Paleotte,  Palliotte, 
Palleolte]  famoso  dottore  e  lettore  pubblico  in  Bo- 
logna;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  pcr  le  nozze 
(an.  1454),  149,  15;  fa  un  presente  alle  nozze  di 
Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  :S:  essendo  a  Fer- 
rara  gli  f  in  casa  Girolamo  Griffoni  ferito  mor- 
talmente  da  Dolcetto  Dolcetti  (an.  147 1),  207,  46-47; 
e  mandato  dal  duca  d'Este  ambasc.  a  Bologna  a 
line  di  dirimere  una  differenza  sorta  tra  1  Bolo- 
gnesi  e  il  duca  per  una  questionc  di  confinl  (an. 
(1478),  209,  44-48;  non  ottiene  ia  soddisfazione 
chiesta  dal  duca,  48-210,  I  ;  Enrico  Vil  re  d'Inghil- 
terra  con  suo  privilegio  lo  crea  cav.  aurato,  suo 
famigliare,  consigliere  e  commensale  con  gli  emo- 
lumenti  e  onori  di  tal  grado  qualora  si  rechi  in 
corte;  gli  affida  gli  aftari  d.  suo  regno  In  Italia  e 
la  facolta  di  portare  le  armi  reali  per  sc  e  i  suoi 
discendenti  (an.  1487),  242,  5-31 ;  cf.  295,  37;  f  («n. 
1498),  295,  36;  secondo  la  sua  volonta  e  seppellito 
di  notte  senza  pompa  nella  chicsa  di  San  Giacomo, 
37-40;  la  sua  memoria  h  posta  nel  pilastro  d,  coro 
verso  la  sagrestia,  40. 

Paliotti  V.  Paleotti, 

Palla  V.  Strozzi  P. 

Pallavicino  Anton  Maria  accompagna  Glovannl  Ben- 
tivoglio  esule  di  Bologna  al  campo  francese  (an. 
1506),  349,  16-17. 

Pallavicino  Fkobrigo  accompagna  Galeazzo  Marla 
Sforza  a  Bologna  (an.  1459),   168,  48;  169,  5. 

Pallavicino  Giovanni  figlio  di  Scipione,  194,  5;cap. 
neiPesercito  d.  Lega   alPIdice  (an.    1467),  194,  4-5. 

Pallavicino  Giovanni  LoDovico  va  con  altri  in  gran- 
de  pompa  ambasc.  d.  duca  Sforza  al  nuovo  pp.  a 
rallegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1471),  208,  43-44, 
46-47;  passa  di  Bologna  ospite  di  Giovannl  Bentl- 
voglio,  48-49;  parte  per  Firenzc,  50. 

Pallavicino  SciPlONE  [Scipione  Pallavicint]  padre  dl 
Giovannl,   194,  5. 

Pallavicino  Vknckslao  [  Venccslao  Paiavicini]  marlto 
di  Veronica  Pepoli,  339,  35-36. 

IPallavicino]  Vrronica  V.  Pefoli   Veronica, 

Palle  (Dalle)  Antonio   padre   di    Lodovlco,   177,  3». 

Pallk  (Dalle)  Lodovico  figllo  di  Antonlo,  177,  37-21; 
riporla  1'onore  e  11  palio  d.  gioitra  dl  S«n  Petro- 
nlo  in   Bologna  (an.   1461),   177,  3«. 

Palleotte  (Dalle)  t'.  Paleotli. 

Palliottk  (Dallk)  V.  Paleotti. 

Palmieri  [Dalla  Palmiera]  di  Bologna,  sono  fuoru- 
scltl  (an.  1450),  134,  32-38. 

Palmiero  V.  Mazzarelli  P. 

Paltroni  Alessandro  \Ale.<:sandro  Paltrone]  figllo  di 
Antonio,  340,  37 ;  famoso  dottore,  creato  Anslano  dl 
Bologna  per  volere  di  Glovannl  BentiToglio  (an. 
1501),  308,  37;  va  ambasc.  ad  Alessandro  VI  in 
Roma  (an.  1503),  314,  29-32;  espone  al  pred.  l'im- 
possibllitil  per  i  Bentlvoglio  dl  muovertl  da  Bo- 
logna,  316,  10-13;  non  i  b«n  rlcevuto  dal  pp.  che 
gll  rlsponde  essere  tutto  ciA  una  finaione  d.  Ben- 
tlvoglio,  13-16,  e  gU  inglunge  dl  recartl  col  col- 
leghl  dal  card.  Trlvulilo,  Medlci,  Rlarlo  e  Cetarlnl 
a   intenderne  il   gludlzio,    I»-I9;   icrlve  ■  Bologna 


710 


INDICE  ALFABETICO  IPaltronl  Aleaa.Panlco  (i7«)  UgoUao] 


delfanlmoilU  d.  pp.  che  vuole  avere  II  domlnlo 
d.  c,  14-31:  t  a  38  anni  con  dolore  d.  suoi  ronclt- 
tadinl  (an.  iS05)>  340,  37-3f ;  h  sepolto  in  San  Mar- 
ttno,  3«. 

Paltroni  Antonio  padre  dl  Giacomo,  89,  I. 

Paltromi  Antomio  figlio  di  Glacomo,  166,  37 ;  padre 
dl  Alessandro,  340,  37;  di  Ercole,  236,  44;torna  a 
Bologna  dalla  podesteria  di  Ferrara  ove  cra  stato 
fatto  cav.  aurato  dal  duca  Borso  (an.  1459),  66, 
37-3t;  i  reputato  d.  piii  rlcchi  cittadlni  di  Bolo- 
gna,  3f. 

Paltroni  Amtonio  succede  in  Senato  a  Tommaso  Cospi, 
(an.  1507),  368,  1-2. 

Paltroni  Eroolk  figlio  di  Antonio,  236,  44;  cav,,  nel 
corteggio  di  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  tiene 
le  redini  d.  cavallo  alla  sposa  (an.  1487),  236,  37 -3(, 
44;  suu  vestito,  34-44. 

1'altroni  Francksco  padre  di   Petronio,  185,  43. 

Paltruni  Giacomo  padre  di  Antonio,  166,  37;  degli 
Anziani  di  Bologna;  va  incontro  al  nuovo  gover- 
natore  Mario  Condulmer  (an.  1433),  33,  41-44. 

Paltroni  Giacomo  figllo  di  Antonio,  89,  i;  i  tra  gii 
incaricati  di  attuarc  i  provvedimenti  iiscali  deli- 
berati  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  43- 
89,   1. 

Paltroni  NicoLo  [JVicolb  PaUroni]  e  el.  degli  esattori  d. 
cambio,  10,  S,  10;  coi  suoi  compagni  esaspera  i  cit- 
tadinl  per  l'asprezza  c  la  crudelta  con  cui  esercita 
11  suo  ufficio,  10-14;  el.  soprannumerario  ai  Venti 
d.  popolo  (an.   1506),  352,  11. 

Paltroni  Petronio  figlio  di  Francesco,  185, 43;  parte  di 
Bologna  crociato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464), 
185,  42-43. 

Paltroni  Vincknzo  e  staffiere  d.  sposa  Ippolita  Sforza 
nelle  nozze  di  questa  con  Aiessandro  Bentivoglio 
(an.  1493),  267,  11-13. 

Palu  (Ua)  Giacomo  {(iiacomo  dalla  PaduUa]  f  com- 
battendo  valorosamente  alla  Mezzolara  (an.  1467), 
195,  4-6. 

Pamaro  (piume)  [ScoUeHHa\.  Le  gentl  d.  duca  di  Milano 
ne  tentano  piu  volte  il  passaggio,  ma  ne  sono  im- 
pedite  dal  duca  d'Este  e  dai  Veneziani  (an.  1426), 
3,  17-1»;  le  pred.  millzie  lo  passano  a  Persiceto  al- 
l'improvviso  scpra  un  ponte  di  botti  vuote,  19- 
30;  cf.  25-29;  al  passo  di  SanfAmbrogio  vi  arrivano 
da  una  sponda  Gaspare  e  Achille  Malvezzi,  dairaltra 
Francesco  Piccinino,  che,  prigionieri,  debbono  es- 
sere  tra  loro  camblati  (an.  1443),  ^^'  37-3»;  dub- 
biosi  di  tradimento  ristanno,  40-41;  e  traghettato 
prima  dal  Piccinino  accompagnato  da  Aldobran- 
dino  Rangoni,  46-4»;  quindi  ancora  col  Rangoni 
dai  Malvezzi,  48-95,  1-2;  Sigismondo  d'Este  vi  si 
reca  incontro  a  Giovanni  Bentivoglio  ^an.  1471), 
206,  43-44;  al  confine  d.  territorii  modenesi  e  bo- 
lognesi  vi  i  a  segnale  il  tronco  di  una  torre,  209, 
30-33;  il  duca  d'Este  vuol  rovinarla,  33,  ma  II  Se- 
nato  dl  Bologna  vi  manda  operai  a  ripararla  e 
fortificaria,  33-35;  Ercole  di  nuovo  vi  fa  abbattere 
i  ripari,  36-37;  allora  i  Bolognesi  vi  costruiscono 
una  forte  bastia  ciie  presidiano,  37-42;  i  pred,  si  ri- 
fiutano  di  abbatterla  perchfe  costruita  In  loro  terrl- 
torio,  4S-50,  e  alfine  vi  consentono  a  patto  di 
essere  riconosciuti  padroni  d.  veccJiio  ponte,  di 
riaizare  11  tronco  d.  torrione  sino  a  trentasei  brac- 


cia  e  coronarlo  con  le  arml  dl  Bologna  per  tegno 
d.  loro  giurisdizione,  210,  39.30;  cf.,  3>-35;  II  tor- 
rione  vi  rimase  lungamente  in  pledi  linchi  corroao 
dalle  arque  cadde  coi  fondamenti  d.  vecciilo  ponte 
[s.  a.],  30-33;  Carlo  degll  Ingrati  o  Gratl  vl  attende 
Ahnibale  Bentivoglio  con  le  lue  iquadre  (an.  1495), 
287,  1-5;  anche  vi  glunge  Gilberto  Pio  con  le  gentl 
di  Bologna,  5-6;  i  figli  dl  Ercole  Mareirotti  tI  lono 
scortati  da  baleitrieri  dl  Giovanni  Bentivoglio  (an. 
1503),  322,  3^36;  il  duca  Alfonso  d'Eite  vi  fa  fab- 
bricare  d.  pontl  per  farilitare  ii  passo  ai  Franresi 
contro  Bologna  (an.  1506),  347,  10. 

Panciarasa  Giovammi.  La  sua  casa  i  laccheggiata  e 
incendiata  (an.   1445),  106,  43:  107,  3. 

Pandolfo  V.  Biancki  P.,  Malatesta  P.,  Petrucci  J'., 
Sforza  P,,  Zambeccari  P. 

Pamfili  Girolamo  [/eroHimo  PaH/ilo].  Qual  rapprcien- 
tante  di  Guidobaldo  da  Montefeltro  alle  nozze  dl 
Annibale  Bentivoglio  va  incontro  agli  spoii  fuori 
porta  dl  Galliera  (an.  1487),  236,  23,  27-3»;  alla  co- 
lazione  nuziale  riceve  In  presentc  una  fortezza  dl 
zucchero,  240,  31-32. 

Pamfilo  V.  BeHtivoglio  P, 

Panico  (Da)  V.   Giacomo  da  Pamico. 

Panico  Battista  [Battista  Panigo)  delPArte  d.  Mura- 
tori;  con  II  Massaro  a  nome  d.  sua  Arte  offre  a 
Giovanni  Bentivoglio  per  le  nozze  di  Annibale 
una  brocca  d'argento  (an.  1487),  236,  11-13. 

Panico  (conti  da)  [coHti  da  Panigo]  sono  fuorusciti 
di  Bologna  (an.   1450),   134,  32,  34. 

Panico  (Da)  contb  Antonio  [AntoHio  da  J^anigo]  mul- 
tato  in  milleduecentocinquanta  ducati  per  il  rifa- 
cimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cui  rovina  aveva 
preso  parte  (an.  1508),  387,  13. 

Panico  (Da)  conte  Bonifacio  [BoHi/acio  da  Panigo] 
figlio  d.  conte  Ugoiino,  61,  26;  insieme  col  fratello 
NicoI6  uccide  Giacomo  da  Panico  ucciiore  d.  loro 
padre  (an.  1440),  26-27. 

Panico  (Da)  comte  Castruccio  [Castruccio  da  Panigo] 
amlco  di  Anton  Galeazzo  Bcntivoglio,  6,  19;  ac- 
corre  armato  ron  altri  amici  d.  pred.  sul  sagrato 
d.  frati  di  San  Giacomo  (an.  1428),  17-20;  cf.,  33; 
con  Egano  Lambertini  per  ordine  d.  ieg.  si  reca 
in  Piazza  a  difesa  d.  Chiesa,  22-34;  h  cacciato  con 
gli   altri  dai  Canetoli,  24-26. 

Panico  (Da)  contb  Garietto  [Garietto  da  Panigo] 
padre  di  Guidesco,   10,  39-40. 

Panico  (da)  comtk  Guiuesco  [  Guidescko  da  Panigo] 
figlio  di  Garietto;  bandito  da  Bologna  e  colpito 
da  taglia  e  preso  da  soldati  bolognesi  (an.  1428), 
10,  39-40;  gli  Otto  d.  guerra  lo  fanno  attanagliare 
e  impicrare,  43;  il  suo  corpo  e  lasciato  appeso  in 
Piazza  per  due  giorni,  43-43. 

Panico  (Da)  conte  Nicolo  [Nicolo  da  PaHigo]  figlio 
d.  conte  Ugolino,  61,  26,  col  fratello  Bonifacio  uc- 
cide  Giacomo  da  Panlco  uccisore  d.  padre  loro 
(an.    1440),  26-27. 

Panico  (Da)  Pacifico  [Paci/co  da  Panigo].  Con  altri 
assale  e  uccide  Bartolomeo  Preti  perche  amico  di 
Annibale  Bentivoglio  (an.  1443),  72,  16-1»;  i  ban- 
dito  di  Bologna  e  f  combattendo  al  Sasso  dl  Glo- 
sina  (an.   1445),   112,  13. 

Panico  (Da)  contk  Ugolimo  I  Ugolino  da  Panigo]  pa- 
dre  di  Bonifacio  e  Nicoi6,  61,  26;iucciso  da  Gia- 


(Panico  (/?«)  U.-Paolo  da  Cremona]  INDICE   ALFABETICO 


711 


como  da  Panico  [s.  a.],  27;  i  figli  ne  vendicano  la 
t  uccidendo  l'omicida,  26-27. 

Panieri  Bartolombo,  bandito  di  Bologna  e  amico  d. 
Canetoli,  129,46-47;  e  fatto  prigioniero  a  Crespel- 
lano  (an.  1449),  46-47 ;  e  condotto  a  Bologna  e  de- 
capitato,  47-48. 

Panigalk  V.  Borgo  Panigale, 

Pankibri  Stefano  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  46-47. 

Panno  dkl  Lino  V.  Pannolini. 

PannoLINI  Alberto  \Alberto  dal  Panno  del  Lino\  e 
creato  Massaro  d.  Pannaioli  da  Giulio  II  (an.  1506), 
360,  8;  e  el.  d.  Signori  (an.  1508),  385,  3i,  34. 

Pannolini  Bartolomeo  c  el.  degli  Anziani  (an.  1444), 
97,  36. 

P.\nnolini  Giacomo  [/acomo  dal  Pannolino,  Giacomo 
del  Panno  del  Lino\  figlio  di  Luca,  44,  6;  101,  47; 
Massaro  d.  Pannaioli ;  e  magistrato  degii  Otto,  de- 
putato  sui  delinquenti  (an.  1430),  23,  21-26;  e  degli 
ambasc.  inviati  al  pp.  a  Firenze  per  invitarlo  a 
Bologna  (an.  1435),  44,  2-15;  torna  con  risposta 
afiermativa,  16;  i  eletto  degli  Anziani  per  il  quar- 
tiere  di  porta  San  Pietro  (an.  1445),  101,  47. 

PannoLINI  Luca  [Luca  del  Panno  del  Lino,  dal  Pan- 
nolino]  padre  di  Giacomo,  44,  6,  101,  47. 

Panormita  Antonio  erudito;  carissimo  ad  Alfonso  re 
di  Napoli,  vive  in  questo  tempo  (an.  1458),  166,  1-2. 

"  Panvinio  Onofrio  ric.  spesso  dal  Ghirardacci,  XLII, 
II;   ric.  CXXXII,  29-32 „. 

PanzaCCHi  Gaspare  [Gas^are  Panzaciia]  fa  un  pre- 
sente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  46. 

Panzacchi  GlLlNo  [Gilino  Panzachia]  contadino  bolo- 
gnese;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.  1454),  151,  26. 

Panzacchi  Lattanzio  degli  Anziani;  durante  il  ter- 
remoto  coi  colleghi  e  il  Gonfaloniere  dorme  nel- 
l'orto  d.  Pal.  (an.  1505),  334,  21-24. 

Panzachia  V.  Panzacchi. 

Panzano  frazione  di  Castelfranco  e  incendiato  da 
I^uigi  dal  Verme  (an.  1443),  ^^i  'i  '^l  passa  Astorre 
Manfredl,  che  vi  fa  moiti  mali  (an.  1449),  130, 
10-11. 

Panzarasi  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
32,  36. 

PanzerI  BartoLomeo  [Bartolomeo  de'  Panzeri]  seguace 
d.  Canetoli,  fe  bandito  di  Bologna  (1445),  108,  U. 

Pakzbri  Francia  [Fransa  de'  Panzerii]  seguace  d.  Ca- 
netoli,  c  bandito  di  Bologna  (an.   1445),  108,  24. 

Paola  V.  Campeggi  P.,    Gonzaga  P.,  Mezzavacca  P. 

Paola  (Da)  V.  Francesco  da  Paola. 

Paolo  [Paulo,  Polo\  V.  Barbo  P.,  Caslro  (Da)  P.,  Ca- 
varzoni  P.,  Colonna  P.,  Conti  P.,  Crescimbeni  P,, 
Brcolani  P.,  Floriani  P.,  Gkellini  P.,  Ghirardacci 
/».,  Guicciardini  P.,  Guinigi  P.,  Lupari  P.  Monte 
(Dal)  P.,  Pariani  P.,  Ponte  (Da)  P.,  Priori  P.,  Jtin- 
gkieri  P.,  Romano  P.,  Tron  P,,  Uccelli  P,,  Volla 
P.,  V.  anche  Piergianpaolo,  Bartolomio  di  Polo,  Pie- 
tro-Paolo. 

Paolo  II  al  sec.  Pietro  Barbo;  el.  pp.  (an.  1464),  186, 
30-31 ;  gli  sono  inviati  dal  Senato  di  Bologna  Crl- 
stoforo  Cacclanemici  e  Giovannl  Guidotti  a  ralle- 
grarti  d.  sua  elezlone,  33-34;  pretende  la  signoria 
assoluta  di  Bologna  (an.  1465),  187,  30-3I;  11  Senato 


gl!  manda  ambasc.  perch^  desista  da  tale  pretesa,  36- 
31,  avvertendolo  che  in  caso  contrario  non  manche- 
rebbero  aiuti  ai  Bolognesi,  31-35;  arrivano  pr.  lui 
il  leg.  e  gli  ambasc.  di  Bologna  (an.  1466),  189,  40; 
cf.,  30-24  ;  si  contenta  che  la  c.  continui  nello  stesso 
metodo  di  governo  senza  cambiamenti,  40-41,  e  ne 
firma  i  capitoli,  41-42;  a   cid  e   Indotto   dal    fatto 
che  11  duca  di  Milano  si   apprestava  a   soccorrere 
Bologna,  190,  3:  rlserbando  a  piu  tardi  il  suo  di- 
segno  di  assoluta    signoria    mostra  di    volere  fare 
cosa  grata  al  Senato  e  ne  elegge  Giovanni  Benti- 
voglio  capo  perpetuo  con  diritto  a  due  voti,  3-10; 
ma  invece  di  seminare  discordia   nella  c.  con  tale 
favore,  come  tacitamente  si  riprometteva,  rende  piu 
grande  Giovanni  di  cui  rafTorza   il  primato,  10-16; 
cf.  376,  36;  manda    a    chiamare  il  leg.  di  Bologna 
(an.   1467),   197,  35  ;  il  Senato,  che  teme  abbia  fatto 
cid  per  concertarsi  sul  modo  di  avere  il  libero  do- 
minio    d.  c,  gli  manda  ambasc.  perche   il  governo 
non  si  muti,  38-40;  si  conduole  con  Virgilio  Mal- 
vezzi   che  il  suo  coliega  nelPambasceria  sia  caduto 
ammalato  e  cosl  impedito  dl  recarsi  a  Roma,  42-45; 
elegge  dieci  cardinali  a  un  tempo  [non  dieci,  otto] 
[an.   1467],  208,    II;   viene  incaricato  dai    principi 
d'Itaiia  di  predisporre  i  Veneziani  alla    pace   (an. 
1468),   198,  40-42,  ehe  riesce  a  conchiudere,  199,  6-7; 
fra  gli  aderenti  e  amici  d.  pace  c  d.  Lega  enume- 
rati  in   sua  presenza  dalle   ambascerie   d.   Signort 
d'Italia  e  d.  Veneziani  sono  nominati  i  Bolognesi, 
199,  24-30;  manda  Giambattista  Savelli  governatore 
a  Bologna,  200,  9-10;  concede  al  Senato  di  Bologna 
di  riformare  le  suore  dl  SanGlovanni  Battista,  201, 
5-6;  i  Bolognesi  gittano  una  bronzina  con   le  armi 
sue,  d.  governatore    Savelli    e  di  Giovannl  Benti- 
voglio  (an.  1470),  202,  31-35;  si  reca  da  lui  il  Sa- 
velli,  206,  13-14;  lo    crea    card.,  15-16;  vuol  riman- 
darlo  a  Bologna,   come   leg.,  ma   II  pred.   non  ac- 
cetta,  16-18;    annuncia    con   breve    al    Bolognesi  la 
pace  conclusa  tra  1  principi  d'Italia  contro  i  Tur- 
chi  (an.   1471),  26-28;  accoglle  con  moiti  onori  Bor- 
so  d'Este  a  Roma,   e  lo  fa   duca  di    Ferrara,  207, 
35-36;  toglie  Angelo  Capranica   dalla  legazione  di 
Bologna  che    concede  a  Francesco  Gonzaga,  37-38; 
t    improvvisamente    di   gotta,    208,   5-6;    ric,  318, 
45-46. 

Paolo  [Polo]  fratello  di   Ercole,   detto   11   Carpo- 

sano;  implicato  nella  conglura  d.  Malvexzi  contro 
il  Bentivoglio  in  Bologna  i  implccato  ai  merli  d. 
pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,  39-40. 

....  Paolo  [Polo]  barbiere,  fratello  di  Micheiangeloj 
da  Carpi;  h  implicato  nella  conglura  d.  Malvezzl 
contro  il  Bentivoglio  in  Bologna  e  viene  Impic- 
cato  ai  merll  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,  39,  41. 

....  Paolo  servo  di  Glacomo  Grati,  parte  di  Bologna 
crociato  col  padrone  («n.  1464),    186,  8-9. 

. . . .  Paoio  orefice  di  Bologna;  un  suo  figllo  h  ucclio 
da  una  saetta  alla  porta  d.  chiesa  di  San  Glovanni 
In  Monte  (an.  1501),  307,  39-43. 

....  Paolo  [Polo  di  Pigo]  di  Enrico  da  Plano,  conta- 
dino  bolognesc;  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvoglio 
per  le  nozze  (an.   1454),   151,  23. 

Paolo  duca  di  Gravina  !  V.  Orsini  Franctsco  duca  di 
Gravina. 

Paolo  oa   Cremoma   [Paulo]  combatte   nel   torneo    In 


712 


INDICE  ALFABETICO    IPaolo  da  Cremona-Par»t  Albcrto] 


Bologna,  tenutotl  per  definlre  le  U  Sapienza  o  U 
Fortun»  previlga  nelle  cose  um«ne,  al  xeguito  dl 
Nlcol&  Kangonl,  paUdlno  d.  Saplenza;  fa  parte  d. 
prlma  tquadra  vestlta  all'Italiana  (an.  (1490),  258, 
35-37  ;  II  8U0  partito  soccombe,  262,  17-19. 
Paolo  da  Mantova  h  Impiccato  nella  Plazza  di  Bolo- 
gna  per  avere  scrltto  ai  Bentlvoglio  (an,  1507), 
366,  6-s. 
Paolo  ua  Roma  frate;  maestro  dl  teologla  nelTordlne 
degll  Eremltani  di  SanfAgostlno  in  Bologna,  pre- 
dlca  InSan  Petronio  In  occasione  d.  lettura  d.  breve 
pontliicio  che  bandlsce  la  crociata  contro  i  Turchi 
(an.  1455),  160,  3«-38;  seguita  per  un  mese  le  pre- 
dlche  allo  stesso  iine,  43-43;  alla  sua  partenza  gli 
h  donato  dal  com.  uno  stendardo  con  l'arme  dl 
Bologna,  43-44;  e  accompagnato  da  molti  sino  a 
Galliera,  44-4S;  va  a  Ferrara  ron  alcuni  crociati, 
4S-46. 
Paolo  da  Roma  cap.  d.  Dal  Verme,  partecipa  alla  batta- 
glia  contro  i  Bolognesi  presso  Castel  San  Giorgio 
(an.  1443),  93,  f-lO;  e  fatto  priglone  da  Annlbale 
Bentivoglio,  al  qualc  e  donato  dal  Senato  di  Bo- 
logna,  44-45. 

Paolo  da  SxmisANO  [Polo  da  SulisaHo\.  Suo  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  le  nozze   (an.  14S4),  51,  39. 

Paolo  (San)  di  Ravone  \San  Polo  di  Ravone\.  Vi  si 
reca  l'esercito  d.  Chiesa  (an.  1430),  22,  35;  il  pred. 
esercito  ne  parte  per  i  quartieri  d'inverno,  50:  23, 
1 ;  vi  i  rovinato  il  raccolto  da  un  temporale  (an. 
144S),  125,  31-33;  e  danneggiato  dalla  tempesta  (an. 
1453),  143,  33-34;  ric.  266,  39;  vi  sono  uccisi  tre 
Scarpetta  per  opera  d.  Ramazzottl  (an.  1507),  330, 
37-40;  gli  abitanti  si  oppongono  ai  messi  d.  Senato 
di  Bologna  incaricati  di  atterrare  le  case  d.  pred., 
40-43;  II  campo  francese  vi  rimane  allagato  daiPinon- 
dazione  artificiosa  d.  Reno,  350,  23-33. 

Paolo  ij»  Monte  (monastbro  di  San)  o  dell'Osservanza 
sull'Appennino  a  un  miglio  di  Bologna,  332,  14- 
15;  due  frati  di  esso  veggono  sopra  Bologna  in 
aria  un'apparizione  celeste   (an.   1504),  15-16. 

Paolo  Antonio  \PolV Anto>ti6\  v.    Giosia  P.  A. 

Papa  V,  Pelacani  P. 

Papazzoni  prendono  parte  alPadunanza  indetta  dai 
Canetoli  contro  il  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an. 
1428),  5,  43-44;  6,  3;  approvano  che  si  prendano 
le  arml,  13-13;  con  gli  altri  si  impadronlscono 
d.  Piazza  e  danno  fuoco  al  Pavaglione  d.  Bozzoli, 
14-15. 

Papazzoni  Andrea  padre  di  Giovanni,  62,  38-39. 

Papazzoni  Bene  padre  di  Petronio,  176,  8. 

Papazzoni  Carlo  figlio  di  Petronio,  184,  41;  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  41. 

Papazzoni  Gaspare  figlio  di  Ventura,  69,  4;  coramis- 
sario  per  Bologna  d.  rocca  dl  Monteveglio  fe  fatto 
prigioniero  dal  cap.  della  Chiesa  Giacomo  Cai- 
dora  (an.  1428),  10,  33;  e  el.  degli  Anzianl  di  Bo- 
logna  (an.  1430),  17,  36,  38;  di  nuovo  degli  Anzianl 
per  porta  San  Pietro;  durante  11  suo  anzianato  1 
capitoli  d.  pace  con  Eugenio  IV  sono  riposti  nella 
camera  degli  Atti  (an.  143 1),  29,  17,  19;  va  a  Mi- 
lano  a  prendervi  Donnina  Visconti  sposa  di  An- 
nibale  Bentivoglio  (an.  1441),  68,  48-69,  1-4. 

Papazzoni  Giovanki  figllo  di   Andres;   notaio,   roga 


alcuni    capitoli  riguardanti  11  prettlto  fatto  al  com 
(an.  (440),  62,  38-29;  accompagna  Glovanni  Benti- 
vogllo  in    vitita  a  Milano   (an.    1465),  188,  44;  di 
nuovo  (an.  147 1),  206,  41;  rlceve  in  dono  dal  duca 
Sforza  quattordlcl  braccia  di  panno  morelio,  207 , 
17 ;  h  mandato  ambatc.  a  Sitto  IV,  ma  pol  i  revocato 
per  U  tua  debolezza   di    fronte   alle    etigenze   del 
pp.,  310,  14-16. 
Papazzoni  Matteo  e  el.  degli   Otto  di   BalU  d.   pace 
(an.   1438),  7,  6,  8;  estendo  degli  Anziani  di  Bolo- 
gna,  va  incontro  al  nuovo  governatore  Marco  Con- 
dulraer  (an.   1433),  33,  41,  43-44. 
Papazzoni  Pbtronio  padre  di  Carlo,  184,  II. 
Papazzoni  Prtronio  figlio  di  Bene,  176,  8;  motto  tti- 
mato  a  Bologna;  h  ucciso  con   la  moglle  c  una  ter- 
va  da  Francetco  del  Borghetto,  suo  tervitore  (an. 
1461),   176,  8-24  ;suA  figlla,  di  cinque  anni   soltanto 
ferlta  dalPassasslno,  fa  scoprlre  11  delitto,  34-35,  30- 
35;  i  valori  rubati  sono  dal  Senato  rettituitl  alU 
pred.,  177,  21-33. 
Pafazzoni  Vkntura  padre  dl  Glovanni,  69,  4. 
Papi  V.:  Marlino    K  (aa.    1417-1431);    Bugtnio    /J' (aa. 
1431-1447);  Nicolh    y  (aa.    1447-1455);  Calisto  II l 
(aa.  1455-1458);  Pio    // (aa.    1458-1464);   Paolo  II 
(aa.   1464-1571);  Sisto  /K(aa.  1471-1484);  Innocenzo 
Vllli&a..  1484-1492);  .^/«la/x/ro  K/(aa.  1493*1503); 
Pio  /// (an.  1503);  Ciulio  // (a«.   1503-1513). 
Pappi  V.  Medici  (/>«')  P. 
Parano  (Da)  Paolo  V.  Pariani  P. 
Parati  Francesco  da  Pavia;  referendario  di  Giovanni 
Bentiroglio  a  Roma;  e  fatto  imprigionare  dai  Co- 
lonna  per  vendicarsi  d.  prigionia  inflflitta  dai  Bo- 
lognesi    a   Glacomo   Lianori   loro    famigliare   (an. 
1504),  330,   19-30;  11  papa  lo  fa  rilasciare,  31. 
[Parentucelli]    Tommaso    \Tommaso   da   Sarzana'^;    di 
Sarzana;  studia  in  Bologna  lettere  e  teologia  sotto 
la  guida  delPAIbergati  e  vi  si' addottora  [s.  a.J,   107, 
28-30;  e  poi  scrittore  d.  penitenzeria  in  Roraa  quindi 
suddiacono  apostolico,  30-31;  e  el.  vesc.  di  Bologna 
da  Eugenio  V  (an.   1445),   107,  31-32;  sua  arma  33- 
33;  e  creato  card.  d.  titolo  di  Santa  Susanna  (an. 
1446),   119,  45-46;  e  el.  pp.  col    nome  di  Nicol6  V 
(an.   1447),  120,  16-17;   notizie  biografiche,  17-1». 
Pariani  Paolo   \Polo   Pariano^   trombetta;  si   accorge 
che  i  nemici  danno  la  scalata  alle  mura  di  Bologna, 
ma  non  pu6  dare  rallarme  perche  i  preso  dai  pred. 
e  minacclato  di  morte  (an.  1439),  14,  17-18. 
Pariani  Paolo    [Paolo    da    Parano]    e  agli    ordinl    di 
Ercole  Bentivoglio  neiresercito  d.  Fiorentlni  con- 
tro  Pisa  (1505),  337,  31-33. 
Paricello  V.  Samfieri  P. 

Parigi  [abazia  di   Sah    Dionigi]    [San  Vionisio]  ne  e 
abate  il  card.  Giovanni  de  La  Grolaie  (an.  1494), 
276,  I. 
—  (cittX)  \Parisii]  ric,  281,  28. 
Paris  V.   Grassi  P. 

....  Paris  (cAPiTANo).  Pcr  avere  sconfitto  Taliano  del, 
Friuli  che  per  ordine  d.  Piccinino  andava  a  soc- 
correre  Brescla,  gli  k  da  questo,  in  unione  col  Gon- 
zaga,  devastata  la  sua  terra  di  Lodrone  (an.  1439), 
57,  45-48. 
Paris  Albkrto  sottoscrlve  la  bolU  «utentic*  d.  dono 
fatto  dal  Sedici  a  Sante  Bentivoglio  (»n.  1455) 
161,  10-13. 


[Parlasca  Simone-Pasqualini  Ettore]  INDICE   ALFABETICO 


713 


i 


"  Parlasca  Simonk,  ric.  LIV,  u  „. 

Parma  (citta)  ric,  21,  1;  vi  sono  imprigionati  per  or- 
dine  d.  duca  di  Milano  Lodovico  e  Baldassarre  Ca- 
netoli,  dopo  pochi  giorni  sono  liberati  (an.  143S), 
46,  39-30;  vi  si  reca  Annlbale  Bentivoglio  chiamato 
da  Nicol6  Piccinino  (an.  1440),  61,  34-35;  il  Ben- 
tivoglio  ne  parte,  38;  il  Piccinino  vi  aduna 
un  esercito  di  seimila  fanti  contro  i  Fiorentini,  39- 
40;  vi  si  recano  dal  Picclnino  Gaspare  Malvezzi  e 
Giovanni  Manzolini  ambasc.  di  Bologna,  65,  S;  vi 
sono  condotti  prigionieri  Annibale  Bentivoglio, 
Gaspare  e  Achille  Malvezzi  (an.  1442),  73,  13;  vi 
si  reca  Francesco  Piccinino  (an.  1443),  75,  21x  il 
pred.  ne  parte,  43:  ric,  79,  49;  Cristoforo  Caccia- 
nemici  e  Lodovico  Caccialupi  vi  si  recano  a  in- 
contrare  Galeazzo  Maria  Sforza  (an.  1459),  168, 
31-34 ;  II  duca  Francesco  Sforza  vi  nianda  un  fra- 
tello  con  nobile  corteggio  incontro  a  Giovanni 
Bentivoglio  (an.  1465),  188,  48-4»;  Polidoro  Sforza 
vi  conduce  Giovanni  Bentivoglio  diretto  a  Milano 
(an.  1471),  206,  47;  vi  giunge  nei  pressi  Lodovico 
Sforza  con  buon  numero  di  soldati  (an.  1486),  234, 
50;  235,  1;  vi  convengono  a  pariamento  per  affari 
di  Stato  il  duca  di  Milano,  il  marchese  di  Man- 
tova,  il  duca  d'Este,  Lodovico  Sforza  e  Giovanni 
Bentivoglio  (an.  1488),  247,  20-23;  anche  vi  si  re- 
cano  con  Giovanni  i  figli  Annibale  e  Antonga- 
leazzo,  23-24;  vi  sono  condotti  prigionieri  dai  sol- 
dati  francesl  Ercole  Bentivoglio  e  Antonio  Volta 
poi  liberati  per  ordine  d.  vicere  (an.  1502),  320, 
10;  vi  si  reca  esule  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1506), 
349,  24-25 ;  V.  ancke  Corsino  da  Parma,  Giampietro 
da  Parma,  Guglielmo  da  Parma,  Lodovico  da  Parma, 
Pier  Giorgio  da  Parma. 

—  (CITTADINI  KLETTI  A  UFFICI  PUBBUCt  O  DIONITA)  T). 
Balduini  Sinibaldo  nuncio  gerosolimitano,  Rossi  Gia- 
como  cap,  d.  Bolognesi,  Sacramori  condottiero  d,  du- 
ca  di  Milano. 

—  (COMMISSAKI)  V.   Giorgio  di  Nor  (a«.  147/)- 

—  (siONORl)  V.  Sforza  Francesco  (an,  i4So)- 

—  (territorio)  {Parmt^giana']  ric.  per  Pcllegrino, 
73,  14;  per  Varano  de'  Marchesi,  15:  per  CoIIccchio, 
80,  1-2;  vi  torna  Tiberto  Brandolini  ai  suoi  castclli 
con  la  moglie  e  la  nuora  (an.  1458),  165,  23-24; 
Annibale  e  Ermes  Bentivoglio  vi  assoldano  genti 
(an.   1507),  369,  1-2. 

—  (vEScovi)  V.  Torre  {Delia)  Antonio  (aa.  1463-1476); 
Sforxa  Ascanio  [aa.   1535-1560]. 

Parmegoiaita  V.  Parma  (territorio), 

Parouni  Pietro  \Pietro  Parolino]  combatte  nel  torneo 
in  BoIo(;na,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o 
ia  Sapienza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito 
d!  Annibale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  k 
ascritto  alla  quarta  squadra  vestita  alPungherese 
(an.  1490),  259,  25-29;  la  sua  parte  riesce  vittoriosa, 
262,  17-19. 

[Paruta  Ruggiero]  \viceri:  di  Sicilia]  rlmane  prigio- 
nlero  d.  Genovesl  nel  porto  di  Gaeta  con  il  re 
d'Aragona,  1'Infante  e  altri  illustrl  pcrsonaggl  (an. 
1435),  42,  i-12;  i  mandato  a  Milano,  13;  h  liberato 
dal  duca  contro  la  volontit  d.  Genovesi,  13-15. 

Paschamno  V.  Pasqualino  P. 

Pase  V.   Pace. 

Pasecli  Anselmo  figlio  dl  Pler  Antonio,  183,  lS;glo- 


vane  probo  e  professore  di  lettere,  essendo  venuto 
a  parole  con  Lodovico  Crescenzi  dal  Poggio  e  fatto 
uccidere  dal  pred.  a  mezzo  del  sarto  Silvestro  dalla 
Vezza  (an.   1464),   183,  14-17. 

1'aselu  Giorgio.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.  1454),  149,  45-46;  e  pod.  di  Genova  (an 
1464),  186,  42-43;  rappacifica  1  Genovesi  coi  Bolo- 
gnesl,  42:    187,   1-2. 

Paselli  PiKR  Antonio  [Pietro  Antonio  Paselio\  padre 
di  Anselmo,  183,  15;  e  arraato  cav.  da  Federico  III 
imp.  in  San  Petronio  di  Bologna  (an.  1452),  142, 
9,  II;  si  reca  con  altri  Bolognesi  a  Pesaro  a  pren- 
dervi  Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivoglio 
(an.  1454),  147,  15-22;  accompagna  a  Roma  il  card- 
Bessarione  (an.  1455),  158,  43-44;  fa  un  presente 
alle  nozze  di  Giullo  Malvezzi  (an.  1464),  184, 
27-28. 

"  Pasi.  Claudio  Paci  chiede  al  Ghirardacci  notizle  su 
di  essi  (an.   1598),  XXXIX,  7-10  „. 

Pasi  Bonifacio  o  Faccio  padre  di  Nicolo,  222,  38;  di 
Giovanni,  88,  49:  169,  46. 

Pasi  Ercole  figlio  di  Nicol6,  222,  39. 

Pasi  Faccio  V.  Pasi  Boni/acio. 

Pasi  Galeazzo  figlio  di  Giovanni,  321,  30;  e  d.  Qua- 
ranta  e  controllore  d.  Camera  (an.  1503),  321,  30; 
fa  costrulre  a  Porta  Maggiore  una  fortezza  per  or- 
dine  d.  pp.,  30-31. 

Pasi  Giovanni  (  Giovanni  Paci\  figlio  di  Faccio,  88,  49; 
169,  4t;  padre  di  Galeazzo,  321,  30;  di  Girolamo, 
371,  9;  i  tra  gli  incaricati  di  attuare  i  provvedi- 
mentt  fiscali  deliberati  nel  conslglio  d.  Seicento 
(an.  1443),  88,  42-49;  c  bandito  di  Bologna  perche 
seguace  d.  Canetoli  (an.  1445),  108,  38;  cf.  41-42;  i 
el.  degli  Anziani  (an.  1446),  113,  13,  12-13:  e  uffi- 
ciale  sopra  11  sale,  118,  32-23;  cf.,  1 13,  2i-23  ;  suo  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  149, 
41 ;  capitano  d.  montagna  riceve  splendidamente  11 
pp.  a  Loiano  (an.  1459),  169,  46-47;  i  dal  pred.  fatto 
cav.  aurato,  47;   170,   1. 

I'Asi  GiROLAMO  figlio  dl  Giovannl,  371  9;%  dal  pp.  el. 
Gonfaloniere  d.  popolo  pel  quartieredl  Porta  Stieri 
(an.  1506),  359,  41;  e  secondo  nel  mettere  fuoco 
al   pal.  Bentivoglio  (an.   1507),  371,  8-9. 

Pasi  G1UI.10  el.  d.  Signorl  (an.  1508),  385,  31,  33-34;  el. 
d.  Quaranta  dal  leg.  Alidosl,  390,  15,  1«. 

Pasi  Iacopo  si  uccide  gettandosi  da  una  finestra  (an. 
1506),  342,  50. 

Pasi  Luigi  \Aloisio\  figllo  di  Nicol6,   222,  39. 

Pasi  Nicol6  figlio  di  Bonifaclo,  222,  38;  i  degll  An- 
ziani  per  11  settembre-ottobre  (an.  1445),  111,  7-8; 
t  (an.  1480),  222,  38;  lascla  quattro  figli  Luigi,  Vir- 
gllio,  Ercole  e  Pace,  38-39;  i  sepolto  in  S»n  Mar- 
tino,  39-40;  epitaffio  sulla  sua  sepolturi,  41-42. 

Pasi  Paci  \Pasio  Pasi]  figiio  dl  NlcoI6,  222,  »9;glik 
consegnato  da  Glovinni  Bentiroglio  lo  stendardo 
durante  II  torneo  (an.  1470),  205,  26-29. 

Pasi  PlBTRO  [Pietro  Paci]  seguace  d.  Canetoli,  k  b«n- 
dito  di  Bologna  (an.  144S).  109,  6. 

Pasi  Viroilio  figllo  di  Nlcol6,  222,  »9. 

Pasio  v.  Pace. 

PAsquALE  v.  Malipieri  P, 

Pasquau.vi  Ettork  \Blt»re  Pascialino]  ambasc.  vene- 
/.iano  al  nuovo  pp.  Paolo  II,  passa  dl  Bologni  (an. 
1464),  186,  36-37. 


714 


INDICE  ALFABETICO         IPMquallno  <U  P.-P«l*c»al  M.] 


PAaqUAi.iMo  (uA  PioMBiNoJ  h  nell'c*erclto  di  Bartolo- 
meo  dl  AlvUno,  quale  capo  d.  balettrlcri  a  cavallo 
contro  i  Florentinl  (an.  1505),  337,  37-31;  i  fatto 
priglonlero  dai  pred.,  45. 

*[PA«8AHBUJk)  GlACOMO  [vesc.  dt  /mola]  VC8C.  di  Imola; 
rlr.  nel  prlvllegio  di  re  Enrlco  dl  Ingliiltcrra  in 
ravore  dl  Vincenzo  Palcottl    (an.  1487),  242,  13. 

•  Pa»siou  David.  Dizionario  rlc,  CXX,  17,  4  „. 

PATRAS.SO  (arcivbsc.  ui)  [arcivtsc.  di  Trappassa\  va 
governatore  per  la  Chiesa  a  Cetena  (an.  1465),  189, 
J*-37. 

[Patrizi  Krancksco|  \vesc.  di  Gaela\  aciompagna  il 
prindpe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  prendervl 
ia  sposa  di  Alfonso,  Ippolita  Sforza  (an.  1465), 
187,   45-46. 

Paulo  V.  Paolo, 

Pausi  Albsrto  segretario  d.  Senato  bolognese ;  la  siia 
casa,  sui  cantone  pr.  11  pal.  d.  Signori,  i  atterrata 
pcr  fare  il  mercato  (an.   1496),  29(),  18-19. 

Pavaolionb  V.  Bologna  {Pavaglione). 

Pavese  Fr.\ncbsco  fa  parte  deirambasccria  mandata 
da  Giovanni  Gonzaga  a  Bologna  a  prendervl  la 
sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494),  275,  7-10 ;  per- 
notta  al  Bentlvogllo,  11-12;  giunge  a  Bologna  per 
acqua  aspettato  da  Giovannl  Bentivoglio  con  largo 
seguito,  li-15;  alloggia  nel  pal.  d.  pred.,  15-16;  va 
in  gran  pompa  a  messa  a  San  Petronio,  17-18;  as- 
siste  il  giorno  dopo  in  questa  cliiesa  a  una  Rap- 
presentazione  Sacra,  20- J2;  parte  con  la  sposa  per 
Mantova,  23-35. 

Pavia  [Papia]  (citta).  Per  miracolo  dl  san  Nicol6  da 
Tolentino  sl  aprono  le  carceri  e  sono  liberati  tutti 
i  carcerati  il  giorno  d.  sua  canonizzazione  (an. 
1446),  115,  50;  116,  I;  questo  fatto  viene  dipinto 
sopra  una  d.  sue  porte,  1 :  vi  si  aduna  un  parla- 
mento  di  molti  Signori  d'Italia  per  trattare  d. 
guerra  contro  I  Vcnezianl  (an.  1468),  198,  34-38; 
rlc,  281,  27  ;  vi  f  11  duca  Giangaleazzo  Sforza  (an. 
1494),  283,  33-34. 

—  (clTTADlNi  ILLUSTRi)    V.  Parati  Francesco  referen- 
dario  di  Gioiianni  Bentivoglio. 

—  (CONTl)  \Papiae  comes]  v.  Sforza  Francesco. 

—  (vESCOVl)  V.  Ascanio  Sforza  (aa.  1479-1505);   Fran- 
ceseo  Alidosi  (aa.  1505-1511). 

"[Pazzaia  Bernardo]  ric,  XVII,  30-41  „. 

Pazzi  ricchissima  e  nobilissima  famiglia  fiorentlna ; 
cssi  gelosi  d.  supremazia  d.  Medici  in  Firenze  de- 
terminano  di  disfarsi  di  Lorenzo  e  Giuliano  (an. 
147S),  218,  30-33;  uccidono  nel  Ouomo  Giuliano  e 
feriscono  leggermente  Lorenzo,  33-35. 

*  Pbcci  Francesco.  Sua  poesia  gratulatoria  nel  1°  vol. 
AcW Hisloria  di  Bologna  d.  Ghlrardacci  (an.  1596), 
LII,  1»,  22-23,. 

Pbdiano.  Ne  fe  fatto  vicario  per  otto  mesi  Giacomo  dal 
Lino  (an.  1430),  22,  32-33;  il  medesimo  ne  e  nomi- 
nato  commlssario  (an.   1437),  50,   13. 

Pbuocca  Francesco  [Francesco  Pedoca]  di  Mirandola; 
rettore  dello  Studio  di  Bologna;  Indice  una  bellls- 
sima  giostra  (an.  1489),  254,  26-28:  invita  alla  festa 
Ginevra  Bentlvoglio  appunto  tornata  in  c,  38-2»; 
descrizione  d.  giostra,  29-3»;  confermato  rettore  d. 
Studio  bandisce  altra  giostra  (an.  1490),  256,  37- 
38 ;  1'ordlnamento  d.  quale  fe  curato  da  Giovanni 
BentiTOgllo,  38-41;  descrizlone  di  essa,  4I-4S;  vlene 


a  conteu  con  II  referendario  d.  duca  di  Mitano 
pcr  questione  di  precedenza  (an.  1491),  263,  11-13; 
gll  h  dato  torto  dal  luogotenente  d.  leg.,  che  gli 
impone  dt  partire,  11-14;  h  richiamato  dal  Senato 
che  gll  manda  Incontro  raolti  cav.,  14-37;  espone 
le  *ue  ragloni  al  Senato,  che  gll  da  la  precedenza 
sul  referendarlo,  37-3t;  si  riconcilia  col  pred.,  It; 
bandisre  una  giostra  per  il  giorno  di  San  Donato, 
19-41. 

i'EDRACHBLLi  Guioo  Antonio  dl  SplUmberto,  combatte 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  M  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane. 
al  seguito  dl  Nlcol6  Rangonl  paladino  d.  Sapienza: 
e  ascritto  alla  prima  squadra  vettita  alPitaliana 
(an.  1490),  258,  25-36,  28;  il  tuo  partito  toccombe, 
262,  17-19. 

....  Pkuri.vo  capo  d.  balettrieri ;  combatte  nel  torneo 
in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  nelle  cote 
umane  prevalga  la  Sapienza  o  la  Fortuna,  al  te- 
gulto  di  Annibale  Bentivoglio  paiadino  d.  For- 
tuna;  c  ascritto  alla  prima  squadra  vettita  airita- 
llana  (an.  1490),  259,  15-1«;  ia  sua  parte  rietce 
vittoriosa,  262,  17-19;  capo  squadra  di  Annibale 
Bentivoglio:  c  confinato  da  Bologna  come  sotpetto 
(an.   1506),  362,  33-34,  37-38. 

[Pedro  di  Aragona)  [in/ante];  e  fatto  prigloniero  col 
re  di  Aragona,  col  vicerfe  di  Sicilia,  con  11  maettro 
deIl'ordinc  dl  San  Giacomo  di  Gallzia  e  con  al- 
trl  personaggi  dal  Genovesi  nel  porto  di  Genova 
(an.  1435),  42,  S-13;  i  mandato  a  Milano,  13;  ^  11- 
berato  dal  duca  Visconti,  13-15. 

Pegolotti  Antonio  [Antonio  Pegolotto]  e  ucciso  da 
Don  Giovanni  da  Vienna  (an.   1466),   192,  32-23. 

Pelacani  Antonio  Papa  [Papa  Pellacano,  Antonio  Papa 
Pellacani]  h  tra  quei  fuorusciti  che  sono  richiamati 
in  Bologna  (an.  1430),  18,  1,  3;  fa  pace  a  nome  di 
Antonio  Bentivoglio  coi  Canetoli,  5-6 ;  in  casa  sua 
rlmane  nascosto  una  giornata  Pietro   Albertl  (an. 

1435).  «.  5- 
PelacanI  Bartolomeo  [Barto/omeo  Pelacani]  figlio  di 

Gigante  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  26,  41. 
Pblacani  Darontk  [Daronte  Pellacani]  seguace  d.  Ca- 

nctoll  e  bandito  di  Bologna  (an.   1445),   108,  21. 
Pblacani  DoMENlCO  [Domenico  Pellacani]  figlio  di  Giu- 

llano,  97,  47-48:  prende  parte  a  una  giostra  In  Bo- 

logna  (an.   1444),  97,  46-48. 
Pelacani  DoMBNlco  [Domenico  Pellacani]  figlio  dl  Vil- 

lano,  99,  36;  corre  il    palio    in  Bologna  il  giorno 

di  San  Luca  (an.  1444),  99,  32-36. 
(PblacaniJ  Giacoma  [Mcoma]  fantesca  e  mogUe  di  Gi- 

gante  Pelacani,    12,  15;  cf.,  11,  29;  prende  parte  a 

una  congiura  per  fare  entrare  i  nemici  in  Bologna 

(an.  1428),  11,  15-24;  i  scoperta,  25-26,   29;  le  e  ta- 

gliata  la  testa  (an.   1439),  12,  15-16. 
Pelacani  Gioante    [Oigante  Pellacano]  padre  di  Bar- 

tolomeo,  19,  41;   ric   per   Giacoma   sua   moglie   e 

fantesca,  11,  39;  12,   15. 
PblacanI  Giuliano  [Ginliano  Pellacani]  padrc  di    Do- 

menico,  97.  47-48. 
Pelacani  Mazzonb  [^fazzone  Pellacani\  h  confinato   a 

clnquanta  raiglia  da  Bologna  perche  amico  d.  Ben- 

tivoglio  (an.    1507),  362,  33-34,  45-46;  363,  3;  e  mul- 

tato  In  cento  ducatl  per  il  rifaclmento  del  pal.  Ma- 

rescotti  (an.   1508),  386,  42. 


[Pelacani  Rabuino-Pepoli  Aleas.]        INDICE   ALFABETICO 


715 


I 


Pklacami  Rabuino  [RabutHO    Pellacano\    e   bandito    di 

Bologna  (an.  1430),  19,  J6,  «0-41. 
Pelacani  Stepano  [SCephano    Pelacano]  la   sua    casa  e 

sacciieggiata  e  bruciata  (an.  1445),  106,  42;   107,  6; 

e  ucciso  in  Bologna  durante  i  torbidi   per  la  f  dl 

Annlbale  Bentivoglio,  106,  36,  31. 
Pblacani   Villaso    [  Villano   Pel/acani\    padre   di    Do- 

raenico,  99,  36;  seguace  d.  Canetoli,  e  bandito   di 

Bologna  coi  figlioli  (an.  1445),  10%  "• 
Pelizzaro  V.  Pellizzari, 
Pellacani,  Pbllacano  V.  Pelacani. 
Pbllegrina  V.  LeoHori  P. 
Pbllbgrini  Battista  [Battista  Pellegrino]  i  confinato 

a  Cesena  perche  araico  d.  Bentivoglio   (an.    1507), 

368,  9-10,  13. 
PkLLkgrino  {Fereg-rino]  v.  Bouardi  P.,  BoHsi  P.,  Cac- 

cianemici  P.,    Cristiani   P.,    Floriani   P.,    Grati  P., 

Manzolim  P.,    Torre  (Della)  P.,  Zani  P. 
Pellegrino  da  Vkrgato  contadino;  suo  dono  a  Sante 

Bentivoglio  (an.   1454),   151,   U-J9. 
Pellegrino  nel   Parraigiano;  vi  sono  condotti   prigio- 

nieri    nella  rocca    Annibale    Bentivoglio,    Gaspare 

e  Achille  Malvezzi  (an.  1442),  73,   14;  vi  resta  solo 

Gaspare,  1». 
Pellegrino  Antonio  V.   Orlandi  P.  A. 
"  Pellicani  Gia.mbattista  scrive  versi  laudativi  per  la 

pubblicazione  d.  1"  vol.  della  Historia  di  Bologna 

d.  Ghirardacci  (an.   1657),   LXI,  10-11  „. 
Pbllizzari  Bartoiombo  [Bartolomeo  Pellizzaro]  padre 

di   Grasso,   108,  39-30. 
Pbllizzahi   Chimento    [Ckimento  Pellizzaro]  padre   di 

Giorgio,  30,  35. 
I»ellizzari  GlOROlo  [Giorgio  Pellizzaro]  figlio  di  Chi- 

mento,  30,  35:  padre  di  Michele,   100,   11;  t  «  San 

Giovanni  in  Persiceto  nella  mischia  con  le   genti 

d.  Chiesa  (an.   1431),  34-35. 
PtLLizzARi    GiULlANo  [Giuliano    Pellizzaro]   i    bandito 

di  Bologna  (an.  1430),  19,  36,  33. 
Pellizzari  Grasso  [Grasso  Pellizzaro]  figlio  di  Barto- 

iomeo,    108,   i9-30;  seguace   d.    Canetoll,  e  bandito 

di    Bologna  (an.   1445),  108,  39-30. 
Pellizzari  Gregorio  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 

19,   36,   33-34. 

Pellizzari  MiciiBLE  [Afickele  Pellizzaro]  figlio  di  Glor- 
gio,  100,  11;  uccide  per  crrore  Carlo  Malrezzi  (an. 
1444),  100,  9-n. 

Peloponneso  [Peloponese]  v.  Morea. 

Pemirano  (fondo  di)  ric,  67,  U. 

PenachIO  V.  Pennaccki. 

"Pbnnabilli  (IJa)  Eugenio  frate  Eremltano,  sotto- 
priore  nel  convento  di  San  Giacomo  in  Boiogna  in 
luogo  di  Fra  CherubinoGhirardacci  (an.  1560),  XIV, 
13-13  „. 

Pknnacchi  Albssandro  [Alessandro  PenHacckio]  fratello 
di  Lorenzo,  esce  di  Bologna  coi  Bentivogiio  suoi 
amici  (an.  1506).  348,  41,  44. 

Pknnacchi  Francesco  [Francesco  Penackio]  connesta- 
bile:  f  al  riacquisto  di  Sarzana  e  Sarzanello  com- 
battendo  pei  Fiorentini  totto  le  bandierc  di  Annl- 
bale  BentiToglio  (an.  1487),  241,  36-31. 

Pennacchi  Giovanni  padrc  di  Lorcnzo,  294,  9. 

Pennacchi  Lorenzo  [/.orenzo  Ptnnacckio,  Penacckio^ 
figlio  di  Giovannl,  294,  9;  canonico  di  Bologna; 
rattoii  crociato  accompagiui  a  Gerusalemme  Anton 


Galeazzo  BentlTOglio  (an.  1498),  294,  9-13:  conduce 
scelti  fanti  a  Giovanni  Bentivoglio  in  Bologna 
(an.  1501),  303,  4S-49;  accompagna  Anton  Gaieazzo 
Bentivoglio  in  pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di 
Vienna  e  a  San  Giacomo  di  Galizia  (an.  1505), 
336,  13-15;  esce  di  Bologna  coi  Bentivoglio  suoi 
amici  (an.   1506),  348,  41,  43. 

Penne  (Da)  V.    Tommaso  da  Penne. 

Penne  [PeHa]  (vbscovo)  v.  Gozzadini  Delfino  (an.  1430). 

Peola  si  da  alla  Chiesa  (an.   1428),  9,  43. 

Pepoli  (famiglia)  "  h  rappresentata  nel  Tkeatro  de'  mo- 
derni  ingegni  A.  Ghirardacci,  XXIV,  33,  34,;  pren- 
dono  parte  airadunanza  indetta  dai  Canetoli  con^ 
tro  il  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  1428),  5, 
43-44;  6,  3;  approvano  che  si  prendano  le  armi, 
13-13;  con  gli  altrl  s!  impadroniscono  d.  Plazza  e 
danno  fuoco  al  Pavaglione  d.  Bozzoli,  14-15;  In- 
sieme  ai  Malvezzi  hanno  robbligo  d.  manutenzione 
d.  chiusa  d.  Serino  (an.  1440),  67,  13-14,  d.  cui  acqua 
si  servono  pei  propri  molini,  14-15;  in  casa  loro 
e  ospitata  la  march.  dl  Mantova  di  passaggio  a  Bo- 
logna  (an.  1443),  75,  21;  dopo  1'uccislone  di  An- 
nibale  Bentivoglio  sl  armano  al  suono  d.  cam- 
pana  di  San  Glacomo  e  vanno  In  Plazza  a  dare 
man  forte  al  Marescotti  contro  i  Canetoll  (an. 
1445),  104,  39-35;  si  recano  a  San  Rutfillo  incontro 
a  Sante  Bentivoglio  (an.  1446),  119,  17;  ii  Senato 
fa  sacchcggiare  in  Bologna  le  case  di  molti  loro 
amici  (an.  1449),  131,  30-35;  sonu  cacclati  di  Cre- 
valcore  dagli  abitanti,  132,  6-9;  sono  fuorusciti  di 
Bologna  (an.  1450),  134,  33;  i  dlscendenti  dl  Guido 
e  Gaieazzo  portano  11  titolo  dl  conte  loro  fatto 
concedere  da  Sante  Bentivoglio  (an.  1459),  167, 
33-34,  cf.  37-39;  nella  loro  casa  In  strada  Casti- 
glione  alloggia  II  card.  Sigismondo  Gonzaga  (an. 
1506),  357,  4-5;  sono  sospettati  dal  governatcre, 
per  opera  d.  Marescottl,  di  nascondere  armati  nelle 
ioro  case  (an.  1508),  379,  14-15;  ma  nella  perqui- 
sizlone  ordlnata  dal  pred.  non  si  trova  alciino, 
17-11;  In  casa  loro  riparano  a  ognl  malafatta  Ga- 
spare  Scappi  e  1  compagni,  383,  20-31;  cf.,  13-14; 
accusano  pr.  11  governatore  1  Marescotti  di  avere 
istigato  il  ferimento  di  Piramo  Pepoli  («n.  1509), 
395,  10-11. 

Pepom  Aldobrandino  [Aldrovandino  Peppoli]  glostra 
nel  torneo  In  Bologna,  tenutosl  per  definire  se  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevaiga  nelle  cose  umane, 
col  coiori  dl  Nlcol6  Rangoni  paladino  d.  Saplen- 
za;  i  ascrltto  alla  sesta  squadra  vestlta  alla  mo- 
rcsca  (an.  1490),  258,  40-41;  la  sua  parte  soggiare, 
262,  17-11;  fe  tra  la  gente  d'arme  dl  Annibale  Ben- 
tlvoglio  assoldato  dal  Fiorentlnl  rontro  i  Pltani 
(an.  1505),  337,  31-23. 

Pepoli  conte  Albssandro  figilo  di  Isotta  Rangoni  e 
di  Guido  III,  339,  33-33;  i  d.  Venti  d.  popolo  el.  !n 
«tprannumcro  (an.  1506),  352,  11;  el.dal  pp.  d.Qua- 
ranta  Consiglieri  e  Rlformatorl,  358,  34,  36;  dal  leg. 
e  dal  Quaranta  fe  incarlcato  di  cacclare  i  fratelli 
Bentlvogllo  dal  territorlo  Bolognesc  (an.  IJ07), 
370,  3-4,  cf.,  36;  torna  a  Bologna  da  Roma,  ove  era 
itato  chiamato  dal  pp.  (an.  IS08),  385,  40-41;  udlto 
che  molti  clttadlnl  erano  itat!  Imprlgionati  lotto 
accuia  d!  complotto  esrc  d!  Bologna,  390,  47-41; 
incontratosi  per  via  ron  il  fr.  Romee  che  tornava 


716 


INDIC£  ALFABETICO  [PepoU  AleMUdro-Pepeli  Giovknni] 


a  Bologn*  dal  loldo  d.  Venezianl,  lo  (a  andare  con 
lui  verio  Plia,  48;  391,  1-J. 

Pcrou  Ahdhba  i  el.  dcgll  Anziani  per  porta  San  I>ro- 
coio  («n.  144S),   100,  14. 

Pepoi.1  Annibalk  figllo  dl  Isotta  Rangonl  e  di  Guldo  III, 
339,  3J-33. 

PEPor.l  Antonio  figllo  dl  Romeo,  136,  10;  gil  i  ietto 
d.  parl  che  agll  altri  fuorusclti  11  breve  papale 
che  intlma  la  cesslone  dl  Castel  San  Pietro  (1450), 
»13;  ne  parte  e  va  a  Lugo,  14-15;  bandlto  dal  ter- 
ritorlo  dl  Bologna  sotto  pena  d.  confiaca  d.  beni 
obbedlsce  e  va  ad  Imola,  49-50:  137,  3-4;  corre  con- 
tro  Kllippo  Malvezzi  che  tiene  II  priino  tavolac- 
clo  verso  1  banchi  di  piazza  nella  giostra  per  le 
noz7,e  di  Aniiibale    Bentivoglio   (an.   1487),  241,  3. 

Pbpoli  BALOAS.SAKRE  [Saldessera]  partecipa  alla  spe- 
dizione  d.  fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.  1451), 
138,  i. 

Pkpoli  Camillo  figlio  di  Guido  III  e  dl  Isotta  Ran- 
goni,  339,  33-33;  chierico  bolognese  e  protonotario 
apostolico  riceve  molti  benefici  dal  pp.  nelle  dlo- 
cesi  di  Padova,  Brescia,  Reggio  e  Modena  (an.  1486), 
234,  1-2;  In  una  bolla  d.  pred.  datata  da  Roma  i 
lodato  per  nobilt»  di  sangue  e  chiamato  "de  co- 
mitum  gente  „,  3-4. 

Pepoli  Cornblio  figlio  di  Isotta  Rangoni  e  dl  Guldo  III, 
339,  33-33. 

Pbpoli  Costanza  figlia  di  Isotta  Rangoni  edi  GuidoIII, 
339,  36;  maritata  al  Conte  Annibale  Dei  Sagrato, 
339,  »6-37. 

Pepou  Diamante  figlia  di  Romeo  e  di  Isabella  Beh- 
tivoglio,  140,  30-31;  e  marltata  a  Lodovico  Fell- 
cini  [s.  a.J,  140,  33-33. 

Pkpoli  FiLippo  figlio  di  Guido,  51,  33-35:  73,  32;  97, 
31-32;  100,  30;  121,  7;  amico  d.  f  Antogaleazzo 
Bentivoglio;  con  aitri  amici  d.  pred.  i  persuaso 
da  Raffaele  Foscherari  a  vendicarne  ia  f  coi  dare 
Bologna  in  Signoria  d.  duca  di  Milano  (an.  1438), 
51,  34-31;  c  mandato  a  Nlcol6  Piccinino  sotto  As- 
sisi  per  chiedergli  la  liberazione  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  e  d.  due  Malvezzi  fatti  indebitamente  pri- 
gionieri  dal  figlio  di  lui  Francesco  (an.  1442),  73, 
24-33;  h  per  porta  Ravegnana,  d.  Commissione  in- 
caricata  d.  elezioni  agli  uflSci  (an.  1443),  97,  23-35, 
32;  e  raandato  ambasc.  a  l'"ironze  (an.  1445),  '00, 
30-31;  ne  torna  con  promessa  d'aiuti,  31-33:  dottore 
decretale  e  gonfaloniere  di  luglio  e  agosto,  109, 
33-23;  e  fatto  da  Xicol6  V  canonico  di  San  Pietro 
e  generale  d.  Crociferi  (an.  1447),  121,  6-7;  h  ia- 
sclato  dal.  leg.  Astorre  Agnesl  suo  luogotenente  di 
Bologna  (an.  1449),  129,  43;  vaa  Roma  a  lagnarsi 
col  pp.  d.  misfatti  che  succedono  in  Bologna  a 
causa  di  Sante  Bentivoglio,  130,  13-16. 

Pepoli  Filippo  figlio  di  Guido  m  e  di  Isotta  Rangoni, 
339,  34. 

Pepoli  contk  Galkazzo  figlio  di  Roraeo  e  di  Isabelia 
Bentivogiio,  67,  8;  140,  30-31;  167,  27-28:  211,  16: 
fratelio  di  Maria  Margherita,  220,  49;  e  di  Guido, 
206,  19,20;  211,  16;  ha  quattro  anni  alla  t  d.  pa- 
dre  (an.  1451),  140,  31;  ancor  fanciullo  h  col  fra- 
tello  Guido  chiamato  a  Bologna  da  Sante  Benti- 
voglio  e  fatto  creare  conte  (an.  1459),  167,  27-29; 
il  duca  Borso  fa  bruciare  alla  Galeazza  i  molini 
suoi  e  di  Guldo  (an.  1470),  206,  19-20;  gli  %  confer- 


mata  in  enfiteusl  Insieme  al  fratello  1«  Galeasia 
dalPabate  di  Nonantola  pcr  boila  di  Siito  IV'  (an. 
1472),  211,  15-16;  ha  nuova  conferma  d.  Galeazza 
e  d.  feudo  di  Valbona  (an.  1475),  16-17;  avendo  gii 
con  (juido  pagato  ai  capitolo  d.  canonica  di  Bo- 
iogna  i  quattro  quinti  d.  casa  Gregoriana  da  loro 
comperata,  ed  esiendo  nel  frattempo  f  il  sopraln- 
tendente  alla  nuora  fabbrica  d.  canonica  con  i 
detti  denari  costruita,  prima  di  pagare  ii  residuo 
desidera  che  il  pp.  dia  autorita  ai  tre  canonlcl  ehe 
continuano  la  fabbrica  di  fare  loro  11  saldo  d.  pa- 
gamento  (an.  1477),  217,  12-35;  II  che  gll  h  con- 
cesso  con  rescrltto  pontificlo,  36-41 ;  accompagna 
Giovanni  Bentivogiio  in  visita  a  Kerrara  (an.  I479), 
219,41-44;  scalco  alle  nozze  di  .\nnlbaie 
BentlTogllo  (an.  1487),  237,  37-2«;  suoi  orna- 
menti,  44-45;  abiti  d.  suoi  servl,  43-44;  accompagna 
a  Rimini  Violante  Bentivoglio  sposa  a  Pandolfo 
Malatesta  (an.  1487),  254,  17-20;  torna  a  Bologna, 
25;  h  degli  Anzlani  con  Annibale  Bcntivoglio  Gon- 
faloniere,  525,  6-8. 

PupoLi  Galeazzo  figlio  di  Guido  III  e  di  Itotta  Ran- 
gonl,  339,  34. 

Pepoli  Giacomo  figllo  di  Guido,  70,  J3;  131,  45;  fra- 
tello  di  Romeo,  70,  22:  sposa  una  figlia  di  Nanni 
Gozzadinl  (an.  1441),  70,  32-33;  essendo  a  Creval- 
core  coi  fratello  Obizzo,  a  causa  d.  peste  le  ne  in- 
signorisce  (an.  1449).  131,  45-46,  ottenendolo  da 
Giacomazzo  da  Castcibolognese,  46-48  ;  11  Senato  fa 
saccheggiare  i  suoi  t>eni,  48-49:  bandito  dai  terri- 
torio  di  Bologna  sotto  pena  d.  confisca  d.  beni, 
obbedisce  e  va  ad  Imola  (an.  1450),  136,  49;  137, 
2-4;  h  nella  spedizlone  d.  fuorusciti  per  rientrare 
in  c.  (an.   i^SOt   i^S.  5. 

Pkpoli  Giambattista  banditu  dal  ferritorio  di  Bolo- 
gna  sotto  pena  d.  confisca  di  tieni  obbedisce  e  va 
ad  Imola  (an.   1450),   136,  49-50;   137,  2-4. 

1'bpoli  [GianoalbazzoJ  abate  di  Nontntola:  con  il  ve- 
scovo  di  Penne  conduce  all'altare  maggiore  in  San 
Pietro,  il  nuovo  cav.  Luigi  Griffoni  («n.  1432), 
31,  24-26;  concorre  alla  riedificazione  d.  chiusa  d. 
Serino  (an.  1440),  67,  8-10;  t  («n.  1449),  129,  44-45; 
h  scppellito  modestamente,  causa  la  pestilenia,  in 
San  Domenico,  45. 

Pepoli  Gimevra  figlia  di  Isotta  Rangoni  e  dl  Guido  III; 
si   fa  monaca  in  San  Lorenzo,  339,  36. 

Pkpoli  GiovANNi  figllo  dl  Taddeo,  117.  48;  e  accom- 
pagnato  sino  a  Castelfranco  da  Taddeo  Marchese 
(an.  1446),  117,  2;  quivi  rilevato  da  Alberto  Pio, 
3;  i  dato  ostaggio  a  Guglielmo  di  Monferrato  dai 
Boiognesi  (an.  1446),  117,  48;  partecipa  alla  spe- 
dizione  d.  fuorusciti  per  rientrare  in  c.  (an.  1431X 
138,  5. 

Pbpoli  Giovanni  figlio  di  Nicola,  162,  U;  famoso  dot- 
tore,  vive  in  questo  tempo  in  Bologna  (an.  1456), 
162,  14-16. 

Pkpoli  Giovanni  figllo  di  Isotta  Rangoni  e  di  Guido  III, 
339,  33-33;  fratello  di  Romeo,  393,  14:  accorre  alia 
chianiata  d.  congiurati,  per  fare  rientrare  i  Ben- 
tivogiio  (an.  1508),  380,  35-38:  parendogli  la  biio- 
gna  male  c  imprudentemente  corainciata  torna  a 
casa,  39-41;  con  cento  uomini  guarda  lo  sbocco  d. 
via  d.  Clavature  in  piazza  avendo  seco  Gaspare 
Fantuzzi,  46-48;  t  ventitreenne,  in  casa  di  Rinaldo 


fPepoli  Giovanni-Pepoh  Obizfo]        INDICE   ALFABETICO 


717 


Ariosti  a  Venezia,  393,  U-15:  ne  e  portato  il  corpo 
a  Bologna  e  sepolto  in  San  Domenico  con  grandi 
onori,   16-17. 

PsPOLl  GiROLAJio  lleronimo]  tiglio  di  Isotta  Rangoni  e 
di  Guido  III,  339,  35. 

Pepoh  GiuLlA  Hglia  di  Romeo  ed  Isabella  Bentivo- 
glio,   140,  30-31:  e  maritata  a  unCattani,   140,32-33. 

Pepoli  Gregoriano  ospita  in  casa  sua  il  card.  Dome- 
nico  Capranica  (an.   1436),  47,   17-18. 

Pepoli  Guido  padre  di  Filippo,  51,  2S;  73,  31;  97,  31-32: 
100,  30;  di  Giacomo,  70,  22;  131,  «;  di  Obizzo,  61, 
30-31;  64,  <3;  68,  35;  70,  13-U;  97,  47;  131,  ii:  di 
Romeo,  51,  25;  55,  17;  57,41;  62,6,50;  107,  33-2«; 
di  Taddeo,  4,  15,  «6;  6,  46;  si  reca  con  il  governa- 
tore  di  Boiogna,  Lodovico  Alamanni,  e  con  altri 
gentiluomini  bolognesi  a  prendere  possesso  di 
Imola  e  Forli  (an.  1426),  4,  lO-ll;  e  el.  d.  Sedici 
Riformatori  dello  Stato  (an.  1428),  7,  l;  h  inviato 
dal  Senato  di  Bologna  arabasc.  con  altri  a  Vene- 
zia  a  impetrarne  aiuto  contro  il  pp.,  8,  14-17  ;  non 
ottlene  nulla,  17-18;  cav.,  el.  d.  Dieci  Riformatori 
(an.  1429),  11,  43;  fe  d.  Sedici  Riformatori,  14,  9: 
va  ambasc.  d.  Senato  a  Martino  V  a  riconoscerlo 
per  slgnore  (an.  1430),  17,  41-42;  e  el.  da  Eugenio  IV, 
per  il  quartiere  di  porta  San  Procolo,  d.  Venti  com- 
missari  deputati  alla  creazione  d.  niagistrati  d.  c. 
(an.  1431),  27,  33,  25;  riel.  d.  Vcnti  consiglieri  (an. 
1432),  31,  9;  con  Gozzadino  Gozzadini  cinge  gli 
sproni  in  San  Pietro  al  nuovo  cav.  Luigi  Griffoni, 
31,  24;  concorre  aila  riedificazione  d.  cliiusa  d. 
Serino  (an.   1440),   67,  »-10. 

PkpoLi  coiTTS  GuiDo  III I  Giulio  .',  Giiido,  Guidone  de  Pep- 
poli\  figlio  di  Romeo  e  di  Isabella  Bentivoglio  so- 
rella  di  Annibale,  140,  30-31;  167  ,27-28;  211,  15; 
221,  39-40;  fratello  di  Maria  Margherita,  220,  40:  e 
di  Galeazzo,  206,  19-30;  211,  16;  padre  di  Alessan- 
dro,  Annibale,  Camillo,  Cornelio,  Costanza,  Fi- 
lippo,  Galeazzo,  Ginevra,  Giovanni,  Girolarao,  Pi- 
ramo,  Romeo,  Taddeo,  Ugo,  Veronica,  339,  32-35; 
specificatamente  di  Romeo,  51,  25;  55,  17;  57,  41; 
62,  6,  50;  70,  22;  107,  23-24,  e  di  Taddeo,  4,  16,  47; 
6,  46;  marito  di  Isotta  Rangoni:  ha  dodici  anni 
alla  t  d.  padre  (an.  145 1),  140,  31;  accompagna 
Giovanni  Bentivoglio  a  Milano  (an.  1465),  188,  38; 
il  duca  Borso  fa  bruclare  alla  Galeazza  i  molini 
suoi  e  di  Galeazzo  (an.  1470),  206,  19-20;  gli  i  con- 
fermata  in  enfiteusi  insieme  al  fratello  pred.  la 
Galeazza  dalPabate  di  Nonantola  per  bolla  di  Si- 
sto  IV  (an.  1472),  21 1,  15-16;  ha  nuova  conferma  d. 
Galeazza  e  d.  feudo  di  Valbona  (an.  1475),  15-17; 
conducc  a  Bologna  sua  moglie  Bernardina  Rangoni 
modenese,  ciii  cambla  il  nome  in  Isotta,  con  grande 
apparato  e  onore,  214,  37-40,  49 ;  riceve  doni  da  tutti 
i  cittadini  artefici,  compagnie  e  ville  d.  contrada 
e  tlene  corte  bandita  per  tre  giorni  avendo  a  scal- 
chi  molti  nobili  d.  c.,  43-48:  avendo  giA  con  il  fr«- 
tello  Galeazzo  pagato  al  capitolo  d.  canonica  di 
Bologna  1  quattro  quinti  d.  casa  Gregoriana  da 
loro  compcrata,  ed  essendo  nel  frattempo  f  "  *°" 
praintendente  alla  nuova  fabbrica  d.  canonlca  con 
i  dctti  denari  costruita,  prima  di  pagare  II  residuo 
desidera  che  il  pp.  autorizzi  i  tre  canonlci  che  con- 
tinuano  la  fabbrica  a  far  loro  il  saldo  d.  pagamento 
(an.  1477),  217,  13-35;  11  che  gll  i  concesso  con  re- 


scritto  pontlficio,  36-41;  accompagna  a  Ferrara  An- 
nibale  Bentivoglio  (an.  1478),  219,34-35:  accompa- 
gna  Giovanni  Bentivoglio  a  Milano  (an.  1479), 
221,  33-23;  e  presente  allMstrumento  di  donazione 
d.  castelli  di  Covo  e  di  Antignano  e  d.  ponte  di 
Pizzighettone  fatta  da  Giangaleazzo  Sforza  a  Gio- 
vanni  Bentivoglio  (an.  1480),  39-40;  accompagna  a 
Faenza  Francesca  Bentivoglio  (aii.  1483),  223,  45-45; 
fe  scalco  generale  alle  nozze  di  Annibale  Bentivo- 
glio  (an.  1487),  237,  24-26:  suo  vestito,  27;  suo  dono 
alla  sposa,  239,  21;  va  con  Giovanni  Bentivoglio  in 
pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di  Padova  (an.  1488), 
244,  25-27  ;  accompagna  Laura  Bentivoglio  allo  sposo 
in  Mantova  (an.  1494),  275,  30-35;  con  gran  nu- 
mero  di  gentiluomini  interviene  in  Senato  ad  af- 
fermare  essere  loro  volonta  che  ne  i  Bentivoglio 
ne  aicun  altro  debba  recarsi  dal  pp.  (an.  1502),  314, 
24-35;  un  suo  figlio  fe  condotto  a  Roma  dal  Ferreri 
vesc.  di  Bologna  (an.  1503),  322,  26-27 ;  t  «d  e  sepolto 
con  grande  onore  in  San  Domenico  nella  cappella 
di  san  Michele  (an.  1505),  339,  29-31,  46;  lascia  di 
sua  moglie  Isotta  Rangoni  dodici  maschi  e  tre  fem- 
mine,  31-35;  cf.,  215,  2;  suoi  connotati  e  qualitA, 
37-39;  fu  raolto  amato  dal  popoio  e  la  sua  gran- 
dezza  dette  sospetto  ai  Bentivogllo,  39-40;  era  molto 
ricco  e  signore  di  Castiglione,  Baragazza  e  Sparvi 
nelPAppennino,  40-41  ;  temendo  d.  Bentivoglio  man- 
dava  fuori  di  Bologna  i  figli  appena  giovanetti, 
41-44;  sua  predilezione  per  il  figlio  Piramo,  44-45; 
usa  1'arma  scacchese  inquartata  con  la  sega  in 
memoria  di  sua  madre  Isabella  Bentivoglio  figlia 
iegittlma  di  Antonio,  47-48;  sue  magnifiche  dispo- 
sizioni   testamentarie,  48-340,  1-2. 

IPepoli]  Isabella  v.   Bentivoglio   I. 

[Pkpoli]  Isotta  V.   Rangoni  I. 

PupoLi  LoDovico  corre  contro  a  Filippo  Malvezzi  che 
tiene  il  primo  tavolaccio  verso  i  banchi  di  Piazza 
nella  giostra  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1487),  241,  3. 

Pepoh  Marghbrita  o  Maria  Marghbrita  figlla  dl 
Romeo  e  Isabella  Bentivoglio,  140,  30-31;  sorella 
dei  conti  Guido  e  Galeazzo,  220,  48-50;  moglie  di 
Andrea  Barbazza,  140,  33;  209,  25 ;  220,  48-50;  prende 
parte  al  corteo  di  nozze  di  Ginevra  Lodovisi  (an. 
147 1),  209,  25-36. 

Pbpoli  Nicoi.6  padre  di  Giovanni,  162,  U. 

Pepoli  Obizzo  \Ofizxo\  figlio  dl  Guido,  61,  30-31;  64, 
43  ;  68,  35 ;  70,  13-14  ;  97,  47 ;  124,  46  ;  131,  45;  prende 
parte  a  una  giostra  indctta  dal  Scnato  di  Bologna 
(an.  1440),  61,  30-31;  prende  parte  a  una  giostra  in 
Bologna  11  giorno  di  san  Petronio,  64,  43;  prende 
parte  a  un'altra  giostra  in  Bologna  (an.  1441),  68, 
34-35;  di  nuovo,  70,  13-14;  esce  dl  Bologna  con  .\n- 
nibale  Bentivoglio  per  la  battaglia  contro  il  ne- 
mlco  (an.  1443),  92,  39-41;  prende  parte  a  una  glo- 
stra  in  Bologna  (an.  1444),  97«  46-47  ;  e  ad  altra  pure 
bandita  in  Bologna  per  san  Petronlo  (an.  1447), 
124,  45-46;  ne  rlporta  il  premio  e  I'onore,  41;  es- 
sendo  a  Crevalcore  a  causa  d.  peite,  sc  ne  Intigno- 
rlsce  col  fratello  Glacomo,  ottenendolo  da  Glaco- 
mazzo  da  Castel  Botognese  (an,  1449),  131,  45-41:  II 
Senato  fa  saccheggiare  tuttl  i  suol  beni,  4t-49;  ban- 
ditodal  territorio  di  Bologna  lotto  pcnad.  conflsca 
d.  beni,  obbedisce  e  va  «d  Imol*  (an.  Mjo))  136,  4t- 


718 


INDICE  ALFABETICO 


(Pepoli  Oblizo-Pepoli  Komeo) 


M;  137i  1-4;  partectpa  alU  ipedizione  d.  ruoruscitl 
per  rientrare  in  Boiogna  (an.  1451),  138,  4-S. 

Pbpol:  PiaTRO  flgiio  dl  Romeo,  136,  10:  gli  h  ietto, 
d.  pari  che  agll  aitri  fuorusciti,  il  breve  papale  che 
intima  ia  cessione  di  Castel  San  1'letro  (an.  1450), 
136,  9-ia;  ne  esce  e  va  a  Lugo,  14-15. 

Pkpoi.i  Piramo  \/'irramo]  figllo  di  Isotta  Rangoni  e 
di  Guido  III,  339,  33:  h  canonlco  di  San  rictro  e 
protonotario  [s,  a.],  3S;  h  preditetto  dal  padre  che 
lo  vuol  sempre  seco  per  la  sua  saviczza,  44-45  ;  tor- 
nando  a  casa  di  notte  t  urtato  da  un  -lervo  d. 
.Marescotti  (an.  1509),  395,4-9;  io  riprende  acerba- 
mente  e  viene  ferito  dal  pred.,  »-I0;  il  quale  preso, 
si  scusa  di  non  averio  conosciuto,  ma  h  impiccato 
cgualmcnte,  10-15. 

Pkpoi.i  Rizzardo  h  el.  d.  Otto  di  Bai\a  d.  pace  (an. 
1428),  7,  6-7;  d.  Dieci  di  Balla  (an.  1434),  37,  3»-37; 
t  ed  i  sepolto  in  S.  Domenico  (an.  1440),  61,  JT-38. 

Pefoli  Romko  figlio  di  Guido,  51,  35:  55,  17:  57,  41; 
62,  6,  50:  i07,  23-34;  padrc  di  Guido  III,  140,30-31; 
167,  37-2S;  211,  16;  221,  39-40:  di  Antonio,  136,  10; 
di  Diamante,  140.  30-31;  di  Galeazzo,  67,  8:  140, 
30-31;  167,  37-38;  211,  16;  di  Giulia,  140,  30-31;  di 
Margherlta,  30-31 ;  di  Pietro,  136,  10:  fratello  di 
Giacomo,  70,  32:  dottore  di  legge  ;  amico  d.  t  An- 
ton  Galeazzo  Bentivoglio,  51,  23-25:  con  altri  amici 
d.  pred.  h  persuaso  da  Raffaele  Foscherarl  a  vendi- 
carne  la  t  '^''i  dare  Boiogna  in  signoria  d.  duca  di 
Milano  (an.  1438),  34-31;  c  el.  degli  Anziani  di  Bolo- 
gna  dai  Senato,  52,  49-SO ;  ne  assume  I'utHcio,  53, 
3-4;  c  el.  d.  Diecl  dl  Balla,  55,  14,  16-17;  e  mandato 
dagli  Anzianl  ambasc.  a  NicoI6  Piccinino  per 
osteggiare  Battista  Canetoli  nel  suo  disegno  di  pri- 
ineggiare  (an.  1439),  57,  39-44;  insieme  a  Raffaele 
Foscherari  conduce  per  le  redinl  11  cavallo  dellMmp. 
di  Costantinopoli  alla  venuta  di  questo  in  Bologna 
(an.  1439),  59,  42-43;  e  el.  d.  Sedici  Riformatori 
d.  Stato  (an.  1440),  62,  1-6:  interviene  il  giorno 
dl  santa  Monica  alla  messa  solenne  fatta  celebrare 
in  San  Giaconio  dai  Senato  di  Bologna,  50;  fc  Prio- 
re  di  Bologna  (an.  1441),  68,  37-38;  sposa  Isabella 
Bentivoglio  sorella  di  Annibale  (1441),  70,  17-18; 
"cf.  XCIV,  31  „;  avendo  accompagnato  Francesco 
Piccinino  a  San  Giovanni  in  Persiceto  e  dal  pred, 
iicenziato  dopo  1'imprigionamento  di  Annibale 
Bentivoglio  e  d.  due  Malvezzi  (an.  1442),  73,  3-5, 
11-13;  non  orede  alPaccusa  di  tradimento  fatta  dal 
Piccinino  ai  pred.  e  gli  raccomanda  di  indagare 
la  verita,  5-11  ;  avvertito  d.  ritorno  di  Annibale, 
raduna  gli  amici  e  si  arma  in  suo  favore  (an.  1443), 
80,  40-42 ;  dalle  finestre  d.  pal.  d.  Notai  combatte  con- 
tro  i  soldati  di  Francesco  Piccinlno  chiusi  nel  pal. 
d.  pod.,  81,  14-16;  h  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato, 
87,  3-6;  cassato  quesfuflScio  i  el.  d.  Dieci  di  Balla, 
l-io ;  in  consigiio  c  di  parere  che  non  sl  debba  ro- 
vinare  San  Giovanni  in  Persiceto,  ne  ucciderne  gli 
abltanti,  ma  soitanto  punirii  d.  loro  pensato  tradi- 
mento,  96,  18-31  ;  ma  ii  suo  parere  nonbac- 
cettato,  31-30;  h  d.  Rlformatori  di  Bologna  (an. 
144S),  101,  20-24;  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato 
per  porta  San  Procolo,  107,  23-34  ;  h  degli  Anziani 
che  deliberano  il  bando  ai  Canetoli  e  loro  seguaci, 
4S ;  108,  2;  uomo  dl  gran  valore,  guida  ii  popolo 
Boiognese  contro  San   Giovanni   in  Persiceto    (an. 


1446),  115,  37-M;  prlma  di  dare  11  guaito  al  territo- 
rio  manda  un  trombetta  nei  caiteilo  a  chiederne 
1'obbedienza,  31-33;  al  rifiuto  io  astedia,  34-36;  cf.  43- 
4J;  AlPannunzio  d.  soccorti  Inviati  ai  castelio  dai 
Vitconti,  ti  riduce  con  ie  sue  genti  1  Budrio  per 
sicurezza,  4S-46:  partecipa  al  governo  di  Bologna, 
116,  15-17;  h  Gonfaloniere  per  porta  San  Procolo  di 
novembre-dicembre,  118,  16-17;  ric.  33;id.  Sei  Rifor- 
matorl  al  governo  d.  Stato,  119, 34-35;  %  mandato  con 
Braccio  Baglioni  a  sottomettere  Cento  (an.  1447), 
121,  27-31:  invia  nei  castello  un  araldo  a  intimare 
ia  resa  sotto  minaccia  di  saccheggio  e  distruzione, 
39-31;  gli  i  risposto  che  devono  obbedienza  ai  vetc. 
non  a  Bologna  ;  31-33  ;  ne  scrive  al  Senato  doman- 
dando  istruzioni,  32-33;  e  degii  Anzi«ni  di  marzo- 
aprile  (an.  1449),  129,  34-3S;  con  Gioranni  Fantuzzi 
e  altri  nobiii  si  pente  di  aver  condotto  in  Bolo- 
gna  Sante  Rentivoglio  che  aveva  saputo  cattlvarti 
l'affetto  del  popolo  e  mirava  a  primeggiare,  130, 
17-26:  in  un'adunanza  di  nobili  tenuta  in  cata  tua 
si  accordano  di  uscire  di  c.  sotto  pretesto  d.  pe- 
ste,  recarsi  a  Castel  San  Pietro  e  quivi  trattare 
con  il  re  di  Napoli,  i  Canetoli  e  gli  aitri  fuoru- 
scitl  per  cacciare  Sante  di  Bologna,  36-37  ;  ric,  131, 
7:  giunge  Carlo  Malvezzi  a  intimare  a  iui  e  ai 
suoi  compagni  da  parte  d.  Senato  e  di  Sante  Ben- 
tivogllo  di  uscire  d;  Castel  San  Pietro  entro  un'ora 
pena  la  forca,  131,  16-21;  sua  superba  risposta  ne- 
gativa,  21-26;  c  bandito  dalla  Ringhiera,  21 ;  ven- 
gono  a  raggiungerlo  altri  amici  da  Boiogna,  21-29 : 
con  Giovanni  F^antuzzi  e  gli  altri  banditi  si  inti- 
gnorisce  di  Castel  San  Pietro  al  grido  di  *  V^iva  la 
Chiesa  „,  36-37;  pone  nelia  rocca  con  buoni  presidi 
due  casteilani  a  suo  nome,  cioe  Pietro  Carretti  e 
Giovanni  dal  Verde,  37-38;  invita  gli  amici  a  rag- 
giungerlo,  39-40;  scrive  ai  Canetoli  e  agii  aitri  fuo- 
ruBciti  anche  a  nome  d.  compagni  di  essere  pronto 
ad  aiutarli  in  ci6  che  loro  piacesse,  40-41;  scrive 
anche  al  pp.  giustificando  il  suo  e  loro  operato  con  i 
malfatti  di  Sante  Bentivoglio  e  d.  sua  fazlone,  41- 
43,  e  dichiarandosi  pronto  con  i  suoi  compagni  a 
ogni  sua  richiesta,  43-44;  riceve  aiuti  di  fanti  e  vet- 
tovaglie  dal  viceri  di  Napoli  contro  Astorre  Man- 
fredi,  che  si  propone  assediarlo,  132,  14-16:  ii  Senato 
di  Bologna  cerca  espellerlo  da  Castel  San  Piero  in- 
sleme  ai  fuoruscitl,  30-31  ;  cf.  13-14 ;  h  accusato  da 
Gaspare  Ringhieri  presso  ii  pp.  (an.  1450),  135,  I-4  ; 
gli  %  letto,  d.  pari  che  agli  altri  fuorusclti,  dai 
messo  pontificio  il  breve  papale  che  intima  la  resa 
d.  castello,  136,  9-lS;  obbedisce  e  va  a  L.ugo,  15; 
bandito  dal  territorio  sotto  pena  d.  confisca  d 
beni,  va  ad  Imola,  49;  137,  3-4;  fe  nella  spedizione 
d.  fuorusciti  per  rientrare  In  Itologna  (an.  1451), 
138,  1;  t  avvelenato  in  Imola  dal  suo  barbiere,  140, 
29-30:  lascia  due  maschi  Guido  (Giulio !)  e  Ga- 
ieozzo  in  tenera  eti  e  tre  femmine  Margherita, 
Giulia  e  Diamante  da  Isabella  Bentivoglio  sus 
moglie,  30-33. 

Pbpot.i  Romko  figlio  di  Isotta  Rangoni  e  di  Guido  III; 
t  fanciullino,  339,  32-33. 

Pf.poli  Romko  fratello  di  Giovanni,  393,  14  ;  di  .Mes- 
sandro,  390,  48;  h  uno  degii  accaniti  difensori  di 
Pisa  contro  i  Fiorentini  (an.  1505).  338,  5-6;  tor- 
nando  a  Bologna  dal  soldo  d.   Veneziani  si  scontra 


(Pepoli  Romeo-Peterlini  Petronio)      INDICE   ALFABETICO 


719 


per  via  con  Alessandro  che  fuggiva  di  c.  e  a  lui  si 
accompagna  verso  Pisa  (an.   1508),  390,  48;  391,  1-2. 

Pepoli  Taddeo  t  (1347),  339,  «;  Guido  III  Pepoli 
lascia  per  testamento  cinquecento  ducati  perche  sia 
iinita  la  sua  tomba  (an.  1505),  «-50. 

Pepoi.1  Taddeo  figlio  di  Guido,  4,  16,  46;  6,  46;  padre 
di  Giovanni,  117,  it ;  si  reca  con  il  governatore 
di  Bologna  Lodovico  Alamanni  e  con  altri  genti- 
luomini  bolognesi  a  prendere  possesso  di  Imola  e 
Forli  (an.  1426),  4.  10-16;  sposa  una  figlia  di  Mat- 
teo  Canetoli,  47:  h  el.  Gonfaloniere  d.  popolo  per 
porta  San  Procolo  (an.  1428),  65,  4S-46;  si  arma  al 
suono  d.  campana  di  San  Giacomo  e  va  in  Piazza 
in  aiuto  d.  Marescotti  (an.   1445),  104,  29-30,  3J-35. 

Papor.i  TAnDBO  figlio  di  Guido  III  e  Isotta  R.ingoni, 
339,  33-33;  veste  l'abito  d.  monaci  di  Monte  Oliveto; 
diventa  diacono  poi  vese.  [an.  1533],  ^*- 

PspoLi  Ugo  figlio  di  Isotta  Rangoni  e  di  Guido  III,  339, 
32-3J  ;  con  Gianfrancesco  Poeti  e  Ercole  Bentivoglio 
h  d.  quarta  squadra  nel  torneo  indetto  a  Bologna 
da  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1470),  204,  44-45  ;  cala 
dalla  montagna  con  molti  montanari  per  prendere 
in  mezzo  i  Bentivoglio,  ma  il  disegno  fallisce  essen- 
dosi  i  pred.  ritirati  in  tempo  nel  Modenese  (an, 
^50"/),  370,  2-4;  accorre  alla  chiamata  d.  congiurati 
per  fare  rientrare  i  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  35- 
39 ;  ma  parendogll  la  bisogna  raaie  e  imprudente- 
mente  cominciata  si  accinge  a  tornare  a  casa,  31- 
40;  al  fine  resta  presso  lo  Scappi  con  cento  uomini, 
40-41  ;  impedisce  al  popolo  dl  saccheggiare  le  case 
dl  Anton  Marla  Legnani  e  di  Alberto  Carbonesi 
(an.  1508),  382,  45-47;  si  reca  a  Roma  chiamatovi 
dal  pp.  sotto  fede  di  sicurtk,  384,  13-1»;  i  rin- 
chluso  in   castel  Sant'Angelo,  20-21. 

Pkpou  Veronica  figlia  di  Isotta  Rangoni  e  di  Guido  III, 
maritata  al  conte  Venceslao  Pallavlcinl,  339,  35-36. 

Pepoli  (falazzo)  dbtto  Coixboio  Grggoriano  V.  Bo- 
logna  (palazzt). 

Peppou  V.  Pepoli. 

Pbracini  Carlo  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  26;  gli  sono  dati  da  Gio- 
vanni  Bentivoglio  casa  e  beni  di  Battista  Severi 
(an.   1488),  252,  26-27. 

PbrgoI.A  ric.,    174,   35-36. 

Pbrgola  (dalla)  Anoelo  cap.  d.  duca  di  Milano  ;  una 
notte  traghetta  tacitamente  il  Panaro  pr.  San  Gio- 
ranni  in  Persiceto,  sopra  un  ponte  di  botti,  dopo 
averlo  invano  tentato  per  un  mese  (an.  1426),  3,  25-2f. 

[Pergola  (dalla)  Dklfino]  vescovo  di  Modena  ac- 
compagna  Galeazzo  MarJa  Sforza  a  Bologna  (an. 
1459),  168,  48  ;  169,  4. 

Pbrgola  (dalla)  Lkonoro.  Nella  sconfitta  data  da  An- 
nibale  Bentivoglio  al  Dal  Verme  pr.  San  Glorgio 
si    salva    fuggendo   a   Finale   (an.    1443),  93,  34-35. 

Pehotti  Nicolo  dottore  In  lettere  greche  e  latine;  fc 
efiiglato  accanto  al  card.  Bessarione  nella  cappella 
di  Santa  Maria  d.  Monte  (an.  1455),  159,  12-14  ;  di- 
viene  arciv.  di   Manfredonia  [an.   14S8]<    13- 

Persicetd  \Ptrsicetlo\  v.  San   Giovanni  in  Ptrsictto, 

Pbrsio  V.  Malvezzi  P. 

Pbruoia  \PerHiinm\  (cittX).  Ne  i  fuoruscito  Ranlerl 
Frosina  (an.  1430),  19,  16-17:  vi  passa  Timp.  Slgi- 
smondo  di  Lusiemburgo  (an,  1433),  36,  13-14 ;  vl 
si  dirige  11  Plcclnlno  ft  tervtgio  d.  pp.  (in.  1455), 


159,  36:  vi  si  trova  Carlo  Zambeccari  (an.  1458), 
165,  25 ;  e  gravemente  danneggiata  dal  terremoto, 
26;  Ti  e  di  passaggio  il  pp.  Pio  II  (an.  1459),  167, 
3»;  vi  t  il  pod.  Gaspare  Grassi  di  Boiogna  (an. 
1484),  231,  14  ;  ne  e  el.  vescovo  11  bolognese  Astor- 
re  Malvezzi  cav.  d.  Magione  (an.  1487),  244,  2-3; 
ric,  281,  37;  vi  si  reca  Alessandro  VI  con  larghis- 
simo  seguito  di  prelati  e  soldati  (an.  1495),  286, 
22-24;  ric.  324,  15;  v.  anche  Alessandro  da  Periigia. 
Peruoia  (lago).  Giacomo  Picclnino  vuol  recarvisi  per 
muovere  guerra  improvvisa  a  Siena  (an.  1455),  159, 

25-26. 

—  (legato)  V.  Pietro  Riario. 

—  (podesta,  prktore)  V.  Gasfare  Grassi  (an.  1484); 
Gian/rancesco  Aldrovandi  (an.    1485). 

—  (territorio)  [territorio  di  Pemsia]  ric.  per  la  Pieve, 
321,  28-29. 

—  {vEscovj)  V.  Giacomo  I'n(»»»cc«' (aa.  1449-1462),  ./4i/oj- 
re  Malvezzi  (an.   1487). 

Perugino  v.    Tartaro  Perugino. 

Pksarbsi.  Saputo  che  Cesare  Borgia  si  accostava  a  Pe- 
saro  con  l'esercito,  s'impadroniscono  di  Galeazzo 
Sforia,  che  neirassenza  d.  fratello  Giovanni  te- 
neva  ia  c,  volendo  la  resa  per  non  patire  danni 
(an.  1500),  300,  39-43;  ottenuta  dal  castellano  la  roc- 
ca  la  danno  al  Borgia  e  rilasciano  Galeazzo,  43-45. 

Pbsaro.  Tra  questa  c.  e  Fossombrone  h  sconfitto  Nicold 
Picclnino  da  Francesco  Sforza  (an.  1443),  97,  9-10; 
vi  si  recano  cittadini  Bolognesi  a  prendere  Gine- 
vra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivogllo  (an.  1454), 
147,  15-22;  ric.  201,  4;  vi  torna  la  pred.  con  ricco 
seguito  per  assistere  alle  nozze  di  Costanzo  Sforza 
con  Maria  Camilla  principessa  dl  Rossano  (an. 
I47S),  215,  7-13;  vi  e  di  passaggio  Ginevra  Benti- 
voglio  diretta  a  Loreto  (an.  1489),  254,  23-24;  vi 
si  accosta  il  Valentino  con  l'esercito  (an.  1500'), 
300,  39-40;  ne  parte  Giovanni  Sforza  a  dimandare 
aiuto  a  Venezla,  40-41;  nel  frattempo  ne  fc  data  la 
rocca  dal  cittadini  al  Borgia,  44;  ne  parte  Galeazzo 
Sforza  fratello  dl  Giovanni,  45;  II  Valentino  vl 
lascia  buon  presidio,  301,  6  ;  vl  rientra  Giovannl 
Sforza  (an.   1503),  324,  21. 

—  (SioNORl)  V.  Alessandro  Sforza  (aa.  1445-1473);  Co- 
stanzo  Sforza  (aa.  1473-1483);  Giovanni  Sforza  (aa. 
1483-1500;  1503-1510). 

—  (territorio)  ric  per  Monte  Siccardo,  97,  12. 
Pbscarola.  Vi  h  rovinato  II  raccolto  da  un  temporale 

(an.  1448),  125,  31-13;  i  danneggiato  dalla   tempe- 
sta  (an.  1453),  143,  33-34. 

Pescarola  (Da)  Bartolomeo  padre  di  Osiano,  137,  10. 

Pbscarola  (Da)  Ossano  figlio  di  Bartolomeo  ;  parla  a 
Modena  con  Galeotto  Canetoli  (an.  1451),  137,  10- 
11 ;  che  gli  dona  un  cinturino  con  la  sua  arme,  II- 
13;  h  perci6  implccato,  12-13. 

Pesciiibra.  Gianfrancesco  Gonzaga  la  pretende  dai  Ve 
neziani  che  1«  posscggono  (an.   1509),  393,  36. 

Psstecchio  in  Puglla,  dannegglato  dal  terremoto  (an. 
1466),  190,  32. 

Pkstilenzb  In  Bologna  (an.  1507),  367,  31-31. 

Petbrlini  PetroNIo  \_Pttronio  di  Pettrlino,  Ptlronio 
Pettrlini,  Pttronio  Ptttr/ino]  figUo  dl  Pletro,  109, 
7-8;  pescatore  ;  prende  parte  a  una  giostra  In  Bo- 
logna  (an.  1444),  97,  46-48;  la  sua  casa  ^  saecheg' 
glata  e  bructaU  (an.   144$),  106,  42;  107,  2;kban- 


720 


INDlCE    ALFABF/riCO         (Pelerlmi  P.-Piccinino  Drusiana) 


dito  di  Bologna  perctii  leguace  d.  Ctnetoli,  109, 
7-1;  i  ucciio  in  Bologna  durinte  i  torbidi  per  la 
t  di  Annil)ale  «entlTogiio,  106,  26,  M-2». 

Pbtkklini  Pietro  padrc  di  I'etronlo,  109,  7-I. 

Pbtsruno  V.    l'trme  (Dal)  P. 

PrrRONILLA  (CaPPKLLA  DI  8ANTA)  V.  Roma  (cUtta  di 
San  Pielro). 

Petronio  V.  Ballarini  /'.,  Ballatini  P.,  Barhieri  P., 
Bianchi  P.,  Chiodaroli  o  Buratlieri  l\  Fondazta 
(Dalla)  P.,  Frixta  P.,  ara.<isi  P.,  Lapi  P.,  Musotti 
P.,  Paltroni  P.,  Papazzoni  /'.,  Peterlini  P.,  Ra- 
ntixzi  P.,  Sassuno  (Da)  P.,  Scannello  {Da)  P.,  Sega 
(Dalla)  P.,  Soria  P..  Sfasrnoli  P.,  Vitali  P.,  Zagni 
P.,  V.  anehe  Pietro  di  Petronio. 

Pktronio  (san).  "Sua  nascita  (an.  386),  CXXXV,  11; 
errore  In  proposito  di  Leandro  Aiberti,  M-31  , ;  fa 
scavare  ie  fosse  di  Bologna  (s.  a.),  255,  3»;glostre 
in  Boiogna  per  ii  giorno  d.  sua  festa  (an.  1440), 
64,  «l-iJ;  (an.  1441),  70,  IJ-16;  ii  palio  clie  si  do- 
veva  correre  nel  giorno  d.  sua  fcsta  e  rimessoaila 
festa  di  San  Luca  (an.  1444),  99,  31-3J  ;  ne  h  portato 
in  proiesslone  il  capo  con  le  aitre  reiiquie  per  le 
vle  di  Bologna  in  rallegramento  d.  vittoria  contro 
i  Turclii  (an.  1456),  162,  40-42;  per  la  sua  festa  si 
da  principio  a  una  giostra  pericoloia  e  crudele, 
nella  quaie  combattono  cinquantasei  giostratori  e 
resta  f  Cjiambone  da  Sartirana  (an.  147 1),  209, 
1-16;  la  sua  testa  conservata  in  Santo  Stefano  h  por- 
tata  in  processione  con  altre  reliquie  (an.  1474), 
214,  31-33;  (an.  ijoi),  307,  3-5;  (an.  1505),  334,  3»- 
335,    1-5. 

Petronio  (chibsa  di  San)  V.  Bologna  (chiese). 

Petrocci  Antonio  di  Siena,  fe  ei.  pretore  e  cap.  d! 
Bologna  (an.  1436),  3,  «-5  ;  Francesco  Roselii  d'A- 
rezzo  i  suo  vicario,  i. 

Pktrucci  Pandolfo  signore  di  Siena:  conviene  in  per- 
sona  di  Antonio  da  Venafro  alla  Magione  nel  Pe- 
rugino  con  altri  signori  e  cap.  per  mettersi  d'ac- 
cordo  contro  ii  Vaientino  (an.  IJOJ),  315,  24-33; 
ii  Borgia  mostra  ignorarne  ia  presenza  nel  Senese 
(an.  1503),  321,  9-10;  nn  suo  tiglio  quindicenne 
passa  di  Bologna  diretto  in  Francia ;  e  ospitato 
da  Alessandro  Volta,  323,  30-32;  ofFre  al  Senato  di 
Bologna  una  certa  quantita  di  grano,  ma  non  pu6 
poi  condurla  avendo  i  Fiorentini  rifiutato  il  passo 
(an.  1504),  333,  2-4. 

Psvkrata  (dalla)  Antonio  parte  di  Bologna  crociato 
con  Achille  Maivezzi  (an.   1464),   185,  40. 

Phiuppo  V.  Filippo. 

Piacbntini  Astorrk  \Astorre  Piasentint]  fa  un  presente 
alie  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  48: 
escedi  Bolognacoi  Bentivoglio  suoi  amici(an.  1506), 
348.  41;  349,  7-8. 

PlACBNTl.Nl  GiovANNi  servitore  di  Giovanni  Marsili; 
durante  la  processione  d.  rogazioni  in  Bologna 
scontratosi  con  un  suo  nemico  gli  si  precipita  ad- 
dosso  per  feririo  (an.  1500),  299,  47-48;  ne  sorge 
tumulto  e  panico  con  molte  disgrazie,  4S-300,  1-3 ; 
sopraggiunti  1  Gonfalonieri  d.  popolo  e  preso  e 
impiccato  sui  luogo,  5-7. 

•  Piacbntini  Muzio.  Sua  poesia  gratuiatoria  inserita  nei 
I  voi.  AtlV Historia  di  Bologna  del  Ghirardarci  (au. 
1596),  LII,    1»-21  „. 

PiACBNZA  \Piastnta\  (ciTTA).  Vi  li  trova  Luigi  dal  Verrae 


(•n.  1444),  98,  *-7;  v.  aneht  AnUmelh  da  Piactnza, 
Bartolomeo  da  Piaeenza,  Httore  da    Piacenta,    Gia- 
como  da   Piacenza,    (Hovanni  da  Piacenza,  Rniiuo  da 
Piacenza. 
PlACENZA    (ciTTAOmi    KL.    A    UFFICI   PUBBUCl)  V.  Con/alo- 

nieri  Filippo  pod.  di  Bologna  (an.   1440). 
-   (skinorb)  [Placentiae  domimus)  v.  Sforta   Francetco 
(aa.    1450-1466). 

—  (tbrritorio)  ric.  per  Buiieto,  368,  20-JI. 

—  (vESCOVl)  x;.  Branda  da  Castiglione  (aa.  1404-I411): 
Nicolh  Amidano  (aa.    1448-1453). 

PiACBVOU  BuoNOiovANNi  k  creato  da  Giulio  IF  Mts- 
laro  d.  Pescatori  (an.  1506),  360,  lo-ll. 

Piancaldo  (Da)  Bartolomeo  p.-idre  di  Giovanni,  Gla- 
como  e  Filippo,  13,    5-6. 

Piancaldo  (Da)  Fiuppo  figlio  di  Bartoiomeo;  eiiendo 
complice  nelia  congiura  per  introdurre  iVsercito  d. 
Chiesa  in  Bologna  e  implccato  nei  Mercato  dopo 
vari   tormenti   (an.  1429),    13,   5-t. 

Piancaldo  (Da)  Giacomo  iiglio  di  Bartoiomeo;  avendo 
voluto  tradire  Boiogna  all'esercito  d.  Chieia  k  im- 
piccato  in  Mercato  coi  fr.  Filippo  dopo  vari  tor- 
menti  (an.   1429),   13,  5-S. 

FiANCATj)o  (Da)  Giovan.ni  figiio  di  Bartoiomeo  e  fra- 
tello  di  Giacomo  e  Fiiippo,  13,  6;  qual  coroplice 
nella  congiura  per  introdurre  l'e$ercito  d.  Chiesa  in 
Bologna,  h  trascinato  a  coda  di  cavailo  per  ia  c, 
poi  accoppato  e  squartato  e  i  pezzi  appiccati  a 
porta  San   Felice  (an.   1429),  5-1;  cf.   12,  48-49. 

Piancaldoli  nel  territorio  di  Firenze;  vi  fugge  Nicol& 
da  Tolentino  (an.  1248),    7,  30-31. 

PlANGiPANB  [Pianzipani]  nei  territorio  dl  Ravenna,  197, 
8 ;  vi  si  reca  Bartolomeo  Colleoni  e  il  conte  dl  San 
Prospero  (an.   1467),   197,  7-1. 

Pianoro  nei  Bolognese ;  Pio  II  vi  giunge  e  vi  cena 
(an.  1459),  170,  2;  vl  si  reca  il  Senato  con  i  ma- 
gistrati  e  nobili  di  Bologna  incontro  ai  pp.,  5-6; 
11  quaie  vi  pernotta  (an.  1460),  173,  28-29;  nobiitA 
e  popolo  di  Bologna  vi  si  recano  incontro  a  Gio- 
vanni  Bentivoglio  (an.   14S8),    247,  9-11. 

'  PiANTA  DEI-LA  citta  di  Boi.ogna,  coi  nomi  dbllb  con- 
trade  k  dklle  piazze  di  fra  Cherubino  Ghirar- 
dacci,  inedita,  XXXV,  27-33  ,. 

PlANTAVlQNK  Bartolomeo  figlio  dl  Melchiorre,  183,  20: 
ucclde  al  Finaie  Siivestro  dalla  Vezza  su  cui  era 
una  tagiia  di  cinquanta  ducati  (an.  1464),  183,  19-20. 

PiANTAViGNB  Melchiorre  padre  di  Bartolomeo,  183,20. 

PlANZlPANI   V.  Piangipane. 

PlASENTINl  V.  Piacentini. 

PlATKSl  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,33,  37. 

PiATESi  Gabrielk.  Quale  seguace  d.  Canetoli  gli  sono 
fatte  sequestrare  dal  pod.  Offida  tutte  ie  armi  che 
possedeva  (an.  143S),  44,  39-42;  la  sua  casa  i  sac- 
clieggiata  e  incendiata  (an.  14451,  106,  42;  107,1-2. 

PlATKSi  GlovANNl.  Suo  dono  a  Sante  Bentivogiio  per 
le  nozze  (an.  14S4),  149,  36-37;  fa  un  presente  aiie 
nozze  di   Giulio  Malvezzi  (an.   1464),   184,  27. 

PiAzzA  GiovANNi  dottore  iliustre,  t  d  e  lepoito  in 
San  Pietro  di  Bologna  (an.   1427),  5,  33. 

PlCClRANo  V.  Pizzirano. 

PlCClNINo  V.    Giacobino  detto  Piccinino. 

....  PlcciNiNo  passa  di  Bologna  al  seguito  d.  conte 
Giacomo  Piccinino  (an.   1464),   185.  8.   10. 

[Piccmwoj  Drusiana  v.  Sforta  Drmsiana. 


[Piccinino  Fr.-Piccinino  Giacomo]      INDICE   ALFABETICO 


721 


PlcciNlifo  FRA.KCBSCO  figlio  di  Nicol6,58,  8,  11;  63,  Jl; 
72,  S7-28;  98,  44;  99,  45;  mllita  nell'esercito  raccolto 
In  Imola  per  la  Chiesa  da  Antongaleazzo  Bentivo- 
glio,  da  Mlchelotto  Attendolo  e  da  Nicol6  da  To- 
lentino  (an.  1428),  8,  24-26:  e  mandato  da  suo  padre 
con  buon  presidio  a  occupare  Bologna  (an.  1439), 
58,  8-9;  vi  giunge,  11 ;  fe  ben  ricevuto  dagli  Anzianl  e 
alloggiato  nel  pal.  d.  Notai,  12-14;  sconfitto  ad  An- 
ghiari  dai  Fiorentini  si  salva  col  padre  a  Borgo  San 
Sepolcro  (an.  1440),  63,  20-32;  e  lasciato  dal  pred. 
con  l'esercito  in  Romagna,  35-36 ;  va  a  fare  visita 
alla  novella  sposa  di  Romeo  Pepoll,  l/abella  Ben- 
tivoglio  (an.  1441),  70,  19;  fe  lasciato  dal  padre  nel 
Bolognese  con  molte  bandiere  di  fanti  (an.  1443), 
72,  28-30;  gli  e  scritto  dal  pred.  che  cerchi  di  pren- 
dere  prigioniero  Annibale  Bentivoglio,  31-32:  a  rag- 
giungere  lo  scopo  si  finge  malato  e  si  fa  condurre 
a  Bologna,  32-33;  va  ad  abitare  nel  pal.  pubblico, 
poi  nel  vescovado,  32-34 ;  finge  di  essere  disturbato 
dal  suono  d.  campane  di  San  Pietro  che  ordina 
tacciano,  34-36;  mostrandosi  desideroso  di  aria  piu 
pura  sl  fa  condurre  a  San  Giovanni  in  Persiceto 
lasciando  a  Bologna  i  suoi  soldati  per  infrenare  gli 
eventuali  tumulti,  36-38,  44-46;  vi  si  fa  accompa- 
gnare  dal  Bentivoglio  c  da  altri  slgnori  che  quo- 
tidianamente  lo  visitavano,  39-44;  glunto  a  San 
Glovanni  si  fa  portare  nella  rocca  e  si  mette  a 
letto,  46-48;  Annibale  e  i  compagni  lo  lasciano  al 
riposo,  ma  uscendo  dalla  sua  camera  sono  presi  e 
imprigionati,  48-73,  1-3;  rassicura  su  questo  fatto 
Romeo  Pepoli  e  Giovanni  Fantuzzi  nel  iicenziarli, 
3-4,  promettendo  loro  di  rimandare  liberi  i  priglo- 
nieri  se  ritroveri  infondate  le  accuse  che  loro  sl 
facevano  dl  volere  mutare  la  signorla  d.  c,  4-5; 
cf.,  11-12;  consegna  Annibale  e  i  Malvezzi  a  Filippo 
Schiavi  con  l'ordine  di  condurli  a  Parma,  12-13;  dl 
qui  li  manda  alla  rocca  di  Pellcgrino,  14;  ove  fa 
lasciare  Gaspare  Malvezzi  trasferendo  il  Bentivo- 
glio  nella  rocca  di  Varano  d.  Marchesi,  14-16,  e 
Achille  nella  rocca  di  Compiano,  secondo  altrl  In- 
vece  a  Val  di  Taro,  16-18;  a  tutti  fa  porre  ferri  ai 
piedi,  18;  si  reca  a  Parma  (an.  1443),  75,  22;  manda 
a  Bologna  Eliseo  suo  segretario  a  ordinare  a  Cer- 
vato  di  Caravaggio  e  al  cap.  Pietro  del  Purgo  dl 
uscire  dal  pal.  d.  citta,  22-25;  toglie  agli  Anziani 
dl  Bologna  la  chiave  d.  porte  e  vi  pone  cap.  e 
presidi  propri,  25-26;  da  Parma,  si  reca  a  Bologna 
conducendo  seco  cinquecento  cavaili,  42-43;  aliog- 
gia  nel  pal.  grande  e  se  ne  fa  dare  le  chiavi,  43- 
44;  raduna  il  Senato  e  gli  impone  di  trovare  il 
denaro  per  pagare  1  cavalii  da  lui  condotti,  45-48; 
rlceve  la  somma  pretesa,  76,  2-3;  suo  bando  contro 
Lodovico  dalle  Correggie  ric,  80,  S-6,  14-15,30;  fa 
fronte  al  popolo  che  giudato  da  Annibale  Benti- 
voglio  lo  assale  in  Pal.,  combattendo  dalle  finestre 
coi  suol  soldati,  81,  7-18;  vista  disperata  rirapresa 
si  chiude  nella  sua  camera,  38;  e  qul  preso  e  dalia 
Rlnghlera  mostrato  al  popoio,  34-41;  senza  rintcr- 
vento  d.  Bentivoglio  e  dl  alcuni  poctii  sarebbe 
stato  gettato  In  Piazza,  come  reclamnva  a  grandi 
urli  11  popolo,  40-43;  i  da  Antiibale  fatto  condurre 
legato  a  casa  sua  e  Ivl  guardato  coi  ferrl  ai  pledi, 
44-49;  i  suoi  soldati  in  Pai.  e  In  c.  sono  spogllati 
dal  cittadini,  49-50;  anche  quelit  nel  territorlo  sono 


spogliati  dal  contadini  armatisi,  82,  II-12;  ric,  19- 
20;  inutilmente  prega  Tartaro  Perugino  di  rendere 
il  castello  di  Galliera  ai  Bolognesi  per  amor  suo, 
21-24;  ric,  83,  17;  suo  imprigionamento  ric,  87, 
41;  resta  in  casa  d.  Bentivoglio,  89,  15-16; 
apprende  con  dolore  ia  notizia  d.  lega  conclusa  da 
Bologna  con  Firenze  e  Venezia,  16-17 ;  gll  h  pro- 
messa  dai  Bentivoglio  la  liberta  in  cambio  di  quel- 
la  di  Gaspare  e  di  Achille  Malvezzl,  94,  35-36;  h 
condotto  al  Panaro  al  passo  di  SanfArabrogio  ove 
dall'altra  parte  dovevano  essere  condotti  i  pred., 
39-40;  la  sua  liberazione  &  messa  in  forse  dalla  dif- 
fidenza  reclproca  d.  due  parti,  40-42;  passa  II  fiume 
per  intervento  di  Aldobrandino  Rangoni  ed  hli- 
bero,  46-48;  ric,  95,  50;  96,  7;  gli  i  lasciato  dal 
padre,  costretto  a  partire  per  Milano,  1'esercito  d. 
Marca  (an.  1444),  98,  43-44;  fe  assalito,  sconfitto  e 
fatto  prigioniero  a  Monte  Olmo  da  Francesco  Sfor- 
za,  44-48;  cf.  99,  I-I6;  per  il  dolore  d.  sua  sconfitta 
e  priglonla  ii  padre,  ammalatosi,  f,  99,  43-46;  con 
Luigi  da  Sanseverlno  si  reca  nel  Bolognese  (an. 
1445),  112,  34;  e  mandato  dal  Vlsconti  a  Impadro- 
nlrsi  di  Cremona  promessa  da  Glovanni  Schlavl 
soldato  d.  Sforza  (an.  1446),  115,  3-4;  Timpresa  non 
riesce,  4-3;  se  ne  va  allora  a  Soncino  che  ottlene 
senza  cor.trasto,  5-6;  ritorna  ad  assediare  Cremona, 
6 :  ma  e  sconfitto  a  Merzaro  da  Micheletto  Atten- 
dolo,  117,  37-39;  si  salva  sull'altra  riva  d.  Po  fug- 
gendo  in  una  barchetta,  39-40;  gran  parte  d.  suo 
esercito  con  i  carrlaggi  e  pontl  rimane  preda  d. 
nemico,  40-41;  da  Piumazzo  ni  Canetoli  (an.  1448), 
125,  38;  per  il  che  riccve  un  presente  di  denari  dal 
ieg.  di  Bologna  Astorre  Agnesi,  45;  f  i"  Milano 
(an.  1449),  132,  28;  d.  sua  f  ''  rallegrano  i  Bolo- 
gnesi,  21-29 ;  Giacomo  suo  fratello  vuoi  vendicarne 
gli  oltraggi  rlcevutl  dai  Bolognesl  (an.  1455),  154, 
4-5;  cf.,   147,  3-4. 

PicciNiNo  Francesco  figlio  di  Glacomo,  188,  29;  h  fatto 
prigionlero  col  padre  dal  re  dl  Napoli  (an.  1465), 
188,  39-30. 

PlCCIMINO  CONTB  GlACOMO  figlio  dl  Nlcoli,  153,  50; 
154,  1;  h  iasciato  dal  padre  suo  luogotenente  a 
Bologna  (an.  1440),  62,  33-33;  non  essendo  a  soldo, 
determina  di  passare  nel  Bolognese  e  dare  noie 
alla  c.  per  vendicare  la  cattura  d.  fratello  France- 
sco  (an.  1454),  147,  2-4;  cf.  8-9;  154,  4-5;  ir  ad  Asola 
nel  Brcsciano  con  le  sue  schlere  (an.  1455),  1-3;  qul 
kccordatosi  con  II  pp.  e  1  fuoruiciti  bolognesi  ac- 
cetta  Plmpresa  dl  muovere  contro  Bologna,  3-7,  e 
tubito  vi  si  accinge,  7-8,  cf.  12-13;  prlma  che  patil 
U  Po  11  duca  .Sforza  Invla  un  esercito  in  aiuto  d. 
Bolognesi,  19-34  ;  uno  d.  cap.  d.  pred.  esercito,  Cor- 
rado  Sforza,  torveglia  da  Cotlgnola  i  suoi  movl- 
menti,  36-27;  II  Senato  di  Bologna  sa  che  la  tua 
andata  nel  terrltorio  procedeva  dal  pp.,  29-30,  e  s  i 
•  ccorda  col  pred.,  30-155-156-157-1S8,  i-3i;  per 
II  che  lascia  1'lmpreta  rontro  la  c.  e  ad  altro  tl 
volge,  33-33;  pasta  dl  Ferrara  rlcevuto  onorevol- 
mente  dal  duca  Borto,  159,  16-17;  traverta  qulndl 
II  Po  e  con  tremlia  cav.  e  mlUe  fantl  ra  totto  Co- 
tlgnoia,  17-18;  poi  a  Camuri  e  a  San  Glorglo,  II- 
19;  l'eterclto  d.  duca  Sforza  il  reca  a  Solarolo  in 
Roroagna  per  impedlrgli  aggrettlonl  ai  Bolognese, 
20-33;  si  muore  con  tutto  il  campo  a  Galeata,  33- 


T.  XXXm,  p.  I  —  46. 


722 


INDICE   ALFABETICO  IPicclninoGiacomo-PiccininoNlcolo! 


34,  e  di  qul  •  ClttA  di  Cantello  e  «1  ligo  di  Peru- 
gti  per  fare  linprovviia  guerra  •  Siena,  34-26;  vl 
prende  aliuni  castelli  e  saccheggli  Cortona,  J6;  i 
Sencsi  gll  ritolgono  i  (-astclli  e  lo  vincono  essendo 
aiutiti  dil  pp.,  dal  Venczlani  e  dallo  Sforza,  37- 
3i:  si  ritirn  a  Castigiione  d.  i'e»caii,  2t-n\  di  nuovo 
disfatto  indietreggia  a  (Jrbetello,  3»-30;  ridotto  qul 
a  niii  partito  dal  iiemico  c  diila  fame  c  salvato 
dallc  gaiee  di  re  Alfonso,  30-33;  per  Interposizionc 
d.  re  fa  pai'c  coi  Henesi  cui  renile  i  castelli  e  tcrre 
occupatc  in  camliio  di  cinquantaniila  ducati,  33-35: 
va  11  Perugiaallo  stipendio  d.  pp. pcr  un  anno,  35-36; 
eisendo  ai  soldo  di  rc  Aifonso  muovc  guerra  con 
Federlgo  di  Montcfeitro  a  Slglsmondo  Malatesta 
(an.  1457),  164,  3»-40;  II  Senato  di  Bologna  tenie 
abbia  cattivi  disegni  contro  la  c.  e  manda  alTuopo 
ambasc.  al  pp.  (an.  1458),  165,  8-13;  combatte  in 
Abruzzo  e  Sigismondo  Maiatesta  muove  in  suo 
aluto  (an.  1461),  175,  50;  176,  1-3;  ciic  poi  non 
gii  reca  costretto  a  retrocedere  per  difendere  il  suo 
stato,  2-3;  ha  bisogno  di  gente  (an.  1462),  168,  19- 
20;  soilecita  aiuti  a  Ferrara  e  ottiene  dal  duca  Borso 
d'Este  denari  con  cui  assolda  Francesco  dalla  Mi- 
randola  e  ottocento  cavalli,  179,  21-34;  il  pred.  riu- 
nitosl  a  Sigismondo  Malatesta  si  muove  per  rag- 
giungerlo,  ma  sono  fermatl  al  Tronto  da  Lodovico 
Maivezzi  e  da  Matteo  da  Capua,  36-30;  k  preso  in 
sospetto  dal  duca  Sforza  ii  quale  per  meglio  in- 
gannario  gli  dk  in  moglie  la  Aglia  Drusiana,  ma  si 
accorda  col  re  di  Napoli  segretamente  per  farlo 
capltare  male  [an.  1464],  188,  33-36;  passa  con  molto 
seguito  dl  Boiogna,  diretto  a  Milano  a  sposare 
Urusiana  (an.  1464),  185,  6-13;  alioggia  nel  pal.  di 
Giovanni  Bentivoglio  onorevolmente  ricevuto  e 
trattato,  e  visitato  da  molti  nobili,  13-15;  parte  di 
Boiogna  per  San  Giovanni  in  Persiceto  e  quindi 
per  Crevalcore  e  la  Mirandola,  spesato  nel  suo 
viaggio  dal  Senato  di  Boiogna  e  accompagnato  sino 
ai  confini  da  Lodovico  Cacciaiupi  e  Giacomo  Mar- 
sili,  185,  16-20;  e  ricevuto  con  la  sposa  a  Napoii 
con  grandi  onori,  36-37;  ma  volendo  tornare  a  Sul- 
mona  per  apparecchiarsi  a  incontrare  Ippolita  prin- 
cipessa  di  Taranto  e  fatto  prlgione  col  figlio  Fran- 
cesco  e  ii  conte  Broccardo  suo  cancelliere,  37-30,  f 
di   morte  forse  non  naturaie,  30-31;  ric,   189,   II. 

PiccisfiNO  GiovAirai  bolognese;  uomo  d'arme  di  Ti- 
berto  Brandoiini,  vince  a  meta  il  premio  e  l'onore 
in  una  giostra  bandlta  in  Bologna  dal  Senato  (an. 
1459)1  ^71,  34-36;  essendo  cap.  d.  cavalli  d.  pp.  a 
Casteileone,  rifiuta  di  ubbidire  a  Lodovico  Mai- 
vezzi  e  di  combattere;  4  cagione  d.  sconfitta  del- 
i'esercito  d.  Chiesa  (an.  1461),  175,  38-39;  cf.  45. 

PlCClNlKO  NlcoLo  [JVicolb  PicctHino  Viscoiiie,  Nicolh  !•'«• 
.icoHii,  marchese  e  conte  dHcale]  padre  dl  Giacomo, 
1.54,  1;  di  Francesco,  58,  8,  U  ;  63,  21;  72,  27-28;  98, 
44;  99,  45;  i  in  Toscana  (an.  1434),  38,  35;  c  chiama- 
to  dai  Romani  a  Roma,  40;  dai  duca  di  Milano  e 
richiamato  dal  regno  di  Napoii  con  le  sue  milizie  e 
fatto  capo  di  tutto  i'esercito  contro  la  Lega  Guelfa, 
39,  50-40,  1 ;  giunge  a  Foril,  2;  si  scontra  con  reser- 
cito  d.  Lega  sulla  via  Fiaminiatra  Castel  Boiognese 
e  Imoia,  15-16;  dopo  alterna  vicenda  rompe  i  nemici 
d.  quaii  appena  miile  scampano,  16-20;  ric,  24;  pone 
l'assedio  a  Castei  Boiognese,  io  conquista  e  conse- 


gna  at  Boiognrsi,  3t-37;  mandi  al  duca  di  Mllano 
I  cap.  fatti  prigionieri  nella  pred.  battigiii,  38-3«; 
coniede  aicune  squadre  ai  Bolognesi  clie  vogiiono 
riacquistare  i  rastelli  loro  presi  dal  Gattameiata, 
32-33;  assedla  Granarolo,  40;  fa  dar  rassaito  a  Ca- 
stei  San  Pietro  dal  luoi  soldati,  44-4S,  che  lo  otten. 
gono  a  patti  insieme  al  vicario  fiorentino,  45-48; 
i  pred.  spogliano  i  presidi  ivi  lasciati  d«i  Gattaroe- 
iata  e  consegnano  ii  casteilo  ai  Bologneil,  48-49,  p<>j 
vanno  ad  ailogglare  a  Borgo  l'anigale,  ove  ancht 
egil  si  reca,  trattenendovi.si  alcuni  giorni  per  il 
tempo  cattivo,  50;  41,  1,  4-5:  h  visitato  da  molti 
Bolognetl  e  riceve  presenti  di  vettovaglie  daiia  '.. 
1-3;  rimessosi  ii  tempo  va  contro  Catteifranco.  7-8-. 
dalla  pioggia  e  costretto  a  togliere  l'assedlo  a  que- 
sto  iuogo  ove  era  chiuso  li  Gattamelata  e  a  tor- 
nare  in  Lombardia  per  svernarvi,  12-U;  proniette 
ai  Bolognesi  che  a  prlmavera  riconqulsterA  ioro 
Casteifranco,  .SanfAgata,  San  Giovanni  e  Manzo- 
lino  in  potere  d.  Veneziani  e  Fiorentini,  13-15;  li 
duole  d.  t  di  Nicol6  Fortebraccio  (an.  1435),  42. 
18;  ric,  43,  21;  ottiene  dai  Bolognesi  duemiia  du- 
cati  c  in  cambio  restituisce  loro  Castei  Bologneiie 
e  Castel  San  Pietro,  44,  33-37  :  ottiene  in  prestito 
dal  pp.  cinquemila  ducati  (an.  1438),  50,  47  ;  51,  I ;  e 
incitato  dal  pred.  a  prendere  soldo  dalla  Chiesa  o 
dai  Vencziani,  51,  1-2;  tira  in  lungo  le  trattative 
parecchi  giorni,  3;  efFetti  di  questo  tracchegniire, 
3-6;  saputa  la  presa  di  Spoleto  scrive  al  pp.  rim- 
proverandogli  che  cercasse  di  renderlo  traditore 
al  suo  signore,  7-8;  gli  si  dichiara  nemico,  8-9; 
prende  infatti  aila  Chiesa  parecchie  c,  9-10;  gii  e 
dato  ordine  dal  duca  di  muovere  contro  Boiogna 
secondo  accordi  d.  pred.  con  alcuni  clttadini,  31- 
22;  e  affrettato  dal  pred.  che  anche  gli  ordina  di 
assoldare  a  ogni  patto  Pier  Giampaolo  Orsini,  32- 
34;  nel  che  riesce,  40-41;  entrato  nei  territorio  di 
Bologna  ra  a  Borgo  Panigale  e  Casalecchio  quindi 
passa  ailTdice  ove  si  accampa,  35-37;  gli  vengono 
mandati  presenti  dal  governatore  di  Boiogna,  37- 
39;  ordina  all'Orsini  dl  raggiungerlo  ali'Idicc,  41- 
43;  con  lui  recasi  neli'Imolese  quindi  verso  Boio- 
gna  chiamatovi  dai  congiurati,  4:-43:  giunto  a  Ponte 
Maggiore  con  tutto  l'esercito  intima  al  governatore 
di  dargii  la  c,  45-46;  per  opera  di  Raffaele  Fosche- 
rari  entra  in  Bologna  dalle  porte  di  San  Vitaie  e 
San  Domenico  apertegli  di  notte,  52,  9-14 ;  si  ferma 
nelle  case  d.  Bentivoglio  a  strada  San  Donato  ad 
aspettarvi  il  successo  d.  lotta  tra  i  cittadini  e  i 
soldati  d.  governatore,  23-36;  appreso  che  i  primi 
prevalevano  si  conduce  in  Piazza,  36-38;  assedia  ii 
governatore  che  sl  rende  a  patti,  28-31 ;  nonostante 
ci6  saccheggia  il  Pai.,  31 ;  fa  uscire  lo  Scotti  di 
Bologna,  31-32;  radunati  i  cittadini  si  rallegra  che 
abbiano  riacquistata  la  loro  liberti,  38-39:  fa  loro 
buonc  promesse  da  parte  d.  duca,  39-40;  s'impegna 
di  conquistare  loro  Galliera  e  li  esorta  a  non  aprire 
ie  strade  arrostate  per  impedire  ai  soidati  di  fare 
disordini,  40-43;  manda  alcune  bande  di  fanti  con- 
tro  ii  castello  di  Galliera,  45-46;  h  sdegnato  d.  f 
ivi  incontrata  da  Francesco  Duglioii,  46-47;  fa  sca- 
vare  una  fussa  intorno  al  castello  per  impedire 
ie  sortite  agli  assedieti,  47-49;  a  nome  d.  duca  di 
Miiano  riceve  in  obbedienza  tutti  i  castelii  d.  Bo- 


'        [Piccinino  Nicold] 


INDICE  ALFABETICO 


723 


lognese  a  eccezione  di  Cento  e  d.  Pieve  soggetti 
al  vesc,  53,  15-17;  anche  questi  minacciati  di  di- 
struzione  gli  si  arrendono,  18-20:  pone  dovunque 
sue  guardie,  JO-21 ;  mette  anche  un  presidio  in  Gal- 
liera  contro  i  patti,  21-Ji;  cf.  82,  36-37;  fa  rovinare 
tre  voltoni  che  congiungevano  la  fortezza  di  Gal- 
liera  alla  c.  per  tenerla  piii  sicuramente,  43-13 ;  ri- 
ceve  in  dono  dai  Bolognesi  un  ricco  stendardo  e 
un  cavallo  bardato,  53,  25-27;  parte  di  Bologna  per 
la  Lombardia,  30-31 ;  h  accorapagnato  da  Guid'An- 
tonio  Manfredi  sino  a  Panigale,  31-32;  i  suoi  sol- 
dati  lungo  la  via  saccheggiano  Crespellano,  Baz- 
zano,  San  Lorenzo  in  Collina  e  Monte  Maggiore, 
3«-35;  ric,  56,  34;  gli  Anziani  di  Bologna  gli  man- 
dano  ambasc.  perchfe  provveda  a  impedire  che  Bat- 
tlsta  Canetoli  usurpi  il  dominio  d.  c.  (an.  1439), 
57,  42-44 ;  in  questo  tempo  e  contro  Lodrone  terra 
d.  capitano  Paris  volendo  vendicare  la  sconfitta 
dal  pred.  inflitta  a  Taliano  del  Friuli  suo  cap.,  45- 
48;  rimanda  gli  ambasc.  a  Bologna  con  1'assicura- 
zione  che  provvedera,  58,  1-2  •,  h  lieto  gli  si  pre- 
senti  I'occasione  di  farsi  padrone  di  Bologna  a 
nome  d.  duca,  2-6;  ordina  agli  Anziani  di  confer- 
mare  i  Dieci  di  Balia  e  gli  altri  magistrati,  16-18; 
manda  quindi  il  figlio  Francesco  con  buon  presi- 
dio  a  occupare  Bologna,  con  il  favore  d.  Bentivo- 
gllo,  18-19;  devasta  il  Bresciano  insieme  al  march. 
di  Mantova,  36-37;  i  Veneziani  assoldano  contro 
lul  Francesco  Sforza,  35-36;  chiede  ai  Dieci  di  Bo- 
logna  denarl  per  1  suoi  blsogni,  38-39;  gll  mandano 
duemila  ducati,  39-40;  errata  notizia  al  proposito  in 
Flavio  Biondo,  40-42;  ric,  59,  38;  richiama  il  Sa- 
cramoro  da  Bologna  perchi  troppo  mite,  60,  17-20; 
vi  manda  invece  d.  pred.  Cervato  da  Caravag- 
gio,  20-22;  chiama  a  Parma  Annibale  Bentivoglio 
con  rintenzione  di  castigarlo  deiromicidio  di  Raf- 
faele  Foscherarl  (an.  1440),  61,  34-35;  dopo  un  col- 
loquio  si  placa  o  ne  fa  finta,  36-37 ;  raduna  in  Parma 
un  esercito  contro  i  Fiorentini,  39-40;  con  esso  at- 
traversa  Bologna  da  Porta  Saragozza  a  Porta  Mag- 
giore  e  va  ad  alloggiare  ai  Crociali,  40-43;  invitato 
dal  Senato  torna  a  Bologna  e  prende  dlmora  in 
Pal.,  43-45;  ne  parte  per  recarsi  In  Romagna  e 
quindi  contro  Firenze,  62,  31-32;  lascia  a  Bologna 
a  suo  luogotenente  il  figlio  Giacomo,  32-33  ;  entra 
in  Toscana  e  prende  alcuni  castelll,  63,  14-15;  as- 
sedia  e  si  impadronisce  di  Montepulclano  avendo 
seco  II  conte  di  Poppi,  15-16;  passa  quindi  nel  Ca- 
sentino  e  vi  occupa  molt!  castelli  ponendo  Passe- 
dio  a  San  Nlcold,  16-17;  fc  vlnto  ad  Anghiari 
dal  Fiorentini,  20-21;  con  11  figlluolo  France- 
sco  e  con  Guido  Antonio  Manfredi  si  salva  a  Borgo 
San  Sepolcro,  21-22:  giunge  di  Toscana  a  Bologna, 
35;  vi  sl  riposa  e  riceve  dai  .Sedlci  Riformatori  d. 
Stato  un  presente  dl  duemlla  ducatl,  37-38;  va  a  Mi- 
lano,  38;  il  Senato  di  Bologna  gli  fa  ridomandare 
la  giurisdlzione  d.  castelli  e  fortezzc  prcsidiate  In 
suo  nome  e  la  custodla  d.  porte  d.  c,  65,  1-7;  ac- 
consente  in  cambio  di  quindlclmlia  ducati  e  dl  spe- 
ciall  patti  trascritti  inappositlcapltoli,  7-11:  In  essi 
i  chiamato  Nicoli  Plccinlno  Vlsconte,  NlcoI6  VI- 
scontl,  marchese  e  conte  ducale,  13-14;  1  Bolognesi 
per  1  pred.  capitoli  si  obbllgano  a  riconoscere  quali 
propri  i  suol  araici  e  Inlmlcl,  IT-19,  ad  allogKlarto 


e  nutrirlo  col  suo  esercito  nella  c  e  nel  territorlo 
quando  occorra,  19-20,  a  pagargliogni  anno  cinquan- 
tamila  lire  in  quattro  rate  finche  duri  il  suogoverno, 
siano  osservati  i  capitoli  e  si  conservi  ia  pace, 
66,  5-10;  qualora  scoppi  la  guerra  II  pred.  com.  gli 
paghera  cio  che  potra,  10-13;  in  cambio  accetta  sotto 
la  sua  protezione  lo  stato  bolognese  che  giura  di 
dlfendere  da  chiunque  attentl  aila  sua  liberta,  13- 
18;  promette  inoltre  di  non  esigere,  ne  fare  esigere 
dai  suoi  sotto  alcuna  forma,  altro  denaro  alPin- 
fuori  delle  cinquantamila  iire  pred.,  19-29;  di  unlre 
e  sottomettere  alla  giurisdizlone  dl  Bologna  tutti  I 
castelli  d.  territorio  che  ne  fossero  per  speciall 
esenzioni  dlvisi,  30-38;  si  obbliga,  contemporanea- 
mente  che  il  com.,  a  non  permettere  che  partico- 
lare  persona  abbla  giurisdizione  o  autorita  in  Bo- 
logna,  39-44;  che  tutte  le  geiiti  d'arme  che  11  com. 
dovra  pagare  stlano  ai  suoi  ordini  e  non  rechino 
danno  ai  cittadini,  45-48;  accetta  e  firma  1  pred. 
patti  in  unione  agli  ambasc.  Bolognesl,  67,  1-2; 
dalla  cessione  d.  castelll  esclude  Galliera,  Castel 
Bolognese,  Castel  San  Plero,  San  Giovannl  In  Per- 
siceto,  Castelfranco,  la  Pieve,  Crevalcore  e  Cen- 
to,  28-30;  d.  quali  il  com.  di  Bologna  pagherA  le 
guardle  da  lui  tenute,  65,  35-40;  "  concede  ad  An- 
nibale  Bentivoglio  parte  d.  beni  confiscati  ai  Ca- 
netoli  (an.  1441),  XCIV,  38-40  „  ;  radunato  un  grosso 
esercito  prende  nel  Bresciano  castelli  e  fortezze  ai 
Veneziani,  68,  32-33;  ric,  69,  4S;  sl  avvia  a  Bolo- 
gna  per  visitare  la  c.  e  levar  gente  contro  Fran- 
cesco  Sforza  a  petizione  d.  pp.  (an.  1442),  71,  3»- 
40;  magistrati  e  Anziani  vanno  a  incontrarlo  fuori 
d.  c,  40-42;  abita  in  Pal.,  42-43;  vengono  con  lul  a 
parlamento  ambasc.  d.  Senesi,  d.  Malatesta,  d.  Man- 
fredi,  II  figlio  d.  raarch.  di  Mantova,  44-45;  il  Se- 
nato  bandisce  una  giostra  in  suo  onore,  45-49;  a 
sua  volta  fa  giostrare  un  pallo  verde,  50;  72,  1-j; 
parte  di  Bologna  con  quattordici  mila  uomini  dl- 
retto  in  Romagna,  4-5;  va  con  lui  Annibale  Ben- 
tlvoglio  qual  cap.  d.  Chiesa,  5-6;  In  Romagna  nella 
Marca  e  in  Toscana  riduce  c.  e  castella  alPobbe- 
dlenza  d.  Chiesa,  II-12;  sospettando  per  lo  scara- 
blevole  afietto  da  lui  notato  tra  1  Bolognesl  e  An- 
nlbale  Bentivoglio,  che  questi  mediti  impadronlrsl 
di  Bologna  e  cacciarne  i  suoi  presidl,  scrive  al 
figlio  F^rancesco,  che  aveva  lasciato  con  railizie  nel 
Bolognese,  di  impadronlrsl  dl  Annlbale  e  d.  prin- 
clpali  cittadlnl  suoi  aderenti,  23-31;  ambasc  Bolo- 
gnesi  vengono  al  suo  carapo  sotto  Assisi  a  chle- 
dergll  la  Ilbcrtil  di  Annibale  BentivogUo  e  d.  due 
Malvezzi,  73,  36-38;  cf.  29,  31;  sl  mostra  raaravl- 
gllato  d.  loro  cattura,  38-40;  proraette  di  Interporre 
I  suoi  buoni  uffici  pr.  11  figlio,  ma  rlraanda  ognl 
pratica  alla  sua  andata  a  Bologna,  40-43;  h  a  Ra- 
polano  in  quel  dl  Siena,  per  cura  (an.  1443),  75, 
20-21 ;  Castel  San  Pletro,  Budrlo,  Mediclna,  Castel- 
guelfo,  Mincrljo,  Castel  San  Glorglo,  Argelato  ten- 
gono  per  la  sua  partc,  83,  43-46;  cosl  pure  la  rocca 
di  Cento  mentre  I  Centanl  tengono  per  Bologna, 
46-48;  off^re  liberti  c  danaro  a  Gaspare  Malveizl  »e 
vorrA  dargll  nclle  manl  11  genero  Lodovico  Ben- 
tlvogllo,  84,  31-35;  ne  ricevc  uno  sdcgnoso  rlfluto, 
35-3»;  f»  cguale  proposta  a  Battiita  Canetoli,  che 
Taccetta,  40-45;  iicconsente  alla  llberazione  di  Achll- 


724 


INDICE  ALFABETICO 


[Picclnino  Ricotd-Pietrol 


le  e  Gaspare  Mtlrezsl  In  ctmblo  dl  quelU  dt  tuo 
figllo  Francesco,  94,  Jtt  fa  condurre  I  MalveKl  al 
Pannro  presso  SanfAmbroglo,  37-3$;  quat  cap.  d. 
re  dl  Napoll  *l  Impadronlsce  d.  clttA  di  Francesco 
Sforza  nella  Marca  Anconetana,  96,  39-40;  c-  vlnto 
tra  Peiaro  e  FoAsombrone  dal  pred.,  che  gli  prende 
cavalll  e  carrlaggi,  97,  7-10;  con  pochl  uomini,  ab- 
battuto  si  riduce  a  Monte  Slccardo,  10-I3;  rlc,  98, 
30;  11  Senato  dl  Bologna  fa  rldurre  In  luoghl  sl- 
curi  quelll  d.  contado  per  tlmore  che  egli  voglia 
saccheggiarli,  30-33;  si  dilunga  dal  terrltorio  Bo- 
lognese  Invece  dl  passarvl,  come  ne  aveva  Inten- 
zione,  per  tlmore  dl  esscrvl  assitlito,  34-26;  cf.,  31- 
3];  chlamato  a  Milano  dal  Viscontl  lascla  1'eserclto 
nclla  Marca  al  giovlnetto  figlio  Francesco  (an. 
1444),  98,  43-44;  cf.  30;  t  a  Corsico  nel  Milanese 
dl  crepacuore  per  la  sconfitta  e  lu  prlgionla  d.  pred., 
99,  43-46:  fu   inimlcissimo  d.  Bolognesi,  46-47. 

PlcciNo  DA  Vkrzuno  contadino  bolognese;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  l.'^!,  16. 

PiccoLOMiNi  Enea  Silvio  [Enea  St/vio]  creato  pp.  col 
nome  di  Pio  11  (an.  1458),  166,  14-16;  in  una  Ict- 
tera  al  duca  di  Borgogna  accenna  a  fra  Lodovico 
da  Bologna,   17-3,  13-14. 

PiCCOLOMlNl  ILauuamiaJ  sorella  di  Pio  11  madre  di 
Pio  III,  326,  34. 

PlCHI  V.    Pico. 

PlCO  CONTE  DBLLA  MiRANDOLA i  fatto  prigionicro 

da  Federigo  da  Montefeltro  a  Mondolfo  (an.  1462), 
179,  37-38. 

Pico  DELLA  MiRANDOLA  Anton  Maria  \Anton  Maria 
dei  Pichi  della  Mirando/a]  sposa  Costanza  Bentivo- 
glio  figlia  dl  Sante  e  figliastra  dl  Giovanni  Ben- 
tivoglio  (an.  1473),  213,  I6-1»;  lol  fratello  Galeazzo 
e  altri  gcntiluomini  passa  di  Bologna  dlretto  a 
Napoli  per  commissione  di  Eleonora  d'Este  (an. 
1473),  213,  34-3»;  alloggia  nel  pal.  d.  Bentivoglio, 
39-30. 

Pico  DFLLA  Mirandola  Bianca  [Bianta  della  Miran- 
dola].  Alla  colazione  dl  nozze  di  Annibale  Benti- 
vogllo  Ic  e  ofierto  una  fontana  con  un'aquila  tutta 
di   zucchero  (an.   1487),  240,  33. 

[Pico  DELLA  Mirandola]  Costanza  V.  BentivogUo  Co- 
stanza. 

Pico  DELLA  MiRANDOLA  Francesco  si  reca  a  San  Ce- 
sario  con  trecento  cavalli  per  alutare  i  fuorusciti 
a  rientrare  in  Bologna  (an.   1433),  35,  30-34. 

PlCO    DELLA    MlRANDOLA    FRANCE.SCO   V.    Pico    della     Mi- 

randola    Gianfrancesco. 

PlCO  DELLA  MiRANDOLA  Galrazzo.  CoI  fratcllo  Anton- 
maria  passa  di  Bologna  diretto  a  Napoli  per  com- 
mlssione  di  Eleonora  d'Este  (an.  1473),  213,34-39; 
alloggia  nel  pal.  di  Giovanni  Bentivoglio,  :9-30. 

Pico  DELLA  MiRANDOLA  Galeotto  fc  nelI'esercito  di 
Bartolomeo  Colleoni  contro  Firenze  (an.  1467), 
193,  13:  assedia  Forll  col  Bentlvoglio  in  aiuto  di 
Caterina  Riario  (an.  1488),  245,  14-15;  sopraggiunto 
1'lnverno  sl  reca  ai  suoi  alloggiamenti  in  Lonibar- 
dla,  accompagnato  con  grande  onore,  nel  suo  pas- 
sagglo  per  il  terrltorio  bolognese,  da  Annibale 
Bentlvoglio  (an.  1494),  284,  3i-33. 

Pico  della  Mirandola  GiovANNi  chiamato  Fenice  per 
1'acutezza  d.  suo  ingegno  f  (an.   1494),  284,  37-28. 

Pico  DsLLA  Miraitdola  conte   Gianprancbsco  anche 


Francksco  h  aitoldato  da  GUcomo  Picclnlno  con 
ottocento  cavalll  (an.  1463),  179,  33-34;  paiia  nel 
Ferrareie  diretto  a  Riminl  a  Slgiimondo  Malate- 
ita,  34-33;  con  11  pred.  si  reca  nella  Marca  per  an- 
dare  in  Puglia  in  aiuto  d.  Piccinino,  36-21,  ma  i 
ferniato  al  Tronto  da  Lodovlco  MalTczzl  e  da  Mat- 
teo  da  Capua,  2t-30;  si  reca  a  Bologna  al  teguito 
d.  Piccinino  (an.  1464),  195,  l-f;  h  «itoldato  da 
Plno  Ordelaffi  con  Sllveitro  Dei  Conte  c  cinque- 
cento  cavalli  (an.  1466),  191,  40-4t;  con  Ercole  da 
Este  va  al  confinl  d.  Frignano,  192,  7-8. 

PiBRANTONio  [Pietro  Antonio]  v.  /Jno  (Dal)  P.  A.,  Pa- 
selli  P.  A. 

PlBR  Francbsco  v.  Avvocati  P,  F.,  Mareteotti  P.  F. 

PiER  GiAMPAOLo  V.   Orsint  P.  G.  P. 

PiER  GlOROio  i>A  Parma  conduce  la  leconda  tquadra 
di  Giovannl  Bentivoglio  nel  torneo  da  queito  ban- 
dito  in  Bologna  11  giorno  di  San  Pelronio  (an. 
1470),  204,  31;  suoi  paggi  e  sua  impresa,  31-34;  ha 
per  compagno  Aleisandro  Bargellini,  34-35. 

PlER  GlovANNi  [Pietro  Giovanni]  v.  Conti  P.  G.,  Or- 
siui  P.  G. 

PiER  Maria  V.  Rossi  P.  M.,   Ubaldimi  P.  M. 

PiKR  NicoLA  V.  Albergati  P.  A'. 

PlKRl  GloVANNi  [Giovanni  Piero]  figlio  dl  Ranucclo; 
di  I'istoia,  allievo  d.  Manzino  parte  di  Bologna 
coi  Bentivoglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41;  349, 
3;  gli  h  mcssa  una  taglia  dal  leg.  di  Boiogna  di 
duecento  ducati  per  chi  lo  prenda  vivo  e  cento  se 
morto  (an.  1507),  368,  17-18;  e  fatto  prigioniero  a 
Bondanello  da  balestrieri  di  Lodovico  d.  Miran- 
dola  (an.  1508),  391,  13-13,  36;  e  condotto  a  Bolo- 
gna,  30-31 ;  cf.  392,  46-47;  posto  al  tormento  confessa 
il  trattato  in  favore  d.  Bentivoglio,  48;  e  Impic- 
cato,  393,  7-8. 

PiERi  Ranuccio  padre  di  Glovanni,  368,  17. 

PlKRO  V.  Pietro. 

PlERO  da  Cento  Massaro  d.  compagnia  d.  Muratori ; 
oflfre  a  Giovanni  Bentivoglio  per  le  nozze  d.  figlio 
Annibale,  a  nome  d.  sua  arte  una  brocca  d'argento 
(an.  1487),  236,  11-13. 

PiBRO  da  Cesbna  frate  d.  Servi  in  Bologna;i  collato 
pubblicamente  (an.   1508),  384,  46;  cf.  41. 

Pierozzi  Antonino  V.  Forciglioni  Autonino. 

PlETRA  (castkLLO  della)  [Preta]  in  val  d'Adige  non 
lontano  da  Aggerra,  d.  duca  Sigismondo  d'Auitria 
244,  7;  vi  accampa  nei  pressi  Roberto  da  San  Se- 
verino  (an.   1487),  244,  6-7. 

PiBTRA  C^oLORA  o  PlETRACOLORA  [Pedra  Coloro]  ncl  Bo- 
lognese;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le 
nozze  (an.  1454),   '^^>  ^*- 

PiETRASANTA  ccduta  da  Piero  de'  Medicl  a  CarloVIII 
re  di  Francia  (an.  1494),  283,  46-47. 

PiETRO  o  PiERO  V.  Agucchi  {Degli)  /*.,  Acaainoli  P.,  Al- 
berti  P.,  Aldrovandi  P.,  Avvocati  P.,  AzMOgmidi  P.. 
Barbieri  P.,  Barbo  P.,  Bergami  P..  Berti  P.,  Betlini 
/'.,  Bevilacqua  P.,  Boccaccini  /'.,  Bolognetti  P.,  Bp 
lognini  P.,  Bono  {Bal)  P.,  Borselli  P.,  Bottrigari  P.. 
Bracciani  P.,  Cacciti  P.,  Calici  (0  Dal  Calice)  P., 
Caltolari  P.,  Canonici  P.,  Cafocchia  P.,  Carretti  P., 
Cavallina  (Dalla)  P.,  Chiarini  P.,  Colloredo  (Da)  P., 
Conti  P.,  Crescimbeni  P.,  Dalloglio  P.,  Falvisi  P., 
Fantuzxi  P.,  Felicini  P.,  Filardi  P.,  Filavigline  P., 
Gallarat*  (Da)  P.,   Gambacorta  P.,  Gambaro  (Dal) 


[Pietro-Pieve  di  Ceato] 


INDICE  ALFABETICO 


725 


P.,  Ghirardacci  P.,  Giovanaetti  P.,  Giraldini  P., 
Griffi  P,,  Gnidotti  P.,  Isolani  P.,  Isvalies  P.,  Lamo 
P.,  Lanaroli  P.,  Lancie  (Dalte)  o  dalle  Scudelle  P., 
Maechiavelli  P.,  Magagna  P.,  Magnani  P.,  Mal- 
dura  P.,  Marcello  P.,  Marzano  (Da)  P.,  Medici  {De') 
P..  Mezzovillani  P.,  Alinarini  P.,  Mocenigo  P.,  Mon- 
tanari  P.,  Monlerenzi  P.,  Musotti  P..  Navarrino  [Da) 
P.,  lYosetti  P.,  Xovellara  (Da)  P.,  Ondedei  P.,  Pa- 
rolini  P.,  Pasi  P.,  Peterlini  P.,  Pizzani  P.,  Prignani 
P.,  Purgo  (Dai)  P.,  Pusterla  P.,  ^uarto  (Da)  P., 
RampOHi  P.,  Ranieri  P.,  Riario  P.,  Rossi  P.,  Ruote 
(Dalle)  P.,  Salesini  P.,  Scappi  P.,  Severi  P.,  Soano 
P.,  Soderini  P.,  Terzi  P.,  Testa(Dalla)  P..  Torresani 
/».,  Trafpolini  P.,  Verme  (Dal)  P.,  Zancari  P.,  Zano- 
lini  P.,  Zizza  P.;  v,  ancke  Giambattista  di  Pietro. 
....  PiETRO  ric,  250,  3. 

....PlETRO  borabardiere ;  con  due  compagni  fe  ucciso 
in  Bologna  durante  i  torbidl  per  la  t  di  Annibale 
Hentivoglio  (an.   1445),   106,  26-27. 

....PiETRO,  sarto;  k  ucciso  in  Bologna  durante  i  tor- 
bidi  per  la  f  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1445), 
106,  26,  32. 

....PiETRo  (maestro).  Con  maestro  Giacomo  sta  In 
San  Vitale  in  una  casa  d.  frati  di  San  Giacomo  e 
fonde  la  campana  per  la  torre  di  Giovanni  Benti- 
voglio  (an.   1497),  293,  3-9. 

PiETRO  DA  Capua.  Dal  Senato  di  Boiogna  el.  cap.  d. 
fanti  di  Pal.  (an,  1442),  74,  29-31. 

PiBT^o  DA  Casalecchio  fc  commissario  di  Bologna  a 
3'onte  Poledrano,   13,  «7-«8. 

. .  , .  Pjetro  da  Castel  San  Pietro;  congiura  ron  tale 
Gorro  dl  dare  il  castello  ai  Fiorentlnl  (an.  144 1), 
69,  29-31 ;  scoperto  il  complotto  e  arrestato,  con- 
dotto  a  Dologna  e  condannato  nella  testa,  31-33; 
gli  e  fatta  grazia  per  Intercessione  di  Guidantonio 
Manfredi,  34-35. 

PiETiio  (fra)  da  Majorca  delI'ordine  d.  Predlcatori ; 
inquisitore;  el.  d.  commissione  incaricata  di  cu- 
stodire  il  denaro  e  i  valori  per  la  crociata  (an. 
I4S5),  160,  3J-40. 

....Piktro  di  Montebudello;  contadino;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  18. 

l'ir,TRO  da  San  Glovanni  tamburino;  parte  di  Bologna 
crociato  con  Giacomo  Grati  (an.   1464),  186,  7. 

....  PiETRo  Di  Petronio  ortolano;  seguace  d.  Canetoli 
c  bandlto  di  Bologna  (an.  1445),   109,  7-8. 

PlETRO  (BoROo  San)  V.  Bologna  (strade). 

PlETRO  (ciilESK  Di  Sav)  V.   Bologna  (Chiese). 

PiETRO  (poRTA  1)1  San)  V.  BologHa  {forte). 

PiETRO  IN  Casale  (San)  dannegglato  dalla  tempesta 
(an.  I4S3).  143,  33-34. 

PliJTRO  MARTIRE  (cHlBSA  Dl  San)  V.  Napoli  (chiese). 

PiETRO  IN  ViNcoLi  (cARM.  ui  San)  V.  Cervantes  Gi»- 
vanni,  Rovere  (Della)  Giuliano,  Rovere  (Della)  Fran- 
ciotti   Galeotto, 

PlETRO  Antonio  v.  Pitrantonio. 

PiuTRo  Antonio  da  Bologna;  ladro;  novizio  di  San 
Giacomo,  diciottenne;  i  impiccato  nel  mercato  d. 
buoi  (an.  1505),  336,  J8-39;  dopo  parecchle  ore  i 
staccato  dalla  forca  pcr  la  sepoltura  ancora  vivo, 
benchi  offeso  alla  gola,  29-36:  cf.  116,  1-3:  h  por- 
tato  aIl'ospedale  d.  Morte  per  esiere  curato,  336, 
36-37;  aiferma  agli  agenti  d.  Senato  di  essere  stato 
aiutato  da  San  NicolA  da  Tolentino  a   cui  sl  era 


votato,  che  gli  aveva  sorrette  le  piante,  37-41;  e 
visitato  da  molti,  41-43;  guarito  vengono  a  rilevarlo 
daii'ospedale  i  frati  eremitani  di  San  Giacomo, 
43-45;  itinerario  fattogli  percorrere  dai  pred.  sino 
alla  chiesa  di  San  Giacomo  e  sua  devozione  lungo 
il  tragitto,  45-337,  1 ;  e  rivestito  solennemente  del- 
l'abito  eremitano  dal  maestro  Giovanni  de  Ripis 
col  nome  di  Fra  Nicola,  1-4:  cf.  116,  3-4;  altre  ce- 
rimonie  dopo  la  sua  vestizione,  337,  4-8;  alPimma- 
gine  di  San  Nicola  da  Tolentino  e  appeso  il  suo 
voto  in  tela  e  il  suo  ritratto  col  capestro  al  collo 
dipinto  da  maestro  Ercole,  8-9;  cf.  IS;  menioria  d. 
pred.  miracolo,  13-14;  vivc  per  quattro  anni  dero- 
tamente,  ma  poi  getta  l'abito  e  torna  a  rubare, 
10-11;  e  preso  e  impiccato  con  capestro  d'oro  alla 
rlnghiera  d.  pod.  e  fi  11-12. 
PlETRO  Bernarpino  V.  Ruggeri  P.  B. 
Pietro  Giovanni  V.  Pier  Giovanni. 
PlETRO  Maria   V.  Pier  Maria. 

PiETRo  Maria  da  Rimini  combatte  nel  torneo  in  Bo- 
logna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la 
Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di 
Nicol6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  e  ascritto 
alla  seconda  squadra  vestita  alla  turca  (an.  1490), 
258,  29-30 ;  la  sua  parte  soccombe,  262,  17-1». 
PlETRO  Paolo  V.   Nardini  P.  P. 

PiEVE,  o  PlEVE  Di  Cento  nel  territorio  di  Bologna; 
appartiene  al  vesc.  di  questa  c,  7,  16-17;  cf.,  53, 
17;  non  sl  ribella  alla  Chiesa  (an.  1428),  7,  15-1»; 
ric.,  19;  si  rende  ad  Antongaleazzo  Bentivoglio  e 
a  Nicol6  da  Tolentino  per  evitare  la  distruzione, 
9,  15-16;  essendo  d.  vesc  di  Bologna  rifiuta  obbe- 
dienza  al  Visconti  (an.  1438),  53,  17;  minacciata 
di  distruzione  dal  Piccinino  consegna  la  rocca,  ove 
il  pred.  pone  sue  guardie,  U-20;  nei  capitoll  con- 
cordati  con  il  com.  di  Bologua  per  la  cesslone  d. 
castelli  il  Piccinitio  se  ne  riscrva  il  possesso  (an. 
1440),  67,  28-29;  il  Senato  di  Bologna  si  obbliga  a 
pagarne  la  guardia  d.  pred.,  65,  35-37;  ric,  92,  29; 
si-onfitto  11  Dal  Verme  manda  ambasc.  a  Bologna 
con  le  chiavi  d.  castello  (an.  1443),  94,  6-8;  rlc, 
104,  19  ;  le  e  tolta  1'acqua  d.  Reno  da  San  Giovanni 
in  Persiceto  (an.  1445),  112,  2S-:6;  si  sottomette  al 
vesc.  di  Boiogna  (an.  1447),  121,  41-42;  ne  i  dato 
dal  vesc.  ia  tenuta  a  Nicold  da  Cremona  per  il 
pp.,  123,  10-11;  ne  e  dal  pred.  fatto  coramissario 
Aiberto  Albcrgati,  11-12:  rlc,  124,  6:  i  presidlata 
per  11  pp.  e  vi  si  trovano  i  fuorusciti  dl  Bologna 
(an.  1450),  134,  25-27;  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvo- 
glio  pcr  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  37-31 ;  colpita 
dalla  tempesta  c  danneggiata,  151,  4S-46;  vi  fuggono 
alcunl  di  Cento  (an.  1458),  165,  39-30;  sl  ribella 
con  Cento  a  Bologna  volendo  governarsi  da  «^ 
sotto  11  vesc,  (an.  1461),  174,  48-49,  /:  punizione 
minacciata  dai  Senato  sc  non  si  sottomctta,  175, 
1-5;  nianda  ambasc.  a  Konia  al  vesc.  a  dolersi  dl 
ci6,  ma  non  ottiene  risposta,  6-7 ;  .ii  offre  ai  duca 
d'Este  che  la  rifiuta,  ma  invla  loccorso  dl  gentl 
per  riguardo  d.  vesc,  7-10;  ne  partono  molte  fa- 
mlgile  che  vanno  ad  abitare  a  Bologna  e  a  Kerrara, 
10-11;  rlmette  la  sua  questione  con  Bologna  aiPar- 
bitrato  d.  duca  Sforza  clie  sententla  in  fivore  d. 
Senato,  U-14;  rifiuta  di  accettarne  ii  reiponio,  14- 
15;  h  in  contriato  coi  Bolofneti  (1463),  179,41-49; 


726 


INDICE  ALFABETICO 


(Pieve  di  Ccnto-Pio  II  papa] 


i  fattt  paciAcare  col  pred.,  180,  l-a;  ri  si  reta  il 
▼lcario  dl  nologna  Batiotto  Caccianeniici,  1-i;  fa 
un  preaente  alle  nozze  di  Giulio  Malrezzi  (an.  1464), 
185,  I;  vi  si  commettono  molte  uccisioni  (an.  1470), 
202,  43-44;  il  Scnato  vl  mette  riparo,  44-45;  i;  ucciso 
un  tal  Cecco  Tuttobuonl  dai  figli  di  Lorenzo  Ben- 
setta  a  sua  rolta  ucclso  dal  pred.  venti  anni  pri- 
ma,  46-4t;  gil  uccisori  con  loro  amici  passano  in 
Piazza  al  grido  di  '  Viva  la  sega  ,  il  vescovo  e  gli 
amici  d.  Bentivogllo,  4t;  203,  1-4;  il  .Senato  vi  manda 
ii  vicario  d.  vesc.  con  cinquanta  soldati  che  fa  pri- 
glonierl  i  tumultuanti,  4-7;  sono  tutti  impiccati  e 
uno  decapitato,  7-9;  alla  f  d.  vesc.  di  Bologna  vi 
si  reca  Giovanni  Bentivogllo  a  prenderne  ia  tenuta 
per  Bologna  (an.  14S3),  228,  30-31;  11  pred.  ne  afHda 
la  rocca  a  Rinaldo  Arlosti,  31-33;  i;  dal  pp.  Ales- 
sandro  VI  data  in  dote  con  Cento  a  Lucrezla  Bor- 
gia  (an.  1501),  309,  5;  cf.,  45;  310,  i,  44-311,  1-3; 
ii  priore  d.  Gonfalonieri  di  Bologna  pretende  sia 
restituita  alia  c.  (an.  1502),  315,  16;  c  ridomandata 
dal  pp.  Giulio  II  per  mezzo  d.  vesc.  di  Bologna  ad 
Alfonso  d'£3te,  clie  ia  rifiuta  (an.  1504),  330,  43-46. 

PlEVK  (dalla)  V.   Giacomo  dalla  Pieve. 

PiEVK  (castello  deixa)  nel  Perugino  r.  Cilta  ilella 
Pieve. 

PlFFARi  Antonio  detto  il  ToNTA  [Aulonio  Pijfaro]  figlio 
di  Maso,  108,  13;  109,  10-11;  seguace  d.  Canetoli  e 
bandito  dl  Boiogna  (an.  1445),  108,  13;  cf.,  109, 
10-11. 

PiFFAKi  Bartolomko  figiio  di  Maso,  108,  )>-l9;  segua- 
ce  d.  Canetoli,  c  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108, 
18-1». 

PlFFARl  Gianfrancusco  [Giait/rattceso  dal  Piffaro]  par- 
tecipa  alla  congiura  ordita  dallo  Scappi  in  favore 
d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380.  4;  multato  in  cento 
ducatl  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla 
cui  ruina  aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  41. 

PlFFARi  Maso  \Masio\  padre  di  Antonio,  108,  13;  di 
Bartolomeo,   108,   U-19. 

PlFFARl  ToNTA  V.  Piffari  Antonio. 

PlGNATELLi  Caterina  |  Caterina  Pignatella]  sposa  Bo- 
nifacio  Lambertini  dal  quale  lia  molti  figli  [s.  a.], 
136,  3-3. 

PmA  V.  PeHHe. 

PiMACCHlo  Luremzo  V.  PeHttaccki  Lorettzo. 

PlNELLO  V.  Fasanini  P. 

PlKl  Gasparb.  Coii  altri  quattro  compagni  denunzia 
coioro  clie  avevano  preso  parte  alla  rovina  d.  pai. 
Marescotti  (an.   1508),  389,  13-13. 

PlNl  GioVANNI  [Giovanni  Pitto]  di  Tolosa,  scrive  la  vita 
di  Filippo  Beroaldi  [s.  a.|,  340,  20. 

PlNO  V.   Ordelaffi  P.  \  v.  attcie   Giovantti  Piao. 

Pio  II  el.  pp.  (an,  1458),  166,  14-16;  accoglie  benevol- 
mente  gii  ambasc.  Bolognesi  andatl  a  rallcgrarsi 
d.  sua  elezione,  30-21;  crea  governatore  di  Bologna 
Angelo  da  Capranica  vesc.  di  Rieti,  31-33;  mosso 
a  compassione  d.  Cristiani  tormentati  dai  Turchi, 
convoca  a  Mantova  un  congresso  di  principi  per 
stabilire  II  da  farsi  (an.  1459),  167,35-39;  parte  da 
Roma  con  molto  seguito,  39-40,  passa  da  Perugia, 
40;  quindi  a  Siena,  dondc  manda  ad  avvertire  il 
Senato  di  Boiogna  che  andra  cola,  40-41 ;  gli  viene 
incontro  a  Firenze  Galeazzo  Maria  Sforza,  169,  30; 
parte  di  Siena  e  giunge  anch'egii  a  Firenze,  33-34; 


■rriva  a  Lolano,  4«;  vi  detlna  e  fa  cir.  aurato  il 
suo  ospite  Gioranni  Pati,  47;  170,  1;  ▼•  a  ceoare 
a  I'ianoro,  3;  ii  Senato,  i  raagistrati  e  1  nobill  di 
Bologna  gli  vanno  Incontro  e  lo  conducono  a  de- 
sinare  ai  Crociali,  5-7;  entra  in  Bologna  con  grande 
pompa,  7-(,  gli  fanno  teguito  settanta  veacori,  (; 
gli  sono  pretentate  ie  chiavi  d.  c.  dagii  Anziani  e 
gliene  h  ofierta  la  ilgnoria,  1-9,  che  delega  al  Si- 
gnori,  9-10;  gli  h  recltata  ■  portA  Magglore  un'ora- 
zione  da  Bormio  da  Sala,  10-llr  fa  cav.  Giacomo 
Ingrati  a  cui  cambia  il  cognome  in  Grati,  U-13; 
suoi  paludamenti  e  ordine  d.  corteggio,  l4-i(;  suo 
itinerario  sino  a  .San  Petronlo  ore  ti  ferma  a  pre- 
gare,  3(-30;  passa  per  il  ponte  di  legno  In  PalAsto, 
30;  tutti  I  magistrati  con  i  cav.  ranno  a  fargli 
omaggio,  31-33;  loda  ii  diicorso  recitatogli  da  Bor- 
mio  da  Sala  in  nome  d.  c.  contro  il  malgoremo 
di  Bologna,  32-37 ;  voiendo  difendere  il  pred.  dal 
manifesto  sdegno  d.  magistrati  lo  chiama  pr.  di  ti 
e  lo  avverte  che  io  condurrk  seco  a  Mantova,  3(- 
40;  canta  messa  in  San  Petronio  e  crca  cav.  aurato 
Giovanni  Marsiii,  171,  21-33;  benedice  dalla  rin- 
ghiera  d.  Pai.  il  popolo  cui  concede  induigenza 
plenaria,  32-34;  doni  presentatigli  dal  Senato,  3*-3(; 
parte  di  Bologna  per  Mantova,  40-41:  e  aciompa- 
gnato  sino  a  Corticella  dai  rettori  bologncsi,  41- 
43;  monta  in  nave  nel  canal  dl  Reno  e  smonta  a 
Ferrara,  43-44;  entra  a  Mantova,  45;  ric,  46;  chiede 
al  Senato  dl  Bologna  di  inviare  ambatc.  al  con- 
gresso  in  questa  c,  172,  I6-1(;  in  esso  iamenta 
la  rovina  deil'impero  Greco  e  di  tanti  regni  cri- 
stiani  per  l'indolenza  d.  principi  (an.  1460),  45-46; 
173,  I;  si  apparecchia  a  partire  di  Mantova,  1;  ri- 
sponde  affermativamente  alTlnvito  mandatogll  dai 
Bolognesi  di  passare  per  Bologna,  3-5;  ti  reca  per 
ii  Po  a  Ferrara  e  di  qui  in  barca  a  porta  di  Gal- 
liera,  6-7;  i  Bolognesi  gii  vanno  incontro  con  gran- 
de  pompa,  7;  fa  cav.  aurato  Rinaido  Formaglini 
d.  Sedici,  7-8;  e  accompagnato  al  Pal.,  9;  elegge 
Lodovico  da  Bologna  suo  ambasc.  ai  principi  cri- 
stiani  per  la  crociata  contro  i  Turchi,  13-13;  fa 
radunare  i  Sedici  con  aitri  cav.  e  gentiluoniini  e 
tiene  loro  un  discorso  aflTettuoso  csortandoli  alla 
pace,  e  ad  essere  buoni  figii  d.  Chiesa ;  anche  si 
duole  d.  poca  fiducia  che  avevano  avuta  in  iul 
riempiendo  ia  c.  di  soldati,  15-36;  li  benedice,  26: 
ne  ottiene  promessa  di  affetto  e  obbedienza,  26-28: 
parte  per  Planoro  accompagnato  dal  popolo,  2(-39; 
quindi  per  Firenze  e  Siena  torna  a  Roma,  39-30; 
manda  un  breve  a  Bologna  col  quale  ordina  a  cia- 
scuno  di  pagare  per  la  Crociata  un  trentesimo  d. 
suoi  proventi,  42-45:  e  al  clero  un  decimo,  45-47; 
chi  non  paghera  avra  rifiutata  1'assoluzlone,  46-47: 
d.  spedizione  contro  i  Turchi  poi  non  fa  nulla  per 
i  litigi  e  le  gelosie  d.  principi  cristianl,  4(;  174, 
1-3;  assolda  Lodovico  Malvezzi  contro  Sigismondo 
Malatesta  con  uno  stipendio  di  diecimila  scudi  aii- 
nui,  30-31,  33-35  ;  chiama  a  s^  II  ieg.  di  Bologna,  37: 
crea  cinque  card.  tra  i  quali  i  Angelo  Capranica,  5-7 ; 
11  pred.  si  reca  presso  lui  a  Siena  a  prendere  ii 
cappeiio,  10;  manda  gentl  nella  Marca  (an.  1461), 
176,  2-3;  convoca  a  Roma  tutti  i  card.,  vesc.  e  ar- 
clvesc,  177,  37-3(;  scomunlca  in  San  Pietro  Astorre 
Manfredi  e  Sigismondo  Malatesta  perchi  gii  rifiu- 


[Pio  II  papa-Pio  GilbertoJ 


INDICE  ALFABETICO 


727 


tano  obbedienza  e  censo,  40-*l;  crea  cinque  card. 
tra  i  quali  Francesco  Gonzaga,  178,  8-9;  riceve 
ambasc.  di  Luigi  XI,  nuovamente  el.,  che  gli  portano 
Tubbidienza  di  tutta  la  Francia  (an.  146J),  33-35: 
si  reca  a  lui  il  principe  di  Morea  a  chiedergli  soc- 
corso  contro  i  Turchi,  47-49;  canonizza  Santa  Ca- 
terina  da  Siena  morta  da  cento  anni,  179,  4-5;  gli 
e  deferito  l'arbitrato  nelle  differenze  tra  Astorre  e 
Taddeo  Manfredi,  180,  23-33;  pone  d.  tasse  al  clero 
e  ai  luoghi  a  lai  soggetti  per  una  spedizione  con- 
tro  i  Turchi  alla  quale  dovevano  prendere  parte 
con  lui  Venezia,  il  re  di  Ungherla  e  il  duca  di 
Borgogna  (an.  1464),  183,  1-8;  si  reca  ad  Ancona 
ove  doveva  ordinarsi  la  pred.  spedizione,  185,  31- 
24  ;  vi  si  ammala,  24-35 ;  si  reca  a  visitarlo  11  leg. 
di  Bologna  accompagnato  da  Paolo  Volta  ambasc. 
d.  Senato,  35-36;  ric,  31;  si  aggrava  e  f,  186,  13-13; 
cf.,  183,  7-8;  i  card.  ne  portano  il  corpo  a  Roma, 
ove  gli  sono  fatte  splendide  esequie  ed  e  seppellito 
in  San  Pietro,  186,    13-15. 

Pio  III  al  sec.  Francesco  Piccolomini,  nlpote 
di  Pio  II  e  card.  dl  Siena,  el.  pp.  (an.  1503),  326, 
34;  compare  di  Giovanni  II  Bentivoglio  che  gli 
manda  11  figlio  Annibale  a  fargli  omaggio,  36-38; 
si  ammala  a  una  gamba  e  f,  327,  19-30;  la  sua  f  e 
caglone  d.  rovina  degli  Spannocchl  di  Siena,  che 
per  la  sua  elezione  avevano  speso  piii  di  centomila 
ducati  e  non  avevano  potuto  essere  da  lui  com- 
pensati,  31-32;  suo  elogio  funebre  recitato  da  Giu- 
lio  11  per  I'anniversario  d.  sua  f  (an.  1506),  359, 
11-13. 

Pio  iJi  Carpi  sono  imparentati  con  Giovanni  Benti- 
voglio  per  il  matrimonio  di  Gilberto  con  Eleonora 
iiglia  dl  Giovanni  (an.  1481),  354,  33-34;  perci6  la 
loro  arme  k  nella  torre  d.   Bentlvoglio,  372,  7. 

[Pio  Albkrto,  Gli.BERTO  E  G.U.ASS0]  [Sifiori  Carpesani, 
Signori  di  Carpt\  accolgono  lietamente  e  onorano 
Battista  Canetoli  in  Carpl  (an.  1443),  85,  31-23;  alla 
sua  partenza  donano  al  prcd.  un  destriero,  40. 

Pio  Albbrto  padre  di  Angelo,  138,  3-4,  50;  signore  di 
Carpi  soccorre  quei  di  Cento  contro  Luigi  dal  Ver- 
me  e  decide  d.  vittoria  (an.  1443),  84,  4-7;  gli  abi- 
tanti  di  San  Giovanni  in  Persiceto  trattano  dl  ren- 
dergli  il  castello,  ma  il  trattato  fc  scoperto,  95,  42-45; 
condottiero  d.  duca  Vlsconti ;  presidia  Castelfranco 
con  Guglielmo  di  Monferrato  (an.  1446),  116,  24- 
36;  prende  In  consegna  i  quattro  ostaggi  inviati 
dai  Bolognesi  al  pred.,  117,  3;  sl  rappaclfica  col 
Senato  di  Bologna  e  scaccia  i  Canetoli  dal  suo 
dominio  (an,  1447),  123,  7-»;  aiuta  i  pred.  a  entrare 
in  Plumazzo  (an.  1448),  125,  36-37;  restituisce  al 
leg.  di  Bologna  Serravalle  e  Montebudello,  126,  I- 
3;aiuta  i  Canetoli  a  entrare  in  Crevalcore,  11-12; 
accompagna  con  Baldassarre  Canetoli  un  convoglio 
dl  vlveri  a  Crevalcore,  29-30;  assallto  per  via  dai 
Bolognesi  fugge,  35;  conoscendo  essergli  impossi- 
bile  di  fare  rimpatriare  1  Canetoli  e  gli  altri  fuo- 
ruscitl  di  Bologna  esce  dl  Crevalcorc  con  1  suoi 
e  si  reca  nel  Reggiano  (an.  1449).  128,  44-47  ;  i  ai- 
soldato  da  Battista  Canetoli  e  da  altri  fuorusciti 
peraiutarli  a  rientrarc  In  Bologna  (an.  14S1),  137, 
37-3»;  cf.  18-19;  vi  entra  con  trccento  cavalli  pcr 
porta  di  Gallicra,  aperta  dal  fuoruscitl  che  vl  crano 
arrivati  per  la  grata  dl  Reno,  138,  24-3S;  nelPlm- 


presa  andata  a  male  riniane  +  suo  figlio  Angelo, 
49-139,  1-3;  gli  e  promessa  in  prestito  una  somma 
da  Giovanni  Felicini  ricco  bolognese  (an.  14S9), 
166,46-47;  manda  11  suo  cancelliere  con  la  polizza 
firmata  a  Bologna  a  prendere  il  denaro,  48-49;  il 
pred.  c  arrestato  e  condotto  nella  rocca  di  San  Gio- 
vanni,  167,  1-3;  confessa  la  sua  missione,  2-3. 

Pio  Alberto  viene  alle  mani  in  Carpi  con  la  parte 
d.  cugino  Gilberto  il  quale  si  trovava  in  Lombar- 
dia  (an.  1496),  2S8,  36-37;  il  dissidio  e  composto 
da  Annibale  Bentivoglio  andato  a  posta  a  Carpi, 
38-39. 

Pio  Alessandro  figlio  di  Gilberto,  300,  19;  369,  38-39; 
nipote  di  Giovanni  Bentivoglio,  348,  41;  succede 
tredicenne  al  padre  nella  condotta  d.  soldati  di 
Bologna  (an.  1500),  300,  19;  'k  armato  rav.  da  Er- 
cole  d'Este  (an.  ijOi))  M,  e  confermato  nella  si- 
gnoria  di  Sassuolo,  30-31 ;  esce  di  Bologna  insieme 
ai  Bentivoglio  (an.  1506),  348,  41-42;  possiede  Sas- 
suolo  (an.  1507),  369,  38-39. 

Pio  Angelo  figliuolo  di  Alberto,  138,  3-4,  50;  partecipa 
alla  spedizione  d.  fuorusciti  Bolognesi  per  rien- 
trare  in  Bologna  (an.  1451)1  138,  3-4;  tenendo  testa 
ai  nemici  alle  porte  di  Bologna  e  balzato  di  ca- 
vallo ;  calpestato  dai  sopravvenuti  f  (an.  1451),  139, 
1-3. 

Pio  Carlo  t  a  Tribano  sotto  le  rovine  d.  sua  casa 
atterrata  dal   vento  (an.   14S3),   143,  44-45. 

Pio  CosTANzo  nipote  di  Giovanni  Bentivoglio;  esce 
con  lui  di  Bolugna  (an.  1506),  348,  41,  43-44. 

[Pio]  Eleonora  V.  Bentivoglio  E. 

Pio  Galasso  accorapagna  Laura  dl  Giovannl  Bentivo- 
glio  allo  sposo  in  Mantova  (an.  1494),    275,  31-35. 

Pio  [Galkotto]  protonotario;  figlio  di  Marco,  236,  31 ; 
interviene  alle  nozze  dl  Annibale  Bentivogllo  a 
Bologna;  va  incontro  agli  sposi  fuori  porta  dl 
Galliera  (an.   1487),  236,  22-31. 

Pio  GiLBBRTO  figlio  di  Marco,  223,  15-1»;  231,  9;  235, 
7;  275,  47;  marito  di  Eleonora  Bentivoglio,  223,  15; 
235,  6-8 ;  303,  46 ;  354,  33-34  ;  374,  33-34 ;  padrc  di  Ales- 
sandro,  300,  19;  369,38-39;  sposa  Eleonora  di  Glo- 
vanni  Bentivoglio  (an.  1481),  223,  15-16;  lo  fa  dare 
Tanello  da  un  suo  incaricato  alla  presenza  di  Pirro 
Maivezzi  e  Lodovico  Sampleri,  16-18;  sl  reca  a  Bo- 
logna,  di  cui  era  stato  fattocap.,  condugentocavalU 
(an.  1484),  231,  9-ll;  accompagna  il  suocero  in  pel- 
legrinaggio  a  Loreto  (an.  1485),  232,  32-23;  manda 
un'ambasceria  a  Bologna  a  prendervl  la  sposa  (an. 
1486),  235,  6-8:  la  riceve  in  Carpi  con  gran- 
di  feste,  11;  si  reca  con  Giovannl  Bentlvoglio  ad 
assediare  Forli  In  aiuto  dl  Caterina  Rlario  (an. 
1488),  245,  14-15;  prende  partc  alla  giostra  Indett* 
dal  rettore  d.  Studlo  in  ricchissimo  arnese  (an. 
1489),  254,  29-31 ;  accompagna  Annibale  Bentlvoglio 
a  Mantova  alle  nozze  d.  raarch.  con  Isabclla  da 
Este(»n.  1490),  255,  34;  torna  a  Bologna,  37;  rlc.  per 
Carlo  Russl  suo  armlgero,  256.  44-45;  essendo  ospite 
con  Nicol6  Rangoni  dl  Glovanni  Bentivogllo  a 
Belpoggio,  una  sera  a  cena  sorge  una  dlsputa  le 
prevalga  nellc  cose  umane  la  Fortuna  o  la  Sapienni 
(an.  1490),  257,  19-30;  sta  con  Annibale  per  la  For- 
tuna  contro  II  parere  d.  Rangoni  e  dl  Glovannl 
che  partcggiano  per  la  Sapienza,  2t.29;  «pprova  U 
propott»  di  Glovinni  di  deflnire   la   queittonc  In 


728 


INDICE  ALFABETICO         IPJo  OUberlo-PiMreUo  BigordoJ 


un  torneo  a  Bolognft,  257,  M-40;  e  con  Annibsle 
fttto  capo  d.  fazione  d,  Fortuna,  che  porta  1  co- 
lorl  verdi,  di  fronte  ai  Rangoni  cap.  d.  parte  d. 
Saplcnza,  43;  comanda  ia  seconda  squadra  vettita 
alla  turca,  259,  I7-Il;  suo  corteggio  e  ruo  abito, 
II-23;  dcscrizlone  d.  torneo  e  d.  tenzone  poetica 
che  lo  precede,  259,  33-260-261-202,  l-l»;  vince  ia 
sua  parte  siccli^  ia  questione  rimane  risoluta  in 
favore  d.  Fortuiia,  30- 36;  fe  alia  retroguardia  nelia 
mostra  d'armi  ordinata  in  Bologna  da  Giovanni 
Bentivogiio  (an.  1493),  271,  41-42;  va  incontro  a 
Vlolante  Bentivogiio,  273,  33-34;  interviene  ai- 
IMnaugurazione  d.  Naviglio  da  Corticeila  a  Bolo- 
gna  (an.  1494),  274,  1-36;  alla  f  d.  padre,  il  suocero 
gli  manda  Cario  Grati  a  condolersi,  275,  4t-49; 
•ccompagna  ia  cognata  Laura  allo  sposo  in  Man- 
tova,  39-3S;  vcnendo  da  Carpi  giunge  a  Castelfranco 
ove  pone  fine  a  una  rissa  scopplata  tra  suldati 
francesi  e  contadini,  277,  42-44;  con  Ermes  Ben- 
tlvogiio  e  armati  ha  ii  compito  di  cavalcare  di 
notte  intorno  le  mura  esterne  d.  c,  278,  6;  con  ie 
genti  di  armi  bolognesi  segue  al  Panaro  Annibale 
Bentivogllo  coi  quale  si  congiunge  e  insieme  va 
al  Taro  (an.  1495),  287,  5-6;  essendo  in  Lombardia 
la  sua  parte  viene  alle  armi  in  Carpi  con  Aiberto 
Pio  suo  cugino  (an.  1496),  288,  36-38;  il  dissidio  e 
composto  da  Annibale  Bentivoglio  andato  a  posta 
in  Carpl,  38-39;  dopo  tre  anni  di  malattia  f  a  Bo- 
iogna  (an.  1500),  300,  17-lS;  e  sepolto  nella  chiesa 
deii*Annunziata  fuori  porta  San  Mamolo,  18-1«; 
gii  succedc  nelia  condotta  il  figiio  tredicenne  Aies- 
sandro,  If. 
Plo  LoDOVlco  figlio  di  Marco,  236,  31;  interviene  aile 
nozze  dl  Annibale  Bentivoglio  a  Bologna;  va  in- 
contro  agli  sposi  fuori  porta  dl  Gailiera  (an.  1487), 
236,  33-31. 

Pio  coNTE  Marco  padre  di  Giiberto,  223,  is-16;  231,  9; 

235,  7;  275,  47;  di    Lodovico  e  di  [Galeotto),  236, 

31 :  signore  di  Carpi ;  va  cap.  con  Ercolc  d'Este  ai 

confini  d.  Frignano  (an.  1466),  192,  7-8;  i  nell'eser- 

cito  di   Bartolomeo  Colleoni    contro    Flrenze    (an. 

1467),  193,   13;  con  altri  gentiiuomini  passa  di  Bo- 

logna  diretto  a  Napoii  per  comniissione   di   Eleo- 

nora  d'Este  (an.   1473),  213,  34-39;  alloggia  nel  pal. 

di  Giovanni  Bentivoglio,  39-30;  f  (an.  1494),  375,  47. 
Pio  ISmeraldaJ  figlia  di  Taliano  e  presa  in  moglie  da 

Lodovico   Gozzadini   Bentivogiio   (an.   1490),  256, 

33-33. 
Pio  Tauamo  di  Carpi;  da  una  sua  figiiola    in  moglie 

a  Lodovico  Gozzadini  (an.  1490),  256,  32-33. 
Pio  GiovANNi  e  creato  Massaro  d.  Legnaiuoii  da  Glu- 

lio  II  (an.   1506),  360,  4-5. 
Pio  Di  Savoia  Giovanni  Marco  e  neIl'esercito  di  Bar- 

tolomeo  Colleoni  contro  Firenze  (an.  1467),  193,  13. 
P16  Bartolomeo  [BarMomeo  de'  Plodis]  seguace  d.  Ca- 

netoli,  fe  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  17. 
Plo  Carlo  {Carlo  de'  Plodis]   figlio  di  Giovanni,    108, 

19-30;  seguace  d.  Canetoli,   e   bandito   di   Bologna 

(an.   144S),  108,  19-30. 
P16  Uardo  dstto  ir,  Riccio  [Dardo  Plodis]  seguace  d. 

Canetoli;  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,31. 
P16  GlovANNi  \GiovaHm    de'   Plody]   padre    di    Nicoi6, 

109,  3;  di  Carlo,  108,  19-30. 
Pio  NicoLo  \Nicolh  </«'  Plodis]  Bglio   di  Giovannl,  109, 


1;  aeguace  d.  Canetoli,  i  bandlto  di  Bologna  (an. 
I44S),  109,  3. 

Pioui  V.  Pih 

PlOMBiNo  (siONORK  Di)  V.  AppittHi  (iittcomo  [aa.  1474- 
1501;    1503-1510);   Cesart    Borgia  (aa.    1501-1503). 

PlRAMo  [Pirramo]  v.  Afa/vezti  P.,  Pepoli  P. 

Pirramo   V,  Piramo. 

I'lRRmo  V.  J^uarto  {Da)  P. 

PiRRO  V.  Bargellim  P.,  Covtllo  P.,  Malvttzi  P.,  Mar- 
sili  P. 

PiKRONE  (MAKSTRo)  bcrgamasco  muratore;  fabbrica  due 
chiostri  nel  convento  dl  San  Salvatore  in  Bologna, 
ma  ai  momento  di  copririi  tutta  ia  costruzione 
rovina  (an.  1497),  293,  35-37. 

PisA  \Pisae].  Vi  si  reca  Bernardino  daiie  Correggie  (an. 
1431),  24,  15-17;  i  Fiorentini  assoidano  in  suo  aiuto 
Giovanni  Bentivoglio  contro  Roberto  da  Santeve- 
rino  chc  la  combatteva  per  il  re  di  Napoli  (an.  1479), 
220,  35-36;  vi  entrano  ie  genti  d'arroe  di  Giovanni 
Bentivoglio  e  d.  duca  d'Este,  duramente  provtte 
in  un'imboscata  tesa  loro  dal  Santeverino,  41-43; 
vi  arriva  Ascanio  Sforza  diretto  a  Napoii  (an.  1480), 
222,  37-38;  ric,  281,  17;  e  ceduta  da  Piero  de' Me- 
dici  a  Carlo  VIII  re  di  Francia  (an.  1494),  283,  «♦: 
11  pred.  vi  sl  reca  c  la  libera  daila  soggezione  d. 
Fiorentini,  284,  19-20;  ne  parte  re  Carlo  per  Firenze, 
36;  vi  torna  Cario  VIII  da  Siena  (an.  1495),  286, 
45:  cf.  46;  l'imp.  Massimiliano  la  dichlara  toggetta 
ali'impero  (an.  1496),  291,  10-11;  vi  si  reca  Anni- 
baie  Bentivoglio  con  armati  per  ordine  d.  Vene- 
ziani,  31-33;  il  pred,  iasciatovi  le  sue  genti  ne  parte, 
36-37  ;  vi  si  reca  i'imp.  Massimiliano  accolto  con 
entusiasmo,  30-31:  i  Fiorentini  ricevono  aiutl  per 
riacquistarla  (an.  1498),  295,  45;  sono  bandite  dl 
Bologna  le  tue  monete  di  ultimo  conio  (an.  1501), 
308,  38-39;  i  assalita  da  Ercole  Bentivoglio  varie 
volte  senza  successo  (an.  iSos)>  337,  49-5o;  ii  pred. 
vi  si  accanisce  da  due  iati  verso  Lucca  e  verso  la 
marina.  338,  30-31;  h  difesa  valorosamente  da  Pie- 
tro  Gambacorta,  da  IVancesco  dalla  Satma,  dal  conte 
Romeo  Pepoli  insleme  ai  cittadini  (an.  1505),  338, 
3-6;  h  squartato  un  bombardiere  traditore,  T-8;  h 
circondata  dalle  genti  di  Ercole  Bentivoglio  cap. 
gen.  d.  Fiorentini,  19-31;  vi  f  il  Bentivoglio,  33-34 ; 
vi  ai  indirizzano  Alessandro  e  Romeo  Pepoli  (an. 
1508),  391,  1-3;  V.  anchc  Giacomo  da  Pisa,  .Vicolh 
da  Pistt. 

PiSANi  sono  combactuti  da  Roberto  da  Sanseverino  per 
conto  d.  re  di  Napoli  (an.  1479),  220,  35-37:  hanno 
i  Malvezzi  al  ioro  soldo  (an.  1496).  288,  30-31;  l'imp. 
Massimiliano  vieta  ai  Fiorentini  di  muovere  loro 
guerra,  291,  10;  fanno  molte  accogiienze  al  pred. 
aila  sua  venuta  in  c,  31;  sono  in  guerra  coi  Fio- 
rentini  (an.  1497),  293,  13-14;  ric,  296,  23;  i  prcd. 
assoldano  un  eserrito  contro  di  ioro  (an.  1505), 
337,  lt-19;  cf.,  28-34;  hanno  ai  loro  stipendi  Barto- 
lomeo  da  Alviano  con  molti  insigni  cap.,  34-3s; 
cf.,  35-36;  ii  pred.  c  vlnto,  39-45:  respingono  ogni 
assalto  tentato  da  Ercole  Bentivogiio  nuovo  cap. 
d.  Fiorentinl  contro  la  loro  c,  338,  31-34;  cf.,  337, 
49-338,  1-3;  mandano  alutl  a  Bologna  (an.  1506), 
347,  16. 

PlSANO  o  DA  P18A  V.  Nicolb  Pisamo. 

PiSARBi.LO  BiGORDO  accompagna   11    principe  Federlco 


[Pisarello  Bigordo-Poeti  Giov.  Fr.]    INDICE   ALFABETICO 


729 


di  Aragona  a  Milano  a  prenderri  Ippolita  Sforza 
sposa  di  Alfonso  (an.  146;),  188,  2. 

PlsARBLLO  Nestorb  {Netiorre  Pisirello}  accompagna  Fe- 
derigo  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ippolita 
Sforza,  sposa  dl  Alfonso  (an.  1465I,  187,  «»;  188,  I. 

PlslRKLLO  V.  Pisarello. 

PisTOiA.  Vi  passa  Eugenio  IV  in  via  per  Firenze  (an. 
1439).  6*.   "»• 

PiSTOiKsl  \Pistoresi\  mandano  aiuti  a  Bologna  (an. 
1506),  347,  16. 

PiTlGLiAxo  (coNTE  Dl)  \conte  iii  PitttgUaHo]  V,  Orsini 
JVicolb  conte  di  Pitigliano. 

PiTTl  LucA  preso  dairambizione  di  succedere  a  Cosimo 
de'  Medici  nel  primato  di  Firenze  congiura  contro 
Piero  suo  iigliuolo  con  Angelo  Acciaiuoli,  Dioti- 
salvi  Nerone,  che  sperava  soppiantarlo  a  sua  volta 
nel  governo,  e  con  Nicol6  Soderini  (an.  1466), 
191,  4»-192,  1-5;  con  i  pred.  si  assicura  per  danaro 
1'aluto  di  Ercole  d'Este  5-8  ;  scoperta  la  congiura 
&  privato  d.  magistrato,  13-U;  rimane  in  Firenze 
per  la  promessa  di  certo  parentado  avuta  da  Piero, 
18-1»;  ma  rlscuote  poca  stima  per  essersi  rivelato 
ingrato,  violento  e  fedifrago,  H-:o. 

PlTTlGLlANO  (coNTE  Ol)   V.  PitigUano  {conte  di). 

Plu.MAzzo  \Pimazzo]  c  preso  dal  cap.  d.  Chiesa  Gia- 
corao  Caldora,  che  vi  pone  a  commissario  Dome- 
nico  di  Cedropiano,  avendone  fatto  prigioniero 
11  vicario  Petronio  Barbieri  (an.  1418),  10,  J5 ;  se 
ne  impadronisce  il  Gattameiata  (an.  1434),  37,  31- 
3J;  e  rioccupato  dai  Bolognesi,  40,  35;  si  accorda  con 
Luigi  dal  Verme  e  non  softre  danni  (an.  1443),  86, 
5-6:  sconfitto  11  Dal  Verme  si  rende  a  Bologna,  94, 
7-8 ;  e  dato  da  un  tale  Fredo  e  da  Francesco  Pic- 
cinino  ai  Canetoli  (an.  1448),  125,36-38;  assediato 
dai  Bolognesi  ofifre  la  resa  al  ieg.  salvi  gli  averl  e 
le  persone,  e  facolta  ai  fuorusciti  di  usclre  dal  ter- 
ritorio,  41-44;  e  accettata,  45  ;e  munito  dal  leg.  a 
nome  d.  Chiesa  e  assolto  di  ogni  debito  verso  Bo- 
logna,  45-47:  vi  cntra  Pietro  Fantuzzi  con  ottanta 
fuorusciti  (an.  1449),  131,  50;  132,  l;  il  pred.  ne  e 
ricacciato  dagll  abitanti  e  dal  presidio,  1-3;  vi  ri- 
mangono  priglonieri  Giovanni  Bernardinl  con  il 
figlio  Alessandro,  3-4;  che  sono  poi  condotti  a  Bo- 
logna,  4-5:  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  pcr  le 
sue  nozze  (an.  1454),  150,  32;  vi  sono  dcvastate  le 
vigne  da  una  tempesta  (an.  1463),  182,33-34,36-37; 
«LXVI,  St  „;  ric,  210,  38;  rifiuta  di  rendersi  alle 
genti  d.  Bentjvoglio  per  mantcnersi  in  fede  di  Bo- 
logna  (an.  1507),  369,  45-46. 

PlzzANi  sono  fuorusciti  dl  Bologna  (an.  1450),  134,  3J-36. 

PizZANl  PiBTRo  [Pietro  da  Pizzano]  padre  di  Valen- 
tlno,  68,   16-17. 

PizzANi  Valentino  [  Valentino  da  Piitano]  figlio  di  Pie- 
tro,  68,  16-17;  fuoruscito  di  Bologna  abita  a  I'er- 
rara  (an.  1440),  16-18;  la  sua  rasa  in  Bologna  c 
saccheggiata  e  incendiata  (an.   1445),  106,  43,  47. 

PizzANO  fa  un  dono  a  Sante  BentivogUo  pcr  le  noxze 
(an  1454),  151,  2. 

Pizzighettone  (ponte  ui)  \fottte  di  PoHgitoHo]  h  donato 
da  Giangaleazzo  Sforza  in  pcrpetua  signoria  aOlo- 
vanni   Bentivoglio  (an.   1479)1  221,  36-3». 

PlzziRANO  \Piccirano]  v.    Gaiani  P. 

PizzocALvo  nel  terrltorio  di  Bologna;  vl  lono  devasta- 
tp  le  vigne  d«  un  temporale  (an.  1463),  182,  35-37; 


«LXVl,  43,. 

Plodis,  Plouy  (De)  V.  Pih. 

Po  ric.  50,  37;  56,  13;  115,  4;  117,  37,  41;  151,  45; 
154,  19;  4  passato  da  Giacomo  Piccinino  con  tre- 
inila  cavalli  e  raille  fanti  (an.  I4SS),  159,  17-18; 
lo  naviga  Pio  II  da  Mantova  a  Ferrara  (an.  1460), 
173,  5;  al  campo  di  Bartolomeo  CoUeoni  alla  Moli- 
nella  se  ne  vende  Tacqua  un  soldo  al  boccale  (an. 
1467),   196,  1»;  ric,  270,  14;  278,  21. 

Podesta  di  Bologna,  di  Cesena,  di  Chianciano,  di  Fi- 
renze,  di  Genova,  di  Lucca,  di  Narni,  di  Perugia, 
di  Siena,  di  Milano  v.  Bologna  {Jod.),  Cesena  (pod.), 
Chianciano  (fod,),  Firenze  (pod.),  Oenova  (J>od.),  Luc- 
ca  (fiod.),  Milano  (fod.),  Narni  (fod.),  Perugia  (fod.), 
Siena  (pod.). 

PoDBSTA  FiLippo  e  giudice  nella  giostra  tcnutasi  in 
Bologna  il  giorno  di  san  Luca  (an.   1444),  99,  38. 

PoETA  V.  Poeti  P. 

PoETl  sono  al  governo  di  Bologna  (an.  1450),  134,  41-43. 

PoETi  Ales.sani)RO  \Alessandro  Poeta]  el,  ambasc.  ad 
accompagnare  da  Roma  a  Bologna  il  nuovu  leg. 
Francesco  Gonzaga  (an.   1471),  207,  3»-40. 

PoETi  Antonio  \Antonio  Poeta]  multato  in  cento  ducati 
per  il  rifacimento  d.  pal.  M.irescotti  alla  oui  ro- 
vina  aveva  preso  parte  (an.  1S08),  387,  6. 

Poeti  Battista  figlio  di  Poeta,  53,  1;  55,  M;  62,  7; 
68,  18;  padre  di  Gabriele,  188,  39;  di  Gianfrancesco, 
128,  40-41;  168,  J4-25;  di  Nicoloso,  143,  1-2 ;  191, 
38;  c  richiamato  a  Bologna  (an.  1430),  18,  1-3;  fa 
pace,  a  nome  di  Antonio  Bentivoglio,  con  1  Ca- 
netoli,  5-6;  e  bandito  di  Bologna,  19,  36-27;  gli  h 
riconfermato  il  bando  dalle  c.  e  territori  dl  Bolo- 
gna,  Imola  e  Modena  sotlo  pena  d.  confisca  d.  bcnl 
e  della  punizione  sancita  dagli  Statuti  sc  vi  man- 
chi  (an.  1431),  28,  42-47;  e  el.  degli  Anzianl  di  Bo- 
logna  (an.  1438),  52,  49;  53,  I ;  ne  assume  l'uflicio, 
2-4;  ^  el.  d.  Dieci  di  Balia  dal  Consiglio  d.  Seicento, 
55,  14-20;  e  el.  d.  Sedlci  Riformatori  d.  Stato  (an. 
1440),  62,  1,  7-8;  ablta  a  Milano,  68,  18-19;  h  el. 
degli  Anziani  (an.  1444),  97,  35;  c  avvelenato  a 
Roma  ove  si  trovava  quale  anibasc.  d.  Visconti 
(an.  1446),  lli,  15-16. 

Pobti  Carlo  giostra  nel  torneo  tenutosi  In  Bologna 
per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga 
nellc  cose  umane  al  seguito  di  Nicold  Rangonl 
pnladino  d.  Sapienza  ;  {;  capo  della  quarta  squa- 
dra  vestita  alPungheresc  (an.  1490),  258,  34-35;  II 
suo  partito  soccombe,  262  17-18. 

Pobti  Gahrikle  [Gabriel  Poeta]  figllo  di  Battista,  188, 
39:  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  lc  nozze  (an. 
14S4),  149,  33;  accompagna  Giovanni  Bentivoglio 
a  Milano  (an.  1465),  188,  39;  ufficlale  d.  acque ;  fc 
uno  d.  quattro  incarlcati  di  scavare  ia  Centonara 
(an.   1471),  210,  33-34. 

"  PoKTi  [GalkazzoI  seiiatore  nominato  d.  trc  Assonti  a 
riferire  sulla  Historin  d.  Ghlrardacci  (an.  1586), 
XLVI,  46-XLVlI,  1-4;  la  loro  relazionc  va  in  lungo 
tanto  che  temendo  non  si  pubblicasse  dalPautore 
1'opera  fuorl  dl  Bologna  scrlvono  airambasc.  bolo- 
gnese  a  Roma  perchi  faicia  Intervenlre  TautorUi 
ecclesiastica  contro  tale  potiibllita  (an.  1588).  L,  IS- 
35;  da  coi  compagni  11  permeiio  d.  itam- 
pa,  LI,  11-13,. 

PoicTi  GiovANNi  FaANCKsco  figliodi  Battiita,  128,  W-*l\ 


730 


INDICE  ALFABETICO       [PoeU  Qior.  Fr.-Pogfl  GtovanniJ 


prende  parte  klU  gioitra  bandita  In  Bologna  dal 
leg.  Astorre  Agnesl  (an.  1449),  128,  3>-<l;  csscndo 
degll  Anziani,  h  fatto  In  San  Uoinenico  cav.  aurato 
dal  govcrnatore  di  Bologna  (an.  I4.<;9),  168,  U-2S; 
luogotenente  dl  tutte  lc  gcnti  d'arine  di  Glovanni 
Bentivoglio,  comanda  la  quarta  squadra  nei  torneo 
indctto  in  Boiogna  ii  giorno  di  San  Petronio  (an. 
1470),  20 1,  36-37;  5UO  seguitu  c  sua  imprcsa,  37-4J; 
ha  per  compagno  Ercole  Bentivoglio,  43;  sue  gesta 
nel  pred.  torneo,  205,  37-41;  gii  e  da  Giovanni  Ben- 
tivogllo  dato  parte  d.  premio  vinto  dalla  fazione 
bianca,  5;  torna  a  casa  contento,  6-7:  si  reca  a 
Mliano,  cliiamato  dal  duca,  priraa  ciie  vi  arrivi 
Giovanni  Bentivoglio,  207,  13  14;  neil'occasione 
delia  visita  di  questo  a  Galeazzo  Maria,  rlceve  in 
dono  quattordici  braccia  di  damasco  d'oro  in  cre- 
misino,  I3-13;  con  il  frateiio  Giangaleazzo,  Ga- 
ieazzo  Marsiii  e  Gaspare  Scappi  congiura  di  fare 
rientrare  i  Bentivogiio  in  c.  pcrche  vendichino  la 
rovina  d.  loro  bcl  pai.  c  rintuzzino  Tardire  d.  Ma- 
rcscotti  che  si  vantavano  di  volere  farc  altrettanto 
alle  case  dcgli  amici  d.  Bentivoglio  (an.  150S),  378, 
17-36:  cf.  380,  1;  con  io  Scappi  e  i  compagnl  parte 
(li  Bologna  rccandosi  in  Lonibardia  c  nel  Venezia- 
no  pr.  i  Bentivogiio,  .383,  28-30;  e  multato  in  tre- 
cento  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti, 
386,  33;  389,  30',  h  inoltre  coti/inato,  «o;  e  cit.  a  di- 
fendersi,  392,  1-2,  4. 
PoETi  GiovANNi  Gai.bazzo  \G.  G.  foeta]  e  con  altri 
convocato  in  Pai.  da  Ermes  Bentivoglio  (an.  1501), 
305,  S-8 ;  il  pred.  manifesta  ioro  che  Agamcnnone 
Marescottl  aveva  scritto  ai  Vaientino  invitandolo 
contro  Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-2»;  li  esorta  a 
unirsi  a  lui  neil'uccidere  i  Marescotti  traditori  de- 
tenuti  in  Pal.,  29-31 ;  partecipa  airuccisione  d.  pred., 
31-43;  Giovanni  dcila  Rovcre  alloggia  in  casa  sua 
in  strada  Castigiione  (an.  1^06),  357,  12-13;  el.  dal 
pp.  Giuiio  II  Gonfaioniere  d.  pop.  pel  quartiere  di 
San  Procolo,  359,  43-44:  con  il  fratello  Gianfran- 
cesco,  Galeazzo  Marsiii  e  Gaspare  Scappi  congiura 
di  rimettere  i  Bentivoglio  in  c.  perche  vendichino 
la  rovina  d.  loro  bel  pal.  e  rintuzzino  l'ardire  d. 
Marescotti  che  si  vantavano  volere  fare  altrettanto 
alle    case    degli    amici    d.    Bentivoglio    (an.    1508), 

378,  17-26;  cf.  380,  1-2;  e  avvisato  dallo  Scappi 
di    raggiungerlo    con    i    suoi    in    piazza  Caiderini, 

379,  30-32;  vi  si  reca,  33;  va  a  Roma  chianiatovi 
dai  pp.  con  salvacondotto,  384,  13-17;  contro  la  fede 
data  i  rinchiuso  in  Castel   SanfAngelo,  20-21. 

PoBTi  Louovico  impresta  al  com.  di  Bologna  dugento 
scudi  e  ne  divien  tesoriere  (an.  1440),  62,  21. 

PoBTi  Nicol6  figlio  di  Poeta,  89,  3;  113,  6;  presta  al 
com.  di  Bologna  cinquanta  scudi  e  ne  diviene  teso- 
riere  (an.  1440),  62,  32;  e  tra  gli  incaricati  dr  at- 
tuare  i  provvedimenti  fiscali  deliberati  dai  Consi- 
glio  d.  Selcento  (an.  1443),  88,  43-89,  1-3;  feel.de- 
gii  Anziani  per  il  settembre  e  Tottobre  (an.  1445), 
111,  7 ;  e  el.  con  altri  a  distribuire  i  benl  d.  ban- 
diti,   113,  4-6. 

PoKTl  NicoLO-So  figlio  di  Battista,  143,1-2;  191,  38:  pa- 
dre  di  Poeta,  263,  30;  el.  d.  Sedici  Riforraatori  dello 
Stato  (an.  1446),  113,  25,  38;  e  confermato  d.  Sedici 
d.  Rcggimento  (an.  1453),  142,  44;  143,  l;  essendo 
d.  Sedlci    Riformatori    prende   parte   alla   riforma 


degll  .SUtuti  d.  c.  (an.  1454),  145.  M-3S;  h  invUto 
ambasc.  al  duca  di  MiUno  per  intcnderne  1'animo 
sui  disrgni  di  Giacomo  Plccinino  contro  Bologna, 
147,  S-6;  torna  con  risposta  favorevole  aila  c,  t-io; 
convocato  con  aitri  dal  pp.  i  arringato  dal  pred. 
(an.  1460),  173,  30,  22-26;  e  ambaac.  d.  Bolognesi 
agli  Sfurza  per  condolersi  d.  f  di  Francesco  e  ralle- 
grarsi  con  Galeazzo  Maria  d.  sua  auunzione  alla 
signoria  (an.  1466),  190,  45-48;  parte  accompagnato 
da  onorevole  seguito,  48-49;  torna  da  Milano,  191, 
4;  h  d.  senatori  d.  priml  sei  mesi  al  tempo  d.  ser- 
rata  di  Paolo  II  (an.  1466),  28;  fa  fare  un  t>ellis- 
simo  soffitto  alla  chiesa  dl  San  Domenico  e  orna  ii 
resto  della  chiesa  spcndendovi  piii  di  inille  ducati 
d'oro  (an.  1487),  242,  1-4;  cf.  263,  18-19;  f  ed  e  se- 
poito  in  San  Domenico  (an.  1491),  263,  14-ls  ;  eloglo 
tributatogli,  16;  fu  segretario  di  Filippo  Marla  Vi- 
sconti  che  io  onor6  e  arricchl,  16-17;  fabbrica  un 
beilissirao  pai.  in  Strada  Castigiione,  19-30;  gii  suc- 
cede  in  Senato  ii   figlio  Poeta,  30. 

l'oETi  i'oKTA  padre  di  Battista,  53,  I;  55,  30;  62,  7; 
68,  18;  di  Nicoli,  89,  3;  113,6. 

PoETi  PoETA  figlio  di  Nicoloso,  263,  20;  h  el.  d.  Sc- 
dici  (an.  1488),  253.  33-33;  succede  in  Senato  al 
padrc  (an.  1491),  203,  30;  e  fatto  cav.  aurato  da 
Giovanni  Bentivogiio  (an.  1493),  271,  45  ;  interviene 
aWinaugurazione  d.  Naviglio  da  Corticella  a  Bo- 
logna  (an.  1494),  274,  3-26;  f  ed  e  sepolto  a  San 
Domenico  (an.  1505),  337,  16-17;  gli  siiccede  in  Se- 
nato  Annibaie  da  Sassuno,  17. 

PoETi  SiGisMONUo  corrc  contro  Antonio  Bcntlvoglio 
nclia  giostra  per  le  nozze  di  Annibale  Bentivoglio 
(an.  1487),  240,  49. 

PoETl  ViRGiLio.  Un  suo  figlio  e  condotto  a  Ronia  dal 
vesc.  di  Bologna  Ferreri  (an.  1503),  322,  2V27;  un 
suo  figlio  e  tra  le  gcnti  d'arme  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  assoldato  dai  Fiorentini  contro  1  Pisani 
(an.  1505I,  337,  21-23;  alloggia  in  casa  suaParcivesc. 
Antonio  Ciocchi  auditore  di  camera  (an.  1506),  357, 
15-16;  el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri  e  Rifor- 
matori,  358,  34,  38-39. 

PoGGiALB  (via)  [PozaW]  V.  Bologita  (strade^. 

PooGlo  nel  territorio  di  Bologna;  vi  i  rovinato 
ogni  raccolto  da  una  violenta  c  improvvisa  tem- 
pesta  che  vi  sorge  (an.   1492),   266,  6-7. 

PoGGio  (Dal)  Bartolomeo  V.  Pozzo  (Dai)  B. 

PoGGio  (Dal)  Crksce.^jzio  V.  Pozto  (Dal)  C. 

PoGGl  GlovANNl  [Giovaniti  Poggio,  del  Poggio,  dal 
Poggio]  canonico  di  San  Petronio,  120,  34-2S;  e 
consacrato  vescovo  da  frate  Antonino  arcivesc  di 
Firenze,  dal  vesc.  di  Ferrara  e  da  queilo  di  Imola 
nelia  chiesa  di  San  Michele  in  Bosco  a  Bologna 
(an.  1447),  20-33;  fa  1'entrata  in  c.  da  porta  Santo 
Stefano  venendogii  incontro  magistrati  e  popolo 
secondo  i'uso,  22-24:  da  uno  splendido  convito  cui 
intervengono  quattrocento  persone,  24;  k  el.  vesc. 
di  Bologna,  42-44  ;  si  accorda  con  ii  Senato  riguardo 
alla  sottomissionc  di  Cento,  121,  33-34;  si  reca  a 
Cento  che  si  di  nelle  sue  mani,  34-35;  ne  fa  uscire 
i  fuorusciti  con  le  loro  robe,  che  fa  scortare  da 
Braccio  nel  Ferrarese  o  in  quei  di  Modena,  36-37: 
ammonisce  i  Centesi  a  non  rii>ellarsi  piu  a  Bo- 
logna,  alla  quale  anche  egli  come  cittadino  doveva 
ubbidienza,  37-40;  passa  quindi    a   prendere   It  te- 


IPoggi  Giovanni-Porcari  Stefano]       INDICE    ALFABETK'0 


731 


nuta  d.  Pieve,  41-«2,  e  ambedue  i  castelli  consegna 
a  Nicolo  da  Cremona  per  U  pp..  123,  lo-ll;  torna 
a  Bologna,  12-13;  e  anche  governatore  di  Roma  e  vl- 
cecancelliere  d.  pp.,  125,  8-9:  f  dicesi  di  velerio, 
125,  7-8,  9-10;  d.  sua  f  il  pp.  mostrasi  dispiacente, 
15-17;  gli  sono  fatte  solenni  esequie  in  San  Pietro 
cui  intervengono  il  clero,  i  magistrati  e  ie  Arti,  125, 
21-22. 

PoGGio  (Dal)  Cristoforo  [CristofaHO  dal  Poggio\  se- 
gretario  di  Giovanni  Bentivoglio;  lo  aecompagna 
in  pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di  Padova  (an. 
1488),  244,  25-30;  segue  Giovanni  Bentivoglio  prl- 
gioniero  d.  Faentini  a  Modigliaiia  e  a  Firenze,  246, 
36-38;  la  moglie  Francesca  accompagna  a  Rimini 
Violante  Hentivoglio  sposa  di  Pandolfo  Malatesta 
(an.  14S9),  254,  17,  21-23;  torna  a  Bologna,  25;  va 
per  commissione  di  Giovanni  a  Ferrara  a  visitarvi 
la  duchessa  Eleonora  ammalata  (an.  1493),  273,  31- 
32;  accompagna  Laura  Bentivoglio  allo  sposo  in 
Mantova  (an.  1494),  275,  31-35;  va  da  Alfonso  II 
per  condolersi  da  parte  di  Giovanni  Bentivoglio 
d.  t  d.  padre  e  rallegrarsi  d.  sua  assunzione  al  trono 
40-*l;  alloggia  in  casa  sua  l'arabasc.  d.  re  di  Krancia 
(an.  1506),  357,  20. 

IPoGGio  (Dal)]  Francesca  moglle  di  Cristoforo  ;  ac- 
compagna  a  Rimini  Violante  Bentivoglio  sposa  di 
Pandolfo  Malatesta  (an.  1489),  254,  17-21;  torna  a 
Bologna,  25;  accompagna  al  porto  Laura  Bentivoglio 
diretta  al  marito  in  Mantova  (an.  1494),  275,  26-28. 

PoGGlo  (Dal)  Giacomo  \Poggio,  /aeomo  dal  Poggio] 
scrittore  di  cronache  bolognesl;  narra  in  ottava 
rima  le  feste  per  le  nozze  di  Annlbale  Bentivoglio 
(an.  1487),  241,  25;  gl!  sono  mandati  d.  versi  per 
1'inaugurazione  d.  Naviglio  da  Bologna  a  Corti- 
cella  (an.  1494),  274,  37-46. 

PoQGio  DEl  Lambertini  V.  Poggio   Renatico. 

PoGGio  Rknatico  o  Pogoio  DEi  Lambbrtini  [Poggio 
Rugnaiico].  Ne  i  fatto  conte  Guid'Antonio  Lam- 
bertini  (an.  1441),  70,  30-33;  sconfitto  il  Dal  Verme 
sl  rende  a  Bologna  (an.  1443),  94,  8-10;  fa  un  dono 
a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  150,  48  ; 
4  devastato  da  un  uragano  (an.  1465),  188,  31 

PooGio  RuGNATlco  T.  Poggio  Renatico, 

PoLA  (vEscovo)   V.  Averoldi  Altobello   (aa.    1497-1533). 

PoLACCHl  [Poloni]  vincono  i  Turchi  uccidendone  quat- 
tromila  (an.   1498),  294,  3-4;  v.  anche  Polonia. 

PoLATo  PiKTRO  Antonio  accompagna  Galeazzo  Maria 
Sforza  a  Bologna  (an.  14S9).   168,  48;  169,  3. 

PoLENTA  (Da)  conte  Guiim)  6  fatto  strangolare  in  car- 
cere  da  Pandolfo  Malatesta  a  Istanza  d.  Veneziani 
per  alcuni  castelli  che  Indebitaraente  teneva  (an. 
1495),  288,  1-4. 

PoLBSENO  V,  Polisseni. 

PoLESiNE  Di  RoviGO.  Psr  gli  accordi  d.  pace  rimane  In 
possesso  d,  Veneziani  (an.  1483),  230,  47-48;  lo  pre- 
tende  da  questi  Alfonso  d'Este  (an.  1509),  393,  36. 

PoLESINS  01  PONENTE?  [Poleseno,  Polestno  da  iiira\.  Vi 
i  rovinato  il  raccolto  da  un  temporale  (an.  1448), 
125,31-34;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le 
sue  nozze  (an.  1454),  150,  37. 

PoLlDORo  V.  S/orza  P. 

POLISSENA   V.   Condulmer  P. 

PoLIssKNl  GiACOMo  [facomo  ili  Zannino  Po/estno]  figllo 
di  Zannino,  106,  33;  i  uccl»o  in   Bologna  durante 


i  torbidi  per  la  +  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1445), 
106,  26-32. 

PoussENl  Zannino  [Zannino  Poleseno]  padre  di  Giaco- 
mo,  106,  33. 

"PoLisTORE  ms.  ric.  dal  Ghirardacci  nella  sua  Historia 
di  Bologna,  CXXX,  34,. 

Por.L'ANTONlo  V.  Paolo  Antonio. 

PoLO  V.  Paolo. 

PoLO  (San)  ui  Ravone  V.  Paolo  {Han)  dt  Ravone. 

PoLo  GiovANNi  esce  di  Bologna  ron  i  Bentivoglio  suoi 
araici  (an.  1506),  348,  41;  349,  3. 

PoLONi  V.  Polacchi. 

PoLONi.v.  Eugenio  IV  crea  card.  alcuni  vescov!  di  quella 
regione  (an.   1439),  60,  33-34. 
—  (re)  V.   Casimiro   /K  (aa.    1447-1492). 

PoLTRONi  V.  Paltroni. 

PoMA  (Dalla)  Antonio  parte  di  Bologna  coi  suoi 
amici  Bentivoglio  (an.  1506),  348,  41;  349,  5. 

POMPEO  V.   Bargellini  P.,  Balle  (Dalle)  P.,    Vizzani  P. 

PONGITONO  (PONTE  Dl)  V.  Pizzighettone. 

Ponte(Da)  Antonio  figlio  di  Giacomo,  108,  10;  seguace 
d.  Canetoli;  e  banditodi  Bologna  (an.  1445),  108,  10. 

PoNTK  (D.\)  GiovANNl  padre  di  Antonio,  108,  10;  di 
Paolo,  109,  6;  la  sua  casa  e  sacchegglata  e  in- 
cendiata  (an.  1445),   106,  43;   107,  6. 

1'oNTK  (Da)  Paolo  figlio  di  Giovanni,  109,  6;  e  ban- 
dito  di  Bologna  perche  seguace  d.  Canetoli  (an. 
I44S),  109,  6. 

PoNTK  (Da)  Riccio  e  coi  fratelli  bandito  di  Bologna 
(an.  1430),  19,   36-42. 

Ponte  dal  Gombito  V.  Antonio  detto  Bolognino  di  Ponte 
dal  Gombito. 

PoNTE  Maggiore.  Vi  si  reca  11  Caldora  (an.  1429),  14, 
38-29;  vi  giunge  il  Pircinino  con  tutto  l'eser(lto  (an. 
1438),  51,  44;  vi  si  ritira  e  afforza  Astorre  Man- 
fredi  con  l'esercito  di  Bologna  (an.  1449),  133,  11- 13. 

PoNTE  Pulbdrano.  Vi  e  conimissario  Pietro  da  Casa- 
lecchio  (an.  1439),  13,  48-49;  il  Caldora  vi  si  im- 
padronisce  d.  torre  di  Battista  Canetoli,  rigurgi- 
tante  di  grano,  48-49;  vi  h  accampato  Francesco 
Sforza  con  i  suoi  soldati  (an.  1436),  47,  35-3«;  ne 
parte  lo  Sforza  per  Cantalovo,  41-43:  i  preso  e  sac- 
cheggiato  da  I^uigi  dal  Vernie  di  tutto  11  bestiame 
ivi  raccolto  da  altri  luoghl  (an.  1443),  86,  31-24; 
sconfitto  il  Dal  Verme  la  torre  si  rende  a  Bologna, 
94,  8-10;  vi  passa  e  vi  si  fortlfica  con  I'esercito 
Federlco  da  Montefeltro  (an.  1467),  196,  15-16;  cf. 
33;  Giovanni  Bentivoglio  vi  fabbrica  una  vlUa  son- 
tuosa  chiamata  ii  Bentivoglio  (an.  1490),  257,  8-10. 

PoNTECCiilo  i  visitato  da  Giuiio  II  (an.  1507),  364,  37; 
Bartolomeo  Rossl  vi  costrulscc  un  magnlfico  pa- 
lazzo  (an.  1482),  225,  S-»,  ampllato  di  poi  dal  fi- 
gliolo  Mino,  6-7, 

PoNTESBi.Li  GiAMBATTiSTA  k  crcato  Massaro  d.  Calzolal 
dal  pp.  Giulio  II  (an.   1506),  360,  7-8. 

PoNTO  (marchese  di)  V.  Giovanni  J^Angih  ( 1 456 ....). 

Poppi  (coNTK  di)  v.  Guidi  Francesco. 

PuRCARi  Stekano  \Stepkano  Porcaro]  nobiie  romano  di 
gran  merito  e  pod.  dl  Bologna  (an.  1433)1  33,  M- 
33;  II  governatore  Dandolo  glt  delega  li  tua  au- 
toritii,  33;  i  confinato  a  Bologna  dal  pp.  con  ob- 
bligo  dl  prcsentarsi  glornalmente  al  leg.  (an.  1453), 
143,  7-9;  finge  di  essere  malato  e  vola  a  Roma 
per  tollevare  la  c.  contro   il   pp.,  «•II;   ma   il  go- 


732 


INDICE  ALFABETICO       [Poro*ri  Stefano-PreU  Bomf«cioJ 


rernatore  *«puti  !•  lua  attcnza  ne  «vvita  con  tol- 
lecltudlne  11  pp.  e  vlene  arrcstato  In  (aMt  dl  una 
tua  lorelU  la  inattlna  ttetta  In  cui  doveva  icop- 
plare  la  congiura,  13-II;  h  implccato  al  merll  dl 
lattel  SanfAtigelo,   H-19. 

PoRDKNONE  (SiowoRB  i)l)  [daminus  PortnsKanoHis]  tltolo 
deirirap.  Matalmiliano,  27"),  Jl. 

PoRRBTTA  (baoni  dkli.a).  VI  si  scoprono  d.  vene  di 
ferro  (an.  1456),   162,  17-18. 

PoRKSTTA  (coNTB  dklla)  V.  Saituti  Nicolh, 

1'oRrK  di   Bologna  v.   Bologua  (fortt). 

PoRTBNARl  V.   Portinari. 

PoRTiNARi  NicoLA  \Xicola  PorttHari]  dl  Aquila  conte 
palatino  ;  c  pretore  e  lap.  dl  Bologna  (an.  1434). 
36,  33. 

*  PoRTO.  Vi  h  vinto  Azzo  d'Este  e  Conselice  da  Barbia- 

no,  da  Fcrrarcsl,  Bolognesl  c  Fiorentini  (an.  1395), 
LXV,  9-11  ,. 

*  PoRTOCARHERo  (Db)  [Ferdinanuo]  card.,  .si  impegna 

a  favore  d.  Bentivogllo  pcr  la  proibizione  d.  pub- 
blicazione  d.  terzo  vol.  d.  f/istoria  di  Bologna  d. 
Ghlrardacci  (an.  1758),  LXXXV.  3-«,. 

PORTOGALLO  (re)  f.  GiovaHHi  lil  GraHiie{Ui.  1385-1433). 

PoRTUS  NANONis  V.  Portus  Naonis. 

PoRTUS  Naonis  \PortusHanonis\  v.  PordenoHe. 

*  POSTILLK   AL    VOL.     I    UBLLA    «  HlSTORl.V     DI     BoLOGMA^ 

In  un  esemplarc  deU'edizione  bologncse  d.  1596, 
XXXIV,  j-6,   attribulte  al    Ghlrardacci,   7-23,   i-a  „. 

P0ZAX.E  V.  Poggiale. 

Pozzo  (Dal)  Bartolombo  [Bartolomeo  dal  Poggio\  padre 
di  Crescenzio,  87,  15;  scrittore  apostolico  inviato 
dal  pp.  Eugenio  IV,  qual  suo  nunzio,  a  portarc  i 
capitoli  d.  pace  a  Bologna  (an.  1431),  26,  20-33;  si 
reca  quindi  con  i  pred.  a  San  Giovanni  in  Persl- 
ceto  dal  leg.  Tropea  perche  li  esegua,  39,  10-11; 
cf.  26,33;  11  pred.  si  riguta  dicendo  avere  iettere 
d.  pp.  contrarie,  11-15;  parte  e  torna  a  Bologna  a 
riferire  al  Senato  I'accaduto,  15-16  ;  e  chiamato  alla 
Certosa  da  Giovanni  Bosco  clie  si  assume  dl  ese- 
guire  i  capitoli,  35-36. 

Pozzo  (Dal)  Cari.o  e  notaio  al  secondo  e  terzo  tavo- 
iaccio  nella  giostra  in  Bologna  per  le  nozze  di 
Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  241,  «-». 

Pozzo  (Dal)  CresceNZIO  [Crescenlio  dal  Poggio,  Ure- 
scentio  Poggio,  Crescentio  da  Poggio,  Cresceazo  da 
Poggio]  figlio  di  Bartolomeo,  87,  15;  presta  al  com. 
dl  Bologna  centocinquanta  scudi  e  ne  diventa  teso- 
riere  (an.  1440),  62,  15;  interviene  alla  messa  solenne 
fatta  celebrare  in  San  Giacomo  dai  Senato  di  Boio- 
gna  il  giorno  di  Santa  Monica,  63,  3  ;  i  el.  degli 
Otto  dell'avere  (an.  1443),  87,  13-15;  suo  dono  a 
Sante  Bentivogiio  per  le  nozze(an.  1454),  149,33-3«; 
fa  un  presente  alle  iiozze  di  Giulio  Malvezzi  (ah. 
1464),  J84,  39. 

Pozzo  (Dal)  Cristoforo  accompagna  Giovanni  Ben- 
tivogiio  in  peilegrinaggio  a  Loreto  (an.  1485), 
232,  33-33,  37. 

PozzoNuovo  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453), 
143,  47. 

Prasskde  (cARD.  Dl  Santa)  V    Bainbridge  Cristoforo. 

Pratello  (porta  del)  V.  Bologua  iporte). 

Prati  [quelli  da  Prato]  famiglia  bolognese;  riducono 
a  stalla  una  chiesuola  gla  detta  dei  poreri  vergo- 
gnosi   lasciandone  fuori   sotto  il  portiio  un'lmma- 


gine  d.  Vergine  (1.  a.].  219,  s-6;  vendono  II  pred. 
luogo  al  vicinl  che  vi  coitruitcono  la  chicia  dt 
Santa  Marla  dl  Galllera  (an.   1478),  17-M. 

Pratovbcciiio  (Da)  Antuitio.  Suo  dono  a  Sente  Bcnti- 
voglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  u. 

Prkda  Colora  V.  Pietra   Colora, 

Predicatori  (fratI)  \ordiHe  domenicaHO,  fadri  di  Stim 
Domenico\  fanno  II  loro  capitolo  generale  in  Bolo- 
giia  (an.  1426),  4,  33-33;  in  Bologna  posieggono  la 
caia  abitata  da  Lodovico  Canctoli  in  San  .Mamolo. 
1a  quale  percl6  viene  riipettata  dal  popolo  (an. 
1445),  105,  33-34;  ncl  loro  chiostro  in  Bologna  riene 
sepolto  Glrolamo  Zanettlni  (an.  1493),  273,  31-39; 
a  Bologna  invitano  a  ccna  il  card.  Ippolito  d'Eite 
(an.  1497),  293,  i6-37;  appartengono  a  questo  ordine 
San  Vincenzo  Valentino,  159,  46',  fra  Gaipare  da 
San  Glovanni,  164,  43;  Santa  Caterina  da  Siena, 
179,  4;  Pietro  della  Maldura,  217,  »:  fra  Leandro 
Albertl,  221,  30-31;  il  beato  Giacomo  di  GermanU, 
264,  1-3:  fra  Giroiamo  Albertucci  detto  il  Bortello, 
che  ne  icrive  la  storia,  293,  33-33. 

Prefbtto  di  Roma  V.   Roma  (fre/etto). 

Prencivalle  V.  Princivalle. 

Prbndip.vrti  Giovanni  di  Castagiiolo,  banchlere;  c  el. 
Gonfaloniered.  pop.  per  porta  San  I^ietro  (an.  1428), 
6,  45,  48;  uccide  Bolognino  dallc  Fibbie  suo  nemico 
(an.  1443),  91,  19-31;  la  passa  iisci.i  per  le  grari 
condizioni  d.  c,  31-2J. 

Prkndiparti  Tommaso  multato  in  cento  ducati  per  il 
rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cul  rorina  arera 
partecipato  (an.  1508),  387,  43. 

Prkta  (castkllo  oblla)  V.  Pietra  (ca.\tello  della). 

Preti  (famiglia)  "  e  rappresentata  nel  Tkeatro  morale 
de'  moderni  ingegni  d.  Ghlrardacci,  XXIV,  J2,  34  ,. 

Preti  Bartolombo  \Bartolomeo  de'  Prieti]  figlio  dl 
Nicold,  25,  27,  49;  insieme  a  Giovanni  Beroaldi 
esce  da  casa  di  Bartolomeo  Zambcccari  'an.  1431), 
37-28;  ritorna  con  il  Beroaldi.  aggredito  da  un  servo 
d.  Canetoli,  dallo  Zambeccari,  36-37 ;  insleme  con 
Gaspare  Cattani  vieiie  a  parole  con  Giorgino  da 
Tossignano  amico  di  Battista  Canetoli,  49-26,  1;  lo 
uccide,  1 ;  cf.  31,  30-31 :  c  ferito  gravemente  dal  figlio 
di  Giorgino  (an.  1432),  31-32;  da  mano  airuccisione 
di  Raflaele  l-^oscherari  (an.  1440),  61,  7-16;  presta  al 
com.  di  Bologna  centocinquanta  scudi  e  ne  diviene 
tesoriere,  62,  13;  intervlene  alla  messa  fatta  cele- 
brare  dal  Senato  di  Bologna  in  San  Giacomo  il 
giorno  di  Santa  Monica,  63,  5;  cap.  d.  guardia  di 
Pal.:  e  ucciso  da  nemici  dl  Annibalc  Bcntivoglio 
perchfe  favorerole  a  questo  (an.  1442),  72,  13-14; 
modo  dell'uccisione,  U-l»;  ne  e  portato  il  corpo 
airospedalc  d.  Morte  e  ia  sera  e  seppellito  nella 
chiesa  di  San  Francesco,  18-19. 

Prbti  Bedore  genero  di  Agamennone  Marescotti,  306, 
3;  incolpato  di  avere  portato  lettere  d.  pred.  al 
Valentino  e  fatto  uccidere  nel  luo  letto  accanto 
alla  moglie  da  Ermes  Bentivogllo  (an.  1501),  306, 
1-3. 

Preti  Bedore  \Bedoro]  padre  di  Nicol6,   105,  28. 

Preti  Bernardino  si  reca  con  altri  a  Milano  a  pren- 
dervi  Donnina  Visconti  sposa  di  Annibale  Bentl- 
roglio  (an.  1441),  68,  48-69    1-3. 

Prbti  Bonifacio  figlio  di  Giovanni,  43.  34;  108,  15; 
segue    Battista    Canetoli    a    Correggio    (an.    1435), 


I 


fPreti  Bonifacio-Quarto  di  Solto]        INDICE  ALFABETICO 


733 


43,  32-3«;  e  bandito  di  Bologna  perche   seguace  d. 

CanetoH  (an.   1445),   108,   15. 
Preti  Giacomo  [facomo   dal  Preie\    parte    di    Bologna 

crociato,  con  Giacomo  Grati  (an.   1464),   186,  8. 
PuBTi  GiovANNi  padre  di  Bonifacio,  43,  34;   108,  15. 
Preti  Giovan.vi  ( Giovanni  lU  Prieti\  da  San  Mamolo ; 

suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 

149,  11. 
Preti  Nicolo  [Nicolb  Bedoro  da  San  Marino]  padre  di 

Bartoloraeo,  25,   27-3*;    in    una    fogna    d.    sua    casa 

vicino  a  San  Marino  si  nasconde  Battista  Canetoli 

(an.   1445),   105,  28-29. 
Preti  Taddeo  [Tideii\    fa    un    presente   alle    nozze    di 

Giulio  Malvezzi  (an.   1464),   184,  43-<4. 
I>RF,TI  (PoMTE  de')  V.  Bologna  {ponte   de'  Preli). 
Pretori  V.  Podesth. 
Priamo  V.  Macchiavelli  P. 
[Prie(de)]  Renato  vescovo  Baioci;nse  [Renato  il  Baios- 

sa]  francese;  vesc.  di  Bayeux;  el.  card.  da  Giu- 

lio  II  nel  dicembre  ma  non  pubblicato  che  nel  mag- 

gio  seguente  (an.   1506),  360,  44,  47-49;   la    sua    no- 

raina  era  una  d.  condizioni   imposte  da   Luigi  XTI 

al  pp.  per  aiutarlo  a  riprendere  Bologna,  45-47. 
PRiiiTi  V.  Preii. 
Prigmani  Antonio  [Antonio  da  Prignan6\  accompagna 

il  principe  Federigo  d'Aragona  a  Miiano  a    pren- 

dervi  Ippolita  Sforza  sposa  di   Alfonso  (an,   1465), 

187,  46-47. 
PrI';naki  I'ietro  accompagna  il  principe  Federigo  di 

Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ippolita  Sforza  spo- 

sa  di  Alfonso  (an.  1465),  188,  1. 
PRlNCiVALr.E    ^Prencivalle]    v.    Ghirardacci   P.,    Lamfu- 

gnani  P. 
PiuoRi  Paolo  [/Wo  del  Priore]  complice  di   Giovanni 

Buono  Albertini  e  di  Vincenzo  da  Casale  nel  di- 

segno  di  tradire  Serravalle  ai  fuorusciti,  i  decapi- 

tato  in  Bologna  (an.   1451),  140,  35-25. 
Prisca  (CARDINAI-I  Di  Santa)  V.  Fieschi  JV.,  Mella    Gio- 

vanni. 
Procolo  (san)   ric,  25,   28;    ne   i   portata   la   testa    in 

processione  a  Bologna  (an.  1474),  214,  32;  di  nuovo 

(aii.  1505),  334,  39:  355,  1-5, 
Procolo  (Abbazia  di  San)  V.  Bologna  (abbazie). 
Procolo  (porta  San)  [forta  San  Proculo]    v.  Bologna 

(jforte). 
Proli  Liccio  e  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  16,  39. 
Prospebo  V.    Armi  {dalV)  P.,  Caffarelli  P,,  Colonna  P., 

Lambertini  P. 
Prospbro  (San).  Vi  glunge  l'Imp.  Federico  III  diretto 

a  Bologna  (an.  1452),  140,  45-46;  vl  passa  con  1'eser- 

lito d.  Lega il  duea  Gaieazzo  Maria  Sforza  (an.  1467), 

194,  21. 
"  Prospf.ro  (San)  AtiuiTAKico.  Sua  Cronaca  rlc,  CXXXV, 

23  „. 
Prospkro  (contb  -San)  va  a   Piangipane  nel  terrltorio 

di  Ravenna  con  il  CoUeoni   (an.   1467),   197,  7-8. 
Protonotari  apostoLICI  v.   Bentivoglio  Antongalemto, 

Ramfoni  Pietro. 
Provichza  v.   Rinaldo  di  Provenza. 
Provenza  (Conti)   V.   Ranieri  d'Angit>. 
PUCCI  GiAMPAOLO  [Giovanni  Paolo  Pucci].    .Suo  zio,   11 

card.  I^orenzo,  compra  per  lui  II  pal.  Felldni  in 

Bologna  (an.   1504),    331,  3-4. 
Pucci    [LoRE^fZo]   card.    compra    a    vile    prezzo  11   pal. 


Felicini  in  Bologna  per  il  nipote  Giampaolo  Pucci 
(s.  a.),  332,  3-4. 

Pudenziana  (cARi).  oi  Santa)  v.  Brifonnet  Guglielmo. 

PuGLiA.  Vi  batte  un  violento  terremoto  d.  durata  dl 
un  quarto  d'ora  che  le  cagiona  grandi  rovine  (an. 
1456),  163,  31-32;  cf.  164,  6-10;  vi  si  trova  Giaco- 
mo  Piccinino  (an.  1463),  179,  21-22;  vi  sono  causate 
grandi  rovine  e  mortaiita  dal  terremoto  (an.  1466), 
190,  26-33;  ric,  224,  35;  il  Senato  di  Bologna  vi 
manda  a  coraperare  grano  (an.  1483),  227,  24-25;  ric, 
393,  34. 

PuGLiA  (rk  NOMlNALl)  V.  Ranieri  d^Augib. 
—  (siGNORi)  V,   Alfonso    V  re  di  Aragona   (an.    1455). 

PuRGO  (DaL)  Andrea  [Andrea  del  Purgo]  padre  di  Pie- 
tro,  74,  29;  91,  32-33;  147,  29-30;  167,45-46;  172,  33- 
33;   173,  21-22;    191,  38;    197,  30. 

PuRGO  (Dal)  Piktro  [Pietro  del  Purgo]  aglio  di  Andrea, 
74,39:91,32-33;  147,29-30  1167,  45-46;  172,32-33;  173, 
21-22;  191,  38;  197,  30;  e  bandito  di  Bologna  (an. 
1430),  19,  26,  35;  amico  d.  f  Antongaleazzo  Benti- 
voglio,  51,  23,  26:  con  altri  amici  d.  pred.  c  per- 
suaso  da  Raftaelc  Foscherarl  a  vendicarne  la  f  eol 
dare  Bologna  in  signoria  d.  duca  di  Milano  (an. 
1438),  34-31;  e  dal  Senato  di  Bologna  el.  cap.  d. 
fanti  condotti  in  Palazzo  da  Cervato  di  Caravag- 
gio  (an.  1442),  74,29-31;  c  da  l'>ancesco  l^iccinino 
liccnziato  coi  provvisionati  dal  pal.  di  c.  (an.  1443), 
75,  24-25;  con  Giovanni  Ostesani  fc  fatto  commissa- 
rlo  d.  valli  d.  Samoggia  e  dintorni  per  fortificare 
i  castelli  da  quel  lato,  89,  32-34;  comanda  i  cavalli 
e  fanti  mandati  dal  Senato  di  Bologna  a  difendere 
castel  San  Giorgio,  91,  32-34;  h  ei.  degli  Anziani 
(an  1444),  97,38;  scalco  generale  alle  nozze  di  Sante 
Bentivoglio  (an.  1434),  147,  27,  29-30,  a  cui  fa  un 
dono,  149,  33;  e  el.  d,  Sei  di  Balla  per  la  venuta 
di  Pio  II  in  Rologna  (an.  1459),  167,  42-45;  el.  ?o- 
prannumero  al  Senato,  172,  32-33;  convocato  dal 
pp.  con  altri,  h  arringato  dal  pred.  (an.  1460),  173, 
31-26;  h  d.  senatori  d.  primi  sei  mesi  al  tempo  d. 
serrata  di  Paolo  II  (an.  1466),  191,  38;  t  (*"•  1467), 
197,  30;  gli  succede  In  Senato  Carlo  Antonio  Fan- 
tuzzi,  30-31. 

PURoo  (Dal)  Pietro  multato  In  trentanove  ducati  per 
il  rlfacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  iJoS),  388,  28. 

Pustkrla  Piktro  [Pietro  da  Pusterla]  accompagna  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,48; 
169,  6. 

Putto  (II)  V.  Afoglio  {Da)    Giacomo,  detto  il  Putto. 

QuADERNA.  Vi  s!  trova  Lulgi  dal  Verme  con  reserclto 
e  con  Gaspare  e  Battlsta  Canctoll  (an.  1443),  90. 
31,  25;  ric,  26,  31. 

QuAquARELLO  (osTBRiA  dbl)  «I  Ponte  di  Reno ;  vf  «1- 
loggla  Cesare  Borgia  in  via  per  le  Romagne  (an. 
1499),  298,  17-18;  vl  accorrono  gentiluomlni  bolo- 
gnesl  a  vlsitare  il  pred.,  18-19;  vi  torna  il  Borgia 
dall'avere  cenato  In  c„  22-23;  vl  giungono  presenti 
d.  Senato  dl  Bologna  al  pred.,  3J-24  ;  il  prrd.  ne 
parte,  35. 

Qu&RTlBRi  Dl  BoLOONA  V.  Bologna  {quartitri). 

Quarto  (castello  di)  fa  un  dono  a  Santc  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.   1454),  150,   31. 

QuARTO  Di  SoPRA  fa  uu  dono  a  Sante  BentivogUo  per 
lc  nozze  (an.   1454)1  150,  42. 

QuARTO  Di  SoTTO,  Vl  t  fovlnato  U  raccolto  da  un  tem- 


734 


INDICE  ALFABETICO 


(Quarlo  <ti  SoUo-Ramazzottil 


porale  (an.  1448),  135,  31,  34;  dannegglato  dalla 
tempesta  (an.  I4S4)>  131>  *'>  «-**' 

QUARTU  (Ua)  Azzo  [jlzzoHt  da  :^uarlo\  figlio  dl  Pietro, 
53,  JS;  75,  »;  107,  31;  109,  1;  118,  47-«;  143,  2:  145, 
36;  speziale;  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 
36,  30-31 ;  h  el.  Gonfaloniero  pei  quartiere  di  porta 
San  1'ietro  (an.  1438),  53,  3«,  3S ;  dal  Scnato  di  lio- 
logna  gli  sono  vendute  insivnie  a  Bartolomco  dal 
Llno  ie  prigioni  vcciliie,  col  patto  di  fabbricare 
le  nuove,  nonclii  ia  scala  d,  pal.  d.  pod.  e  aicune 
atanze  sotto  gli  archi  d.  fabbricato  (an.  1443),  75, 
«•II;  esce  di  Bologna  con  Annibale  Bentivogllo  per 
combattere  ii  Dal  Verme,  92.  3»-«;  c  d.  Riforma- 
tori  di  Bologna  (an.  144S),  101,  33-24;  h  el,  d.  Se- 
dici  Riformatori  d,  Stato  per  porta  San  Pletro,  107, 
31;  ^  degli  Anziani  clie  deliberano  ii  bando  ai  Ca- 
netoli  e  loro  seguaci,  41;  108,  6;  fe  el.  d.  Sedici 
Riformatori  (an.  1446),  113,  35,  37;  dagli  Anzlani 
e  daiia  parte  bentivolesca  e  mandato  con  Lodovico 
Caccialupi  a  i'"irenze  a  invitare  e  condurre  in  Bo- 
logna  Sante  bastardo  di  Enole  Bentivoglio,  118, 
46-119,  1;  espone  con  il  compagno  la  ragione  d. 
loro  andata  a  Neri  Capponi  e  a  Cosimo  de'  Medici, 
1-3;  presenzia  11  colioquio  tenuto  dal  Capponi  a 
Sante,  5-6;  ii  pred.  si  accorda  di  partire,  11-12;  ne 
avvisa  il  Senato,  13-14;  parte  con  Sante  per  IJolo- 
gna,  13-16;  e  confermato  d.  Sedici  (an.  14S3),  142, 
44;  143,  2;  essendo  d.  Sedic!  partecipa  alla  riforma 
degii  Statuti  (an.  1454),  145,  39,  36;  suo  dono  a 
Sante  Bentivogiio  per  le  nozze,  149,  10-11;  f  (an. 
1459),  169,  31-32;  gii  succede  in  Senato  Glovanni 
Bentivoglio,  172,  33. 

QuARTO  (Da)  Azzot.mo.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.    1454),   149,  38. 

QiTARTO  (Da)  Pietro  padre  di  Azzo,  53,38;  75,9;  107, 
21;    109,   l;   118,   47-48;    143,  2;    145,  36. 

QuARTO  (Da)  Pirrino  giostra  nei  torneo  in  Boiogna, 
tenutosi  per  deiinire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza 
prevalga  nelle  cose  umane,  ai  seguito  dl  Annibaie 
Bentivoglio  paladino  d.  Kortuna;  i  ascritto  alla 
terza  squadra  vestita  alla  francese  (an.  1490),  259, 
34,  27;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19. 

Quattrbmezzo  Francesca  e  ia  prima  battezzata  nei 
nuovo  battistero  di  San  Pietro  (an.  1454),  146,  30-32. 

QuATTREMEZzo  GiACOMO  rinnova  li  battistero  di  San 
Pietro  con  il  battesimo  di  sua  figlia  Francesca  (an. 
14S4),   145,  30-32. 

QuERCiA  (Dalla)  Iacopo  [lacomo  dalla  ^trcia]  acul- 
tore  senese;  Nicoi&  da  Bologna  h  suo  scolaro,  174, 

25-26. 

Qui^fTim  Cristoporo  seguace  d.  Canetoii,  c  bandito 
di  Boiogna  (an.   144$),    109,   12. 

QuiRlNl  Faxtino  prete;  c  ordinato  admirattim  Rodii 
da  Achiiie  Maivezzi  precettore  d.  chiesa  di  San 
Giovanni  deil'ordine  Gerosolimitano  (an.  1448), 
126,  7-9. 

Rabbuini  Giacomo  [Giacomo  Rabuini\  padre  di  Rab- 
buino,  385,  37;  fe  confinato  perchfe  amico  d.  Ben- 
tivoglio  (an.  1S07),  362,  33-34,  37  ;  a  sessantaquat- 
tro  annl  e  impiccato  per  avere  sparlato  d.  governo 
d.  Chiesa  (an.  1508),  385,  27-2». 

Rabbuini  Giovanni  multato  in  trentaquattro  ducati 
per  il  rifacimento  d.  pal.  Bentivoglio,  aiia  cui  ro- 
vlna  aveva  preso  parte  (an.   ijoS),  387,  31. 


Rabbuini  Rabbuimo  figlio  dl  GUconio,  385,  37;  delPArte 
d.  Pelacani ;  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Ga- 
spare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508), 
380,  11. 

Rabbuino  V.  Pelacani  R. 

Rabi-ino  Francesco  uetto  il  Francia  V.  Raibolini 
Francesco  detto  il  Francia, 

"  RACCOLTA  DP.LLB  ANTICHB  GIU.STIZIE  SBOUITB  IICqUBSTA 
CITT.\  ui  Bologna,  RICAVATE  DALLE  CRONICHB  Ul 
MES8KR  FlLKNO  UBLLK  TuATK,  DI  NICOl5  SECCA- 
UBNARI,  DI  FRA  ChkRUBINO  GhIRARDACCI,  DKL  BaR» 
GKLLINI,  DA  ALTRE  PURE  DI  PRA  B.  UELLB  PUOLIOLK 
B   DAL    GrIFPONI,     DAI.L'aNNO    IO3O    ALL'aNNO    I781, 

XXXVI,  31-34:  descrlzione,  3S-36  ,. 
Raf.vklk  (San),  Raffakllk  (San)  [Rafaello]  v,  RnJ/il/o 

(San). 
Raffaello  [Ra/ae/e,   Rapliae/e,    Rafae//o\    v.    Borgltini 

R.,  Fosckerari  /?.,  Riario  R.,  Sfino/a  R. 
. . . .  Raffaello   bargello  dl  Bologna   sceilerato  e  cru- 

deie;  urcide  sulla  via  tra  Lucca  e  Firenze  Matteo 

Canetoli  diciottenne  (an.  1457),  164,45-166,1-3. 
RaFpabllo  giudeo,  medico  ;  f  in  Bologna  di  male  ma- 

zucco  (an.  150^),  341,  34-25. 
Raffabllo    da  Pistoia  [Ra/ae/e  da  Pistoia\   connesta- 

blie  d.  fanti  di  Bologna :  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 

tivogiio  per  le  nozze  (an.   1454),   149,  6. 
Raffino  V.  Ragazza  (De//a)  R. 
Ragazza  (Dblla)  Louovico  parte  di  Bologna  col  suoi 

amici  Bentivoglio  (an.   1506),  348,  41;  349,  S. 
Ragazza  (DeLLa)  Raffino  [Ruffino  da//a    Ragat*a\    fa 

un  presente  aile  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 

184,    35. 
Ragosa  V.  Rigosa  e  Rigosi. 
Raousa.   I  Turchl  vi  fanno   grandi   stragi   (an.    1463), 

182,  30. 

—  (ARClVBSCOVo)  V.  Lomellini  Giovanni. 

—  (vKSCOvo  Di)  e  coi  Bolognesi  neiI'esercito  d.  duca 
Sforza  a  Solarolo  (an.  i4SS)>  159,  21. 

Raibolini  [FrancescoI  detto  il  Francia  [Francesco 
Franza,  Francesco  Rabuino\  celebre  pittore  ;  dipinge 
nella  cappella  Bcntivoglio  in  San  Giacomo  di  Boio- 
gna  (an.  1487),  243,  25-26;  ritrae  Gaieazzo  Maria 
Bentivoglio  in  abito  da  pellegrino  neii'ancona  d'al- 
tare  dal  pred.  ofiferta  aiia  Chiesa  d.  Misericordia 
(an.  1489),  295,  32-35;  c  ei.  Massaro  degli  Orefici 
dai  pp.  Giuiio  II  (an.  1506),  360,  3-4:  tutte  ie  sue 
pitture  nei  pal.  d.  Bentivoglio  vanno  perdute  nella 
distruzione  di  esso  (an.   1^07),  371,  35-37. 

Raigosa  V.  Rigosi. 

Raimondi  V,  Santi  o  Raimondi  A'tco/i>. 

Raimondo  V,  Danichino  R.,  Ma/atesta  R.,  S/orta  R. 

Rainaldo  V.  Rinaldo. 

"Raineri  Felicita  dl  Castei  San  Pietro,  mogliediSan- 
te  Ghirardacci  V,  3-4;  cf.  VIII;  schizzo  genealo- 
gico;  e  dal  marito  lasciata  usufruttuaria  d.  patri- 
monio  (1518),  V,  3-4;  c/.  IX,  ji;  alla  f  d.  ^td.  It 
i  restituita  la  dote,   V,  7  ;  c/  IX,  39  ,. 

Rainerio  V.   Ranieri. 

RainierI  V.   Ranieri. 

Ramazzotti  vendicano  l'uccisione  di  alcuoi  di  ioro 
a  San  Paoio  di  Ravone  uccidendo  tre  degli  Scarpetta 
(an.  1504),  330,37-40;  il  Senato  di  Boiogna  manda 
ad  atterrare  le  loro  case,  ii  che  non  avviene  per 
l'opposlzione  incontrata  nei  montanari,  «0-42. 


I 


[Raniazzotti  A.-Rangoni  Guido] 


INr3ICE  ALFABETICO 


735 


Ramazzotti  [Armaciotto]  detto  da  Scaricalasino 
[ffamazzoUo  da  Scar^alasino,  capitano  Ramazzotto\ 
va  con  scelti  fanti  in  aiuto  di  Giovanni  IJentivo- 
glio  e  di  Bologna  (an.  ijoo),  303,  «8-49;  i  mlllc 
fanti  di  cui  e  cap.  ordinati  a  clnque  per  fila  aprono 
il  corteo  papale  in  Bologna  dalla  Magione  al  Pal. 
(an.  1506),  355,  J3-3*;  suo  posto  nel  detto  corteo, 
«8  ;  356,  4-5;  dal  leg.  e  dai  Quaranta  e  mandato  con 
liande  di  cavalli  e  fanti  a  scacciare  i  fratelll  Benti- 
voglio  dal  territorio  Bologneje  (an.  1507),  370,  3-4; 
passa  a  Castel  .San  Pietro  per  recarsi  a  Bologna 
con  le  sue  squadre  ricliiestone  dal  Senato  e  dal  go- 
vernatorc  (an.  1508),  383,  4-t;  va  a  Bologna  ad  as- 
soldarvi  genti  per  la  Chiesa  per  1'impresa  di  Ro- 
magna  (an.   1509),  94,  5-7. 

Ramazzotti  MlCHEf.E  \Michele  Ramazzotto']  famoso  ca- 
pitano;  sua    nascita  (an.  1493),  267,  38. 

. .  .  .  Ramazzotto  [Ramazzotto]  contadino  bolognese; 
con  alcuni  amici  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogllo 
per  le  nozze  (an.   1454),   151,  36-27. 

Ramb.\i,di  Lorbxzo  e  fatto  prigioniero  a  Bondanello 
(an.  150S),  391,  12-13,  24;  *  condotto  a  Bologna, 
30-31;  cf.  392,  45-47;  posto  al  tormento  confessa  il 
trattato  in  favore  d.  Bentivoglio,  48  ;  e  impiccato, 
393,  7-8. 

Ramodini  Battista  figlio  di  Lodovico,  87,  13-14;  h 
el.  degli  Otto  dell'avere  (an.   1443),  87,  12-14. 

Ramodihi  Lodovico  padre  di  Battista,  87,  13-14. 

Ramomda  (acqua).  Si  incomincia  a  incondottare  per 
recarla  a  Bologna  all'ospedaIe  d.  Morte  (an.  1433), 
36,  24-25;  ne  e  finita  la  conduttura  (an.  1434),  40, 
4-6;  i  dazieri  la  fanno  rompere,  perche  la  grande 
quantita  d'acqua  da  essa  derivata  in  c.  danneg- 
giava  i   dazi,  6-». 

Ramondi  Battista  [Battista  di  Ramondi]  banchiere  ;  i 
el.  Gonfaloniere  d.  pop.  di  Bologna  per  porta  San 
Pietro  (an.  1438),  6,  45-48;  e  el.  degli  esattori  d. 
tasse,  10,  8-9;  coi  suoi  compagni  esaspera  i  citta- 
dini  per  l'asprezza  e  la  crudelta  con  cui  esercita  il 
suo  ufficio,  10-14. 

Ramondi  Girolamo  [leronimo  di  Ramondo].  AUa  cola- 
zione  di  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  riceve  in 
presente  una  galea  con  una  fenlce  sopra  tutta  in 
zucchero  (an.   1487),  240,  3»-30. 

Ramponi.  Loro  casa  ric.  63,  33 ;  sono  fuoruscitl  di  Bo- 
logna  (an.   1450),   134,  32-33;  ric.   153,  25. 

Ramponi  Bbrnardino  padre  dl  Filippo,   103,28. 

Ramponi  Fiuppo  figlio  dl  nernardino,  103,  2»;  prendc 
parte  all'uccisione  d'AnnibaIe  Bentivoglio  e  d.  Ma- 
rescottl  (an.  144S),  103,  28,  31-3»;  rimane  ucciso  nei 
torbidi  seguitine,   106,  26-29. 

Rampoki  Pietro  canonico  e  chierlco  apostollco,  25,  8; 
protonatorio  apostolico,  39,  34;  sl  reca  con  11  go- 
vernatore  di  Bologna  Lodovico  Alamannl  e  con  al- 
tri  gentiluomlni  bolognesi  a  prendere  possesso  dl 
Imola  e  Forll  (an.  1426),  4,  10-12;  parteclpaa  un'adu- 
nanzaindetta  dai  Canetoil  contro  il  leg.  (an.  1428), 
5,  42-44  ;6,  3;approvacheslprendanolear- 
m  I,  13-13;  con  gli  altri  si  impadronlsce  d. 
Piazxa  e  applcca  II  fuoco  al  Pavaglione 
d.  Bozzoll,  14-15  ;fe  el.  ambasc.  d.  Senato  di  Bo- 
logna  al  pp.  per  rallegrarsi  d.  sua  elezlone  c  trattare 
la  pace  (an.  1431).  25,  »-9;  non  parte  altrlmenti 
avendo  11  leg.  negato   II  salvacondotto,  13-24;  tono 


presentati  i  capltoli  d.  pace  ad  Eugenlo  IV  anche 
in  suo  nome,  26,  34-28 ;  nuovamente  designato  am- 
basc.  al  pp,  non  pu6  entrare  in  Roma  per  ia  guerra 
coi  Colonnesi,  30,  6-9;  rallentatesi  le  ostilita,  as- 
solve  la  sua  ambasclata  ben  accolto  da  Eugenio  IV, 
17-18;  torna  a  Bologna,  19;  e  chiamato  dal  pp.  a 
Roma  e  fatto  governatore  dl  Rieti  (an.  1432),  32, 
19-20:  h  inviato  a  Bologna,  dal  pp.  pcr  la  ratifica 
d.  rapitoli  di  pace  (an.  1434),  39,  34-35;  a  richlesta 
di  Eugenio  IV  va  a  Fireiize  (an.   1435).  41,  38-29. 

Ranooni  di  Modena  sono  imparentati  con  Giovann! 
Bentivoglio  per  il  matrinionio  di  Nlcold  con  Bianca 
figlia  d.  pred.  [an.  1497],  354,  33;  la  loro  arme  h 
percid  nella  torre  d.  Bentivoglio  372,  7. 

RA>jr;oNl  Al.DOnRANUiNO  [Aldrovandino]  atfezionatis- 
simo  ai  Bentivoglio  e  specialmente  a  Lodovico, 
94,  42-43;  prende  su  di  se  11  cambio  d.  prigionieri 
Malvezzi  con  Francesco  Piccinino  e  felicemente  lo 
esegue  (an.  1443),  43-95,  1-4  ;  e  ringraziato  dai  Mal- 
vezzl,  95,  3-3. 

Rangoni  Cesare  famoso  nelle  armi  ;  fc  chiamato  a  Bo- 
logna  da  Giovanni  Bentivogllo  a  sorvegliare  11 
giovinetto  Guido  Rangoni  nella  condotta  d.  sol- 
dati   d.  c.  (an.   1500),  300,  25-26. 

Ranooni  comte  Francbsco  Maria.  Alla  colazlone  di 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  gll  e  offerto  un 
drago  che  gltta  fuoco  tutto  In  zucchero  (an.  1487), 
240,  30-31. 

Rangoni  Gher.vrdo  modenese,  giu  amicissimo  dl  An- 
tongaleazzo  Bentivoglio,  va  a  Ferrara  per  accor- 
darsi  con  Raffaello  Foscherari  di  vendicare  la  f  •!• 
Bentivoglio  e  l'ingiuria  fatta  a  Bologna  dal  pp. 
trasferendone  11  Concilio  (an.  1438),  51,  14-17;  es- 
sendo  amico  di  Lodovico  Marescottl  i  vlsitato  in 
Spilamberto  da  Galeazzo  figlio  del  pred.,  12;  gli  i 
confidato  dal  Marescotti  11  suo  disegno  di  liberare 
Annibale  Bentivoglio  prigioniero  a  Varano  (an. 
1443),  78,  13-15;  cerca  dissuadcrlo,  ma  non  rlesce, 
15-1$;  ospita  liberalmcnte  i  pred.  reduci  da  Varano 
con  Annibale,  80,  3-8 ;  da  loro  cavalli  e  servi  per- 
chfe  arrlvino  piu  spedltl  a  Bologna,  15-17;  loda  An- 
nibale  Bentivoglio  che  gli  confida  dl  volere  inter- 
cedere  per  11  rltorno  In  patria  d.  CanetoU  ftioru- 
scitl,  95,  18-20, 

Rangoni  contk  Gherardo.  AUa  colazione  dl  nozxe  dl 
Annibale  gll  e  offerto  un  orso  di  zucchero  («n. 
1487),  240,  32;  quale  cap.  d.  Chiesa  manda  in  suo 
servlzlo  a  Bologna  quattrocento  fantl  (an.  1508), 
384,  2. 

Rangoni  conte  Goido  e  dal  Venezlanl  Inviato  al  Bo- 
lognesi  con  seicento  cavalli  e  dugento  fanti  (an. 
1443),  89,  3S-36;  cf.  94,  19-20;  i  mandato  dal  Se- 
nato  di  Bologna  ad  assedlare  Imola  e  Faenza  e 
iacchegglarne  I  territorl,  95,  8-il;  i  chlamato  pre- 
cipltosamente  con  le  suc  gentl  a  Bologna  dal  Se- 
nato  pcr  la  difesa  d.  c.  (an.  1445),  104,  30-31;  vl 
giungc,  105,  46-47;  con  Ercole  d'Ette  va  al  confinl 
d.  Frignano  (an.   1466),   192,  7-1. 

Ran<;oni  GuiDO  prlmogenito  dl  Nlcol6;  gli  succede 
qulndlcenne  nella  condotta  d.  toldati  sotto  la  tu- 
tela  dl  Cesare  Rangonl  (an.  1500),  24-26;  esce  dt 
Bologna  col  Bentlvoglio  (an.  1506),  348,  4I-4J;  pot- 
slede  Spllimberto  («n.  1507),  369,  J»;  Tommaio 
Beccaro    vt   •  toUecltirlo  dl    tffrettare    .\nnlbale 


736 


INDICE   ALFABETICO       fRangonl  Ouido.Ranuzri  Battisfa) 


Bentlvoglio  verto  Bologna,  dt  cul  i  tuol  fautorl 
■vevtno  giA  preto  Porta  San  Mamolo  (an.  1508), 
380,  1611;  rimane  perplesso  non  lapendo  nlente 
dl  cl6,  lf-20;  ritpondc  ihe  i  rongiursti  tengano 
la  porta  tino  a  che  non  U  avviti  tul  da  farsi,  30-2] ; 
ai  reca  a  Bologna  alloggiando  all'osteria  del  Llno 
(an.  1508),  383,  4S-M;  cf.  383,  13-13;  il  suo  arrivo 
deata  sospetti  nel  governo,  389,  4«-S0. 

Ranooni  Isotta  ossia  Bernardina  figlia  d.  conte  Ugo, 
modencse,  presa  iii  moglie  da  Guido  Pepoll,  che  le 
cambla  11  nonie  in  Isotta,  h  condotta  a  Uologna 
con  grandi  feste  e  apparato  (an.  1475),  214,38-47; 
fallisce  per  qulndicimila  lire  (an.  1486),  215,  3-3; 
recatasi  a  Modena  raggranella  11  denaro  e  soddl- 
sfa  i  creditori,  3 ;  accompagna  al  Porto  Laura  Ben- 
tivoglio  diretta  al  marito  in  Mantova  (an.  1494), 
275,  36-27  ;  da  a  suo  marito  quattordici  figli  d. 
quali  tre   femminc,  339,  31-37  ;  cf.  215,   16. 

Ranooni  contk  Nicot.6  modenese,  signore  di  Spilam- 
berto :  con  altrl  gentiluomini  pasta  di  Bologna  di- 
retto  a  Napoli  per  commissione  di  Eleonora  d'Este 
(an.  1473),  213,  34-29  ;  alloggia  nel  pal.  di  Giovanni 
Bentivoglio,  39-30;  diviene  condottlero  d.  IBolognesi 
in  vece  di  Antonio  Trotti  (an.  1474),  220,  6-7:  si 
reca  a  Bologna  onorevolmente  ricevuto  dal  .Senato, 
7-8;  gli  e  olTerta  in  moglle  da  Giovanni  Bentivoglio 
la  proprla  figiia  Bianca,  8-10;  accetta  e  la  sposa 
con  molta  soddlsfazlone  vlcendevole,  10-11  ;  cf.  354, 
33;  374,  32;  capitana  la  schiera  d.  rossi  nella  par- 
tita  al  gioco  d.  calcio  tenutasi  in  Bologna  per 
iniziativa  di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  i  480),  222, 
10-30;  manda  a  Boiogna  a  prendere  la  moglie 
Bianca  (an.  1481),  223,  33;  all'arrivo  di  lei  in  Fer- 
rara  dk  feste  e  glostre,  33-38;  prende  parte  alla 
giostra  bandita  da  Giovunni  Bentivoglio  in  Bolo- 
gna  (an.  1482),  224,  17  ;  ne  riesce  vlncitore  con 
grande  onore,  19-20  ;  dona  la  celata  d'argento  avuta 
In  premio  a  Girolaino  Scardovi  per  la  sua  forza 
e  destrezza,  20-22;  ric.  per  Antonio  Paganini  suo 
armigero,  233,  2;  suo  dono  alia  sposa  di  Annibale 
Bentivoglio  (an.  1487),  239,  20-31;  nella  giostra  in 
Piazza  tiene  il  tavolaccio  avanti  11  palazzo  d.  Si- 
gnorl,  240,  43-43;  corrono  contro  lui  Gismondo 
Cantelmo,  Giulio  Tassoni,  Melchiorre  Manzoli  e 
Annlbale  Bianchetti,  43-46;  va  con  Giovanni  Ben- 
tivoglio  ad  assediare  Forl\  in  aiuto  di  Caterina 
Riario  (an.  1488),  245,  14-1.'! ;  scampa,  fuggendo,  dalle 
manl  d.  Faentini,  246,  34  ;  prende  parte  alla  giostra 
indetta  in  Bologna  dal  rettore  d.  Studlo  (an.  1489), 
254,  32-33;  accoiTipagna  Annibale  Bentlvogllo  a 
Mantova  alle  nozze  d.  march.  con  Isabella  d'Este 
(an.  1490),  255,  34  ;  torna  a  Bologna,  37  ;  essendo 
ospite  con  Gilbcrto  Pio  di  Giovanni  Bentivoglio 
a  Helpoggio,  una  sera  cenando  sorge  una  disputa 
se  prevalga  nelle  cose  umane  la  Fortuna  o  la  Sa- 
pienza,  257,  19-29;  sta  per  la  Sapienza  contro  il  pa- 
rere  di  Annibale  e  di  Gilberto  che  parteggiaiio  per 
la  Fortuna,  29-30;  approva  la  proposta  di  Giovanni 
che  la  questionc  sia  definita  in  un  torneoa  Bologna, 
30-40 ;  i  fatto  capo  d.  partito  d.  Sapienza  di  fronte 
ad  Annibale  e  a  Gilberto  capi  d.  fazione  d.  Fortuna, 
43;  entra  nel  torneo  riccamente  vestito,  258,  30-22; 
sua  impresa,  33-23;  i  seguito  da  sei  squadre  di  sol- 
datl   coi    colorl    azzurri,   3S :   cf.  4;    descrizione  d. 


torneo  e  d.  tenzone  poetlca  che  lo  precede  258,  *• 
259-260-261-262,  l-lt ;  la  vittoria  rimane  ai  partlto 
avverso,  30-26:  abbandonata  Bologna  da  Pirro  Mal- 
veizl  va  ad  abitarne  11  pal.  (ao.  1492),  269,  11-19; 
segue  con  tquadre  di  armati  Glovanni  Bentivogllo 
nella  mostra  d'arml  da  questo  ordinata  in  Boiogna 
(an.  1493),  271,  40-41;  va  incontro  a  Violante  Ben- 
tlvoglio,  273,33-33;  interriene  airinaugurazione  d. 
Naviglio  da  Corticeila  a  Boiogna  (an.  1494),  274, 
1-26;  accompagna  la  cognata  Laura  allo  tpoio  In 
Mantova,  275,  29-3S  ;  con  Alestandro  Bentivogllo  ha 
11  compito  di  cavalcare  di  notte  intorno  alle  mura 
neII'interno  d.  c,  278,  4-6;  f  lasciando  otto  figli 
matchi  e  tre  femraine  (an.  1500),  300,  33-34 ;  gli  tuc- 
cede  nella  condotta  d.  Bologneii  11  figlio  primo- 
genito  Guldo,  34. 

Rangoni  contb  Ugo  padre  di  Bernardina,  214,  31. 

Ranikri  o  RiNlKRl  [Jiaiiierio]  v.  Frosiaa  /?.,  Frosto 
{Det)  R. 

Ranikri  i>'Angi6  v.  Renalo  tPAngih. 

Ranieri  Antonio  padre  di  Pietro,  185,  39-40. 

Ranikri  PiETRO  \Pielro  Rainieri]  figlio  di  Antonio, 
185,  39-40;  parte  di  Bologna  croriato  con  Arbllle 
Malvezzi   (an.   1464),   185,  39-40. 

Ranlccio  V.   ^farzano  (Da)    /?. 

Ranuccio  ui  Francia  parte  di  Bologna,  crociato  con 
Giacomo  Grati  (an.  1464),  186,  6. 

Rani;zzi  Angelo  \Angelo  Ranucci]  figlio  di  Glrolamo, 
264,  29;  291,  37 ;  i  el.  d.  Sedici  (an.  1488),  253,  33-34  ; 
va  pod.  a  Lucca  (an.  1401),  264,  39;  sucrede  in  Se- 
nato  al  padre  (an.  1496),  291,  36-37:  con  Giovanni 
Marsili  ^  mandato  dal  Senato  dl  Boiogna  al  Va- 
lentino  a  rallegrarsi  con  lui  delPacqulsto  di  Faenza 
(an.  150 1),  302,  43-44  ;  a  Cattel  San  Pietro  k  soprag- 
giunto  dalPavanguardla  delPesercito  d.  pred.  e  ri- 
chlesto  di  alioggiamenti  nel  territorio,  44-46;  fa 
col  compagno  aprire  loro  il  castello  perche  abbianu 
vettovaglia,  46-47;  i  pred.  appena  entrati  lo  fanno 
prigioniero  col  Ranuzzi,  47-48  ;  e  condotto  seco  dai 
soldati  clie  lo  costringono  a  dare  loro  la  tenuta 
d.  Casal  Fiumanese,  Castelguelfo  e  altri  luoghi,  48- 
50;  accompagna  Paolo  Orsini  per  conciiiudere  la 
pace  col  Valentino,  304,  42-43,  44  ;  il  che  i  fatto 
con  strumento  di  Cesare  Nappi,  44-45  ;  torna  a  Bo- 
logna,  45-46;  d.  Senato  vecchio,  ^  da  Giulio  II  el. 
d.  Quaranta  Consiglieri  e  Riformatori  (an.  1506), 
358,  37-30. 

Ranuzzi  AntoNio  {Antonio  Ranucci]  figlio  di  Francetco, 
55,  17-18;  57,  40  ;  62,  4  ;  101,  44  ;  padre  di  Girolamo, 
191,  22;  31;  medico;  e  el.  d.  Dieci  di  Balia  dal  Con- 
siglio  d.  Seicento  (an.  1438),  55,  14,  17-18  ;  i  man- 
dato  dagli  Anziani  ambasc.  al  Piccinino  per  osteg- 
giare  Battista  Canetoli  nel  suo  disegno  di  primeg- 
giare  (an.  1439),  57,  39-44;  i  el.  d.  Sedici  Rifor- 
matori  d.  Stato  (an.  1440),  62,  1-4:  i  el.  degli  An- 
ziani  per  il  quartiere  di  porta  Stieri  (an.  1445), 
101,  44-45:  tratta  le  cose  di  Bologna  con  Eugenlo 
IV  (an.  1446),  114,  3S  :  non  conclude  nulla  per  1  ir- 
ritazione  d.  pp.  contro  i  Bolognesi,  25-36;  scrive 
al  Senato  che  il  pp.  esige  11  dominio  libero  d.  c, 
36-27;  partecipa  al  governo  di   Bologna,   116,  15-17. 

Rahuzzi  Battista  [Batlista  Ranucci]  figlio  di  Glrola- 
mo,  366,  1-2  :  giostra  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Fortuna   o  la  Sapienza   pre- 


[Ranuzzi  Battista-Re] 


INDICE  ALFABETICO 


737 


valga  nelle  cose  umane  al  seguito  di  Annibale  Ben- 
tiToglio,  paladino  della  Fortuna;  h  ascritto  alla 
quinta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  259, 
30-31;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19  ;  h  con 
altri  convocato  in  Pal.  da  Ermes  Bentivoglio  (an. 
1501),  305,  5-8;  il  pred.  svela  loro  che  Agamennone 
Marescotti  aveva  scritto  al  Valentino  invitandolo 
contro  Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-29;  lo  esorta 
a  unirsi  a  lui  neiruccidere  i  Marescotti  traditorl 
detenuti  in  Pal.,  29-31 ;  partecipa  alPuccisione  d. 
pred.,  31-42 ;  con  Marco  Antonio  Fantuzzi  e  Costan- 
tino  Caprara,  partito  di  Bologna  Giulio  11,  com- 
plotta  di  introdurvi  di  notte  Annibale  ed  Ermes 
Bentivoglio  (an.  1507),  366,  1-5 ;  confessata  dal 
Fantuzzl  la  congiura  al  Senato  fugge  e  non  pu6 
essere  preso,  S-13;  h  confinato,  18;  dopo  pochi  gior- 
nl  c  revocato  dal  bando,  19-20. 
Ranuzzi  DoMBirico  parte  di  Bologna  coi  Bentivoglio 
(an.  1506),  348,  41  ;  349,  3-4;  S  fatto  prlgioniero  a 
Bondanello  da  balestrieri  di  Lodovico  dalla  Miran- 
dola  (an,  iJoS),  391,  12-13,  16;  h  condotto  a 
Bo  logn  a,  29-31  ;  cf.  392,  46-47;  posto  al  torraento 
confessa  il  trattato  contro  i  nemicl  d.  Bentivoglio, 
48 ;  e  impiccato,  393,  7-8. 
Ranuzzi  Francesco  [Francesco  Ranucci]  padre  di  An- 

tonio,  55,  17-18;  57,  4o;  62,  4;  101,44. 
Ranuzzi  Francesco  [Francesco  Ranucci]  figlio  di  Gia- 
como,  180,  48  ;  el.  a  sorte  degli  Anziani  per  porta 
Stieri  (an.   1462),  180,  46-48. 
Ranuzzi  Giacomo  \Jacomo  Ranucci]  padre  di  France- 

sco,  180,  48. 
Ranuzzi  GiROLAMO  [G«Vo/a»»o  Ranucci]  figlio  dl  Anto- 
nio,  191,  22,  31 ;  padre  di  Angelo,  264,  29;  291,  37  ; 
dottore  In  medicina,  e  el.  senatore  invece  di  Gia- 
corao  dal  Lino  (an.  1466),  191,  21-23;  al  tempo  d. 
serrata  di  Paolo  II  fe  nominato  tra  i  senatori  che 
devono  sedere  i  secondi  sei  raesi,  29-31 ;  h  scelto  dal 
Senato  ad  accompagnare  a  Roma  il  leg.  chiamato 
dal  pp.  (an.  1467),  197,  36-37;  fe  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (an.  1468),  200,  30-31;  per  la  venuta  d. 
nuoTo  governatore  Savelll,  gli  sono  regalatl  dleci 
ducati,  29-30 ;  accompagna  quale  ambasc.  a  Roma 
11  leg.  per  11  Conclave  (an.  1471),  208,  8-9;  torna  a 
Bolo^na,  23;  accompagna  Ginevra  Bentivoglio  a 
Pesaro  alle  nozze  d.  fr.  Costanzo  Sforza  (an.  147S)) 
215,  10-11;  con  altri  ambasc.  si  reca  a  sposare  Lu- 
crezia  d'Este  a  nome  di  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1478),  218,  23-25;  h  onorato  e  regalato  da  Ercole 
d'Este  che  lo  fa  cav.  aurato,  26-30;  torna  a  Bologna, 
30;  accompagna  Giovannl  Bentivogllo  a  Ferrara  (an. 
1479),  219,  43,  e  a  Mllano,  221,  22-23;  el.  ambasc.  d. 
Senato  di  Bologna  al  pp.  a  chiedere  un  leg.  e  un 
vescovo  parte  per  Roma  (an.  1483),  228,  24-25;  men- 
tre  h  in  via  11  pp.  nomina  Giullano  della  Rovere, 
31-33 ;  torna  con  Galeazzo  della  Rovere,  luogote- 
nente  d.  pred.  a  Bologna,  34-35;  h  scalco  gencrale 
alle  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  (an.  1487),  237, 
24-25;  suo  ablto,  26-27  ;  f  ed  fc  sepolto  In  San  Fran- 
cesco  (an.  1496),  291,  35-36;  gli  succede  In  Senato 
il  figlio  Angelo,  36-37. 
Ranuzzi  Lodovico  [L.  Ranucci],  Nel  tornco  In  Bologna, 
tenutosl  per  definire  »e  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane  giostra  coi  colorl  di 
I;Iicol6  Rangoni   paladino   d.  Sapienza;  h  ascrltto 


alla  sesta  squadra  vestita  alla  moresca  (an.  1490), 
258,  40-41;  la  sua  parte  soggiace,  262,  17-18;  parte 
di  Bologna  coi  suoi  amici  Bentivoglio  (an.  1506), 
348,  41;  349,  6. 

Ranuzzi  Petronio  [Peironio  Ranucci]  Impresta  al  com. 
dl  Bologna  centocinquanta  scudi  e  ne  diviene  te- 
soriere  (an.  1440),  62,  20 ;  interviene  alla  messa 
fatta  celebrare  dal  Senato  di  Bologna  in  San  Gia- 
como  il  giorno  di  Santa  Monica,  63,  3. 

Raphabixo  V.  Rafaello. 

Rapolano  [bagni  di  Siena\  ric.  129,  41-42  ;  vi  si  reca 
per  la  cura  Paola  Gonzaga,  moglie  d.  march.  di 
Mantova,  con  due  figli  (an.  1443),  75,  20;  anche  vi 
h  NJC0I6  Plccinino  per  curarsi  di  una  infermitil, 
20-21. 

Rasi  Don  Giulio  multato  in  cinquecentosettantadue 
ducati  per  II  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an. 
1508),  387,  30. 

Ratta  Dionisio  multato  in  centocinquanta  ducati  per 
ii  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  386,  30. 

Ravegnana  (porta)  [forta  Ravennate]  v,  Bologna 
(porte). 

Ravenna  (arcxvescovo)  V.  Roverella  Siffismondo  (i4T5- 
IJ16). 

—  "  (Biblioteca  Classense)  ha  un  esemplare  d.  Hi- 
storia  di  Bologna  d.  Ghlrardacci  il  cui  prlmo  vo- 
lume  h  postillato,  XXXIV,  6,  /-j». 

—  (citta)  ric.  197,  8  ;  201,  3;  vi  f  H  card.  Bessarlone 
(an.  1473),  212,  41;  il  corpo  d.  pred.  ne  h  traspor- 
tato  a  Roma,  41-42;  vi  scampa  Roberto  da  Sanseve- 
rino  con  cento  cavalll  (an.  1486),  234,  47-48;  vi  st 
salva  11  duca  Guldobaldo  da  Montefeltro  (an.  1502), 
311,  10;  ric.  331,  24  ;  &  in  signoria  d.  Veneziani  (an. 
1507),  378,  3;  gii  d.  Chiesa,  h  rlchiesta  ai  pred.  da 
Giulio  II  (an.  1509),  393,  28;  i  Venezlanl  vi  man- 
dano  Annibale  Bentivoglio  a  custodirla,  40-41;  vi 
h  fatto  prigioniero  Glovanni  Greco  dal  leg.  Alidosl, 
396,  5-6. 

—  (esarcato  Di).  Ne  h  el.  leg.  per  la  Chteia  11  veic. 
Marco  Condulmer  (an.   1433),  33,  37-38. 

—  (tkrritorio)  ric.  per  Camuri  e  San  Giorglo  (an. 
1455),  159,  19;  h  devastato  per  un  quarto  di  mi- 
glio  da  un  temporale  venuto  dal  Bolognese  (an. 
1467).  198,  6-7. 

Ravennatb  (porta)  r.  Ravegnana  {porta). 

Ravone  (torrente)  [Ravona]  ric,  80,  19;  vl  glungono 

i  Francesi  di  qua  d.  ponte  con  le  artiglierir  e  co- 

rainclano  a  bombardare   Bologna   (an.    1506),  349, 

35-26. 
Razali  Francesco  h  creato  da  Glulio  11  Massaro   del 

Sartl  (an.   1506),  360,  7. 
Razali  Grazia  [Graeia  Raz»ale\  esce  di  Bologna    col 

suoi  amicl  BentivogHo  (an.  1506),  348,  41;  349,  5 ; 

i  fatto  prlgloniero  da  balestrlerl  dl  Lodovico  dell» 

Mirandola  a  Bondanello  (an.  1508),  391,  12-IJ,  I*; 

h  condotto  a  Bologna,  30-31 ;  cf.  392,   46-47 ;   poito 

al   tormento  confessa  II  trattato  in  favore  d.  Ben- 

tivogllo,  48 ;  h  appiccato,  393,  7-1. 
Razali  Marco  [Marco  Raztale]   ascrltto   al  Pelacanl ; 

partecipa  alla  congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi 

in  favore  d.  Bentivogllo  (an.  1508),  380,  11-12. 
RazzaLe  v.  Ratali. 
Rb  dl  Aragona,  di  Danlmarca,  dl  Francla,  d'Inghllterrt 

dl  Napoli,  di  Navarra,  dl  Portogallo,  di  Spagna  v. 


T.  XXXra,  p.  i  —  47- 


738 


INDICE  ALFABETICO 


[Re-Reno  (finme)] 


Aragona,  Danimarca,  Franeia,  Ingkilttrra,   Nafoli, 

Navarra,  Portogallo,  Spagna  (re). 
Rbcanati  (Da)  V.  Bartolomeo  da  Recanati. 
RbcanatI  (vbscovo)  V.   Giovanni    Vitellescki  (1434). 
'[Rbcapiti  dbl  SBirATo]nei  mst.  Carratl  ric,  IX, 

*tf7,  3;  SSn- 

RKCARDliro  V.  Riccardino. 

Rbccardina  V,  Riccardina. 

Rbcoroati  Loricnzo  h  multato  in  clnquecento  ducati 
per  11  rlfaclmento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  I. 

RsrRiOKRl  Giambattista  ( Giova»»!  5a«»j/a  Re/rigerio] 
uomo  dl  buon  consiglio ;  Interrogato  da  Giullo 
MalTczzi,  suo  grande  amico,  suUa  uccisione  di 
Giovanni  Bentlvoglio  progettata  dai  Malvezzi, 
prende  tempo  a  riflettere  (an,  1488),  248,  35-41; 
consiglia  per  le  conseguenze  che  poteva  avere  11 
fatto  di  assicurarsi  11  soccorso  dl  qualche  principe 
potente  per  tenere  a  freno  il  popolo,  <J-50,  e  pro- 
pone  dl  rlvolgersi  a  Lorenzo  de'  Medicl  vlcino  a 
Bologna  e  nel  momento  in  freddi  rapporti  col 
Bentivoglio,  249,  \-l;  gli  h  rlferito  da  Giovanni 
Malvezzi  I'esito  infruttuoso  d.  sua  ambasciata  al 
Medicl,  16;  gli  h  riferito  da  Giacomo  Bargellinl  che 
Agamennone  e  Galeazzo  Marescotti  fanno  parte  d. 
pred.  congiura,  41-42;  udito  che  11  complotto  ^  sco- 
perto  fugge  dl  c,  251,  2i;  la  sua  casa  in  San  Mar- 
tino  6  rovinata  e  saccheggiata,  252,  16;  h  bandlto 
per  ribelle,  e  gU  h  posta  una  taglia  di  trecento 
ducati,  31-33. 

Rbogiani  \Poveri  di  Reg*o].  Generos!  lasciti  fattl  ai 
poveri  da  Ercole  d'Este  (an.  1442  ma  144/),  71,  4-5; 
moltl  gentiluomlni  accompagnano  Ippollito  d'Este 
a  Roma  a  prendervi  Lucrezia  Borgia  sposa  di  Al- 
fonso  (an.  1501),  308,  44-4>. 

Rkooio  (arcivbscovo)  V.  Isvalies  Pietro  (aa.  1495-1497). 

—  (cITTa)  [Reggio  LeJ>ido,  Rkeggio].  Vi  si  ferma  Bat- 
tlsta  Canetoli  con  la  sua  scorta  (an.  1443),  85,  1-3; 
ne  e  creato  duca  Borso  d'Este  dall'imper.  Federico 
V  (an.  1451),  140,  43;  ne  i  nativo  Biagio  Magnani, 
149,  8;  vl  pernotta  Giovanni  Bentivoglio  con  11 
suo  segulto  ospite  di  Sigismondo  d'Este  (an.  1471), 
206,  44-46;  sono  concessi  benefici  nella  sua  diocesl 
dal  pp.  Innocenzo  VIII  a  Camillo  Pepoli  (an.  1486), 
234,  1-3 ;  V.  anche :  Braccio  da  Reggio,  Cario  da 
Reggio. 

—  (DUCHI)  V.  Borso  d'  Este  (an.  14^2). 

—  (tbrritorio).  Vi  si  reca  Alberto  Pio  coi  suol  cavalli 
da  Crevalcore  (an.  1449),  128,  46-47;  Ercole  d'Este 
vl  raduna  armati  (an.  1466),  192,  5-6;  Annibale 
ed  Ermes  Bentlvoglio  vl  assoldano  genti  (an.  1507), 
369,  1-3. 

Reoina  di  Russia  V.  Russia  (regina). 

Rbgno  V.  Napoletano. 

Rbmulia  Nicolo  \Ntcoti>  di  Remulia]  e  bandito  di  Bo- 
logna  per  avere  preso  parte  alla  liberazione  d.  prete 
mago  (an.   1452),  142,  8-10. 

Rbnato  il  Baiossa  V.  Prii  (De)  Renato  Baiocense. 

Rbnato  d'Angi6  [Ranieri,  re  Rainerio]  re  nominale  di 
Puglia  e  conte  di  Provenza,  160,  11-13 ;  padre  dl 
Glovannl,  7-J ;  compete  per  il  trono  di  Napoli  con 
Aifonso  V  di  Aragona  servendosi  d.  celebre  Mi. 
cheletto  Attendolo  (an.  1438),  54,  11-13;  Carlo  VIII 
re  di  Francia  quale  successore  d.  sue  pretete  vanta 


dlrltti  lul  trono  dl  NapoU  (an.  1494),  276,  t-l*. 

Rbmohiera  (dalla)  V.  Ringhieri, 

Rbno  (canalb  01).  Vi  h  restltuita  l'acqua  gii  toltavi  da 
undtci  mesi  (an.  1429),  17,  4-6;  di  nuovo  vi  i  tolta 
l'acqua  dal  Caldora  per  impedire  a  Bologna  dl 
maclnare  (an.  1430),  20,  35-26  ;  vi  i  rimeita  1'acqua 
durante  l'armistlzlo,  47:  cf.  22,  s;  che  h  di  nuovo 
tolta,  15;  vi  i  rldata  Tacqua  (an.  1431),  30,  3-4; 
vl  accorrono  i  Canetoli  e  ne  resplngono  i  banditl 
che  tentano  entrare  in  c.  dalla  saraclncica  (an.  1437), 
35,  44-45;  rlc.  122,  41;  vi  i:  tolta  l'acqua  da  Bar- 
tolomeo  Zambeccari  e  da  altrl  banditl,  che  tentano 
penetrare  in  c.  per  la  saradnesca  (an.  1433).  35, 
41-42 ;  vi  accorre  11  popolo  in  armi  a  respingerne 
1  pred.,  44-46;  ric.  81,  3;  1  soldati  d.  Dal  Verme 
sono  impediti  di  toglierne  1'acqua  (an.  1443),  88, 
11-13;  ne  sono  dai  Bolognesi  fatti  ritirare  momen- 
taneamente  tutti  i  ponti  per  slcurezza  d.  lavori  d. 
campagna  (an.  1445),  111,  43-43;  salva  Bologna  da 
maggiori  danni  nella  piena  deirAvesa,  ingurgi- 
tandone  le  acque  (an.  1450),  136,  33-34 ;  per  la  grata 
fuggono  da  Bologna  Antonlo  e  Cristoforo  Btagi 
mugnai  (an.  145 1),  137,  31-33:  al  passo  delfArco- 
veggio  e  traghettato  da'  fuorusciti  di  Bologna, 
138,  11-13;  vi  navlga  Pio  II  da  Cortlcella  a  Fer- 
rara  (an.  1459),  171,  43-44;  h  reso  navigabile  dalle 
porte  di  Bologna  al  Po,  dopo  due  anni  di  lavoro 
(an.  1494),  273,  42-46 ;  il  Senato  lo  fa  Inaugurare  con 
pompa  solenne,  48-4»;  nome  degli  intervenuti  e  de- 
scrizione  d.  cerimonia,  274,  1-36;  le  spese  per  1'opera 
sono  sostenute  dai  Drappieri,  46-48;  e  usato  per 
alcun  tempo,  ma  poi  abbandonato  per  1'ingente 
costo  d.  sua  manutenzione,  275,  1-4;  ric.  338,  46; 
ne  h  chiusa  la  grata  alPentrata  in  Bologna  slcchi 
Tacqua  rigurgitando  allaga  il  campo  francese  ai 
Ravone  (an.  1506),  350,  23-35  ;  rlc.  46. 

Reno  (FlxndE)  [Rkeno,  Rhenno,  corfo  di  Rkeno].  Glacomo 
Caldora  vi  si  fortifica  al  ponte  di  San  Felice  (an. 
1428),  10,  36-37  ;  al  ponte  grande  vi  e  posto  da  Bo- 
logna  un  ufHciale  di  pace  (an.  1439),  56,  1 ;  Annlbale 
Bentivoglio  di  ritorno  a  Bologna  coi  suoi  libera- 
tori,  vi  trova  al  ponte  sul  canale  di  San  Paolo  di 
Ravone  m^ssi  di  Lodovtco  Marescotti  (an.  1443), 
80,  18-31 ;  vi  sono  dai  Bolognesl  fatti  prigionieri 
un  centinaio  dl  nemici  pr.  11  ponte,  88,  7-11;  vl 
si  reca  oltre  Cento  il  popolo  di  Bologna  caplta- 
nato  dal  Gonfalonlere  di  Giustlzia  e  da  Annibale 
Bentlvoglio,  95,  50;  ne  e  tolta  I'acqua  a  Cento  e 
alla  Pieve  dagli  abitanti  di  San  Giovanni  in  Per- 
siceto,  che  ne  tagliano  gli  argini  alla  Nave  (an. 
1445),  112,  35-26;  i  Bolognesl  alla  loro  volta  lo 
devtano  da  San  Glovanni  in  Persiceto  tagllandone 
gll  arglni  a  Cortetone  e  immettendone  facqua  in 
un  lungo  fossato  scavato  nelle  Pratella,  31-34  :  pr.  11 
ponte  vi  si  fermano  parte  d.  fuoruscitt  bolognesi 
per  tenere  a  bada  la  c.  (an.  1451),  138,  11  ;  pr.  il 
ponte  giungono  Galeazzo  Maria  Sforza  con  le  sue 
milizie  e  i  Bolognesi  andatigli  incontro  (an.  1459), 
168,  38-40;  rlc  181,  26,  32-33;  ric.  per  il  castello  dt 
Buoncovento,  235,  13-14 ;  ric.  298,  17-U ;  vi  si  affac- 
ciano  di  qua  dal  ponte  1  Francesi  in  relativa  si- 
curezza  essendo  state  abbandonate  le  case  fuori 
porta  San  Felice  (an.  1506),  348,  20-21 ;  i  pred.  con- 
ducono  coU  le   loro   artiglierie   e   sparano  alcuni 


[Reno  (/f«i»«)-Riccputi  Giacomo]         INDICE  ALFABETICO 


739 


colpl  per  avvisare  Giovannl  Bentlvoglio  che  si 
prepari  a  partire,  349,  21-23;  il  ponte  e  ripassato 
daIl'esercito  francese,  che  ailora  riceve  vettovaglie 
da  Bologna,  352,  «8-49 ;  cf.  39 ;  il  pred.  vl  si  afforza 
per  la  notte,  49-353,  1;  il  campo  francese  ne 
parte,  16;  cf.  37-28. 

Rbno  (valle  di)  corsa  dai  Bolognesi  slno  a  Luminasio 
(an.  144S),  112,  10-12;  vi  si  fa  sentire  un  grande 
terremoto  (an.  1455),  153,  «7-49;  vl  si  scoprono  d. 
vene  di  ferro  presso  i  Bagni  d.  Porretta  (an. 
1456),  162,  17-18  ;  vi  si  commettono  molte  uccisioni 
(an.  1470),  202,  42-44;  per  ordine  di  Giovanni  Mar- 
sili  vi  h  ucciso  un  lupo  che  assaliva  i  pastori  (an, 
1506),  343,  13-13;  V.  anche  Casalecckio  di  Reno. 

"Repertorio  alfabbtico  dki  homi  di  Cherubino  Ghi- 
rardacci,  inedito,  XXXVI,  19;  descrizione  d.  codice 
autografo,  20-21 ;  trattazione,  22-25,  5-7  ,. 

Rezzo  V.  Reggio  e  Reggiani. 

Rezzo  V.  Aretxo. 

Rheogio  1:;.  Reggio. 

RHENNO,  Rheno,  V.  Reno, 

RlARio  coNTB  GiROLAMO  zio  di  Raffaele,  210,  41;  ni- 
pote  d.  pp.  Sisto  IV,  216,  14  ;  fratello  di  Pietro, 
213,  37;  il  pred.  va  a  Milano  a  trattare  il  ma- 
trimonio  con  Caterina  Sforza  (an.  1473),  37-39 ;  Gio- 
vanni  Fillppo  Salaroli  gli  presenta  le  condoglian- 
ze  d.  Senato  di  Bologna  per  la  f  di  Pietro  (an. 
1474),  214,  1-3;  Caterina  Sforza  gli  porta  in  dote 
Imoia,  20-21;  suo  matrimonio  (an.  1477),  216,  14; 
cf.  298,  13;  aspetta  la  sposa  a  Forli,  216,  16-17; 
piglia  il  comando  deIl'esercito  che  era  stato  di  Ro- 
berto  Malatesta  (an.  1482),  225,  46-47 ;  Innocen- 
zo  VUI  gli  conferma  il  capitanato  e  la  concessione 
d.  feudi  (an.  1484),  230,  31-32;  il  pred.  lo  vorrebbe 
tenere  pr.  dl  s&  in  grande  considerazione,  33-33 ;  raa 
per  non  dare  ombra  si  ritira  a  Forlf,  33-34  ;  festeg- 
gia  e  convita  signorilraente  Giovanni  Bentivogllo 
a  Imola  (an.  14S5),  232,  29 ;  usa  nei  convito  i  vasi 
di  argento  donatigl!  da  Sisto  IV,  29-31 ;  si  fa  rap- 
presentare  da  Domenico  Rizzo  alle  nozze  di  Anni- 
baie  Bentivoglio  in  Bologna  (an.  1487),  236,  28-39 ; 
3UO  dono  alla  sposa,  239,  13-16;  alla  culazione  nu- 
zlale  gli  h  ofFerto  un  castelio  con  le  porte  aperte 
tutto  in  zucchero,  240,  30;  h  ucciso  in  Forlf  dai 
Forlivesi  in  camera  sua  (an.  14S8),  245,  1-3. 

RiARlo  Ottaviano  primogenito  di  Girolamo,  245,  31 ; 
h  fatto  prigioniero  dagli  uccisori  d.  padre  (an. 
14S8),  245,  3;  i  fatto  signore  dl  Imola  e  Forll  da 
Giovanni  Bentlvoglio  sotto  la  tutela  dl  Giample- 
tro  Bergamlni,  21-24  ;  tenta  riavere  Imola  con  l'aiuto 
dl  Glovanni  Bentlvoglio,  per  ottenere  il  quale  si 
promette  a  una  figlla  di  Annlbale  (an.  1503),  327, 
3S-38  ;  cf.  33-34,  39-40;  gll  fallisce  i'impresa  avendo 
contraria  la  fazione  Sassatella,  38-33;  cf.  40-41 ;  In- 
vano  Giovanni  Bentlvoglio  tenta  una  seconda  volta 
di  rimctterio  In  Imola,  328,  35-38;  nel  medeslmo 
intento  fallisce  Ermes  Bentlvogllo,  46-47;  sposa 
Isotta  Bentlvoglio  [9.  a.],  374,  35-36. 

RlARio  PiBTRO  frate  minore  e  vescovo  dl  Trevlao  h 
crcato  card.  d.  tltolo  di  San  Slsto  (an.  1471),  210, 
40-41;  card.  patrlarca  di  Costantlnopoll;  leg.  dl 
Perugia,  Toscana,  Lombardla  e  Venezia,  213,  5-6; 
concede  con  boUa  datata  da  Ferrara  ai  fratelll 
Malvezzi  di  condurre  i  fratt  Eremltanl  dl  SanfAgo- 


stino  a  officlare  nelle  chiese  di  loro  patronato  In 
Castelfranco  e  Medesano  (an.  1473),  4-8;  passa  di 
Bologna  diretto  a  Milano  per  il  matrimonio  tra 
Girolarao  Riario  suo  fratello  e  Caterina  Sforza  figlla 
naturale  d.  duca  Galeazzo  Maria,  37-39 ;  alloggla 
nel  pal.  di  Giovanni  Bentivoglio,  39-40 ;  tiene  a  cre- 
sima  un  figHo  d.  pred.,  40;  suoi  doni  al  fanciullo 
e  alla  madre,  40-41;  f,  «;  214,  l;  II  Senato  manda 
ambasc.  al  pp.  in  Roma  e  al  fratello  Girolamo  a 
condolersl  d.  sua  f,  1-3. 

RiARlo  Raffaele  [Ra/aelo,  cardinale  di  San  Giorgio] 
nipote  di  Girolamo,  210,  41  ;  protonotario  aposto- 
lico  h  creato  card.  di  San  Glorgio,  41-42 ;  a  Firenze 
h  presente  all'uccIsione  dl  Gluliano  e  al  ferimento 
di  Lorenzo  de'  Medicl  (an.  147S),  218,  36-38 ;  Inter- 
dice  le  Chiese  di  San  Petronio,  Santa  Maria  Mag- 
giore,  Santa  Barbara,  Santa  Maria  degii  Uccellettl, 
San  Colombano,  San  Lorenzo  e  SanfAndrea  per  la 
usurpazione  d.  benefici  dl  queste  chiese,  a  lui  spet- 
tanti,  fatta  dai  rispettivi  cappeilani  (an.  1492), 
268,  32-37  ;  accompagna  a  Milano  il  vlcerfe  dl  Lom- 
bardia  card.  d'Amboise  (an.  ijoi),  307,  19-20;  ric. 
316,  17 ;  passa  di  Bologna,  diretto  a  Roma  (an. 
1503),  324,  24-25:  alloggia  in  casa  di  Micheie  da 
Casale,  25 ;  va  a  Bologna  con  Giulio  II  e  alloggla 
in  casa  de'  Casaii  in  strada  Castiglione  (an.  1506), 
356,  31-32;  celebra  la  messa  nclla  Cappella  d.  Pal. 
presente  11  pp.,  i  card.,  il  Senato  e  I  maglstrati 
(an.   1507),  364,  46-47. 

RiCAMO  (baronb  da)  V.  Riccano  (darone  di). 

RicCANO .. . .  (barone  di)  [barone  da  Ricamo]  accompagna 
il  principe  Federico  d'Aragona  a  Milano  a  prendere 
Ippoiita  Sforza  sposa  dl  Alfonso  (an.  1465),  188,  I. 

RlccARDiNA  ( Recardina,  Reccardina]  nel  territorlo 
di  Boiogna;  h  presa  da  NIcol6  da  Tolentlno  e 
da  Antongaleazzo  Bentivogllo  (an.  142S).  9,  14 ;  vi 
si  recano  Baldassare  Olfida  e  Pier  Giampaolo  Or- 
sinl  con  le  milizle  (an.  1436),  47,  45;  i  pred.  vi 
sono  assaliti  airimpensata  dai  conte  Francesco 
Sforza  e  messl  In  fuga,  45-50 ;  vl  giunge  il  pred. 
con  ottomlla  uomini  (an.  1447),  122,  47;  II  pred. 
appresa  la  morte  d.  duca  Visconti  ne  riparte  subito, 
47-48;  vl  h  accampato  Luigi  Gonzaga  (an.  1449), 
133,  34  ;  vi  si  reca  con  I'esercito  Galeazzo  Marla 
Sforza  (an.  1467),  194,  35-36;  dannegglata  da  una 
tempesta,    198,  4-5. 

RlCCARDo  [Richardo]  v.   Olivier  dt  Longutil  R. 

....  RiccAROO  speziale ;  h  el.  d.  Venti  Conslgllerl  (an. 
1432),  31,  13. 

RlCClARDA  V.    Vasto  (Def)  R. 

Riccio  V.  Dadi  R.,  Pih  Dardo  d*tto  il  Riccio,  Pout* 
(Da)  R.,  Scarsella  Alessandro  detto  il  Riceio. 

Riccio  DA  CoRTOMA  accompagna  Galeazzo  Marla  Sforia 
a  Bologna  (an.  1459),  168,  48;  169,  10. 

Riccio  DA  MoNTBCHiARO  milita  come  colonnello  nel- 
resercito  raccolto  in  Imola  da  Antonlo  Bentlvo- 
glio,  Micheletto  Attendolo  e  Nicol6  da  Tolentlno 
(an.   1428),  8,  34-37. 

Riccio  DA  SoRAONA  [RiMto  da  Sotagno,  Riccio  da  Soragno] 
h  neWeiercito  di  Bartolomeo  Colleonl  contro  FI- 
renze  (an.  1467),  193,  18;  reita  f  nclla  battaglla 
alla  Mezzolara,  195,  31-33. 

RiCEPUTl  GiACOMO  [faeomo  Ricevudt]  dl  Bologna;  ncl 
pal.  d.  Notai  e  per  mandato  dl   Battltta   Canetoli 


740 


INDICE  ALFABETICO  [RicepuU  O.-Ringhleri  Oaspare) 


ucclde  Egano  Lambertinl,  Nicol6  Malrezzi,  Baga- 
rotto  Blanchl,  Tommaso  Montecalvi  e  Flllppo  dalle 
Anelle  (an.  1430),  18,  43-4S  ;  nespoglla  1  cadaverl,  45. 

RlcoROATZ  BA.RT0LUMB0  figllo  dl  Giacomo ;  ottiene  la 
clttadinanza  bolognese  (an.  1487),  244,  1-2. 

RicoROATi  GiACOMu  padfe  di  Bartolomco,  244,  3. 

Ricucci  DoMiNlco  da  Marano ;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  34-35. 

*lRlDOLFi  Anoblo  C AH8T0]  /(>r«uc«  notitie  al 
Sorbelli  su  Andrea    Ghirardacci,  V,  8-it  „. 

RlDOLFi  Amtomio  [AHtonio  di  Ridol/o]  i  messo  a  parte 
dai  Mosca  d.  compiotto  ordito  per  introdurre  ii 
vlceri  dl  Napoii  in  Boiogna  (an.  1449),  130,  46-47 ; 
imprigionato  e  posto  ai  tormento  confessa,  131,  5-6; 
i  decapltato  In  Piazza  con  gii  aitri  compiici,  10-13; 
ie  sue  case  sono  saccliegglate,  14-15. 

RiooLFO  V,  Rodolfo. 

RiESSi  LoRENTzo  reclta  un  epitaiamlo  ai  banchietto  di 
nozze  di  Annibale  Bentivogiio  (an.  1487),  238,  50. 

RlBTl.  li  pp.  ne  eiegge  governatore  Pietro  Ramponi 
(an.  1433),  32,  19-30. 

RiOHETTi  Zaccaria  el.  dal  pp.  correttore  d.  Notai  (an. 
1506),  357,   19-30  ;   cf.  359,  49-50. 

Rioo  V.    Orsi  R. 

RlGO  V,  Paolo  di  Enrico. 

RloosA  \Ragosd\  d.  Marescotti ;  abbattuti  questi  vlene 
in  possesso  d.  Bentivoglio  (an.  1503),  326,  10-11. 

RlGOSlFLORiANo[F/or»a<«orfa/?a^(7ja]  figlio  dl  Galeotto, 
107,  43;  amlco  d.  Bentivogiio  i  ei.  Gonfaionlere 
di  Bologna  (an,   1445),  107,  42-43. 

Rioosi  Galkotto  padre  di  Fioriano,   107,  43. 

Rioosi  NlcoLO  detto  dall'Oglxo  \Nicolh  Raigosa  detto 
daWOlio;  Nicolh  Rigosa]  fa  un  presente  aile  nozze 
di  Giuiio  Maivezzi  (an.  1464),  184,  31;  soprannu- 
merario  ai  Venti  d.  popolo  (an.  1506),  352,  11-12; 
el.  dal  pp.  Giulio  11  Gonfaloniere  d.  popolo  pei 
quartiere  di  porta  Stieri,  359,  42. 

RlGUCcio  V.  Mano  (Dalla)  R. 

RlMiNl  (BiBUOTECA  Gambalunghiana)  Wc,  *  LXIX, 
4-/0  „. 
—  (ciTT^).  VI  si  reca  i'lmp.  Slgismondo  di  Lussem- 
burgo  clie  vi  arma  cav.  Sigismondo  e  Domenico 
Malatesta  (an.  1433),  ^6,  15-16;  vi  si  trova  il  conte 
Francesco  Sforza  con  grandi  forze  In  aiuto  d.  Ma- 
latesta  (an.  1439),  58,  29-30  ;  Guido  Antonio  Man- 
fredi  vl  giunge  con  l'esercito  d.  duca  di  Milano, 
ma  vistosi  inferlore  dl  forze  ai  nemico  si  ritira,  3t, 
30-31  ;neparte  anche  io  Sforza,  31;  visi  reca 
Francesco  daiia  Mirandola  con  ottocento  cavalli 
(an.  1462),  179,  24-25;  egli  e  Sigismondo  Ma- 
latesta  ne  p  art ono  per  la  Marca  e  Puglla, 
26-3$ ;  11  pred.  Malatesta  si  accorda  con  il  fratello 
Domenico  dl  averne  il  godimento  in  vita,  e  che 
dopo  la  sua  f  vada  alla  Chiesa,  43-44 ;  vi  torna 
da  Bologna  Pandolfo  Malatesta  (an.  1485),  232,  8; 
con  11  pred.  vi  giunge  Francesco  Dottori,  g-9;  che 
ne  riparte  recando  seco  l'accordo  per  ia  vicende- 
voie  esenzione  dalle  boilette  tra  Bologna  e  Rimini, 
9-11;  vi  sono  confinati  Battista,  Lorenzo,  Lucrezio 
e  Francesco  Malvezzi  (an.  1488),  252,  23-34 ;  ne 
parte  Battlsta  coi  figii  non  sentendovisl  sicuro, 
253,  17-18;  vl  giunge  accolta  con  ogni  onore  Vio- 
iante  Bentivoglio,  sposa  di  Pandolfo  Malatesta, 
accompagnata  daiia  madre,  dai   frateiU  e   da   nu- 


meroio  seg^ito  (an.  1489),  254,  16-33 ;  1  pred.  finite 
ie  feste  d.  nozze  ne  partono  per  Peiaro,  23-35;  ri 
h  ucciio  Gaieotto  Malatesta  con  un  figlio  (an.  1493)1 
267,  39;  vi  si  reca  Annlbale  Bentlvoglio  con  cin- 
quanta  cavalli  In  aiuto  dl  Pandolfo,  40-41;  11  Bentl- 
voglio  essendo  tutto  quleto,  ne  parte,  43 ; 
Andrea  Zocchlnl  vi  trama  con  Lulgi  Venezlanl  e 
Girolamo  Calzolari  di  uccidere  uno  d.  MalTezzl 
(an.  1493),  273,  10-14;  rlc.  18;  vi  tornano  1  conlugl 
Malatesta  da  Bologna  (an.  1494),  275,  43  ;  vi  giunge 
Ercole  Bentivoglio  mandato  dai  Valentino  per  im- 
padronirsene  (an.  1500),  3u0,  34  ;  sl  Ak  llberamente 
al  pred.  in  odio  a  Pandolfo,  35-36;  che  ne  fugge 
con  ia  moglie  e  li  fratello  Cario,  36-37  ;  11  Vaientlno 
vl  iascla  buon  presldlo,  301,  6;  Pandoifo  Malate- 
ita  vl  rientra  senza  opposlzionealia  morte  di  Alei- 
sandro  VI  con  centocinquanta  Bolognetl  (an.  1503), 
324,  II  ;  vi  sono  saccheggiate  le  case  d.  nemici  d. 
Malatesta,  11-13  ;  la  rocca  continua  a  tenertl  per 
ii  Valentino,  12-13  ;  e  data  per  danaro  al  Venezianl 
da  Guidobaldo  da  Montefeitro,  328,  5-6;  i  in  li- 
gnoria  d.  pred.  (an.  IS»7).  378,  3  ;  i  rlchleito  al 
pred.  da  Giullo  II  (an.  1509),  393,  48;  v.  anche: 
Boglione  da  Rimini,  Giovanni  da  Rimini,  Lodovico 
da  Rimini,  Pietro  Alaria  di  Rimini. 

RlMINI   (CITTADINI    EL.    A     OIGNITA     O     OFFICt     PUBBLlCl) 

V,  Monaldi  Antonio  vesc.  di  Sarsi»a\  Mascki  Carlo 
pod.  di  Bologna. 

—  (siGNORi)  V.  Sigismondo  Malatesta  (aa.  I432-I468); 
Roberto  Malatesta  (aa.  1469-1482) ;  Pandolfo  V  (aa. 
1482-1500;   1503). 

—  (territorio)  [contado].  Federico  da  Montefeltro  le 
ne  fa  padrone  quasi  intieramente  (an.  1462),  179, 
38-39. 

"RlNALDi  Cesare.  Sua  poesia  gratulatoria  interita  nei 

I'    vol.    delV I/istoria    di    Bologna    d.    Ghirardacci 

(an.  1596),  LII,  19-20,. 
RlNALDO  [Naldo]    V.   Ariosti    R.,   Bentivoglio   R.,   Duse 

f^Del)  /?.,  Marsili  R. 
RiNALDO  Di  Provenza  \Rainaldo\   sarebbe    dlsposto   a 

prender  soido  dal  Boiognesi  con  duecento  cavalii 

(an.  1431),  24,  50;  cf    13-15. 
RlNGHlERA  (DaLLa)  V.  Ringhieri. 
"  RlNGHIBRI   ric.  XIII,   33  ,. 

RiNGHiERi  Antonio  figllo  di  Glacomo,  184,  10 ;  scalco 
alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  8,  10. 

RlNGHiBRl  Baldassarre  [Baldesserra  della  Ringhiera] 
fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Maivezzi  (an. 
1464),  184,  37. 

Ringhieri  Basilio  [Basiiio  della  Rengkiera]  commis- 
sario  a  Crevalcore  (an.  1450),  136,  37;  fa  un  pre- 
sente  alle  nozze  di  Giuiio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  33. 

RlNGHiBRi  Biaoio  [Biasio  della  Ringhiera]  padre  dl 
Giacomo,  89,  9. 

RlNOHlERi  Friano  [Friano  della  Renghiera]  multato  in 
cento  ducati  per  ii  rifacimento  d.  pal.  Marescottl 
(an.   1508),  388,  35. 

RlNGHlBRl  Gasfare  [Gasfare  dalla  Ringhiera]  figllo 
di  Marco,  43,  48;  142,  46-47;  dottore  di  iegge  e  ei. 
degU  Anziani  per  il  quartiere  di  porta  San  Pietro 
(an.  1435),  43,  43;  si  reca  con  altri  a  Miiano  a 
prendervi  Donnina  Visconti  sposa  di  Annibale 
Bentivogiio  (an.  1441),  68,  48;  69,  1-3;  e  mandato 


(Ringhieri  Gaspare-Roberto] 


DSTDICE  ALFABETICO 


741 


Ip 


ambasc.  a  Venezia  (an.  144S),  100,  31  ;  ne  torna 
con  la  promessa  d'aiuti,  31-32 ;  e  degli  Anziani  per 
luglio  e  agosto,  109,  23-24  ;  el.  d.  Sedici  Riforma- 
tori  d.  Stato  lan.  1446),  113  26-37;  ra  ambasc.  a 
Venezia,  116,  7-8;  riceve  buone  promesse,  8-9;  e 
invlato  ambasc.  con  altri  al  nuovo  pp.  Nicol6  V 
(an.  1447),  120,  26-J8  ;  h  ben  accolto,  30;  ne  riceve 
benevoli  ofierte  riguardanti  Bologna,  30 ;  &  cliia- 
mato  dal  pred.  clie  gli  fa  intendere  di  volere  asso- 
lutamente  li  libero  dominio  d.  c,  35-3» ;  ne  scrive 
al  Senato,  36-37 ;  riraane  a  Roma  per  ordine 
d.  Senato  a  trattare  col  pp.  la  questlo- 
ne  d,  libero  dominio  di  Bologna,  37-38 ; 
torna  a  Bologna  con  la  risposta  d.  pp.,  121,  43-50, 
maie  accoita  dai  Consigiio,  122,  3-3;  di  nuovo 
ambasc.  al  pp.  per  la  conferma  d.  capitoli,  24-26 ; 
cf.  124,  41-42 ;  va  a  Roma  col  governatore  (an. 
1450),  134,  34  ;  con  Virgiiio  Maivezzi  e  mandato 
ambasc.  al  pp.  a  narrargii  ii  tentativo  d.  fuorusciti 
e  intenderne  ia  volonta  (an.  1451),  140,  4-7;iben 
ricevuto  e  torna  con  promesse  dl  aiuto,  8-11;  h 
inviato  ambasc.  ail'imp.  Federico  V  a  Ferrara  per 
invitario  a  Boiogna  (an.  1452),  37-38  ;  h  confermato 
d.  Sedici  d.  Reggimento  (an.  1453),  142,  44,  46-47; 
va  ambasc.  ai  pp.  con  Giacomo  Ingrati  per  condo- 
lersi  d.  presa  di  Costantinopoli  fatta  dai  Turciil, 
143,  24-28;  essendo  d.  Sedici  Riformatori  prende 
parte  alla  rinnovazione  degli  Statuti  d.  c.  (an.  1454), 
145,  29-34 ;  sl  reca  con  aitri  Bolognesi  a  Pesaro 
a  prendervi  Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentl- 
voglio,  147,  15-22;  suo  dono  ai  pred.,  149,  27;  h 
mandato  ambasc.  a  Roma  al  seguito  d.  governatore 
(an.  1456),  163,  19-20;  essendo  d.  Sedici  f  di  peste; 
e  sepolto  in  San  Domenico  (an.  1457),   165,  4-6. 

RlNGHiERi  GlACOMO  [Giacomo  della  Renghiera\  figlio 
di  Biagio,  89,  9;  padre  dl  Antonio,  184,  10;  impresta 
al  Com.  di  Bologna  cento  scudi  e  ne  diventa  teso- 
riere  (an.  1440),  62,  18-19;  h  tra  gli  incaricati  di 
attuare  1  provvedimenti  fiscali  deliberati  nei  Con- 
siglio  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  42-89,  1-9 ;  h  degli 
Anziani  per  novembre  e  dicembre  (an.  144S),  112, 
18-19;  e  deputato  sopra  il  sale  (an.  1446),  113,  32- 
23;  cf.  118,  22-23;  el.  della  commlssione  incaricata 
di  custodire  i  danari  raccolti  per  la  Crociata  (an. 
145S),   160,  38-42. 

RlNGiiiERi  GiovANNI  [Giovattiti  dalla  ReHgliiera\  padre 
di  Lodovico,  9,  41 ;  t  pi"  che  novantenne  (an.  1503), 
329,  15-16. 

RiNGHiERi  Innocbnzo  scaico  alle  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivogllo  (an.  1487),  237,  27-28  ;  suo  vestito,  238,  3-4  ; 
succede  in  Senato  al  f  Tommaso  Malvezzi  (an.  1505), 
340,  33;  h  da  Giuiio  II  ei.  d.  Quaranta  Consigllerl 
e  Riformatori  (1506),  358,  27-31;  h  mandato  dal  Se- 
nato  con  altri  due  allo  Scappl  a  chiedergli  ragione 
d.  fuoco  appiccato  ai  pal.  Marescottl  e  d.  prcaa  dl 
porta  San  Mamolo  (an.  lSo8),  380,  38-30;  ne  ha  ri- 
sposta  evasiva,  30-34  ;  per  mandato  d.  governatore 
va  di  nuovo  allo  Scappl  a  domandargli  la  rcstitu- 
zione  d.  porta  a  qualunque  patto,  381,  8-12;  pre- 
tese  avanzate  dal  pred.,  13-26;  rhc  sono  ferroatc  In 
capitoli,  26;  torna  al  Senato,  27-28 ;  tratteniito  dal 
leg.  con  inganno  in  Pal.  h  dal  pred.  fatto  strango- 
lare  perchi  aveva  scritto  al  Bentivogllo,  390,5-6; 
gU  h  tagliato  quindl  11  capo  e  portato  In  Plazia, 


10;  i  parenti   possono   seppelirlo  con  onore,  11-13- 

RlNGHlKRl  LoDOVlco  [Lodovico  dalla  Renghiera,  Ren- 
gkiert]  figlio  di  Giovanni  ;  el.  degll  Anziani  per 
porta  Stieri  (an.  1428),  9,  40-41 ;  suo  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),   149,  24. 

RlNGHlERi  LoDOVlco  [Ludovico  RengMeri]  dottore  in  me- 
dicina;  h  degli  Anziani  (an.  1507),  369,  13-15. 

RiNGHiERl  Marco  [Afarco  dalla  Renghiera]  padre  dl 
Gaspare,  43,  48  ;  142,  46-47  ;  h  richiamato  in  Bologna 
(an.  1430),  18,  1-3 ;  fa  pace  a  nome  dl  Antonga- 
leazzo  Bentivoglio  con  i  Canetoli,  5-6. 

"  RiNGHiERi  Ottavio.  Sua  poesia  gratulatoria  inserita 
nel  I"  voi.  delV Historia  di  Bologna  d.  Ghirardacci 
(an.  1596),  LII,  19-20,. 

RiNiERi  Albssandro  marito  di  Gentile  Budrioli,  294, 
23;  che  gli  reca  in  dote  oento  ducati  d'oro,  30-31. 

[RiNlERi]  Gentilb  V.  Budrioli   Gentile. 

'  [RlNlEBi  Valerio]  Una  sua  copia  d.  Libro  over  Arbore 
della  honorata  famiglia  de  Fasanini  i  presso  la  bi- 
blioteca   Universitaria  di  Bologna,  XXIII,  5-«  „. 

RloLO  Secco.  Vi  si  reca  Federico  da  Montefeltro  per 
espugnarlo  (an.  1467),  197,  9;  il  Senato  di  Bologna 
vi  manda  la  bombarda  grossa,  che  daila  ploggia  h 
fermata  a  Castel  San  Pietro,  17-19 ;  ne  partono  dal 
campo  i  soldati  d.  duca  di  Miiano  per  andare  a 
svernare  in  Lombardia,  20-22;  e  ripreso  da  Taddeo 
Manfredi  che  ne  caccia  i  fanti  e  sl  impadronisce  d. 
castellano  postovi  da  Astorre  Manfredi  (an.  1468), 
198,49;  199,  1-4;  h  restituito  al  signore  di  Faenza, 
199,  33-34. 

RiosTi  V.  Ariosti, 

RiPA  danneggiata  dai  terremoto  (an.    1456),  164,  10. 

RiPA  (Dalla)  Forte  di  Pistoia ;  suo  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),    149,  T. 

RlPALTA  V.  Rivalta. 

RiPis  (Db)  Giovanni  priore  d.  convento  degll  Eremi- 
tani  di  San  Giacomo  in  Bologna ;  sopraintende 
alla  costruzione  d.  portico  fatta  dagll  Eremitani 
in  strada  San  Donato  (an.  1477),  216,  33-35  ;veste 
dell'abito  eremitano  in  San  Glacomo  un  tal  Pietro 
Antonio,  ladro  impiccato,  salvatosi  per  miracolo 
dl  San    Nicoli   da   Tolentlno   (an.  1505),  337,  2-3. 

RlVALTA  [Ripalta\  castello  sul  Trebbla,  299,  31 :  vi  h 
fatto  prigionlero  Ascanlo  Sforza  da  Carlo  Orslnl 
(an.  isoo),  299,  21-22. 

RlvALTA  Ettore  dl  Placenza;  h  cap.  alPIdlce  nell'eger- 
clto  d.  Lega  (an.   1467),   194,  13-14. 

RlzzARDO  V.  Alberti  /?.,  Pepoli  R.,    Sassatelh  {Da)   R. 

Rizzo  DA  SoRAGNA  V.  Riccio  da  Soragna. 

Rizzo  DoMENico  rappresentando  Glrolamo  Rlarlo  alle 
nozze  di  Annibale  Bentivoglio  in  Bologna,  va  In- 
contro  agH  sposl  fuori  porta  dl  Galllera  (»n.  1487), 
236,  32,   28-29. 

RoANo  (arcivbscovo,  monsiomorb)  V.  RoHtn  {aravt' 
scovo). 

Roano  (Cardinale)  v.  Amboist  (/?*)  Giorgio,  Bstouttvill* 
Guglielmo. 

RoBERTl  Gherardo  prende  parte  con  Glulio  c  Ferdl- 
nando  d'Este  a  una  conglura  per  uccidere  Aironso 
e  Ippolito  d'Este  (an.  1506),  343,  34-21;  icopertosi 
il  trattato  h  implccato  e  squartato,   2*-30. 

RoBBRTO  [Ruberto]  V.  Aubigny  (/>")  R.,  Formaglini  R., 
Gontaga  R.,  Afalattsta  R.,  Orsini  R.,  SanstvtrtM 
(Da)  R.,  Sauattllo  (Da)  R.,  S/orta  R. 


742 


INDICE  ALFABETICO    [Roberto  da  Cotignola  Roma  {cit/h)] 


RoBBRTO    DA    CoTlOKOLA    [Roierto    da    Cudignola\   v. 

\Sfor*a\  Robtrlo. 
RoBKKTo  DA  MoMTALBKRTO  ^Rubtrlt  da  MoHtt  Alberto, 
Roberto  da  Montt   Albeddo\    capltano    ncllVserclto 
Vlsconteo   sotto    Anghiari,    rlmane  prigionlero   d. 
Florentlni  (an.  1440),   63,   24;   fc   cap.    dciretcrclto 
aragonete  nella  Marca  e  in  Lombardia  (an.  1446), 
119,  41-43. 
RoccA  (Dalla)  AoAMBjnfONB  figllo  dl  Geneiio,  287,  3 ; 
cap.  al  comando  dl   Annibale  Bentivogiio   contro 
Cario  VIII  (an.  1495),  3-4. 
RoccA  (oalla)  Grsesio  [Zaittse]  padre  di  Agamennone, 

287,  3. 
RoccA  (Dalla)  Martino  di  Ascoll;  k  el.  cap.  e   pod. 

di  Bologna  (an.  1444),  100,  8. 
RoccA  Contrada.  Vi  fugge  monsignor  dl  Corneto  con 
quattro  squadre  dalla  battaglia  di  Casteiieone  (an. 
1461),   175,   46-47. 
RocCA  CoRNETA  [Rocca  della  Corneda\  *  nella  montagna 
bolognese ;   Giacomo   Ghirardacci    ne   k   nominato 
cap.  dalia  corporazione   d.  Sarti   che   ne   aveva   il 
governo  (an.  1308),  VII,  38-33  „;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),   151,  II. 
RoccA  Daria  V.  Carptna  0  Rocca  Daria. 
RoccA  Di    Peuiano   fa   un   dono   a   Sante  Bentivoglio 

per  le  nozze  (an.  1454),  151,  5. 
RoDALOl  Andrea  padre  di  Giacomo,  108,  34. 
RoDALDi  GiACOMO  figiio  d'Andrea,  106,  34 ;  seguace  d. 
Canetoli  h.  bandito  di  Bologna  (an.  1445),   108,  34. 
RoDERico  V.   Rodrigo. 
RoDl  (oRDiNB  Dl)  V,   GtrosoHmitani  {ordint  d.)  cava/itri 

di  Rodi. 
RoDiANO  [Rudiano\  fa  un  dono  a  Sante  BentlvogUo  per 

le  nozze  (an.  1454),  151,  II. 
RoDOLFO  [Ridolfo]  V.  Campeggi  /?.,  Gontaga  R.,  Ztcca 

{Della)  R. 
RoDRloo  [Roderico\  v.  Borgia  R. 
RoFELLO  (San)  V.  Ruffillo  {San). 
RoFFENi.  In  casa  loro  a  via  San  Felice  alioggia  il  card. 

Matteo  Lang  (an.  1506),  356,  45-46. 
RoFFENi  Alessandro  el.  dal  pp.  Giulio  II  Gonfaloniere 
d.  popolo  pel  quartiere  di  porta  Stieri  (an.  1506), 
359,  4j;  e  multato  in  quattrocento  ducati  pel  rifa- 
cimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  386,  16; 
389,  ,3. 
RoFFENi  Antonio  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio 

Malvezzi  (an.  1464),  184,  45. 
RoFFENl  Ercolb  [Brcole  da  Roffeno,  da  Roffino\  par. 
tecipa  alla  congiura  ordita  da  Gaspare  Scappi  In 
favore  d.  Bentlvoglio  (an.  1508),  380,  6 ;  k  multato 
In  cento  ducati  per  la  ricostruzione  d.  pal.  Mare- 
scotti  alla  cui  rovina  aveva  preso  parte,  387,  16;  'k 
cit.  a  difendersi,  392,  l%. 
RoFFBNi  GiovANNi  fa  un  presente  alie  nozze  di  Giulio 

Malvezzi  (an.  1464),  184,  48. 
RoFFENi  Valentino  [  Valtntino  da  Roffeno\  h  multato 
In  trenta  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal,  Mare- 
scotti  (an.  1508),  386,  36. 
RoFFENO  [Roffino\  nel  Bolognese ;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogiio  per  ie  nozze  (an.  1454),  151,  3;  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  50;  vi  sl  commettono  molte  uccisioni  (an. 
1470),  202,  43-44;  gli  abitanti  si  recano  a  Bologna 
a  querelarsi  al  Senato  di  usurpazioni  fatte  sul  loro 


terrltorio  da  quel  di   Monte   Tortore  soggettl   al 

duca  di  Ferrara  (an.    1490),  262,  36-38;   faccordo 

tentato  dal  Senato  non  ricsre,  31-40. 
RoFFiLio  (San)  V.  Ruffillo  (.Sa«). 
RoFFiLLo  (San)  V.  Ruffillo  (San). 
RoFlLLO  (Sak)  V  Rufillo  (San), 
RoLANDiNo   OA   MiL\NO   accompagna   Galeazzo   Maria 

Sforza  a  Bologna  (an.   14S9),   168,  48;   169,  8. 
RoLAWDO  V.   Gtnattano  {Da)  R. 
RoMA  (Belvboerk)  ric,  323,  38. 

—  "  (BiBLiOTECA  Casanatknsb)  [Bibliothtca  Catamtt- 
ttntis\.  Nei  auo  Catalogo  h  clt.  una  quinta  edizione 
deII'opuscolo  d.  Giiirardacci  Istitution*  cristiana  tce., 
XX,  3}-34,  i7'iS,  e  ia  terza  edizione  degli  Avviti  dol 
modo  di  ascoltart  la  mttta  d.  pred.,  XXI,  38-31,  9-/0 ; 
ric,  LXXIII,  6-7,. 

—  (borgo  San  Marco).  VI  alloggia  Carlo  VIII  (an. 
1494),  285,  14. 

—  (campagna)  ric,  233,  43. 

—  (Campidoolio)  h  preso  dai  popoio  tollevatoti  (an. 
1434),  38,  36. 

—  (CANONlci  Dl  San  PlETRO)  V.  Cononici  Filiffo 
(an.   1489). 

—  (CASTEL  Sant'Anoklo)  fc  domandato  al  pp.  dai 
popolo  solievatosi  (an.  1434),  38,  36-37 :  ai  tuoi  merll 
i  applccato  Stefano  Porcari  (an.  1453),  143,  U-lf; 
h.  abbattuto  in  parte  da  un  fuimine  (an.  1498),  293, 
47-48;  vi  sono  rinchiusl  e  fattl  morire  Attorre  e 
Glovanni  Manfredl  (an.  1501),  302,  33-34;  vi  t  •»- 
velenati  l  card.  Orsinl,  Glambattista  Ferrari  e  Gio- 
vanni  Micheli  con  alcuni  altrl  tenutiri  prigionl  (an. 
1503),  321,  5-8;  vl  fe  rinchiuso  II  card.  Antonlo  Fer- 
reri,  leg.  di  Bologna,  col  suo  auditore  per  ordine  dl 
GiuIIo  II  (an.  1507),  377,  46-47,  e  anche  raolti  nobill 
bolognesi  dal  pred.  chiamati  a  Roma  lotto  fede  dl 
aicurti  (an.  1508),  384,  13-15,  20-Jl;  ne  etce  Gaieazzo 
Marsili  (an.  1509),  395,  1-2. 

—  (CHIESA  Dl  San  Pietro)  [ciitsa  dtl  Santo  Apostolo\. 
Nella  Cappeila  di  Santa  Petronilla  li  rinrengono 
due  casse  d'argento  con  i  corpi  dentro  (an.  1458), 
165,  43-46;  il  pp.  vi  scomunica  Aitorre  Manfredl  e 
Sigiimondo  Malatesta  (an.  1461),  177,  40-41:  vl  i 
lepolto  Pio  II  (an.  1464),  186,  15,  e  ii  card.  Betsa- 
rlone  (an.  1472),  212,  41-42;  epigrafe  sul  sejjolcro 
d.  pred.,  43-44;  ne  h  canonico  Filippo  Canonici  (an. 
1489),  253,  47. 

—  (citta)  [Urbi\.  VI  sl  rogano  i  capitoli  d.  condotta 
di  Annibale  Bentivoglio  agli  stipendi  di  Martlno  V 
(an.  1426),  4,  8-»;  tI  ai  reca  il  Tesc.  dl  Bologna 
NicoI6  Albergati,  33-34;  ilpred.vikfattocard. 
d.  tltolo  di  Santa  Croce  in  Gerusalemme, 
37-38;  vi  fe  dal  pp.  chiamato  Antonio  Galeazzo  Ben- 
tlvoglio  (an.  1427),  5,  25;  il  pred.  vi  li  reca  con 
molti  luoi  amici  boiognesi,  27;  vi  giungono  quat- 
tro  ambasc.  bolognesi  a  Martino  V  (an.  1430),  21,  7  ; 
tI  torna  ii  pred.  Bentivogiio  (an.  1431),  23,  40;  vi  t 
Martino  V,  24,  1 ;  vl  torna  Anton  Galeazzo  Benti- 
TOglio  da  Napoll,  24 ;  non  possono  accedervi  gli  am- 
basc.  di  Bologna  a  cagione  d.  guerra  che  Antonio 
Colonna  faceva  al  pp.  Eugenio  IV,  30,  7-9;  ralienta- 
tasi  la  pred.  guerra,  i  pred.  ambasc.  vi  entrano,  17- 
18;  ne  parte  Anton  Gaieazzo  BentlTOglio,  41:  U  go- 
Ternatore  dl  Bologna  tI  monda  Delfino  Gozzadinl 
ambaic.  a  Eugenio  IV  (an.  1432),  32,  2-3,  12;  Slgi- 


[Roma  oV/^] 


INDICE  ALFABETICO 


743 


smondo  di  Lussemburgo  t1  h  ricevuto  e  incoronato 
imp.  con  molta  pompa  (an,  1433),  36,  13-U;  il  pred. 
ne  parte,  15;  ri  si  sollera  il  popolo  clie  occupa  11 
Campidoglio  e  le  porte  (an.  1434),  38,  34-35;  vl  fe 
clilamato  11  Plccinino,  40;  11  pp.  Eugenlo  IV  ne  fug- 
ge,  41;  torna  airobbedienza  d.  pp,  (an.  1435),  41, 
30 ;  h  arricchita  degli  Studl  di  varie  scienze  dal  pred. 
(aa.  1441-1447),  120,  15;  t1  f  avreienato  Battista 
Poetl  ambasc.  d.  duca  Visconti  (an.  1446),  114,  15-14; 
vi  t  Eugenio  IV  (an.  1447),  120,  12-13 ;  vl  si  av- 
viano  gli  ambasc.  bolognesl  a  felicitare  11  nuovo 
pp.  Nicol6  V,  28-29;  ri  restano  solo  alcunl  d. 
pred.  ambasc,  37-3» ;  vi  arrlva  Lodovico  Cac- 
clalupi,  49;  ne  partono  gli  ambasc.  bolo- 
gnesi,  121,  43;  vi  giungono  altri  ambasc.  dl  Bo- 
logna  per  la  firma  d.  capitoll,  122,  J5;  vl  torna 
Nicol6  da  Cremona,  che  ne  h  dal  pp.  fatto  Gover- 
natore,  123,  14;  vl  sl  reca  Galeazzo  Marescotti  a 
ossequiare  11  pp,  (an.  1448),  125,  37-28;  11  pred.  ne 
parte,  29;  vi  si  reca  11  maestro  d.  Croclati  Filippo 
Pepoll  (an.  1449),  139,  13-14;  vi  sl  recano  il  go- 
vernatore  e  ambasc.  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
48-49 ;  ne  partono  I  pred.  col  nuovo  governatore  di 
Bologna  card.  Bessarlone,  135,  13;  vl  resta  il  gik 
governatore  di  Bologna  vesc.  Vannucci,  13;  vi  b 
canonizzato  San  Bernardino  da  Siena,  136,  3» ;  Fe- 
derico  V  d'AustrIa  vl  si  avvia  per  incoronarsi 
imp.  (an.  1453),  140,  36-37;  cf.  141,  17-18;  Incorona- 
zione  d.  pred.  e  dl  sua  moglie,  29-30;  11  pred.  vl 
passa  di  nuovo  nel  tornare  da  Napoli,  31;  vl  si  reca 
nascostamente  Stefano  Porcari  per  sollevarla  con- 
tro  il  pp.,  143,  9-10;  vi  giungono  messi  a  Nlcol6  V 
ad  avvertirlo  d.  presenza  d.  pred.,  14-15;  il  Porcari 
vl  fe  arrestato  con  due  altri  congiuratl  e  appiccato 
ai  merll  di  castel  SanfAngelo,  15-19 ;  vl  giunge  Lo- 
dovico  Bentivoglio  arabasc.  di  Bologna  con  II  suo 
segulto  (an.  1455),  154,  34;  il  Bentivoglio  vi  attende 
la  guarlglone  del  pp,,  156,  25;  si  rallegra  d.  di- 
gnlti  conferite  al  pred.  da  Nicol6  V,  157,  23;  11 
BentivogUo  ne  parte,  24 ;  vi  si  reca  il  card.  Bessa- 
rione,  che  vi  giunge  dopo  la  t  di  NlcoI6,  158,  42-44; 
dopo  le  esequie  al  pred.  vl  sl  riunisce  il  conclave, 
48-49,  dal  quale  esce  eletto  Calisto  III  al  secolo  Al- 
fonso  Borgla  card.  dl  Valenza,  49-50;  vl  giungono 
Lodovico  Caccialupl,  Paolo  Volta,  NicoI6  Sanuti 
e  Sciplone  Gozzadinl  a  rallegrarsl  col  nuovo  pp, 
da  parte  di  Bologna,  159,3-5;  vl  si  recano  Alfonso 
e  Rodrigo  Borgla  el.  card,,  con  ambasc.  Bolognesl 
(an,  1456),  163,  17-20;  1  pred.  ne  partono  (an.  1457), 
164,  41;  vi  si  avviano  ambasc.  dl  Bologna  al  pp. 
Calisto  III  (an.  1458),  165,  12-13;  sono  rinvenute  in 
San  Pietro  nella  cappella  dl  Santa  Petronllla  due 
casse  d'argento  con  i  corpi  dentro,  43-46;  vl  sl  av- 
vla  il  leg.  di  Bologna  con  due  ambasc.  Bolognesl 
per  la  malattia  d.  pp.,  47-49;  vl  t  Calisto  III,  166, 
7-8;  vl  giungono  gli  ambasc.  mandati  a  Pio  11 
dai  Bolognesl  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione,  20; 
1  pred.  ne  partono  col  nuovo  governa- 
tore  di  Bologna  Angelo  Capranlca,  22-33; 
ne  parte  il  pp.  per  Mantova  (an.  1459),  167,  39;  11 
pred.  vl  torna  (an.  1460),  173,  30;  vi  sono  man- 
dati  1  denarl  raccoltl  in  Bologna  per  la  croclata,  48; 
vi  si  reca  Angeio  Capranica  con  due  ambaac.  Bo- 
lognesl,  174,  37-39;  vi  si  dirige  11  card.  Bessarione 


(an.  1461),  177,  36;  vl  sono  convocatl  da  Pio  II 
tutti  i  card.,  arciv.  e  vesc,  37;  vi  sl  reca  11  leg. 
di  Bologna  con  Giacomo  Grati,  38-39;  11 
pre]d.  ne  parte  [an.  1462],  39;  vl  si  reca  11  neo- 
card.  Francesco  Gonzaga  a  prendervl  11  cappello, 
178,  40-41;  in  questo  terapo  vl  sl  trovano  piCi  dl 
trenta  card.,  41-42;  vi  sl  avvia  11  principe  dl  Mo- 
rea  a  chiedere  aiuto  a  Pio  II  contro  1  Turchi,  47-49 ; 
ne  parte  per  Venezia  il  card.  Bessarlone  (an.  1463), 
182,  29;  "LXVl,  30-31,,  e  Pio  II  per  Ancona  (an. 
1464),  185,  22;  1  card.  vi  riconducono  il  corpo  d, 
pred.  t  ad  Ancona,  186,  13-14,  che  seppelliscono 
in  San  Pletro,  14-15;  vi  gluogono  11  leg.  e  gll  am- 
basc.  di  Bologna  (an.  1466),  189,  40;  ric,  191,  8; 
vi  sl  reca  Vlrglllo  Malvezzi  ambasc.  di  Bologna  al 
pp.  Paolo  II  in  rappresentanza  anche  d,  collega 
Lodovico  Bentivogllo  impedltone  da  malattia  (an. 
1467),  197,  42-44;  vl  si  conclude  la  pace  d.  Signori 
d'Italia  coi  Venezianl  (an.  1468),  199,  4-7;  vl  tor- 
nano  in  seguito  alla  pace  il  cav.  Oraini  e  Don  Al- 
fonso  di  Aragona  con  le  loro  squadre,  35;  vi  sl  dl- 
rige  l'imp.  Federigo  V  (an.  1469),  201,  4;  U  pred. 
vi  arriva  ricevuto  con  ognl  onore,  10-11 ;  11  pred. 
ne  parte,  11-12;  vi  si  reca  il  governatore  dl  Bologna 
Glambattista  Savelli  (an.  1470),  206,  13-14,  c  Gia- 
como  Ranuzzi  in  compagnia  d.  pred.,  15;  II  Savelli 
vl  h  fatto  card.,  15-16;  vl  i  conchiusa  la  pace  tra  1 
principi  d'Italia  contro  i  Turchi  (an.  1471),  24-28; 
vl  giunge  Borso  d'Este,  accolto  da  Paolo  II  con 
grandi  onori,  207,  35;  vl  si  recano  due  ambasc. 
bolognesi  a  complimentare  e  ad  accompagnare  a 
Boiogna  Francesco  Gonzaga  nuovo  leg.,  38-40;  ne 
parte  Borso  d'Este,  42;  vl  sl  reca  per  11  con- 
clave  Francesco  Gonzaga,  leg.  di  Bologna,  con  Ga- 
leazzo  Marescotti  e  Girolamo  Ranuzzi  arabasc  di 
Bologna,  208,  7-9;  fe  el.  pp.  Francesco  della  Rovere 
col  nome  di  Sisto  IV,  10-12;  11  pred.  ne  fa  senatcre 
Agamennone  Marescottl,  19,  e  vl  chlama  AchlUe  e 
Taddeo  fratelli  di  Agamennone,  20-21;  vi  sl  avvlano 
ambasc.  d.  duoa  Sforza  a  rallegrarsi  col  nuovo  pp., 
43-44;  vl  fuggono  Toramaso  Paleologo  despoto  dl 
Morea  con  i  figli  (s.  a.),  212,  28;  vi  sl  reca  la  reglna 
dl  Russia  a  vlsitarvi  i  pred,  (an.  1472).  212,  37-2«;  vi 
fc  trasportato  il  corpo  d,  card.  Bessarione  da  Ravenna 
e  sepolto  In  San  Pietro,  41-42;  vi  si  reca  Bernardo 
Sassuni  (an,  1473),  213,  31-22;  ne  parte  I'ambasc. 
bolognese  Glan  Filippo  Salaroli  recatovlsi  a  condo- 
lersi  col  pp.  d.  morte  del  card.  Rlarlo  (an.1474),  214, 
8;  cf.  2-3;  vi  t  Fllippo  Calandrini  vesc.  di  Bologna 
(an.  1476),  215,  43;  ne  parte  II  vesc.  di  Pavla  Ascanio 
Sforza  (an.  1479),  211,  19;  vl  si  volge  il  duca  AJ- 
fonso  d'Aragona  con  grosso  eserclto  per  recarsi  in 
aiuto  d.  duca  di  Ferrara  (an.  1483),  225,  38;  vi  infer- 
raa  e  t  Roberto  Malatesta,  41-42;  vi  sl  recano  Giro- 
lamo  Ranuzzl  e  Giovannl  Flllppo  Salaroll  ambatc. 
dl  Bologna  al  pp.  (an.  1483),  228,  34-25;  vi  sl  reca 
Glovanni  Bentivoglio  a  ossequlare  Innocenzo  VIII 
(an.  1485),  232,  31-32;  ne  parte  11  Bentlvogllo  dopo 
averne  vlsitato  in  un  soggiorno  dl  dlecl  giornl  i 
luoghl  santi,  .15-37;  vl  %  dlretto  i'ambasc.  di  Spagna 
conte  di  Tantila  (an.  1486),  233,  34-35;  anche  vl  ti 
reca  11  Gonfaloniere  di  Bologna  Alestio  Orsl  tco- 
municato  dal.  pp.  a  chledere  perdono,  234,  13-15;  II 
pred.  ne  parte,  14;  nc  parte  per  Mllano  Glullo 


744 


INDICE  ALFABETICO 


[Roma  citth-i€Hat<tri\ 


Malvezzl  luogotenente  dl  Roberto  da  Sanieverlno,  37- 

3St  il  pred.  y|  torna,  33;  ne  parte  11  Sanicverlno,  3}- 

3«;  t1  i  Incammlnato  Ercole  d'Eite  con  qiiattrocen- 

toclnquanta  cavalll  (an.  1487),  241,  46-47;  vl  il  dlrlge 

laregina  dl  Danimarca  (an.  1488),  244,  46;  vl  arrira 

11  leg.  dl  Bologna  Ascanio  Sforza,  accompagnato  da 

Ermes  Sforza  ambatc.  d.  duca  di  Mllano  e  da  due 

ambasc.  bolognesl  Bonifaclo  Cattani,  e  Giovannl  Fi- 

Uppo   Salaroll,  247i   31-33;  ne  partono   gll  ambasc. 

bolognesl,  40;  cf.  34;    yi  rlmane   11   leg.,  34;   yl  sl 

reca  da  Fermo  Battlsta  Malvezzi  col  figU,  253,  19;  ne 

parte  11  nunzio  FlUppo  Canonlcl  (an.  1489),  47-48;  yl 

glunge  un  ambasc.  d.  siiltano  d.  Turchl  al  pp.  Inno- 

cenzo  VIII,  254,  40-41;  yi  sl  avvia  Ercole  d'Este  con 

largo  e  rlcco  segulto  (an.  1492)1  265,  37-40;  vi  h  di- 

retto  Francesco  da  Sanseyerino,  46-47;  vi  glungono 

ambasc.  dl  Bologna  ad  Alessandro  VI,  268,  12;  vi  sl 

avvla  Glovanni  Gonzaga  in  rappresentanza  d.  fra- 

tello  raarcti.  Glanfrancesco,  30-31 ;  yl  si  reca  Alfonso 

d'Este   ambasc.   al   pp.   con   centoquaranta  cavalli, 

40-4J,  e  Ermes  Sforza  con  quattrocentoquaranta  ca- 

valii, 43-4>;  ylsl  ayyianoarabasc.  dlVenezla, 

49-50;  vl  t  Battlsta  Malvezzl  In  esilio,  269,  7-8;  Aga- 

raennone  Musottl  ottiene  da  Alessandro  VI  di  tor- 

narvl   qual   lenatore   (an.    1493),   273,   J7-28;   vl   si 

incamraina  11  card.  Giovanni  de  la  Grolaie  a  pren- 

dervl  II  cappello  (an.  1494),  276,  6-7;  cf.  3-3;  acqule- 

■cente  11  pp.,  vi  entra  Carlo  VIII  con  l'eserclto  e  i 

Colonnesi,   284,   37-39;   11   pred.  prende   diraora   in 

borgo  San  Marco  (an.  1495),  285,  14-15;  fuori  d.  c. 

accarapa  11  duca  di  Calabrla,  15;  Carlo  VIII  vi  si  ac- 

costa  volendo  abboccarsi  con  il  pp.  (an.  1495),  286, 

4-5;  Lodovico  Sforza  vi  raanda  selcento  cav.,  guldatl 

da  Fracasso  da  Sanseveriuo,  in   aiuto  dl   Alessan- 

dro  VI,  3-4,  5-6;  Gioyannl  BentivogUo  vi  manda  aJ- 

cunt  balestrlerl  in  aluto  d.  pp.,  15;  questl  In  previ- 

Bione  d.  venuta  di  Carlo   VIII   ne   parte,   31-23;   vi 

glunge  11  pred.,  36,  che,  sacehegglatevl  alcune  case  dl 

■pagnuoli,  ne  parte  per  Siena,  43-44 :  vl  torna  NIcol6 

Oraini  con  ventl  cavalll,  287,  33-34;  vl  si  reca  Carlo 

Gratl  dal  pp.  (an.  1496),  289,  46,  cf.  288,  40-41;  11 

Gratine  parte,  289,  47;  vl  il  dirige  11  card.  Ip- 

polito  d'Este  (an.  1497),  293,  39;  un  fulmine  vi  ro- 

ylno  parte  dl  castel  SanfAngelo  (an.  1498),  47-48;  vl 

torna  11  card.  Giovannl  Battista  Orslnl  (an.  1499), 

298,  8;  vi  i  mandata  prigloniera  Caterina  Sforza,  33; 

ne  parte  11  duca  Valentino  con  le  mllizle  e  1  cap. 

concessigll  dal  pp.  (an.  I5CX)),  300,  33;  vi  fe  mandato 

Astorre  Manfredi  prlgloniero  (an.  1501),  302,  32;  11 

pred.  h  rinchiuso  In  castel  SanfAngelo  e  ivl  fatto 

morlre,  32-34;  vl  si  reca  con  11  card.  Ippolito  d'Este 

e  11  suo  seguito  anche  Annlbale  Bentivoglio  a  pren- 

dervl  Lucrezla  Borgia,  309,  7 ;  cf.  308, 46-47 ;  vi  glunge 

Bernardino  Rosso  Gozzadinl  (an.  1503),  310,  13-13, 

e  Giovanni  figlio  d.  pred.,  25;  vi  sono  cit.  dal  pp. 

Aiessandro  l  Bentlvoglio  e  due  senatori  di  Bologna, 

313,  38-39;  cf.  48 ;  vl  si  recano  gli  ambasc.  Bolognesi 

Glacomo  Del  Bue,  Alessandro   Paltronl,  Toraraaso 

Grengoli,  314,  30-33;   rlc,  38;   alla  presenia  d.  pp., 

nella  camera  detta  d.  Pappagallo,  h  rogato  l'atto  dl 

pace  tra  1  Bolognesl  e  il  Valentino,  319,  4-5,  e  trat- 

tato  anche  l'accordo  d.  pred.  col  Bentlvoglio,  4-6;  vl 

rlmane  una  copla  dell'lstrumento  d.  pace  pred.,  7 ;  vl 

sl  recano  gli  ambasc.  bolognesl  Carlo  Grati  e  Tom- 


maio  Grengoll,  35-36;  rlc,  320,  30;  yl  lono  Imprl- 
gloaatl  moltl  deglt  Onlnl  tra  cul  II  card.  (an.  1503), 
321,  1-3;  ne  parte  11  card.  d'Eite,  322,  11;  y|  arrlya 
11  veic.  Ferrerl  di  Bologna  con  alcunl  bologneil, 
36-28;  Bologna  yi  manda  ambasc.  al  pp.,  323,  10; 
vl  il  dirlgono  rallizie  francesi  volte  nel  Napoletano, 
34,  e  1  card.  Riarlo,  324,  34,  d'Ambolie,  .Sforza 
e  d'Aragona  per  11  conclaye,  26-37,  34-33,  37 ;  prlma 
che  queito  li  rluniica  per  yolonti  d.  card.  ne  etcono 
il  Borgia,  che  v!  il  trovava  armato,  326,  18-19,  i 
Colonna,  gli  Ortini  e  1  Francesl,  19-23;  dal  conciave 
eice  el.  Pio  III,  32-24;  yi  al  recano  gli  ambasc.  d. 
Senato  di  Boiogna  con  molto  seguito  dl  illuitrl  uo- 
mlni  a  rendere  omaggio  al  pred.,  47-327,  1-2;  yl  il 
aduna  11  conclaye  cui  prendono  parte  quarantacln- 
que  card.,  328,  13;rleice  el.  Giullano  della  Rovere 
che  prende  11  nome  di  Giulio  II,  12-13;  ne  parte 
Carlo  Grati  per  Bologna,  34 ;  yi  lono  sacchegglati 

I  soldati  d.  Valentino  che  vi  k  raandato  prigioniero 
da  Ostla,  329,  13-14;  11  pred.,  liberato  dal  pp.,  ne 
parte,  15;  dai  Colonna  vi  h  fatto  impriglonare  Fran- 
cesco  Paratl,  pol  llberato  per  ordlne  d.  pp.  (an. 
1504),  330,  19-30;  vi  giunge  un  ambaac.  d.  re  dl  In- 
ghllterra,  331,  6;  vl  sl  reca  un'onorevole  comitiya 
dl  Bolognesi  a  prendervi  Giacoma  Orsinl  iposa  di 
Erraes  Bentivoglio,  332,  30-34 ;  costo  d.  grano  du- 
rante  la  carestia  (an.  1505),  335,  18;  vi  f  Pirro  Mal- 
yezzl,  336,  8;  yi  si  indirlzzano  tre  arabasc.  d.  re 
di  Francla,  19-30;  ne  k  el.  senatore  Carlo  Gratl, 
23;  vl  t  Ascanio  Sforza,   339,  13-14;  vl  si  rinvlene 

II  gruppo  d.  Laocoonte  opera  greca  (an.  1506),  342, 
40-46;  rlc,  343,  48;  vi  si  dlrlge  il  card.  dl  Narbona, 
344,  43-43;  ne  parte  Giulio  II  per  Bologna,  46-47;  vi 
si  reca  Carlo  Grati  raalvlsto  a  Bologna  (an.  1507), 
362,  28-31 ;  U  pp.  si  accinge  a  tornarvi,  363,  21 ;  cf. 
365,  14 ;  rlc,  368,  26 ;  vi  si  reca  Alberto  Albergati 
pr.  II  pp.,  369,  3-4,  e  anche  Ercole,  Emillo  e  Ber- 
nardino  Marescotti  (an.  1508),  379,  U-13:  vi  glun- 
gono  Anton  Maria  da  Sala  e  Vlrgilio  Ghisilleri 
ambasc.  bolognesl  al  pp.,  384,  7 ;  vl  si  trova  Fran- 
cesco  Fantuzzi,  9;  vl  arrlvano  raolti  bolognesi  chia- 
mativi  dal  pp.  sotto  fede  di  sicurta,  13-15,  17-1«;  i 
pred.  sono  tuttl  imprigionatl  in  castei  SanfAngelo, 
30-31 ;  ne  f ugge  Francesco  Fantuzzi  coi  figllo,  32 ;  ric, 
385,  19;  ne  parte  Vlrgilio  Ghisilieri,  35-36; 
vi  resta  Antonio  da  Sala,  36-37;  ii  pred.  vi  tt  3' -38; 
ne  parte  Alessandro  PepoII,  40-41;  vi  h  diretto  il 
card.  Filippo  di  Lusseraburgo  (an.  1509),  394,  30-31; 
ne  partono  per  Bologna  novecento  fanti  spagnuoU, 
37-38,  e  Galeazzo  Marsili  liberato  dalla  prlgione, 
395,  1-3;  V.  anc/u:  Mario  da  Roma^  Mauro  da  Roma, 
Paolo  da  Roma. 

ROMA   (CITTADINI    KL.     A   UPKICI   PUBBLICl)   V,   SangUtgni 

FraHceseo  fod.  di  Bologna, 

—  (govkrnatori)  t>.  Nieolh  da  Cremena  {an.  144I), 
Giovanni  Poggi  [s.  a.]. 

—  (portk)  sono  prese  dal  popolo  loUevatosi  (an.  1434), 
38,  36. 

—  (prkfbtto)  V.  Rovere  (Della)  Giovanni,  Rovere 
{della)  Francesco  Maria. 

—  (sENATORl)r.  Giovanni  Lodovisidi  Bologna(jUi.niy 
1424) ;  MelcMorre  Vittani  di  Bologna  (an.  1447) ; 
Gasfar»  Grassi  di  Bologna  (an.  1473);  Aganunnon» 
Musotti  di  Bologna  (an.  1493-94);  Agamennone  Ma- 


[Roma  ^««a^ort-Roncotorti  Fr.] 


INDICE  ALFABETICO 


745 


reseotti  di  Bologna  (aa.  1471  (?)-i494,  1500);  Carlo 
Grati  di  Bologna  (aa.  1505,  1506);  Giannantonio  Ca- 
stelli  di  Bologna  (an.  1507). 

RoMA  (territorio).  Le  terre  e  i  castelli  degli  Orsini 
sono  occupati  da  Cesare  Borgia  (an.  1503),  322,  39-40, 

RoMAGNA  ric,  3,  U,  25;  «Azzone  d'Este  ri  fa  leva  di 
contadini  (an.  1395),  LXV,  5»  ;  vi  si  trova  Luigi  da 
Sanseverino  (an.  1438),  7,  «o;  vi  si  reca  l'esercito 
d.  Ciiiesa,  gia  accampato  a  Russi  (an.  1429),  17, 
17-19;  ii  vesc.  Marco  Condulmer  ne  fe  el.  ieg.  per 
la  Ciiiesa  (an.  1433),  33,  37-38;  vl  si  reca  ii  conte 
Francesco  Sforza  con  gran  nuraero  dl  soldati,  36, 
27-28;  raolte  c.  si  ribellano  ai  pp.  (an.  1434'),  3'-38; 
la  Lega  guelfa  vl  aduna  un  forte  esercito  per  com- 
battere  Imola  e  Forli,  39,  47-48 ;  vi  arriva  l'egercito 
d.  duca  di  Milano  con  Aresaurio  (.')  e  Bernardino 
della  Carda,  49-30;  rlc,  42,  23;  h  pacificata  (an.  1435), 
44,  33;  ric.,  47,  46,  47;  sperando  assoldare  il  Pic- 
clnino  il  pp.  non  ne  fortifica  i  caatelll  (an.  1438),  51, 
4;  Nicoli  Plccinino  entrando  nei  Boiognese,  fa  rao- 
stra  di  indirizzarsi  alla  sua  volta,  33-36;  ric,  56, 
8;  11  pred.  vi  si  reca  per  muovere  contro  Firenze 
(an.  1440),  62,  32;  il  pred.  vi  lasciail  figlio  e  Guid'An- 
tonio  Manfredi  coi  reati  dell'esercito,  63,  33-36;  Ni- 
cold  Picclnino  muove  alla  sua  volta  (an.  1443),  72, 
4-5;  il  pred.  ne  riduce  citti  e  casteila  ail'obbedienza 
d.  Cliiesa,  U-I2 ;  ric,  95,  10;  il  duca  Filippo  Marla 
Vlsconti  vl  raduna  soldati  (an.  1445),  100,  27-38; 
vl  si  gelano  le  vlti  d'aprile  per  il  freddo  Intenso 
c  1  venti  impetuosi,  101,  34-36;  vt  arriva  Tallano 
d.  Friull  con  milizie  d.  Visconti,  102,  15-16;  ric, 
106,  2;  113,  32;  vi  glunge  11  vicere  di  Napoli  con 
l'esercito  (an.  1449),  133,  48;  ric,  154,  14;  vi  ar- 
riva  l'esercito  d.  duca  di  Milano  pr.  Solarolo  (an. 
1455)1  159»  19-32;  vi  e  di  passaggio  11  card.  Bessa- 
rione  diretto  a  Roma  (an.  1461),  177,  35-36;  vi  cado- 
no  grandi  nevlcate  con  molto  danno  d.  carapagne 
(an.  1464),  182,  44-48;  vl  passa  i'imp.  Kederigo  V 
diretto  a  Ferrara  (an.  1468),  201,  11-12;  Giovanni 
Bentivoglio  ne  fa  venire  grano  a  Bologna  (an.  1474), 
214,  22-23,  cf.  34;  11  Senato  di  Boiogna  vi  manda 
a  comperare  grano  (an.  1483),  227,  24-33;  vi  stanno 
agli  ailoggiamenti  le  genti  Q'arme  d.  pp.  coman- 
date  da  Gianfrancesco  da  Tolentino  (an.  1484),  229, 
S-6 ;  1  Signori  accolgono  cordlalmente  Giovanni 
Bentivoglio  di  passaggio  per  la  provincla  (an.  1485), 
232,  31 ;  vi  si  reca  il  pred.  con  le  sue  gentl  d'arme 
per  l'ucclslone  di  Galeotto  Manfredi  (an.  1488),  245, 
38-40;  1  Signori  d.  varie  regionl  si  confederano  con 
11  pp.,  il  re  di  Napoli  e  i  Fiorentini  contro  Carlo  VIII 
e  il  duca  di  Milano  (an.  1494),  276,  20-J3;  vl  sl  reca 
Guido  Gonzaga  con  due  squadre  di  armatl,  277, 
14-16,  e  soldati  d.  duca  Sforza  a  presldiarvl  Imola 
e  ForI\  (an.  1499),  296,  7-8;  nei  trattato  dl  alleanza 
tra  Luigi  XII,  Ales«andro  VI  e  i  Venezlani  i  cvcn- 
tualmente  assegnata  a  Cesare  Borgia,  28;  re  Lulgi  XII 
designa  dl  mandarvl  numerose  milizie  a  impadro- 
nirsi  dl  Imola  e  Forll  pcr  11  pp.,  297,  39-41;  vl 
arriva  il  Valentlno  con  molti  cap.  e  millzie  per 
conqulstarne  le  c.  (an.  1500),  300,  30-31;  cf.  33;  rlc, 
301,  38;  II  pred.  se  ne  fa  lignorc  (an.  1502),  311, 
30;  ne  partono  gll  aileatl  per  scontrarsl  col  Valen- 
tino  a  Iraola,  315,  40-41 ;  rlc,  326,  33,  34;  f  Alessan- 
dro  VI,  vi  paisa  con  armati  11  nuovo  governatore 


d.  Chiesa  Giovannl  Lomeilinl  per  riacquistare  Ce- 
sena  e  gli  altrl  luoghi  giJ  occupati  dal  Valentlno 
(an.  1504),  330,  1-3;  ric,  347,  32;  372,  50;  i  Bolo- 
gnesi  vi  levano  gentl  (an.  1507),  378,  3;  rlc,  394, 
7;  vi  si  recano  soldati  di  Bologna  a  riacquistarvl 
le  c.  d.  Chiesa  tenute  dai  Veneziani  (an.  1509),  49-SO; 
Ti  giunge  11  leg.  di  Boiogna  Alidosi  con  cavalli  e 
fanti,  395,  5-6;  ric,  36;  vi  si  recano  trecento  Svlz- 
zeri  per  11  pp.,  48-4». 
RoMAGNA  (duca)  V.  Borgia  Cesare. 

—  (lkgati)  V.  Domenico  da  Cafraniea  (an.  1438),  Lm- 
cido  Conti  (an.  1439),  Giovanni  Bessarione  (an.  1450). 

—  (vicbduca)  r.  Lorqua  (De)  Ramiro  (an.   1503). 
"[RoMAONOLi  Arnaldo]  ric,,  LXXI,  4-7 „. 
Romani  si  sollevano  e  si  impadronlscono  d.  Campido- 

glio  e  d.  porte  d.  c.  (an.  1434),  38,  34-36;  chiedono 
al  pp.  castel  SanfAngelo  e  Ostla,  36-37  ;  non  aven- 
done  buona  rlsposta  fanno  prigioniero  11  nipote  dl 
lul  Francesco  Condulmer,  38-39;  creano  nuovi  ma- 
gistrati,  39-40;  sorvegUano  il  pal.  d.  pp.  per  impe- 
dirne  la  fuga,  40;  chiamano  a  Roma  Nicoli  Plc- 
clnlno  per  dargli  in  mano  la  c.  e  ii  pp,,  40-41 ;  ac- 
compagnano  in  gran  numero  Lucrezia  Borgia  allo 
sposo  In  Ferrara  (an.  1502),  309,  2S ;  alcuni  fanno 
seguito  a  Giacoma  Orsini,  sposa  di  Ermes  Benti- 
vogiio,  nel  suo  viagglo  a  Bologna  (an.  1504),  332, 
30-33;  aspettano  il  ritorno  dl  Giulio  II  con  grande 
desiderio  (an.  1507),  365,  14-15. 

—  (rb  dei)  r.  Massimiliano  d'' AJmrgo. 
ROMANINO  V,  Desideri  R. 

RoMANo  r.  Dalloglio  R. 

RoMANzI  sono    fuorusciti    di  Bologna    (an.    1450),  134, 

32,  38. 
RoMANZi  LulGi  \A.loisio\  parte  di  Boiogna  crociato  con 

Achllle  Malvezzi  (an.  1464),  185,  39. 
RoMANZi  Orlanuino.  La  sua  casa  i  sacchegglata  e  in- 

cendiata  (an.  1445),  106,  43,  47-48. 
RoMEO  \Romio\  V.  Correggie  (Dalle)  R.,   Foscherari  /?., 

Galii  /?.,   Gartaria  /?.,  Malvexti  R.,   Sala  (Da)  R, 
RoMEo  Ariosti  V.  Ariosti  Nicola. 
RoMio  V.  Romeo, 
RoMOALDO  V.  Chierici  R. 
Roncastaldo  nel  terrltorio  di  Bologna;  Glovannl  Mal- 

vezzl  ne  &  fatto  cap.  d.  montagna  (an.  1463),    183, 

27-28. 

RoNCHi  u'Aroile  \Rmnehi  tfArgele\  dannegglato  dalU 
tempesfa  (an.  14S4),  151,  46-47. 

RoNCHi  Marini  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453), 
143,   33-34. 

RoNCONi  Anoklo  [Angelo  Roneone]  i  cap.  nelI'esercito 
dl  Luigi  da  Sanseverino  In  assedio  a  Castel  San 
Pietro  per  i  Bolognesi  (an.  1428),  7,  3«-38;  h  vlnto 
8  Monte  Olmo  con  altri  cap.  d.  Piccinlno  da  Fran- 
cesco  Sforza  (an.  1444),  99,  4-5. 

Roncorio  nel  territorio  bolognese ;  h  dannegglato  dalla 
piena  dell'Avesa  (an.  1463),  182,  2S-36;  •  LXVI, 
3S-36„;  vi  sono  devastate  le  vigne  da  una  tempe- 
sta  (an.   1463),   182,  34,  34-37;   "  LXVI,  40,. 

RoNCOTORTi  Asrosio  \  An/onio  Roncotorto]  seguace  d. 
Canetoli,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  9-10. 

RoNCOTORTl  Francbsco  [Franeefco  di  RoHcctorfo^.  l^ 
sua  casa  i  saccheggiata  e  Incendiata  (an.  I445)>  107, 
3;  h  bandito  dl  Bologna  perchi  seguace  d.  Cane- 
toll,    108,   33-34. 


746 


INDICE  ALFABETICO 


|Rontana-Rossi  Mino] 


RoirrAHA.   VI  Kanipa  Aatorre  Manfredl  Tinto  In  uaa 

icaramuccla  nella  Valle  del  Lamone  (an.   1467),  197| 

15-16. 
RoNZANo  rlc,  181,  4S. 
RosA  (Dalla)  Giovanni  gloftra  nel  torneo  dl  Bologna, 

tenutofl  per   definlre  se   la   Saplenza  o  la   Fortuna 

preralga   nclle  cose  umane,   al   aeguito   dl    Nlcol6 

Rangonl,  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  ae- 

conda  fquadra  vestita  alla  turca  (an.  1490),  258,  39- 

31 ;  11  tuo  partlto  soccombe,  262,  17-19. 
RoSKLLi  Francssco   di   Arezzo;   h   Ticario  dl  Antonio 

Petruccl  pretore  e  cap.  dl  Bologna  (an.  1426),  3,  5. 
RosPA  Carlo  accompagna  11  prlnclpe  Federlco  d'Ara- 

gona  a  MUano  a   prenderrl  Ippollta  Sforza   sposa 

dl  Alfonso  (an.  1465),  187,  *•>■ 
Rossano  (pRiNClPtt  Di)  V,  Martano  (Di)  Mnrino. 
Rossl  \Ruasi\.  II  loro  mugnaio  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 

tlvoglio  per  le  nozze  (an.   1454),   151,  31. 
Rossi  Andrea  figlio  di  Mlno,  388,  ij;  multato  in  cinque- 

cento  ducati  per  11   rifacimento  d.  pal.   Marescottl 

(on.  iJoS),  1}. 
Rossi  AsTORRB.  Alessandro  BentlrogUo  con  la  famigUa 

▼a  ad  abltare  nel   suo   pal.   fuori  porta  Santo  Ste- 

fano  durante   il    terremoto    (an.    1505).    334,    29-30; 

alloggla  in  casa  sua  11  card.  di  Santa  Prassede  (an. 

1506),  356,  39-30. 
Rossi  Bartolomgo  [Barteiomeo  ile'  Rtusi\  figUo  di  Mino, 

149,   13;   172,  32;    173,    20-21;    184,   24-25;   191,  33-34; 

224,  49;  padre  dl  un  altro  Mino,  225,  3-4,  6;  esce  di 

c.  con  Annibale  Bentivogllo  per  combattere  il  Dal 
Verme  (an.  1443),  92,  39-41;  suo  dono  a  Sante  Ben- 
tlvogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  149,  13;  fe  d.  Se- 
nato  in  soprannumero  (an.  1459),  172,  32;  fe  convo- 
cato  con  altrl  dal  pp.  e  arringato  dal  pred.  per  la 
concordia  tra  i  cittadlni  (an.  1460),  173,  20-26;  fa 
un  presente  alle  nozze  dl  Giulio  Malvezzi  (an.  1464), 
184,  24-25;  h  d.  senatorl  sedentl  gll  ultimi  sei  mesl 
al  tempo  d.  serrata  di  Paolo  11  (an.  1466),  191,  33- 
34;  t  (an.  1482),  224,  49;  h  sepolto  in  San  Petro- 
nlo,  225,  1-2;  gli  succede  in  Senato  11  figlio  Mlno, 
2-4;  aveva  costruito  la  maggior  parte  d.  magnlfico 
pal.  di  Pontecchio  dipoi  ampliato  dal  figllo,  5-7. 

Rossl  Bartolomeo  [Bar/o/omeo  de'  Jtii.isi\  bolognese; 
cancelliere;  accompagna  Giovanni  Bentivoglio  in 
pellegrinaggio  a  Loreto  (an.  1485),  232,  22-13,  26-27; 
nella  glostra  tenutasl  in  Bologna  per  le  nozze  di 
Annlbale  Bentivoglio  h  notaio  d.  giuocatori  innanzi 
al  pal.  d.  Signori  (an.  14S7),  241,  1-2;  roga  l'atto 
deII'adozione  dl  Giovanni  Antonio  Gozzadinl  nella 
famlglia  Bentlvogllo,  243,  8-13. 

Rossi  Carlo  [Carlo  Russi\  di  Carpl;  armlgero  di  Gil- 
berto  Plo;  riporta  insleme  a  Cesare  Gozzadini  I'onore 

d.  giostra  bandita  in  Bologna  dal  rettore  d.  Studio 
(an.   1490),   256,  43-44. 

Rossi  Evandro  di  Bologna;  confinato  a  cinquanta  ml- 
glla  da  Bologna  nelle  terre  d.  Cliiesa  perchfe  amico 
d.  Bentivoglio  (an.  1507),  362,  33-34,  45-46,  49. 

Rossi  GlACOMO  [laeomo  <ii'  Rusii]  figlio  di  Pietro ;  bolo- 
gnese;  e  bandito  di  Bologna  (an.   1430),   19,  36,  38. 

Rossi  GlACOMO  [Giacomo  Russi  Palamino\  figlio  dl  Mino, 
200,  33-33;  204,  33;  bolognese,  h  degll  Anzlanl  (an. 
1468),  200,  32-33;  rlceve  In  dono  dieci  ducati  per  la 
venuta  d.  nuovo  govematore  Savelli,  29-30 :  e  com- 
pagno  di  Antonio  Bentivoglio   nel  tomeo  bandito 


In  Bologna  U  gtorno  dl  San  Petronlo  (an.  1470), 
204,  33;  sue  vettl  e  lua  Impreaa,  33-35. 

Roni  GiAcoMo  [laeomo  d*'  Rit$si\  di  Parma;  cap.  nel- 
l'etercito  Inviato  dal  duca  dl  Milano  in  aluto  dl 
Bologna  (an.  1455),  154,  20-22;  h  aisoidato  dmi 
Bolognesl  quale  cap.  d.  soldatl  d.  c.  (an.  1468),  199, 
38;  conduce  la  qulnta  tquadra  dl  Antonto  Trottl  nei 
torneo  bandito  In  Bologna  II  giorno  dt  San  Petro- 
nio  (an.  1470),  204,  6. 

Rossi  GiAOOMO    Palamino    V.    Rossi  Giacomo  di  Mint. 

Rossl  GlovANNI  [Giovanai  di  Russi\  bolognete;  bar- 
biere,  seguace  d.  Canetoli,  h  bandito  di  Bologna 
(an.   1445),   108,  38. 

Rossi  LoDovico  bolognese  ;  figllo  di  Mino,  326,  43;  non 
inferlore  al  padre  per  le  dotl  deII'anlmo,  per  rintel- 
ligenza  e  II  sapcre,  43-45. 

Rossi  MlCHELE  [Miehel  de'  Rusii\  bolognese;  figlio  dl 
Mino;  banchiere;  h  Gonfalonlere  dl  Glustizla  (an. 
1461),  177,  34. 

Rossi  MiNO  bolognese;  padre  di  Bartolomeo,  149,  13; 
172,32;  173,  20-21;  184,24-23;  191,  33-34;  224,  4»;  di 
Glacomo,  200,  32-33;  204,  33;   dl  Mlchele,    177,   34. 

Rossi  MiNo  [Mino  de  Russi\  bolognese;  figlio  di  Barto- 
lomeo,  225,  3;  326,  39;  padre  dl  Lodovico,  326,  43 ; 
di  Andrea,  388, 12;  amplia  11  magnifico  pal.  costrulto 
da  Bartolomeo  in  Pontecchio  (s.  a.),  225,  6;  h  degll 
Anziani  per  il  settembre-ottobre  (an.  1445),  111,  7-9; 
succede  al  padre  in  Senato  col  consenso  di  GIo- 
vanni  Bentivoglio  (an.  1482),  225,  3-4 ;  oflfre  un 
banchetto  a  Violante  Bentivoglio,  agll  ambasc.  ve- 
nuti  a  sposarla  per  il  marito  e  ai  genitorl  dl  lel 
Glovanni  e  Glnevra  (an.  1485),  232,  7-8;  accom- 
pagna  Giovanui  Bentlvoglio  in  pellegrlnaggio  a 
Loreto,  22-23,  25;  e  a  Sant'Antonio  di  Padova  (an. 
1488),  244,  26,  28;  ric,  250,  5;  accompagna  anche 
il  pred.  a  Ferrara  alle  nozze  di  Alfonso  d'Este  (an. 
1491),  263,  7-8;  torna  a  Bologna,  13;  con  altrl  va 
ambasc.  d.  Senato  ad  Alessandro  VI  per  rallegraral 
d.  sua  elezione  (an.  1492),  268,  9-11;  interviene  al- 
l'inaugurazlone  d.  Navlglio  da  Bologna  a  Cortl- 
cella  (an.  1494),  274,  4-26;  si  reca  con  Alessandro 
Bentivoglio  a  Milano  a  complimentare  il  nuovo  duca 
Lodovlco  Sforza,  283,  35-39 ;  accompagna  a  Milano 
Annlbale  Bentlvoglio  a  rendere  omaggio  a  Luigi  XII 
(an.  1499^,  297,  36;  torna  a  Bologna  per  acqua  col 
march.  d'Este  nel  buclntoro  d.  pred.  sino  a  Fer- 
rara,  qulndi  per  nave,  298,  1-5;  va  a  Milano  da  parte 
di  Giovanni  Bentivoglio  a  placare  Luigl  XII,  che 
per  I'aiuto  prestato  a  Lodovlco  Sforza  aveva  mi- 
nacciato  di  andare  contro  Bologna  (an.  1500),  299, 
30-35;  riesce  a  dlsarmarne  Tlra  coll'oflferta  di  quaran- 
tamlla  ducati,  35-36;  scrive  al  Bentivoglio  di  pro- 
curare  subito  la  detta  somma  piCl  tremlla  ducati 
per  un  barone  francese  che  aveva  fatto  da  inter- 
mediario,  36-38;  h  mandato  dal  Senato  al  re  di  Fran- 
cla  per  Intrattenerlo  guIl'ambizione  di  dominio  d. 
Valentlno,  e  a  indagarne  l'animo  in  proposlto,  301, 
37-39;  cf.  41;  scrlve  che  Lulgl  XII  proraette  prote- 
zione  a  Bologna  purch^  non  dia  aiuto  ai  nemlcl 
d.  Valentino,  302,  39-40;  torna  di  Francla,  307,  16; 
annunzla  al  Senato  la  protezionedi  Luigi  XQ,  16-18; 
qual  Gonfaloniere  di  Glustizia  riceve  una  copia  del- 
1'istrumento  rogato  in  Roma  alla  presenza  d.  pp. 
e  riguardante  la  pace  tra  la  c.  e  U  duca  Volentino 


[Rossi  Mino-Rubino] 


INDICE  ALFABETICO 


747 


(an.  1503),  319,  8;  h  mandato  dal  Senato  a  questo 
in  Imola  a  sollecltarne  la  firma  d.  capitoli,  30;  fe 
vuole  essere  sempliceraente  sepolto  dl  notte  (an. 
1503)»  326,  39-<3;  suo  elogio,  42-43;  ne  eredita  le 
virtii  il  figlio  Lodovico,  43-45;  gli  succede  in  Senato 
Giacomo  Maria  dal  Lino  essendo  i  suoi  figli  troppo 
giovani  per  tale  dignita,  45-46. 

Rossi  PiER  Maria  di  Parma;  va  con  altri  in  grande 
pompa  ambasc.  d.  duca  Sforza  al  pp.  a  rallegrarsi 
d.  sua  elezione  (an.  1471),  208,  43-44,  47;  passa  dl 
Bologna  ospite  di  Giovanni  Bentivogllo,  48-4»;  parte 
per  Firenze,  50. 

Rossi  PiETRo  padre  di  Giacomo,  19,  38. 

RossiA  V.  Rttsaia. 

Rosso  I'.  Gregorio  detto  Rosso. 

*[RoTl  Bartolombo]  estcutore  testamentario  di  Sante 
Giirardacci,  V,  S'6  „. 

ROUEN  (Arcivescovo)    [arcivescovo   Roano\   v.    Estout*- 
ville  (Z>')   Guglielmo. 
—  (vEscovo)  V.  Amboise  {D')  Giorgio. 

RovBRE.  Vi  h  rovinato  il  raccolto  da  un  temporale  (an, 
1448),  125,  31,  33. 

[RoVERE  (Della)  Bartolombo]  vesc.  dl  Ferrara  e  pa- 
triarca  abate  di  Nonantola,  278,  44;  fratello  di  Giu- 
llano,  45;  h  aspettato  in  Bologna  al  vescovado  (an. 
1494),  277,  11-12;  non  arriva  altrimentl,  12;  f  in 
Bologna  d'idropisia  nel  mon.  di  Santo  Stefano,  278, 
44-45;  gli  sono  fatte  le  esequie  in  San  Pietro  col 
concorso  d.  Senato,  45-46;  il  suo  corpo  e  trasportato 
a  Ferrara,  46-47. 

RovBRE(DaLLA)  Francksco  di  Savona;  frate  francesrano 
e  grande  teologo;  e  reggente  d.  Studio  nel  convento 
d.  Minori  In  Bologna  [s.  a.],  208,  14-15;  quind!  loro 
generale  [an.  1464],  10-11 ;  cf.  15;  k  molto  conosciuto 
e  amato  dai  Bolognesi  per  Taffetto  dimostrato  a 
Bologna,  15-16;  h  uno  d.  dieci  card.  el.  in  uno  stesso 
tempo  da  Paolo  II  [an.  1467],  u;  diviene  pp.  col 
nome  dl  Sisto  IV,   II-I2;  v.  anche  Sitto  IV. 

RovERB  (Dblla)  Francesco  protonotarlo  apostollco  e 
arcidiacono  di  Bologna,  f  (an.  1491),  264,  25-26;  gll 
succede  quale  arcidiacono  Anton  Galeazzo  Benti- 
yoglio,  26-27. 

RoVERE  (dblla)  [Francesco  Maria]  \il  signor  frefetto 
.  nifote  d.  pp\  prefetto  di  Roma ;  nipote  di  Giulio  II, 
357,  12-13;  suo  posto  nel  corteo  papale  per  l'entrata 
d.  pred.  in  Bologna  (an.  1506),  355,  50;  alloggia  in 
casa  di  Giengaleazzo  Poetl  in  strada  Castigllone, 
357,  12-13. 

RovBRE  (Dblla)  Galbazzo  vesc.  di  Agen ;  h  dal  vesc. 
e  leg.  Giuliano  della  Rovere  mandato  a  Bologna 
qual  suo  luogotcnente  (an.  1483),  228,  32-33. 

Rovbrb  (della)  Giovanni  [fre/etto,  signore  di  Seno- 
galiia]  fratello  d.  card.  Glullano,  297,  46;  passa  dl 
Bologna  in  via  per  Milano  a  salutarvi  il  re  fran- 
cese  (an.  1499),  46-48;  alloggia  pr.  Giovannl  Ben- 
tivoglio,  48. 

[Roverb  (Della)  Giovanni  Galeazzo]  [luogotentnte  d. 
iegato]  aaslste  alla  vestizlone  a  protonotario  apo- 
stolico  d.  fanclullo  Anton  Galeazzo  Bentlvoglio  nel 
Duomo  di  Bologna  (an.  1483),  227,  30-33. 

RoVBRB  (DeLLA)  Giuliano  [cardinale  nostro,  cardinale 
di  San  Pietro  in  Vincola]  dl  Savona;  nlpote  dl 
Sisto  IV,  228,  31;  338,  14-15;  fratello  dl  Bartolomeo, 
277,  II;  278,  44-45;  di  Glovannl,  297,  46;  zlo  dl 


Francesco  Maria,  357,  12-13;  card.  d!  San  Pietro  in 
Vincoll,  228,  32-33;  poi  dl  Ostla,  328,  13;  fe  creato 
dallo  zio  vesc.  e  leg.  di  Bologna  (an.  1483),  228, 
31-33;  vi  manda  a  suo  luogotenente  Galeazzo  della 
Rovere,  33-35;  si  incammina  a  Bologna;  e  da  Cento 
va  a  desinare  a  Bel  Pogglo  ove  era  ad  attenderlo  Gio- 
vanni  Bentivogllo,  quindi  fa  la  sua  entrata  In  Bo- 
logna  da  porta  Santo  Stefano  (an.  1487),  244,  11-13; 
gli  vengono  incontro,  secondo  l'uso,  magistrati  e 
popolo,  13-14;  fe  condotto  in  San  Pietro  e  prende 
possesso  d.  vescovado,  14-15;  celebra  la  messa  in 
San  Pietro  per  Natale  e  concede  tndulgenza  plena- 
ria  ai  visitatori  di  detta  chiesa,  15-16;  e  convitato 
da  Giovanni  Bentivoglio  nel  suo  pal.,  19-20;  tro- 
vandosi  in  Cenfo  h  avvertito  clie  il  pred.  era  pro- 
penso  a  darlo  nelle  mani  d.  Valentino  suo  nemico 
(an.  1501),  302,  1-2;  fugge  a  Finale  e  quindl  a  Sa- 
vona,  2-3 ;  accompagna  a  Milano  il  vicerS  di  Lom- 
bardia  card.  d'Amboise,  307,  19-20;  detiene  Tabbazia 
di  Santo  Stefano  (an.  1503),  309,  46-47;  suo  fiero  ri- 
fiuto  ad  Alessandro  VI  di  cedergli  Cento  e  la  Pieve 
possesso  d.  vescovado  di  Bologna,  310,  48-49;  pre- 
ferisce  rinunclare  alla  dignita  di  vesc.  dl  Bologna 
in  cambio  di  un  vescovado  in  Francla,  46-47;  cf.  309, 
44-45;  abbellimenti  e  spese  da  lui  fatte  in  Cento  e 
neila  Pieve,  31 1,  4-7  ;  h  el.  pp.  col  norae  di  Giulio  11 
[an.  1503],  328,  11-12;  fino  da  card.  era  raolto  araato 
per  la  sua  munificenza,  13-15,  ed  era  stato  raolto 
perseguitato  dai  Borgia,  15-16;  Alessandro  VI,  dal 
quale  si  tenne  lontano  per  paura  di  esserne  avvele- 
nato,  aveva  cercato  raetterlo  in  sospetto  d.  card., 
16-19;  V.  anche    Giuiio  II. 

RovERE  (Dblla)  Franciotti  GAUtOTTo  V.  Pranciotti 
della  Rovere   Galeotto. 

RovERE  (Della)  Franciotti  NicoLo  fratello  d.  card. 
Galeotto;  si  reca  a  Bologna  al  teguito  dl  Glulio  II 
e  alloggia  in  casa  dl  Bernardino  Desiderl  a  San 
Salvatore  (an.  1506),  357,  13-15;  suo  posto  nel  cor- 
teo  papale  in  Bologna  dalla  Magione  al  Pal.,  355, 
48;  356,  I. 

[ROVERBLLA    SlGISMONDo]    ARCIVBSCOVO   Ul    RaVBNMA    B 

suFPRAGANivo  Di  Boloona;  vanta  pretese  au  alcuni 
casteili  tenuti  dal  conte  Guido  da  Potenta  (an. 
1495),  288,  3-4;  V.  aHcie:  Bologna  {ve$cov»  tufra- 
ganeo). 

RovBRSi  Amtonio  [Antouio  Rovescio]  molto  esperto  nelle 
arrai,  330,  1 ;  giostra  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  «e  la  Saplenza  o  la  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  uraane,  al  seguito  di  Nicol6  Ran- 
goni  paladlno  d.  Sapienza ;  fa  parte  d.  prlma  squa- 
dra  vestita  all'itaUana  (an.  1490),  258,  25-27;  il  tuo 
partito  «occombe,  262,  17-19;  h  assoldato  da  Gto- 
vannl  Lomellinl  per  la  Chlesa  (an.  1504),  330,  1-2. 

RovBRsi  Bartolombo  t  In  un  assalto  contro  Pisa  com- 
battendo  pei  Fiorentlnl  (an.  1505),  338,  2-a. 

Rovioo  [Rovvigo]  rlc,  393,  »». 

Rovvioo  V.  Rovigo 

RUBANO   (CASTELLO   Dl)    V.   BubttUO   {cOStell»    di). 

RUBBRTO  V.  Roberto, 

RuBiNi   Njcolo    mondatore;   bandito   dl  Bologna  per 

aver  preio  parte  alla  Ilberaztone  d,  prete  mago  (an. 

1452),  142,  8,  11. 
RuuiNO  V.  Seecameiega  R. 
RuBiMO  ebreo;  due  «uoi  figli  tono  fattl  prigionleri  in 


748 


INDICE  ALFABETICO 


(Rubino-Sacchi  Giacomo] 


Creraleore  dai  Canetoli  (an.  1448),  126,  II;  i  pred. 
■acchegglano  la  lua  banca,  U-lf. 

RUBIMO  i>A  PiACKNZA  \/!ubino  da  PiaieHta]  accompagna 
Galeazzo  Marla  Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168, 
41;  169,  ». 

RuBizzANO  (Da)  [OrHtiano]  v.  Bergami  Pittr», 

RUDIANO  V.  Rodiano. 

RuFBixo  (San)  V.  Ruffitlo  (San). 

RUFF8U.0  (San)  V.  Ruffillo  (San). 

RUFFILLO  (San)  [San  Rufello,  San  Roplio\.  In  Bologna 
per  la  rlcorrenza  (1.  sua  festa  si  giostra  un  palio 
da  porta  Santo  Stefano  a  porta  Sant'Isaia(an.  14J9), 
15,  9-11  ;  altro  palio  clie  si  glostra  in  Piazza  (an. 
1440),  63,  10-13;  altro  paiio  fatto  giostrare  dai  Se- 
nato  (an.  1450),  136,  45. 

RuFFiLLO  (San)  \San  Ro/ello,  San  Rofillo,  San  Rafiaele, 
San  Ru/ello,  San  Rojfillo,  San  Rafaele\  nel  contado 
di  Bologna;  vi  si  stende  i'esercito  d.  Caldora  da 
Ponte  Maggiore  (an.  1429),  14,  28-39;  Boiogna  vi 
pone  al  ponte  un  ufficiale  di  pace  (an.  1439),  56,  1 ; 
ia  fazione  Bentivolesca  viene  a  incontrarvi  Sante 
Bentivoglio  (an.  1446),  119,  16-19;  1'injp.  Federi- 
co  V  vi  fe  accompagnato  dai  magistrati  e  dal  leg. 
(an.  1452),  141,  18-19  ;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  8;  Anziani  e  no- 
bill  di  Bologna  vi  accompagnano  Galeazzo  Maria 
Sforza  in  via  per  Firenze  (an.  1459),  169,28-29;  vi 
sono  devastate  le  vigne  da  un  temporaie  (an.  1463), 
182,  35-37  ;   «  LXVI,   42  ,. 

RUFFINO  V  Roffeno. 

RuGOBRO  V.  Paruta  R. 

RuooiERi  PlETRO  Bbrnardino  \fadrt  (/)  Bernardino  de' 
Ruggieri]  medlco;  f  In  Bologna  dl  maie  mazucco 
(an.  1505),  341,  21. 

Runchi  d'Argblb  V.  Ronchi  d^Argile. 

RuoTB  (Dalle)    Albertino   padre   di  Antonio,    108,  9. 

RuoTE  (Dallb)  Antonio  [Tonio]  figllo  di  Albertlno, 
108,  9 ;  seguace  d.  Canetoii  h  fuoruscito  (an.  1440), 
68,  22-23;  h  bandito  di  Boiogna  (an.   1445),  108,  9. 

RooTB  (Dalle)  Antonio  figlio  di  Galeazzo,  108,  lj-l3; 
seguace  d.  Canetoii,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 

108,  12-13. 

Ruote  (Dalle)  Baldassarrb  fa  un  presente  aile  nozze 
dl  Giuiio  Malvezzl  (an.  1464),  184,  46. 

RuoTB  (Dallk)  Francesco  Tbbaldo  ^  ucclao  dai  fra- 
teili  Dozza  nella  Mascarelia   (an.    1461),  175,  20-22. 

RuoTE  (Dalle)  Galbazzo  padre  di  Antonio,  108,  12-13, 

RuoTB  (Dalle)  Pietro  figlio  dl  Antonio,  109,  7  ;  se- 
guace  d.  Canetoli  h  bandito  dl  Bologna  (an.  1445), 

109,  7. 

RuPHKLLO  (San)  V.  Ruffillo  (Sati). 

Russi  (Ciiiksa  de')  nei  contado  bolognese;  vi  &  atten- 
dato  ii  campo  deU'esercIto  d.  Chiesa  (an.  1429),  15, 
34-35;  ne  parte,  17,  17-18. 

Russi  castelio  in  Romagna;  vi  sl  reca  Bartolomeo  Col- 
ieoni,  ciie  di  qui  passa  a  Viilafranca  (an.  1467),  197, 
11;  11  pred.  ne  parte  nuovaraente  per  Dovadola, 
23-24  ;cadein  possesso  d.  Veneziani  (an.  1503),  328, 
9;  viene  in  mano  d.  Francesi  (an.  1509),  396,  4. 

Russi  (Db')  V.  Rossi, 

RussiA  [Ro$sia].  Un  suo  arcivesc,  ii  prelato  Isidoro,  si 
reca  ai  Conciiio  a  Ferrara  (an.  1438),  50,  46. 
—  (rkgine)  V.  Sofia  Paleologo. 

RusTiCBLLO  NicoLo  V.  Rustigkelli  JV. 


RosnoAin  PxLippo  bologneie;  eon  eento  eompagnl  d. 

Matcareila  ha  In   consegna   dai  popolo  ia  porta  d. 

Pai.  (an.  1506),  352,  12-34. 
Rustigani  Gaudiolo  h  bandito  di  Boiogna  (an.  1430), 

19,  26,  37. 

RusTioANi  Nicol6  h  bandlto  (an.  1430),  19,  »-it;  h  eL 
dal  Senato  dl  Bologna  Gonfaloniere  per  porta  Stlerl 
(an.  1438),  53,  36,  40. 

RusTioiiBLLi  Nicol6  [Rutticello  JVieoli]  ingegnere  d. 
com.  di  Bologna  (an.  1503),  321,  32;  muitato  in 
centoquarantatre  ducati  per  ii  rifacimento  d.  pal. 
Marescotti  (an.  1508),  387,  31. 

Sabatini  Marcantonio  V.  Sabbatim  M,  A, 

Sabatino  \Sabbadino\  v,  Barbitri  S. \  r.  anclu  Giovaumi 
Sabbadino  1  Sabbatini. 

Sabbadino  V.  Cavani  S.;  v,  ancke  Sabatimo  e  Sabbaiimi. 

Sabbatini  GioVANNl  Antonio  [Giovanni  Antonio  Sab- 
badino]  fa  parte  d.  Collegi  di  Bologna  (an.  150$), 
339,  1,  5. 

"  Sabbatini  Marcantonio  [Sabati*i,  SabaHn6\  tcrire  al 
Ghirardacci  iodandone  ia  dedica  dtlV Nisteria  di 
Bologna  al  pp.  (an,  1595),  XXXVII,  24-25 ;  dlchiara 
che  sosterri  la  spesa  d.  tnotu  froprio  contenente  ii 
privllegio,  ma  vuole  sapere  se  deve  essere  intestato 
all'autore  o  allo  stampatore,  25-27,  t\  testo  d.  let- 
tera,  LI,  25-LII,  1-4;  in  altra  lettera  da  Roma  av- 
verte  ii  Ghirardacci  di  ci6  clie  deve  fare  per  otte- 
nere  ii  privilegio,  XXXVII,  31-36 ;  mostra  desiderlo 
che  venga  presto  in  luce  la  seconda  parte  deW/Iisto- 
ria  che  sa  finita,  e  si  fa  capire  disposto  a  contri- 
buire  alla  spesa  d.  stampa  (an.  1598),  LV,  13-13; 
cf.  XXXVIII,  24-27;  da  aiuto  moraie  e  materiale 
ai  Ghirardacci  per  la  stampa  d.  I  volume  LI,  ll-LII, 
1-14;  LI,  5-/.»;  LII,  /-/,  nel  quale  Tautore  inserisce 
una  lettera  dedicatoria  a  lui,  18-19  „, 

Sabbionb  V.  Sabbiuno, 

Sabbiuno  \Sabbiotte\  nel  contado  bolognese ;  danneggiato 
dalla  tempesta  (an.  1454),  151,  46,  48;  di  nuovo  de- 
vastato  da  una  tempesta  (an.  1468),  199,  19-20;  vi 
^  rovinato  ogni  raccolto  da  una  violenta  e  improv- 
visa  tempesta  sorta  a  Poggio  e  contlnuata  a  Castel 
San  Giorgio  (an.  1493),  266,  6-8. 

Sabbiuno  (Da)  Micmele  seguace  d.  Canetoli,  h  bandito 
di  Bologna  (an.   1445),   109,  2. 

Sabina  (card.  di  Santa)  V.  Santorio  Faxio. 

Sacchetti  Bartolombo,  seguace  d.  Canetoli,  h  bandi- 
to  coi  figliuoii  di  Bologna  (an.  1445),  108,  16-17. 

Sacchetti  Lbonardo.  In  una  corrida  tenutasi  in  Bolo- 
gna  sulla  piazza  d.  Bentivoglio  h  ferito  assai  gra- 
vemente  dal  toro  infurlato  (an.  1506),  342,  29-32; 
h  portato  ali'ospedaie  d.  Morte,  32-33. 

Sacchi  Andrba  h  iMndito  di  Bologna  (an.  1430),  19, 
26,  33. 

Sacchi  Antonio  h  el.  cap.  di  balla  in  Bologna  (an. 
1439),  58,  23. 

Sacchi  Filippo  giostra  nel  torneo  In  Bologna,  tenutoel 
per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga 
nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Nicol6  Rangoni  pala- 
dino  d.  Sapienza  ;  h  ascritto  alla  quarta  squadra  ve- 
stita  ali'Ungherese  (an.  1490),  258,  34-36;  il  suo  par- 
tito  soccombe,  262,  17-11. 

"  Sacchi  Giacomo  scrive  al  Ghlrardacci  mostrando  desl- 
derio  dl  recarsi  a  visitarlo  in  Boiogna  (an.  1598), 
XXXIX,  10-11,. 


[Sacci  Giacomo-Salaroli  Giov.  F.]      INDICE  ALFABETICO 


749 


Sacci  Giacomo  medlco  bolognese;  f  di  male  mazucco 
(an.  1505),  341,  20. 

Sacramori  Cristoforo  \Christoforo  Sagrantoro^  dl  Par- 
raa;  figlio  di  Nicol6  e  cap.  di  Nicol6  da  Tolentino; 
'k  fatto  prigioniero  a  Medesano  da  Luigi  da  Sanse- 
verino  cap.  d,  Bolognesi  (an.  14JS),  7,  37-28;  fe  con- 
dotto  a  Bologna  e  posto  nella  torre  d.  Signori,  28-39. 

Sacramori  Sacramoro  ^Sagramoro^  di  Parma;  eondot- 
tiero  d.  duca  dl  Miiano ;  libera  Francesco  Fantuzzi 
suo  amico  e  lo  manda  a  Ferrara  (an.  1434),  40, 
38-39:  essendo  cap.  e  castellano  d.  porta  di  Galliera 
gli  h  ordinato  dal  duca  Visconti  di  introdurre  in 
c.  Battista  Canetoli  con  i  suoi  amici  e  di  essere 
largo  al  pred.  di  qualunque  aiuto  (an.  1439),  56,  32- 
33;  passa  in  Bologna  con  il  Canetoli  alla  testa  di 
trecento  cayalil  e  occupa  la  Piazza,  38-39;  cf.  «6-«7; 
il  pred.  si  reca  da  iui  a  Galliera  con  cinquecento 
armati,  60,  13-li;  h  richiamato  dal  Piccinlno  per  la 
sua  mitezza  e  lascia  Bologna,  17-20;  militando  nei- 
l'esercito  visconteo  sotto  Angiiiari,  rimane  prigio- 
niero  d.  Fiorentlni  (an.  1440),  63,  23;  fc  cap.  nei- 
1'esercito  inviato  dal  duca  di  Milano  in  aiuto  di 
Bologna  (an.  1455)1   '54,  20-23. 

Sacramori  NicoLo  padre  di  Cristoforo,  7,  28. 

Sacramoro  r.    Villani  S. 

Saffi  Antenore  confinato  percii^  amico  d.  Bentiroglio 
(an.  1507),  362,  33-34,  38. 

Sagramoro  \Sagramoro\  v.  Sacramori  Sacramoro. 

Sagrato  (Dbl)  contb  Anmibalb  ferrarese;  marito  di 
Costanza  Pepoll,  339,  36-37. 

[Sagrato  (dbx)  Costanza]  V.  Pefoli  Costanta. 

Sala.  VI  accadono  prodigi  in  aria  (an.  1504),  332,  8-13. 

Sala  (Da)  sono  fuoruscitl  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
33,  34. 

Sala  (Da)  Antonio  \Antonio  da  Sala\  padre  di  Barto- 
loraeo,  184,  33. 

Sala  (Da)  Anton  Maria  dottore  di  legge,  e  canonista; 
el.  degli  Anzianl  (an.  1507),  369,  13,  15;  con  Virgiilo 
Gliisilieri  %  dal  Senato  mandato  a  Roma  pr.  il  pp. 
a  informarlo  d.  cose  d.  c.  (an.  1508),  384,  5-9;  Giu- 
iio  11  non  lo  lascia  partire  e  io  fa  cav.,  385,  36- 
37;  t  dopo  pociii  gioml  forse  di  veleno,  37-38;  suo 
aspetto  e  quailta,  38-39;  zio  di  Gaspare  Scappi,  39. 

Sala  (Da)  Bartolomeo  \Bartolomeo  da  Sala\  padre  di 
Bornio,  68,  18. 

Sala  (Da)  Bartolombo  [Bartolomeo  da  Sala\  figlio  di 
Antonio,  fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),  184,  33;  nella  sua  casa  in  Bologna 
pr.  San  Giorgio  abita  Roberto  da  Sanieverino  (an. 
1473),  213,  10-11. 

Sala  (Da)  Beltramk  \Beltrame  da  Sala\  padre  dl  Bornio, 
88,  43;  170,  33;  h  el.  d.  Dieci  di  Balia  (an.  1435), 
41,  19-20;  h  di  nuovo  d,  Dieci  di  BalU  (an.  1438), 

53,   41-42. 

Sala(Da)  Bormio  \Bormo  da  Sala]  figlio  di  Bartoloraeo, 
68,  18;  abita  a  Fcrrara  (an.  1440),  68,  18. 

Sala  (Da)  Bornio  \Bornio  da  Sa/a\  figlio  di  Beltrame, 
88,43;  170,33;  famosisslmo  dottore;  el.  degli  Anziani 
dl  Bologna  (an.  1430),  1 7,  J6-J8 ;  *  tra  gll  Incaricati 
dl  attuare  i  provvedimenti  fiscali  dellbcratl  nel  Con- 
sigUo  d.  Selcento  (an.  1443),  88,  41-43;  reciU  un'o- 
razlone  al  pp.  al  suo  entrare  in  Bologna  (an.  1459), 
170,  10-11;  nella  quale,  bench*  fatta  a  nome  d.  ret- 
torl,   inveisce  contro    il  mal   governo   dl  Bologna, 


33-35 ;  i  lodato  di  cl&  da  Pio  n,  che  gli  di  la  aua 

benedizione,  35-37,  ma  preso  in  odio  dai  rettorl  che 
lo  privano  di  ogni  ufiicio,  40-41,  cf.  37-38;  il  pp.  te- 
mendo  per  la  sua  vita  lo  conduce  seco  a  Mantova, 
39-40:  sua  dottrina  e  sue  opere,  42-171,  1-31;  con 
altrl  va  a  Milano  a  prendere  la  sposa  dl  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  183,  28-32;  i  ricevuto  con 
grande  onore  dal  duca,  32-33;  dk  con  gli  altri  l'anelIo 
aJla  sposa  a  nome  di  Giulio,  33-34;  parte  per  Bo- 
logna  con  la  pred.,  34-35. 

Sala  (da)  Catalano  \Catellano  da  Sala\  impresta  al  com. 
dl  Bologna  duecentocinquanta  scudi  e  ne  diviene 
tesoriere  (an.  1440),  62,  24-25. 

Sala  (Da)  Gabrible  \Gabriele  da  Sala\  medico;  fe  impri- 
gionato  dai  Domenicani  quale  eretico  e  condannato 
al  fuoco  (an.  1497),  293,  40-41;  h  liberato  per  opera 
di  Alessandro  e  Anton  Galeazzo  Bentivoglio,  41-43; 
va  a  Firenze,  43. 

Sala  (Da)  Giovanni  \Giovanni  da  Sala]  con  altri  va  am- 
basc.  d.  Senato  ad  Alessandro  VI  per  rallegrarsi  d. 
sua  elezione  (an.  1493),  268,  9-11;  essendo  generale 
d.  frati  Gaudentl  f  «d  i  sepolto  in  San  Domenico 
(an.  1499),  297,  27-28. 

Sala(Da)  LoDOVico  \Lodovico  da  Sala\  d'anni  ottanta; 
h  multato  in  cento  ducati  pel  riractmento  d.  pal. 
Marescotti  (an.   1508),  388,  7. 

Sala  (Da)  Rombo  \Romio  da  Sala]  i  inviato  dai  Bolo- 
gnesi  al  pp.  Eugenio  IV  a  condolerti  d.  lue  •rrer- 
sita  (an.  1434),  40,  41-43. 

Sala  Pozzbtta  \Sala  Po*etta\  danneggiata  dalla  tem- 
pesta  (an.  1454),  151,  46-47. 

Salani  Gianfrancbsco  esce  di  Bologna  coi  BentivogUo 
suoi  amici  (an.  1506),  348,  41;  349,  9. 

Salani  Giovanni  Mattko  \  Giovanni  Matteo  Salano] 
esce  di  Bologna  coi  suoi  amicl  Bentivoglio  (an. 
1506),  348,41;  349,  9. 

Salani  Salvauore  esce  di  Bologna  coi  Bentivoglio  taol 
amici  (an.   1506),  348,  41;  349,  10. 

Salaroli  Albbrto  procuratore;  abbatte  un'alta  torre, 
che  gli  apparteneva,  nella  cappella  di  San  Siro  e  sul- 
l'area  fabbrica  una  casa  a  volte  (an.  1442),  72,  30-23. 

*  Salaroli  Andrba  fa  rogare  il  suo  testamento  dal  notalo 
Andrca  Ghirardacci  (an.  1560),  XIV,  14-18  ,, 

Salaroli  Giovanni  Filippo  fa  un  presente  alle  nozze 
di  Giullo  Malvezzi  (an.  1464),  184,  40;  si  rera  pr. 
Sisto  IV  a  condolersl  in  nome  d.  Senato  di  Bolo- 
gna  per  la  f  dl  Pietro  Rlarlo  (an.  1474),  214,  1-4; 
ottiene  dal  pp.  con  altrl  prlvilegl,  che  il  prlmoge- 
nito  dl  Giovanni  Bentlvoglio  possa  succedergll  a 
capo  d.  Senato  anche  se  niinorenne,  4-7;  parte  dl 
Roma  per  Bologna  ;  accompagna  Ginevra  Bentlvogllo 
a  Pesaro  alle  nozze  d.  fratello  Costanzo  Sforza  (an. 
1475),  215,  10-12  ;  ^!  degll  ambasc.  d.  Senato  dl  Bolo- 
gna  a  Slsto  IV  a  chiedere  an  nuovo  leg.  e  vesc.,  e 
parte  per  Roma  (an.  1483),  228,  34-35;  roentre  h  Jn 
via  II  pp.  nomlna  a  tali  carlche  Glullano  della  Ro- 
vere,  31-33;  torna  con  Galeazzo  delln  Rovere  luogo- 
tenente  d.  pred.  a  Bologna,  34-35;  va  ambasc.  dl  Glo- 
vannl  Bentlvogllo  a  Innocenzo  III  a  rallegrartl  d. 
sua  elezlone  (an.  1484),  230,  35-36;  nccompagna  II 
Bentivoglio  in  pellegrlnaggio  a  Loreto  (an.  1485), 

232,  22-23,  36;  torna  a  Bologna  con  II  nuovo  leg., 

233,  5-4;  accorapagna  Giovannl  Bentlvogllo  In  pelle- 
grinaggioaSanfAntonlo  dl  Padova  (an.  1488),  244, 


750 


INDICE  ALFABETICO      [SalwoU  Q.  F.-S«unpieri  BattisU] 


36, 31;  ra  ambaic.  d.  Senato  ad  accompagqare  a  Roma 
li  leg.  Atcanlo  Sforza,  247,  33 ;  torna  a  Bologna,  »i  ; 
cf.  40;  t  ed  i  aepolto  In  San  Giacomo,  40-42;  gii 
luccede  In  Senato  Glanfrancesco  Aldrovandi,  4]-43. 

Salarou  Tommaso  i  conflnato  a  cinquanta  miglia  da 
Bologna  nelle  terre  d.  Cliieaa  perclii  amlco  d.  Ben- 
tlToglto  (an.   1507),  362,  33-34,  45-46,   4g. 

Salarolo  V.  Solarolo. 

Salkrno  (arcivbscovo  di)  V.  Otlaviano  Btntivoglio  (aa. 
1486- 1498). 

Salbrno  (principe)  V.  Colonna  Antonio. 

SALBsft  V.  Saliceto. 

SALESiMt  Ghimolfo  [Gkinol/o  Saieiino]  multato  In  trc- 
cento  ducati  per  11  rifaclmento  d.  pal.  Marescotti 
alla  cul  rovlna  areva  preso  parte  (an.  1508),  387,  43. 

Salbsini  PiBTRO  mugnaio;  prende  parte  a  una  glostra 
fatta  correre  dal  Mugnai  di  Bologna  nel  mercato 
d.  buol  (an.  1443),  75,  1-9. 

Saletto  [Saitlo]  danneggiato  dalia  tempesta  (an.  1453)/ 
143,  46. 

Saucbto  [Salesi]  nel  contado  di  Bologna  ;  vi  h  rovlnato 
il  raccolto  da  un  temporaie  (an.  1448),  125,31,  34; 
danneggiato  dalia  tempesta  (an.  1454),  151,  46,  48 ; 
devastato  da  una  tempesta  (an.  1468),   199,  19-21. 

[Salicbto  (da)  CANTAGr.moJ  [£>e'  Cantaglini]  padre  di 
Giacomo,  27,  23-24. 

Salicbto  (Da)  Cantaglino  [Cantaglint  di  lacomo  da 
Saliceto\  figlio  dl  Giacomo,  88,  45;  i  degli  Incaricati 
dl  attuare  I  provvedlmenti  iiscall  deliberatl  nel 
Conslgllo  d.  Seicento  (an.  1443),  88,  41-45. 

Saliceto  (Da)  Carlo  \Carlo  di  lacomo  Salicetti,  Carlo 
SttUcetlo]  figlio  di  Giacomo;  dottore;  fe  armato  cav. 
dail'lmp.  Slgismondo  dl  Lussemburgo  in  Ferrara 
(an.  1433),  36,  17-18;  per  incarlco  d.  governatore 
di  Bologna  accompagna  a  Firenze  gli  ambasc.  man- 
datl  dai  com.  di  Bologna  a  invitare  il  pp.  Euge- 
nio  IV  (an.  1435),  44,  8-10;  in  casa  sua  alloggia 
il  vesc.  card.  Nicol6  Albergati  (an.  1436),  47,  22-23. 

Salicbto  (Da)  Giacomo  [lacomo  da  Saliceto,  lacomo  Sa- 
Hcetti,  lacomo  di  Cantaglino,  lacomo  de'  Cantaglini] 
figiio  dl  Cantaglino,  27,  23-24:  e  padre  di  un  altro 
Cantagllno,  88,  45;  di  Carlo,  36,  17-18;  el.  da  Euge- 
nio  IV  per  il  quartlere  dl  porta  San  Pletro  d.  Ventl 
commissarl  deputati  a  eleggere  I  magistrati  di  Bo- 
logna  (an.  143 1),  27,  23-25;  accorapagna  Giovannl 
Bentlvoglio  In  visita  a  Milano  (an.  1465),  188,  43. 

Salimbsni  Anoblo  Michelb  bolognese;  narra  in  ottava 
rima  le  feste  per  le  nozze  di  Annibaie  Bentlvoglio, 
che  dedica  a  Lorenso  de'  Medicl  (an.  1487),  241, 
25-29. 

Sallustio  [Salustio]  v.   Guidolli  S. 

Salmarum?  (dominus)  titolo  dell'lmp.  Massimlllano, 
279,  21. 

Salustia  V.  Selliiitra. 

Salustio  V.  Salluslio, 

Saluzzo  (marchbsb  di)  V,    Vasto  (Dei)  Manfredi. 

Salvatore  V.  Salani  S. 

Salvatore  (chibsa  di  San;  V.  Bologna  {chiese). 

Salvatorb  (monastrro  di  San)  V.  Selogna  (monasteri). 

Salvioli  ViNCBNZo  Dall'Oca  [Vincemtio  dalVOccha  o 
sia  de'  Salvioli]  h  d.  Ventl  d.  popolo  per  porta 
Stieri  (an.  1506),  352,  4-5. 

Salvuzzo  t>.  Bentivoglio  S. 

Samalo  (cardinale)  V.  Briconnet  Guglielmo. 


Samoogia  (Pil-mb)  \Samosa].  I  Bologneti  ne  toigono  l'ac- 
qua  a  San  Giovannl  in  Persiceto  tagllandone  gll 
argini  a  Cortetone  e  dcviandoia  In  un  fotsato  nella 
Padrelia  (an.  1445),  112,  21-34;  andie  la  riempiono 
di  legname  per  un  buon  tratto,  24-25;  v.  ancke  Ah- 
drta  (Von)  da  Samoggia. 
—  (vALLB  della)  i  tutta  preta  dal  cap.  d.  Clileta  Gla- 
como  Caldora  (an.  1428),  10,  34;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogllo  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  36. 

Samosa  (da)  V.  Samoggia  (Da). 

Sampibri  (famiglia)  "h  rappresentata  nel  Thealro  moralt 
de'  moderni  ingegni  d.  GUrardacci,  XXiV,  23,  24,. 

Sampieri  Antonio  [Antonio  da  Castil  San  Pietro]  dot- 
tore;  h  giudice  d.  Mercanzla  in  Bologna  (an.  1435), 
43,  16-17 ;  h  degli  Anzianl  per  porta  Ravegnana  dl 
maggio-giugno  (an.  1446),  114,  21-22. 

Sampieri  Antonio  h  con  aitri  convocato  da  Ermet 
Bentlvogllo  In  Pai.  (an.  1501),  305,  5-7;  II  pred. 
svela  ciie  Agamennone  Marescotti  aveva  tcritto  ai 
Valentino  invltandoio  contro  Boiogna  e  i  Bentivo- 
glio,  11-29;  lo  esorta  a  unirsi  a  lu!  neli'uccidere  i 
Marescotti  tradltori  gia  detenuti  in  Pal.,  2»-3l;  par- 
teclpa  all'uccisione  d.  pred.,  31-42. 

Sampieri  Bartolomso  Gonfftlonlere  di  Giuitlzia;  con 
gli  Anziani  dorme  all'aria  aperta  nell'orto  d.  PaL 
durante  11  terremoto  (an.  1505),  334,  21-24. 

Sampieri  Battista  [Battista  da  Caslet  San  Pietro]  figlio 
dl  Floriano,  97,  30;  107,  34;  111,  1;  padre  di  un  altro 
Floriano,  184,  U;  dl  Lodovico,  147,  39;  di  Marco, 
188,  41;  dottore  in  utroque;  e  inviato  con  Tommoto 
Gozzadini  ambasc.  ai  Veneziani  per  trattare  di  una 
lega  contro  11  Visconti  (an.  1443),  86,  45-46;  manda 
un  suo  servitore  a  Bologna  ad  annunziare  la  con- 
clusione  d.  Lega,  89,  11-12:  il  servitore  h  retteggiato 
e  regalato  dal  slgnorl,  12-15;  11  pred.  va  a  casa  dl 
Annibale  Bentivoglio  a  dare  la  nuova  d.  Lega  ai 
Plcclnino,  15-17;  parte  quind!  per  tornare  a  Venezia 
accompagnato  da  sei  uoralni  datlgli  per  tcorta  dal 
Senato,  20-23;  tra  la  porta  Maggiore  e  queila  di  San 
Vitale  verso  Budrio  ii  detto  servo  coi  compagnl 
sono  scambiati  per  nemici  da  alcuni  ortolanl  e 
uccisi,  23-30;  11  Senato  dl  Bologna  di  ordine  sia 
distrutto  11  suo  molino  alle  porte  di  Gaillera  per 
affamare  il  castelio,  90,  13-14;  Galeazzo  Marescotti 
non  riesce  nell'impresa  per  ia  dlfesa  fattane  d&i 
nemici,  14-17;  h  per  porta  San  Procolo  d.  Commlt- 
lione  incaricata  della  elezlone  agli  uffici,  97,  33-35, 
30;  4  el.  d.  Sedici  Rlformatorl  d.  Stato  per  II  quar- 
tlere  di  porta  San  Procoio  (an.  1445),  107,  24-25;  h 
degli  Anziani  che  dellberano  11  bando  al  Canetoli 
e  loro  seguaci,  48;  108,  2;  va  ambasc.  d.  Senato 
bolognese  ai  Fiorentini  a  pregarli  di  muovere  guerra 
ai  Viscontl  In  Loml>ardia  per  distorlo  da  Bologna, 
111,  1-2;  h  Inviato  con  Crlstoforo  Caccianemicl 
aml>asc.  al  Venezlanl  per  prendere  lume  clrca  ie 
loro  intenzioni  riguardo  al  Visconti  (an.  1446),  115, 
16-18;  &  accolto  cordlalmente,  18,  torna  a  Bologna  con 
risposte  confortanti,  19-25;  h  Invlato  ambasc.  con 
altri  al  nuovo  pp.  Nicol6  V  (an.  1447),  120,26-27; 
h  ben  accolto,  30;  riceve  benevoli  promesse  da  Ni- 
C0I6  riguardo  a  Boiogna,  30;  raa  poi  gli  h  fatto 
Intendere  dal  pred.  chc  vuole  il  libero  dorainio  d. 
c,  35-36;  ne  scrive  subito  ai  Senato,  36-37,  che  lo 
richl&ma,  39-40;   i   mandato   di    nuovo    amt>asc.  aX 


ISampicri  Batt.-Sampieri  Lodovico]  INDICE  ALFABETICO 


751 


pp.  per  la  conferma  d.  capitoU,  122,  M,  26-2?;  h 
degll  Anziani  di  marzo-aprile  (an.  1449),  129,  34-35; 
si  reca  con  altrl  Bolognesi  a  Pesaro  a  prendervi 
Glnevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivoglio  (an.  1454), 
147,  15-23;  essendo  d.  Sedici  Riformatori  f  di  peste  ; 
h  sepolto  in  San  Domenlco  (an.   1457),  165,  4-6. 

Sampieri  Battista  scalco  alle  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.   1487),  237,  37-38;  suo  abito,  49-50. 

Sampibri  DoMENlco  Maria  multato  in  trecento  ducati 
pel  rlfacimento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  3«. 

Sampieri  Ercolb  [BrcoUssf  da  San  Piero]  giostra  nel 
torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Sa- 
pienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al 
seguito  di  NicoI6  Rangoni,  paladlno  d.  Sapienza;^ 
ascritto  alla  terza  squadra  vestita  alla  francese  (an. 
1490),  258,  31-33;  il  suo  partito  soccombe,  262,  17-18; 
4  con  altrl  convocato  da  Ermes  BentlvogHo  in  Pal. 
(an.  1501),  305,  5-6;  il  pred.  gll  svela  che  Agamennone 
Marescotti  aveva  scritto  al  Valentino  invltandolo 
contro  Bologna  e  i  Bentivoglio,  11-39;  lo  esorta  a 
unirsi  a  lul  nell'uccidere  1  Marescotti  traditorl  giJ 
detenuti  In  Pal.,  39-31 ;  partecipa  alI'ucclsione  d. 
pred.,  31-43;  fe  tra  le  gentl  d'arme  di  Annibale  Ben- 
tlvoglio  a^soldato  dai  Fiorentini  contro  i  Pisanl 
(an.  1505),  337,  31-32;  esce  di  Bologna  coi  Bentl- 
voglio  suoi  amici  (an.  1506),  348,  41;  349,  1. 

Sampieri  ERC01.K  Aktonio  [Erco/esse  Antonio  da  San 
Picro]  esce  di  Bologna  col  Bentivoglio  suoi  amicl 
(an.  1506),  348,  41,  44. 

Sampieri  Floriako  [Fioriano  da  Castel  San  Pietro] 
dottore,  padre  di  Battista,  97,  30;  107,  34;  111,  1;  si 
reca  oon  il  governatore  di  Bologna  Lodovico  Ala- 
manni  e  con  altrl  slgnori  bolognesi  a  prendere  pos- 
sesso  di  Imola  e  Forl\  (an.  1426),  4,  10-13;  fuoru- 
scito  e  richlamato  in  Bologna  (an.  1430),  18,  1, 
4 ;  fa  pace  a  nome  di  Antongaleazzo  Bentivoglio 
con  i  Canetoli,  5-6;  h  per  porta  San  Procolo  d. 
Venti  commissari  deputatl  da  Eugenio  IV  alla  ele- 
zione  d.  magistrati  d.  c.  (an.  1431),  27,  33,  36;  h  rie- 
letto  d.  Venti  pred.  (an.  1432),  31,  9;  fe  el.  d.  Dlecl  dl 
Balla  (an.  1438),  55,  14,  16-17;  h  d.  Sedicl  Riforma- 
tori  d.  Stato  (an.  1440),  62,  I,  6;  interviene  il  giorno 
di  Santa  Monica  alla  messa  solenne  fatta  celebrare 
in  San  Giacomo  dal  Senato  di  Bologna,  49-50. 

Sampibri  FLORrAMo  figlio  di  Battlsta,  184,  11;  scalco  alle 
nozze  di  Giullo  Malvezzl  (an.  1464),  8,  II. 

Sampibri  GlACOMO  o  GiACOMACCio  [/acomo  di  San  Piero, 
Giacomatto]  padre  di  Gugllelmo,  142,  11;  i.  el.  degli 
Anziani  (an.  1446),  113,  13-13 ;  la  sua  casa  h  saccheg- 
giata  dal  popolo  perch^  amico  d.  Pepoli  e  d.  Fan- 
tuzzi  (an.   1449),  131,  33-34. 

Sampieri  Girolamo  [leronimo  da  San  Piero]  h  el.  d. 
Sedici  (an.  1488),  253,  33-24;  accompagna  a  Rlmlnl 
Vlolante  BentivogUo  sposa  a  Pandolfo  Malatesta 
(an.  1489),  254,  I7,  31;  torna  a  Bologna,  35;  succede 
In  Senato  al  padre  Ludovico,  rinunclando  al  fra- 
tello  i  beneficl  e  il  protonotariato  che  aveva  (an. 
1494),  277,  33-33;  h  Gonfaloniere  di  Glustizia  per 
settembre-ottobre  (an.  1501),  308,  23;  accompagna 
a  Ferrara  Lucrezia  Bentlvoglio  (an.  1502),  309,  14- 
16;  con  Carlo  Gratl  sl  reca  ambasc.  al  Borgla,  312, 
37-42;  dichiara  al  pred.  che  non  pensi  dl  mutare  lo 
•tato  d.  c,  e  cacclarne  i  Bentlvoglio,  43-43 ;  lo  prega 
Invece  a  laaclare  vlvere  In  pace  I  Bolognesi  otter- 


vando  i  capitoli,  43-45;  al  che  riflutandosi  11  duca 
audacemente  rlsponde  con  mlnaccie  e  parte,  45-50; 
ric,  321,  11;  essendo  d.  Sedici  h  eletto  degli  ambosc 
d.  Senato  a  Pio  III  per  rallegrarsi  d.  sua  elezione 
(an.  1503),  326,  47-49;  e  parte  con  onorevole  coml- 
tlva,  327,  1-3;  giunge  a  Roma  che  il  pp.  e  grave- 
mente  malato,  19-30;  f  il  pred.,  domanda  istruzionl 
a  Bologna  sul  da  fare,  32-23 ;  gU  h  ordlnato  di  aspet- 
tare  relezione  d.  nuovo  pp.,  23-34 ;  va  a  riverire 
Giulio  II  benevolmente  accolto,  328,  30-31;  II  pred. 
gli  dona  una  ricca  collana  d'oro,  e  lo  fa  cav.  au- 
rato,  33-33:  h  mandato  con  altrl  dal  Senato  am- 
basc.  a  Giulio  II  a  SanfArcangelo  (an.  1506),  345, 
45-46;  giunto  a  Cesena  coi  compagni  h  raggiunto  da 
un  messo  di  Giovanni  Bentivoglio  che  loro  fa  pre- 
raura  di  passare  su  ferritorio  veneziano  essendo 
stato  ucciso  in  Bologna  Bernardlno  Gozzadlni  ama- 
to  dal  pp.,  46-346,  1-17;  va  a  Cervia  e  dl  li  chiede 
un  salvacondotto  al  pp.  che  lo  accorda,  17-31 ;  reca- 
tosl  a  SanfArcangelo  con  gli  altri,  il  pp.  proiblsce 
a  tutti  dl  partire  senza  sua  licenza,  31-23;  rimanda 
a  Bologna  il  suo  seguito  airinfuori  di  un  servo, 
33-34;  h  da  Giullo  II  el.  d.  Quaranta  consiglieri  • 
riformatori,  358,  37. 

Sampikri  Gugliklmo  figlio  dl  Giacomo,  142,  11;  h  ban- 
dlto  di  Bologna  per  avere  partecipato  alla  libera- 
zlone  di  un  prete  mago  (an.  i^ja),   8,  11. 

Sampibri  LoDOvlco  [Lodovico  da  San  Pietro]  figllo  di 
Battista,  147,  39;  padre  di  Girolarao,  277,  33;  scalco 
di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio  (an.  14S4), 
147,  30-33,  39;  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  38;  accompagna  Giovanni 
Bentivoglio  in  visita  a  Milano  (an.  1471),  206,40; 
rlceve  in  dono  dal  duca  Sforza  ventl  braccia  di  vel- 
luto  morello,  207,  10-11 ;  i  fatto  car.  aurato  da  Glo- 
vanni  Bentivoglio  in  San  Giacomo  (an.  1475),  215, 
4-6;  sostituisce  In  Senato  il  +  Giovanni  Guidottl 
(an.  1478),  218,  19-30;  accompagna  a  Ferrara  Anni- 
bale  Bentivoglio,  219,  34-35;  h  mandato  dal  Senato 
a  rabbonlre  il  pp.  Sisto  IV  pel  rifiutato  alloggio  di 
seicento  cavalli  nel  Bolognese  (an.  1479),  220,  23-38; 
risponde  evasivamente  alle  pretese  d.  pred.,  che  adl- 
rato  lo  Ilcenzia,  38-31 ;  torna  a  Boiogna  e  informa  di 
tutto  il  Senato,  33;  h  mandato  con  Vlrglllo  Malvezzl 
commissario  a  Cento  a  rlcondurvl  la  tranqullliti 
dopo  l'assas8{nio  d.  resc,  Bartolomeo  Uggeri,  221, 
6-8;  con  prudenza  acqueta  ogni  tumulto,  8-10 ;  bandl- 
sce  i  capi  d.  congiura  e  promette  amnistla  al  col- 
pevoli,  10-12;  accompagna  Giovannl  Bentlvogllo  • 
Milano,  33-33;  h  testlmone  alla  consegna  degli  aneili 
fatta  a  Franccsca  ed  Eleonora  Bentivogllo  dagli 
Incaricatl  d.  rlspettivl  marlti  (an.  14S1),  223,  it- 
19;  accompagna  Francesca  In  Faenza  al  marlto  (an. 
1482),  45-46;  va  con  Bonlfacio  Cattani  ambaic.  d. 
Senato  al  pp.  Innoccnzo  VIII  a  rallegrarsi  d.  lua 
elezione  (an.  1484),  230,  37-38;  ottlene  la  conferma 
d.  capltoli  eslstentl  tra  la  Santa  Sede  e  Bologna,  M- 
40;  el.  Gonfaloniere  di  Glustizla  fa  lolenne  entrata 
in  ufficio  secondo  II  nuovo  cerlmonlale  («n.  1485), 
231,  38-33;  accompagna  Giovannl  Bentlvoglio  In 
peilegrinagglo  a  Loreto,  232,  22-34,  ea  SanfAntonlo 
di  Padova  (an.  1488),  244,  2»-37 ;  corae  rappresen- 
tante  d.  Senato  Interriene  all'eMme  d.  colpevoU  d. 
conglura  contro  11  BentlvogUo  fatto  dal  pod.,  351, 


752 


INDICE  ALFABETICO      fSamplerl  L.-Sanseverino  (Da)  O.J 


3«-j7 ;  Inileme  con  la  moglie  accompagna  a  Rlmlnl 
Violante  Bentlvoglio  iposa  dl  Pandolfo  Malateata 
(an.  1489),  254,  l7-tf;  torna  a  Bologna,  U-35 ;  i  uno 
degll  ambasc  d.  Senato  ad  Alessandro  VI  per  ralle- 
grarsl  d.  sua  elezlone  (an,  1493),  268,  9-10;  accom- 
pagna  Glovanni  Bentivogllo  a  un  parlamento  In 
Ferrara  (an.  1493),  272,  13-14  5  Intervlene  all'lnaugu- 
razlone  d.  Navlgllo  da  Corticella  a  Bologna  (an. 
1494),  274,  3-36;  t,  gU  succede  In  Senato  il  figUo  Gl- 
rolamo,  277,  32-33. 

Sampibri  Louovico.  Qual  procuratore  dl  Giovannt  e 
Annlbale  Bentlrogllo  firma  alla  Pieve  nel  Peru- 
gino  11  contratto  dl  matrtmonlo  tra  Costanza  dl 
Annibale  e  una  sorella  d.  vesc.  dl  Elna  pareate  d. 
Valentlno  (an.  1503),  321,  34-2». 

Sampieri  Marco  [Miirco  da  San  Piero]  figlio  di  Bat- 
tlsta,  accompagna  Glovannl  Bentlvoglio  a  Milano 
(an.  1465),  188,  41. 

Sampieri  Parickllo  [ParicfUo  da  Sait  Pietro].  Suo  dono 
a  Sante  Beatlvoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  l.^iO,  1. 

Sampibri  Tommaso  [Tommaso  da  San  Piero)  notaio; 
fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giullo  Malvezzi  (an. 
1464),  184,  35;  dal  Senato  dl  Bologna  h  mandato 
al  Modenesl  ad  avvertlrll  che  sarebbero  tenutl  re- 
sponsabill  dl  ogni  danno  e  interesse  che  I  Bolognesi 
fossero  per  patire  dal  duca  d'Este  (an.  1471),  210,  2-3. 

Sampibri  Vimcrnzo  [  Viitcemo  da  San  Piero]  scalco  alle 
nozze  dl  Alessandro  Bentivogllo  (an.  1491),  267, 
15-17;  ha  con  84  sei  servltorl,  15;  vestlto  suo  e  d. 
servl,  It-H. 

San,  Santo,  Santa  V.  ai  nomi. 

Sancio  t>.  Carillo  S. 

Sandro  V.  Alessandro. 

Sangallo  (Da)  Marcone  cap.  dl  ventura;  h  agli  ordlni 
dl  Ercole  Bentlvoglio  nelPesercito  fiorentino  contro 
Pisa  (an.  1505),  337,  31-33. 

Sangiorgi  Antonio  dl  Plano;  padre  dl  Bartolomeo,  209, 
14-15;  combatte  nel  torneo  in  Bologna,  tenutosl  per 
definlre  se  nelle  cose  umane  prevalga  la  Saplenza 
o  la  Fortuna,  al  segulto  di  Annlbale  Bentivogllo 
paladino  d.  Fortuna ;  fe  capo  d.  prima  squadra  ve- 
stlta  allMtallana  (an.  1490),  259,  15;  la  sua  parte 
rlporta  la  vlttoria,  262,   17-19. 

Sanoiorgi  Bartolomeo  figlio  di  Antonio,  209,  16-17; 
dl  Plano;  rlporta  Insleme  a  Tasso  da  Lodi  II  premio 
e  1'onore  In  una  giostra  tenutasl  In  Bologna  per 
San  Petronlo  (an.  1471),  16-18. 

Sangubnoi  V.  Sanguig-ni. 

Sanguigni  Francesco  [Francesco  Sanguenffi]  di  Roma; 
pod.  di  Bologna  (an.  1466),  189,  38. 

Sanguineta  fa  un  dono  a  Sante  Bentlroglio  per  le 
nozze  (an.  1454),  150,  46-47. 

[Sanguinetti  GuiDo]  *  ric,  LXXI,  g-io „, 

Sansevsrino  cade  nelle  mani  dl  Franceaco  Sforza  (an. 
1444),  99,  17-18. 

Sansbvbrino  (D.\)  Amerigo  [Merigo]  ric,  59,  40;  ^  cap. 
nelPeserclto  mandato  dal  duca  dl  Milano  In  aluto 
dl  Bologna  (an.  1455),   154,  20-23. 

Sansbverino  (Da)  Anton  M  aria  flgllodlRoberto; 
fratello  dl  Gaspare  det  to  Fracasso,  265,  48;  passa 
dl  Bologna  diretto  a  Firenze  a  condolersi  per  II  duca 
di  Mllano  d.  t  di  Lorenzo  de'  Medici  (an.  1493), 
265,  47-50;  h  con  il  segulto  vestito  dl  nero,  50. 

Sansbvbrino  (Da)  Fbderioo   \Friderigo  San  Sevtrino 


cardinal*  di  Afilano\  milanese;  figllo  di  Roberto, 
312,  3-4;  card,  di  San  Teodoro,  323,  8;  278,  39-40; 
ripara  in  Germania  con  Lodovico  Sforza  (an.  1499), 
297,  7-8;  passa  di  Bologna  osplte  dl  Glovannl  Ben- 
tlvogllo  (an.  1502),  312,  3-5;  ne  parte  per  Mllano 
a  vlsltare  II  re  Luigi  XII,  4-5 ;  h  nimicissimo  d. 
BentlvogUo,  e  dal  pp.  fatto  leg.  di  Bologna  (an. 
1503),  323,  8-9;  i  Bolognesl  lo  rlfiutano,  9-10;  ac- 
compagna  a  Bologna  Glulio  11  e  alloggla  nella  casa 
di  Eleonora  Plo  figlia  di  Giovanni  Bentivoglio 
(an.  1506),  356,  41-42;  gii  h  dato  incarico  dal  pp. 
dl  accomodare  1  capitoll  con  Bologna  secondo  11 
desiderio  d.  Bolognesi,  364,  11-14. 

Sanseverino  Fracas80  V.  Sanseverino  (Da)  Gaspar*  det- 
t»  Fracasso. 

Sanseverino  (Da)  Francesco  i  ntiresercito  dl  Barto- 
lomeo  Colleonl  contro  Flrenze  (an,  1467),  193,  15; 
rimane  t  nella  battaglla  alla  Mezzolara,  195,  21-32. 

Sansbverino  (Da)  Francbsco  contb  ui  Caiazzo  \conte 
di  Goaxta,  di  Caianxa,  Gaiaita]  accompagna  Ermes 
Sforza  a  Roma  (an,  1492),  268,  44-45;  cap.  d.  forze 
ducali  unlte  ai  Francesl,  si  rltira  daII'ImoIese  al 
sopragglungervi  d.  duca  dl  Calabria  e  sl  ferma  a 
Fossa  Tagllolo  (an.  1494),  278,  16-19;  rlc,  278,  40; 
venuto  l'Inverno  va  ai  suoi  allogglamentl  in  Lom- 
bardia  accompagnato  con  grande  onore,  nel  suo 
passagglo  per  II  territorio  bolognese,  da  Annibale 
Bentivoglio,  284,  32-35;  si  congiunge  con  molte 
squadre  d.  duca  di  Milano  all'esercito  d.  Veneziani 
contro  Carlo  VIII  (an,  1495),  286,  46-48. 

Sansbvbrino  (Da)  Galeazzo  genero  di  Lodovlco  Sforza, 
278,  40;  va  col  Bentivoglio  ad  assediare  Forli  In 
aluto  di  Caterina  Sforza  Riario  (an.  1488),  245,  15-16; 
vi  entra  con  II  pred.  e  pone  in  seggio  Ottaviano  Ria- 
rio  primogenito  dell'ucciso  Girolamo,  20-23 ;  rlporta 
11  premio  e  l'onore  neUa  giostra  bandita  a  Milano 
dal  duca  per  le  nozze  di  Ippolita  Sforza  con  Ales- 
sandro  Bentivoglio  (an.   1492),   266,    17-18. 

Sanseverino  (Da)  [Gasparb]  detto  Fracasso  [Fra^at- 
so  Sanseverind]  figlio  di  Koberto,  265,  46;  286,  5; 
296,  9-10;  312,  18-19;  Interviene  alle  nozze  di  An- 
nlbale  Bentivoglio  in  Bologna,  e  va  incontro  agll 
sposi  fuorl  porta  di  Galliera  (an,  1487),  236,  32,  34- 
35;  corre  contro  Cario  Grati  che  tiene  il  secondo 
tavolaccio  avanti  il  pal.  d.  Signori  nella  giostra  per 
le  nozze  pred.,  240,  46-47;  viene  a  parole  col  raarch. 
Gonzaga  per  II  premlo  d.  glostra,  241,  13-U;  sl  rap- 
pacifica  per  1'Intervento  dl  Giovanni  Bentivogiio, 
15;  passa  di  Bologna  diretto  a  Roma  (an,  1492),  265, 
46-47;  4  osplte  di  Giovanni  Bentivogllo,  47  ;  conduce 
selcento  cav,  d.  duca  di  Milano  a  Roma  in  aiuto  d. 
pp.  (an.  149S),  286,  5-6;  ric,  287,  21-32;  passa  di 
Bologna  senza  soldati  diretto  a  Milano  a  chiedere 
Ucenza  al  duca,  con  cui  fe  sdegnato  (an.  1499),  296, 
9-11;  la  ottiene  con  l'ordIne  dl  abbandonare  Milano 
entro  due  ore  e  il  ducato  in  due  giorni,  11-13;  i  dal 
duca  prlvato  d.  robe  e  casteill  che  aveva  in  Lom- 
bardia,  13-13;  assoldato  dai  duca  Valentlno  passa  di 
Bologna  diretto  a  Imola  (an.  1502),  312,  18-30;  i 
ricevuto  da  Annibale  ed  Erraes  Bentivogllo  e  ospi- 
tato  da  Giovanni  Bentlvoglio,  20-21;  parte,  22;  suo 
posto  nel  corteo  di  Gluilo  11  alla  sua  entrata  In  Bo- 
logna  (an.  1506),  355,  48;  356,  3;  aUoggia  in  cas* 
d.  Sassuno,  357,  35-36. 


[Sanseverino  G.-Sansevcrino  Ugo]      INDICE  ALFABETICO 


753 


SANSBrBRiNo  (Da)  GiAifFRANCESCo.  Rappresentando  il  re 
di  Napoli  alle  nozze  di  Annibale  Bentivoglio  a  Bo- 
logna  va  Incontro  agli  sposi  fuori  porta  di  Gal- 
liera  (an.  1487),  236,  32-25;  nella  colazione  nuziale 
ricere  in  dono  un  castello  di  zucctiero  sul  modelio 
di  Casteinuovo,  240,  19. 

Sansbvkrino  (Da)  LuiGi  cap.  di  ventura;  h  iicenziato 
con  i  suoi  cav.  dal  leg.  di  Bologna  (an.  1438),  5, 
36;  udito  d.  rlbellione  di  Bologna  alla  Chiesa  raentre 
si  trovava  in  Romagna,  offre  i  suoi  servigi  ai 
Bolognesi  che  Taccettano,  7,  9-13;  va  a  Bologna 
con  novecento  cavalli  ed  h  fatto  cap.  d.  soldatl, 
12-13;  h  mandato  contro  Nicol6  da  Tolentino,  nel 
Medesano,  35-35;  assale  il  pred.  allUmprovviso,  lo 
vince;  fa  prigloniero  tra  altri  capl  Cristoforo  Sa- 
cramori  che  conduce  a  Bologna,  35-30;  i  mandato 
dal  Senato  ad  assediare  Castei  San  Pietro,  32-33; 
gli  3ono  dati  per  comraissari  Giacomo  dalle  Cor- 
reggie  e  Francesco  Guldotti,  33-34;  sono  cap.  nel 
suo  esercito  Lodovico  Michelotti,  Leonello  Peru- 
gino,  Ranieri  del  Frosso  e  Angelo  Ronconi,  35-38; 
udito  che  I'esercito  pontificio  si  apprestava  a  en- 
trare  nel  territorio  bolognese  toglie  i'assedio  a  Ca- 
stel  San  Pietro  e  si  riduce  all'Idice  con  tutto  Teser- 
cito,  8,  3«-36;  fa  una  sortita  contro  il  Caldora  dalla 
porta  di  Galllera  e  attacca  con  il  pred.  un  accanito 
combattlmento,  11,  3-4  ;  sopraggiunta  la  notte  rientra 
in  Bologna,  4-5;  ric.  per  Antonello  suo  uomo  d'ar- 
rae,  14,  31;  essendo  allo  stipendio  d.  Vi- 
sconti  riceve  dal  pred.  ordine  di  recarsi  a  Bologna 
in  aiuto  d.  Canetoli  non  appena  apprenda  l'uccl- 
aione  di  Annibale  (an.  1445),  102,  16-18;  t  il  pred. 
e  cacclati  i  Canetoli  di  Bologna,  cavalca 
con  cinquemlla  armati  nel  Bolognese  avendo  seco 
Carlo  Gonzaga  (an.  1445),  109,  31-36;  si  uniscono 
a  lui  l  banditl  di  parte  canesca,  37;  vuole  Irapadro- 
nirsi  di  San  Giovanni  in  Persiceto  ma  h  respinto 
dagli  abitantl,  37-39;  assedia  allora  Montesone,  39- 
40;  entra  a  forza  in  SanfAgata,  41,  in  Crevalcore 
e  in  molti  altri  casfelli,  41-43;  con  duemila  cavalii 
e  moltisslmi  pedonl  va  a  Casaiecchio  e  toglie  a  Bo- 
logna  i'acqua  d.  Reno,  110,  28-30;  fa  una  scorreria 
al  Sasso  dl  Glosina,  30-31;  conoscluto  1'arrivo  a  Bo- 
logna  di  Slmonetto  dairAquila  parte  di  Casaiecchlo 
recandosl  prima  a  Buonconvento  sul  Reno,  qulndi 
ad  Argile,  38-40 ;  questo  castello  gll  si  d4  e  gll  abl- 
tantl  vanno  al  campo  con  lui,  40-41;  assedia  Castel- 
franco  che  gli  si  rende  a  patti,  1 11,  3-6;  ottiene  per 
tradimento  San  Giovannl  in  Persiceto,  38-39,  / ;  rau- 
niice  i  castelli  conquistatl  con  presidt  di  fuoruscitl 
e  banditi  e  torna  a  Milano  con  tutto  I'esercito,  chia- 
matovi  dal  duca,  112,  3-5;  h  sostltulto  nel  Bolo- 
gnese  da  Bartolomeo  da  Bergamo,  5;  vl  torna  con 
quattromila  trecento  cavalli  e  con  Francesco  Plcci- 
nino,  33-34  ;  va  a  San  Glovanni  In  Perslceto,  34-35; 
Invla  bande  dl  cavalli  sJno  pr.  le  porte  di  Bologna, 
39-40;  le  pred.  si  ritirano  prima  che  il  popolo  chla- 
mato  alle  arml  accorra,  39-43;  torna  In  Lombardia 
con  i'e»ercito  latciando  ben  presidiati  1  castelli  d. 
Bolognese  in  »uo  possesso,  48-49;  i  Venezlanl  cer- 
cano  averlo  ai  loro  stlpendi  con  1  suoi  clnque  figli 
(an.  1446),  113,  30-31;  h  percio  richiamato  dal  VI- 
•conti  in  Lombardia,  39-30;  h  fatto  Irapriglonare  nel 
forni  di  Monza  perchfe  sospettato  dl  essersi  accor- 


dato  coi  Venezianl,  40-42;  h  richiamato  !n  servizio 
dai  Visconti,  118,  3. 

Sansbvkrino  (Da)  Roberto  [eoHie  di  Cajatzo]  padre  dl 
Federigo,  312,  3-4;  di  Gaspare  detto  Fracasso, 
265,  46;  286,  5;  312,  18-19;  cap.  delPeserclto  d.  Lega 
allTdice  (an.  1467),  194.  9;  combatte  alla  Mezzolara 
e  incuora  i  soldatl  alla  pugna,  195,  11-13;  con  i  figli 
accompagna  in  Bologna  la  regina  di  Russia  nella 
sua  vislta  alla  sepoltura  di  San  Domenico  (an.  147»), 
212,  34-35:  essendo  cap.  d.  duca  di  Mllano  in  Bolo- 
gna,  e  abitando  In  casa  dl  Bartolomeo  da  Sala  riceve 
qui  la  sposa  Lucrezla  Malavolti  condottagli  daSiena 
(an.  1473),  213,  9-11 ;  cinge  con  Carlo  Antonio  Fan- 
tuzzl  gll  sproni  d'oro  ad  Annibale  Bentlvoglio  fatto 
cav.  aurato  dal  re  di  Danimarca  e  Norvegia  (an. 
1474),  214,  16-18;  h  uno  d.  capi  d,  giostra  bandita 
dal  Senato  dl  Bologna  per  San  Petronio  (an.  1475), 
215,  21;  molesta  i  Pisani  per  conto  d.  re  di  Napoli 
(an.  1479),  220,  36-37;  tende  un'imboscata  alle  gentl 
dl  Giovanni  Bentivoglio  e  d.  duca  d'£ste  prima  che 
entrino  in  Pisa  e  ne  uccide  molte,  43-43;  essendo 
cap.  d.  duca  di  Milano  passa  di  Bologna  con  la  rao- 
gile  e  i  figli  ricevuto  onorevolmente  e  ospitato  da 
Giovanni  Bentivoglio  (an.  1480),  222,  6-9;  gli  sono 
fatti  raolti  presenti  dai  cittadinl,  9;  parte  per  Firen- 
ze,  9 ;  ^  mandato  dai  Veneziani  con  grosso  esercito 
nel  Ferrarese  e  comincia  a  impadronlrsi  d.  citti  e 
castelli  (an.  1482),  224,  36-38;  tenta  invano  di  acco- 
starsi  a  Melara,  impeditone  da  Glovanni  Bentivoglio, 
43-45;  per  la  pace  conchiusa  tra  Veneziani  e  collegati 
fe  fatto  cap.  gen.  di  tutta  Italia  con  centoventiraila 
ducati  di  provvisione  annua  e  l'obbligo  dl  mante- 
nere  per  dleci  anni  seicento  uoraini  d'arme  (an. 
1484),  230,  45-47;  dopo  la  pace  tra  il  re  dl  Napoll 
e  Innocenzo  VIII  h  da  questi  iicenziato  (an.  1486), 
234,  23;  manda  a  Mllano  Giulio  Malvezzi  a  plgliare 
la  tenuta  di  alcuni  castelli  datlgli  dal  duca  in  se- 
gulto  alla  pace  coi  Veneziani,  22-39;  il  pred.  Mal- 
vezzi  ritorna  a  lul  In  Roma  col  rifiuto  d.  duca,  che 
gli  si  raostra  anzl  nemlco,  37-34 ;  esclama  dl  essere 
stato  uccellato  dal  duca  e  dalla  Lega,  34-35,-  delibera 
dl  partlre  da  Roma  con  la  sua  gente  e  ottlene  dal  pp. 
passo  llbero  nei  suoi  statl,  33-37;  glunto  a  ForI\ 
manda  a  chiedere  il  passo  e  vettovaglie  contro  pa- 
gamento  al  Senato  dl  Bologna  che  accontente,  37- 
39;  ma  arrivato  nel  Bolognese,  per  ordlne  d.  duca 
di  Milano,  gli  h  vietato  di  passare  oltre  da  Pirro 
Malvezzl,  39-46;  con  cento  cavalli  sl  lancia  alla  fuga 
e  riesce  a  salvarsi  a  Ravenna  e  dl  14  passare  nei 
Veneto,  46-47;  cf.,  23S,  2;  il  restante  d.  sua  com- 
pagnia  h  svaligiata  dalla  gente  d.  Malveazl,  234, 
47-48;  per  ordlne  di  Giovannl  BentlvoKlio  1  fuol 
soldatl  rlentrano  In  potsesso  d.  loro  «veri  e  sono 
lasciatt  Ilberl,  235,  3-5;  trovandost  pei  Veneilanl 
contro  I  Tedeschi  ad  Aggerra  non  dlstante  dal  ca- 
stello  d.  Pietra  vtene  a  battaglla  col  duca  d'Au«trla 
(an.  14S7),  244,  6-8;  II  suo  esercito  affoga  ncIfAdlge, 
I;  egll  rlmane  tra  I  nemlcl  e  accanitamente  com- 
battendo  f  •"  «**  ""  letUnta  annl,  9-10. 

Sanskvbrino  (Da)  contk  Uoo  cap.  noireserclto  d.  Lega 
ali'Idice  (an.  1467),  194,  5-6;  combatte  alla  Mez- 
lolara,  195,  7-8;  accompagna  a  Bologna  Ippollta 
Sforza  sposa  di  Alesoandro  Benttvoglto  (an.  149»), 
266,  34-35. 


T.  XXXni,  p.  I  —  48. 


754 


INDICE   ALFABETICO       (Santa-Saragozza  (Z>a)  GualengoJ 


SAin-A  e.  Stn,  Sante,  Samta. 

Santa  Crock  (card.  dz)  V.  Capraniea  Angtlo. 

(SAirrAVBUK  ALKssAm>Ro|  accompagna  il  princlpe  Pede- 

rlgo  d'Aragona  a  Mllano  a  prenderrl  IppoUta  Sfor- 

za,  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187i  vt. 
Santafbub  Krancbsco  Bccompagna  11  princlpe  Federlgo 

d'Aragona  a   Mllano  a   prendcrvl   IppoUta   Sforza, 

tposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187,  «9. 
Sakt'Anoblo  (Da)  Francesco  accompagna  11  prlnclpe 

Federigo  d'Aragona  a  Milano  a  prendere  IppoUta 

Sforza  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  187,  47. 
Santb,  Santi  [5(i)»/o]  V.  Attictnti  S.,  Barili  S.,  Bentivo- 

glio  S.,  Brtntadori  S.,  Calduni   S.,    Ghirardaeei  S., 

Manfredi  S.,  Muratori  S.,  Sfisani  S, 
SAirr'ELBNA  dannegglato  dalla  tempesta  (an.  1453),  143, 

46. 

Santi  AnnibaLB  [Sante  Annibale],  ric,  69,   11. 

Santi  GiovANNi  lanalolo;  h  decapltato  perch^  amlco 
d.  Pepoli  e  imputato  di  furto  (an.  1449),  132,  33-34. 

■Santi  Giovanni  sposa  Laura  Ghlrardaccl  (an.  1579), 
VIII  schizzo  genealogico,  IX,  73  ,. 

Santi  Marsiuo  multato  in  cento  ducati  per  11  rifacl- 
mento  d.  pal.  Marescotti  alla  cul  rovina  aveva  preso 
parte  (an.  1508),  387,  17. 

Santi  o  Raimondi  Nicol6  [N^ieolb  di  Santo,  Nicolh  de' 
Santi,  di  Santi,  detto  de'  /faimondi]  seguace  d.  Ca- 
netoli ;  torna  a  Bologna  dal  bando  (an.  1439),  57, 
34-33 ;  convocato  da  Baldassarre  Canetoli,  con  altri 
d.  partlto  approva  la  proposta  dl  uccidere  i  Mare- 
scotti  e  Annlbale  Bentlvoglio  e  di  sollecitare  l'aiuto 
d.  Visconti  (an.  1445),  102,  1-13;  la  sua  casa  ^  sac- 
cheggiata  e  bruciata,  106,  43-44;  h  bandito  di  Bo- 
logna,  109,  2;  h  posta  sulla  sua  testa  una  taglia  dl 
llre  mille,  14-16;  h  fatto  dagli  Anziani  rappresentare 
In  modo  infamante  nel  pal.  d.  Notai  (an.  1446), 
113,  14-17;  partecipa  alla  spedizlone  d.  fuorusclti 
per  rientrare  in  Bologna  (an.   1451),   138,  3. 

Santi  Quattro  Coronati  (caroinalb  DEi)  V,  Borgia 
Lodovico. 

Santini  Giovanni  seguace  d.  Canetoli;  ^  bandito  di 
Bologna  (an.   1445),   108,  37-38. 

Santino  "0.  Calzoiari  Girolamo  detto  Santino. 

Santo   V.  San,  Santo,  Santa. 

Santorio  Fazio  da  Viterbo ;  card.  di  Santa  Sabina ;  va 
a  Bologna  con  Sisto  IV  e  alloggia  in  casa  di  Ovl- 
dlo  Bargellini  In  strada  Santo  Stefano  (an.  1506), 
356,  33-33. 

Sanuti  sono  al  governo  dl  Bologna  (an.  1450),  134,  41-43. 

Sanuti  Giacomo  [/acomo]  padre  dl  NicoI6,  54,  3-4 ;  68, 
39;  73,  34;  97,  37-30;  142,  46;  145,  30;  191,  31 ;  fc  el. 
degli  Anziani  per  porta  San  Procolo  (an.  1439),  11, 
41-43;  ai  tempo  d.  suo  anzianato  1  capltoll  d.  pace 
con  Eugenio  IV  vengono  rlposti  nella  Camera  degli 
Attl  (an.  1431),  29,  17,  30-31. 

Sanuti  Nicol6  figlio  dl  Glacomo,  54,  3-4;  68,  3»;  73, 
34;  97,  37-30;  142,  46;  145,  30;  191,  31;  conte  d. 
Bagno,  31,  e  d,  Porretta,  225,  38;  cav.;  cassiere; 
h  el.  degll  Anzianl  di  Bologna  per  porta  San  Pro- 
colo  (an.  143S),  54,  1-4;  dura  in  carica  a  tutto  di- 
cembre,  7 ;  presta  al  com.  di  Bologna  duecentocin- 
quanta  scudi  e  ne  dlviene  tesoriere  (an.  1440),  62, 
33;  sl  reca  ambasc.  di  Bologna  al  duca  di  Milano 
(an.  1441),  68,  39-30;  ottiene  quanto  dimandava,  h 
dal  pred.  fatto  cav.  aurato,  30;  torna  a  Bologna,  30- 


>l;  si  reca  eon  altrl  a  MUano  ■  prettdervl  Donnina 
Visconti  rooglie  dl  Annlbale  Bentivoglio,  41-69,  1-3; 
parte  di  Bologna  per  Siena  di  cui  era  stato  el.  pod., 
70,  35-37;  gli  h  donato  dal  popolo  dl  Bologna  uno 
stendardo  con  I'arme  d,  c,  37-38;  i  accompagnato 
da  Annibale  Bentlvoglio  e  da  tutti  i  rettorl,  39-30 ; 
cf.,  36;  arriva  a  Siena,  ove  h  ricevuto  con  grandi 
onori,  36-37;  h  degll  ambasc.  mandati  al  duca  di  Mi- 
iano  per  chledergli  la  llberazione  di  Annlbale  Ben- 
tiToglio  e  d.  due  Malvezzi  impriglonati  da  France- 
sco  Plccinino  (an.  1443),  73,  33-34;  h  per  11  quar- 
tlere  dl  San  Procolo  d,  Comralssione  Incaricata  d. 
elezionl  agli  uflici  (an.  1443),  97,  33-33,  30;  i  giudlce 
d.  giostra  tenutasi  in  Bologna  il  giorno  di  San 
Luca  (an.  1444),  99,  39;  h  degli  Anziani  per  lugUo 
e  agosto(an,  144S),  109,  33;  el,  d.  Sedlci  Riformatorl 
d.  Stato  (an,  1446),  113,  35,  37;  cinge  la  spada  e  gli 
sproni  al  neo  cavaliere  Sante  Bentivoglio,  119,  37; 
6  degll  ambasc.  inviati  al  nuovo  pp.  Nlcol6  V  (an. 
1447),  120,  36-37,  che  benevolmente  lo  accoglie,  e  gli 
fa  buona  promessa  per  la  c,  30;  invece  pol  11  pred. 
gli  fa  intendere  dl  volere  il  dominio  assoluto  dl 
Bologna,  35-36;  ne  scrlve  al  Senato,  36-37;  h  richia- 
mato,  39-40;  h  anibasc.  a  Nicol6  per  la  conferma  d. 
capitoli,  122,  34-36;  h  mandato  ambasc.  al  pp.  accom- 
pagnando  il  leg.  (an.  1450),  134,  34 ;  va  ambasc. 
airimp.  Federigo  V  in  Ferrara  per  invitarlo  a  Uo- 
logna  (an.  1453),  140,  37-38;  fc  confermato  d.  Sedici 
del  Reggimento  (an.  1453),  142,  44,  46;  corae  tale 
partecipa  alla  riforma  degli  Statuti  (an.  1454),  145, 
39-30;  sl  reca  con  altrl  Bolognesl  a  Pesaro  a  pren- 
dervi  Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentivoglio, 
147,  15-33;  h  inviato  ambasc.  a  Roraa  a  felicitare  U 
nuovo  pp,  Calisto  III  (an.  1455),  159,  3-6;  dl  nuovo 
arabasc  a  Roma  al  seguito  d.  ieg.  (an.  1458),  165, 
48-49;  h  d.  senatori  sedenCi  gU  ultirai  sel  mesi  al 
tempo  d.  serrata  di  Paolo  II  (an.  1466),  191,  31;  f 
(an.  14S3),  225,  38-29;  aveva  cominciato  un  magnl- 
fico  pal.  in  via  San  Mamolo  poi  d.  Campeggi  di 
Dozza,  39-30;  cf.,  357,  17-18;  h  sepolto  con  grande 
onore  in  Santo  Stefano,  225,  30-31 ;  lascla,  non  aven- 
do  parenti,  U  suo  patrimonio  a  luoghl  pil,  31-33;  4 
el.  In  Senato  al  suo  luogo  Andrea  Gratl,  33-33; 
cf.,  122,  37;  nella  casa  che  fu  sua  prende  dlraora  il 
datario  Giovanni  Gozzadini,  cui  il  papa  la  dona 
essendo  gii  stata  usurpata  da  Giovanni  Bentlvoglio 
(an.  1506),  357,  16-18. 

"  Saracini  (famiglia)  h  rappresentata  nel  Theatro  mora- 
le  de'  moderni  ingtgnl  d.  Ghirardacci,  XXIV,  33,  35  ,. 

Saracixi  Alessandro  [Aleuandro  Saracino]  multato  in 
settecento  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Mare- 
scotti  (an.   150S),  386,  40. 

Saracini  Girolamo  h  degli  Anziani  per  nov,  e  dicem- 
bre  (an.  144S),  112,  18-19. 

Saracini  Giuuo  accompagna  gli  ambasc.  d.  Senato  bo- 
lognese  a  Roma  a  rendere  oraaggio  a  Pio  III  (an. 
1503),  327,  1. 

SaracIni  V.  Spara  Saracini. 

Saracino  V.  Beccaro  S. 

Sarafino  V,  Serafini. 

Saragozza  (Da)  GiovANNi  padre  di  Gualengo,  108,  31. 

Saragozza  (Da)  Gualengo  figlio  di  Giovannl,  perche 
seguace  d.  Canetoli,  h  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 
108,  31. 


[Sarezana-Sassuno  (Da)  Annibale]     INDICE  ALFABETICO 


755 


Sarbzana   V.   Sarzana. 

Sarsina  gia  d.  Chlesa ;  fe  richlesta  ai  Venezlani  da  Giu- 
lio  II  (an.  1509),  393,  28. 

—  (vEscovo)  V.  Antonio   Monaldi  (aa.   1474-1503). 
Sarti  Corradino  Gonfaloniere  e  d.  Dodici  di  Pace  (an. 

1431).  29,  37-39;  fe  uno  degli  inviati  alla  Certosa  a 
riconoscere  Giovanni  Bosco  governatore  di  Bolo- 
gna  e  condurlo  in  c,  35-40. 

Sarti  Don  ViRGiLio  &  confinato  a  cinquanta  miglla  da 
Bologna  nelle  terre  d.  Chieaa  perche  amico  d.  Ben- 
tivoglio  (an.   1507),  362,  33-34,  45-46;  363,  1. 

Sartirana  (Da)  V.  Giambone  da  Sartirana. 

Sarzana  \Sarezana\  castello  d.  Fiorentini  occupato  dai 
Genovesi  (an.  1487),  241,  33-34;  Annibale  Bentivo- 
glio  vi  si  reca  pr.  il  conte  di  Pitlgliano,  34-35,  e  vi 
attacca  subito  i  Genovesi;  lo  riconquista,  35-39;  & 
ceduto  da  Piero  de'  Medicl  a  Carlo  VIII  re  di  Fran- 
cia  (an.  1494),  283,  46. 

—  (CITTADINI     EL.    A   UFFICt    O   DIGNITA    PUBBLICHk)    V. 

Parentucelli  Tommaso  vesc.  di  Bologna  foipp.  Ni- 
colb   V. 

Sarzajtkllo  castello  d.  Fiorentini  occupato  daf  Geno- 
vesi  (an.  1487),  241,  33-34;  vi  arriva  Annibale  Ben- 
tlvoglio  pr,  il  conte  di  Pitigliano  cap.  d.  Fioren- 
tini,  34-35;  il  Bentivoglio  vi  da  subito  battaglia  ai 
Genovesi  e  lo  riconquista,  35-36;  fe  ceduto  da  Piero 
de'  Medici  a  Carlo  VIII  re  di  Francia  (an.  1494), 
283,  46. 

Sasna  (Dalla)  (?)  Francesco  e  uno  degli  accaniti  di- 
fensorl  di  Pisa  contro  i  Fiorentini  (an.  1505),  338, 
5-6. 

Sassatella  fazione  di  Imola  avversa  a  Ottaviano  Riario 
(an.  1503),  327,  30-31 ;  per  la  sua  opposizione  il  pred. 
non  pu6  ricuperare  la  signoria  di  Imola,  31-33 ;  la 
fazione  Valna  cerca  di  cacciarla  d'ImoIa  (an.  1504), 
331,  34-36;  venuta  alle  mani  sta  per  essere  vinta  e 
astutamente  chiede  una  tregua  di  tre  ore  che  ie  h 
concessa,  36-37;  frattanto  sopraggiunge  in  suo  aiuto 
Giovanni  da  Sassatello  con  mllizie  da  Forll,  li  quaie 
sopraSr^  la  fazione  avversaria  e  la  caccia  d'ImoIa  ab- 
bruciandone  le  case,  37-41. 

Sassatello  (Da)  Alidosio.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
in  Bologna  per  I'entrata  di  Giulio  II  (an.  1506),  355 , 
48,  356,  3. 

Sassatello  (Da)  Francesco  di  Imola ;  cap.  all'Idice 
nell'esercito  d.  Lega  (an.  1467),  194,  12;  nella  gio- 
stra  tenutasi  In  Boiogna  per  le  nozze  di  Annibale 
Bentivoglio,  e  giudice  per  i  gluocatori  dinanzi  al 
pal,  d.  Signori  (an.  1487),  240,  49;  241,  1. 

Sassatkllo  (Da)  Gentile.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
alPentrata  di  Giulio  II  in  Bologna  (an.  1506),  355, 
4«;  356,  3. 

Sassatkllo  (Da)  Giovanni.  Con  molti  armati  glunge  da 
Forll  a  Imola  in  aluto  d.  sua  fazione  (an.  1504), 
331,  38-39:  senza  rispetto  aila  tregua  assale  gll  av- 
versari,  li  vlnce  ed  espelle  dalla  c.  uccldendone  molti, 
39-41;  ne  abbrucia  le  case,  41;  per  molto  tempo  ri- 
mane  capo  d.  c,  41-42;  suo  posto  nel  corteo  papale 
aU'entrata  di  Giulio  11  in  Bologna  (an.  1506),  355, 
48;  356,  1;  alloggia  in  casa  Gratl  pr.  i  Servi  (an. 
1506),  357,  34;  dai  Quaranta  e  dal  leg.  e  raandato 
con  bande  di  cavalli  e  fanti  a  «cacclare  i  fratelH 
Bentivoglio  dal  territorio  Bolognese  (an.  1507),  370, 
2-4;  muove  da  ToscanelU  verio  Bologna  con  le  lue 


squadre  a  richleata  d.  Senato  e  d.  governatore  (an. 
1508),  383,  4-6. 

Sassatbllo  (Da)  Rizzardo.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
all'entrata  di  Giulio  II  in  Bologna  (an.  1506),  355, 
48;  356,  3. 

Sassatkllo  (Da)  Robkrto.  Suo  posto  nel  corteo  papale 
airentrata  di  Giulio  II  in  Bologna  (an.  1506),  355, 
48;  356,  3-4. 

Sassiguone  V.  Sasso  Leone. 

Sassiono  V.  Sassuno. 

Sasso  da  CKSiiNA  giostra  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  ia  Fortuna  o  la  Sapienza  pre- 
valga  nelle  cose  uraane,  al  segiiito  di  Gilberto  Pio 
e  di  Annibale  Bentivogllo  paladini  d.  Fortuna;  h 
ascritto  aila  seconda  squadra  vestita  alla  turca  (an. 
1490),  259,  24;  la  sua  parte  rlmane  vittoriosa,  262, 
17-18. 

Sasso  di  Glosina  [Sasso  da  Glosiena\  Luigi  da  Sanse- 
verino  vi  fa  una  scorreria  (an.  1445),  110,  30-31  ; 
tenuto  da  nemici  e  banditi,  h  ripreso  con  la  forza 
dai  Bolognesi  coraandati  da  Taddeo  Marchese,  112, 
10-13,  27-28;  vi  sono  fatti  dai  pred.  moltl  prigionieri, 
13-16;  vi  t  Pacifico  da  Panico,  13. 

Sassoferrato  (Da)  Simonk.  Volendo  procurarsi  il  fa- 
vore  d.  duca  dl  Milano  pensa  al  modo  dl  Introdurre 
in  Bologna  il  suo  cap.  Tallano  del  Friuli  (an.  1445), 
110,  18-20;  se  ne  apre  col  duca  che  lo  approva  e 
gli  d4  una  grossa  somma  di  danaro,  20-21 ;  crede  dl 
attirare  dalla  sua  Galeazzo  Marescotti  offrendogli 
cinquecento  ducati  subito  e  altra  somma  dopo  en- 
trato  Taliano,  31-24;  h  ingannato  dal  Marescotti  che 
finge  dl  accettare  il  trattato,  ma  Invece  lo  fa  pri- 
gioniero  e  lo  conduce  agli  Anziani,  24-26 ;  confessato 
il  vero  e  Impiccato  alla   finestra   d.  pol.  d.   notai, 

26-37. 

Sasso  Leonk  \Sassiglione\  fa  un  dono  a  Sante  Bentivo- 
glio  per  le  nozze  (an.   1454),   151,  8. 

Sassomolare  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Santc  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),   150,  46. 

Sassonero  nel  Bolognese;  fii  un  dono  a  .Sante  Bentl- 
voglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  33;  fa  un  pre- 
sente  alle  nozzedi  Giulio  Maivezzl  (an.  1464),  185,  5. 

Sassoni  V.  Sassuno. 

Sassuno  \Sassuni,  SassioHo\  castello  nel  Bologncse  ric, 
9,  26;  h  preso  da  Baldaccio  d'Anghiari  cap.  d.  Fio- 
rentini  (an.  1441),  69,  U;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  31;  i  fortifi- 
cato  da  Glovannl  Bentivoglio  (an.  1490),  257,  IS-I6. 

Sassuno  (Da)  \Sassoni\.  Nelia  loro  cata  alloggla  Gaspare 
da  Sanseverino  detto  Fracasso  (an.  1506),  357,  25-26. 

Sassuno  (Da)  Alhbrto  \Alherto\  i  fatto  cav.  aurato  da 
Giovanni  Bentivoglio  (an.  147»),  212,  45-47. 

Sassuno  (Da)  Albssanuro  \Alestandro  da  Sastoni\  vn  a 
Miiano  a  prendervi  Donnlnn  Viscontl  spota  dl  An- 
nibale  Bentivoglio  (an.  1441),  68,  4«-69,  1-3. 

Sassuno  (Da)  Annihals  \AnitihaU  da  Sassoni,  Anmhalti 
da  Sassuni]  figlio  di  Bernnrdo,  227,  41;  rlraane  or- 
fano  d.  padre  da  fanciullo  (an.  1483),  46-47:  glostrn 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosl  per  definire  «e  la 
Snpienza  o  la  Fortuna  prevnlgn  nelle  cose  uraane,  al 
segulto  di  NicoI6  Rnngonl,  paiadlno  d.  Saplenxa;i 
oscrltto  alln  terza  «qundra  vettltn  alln  francese  (nn. 
1490),  258,  31-33;  ii  suo  pnrtito  «occombe,  262,  17- 
18;  cade  parte  d.  «u*  torre,  danneggiando  la  coaa  e 


756 


INDICE  ALFABETICO  (Sassuno  (/>«)  Annibale-Savl  Nanne] 


la  chleia  dl  San  Sebutlano  (an.  1505),  334,  3-S;la 
fa  abbattere  temendo  rorlnl  In  legulto  al  terremoto, 
335,  36-37;  luccede  In  Senato  al  t  Poeta  Poetl,  337, 
17;  essendo  d.  Senato  recchio,  h  da  Giullo  II  ei.  d. 
Quaranta  Coniigllerl  e  Riformatorl  (an.  1506),  358, 
37,  30;  tornaa  Bologna  con  il  ieg.  Alldoii  (an.  1509), 

394,    3i-33,   31. 

Sassumo  (Da)  Bartolombo  [Bartolomeo  Satsoni]  padre 
di  Gaspare,  43,  4t-49. 

Sassuno  (Da)  Bernardo  [Bernardo  dt  SaaMon{\  \  man- 
dato  con  Aiberto  Cattani,  con  ambasc.  d.  duca  Sforza 
e  d.  re  di  Napoli  e  agenti  d.  duca  di  Ferrara  al  Pa- 
naro,  a  stipularri  ii  contratto  d.  condlzloni  stabiiite 
tra  Bologna  e  io  Sforza  riguardo  al  detto  iuogo 
(an.  1471),  210,  36-39;  va  a  Roma  pr.  ii  pp.  Sisto  IV 
da  parte  d.  Senato  a  domandare  priviiegl,  che  ot- 
tlene,  per  Giovannl  Bentiroglio  (an.  1473),  213, 
33-33;  con  altrl  ambasc.  si  reca  a  sposare  Lucrezia 
d'E8te  a  nome  dl  Annibale  Bentlvoglio  (an.  1478), 
218,  33-3S;  %  onorato  e  riceve  regall  da  Ercole  d'E8te, 
36,  39-30;  torna  a  Bologna,  30;  f  ed  h  sepolto  in 
San  Glacomo  (an.  1483),  227,  46-47;  iascia  il  figlio 
Annibale  fanciuUo,  47-48  ;sua  raplda  ascensione  da 
modesta  orlgine,  48;  nobliita  e  da  ii  nome  alla  sua 
famiglia,  228,  1 ;  fabbrica  un  bellissimo  pal.  a  porta 
dl  Castelio  di  fronte  a  San  Sebastiano,  1-3;  gli  suc- 
cede  in  Senato  Giovanni  Marsili,  3-4. 

Sassu.no  (Da)  Gasparb  [Gaspare  Sassoni]  figlio  di  Bar- 
toiomeo,  43,  48-49;  e  ei.  degii  Anzlani  per  il  quar- 
tiere  di  porta  San  Pietro  (an.  1435),  48-49. 

Sassuno  (Da)  Petronio  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,  36,  33. 

Sassuno  (Da)  Virgilio  confinato  a  Cesena  perch^  ami- 
co  d.  Bentivogiio  (an.   1507),  368,  9-10,   13. 

Sassuolo.  Ne  h  confermato  signore  Alessandro  Pio  (an. 
1501),  300,  20-21;   Annibale   ed  Ermes    Bentivogiio 
vi  adunano  soidati  (an.    1507),  369,   37-38;  h  preso 
da  Ippolito  d'Este,  370,   37-3«,  cf.,  3S. 
—  (siGNORl)  V.  Pio  Alessandro,  Pio  Gilberto. 

..  .  .SassUolo  di  Miiano;  giostra  nel  torneo  In  Boiogna 
tenutosi  per  definlre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevaiga  neile  cose  umane,  coi  coiori  di  Nlcoi6  Ran- 
goni  paiadino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alia  sesta 
squadra  vestita  alla  moresca  (an.  1490),  258,  40-41; 
la  sua  parte  soggiace,  262,  17-18. 

Saul  V.  Guidotti  S, 

Sauli  Bandinkllo  [Bendinello  Gatilio,  eard.  Adriano]  ge- 
novese;  card.  d.  titolo  di  SanfAdriano;  va  a  Bo- 
logna  con  Giuiio  II  e  ailoggia  In  casa  di  Gianfran- 
cesco  Aldrovandi  in  Galliera  (an.  1506),  356,  43-44; 
gli  fe  dato  incarico  diil  pp.  di  modificare  i  capltoli 
con  Bologna  secondo  ii  desiderio  d.  Bolognesi,  364, 
11-14. 

Saulo  (cardinale)  V.  Afalh  {Cardinale  di  San). 

Savelli  Evangblista  h  cap.  neII'esercito  inviato  dai 
duca  di  Mliano  in  aluto  di  Boiogna  (an.  145S),  154, 

30-33. 

Savblli  Giacomo  [lacomo]  h  agli  ordini  di  Ercoie  Ben- 
tivoglio  neIl'esercito  d.  Fiorentlnl  contro  Pisa  (an, 
1505),  337, 31-33 ;  dopo  la  vittoria  rlportata  su  Barto- 
lomeo  da  Aiviano  riceve  donatlvi  da  Firenze,  47-48. 

Savblli  Giambattista  romano  e  protonotario  aposto- 
lico ;  i  creato  dai  pp.  gorernatore  dl  Bologna  (an. 
1468),  200,  9-10;  cf.,  196,  44;  ne  fa  prendere  la  te- 


nuta  da  Aiessandro  Grati,  41-44;  li  Incammina  a 
Boiogna  con  Vlrglilo  e  Aitorre  Mairezzi,  200,  10-11 ; 
crea  Astorre  cav.  d.  Maglone  in  luogo  di  Achilie 
Mairezzl,  11-13;  sl  ferma  ai  Croclali,  13;  qui  gil 
vengono  incontro  secondo  l'uso  i  Signori,  con  1  m«- 
gistrati,  le  Artl  e  1  nobill,  33-3S;  e  introdotto  dal 
pred.  in  Boiogna  con  grande  onore,  35-36;  giunto 
In  Pal.  libera  i  carceratl,  36-37;  raduna  ii  Senato 
e  legge  ie  iettere  patenti  d.  lua  nomina,  31-39;  per 
la  sua  renuta  ciascuno  d.  Slgnorl  riceve  In  dono 
dieci  ducati,  39-30;  il  Senato  fa  gittare  una  bron- 
zlna  con  ie  arroi  sue,  d.  pp.  e  di  Gioranni  Bentl- 
vogiio  (an.  1470),  202,  31-33;  stimandosi  esautorato 
da  questo,  parte  con  un  pretesto  per  Roma,  206,  12- 
U',  h  dal  Senato  fatto  accompagnare  da  Glrolamo 
Ranuzzl  d.  Sedlci,  14-13:  h  creato  card.,  15-16;  rifiuta 
al  pp.  di  tomare  anche  leg.  a  Boiogna,  lS-18 ;  nuo- 
vamente  creato  da  Innocenzo  VIII  ieg.  di  Bologna 
(an.  1484),  230,  40-41,  rlnunzia  aiia  legazione  (an. 
1485),  233,  3;  luo  dono  alla  aposa  di  Annlbaie  Ben- 
tivoglio  (an.  1487),  239,  13;  suo  posto  nei  corteo  pa- 
pale  aiPentrata  di  Giuiio  II  in  Bologna  (an.  1506), 
355,  49-30;  alloggia  In  casa  Scappi  a  rla  San  Pletro, 

357,   33-33. 

Savblli  Troilo  cap.  d.  Lucchcsi;  passa  dl  Bologna  di- 
retto  a  Lucca  con  le  sue  gentl  (an.  1505),  339,  36- 
37;  ailoggia  nel  pai.  d.  Bentivoglio,  37-28. 

Savbna  (torrkntk).  VI  si  ferma  nei  pressl  i^esercito  d. 
Chiesa  (an.  1438),  10,  19-30;  ric,  11,  18;  deve  esser- 
ne  restituita  i*acqua  a  Bologna  durante  i'armlstizio 
(an.  1430),  20,  47;  ne  i  ridata  I'acqua  a  Bologna  (an. 
1431),  30,  3-4;  rlc.  per  il  ponte  d.  Gombito,  92,  43- 
44;  vi  si  getta  un  soldato  di  Taiiano  d.  Frluii  per 
aalvarsi  da  contadlni  Bolognesi,  in  agguato  per  uc- 
ciderlo  (an.  144;),  110,  13-14;  ne  fe  rorinato  parte  d. 
canale  dallo  strarlpamento  deii'Aresa  (an.  1450), 
136,  33;  fe  incondottato  nel  percorso  da  porta  Ca- 
stigiione,  Fladaicoilo,  Cartoleria,  Peiacani,  Casta- 
gnoii  e  Avesa  (an.  1462),  181,  33;  ric,  43;  ne  i  por- 
tato  via  daila  piena  ii  ponte  presso  ia  chiesa  di 
SanfAntonio  (an.  1496),  291,  35;  ric,  304,  »-l0; 
ric.  per  il  ponte  Maggiore,  348,  39-30. 

Savbna  (Da)  Girolamo  muitato  in  renticinque  ducati 
per  il  rifaclmento  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  31. 

Savenanzi  Frigsrino.  Suo  dono  a  Sante  Bentivogiio 
per  ie  nozze  (an.  1454),  149,  9-10. 

Savi  Andrba.  Perchi  amico  d.  Bentiroglio  h  confinato 
a  cinquanta  migiia  da  Boiogna  nelle  terre  d.  Chieta 
(an.   1507),  362,  45-47. 

Savi  Antonio  [Antonio  di  Savio\  confinato  perchi  ami- 
co  d.  Bentiroglio  (an.  1507),  362,  33-34,  36. 

Savi  Carlo  parte  di  Bologna  coi  Bentirogiio  suoi  amlci 
(an.   1506),  348,  41;  349,  3. 

Savi  FlLiPPO  medico ;  sua  casa  atterrata  per  fare  II  mer- 
cato  (an.  1496),  290,  16-17. 

Savi  Giacomo  medico;  un'altana  d.  sua  casa  cade  in 
seguito  al  terremoto  e  la  casa  stessa  rorina  (an.  1505), 
333,  49. 

Savi  Nannb  bandito  da  Cento,  vl  rientra  con  i  suoi 
amici  e  occupa  la  Plozza  senza  fare  maie  ad  aicuno 
(an.  1458),  165,  37-38;  i  suoi  avversari  cioe  i  Chla- 
relli,  gll  Scali,  i  Guicciardini,  gli  Oraboni  fuggono 
alla  Piere,  38-30;  gi!  sono  mandati  dai  Senato  di  Bo- 


[Savi  Nanne-Scappi  Gaspare] 


INDICE  ALFABETICO 


757 


logna  alcuni  cittadini  perchfe  si  accordi  con  la  parte 
contraria,  30-31;  va  ad  abitare  a  Bologna,  32;  i  suoi 
fratclli  e  parenti  rimangono  a  Cento,  32-33;  di  dove 
sono  esclusi  alcuni  degli  avTersari,  33-34;  da  questi, 
fatti  rientrare  contro  l'accordo  nella  terra,  sono  uc- 
cisi  quattro  suol  amici,  34-36;  i  suol  seguaci  ammaz- 
zano  aliora  un  Oroboni,  36;  in  seguito  a  ci6  i  pred. 
devono  uscire  di  Cento,  36-38. 

Savi  NicoLo  celeberrimo  medico,  f  ed  e  sepolto  in  San 
Domenico  (an.  1499),  298,  15-16. 

Savi  Tiberio  partecipa  alla  congiura  ordita  dallo  Scappl 
in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  3. 

Savignani  [....]  [Savig-nano]  vlene  in  possesso  d.  pal. 
gii  fabbricato  da  Bernardo  da  Sassuno  pr.  porta  di 
Castello  [s.  a.],  228,  3. 

Savig^ani  Francbsco  [Francesco  Savig-nano].  I  suoi  ere- 
di  sono  multati  in  ottantasel  ducati  per  ii  rifaci- 
meato  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  5. 

Savigno.  Ne  h  el.  vicario  Giacomo  dal  Lino  (an.  1440), 
60,  38;  e  presidiato  per  la  Chiesa  e  vi  si  trovano 
i  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,  25-27;  fa  un 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,  30-31. 

"  Savioli  [LoDOVico]  storico  di  Bologna,  ric,  III,  *-i  „. 

Savoia  V.  Amedeo  VIIl  duca  di  Savoia,  Antonio  di  Sa- 
voia,  Bona  di  Savoia  S/orza  duchessa  di  Milano, 
Filippo  di  Savoia,  Luigi  duca  di  Savoia,  Luigi  di 
Gintvra  re  di  Cipro. 

—  (duchi  m)  V.  Amedeo  VIII  (m..  iy)\.-i^^i^,  Lodovieo 
(aa.   1434-1465). 

Savona  vi  si  reca  II  vesc.  di  Bologna  (an.  1501),  302,  3. 

—  (CITTADINI     ILLUSTRl    O     EL.     A     UFFICI     PUBBLICl)    V. 

Ne^ri  Luchini  pod,  e  cap,  di  Bologna,  Riario  Giro- 
tamo  tignort  d' Itnola  e  Forii;  Hovere  (Della)  Fran- 
eesco  el.  pp.  Sisto  IV;  Rovere  (Della)  Giuliano  el. 
fp.  Giulio  II;    Vigerio  Marco  cardinale. 

Savosarola  Girolamo  ferrarese;  famoso  predlcatore; 
i  fatto  morire  dai  Fiorentini  per  cssersi  voluto  in- 
tromettere  nelle  faccende  d.  Stato  (an.  1498),  294, 
5-7. 

Savonslla  di  Mirasole  V.  Bologna  (strade). 

Sbardbllati  Giovanni  [Giovannt  Sbardelalo]  seguace 
d.  GrifFoni  fe  ucciso  dai  Canetoll  mentre  fuggiva  di 
Piazza  (an.  1434),  38,  20-21. 

....ScACciA  calzolaio;  seguace  d.  Canetoli,  h  bandito 
di  Bologna  (an.   144S),  109,  9. 

Scali  avversari  di  Nanne  Savi;  al  suo  entrare  in  Cento 
fuggono  alla  Pieve  (an.  1458),  165,  28-29;  sono 
rimessi  in  Centoda  Monsignor  Ventimi- 
glia,  34-35. 

ScANDiANO  (Da)  V.  Loremo  da  Scandiano. 

ScANDiANO  (slGNORE  Dl)  V.   Boiardo  Matteo. 

ScANRLLO  [Scanello]  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  158,  38-39. 

ScANELLo  (Da)  Pbtronio  [Petronio  da  Scaneiio]  bale- 
strlere  di  Giovanni  Bentivogllo  che  gli  aflida  la  cu- 
stodia  d.  porte  d.  suo  pal.  (an.  1488),  249,  21-22; 
entra  nella  congiura  ordlta  dai  Matvezzl  cnntro  il 
pred.,  23-24;  ha  incarico  dl  fare  entrare  nel  pal. 
BentlToglio  Giulio  e  Giovannl  Malvezzl  con  le  loro 
compagnie  al  momento  preiisso,  49-50;  cid  per  un 
compenso  di  tremiia  ducati  da  prelevarsl  dal  bot- 
tlno  d.  Bentivogilo,  250,  2-3;  scoperta  la  congiura 
si  nasconde  In  una  cloaca,  ma  i  trorato  e  implccato 


ai  merli  d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,  49;  252,  l- 

2;  il  suo  corpo  per  volere  di  Giovanni  Bentivoglio 

h  trascinato  a  coda  di  cavalio   e  lasciato   pasto  al 

cani,  3-4. 
ScANBLLo   (Da)  Pbtronio   [Petronto   da   Scaneiio]  esce 

dl  Bologna  coi  Bentivogllo  suoi   amici  (an.  1506), 

348,  41,  48  „. 
ScANNABECCHi  pol  CoNTUGHi.  "  Ne  fa  parola  Glustinia- 

no   Contughi   in  una  lettera  a  Cherubino    Ghirar- 

dacci  (an.  1592),  XXXVII,  lS-19  e  anche  Ferdinando 

Contughi,  28-30  „ ;  ric,  295,  46. 
bCANSiERi  LoRKNzo  [Lorento  Scansiero]  di  San  Glovanni 

in  Persiceto;  seguace  d.  Canetoli,  k  bandito  dl  Bo- 

logna  (an.  144S),  108,  47. 
ScAppi.  Le  ioro  case  sono  danneggiate  da  un  uragano  di 

vento  e  grandine  (an.  1468),  199,  46;  ric,  290,  26; 

nella  loro   casa  in  via  San  Pietro  alloggia  11  card. 

Giambattista  Savelll  (an.  1506),  357,  22-23. 
ScAPPl  Alessandro  multato  in  quattrocento  ducati  per 

il  rifacimcnto  d.  pal.  Marescotti  (an.   1508),  386,  37. 
ScAPPi   Antonio   mercante;  e  el.   d.  Venti   consiglieri 

(an.  1432),  31,  13;  ospita  la  sorella  dl  Eugenio  IV 

di  passaggio  a  Bologna   (an.  1436),   46,  48;  ospita 

iii  casa  sua  Antonio  Casint  card.  di  San  Marcello, 

47,   20-21. 

ScAPPi  Bbrnardo  prlore  d.  Chiesa  di  San  Michele  ia 
Bosco  di  Bologna,  48,  28 ;  quale  esecutore  testamen- 
tario  di  Giovanni  Tencarari  vesc.  dl  Avignone,  fon- 
datore  d.  Collegio  di  Avlgnone,  volendo  dare  nuovo 
impulso  al  detto  collegio  ne  nomina  rettore  e  am- 
ministratore  Giacomo  Bertrandi  scolaro  di  legge 
nello  Studio  di  Bologna  (an.  1436),  28-49,  I-12. 

ScAPPl  FiLippo  figlio  di  Pietro,  89,  4;  e  tra  gli  incari- 
cati  di  attuare  i  provvedimenti  deliberati  dal  Con- 
siglio  dei  Seicento  (an.  1443),  88,  42-89,  1-4. 

ScAPPi  Francksco  [Francesco  Scappa]  h  dal  pp.  Giulio  11 
fatto  Massaro  d.  Bombaciari  (an.  1506),  360,  5. 

ScAPPl  Gaspare  nipote  di  Antonio  da  Sala,  385,  39; 
animoso  ed  eloquente;  fe  indlgnato  contro  Ercole 
Marescotti  per  la  rovina  d.  pal.  Bentivogllo  e  per 
la  sua  alterigia  contro  i  loro  seguaci  (an.  1508), 
378,  12-18,  21-24;  accordatosi  con  molti  Bentivole- 
schi  delibera  di  fare  rientrare  i  Bentivoglio  in  c. 
per  raffrenare  l'ardire  d.  Marescotti  e  punirii,  24-26; 
gU  h  affidato  la  cura  deirimpresa,  26-27;  va  a  Man- 
tova  con  un  pretesto  e  si  abbocca  con  Annibale 
Bentivoglio  e  gli  offre  di  rimetterlo  in  Bologna,  27- 
30;  sdegnato  dalle  eccezionl  sollevate  dal  pred.  lo 
mlnaccia  di  scegliersi  un  altro  cnpo,  30-36;  ne  ottiene 
11  consenso  e  torna  a  Bologna  a  parteciparlo  agli 
amici,  37-40;  sl  abbocca  con  Cesare  Bargellini,  uno 
d.  congiurati,  che  divenuto  d.  Signori  rende  piii 
faclle  la  riuscita  d.  loro  disegno,  43-48;  azione  tra 
loro  combinata,  48-379,  1-6;  sl  riconduce  a  Mantova 
ad  avvisare  Annibale  di  tenersi  pronto  con  soldati  a 
porta  San  Mamolo  nella  notte  di  SanfAntonio,  6-9; 
torna  a  Bologna  a  preparare  il  tutto,  lo-lt;  h  sempre 
pli^  incoraggiato  nella  sua  impresa  dalla  poca  avve- 
dutezza  d.  governatore,  20-21;  esce  di  casa  con  qua- 
ranta  uomini  e  Invla  Cecchlno  squadricro  al  Bar- 
gelllnl  ad  avvcrtirlo  di  dare  princlpio  al  loro  di- 
scgno,  31-25;  ma  11  Rargelllni  pentltosi  manda  a 
dirgli  che  si  ritlra  dalPimpresa,  26-28;  sdegnato  fa 
avvertlre  Giangaleazzo   Poetl  e  Gioranni   Feliclnl 


758 


INDICE   ALFABETICO  [Scappi  Gaapare-Scardovi  Baldass) 


d.  fatto  IncitandoU  a  Tenire  egualmente  a  ragglun- 
gerlo  in  piazza  Calderlnl  con  le  loro  compagnle, 
31-33;  col  pred.  7a  a  casa  Marescottl  e  dlvtse  Je 
gentl  in  tre  squadre  ne  tiene  due  all'assaIto  d.  pal. 
e  la  terza  manda  al  torresotto  di  Saragozza  a  im- 
pedlre  ognl  aluto  agll  assallti,  33-35;  i  quail  tuf- 
taria  riescono  a  sfuggire,  3S-40;  sfoga  at- 
lora  la  sua  ira  sopra la roba e f a  saccheg- 
glare  e  dare  fuoco  al  pal.,  40-44;  sl  yolge 
qulndi  a  Porta  San  Mamolo  clie  prende, 
44-41;  cf.,  385,  7;  ma  dl  fuorl  non  trova  An- 
nibale  come  era  pattuito,  379,  49-4t;  ric, 
380,  I;  11  Senato  gli  invia  tre  Senatori  a  cliiedergll 
la  ragione  d.  suo  operato,  3S-30;  risponde  cTasiva- 
raente  arere  fatto  tutto  per  11  bene  d.  c.  e  d.  clt- 
tadtni,  30-34;  dal  governatore  gli  sono  mandati  sei 
ambaac.  a  domandargll  anche  da  parte  d.  Senato  la 
restituzlone  di  porta  San  Mamolo  alle  condizioni 
che  Tuole,  381,  8-13;  domanda :  la  llberazione  dl 
Lulgi  Maria  Griffbni,  13-14,  la  completa  distruzione 
d.  pal.  Marescotti  e  che  i  pred.  siano  confinati  a 
duecento  migtia  dalta  c,  14-15,  tl  sacchcggio  e  fesillo 
degii  ebrei,  16-17,  la  destituzione  di  quattro  d.  Qua- 
ranta  e  la  confisca  d.  loro  beni  con  i  quall  si  sareb- 
bero  doTuto  istituire  quattro  monti  di  pieta  uno  per 
quartiere,  17-19;  chiede  inoltre  che  nessun  clttadino 
sia  per  I'avTenIre  chlamato  dal  pp.  a  Roma,  l<>-20, 
che  Alessandro  Pepoli,  che  tI  era  stato  chiamato, 
llberamente  ne  tornt  entro  quindici  giorni,  20-21; 
che  sla  messo  a  morte  fucclsore  dl  Glangtacomo  da 
Stlatico,  21-23;  chiede  infine  garanzie  di  sicurezza 
per  tutti  1  partecipantl  alla  diatruzione  d.  pal.  Ma- 
rescotti  e  alla  presa  di  porta  San  Mamolo,  24 ;  tali 
condtzioni  fa  concretare  in  capitoU  che  manda  ai 
Senato  per  quattro  degti  ambasc  pred.  trattenendo 
gli  altri  due  quali  ostaggi,  26-28;  in  attesa  d.  rl- 
sposta  con  una  scelta  banda  d.  suoi  cerca  sollevare 
11  popolo  al  grido  di  "  popolo  e  Chiesa  „  e  giunge 
sino  alla  casa  di  Agosttno  Marslli,  ma  nessuno  si 
muove,  39-32;  manda  Antonio  Monterenzi  a  Lorenzo 
Ariosti  a  pregarlo  d.  suo  atuto  nelfimpresa  di  cac- 
ciare  ii  goTernatore  e  sollevare  11  popolo,  32-35;  l'A- 
rlosti  non  solo  rifiuta,  ma  incuora  Lorenzo  Malvezzi 
a  tenere  fermo  contro  di  iui  se  osasse  avanzare  dalla 
parte  d.  Boilette,  35-40;  torna  allora  a  porta  San 
Mamolo,  41-42  ;  ove  trova  il  Griffoni  liberato  dal  leg. 
che  io  ammonisce  a  non  fidarsi  d.  preti,  42-47;  gll 
sono  invtati  nuoTamente  dal  leg,  gli  ambasc.  con 
clnque  tribuni  d.  plebe  pet  trattare  1'accordo  prima 
di  notte,  ma  non  recede  dalle  sue  prtme  condizioni, 
49-50;  per  inTito  d.  pred.  va  a  trattare  in  persona 
col  Governatore,  382,  1-3;  pattuisce  mediante  una 
garanzta  dl  dieclmiia  ducati,  di  cui  sono  malleva- 
dori  alcuni  d.  principall  cittadini,  che  nfe  lui  nb  i 
compagni  riceveranno  molestie  per  i  fattl  occorsi, 
3-9;  consegna  la  porta,  9-14;  si  reca  al  pal.  Mare- 
scotti  che  ancora  bructava  e  comincia  ad  abbatterlo 
atutato  da  una  massa  di  popolo,  14-19;  ne  desiste,  no- 
nostante  t  Gonfalonierl  tentino  dl  opporTisi,  se  non 
quando  lo  Tede  splanato,  15-27;  sua  esclamazione  a 
taie  Tista,  27-28;  rifiuta  coi  compagnt  dl  deporre  le 
armi  non  fidandosi  d.  governatore,  383,  1-2,  tanto 
plfi  che  apprende  essere  in  cammlno  verso  Bologna 
Giovanni  da  Sassatelto  e  il  cap.  Ramozzotto,  3-t;  sl 


aggira  armato  per  la  c.  anche  la  notte,  6-7;  gli  i 
olferto  dal  gorernatore  per  allontanarlo  dl  c.  la  balla 
d.  rocca  dl  San  GloTannl  In  Persiceto  e  dl  Castci- 
franco  con  stipendlo  per  tre  meil,  7-12;  non  fidan- 
dosl  rlfiuta  e  continua  a  portare  le  armi  riducen- 
dosl  coi  suoi  a  ogni  malfatto  In  casa  Pepoli,  13-U; 
cf.,  20-31 ;  382,  31 ;  una  notte  In  porta  RaTegnana 
sbarra  con  una  traTc  la  porta  di  un  gludeo,  383, 
15-18;  acavalcato  quindl  II  ballatoio  d.  porta  degil 
AslnelU  saie  in  cima  alla  torre  e  suona  la  campana, 
18-20;  conoscendo  di  non  potere  continuare  nelle  sue 
prepotenze  parte  con  la  maggior  parte  d.  compognl 
da  Bologna  e  st  reca  In  Lombardia  e  iiel  Veneziano 
pr.  1  BentiTOgilo,  26-30 ;  la  sua  casa  b  data  per  abl- 
tazlone  ai  Marescotti  sino  a  tanto  che  non  tia  rie- 
dificato  11  ioro  pal.,  390,  36-37;  h  clt  a  difenderti, 
392,  1-3. 

ScAPPi  PiETRO  padre  dl  Ftlippo,  89,  4;  ha  la  cummenda 
d.  Magione  (s.  a.),  che  alla  sua  f  i  data  a  Lalgl 
GrifToni  (an.   1432),  31,  28-29. 

ScAPPi  PiETRO  f  a  un  prcsente  alle  nozze  dl  Giulio  Mal- 
Tezzi  (an.   1464),   184,  33-34. 

[ScARAMPi  Mezzarota  LoDovico  111]  {fatrittTea  d^A^/m- 
leia]  accompagna  le  galee  armate  dal  pp.  contro  1 
Turchi  (an.  1455),  160,  33;  f  (an-  1465).  188,  17; 
lascia  un  patrimonlo  di  seicentomlla   ducatl,  18-19. 

. . . .  Scaramuccia  uomo  d'arme;  accompagna  Annibale 
BentiTogllo  a  Bologna  (on.    1438),  55,  3-3. 

. . . .  ScARAMUzzETTo  alUeTo  d.  duca  Francesco  Sforza; 
h  cap.  allTdice  nell^eserclto  d.  Lega  (an.  1467),  194, 
14-15;  combatte  alla  Mezzotara,  195,  8. 

SCARAKFI  Antonio  [Antonio  Searan/o]  fa  parte  delPam- 
bascerta  mandata  da  GioTanni  Gonzaga  a  Boiogna 
a  prenderTi  la  sposa  Laura  BentiTogiio  (an.  1494), 
275,  6-10;  pernotta  ai  BentiTOglio,  11-12;  giunge  a 
Bologna  per  acqua  aspettato  al  Porto  da  GloTanni 
BentiToglio  con  largo  seguito,  12-15;  alloggia  nel 
pal.  d.  pred.,  15-16;  va  in  gran  pompaa  mewa  in  San 
Petronio,  17-18;  assiste  11  glorno  dopo  in  qaeata 
chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  20-23;  parte 
con  la  sposa  per  Mantova,  23-35. 

ScARANFi  Baldino  [Baldino  Scaranfo]  fa  parte  deU'am- 
basceria  mandata  da  Glovanni  Gonzaga  a  Bologna 
a  prendervi  la  sposa  Laura  Bentivoglio  (an.  1494), 
275,  6-10;  pernotta  al  Bentlvogllo,  11-12;  giunge  a 
Bologna  per  acqua  aspettato  al  Porto  da  Glovanni 
BentivogUo  con  largo  seguito,  12-15;  alloggia  nel 
pal.  d.  pred.,  15-16;  Ta  in  gran  pompa  a  messa  in 
San  Petronio,  17-18;  assiste  11  giorno  dopo  in  questa 
chiesa  a  una  Rappresentazione  Sacra,  20-22;  parte 
con  la  aposa  per  Mantora,  33-25. 

ScARDOvi  Antonio  [AMionio  Scardova]  figlio  di  Mino, 
149,  28-29  ;  200,  32;  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430), 
19,26,43;  impresta  al  com.  di  Bologna  centocinquanta 
scudl  e  ne  dlTenta  tesoriere  (an.  1440),  62,  19;  k 
degli  Anziani  di  luglio  e  agosto  (an.  1445),  109,  24; 
suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
149,  28-29;  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),  184,  45;  h  degli  Anziani  (an.  1468), 
200,  32;  rtceve  in  dono  dieci  ducati  per  la  Tenuta 
d.  nuovo  governatore  Savelli,  39-30. 

ScAROovi  Azzo  [Axxo  Scardova]  padre  di  Scardovino, 
14,  13. 

ScARDOVl  Baldassarrb   [Valdtstera   Seardova]  figlio  di 


[Scardovi  Baldassarrc Scipione]  INDICE  ALFABETICO 


759 


Scardovlno,  22,  5 ;  h  dato  ostagglo  al  leg.  in  osser- 
vanza  d.  patti  d.  pace  (an.  1430),  2-3,  5. 

ScARDOvi  Gasparb  h  bandito  di  Bologna  (an.  1430)1  19, 
36,  43. 

ScARDOVi  GlACOMO  [/acottio  Scardovitti]  padre  di  Scar- 
dovino,   118,   19. 

ScARDOvi  GiROLAMO  [/erottimo  Scardovini]  prende  parte 
auna  giostra  bandita  In  Bologna  da  Giovanni  Ben- 
tivoglio  (an.  1483),  224,  19;  gll  h  dal  conte  Nicol6 
Rangoni  donata  la  celata  d'argento,  premio  d.  gio- 
stra  vinta  dal  conte,  in  ricompensa  d.  sua  forza  e 
destrezza,  31-23. 

ScARDOVi  LoDOVico  [Lodovico  Scardova]  h  d.  Collegl 
(an.  1505;,  339,  1,  7;  esce  di  Bologna  coi  Bentivo- 
glio  suoi  amicl  (an.  1506),  348,  41;  349,  U;  perclife 
amico  d.  Bentivoglio  e  confinato  a  Cesena  (an. 
1507),  368,  9-11;  cf.  362,  33-34,  41. 

SCARDOVI  MlNO  [Mino  Scardova'\^&&re  di  Antonio,  149, 
38-39;  200,  33;  partecipa  alla  congiura  ordita  da  Ga- 
spare  Scappi  in  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508), 
380,  14;  h  multato  in  duecento  ducati  per  il  rifaci- 
mento  d.  pal.  Marescottl,  386,  35 ;  h  cit.  a  difen- 
dersl,  392,  38. 

ScARDOVi  ScARDOviNO  [ScarduittO,  Scardovino  Scardova\ 
figlio  di  Azzo,  14,  13;  padre  di  Baldassarre,  22,  5; 
h  d.  Sedici  Riformalori  d.  Stato  (an.  1428),  7,  1-5; 
fe  el.  degli  Esattori  d.  tasse,  10,  8,  10;  coi  suoi  com- 
pagni  esaspera  i  cittadini  per  Pasprezza  e  la  cru- 
delta  con  cui  esercita  11  suo  uflJcio,  10-14;  h  el.  d. 
Dieci  Riformatori  (an.  1429),  11,  43-47;  h  d.  Sedici 
Riformatori,   14,  11-13. 

ScARDovi  ScARDOviNO  figlio  di  Giacomo,  118,  19;  c  de- 
gli  Anziani  per  porta  Stieri  di  novembre-dicembre 
(an.  1446),  118,  19. 

ScARDOViNI  V.  Scardovi. 

SCARDOVINO  [Scarduino]  v.  Scardovi  S. 

ScARGALASlNO.  ScARGA  l'Asino  V.  Scartcalasitto. 

ScARlCALAsiNO  [Scargalasino,  Scarga  /'Asino],  detto  pol 
MoNGHiDORO.  Ne  h  cappellano  don  Giovanni  da 
Vienna  (an.  1466),  192,  31-22;  v.  anche  :  Barbiero  (//) 
da  Scaricalaaino ,  Ramazzotti  Armaciotto  dttto  da 
Scarical asino ;  Monghidoro. 

ScARlOTTl  Giov.  Antonio  \Giov.  Antonio  Scarioito].  Suo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4), 
149,  43-44;  essendo  al  soldo  d.  Veneziani  va  in  aiuto 
d.  Chiesa  (an.  1469),  201,  31-32. 

.. .  .ScARiOTTO  condottiero  di  cavalli  bolognesi;  h  da 
Astorre  Manfredi  posto  in  agguato  per  la  via  ove 
doveva  passare  un  convoglio  dl  vettovaglie  dai  Ca- 
netoli  diretto  a  Crevalcore  (an.  1448),  126,  31-32;  con 
il  pred.  ha  il  compito  di  assalire  allMmprovviso 
Luigi  Gonzaga  (an.  1449),  133,  24-26;  assallto  invece 
dal  pred.  dl  sorpresa  h  sbaragliato  col  Manfrcdi, 
27-31. 

ScARPERiA.  Lorenzo  de'  Medici  vi  ferma  le  milizle 
mandategll  in  aiuto  da  Giovanni  Bentivoglio,  che 
pi6  non  gli  occorrevano  (an.  1478),  218,  43-43;  le 
pred.  tornano  a  Bologna,  43-44. 

ScARPETTA  [Dalle  Scarpette].  I  Ramazzotti  ne  ucddono 
tre  a  San  Paolo  dl  Ravone  per  vcndicare  i'ucclslone 
di  alcuni  dt  loro  perpetrata  da  membri  di  questa 
famiglia  (an.  1504),  330,  37-40, 

ScARSBLLl  Alkssandro  detto  IL  Riccio  [Altisandro  Scar- 
sella]  calzolaio;  partecipa  alla  conglura   ordlta  da 


Gaspare  Scappi  In  favore  d.  Bentlvoglio  (an.  1508), 
380,  10-13. 

"  ScARSELLi  Flaminio  abatc,  erudito;  fa  ricerche  per  il 
march.  Guido  Bentivoglio  intorno  alla  nascita  di 
Annibale  Bentivoglio  (an.  1758),  XCII,  30-22;  XCVI, 
31-XCVII,  1;  cf.  XCVIII,  33-34;  sua  corrispondenza 
con  il  march.  a  tale  scopo,  XCVII,  4-37;  XCVIII, 
14-33;  CLIX,  13-16,  33-34,  35-38;  CLX,  30-31,  39-40,  41- 
43;  CLXI,   17-19,. 

"  ScHEMA  di  Statuto  D1  una  compaonia  rbligiosa  di 
fra  Cherubino   Ghirardacci,   inedito,    XXIX,   17-20, 

3-4  n- 

'  Schianta  Cristoforo  di  Chianciano ;  sua  f  apparente 
narrata  dal  Ghirardacci  (an.  1543),  XII,  15-19,  n  „. 

ScHiAVi  Antonio  [Antonio  Schiavo]  giostra  nel  torneo 
in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o 
la  Sapienza  prevalga  nelle  cose  uraane,  al  seguito 
di  Annibale  Bentivogllo  paladlno  d.  Fortuna;  e 
ascritto  alla  terza  squadra  vestita  alla  francese  (an. 
1490),  259,  24,  27;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262, 
17-19. 

SCHIAVI  FiLiPPO  cap.  di  Francesco  Piccinino,  73,  13; 
gll  sono  afBdatl  dal  pred.  Annibale  Bentivogiio, 
Gaspare  e  Achille  Maivezzi  prigionieri,  per  con- 
durli  a  Parma  (an.  1443),  12-14;  essendo  a  capo 
di  quattrocento  lancie  dl  Franceaco  Piccinino  e  in 
incognito  a  Bologna  all'osteria  d.  Cappello  (an. 
1443),  83,  16-17;  udito  delPimprigionaraento  d.  Pic- 
cinino  e  dubitando  per  se  oifrc  una  somraa  airoste 
perchfe  lo  nasconda  e  lo  faccia  usc.ire  salvo  dl  c, 
19-32;  il  pred.  accetta,  ma  poi  lo  tradisce,  23-26; 
udendo  arrivare  1  soldati  mandati  dal  Bentivoglio 
a  prenderlo  fugge,  36-28;  attraverso  a  cloache  per- 
viene  alla  casa  di  Giacomo  Castellani  in  San  Pietro, 
38-30,  ma  e  subito  preso  dai  soldati,  30-31,  e  con- 
dotto  ad  Annlbale,  31 ;  risponde  superbamente  al 
pred.  che  gli  doraandava  il  motivo  d.  sua  presenza 
in  Bologna,  31-32;  h  condotto  a  casa  d.  Bentivoglio 
coi  ferri  ai  piedl,  33-34 ;  risponde  superbamente  a  Ga- 
leazzo  Marescotti,  che  sdegnato  lo  uccide,  34-37  ;  e 
sepolto  in  San  Giovanni  d.  Mercato,  37-38;  dopo  la 
sua  t  i  suoi  soldati  nei  territorio  sono  saccheggiati, 
38-39. 

ScHiAvi  DALLA  Zazzbra  Giorgio  cap.  nelI'esercito  d. 
Lega  airidice  (an.  1467),  194,  )0;  h  di  grande  ani- 
mo;  pure  ferito  al  viso  alla  Mezzolara,  continua  a 
combattere  arditamente,  195,  9-10. 

Schiavi  GiovANNl  [  Giovanni  Schiavi]  soldato  dl  Fran- 
cesco  Sforza,  pron.ette  Cremona  al  duca  di  Mllano 
(an.    1446),   115,  3-3. 

SciiiAVl  Stefano  parte  di  Bologna  croclato  con  Gla- 
como  Grati  (an.  1464),  186,  7. 

ScHiAVONiA  [Schiavana]  dannegglato  dalla  tempesta  (an. 
1453),  143,  46. 
—   (siGNORE  Di)  [dominus  Sc/avotticae]  titoto  dellUmp. 
Massimiliano,  279,  31. 

SciMiA  (taverna  dblla)  [tavtma  dilla  Simia]  v.  Bolo- 
gna  (tavertte). 

SciPioNB  V.   Gotzadini  S.,  Grassi  S.,  Martscotti  S. 

....ScipioNE  dottore  di  Ferrara;  recasl  ambasc.  d.  pp. 
ai  Bolognesl  (an.  1435),  42,  35-32. 

....SciPioNE  (maestro)  ablta  In  Gslliera  in  casa  di 
Tommaio  Malvezzl,  294,  35;  h  Incolpato  da  Gentile 
Budrioll  di  averle  insegnato  la  magla  (an.  1498),  35. 


760 


INDICE   ALFABETICO         [Scudelle  (Da/U)-Stccbl  Cervato) 


ScODBLLE  (Dalle)  V.  SemJt//*  (Da//*). 

ScoDRA  V.  Seulari. 

ScoFFONi  Aktonio  detto  dallk  Guainb.  Gll  k  ordlnato 
dl  sorTegliare  con  Giambattltta  CaTalllni  l'apertura 
e  cliiuaura  d.  porte  d.  c.  (an.  1494),  278,  10-13. 

Scoltbnma  V.  Panaro. 

ScoRDOVA  V.  Seardovi. 

ScoRZA  V,  Seatii. 

ScoTTi  Oaniblb  dl  Treviao,  rescoro  dl  Concordla  e  te- 
•orlere  d.  pp.  (an.  143S),  43,  3;  h  inriato  da  Eu- 
genlo  IV  governatore  a  Bologna,  3-4;  sua  entrata  In 
c.,  l-S;  h  ricBTuto  con  grande  festa,  7-8;  conduce 
leco  Baldassarre  Oflida  e  Gaspare  da  Todi,  t-t;  ia 
sera  d.  suo  Ingresso  cambia  1  cap  d.  porte,  11-12; 
tuttl  i  magistrati  glurano  fedeit^  alla  Chiesa  nelle 
sue  mani,  U-13;  fa  portare  ia  campana  degli  An- 
zianl  nei  suo  pal.,  li-ts;  per  conslglio  delfOffida 
comanda  a  Battlsta  Canetoil  dl  iicenziare  la  gcnte 
d'arme  clie  teneva  in  c,  18-19;  vedendo,  malgrado 
le  promesse,  dl  non  essere  obbedlto,  determlna  di 
farlo  prlgioniero  con  tutti  I  suoi,  H-a«;  manda  per- 
cl6  segretamente  a  chiedere  soidati  a  Francesco 
Sforza  che  gll  invla  Sigismondo  Maiatesta  con  sei- 
cento  cavaiil,  35-28  ;  non  pu6  effettuare  11  suo  dise- 
gno  perchfe  il  CanetoU  avvlsato  fugge,  38-31;  rima- 
sto  co8\  padrone  d.  c,  crea  pod.  dl  Bologna  Bal- 
dassarre  Offida  e  pone  Gaspare  da  Todi  a  capo  d. 
dazt,  40-45;  elegge  tre  clttadlnl  che  accompagnino 
gil  ambasc.  inviati  a  Firenze  dal  com.  a  Invitare  il 
pp.  a  Bologna,  44,  8-10;  fa  togliere  i  gonfaioni  ai 
Gonfalonieri  d.  popolo  e  sopprime  tale  magistratura, 
17-19;  e  visitato  da  Anton  Gaieazzo  Bentivoglio  al 
suo  giungere  in  Boiogna,  36;  vieta  a  ognuno  fuori  e 
dentro  la  c.  di  portare  armi  minacciando  gravl  pene, 
43-44 ;  gii  h  insinuato  dai  Maltraversi  che  Antonga- 
leazzo  Bentirogiio  cerchl  farsi  signore  di  Boiogna, 
45,  1-7;  determina  di  disfarsene,  7-9;  sua  opera  nel 
complotto  ordlto  a  taie  scopo  con  I'Offida,  9-26 ;  il 
pp.  gii  ordina  di  costruire  11  casteiio  dl  Galliera  per 
tenere  in  freno  Boiogna,  46,  22-3i;  fa  porre  una 
grata  di  ferro  a  guisa  di  saracinesca  aila  porta 
d.  suo  pai.  (an.  1436),  47,  1-2;  gii  h  conferita  la  clt- 
tadinanza  boiognese,  49,  20-23;  manda  presentl  di 
vettovaglie  ai  Picclnino,  cap.  d.  duca  di  Milano, 
accampato  aii'Idice  (an.  143S),  51,  38-39;  atterrlto 
daII'intImazione  del  pred.  di  rendergli  la  c.  pensa 
rivoigersi  al  popoio  sebbene  ne  conosca  l'animo  mal 
dlsposto  verso  ia  Chiesa  e  manda  a  chlamare  i  Mas- 
sarl  d.  Arti  e  moiti  clttadlni,  47-52,  1 ;  fatta  nota  al 
pred.  la  rlchiesta  d.  Piccinlno  li  esorta  a  rimanere 
fedeii  aiia  Chlesa  e  a  dlfendere  la  patria,  1-3;  di, 
loro  In  custodia  le  porte  d.  c,  3-4;  pone  a  guardia 
d.  Piazza  le  poche  sue  milizie,  4-5;  ordina  che  di 
notte  ognuno  tenga  un  lume  acceso  dinanzi  ia  pro- 
prla  casa,  5-6;  giunto  ii  Plccinino  in  Piazza  si  for- 
tifica  nel  suo  pal,,  28-30,  ma  veduta  inutiie  ogni  di- 
fesa  si  arrende,  30-31 ;  h  mandato  nel  pal.  d.  Notai, 
31-32;  ^  fatto  uscire  di  c,  32;  va  a  Ferrara  a  nar- 
rare  l'accaduto  al  pp.,  33-33. 

ScoziA  (rk)  V.   Giacomo  IV  Stuart  (aa.   1488-1513). 

Scozzi  Bartolombo  [Barto/omeo  </«'  Seorti,  Scorta]  trat- 
ta  con  amicl  di  Anton  Galeazzo  Bentivogllo  di  in- 
trodurli  in  San  Giovannl  in  Persiceto  (an.  1431), 
30,  34-25;  ve  ne  Introduce  settantatrfe,  30-31. 


Scozzi  Bartolomko  [Barto/omto  Scotta]  gloitra  nel  tor- 
nco  in  Bologna,  tenutosl  per  definire  se  la  Sapienza 
o  ia  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane,  al  leguito 
dl  NIcol6  Rangonl  paladino  d.  Saplenza;  h  ascritto 
alla  terza  squadra  vestlta  aila  francese  (an.  1490), 
258,  31,  34;  il  suo  partlto  soccombe,  262,  17-1«. 

ScRANNE  (Dalle)  Bartolombo  parte  dl  Bologna  crocUto 
con  Giacomo  Grall  (an.  1464),  186,  4.  ! 

SCRIBANARO  GlACOMo  h  degii  Anzianl  (an.  1468),  200, 
32;  riceve  In  dono  dieci  ducati  per  ia  venuta  d. 
nuovo  governatore  Savelii,  29-30. 

ScRlNzi  BoRso  [Borto  Scrincio]  camerlere  di  Galeazzo 
Maria  Sforza;  lo  accompagna  a  Bologna  (an.  145 j), 
169,  11,  13. 

SCRITTORI  BoRROMEO  {Borromto  di  lacomo  Serittore]  stu- 
dente;  va  a  Ferrara  a  trattare  con  Galeotto  Cane- 
toil  di  metterlo  In  c.  (an.  1452),  142,  13-13;  parti- 
colari  dell'accordo,  13-1«;  fatto  prigionlero  da  Sante 
Bentivogiio  sveia  ii  trattato,  u-19;  h  appiccato,  19-20. 

ScRiTToRl  Friano  fratello  di  Borromeo ;  h  con  lui  com- 
plice  nei  trattato  per  Introdurre  Galeotto  Canetoll 
In  Bologna  (an.  1452),  142,  13-14;  scoperto  e  Imprl- 
gionato  da  Sante  Bentlvoglio  svela  la  veriti,  lS-19; 
h  impiccato,  lf-30. 

ScRlTTORi  GiACOMO  [lacoio]  padrc  di  Borromeo,  142, 
12;  e  d  i  F  rian  o,  14. 

"[SCRITTORI  BOLOGNE.SI]  ric.,   CXX,   f  „. 

ScuDELLB  (Dallk)  V.  Lanci»  (Dai/e)  0  dal/e  Semde/le. 

ScUDBLLB  (viA  delle)  V.  Bo/ogna  (strade). 

"ScuDiERi  Cbsare.  Sua  poesia  gratulatoria  nel  i"  voL 
delV  ffiitoria  di  Bo/ogna  d.  Ghirardacci  (an.  1596), 
LII,  19,  32  ,. 

ScuTARi  \Scodra],  Vi  h  ferito  mortalmente  combattendo 
contro  i  Turchi  Ercoie  Malvezzi  (an.  1478),  218,  10- 
11  ;  tanta  h  la  copia  d.  saette  che  i  Turchl  vl  tirano 
che  gll  abitanti  le  usano  invece  di  legna  per  U  fuoco, 
11-13. 

Sebaldini  ViNCBNzo  partccipa  alla  congiura  ordita  dallo 
Scappi  in  favore  d.  Bentlvoglio  (an.  1508),  380,  4. 

Sebastiano  [Bastictno]  v.  Agucchi  (Deg/i)  S.,  A/drorandi 
S.,  Badoer  S.,  Drusi  S.,  Gotzadini  S.,  Monterenti  S. 

Seccadenari  Giacomo  [lacomo]  padre  di  Giovannl;  bec- 
caio ;  el.  degli  Anziani  per  porta  Ravegnana  (an. 
1428),  9,  39. 

Seccadenari  GiovANNi  figlio  di  Glacomo,  88,  4»;  i  tra 
gli  incaricati  di  attuare  I  provvedimentl  fiscall  deil- 
berati  nel  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  42-48. 

Skccamelgga  Rubino  di  Piacenza;  h  cap.  ail'ldice  nel- 
Peserclto  d.  Lega  (an.  1467),    194,  14. 

[Secchi  o  Secco]  Cervato  da  Caravaggio  uomo  inl- 
quo  e  crudele,  ^  mandato  dal  Piccinino  a  Boiogna 
con  duecento  cavalli  (an.  1439),  60,20-21;  entra  in 
Bologna  con  dlspiacere  d.  cittadini,  21-22;  fa  occu- 
pare  la  Piazza  dai  suol  soldati  dopo  I'uccisione  di 
Raffaele  Foscherari  (an.  1440),  61,  17-18;  gli^da  An- 
nibale  Bentivoglio,  l'uccisore,  assicurato  che  i'omi- 
cidio  fu  per  inlmicizia  privata,  non  per  tumuito 
pubbiico,  19-22;  II  pred.  sl  rifugia  alcuni  giomi  in 
casa  sua  vicino  ai  castcilo  di  Galiiera  temendo  per 
la  sua  sicurezza,  22-25 ;  con  i  Sedici  Riformatori  d. 
Stato  elegge  Giacomo  dal  Lino  soprastante  gene- 
rale  d.  Camera  per  due  anni,  62,  42-43;  un  suo  figlio 
prende  parte  aiia  glostra  per  ii  palto  di  San  Ruffiilo 
suila  Piazza  dl  Bologna,  63,  13 ;  domanda  e  ottiene 


[Secchi  Cervato-Serino  (fiume)\ 


INDICE  ALFABETICO 


761 


la  clttadinanza  di  Bologna  per  si  e  1  figli,  67,  45-68, 
1-5;  col  consenso  d.  com.  crea  Guid'Antonio  Lam- 
bertini  coute  di  Poggio  Renatico  (an.  1441),  70, 
30-33;  con  il  Senato  determina  di  punire  Nicol6 
Gambacorta  entrato  senza  licenza  nel  Bolognese 
(an.  1442),  71,  17-23;  ric.  24;  da  alcuni  fe  supposto 
compiice  nelPuccisione  d.  pred.  avvenuta  per  opera 
dl  Astorre  Manfredl,  34-35;  &  capo  d.  presidi  la- 
sciati  dal  Piccinino  in  Bologna,  72,  25-27;  viene  a 
parole  con  amici  di  Annibale  Bentivogllo,  ciie  lo 
accusano  di  complicitsl  nelia  catfura  d.  pred.,  74, 
10-13;  intimoritosi  lascla  la  casa  d.  Dalle  Correggie 
o  recasi  ad  abltare  in  vescovado  conducendo  seco 
buona  guardia,  13-16;  esposte  ad  alcuni  cittadini 
suoi  amlci  ie  minaccle  d.  bentivolesclii,  manifesta  11 
disegno  di  andare  ad  abltare  in  Pal.  e  cliiamare  in 
c.  duecento  fanti  ciie  erano  nel  castelli,  17-20;  h  con- 
sigliato  ad  attendere  il  consenso  d.  Senato  clie  essl 
stessi  domanderebbero,  30-31;  fa  venire  di  Galliera 
duecento  fanti,  27-28,  e  con  essi,  va  in  Pal.  accom- 
pagnato  da  Giovanni  Fantuzzi,  35-27;  per  ordlne 
dl  Francesco  Plccinlno  lascia  il  Pal.  e  torna  nelle 
case  d.  Dalle  Correggie  (an.  1443),  75,  23-24;  cf.  37; 
scampa  daile  mani  di  Lodovico  dalle  Correggie,  ve- 
nuto  a  cercarlo  con  grande  moltitudine  di  armati, 
gettandosi  in  camicia  con  un  nipote  in  una  chia- 
vlca  clie  sboccava  nelPAvesa,  80,  50-81,  1-2;  sua  pe- 
regrinazione  sino  ai  castello  di  Galliera  ove  sl  riduce 
a  salvamento,  3-4;  nella  sconfitta  data  dal  Bentivo- 
glio  al  T>aX  Vernie  pr.  San  Giorgio  si  saiva  fuggendo 
a  Flnale,  93,  34-35;  quei  di  San  Giovanni  in  Persi- 
ceto  trattano  di  rendergli  11  castello,  ma  il  trattato 
4  scoperto,  95,  43-45. 

Secchi  o  Shcco  Giovan  France.sco  [Giovan  Francesco 
Secco\.  Alla  colazione  di  nozze  di  Annibale  Benti- 
voglio  riceve  In  presente  un  cigno  di  zuccliero  (an. 
1487),  240,  28. 

Sbda  (Dalla)  V.  Seta  (Dalla). 

Sega  (Dalla)  Antonio  detto  il  Zampa  cardatore;  im- 
plicato  nella  congiura  d.  Malvezzl  contro  i  Benti- 
voglio  In  Bologna  i  preso  e  implccato  al  merli  d. 
pal.  d.  pod.  (an.   1488),  252,  l»-20. 

S  EGA  (Dalla)  Petronjo.  Pcr  impedire  ai  Francesi  dl 
bbmbardare  la  c.  propone  al  popolo  di  sommergere 
U  campo  nemico  chludendo  l'acqua  d.  Reno  all'en- 
trata  in  c,  11  ciie  h  fatto  (an.   1506),  350,  33-32. 

Sbggio  V.   Gaggio  Montano. 

Skgna  (Di)  Annibali^  coI  fratelli  Marcantonio  e  Bar- 
tolomeo  fe  confinato  a  Cesena  perchi  amico  d.  Ben- 
tlvogllo  (an.  1507),  368,  9-IO,  13;  cf.  362,  33-34,  44-45. 

Skgna  (Di)  Antonio  \Anfonio  Disegna  il  FrtC^  dctto  II 
Frate;  parteclpa  alla  congiura  ordlta  dallo  Scappl 
In  favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  12;  fe  mul- 
tato  in  quaranta  ducati  per  la  ricostruzione  d.  pal. 
Marescotti,  387,  50;  e  clt.  a  difendersi,   392,  39. 

Skgna  (Di)  Bartolomso  coi  fratelli  Marcantonlo  e  An- 
nibale  h  confinato  perchi  amico  d.  Bentivoglio  (an. 
1507),  362,  33-34,  44-45. 

Sbona  (Di)  Marcantonio  i  confinato  a  Ceiena  perchi 
amico  d.  Bentlvoglio,  coi  fratelll  Annibale  e  Bar- 
tolomeo  (an.  1507),  368,  9-10,  13;  ct".  362,  33-34,  44-45. 

"  .Sboni  GlULlo  sua  poesla  gratulatoria  nel  1"  vol.  del- 
VHistoria  di  Bologna  d.  Ghlrardaccl  (an,  1596),  Lfl, 
19,  23  „. 


Sbgobricensb  (cardikale)  V.  Segunto  (vescovo). 

Segunto  (vescovo)  [Segonto,  cardinaie  Segobrice»se\  v. 
Milani  Lodovico  (an.   1455). 

Segurano  V.  Monzuno  (Da)  S.,    Villnnova  (Da)  S. 

Sei  di  Balia  V.  Bologna  (laagistraiure). 

Selle  (Dalle)  Bartolomeo  merciaio;  h  d.  Collegi  (an. 
1505),  339,  1,  7;  e  multato  in  trecento  ducati  per 
la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  389,  9. 

Sellb  (Dalle)  Finello.  A1  suono  d.  campana  di  San  Gia- 
como  si  arma  e  scende  in  Piazza  (an.  1445),  104,  29- 
31,  33-35. 

Skllustra  [Sa/ustia]  nel  territorio  d'Imola;  vi  si  reca 
con  l'esercito  e  vi  si  fortifica  Federigo  da  Monte- 
feltro  (an.  1467),  197,  3-4. 

Selva  (contb  della)  titolo  dato  a  Carlo  Malvezzi  da 
Calisto  III  (.in.   1456),    162,  36-37. 

"  Sbmini  Stefano  [Stef/ianus  Seminus]  penitenziere;  la 
sua  firma  per  l'arcivescovo  di  Bologna  appare  nel 
ms.  originale  d,  3"  vol.  deJla  Historia  di  Bologna 
d.  Ghirardacci,  LIX,   15 ;  LX,  s<>-t>t  ». 

Semproniq  V.  Macci  S. 

Senesi  [Sanesi\  mandano  ambasc.  al  Picclnino  in  Bolo- 
gna  a  prendere  accordi  per  la  guerra  imminente  (an. 
1443),  71,  44-45;  ric.  146,  36;  II  pred.  prende  loro 
alcuni  castelli  e  saccheggia  Cortona  (an.  1455),  159, 
24-26;  11  riacquistano,  26-27;  sono  aiutatl  dal  pp., 
dal  Veneziani  e  dal  duca  Sforza,  27;  battono  II  Pic- 
clnino  presso  Bologna,  27-28 ;  di  nuovo  combat- 
tono  con  il  pred.  a  Castiglione  di  Peschiera,  e  lo 
vincono  bench^  ne  escano  assai  malconci,  28-30;  per 
Interposizlone  d.  re  di  Napoli  fanno  pace  col  pred., 
che  ioro  restituisce  i  castelli  in  cambio  di  cinquan- 
tamila  ducati,  33-34;  contribuiscono  a  questa  somma 
II  papa  e  il  re  di  Aragona,  35;  uccidono  Ghiberto 
Correggio  qual  traditore,  161,  3-5;  nominano  Al- 
berto  Cattanl  pubblico  lettore  nel  loro  Studlo  (an. 
1468),  200,  37-38;  h  loro  riscrvato  un  luogo  onore- 
vole  nella  tregua  Interceduta  tra  il  re  di  Napoli  e 
I  Fiorentinl,  I  duchi  di  Milano  e  dl  Ferrara  (an. 
14^0),  222,  30-31. 

Senofonte  V.  Bindassi  S. 

Sbnogaglia  V.  Sinigallia. 

Sbnzamanica  Baldassarre  \Valdessera\  uccide  In  Bo- 
logna  Astorre  Morandl  uno  d.  priml  filosofi  d'ltalia 
(an.  1503),  323,  28-39. 

SiiRAFiNl  Costantino  [Constantino]  procuratore;  h  degli 
Anziani  di  Bologna;  (an.  1468),  200,  31;  riceve  In 
dono  dieci  ducati  in  occaslone  d.  venuta  d.  nuovo 
governatore  Savelll,  39-30. 

Serafini  Francesco  [Francesco  Serajino]  el.  degli  An- 
zlani  di  Bologna  (an.   1508),  378,  9. 

Seriani  Giovanni  figllo  di  Maso,  129,  41 ;  piglia  parte 
alla  giostra  bandita  in  Bologna  dal  leg.  Astorre 
Spada  (an.   1449),   128,  38-41. 

Seriani  Maso  padre  dl  Giovanni,  129,  41. 

" SeRIE  C RONOLOGICA  UBGLI  E M I NE N T IS  S  IM  I 
E  REV  ER  ENDISSIMI  SIONQRI  CARDINALI 
nOLQONBSI  0OMPRK81  qUELLI  AS8UNTIAL 
s  QMMO  PON  TlFi  cATO,  ric,  LXXXII,  S-tO  „. 

Serino  (fiumu).  Essendo  rovinata  le  chiusa  dalle  con- 
tinue  inondazloni,  si  accordano  le  persone  e  i  paesi 
dannegglati  a  rifabbricarla  (un.  1440),  67,  3-13;  la 
manutenzione  di  essa  h  obbligatoria  per  i  Malvezcl 
e  1  PepoU,  13-14,  1  quall  ualtaraente  a  Castel  Bolo- 


762 


INDICE  ALFABETICO       [Serlno  r/f«<«K>-Sforaa  AlessandroJ 


gnete  sl  serrono  dell'acqua  per  i  loro  motlnl,  14-15; 
la  detta  acqua  apparttene  per  mttk  a  Castel  Bolo- 
gnete,  IS-IT. 

ScRMOKKTA  (uUCA  ui)  V.  Borg^ia  Roderigo. 

Sbrpb  (Oalla).  Loro  case  abbattute  per  Ingrandlre  la 
Plazza  di  Bologna  (aa.  1497-149S),  293,  17. 

Sbrpb  (Dalla)  Cu.simo  \Cosm6\  glostrn  net  torneo  In 
Botogna,  tenutosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la 
Saplenza  preralga  nelle  coae  umane,  al  seguito  di 
Annibale  Bentivoglio,  paladlno  della  Fortuna;  h 
ascrltto  alla  qulnta  squadra  vestita  alla  tedesca  (an. 
1490),  259,  30-33;  la  sua  parte  resta  vittoriosa,  262, 
17-19. 

Serpe  (Dalla)  Galbazzo  \  multato  in  trecento  ducati 
per  la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
386,  30;  389,   17. 

Skrpk  (Dalla)  Giacomo  fa  un  presente  alle  nozze  dl 
Glulio  Malrezzi  (an.  1464),  184,  34. 

Skrpe  (Dalla)  Trassentino  [  Trenacntino  dalla  Serfa\ 
conduce  per  lc  redinl  la  chlnea  d.  regina  di  Russia 
nella  sua  vlsita  alla  sepoltura  di  San  Domenico  (an. 
1473),  212,  36-37. 

Sbrrano  Anorea  mllita  nelfesercito  raccolto  in  Imola 
da  Antonlo  Bentlvoglio,  Micheletto  Attendolo  e 
NicoI6  da  Tolentlno  (an.   1438),  8,  3«-36. 

Sbrravalle  eSERRAVALLE  Di  Val  Samoggia  \SeravalU, 
commune  di  Serravalle\.  Vi  fc  un  trattato,  che  fallisce, 
di  darlo  ai  Florentlni  (an,  1441),  70,  9-lO;  Achille 
Malvezzl  non  riuscendo  a  prenderlo  d'assaIto  vi  fab- 
brlca  una  bastia  e  vi  lascia  d.  presidi  (an.  1446), 
120,  3-«;  *  da  Alberto  Pio  restituito  al  leg.  di  Bo- 
logna  (an.  1448),  126,  1-3;  h  presidiato  per  la  Chiesa 
e  vi  si  trovano  i  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  35-37:  ne  &  promessa  la  rocca  ad  Alberto  Pio 
e  ai  fuorusciti  da  Giovanni  Buono  Albertini  e  da 
Vincenzo  da  Casale  (an.  1451),  140,  31-33;  il  trat- 
ta  to  &  scoperto,  33-36;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 
tivoglio  per  le  sue  nozze  (an.  1454),  150,  36;  fa  un 
presente  alle  nozze  di  Glulio  Malvezzi  (an.  1464), 
185,  5;  vi  sl  comraettono  molte  uccisioni  (an.  1470), 
202,  43-44;  gli  abitanti  si  recano  a  Bologna  a  que- 
relarsi  al  Senato  di  usurpazioni  fatte  nel  loro  ter- 
ritorio  da  quei  dl  Monte  Tortore  soggetti  al  duca 
di  Ferrara  (an.  1490),  262,  36-38;  I'accordo  tentato 
dal  Senato  non  riesee  a  nulla,  38-40;  v.  anche  Zone 
da  Serravalle. 

Servi  (frati  DEi)  in  Bologna;  ric.  per  la  chiesa  di  San 
Gluseppe,  34,  35;  pr.  loro  alloggia  il  card.  Pietro 
Conti  venuto  a  Bologna  al  scguito  di  Eugenio  IV 
(an.  1436),  47,  14-15;  terminano  il  loro  campanile 
(an.  1453),  144,  17-19:  ereditano  da  Glovannl  d'Ana- 
gni  (an.  1457),  164,37;  il  card.  Bessarione  alloggia 
pr.  loro  (an.  1459),  169,  45:  loro  concilio  gen.  con- 
Tocato  a  Bologna  dal  loro  gen.  Antonio  Alabantl 
cui  convengono  seicento  frati  da  ognl  parte  (an. 
1488),  245,  30-33:  fanno  una  solenne  processione 
nella  quale  portano  attorno  sedici  statue  dl  beati 
d.  loro  ordine,  32-34 ;  cambiano  !a  campana  mag- 
glore  d.  loro  chlesa  con  la  campana  nuova  detI'oro- 
logio  (an.  1493),  269,  28-31;  uno  di  essi  rimane  stor- 
piato  da  rovine  cadiitegll  addosso  durante  il  terre- 
moto  (an.  1505),  334,  10-11 ;  ne  sono  arrestati  alcunl 
per  avere  dato  ricetto  a  cavalli  forse  d.  Bentivogllo 
(an.  1508),  383,  39-43;   rlconosclutl   Innocentl  sono 


liberati,  meno  uno  confinato  acinquanta  mlglia  per- 
chi  aveva  ofTeso  II  magiatrato,  42-44;  sl  rifiutano  dl 
consegnare  a  Chiodo,  bargeilo,  un  ladro  ricoveratotl 
nella  loro  chiesa  per  non  etsere  causa  di  male  ad 
alcuno,  384,  38-30;  usando  Chiodo  d.  rlolenza  lo  to- 
praffanno  e  afTerratoIo  per  la  barba  lo  trascinano  per 
la  chlesa,  30-32;  chiamano  in  aiuto  contro  gli  tblrri 
che  li  rainacciavano  I  fanti  d.  cap.  Aibanese  otpl- 
tati  ncl  monaitero,  33-34;  rinchiudono  Chiodo  net 
loro  carcere,  34-3«;  sotto  pena  di  tcomunica  rice- 
vono  intimazione  dal  govematore  di  consegnare  il 
ladro  e  dl  comparire  dinanzl  a  lui,  37-39;  i  loro  data 
pubbllcamente  la  corda  per  ordine  d.  pred.,  41 ;  la 
pena  loro  inflitta  tpiace  a  tutta  ia  c,  43-45;  nomi 
dl  quelli  sottoposti  al  tormento,  45-50. 

Sbrvi  (CHIESA  me')  V.  Bologna  (chieta  dl  Santa  iiaria 
dei  Servi). 

Sesto  fa  un  dono  a  Sante  Bentlrogllo  per  le  nozze  (an. 
1454),   151,   14. 

Sbta  (Dalla)  GiROLAMO  [feronimo  dalla  Seda]  gii  ser- 
vitore  di  Antongalcazzo  Bentlvogllo,  48,  10;  gll  i 
consegnato  Bartolomeo  Offida  uccisored.  pred.,  f-10; 
supplizio  a  cui  lo  sottopone,  10-17. 

Settefonti  [Stifhonte]  ric,  9,  47;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  4. 

Sevkri  Battista  [Batlista  di  Sivero].  La  sua  casa  e  i 
suoi  beni  sono  da  Gioranni  Bentivoglio  dati  a  Carlo 
Peracini  (an.  1488),  252,  36-37. 

Severi  Girolamo  [Girolamo  di  S«ver6\  i  creato  da  Giu- 
ilo  II  Massaro  d.  Pelacanl  (an.   1506),  360,  10. 

Sevbri  Pietro  zlo  dl  Carlaccio  Calderi,  108,  19. 

Severo  V.  Marxano  (Da)  S.,   Zanetti  S. 

....  Severo  (Don)  [Seviero]  h  multato  in  quaranta  du- 
cati  per  la  rlcostruzione  d.  pal.  Marescotti  alla  cul 
rovina  erasi  trovato  (an.   1508),  387,  4». 

Sevibro  V,  Severo, 

SezzA  (D.\)  Francesco  fa  parte  deil'ambasceria  man- 
data  da  Giovanni  Gunzaga  a  Bologna  a  prendervi 
la  sposa  Laura  Bentivogllo  (an.  1494),  275,  6-10 ; 
pernotta  al  Bcntlvogllo,  11-12;  giunge  a  Bologna  per 
acqua  aspettato  al  porto  da  Giovanni  Bentivoglio 
con  largo  seguito,  13-15;  alloggta  nel  pal.  d.  pred., 
15-16;  va  In  gran  pompa  a  messa  in  San  Petronio, 
17-18;  assiste  il  giorno  dopo  in  questa  chiesa  a  una 
Rapprescntazione  Sacra,  30-22  ;parte  con  laspo- 
sa  per  Mantova,  35-35. 

Sforza  V.  Bentivoglio  S.,  Afarescotti  S. 

Sforza  di  Milano  [Sfortescii]  sono  imparentati  con 
Giovanni  Bentivoglio  per  il  matrimonio  di  Ippo- 
lita  con  Alessandro  figlio  d.  pred.  [1492],  354,  31- 
32,  e  perci6  la  loro  arrae  h  rappresentata  nella  torre 
d.  Bentivoglio,  372,  6;  perdono  lo  stato  dopo  cin- 
quanta  anni  che  lo  arevano  posseduto  (an.  1499), 
297,  14. 

Sforza  (fazione  degli)  addoiorata  per  la  f  di  Ascanio 
Sforza  (an.   1505),  339,   14. 

Sforza  di  Pbsaro  [S/orxescki]  sono  imparentati  con 
Gioranni  Bentivogiio  per  11  matrlmonio  di  Gine- 
vra  con  il  pred.  [an.   1464],  354,  30-31. 

[SforzaJ  ....  [figlio  d.  marchese  di  Cndignola]  h  cap. 
neIl'esercito  inviato  dal  duca  di  Mllano  In  aiuto  di 
Bologna  (an.  14S5),  154,  20-23. 

Sforza  Alessandro  [Alessandro  da  Cudignola],  fratello 
d.  duca  Francesco,  147,  14;  191,  1;  padre  di  Gine- 


[Sforza  Aless.-Sforza  Caterina]  INDICE   ALFABETICO 


763 


vra,  naturale,  147,  13-U ;  di  Costanzo,  naturalc,  193, 
10,  33;  signore  di  Pesaro;  da  in  moglie  Ginevra,  do- 
dicenne,  a  Sante  Bentlvoglio  (an.  1454),  147,  15;  ha 
quattro  squadre  neU'esercito  d.  duca  Sforza  mandato 
in  aiuto  di  Bologna  (an.  1455),  154,  24;  passa  dl  Bo- 
logna  dlretto  a  Milano  per  visitare  la  cognata  e  11 
nuovo  duca  (an.  1466),  191,  1-3;  alloggia  pr.  il  ge- 
nero  Gioranni  Bentivogllo,  3;  parte  per  Milano,  3; 
si  pone  a  soldo  d.  Venezianl  con  duemila  cavalli  e 
grossa  provvisione  (an.  1467),  192,  38-39;  h  neireser- 
cito  veneziano  dl  Bartolomeo  Colleoni  contro  Fl- 
renze,  193,  9-10 ;  assedia  con  ii  figlio  Costanzo  Imola 
per  obbligare  Taddeo  Manfredi  a  ridursi  ai  suoi  vo- 
leri,  33-34;  h  di  qul  richiamato  da  Bartolomeo  Col- 
leoni,  194,  17-1»;  fa  cuore  ai  suoi  soidati  neila  bat- 
taglla  alla  Mezzolara  e  per  merito  suo  la  pugna 
termina  senza  la  vittorla  d.  nemico,  195,  33-  37;  epl- 
sodlo  d.  suo  scontro  con  Federigo  da  Montefeltro, 
37-41 ;  per  la  malattia  d.  CoUeoni  rimane  a  capo  del- 
l'eserclto  in  Mordano,  196,  46-47;  essendo  cap.  d. 
Chlesa  rompe  guerra  a  Roberto  Malatesta  signore 
di  Rimiui  (an.  1469),  201,  25-26;  entra  con  inganno 
In  Borgo  San  Lorenzo  e  lo  pone  a  sacco,  26-27; 
passa  di  Bologna  diretto  a  Mllano  agli  stipendi  d. 
duca,  avendo  finito  la  condotta  col  Veneziani  (an. 
1470),  202,  38-3»;  alloggia  da  Giovanni  Bentivoglio, 
40;  parfe  per  la  Lorabardia,  41;  dona  al  Bentivoglio 
In  Miiano  un  cavallo  di  pregio  (an.   1471),  207,  9-16. 

Sforza  contk  Alessandro  figlio  di  Galeazzo  Maria;  i 
prigioniero  d.  Francesi  (an.   1500),  299,  9-10. 

Si'ORZA  AscANlo  DUCA  Dl  Bari  [moiut^nore  Ascanio,  il 
duca  di  Barri\  fratello  d,  duchi  di  Milano  Galeaz- 
zo  Maria,  208,  45  e  Lodovico,  299,  U;  monsignore 
poi  vesc.  e  card.;  h  inviato  da  Galeazzo  Maria  al 
nuovo  pp.  a  rallegrarsl  d.  sua  elezione  (an.  1471), 
208,  43-45:  passa  in  grande  pompa  da  Bologna  ospite 
di  Giovannl  Bentivoglio,  48-49 ;  ne  parte  per  Fi- 
renze,  SO;  glunge  a  Bologna  da  Roma  in  via  per 
Milano  (an.  1479),  221,  17-18;  alloggia  nel  pal.  Ben- 
tlvogllo  con  tutto  il  seguito,  18-19;  essendo  vesc. 
di  Parma  passa  di  Bologna  venendo  da  Ferrara 
diretto  a  Napoli  (an.  1480),  222,  21-22;  Giovanni 
Bentivoglio,  per  iettere  ducali,  ha  ordine  di  con- 
durlo  a  Firenze  a  Lorenzo  de'  Medici,  11  quale 
a  sua  volta  deve  mandarlo  a  Napoli,  22-25;  fe  rice- 
vuto  con  ogni  cortesia  dal  Bentlvoglio  che  lo  con- 
duce  a  Flrenzuola,  25-26;  qui  h  consegnato  a  Lo- 
renzo  de'  Medicl  venuto  a  incontrarlo,  che  lo  fa 
accompagnare  a  Pisa  e  quindi  con  una  galea  a 
Napoli,  26-28;  tornando  a  Milano  passa  di  Bologna 
poi  da  Ferrara,  34-35;  &  creato  dai  pp.  leg.  di  Bo- 
logna  In  luogo  di  Giovanni  Savelli  (an,  14S5),  233, 
3-4 ;  manda  a  Bologna  per  suo  luogotenente  Pro- 
spero  Caffarelli,  4-5;  si  fa  rapprcsentare  al  matri- 
monio  di  Annibale  Bentivoglio  da  Luigi  Capra  e 
da  Bartolomeo  da  Recanati  (an.  1487),  236,  25-26; 
suo  dono  alla  sposa,  239,  11-12;  alla  colazione  nu- 
zlale  rlceve  in  presente  un  biscione  dl  zucchero, 
240,  20;  ric.  per  il  suo  protonotario  Luigl  Capra, 
243,  45 ;  fa  la  sua  entrata  in  Bologna  quale  leg.  con 
un  seguito  di  trecento  cavalli,  ricevuto  con  gran- 
disslmo  onore  (an.  1481),  247,  27-30;  dopo  breve 
dlmora  torna  a  Roma  accompagnato  dal  nlpotc 
Ermes  Sforza  ambasc.  d.  duca  dt  Milano  e  dai  bo- 


lognesi  Bonlfacio  Cattani  e  Glovanni  Filippo  Sa- 
laroli,  31-33;  rimane  a  Roma,  34;  4  procuratore  d, 
pp.  nel  trattato  per  la  condotta  di  Giovanni  Ben- 
tlvoglio  (an.  1496),  288,  47-48;  gli  fe  tolta  da  Ales- 
sandro  VI  la  legazione  di  Bologna  (an.  1499),  296, 
29-30;  rlpara  col  fratello  Lodovico  in  Germania, 
297,  7 ;  entra  in  Mllano  con  I'esercito  imperiale 
accolto  con  gran  piacere  dal  popolo  (an.  1500), 
299,  14-16;  udito  che  II  fratello  era  stato  fatto  pri- 
gioniero  dai  Francesi  fugge,  19-20;  inseguito  da 
Carlo  Orsini  e  Soncino  Benzoni  e  preso  a  Ripalta 
e  condotto  a  Venezia,  20-22;  chiesto  da  re  Luigi  fe 
dai  Veneziani  mandato  in  Francia,  22-23;  fe  liberato 
dal  re  perch^  si  rechi  al  conclave  in  Roma  (an. 
1503),  324,  28-39;  cf.  37;  passa  di  Bologna  ed  &  osplte 
d.  Bentivoglio,  26-27 ;  fe  molto  ben  rlcevuto  e  acca- 
rezzato  dai  Bolognesi,  30-32 ;  finito  il  conclave  non 
torna  in  Francia,  328,  40;  f  a  Roma  forse  avvele- 
nato  perchfe  aveva  assoldato  Bartolomeo  d'AIviano 
per  riporre  i  Medici  in  Firenze  (an,  1.105),  339,  13-16. 

[Sforza  Bianca  Maria]  duchessa  di  Mllano;  mogiie  di 
Francesco,  alla  f  di  lui  convoca  di  notte  il  Consi- 
glio  e  I  primati  di  Milano  esortandoli  a  non  fare 
tumulti  (an.  1466),  190,  38-40;  scrive  poi  ai  prln- 
cipi  d'ltalia  d.  f  d.  marito  e  li  prega  a  rlconoscere 
i  figll  in  slgnoria,  40-41 ;  i  Bolognesi  le  mandano 
Nicoloso  Poeti  a  condolersi  d.  f  di  Francesco,  4S- 
47;  t  Jn  Melegnano  (an.  1468),  200,  4S-46;  il  figiio 
Galeazzo  Maria  ne  fa  portare  il  corpo  In  Milano  e 
la  fa  seppellire  in  SanfAmbrogio  pr.  il  marito, 
46-48. 

[Sforza]  Bona  [di  Savoia]  duchessa  di  MiLANO  \ma- 
dotifta  Buona]  avvertita  dal  Senato  dl  Bologna  che 
U  pp.  vuol   mandare  seicento  cavalli  nel  Bolognese, 

10  precede  per  occupare  gll  alloggi  (an.  1499),  220, 
18-20 ;  h  visltata  in  Milano  da  Giovannl  Bentivo- 
gllo  a  cul  fa  molto  onore,  221,  22-26;  ct  31-32;  [h 
di  casa  Savola;  v.  altra  notizia  sotto  Bona  di  Sa- 
voia\. 

Sforza  Buoso  [Buoso\  h  uno  d.  condottleri  d.  millzie 
Milanesi  che  tornano  dal  regno  di  Napoli  (an.  1466), 
191,  44-45;  fe  uno  d.  capi  deiresercito  d.  Lega  al- 
l'Idice  (an,   1467),  194,  4. 

Sforza  [Camilla]  figlia  dl  Marco  e  nipote  di  Fran- 
cesco  duca  di  Milano,  183,  27;  h  maritata  a  Giulio 
Malvezzi  (an.  1484),  26-28;  si  recano  a  prenderla 
In  Mllano  Achille  Malvezzi,  Sciplone  Gozzadinl, 
Bornio  da  Sala,  Carlo  Biancliettl,  Filippo  Manzoll, 
Egano  Lambertinl,  Giovanni  Antonio  Gozzadinl, 
Giovanni,  Ercole  e  Aiessandro  Malvezzl,  in  tutto 
ottanta  cavalll,  29-32  ;  i  pred.  le  danno  Tanello  a  no- 
me  d.  sposo,  33-34;  parte  per  Bologna,  34-35;  vl  h 
magnificamente  ricevuta  e  le  vanno  Incontro  gran 
numero  di  cav.,  50;  184,  1-4;  sl  corre  una  giostra 
In  suo  onore  innanzl  al  suo  pal.,  5-7. 

Sforza  Carlo  fratello  naturale  di  Giangaleazzo,  266, 
U;  padre  di  Ippolita,    11. 

Sporza  Caterina  [Madonna  Caikerina]  naturale  dl  Ga- 
leazzo  Maria,  213,  39;  216,  I2-IJ;  II  card.  di  San 
Sisto  va  a  Milano  a  trattarne  il    matrlmonlo   con 

11  fratello  Pietro  Riarlo  (an.  1473),  213,  37-39;  lei 
data  Imola  in  dotc  dal  padre  (an.  1474),  214,  20-31 ; 
spota  il  Riario,  216,  14,  cf.,  298,  13;  passa  dl  Bo- 
logna  con  grande  segulto,  216,  U-U;  i  rlcevuta  con 


764 


INDICE   ALFABETICO     [Sforza  Calerina-Sforza  Francescol 


grandissima  giola  e  ospltata  da  Glorannl  e  Gine- 
vra  lientlvogiio,  U-16;  parte  c  va  a  Imola  sua  dote, 
quindl  a  ForJ)  ore  l'aspettara  il  marlto,  16-17;  dopo 
la  ucclsione  dl  iui  h  fatta  prigloniera  coi  flgll  (an. 
1488),  245,  3-3;  promette  al  rlbeill  dl  fare  ioro  ce- 
dere  ia  rocca  dl  ForH  dai  castellano  se  rc  la  lasclano 
penetrare,  3-5;  riuscita  neiiMntento  ridomanda  impe- 
riosamente  i  figli  trattenuti  In  ostagglo  chiamnndo 
1  rlbelit  raRsalli  traditorl,  9-> ;  sua  ardlta  risposta 
aila  minaccia  fattale  dai  pred.  di  ucclderll,  t-tl;  i 
soccorsa  da  Gloranni  Bentirogiio,  da  Galeazzo  da 
Sanseverino  e  da  altrl  signori  clie  prendono  Forli  e 
rl  mettono  In  seggio  II  suo  prlmogenito  Ottaviano, 
13-23;  cf.  25;  ric,  277,  23;  fe  In  lega  col  re  di  Na- 
poli,  11  pp.,  i  Fiorentini,  ii  signore  di  Facnza  con- 
tro  11  re  di  Francia  e  il  duca  dl  Milano  (an.  1494), 
41-50;  saputo  clie  1  Francesi  arevano  dlstrutto  1 
suol  castelli  dl  Mordano  e  Bubano  e  crudeimentc 
infierito  contro  ie  popolazioni,  per  timore  d.  peggio 
sl  accorda,  27S,  2S-24;  le  i  mossa  guerra  dal  duca 
Vaientino  con  mllizic  francesi  sotto  pretesto  ihe  da 
tempo  non  pagava  il  censo  alla  Chlesa  (an,  1499), 
298,  ll-U;  caduta  Imola  In  mano  d.  Vaientino  si  rin- 
chiude  coi  figli  nella  rocca  strenuamente  dlfenden- 
dola.  31-33;  sl  arrende  ed  h  mandata  prigioniera  a 
Roma,  33. 

Sforza  Corrado  [Corrado  da  Coiignola\  h  uno  d.  cap. 
dell'esercUo  d.  Lega  airidlce  (an.  1454),  ^^^1  3-4;  fe 
cap,  neIl'eserclto  mandato  dal  duca  di  Milano  in 
aiuto  dl  Bologna  (an.  1455),  154,  30-21;  ra  a  Co- 
tignoia  con  mille  caralii  per  osserrare  I  movimenti 
d.  Piccinino,  26-27. 

Sforza  Costanzo  [Costanto  da  CodigHola\  signore  dl 
Pesaro:  naturale  dl  Alessandro,  193,  10,  33;  padre 
di  Glovanni  naturale,  227,  39-40;  fratello  (padre  !) 
di  Ginerra,  374,  25;  227,  39;  comanda  le  mllizie  d. 
duca  di  Mllano  reduci  dal  Napoletano  (an.  1466), 
191,  44-45;  h  col  padre  neIl'esercito  reneziano  dl 
Bartolomeo  Colleoni  contro  Firenze  (an.  1467),  193, 
10;  con  il  padrc  assedia  Imoia,  33-34;  fe  preso  dai 
neinicl  nella  battaglia  alla  Mezzolara,  ma  subito 
rllasclato  per  la  sua  gentllezza  e  valore,  195,  3J-33; 
inrlta  in  Pesaro  alle  sue  nozze  con  Maria  Camilla 
principessa  di  Rossano  ia  sorella  Ginerra  Bentivo- 
gllo  (an.  1475),  215,  7-13;  f  e  gli  succede  Giovannl 
suo  figlio  naturale  (an.   1483),  227,  38-40. 

Sforza  Drusiana  figlia  naturale  d.  duca  Francesco,  185, 
12-13;  va  sposa  a  Gincomo  Piccinlno  (an.  1464),  12; 
cf.,  188,  24;  e  ricevuta  col  marito  In  Napoll  assai 
onorevolraente  (an.  1465),  26-27;  rimasta  vedora 
torna  a  Milano  passando  di  Bologna  in  lutto  stret- 
to,  ospitata  da  Gioranni  Bentiroglio,  189,  \\-\k. 

Sforza  Ermes  [Ermesse,  ni/ote  d.  duca  di  Mi/ano]  fra- 
tello  d.  duca  Glangaieazzo,  268,  42;  310,  6;  march. 
di  Tortona,  247,  31-32,  268,  43;  ra  ambasc.  a  Roma 
(an.  1488),  247,  32-33;  sl  accompagna  a  Bologna 
con  Ascanio  Sforza,  31-32 ;  passa  da  Bologna  in  ria 
per  Roma  con  molti  cavalli  (an.  1492),  268,  42-46; 
Gloranni  Bentiroglio  con  moitl  nobill  gll  va  in- 
contro,  46-47;  ^  ospite  d.  pred.,  47;  dopo  tre  glornl 
parte,  47-48;  h  restito  di  nero  con  tiitti  quelli  d. 
suo  seguito,  48;  inriato  daii'imp.  Massimiliano  a 
Firenze  passa  dl  Bologna  ospite  ancora  di  Giorannl 
Bentirogiio  (an.   1502),  310,  7-1. 


.Sforza  (conte)  Francbsco  [Franeeseo  da  Cudig-nola\ 
march.  d.  Marca  d'Ancona,  47,  35;  poi  duca  di  Mi- 
iano,  135,  lt-19;  frateiio  di  Aiessandro  tlgnore  di 
Petaro,  147,  U ;  19i,  I;  padre  di  Gaieazzo  Marla, 
168,  29-30;  190,  41-43;  e  d.  naturali  Ippollta  Maria, 
187,  38;  Drustana,  185,  12-13;  Sforzlno,  192,  33-34; 
Trlstano,  190,  1;  i  condottlero  d.  duca  Visconti 
di  Mllano  (an.  1426),  3,  26:  recandoti  in  Romagna 
passa  pei  terrltorto  di  Boiogna  (an.  1433),  36,  37- 
3t;  ii  suo  passaggio  desta  tlmore  nei  Boiogneti, 
26-27;  da  Medtcina  ore  sl  trorara  inria  selcento 
cavalli  sotto  ii  comando  di  Sigismondo  Malatesta, 
ai  governatore  dl  Bologna  che  glieli  avera  cbiesti 
contro  i  Canetoll  (an.  1435),  43,  26-28;  finisce  11  suo 
suldo  con  la  Chiesa  estendo  con  l  suoi  soldati  ai 
ponte  Poledrano  (an.  1436),  47,  35-37;  l'Offida  de- 
libera  farlo  prlglone,  37-38;  parte  dai  ponte  Poie- 
drano  e  ra  a  Cantaloro  neil'ImoIese  pattando  die- 
tro  ie  fosse  di  Mediclna,  ore  si  trovara  I'Offida, 
clie  i  suoi  soldati  sfidano,  41-43;  st  ferma  a  Canta- 
loro,  44 ;  fa  mostra  di  volere  passare  In  Romagna 
e  manda  1  bagagli  a  Cotignola,  45-46;  da  un  tuo 
caraliere  fa  avvisare  fOffida  d.  sua  partenza  pcr 
la  Romagna,  47-48 ;  va  inrece  aila  Rircardina  ore 
era  l'Offida  con  Pier  Glampaolo  Orsini,  48-49;  at- 
sale  i  pred.  all'impensata  e  II  sbaraglla  facendo 
gran  numero  di  prigionleri  tra  cui  l'Orsinl,  49-48, 
l-2;inseguee  assedia  l'Offida  in  Budrio,  2;  il  pred. 
gli  h  consegnato  dagli  abltantl  che  arera  minac- 
ctato  di  dlstruzione,  2-8 ;  io  conduce  legato  a  Co- 
tignola  e  fattogii  il  processo  lo  manda  a  P'ano,  con- 
segnandolo  a  Girolamo  dalla  Seta  gi4  servitore  d. 
Bentivoglio,  8-10;  dopo  la  morte  dell'Offida  Itbera 
I'Orsini,  24;  essendo  a  Rimini  in  aiuto  d.  Malatetta 
li  oppone  con  forze  sorerchianti  a  Guid'Antonio 
Manfredi  (an.  1439),  58,  29-31 ;  insegue  ii  pred.  nella 
ritirata  e  occupa  Forlimpopoli,  31-32 ;  saccheggl.n  i 
territori  d'lmola  e  Mordano,  32;  quindl  ii  Bolognese, 
33;  va  a  Ferrara,  poi  a  Chtoggia  e  a  Padora,  33-34: 
iascia  qul  Tesercito  e  si  reca  a  Venezia  a  prendere 
il  bastone  d.  capitanato  e  il  soldo  per  Pimpresa 
nel  Bresciano  contro  il  Piccinino  e  il  Gonzaga,  34- 
37;  ric,  50;  alcuni  di  Bologna  si  adoprano,  ma 
senza  successo,  per  farlo   entrare  con  I'esercito  in 

c.  (an.  1440),  63,  28-29;  abbandona  il  soldo  d.  Ve- 
neziani  perchi  non  averano  voluto  concludere  pace 
e  lega  col  duca  Visconti,  e  passa  agli  ttipendi  di 
questo,  64,  38-39;  gli  h  promessa  dal  duca  in  moglie 
ia  sua  unica  figlia  Bianca  ed  e  da   lui  creato  cap. 

d.  Lega,  39-40;  tratta  la  pace  tra  11  Visconti,  i  Ve- 
neziani  e  la  Chiesa  (an.  1441),  69,  36-37;  cf.  43; 
Annibale  Benttvoglio  in  odio  a  iui  assedia  Fortt 
(an.  1442),  72,  6-7;  Nicol6  Plccinino  cap,  d.  re  di 
Napoli  si  irapadronisce  d.  sue  c.  e  castella  nella 
Marca  Anconetana  (an.  1443),  96,  39-40;  Fiorentini, 
Genovesl,  Bolognesi  e  Veneziani  si  alleano  per  op- 
porsi  ai  pred.  e  In  suo  favore,  38,  40-41 ;  ii  duca  Vi- 
sconti  fa  raoatra  di  entrare  nella  Lega,  ma  segreta- 
menfe  h  d'accordo  col  re  di  Napoli  per  rorinarlo, 
96,  41-42;  sconfigge  il  Piccinino  tra  Pesaro  e  Fossom- 
brone  e  gll  prende  uomini  e  carriaggi,  97,  7-10;  lo 
Bconfigge  nuovamente  a  Monte  Oimo  e  lo  fa  prigio- 
niero  (an.  1444),  98,  44-49;  arvisa  ii  Senato  di  Bo- 
logna  con   lettera  di  questa  vittoria  e  dell'occupa- 


[Sforaa  Fr.-Sforza  Galeazzo  Maria]   INDICE   ALFABETICO 


765 


zione  di  Macerata,  Monte  Olmo,  Tolentino,  Sanse- 
yerino  e  altri  luoghi  99,  10-23;  rlc,  102,  16;  risponde 
all'inrito  fattogll  dal  Senato  bolognese  di  andare  ai 
suoi  stipendl  di  non  potere  sul  raomento  lasciare 
la  Marca  perche  assalita  rtal  pp.  e  che  per  l'avTe- 
nire  potendo  avrebbe  con  piacere  accettato  (an.  1446), 
114,  4«-50;  il  Viscontl  opera  ai  suoi  danni,  115,  1-4; 
h  alleato  d.  Veneziani,  7-8;  per  le  sue  istanze  i  pred. 
si  accingono  a  muovere  guerra  al  duca  di  Milano, 
19-31;  ric,  119,  40;  Ignorando  la  morte  di  P^ilippo 
Maria  Visconti  si  muove  per  recarsi  in  Lombardia 
con  ottomila  uomini  (an.  1447),  122,  41-42;  il  Se- 
nato  dl  Bologna  temendo  di  questo  suo  passaggio  fa 
murare  parecchie  porte  d.  c.  e  prende  altrl  provve- 
dimentl  dl  difesa,  42-46;  giunto  alla  Rlccardina  ap- 
prende  la  f  d.  suocero,  47;  accelera  il  viaggio  e  a 
Borgo  Panigale  riceve  doni  dal  Senato  bolognese 
presentatigli  da  Carlo  Malvezzi,  123,  1-4  ;  diviene 
duca  di  Milano  e  ne  manda  personalmente  I'an- 
nuncio  ai  Bolognesi  con  lettera  (an.  14S0),  135,  ig- 
29;  in  essa  si  firma  duca  dl  Milano,  conte  di  Pavia 
e  di  Angleria  (?),  signore  di  Cremona,  Piacenza  e 
Parma,  30-33;  invla  un  corriere  ai  tMorentini  con 
l'annunzio  d.  pace  conclusa  a  Lodi  coi  Veneziani 
e  loro  confederati  (an.  1454),  145,  43-45;  anche  man- 
da  allo  stesso  scopo  un  corriere  al  Scnato  bolognese 
46-49;  testo  d.  sue  lettere  al  com.  e  al  Jeg.,  146,  11- 
38;  ric,  34-35;  risponde  a  Nicoloso  Poeti  ambasc. 
d.  Bolognesi  che  ignora  i  disegni  di  Giacomo  Pic- 
cinino  contro  Bologna,  147,  7-8,  la  quale  farA  bene 
a  provvedere  ai  casi  suoi,  8-9;  fe  invitato  da  Sante 
BentivogUo  alle  sue  nozze,  23-24;  e  in  trattato  di 
una  lega  con  Firenze  e  Venezia,  151,  38-39;  ric,  152, 
5;  la  conclude  per  la  durata  di  venticinque  anni 
(an.  1455),  153,  43-44;  I.odovico  Caccialupl  ambasc. 
di  Bologna  gli  espone  11  danno  a  cui  anderebbe 
Incontro  qual  slgnore  di  Romagna  e  d.  Marca  se 
il  pp.  per  mezzo  di  Giacomo  Piccinino  riuscisse 
a  ottenero  il  libero  dominio  dl  Bologna,  154,  11- 
17;  e  persuaso  dal  pred.  a  opporsi  al  Piccinlno  che 
era  per  passare  il  Po,  17-U  ;  manda  un  eserclto  di 
quattromila  cavalli  e  cinquecento  fanti  nel  Bolo- 
gnese,  19-25;  il  pred.  esercito  con  rinforzi  di  Bo- 
logna  si  sposta  in  Romagna  presso  Solarolo  a  in- 
rigUare  le  mosse  d.  Piccinlno  e  impedirgli  aggres- 
«ioni  sul  Bolognese,  159,  19-33;  soccorre  i  Senesi 
contro  il  pred.  che  aveva  portato  11  suo  esercito  in 
Toscana,  33-38 ;  tiene  al  suo  soldo  Tiberto  Brandolini 
(an.  1458),  165,  14-15;  dai  Sei  di  Balk  di  Bologna 
gli  sono  chiesti  cavalli  e  fanti  a  difesa  d.  c.  qualora 
II  pp.,  che  doveva  recarvisi,  avesse  avuto  l'idea  d'in- 
signorirsene  (an.  1459),  167,  47-168,  1-3;  pensando 
al  danno  che  gliene  verrebbe  se  ci6  accadesse,  manda 
suo  figlio  Galcazzo  Marla  con  molte  railizie  a  Bo- 
logna  sotto  colore  di  onorare  il  pp.,  3-4;  cf.,  39-30; 
pttga  i  ricchl  ornamenti  d.  trecentocinquanta  cavalll 
che  si  recano  con  Galcazzo  Marla  a  Bologna,  169, 
20-24;  essendo  stato  scelto  arbitro  nella  dlscordla 
tra  i  castclli  di  Cento  e  Plere  e  il  com.  di  Bologna 
sentenzla  in  favore  di  questo  (an.  1461),  175,  13-14; 
i  castelli  e  11  vesc,  cui  appartenerano,  rlfiutano  di 
sottostare  al  suo  gludicato,  14-15 ;  scrlre  a  Sante 
Bentlvoglio  la  notizla  d.  f  dl  Carlo  VII  re  di  Fran- 
cla  a  dell'elezlone  d.  Delflno  Lulgl  XI,  176,  4-7;  gll 


fe  fatto  un  presente  di  rentlmila  lire  dal  Senato  di 
Bologna  (an.  1463),  178,  23-33;  fa  imprigionare  Ti. 
berto  Brandolini  perchi  roleva  lasciare  la  sua  con- 
dotta,  ma  non  ne  molesta  i  figliuoli,  179,  1-3;  gli 
vengono  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna  (an.  1464), 
182,  42-43;  h  cugino  di  Camllla  Sforza  sposa  di  Giu- 
lio  Malvezzi,  183,  27;  ricere  con  grande  onore  i 
Bolognesi  incaricati  di  rilevare  la  sposa,  183,  33; 
accorda  Drusiana  in  moglie  a  Giacomo 
Plccinino,  185,  13-13;  cf.  188,  24-25;  dubitando 
d,  fedelta  d.  pred.  sl  accorda  segretamente  col  re  dl 
Napoli  per  farlo  capitare  male  (an.  1465),  23-26; 
come  infatti  succede,  27-31;  e  avvisato  che  Giovanni 
Bentivoglio  xerrk  a  salutarlo  qual  parente,  48 ;  cf. 
36-45  ;  gli  raanda  incontro  insino  a  Parma  un  fra- 
tello  con  nobile  corteggio,  48-49;  va  a  ricerere  Gio- 
vanni  alle  porte  di  Milano,  189,  1;  lo  accompagna 
con  grande  pompa  al  suo  paL,  2;  fa  cav.  aurato 
Matteo  Malrezzi  al  seguito  d.  pred.  quindi  concede 
a  Giovanni  dl  partire,  3-4;  assicura  il  Senato  di 
Bologna,  che  ne  lo  aveva  richiesto,  d.  suo  aiuto 
nel  caso  che  il  pp.  muovesse  guerra  alla  c.  (an. 
1466),  43-190,  1 ;  alI'uopo  fa  apparecchiare  il  figlio 
Tristano  con  molte  bande  di  caralli,  1-3 ;  i  suoi 
figli  che  avevano  accompagnato  a  Napoli  Ippolita 
sposata  ad  AUonso  d'Aragona,  sono  fatti  cav.  dal 
re,  17-18;  i  pred.  di  ritorno  a  Milano  passano  di 
Bologna  ospitati  da  Giovanni  Bentivoglio,  18-19; 
t  improvvisaraente  a  sessantacinque  annl,  dopo 
quindlci  di  slgnoria,  37-38;  cf.  175,  15;  sua  moglie 
Bianca  Maria  comunlca  la  sua  f  agll  altri  prin- 
cipi,  190,  37-41;  gli  succede  11  primogenito  Galeazzo, 
41-43;  al  fianco  gli  h  seppellita  la  moglie  f  in  Me- 
legnano  (an.  1468),  200,  46-48;  ric,  193,  4;  rlc  per 
ii  suo  allievo  Scaramuzzetto,  194,  15 ;  era  debitore 
di  ottantamlla  ducati  ai  Fiorentlni  (s.  a.),  196, 
13-14. 

Sforza  Francksco  conte  dl  Todorano  marito  di  Gio- 
ranna  Bentlroglio,  117,  45;  assedla  Cararaggio  (an. 
1446),   "-«. 

Sforza  conte  Francesco  accompagna  a  Bologna  Ip- 
polita  SforzB  sposa  di  Alessandro  Bentiroglio  (an. 
1493),  266,  34-35 ;  accompagna  Ermes  Sforza  a  Roma, 
269,  44-45. 

Sforza  Francesco  figlio  di  Giangaleazzo  e  di  Isabclla 
d'Aragona;  e  condotto  In  Francia  da  Luigi  XII 
(an.  1500),  299,  25-36. 

Sforza  Gai-eazzo  figlio  dl  Costanzo,  fratello  di 
Gloranni,  287,  35;  rappresentando  II  pred.  alle  nozze 
di  Annibale  Bentivoglio  in  Bologna,  va  incontro 
agli  sposi  fuori  porta  dl  Galliera  (an.  1487),  236, 
32,  28;  passa  di  Bologna  con  milizie  diretto  al 
campo  dl  Novara  in  aiuto  d.  Lega  contro  11  duca 
d'Orl6an8  (an.  1495),  287,  35-38;  fatto  prlgioniero  dai 
Posaresi,  per  non  cadere  nelle  mani  d.  Valentlno 
convince  11  castellano  a  cedere  ai  cittadinl  la  rocca 
(an.  1500),  300,  44-45;  rilasclato  parte  per  Bolo- 
gna,  45. 

[Sforza  Galeazzo]  coiiTE  Di  Mbi.zi  naturale  d.  duca 
Galeazzo  Maria,  ^prigloniero  d.  Francesl  (an.  1500), 
299,  9-10. 

Sforza  Galeazzo  Maria  conte  di  Parla,  figlio  dl  Fran- 
cesco  Sforza,  168,  4,  29-30,  190,  41-43;  fratello  di 
Atcanio,  221,  17;  dl  Polldoro  naturale,  206,  4«;  dl 


766 


INDICE  ALFABETICO 


[Sforza  OaleazEO  Maria] 


Sforzlno  naturale,  192,  J7;  padrc  dl  Olanga- 
leaszo,  216,  4;  dl  Caterlna  naturale,  U-33;  di  Alei- 
■andro,  GaleazzoeGIoTanDl  Casa  naturall,  299,  f-IO; 
h  dal  padre  mandato  a  Bologna  con  molte  mllizle 
a  onorare  PIo  II  In  apparenza,  in  realti  per  difen- 
dere  al  caso  la  c.  contro  U  pp.  (an.  1459),  168,3-4; 
cf.,  3f-30 ;  gll  sono  mandati  incontro  dal  Senato  dl 
Bologna  Lodorlco  Cacclalupi  e  Cristoforo  Caccla- 
nemlci  con  molto  segulto,  31-34;  a  Castelfranco 
trora  Achille  Mulvezzl  e  Giovanni  Bentivogllo  che 
gli  avevano  preparato  gU  alloggi,  34-37 ;  prosegue 
per  Lavino  ove  altri  gentiluomliii  lo  aspettano,  37- 
38;  altri  ne  trova  a  Ponte  di  Reno,  38-39;  k  rlce- 
TUto  a  Porta  San  Felice  dal  vesc,  dal  rettotl  e  da 
altrl  signori,  39-43;  h  condotto  ad  alloggiare  al  pal. 
d.  Pepoli,  43-45 ;  molti  d.  sua  corte  sono  ospltati 
dai  Muzzarelli,  45;  parte  di  Bologna  e  si  reca  a  Fi- 
renze  incontro  ai  pp.,  169,  37-39;  h  accompagnato 
a  San  Rulfillo  dagll  Anziani  e  da  gentiluomlni  Bolo- 
gnesl,  28 ;  lascia  a  guardia  dl  Bologna  alcune  squa- 
dre  dl  soldati,  39-30;  vi  torna  ricevuto  con  gran- 
dissimo  onore  e  pompa,  43-43;  fe  convitato  splen- 
didamente  col   suo   segulto   da   Sante    Bentivoglio, 

170,  3-4;  la  sera  stcssa  gli  h  data  sontuosa  cena  da 
Vlrgilio  Malvezzl,  4;  segue  il  corteggio  d.  pp.  die- 
tro  al  Sacraraento,    18-19;   riceve   doni    dal  Senato, 

171,  32;  fa  cav.  aurato  Glacomo  dal  Lino,  33;  e  ric. 
per  Boidrino  suo  armigero,  35;  parte  di  Bologna  lo 
stesso  giorno  che  11  pp.  con  tutti  i  suoi  46-47;  alla 
t  d.  padre  h  a  Lione  con  seimila  soldati  in  aiuto 
d.  re  dl  Fraacia  (an.  1466),  190,  41-42;  torna  su- 
bito  a  Milano  e  come  prlmogenito  succede  nclla 
signoria,  42-43;  i  Bolognesi  gli  mandano  Nicoloso 
Poeti  a  condolersi  d.  f  d.  padre,  a  felicltarlo  d.  sua 
assunzione  e  a  proflerlrgli  aiuto  se  ne  bisognasse, 
45-49;  Pino  Ordelaffi,  per  sospetto  d.  sue  mllizie  che 
al  comando  di  Buoso,  Roberto  e  Costanzo  .Sforza 
tornavano  dal  Napoletano  in  Lombardia,  si  prov- 
vede  di  gentl  con  l'aiuto  d.  Veneziani,  191,  39- 
45;  fugge  da  lul  Sforzino  naturale  di  Francesco  e 
▼a  nel  Bresclano  a  prendere  soldo  con  Bartolomeo 
CoUeonl  (an.  1467),  192,  34-35 ;  con  gli  altri  ade- 
renti  alla  Lega  e  cioi  Ferdlnando  re  di  NapoH,  Fi- 
renze  e  Bologna  assolda  Federigo  da  Montefeltro 
quale  cap.  contro  i  Veneziani  e  i  fuorusciti  iioren- 
tini,  193,  34-27;  parte  di  Milano  con  quarantadue 
squadre  per  andare  personalmente  contro  11  Coi- 
ieoni,  35-36;  giunge  a  Borgo  Panigale,  36;  lascia  qui 
i'esercito  e  va  a  Bologna  ricevuto  con  grande  ono- 
re,  37-38;  fa  cav.  Cario  Bargellini  uno  degli  An- 
ziani,  38-39;  cena  con  i  pred.,  39-40;  il  giorno  dopo 
si  reca  con  la  sua  guardia  al  Ponte  dellTdice  a  par- 
lamento  con  Federigo  da  Montefcitro  e  I'Orsini,  41- 
42;  ripassa  per  Bologna  e  da  Francesco  Grati  fe  trat- 
tato  sontuosamente,  42-44;  priraa  di  partire  fa  11 
pred.  cav.,  45;  esce  di  Bologna  e  torna  a  Borgo  Pa- 
nigale,  45-46;  con  tutto  l'eserclto  passa  di  Bologna 
e  si  reca  ailTdice,  47-48;  ove  assume  1'uflficio  di  cap. 
gen.  d.  Lega,  50;  ritiratosi  il  Coileoni  gii  passa  dle- 
tro  e  sl  reca  a  San  Prospero  di  Imola  distante  dai 
pred.  tre  raiglia,  194,  19-21;  i  due  esercitl  nemlcl 
sl  seguono  i'un  l'altro  senza  concludere  azioni,  22- 
38;  lascia  I'eserclto  ai  duca  di  Urblno  e  si  reca  a 
Firenze,  39-40;  cf.  196,  10-11;   tratta  col  Fiorentlni 


dl  alutarli  a  mantenersl  in  istato,  12-13;  ne  rlceve 
II  condono  di  ottantamila  ducati  che  loro  doreva 
per  conto  dl  tuo  padre,  13-15,  e  la  promesta  di  al- 
trl  trecentomlla  per  la  durata  d.  guerra,  15;  parte 
per  Bologna,  15;  cf.  22;  conduce  le  (ue  genti  a  Ca- 
■telfranco,  21-13;  28;  ne  parte  per  recare  aiuto  a 
Guglielmo  di  Monferrato  aitalito  da  Filippo  di 
Savoia,  28-30;  i  Venezianl  apparecchiano  un  eter- 
cito  per  muovergli  guerra  nei  suoi  ttati,  32-34;  ma 
non  vanno  oltre  eitendo  intervenuta  la  pace,  34-15; 
I  suol  soldati  al  campo  d.  Conte  di  Montefeltro  a 
Riolo  Secco  ne  partono  per  recarsi  a  svernare  In 
Lombardia,  197,  31-22;  convlene  al  pariamento  In 
Pavia  d.  collegati  per  trattare  delia  guerra  contro 
i  Veneziani  (an.  1468),  198,  34-36;  i  d.  parere  che 
si  faccia  pace  coi  pred.  per  unire  le  forzc  contro  i 
Turchi  e  che  sl  mandino  arabatc.  al  pp.  afflnchi 
ditponga  i  Veneziani  alla  pace,  36-42;  In  pretenza 
dl  Paolo  II  nomina  tra  gli  aderenti  olla  Lega  an- 
che  i  Bolognesi,  199,  24-29;  fa  trasportare  11  corpo 
d.  madre  in  Mliano  e  la  fa  con  gran  pompa  sep- 
pelllre  In  SanfAmbrogto,  200,  46-48 ;  invia,  secondo 
un  uso  antico,  al  Senato  di  Bologna  un  bue  dl  pelo 
biondo  riccamente  bardato  (an.  1470),  202,  19-22,  e 
ne  riccve  in  cambio  salami  e  olive,  33-26;  conduce 
ai  suoi  stipendi  Alcssandro  Sforza,  39;  invia  a 
Giovanni  Bentivoglio,  per  onorario  durante  II  tor- 
neo  da  lui  bandito,  otto  cavalli  bianchi  riccamente 
bardati  e  accompagnatl  da  paggl  vestiti  di  colore 
cremisino,  i  quali  fa  presentare  dal  conte  Borella, 
203,  30-33;  cf.  206,  34-35;  impedisce  ia  guerra  tra  1 
Bolognesi  ed  Ercole  d'E8te,  21-23;  chlama  a  Milano 
Gianfrancesco  Poeti  (an.  1471),  207,  13-14;  cerca 
di  rendersi  grato  11  Bentivogiio  che  Invita  a  Mi- 
lano  per  mezzo  dl  Giorglo  di  Nor,  206,  31-33,  36- 
37;  manda  Polidoro  suo  fratello  naturale  incontro 
a  Giovanni  all'Enza,  46-47 ;  riceve  fastosamente  11 
Bentivoglio  a  Milano,  48-49;  lo  fa  cap.  di  seicento 
cavaili  e  trenta  balesfrierl  con  una  provvisione 
annua  dl  settemila  ducati,  207,  3-4;  per  affetto  al 
pred.  prima  d.  sua  partenza  arma  cav.  aurato  Carlo 
Antonlo  Fantuzzi,  5-7,  e  fa  ricchl  doni  a  lui  e  al 
suo  seguito,  8-30 ;  i  soldati  da  lui  dati  ai  Bentlvo- 
glio  sl  recano  nel  Bolognese  facendo  tappa  a  Ca- 
stelfranco,  J2-33,  quindi  giungono  a  Bologna,  33- 
34;  sono  loro  dati  dal  Bentivoglio  I  quartleri  nei 
contado,  34-35;  suoi  arabasc.  al  nuovo  pp.  pastano 
di  Bologna  ospitati  da  Giovanni  Bentivoglio,  208, 
43-50;  h  alieato  coi  Boiognesi,  210,  5;  sollecltato 
dal  duca  d'E3te  cerca  di  conciliare  il  pred.  col  Bo- 
lognesi  a  proposito  di  una  bastia  eretta  da  Bolo- 
gna  sul  confine  d.  Modenese,  18-20;  col  concorso  d. 
re  dl  Napoli  ottiene  che  i  Bolognesi  abbattano  la 
detta  bastia,  raa  loro  riraane  il  diritto  di  riaizare 
il  tronco  d.  torre  che  segnava  i  loro  confini  sul 
Panaro,  20-25;  suol  ambasc.  con  ambasc.  d,  re  di 
Napoll,  d.  Boiognesi  ed  agenti  d.  duca  d'Este,  vanco 
al  Panaro  e  vi  stipulano  i  contratti  d.  condizionl 
stabiiite  tra  il  com.  dl  Bologna  e  lui  in  riguardo 
al  detto  luogo,  26-29;  Roberto  da  Sanseverlno  fe  suo 
cap.  (an.  1473),  213,  10 ;  marita  Caterina  sua  figlia 
naturale  al  conte  Girolamo  Riario,  e  le  da  in  dote 
Imola,  cedutagli  da  Taddeo  Manfredi  (an.  1474), 
214,  19-21;  cf.  213,  38-39;  h  ucciso  in  et4   di  tren- 


[Sforza  G.  Maria-Sforza  Ginevra]       INDICE   ALFABETICO 


767 


tatrb  anni,  dopo  sedici  annl  di  regno,  nella  chiesa 

dl  Santo  Stefano  a  MUano  da  Girolamo  Olgiati  e 

da  Glovanni  Andrea  da    Lampugnano    (an.    1476), 

215,  47-216,  1-2  cf.  198,  12-13;  la  sua  t  affligge  Bo- 

logna  e  Giovannl  Bentivoglio,  215,  2-4 ;  gli  succede 

il  iiglio  Giangaleazzo,  4-5. 

Sforza  Giacomo  bolognese,  prende  parte  alla   giostra 

bandita  in  Bologna    in    onore   d.    nozze    di    Giulio 

Malvezzi  (an.   1464),   184,  5-6;  ne  riporta   l'onore  e 

il  premio   6-7. 

Sforza    Giangalbazzo    [Giovanni  Galeazzo]  marito    di 

Isabella  di  Aragona,  253,  45-46;   cf.  33-39;   299,  24- 

25;   nipote   di   Lodovico   Sforza   k  acclamato  duca 

alla  f  d.  padre  Galeazzo  Maria  (an.  1476),  216,  4- 

5;  vengono  ambasc.  di    Bologna    a   condolersi   con 

lui  della  f  d.   p^idre   e    rallegrarsl    dell'a8sunta   si- 

gnoria  (an.   1477),   18-19;  manda  a  Faenza  Giovanni 

Bentivoglio  con  genti  d'arme  in  aiuto  di  Galeotto 

Manfredi   contro    11  fratello  di  qnesto,  Carlo,  217, 

45-47;  arma  cav.  Antonio  figlio  di  Bartolomeo  Vol- 

ta  ambasc.  di  Bologna  (an.   1478),  219,  38-39;  e  gli 

dona   la   propria   veste    broccata   con   la   divisa    d. 

calza  morella  e  bianca,  39-30;  e  visitato    in  Mllano 

da  Giovanni  Bentivoglio  a  cui  fa  molto  onore  (an. 

1479),  221,  22-36,  cf.  31-33;   per  Capodanno  fa  cav. 

aurato  Glovannl  Marsili  in  preseaza  d.  Bentivogllo 

e  d.  suo  seguito  (an.   1480),  31-34;  dona  a  Giovannl 

Bentivoglio  per  compensario  d.  sua  fedelta  in  per- 

petua  proprietJ  sua  e  d.  suoi  discendenti  legittimi 

1  castelli  di  Covo  e  di  Antignano  con  ii  ponte  di 

Pizzighettone,  34-39;  cf.  307,  24;  testimoni  dell'istru- 

mento,  221,  39-41;  vuole  che  Giovanni  prenda  pos- 

sesso  d.  castelU  prima  di  tornare  a  IBologna,  41-43; 

Ak  licenza  ai  pred.  di  partire,  43;  confina  a  Napoil 

Ascanio  Sforza,  222,  22;  incarica  Giovanni   Benti- 

voglio  dl  condurre  il  pred.,  dopo  ii    suo    arrivo    a 

Boiogna,  a  Lorenzo  il    Magnifico,    23-24;  e  incarica 

questi    di    tradurlo  a  Napoli,    24-25;  insieme  al  col- 

legati  fa  tregua  col    re   di   Napoli,   29-31;  comanda 

a  Giovanni  Beativoglio  dl  recare  soccorso  a  Ercole 

d'Este  minacciato   dai   Veneziani   (an.    1483),   224, 

38-40;    partecipa   alla  Lega  con  il  duca  di  Ferrara, 

1  Bolognesi,   i  Fiorentini,    il    re    dl    Napoli    e    altrl 

aderenti,  47-48;  ricomincia  guerra  ai  Veneziani  nel 

Bresciano  (an.   1483),   228,   7-8;    suo  zio  Lodovico, 

qual   suo   luogotenente   fa   pace  coi    Veneziani  al- 

rinsaputa  degll  alleati  (an.  1484),   230,  42-44 ;  con- 

dizioni  di  essa,  44-48;  gli  h  assegnata  una  quota  dl 

cinquantamila  ducati  per  il  pagamento  d.  condotta 

di  Roberto  da  Sanseverino,  231,  1;   manda   Gian- 

giacomo  Trlvulzio  con  raolte  milizie   al   re  di  Na- 

poll    (an.    1485),    233,    39-30;    ordina    a    Glovanni 

Bentivoglio  dl  mandare  aiuti  alla  Lega  nel  territo- 

rio  di  Roma  contro  la  Chiesa  (an.   1486),  42-43;  cf. 

46-47;  Roberto  da  Sanseverino  gli  invia  Giulio  Mal- 

▼ezzi  a  pigliare  la  tcnuta  d.  castelli  assegnatigli  in 

seguito  alla  pace  con  Venezia,  234,  36-31 ;  gllela  ri- 

fiuta  e  ripudia  I'amicizia  d.  Sanseverino  affermando 

che  aveva  tentato  di  tradirlo,  31-33;  ordina  a  Bolo- 

gna  clie  sia  vietato  il  passo  al  pred.  nel  territorio, 

39-41 ;   si  fa   rappresentare  alle   nozze   di    Annibale 

Bentivoglio  dal  conte  Gulzza  e  da  Antonio  Trottl 

(an.  1487),  236,  25;  fa  donare  alla  sposa  una  pezza  dl 

▼elluto  cremlsino,  239,  4-5 ;  nianda  ambasc.  ai  Fio- 


rentinl  perchfe  rilascino  Giovanni  Bentivoglio  con- 
dotto  dai  Faentini  prigioniero  a  Firenze  (an.  1488), 
246,  50;  247,  1-2;  invita  il  pred.  in  Parma  a  par- 
lamento  con  altri  signori  per  cose  riguardantl  lo 
stato,  20-32;  crea  il  pred.  governatore  generale  d. 
sue  milizie,  25 ;  e  da  una  condotta  di  trecento  ca- 
valli  al  figlio  di  lui  Annlbale,  36;  manda  Ermes 
Sforza  qual  suo  ambasc.  a  Roma,  33-33;  manda  am- 
basc.  a  Giovanni  Bentivoglio  in  seguito  alla  con- 
giura  d.  Malvezzi,  252,  35-36;  pregatone  dal  pred. 
bandisce  di  Milano  Lucio  Maivezzi,  253,  11-13;  in- 
vita  Giovannl  Bentivoglio  alle  sue  nozze  con  Isa- 
bella  d'Aragona,  37-39;  riceve  con  molto  onore  An- 
nibale  venuto  in  vece  d.  padre,  39-41;  accoglie  la 
sposa  con  grande  apparato  in  castello  (an.  1489),  45- 
46;  manda  Anton  Maria  da  Sanseverino  a  Firenze 
a  condolersi  con  1  figll  di  Lorenzo  de'  Medici  d. 
t  di  lui  (an.  1492),  265,  47-50;  tratta  e  conclude 
con  Giovanni  Bentivogllo  il  matrimonio  di  sua 
nipote  Ippolita  alla  quale  da  una  ricca  dote,  con 
Alessandro  figlio  d.  pred.,  266,  10-13;  accoglie  bene- 
volmente  Alessandro  venuto  per  le  nozze  e  a  pren- 
dere  Ippolita,  13-15;  bandisce  in  suo  onore  una  gio- 
stra,  16-17;  entra  In  lega  col  pp.  e  i  Veneziani,  dalla 
quaie  poco  dopo  il  pp.  si  scioglie  (an.  1493),  270, 
4-5,  7;  t  a  Pavia  (an.  1494),  283,  33-34. 
Sforza  GiifBVRA  figlia  naturale  di  Alessandro,  147, 
13-14;  [di  Costanzo  !],  374,  35;  nipote  d.  duca  Fran- 
cesco  di  Milano,  147,  14;  raoglie  dl  Sante  Bentivo- 
gUo,  16;  374,  35-36,  e  in  seconde  nozze  di  Giovanni 
Bentivogllo,  183,31-23;  374,  30-31 ;  madre  di  Ercole, 
171,  37-38,  374,  29-30,  di  Costanza  entrambi  di  Sante, 
213,  16,  di  Annibale,  Cornelio,  Donnino,  Lodovico 
Isotta  tutti  t  bambini,  374,  31-33;  poi  di  Bianca,  33; 
di  Francesca,  33;  di  un  altro  Annibale,  256,  9-10;  374, 
33;  di  Eleonora,  235,  78;  374,  33-34;  di  Camilia,  34; 
dl  Violante,  34;  di  Alessandro,  256,  10 ;  374,  35; 
di  Ermes,  256,  11;  374,  35;  di  Isotta,  35;  di  An- 
ton  Galeazzo,  256,  10;  sorella  di  Costanzo  signore 
di  Pesaro,  215,  7-8;  227,  38-39;  dodicenne  h  offerta 
in  moglie  a  Sante  Bentivogllo  (an.  i4S4)>  147,  13- 
14;  conchiuso  11  parentado  h  mandata  a  prendere 
a  Pesaro  da  cittadini  Bolognesi,  15;  nomi  d.  pred., 
16-22;  invitl  e  preparatlvl  fattl  per  le  nozze,  33-148, 
1-31;  giunge  a  Bologna  entrandovi  da  porta  Mag- 
giore,  32-34;  suo  itinerario  per  recarsl  a  casa  d. 
sposo  via  San  Donato,  34-35;  suo  seguito,  35-37; 
le  nasce  Ercole  (an.  1459),  171,  37-38;  corrlsponde 
aU'amore  di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1462),  180, 
35-36;  accoglie  la  domanda  di  matrimonio  fattale 
dal  pred.  (an.  1464),  183,  21-23;  ottenuta  la  dispensa 
per  la  parentela  lo  sposa,  23-35;  saputo  degli  onorl 
resl  a  suo  marlto  dal  duca  Sforza  ordina  feste  in 
Bologna  nella  strada  San  Donato  (an.  1471),  207, 
23-25;  dona  a  Ongarlno,  vincitore  nella  giostra  corsa 
all'uopo  dai  soldatl  innanzi  al  suo  pal.  una  borsa 
dl  drappo  d'oro  con  due  ducati,  28-29 ;  le  e  regalato 
una  grossa  perla  dal  card.  Riario  padrino  di  un 
suo  figlio  (an.  1473),  213,  40-41;  Invitata  a  Pesaro 
dal  fratello  Costanzo  alle  sue  nozze  con  Marla  Ca- 
milla  principessa  di  Rossano,  parte  di  Bologna  con 
ricco  seguito  (an.  1475),  215,  7-13;  terminata  la  fe- 
sta  torna  a  Bologna,  13-14;  ospita  lietamcntc  nel 
suo  pal.  Caterina  Riario  (an.  1477),  216,  15-16;  ap- 


768 


INDICE  ALFABETICO         [Sforta  Oinevra-Sforaa  IppoliU) 


prcnde  con  dolore  la   f   d.    fratello   Costanzo   (an. 
1483),  227,  3S-40;  h  Invltata  col  marlto  al  banchetto 
oflerto  da  Andrea  Gratl  a  tua  figUa  Vlolante  *po- 
■ataii  a  Pandolfo    Malateita  (an.  1485),  232,  4-«;  e 
a  quello  dato  da  Mino    Rossi,   6-7;    con    11    marlto 
riceve  lietamente  In  casa  ia  tposa   di    Annibale   e 
l'accompagiia  ai  suo  quartiere  (an.  1487),  237,  I6-1»; 
ascolta  la  messa  in  San    Petronio    riccamente    ve- 
ttlta  al  seguito  d.  sposa,   239,  25-27,   35-36;   la   sua 
efEgle  h  dipinta  su  una  parete  d.  cappelia  lientivo- 
gllo  in  San  Giacomo,  243,  18-19;  si  dispera  per  le 
Tioienze   subtte   dal    marito   a   Faenza    (an.    1488), 
246,  39-40;  avuto  notizia  d.  scampo  di  lui,  rictiiama 
gli  armati  recatisi  a  Castei  Bolognese  contro  Faen- 
za,  43-46;  i  congiuratl  contro  1  Bentlvoglio  affidano 
a  Giulio  Malvezzi  il  compito   di   ucclderia   con   le 
figile  mentre  cenavano,  249,  30;  250,   1;  accompa- 
gna  a  Rimlni  Violante  sposa  di   Pandolfo  Malate- 
sta  (an.  1489),  254,  16-17 ;  dopo  le  feste  va  a  Pesaro 
e  quindi  a  Loreto,  donde  torna  a  Bologna  con  tutto 
il  seguito,  33-23;  ric.  26;  ii  suo  nome,  con  la  men- 
zione  d.  numero  d.   suoi   figli   viventi   h    riportato 
nella  tavoletta  di  piombo  murata  neU'un  dei  canti 
d.  torre  d.  pal.  BentivogHo   (an,    1490),   256,   8-U; 
rlccamente  vestita  riceve  Ippolita  Sforza  sposa  di 
Alessandro  (an.  1493),  267,  3-4;  con  il  marlto  aspetta 
a  casa  ia  figlia  Violante  venuta  in  visita  a  Bologna 
(an.  1493),  273,  35-36;  accompagna  Isabelia  Gonzaga, 
sua  ospite,  a  messa  in  San  Petronlo  (an.  1494),  276, 
36-37;  lia  molto  affetto   per  la   strega   Gentiie    Bu- 
drioii,  alla  quale  aveva  sistemato  tre  figlie,  295,  19- 
21;  riceve  con  molto  onore  Isabella  Sforza  di  pas- 
saggio  a  Bologna  (an.  1500),  299,  27-28;  conosciuto 
dal  marito  il  fatto  d.  lettere  d.  Marescotti   al   Va- 
lentino  per  invitarlo  a  Bologna  a  cacciarne  l  Ben- 
tivoglio  delibera  con  Ermes,  e  all^insaputa  di  Gio- 
vannl   che    non  l'ovrebbe    permesso,    dl    disfarsi    d. 
Marescottl  (an.  1501),  305,  1-5;  accoglie  con  molta 
f esta  Lucrezia  Borgla  (an.  1 50»),  309,  28 ;  riceve  con 
deferenza  Galeazzo  Marescottl  (an.   1503),   325,  30- 
23;  veduto  rovlnato  dal  terreraoto  una  parte  d.  suo 
pai.  e  inclinarsi  la  torre  va  ad  abitare  nel  mon.  d. 
suore  d.  Corpo  di  Cristo  dlchlarando  che  non  rien- 
trer&  in  casa  sua  sino  a  che  non  ne  sia  abbattuta 
la  torre  sino  al  tetto  d.   pai.   (an.    1505),   334,  24- 
27;  dissuade  II  marlto  dal  recarsi  coi  figli  a  Roma 
ove  erano  stati  cit,  dal  pp.  temendo  non  vl  sieno 
fatti  prigioni  (an.  1506),  344,  26-28;  ha  un  colloquio 
con  il  commissarlo  di  Giulio   II    nella   chiesa   del- 
1'Annunziata  fuori  porta  San   Mamolo,    345,  12-13; 
addolorata  comincla  a  radunare  le  sue  robe  e  man- 
darle  fuori  dl  c,   secretaraente   di   notte,    per   non 
dare  Tailarmc  al  popolo,  346,   46-48;    50;   347,    I-2  ; 
fa  anche  partire  segretamente  i  figll  di  Annlbale  e 
dl  Alessandro,  346,  48-49;  non  parte  di  Bologna  con 
le  nuore  per  parlare  al  pp.  in  favore  d.  sua  fami- 
glia,  353,   50;  354,  l;  h  awertita   che   11   pp.   noa 
vuole  ascoltarla,  anzi  ordina  che  lasci  Bologna  e  ii 
territorio  prima  d.  suo  arrivo,  1-3;  disperata  parte 
ia  notte  avantl  d.  venuta  d.  pp.  con  Vlrginio,  Giam- 
battista  e  Cesare  figliuoli   naturali   dl   Ascanio   ri- 
masti  pr.  dl   lei,   3-6;   va    in   Lombardia   portando 
seco  Infinite    ricchezze,    accompagnata   da   Alberto 
Albergati  per  commissione  d.  Senato   e  da  cavalli 


d.  march.  Gonzaga,  6-7;  dimora  a  Butteto  nel  ter- 
ritorio  di  Placenza   (an.    1507),   368,   30-31;   Tolea- 
do  rlmpatrlare  tcrlve  al  marito  estere  11  momento 
opportuno  dl  rientrare  In  Bologna  ove  erano  ancora 
amatl,  estendone  utcito  U  pp.  e  dltciolto  l'etercito 
d.  Chieta,  31-31 ;  l'etorta  a  fare  da  Aietsandro  chie- 
dere  aluto  al  re  di  Prancia  che  era  In  Genovt,  31- 
34;  il  suo  parere  h  accettato  dol  marito  clie  ne  acrlTe 
ad    Alessandro,   34-40;  h  dissuasa   da  GloTanni  per 
i'amblgua  rlsposta  d.  re  a  niente  tentare  per  11  mo- 
mento,  40-44,  e  conslgliata  invece  ad  aspettmre  che 
le  cote  naturalmente  cambino  In  ioro  favore,  44-46; 
non  si  persuade,  47-48;  incita  Annibale  ed  Ermet  cul 
dk  sedicimila   ducati  per  assoldare  gentl,  a  pattare 
contro  Bologna,  assicurandoll  che  gluntivl  vl  tareb- 
bero  subito  introdotti,  48-369,  1 ;  riceve  a   Busteto 
una  lettera  d.  marito  in  cui  egil  i'accuta  dl  ettere 
caglone  per  le  tue  vioiente  potsioni  dl  tuttl  1  loro 
mall,   373,  47-374,  1-5,  I'accusa  amhe  per  lo  tconti- 
gliato  tentativo  su  Bologna  da  lei  voiuto,  dl  avere 
messo  i  figli  tn  pericoio,  lul  In  prigionc  e  dl  essere 
stata  causa  d.  distruzione  d.  loro  pal.,  3-13 ;  al  ieg- 
gerla  cade  f  per  il  dolore,  14-13;  essendo  tcomuni- 
cata  le  h  negata  sepoltura  in  luogo  tacro,  lS-19 ;  e 
i  frati   Zoccolantl  che   Taccompagnano   ai  sepolcro 
sono  dal  pp.  privati  d,  ioro  uffici,  19-23;  considera- 
zionl  d.  storico  suiia  sua  triste  fine  e  sulla  sua  vita, 
374,  23-25,  36-40;  375,  5-14;  versi  propalati  contro  dl 
lel  In  Bologna,   374,   39-375,  1-4;  sua  eti  al  tempo 
d.  t,  374,  36;  valori  da  lei  lasciati,  29. 
[SforzA  Giovanna]  V.  Bentivoglio   Gioz^anna. 
Sforza  Giovanni  naturale  di  Costanzo,  gli  succede  in 
Pesaro  alla  sua  t  (ao-   1483).  227,  38-40 ;  si  fa  rap- 
presentare  dal  fratello  Galeazzo  nlle  nozze   di    An- 
nlbale  Bentivoglio  (an.    1487),   236,   28;   suo   dono 
alla  sposa,  239,  9-10;  alla  colazione  nuziale  rlceve 
in    presente    un    carro   carico    di    gamberl    tutti   dl 
zucchero,  240,  23-24;  riceve  da  Giovanni  Bentivoglio 
un  ricco  dono  per  le  sue  nozze  con  Lucrezia  Bor- 
gia  (an.  1494),  275,  36-38;   cf.   309,    1-2;   si    reca  a 
Venezia  a  domandare  aluto  ai  Veneziani  contro  U 
duca  Valentino  (an.   1500),  300,  40-41;    nel   frat- 
tempo  i  Pesaresi  danno  ai  pred.  la  rocca 
44;  h  cacciato  dl  stato  dal  cognato  Cesare  ed  h  dal 
pp.  annuilato  II  suo  matrimonio,  309,  2-3;  t  '1  PP> 
passa  di  Bologna  dl  ritorno  nel  suo  stato  (an.  1503), 
324,  7-8 ;  entra  in  Pesaro,  21. 
[Sforza]   GiovANKi    Casa   naturale   d.   duca   Galeazzo 
Marla  h  fatto  prigioniero  dai  Francesi  (an.  1500), 
299,  9-10. 
Sforza  Ippolita  figlia  dl  Carlo,  fratello  naturale  d.  duca 
Giangaleazzo,  e  di  Blanca  Slmonetta,  266,   11-13;  h 
sposata  da  Alessandro  Bentlvogiio  al   quale  porta 
una  ricca  dote,  13-13,   16  17;  cf.  353,  36-37;    354,  31  ; 
parte  col   marito   di   Milano   accompagnata   da   un 
corteo  di  trecento  cavalli,  266,   33-37;   h   salutata   a 
Ravone  pr.  Bologna  dal  suocero  e  da  tuttajla  no- 
bUti,  38-40;  sua  acconciatura  e  descrizlone  d.  cor- 
teggio  e  d.  accoglienze  che   riceve   sino  al   p«I.   d. 
suocero,  40-267,  1-3;  all'entrata  ie   vengono   incon- 
tro  Ginevra,  Lucrezia  Bentivoglio  e  gentildonne  d. 
c,  3-4;  assltte   alla    giostra    a   Santo    Stefano,    5-7; 
ablto  e  norai  d.  suol  ttaffierl,  11-13;  dlTertlmentl  e 
giostre  In  suo  onore,  30-33;  fc  cresimata  in  San  Ple- 


[Sforza  Ippolita-Sforza  Lodovico]      INDICE  ALFABETICO 


769 


tro  di  Bologna  dal  card.  Bernardino  Carvajal  (an. 
1496),  291,  4;  le  rendite  d.  sua  dote  sono  seque- 
strate  (an.  1500),  e  poi  restltulte  dal  re  di  Francia 
per  mezzo  d.  ricerfe  d'Amboise  (an.  1501),  307,  25- 
37 ;  disperando  d.  ritorno  d.  raarito,  parte  piangendo 
di  Bologna  con  le  cognate  Lucrezla  e  Glacoma  (an. 
1506),  353,  46-47;  tutte  insleme  si  recano  a  Mantova 
accompagnatevi  da  Giambattista  Castelll,  da  Vin- 
cenzo  Fava,  da  Prlamo  Maccliiavelli  e  da  cavalli 
d.  marcli.  Gonzaga,  48-50 ;  con  i  iigli  e  i  suoi  averi 
si  trasferisce  in  Lombardia  nei  suoi  castelii,  347, 
36-37. 

Sporza  Ippolita  Maria  figlia  d.  duca  Francesco,  spo- 
sata  ad  Alfonso  d'Aragona  (an.  1465),  187,  37-38; 
vlene  a  prenderla  il  cognato  Federigo  con  nume- 
roao  seguito  di  gentiluomini,  38-41;  45-188,  1-4;  parte 
dl  Milano  con  novanta  carriaggi,  4-8;  si  ferraa  a 
Confortino  nel  pal.  di  Galeotto  Marescotti  trattata 
dai  Senato  di  Bologna,  8-9 ;  entra  in  questa  c.  ono- 
revolraente  ricevuta  dai  maglstrati  e  dai  nobili,  9- 
10;  alloggia  in  casa  di  Giovanni  Bentivogllo,  ll;il 
pred.  fa  correre  in  suo  onore  un  palio  in  strada 
San  Donato,  12-14;  parte  di  Bologna  per  Firenze, 
15-16;  ric,  28;  h  a  Siena  quando  viene  la  nuova  d. 
priglonia  e  d.  f  di  Giacorao  Piccinino,  33  33;  fe  ri- 
cevuta  a  Napoll  con  grandissimo  trionfo,  34-35;  ric, 
189,  16-18;  regala  alia  sposa  di  Annibaie  Bentivo- 
gllo  una  pezza  di  damascliino  d'oro  (an.  1487),  239, 6. 

[Sforza]  Isabella  V.  Isabella  d'' Aragona. 

Sforza  LoDovico  duca  dl  Bari,  governatore  poi  duca  di 
Milano ;  quale  luogotenente  di  Giangaleazzo  con- 
chlude  la  pace  coi  Veneziani  tra  San  Zeno  e  Bagnolo 
allMnsaputa  d.  Lega  (an.  1484),  230,  42-44;  patti  d. 
pred.  pace,  45-231,  1-3;  giunge  verso  Parma  con 
moltl  soldati  per  prendere  in  mezzo  Roberto  da  San- 
•everino,  ma  non  riesce  (an.  1486),  234,  50;  235, 
1-3;  fa  un  doao  a  Lucrezia  d'Este  sposa  di  Annl- 
bale  Bentivoglio  (an.  1487),  239,  7-8;  convlene  col 
duca  di  Milano  al  parlamento  d.  collegatl  in  Par- 
ma  (an.  1488),  247,  20-21 ;  invita  alle  sue  nozze  con 
Beatrlce  d'Este  Annibale  Bentivogllo  e  lo  riceve 
molto  cordialmente  (an.  1491),  263,  1-3;  per  ia  gran- 
de  potenza  di  Giovannl  Bentivoglio  pensa  dl  averlo 
a  difesa  sua  e  d.  duca  e  lo  crea  cap.  di  tuttl  i  suoi 
soldati  dl  qua  d.  Po,  e  gliene  manda  lo  stendardo 
(an.  1493),  270,  11-15,  per  un  tale  Glacoraello,  I8-1»; 
quale  governatore  d.  duca  di  Milano  entra  in  lega 
con  Alessandro  VI  e  i  Veneziani,  4-5;  si  reca  a  un 
parlamento  d.  principi  d'Italia  a  Ferrara,  272,  13- 
15;  delibera  di  farvi  uccldere  Giovanni  Bentivoglio 
da  uno  d.  suoi  nelPentrare  a  raensa,  I8-20;  ne  parla 
al  duca  di  Ferrara  di  cul  erano  ospiti,  che  non 
osa  prolbirgllelo,  20-32;  raa  il  Bentivoglio  avvisato 
parte  e  sfugge  al  pericolo,  24-26;  si  ignora  la  cagio- 
ne  dalla  quale  era  raosso  al  delltto,  26-37:  invlta 
Carlo  VIII  a  scendere  in  Italia  e  irapossessarsl  d. 
regno  di  Napoli  (an.  1494),  276,  lo-U;  ric,  23;  per- 
suade  11  Senato  di  Bologna  a  concedere  libero  passo 
al  pred.,  277,  1;  raanda  a  Bologna  Tarciv.  Guido 
Antonio  Arciraboldi  per  tenere  in  fede  i  Bolo- 
gnesi,  3-5 ;  suol  cavalli  sono  inslerae  a  quelli  fran- 
cesi  nell'avanguardla  deireserclto  dl  Carlo  VIII, 
18-1»;  lono  in  lega,  contro  lui  e  11  suo  alleato  Car- 
lo  VIII,  11  re  dl  NapoU,  11  pp.,  1  Florentlni,   Cate- 


rina  Sforza  Riario,  Astorre  Manfredl,  4g-50;  sfratta 
dai  suol  stati  Lucio  Malvezzi  a  richiesta  d.  Ben- 
tlvoglio,  cui  scrlve  afFettuosaraente  promettendogli 
che  nessun  Malvezzi  sar^  accolto  o  favorito  nem- 
meno  dai  Sanseverlno,  278,  32-40;  accompagna  Car- 
lo  VIII,  283,  32 ;  glunto  a  Borgo  San  Donnino  gli 
vlene  notizia  d.  f  d.  duca  Giangaleazzo,  32-33 ;  toma 
subito  a  Milano,  ove  h  creato  duca  e  coronato,  33- 
35 ;  riceve  ambasc.  di  Giovanni  Bentivogiio  a  con- 
dolersi  d.  f  d.  duca  e  felicltarlo  d.  ricevuta  dignlt^, 
35-38;  gli  sono  inviatl  ambasc.  dai  Veneziani  a  far- 
gli  oraaggio,  284,  21-23;  Glovanni  Bentivoglio  gli 
raanda  il  figlio  Antongaleazzo  con  molto  seguito 
a  rallegrarsi  d.  successi  d.  suo  aileato  Carlo  VIII 
(an.  1495),  285,  25-37;  accoglie  benevolraente  l'ara- 
basc,  37-28;  fa  lega  con  il  pp.,  1'irap.  Massimiliano 
i  reali  di  Spagna  e  i  Venezlanl  contro  Carlo  VIII, 
i  cul  successi  lo  intimoriscono,  38-41;  lo  partecipa 
ai  Bolognesi,  41 ;  la  pred.  Lega  h  resa  pubbilca,  43-44; 
alla  sua  incoronazione  per  raano  degU  arabasc.  del- 
l'irap.  Masslrailiano  vengono  ad  assistere  Annibale 
Bentivoglio  per  ii  padre  Giovanni,  Andrea  Grati 
e  Alessandro  Volta  per  il  Senato  di  Boiogna  e  rap- 
presentantl  di  tutti  1  principi  all'Infuori  d.  re  dl 
Francia,  45-49;  finita  la  festa  consegna  ad  Anni- 
bale  Bentlvoglio  clnquanta  uorainl  d'arrae  perchi 
si  ponga  a  ordine  contro  i  Francesi,  286,  1-2;  manda 
ai  pp.  seicento  cavalli  sotto  11  coraando  di  Fracasso 
da  Sanseverino,  3-6;  gli  vengono  daila  Carapania, 
ove  aveva  ie  sue  stalle,  sessantaquattro  bellissimi 
puledrl  che  passano  di  Bologna,  7-9;  Annibale  Ben- 
tivoglio  si  reca  a  Mllano  in  suo  aiuto  contro  il 
duca  di  Ori^ans,  che  gli  aveva  raosso  guerra,  10- 
11;  d4  al  Bentivoglio  pred.  cinquemila  ducati  per 
provvedere  soldati,  19-20;  sue  mllizie  accorapagnano 
in  salvo  Alessandro  VI  a  Perugia,  33-34;  dona  il 
borgo  di  Gallarate  con  tutte  le  sue  pertlnenze  a 
Giovanni  Bentivoglio  e  ai  suoi  discendenti  raaschl 
legittirai,  39-43;  fa  pace  con  Carlo  VIII,  287,  43;  1 
Medici  sperano  per  mezzo  suo  di  rientrare  in  Fl- 
renze,  44-45;  a  questo  scopo  fe  visitato  In  Milano 
dal  card.  Giovanni,  46;  fa  incarcerare  il  conte  Pi- 
lippo  Borromeo,  288,  13-14;  a  istanza  di  Giovannl 
Bentivoglio  lo  libera,  ma  io  confina  prima  a  Boio- 
gna  e  poi  a  Ferrara,  14-15;  coi  Venezianl  e  11  pp. 
assolda  Giovannl  Bentivoglio  per  avere  Bologna 
dalla  loro  parte  (an.  1496),  43-46;  condizloni  e  mo- 
dalita  d.  condotta,  47-289,  1-45;  con  11  card.  leg. 
Bernardino  Carvajal  si  reca  a  Meda  a  rlcevervi 
i'irap.  Massimiliano,  291,  14-15;  gil  t  di  parto  la 
moglle  Beatrice  (an.  1497),  ^^2,  37-38;  invita  An- 
nibaie  Bentivogllo  a  recarsi  In  Lombardia  contro 
i  Francesi  capitanatl  dal  Trlvulzio,  38-40;  lo  raanda 
in  Toscana  con  duccento  soldatl  in  aiuto  d.  Fioren- 
tlni  (an.  149S),  295,  36-38;  sue  milizie  sotto  11  co- 
mando  di  Carlo  Grati  sono  invlate  da  Giovannl 
Bentlvoglio  in  aiuto  d.  Florentlnl  contro  Pisa,  44- 
45;  raanda  soldati  in  Romagna  a  presidiare  Imola 
e  Forll  (an.  1499),  296,  7-8;  concede  a  Fracasso  da 
Sanseverino  la  licenza  chiestagli  ordinandogll  dl 
lasciare  Milano  entro  due  ore  e  11  ducato  In  due 
glorni,  11-13;  priva  11  pred.  d.  casteiil  e  d.  roba  che 
aveva  in  Lombardia,  12-13;  i  Venezlant  sono  sde- 
gnati  con  lul  per  l'aluto  dato  ai  Florentlnl  contro 


T.  XXXm,  p.  I  —  49. 


770 


INDICE  ALFABETICO 


[Sforza  Lodovico-Siena  (ci/tii)] 


Plia,  30-]},  e  •!  alleftne  con  il  pp.  e  il  re  dl  Pran- 
cla  per  togliergU  la  Lombardla,  25-36,  luUa  quale 
Lulgl  XII  vantara  dirlttl  quale  erede  di  Valentlna 
Vliconti,  23-35:  inteio  d.  Lega  a'  suoi  danni  li  ac- 
coita  a  Maiiimlllano  imp.  e  clilede  aluto  a  Ba- 
Jaiet  II,  31-33;  gii  h  mandato  da  Annlbale  Bentlyo- 
glio  Carlo  Gratt  con  cento  uomini  d'arnie,  34-35; 
cf.  297,  25-36;  altrl  armati  gll  lono  mandati  da  Gio- 
rannl  e  da  Aleisandro  Bentlvogiio  contro  ii  re  dl 
Francia,  296,  36-38;  iblgottlto  d.  progreisi  d.  Fran- 
ceil  che  gli  avevano  preso  Novi,  Tortona,  Aleisan- 
dria  aenza  colpo  ferire,  parte  dl  Milano  mandando 
avantl  ii  luo  teioro,  297,  5-6;  si  reca  in  Germania 
per  11  lago  di  Como  coi  fratelio  Ascanio,  il  card.  da 
Sanievcrino  e  i  figii,  iasciando  ben  munito  il  castello 
dl  porta  Glovia  a  Bernardlno  da  Corte,  7-9;  cf. 
299,  4 ;  11  pred.  vende  per  denaro  11  casteiio  a  Lui- 
gi  XII,  297,  12-13 ;  h  cosl  vlnto  prlma  dl  corabattere 
13-14;  perde  lo  stato  tenuto  dai  suoi  per  clnquanta 
annl,  14;  scende  In  Italia  con  un  esercito  dl  venti- 
mila  uomini  per  rlacquistarlo  (an.  1500),  299,  3-4; 
cf.  372,  4»;  373,  1;  rlentra  In  Miiano,  299,  16-17; 
paaia  U  Tlclno  e  rlcupera  Vegano,  17-18;  avendo 
rlpresa  quasi  tutta  la  Lombardia  h  a  Novara  ven- 
duto  dagli  Svizzerl  e  condotto  prlgioniero  in  Fran- 
cia,  18-lf. 

Sforza  contb  Marco  [Marco  da  Cudignola]  Ak  in  ma- 
trimonio  sua  iiglia  Camllia  a  GiuUo  Malvezzi  (an. 
1464),   183,  26-28. 

[Sporza]  Pandolfo  [Pamlolfo  da  Ptsaro]  rappreienfan- 
do  Giulio  Cesare  da  Varano  aile  nozze  di  Annlbale 
Bentlvogiio  In  Boiogna,  va  incontro  agll  sposi  fuori 
porta  di  Galilera  (an.  1487),  236,  22,  29-30;  alia  co- 
lazione  nuziale  riceve  in  presente  una  fortuna  sopra 
un  castelio  tutto  dl  zuccliero  240,  23. 

Sporza  Polidoro  figiio  naturale  di  Galeazzo  Maria ;  va 
per  incarlco  dl  lui  ail'Enza  Incontro  a  Giovanni 
Bentivogllo  (an.  1471),  206,  46-47;  conduce  11  pred. 
a  Parma  e  qulndi  a  Milano,  47-48. 

Sforza  Raimondo  parte  di  Lombardia  e  alloggia  con 
le  sue  genti  in  vari  luogiii  d.  territorio  di  Boiogna 
(an.  1469),  201,  30-31. 

Sporza  Roberto  \Roberto  da  Cudinola,  Signor  Ruberto\ 
h  cap.  neii'eserclto  mandato  dai  duca  Sforza  in  aiu- 
to  di  Bologna  (an.  1455),  154,  20-21 ;  resta  in  questa 
c,  25-26;  %  uno  d.  comandanti  ie  milizie  d.  duca  di 
Milano  dl   ritorno  dal  regno  di  Napoli  (an.  1466), 

191,  44-45;  parte  di  Toscana  con  Don  Alfonso  e 
si  reca  airesercito  d.  Lega  ail'ldice  con  duemiia 
uomini  (an.   1467),   193,  48-4». 

[Sforza  Sforza  Maria]  duca  di  Bari  \duca  di  Barri\ 
fratello  d.  duca  di  Milano  e  suo  ambasc.  con  altrl 
al  pp.  per  congratularsi  d.  sua  eiezione  (an.  1471), 
208,  44-45;  passa  di  Parma  onorevolmente  ricevuto, 
43,  48;  h  ospitato  da  Giovanni  Bentivogllo,  49;  parte 
per  Firenze,  50. 

Sforza  Sporzino  bastardo  d.  duca  Francesco,  192,  33; 
193,  11;  fugge  da  Galeazzo  Maria  e  va  con  poca 
gente  a  Correggio  e  quindl  nel  Bresciano  ove  si 
pone  agli  atlpendl  di  Bartolomeo  Colleoni  (an.  1467), 

192,  33-35;   h  neU'esercito  d.  pred.   contro  Firenze 

193,  11 ;  lascia  1'eserclto  d.  CoUeonl  e  va  a  coUoquio 
col  conte  d'Urbino  197,  S-7;  quindi  passa  a  Mllano 
dalla  duchessa,  7. 


Sforza  TRisTAifo  ilglio  d.  duca  Franceaco,  186,  3*-37; 
190,  2;  giunge  a  Bologna  con  cavalli  e  fantl  per 
paisare  in  Romagna  (an.  1464),  186,  26-27 ;  alloggla 
nel  pal.  dl  Giovannl  Bentivoglio,  28;  parte  accom- 
pagnato  da  Galeazzo  Mareicotti,  28-39;  per  ordine 
d.  padre  li  apparecchia  a  recarsl  In  aluto  di  Bolo- 
gna  con  molte  bande  di  cavaili  (an.  1466)  190,  3-1; 
con  esse  giunge  a  Bologna  ed  h  alloggiato  In  casa 
d.  DaUe  Correggie,  24-36,  e  la  sua  compagnia  nel 
terrltorio,  26;  appreia  la  lublta  f  d.  padre  parte  con 
1  suol  soldatl  per  Milano,  44-45. 

SpoRZlNO  V.  Sforta  S.  v.  anche  Btntivoglio  Sforta. 

SauizzERi  V.  Svixxeri. 

SlBALUlNl  Francbsco  \Francesco  Siia/dino]  multato  in 
quattrocento  ducati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Man- 
scotti  alla  cul  rovina  avera  preio  parte  (an.  1508), 
387,  3;  389,  »/. 

Sibaldini  Giacomo  fa  un  preiente  aUe  nozze  di  Giulio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  43. 

Sibaldini  Vincsnzo  multato  In  centoquindici  ducati 
per  li  rifacimento  d.  pai.  Mareicotti  alla  cul  rovina 
aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  14;  h  clt.  a  di- 
fendersi,  392,  33. 

Siccardo  (Montb)  dl  Ik  d.  Foglla;  vl  si  rifugia  Nicol6 
Picclnlno  sconfitto  (an.   1443),  97,  9-10. 

SiciOATA  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvogllo  per  le  nozze 
(an.   1454),  151,  14. 

SiciLiA.  Vi  fugge  SUvestro  Acclaiuoli  nipote  dl  Angelo 
dopo  scoperta  la  congiura  contro  Piero  de'  Medici 
(an.  1466),  192,  16;  ii  Senato  di  Boiogna  vi  manda 
a  comperare  grano  (an.  1483),  227,  J4-25  ;  Carlo  VIII 
se  ne  intitola  re  in  una  lettera  al  Senato  di  Bolo- 
gna  (an.  1496),  292,  15-I6. 

—  (rbgno)  h  lasciato  da   Alfonso  V   al   frateUo   Gio- 
vanni  re  di  Navarra  (an.  1458),  165,  «0-41. 

—  (VlCERft)  f.  Paruta  Ruggiero. 

SlBNA  (cittX)  "  leggende  sulla  sua  origine,  XII,  ii-is « 
Francesco  da  Carmagnola  con  11  genero  Lulgi  dal 
Verme  vi  sl  recano  ai  bagni  (an.  1428),  7,  40;  ne 
parte  Timp.  Sigismondo  di  Lusseraburgo  per  Vi- 
terbo  (an.  1433),  33,  45-46;  vi  fugge  da  Firenze  Ga- 
leotto  CanetoU  (an.  1435),  43,  39;  vi  giunge  il  nuovo 
pod.  Nicol6  Sanutl  ed  h  rlcevuto  con  raolto  onore 
(an.  1441),  70,  26;  cfr.  25-27;  vi  sl  reca  da  Firenze 
Eugenlo  IV  con  tutta  la  sua  corte  (an.  1443),  75, 
14-15;  vi  t  e  vl  i  sepolto  ii  vesc.  dl  Bologna  Nl- 
C0I6  Aibergati,  76,  9-12;  U  Senato  di  Bologna  vi  de- 
posita  tremllacinquecento  ducati  da  pagarsi  a  Tar- 
taro  castellano  di  Galliera,  aUorchfc  questi  avri  con- 
segnato  11  castello,  91,  13-14;  vl  h  di  passaggio  U 
pp.  Pio  II  (an.  1459).  167,  39,  U  quale  ne  parte  per 
Flrenze,  169,  33-34;  di  nuovo  vi  passa  ii  pred.  v6lto 
a  Roraa  (an.  1460),  173,  30;  vi  si  reca  pr.  il  pp.  e 
accompagnato  da  ambasc.  bolognesi  11  nuovo  card. 
Angelo  Capranica  a  prendervi  U  cappeUo,  174,  8-10; 
1  pred.  ne  ripartono,  lo-U;  vl  giunge  11  prlnclpe 
Federlgo  dl  Aragona  con  largo  segulto  in  via  per 
Mllano  (an.  1465),  187,  41;  vi  passa  11  re  di  Fran- 
cia  Carlo  VIII  diretto  verso  Viterbo  (an.  1494), 
284,  36;  vi  si  reca  Carlo  VIII  (an.  1495),  286,  43-44; 
U  pred.  ne  parte  per  Pisa,  45;  ric.  296,  6;  sua  mo- 
neta  bandita  di  Bologna  (an.  1501),  308,  28-29;  *  vl 
sogglorna  frate  Cherublno  Ghlrardacci  (an.  1S43), 
XII,  11-12 ;  11  pred.  ne  parte  20  ,. 


[Siena  (aitadim)-Simoni  Giacomo]      INDICE  ALFABETICO 


771 


SlENA    (CITTADINI    ILLUSTRI    O    KL.    A   UFFICI    PUBBLICl)  V. 

Albizzescht  Bernardino  ossia  San  Bernardino  da  Siena, 
Marescotti  Armando  fretore  di  Chianciano,  Petrmed 
Antonio  fretore  e  cap.  di  Bologna. 

—  (podesta)  V.  Nicolh  Sanuti  (an.    1441)   Agamennone 
Marescotti  (s.  a.). 

—  (siGNORi)  sono  iuvitati   da   Sante   Bentiroglio   alle 
sue  nozze  (an.  14S4),  147,  23,  25. 

—  (territorio).   Vi   passa   Cesare  Borgia  (an.   1503), 
321,  9-10. 

"  SiGKicBLLi  FiLlppo.  To  casa  sua  abita  Andrea  Ghirar- 

daccl  (an.  1559),  V,  16-17  „. 
[SlGHtCELLi]  fra  Gaspare  [Fra  Gasfare  da  S.  Giovanm\ 
predicatore   eccellente,   teologo,   filosofo  e  vesc.  di 
Imola,  t  (an.  1457),  164,  «-«. 
"  SlGHlNOLFi  LlNo  pubbUca  neWArchig-innasio  una  lettera 
d.    Ghirardacci  con  il  titolo  C/n  autografo  sconosciuto 
(U  fra    Cherubino    Ghirardacci   (an.    1908),  XXVII, 
17-31  „. 
SlGlSMONDO  [  Gismondd\  v.  Bentivoglio  S.,  Brandolini  S., 
Covafani  S.,  Este  (D')  S.,   Gontaga  S.,  Magnani  S., 
Malatesta  S.,  Poeti  S.,  Roverella  S. 
SiutsMOKDODi  LussEMBUROo  imperatore;  rappacificatosi 
col  pp.  parte  dl  Siena  dove  erasi  trattenuto  sei  mesi 
e  va  a  Viterbo    (an.    1433),  33,  45-46;    4   ricevuto  e 
Incoronato  in  Roma  imp.  dal  pp.  con  molta  solen- 
niti,  36,  13-14;  ne  parte  per  Perugla  e  Rimini,  15; 
arma  cav.  Slgismondo  Malatesta  signore  di  Rimini 
e  Malatesta  Novello  di  Cesena,  15-16;  si  reca  a  Fer- 
rara  e  vi  arma  cav.  il  bolognese  Carlo  da  Saliceto,  17- 
IS;  va  a  Mantova  e  ne  crea  raarch.    Gian    France- 
sco  Gonzaga,  19 ;  torna  in  Germanla  30;  f  lasciando 
erede  d.  regni  la  figiia  Elisabetta  moglie  di  Alberto 
duca  di  Austria  (an.   1437),  50,  15-17;  11  pp.  gli  ce- 
lebra  solenni   esequie  in  San  Petronio  di  Bologna 
(an.  1438),  30-31. 
[SioisMONDO   DUCA   d'Austria]   viene   a   battaglia   con 
Roberto  da  Sanseverino  pr.  II  suo  castello  d.  Pletra 
in  Val  d'Adige  (an.  1487),  244,  7-8. 
SloisMONDO  Dl  RlMlNl  V.  Malatesta  Sigismondo. 
SlGiSMONDO  (CHIBSA  Dl  San)  V.  Bologna  {ehieso). 
SlGNORINO   V.    Orsi   S. 

"  SlGONio   Carlo    rlc,    XLII,  11,  as-as;   ric.   spesso    dal 
Ghtrardacci,  CXXXII,   39-31 ;   supera  il   pred.    nella 
cohoscenza  dell'antichit&  sebbene  ne  sia  a  sua  volta 
superato  per  l'amplezza  dell'indagine,  31-39  „• 
'  —  —  fasso  eit.,  CXXXVI,  '5-«,  jo-sa  „, 
SiLiMANi  ....  [Si/imano\  lua  spezieria  ric,  300,  6. 
StLVBSTRO  t».  Ane/io  {Dalle)  S.,   AvogU   S.,  Galletti  S.. 
Gesso  (da)   S.,  Malatista  S.,  Matta  S.,   Tarafagoli 
S.,   Torresani  S;    Vttxa  {Dalla)  S.;  v.  anche  Matteo 
di  Silvestro. 
....  SiLVESTRO  (prats)  abita  in  casa  dl   Tommaso   da 
Montecalvo;    h  Incolpato    da  Gentiie   Budrioli    dl 
averle  insegnato  la  magia  (an.  1498)  294,  36. 
....  SlLVESTRo  campagnolo ;  abltante  in  Bologna  via  de' 
Magarotti;  h    gran  bestemmiatore,  e   in   punlzione 
d.  suo  peccato  gli  nasce   un    figlio   mostruoso  (an. 
1446),   120,  5-10. 
SrLVESTRO  (san)  papa.  Guido  III  Pepoll  nel  suo  testa- 
mento  lascia  tremlla  ducatl  perch^  gll  sla  fatta  una 
sepoltura  In  Nonantola  (an.  1505),  339,  50;  340,   I. 
SlMIA  V.  Scimia. 
SiMONB  V.  Barbieri  S.,  Btvilaequa  S.,  Bianeketti  S.,  Bo- 


nadies  S.,  Calderini  S.,  Camhi  S.,  Manfredi  S.,  Par- 

lasca  S.,  Stringhe  (Dalle)  S. ;  v.  anche    Giacomo  di 

Simone. 
....  SiMONE  passa  di  Bologna  al   seguito   di  Giacomo 

Piccinino  (an.   1464),   185,  g-11. 
....SiMONE  aiessandrino ;  soldato  d.  Bolognesi;  riporta 

I'onore  e  il  premio  in  una  giostra  corsa  dai  soldati 

innanzi  al  pal.  di  Giovanni  Bentivoglio  (an.  1471), 

207,  37-38. 
....  SiMONB  piemontese;  parte  di  Bologna  crociato  con 

Achille  Malvezzi  (an.  1464),  185,  44. 
SiMONE  DA  Belvedbrb.  Suo  dono  a  Sante  Bentivoglio 

per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  4. 
SlMONE  DA  EsTE  \Simone  Estense]  presenta  al  collegio  d. 

dottori  in  Padova  Paolo  G.hellini  (an.  1498),  295,  48. 
SlMONE  E  GlUDA  (Chiesa  dei  Santi)  V.  Bologna  {chiese). 
SiMONETTA  ....  cav.  accompagna  con  la  moglie  a  Bo- 

logna  Ippolita  Sforza  sposa    di   Alessandro   Benti- 

voglio  (an.  1493),  266,  34-36. 
SlMONBTTA  Angelo  padre  di  Bianca,  266,  13. 
SiMONBTTA  BiANCA  figlia  dl   Angelo,   moglie   di  Carlo 

Sforza  e  raadre  di  Ippolita,  266,  11-13. 
SiMONETTA  GiAcoMO  accompagna  con  la  moglie  a  Bo- 

logna  Ippolita  Sforza   sposa  di   Alessandro   Benti- 

vogllo  (an.  1493),  266,  34-36. 
SiMONETTA  (fra)  Eremitano;  giunge  in  Bologna  e  allog- 

gia  in  San   Giacomo   (an.  1453),    144,  14-15;  aveva 

coramissione  dal  pp.  di  perorare  a  Milano  e  a  Ve- 

nezia  per  la  pace,  15-16. 

SlMONETTO  DA  CaSTELLO  D1  PiERO  DELL'AqUILA  [5«- 
monetto  da  Castel  San  Piero  dell* Aquila,  Simonetto 
dell'Aquila\  "k  inviato  dai  Florentini  con  cavalli  e 
fanti  ai  Bolognesi  (an.  1443),  88,  30-33;  i  cavalii  al- 
loggiano  fuori  strada  Santo  Stefano,  33;  i  pcdoni 
nel  Mercato,  22-23;  ed  egli  nelle  Lame,  33;  e  quivi 
mantenuto  e  regalato  degli  Anziani,  33-34;  con 
altri  capi  passa  a  Corticella  a  porvi  presidt  per  im- 
pedire  11  libero  passo  al  nemici,  35-37 ;  recasi  segre- 
tamente  a  Imola  con  i  cavalli,  e  ne  pone  a  sacco  e 
fuoco  il  territorlo,  32-33;  torna  col  bottino  a  Bolo- 
gna,  33-34;  e  ci6  perch&  Astorre  Manfredl  signore 
dl  Imola  era  contro  1  Bolognesl,  34-35;  saccheggia  il 
territorio  dl  Medicina,  Medesano  e  Castel  San  Pie- 
tro  che  tenevano  per  il  Dal  Verme,  89,  41-43;  ap- 
prova  II  disegno  d.  Bentivogllo  di  andare  col  popolo 
contro  i  nemici  e  liberare  il  territorlo,  92,  33-24; 
esce  con  lul  di  c,  39-41,  e  prende  parte  alla  batta- 
glia,  41-93,  1-36;  b  mandato  dal  Senato  dl  Bologna 
con  Guido  Rangoni  e  Gottlfredo  ad  assedlare  Imola 
e  Faenza  e  saccheggiarne  i  territori,  95,  8-1 1;  giunge 
a  Bologna  con  fanti  e  cavalll  invlato  dai  Fiorentini 
(an.  144S),  110,  37-38;  cap.  d.  pred.  va  con  Romeo 
Pepoli  contro  San  Giovanni  in  Perslceto  (an.  1446), 

115,  38-30. 
SlMONi    Annibale  figlio  dl  Glacomo,  349,  7 ;  parte  dl 
Bologna  con  la  famigUa  e  i  Bentlvoglio  suoi  amlci 

(an.  1506),  348,  41;  349,  7. 
SiMoNi  Biaoio  Qgllo  di  Giacomo,  349,  7 ;  parte  d!  Bo- 

logna    cot    suoi    amici    Bentlvogllo   e   la   famiglia 

(an.   1506),  348,  41;  349,  7. 
SiMONl  GlACOMO  [Giacomo  di  Simone\  padre  dl  Nicol6, 

349,  6-7;  dl  Annibale  e  Blaglo,  7;  parte  di  Bologna 

col    suot   amlci    Bentlvoglio    (an.    1506),    348,    41 ; 

349,  t. 


i! 


772 


INDICE  ALFABETICO  [Slmoni  Nicold-Soderini  PieroJ 


SiMONi  Nicol6  figUo  dl  Glacomo,  349,  6-7 ;  parfe  dl  Bo- 
logna  col  luol  amlci  Bentlroglio  (an.  1506),  348, 
41 ;  349,  6-7. 

SiNlBALDO  V.  BaUutm  S.,  CMari  S.,   Ordtlaffi  S. 

SlNiOAOLIA  \S*nogaglia\  nella  marca  dl  Ancona;  t1  il 
accampa  SlgiimoDdo  Malateita  (an.  1462),  179,  31; 
la  rocca  il  rende  al  pred.,  che  poitlvt  presidl  ne 
parte,  33-34;  ne  i  prefetto  Giovannl  della  Rorere 
(an.  1499),  297,  46;  i  presa  dai  cap.  di  Cesare  Borgia 
(an,  1503),  320,  38-39;  11  caiteilano  non  vuol  ren- 
derne  la  rocca  clie  ai  Borgia,  41-42;  11  pred.  fe  solle- 
citato  dai  suot  capl  a  recarvisi,  41,  e  ▼!  giunge,  45; 
e  sublto  t1  fa  ucctdere  a  tradimento  Paolo  e  Fran- 
ceico  Ontnl,  Vttellozzo  Vlteiil  e  Ollverotto  da  Fer- 
mo,  46-41;  cf.,  321,  1. 
—  (CARUINALB  Di)  V.   Vigirio  Marco, 

SiPONTjNl  (arcivsscoVi)  V.    Manfredonia   (arcivescovi). 

SiRO  (San)  [4i  Santo  Sfiro]  v.  Anionio  da  San  Siro. 

SlSTO  IV  PAPA  al  secolo  frate  Franceico  dellaRoTere; 
zto  di  Giuiiano  della  Rovere,  328,  14-lS;  sua  elezlone 
(an.  1471),  208,  10-13;  cf.  40;  memore  d.  cortesie  ri- 
cevute  da  Gaieazzo  Marescotti  durante  11  suo  sog- 
giorno  In  Bologna,  da  carlche  onorifiche  ai  tre  flgil 
dl  iul,  17-31 :  fa  suo  cublcularlo  Battista  Canonlci, 
bologneie,  31-33;  sollecltato  dal  duca  d'Este  scrive 
at  Bolognesi  dl  abbattere  la  bastia  che  aTCvano 
eretta  sul  Panaro,  210,  13-14;  gli  ^  mandato  dai 
pred.  GloTanni  Papazzoni,  che  si  raostra  arrende- 
Tole;  14-15;  mae  sconfessato  dai  Bolognesi  che  io  re- 
vocano  e  inviano  in  suo  luogo  Alberto  Cattani,  15- 
16;  essendo  dlfese  dal  pred.  arditamente  le  ragioni 
d.  sua  c.  non  insiste,  16-17;  lua  bolla  alPabate  di  No- 
nantola  per  la  Galeazza  in  enfiteual  al  conti  Guido 
e  Galeazzo  Pepoli  (an.  1473),  211,  15-16;  concede  a 
Glovanni  Bentivogllo  che  11  suo  prlmogenlto  gU 
succeda  neirufficlo  d.  Sedlci  (an.  1473),  213,  14-15; 
anche  gll  concede  11  privilegio  di  creare  notai,  legit- 
timare  figli  ecc.  fattogli  chiedere  dal  Senato  per 
mezzo  dl  Bernardo  da  Sassuno,  30-33;  elegge  sena- 
tore  dl  Roma  Gaspare  Grassi  bolognese,  42-43;  gll 
^  mandato  dai  Bolognesi  Glan  Fiilppo  Salaroii  a 
condolersl  d.  t  d-  nepote  card.  Riario  (an.  1474), 
214,  3-3;  concede  al  Salaroll  varl  prlvilegi  per  Gio- 
vann!  Bentivoglio,  3-5;  accorcia  1  termlni  d.  ceie- 
brazione  d.  giubileo  sembrandogli  troppo  lungo  11 
terapo  di  cinquanta  anni  di  fronte  alla  brevlti  d. 
Tita  umana,  215,  40-43;  nomina  vesc.  dl  Bologna 
Franceico  Gonsaga  (an.  1476),  44-45;  autorizza  1  tre 
canonicl  d.  Duomo  di  Bologna,  che  presiedono  alta 
nuova  fabbrica,  di  fare  U  saldo  ai  Pepoli  d.  danaro 
dal  pred.  pagato  al  capltolo  per  la  detta  fabbrica 
(an.  1477),  217,  36-41;  cf.  26-34;  i  In  guerra  con  i 
Fiorentlni  (an.  1479),  220,  12;  Tlene  In  sospetto  che 
GioTanni  Bentivogiio,  al  soldo  d.  duca  di  Milano 
legato  coi  Fiorentlni,  lo  osteggi,  13-14;  per  arerne 
la  prova  scrive  al  Senato  di  Bologna  chiedendo 
alloggio  nei  contado  per  seicento  caTallt,  che  gli 
riene  rifiutato,  14-1  s;  si  adira  e  riscrire  a  Bologna 
pretendendo  gll  alloggi,  31-33 ;  Lodovico  Sampieri 
ambasc.  scusa  ii  Senato  e  gli  rlafferma  1'impossi- 
btiiti  dl  contentarlo,  33-37;  risposta  evasiva  rlceTe 
dairambasc.  quando  io  incarica  di  ordinare  al  Ben- 
tiToglio  dl  non  soccorrere  1  Fiorentini,  37-30;  licen- 
zia  adlrato  e  con  mlnaccie  ii  Sampieri,  30-31 ;  InTla 


al  gorernatore  dl  Bologna  notisla  d.  Lega  fatfa  con 
1  Venesiani  (an.  1480),  222,  4-S;  con  1  quali  muore 
guerra  al  duca  d'Eite  (an.  1483),  225,  37;  ie  forze 
d.  Lega  contraria  Tanno  contro  Porli  per  obbli- 
garlo  a  muoTcre  l'esercito  che  era  a  Roma,  e  la- 
sciare  coil  Tia  iit>era  alfesercito  napoietano  in  loc- 
corto  dl  Roberto  Malatesta,  46-41;  in  pertcolo  da 
piit  lati  cambia  polltica  e  delibera  di  rappacificare 
1  Veneztani  con  Ferrara,  226,  8-10;  non  riesce  a  per- 
suadere  t  pred.,  10-13;  aliora  entra  !n  lega  col  Fio- 
rentinl  e  loro  alleati  e  minaccia  dt  icomunlca  i  Ve- 
neztani  qualora  continuino  a  molestare  Ferrara; 
13-15;  U  scomunica  e  Interdlce,  15;  manda  U  card. 
Gonzaga  con  molte  milizie  in  atuto  di  Ferrara,  15- 
17;  dai  pred.  sl  fa  rappresentare  alla  dleta  d.  coi- 
iegati  in  Cremona  (an.  1483),  36-37;  conduce  ai  luoi 
stipendi  Giovanni  Bentivoglio,  35-38;  crea  protono- 
tario  apostollco  l'undtcenne  Antongaleazzo  figlio 
d.  pred.,  227,  38-39;  U  Senato  dl  Bologna  gli  manda 
Giroiamo  Ranuzzi  e  Giovanni  Filippo  Soiaroti  a 
chiedergii  ieg.,  e  vesc.,  228,  34-35;  mentre  1  pred. 
ambasc.  sono  In  viaggio,  appresa  la  f  di  Franceico 
Gonzaga,  crea  vesc.  e  leg.  di  Bologna  suo  nipote 
Giuliano  della  Rovere,  31-33 ;  agli  estremi  di  lua 
vita  tratta  e  conchlude  la  pace  tra  1  potentatl  Ita- 
lianl  avcndo  mandato  messi  a  Firenze,  Venezia  e 
Napolt  (an.  14S4),  230,  33-35;  35-37;  dona  molta  ar- 
genteria  a  Giroiamo  Rlario  (s.  a.),  232,  30. 

"  SisTo  V  PAPA.  Suo  prlTilegio  allo  storico  fra  Cherublnu 
Ghirardacci  per  la  pubblicazione  d.  sua  Historia  di 
Bologna  (an.  1588),  XLV,  39-XLVI,  1-43  ,. 

SiSTO  (cARDiNALi  Dl  San)  V.  Ambois»  (Z>')  Giorgio,  Grassi 
Aehille,  Riario  Pietro. 

SlVKRO  (Battista  di)  V.  Severi  Battitta. 

Snardi  Lodovico  \Lodovico  Smardi]  cameriere  dl  Ga- 
leazzo  Maria  Sforza ;  lo  accompagna  a  Bologna 
(an.  14S9),  169,  11-13. 

SoANo  PiETRO  cap.  d.  guardia  in  Boiogna ;  apre  la  porta 
del  pal.  degli  Anziani  a  Battista  Canetoll  (an.  1439), 
56,  39-40. 

SoDBRlNi  Francesco  detto  CARD.  VoLTERRA;  card.  d.  ti- 
tolo  dl  Santa  Susanna,  vesc.  di  Volterra  e  frateUo  di 
Ptero,  323,  12;  passa  di  Bologna  reduce  di  Franda 
(an.  1503),  13-13;  alloggia  nel  monastero  dl  San  Sal- 
vatore,  13;  si  reca  a  Bologna  con  Giulio  II  e  di 
nuovo  alloggia  in  San  Saivatore  (an.  1306),  356,  48-49. 

SoDBRiNi  LoRKNzo  figllo  di  Tommaso,  192,  15;  icoperta 
la  congiura  ordita  da  Nicold  Soderini  contro  Piero 
de'  Medicl,  fugge  a  VenezU  (an.  1466),  192,  15-16; 
h  dichlarato  ribelle,  17. 

SoDBRiNi  NicoLO.  Volendo  la  repubbllca  di  Firense  mag- 
giormente  libera  lotto  i  suoi  magistrati,  congiura 
contro  Plero  de'  Medici  insieme  a  Luca  Pitti,  An- 
gelo  Acciaiuoli  e  Diotiialvi  Neroni  (an.  1466),  191, 
48-192,  1-5;  compra  Taiuto  di  Ercole  d'E8te,  5-8; 
scoperta  la  congiura  fugge  a  Venezia,  15 ;  h  dichia- 
rato  ribelle,  17;  con  Diotisalvi  Neroni  e  gli  altrl 
fuorusciti  tira  daila  sua  Gianfrancesco  Strozxi  fuo- 
ruscito  di  Firenze  che  viveva  a  Ferrara  (an.  1467), 
47-193,  1;  tuttl  insieme  st  recano  a  Venezia  ed  espo- 
ste  le  ioro  ragioni  persuadono  queito  Stato  a  fare 
guerra  a  Firenze,  1-6. 

SoDBRiNi  PiBRo  [duca  di  FiorenMa]  tia  11  prlmato  In  Fi- 
renie  (an.  1503),  323,  13-13. 


tSoderini  Tommaso-Spilamberto]       INDICE   ALFABETICO 


773 


SoDERii^i  ToMMAso  padre  dl  Lorenzo,  192,  15. 

[SoFlA  Palbologo]  rbgin^a  di  Russia  [reg-ina  di  Rossia\ 
figlia  del  despoto  di  Morea  Tommaso  Paleologo, 
212,  37;  giunge  a  Bologna  da  Roma,  ore  erano  an- 
datl,  sfuggendo  al  Turclii,  suo  padre  e  suo  fratello 
(an.  1472),  27-28;  i  rlcevuta  con  grande  onore  e 
alloggia  nel  pal.  di  Virgilio  Malvezzi,  38-29;  de- 
scrizione  d.  sua  acconciatura,  29-32;  sua  persona,  32- 
33;  Ta  a  visitare  la  sepoltura  dl  San  Domenico  ac- 
compagnata  da  Laura  iiglia  di  Vlrgllio,  da  un'al- 
tra  Malvezzl,  3«-3S,  dai  Sanseverino,  da  Giovannl 
Bentivogllo  e  da  altrl  gentiluomini  e  gentildonne, 
35-36;  nomi  di  coloro  che  conducono  a  mano  la  sua 
chinea  e  loro  ablti,  36-39. 

Sofia  (cardinalk  di  Santa)  h.  nel  cortegglo  di  Pio  II 
alla  sua  entrata  in  Bologna  subito  dietro  il  pred. 
(an.  1459),  170,  19-20,  26. 

SoLAROLO  \Salarold\  sotto  Faenza;  vi  accampa  nei  pressi 
I'esercito  d.  duca  Francesco  Sforza  per  impedlre  a 
Giacomo  Piccinino  aggressioni  nel  Bolognese  (an. 
1455),  159,  22-33;  vi  passa  l'e3ercito  di  Federigo  da 
Montefeltro  (an.  1467),  193,  30;  fe  preso  da  Cesare 
Borgia  (an.  1501),  302,  20;  viene  in  possesso  d. 
Venezianl  (an.  1503),  328,  9;  i  preso  dal  leg.  dl 
Bologna  Alidosi  (an.  1509),  395,  31. 

SoLFANELLi  GiANMARiA  parte  dl  Bologna  croclato  con 
Achille  Malvezzl  (an.  1464),  185,  39. 

"SoLiMANi  AuRELlo  AoosTlNO  bolognese ;  Agostlniano; 
predica  in  San  Petronio  di  Bologna  per  la  quare- 
sima  e  prende  stanza  nel  mon.  dl  San  Giacomo 
(«n.  1654)  LVI,  29-31;  vede  1  mss.  d.  Historia  di 
Bologna  d.  Ghirardacci  e  delibera  dl  pubblicarne  il 
2°  vol.,  31-33 ;  consegna  I'opera  al  tipografo  Monti, 
33-36;  difEcoIti  poste  alla  stampa  dal  Senato,  LVII, 
1-18;  persuade  II  Gonfaloniere  che  lo  aveva  fatto 
chiamare,  non  essere  possibile  soppriraere  daIl'opera 
il  brano  incriminato  perch^  gl4  stampato  (an.  1655), 
18-2«;  viene  a  un  accordo  col  Senato  e  ottempera 
fedelmente  alle  prescrlzioni,  34-LVin,  1-3  ,. 

"  SOMMARIO    DI   VARIE   STORIB   DI     BoLOGNA    DAL   1t,()   AL 

ijgodifra  Cherublno  Ghlrardacci,  Inedlto,  XXXIII, 
II;  descrizlone  d.  codice  autografo,  12-36;  trattazlone, 
37-XXXIV,  1-4  „. 

SONCINO  V.  Benxoni  S. 

SoNCiNO  \Sonem6\  h  preso  senza  contrasto  da  Francesco 
Plcclnino  (an.  1446),  115,  5-6;  si  rende  ai  Venezlani 
che  gli  erano  mossl  contro,  117,  46;  h  chiesto  ai  pred. 
da  Luigl  XII  (an.  1509),  393,  32;  v.  anche  Cristo/oro 
da  SoHcino, 

SoNEMO  (Da)  V.  Soncino  (Da). 

Soragna  (Da)  [Sorag-no,  Sota^^no]  v.  Rieeio  da  Soragna, 

SoRANZo  NicolJ)  ambasc.  d.  Venezlani  al  nuovo  pp. 
Paolo  II;  passa  di  Bologna  (an.    1464),    186,   36-37. 

Sorbano  (Da)  V.  Apollinare  da  Sorbano. 

"  SoRBELLl  Albano  pubbllca  le  JVotte  Bentivolesehe , .  , . 
Sante  BintivogUo  con  Ginevra  Sforta  per  le  nozze 
Fumagalll-Bertarelll  (an.  191 4),  XXVIt,  23-30;  e  Un 
episodio  della  Storia  di  Bologna  nelVopera  di  fra 
Ckeruhino  Ghirardacci,  che  i  la  narrazione  d.  ma- 
trimonio  di  Sante  Bentlvoglio  di  cui  sopra,  31-34  ,. 

« Biblioteca  capitolare   di  Bologna  ric,  CXXXf, 

ao-M>  „. 

" Cronache  bolognesl  d.  sec.   XIV,  ric.,  XXXIX, 

S-9„' 


"  SoRBELLi  Albano,  Inventari  d.  ms.  delle  Biblloteche 
dTtalia  ric.,  XXXVI,  6-7,  10;  1,  ,3-14;  XXXVIII,  jj- 
34 ;  LXXV,  7-a,  g-it  „, 

SoRDlNo  (II)  V.  Calvi  jfacopo  Alessandro  detto  il  Sordino, 

Soria  Petronio  seguace  d.  Canetoli,  fe  bandlto  di  Bo- 
logna  (an.  1445),  109,  7. 

Sorrbsana  V.  Surisano. 

SospiRO  \Suspiro\  V.  Bussole  {Dall»)  Cristoforo  detto 
Sospiro. 

Sotagno  V.  Soragna. 

Sovrano  V.  Beccari  S. 

Spada  Astorre  V.  Agnesi  Asiorrt. 

Spada  (Dalla)  Bartolomko  padre  di  Giacomo,  88,  50. 

Spada  (Dalla)  Giacomo  iiglio  di  Bartolomeo,  88,  49-50; 
i  tra  gli  incaricati  di  attuare  1  provvedimenti  fiscali 
deliberati  nei  Consiglio  d.  Seicento  (an.  1443),  42-50. 

Spagna  [Spagnoli].  Eugenio  IV  crea  cardd.  di  questa  re- 
gione  (an.  1439),  60,  33-34;  vi  si  reca  Cesare  Borgia 
(an.  1503),  329,  16;  vi  giunge  e  f  a  Burgos  Filippo 
d'Austria  (an.  1506),  359,  36-28. 

—  (card.  Di)  V.  Frias  Pietro  Fernando, 

—  (re)  V.  Ferdinando  II  d^Aragona  detto  il   Cattolieo 
(aa.  1513-1516). 

Spagnoli  Giacomo  \fjiacomo  Spagnolo\  conduce  con 
Benedetto  Morandi  all'imp.  Federlco  a  Ferrara  un 
cavallo  baio  regalato  al  pred.  da  Giovanni  Benti- 
voglio  (an.  1469),  201,  13-34. 

Spagnoli  Pbtronio  multato  in  centottanta  ducati  per  la 
ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  388,  36,  /. 

Spagnuoli.  Molti  accompagnano  Isabella  Borgia  allo 
sposo  In  Ferrara  (an.  1503),  309,  25;  rlc.  324,  18; 
sono  sconfitti  da  Cesare  Borgia  per  il  re  di  Na- 
varra  (an.  1504),  380,  20-24;  cf.,  329,  16;  il  Borgia 
h  ucciso  mentre  li  Inseguiva  e  perde  cosl  i  fruttl 
d.  vittoria,  380,  34-26;  in  numero  di  novecento  al  ser- 
vizio  d.  pp.  vanno  a  Bologna  assai  male  in  arnose 
(an.  1509),  394,  37-38;  fatta  la  mostra  ne  escono  e 
alloggiano  a  San  Lazzaro,  38-39;  il  dl  dopo  vanno  a 
presidiare  Castel  Boiognese,  39-40;  entrano  in  Bri- 
sighella  e  la  saccheggiano  contro  i  patti,  395,  28-39. 

Spannocchi  di  Slena,  spendono  pii  di  centomila  ducatl 
per  l'elezione  di  Pio  III  (an.  1503),  327,  21 ;  la  f 
precoce  d.  pred.  li  rovina,  31-32. 

Spara  Saracini  Giacomo  \yacomo]  figlio  dl  Glovannl; 
dai  Senato  dl  Bologna  %  el.  degll  Anziani  per  porta 
San  Pietro  (an.  1428),  9,  40. 

Spara  Saracini  GiovANNi  padre  di  Glacomo,  9,  40. 

Sparvi  castello  delI'Appennlno  in  signorla  d.  PepoU, 
339,  40-41. 

SpetiaLb,  Spetiali  V.  Speziali. 

Speziali  Beccadello  \Beccadillo  Spetiali]  degll  Anxianl 
dl  Bologna;  va  incontro  al  nuovo  governatore  Mar- 
co  Conduimer  (an.  1433),  ^3,  41-44. 

Speziali  Tommaso  [Tomaso  Spetiale]  h  lasciato  con  al- 
trl  a  capo  d.  bastla  di  Santa  Maria  del  Monte  (an. 
1430),  22,  19. 

Spbzza  V.   Veztani  [Giovanni]  dttlo  Spetta. 

Spilamberto  [Sfiiimberto]  nel  Modeneso ;  vl  passa  Ber- 
nardlno  dalle  Correggle  in  via  per  Plsa  (an.  1431), 
24,  15-17;  vl  si  recano  Antonio  Bentivogiio  e  gli 
Zambeccarl  (an.  1433),  36,  3-4,  e  Galeozzo  e  Taddeo 
Marescotti,  Geneslo,  Michele  da  Lojano  e  Glacomo 
Malavoltl  ospltl  di  Gherardo  Rangonl  (an.  1443), 
78,  7-11;  vi  tornono  1  pred.  con  Annlbale  BentlTO- 


774 


INDICE  ALFABETICO 


[Spilamberto-Svlzzeri] 


gUo  e  ranno  In  eaia  d.  Ranf^onl,  80,  3-4;  cf.  95,  If ; 

rlc.  per  Giitdantonlo  Pedrachelll,  258,  38;  h  castello 

d.  conte  Guldo  Rangoni  (an.  1507),  36^^,  39;  Ermei 

e  Annlbale   BentlToglio  rt  adunano  soldatt  e  artl- 

gllerle,  3f-<0;i  preso  da  Ippollto  d'Este,  370,  37>38; 

cf.  35. 
Spina  Prancbsco  patsa  dl  Bolof^na  al  segulto  dl  Gla- 

como  Plrrclnlno  (an.  1464),   185,   8-1 1. 
Spimazzo  rlc,  388,  5. 
Spinazzo  V.  CUari  S. 
Spimola  Gioroio  veronese,  pod.  dl  Bologna  (an.  1445). 

101,  33. 
Spiwola  Rappxello  [Rafaellti]  oap.  d.  caTalU  nelfeser- 

clto  d.   Chlesa   contro   Botogna   (an.  1429),  15,  41; 

rlmane  prlgionlero  d.  Bolognett,  47-48. 
Spiro  (San)  V.  Siro  (SaH). 
"Spisani  Samtk  dt  Bologna:  prtore  degtl  Eremltanl  dt 

questa  c.  nel  convento  dl  San  Glacomo  (an.  1558), 

Xm,  14-13  „. 
Spiso  locallti  d.  Bolognese  danneggiata  dalla  tempesta 

(an.  1454),  151,  46-47. 
•Spogh  b  apponti  dl  fra  Cherublno  Ghtrardaccl;  Ine- 

dltl  e  autografi,  XXXV,  1-4;  trattaztone,  5-i6„. 
Spoleto  (cittX)  [Spol't{\  rtene  occupato  dal  Plccintno 

(an.  14J8),  51,  6-7;  vi  sl  reca  Astorre  Agnes!  leg.  dl 

Bologna  pr.  11  pp.  (an.  1449),  129,  43-43. 
—  (ciTTADim  BL.  a  ufb^ici  fcbbuci)  V.  Camfello  Zue- 

ehino  pod.  di  Bologna. 
"Sponsali  (Deoli)  di  Alessandro  Bentitoolio  b  d'Ip- 

ponTA  d'Estb  (correggi  Sforza)  Brbve  racconto 

BSTRATTO   DALLA    "  StORIA   D1    BoLOONA  „    DEL   GhI- 

RARDACCI  pubbllcato  da  Gaetano  Giordani  per  nozze 

Satina-Maizacuratl  (an.  1856),  XXVI,  1-9  „. 
Spontoni  Luigi  [Aloisio  Sfonto*!]  h  da  Giulio  II  creato 

Massaro  delfarte  d.  Lana  (an.  1506),   360,  5-6. 
Spuriosi  GlovANNi  [Giovanni  Sfurioso]  di  Bologna,  si 

accorda  con  altrl  due  compagni  di  entrare  tn  Pal. 

tenuto   dai   soldatl   d.   Ptccinino  per  guadagnare   i 

preml  fatti  bandlre  dagli    Anziani    (an.    1443),    81, 

32-33;  vi  entra  per  primo,  33-34. 
SquiLLACE  (PRINCIPB  Dl)  V.  Borgia   Goffredo. 
Stabia  (Da)  Giovanni  Battista  [Straiia]  e   nell'e8er- 

clto  dl  Bartolomeo  d'Alviano  contro   i   Fiorentlni 

(an.  1505),  337,  34-35;  resta  prigioniero   di   Ercole 

Bentivogllo  cap.  d.  pred.,  43. 
Stampa  Azzino  accompagna  Galeazzo   Maria  Sforza  a 

Bologna  (an.  1459),   168,  48  ;   169,  10. 
Stampa  Giovanni  Luca  accompagna    Galeazzo   Maria 

Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,  8. 
Stazio  [Siatio]  v.  Paleotti  S. 
Stbfano  [Stephano]  v.    Bargellint    S.,    Ftrreri   S.,   Be- 

lotti  S.,  Conti  S.,  Gkisilardi  S.,  Pannieri   S.,    Peia- 

cani  S.,  Porcari  S.,  Schiavi  S.,  Semini  S.,  Totchi  S. 
Stepano  o  Erasmo  V.  Gattamelala  S.  0  E. 
....  Stefano  i   richlesto   dai   Malvezzi   dl   armarsi  In 

aluto  di  un  loro  affare  (an.   1488),  250,   9-1I;   pro- 

mette  e  va  a  trovare  un  suo  amico,  Cristoforo  da 

Parma,  perchk  anche  egli  voglia  associarsi  a  lui  in 

servizlo  d.  Malvezzi,  11-13. 
Stbfako  da  Valmontone  fe  neII'esercito  di  Bartolomeo 

d'AlvIano  contro  1  Fiorentini  (an.  1505),  337,  34-35; 

rimane  prigioniero  d.  pred.,  43. 
Stepano  (abbaoia  di  Santo)  posseduta  dal  card.  della 

Rovere;   fe   riunita    al   vetcovado    dl   Bologna    per 


quando   tl    renda    vacante   (an.    1503).    309,    4»-«7. 
Stkpano  (porta  Santo)  V.  Bolegna  (ferte). 
Stella  (Dalla)  NicoLd  v,  P»rteiraeei  N. 
Stkphano  V.  Stefano. 

Stiatico  dannegglato  datla  tempesta(an.  1454),  151, 46-47. 
Stiatico  (Da)  Antonio  iiglio  di    Bartolomeo,  108,  10; 

teguace  d.  Canetoli,  k  bandito  di  Bologna  (an.  1445), 

108,  10. 
Stiatico  (Da)  Bartoix>mbo  padre  dl  Glovanni,  108,  10; 

dl  Giacomo,  108,  33;  dl  NicolA,  109,  3. 
Stiatico  (Da)  Giacomo  figlto  dl   Bartotomeo,   teguac* 

d.  Canetoli,  \  bandito  dl  Bologna  (an.  1445),  108,  33. 
Stiatico  (Da)  Giangiacomo  i  ucciso  da  Vlrglllo,  tol- 

dato  d.  duca  di  Urbino  (t.  a.),   381,   33-33;  al  tuo 

uccisore  i  mozzata  la  testa  (an.  1508),  382,  39. 
Stiatico  (Da)  Lorenzo  multato  in  duecento  ducatl  per 

tl  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  (an,  1508),  387,  3». 
Stiatico  (Da)  Nannino  degli  Anzianl  dl  Bologna  per 

porta  Stieri;  durante  il  suo  anzianato  I  capttoli  d. 

pace  con   Eugenio   IV   sono   riposti    nella   Camera 

degii  Atti  (an.  1431),  29,  17-30. 
Stiatico  (Da)  Nicolo  figlio  dt  Bartolomeo,  teguace  d. 

Canetoli,  i  bandito  di  Bologna  (an,  144S),  109,  3-3. 
Stibri  (porta)  V.  Bolegna  (forte). 
SriPHONTE  V.  Settefonti. 
Stiria  (duca  di)  [dux   Stiriae]    tltolo   dell'imp.    Massi- 

miliano,  279,  18. 
"[Storia  di  Castel  S.  PietroJ  rie.,  X,  j« ,. 
Storletti  rlc,  103,  26. 
StrabIa  V.  Stabia. 
Stracciacappa  Francesco  giostra  nel    torneo   in   Bo- 

logna,  tenutosi  per  definirc  se  ia  Sapienza  o  la  For- 

tuna  prevalga  nelle  cose    umane,  coi  colorl  dl  Ni- 

C0I6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  e  ascritto  aJla 

sesta  squadra  vestita  alla  moresca  (an.  1490),  258, 

40-42;  la  sua  parte  soggiace,  262,  17-18. 
Strazzarib  [Stracciarie\  v.  Bologna  (strade). 
Strigonia  (card.  Di)  V.  Strongoli  (vetcevo), 
Stringhb  (Dallk)  Simonb  [Simene  dalU  Stren^he]  par- 

tecipa  alla  congiura  ordita  da   Gaspare   Scappt    in 

favore  d.  Bentivoglio  (an.  1508),  380,  6-7. 
Strongoli  (vkscovo)  [card.  di  Strigonia]   v.    BaiSt   de 

Brddd  Tommato. 
Strozzi  Giak  Francbsco  figlio  di  Paila,    192,  4t;  fuo- 

rutclto  di  Firenze,  vive  agiatamente  a  Ferrara  (an. 

1467),  49;  193,  1;  h  persuaso  da  Diotisalvi  Neroni, 

da  Nicol6  Soderini  e  dagli  altri  bandlti  di  Firenze 

ad  abbracciare  la  loro  causa,  48. 
Strozzi  Palla   e   cacciato   coi   figlio   Gianfrancesco  di 

Firenze  (s.  a.),  192,  49. 
Stuart  V.  Giacomo  IV  Stuart,  re  di  Scozia. 
SuLiSANO  V.  Surisano. 
SuLMONA  ric.  18S,  37. 
SuoRE  convertite  di  Bologna  fanno  un  dono  a  Sante 

Bentivoglio  per  ie  nozze  (an.  1454),  150,  8. 
SuRlsANo  [Sorreiand\  (?)  nel  Boiognese;  vi  si  commet- 

tono  molte  uccisloni  (an.  1470),  202,  43-44. 
SURiSANO  [Sulisano]  v.  Paolo  da  Surisano. 
SuSANNA   (CARDINALI   Dl   Santa)  V.   PareHtucelU    TtWf 

mase,  Soderini  Praneesco. 
SvizzERi  [Sguizxert]  uccidono  Carlo  il  Temerario  duca 

di  Borgogna  (an.  1477),  216,  11;  ne  passano  quattro- 

cento  da  Bologna  mandati  dall'imp.   Massimiliano 

al  re  Ferdinando  di  Napoli  (an.  1495),   288,    10-13; 


[Svizzeri-Tartaro  Perugino] 


INDICE  ALFABETICO 


775 


tradiscono  a  Novara  LodoTlco  Sforza  vendendolo 
ai  Franceai  (an.  1500),  299,  18-19;  scendono  in  Lom- 
bardla  contro  Lulgi  XII  (an.  1503),  322,  40-41;  di- 
retti  nel  Napoletano  passano  dal  territorio  di  Bo- 
logna  facendo  gravi  danni  (an.  1503),  323,  1-4; 
giunti  nel  Fiorentino  non  ricevendo  le  paghe  si 
sbandano  e  tornano  indletro,  3-4;  rlc,  372,  49; 
in  tremila  passano  di  Bologna  diretti  al  leg.  in 
Romagna  (an.  1509),  395,  41-42;  rifiutano  di  andare 
a  Castel  San  Pietro  dicendo  avere  promessa  di  pren- 
dere  le  paghe  a  Bologna,  42-45;  alloggiano  nelle 
chlese,  46;  vanno  a  Castel  San  Pietro,  di  cui  si  insi- 
gnoriscono,  commettendovi  prepotenze,  46-48  ;  avuti 
i  denari  si  recano  in  Romagna  a  congiungersl  al- 
l'esercito  d.  Chiesa,  48-49. 
Taccont  Bene  beccaio;  h  ucciso  In  Bologna  durante  i 
torbidl  per  la  f  d'  Annibale  Bentivoglio  (an.  1445), 

106,    26,   29. 

Taddeo  [7>yeo|  V.  Bentivoglio  T.,  Bolognini  T.,  Este  (/>') 
T.,  Manfredi  T.,  Marescotti  T.,  Mezzovillani  T., 
Mezzavacca  T.,  Pefoli  T.,  Preti  T.,   Vighi  T. 

Taddko  da  Mbdicina  giostra  nel  torneo  In  Bologna, 
tenutosl  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colori  di  NicoI6  Ran- 
goni  paladino  d.  Sapienza;  ^  capo  d.  quinta  squa- 
dra  vestita  alla  tedesca  (an.  1490),  258,  37-38;  la  sua 
parte  soccombe,  262,  17-18. 

Tagliapietra  Marsimo  \Marsiglio  Tagliafreda\  del- 
l'arte  d.  Muratori;  con  il  Massaro  e  altri  a  nome 
d.  sua  Arte  offre  a  Giovannl  Bentivoglio  per  le 
nozze  d.  figlio  Annibale  una  brocca  d'argento  (an. 
1487),  236,  Jl-13;  e  creato  Massaro  d.  Muratori 
da  Giulio  II  (an.  1506),  360,  8-9. 

Taguolo  (fossa)  \Fossa  Taliolo\^\x\  Po;  ric,  56,  14. 

Taiano  V.   Traiano. 

Taliano  V.  Pio  T. 

Taliano  da  Carpi  condottiero  d.  Veneziani ;  di  ritorno 
da  Roma  passa  di  Bologna  con  le  sue  schiere  e  si 
reca  al  Taro  (1495),  287,  7-9. 

Taliano  del  Friuli  [  Taliano  Forlano,  Taliano  Furlano, 
Italiano  dtl  Friuli]  rompe  e  fa  prigione  Nicol6  For- 
tebraccio  (an.  1435),  42,  16-17;  mentre  muove  al 
soccorso  di  Brescia  per  ordlne  d.  Picclnino,  h  as- 
salito  e  rotto  dal  cap.  Paris  (an.  1439),  57,  46- 
48 ;  e  Inviato  dal  Vlsconti  in  Romagna  con  raolte 
milizie  in  apparenza  contro  lo  Sforza,  in  fatto  per 
aiutare  i  Canetoli  (an.  1445),  102,  15-16;  Battista 
Canetoli  gli  manda  in  Romagna  un  messo  perchi 
sl  aflfrettl  a  Bologna,  di  cui  gli  promette  l'entrata 
e  il  dominio,  104,  40-42;  ric,  43;  suputa  la  f  di  An- 
nibale  Bentivoglio  parte  in  fretta  per  Bologna,  ma 
giunto  all'Idice  apprende  la  ucclsione  di  Battlsta 
Canetoli  e  la  rovina  d.  sua  fazlone,  106,  1-4 ;  torna 
indietro,  irritato,  4-6;  va  a  Castel  Bolognese  ove 
brucia  11  frumento  e  rovina  l  molini,  6-7;  assedla 
e  ottiene  per  accordo  Castel  Guelfo,  109,  44;  fa 
molti  prigionieri  a  Castel  de'  Britti,  45-46;  prende 
Medlclna,  46;  danneggla  il  Medesano,  46-47 ;sireca 
a  Budrio  e  vi  ik  battaglia,  110,  3;  ventiquattro  d. 
suoi  vl  rimangono  uccisi ;  per  vendetta  vi  fa  bru- 
ciare  molte  case,  3-5;  alcunl  suoi  soldati  spiritisl  a 
porta  San  Vitale  di  Bologna  sono  fatti  prigionieri 
da  quei  contadinl,  6-10 ;  poi  liberati  dagli  Anziani 
di  Bologna,    10-11;  i  detti  soldati  sono  uccisi  dagli 


stessi  contadini  sdegnati  d.  loro  liberazione;  uno 
solo  sl  salva  gettandosi  nella  Savena,  11-14;  un  tale 
Simone  da  Sassoferrato,  per  ingraziarsi  il  duca  Vi- 
sconti  gli  propone  di  farlo  entrare  in  Bologna  per 
11  duca,  17-20;  accetta  e  da  al  pred.  una  buona  sora- 
ma,  20-21 ;  11  trattato  fallisce  per  la  sciocchezza  d. 
Sassoferrato,  21-27 ;  e  sospettato  di  tradiraento  dal 
Visconti  (an.  1446),  117,  33;  h  fatto  prigioniero 
mentre  cenava  con  il  patriarca  di  Aquileia,  34-35; 
gli  h  mozzato  11  capo  a  Rocca  Contrada  ove  era 
stato  condotto,  35-36;  la  sua  compagnla  h  data  al 
Corlo,  36. 

Taliano  Furlano  V,   Taliano  del  Friuli. 

Taliolo  (fossa)  V,   Tagliolo  (fossa). 

"Tallani  Vincbnzo]  ric,  XVII,  /0,  17-iS „. 

Tanaro  (fiume)  ric,  297,  4. 

Tantilla  (conte)  \conte  di  Tantilia\  ambasc.  d.  re  Fer- 
dlnando  II  dl  Spagna,  diretto  a  Roma  passa  di  Bo- 
logna  (an.  1486),  233,  34-35;  ha  seco  numeroso  se- 
gulto,  35-36;  alloggia  all'osteria  d.  Montone,  36;  h 
accompagnato  da  Giovanni  Bentivoglio  nella  visita 
alla  c,  37-38 ;  parte  per  la  Toscana,  38-3» ;  ricchezze 
che  ha  seco,  39-41. 

Tarafagoli  Silvestro  [Silvestro  Tarafagoli\  e  el.  de- 
gli  Anziani  dl  Bologna  pel  quartiere  dl  porta  Ra- 
vegnana  di  luglio-agosto  (an.   1446),   117,  7. 

Taranto  (principi  di)  V.  Orsini  Giannantonio ;  Alfonso 
d'Aragona. 

Taro  (fiume)  h  guadato  in  piena  al  passo  di  Fornovo 
da  Galeazzo  Marescotti  e  dal  suol  compagni  (an. 
1443),  79,39-43;  vi  conviene  l'esercito  d.  Lega  con- 
tro  Carlo  VIII  (an.  149S),  287,  l-lO;  11  pred.  esercito 
si  accampa  sul  greto  a  quattro  raiglia  da  Fornovo 
10-12;  il  re  francese  riesce  a  forzarne  II 
passo,  16. 

Tartagni  Alessandro  da  Iraola;  celebre  dottore,  f  a 
Bologna  nell'eta  di  cinquantatrfe  anni  ed  h  seppel- 
llto  in  San  Domenlco  (an.  1477),  216,  40-43;  gli  fe 
dal  suoi  tre  figU  fatto  un  bel  mausoleo  al  lato  si- 
nistro  d.  cappella  maggiore,  42-43;  lascia  incomln- 
clato  un  bellissimo  pal.  In   strada  Magglore,   43-44. 

Tartaro  Perugino  castellano  di  Galliera  per  il  Visconti, 
h  ivi  assedlato  da  Annibale  Bentivogllo  con  1  Bo- 
lognesi  (an.  1443),  83,  1-5;  suoi  provvedlmenti,  5-8  5 
fedelissimo  al  Viscontl  e  al  Plccinino  rifiuta  di 
rendere  la  cittadella  sebbene  pregatone  da  France- 
sco  Piccinlno,  17-24,  47-48;  fa  prendere  dai  presidl 
d.  castello  in  una  sortlta  due  vedette  verso  la  Ma- 
scarella,  89,  44-46;  promette  loro  la  liberti  e  una 
somma  se  acconsentono  a  uccidere  Annibale  Ben- 
tivogllo,  46-48;  ne  ottiene  11  consenso  e  li  libera, 
48-49;  1  pred.  scoperti  sonp  impiccatl,  90,  2-4;  i  suoi 
soldati  difendono  il  molino  di  Battlsta  Samplerl 
contro  Galeazzo  Marescottl  che  voleva  rovlnarlo 
per  affaraare  11  castello,  13-13,  15-18;  ric,  35;  Battl- 
sta  CanetoU  sl  reca  a  GolIIera  a  persuaderlo  di  con- 
segnare  il  castello  ai  Bolognesi,  48-49 ;  prende  tempo 
a  rispondere,  91,  1 ;  si  accorda  che  cederi  11  castello 
per  denarl  se  in  capo  a  quindlcl  glorni  non  avrJk 
ricevuto  soccorsl,  1-5;  egunle  risposta  manda  al  Se- 
nato  per  Gottofredo  e  Tiberto  Brandollni  invlati- 
gll  a  saggiarne  l'anlmo,  9-18;  intanto  sospende  se- 
condo  1  patti  le  offese,  19;  giusta  la  convenzlone 
esce  di  GalHera  con  il  presidlo,  95,  12-13;  il  Senato 


776 


ENDICE  ALFABETICO    [Tartaro  Perugino-Theafro  morale) 


gll  cont«gna  1  tremllBclnquecento  ducatl  pattuitl  • 

10  fa  ■ccompiignare  da  una  icorta  alla  torre  del- 
rUccelllno,  13-IJ. 

Tabso  oa  Loui  lancia  «pezzata  d.  Bolognesl;  riporta 
con  Bartolomeo  Sangiorgt  U  premio  e  l'onore  nella 
glottra  tenutatl  in  Boiogna  per  San  Petronlo  (an. 
1471),  209,  17-11:  combatte  nel  torneo  In  Bologna, 
tenutosi  per  defintre  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  al  teguito  di  Nicol6  Ran- 
goni  paladlno  d.  Saplenza;  k  ascritto  alla  terza 
tquadra  vestita  alla  francese  (an.  1490/,  258,  31,  34; 

11  tuo  partlto  sorcombe,  262,  17-18. 

Tassoni  GnJl.10  [Giulio  Taisont]  corre  In  Bologna  nella 
glostra  per  le  nozze  d.  Bentiroglio  contro  Nicol6 
Rangonl  che  tlene  11  tavolaccio  innanz!  al  pal.  d. 
Slgnorl  (an.  1487),  240,  44-45. 

Tassoni  Tura  o  Bonavbn tura  (  Tura  Tasso,  Tatsone]  di 
Ferrara ;  impllcato  nella  congiura  d.  Malrezzl  con- 
tro  1  Bentivoglio  In  Bologna,  i  iraplccato  ai  merli 
d.  pal.  d.  pod.  (an.  1488),  251,  3»,  41-43;  c£.  J5-36. 

•  TaVOLA    DELLA     PRKSKNTE     ApPENDICK    HlSTORlALE   dl 

fra  Cherublno  Ghirardacci;  i  rindlce  d.  pred.  opera 
non  mal  stampata  e  perduta,  XXVI,  19-33,  36-27; 
fu  pubbllcato  da  Lodovico  Frati  in  Atti  e  Me- 
morie  dellaR.  Deputazione  di  Storiapa- 
tria  per  le  provinciedl  Romagna  (an.  1901), 
M-as  ,. 

Taverna  Giuliano  conduce  la  seconda  squadra  dl  An- 
tonlo  Trottl  nel  torneo  bandito  in  Bologna  11  glorno 
dl  San  Petronio  (an.  1470),  204,  5. 

Tavbrnelle.  VI  i  rovinato  ii  raccolto  da  un  temporale 
(an.  1448),  125,  31-32;  fa  un  dono  a  Sante  Bentl- 
vogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  30, 

Tebaldi  Baccellibro  [Bacciliero  rfe'  Tebaldi,  Battilieri 
di  Teia/iio]  bolognese;  correttore  d.  Notol  e  notaio ; 
esaendo  d.  Dodici  di  pace  h  scelto  con  altri  cinque 
colleghl  per  andare  alla  Certosa  a  prendervi  Gio- 
vanni  Bosco,  el.  governatore  di  Bologna  dal  Se- 
nato,  e  condurlo  in  c  (an.  1431),  29,  35-40;  h  coi 
iigH  Giovanni  e  Tommaso  fuorl  di  Bologna  a  Mi- 
lano  per  ragione  di  ufficio  (an.   1440),  68,  l»-20. 

Tebaldi  GiovANKi  bolognese,  dottore;  risiede  col  pa- 
dre  notaio  e   col   fratello  Tommaso  a  Milano   (an. 

1440),    68,    19-30. 

Tebaldi  Tommaso  bolognese,  studente;  risiede  col  padre 
e  11  f  ratello  Giovanni  a  Milano  (an.  1440),  68,  19-30. 

Tkbaldo  V.  Francesco   Tebaldo. 

....  Tebaldo  sarto  dl  Bologna ;  gll  nascono  tre  figli 
vitali  a  un  parto  (an.  1496),  292,  8-9;  gli  sono  do- 
natl  dal  Senato  sessanta  scudi,  9. 

Tedeschx  combattono  contro  Roberto  da  Sanseverlno 
airAdlge,  lo  vlncono  e  uccidono  (an.  1487),  244,  6-10. 

Tedo  V.  Altedo. 

Tedora  t».  Teora. 

Tencarari  Giovanni  [Zoen]  vesc.  di  Avignone,  fonda 
e  dota  ii  coUegio  di  Avignone  (s.  a.),  48,  29-31 ; 
Bernardo  Scappi,  suo  tardo  esecutore  testamentario, 
per  infondere  nuova  vita  al  detto  Colleglo  ne  no- 
mina  rettore  e  amministratore  Giacomo  Bertrandl 
d.  Studio  di  Bologna  (an.  1436),  30-49,  I-12. 

Tkodoro  (card.  di  San)  V.   Federico  (da)  Sanseverino. 

•Teodosio  imp. ;  controversia  suUa  autenticitA  d.  suo 
decreto  intomo  allo  Studio  di  Bologna,  CXXXVI, 
13-CXXXVII,  1-24,. 


Tkora  [Ttdara]  dtti  di  Puglla;  11  terremoto  vl  ucclde 
dlclannove  pertone  (an.  1466),  190,  38-29. 

Tkrni  V.   Gievnnnt  da   Terni. 

Tkrra  [dei.l'Incoronata].  II  cap.  vi  f  con  i  figll  totto 
le  rovine  d.  sua  cata  abbattuta  dal  terreraoto  (an. 
1456).  163,  45-46. 

Terra  di  Lavoro  colplta  da  vlolento  e  lungo  terre- 
moto  (an.  1456),   163,  31-33. 

Tbrrbmoti  In  Val  dl  Reno  (an.  1455),  153,  47-49;  nel 
Bolognete,  161,  25-30;  dl  molta  durata  con  Inflnltl 
danni  In  Terra  d!  Lavoro,  Napoli,  Puglia  e  Abruzzo 
(an.  1456),  163,  30-164,  i-io;  a  Cotio  nei  monti  Bo- 
logneti  (an.  1470),  202,  36-37. 

Territorio  dl  Bologna,  di  Carpl,  dl  Cento,  dl  Cre- 
mona,  di  Faenza,  dl  Ferrara,  dl  Flrenze,  di  Man- 
tova,  di  Milano,  di  Modena,  di  Parma,  di  Pesaro,  di 
Venezia,  di  Verona  v.  Belogna,  Carfi,  Cento,  Cre- 
mona,  Faenza,  Ferrara,  Firente,  Mantova,  Milano, 
Modena,  Parma,  Pesaro,  Venexia,  Verona  (territorio). 

Tkrzi  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134,  33,  37. 

Terzi  Pietro  seguace  d.  Canetoli,  k  bandito  di  Bolo- 
gna  (an.  1445).  10'^.  »• 

Tksbo  V.  Grassi  T.,  Guidotti  T.,  Marescotti  T. 

TesIno  V.   Ticino. 

Tbsta  r>.  Gostadini  T. 

Testa  Filippo  fa  un  presente  alle  nozze  dl  Giulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),  184,  29. 

Tbsta  Girolamo  h  da  Giulio  II  creato  Massaro  degli 
Speziali  (an.  1506),  360,  1-2. 

Testa  Mattbo  %  ei.  degli  Anziani  di  Bologna  (an.  1444), 
97,  37-38. 

Testa  Pietro  di  Anzola;  contadino ;  fa  un  dono  a 
Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  151,  32. 

Tksta  (Dalla)  o  Testi  PiETRO  [Pitlro  dalla  Testa]  «uo 
dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,  3-4;  fa  un  presente  aUe  nozze  di  Glulio  Mal- 
vezzi  (an.  1464),   184,  39. 

Testi  Battista  [Battista  dalli  Testi]  figlio  di  Giovanni ; 
notaio;  h  el.  degli  Anziani  di  Bologna  per  il  quar- 
tiere  di  Porta  Stieri  (an.  1445),  '0'i  **-*'• 

Tbsti  Giovanni  [Giovanni  dalli  Testi]  padre  di  Battl- 
sta,  101,  44-45. 

Trvkrk.  Vi  sono  annegati  i  fratelli  Manfredl  col  loro 
cameriere  per  ordine  di  Cesare  Borgia  (an.  1503), 
311,   24-26. 

"  Treatro  morale  db'  MODKRNI  INOKGNI:  DOVB  81 
SCORGONO  TANTE  BRLLK  KT  GRAVl  SENTENZE,  TANTK 
ACUTE  RISPOSTS,  KT  TANTI  «AVI  CONSIGLI  OLTRA  IN- 
FINITE  COMPARATIONI,  CHE  VI  SONO  CHE  DIR  SI  PUO 
BSSERE  PBUCBMENTE  UNITE    LE    COSB   NATURALI   CON 

LK  MORALi.  Raccoltk  per  il  R.  P.  Fra  Cherubiko 
Ghirardacci  bolognese  Agostiniano.  Opera  utile 
b  necessaria  a  chi  desidbra  prudentbmknte  va- 
vellarb  et  rispondbre  ne*  ragionameim  fami- 
gliari  k  importanti,  con  privilegio;  (an.  is75), 
XXnr,  36-XXIV,  1-4;  detcrlzlone  e  iUuttrazione, 
4-XXV,  1-3;  ^  dedlcato  a  Giacomo  Buoncompogni 
governatore  gen.  di  Santa  Chiesa,  XXIII,  7-9 ;  aegue 
la  dedica  un'avvertenza  di  Carlo  Mangini  che  dk 
notizie  d.  cronologla  deU'opera,  9-15;  le  sentenze 
riportate  in  numero  di  trecentosettantaclnque  sono 
tutte  di  egregl  uomini  bolognesi,  16-18;  aicune  an- 
che  di  GabrieUe  Giolito  editore  d.  volame  e  non 
bolognese,  3V31',. 


[Thomaso-Tommasina] 


INDICE  ALFABETICO 


777 


Thomaso  V.   Tommaso. 

ThomJ;  V.  Bartolomeo. 

Throni  V.  Tron. 

TiALi  V.  Tivoli. 

TiBERio  V.  Malvegzi  T,,  Savi  T. 

TlClNO  [Tesino]  rtc,  299,   17. 

TlDBO  V.   Taddeo. 

TiGNOSi  GiovANNi  valletto  d.  bargello ;  fe  ferito  da  Luigl 

Griffonl  nella  Plazza  di  Bologna  menfre  arrestava 

un  tal  Battista  al  seguito  d.  pred.  (an.  1431),  26,  8-9. 
TiGNOSl  Mattbo  \Matteo   Tignoso]  h  bandito  di  Bolo- 

gna  (an.  1430),  19,  J6,  39-40. 
TioRiNi  NicoLo  [Nicolb  Tigrino\  da  Lucca;  el.  pretore 

ossia  pod.  di  Bologna  (an.  1507),  362,    6-7;  h  rice- 

Tuto  con  grande  onore  per  volere  di  GiuHo  II,  7-J. 
TiNTORi  Alessanuro  h   dal  pp.  Glulio  II   creato  Mas- 

saro  de'  Calzolai  (an.  1506),  360,  4. 
TioLi  Antonio   \Antonio  di    Tio/o]   suo   dono  a  Sante 

BentiTOglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  38. 
"[Tiraboschi  GiROLAMo]  Storia  della  letteratura 

italiana  ric,  CXX,  3-4  ,. 
TiRALDi  Basilio  notaio;  h  mandato  ambasc.  al  leg.  Ac- 

clopaci  dal  Senato  di  Bologna   per  trattare  un  ar- 

mistizlo  (an.  1430),   20,  41. 
TiROLls  Ferrstis(?)  comes.  Titolo  dellUmp.  Masslmi- 

Hano,  279,  18. 
TivoLi  (vkscovi)  [Tiaii]v.  Gr  assi  Anionio  (aa..  1485-1491); 

Leonini  Angelo  (aa.  1499-1509). 
TizzoNi  Giovanni  Andrea  accompagna  Galeazzo  Maria 

Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,  45;   169,  2. 
ToALE  Girol>mo  multato  in  duecento  ducati  per  il  rl- 

facimento  d.  pal.  Marescotti  (an,  1508),  388,  15. 
TocHiNi   AsTORRE   Bernardo   parteclpa   alia  congiura 

ordlta  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  BentivogHo 

(an.  1508),  380,  5. 
TocHiNi  Bartolomeo  partecipa  alla  congiura  ordita  da 

Gaspare  Scappi  In  faTore  d.  BentiToglio  (an.  1508), 

380,  5. 
TocHiNi  GiROLAMO  partecipa   alla  congiura   ordita   da 

Gaspare  Scappi  In  favore  d.  BentiToglio  (an.  1508), 

380,  5. 
ToCHiNi  Leonardo   partecipa  alla  congiura  ordita   da 

Gaspare  Seappi  in  faTore  d.  BenfiTOglio  (an.  1508), 

380,  5. 
ToDBSCHi  DoMBNico  fa  un  presente  alle  nozze  di  Glu- 

llo  MalTCzzi  (an.  1464),  184,  36. 
ToDi  V.   Gasfare  da  Todi. 
ToDORANO    (conte)   V,    Sforta    Franeesco   conte  di    To- 

dorano. 
ToLfc  [  Toledo\  nel  Bolognese ;  fa  un  dono  a  Sante  Ben- 

tivogllo  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  40. 
ToLENTiNo  [Tollentino\  cade   nelle   roani   di  Francesco 

Sforza  (an.   1444),  99,  17-18. 
ToLENTlNO   (Da)   GlANPRANCESCO    [Giovanni   Francesco 

da  Tolentino,  TolUntino]  cap.  d.  genti  d'armi  d.  pp. ; 

etsendo  aglt  alloggiamenti  in  Romagna  si  reca  a  Bo- 

logna  (an.  1484),  229,  5-6. 
ToLENTlNO  (Da)  NlcoLO  [Nieolh   Tollentino)  cap.  d.  mi- 

lizie  fiorentlnc;  Tiene  dl  Lombardia  e  sl  ferma  con 

1  suoi  uomini    nel   Medesano  (an.    143S),   7,  32-33; 

non  cura  l'ordine  d.  Senato  dl  Bologna  dl  partirne, 

33-24;  assalito  improTTisamente  da  Luigi  da  Sanse- 

Terino  dopo  lunga  battaglia  h  vlnto,  25-30;  fugge  a 

Plancaldoli  nel   Florentino,  30-31;    con   Anton  Ga- 


leazzo  BentlTOgHo  e  Micheletto  Attendolo  sl  reca 
a  Imola  per  mandato  d.  pp.  e  ItI  raduna  un  forte 
esercito,  8,  24-39;  e  neII'eserclto  delI'Attendolo,  47; 
occupata  la  bastla  di  Castel  San  Pietro,  la  brucia  in 
Tendetta  d.  rotta  avuta  a  Medesano  e  per  odio 
contro  i  Bolognesi,  9,  1-2;  con  Anton  Galeazzo  Ben- 
tivoglio  assalta  Castelguelfo  e  lo  prende,  13-14; 
eguaimente  prende  Riccardina  e  Budrio,  14;  pone 
Budrio  a  sacco  e  fuoco,  15;  passa  alla  Pievc  di 
Cento  che  gH  si  rende,  15-16;  scorre  e  saccheggia 
il  territorio  bolognese  per  vendetta  (an.  1429),  12i 
39-30;  entra  In  Castelfranco  per  tradimento  di  un 
servltore  d.  castellano,  30-37;  si  accorda  con  gli 
abitanti  d.  castello,  cui  concede  salTO  1'aTere  e  le 
persone,  40-42;  anche  i  Commissari  Bonifacio  e 
Tommaso  Zambeccari  si  arrendono,  43-44;  tiene  i 
pred.  pr,  di  sfe  fino  alla  sottomissione  di  Bologna, 
44-45;  h  condottiero  neiresercito  d.  Caldora  (1430), 
20,  20-21;  qual  capitano  d.  Fiorentini  ^  neiresercito 
d.  Lega  a  Castel  Bolognese  (an.  1434),  40,  13-14;  ri- 
mane  prigioniero  d.  Piccinino,  20-23;  t  a  Bologna 
pochi  giorni  dopo,  30. 

ToLKNTlNO  (Da)  Nicolo  [I^icoli  da  Tollentino\  accom- 
pagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459), 
168,  48;  169,  7;parte  di  Lombardia  e  alloggia  con 
le  sue  gentl  in  var!  luoghi  d.  territorio  di  Bologna 
(an.  1469),  201,  30-31. 

Tolfa  [Tolfha\.  Vi  sono  scoperte  rainiere  di  allume 
da  un  figlio  di  Paolo  da  Castro  (an.  1462),  182,  5; 
le  quali  rendono  in  progresso  buona  entrata  alla 
Chiesa,  6. 

ToLLENTlNO  V.  Tolentino. 

ToLOMEi  GiovANNi  fa  un  dono  a  Sante  BentivogUo 
per  le  nozze  (an.  1454),  151,  29-30. 

ToLosA  (Dl)  V.  Pini  Giovanni  di   Tolota. 

ToLPHA  V.    Tolfa. 

ToMARi  Antonio  figlio  di  GioTanni  Inglese,  147,  *i; 
scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  BentiTOglio  (an. 

1454),    147,   30-33,   41. 

ToMARi  Gabriele  purte  dl  Bolognacrociato  con  Achille 
Malvezzi  (an.  1464),  185,  38. 

ToMARi  GiovANNi  canonico  di  San  Pietro,  e  ucciso 
per  interessi  dai  suocero  Battista  Volta  (an.  1443), 
76,  6-8. 

Tomari  Giovanni  Inglese  [Giovanni  Vighiltsio I  Tor- 
nari!;  Giovanni  Inglese  Tomasi\]  dottore  decretale; 
padre  dl  Antonlo,  147,  41 ;  h  complice  di  Alberto 
dalle  Coltri  nel  trattato  di  dare  la  porta  San  Vi- 
tale  al  cap.  d.  Chiesa  (an.  1429),  13,  33;  ric,  33, 
15;  h  el.  degll  Anziani  per  porta  Stieri  (an.  144S), 
100,  32-24. 

ToMASiI  GiovANTNi  Inglesk  V.  Tomati  Giovanni  Ingltse. 

ToMAsiNA  V.    Tommasina. 

ToMAso  v.    Tommaso. 

ToMBA  (Dalla)  Francisco  seguace  d.  Canetoii;  %  ban- 
dito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  24. 

ToMBE  de'  Bentivoolio  [Tomba,  Tombe\  nel  bolognese; 
fa  un  dono  a  Sante  BentiTOgllo  per  le  sue  noize 
(an.  14S4),  150,  29;  Giovannl  BcntiTOglio  tI  fab- 
brlca  una  Tilla  (an.  1490),  257,  lo;  t1  h  apparec- 
chiato  un  lauto  pranzo  al  card.  Borgia  in  Tiaggio 
p«r  Ferrara  (an.  1499),  297,  3o. 

ToMJt  V.  Tommaso. 

ToMmASINA  [  Tomasina]  v,  Maria   Tommastna. 


778 


INDICE   ALFABETICO  [Tommasino  da  Buonconv.-Toscanal 


ToHMASiKo  oA  BuoMCONVENTo  h  ucclto  In  Bologna 
durante  1  torbldi  per  la  f  di  Annibale  Bentiroglio 
(an.    144S),    106,  37,  J9-30. 

TOMMASO  [  Thomato,  Maso,  Masio,  Toma$o,  Tomi]  V. 
Aguechi  (Degli)  T.,  Bakhct  d»  Erdod  T.,  Beccari 
T.,  BentivogUo  T.,  Bertaccini  T.,  Bianchelti  T.,  Ca- 
motoli  T.,  Carpegna  (Di)  T.,  Castollani  T.,  Catlelli 
T.,  Caitani  T.,  Cavette  (Dalle)  T.,  Cerva  (Dalla) 
T.,  Correggi*  (DalU)  T.,  Coffi  T.,  Daineti  T.,  Gam- 
harello  T.,  Ghiiilieri  T.,  Gigantt  T,  Gotzadini  T, 
Gratsi  T.,  Grengoli  T.,  Loiani  T.,  Magnani  T., 
Maivatia  T.,  Malvetti  T.,  Metxovillani  T.,  Moglio 
(Da)  T,  Montecalvi  T.,  Olivieri  T.,  Pifari  T., 
Prtndifart»  T.,  Salaroli  T.,  Seriani  T.,  Sodtrini  T., 
Spetiali  T.,  Trentaqualtro  T.,  Vighi  T.,  Vizzani  T., 
Zambeecari  T.,  Zanettini  0  Zannettini  T.,  Zoni  T.; 
V,  anche  Bartolomeo  di  Tommaso. 

....  ToMMASo  bolognese,  cit.  dal  Senato  a  difendeml 
(an.  1508),  392,  3i. 

....  ToMMASo  passa  di  Bologna  al  seguito  di  Giacomo 
Plcclnlno  (an.  1464),  185,  I,  II. 

[ToMMASO  PalboLogo  PRINCIPE  Di  Morea]  [despoto  dt 
Morea]  frateilo  d.  f  '"ip-  dl  Costantinopoli,  178, 
47;  padre  d.  regina  di  Russia,  212,  21;  passa  di  Bo- 
logna  diretto  a  Roma  a  cliiedere  aiuto  al  pp.  con- 
tro  i  Turchi  che  lo  aveTano  spogiiato  di  quasi 
tutto  lo  Stato  (an.  1463),  178,  47-49;  cf.  212,  28;  h 
visitato  a  Roma  dalla  figlia  (an.  1472),  36-37. 

ToMMASo  DA  Penne  rcttore  d.  chiesa  di  San  Bartolo- 
meo  dl  Bologna;  stando  in  casa  sua  h  bastonato  da 
dieci   sconosciuti   (an.  1443)»  74,  43-45;  ne  t>  iS-lt, 

ToMMAso  DA  Sarzana  V.  ParentHcelH  Tommato. 

....  Tommaso  di  Giorgio  stracciarolo ;  h  fatto  priglo- 
nlero  dai  CanetoH  in  Crevalcore  ove  trovavasl  per 
la  peste  (an.  1448),  126,  16. 

....  Tommaso  di  Giovanni  aarto;  seguace  d.  Canetoii,  h 
bandito  di  Bologna  (an.  1445),  109,  !0. 

Tommaso  (San)  {San  Tomi]  danneggiato  da  una  tem- 
pesta  (an.  1467),   198,  4-5. 

Tommaso  (san)  di  Aquino.  II  teologo  insigne  Pletro 
della  Maldura  ne  raccogiie  i  varl  scrltti  in  un  vo- 
lume  (an.   1477),  217,  lo-U. 

Tommaso  della  Braina  (Cappella  di  San)  t.  Bolo- 
gna  {Chies»). 

ToNio  V.  Antonio ;  v.  anche  Nicolh  Tonio  detto  Tam- 
burello. 

ToNTA  (II)  V.  Piffarl  Antom'o  detto  il  Tonta. 

Torelli  (famiglia);  prendono  parte  alla  battaglia  d. 
Mezzolara  (an.  1467),  195,  6-7;  sono  Imparenlati 
con  Giovanni  Bentivogllo  per  ii  matrimonio  dl 
Guido  con  Francesca  iiglia  d.  pred.  [an.  1494],  354, 
34-35;  percid  la  ioro  arme  &  appesa  nelia  torre  d. 
pal.  di  Glovanni  Bentivogiio  In  Boiogna,  372,  4-7. 

•[Torelli  Agostino]  loda  Pofera  d.  Ghirardacci, 
XIX,  3  „■ 

ToRELLi  Cristoforo  [Chrittoforo  Torello]  con  il  figliuolo 
e  cap.  nell'esereito  mandato  dal  duca  di  Miiano  in 
aiuto  di  Boiogna  (an.  1455),  54,  20-33. 

ToRELLl  CONTE  GiACOMACCIo  [/acoma  cio  Torelli]  cap. 
nell'esercito  d.  Lega  ali'Idice  (an.  1467),  194,  6. 

ToRELU  CONTE  GuiDO  [Guido  Torrelli]  depone  il  pro- 
tonotariato  e  ne  rinuncia  i  benefici  ad  Antonga- 
leazzo  BentlvogUo  d.  quale  sposa  la  sorella  Fran- 
cetca  redova  di  Astorre  Manfredi  (an.  1494),  283, 


40-43;  cf.  285,  30-33;  rlcere  la  sposa  accompagnata 
dai  fratelii  Aiessandro  e  Antongaleazzo,  286,  16-11; 
suo  matrimonio  ric,  332,  43-43;  354,  35;  muitato  in 
trecento  ducatl  per  la  ricostruzione  d.  pai.  Mare- 
scotti  (an.  1S08),  388,  40. 

ToRKl.Li  coNTE  Marsilio  frateilo  di  Giacomo;  cap.  nel- 
reserclto  d.  Lega  ail'ldice  (an.  1467).  194,  7. 

Torello  V.  Mussolint  T. 

Torfanini  Bartoi.omeo  [Bartolomeo  Toifanduo]  rlcere 
11  prlorato  dl  Santa  Maria  degll  Angell  da  GIo- 
vanni  Gozzadini  (an.  149S),  288,  S-f. 

Torglione  V.   Torleont. 

ToRiNO  [  Turino].  Vi  h  confinato  Aiessandro  Malvezzl  con 
cinque  figliuoli  (an.  1488),  252,  35-36. 

ToRLBONE  (chiavica  dbl)  [Torgliont]  v.  Btlegna  (chia- 
viche). 

ToRLEONK  (strada  dkl)  V.  Bologna  (Strade). 

ToRNARi  V.    Tomart. 

ToRPEiA  V.   Tropea. 

ToRRE  dkll'Ucceluno  V.   Uccellino  (torre  delf). 

ToRRE  (Della)  Antonello  cap.  nell'esercito  rlsconteo 
sotto  Anghiarl;  rimane  prigioniero  d.  Fiorentlni 
(an.  1440),  63,  23-24. 

[ToRRE  (Della)  Antonio]  {monsignore  di  Parma]  vesc. 
di  Parma;  e  uno  degll  ambasc.  mandati  dai  duca 
di  Milano  al  nuovo  pp.  Sisto  IV  per  rallegrarsl  d. 
sua  elezione  (an.  1471),  208,  44-46;  passa  dl  Bolo- 
gna,  43-44. 

ToRRE  (Della)  Baluassarre  [Baldestcrra  della  Torre, 
Baldassarre  da  Milano]  accompagna  gli  ambasc.  bo- 
lognesi  a  Roma  a  rendere  omaggio  a  Pio  III  (an. 
1503),  327)  I;  accompagna  Antongaleazzo  Benti- 
voglio  in  pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di  Vienna 
e  a  San  Glacomo  di  Gaiizia  (an.  1505),  336,  13-14. 

Torre  (Della)   Giovanni   padre   di    Pellegrino,  54,  6. 

ToRRE  (Della)  Pellegrino  [Ptregrino]  bombasaro;  fi- 
glio  di  Giovanni,  54,  6;  e  el.  degli  Anziani  di  Bo- 
iogna  per  porta  Stierl,  1,  6;  dura  in  carica  slno  a 
dicembre,  7. 

Torrelu  V.    Torolli, 

ToRRKSANl  Pietro  [Pietro  Torresane,  Torsoni]  multato 
in  cinquanta  ducati  per  ia  ricostruzione  d.  pal.  Ma- 
rescotti  aiia  cui  distruzioiie  aveva  preso  parte  (an. 
1508),  387,  8;  cit.  a  difendersi  (an.  1508),  392,  41. 

ToRREsANi  Sn,VESTRo  multato  In  cento  ducati  per  la 
ricostruzione  d.  pal.    Marescotti  (an.  1508),  389,  3. 

ToRSONl  PiETRO  V.  Torresani  P. 

ToRTONA  h  presa  dal  Francesi  (an.  1499),  297,  4. 
—  (marchese  Dl)  T.  Sforza  Brmes. 

ToscANA  ric,  3,  26;  24,  47;  vl  sl  reca  Nicoi*  Piccinlno 
(an.  1434),  38,  35;  il  pred.  vi  occupa  moiti  casteili 
(an.  1440),  63,  14-17;  11  pred.  ne  parte,  35;  viti  dirige 
Nicoi6  Gambacorta  (an.  144»), 71,  15-16;  II  Picclnino 
ne  riduce  cltta  e  castella  aii^obbedienza  d.  Chiesa, 
72,  11-13;  ric,  82,  5;  vi  passa  l'imp.  Federico  V 
tornando  da  Roma  (an.  1453),  141,  31;  vi  si  dirige 
Giacomo  Piccinino  con  1'esercito  (an.  1455),  159, 
24-25;  ne  partono  per  recarsl  aIi'esercito  d.  Lega 
all'Idice  Roberto  Sforza  e  Don  Aionso  con  duemila 
uomini  (an.  1467),  193,  48-4»;  ric,  201,  2»;  rl  fe  chia- 
mato  Ercole  d'Este  dai  Fiorentini  (an.  1479),  220, 
37  38;  rie.,  47;  vi  giunge  Giovanni  Bentivogllo  ono- 
rato  da  tignori  e  popoll  (an.  1485),  232,  37-3$;  ri 
sl  avvla  l'ambatc.  tpagnuolo  conte  di  Tantliia  dl- 


I 


[Toscana-Trimouille  {della)  Lulgi]      INDICE   ALFABETICO 


779 


retto  a  Roma  (an.  1486),  233,  39 ;  yl  entra  Carlo  VIII 
e  sl  irapadronisce  dl  alcuni  castelli  che  tratta  cru- 
delmente  (an.  1494),  283,  43-««;  vl  si  reca  Annlbale 
BentivogUo  a  istanza  d.  Veneziani  per  riporre  1  Me- 
dici  in  Firenze  (an.  1498),  295,  23-3«;  il  pred.  nel 
Casentino  sl  conglunge  con  I*esercito  veneziano  e 
occupa  varJ  castelli,  tra  cui  Blbbiena,  2«-25 ;  venuto 
1'InTerno  Annibale  ne  parte,  25-36;  vl  si  reca  Ales- 
sandro  Bentirogllo  da  parte  d.  duca  di  Mllano 
con  duecento  uominl  d'arme  In  aiuto  d.  Fiorentini, 
ma  dopo  poclii  giornl  ne  parte,  26-38;  11  pred.  vl 
torna  per  rimetterTi  in  istato  i  Medlci,  ma  non  ha 
successo  (an.  1499),  2%,  3-4  ;  ne  diviene  In  parte  si- 
gnore  Cesare  Borgla  (an.  1502),  311,  JO;  ric,  315, 
26;  vl  passa  Bartolomeo  d'Alviano  con  pochi  uoralni 
(an.  1503),  324,  U-15;  i  Bolognesi  vi  assol- 
dano    gentl  (an.  1507),  378,  2. 

ToscANA  (legato)  V.  Pietro  card.  Riario  patriarca  di 
Cottantinopoli. 

ToscAMELLA  ncl  terrltorio  di  Imola;  &  sacchegglata  da 
Carlo  VIII  cui  aveva  rifiutato  vettovaglie  (an.  1495), 
286,  «3-45 ;  vi  si  rifugiano  raolti  d.  Marescotti  (an. 
1508),  382,  38-39;  vi  sl  trova  Giovanni  da  Sassa- 
tello  che  ne  parte  per  Bologna,  383,  «. 

TosCANl  Matteo  \Mattio  de  Toscani\  dl  Milano,  pod. 
dl  Bologna,  f  (an.  1484),  231,  6. 

....  ToscHETTO  stracclarolo;  con  Battlsta  Manzoli  or- 
disce  una  congiura  per  Introdurre  in  Bologna  i  fuo- 
ruscitl  dalla  porta  d.  Pratello  (an.  14S4),  144,  29; 
i  preso  e  tormentato,  36-37;  fe  tenuto  prlgione,  38-39; 
fe  fatto  decapitare  alla  porta  d.  Pratello,  145,    11-13. 

ToscHi  tutta  la  fanilglia  b  danneggiata  dal  delltto  di 
Giovanni  (an.  1455),  153,  39-«o. 

ToscHi  Antomio  figlio  dl  Matteo,  144,  28;  a  Reggio  con 
Ijattista  Manzoll  ordlsce  un  trattato  per  fare  entrare 
I  fuoruscitl  in  Bologna  dalla  porta  d.  Pratello  (an. 
1454),  ''*'  ^  preso  e  tormentato,  37-38;  &  tenuto 
prigione,  38-39;  fe  fatto  morire,  145,  9. 

ToscHi  Baldassarre  \Baidesserra\  fe  privato  d.  vica- 
rtato  dl  Llano  a  cagione  d.  delitto  d.  fratello  Gio- 
vannl  (an.   1455),  153,  38-39. 

ToscHl  GlACOMO  \Tacomo  de  Tuschi\  orefice ;  Incolpato 
dl  avere  preso  parte  alla  congiura  d.  Maretcottl,  4 
ucclso  (an.  1501),   306,  3-5. 

ToscHi  GlovANNi  flglio  di  Stefano,  152,  37-38;  gli  4  rl- 
fiutatada  Stefano  Conti  la  mano  di  una  suafiglluola 
dl  cui  era  ardentemente  innamorato  (an.  1455),  37-41 ; 
fidanzatasl  la  fanciuUa  a  Giovannl  Orsl,  affronta 
questi  e  gll  inttma  di  lasciare  la  ragazza  41-153,  1; 
vlene  alle  mani  col  pred.,  ma  sono  separati  da  amici, 
2-4;  pensa  al  modo  di  vendlcarst,  4-7;  avvelena 
dodici  tordi  e  li  raanda  in  dono  alla  fanciulla  come 
un  regalo  d.  lidanzato,  7-10;  tutta  la  famiglla  ha 
slntomi  dt  avvelenamento,  10- 2(;  il  sospetto  cade  su 
lui,  38-31 ;  &  bandito  mentre  erasl  gii  messo  in  salvo 
e  gll  h  posta  una  forte  taglia,  31-35;  cf.  39. 

ToscHi  GuLlNO  [  Gulino  de'  Tuscii]  essendo  Gonfalo- 
niere  d.  popolo  glt  h  tolto  il  gonfalone  a  caglonc 
d.  delitto  d.  fratello  Giovannl  (an.  1455),  153,  37-38. 

[ToscHi]  Matteo  padre  dl  Antontoedi  Nicol6,  144,38. 

ToscHi  NlcoLo  [A7c<7/i  di  Maftiio]  figlio  dt  Matteo;  con 
Battista  Manzoli  ordisce  un  trattato  per  fare  en- 
trare  tn  Bologna  i  fuorusciti  da  porta  d.  Pratcllo 
(an.  1454),  144,  38;  h  preso   e  tormentato,  37-38;  h 


tenuto  priglone,  3J-39;  fe  fatto  decapitare  alla  porta 
d.  Pratello,  145,  11-13. 

ToscHi  Stefano  padre  dl  Giovannt,  152,  37-38. 

TosFANiNO  V.   Torfanini. 

Tossignano  (Da)  Floriano;  figlio  dl  Graztolo,  63,  11; 
99,  34-35;  vince  1'onore  e  11  premio  d.  giostra  in  Bo- 
logna,  per  il  palio  di  San  Ruffillo  (an.  1440),  63, 
11-13;  corre  un  altro  palio  per  il  glorno  di  San  Luca 
(an.  144S),  99,  33-35. 

Tossignano  (Da)  Gianfrancesco  [  Giovanni  Francesco 
da  Tossig^nano]  raedlco ;  fe  complice  di  Alberto  dalle 
Coltri  nel  trattato  dl  dare  la  porta  San  Vttale  di 
Bologna  al  cap.  d.  Chiesa  (an,  1439),  13,  33-34 ;  e 
bandito  di  Bologna  (an.  1430),  19,  26,  29;  e  el.  dal 
Senato  dl  Bologna  Gonfalonlere  pel  quartlere  dl 
San  Procolo  (an.  1438),  53,  36-37;  fe  mandato  dal 
Senato  ambasc.  al  duca  Visconti  a  chiedergli  la 
liberazione  dt  Annibale  Bentivoglio  e  d.  Malvezzl 
(an.  1442),  74,  35-36;  cf.  5-6,  8-9;  ritorna  con  rl- 
sposta  negatlva,  37-38. 

TossiGNANo  (Da)  Graziolo  [  Grotiolo]  padre  di  Floriano, 
63,  12,  13;  99,  34-35;  fa  un  presente  alle  nozze  dl 
Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  43. 

TossiGNANO  (Da)  Matteo  notaio,  amico  d.  Bentivo- 
gllo ;  &  el.  Gonfaloniere  di  Bologna  (an.  144.?),  107, 
43-43;  fa  un  presente  alle  nozze  di  GiuIIo  Malvezzi 
(an.  1464),  184,  43. 

Totti  Giovanni  [Giovanni  di  Totto]  di  Medlcina;  gli 
e  bruciata  la  casa  perchfe  aveva  favorito  l'ingresso 
d.  fuoruscitl  nella  terra  (an.   1449),  132,  25-26. 

TovAGLiE  (Dalle)  Nicolo  multato  in  duecento  ducatt 
per  la  rlcostruztone  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508), 
388,  14. 

Trabisonda  V.   Trehisonda. 

Traiano  [Taiano]  v.  Morandi  T. 

Tramoglia(Della)  monsignor  t>.  La  Trimouille  (duea  di). 

Trancheuini  Francesco  referendario  d.  duca  Sforza; 
consegna  con  l'ambasc.  Gtacomello  a  Giovannt  Ben- 
tivoglio  cap.  generale  d.  Sforza  lo  stendardo  du- 
cale  in  San  Petronlo  alla  presenza  d.  magtstrati, 
d.  nobilti  e  d.  popolo  (an.  1493),  270,  28-32;  ac- 
compagna  U  pred.  nella  cavalcata  per  la  c.  alla  te- 
sta  d.  miltzte,  271,  38-43. 

Trani  (arcivescovo)  V.  Latino  Ortini. 

Trappassa  (arcivesc.)  V.  Patrasso{?)  {Arcivesc.  di). 

Trappouni  Piktro  presenta  al  Collegto  d.  dottorl  In 
Padova  Paolo  Ghellini  (an.  1498),  295,  «9. 

Trassentino  [Tresentino]  v.  Sirfa  (Dalla)    T. 

Trasserra  [Trassera]  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a 
Sante  Bentlvoglio  per  te  nozze  (an.   1454),   150,  41. 

"  Trattato  morale  di  fra  Cherublno  Ghirardacci,  Ine- 
dtto,  XXVIII,  35;  descrlzione  d.  codice,  autografo 
e  mutilo  d.  tre  prlme  carte,   36-XXIX,  1-3  ^. 

Trebbia  (fiume)  [Trebid]  ric,  299,  21. 

Trbbbo  V.  Bologna  (fiazte). 

Trebbo  di  San  GiovANNi.  Vt  h  rovinato  il  raccolto  da 
un  temporale  (an,  1448),  125,  31,  33. 

Trebisonda  [  Trabisonda\  h  presa  dal  Georgianl  che  ne 
bombardano  il  castello  (an.   1462),   178,  45-46. 
—    (impkRATORe)   [Trabisonda]  v.  Alessio  IV  Comneno. 

TrI^.mouille  (uella)  uuca  Luigi  \Monsignor  della  Tra- 
moglia]  sposa  Lulsa,  figlia  dl  Cesare  Borgia,  che  glt 
porta  in  dote  11  ducato  di  Valenttnols  e  gli  altrt 
possessi  d.  Borgia  tn  Francia  [an.  1517],  330,  37-». 


780 


INDICE  ALFABETICO     ITrimoullle  (</«//a)  Luua-Trotti  G.] 


lTniuoviu.m  (D«  la)  Luisa]  v.  Borfia  L. 

TRBSCimNO  V.   Trasttntino. 

Trbmtaquattro  BAU>AS8ARRf<:  figUo  dl  Tommaso,  62, 
I,  4S;  Gonfalonlere  dl  Glustizla,  i  el.  d.  Sedtcl  Rl- 
formatorl  d.  Stato  (an.  1440),  1-2;  Interrlene  11 
giorno  dl  Santa  Monlca  alla  messa  solenne  fatta 
celebrare  in  San  Glacomo  dai  Senato  dt  Bologna, 
41-49;  t  ed  i  sepolto  con  onore  (an.  1441),  70,  lO-ll. 

Trbntaquattro  Bartolomeo  figUo  di  Francesco;  no- 
talo;  roga  alcunt  capltoll  d.  prestito  fatto  al  com. 
dl  Bologna  (an.  1440),  62,  2%-Vt. 

TRBNTAquATTRO  Francesco  padre  dt  Bartolomeo,  62, 
39;  i  el.  commlsmrlo  d.  Clilesa  ad  Argile  (an.  1428), 

9,   M-34. 

Tremtaquattro  Tommaso  [  Tomi\  padre  dl  Baldassarre, 
62,  I,  4S. 

Trknto  (cittX).  Vt  h  confinato  Aldobrandino  MalTezzl 
con  il  figHo  Ippollto  (an.  1488),  252,  35. 

Trento  (fiume)  «.    Tronto  (fiume). 

Trevi.san  Zaccaria  \Zaeearia  Trivisan,  Zaccaria  di  Tri- 
viso']  ambasc.  d.  Venezlani  a  Bologna;  si  rlfugia 
coi  Signorl  nel  Colleglo  di  Spagna  dopo  I'uccisione 
dl  Annibale  BentiToglio  e  d.  tre  fratelli  Marescottt 
(an.  1445),  104,  4-8;  va  col  Signori  in  Pal.,  17-31; 
mandato  ambasc.  al  nuovo  pp.  Paolo  II  passa  dt 
Bologna  (an.  1464),  186,  36-38. 

TrevISO  (citta)  \Trevigi,  Triviso]  k  chiesta  dalflmp. 
Massimiliano  ai  Veneziani  (an.  1509),  393,  31;  v.  an- 
che  Gentite  da    Treviio,  Marco  da    Treviso. 

—  (cittadini  el.  a  upfici  pubbhci)  V.  Scotti  Daniele 
vese.  di  Concordia  governatore  di  Bologna. 

—  (siONORE  DELLA  Marca  di)  [dominus  Marchia»\  ti- 
tolo  dell'tmp.  Masstmtliano,  279,  31. 

—  (vkscovo)  V.  Pietro  Rtario  (an.  1471). 
Trezzo  (Da)  V.  Filifpo  da   Trezto. 
*[Triachini  Bartolomeo]  arehitetto  d.  pal.  Mal- 

vetti  (an.  1560),  XIII,  34-3S  x- 
Triadano  V.   Gritti  T. 
Tribano.  Una  violenta  tempesta  vl  getta  a  terra  la  casa 

dl  Carlo  Pio  e  )o  seppellisce  (an.  1453),  148,  44-45. 
Tribbrti   Gelasio   seguace   d.   Canetoli.   h  bandito   di 

Bologna  (an.  1445),  108,  2t. 
Tristano  V.  Caraceiolo   T. 
Tristano  d'Aragona  figlto  d.  duca  dt  Calabria,  194,  8; 

fe  cap.  col  padre  neiresercito  d.  Lega  all'Idice  (an. 

1467),   194,  8. 
....  Tristano  chirurgo,  f  in  Bologna  di  male  mazucco 

(an.  1505),  341,  33. 
Triulci,  Triulcio,  Triulzi  V.   Trivulxio. 
Trivisan  V.  Trevisan. 
Triviso  V,  Treviso. 
Trivulzio  Antonio  [Antonio    Triultio]  vesc.  di  Como 

rlc,  316,  17. 
Trivul».io  Erasmo  [Brasmo  Triulci]  accompagna  a  Bo- 

logna  Ippolita  Sforza   sposa   di    Alessandro  Bentt- 

Toglto  (an.  1492),  266,  34-36. 
Trivulzio  Gianoiacomo  [Giovanni  laeomo  Triiilzi,  Triul- 

cio,    Trivuitio,  duca  di  Melfi]  accompagna  Galeazzo 

Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,  48;  169,  3-3; 

accompagna  il  principe  Federtgo  di  Aragona  a  Mi- 

lano  a  prendervi  Ippollta  Sforza  sposa  di  Alfonso 

(an.   1465),  187,  45;  glunge  a  Bologna  con  millesel- 

cento  cavalli  mandato  dal  duca  di  Milano  al  re  dt 

Napoli  (an.  1485),  233,  39-30;  ^  onorato  da  GioTonnl 


Bentlroglto,  31 ;  qual  cap.  d.  Francesl  molesta  molti 
eastelli  d.  Lombardia  (an.  1497),  292,  39-40;  plglta 
potsesso  dt  Milano  a  nome  d.  re  di  Francla  (an. 
1499),  297,  10-11;  sequestra  al  Bentiroglio  i  suol  ca- 
■telli  In  Ghiara  d'Adda  e  la  dote  d.  nuora  dl  lul 
Ippolita  (an.  1500),  307,  35-36;  i  pred.  castelll  tono 
fatti  restituire  al  Bentivoglio  dal  D'Amboise  con 
le  rendite  d.  dote  pred.,  36-27;  ric,  "  LXXXV,  ji  ,. 

Troia  in  Puglia;  a  meta  roTinata  dal  terremoto  (an. 
1456),   164,  8. 

Troilo  V.  Mutsolini  T.,    Orii  7'.,  Orsini   T,  Save/U   T. 

Tromala  Gasparb  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforsa 
a  Bologna  (an.  14S9),   168,  48;   169,  2. 

Trombettino  V.  Fornasari  T. 

....  Trombettino  carrettiere;  %  ucciso  in  Bologna  du- 
rante  t  torbidt  per  la  t  dl  Annibale  BentlTOglio 
(an.  144S),   106,  36,  33. 

Tron  Nicolo  [Nieolh  Throni,  doge  di  Venezia]  ambaac. 
Tcneziano  al  pp.  Paolo  II  passa  dl  Bologna  (an. 
1464),  186,  36-38;  diTcnuto  doge  h  sollecitato  dal 
duca  d'Este  a  interTenire  nella  questione  d.  l>aatla 
costruiia  dai  Boiognesi  pr.  il  Panaro  (an.  1471),  210, 
6-9;  tratta  con  Scipione  Gozzadinl  e  Alberto  Cat- 
tanl,  inviatlgli  dal  Senato  di  Bologna  a  rallegrarsl 
d.  sua  elezione,  d.  dtsfacimeoto  d.  pred.  bastia,  ma 
senza  costrutto,  9-13. 

Tron  Paolo  ambasc  d.  Veneziani  a  Bologna  h  fatto  pri- 
gtonlero  dai  Canetoli  (an.  1434),  38,  38-31;  per  rl- 
TOisa  d.  sua  prigionia  i  Veneziani  sostengono  tutti 
I  mercanti  Bolognesi  che  si  troTavano  nel  loro 
Stato,  32-33;  h  liberato,  39,   39-30. 

Tronto  (fiumb)  [  Trento],  Ne  4  Tietato  U  passo  a  Sigi- 
smon<lo  Malatesta  e  a  Francesco  della  Mlrandola 
da  LodoTico  Malvezzl  e  da  Matteo  da  Capua,  38-30. 

Tropba  (vescovo)  [  Torfeia]  v.  Acciopaci  Nicolh. 

Trotti  Antonio  [Antonio  Trotto]  di  Alessandrta;  pa- 
dre  di  Luigi,  215,  19;  accompagna  Galeazzo  Maria 
Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168,  48;  169,  7;  prende 
soldo  di  cap.  dal  Senato  di  Bologna  per  la  guardia 
d.  c.  (an.  1468),  199,  37-38;  h  cap.  d'arme  nel  torneo 
bandlto  da  Giovanni  BentiTOglio  per  San  Petronio 
(an.  1470),  203,  15;  gli  sono  consegnatt  clnquanta- 
quattro  uomini  divisi  in  sei  squadre  con  mazze  di 
legno,  lancie  corte  e  spade  smussate,  16-17;  11  glorno 
dl  San  Petronio  con  t  suot,  vestiti  di  seta  rossa, 
ascolta  la  messa  nella  chiesa  d.  santo,  36-39 ;  gulda  la 
sesta  squadra,  204,  7;  cf.  205,  1-46;  finita  la  festa 
accompagna  GioTanni  BentiTOglio  a  casa,  206,  3-3; 
fa  correre  una  giostra  dai  soldatl  innanzl  al  pal. 
d.  pred.,  207,  35-37 ;  h  uno  d.  cap.  d.  giostra  ban- 
dtta  per  San  Petronio  (an.  1475),  215,  21;  termina 
la  aua  condotta  col  Senato  di  Bologna  (an.  1479), 
220,  6;  e  rappresentante  d.  duca  di  Milano  alie 
nozze  di  Annibale  BentiToglio  in  Bologna  e  va  tn- 
contro  agli  sposi  hioTi  porta  di  Galliera  (an.  1487), 
236,  23-35 ;  alla  colazione  nuziale  riccTe  tn  preaente 
una  galea  coi  guarnimenti  di  zucchero,  240,  21. 

Trotti  Baldassarre  conduce  la  squadra  di  Antonto 
Trotti  nel  torneo  bandito  in  Bologna  il  giorno  dl 
San  Petronio  (an.   1470),  204,  6. 

Trotti  Giovanni  senese:  suocero  di  Baldassarre  C«- 
netoii,  8,  16-17;  i  inTtato  dai  Senato  dl  Bologna 
ambasc.  a  Venezia  a  impetrarne  aiuto  contro  il  pp. 
(an.  1438),  8,  14-17;  non  ottiene  nuiia,  17-18. 


[Trotti  Luigi-Uggeri  Bartolomeo]        INDICE   ALFABETICO 


781 


Trotti  LuiGi  riporta  il  premio  e  l'onore  nella  giostra 
bandita  dal  Senato  dl  Bologna  per  San  Petronio 
(an.   1475),  215,  18-19. 

TUADE  (Dalls)  V.    Tuata  (Dalla). 

TuATA  (Dalla)  o  Dalle  Tuatk  Achille  degli  Anzlani 
di  Bologna;  h  scomunicato  per  il  suppllzio  di  alcuni 
religiosi  colperoli  di  furto  (an.  1486),  234,  8-9. 

TuATA  (Dalla)  o  Dallk  Tuate  Fileno  [FiUno  dalle 
Tuade]  legge  la  lettera  scritta  in  francese  inviata 
da  Carlo  VIII  al  Senato  di  Bologna  (an.  1496),  292, 
32-33;  legge  e  traduce  la  lettera  inviata  dal  re  di 
Francia  a  GioTanni  Bentlvoglio  (an.  1499),  297,  I. 

TuDOR   V.  Enrico   VII  re  iV Inghilterra. 

Tura  ossia  Bonavkntura  v.   Tassoni  T. 

TuRCHi  ric,  142,  40;  espugnano  Costantinopoli,  ucctdono 
gli  uominl,  vlolentano  le  donne  e  rendono  schiavi 
i  fanciulli  (an.  1453),  143,  32-34;  fanno  pace  con 
Venezia  (an.  1454),  151,33-34;  Callsto  III  bandisce 
la  crociata  contro  loro  (an.  1455),  ^^^,  30-48;  scon- 
fitti  a  Belgrado,  tolgono  l'assedio  a  questa  c.  (an. 
1456),  162,  38-40;  Calisto  III  alla  sua  f  lascia  una 
somma  importante  accumulata  per  combatterli  (an. 
1458),  166,  8-9;  fanno  una  scorreria  in  Morea  dalla 
quaie  portano  prigionieri  quararitamila  abitanti, 
11-13;  tormentano  1  Cristlani  d!  Grecia  (an.  1459), 
167,  35;  il  pp.  convoca  a  Mantova  contro  loro  un 
parlamento  di  principi  d.  Cristianita,  35-38;  detro- 
nizzano  Tommaso  Paleologo  despoto  di  Morea  [an. 
1460],  272,  28-29;  ric,  173,  1,49;  174,  1,  2;  vincono 
i  Veneziani  a  Mantinea  in  Morea  (an.  1461),  178,  3-6, 
e  a  Metellino,  6-7;  sono  sconfitti  dai  Valacchi  che 
loro  tolgono  molti  castelli  (an.  1462),  44-45;  ne  ri- 
mangono  uccisi  piCi  di  ventimila,  45;  il  principe  di 
Morea  chiede  Taluto  d.  pp.  contro  loro,  47-48;  il 
card.  Bessarione  stimola  contro  loro  i  Venezlani  a 
cagione  degli  strazl  che  commettono  a  Ragusa  (an. 
1463),  182,  30;  «LXVI,  33-33„;  i  principi  cristiani 
preparano  una  spedizione  per  combatterli  (an,  1464), 
183,  1-7;  1'impresa  va  in  fumo  per  la  f  ^l  Pio  II, 
7-8;  cf.  185,  31-25;  186,  16;  i  card.  allora  mandano 
al  re  di  Ungheria  quarantamila  ducati  per  tenerli 
in  freno,  186,  17-18;  ric,  201,  11;  1  principi  d'Itaiia 
si  rappacificano  per  muovere  loro  guerra  (an.  1471), 
206,  36-28;  a  Scutari  feriscono  a  f  con  una  saetta 
alla  gola  Ercole  Malvezzi  cap.  d.  Venezianl  (an, 
1478),  218,  9-11;  tante  sono  le  saette  che  traggono 
contro  la  c.  che  gli  abltanti  se  ne  servono  in  luogo 
di  legna  per  11  fuoco,  11-13;  si  impadroniscono  di 
Otranto  (an.  1480),  222,  32-33;  cinquecento  di  loro 
gi&  fatti  prigionieri  ad  Otranto  costituiscono  la 
guardla  d.  corpo  di  Alfonso  duca  di  Calabrla  (aa, 
1483),  226,  21-22;  Innocenzo  VIII  cerca  di  atringere 
lega  col  Soldano  d,  Cairo  contro  loro  (an.  1489), 
253,  49;  ric,  278,  25;  sono  vlntl  in  battaglla  dal 
Polacchi  rimanendo  ucclsl  in  numero  di  quaranta- 
miia  (an.  1498),  294,  3-4. 

TuROHi  Baldassarre  \^Valdesserra]  fa  un  presente  alle 
nozze  d!  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  35. 

TuRCHi  Gabriblb  riene  a  conteia  con  l'ambasc.  veneto 
e  lo  minaccia  con  un  coltello  di  f  (an,  1482),  225, 
14-15;  i  dal  Senato  preso  per  11  merltato  castigo, 
15-17;  intercede  per  lui  I'ambasc.  offeso  che  ne  ot- 
tiene  la  llberti,  17-18;  va  a  chiedere  perdono  al- 
l'ambasc  che  gllelo  concede,  18-20. 


TuROHi  NicoLo  [Nicolh  Turco]  muitato  in  quattromila 
ducati  per  la  ricostruzione  d.  pai.  Marescotti  (an. 
1508),  388,  8. 

"  TuRCHi  NicoLo  scrive  versi  laudativi  per  la  pubbiica- 
zione  d.  secondo  libro  della  Historia  di  Bologna  d. 
Ghirardacci  (an.  1657),  LXI,  12-15  ,. 

TuRCHi  TuRco  [  Turcho,  Turchi]  parte  di  Bologna  cro- 
ciato  con  Achille  Malvezzi  (an.  1464),  185,  41. 

TuRCHiA.  Se  ne  esportara  I'allume  in  Italia  prlma  che  ne 
fossero  scoperte  minlere  a  Volterra  e  a  Tolfa,  182,  7, 

TuRCO  [Turcho]  v.   Turehi  T. 

TuRINO  V.    Torino. 

"  TuRRiNl  GiANMARiA,  In  una  lettera  a  fra  Cherublno 
Ghlrardaccl  tratta  deiroriglne  d,  famiglia  Bentivo- 
glio,  specie  di  Anton  Galeazzo  figllo  di  Bartoluccio 
(an.  1593),  XXXVI,  20-21,. 

TuRzo  V.  FaHtuxMO. 

TuscHi  V.   Toschi. 

TuscoLANO  (cardinale)  V.  Bessarione  Giovanni. 

Tuttobuoni  Ckcco  d.  prlmi  d,  Pieve  dl  Cento  uccide 
Lorenzo  Benzetta  [s,  a.],  202,  46-47;  venti  annl  dopo 
i  figli  d.  t  lo  uccidono  alla  loro  yolta,  47-49. 

Tuzzo  V.  Fantuxto. 

Ubaldinx  Antonio  glostra  nel  torneo  in  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sapienza  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  al  seguito  dl  Annibale  Ben- 
tivoglio  paladino  d.  Fortuna;  'k  ascritto  alla  terza 
squadra  vestlta  alla  francese  (an.  1490),  259,  34,  37; 
la  sua  parte  resta  vittorlosa,  262,  17-19. 

Ubaldini  Francesco  cap,  neireserclto  d.  Lega  all'Idice 
(an.  1467),  194,  11, 

Ubaldini  Piermaria  [Pietro  Maria  Ubaldini]  aiuta  Ga- 
leazzo  Marescottl  contro  1  nemlci  venuti  ad  assa- 
lirlo  in  casa  (an.   1445),   103,  41-43. 

Ubignino  V.  Aubigny  (/>')  Roberto. 

UcCBLLKTTl  Bartolomeo  [Bartolomeo  Oselletti\  nobile 
bolognese;  edifica  in  Cento  I'oratorio  di  SanfAn- 
tonio  e  Lazzaro  (an.  1435),  46,  31-34,  che  dona  ai 
frati  di  San  Giacomo  in  Ilbero  possesso,  34-36. 

UccELLi  Antonio  [Tonio  UccelU]  figlio  di  Paolo,  131, 
34;  la  sua  casa  h  sacchegglata  dal  popolo  perchi 
amico  d.  Pepoll  e  d.  Fantuzzi  (an.  1449),  32,  34. 

UcCELLi  Baldassarre  [Ba/dessera  degU  Uccelli\  i  creato 
Massaro  d.  Calzolal  da  GiuHo  II  (an.  1506),  360,  9-10. 

UccELLi  Paolo  \_Polo  dagli  Uccelli\  padre  di  Antonio, 
131,  34. 

UccELLir^o  (torre  dkll')  [torre  delPBccellino,  torre  del- 
rOccelHno,  passo  delP  Ucc*llino\  si  di  alla  Chiesa  (an. 
1428),  9,  45-46;  dopo  la  sconfitta  d.  Dal  Verme  sl 
rende  a  Bologna  (an.  1443),  94,  8-10;  glusta  i  patti 
il  Senato  vl  fa  scortare  Tartaro  e  il  presidlo  dl 
Galliera,  95,  14-15;  i  donata  da  Nlcoli  V  con  moltl 
privllegi  a  Galeazzo  Marescotti  (an,  1448),  125,  3o; 
vi  fuggono  Marescotto  e  Antenore  Marescotti  (an. 
1501),  305,  46-47;  i  pred.  vi  sono  uccisl  con  inganno 
da  messl  dl  Ermes  Bentlvoglio,  47-51;  cf.  306,  11. 

Udine  con  tutto  11  Friull,  h  chlesto  al  Venezianl  dal- 
l'imp.  MasslmlUano  (an.  1509),  393,  31. 

Udins  (Da)  GiovANNiNo  V.    Vtdrana  (Da\    Giovannimo. 

[UoGBRi  Bartolomeo]  vbsc.  di  Bruoketto  [vescevo  di 
Brugnati\  di  Regglo;  fc  commissarlo  In  Cento  per 
11  vesc.  di  Bologna  (an.  1479),  221,  1-3;  In  una  llte 
tra  cittadini  e  contadlnl  dl  Cento  farorltce  1  prlml, 
>-S;  i  ucclio,  S-6. 


k 


782 


INDICE  ALFABETICO 


(Ugiiano  (Da)  Nicol6-Valente] 


UoifAMo  (Da)  N1C0L&  fiorentlno,  amlclitlmo  dl  BattUta 

Canetoll  e  molto  famlgliare  dl  Martino  V,  23,  8-10 ; 

h  pregato  dal  Canetol!  di  Interporst  per  la  pace  con 

11  pp.  (an.  1430),  lO-U. 
Uoo  V.  Boncamfafni  (/.,  Pe/o/t  U.,  Rangoni  U.,  Sanst- 

vtrino  (Ud)   U. 
Uoo  Dl  LusiONANO  [cardinalt  tli  Cifro]\  giunge  a  Bo- 

logna  da  Baillea  ove  areva  preao  parte  al  Conclllo 

e  alloggla  In  casa  dl  Battlita  CanetoU  (an.  1436), 

47,  30-21. 
lUooLiNi  Mbnicuccio]  [MiiUguceio  dall^Aquila]  h  fatto 

prigloniero  dal  Genovesl  nei  golfo  di  Gaeta  con  il 

re  d'Aragona  e  di  Navarra,  iTnfante  e  aitri  perso- 

naggi  (an.  1435),  42,  8-13;  &  mandato  a  Miiano,  13; 

fe  llberato  dal  duca  Visconti,  13-15. 
UaoLiiro  [Golino]  v.  Aritnti  (£>t/ii)  U.,  Boccadiferro  U., 

Panico  (Va)  conte   U. 
UouBBlo  V.   Gubbio. 
UussE  V.  Aldrovandi  U.,  Bue  (Dtt)  U.y  Cignani  U.,  Lam- 

berlini  U.,  Musotti   U. 
Umbria.     Nei  trattato  dl  alleanza  tra  Luigi  XII,  Ales- 

landro  VI  e  i  Veneziani  fe  eventualmente  aisegnata 

a  Cesare  Borgla  (an.  1449),  ^^^i  '*• 
Ungari  V,  Ungkeria. 
Unoari  Alessanoro  perugino ;  fe  el.  vicarlo  d,  vesc.  dl 

Boiogna  (an.  1468),  199,  S. 
Ungaria  V.  Ungheria. 
Unoheria  [Uagaria,  Ungari].  Ne  &  fatto  re  Alberto  d'Au- 

itria  genero  dell'imp.  Sigismondo  (an.  143S),  50,  21- 

33;  Eugenlo  IV  crea  a  cardlnali  vesc.  di  questa  re- 

gtone  (an.  1439),  60,  33-34. 

—  (re  di)  [rex  Ungariae]  titoio  di  Massimlliano  imp., 
279,  16-17;  1».  anche  Alberto  V  d^Austria  (aa.  1437- 
1439);  Matteo  Corvino  (aa.   1458-1490). 

Uovo  (Dall')  Alberto  \Berto  dalVUmo]  cit  a  dlfen- 
dersl  dai  Senato  di  Bologna  (an.  1508),  392,  1-3,  7. 

Urbano  V.  Fava  U, 

Urbino.  Vi  t  il  card.  Giovannl  Borgla  (an.  1500),  299,  1- 
2;  se  ne  impadronisce  a  tradimento  il  duca  Valen- 
tlno  (an.  1503),  311,  8-9;  a  stento  ne  fugge  Guido- 
baido  da  Montefeltro,  9-IO;  ne  sono  cacciate  ie  guar- 
die  d.  Borgia  e  vi  torna  Guidobaido,  316,  3-5;ric. 
319,  I. 

—  (coNTi)  t>.  Federico  da  Montefeltro  (aa.  1440-1476). 

—  (duchi)  V.  Federico  da  Montefeltro  (aa.  1474-1483); 
Gmidobaldo  /  da  Montefeliro  (an.  1483-1508). 

—  (vEscovi)  V.  Contorni  Filiffo  (aa.  1478- 1484);  Ga- 
britlli  Gabriele  (aa.   1504-1511). 

Ursino  V.  Orsini. 

UsBSRTi  lono  fuoruiclti  di  Bologna  (an.  14S0),  134, 
33-33. 

UsBBRTi  Alessandro  leguace  d.  Canetoli;  h  bandlto  dl 
Bologna  (an.  1445),  108,  9;  parteclpa  alla  spedizione 
d.  fuorusclti  per  rientrare  in  c.  (an.  1451),  138,  6; 
persuade  un  tal  Giacomo  di  Bartoiomeo  ad  avve- 
lenare  Sante  Bentivogiio;  ma  11  complotto  fallisce 
(an.  1461),  174,  4S-i7. 

UsBERTi  Andrea  padre  di  Bartoiomeo,  108,  17-18. 

UsBERTi  Bartolomeo  figlio  dl  Andrea,  108,  17-18;  se- 
guace  d.  Canetoli,  fe  bandlto  di  Boiogna  (an.  1445), 
108,  17-18;  partecipa  alla  spedizlone  d.  fuoruscltl 
per  rientrare  In  c.  (an.  145 1),  138,  6. 

UsBKRTi  LoDovico  fa  parte  deil'ambascoria  mandata  da 
Gioranni  Gonzaga  a  Bologna  a  prendervi  la  sposa 


Laura  Bentlroglio  («n.  1494),  275,  »-10;  pernotta 
al  Bentivogilo,  11-13;  giunge  a  Bologna  per  acqua 
aspettato  al  porto  da  Glovannl  Bentivogiio  con  iar- 
go  leguito,  13-15;  alioggla  nel  pal.  d.  pred.,  is-U; 
ra  in  gran  pompa  a  meiia  in  San  Petronio,  17-18; 
aiiiite  11  giorno  dopo  in  quetta  chiesa  a  una  Rap- 
pretentazionc  Sacra,  30-33;  parte  con  ia  ipo- 
■  a  per  Mantova,  33-3S. 

UsBERTi  LoRBNZo  Gonfalonlere;  la  sua  casa  i  lacciieg- 
glata  e  Incendlata  (an.  1445),  106,  42;  107,  I;  i  de- 
posto  perchi  amlco  d.  Canetoli,  40-41;  i  bandito  dl 
Bologna,   108,  44. 

«[V  ACCHKTTiNl  ALtooai]  n'  conservano  ntlla  Bibl. 
Com.  delP Archiginnasio  VI,  183;  ric,  IX,  ib-ii,  »1- 
»,  as-34,  *7-*S,  30,  47-4I,  Sb,  Sr-SS,  6/,  lt>-ST,  tS,  91-93, 
94-9S,  9^-09  „ . 

Vailla  (Da)  Bblpibde  giostra  nei  torneo  in  Bologna 
tenutosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  la  Fortuna 
prevalga  nelle  cose  umane,  coi  colorl  dl  NlcoI6 
Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  i  aicritto  aiia  seita 
squadra  vesttta  aila  moresca  (an.  1490),  258,  40-43; 
la  sua  parte  soggiace,  262,  17-18. 

Vaina  fazione  di  Imola  favorevole  a  Ottaviano  Rlario 
(an.  1503),  327,  30;  cerca  di  cacciare  t  Satsateilo 
dl  c.  (an.  1504),  331,  34;  ie  giungono  In  rinforzo 
moltl  bolognest  con  Nlcol6  Magnani,  34-36;  venuta 
alle  armi  con  la  Sassatella  sta  per  vincerla  quando 
questa  le  chtede  una  tregua  di  tre  ore  che  concede, 
36-37;  ma  sopraggiunto  in  aiuto  agll  avversari  Glo- 
vanni  da  Sassatelio,  &  da  iul,  malgrado  la  tregua, 
attaccata  e  sconfitta,  37-41;  e  cacciata  di  Imoia  e  le 
case  d.  suoi  appartenenti  sono  abbruciate,  41. 

Valacchi  [  Vailachi]  mandano  un  leg.  al  Concilio  dl 
Ferrara  (an.  1438),  50,  45;  sconfiggono  i  Turchl  al 
quali  tolgono  molte  castelia  (an.   1462),   178,    44-45. 

Valaconb  danneggiato  dalla  tempesta  (an.  1453),  143,  46. 

Valbona  fe  confermata  in  enfiteusi  dall'abate  di  Nonan- 
tola  at  contl  Guido  e  Galeazzo  Pepoii  (an.  1475), 
211,   17. 

Val  dk'  BuccHi  nel  contado  bolognese;  devastata  da 
una  tempesta  (an.  1468),  199,  19-30. 

Val  dell'Amone  t.   Val  di  Lamone. 

Valdessera,  Valdbssbrra  V.  Baldassarre. 

Val  di  Lamonk  [Val  dell^Amone]  ric,  246,  19;  gil  abl- 
tantl  si  oppongono  al  ritorno  d.  Manfredl  in  Faenza 
(an.  1503),  327,  38. 

Val  di  PiETRA  [Va/difreda,  Valle  della  Preda]  fuorl 
porta  Saragozza  di  Bologna ;  vi  abitano  ie  suore  di 
Santa  Maria  Maddalena  (an.  1457),  164,  31-33;  ric. 
per  la  chiesa  di  detta  Santa,  34,  33;  v.  anche  Ma- 
ria  Maddalena  di  Val  di  Pietra  (Chiesa  t  snore  di 
Santa). 

Val  di  Rbno  (montaona  01).  Ne  i  commissario  Boesio 
Gozzadlnl  (an.  145 1),  140,  34. 

Val  di  Taro  f  Valditarro]  ai  confini  di  Placenza  e  Ge- 
nova,  73,  17-18;  vi  h  condotto,  secondo  alcunl,  prl- 
gloniero  AchlUe  Malvezzi  (an.  1443),  17. 

*  [Valorighi  contb  Mario]  di  Modena ;  posslede  un 
fascicolo  di  docuraentl  riguardantl  i  motivl  che 
impedirono  in  Lucca  la  stampa  d.  terzo  vol.  del- 
V Historia  Bolognese  d.  Ghirardacci,  che  dona  al 
march.  Gian  Giacomo  Trlvulxio  (an.  1837),  LXXXV, 
47-77  „. 

VaLbntb  V.    Valenti  V. 


[Valenti  Bettino-Vasselli  Giorgio]       INDICE  ALFABETICO 


783 


Valenti  Bettino  padre  dl  Valente,  14,  *3-,  lanalolo, 
h  degli  ambasc.  di  Bologna  al  pp.  (an.  1430),  21, 
5-6;  si  reca  a  Roma,  7. 

Valenti  Cristoforo  [Christoforo  dl  Valente]  orefice! 
fc  messo  a  parte  dal  Mosca  d.  complotto  ordito 
per  introdurre  in  Boiogna  il  vicerfe  di  Napoll  (an, 
1449^,  130,  46-48;  Imprigionato  e  posto  al 
tormento  confessa,  131,  5-6;  &  decapitato  in 
Piazza  con  gli  altri  complici,  10-13;  le  sue  case  sono 
sacciieggiate,  14-ls. 

Valknti  Valentb  flglio  dl  Bettino,  14,  43;  fe  inriato 
a  Imola  al  card.  Albergati  per  pregarlo  dl  inter- 
porsi  presso  il  pp.  per  la  pace  con  Bologna  (an. 
1429),  14,  40-43;  ne  torna,   15,  8. 

Valentina  V.    Visconti   V. 

VaLENTinense  Caroinalb  V.    Valenza  (eardinale  dt). 

Valentino  V.  Piztani   V.,  Roffeni   V. 

Valentino  o  caruinalb  di  Valenza  V.  Borgia  Alfonso. 

Valbntino  (duca)  V.  Borgia  Cesare. 

Valkntinois  (ducato  di)  [ducato  di  Valenza]  portato 
in  dote  da  Luisa  Borgia  al  marito  duca  Luigl  de 
la  Trdmouille  (an.  1517),  330,  37-29. 

Valenza  (cardinali  di)  V,  Borgia  AJfonso  detto  il  card. 
Valenza. 

Valenza  (vkscovo)  V.  Lodovico  Milani  (1455). 

Valbnza  (Di)  \Lodovico  Cateliano  di  Valenza\  v.  Mi- 
lani  Lodovico. 

Valbrio  V.  Fabbri   V.,  Rinieri   V. 

Valini  Giacomo  k  confinato  perclii  amlco  d,  Benti- 
TOglio  (an.   1507),  362,  33-34,  39. 

Vallachi  V.    Valacchi. 

Vallata  in  Puglia;  danneggiato  dal  terremoto  (an. 
1466),   190,  33, 

Valle  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio 
per  le  nozze  (an.   1454),   150,  42-43. 

Valle  (Da)  V.   Prancesco   da    Vaile,    Zanotto   da    Valle. 

Vallb  (Dklla)  Martino  di  San  Martlno;  parte  dl  Bo- 
logna  crociato  con  Acliille  Malvezzl  (an,  1464),  185, 
43-44. 

Valmontone  (Da)  V.  Stefano  da   Valmontone, 

Vandini  Antonio  uno  d,  fuorusciti  entrato  In  c;  fe 
troyato  nascosto  in  una  casa  di  San  Coiombano 
e  incarcerato  (an,  1451),  139,  31-33;  e  impiccato 
nel  Trebbo  del  GiiisiHerl;  34-37;  v.  anche 
notizia  sotto  Antonio  di  Vanduco  che  i  la  stessa  fer- 
sona. 
"[Vandini  Raimonuo]  Appendice  al  Catalogo  d. 
mss,  Campori  ric,  LXXIII,  13-14  „• 

Vandino  V.    Bianchi  V.,  Fava    V. 

, .. .  Vandimo  figiio  di  Giacomo  pescatore ;  la  sua  casa  i 
sacclieggiata  e  incendlata  (an.  1445),  106,  12;  107,  4. 
VangbLISta  V.  Evangelista. 

[Vannini  Nicolo]  vescovo  di  Assisi  \vesc.  d*Assisi\  al- 
loggla  nell'abbazia  di  San  Felice  in  Boiogna  (an, 
1427),  5,  30-21;  pone  ia  prima  pietra  alla  ctiiesa  di 
Santa  Marla  de'  Pepoli,  21. 
[Vannucci]  Gjacomo  \Giaeomo  da  Cortona,  governatore 
Giovanni]  vesc.  di  Perugla;  h  mandato  per  gover- 
natore  dai  pp.  in  Bologna  (an,  1449),  132,  50;  133, 
1 ;  non  h  sul  momento  accettato  dai  Senato  che  perd 
gli  manda  molti  donl  in  cibarle,  2-3;  alloggia  in  re- 
scovado,  2;  gli  vlene  ordinato  dal  pp.  dl  non  ailon- 
tanarst  senza  suo  ordine,  4-5;  i  accettato  qual  go- 
rernatorei  40-41;  fa  la  loienne  entrata  dalia  cttiesa 


d.  Serri,  41-44;  gli  h  consegnato  la  meta  d.  Pal., 
44-45;  manda  a  chiamare  ii  viceri  e  ha  con  lui  un 
colloquio  In  presenza  d.  rettori,  133,  46-47;  invita 
ii  Senato  a  eleggere  una  commlssione  che  sor- 
vegli  il  trattamento  fatto  nel  Bolognese  ai  pelle- 
grini  incamminati  a  Roma  pel  giubileo  (an,  1450), 
134,  8-13 ;  e  chiamato  da  Nicol6  V  a  conferire  sul- 
le  cose  di  Bologna,  22-23;  tre  ambasc.  d.  c.  vanno 
con  lul,  23-25 ;  cf .  44-45 ;  promette  alia  fazione  ben- 
tivolesca  di  dare  buona  relazione  sullo  stato  d.  c, 
46-48 ;  lascia  in  suo  luogo  il  tesoriere  Giovanni  Ven- 
turelli  da  Terni,  48-49,  e  parte  per  Roma,  48;  ove 
resta,  135,  12-13;  gli  e  ordinato  da  NicoI6  V  di 
fare  compagnia  a  Lodovico  Bentivoglio  nel  desl- 
nare  cui  Taveva  invitato  (an.  1455),  156,  23-24;  157, 
3-7 ;  con  II  Nosetto  cinge  a  Lodovlco  Bentlvoglio, 
creato  cav.  aurato  dal  pp.,  gli  sproni  d'oro  d.  me- 
desimo,  11-13. 

Varano  dk'  Marchbsi  \Varano  di  Marchese]  nel  Par- 
migiano;  Annibale  Bentlvoglio  vl  h  condotto  pri- 
gioniero  nella  rocca  da  Filippo  Schlavi  (an.  1442), 
73,  14-15;  cf.  83,  20;  ric,  74,  48;  vi  prende  dimora 
il  calderaio  Genesio  (an,  1443),  76,  31;  vi  arrivano 
Galeazzo  e  Taddeo  Marescotti,  il  pred.,  Michele  da 
Loiano  per  liberare  Annibale,  ma  ne  partono  senza 
avere  tentata  I'impresa,  77,  41-45;  dl  nuovo  tutti 
i  pred.  vi  tornano,  78,  19-20,  e  scalano  le  mura  d, 
rocca,  20-41;  i  pred,  ne  partono  con  Anni- 
bale  liberato,  79,  30-39;  ric,  96,  47, 

[Varano  (Da)  Giovanni  Maria]  signore  di  Camerino; 
rlentra  in  Camerino  (an.   1503),  324,  23. 

[Varano  (Da)  GiuLio  Cesare]  signorbdi  Camerino;  si 
fa  rappresentare  da  Pandolfo  Sforza  alle  nozze  di 
Annibale  Bentivoglio  (an,  1487),  236,  2»-29;  suo 
dono  alla  sposa,  239,  10-11. 

Varegnana  t».    Varignana. 

Varignana  \Varegnana,  Varrignana]  nel  Bolognese;  h 
presa  daII'esercito  d.  Chiesa  (an.  1428),  70,  15;  fa 
un  dono  a  Sante  Bentivogllo  per  le  nozze  (an.  1454), 
150,  28;  dannegggiata  dalla  tempesta,  151,  46,  49; 
fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an. 
1464),  185,  3;  vl  si  commettono  molte  uccisioni 
(an.  1470),  202,  43-44;  vi  fa  incursione  Viteilozzo 
Viteili  (an.  1501),  303,  6-7;  ripetutamentc  assalita 
non  potendo  aver  aoccorso  da  Bologna  ai  arrende 
alle  genti  di  Giulio  II  salve  le  persone  e  gli 
averl  (an.  1506),  348,  16-18. 

Varignana  (Da)  Giovanni  esce  di  Bologna  con  i  Ben- 
tlToglio  suoi  amici,  348,  41;  349,  i'2, 

Varrignana  V.   Varignana. 

Vasselli  o  Vascblli  sono  ruorusciti  di  Bologna  (an. 
1450),  134,  32-37, 

Vassblli  o  Vascblli  Andrba,  Con  altrl  assale  e  uccide 
Bartolomeo  Pretl  perchi  amico  di  Annibale  Ben- 
tivoglio  (an.  1422),  72,  16-18. 

Vasselu  o  Vascklli  Bartolomeo  figlio  di  Bernardo, 
107,  5;  1«  sua  casa  h  saccheggiata  e  incendiata  (an. 
1445),  106,  42;  107,  5-6. 

Vasselli  o  Vascblli  Burnardo  padre  dl  Bartolomeo, 
107,  5-6;  di  Giovanni,  103,  30. 

Vasselli  o  Vascelli  Giacomo  flglio  di  Giorglo,  114, 
22;  i  degli  Anzianl  per  porta  Ravegnana  dl  mag- 
gio-glugno  (an.  1446),  114,  33. 

Vassblli  o  Vascblli  Gioroio  padre  di  Giacomo,  114,  33. 


784 


INDICE  ALFABETICO        (VawIU  Glovannl-VenMla  eit/i] 


VA86U.U  o  Vascblli  Giovamki  figlio  di  Bernardo; 
prende  parte  all'uccisione  dt  Annibale  Bentlroglio 
e  d.  Mareicottl  (an.  1445),  103,  31-36. 

Vassblu  o  Vascblli  Giovanni  Antonio  implicato  nella 
conglura  d.  Malvezzl  contro  11  BentiToglio  a  Bolo- 
gna,  h  implccato  ai  merll  d.  paU  d.  pod.  (an.  1488), 
252,  l«-30. 

Vasto  [Giuis/o]  nel  Napoietano;  appartenente  ai  Cal- 
dora,  136,  l;  rl  sl  reca  Filippo  Lambertinl  con  due 
frateill  pr.  i  pred.  (an.  1450),  135,  43-««;  ric,  136,  S. 

[Vasto  (Del)  Manfreoo  1]  marchbse  01  Saluzzo,  con- 
clude  pace  e  lega  coi  duciii  di  Milano  insieme  al 
duca  di  Savota,  ai  marcii.  di  Ferrara,  di  Mantova, 
di  Monferrato  e  ai  Fiorentlni  (an.   1440),  64,  36-37, 

[Vasto  (Del)  Riccarda]  tigtta  diTommaso  III  mar- 
dtese  dl  Saluzzo  e  moglie  di  Nlcol6  III  dt  Este  cui 
di  Ercole  e  Sigismondo,  71,  6-7. 

Vkcchia  V.  Cistirna  {Dtlla)    V. 

Vbdea  localiti  dei  Bolognese  danneggiata  dalla  tempe- 
sta  (an    1454),  151,  46-4t. 

Vedbohbto  [  Vedtg-hi]  nel  Bolognese ;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivogllo  per  le  nozze  (an.   1454),  150,  31. 

Vbdraha  (Da)  Galasso  [Gallasto  Vedrana,  Gaiatso  Vi- 
triano]  mltlta,  qual  colonnello,  neII'esercito  raccolto 
!n  Imola  da  Antonlo  Bentivoglto,  Micheletto  Atten- 
dolo  e  NtcoI6  da  Totentlno  (an.  14J8),  8,  35-38;  ban- 
dlto;  ordisce  un  comptotto  con  Tommaso  da  Loia- 
no  per  entrare  in  Boiogna  con  1'esercito  d.  Chiesa 
(an.  1430),  21,  36-37;  ma  la  congiura  si  scopre,  38. 

Vedrana  (Da)  Giovannino  [Giovanino  da  Vedrana  0 
da  Udine]  congiura  di  fare  entrare  i  nemici  in  Bo- 
logna  (an.  1428),  11,  15-3«,  27-3«;  ^  scoperto,  3«. 

Vedriano  [Vidriana]  rlc,  151,  16;  dannegglato  dalla 
tempesta  (an.  1454),  151,  46,  49;  fa  un  presente  alle 
nozze  di  Giulio  Malrezzi  (an.  1464),  185,  3. 

Vbdriano  (Da)  Guidone  h  bandito  di  Botogna  (an.  1430), 
19,  36,  30. 

Veoano  h  riconquistato  da  Lodovlco  Sforza  (an.  1500), 
299,  17. 

Veggio  [  Veta,  Vegio]  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
BentivogHo  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  48;  151,  1; 
fa  un  presente  alle  nozze  di  Giulio  Maivezzl  (an. 
1464),  184,  4»-50. 

Vegio  V.   Veggio. 

Vbldriae  (oux)  titolo  deirimp.  Masslmillano,  299,  is. 

Vblli  V.  Bella  (Della)  dai  Velli  Cesare. 

Velluti  Albssandro  [Sandro  Vtluti]  figlio  di  Donato, 
150,  3;  suo  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 
(an.  14S4),  150,  a. 

Vbixuti  Donato  padre  dl  Alessandro,  150,  3. 

Vbluti  V.  Velluti. 

Venafro   [  Venaffra]    v.    Giordani  Antonio    da    Venafro. 

Vbnanzio  (San)  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.   14S4),  150,  36-37. 

Vkncbslao  [Vencelao]  v.   Gottadini   V. 

"Venceslao  imperators  crea  duca  di  Miiano  Gian- 
galeazzo  Viscontl  conte  di  Virti  per  trattsto  con 
l'arcivesc.  dl  Milano  Pietro  Filardi  (an.  139S),  LXV, 

lS-30  ,. 
Vbnehte  V.  Bartolomeo  di  Venente. 
Veneri  V.    Venier. 
Venkto  V.   Venetitt  (territorio). 
Venezia  (cittX)  [  Vinegia,    Venetia]  dal  pp.  ne  i  creato 

leg.  U  card.  Nicol6  Albergati  per  Indurla  alla  pace 


con  Milano  e  la  Lega  (an.  1436),  4,  J«-«0;  11  pred. 
parte  atla  sua  volta,  5,  S;  vl  si  recano  Guido  Pe- 
potl,  Bartotomeo  Zambeccarl,  Baldassarre  Canetoll 
e  Giovannl  Trottl  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna 
(an.  1438),  8,  14-17;  vi  si  reca  Marco  Canetoll  quale 
ambasc.  di  Botogna,  9,  33;  il  governatore  di  Bolo- 
gna  determina  dl  mandarvl  ambasc.  a  chledere  aiuto 
contro  il  Visconti,  ma  pol  soprasslede  aspettando 
di  conoscere  rintenzlone  d.  pred.  (an.  1433),  32, 
3-9 ;  vi  si  reca  Fantino  Dandolo  gli  govematore 
di  Bologna  (an.  1433),  33,  33;  vi  h  mandato  prl- 
gloniero  Gaspare  Canetoll  (en.  1434),  39,  3»;  il 
quale  ne  h  trasferlto  a  Firenze  (an.  143S),  41,  35; 
vi  torna  la  sorella  d.  pp.  (an.  1436),  46,  49;  vi 
gtunge  l'imp.  greco  Paleologo  con  11  tuo  aegulto 
e  vi  i  ricevuto  con  molto  onore  dal  doge  Foscarl 
(an.  1438),  50,  39-40;  l'imp.  ne  parte  per  Ferrara, 
40;  vi  sl  reca  Francesco  Sforza  a  prendere  il  i)a- 
stone  d.  capitanato  e  assumere  la  condotta  contro 
il  Piccintno  (an.  1439),  58,  34-36;  vi  arrivano  am- 
basc  Bolognesl  (an.  1443),  86,  44-47;  cf.  87,  16-17; 
ric,  89,  3!;  i  pred.  ne  partono,  90,  45;  I  Bo- 
lognesi  vi  mandano  ambasc.  a  chiedere  consiglio 
(an.  144S),  100,  38-30;  vi  si  reca  Gateazzo  Marescottl 
in  bando  da  Botogna,  101,  19;  h  afflitta  da  grave  pe- 
stilenza,  (aa.  1447-14S0),  122,  34-35;  ric,  144,  15;  vi 
si  recano  ambasc.  dl  Botogna  (an.  14S4),  151,  39-40,  e 
il  card.  Bessarione  a  concordare  una  spedizione  con- 
tro  i  Turchl  che  facevano  stragi  a  Raguaa  (an.  1463), 
182,  39-31;  "cf.  LXV,  35-36,  31-33  „;  vi  giunge  I'am- 
basc.  Bolognese  Giacomo  Lupari  (an.  1464),  183, 
9-10;  vi  si  recano  Achiile  Malvezzl  e  Glacomo  In- 
grati,  poi  detto  Grati,  ad  apparecchiare  foccorrente 
per  le  galee  concesse  ai  Bolognesi,  11;  i  pred.  ne 
partono,  13;  vi  arriva  crociato  ActiiUe  Malvezzi 
con  moltl  compagni,  185,  31-43,  e  il  Grati  pred.  con 
altri  compagni,  50;  186,  1-9;  vl  giungono  i  crociati 
e  armano  le  galee  nspettando  di  essere  chiamati  dal 
pp.  ad  Ancona,  10-11;  vi  fuggono  i  Florentini  che 
avevano  congiurato  contro  Piero  de'  Medici  (an. 
1466),  192,  14-15;  vi  si  recano  messi  di  Budrlo  (an. 
1481),  223,  30-33;  vi  arrivano  ambasc.  d.  pp.  per 
la  pace,  che  h  conchlusa  (an.  1484),  230,  34-25;  vi 
si  reca  in  vislta  Giovanni  Bentivogllo  che  ne  h  el. 
patrizio  (an.  148S),  244,  33-35;  ric  per  un  tal  Lu- 
crezio,  251,  41 ;  vi  ^  confinato  Bartolomeo  Musotti, 
252,  34 ;  ne  parte  Bartolomeo  Malvezzi  non  repu- 
tandovist  sicuro,  253,  19;  vi  si  recano  1  Medict  fug- 
giaschi  da  Firenze  (an.  1494),  284,  10-11;  vi  %  con- 
chiusa  la  lega  tra  i  Veneziani,  il  pp.,  I'imp.  MaMi- 
mlliano,  i  reali  di  Spagna  e  Lodovico  Sforza  contro 
Carto  VIII  (an.  149S),  285,  40-41;  vi  giunge  di  Bo- 
logna  con  poco  seguito  Antongaleazzo  BentivOgtlo, 
che  vi  prende  la  croce  e  passa  in  Terrasanta  (an. 
1498),  294,  12-15;  vi  si  reca  11  card.  Giovannl  Bor- 
gia  (an,  1499),  297,  16;  il  pred.  ne  parte  per  Bo- 
logna,  298,  34-35;  vi  h  mandato  prigioniero  Ascanio 
Sforza  (an.  isoo),  299,  32;  vi  si  reca  Giovanni  Sforza, 
300,  40,  e  il  fuggiasco  Guidobatdo  da  Montefeltro 
(an.  1503),  321,  17;  un  cictone  di  vento  di  terra- 
ferma  vl  sommerge  molte  gondole  con  la  morte  di 
pii  di  trecento  persone  (an.  1SO4),  331,  13-14;  vl 
si  reca  Francesco  Fantuzzi  a  chiedere  llbero  passo 
per  le  granaglle  comperate  dai  Bologneti,  33-25;  ric, 


[Venezia  ««^-Venezianl] 


INDICE  ALFABETICO 


785 


341,  i3;  vl  sl  recadi  nuovo  II  pred,,  che  ne  riparte 
per  Milano  (an.  1508),  384,  24-35;  valore  d.  ducato 
(an.  1509),  394, 13-13;  "  vi  soggiorna  frate  Clierubino 
Giiirardaccl  dopo  il  1543,  XII,  31  „. 

VeNEZIA    (CITTADINI    EL.   A  UFFICI  PUBBLICI  O   A    CARICHB 

onoripiche)  V.  Condulmer  Gabriele  j>oi  fapa  Euge- 
nio  /V;  Condulmer  Marco  vesc,  di  Avignona  e  leg. 
di  Bologna,  delV Esarcaio  di  Ravenna  e  d.  Romagna', 
Cornaro  Marco  card.;  Dandolo  Fantino  governatore 
dt  Bologna;  Ferrari  Giambattista  card.;  Micheli  Gio- 
vanni  card. 

—  (dogi)  V.  Francesco  Foscari  (aa.  1423-1457),  Pasquale 
Malifiero  (aa.  1457-1463);  Cristoforo  Moro  (aa.  1463- 
1471);  Nicolb  Tron  (aa.  1471-1473). 

—  (legato)  t>.  Pietro  Riario  card.  patriarca  di  Costan- 
tinofoU. 

—  (PATRiARCHi)  [non  fe  patriarcato  ciie  dal  145 1,  quan- 
do  awiene  la  traslazione  in  Venezia  d.  patriarcato 
di  Grado]  v.  Grado  {patriarchi). 

—  (Stato)  {Signoria,   Senat6\.  Gli  h  mandato  un  leg. 

dal  pp.  per  la  pace  (an.  1436),  4,  39-41;  fa  suo  cap. 

Francesco  Sforza  e  lo  invia  contro  Nicoi6  Piccinino 

nei  Bresciano  (an.  1439),  58,  35-37;    non   avendo 

TolutoentrarenellapaceeLegaconciusa 

da  vart  stati  con  ii  duca  di  Miiano,  perde 

Iservigi  di  FrancescoSforza  (an.  1440),  64, 

38-40;  insierae  alla  Ctilesa  fa  pace  col  duca  Visconti 

per   mezzo  d.   pred.  (an.    1441),  69,  36-38;  gli  sono 

mandati  ambasc.  da   Boiogna   a   trattare   una   lega 

contro  U  Visconti  (an.   1443),  86,  44-47;  cf.  87,  16-17; 

crea  Dionisio  Castelli  gentiiuomo  veneziano  raercfe 

un  privilegio  ducale  (an.  1445),  111,  10-37;  ric,  124, 

1 ;  risponde   a   Virgiiio   Malvezzi  ambasc.  d.  Bolo- 

gnesi  clie  ignora  i   disegni   di   Giacorao   Piccinino 

contro  Bologna,  la  quaie  fari  bene  a  prorvedere  ai 

casl  suoi  (an.   1454),   147,  7-9;  la    Signoria    h    invi- 

tata    da  Sante  Bentivogiio  alie  sue  nozze,  33-34 ;  fa 

pace  con  i  Turciii,  151,  33-34;  ric,  152,  5;licenzia 

Lodovico  Malvezzi  (an.    1460),  174,  28-39;  conviene 

dl  partecipare  coi  pp^  ii  re  di  Ungherla  e  il  duca 

dl  Borgogna  a  una  spedizione  contro  i  Turchi  (an« 

1464),  183,  4-6;  concede  due  galee  ai  Senato  di  Bo- 

logna  che  vuoi  armarle  a  sue  spese,  9-10;  conviene 

dl  parteclpare  aii'impresa  contro  11  Turco  con  tutte 

lesue  galee,  185,  33-24;  cf.  183,  4-5;   la   pred.   im- 

presa  non  ha  pii  luogo  per  ia  f  d.  pp.,  7-8;  assoida 

con  grande  stipendio  Alessandro  Sforza  slgnore  di 

Pesaro  (an.  1467),  192,  38-39 ;  dopo  la  pace  assolda 

Ercole  Maivezzi  con  grosso  stipendio  e  cento  iancle 

(an.  1468),    199,  39-41;   suoi   soldatl   assaigono  con 

Galeotto  Manfredl  inutllmente  Faenza    (an.    1477), 

217,  43-44;  fa  iega  con  ii  pp.   (an.  1480),  222,   4-5; 

tratta  la  pace   col  duea  dl  Milano  per  mezzo  d.  suo 

luogotenente  Lodovlco  Sforza  (an.  1484),  230,  43-44; 

in  essa  sl   stabiilsce   che   Roberto    da   Sanseverino 

rimanga  cap.  gen.  dl  tutti  l  Slgnori  d'Italla  con  un 

■oldo  di  centoventimila  duratl,  44-47,  e  si  determina 

la  parte  da  ciascuno   stato   dovuta  a  questo  soldo, 

231,  1-3;  sl  concorda  anche  che  il  Polesine  dl  Ro- 

vlgo   rlmanga  in  suo  possesso,  230,  47-48,  e   che  il 

duca  di  Ferrara  non  possa  farvl  saie,  48;  sl  fa  rap- 

presentare  da  Pandolfo  Malatesta  al  matrimonlo  dl 

Annlbale  Bentivogllo  (an.   1487),   236,    33,    36-37;    a 

rlchiesta  dl  Glovanni  Betttivoglio  bandisce  i  Mal- 


vezzi  dai  suoi  statl  (an.  1488),   253,    11-13;   manda 

arabasc,  al  pp.  Alessandro  VI  (an.  1493),  268,  49-50; 

fa  uccidere  da   Pandoifo  Maiatcsta   il   conte  Guido 

da  Polenta  irapossessatosi  di  aicuni  castelli  su  cul 

▼antava  diritto   ]'arclvesc.   di   Ravenna  (an.  1495)1 

288,  1-4 ;  ordlna  ad  Annibale  Bentlvoglio  di  recarsi 

a   Pisa   con  armati   (an.    1496),   291,   31-32,   cf.   37; 

invita   ii  pred.  a    passare   in   Lorabardia   contro   I 

Francesi   capitanati   dai   Trivulzio    (an.    1499),  292, 

38-40;  promette  una  certa  quantita  di  gra- 

no  a  Francesco  Fantuzzi,  measo  d.   Bolo- 

gnesi,  mapoiglimancadiparola  (an.  1504), 

333,    1-3;    'k   confederato    con    Giulio   II  (an.  1508), 

378,  33-33;  V.  anche   Veneziani. 

Venezia  (tkrritorio)   [  Venetiano,  paese   d.    Venexiani, 

quello  di  Venezia].    Sotto  il  dogato  di  Maliplero  vl 

si  diffonde  l'arte  d.  stampa  (an.   1457-62),   166,  3-4; 

vi  si  reca  Ercole  Malvezzi  assoldato  daila  Signoria 

(an.  146S),  199,  41;  ii  Sanseverino  riesce  a  condur- 

visi  da  Ravenna  (an.  1486),  234,  47-48;  ric,  346,  I, 

18;  vl  si  recano  Gaspare  Scappi,  Francesco  Poetl  e 

loro  compagnl  pr.  i  Bentivoglio  (an.  1508),  383,  30. 

Veneziani  [Venetiani]   incarlcano  il  march.  di  P"errara 

di  impedire  nei  Modenese  che  ie  genti  d.  duca  di 

Milano  passino  di  Romagna  in  Lorabardia  (an.  1426), 

3,  13-15;  alio  stesso  scopo  mandano  a  Vignola  Vit- 

tore  Barbaro  con  seiraila  soldati,  15-16;  le  loro  rai- 

Ilzie   accampate   in   un   bosco  pr.   ii  fiume  Panaro 

atterrite  daile  grida  d.  genti  d.  duca  di  Milano  che 

avevano  passato  di  sorpresa  il  fiume  a  Persiceto  non 

si  muoTono,  30-22;    assoldano    Guldo  da   Fabriano, 

23;  Marco    Canetoil  si   reca  a  chiedere  ioro   aiuto 

per  i  Bolognesl  contro  il  pp.,  offerendo  In  cambio 

la  c.  (an.  1428),  9,  31-32;   rifiutano  di  iniraicarsi  ii 

pp.  ma  protestano  che  in  ognl  altra  occasione  aiute- 

ranno  i   Bolognesi   come   aralcl,    33-36;    cf.  8,   17-19; 

Pietro  da  Navarrino  e  al  loro  soldo  (an.  1430),  22, 

43-44;  ric,  31,  36;  32,  8,  14;  perraettono  al  ioro  cap. 

Gaspare  Canetoii  di  recarsl  in  servlzio  di  Bologna 

contro  ii  pp.  (an.  1434),  36,  44-45;  udito  che  II  loro 

arabasc.  Paoio  Tron  era  stato  fatto  prigloniero  dai 

Canetoli  in  Bologna,  arrestano  tutti  I  mercanti  bo- 

lognesi  che  si  trovavano  nello  stato,  38,  32-33;  Leo- 

nardo  Venier  h  ioro  coraraissario  in   Casteifranco, 

39,  12-13;  loro  raiiizle  con  I'arciv.  Zabarelll  s'impa- 

droniscono  dl  Casteiboiognese,  31-32 ;   anche   mole- 

stano  Iraoia  e  Forl),  32-33;  railizle  loro  e  fiorentlne 

continuano  a  correre  e  dannegglare  II  terrltorio  di 

Bologna,  41,  15-16;  con  gli  altri  componenti  la  Lega, 

cloh  II  pp.  e  i  Fiorentini  si  rappacificano  coi  duca 

di  Milano  per  mediazlone  d.  card.   Albergatl   e   d. 

card.  Cervantes  (an.  1435),  42,  19-21 ;  trasportano  in 

Italia  1'lrap.   greco   Paleologo  e  11  suo  teguito  (an. 

1438),  50,  39;  sperando  che  il  Plccinlno  per  medla- 

zione  d.  pp.  entri  ei  ioro  soldo  non  sl  provvedono 

dl  altro  cap.,  51,  1-3;  danno  II  bastone  d.  ca- 

p itanat o  a  Francesco  Sf orza   e   lo   assol- 

dano  contro  11  Picclnlno   che  devastava 

ii    Bresciano    (an.  1439),  58.  34-36;    non   avendo 

voluto  entrare  nella  pace  c  Lega  com-Iusa  dal  vart 

statl  con  11  duca    di  Mllano,   perdono    I    servlzl    di 

Francesco  SforzH,  64,  38-40;  sono  loro  presl  dal  P  c- 

cinino  molti    asteill  nel  BrcsclHno   (iin.    1441)1   ^^' 

33  33,   fanno  un  dono  ad  Annlbale  Benti^ogllo  per 


T.  XXXIU,  p.  1  —  SO. 


786 


INDICE  ALFABETICO 


[Veneziani] 


le  nozM,  69,  t-t;  rlc,  71,  15;  mandano  In  aluto  dl 
Bologna  Tlbcrto  Brandollnl  e  Guido  Rangonl  con 
cavtUi  e  fantl   (an,    1443),   89,  35-36;   ric,   90,   11 5 
fanno  lega  con  1  Florentlnl,  Bologneti,  Genoveal  e 
il  duca  dl  MUano  contro  11  re  di  Xapoli,  il  cul  cap. 
Nlcol6  Picclnlno  si  era  impadronlto  d.  castelll  e  c. 
di  France«co   Sforza   nella   Marca  Anconetana,  96, 
38-40;  confermano  per  altri  dieci  anni  la  Lega  col 
Bolognesl  e  l  Fiorentini  (an.  1444),  99,  24-37;  II  loro 
ambasc.  a  Bologna  legue  ii  feretro  di  Nicol6  Ghi- 
sliardl,  41-43;  proraettono  aiuto  agli  ambaac.  dl  Bo- 
logna  (an.  1445),  100,   33-33;  il  Senato  di  questa  c. 
a  mezzo  dell'ambasc.  Dlonislo   Casteill  ii  prega  dl 
muovere  guerra  ai   Vlsconti  in  Lombardla  per  di- 
stogllerlo  da  Bologna,   110,  47-50;    inviano  in  aluto 
d.   Bolognesl   Taddeo   Marcliese   con   miile  cavalli, 
111,  44-45;  cercano  di  condurre  ai  loro  stipendl  il 
conte  Luigi  da  Sanseverlno  con  i  suoi  cinque  figll 
(an.  1446),  113,  30-31;  c£.   41-4};   mandano   ambasc. 
al  pp.  per  invitarlo  a  entrare  nelia  Lega  contro  11 
Vlsconti,  44-45;  i  pred.  arabasc,  di  paasaggio  a  Bo- 
logna,  persuadono   il  Senato   a   pacificarsi   col   pp. 
per  potere  meglio  dlfendersi  dal  duca,  45;  114,  1-3; 
fanno  cav.   Melchlorre   Vlzzani,  20;   sono   contentl 
dell'opera   deirambasc.  bolognese  Giacomo   Ingrati 
pol  detto  Grati,  37-33;  cf.  31-33;  sono  sollecitati  dal 
conte  Francesco  Sforza  loro  aileato  a  rauovere  guer- 
ra  al  Viscontl,  115,  19;  cf.  8;  ricevono  cordiaimente 
gii   ambasc.    Bolognesi   venutl   a  conoscere  le  loro 
Intenzioni  a  questo  riguardo,  18;  cf.  16-17 ;  manife- 
atano  al  pred.   che   sono  presti   a   rompere  guerra 
ai  Visconti,  18-30,  che  hanno  gii   mandato  segreta- 
mente  miiizie  a  Cremona,  30-31,  e   ordinato   a  Mi- 
cheletto  Attendoio  di  radunare  genti  nel  Bresciano, 
31-32;  rispondono  a  Giacomo  Ringhieri  nuovo  am- 
basc.  d.  Boiognesi  di  stare  tranquilll  che  presto  sl 
muoveranno,  116,   8-9;   confermano  la  condotta  di 
Gugiielmo  di  Monferrato  trattata  con  il  loro  con- 
senso  da Taddeo  Marchese,  II7,8-9;cf.  116,31-33,  43; 
U  loro  cap.  Micheletto  Attendolo  vince  a  Merzaro 
nel   Cremonese  l'e8ercito   vlsconteo  capitanato   da 
Francesco  Piccinlno,  117,  37-41 ;  mandano  i  ioro  con- 
dottieri  Matteo  di  Capua  e  Gaspare  Maivezzi   con 
milizic  a  soccorrere  Caravaggio  assediato  da  Fran- 
cesco  Sforza,   43-45;  s'impadroniscono  di   Sonclno, 
46;  vanno  a  Ghlara  d'Adda  e   In  pochi  glorni  ca- 
dono  in  ioro  potere  tutti  I  dominl   d.    Visconti,  a 
eccezlone   dl   Castelleone  e   di   Crema,   46-48;   pas- 
sano  l'Adda  da  un  punto  non  guardato  e,  sconfitto 
1'esercito  d.  duca,  saccheggiano  ia  Marchesana  sino 
ai  borghi  dl  Milano,  118,6-ll;c£.  1-2;  ric,  119,  21; 
il  pp.  si   adopra   ad   accordarii   col   Visconti  (an. 
1447),  121,  11-12;  fanno  cav.  auratl  I  condottierl  dei- 
i'esercIto   entrati   in  Miiano,  16-20;  i  ioro  commis- 
sari  sono  dal   governatore   pontificio   licenziatl   da 
Bologna  ove  eransi  trattenutl  dal  principio  d.  Lega, 
123,  18-19;  prorogano  per  altrl  diecl  annl  ia   lega 
conchlusa  con  Bologna  e  Firenze  contro  il  duca  di 
Milano  (an.  1448),  128,  11-15;  11  loro  provvedltore  a 
Mllano  i  ucciso  dai  popolo  in  armi  (an.  1450),  135, 
23-24;  Lodovico  Maivezzi  i  ioro  capitano  (an.   14S3), 
143,   49-50;   liberano  II  pred  rimasto  prigioniero  d. 
Coileonl  [s.  a.],  144,  3;    sono  accusatl   da   Battista 
Manzoli  di  essere  consapevoli  d.  conglura  d.  f  uoru- 


scltl  contro  Bologna  (an.  1454),  40;  negano  recl- 
samente,  43-45;  mandano  al  Seoato  di  iiologna  un 
messo  con  1'annuncio  d.  pace  conciusa  a  Lodi  con  ii 
duca  Sforza,  145,  45-46;  11  pred.  corriere  e  dal  Senato 
dl  Bologna  sontuosamente  regalato,  47-49:  testo  d. 
lettera  invlata  dal  doge  al  com.  dl  Bologna,  50  ;  146, 
1-10;  ric,  34;  sono  in  trattato  dl  una  lega  con  i  Flo- 
rentinl  e  il  duca  di  Miiano,  151,  38-39;  accolgono 
amorevolmente  gli  ambasc.  Bolognesi  e  loro  accor- 
dano  quanto  desidcrano,  39-41 ;  concludono  la  pred. 
Lega  per  venticinque  anni  (an.  1455),  153,  43-44; 
licenziano  Giacomo  Plccinino,  154,  1;  soccorrono  1 
Senesi  contro  il  pred.,  159,37;  loro  ambasc.  vanno 
a  Bologna  dalla  reglna  di  Cipro,  a  indennlzzarla  d. 
dannl  da  essa  ricevuti  in  mare  pcr  ioro  colpa  (an. 
1461),  177,  45-46;  sono  vlnti  dal  Turchl  a  Mantlnea 
in  Morea,  178,  3-6,  e  a  Metellino,  6-7,  9;  aiutano 
Pino  OrdelafB,  che  teraevn  un'incursIone  di  gentl 
dl  Milano  (an.  1466),  191,  40-41;  i  fuorusciti  fio- 
rentlnl  espongono  loro  le  ragioni  per  cui  furono  cac- 
ciati  dl  Firenze  (an.  1467),  193,  1-3;  i  pred.  fanno 
ioro  notare  che  i'aiuto  dato  dai  Medici  ai  duca  di 
Milano  aveva  ioro  impedito  dl  annettersi  ia  Lom- 
bardia,  3-s;  sono  persuasl  dai  pred.  a  prendere  le 
armi  contro  I-^irenze,  5-6;  corre  voce  che  ancora  non 
vogliano  si  venga  a  battaglia,  194,  38-39;  fanno  co- 
strulre  un  ponte  di  barche  sul  Po  per  rifurnlre  dl 
viveri  e  di  acqua  ii  campo  dl  Federigo  da  Monte- 
feitro  aila  Molinella,  196,  20-21;  pensano  di  inde- 
bolire  l'esercito  d.  Lega  e  a  questo  scopo  eccitano 
Fillppo  dl  Savoia,  frateUo  d.  duca,  contro  Guglielmo 
di  Monferrato,  25-27;  frattanto  apparecchlano  un 
esercito  per  combattere  lo  Sforza  in  Lombardia, 
33-33;  ma  fattasl  ia  pace  non  progrediscono  oitre, 
33-34;  nel  parlaraento  in  Pavia  tenuto  dal  signorl 
e  ambasc.  d.  Lega  per  accordarsi  sulla  guerra  contro 
loro  (an.  1468),  198,  34-38,  si  delibera  dl  incaricare 
il  pp.  a  trattare  la  pace  per  il  bene  d.  cristianiti 
continuando  i  Turchi  a  infestare  la  Morea,  38-43;  in 
presenza  di  Paolo  II  nominano  tra  gll  aderenti  aila 
Lega  anche  i  Bolognesi,  199,  24-29;  ric,  33;  fanno 
rappacificare  Matteo  Corvlno  re  di  Ungheria  con 
Casirairo  re  di  Polonia,  200,  49-50;  Alessandro 
Sforza  terminata  la  condotta  passa  dal  loro  sti- 
pendi  a  quelii  d.  duca  di  Milano  (an.  1470),  202, 
38-39;  con  barche  arraate  aiutano  Ercole  d'Este  for- 
tificato  in  Castelnuovo  contro  il  nipote  NIcol6  (an. 
1471),  208,  32-33;  sollecltati  dal  duca  d'Este,  man- 
dano  arabasc  ai  Boiognesl  per  persuaderli  a  but- 
tare  giCi  la  bastla  da  essi  costruita  sul  Panaro  ai 
confini  d.  Modenese,  210,  6-8;  II  ioro  cap.  Ercole 
Malvezzi  f  a  Scutari  combattendo  contro  I  Turchl 
(an.  147S),  218,  9-11;  rifiutano  la  signorla  di  Bu- 
drio  loro  offerta  dagii  abitanti  e  ne  implccano  I 
messl  per  incarico  d.  Senato  di  Bologna  (an.  148 1), 
223,  20-33;  unitamente  al  pp.  muovono  guerra  a 
Ercoie  d^Este  per  impadronirsi  d.  suoi  ttati  e  met- 
tono  in  mare  due  armate,  una  sul  Po  contro  il  duca 
comandata  da  Damlano  Moro  (an.  1482),  224,  33-3S; 
cf.  225,  37,  Taitra  per  moiestare  la  Puglia  qualora 
II  re  di  Napoli  pensasse  di  soccorrere  Ercoie  suo 
genero,  224,  35-36;  Inviano  nel  Ferrarese  Roberto 
da  Sanseverlno  che  comincia  ad  occupare  per  loro 
citti  e  caatella,  36-38;  Gabrielle  Turchi  mlnaccia  di 


[Veneziani-Venturelli  Giovanni]         INDICE  ALFABETICO 


787 


t  il  loro  ambasc.  a  Bologna,  225,  U-IJ;  mandano 
Roberto  Malatesta  contro  Alfonso  di  Calabria  mos- 
sosl  in  soccorso  d.  duca  d'Este,  39-10;  rifiutano  al 
pp.  dl  rappacificarsl  con  Ferrara,  226,  10-12;  sono 
scomunicati  dal  pred.,  U:  nella  dieta  tenuta  in  Cre- 
mona  dai  componentl  la  Lega  nemica  fe  statuito 
dl  rauovere  loro  guerra  a  primavera  non  potendo 
piegarll  alla  pace  (an.  1483),  25-33:  continuano  a 
molestare  Ferrara,  47 ;  per  non  avere  voluto  rappa- 
cificarsi  con  Ercole  d'Este,  h  loro  fatta  guerra  nel 
Bresciano  da  Giangaleazzo  Sforza,  mentre  gi4  nel 
Bergaraasco  k  contro  loro  il  duca  di  Calabria,  coa- 
diuvato  all'assedio  di  Asolo  da  Giovanni  Bentivo- 
gllo,  228,  7-U;  si  raduna  in  Milano  un  consiglio  d. 
componenti  la  Lega  avversarla  (an.  1484),  229,  8-9; 
h  loro  assegnata  una  quota  di  cinquantamila  ducati 
nel  pagamento  d.  condotta  dl  Roberto  da  Sansere- 
rlno,  231,  2;  conferiscono  a  Giovanni  Bentivoglio 
il  grado  dl  patrizio  veneto  (an.  1488),  244,  33-35,  /; 
si  aileano  con  il  pp.  e  il  duca  di  Milano  (an.  1493), 
270,  4-5;  il  pp.  dopo  poco  esce  dalla  Lega,  7;  in- 
vlano  ambasc.  al  parlamento  d.  prlncipi  italiani  a 
Ferrara,  272,  13-16;  mandano  ambasc.  al  nuovo  duca 
di  Milano  a  condolersi  d.  f  d.  nipote  e  rallegrarsi 
d.  sua  dignita  (an.  1494),  284,  21-23;  i  pred.  nel  pas- 
sare  di  Bologna  visitano  il  Senato  cui  offrono  in 
loro  nome  aiuti  e  favori,  23-25 ;  fanno  lega  con  ii 
pp.  Alessandro  VI,  i  reall  di  Spagna,  I'iraperatore 
Massimiliano  e  il  duca  Sforza  contro  Carlo  VIII 
(an.  1495),  285,  38-41 ;  la  pred.  Lega  h  resa  pubblica, 
43-44  ;consegnanoad  Annibale  Bentivoglio  cinquanta 
uorainl  d'arrae  perclife  si  metta  a  ordine  contro  1 
Francesi,  286,  1-2,  e  gll  danno  cinquemila  ducati 
perchc  provveda  soldati,  19-20;  loro  milizie  accom- 
pagnano  in  salvo  Alessandro  VI  a  Perugia,  23-24; 
inviano  a  Bologna  per  referendario  Antonio  Vinci- 
guerra  sino  a  che  non  siansi  accomodate  le  cose 
d'Italia,  27-28;  saputo  deirarrivo  di  Carlo  VIII  in 
Plsa  raccolgono  un  forte  esercito,  nel  quale  sono 
anche  schiere  d.  duca  di  Milano  sotto  il  comando 
d.  conte  Roberto  da  Sanseverlno,  e  mlllzie  d.  Ben- 
tiToglio  sotto  Cario  Grati,  46-287,  1 ;  il  pred.  eser- 
cito  passato  il  Panaro  attende  le  forze  d.  Bolo- 
gaesi  e  tuttl  insieme  passano  11  Taro,  I-IO;  ric, 
37 ;  in  unione  al  duca  Sforza  e  al  pp.  assoldano 
Giovanni  Bentivoglio  per  avere  Bologna  dalla  loro 
parte  (an.  1496),  288,  42-46;  condizloni  e  modaIit& 
d.  condotta,  47-289,  1-45;  invltano  Annlbale  Bentl- 
voglio  ad  andare  In  Toscana  a  rlporre  In  Flrenze  i 
Medici  (an.  1498),  295,  22-24;  !1  pred.  si  congiunge 
in  Casentlno  con  il  loro  esercito,  24-25;  irritati  con- 
tro  Lodovico  Sforza  che  faroriva  i  Florentini  con- 
tro  1  Pisanl  si  alleano  col  re  di  Francia  e  il  pp. 
per  togliergli  la  Lombardia  (an.  1499),  296,  20-26; 
in  premio  dell'accordo  avrebbero  avuto  Cremona 
e  tutti  i  luoghi  dl  qua  delI'Adda,  26-28 ;  mandano 
in  Francla  a  I^ulgi  XII,  che  lo  aveva  richlesto, 
Ascanio  Sforza  loro  prigioniero  (an.  1500),  299, 
22-23;  h  loro  domandato  aiuto  dai  Faentlni  contro 
il  Valentlno  (an.  1501),  301,  47-48;  ottengono  per 
denaro  Rimlni  da  Guldobaldo  da  Montefeltro  (an. 
1503),  328,  5-6;  gli  daano  in  camblo  Clttadella  nel 
Padovano,  6,  e  fanno  lul  e  il  fratello  Carlo  citta- 
dini  e  gentiluoml  renezianl,  7,  e  11  assoldano  am- 


bedue,  7-8;  anche  ottengono  per  denaro  la  rocca  dl 
Faenza,  8,  e  poi  la  c.  da  Astorre  IV,  con  11  con- 
senso  dei  Faentini,  8-9;  assoldano  e  trattano  bene- 
volraente  il  pred.,  10-11;  anche  Russi  e  Solarolo 
vengono  In  loro  potere,  9-10;  rifiutano  aiuti  al  Ben- 
tivoglio  per  non  inimicarsi  Giulio  II  (an.  1506), 
347,  14-16;  11  loro  ambasc.  al  seguito  d.  pred.  in 
Bologna  alloggia  in  casa  di  Lorenzo  Odofredi,  357, 
20-21 ;  posseggono  Faenza,  Rarenna,  Cerria  e  Rlmi- 
ni  (an.  1507),  378,  3;  i  Bolognesi  loro  domandano 
Ucenza  di  levare  genti  di  Romagna  contro  i  Ben- 
tivoglio;  acconsentono,  2-3;  ric,  390,  48;  391, 
1;  Rinaldo  Ariosti  h  al  loro  soldo  (an.  1508),  393, 
15-16;  contro  loro  si  strlngono  in  lega  I'imp.  Mas- 
similiano,  i  re  di  Francia  e  di  Aragona,  1  Fioren- 
tini,  il  march.  di  Mantova  e  il  duca  di  Ferrara  (an. 
1509),  20-27;  citt^  richieste  loro  da  Giulio  II,  28-30, 
da  Massimillano,  31,  da  Luigi  XII,  32-33,  da  Fer- 
dinando  d'Aragona,  34-35,  dal  duca  d'Este,  36,  da 
Gianfrancesco  Gonzaga,  37;  ievano  milizie  per  di- 
fendersi,  38-39;  assoldano  Annlbale  Bentlroglio, 
39-40,  e  lo  mandano  a  Ravenna  a  tenere  in  freno  11 
pp.,  40-41;  radunano  un  esercito  in  Faenza,  394,  40; 
soldatl  di  Bologna  vanno  in  Romagna  per  ripren- 
dere  le  citti  d.  Chiesa  da  loro  tenute,  49-50;  sono 
sconfitti  a  Ghiara  d'Adda  da  Luigl  XII,  396,  1-2 ;  11 
loro  condottiero  Bartolomeo  d'AIviano  resta  pri- 
gioniero,  2-3;  ri  perdono  anche,  uccisi,  qulndici- 
mila  uomlni,  3,  e  quattro  bocche  da  fuoco,  4-5. 

Vbneziani  Luigi  [Cui^i  Vini(iani\  bolognese  e  bandito ; 
trama  con  Girolamo  Calzolari  e  con  Andrea  Zoc- 
chlni  pure  bandltl,  di  tornare  per  grazla  a  Bologna, 
medlante  I'uccisione  di  uno  de'  Malvezzi  (an.  1493), 
273,  10-14;  accordatosl  passa  con  gli  altri  a  Cesena 
e  nella  chiesa  di  .San  Francesco  uccide  Antonio  Mal- 
rezzi,  14-15;  fugge  di  c,  15;  inseguito  da  balestrierl 
di  Bologna  e  ucciso,  15-17 ;  gli  h  troncato  il  capo 
che  viene  esposto  alla  porta  verso  Rimini,  17-18. 

Venibr  Lbonardo  {Ltttardo  Veneri]  h  commlssarlo  d. 
Venezlani  a  Castelfranco  (an.  1434),  39,  12-13. 

Venikro  V.  Sarhiano  (Da)    V. 

Venti  (magistrato  1)Bi)  V.  Bologna  (magistrature). 

Ventimiolia  Cesark  \Monsignor  Viniimig/ia]  gorerna 
Cento  e  la  Plere  per  11  rescovo  di  Bologna  (an. 
1458),  165,  34;  rimette,  contro  I'accordo,  in  Cento 
gll  arrersarl  di  Nanne  Savi,  34-35;  ra  a  porta  San 
Felice  in  Bologna  incontro  a  Galeazzo  Maria  Sforza 
(an.  1459),  168,  40-41. 

Vbntura  V.  Mayno  (Del)   Ventura,  PapazMoni   V. 

[Venturelli]  Giovanni  [Giovanni  da  Terni,  Giovanni 
d^Amelia  thesoriero,  luogotenente]  d'AmeIia,  tesorlere  ; 
sostituisce  a  Bologna  11  governatore  Giacomo  Van- 
nucci  durante  la  sua  assenza  (an.  1450),  134,  48-49; 
quale  luogotenente  d.  governatore  di  Bologna  ac- 
compagna  la  regina  di  Cipro  alla  sua  partcnia  da 
questa  c.  (an,  1461),  177,  49,  e  d4  la  croce  in  San  Pie- 
tro  ad  Achllle  Malvezzl  e  segulto  (an.  1464),  185, 
33-35,  e  a  Giacomo  Grati  e  seguito,  46-49;  sostituisce 
il  leg.  di  Bologna  Savelli  in  un'assenza  (an.  1467), 
197,  36-37 ;  gli  sono  regalate  da  Marsilio  da  Lojano 
d.  rote  fiorite  In  gennaio  (an.  1468),  198,  44-46;  quale 
tesorierc  gli  h  mandato  dal  pp.  un  breve  per  annun- 
ziargli  la  pace  generale  conclusasl  in  tutta  Italla, 
199,  12-13. 


788 


INDICE  ALFABETICO 


[Venturini  Leonardo-Verzusio] 


•  Vbmturini  Lbowardo  tlpografo  luccheie;  gll  i  dato 
dal  raarch.  Davla  Tlncarlco  dl  pubbllcare  11  terzo 
Tol.  AtXVHistoria  di  Bologna  d.  Ghlrardaccl  (an. 
1756),  LXXXni,  U-17;  fa  «tampare  un  manifeito 
annunzlando  la  detta  opera  (an.  1757),  20-34;  rlceve 
subito  adesionl  e  sottoscrlzloni  in  gran  numero 
che  ne  asslcurano  subito  la  stampa  e  l'utiie,  35- 
LXXXIV,  1-3;  ottenute  le  deblte  autorizzazloni  ec> 
cleslastlca  e  cirlle  d&  prlnciplo  alla  stampa  che 
procede  alacremente,  6-8;  il  libro  fe  a  buon  punto 
(an.  1758)  quando  li  march.  Guido  Bentivogllo  avu- 
tone  sentore  tanto  si  adopera  pr.  11  pp.  che  rlesce 
a  farne  dai  maglstratl  lucchesi,  desiderosl  di  ingra- 
zlarsi  Benedetto  XIV,  impedlre  la  pubblicazione, 
♦-33;  dopo  lunghe  pratlche  e  indennizzato  con  cen- 
tosettanta  zecchinl  d.  spesa  d.  stampa  e  ne  rimette 
1'intera  edizlone  di  miliesessanta  esemplari  al  march. 
Bentivogllo  (an.  1759),  CXIII,  32-35;  CXIV,  4-6  „. 
Vbnturino  V.  Lupari   V. 

Verardi  Bartolombo  correttore  d.    notai ;   fe  dimesso 
dal  pp.  Giullo  II  e  sostltuito  con  Zaccarla  Righetti 
(an.  1506),  357,  i»-30. 
VBRCELLBiil   *  ric,  LIX,   bt>  ,. 
VBRCBtxi  (vEscovo)  [vescovo  di  Ver*elli\  v.  Ferriri  Gio- 

vanni  Stefano  (aa.   1499-1502). 
Vbrdb  (Dal)   Giovanni   h   fatto   castellano   di    Castei 
San  Pietro  da  Romeo  Pepoii  (an.  1449),  131,  37-3g. 
Vbrgato  nel  Bolognese;  fa   un  dono  a  Sante  Bentivo- 

gllo  per  ie  nozze  (an.  1454),  150,  3S. 
Vkrgato  (Da)  V.  Pellegrino  da  Vergato. 
Vermb  (Dal)  Antonio  di  Verona;  entra  pod.  in  Bolo- 
gna  (an.  1440),  63,  49-30;  h  riconfermato  per  altrl  sei 
mesi  (an.  1441),  09,  45-46;  il  Senato  gli  da  clnquanta 
fantl  per  punire  i  sediziosl  (an.  1442),  74,  31-32. 
Vbrmb  (Dal)  conte  LuiGi  padre  di  Pietro,  194,  4;  fra- 
tello  di  Peterlino,  93,  32;  col  suocero  Francesco  da 
Carmagnola  passa  di  Boiogna  in  via  per  Siena  (an. 
1428),  7,  39-41;  h  col  suo  eserclto  nel  territorio  di 
Bologna  (an.  1443)»  78,  11-13;  si  trova  a  Castel  San 
Pletro  con  selmila  uomini  per  passare  in  Toscana 
in  aiuto  di  Nicol6  Piccinino,  82,  4-5;  Bologna  si 
mette  in  Istato  dl  difesa  temendo  il  suo  intervento 
nelia  ribeilione  d,  c.  al  duca,  5-10;  corre  e  saccheg- 
gia  il  Boiognese  sino  a  Medicina  e  Medesano  facen- 
done  prigionierl  gli  uomini,  13-14;  ric,  21;  sl  reca 
con  l'esercito  a  Cento  per  impadronirsi  di  Ludo- 
vico  Bentivogiio,  83,  48-49;  gli  fe  rietato  l'accesso 
nella  terra  dagli  abltanti,  50;  84,  1 ;  vi  entra  daila 
rocca,  ma  nella  zufTa  ha  la  peggio  ed  h  costretto 
ad  uscire,  1-3;  si  contenta  d.  presenti  offertigli  dai 
Centesi  e  parte  senza  chledere  pii^  ii  Bentivoglio, 
ormai  sfuggitogli,  27-30;  ric,  83,  8;  si  accorda  con 
i  castelli  di  San  Giovanni  in  Persiceto,  Crevalcore, 
SanfAgata,  Manzolino  e  Piumazzo  e  non  li  moiesta, 

86,  5-6;  cf.  88,  18-19;  saccheggia  invece  le  terre  dl 
Castelfreuico,  e  pone  a  fuoco  le  frazioni  di  Panzano 
e  Gaggio  perchi  fedeli  ai  Bolognesl,  86,  6-9;  suoi  soi- 
dati  prendono  a  Corticella  Giacomo,  Matteo  e  Ga- 
spare  dalle  Correggie  e  loro  Impongono  un  riscatto, 
16-19;  trascorre  saccheggiando  il  territorio  bolo- 
gnese  sino  al  ponte  Poledrano  facendo  grande  pre- 
da,  21-24;  fe  fuori  d.  porta  di  Galliera  con  l'esercito, 

87,  33-34;  da  Corticella  passa  a  San  Gtovanni  in 
Persiceto   die  gli  ti  rende   a  patto  che  i  suoi  lol- 


dati  non  entrlno  nel  casteilo,  4-t;  al  Ponte  di  Reno 
gli  sono  fatti  prigionlerl  dai  Bologneai  un  centi- 
nalo  dt  soldati  che  andavano  a  Casaiecchio  per  to- 
glier  l'acqua  d.  Reno  a  Bologna,  88,  7-12;  per  ven- 
dicarsene  revoca  I  talTacondotti  conceail  a  mon. 
e  cittadini  di  Bologna  e  li  depreda,  14-18;  qulndi 
pone  l'assedio  a  Casteifranco,  18-19  ;  le  sue  genti  ne 
sono  respinte  e  fugate  con  molte  perdite  dagll  abi- 
tanti,  28-31;  ric,  33;  89,  43;  si  aiiontana  da  Castei- 
franco,  90,  6-7;  passa  a  Buonconvento,  Cazsano  e 
Cadriano  sacchegglando  e  dlstruggendo  le  campa- 
gne,  7-11 ;  iia  presso  si  alla  Quaderna  Battista  e  Ga- 
leotto  Canetoll,  31-22,  23;  sua  creduta  partenza  daila 
Quaderna  per  soccorrere  Gailiera,  26-27,  30-31;  11  suo 
eserclto  raena  vlta  disordinata  ed  e  dlsgregato,  91, 
38-40;  ne  approfitta  Annibaie  Bentiroglio  per  assa- 
lirio  all'impensata,  41-42,  avendo  anche  le  apie  rl- 
ferito  al  Senato  la  sua  intenzione  di  partlre  da  San 
NicoI6  per  San  Giovanni  in  Perslceto  e  di  mandare 
presidi  a  Cento  e  alla  Pieve,  26-29;  l'assaito  avviene 
poco  lontano  da  Castei  San  Giorgio,  92,  47-48;  sue 
dispostzioni  durante  la  battaglia,  93,  9-34:  sconfittof 
fugge  e  si  salva  a  Carpi,  25-28;  cf.  98,  40;  %  qui 
compassionato  da  Lodovico  Bentivoglio,  93,  38-29 ; 
restano  prigioni  centinaia  d.  suoi  migiiori  e  pi6 
illustri  soldati  e  tra  gii  altri  anche  il  f  rateilo  Peter- 
iino,  32-34;  ric,  95,  7-8;  gli  abitantl  di  San  Giovanni 
In  Persiceto  gii  olfrono  di  rendere  11  caatello,  ma 
II  trattato  fe  scoperto,  42-45;  Imprigiona  a  tradi- 
mento  Pietro  da  Navarrino  in  Castel  San  Pietro, 
96,  4»;  lo  iibera,  49-50;  ric,  97,  2;  i  a  Piacenza 
(an.  1444),  98,  6-7 ;  suo  figlio  i  cap.  neifesercito  man- 
dato  dal  duca  di  Milano  in  aiuto  di   Boiogna  (an. 

I4SS),    154,   20-23. 

Vermb  (Dal)  Peterlino  fratello  d.  conte  Luigi,  resta 
prigioniero  d.  Bentivoglio  nella  battaglia  pr.  Ca- 
stel  San  Glorgio  (an.  1443),  93,  32. 

Verms  (Dal)  Pietro  figlio  di  Luigi,  194,  4;accompa- 
gna  Galeazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459), 
168,  48;  169,  3;  e  uno  d.  cap.  dell'esercito  d.  Lega 
alfldice  (an.  1467),  194,  4. 

Vbrnigaia  Giacomo  padre  di  Gian  Maria,   177,  3. 

Vernigaia  Gian  Maria  \yernigaglia\  figlio  di  Giacomo, 
177,  2;  soldato  animoso;  aluta  Fiiippo  Bianchi  nelia 
ricerca  di  un  malfattore  (an.  1461),  177,  3-7,  13-13;  lo 
trova  nei  boschi  e  lo  consegna  a  Filippo,  15-16;  ne  ri- 
ceve  meti  d.  danaro  che  l'omicida  aveva  in  tasca,  17. 

Vernocco  da  Casio  e  bandito  di  Bologna  dal  Cane- 
toli  (an.  1480),  19,  26,  42. 

Verona  (citta).  Ne  parte  il  condottiero  Nlcoi6  Gamba- 
corta  (an.  144»),  71,  15;  vi  i  confinato  Giovanni 
Felicini  bolognese  (an.  14S9),  167,  24;  t;.  fl»c*«  Gio- 
vanni  Antonio  da    Verona,   Girolamo   da   Verona. 

—  (CITTADINI  ILLUSTRI  O  KL.  A  UFFICI  PUBBLlCl)  V. 
Guarini  Guarino  letterato  famoso,  L,avagnoli  Gia- 
como  fod.  di  Bologna,  Verme  (Dal)  Antonio  fod, 
di  Bologna. 

—  (tbrritorio)  danneggiato  daila  tempesta  (an.  14S4), 
151,  43-44. 

Verzelli  V.   Vercelli. 

Verzuno  fa  un  dono  a  Sante  Bentivoglio  per  le  nozze 

(an.  14S4),  151,  3-6. 
Vbrzuno  (da)  V.  Piccino  da   Vertuno. 
Vbrzusio  \Vtrxuso\  v.  Lodovisi  V.,  Afagnam   V. 


(Vescovi-Villanova  (da)  Giorglo]        INDICE   ALFABETICO 


789 


Vescovi  o  arcivbscovi  di  Arles,  di  Ascoli,  di  Assisi,  dl 
Avignone,  di  Benevento,  di  Bologna,  di  Brugnetto, 
di  Cervia,  di  Citta  di  Castelio,  di  Faenza,  di  Fer- 
mo,  di  Ferrara,  di  Firenze,  dl  Forll,  di  Imola,  di 
Mantova,  di  Milano,  di  Modena,  di  Mondovl,  di 
Nicea,  di  Parma,  di  Pavia,  di  Penne,  di  Perugia,  di 
Piacenza,  di  Pola,  di  Recanati,  dl  Tivoli,  di  Trani, 
di  Treviso,  di  Tropea,  di  Urbino,  di  Valenza,  dl 
Vercelll,  di  Vicenza,  di  Volterra  v.  Arles,  Ascoli, 
Assist,  Avignone,  Benevtnto,  Bologna,  Brugnetio, 
Cervia,  Citth  di  Castello,  Faenta,  Fermo,  Ferrara, 
Firenze,  Forli,  Imola,  Mantova,  Milano,  Modena, 
Mondovt,  Nicea,  Parma,  Pavia,  Penne,  Perugia,  Pia- 
cenxa,  Pola,  Recanati,  Tivoli,  Trani,  Treviso,  Tro- 
pea,  Urbino,  Valenza,  Vercelli,  Vicenxa,  Volterra  {ve- 
scovi  0  fircivescovi);  v.  ancke:  Agnest  Astorre  vesc. 
di  Benevento,  Alamanni  Lodovico  arcivescovo  di  Ar- 
les,  Albergati  Nicolh  vesc.  di  Bologna,  Alidosi  Fran- 
cesco  vesc.  di  Pavia,  Amidano  Nicolh  vesc,  di  Pia- 
cenza,  Averoldi  Altobcllo  vesc.  di  Pola,  Barbo  Pietro 
vesc.  di  Vicenza,  Bonadies  Simone  vesc.  di  hnola,  Caf- 
farelli  Giovanni  vesc.  di  Forfi,  Caffarelli  Prosfero 
vesc.  di  Ascoli,  Canonici  Battista  vesc.  di  Faenza; 
Cafranica  Angelo  vesc.  di  Fermo ;  Castiglione  (Z>a) 
Branda  vesc.  di  Piacenza,  Coetivy  (Da)  Alano  ve- 
scoTO  di  Avignone,  Condulmer  Marco  vesc.  di  Avi- 
gnone ;  Contorni  Filiffo  vesc,  di  Urbino,  Daniele  da 
Lodi  vesc.  di  Forli;  Fieschi  Lorenxo  vesc.  di  Mon- 
dox),  Fieschi  Nicolh  vesc.  di  Forti,  Filardi  Pietro  ar- 
civese.  di  Milano,  Gonzaga  Luigi  vesc.  di  Man/ova, 
Gotzadini  Delfino  vesc.  di  Penne,  Malvexzi  Astorre 
vesc.  di  Perugia,  Milani  Lodovico  vesc.  di  Valenxa, 
Onledei  Pietro  vesc.  d' tmola,  Passarella  Giacomo 
vesc.  d'Imola,  Pergola  (Daiia)  Delfino  vesc.  di  Mo- 
dena,  Sighicelli  Gasfare  vesc.  d'Imola,  Soderini  Fran- 
cesco  vesc.  di  Volterra,  Tencarari  Giovanni  vesc.  di 
Avignon»,  Torre  {Della)  Antonio  vesc.  di  Parma, 
Uggeri  Bartolomeo  vesc.  di  Brugnetto,  Vannucci  Gia- 
como  vesc.  di  Perugia.  Vitelleschi  Giovanni  veac.  di 
Recanati,  Volta  Antonio  vesc.  d^Imola. 

Vetralla  (Da)  GiovANNi  accompagna  il  principe  Fede- 
rigo  d'Aragona  a  Milano  a  prendervi  Ippolita  Sfor- 
za  sposa  di  Alfonso  (an.  1465),  188,  2, 

Vezo  T'.    Veggio. 

Vezza  (Dalla)  Antonio  padre  di  SUvestro,  183,  16. 

Vezza  (Dalla)  Silvestro  figlio  di  Antonio;  sarto,  uc- 
dde  Anselmo  Paselli  per  incarlco  di  Lodovico  Cre- 
scenzi  dai  Poggio  (an.  1464),  183,  16-17;  fe  dai  Se- 
nato  bandito  e  gli  e  posta  una  grossa  taglia  per  clil 
lo  prenda  o  uccida,  lS-19;  &  ucciso  al  Flnale  da 
Bartolomeo  Piantavigne,  20. 

ViADAOoLA.  VI  fe  rovlnato  ii  raccolto  da  un  temporale 
(an.  1448),  125,  31-34;  fa  un  dono  a  Sante  Benti- 
vogllo  per  le  nozze  (an.   14S4).   151,  ♦. 

*  ViAUAOOLA  (Da)  Francesco  figlio  dl   un   altro  Fran- 

cesco;  t  sotto  ia  tortura  (an.  1379),  LXXXI,  20-3i„. 

*  Viadagola  (da)  Giacomo  rlc,  LXXXI,  10,. 
VlANKSio  I».  Albergati   V. 

Viani   Alessandro   i   creato   Massaro  d.   Barbierl   da 

Glulio  II  (an.  1506),  360,  9. 
ViCENTiNi.  Loro  mercanti  In  Bologna  sono  multati  in 

ottocentocinquanta   ducati   per  la  ricostruzione  d. 

pal.  Marescotti  alla  cul  rovina  avevano  prcso  parte 

(an.  1508),  387,  19. 


....  ViCBNTiNo  (II)  per  ii  salvacondotto  fe  multato  solo 

in  cento  ducati  (an.   1508),    386,  <5. 
VlCENzA   chiesta   daiiUmp.    Massimlliano   ai    Venezlanl 
(an.  1509),  393,  31 ;  v.  anche  Agostino  da  Vicenxa,  An- 
tomo  da    Vicenxa,  Francesco  da   Vicenxa. 
—  (vESCOvi)  V.  Pietro  Barbo  (an.   1451-1459). 

ViCERfc  di  Lorabardia,  di  Napoii  v.  Lombardia,  Na- 
foli  {vicerh). 

VlENA  T>.    Vienna. 

yvs.^VK  [Viena]  ric,   174,  21;  281,  28. 

ViENNA  (Da)  [Viena\  v.   Giovanni  (Don)  da   Vienna. 

VlERl  Antonio  \Antonio  di  Vioro]  parte  di  Boiogna  col 
Bentivogiio  suoi  amici  (an.   1506),  348,  «1;  349,  4. 

ViOERio  Marco  [Marco  Vogerio]  di  Savona,  card.  di 
Sinigagiia,  va  a  Boiogna  con  Giulio  11  e  si  reca 
ad  alioggiare  a  Santa  Maria  Maggiore  in  via  Gal- 
liera  (an.  1506),  356,  44-45;  suo  abito,  45. 

VlGGlANI,  VlGGIANO  (Da)  V.    Viztani. 

ViGHi  Maso  [Masso  di  Vigo]  dl  Medicina;  gli  sono 
bruciate  le  case  perchfe  aveva  favorito  ringresso 
d.  fuorusciti  neila  terra  (an.   1449),   132,  35-36. 

VlGHl  Taddeo  [Taddeo  da  Vigo]  dl  Medicina;  fe  fatto 
prlgioniero  da  balestrieri  di  Lodovico  della  Miran- 
dola  a  Bondaneilo  (an.  1508),  391,  12-13,  20;fecon- 
dotto  a  Bologna,  30-31;  cf.  392,  46-47;  h  posto  al 
tormento  e  confessa  ii  trattato  In  favore  d.  Bentl- 
voglio,  48;  h  impiccato,  393,  7-8. 

VlOHiLESio  (!)  V.   Giovanni  Inglese. 

ViGMlGNANO  V.    Vimignano. 

ViGNOLA.  Vi  si  reca  il  venezlano  Vittore  Barbaro  con 
seimila  soidati  a  Impedlre  i)  passo  alle  gentl  d. 
duca  di  Milano  (an.   1426),   15-16. 

VioNOLA  de'  Conti.  Gli  abitanti  si  recano  a  Boiogna  a 
quereiarsi  al  Senato  di  usurpazioni  fatte  nel  loro 
territorio  da  quei  di  Monte  Tortore,  soggetti  al 
duca  di  Ferrara  (an.  1490),  262,  36-38;  l'accordo  ten- 
iato  dal  Senato,  non  riesce  a  nulla,  38-40. 

ViGNOLA  de'  Grassoni.  Vi  si  reca  l'abate  Bartolomeo 
Zambeccari  (an.  143J),  33,  4-5. 

VlGNOLA  (da)  V.  Giovanni  da   Vignola. 

ViGRi  V.  Ntgri. 

Vilemercato  (Da)  v.   Vimercati. 

VlLLA  d'Aiano  [  Villa  d'Aigliani]  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  6;  fa  un 
presente  alie  nozze  di  Giulio  Maivczzi  (an.  1464), 
185,  2. 

Vn.LA  Cksarina  V.   Castel  Bolognese. 

ViLLAFRANCA.  VI  si  rcca  Bartoiomeo  Colleoni  (an.  1467), 
197,  11. 

ViLLANKLLi  Grillino  partc  dl  Bologna,  crociato,  con 
Giacomo  Grati  (an.   1464),  186,  6-7. 

Villani  Giovanni  da  Pisa;  fatto  prigione  dai  Bolognesi 
nella  battagiia  pr.  Castei  San  Giorgio  b  donato  dal 
Senato  ad  Annibale  Bentivoglio  (an.  1443),  93,  44-45. 

Villani  Sacramoro  [Sagramoro  Villano]  accompagna 
Gateazzo  Maria  Sforza  a  Bologna  (an.  1459),  168, 
41;  169,  3. 

ViLLAHO  V.  Pelaeani  V. 

ViLLANovA  (Da)  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450), 
134,  32,  36. 

Villanova  (da)  Battista  figlio  di  Giovanni,  108,  17 ; 
seguace  d.  Canetoll,  e  bandito  di  Bologna  (an. 
1445),  108,  17. 

ViiXANovA  (da)  GioRGio  padre  dl  Gioranni,  6,  50. 


790 


INDICE  ALFABETICO  [Vlllanova  {da)  Olov.-Vtocontl  F.  M .] 


VnxAWovA  (da)  GioTAimi  flgHo  di  Glorglo;  padre  dl 
Battlata,  108,  17;  dl  Lodorlco,  4«;  dl  Segurano,  109, 
9;  i  el.  Gonfalonlere  d.  popolo  dl  porta  Stteri  (an. 
1428),  6,  43,  50. 

ViLLANOVA  (i>A)  LoDovico  figlto  di  Glovannl,  108,  44; 
seguace  d.  Canetoli ;  la  tua  casa  h  saccheggiata  e  In- 
ccndiata  (an.  1445),  106,  41;  107,  1;  i  bandito  di 
Bologna,  108,  44. 

VilXANovA  (da)  Sbguranu  [SefuroHO  di  Villa  nuova]  fi- 
gllo  dl  Glovannl,  109,  9;  dopo  la  fdl  Annibale  Ben- 
tivogllo  i  bandlto  dl  Bologna  (an.  1445),  109,  9;  t  "«' 
torbidi  in  segulto  alla  uccisione  d.  pred.,  106,  36,  39. 

ViLMKRCATO  V.   Vimercati. 

ViMBRCATi  Gaspakk  \Gasfar*  da  Viltmertalo]  cap.  nel- 
resercito  d.  Lega  airidice  (an.  1467),  194,  4-5. 

VlMKRCATi  GloVANNI  [Giovamni  Agosttno  di  Vi/mereaio] 
h  uno  degli  ambasc.  d.  duca  Sforza  al  nuovo  pp. 
per  rallegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1471),  208,  43-44, 
46;  passa  di  Bologna  ospite  dl  Giovannl  BentlvogUo, 
48-49;  parte  per  Firenze,  50. 

ViMiGNANO  [  Vig^ini^nano]  fa  un  dono  a  Sante  Bentlvo- 
glio  per  le  nozze  (an.  1454),  151,  6. 

ViNAzzANo  (Da)  Lattanzio  multato  in  dlciassette  du- 
cati  per  il  rifacimento  d.  pal.  Marescotti  alla  cul 
rovina  aveva  preso  parte  (an.  1508),  387,  5. 

ViNCSNZo  r.  BudrioU  V.,  Coratziae  {Dalle)  V.,  Dosi  V., 
Fabretti  V.,  Fantini  V.,  Fava  V.,  Fibhie  {dalle)  V., 
Gtsso  {Da)  V,,  Giirardacci  V.,  Mag-nani  V.,  Maiati 
V.,  Marsili  V.,  Mastelletta  V.,  Paleotti  V.,  Paltroni 
V.,  Salvioli  DalfOca  V.,  SamJ>ieri  V.,  Sebaldini  V., 
Tallani    V. 

...  ViNCKNZo  ragusino,  uomo  d'arme;  fc  ucclso  In  una 
zufl!a  tra  Marescalciii  e  Da  Moglio  in  Bologna  (an. 
1505),  336,  26. 

. . .  ViMCKNZo  da  Casale  Parmigiano  tratta  con  Glovanni 
Buono  Albertlni  di  dare  la  rocca  dl  Serravalle  ad  Al- 
berto  Pio  e  ai  fuorusciti  (an.  14S1),  140,  21-23;  sco- 
perto  il  trattato  da  Boezlo  Gozzadini  &  col  compllce 
imprlgionato,  portato  a  Bologna  e  decapltato,  23-25. 

VlNCKNZO  (San)  di  Valenza,  deU'ordine  d.  Predicatori 
h  canonizzato  da  Calisto  III  (an.  1455),   159,  46. 

VlNCBNZo  (San)  nel  Bolognese;  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  1454),  150,  37. 

VlNCENZO  (torre  di  San)  nei  pressi  di  Campiglia;  vi 
si  combattono  gli  eserciti  dl  Ercole  Bentivoglio 
e  di  Bartoiomeo  d'AIviano  (an.  1505),  338,  12-17; 
cf.  337,  24-27,  39-45. 

ViNClGUERRA  Antonio  c  mandato  dal  Veneziani  refe- 
rendario  a  Bologna  sino  a  che  non  si  siano  acco- 
modate  le  cose  d'Italia  (an.  149 j),  286,  26-27;  allog- 
gia  nel  convento  di  San  Giacomo  per  poter  al  bi- 
sogno  sollecitamente  conferlre  con  Giovanni  Ben- 
tivoglio,  27-30. 

VlNEGlA  V.   Venetia. 

VinitianI  LuiGl  V.    Venetiatti  L. 

Vintimiglia  Cbsare  V.   Venlimiglia  C. 

VioLA  (dalla)  Mblchiorrk  di  Galbola;  di  ventun  anno, 
omlcida  h  impiccato  suUa  Piazza  di  Bologna  (an. 
1507),  367,  9-10. 

VlRGlU  Antonbllo  [Antonello  di  Virgilio].  Con  Ifigliuoli 
%  per  i  capltoli  d.  pace  bandlto  dalla  c.  e  territorio 
di  Bologna,  Imola  e  Modena,  sotto  pena,  se  vi 
manchl,  d.  confisca  d.  beni  e  d.  punizione  sanclta 
ne^li  Statuti  (an.  1341),  28,  42-46,  50. 


VlROiU  VlROluo  [  Virfilio  d*i  Virgili]  d«  S«n  Gio- 
vanni  ia  Peralceto ;  con  altrl  banditl  di  Bologna 
tratta  d'Impadronirsi  d.  castello  pred.  (an.  1431), 
30,  30-26;  t  a  San  Giovanni  in  Persiceto  nelU  rai- 
schia  con  le  genti  di  Bologna,  34-36. 

VlRGiLlo  V.  Croce  (Dal/a)  V.,  Ghiti/ieri  V^  GutdotH  V., 
Orsini  V.,  Pati  V.,  Poeti  V.,  Sarii  V.,  Sastmno  {Da) 
V.,    Virgi/i   V.,    Visconti   V. 

....  ViROiUo  soldato  d.  duca  di  Urbino,  iia  il  capo  rooz- 
zato  per  ]'uccisione  di  Giangiacomo  da  Stlattco 
(an.  1508),  382,  29;  il  suo  corpo  i  portato  a  San  Mi- 
chcle  in  Bosco,  secondo  aveva  dispotto,  39-30. 

ViROiwio  V.  Bentivoglio  V. 

ViscoNTi.  Perche  parenti,  la  loro  arme  h  appesa  nelia 
torre  d.  pal.  di  Giovanni  Bentivoglio  in  Bologna, 
372,  4-6. 

ViscoNTi ....  protonotarlo;  accompagna  a  Bologna  Ip- 
polita  Sforza  sposa  di  Alessandro  Bentivoglio  (an. 
1493),  266,  34,  37. 

ViscoNTi  Alkssandro  accorapagna  Galeazzo  Maria  Sfor- 
za  a  Bologna  (an.  1459),  169,  7. 

ViscoNTi  Azzo  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforxa  a 
Bologna  (an.  1459),    168,  4S;  169,  5-6. 

ViscoNTi  Bianca  unica  figlia  di  Fillppo  Maria,  h  dal 
padre  proraessa  In  raoglie  a  Francesco  Sforza  (an. 
1430),  64,  39-40. 

ViscoNTl  Cbsare  glostra  nel  torneo  In  Bologna,  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Fortuna  o  ia  Sapienza  pre- 
valga  nelle  cose  umane,  al  seguito  di  Annibale  Ben- 
tivoglio,  paladino  d.  Fortuna;  k  capo  d.  quinta  squa- 
dra  vestita  alla  tedesca  (an.  1400),  259,  30-31;  la  sua 
parte  resta  vittoriosa,  262,  17-19. 

ViscoNTi  DoNNiNA  figlia  di  Lancellotto  e  nipote  d.  duca 
Fllippo  Maria;  &  concessa  in  moglie  ad  Annibale 
Bentivoglio  (an.  1441),  68,  45-46;  cf.  106,  25;  molti 
iUustri  Bolognesl  si  recano  a  Milano  a  prenderla  per 
condurla  al  marito,  68,  48-49;  69,  1-4;  e  accompa- 
gnata  a  Bologna  da  gran  numero  dl  gentiluoraini 
Milanesi,  5-7;  feste  in  suo  onore,  7-11;  h«  dl  An- 
nibale  II  figlio  Giovanni  II  (an.  1443),  106,  25;  le 
h  annunzlata  ]'ucclsione  d.  marito  (an.  1445),  104, 
35-26;  accorrono  presso  di  lei  gll  araici  d.  t  ■>  con- 
fortarla,  28-29;  "  tutrice  d.  figllo  Giovanni,  XCIV, 
45-50;  cf.  13-15  „  ;  trovatasi  Innanzi  a  Baldassarre  C«- 
netoli  Inveisce  contro  lui  (an.  1448),  127,  33-36,  poi 
raossa  a  pieti  d.  suo  pentimento  gli  perdona,  39-40. 

ViscoNTi  FiLiPPo  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforza  a 
Bologna  (an.  14S9),  168,  48;    169,  5. 

ViscoNTl  FlLlPPO  Maria  [Filifpo  Maria  Visconte]  duca 
di  Milano;  i  Veneziani  cerc«no  di  irapedire  aile 
sue  genti  di  tornare  in  Lombardia  (an.  1436),  3, 
13-16;  le  pred.  si  trattengono  un  mese  nel  Bolognese 
inutiimente  tentando  il  passaggio  d.  Panaro  16-19; 
traghettano  finalmente  11  fiume  pr.  Persiceto,  19- 
20;  cf.  28-29,  e  sorpresi  i  Veneziani,  fanno  priglo- 
niero  Guido  da  Fabriano  che  conduceva  rinforzi  a 
Vittore  Barbaro,  30-24;  consegn«  Imola  e  Forli,  gia 
da  lui  tolte  agli  Ordelaffi  e  agli  Alidosi,  al  leg.  pon- 
tificlo  di  Bologna,  non  volendo  che  queste  c.  per 
raezzo  d.  Venezlani  cadessero  in  mano  d.  Fiorentini, 
30-33;  per  gelosia  verso  il  march.  d'Este  irapeditce 
proficue  trattative  tra  questo  e  i  Bolognesi  in  ri- 
guardo  alla  pace  tra  Bologna  e  il  pp.  (an.  1430),  22, 
39-31;  ha  in  grande  stlma  Giovanni  Isolani  [s.  a.]. 


[Visconti  Filippo  Maria] 


INDICE  ALFABETICO 


791 


23,  36-37;  rlc,   24,  45;  fa  radunare   milizie  a  Lugo 

(an.  1433),  31,  49;  di  cl6  entra  in  sospetto  il  gover- 

natore  dl  Bologna  che  pensa,  sebbene   poi  non  ne 

faccia  altro,  di  mandare  arabasc.  a  Roma,  Firenze  e 

Venezia  per  aiuto  contro  lui,  32,  1-9;  ric,  per  Fran- 

cesco  Sforza  auo  condottiero  (an.  1433),  36,  25;  le 

sue  mllizie   ciie  erano  a  Lugo    sono    fatte    entrare 

dagli  Imolesi  in  c.  (an.   1434),  33-34;  ric,  39:  e  ostiie 

ai  pp.  e  in  rapporti  amichevoli  con  Battista  Cane- 

toli,  38,  2-3;  suoi  cavalli  in    Imoia   sono    chiamati 

a  Bologna  dal  pred.,  30-31;  raduna  un  forte  esercito 

in  Romagna  ove  manda  Aresaurio  (?)  e  Bernardlno 

deila   Carda,   39,   49-50;   richiama   il   Piccinino   dai 

regno  dl  Napoii  e  lo  fa  cap.  di  tutto  i'esercito,  50- 

40,   1;  U  Piccinino,  lasciatosi  addietro  Imoia  e  Ca- 

stel  Bolognese,  va  incontro  all'esercito  d.  Lega,  10- 

15,  col  quale  si  attacca  nella  via  Flaminia  tra  Ca- 

stel  Boiognese  e  Imola  con  alterna  vicenda,  15-17; 

finaimente  la  vittoria  gii  rimane,    17-23;    sl    mostra 

amico   ai    Bolognesi,    25;    ii  Piccinino    gll  manda  i 

cap.  presi  prigionieri  nella  battagiia  sulla  via  Fia- 

minia,   28-30;  ric.  42,   31;  la   flotta  genovese   vince 

in  suo  nome  a  Gaeta  ia  flotta    Aragonese   facendo 

prigionieri  il  re  e  altri  illustri  personaggi  (an.  1435), 

33-35;   cf.    7-13;    libera    i    priglonieri    aflidatigli   dai 

Genovesi,  che  ne  sono  sdegnati,    13-15;  per  media- 

zione  d.  card.  Albergati  e  Cervantes  si  rappaciflca 

con  la  Lega,  accettando  di  restituire  ai  pp.  i  castelli 

occupatigli  in  Romagna  e  di  non  aiutare    i   Bolo- 

gnesi,   19-23;  scrive  a    questi    d.  pace   conclusa   e  11 

esorta  a  sottomettersi  al  pp.,  sempre  protestandosi 

loro  amico,  37-39;  ric.  43,  21;  udita  la  faisa  accusa 

fatta  ad   Anton  Galeazzo  Bentivogiio,  a  Tommaso 

Zambeccari  e  a  Cola  d'Ascoli,  d'avergli  voluto  dare 

in    mano  Bologna,    46,    3,  7-9,   Imprigiona  Battista, 

Galeotto,  Baldissera  e  Ludovico  Canetoii  che  erano 

a  Milano,  ma  dopo  pochi  giorni  li  iibera,  27-30;  ha 

motivo  di  doiersl  di  Eugenio  IV  per  ii  tentativo  da 

iui    fatto  di    togliergli  II   Piccinino   (an.   1438),  51, 

4-6;  accetta  la  signoria  di  Bologna  ofFertagli  da  Itaf- 

faele  Foscherari  e  da  Gherardo  Rangoni  e  scrive  al 

Piccinino  di  radunare  l'esercito  e  andare  a  Bologna 

secondo  gli    era  conslgliato  dai  pred.,  21-22;    in  se- 

guito  ad   alfra   lettera  d.  Foscherari  fa  premura  al 

Piccinino  di  aflrettarsi  e  gli  ordina  di  assoidare  a 

ognl  patto,  ma  secretamente,  Pier  Gian  Paolo  Or- 

sini,  31-34,  11  che  avrlene,  40-41;    acquista  Bologna, 

52,  14-33;  il  Piccinino  promette  in  suo   nome  ognl 

bene  al  Bolognesi,  39-40,  e  ne  riceve  in  obbedienza 

tutti  i  castelli  d.  territorio  a  eccezione  dl  Cento  e 

d.  Pleve,  53,  16-17;  ric,  56,  10;  tranqulilato  su  Bo- 

logna  riguardo  al  pp.  per  la  partenza  di  lul  da  Fer- 

rara,   comincia  a   venire   in   sospetto  d.  popolarlti 

di   Annibale  Bentivoglio  (an.   1439),   17-21 ;  pensa  dl 

liberarsi  d.  pred.  contrapponendogii  Battista  Cane- 

toli  da  lui    tenuto  prlgionlero    in   Mllano,  che,  per 

essere  liberato,  gliene  aveva  fatto  ofTerta,  21-29;  dfi 

licenza  al  pred.  di   tornare  in  patrla  e  gli  di  let- 

tere  per  il  cap.  Sacramori,   castellano    di  Galliera, 

affinch^  lo  introduca  in  c.  e  lo  aiuti  !n  quanto  gll 

occorra,   30-33;   gii    raocomanda  di   non  mischiarlo 

palesemente   nelle   sue  imprese,   ma  dl    attribulrne 

1'ordine  al  Piccinino,  33-35  ;  per  conslglio  di  Battista 

pred.  gll  Anzianl  sostituUcono  ai  cap.  cittadini  di 


guardia  alle  porte  di  Bologna  cap.  forestieri  In  suo 
nome,  57,  22-24 ;  fa  chiamare  il  Canetoli  e  gli  chiede 
ragione  d.  sue  promesse  inadempiute,  58,  18-21 ;  sod- 
disfatto  d.  sue  giustiiicazloni  lo  rimanda  a  Bologna, 
21;  crea  pod.  di  Bologna  il  sicillano  Giacomo  Co- 
stanti,   22-23;   assolda   Guid'Antonio   Manfredi   per 
averlo  amico  nell'occupazione    di  Bologna  e  gli  d4 
Imola,  24-26;  gli  aflida  l'incarico  di  muover   guerra 
ai  Malatesta  di  Rlraini  per  tenerlo  occupato,  26-27; 
molti  amici  d.  Canetoli  sospettati  di  volergli  dare  la 
signoria  di  Bologna  sono  dal  Senato  tenuti  prigio- 
nieri  nel  castello  di  Galliera,  59,  9-12;  avvertlto  da 
Battista  ordina  che  siano  liberati,  15-16;  chiaraa  nuo- 
vamente  a  Milano  il  CanetoH  e  gli  vieta  di  partir- 
ne   (an.    1440),    62,    34-37;    udita   la    morte    di  Raf- 
faele  Foscherari  fa  imprigionare  11  pred.,  37 ;  cf.  39; 
manda  pod.  a  Bologna  Filippo  Confalonieri,  37-39; 
conclude  pace  e  lega  col  duca  di  Savoia,  11  marchese 
di  Saluzzo,  11  marchese  di  Ferrara,  11    marchese  dl 
Mantova,   11  marchese  di  Monferrato  e  i  Fiorentlnl, 
64,  36-37 ;  ricorapensa  Francesco  Sforza  di  avere  la- 
sciato  il  aoldo  d.  Venezianl  creandolo  cap.  d.  Lcga 
e  proraettendogli  in  raoglie  la  sua  unica  figlla  Bian- 
ca,  39-40;  concede  a  Nicol6  Sanuti  ci6  che  a  nome 
di    Bologna  era    venuto  a    doraandargli    (an.   1441), 
68,  29-30;  lo  crea  cav.  aurato,  30-31;  dk  11  consenso 
alle  nozze  d.  nipote  Donnina  con  Annibale  Benti- 
vogllo,  46-48;  per  mezzo  di  Francesco  Sforza  fa  pace 
col  Veneziani  e  la  Chiesa,  69,36-37;  ne  avvisa  con 
lettere  i  Bolognesi,  3T-39;  ric.  45;  71,  15;  gli  vengo- 
no  arabasc.  di  Bologna  a  chiedergU  la  liberazione  di 
Annibale  Bentivoglio  e  d.  Malvezzi  fatti  priglonieri 
a  tradiraento  da  Francesco  Picclnino  (an.  1442),  73, 
45-46;  cf.  33-35;  se  ne  mostra   spiacente,  47-50;  pro- 
mette  di  scriverne  a  Nicol6  Piccinino  e  ii  congeda, 
74,  1-2;  il  Senato  di  Bologna  gli  manda  nuovi  am- 
basc.  allo  stesso  scopo,    8-9;    cf.  5-7;  rlsponde  loro 
si  rivolgano  a  Nicol6  Piccinino,  cui  aveva  dato  la 
cura  di  Bologna,  35-37  ;  manca  ai  patti  fissati    con 
Kaffaele  Foscherari  e  ii  Senato  facendo  dal  Plcci- 
nino  raiforzare  il  castello  dl  Galllera  invece  dl  dl- 
struggerlo  (s.  a.),  82,  36-37,  43-45  ;  cf.  52,  40-41;  perde 
Bologna    ribeilatagli   da   Annibale   Ben- 
tivoglio  fuggito  di   priglone  (an.   1443),  80, 
37-81-82,  1-3;  saputo   che  contro  lui  si   apprestava 
una  lega  tra  Bologna,  Firenze  e  Venezla,  86,  44-45, 
cf.  87,  16-17,  manda  un  arab.  ai  Bolognesi  a  ofTrire 
la  sua  amlcizia  e  il  suo  aiuto,  19-21 ;  cf.  16-18,  anche 
a  chiedere  sia   lasciato   In    piedi  e  gll   sla   dato  11 
castello  di  Galliera  per  sovvenire  al  bisognl  d.  c, 
21-35;    gli  h  rlsposto    negatlTamente   quanto    al  ca- 
stello  ed  h  rlngraziato  d.  offerte,  23-26;  una  proposta 
di  accordo  tra  lui  e  1  Bolognesl  tentata  presso  gll 
Anzlani  da  Galeotto  Canetoll  falllsce,  90,  22-25;  fa 
mostra  di  allearsl  con  Bolognesi,  Genovesl,  Fioren- 
tlnl  e  Veneziani  contro  il  re  dl  Napoil,  11  cui  cap« 
Nlcol6  Piccinino  si  impadronlva  d.  cattelll  di  Fran- 
cesco   Sforza   nella   marca   Anconetana,   96,   38-40; 
In  realt^  h  d'accordo  col  rc  di  Napoii  per  rovinare 
lo  Sforza,  41-42;  richiama  dalla  Marca   11  Piccinino 
sotto   pretesto   dl  dovergll   parlare  (an.    1444),  98, 
42-43;  raduna  soldati  in  Lombardia  e  Roraagna  (an. 
1445),   100,   27-28;  4  lleto   deiraluto   chieitogll  dai 
Canetoli  per  ricuperare  la  supremazla  In  Bologna, 


792 


INDICE  ALFABETICO     [VUconU  FiL  M..Vltelle«:W  Olov  1 


102,  ll-U;  promette  al  pred.  preml  e  onorl,  U-15 ; 

inTla  In  Romagna,  In  loro  aJuto,  Tallano  del  Frlull 
con  mlllzle,  IS-16;  ordlna  a  Lulgl  da  Sangeverino  dl 
recarsl  In  aluto  d.  Canetoll  non  appena  apprend* 
la  t  dl  Annlbale  Bentivogllo,  14-18;  ^  dMnteaa  col 
Canetoil  d'lnvlare  millzle  nel  Boiogneae  per  II  glor- 
no  dl  San  Pletro,  3S-M;  mortl  Annlbale  Bentivogllo 
e  BattiBta  Canetoll,  e  dlstrutta  ia  fazlone  dl  que- 
sto,  gU  sembra  tempo  dl  impadronlral  dl  Bologna  e 
manda  all'lmpresa  Lulgi  da  Sansererlno  con  Carlo 
Gonzaga  e  buon  nerbo  dl  mllizie,  109,33-36;  dona 
settecento  ducatl  a  Baidassarre  Canetoli  per  la  sua 
parteclpazlone  aWassassinlo  d.  Bentivogllo,  110,  i4- 
45;  11  che  accresce  l'odlo  che  gll  portano  1  Bolo- 
gnesl,  45-<t!  questl  pregano  1  Veneziani  e  I  Fio- 
rentlnl  di  muovergil  guerra  In  Lorabardla  per  di- 
BtogUerlo  da  Bologna,  47-50;  111,  1-J;  richlama  a 
Milano  Lulgi  da  Sanseverino,  nei  cul  luogo  manda 
Bartolomeo  di  Bergamo,  112,  4-5;  Invia  U  Sanseve- 
rlno  con  Francesco  Plccinlno  nel  Bolognese  a  ricu- 
perare  i  castelli  rlpresl  da  Bologna,  33-34:  rlchlama 
II  Sanseverino  essendo  minacdato  dal  Venezlanl  (an. 
1446),  113,  29-31;  comanda  ad  Astorre  Manfredl  di 
trattensrsl  oon  fanti  e  cavalii  in  Forl\  finchfe  non 
gii  mandi  aitri  alutl  per  rimpresa  dl  B»logna,  di 
cui  sempre  ha  deslderio,  31-34;  sospettando  che  il 
Sanseverlno  voglia  lasciare  11  suo  soldo  per  quello 
d.  Venezlani  lo  fa  Imprigionare  nel  forni  dl  Monza 
coi  suoi  cinque  figli,  40-43;  crea  suo  cap.  Carlo  Gon- 
zaga,  43-43;  Battista  Poeti,  suo  ambasc.  a  Roma 
t  avvelenato,  114.  15-16;  manda  Francesco  I'iccl- 
nino  a  Impadronirsi  dl  Cremona  promessagii  da  un 
soldato  d.  Sforza,  115,  1-4;  1  Venezlani  a  istanza 
d.  Sforza  si  accingono  a  miiovergli  guerra,  19-20; 
manda  Carlo  Gonzaga  con  mille  cavali!  a  soccorrere 
11  castello  dl  San  Giovanni  In  Persiceto  nel  Bologne- 
se,  44-45;  Guglielmo  di  Monferrato  abbandona  i  suoi 
stlpendi,  116,  32;  sospettando  d.  iedeltk  di  Taliano 
d.  Friuli  lo  fa  imprigionare  a  Rocca  Contrada  e 
quivi  gli  fa  tagliare  II  capo,  117>  33-36;  dk  la  sua 
corapagnia  al  Corio,  36;  il  suo  esercito  presso  Cre- 
mona  a  Merzaro  h  sconfitto  da  Micheletto  Attendo- 
lo,  37-49;  gii  sono  presi  dai  Veneziani  i  suoi  pos- 
sessi  di  Ghiara  d'Adda  a  eccezione  di  Castel  Leone 
e  Crema  da  iui  ben  munita,  46-48;  fa  rafforzare  le 
rive  deiI'Adda  a  Crema  e  Lodi  e  guardarle  da  nu- 
meroso  eserclto  comandato  da  Luigl  da  Sanseverino 
per  impedirne  11  passaggio  ai  nemici,  118,  2-5;  que- 
sti  tuttavia  rlescono  a  traghettare  11  fiume  In  un 
punto  non  guardato,  e  sconfitto  il  suo  esercito  ac- 
corso,  pongono  a  sacco  la  Marchesana  sino  ai  borghl 
dl  Mllano,  S-12;  gU  vengono  In  aiuto  milizie  d.  re 
dl  Aragona,  119,  40;  11  pp.  sl  adopra  ad  accordarlo 
col  Veneziani  (an.  1447),  121,  11-12;  t  ^  Milano, 
122,  36-38;  sue  estreme  parole,  38-39;  a  Bologna  sl 
rallegrano  d.  sua  t.  40-41;  rlc.  126,  2;  aveva  arric- 
chlto  Nlcold  Poeti  suo  segretarlo  (s.  a.),  263,  17. 

VlscoNTi  Francksco  ambasc.  d.  duca  di  MUano  a  Faen- 
za;  scampa,  fuggendo,  daUe  manl  d.  Faentinl  (an. 
1488),  246,  34. 

ViscowTi  Galeazzo  accompagna  Giovanni  Bentivoglio 
esule  di  Bologna  al  campo  francese  (an.  1506),  349, 
16-17. 

■  Viscoim  GiAiTGALBAzzo  CONTB  Di  ViRTU  padre  dl  Va- 


lentlna,  296,  34;  i  creato  duea  dl  Mllano  da  Ven- 
ceflao  Imp.  per  centomlla  ducatl  d'oro  (an.  1395)1 
LXV,  18-1»;  tratta  11  negozlo  Pletro  FUardl  arclv. 
dl  MUano,  30;  di  un  convlto  e  fa  molte  glostre  per 
tale  nomlna,  21-25  „;  ha  in  grande  stlma  Glovannl 
Isolani  [s.  a.],  23,  36-37. 

Visco.>fTi  Lancellotto  {LoHxa/etto]  padre  di  Donnlna, 
68,  45-46. 

ViscoNTi  N1COL&  V,  Pieeininc  Niecli. 

ViscoNTi  Orro  sl  reca  a  Bologna  con  Galeazzo  Maria 
Sforza  (an.   1459),    168,  48-49. 

ViscoNTi  Valbntina  figlla  di  Giangaleazzo  primo  duca 
di  Milano,  296,  24-25;  Luigi  XII  re  dl  Francla  ac- 
campa  pretese  sulla  Lombardla  qual  suo  discendente 
(an.  1499),  23-24. 

ViscoNTl  ViRGiuo  accompagna  Galeazzo  Maria  Sforza 
a  Bologna  (an.  1459),  168,  48;  169,  1. 

"[ViSENTlNi  CesarsI  tellaio  d.  parroecUa  di  Sam 
Giacomo  in  Bologna,  ric.  in  un  aneddoto  riguardante 
fra  Chtrtibino  Gkirardaed,  XVII,  10-41  „. 

"  ViTA  Di  San  Pbtronio.  Ms.  gia  nel  mon.  di  Santo  Ste- 
fano,  ora  nella  Blblioteca  Unlversitaria  di  Bologna; 
rlc.  dal  Ghirardacci  nella  sua  Hiitoria  di  Bologna, 
CX.KX,  32-33  „. 

ViTAi.E  V.  Grassi   V.,  Ltonori  V. 

VlTALK  (CARD.  Di  San)  V.  FerTeri  Antonio. 

ViTALB  (sTRADA  Di  San)  rlc.  per  11  ponte  dl  SanfAn- 
tonio,  20,  38-39. 

ViTALi  Bartulombo  padre  dl  Bonifacio,  147,  38-39;  180, 
49-181,   1;   188,  41. 

ViTALi  BoNiFAClo  figllo  di  Bartolomeo,  147,  38-39;  180, 
49-181, 1;  188,  41;  scalco  dl  tavola  alJe  nozze  dl  Sante 
Bentivoglio  (an.  1454),  147,  30-33,  38-39;  ei.  a  sorte 
degll  Anziani  di  Bologna  per  porta  Ravegnana  (an. 
1462),  180,  44-47,49;  181,  1;  accompagna  Giovannl 
Bentivoglio  a  Milano  (an.  1465),   188,  40. 

ViTALi  FiLiPPO.  Gli  h  data  dal  pp.  in  custodia  la  porta 
di  Santo  Stefano  di  Bologna  (an.  1506),  357,  38. 

VlTALl  GiANOiACOMO  [Giovanni  Giacomo  de'  Vitali] 
scalco  alle  nozze  dl  Annibaie  Bentivoglio  (an.  1487), 
237,  37-28;  suo  vestito,  238,  6-7. 

Vitali  Lelio  h  nel  cortegglo  di  nozze  di  Annibale  Ben- 
tivoglio;  tlene  le  redini  d.  cavallo  d.  sposa  (an. 
1487),   236,  37-38,  45;  suo  vestito,  39-44. 

ViTALi  LoDovico  [LndoTico]  ia.  un  presente  alle  nozze 
di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  31. 

VlTALl  Petronio  [Petronio  di  Vitale]  el.  d.  Commis- 
sione  incarlcata  di  sorvegliare  li  trattaraento  fatto 
nel  Bolognese  ai  pellegrini  incamminatl  a  Roma  per 
il  Glubileo  (an.   1450),   134,  15,  16-17. 

ViTELLESCHl  GloVANNi  [vescovo  di  Recanati,  fatriarea 
Vitteilesco]  vesc.  dl  Recanatl  e  patriarca  dl  Ales- 
sandria;  fe  mandato  dal  pp.  a  Bologna  per  la  ra- 
tlfica  d.  capitoli  d.  pace  (an.  1434),  39,  34-36;  rotti 
gli  accordi  dal  Gattamelata,  si  reca  qual  commissa- 
rio  pontlficlo  In  Romagna,  45-46;  &  a  Castel  Bolo- 
gnese  neiresercito  d.  Lega,  40,  11-13:  scampa  con  la 
fuga  alla  rotta  inflitta  dal  Piccinino  al  pred.  eser- 
cito,  33;  manda  un  suo  leg.  al  Concillo  in  Ferrara 
(an.  143S),  50,  44;  maneggiando  le  cose  d.  Chiesa 
va  a  trovarlo  a  Firenze  Neri,  oste  d.  Luna  in  Bo- 
logna,  e  gli  oflre  11  doralnio  di  detta  c.  per  11  mal- 
contento  che  U  governo  vl  suscltava  (an.  1440),  64, 
4-8;  accetta  I'offerta  e  promette  al  pred.   miUe  du- 


[Vitclleschi  Oiovanni-Vizzani  Nanne]  INDICE   ALFABETICO 


793 


cati  se  ia  cosa  riesce,  8-9;  s'lntende  con  lui  riguar- 
do  al  modo  dcll'impre8a,  9-13 ;  dk  ordine  ad  alcune 
bande  che  trovaransi  a  Bagnacavallo  di  recarsi  sul 
Bolognese,  10-11  ;  manda  Pappi  de'  Medici  col  de- 
naro  promesso  a  Bologna  per  rendere  pKi  ferventl  i 
congiurati,  ma  11  complotto  gia  era  stato  scoperto, 
19-31. 

VlTELLi  [ftee//«sctf\  sono  nemlci  d.  Fiorentinl  che  an- 
che  pcr  odlo  a  loro  rifiutano  di  schierarsi  contro 
11  Valentino  (an.  1502),  315,  49-50;  316,  1-3;  giun- 
gono  con  i  confederati  a  Fossombrone  ove  uccidono 
in  un'imbo8cata  la  maggior  parte  d.  soldati  d.  Va- 
ientino,  317,  8,  U-13;  questi  trovandosi  a  mal  par- 
tito  cerca  riamlcaneli  con  lusinghe,  31-39;  con  i 
confederati,  pensando  che  non  avrebbero  potuto 
condurre  a  fine  l'impresa  contro  lul  non  avendo 
nh  aiuti  nfe  denari,  ne  accettan  l'lnvito  alla  pace  e 
gli  mandano  Paolo  Orsini  a  trattare,  39-33;  depon- 
gono  le  armi,  33;  condlzioni  dell'accordo,  318,  6-11; 
cf.  317,  «1-43;  ric,  319,  10;  f  11  pp,,  passano  di 
Bologna  diretti  al  loro  stati  (an.  1303),  324,  8-9; 
rientrano  in  Citta  di  Castello,  33. 

ViTELLi  GlANLuiGt  h  neiresercito  dl  Bartuiomeo  d'Al- 
viano  contro  i  Florentini  (an.  1505),  337,  34. 

[VlTBLLi]  ViTELLozzo  \_Vitelloccio  da  Citth  di  Cast»ll6\ 
condottiero  d,  Chiesa;  si  riunisce  con  le  sue  milizie 
all'esercito  d.  duca  Valentino  pr.  Imola  (an.  1499), 
298,  37-28;  h  dal  pp.  messo  agli  ordini  d.  pred.  per 
l'impresa  di  Romagna  (an.  1500),  300,  28-39;  va  a  Me- 
dlcina  che  gli  &  consegnata  dal  commissario  Bernar- 
dino  Rosso  Gozzadini  (an.  1501),  303, 1-3  j  vl  prende  e 
ucclde  Pietro  da  Marzano  suo  nemico,  3-5;  ne  spo- 
glia  i  soldati,  6;  trascorre  sino  a  Varignana  e  alPIdi- 
ce,  6-7 ;  stanco  d,  Borgia  e  in  timore  per  1  suol  pos- 
sessi  conviene  alla  Magione  nel  Perugino,  con  altri 
cap.  e  signori  per  mettersi  d'accordo  contro  il  Va- 
lentino  (an.  1503),  315,  34-33;  con  1  pred.  signo- 
ri  si  rappaclfica  col  Borgia  che  gll  con- 
ferma  ia  condotta  antica,  317,  41-43;^  fatto 
prendere  e  strangolare  Inaspettatamente  dal  Borgia 
in  Sinlgallia  (an.   1503),  320,    46-48;  cf.  36-37,   43-44. 

ViTBLLozzo  [  Vite/ioccio]  V.    Viteili  V. 

ViTERBO  (citta).  Vi  si  reca  l'imp.  Sigismondo  di  Lus- 
semburgo  (an.   1433),  33,  46;  ric.  284,  36. 

—    (CITTADINI    EL.   A   UIGNITA  O  CARICHE    PUBBLICHe)  V. 

Santorio  Pazio  card.  di  Santa  Sabina. 

ViTRlANO  Galasso  V.    Vedrana   (Da)  G. 

ViTTELLESCO  (patriarca)  V.    Vitelleschi  Giovanni. 

ViTTORK  V.  Barbaro   V, 

ViTTORE  (San).  Vi  sono  devastate  le  vigne  da  una  tem- 
pesta  (an.  1463),  182,  34,  36-37;  "  LXVI,  41  „;  v.  an- 
che  L.orenzo  da  San    Vittore. 

VlTTORlo  [Viitore]  v.   Canale  (Da)    V.,  Cappello    V. 

VlziANl  V.    Vittani. 

Vizzani  (famigha)  [  Viggiani\  "  h  rappresentata  nel 
Theatro  mtrale  de'  moderni  ingegni  d.  Ghirardaccl, 
XXXV,  33,  38  ,;  prendono  parte  alPadunanza  indetta 
dal  Canetoii  contro  11  leg.  dl  Bologna  Alamanni 
(an.  1428),  5,  43-44;  6,  3;  approvano  che  si  prea- 
dano  le  armi,  13-13 ;  con  gli  altrl  sl  impadronlscono 
d.  Plazza  e  dilnno  fuoco  ai  Pavaglione  d.  Bozzoll, 
14-15;  sono  fuorusciti  di  Bologna  (an.  1450),  134, 
33-33. 

Vizzani  Dombnico  [Domenieo  da   Viggiano]  k  degll  An- 


ziani  dl  Bologna  con  Annibale  Bentirogllo  Gonfa- 
loniere  (an.  1489),  255,  6,  8. 

VizzANi  Fr.vncesco  fratello  di  Nanne,  137,  1 ;  bandlto 
dal  territorio  di  Bologna  sotto  pena  d.  confisca  d. 
beni,  obbedlsce  e  va  a  Imola  (an.  1450),  136,  49; 
137,  1-4. 

VizzANi  [Giovanni]  detto  Spezza  [Spetza  Viggiani] 
aluta  Galeazzo  Marescotti  contro  i  nemici  andati 
in  casa  ad  assalirlo  (an.  1445),  103,  43-43. 

VizzANi  Marco  [Marchion  Viziani]  cit.  a  difendersl  (an. 
1508),  392,  40. 

VizzANl  Melchiorre  [Me/chior  Viggiani,  Me/chior  da 
Pitzano]  figlio  di  Nanne,  88,  44;  101,  45:  114,  20; 
padre  di  Nanne,  107,  19 ;  fe  el.  Gonfaloniere  d.  po- 
polo  per  porta  San  Procolo  In  Bologna  (an.  1428), 
6,  45;  reca  la  bandiera  d.  llberta  innanzi  al  nuovo 
governatore  Giovanni  Bosco  (an.  1431),  29,  43-43; 
accorre  in  casa  Marescotti  per  salutare  Annibale 
Bentivoglio  fugglto  da  Varano  (an.  1443),  80,  33- 
34 ;  ^  tra  gll  Incaricati  dl  attuare  i  provvedimenti 
fiscali  deliberati  nel  Consiglio  d.  Seicento,  88,  41- 
44;  fe  d.  Riformatorl  di  Bologna  (an.  1445),  100,31- 
34 ;  h  el.  degli  Anziani  per  il  quartiere  di  porta  San 
Procolo,  101,  45;  suo  figlio  Nanne,  in  sua  assenza 
fa  le  sue  vecl  nei  Sedici  Riformatori  d.  Stato,  107, 
19,  36-37,  e  negli  Anziani,  48;  108,  3-4;  torna  a  Bo- 
logna  essendo  stato  fatto  cav,  dai  Veneziani  (an. 
1446),  114,  30;  e  inTiato  con  altri  dal  Senato  am- 
basc.  al  nuovo  pp.  NicoI6  V  (an.  1447),  120,  36-37; 
cf.  124,  41-43;  h  ben  ricevuto  dal  pred.  che  si  mostra 
bene  disposto  verso  la  c,  120,  30;  &  chiamato  coi 
compagni  dal  pp.  che  fa  intendere  di  volere  11  libero 
dominio  di  Bologna,  35-36;  ne  scrlve  al  Senato,  36- 
37 ;  rimane  pr.  11  pp.  mentre  1  coUeghi  partono,  38- 
40;  torna  a  Bologna  da  Roma  con  la  rlsposta  d. 
pp.,  121,  43-50,  male  accolta  dal  Consiglio,  122,3-3; 
in  altra  adunanza  con  bellissimo  discorso  invita  U 
Consiglio  per  la  quiete  d.  c.  a  ubbidire  al  pp.  e  ac- 
cettarne  le  condizioni,  4-5;  ^  ambasc.  al  pp.  per  la 
conferma  d.  capitoli,  24-36;  essendo  senatore  di  Ro- 
ma  ti   125,  4-  5;  sue  qualita  e  meriti,  5-6. 

VlzzANl  MeLCHIOrrb  [Marchionne  da  Viztano]  multato 
in  cento  ducatl  per  11  rifacimento  d.  pal.  Marescotti 
(an.  1508),  386,  38. 

VizzANi  Nanne  [JVano  da  Vizzano]  padre  di  Melchlorre, 
88,  44;   101,  45;  114,  30. 

VlzzANl  Nanne  [iV«»o,  A^ani,  Nitnni  da  Viggiano]  fi^Wo 
di  Melchiorre,  107,  9;  fratello  di  Francesco,  137,  1; 
h  d.  Sedici  Riformatori  d,  Stato  per  il  quartiere  di 
Porta  Ravegnana  In  luogo  d,  padre  Meichiorre  as- 
sente  di  Bologna  (an.  1445),  107,  19,  36-37;  ^  degli 
Anzianl  Invece  d.  padre  e  dellbera  11  bando  ai  Ca- 
netoli  e  loro  seguaci,  48;  108,  3-4;  i  degll  Anziani 
per  11  settembre-ottobre,  111,  7,  9;  partecipa  a  una 
adunanza  di  noblll  tenutail  in  casa  dl  Romeo  Pe- 
poll  (an.  1449),  130,  19-30;  approva  quanto  11  pred. 
dice  contro  Sante  Bentivoglio,  38-39;  si  rimette 
quanto  al  da  farsi  al  parere  degli  altri,  29-30;  va  a 
CastelSan  Pletro  come  erastato  delibe- 
rato,  37-38;  qua  giunge  Carlo  Malvezzi  a  Intlmare 
a  lul  e  al  luoi  compagni  da  parte  d.  Senato  e  di 
Sante  Bentlvoglio  di  uscire  di  Caslel  San  Pletro  en- 
tro  un'ora  pena  la  vlta,  131,  1»-31;  Romeo  Pepoli 
rlsponde   negatlvamcnte  e  luperbamente   per  lutti. 


794 


INDICE  ALFABETICO  [Vlezanl  Nanne-Volta  Nestore] 


jM*t  ^  banditodiilU  Ringhlent,  as;  ▼engono  a  rag- 
giungerlo  altrl  amlcl  dl  Bologna,  2»-«;  bandlto  dal 
terrltorlo  dl  Bologna  Botto  pena  d.  conftica  d.  benl, 
obbcdlire  e  va  a  Imola  (an.  1450),  136,  49;  137,  i-i; 
parteclpa  ttUa  ipedlzlone  d.  fuoruicltl  per  rlentrare 
In  Bologna  (an.  1451),  138,  3. 
«  VlzzANi  PoMPBo  «torlco,  rlc.  XCiri,  36-41;  Ditd  UM 
deltt  Httorie  della  lua  fatria  rie.  III,  it-is ;  CXVIII, 

s-s  ,. 

VllZANi  T0MMA8O  [Tommaio  tia  Vizzano]  confinato  a 
cinquanta  miglia  da  Bologna  nelle  terre  d.  Chieaa 
perchi  amico  d,  Bentivogllo  (an.  1507),  362,  33-34, 
4S;  363,  1. 

VoGERio  t>.    Vigerio. 

VoLTA  [  Volti\  lono  al  governo  di  BolognaT(an.  1450), 
134,  41-43 ;  posseggono  benl  d.  CanetoU,  3.56,  lS-19. 

VoLTA  Alessanoro  \Altssantlro  dalla  Voita]  el.  d.  Se- 
dicl  (an.  1488),  253,  23,  34-35;  &  gludice  d.  torneo 
In  Bologna  tenutoii  per  definire  se  la  Sapienza  o 
la  P^ortuna  prevalga  nelle  cose  umane  (an.  1490), 
258,  46-47;  gludica  vincltori  i  cav.  d.  Fortuna,  262, 
30-34;  k  inviato  dal  Senato  al  duca  d^Este  per  ve- 
nire  a  iin  accordo  tra  gll  abltantl  di  Monte  Tortore, 
soggetti  ttl  pred.,  che  avevano  usurpato  territorii 
agii  uomini  di  Serravalle,  Vignola  e  Ruflino  sotto 
la  giurlidizione  di  Bologna,  3t-39;  non  riesce  a 
nulla  e  torna  a  Bologna,  39-40;  sfrutta  coi  figli 
le  miniere  di  ferro  scoperte  «  Caslo  (an.  1491),  263, 
35-37;  essendo  priore  d.  Senato,  presenta  a  Giovanni 
Bentivoglio  un  beliissimo  destrlero  riccaraente  or- 
nato  a  nome  d.  Senato  neiPoccasione  d.  sua  nomina 
a  cap.  gen.  d.  milizie  d.  duca  di  Miiano  (an.  1493), 
271,  36-37;  va  ambasc.  d.  Senato  di  Bologna  al  duca 
d'Este  a  condoiersl  d.  f  di  Eieonora,  273,  33-24;  in- 
tervlene  airinaugurazione  d.  Naviglio  da  Bologna 
a  Cortlcella  (an.  1494),  274,  3-36;  h  ambasc.  d.  Se- 
nato  all'incoronazIone  di  Lodovico  Sforza  (an.  1495), 
285,  47-4S;  comanda  le  mlllzie  inviate  dai  Senato  al 
Borgia  (an.  1503),  321,  13;  ospita  un  figlio  di  Pan- 
dolfo  Petrucci  di  passaggio  a  Bologna,  323,31;  gli 
h  affidata  da  Giulio  II  la  custodia  d.  porta  di  San 
Felice  (an.  1506),  357,  37-38;  essendo  d.  Senato  vec- 
chio  h  da  Giullo  II  el.  d.  Quaranta  Consiglierl  o 
Rlformatori,  358,  27,  29;  el.  degli  Assonti  per  la 
peste  (an.  1508),  391,  44,  46. 

VoLTA  Amtonio  [Antonio  dalla  Volta].  Suo  dono  tt  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  14S4),  149,  39-41;  es- 
sendo  protonotario  apostollco  &  creato  vesc.  d'Imo- 
la  da  Calisto  III  (an.  1457),  164,  44;  fa  un  presente 
alle  nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.  1464),  184,  39. 

VoLTA  Antonio  [Anionio  dalla  Votta\  figlio  di  Barto- 
lomeo,  219,  37;  ancora  fanciulio  ^  condotto  dal  pa- 
dre  a  Mllano  (an.  1478),  219,  36-37;  %  armato  cav. 
dal  duca  che  gli  regaia  la  propria  veste  di  broccato 
con  la  divlsa  ducale,  38-30;  giostra  nel  torneo  in  Bo- 
logna  tenutosl  per  definire  se  la  Fortuna  o  la  Sa- 
pienza  prevalga  nelle  cose  umane  al  seguito  di  An- 
nibale  Bentivoglio  paladino  d.  Fortuna;  h  capo  d. 
terza  squadra  vestita  alla  francese  (an.  1490),  259, 
34-25;  la  sua  parte  rimane  vlncltrlce,  262,  17-18;  ri- 
porta  1'onore  e  il  premio  d.  giostra  corsa  in  onore 
d.  nozze  dl  Alessandro  Bentivoglio  in  Bologna  (aa. 
1493),  267,  31;  accompagnando  per  commissione  d. 
Senato  II  cap.  franceie  di  passaggio  a  Bologna  sino 


al  Panaro,  k  dal  pred.  fatto  prigtonlero  con  un  pre- 
teito  e^condotto  a  Parma  (an.  ijo»),  320,  »-iO;  i 
llberato  per  ordlne  d.  vlceri  dl  Mllano,  lS;accom- 
pagna  Annlbale  Bentivogllo  a  fare  omagglo  a  Pio 
Iir  in  Roma  (an.  1503),  326,  36-3S;  i  tra  le  gentl 
d'arme  di  Annihale  Bentlvogllo  asinldato  dai  FIo- 
rentlnl  contro  i  Plianl  (an.  iSO|;),  337,  31-23:  gU  * 
fatto  un  dono  dal  Florentlni  dopo  la  rlttorla  con- 
tro  Bartolomec  d'AlvIano,  47-4S. 

VoLTA  AsTORRB  {Aslorrt  dalla  Volla\  fratello  di  Paolo; 
gH  luccede  in  .Senato  (an.  1469),  201,  47;  i  com- 
mlssario  con  Glovanni  Guldotti,  Plrro  e  Battilta 
Malvezzi  a  Castelfranco  per  Innalzare  una  bastla 
sul  Panaro  a  prova  d.  glurisdizlone  dl  Bolngna  lu 
quel  luogo  (an.  1471),  209,  37-43;  f  (»"•  »478),  219, 
24-35;  in  Ruo  luogo  al  .Senato  h  nnmlnato  II  fratello 
Bartolomeo,  25-26. 

VoLTA  Bartolomeo  [Rartotomeo  dalla  Votta]  figllo  dl 
Zono  ossla  Giovanni,  147,  42;  scalco  di  tarola  alle 
nozze  di  Sante  Bentivoglio  (an,  1454),  30-33,  42;  h  el. 
d.  Senato  In  luogo  d.  t  fratello  Astorre  (an.  1478), 
219,  25-36;  h  mandato  ambasc  ed  duca  dl  Milano, 
26-37;  conduce  seco  il  figiloletto  Antonio,  37-2S,  il 
quale  h  fatto  cav.  dal  duca  che  gli  regala  la  propria 
divisa,  38-30. 

VoLTA  Battista  [Baitista  datla  Votta]  figHo  di  Zono 
ossia  Giovannl,  76,  6;  167,  46;  uccide  Giovanni  To- 
marl,  suo  genero,  per  intereise  (an.  1443),  76,  6-S; 
h  el.  d.  Sel  di  Balk  per  la  venuta  dl  Pio  II  In  Bo- 
logna  (an.   1459),  167,  43-46. 

Volta  Camillo  {Camiilo  datta  Votta]  accompagna  Gio- 
vannl  Bentivoglio  in  vlsita  a  Ferrara  (an.  1479), 
219,  43-44;  prende  parte  a  una  giostra  bandlta  in 
Bologna  dai  pred.  (an.  1483),  224,  17-18;  come  capo 
di  squadra  va  con  Giovannl  Bentivogllo  contro  i 
Veneziani  (an.  1483),  228,  12;  essendo  degll  Anzlani 
h  scomunicato  per  II  supplizio  di  alcuni  religiosi 
colpevoll  di  furto  (an.  1486),  234,  8-9;  nelia  giostra 
per  le  nozze  di  Annibale  Bentivogiio  corre  contro 
Antonio  Bentivogiio  (an.  1487),  240,  49;  combatte 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definire  se  neiie 
cose  umane  prevalga  la  Saplenza  o  ia  Fortuna,  al 
seguito  di  Nicol6  Rangoni  paladino  d.  Sapienza;  h 
a  capo  d.  prima  squadra  vestita  all'italiana  (an. 
1490),  258,  25-26;  11  suo  partito  soccombe,  17-19. 

VoLTA  Ettore  [Bttore  datla  Volta]  e  deputato  sopra  il 
sale  (an.  1446),  113,  33-23;  cf.  118,  22-33. 

VoLTA  GlovANNl  DETTO  ZoNO  [Giovanni  dalta  Voita] 
padre  di  Bartolomeo,  147,  13;  di  Battista,  76,  6; 
167,  *t'.  di  Lodovico,  147,  42;  di  Paolo,  125,  35; 
142,  45;  144,49;  145,33;  173,  17;  191,30;  banchlere 
e  Gonfaioniere  d.  popolo;  dal  Senato  di  Bologna  e 
incaricato  col  pod.  e  altri  sette  cittadini  dl  punlre 
i  deiinquentt  (an.  1430),  23,  21-26;  fe  d.  Dodici  d. 
pace  (an.  1431),  29,  37,  39;  h  inviato  con  altri  alla 
Certosa  pr.  Giovannl  Bosco  a  riconoscerlo  qual 
governatore  di  Bologna  e  condurlo  in  c,  35-40. 

VoLTA  LoDOvico  figllo  di  Zono  ossia  Giovanni,  147, 
42;  scalco  di  tavola  alle  nozze  di  Sante  Bentivoglio 
(an.   1454),  30-33,  42. 

VoLTA  Nestorb  [JVestore  datta  Volta]  h  con  altri  con- 
vocato  In  Pal.  da  Ermes  Bentivogiio  (an.  1501),  305, 
S-S;  11  pred.  gll  ivela  che  Agamennone  Marescotti 
aveva  scritto  al  Valentino    invitandolo  contro    Bo- 


[Volla  Nestorc-Zambeccari  Bart]       INDICE  ALFABETICO 


795 


logna  e  i  Bentivoglio,  11-29;  lo  esorta  a  unirsi  a  lui 
nell'uccidere  i  Marescotti  traditori  gii  detenuti  in 
Pal.,  29-31 ;  partecipa  aII'uccisione  d.  pred.,  31-42. 

VoLTA  Paolo  [Paolo,  Paulo  dalla  Volta],  iiglio  di  Zono 
ossia  Giovanni,  125,  25;  142,  45;  144,  49;  145,32; 
173,  17:  191,  30;  cav.  e  dottore  di  legge;  fe  d.  Sedici 
Riforraatori  d.  Stato  (an.  1446),  113,  35-26;  fe  degH 
Anziani  per  porta  San  Procolo  di  maggio  e  giugno, 
114,  24;  h  fatto  cav.  aurato  da  Luigi  Gonzaga  (an. 
1448),  125,  24-25;  confermato  d.  Sedici  d.  Reggl- 
mento  (an.  14S3),  142,  45;  disgustato  dalle  discus- 
sioni  d.  Senato  sulla  pena  da  infllggersi  al  traditore 
Battista  Manzoli  (an.  1454),  144,  49;  145,  1,  esce 
dl  Pal.  e  recatosi  al  carcere  d.  Manzoli  lo  fa  impic- 
care  da  quattro  suoi  servi,  1-5;  tornato  in  Pal. 
annunzia  al  Senato  la  giustizia  fatta,  6-7;  h  mlnac- 
clato  dal  leg.  e  dal  Senato,  7-8;  essendo  d.  Sedlcl 
Riformatori  partecipa  alla  riforma  degli  Statuti,  29, 
32;  si  reca  con  altri  Bolognesi  a  Pesaro  a  prendervi 
Ginevra  Sforza  sposa  di  Sante  Bentlvoglio,  147,  15- 
22;  e  inviato  ambasc.  a  Roma  a  felicitare  il  nuovo 
pp.  (an.  1455),  157,  3-6;  b  el.  ambasc.  a  Pio  II  per 
rallegrarsi  d.  sua  elezione  (an.  1458),  166,  18-19; 
torna  a  Bologna,  22-23;  chiamato  con  altri  dal  pp. 
&  .irringato  dal  pred.  per  ia  pace  tra  1  partiti  (an. 
1460),  173,  17,  22-26;  va  arabasc.  d.  Senaio  dl  Bolo- 
gna  al  duca  di  Milano  (an.  1464),  182,  42-43:  accom- 
pagna,  per  incarico  d.  Senato,  il  leg.  di  Bologna  ad 
Ancona  presso  Pio  II  infermo,  185,  25-26;  di  ritor- 
no  da  Roma  conferma  al  Senato  che  il  nuovo  pp. 
Paolo  II  pretende  il  dominio  assoluto  di  Bologna 
(an.  1465),  187,  22-23;  va  ambasc.  d.  Senato  ai  pred. 
a  persuaderlo  di  non  inslstere  nel  volere  la  signoria 
aasoluta,  26-35;  cf.  191,  8-9;  accompagna  Giovannl 
Bentivoglio  a  Milano  188,  37;  con  il  leg.  presenta 
in  Consiglio  i  capitoli  redatti  da  Paolo  II  (an.  1466), 
191,  7-10;  h  d.  senatori  sedenti  gli  ultiml  sei  mesl 
al  tempo  d.  serrata  dl  Paolo  II,  30;  va  con  Virgilio 
Malvezzi  ambasc.  a  Borso  d'Este  a  intenderne  i  sen- 
timenti  verso  Bologna  (an.  1467),  196,  36-38;  ne  tor- 
na  con  risposta  soddisfacente,  38-42;  va  ambasc.  d. 
Senato  al  diica  di  Milano  a  notificargli  il  desiderio 
d.  pp.  di  avere  il  libero  dominio  di  Bologna  e  a 
cercare  con  lui  11  modo  di  conservare  la  c,  197,  47- 
48 ;  fe  ambasc.  d.  Bolognesi  al  parlamento  In  Pavla 
per  trattare  d.  guerra  contro  i  Venezlani  (an.  146S), 
198,  34-35,  38,  40-42;  fjb  sepolto  in  San  Francesco 
coi  solitl  onori  (an.  1469),  201,  46-47;  gli  succede  in 
Senato  il  fratello  Aslorre,  47. 

VoLTA  ZONO  V.   VoUa  Giovanni. 

"  VoLTA  Di  Rkno  ric,  XIII,  7  „. 

VoLTERRA  (territorio).  Vi  sono  scoperte  minlere  di 
allume  (an.  1462),   182,  7. 

—  (caruinalk)  V.  Sodf.rini  Franeesco  card.  di  VoHerra. 

—  (vESCovo)  V.  Soderini  Franctico  (aa.    1477-1478). 

"  Weiss  Carlo  Bihliografia  univertalt  antica  e  moderna 
rlc  LXX,   17-18,  5„. 

Wellenburo  (Db)  V.  Liing  di    Wellenburg  M. 

"  Zabarella  conte  Giacomo  scrive  versi  laudativi  per 
ia  comparaa  d.  secondo  volxime  deW /lisioria  di  Bo- 
logna  d.  Ghlrardacci  (an.   1657),  LXI,   10-12  „. 

Zabarelli  Bartolomko  \Bartolomeo  Zabarello\  di  Pa- 
dova;  da  Eugenlo  IV  &  mandato  a  Bologna  quale 
paciticatore  e  vesc.  (an.  1434),  38,   47-«8;   fatto   ra- 


dunare  il  Consiglio  espone  lo  sdegno  d.  pp.  per  i 
fatti  occorsi  in  Bologna,  49-39,  1-3;  esorta  l  Bolo- 
gnesi  a  liberare  il  governatore  e  1'ambasc.  vene- 
ziano,  3-4 ;  si  presenta  come  nuovo  governatore  di 
Bologna,  4-6;  persuade  i  Bolognesi  a  licenziare  1 
soldati  d.  duca  di  .Milano  e  a  osservare  i  capitoli, 
6-7;  promette  in  cambio  la  liberazione  dl  Gaspare 
Canetoli  e  11  rllascio  d,  raercantl  bolognesi  soste- 
nuti  a  Venezla,  7-9;  ie  sue  rlchieste  sono  accolte 
dal  Senato,  10-11;  va  a  Castelfranco  ad  accordarsi 
col  Gattamelata,  12;  pattl  conclusi  coi  pred.,  l4-3t; 
torna  a  Bologna  ed  entra  in  Pal.  come  governatore, 
ma  ha  poca  autorita,  35-26;  va  a  Castel  Bolognese 
con  soldati  Veneziani  c  Fiorentini  e  io  prende,  31- 
32;  anche  molesta  Imola  e  Forll  che  si  tenevano  pel 
duca  di  Milano,  32-33;  vistosi  uccellato  dal  Gatta- 
meiata  torna  sdegnato  a  Firenze,  44-45. 

ZabbINO  Girolamo  [«V  Zabbino\  pellicclaio ;  prende  la 
croce  e  accompagna  a  Gerusalemme  Antongaleazzo 
Bentivogllo  (an.  1498),  294,  12-13;  fe  multato  in  cen- 
tocinquanta  ducatl  per  la  ricostruzlone  d.  pal.  Ma- 
rescotti  (an.   1508),  386,  38. 

Zaccaria  \Zacherio\  v.  Enrighetti  Z.,  Fiesso  (Da)  Z., 
Guerrini  Z,.  Righetti  Z.,    Trevisan  Z. 

....  Zacco  servitore  di  Bonavcntura  Tassonl  e  con  lul 
Implicato  nella  congiura  d.  Malvezzi  contro  i  Ben- 
tivoglio  in  Bologna;  h  irapiccato  ai  merli  d.  pal.  d. 
pod.  (an.   1488),  251,  42. 

Zachbrio  V.  Zaccaria. 

Zaeti  Nicor.6  dottore;  e  degli  Anziani  di  Bologna;  va 
incontro  al  nuovo  governatore  Marco  Condulmer 
(an.   1433),  33,  41,  43-44. 

Zagni  Petronio  dottore;  h  degli  Anziani  di  Bologna 
con  Annibale  Bentivoglio  Gonfaloniere  (an.  I489), 
255,  6-7. 

Zagonara  castelio  d.  territorio  di  Bologna;  i  donato 
dal  pp.  Eugenio  IV,  con  dispiacere  d.  Bolognesi, 
al  march.  di  Este  (an.  1436),  47,  26-27;  torna  all'ub- 
bidienza  d.  pp.,  29. 

*  Zama  primo  vescovo  di  Bologna  (an.  370-312),  CXXXV, 
31-32  ,. 

Zambbccari.  Con  i  Canetoli  e  i  Griffoni  pensano  dl 
cacciare  il  leg.  da  Bologna,  e  armatisl  passano  In 
Piazza  gridando  evviva  al  popolo  e  alle  Arti;  il 
popolo  per6  non  si  muove  e  tornano  a  casa  scor- 
nati  (an.  1430),  17,  30-35;  con  1  Canetoli  e  1  Grlf- 
fonl  restano  quasi  signori  di  Bologna,  19,  19-31 ;  per 
poter  meglio  tiranneggiare  la  c.  ne  bandiscono  An- 
ton  Galeazzo  Bentlvoglio  con  tutta  la  famiglia  e 
gli  amicl,  23-47;  uno  di  loro  deve  essere  dato  in 
ostaggio  al  leg.  durante  1'armistizio,  20,  49 ;  la  loro 
casa  avrebbe  dovuto  essere  incendiata  in  un  com- 
plotto  ordlto  per  fare  entrare  i  fuorusclti  in  c, 
21,  35-36;  ric,  33,  8-9;  con  Anton  Galeazzo  Benti- 
voglio  sl  recano  da  Borgo  Panigale  a  Castelfranco 
e  quindi  a  Spllamberto  nel  Modenese  (an.  1433), 
36,  1-4. 

Zambkccari  Ambrogio  padre  di  Glacomo,  73,  34. 

Zambeccari  Bartolo.mko  figlio  di  Carlo,  10,47;  62,5; 
cuglno  di  Gaspare  Cattanl,  25,  49-50;  abate;  prende 
parte  a  un'adunanza  Indetta  dai  Canetoli  contro  U 
leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  1428),  5,  43-45;  6, 
l;approva  che  sl  prendano  le  armi,  13-13; 
con  gli  altri  si  impadronisce  d.  Piaxxae 


796 


INDICE   ALFABETICO     [Zambeccari  B.-Zambeccarl  Carlo] 


applccBllfuoco  al  Pavaglioned.  BoxzoII, 
U-IS;  i  dal  Senato  dt  Bologna  invlato  amba^c.  a( 
Venezlanl  a  chledere  aluto  contro  II  pp.,  8,  14-17; 
non  oltlene  nlente,  17-11;  i  prlrato  dat  pp.  delPab- 
bazia  di  San  Bartoloineo  di  Ferrara,  9,  10;  per  rl- 
raleral  occupa  la  tenuta  d.  veacoTado  nonoatante  le 
proteste  d,  vesc.,  lo-ll;  nel  Conaiglio  d.  Selcento 
e  per  opera  d.  Canetoll  h  el.  ve»c.  di  Bologna  Invece 
dell'Albergati,  10,  46-4S,  cf.  15,  3-4;  per  i  pattl  d. 
pace  rinunitla  alla  dlgniti  vescovlle  (an.  14J9),  16, 
36-37;  In  cambio  II  pp.  gli  restituiace  l'ubbazia  di 
San  Bartolomeo,  37-31;  con  Battlsta  Canetoli  c 
altri  di  sua  parte  accorre  in  armi  al  pal.  d.  Notai 
(an.  1430),  18,  41-42;  quivi  £a  uccldcre  da  Giacomo 
Riceputi  i  cinque  di  parte  Bentlvoglia  rlnchlusi 
in  una  stanza,  43-46;  con  Battiita  e  Baldassarre 
■Canetoli  va  a  casa  dl  Benincasa  Bargellini  per  uc- 
ciderlo,  49-19,  1;  non  lo  trova  e  in  vece  sua  uc- 
clde  Agostino  Gonzagni,  1-3;  con  i  pred.  e  con 
Matteo  Griffoni  h  capo  di  Bologna,  50-21 ;  i  man- 
dato  dal  Senato  con  Battista  Canetoll  ad  abbruclare 
II  mon.  e  la  chiesa  di  San  Mlchele  In  Bosco  per- 
ch^  i  nemici  non  vi  si  fortifichino,  21,  18-21;  gli  h 
narrata  da  Giovanni  Beroaldl  l'aggresslone  subita 
da  parte  di  un  servo  di  Lodovico  Canetoli  (an.  1431), 
25,  35-37;  si  arma  e  manda  a  sfidare  Lodovico  che 
non  ne  ha  colpa  e  glielo  fa  intendere,  37-43;  un  suo 
servo  ingiuria  in  nome  suo  Battista  Canetoli  che 
gli  rlsponde  piCi  gravl  ingiurle,  43-47;  per  intervento 
di  amic!  comunl  si  rappacifica  apparentemente  col 
pred.,  47-48;  va  alla  Certosa  quale  ambasc.  d.  Senato 
per  intendersi  con  Giovanni  Bosco  circa  l'esecuzione 
d.  capitoli,  29,  26-27;  avvisato  dl  un  complotto 
ordito  dai  Bentivoleschi  per  occupare  San  Glovan- 
nl  In  Persiceto  vi  manda  Gaspare  Canetoli  con 
Tommaso  Ghisilierl  e  duecento  fantl  a  impedirlo, 
30,  26,  28;  in  seguito  al  ferlmento  di  Bartolomeo 
Preti  si  arma,  ma  non  esce  di  casa  (an.  1432),  31, 
32-35;  s'incontra  nel  pal.  d.  Signori  con  Battista 
CanetoH,  38-39;  esortato  dal  Venti  d.  Consiglio  a 
fare  pace  col  pred.  per  11  bene  d.  c.  sl  rappaclfica 
di  buon  animo,  39-47;  ma  da  molti  non  h  creduto 
sincero,  47-48;  s'intende  col  governatore  per  racciare 
Battista  dl  Bologna  e  ridurla  libera  sotto  la  Chiesa, 
32,  12-15;  cf.  22-33;  si  reca  armato  in  San  Petronio, 
23,  e  di  Ik  si  ritira  a  San  Procolo,  26;  al  Trebbo 
de'  Carbonesi  si  Incontra  con  il  Canetoli  pred.  e  sta 
per  venire  alle  manl,  35-36;  si  frappone  Giovanni 
Griffoni  che  persuade  entrambi  a  deporre  le  armi, 
36-38;  si  reca  in  Senato  dove  e  fatto  riconciliare  col 
Canetoli,  39;  molti  suoi  fautori  temono  d.  loro  vita 
in  segulto  al  bando  d.  governatore  e  partono  di 
c,  41-42;  uscito  di  Pal.  con  Bonifacio  Gozzadini  h 
accompagnato  a  casa  dal  Canetoli  e  da  Tommaso 
Ghlslllerl,  43-44 ;  per  castigarne  TorgogHo  il  Senato 
bandisce  e  confina  Tommaso  e  Giaconio  suoi  fra- 
telli,  45-47;  si  adira  contro  il  Gozzadini  che  1'aveva 
consigliato  ad  andare  in  Pal.,  47-43;  parte  di  Bolo- 
gna,  49;  appresa  la  venuta  d.  Canetoli  a  Panigale 
ne  fugge  e  si  reca  a  Vignola  de'  Grassoni,  33,  4-5; 
i  suol  fratelli  vanno  pr.  Anton  Galeazzo  Bentlvo- 
glio,  5;  tenta  con  i  Griffoni  dl  cacciare  di  Bolo- 
gna  1  Canetoli  e  introdurvi  i  banditi  e  fuorusciti 
con  il  Bentivoglio  (an.   1433),  35,  14-16  5  con  i  fra- 


telll  e  gli  amici  st  presenta  a  porta  San  Kclice,  39- 
41 ;  toglle  Pacqua  dal  canale  di  Rcno  e  tenta  pe- 
netrare  In  c.  per  la  taracinesra  che  cerca  aprire,  41- 
42;  2:  resplnto  dal  popolo  in  arnil,  44-46;  si  ritira  a 
Borgo  Panigale,  50;  con  il  Bentivoglio  e  gii  altrl 
Zambeccarl  ne  parte  e  xi  reca  a  Casteifranco,  che 
spera  avere  per  trattato  concluso  con  Gioranni 
Merlo,  36,  1-2;  falllto  il  complotto  va  a  Spilamberto 
nel  Modenese,  2-4 ;  dopo  I'uccisione  d.  fratello  Tom- 
maso  h  dal  pp.  fatto  prendere  In  Firenze  e  man- 
dato  prlgloniero  nella  rocca  di  Naral  (an.  1435), 
46,  13-16;  rlr.,  21;  perdonato  torna  in  patria  e  si 
rappacifica  con  Battista  Canrtoll  (an.  1439),  57,  33- 
34 ;  ^  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato  (an.  1440), 
62,    1-5;    t,   44-45. 

Zambeccari  Bartolomko.  Da  Giulio  JI  gli  h  afiidata  la 
custodia  di  porta  d.  Lame  (an.  1506),  357,  30;  h 
el.  dal  pp.  d.  Quaranta  Consiglieri  e  RLformatori, 
358,  34,  37;  con  i  colleghi  Antonmaria  I>egnanl, 
Glrolamo  Lodovisi  e  Alberto  Carboneil,  per  auto- 
rit^  avuta  dal  leg.  e  dai  megiitratl,  raodifica  ia  tassa 
sul  beatiame  imposta  ai  contadini  (an.  1507),  367, 
11-18;  dal  Senato  di  Bologna  e  niandato  a  Mllano 
pr.  II  re  di  Francia  a  suppllcarlo  di  togliere  la  sua 
protezione  a  Giovanni  Bentivoglio,  376,  17-18;  con 
i  compagni  espone  al  card.  d'Amboise,  le  accuse  d. 
Senato  contro  Giovanni,  22-31 ;  11  quale  gii  risponde 
rlbattendo  efiicacemente  ogni  aocusa;  e  facendolo 
vergognare  allorciie  accenna  di  averlo  salvato  quan- 
do  si  era  reso  colpevole  di  falsificazione  di  monete, 
32-43,  ottenendone  poi   la   mercede  presente,  43-46.  ^ 

Zambeccari  Boitifacio  figlio  di  Carlo,  6,  l;  11,41;  12, 
38;  prende  parte  a  un'adunanza  indetta  dai  Cane- 
toli  contro  il  leg.  di  Bologna  Alamanni  (an.  1428), 

5,  42-44;  6,  1;  approva  che  si  prendano  le 
armi,  12-13;  con  gli  altri  si  impadronl- 
sce  d.  Piazza  e  appicca  11  fuoco  al  Pava- 
glione  d.  Bozzoli,  14-ls;  h  el.  degll  Anziani 
per  porta  San  Procolo  (an.  1429),  II,  41-42;  com- 
missarlo  con  il  fratello  Tommaso  a  Castelfranco 
fugge  e  si  afforza  nella  rocca  piccola  quando  11  ne- 
mico  entra  nel  castello,  12,  38-40;  h  costretto  ad 
arrendersi,  42-44 ;  h  trattenuto  dal  Tolentino  pr.  di 
Bh  sino  alla  sottomissione  di  Bologna,  44-45;  e  clt. 
al  pal.  d.  governatore  insieme  a  Battista  Canetoli 
(an.  1432),  32,  27-29;  e  preso  alla  sprovvista  da  Lo- 
dovico  e  Baldassarre  Canetoli  in  Borgo  Panigale, 
33,  1-2;  h  condotto  prigioniero  a  Bologna,  6. 

Zambkccari  Cambio  padre  dl  Giacomo,  6,  1-2;  106,  46. 

Zambeccari  CarLo  padre  di   Bartolomeo,    10,  47;  62,  5; 

di  Bonifacio,  6,  1;  11,  42:  12,  38;  dl  un  altro  Carlo, 

6,  1;  di  Tommaso,  1;  7,  3;  12,  38;  14,  11;  22,  4;  di 
Giacomo,  32,  42. 

Zambeccari  Carlo  [Carolo]  figlio  di  Carlo,  6,  I;  pigiia 
parte  a  un'adunanza  indetta  dai  Canetoli  contro  il 
leg,  di  Bologna  Alamannl  (an.  1428),  5,  42-44:  6,  I: 
approva  che  si  prendano  le  armi,  13-13; 
con  gli  altrl  si  impadronisce  d.  Piazza  e 
ap  pic  ca  il  f  uoc  o  o  I  P  a  vagl  io  n  e  d.  Bozzoli, 
14-15;  porta  la  bandiera  d.  Chiesa  innanii  al  nuovo 
governatore  Giovanni  Bosco  (an.  1431),  29,  44-45:  i 
el.  dei  Priori  per  11  mese  di  febbraio  (an.  1441),  68, 
38;  h  degli  Anziani  per  11  settembre-ottobre  (an, 
1445),   111,7-9;  di  nuovo  degli  Anziani  per   Porta 


[Zambeccari  Carlo-Zancari  Alberto]  INDICE  ALFABETICO 


797 


San  Procolo  dl  novembre  e  dicembre  (an.  1446), 
118,  17;  da  Perugia  scrire  al  reggimento  di  Bologna 
i  dannl  d.  terremoto  a  Citta  di  Castello  e  a  Perugia 
(an.  1458),  165,  25-26. 

Zambkccari  Giacomo  figlio  di  Carlo  e  fratello  di 
Tommaso  e  di  Bartolomeo,  32,  42;  in  segnito  al  ban- 
do  d.  governatore  teme  per  la  sua  vita  ed  esce  di 
Bologna  (an.  1432),  iO-ii;  h  bandito  e  confinato  dal 
Senalo,  45-47 ;  non  va  ai  confinl,  ma  fermatosi  a 
Borgo  Panigale,  manda  a  ingiuriare  i  Canetoli,  49- 
50;  impresta  al  com.  di  Bologna  trecento  scudi  e  ne 
dlviene  tesoriere  (an.  1440),  62,  20;  interviene  alla 
messa  fatta  celebrare  dal  Senato  di  Bologna  in  San 
Giacomo  il  giorno  di  Santa  Monica,  63,  4. 

Zambeccari  Giacomo  [lacomo]  figlio  dl  Cambio,  6,  1 ; 
106,  40;  138,  4  ;  plglia  parte  a  un'adunanza  indetta 
dai  Canetoli  contro  11  leg.  di  Bologna  Alamanni 
(an.  1428),  5,  42-44;  6,  l-2;approva  che  sipren- 
dano  ie  armi,  9,  12-13;  con  gli  altri  si  im- 
padronlsce  d.  Piazza  e  appicca  11  fuoco 
al  Pavaglione  d.  Bozzoli,  14-15;  la  sua  casa 
h  saccheggiata  e  incendiata  (an.  1445),  106,  42-46; 
partecipa  alla  spedizione  d.  fuorusciti  per  rientrare 
in  Bologna  (an.  145 1),   138,  4. 

Zambeccari  Giacomo  figlio  di  Ambrogio,  73,  34;  padre 
di  un  altro  Giacomo,  108,  31-32;  h  mandato  con  altri 
ambasc.  al  duca  di  Milano  per  chiedergll  la  libera- 
zione  di  Annibale  Bentivogllo  e  d.  due  Malvezzi 
imprigionati  da  Francesco  Piccinino  (an.  1442),  73, 
33-34. 

Zambeccari  Giacomo  figlio  dl  Giacomo;  seguace  d.  Ca- 
netoH,  e  bandito  di  Bologna  (an.  1445),  108,  31-32. 

Zambeccari  Giovanni  h  el.  Gonfaloniere  d.  popolo  per 
porta  San  Procolo  (an.  1428),  6,  45. 

Zambeccari  Nicolo  h  el.  degli  Anziani  per  porta  San 
Procolo  (an.  1428),  6,  41-42;  el.  degU  Otto  di  Balla 
d.  pace,  7,  6,  8-9;  risponde  in  Consiglio  d.  Sessanta 
a  NlcoI6  Ariosti,  che  ignora  chi  siano  coloro  che 
vogliono  turbare  la  pace  (an.  1430),  18,  24-26;  h  con 
altri  el.  dal  Senato  di  Bologna  ambasc.  al  pp.  per 
la  pace  (an.  1431),  25,  8-IO;  ric,  28;  non  parte  pii^ 
avendo  il  leg.  negato  11  salvacondotto,  13-24  ;  sono 
presentatl  i  capitoli  d.  pace  al  pp.  anche  in  suo 
nome,  26,  24-28 ;  el.  da  Eugenio  IV,  per  porta  San 
Procolo,  d.  Venti  commissari  deputati  alla  creazione 
d.  magistrati  d.  c,  27,  23,  26;  dl  nuovo  designato 
dal  Scnato  di  Bologna  ambasc.  al  pp.  per  rallegrarsi 
d.  sua  elezione,  non  pud  entrare  in  Roma  a  caglone 
d.  guerra  mossa  al  pp.  da  Antonlo  Colonna,  30,  6-9; 
rallentate  le  ostiliti  pu6  complere  la  sua  misslone ; 
fe  ben  accolto  dal  pp.,  17-18;  torna  a  Bologna,  19; 
h  rieletto  d.  Venti  consiglieri  (an.  1432),  31,  14. 

Zambbccari  Pandolfo  partecipa  alla  spedlzione  d,  fuo- 
ruscitl  per  rientrare  in  c.  (an.  14S1),  138,  6. 

Zambeccari  Paolo  [PoU  Zamheccari].  Dal  Senato  h  man- 
dato  ambasc.  a  Giulio  11  a  SanfArcangelo  (an.  1S06), 
345,  45-47;  glunto  a  Cesena  col  compagni  h  rag- 
glunto  da  un  messo  dl  Glovanni  Bentivoglio  che 
loro  fa  premura  di  passare  su  terrltorlo  venezlano 
essendo  stato  ucciso  in  Bologna  Bernardino  Gozza- 
dlni  amato  dal  pp.,  46-346,  1-17;  va  a  Cervia  e  di 
li  chiede  un  salvacondotto  a  Giulto  II  che  lo  ac- 
corda,  17-21 ;  recatosi  con  gli  altri  a  SanfArcan- 
gelo  gll  h  proibito  dal  pp.  di  partire  senza  licenza, 


21-23;  rimanda  a  Bologna  11  suo  seguito  tronne  un 
servitore,  23-24. 

Zambeccari  Tommaso  [Tomaso,  TomS\  figlio  di  Carlo, 
6,  1;  7,  3;  12,  38;  14,  11,  22;  fratello  dl  Giacomo 
e  di  Bartolomeo,  32,  42;  prende  parte  a  un'adu- 
nanza  indetta  dal  Canetoli  contro  11  leg.  di  Bolo- 
gna  Alamanni  (an.  1428),  5,  42-44;  6,  1;  approva 
che  si  prendano  le  armi,  12-13;  con  gll  al- 
tri  sl  impadronisce  d.  Plazza  e  applcca 
11  fuoco  al  Pavaglione  d.  BozzoU,  u-15; 
h  el.  d.  Sedici  Riformatori  d.  Stato,  7,  1,  3;  cf.  9, 
11;  h  el.  dei  Dieci  Riformatorl  (an.  1429),  11,  43, 
45-46;  essendo  con  11  fratello  Bonifaclo  a  Castel- 
franco  fugge  e  si  afforza  nella  rocca  piccola  all'en- 
trare  d.  nemici  nel  castello,  12,  38-40;  h  costretto 
ad  arrendersl  col  fratello,  42-44;  h  trattenuto  dal 
Tolentino  pr.  di  se  sino  alla  sottomisslone  di  Bo- 
logna,  44-45;  e  dato  ostaggio  al  leg.  in  osservonza 
d.  patti  d.  pace  (an.  1 430),  22,  2-4 ;  si  reca  a  Forll 
ove  deve  rimanere  sino  al  ritorno  d.  messo  spedito 
al  pp.,  6-8;  con  Battista  Canetoll  tratta  di  fare  avere 
Imola  ai  Bolognesi  e  ordina  a  Nicol6  Fortebracclo 
cap.  d.  soldati  Fiorentini  di  trovarsi  cola  per  en- 
trarvi  (an.  1431),  24,  4-8;  ma  la  congiura  e  scoperta, 
8-9;  parte  dt  Bologna  temendo  per  la  sua  vita  in 
segulto  al  bando  d.  governatore  (an.  1432),  32,  40- 
42;  h  bandito  e  confinato  dal  Senato,  45-«7;  non  va 
al  confine,  ma  fermatosi  a  Borgo  Panigale  manda 
a  ingluriare  i  Canetoli,  46-50;  torna  a  Bologna  (an. 
1435).  'i4.  34-35;  &  chlamato  dairOffida  mentre  col 
governatore  e  il  Bentlvoglio  ascoitava  la  messa  in 
Pal.,  45,  16-18;  h  intrattenuto  dal  pred.  In  vani  ra- 
gionamenti  sino  a  che  non  h  ucciso  11  Bentivoglio, 
18-20;  allora  h  irabavagliato  e  Impiccato  nella  sala 
dl  re  Enzo,  34-36;  ct.  46,  1,  12-13;  da  uomlnl  del- 
I'Ospedale  d.  Morte  h  sepolto  col  Bentivogllo  a  San 
Cristoforo  del  Balladuro,  45,  36-40;  per  glustificarne 
l'uccisione  i'Ofl5da  afferma  che  aveva  trattato  di  dare 
la  c.  al  Visconti,  46,  3,  8-9;  1  suoi  eredi  imprestano 
al  com.  dl  Bologna  trecento  scudi  e  ne  diventano 
tesorieri  (an.  1440),  62,  23. 

Zambia  Giacomo  Maria  [Giambia]  da  Milano;  giostra 
nel  torneo  in  Bologna,  tenutosi  per  definlre  se  la 
Sapienza  o  la  Fortuna  prevalga  nelle  cose  umane 
al  seguito  dl  Annibale  Bentivoglio,  paladino  d.  For- 
tuna;  h  ascritto  alla  sesta  squadra  vestita  alla  sel- 
vaggia  (an.  1490),  259,  33-35;  la  sua  parte  resta 
vittoriosa,  262,  17-19;  esce  dl  Bologna  col  Bentivo- 
gllo  suol  amici  (an.  1506),  348,  41;  349,  12. 

Zambonelli  GiovA^fNi  [Giovanni  Zamboncllo^  seguace 
d.  Canetoli,  6  bandito  dl  Bologna  (an.  1445),  108,  38. 

Zamboni  Giovanni  contadino  bolognesc;  fa  un  dono  a 
Sante  Bentivogllo  per  le  nozze  (an.   1454),   151,  24. 

Zamisi  Cislao  V.  Zanesi  Agisllao. 

Zampa  (II)  V.  Siga  (Dal/a)  Antonio  detto  il  Zampa. 

Zamfolini  Michele  h  nelPesercito  dl  Bartolomeo  d'AI- 
vlano;  rimane  prigloniero  d.  Fiorentinl  (an.  1505), 
337,  45. 

Zancari  (famiolia)  \Enoch\  Sono  fuoruscltl  dl  Bologna 
(an.  1450),    134,  3i,  37. 

[ZA^fCARl]  Albkrto  [Alberto  di  Pietro  di  Bnoch,  ....  di 
Pietro  -VocA]  figlio  di  Pletro,  89,  5-»;  97,  31;  h  tra 
gll  Incarlcatl  dl  applicare  i  provvedimentl  fiscall 
deliberatl  dal  Consigllo  d.  Seicento  (an.  1443),  88, 


798 


INDICE  ALFABETICO      [Zancari  Alberto-Zellni  GiovanniJ 


t3-89,  l-«t  h  nomlnsto  per  port«  Stn  Procolo  d. 
Commlulone  Incartcata  d.  elezlonl  agll  ufflcl  (an. 
1443),  97,  33-35,  31 ;  un  suo  flglio  h  trovato  naicosto 
in  una  fogna  con  Battlita  Canetoll  (an  144S),  105, 
37-31. 

[Zancari]  Girolamo  [leronimo  di  Enoeh,  di  Noeh]  av- 
Tlsa  II  Senato  bolognese  d.  f  dl  Ercole  Malvezzl 
ferlto  dal  Turchl  a  Scutari  (an.  1478),  218,  «-11; 
icrire  anche  che  I  Turchi  scoccano  coti  gran  nu- 
mero  dl  saette  contro  la  c.  che  gli  abitantl  se  ne 
serTOno  Inyece  di  legna  per  il  fuoco,  11-13;  capo  di 
squadra,  ra  con  Glovanni  Bentivoglio  contro  i  Ve- 
nezianl  (an.  1483),  228,  13;  combatte  ncl  torneo  in 
Bologna,  tenutosl  per  deiinlre  se  la  Fortuna  o  la 
Sapicnza  prevalga  nelle  cose  umane,  al  segulto  dl 
Annibale  Bentivoglio  e  dl  Gilberto  Pio  paladini  d. 
Fortuna ;  i  ascritto  alla  seconda  squadra  yestlta 
alla  turca  (an.  1490),  259,  2J;  la  sua  parte  rimane 
vincitrlce,  262,  17-19. 

[Zancari]  Noft  \Bnoch,  Noch\  padre  dl  Girolarao,  218, 
9;  228,  13;  259,  13;  di  Pietro,  89,  5. 

[Zancari]  Piktro  [Pietro  di  Enoch,  Pietro  Noeh\  figllo 
dl  Noi,  89,  5;  padre  di  Alberto,  S-6;  97,  31. 

Zanchini  mercanti  bolognesi;  un  loro  messo  h  ucciso 
pr.  Lo]ano  e  sTaligiato  dl  clnquemila  ducatl  che 
raandavano  a  Flrenze  (an.  1505),  341,  45. 

Zanchini  GiROLAMO.  Trovandosi  a  passare  pr.  la  torre 
degli  Asinelli  nel  momento  che  e  colpita  da  un 
fulmine  cade  tramortlto  (an.  1493),  269,  38-40;  tor- 
nato  a  casa  f  di  paura,  40-41. 

Zankchino  V,  Malvtti  Z. 

Zanesb  V.  Genesio. 

Zanesi  Agamennonb  fe  confinato  (an.  1507),  362,  47-48; 
partecipa  alla  congiura  in  favore  d.  Bentivoglio 
(an.   1508),  380,  3. 

Zanesi  A0ESII.A0  [Cislao  Zanest,  Cislao  Zamisi !\  araico 
d.  Bentivoglio  h  confinato  come  sospetto  (an.  1507), 
362,  33-34,  37 ;  fe  multato  In  ottocento  ducati  per 
la  ricostruzione  d.  pal.  Marescotti  (an.  1508),  386, 
47;  389,  11;  i  confinato  perchi  amlco  d.  Bentivo- 
glio,  388,  43. 

Zanbtini  V.  Zanettini  o  Zannettini. 

Zanetti  o  Zannetti  Battista  figlio  dl  Serero,  251, 
48-49;  nemlco  d.  BentiTogllo;  fe  visltato  da  Glovannl 
Malvezzi  che  lo  induce  nella  congiura  contro  Gio- 
Tannl  BentlTOgHo  (an.  1488),  249,  17-M;  profferisce 
l'opera  anche  di  un  suo  amico  Petronlo  Scanelli, 
armigero  d.  Bentivoglio,  che  aveva  in  custodia  la 
porta  d.  pal.  dl  Glovanni,  che  aprirebbe  quando  si 
Tolesse,  20- J4 ;  la  sua  offerta  h  accettata  dai  conglu- 
rati,  34-35;  fallita  la  conglura  si  nasconde  In  una 
cloaca,  ma  troTato  h  implccato  al  merli  d.  pai.  d. 
pod.,  251,  48-252,  1-2. 

Zanktti  o  Zannetti  GiovANHi  partecipa  alla  conglura 
ordlta  da  Gaspare  Scappi  in  favore  d.  BentlToglio 
(an.  1508),  380,  13;  h  cit.  dal  Senato  a  difendersi, 
392,  33. 

Zanetti  o  Zaknetti  Melchiorkb  procuratore  causl- 
dlco;  h  d.  Venti  d.  popolo  pel  quartiere  di  porta  San 
Piero  (an.  1506),  352,  6-7;  h  dal  popolo  el.  ambasc. 
*1  pp.,  353,  26;  ra  ad  Imola  con  tre  compagni,  28- 
39;  sono  assal  ben  riceTutl  da  Giulio  II  che  11  in- 
trattiene  aulle  cose  di  Bologna,  24-30;  riferlscono  al 
Senato  le  buone  dlsposizloni  dl  Giulio  11  e  ne  an- 


nunziano  Parrlro  In  Bolog^a  per  San  Martlno  In- 
■lerae  ai  cardlnall,  32-35;  ^  mandato  dal  Senato  con 
altrl  due  ambaic  al  re  dl  Francla  a  pregarlo  dl 
togliere  la  sua  protezione  a  Giorannl  BentlToglio 
(an.  1507),  376,  17-18. 
Zanetti  o  Zannetti   Skvbro   padre  di    Battlita,  251, 

48-49. 

Zanettini  o  Zannettini  Cristoforo  fa  un  preiente 
aile  nozze  di  Giulio  MalTezzl  (an.  1464),  184,  34. 

Zanettini  o  Zannettini  GiovANNi  [Giovamni  Zanetini\ 
padre  di  Toramaio,  88,  45. 

Zanuttini  o  Zannettini  Girolamu  [yeronimo  Zanntt- 
tino\  interviene  come  rappresentante  d.  Senato  al- 
1'esame  fatto  dal  pod.  al  colpevoll  d.  conglura  con- 
tro  il  Bentivoglio  (an.  1488),  251,  36-37;  f  ed  i  le- 
polto  nel  chiostro  d.  fratl  dl  San  Uomenico  (an. 
1493),  273,  3j-39. 

Zanettjni  o  Zannettini  Tommaso  [Tomma$o  Zanetini\ 
figllo  dl  Glovanni,  88,  45  ;  h  tra  gli  Incaricati  dl  at- 
tuare  l  provvedimentl  fiicall  deliberatl  nel  Consi- 
glio  d,  Seicento  (an.  1443),  41-45;  h  eL  degU  An- 
zianl  di  Bologna  per  porta  San  Procolo  (an.  1445), 
100,  24-25;  h  d.  Coinmissione  incaricata  di  custodlre 
I  valorl  raccolti  per  la  Crociata  (an.  1455),  160,  38-41. 

Zani  Francksco  el.  Gonfalonlere  d.  popolo  di  Bologna 
dal  pp.  Giullo  II  pel  quartiere  di  porta  Ravegnana 
(an.  1506),  359,  44-45. 

Zani  Giovanni  [Giovanni  di  Zano\  fa  un  presente  alle 
nozze  di  Giulio  Malvezzi  (an.   1464),  184,  29. 

Zani  Pellegrino  [Pellegrino  di  Zano]  fa  un  presente 
alle  nozze  di  Giullo  Malvezzl  (an.  1464),  184,  47. 

Zannetti  V.  Zanetti. 

Zannkttini  V.  Zaneitini. 

Zannino  V.  Poiisseni  Z. 

"  [Zanohni  Pibtro)  [Pler   Zanolint]  ric,  XVII,  si-sS  „. 

....Zanotto  da  Valle  contadlno:  fa  un  dono  a  Sante 
Bentivoglio  per  le  nozze  (an.  i4$4),  151,  31. 

Zantarblla  Giovanni  seguace  d.  Canetoll,  i  bandito 
dl  Bologna  (an.   144S),   108,  38-39. 

Zappolino  (Da)  Giuliano  parteclpa  alia  conglura  or- 
dita  da  Gaspare  Scappl  in  favore  d.  BentlTogllo 
(an.  1508),  380,  14. 

Zarabelli  Agnusdbo  congiura  dl  fare  entrare  i  nemici 
in  Bologna  (an.  1428),  11,  15-24;  h  scoperto,  25-26, 
28-39  ;gli  h  tagliata  la  testa  (an.  1429),  12,  15-16. 

Zarlottino  V.  Mantici  Z. 

Zazzarini  fuorusclti  dt  Bologna  (an.  1450),  134,  32-39. 

Zazzkra  (Dalla)  V,  Sckiavi  dalla  Zattera  G. 

Zazzerino  [Zaxtarino]  v.  anche  Fieschi  Z.,  Antonio  detto 
il  Zazterino. 

Zecca  (Dalla)  Giovanni  raultato  In  trecento  ducati 
per  la  ricostruzione  d.  pal.  Marescottl  (an,  1508), 
388,  43. 

Zbcoa  (Dalla)  Rodolfo  bandito;  perdonato  torna  in 
Bologna  (an.  1439),  57,   36. 

Zecchino  V.   Campello  conte  Z. 

Zblanda  (conte  PaLatino  Dl)  [Pa/atinus  Zelandiae\ 
tltolo  deirimp.  Massimillano,  279,  19-20. 

Zblini  Don  Carlo  araico  d.  Bentivoglio ;  h  confinato 
come  soipetto  e  gll  sono  tolti  i  benefici  (an.  1507), 
362,  33-34. 

ZeLINI  Giovanni  [Giovanni  di  Ze/ino]  padre  dl  Lodo- 
Tico,  147,  36;  h  el.  degli  Anzianl  di  Bologaa  (an. 
1430),  17,  26,  29. 


[Zelini  Lodovico-. . . .  Zutta] 


INDICE  ALFABETICO 


799 


Zeliki  Lodovico  [Lodovieo  dt  Zelino]  figlio  di  GioTanni, 
scalco  di  tavoia  alie  nozze  di  Sante  Bentivogilo  (an. 
14S4),    147,  30-33,  36. 

Zbnesio  V.   Genesio. 

Zeno  (San)  ric,  230,  42. 

[Zeno  Giovanni  Battista]  card.  di  Santa  Maria  in 
Portico;  venezlano,  passa  di  Boiogna  e  ailoggia  in 
vescovado  (an.  1493),  272,  32-33 ;  ii  di  seguente  parte 
per  Modena,  33. 

Zknzarini  Gaspare  fa  un  presente  aiie  nozze  di  Giuiio 
Malvezzi  (an.  1464),  184,  31. 

ZsNZlFABBRl  V.  Gtngifahbri, 

Zerbi  GabrieLb  [GaMei/o  Zerio]  presenta  al  coiiegio 
d.  dottori  in  Padova  Paolo  Glieilini  (an.  1498), 
295,  49. 

Zero  1)1  Bbnb  h  priore  d.  Compagnia  d.  Morte  (an. 
1437).  5,  10. 

Z121M  figllo  di  Maometto  II,  223,  9;  frateiio  di  Baja- 
zet  II  sultano  di  Costantinopoli,  254,  42;  viene  in 
potere  d.  Gran  Maestro  di  Rodi  Pletro  d'Aubus- 
son  (s.  a.),  42-43;  Bajazet  prega  Innocenzo  VIII  a 
trattenerio  per  non  averlo  competitore  nelio  stato 
(an.  1489),  41J-44. 

ZizzA  PiETRO  deii'Arte  d.  Pelacani;  dal  Senato  di  Bo- 
logna  h  incaricato  col  pod.  e  aitri  sette  cittadini 
di  punire  i  delinquenti  (an.   1430),    23,  21-26. 

ZocCHiNi  Andrka  bandito  dl  Boiogna,  va  a  Riminl  a 
trovare  Luigi  Veneziani  (an.  1493),  273,  10;  con 
questo  e  con  Girolamo  Caizoiari  pensa  dl  tornare 
per  grazia  In  Boiogna  mediante  i'ucci8ione  di  uno 
de'  Maivezzi,  lo-U;  va  a  Cesena  e  nella  ciiiesa  dl 
San  Francesco  uccide  Antonio  Malvezzi,  14-15;  fug- 
ge  di  c,  15;  inseguito  da  balestrierj  di  Bologna  & 
ucciso,  15-17;  gii  h  troncato  ii  capo  clie  viene  espo- 
sto  alle  Boliette,  17-19. 

ZoccHiNi  Bartolombo  cit.  a  difendersi  dai  Senato  dl 
Boiogna  (an.   iJoS),  392,  21. 

ZoccHiNi  Bernaruo  cit.  a  difendersi  dal  Senato  di  Bo- 
logna  (an.  1508),  392,  22. 

ZoccHiNi  GlROLAMO  cit.  a  dlfendersi  dal  Senato  di  Bo- 
logna  (an.  1508),  392,  20. 

ZoccoLANTi  (prati)  V.  Minori  (fraii). 

ZOEN  V.    Giovanni. 

ZoLA  Prbdosa  [Zola,  Zotla  Predosa,  Zola  Predoia].  Vi 
si  .recano  bande  deU'esercito  d.  Ciiiesa  (an.  1440), 


64,  18;  fa  un  dono  a  Sante  Bentivogiio  per  le  sue 
nozze  (an.  1454),  150,  26;  costo  dell'uva  (an.  1490), 
262,  46;  danni  arrecativi  dal  terremoto  (an.  1505), 
334,  15-17. 

ZoLLA  Prkdosa  V.  Zoia  Predota. 

ZoLLO  I  V.  Zone. 

ZoNARi  Antonio  iiiatore;  avendo  rubato  d.  seta  aflSda- 
tagli,  per  assicurarsi  daila  giustizia  va  a  Modena  e 
tratta  con  Gaieotto  Canetoli  di  introdurlo  in  Bo- 
logna  (an.  1451),  140,  12-15;  tornato  a  Bologna  e 
scoperto  ii  trattato  h  impiccato,  15-16, 

ZoNCHi  Brancadbllo  [Brancadalle]  dottore;t  (an.  1439), 
60,   25. 

ZoNE  da  Serravalle  \Zollo  da  Serravalle !]  h  decapl- 
tato  per  avere  trattato  di  dare  Serravaile  ai  Fio- 
rentini  (an.  1441),  70,  8-9. 

ZoNi  ToMMASo  [Tomi  Zono]  seguace  d.  Canetoli  h  ban- 
dito  di  Bologna  (an.   1445),   109,  10. 

ZoNiNl  Cristoforo  [Christophoro  di  Zonino]  orefice;  pren- 
de  parte  ali'uccisione  di  Annibale  Bentivoglio  (an. 
1445),  103,  28-31,  e  d.   Marescotti,  31-36. 

ZoNO  V.   Giovanni. 

ZoNTiNi  sono  fuorusciti  di  Boiogna  (an.  14S0),  134 
32-37. 

"  Zoppi  GlROLAMo  [Girolamo  Zopfio]  ta.  un  sonetto  in 
lode  d.  famiglia  Fasanini  [s.  a.],  XXIII,  1-3;  sua 
poesia  gratulatoria  nei  primo  vol.  Af^ Historia  di 
Bologna  d.  Ghirardacci  (an.  1596),  LII,  19-31,. 

ZUCCATA   V.    AstOlfi   Z. 

ZuccoLi  Antonio  giostra  nel  torneo  in  Boiogna  tenu- 
tosi  per  definire  se  la  Sapienza  o  ia  Fortuna  pre- 
valga  nelle  cose  uraane,  al  seguito  dl  NicoI6  Ran- 
goni  paladino  d.  Sapienza;  h  ascritto  alla  prima 
squadra  vestita  alPItaiiana  (an.  1490),  258,  25-26, 
28;  la  sua  parte  soccombe,  262,  17-19. 

ZUONO  (Dal)  [Dal  Giogno]  sono  fuorusciti  di  Bologna 
(an.   1450),    134,  32,  39. 

ZuMlONOLA  [Ginignuola]  canale  tra  Carpl  e  Correg- 
glo,  85,  12;  vi  si  ferma  Battista  Canetoli  e  la  sua 
scorta  (an.  1443),  12-13. 

Zustpiiania  V.  Zutphen. 

ZUTPHBN  (coNTE  PalatINO  Di)  [Palattnus  Zustphaniae] 
tttolo  dell'inip.  Massimiiiano,   279,  20. 

....  ZuTTA  uomo  d'arme ;  accompagna  Annibale  Benti- 
voglio  a  Boiogna  (an.  1438),  55,  2-3. 


[AA.  278-1426  aprile-maggio] 


INDICE   CRONOLOGICO 

[a  cura  della  dott.  Bianca  Distinti] 


278-312  -  "Zama  vesc.  di  Bologna,  CXXXV,  31-3J  „. 
312  -  *  II  vesc.  Faustiniano  succede  al  pred.,  CXXXV, 

32-33  ,. 
385  -  «Nascita  di  San  Petronlo,  CXXXV,  18;  sono  ag- 

gluntc  a  Bologna  la  porta  di  San  Procolo  e  la 

porta  di  San  Casciano,  19-20  „. 
1113  -  "  Grande  incendio  in  Bologna  clie  dlstrugge   ii 

Pal.  e  l'Arcliivlo  d.  c,  CXLIf,  4-9  „. 
1123  -   *  Norme  e  funzionamento   d.   repubbllca   bolo- 

gnese,  CXXXVIII,  35-CXXXIX,   l  ,. 
1194  -  "  Intorno  a  questo  tempo    il   vesc.    di    Bologna 

iia  il  titoio  di  principe,  CXXXIX,  23-26  ,. 
[1243  -  Trasporto  a  Bologna  di  una  spina  d.   Corona 

di  Nostro  Signore]  v.  1408. 
1264  -  *  Costruzione  d.  Duomo  dl  Orvieto,  XII,  22-27, 

"  »• 
1296  -  "  E   finlta   dl  fabbrlcare  la  torre   dell'Arrengo, 

XLV,  1-1,  „. 
1299  -  "  Ottolino  da  Mandello  fod.  di  Bologna  recatosi 

con  gli  Anziani  a  Castel  San  Pietro  alberga  in 

casa  di  Giacobello   Ghirardacci,  VII,  iS-io  „. 
1299  -  "  Pace  tra  i  parliti  in  Bologna  fer  opera  di  Bo- 

ni/acio   V/IT,  VII,  aj-j4;  in   seguito   alla   gualt 

Princivalle   Ghirardaeci   rientra  in  Bologna,  »b- 

'7  n- 

1304  -  "Supplica  d.  monaci  dl  San  Felice  acciocchb 
Intervengano  i  maglstrati  aila  festa  di  aicuni 
santi  di  Bologna,  cl6  clie  fe  accordato,  XLIV, 
S-9,. 

1308  dicembre  20  -  "  Giacomo  Ghirardacci  i  dai  Rettori 
della  soc.  d.  Sarti,  ciii  sfettava  il  governo  di 
Rocca    Corntta,  fatto   eaf.  di  dotta   ttrra,  VII, 

1347  -  t  Taddeo  Pepoll,  339,  *9;  la  sua  sepoltura  i 
fatta  terminare  dal  suo  dlscendente  Guido  III 
circa  un  secolo  e  mezzo  piii  tardi,   339,   <9-50. 

1371  -  "  Ambatc.  boiognesi  con  Antonlo  o  Toniolo 
Bentivogtio  si  recano  dal  pp.  Gregorio  XI,  che 
11  rlceve  malamente,  nt  il  vuole  ascoitare, 
LXXXI,  13-18,. 

1374  -  "Testamento  di  Antonlo  o  Toniolo  Bentivo- 
gilo,  LXXXI,  4-7,  18-19,  26  „. 

1379  -  "  Francetco  da  Vladagoia  t  »ul  tormento,  LXXXI, 
20-22  _. 


1381  -  "Bllancio  di  Boiogna,  CXXIX,  U-ao  „. 

1395  gennaio  1  -  "  Eiezione  d.  maglstrati  nuovi  dl 
Bologna,  LXV,  1-2  ,. 

1395  aprile  27  -  "  Azzo  d'Este  coifaiuto  d.  conte  da 
Barbiano  entra  nei  Ferrarese;  li  march.  Nicoi6, 
manda  per  aiuto  ai  Bolognesi  e  al  Florentinl 
che  gll  inviano  il  conte  Corrado  dl  Altenberg 
con  soldatl,  LXV,  3-8  „. 

1395  -  "II  pred.  con  1  Ferraresi  assale  Azzo  a  Porto 
lo  vince  e  fa  prigloniero  con  molti  d.  suol  e 
poi  lo  vende  ad  Astorre  Manfredi,  LXV,  9-15,. 

•1395  maggio  1  -  "  Giangaieazzo  Visconti  contedi  Virt{i 
h  creato  duca  di  Mliano  dallMmperatore  Ven- 
cesiao  per  centomila  ducati  d'oro,  LXV,  I8-20; 
convito  e  feste  date  dal  nuovo  duca  per  la  nia 
elezione,  21-25  „. 

1395  agosto  4  -  "Vlolento  uragano  al  monte  dl  San 
Luca  che  investe  la  chlesa  e  !1  contado,  quindi 
sl  estende  a  Ceretolo,  Casalecchio  dl  Reno, 
Santa  Maria  in  Monte,  Croce  del  Pero  e  piit 
oitre,  LXV,  26-30  „. 

1395  settembre  21  -  "  I  magtstrati  di  Bologna  stabili- 
scono  un  palio  annuale  da  corrersi  per  il  giorno 
dl  san  Petronio  da  Porta  Gailiera  alla  Piazza, 
LXV,  31-37  ,. 

*  E  trasportala  a  Boiogna  una  spina  d.  Corona 
di  Nostro  Signore,  CXL,  5-7,;  [v.  J34s]- 
"  Corre  voce  che  Alessandro  V  sia  morto  avve- 
lenatodal  card.  Baidassarre  Cossa,  CXLI,  6-9,  j; 
1'elezione  dl  Giovann!  XXIII  %  fatta  onesta- 
mente  e  non  per  denart,  9-11,  3  ,. 

1410  -  "  //  card.  dt  Spagna  alloggia  a  Cattel  San  Pie- 
tro  in  casa  di  Ghirardo  Ghirardacci,  VII,  s4-S?  »• 

1425  ottobre  21  -  h  imposto  da  Bologna  un   obbiigo 

agli    uomini   dl   San    Giovanni    in    Perstceto, 
109,  32. 

1426  -  Elezione  dei  nuovi  Anziani  e  magistrati  di  Bo- 

iogna  secondo   l'uso,  3,  3-4 ;  Antonlo  Petruccl 

dl  Siena  ne  h  pod.  e  cap.  e  Francetco  Koselil 

d'Arezzo  h  suo  vlcario,  4-5. 
1426  gennaio  27-28  —  Grande  nevicata,  3,  6-8. 
1426  -  li  veac.   Albergati   fa   rinnovare   tl   cappeilo   d. 

campanile  di  San  Pietro,  3,  9-13. 
1426  aprile-maggio  1   -  Spedizlone  fatta  dai  Vene- 


1408 


1410 


T.  XXXIII,  p.  I  —  51. 


802 


INDICE   CRONOLOGICO      (AA.  1426  apr.  magg.-1428  tig.] 


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zlant   e  dal   march.  Nleol&  III  d'Ette  contro 

l'etercIto  d.  duca  dl  MUano  In  Roraagna,  ter- 

minata  In  ioro  danno,  3,  13-39. 
aprile  3  -  Benedetto  Guidalotti   a   norae  d.   pp. 

Martino  V    e  Glovanni  Blancliettl  per   Anton 

Galeazzo  Bentiyoglio  stipulano  la  condotta   dl       1428 

queito  agil  ordinl  d,  pp.,  4,  1-5;  Martino  V  a». 

aolda  anclie  Annlbale  figlio  d.  pred.,  t-«;  "  ct.      1428 

XCIV,  21-21  „. 
maggio  -  II  duca  Filippo  Maria   Viiconti   dona 

Iraola  e  Forn  al  pp.  per  tmpedire  che  cadano 

in  mano  d.  Florcntini,  3,  30-32.  1428 

maggio  13  -  La  pred.  donazione  i  pubblicata  in 

Bologna  con  grandl  feste,  3,  33-36. 
maggio    14   ■    Lodorico   Alamannl   gOTernatore 

di  Bologna  va  con  grande  seguito  a   prendere 

possesso  dl  Imola  e  Forli    per  il  pp.,  4,   10-16. 
maggio  25  -  li  pred.  torna  a  Bologna  ricevuto 

con  grande  onore,  4,   17-1». 
maggio  27  -  Glunge  a  Bologna  il  brere  pontl- 

ficlo  che  nomina  card.  ii  goTernatore  Aiamanni, 

4,  30-31. 
maggio  -  I  frati  Predicator!  tengono  in  Bologna 

un  capitolo  generale  a  cul  convengono  in  grande 

numero,  4,  33-23. 
giugno  12  -  Antonio   di   Savola  iatore   d.   cap- 

peilo  cardinalizio   al   governatore   di    Bologna 

giunge  ai  Crociali,  4,  34-26. 
giugno  16  -  Lodovico  Alamanni   prende   solen- 

nemente  In  San  Petronlo  11  cappeilo  daiie  manl 

d.  vesc.  dl  Bologna,   4,   27-29,  e   convlta   moitl 

cittadini  al  suo  pal.,  29-31 ;  assume  ii  titoio  car- 

dinaiizlo  di  Santa  Ceciiia,  31-32,  41-43, 
giugno  18-11  vesc.  Nicol6  Albergati  parte  di  Bo- 

logna  per  Roma  chiamatovi  dal   pp.,   4,   33-34. 
luglio  3  -  L'Albergatl  contro  sua  vogiia  ^  fatto 

card.  d.  titoio  di  Santa  Croce  in  Gerusalemrae, 

4,  34-3» ;  dipoi  fe  dal  pp.  fatto  leg.  a  Venezia  e 

Milano  per  rappacificare  questl  statl,  39-41, 
luglio  3   -  t   Matteo   Griflfoni,   4,   43-45, 
luglio  19  -  Galeotto  Canetoll  sposa  una    Gozza- 

dini  e  Taddeo   Pepoli   una   Canetoii,    4,  46-47, 
settembre  17  -  Torna  a  Bologna  11  vesc.  Alber- 

gatl,  5,  1-4. 
settembre  20  -  II  pred.  parte  per  Venezla,  5,  5. 

-  Si  sviluppa  un  incendio  neila  torre  degli  Asl- 

nelll,  5,  6. 

-  Elezlone  degli  Anzlanl  e  magistrati  di  Boiogna 
secondo  i'uso,  S,  7. 

gennaio  21  -  Sono  poste  dal  leg.  e  dai  pod.  dl 
Boiogna  le  prime  pietre  delI'ospedale  costrulto 
dalla  Compagnia  d.  Morte,  5,  8-16,  /.  1428 

Ottobre  18-11  vesc.  dl  Aisisi  pone  la  prlraa  pie- 
tra  d.  chiesa  di  San  Girolamo  In  capo  alla 
Savonella  dl  Mlrasoie  fatta  costruire  da  venti- 
quattro  devotl  giovani,  5,  17-22;  1  pred.  vl  1428 
tanno  erlgere  un  oratorio  per  raccogliersl  a 
pregare,  22-24. 

-  Anton  Gaieazzo    Bentlvoglio   si    reca   a   Roma       1428 
dal   pp.   cordialmente   accolto,    5,    25-21;   ed    i 
creato  dai  pred.  conte  di  Campagna,  3S-3I. 

-  t  in  Bologna  Giovanni  Piazza,  5,  32.  1428 

-  Elezlone  d.  magistratl  nuovi  di  Bologna  secondo 

Tuso,  5,  33-34;  h  Gonfaloniere  dl  Giustizia  Lo-       1428 


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dorico  Muzzarelll,  34-35;  Luigl  Coionna  e  Lulgl 
da  San  Severlno  al  soido  dl  Bologna  sono  11- 
cenziati  dal  leg.  per  ararlzia,  3S-36;  i  Canetoli 
dellberano  di  cacclare  di  c.  11  pred.  venuto  In 
odlo  al  popolo,  36-6,  1-12. 

giugno  -  Gaspare  Malvezzl  i  el.  gorernatore  d'A- 
•coll  da  pp.  Martino  V,  6,  37-29, 

agosto  1  -  I  Canetoli  con  altrl  cittadlnl  li  impa- 
droniicono  d.  Plazza  e  lue  adiacenze,  6,  13-20; 
per  parte  d.  leg,  viene  ad  opporti  loro  Egano 
Lambertlnl,  che  perd  lia  la  pegglo,  21-26. 

agosto  -  Malgrado  I'interpotlzione  d.  vetc,  che 
credeva  dl  averli  rappacificati,  1  Canetoli  i'im- 
padroniscono  del  pal.  d.  cora.  e  di  quello  d,  pod. 
e  conducono  il  leg.  a  cata  di  Marco  Canetoii 
e  11  pod.  coi  Gludici  a  casa  di  Tommato  Ghi- 
tllieri,  6,  30-39;  creano  quindi  nuovi  Anzlani 
tutti  di  loro  parte,  39-50. 

agosto  3  -  Giunge  a  Bolo^na  Luigi  da  Sanseve- 
rliio  assoldato  dai  Senato  con  novecento  cartlii, 
7,   9-13. 

agosto  4  -  I  Canetoli  creano  i  Sedici  Rlforma- 
tori  d.  Stato  d.  liberti,  7,  1-5;  e  gil  Otto  dl 
Balla,  6-9;  il  Senato  manda  a  tuttl  i  catteili  d, 
territorio  a  chiedere  fedelta  e  Pottiene  meno 
che  da  Castel  San  Pletro,  Castel  Bolognete, 
Cento  e  la  Pieve,   14-17. 

[agosto]  -  Nicol6  Albergati  temendo  per  la  sua 
persona  esce  di  Bologna  e  va  a  Modena,  raa 
tosto  torna  avendo  avuto  promessa  che  non 
sarebbe  molestato,  7,  U-31. 

agosto  6-1  Bolognesi  mandano  contro  Nlcol6 
da  Tolentino,  che  non  voleva  aliontanarsi  dal 
territorto  di  Bologna,  Luigi  da  Sanseverino  con 
molte  milizie,  7,  2J-26;  questi  assalito  ail';mprov- 
viso  il  pred.,  io  vlnce  in  battaglia  pigliandogli 
prigioniero  il  figlio  Cristoforo  e  costringendolo 
a  fuggire  a  Piancaldoii,  26-31. 

agosto  10  -  Luigi  da  Sanseverino  comincla  l'asse- 
dio  di  Castel  San  Pietro  per  ordine  d.  Senato 
di  Bologna,  7,  32-3t. 

agosto  16  -  Francesco  da  Carmagnola  passa  dl 
Bologna  con  il  genero  conte  Luigi  dai  Verme, 
diretto  ai  bagni  di  Slena,   7,  39-41. 

agosto  17-1  pred.  partono,  7,  41. 

agosto  -  Battista  Canetoll  invita  Anton  Galeazzo 
Bentivogllo  a  tornare  a  Bologna  e  a  non  fidar- 
si  d.  preti,  7,  42-47;  raa  quegli  non  lia  fiducia 
nel  pred.  e  mostra  la  lettera  ai  pp,  che  niolto 
lo  accarezza  e  affretta  una  spedizione  contro 
Bologna,   7,  48-8,  1-7, 

agosto  17  -  Gli  amici  di  Anton  Galeazzo  Benti- 
voglio,  da  lui  avvertiti  che  il  pp.  mandava  a 
campo  contro  la  c.  per  cacciarne  1  Canetoli, 
ne  eacono  temendo  rappresaglie,  8,  8-13. 

agosto  21  -  II  Senato  di  Bologna  raanda  arabatc. 
a  Venezia  per  chlederne  l'aluto  contro  il  pp., 
raa  ne  ottengono  cortese  rifiuto,  8,  14-19. 

agosto  21  -  Giovanni  da  Riraini  si  reca  a  Bo- 
logna  quale  esecutore  d.  giustizia  e  conserva- 
tore  d.  liberti,   8,  20-31. 

agosto  23  -  II  leg.  parte  dl  Bologna  per  Roraa 
accorapagnato  da  raoiti  cittadlnl,  8,  33-33. 

agosto  30  -  Doraenico  da  Capranica,  card.  e  leg. 


[AA.  1428  agosto-14a9  gennaio]     INDICE   CRONOLOGICO 


803 


di  Romagna,  dal  campo  contro  Imola  fa  inti- 
mare  al  Senato  di  Bologna  dl  consegnargli  la  c, 
ma  ne  ottiene  un  rifiuto,  8,  34-33. 

1428  settembre  1  -  Domenico  da  Capranica  ordina 
a  Micheletto  Attendolo  di  entrare  sul  Bologne- 
se  con  l'esercito,  8,  34-35;  Luigi  da  Sanseverino 
a  soldo  di  Bologna  si  toglie  dall'asaedio  di 
Castel  San  Pietro  e  si  ritira  con  l'esercito  al- 
ridice,   35-36;   cf.  46. 

1428  settembre  2  -  Alberto  Boschetti  ottlene  Caatel- 
franco  per  la  Chiesa  mediante  una  frode,  8, 
37-43,  ma  subito  ne  h  cacciato   dagli   abitanti, 

43-45. 

1428  settembre  4  -   Nicol6  da   Tolentino  s'impadro- 

nisce   di   una   bast\a   sopra  Castel  San  Pletro, 

l'abbrucia,  menandone  prlgionieri  gU  abitanti 

a  Imola,  8,  46;  9,  1-2. 
1428  settembre  7  -  Fagnano  sl  d&  al  leg.  Capranica, 

9,  3-4. 
1423  settembre  11  -  I  Bolognesi  mandano  ad  assediare 

la  rocca  di  San   Giovanni   in   Persiceto  che  sl 

teneva  per  la   Chiesa  vanamente  opponendosi 

Antonio  Bentivoglio,  9,  5-9. 
1428  [settembre]  -  II  pp.   priva    Bartolomeo    Zambec- 

cari  dell'abbazia  di  San  Bartolo  di  Ferrara  ma 

11  pred.   si   rivale   occupando    il   vescovado  di 

Bologna,  9,  10-12. 
1428  settembre  17  -    Antonio    Bentivoglio   e    Nicol6 

da  Tolentino  prendono  dopo  accanita  battaglia 

Castelguelfo,  la  Riccardina  e  Budrio  che  met- 

tono  a  sacco  e   a   fuoco,    9,    13-15;    hanno  per 

resa  la  Pieve  e  Cento,  16. 
1428  setlembre   24   -   II   castellano   d.   rocca   dl   San 

Giovanni  in  Persiceto  non  ottenendo  soccorso 

cede   la   rocca  al   Bolognesi   per  quattrocento 

ducatl,  9,  17-18. 
1428  settembre  28  •  Le  genti  d.  Chiesa  vanno  ad  Ar- 

glle   e  vi  tolgono  l'acqua;  11  castello   allora  si 

rende  a  pattl,  9,  H-21 ;  le  pred.  mllizie  vi  fanno 

prigioniero  Pietro  Crescirabeni  con  altri  Bolo- 

gnesi,  31-22. 
''■l^^^  settembre  -  Quasi   tutti  i  castelii  d.  Bolognese 

vengono  in  mano  alla  Chiesa,  9,  35-36. 
*1428  settembre   -   I   Canetoli   mandano   ambasc.   ai 

Veneziani  a  offrire  loro  Bologna  in  camblo  di 

aiuto   contro    la   Chiesa,   ma   ne   ricevono   un 

cortese  rifiuto,  9,  31-36. 
1428  ottobre  1  -  Elezione  d.    maglstrati   nuovi,   degll 

Anziani  e  d.  Gonfalonlere  di  Giustizla  di  Bo- 

logna,  9,  37-43. 
1428  Ottobre  3    -   Bologna    e    interdetta,   9,    44-45;    la 

Torre  dell'Uccellino  sl  di  alla  Chiesa,  9,  44-46. 
1428  Ottobre  5  -  La  torre  di  Floriano  Mezzovlllani  a 

Settefonti  si  dk  alla  Chicsa,  9,  47-4S. 
1428  ottobre  6  -  L'esercito  d.  Chiesa,   comandato    da 

Glacomo  Caldora,  assedia  Medicina,   10,  I. 
1428  ottobre  18  -  Resa  di  Mediclna  alla  Chlesa,  10,  2. 
*1428  ottobre  -  II  Senato   di   Bologna   mette  la   c.   in 

stato  di  difesa  e  Impone  una  tassa  per  pagare 

i  soldatl,   10,  5-14. 
1428  Oltobre  25  -  L'eserclto  d.  pp.  plgUa  Frataineto, 

Varlgnana,  Castel  de'  Britti,  quindi  va  a  Ponte 

di  Castenaso  c  a  Corticella,   10,  15-16. 
1428  ottobre  20-1  soldati  d.   Chlesa  ti  impadronl- 


acono  del  ponte  di  Casalecchio  di  Reno,  10, 
16-17,  e  tolgono  1'acqua  d.  Canale,  che  entrava 
in  c,  facendo  moltl  dannl,  17-20. 

1428  novembre  3  -  Bazzano  i  preao  a  pattl  da  Gia- 
como  Caldora  condottiero  d.  Chiesa,  10,  31-33. 

1428  novembre  4  -  II  pred.  Caldora  prende  a  forza 
Monteveglio  e  lo  abbrucia  facendone  prigio- 
niero  11  commissario  Gaspare  Papazzoni,    10, 

32-33. 

*1428  novembre  -  II  Caldora  s'impadronisce  in  seguito 
di  OUveto,  Crespellano  e  di  tutta  le  vaUe  della 
Samoggia,  10,  24  ;  prende  Piumazzo  in  cui  pone 
a  commissario  Doraenico  di  Cedropiano  avendo 
fatto  prigionlero  11  rlcario  di  Bologna  Petro- 
nio  Barbieri,  10,  24-25;  quindl  si  reca  al  ponte 
sul  Reno  pr.  San  Felice  e  vi  si  fortifica,  36-3T; 
T8  dipoi  a  Corticella,  37. 

*1428  novembre  -  I  Canetoli  per  maggiore  sicurezza 
fanno  murare  alcune  porte  dl  Bologna,  10,  28-31. 

1428  novembre  12  -  II  Caldora  comincia  a  bombar- 
dare  Bologna  da  porta  di  GaUiera,  10,  33-37, 
fieraraente  controbattuto  dal  popoio,  37-38. 

1428  novembre  25  -  I  soldati  di  Bologna  fanno  pri- 
gioniero  il  conte  Guido  da  Panico  bandito  con 
taglia  e  lo  consegnano  agli  Otto  insieme  a 
sedici  suoi  compagni,   10,  39-41. 

1428  novembre'26  -  I  pred.  sono  attanagUati  e  implc- 
cati  sulla  Piazza  di  Bologna,  dove  riraangono 
espoati  due  giorni,   10,  43-43. 

1428  dicembre  10  -  I  Canetoli  radunato  il  consigllo 
d.  Seicento  eleggono  Bartolomeo  Zambeccarl 
vesc.  di  Bologna  in  luogo  di  NicoI6  Albergati 
uscito  di  c.  per  l'interdetto  lanciatole  dal  pp., 

10,  44-48. 

1428  dicembre  17  -  II  Caldora  assalta  Bologna  da 
Porta  GaUlera,  raa  fallitogli  il  tentativo  per  la 
difesa  di  Luigi  da  Sanseverino,  ricomincia  a 
bombardaria,   11,  1-6. 

1428  dicembre  18  -  Duecento  fanti  bolognest  mandati 
a  dar  fuoco  segretamente  alle  artigUerle  ne- 
mlche  sono  scopertl  e  quasl  tutti  fatti  pri- 
gionlerl,   11,  7-13. 

1428  dicembre  19  - 1  pred.  sono  impiccati  agli  alberi, 

11,  13-13. 

1428  dicembre  -  Sl  ordisce  un  coraplotto  per  dare  Bo- 
logna  alla  Chlesa,  ma  scoperto,  ne  sono  dagli 
Otto  d.  guerra  fattl  Impiccare  gli  autori,  11, 
14-30. 

1428  dicembre  31  -   L'eaercUo   della  Chiesa   tenta  dl 

notte  la  scalata  alle  raura  dl  Bologna  da  porta 
Galliera,  ma  scoperto  dalle  guardie,  che  danno 
l'allarmc,  h  resplnto  dal  popolo  accorso,  11,  31- 
35;  ricomlncia  allora  a  bombardare  la  c,  35-37. 

1429  -  Sono  creati  i  magistrati  nuovl  dl  Bologna  ae- 

condo  ruso  d.  c,   11,   38-47, 

1429  gennaio  4  -  Vengono  decapitati  sulla  Piazza  di 
Bologna  Alamanno  Bianchetti,  Enrlco  Barbleri 
cd  Antonio  detto  Bolognlno  dal  Ponte  d.  Go- 
mlto,   11,   48-49. 

1429  gennaio  -  Sono  banditi  dl  Bologna  Glovanna 
Bentlvoglio,  11  marlto  dl  lel  Gaspare  Malvezzi, 
Lodorico  Bcntivoglio,  Glovannl,  Melciilorre 
e  Nlcol6  Malvezzl,  12,  1-4;  altri  consentienti 
alla  congiura  in  favore  d.  pp.  sono  confinatl, 


804 


INDICE  CRONOLOGICO      [A.  1429  gennaio-1429  ottobre] 


«•10;  gll  «mlcl  d.  BentlTOgllo  temendo  rappre- 

MgUe  sl  recano  da  Anton  Galeazzo  BentlTOglio 

neireterclto  d.  Chlesa,  10-12. 
1429  gennaio  31  -  Giacomo  Blanchettl,  appena   ledl- 

eenne  h  decapitato   con    dolore   dl  tutta  la  c, 

12,  U-IS. 
1429  febbraio   4  -  k   decapitata   Giacoma  moglle   dl       1429 

Alamanno  Pelacani  Inslenie  ad  Agnutdeo  Za- 

rabelli,  12,  15-16. 
1429    febbraio    10   -   L'eserclto   d.    Chiesa   bombarda 

Bologna  dalla  porta  alle  Lame,  12,  17-19.  1429 

1429   febbraio   27   •   All'eserclto   d.  Chlesa  glungono 

rlnforzi    mandati    da    Guidantonlo    Manfredi, 

12,  46-47.  1429 
1429  marzo  1  -  L'esercito  d.  Chlesa  pone   una  bom- 

barda  a  porta  GaiUera  e  comlncia   a   borabar-       1429 
darla,  ma  h  dlfesa  dai  Bolognesi,  13,  1-4. 

1429  marzo  3  -  Sono  giustizlati  in  Bologna  Giacomo, 

GioTannl  e  Flllppo  da  Plancaldo,  13,  3-9.  1429 

*1429  marzo  -  h  pure  giustiziato  Bartolomeo  da  Mo- 
dena  che  aTCTa  voluto  dare  la  saraclnesca  di  una 
porta  ai  nemici,  13,  lO-U.  1429 

1429  marzo  10  -  £:  spianata  ia  torre  di  Fossa  CaTal- 

lina   fuori   porta  Magglore  di  Boiogna  accioc-       1429 
chi  i  nemici  non  Ti  si  fortificassero,  13,   13-14. 

*1429  marzo  ■  li  Caldora  assedia  e  ottiene  San  Lo- 
renzo  in  Coilina,  13,  15-U. 

1429  marzo  16  -  II  Senato  di  Boiogna  fa  fortificare  la       1429 
chiesa  dl  San  Micheie  in  Bosco,  13,  20-31. 

1429  marzo  20  -  L'eserclto  d.  Chiesa  dopo  aTere 
corso  e  saccheggiato  tutto  ii  territorio  di  Bo* 
logna    si    ferma   a    Borgo   Panigaie,    13,    31-33. 

1429  marzo  21  -  II  Caldora  fortiiica  Santa  Maria  del 
Monte   conducendoTi   anche   moite   bombarde, 

13,  33-35. 

1429  marzO  -  Accordo  d.  Caldora  e  di  Antonio  Ben- 
tivoglio  con  aicuni  di  Bologna  per  averne  una 
porta ;  ma  II  complotto  h    scoperto,    13,   26-35. 

1429  aprile  2  -  Sono   attanagliatl  e   impiccatl   tre  d. 

congiurati  pred.,  13,  36-38.  1429 

1429  aprile  5  -  Giacomo  Caldora  si  reca  a  Buoncon- 

Tento  sul  Reno  per    Impadronirsene,  ma  gll  h       1429 
ceduto  Tolontariamente  da  Battista  Canetoli  che 
Tuole  cosl  eTltarne  ia  roTina,  13,   45-47. 

1429  aprile  6  -  II  Caldora  prende   la  torre   di   Ponte 

Poledrano  con  11  grano  conserTatovi,  13,  47-49.       1429 

1429  aprile-maggio  14  -  11  pred.  torna  e  si  ferma  a 
Borgo  Panigale  sperando  di  avere  Bologna  per 
fame,  13,  50;   14,  1-4. 

1429  aprile  23  -  A  questa  data  sono  d.  Sedlci  Guido 

Pepoli,  Romeo  Foscherari,  Bartoiomeo  Manzoli,       1429 
Bralguerra  Caccianemicl,  Nicol6   Ariostl,  Scl- 
pione  Gozzadinl,   Baldassarre   Canetoli,    Tom- 
maso  Zambeccari,  Stefano  Ghisilardi,  Francesco 
Guidotti,   GloTanni   Griffoni,   Girolamo   Bolo-       1429 
gninl,  Giovanni  Manzolini,  LodoTico  BentlTo- 
glio,  .ScardoTlno  ScardoTi,  Tommaso  e  Giacomo       1429 
dalle  Correggle,  14,  9-13. 

1429  giugno  2  -  Infruttuoso  attacco  d.  Caldora  contro       1429 
Bologna,   14,  14-27. 

1429  giugno  4-11  Caldora  Ta  con  l'eserclto  a  Ponte 

Maggiore  dlstendendosi  sino  a  Fossa  CaTallina       1429 
e  San  RuffiUo,  14,  38-29. 

1429  giugno  -  Morraorazioni  d,  popolo  di  Bologna  che       1429 


aceuta  dl  tutte  le  soiterenze  I'amblzlone  di  pochl 
clttadlnl,  14,  30-34;  gli  Anzianl  radunano  aliora 
il  Coniigllo  d.  Selcento  pcr  deliberare  sul  da 
farsl;  si  approTa  di  inTltare  11  card.  Albergati 
a  intromettenil  qual  paciere  tra  1«  c.  e  11   pp., 

34-40. 

giugno  16  -  GioTanni  Guosconi,  Nlcol&  Man>oU, 

Valente  Valentlno    sono   el.  ambotc.   al   card. 

Nlcol6  Albergatl  a  pregarlo  di  cl6,  14,  30-45;  ne 

riceTono  un  rifiuto,  45-15,  1-7. 
giugno  19-1  pred.  ambasc.  tornano  a  Bologna 

e  riferiscono  al  Senato  sulla  fallita   loro   mia- 

tione,  15,  7-8. 
giugno  20  -  Si  corre  11  pallo  In  Bologna  da  porta 

Santo  Stefano  a  quella  di  Sant'Isaia,   15,  9-1 1. 
giugno  29  -  Altro  palio  in  Bologna  da  porta  .San 

Felice  a  porta   Magglore    per   San  Pietro,  15, 

11-14. 
luglio  26  -  II  popolo  di  Bologna  con  i  Gonfalo- 

nieri   e   aoldati    Tanno  ad  assalire  la  bastla  d. 

Monte,  ma  sono  ributtati  dal  nemici,  15,  15-31. 
agosto   1    -   Si   innalza   la   campana   d.   CoUegl 

sulla  torre  d.  com.  in  Boiogna,  15,  32-23. 
agosto  11    -   U   card.    Lucido   Conti   giunge   al- 

i'esercito  d.  Chleaa  con  mandato  d.  pp.  di  trat- 

tare  la  pace  e  inTCce  subito  fa  deTattare  II  ter- 

ritorio  di  Bologna,  15,  34-28. 
agosto  13-11  card.  Conti  aTTicinatosi  a  Bolo- 

gna  ordina  alle  guardie  di  porta  Sanfo  Stcfano 

di  aprirgli  detta  porta  per  parlare  agll  Anxianl, 

15,  28-31 ;  non  h  lasciato  entrare  e  inTCCc  escono 
di  c.  due  Anziani  a  colioquio  col  pred.,  31-33; 
gll  Anzlani  tornano  in  c.  a  rlferire  al  Senato 
e  in  tanto  il  card.  fa  tagliare  gli  alberi,  33-36; 
di  che  il  Senato  sdegnatosi,  manda  ad  attallre 
la  bast^a  d.  Monte,  ma  con  insuccesso,  37-47;  16, 
1-4 ;  rimangono  per6  prlgionieri  d.  Boiognesi 
Paolo  Colonna  nipote  d.  pp.  e  II  cap.  Raffaele 
Splnola,   15,  47-48. 

agosto  14  -  NuoTO  assalto  infruttuoto  d.  Bolo- 
gneti  alla  bastia  d.  Monte,  16,  5-13. 

agosto  23  -  Martino  V  Tedendo  che  I  Bolognesl 
non  cedeTano  manda  loro  Rolando  da  Genaz- 
zano  con  pieno  mandato  di  tiatfare  Paccordo, 

16,  14-17. 

agosto  27  -  II  pred.  giunge  a  Bologna,  16,  17;ti 
troTa  d'accordo  col  Senato  per  la  pace,  17-18, 
30;  ma  per  11  malanlmo  d.  leg.  niente  si  con- 
clude  e  i  Bolognesi  continuano  con  vigore  la 
guerra,  20-25. 

agosto  30  -  II  Senato  di  Bologna  manda  al  leg. 
gll  ambasc.  richiestigli  da  questo  per  trattare 
la  pace,  16,  26-29;  capitoli  concordati,  29-48,  che 
sono  approTati  dai  Consiglio  d.  Seicento,  49-50. 

settembre  S  -  £:  restltuita  l'acqua  al  canale  di 
Reno  toltavi  da  undicl  mesi,  17,  4-5. 

settembre  25  -  II  card.  Lucido  Conti  entra  solen- 
neraente  in  Boiogna,  17,  6-12. 

setlembre  26  -  II  card.  pred.  cante  messa  in  San 
Petronio  di  Boiogna  e  toglie  Pinterdetto  alla 
c,   17,  15-16;  cf.   10. 

settembre  -  II  carapo  d.  Chlesa  a  Russi,  licen- 
ziato  dal  leg.,  va  in  Romagna,   17,   17-18. 

ottobre  20  -  II  card.  Contl  fa  roTlnare  la  bastla 


[AA.  1429   ottobre-1430  ottobre]     INDICE    CRONOLOGICO 


805 


d.   Monte  e   quella    di    San    Mlchele   in    Bosco, 
17,    19-20. 

1429  -  t   dl   parto   a   Modena   Giovanna   Bentiroglio 

moglle  di  Gaspare  Malvezzi,  17,  21-22. 

1430  -  Elezione  d.   magistrati  nuovi  dl  Bologna  secon- 

do  l'uso,  17,  26-29. 

1430  febbraio  14  -  I  Canetoll  coi  loro  seguaci  tentano 
ribellare  il  popolo  di  Bologna  contro  il  leg. 
ma  non  riescono,   17,  30-36. 

1430  febbraio  20  -  II  leg.  pred.  ordina  sia  fatto  un 
palancato  a  difesa  innanzi  la  porta  d.  suo  pal., 
raa  opponendos!  gli  Anziani  ne  smette  l'idea, 
17,  38-40. 

1430  febbraio  27  -  11  Senato  dl  Bologna  manda  ambasc. 
al  pp.  Martino  V  a  riconoscerlo  qual  signore, 
17,  41-«. 

1430  marzo  16  -  II  card.  leg.  Conti  per  mettere  un 
freno  ai  Canetoli  propone  In  Consiglio  di  richia- 
mare  i  banditi,  17,  44-49;  il  partito  i  accettato 
solo  per  dieci  sopra  ottantadue  proposti,  18,  1-4. 

1430  [marzo]  -  li  leg.  fa  rappacificare  i  Canetoli  con 
Anton  Galeazzo  Bentivoglio  che  ne  aveva  dato 
mandato  ai  tornati  dal  bando,  18,  5-8. 

1430  aprile  2-1  CanetoH  per  disfarsi  dl  Egano  Lara- 
bertlni,  Nicol6  Malvezzi,  Bagarotto  Blanchi, 
Tommaso  Montecalvi,  Filippo  dalle  Anelle  d. 
partito  di  Anton  Galeazzo  BentivogHo,  II  fanno 
falsamente  accusare  in  Consiglio  di  volere  mu- 
tare  lo  Stato  di  Bologna  e  introdurvl  tuttl  i 
ribelli,  9-32;  gli  incolpatisi  difendono  sdegnosa- 
mente,  ma  sono  dagli  Anzianl  fatti  rinchiudere 
in  una  stanza,  33-36;  ove  sulla  sera  sono  uccisi 
da  Battista  Canetoli,  da  Bartolomeo  Zarabec- 
cari,  dai  Griflfoni  e  da  altri,  41-48;  anche  viene 
ucciso  dal  pred.  Agostino  Gonzagni,  19,  1-2. 
aprile  3-11  leg.  temendo  per  se  stesso  parte 
con  un  pretesto  di  Bologna  lasclando  in  suo 
luogo  il  vesc.  di  Forli,  19,  4-7. 
aprile  8  -  Sono  decapitati  sulla  piazza  di  Bolo- 
gna  per  decreto  degli  Anziani  1  tre  che  avevano 
in  Consiglio  falsamente  testlmoniato  contro 
Egano  Lambertini  e  i  suoi  compagni,  19,  8-12. 
-  In  segulto  alla  partenza  d.  leg.  e  di  moltl  amici 
d.  Bentivoglio,  i  Canetoli,  gli  Zambeccari  e  1 
Grlffoni  rlmangono  quasl  signorl  di  Bologna, 
19,  19-21 ;  i  pred.  fanno  un  nuovo  bando  contro 
Anton  Galeazzo  Bentivogllo  e  un  gran  numero 
di  suoi  amicl  come  disturbatori  d.  patria,  22-47. 

1430  -  II  card.  Conti  comunica  da  Cento  al  pp.  i  di- 
Bordini  di  Bologna  e  le  prepotenze  d.  Canetoli 
e  I'esorta  a  cercare  di  avere  in  ognl  modo  II 
llbero  dominio  d.  c.  per  salraria  dalla  tirannla 
d.  pred.,  19,  48-20,  1-3. 

1430  giugno  25  -  II  vesc.  di  Tropea  Nicolft  Acciopacl, 
creato  dai  pp.  nuovo  leg.  di  Bologna,  va  a  Cento 
a  mostrare  le  sue  credenziali  al  revocato  card. 
Conti  che  si  ritira  a  Imola,  20,  6-10. 

1430  luglio  2  -  L'Acciopaci  manda  un  raesso  a  Bolo- 
gna  a  notificare  la  sua  nomina  a  leg.  e  ad  esor- 
tare  la  c.  a  rendersl  alla  volontA  d.  pp.,  20, 
11-13;  II  Senato  gli  fa  rispondere  di  volere  os- 
servare  i  capitoli  fattl  con  il  pp.,  chc  prega 
non  Tolere  contravvenire  a  quanto  aveva  con- 
cordato,  13-19. 


1430 


1430 


1430 


*1430  luglio  -  L'Acciopaci  vieta  siano  introdotte  ciba- 

rie  e  mercanzie  in  Bologna  sotto  pena  d.  vita  e 

fa  venire  Tesercito  sotto  la  c,  20,  16-24. 
*1430  luglio  -  fi  tolta  a  Bologna  Tacqua  d.  Reno  dal 

Caldora,  20,  25-26. 
♦1430  luglio  -  I  Canetoli  fortificano  Bologna  e  vi  pon- 

gono  guardie  in  ogni  parte,  20,  27. 
1430  luglio  16  -  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  col  suoi 

e  l'esercito  d.  Chiesa  tenta  di  notte  l'entrata  in 

Bologna,  ma  il  tentativo  fallisce,  20,  28-37. 
*1430  luglio  -  II  Caldora  si  sposta    con   I'esercito    da 

Corticella  al  ponte  di  SanfAntonio  fuori  porta 

San  Vitale,  20,  38-39. 
*1430  luglio  -  II  Senato  manda  ambasc.  al  leg.  per  trat- 

tare  d.  pace  e  frattanto    si    conclude    una    tre- 

gua,  20,  40-42;  patti  di  essa,  43-21,  1-4. 
1430  luglio  18  -  Ambasc.  d.  Senato  dl  Bologna  si  re- 

cano  a  Roma  dal  pp.,  21,  5-7. 
1430  luglio  18  -  II  luogotenente   d.   leg.   di   Bologna 

con  il  pod.  e  altri  lasciano  il  pal.  d.  Signoria  e 

vanno  nelI'esercito  d.  Chiesa  rimanendo  il  pal. 

disabitato,  cosa  non  mai  accaduta,  21,  8-10. 
♦1430  luglio   -   II   Senato   di   Bologna   manda   Romeo 

Foseherari  e   Antonio    Ghisilardi  all'Acciopaci 

a  trattare  l'accordo,  21,  11-12. 
1430  luglio  21  -  L'Acciopaci   sdegnatosi   col  Fosche- 

rari  straccia  i   capitoli   mentre   stava   per   fir- 

marli  e  llcenzia  gli  ambasc,  21,  13-17. 
1430  luglio  24  -  E  fatto  bruciare  il  raon.  e  la  chiesa 

di  San  Michele  in   Bosco  perche  non  vi  si  for- 

tifichino  i  nemici,  21,  18-21. 
1430  luglio   25  -  L'Acciopaci  va  con  l'esercito  a  San 

Giovanni  In  Persiceto  facendo  di  la  scorrerie 

sino  pr.  Bologna,  21,  22-2S. 
1430  agOStO    18-1    banditi  Tommaso  Loiani  e  Ga- 

lasso  da  Vedrana  ordiscono   con  Giovanni  da 

Ferrara   e   Giovanni   da    Cento   un   complotto 

per  entrare  con  l'e8ercito  d.  Chiesa  in  Bologna, 

21,  36-38. 
1430  agosto  29   -  Glovanni  da  Ferrara,  essendo  stato 

sospettato,  h  preso  e  posto    al    tormento   con- 

fessa  ii  complotto  ed  h  implccato  sul  mercato, 

21,  38-42. 

1430  settembre  17  -  Richiestl  dai  leg.,ambasc.  dl  Bo- 
logna  vanno  da  lui  per  trattare  la  pace  e  sl 
accordano  di  mandarne  i  capltoli  al  pp.  a  de- 
terminate  condizioni,  21,  43-22,  1-2. 

*1430  settembre  -  1  Bolognesi  danno  ostaggi  in  fede 
di  quanto  era  stato  stipulato,  22,  2-8;  e  11  leg. 
restituisce  l'acqua  a  Bologna  e  permette  vl  siano 
introdotte  vettovaglie,  22,  8-9. 

1430  ottobre  3-11  messo  andato  a  Roma  con  i  capi- 
toli  torna  a  San  Glovanni  In  Periiceto  dal  leg. 
recando  il  rifiuto  d.  pp.  alle  condizionl  di  pace, 

22,  10-12. 

1430  ottobre  4  -  L'Acclopacl  manda  a  fare  scorre- 
rie  sino  alle  porte  d.  c.,  quindi  avverte  i  Bo- 
lognesi  che  il  pp.  non  ha  approvato  1  capltoli, 
22,  12-14 ;  alla  notte  fa  togliere  dl  nuoTo  racqua 
al  canale  di  Reno,  15. 

1430  ottobre  12-1  BoIogne!il  fanno  una  bastia  a  Santa 
Maria  del  Monte,  la  fortificano  e  vi  lasciano 
buone  guardle,  22,  16-20. 

1430  ottobrc  12  -  Scaramuccia  tra  genti  d.  Chlesa  e 


806 


INDICE  CRONOLOGICO       (AA.  1430  ottobre-14ai  aprilel 


Bologneil  alU  porta  San  Pellce  con  loprav- 
vento  dl  quetti,  23,  34-41. 

1430  Ottobre  19  -  Glunge  a  Bologna  un  ambaic.  d, 
duca  di  Ferrara  a  offrire  la  niediaztone  rt.  luo 
•tgnore  per  la  pace  con  II  pp.,  22,  21-27 ;  il  Sena- 
to  accetta  la  propoata  e  manda  a  Ferrara  Romeo 
Foscherari   e   Giacomo   dalle   Correggte,   27-31. 

1430  ottobre-2  novembre  -  I  pred.  st  trattengono  alla 
corte  di  Ferrara  per  informare  il  marcti.,  ma 
non  concludono  niente  per  foppotizione  d. 
VUconti,  22,  2S-31. 

1430  novembre  1  -  Gtacomo  dal  Llno  ^  fatto  ylcario 
d.  rocca  di   Pediano  per  otto   mesl,   22,   32-33. 

1430  dlcembre  15  -  Giacomo  dalle  Correggle  torna 
a  Bologna  da  Ferrara  ove  inuttlmente  era  an- 
dato  ad  assoldare  per  conto  d.  c.  Pietro  da  Ka- 
yarrino  dl  nuovo  rifermatosi  coi  Veneziani, 
22,  42-4S. 

1430  dicembre  16  -  Failito  assalto  d.  nemict  a  porta 
Galliera  dl  Bologna,  22,  46-48. 

1430  dicembre  20  -  L'esercLto  d.  Cliiesa  lascia  il  ter- 
rltorlo  intorno  a  Bologna  e  prende  i  quartieri 
d'lnverno  nei  castelli,  22,  49-23,  1-2. 

1430  dicembre  -  Si  riannodano  dal  pp.  e  dai  Bolognesl 
praticiie  per  la  pace,  23,  3-11;  a  cagione  d.  mi- 
sfatti  clie  si  commettono  in  Boiogna  il  Senato 
eiegge  otto  cittadini  con  bal\a  sui  delinquenti, 
17-26. 

1430  •  i.  fusa  ia  grande  campana  per  il  pal.   d.   notai 

che  doveva  suonare  al  radunarsi  d.  Conslglio  e 
alPentrata  in  ufficlo  d.  Gonfalonieri  d.  popolo 
e  degl!  Anziani  dl  Bologna,  23,  27-31. 

1431  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

I'uso,  23,  33-33. 
1431  febbraio  9  -  Giunge  a  Bologna  notlzia  d.  morte 

delfottantenne  card.  Giacomo  Isolani  avvenuta 

In  Milano,  23,  34-35. 
1431  -  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  da  Roma  si  reca  a 

Napoll  a  vlsitarvi  il  re  e   gll   altrl   signori  di 

quel  regno,  23,  40-41. 
1431  -  Nuovi  passi  del  pp.  per  U  pace  col  Bolognesi, 

1  quali  rispondono  essere  prontl  a  osservare  i 

capitoli  gi4  iirmati,  ma  non    volere   sottostare 

ad  altre  iniposizioni,  23,  42-46. 
1431  -  Scaramucciu  tra  Bolognesi  e  gentl  d.  Chiesa  le 

quali   perdono   la   vettovaglia   che   scortavano, 

23,  47-49. 

1431  febbraio  18  -  f  H  pp.  Martino  V,  24,  i. 

1431  febbraio  24  -  Giunge  a  Bologna  notlzia  d.  f  d. 

pp.,  e  tutta  la  c.  se  ne  rallegra,  24,  2-3. 
1431  -  Faiiisce  un  coraplotto  ordito  da  Battista  Cane- 

toli  e  Bartolomeo  Zambeccari  per  avere  la  roc- 

ca  d'ImoIa,  24,  4-9. 
1431  -  I   castelli   d.   territorio   bolognese    domandono 

aiuti  a  Bologna  per  cacciare  1  soldati  d.  Chiesa, 

24,  10-12. 

1431  marzo  3  -  Eugenio  IV,  al  secolo  Gabriele  Con- 

dulmer,  h  el.  pp.,  24,  19-30. 
1431    marzo   7  -  Giunge   a   Bologna   notizia   deirele- 

zione  di  Eugenlo  IV,  e  se  ne  fa  grandc   festa, 

24,  21-23. 

1431    marzo   -   Anton   Galeazzo   Bentivogiio   torna  a 

Roma  da  Napoli,  24,  24. 
1431  marzo  10  -  Parto  mostruoso  a  Bologna,  24,  25-30. 


1431  marzo  12-1  Canetoii  mandano  a  ottequUre  11 
nuoTo  pp.  ioro  amlco  e  a  trattare  la  pace  dl 
Boiogna,  24,  31-33. 

*1431  marzo  -  Galeotto  Canetoli  attalito  dai  fuorutcltl 
a  Roncaitaldo  h  lalvato  da  Tomraaso  LoUni, 
24,  33-34 ;  In  ricompenia  quettl  vUne  cancel- 
lato  dal  rauro  ove  era  ttato  dipinto  implccato 
pcr  1  piedi  qual  tradltore,  34-35. 

1431  marzo  26  -  Sono  Inatpritl  I  dazl  per  avere  denari 
da  difendere  Bologna  contro  la  Chleta,  24,  38-40. 

*1431  marzo  -  I  Florentinl  con  recondito  6ne  mandano 
a  conslgliare  ai  Bolognesl  di  non  sottomet- 
terii  al  pp.,  24,  41-47. 

*1431  marzo  -  Bernardino  dalle  Correggic  inviato  dal 
Senato  dl  Bologna  nel  Pisano  ad  atsoldarvl 
Nicoi6  Fortebraccio  e  Rinaldo  di  Provenza  ne 
deve  deporre  11  peniiero  per  ie  groste  paghe 
pretese  dal  dettl  caplUnl,  24,  48-25,  1-3;  cf.  24, 
13-17. 

1431  marzo  29  -  II  Senato  di  Boiogna  manda  am- 
basc.  al  pp.  a  rallegrarsi  d.  sua  elezionc  e  a 
trattare  ia  pace,  sebbene  fosse  a  tal  uopo  In 
Roma  Galeotto  Canetoli,  25,  5-7,  1-12;  cf.  .30,  5; 
anche  elegge  ambasc.  al  Senato  Veneziano  a 
congratularsi  dell'elez.  d.  pp.,  25,  7-8. 

*1431  marzo  -  II  vesc.  Acciopaci  nega  i  salvacondotti 
agli  arabasc.  bolognesi  al  pp,,  che  non  potsono 
percid  partire,  25,  13-17;  cf.  30,  5-6;  Eugenio  IV 
persuaso  da  Galeotto  Canetoli  ordina  al  detto 
leg.  di  togliere  il  campo  da  Bologna  e  restl- 
tuire  l'acqua  alla  c,  25,  18-20,  ma  l'Acciopaci 
non  tiene  conto  d.  lettere  che  dice  false  c  con- 
tinua  nelle  ostiliti  contro  Bologna,  20-24. 

1431  aprile  5  -  Giovanni  Beroaidi  k  assalito  da  un 
servo  dl  Lodovico  Canetoli  dinanzi  alla  casa  di 
Floriano  Mezzovillani,  25,  27-34;  h  soccorso  e 
difeto  da  Lodoyico  in  persona,  34-35,  che  no- 
nostante  ci6  h  mandato  a  sfidare  da  Bartolomeo 
Zambeccari  amico  dell'aggredito,  35-35;  Lodo- 
vico  non  raccoglie  la  sfida  ed  cspone  con  calma 
al  raetso  di  non  essere  colpevole,  38-42:  si  adira 
Invece  Battista  Canetoli,  che  svlllaneggiato  da 
un  servo  delfabate  a  nome  d.  suo  padrone,  gli 
risponde  per  le  rlme  sutcitando  cosl  odii  pro- 
fondi,  42-48. 

1431  aprile  6  -  Giorglno  da  Tossignano  e  ucciso  in 
Bologna  sulla  via  da  Bartolomeo  Preti  e  da  Ga- 
spare  Cattani  senza  che  i  colpevoil  per  debo- 
lezza  d.  Senato  vengano  puniti,  35,  49  26,  1-3. 
1431  aprile  8  -  Un  figlio  di  Gulduccio  da  Montevegiio 
h  ferito  in  Bologna  da  un  certo  BattisU  sarto, 
seguace  di  Luigi  Grifibni,  che  in  Piazza  ne 
piglia  le  difese  contro  i  raessi  d.  bargello  che 
volevano  farlo  prigione;  ci6  h  causa  di  tumulto, 
26,  4-14. 

*1431  aprile  -  Galeotto  Canetoli  che  era  in  Corte  di 
Roraa,  presenta  al  pp.  i  capltoli  inviatigli  dal 
Senato,  26,  18-20;  11  pp.  li  approva  modificandoli 
In  parte  e  li  rimanda  per  Bartolomeo  Poggl  al 
Senato,  20-22,  che  a  sua  volta  li  approva,  22-23; 
tenore  dl  essl,  29-27,  1-28,  1-29,  l-io. 

1431  aprile  23  -  II  Poggi  che  erasi  recato  dal  vesc 
Acciopaci  per  fare  eseguire  1  capitoli,  avutone 
un  rlfiuto  torna  a  Bologna,   29,  11-16. 


[AA.  1431  aprile-1433] 


INDICE  CRONOLOGICO 


807 


1431  aprile  24  -  Glovanni  Bosco  vedendo  l'ostinazione 
delI'Acciopaci  delibera  risoivere  la  questione 
senza  lui  e  recatosi  alia  Certosa  sl  abbocca 
con  i  messi  di  Boiogna  e  conviene  di  dare  se- 
guito  ai  capitoll,  29,  32-38. 

1431  aprile  25  -  GU  inviati  d.  c.  tornano  a  Bologna; 
si  da  segno  d.  pace  fatta  con  I'esporre  alle 
iinestre  del  pai.  d.  Signori  Tarma  d.  pp.  con  i 
vessiiii  d.  c,  con  fuoclii  e  suono  di  carapane, 
29,  28-33. 

1431  aprile  26  -  In  Consiglio  si  delibera  di  non  vo- 
lere  quai  governatore  l'Acciopacl,  ma  Intro- 
durre  come  taie  in  Boiogna  Giovanni  Bosco  e  si 
eleggono  sei  incaricati  di  andare  a  riconoscerlo 
corae  taie,  29,  33-39-,  entrata  solenne  d.  pred., 
39-47. 

1431  aprile  27  -  II  Bosco  bandisce  essere  finite  le 
ostiiita  e   che  h  rtdata   liberti   di   commercio, 

29,  48-50. 

1431  aprile  28  -  II  Bosco  toglie  I'interdetto  a  Bologna; 

si  ricomincia  a  celebrare  nelle    cliiese,  30,  1-2. 
1431  maggio   4  -    t   restitulta   a    Bologna   i'acqua   d. 

Reno  e  d.  Savena,  30,  3-4. 
1431  maggio  14  -  Gli  ambasc.  al  pp.  gii  ei.  dal  Senato 

dl  Bologna  partono  finalmente  insieme  a    Gia- 

como  dalle  Correggie,  30,  5-8. 
1431  -  I  pred.  arabasc.  non  possono  entrare  in  Roraa 

a  cagione  d.  guerra  d.  Colonna    contro  ii  pp., 

30,  8-9. 

1431  maggio  30-1  Boiognesi  corainciano  a  rovinare 

ia  bastia  d.  Certosa,  30,  lo-U. 
1431  maggio   31-1   Gonfalonieri   d.  popoio  di  Bo- 

iogna,  come  erano  d'intesa  col  governatore  d. 

citta,  cambiano  gli  emblemi  d.  loro  digniti,  30, 

12-14. 
1431  giugno  2-1  Bolognesl  comlnclano  a  rovinare  la 

bastla  d.  Monte,  30,  15-16. 
1431   glugno  11   -  Gli  ambasc.  anzidetti   entrati  final- 

mente  In  Roma  sono  bene  accolti  dal  pp.,  30, 

17-18. 
1431   giugno  19  -  Castel  San  Pletro  assediato  dai  sol- 

dati  d.  governatore  di  Bologna  Glovanni  Bosco 

sl  arrende,  30,  43-45. 
1431  agosto  13  -  Tentatlvo  Infruttuoso  d.   fuorusclti 

bolognesi  di  impadronlrsi   di  San  Giovanni  In 

Persiceto,  30,  19-37. 
1431  agosto  -  In   seguito  a  questo  scacco  Anton  Ga- 

leazzo  Bentivoglio  temendo  per  la  sua  sicurezza 

abbandona  Roma  e  sl  reoa  a  Facnza,  30,  40-42. 
1431   -  II  pp,  Eugenio  IV  revoca    Giovanni  Bosco    dai 

posto  di  governatore  di   Bologna,  30,  4». 
1431  settembre  7  -  Fantino  Dandolo    entra   soienne- 

mente  in  Bologna  qual  governatore,   30,  47-49. 

1431  -  Eugenio  IV  revoca  la  celebrazione  d.  Concillo 

in  Basilea  e  lo  indice  a  Boiogna  alla  distanza 
di  dlciotto  mesl,  30,  50;   31,  1-5. 

1432  -  Elezione  d.  magiitrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

Tuso  d.  c,  31,  6;  elezlone  dei  Venti  Riforraa- 
tori  in  luogo  d.   Sedicl  consueti,  6-15. 
1432  gennaio  -  Freddiasimo,  con  danno  d.  campagne, 
32,   16-19. 

1432  febbraio  10  -  Luigl  Grllfonl  h  armato  cav.  dal 
governatore  di  Bologna  In  San  Pietro,  32,  30- 
36;  quindl  h  riveitito  dell'abito    dl   San   Glro- 


lamo  e  condotto  alla  Maglone,  di  cui  gii  i  dato 
il  possesso  vacante  per  la  morte  dl  Pletro 
Scappl,  26-29. 
1432  -  Subbuglio  in  seguito  ai  ferimento  di  Bartolomeo 
Preti,  fonientato  secretamente  dal  governatore 
Dandolo  e  da  Battista  Canetoii  per  avere  modo 
dl  introdurre  in  Bologna  le  genti  d'arme  d. 
Veneziani,  32,  30-37. 
1432  -  I  Venti  Riformatorl  dl  Bologna  si  adunano  8 
Consiglio ;  Bartoloraeo  Zarabeccari  pregato  dai 
Signori  si  pacifica  pubblicamente  con  Battista 
Canetoli,  32,  38-47. 
1432  -  II  governatore  di  Bologna  insospettitosi  d.  ma- 
neggi  d.  duca  Viscontl  delibera  di  mandare  per 
soccorso  contro  11  pred.  ai  Veneziani,  Fioren- 
tini  e  al  pp.,  31-4»;  32,  1-4;  recede  da  questo 
proposito  convinto  dalle  parole  d.  Bolognesi 
contrarl  aII'invio,  5-13. 

1432  aprile  6  -  Forte  brinata  con  danni  gravl  alle 
campagne,  32,  16-18. 

1432  apriie  20  -  Pietro  Ramponi  ^  dai  pp.  fatto  go- 
vernatore  di  Rieti,  32,  19-20. 

1432  agoslo  12  -  Bartolomeo  Zambeccari  si  arraa  In 
Bologna  con  i  suoi  amici  contro  Battista  Ca- 
netoli  e  si  ritira  a  .San  Procolo,  32,  31-36;  11 
Canetoli  con  i  suoi  si  reca  la  a  provocarlo,  ma 
non  vengono  alle  mani  per  interposizione  di 
Giovanni  Griffoni  che  11  rappacifica,  37-38;  la 
pace  h  rinnovata  innanzi  al  Senato,  39 ;  molti  d. 
partito  d.  Zambeccari,  in  aeguito  al  bando  degli 
Anziani  e  d.  governatore  di  deporre  le  armi 
sotto  pena  d.  forca,  escono   di  Boiogna,  40-42. 

*1432  agosto-settembre  -  Sono  dal  Senato  banditi  di 
Bologna  e  confinati  Tommaso  e  Giacorao  Zara- 
beccari  fratelli  dl  Bartolomeo,  32,  45-47;  ne  esce 
per  sicurezza  anche  il  pred.,  47-49;  i  confinati 
non  raggiungono  i  luoghi  di  confine,  ma  si 
fermano  a  Borgo  Panigale  donde  mandano  a 
minacciare  1  Canetoii,  49-50. 

1432  settembre  20  -  Da  Lodovico  e  Baldassarre  Ca- 
netoli  sono  presi  alla  sprovrlsta  nel  sonno  e 
condottl  prigionl  a  Bologna  Bonlfacio  Zara- 
beccari,  Baldassarre  e  Alberto  da  Monteveglio, 
Carlo  da  Correggio  e  aitri,  32,  50;  33,  i-3:  a 
stento  si  salva  l'abate  Bartoloraeo  Zambeccari 
che  fugge  a  Vignola,  3-5. 

1432  -  II  governatore  coraincia  a  prendere  sospetto  d. 
Canetoli  a  cagione  d.  popoiariti  che  godevano 
e  cerca  segretamente  di  introdurre  in  Bologna 
per  porta  Santo  Stefano  11  Gattamelata  condot- 
tiero  d.   Veneziani,  33;  8-12. 

1432  -  Cattaneo  Isolani  h  gorernatore  e  rettore  d. 
Chiesa  e  ospedale  di  San  Lazzaro  nel  territorlo, 
33,   13-14. 

1432  -  Giovanni  Inglese  Tomari  rlre  In  quetto  tempo, 
33,  15. 

1432  novembre  -  Si  trova  In  Bologna  fra  Gerardo 
da  Rlralnl  Generale  degli  Eremitanl,  33,  16-17. 

1432  -  t  fra  Michele  Aignani  (?)  carmelitnno  dottissl- 
rao,  33,  18-19. 

1432  -  Vlene  ucclso  a  Boiogna  un  fratello  di  Mlchele 

Ora  da  Matteo  Grlffoni,  ,55,  36-37. 

1433  -  Sono  creati  i   magistratl   dl   Bologna   secondo 

l'u*o,  33,  20. 


808 


INDICE   CRONOLOGICO     [AA.  1433  gennaio  1434  giugno] 


1433  gennaio  26  -  Falllace  per  1'lntervento  dt  Lodovlco 
CanetoU  il  tentatlTO  d.  Dendolo  dl  Introdurre 
In  Bologna  II  Gattamelata,  33,  31-3S. 

1433  gennaio  27  -  II  Dandulo  coraprendendo  dopo  cI6 
che  non  larebbe  plii  stimato,  parte  di  Bologna 
col  resc.  Gozzadlnl  laaciando  la  sua  autoriti 
a  Stefano  Porcari  pod.,  33,  29-33. 

1433  febbraio  8  -  A  richleata  d.  Senato  U  pp.  manda 
un  nuovo  gorernatore  dl  Bologna  nella  persona 
dl  Marco  Condulmer  suo  nipote,  che  fa  solenne 
Ingresso  in  c,   33,  3i-44. 

1433  aprile  15  -  L*imp.  parte  di  Slena  per  Vlterbo, 
33,  45-46. 

1433  maggio  4  -  Grandlssiml  terremoti  In  Bologna, 
33,  47. 

1433  maggio  -  Una  saetta  colpisce  c  rorina  in  parte 
la  torre  degli  Asinelli,  34,  1 ;  altri  terremoti,  1-2. 

1433  giugno  17  -  Ecciissi,  34,  3. 

1433  iuglio  4  -  In  seguito  a  insistenti  pioggie  durate 
tre  mesi,  avendo  ii  Senato  dl  Bologna  deliberato 
che  si  facesse  una  processione  con  ia  madonna 
di  San  Luca  custodita  sul  Monte  della  Guardia, 
1  componenti  ia  compagnia  d.  Morte  vi  si  re- 
cano  a  prendere  e  acconciare  la  Madonna,  34, 
4-33. 

1433  luglio  5-11  governatore  di  Bologna  con  gli  altri 
maglstrati  va  a  ricevere  ia  sacra  immagine,  34, 
36-38;  all'entrare  di  essa  in  c.  ii  tempo  si  rimette 
improvvisamente  a  buono  fra  le  grida  d.  popolo 
riconoscente,  38-45;  la  Madonna  k  iasciata  per 
questo  giorno  nella  Chiesa  di  San  Mattia,  45-47. 

1433  luglio  6-8  -  Triduo  di  processioni  In  Bologna 
con  la  pred.  Madonna,  che  alla  fine  h  ricondotta 
solennemente  alla  Chiesa  di  San  Luca  sui  Monte 
della  Guardia,   34,  48-35,  1-5. 

1433  luglio-settembre  -  Segulta  il  tempo  sereno,  35, 
9-10. 

*1433  luglio  -  I  Grififoni  ordiscono  un  trattato  coi  Gat- 
tamelata  per  fario  entrare  in  Bologiia  coi  fuo- 
rusciti,  ma  per  il  ritardo  d.  pred.  11  disegno 
fallisce,  35,  13-27. 

1433  luglio  27  -  II  conte  Francesco  della  Mirandola 
con  trecento  cavalli  si  reca  a  San  Cesario  e 
il  popolo  temendo  dl  qualche  trattato  contro 
la  c.  sl  arnia  e  fa  buona  guardia  alle  mura, 
35,  30-33. 

1433  agosto  26  -  Anton  Galetuizo  Bentivoglio  si  presen- 
ta  a  porta  San  Donato  per  entrare  in  Bologna 
come  ne  aveva  raandato  avviso  al  Senato,  35, 
36-3»;  trovata  la  porta  chiusa  comincia  a  rom- 
perla,  42-43;  alla  stessa  ora  gii  Zambeccarl  con 
Tommaso  Ghisllieri  e  aitri  bandlti  si  presen- 
tano  a  porta  San  Felice,  39-41,  e  toita  l'acqua 
al  Reno  comlnciano  a  rompere  la  grata  per 
entrare  in  c,  41-42;  da  ogni  parte  sono  ribut- 
tati  dal  popolo  accorso,  43-49. 

*1433  agosto  •  Bartolomeo  Zambeccari  e  Anton  Ga- 
leazzo  Bentivoglio  vanno  da  Borgo  Panigaie  a 
Castelfranco  sperando  Inutilmente  di  averlo, 
35,  50;  36,  1-3;  si  ritirano  allora  a  Spiiamberto 
sul  Modenese  senza  far  dannl,  3-4. 
1433  agosto  30  -  Monteveglio  si  dk  ad  Anton  Goleazzo 
Bentivoglio,  che  vl  lascia  duecento  fanti  con 
Ciovanni  Bianchetti  commissario,  36,  5-6. 


1433  •  L'Inip.  Slgiimondo  h  laeoronato  dal  pp.  Buge- 
nlo  IV  in  Roma,  36,  13-14. 

*1433  settembre  -  L'imp.  Slglsmondo  parfe  dl  Roma 
e  ra  a  Perugia  e  quindi  a  Rimini  ore  arma 
cav.  Sigismondo  Malatesta  e  il  signore  di  Ce- 
sena  Oomenlco  Novello  Malatesta,  36,  15-16. 

1433  settembre  9  -  L'imp.  pred.  sl  reca  a  Ferrara  e 
vi  fa  cav.  il  boiognese  Cario  da  Saliceto,  36, 
17-11;  ra  qulndi  a  Mantora  e  oe  crea  marchese 
11  Gonzaga,  18;    torna  In  Germanla,  H. 

1433  settembre  11  -  Violentissimo  temporaie  in  Bolo- 
gna  durante  11  quale  una  saetta  colpisce  e  rovina 
due  merii  d.  torre  degli  Asinelli,  36,  20-21. 

1433  settembre  22  •  Montevegllo  assediato  da  capi- 
tani  d.  Bolognesi  h  a  questi  restituito  dai  Bion- 
chetti  salre  le  robe  e  le  persone,  36,  7-11. 

1433  ottobre  -  Apparlzlone  di  una  cometa,  36,  22-13. 

1433  ottobre  21  -  Sl  princtplano  1  larori  per  condurre 
a  Bologna  Tacqua  d.  fonte  Ramonda,  36,  34-25. 

1433  -  II  conte  Francesco  .Sforza,  cap.  d.  Vlscontl,  possa 
dal  territorio  Bologncse  con  moiti  soidati  di- 
retto  In  Romagna,  36,  26-28. 

1433  -  I  Forliresi  cacclano   i   magistratl   d.   Chiesa  e 

acclamano  loro  signore  Antonio  Ordelafii,  36, 
29-30. 

1434  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'uso  d.  c,  36,  31 ;  &  pod.  e  cap.  NlcoI6  Portinari 
dl  Aqulla,  32. 

1434  febbraio  21  -  Gli  Imolesi  cacciano  gli  ufficiali 
d.  Chiesa  e  introducono  nella  ioro  c  1  soidati 
d.  duca  di  Milano,  36,  33-34;  Guido  Antonio 
Manfredl  signore  di  Faenza  si  impadronlace  dl 
molti  loro  castelll,  34-36. 

1434  -  Volgendo  a  male  le  cose  d.  Chiesa  In  Romagna, 
anche  i  Canetoli  pensano  cacciare  gH  ufliclali 
di  essa  e  fortificare  Bologna,  36,  37-41;  percl6 
arvertono  Gaspare  Canetoll  di  prendere  llcenza 
dai  Venezlanl  e  con  i  suoi  soldati  di  impadro- 
nirsi  di  San  Giovannl  in  Perslceto  a  nome  d. 
Bolognesl,  41-44. 

1434  maggio  20  -  Gaspare  Canetoli  senza  contrasto 
occupa  San  Glovanni  in  Perslceto  meno  la 
rocca  ove  erano  i  presidi  d.  pp.  e  d.  Gattame- 
lata,  36,  45-47. 

*1434  maggio-giugno  -  In  Bologna  1  Canetolt  d'ac- 
cordo  coi  magistrati  si  insignoriscono  d.  Pal. 
e  costringono  11  governatorc  a  dlpendere  da 
loro,  36,  48-37,  1-16;  11  Gattamelata  si  impadro- 
nisce  con  inganno  d.  rocca  di  Castelfranco  dicui 
fa  prigione  11  governatore  con  la  famiglia,  16-34 ; 
prende  poi  anche  il  castello,  :S-30,  e  quindl 
Piumazzo,  Manzolino  e  la  rocca  dl  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  in  rendetta  d.  trattamento 
fatto  dai  Bolognesi  al  governatore,  31-32. 

1434  giugno  8-11  Gattamelata  intima  ai  Boiognesl 
di  restituire  in  liberta  11  governatore  minac- 
clando  il  sacco  al  territorio,  37,  33-35. 

1434  giugno  9-11  Senato  di  Bologna  adunatosi  rlla- 
scia  il  governatore  e  crea  Dieci  di  Balia  Riz- 
zardo  Pepoli,  Giovanni  Ludovisl,  Braiguerra 
Caccianemlci,  Nicol6  Ghlsilardl,  Galeotto  Ca- 
netoii,  Giorannl  Isolani,  Bernardlno  Muletti, 
Alberto  Albergati,  Amerigo  Bocchl,  Gozzadino 
Gozzadini,   37,  35-39. 


[AA.  1434  giugno-1435] 


INDICE  CRONOLOGICO 


809 


l 


1434  giugno  15  -  ri  Gattamelata  introdotto  segreta- 
mente  In  San  Glovanni  in  Persiceto  per  libe- 
rarne  la  rocca  assediata  da  Gaspare  Canetoli, 
vince  il  pred.  e  lo  fa  prigione  con  tutti  i  suoi, 
37,  40-«. 

♦1434  giugno  -  Eccidio  in  Bologna  di  Luigi  e  Floriano 
Grififoni  operato  dai  Canetoli,  37,  45-38,  l-37;clie 
anche  fanno  prigioniero  il  governatore  e  l'am- 
basc.  veneziano  Paolo  Tron  in  rendetta  d.  presa 
di  Gaspare,  28-30;  i  Veneziani  alla  loro  volta 
fanno  priglonleri  tutti  i  mercanti  Bolognesi 
che  erano  nel  loro  Stato,  31-32. 

*1434  giugno  -  Rivolta  d.  Romani  che  si  impadroni- 
scono  d.  porte  d.  c.  e  d.  Campidoglio ;  e,  messo 
in  priglone  un  nipote  di  Eugenio  IV,  tengono  il 
pp.  stesso  sotto  la  loro  sorveglianza  per  con- 
segnarlo  ai  Piccinino,  che  avevano  niandato  a 
chiamare,  38,  34-41. 

1434  giugno  23  -  Eugenio  IV,  riuscito  a  fuggire  di 
Roma,  giunge  a  Firenze  ovc  entra  con  molta 
pompa,  38,  41-45. 

*1434  giugno  -  Bartolomeo  Zabareili  e  mandato  qual 
nuovo  governatore  a  Bologna  dal  pp.,  38,  46-48 ; 
lo  Zabarelii  si  lagna  in  Consiglio  h  nome  d. 
pp.  d.  violenze  usate  al  governatore  e  al  Tron, 
e  chiede  la  liberta  d.  pred.,  48-39,  1-4;  annuncia 
di  essere  stato  fatto  governatore  di  Bologna  e 
promette,  se  1  Bolognesi  osserveranno  i  capi- 
toli  e  licenzieranno  le  genti  d.  duca  di  Milano, 
che  sara  ridata  la  libcrti  a  Gaspare  Canetoli 
e  ai  mercanti  in  Venezia  e  sara  fatto  usoire  il 
Gattamelata  dal  territorio  d.  c,  39,  4-9;  lo  Za- 
barelli  h  accettato  dal  Senato  con  le  sue  pro- 
poste,  10-11. 

1434  giugno  29  -  fe  pubblicato  neireserclto  d.  Gatta- 
melata  l'accordo  con  Bologna;  patti  convenuti, 
39,    12-25. 

1434  -  Intanto  che  si  aspetta  il  ritorno  di  Galeotto 
Canetoli  andato  dai  pp.  a  Firenze  coi  capitoli, 
lo  Zabarelli  riconqulsta  Castelfranco  e  molesta 
Imola  e  Forli  tenute  dal  Visconti,  39,  25-33. 

1434  -  Galeotto  Canetoli  conclude  l'accordo  col  pp« 
che  manda  Giovanni  Vitelleschi  a  Bologna  ooi 
capitoli  per  la  ratifica  d.  Senato,  39,  34-36;  in 
questo  mentre  viene  nuova  a  Bologna  che  Ga- 
spare  Canetoli  h  contro  1  patti  mandato  a  Ve- 
nezia  invece  che  reso  llbero,  e  che  11  Gattame- 
lata  Impadronitosi  dl  Castel  Bolognesc  e  Castel 
San  Pietro,  correva  11  territorio,  36-42;  per  11 
che  il  Senato  rifiuta  dl  accettare  i  capitoii  e 
fare  pace  col  pp.,   42-44. 

1434  -  Anche  lo  Zabarelli  h  sdegnato  d.  procedere  d. 
Gattamelata  e  parta  di  Bologna  per  Firenze; 
anche  ne  parte  il  vesc.  di  Recanati  Vitelleschi 
sicchb  la  c.  rimane  senza  governatore  d.  pp.,  39, 
44-46. 

1434  -  La  Lega  raduna  un  csercito  in  Romagna  contro 
Fori\  e  Imola,  39,  47-48;  lo  stesso  fa  il  duca  di 
Mllano  In  difesa  d.  due  c,  48-40,  1. 

1434  agosto  18  -  Nlcol6  Piccinlno  con  grosso  eserclto 

d.  duca  di  Milano  giunge  a  Forl\  ovc  era  stato 

proclamato  signore  Antonio  Ordelaffi,  40,  1-3. 

1434  agostO  19  •  La  fontana  dell'acqua  Kainonda  con- 

dotta  in  Bologna  insino  airospedale  d.  Morte 


comincia  a   dare   acqua   con   grande   beneficlo 

d.  c,  40,   1-3;   ma  dopo    poco,    per  le  lagnanze 

d.  dazierl  d.  vino,  h  fatta  rovinare,  3-9, 
1434  agosto  28  -  Xicoi6  Piccinino  vlnce  tra  Imola  e 

Castel  Bolognese  l'esercito  d.  Lcga  dl  gran  lunga 

superiore   al    suo    facendo    prlgionieri   ben    sei 

capltani   nemici,  40,    10-23;    di    questa   vittoria 

molto  si    rallegrano    i    Bolognesi   stliTiando  di 

avere  amico  il  Visconti,  24-25. 
1434  settembre  1  -   II   Piccinino  si   impadronisce   di 

Castei  Boiognese  che  assediava  e  lo  restituisce 

ai  Boiognesi,  40,  26-38. 
1434  settembre  9  -  Anche  la  rocca   d.   pred.   castello 

si  rendc  al  Piccinino,  40,  28. 
1434  settembre  21   -  I  prigionieri  fatti  dai  Piccinino 

nelia  pred.  battaglia   e  da  lui    inviali   al  duca 

di  Milano  passano  dietro  le  mura  di  Bologna, 

40,  28-30. 
*1434  settembre  -  f  nel  viaggio  NIcoI6  da  Tolentino 

uno  d.  prigionieri,   40,  30. 
1434  settembre  27-1  Bolognesi  mandano  milizie  loro 

e  d.  Piccinino  ad  assediare  Bazzano,  40,  31-34. 
1434  settembre  29  -  Bazzano  si  rende  a  patti,  40,  34-35. 
1434  ottobre   13-1    Bolognesi   ricuperano  Piumazzo, 

40,  35. 
1434  ottobre  17  -  Due  ambasc   di  Boiogna  vanno   a 

Firenze  dal  pp.  a  osseqularlo  e  trattare  l'accordo, 

40,  41-43. 
1434  ottobre  25  -  NIcol6  Piccinino  fa  assalire  Castej 

San  Pietro,  40,  44-45. 
1434  ottobre   28-1   Boiognesi   prendono  Crevalcore 

facendo  molti  prigionieri,  40,  3S-39. 
1434  ottobre  31   -  Castel  San  Pietro  si  rende  a  patti, 

40,  45-49. 

1434  novembre  8-1  Bolognesi  partono  da  Castel 
San  Pietro  e  vanno  ad  alloggiare  a  Borgo  Pa- 
nigale,  ove  anche  arriva  Nlcol6  Piccinino  che 
rlceve  donl  di  vettovaglie  da  Bologna,   40,  49- 

41,  1-3. 

1434  novembre  20  -  II  Piccinino  parte  da  Borgo  Pani- 
gale  ove  crasi  trattenuto  causa  la  pioggla,  41, 
3-4,  e  va  a  Castelfranco  senza  poterlo  ottenere 
sebbene  molto  vl  battagli,  4-12. 

1434  dicembre  9  -  II  Picclnino  parte  da  Castelfranco 

e  va  B  svernare  in  Lombardia,  41,  12-13. 

1435  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'uso,  41,  17;  elezione  d.  Uieci  di  Balta  in  luogo 
d.   Venti  cassati,  18-19;  elezione  d.  Massari,  19. 

1435  gennaio  12  -  II  conte  Brandollni  sl  impadronisce 
di  Confortino  e  lo  ponc  a  sacco,  41,  24-27. 

1435  -  Pietro  Rampuni  torna  a  Firenze  pr.  il  pp.,  41, 

28-29. 

1435  -  Roma  torna  all'ubbidienza  d.  pp.,  41,  30. 
1435  aprile  3-11  Senato  dl  Bologna  manda  sue  mllizle 

contro  la  fortezza  di  Gailiera  presidiata  da  sol- 

dati  d.  Chlesa,  41,  31-32. 
1435  aprile  4  -  Dopo  aspro  assalto  la   pred.  fortezza 

rlmane  ai  Bolognesi,  41,  33-34. 
1435  aprile  6  -  Gaspare  Canetoli  h  trasferito  da  Ve- 

nezia  a  Firen^e  e  quivl  falto  carccrare  dal  pp., 

41,  35-36. 
1435  maggio  31  -  A  Bologna  In  Consiglto  d.  Selcento 

si  abolisce  il  capitanato  d.  montagna,  41,  37-39. 
1435  -  Anton  Galeaszo  Bentivoglio  dimora  nei  caitelll 


810 


INDICE   CRONOLOGICO      [A.  1433  giugno  1435  dlcembrel 


det  Bolognese  fedell  alla  Chieta  arendo  sempre 

In  animo  dl  rlentrnre  !n  patrla,  41,  3f-41. 
1435  glugno  29  -  Tentatlvo  Infruttuoao  d.  pred.,  per 

peneirare  In  Bologna,  41,  44-42,  1-7. 
1435  agOSto  6  -  Giungono  a  Bologna  notlzle  d.  scon- 

fitta  inflltta  dal  Genovesi  al  re  d'Ar8gona  nel 

porto  dl  Gaeta  e  d.  priglonleri  In  essa  fatti  dai 

pred.,  42,  «-13. 
*1435  agosto  -  I  pred.  prlgionlerl   eccelsl   sono   arbi- 

trarlamente  Ilberatl  dal  duca  Visconti  alla  cu- 

stodia  d.  quale  li  averano  1  Genovesi  afiidatl, 

42,  13-lS. 
1435  -  t  Nicoli  Fortebraccio  ferifo  dl  lancia  e  prigio- 

nlero  dl  Taliano  del  Friuli,  42,   16-1«. 
1435  agosto  10  -  Pace  tra  II  papa,  Veneziani  e   F'io- 

rentinl  da  una  parte  e  il  duca  di  Milano   dal- 

Taltra,  42,  19-33. 
1435  -  I  Bolognesl  mandano  ambasc.  a  Firenze  ad  of- 

frire  Bologna  al  pp„  42,  34. 
1435  agosto  19  -  Eugenio  IV  raanda  un  mesao  a  Bo- 

logna  ad  annunzlare  ia  pace  avvenuta,  42,  35-37; 

avvisa  anche  che  volendo  recarsi  a  dimorare  in 

Kologna  desidera  avere  la  c.  in  Ilbera  signorla, 

37-38. 

143S  agosto  20  -  II  Senato  risponde  eraslvamente  a 
qucsta  richiesta  dicendo  dovcrne  informare  11 
duca  di  Miiano,  42,  38-33. 

1435  agosto  24  -  Giungono  a  Bologna  nuove  notizie 
d.  battaglla  di  Gaeta,  42,  33-35. 

1435  -  II  duca  pred.  scrive  al  Bolognesi  di  riconciliarsi 
col  pp.  protestandosi  sempre  loro  buono  amlco, 
42,  37-39;  il  Senato  eiegge  gli  ambasc.  da  in- 
viarsl  al  pp.  per  l'accordo,  41-44. 

1435  settembre  27  I  pred.  ambasc.  sono  bene  rice- 
Tuti  da  Eugenio  IV  e  concludono  I  capitoli 
deIl'accordo,  42,  44-45. 

1435  settembre  28  -  Grande  allegrezza  in  Bologna 
per  questa  pace,  42,  45-48. 

1435  -  Sono  diminultl  i  dazJ,  42,  49-43,  1-3. 

1435  ottobre  6  -  Entra  in  Bologna  il  nuovo  governa- 
tore  papale  Daniele  Scottl,  ricevuto  coi  solitl 
onori,  43,  3-5,  7-8;  accompagnano  il  pred.  Bal- 
dassarre  Offida  e  Gasparo  da  Todi  uomini  cru- 
dellssimi  e  scelierati,  5-7  ;  11  governatore  cam- 
bia  i  cap.  d.  porte,  11-13. 

1435  ottobre  7  -  Tutti  i  magistrati  di  Boiogna  giu- 
rano  fedelta  alla  Chiesa  nelle  mani  d.  gover- 
natore,  43,  13-13. 

♦1435  ottobre  -  II  pred.  fa  portare  la  campana  degll 
Anziani  nel  suo  pal.,  43,  14-15. 

1435  ottobre  -  Si  comincla  in  Bologna  a  tenere  ragione 
essendo  el.  a  giudice  di  mercanzia  Antonio 
Samplerl,  43,  16-17. 

1435  ottobre  14  -  Battista  Canetoli  dubitando  del  pro- 
posito  d.  governatore  dl  prenderlo  prigionlero 
esce  coiiie  a  diporto  dl  Bologna  e  fugge  a  Cor- 
reggio  dove  io  raggiungono  circa  duecento  tra 
amici  e  parenti,  43,  18-36. 

♦1435  Ottobre  -  Alla  nuova  d.  fuga  di  Battlsta,  Ga- 
leotto  Canetoli,  che  era  a  Firenze  dai  pp.,  fugge 
anche  egll  e  va  a  Slena,  43,  37-39. 

*1435  Ottobre  -  II  governatore  avendo  mano  libera  per 
la  fuga  d.  Canetoli  elegge  a  pod.  rOffida  che 
immediatamente  prende  possesso  d.  pal.  d.  pod,, 


pretende    duecento   fantl  per  tua   guardla   ed 

elegge  nuovl  Anzinni,  43,  40-50. 
1435  novembre  3  -  Si  comincia  a  suonare  In  Bologna 

Tarrengo  che  non  si  suonava  pi6  da  due  anni  e 

sono  el.  ambasc.  ad  invitare  II  pp.  In  c,  44,  1-7. 
1435  novembre  7-1  pred.  ambasc.  con  altrl  Invlatl 

d.  governatore  partono  dl  Bologna  con  molto 

«eguito,  44,  8-13. 
*1435  novembre  -  II  pp.  11  riceve  benevolmente  e  pro- 

mette  la  sua  andata  coli  pel  febbralo  prossimo, 

44,  13-16. 
1435  novembre  9  -  11  governatore  dl  Bologna  soppri- 

me  il  maglstrato  d.  Gonfalonierl  e  vieta  la  ele- 

zione  agli  uflSci  clie  distribulsce   a  sua   roglia, 

44,  17-19. 
1435  novembre  30  -  II  card.  Albergati  giunge  a  Bolo- 

gna  di  ritorno  dalla  Francla  ove  era  stato  per 

la  concluslone  d.  pace  con  quel   re,   44,   30-31. 
1435  dicembre  4  -  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  rien- 

tra  a  Bologna  col  beneplacito  d.  pp.,  44,  33-35; 

ossequlato  II  governatore  si  ritira  a  casa  sua, 

25-26. 

*t435  dicembre  5  -  Bartolomeo  Oseiletti  fa  costrulre  in 
Cento  l'oratorio  di  Sant'Antonio  e  Lazzaro, 
46,  31-34,  che  dona  a  officiare  al  frati  di  San 
Giacomo,  34-36. 

*1435  dicembre  -  Anton  Galeazzo  e  subiio  vititato  da 
gran  numero  di  amici  e  seguito  e  onorato  dal 
popolo  tanto  da  destare  gelosia  nel  governatore, 
44,  37-33. 

1435  dicembre  7  -  Tommaso  Zambeccari,  Matteo  Grif- 
foni  e  molti  aitrl  fuorusciti  tornano  a  Bologna, 
44,    34-35. 

1435  dicembre  -  NicoI6  Piccinino  in  cambio  di  due- 
roila  ducati  restituisce  a  Bologna  Castei  Bolo- 
gnese  e  Castel  San  Pletro,  44,  35-37;  anche  il 
Gatta  e  ii  conte  Brandoiini  restitulscono  San 
Giovanni  in  Persiceto,  SanfAgata  e  Manzo- 
lino,  37-38. 

1435  dicembre  15  -  Baldassare  Offida  fa  ievare  ie  armi 
daila  casa  di  molti  amici  d.  Canetoli  e  portarle 
nel  pal.  d,  pod.,  44,  39-42. 

1435  dicembre  16  -  II  govematore  proibisce  pena  la 
corda  che  si  portino  armi  In  c,  o  fuori,  44, 
43-44. 

1435  dicembre  16  -  L'Offida  fa  dare  ■icurti  di  molte 
migiiaia  di  lire  da  alcuni  amici  d.  Canetoii  che 
avevano  maneggiafe  le  entrate  d.  c,  44,  45-4«. 

1435  dicembre  23  -  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  e  fatto 
uccidere  a  tradimento  per  ie  scale  d.  Pal.  dal 
governatore  in  parte  sobillato  dai  Maltraveni, 
in  parte  dall'Offida  e  per  suo  conto  timoroso 
d.  popoJarita  d.  Bentivoglio,  44,  49-45, 1-31;  con- 
temporaneamente  l^Oflfida  fa  impiccare  Tom- 
maso  Zambeccari  nella  stanza  di  re  Enso,  33-36; 
e  data  sepoltura  ai  due  corpi  in  San  Cristoforo 
d.    Ballatoio,  3fr-50. 

1435  dicembre  23-  L'Offida  scorre  a  cavallo  Bologna 
per  calmare  ogni  tumulto;  inoltre  per  dare  co- 
lore  di  verlti  airaccusa  di  tradimento  fatta  agll 
ucclsl  fa  imprigionare  e  processare  Cola  d'A- 
scoli  cancelliere  d.  Bentivogllo  che  condanna 
a  morte  sebbene  non  faccia  esegulre  la  sen- 
tenza  merci  un  faiso  breve  papale,  46,  1-13. 


[AA.  1^3Sdicembre-1438marzo]     INDICE   CRONOLOGICO 


811 


1435  dicembre  24  -  II  pp,  fa  imprigionare  Bartolomeo 
Zambeccari  che  era  a  Firenze,  46,  13-15. 

*1435  dicembre  -  Una  sorella  d.  pp.  passa  di  Bologna 
diretta  a  Firenze,  46,   16-18. 

1435  dicembre  28  -  Per  ordine  di  Eugenio  IV,  clie 
vuole  iraporre  un  freno  ai  Bolognesi,  si  co- 
mincia  a  Bologna  a  innalzare  il  castello  di  Gal- 
liera,  46,  20-36, 

*1435  dicembre  -  II  duca  di  Milano,  udita  i'uccisione 
d.  Bentivogllo,  per  ingrazlarsi  ii  pp,  fa  impri- 
gionare  a  Miiano  Battista,  a  Correggio  Galeotto 
e  Baldassarre,  e  a  Parma  Lodoyico  tutti  d.  Ca- 
netoli,  46,  37-29;  perd  dopo  poclii  giorni  li 
libera,  29. 

1435  dicembre  29  -  L'Offida  proibisce  che  alcuno 
porti  divisa  eccettuato  i  servi  e  i  soldati,  46, 
37-39;  anche  vieta  che  sia  data  ospitalita  in 
Bologna  per  la  notte  a  contadini  e   forestieri, 

40-41, 

1435  -  Le  suore  di  San  Francegco  abitano  in  Bologna 
fuori  porta  Santo  Stefano,  46,  42-43. 

1435  -    Eugenio    IV    si    prepara    a    recarsi    a    Bologna, 

46,  44. 

1436  -  Eiezione    d.    magistrati    e    Anziani    di  Bologna 

secondo  l'uso,  46,  45-46. 
1436  febbraio  26  -  Passa  di  Bologna  la  sorelia  d.  pp. 

dt  ritorno  a  Venezia,  46,  47-49. 
1436  marzo  -  II  governatore  di  Bologna  fa  porre  una 

grata  di  ferro  alla  porta  d.  Pal.,  47,  1-3. 
1436  aprile  5    -    Ventiquattro  cittadini   bolognesi  con 

apparato   vanno   incontro  al   pp.  che  sl  recava 

a  Bologna,  47,  3-5. 
1436  aprile  21  -  Eugenlo  IV  giunge  ai  Crociali   e  vi 

si  riposa,  47,  6-7. 
1436  aprile  22  -  Entrata  di  Eugenio  IV  e  d.  suo  se- 

guito  a  Bologna,  47,  8-24. 
1436  giugno  13  -  NicoI6   d'Este  si  reca  a  Bologna    a 

riverire  il  pp.  che  gli  dona,   con   dispiacere  d. 

Bologncsi,  i  castelli  di  Lugo,  Massa  e  Zagonara, 

47,  25-28. 

1436  agosto  10  -  Eugenio  IV  manda  Pesercito  a  Massa 
d.  Lombardi  e  in  due  giorni  la  riconquista, 
47,  29-31;  ritornano  alla  sua  ubbidienza  Santa 
Agata,  Zagonara  e  Barbiano,  31-32. 

1436  agosto  25  -  Lugo  ritorna  sotto  la  Chiesa  e  II 
pp.  lo  dona  a  Lionello  d'Este,  47,  33-34. 

1436  settembre  9  -  L'Offida  con  Pier  Gian  Paolo  Or- 
sini  cap.  d,  pp.  si  reca  a  Budrio  contro  il  conte 
Francesco  Sforza,  che  spera  di  prendere  alia 
sprovvlsta,  47,  35-41;  nia  lo  Sforza  avvertito 
lascia  il  Ponte  Poledrano  e  va  a  Cantalovo  ber- 
teggiando  1'Offida  alle  fosse  di  Medicina,  41-42. 

1436  settembre  15  -  L'Offida  esce  di  Mediclna  e  va 
alla  Riccardina,  47,  44-45. 

1436  settembre  16  -  Francesco  Sforza  assale  alPim- 
pensata  TOffida  alla  Riccardina  sconfiggendoio 
e  io  segue  a  Budrio  ove  I'aasedia,  47,  48-48,  1-3. 

1436  settembre  -  Lo  Sforza  si  fa  consegnare  l'Offida 
dagli  abitanti  di  Budrio  atterriti  dalle  sue  ml- 
naccie,  48,  3-8;  lo  conduce  prigionlero  a  Coti- 
gnola  e  dopo  averlo  esanilnato  lo  manda  a 
Fermo  consegnandolo  a  un  servitore  di  Anton 
Galeazzo  Bentivoglio,  il  quale  lo  tormenfa  cru- 
delmente  e  lo  ucclde,  1-33. 


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-  Bernardo  Scappi  esecutore  testamentario  di  Gio- 
vanni  Tencarari  noraina  Giacomo  Bertrandi 
rettorc,  governatore  e  amministratore  d.  Col- 
legio  di  Avignone  fondato  dal  pred.,  48,  38-49, 
1-13. 

-  I  Bolognes!  riformano  1'abbazia  di  San  Felice  e 
con  licenza  d.  pp.  vi  conducono  i  monaci  neri 
di  Santa  Giustina,  49,  13-15;  questi  stiraando  plu 
opportuno  riformare  I'abbazia  di  San  Procolo 
piii  comoda  pei  cittadini,  la  ottengono  insieme 
alla  Chiesa  di  Santa  Marla  d.  Monte  dipen- 
dente  dall'abbazia  di  San  Felice,   15-18. 

-  Si  recano  ad  abitare  in  Bologna  Paoio  e  Nicold 

Ercolani  di  Faenza,  cui  e  concessa  la  cittadi- 
nanza  Bolognese,  49,  19-22. 

-  t  Glovannl  da  Imola  insigne  dottore,  49,  33-29. 

-  Carlo  VII  toglie  la  Francia  airubbidienza  d. 
Chiesa  volendo  dlsporre  d.  benefici  spirituali 
d.  suo  regno  a  sua  volontd  e  non  a  benepla- 
cito  d.  pp.,   178,  34-36. 

-  Sl  eleggono  gli  Anziani  e  i  magistrati  secondo 
Tuso,  49,  30-31. 

marzo  16  -  Traslazlone  d.  concilio  da  Basllca  a 

Ferrara,  49,  33-35. 
marzo  18  -   Pier   Gian   Paolo    Orsini   gla  fatto 

prigioniero  dal  conte   Sforza   alla   Riccardina, 

48,  1-2,  e  sdegnato  contro  gli  abitanti  di  Budrio 
che  incolpava  d.   rovina  d.  suo  esercito,  35-36, 

49,  36-38,  per  vendioarsi  ne  prende  con  inganno 
il  castello,  49,  36-48,  raa  assediatovl  dai  villanl 
offre  patti  che  non  sono  accettati,  48-50,  1-6; 
allora  fa  impeto  contro  i  pred.,  li  sconfigge, 
uccide  o  ferisce,  5-8  ;  dato  quindi  II  sacco  al  ca- 
siello  torna  a  Bologna  indisturbato,  8-10. 

novembre  15  -  fe  fusa  In  Bologna  la  campana 
nuova  deirarrengo  essendosi  rotfa  1'antlca,  49, 

11-12. 

-  Glacomo  dal  Lino  h  fatto  comraissario  per  11 
leg.  d.  vicariato  dl  Capugnano  e  d.  rocca  di 
Pediano,  49,  13-14. 

dicembre  -  t  l'imp.  Sigismondo,  49,  15-17. 

-  Elezione  degli  Anzlani  e  maglstrati  nuoTi  dl  Bo- 

logna,  49,  18. 

gennaio  1  -  Alberto  d'Austria  h  salutato  re  di 
Ungheria,  55,  43;  cf,  49,  31-22. 

gennaio  9  -  Eugenio  IV  fa  celebrare  solenni  esc- 
qule  per  l'imp.  Slglsmondo  in  San  Pctronlo, 
59,   19-30. 

gennaio  23  -  Eugenio  IV  parte  di  Bologna  sotto 
pretesto  dl  vlsitare  Galliera,  ma  il  di  seguenfe 
si  Imbarca  a  Maccagnano  e  segretamente  sl 
reca  a  Ferrara  ove  aveva  Indetto  11  Conciiio 
lasciando  1  Bolognesl,  cui  aveva  spillato  denari 
con  la  promessa  di  rndunare  il  Concllio  nella 
loro  c,  scornati  e  delusi,  50,  33-38 :  cf.,  23-31. 

-  Glunge  a  Venezla  e  qulndl  a  Ferrara  Tlmp.  greco 
con  grande  segulto  dl  prelatl,  50,  39-46. 

-  Frodc  d.  Plcclnlno  verso  il  pp.  cui  spllla  cin- 
quemlla  ducati  e  toglie  Iniola,  ForU  e  pol  Bo- 
logna,  50,  47  i  51,  l-a4. 

marzo  24  -  II  Piccinlno  giunge  nel  terrltorlo  di 

Bologna,   51,  35-36. 
marzo  26  -  II  pred.  arrlva  a   Borgo   e   a   Caia- 

lecchio,  51,  36-37. 


812 


INDICE    CRONOLOGICO     [AA.   1438  marzo-1439  geonaio] 


1438  marzo  27  -  II  prcd.  va  alfldlce  ore  riceve  pre- 
sentl  dal  Senato  dl  ISoIognB,  51,  37-34. 

1438  marzo  39  -  H  Plccinlno  con  Plcr  Gianpaolo  Or- 

linl,  che  aveva  condotto  con  grandi  ofTertc  alto       1438 
stlpendio  d.  duca  di  Mllano,  il  reca  nel  terri- 
torlo  di  Imola,  51,  40  43. 

1438  maggio  18  -  II  Plccinlno  chiamato  a  Dologna  dal       1438 
cittadini   arrlva   con    tutto   reserclto   a   porta 
Maggiore  e  manda  un  trombetta  al  governatore       1438 
a  chiedergll  la  signoria  dl  Bologna,  51,   43-46; 
contro  questc  pretese  il  governatore  mette  co-       1438 
nic  pu6  in  difesa  ia  c.  facendo  grandi  promesse 
al  popolo  perchi  lo  segua,  46-52,  1-6.  1438 

1438  maggio  20  -  II  Picclnino,  con  l'aiuto  di  RafTaele 
Foscherari  e  d.  partito  di  questo,  enfra  in  c. 
con  alcune  squadre,  52,  7-14;  dopo  accanito  1438 
combattlmento  d.  suol  partitantl  col  popolo, 
occupata  da  quelli  la  Piazza  lascia  le  casc  d. 
Bentivoglio  ove  era  rimasto  e  si  reca  a  sua  vol-  1438 
ta  in  Piazza,  14-38;  il  governatore  dopo  vigo- 
rosa   resistenza  gli  si  rendc  a  pattl,  38-30. 

1438  maggio  21-11  governatorc  i  dal  Picclnino  man-       1438 
dato  fuori  di  Bologna,  52,  32-33. 

1438  -  In  una  casa  di  Pietro  Munarl   cl  si  sente  e  la 

casa  h  abbandonata  dal  proprietario,  52,  34-37.     , 

1438  maggio  22  -  II  Piccinino  raduna  i  cittadini  in 
Pal.  e  rallegratosi  con  loro  d.  liberta  ricon- 
quistata  promette  ogni  bene  a  nome  d.  duca 
di  Milano,  52,  38-40;  promette  anche  di  rlcon- 
quistare  Galliera,  40-43,  e  manda  ad  assediarla, 

44-48.  1438 

1438  maggio  22-11  Senato  di  Bologna  elegge  i  nuovl 
Anziani  che  subito  entrano  in  ufficlo  e  pren- 
dono  dlmora  in  Pal.,  52,  49-53,  1-4. 

1438  maggio  -  II  Plccinlno  assedia  strettamente  Gal-       1438 
licra  essendo  d'lntesa  col  castellano  che  questi 
alla  fine  d.  mese  gli  consegnera  il  castello  qua- 
lora  non  rlceva  soccorsi,  53,  S-io. 

1438  giugno  1  -  Battista  da   Narni,  castellano  per  la 

Chiesa,  secondo  l  pattl  pred.  cede  Galliera  per       1438 
settemila  ducati  e  i  Bolognesi  vi  plantano  sulla 
torre  il  ioro  stendardo,  53,  ll-U. 

1438  giugno  4-11  Piccinino  manda  a  prendere  la  te- 

nuta  di  tutti  i  castclli  d.  Bolognese  e  tutti  si  1438 
rendono  salvo  Cento  e  la  Pieve  appartenenti  al 
vesc,  53,  15-17;  alle  minaccle  d.  Picclnino  anche 
Cento  e  la  Pieve  gii  si  danno,  17-31;  11  pred.  fa 
presidiare  Galiiera  contro  i  pattl,  che  stabill-  1438 
vano  dovesse  essere  la  fostezza  consegnata  ai 
Bolognesi,  31-34.  1438 

1438  gjugno  5  -  Malgrado  lo  sdegno  per  questo  fatto 
1  Bolognesi  mandano  a  rcgalargli  un  corsiero, 
un  ricco  stendardo  con  le  armi  di  Bologna  e 
un  elmo  d'argento,  53,  25-27.  1438 

*1438  giugno  -  Anche  Imola  e  Forli  si  ribellano   alla       1438 
Chiesa,  53,  28-39. 

1438  giugno  6  -  Nicol6  Piccinino  parte  con  i'esercito 

per   la   Lombardia   accompagnato    da   Astorre       1439 

Manfredi  che  a  Panigale  prende  licenza  e  torna 

a  casa  sua  sacclieggiando  i  luoghi  per    1  quali       1439 

passava,  53,  30-33;  anche  i*csercito  d.  Piccinino 

dk  il  sacco   al   territorio   di   Bologna   per  cui 

passa,  33-35. 

*1438  giugno  •  II  Senato  di  Bologna  rielegge  1  Gonfa- 


lonlerl  d.  popoio  e  rlconferma  In  ulliclo  i  Dieci 
dl  Balla  gii  cassati  dal  governatore  dl  Eugenlo 

IV,    53,    36-43. 

giugno  1 1  -  II  Senato  di  Bologna  fa  bandire  chc 

1  contadini  tornlno  alle  loro  caie  e  a  lavorare 

la  terra,  53,  43-44. 
giugno  -  Bologna  h  tormentata   dalla  peate,  53, 

43;  nc  t  con  altrl  Battista  Magnani,  45-46. 
giugno  29  -  Aibcrto  d'Austria   genero   dell'imp. 

Slgtsmondo  h  salutato  re  di  Boemla,  i'),  31-33. 
luglio  8  -  t  in  Bologna  Krancesco  Fantuzzi,  53, 

47-48. 
luglio  -  Continuando   la  pestilenza  in  Bologna  il 

Senato   ordina  tre   giomi   di   processloni,   53, 

49-30. 

settembre  1  -  In  Bologna  «I  crcano  1  nuovi  An- 

ziani  e  si  conferma  il   Gonfaloniere  di  Gluiti- 

zia,  cosa  non  mai  fatta,  54,  1-6. 
Settembre  -  I  prcd.  magistrati  durano   in  carica 

tutto  il  mese,  cosa  anche  questu  non  mai  usata, 

54,  7-8. 

-  Raffaeie  Foscherarl  con  altrl  cercano  di  fare 
tornare  a  Bologna  il  figlio  di  Anton  Galcazzo 
Bentivoglio,  Annibalc,  chc  era  agll  stipendi  d. 
re  di  Napoli,  54,  9-11,  33-37,  raa  II  pred.  rifiuta 
ripetutamente,  37-44;  ma  poi  vinto  dalle  loro 
insistenze  acconsente,  45-48 ;  gli  vengono  incon- 
tro  a  Castel  San  Pietro  gli  amici  di  suo  padre 
e  11  suo  seguito  si  accresce  man  mano  che  il 
approssima  a  Bologna,  48-55,  1-2. 

settembre  8  -  Annibale  Bentivo^lio  cntra  in  Bo- 
logna  e  si  reca  ad  abltare  in  casa  d.  padre  a 
San  Donato,  dove  subito  vengono  a  salutario 
molti  amici  e  popolo,  55,  2-7. 

novembre  6  -  Vlene  rafforzata  la  Piazza  in  Bo- 
logna  per  ordine  d.  Senato  e  di  Raffaele  Fo- 
scherari,  55,  8-11;  ii  Gonfalonlere  con  gli  An- 
ziani  e  noblli  assistono  a  una  messa  cantata 
fatta  da  loro  celebrare  in  San  Leonardo,  11-13. 

-  Dal  Consiglio  d.  Seicento  di  Bologna  sono  el. 

i  nuovi  Dieci  di  Balla  al  quall  h  data  autoriti 
di  dispensare  tuttl  gli  uffici  di  qualunque  spe- 
cie,  55,  14-21. 
dicembre  13  -  Con  dcliberazlone  di  tuttl  i  ma- 
gistrati  di  Bologna  h  el.  Gonfalonierc  di  Giu- 
stizia  per  i  prinii  sei  mesi  dell'anno  nuovo  Gia- 
como  dal  Lino,  55,  32-31. 

-  Per  ordinc   d.  Senato  le  meretrlci   di  Bologna 

cambiano  di  residenza,  55,  33-34. 

-  Assassinio  di  Matteo  Griffoni  oltre  Imola  men- 
tre  era  in  via  per  andare  pod.  a  Cesena,  com- 
messo  da  Michele  Ora  per  vendlcare  1'uccisione 
di  un  fratello,  55,  35-37. 

-  Censimento  d.  famiglie  in  Bologna,  55,  3». 

-  Di  quest'anno  Francesco  Monterenzi  abita  In 
Bologna  nella  parrocchia  di  San  Tommaso  del- 
la  Braina,  55,  40-41. 

-  Elezione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  Tuso, 

55,  43. 
gennaiO  8  -  Si  decreta  che  ai  contadinl  a  tre 
miglia  da  Bologna  sia  resa  giustizia  da  appo- 
siti  ufficiali  nel  loro  borghi,  55,  44-47;  e  cioi 
al  ponte  dl  Casalecchio,  al  ponte  di  Reno,  al 
ponte  d.  Corticella,  al  ponte  d.  Gomito,  al  ponte 


[A.  1439gennaio-1439settembre]     INDICE   CRONOLOGICO 


813 


di  Castenaso,  al  ponte  dt  San  RuffiUo,  al  ponte 
San  Gallo,  56,  1-J. 

1439  gennaio  16-Eugenio  IV,  deliberato  di  trasferlre 
il  conciilo  da  Ferrara  a  Firenze,  t'a  mostra  di 
volere  rtndare  a  Faenza  e  invece  per  Modena 
e  Pistoia  raggiunge    la    sua  meta,  56,  3-16. 

*1439  gennaio  -  II  duca  Visconti  insospettito  d.  popo- 
larit^  di  Annibale  Bentivoglio  promette  a  Bat- 
tista  Canetoli  la  liberta  qualora  riesca  a  dargli 
il  pred.  nelle  mani  e  a  tale  uopo  da  al  Cane- 
toll  commendatlzie  pei  suol  dipendenti  a  Gal- 
liera  e  a  Bologna,  56,  17-35. 

1439  gennaio  28  -  II  Canetoli  con  dodici  cavalli  en- 
tra  a  Galliera,  26,  36-37. 

1439  gennaio  29  -  II  pred.  entra  in  Bologna  con  tre- 
cento  cavalli  d.  Sacramoro  castellano  di  Gal- 
liera  e  acquleta  gli  Anziani,  turbatisi  d.  suo 
arrivo,  assicurando  essere  venuto  col  consenso 
d.  Visconti,  per  dimorare  tranquillo  in  c,  56, 
38-45 ;  alla  notizia  d.  suo  arrivo  sl  arma  anche 
Annibale  Bentivoglio  che  al  suono  d.  campana 
di  San  Giacomo  raccoglie  cinquecento  uomini 
in  difesa  sua  e  d.  c.  45-57,  1-3;  prima  che  giun- 
ga  in  Piazza  h  raggiunto  da  Lodovico  Bentl- 
voglio  che  avendo  in  precedenza  parlato  con  il 
Canetoli,  ottiene  da  Annlbale  che  retroceda, 
3-14;  Annibale  e  Battista  per  opera  di  Lodo- 
vico  si  rappacificano,  14-16. 

1439  febbraio  1  -  Per  consiglio  subdolo  di  Battista 
Canetoli  e  tolta  la  custodia  d.  porte  ai  cittadini 
e  data  a  cap.  forestieri,  57,  18-31. 

1439  febbraio  6  -  A  istanza  d.  pred.  h  concesso  il  ri- 
torno  in  patria  ai  banditi  e  confinati  amici 
suoi  che  infatti  tornano,  57,  32-36;  gli  Anzlani 
sospettando  d.  Canetoli  mandano  ambasc.  al 
Piccinino  con  un  pretesto  a  pregarlo  di  prov- 
vedere  acci6  Battista  non  usurpi  il  domlnio  di 
Bologna,  37-41. 

1439  febbraio  7-1  pred.  ambasc.  partono  di  Bologna 
per  Gonzaga  ove  trovavasi  Nlcol6  Piccinlno, 
57,  42-48. 

♦1439  febbraio  -  II  pred.  h  molto  lieto  di  questa  am- 
basciata  che  gli  permetteva  tra  i  due  rlvali  di 
prendere  egli  il  dominio  di  Bologna  pel  duca, 
■  58,  1-6;  avverte  il  Senato  di  confermare  i  Dleci 
e  tutti  gli  altri  magistratl  e  manda  a  Bologna 
11  figlio  Francesco  con  buoni  presidt,  6-9. 

1439  febbraio  17  -  Tornano  a  Bologna  gll  ambasc. 
andati  dal  Piccinino,  58,  10. 

1439  febbraio  18  -  Giunge  Francesco  Piccinino  con 
trecento  cavalli  apparentemenle  ben  accolto  dal 
Senato,  58,  11-17. 

[1439  marzo  1  -  Denaro  d.  Bolognesi  al  Picclnino]  r. 
/4SS  maggio  la. 

1439  marzo  22  -  Battista  Canetoll,  chlamato  da  Filippo 
Marla  Visconti  va  a  Milano  a  rendere  ragione 
d.  sua  condotta,  58,  18-Jl;  il  duca  soddlsfatto 
lo  rimanda  a  Bologna,  21. 

1439  aprile  1  -  Glacomo  Costanti  siclliano  h  pod.  dl 
Bologna,  58,  23-23;  Antonio  Sacro  h  cap.  d.  Ba- 
ha,  58,  23-23. 

*1439  aprile  -  II  duca  Vlsconti  per  rendersl  amico 
Guido  Antonio  Manfredl  signore  di  Faenza  e 
averio  favorevole  ai  suoi  dlsegnl   lu   Bologna, 


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gll  di  Imola  e  lo  conduce  ai  suoi  stipendl  con- 
tro  i  Malatesta,  58,  24-27. 
aprile  26  -  II  Manfredi  prende  possesso  di  Imola, 

58,  28;  va  quindi  a  Rimini  ove  trova  Francesco 
Sforzacon  grande  esercito  in  aiuto  d.  Malatesta, 
39-30;  essendo  Inferiore  dl  forze  si  ritira  sem- 
pre  seguitato  dallo  Sforza,  30-31. 

-  Questi  prende  Forllmpopoii  a  pattl,  58,  31-33 ; 
passa  quindt  attraverso  al  territori  di  Mordano 
d'Imola,  e  dl  Bologna  che  in  tutto  saccheggla 
e  va  a  Ferrara,  Chioggia  e  Padova,  33-34;  di 
qui  a  Venezla  ove  h  el.  cap.  contro  il  Piccinlno, 
che  col  march.  Gonzaga  faceva  grandi  danni 
nel  Bresciano,  34-37. 

maggio  12-1  Dieci  dl  Balk  dl  Bologna  pren- 
dono  in  prestito  duemila  ducati  e  11  mandano 
a  Nicol6  Piccinino  che  loro  li  aveva  chiesti,  58, 
38-41;  falsa  notizla  di  questo  fatto  nel  Blondo, 

41-43. 

maggio  21-1  vescovl  dissidentl  dl  Basilea,  In 
risposta  alla  scomunica  loro  lanciata  da  Euge- 
nlo  IV,  lo  cltano  a  comparlre  Innanzi  a  loro, 
lo  scomunlcano  e  privano  d.  pontlficato  in- 
viando  le  cedole  di  cl6  in  ogni  parte,  58,  43-47. 

giugno  25  -  Sono  afl[isse  in  Bologna  due  d.  pred. 
cedole  contro  Eugenio  IV,  58,  47-49. 

-  Continuano  in  Bologna  i  rancori  e  le  rivalit& 
tra  Annibale  Bentivogllo  e  Battlsta  Canetoli, 
piii  aperte  in  questo  che  godeva  d.  favore  d. 
duca,  59,  1-5. 

agosto  -  Sono  fatti  Imprlgionare  in  Galliera  dal 
Scnato  di  Bologna  Galeotto  Canetoli  e  alcuni 
suoi  amici,  incolpatl  d!  volere  dare  Milano  ai 
Vlsconti,  59,  6-13. 

agosto  9  -  Giovannl  Ambroslnl  h  pure  fatto  ar- 
restare  appena  giunto  a  Bologna  di  ritorno  da 
Milano  sotto  la  stessa  accusa,  59,  13-15. 

agosto  12-1  pred.  prlgionleri  sono  tuttl  liberati 
per  ordine  d.  duca,  59,  15-16. 

agosto  14  -  t  in  Bologna  NlcoI6  Fava  o  Pabi 
celebre  medico  e  filosofo,  59,  17-35. 

-  Nel  Concilio  che  sl  teneva  In  Flrenze  viene 
sancita  la  unlone  d.  due  chiese   latina  e  greca 

59,  36-37;  altri  dogmi  sanciti,  38-33. 

-  Durante  llpred.  Concilio  t  •  Firenxe  11  patrlarca 

di  Costantinopoll,  59,  34. 
agosto  31  -  L'lmp.  Paleologo  reduce  dal  ConclUo 

in  Firenie  passa  dl  Bologna  ricevuto  e  trattato 

pomposamente  dalla  c,  59,  41-45,  47;  crea  cav. 

aurato  Glovannl  Manfredl  o  lecondo  altrl  Tad- 

deo,  45-47. 
settembre  17  -  Glacomo  dal  Llno  i  el.  commls- 

sario  di  Castel   San  Pletro,    Medlclna,  Castel- 

guelfo  per  preparare  gli  allogglamenti  dl  Ame- 

rlgo  da  Sanseverlno,  59,  38-40, 

-  Continua  Todio  fra  Annlbale  Bentivogllo  e 
Battista  CanetoH,  Tuno  cercando  dl  abbassare 
1'altro,  59,  48-4». 

settembre  24  -  II  pod.  dl  Bologna  Glacomo  Co- 
stantl  va  per  arrestare  Tommaso  Canctoll  In- 
colpato  dl  Tolere  togllere  la  llberti  alla  c,  60, 
1-3,  ma  trova  che  era  fuggito,  3-5;  rltornando- 
sene  con  1  suot  h  assallto  dal  pred.  con  dodlcl 
amlcl,   ferlto  e  posto   in   fuga,   5-9;    Annlbale 


814 


INDICE   CRONOLOGICO     [AA.   1439  »etteinbre-1440  »eft. 


Bentlvogllo  a  questa  nuora  armatosl  il  Intl- 
gnorlsce  d.  Piaua,  f-ll;  anche  Battlsta  Cane- 
toli  raduna  1  tuol  amlcl  e  va  a  Galliera  per 
essere  sostenuto  dal  Sacramoro,  11-14;  d.  ctie 
BTvlsato  AnnlbaJe,  subito  depone  le  arml  e  lo 
ttetso  fa  Battitta,  14-1». 

1439  Ottobre  19  -  II  Sacramoro  parte  d!    Bologna  ri- 

chiamato  dal  1'lcclnlno  che  non  lo  reputava  ab-       1440 
bastanza  severo,  60,  17-20. 

1439  ottobre  27  -  Entra  in  Bologna   11  nuovo  castel-       1440 
lano  di  Galliera  Cervato  .Secclii  o  Secco  da  Ca- 
ravagglo,  60  M  33.  1440 

1439  ottobre  [27]  -  t  rimp.  Aiberto  V,  60,  33-34. 

1439  -  t  a  Bologna  ii  dottor  Brancadello  Zonchi,  60,  35.       1440 

1439  (novembre  5]  -  II  Conciiio  di  Basllea  crea  anti- 

papa  11  princlpe    Amedeo    VIII  dl   Savoln   col       1440 
nome  di  Kellce  V,  60,  36-39. 

1439  dicembre  20  -  Eugenio  IV  per  rafforzare  11  suo 

partlto  crea  a  Firenze  diciassette  card.,  60,  30-3>. 

1440  -  Elezlone  dei  magistrati  di  Bologna  secondo  Tuso,       1440 

60,  36;  Tommaso  Gozzadlni  c  esattore  e  teso- 
riere  di  Bologna,  60,  36-37 ;  Giacomo  dal  Lino 
h  el.  vicario  dl  Savigno,  37-38.  1440 

1440  [febbraio  2]  -  Federico  d'Aii8tria  i  el.  imp.  d'Au- 
stria  dagli  elettori  [veramente  re  di  Germaniaj, 
60,  39-42. 

1440  febbraiO  4  -  Annibale  Bentivoglio  con  qulndici 
amicl    uccide   per   la   via   Raffaele    Foscherari 
divenutogll  nemico  perchfe   ne   aveva    rifiutata       1440 
la  figUa,  60,  43-61,   1-15, 

1440  febbraio  -  Alla  nuova  di  questo  omicldlo  vl  6 
un  po'  di  panico  in  Bologna,  61,  16-33;  Anni- 
bale  temendo  violenze  dagll  amici  dell'ucciso, 
se  ne  va  per  alcuni  giornl  in  casa  d.  cap.  Cer- 
vato  Secchl,  33-35.  1440 

1440  -  II  dottore  Giacomo  da  Panico  h  ucciso  dai  conti 
Bonifacio  e  NIcoI6  da  Panlco  per  vendicare  la 
t  d.  loro  padre,  61,  36-27. 

1440  -  t  a  Bologna  Rlzzardo  PepoH,  27-28.  1440 

1440  febbraio  7-11  Senato  di  Bologna  fa  giostrare  un 

palio  a  sollazzo  d.  clttadini,  61,  39-33.  1440 

1440  febbraio  12  -  Annibale  Bentivoglio,  chiaraatovi 
dal  Plccinino,  va  a  Parma  a  rendergli  conto  del- 
l'omlcid!o  d.  Foscherari  e  riesce  a  placarlo,  61, 
31-38. 

1440  marzo  4  -  NicoI6  Piccinino  con  il  potente  eser-       1440 
cito  radunato   in   Parma   contro    i  Florentini, 
passa  di  Bologna  andando  ad  alloggiare  ai  Cro- 
ciall,  61,   39-43;   ove  e  visitato  dal   Senato  che 
lo  Invita  In  Pal.,  43-45. 

1440  marzo  5  -  Per   volonti   del   Picclnino,   interve-       1440 
nuto  in  Senato,  11  maglstrato  d.  Dleci  d.  Bal\a 
fc  trasforraato  in  quclio   d.  Sedici  Rlformatori       1440 
d.  stato  che  ricominciano  ad  essere  el.  61,  46- 
62,  1-8. 
1440  -  Imprestlto  contratto  dal  Senato  dl  Bologna  con       1440 
molti  cittadlni  da  restltuirsi    mensllraente,  62, 
9-36;  i  creato  tesoriere  generale  Toramaso  Goz- 
zadini,  37-30. 
1440  marzo  8  -  II  Piccinino  parte  di  Bologna  e  con 

1'esercito  va    In    Romagna    per   recarsi   contro       1440 
Firenze  iasciando  in  c.  qual   suo   luogotenente 
il  figlio   Giacomo,   62,   31-33. 
1440  -  II  duca  di  Milano,  parendogli  essere  beffato  da 


Battlita  Canetoll,  lo  chlama  a  Mllano  e  ve  lo 
tlene  a  confine,  62,  34-37 ;  e,  dopo  1'uccislone 
del  Fotcherari,  lo  fa  imprigionare,  37;  il  Senato 
saputo  cid  fa  priglone  Galeotto  Canetoll  cbe 
manda  nelia  rocca  di  Forl),  Benedetto  Bonfigil 
che  Invia  nella  rocca  di  Imola  e  Tommato 
Grassi  che  speditce  a  Mllano,  39-41. 

aprile  1  -  Filippo  Gonfalonieri  di  Piacenza  pud. 
di  Bologna  pel  duca  Visconti,  62,  37-38. 

aprile  8  •  Giacomo  dai  Llno  el.  toprattante  al 
tetoro  per  due  anni,  62,  43-43. 

apriie  12  -  t  a  Bologna  Bartoloraeo  Zambeccari^ 
62,   44-45. 

maggio  4-11  Senato  di  Bologna  celebra  la  festa 
di  Santa  Monlca  in  San  Giacomo,  62,  46-63, 1-6.. 

giugao  2  -  Giacorao  dal  Llno  h  fatto  commis- 
sario  di  Castelfranco,  Crevaicore  e  di  tutte  ie 
terre  d!  Bologna  confinantl  col  march.  dl  Fer- 
rara,  63,  7-9. 

giugno  20  -  II  Senato  dl  Bologna  fa  giostrare  il 
palio  di  San  Ruffiilo  in  Piazza  a  sollazzo  d.  po- 
polo,  63,  10-13. 

-  Nicol6  Piccinino  entrato  in  Toscana  sl  inipa- 
dronisce  di  molti  castelli  d.  Fiorentini.  63,  14- 
17;  i  quali  alla  loro  volta  mettono  in  ordine  le 
loro  genti  sotto  Piergianpaoio  Orsint,  essendo 
commissari  al  carapo  Neri  Capponi  e  Bernardo 
de'  Medlcl,  17-19. 

giugno  29  -  Battaglia  d'Anghiari  vinta  dai  Fio- 
rentinl  e  dall'escrcito  d.  Chiesa,  63,  17-21;  Nl- 
coI6  e  Francesco  Piccinino  con  Guidantonio 
Manfredi  scampano  dalla  rotta  a  San  Sepolcro, 
gli  altri  cap.  rimangono  prigioni  coi  principaii 
dell'esercito  visconteo,  21-26. 

luglio  6  -  Si  scuopre  un  trattato  per  Introdurre 
in  Bologna  1'esercito  di  Francesco  Sforza  e  cac- 
clarne  Annibale  Bentivoglio,  63,  37-30;  gii  au- 
tori  di  esso  sono  giustiziati,  31-34. 

luglio  19  -  Giunge  a  Bologna  NicoI6  Piccinlno 
reduce  di  Toscana  e  in  via  per  Milano,  63,  3S-38. 

luglio  27-1  Sedici  Riformatori  fanno  al  pred, 
un  presente  di  duemila  ducati  che  prendono  In 
prestito  dalle  Arti  loro  concedendo  in  camblo 
per  due  annl,  con  malcontento  d.  popoio,  11 
dazio  deirimbottato,  63,  39-43. 

agosto  1  -  S'Incendia  in  Bologna  11  mon.  d.  tuore 
di  Santa  Agnese,  63,  44-45;  vi  periscono  due 
raonache  e  due  altre  riraangono  gravemente  of- 
fese  dal  fuoco,  che  dlstrugge  quasl  tutto  il  mon., 
45-48. 

agosto  18  -  Entra  in  Bologna  11  nuovo  pod.  An- 
tonio  dal  Verme,  63,  49-50. 

-  Complotto  ordito  da  Neri  oste  dcila  Luna  per 
dare  Boiogna  alla  Chiesa,  64,  l-3o;  scoperto, 
Neri  e  i  suol  complicl  sono    giustiziati,    20-33. 

settembre  3-1  soldati  d.  Chiesa  entrati  nel  Bo- 
lognese  per  il  trattato  pred.,  prendono  Castel- 
guelfo,  e  corso  e  saccheggiato  il  Medesano  e 
il  territorio  di  Medicina,  sl  riducono  a  Massa, 
64,   24-36. 

settembre  5-1  pred.  toldati  trascorsl  slno  a  porta 
San  Vitale  prendono  uomini  e  bestiaml,  ma 
assaliti  alla  loro  volta  dai  contadlni  sdegnati. 
■ono  Tintl  e  messl  in  fuga,  costretti  a   lasclare 


i 


(AA.  1440  settem.-1441  ottobre]     INDICE   CRONOLOGICO 


815 


prlglonieri  e  bottino  e  salvarsi  fuori  d.  terrl- 

torlo,  64,  27-31. 
1440  settembre  14-1  Bolognesi   mandano  a    ripren- 

dere  Castelguelfo,  ma  sui  momento  non  l'otten- 

gono,  64,  32-35. 
1440  -  Si  conclude  pace  e  lega  tra  li  duca  di  Milano, 

ii  duca  di  Savoia,  li  marcli.  di  Saluzzo,  di  Man- 

tova,   di  Monferrato  e  i  Fiorentlni,  64,  36-37 ;  i 

Veneziani  rifiutano  dl  aderirvi,  38 ;  siccii&  per- 
.    dono  1  servizi  dei  conte  Francesco  Sforza  clie 

passa  al  Visconti  e   diviene  genero   d.  pred.  e 

cap.  d.  Lega,  38-40. 
1440  settembre  24  -  Giunge  a  Bologna   ia  nuora  d. 

pred.  accordi  e  se  ne  fanno  grandi  aliegrezze, 

64,  40-44. 

1440  settembre  -  II  Senato  di  Boiogna  temendo  tor- 
bidi  fa  murare  le  porte  Mascareila,  .Santo  Ste- 
fano,  Castiglione,  Saragozza,  d.  Prateiio  e  d. 
Lame,  64,  44-47,  che  dopo  qulndici  giorni  fa 
riaprire  mostrandosi  il  popolo  malcontento  d, 
clilusura,  47-48. 

♦1440  settembre  -  II  Senato  di  Bologna  fa  tagliare  ia 
testa  a  Pappl  de'  Medici,  64,  4»-50. 

1440  novembre  13  -  II  Senato  dl  Boiogna  non  fidan- 
dosi  d.  cap.  forestieri  messi  aila  cuttodia  d.  porte 
d.  c.  e  d.  fortczze  d.  territorio  manda  ambasc. 
al  Plcclnino  a  Parma  per  riaverne  ii  possesso, 

65,  1-5;  ii  Piccinino  promette  restituire  loro  le 
porte  e  ie  fortezze  a  eccezione  dl  Galliera  in 
cambio  di  quindicimila  ducati,  6-11;  capitoli  per 
la  dctta  consegna,  12-66,  1-67.  1-2. 

1440  novembre  17  -  Sl  fa  un  corapromesso  tra  il  co- 
mune  dl  Boiogna  e  Federigo  Manfredi  procu- 
ratore  d.  re  Carlo  II  di  Napoll  per  riedificare 
la  Ciiiusa  d.  Serlno  rovinatasi;  procuratori  d. 
due  parti,  67,  3-18. 

1440  novembre  21  -  Glunge  a  Bologna  Giovanni  Man- 
zolino  procuratore  d.  Piccinino  e  legge  In  Se- 
nato  I  capitoli  firmati  per  la  cessione  d.  porte 
e  castelii  67,  19-37. 

1440  novembre  22  -  In  rendimento  di  grazie  a  Dio 
per  la  pred.  cessione,  il  Senato  ordina  una  pro- 
cesstone,  67,  38-42. 

1440  novembre  -  li  Senato  consegna  le  porte  di  Bo- 
logna  e  ie  fortezze  d.  territorio  alle  Arti  per- 
chb  le  custodiscano,  67,  43-44. 

1440  novembre  23  -  f  a  Bologna  Nlcol6  Gozzadlni 
d.  Sedici,  67,  45-47. 

1440  dicembre  29  -  11  Senato  concede  a  Cervato  Sec- 
chi  o  Secco  da  Caravaggio  ia  cittadinanza  bo- 
lognese  che  egii  aveva  domandato  per  s^  e  i 
figlioii,  67,  47-86,  1-5. 

1440  -  Elenco  d.  fuorusciti  di  Bologna  a  questa  data, 

68,   6-24. 

1440  -  fe  inventata  1'arte  d.  stampa  da  Gloyanni  Gu- 

tenberg,  68,  25-26. 

1441  -  Elezione  d.  nuovl  magistratl  di  Bologna  secon- 

do  l'u80,  68,  27-28. 
1441  gennaio  15  -  Torna  a  Boiogna  Nicol6  Sanuti  che 

si  era  recato  a  Milano  presfo  11    Vlscontl  per 

Incombenze   d,   c.   e  che   era   stato    dal    pred. 

armato  cav.,  68,  29-31. 
•1441   gennaio  -  Nicol6  Plcclnino  prende  ai  Veneziani 

moite  c.  e  caitelli  nel  Bresciano,  68,  32-3a. 


1441  gennaio  26  -  Giostra  In   Bologna   ordJnaU  dal 

Senato  per  festeggiare  i  pred.  successl,  68,  33-37. 
1441  febbraio  -  Carlo  Zambeccari  i  priore  in  Bologna 

per  questo  mese,  68,  38. 
1441    marzo   5  -  f  a   Boiogna   Gozzadino    Gozzadini, 

68,   39. 
1441  marzo  11  -  Sono  poste  suila  tomba  d.   pred.    ie 

sue  bandiere,  68,  39-40. 
1441  aprile  10  -  Sono  accrescluti  i   dazi  di   Bologna, 

68,  41-44. 

1441  aprile  -  Annibale  Bentlvoglio  domanda  in  rao- 
glie  al  duca  Vlscontl  la  nlpote  di  lui  Donnlna 
e  l'ottiene,  b8,  45-48;  manda  molti  cittadinl  in 
gran  pompa  a  Miiano  a  prendere  la  sposa,  68, 

48-69,    1-4. 

1441  maggio  7  -  Donnina  Visconti  arriva  a  Boiogna 
accoita  con  grandi  feste,  69,  s-ll. 

*1441  maggio  -  Baldacdo  d'Aughiaii  piglia  Baragazza 
per  il  pp.,  69,  12-14. 

1441  maggio  23  -  11  pred.  Baldacclo  si  impadronlsce 
con  la  forza  e  con  la  frode  di  Bargi,  Casio, 
Calderara,  Sassuno,  69,  15-18. 

1441  giugno  10  -II  Senato  bandisce  premi  a  chl  prenda 
o  ucclda  rlbelli  a  Bologna,  69,  19-21, 

1441  -  I  Boiognesl  tentano  inutilmente  ricuperare  Ca- 
sio,  69,  22-24;  nei  ritorno  costruiscono  una 
bastla  a  Castel  dei  Vescovo  per  impedire  a  Bal- 
daccio  I'avanzata,  24-26. 

1441  luglio  30  -  Le  catene  neUa  Plazza  dl  Boiogna 
sono  toite  alla  notte  e  pol  rimesse  senza  si  sap- 
pia  da  chi,  69,  27-38, 

1441  -  I  Fiorentini  tentano  avere  a  tradlmento  Castel 
San  Pietro  per  facllitare  a  Baidaccio  II  sac- 
cheggio  del  territorio  intorno  a  Bologna,  ma  11 
complotto  h  scoperto  e  1  due  colpevoli  posti  al 
tormento  e  condannati  a  morte,  69,  29-33;  a 
uno  di  essi  h  concessa  grazla  per  interces- 
sione  di  Guidantonlo  Manfredi,  33-35, 

*1441  agosto  •  Pace  tra  ii  duca  di  Milano,  II  pp.  e  1 
Venezlani,  69,  36-37, 

1441  agosto  14  -  Lettere  d.  duca  VUconti  arrivano  a 
Bologna  ad  annunziare  la  pace  da  lui  concluia 
con  i  Venezlani  e  il  pp.  e  come  ogni  oftesa  da 
entrambi  ie  parti  sia  finlta,  69,  37-40. 

1441  -  Antonio  dal  Vernie  h  confermato  pod.  dl  Bolo- 
gna  per  altri  sei  mesl,  69,  43-46;  e  Giacomo 
Costanti  el.  suo  vlcario,  46-48. 

1441  agosto  22  -  Grandlnata  eccezionale  in  Bologna, 

69,  49-50. 

1441  settembre  6  -  Baidaccio  d'Anghiari  torna  a  Fl- 
renze  ignorando  tutto  d,  pace,  70,  1-3;  cf.,  69, 
41-44;  venuto  in  Senato  a  male  parole  coi  Si- 
gnorl  %  dai  pred.  fatto  gettare  daiia  finestra  e 
decapitare,  70,  3-7. 

1441  settembre  6  -  Zollo  da  SerrAvalle  h  decapitato 
per  tradlmento,  70,  8-9. 

1441  settembre  24  •  t  ^  Bologna  Baldassarre  Tren- 
taquattro  d.  Rlformatori,  70,  10-11, 

1441  Ottobre  4-11  Senato  fa  glostrare  In  Bologna  un 
palto  In  onore  dl  San  Petronlo,  70,  12-16. 

*1441  ottobre  -  Matrimonio  di  Isabella  Bentirogllo 
con  Romeo  Pepoli,  70,  17-21 ;  e  di  Giacomo  Pe- 
poli  con  [Margherita]  Goszadtnt  figila  dl  Tom- 
nuwo,  22-34. 


816 


INDICE  CRONOLOGICO      [AA.  1441  ottobre-144a  marzo] 


1441  ottobre  28  -  NIcol6  Sanutl  parte  dl  Bologna  per 

Siena  qual  podesti,  70,  35-36, 
1441  novembre  1  •  II  pred.  arrtva  e  Slena,  70,  37-34. 
1441  novembre  12  -  Guidantonlo  Lambertini  i  fatto 

conte  dl  Pogglo  Renatlco  dal  cap.  Cervato  Sec- 

clil  o  Secco,  70,  30-33. 
1441  dicembre   24  -  Frana   il  tetto   d.  chlesa  dl  San 

Petronio  a  cagione  d.  gran   peso  d.   nere,  70, 

43-43. 

[1441  dicembre  26]  -  t  Nicolft  d'Este,  71,  i. 
1441  dicembre  30  -  f  a  Bologna  Tommaso  Gozzadini 
forse  avvelenato,  70,  33-37. 

1441  dlcembre-1442  [marzo   31]  -  Freddo   inteniis- 

simo  con  nevlcate  eccezlonaii,  70,  3J-44. 

1442  -  Blczione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  l'uso, 

70,  46-47;  Giacomo  dal  Llno  h  capo  d.  Signo- 
ri,  47. 
1442  gennaio  2  -  Bralgucrra  Caccianemici  b  el.  tesorie- 
re  d.  cora.  di  Bologna  In  luogo  d.  f  Gozzadini, 
70,  4J-49. 
*1442  gennaio  -  Giunge  In  Bologna  la  nuova  d.  f  dl 
Nlcoi6  d'Este  e  d.  successione  dl  Lloneilo,  71, 
1,  7-9;  i  Bolognesl  mandano  ambasc.  a  Ferrara 
per  i  convenevoli,  11-13. 
*1442  gennaio  -  Nlcol6  Gambacorta  senza  averne  do- 
mandato  licenza  al  Senato  passa  col  suoi   sol- 
dati  dal  territorio  dl  Bologna,  71,  14-17;  i  Bo- 
lognesi,  sdegnatl,  lo  fanno  prendere  in  un  tondo 
d.  Bocchi  ove  aveva  messo  il  campo,  e  condurre 
prigionlcro  a  Bologna,   17-34. 

1442  febbraio  6  -  Astorre  Manfredi,  saputo  ci6,  entra 
travestito  in  Bologna  e  recatosi  nella  casa  ove 
era  tenuto  rinchiuso  ii  Gambacorta  lo  assale 
airimpensata  e  lo  uccide  vendicando  cos\  una 
antica  ingiuria,  71,  35-33;  rimonta  quindi  a 
cavallo  ed  esce  di  Bologna  prima  che  l'omi- 
cldlo  sia  scoperto,  33-35. 

1442  febbraio  19  -  Vengono  finlte  le  Mercerle  sotto 
11  pal.  d.  pod.  in  Bologna,  71,  36-37. 

1442  aprile  -  Nicol6  Piccinlno  trascorre  questo  mese 
a  Bologna  per  fare  soldati  contro  Francesco 
Sforza  a  istanza  d.  pp.,  71,  39-43;  vengono  a 
visitarlo  e  Intrattenersl  con  lui  d.  guerra  fu- 
tura  ambasc.  di  Siena,  d.  Maiatesta,  d.  Man- 
fredt  e  11  figiiuolo  d.  march.  di  Mantova,  44-45. 

1442  apriie  3-11  Senato  di  Bologna  fa  giostrare  un 
pallo  in  onore  d.  Piccinino,  71,  46-49. 

1442  aprile  15  -  Altra  giostra  in  Boiogna  fatta  cor- 
rere  dal  Piccinino,  71,  50;   72,  1-3. 

1442  maggio  8-11  Piccinino  avendo  radunato  un 
eserclto  di  quattordlclmila  persone  parte  di 
Bologna  e  va  ad  assedlare  F^orli  come  cap.  d. 
Chlesa,  72,  4-7. 

1442  giugno  -  Giacomo  dal  Lino  eletto  vicarlo  di  Lo- 
iano  per  sei  mest,  72,  8-10. 

1442  agosto  3  -  Bartolomeo  Pretl  cap.  d.  fanterla  d. 
Pal.  h  ucciso  da  nemici  di  Annlbaie  Bentlvo- 
glio  perchfe  suo  amico,   72,  11-19. 

1442  -  Alberto  Saiaroli,  atterrata  un'alta  torre  che  gli 
apparteneva,  vi  fabbrlca   una   beilissima   casa, 

72,   30-32. 

1442  ottobre  17  -  Astuzla  usata  da  Francesco  Piccl- 
nino  per  fare  prigioniero  Annibale  Bentivoglio 
secondo  l'ordine  d.  padre,  72,  33-73,  1-7 ;  neila 


notte  11  Bentlvogilo  con  Gaspare  e  Acbiile 
Malvezzl,  pure  presi  prlgionlerl,  lono  mandatl 
a  Parma  con  le  catene  al  piedl,  13-13;  dl  qul 
Annibale  k  Inviato  a  Varano  d.  Marcheil,  Ga- 
tpare  a  Pellegrlno  e  Achllle  nella  rocca  dl 
Complano,  13-lt. 

1442  ottobre  18  -  I  parcntl  e  amicl  d.  prlgloni,  dis- 
suasl  a  prendere  ie  armi  per  non  cagionare 
maggiori  danni  a  essi  e  allac,  ti  rivolgono  al 
Senato  perch^  preghl  Nicol6  Piccinino  dl  Itbe- 
rarll,  73,  19-36. 

1442  ottobre  19  -  II  Senato,  radunatl  I  maglttrati  per 
sentirne  il  parere,  manda  ambasc.  a  Nicol6  a 
questo  tcopo,  73,  36-33;  e  ultri  ne  manda  al 
duca  di  Milano  per  lo  stesso  raotlvo,  33-35. 

1442  novembre  11  -  Tornano  a  Bologna  gll  arabatr. 
al  Piccinino  con  risposta  aleatoria,  73,  36-44. 

*1442  novembre  -  Anche  gli  ambasc.  andati  al  duca 
tornano  con  vane  prometse,  73,  45-74,  1-3. 

1442  novembre  27  -  II  Senato  manda  nuovl  ambasc. 
al  duca  Vltconti  per  la  UberBzlone  d.  Bentl- 
voglio  e  d.  Malvezzi,  74,  3-j. 

1442  dicembre  8  -  Cervato  da  Caravaggio  irapaurlto 
da  minaccie  fattegli  dagli  amici  d.  Bentivogllo 
si  toglle  dalla  casa  d.  Dalle  Correggie  c  va  ad 
abitare  con  buona  guardia  al  vescovado,  74, 
10-16;  dipoi  radunatl  i  suoi  amici  etprime  loro 
II  deslderio  di  andare  a  risiedere  per  raaggiore 
sicurezza  In  Pal.  e  di  chiamare  In  c.  duecento 
fanti,  17-20. 

1442  dicembrc  -  II  Senato  sl  raduna  per  deliberare 
suUe  domande  dl  Cervato,  ma,  diacorde,  non 
vlene  ai  votl,  74,  31-34. 

1442  dicembre  13  -  Glovannl  Fantuzzi  dl  suo  arbl- 
trlo  introduce  Cervato  in  Pal.  <ol  duecento 
fanti  che  questi  aveva  fatto  venirc  da  Gaiilera, 

74,  35-28;  il  Senato  nomlna  due  cap.  d.  pred. 
fanti  e  loro  afiida  la  custodia  d.  Pal.  e  la  vi- 
gilanza  notturna  d.  c,  38-31. 

1442  -  Con  bando  pubbllco  11  Senato  vieta  di  portare 
armi,  74,  33-34. 

1442  -  Tornano  a  Bologna  i  nuovl  ambatc.  mandatl 
al  duca  di  Milano  a  cliiedere  la  liberta  di  An- 
nibale  BentivogUo  e  d.  due  Malvezzi  anche  que- 
sta  volta  con  rlsposta  evasiva,  74,  35-38. 

1442  dicembre  22  -  Cade  11  tetto  di  San  Petronio  dalla 

parte  d.  Piazza  a  cagione  d.  troppa  neve,  74, 
39-40. 

1443  -  Elezlone  a  Bologna  d.  magistrati  nuovi  tecondo 

l'uso,   74,  41-43. 
1443  febbraio  3  -  Tommaso  da  Penne  rettore  dl  San 
Bartoloraeo  In  Bologna  t  in  seguito  a  bastonate 
ricevute  nella  propria  cata  da  iconoscluti,  74, 
43-46. 

1443  febbraio  15  -  Nasce  a  Bologna  Glovannl  II  Ben- 

tivoglio  figlio  di  Annibale,  74,  47-48. 
1443  febbraio    28   -    Giostra   d.    mugnai  In    Bologna, 

75,  1-8. 

1443  -  II  comune  dl  Bologna  vende  le  prigloni  vecchie 

ad  Azzo  da   Quarto  e  a  Giacorao   dal  Llno  a 

patti  deterrainati,  75,  9-13. 
1443  marzo  9  -  Si  apprende   In    Bologna  la  partenza 

dl  Eugenio    IV    da    Firenze    e  II    suo  arrivo  a 

Siena,  75,  14-15. 


[A.  1443  marzo-1443  giugno]  INDICE   CRONOLOGICO 


817 


1443  marzo  -  Freddo  intenso  per  tutto  il  mese,  75, 
15-18. 

1443  marzo  17  -  Batteslmo  di  GioTanni  BentlvogUo 
essendone  padrini  il  marchese  d'Este  e  il  signor 
di  Faenza,  74,  48-49. 

1443  aprile  2  -  Giunge  di  passaggio  a  Bologna  la 
marchesa  Gonzaga  con  due  figli,  75,  19-31. 

1443  aprile  21  -  Francesco  Piccinino  arriva  a  Parma; 
di  Ik  raanda  un  suo  messo  a  Bologna  a  fare 
uscire  di  Pal.  Cervato  e  licenziare  Pietro  dal 
Purgo  col  suoi  provvlsionati,  75,  32-25;  toglie 
Inoltre  le  chiavi  d.  porte  agll  Anziani  e  nuo- 
vamente  vl  pone  cap.  forestleri  e  presidt  in 
suo  nome,   35-36. 

♦1443  aprile  -  Giacomo  dtdL.ino  detenuto  in  Pal.  per 
sicurt4  di  un  amlco  fe  liberato  dai  fautori  d. 
Bentivoglio  e  si  trasferisce  a  Ferrara  per  mag- 
giore  slcurezza,  75,  37-33. 

1443  aprile  23  -  Dopo  un'infermita  di  due  annl  f  in 
Bologna  Guidantonio  Lambertini,  che  all'ulti- 
ma  ora  rlpara  un  torto  che  aveva  &tto  a  Cat- 
taneo  Isolani,  75,  33-39. 

1443  aprile  26  -  Francesco  Piccinino  da  Parma  va 
a  Bologna  con  cinquecento  cavalli,  destando 
molto    sospetto    nella  fazlone   d.   Bentivogllo, 

75,  42-45. 

1443  aprile  27  -  II  Picclnino,  radunato   il  Senato  di 

Botogna,  intima  che  gli  siano  datl  ventiduemila 

bolognini  per  pagare  i  soldati  che  aveva  con- 

dotto  seco,  75,  45-48. 
1443  maggio  4  -  La  pred.  somma,  dagli  Anzianl  presa 

in  prestito  alle  Arti,  h  consegnata  al  pred.,  75, 

48;  76,  1-3. 
1443  maggio  2-4  -  Piogge  e  nevicate  con  freddo  In- 

tenso,  76,  4-5. 
1443  maggio  9  -  Battlsta  Volta  uccide  Giovanni  To- 

mari  suo  genero  per  interessl,  76,  6-8. 
1443  maggio  10  ■  Nicold  Albergati  vesc.  di  Bologna 

t  a  Siena  con   molto   rlmpianto    d.  clttadini, 

76,  9-16;  gll  sono   fatte   in   San   Pietro  di  Bo- 
logna  esequie  solenni,  17-20. 

1443  -  Tristl  condizioni  di  Bologna  in  questo  tempo 
per  la  prepotenza  d.  soldati,  la  malafede  d. 
Picclnlno  e  le  gravezze,  76,  21-36;  disagl  e  op- 
'  pressione  a  cui  pone  fine  la  liberazione  di  An- 
nibale  Bentlvoglio  felicemente  avvenuta  per 
opera  di  Galeazzo  Marescotti,  di  un  tal  Geneslo 
calderaio  e  di  altrl  pochi  compagnl,  26-77,  1- 
78,  1-79,  1-80,  1-16. 

1443  giugno  S  -  Annlbale  giunge  con  i  suol  Ilbera- 
torl  a  Borgo  Panlgale,  80,  17-18:  di  li  al  Ponte 
dl  Reno  e  qulndl  a  Bologna  dove  entra  segre- 
tamente  dl  notte  scalando  le  mura  alla  grata 
dell'Avesa,  80,  U-29;  II  popolo  chlamato  alle 
armi  segue  Annlbale  In  piazza  e  dato  l'assalto 
al  Pal.  e  preso  prigioniero  Francesco  Picclnino, 
mentre  Cervato  attraverso  le  chlavlche  sl  »al- 
vava  a  Galliera,  rlduce  libera  ia  c,  29-81,  I- 
82,  1-3. 

*1443  glugno  -  SI  asserragliano  le  strade  di  Bologna 
per  tlmore  che  Luigl  dal  Verme,  che  era  a  Castel 
San  Pletro  dlretto  in  Toscana  con  dueraila  fantl, 
udita  la  ribellione  di  Bologna,  sl  distogUesse  dal 
suo  cammino  e  renisse  contro  la  c,  82,  4-10. 


♦1443  giugno  -  I  contadini  nel  terrltorio  assalgono  e 
spogliano  quanti  soldatl  d.  Piccinlno  loro  oc- 
corrono,  ma  in  seguito  a  scorrerie  e  razzie  di 
uomini  e  animali  fatte  da  Luigl  dal  Verme  si 
ritirano  nelle  fortezze,  82,  11-16. 

♦1443  giugno  -  GII  Anzianl  mandano  a  chiedere  a 
Tartaro,anche  a  nome  di  Francesco  Plcclnlno 
loro  prigioniero  e  ofirendogll  danaro,  la  resa 
dl  Galliera,  ma  non  Tottengono,  82,  17-3«; 
fanno  allora  assediare  11  castello  da  Pletro  da 
Navarrino  con  le  sue  mllizie,  con  II  quale  vanno 
Annlbale  Bentivoglio,  Galeazzo  Marescottl  e 
tutti  i  clttadini,  34-83,  1-15. 

♦1443  giugno  -  Fllippo  Schlavi,  condottlero  d.  Picci- 
nino,  i  ucciso  da  Galeazzo  Marescotti  in  casa 
di  Annlbale  Bentivoglio  ove  era  tenuto  prlglo- 
ne,  83,  16-37 ;  e  per  ia  strada  sempre  dal  Mare- 
scotti  4  ncclso  Carlo  da  Pisa  in  vendetta  di 
Glovannl  GrifFoni  gia  dal  pred.  ammazzato,  39-43. 

1443  -  Guidantonio  Manfredi  va  a  Castel  San  Pletro  e 
gli  abitanti  sl  accordano  con  iul  dl  tenere  U 
castello  per  II  Picclnino,  83,  43-45;  e  cos\  Bu- 
drio,  Mediclna,  Castelguelfo,  Minerbio,  San 
Giorgio,  Argelato,  la  Pieve  dl  Cento,  45-46; 
Cento  invece,  essendovi  pretore  Lodovlco  Ben- 
tlvogllo,  sl  tlene  per  i  Bolognesi,  sebbene  la 
rocca  sia  per  II  Picclnino,  46-48. 

1443  giugno  8  -  Luigl  dal  Verme  va  contro  Cento 
per  prendervi  Lodovico  Bentivogllo,  83,  48-49; 
raa  gli  abltanti  aiutati  da  Alberto  Pio  sl  di- 
fendono  e  respingono  le  genti  d.  conte  che 
dalla  rocca  erano  penetrate  nella  terra,  50;  84, 
1-7 ;  frattanto  11  Bentivoglio,  bcnchfe  ferito,  ne 
fugge  traversando  a  nuoto  le  fosse  e  rifugian- 
dosi  a  Carpi,  7-34 ;  i  Centani  piacono  l'ira  d.  Dai 
Verme  ofTrendogli  cibarie  e  cinquecento  florini 
d'oro,  34-30. 

♦1443  giugno  -  Gaspare  Maivezzl  rifiuta  la  liberti  of- 
fertagli  in  cambio  d.  suo  aluto  per  prendere 
in  Carpi  prigionlero  Lodovico  Bentiroglio  tuo 
genero,  84,  31-39;  si  presta  a  questo  tentatlro 
Battista  Canetoli  per  ritornare  libero,  40-45; 
ma  non  rtesce  in  verun  raodo  a  fare  uselre  dl 
Carpi  ii  Bentivogllo,  che  da  ultimo  lo  svergo- 
gna,  45-85,  1-39. 

♦1443  giugno  -  Crevalcore,  Piumazzo,  SanfAgata, 
Manzolino  e  San  Giovanni  In  Perslceto  capl- 
tolano  con  Luigi  Dal  Verme  che  percld  non  11 
molesta,  86,  5-6;  Castelfranco  rifiuta  e  ha  II 
territorio  sacchegglato  dal  Dal  Verme,  6-8,  ma 
i  compensato  dal  Senato  dl  Bologna  con  la 
remlsslone  d.  debitl  che  aveva  e  d.  tasse  per 
dieci  annl,  e  con  agevolexze  sul  prezzo  d.  sale, 
8-13. 

♦1443  glugno  -  A  poco  a  poco  i  banditl  e  fuoruscltl 
tornano  a  Bologna,  86,  14-15;  alcuni  d.  Dalle 
Correggie  presi  a  Corticella  dol  conte  Dal 
Verme  e  tagllegglatl  In  trecento  ducatl  clascuno 
non  possono  rientrarvl,  14-30. 

1443  glugno  10  -  Lulgl  Dal  Verme  saccheggla  II  ter- 
rttorio  dl  Bologna  sino  a  Ponte  Potedrano, 
86,  31-24. 

1443  giugno  11  -  Durante  il  Conslgllo  adunatosl  per 
deliberare   sul   ritorno  d.  Canetoll   In  Bologna 


T.  XXXIII,  p.   I  —  $2. 


818 


INDICE    CRONOLOGICO  lA.  U43  fiugno-1443  agotto] 


Goleaszo  Maretcottl,  ■enzs  rltpetto  al  Senato, 
ferlsce  Glorannl  Grlffonl  contrarlo  al  ritorno 
d.  pred.,  86,  3S-K ;  •!  toglie  la  seduta,  ma  11 
colpevole  non  Tiene  punlto  perchi  la  c.  ne 
aveva  blsogno  nella  guerra  in  cui  era  colnrolta, 
86,  34-3i. 

*1443  giugno  -  Annibale  fa  esegulre  parecchl  lavori 
per  stringere  maggiormente  I'assedIo  a  Gal- 
liera  e  impedirne  le  sortlte  d.  nemlcl,  86,  39-43. 

*1443  giugno  -  II  Senato  di  Bologna  manda  ambasc. 
a  Venezia  e  Flrenze  per  stringere  iega  contro 
i  Visconti,  86,  44-50;  dk  In  custodia  le  porte  d. 

c.  alle  Arti,  87,  1-3. 

1443  giugno  14  -  In  Consiglio  d.  Seicento  sono  cassati 
1  Sedlcl  Riformatori  dello  stato  di  Bologna  e 
creati  in  loro  vece  i  Dieci  dl  Bal\a  e  gli  Otto 
delPAvere,  87,  a-15. 

1443  giugno  15  -  II  duca  Fillppo  Maria  manda  un 
ambasc.  a  Bologna  a  profferire  la  sua  amicizla 
e  a  chiedere  Galliera  con  il  pretesto  dl  potere 
soccorrere  in  ogni  evenienza  la  c,  87,  16-23; 
l'ambasc.  k  Ilcenziato  con  la  netta  risposta  che 
Galliera  sara  rasa  al  suolo,  33-36. 

1443  giugno  18  -  Tornano  a  Bologna  gli  ambasc.  man- 
dati  a  Flrenze  avendo  concluso  la  lega  coi  Fio- 
rentini,  87,  37-39. 

1443  giugno  20  -  Astorre  Manfredi  cap.  d.  Piccinlno 
entra  improvvisamente  in  Bologna  con  quat- 
trocento  fanti,  ma  ne  e  subito  ricacciato,  87, 
30-3»;  trova  modo  tuttavia  di  rifornire  di  vet- 
tovaglie  Galliera  e  farne  uscire  le  bocche  inu- 
tili,  38-41. 

1443  giugno  22  -  Torna  a  Bologna  Gaspare  Canetoli 
a  cul  Annibale  va  incontro  in  segno  di  aml- 
cizia  sino  a  porta  San  Mamolo,  87,  42-46. 

1443  giugno  23  -  Dal  castello  di  GalUera  si  bombarda 
ia  c.  e  succede  sanguinosa  mischia  al  mercato 
tra  i  presidi  d.  detto  caatello  e  i  cittadini ,  87, 
46-88,    1-3. 

1443  giugno  25  -  I^uigi  Dal  Verme  parte  dl  Corti- 
cella  e  VB  a  San  Glovanni  in  Persiceto  che  gli 
si  rende  a  patto  che  1  tuoi  non  entrino  nel  ca- 
stello,  88,  4-6. 

1443  giugno  26  -  Genti  di  Bologna  prendono  al  ponte 
dl  Reno  un  centinaio  di  cav.  nemici  che  anda- 
vano  a  Casalecchlo  per  togliere  l'acqua,  88, 
7-13;  i   pred.  sono   disarmati  e  rilasciati,  12-13. 

1443  luglio  24  -  11   conte   Dal   Verme  per  vendicarsi 

d.  pred.  fatto,  revocati  i  salvacondotti  concessi, 
saccheggla  11  territorio  dl  Bologna  quindl  va 
ad  assedlare  Castelfranco,  88,  14-19. 

1443  luglio  6  •  Entrano  In  BologDa  gll  aluti  Invlati 
dai  Fiorentinl,  88,  30-24. 

*1443  luglio  -  Corticella  h  presa  da  genti  di  Bologna 
per  impedlre  11  pasao  ai  nemici  sul  territorio, 
88,  27-38. 

*1443  luglio  -  Gli  abitantl  di  Castelfranco  escono  contro 
le  genti  d.  Dal  Verme  e  le  uccldono  e  fugano 
con  grande  allegrezza  di  Bologna,  88,  28-31. 

*1443  luglio  -  Siraonetto  dali'AquiIa  cap.  d.  milizie 
fiorentlne  in  aluto  a  Bologna,  va  a  saccheg- 
glare  il  terrltorio  d'Imola  essendone  il  signore, 
Maafredi,  con  II  Dal  Verme  contro  I  Bologneti, 
88,  32-35. 


•1443  luglio  -  In  Bologna  nel  Conslglio  d.  Selcento  e 
•u  proposta  degli  Anzlani  sl  delibera  di  ren- 
dere  le  gabelle  e  1  dazi  a  qualcuno  che  possa 
anticiparne  II  danaro  per  atsoldare  mllizle  e 
sono  el.  I  prepottl  a  quetto  affare,  88,  3«-89,  1-9. 

1443  luglio  12  -  Tornano  a  Bologna  gll  ambatc.  ai 
Venezlani  con  11  conienso  a  una  lega  di  clnque 
annl  contro  11  duca  Vlscontl,  89,  lo-i7. 

1443  luglio  14  -  Si  pubbllca  tolenncmente  in  Bologna 
la  lega  coi  Veneziant  e  Florentini,  89,  l»-H. 

1443  luglio  17  -  A  Bologna  h  ucciso  per  Itbagllo  fuorl 
porta  San  Vitale  da  alcuni  ortolani  ii  messag- 
gero  di  Venezla,  89,  20-30;  1  colpevoll  sono  fattl 
Iraplccare  dal  Senato,  30-31. 

1443  luglio  17  -  Pietro  del  Purgo  e  Giovanni  Otte- 
sani  tono  eL  dai  Dieci  dl  Bologna  commitsari 
nella  valle  d.  Samoggia  e  neiia  montagna  per 
fortlficarne  I  castelU  contro  i  nemici,  89,  33-34. 

*1443  luglio  -  Glungono  nuove  a  Bologna  che  i  Ve- 
neziani  raandano  in  loro  aiuto  Tiberto  Bran- 
dolint  e  Guido  Rangoni  con  fantl  e  caTalll, 
89,   35-36. 

1443  luglio  16  -  Simonetto  dairAquila  fa  tcorrerie  nel 
Medcsano,  a  Medicina  e  Castel  San  Pietro  te- 
nuti  dal  Dal  Verme,  89,  41-43. 

*1443  luglio  -  Si  scuopre  a  Bologna  un  coraplotto  per 
uccldere  Annibaie  Bentivoglio;  i  due  soldati 
colpevoll  sono  impiccati,  89,  44-90,  1-5. 

*1443  iuglio  -  II  Dal  Verme  toglie  l'astedio  a  Castel- 
franco  e  va  a  Cazzano,  Cadriano  e  Buoncon- 
vento  sul  Reno  sacchcggiando  e  devattando 
ovunque,  90,  6-11. 

1443  luglio  26  -  Si  tenta  da  Rologna  di  rovinare  il 
mollno  dl  Battltta  Sarapieri  sulla  via  di  Galllera 
per  aflfamare  i  pretldt,  ma  senza  successo,  90, 
12-20. 

1443  luglio  27  -  Galeotto  Canetoli  arrlva  «  Bologna 
con  salvacondotto  degli  Anziani  per  trovare 
modo  di  accordare  la  c.  con  il  duca  di  Miiano, 
ma  non  riesce,  90,  21-25. 

1443  luglio  30  -  II  CanetoII  torna  alla  Quaderna  pr. 
II  Dal  Verme,  90,  25. 

1443  •  Annibale  Bentivoglio  continua  i  lavori  per  as- 
sediare  il  castello  di  Galliera  e  impedirne  le 
sortite  al  nemico,  c  in  tre  giorni  fa  scavare  un 
ampio  fosso  a  tale  uopo.  90,  31-44. 

1443  agosto  3  -  Battista  Canetoli  va  a  Bologna  a  ten- 
tare  dl  procacciare  la  pace  tra  il  duca  dl  MI- 
lano  e  i  Bolognesi  ed  ha  risposta  favorevole 
dal  Senato,  90,  45-46;  va  allora  a  Galllera  per 
persuadere  Tartaro  a  cedere  11  castello,  46-91, 
I ;  questi  si  obbliga  a  renderlo  per  una  deter- 
rainata  somma  se  in  capo  a  quindici  glornl  non 
ricevera  aiuto,   1-5. 

1443  agosto  7-11  Senato  manda  Gottofredo  e  Tiberto 
Brandolini  a  Tartaro  per  trattare  l'accordo 
In  questo  senso,  91,  9-11;  tenore  d.  capltoli 
accettatl  da  entrarabe  le  parti  che  sospendono 
le  ostiliti,  11-1». 

1443  -  Bolognino  dalle  Fiubbe  h  ucclso  per  una  via 
di  Bologna  da  Giovannl  Castagnoli,  con  molto 
dolore  di    Annibale  Bentivoglio,  91,  19-23. 

1443  -  Battlsta  Canetoli  rientra  in  Bologna  l>ene  ac- 
colto  dal  Senato,  91,  34. 


[AA.  1443  agosto-1444  febbraio]     INDICE   CRONOLOGICO 


819 


i 


1443 


1443 


1443  agosto  11  -  Tiberto  Brandollnl  ha  la  raegUo  In       1443 
una  scaramuccia  col  nemici,  91,  35-28. 

1443  -  II  Senato  di  Bologna  manda  presidi  a  castel  San       1443 
Giorgio   clie  gU   sl  era   oiferto,   per  difenderlo 
contro  il  Dal  Verme,  91,  29-3«. 

1443  agosto  14  -  Annibale  Bentivoglio,  avuto  glk  il 
parere  favorevole  di  Galeazzo  Marescotti  e  il 
contenso  d.  Senato,  raduna  a  Bologna  il  popolo 
ai  suono  d.  campane  e  con  e«so  muove  fuori 
di  c.  ad  assalire  il  campo  d.  Dal  Verme,  91, 
35-92,  1-48;  l'impre»a  riesce  completamente  vit- 
toriosa  per  i  Bolognesi,  benclife  abbiano  gravis- 
sime  perdite,  48-93,  1-36;  Annibale  torna  trion- 
fante  in  c.  fra  il  giubilo  d.  popolo  portando 
seco  i  prigionieri  e  il  bottino,  36-46. 

1443  agosto  15  -  Processione  in  Bologna  e  ofiferte  alla 
Vergine  per  la  vittoria  consegulta,  93,  46-49; 
ii  Senato  delibera  che  a  perpetuarne  la  memo- 
ria  sl  rlnnovi  ogni  anno  in  c.  la  processione 
e  ie  oflferte,  49-94,  1-3. 

1443  agosto  16  -  Cento  e  la  Pieve,  udita  la  rotta  d. 
conte  Dal  Verme,  mandano  a  Bologna  le  chiavl 
d.  castelll,  94,  4-8;  ed  eguaie  cosa  fanno  poi  1443 
Argile,  Crevalcore,  Manzolino,  Plumazzo,  Mi- 
nerbio,  Biidrio,  Medicina,  la  torre  d.  Ponte  1443 
Poledrano,  Poggio  del  Lambertini,  la  torre 
delI'UcceIIino,  San  Giovanni  in  Persiceto,  8-11. 

1443  agosto  18  -  Guido  Rangoni  con  cavalli  e  fantl 
glunge  a  Bologna  mandato  in  aluto  dai  Ve- 
nezianl,  94,  19-30. 

*1443  agosto  -  Castel  San  Pietro  tenuto  da  presidt  d.  1443 
Dal  Verme  Inylta  Bologna  a  mandargli  sol- 
dati  che  Introdurri  nella  terra  per  fare  prigio- 
nieri  1  soldatl  d.  conte,  94,  21-27;  ii  Senato 
invia  Annibale  Bentivoglio  che  fornisce  feli- 
cemente  I'irapresa,  37-31 ;  tornato  il  pred.  vlt-  1443 
torioso  a  Bologna  si  fanno  tre  giorni  dl  pro- 
cessioni  e  feste  per  il  riacquisto  di  tutte  le 
terre,  31-34. 

1443  agosto  20  -  Annlbale  Bentivoglio  contrattata  la  1443 
liberti  d.  Piccinino  in  cambio  di  quella  d.  due 
Malrezzi,  fa  condurre  il  pred.  al  Panaro  al  passo 
dl  Santo  Ambrogio,  ore  dall'altra  parte  erano 
glunti  i  Malvezzi,  94,  35-40,  e  ove  avviene  lo 
scambio,  40-95,  1-4.  1443 

1443  agosto  21  -  Gaspare  e  Achille  Malyezzi  llberati 
rlentr&no  in  Bologna,  95,  4-«. 

1443  agosto  22  -   II  Senato   dt    Bologna    manda   suoi 
capitani  ad  assediare  Imola  e  Forli  e  disertarne 
i  territorl  per  punlre  Guido  Antonlo  Manfredi       1443 
dl  avere  seguito    la   parte   d.    Dal    Verme,   95, 
7-11. 

1443  agosto  22  -  Tartaro  consegna  11  castello  di  Gal-      1443 
llera  al  Senato  dl  Bologna  che  gli  paga  tremi- 
lacinquecento  ducati  e  lo  fa  accompagnare  col 
suoi  soldati  alla  torre  deiraccellino,  95,  13-15;       1443 
sulla  torre  d.  castello  sono  poste  le  insegne  d. 
c,  15-16. 

1443  agosto  23  -  A  istanza   di    Annibale   Bentivogllo       1443 
il  Senato  di  Bologna  richiama  i  Canetoli  in  c, 
95,  17-23;  questo  ritorno  h  malveduto  da  molti       1444 
amici  d,  Bentivoglio  plil  prevldenti,  24-29. 

1443  agosto  25  -   II   Senato   fa   abbattere   e   splanare       1444 
Galliera  dalle  fondamenta,  95,  30-34. 


settembre  28  -  f  in  Bologna  maestro  Pietro 
Glovannetti  medico  famoso,  95,  35-41. 

Ottobre  8  -  Scopertosl  dal  Senato  che  il  castello 
di  San  Giovanni  in  Persiceto  mal  tollerando 
di  essere  soggetto  a  Bologna  stava  trattando 
con  11  Dal  Verme,  con  11  Plo  e  Cervato  Secchi  di 
rendersl,  determlna  di  punlrlo,  e  chiamato  11 
popolo  aile  armi  affida  la  spedizione  ad  Annibale 
Bentivoglio  e  a  Glrolamo  Bolognini,  95,  42-49. 

Ottobre  9-1  pred.  entrano  con  I  loro  impensa- 
tamente  a  San  Giovanni  in  Persiceto  e  si  im- 
padroniscono  d.  Castelvecchlo  facendo  prigio- 
niere  centosettanta  persone  che  vi  si  trovavano 
e  che  conducono  a  Bologna,   95,  49-96,  1-11. 

Ottobre  9  -  In  Consiglio  d.  Seicento  si  dibatte 
cl6  che  deve  farsi  di  San  Glovanni  in  Persi- 
ceto,  96,  13-31;  si  sceglie  la  proposta  moderata 
di  Annibale  Bentivoglio  che  voleva  si  conser- 
vasse  11  castello  abbattendone  soltanto  i  bor- 
ghi,  e  le  difese,  e  si  rimandassero  1  prlglonieri 
dopo   avere  fatto   loro  glurare  fedeltik  alla   c, 

31-34. 

Ottobre  12-31  cominciano  a  spianare  le  fosse 
di  San  Giovanni  in  Persiceto,  96,  35. 

Ottobre  18  -  Si  bandisce  In  Bologna  la  lega  fra 
Veneziani,  Fiorentlnl,  Bolognesi,  duca  di  Mi- 
lano  e  Genovesi  contro  II  re  di  Napoli  che 
tentava  togllere  lo  stato  a  Francesco  Sforza 
per  opera  d.  suo  cap.  Nicoi6  Piccinlno,  96, 
38-42. 

Ottobre  24  -  II  Senato  fa  deliberare  in  Consigllo 
d.  Seicento  che  sia  donato  ad  Annlbale  Ben- 
tivoglio  11  dazio  d.  cartlcelle  per  sel  anni  in 
ricompensa  dl   quanto    aveva    fatto    per    la  c, 

96,  43-47. 

Ottobre  26  -  Pietro  da  Navarrino  tenuto  gi4  prl- 
gioniero  in  Castel  San  Pietro  da  Lulgi  Dal 
Verme,  torna  a  Bologna  ove  i  creato  cap.  d. 
soldati,  96,  48-50. 

novembre  5  -  Annibale  BentlvogHo  manda  Ple- 
tro  da  Navarrino  contro  Imola,  ma  II  pred. 
non  pud  entrarvl  per  le  difese  apprestatevi 
dal  Manfredi,  97,  1-6;  sacchegglato  11  terrltorlo 
torna  carico  dl  preda  a  Bologna,  6. 

novembre  12  -  Giungono  notizie  agli  Anziani  dl 
Bologna  d.  vittorla  riportata  da  Francesco  Sfor- 
za  a  Fossombrone  su  NlcoI6  Plccinlno,  97,  7-13; 
d.  che  si  fanno  grandi  feste  e  allegrezie  In  Bo- 
iogna,  13-17. 

novembre  16  •  Lodovlco  Malvezzi  parte  dl  Bo- 
logna  e  va  al  soldo  d.  lignore  di  Faenza,  97, 
18-19. 

novembre  24  -  f  [Francesco]  Bargellinl  abate  di 
Santo  Stefano,  97,  20;  h  metto  In  «uo  luogo  fra 
Glacomo  Battaglla,  21. 

dicembre  15  -  II  Senato,  rinnovando  tuttl  gll 
ufficl  di  Bologna,  elegge  venti  cittadlnl  a  sce- 
gltere  le  persone  idonee  a  tall  ufficl,  97,  22-33. 

-  Si  rompe  la  campana  della  torre  degli  Asinellt, 

97,  43-44. 

-  Elezlone  d.  Gonfalonlere  e  Anzlanl  dl  Bologna, 

97,  34-39. 
febbraio  6  -  ^  fatta  gittare  una  nuova  campana 
per  U  torre  degll  Atinelll,  97,  40-41. 


820 


INDICE  CRONOLOGICO 


(AA.  1444-1445) 


1444  febbraio  13  -  La  nuova  campana  h  alzata  sulla 
torre  pred,   dalJa   parte  d.   Carrobblo,  97,  <>- 

43,   44. 

1444  febbraio  25  -  II  Senato  dl  Bologna  esiendo  la 
domenlca  di  carneTalc  fa  correre  una  gioitra, 

97,  45-98,  1-2. 

1444  -  la  queato  tempo  rlvono  Bartolomeo  Lamber- 
tlni  famoso  dottore  e  il  cav.  Castellano  Goz- 
zadlni,  98,  3-4. 

1444  -  II  Senato  dl  Bologna  rieta  i  pellegrinaggi  a 
San  Glacomo  di  Galizia  per  timoredl  Lulg!  Dal 
Verme  che  si   trovava  nel  Piacentino,  98,   5-8. 

1444  maggio  3-11  Scnato  di  Bologna  raanda  ambasc. 
e  ricclil  doni  a  Lionello  d'Este  per  le  lue  nozze 
con  Eieonora  d'Aragona,  98,  9-14. 

1444  giugno  1  -  II  Senato  di  Bologna  a  corto  di  de- 
nari  aumenta   il  dazio  alle  porte  e  al  molini, 

98,  15-1», 

1444  -  II  Senato  di  Bologna  avvertito  clie  NieoI6  Pic- 
cinino  diretto  a  Milano  si  avvicinava  alia  c. 
ordina  ai  contadlni  dl  ridursi  con  le  loro  robe 
nei  luoghi  fortl,  98,  20-23;  il  Picclnino  saputo 
che  il  Senato  pred.  aveva  fatto  grande  appa- 
recchio  di  soldati  teme  di  essere  assalito  ed 
evlta  il  Bolognese  passando  per  Ferrara,  24-26. 

1444  agosto  12  -  Un  incendio  distrugge  quasi  per 
Intero  il  castelio  dl  Crespellano,  98,  27-34;  il 
Senato  di  Bologna  concede  un  assegno  per  cin- 
que  anni  agll  abitantl  perch^  lo  rieditichino, 
3S-3S. 

1444  agosto  14  -  Bologna  celebra  l'anniversario  d. 
vittoria  contro  il  Dal  Verme  con  la  proces- 
sione  a  Santa  Maria  d.  Monte,  98,  39-41. 

1444  agosto  19  -  Francesco  Sforza  assale  e  comple- 
tamente  vlnce  a  Monte  Olmo  l'esercito  dl  Ni- 
col6  Piccinino  comandato  dal  iiglio  di  lui  Fran- 
cesco,  che  h  fatto  prigioniero,  98,  42-99,  1-23. 

1444  agosto  23  -  Sl  leggono  in  Senato  le  lettere  con 
cui  Francesco  Sforza  e  Sigismondo  Malatesta 
annunciano   a   Bologna  ia    vittoria   pred.,  99, 

24-25. 

1444  settembre  8  -  li  rinnovata  per  dieci  anni  la  lega 

tra  Venezlani,  Fiorentlni  e  Bolognesi,  99,  26-28. 
1444  settembre  19  -  f  a  Mantova  Gianfrancesco  Gon- 

zaga  e  gli  succede  il  figlio  Lodovico,  99,  29-30. 
1444  oftobre  4-11  palio  di  San  Petronio  si  trasferi- 

sce  al  giorno  di  San  Luca,  99,  31-32. 
1444  ottobre  15  -  f  in  Bologna  NicoI6  Ghisilardi  dot- 

tore  famoso,  99,  40-42. 
1444  Ottobre  16    -    t   NicoI6   Picclnino    nella    villa  di 

Corslco  presso  Mllano  In  etk  di  aessantaquat- 

tro  anni,  99,  44-46. 
1444  ottobre  18  -  Si  corre  a  Boiogna  il  palio  che  do- 

veva  farsi  per  San  Petronio,  99,  32-39. 
1444  ottobre  19  -  Giunge  a  Bologna   notlzia  d.  f  d. 

Piccinino,  99,  43-47. 
1444  -  Gaspare  Malvezzi  incomincia  a  Bologna  il  bel- 

lissinio  pal.  d.  Malvezzi  nei  Vignaccl,  100,  1-3; 

anche  Carlo  Malvezzi  inizla  la  fabbrica   di  un 

aitro  bell'edificlo  in  via  San  Donato,  4-5,  e  Zac- 

caria  da  Fiesso  fa  inalzare  la  sua  casa  In  strada 

Magglore,  6-7. 
1444  -  Martino  della  Rocca  h  fatto  pod.  e  cap.  dl  Bo- 

logna,  100,  t. 


1444  -  t  a  Bologna  Glovannl  Lodovisi  ear.  aunito  e 

conte  dl  Arimonte,  100,  13-15. 
1444  novembre  30  ■  Carlo  Malvezzl  t  ferito  da  MI- 

chele  Pelllzzarl    In    sbaglio,    100,    16;  cf.   10-11; 

con  lui  %  ferito  anche  Michele  da  Plia  uno  d. 

Ilberatorl  dl  Annibale  Bentivoglio,  16-17. 
1444  dlcembre  5    -    Glovannl   Landi   o   Ambrosini  e 

tagliato   a   pezzi  da  Lodovico  Marescotti  sulia 

Plazza  di  Bologna,  100,  18-20. 
1444  dicembre  10  - 1  il  pred.  Carlo  Malvezsl,  100,  16- 

17;  cf.,  9-10. 

1444  -  "  Annlbale  Bentivogiio  cede  a  Pletro  da  Collo- 

reto  le  sue  ragloni   su   alcuni   terrenl,   XCIV, 
37-30  „. 

1445  -   Si  eleggono  I  nuovi  magistratl  di  Bologna  se- 

condo  Tuso,  100,  22-26. 

1445  gennaio  6  -  II  Senato  di  Bologna  manda  ambasc. 
a  Firenze  e  Venezia  per  consigiiirsi  sul  da  fare 
qualora  11  duca  Visconti  che  raccoglleva  armati 
insidiasse  la  c,  100,  27-31;  gli  alleati  al  caso 
promettono  alutl  di  soldatl,  31-33. 

1445  gennaio  12  -  Bartolomeo  Bolognini  va  cap.  a 
Flrenze,  100,  34-35. 

1445  febbraio  25  -  Annibale  Bentivoglio  dk  prlnilpio 
alla  cappella  d.  sua  famlglia  in  San  Giacomo 
di  Bologna,   100,  36-38. 

1445  marzo  25  -  Matteo  Dalle  Correggle  h  mortal- 
mente  ferito  in  Bologna  da  Gherardo  Cappelll 
con  il  padre  d.  quale  era  venuto  a  parole,  100, 
39-43;  il  feritore  si  salTa  a  casa  Marescottl,  43; 
questi  saputo  che  i  Dalle  Correggle  si  arraavano 
per  vendicarsl,  li  precedono  nelle  offese  recan- 
dosl  ad  assalire  la  casa  di  Lodovico  Canetoli 
amico  d,  pred.,  43-101,  1;  II  quale  per6  pruden- 
temente  non  si  fa  vivo,  1-2;  ogni  tumulto  cade 
non  rispondendo  II  popolo  all'invito  di  solle- 
varsi,  2-6;  anche  Battista  Canetoli  e  Annlbale 
Bentivoglio  che  eranai  arraati  depongono  le 
armi,  7-10. 

1445  -  II  Senato  dl  Bologna  bandisce  dalla  c.  e  terrl- 
torio  i  colpevoli  dl  un  eccidio  di  ventisette  per- 
sone  commesso  in  Castel  del  Vescovo,  101,  11- 
17;  anche  bandisce  Galeazzo  Marcscottl  e  gll 
altri  suoi  compagni  che  avevano  tentato  solle- 
vare  il  popolo,  18-19. 

1445  -  Magistrati  di    Bulogna  di   questo   tempo,    101, 

20-33, 

1445  marzo  29  -  Gli  Anziani  di  Bologna  rappacificano 

i  figli   di   Lodovico    Mareacotti    con    Lodovico 

Canctoli,  101,  24-30. 
1443  marzo  31  -  t  a  Bologna  Matteo  Dalie  Correggie 

In  aeguito  alle  ferite  riportate,    101,  31-32. 
1445  aprile  1  -  Entra  in  Bologna  11  nuovo  pod.  Gior- 

gio  Spinola,  101,  33. 
1445    aprile    4-12    -   Si    hanno    brinate    grandlssime, 

freddo    e   venti   impetuosi    nel   contado   Bolo- 

gnese,  In  Romagna  e  in  moltl  altrl  luoghi  con 

danni  gravi  d.  viti,  101,  34-36. 
1445  aprile  11  -  Gaieazzo    Marescotti   richiamato  dal 

bando  torna  a  Bologna,  raa  per  la  sua  alterigia 

k  subito  ribandlto,   101,  37-42. 
1445  maggio  1  -  Elezlone  d.  nuovi  Anziani  di  Bologna 

e  loro  nomi,    101,  43-47. 
1445  -  Dal  Canetoli  si  comincia  a  ordire  in  Bologna 


(A.  1445  giugno-144S  luglio] 


INDICE  CRONOLOGICO 


821 


un  complotto  per  uccldere  Annlbale  e  i  Mare- 
scotti,    101,  48-102,   1-29. 

1445  giugno  l  -  La  compagnia  d.  Lombardi  di  Bologna 
cede  ali'abate  di  Santo  Stefano  la  propria  casa 
per  edificarvi  l'ospedale  detto  poi  di  San  Buono 
coi  patto  clie  si  faccia  in  easo  una  sala  per  le 
adunanze  d.  compagnia,  102,  3o-*o. 
|144S  giugno  24  -  Uccisione  in  Boiogtia  dl  Annibale 
Bentivoglio  preparafa  dl  iunga  mano  dai  Cane- 
toii,  dal  Ghisiiieri  e  ioro  amici,  consaperole  e 
consenziente  ii  duca  di  Milano,  102,  41-103,  1- 
31;  cf.,  101,  48-102,  29;  i  congiurati  uccidono 
anclie  Gian  Luigi,  Taddeo  e  Antenore  Mare- 
scotti  in  cui  eransi  a  caso  imbattuti,  31-37,  e 
Bartolomeo  Mazzacani,  103,  38;  Galeazzo  Ma- 
rescotti  che,  quantunque  ferito,  aveva  respinto 
un  assalto  d.  nemici  alla  sua  casa  mentre  stava 
ad  armarsi,  39-44,  udito  dalla  moglie  l'uccisione 
d,  fratelil  e  di  Annibalc  che  ignorava,  giura 
vendicarne  la  morte,  44-104,  1-2;  finito  d'ar- 
marsi  esce  e  scontratosi  coi  magistrati  che  in 
quel  primo  tumulto  eransi  rifugiati  nel  coiiegio 
di  Spagna  ii  incuora  a  tornare  in  Pal.  e  insi- 
gnorirsi  d.  Piazza,  ii  che  essi  fanno  dandone 
a  iui  la  custodia,  2-17;  Galeazzo  pone  guardie 
aila  Piazza  intanto  che  i  Signori  soiiecitamente 
richiamano  i  cap.  dal  territorio,  17-24 ;  qulndi 
con  armati  va  aiia  selciata  di  San  Francesco 
ove  erasi  afTorzato  Battista  Canetoli  e  lo  at- 
tacca,  25-105,  1-19;  dopo  due  ore  prevalgono  i 
Marescotti  e  i  Bentlvoleschi,  cul  era  venuto 
In  aiuto  Pietro  da  Navarrino,  e  perseguitano 
col  ferro  i  nemici  quanto  possono,  19-25;  moiti 
t  dell'una  e  dali'aitra  parte,  106,  26-107,  1-13. 

*1445  giugno  -  Sono  fatti  ad  Annibale  solenni  fune- 
raii  ed  h  portato  a  seppeiiire  in  San  Giacomo, 
106,  8-19;  cf.   107,  14-16 

1445  giugno  27  -  Gli  Anziani  dl  Boiogna  eleggono  i 
Sedici  Riformatori  d.  Stato  per  riformare  gli 
uffici  pubbiici,   107,   17-27. 

1445  giugno  -  Eugenio  IV  crea  vesc.  di  Boiogna  Tom- 
maso  Parentuceili,  detto  da  Sarzana,  107, 
28-33. 

1445  giugno  29  -  Dai  Canetoll  si  fa  spargere  ia  faisa 
voce  dell'uccisione  dl  Achille  Malvezzi  a  fine 
di  richiamare  i  Bentivoieschl  in  Piazza  e  ren- 
dere  possibile  ia  fuga  a  Galeotto  Canetoli  che 
esce  travestlto  da  porta  Santo  Stefano,  107, 
34-39, 

*1445  •  .Sono  depostl  i  quattro  Gonfalonieri  d.  popolo 
di  parte  Canesca  e  sostituiti  con  quattro  amici 
d.  Bentivoglio,  107,  40-44. 

1445  luglio  -  I  Sedici  Riformatori  di  Boiogna  deiibe- 
rano  di  bandire  i  malfattori  e  tutti  i  ioro  se- 
guaci  e  confiscarne  1  benl,  ii  che  avvlene,  107, 

46-108,    1-109,    1-21. 

1445  luglio-agosto  -  Sono  Anzianl  di  Bologna  per  que- 
sti  mesi  Nicol6  Sanuti,  Giovannl  Barigazzi  o 
dal  Calice,  Gaspare  Ringhieri,  Ivodovico  Bian- 
chi,  LodoTlco  Caccialupl,  Antonio  Scardovi, 
Giacomo  da  Moglio,  Glovanni  Felicini ;  Gon- 
falonlere  di  Giustizia  FUippo  PepoII,  109,  23-25. 

1445  luglio  5  -  II  Senato  di  Bologna  fa  chiudere  ia 
porta  di  Sanflsaia  doude  erano  fuggltl  di  c.  I 


Canetoli  e  loro  seguaci,  105,  26-27;  11  popolo 
assale  ia  casa  di  Battista  Canetoii  che  saccheg- 
gia  e  incendia,  27-31 ;  e  il  simile  fa  a  quelle  di 
Francesco  Ghisiiieri  e  di  Galeotto  Mezzoviliani 
e  degli  altrl  Canetoii,  in  tutto  circa  cinquanta, 
31-36. 

1445  luglio  5  -  Uccislone  e  scempio  di  Battista  Ca- 
netoii  trovato  nascosto  in  una  fogna,  105,  37- 
45;  giungono  a  Bologna  Tiberto  Brandoiini  e 
Guldo  Rangoni,  46-47. 

1445  luglio  5  -  Gli  uomini  di  San  Giovanni  in  Per- 
siceto  giurano  fedelta  a  Bologna  nelie  mani  d. 
commissario  Melchiorre  Malvezzi  e  ne  ricevono 
In  dono  tutti  i  beni  mobiii  e  i  molini  d.  Ca- 
netoli  ivi  eslstenti  e  la  revoca  di  un  obbligo 
antico,   109,  26-32. 

1445  luglio  6  -  SoDO  iiberatl  dal  popolo  tutti  i  car- 
cerati  a  eccezione  di  NicoI6  Baronzini  e  dl  un 
suo  compagno  che  avevano  gii  tentato  di  uc- 
cidere  Annlbale  Bentivoglio,  105,  48-49;  1  quali 
sono  tagliati  a  pezzi,  49-50. 

*1445  luglio  -  Taliano  del  Friuli  ricevuta  notizia  d. 
t  di  Annibaie  pred.  si  appresta  a  venire  a  Bo- 
logna  in  soccorso  d.  Canetoli,  106,  1-3;  ma 
giunto  allTdice  apprende  la  t  di  Battista  Ca- 
netoli  e  la  rovina  d.  sua  fazione,  3-5;  torna 
allora  indietro  devastando  ii  territorlo  di  Ca- 
stei  Bolognese,  5-7. 

1445  luglio  8  -  «  Strumento  di  tutela  per  Giovanni  II 
Bentivoglio  minorenne,  iiglio  di  Annibale  a 
rogito  dl  Cristoforo  Fabbri,  XCI,  34-42  „, 

1445  lugiio  11-11  conte  Luigi  da  San  Severino  man- 
dato  dai  duca  Visconti  a  insignorirsi  di  Bolo- 
gna  in  occasione  d.  pred.  avvenimenti  entra  in 
San  Giovanni  in  Persiceto,  ma  ne  h  subito 
respinto  dagii  abitanti,  109,  33-39. 

1445  luglio  12-11  pred.  conte  assedia  e  prende  Santa 
Agata,  Crevaicore  e  altrl  castelli,  sicchi  i  con- 
tadini  si  rifugiano  nel  luoghl  forti,  109,  40-43. 

1445  luglio  16  •  Tallano  del  FriuU  assedia  Castei- 
guelfo  che  si  rende  per  accordo,  109,  44. 

1445  luglio  17  -  II  pred.  fa  priglonierl  a  Castei  de' 
Britti,   109,  45-46. 

1445  lugiio  18  -  11  pred.  prende  Medicina  poi  va  nel 
Medesano  ovunque  devastando  e  saccheggiando, 

109,  47-48. 

1445  luglio  19  -  li  Scnato  di  Bologna  fa  murare  le  porte 

d.  Lame  e  d.  Prateilo,  109,  49-110,  1-2. 
1445  luglio  21   -   Taiiano   dci  Frluli    asscdla   Budrio, 

110,  3. 

1445  luglio  22  -  II  pred.  vl  d4  battaglia,  perdendovi 
molti  d.  suol,  si  che  per  vendetta  applcca  il 
fuoco  a  moite  case  d.  terrltorio,  110,  3-S;  in- 
cidente  d.  prlgioni  presi  dai  contadini  alle  porte 
di  Bologna,   110,  6-14. 

1445  luglio  -  Vicne  giustiziato  in  Boiogna  Giovanni 
I^andinl  sotto  Taccusa  di  avere  fayorlto  1«  fuga 
di  Galeotto  CanetoU,  110,  15-16. 

1445  luglio  22  -  Sciocchezza  dl  un  tale  Slmone  da 
Sassoferrato  che  Tiene  Impiccato  a  Boiogna, 
110,  17-27. 

1445  luglio  24  -  II  conte  Luigi  d«  Sanseverino  togiie 
l'acqua  al  canale  di  Reno  e  fa  «accheggi  airin- 
torno,  1 10,  at-31 ;  il  Senato  di  Bologna  ordina 


822 


INDICE    CRONOLOGICO  [AA.  U45  luglio-1446  marzo] 


allora  che  In  ognl  parrocchUi  sl  faccia  un  pittri- 
no  per  macinare  li  grano,  33-36. 

1445  luglio  27  -  Glunge  in  aluto  a  Bologna  Slmo- 
netto  da  Castello  di  Piero  dell'Aqulla  con  fanti 
e  caralli  mandato  dai  Piorentini,  110,  37-38. 

1445  luglio  28  •  II  Sanseverino  parte  da  Casalecchlo 
e  ra  a  Buonconvento,  110,  3S-39> 

1445  luglio  29  -  li  Sanseverino  sl  reca  ad  Argile  che 
per  timore  gil  apre  le  porte,  110,  39-41;  11  Se- 
nato  dl  Bologna  manda  a  Casalecchto  a  riatti- 
vare  l*acqua  d.  Reno  che  torna  a  fluire  in  c, 
43-13. 

*1445  -  II  duca  di  Miiano  dona  settecento  ducati  a  Bai- 
dassarre  Canetoli  per  la  f  di  Annibale  Benti- 
vogiio,  il  che  accende  raaggiormente  l'odlo  d. 
Bolognesi  contro  ii  Visconti,  110,  44-46;  11  Se- 
nato  di  Bologna  manda  a  chledere  altrl  aluti 
ai  Fiorentlni  e  Veneziani,  46-111,  1-2. 

1445  agcsto  22-  Luigi  da  Sanseverino  pone  Tassedio 
a  Castelfranco,   111,  3-4. 

1445  settembre  3  -  Gll  uominl  d.  pred.  castello  non 
ricevendo  soccorsi  si  rendono  a  patti,  111,4-6. 

1445  settembre-ottobre  -  Nuovi  Anziani  di  Bologna, 

111,  7-9, 

1445  settembre  5  -  Prlvilegio  con  cul  il  Senato  ve- 
neziano  fa  gentiluomo  dl  Venezia  Dionisio  Ca- 
stelll  ambasc.  di  Bologna,   111,  10-37. 

1445  scttembre  9-11  Sanseverino  ottiene  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  per  tradimento  di  quei  vil- 
lani,  111,  38-39. 

1445  settembre  27  -  II  Senato  di  Bologna  fa  incomin- 
clare  una  bastia  al  ponte  di  Cortlcella  e  £a 
distruggere  i  passaggi  d.  canale  di  Reno  perch^ 
i  contadini  possano  sicuramente  iavorare  i 
campi,  111,  40-43. 

1445  settcmbre  29  -  Giunge  a  Bologna  Taddeo  Mar- 
chese  con  cavalli  da  parte  d.  Veneziani,  111, 
44-45;  tornano  con  lui  gii  ambasc.  mandati  da 
Bologna  a  Venezia,  45;  112,  1-2. 

1445  -  II  Sanseverino  fornigce  di  presidi  quasi  tutti 
1  castelli  d.  Bolognesi  da  lui  occupati  quindi 
va  a  Milano  chiamatovi  dai  duca  che  lo  sosti- 
tuisce  con  Bartoiomeo  Coiieoni,  1 12,  3-5. 

1445  ottobre   8-1   Bolognesi   riprendono   Medicina, 

112,  6-7. 

1445  Ottobre  15  -  Giunge  a  Bologna  Gregorio  d'An- 
ghiari  mandato  in  aiuto  dai  Fiorentinl  con 
cavalli  e  fanti,  112,  8-9. 

1445  ottobre  23-24  -  I  Bolognesi  s'impadroniscono  d. 
Sasso  di  Glosina  facendovi  molti  prigionlerl, 
112,  10-17. 

1445  novembre-dicembre  -  Sono  Anziani  di  Bologna 
per  questi  mesi  Bonaventura  Lodovlsl,  Giro- 
lamo  Saracini,  Nicol6  Boccadiferro,  Giacomo 
Ringhieri,  Bartolomeo  Lambertini,  Gianga- 
leazzo  Gailuzzi,  Brunino  Bianchi,  Lorenzo  Goz- 
zadlni ;  e  Gonfaloniere  di  Giustlzia  Melchiorre 
Malvezzi,  112,  18-20. 

1445  novembre  8  -  II  Senato  procura  l'acqua  a  Cento 
e  alla  Pieve  tolta  al  pred.  castelli  da  quei  di 
San  Giovanni  In  Perslceto,   112,  21-26. 

1445  novembre  18  -  Sono  impiccati  in  Bologna  i  pri- 
gioni  presi  da  Taddeo  Marchese  al  Sosso,  112, 
37-39. 


1445  novembre  19  -  Taddeo  Marchese  va  contro  Ar- 
gile  e  lo  riduce  a  mal  parttto,  112,  30-33. 

1445  novembre  30  -  11  pred.  appreso  Tarrivo  di  Lulgi 
da  Sanseverino  e  di  Francesco  Piccinlno  a  San 
Giovanni  in  Perslceto,  distrutte  tutte  le  opere 
fatte  sotto  Argilc,  torna  a  Bologna,  112,33-31; 
alcune  bande  dl  cavallt  nemict  gtungono  la 
notte  sotto  le  mura  d.  c,  ma  tono  respinte  dal 
popolo  accorso,  39-43. 

1445  dicembre  2  -  II  Senato  di  Bologna  ordina  la  mo- 
stra  d.  soldati  che  si  trovano  tn  c.  per  cono- 
scere  le  proprie  forze,   112,  44-47. 

1445  dicembre  7  -  Luigi  da  Sanseverino  lasdati  pre- 
sidl  nel  castellt  torna  con  1'esercito  In  Lom- 
bardla,   112,  48-49. 

1445  dicembre  20  -  Violento  terremoto   in   Bologna, 

112,  50;   113,  1-3. 

1445  dicembre  29  -  11  Senato  di  Bologna  elegge  una 

Commissione  incaricata  dt  distribuire  le  pro- 
prieti  d.  banditi,  113,  3-8. 

1446  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  tccon- 

do  l'uso,   113,  9-13. 

1446  gennaio  2  -  In  Bologna  sono  fatti  eSiglsre  im- 
piccati  per  1  piedi  come  traditori  sul  muro  d. 
pal,  d.  notai:  Galeotto,  Gaspare,  Lodorico,  Bal- 
dassarre  tutti  d.  Canetoli,  Nicoii  Santi,  Del- 
fino  Atticonti  o  Delfini,  Lodovico  dalle  Cor- 
reggie,  Lodovico  GrifFonl,  113,  14-18;  e  il  sup- 
pllzio  e  la  morte  di  Battista  Canetoll,  18-30;  il 
Senato  manda  Luigi  Foscherari  oratore  a  Ve- 
nezia,  31-32;  ed  elegge  gli  uf&ciali  sul  sale,  33-33. 

1446  gennaio  6  -  Si  creano  i  tribuni  d.  plebe,  113,  24; 
e  i  Sedicl  Riformatori  di  Bologna,  25-28. 

1446  gennaio  8  -  Astorre  Manfredi  passa  per  Ferrara 
e  va  a  Forll  ad  attendervi  ie  milizie  promet- 
seglt  dal  duca   Vitconti   per   assallre   Bologna, 

113,  29-34, 

*1446  gennaio  -  II  Senato  di  Bologna  udito  cld  manda 
ambasc.  a  Firenze,  alieata  d.  signore  di  Forl), 
a  dimandare  notizie  sui  disegni  d.  duca,  113, 
35-39. 

1446  gennaio  24  -  Passano  di  Bologna  ambasc.  di  Ve- 
nezia  al  pp.  per  chiedergli  aileanza  contro  11 
duca  di  Milano,  113,  44-114,  1;  i  pred.  ambasc. 
consigllano  11  Senato  a  pacificarsi  con  il  pp. 
per  poterst  con  piit  faciliti  difendere  dal  pred. 
duca,  1-5;  i  Bolognesi  persuasi  mandano  alla 
loro  volta  ambasc  ad  Eugento  IV  per  tentare  dl 
riconcillarti  con  lui,  5-7. 

1446  febbraio  6  -  Viene  notizia  a  Bologna  che  11  Vi- 
scontl  aveva  posto  nei  fornl  di  Monza  il  San- 
severino  con  i  suoi  cinque  figliuoll  perche  so- 
spettava  si  accordassero  col  Vene^ani,  113, 
40-42. 

1446  febbraio  •  Carlo  Gonzaga  h  fatto  dal  Vlsconti 
suo  cap.,   113,  43-43. 

1446  meirzo  11  -  Taddeo  Marchese  e  Pietro  da  Na- 
varrino  sono  mandati  dai  Senato  di  Bologna 
contro  San  Lorenzo  in  Collina  per  ricuperarlo, 

114,  8-10;  sacchegglano  II  territorio  dl  Crespel- 
lano  e  Bazzano  e  disperdono  o  uccidono  una 
schiera  di  contadini  chc  li  aspettavano  al  varco 
d.  monti  per  ritogliere  ioro  ii  bottino,  10-14. 

1446  marzo  18  -  Vtene  nuova   delfavrelenamento  di 


lA.  1446  marzo-1446  novembre]     INDICE   CRONOLOGICO 


823 


Battista  Poeti    ambasc.   d.    Vlscontl  a   Roma, 

114,  lS-16. 

1446  marzo  19  -  t  disciolta  1'arte  d.  Pescatori  dl  Bo- 

logna,  114,   17-19. 
1446  -  Melciiiorre   Vizzani  torna  a  Bologna  da  Vene- 

zia  ove  era  stato  fatto  cav.,   114,  20. 
1446  maggio-giugno  -  Anzlaai  nuoTi  di  Bologna,  114, 

2\-2t. 

1446  -  Tristi  condizioni  di  Bologna,  114,  39-43;  falli- 
sce  il  tentativo  di  condurre  a  servizio  d.  c.  U 
conte  Francesco  Sforza  occupato  nella  difesa 
d.  sue  terre,   43-50, 

1446  maggio  1  -  Intriglil  dl  Filippo  Maria  Viscontl 
contro  Francesco  Sforza  suo  genero,  ciie  in 
parte  falliscono,  115,  1-6. 

1446  maggio  2-3  -  Pietro  da  Nararrino  e  Taddeo 
Marciiese  sono  nuovamente  mandati  dal  Senato 
di  Bologna  a  San  Lorenzo  in  Collina,  115,  9-11. 

*1446  maggio  -  11  Senato  pred.  manda  ambasc.  a  Ve- 
nezia  a  prendere  voce  sugli  arvenimenti  e  ne 
ottlene    risposta   confortante   ai   suoi   intenti, 

115,  15-35. 

1446  maggio  13  -  San  Lorenzo  in  Collina  si  rende  a 
patti  ai  cap.  pred.,  115,  ll. 

1446  maggio  22  -  Crespellano  viene  in  potere  d.  cap. 
di  Bologna,  il  che  udito,  il  Senato  manda  com- 
missario  ali'esercito  Actillle  Malvezzi  con  rin- 
forzi  di  artiglierie  per  espugnare  gli  altrl  ca- 
stelli,   115,  13-14. 

1446  maggio  24  -  Non  volendo  il  pp,  accordarsl  con 
Bologna,  ma  pretendendone  il  domlnio  asso- 
luto,  il  Senato  manda  ai  Venezlani  un  ambasc. 
per  interessarli  a  ci6,  il  quale  benissimo  adem- 
pie  la  sua  missione,  114,    25-38. 

1446  maggio  24  -  I  soldati  di  Bologna  con  schiere 
di  clttadini  vanno  contro  San  Giovanni  in  Per- 
siceto,  che  rifiuta  rendersl  perchfe  soggetto  al 
Visconti,  115,  36-34;  11  commissario  Romeo 
Pepoli  serra  il  castelio  da  presso,  34-36,  ma  si 
ritira  alle  Budrie  alParrlvo  d.  cKTalll  d.  Gon- 
zaga,  44-46. 

1446  maggio  25  -  "  Testamento  di  Gherardo  Ghirar- 
dacci,  IX,  /5-/9  „, 

1446  maggio  29-giugno  8-11  Senato  manda  dieclmila 
uomlni  a  sacchcggiare  il  territorio  di  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  sl  che  non  vl  rimane  una 
casa  intatta,   115,  37-41. 

1446  giugno  5  -  Canonizzazione  di  San  Nicol6  da  To- 
lentino,   115,  42-116,   I. 

1446  -  I  Bulognesi  non  vedendo  ancora  nessun  fatto  d. 
guerra  d.  Veneziani  contro  il  duca  di  Mllano 
mandano  nuovi  ambasc.  a  Venezla,  i  quali  tor- 
nano  con  rlsposta  rassicurante,   1 16,  6-9. 

1446  giugno  7-1  cavalli  d.  Manfredi,  nuovaniente 
assoldato  da  Bologna,  passano  dalla  c.  per  re- 
carsi  alle  Budrie  ad  unirsl  all'esercito  bolo- 
gnese,   116,  10-13. 

♦1446  giugno  -  Castelfranco  h  asscdiato  dal  pred.  eser- 
cito,   116,   13-14. 

1446  giugno  -  Governanti  di  Bologna  In  questo  tempo; 
e  tristl  condlzloni  d.  c.  per  colpa  massimamente 
d.  duca  di  Milano,  perchi  non  si  poteva  pen- 
sare  ad  altro  che  a  difendersi  da  lul,  1 16,  15-33. 

1446  giugno  -  Taddeo  Marchese,  araico  dl  Gugllelmo 


di  Monferrato  che  presidiava  Castelfranco,  ve- 
nuto  con  lui  a  colloquio  lo  persuade  a  conse- 
gnare  a  certl  patti  Castelfranco  e  la  rocca  dl 
San  Giovannl  in  Persiceto  che  si  teneva  per 
lui  promettendogii  anche  una  condotta  dai  Ve- 
neziani,  Fiorentinl  e  Bolognesi  insieme,  116, 
24-36;  Gugiielmo  accetta  richiedendo  per6  quat" 
tro  ostaggi  sino  alia  ratificazione  deil'inipegno 
da  parte  d,  Venezianl  e  Fiorentlni,  avendo  gia  i 
Boiognesi  mandato  II  loro  beneplacito,  36-47;  gli 
ostaggi  sono  inviatl  a  Castelfranco,  4J-117,  1-3. 

1446  luglio-agosto  -  Nuovi  Anzianl  dl  Bologna,  117, 
4-7. 

1446  luglio  6  •  Giunte  le  conferme  d.  Venezlanl  e  Flo- 
rentinl  Guglielmo  di  Monferrato  consegna  Ca- 
stelfranco  al  Marchese  che  vi  pone  presldt,  117, 
8-11;  quindl  insieme  vanno  a  San  Giovanni  In 
Perslceto  ove  gia  dal  casteilano,  nlpote  d.  Mon- 
ferrato,  erano  stati  Introdotti  trecento  Bolo- 
gnesi,  11-14;  Carlo  Gonzaga,  saputo  il  fatto  e 
impotente  a  impedirlo,  fa  armare  i  suol  e  gil 
uomini  d.  castello,  14-18;  questi  per6  temendo 
il  sacco  ofTrono  al  Bolognesi  di  Introdurli  nella 
terra  e  aiutarii  a  spogliare  i  soldatl  dl  Carlo, 
In  cambio  d,  perdono  e  d,  sicurti,  18-21;  l'of- 
ferta  accettata,  quei  d.  castello  si  volgono  con- 
tro  i  soldati  d.  Gonzaga  sgominandoli  o  ucci- 
dendoli,  31-24;  Carlo  Gonzaga  fugge  con  sel  ca- 
Talli  e  i  banditi  a  Modena  mentre  Taddeo  Mar- 
chese,  lasclati  presidi  a  San  Giovannl  in  Per- 
siceto,  va  contro  SanfAgata  e  Crevalcore  che 
subito  ottiene  con  tutti  I  luoghi  da  quel  lato, 

24-39. 

1446  luglio  8  -  Resa  dl  Argiie,    117,  30-33. 

1446  -  Taliano   del    Frluii  4   fatto  dal  duca   Viscontl 

prendere   a  tradimento   e   decapitare   a  Rocca 

Contrada  perche  sospettato  di  volgersi  ai  FIo- 

rentini,   117,  33-36. 
1446  seitembre  28  -  Rotta  data  da  Mlcheletto  Atten- 

dolo   aII'eserclto  d.  duca  dl  Mllano  a   Merzaro 

sul  Po,  117,  37-41. 
1446  settembre  29  -  Glunge  a  Bologna  notlzla  d.  pred. 

Tittoria   d.  Venezlanl  e  se  ne  fa  gran  giubllo, 

117,  41-42. 

•1446  settembre  -  I  Venezianl  mandano  Matteo  da 
Capua  e  Gaspare  Malvezzi  con  settemila  ca- 
Talit  in  aiuto  dl  Caravaggio  assediato  da  Fran- 
cesco  Sforza,  117,  43-45, 

1446  novembre  6-1  Venezianl  ottenuto  tutto  ii  ter- 
ritorio  d,  Viscontl  In  Ghiara  d'Adda  a  ecce- 
zione  di  Crema  c  Castellcone,  passano  11  fiume 
malgrado  le  difese  apparccchiatevl  dal  duca  ed 
entrano  nel  Milanese,  117,  46-118,  l-lo. 

*1446  novembre  -  Michelctto  Attendolo  conqulsta 
Cassano,   1)8,  13-13. 

1446  novembre  11  -  Giungono  notlzie  d,  vlttorie  d, 
Venezlanl  in  Lombardta  e  le  ne  fanno  In  Bo- 
iogna  grandi  feste,  118,  14-15. 

1446  novembre-dicembre  -  Nuovl  Anzlani  di  Bologna, 

118,  16-20. 

1446  -  Rafliele  Foscherarl  ra  ambasc.  dl  Bologna  al 
doge  di  Venezla,  118,  31-32;  ufficioll  d.  tale  In 
questo  tempo,  33-33. 

1446  -  LodoTico  BentiTogllo  rlfiuta  dl  metterti  a  capo 


824 


INDICE   CRONOLOGICO     [AA.  1446novembre-1447agosto) 


d.  fazlone  Bentlvoleica  come  ne  h  rlpetuta- 
mente  pregato,  118,  2i-3t;  1  fautorl  d.  Bentl- 
Toglio  non  potendo  dare  il  prlmato  al  ligliuolo 
dl  Annibale  di  appena  tre  anni,  appreso  che  a 
Flrenze  li  trovara  an  flglio  naturale  di  Ercole 
Bentivoglio  mandano  a  invitarlo  a  Bologna  per 
divenire  loro  capo,  proposta  che  h  dal  giovane 
Sante  accettata,  36-119,   1-13. 

1446  novembre  13  -  Sante  Bentlvogllo  entra  in  Bo- 
logna  ricevuto  con  entusiasmo  e  aifetto  da 
tutto  il  popolo  e  dai  principali  d.  Bua  fazione, 
119,  15-32;  condotto  in  Senato  ringrazia  d.  sua 
elezlone  e  dell'amore  dimostratogli,  32-3< ;  pri- 
ma  che  si  parta  di  Pal.  gii  h  dato  11  primatu 
d.  c.  e  la  tutela  di  Giovannl  II  figlio  di  An- 
nibale,  34-35,  ed  h  armato  cav.  dal  pod.  Giacomo 
Lavagnoli,  35-37. 

*1446  novembre  -  Sante  abolisce  i  Sedici  Riformatori 
odiati  dal  popolo  e  li  sostituisce  oon  i  Sei  che 
•ono  Romeo  Pepoli,  Lodovico  Marescotti,  Dio- 
nislo  Castelli,  Gaspare  Malvezzi,  Glovanni  Fan- 
tuzzi  e  lui  stcsso,   1 19,  32-37. 

1446  dicembre  19  -  Passano  dai  territorio  bolognese 
soldati  d.  re  di  Aragona  in  aiuto  d.  duca  di 
Miiano,  119,  38-44. 

1446  dicembre  21  -  Tommaso  Parentucelli  vesc.  dl 
Bologna  h  creato  card.,  119,  45-46. 

1446  dicembre  29  -  Achilie  Malvezzi  raandato  all'ac- 
qulsto  di  Serr8.valle  e  Montebudeiio,  non  potendo 
averli  d'assalto,  vl  fa  una  bastia  lasciandovi 
buoni  presidi,  119,  47-120,  1-4. 

1446  dicembre  31  -  Parto  mostruoso  in  Boiogna,  120, 

5-10. 

1447  gennaio  1  -  Entrano  in  ufficlo  i  nuovi  magistrati 

di  Bologna  120,  u. 
1447  febbraio  22  -  t  il  PP-  Eugenio  IV   dopo  sedici 

annl  di  pontificato,  120,  12-15. 
1447  marzo  5  -  Elezione  di  Nicoli  V  al  secolo  Tom- 

raaso  Parentucelli  vesc.  dl  Bologna,  120,  16-19. 
1447  marzo  7  -  Giovanni   Poggi   h    consacrato   vesc. 

da  frate   Antonino   arcivesc.   di    Firenze,    dal 

vesc.  di  Ferrara  e  dal  vesc.  d'Imola  nella  chiesa 

di  San  Michele  in  Bosco,  120,  20-23;  entra  quindi 

in  Bologna  con  grande  pompa  e  ofiTre  un  ricco 

convito  di  quattrocento  coperti,  22-24. 
1447  aprile  11-11  Senato  di  Bologna  manda  ambasc. 

al  pp.  a  rallegrarsi  d.  sua  elezione,  120,  25-30. 
1447  aprile  22  -  Giovanni  Poggi  h  ei.   dal   pp.    vesc. 

di  Bologna  in  suo  iuogo,  120,  42-44. 
1447  aprile  27  -  Vlene   a   Bologna   notizia   d.   buone 

disposizioni  manifestate  dal   pp.   agli  ambasc. 

verso  la  c.  e  se  ne  fanno  allegrezze,  120,  30-34. 
1447  maggio  14  -  Lodovico  Cacciaiupi  e  mandato  dal 

Senato  di  Bologna  ambasc.  al  pp.  per  conclu- 

dere  col  pred.  capitoli  in  favore  d.  c,  120,  45-4». 
1447  giugno  8  -  11   pred.   torna   avendo   ottenuto  dal 

pp.  che  non   insista   sulla   pretesa   di   avere  il 

iibero  dominio  di  Bologna,  120,  49-121,  1-3. 
1447  gtugao  16  -  Filippo  Pepoli  h  dal   pp.   el.  cano- 

nico   di   San    Pietro   e  generale  deU'ordIne  d. 

Crociati,    121,  6-7. 
11447  giugno  18]  v.  /447  giffffto  38. 
1447  giugno  28  -  II  Senato   di   Bologna   fa   arrestare 

Pletro  da  Navarrino   con  il  iiglio   Giovanni  e 


un  cancelliere  Incolpati  dl  volere  dare  Caitel- 
franco  ai  fuoruicitl,  121,  g-lo;  [v,  1447  gin- 
gno  i8\. 

1447  giugno  29  -  Non  sl  corre  il  pallo  In  Boiogna 
in  tale  giorno  nutrendosi  vaghi  soipetti  sulla 
venuta  d'un  card.  diretto  a  Venezla  per  accor- 
dare  quello  stato  col  duca  di  Milano,  121,  10-13. 

1447  luglio  2  -  Partito  il  pred.  card.  ti  corre  il  palio 
da  porta  San  Donato  In  onore  di  Sante  Ben- 
tivoglio,  121,  13-15. 

1447  luglio  -  Gaspare  CanetoU  con  oitrl  seasanta  ^io- 
ruscitl  entra  in  Cento  per  daregual  a  Bologna, 

121,  21-26;  11  Senato  manda  contro  Cento  11 
Baglione  e  Romeo  Pepoli  con  miiizie  e  popolo, 
36-39;  il  caatello  rifiuta  di  rendcrsi  rlspondendo 
alle  minaccie  d.  Pepoli  che  era  soggetto  al  vesc. 
e  non  ai  Bolognesi,  39-32;  vi  si  reca  allora  11 
vesc.  a  cui  si  rende,  32-35 ;  11  Poggi  fa  uscirne 
i  banditi  con  le  loro  robe,  36-37,  e  ammonlsce 
gll  abitanti  che  sebbene  a  lui  soggetti  devono 
essere  obbedient!  a  Bologna,  d.  quale  egli  pure 
era  cittadino,  37-40;  quindi  passa  alla  Pieve  di 
cui   prende    la   tenuta    cordlalmente    ricevuto, 

41-42. 

1447  luglio  10  -  Tornano  a  Bologna  gli  ambasc.  da 
Roma,  121,  43-44. 

1447  luglio  11  -  I  pred.  in  Consiglio  d.  Selcento  espon- 
gono  le  domande  d.  pp.,  che  sono  respinte  per- 
chfe  rettrlttlve  d.  liberta  d.  c,  121,  45-122,  1-3. 

*1447  luglio  -  In  altro  Consiglio  prevale  II  partito  di 
obbedire  al  pp.  per  la  qiiiete  d.  c.  e  firmare  i 
capitoli,  d.  ciie  sl  fanno  grandi  feate,  122,  4-9. 

1447  luglio  15  -  Nicol6  da  Manzolino  h  condotto  a 
Bologna  e  giustiziato  perch^  trattava  di  cedere 
Manzolino  ai  Canetoli,  122,  10-13. 

1447  luglio  20  -  Giunge  a  Boiogna  Gregorio  d'An- 
ghiari  con  trecento  fanti  mandato  in  aiuto  dai 
Fiorentini,  122,  13-16. 

1447  luglio  29  -  Arriva  a  Bologna  Nicol6  da  Cremona 
segretario  d.  pp.,  11  quale  fa  adunare  11  Con- 
siglio  d.  Seicento  per  intenderne  la  volonti  in 
riguardo  ai  capitoli  mandati  dal  pp.,  122,  17- 
19;  e  trovato  il  Consigllo  favorevole  ne  manda 
awiso  a  Nicol6  V,  19-20. 

1447  agosto  1  -  Gregorio  d'Anghiari  d'ordIne  d.  Se- 
nato  saccheggia  il  territorio  di  Modena  e  Carpi 
tornando  a  Bologna  con  grande  bottino,  122, 
20-33. 

1447  agosto  3  -  II  Senato  dl  Bologna  per  la  firma  d. 
capitoli,  manda  ambasc  al  pp.  i  quali  sono  da 
Nicol6  assai  bene  ricevuti,  122,  24-27. 

1447  agosto  13  -  t  a  Milano  Fllippo  Maria  Visconti, 

122,  37-39. 

1447  agosto  14  -  Giungono  a  Bologna  lettere  papall 
con  la  nomina  di  Nicoi6  da  Cremona  a  luo- 
gotenente  d.  pp.  a  Bologna,  122,  3«-30;  il  quale 
h  condotto  con  grande  onore  in  Pal.,  30-33. 

1447  -  Venezia  h  travagiiata  da  grave  pestilenza,  122, 
34-35. 

1447  agosto  15  -  Giunge  a  Boiogna  notizia  d.  t  d.  Vi- 
sconti,   122,  36-37. 

1447  agosto  -  Passaggio  di  Francesco  Sforza  dal  Bo- 
iognese  per  andare  in  Lombardia,  122,  40-43  ; 
11  Senato  di   Bologna  temendo  di  lui  fa  rico- 


[AA.  1447  agosto-1449] 


INDICE  CRONOLOGICO 


825 


verare  i  contadini  coi  loro  ayerl  nel  castelli  e 

murare  parecchle    porte  d.    c,   42-15;    fa  anche 

rovinare  la  bastU  di    Corticella,   45-46;    ma   II 

conte  che  f rattanto  aveva  appresa  la  f  d.  suo- 

cero  affretta    il    viaggio    senza    fare    danni,  46- 

123,   1-4,  e  il  Senato,  lui  partito,  fa  riaprire  le 

porte,  S-6. 
1447  agoslo  28  -  II  slgnore  di  Carpi   espelle  i  Cane- 

toli  dal  suo  territorlo  e  sl  rappacifica  con  Bo- 

logna,   123,  7-9. 
1447  settembre  3  -  NIcol6  da  Creraona  va  a  Cento  e 

alla  Pieve,  prendendone  tenuta  dal  vesc.,  123, 

10-13. 
1447  settembre  11  -  Nicol6  torna  col   Poggi  a  Bolo- 

gna,  123,  13-J3. 
♦1447  settembre  -  Nlcold  da  Cremona  h  richlamato  a 

Roma  dal   pp.  che   lo   fa   governatore   d.  c.   e 

suo  vicecancelliere,  123,  13-14. 
1447  settembre  14  -  Giunge  a  Bologna  onoratamen- 

te  ricevuto   il    nuovo  governatore   di   Bologna 

Astorre  Agnesi,   123,  15-17. 
1447  settembre    15    -  II   pred.   iicenzia   i   commissari 

fiorentinl  e  veneziani  che  si  trovavano  a   Bo- 

logna  dai  prlncipio  d.  Lega,  123,  18-19;  raduna 

quindl  il  Consiglio  ove  legge  i  capitoli  mandati 

dai  pp.,    19-124,  1-38. 
1447  ottobre  4  -  Sl  giostra  a  Bologna  11  pallo  di  San 

Petronlo,  124,  44-48. 
1447  novembre  15-1   Signorl  di    Bologna  sono   co- 

stretti  per  ordine  d.  pp.  a  murare  la   seconda 

porta  che  avevano  fatta  aprire  in  Pal.,  125,  1-3. 
1447  novembre  20  -  Giunge  a  Bologna  notizia  d.  f  di 

Melchiorre  Vizzani  senatore  di  Roma,  125,  4-6. 
1447  dicembre  13  -  f  Giovanni  Poggi   vesc,   di   Bo- 

logna,   125,  8-10. 

1447  dicembre  18-6  resa  pubblica   la  notizia   d.    f 

d.  pred.,   125,  7-8. 
1447-1448  -  Mortaliti  in  Bologna  a  causa  d.  pestUcnza 
125,  11. 

1448  -   Elezione   degli    Anziani   di    Bologna    secondo 

Tuso,    125,  IJ. 
1448  gennaio   2-11   pp.   elegge  suo   frateilo   Filippo 

Calandrini  a  vesc.  di  Bologna  e  ne  dk  notlzia 

al  Senato,  125,  13-20. 
1448  gennaio  -  Si  fanno  resequie  d.  f  vesc.  In   San 

Pietro,  125,  21-22. 
1448  gennaio  31  -  Passa  di  Bologna  il  marchese  Lo- 

dovlco  Gonzaga  diretto  a  Firenze,  125,  23-24. 
1448  febbraio  1  -  II   pred.   arma   cav.   Zeno   Volta  e 

parte,  125,  24-25;  i  dai  Florentini  creato  cap. 

d.  loro  eserclto,  25-26. 
1448  marzo  15  -  Galeazzo  Marescotti  parte  per  Roma 

a  fare  omaggio  al  pp.  che  lo  arma  cav.,    125, 

27-28. 
*1448  marzo  -  Galeazzo  pred.  torna  a   Bologna,  125, 

29  j  gli  h  donato  dal  pp.  il  passo  delPUcccllino 

con  grandl  privilegi,  30. 
1448  maggio   25  -  Vlolenta    tcmpesta   che   danneggla 

molti  luoghi  d.  territorlo,   125,  31-35. 
1448  luglio  27  -  I  Canetoli  con   I'aiuto   di   alieatl   d. 

Plo  li  Impadroniscono  di  Piumazzo  che  vlene 

assediato  dai  Bolognesl,  125«  36-41. 
1448  agosto  4-11  pred.  castello  si  rende  a  patti,  125, 

43-47. 


1448  agosto  6  -  Alberto  Plo  restituisce  ai  Bolognesi 
Montebudeilo  e  Serravalle  che  deteneva  da 
tempo,    126,  1-3. 

1448  agosto  29  -  EccHssi  di  sole,  126,  4. 

1418  -  La  pestiienza  colpisce  Bologna  e  molti  se  ne  al- 
lontanano,  126,  5-6. 

1448  agosto  -  Achille  Malvezzi  conferisce  carlche  dei- 
l'ordlne  gerosoHmltano  a  Fantino  Qulrini  c  a 
NlcoI6  da  Corona,    126,  7-lo. 

1448  settembre  22  -  Lodovico  e  Baldassarre  Canetoli 
Impadronitisi  con  astuzia  dl  Crevalcore  vi  com- 
mettono  prepotenze  ed  estorsioni,   126,   (1-20. 

1448  settembre  23  -  II  governatore  di  Bologna  va  a 
San  Giovanni  in  Perslceto  per  informarsi  d. 
fatto  anzidetto,  126,  20-22;  tornato  indietro 
subito  scrive  con  gli  Anzlanl  al  pp.  per  aluto, 
32-23. 

1448  ottobre  11-11  pp.  manda  NIcol6  da  Cremona 
a  Ferrara  a  chiedere  aiuto  a  Lionello  d^Este 
contro  1  fuorusciti  di  Crevalcore,  ma  senza  suc- 
cesso,  126,  23-25. 

1448  ottobre  29  -  Astorre  Manfredi  condotto  agli  sti- 
pendi  di  Bologna  con  seicento  cavalll  va  a 
San  Giovanni  in  Peraiceto  per  moiestare  i  ban- 
diti  In  Crevalcore,  126,  26-29;  assale  carriaggl 
di  vettovaglia  condotta  da  Baldassare  Canetoll 
e  da  Alberto  Pio  per  rifornire  il  casteilo  e  te 
ne  impadronisce  facendo  anche  prigloniero  11 
Canetoli  che  conduce  a  San  Giovanni  con  tutta 
la  scorta,  29-39. 

1448  novembre  22  -  II  governatore  va  a  San  Gio- 
vanni  in  Persiceto  a  interrogare  11  Canetoll  che 
se  gli  raccomanda,   126,  40-44. 

*1448  novembre  -  Galeazzo  Marescottl  e  altri  d.  par- 
tito  d.  Bentivoglio  si  accordano  di  comprare 
da  Astorre  Manfredi  Baldassarre  suo  prlgio- 
ne  e  lo  ottengono,  45-127,  1-24;  conducono  a 
Bologna  11  Canetoli  che  dopo  molti  vilipendi  h 
condannato  a  f  dai  pod.  nonostante  avesse  ot- 
tenuto  II  perdono  d.  vedova  e  d.  figlio  dell'uc- 
ciso  Annibale;  h  decapitato  al  guasto  d.  Ghi- 
silieri  e  Impiccato  per  1  piedi,  24-128,  1-8. 

1448  -  II  pp.  crea  card.  Fillppo  suo  frateilo  vesc.  di 
Bologna,  128,  9;  e  Astorre  Agnesi  governatore 
dl  Bologna,  10. 

1448  -  E  rlconfermata  per  dieci  annl  la  lega  tra  Bo- 

lognesl,  Florentlnl  e  Veneziani  contro  II  duca 
di  Milano,  128,  11-15. 

1449  -  Elezione  d.  magistrati  nuovl  dl  Bologna  secondo 

Tuso,  128,  16. 
1449  gennaio  6  -  Galeotto  Agneil  arrlva   a   Bologna 

latore  d.  cappello   cardlnalizlo   pel   resc,    128, 

17-18;  cerlmonla  d.  coniegna,  18-29. 
1449  gennaio  7-11  neo-card.  dopo  la  messa  solenne 

convita  1  maglstrati  dl  Bologna  a  un  sontuoso 

banchetto,  128,  19-37. 
1449  gennaio  8-10  -  II  pred.  convita  I  mcrcantl  e  gli 

artelicl,  128,  37-38. 
1449  gennaio  26  -  Gioitra  in   Bologna  ordinata  dal 

TCSC,    128,  38-43. 
1449  -  Alberto  Pio  non  riusccndo   a   fare   rimpatriare 
I  Canetoli  esce  dl   Crevalcore  e   va  a  Reggio 
con  l  suol,  128,  44-47;  gli  abltanti   d.   castello 
conoscendo  dl  avere  ofTeso  i   Bolognesi,  man- 


826 


INDICE   CRONOLOGICO     fA.  1449  gennaJo.l449  novembre] 


dano  un  ambaic.  al  pp.  perchi  dla  loro  un  go> 
vernatore  llberandoll  dal  domlnlo  d.  pred.  «7; 
129,  1-4;  ma  rlmproveratl  dal  pp.  d.  loro  pre- 
flunzione  ne  obbcdiscono  1'ordine  e  tornano  al- 
l'obbedlenza  dl  Bolognn,  4-14. 

1449  -  Prepotenze  e  mlnaccie  contro  il  leg.  dl  Bologna 
e  il  pod.  di  -Sante  BenttToglio  e  dt  Galeazzo 
Marescotti,  per  la  protezione  d.  quali  moitl  dc- 
littl  al  commettono  Impunemente,  120,  15-23; 
il  pp.  sdegnato  d.  trattamento  fatto  ai  suoi 
ufliciaii  chiede  il  libero  domlnio  d.  c,  ii  che 
gll  h  negato  dai  Senato  che  vuolc  attencrsl  al 
capitoii  conclusi,  34-33. 

1449  -  Sono  eletti  gli  Anztanl  di  Bologna  per  marzo 
e  aprlle,  129,  34-37. 

1449  marzo  (?)  15  -  11  leg.  vedendo  di  non  potere 
porre  rimedlo  ai  disordini  di  13oiogna  ne  parte 
sotto  colore  dl  recarsi  ai  Bagni  di  Siena,  129, 
3I-4J ;  si  reca  Invece  a  Spoleto  ad  aTvertire  11 
pp.,  43-4J. 

1449  maggio  8  -  f  a  Bologna  l'abate  d.  Pepoii,  129, 
44-45. 

1449  magglo  IS  -  Sono  presi  a  Crespellano  Fiiippo 
d'Argile  e  Bartolomeo  Panieri  amlci  d.  Cane- 
toli  e  banditi,  129,  46-47;  condotti  a  Bologna 
sono  decapltati,  47-48. 

1449  maggio  19-21  -  Triduo  dl  processionl  in  Bolo- 
gna  a   causa   d.  pestilenza  che   infierira  in  c, 

129,  49-50. 

1449  -  I  fuoruscitl  dl  Boiogna  colgono  i'occasione  d. 
peste  per  tentare  di  rientrare  in  c. ;  sollecitano 
perci6  c  ottengono  I'aluto  di  Astorre  Manfredi 
che  va  subito  a  Medesano  e  Panzano  recando 
gravi  dannl,  130,  1-6,  10-11;  11  Senato  a  sua 
volta  fa  chiudere  cinque  porte  di  Bologna,  6-9. 

1449  -  Intanto  i  fautori  d.  Bentivoglio  si  pentono  dl 
avere  chiamato  a  Bologna  Sante  Bentivogllo 
per  l'avidita  di    dominio    da    questo  mostrata, 

130,  16-lS,  e  in  una  loro  adunanza  deliberano  di 
usclre  di  c.  coila  scusa  d,  peste  e  una  volta  fuori 
accordarai  col  re  di  Napoli  e  con  i  fuorusciti 
per  cacciare  Sante  di  Bologna,  19-36,  il  che  fanno 
recandosi  a  Castel  San  Pietro,  36-39;  qui  Gio- 
vanni  Fantuzzl  ritrovando  un  tal  Mosca  cap. 
d.  porta  dl  Strada  Maggiore  In  Bologna,  con 
larga  promessa  di  denaro  lo  pcrsuade  ad  aprire 
la  porta  in  un  giorno  determinato  per  introdurre 
il  vicerS  di  Napoli,  40-46. 

1449  agosto  13-11  Mosca,  tradito  da  un  soldato  a 
parte  d.  complotto,  h  preso  con  altri  suoi  com- 
pagni  e  sotto  11  tormento  avela  partitamente  il 
fatto,  130,  46-131,  1-6;  II  Senato  di  Bologna 
assolda  allora  Astorre  Manfredl  con  seicento 
cav.  parte  d.  quaii  fa  entrare  in  c,  6-10. 

1449  agosto  -  II  Mosca  e  I  suoi  complici  sono  deca- 
pitati  sulla  Piazza  di  Bologna,   131,   10-13. 

1449  agosto  25  -  E  preso  Filippo  Benini,  altro  d.  con- 
giurati  e  le  sue  case  sono  messe  a  sacco  insieme 
a  quelle  d.  giustiziati,  131,   14-15. 

1449  agosto  -  II  Senato  e  Sante  mandano  ordine  ai 
cittadlnl  recatisl  a  Castel  San  Pietro  di  par- 
tirne  pena  la  forca;  ma  al  messo  %  superba- 
mente  rlsposto  con  un  rlfiuto  da  Romeo  Pe- 
poli  per  tutti,  131,  16-36;  II  Senato  fa  bandire 


i  pred.  dalla  Ktnghlera,  37-2«;  sicchi  aitri  loro 
amici  escono  dt  c.  e  li  raggiungono  a  Cattcl 
San   Pictro,  J»-2». 

1449  agosto  30  -  Sono  glustiriati  in  Bologna  Dome- 
nico  Agostinl  e  l'"iiippo  Benini  e  sono  poste  a 
sacco  le  casc  di  moiti  fuorusciti,   131,  30-35. 

1449  -  I  banditi  si  insignoriscono  di  Castel  San  Ple- 
tro  e  d.  rocca  al  grido  dl  '  Vlva  la  Chieia ,  e 
acrivono  ai  pp.  di  stare  alla  sua  obbedienza  e 
dl  essere  ribelli  a  Bologna  a  causa  d.  malva- 
giti  di  Sante  Bentivoglio,  131,36-44;  Giacomo 
e  Oblzzo  Pepoii  sl  inslgnoriscono  di  Creval- 
core,  ove  erano  a  causa  d.  peste,  e  11  Senato 
fa  ioro  saccheggiare  1  Ijeni,  45-4?;  Pletro  Fan- 
tuzzl  piglia  Piumazzo,  ma  ne  i  tubito  cacclato 
da  quei  d.  castcllo  che  fanno  prigloni  Giovannl 
e  Alessandro  Bernardini,  50;   132,  1-4. 

1449  settembre  10  -  I  pred.  condotti  a  Boiogna  sono 
Impiccati,  132,  4-5. 

1449  settembre  11  -  Quei  di  Crevalcore  caccUno  i 
Pepoli  e  mandano  al  Senato  di  Bologna  per  un 
vicario,  132,  6-11. 

1449  settembre  13  -  Astorre  Manfredi  assedia  Castei 
San  Pietro,  132,  13-14;  ma  venuti  aluti  d.  conte 
dl  Campobasso  ai  Pepoli,  chiede  rinforzl  a 
Bologna,  u-l9. 

1449  ottobre  13  -  Astorre  Manfredi  vedendo  che  nem- 
meno  con  i  rlnforzi  mandatigii  da  Bologiui 
aveva  forze  sufBcicnti  a  rombattere  i  Pepoli 
parte  di  Castel  San  Pictro  e  va  a  Mcdicina  che 
assedia  dando  11  guasto  al  territorlo,  132,  19-31 ; 
quelll  d.  castello  si  arrendono,  salvi  i  fuoru- 
sciti,  31-33. 

*1449  ottobre  (?)  -  f  a  Milano  Francesco  Picclnino 
con  molta  gioia  d.  Bolognesi,  132,  37-39;  Astorre 
Manfredi  sl  volge  dl  nuovo  contro  Castel  San 
Pletro  per  vedere   di  cacciarne  i  banditl,   132, 

39-31. 

1449  ottobre  27  -  II  prcd.  punta  le  artigllerie  contro 
il  castello  e  comincla  a  rovinarne  le  mura,  132, 
35-3S. 

1449  ottobre  31  -  Sono  decapitatl  In  Bologna  Tom- 
maso  Cambi,  Bartolomeo  della  Cava  e  GIo- 
vanni  Santl  perchi  ladri  e  amici  d.  Pepoli, 
132,  3i-34. 

1449  novembre  1  -  II  Senato  di  Bologna  fa  a  Medi- 
cina  rovinare  11  palancato  e  spianare  l'argine 
perch^  non  vi  si  fortifichino  i  fuoruscitl;  fa 
rovinare  anche  le  case  di  alcuni  che  avevano 
favorito  i  pred.,   132,  i4-36. 

1449  novembre  16  -  Giunge  a  Bologna  11  nuovo  go- 
vernatore  Giacomo  da  Cortona,  che  non  essendo 
subito  accettato  dal  Senato  va  ad  alloggiare  al 
vescovado,    132,  50;   133,  1-3. 

1449  novembre  18  -  Aicuni  dl  Castel  San  Pietro,  per 
dare  tempo  ai  vicere  di  Napoli  di  giungere  sul 
Bolognese  e  impedire  che  II  Manfredi  finisse  di 
atterrare  le  mura,  vanno  con  Achille  Maivezzl 
a  Bologna  mostrando  di  voiere  trattare  i'accor- 
do  col  Senato,   132,  39-45. 

*1449  novembre  -  Dopo  lunghi  ragionamenti  non  ac- 
cordandosl  tornano  al  castello,  132,  46-47;  intan- 
to  11  vicere  di  Napoli  giunge  a  Lugo  e  manda 
un  trombetta  a  flfidare  il  Manfredl,  132,  41-49. 


[AA.  1449   novem.-1451  giugno]     INDICE    CRONOLOGICO 


827 


1449  novembre  19  -  Arriva  a  Bologna  iin  messo  d. 
pp.  con  ordine  al  nuovo  governatore  di  non 
partire  senza  sua  saputa,   133,  4-5. 

1449  novembre  22  -  II  Senato  di  Bologna  a  causa  del- 
l'arrivo  d,  vicerfe  nel  Bolognese  ordina  al  Man- 
fredl  di  togliersi  da  Castel  San  Pietro  e  riti- 
rarsi  a  San  I^azzaro,  133,  5-9;  il  che  il  pred.  fa 
devastando  e  bruclando  il  terrltorio  airintor- 
no,  VIJ. 

♦1449  novembre  -  II  Senato  di  Bologna  ha  notizia  che 
il  marchese  Gonzaga  con  cinqueraila  armati  si 
appareechiava  a  venire  sul  Bolognese,  sicchi 
ordlna  al  contadini  di  porsi  in  salvo  con  gli 
averl  nei  luoghi  forti,   133,  13-16. 

1449  novembre  25  -  Lodovico  Gonzaga  va  da  Mala- 
compra  a  Minerbio  e  Budrio  sacchegglando 
ogni  cosa  pure  fingendosi  amico,    133,   17-19. 

1449  dicembre  3  -  II  vicer^  di  Napoli  giunge  a  Me- 
dicina  con  molto  eserclto  e  viene  a  colioquio 
col  marchese  Gonzaga,   133,  ;o-23. 

1449  dicembre  5  -  Per  ordine  d.  Senato  di  Bologna 
Astorre  Manfredi  si  muove  per  assalire  alPim- 
provviso  alla  Riccardina  il  Gonzaga,  ma  questi 
avutone  avvlso  lo  assalta  per  via  e  lo  mette  In 
fuga,  133,  24-31. 

1449  dicembre  -  Sono  inviati  dal  Senato  dl  Bologna 
arabasc.  ai  Fiorentini  per  intenderne  1'animo 
rlguardo  ai  detti  esercitl,  133,  32-34. 

1449  dicembre  10  -  II  Senato  di  Bologna  fa  tregua 
con  Lodovico  Gonzaga  che  si  rltira  alla  Gaia- 
na  rubando  11  territorio  per   via,    133,  34-37. 

1449  dicembre  12  -  Dal  Senato  sono  el.  ambasc.  al 
pp.  per  saperne  la  volonti  riguardo  alJe  cose 
di  Bologna,   133,  37-39. 

1449  dicembre  21  -  Giacomo  [Vannucci]  accettato 
per  governatore  di  Bologna  dal  Senato  entra 
in  ufBcio  con  le  solite  cerimonie,  133,  40-45;  cf. 
132,  50;   133,  1. 

1449  dicembre  -  II   pred.   ha  un   colioquio   col  vicer^ 

di  Napoli,  dopo  11  quale  questi  parte  dal  terri- 
torio  Bolognese  per  la  Roraagna,  133,  46-48; 
anche  11  Gonzaga  fa  ritorno  ai  suol  stati,  4S-49. 

1450  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  I3ologna  secon- 

do  I'uso,   134,  1. 
•1450  gennaio  -  II  Senato  di  Bologna  licenzia  Astorrc 

Manfredi  coi  soldati  e  ordina  ai  contadini  di 

tornare  alle  loro  case,   134,  2-4. 
*1450  gennaio  -  Per   ordine   d.   vesc.   si   fa   il   censi- 

mento  d.  popolazione  di   Bologna  per  consta- 

tare   la   mortalita   cagionata    dalla    pestilenza, 

134,  5-7. 
*1450  gennaio  -  Istituzione  in  Bologna   di   un    magi- 

strato  per  la  cura  d.  pellegrlni  dl  passaggio  sul 

Bolognese,    134,  8-17. 
1450  gennaio   14  -  Tornano  gli    ambasc.  bolognesi  al 

pp.,  che  fa  sapcre  di    volere  U  libero  dominio 

d.  c,  134,  18-19 ;  al  che  non  consente  il  Senato, 

H-JO. 
1450  gennaio   26  -  II  governatore   di    Bologna,   chia- 

mato  a  Roma  dal  pp.  a  conferire  con  lul,  parte 

accompagnato   da  tre    arabasc.    d.  fazione  ben- 

tivolesca  proraettendo  al  Senato  dl  fare  buonc 

relazioni  al   pp.  sul  governo  d.  c,  134,   21-48; 

11  ciie  infatti  arrlene,  48-135,  1-7. 


1450  marzo  5  -  Giunge  a  Bologna  una  lettera  di  Fran- 
cesco  Sforza  datata  d.  a6  febbraio,  con  la  quale 
il  pred.  annunzia  la  sua  elezione  a  duca  dl 
Milano,   135,   18-33. 

1450  marzo  16  -  Giunge  a  Bologna  il  nuovo  govcr- 
natore  card.  Bessarione  costituito  anchc  leg.  di 
tutta  la  Romagna  e  d.  marca  di  Ancona,  135, 
8-17. 

1450  -  Giambattista  Bentivoglio  ra  ad  Urblno  creato 
dal  duca  Federlco  vicario  generale  d.  appella- 
zioni  e  suo  segretario,  135,  34-42;  anche  Filippo 
Lambertini  lascia  Bologna  recandosi  ai  servigi 
d.  Caldora  nel  Napoletano,  43-136,  1-7. 

1450  marzo  19-1  Pepoli  per  intimazione  d.  pp.  ren- 
dono  Castel  San  Pietro  al  raesso  inviato  dal 
nuovo  governatore  di  Bologna  card.  Ressarione 
e  si  ritirano  a  I.ugo,  136,  8-15;  il  raesso  a  sua 
volta  torna  a  Bologna  e  scrlve  d.  sua  mlssione 
al  pp.,  dal  quale  riceve  l'ordine  di  consegnare 
Castel  San  Pietro,  che  aveva  munito  a  nome 
d.  Chiesa,  a   Bologna,  15-17. 

1450  aprile  6  -  Grave  inondazione  dell'Avesa,  136, 
lS-32. 

1450  maggio  16  -  Castel  San  Pietro  con  la  rocca  di 
Crevalcore  e  dal  messo  d.  pp.  conscgnato  a 
Boiogna,    136,  35-36. 

1450  maggio  18  -  li  Senato  di  Bologna  manda  Basilio 
Ringhieri  commlssario    a   Crevalcorc,    136,   37. 

1450  maggio  21  -  Virgllio  Malvezzi  va  commissarto 
per  Bologna  a  Castel  San  Pietro,  136,  38. 

1450  -  San  Bernardino  da  Siena  k  canonlzzato  in  Roma 
dal  pp.  e  a  Bologna  se  ne  fa  festa  e  proces- 
sione,   136,  39-40. 

1450  -  Lodovico  Avanzi  h  graziato  d.  forca  dal  leg. 
di  Bologna,   136,  41-44. 

1450  giugno  20  -  Si  gtostra  In  Bologna  il  palio  di  San 
Rufiillo,  45. 

1450  settembre  13  -  II  leg.  di  Bologna  pcr  tranquillit& 
d.  c.  bandisce  i  fuorusciti  dal  terrltorio,  136, 
46-137,  1-5. 

1450  [ottobre  1]  -  f  I^ioncllo  d'Este,  gli  succede  nella 

signoria  di  Ferrara  il  fratello  Borso,  137,  6-7. 

1451  -  Elezione  in  Bologna  d.  nuovi  magistrati  secondo 

I'uso,  137,  8-9. 
1451   gennaio  16  -  Vicne  impiccato  a  Bologna  Ossano 

da  Pescarola  per  un  dono  rlcevuto  a  Modena 

da  Galeotto  Canetoll,  137,  10-12. 
1451   febbraio  6  -  Si  colloca  a  Bologna  sulla  torre  d. 

pal.  d.  Signorl  l'orologio  gl&  d.  torre  d.    cap., 

137,  13-15. 
1451   marzo  16  -  Glustlzia  in  I3oIogna  di  tre  traditori, 

137,  16-17. 
1451  marzo  22  -  Viene  suonato  l'arrengo  per  chia- 

mare  il  popolo  dl  Bologna  a  difesa   contro   U 

signore  dl  Carpi  assoldato  dal  fuoruscitl  con- 

tro  Itt  c,  137,  18-24. 
1451  aprile  16  -  Viene  ucclso  il  Gonfaloniere  dl  Bo- 

iognn  Francesco  Guldotti  da  due  niugnai  raen- 

trc  faceva  la  ronda  dl  notte,  137,  25-30;  i  pred. 

fuggono  di  c.  per  la  grata  di  Reno,  e  il  Senato 

fa  loro  splanare  le  case,  30-33.  * 

1451  giugno  7-1  fuoruscitl  dl   Boiogna   Invltatl   dal 

due  pred.,  che  loro  ofTrono  dl  farii  entrare  se- 

gretamentc  In  c.  per  il  passo  da  loro  conoscluto, 


828 


INDICE  CRONOLOGICO       [AA.  1451  giugno-i453  lugiioi 


ron  11  Plo,  Nicol6  da  Corregglo  e  moltl  arniatl 
i'lncainmInano  verao  Bologna  sostando  a  Borgo 
Panlgale,  137,  34-41 ;  11  Senato  dubltando  un  loro 
astalto  fa  porre  in  dlfesa  la  c,  41  49. 

1451  giugno  8  -  Una  parte  d.  fuorusclti  partltl  da 
Borgo  Panigale  entrano  di  notte  In  Bologna 
per  la  grata  d.  canale  di  Reno,  138,  10-16;  e  reca- 
tisi  alla  porta  (11  Galllpra  senza  impedimenti  la 
aprono  a  Galeotto  Canetoll  e  al  Pio  clie  en- 
trano  nella  c.  con  fanti  e  cavnlli,  16-30;  l'ini- 
presa  cos\  bene  incominciata  volge  a  male  per 
il  coraggio  e  1'astuzia  di  Sante  Bentivoglio  e 
d.  suoi  che  riescono  a  ricacciarc  i  fuorusclti 
dl  c,  30-13'),  1-5. 

1451  giugno  9-1  fuorusclti  pred.  tenfano  Impadro- 
nirsl  di  Argile,  nia  sono  respintl  dai  contadini, 

139,  15-18;  rimanc  con  aitrl  prigionlero  nella 
scaramuccia  col  fuorusciti  Francesco  Ghlsllierl, 
19-10;  che  da  Sante  Bentivoglio  apposta  accorso 
riene  condotto  a  Bologna  con  gli  altri  priglo- 
ni,  21-30. 

1451  giugno  11  -  Iinpiccagione  ia  Bologna  dl  Krance- 
sco  Ghisilierl  c  d.  suoi  compagnl  nel  guasto 
d.  Ghisilieri,  139,  34-36. 

*1451  giugno  -  Altrl  fuoruscitl  sono  confinatl  e  gra- 
zlati,  139,  37-42;  tornano  in  Bologna  i  cittadini 
e  l  magistratl  fuggitl  alPentrare  d.  fuorusciti, 
e  per  ia  loro  ignavia  sono  segnati  a  dito  dal 
popolo,  43-47. 

*1451  giugno  -  I>a  cappella  dl  Santa  Briglda  h  unita 
alla  chiesa  dl  San  Petronio,  139,  48-49. 

■''1451  giugno  -  II  .Senato  fa  un  riparo  alla  grata  d. 
canale  di  Reno  per  impedire  che  da  essa  si  entrl 
in  Bologna,  140,  1. 

1451  giugno  21  -  Sono  fatte  chiudere  dal  Senato  di  Bo- 
logna  le  porte  d.  Pratello,  d.  Lame  e  Casti- 
glione,  140,  2-3. 

1451  giugno  28  -  Ambasc.  bolognesi  vanno  al  pp.  a 
narrargli  l'oceorso,   140,  4-7. 

1451  luglio  15  -  Viene  impiccato  a  Bologna  Antonio 
Zonari  filatore,  che  temendo  non  si  scoprisse 
un  furto  di  seta  da  lul  faito  era  andato  a  Mo- 
dena  a  trattare  con  Galeotto  Canetoli  di  farlo 
entrare  in  Bologna  per  assicurarsi  l'impunita 
e  un  premio,   140,  13-16. 

1451  settembre  22  -  E  fatta  in  Bologna  la  sfera  del- 
l'orologlo  d.illa  parte  d.  Piazza,  140,  17. 

1451  ottobre  27  -  E  iinlta  di  dipingere  la  pred.  sfera, 

140,  18. 

1451  oltobre  •  La  chiesa  di  Santa  Maria  di  Ravone  h 
unita  all'eremo  Camaidolese,    140,  19-20. 

1451  novembrft  9  -  Giustizia  in  Bologna  contro  tre 
di  Serravalle  che  avevano  trattato  di  dare  que- 
sto  luogo  ai  fuorusciti,  140,  21-26. 

1451  novembre  -  Bargi  e  altri  castelli  ribelli  a  Bo- 
logna  sono  rovlnati,   140,  27-28. 

1451  novembre  21  -  t  In  Imola  Romeo  Pepoli  avve- 

lenato  dal  suo  barbiere,  140,  39-33. 

1452  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secon- 

do  i'uso,  140,  34. 
1452  gennaio  20  -  Ambasc.  bolognesi  vanno  «  Ferrara 
ad  osseqularvl  e  invitare  a  Boiogna  l'imp.  Fe- 
derico  venuto  in  Italia  per  incoronarsi  a  Roma, 
140,  35-40. 


1452  gennaio  24  -  L'lmp.  Federlco  V  parte  dl  Fer- 
rartt  e  va  a  .San  Prospero,   140,  46-47. 

1452  gennaio  25  -  II  pred.  enlra  in  Bologna  per  porta 
San  Donato  ricevuto  solennemente  da  tutta  la 

c,  140,  47;   141,  1-5. 

1452  gennaio  26  -  L'imp.  ascolta  la  metsa  in  .San  Pe- 
tronio  e  crea  molti  cav.,  141,  6-12;  %  convltato 
splendidamente  dal  vesc.  e  vlsita  la  citti,  13-16. 

1452  gennaio  27  -  L'imp.  parte  di  Bologna  uscendo 
da  porta  Santo  Stefano  «iruopo  riaperta.,  141, 
17-19. 

1452  -  fc  restaurata  dall'Arte  degll  Straccialuoli  in  Bo- 
logna  la  Croce  dl  Porta  gii  piantata  da  .San 
Petronlo,   141,  20-32. 

1452  -  II  Senato  di  Bologna  istituisce  i'ufficlo  d.  Re- 
gistro  per  la  conservazione  degll  attl  e  itru- 
mentl  legali,  141,  23-28. 

1452  marzo  23  -  Giunge  a  Bologna  notizla  d.  Incoro- 
nazione  dell'imp,  e  delPimperatrlce,  141,  29-30. 

1452  maggio  9  •  L'lmp.  passa  di  nuovo  per  Bologna 
entrando  da  porta  Santo  .Stefano,  141,  31-33. 

1452  maggio  10-11  pred.  ne  parte  uscendo  da  porta 
Galliera  c  va  a  Ferrara,  141,  33. 

1452  [maggio  18]  -  L'imp.  Federico  crea  Borso  d'Eite 
duca  di  Modena  e  Reggio,  140,  43-43. 

1452  -  t  a  Bologna  Glacomo  Battaglia  abate  di  Santo 
Stefano,  141,  34 ;  l'abbazia  e  posta  in  commenda 
e  consegnata  a  Vianeslo  Albergati  che  ne  h  el. 
abate,  141,  34-36. 

1452  -  Don  Nicol6  vcronese  e  condannato  a  t  dal  pod. 
di  Boiogna  quale  mago  e  incantatore,  141,  37- 
39;  mentrc  e  condotto  al  supplizio  e  liberato 
da  alcuni  giovani  e  sl  salva  di  Bologna  uscen- 
done  da  porta  Maggiore,  39-43  ;  il  pod.  sdegnato 
rinuncia  rufBcio,  ma  e  placato  dal  Senato  che 
riesce  ad  arresfare  uno  d.  colpevoli,  mentre  gll 
altrl  fuggono,  42-142,  1-5;  Antonio  Bisarini,  il 
prlgioniero,  e  iraplccato,  gli  altri  vengono  ban- 
diti,  6-11. 

1452  luglio  5  -  Sono  impiccati  due  studenti  e  un  oste 
che  avevano  trattato  di  introdurre  Galeotto 
Canetoli  in  Bologna,  142,  13-20. 

1452  agosto  20  -  Viene  condotto  prigionlero  a  Bolo- 
gna  Gregorio  d'Anghiari  che  gli  Anziani  so- 
spettavano  volesse  togliersi  dal  serrizio  dl  Bo- 
logna,  142,  31-22;  data  sicurta  che  rimarrebbe 
allo  stipendio  d.  c.  e  rilasciato,  23-24. 

1452  -  Sono  approfondite  le  fosse  di  Boiogna  quasi  in- 
terrate,  142,  25-27. 

1452  novembre    3    -  t   Gaspare   Malvezzi   e  gii   sono 

fatti  solenni  funerall,   142,  28-33. 

1453  -  Elezione  d.  nuovi  Anztani  di  Bologna  secondo 

l'uso,  142,  42-43;  vengono   confermati  i  Sedici 

d.  reggiraento,  44-143,  1-3. 

[1453  -  t  Giovanni  di  Anagni  bolognese  insigne  teo- 

logo]  V.  J457  gtnnaio  /7. 
1453  gennaio  5  -  Suppllzio  in  Roraa  di  Stefano  Por- 

cari,  celatamente  allontanatosi  da  Boiogna,  ove 

era  confinato,  per  soilevare  Roma  alla  llberta, 

143,  7-19. 
1453  febbraio  17  -  Viene  rlnnorata  a  Bologna  la  cara- 

pana  dell'Arrengo  che  erasi  rotta,  143,  30-31. 
1453  maggio-giugno  -  Clima  variabllisslmo,  143,  39-35. 
1453  luglio  6  -    Giungono   a   Bologna   notizie  d.   ro- 


[AA.  1453  maggio-1455  febbraio]     INDICE   CRONOLOGICO 


829 


vlne  cagionate  nel  Padorano  da  un  ciclone  se- 

guito  da  violenta  terapesta  di  pioggia,  143,  «1-48. 
1453  luglio  26  -  Ambasc.  bolognesi  vanno  a  Roraa  a 

condolersi  con  11  pp.  d.   presa  di   Costantlno- 

poli  fatta  dai  Turchi,  143,   32-28. 
1453  -  Lodovico  Malvezzi  cap.  gen.  d.  Veneziani  e  fatto 

prlgioniero  da  Bartolomeo  Colleoni  in  una  gior- 

nata  campale  essendo  rainore  di  forze,   143,  49- 

144,    1-3;    ^   pol   liberato    per   opera    d.    Vene- 

ziani,  3. 
1453  luglio  26  -  li  Senato  di  Bologna  fa  abbelliraentl 

alla  ringliiera  d.  Pal.,   144,  5-7. 
1453  settembre  -  Sono  impiccati  in  Bologna   tre  che 

avevano  complottato  di  introdurre  1  fuoruscitl 

in  c,  144,  7-11. 
1453  settembre  22  -  Don  Giovanni  Baricelll  implicato 

nel  trattato  pred.  h  messo  in  gabbia,  144,  11-12. 
1453  -  Passa  di  Bologna  fra  Simonetta  eremitano  am- 

basc.  del  pp.   a    Milano  e   Venezia,   144,    14-16. 

1453  novembre  22-1  frati  d.  Servi  in  Bologna  iini- 

scono  il  loro  campanile  a  eccezlone  d.  colonne, 
d.  finestre  e  d.  torricelle,   144,   17-18. 

1454  -  Elezione  d.  raagistrati    nuovi  in   Boiogna,  144, 

20;   Bartolomeo    Ercolanl  fe  el.  capo  d.  tribuni 

d.  plebe,  21-22. 
1454  gennaio  3  -  E  scoperto  in  Bologna  un  trattato, 

ordito  da  Battlsta  Manzoli  contro  il  Senato  !n 

favore  d.  fuorusciti  e  ne  sono    imprigionati   1 

complicl,   144,  25-3». 
1454  gennaio  14-11  Senato  e  discorde  sulla  pena  da 

infliggere  al  pred.  Manzoli;  sicclife  Paolo  Volta 

andato  con  quattro  servitorl  alle  prigloni  e  in- 

trodotto  dal  Manzoli  lo  fa  impiccare  a  un  trave, 

144,  44;   143,   1-5. 
1454  gennaio  15  -  Sono  giustiziati  gli  altri   complici 

d.  pred.,  145,  9-12. 
1454  marzo  27  -  Borso  d'Este  dk  la  cittadinanza  fer- 

rarese  ad  Achille,   Virgillo,  Lodovico,  Ercole, 

Pirro   e   Troilo   Malvezzi,    145,    18-20;    i    pred. 

anche  sono  fatti   dai   rispettivi  stati   cittadlnl 

dl  Firenze  e  di  Padova,  20-21. 
1454  marzo  31  -  E  pubblicamente  bandito  un  trattato 

col  duca  d'Este  per  franchigie  scambievoli  nel 

rispettivi  statl  di  Bologna  e  Ferrara,  145,  22-27. 
1454  -  II  leg.  di  Boiogna  rinnova  con  II  magistrato  d. 

Sedlcl  gll  statuti  d.  c,  145,  28-36. 
1454  -  II  Senato  di  Bologna  comincia   a   riedlfiitare  il 

raon.  di  San  MicheJe  In  Bosco,  145,  37-42. 
1454  aprile  7  -  Pace   conclusa  a    Lodl  tra    ^'"rancesco 

Sforza  e  la  Signorla  dl  Venezia,  145,  44-45. 
1454  aprile  10  -  Passa  da  Bologna  un  messo  d.  Sforza 

ai  Fiorentini  per  annunclare  la  detta  pace,  145, 

43-44. 
1454  aprile    13  -   Glunge   a   Bologna   un   corrlere   d. 

duca  di  Milano  e  uno  d.  Venezianl  a  coraunl- 

care  al  Senato  la  detta  pace,  145,  45;   146,  1-28. 
1454  aprile  20  -  6  finlto  il  nuovo  Battistero  d.  chiesa 

di  San  Pietro  In  Bologna,   e  vl  sl  coraincia  a 

battezzare,   146,  2»-32. 
1434  aprile  23  -  Mesti  d.  Fiorentlni  al  Senato  di  Bo- 

logna  annunziano  dt  aver  fatto  pace  con  11  re 

di  Napoli,  II  duca  di  Milano  e  1  Venezianl,  146, 

33-45. 

1454  aprile  26  -  Sono  raandati  dal  Senato  di  Uologna, 


ambasc.  ai  Signori  d'ltalia  per  intenderne  11 
pengiero  riguardo  a  Giacomo  Picclnlno  che 
aveva  minacciato  di  venire  nel  Boiognese  con- 
tro  la  c,  147,  2-7;  ne  ricevono  il  consiglio  di 
arraarsi,  7-10. 

1454  maggio  9  -  Numerosi  cav.  bolognesi  vanno  a 
Pesaro  a  prendere  Ginevra  Sforza  promessa 
sposa  di  Sante  Bentivoglio,  147,  11-22. 

*1454  maggio  -  Invitl  e  preparativi  fatti  da  Sante  pred. 
per  le  nozze,  147,  23-148,  1-31. 

1454  maggio  27  -  Si  abbatte  la  chiesa  dl  San  Oo- 
nato  In  Bologna  per  ricostruirla  sul  canto  d. 
stessa  via,  151,  35-37. 

1454  maggio  24  -  Arrlvo  in  Bologna  d.  sposa  di  Sante 
Bentlvoglio  e  doni  alle  nozze,  148,  32-149-150- 

151,  1-32. 

1454  -  Pace  tra  Venezla  e  1  Turchi,   151,  33-34. 
1454  giugno  16  •  II  Senato  dl  Bologna  raanda  ambasc. 

a  Venezla  per  la  Lega    che    aveva  inteso  con- 

cludersi  tra  Fiorentinl,  11  duoa  dl    Milano  e    i 

Veneziani,   151,  38-41. 
1454  giugno  17  -    Violenta   tempesta   che   reca   gravl 

danni  al  Veronese,  Mantovano  e  Bologna,  151, 

42-152,    1. 

1454  luglio  6  -  Sono  finite  le  colonne  d.  finestre  nel 
canipanile  d.  Servi  in  Boiogna,   144,  18-19. 

1454  lugiio  18-11  pred.  campanlle  h  d.  tutto  finlto, 
144,  19. 

1454  settembre  5  -  Glunge  nuova  in  Bologna  d.  con- 
clusione  d.  pred,  Lega,   152,  2-3. 

1454  settembre  6  -  Giunge  un  corriere  d.  Fiorentlni 
con  l'annuncio  d.  detta  Lega,   152,  3-7. 

1454  settembre  9  -  Tornano  a  Bologna  gli  ambasc. 
raandati  a  Venezia,   152,  8-9. 

'"l^^^  settembre  -  Lavori  alle  fosse  di  Bologna  ordi- 
natl  dal  Senato,  152,  1013;  provvedimenti  presi 
per  fare  pagare  al  popolo  la  tassa  all'uopo  de- 
cretata,  13-19;  alouni  cittadini  danno  principio 
ai  loro  bellissimi  pal.,  20-22. 

1454  -  Concessione  privilegiata  con  breve  pontificale 
a  Giovanni  Mangani  e  suoi  eredi  dl  vendere 
cibarie  In  Castel  del  Vescovo,  152,  23-30. 

1454  -  Cattlvo  raccolto  di  ogni  derrata  nel  Bolognese, 

152,  33-32;  h  fatto  in  Boiogna  11   cappello  alla 
campana   deiPoroIogio,  33. 

1455  -  Elezione  d.  magistratl  nuovi  di  Bologna  aecon- 

do  l'uso,  152,  35-36. 
1455  gennaio  2  -  In  Bologna  Giovann!  Toichi  inna- 
morato  di  una  flglla  dl  Stefano  Contl  nipote 
di  Pierantonio  Macchittvelli  non  trovando  cor- 
rispondenza  tenta  ucciderla  col  fidanzatoe  tutta 
la  famiglia  Inviando  in  dono  tordi  avrelenati, 
152,  37-153,  1-10;  soccoril  sollecltamente  tultl 
sl  salvano,  10-28;  ma  ravvelenatore  %  tcoperto 
e  gli  &  posta  addosao  una  tagila,  28-35;  I  tuoi 
parcnti   lono   prlvati   d.    ioro   ufBci  e  dlgniti, 

36-40. 

1455  gennaio  26  -  11  re  dl  Napoli  ratlfica  la  pace  gli 
conclusa  per  venticlnque  annl  con  Fiorentlnl, 
Venczlanl  e  duca  d!  Mllano,  153,  42-44. 

1455  febbraio  2  -  I  Fiorentini  ne  mandano  ayvlto  « 
Bologna,  153,  41-42. 

1455  febbraio  3-5  -  Fcste  in  Bologna  per  la  pred. 
paco  e  Lega,  153,  4S-4t. 


830 


INDICE   CRONOLOGICO     [AA.  14S5  febbraiol456  agosto] 


1459  febbralo  6  •  Grave  terremoto  In  Val  dl  Renoi 
153,  47-i». 

1455  •  Giacomo  Piccinlno  Inrltato  dal  fuoruiclti  e 
anche  dal  pp.  si  appreita  a  recarsl  nel  Bolo- 
gneae  contro  la  c,  153,  50;  154,  l-l;  1  Bolo- 
gnesl  mandano  pcr  aiuto  ai  varl  stati  amlci,  8-9. 

1455  febbraio  14  -  Lodovico  Caccialupi  &  inviato 
dal  Senato  ambasc.  al  duca  Sforza  per  aluto 
contro  il  pred.,  154,  9-10. 

1455  febbraio  19  -  II  Caccialupi  gtunge  a  Mliano  e  fa 
la  sua  ambasciata  con  tanta  accortezza  clie  ot- 
tlcne  soccorsi  dal  pred.,  154,  11-18. 

1455  febbraio  -  II  Senato  manda  anche  Lodovlco  Ben- 
tlvoglio  al  pp.  a  fine  dl  renderlo  benevolo  verso 
la  c,  154,  38-33;  il  Bentlvoglio  cosl  saggia- 
mente  rlsponde  aile  osservazioni  di  NicoI6  V 
che  ne  conquista  l'animo  e  ottiene  per  Bolo- 
gna  quanto  la  c.  desiderava  e  grandi  onorl  per 
ah,  33-155-156-157,  1-23. 

1455  marzo  -  Giacomo  Piccinino  udito  come  11  Ben- 
tivogiio  era  riuscito  a  fare  cambiare  volere  al 
pp.,  deslste  dall'impresa  dl  Bologna,  158,  32-34. 

1455  marzo  9  -  Lodovlco  Bentivoglio  torna  a  Bolo- 
gna  ricevuto  oon  gr.indl  onori  e  con  donl  dal 
magistratl  e  dal  lcg.,  157,  24-158,  1-31. 

1455  marzo  19  -  Giungono  nel  Bolognese  gll  aiuti  in- 
vlati  dallo  Sforza  parte  alloggiati  in  c.  e  parte 
nel  territorio,  154,   19-27. 

1455  marzo  23  -  Parte  di  Boiogna  il  leg.  card.  Bes- 
sarione  a  cagione  d,  mortaie  infermit&  d.  pp., 
158,  41-44. 

1455  marzo  24  -  t  di  Nicoli  V,  158,  45  46. 

1455  marzo  28  -  Viene  notlzia  a  Bologna  d.  f  d.  pp., 

158,  46-47. 

1455  aprile  8  -  Elezione  d.  nuovo  pp.  Calisto  III  al 
secolo  Alfonso  Borgia,  158,  48-50. 

1455  aprile  11  -  Si  fanno  a  Bologna  molte  feste  per 
Telezione  d.  pp.  a  cui  il  .Senato  manda  arabasc, 

159,  1-4. 

1455  aprile  23  -  Partono  di    Bologna   gli  ambasc.   al 

pp.,    che   sono    da   lui    benignamente    ricevutl, 

159,  4-6. 
1455  aprile  -  Calisto   III    nomina  leg.    dl   Bologna    il 

card.  Lodovico  Milani,  159,  6-8. 
*1455  aprile  -  k  finita  la  oappella  dl  Santa  Maria  d. 

Monte  fatta  cominciare   dal   card.    Bessarione, 

159,  9-15. 
1455  apriie  27  -  Giacomo  Piccinino  passa  di  Perrara 

onorevolmente  aceolto  dal  duca  Borso,  159,  16-17. 
1455  maggio  2-11  pred.  Giacomo  accampa  sotto  Co- 

tignoia,  159,  17-18. 
1455  maggio  6  -  Di  qui  va  a  Camur^  e  San  Glorgio 

nel  Ravennate,  159,  18-19. 
1455  maggio  9-10  -  L'esercito  d.  duca  di  Milano  la- 

Bcta  il  territorlo  bolognese  con  aiuti    di  Bolo- 

gna  e  va  in  Romagna  per  opporsi  al  Plccinlno, 

159,   19-23. 
1455  giugno  11  -  Giacomo  Piccinino  sl  leva  con  tutto 

il  campo  e   sl   volge   alla   Toscana   avendo    In 

animo  di  muovere  guerra  ai  Senesi,  159,  33-36. 
1455  -  Sua  azione  contro  i   pred.,    159,  36-30;  ridotto 

a  mal  partito  In  Orbetello  e  salvato  daile   ga- 

iee  d.  re  di  Napoli  che  conclude  la  pace  tra  lui 

e  i  Senesl  a   determinate   condizionii   30-35;  ii 


Ptcclnlno  prende   ■otdo   per  un  anno  dal  pp., 

35-36. 
1455  -  II  Senato  di  Bologna  pone  una  taasa  sulle  biade 

per  potere    pagare   l'arretrato  ai  soldatt,    159, 

37-38. 
1455  giugno  17-18  -  Freddi  e  nevicate  intense  quali 

di  inverno,    159,  39-41. 
1455  giugno  22  -  Conaacrazione  d.  chieaa  dl  San  Mi- 

chele  in  Bosco  fatta  da  I^anlele  da  Lodl,  159, 

42-45. 
1455  -  Viene  canonizzato  dal  pp.  San   Vtncenzo   Fer- 

reri  delfordine  d.  Predicatorl,   159,  4«. 
1455    giugno    29    -    11    nuovo   governatore    Milani    fa 

solenne  entrata  in  Bologna,   159,  47-160,  I;  tl 

corre  in  suo  onore  ii  pailo  dl  San  Pietro,  1-3; 

con  lui  arriva  Rodrigo  Borgia  nipote  d.  pp.  pt& 

tardi  pp.  Alessandro  VI,  4-6. 
1455  luglio  3  -  Passa  di  Bologna   con  largo   teguito, 

Giovanni  di  Provenza  di   ritorno  in   Francia, 

160,  7-13. 
1455  agosto  8  -    Per   opera   deiringegnere   Arittotele 

Pioravantl  la   torre  d.  Chiesa    di  .Santa  Maria 

della  Magione  In  Bologna  dal  luogo  ove  sl  tro- 

vava  viene  trasportata  pitt  vicino    alla  chiesa, 

160,  14-39. 

1455  agosto  29  -  Per  incarico  d.  pp.  si  reca  a  Bolo- 
gna  fra  Paolo  da  Roma  a  predicarvl  in  favore 
dell'impre8a  contro  i  Turchi,  per  la  quale  si 
raccolgono  dal  cittadini  setterailaduecento  lire, 
che  sono  mandate  al  pp.,  160,  30-48. 

1455  settembre  3  -  n  pred.  architetto  Aristotele  Fio- 
ravantl  raddrizza  il  campanile  di  Cento,  160, 
49-161,  1-2. 

1455  settembre  8  -  Giunge  nuova  in  Boiogna  dell'uc- 
cisione  di  Ghiberto  da  Correggio  operata  dai 
Senesi  perch^  II  aveva  tradlti,   161,  3-5. 

1455  novembre  13  -  Si  principia  a  costruire  11  mon. 
d.  Suore  d.  Corpo  di  Cristo,   161,  6-7. 

1455  -  Donativo  fatto  dal  signori  a  -Sante  Bentlvoglio 
con  il  consenso  d.  leg.,   161,  8-12. 

[1455  -  t  a  Bologna  Giovanni  d'Anagni  bolognese, 
insigne  teologo  e  arctdiacono  di  Boiogna]  v. 
'457  gennaio  /7. 

1455  dicembre  20  -  Violento  terremoto  che  reca  motti 

danni  a  Bologna  e  ai  terrltorlo,   161,  35-30. 

1456  -  Elezione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  Tuso, 

161,  31-33. 

1456  febbraio  22  -  t  a  Bologna  Meichlorre  da  Mogiio 
Gonfaloniere  di  Giustizio,  161,  33-3*. 

1456  febbraio  23  -  I  Slgnori  dl  Bologna  sborsano  cen- 
to  lire  per  ie  esequie  d.  pred.,   161,  37-44. 

1455  febbraio  24  -  fe  el.  GonfaJoniere  in  luogo  d.  pred. 

Pirro  Malvezzl,    162,   1-3. 

1456  giugno  -  Apparizione  di  una  cometa,  162,  4-». 
1456  giugno  22  -  Prodigi  a  Firenze,   162,  10-13. 
1456  -  Vivono  in  questo  tempo  a  Bologna  Nicold  Pe- 

poii,  Ghisiiardo  Ghisilardi,  Bartolomeo  Lara- 
bertini,  Antonlo  Grassi,  Lodovico  Albergati  e 
Lodovico  Beccadeili  famosissimi  dottori,  162, 
14-16. 

1456  luglio  20  -  Arrlvano  a  Bologna  da  Ferrara  ven- 
ticinque  raonache  per  abitare  nei  mon.  dl  S. 
Chiara  o  d.  Corpo  di  Cristo,  162,  17-2». 

1456  agosto   5    Gtovanni   d'Angi6-Lorena  concede   ai 


[A.  1456  agosto-1459  gcnnaioj        INDICE  CRONOLOGICO 


831 


figU  di  Gaspare  Malvezzi  d'inquartare  nel  loro 

scudo  l'arme  di  Lorena,   162,  30-35. 
1456  -  Calisto  III  crea  Carlo  Malvezzi  conte  d.  Selva 

con  privilegi,  162,  36-37. 
1456  -  Grandi  feste  in  Bologna  per  la  vittoria  ripor- 

tata  dal  Crietiani  contro  i  Turchi,   162,  38-«5. 
1456  -  In  rlngraziamento  d.  pred.    vittoria  il  pp.    or- 

dina  in  tutta  la  cristianita  sl  suoni  l'Avemaria 

dopo  la  nona  di  ogni  giorno,  45-163,   1-5. 
1456  agOStO  22  -   In    Bologna  si   comincia  a  suonare 

l'Avemaria  alle  diciotto  di  ogni  giorno,  163,  5-6. 
1456  agosto  24  -  Giungono    notizie  a   Bologna  di  un 

violento  uragano  di  vento  con  gravi  danni  ab- 

battutosi  sul  Fiorentino,   163,  7-U. 
1456  -  Apparecchi  di  feste  sontuose  a  Bologna  per  il 

matrimonio  di  Lodovico  Malvezzi,   163,  15-16. 
1456  ottobre  18-11  governatore  Milanl  parte  dl  Bo- 

logna  con  il  fratello  per  recarsi  a  Roma  a  pren- 

dervi  il  cappello  cardlnalizio,   163,  17-20. 
1456  -  Cambiamento  dl  residenza    degli    Eremitani  in 

Bologna,   163,  21-26. 
1456  -  t  di  pestilenza  in  Bologna   Andrea    Manzolinl 

e  Melchiorre  Azzoguldi,   163,  27-29. 

1456  dicembre  5   -    Violento  terremcto   nel  regno    di 

Napoli    con  infinitl    danni  e   vittime,    163,  30- 
164,  1-10. 

1457  •  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna,    164, 

11-12. 

1457  gennaio  10  18  -  .Si  fanno  a  Bologna  solennl 
processioni  per  s:;ongiurare  la  pestilenza,    164, 

13-2». 

1457  [gennaio  17J  -  f  a  Bologna  Giovanni  d'Anagni 
insigne  teologo  e  arcidiacono  di  Bologna,  164, 
30-38;  cf.    143,    3-6;     161,    13-2«;   [».  t^SS,  I4SS\- 

1457  -  Federico  da  Montefcltro  e  Glacomo  Picclnino 
condottierl  d.  re  di  Aragona  muovono  guerra 
a  Sigismondo  Malatesta  signore  di  Riminl,  164, 
39-40. 

1457  gennaio  20  -  Ritorna  da  Roma  a  Bologna  11  go- 
vernatore  Milani,   164,  41-42. 

1457  -  t  Gaspare  |SighiceIli]  insigne  predicatore  e  vesc. 
d'ImoIa  e  in  suo  luogo  il  pp.  nomina  Antonio 
Volta,  165,  43-44. 

1457  -  E  ucciso  dal  bargollo  di  Bologna  il  diciottenne 

Matteo  Canetoli  che  era  In  viaggio  da  Firenze 
per  Lucca,  164,  45-165,  1-3;  t  dl  pestilenza  a 
Bologna  Battista  Sampieri  e  Gaspare  Ringhlerl 
d.  Sedici  Riformatorl,  163,  4-6. 
1457-1462  -  Sotto  il  dogato  dt  Pasquale  Malipiero  sl 
diffonde  l'arte  d.  stampa  nel  Veneto,   166,  3-6. 

1458  -  Elezlone  d.  magistrati  nuovl  dl  Boiogna  secondo 

i'uso,  165,  7. 
1458  gennaio  27   -   Vanno    ambasc.   bolognesi  al   pp. 

a  causa  di    Giacomo   Plcclnino   che  si  temeva 

venisse  sul  Bolognese,  165,   8-13. 
1458  febbraio  7  -  Tiberto  Brandoiini  giunge  a  Bolo- 

gna,   165,   14-16. 
1458    febbraio   8    -   Sigismondo    BrandoUnl   figllo   d. 

pred.    prende    in    moglie    Antonia    Bentlvogllo 

figlia  di   Annibale,  165,  17-18;  Tlberto  parte  per 

Imola    a   sposarvi   una    figlla    di   Guldantonio 

Manfredi,  ls-30. 
1458  febbraio  21  -  II  pred.  dl  nuovo  passa  di  Bolo- 

gna  con  la  aposa,  21-22. 


1458  febbraio  23  -  II  Brandolini  ne  rlparte  con  ia 
nioglie  e  la  nuora,  165,  33-24. 

1458  -  Terreraoto  a  Citt4  di  Castelio  e  in  Pugiia,  165, 
25-26. 

1458  giugno  2  -  Nanni  Savi,  bandito  di  Cento  dal 
partito  a  lui  avverso,  vi  rientra  coi  suoi  senza 
fare  male  ad  alcuno,  165,  25-26;  il  Senato  di 
Bologna  si  adopra  a  pacificare  i  due  partiti  ma 
l'accordo  h  rotto  di  nuovo,  36-38. 

1458  giugno  25  -  t  Alfonso  d'Aragona  re  di  Napoli 
lasciando  i  reami  ereditarl  al  fratello  Giovanni 
e  11  regno  di  Napoli  da  lui  conquistato  al  figliuol 
suo  naturale  Ferdinando,  165,  39-42. 

1458  luglio  20  -  Si  trovano  in  San  Pietro  di  Roma 
nella  cappella  di  Santa  Petronilla  due  casse 
d'argento  di  moito  vaiore  con  due  corpi  dentro, 

165,  43-46. 

1458  •  Essendo  il  pp.  gravemente  infermo  ii  leg.  dl 
Bologna  parte  per  Roma,  165,  46-49. 

1458  -  Vive  in  questo  tempo  Antonio  Panormita  bo- 
lognese,  grande  erudito,   166,   1-3. 

1458  agosto  6  -  t  Calisto  III,  166,  7-9. 

1458  agosto  10  -  Si  apprende  in  Bologna  la  t  d.  pred. 
e  che  i  Turchi  si  sono  impadronitl  d.   Morea, 

166,  9-13. 

1458  agosto  19  -  Elezione    di  Pio    II   al   secolo  Enea 

Silvio  Piccolomini,   166,   14-17. 
1458  agosto  28  -  II  Senato  di  Bologna  manda  ambasr. 

al  nuovo  pp.  a  fargli  omaggio,   166,  18-21. 
1458   novembre   12-1  pred.  tornano  a  Bologna  col 

nuovo  governatore  Angelo  Capranica,  166,  21-24. 
1458  dicembre  24  -  Gravc  incendio  In  Bologna,  166, 

25-27. 

1458  -  Cllma  e  raccolto  dell'annata,  166,  28-35. 

1459  -  Elezione  d.  nuovi  magistrati  dl  Bologna  secondo 

I'uso,  166,  36. 

1459  gennaiO  -  Giacomo  Paltroni  torna  a  Bologna 
dalla  podesteria  di  Ferrar.-i  fatto  cav.  aurato 
da  Borso  d'Este,  166,  37-39. 

1459  -  Vive  in  questo  tempo  Pletro  Magnani  bolo- 
gnese  dottore  di  leggc,   166,  40. 

1459  -  Giovanni  Fellcini  cade  In  guai  per  avere  pro- 
messo  denari  al  signore  di  Carpl  e  a  Galeotto 
Canetoli,  e  si  rivolge  per  aiuto  al  suo  amico 
Virgilio  Malvezzi,  che  glielo  accorda,  166,  41- 
167,  1-11. 

1459  gennaio  23  -  Glovanni  Feiicini,  avuto  sicurti  dal 
Senato  per  opera  d.  Malvezzi,  fc  condotto  dal 
pred.  at  pod.  per  spiegargli  il  fatto,  167,  11-15; 
^  condannato  in  trentamila  lire,  ma  non  per6, 
secondo  la  fede,  latciato  libero,  15-16. 

1459  gennaio  22  -  II  pp.  parte  di  Roma  per  Mantova 
ove  aveva  dato  convegno  alla  crlitlaniti  per 
trattare  d.  modo  di  opporii  al  Turchl,  167,  35-40. 

1459  gennaio  -  II  Senato  avvisato  dal  pp.  che  larebbe 
patsato  dl  Bologna  fa  preparativi  per  riceverlo 
con  la  sua  corte  ed  elegge  aII'uopo  i  Sel  di 
BalU,  167,  40-46;  l  pred.  scrivono  al  duca  dl 
Milano  che  loro  mandl  aiutl  temendo  che  11 
pp.  non  abbla  in  anlmo  dl  rimettere  1  Canetoll 
in  c.  e  inslgnorirsene,  46-168,  1-2;  lo  Sforia  pro- 
mette  dl  mandare  a  Bologna,  totto  colore  dl 
onorare  il  pp.,  buon  nerbo  di  toldati  con  11 
figliuolo,  3-4. 


832 


INDICE  CRONOLOGICO      [AA.1459geniiaio.l460febbralol 


1459  -  Prorveditnenti  presl  per  rallogglo  e  il  mante- 
nlmento  degll  ospltl,   168,  S-30, 

1439  febbraio  19  •  Giorannl  Feliclnl  Indebitamente 
trattenuto  prlglone  h  dal  Malvezzi  e  dai  suoi 
tratto  a  forza  di  carcere,  167,  16-19;  d.  ctie  II 
Senato  porta  lagnanza  al  gorernatore,  19-21 ;  II 
Malvezzi  *i  dlfende  energicaniente  c  ottiene  clie 
ii  Fellcini,  prcsentatosi  ai  governatore,  ne  vada 
llbero,  31-33. 

1459  -  Santc  Bentiroglio  idegnato  contro  il  Malvezzi 
dl  queato,  per  dargli  oinbra  fa  renire  a  Bolo- 
gna  Galeazzo  e  Guldo  Pepoli  ancora  fanciulli, 
e  li  fa  nominare  contl,   167,  24-3«. 

1459  aprile  l  -  Gianfrancesco  Poetl  h  fatto  car.  au- 
rato  dai  governatore  di  Bologna  nella  chiesa 
di  San  Domenico,  168,  31-2S. 

1459  aprile  -  Inrasione  di  rughe  nei  territorio  di  Bo- 
iogna  clie  dtvorano  i  pampini,   168,  36-28. 

1459  aprile  9-11  Senato  di  Bologna  manda  Lodorico 
Caccialupi  e  Crlstoforo  Caccianemici  a  incon- 
trare  Galcazzo  Maria  Sforza  clie  renira  a  Bo- 
logna  con  caralH  e  fanti,  168,  39-34. 

1459  aprile  -  Accoglienze  fatte  ai  pred.  nel  territorio 
e  in  c,  168,  34-47;  suo  seguito,  48-169,  1-24;  ie 
squadre  d.  caralll  e  fanti  da  lui  condotte  ai- 
ioggiano  nel  territorio,  2S-26;  aono  conscgnate 
a  Galeazzo  Maria  due  porte  d,  c,  26. 

1459  aprile  14  -  II  pred.  ra  a  FJrenze  incontro  al  pp., 
169,  27-30, 

1459  aprile  17  -  f  in  Bologna  Azzo  da  Quarto,  uno 
d,  Sedici,   169,  31-33, 

1459  aprile  23  -  li  pp.  parte  di  Siena,   169,  33. 

1459  apriie  25  -  II    pp.   arrira  a   Firenze,  169,   33-34, 

1459  maggio  1  -  II  Senato  di  Bologna  manda  Achille 
Malvezzi,  Giacomo  Orai,  Lodovico  Caccialupi 
e  Pletro  Magnani  a  Flrenze  a  fare  seguito  al 
pred.,  169,  37-40. 

1459  maggio  5  -  Pio  11  lascia  Firenze  incamminato  a 
Boiogna,  169,  41. 

1459  maggio  6  -  11  conte  Galeazzo  Maria  Sforza  pre- 
cede  ii  pp.  a  Bologna  e  ri  entra  ricevuto  con 
grandissima  pompa  e  onore,   169,  42-43. 

1459  maggio  7  -  Arriva  a  Bologna  11  card.  Bessarione, 

169,  44-43. 

1459  maggio  8  -  li  pp.  glunge  a  Lojano  dove  crea  car. 
aurato  Giovanni  Pasi  cap.  d.  montagna  che  lo 
arera  splendidamente  trattato,  169,  46;  170,  1; 
la  sera  va  a  cena  a  Pianoro,  1. 

1459  maggio  8  -  Sante  Bentiroglio  conrita  Galeazzo 
Maria  Sforza  e  il  suo  seguito  e  Virgilio  Mal- 
rezzl  oflfre  la  sera  ai  pred.  una  cena  sontuosa, 

170,  2-3. 

1459  maggio  9-11  Reggimento  di  Bologna  ra  Incontro 
a  Pio  II  a  Pianoro  e  lo  conduce  a  pranzo  ai 
Croeiall,  170,  4-6;  alla  nera  il  pp,  entra  in  c. 
con  grandissima  pompa  e  dagii  Anziani  gliene 
sono  presentate  ie  chlavi  e  offerta  ia  signoria, 
6-10;  giunto  il  pp.  Innanzi  aiia  casa  dl  Gia- 
como  Ingrati  lo  fa  car,  e  gli  cambia  il  cognome 
dl  Ingrati  in  Grati,  10-13, 

1459  maggio  11  -  Tutti  i  magistrati  e  nobiii  vanno 
a  fare  rlrerenza  a  Pio  II,  170,  31-33;  Bornio  da 
Sala  incarlcato  di  fare  I'orazione  a  nome  d.  c. 
pronuncia  un   discorso   contro   ii   Reggimento 


che  accuta  di  mal  gorerno  pregondo  il  pp.  a 
prorvederri,  33-3S;  i  lodato  dai  pred,,  36-17,  che 
■eco  io  conduce  a  Ferrara,  31-40;  ma  h  preso  In 
odio  e  punito  dal  Rettori  che  gll  tolgono  tutti 
gii  ufficl,  40-41. 

1459  maggio  13  -  11  pp.  canta  la  messa  in  San  Pe- 
tronio  e  dk  ai  conrenuti  1'apottolica  t>enedi- 
zione,  170,  22-2S. 

*1459  maggio  -  Sono  presentati  dal  Senato  dl  Bologna 
doni  al  pp.,  ai  card.  e  allo  Sforza,   170,  36-32. 

*1459  maggio  -  II  Senato  fa  correre  un  palio,  171, 
34-36. 

*1459  maggio  -  Galeazzo  Marla  Sforza  £a  car.  aurato 

Giacomo  dal  Lino,  170,  33. 
1459  maggio  15  -  Nasce  Ercole  Bentiroglio  figlio  di 

Sante  e  di  Glnerra,  171,  37-3«. 
1459  maggio  15  -  f  a  Bologna  Fliippo   Bargeiilni  d. 

Scdlci,   171,  39-40. 
1459  maggio  16  -  li  pp.  parte  di  Bologna  per  Ferrara 

con  tutta  la  sua  corte,  171,  41-44;  anche  parte 

Galeazzo  Sforza  con  tutti  i  suoi  loldatl,  46-47, 
1459  maggio  27  -  Plo  II  entra  in  Mantora,  171,  *4-4S. 
1459  luglio  12  -  Torna  11  resc.  a  Bologna  da  Cento, 

172,  3-4. 

1459  agosto  31  -  t  a  Bologna  Lodorico  Mareicotti 
d.  Sedici,  172,  S-15. 

1459  -  A  richiesta  d.  pp.  il  Senato  di  Bologna  manda 
suol  ambasc.  a  Mantora,  172,  16-11. 

1459  -  Col  contenso  d.  leg.  di  Bologua  e  d,  magittratl, 
Sante  Bentiroglio  compra  le  case  gia  di  Andrea 
Avogli  per  fabbricarvi  il  suo  pal.,  172,  19-21. 

1459  -  Si  eleggono  i  successori  d.  Sedici  defunti,  172, 
22-36;  su  propoata  di  Sanfe  Bentivoglio  tono 
el.  sette  Signori  soprannumerari  per  orviare  in 
caso  di  t  a  nuove  eiezionl,  27-33. 

1459  -  t  li  Bologna  Fillppo  da  Milano  ecceilente  rae- 

dico,  172,  34-3S. 

1460  -  SI  creano  i  magistrati  nuori  di  Bologna  secondo 

l*uso  d.  c,  ailMnfuori  d.  Gonfaioniere  di  Giu- 
stizia  che  rlene  el,  a  piaclmento  d.  Sedlci,  172, 

36-43. 

1460  gennaio  10  -  II  Senato,  terminato  ii  congreiso 
in  Mantora,  manda  ambasc.  al  pp,  a  inritarlo 
a  passare  di  Boiogna,  172,  44-173,  1-5,  ma  in- 
tanto  prorrede  la  c.  di  armatl,  9-10. 

1460  genaaio  22  -  Pio  II  giunge  a  porta  Goliiera  ed 
i  condotto  con  solenne  pompa  in  c,  173,  6-9. 

1460  gennaio  -  Vire  in  questo  tempo  fra  Lodorico 
da  Bologna  d.  Minorl,  letterato  insigne,  173, 
11-14. 

1460  gennaio  23  -  Pio  II  radunati  i  Sedid  si  congeda 
raccomandando  ioro  la  pace  e  quiete  di  Boiogna 
e  dolendosi  d,  loro  diffidenza  a  suo  riguardo ; 
li  esorta  a  essere  buoni  figiiuoli  d.  Chiesa,  173, 
lS-28 ;  II  pred.  parte  per  Pianoro,  28-29. 

1460  gennaio  24  -  Pio  II  s'incammina  per  Firenze  a 
Siena,  173,  29-30. 

1460  gennaio-settembre  -  Plo  11  il  trattlene  a  Siena, 

173,  30. 

1460  febbraio  1  -  Sante  Bentiroglio  comincia  a  fare 
abbattere  le  case  che  arera  comprato  in  ria  Ca- 
stagnoli  per  farri  fabbrlcare  il  suo  pal.  arendo 
gii  mandato  a  Firenze  per  rarchitetto  Pago  o 
Pagno,  173,  31-34. 


[AA.  1460  marzo-1462] 


INDICE  CRONOLOGICO 


833 


h 


1460  marzo  -  II  pp.  ordina  una  decima  straordinaria 
per  la  guerra  contro  11  Turco,  che  pol  non  h 
fatta,  173,  43-174,  1-4. 

1460  marzo  5  -  Sl  cominciano  a  cavare  1  fondamenti 
d.  pal.  d.  Bentivoglio  d.  quale  il  Pago  aveva 
gia  fatta  pianta  e  modello,  173,  3«-35. 

♦1460  marzo  5  -  Pio  II  crea  cinque  card.  tra  i  quali 
Angelo  Capranica  leg.  di  Bologna,  174,  5-6. 

1460  marzo  7  -  Giunge  a  Bologna  la  nuova  d.  pred. 
elezione  e  se  ne  fa  gran  festa,  174,  6-7. 

1460  marzo  12  -  Sante  Bentivoglio  pone  la  prima 
pietra  d.  suo  pal.,  173,  37-41. 

1460  marzo  17  •  II  Capranlca  parte  per  Siena  ove 
era  il  pp.  accompagnato  da  ambasc.  di  Bolo- 
gna,   174,  8-11. 

1460  aprile  10-11  Capranlca  avuto  ii  cappello  torna 
a  Bologna,  174,   U-12. 

1460  -  Si  pubblica  in  Bologna  dalla  Ringhiera  l'indul- 
genza  plenaria  concessa  dal  pp.  alla  Cliiesa  dl 
Santa  Maria  d.  Monte  per  l'Assunta,  174,  13-lS. 

1460  luglio  3  -  Ecclissi  di  luna,  174,  16-17, 

1460  luglio  15  -  Federigo  imp.  concede  ai  figli  di  Ga- 
spare  Malvezzi  !I  titolo  di  conti  palatinl  e  ba- 
roni  d.  sacro  impero  con  molti  privilegi,  174, 
18-21. 

1460   -  NicoI6   daIl'Arca  compie   il   sarcofago  di   San 

*  Domenico  in  Bologna   gl4   cominciato  da   Ni- 

coI6  Pisano,   174,  23-25. 

1460  luglio  18  -  Ecclissi  di  sole,  174,  26-27. 

1460  agosto  23  -  Lodovico  Malvezzi,  licenziato  dai 
Veneziani,  attende  nel  territorio  Bolognese  la 
conferma  d.  condotta  d.  pp.,  174,  28-33. 

1460  settembre  -  II  Malvezzi  ottenuta  la  pred.  con- 
dotta  ha  la  custodla  d.  Marca  e  d.  Romagna, 
ove  si  reca  e  ove  muore  guerra  a  Siglsmondo 
Malatesta  con  moita  fortuna,   174,  33-35;  cf.  31. 

1460  settembre  10-11  pp.   da   Siena  torna  a   Roma, 

173,  30. 

1460  novembre  18  -  Angelo  Capranica  parte  per  Roma 
chiamatovi  dal  pp.,  174,  37-39. 

1460  dicembre   11    -   Lodovlco   Malvezzi   saccheggia 

Fano  e  con  ricca  preda  torna  a  lesl,  174,  40-42. 
Clima  dell'annata,  174,  43. 

Elezione  d.  niagistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 
Tuso,   174,  44. 

1461  -  Giacomo   Bartolomei  h   decapitato  in  Bologna 

perchfe  aveva  complottato  di  avvelenare  Sante 
Bentivoglio  174,  45-47. 
1461    -  RibelUone    dl    Cento   e   d.    Pieve   a    Bologna, 

174,  48. 

1461  maggio  1  -  II  Senato  di  Bologna  con  pubblico 
bando  isola  gli  abitantl,  e  da  loro  tempo  ventl- 
cinque  giorni  per  ravvedersi,  174,  43;  175,  1-5. 

1461  -  Ricorso  d.  Centesl  al  vesc,  che  nuUa  risponde; 
e  al  duca  di  Ferrara,  che  ioro  manda  aiuti,  175, 
6-10;  h  rimesso  Tarbitrato  d.  contesa  al  duca 
di  Mllano  che  sentenzia  in  favore  di  Bologna, 
13-14;  ma  i  Centesi  e  11  vesc.  rlfiutano  di  sot- 
tostare  al  suo  gludizio,  14-15. 

1461  giugno  -  Torna  a  Bologna  da  Roma  il  leg.,  175, 

16-17. 
1461  giugno  22  -  Eccllssi  di  luna,  175,  18-1». 
1461  giugno  29  -  I  fratelli  Dozza,  beccai,  uccldono  Fran- 

cesco  Tibaldo   dalle  Ruote   nella  Mascarella  e 


1460 
1461 


uno  di  essi  ferisce  il  Gonfaloniere  Andrea  Ben- 
tivoglio  accorso  al  rumore,  175,  20-24;  i  col- 
pevoli  sono  condannati  al  bando,  e  i  ioro  benl 
dlstrutti,  24-28. 

1461  luglio  2  -  Fiera  battaglia  a  Castelleone  tra  Lodo- 
vico  Malvezzi  per  la  Chiesa  e  Sigismondo  Ma- 
latesta,  175,  29-43;  la  vittoria  resta  al  Malate- 
sta  per  la  indisciplinatezza  d.  cap.  d.  Chiesa, 
43-49. 

1461  luglio  19  -  II  Malatesta  s'incammina  In  Abruzzo 
per  aiutare  Glacomo  Piccinino,  mn  mentre  h 
per  via  sapuco  che  il  pp.  mandava  genti  nella 
Marca  torna  indietro  a  difendere  11  suo  stato, 

175,  50;  176,  1-3. 

1461  luglio  20  -  t  Carlo  VII  re  di  Francia  e  gii  suc- 

cede  11  Delfino  Luigi  XI,  176,  6-7. 
1461  agosto  3  -    Tali   nuove  giungono   a   Bologna  a 

Sante    Bentivoglio    per    lettere    di    Francesco 

Sforza,  176,  4-5. 
1461  agosto  14  -  Francesco  dal  Borghetto,   lervo   dl 

Petronio  Papazzoni,  lo  assassina  per  derubarlo, 

176,  8-17;  in  seguito  uccide  la  serva  e  la  mo- 
glie  delPassassinato  e  ferisce  una  bamblna  d. 
pred.  lasclandola  per  morta,  17-25;  impadroni- 
tosi  di  molti  valori  fugge,  35-30;  ma  scoperto 
il   delitto   e   inseguito,   raggiunto   e   preso,  30- 

177,  1-30;  h  squartato  dopo  varl  tormenti,  20-26. 
1461  ottobre  4  -   Si   glostra  in   Bologna  11   pallo   di 

San  Petronio,  177,  27-28. 
1461  ottobre  23  -   Passa   di  Bologna   il  card.   Bessa- 

rione  dl  ritorno  dalla  Germania,  177,  39-30. 
1461  ottobre  25  -  II  pred.   h  visitato   dal  leg.,   dagli 

Anziani  e  da  molti  nobili,  177.  31-32;  dopo  11 

veapro  arma  cav.  ai  Serri  Michele  Gozzadinl, 

32-34. 

1461  novembre  4-11  card.  Betsarlone  parte  di  Bo- 

logna  per  la   Romagna  diretto  a  Roma,   177, 

35-36. 
1461  novembre  5-11  leg.  parte  per  Roma  ove  il  pp. 

aveva  convocato  tuttl  i  card.,  arcivesc.  e  yesc., 

177,  37-38. 
1461  novembre  -  Slglsmondo  Malatesta  e  Astorre  Man- 

fredi  sono  dal  pp.   scomunicatl  in  San  Pietro 

perche  dlsobbedienti  alla  Chlesa  e  perchi  non 

ie  pagavano  11  censo,  177,  40-42. 
1461  novembre  20-22  -  6  dl  passaggio  a  Bologna  la 

regina  di  Cipro  diretta  al  duca  di  Saroia,  177, 

39-50. 
1461  novembre  25  -  II  leg.  torna  a  Bologna  da  Roma, 

177,  39. 
1461  dicembre  10  -  Glungono   notizie  a  Bologna  di 

gravi  terremoti  nell'Aquilano,  177,  50-178,  l-J. 
1461  dicembre  -  I  Venezianl   sono   tconfitti  dai  Tur- 

chi  in  Morea,   178,   S-7. 
1461  dicembre  4  tempora  -  II  pp.  elegge  cinque  card. 

tra  cui  Francesco  Gonzaga,  178,  S-9. 
1461  ■  t  a   Bologna  suor   Giovanna   Borselii   o  dcgli 

Albertuccl,  178,  11-13. 

1461  -  Raccolto  deirannata,  178,  10. 

1462  -  Si  creano  i  maglstrati  nuovi  di  Bologna  tecondo 

l'uso,  178,  13;  nuovi  provvedimentl  rlguardantl 
la  elezione  agU  ufBci  per  rlcararne  una  tomma 
dl  ventimlla  llre  da  pretentare  al  duca  dl  Ml- 
lano,  178,   13-33. 


T.  XXXm,  p.  X  —  53- 


834 


INDICE  CRONOLOGICO 


(AA.  1463-1464  febbraio] 


1462  -  Lodorlco  MalTe»!  termlnata   la  condotta  coo 

la  Chlesa  tl   unlsce  a  Matteo  da  Capua  e  si 

Impadronitce    col   pred.   di    buona    parte  del- 

l'Abruzzo,  178,  24-26. 
1462  gennaio  -  Freddo  Intenso,  178,  27-29. 
1462  febbraio  -  Si  manlfestano  per  il  gran  freddo  Tarte 

malattle,   178,  30-31. 
1462  febbraio  24-25  -  Pasaano  di  Bologna  due  card. 

francest  direttl  at  pp.,  178,  32-35;  al  quale  por- 

tano  l'obbedienza  di  tutta  la  Francla  da  parte 

di  Lulgt  Xr,  35-36. 
1462  marzo  10  -  Passa  di  Bologna  11  neo  card.  Fran- 

cesco  Gonzaga  diretto  a  Roma,   178,  3?-41. 
1462  marzo  -  Vi  sono  a  Roma,  rara  cosa,  pii^  di  trenta 

cardinati,  178,  4}-«3. 
1462  marzo  23  -  Giungono  a  Bologna  novelle  di  vit- 

torle  riportate  dai  Cristiani   contro  1  Turclii, 

178,  44-46. 
1462  aprile  1  -  Passa  di  Bologna  lo  spodestato  prin- 

clpe  di  Morea   diretto   a  Roma   a   chiedere    al 

pp.  soccorso  contro  il  Turco,  178,  47-4». 
1462  aprile  22  -  11  duca  Sforza  fa  Incarcerare  il  suo 

cap.  Tiberto  Brandolini  perchb  voleva  lasciare 

la  tua  condotta,  179,  1-3. 
1462  •  II  pp.  canonlzza  Santa  Caterina  da  Siena  e  ne 

stabittsce  la  festa  alla  prima  domenlca  di  mag- 

gio,  179,  4-7. 
1462  maggio  5  -  t  a  Venezia  11  doge  Malipiero  e  gli 

sucoede  Cristoforo  Moro,   179,  13-14. 
1462  maggio  18  -  Ferdinando   re  di   Napoii  assolda 

Lodovico  Malvezzi,  179,  8-11. 
1462  maggio   22   ■   Vlane   a  Bologna   da   Venezia  un 

messo  con  l'annunzio  d.  f  d.   doge  c  dell'ele- 

zione  d.  nuovo,    179,  12-13. 
1462  giugno  4-11  Senato  di  Bologna  fa  incominciare 

a  cuoprire  1'Avesa,   179,  18-20. 
1462  giugno  20  -  Un  messo  di  Glacomo  Picclnino,  che 

era  in  I'uglia  e  aveva  bisogno  di  gente,  ottiene 

dal  marchese  Borso  d'Este  una  grossa    somma 

di  danaro  con  la  quale  assolda  il  conte  Fran- 

cesco  d.  Mirandola,  179,  21-24. 
1462  giugno  -  II  pred.  Francesco  va  a  Rimlni  da  Si- 

gismondo  Malatesta,  179,  24-23. 
1462  lugtio  14  -  Entrambi  i  pred.  si  rerano  nella  Mar- 

ca  per  muovere  in  soccorso  d.  Piccinino  in  Pu- 

glia,    179,  26-28,  ma    impeditine  al    Tronto    dal 

Malvezzi  e  da  Matteo   da   Capua  tornano   in- 

dietro  e  pongono  II  campo   a  Sinigaglia,  179, 

28-31. 
1462  agosto  13  -  Sinigagiia  si  rende  al  Malatesta  che 

munitala  torna  nelle  sue  terre,    179,  32-34,  ma 

sorpreso  per  via  da  Federico  da  Montefeltro  fe 

inseguito  sino  alle  porte  di  Mondolfo,  molti  d. 

suol   sono  presi,  fra  gll   altri   Francesco  delta 

Mirandola,  35-38. 
1462  -  Uomenico  Matatesta  vende  Cesena  ai  Venezianl, 

179,  40;  dispiacendo  ci6  a  tutti  i  Signori  d'Ita- 
lia  fa  col  fratelto  nuovo  accordo  stabitendo  che 
alla  loro   morte   le  due   citti  di    Cesena  e  Ri- 
mini  tornino  alla  Chiesa,  40-44. 
1462  agosto  13  -  Astorre    Manfredi   sl   irapadronlsce 

una  notte  d.  torre  di  Monte   Battaglia  di  suo 
nipote  Taddeo,  179,  45-46. 
1462  agosto  21-23  -  Filippo  [Calandrini]  vesc.  di  Bo- 


logna  (1  interpone  netle  differenze  tra  Cento  e 
Bologna  e  riesce  a  metterll  d'accordo,   179,  47- 
180,  1-3. 
1462  ottobre  1  -t  •  Bologna  Sante  Bentlvogllo,  180, 

4-5;  ct   44;   •  LXVI,  46-48,. 

1462  ottobre  2  -  Solenni  funeraii  al  pred.,  180,  S-8; 
cf,  44;  «LXVI,  48-53  „. 

1462  Ottobre  2  -  Si  finlsce  il  tetto  •  San  Petronlo 
dalla  parte  d.  dazio,  180,  U-15;  *  LXVII,  3-5,. 

1462  ottobre  8  -  Solenni  etequle  a  Sante  Bentivogllo 
nelfottavario  d.  tua  f,  180.  16-18;  i  teppelllto 
in  San  Giacomo  neiia  cappella  Bentivogllo, 
18-1»;  cf.  7;  «LXVir,  6-11  „. 

1462  Ottobre  12  -  Giacomo  Ingrati  poi  d.  Grati  e  Vir- 
gilio  Malvezzi  vanno  ambasc.  a  Faenza  e  Imola 
e  ottengono  che  sia  rimesso  al  pp.  1'arbltrato 
d.  difTerenze  tra  Astorre  Manfredt  e  suo  ntpote, 
180,  20-23. 

1462  novembre  1  -  Giovanni  II  Bentlvoglio  i  creato 
Gonfalonlere  di  Giustizia  a  solo  venti  anni,  con- 
tro  ogni  costume,  180,  24-46;  *  LXVII,  12-15  „; 
Anzianl  datigli  per  compagni,  180,  46-181,  1 ;  ce- 
rlmonie  d.  sua  entrata  in  Pal.,  l-ll ;  crea  cav.  Do- 
menico  e  Giacomo  Garganelll  11-15;  *  LXVII, 
12-18  ,. 

1462  -  II  Senato  di  Botogna  fa  pulire  e  riattare  le 
fogne  d.  c,  181,  16-182,  1-4. 

1462  -  Da  uno  di  Castro  sono  scoperte  le  miniere  d'al- 
lume  a  Tolfa,  182,  5-7. 

1462  -  Cllma  temperato,  182,  8-11. 

1463  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'uso,  182,  13;  Candido  Buontempi  fe  pod.,  13^14; 

«LXVI,  4-6  „. 
1463  marzo  8  -  f  a  Bologna   Suor  Caterina   Negri  o 

Vigri  e  vien   sepolta   aU'aperto  nel   sacrato  d. 

mon.,   182,   15-17;  «  LXVI,  7-11  „. 
1463  marzo  27  -  La  pred.  k  dissepolta,  perche    dalla 

fossa  usciva  un  grato  profumo;  e  trovata  in- 

tatta   come   appena    fosse    morta,    182,    17-1»; 

"  LXVI,  11-15  „;  h   tenuta   esposta  sei  giorni    e 

qulndi    nuovamcnte   seppellita,   ma   in   Chiesa, 

182,   l»-22,  «LXVI,   16-20,. 
1463  aprile  12  -  Inondazione   deIl'Avesa,    182,   24-26; 

"  LXVI,  22-26  ,. 
1463  giugno  20  -  Giovanni  Malvezzi  el.  cap.  d.  mon- 

tagna  di  Bologna   dalla  parte  di  Roncastaldo, 

182,  27-28;    "LXVI,  27-2»,. 
1463  luglio  18  -  Passa  di  Bologna  il  card.  Bessarione 

in  via  per  Venezia,  ove  andava  per  trattare  dl 

un'azIone  contro  i  Turchi  che  facevano  strage 

a  Ragusa,  182,  29-31;  "  LXVI,  30-35,. 
1463  luglio  19  -  11  Bessartone  parte   lasciando  a  Bo- 

logna  molti  d.  seguito,   182,  30-31. 

1463  lugtio  31  -  Grande  tempesta  nel   territorio   Bo- 

lognese   con  gravi   danni  alle  viti,    182,  32-36; 
"  LXVI,  37-45  „. 

1464  -  Elezione  d.  magistratl  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'uso,  182,  37. 
1464  gennaio  14  -  Nevicata  abbondantissima  In   Bo- 

logna,   182,  38-41. 
1464  gennaio  26  -  II  Senato  di  Bologna  manda  Paolo 

Volta  e  Virgllio   Malvezzl  ambasc.  ai  duca  dl 

Milano,  182,  42-43. 
1464  febbraio   11  -  Altra   nevicata  abbondantltsima. 


F[AA,  1464-1465  luglio] 


INDICE  CRONOLOGICO 


835 


anche   nel  terrltorio    verso   la   Romagna,   che 
causa  grari  danni,  182,  44-48. 

1464  -  II  pp.  Pio  11  impone  una  decima  al  clero  e  ai 
luoghi  a  lui  soggetti  per  un'impresa  contro  1 
Turchi,  183,  1-8. 
i  1464  marzo  16  -  Giacomo  Luparl  va  ambasc.  d.  Bo- 
lognesi  a  Venezia  e  ottiene  le  due  galere  che 
domandava  per  la  pred.  impresa,   183,  9-10. 

1464  aprile  -  11  Senato  di  Bologna  elegge  cap.  d.  due 
galee  pred.  Giacomo  Grati  e  Achille  Malvezzi, 
183,  11-12. 

1464  aprile  8  -  Anselmo  Paselli  e  ucciso  in  Bologna 
p3r  mandato  di  Lodovico  Crescenzl  dal  Poggio 
da  Silvestro  dalla  Vezza,  183,  14-17;  U  Crescenzi 
e  privato  d.  magistrato  e  bandito,  17-18;  a  Sil- 
vestro  oltre  il  bando  &  posta  una  taglla,  18-19. 

1464  aprile  12  -  Glacomo  Grati  e  AchlUe  Malvezzi 
si  recano  a  Venezia  per  preparare  le  due  galee 
e  in  capo  a  venti  giorni  tornano   a    Bologna, 

183,  12-13. 
1464  aprile  20  -  II  pred.  Silvestro  dalla  Vezza  e  ucciso 

al  Finale,  183,  19-20. 
1464  maggio  2  -  Giovanni  II   Bentivogllo  sposa  con 

grandi  feste  Ginevra  Sforza   vedova  di  Sante 

Bentivoglio,  183,  21-25. 
1464  maggio    15  -  Partono    per   Milano  i  rappresen- 

tanti  d.  Malvezzi  incaricati  di  accompagnare  a 

Bologna  Camllla  Sforza   sposa  di  Giulio  Mal- 

vezzi,   183,  26-32. 
1464  maggio  20-1  pred.  gentiluominl  arrivano  a  Mi- 

lano  ricevuti  con  grande  onore  dal  duca,  1S3, 

32-33. 
1464  maggio  21-1  pred.  danno  1'anello  alla  sposa  a 

nome  di  Giulio  Malvezzi,  183,  33-34. 
1464  maggio  27-1  pred.   partono   con  la  sposa  per 

Bologna,  183,  34-35;  arrivo  di  essa  e  apparecchi 

fatti  per  riceverla,  36-184,  1-4, 
1464  maggio   29  -   Giostra   avanti   al  pal.   Malvezzi, 

184,  5-7. 
1464  giugno  23  -  Arriva  a   Bologna   Giacomo   Piccl- 

nino  con  fanti  e  cavalli  diretto  a  Milano  a  spo- 
sarvi  Druslana  Sforza,  185,  6-15. 
|i    1464  giugao  24  -  II  pred.  ne  parte,  184,  16;  suo  itine- 
rario   nel  territorio   provveduto   d.   necessario 
dal  Senato  dl  Bologna,  185,  16-20. 

1464  luglio  18  -  Pio  II  va  ad  Ancona  per  l'impresa 
contro  i  Turchi,  185,  21-23,  e  Ivi  si  raccolgono 
1  Veneziani  e  gli  altri  aderenti  all'impresa,  23- 
24;  frattanto  il  pp.  vi  si  ammala,  24-25,  ed  fc  su- 
bito  visitato  dal  leg.  di  Bologna,  25-26. 

1464  agosto  2  -  f  Cosimo  de'  Medici  a  Firenze,  185, 
27-29. 

1464  agosto  8  -  Parte  da  Bologna  Achille  Malvezzi 
con  molto  seguito  per  prendere  parte  all'im- 
presa  contro  i  Turchl ;  cerlmonle  precedenti  la 
sua  partenza,   185,  30-45. 

1464  agosto  10-11  -  Allo  stesso  scopo  e  con  le  stesse 
ceriraonie  parte  dl  Bologna  anche  Giacomo 
Grati  con  molti    compagnl,  185,  46-186,   1-9. 

1464  agosto  14  -  t  Plo  II  ad  Ancona,   186,  12-13. 

1464  agosto  17  -  I  card.  trasportano  il  corpo  d.  pp. 
a  Roma  e  lo  seppelliscono  in  San  PJetro,  186, 
13-15;  cf.  22-23. 

1464  agosto  -  L'lrapresa  contro  1  Turchl  va  In  fumo 


e  ognuno  torna  alle  sue  case,  186,  16-17,  19;  1 
card.  si  limitano  a  mundare  denaro  al  re  d'Un- 
gheria  perchfc  tenga  in  freno  gli  infedeli,  17-18. 

1464  -  Provvedimenti  riguardanti  la  moneta  in  Bolo- 
gna,  186,  24-25. 

1464  agosto  28  -  Passa  di  Bologna   TrlsUno   Sforxa, 

186,  26-28. 

1464  agosto  29  -  II  pred.  ne  riparte,  186,  28-29. 
1464  agosto  30  -  Elezione  di  Paolo  II  al  secolo  Pietro 

Barbo  veneziano,  186,  30-31. 
1464  settembre  2  -  Glunge  a    Bologna  nuova   d.  ele- 

zione  d.  pp.,   186,  31-32. 
1464  settembre  12  -  Glacomo  Grati  infermo  si  fa  tra- 

sportare  a  Bologna,  186,  20-21. 
1464  settembre  16  -  II  Senato  manda  Crlstoforo  Cac- 

cianemici  e   Giovanni   Guidotti  al   nuovo  pp. 

a  rallegrarsi  d.  sua  elez.,  186,  33-35. 
1464  novembre  6  -  Passano  di  Bologna   gli  ambasc. 

veneziani  al  nuovo  pp.,  186,  36-39. 
1464  -  Per  opera  di  Glorgio  Paselli,  bolognese,  pod.  di 

Genova,  si    rlannodano  le    antiche   amichevoll 

relazionl  tra  Genova  e  Bologna  gi4  interrotte 

da  scambievoH  rappresaglie,  186,  40-187,  I-2. 
1464  -  Gli   Anziani  di  Bologna  fanno  mettere  una  c«- 

tena  alla  Rlnghiera  per  legarvi  i  bcstemmiatorl, 

18,  73-5. 
1464  dicembre  17  -  Grande  nevlcata  in  Bologna,  187,6. 
1464  -  E  ampliata  la  chiesa  di  San  Petronio  di  Bolo- 

gna  per  opera  d.   soprastanti   Glovannl   Gul- 

dotti,  Glovannl   Bianclietti  e  Bartolomeo  Co- 

spi,   187,  7-10. 

1464  -  Clima  delPannata  e  malattle,  187,  Il-I». 

1465  -  Elezione  d.  magistratl  nuovi  di  Bologna,   187,  17. 
1465  gennaio  23  -   .Scossa  di   terremoto   in  Bologna, 

187,  18-19. 

1465  febbraio  5  -  Torna  a  Bologna  II  Icg.  che  con- 
ferma  al  Senato  quello  che  glk  i  suol  ambasc. 
a  Roma  gli  avevano  scritto;  ciofc  volere  II  pp. 
II  Ilbero  dominlo  d.  cltti,   187,  20-24. 

1465  marzo  23  -  Paolo  Volta  e  Giacomo  MarsIIi,  nuo- 
vi  ambasc.  d.  Senato  dl  Bologna  al  pp.  per  dl- 
stoglierlo  dai  suol  propositl,  partono  per  Roma, 

187,  35-36. 

1465  aprile  25  -  Passa  di  Bologna  11  prlnclpe  Fede- 
rigo  dl  Napoli  in  vla  per  Milano  a  prendervl 
con  splendldo  seguito  Ippollta  Marla  Sforsa 
sposa  d.  fratello  Alfonso,  187,  37-188,  1-2. 

1465  aprile  27  -  II  pred.  principe  ne   parte,  188,  3-4. 

*I465  maggio  -  Ripassa  da  Bologna  Federlgo  dl  Napoli 
con  la  sposa  di  Alfonso,  in  onore  d.  quali  GIo- 
vanni  Bentivoglio  fa  correre  un  palio,  188,  5-14. 

1465  maggio  19  -  La  sposa  con  Federigo  e  il  segulto 
parte  dl  Bologna  e  va  a  Flrenze,  188,  15-16. 

1465  maggio  29  -  t  H  patriarca  d'AquIleia,  188,  17-19. 

1465  maggio  31  -  Gravc  tempesta  nel  terrltorio  dl  Bo- 
logna,   185,  20-32. 

1465  glugno  -  Intrlghl  di  Francesco  Sforxa  contro  Gla- 
como  Plcclnino,  suo  genero,  188,  23-27. 

1465  giugno  24  -  II  pred.  h  Imprlgionato  dal  re  di  Na- 
poli  con  U  figllo  Francesco  e  II  cancelllere  conte 
Broccardo  e  pochl  giornl  dopo  t  senza  sl  sappia 
dl  che,  188,  37-31. 

146S  luglio  11   -  Glungooo   queste   nuove  a  Botogna, 

188,  12. 


836 


INDICE   CRONOLOGICO  (AA.  1465  lugIio-1467  aprilej 


1465  luglio-agosto  -  II  princlpe  Federlgo   dl   Napoll,       1466 
udlto  11  caso  d.  Picclnino,  sl  ferma  a  Slena  con 
ia  sposa  di  Aifonso  per  intendere  come  itarano 
ie  cose;  aila  fine  di   agosto   giunge   a   Napoli,       1466 
188,  33-35. 

1463  luglio  2  -  Gloranni  ir  Bentirogllo  st  reca  a  Ml-      1466 
lano  a  risitarri   Francesco  Sforza  suo  parente, 
188,  36-47,  dal  quale  ricere  grandl  accogiienze, 
48-189,  1-2.  1466 

1465  agosto  20  -  f  a  Bologna  Giacomo  Marsiii,  189,  s-8. 

1465  agosto  30  -  li  Bentivoglio  parte  di  Milano,  189, 3-4.       1466 

1465  settembre  20  -  Ecclissi  di  aole,  189,  9-10.  1466 

1465  Ottobre  14  -  Passano  di  Bologna  i  signori  clie 
arevano  accompagnato  Ippoiita  Sforza  a  Na- 
poli,  189,  15-16.  1466 

1465  Ottobre  17  -  Passa  di  Boiogna  Drusiana  Sforza 
redova  dl  Glacomo  Plcclnino,  189,  ll-U. 

1465  ottobre  3l-novembre  2  -  Glungono  a  Bologna 
i  figiluoii  d.  duca  di  Mllano,  clie  arevano  accom- 
pagnato  a  Napoil  Ippolita,  189,  17-19. 

1465  novembre  17-11  ieg.  accompagnato  da  ambasc. 
d.  Senato  parte  di  Bologna  per  Roma  a  par- 
lare  coi  pp.,   189,  20-24.  1466 

1465  -  t  Domenico  Malatesta  signore  di  Cesena,  189,  25. 

1465  dicembre  6  -  11  campo  d.  Cliiesa  passa  aopra  Ce- 

sena  clie  si  rende,  189,  25-26.  1466 

1465  dicembre  7  -  L'arcirescovo  di  Patrasso  entra 
qual  gorernatorc  in  Cesena,  189,  26-27. 

1465  -  Sono  tolte  in  Bologna  le  cresclmonie,  189,  28-29.       1466 

1465  ■  Ciiraa  e  raccoitl  dell'annata,  189,  30-36. 

1466  -  I  magistratl  di  Boiogna  sono  el.  per  imbusso-       1466 

lazione,   189,  37. 

1466  gennaio-giugno  -  Francesco  Sanguigni  di  Roma      1466 
pod.  di  Bologna,  189,  38. 

1466  -  11  pp.  consente  con  ii  ieg.  e  gli  ambasc.  di  Bo- 

logna  clie  nlente  sia  mutato  nel  gorerno  d.  c.       1466 

e  firma  i  capitoii  in  questo   senso,  189,  40-42; 

frattanto  il  Senato   erasi   procurato   l'aiuto   di 

Francesco  Sf orza  clie  arera  fatto  appareccliiare 

da  suo  figlio  Tristano  molte   bande  di  caraill       1466 

da  condurre  a  Bologna,  42-190,  1-3,  il  che  non 

fu  ultlma  causa   dell'animo   conoiiiante  d.  pp., 

3-5;  Paolo  II   nei   capitoii   farorisce    Glovanni       1466 

Bentivoglio   clie  crea   capo   d.  Senato  con  di- 

ritto  a  doppio  roto,  con  ii  segreto  scopo  di  fiire       1467 

nascere  gelosia  contro  il  pred.,  e  mercfe  le  in- 

testine  discordie  avere  Bologna  pl6  facilmente       1467 

a  sua  voglia,  6-14,  nei  che  s'inganna,   14-16. 

1466  gennaio  31  -  Toma  a   Boiogna   l'amba8c.   Gui-      1467 
dottl  con  i  pred.  capitoii,  190,  17-19. 

1466  febbraio  1  -  II  Senato  di  Boiogna  pubbilca  dalla 
Ringhiera  l'accordo  con  ii  pp.,  190,  20-21. 

1466  febbraio  1  -  Giunge  a  Bologna  Trlstano  Sforza       1467 
con  cinquecento  cavalli,  190,  24-26. 

*1466  febbraio  -  Arrivano  notizie  a  Bologna  d.  grare       1467 
terremoto  che  arera  disertato  la  Puglia,    190, 
27-33. 

1466  marzo  2  -  t  a  Bologna   non   senza    sospetto  dl       1467 
releno  Giacomo  dai  Lino  d.  Sedici;  soprannu- 
mero,  190,  34-36.  1467 

1466  marzo  8  -  t  a  Milano  Francesco  Sforza  aii'lm- 
prorriso,  190,  37-38;  la  sua  redora  conrocato  il 
Consiglio  raccomanda  dl  non  fare  tumulto  e  pro- 
dama  la  successione  dl  Galeazzo  Marla,  3t-4l. 


marzo  13  -  Aila  nuora  d.  t  d.  padre,  Trlstano 
Sforza  parte  per  Mliano  con  t  suoi  soldatl,  190, 
41-45. 

marzo  20  -  Galeazzo  Marla  Sforza  torna  da  Lione 
a  Mliano  a  prenderne  la  signoria,  190,  44-45. 

marzo  21  -  Nicol6  Poetl  h  mandato  dal  Bolo- 
gnesi  ambasc.  a  Galeazzo  Maria  Sforza  per  i 
conveneroll,  190,  45-49. 

marzo  23  -  Alessandro  Sforza  passa  di  Boiogna 
diretto  a  Miiano,   191,  1-3. 

marzo  29  -  Nicoi6  Poeti  torna  da  Miiano,  191,  4. 

giugno  4  -  II  Senato  di  Boiogna  prira  d.  magi- 
strato  il  Gonfaloniere  Amorone  Guldotti  che 
avera  ofTeso  il  Senato  e  lo  bandisce,   191,  5-6. 

giugno  8  -  Angeio  Capranica  ieggc  a  Boiogna 
In  Senato  i  capitoii  concordati  con  il  pp.  ne! 
quaii  h  importante  la  riforraa  d.  Senato  stesso 
limitato  a  ventun  raerabri  ei.  a  rita  con  diritto 
di  successione  ai  ioro  primogenitl,  191,  7-14, 
e  con  il  privilegio,  gi&  notato,  per  Glorannl 
Bentirogllo,  15-18;  costituzione  d.  Senato,  18-20, 
24-34. 

giugno  13  -  Girolamo  Ranuzzi  h  el.  d.  Senato  di 
Bologna  in  luogo  d.  t  Giacorao  dal  Lino,  191, 
20-23. 

giugno  29-settembre  15  -  Passano  dal  terrltorio 
boiognese  le  gcntl  d*arme  che  11  duca  dl  MUano 
areva  nei  regno  dl  Napoli,  191,  42-45. 

lugiio-dicembre  -  Luchino  Negri  di  Savona  pod. 
e  cap.  di  Bologna,  189,  38-39. 

luglio  1  -  Comincia  a  funzionare  ii  Senato  nella 
nuova  forma  deterrainata  dal  pp.,  191,  35-38. 

agosto  28  -  Congiura  contro  Plero  de'  Medici, 
ordita  in  Firenze  da  Luca  Pitti,  Diotisalvi  Ne- 
roni,  Nicol6  Soderini  e   aitri,   191,  46-192,    1-8. 

Settembre  2  -  Giorannt  Bentivoglio  arutone  sen- 
tore  avvisa  ii  Medici  a  cui  manda  larghi  aiuti, 
192,  9-11;  la  congiura  i  srentata  e  1  colperoil 
banditi,   11-20. 

novembre  5-1467  gennaio  6  -  Don  Gloranni 
da  Vienna  h  imprigionato  in  Bologna  dai  ri- 
cario  d.  resc.  per  malefici,   192,  21-24. 

dicembre  31  -  t  a  Boiogna  Giacomo  Grati  se- 
natore,  192,  25-29. 

-  Elez.  d.  maglstratl  di  Boiogna  per  imbussola- 
zione  secondo  i!  consueto,  192,  30. 

gennaio  -  Nicol6  Aldrovandi   succede  in  Senato 

a  Giacorao  Grati,  192,  31-32. 
gennaio  26  -  Sforzino  Sforza  naturale  dl  Fran- 

cesco  fugge  dal  fratello  e  va  a  Correggio  e  poi 

nel  Bresciano  al  soldo  di  Bartolomeo  Coiieoni, 

192,  33-35. 

-  Giorannl  Mairezzi  fe  el.  rlcario  di  Galiiera,  192, 

36-37. 
febbraio  -  Alessandro   Sforza  signore  di  Pesaro 

prende   soldo   dalia  Signoria  di    Venezia,   192, 

38-39. 
marzo  8  -  Torna  a  Boiogna  Paolo  Volta  ambasc. 

ai  pp.,  197,  47-48. 
aprile  11  -  Mariano   Bargeliinl  4  ferito    mortal- 

raente  dal   fratello   Stefano  in   compliciti  con 

altri,  192,  40-43;  1  colpevoli  sono  puniti  coi  ban- 

do  e  ia  confisca  d.  beni,  ed  h  ioro  posta  addosso 

una  taglia,  43-45. 


[A.  1467  aprile.1467  dicembre]        INDICE   CRONOLOGICO 


837 


1467  aprile  28  -  II  pred.  Mariano  f  lasciando  erede 
d.  suo  Gioranni   Bentivoglio,  192,  45-45. 

1467  -  I  fuorusciti  Fiorentini  persuadono  i  Veneziani 
ad  aiutarli  contro  i  Medici  per  rlentrare  in  Fi- 
renze  e  ne  ottengono  Bartolomeo  Colleoni  con 
molti  cap.  e  grosso  esercito.  192,  47-193,  1-21; 
alla  lor  volta  i  Fiorentini,  Bolognesi  e  gli  altri 
alleati  d.  Lega  pred.,  non  sapendo  quello  clie  po- 
tevano  aspettarsi,  conducono  ai  loro  stipendi 
Federigo  di  Montefeltro  che  rompe  le  ostilita 
con  il  CoUeoni  dannegglando  il  Faentino,  2J-29. 

1467  maggio  3  -  II  Monfefeltro  va  a  Solarolo,  193,  29-30. 

1467  maggio  13-11  pred.  giunge  aCastelSan  Pietro, 
193,  31. 

1467  maggio  14  -  II  pred.  giunge  allTdice,  193,  31-32. 

1467  maggio  17  -  Alessandro  Sforza  con  il  figlio  Co- 
stanzo  pone  Tassedio  a  Imola,   193,  33-34. 

1467  maggio  20  -  Anclie  il  duca  Galeazzo  Maria  Sforza 
scende  in  campo  contro  il  Colleoni  e  arriva  a 
Borgo  Panigale,  193,  35-37,  lasciato  qui  I'eser- 
cito  va  a  Bologna  ricevuto  con  grande  onore, 
37-38;  fa  cav.  aurato  Carlo  Bargellini,  38-39; 
e  torna  la  sera  al  suo  esercito,  39-40. 

1467  maggio  21-11  duca  pred.  passa  il  ponte  all'ldice 
con  alcuni  cavalli  e  ha  un  colloquio  col  Mon- 
tefeltro  e  il  cav.  Orsini,  193,  40-41. 

1467  maggio  22  -  II  pred.  duca  si  reca  all'Idice  con 
tutto  l'esercito  e  qui  si  raccolgono  anche  le 
schiere  degli  altri  alleati  sicchfe  Tesercito  in- 
grossa,  193,  43-194,  1-15. 

1467  maggio  -  H  Colleoni,  saputo  di  questa  grande 
adunata  di  forze,  richiama  Alessandro  Sforza 
da  Imola  e  si  fortifica  tra  Cotignola,  Castel  Bo- 
lognese  e  Faenza,  194,  16-19. 

1457  maggio  29  -  II  duca  Sforza  tiene  dietro  al  pred. 
ferraandosi  a  San  Prospero  a  tre  miglia  dal 
campo  nemico,  194,  30-22. 

1467  maggio  -  II  Colleoni  di  nuovo  si  allontana  fer- 
mandosi  oltre  la  Cosina,  194,  22-23,  ma  il  duca 
gli  tiene  ancora  dietro  occupando  i  precedenti 
accamparaenti  d.  nemico,  23-25. 

1467  giugno  -  Una  violenta  tempesta  danneggia  raolta 
parte  d.  territorio  di  Bologna  e  di  Romagna, 
198,  4-7. 

1467  luglio  8  -  t  a  Bologna  Pietro  dal  Purgo  sena- 
tore,   197,  30. 

1467  luglio  21  -  Carlo  Antonio  Fantuzzi  h  el.  d.  Se- 
nato  in  luogo  d.  pred.,  197,  30-31. 

1467  maggio  25-luglio  -  I  due  eserciti  pred.  conti- 
nuano  a  inseguirsi  I'un  l'aItro  slnche  raggiunto 
il  Colleoni  dal  Montefeltro  alla  Mezzolara  k  qul 
assalito  e  vinto  dal  pred.  in  una  fierisslma  e 
ostinata  battaglla,   194,  26-195,  1-47. 

1467  luglio  -  Frattanto  il  duca  Sforza,  che  si  era  re- 
cato  a  Firenze,  tratta  coi  Florentinl  il  prezzo  d. 
suo  aiuto,  quindi  parte  per  Bologna,  196,  12-15. 

1467  luglio  27  -  II  conte  Federigo  da  Montefeltro  por- 
ta  I'esercito  al  Ponte  Poledrano  e  11  CoUeoni 
va  alla  Molinara  ognuno  fortificandosi  nel  suo 
luogo,  196,  16-17 

1467  luglio  30  -  Galeazzo  Maria  Sforza  arrlva  a  Bo- 
logna  e  si  reca  con  le  sue  genti  a  Castelfranco 
rlmanendo  11  Montefeltro  al  Ponte  Poledrano, 
196,  33-33, 


1467  agosto  16  -  Lo  Sforza  va  in  Lombardia  con  due- 
mila  cavalli  per  portare  aluto  al  marchese  Gu- 
glielmo  di  Monferrato,  minacciafo  a  istigazlone 
d.  Veneziani  dol  duca  di  Savoia,    196,  25-30. 

*1467  agosto  -  I  Veneztani  alla  loro  volta  apparec- 
chiano  un  esercito  per  muovere  guerra  al  duca 
di  Milano ;  ma  intervenuta  tra  loro  pace,  desl- 
stono,  196,  32-35. 

*1467  agosto  -  I  Bolognesi  mandano  ambasc.  al  duca 
Borso  d'Este  per  intendere  se  egli  era  loro  ami- 
co  o  nemico,  196,  36-38,  e  ne  hanno  rlsposta  di 
perpetua  amicizia,  38  42. 

1467  agosto  20  -  Bartolomeo  CoIIeoni  gravemente  am- 
malatosi  alla  Molinella  sl  fa  trasportare  ad  Ar- 
genta  e  manda  Peserclto  a  Morda  no  agli  ordini 
di  Alessandro  Sforza,   196,  45-47. 

1467  agosto  25  -  Alessandro  Grati  canonico  di  San 
Pletro  piglia  la  tenuta  dl  Bologna  a  nome  d. 
nuovo  governatore  Glambattista  Savelli,  196, 
43-44. 

1467  agosto  29-30  -  II  conte  di  Montefeltro  sl  spo- 
sta  airidlce  e  il  giorno  seguente  vi  fe  raggiunto 
dal  duca  di  Calabria  con  Ercole  Malvezzi  e  le 
loro  squadre,   196,  48-197,  1-2. 

1467  settembre  1  -  II  Montefeltro  conduce  tutto  l'eser- 
cito  a  Seilustra  neII'ImoIese  e  vi  sl  fortlfica, 
197,  3-4. 

1467  settembre  14  -  CoIIoquio  di  Sforzino  Sforza  cap. 
d.  Colleonl  e  fratello  naturale  d.  duca  Galeazzo 
Maria  con  Federigo  di  Montefeltro,  dopo  11  qua- 
le  Sforzino  va  a  Milano,   197,  5-7. 

1467  settembre  22  -  Bartolomeo  Colleonl  sl  sposta  a 
Pianglpane,   197,  7-8. 

1467  settembre  24  -  E  Federlgo  da  Montefeltro  a  Riolo 
Secco  donde  fa  scorrerie  in  valle  d.  Lamone, 
197,  9-10. 

1467  settembre  -  11  CoIIeont  manda  a  difendere  11  luo- 
go  Astorre  Manfredi  che  h  per6  sbaragllato  dal 
Montefeltro  e  a  stento  si  salva  a  Rontana,  197, 
11-16. 

1467  ottobre  -  II  Senato  di  Bologna  manda  al  Monte- 
feltro  la  bombarda  grossa  per  espugnare  Riolo 
Secco,  ma  a  cagione  d.  pioggie  essa  non  va 
oltre  Castel  San  Pietro,  197,  17-19. 

1467  Ottobre  23  -  Le  genti  d.  duca  di  Milano  laiciano 
il  campo  e  vanno  a  svernare  In  Lombardia,  197i 
19-23. 

1467  novembre  14  -  t  a  Bologna  Carlo  Bianchettl  ie- 
natore  e  gli  succede  Giovanni  Bianchetti,  197, 
32-34. 

1467  novembre  20  -  Bartolomeo  CoIIeonl  prlma  dl 
mandare  1  soldati  ai  quartieri  d'inverno  prende 
Dovadola  negli  Appennini  e  pone  l'assedio  a 
Castrocaro,  197,  23-25,  non  riuscendo  ad  averlo, 
vi  si  toglie  d'intorno  e  discioglle  resercito, 
197,   35-29. 

1467  dicembrc  10  -  II  leg.  parte  di  Bologna  chiamato 
a  Roma  dat  pp.  latciando  in  suo  luogo  Giovannl 
d'AmeIia,  197,  35-37. 

1467  dicembre  18-11  Senato  presentendo  che  U  pp. 
aveva  mandato  a  chiamare  11  leg.  per  trattaro 
dt  avere  11  libero  dominio  di  Bologna,  gll  invta 
Lodovlco  Bentivogllo  e  Virgltlo  Malvezsl  per 
persuaderlo  a  non  mutare  il  governo  d.  c,  197, 


838 


INDICE   CRONOLOGICO     (AA.  1467  <licembre-M70  febbr.] 


3MI;  manda  anche  un  ambasc.  al  duca  dl  Mi- 
lano,  46. 
1467  -  Florlsce  In  questo  tempo    Cola   Montano,  pre- 
cettore  dl  Glrolamo  Olglati,  198,  11-U. 

1467  -  Cllma   dell'annata  e  pestilenza,    198,  7-10;  pro- 

dottl,  1-3. 

1468  -  Elezlone  d.  magistrati  dl  Bologna  secondo  l*uso, 

198,  U. 

1468  gennalo  4  -  f  a  Boiogna  Acliille  M&Ivezz!  car. 

d.  Maglone  e  senatore,   198,  15-18. 
1468  gennaio  -  Convegno  in  Pavia  d.  Signori  d'Italia 

per  trattare  d.  guerra  contro  1  Venezianl,  198, 

19-38;  si  determina  di  mandarc  ambasc.  al  pp. 

percli^   consigli  i  Venezlanl  alla  pacc,  essendo 

i  Signori  determinatl  a  posare  le  arml  per  prov- 

vedere  forze  contro  il  Turco,  38-43. 
1468  gennaio  -  Clima  mitlssimo,  198,  43-47. 
1468  febbraio  -  Clima  mite,  aicun  poco  ventoso,  47. 
1468  aprile  2  -  Taddeo  Manfredi  riacquista  Riolo  Sec- 

co,  198,  48-199,  1-4. 
1468  aprile  23  -  Alessandro  Ungari   di  Perugia  h  el. 

vicario  d.  vesc.,  199,  5. 
1468  aprile  25  •  A  Roma  11  pp.  conclude  la  pace  tra 

i  Veneziani  e  gli  aitri  principi,  199,  6-7. 
1468  maggio  2  -  f  Astorre  Manfredi,  cui  succede  nei 

dominio  di  Faenza  il  primogenito  Carlo,  199, 

8-11. 
1468  maggio  9  -  Giunge  un  breve  papaie  a  Bologna, 

clie  accerta  d.  pace  fatta   in  tutta  Italia,    199, 

13-13. 
1468  maggio  11-13  -  Processioni  in  Bologna  ordinate 

dal   Senato  in   ringraziamento   d.   pred.   pace, 

199,  13-16. 

1468  maggio  16  -  Grande  tempestaclie  danneggia  molti 

luoghi  d.  Bolognese,  199,  17-23. 
1468  maggio  -  II  Senato   di  Bologna   conduce  ai  suoi 

stipendi  Antonio,  e  Giacomo  Rossi,  199,  37-38. 
1468  giugno  27  -  Si  ratifica  la  pace   alla  presenza   di 

Paolo  II;  e  tra  gli  aderenti  sono  ripetutamente 

nominati  i  Bolognesi,   199,  24-30. 
1468  luglio  -  In  seguito  alla  pred.  pace  gli  eserciti  si 

sclolgono  e  i  condottierl  tornano  con  le  squa- 

dre  alle  ioro  residenze,  199,  31-36. 
1468  -  Ercole  Malvezzi  prende  soldo  dalla  Signoria  di 

Venezia,  199,  39-41. 
1468  luglio  14  -  Grande  tempesta  e  uragano  che  si  ab- 

batte  su  Bologna  caglonando  molti  danni,  199, 

42-200,  1-S. 
1468  agosto  17  -  Tempesta  a  Crevalcore,  200,  6-8. 
1468  agosto  27  -  II  nuovo  governatore  Savelli  giunge 

ai  Crociali  ove  crea  Astorre  Malvezzi  cav.  d. 

Magione  in  luogo  di   Achille  f,  200,  9-12. 
1468  agosto   28  -  Sono   a  forza   trasferiti   di  carcere 

cinque  colpevoli  che  non  si  voleva  rendere  li- 

beri  per  la  venuta  d.  nuovo  governatore,  200, 

12-22. 

1468  agosto  23  -  II  Savelli  fa  la  sua  solenne  entrata 
secondo  ii  consueto  cerimoniale,  200,  22-26  ;li- 
bera  i  prigionieri  che  gli  sono  presentati,  26-27. 

1468  agosto  29  (24  !)  -  li  Savelli  fa  radunare  il  Senato 
a  cui  legge  le  bolle  papali  d.  sua  digniti,  200, 
2S-29;  dona  a  ciascuno  degli  Anziani  dieci  du- 
cati,  29-33. 

1468   settembre  3  -  f  a  Bologna   Nicol6   Aldrovandl 


d.  Sedlci,  200,  35-36;  gli  luccede  In  Senato  Al- 

berto  Cattani,  37-38. 
1468  settembre  26  -  f  a  Bologna   Carlo   Malvezzi  d. 

Sedici,  200,  39-40 ;  gli  succede  in  Senato  ii  fra- 

tcllo  Battista,  41-42. 
1468  ottobre  [fine]  -  f  in  Melagnano  Bianca  Maria  Sfor- 

za,  200,  45-46;  il  suo  corpo  c  trasportato  a  Mi- 

lano  e  sepolto  accanto  a  quello  d.  marito  Fran- 

cetco  Sforza,  46-48. 
1468  -  I  Veneziani    rappacificano    Mattia   Corvino    re 

d'Unghcria  con    Casimiro  re    di  Polonia,  200, 

49-50. 
1468   novembre  -  L'imp,  Federlco    icende  in   Italia, 

201,  1-2. 
1468  dicembre  9  -  B  pred.  va  a  Ferrara,   201,  2-3. 
1468  dicembre  12  -  II  Senato  di  Boiogna  col  contenso 

d.  pp.  riforma  le   suore  di  San  Giovanni  Bat- 

tista  e  manda  ad  abitare  nel  loro  convento  le 

suore  di   Santa   Maria   Maddaiena  e   quelle  di 

Santa  Maria  da  Quarto,  201,  5-8. 

1468  dicembre  19  -  Federico  parte  di  Ferrara  e  per 

la  via  di   Ravenna   e  Pesaro  ti   reca  a  Ronia, 
201,  3-4. 

1469  -  Si  creano  i  magistrati  di  Boiogna  secondo  i'uto, 

201,  9. 
1469  gennaio  1  -  Carlo  Antonio  Fantuzzi  h  el.  capo 

d.  tesoreria  di  Bologna,  200,  42-44. 
1469  gennaio  27  -  L'imper.  Federlco  rcduce  da  Roma, 

dove  aveva  trattato  col  pp.  dell'impre3a  contro 

1  Turchi,   arriva  a   Ferrara,   201,   10-12;   c  qui 

riccamente  presentato  dal  Bentlvoglio,  al  quaJe 

concede  di  inquartare  nella  sua   arma   l'aquila 

di  ogni  colore,  eccetto  nera,  12-16. 
1469  febbraio  18  -  f  a  Bologna  Dlonisio  Casteili  d. 

Sedici,  201,  17-31;  gli  succede  il  figlio  Bartolo- 

meo,  21-22. 
1469  maggio  30  -  f  a  Bologna  Bartolomeo   Ercolani 

oelebre  dottore,  201,  23-24. 
1469  giugno  7  -  Alessandro  Sforza,  qual  cap.  d.  Chieta, 

muove  guerra  a  Roberto  Malatesta  ed  entrato 

con  inganno  nel  Borgo  San  Lorenzo  io  mettc 

a  sacco,  201,  25-27. 
1469  agosto  19  -  Giungono  nel  Bolognese  dalla  Lom- 

bardia  Ralmondo  Sforza  e  Nicol6  da  Tolentino, 

201,  30-31. 
1469  agosto  26  -  t  a  Bologna  Lodovico  Bentlvoglio 

d.  Sedlci;  gli  succede  in  Senato  II  figiio  Andrea, 

201,  34-45. 

1469  -  t  anche  Paolo  Volta  pure  d.  Sedici,  cui  suc- 
cede  11  fratello  Astorre,  201,  46-47. 

1469  dicembre  10  -  Comincia  un  freddo  Intenso,  202,  5. 

1470  -  Elezione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  Tuso, 

202,  1. 

1470  gennaio  -  Continua  il  freddo  intenso;  danni  che 
ne  seguono,  202,  2-6;  ii  Senato  di  Bologna  pcr 
rimediare  alla  scarsezza  di  legna  in  c.  ordina 
che  la  legna  d.  boschl  di  Medlcina  che  sl  re- 
cava  a  Ferrara  sia  invece  condotta  a  Bologna, 
5-9. 

1470  febbraio  6  -  Si  ricomincia  a  macinare  essendosi 
disgelati  1  fiural,  202,  4. 

1470  febbraio  13  -  li  Senato  di  Bologna  ordina  ai  mer- 
canti  di  non  occupare  ia  strada  davantl  alle  bot- 
teghe  coi  loro  bancbi,  e  di  non   staccarsi  con 


[AA.  1470  febbraio-1471] 


INDICE  CRONOLOGICO 


839 


le  mostre  dal  muro  pli  dl  due  piedl  e  mezzo, 

202,  10-16. 
1470  -   II   Senato  di  Bologna  ordina  anche  che  siano 

selciate  la  porta  Raregnana  e  tutte  le  strade, 

202,  16-17. 
1470  febbraio  27  -  II  duca  Galeazzo  Maria  Sforza  man- 

da  a  regalare  al  Senato  di  Bologna  un  bue  ric- 

camente  ornato  secondo  un'antica  consuetudine 

tra  Milano  e   Bologna,  202,  18-26. 
1470  marzo  15  -  Grande   nevicata  e  freddo,  202,  J7. 
1470  marzo  19,  20,   21  -  La  neve   rinforza  e  cresce 

U  ghiaccio  sino  alla   fine   d,  raese,   202,  38-3»; 

cio  e  cau3a  di  uno  scarso  raccolto  dl  grano  e 

vino,  39-31. 
1470  marzo  -  II  Senato  di  Bologna  fa  gittare  una  bron- 

zina  con  le  armi  d.  Sayelli  e  di  Giovannl  Ben- 

tivoglio,  202,  32-33, 
1470  aprile  10  -  Si  fanno  le  prove  d.  pred,  bronzlna, 

202,   34-3S. 

1470  aprile  11  -  Batte  il  terremoto  a  Casio  e  rovina 
gran  parte  d.  raura  d.  castello,  202,  36-37. 

1470  luglio  8  -  Giunge  a  Bologna  Alessandro  Sforza 
diretto  a  Milano  a  servizio  d.  duca,  202,  38-39, 

1470  luglio  10  -  Lo  Sforza  ne  parte,  202,  40, 

1470  luglio  14  -  Uccisione  di  Cecco  Tuttobuoni  a  Pie- 
ve  di  Cento  in  vendetta  di  un  omicidio  da  lul 
commesso  venti  anni  prima,  202,  41-49. 

1470  luglio  28  -  II  Senato  di  Bologna  per  dare  un  esera- 
pio,  giacchfe  In  ognl  luogo  si  commettevano 
omicidi  senza  ritegno,  fa  pigliare  e  giustiziare 
1  colpevoli  d.  pred,  uccisione,  202,  42-45;  203, 
1-8, 

1470  settembre  11-11  duca  Sforza  manda  in  dono  a 
Giovanni  Bentivoglio  otto  bei  cavalli  ricca- 
mente  ornati,  203,  30-33. 

1470  ottobre  2  -  E  ammazzato  a  Pieve  di  Cento  Nannl 
Chiarini  gia  colpevole  di  oraicidio,  203,  8-9. 

1470  OttObre  4  -  Giovanni  Bentivoglio  con  licenza  d. 
Senato  indlce  un  torneo  in  Bologna  a  cui  In- 
tervengono  signori  da  ogni  parte,  203,  10-204- 
205-206,  1-7;  per  questa  festa  II  Bentivogllo 
cresce  di  fama  non  solo  in  Bologna,  raa  presso 
tutti  i  prlncipi  d'Italia,  7-11. 

1470  novembre  13  -  Giarabattista  Savelli  parte  per 
Roma  a  prendervi  il  cappello  accompagnato  da 
Girolarao  Ranuzzi  d.  Sedlci,  206,  12-15. 

♦1470  novembre  -  II  Savelli  rifiuta  di  tornare  leg.  a 
Bologna  perche  ogtil  autoriti  era  nelle  mani 
di   Giovanni  Bentivoglio,  206,  16-18. 

1470  dicembre  20  -  II  duca  d'Este  fa  bruciare  i  rao- 
lini  d.  Pepoli  alla  Galeazza,  206,  19-20,  d.  che 
si  ha  tanto  sdegno  a  Boiogna  che  dai  Senato 
sono  fatto  bruciare  molte  case  a  Finale,  206, 
20-31:  senza  l'intervento  d.  duca  di  Milano  ne 
sarebbc  sorta  una  guerra,  206,  31-23, 

1470  dicembre  22  -  Si  conchiude  a  Roma  la  pace  fra 

i  Turchi  e  i  principi  cristiani,  206,  36  38. 

1471  -  Sono  el,  i  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

la  consuetudine  d.  c,  206,  34-25. 
1471  gennaio  8  -  Giunge  da  Roma  a  Bologna  un  breve 

papale  colI'annuDzio  d.    pace  coi  Turchi,  206, 

36-37;  il  Senato  ordina  una  processlone  e  feste 

per  tre  giornl,  38-29. 
1471  geanalo  25  -  Giovannl  BentlvogHo  Inrltato  dallo 


Sforza  parte  per  Milano  con  numeroso  e  ricco 

seguito,  206,  30-43 ;  h  incontrato  al  Panaro  da 

Slgisraondo  d'Este  che  io  ospita  in  Reggio,  43-46, 
1471   gennaio  26  -  AU'Enza   va    incontro  al  Bentivo- 

glio  PoUdoro   Sforza,   fratello  d.   duca,  che  lo 

conduce  a  Parraa,  206,  46-47, 
1471  gennaio  -  Giovanni  Bentivoglio  entra  con  grande 

fasto  in  Miiano,  206,  48-49. 
1471  gennaio  -  Cllraa   teraperato   per   tutto   il    mese, 

207,  1-2. 
1471   marzo  3-4  -  II  duca  Galeazzo  Marla  Sforza,  che 

gia  aveva  fatto  Glovanni  Bentivoglio  suo  cap. 

con  grossa  provvisione,  per  piCl  onorarlo  crea 

cav.  Carlo  Antonlo  Fantuzzi  d,  suo  seguito  e  fa 

ricchi    doni    al  Bentivogiio    e    a    tutta    la    sua 

compagnia,  207,  3-33. 
1471  marzo  -  Ali'annunzio   di  questi   onori   GineTra 

Bentivoglio  fa  a  Bologna  raoite  feste,  207,  23-39. 
1471   marzo  -  Giovanni  Bentivoglio  ritorna  a  Bologna 

ricevutovi  con  grande  onore  da  moiti  gentiluo- 

raini   che   lo  accompagnano   sino   al   suo   pal., 

207,  30-31. 
1471  aprile  25  -  Giungono  a  Castelfranco  i  soldati  d. 

duca  di  Milano  al  coraando  d.  Bentivoglio,  207, 

33-33. 
1471  aprile  28  -  I  pred.  entrano  in  Bologna,  207,  33- 

34;  e  poi  dato  loro  alloggio  In  vari  luoghl  d. 

contado,  207,  34. 
1471  -  Borso  d'Este  va  a  fare  visita  al  pp.  che  molto 

lo   onora  e  lo  conferma  duca  dl  Ferrara,  207, 

35-36. 
1471  -  II  pp.  crea  leg.  di  Bologna  Francesco  Gonzaga, 

al  quale  il  Senato  manda  due   ambasc.  che  lo 

conducano  in  c,  207,  37-40. 
[1471  giugno  30]  v.  t4Jt  agosto  30. 
1471  luglio  3  -  I^uigi  Griffonl  6  ucclto  a  Ferrara  ove 

erasi  recato  per  Incarico  d.  Senato  di  Bologna, 

207,  «1-47;  h  sospettato  colpevole  dl  questa  mor- 

te  Ercoie  d'Este,  48. 
1471  luglio  4-11  corpo  d.  GrifToni  k  portato  a  Bolo- 

gna  a  seppellire  in  San  Francesco,  207,  47. 
1471  luglio  21  -  II  nuovo  leg.  fa  solenne  Ingresso  in 

c„  207,  48-208,  1-3, 
1471   luglio  27  -  t  Paolo  M.  208,  5-6, 
1471  luglio  29  -  Viene  a  Bologna  la  notlzla  di  questa 

t,  208,  5;  il  leg.  parte  immediatamente  per  Ro- 

ma  accompagnato  da  due  ambasc,  6-9, 
1471  agosto  9  -  I;  el.  pp.  Sisto  IV  al  secolo  Francesco 

della  Rovere,  208,  10-13. 
1471  agosto  -  Grandl  aiiegrezze  a  Bologna  per  quetta 

elezione   esscndo   il   pp.   «tato  In  altri    tempi 

ospite  d.  c,  208,  12-33. 
1471  agosto  13  -  Si  comlncla  in  Bologna  a  rlalzare  11 

campanile  di  San  Donato,  208,  35-36, 
1471  agosto  20  -  t  Borso  d'Este  e  gli  succede  U  fra- 

tello  Ercole,  209,  39-30. 
1471  agosto  22  -  Ercole  d'Ette  4  nel  Duomo  di  Fer- 

rara  creato  slgnore  dl  Ferrara,   20%  30-31;  sl- 

gnoria  che  gll  \  sul  prlnclplo  contrastata,  ma 

senza  »uci-es»o,  dal  nlpote  Nlcol6,  31-3/. 
1471  settembre   1-ottobre  15  -  CUraa  mltlstlmo  che 

fa  nuovaraente  fiorlre  glt  alberl,  208,  38-40, 
1471  -  II  Senato  dl   Bologna   manda   ambusc.  al   duca 

Ercole  per  i  convenevoli  d'u»o,  208,  41-43. 


840 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1471  ■ettembre-1474] 


1471  Mttembre  38  -  Passano  dl  Bologna  gll  amba- 
•clatorl  d.  duca  di  Milano  al  pp.  e  vi  sl  rlpo- 
sano  due  glorni  ospltl  dl  GloTannt  KentlTOgllo, 
208,  43-50. 

1471  Ottobre  4  -  Gtostra  In  Bologna  in  onore  di  San 
Petronto,  209,    1-18, 

1471  -  Matrlmonlo  in  Bologna  di  Lodovico  Bolognini 
con  Ginerra  LodoTlsi,  209,  H-26,  e  di  una  so- 
rella  d.  Boiognlnl  con  Tommaso  Bianchettl, 
36-37. 

1471  -  Serla  controTcrsia  tra  I  Bolognesi  ed  Ercoie 
d'Este  per  ii  possesso  di  un  tronco  di  torre  ciie 
segnaTa  11  limite  d.  territorio  bolognese  sul  Pa- 
naro,  209,  38-210,  1-17;  arbitrato  d.  duca  dl  Mi- 
lano  accettato  dalle  due  parti,  17-33. 

1471  -  Sono  in  questo  tempo  ufTiciali  delle  acque  Cri- 
stoforo  Ariosti,  Gabrieie  Poeti,  Antonio  Ma- 
gnani  preposti  ailo  scavo  d.  Centonara,  210, 
33-34. 

1471  -  I  frati  dl  San  Glacomo  in  Bologna  danno  prin- 
cipio  al  loro  chiostro,    210,  35-36. 

1471  novembre  3-1  Sedici  di  Bologna  eleggono  Pirro 
Malvezzi  loro  commissario  d.  soldati,  210,  37-39. 

1471  -  Pletro  e  RafTaele  Riario  sono  fatti  card.,  210, 

40-43. 

1472  -  Eiezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

I'uso,    210,  43, 

1472  gennaio  20  -  Apparizione  di  una  cometa,  210, 
45-47. 

1472  •  t  il  beato  Bernardino  da  Feltre  che  aveva  isti- 
tuito  ti  Monte  di  Pieta  di  Bologna,  211,  1-3. 

1472  marzo  -  Gasparo  Lupari  el.  pod.  dl  Milano  parte 
da  Bologna  per  il  suo  ufficlo,  211,  3-4. 

1472  marzo  19  -  E  iinito  ii  campanile  di  San  Giacorao, 
208,  36-37. 

1472  maggio  2  -  Arriva  a  Bulogna  il  card.  Bessarione 
diretto  in  Francia  per  trattare  a  nome  d.  pp, 
la  pace  tra  quel  re  e  il  duca  di  Borgogna,  211,  5-8, 

1472  luglio  -  11  Senato  di  Bologna  manda  ambasc,  con 
ricchi  doni  a  Ercole  d'Este  per  il  suo  matri- 
monio  con  Eleonora  d'Aragona,  211,  9-14. 

1472  -  Sisto  IV  conferma  con  una  boUa  la  Galeazza  in 
enfiteusi  ai  Pepoli,  211,  15-16. 

1472  novembre  18-11  card.  Bessarione  di  ritorno  di 
Francia  t  a  Ravenna  e  il  suc  corpo  e  traspor- 
tato  a  Roma  e  seppellito  in  San  Pietro,  212, 
40-44. 

1472  dicembre  1  -  Giunge  a  Bologna  un  eremita  che 
predica  essere  Iddio  irritato  contro  la  c.  per  i 
suoi  peccati  ed  esorta  il  popoio  a  fare  penitenza, 
211,  17-23, 

1472  dicembre  9  -  Bartolomeo  Caccianemici  nonostante 
la  fede  data  a  Giovanni  Bentivoglio,  assale  e 
uccide  in  Boiogna  Antonio  dal  Lino  con  cui 
aveva  avuto  a  dire,  211,  34-39;  il  Bentivoglio 
sdegnato  fa  assaiire  dal  popolo  le  case  d.  Cac- 
cianemici  e  bruciarle,  39-33;  viene  ucciso  Brai- 
guerra  cugino  di  Bartolomeo,  33-34,  e  sono  ban- 
diti  questi,  il  padre  dl  lui  e  11  fratelio  Ales- 
sandro,  34-40;  cf.  41-212,  1-18. 

1472  dicembre  12  -  Giovannt  Bentivoglio  radunato  ii 
Senato  fa  eieggere  d.  Sedicl  Bernardo  da  Sas- 
snno  in  luogo  del  cassato  Crlstoforo  Caccia- 
nemici,  212,  34-35. 


1472  •  Nasce  Anton  Galeaszo  secondogenlto  di   Gto- 

vanni  Bentivoglio,  212,  3*. 
1472  -  ]^  di  passaggto  in  Bologna  la  regtna  dl  Russla 

212,  37-39. 

1472  dicembre  25  -  Gioranni  BentiTogllo  in  occasione 

d.  suo  genetliaco  crea  caT.  auratl  Altierto  Cat- 
tani  e  Bernardo  da  Sassuno,    212,  45-49. 

1473  -  Eleztone  d.  magtstratt  nuoTi  di  Bologna  secondo 

Tuio,  213,  3. 

1473  febbraio  21  -  Lucrezia  Malavolti  di  Siena,  ric- 
camente  Tcstlta  e  con  numeroso  seguito,  arrlTS 
a  Boiogna  sposa  a  Roberto  da  SanseTerino  che 
ivi  abitava  in  casa  di  Bernardino  da  Saia,  213, 
9-13. 

1473  febbraio  28  -  li  pp.  concede  a  Giovanni  Bentl- 
voglio  che  il  suo  primogenlto  gli  surceda  nei 
Sedici,  213,  14-15. 

1473  marzo  14  -  Giovanni  BentiToglio  manda  con 
grande  pompa  Costanza  sua  figliastra  allo  sposo 
Anton  Maria  Pico  della  Mirandola,  213,  16-18. 

1473  -  GioTanni  BentiTogllo  a  sua  istanza  ottlene  dai 
pp.  il  prlTilegio  di  creare  notai  e  dottori  e  di 
legittimare  1  figli  naturali,  213,  19-33. 

1473  aprile  26  -  Passa  dl  Bologna  una  nobile  amba- 
sceria  mandata  dal  duca  Ercole  a  Napoli  a 
prendcrvi  la  sposa  Eleonora,  213,  34-30. 

1473  agosto  11  -  t  a  Bologna  Battista  Manzoii,  21.3, 
31-36. 

1473  settembre  l  -  Passa  di  Bologna  il  card.  Pietro 
Riario  che  recavasi  a  Milano  a  trattare  dl  un 
matrimonio  tra  il  frateilo  Girolamo  e  Cate- 
rina  figlia  d.  duca,  213,  37-39;  il  pred.  tiene  a 
battesimo  un  figlio  d.  Bentivoglio  e  dona  a 
Ginevra  una  grossa  perla,  39-41. 

1473  ottobre  14-1  figli  di  Gaspare  Malvezzi  otten- 
gono  un  brcTe  d.  ieg.  card.  Riarlo  con  il  per- 
messo  dl  dare  ad  officiare  ai  frati  Eremitani 
le  chiese  di  loro  patronato  a  Medesano  e  Ca- 
stelguelfo,  213,  4-8. 

1473  Ottobre  15  -  Gaspare  Grassi  el.  senatore  di  Roma 
dal  pp.  parte  di  Bologna,  213,  43-43. 

1473  -  I  frati  Eremitant  ricevono  dai  monaci  di  Monte 

OliTeto  il  convento  e  la  chtesa  di  Santa  Maria 
della  Misericordia  fuori  porta  CastigHone  a 
Bologna,  213,  44-45. 

1474  -  Si  creano  i  magistrati  nuori  di  Bologna  secondo 

i'u8o,  213,  46. 
1474  gennaio  5  -  t  i'   card.  Pletro   Riario,   213,   47- 

214,  1. 
1474  gennaio  20-11  Senato  di  Bologna  manda  Fliippo 

Salaroli  a  condolersi  con  ii  pp.,  ii  pred.  Sala- 

roii  ottiene  dal  pp.  alcuni    prlTilegi   per  Gio- 

vanni  Bentivogiio,  214,  1-7. 
1474  marzo  26  -  II  Salaroli  h   dt  ritomo   a  Bologna, 

214,  8. 
1474  marzo  26  •   Passa   di   Bologna    Cristiano   re  di 

Danimarca  e  di  Norvegia  dlretto  a  Roma,  214, 

9-10:  il  pred.   visita  la   c.   e   fa   cav.   aurato  il 

fanciullo  Annibaie  Bentivogiio  avantl  ia  sepoi- 

tura  di  San    Domenico,  10-18. 
1474  marzo  27  -  11  pred,  re  parte  di  Bologna,  214,  18. 
1474  •  Galetuzo  Maria  Sforza  ottiene  Imola  da  Taddeo 

Manfredi  e  la  da  in    dote    aila  figlia    Caterina 

Riarlo,  214,  19-31. 


[AA.  1474-1478] 


INDICE  CRONOLOGICO 


841 


1474  -  Carestia  di  grano  in  Bologna,  22-2*  i  il  Bentivo- 
glio  ne  manda  in  Piazza  d.  suo  a  meta  prezzo 
acquistandosi  l'affetto  d.  popolo,  22-24. 

1474  giugno  -  Grandi  inondazioni  nel  territorio  di 
Bologna  per  lo  straripare  d.  fiurai,   214,   25-25. 

1474  giugno  25  -  11  Senato  dl  Bologna  ordina  devote 

processioni  per  placare  l'ira  di  Dio,  214,25-34. 

1475  -  Elezione  d.  nuovi  magistrati  di  Bologna  secondo 

Tuso,  214,  35. 
1475  -  Giacorao  Lupari  va  pod.  a  Genova,  35. 
1475  gennaio  17  -  Giunge  a  Bologna  Isotta  Rangoni 

sposa  di  Guido  Pepoli,  214,  37-3»;  ricevimento 

fattole  e  doni  alle  nozze,  38-215,  1-2, 
1475  febbraio  18  -  Giovanni  Bentivoglio  fa  cav.au- 

rato  in  San  Giacorao  di  Bologna  Lodovico  Sam- 

pieri,  215,  4-6. 
1475    maggio    19    -    Ginevra    Bentivoglio   con   molto 

seguito  va  a  Pesaro  alle  nozze  d.  fratello   Co- 

atanzo  con    Maria  Carailla  principessa  di  Ros- 

sano,  215,  7-13. 
1475  agosto  10  -  Gaspare  Grassi  va  a  Firenze  di  cui 

era  stato  el.  pod.,  215,  14. 
1475  settembre  24  -  Giovanni  BentivogUo  dk  in  Isposa 

Maria  Elisabetta  sua  figlia  naturale  a  Lattanzio 

Bargellini,  215,  15-16. 
1475  ottobre  4  -  Giostra  in  Bologna  per  San  Petronio 

ordinata  dal  Senato,  215,  17-21. 
1475  Ottobre    27    -    Giovanni  de   Negri,   protonotario 

apostolico  d.  card.  Francesco  Gonzaga,  dona  a 

Glovanni  Bentivogiio  e  a  Virgilio  Malvezzi  tutti 

i  beni  gia  di  Delfino  Atticonti,  215,  22-25. 
1475  -  Sl  comincia  a  Bologna  la  cliiesa  della  SS.  An- 

nunziata  fuori   porta   San  Maraolo,  215,  26-28. 
1475  -  Dl  nuovo  e  riconferraata  dal  pp.  la  Galeazza  in 

enfiteusi   ai   Pepoli   e   data   loro   Valbona   allo 

stesso  titolo,  211,  16-17. 

1475  -  II  pp.  Sisto  IV  fa  celebrare  il  Giubileo  essendo 

troppo  lungo  il  termine  dl  cinquanta  anni,  215, 

40-43. 

1476  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'uso,  215,  21;  Luchino  Negri  di  Savona  fe   el. 

pod.  e  cap.  di  Bologna,  29-30. 
*1476  genaaio  -  t  a  Bologna  Lodovico  Caccialupi   d. 

Sedici  ed  fe   sostitulto   da   Gaspare   Bargellini, 

215,  31-32. 
1476  gennaio  6  -  Giovanni  Bentivogiio  fa  cav.  aurato 

Andrea   Grati,  creato   Gonfaloniere  d.   popolo 

prima  di  accompagnarlo  in  ufficlo,   215,  33-36. 
1476  febbraio  25   -   II    Bentivoglio   arraa   cav.   anche 

Floriano  Malvezzi,  215,  36-37. 
1476    marzo   14   -   Si   pubblica   rindulgenza   plenaria 

concessa  dal  pp.  alla  c.  di  Bologna  a  certe  con- 

dizioni,  215,  38-40. 
1476  agosto  -  t  Fiiippo  [Calandrlni]  vesc.  di  Bologna 

e  in  suo  luogo  h  el.   Francesco   Gonzaga  card. 

leg.  d.  c,  215,   43-45. 

1476  dicembre  26  -  Uccisione  in  Milano  ncUa  chlesa 

di  Santo  Stefano  di  Galeazzo  Marla  Sforza  per 
opera  di  Glovanni  Andrea  Lampugnani  e  Gl- 
rolamo  Olgiati,  215,  46-216,  J-4;  &  acclamato 
duca  il  figllo  d.  ti  Giangaleazzo,  4-5. 

1477  -  Elezione  d.  raagistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

l'ugo,  216,  9;  Mariano  Baglionl  dl  Perugla  4 
pod.  di  Bologna,  9-10. 


1477  gennaio  5  -  Carlo  duca  dl  Borgogna  k  trucIdBto 

dagli  Svizzeri,  216,   11. 
1477  aprile  30  -   Passa   di   Bologna   Caterina   Sforza 

Riario  diretta  al  marito    in    Forll,    216,    12-17. 
1477  -  II  Senato  dl  Bologna  manda  arabasc.  al  nuovo 

duca  di  Milano  per  i  convenevoli,   216,    18-19. 
1477  maggio  -  t  a  Bologna  Cecco  d'Ascoli  di  grande 

dottrlna  e   abllita  negli   affarl   di   Sta to,   216, 

20-27. 

1477  maggio  13  -  11  pred.  fe  seppellito  in  San  Giaco- 

mo,   216,  27-28. 
1477  agosto  2  -  t  in  Bologna  Cristoforo   Ariosti   se- 

natore;  gli  succede  Giacomo  Montecalvi,  216, 

29-30. 
1477  agosto  4  -  Si  comincia  In  Bologna  il  portico  d. 

chiesa  di  San  Giacomo   col   consenso    dl   Gio- 

vanni  Benttvoglio  e  di    VlrgiUo   Malvezzi   che 

presiedono  a  detta  fabbrica,    216,  31-39. 
1477  settembre  3  -  t  in  Boiogna  Alessandro  Tartagni 

di  Imola  dottore  d.  Studio,  216,  40-45. 
1477  settembre  17   -  t  «   Bologna    Alberto   Cattani 

senatore;    gli   succede    il   fratello    Bonifacio;   I 

suoi  funerali  per  ordine   suo   sono  fatti   senza 

pompa,  216,  46-217,  1-7. 
1477  -  Pletro  Maldura  frate  domenicano  di  grande  dot- 

trlna  h  lettore  neilo  Studio  bolognese,  217,  8-1 1. 
1477  giugno  17-11  pp.  concede  a  Guldo  e   Gaieazzo 

Pepoli  che  sia  loro  rilasciata   quietanza  d.  de- 

naro  da  loro  pagato  al  canonicl  di  San  Pietro, 

217,  13-40. 

1477  dicembre  13  -  Giovannl  Bentivoglio  per  ordine 

d.  duca  dl  Miiano  va  ad  assediare  Faenza,  dl 
cui  voleva  essere  signore  Galeotto  Manfredi 
in  pregiudizio  d.  fratello  Carlo,  41-218,  l;  que- 
sti  la  rende  al  Bentivogllo  e  parte  per  Napoll, 
1-2;  Glovanni  consegnata  la  c.  a  Galeotto  torna 
a  Bologna,  3-4. 

1478  -  Elezione  d.  magistratl  nuovi  dl  Bologna  secon- 

do  Tuso,  218,  8. 
1478  febbraio  10  -  II  Senato  h  avvertito  d.  t  dl  Ercolc 
Maivezzi  avvenuta  In  campo  contro  i   Turchl, 

218,  9-13. 

1478  -  Nicoio  deIl'Arca  effigia  in  bronzo  la  Madonna 
che  e  neila  facclata  d.  Pal.,  218,  14-15. 

1478  aprile  15  -  t  1"  Bologna  Giovanni  Guidotti  se- 
natore;  gli  succede  Lodovico  Sampleri,  218, 
16-20. 

1478  aprile  -  Giovann!  Bentivogllo  ottenuta  per  suo 
figllo  Annibale,  d'annl  nove,  Lucrezla  d'E>te  na- 
turale  dl  Ercole,  d'anni  otto,  manda  ambasc.  a 
Ferrara  a  sposarla  In  nome  dl  Annlbale,  218, 
21-29. 

1478  [aprile  26]  -  Conglura  d.  Paszt  in  Firense  contro 
Glullano  e  Lorenzo  del  Medlcl;  GiuUano  h 
ucclso  in  Duomo;  Lorenzo  sebbene  ferito  rlesce 
a  scamparc,  218,  30-3S;  U  pred.  manda  a  Bolo- 
gna  per  aiuti,  che  gli  lono  dal  Bentivogllo  sol- 
lecitamente  inviatl,  38-43',  mi  gluntl  I  pred.  a 
Scarperia  vlene  loro  fatto  sapere  dal  Mcdlci  che 
non  ve  ne  k  plii  bisogno,  slcchi  tornano  a  Bo- 
logna,  4l-4t. 

1478  -  II  ieg.  di  Bologna  fa  costnilre  un  beUltslmo  glar- 
dino  presso  it  Pal.  tulfarea  dl  alcune  caie  che 
fa  abbattere,  218,  47-4«. 


842 


INDICE  CRONOLOGICO 


(AA.  1478  giugno-1481] 


1478  glugno  1  -  Glacomo  Luparl  ra  pod.  a  Mtlano, 

219,  1. 

1478  -  Si  costruisce  in  Boiogna  con  oflferte  pubbllclie 
la  ciilesa  di  Santa  Maria  dl  Galliera  sui  iuogo 
d.  atalla  d.  Pratetl,  ove  una  Immaglno  d.  Ma- 
donna  avera  fatto  miracoli,  219,  3-33. 

1478  ottobre  4  -  f  «  Boiogna  il  senatore  Astorre 
Voltu:  gii  auccede  in  Senato  suo  frateiio  Bar- 
toloraeo,  219,  2«-a6. 

1478  ottobre  -  II  pred.  due  giorni  dopo  ia  sua  eiezione 
fe  mandato  ambasc.  ai  duca  dl  Milano,  219,  26-37 ; 
fornita  la  sua  ambasciata,  ii  duca  fa  car.  il  suo 
iiglioletto  Antonio,  ciie  aveva  seco  condotto, 
27-30. 

1478  dicembre  8  -  Ercoie  d'Este  di  rltorno  di  Toscana 
visita  a  Boiogna  Giovanni  Bentivoglio,  219, 
3\-3i. 

1478  dicembre  20  -  Giovanni  Bentlvoglio  manda  An- 
nibaie  a  Ferrara  a  visitarvi  ia  sposa,  219,  33-36. 

1478  -  K  coperto   in  Boiogna  con   lamine   di   piombo 

la  ciraa  d.  campanile  di  San  Pietro,  219,  37-38. 

1479  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

i'uso,  219,  39. 

1479  gennaio  10  -  Annibaie  Bentivoglio  torna  da 
Ferrara,  219,  <o. 

1479  febbraio  5  -  Gioranni  Bentlvogilo  parte  per 
Ferrara  a  visitarvi  la  sposa  d.  figlio  con  nume- 
roso  seguito,  219,  40-45;  h  accolto  con  grandi 
onori,  45-220,  1;  dopo  alcunl  giorni  torna  a 
Bologna,   1-5. 

1479  -  li  Senato  di  Bologna  conduce  ai  suoi  stipendi 
In  iuogo  di  Antonio  Trotti  ii  conte  Nicoi6 
Rangoni,  220,  6-7. 

1479  maggio  1  -  li  Rangoni  arriva  a  Boiogna,  220,  7-8. 

1479  -  Nicoi6  Rangoni  sposa  Bianca  figiiuola  dl  Gio- 
vanni  Bentivoglio,  220,  8-H. 

1479  -  li  pp.,  dubitando  di  avere  contrario  il  Benti- 
voglio  nelia  guerra  clie  faceva  ai  Fiorentini, 
clilede  per  provarne  i'anirao  l'ailoggio  nel  Bo- 
iognese  a  seicento  cavalil,  11  cJie  gii  h  rifiutato, 

220,  13-18;  anclie  dlffida  Glovanni  di  dare  aiuto 
ai  Fiorentini,  e  nemmeno  questo  gli  e  consen- 
tito  dall'ambasc.  bolognese,  il  quale  gli  fa  osser- 
vare  essere  il  Bentivogllo  soldato  d.  duca  e  do- 
vere  quindl  obbedire  agli  ordini  di  lui,  19-30; 
licenzla  l'ambasc.  con  minaccle  per  i  Bolognesi, 
30-31. 

1479  -  I  Fiorentini,  per  avere  ii  Bentivoglio  dalla  loro 
gli  danno  una  provvisione  di  seimila  ducati  e 
gli  ordinano  di  passare  a  Pisa  contro  Roberto 
da  Sanseverino  che  molestava  i  Pisani  pel  re  di 
Napoli,  220,  33-37 ;  anclie  mandano  molte  nii- 
gliaia  di  ducati  a  Ercole  d'E»te  perciie  sl  reclil 
in  Toscana,  37-38. 

1479  -  II  Bentivogiio  e  Ercole  d^Este  mandano  le  loro 
genti  in  Toscana  in  soccorso  di  Pisa,  220,  39-43. 

[1479  giugno  27  -  f  Bornino  Bianchi  senatore];  v. 
1419  settemhre  8. 

1479  luglio  20  -  t  a  Bologna  Andrea  Barbazza  eccei- 
lentissimo  dottore,  capostipite  d.  sua  famiglia, 
220,  46-50. 

1479  agosto  10  -  E  ucciso  in  Cento  per  le  sue  parzia- 
lita  il  vescovo  di  Brugnetto  commissario  d.  leg. 
dl  Bologna,  221,  1-6;  la  terra  va  a  rumore,  ma 


vi  h  ricondotta  la  calma  dal  commissari  Vir- 
gillo  Maivezzi  e  Ludovico  Sampierl  ItI  man- 
dati,  6-12;  cuntro  le  promesse,  due  degli  uccitori 
d.  vesc.  sono  preti,  Invlati  a  Bologna  e  Ivi  im- 
piccati,  6-14. 

1479  settembre  8  -  t  a  Boiogna  Bornino  Bianchl  te- 
natore;  gii  succede  in  Senato  ii  fratelio  Filippo, 
221,  15-16;  cf.  220,  44-45;  (t>.  i4yg  giugHo   a?]. 

1479  dicembre  -  Pasta  di  Bologna  per  Miiano  monti- 
gnore  Atcanio  Sforza,  221,  17-19. 

1479  dicembre  12  -  Nasce  Leandro  Alberti  teologo  e 
storiografo,  221,  30-31. 

1479  dicembre  16  -  Giovanni  Bentivoglio  parte  con 

raolto  seguito  per  Mllano  a  visitarvi  i  duclii, 
221,  23-26. 

1480  -  Eiezione  d.  magistrati  nuovl  di  Boiogna  secondo 

i'uso,  221,  27. 

1480  -  II  duca  di  Milano  crea  cav.  aurato  Giovanni 
Marsili  d.  seguito  d.  Bentivoglio,  quindl  dona 
a  questo  ii  castello  di  Covo  e  di  Antignano 
con  le  sue  pertinenze  in  libera  proprieti  sua 
e  d.  suol  discendenti  legittimi,  con  U  titolo  di 
conte,  221,  28-42. 

1480  febbraio  -  Giovanni  Bentivoglio  congedatosi  dal 
duca  si  avvia  a  Bologna,  221,  42-43. 

1480  febbraio  7  -  Moltl  nobili  bolognesi  vanno  incon- 
tro  al  pred.  sino  a  un  miglio  dalla  c,  e  anche 
11  popolo  muove  a  Incontrarlo  con  grandi  feste, 
221,  44-48;  da  questo  giorno  si  incomincia  a 
chiamario  slgnore,  49-222,  1-3. 

1480  febbraio  -  Lettere  papali  annunzlano  a  Bologna 
la   lega  intervenuta   tra   ii   pp.   e  i   V^eneziani, 

221,  4-5. 

1480  marzo  29  -  Giunge  a  Bologna  Roberto  da  Sanse- 
verino  con  ia  sua  famiglia  in  via  per  Firenze, 

222,  6-9. 

1480  -  Giovanni  Bentivoglio  per  dilettare  ii  popolo  fa 
giuocare  al  pallone,  222,  lo-io. 

1480  luglio  20  -  Ascanio  Sforza,  vesc.  di  Parma,  passa 
di  Bologna  diretto  a  Napoli  a  confine,  e  Gio- 
vannl  Bentivoglio  io  accorapagna  per  ordine  d. 
duca  di  Milano  a  Firenzuola,  ove  io  consegna 
a  Lorenzo  de'  Medici  ivi  giunto,  23-37 ;  questi 
a  sua  volta  io  manda  a  Pisa  e  di  la  per  galea 
a  Napoli,  27-28. 

1480  agosto  20  -  Si  pubbiica  in  Bologna  ia  tregua  in- 
tervenuta  tra  il  re  di  Napoli,  i  duchi  dl  Milano 
e  di  Ferrara,  i  Fiorentini  e  i  Senesi,  222,  29-31. 

1480  agOStO  24  -  Giunge  in  Bologna  ia  nuova  che  i 
Turchi  hanno  preso  Otranto,  222,  33-33. 

1480  settembre  1  -  Ascanio  Sforza,  di  ritorno  dal 
confine,  passa  di  Bologna  diretto  a  Ferrara  e 
Milano,  222,  34-35. 

1480  novembre  1  -  Andrea  Grati  va  pod.  a  Firenze, 
raa  non  vi  finisce  il  tempo  dell'ufficio  perchi 
e  el.  d.  Sedici  in  luogo  di  NicoI6  Sanuti,  222, 
36-37. 

1480  novembre  9   -  t  Nicol6  Pasi  a  Bologna,  222, 

38-42,  e  Plno  Ordelaffi  a  Forll  lasciando  a  suc- 
cedergll  Sinibaldo,  suo  figlio  naturale,  sotto  ia 
tutela  d.  moglie  Lucrezia,  222,  43-44;  t  anche 
a  Bologna  il  medico  Baverio  da  Imola,  45-46. 

1481  -  Si  eleggono  i  magistrati  nuovi  di  Bologna,  se- 

condo  I'uso,  223,  3-4. 


[AA.  1481  febbraio-1483] 


INDICE  CRONOLOGICO 


843 


i 


1481  febbraio  9  -  f  a  Bologna  Virgilio  Malvezzl  e  gll 

succede  in  Senato  il  fratello  Pirro,  223,  5-7. 
1481  maggio  -  t  il  Sultano  d.   Turchi   lasciando   due 

figli  Bajazet  e  Zizim,  223,  8-9. 
1481  giugno   25   -   Giorgio  da  Monferrato,  venuto   a 

studiare  lettere  in  Bologna,  h  bruciato  vivo  In 

Piazza  quale  eretico,  223,  10-13. 
1481   luglio  21  -  Giovanni   Bentivoglio   marita  due  fi- 

glle :  Francesca  a  Galeotto  Manfredi  ed  Eleo- 

nora  a  Gilberto  Pio,  223,  u-19. 
1481    -    Sono    impiccati   alcuni   dl    Budrio  che  erano 

andatt  a  profferire  la   Signoria   d.   castello   al 

Veneziani,  223,  20-22. 
1481  settembre  5-12  -  Si  comincia  in  Bologna  la  fab- 

brica  d.  chiesa  di  Santa  Cecilia  allogata  a  Ga- 

spare  Naldi,  223,  33-36. 
1481  settembre  30  -  Bianca  Bentivoglio   ottenuta  ii- 

cenza  dal  padre  parte  di  Bologna  per  raggiun- 

gere  lo  sposo  Nicol6  Rangoni  in  Ferrara,  223, 

23-28. 
1481  -  Viene  finito  il  portico  d.  chiesa  di  San  Giacomo 

in  Bologna,  223,  29-32. 

1481  -  Francesco  Lepidi,  cittadino  boiognese  molto  ec- 

cellente  nel  sapere,  vive  in  questo  tempo,  223, 
37-38. 

1482  -  Si  creano  i  rnagistrati  nuovi  di  Bologna  secon- 

do  Tuso,  223,  39-M. 
1482  gennaio  9  •  Cristoforo  Grati  e  fatto  cav.,  223,  «S. 
1482  gennaio  22  -  II  pred.  va  pod.  a  Firenze,  223,  48-49. 
1482    gennaio   25   -   Francesca    Beutivogllo   parte   di 

Bologna  per  recarsi  pr.  il    marito  in   Faenza, 

223,  41-47. 
1482  febbraio  16   -   Giovanni    Bentivoglio   ordina   dl 

carnevale  un  nuovo  giuoco  per  divertire  il  po- 

polo,  224,  1-15. 
*1482  febbraio  -  II  pred.  anche  fa  giostrare  una  celata 

d'argento,  224,  15-22. 
1482  febbraio  20  -  Ferdinando  re  di  Sicilia  conferisce 

a  Giovanni  Bentivoglio  e  ai  suoi  figli  il    pri- 

vilegio  di  prendere  il  nome  di    Aragona   e   dl 

inquartarne  l'arma  annoverandoli  nella  prosa- 

pia  di  Aragona,  224,  23-28. 
1482  marzo  17  -  Scipione  Gozzadlni  «enatorc  t  a  Bo- 

logna  e  gli  succede  !n  Senato  Gozzadino  Goz- 

zadini,  224,  29-30. 
1482  aprile  19  -  Prlncipla  ia  peste  a  Ferrara  e  i  Bo- 

lognesl  prendono  provvedimenti  per  impedire 

dilaghi  nel  loro  territorio,  224,  31-32. 
1482  aprlle  28  -  Glovannl  BentivogHo,  per  ordine  d. 

duca  di  Milano,  conduce  rinforzi  nel  Ferrarese 

a  Ercole  d'E8te  stretto  dai  Venezianl,  e  gli  d& 

valido  aiuto,  224,  33-45. 
1482  maggio  5  -  f  b.  Bologna   Bartolomeo  Rossi  se- 

natore,  224,  46;  223,  1;  in  Senato  gli  succede  il 

figliuolo  Mino,  1-4. 
1482  maggio  25  -  Gabriele  Turchi  mlnaccia  di  morte 

l'amba8c.  veneziano,  225,  14-15:  arrestato  per  la 

punlzione  dal  Senato,  4  liberato  per  opera  del- 

l'ambasc.,  chc  ne  domanda  e  ottiene  la  grazia, 

16-32. 

1482  giugno  -  Si  rinnova  in  Bologna  la  campana  mez- 

zana  di  San  Pletro,  225,  33-24. 
1482  giugno  14  -  Giovanni  Bentivoglio  lascla  11  campo 

per  una  brcve  corsa  a  Bologna,  225,  23-27. 


1482  giugno  -  t  3  Boiogna  Nicol6  Sanuti  senatore  e 
conted.  Porretta;  gli  succede  in  Senato,  essendo 
morto  senza  eredl,  Andrea  Gratl  pretore  a  Fi- 
renze,  225,  27-34. 

•1482  luglio  -  Gianfrancesco  Aldrovandi  d.  Sedici  h 
el.  per  sei  mesi  pod.  di  Lucca,  225,  35-36. 

1482  agosto  21  -  Roberto  Malatesta  vince  Alfonso  duca 
di  Calabrla  che  tentava  passare  dal  territorlo 
d.  Chiesa  per  condurre  aiutl  al  cognato  in 
Ferrara,  225,  37-41;  raa  dopo  poco  t  "■  Roma, 
41-42. 

♦1482  agosto  -  La  Lega,  udita  questa  rotta,  manda  Glo- 
vanni  Bentivoglio  con  altri  cap.  a  Imola  d. 
Riario,  afiSnchfe  questi,  che  aveva  sostituito  il 
Malatesta,  accorrendo  a  difendere  11  suo  stato 
lasciasse  il  passo  libero  al  duca  Alfonso,  225, 
43-48. 

1482  agosto   28  -   ForI\   h  assediata   dal   Bentivoglio, 

225,  49-50. 

1482  settembre  10  -  t  i"  campo  Federigo  da  Mon- 
tefeltro  gran  capitano  di  questi  tempi,  225,  50; 

226,  1-2;  in  seguito  a  questa  t  Giovanni  Ben- 
ttvoglio  e  gli  altrl  cap.  tornano  con  le  loro 
gentl  a  casa  loro,  3-4. 

1482  settembre  17  -  t  a  Bologna  Giovannl  dalle  Armi 
Gonfaloniere  di  Giustizia  e  gli  succede  nelPuf- 
ficio  il  figlio  Lodovico,  226,  5-7. 

1482  -  Voltafaccia  d.  pp.,  che  vlstosi  rainacciato  dal 
re  Ferdinando  e  dai  Fiorentini,  non  volendo 
1  Venezianl  piegarsi  al  suo  conslglio  dl  fare 
pace,  passa  dalla  parte  d.  Lega  e  manda  il 
card.  Gonzaga  con  molte  squadre  di  cavalli  in 
soccorso  dl  Ferrara,  226,  8-I6. 

1482  dicembre  29  -  II  Gonzaga  passa  di  Bologna  con 

le  pred.  miiizie  diretto  a  Ferrara,  226,  17. 

1483  -  Si  eleggono   i   magistrati   di   Bologna   secondo 

Tuso,  226,  18. 
1483  gennaio  11  -  Aifonso  di  Calabrla,  fatto  cap.  d. 
Lega  in  luogo  d.  t  conte  d'Urbino,  vlene  a  Bo- 
logna  con  duemila  soldati,  226,  19-22;  prima  di 
partlre  per  Ferrara  arma  cav.  Alessandro  Ben- 
tivogiio   terzogenito   di   GloTannl   suo   ospite, 

33-24. 

1483  -  Dieta  in  Cremona  d.  Slgnori  d'ltalia  per  in- 
durre  i  Veneziani  alla  pace;  non  essendo  1  Sl- 
gnori  in  ci6  riusciti  determinano  a  priraaTera 
di  rauover  loro  guerra,  226,  35-33. 

1483  aprile  21  -  Cristoforo  Gratl,  el.  pod.  di  Flrense, 
parte  di  Bologna  a  quella  volta  dopo  essere 
stato  armato  cav.  da  Glovanni  BentivogUo,  226, 
13-34. 

1483  -  Sisto  IV  awolda  Giovannl  Bentivogllo  con  cln- 
queraila  ducati  dl  prbvrigione  all'anno,  226, 
35-38. 

1483  •  II  pittorc  Lorenzo  Costa  dipinge  molte  ttanse 
e  una  loggla  nel  pal.  Bentlvogllo,  226,  3»-43. 

1483  maggio  6  -  II  Senato  di  Kologna  fa  abbattere  ie 
botteghe  d.  merclal  in  Piazza  per  ampliarla  e 
costruirvi  II  pal.  d.  pod.,  cui  sl  di  tubito  prin- 
clplo,  226,  43-46. 

1483  -  I  Veneilani  continuano  «d  Msedlare  Ferrar»  che 
h  minacciata  da  carestla,  226,  47-48;  11  Bentl- 
rogllo  fa  bandire  che  chl  ruole  puA  portarvl 
Tettovaglle,  48-227,  1  i  da  Bologna  le  ne  porta 


844 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1483-1484  ottobre] 


In  coA  grande  copia  che  la  c.  ne  riraane  spror- 
vlita  e  Glovannl  per  acquetare  11  popolo  fa 
vendere  In  raercato  11  auo  grano  sotto  prezzo, 
I-». 

1483  aprile  30  •  Per  le  rlmostranze  d.  dazieri  riene 
rovlnata  in  Bologna  la  conduttura  dell'acqua, 
che  con  grande  spesa  era  stata  condotta  da 
Santa  Maria  in  iiosco  alla  Piazza  per  pubbllco 
uso,  227,  10-16. 

1483  luglio  6-11  Senato  di  Bologna  a  causa  d.  care- 
stla  cspelle  dalla  c.  i  forestieri  che  erano  venuti 
ad  abltarvl  negii  ultimi  quattro  anni,  227,  17- 
22;  aiiclie  ordina  a  raeta  d.  frati  residenti  in 
Bologna  dl  andare  altrove,  22-24;  spedlsce  pol 
mercanti  in  Romagna,  nelia  Marca,  in  Sicilia 
e  in  Puglia  a  coraprare  granaglie  per  la  c.  che 
In  tal  modo  h  soUevata  dalla   penuria,  3«-27. 

1483  luglio  lt>  -  II  pp.  Sisto  fV  crea  Antongaleazzo 
Bentivoglio,  fanciullo  di  undici  anni,  protono- 
tario  apostolico,  227,  28-29 ;  cerimonia  d.  vesti- 
zione,  29-37. 

1483  luglio  [19]  -  t  Costanzo  Sforza  signore  di  Pesaro 
e  gli  succede  Giovanni  suo  figlio  naturale,  227, 
3g-4i. 

1483  iuglio  24  -  II  Bentivoglio  fa  riattare  ed  abbellire 
la  chiesa  di  San  Giacomo,  227,  43-«5. 

1483  agosto  2  -  f  *••  Bologna  Bernardo  Sassuni  sena- 
tore;  fe  sostifuito  in  Senato  da  Giovanni  Mar- 
sili,  227,  45-228,  1-4. 

1483  settembre  1  -  Gianfrancesco  Aldrovandi  entra 
pod.  a  Lucca,  228,  5-6. 

1483  settembre  10  -  Giovanni  Bentivoglio  parte  con 
le  sue  squadre  per  unirsi  airesercito  d.  Lega 
contro  i  Veneziani,  228,  7-13. 

1483  settembre  -  11  pred.  va  in  Ghiara  d'Adda,  quindi 
ad  Asola  nei  Bresciano,  ma  infermatosi  lascia 
il  campo  e  torna  a  Bologna,  228,  14-16. 

1483  settembre  22  -  f  il  vesc.  leg.  di  Bologna  Fran- 
cesco  Gonzaga  in  Pal.,  228,   17-20. 

1483  settembre  -  II  Bentivoglio,  nonostante  la  sua  raa- 
lattla,  saputo  cio  va  a  Cento  e  alla  Pieve  a 
prenderne  la  tenuta  per  la  c.  e  consegna  le  due 
rocche  a  Rinaldo  Ariosti  quindi  torna  a  Bo- 
logna  a  curarsi,  228,  20-22. 

1483  novembre  3  -  II  Senato  di  Bologna  raanda  ara- 
basc.  Girolamo  Ranuzzi  e  Giovanni  Filippo 
Salaroii  al  pp.  a  chiedergli  vesc.  e  leg.  per  la 
c,  228,  23-25. 

1483  -  Discordie  nella  compagnia  d.  notai  conciliate  da 
Giovanni  Bentivoglio  arbltro,  228,  26-30. 

1483  -  Sisto  IV  crea  leg.  e  vesc.  di  Bologna  Gluliano 
della  Rovere,  228,  31-34. 

1483  dicembre  23  -  II  nuovo  leg.  manda  a  Bologna 
Galeazzo  della  Rovere  qual  suo  luogotenente,  11 
quale  arriva  con  gli  arabasc.  ed  e  ricevuto  con 
molti  onori,  228,  35-36. 

1483  dicembre  -   f   a   Bologna   Nicol6   Fava   o   Fabi 

illustre  raedico,  ed  h  sepolto  in  San  Giacomo, 
228,  37-43. 

1484  -  Elezione  d.  magistrati  nuovi  di   Bologna,  228, 

44;   h   Gonfaionlere  di  Giustizia  Alessio   Orsi, 

44-45. 
1484  •  Carestia,  228,  46-41. 
1484  geanaio  1  - 11  Senato  di  Bologna  mette  un  uomo 


fiaso  a  suonare  le   ore   sul  campanlle   di   San 

Pletro,  228,  49-229,  1-4. 
1484  -  Va  a  Bologna  Gianfrancesco  da  Tolentino  cap. 

d.  pp.,  229,  5-t. 
1484  gennaio  14  •  Giovanni  Bcntivoglio  ra  a  Milano 

a  consiglio  per  ia  guerra  contro  i    Venezlant, 

229,  7^10. 
1484   febbraio   •   f   a   Bologna   il  senatore   Lodovico 

Malvezzi,  229,  11. 
1484  aprile  3  •  Cade  a  Bologna  la  torre  d.  Bianchini 

uccidendo  molte  persone,  229,  12-50. 
1484  -  In  seguito  a  questa  rovina  il  Senato  fa  raffor- 

zare  la  torre  altissiraa   degli    Asinelli   e   slog- 

glarne  i  magnani  che  arevano  le  botteghe  in- 

torno,  230,  1-7;  fa  anchc  abbassare  la  torre  al- 

tissinia  d.  Catelani,  7-10. 
1484  -  Gli  ortolani  sono  raandati  a  vendere  sotto  ii  Pa- 

vaglione  a  maggior  decoro  d.  Piazza,  230,  11-13. 
1484  giugno  14  -  f  a  Boiogna  Lodovico    dalie    Armi 

senatore  e  gll  succede  in  Senato   Egano   Lam- 

bertini,  230,  14-15. 
1484  luglio  2  -   Glovanni   Bentlvoglio    va   con   molte 

forze  al  duca  di  Calabria  per  la  guerra  contro 

i  Veneziani  ed  fe  da  lui  mandato  contro   Lon- 

ghena  e  Bagnolo,  230,  16-20. 
1481  luglio  16-11  Bentivoglio  ottiene  a  patti  i  pred. 

castelll,  230,  21. 
[1484  luglio  31  -  Giovanni  Bentivoglio  manda  Filippo 

Salaroli  al  nuovo  pp.] ;  v,  1484  agosto  31. 
1484  agosto  1  -  t  Matteo  Toscani  di  Miiano  pod.  dl 

Bologna,  231,  6. 
1484  agosto  7  -  Si  pubblica  a  Bologna  la   pace  con- 

chiusa  per  l'intervento  d.  pp.  tra  Venezia,  Fi- 

renze,  Miiano  e  Napoli,  230,  22-25. 
1484  agosto  10  -  Entra  In  ufEcio  11  nuovo  pod.  di  Bo^ 

logna  Astorre  Bertolini,  231,  5. 
1484  agosto  12  -  t  Sisto  IV,  230,  25-27. 
1484  agosto  14  -  Si  conchiude  la  pace  ira  il  duca  di 

Milano  e  Venezia  In  presenza   degli  eserciti  e 

senza  saputa  d.   Lega,  230,  35-231,  1-4. 
1484  agosto  29  -  E  el.  pp.  Innocenzo  VIII   al   secolo 

Giovanni  Cibo,  230,  29-30 ;  11  pred.  elegge  a  suo 

referendario  domestico  Antonio  Grassi,  che  crea 

vesc.  di  Tivoli,  30-31 ;  e  conferma  gli  ufiBci  e  i 

privilegi  a  Girolamo  Riario,  che  per6  sl  ritira 

a  vita  privata  nel  suoi  stati,  31-34. 
1484  agosto  30  -  t  il  pod.  di  Bologna  Astorre  Berto- 

lini  dopo  solo  venti  giornl  di  ufficio,  231,  5-6. 
*1484  agosto  31  -  Antonio  Caslni  di  Cesena  el.  pod. 

di  Bologna,  231,  7-8. 
1484  agosto  31  -  Glovanni  Bentivogiio  raanda  Filippo 

Salaroli  ai  pp.  per   rallegrarsi   d.   ottenuta  di- 

gnita,  230,  35-36:  \v.  1484  luglio  5/]. 
*1484  settembre  -  Anche  il  Senato  raanda  ambasc.  al 

pred.  a  rallegrarsi  e  a  chiedergli  la  conferma  d. 

capitoli  che  il  pp.  concede,  230,  36-41. 
1484  settembre  9  -  Giunge   a   Bologna   Gilberto  Pio 

con  duecento   cavalli  essendo   stato  fatto   cap. 

d.  c,  231,  9-11. 
1484   ottobre  •   t  H   march.   Federlgo   Gonzaga   e  gli 

succedo  nella  signorla  dl  Mantova  il  figlio  Fran- 

cesco,  231,  12-13. 
1484  ottobre  -  t  in  Perugla  il  pod.  Gaspare  Grassi  Iw- 

lognese,  231,  14. 


[AA.  1484  ottObre-1486  nov.]  INDICE    CRONOLOGICO 


845 


I 


1484  Ottobre  3  -  Alfonso  dl  Calabria  reduce  dj  Lom- 
bardia,  passa  per  Bologna  e  risita  la  c,  231, 
IS-2I. 

1484  ottobre  4  -  II  pred.  ne  parte  per  Napoli,  231,  21-23. 

1485  -  Elezione  d,   nuovi   magistrati  di  Bologna,  231, 

33;  8i  istituisce  un  nuovo  cerimonlale  per  l'en- 

trata  in  ufBcio  dcgli  Anziani,  23-42. 
1485  febbraio  5  -  Arriva  a  Bologna  Raimondo  Mala- 

testa   mandatovl   da   Pandolfo    per   trattare  le 

sue  nozze  con  Violante  Bentivoglio,  231,  43-«7. 
1485   febbraio  6  -  Raimondo  pred.   sposa   Violante  a 

nome  di  Pandolfo,  231,  49-232,  1-4. 
1485  febbraio   8    -   Andrea   Grati   offre  un   banchetto 

agli  ambasciatori,  alla  sposa  e  ai  suoi  parenti, 

232,  4-5. 
1485  febbraio  9  -  Altro  convito  di  Mino  Rossi  al  pred., 

232,  6-7. 

1485  febbraio  11  -  Ralmondo  Malatesta  torna  a  Ri- 
niini,  232,  8-11. 

1485  marzo  14  -  Ecclisse  di  sole,  232,  12. 

1485  marzo  20  -  Glovanni  Bentivoglio  crea  Grozzadino 
Gozzadini  cav.  aurato,  232,  13-lS. 

1485  marzo  21  -  Giovanni  Bentivoglio,  vestlto  di  gri- 
gio  egll  e  il  suo  seguito,  si  reca  alla  Madonna 
di  Loreto  a  sciogliere  il  voto  fatto  per  la  sua 
salute  quando  era  alta  guerra  di  Brescla,  232, 
16-28;  h  ospltato  con  raolti  onori  a  Imola  da 
Girolamo  Riario. 

1485  marzo  -  II  Bentivoglio  soddisfatto  il  voto  va  a 
Roma  a  ossequiare  il  pp.,  che  lo  accoglie  cor- 
dialmente  concedendogli  ogni  sua  domanda,  31- 
34;  dopo  un  soggiorno  a  Roma  di  dieci  giorni 
parte  per  la  Toscana  molto  onorato  da  Piero 
de'  Medici,  34-38. 

1485  maggio  4-11  Bentivogllo  torna  a  Bologna  tra 
l'allegrezza  di  tutto  il  popolo,  232,  38-41. 

1485  maggio  17  -  Gianfrancesco  Aldrovandi  i  creato 
cav.  da  Battista  Canonlci  per  mandato  di  Ercole 
d*Este,  232,  42-44. 

148S  giugno  10  -  L'A.ldrovandi  pred.  h  el.  pod.  di  Pe- 
rugia,  232,  45-46. 

1435  giugno  -  In  Bologna  h  fusa  la  campana  grossa  di 
San  Pietro  e  sono  cominciati  1  piloni  sotto  le 
volte  d.  sala  d.  pod.,  232,  47-49;  negli  scavl  si 
rinviene  un  pavimento  dl  mosalco  molto  bello, 
49-SO. 

1485  -  Giostra  fatta  correre  a  Bologna  dal  rettore  d. 
Studio,  233,  1-2. 

1485  -  Glovannl  Savelli  rinunzla  la  legazione  di  Bo- 
logna  e  II  pp.  la  d&  ad  Ascanio  Sforza,  il  quale 
raanda  a  suo  luogotenente  Prospero  Caffarelli, 

233,  3-5. 

1485  luglio  18-11  pred.  entra  a  Bologna  con  Tam- 
basc.  Glovanni  Filippo  Salaroli,  233,  5-6. 

1485  agosto  21  -  t  a  Bologna  Giovannl  Blanchettl 
senatore;  lo  sostltulsce  In  Senato  Carlo  Blan- 
chettl,  233,  7-8. 

1485  novembre  7  -  f  a  Bologna  Lodovico  Morbioll 
In  odore  dl  santit4,  233,  11-15. 

1485  novembrc  (?)  -  Si  pubblica  In  Bologna  la  morte 
di  Achille  Marescottl  vesc.  di  Cervla,  e  11  pa- 
dre  Galeazzo  gli  fa  rendere  solcnnl  esequie  In 
San  Pietro  e  gll  Innalza  onorevole  sepoltura  in 
San  Domenico,  233,  16-18. 


1485  -  Infierisce  la  pestilenza  in  Bologna;  provredl- 
menti  d.  Senato  In  favore  d.  fanciulli  poveri, 
233,   19-26. 

1485  dicembre  11  -  f  a    Bologna  Gozzadino   Gozza- 

dlnl   senatore;   gli   succede   in  Senato   Alesslo 
Orsi,  233,  27-28. 
*1485  dicembre  -  Giunge  a  Bologna  Glangiacomo  Tri- 
vulzlo  mandato  dal   duca  Sforza   al  re  dl   Na- 
poli,  233,  29-31. 

1486  -  Elezione  d.  nuovi   magistrati  dl   Bologna,  233, 

32;  la  pestilenza  diminulBce,  32-33. 
1486  aprile  18  -   Giunge   a  Bologna   con   grande   se- 

guito  il  conte  dl  Tantilla  (?)   arabasc.    d.  re  dl 

Spagna  al  pp.  e  prende  alloggio   airosterla  d. 

Montone,  233,  34-36. 
1486   aprile    19  -  II   prcd.  conte  visita  Bologna  ac- 

compagnato  da  Giovannl  Bentivogllo,  233, 37-38. 
1486  aprile  20  -  L'amb.  spagnuolo  parte  di    Bologna 

per  Firenze,  233,  39. 
1486  -  Giovanni  Bentivogllo,  in  seguito  a  lettere  d.  du- 

ca  dl  Milano,  mette  In  ordlne  le  sue  gentl  per 

mandarle  in  campagna  di  Roma  in  soccorso  d. 

Lega,  233,  4:-43. 
1486  aprile  25  -  Giovanni  Bentivoglio  fa   cav.  Carlo 

Grati  in  San  Giacomo  e  lo  costituisce  cap.  d. 

sue  genti,  233,  43-45. 
1486  aprile  28  -  II  Grati  h  da  Giovannl  Bentivoglio 

mandato  verso  Napoll  In  aiuto  d.  Chiesa,  233, 

46-47. 
1486  agosto  9  -  Glovanni  Bentlroglio  fa  un  cotplcuo 

dono  agll  orfani  raccoltl  dal  Senato  di  Bologna, 

233,  48-49. 

1486  -   Privilegi   concessi   dal   pp.   a   Camillo   Pepoli, 

234,  1-4. 

1486  -  II  pp.  scomunica  gli  Anziani  di  Bologna  per 
una  sentenza  contio  alcuni  religiosi  ladri,  234, 
5-11;  il  Gonfoloniere  Aiessio  Orsl  va  a  Roma  a 
Implorare  la  benevolenza  d.  pp.,  che  revoca  la 
scomunica  sotto  alcune  condizloni,  12-17;  11  Se- 
nato  anche  manda  suol  ambasc.  al  pp.  e  ne  ot- 
tiene  il  perdono  sui  eondicione,  18-21. 

1486  -  Sl  pubbJica  a  Bologna  la  pace  interrenuta  tra 
il  pp.  e  il  re  di  Napoll,   234,  22-23. 

1486  -  t  a  Bologna  Rartolomeo  Volta  senatore  e  gli 
succede  In  Senato  Alessandro  Volta,  234,  24-25. 

1486  settembre  -  Rapporti  tra  Roberto  da  Sansererino 
e  la  Lega,   234,  26-46. 

1486  settembre  -  II  Sanseverlno  ti  talva  in  terrltorio 
venezlano,  i  suoi  sono  svaltgiati  dai  aoldatl  di 
Pirro  Malvezzi  malgrado  la  ticurti  data,  234, 
46-48;  cf.  49-235,  1-2. 

1486  -  II  Bentivoglio  fa  restitutre  1  loro  averl  ai  lol- 
dati  d.  Sanseverlno  e  11  lascia  llberi,  235,  3-5. 

1486  ottobre  1  -  Gilberto  Plo  manda  una  ricca  am- 
basciata  a  Bologna  a  prendervi  la  sua  tpoui 
Eleonora,  235,  6-8. 

1486  ottobre  7-1  pred.  ambati-.  partono  con  la  tpoia 
per  Carpi,  235,  9-11. 

1486  ottobre  8  -  Piove  tutto  il  giorno,  235,  12. 

1486  -  Rovina  la  torre  di  Buonconvento  tul  Reno  plena 
di  granaglle  di  Glovannl  Bentlvoglto,  235,  I3-14. 

1486  novembre  15  -  II  Uentlvoglio  di  In  iipota  Gltel- 
da  tua  figlla  naturale  a  Salluatto  Guldotti,  235, 
15-16. 


846 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1486  dic.-1488  maggio] 


14S6  dicembre  23  -  Bgano  Lambertlni  h  prlrato  per 

malfattl  d.  dlgait&  senatoria  e  bandito  di  Bo- 

iogaa,  235,  17-U. 
1486  dicembre  27  -  Giovanni  Bentiroglio  crea  in  San 

Glacomo  dl  Bologna  Bartolomeo  Feiicini  cav. 

aurato,  235,  lf-23. 
1486    dicembre    -   Gioviinni    Bentlvoglio    comincia   i 

preparatlvi   per  condurre  a   Bologna   Lucrezia 

d'Este  sposa  d!  Annibale,  235,  33-25. 
1486  •  Masslmliiano  d'Absburgo  h  dagli  Elettori  accla- 

mato  re  d.  Romani  e  coronato  in  Aqulsgrana, 

235,  26-28. 

1486  -  Isotta  Pepoll  fallisce  per  quindicimila  lire,  per- 

ci&  ra  a  Modena  di  dove  si   accorda  col  suoi 
creditori,  215,  2-3, 

1487  -  Elezione  d.  magistrati  dl  Bologna  secondo  l'uso, 

235,  2». 
1487  gennaio  12  -  Nasclta  mostruosa,  235,  30-32. 
1487  gennaio  -  II  Bentlvoglio   continua  i   preparativi 

per   il   ricevimento   d.    nuora,   235,  33-40;  suoi 

inviti,  41-43;   doni  clie  riceve,  43-236,   1-13. 
1487  gennaio  22  -  II  pred.    manda  Annibale  con  una 

ambasceria  a  Ferrara  a  prendere  Lucrezia,  236, 

14-16;    e    continua    nel    preparativi    d.    riceri- 

mento,    16-20. 
1487  gennaio  28  -  Arrivo  d.  sposa  a  Bologna;  suo  ri- 

cevimento  e  feste  in  c.  e  in  casa,  236,  31-237, 

1-238,  1-239,  1-2;  presenti  fattile,  3-34. 
1487    gennaio    29   -   Altri    festeggiamenti    In    questo 

glorno,  239,  25-240,  1-12. 
1487  gennaio  30  -  Solenne  glostra  in  Bologna  per  le 

nozze  pred.,  240,  13-241,  1-15,  e  altri  divertimen- 

ti,  16-21. 
1487  gennaio    31-1   forestierl   venuti   per  le  nozze 

partono  di  Bologna,   241,  21-22. 
1487    marzo   -    t   data   ad   Annibale    Bentiroglio    dal 

Fiorentinl   la   condotta  di  mille  fanti   e  cento 

caralli,  coi  quali  si  reca  a  Sarzana  e  Sarzanello 

pr.  il  conte  di  Pitigiiano  cap.  di  Firenze  contro 

I  Genovesl,  241,  30-34. 
1487  [aprile  15]  -  Annibale  per  primo  assale  i   pred. 

castelli,   ottenendorl   grande  fama,  241,   35-42. 
1487  aprile  -  II  Senato  di  Eologna  fa  abbattere  molte 

case  dinanzi  alla   chiesa  di  San   Salvadore  per 

farvl  una  piazza,  241,  43-45. 
1487  maggio  9  -  Passa  da  Bologna  Ercole  d'E8te  di- 

retto  a  Roma,  241,  46-48. 
1487  -  Nicol6  Poeti  abbellisce  la  chiesa  di  San  Dome- 

nlco  in  Boiogna  spendendovi  una  grossa  som- 

ma,  242,  1-4. 
1487  luglio  18  -  Pririlegio   conferito  dal  re  d'lnghll- 

terra  a  Vlncenzo  Paleottl  dottore  In   utroque, 

242,  5-31. 
1487  agosto  8  -  Matrimonio  di   Alessandro    Bentiro- 

glio  con  una  sorella  di  Roberto  Malatesta,  242, 

33-34. 
1487  agosto  -  Si  finiscono  in  Bologna  le  volte  d.  por- 

tico  di  San  Pietro,  242,  35-36. 
1487  settembre  9  -  Si  innalzano  in  Bologna  le  cam- 

pane  sul  campanile  di  San  Petronio,  243,  44. 
1487  settembre  25  -  Tre  Malrezzi,  figliuoli  di  Matteo, 

con  biasimo  di  tutta  la  parentela  si  fanno  adot- 

tare  nclla  famiglia  d.  Bentiroglio,  d.  quali  as- 

«umono  arma  e  cognome,  242,  37-243,  1-7. 


1487  novembre  18  -  Lo  ttetto  £a  Giannantonio  Goz- 

zadini,  parente  d.  Malvezzi,  243,  8-12. 
1487  -  Abbellimentl  fatti  fare  da  Giovanni  Bentirogito 

nclla  sua  cappeJla  in  San  Giacomo,  243,  13-41 ; 

anche  vi   fabbrica   una  sontuosa  sepoltura,   in 

cui  nessuno  In    seguito  fu  mai    sepolto   per  le 

vlcende  politlche,  41-43. 
1487  dicembre  19  -  li  luogotcnente  d.  leg.  di  la  cltta- 

dinanza  bolognese  a  Pietro  Giraidini  da  Cento 

e  a  Bartolomeo  Ricordati,  243,  44-244,  1-3. 
1487  -  Astorre  Malvezzl  k  creato  resc.  di  Penigia,  244, 

3-4  ;  gli  succede  nei   caralierato  d.  Magione  11 

frateilo  Enea,  4-5. 
1487  -  Roberto  da  San  Sererlno  f  in  battaglla  valoro- 

samente  combattendo  contro  i  tedcscM  8ull'AdI- 

ge,  244,  6-10, 

1487  dicembre  27  -   Arrira  a   Bologna  II   vesc.  Giu- 

liano  della  Rovere  ricevuto  con  le  cerimonle  di 
uso,  244,  11-16. 

1488  -  Elezione  d.  magistrati  nuori  di  Bologna,  244,  17. 
1488  gennaio  S  -  Abbondantlssima  nevlcata,  244,  18. 
1488  gennaio  13  -  Giuliano  della  Rorerc   ra  a   desi- 

nare  dal  Bentiroglio,  che  gli  offre  un  sontuoso 
convito,  244,  19-20. 

1488  marzo  3  -  Giovanni  Bentlvoglio  ra  con  molto 
seguito  in  pellegrlnaggio  a  SanfAntonio  di 
l'adova  a  sciogliere  un  voto,  244,  21-32. 

1488  marzo  -  II  pred.,  soddisfatto  11  roto,  si  reca  in 
visita  a  Venezla  e  qulndi  in  Lombardia  sul 
Garda  ore  per  un'improvvisa  tempesta  corre 
perlcolo  dl  rita,  244,  33-40. 

1488  marzo  30  -  II  Bentlvoglio  torna  a  Bologna,  244, 
40-41. 

1488  aprile  1  -  Gianfrancesco  Aldrorandi  h  el.  pod. 
a  Firenze,  Ettore  Montecalvi  a  Lucca,  Sebastia- 
no  Gozzadinl  anche  a  Lucca,  Bonarentura  Pa- 
leotti  a  Narni,  244,  42-45. 

1488  aprile  12  -  Passa  di  Bologna  la  regina  di  Danl- 
marca  dlretta  a  Roma,  244,  46. 

1488  aprile  14  -  Girolamo  Riario  e  assassinato  ;n  ForU 
dai  suoi  soggetti  e  sua  moglie  Caterina  i  presa 
prigioniera  coi  figli,  245,  1-3;  con  uno  stratta- 
gemma  Caterina  entra  nella  rocca  e  dl  ia  mi- 
naccia  i  ribelli  d.  rendetta  d.  duca  di  Milano, 
3-11. 

1488  aprile  -  Gioranni  Bentiroglio  ra  In  aiuto  di  Ca- 
terina  con  altri  cap.  d.  duca  pred.,  e  assedia 
Forft,  dalla  quale  fuggono  i  congiurati,   13-1». 

1488  aprile  29  -  II  Bentivoglio  con  Gaieazzo  da  San- 
sererino  entra  In  Forll  e  raette  In  seggio  Otta- 
riano,  prlmogenito  di  Girolamo,  sotto  la  tutela 
di  Giampietro  Bergamlni  cap.  d.  duca  di  Mila- 
no,  245,  20-24. 

1488  aprile  -  II  Senato  di  Bologna  fa  abbattere  le  bot- 
teghe  di  legno  attorno  alla  torre  degli  Asinelli 
e  le  fa  costruire  in  pietra,  245,  35-37 ;  fa  anche 
costruire  11  cappello  dl  piombo  alla  sommiti, 
37-39, 

1488  aprile  25  -  Antonio  Labantl,  generale  deirordi- 
ne  d.  Servi,  convoca  in  Bologna  il  Capitolo 
generale,  245,  30-34. 

1488  maggio  31  -  Ucclsione  in  Faenza  di  Galeotto  Man- 
fredi  fatta  commettere  da  sua  m.  Francesca 
Bentiroglio,  che  era  con  lui  in  dissapori,  245, 


[AA.  1488  maggio-1489  sett.]  INDICE   CRONOLOGICO 


847 


41-246,  1-6;  Francesca  si  ricovera  quindl  nella 
rocca  col  figliuoletto  Astorre  e  diiama  in  aiuto 
il  padre,  7-9;  il  quale,  accorso,  pacifica  la  c.  e 
fa  giurare  dal  popolo  iedeltk  ad  Aatorre  accla- 
mato  signore,  9-12. 

*1488  giugno  -  Tumulto  a  Faenza  contro  Giovanni 
Bentivogllo  che  scampa  con  la  fuga  ed  fe  con- 
dotto  prima  a  Modigliana,  quindi  a  Firenze, 
246,  13-38;  in  Bologna  quindicimila  uominl  d. 
popolo  si  armano  a  questa  notizia  e  si  muovono 
per  invadere  il  Faentino,  S^-IS;  saputosi  ciie  il 
Bentivoglio  era  salvo  a  Firenze,  i  pred.  sono 
fermati  a  Castelbolognese  e  fatti  tornare  in- 
dietro,  246,  39-16. 

1488  giugno  9  -  Giunge  a  Bologna  Francesca  con  l 
Bolognesi    gik   prigionieri   dl  quei  di    Faenza, 

246,  47-48. 

1488  giugno  13  -  Giovanni  Bentivoglio,  lasciato  llbero 

dai  Fiorentini,  s'incammina  a  Bologna,  247,  4-7. 
1488  giugno  14  -  Quasi  tutti  i  Bolognesi  dl  ogni  classe 

vanno  a  Pianoro    incontro  al  Bentivoglio  con 

11  quale  entrano  in  c,  247,  7-14. 
1488  giugno  -  Festeggiamenti  per  il  ritorno  a  Bologna 

d.  pred.,  247,  14-18. 
1488  luglio  -  Invitato  dal  duca  di  Milano,  il  Bentivo- 

glio  si  reca  a  un  convegno  di  signori  a  Parma, 

247,  16-24 ;  h  dal  duca  creato  cap.  generale  di 
tutte  le  sue  genti,  24-25;  anche  Annibale  suo 
figlio  riceve  dal  duca  una  condotta,  25-26, 

1488  luglio  27  -  II  leg.  Ascanio  Sforza  entra  a  Bolo- 
gria  con  molto  seguito  riceruto  coi  maggiori 
onori,  247,  27-30. 

[1488  settembre  3]  v.  148S  dicembre  3. 

1488  settembre  23  -  II  leg.  parte  di  Bologna  per 
Roma  accompagnato  da  due  ambasc.  d.  Senato 
per  onore,  247,  31-33. 

1488  novembre  2  -  I  pred.  ambasc.  tornano  a  Bologna 
senza  il  leg.,  247,  34;  cf.  40. 

1488  -  Si  costituisce  TArte  d,  Cimatorl  per  desiderio  d. 
Bentlvoglio,  247,  35-39. 

1488  novembre  26  -  f  a  Bologna  Giovanni  SalaroH 
senatore  e  gli  succede  Gianfrancesco  Aldro- 
vandi  allora  degli  Anziani,  247,  40-43. 

1488  novembre  -  Congiura  d.  Malvezzi  contro  i  3en- 
tivoglio  per  offese  che  riputavano  avere  rice- 
vute  da  Giovanni,  247,  44-248,  1-249-250,  1-8; 
la  congiura  sl  scopre  per  una  combinazione  for- 
tuita,  8-29;  Giovanni  Bentivoglio  la  rivela  al 
Senato,  29-251,  1-2;  Giovannl  Malvezzi  confer- 
ma  In  Senato  di  avere  voluto  uccidere  il  Benti- 
voglio  con  tuttl  i  suoi  per  liberare  Bologna  dal- 
la  loro  Insopportablle  tirannia,  2-19;  frattanto 
buona  parte  d.  congiurati,  vlstlsi  «coperti,  fug- 
gono  di  c.  e  sono  banditi,  20-24. 

1488  novembre  27-29  -  I  congiurati  che  non  rletcono 
a  fuggire  sono  presi  e  impiccati,  251,  25-2»,  39- 
252,  1-29. 

1488  dicembre  -  Ambasc.  d.  Medicl,  d.  duca  d'Este  e 
d.  duca  di  Milano  giungono  a  Bologna  a  offrlre 
al  Bentivoglio  Taiuto  d.  loro  Signorl,  252,  35-39. 

1488  dicembre  3  -  Sono  el.  l  seguentl  Sedicl:  Glovannl 
Bentivoglio,  Galeazzo  Marescottl,  Andrea  Grati, 
Glovanni  Marsili,  Tommaso  Montecalvi,  Poeta 
Poetl,  Glrolamo  Samplerl,  Gasparo  Bargelllnl, 


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Angelo  Ranuzzi,  Francesco  Blanchettl.  Ales- 
stuidro  Volta,  Gianfrancesco  Aldrovandi,  Erco- 
le  BentivogHo,  Alberto  Castelli,  Alessio  Orsl, 
Francesco  Fantuzzi,  Ghinolfo  Bianchi,  Rinaldo 
Ariosti,  253,  22-26;  [v.  1488  settembre  5]. 
dicembre  4  -  Annibale   Bentivoglio   percorre  la 

c.  alla  testa  dl  una  compagnia  di  armatl,  252, 
40-45. 

dicembre  4  -  II  popolo  va  da  Giovannl  Benti- 
voglio  che  dalla  scoperta  d.  congiura  stava 
chiuso  in  pal.  e  lo  prega  a  tornare  a  casa  sua, 

252,  46-47;  II  pred.  per  contentare  il  popolo  esce 
di  pal.,  40-50;  appena  sulla  Piazza  in  segno  di 
gioia  sono  aperte  le  carceri  e  liberati  i  prigio- 
nl,  50;  253,  1 ;  rienlra  in  casa  sua,  clie  fa  guar- 
dare  dl  e  notte  da  soldati  armati,  1-7. 

dicembre  8  -  Giovanni  Bentivoglio  indlce  una 
solenne  processione  in  ringraziamento  d.  scam- 
pato  pericolo,  253,  8- 10, 

dicembre  -  II  pred.  fa  bandire  da  Milano  e  da 
Venezia  i  Malvezzi,  che  vi  si  erano  ricoveratl, 

253,  11-13;  e  fa  imprigionare  dal  re  Ferdinando 
di  Napoli  GiuHo  Malvezzi  che  si  era  rifugiato 
cola,  13-16;  Battista  Malvezzi,  che  era  a  Rimlnl 
coi  figli,  temendo  dal  Malatesta  slmile  tratta- 
mento  se  ne  parte  per  Roma,  17-19. 

dicembre  -  II  Bentlvoglio  comincia  a  uscire  per 
la  c.  ma  seguUo  e  preceduto  da  grande  codazzo 
di  armati  per  sua  aicurezza,  253,  27-29 ;  frattanto 
ogni  giorno  contlnuano  stragi  non  solo  d.  con- 
giurati,  ma  anche  di  sempKci  seguaci  d.  Mal- 
vezzi  e  le  strade  sono  plene  dl  raorti,  29-36, 

dicembre  26  -  Glovanni  Bentivogllo  manda  11 
figUo  Annlbale  in  sua  vece  a  Milano  per  assi- 
stere  al  matrlmonio  d.  duca  con  Isabella  d'A- 
ragona,  253,  37-41. 

-  Eleztone  in  Bologna  d.  magistrati  nuovl,  253, 
42;  S  pod,  Francesco  Avvocati  di   Lucca,  42-43, 

febbraio  1  -  Isabella  d'Aragona  arriva  a  Milano 
ed  c  accolta  dallo  sposo  In  castello  con  gran- 
dissimo  apparato,  253,  44-46. 

marzo  4  -  Torna  a  liologna  il  protonotarlo  ca- 
nonico  di  San  Pietro  Filippo  Canonlci,  che  era 
stato  mandato  qual  nuncio  al  Gran  Maestro  dl 
Rodi  a  portargli  11  cappello,  e  al  Gran  Soldano 

d.  Calro  per  trattare  a  nome  dl  Innocenzo  VIII 
una  lega  contro  1  Turchi,  253,  47-50. 

giugno  1  -  Violenta  ploggla  e  grandine  con  ura- 
gani  e  fulminl,  uno  d.  quali  inccncrlice  una 
donna,  254,  1-7. 

giugno  -  t  a  Bologna  Glacomo  Montecalvi  sena- 
tore;  gU  succede  in  Senato  il  figllo,  254,  (-9. 

giugno  29  -  t  a  Bologna  Carlo  Antonlo  Fan- 
tuzzi  senatore,  gll  succede  in  Senato  Rinaldo 
Arlostl,  254,  10-12. 

settembre  3  -  Parte  per  Riminl,  richleita  dollo 
sposo,  Violante  Bentlvogllocon  la  madreemolto 
seguito,  254,  13-23;  dopo  il  matrlmonio  Gine- 
vra  *1  reca  a  Pcsaro  e  qutndl  in  pcllegrlnagglo 
a  Loreto,  33-34;  torna  col  leguito  a  Botogna,  35, 

settembre  -  II  rcttore  d.  Studlo  di  Bologna  ordl- 
na  in  Plosza  una  bellistlma  gioitra  alla  quale 
Invlta  Glnevra  Bentivoglio  appena  allora  tor- 
nata,  254,  36-39. 


848 


INDICE   CRONOLOGICO      [AA.  1489  ottobre-1492  gennaiol 


1489  Ottobre  •  Passa  di  Bologna  un  ambatc.  dl  Baja- 
zet  n  al  pp.  Innocenzo  VIII,  254,  40-41;  lua 
niisslone,  41-44  ;  sua  permanenza  e  trattamento 
a  Bologna,  41-255,  1-3. 

1489  novembre  1  -  Annlbale  BentlrogHo  i  creato  Gon- 
faloniere  dl  Glustizla,  255,  4-t ;  suoi  compagnt 
e  sua  entrata  In  ufficio,  6-l0. 

1489  novembre  26  -  Gioranni  Bentlvoglio  pone  con 
grande  sulenniti  ia  prima  pietra  alla  torre  d. 
suo  pal.  in  Bologna,  255,  11-20. 

1489  novembre  27  -  II  pred.  fa  cantare  una  solenne 
messa  in  San  Giacomo  in  memoria  d.  sua  sal- 
vezza  nella  congiura  d.  Malvezzi,  255,  21-27. 

1489  dicembre  27  -  Pel  suo  natalizio  Giovanni  Ben- 

tlvoglio  crea  cav.  aurato  Antonio  Magnant,  255, 
28-30. 

1490  -  Si  creano  i  maglstrati  nuovi  di  Bologna  secondo 

I'uso  d.  c,  255,  31. 

1490  gennaio  16  -  Si  finiscono  dl  scavare  i  fondamenti 
d.  torre  d.  Bentivoglio,  255,  38-45. 

1490  gennaio  18  -  Si  cominciano  a  tlrare  su  i  fonda- 
mentl  d.  detta  torre,  255,  46-47 ;  cerimonia  d. 
posa  d.  prima  pietra,  47-256,  1-15;  sua  costru- 
zione,    15-29. 

1490  febbraio  8  -  Annibale  Bentivoglio  con  la  moglie 
Lucrezia  e  molto  seguito  parte  di  Bologna  per 
assistere  in  Mantova  alle  nozze  di  Francesco 
Gonzaga  con  Isabelia  d'Este,  255,  32-37. 

1490  aprile  5  -  Annlbale  Bentlroglio  va  in  pellegri- 
"■ggio  a  Loreto,   256,  30-31. 

1490  giugno  22  -  Giovanni  Antonio  Gozzadini  d.  Benti- 
voglio  conduce  a  Bologna  la  moglie  d.  figlio 
Lodovico,  una  Pio  di  Carpl,  e  dk  un  grandis- 
simo  convito  al  quale  Interriene  Giovanni  Ben- 
tiroglio,  clie  pol  lo  arnia  eav.,  256,  32-35. 

1490  luglio  1  -  Per  la  sua  conferma  a  rettore  d.  Studio, 
Francesco  Pedocca  fa  correre  una  sontuosa  gio- 
stra  a  Bologna  256,  36-45. 

1490  settembre  1  -  Giungono  a  Bologna  Pandolfo  e 
Raimondo  Malatesta  e  vi  si  trattengono  alcuni 
giorni  per  diporto,  256,  46-257,  1-2. 

1490  settembre  8  -  Giovanni  Bentivoglio  arma  cav. 
in  San  Giacomo  il  pred.  Raimondo,  257,  3-6. 

1490  -  Giovanni  Bentivoglio  in  questi  tempi  fa  co- 
struire  vari  suoi  palagi  e  ville  nel  territorio 
bolognese,  257,  7-18. 

1490  settembre  -  Giovanni  Bentivoglio  avendo  ospitl 
a  Belpoggio  1  suoi  generi  Rangoni  e  Pio  viene 
a  dlscutere  sulla  priorita  nella  vita  delI'uomo 
d.  Fortuna  o  d.  Sapienza,  257,  19-25;  essendo 
i  pareri  discordi  propone  clie  la  questione  venga 
definita  in  un  torneo,  25-37 ;  il  che  h  accettato, 
37-39. 

1490  Ottobre  4  -  Si  da  luogo  in  Bologna  al  torneo  pred. 
con  grandissima  magnificenza,  257,  40-258,  1- 
259-260-261-262,  1-19;  rince  il  partlto  d.  For- 
tuna,  20-34. 

1490  ottobre  8  -  Nasce  Alfonso    Bentivoglio  figlio  di 

Annlbale,  262,  35. 
1490  Ottobre  -  DlfFerenza  tra  il  duca  dl  Ferrara  e  Bo- 

logna  per  usurpazione  di  confini,  262,  36-40. 
1490  dicembre  12  -  Antonio   Magnani  e  creato  pod. 

di  Flrenze  e  parte,  262,  41-42. 
1490  dicembre  27  -  Gioranni  Bentiroglio  solennizza 


11  luo  natalizio  creando  Tommato  Montecalrl 
cav.  aurato,  262,  43-45. 

1490  -  Carestia,  262,  46-47. 

1491  -  Elezione  d.  magistrati   nuori  di   Bologna :  Al- 

berto  Conti   h  el.  cap.  di  giustizla  dl  Milano, 

262,  48-49. 

1491  gennaio  10  -  Annibale  Hentiroglio  va  a  Milano 

inritato  alle  nozze  di  Lodorlco  Sforza  con  Bea- 

trice  d'Este,  263,  1-3. 
1491  gennaio  27  -  t  Andrea  Bentlrogllo;  gll  tuccede 

in  .Senato  Ercole  suo  fratello,  263,  4-6. 
1491   febbraio  9  -  Gioranni  nentiroglio  si  reca  a  Fer- 

rara  per  le  nozze  dl  Alfonto  d'Este  con  Anna 

soreila  di  Giangaleazzo  Sforza,  263,  7-13. 
1491  febbraio  9  -  f  a  Bologna  Nicol6  Poeti  recchls- 

simo,  263,  14-20;  gli  succede  in  Senato  il  figlio 

Poeta,  26,1,  20. 
1491  febbraio  -  In  Bologna  si  laitrica  di  nuoro  !1  por- 

tico  sotto  le  loggie  d.  pod.,  263,  2l-2a. 
1491  maggio  8  -  Giovanni  Bentivoglio  fa  car.  aurato 

in   San   Giacomo    Sebastiano    Gozzadini,   263, 

23-24. 
1491  maggio  -  Si  trovano  nella  montagna  di  Catl  mi- 

niere  di  ferro,  263,  25-27. 
1491  maggio  26  -  Disputa  tra  il  referendario  d.  duca 

di  Mllano  in  Bologna  e  il  rettore  d.  Studio  per 

la  prccedenza  in  istrada,  263,  28-32;  il  rettore 

h  bandito  dal  luogotenente  d.  leg.  Lulgi  Capra 

e  parte  di  Bologna,  32-34;  ma.h  richiaraato  dal 

Senato  che  vuole  udire  le  sue  ragionl,  34-37. 
1491  giugno  10-11  rettore  accompagnato  da  trecento 

cavalli   torna  a   Bologna  e   gli  e  data   ragione 

dal  Senato,  263,  37-38. 
1491  -  Guido  da  Bologna  dlpinge  il  crocifisso  e  la  pas- 

sione  sotto  il  portico  dl  San  Pietro  in  Bologna, 

263,  42-44. 

1491  -  Si  finisce  a  Bologna  la  chlesa  di   Santa  Maria 

di  Galliera,  263,  45. 
1491  giugno  20  -  Arriva  a  Bologna   Franccsco   Gon- 

zaga  per  assistere  alle  nozze  d.  fratello  Gioran- 

ni  con  Laura  Bentivoglio,  263,  46-47. 
1491  luglio   25  -  II  rettore  d.    Studio  fa   correre  una 

giostra  per  la  festa  di  San  Glacomo,  263,  39-41. 
1491  Ottobre  -  f  a  Bologna  il  beato  Giacomo  Allama- 

nia  delI'ordine  d.  Predicatori  e   viene   sepolto 

in  San  Domenico,  264,  1-3. 
1491  -  Vlene  restaurato  Tantico  sepolcro  di  re  Enzo  in 

San  Domenico  essendo  Gonfalonlere  Gianfran- 

cesco  Aldrorandi,  264,  4-24. 
1491  dicembre  19  -  E  creato  arcidiacono  di  Bologna 

Antongaleazzo  di  Gioranni  Bentiroglio  in  luo- 

go  d.  t  Francesco  della  Rovere,  264,  25-28. 
1491  -  Angelo  Ranuzzi  va  pod.  a  Lucca,  264,  29. 
1491  -  t  Angelo  Grassi    vesc.  di  Tivoli;  il  suo  corpo 

h  trasportato  a  Bologna  e  seppellito  in  San  Pie- 

tro,  264,  30-32. 
1491  dicembre  -  Ercole  d'Este  va  al  Bentivoglio  prima 

d.  feste  di  Natale  con   11  fratello  Sigismondo; 

raggiunto  cola  da  Glovanni  vi  h  da  lul  splen- 

didamente  trattato,  264,  33-36. 

1491  dicembre  31-1  pred.  si  recano  a  Bologna,  264, 

36-38. 

1492  -  Sono  el.  i  nuovi  magistrati  di  Bologna,  264,  39. 
1492  gennaio  1  -  II  duca  Ercole  dopo  la  messa  in  San 


[AA.  1492  gennaio-1493  aprile]      INDICE   CRONOLOGICO 


849 


Giacomo  arma  cav.  Ermes  Bentivoglio,  264,  40- 

43;  quindi  assiste  In  Plazza  al  corteggio  per  la 

nuova  entrata  d.   magistrati  in  ufficio,  43-47. 
1492  gennaio  -  II  duca  d'Este  parte  per  Ferrara  ripas- 

sando  dal  Bentivoglio,  264,  47-48. 
1492  gennaio  15  -  f  a  Bologna  Dionisio  CasteIU;gli 

succede  in  Senato  Alberto  Castelll,  265,  1-4. 
1492  febbraio  10  -  Giovanni   Gonzaga  si  reca  a  Bo- 

logna  a  passarvi  il  carnevale  dal  suocero,  265, 

5-8,  che  per  divertirlo   inventa   nuovl  pubblici 

giuoclil,  16-34. 
1492  -  Giungono  a  Bologna  le  notizie    d.  vittoria   ri- 

portata   dai   Reali  di  Spagna  sui  Morl  a  Gra- 

nata  caduta  in  loro  possesso,  265,  9-lS, 
1492  marzo  8  -  Sl  apprende  a  Bologna  l'uccisione  di 

Raimondo  Malatesta,  265,  35-36. 
1492  marzo  30-31   -  Passa  di  Bologna  diretto  a  Roma 

Ercole  d'Este  con  molto  seguito,  265,  36-40. 
1492  aprile  8  -  f  a  Fircnze  Lorenzo  de'  Medici  ancora 

giovane,  265,  41-45. 
1492  aprile  24  -  Passano  di  Bologna  Fracasso  da  San- 

severino  diretto  a  Roma  e  Anton  Mariada  .San- 

severino  mandato  a  Firenze  dal  duca  Sforza  per 

i  convenevoll  d'uso,  265,  45-50. 
1492  -  E  fusa  in  Bologna  e  collocata  sul  campanile  di 

San  Pietro  la  prima  campana,  266,  1-3. 
1492  maggio  31  -  Processione  d.  rogazioni  in  Bologna 

per  l'Ascensione,  266,  4-6,   seguita  da  una  ter- 

riblle  tempesta,  che  rovina  moltl  luoghi  d.  ter- 

ritorio,  265,  4-9. 
1492  giugno  3  -  Alessandro  figlio  di  Annlbale  Bentl- 

voglio  va  a  Mllano  a  sposarvi  Ippolita  Sforza 

nipote  d.  duca  e  condurla  a  Bologna,  265,  lo- 

18,  33-37. 
1492  giugno  -  Preparativi  fatti  da  Giovanni  Bentivo- 

glio  a  Bologna  per  ricevervi  onorevolmente  la 

pred.,  265,  19-32. 
1492  giugno  20  -  Gli  sposi  entrano  in  gran  pompa  in 

Bologna;  accoglienze  loro  fatte,  265,  33-267,  i- 

7  ;  invitatl  e  seguito,  8-19. 
1492  giugno  21-22  -  Divertimenti  in  onore  degli  spo- 

si,  265,  20-33. 
1492  giugno  23  -  II  march.   Francesco   Gonzaga,   che 

era  venuto  per  le  nozze,  parte  da  Bologna  per 

Firenze,  265,  34-35. 
1492  giugno  29  -  Sl   corre  11   pallo  a  Bologna,  come 

di  consueto  per  San  Pietro,  265,  36. 
1492  luglio  5  -  t  Innocenzo  VIII,  265,  37. 
1492  agosto  5  -  Nasce  11  famoso  cap.  Michele  Ramaz- 

zotti,  265,  38. 
1492  -  Uccislone  di  Galeotto  Malatesta,  267,  39;  il  Ben- 

tivogUo  manda  Annibale  dal  genero  Pandolfo 

con  clnquanta  cavalli,  39-40,  ma  non  avendo  U 

pred.   blsogno  dl  aiuto  Annibale  torna  a   Bo- 

logna,  40-42. 
1492  agosto  7  -  Pirro  Malvezzl  cede  pubbllcaraente  ai 

Senato  di  Bologna   Castelguelfo   sperando  ac- 

qulstarsl   benevolenza,  267,  43-49. 
1492  agosto  12  -  Glunge  a  Bologna   notlzla   deirele- 

zione  d.  pp.  Alessandro  VI,  al  secolo  Rodrigo 

Borgia,  267,  50;  268,  1;  nelle  feste  fattesi  per- 

ci6  In  Bologna  prende  fuoco  il  cappello  di  le- 

gno  In  cima  alla  torre   dell'orologlo;   ne  cade 

la  campana,  che  viene  rlfusa,  268,  1-4. 


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agosto  25  -  Maatro  Garello   gltta  la  pred.   cam- 

pana  insieme  a  tre  altre,  268,  5-6. 
agosto  27  -  Partono  di  Bologna  gll  ambasc.  man- 

datl  dal  Senato  al  nuovo  pp.  per  i  convenevoli 

d'uso,  e  per  pregarlo  di  confermare  alla  c.  i  ca- 

pitoli  e  a  Glovannl  Bentivoglio  i  privilegl  con- 

cessi  dai  suol  predecessori,  268,  7-i5. 
settembre  -  Giovanni    Bentlvogllo    fabbrica  con 

grande   spesa   una   fontana   nel   suo   glardlno, 

268,  16-20. 
settembre  20  -  Viene  a  Bologna  onorevolmente 

accolto  un  messo  d.  pp.  con  la  conferma  d.  ca- 

pitoli  per  la  c.  e  d.  privilegi  per  Giovanni  Ben- 

tivoglio,  268,  21-26. 
ottobre  2  -  Alessandro   VI   conferma   Tufficio  d. 

Sedlci  a  Giovannl  e  ad  Annibale  Bentlvogllo, 

268,   27-28. 
ottobre  3-4  -  Passa  di  Boiogna   GioTttnnl  Gon- 

zaga  diretto  a  Roma,  268,  29-31. 
ottobre  -  II  card.  di  San  Giorgio  [Raffiieie  Ria- 

rio]  fa  Interdire  alcune  chieae  di  Bologoa,  268, 
.    32-37. 
ottobre   15  -  Fllippo  Bianchi  t  a  Bologna;  gli 

succede  in  Senato  Lodovico  Bianchi,  268,  38-39. 
novembre  4-5  -  Passa  di  Bologna  Alfonso  d'E- 

ste  diretto  al  pp.  in  Roma,  268,  40-42. 
novembre  4  -  Giunge  a  Bologna  Ermes  Sforza, 

con  molto  seguito   diretto  a  Roma,  268,  42-46. 
novembre  5-dicembre  26  -  Sono  in  Bologna  in- 

terdette  le  messe  e  gli  uffici  a  San  Petronio,  San 

Lorenzo,  San  Colombano,  269,  5-6. 
novembre  7  -  II  pred.  Sforza  parte   per   Roma, 

268,  46-48. 

novembre  1 1  -  t  a  Roma  Battiata  Malvezzl,  269, 

7-8. 

novembre  18-19  -  Pasaano  di  Bologna  In  vla  per 
Roma   gll  ambasc.  Venezlani,   268,  49-269,  1-4. 

-  Pirro  Malvezzi,  non  sentendosl  sicuro  a  Bologna 
chiede  ed  ottiene  licenza  dal  Senato  dl  usclrne, 

269,  9-12;  h  fatto  scortare  da  Giovauni  Bentl- 
voglio  sino  a  Cesena,  12-14;  Giovanni  Malveni 
va  ad  abitare  a  Ferrara,  15;  dove  per6  piCt  tardi 
i  ucciso,  15-17;  cf.  42-45. 

-  Diecl  suore  d.  mon.  di  San  Lorenxo  aono  dal 
Senato  poste  nel  mon.  d.  auorc  di  Sftn  Vitale 
per  essere  riformate,  269,  20-21. 

-  Si  eleggono  i  nuovl  magiatrati  di  Bologna, 
269,  22. 

gennaio  15  -  Solo  i  preti  di  San  Petronio  hanno 
permeato  dl  ofliclare  in  Bologna,   269,  23-24. 

gennaio  4  -  Si  comim-la  a  riattarc  In  Bologna 
la  chiesa  di  San  Giacomo  come  i  al  presente, 
269,  25-27;  si  rimuove  la  campana  d.  torre  del- 
Torologlo  non  idonea  al  bltogno,  27-31. 

marzo  7  -  Sl  fonde  un'altra  campana  per  il  pred. 
orologio,  che  anche  etta  non  rietcc  buona,  269, 
32-34. 

marzo  31  -  Cade  un  tulmine  sulla  torre  degll 
Aainelll  e  ne  tfalda  un  lato  dalla  cima  al  ple- 
de,  269,  35-31;  t  di  paura  un  tale  Girolamo 
Zanchinl  che  sl  trovava  a  pattare  dl  \k,  269, 
39-40. 

aprile  18  -  Annibole  Bentlvogllo,  condottu  dai 
Fiorentlni  al  toro  toldo,  parte  con  le  lue  gentl 


T.  ^gCXIII,  p.  J  -  54: 


850 


INDICE  CRONOLOGICO        [AA.  1493  aprile-1494  maggio] 


d'arine  rlcerendo   In   dono  dal  Senato  un  bel 

cavaUo,  269,  41-270,  i-i. 
1493  aprile  25  -  Si  bandlsce  pubblicainente  in  Bologna       1493 

la  lega  tra  il  pp.,  1  Venezlani,  11  duca  di  Mi- 

lano,  270,  3-6. 
1493  aprile  27  -  Lodovico  Sforza  per   asBicurani  dai      1493 

Florentini  crea  Glovanni    Bentlvogllo  cap.  di 

tuttl  i  Boldati  ducali  dl  qua  d.  Po,  e  gli  manda 

lo  stendardo  d.  capitanato,  270,  11-15. 
1493  aprile  28  -  Ricevimento  fatto  da  Glovannl  Ben-       1493 

tivogilo  al  misso  ducale,  270,  15-271,  1-272,  1-3. 
1493  aprile  29  -  II  messo  riparte  per  Milano,  272,  3. 
1493  maggio  -  Alessandro  VI  si  toglie  dalla  detta  Lega       1493 

e  si  confedera  invece  col  Fiorentlnl  e  il  re  dl 

Napoli,  270,  6-8.  1494 

1493  maggio  -  Si  iinisce  a  Bologna  ia  cupola  d.  torre 

dell'orologio,  270,  9-10.  1494 

1493  maggio  11  -  Un  ambasc.  d.  re  di  Spagna  dlretto 

a  Roma  passa  di  Bologna  e  vi  si  trattiene  due 

giorni,  272,  3-8. 
1493  maggio  13  -  fe  finito  ii  ricco  baldacchino  ordi-       1494 

nato  dal  Senato  di  Bologna  per  la  madonna  di 

San  Luca,  272,  9-11.  1494 

1493  maggio  16  -  Giovanni  Bentivoglio  si  reca  a  un 

congresso  di  principi  a  Ferrara,  272,   12-17. 
1493  maggio  -  II  pred.  sollecitamente  ne  j^arte  avver-       1494 

tito  che  Lodovico  Sforza  voleva  farlo  uccidere, 

272,    18-27. 
1493  -  I  notai  dl  Boiogna  cominciano  a  tenere  ragione 

sotto  ii  pal.  d.  pod.,  273,   28-29.  1494 

1493  giugno  1  -  Si  innalza  in  Bologna  la  nuova  cam- 

pana  sulla  torre  deli'orologio  e  risulta   buona, 

272,  30-31.  1494 
1493  giugno  -  Passa  di  Bologna  il  card.  di  Santa  Ma- 

ria  in  Portlco  [Giovanni  Battista  Zeno]  diretto 
a  Modena,  272,  32-33. 

1493  giugno  6  -  Alla  processione  d.  Corpo   di  Crlsto       1494 
in  Boiogna  intervengono  anche  i  Pennacchlni, 
cui  era  dal  Senato  stata  fatta  giustizia  d.  loro       1494 
ragloni,  272,  34-38. 

1493  giugno  19  -  Francesco  con  Giovannl  Gonzaga  si 

reca  a  Bologna  a  visitarvl  la  sposa,  272,  38-39.       1494 

1493  agosto  19  -  t  l'imp.  Federico,   succedendogli  11 
figllo  Massimlliano,  272,  42-4«. 

1493  agosto  31   -  Alluvione  nel  Bergaraasco  con  molte       1494 
vittime,  272,  45-273,  1-5. 

1493  settembre  19  -  Glovanni  Bentivoglio  dk  campo 

franco  a  Bernardino   dal  Guanto  e  a  uno  spa-       1494 
gnuoio  per  un  duellu,   273,  6-8;  dopo  il  com- 
battimento  11  rappacifica,   8-9.  1494 

1493  settembre  -  Andrea  Zocchini,   Luigi  Venezlani, 

Girolamo  Calzoiarl  banditi  da  Bologna  sperano       1494 

di  acquistare  la  grazla  di  rientrarvi  uccidendo 

un  Malvezzi,  273,  10-13;  vanno  perci6  a  Cesena, 

ove   ammazzano  in    chlesa   Antonio    Malvezzi, 

13-15;  inseguitl  da  soldati  d.  Senato  sono  uccisi 

e  le  loro  teste,  portate  a  Bologna,  esposte  alle       1494  - 

porte  d.  c,  15-19. 

1493  settembre  24  -  Si  comincia   in   Bologna  a  fare 
suonare  le   ore   all'oroiogio   sul  canto   d.  Pai., 

273,  20. 
1493  ottobre  22  -  f  Eleonora  duchessa  di  Ferrara,  273,       1494 

21-23. 

1493  ottobre  27  -  II  Senato  di  Bologna  manda  a  Fer-       1494 


rara  Aleisandro  Volta  a  condoleril  con  II  duca, 

273,    23-24. 

ottobre  3t  -  Giorannl  Bentlvogllo  con  Carlo 
Grati,  Glovanni  Marsili  e  molti  altri  si  reea 
dal  duca  d'Estc  per  le  condoglianze,  273,  34-2i. 

novembre  5  -  Agamennone  Musotti  cl.  senatore 
di  Roma,  parte  da  Bologna  riconciliato  col 
Bentivoglio  e  scortato  sino  a  Firenze  da  otto 
balestrieri  d.  pred.,  273,  27-31. 

dicembre  5-6  -  Arrlvano  a  Bologna  Vlolante  e 
Pandolfo  Malatesta  e  vi  si  trattengono  alcuni 
giorni,   273,  32-37. 

-  t  a  Bologna  Girolamo  Zanettini  dottore  eccel- 
lentissimo,  273,  38-39. 

-  Elczione  d.  magistrati  nuovi  di  Bologna  secondo 
l'uso;  h  pod.  Carlo  Maschi,  273,  40  41. 

gennaio  8  -  II  Senato  di  Bologna  con  pubblico 
bando  invita  1  magistrati  e  il  popolo  aii'Inau- 
gurozione  d.  canaic  di  Reno  reso  navigabile  daiie 
porte  d.  c.  insino  al  Po,  273,  41-49. 

gennaio  10  -  Inaugurazione  d.  pred.  Narlglio, 
273,  49-274,  1-275,  1-4. 

gennaio  10  -  Arriva  per  barca  a  Boiogna  una 
compagnia  di  gentiluomini  mandati  da  Gio- 
vanni  Gonzaga  a  prendere  la  sposa,  275,  5-12. 

gennaio  11  -  Serapre  per  il  Navigiio  giungono 
Pandolfo  Malatesta,  Annibale  Bentivoglio  e  gll 
altri  suoi  frateiii  ad  assistere  alia   festa  pred., 

275,  12-16. 

gennaio  12-13  -  Cerlmonie  e  dlvertimenti  per 
questa  occaslone ;  la  sposa  parte  su  nave  per 
Mantova  con  grande  seguito,  275,  17-35. 

gennaio  19  -  Giovanni  Bentivoglio  raanda  Vin- 
cenzo  Budrioli  con  ricco  dono  a  Gioyanni  Sfor- 
za  per  le  sue  nozze  con  Lucrezia  BorglB,  275, 
36-38. 

[gennaio  25]  -  t  Ferdinando  re  dl  Napoll  e  gll 
succede  Alfonso  II  suo  figlio,  275,  39-41. 

febbraio  9  -  Parte  da  Bologna  per  Rimini  Pan- 
dolfo  Malatesta  con   ia   moglle  Violante,   275, 

42-43. 

marzo  3-11  Senato  di  Bologna  fa  scavare  e  allar- 
gare  le  fosse  d.  c.  che  eransi  interrate  in  gran 
parte,  275,  44-46. 

marzo  22  -  t  Marco  Pio,  275,  47;  Giovanni  Ben- 
tivoglio  manda  Carlo  Grati  a  condolersi  coi 
genero  Gilberto,  275,  48-49. 

aprile  7  -  Passa  di  Bologna  Giovanni  de  la  Gro- 
laye  eletto  card.,  276,  1-5. 

aprile  8  -  II  pred.  ne  parte  per  Roma  a  prendervi 
11  oappello,  276,  5-8. 

aprile  27  -  Carlo  VIII  re  di  Francia,  accampando 
pretese  sul  regno  di  Napoli,  si  apparecchia  a 
questa  impresa  e  manda  a  chiedere  libero  passo 
a  Bologna  per  il  suo  esercito,  276,  9-14;  ^  dal 
Senato  rimandato  per  la  risposta  al  pp.,  14-16. 
Alessandro  VI  e  assolutamente  contrario  a  con- 
cederlo  e  in  questo  senso  scrive  a  Glovanni 
Bentlvoglio  e  al  Senato  confortandoii  a  rifiutare 
a  ogni  patto,  16-27 ;  il  Senato  temendo  per  la 
c.  ne  rinforza  le  difese,  27-31 ;  cf.  45-49. 

aprile  30  -  Glunge  a  Bologna  Isabella  Gonzaga, 

276,  32-35. 
maggio  1  -  La  pied.  va  tutto  11  giorno  In  giro 


[AA.  1494maggio-1495febbraio]     INDICE    CRONOLOGICO 


851 


per  la  c.   accompagnata   dai    Bentivogllo,  276, 
36-i2. 
1494  maggio  3  -  Isabella  Gonzaga  parte  di  Bologna, 

276,    43. 
1494  maggio  17  -  Capitolo  generale  d.  Francescani  in 

Bologna,  276,  «-45. 
1494  maggto  -  II  Senato  a  nuova  richiesta  d.  re  e  per- 

sua30  da  Lodovico  Sforza  concede  il  passo  dal 

territorio  all'esercito  francese  temendo  peggio, 

276,  46-277,  1-2. 
1494  giugno  21  -  Giunge  a  Bologna  rarclvesc.  di  Ml- 

lano  mandato  da  Lodovico  Sforza  a  tenere  fer- 

mo  il  Senato  in  tale  proposito,  277,  3-6. 
1494  giugno  23  -  II  pred.  vislta  gli  Anziani  e  il  Se- 

nato,  clie  esorta  a  perseverare  nella  fede  al  re 

di  Francia,  277,  6-10. 
1494  giugno  28  -  Giunge  nel  Bolognese  Guido  Gon- 

iiaga,  condottiero  d.  Chiesa,  con  due  squadre  di- 

retto  in  Romagna,  277,  14-16. 
1494  agosto  3-4  -  Giungono  nel  Bolognese   le  prime 

schiere  d.  re  dl  Francla,  277,  17-26. 
1494  agosto  19  -  L'arcivesc.  di  Milano,  che  sino  a  que- 

sto  giorno  aveva  allogglato  in  vescovado,  per 

l'imminente  arrivo  d.  fratello  d.  vesc.  passa  nel 

convento  d.  Francescanl,  277,  10-12. 
1494   agosto-novembre  2  -  II   pred.  arcivesc.  per  la 

mancata  venuta  d.  Della  Rovere  torna  ad  abi- 

tare  al  vescovado,  277,  12-13. 
1494  agosto  27-settembre  4  -  Arrivano  giornalmente 

squadre  di  Francesi  che  tutti  passano  sulI'Imo- 

lese,  277,  27-31. 
1494  settembre  2  -  f  a  Bologna  Lodovico  Sampieri; 

gli  succede  in   Senato   il   figllo   Girolamo  che 

essendo  protonotario  rinuncia  i  benefici  al  fra- 

tello,  277,  32-33. 
1494   settembre   2  -  Rissa   a    Castelfranco   tra   alcuni 

Francesi  e  paesani  sedata  da  Gilberto  Pio  che 

si  trovava  a  passare  di  Ik,  277,  34-47. 
1494  settembre  -  II  Senato  di  Bologna,  a  causa  di  tanti 

armati  nel  territorio,  ordina  buona  guardia  nel- 

la  c,  277,  48-278,  11-13. 
1494  settembre  12  -  Giovanni  Bentivoglio  scrlve  a  Lo- 

dovico  Sforza  che  voglia  allontanare  dai  suoi 

atati  Lucio  Malvezzi,  che  si  trovava  a  Milano, 

ed  h  subito  contentato,  278,  30-43. 
1494  settembre  26  -  H  duca  dl  Calabria,  che  era  a  Ce- 

sena,  udito  che  1  Francesi  erano  nel  territorio 

d'Imola,  si  muove  per  affrontarli,  ma  I  cap.  d. 

Francesi  d'Aubigny  e  contc  di  Caiazzo,  non  es- 

sendo  in  forze,  ne  partono  e  sl  recano  a  Fossa 

Tagliolo,  278,  14-19. 
1494  Ottobre  10  -  A  sua  volta  11  duca  Ferdinando,  sa- 

puto  essere  giunto  ai  neralci  in  rinforzo  11  conte 

di  Montpensier,  parte  dl  SanfAgata  e  si  ritira 

pr.  Faenza,  278,  20-23. 
1494  ottobre  11-11  Montpensler  ai   Impadronlice  d. 

castclli  di  Mordano  e  Bubano,  che  sono  crudel- 

mente  angariatl  e  sacchegglati,  278,  23-27. 
♦1494  Ottobre  -  Airannunzio  dl  queste  crudelti,  Cate- 

rina  Sforza  si  accorda  coi  Francesi,  per  11  che 

il  duca  di  Calabrla  t  costretto  a  rltlranl  a  Ce- 

sena,  278,  28-39. 
1494  -  t  Bartolomeo  della  Rovere,  fratello  dl  Glullano, 

a  Bologna  nel  mon.  dl  Santo  Stefano,  278,  44- 


44;  U  suo  corpo  h  trasportato  a  Ferrara,  suo 
vescovado,  come  ne  aveva  espresso  deslderio, 
46-47. 

1494  ottobre  16  -  II  pp.  ordina  all'arclvesc.  di  Milano 
di  partirsl  di  Bologna  e  dal  suo  territorio  nel 
termine  dl  tre  glorni,  278,  48-4». 

1494  ottobre  19  -  Bolla  dell'irap.  MassimUiano  con  la 
quale  egll  concede  a  Giovanni  Bentivogllo  e  ai 
suol  discendenti  legittirai  moltl  e  Importantl 
privilegi,  279,  1-280-281-282-283,  i-3i. 

1494  Ottobre  20  -  r  a  Pavia  il  duca  Giangaleazzo  Sfor- 
za,  283,  33-34. 

1494  ottobre  [22]  -  Lodovlco  Sforza,  zlo  d.  pred.,  ^  el. 
duca  di  Milano,  283,  34-35. 

1494  novembre  2  -  Parte  di  Bologna  Tarclv.  di  Mi- 
lano,  278,  49;  cf,  277,  13. 

1494  novembre  2  -  Guido  Torelli  sposa  Francesca 
Bentivogllo  vedova  di  Galeotto  Manfredi,  283, 

40-42. 

1494  novembre  10  -  Piero  de'  Medici,  resosi  invlso 
al  popolo  per  la  cesslone  a  Carlo  VIII  dl  Plsa, 
dl  Livomo  e  d.  fortezze  dl  Sarzana,  Sarzanello 
e  Pietrasanta,  parte  celataniente  di  Flrenze  col 
fratelli  e  si  reca  a  Bologna,  283,  43-284,  1-2; 
quindi,  dopo  alquanto  riposo  ed  essendo  bla- 
slmato  d.  sua  fuga  da  Giovanni  Bentivoglio,  • 
Venezia,  9-11. 

»1494  novembre  -  Rivolta  In  Flrenxe  contro  i  Medici,  di 
cui  sono  tolti  gli  stemmi  da  tutta  la  c,  284, 12-u. 

*1494  novembre  -  Re  Carlo  VIII  va  a  Lucca,  indi  a 
Plsa  che  toglie  alla  signorla  d.  Fiorentinl,  284, 

19-20. 

*1494  novembre  -  Passano  di  Bologna  gli  ambasc.  Ve- 

nezlanl  al  nuovo  duca  di  Milano  per  i  conve- 

nevoll  d'uso,  284,  21-35. 
*1494  [novembre  17]  -  Re  Carlo  si  reca  a  Firenze  ri- 

cevutovi  con  grande  onore,  284,  26. 
1494    novembre  17  -  Alessandro  Uentivoglio  con  mol- 

to  seguito  h  inviato  dal  padre   al  nuovo  duca 

di  Mllano  per  i  convenevoil   d'uso,   283,  35-39. 
1494  -  t  il  conte  Glovannl  Pico  della  Mirandola  grande 

erudlto,  284,  27-38. 
*1494  dicembre  -  Giovanni  Bentivoglio  manda  Carlo 

Grati  a  Flrenze  a  riverlrvi  II  re,  284,  29-31. 
1494  dicembre  -  II  conte  di  Caiazzo  e  Galeotto   della 

Mirandola,  cap.  d.  genti  ducali,  tornano  a  sver- 

nare  In  Lombardia  passando  dal  terrltorio  bo- 

lognese,  284,  32-35. 
1494  dicembre  31  -  II  re  Carlo  vni  prorenlente  da 

Flrenze,  per  Slena  e  Vlterbo,  giunge  ed  entra 

a  Roma,  284,  36-39. 

1494  -  t  a  Bologna  Nicol6  dalPArca,  detto  anche  Ni- 

col6  Dalmata  o  Nlcold  da  Barl  Inslgne  scultore, 

284,  40-285,  Mi. 

1495  •  Elezlone  d.  maglstratl  nuovi  di  Bologna,  285,  13. 
*1495  gennaio  -  Vlene  avviso  al  Benllvogllo   deiren- 

trata  d.  re  Carlo  in  Roraa  in  compagnla  d.  Co- 
lonna,  mentre  fuori  ii  trovara  II  duca  dl  Ca- 
labria,  285,  13-15. 
1495  -  Nuove  costruzloni  di  Ercole  d'Eite  a  Ferrara, 

285,  16-18. 

1495  febbraio  22  -  Carlo  VIII  entra  a  NapoU  feiteg- 
glatlsslmo  dal  popolo,  mentre  I  Reall  dl  NapoII 
fuggono  a  lichla,  285,  19-33, 


852 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1495  rebbraio-14961 


1495  febbralo  28  •  Tall  nuove  glungono  a  Bologna  con       1495 
la  notlzia  che  era  stato  saccheggiato  il  teioro 
reglo  e  liberato  Giullo  Malvezzl,  285,  19,  33-U. 

*1495  marzo  -  Gioranni    BentlTOglio    manda  ii  figlio 

Antongaleazzo  a  Milano  a  rallegrarsl  col  duca       1495 
d.  rlttoria  d,  I'>ancesl  suol   alleati,  285,  is-is. 

*1495  marzo  -  Carlo  VIII  occupa  tutte  le  c.  d.  Chieta 

confinanti  col  Napoletano,  285,  39.  1495 

1495  marzo  21   -  Antongaleazzo  Uentivogllo   torna  a 
Mllano  a  prendere   possesso  di  alcuni  beneficll 
ecclesiastici    rinunciatigll   dal   cognato    Guido       1495 
Torelll,  285,  30-34. 

1495  aprile  1  -  Lega  tra  il  pp.  Alessandro  VI,  i  reali 
di  Spagna,  1'Imper.  Massimlliano,  i  Veneziani 
e  li  duca  di  Milano  contro  Carlo  VIII,  conchlusa       1495 
in  Venezia,  285,  35-41. 

1495  aprile  12  -  La  pred.  Lega  fe  pubblicata  in  Bologna,      1495 

285,  41-42. 

1495  aprile  18  •  La  pred.  Lega  &  resa  pubbiica  ovun- 

que,  285,  43-44.  1495 

1495  aprile  -  Incoronazione  a  Milano  di  Lodovico  il 
Moro,  cui  Intervengono  con  gll  ambasc.  di  tutti 
i  principi  di  Europa,  eccettuato  il  re  di  Fran-  1495 
cia,  anche  Alessandro  Volta  e  Andrea  Gratl 
per  II  Senato  di  Bologna,  e  Annibale  Bentivo- 
glio  per  il  padre,  285,  45-49;  Annibale,  terminata  1495 
la  festa,  rlceve  dal  duca  e  dai  Veneziani  cento 
uomlni  d'arme  perche  sl  metta  a  ordine  contro 
i  Francesi,  286,  1-2.  1495 

1495  aprile  30  -  Passano  di  Bologna  trecento  cavalli 

d.  duca  di    Milano   sotto  ia   condotta  dl  Fra-       1495 
casso  da  Sanseverino,  mandati  dallo  Sforza  In 
aiuto  d.  pp.  contro  i  Francesi,  286,  3-6. 

1495  maggio  4  -  Passano  di  Bologna  sessantaquattro 

belllssiml  cavalli  nati  al  duca  di  Milano  nel  suo       1495 
allevamento  in  Campania,  286,  7-9. 

1495  maggio  14  -  Annibale  Bentivoglio  torna  a  Mi-       1495 
lano  in  aiuto  d.  Moro,  cui  era  mosso  guerra  dal 
duca  d'0rl6ans,  286,  10-12. 

*1495  maggio  -  II  Senato   di   Bologna  assolda  cavalli 

per   la   guardla   d.   Pal.,   286,    13-15;    Giovannl        1495 
Bentivoglio  manda  al  pp.  venticinque  balestrie- 
ri,  14-15. 

1495  maggio  15  -  II  Bentivoglio  manda  la  figlia  Fran-       1495 
cesca  al  raarito  Guido  Torelli,  286,  16-18. 

1495  maggio  26  •  Annibale  BentivogUo  torna  a  Bo- 
logna   con  dieclmlla   ducati  d.  Veneziani  e  d. 
duca  di  Milano  per  assoidare  cento  celate  in  lo-       1496 
ro  servlzio,  286,  19-20.  1496 

1495  -  II  pp.,  non  fidandosi  d.  re  Carlo,  parte  per  Roma, 
e  per  Orvieto  va  a  Perugla  con  buon  nerbo  di 
soldati  Inviatigll  dagli  alleati,  286,  21-24. 

1495  -  Si  istituisce  a  Bologna  la  Compagnia  d.  Vergo-       1496 
gnosi,  286,  25-26. 

*1495  giugno  -  I  Veneziani,  fino  a  clie  le  cose  non  sl 
siano  aggiustate,  mandano  Antonio  Vinciguerra 
loro  referendario  a  Bologna,  286,  27-28.  1496 

1495  giugno  9  -  II  cleco  frate  Nicola,  agostiniano,  pre- 
dica  con  gran  successo  in  San  Petronio  di  Bo- 
logna,  286,  31-34. 

1495  giugno  15  -  II  pred.  Antonlo  Vinciguerra  prende 
alloggio  nel  convento  di  San  Giacomo  per  es- 
sere  pi&    pronto   a   conferire  col    Bentivoglio, 

286,  2t-30. 


giugno  16  •  Carlo  VIII  nianda  un  anibasc.  a  Bo- 
logna  a  chledere  al  Senato  libero  patso  per  tor- 
nare  in  Francia,  286,  35  38,  ma  ii  Senato  si  scusa 
dlcendo  spettarc  la  rlsposta  alla  Lega,  3(-39. 

giugno  20  -  Lodovico  Sforza  dona  a  Giovanni 
Bentivogllo  e  ai  suoi  discendenti  il  borgo  di 
Gallarate  con  tutte  le  suc  pertlnenze,  286,  39-42. 

giugno-iuglio  -  Itinerario  e  Impreie  dl  Cario  VIII 
BuIIa  via  d.  rltorno  da  Roma  in  Francia,  286, 
43-45. 

luglto  14  -  Battaglla  dl  Fornovo  combattuta  da- 
gli  allcali  contro  Carlo  VIII  jier  impedirgli  il 
passo;  11  rc  francese  rieice  a  passare,  286,  46- 
287,  1-22. 

luglio  17  -  Ferdinando  II  rlentra  a  Napoll  cac- 
ciandone  i  presidl  francesi,  287,  26-29. 

agosto  6  -  Giungono  a  Bologna  due  Orsini,  che 
prigionieri  nel  campo  f  rancese,  ne  eruno  fuggiti 
durante  la  battaglia  di  Fornovo,  287,  30-33. 

agosto  8-1  pred.  ne  partono,  Virgllio  per  Mi- 
lano  e  il  conte  dl  Pltigiiano  per  Roraa,  287, 
33-34. 

agosto  9  -  Passa  di  Boiogna  Galeazzo  Sforza  di 
Pesaro  con  arraatl  recandosi  a  Novara  per  la 
lega  contro  il  duca  d'OrIians,  287,  35-38. 

agOStO  22  -  Anche  Pirro  Malvezzi  e  bandito  di 
Bologna;  ii  suo  seggio  in  Senato  h  dato  a  Fran- 
cesco  Fantuzzi,   287,  39-42. 

settembre  15  -  E  finita  di  coprlre  la  torre  d.  Ben- 
tivoglio,  287,  47-48. 

settembre  20  -  Giunge  a  Bologna  la  notlzia  che 
Pandolfo  Malatesta  aveva  fatto  strangolare  in 
carcere  il  conte  Guido  da  Polenta  a  istanza  d. 
Veneziani,  288,  1-4. 

novembre  14  -  Passano  di  Bologna  Piero  e  Giu- 
liano  de'  Medicl,  287,  43-46. 

-  E  ucciso  in  Bologna  ii  priore  di  Santa  Maria 
degli  Angell  da  un  suo  frate,  228,  5-6;  11  prio- 
rato  h  dato  in  comraenda  ad  Antongaleazzo 
Beiitivoglio,  6-9. 

dicembre  22  -  Passano  di  Bologna  duecento  Sviz- 
zeri,  male  in  arnese,  mandati  dalPimp.  Massimi- 
llano  al  re  di  Napoll.  288,  10-12. 

dicembre  25  -  Carlo  Grati  va  per  Incarico  di 
Giovannl  Bentivoglio  al  duca  di  Milano  a  chie- 
dergli  la  liberta  d.  conte  Kilippino  Borromei 
imprigionato  per  sospettl;  l'ottiene,  288,13-17. 

-  Elezione  d.  magistrati  nuovl  di  Bologna,  288,  18. 

-  Falsa  accusa  di  un  tal  Frizza  contro  Agamen- 
none  Musotti,  288,  19-33;  il  Frizza  convinto  di 
mendacio  e  irapiccato  alla  Ringhiera  nuova  d. 
pal.  d.  pod.,  33-35. 

giugno  18  -  Annibale  Bentivoglio  per  incarico 
d.  padre  va  a  Carpi  a  raettere  pace  tra  Alberto 
Pio  e  la  fazione  di  Gilberto,  e  vi  riesce,  288, 
36-39. 

-  Giovanni  Bentivoglio  manda  Carlo  Grati  al  pp- 
a  riscuotere  i  denari  d.  sua  condotta  ed  h  a 
pieno  soddisfatto,  288,  40-289,  1-47;  il  Grati 
tornando  a  Bologna  h  assallto  in  Toscana  da 
alcuni  montanari,  47-49;  scampa  con  il  denaro, 
ma  rimane  preso  In  sua  vece  il  servo  con  ii 
bagagHo,  49-290,  1-2;  per  ordine  d.  Fiorentini 
il  pred.  viene  riraesso  In  Uberta  con  la  roba,  3-4. 


[AA.  1496-1498] 


INDICE  CRONOLOGICO 


853 


1496  -  Cornelio  BargelUni  uccide  la  moglie,  290,  5-6; 

scoperto  il  delltto  h  privato  dell'ufEcio  senato- 

rio  e  bandito  di  Bologna,   5-7. 
1496  -  Abbellimenti  fatti  dal  Senato  di  Bologna  nella 

c,  290,  8-45. 

1496  giugno  29  -  Sl  comincia  a  correre  in  Bologna 
il  palio  di  San  Pietro  per  la  via  Imperiale,  290, 
46-i7. 

1496  agosto  13-15  -  Viene  a  Bologna  il  card.  Ber- 
nardino  Carvajal,  290,  48-291,  1-2;  il  pred.  bat- 
tezza  Ginevra  di  Annibale  Bentivoglio  e  d4  la 
cresima  ad  Ermes  Bentivoglio  e  alla  moglie  di 
Alessandro,  3-5;  sua  visita  alla  c,  5-7. 

1496  agosto  16  -  II  pred.  parte  per  Milano,  291,  7-8. 

1496  agosto  16  -  Passa  di  Bologna  un  ambasc.  del- 
l'imp.  Massimillano  diretto  a  Firenze,  con  i'or- 
dine  ai  Fiorentini  di  non  molestare  Pisa  per- 
che  soggetta  airimpero,  291,  9-11. 

1496  agosto  -  Si  selcia  in  Bologna  la  piazza  avanti 
alla  chiesa   di   Santa   Maria   di   Galliera,   291, 

12-13. 

1496  agosto  -  II  duca  di  Milano  con  il  leg.  card.  Car- 
vajal  va  a  Meda  a  rJcevervi  l'imp.,  291,   u-i5. 

1496  agosto  21  -  Alessandro  Bentlvoglio  con  Carlo 
Grati  si  reca  a  Meda  a  ossequiarvi  Massimi- 
liano  a  norae  d.  padre  Giovanni,  291,  16-20. 

1496  -  Annibale  Bentivoglio  va  con  genti  d'arme  a 
campo  sotto  Pisa  In  servizio  d.  Venezlanl,  291, 

Jl-22. 

1496   setlembre   8-9  -   Pioggie   dirotte  e  inondazioni 

d.  fiumi  con    molti    danni  nel  Bolognese,   291, 
23-25. 

1496  settembre  14  -  Provvidenze  d.  Senato  di  Bolo- 

gna  per  scongiurare  la  carestia,  292,   10-13. 
1496  settembre  21    -   Annibale   Bentivoglio  lascia   la 

sua  gente  d'arme  in  guarnigione  a  Pisa  e  torna 

a  Bologna  con  alcuni  araici,  291,  26-27. 
1496  Ottobre  6  -  k  finita  in  Bologna  la  facciata  d.  bot- 

teghe    degli    Stracciaroli    dirimpetto  alla  torre 

degli  Asinelli,  291,  23-29. 
1496   ottobre  7  -  Massirailiano   imp.  entra  a   Pisa  ac- 

colto  con  grandi  feste,  291,  30-31. 
1496  ottobre  7  -  f  Ferdinando   11   e   gli   succcde   nel 

,  regno  di  Napoli  lo  zio  Federigo,  291,  32-3«. 
1496  novembre  20  -  Girolarao  Ranuzzi  f  a   Bologna 

e  gli  succede  in  Senato  il    figlio    Angelo,    291, 

35-37. 
1496  -  Mutazloni  ordinate  dal  Senato  dl  Bologna  negU 

emblemi  d.  Gonfalonieri  d.  popolo,  291,  38-42. 
1496  -  Lodovico  e  Giovanna  Bolognini   fabbricano  in 

Bologna  una  superba  libreria  nel  mon.  di  San 

Domenico,  291,  43-46. 
1496  -  Si  manifesta  in  Ifalia  11  male  francese,  291,  47- 

292,  1. 
1496  -  E  fabbricata  la  cupola  dl  San  Glovannl  in  Monte 

di  laminc  di  piombo  e  poi  ricoperta  di  tegole 

perchfe  non  riparava  dalla  pioggia,  292,  4-7. 
1496  dicembre  27  -  Parto  trlgemino,   292,  s-9. 
*1496  -  Agamennone  Marescotti  4  pod.  di  Lucca,  306,  23. 

1496  -  II  re  di  Francla  prega  11  Senato  di  Bologna  a 

non  dare  rlcetto  at  banditi  e  fuoruicltl  fioren- 
tinl,  292,   14-24. 

1497  -  Elezione  d.  maglstratl  dl  Bologna  secondo  Tuso, 

292,  25. 


1497  gennaio  2   -  f  a   Milano  dl   parto   la  d«chessa 

Beatrice  Sforza,  292,  27-36. 
1497  febbraio  26  -  Annibale  Bentivogllo  con  tutte  le 

genti  d'arme  passa  in  Lombardia  contro  i  Fran- 

cesi,  292,  37-40. 
1497  maggio  -  II  pred.  toma    a    Bologna    con    le   tue 

genti,  292,  40-41. 
1497  -  E  fabbricato   in  Bologna   il   pal.    Bianchetti  dl 

contro  a  San  Donato,  e  quelio   di    Bartolomeo 

Felicini,  magnifico,  in  Galliera,  292,  42-44. 
1497  -  t  a   Bologna    Lodovico   Bianchi   senatore;   gli 

succede   ia  Senato   Ghinolfo  Bianchi,  292,  45; 

296,  1-2. 
1497  luglio  12  -  E  fusa  la  campana  per   la   torre   di 

Giovanni  Bentlvoglio,   296,  3-5. 
1497  luglio  15  -  La  pred.  e  tirata  suUa  torre,  296,  5. 
1497  luglio  17  -  La  pred.  campana  ft  provata  e  Gio- 

vannl  Bentivogllo  ne  ode  il  suono  da  San  Don- 

nino,  296,  6-7. 
1497  luglio  28  -  La  pred.  campana  si  rompe  e  viene 

calata,    296,  7. 
1497  settembre  4  -  Si  fonde  un'altra  campana  per  la 

torre  d.  Bentivoglio,  296,  8-9. 
1497  -  Annlbale   Bentlvoglio   fabbrica   a  Bologna  "  U 

Casino  „  nel  Borgo  della  PagHa,   296,  10-12. 
1497  settembre  30  -  Annibale  pred.,  assoldato  dai  Fio- 

rentini,  parte   con    cinquanta    uomini    d'arme, 

296,  13-16. 
1497  -  II  Senato  di  Bologna   fa   ingrandire    la   piazza 

Caldertni  abbattendo  varie  case,  296,  17-20;   fa 

anche  gettare  a  terra  parte  d.  casa  dl  Giacomo 

Cospi   per   rendere  libera  dalle   Chiavature  la 

vista  d.  chiesa  di  San  Domenlco,  20-33. 
1497  novembre  28  -  Arriva  a  Bologna  11  card.  d'Este, 

che  riparte  il  giorno  dopo,  296,  24-29. 
1497  -  t  a  Bologna  fra  Giacomo  Borselli  storico,  296, 

30-33. 
1497  dicembre  19  -  Rovina  In  Bologna  la  nuova  fab- 

brica  nel  convento  di  San  Salvadore  prlma  che 

sia  coperta,  296,  34-37. 
1497  -  Lorenzo  Odofredl  restaura  a  Bologna  la  sepol- 

tura  d.  sua  famiglia,  296,  38-39. 

1497  -  Gabriele  da  Sala,  rcedico,  h  dai  frati  di  San  Do- 

menico  condannato  ai  fuoco  quale  eretlco,  296, 
40-41 ;  h  liberato  per  l'intervento  dt  Alessandro 
e  Giangaleazzo  lientivogllo  e  va  a  Flrenze,  43-44. 

1498  -  Elezlone  d.  magistratl  di  Bologna  secondo  l'uio; 

e  pod.  Glovanni  Benedetto  Barattani,  296,  45-4». 
1498  -  Una  saetta  abbatte  una  parte  dlcaitel  SanfAn- 

gelo  a  Roma,  293,  47-48. 
1498  aprile  [7]  -  t  Carlo  VIII  re  dl  Francla,  293,  49  ; 

294,  1 ;  gli  succede  Lulgl  Xlf,  1-3. 
1498  -  I  Turchi  tono  con  grande   ttrage  sconflttl  dal 

Poloni,  294,  3-4. 
1498  aprile  13-6  costruita  la  chleta  dl  San  Barto- 

lomeo  in  Bologna,  294,  16-17. 
1498  maggio  -  fe  dipinta  in  Bologna  la  torre  deiroro- 

loglo,  294,  22. 
1498  [maggio  23]  -  Suppllzlo  a  Flrenwj  dl  fra  Glro- 

lamo  Savonarola,  294,  5-7. 
1498  maggio  25   -    Antongaleazio    Bentivoglio    ptrte 

segretamentc  dl  Bologna   per  «ndare   In  pelle- 

grlnagglo  al  .Santo  Sepolcro,  294,  l-IS. 
1498  -  Sono  abbattutl   a   Bologna   1   portlcl  d.   Croce 


S54 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1498-1499  ottobre] 


d.  Santl  per  rendere  la   «trada  rettUlnea,  294, 
30-31. 
1498  luglio  14  -  k  abbruclata  vlra  auUa  Plazza  di  Bo- 
logna  la  «trega  Gentlie  Budrloli,  294,   33-295, 

1-31. 

♦1498  agosto  -  Annlbale  Bentiyoglio,  a  terrizio  d.  Ve- 
neziani,  va  in  Toscana  per  ristabillre  i  Medicl 
In  Firenze,  295,  33-36. 

1498  settembre  2  -  Invece  Alessandro  Bentivoglio,  a 
servizio  d.  duca  di  Mliano,  si  reca  ad  alutare 
1  Florentlnl,  nia  dopo  poclil  giornl  torna,  295, 

36-3S. 

1498  ottobre  23  -  Glangaleazzo  Bentlvoglio  torna  dl 
Terrasanta,  295,  39-31;  in  rlngrazlamento  d. 
felice  vlagglo  compluto  fa  dipingere  dal  Fran- 
cia  un'ancona  per  l'altare  d.  chlesa  d.  Miseri- 
cordia  in  Boiogna,  33-35. 

1498  ottobre  24  -  t  ■  Boiogna  Vincenzo  Paleotti  ec- 
ccllente  dottore,   295,  36-40. 

1498  novembre  29  -  f  Bonifacio  Cattani ;  gii  succede 
in  Senato  11  figlio  Eliseo,  295,  41-43. 

1498  dicembre  16  -  Carlo  Grati  e  mandato  da  Gio- 
vanni  Bentivoglio  con  miiizie  d.  duca  di  Mi- 
lano  in  aiuto  d.  Fiorentini  contro  Pisa,  295, 
44-45. 

1498  dicembre  22  -  Paolo  GhelUni  si  addottora  me- 

dico  in  Padova,  295,  46-50. 
*1498   -   Agamennone   Marescotti   e  pod.   di   Firenze, 
306,  33. 

1499  -  Elezione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  I'u- 

so;  e  pod.  di  Bologna  Giovanni  Benedetto  Ba- 

rattani,  296,  1-3. 
1499  gennaio  2  -  Annibale  Bentlvoglio  torna  a  Bolo- 

gna  dalla  Toscana  senza  essere   riusclto   a   ri- 

mettere  i  Medici  In  Flrenze,   296,  3-6. 
1499  -  Passano  di  Bologna  milizie  d.  duca  di  Milano 

mandate  in  Romagna  a  presidiare  Imoia  e  Foril, 

296,  7-8, 
1499  marzo  7  -  Glunge  a  Bologna  Fracasso  da  San- 

severlno  diretto  a  Milano  senza  le  genti  d*arme, 

296,  9-10. 
1499  marzo  -  II  pred.,   sdegnato   col  duca,  gli  chiede 

licenza  e  l'ottiene,  con   l'ordine   di  laBciare  in 

due  ore  Milano  e  in  due  giorni  uscire  dal  du- 

cato,  296,  10-13;  &  privato  dal  duca  d.  suoi  beni 

nei  Miianese,  13-13. 
1499  marzo  9  -  Le  chicse  di  Bologna,  San   Petronio 

e  San  Gtovanni  in  Monte,  sono  interdette  da 

Astorre  Malvezzi  per  questioni  d'interesse,  296, 

14-17. 
1499  marzo  24  -  E  finita  la  chiesa  di  San  Bartolomeo 

in  Bologna,  294,  17-18. 
1499  marzo  28  -  Sl  comincia  a  dire  messa  neila  pred. 

chiesa,  294,  18-19. 
1499  -  t  *  Bologna  Antonio  Bentivoglio   naturale   di 

Sante,  296,  18-19. 
1499  -  Lega   tra    i   Venezlani,   Luigi  XII,   e   Alessan- 

dro    VI    contro    Lodovico    Sforza,    296,    30-28; 

Ascanio  Sforza  h  dal  pp.  privato  d.  legazione 

di  Bologna,  alla  quale  h  preposto  invece  il  card. 

Rodrlgo  Borgia,  28-30. 
1499  -  Lodovico  Sforza  per  fronteggiare  tanti  possenti 

nemici  sl  accosta  all'imp.  Massimiliano  e  chie- 

de  aiuto  anohe  a  Bajazet  11,  296,  31-33. 


1499  agosto  14  -  Annibale  BentlToglio  manda  Cario 
Grati  con  cento  elmettl  ml  campo  d.  duca,  296, 

34-35. 
1499  agosto  16  -  Anche  Giovannl  Bentivoglio  manda 
al  duca  ie  sue  genti  d'arme  e  quelle  dl  Alet- 
tandro  tuo  figlluoio,  296,  36-3(;  ii  re  dl  Fran- 
cla  gii  scrive  di  ritenerlo  come  nemico  te  con- 
tinueri  ad  aiutare  lu  Sforza,  39-47. 
1499  agosto  -  Vlcne  sclciata  in  Bologna  la  piazza  vi- 

cino  all'orto  d.  Slgnori,  297,  21-34. 
1499  settembre  1  -  Lodovico  Sforza,  in  seguito  alla 
venuta  di  Luigi  XII  in  Itaiia  e  alle  fortunate 
imprese  di  lui  contro  le  sue  terre,  fugge  di  Mi- 
lano  coi  suoi  tetorl  e  va  in  Germania  con  II 
fratello  Ascanio  e  i  figii,  lasciando  il  castello 
ben  munlto  in  fede  di  Bernardino  da  Corte, 
297,  1-9. 
1499  settembre  -  i:)opo  la  fuga  d.  duca  tutti  i  popoll 

d.  ducato  si  danno  ai  re,    297,  9-10. 
1499  settembre  6  -  II  cap.  Giangiacomo  Trivulzio  en- 
tra  in  Milano  a  nome  di  Luigl  XII,  297,  lo-ll. 
1499  settembre  6-11  card.  Borgia  fa   la   sua  eotrata 
in    Bologna   rlcevuto   con   gll   onorl  consueti, 
297,  15-19. 
1499  settembre  -  Bernardino  da  Corte  rende  per  dcnaro 
il  castello  di  porta  Giovla  ai  Francesi,  297, 12-U. 
1499  settembre  7  -  II  Borgia  va  alle  Tombe  in  com- 
pagnia  d.  figliuoli  di  Giovanni  Bentivoglio  e  do- 
po  desinare  si  reca  a  I''errara  c  di  la  a  Venezia, 
297,  19-30;  cf.  16. 
1499  settembre  7  -  Carlo  Grati  torna  a  Hologna  dal 
campo,  ove  era  stato  mandato  da  Annibole  Ben- 
tivogllo  in  favore  d.  Sforza,  297,  25-36. 
1499  settembre  8   -   t  ^   Bologna   Giovanni   da  Sala 
eccellcnte  dottore  e  generale  d.  fratl  Gaudenti, 
297,  27-38. 
1499  •  Si  finlsce  In  Bologna  la  libreria  d.  Bolognini  in 

San  Domenlco,  297,  39. 
1499  -  Gli  ortolani  di  Bologna  cominciano  a  vendere 
nella  piazza  nuova  al  luogo  loro  assegnato,  297, 
30-31. 
1499  settembre  20  -  Giovanni  Bentivogiio  manda  il  fi- 
glio  Annibale  con  ricco  seguito  a  Milano  a  ri- 
verirvl  Luigi  XII,  297,  33-36. 
♦1499  settembre  -  Annibale  Bentivoglio  e  ben  accolto 
dal  re,  che  gli  promette  la  sua  protezione  a  Bo- 
logna  contro  tutti,  eccetto  il  pp.  cui  era   sog- 
getta,  36-37;  il  re  anche  lo  crea  barone  Insleme 
al  padre  e  ai  fratelli,  37-39,  e   gli   annuncla   11 
passaggio  per  ii  territorio  di  Bologna  di  mili- 
zie  che  invia  per  il  pp.  a  conquistare  Imola  c 
Forfi,  39-41. 
1499  Ottobre  3-4  -  Giunge  a  Bologna  il  card.   Ortini 

e  ne  rlparte  per  Milano,  297,  43-45. 
1499  ottobre  4  -  Arriva  anche  Giovanni  della  Rovere, 
prefetto  di   Sinigaglia  e  fratello  d.  card.  Giu- 
Ilano,  pure  diretto  a  Milano,  297,  46-48. 
1499  ottobre  5  -  Sono  restitulte  le  messe   a   San   Pe- 
tronio  e  alle  altre  chiese  di  Bologna  interdette, 
297,  49-51. 
1499  ottobre  17  -  Glovanni  Giordani  parte  di  Milano 
per  acqua  nel  buclntoro  d.  march.    di    Ferrara 
con  altrl  signori  pure  recatisi  a   ossequiare   il 
re,  298,  1-4:  da  Ferrara  col  pred.  arriva  in  nave 


[AA.  1499  ottobre-1500  ottobre|     INDICE   CRONOLOGICO 


855 


I 


a  Bologna,  4-5;  dopo  una  permanenza   dl   due       1500 
giorni  in  casa  d.  BentiTOglio  riparte,  5-5. 

1499  ottobre  28  -  Di  nuovo  passa  di  Bologna  il  card. 
Orsini  di  rltorno  a  Roma,  298,  7-8. 

1499  novembre  -  Le  lancie  francesi  annunclate  dal  re 
cominciano  a  passare  dal  territorio  bolognese 
sotto  la  condotta  dl  Cesare  Borgia,   298,  9-14. 

1499  novembre  22  -  f  a  Bologna  Nicol6  Savi  celebre 

raedico,  298,  15-16.  1500 

1499  novembre  22  -  Cesare  Borgia  alloggia  all'oste- 
ria  d.  Quaquarelio  oltre  il  ponte  d.  Reno,  298, 
17-1»;  h  visitato  e  condotto  a  Bologna  da  An- 
nibale  e  Antongaleazzo  Bentivoglio,  18-19;  gli 
h  offerta  da  Giovannl  Bentivoglio  una  sontuosa 
cena,  19-20  ;  dona  ai  pred.  un  belllssimo  cavallo 
con  ricclie  bardature  e  torna  all'osteria  tra  I  1500 
suoi,  30-33. 

1499  novembre  23  -  II  Borgia  riceve  presenti  di  com-       1500 
mestibili  dal  Senato  di  Bologna,  298,   23-24;   il 
pred.  inria  le  sue  genti  verso  Imola,  passando 
per  la  c.  in  ordlnanza,  25-26.  1500 

*1499  novembre  -  II  pred.  Borgia  con  i  cap.  Paolo  Or- 
sini  e  Vltellozzo  VitelU  ottiene  subito  Imola, 
ma  non  la  rocca  strenuamente  dlfesa  da  Cateri- 
na  Sforza,  298,  27-32;  finalmente  anche  la  pred.       1500 
sl  arrende  ed  e  mandata  prigioniera  a  Roma,  33. 

1499  novembre  28  -  Giunge  in  Bologna  il  card.  leg. 
Rodrigo  Borgia  ricevuto  con  i  sollti  onori,  298, 
34-35;  11  pred.  si  lagna  di  trovare  le  stanze  spo-       1500 
glie  e  risponde  in  malo  modo  al  Gonfalonlere 
di  Glustizia,  35-42, 

1499  dicembre  27  -  Glovanni  Bentivoglio  per  festeg- 

glare  il  suo  natalizio  fa  cav.  aurato  Francesco 
Ghlsilleri,  298,  43-45. 

1500  -  Elezione  d.  magistratl  di  Bologna  secondo  II  con-       1500 

sueto,  298,  46. 

1500  gennaio  12  -  Cesare  Borgia  duca  Valentino  con- 
quista  Forll,  298,  47-49. 

1500  gennaio  14-11  leg.  Rodrigo  Borgia  recatosi   a      1500 
Urbino  vl  f.  299,   1-i. 

1500  gennaio  31  -  I  Francesl  al  servlzio  d.  Valentino  1500 
tornano  in  Lombardia  contro  Lodovlco  Sforza 
passando  lungo  le  fosse  di  Bologna  in  tenuta 
di  battaglia  per  timore  d.  popolo,  299,  3-9;  la- 
sciatasi  addletro  la  c,  si  abbandonano  al  sacco 
d.  territorio  commettendo  anche  violenze  con- 
tro  le  persone,  9-13. 

1500  febbraio  2  -  Ascanio  Sforza   rientra   In   Mllano 

accolto  con  feste  avendo  seco   ventimila  tede-       1500 
schl,  299,  14-16. 

1500  febbraio  4  -  Tonia  a  Milano  anche  II  duca  Lo-       1500 
dovico  che  subito  passa  il   Ticino   e   ricupera 
Vigan6,  299,  16-17. 

1500  febbraio  -  Lodovico  Sforza,  avendo  gl4  rlcupe- 
rato  quasi  tutto  lo  stato,  h  tradito  a  Novara 
dagll  Svizzeri  che  lo  vendono  ai  Francesi,  299,  1500 
18-19;  fe  condotto  prigionlero  in  Francia,  19;  11 
fratello  A^^canio,  appresa  questa  notizia,  fugge 
dl  Mllano,  ma  inseguito  i  fatto  prlgioniero  da  1500 
Carlo  Orsini  che  lo  manda  a  Venezia,  donde  a 
richlesta  d.  re  fe  inviato  In  Francla,  19-33. 

1500  febbraio  11  -  Passa  di  Bologna  Isabella   Sforza       1500 
vedova  di  Glangaleazzo,  con  due  flgU  dlretta  a 
Napoli,  299,  24-38. 


maggio  -  Re  Luigi  Xir  va  a  Milano,  299,  29;  11 
pred.  h  sdegnato  contro  Bologna  e  il  Bentlvo- 
glio  per  Taiuto  prestato  a  Lodovico  Sforza,  29- 
34;  si  placa  merce  Tofferta  di  quarantamila  du- 
cati  fpttagli  da  Mino  Rossl  a  nome  d.  Senato 
bolognese,  34-36,  11  quale  Impone  ai  Gonfalonierl 
d.  popolo  di  radunare  la  somma  proporrional- 
mente  dai  cittadinl  e  dagli  artieri,  36-42. 

-  Durante  le  solite  processioni  d.  rogazionl  con 
la  Madonna  di  San  Luca  In  Bologna,  la  festa  c 
dlsturbata  da  un  tale  Giovannl  Piacentini,  che 
scontratosi  con  un  suo  nemico  vuole  ucciderlo, 

299,  43-300,  1-5  ;  il  dlsturbatore  h  fatto  pren- 
(lere  dal  Gonfalonierl  e  impiccare  subito  per  la 
via,  5-7. 

luglio  5  -  Terribile  grandinata  ad  Altedo ;  la  gros- 
sezza  d.  grandine  uccide  anche  anlmali,  300,  8-9. 

luglio  5  -  Una  saetta  colplsce  la  torre  d.  Benti- 
voglio  e  ne  atterra  un  merlo  senza  fare  male 
a  Giovannl,  che  si  trovava  nella  torre,  300,  9-12. 

agosto  28  -  A  Glovanni  Bentivoglio  h  concesso 
dal  vicelegato  e  dai  Sedicl  di  fabbricare  un 
mulino  fuori  porta  Santo  Stefano  o  a  Coda- 
lunga,  300,  13-16. 

settembre  26  -  f  Gllberto  Pio,  genero  d.  Benti- 
vogllo  in  Bologna,  300,  17-19;  gli  succede  nella 
condotta  d.  soldati  d.  c.  11  tigliuolo  Alessandro 
tredlcenne,   19. 

-  II  pp.  crea  Cesare  Borgia  Gonfalonlere  d.  Chle- 

sa  e  lo  mette  a  capo  di  molte  bande  spagnuole 
perche  con  Paolo  Orsini,  Viteilozzo  Vitelll,  Er- 
cole  BentivogUo  muova  all'acquisto  d.  Roma- 
gna,  avendo  anche  ottenuto  dal  re  di  Francia 
promessa  dl  aiuto,  300,  37-33. 
Ottobre  6  -  P.indolfo  Malatesta  con  la  moglie  e 
11  fratello  Carlo  fugge  dl  Rlmini,  che  si  d4  11- 
beramente  a  Ercole  Bentlvogllo  per  la  Chlesa, 

300,  33-38. 

oftobre  12  -  I  Malatesta  fuggltivi  giungono  a 
Bologna,  300,  38. 

ottobre  -  I  Pesaresi,  essendosl  Glovannl  Sforza 
recato  a  Venezla  per  aiuto,  timorosl  di  soffrlre 
danni  dal  Vttlentlno  s'lmpadroniscono  di  Ga- 
leazzo  Sforza,  fratello  di  (Jiovannl,  e  lo  obbll- 
gano  a  costringere  11  casteJIano  a  cedere  loro 
la  rocca,  il  che  avviene,  300,  39-44  ;  i  cittadlnl 
lasriano  In  liberta  Galeazzo  e  si  rendono  con 
la  rocca  al  Borgla,  44-45. 

ottobre  17  -  Galeazzo  Sforia  giunge  a  Bologna, 

300,  45. 
Ottobre  29  -  t  Nicol6  Rangoni  cap.  d,  soldatl  dl 
Bologna,  altro  genero  di  Giovannl  Bentlrogllo, 
300,  22-23;  gll  tuccede  nella  condotta  il  figllo 
tredicenne  Guido  lotto  la  guida  d.  zlo  Cesare 
Rangoni,  23-26. 

-  H  d'Allcgri  passa  con  le  sue  gentl  dal  tcrrito- 
rlo  bolognese,  cssendo  egll  rlcevuto  e  otpltato 
in  c.  dal  Bentivogllo,  300,  46-41. 

-  II  Senato  di  Bologna,  temendo  d.  Valcntlno,  M- 
golda  Ranucclo  da  Maraano  con  cento  lancle  a 
dlfesa  d.  c,  300,  49;  301,  1-5. 

ottobre  (flne)  -  II  Valentlno,  lasclati  prcsldl  a 
Pesaro  e  Rlmlnl,  pone  11  oampo  sotto  Faensa 
che  inutilraentc  aisalta,  slnchk  giunto  i^lnverno 


856 


INDICE  CRONOLOGICO      [AA.  ISOO  ottobre-lSOl  maggioj 


h  costretto  a  rltlran!,  301,  6-!3;  chiede  Olttel 
Bologneie  al  Senato  per  porvi  1  suol  quartlerl 
d'in7erno,  U-IJ;  !1  Senato  nianda  a  dlsiuaderlo 
Francesco  Pantuzzi,  che  senza  timldezza  rispon- 
de  insolentemente  allc  insolenze  d.  duca  e  parte, 
15-34. 
1500  -  Giorannl  Boltraffio,  pittore  milanese,  dipinge 
nella  chiesa  della  Misericordia  fuori  di  Boiogna, 
301,  3J-36. 

1500  -  II  .Senato  manda  Mino  Rossi  a  Luigi  XII  per  in- 

tenderne  l'anlnio  circa  il   contegno    d.    I3orgia 
con  Boiogna,  301,  37-39. 

1501  -  Si  eleggono    i   magistrati   di   Bologna   secondn 

l'uso,  301,  41. 
1501  gennaio  3  -  Di  nuovo  11  Valentlno  conduce  Te- 
sercito  contro  Kaenza,  che  i  cittadini  avevano 
validamenle  ralTorzata,  301,  «3,  «4-47. 
1501  gennaio    10   -   GiuHano   della   Rovere,  avvisato 
mentre  era  in    Cento   che  sarebbe   stato   dato 
dal  Bentivoglio  nelle  mani  d.  duca  Valentino, 
parte  segretamente  per  Finale  ove  sl  trattiene 
sette  glorni,  quindi  proscgue  per  Savona,  302, 
1-3;    Agamcnnone    Marescotti    h    incolpato    di 
averlo  avvisato,  3-4. 
1501   genuaio  13  -  II  Gonfaioniere  Petronio  dalla  Fon- 
dazza   assaie   per    primo    e   ferisce   gravemente 
Luigi  Maria  Grifibni,  per  il  che  h  privato  del- 
l'ufficlo  e  bandito  per  tre  anni,  302,  4-14. 
*1501  gennaio  -  II  Valentino  assale  di  nuovo   Faenza 

inutilmente,  301,  43-44;  cf.  302,  1J-I9. 
*1501  gennaio  -  II  pred,  si  impadronlsce  d.  castelii  di 
Solaroio  e  Brisighelia,  poi  torna  contro  Faenza 
per  un  nuovo  assalto,  pure   respinto  valorosa- 
mente  dai  Faentinl,   302,  20-33. 
1501  gennaio  21  -  Nuovo  infruttuoso  assalto  d.  Bor- 

gia  alla  pred.  c,  302,  34-26. 
1501  gennaio  24-1  Faentini,  vistisi  privi  di  aiuto  e 
temendo  una  yolta  o  Taltra  dl  soccombere,  ven- 
gono  a  patti  col  Valentino  dl  dargli  la  c.  salvi 
gii  averl,  le  persone  e  il  fanciullo  Astorre,  che 
doveva  andare  libero  con  ie  sue  robe  dove  cre- 
desse,  302,  27-31 ;  il  duca  entra  in  c.  dimostrando 
molta  benevolenza  al  Manfredi,  nia  dopo  alcuni 
giorni  lo  manda  a  Roma  al  pp.  col  fratello 
naturale  Giovannl  Evangelista  ed  entrambi 
vengono  rinchiusi  iu  castel  SanfAngelo,  31-34. 
1501  genuaio  -  II  Senato  di  Bologna  neirincertezza 
sul  da  farsi  riguardo  al  Valentino,  gli  manda 
Intanto  due  ambasc.  a  rallegrarsi  d.  presa  di 
Faenza,  302,  35-43. 
1501  gennaio  27  -  Giovanni  Marsili  e  Angelo  Ranuzzi, 
gli  umbasc.  eletti,  partono  e  arrivati  a  Castel 
San  Pietro  sono  raggiunti  dalle  genti  d.  duca, 
che  ioro  domandano  alloggiamento  nel  territo- 
rio  rome  ad  amlci,  302,  43-46;  i  pred.  fanno 
loro  aprlre  il  castello  perchfe  si  provvedano  di 
vettovaglia,  46-47'  ma  i  soldati  appena  entrati 
fanno  prigionieri  gli  ambasc.  e  danno  U  sacco 
alla  terra,  47-48. 
1501  gennaio  28  -  II  pred.  escrcito  obbliga  gli  ambasc. 
a  dare  loro  Casalfiuminese,  C.istelguelfo  e  altri 
luoghi  di  quel  contorno,  302,  49-50;  trattanto 
il  Vlteili  trascorre  sino  a  Medicina,  ohe  gli  e 
consegnata  dal  commissario,   e   vi   fa   uccidere 


11  conte  Pietro  da  Marzano  che  1«  pretidiava, 
303,  l-S;  passa  qulndi  a  Varignana  e  all'Idice 
aaccheggiando  ovunque,  303,  6-7. 
•1501  gennaio  -  II  popolo  dl  Bologna  a  queste  notizie 
al  arma  spontaneamente  ponendosl  agli  ordini 
d.  Bentivoglio,  303,  S-ll;  sono  tostenuti  in  Pal. 
Agamennone,    Glatone,    Agesilau  e    Lodovico 
Marescotti  sospettatl  di  intelligenza  coi  Valen- 
tino,  12-IS;  ma  non  trovandosi  nulla  a  loro  ca- 
rlco  il  Senato  li  fa  rilasoiare,  U-19;  i  pred.  sono 
di  nuovo  guardati  in  Pal.  per  preclse  denunzle 
giunte  al  Senato  su  loro,  19-24;  frattanto  la  c 
c  posta  in  stato  di  dlfendersi,  3S-39. 
1501  -  Scarsissimi  atuti  d.  .Signori  amlci    giungono   a 
Bologna,  tutti  temendo  d.  Valentino,  che  si  sup- 
poneva  nella  sua  azione  contro   Bologna   favo- 
rito  dal  re,  303,  40-SO. 
1501  apriie  29  -  Paolo  Orsini  h  mandato   dal    Valen- 
tlno,  che  aveva  appreso  i  grandi  preparativl  di 
difesa  fatti  dai  Bolognesi,  a  Bologna  per   ac- 
cordi  col  Senato,  304,  1-6 ;  il  Senato  fa  disporre 
le  sue  forze  per  le  strade  da  cui  l'ambasc.  do- 
veva  passare,   sicch^   1'Orsini   rimane  meravi- 
gliato  di  tanto  apparato,  6-14. 
1501  aprile  30  -  Si  capitola  che  i  Bolognesi  diano  al 
duca   libero    Castel  Bolognese  e  cento   uominl 
d'arme  per  tre  mesi  e  il  duca  restituisca  Castel 
San  Pietro  coi  prigioni  e  la  preda,  304,  19-35 ; 
l'Orsini,   conciusi  i  capitoli,  avverte  Glovanni 
Bentivoglio  da  parte  d.  duca  d.  pressioni  fat- 
tegli  con  lettere,  che  mostra,  da  cittadlni,  per- 
chh  venga  contro  Bologna  a  cacciarnc  i  Benti- 
voglio,  36-39;  qulndi  tratta  di  dare  la  figlia  di 
Giulio   Orsini  per  moglie  a  Ermes,   ma   senza 
dote,  e  Giovanni  accetta,  39-40. 
1501   maggio  1  -  L'Orsini  parte  coi  capitoli  e  accom- 
pagnato    da    Alessandro    Bottrigari,    Gianfran- 
cesco    Aldrovandi,    Giovanni    Marsili,    Angelo 
Ranuzzi  ambasc.  d.  Senato  al  duca  per  conchiu- 
dere  la  pace,  che  i  firmata,   304,  41-4J. 
1501  maggio  2  -    L'Orsini    con    gll   ambasc.    torna   a 
Bologna  con  ia  pace  approvata,  quindi  riparte, 
304,  45-48. 
*1501   maggio  -  Strage  d.  Marescotti  prigionleri  ordi- 
nata  da  Ginevra  Bentivoglio,  che  aveva  saputo 
il  fatto  d.  iettere  scritte   al   Borgia;   la   detta 
strage  %  compiuta  da  Ermes  e   da  alcuni   suoi 
amici  airinsaputa  dl  Giovanni  Bentivoglio,  305, 
1-45. 
*1501  maggio  -  Contlnua  l'uccisione  d.  membri  d.  fa- 
miglla  Marescottl,  di  loro  parenti  ed  amici,  4t- 
306,  1-38. 
*1501  maggio  -  11  Valentino  fatte  rettituire  al  conta- 
dinl  d.  Bolognese  le  robe  predate  dai  suol  sol- 
dati,  va  a  Bisano  e  quindi  a  Fircnzuola  contro 
Firenze  per  riporvi  i  Medici,  306,  39-41;  e  rag- 
giunto  a  Bruscoli    da   Antongaleazzo    Bentivo- 
glio  con  gli  arraati  promessi,  4l-*4;  prende  Cor- 
tona,  44-45;  si  accorda  per  denaro  coi  Floren- 
tini  e  iascia  l'impresa  in  favore  d.  Medici,  4S- 
<8;  Antongaleazzo  torna  a  Bologna,  4S-49. 
1501  maggio  8  -  Dopo  una   processione   solenne   con 
la  testa  di  San  Petronio,  Giovanni  Bentivogllo, 
che  durante  il  tumulto  conlro   i  Marescotti  e 


[AA.  1301  magglo-1502  luglio]        INDICE   CRONOLOGICO 


857 


k 


loro  seguaci  era  stato  in  Pul.,  torna  ad  abitare 
in  casa  sua,  307,  1-5. 
1501  maggio  27-30  -  II  D' Aubigny,  condottiero  d.  re 
di  Francia,  giunge  a  Bologna  ad  aspettarvl  i 
suoi  soldati,  coi  quali  muovere  all'acquisto  d. 
regno  di  Napoll,  307,  6-12. 

1501  giugno  5  -  Terremoto  a  Bologna  e  a  Modena  che 
ne  riraane  molto  offesa,  307,   13-15. 

1501  giugno  18  -  Mino  Rossi  torna  a  Bologna  di  Fran- 
cia  con  la  promessa  d.  protezlone  d.  re  Luigi  XII, 
ci6  clie  riconforta  il  Senato,   307,   16-18. 

1501  luglio  16  -  Giovannj  Bentivoglio  manda  a  Mi- 
iano  con  ricciil  donl  Francesco  Fantuzzi  e  Gia- 
como  dal  Gambaro  a  visltarri  il  vicerfe  card. 
d'Amboi8e,  307,  19-22;  i  pred.  ambasc.  gli  ciiie- 
dono  e  ottengono  a  norae  d.  Bentivoglio,  i  ca- 
stelli  e  le  rendite  di  pertinenza  di  questo,  che 
il  Trivulzlo  gli  aveva  tolto  nella  prlma  venuta 
d.  Francesi,  307,  22-26. 

1501  -  Uccisione  a  Bologna  di  Taddeo  Marescotti,  per 
opera  di  uno  sconosciuto,  307,  29-36. 

1501  luglio  29  -  II  duca  Valentino  fa  gettare  a  terra 
le  mura  di  Castel  Bolognese,  che  ribattezza  col 
nome  di  Villa  Cesarina,   307,  37-38. 

1501  agosto  1  -  Grosso  temporale  a  Bologna  con  ful- 
mini,  che  fanno  vittirae,  307,  39-43, 

1501  agosto  3  -  Si  apprende  a  Bologna  che  il  re  Fede- 
rigo  di  Napoli  erasi  rltlrato  a  Ischla  e  il  reame 
era  venuto  in  mano  ai  Francesi,  307,  ««-^?. 

1 501  -  II  Senato  di  Bologna  impone  un  prestito  sul 
monte  d.  sale,  307,  48-49;  e  costringe  i  comunl 
a  portare  strame  in  c.  per  apparecchiare  muni- 
zioni,  temendo  novita  da  parte  d.  duca  Valen- 
tino,  49-308,  1-4. 

1501  agosto  16  -  Giovanni  Bentivoglio  manda  il  figlio 
Antongaleazzo  con  Sigismondo  Magnani  e  Ca- 
millo  Manfredi  a  Milano  e  in  Fraucia  a  ralle- 
grarsi  col  d'Amboise  e  col  re  dell'acquisto  d. 
regno  di  Napoli,  308,  5-8. 

1501  agosto  19  -  Un  barone  francese,  onorevolmente 
ospitato  dal  Bentivoglio,  passa  di  Bologna,  308, 
9-11. 

1501  settembre  2-11  Senato  fa  scortare  sino  a  Firen- 
zuola  un  Francese  latore  di  una  grossa  somma 
di  denaro  per  lo  stipendio  d.  soldati  nei  Na- 
poletano,  308,  12-14. 

1501  settembre  12  -  Carlo  Orsini  passa  di  Bologna 
dlretto  in  Francia,  308,  15-16. 

♦1501  settembre  -  Passano  dal  territorio  di  Bologna 
senza  fare  disordini  moltl  soldati  che  dal  Na- 
poletano  vanno  in  I.orabardia,  308,  17-18. 

1501  settembre  22  -  II  Senato  non  riuscendo  ad  avere 
denaro  fa  impriglonare  molti  slno  che  non  pa- 
ghino,  308,  19-21. 

1501  settembre-ottobre  -  Girolamo  Sampieri  e  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia,  308,  22. 

1501   -  Camblamenti  nclla  valuta,  308,  23-29. 

1501  novembre  1  -  Alessandro  Bentivogllo,  quantunque 
non  sia  senatore,  i  el.  eccezionalmentc  Gonfa- 
loniere  di  Glustizia,  308,  30  36;nuovi  Anzianl 
creali  con  lui  e  sfarzosa  cerimonla  deirentrata 
in  ufficio,  36-43. 

1501  novembre  S  -  Tornano  a  Bologna  gli  Invlatl  al 
vlcerfc  e  In  Francla,  308,  8. 


1501  dicembre    20-21    -   Passa  di    Bologna  Ippolito 

d'Este  con  l'ambasceria  mandata  dal  duca  di 
Ferrara  a  Roma  a  prendervi  Lucrezia  Borgia 
sposa  di  Alfonso,  308,  44-309,  1-4;  il  pp.  dona 
in  dote  alla  pred.  Cento  e  la  Pieve  e  molto 
vaiore  in  denaro,  gioie  e  corredo,  4-7. 

1502  -  Elezione  d.    magistrati  dl   Bologna   secondo  il 

consueto,  309,  7-9. 
1502  gennaio  5  -  f  a  Bologna  Piero  Canoniei,  309,  9-io. 
1502  gennaio  14  -  Annibale  Bentivoglio  torna  dl  Ro- 
ma,  ove  era  stato  al  seguito  di  Ippolito  d'Este, 
e  fa  sontuosi  preparativi  per  accorapagnare  Lu- 
crezia  Borgia  con  la  moglie  a  Ferrara,  309, 11-16. 

1502  gennaio  21  -  f  Andrea  Grati  a  Bologna;  gli  tuc- 
cede  in  Senato  il  fratello  Carlo,  309,  17-18. 

1502  gennaio  29  -  I.ucrezia  Borgia  giunge  a  liologna 
con  ricchissimo  seguito;  fe  ricevuta  con  grandl 
onori  da  Glovannl  Bentivoglio  e  da  tutta  la 
c,  e  parte  in  barca  per  Ferrara,  309,  19-31. 
*I502  gennaio  -  Si  rinviene  a  San  Giorgio  Castello,  in 
una  possessione  di  Battista  Savi,  una  lapide 
romana  con  iscrizione,  309,  33-40. 

1502  febbraio  1  -  Giuliano  della  Rovere  non  consen- 
tendo  a  togliere  al  vescovado  di  Bologna  Cento 
e  la  Pieve,  dal  pp.  donate  in  dote  a  Lucrezia 
Borgia,  h  sostitulto  nella  sua  dignlti  da  Gio- 
vanni  .Stefano  Ferreri  vesc.  dl  Vercelll,  che  ce- 
de  ai   voleri  d.  pp.,  309,  41-310,  1-3;  cf,  44-50. 

1502  febbraio  8  -  Ermes  Sforza  passa  di  Bologna  di- 
retto  a  Flrenze,  310,  6-8. 

1502  febbraio  9  -  II  Senato  dl  Bologna  fa  bandlre  dal- 
la  Ringhiera  rindulgenza  plenaria  concessa  dal 
papa  al  visitatori  d.  chiese  di  San  Pietro,  San 
Petronlo,  San  Domenlco  e  San  F'rancesco,  310, 
9-11. 

1502  febbraio  21  -  Alessandro  Bianchetti,  che  aveva 
fatto  vitalizio  d.  suo  con  Glovannl  Bentivo- 
glio,  fe  trovato  f,  310,  4-5. 

1502  marzo  16  -  Bernardino  Rosso  Gozzadini  k  prl- 
vato  d.  suo  ufficio  di  Gonfaloniere  perchfc  so- 
spettato  dl  esserc  stato  a  Roma  a  sparlare  col 
pp.  d.  Bentivogllo,  310,  13-32, 

1502  -  Conversione  in  Bologna  durante  la  quareslma  dl 
venticlnque  meretricl,  310,  33-32, 

1502  -  t  Gaspare  Bargellinl  nel  riagglo  dl  ritorno  dal 
pellegrlnagglo  in  Gallizla,  310,  33-34;  gli  suc- 
cede  in  Senato  11  fratello  Astorre,  35, 

1502  aprile  -  Ripassa  di  Bologna  Carlo  Onln!  diretto 
a  Napoll,  310,  36-37. 

1502  aprile  26  -  Antongaleazzo  Benttvoglio  con  Ga- 
leazzo  Bottrigari  va  alla  corte  d.  re  dl  FrancU, 
310,  38-39. 

1502  -  II  iluca  Borgla  prende  ai  Florentlnl  Arezzo  e 
altrl  luoghl,  310,  40-4J;  i  pred.  mandano  per 
aluti  al  re  dl  Krancla,  II  quale  invla  loro  du- 
centocinquanta  lancie,  42-43. 

1502  giugno  7  -  Glunge  a  Bologna  un  commtiMrlo 
d.  pp.  Incaricato  dl  contegnare  al  duca  di  Fer- 
rara  Cento  e  la  Pleve,  311,  1-2. 

1502  giugno  11  -  AvTlene  la  detta  consegna  con  grande 
dlspiacere  d.  Bolognesi,  311,  2-3, 

1502  luglio  13-11  Valentlno  prende  II  ducato  d'Ur- 
blno  a  tradlmento,  salvandosl  II  duca  Guldo- 
baldo  a  stento  con  la  fugo,  311,  1-13. 


858 


INDICE  CRONOLOGICO 


[A.  1502-1502  settembre] 


1S02  -  Glorannl  BentlrogUo  manda  nuoramente  An- 
tongaleazzo  ul  re  dl  Francia  invocandone  la 
protezione  per  nologna  e  ee  stesso  contro  il 
Valentlno,  311,  13-31;  il  re  risponde  di  non 
Tolere  occuparai  di  terre  d.  Cliiesa  e  quanto  a  1S02 
lul  sl  accordi  col  pp.,  31-23. 

1502  -  Giunge  a  Bologna ;  la  nuora  dell'uccislone  a 
Roma  di  Giovanni  Erangelista  e  dl  Astorre 
Manfredi  fatta  fare   dal   Vaientino,   311,   24-28.       1502 

1502  luglio  27  -  II  card.  Orsini  viene  a  Bologna  quai 
ieg.  ricevuto  con  gli  onorl  consueti,  311,  29-30; 
il  pred.  ne  riparte  di  notte  per  andare  incon- 
tro  al  re  di  Francia  essendo  accompagnaio  da 
Ermes  Bentiroglio  con  balestrieri,  30-32.  1502 

1502  -  t  Carlo  Orsini  nel  Napoletano  forse  arrelenato 
dal  Valentino,  311,  33-34. 

1502  -  II  Senato  di  Bologna  e  ciascuno  d.  Bentiroglio 
assoldano  molti  armati  a  maggior  difesa  d.  c, 
d.  territorlo  e  di  se  stessi,  311,  35-50.  1502 

1502  -  II  Vaientino  fa  risita  al  re  di  Francia,  ed  e  da 
lul  benlgnamente  aocoito,  312,    1-2. 

1502  agosto  6  -  Passa  di  Bologna  Fcderigo  da  Sanserc- 
rino  con  centocinquanta  caralii  diretto  al  pred. 
re  in  Milano,  312,  3-5. 

1502  agOStO  11  -  Giovanni  Bentiroglio  manda  i  figli 
Alessandro  e  Annibale  con  ricclii  doni  ai  re  pre- 
gandolo  di  nuoro  a  prendere  sotto  la  sua  pro- 
tezione  Bologna  e  i  Bentiroglio,  312,  6-12;  ii 
re  accetta  il  dono,  ma  risponde  non  volere  far 
nulla  per  Boiogna  clie  e  della  Ciiiesa;  pensas- 
sero  i  clttadini  a  difenderla,  clie  egli  non  da- 
rebbe  aiuto  al  Valentino  se  l'assalisse,  13-15. 

1502  agosto  24  -  Tornano  !  due  Bentivogiio  a  Bolo- 
gna,  312,  15-16. 

1502  settembre  8  -  Passa  di  Bologna  Fracasso  da  San- 
sererino  condotto  a  stipendio  dal  Vaientino 
che  comincia  a  fare  soldati  per  accrescere  la 
sua  signoria,  312,  17-31. 

1502  settembre   9  -  II   Sansererino    parte   per   Imola, 

312,   21-22. 

1502  -  Boiogna  manda  Gianfrancesco  Aldrorandi  ai 
Valentino  perintenderne  i'animo  asuoriguardo, 
312,  23-26;  il  duca  risponde  arere  raandato  dal 
pp.  di  andarie  contro  e  cacciarne  1  Bentivoglio 
ciie  la  tiranneggiarano,  pensassero  quindi  i  1502 
Boiognesi  a  espeliere  i  Bentivoglio  per  eritare 
di  essere  maltrattati,  26-33;  il  Senato  uditocio 
manda  al  Valentino  altri  due  ambasc.  Carlo 
Grati  e  Girolamo  Sampieri,  ciie,  aruta  dal  pred. 
la  medesima  risposta,  fieramente  repllcano  cije 
Bologna  intende  tenersi  il  governo  clie  ha,  e 
che  se  sar^  da  lui  molestata  si  difendera,  33-50. 

1502  -  Ercole  Marescotti  non  essendo  sicuro  d.  sua 
vita  chiede  licenza  a  Gioranni  Bentiroglio  di 
lasciare  Bologna  e  questi  lo  fa  accompagnare 
a  Ferrara,  314.  1-4. 

1502  settembre  13  -  Antongaleazzo  Bentiroglio  torna 

a  Bologna  dalla  corte  d.  re  di  Francia,  315,  20-21.       1502 

1502  settembre    14  -  Giunge  a  Bologna   un  messo  d. 

re  di  Francia  mandato  dal  pp.  e  dal  Valentino       1502 
a  persuadere  il  Senato   di   consegnare  la   c.   ai 
pp.,  che  voleva  prorvederla  di  un  ottimo  go- 
rernatore  essendo    mal  governata,   314,  5-9;  ii 
Senato   risponde   volere  conserrare   la  c.  alla 


Chieta  non  darla  al  Valentino,  avere  sino  al- 
lora  osservato  i  capitoli  accordatl  col  pp.  e  vo- 
lere  osscrrarli  e  tu  ci6  raanderi  ambaic.  ai 
pred.,  9-14, 

settembre  -  Vanno  a)  pp.  Francesco  I^antuzzi  e 
Alessandro  Bottrigarl,  che  gil  etpongono  le  lo- 
ro  ragioni  in  dlfesa  d.  c.  e  d.  Bentiroglio,  ma 
non  riescono  a  smuorerne  l'animo,  313,  14-33. 

settembre  16  -  Gioranni  Bentiroglio  assolda 
nuori  condottieri  di  soldati  per  manteneni  in 
Bologna,  e  altri  soldati  assoldano  le  Arti  ailo 
stesso  fine  tassandosi  di  una  certa  quantiti  di 
denaro,  313,  24-37. 

settembre  17  -  Giunge  un  brere  d.  pp.  il  quaie 
cita  a  Roma  Gioranni  Bentivogilo  coi  figli  e 
due  senatori  a  rispondere  d,  modo  come  in  c. 
sl  amministra  la  giustizia,  minacciando  la  c. 
di  scomunica  se  non  sara  obbedito,  313,  3S-44. 

settembre  18-1  Bolognesi,  abiiraente  disposti  dai 
partigiani  d.  Bentiroglio,  si  radunano  a  consi- 
glio  coi  magittrati  e  deilberano  che  nessuno 
d.  Bentirogiio  o  d.  senatori  debba   lasciare   la 

c,  perch^  ia  chiaraata  d.  pp.  era  un  pretetto 
pcr  indebolire  Bologna  e  farla  cadere  nelie  mani 

d.  Vaientlno,  314,  45-315,  1-14;  protestano  che 
se  quelii  aressero  voluto  partire  piuttosto  11 
arrebbero  uccisi,  14-17;  incuorano  i  Bentiro- 
glio  a  persererare  nelia  difesa  d.  c,  cui  pror- 
vederebbero  dando  il  loro  braccio,  17-22;  lo 
stesso  protestano  gli  scolari  e  i  gentlluomint 
sopraggiunti  in  Consigiio,  22-25;  sicch^  Gio- 
ranni  Bentiroglio  fa  fare  pubblico  strumento, 
che  pur  rolendo  obbedire  al  pp.  h  costretto  a 
non  partire  dalla  rolonta  d.  popolo  per  arere 
salra  ia  vita,  25-29;  con  tale  risposta  sono  man- 
dati  ai  pp.  Giacomo  Dei  Bue,  TommaBO  Gren- 
goli  e  Alessandro  Paltroni,  29-32;  dipoi  i  ma- 
gistrati  con  i  Massari  d.  Arti  vanno  dall'am- 
basc.  d.  pp.  e  a  lui  ripetono  quanto  ii  popolo 
areva  deciso  e  lo  pregano  di  scrirere  al  pp.  di 
lasciare  in  pace  Boiogna  e  osserrarle  i  capitoli 
come  essi  li  osserravano,  32-46;  intanto  ii  Se- 
nato  continua  a  provredere  aila  difesa  d.  c  ra- 
dunando  da  ogni  lato  soldati,  47-49. 

settembre  22  -  I^'ambasc.  d.  pp.  si  presenta  al 
Senato  offrendosi  intermediario  per  pacificare 
il  duca  offrendogli  una  somma  di  denaro,  314, 
50;  315,  1-3;  ma  ilSenato,  cui  non  parera  sag- 
gio  aumentare  le  forze  d.  duca  con   denari   d. 

c,  rimanda  l*ambasc,  al  Massari  d.  Arti  e  ai 
Gonfalonieri  d.  popolo  dicendo  avere  essl  soli 
autorita  dl  disporre  in  proposito,  3-9;  i  pred. 
rifiutano;  anzi  pretendono  di  riroiere  dal  duca 
Castel  Bolognese  concessogU  dal  Senato  con 
abuso  di  autorita,  e  anche  Cento  e  la  Pieve,  sic- 
chh  l'ambasc.  intuendo  di  essere  dileggiato, 
parte,  10-19. 

settembre  27  -  Antongaleazzo  Bentirogllo  fa  la 

mostra  d.  soldati  da  lui  condotti,  315,  31-33. 
settembre  27  -  Conregno  alla  Magione  d.  capitani 

d.  Valentino,  di  iui  stancatlsi,  con  i  rappre- 
sentanti  di  Gioranni  Bentiroglio,  di  Pandolfo 
Petrucci  e  Gianpaolo  Baglioni,  315,  24-33;  si  de- 
libera  di  opporsi  alle  ingorde  voglie  d.  Borgia, 


[AA.  1502  settembre-1503  genn.]     INDICE    CRONOLOGICO 


859 


i 


dl  non  abbandonare  i  Bentivoglio,  di  ricercare 
l'aiuto  d.  Fiorentini  contro  il  comune  nemico, 
33-38 ;  anclie  si  stabilisce  clie  ognuno  degli  al- 
leati  raduni  quanti  piu  soldati  pu6  per  opporsi 
insieme  al  Borgia  in  Imola,  10-41. 

1502  ottobre  12  -  Ermes  Bentlvoglio  torna  dalla  Ma- 
gione  a  Bologna  con  tale  proposito  clie  espone 
al  padre,  315,   39.  1502 

1502  -  Giovanni  Bentivoglio  fa  cominciare  una  bastia 
a  San  Michele  in  Bosco  a  maggiore  difesa  d. 
c,  315,  43-47;  e  intanto  raduna  soldati  che 
manda  a  Imola,  47-48. 

1502  -  I  Fiorentini  rifiutano  il  loro  appoggio  alla  Lega       1502 
per  odio  ai  Vitelli  e  agli  Orsini,  anzi  dichia- 
rano  che  aiuteranno  it  duca  Valentino,  cui  in- 
fatti  mandano  profFerte,  315,  49;   316,  1-2.  1502 

1502  -  II  ducato  di  Urbino  si  rivoita   al  Borgia  e   vi 

rientra  Guidobaldo,  315,  3-4;  il  Valentino  rin-       1502 
francato  dall'offerta    d.    Fiorentini    manda   per 
aiuti  al  re  di  Francia  e  temporeggia  assoldando 
genti,  4-9.  1502 

1502  -  II  pp.    non    si   fa   prendere   dalle   parole   degli 
ambasc.  bolognesi,  ai  quali  contesta  essere  l'im- 
pedimento  messo  dal  popolo  alla  partenza  d.  Ben-       1502 
tivoglio  una  finzione  di  Giovanni,  315,  10-21. 

1502  ottobre  15  -  11  popolo  di  Bologna  viene  radu- 
nato  per  quartieri  nelle  chiese  ove  alcuni  ora- 
tori  lo  esortano  a  csporre  roba  e  vita  per  man- 
tenere  il  governo  d.  c.  come  era  al  presente 
contro  il  Valentino,  315,  22-41,  nel  che  tutti 
convengono,  41-43;  e  tutti,  popolo  e  corpora-  1502 
zioni,  si  tassano  volontariamente  per  procurare 
denaro  ad  assoldare  genti,  43-50. 
Ottobre  -  I  collegati  arrivano  a  Fossombrone  e  i 
Bentivoglio  si    dispongono  a  passare  a   Imola, 

317,  8-9;  anche  tornano  gli  ambasc.  da  Roraa, 
9-10. 

Ottobre  21  -  Giovanni  Bentivoglio  manda  l'eser- 

cito  a  Castel  San  Pietro  con  Annibale  ed  Ermes  1502 
per  aspettare  l'ordine  d.  coUegati,  che  avevano 
preso  in  mezzo  e  trucidato  bande  d.  Borgia;  e 
anche  per  aspettare  di  vedere  ci6  che  facesse 
il  pp.,  di  fronte  al  quale  non  voleva  clie  i  Bolo- 
gnesi  sembrassero  essere  i  primi  a  rompere  i 
capitoli,  317,  11-20. 

ottobre  22  -  II  pred.   esercito  fa  una  scorreria 

suirimolese  predando  assai  roba  d.  duca,  317,       1502 

20-21. 
Ottobre  -  II  Valentino   a   queste   notizie    si    rin- 
chiude  nella  rocca  d'Imola  e  pensa  di  mostrare 
di  riconciliarsi  coi  collegati  finchfe  non  gli  giun-       1502 
gano  gll  aiutl  d.  re  di  Francia,  317,  23-26;  i  col- 
legati,  conquistati  dalla  sua  finta  bonarieti,  de- 
pongono  le  armi,  mentre  il  Valentlno  continua       1502 
di  nascosto  a  provvedersl ;  i  pred.  »i  accordano 
con  lui  mettendo  per  patto  che  i  Bentlvoglio 
non  slano  oflfesl,  26-42;  cf.  318,  5-11.  1502 

1502  Ottobre  30  -  Paolo  Orsini,  ambasc.  d.  collegatl  al 

duca,  h  da  lui  mandato  a  Bologna  per  trattare       1503 
l'accordo  anche  col  Bentivogllo,  317,  43-47. 

1502  novembre  2  -  Glunge  a  Bologna  in   aluto  d.  c.      1503 
Glovanni  Gonzaga  con   cento   lancle,  317,   48- 

318,  I. 

1502  novembre  -  Antongaleazzo  Bentlvogllo  va  amba«c.      1503 


1502 


1502 


1502 


1502 


d.  padre  al  duca,  che  lo  trattiene  in  giuochi  e 
feste  finchfe  non  nbbla  pronto  l'e3ercito,  318, 
2-4 ;  Annibale,  udlto  deiraccordo  fatto  dai  col- 
legati  e  che  il  Valentino  era  di  nuovo  in  grado 
di  offendere  non  che  di  difendersi,  torna  coq 
tutto  l'esercito  a  Bologna,  essendosi  laaciato 
sfuggire  Toccasione  propizia  di  attaccarlo,  12-18. 

novembre  4  -  Arriva  a  Bologna  un  messo  d.  rc 
di  Francia  che  avvisa  avere  egli  ritirato  la  sua 
protezione  alla  c.  in  seguito  airaccordo  fatto 
dai  Boiognesi  coi  collegati  alla  Maglone,  319, 
9-14. 

novembre  -  Antongaleazzo  toma  a  Bologna  a 
intendere  I'animo  d.  padre  circa  1'accordo  con 
il  Valentino,  319,  15-16. 

novembre  10  -  Antongaleazzo  Bentivoglio  torna 
a  Imola  e  si  accorda  col  duca,  319,  16-19. 

novembre  14  -  II  Bentivoglio  pred.  con  Rimiro 
di  Lorqua,  confidente  d.  Borgia,  torna  a  Bolo- 
gna  con  i  capitoli,  319,  19-24. 

novembre  15-1  pred.  capitoli  sono  dal  Senato 
mandati  al  pp.  a  mezzo  di  Tommaso  Grcngoli 
per  la  conferma,  319,  25-26. 

novembre  22  -  Passando  continuamente  armati 
pei  territorlo  di  Bologna,  i  quali,  sotto  prctesto 
di  recarsi  nel  Napoletano,  andavano  a  ingrossare 
Tesercito  d.  duca,  il  Senato  sollecita  per  mezzo 
di  Tommaso  Grengoll  e  poi  di  Alessandro  Bot- 
trigarl  la  accettazione  d.  capitoli  dal  duca  nian- 
data  in  lungo,   2t-33. 

novembre  26  -  Ercole  Bentivoglio  i  segreta- 
mente  avvertito  una  notte  da  un  amico  che 
se  aveva  da  spedire  qualcosa,  tosto  lo  facesie, 
chb  forse  gliene  sarebbe  pi6  tardi  mancata  la 
possibiliti,  319,  34-37;  Ercole  avvisa  Giovanni 
Bentivoglio  d.  cenno  avuto  e  questi  fa  subito 
mettere  la  c.  in  istato  dl  difesa  temendo  d. 
Valentlno;  ma  niente  accade,  37-45. 

dicembre  24  -  Fallita  astuzia  d.  Valentino  per 
fare  prigioniero  Giovanni  Bentivoglio  col  figli, 
319,  46-320,  1-6;  sono  presi  invece  al  Panaro 
Ercole  Bentivoglio  e  Alestandro  Volta,  mandati 
dal  Senato  a  fare  onore  al  Francesi,  e  condotti 
a  Parma,  6-10;  i  pred.  sono  fatti  rilasciare  dal 
vicerfc,  cui  il  Scnato  eveva  mosso  lagnanie, 
11-18. 

dicembre  26  -  II  Valentino  appena  giunto  a  Ce- 
sena  fa  tagUare  la  testa  a  Don  Ramiro  di  Lor- 
qua,  quindi,  essendo  giunto  II  consenso  d.  pp. 
ratifica  1  capitoli  con  Bologna,  320,  l»-30. 

[dicembre  30]  -  Inganno  dl  Slnlgaglia  ordito  dal 
Valentlno  contro  i  suol  capitani,  320,  M-47; 
321,  4. 

[dicembre  31]  -  Ucclsione  dei  pred.,  320,  47-48; 
gli  Orslni  in  Roraa  sono  fattl  prlglonieri  con 
molti  loro  adercntl,  321,  1-3. 

-  I  Bolognesl  sono  opprettl  dalle  gravesze,  320, 
31-34. 

-  Eleilone  d.  raaglttratt  dl  Bologna  tecondo  Tuto, 

35. 
gennaio  3  -  Giunge  a   Bologna   notitla  delPln- 

ganno  di  Sinigaglla  c  i.  i  d.  condottlerl,  320, 

4t-90;  321,  1-4. 
gennaio  -  Sono  avrelenatl  i  card.  Ortlnl,  Farreri 


860 


INDICE  CRONOLOGICO 


[A.  1903  gennaio-ottobre] 


e  Mlchell  con  altrl  che  sl  troravano  rlnchlusl 

In  Castel  SanfAngelo,  321,  ii. 
*i503  gennaio  -  Guidobaldo  d'Urblno  passa   dl  Bolo- 

gna  dtretto  a  Venezla,  freddamente  riceruto  dal 

Senato  e  da   Glovannl  Benttvoglio,  321,  K-17. 
1503  gennaio  14  -  St  bandisce  dalla  Ringhiera  di  Bo- 

logna  clie  la  pace  h  stata  ratiiicata  dal  pp.  e  se 

ne  fanno  tre  giorni  di  feste,  321,  18-33. 
1503  gennaio  16  -  Sono  dai  Senato  di  Bologna  man- 

dati  ai  Valentino,  che  li  aveva  chiesti,    cento- 

cinquanta  soldati  sotto  ii  coinando  di  Aless.tn- 

dro  Volta,  321,  10-13. 
1503  gennaio  18  -  Sl  fa  io  strumento  d.  matrimonio 

fra  un  figlio  dl  Annibale  Bentivoglio  e  una  pa- 

rente  d.  Borgia,  321,   24-39. 
1503  -  Si  costruisce   a  Bologna  la   rocchetta  di    porta 

Magglore  per  ordine  d.  pp.,  321,  30-32. 
1503  gennaio  31  -  Giunge  a  Bologna  Tomraaso  Gren- 

goii  con    la  boiia   di   Aiessandro   VI    riguardo 

alla  pace,  che   vien   letta   pubblicamente   dalla 

Ringhiera,   321,  33-49. 
♦1503  febbraio  -  11  Senato  di  Boiogna  iicenzia  i  soldati, 

ma  iion  cessano  le  gravezze  che  stremano  il  po- 

polo  occorrendo  denari  per  mandare  al  Valen- 

tino,  321,  50-322,  1-6. 
•1503  febbraio  -  Fenomenl  meteorici,  322,  7-II. 
1503  febbraio  21   -  Straordinaria  nevlcata,  322,  13-17. 
1503  febbraio  23  -  Arriva  a  Bologna  il  card.  d'E8te, 

da  Roma  diretto  a  Ferrara,  322,  18-20. 
1503  febbraio  24  -  Inccndio  a   Bologna  d.  casa  di  un 

ebreo  prestatore,  322,  21-23. 
1503  febbraio  27  -  Arriva  a  Bologna  il  vesc.  Stefano 

Ferreri,  322,  34-25. 
1503  marzo  7   -   Ercole   Marescotti   torna   a   Bologna 

con  tre  figli,  ina  ricevuto  freddamente  da  Gio- 

vanni  Bentivogiio,  si   rinchiude    nel    suo    pal., 

mentre  i  figli  ripartono  accompagnati  al  Panaro 

da  baiestrieri  d.  Bentivogiio,  322,  29-36. 
1503  marzo  9  -  II  vesc.  parte  per  Roma   conducendo 

seco  Guido  Pepoli,  uno  de'   Felicini,   d.   Poeti 

e  degii  Albergati,  322,  26-28. 
1503  marzo  19  -  11  Senato  di  Bologna  manda  soccorsi 

al  vicerfe  di  Milano  mtnacciato  dagii   Svizzeri, 

322,  39-43. 
♦1503  marzo  -  Prowedimentl   d.   Senato   di    Bologna 

per  alleviare  la  carestia,  322,  44-48. 
1503  aprile  6  -  Fenomeno  lunare,  322,  49. 
1503  maggio  -  Aiuto  inviato   dai   Senato  di   Bologna 

ai  Fiorentini  contro  i  Pisani,  322,  30;  323,  i; 

si  pubblica  daiia  Ringhiera  la  pace  intervenuta 

tra  il  re  di   Francia,  i'imp,  e  il  re  di  Spagna, 

1-3;   la  quale    poco  dura,  3-4;  il  re  d'Aragona 

vlene  in    potere  d.  regno  di  Napoli  per  opera 

d.  gran  Consalvo,  4-5. 
*1503  maggio  -  Giuiio  Orsini,  iiberato  dal  pp.,  passa 

dl  Rologna  diretto  in  Francia,  323,  6-7. 
1503  giugno  3  -  Alessandro  VI  elegge  leg.  di  Boiogna 

Federico   da   Sanseverino  nemico   acerrimo   d. 

Bentivoglio,    313,    8-9;    I    Bolognesi    raandano 

messi  al  pp.  per  dichiarare  di  non  accettarlo,  ma 

mentre  i  pred.  sono  in   viaggio  il  pp.  f.    '-"• 
1503  giugno  9  -  li  card.  Francesco  Soderini    vesc.  di 

Volterra  passa  di  Bologna  tomando   di   Fran- 

cia,  323,  12-13. 


1S03  giugno  1 1  -  II  Senato  concede  soldaii  e  11  passo 
dal  territorio  a  milizie  francesl  in  aluto  al  re- 
sto  dcII'esercito  vinto  nel  Napoletano  da  Con- 
salvo,  323.  14-it. 

1503  giugno  27  -  Uccisione  sulla  Piazza  di  Bologna  dl 
Scipione  Maresoottl,  323,  20-37. 

1503  -  Viene  ucciso  a  Bologna  Astorre  Morandi  famoio 
filosofo  e  fisico;  in  seguito  alla  sua  t  molti  sco- 
lari  partono  dl  Bologna,  323,  38-39. 

1503  luglio  3  -  E  ospitato  da  Alessandro  Volta  un 
figllo  di  Pandolfo  Petrucci  di  passaggio  a  Bo- 
logna,  323,  30-32. 

1503  agosto  5  -  Passano  dal  territorio  di  Bologna  mi- 
lizie  francesi,  con  le  quali  vaiino  gli  aiuti  con- 
cessi  dal  Scnato,  323,  33-36. 

1503  agosto  18  -  Papa  Aiessandro  VI  f  si  dice  avve- 
lenato  dal  veleno  che  in  un  convito  aveva  fatto 
apparecchiare  per  altrl,  323,  37-40,43-43:  il  Va- 
lentino,  sebbene  caduto  graremente  ammalato 
scampa,  41-43. 

1503  agosto  31  -  Giunge  a  Bologna  I'aanunzlo  d.  pred. 
t  che  reca  grande  gioia,  323,  37,  44-48. 

1503  agosto  31  -  Cinquemila  Svizzeri  arrivano  a  Pani- 
gale  diretti  a  Napoli  facendo  grandi  guasti  nel 
territorio,  324,  1-3;  i  pred.  giunti  a  Firenze,  non 
ricevendo  ie  paghe  non  proseguono,  3-4. 

1503  agosto  28  -  Passano  di  Bologna  gran  parte  d. 
signori  spodestati  dal  Valentino,  i  quali,  t  '1 
pp.,  tornano  ai  loro  stati,    324,  5-15;    cf.    21-33. 

1503  agosto  29  -  Arriva  a  Bologna  il  marchese  Gon- 
zaga,  cap.  di  Francia  contro  gli  Spagnuoli  nel 
Napoletano,   324,  16-30. 

1503  settembre  3  -  Raffaele  Riario  card.  di  San  Gior- 
gio  passa  di  Bologna  diretto  a  Roma,  324,  31-22. 

1503  settembre  5  -  Anche  passano  da  Bologna  per  la 
stessa  meta  i  card.  d'Amboise,  Sforza  e  d'Ara- 
gona,  324,  23-32;  feste  in  c.  per  la  loro  venuta, 
33-36. 

1503  settembre  6  -  f  a  Bologna  Galeazzo  Marescotti 
in  cta  di  novantasel  anni,  324,  37-325,  1-13; 
poco  prima  d.  sua  f  era  andato  a  pranzo  da 
Giovanni  Bentivoglio,  cui  aveva  raccomandato, 
in  memoria  di  quanto  aveva  operato  per  suo  pa- 
dre  Annibaie,  i  resti  d.  sua  famlglia,  13-326,  1-8. 

1503  settembre  9  -  f  a  Bologna  Giovanni  Ringhierl 
piCi  che  novantenne,  327,   14-16. 

1503  settembre  -  Cesare  Borgia  si  ritira  a  Nepl  per 
ordine  d.  cardinaii,  327,  17-20;  escono  da  Roma 
prima  d.  Conclave  anche  gli  Orsini,  i  Colonna 
e  i  Francesi  che  vi  si    trovano,  30-23. 

1503  settembre  [22]  -  Pio  III  Piccolomini  el.  pp.,  326, 
33-34. 

1503  settembre  23  -  A  Bologna  giunge  la  notlzia  d. 
pred.  elezlone,  326,  35. 

1503  settembre  29  -  Arrlva  a  Bologna  un  messo  d. 
re  di  Francia  che  chiede  aiuto  al  Senato  per 
rlmettere  In  seggio  nella  Romagna  ii  duca  Va- 
lentino,  326,  30-33;  il  Senato  rifiuta  con  scusa 
plausibile,  33-35. 

1503  ottobre  2  -  Annlbale  Bentivoglio  parte  per  Roma 
a  ossequiare  in  norae  d.  padre  il  nuovo  pp. 
suo  compare,  326,  36-38. 

1503  ottobre  4  -  t  a  Bologna  Mino  Rossi,  cui  succede 
in  Senato  Giacorao  Maria  dal  Lino,  326,  3f-46. 


[AA.  1503  ottobre-1504  marzo]       INDICE   CRONOLOGICO 


861 


1503  ottobre  8  -  Partono  gH  ambasc  d.  Senato  dl  Bo- 
logna  al  nuovo   pp.  per   1   conveneToli   d*u8o, 

326,  47-327,  1-2. 

*1503  Ottobre  -  Gli  abitanti  di  Castel  Bolognese,  che 
lo  avevano  abbandonato  quando  era  venuto  In 
mano  al  Valentino,  tornano  alle  loro  case,  327 
1-8;  i  pred.  vi  rlfanno  le  fortificazioni  e  man- 
dano  a  ofFrire  obbedienza  a  Bologna  ciie  loro 
promette  aluto  e  protezione,  9-15. 

1503  ottobre  16  -  Passa  di  Bologna  il  card.  di  Stron- 
goli,  327,  16-18. 

1503  ottobre  18  -  t  il  nuovo  pp.  Pio  III,  e  gii  ambasc. 
Bolognesi,  allora  giunti,  attendono  a  Roma  l'ele- 
zione  d.  successore,  327,  19-24. 

1503  ottobre  19  -  Ottaviano  Riario  viene  a  Bologna 
con  l'intendimento  di  ricuperare  la  signoria  di 
Imola  e  Forli,  327,  33-34. 

1503  Ottobre  -  Ottaviano  Riario,  nonostante  Taiuto  da- 
togli  da  Giovanni  Bentivoglio,  non  riesce  nel 
suo  intento,  327,  25-32. 

1503  ottobre  21  -  Balestrieri  d.  duca  di  Ferrara  sono 
a  Castel  San  Pietro  svaligiati  da  genti  di  Bo- 
logna,  327,  35-36. 

1503  ottobre  31-1  Manfredi  spalleggiati  da  Bolognesi 
e  Fiorentini  entrano  in  Faenza,  opponendosi 
loro  gll  abitanti  di  Vai  di  Laraone,  327,  37-38. 

1503  Ottobre  31  -  Nuovo  tentativo  d.  Riario  di  rlen- 
trare  in  Imola  con  genti  dl  Bologna,  pure  fal- 
lito,  327,  39-41. 

1503  -  Francesco  Manfredi,  naturale,  si  presenta  a  Faen- 
za  con  scorta  datagli  dal  Bentivogllo  ed  e  dal 
Faentini  acclamato  signore  col  nome  di  Astorre 
in  memoria  d.  ioro  signore  ucciso  dal  Valen- 
tino,  327,  42-328,  1-2;  la  rocca  per6  &  tenuta 
dal  castellano  d.  pred.,  2-4,  che  poi  la  rende 
per  denaro  ai  Venezianl,  8. 

1503  -  11  Manfredi  con  il  consenso  d.  Faentini  cede 
la  c.  ai  Veneziani,  d.  quali  diviene  condottiero, 

327,  9-10;  i  pred.  anche  ottengono  Riraini  da 
Guldobaldo  dl  Montefeltro  cui  danno  in  cam- 
bio  Cittadella  e  la  cittadinanza  e  nobilt^  vene- 
ziana,  5-7. 

1503  novembre  1  -  Giuliano  della  Rovere  eletto  pp. 

col  nome  di  Giulio  II,  327,  12-19. 
1503'novembre  4  -  Giunge  a  Bologna  la  nuova  d.  pred. 

elezione  e   se   ne   fa   grandi   feste,   328,   20-22; 

un  fuoco  d'artifizio  uccide  uno  scolaro  inglese, 

23-39. 
1503  novembre  -  Glulio  II  c  complimentato  dagli  am- 

basc.  bolognesi,  che  gik  erano   a   Roma;   crea 

Girolamo  Sampieri,  uno  di   essi,  cav.   aurato, 

328,  30-33. 

1503  novembre  15  -  Torna  a  Bologna  da  Roma  Carlo 

Grati,  328.  34. 
1503  novembre  21  -  Nuovo  tentativo  pure  falltto  di 

Ottaviano    Riario    aiutato    dai    Bolognesi   per 

rientrare  in  Imola,  328,  35-38. 
1503  novembre  22  -  Glungono  a  Bologna  i  diie  card. 

d'Amboise  di  ritorno  in  Francia,   328,  39-40;  i 

pred.  vi  sono  ricevutl  anche  dal  vlceri  dl  Ml- 

lano  appunto  arrivato,    40-43. 
1503  novembre   23   -   Torna   da   Roma   Giangaleazzo 

Bentlvoglio  poco  soddlsfatto  d.  pp.,  che  tTora 

avrerso  ai  Bolognesi,  328,  44-4S. 


1503  novembre  23  -  Brraes  Bentlrogllo  falllsce  In  un 
altro  tentativo  dl  riporre  il    Rlario   In  Imola, 

328,  46-47. 

1503  -  II  raarch.  Gonzaga  torna  dal  Napoletano,  ove 
I'esercito  francese  era  stato  vinto  dal  gran  Con- 
salvo,  328,  48-329,  1-2. 

1503  novembre  25  -  Coraincla  a  nevicare  in  Bologna 
e  nel  territorio,  ed  h  una  neve  che  dura  quattro 
mesl;  pel  gran  freddo  muolono  animali  e  uominl 
e  succede  la  carestia,  329,  3-1 1. 

1503  -  Si  hanno  nuove  a  Bologna  d.  cattiva  fortuna 
d.  Valentino,  che  fatto  prigioniero  dal  pp.  non 
h  Uberato  finchi   non   ha   fatto   rendere  Ostia, 

329,  13-15;  sl  reca  allora  a  Napoli,  di  I4  in  Na- 
varra  dove  dal  re  suo  cognato  h  fatto  suo  cap. 
contro  gli  Spagnuoll,  15-18. 

1503  -  Ambasc.  Bolognesl  si  rallegrano  col  nuovo  pp. 
d.  sua  assunzione  e  gli  doraandano  la  conferma 
d.  costituzioni  e  privilegi  di  Bologna,  che  egli 
concede,  329,  19-22. 

1503  dicembre  28  -  f  Piero  d.  Medici,  che  affoga  nei 

pressi  di  Gaeta,  durante  la  ritlrata  delPeserclto 
francese,  di  cui  faceva  parte,  .330,  4-7;  [r.  1504]. 

1504  -  Eiezione  d.  raagistrati  di  Bologna  secondo  ruso, 

329,  23. 

1504  gennaio  2  -  Alla  gabella  di  Bologna  sono  fer- 
raati  d.  carrlaggi  d.  Valentino,  i  quali  sotto  il 
nome  d.  card.  d'Este  andavano  a  Ferrara  pienl 
di  roba  d.  Chlesa,  329,  24-35. 

1504  gennaio  -  Giulio  II  elegge  governatore  di  Bolo- 
^  gna  e  di  Romagna  Giovanni  Lomellini,  329, 
36-37. 

1504  gennaio  3  -  Giunge  a  Bologna  un  vetturale  con 
robe  d.  duca  Valentino  mandate  dal  card.  d'E»te 
a  Ferrara,  che  vengono  dai  galiellleri  trattenute 
e  raandate  a  Giovanni  Bentivoglio,  329,  38-41 ; 
altre  robe  d.  pred.  duca  dl  grande  valore  sono 
sequestrate  a  Firenze  e  poi  tutte  restituite  al 
pp.,  41-44. 

1504  gennaio  6  -   Glunge   a   Bologna  II  governatore 

ricevuto  con  i  soliti  onori,  329,    45-330,  1. 
1504  gennaio  16  -  II  pred.   ne   parte   per   recarsl   al- 

l'acquisto  di  Cesena  e  dl  altri  luoghi   gii   oc- 

cupati  dal  Valentino,  330,  2-3. 
[1504  -  t  Plero  dei  Medioi|  v.  1503  dicemhre  aS. 
1504  -  Consalro  di  Cordova  sMmpadronlsce   dl   Gaeta 

dando    facolta   ai   Francesi    dl  ritirarst   llberl, 

330,  7-8. 

1504  -  Ercole  Marescotti  non  sentendosi  sicuro  in  Bo- 
logna  ne  parte  accompagnato  slno  a  Baszano 
da  genti  d.  Bentlroglio  per  sicurezza;  nessuno 
d.  Marescotti  resta  in  Bologna,  330,  9-16. 

1504  gennaio  25  -  t  Ercole  d'Eate,  cul  succede  II  pri- 
mogenito  Alfonso,  330,  17-18. 

1504  gennaio  -*  Prancesco  I'arati,  refcrendarlo  dl  Gio- 
vanni  Bentlvoglio  a  Roma,  ^  preso  dal  Colon- 
nesi  perchi  a  Bologna  era  stato  impriglonato 
per  malfatti  Giacomo  Lianori  famlgliare  d, 
card.  Colonna;  11  Paratl  h  liberato  per  ordlne  di 
Giulio  ri,  330,  19-21. 

1504  -  t  Cesare  Borgla  combattendo  contro  gll  Spa- 
gnuoll  per  11  cognato  re  di  Nararra,  330,  33-26, 

1504  marzo  11  •  A  San  Paolo  dl  Rarone  t  Ramas- 
zotti  uccidono  tre  Scarpetta  In  vendetta  dl  al- 


862 


INDICE   CRONOLOGICO      [AA.  1804  mareo-XSOS  maggioj 


tra  uccUlone  fatta  da  quettl,  330,  37-40;  il  Se- 
nato  di  Bologna  manda  genti  ad  atlerrare  le  case 
degli  uccisori,  ma  aflfrontate  dai  montanarl  re- 
trocedono  senza  ayere  compluto  la  loro  mls- 
sione,  40-42. 
1504  marzo  14  -  Giambattista  deIl'Oro  vicario  d.  vesc. 
di  Bologna  e  Nicoli  Dolclnl  ranno  a  Ferrara 
a  cliiedere  al  duca  Alfonso  Cento  e  ia  Pleve  in 
nome  dl  Giulio  11,  ma  sono  loro  rifiutate,  330, 

43-46. 

1504  aprile  13  -  Si  scatena  su  Boiogna  un  yiolento 
temporale  durante  il  quale  un  fuimine  colpisce 
e  rovina  parte  d.  torre  d.  Bentivogllo  senza 
fare  male  a  Giovanni  clie  vi  si  trovava,  330, 
47-331,  1-5. 

1504  aprile  26  -  Glunge  a  Bologna  un  ambasc.  d.  re 
dTngiiiiterra  diretto  al  pp.  In  Roma  per  tentare 
la  pace  tra  il  re  di  Francia  e  queiio  di  Spagna, 

331,  6-8. 

1504  giugno  8  -  Uragano  di   vento    nei   territorio   di 

Bologna,  clie  poi  dilegua  verso  il  mare  e  som- 

merge  a  Venezia  moite  navi,  331,  9-13. 
1504  -  Provvedimenti  d.  Senato  di  Boiogna  per  ovviare 

alia  carestia,  331,  14-31. 
1504  giugno  -  Discordie  in  Imola  tra  ia  fazione  Vaina 

e  SassateUa;  questa  prevaie   per   avere    violata 

ia  tregua  indetta,  331,  32-43. 
1504  luglio  7  -  Bartolomeo   Feiiclni   f   dal  cordoglio 

dl  avere  dovuto   consentire   al    matrimonio   di 

suo  figiio  Giovanni  con  una  bastarda   di  Gio- 

vanni  Bentivogilo,  331,  44-332,  1-S. 
1504  luglio  9  -  t  Cesare  Nacci  luogotenente  di  Bolo- 

gna;    e   sepoito   in   San    Petronio   con   grande 

onore,  332,  6-8. 
1504  -  Fatto  soprannaturaie  nei  prati  di  Sala,  332,  9-13; 

altro  veduto  da  due  frati  nel  cielo  su  Boiogna, 

14-17. 
1504  luglio  23  -  Violenta  terapesta  che  produce  molti 

danni  in  Bologna  e  fuori,  332,  18-22. 
1504  -  Mutamenti  di  campane  sulle  torri  di  Bologna, 

332,  23-29. 

♦1504  agosto  -  Giunge  a  Bologna  Giacoma  Orsini  mo- 
glie  di  Ermes  Bentivoglio  accolta  con  grandi 
feste  dai  suoceri,  332,  39-40 ;  i  festeggiamenti  nu- 
ziali  sono  troncati  dalia  nuova  d.  f  di  France- 
sca  Torelli  aitra  figlia  di  Giovanni,  40-44. 

1504  agosto  15  -  t  a  Bologna  Domenico  Maria  da 
Ferrara,  astrologo,  332,  45-47. 

1504  agosto  24  -  fe  ucciso  Bartolomeo  Cocle  uno  dei 
primi  astronomi  d'Italia,  332,  48-49. 

1504  -  Cresce  in  Bologna  la  carestia  per  la  difficolt^ 
di  condurvi  il  grano   provveduto   dal   Senato, 

333,  1-10. 

1504  dicembre  -  Tuoni  e  lampi  in  Bologna  contro  il 
sollto  d.  staglone;  segue  un  clima  dolce  che  fa 
germogliare  le  piante  come  dl  primavera,  333, 

11-16. 

1504  dicembre  28  -  Lungo  terremoto  in  Bologna  con 
danni,  333,  17-23. 

1504  -  "  Marco  GhirarJacci  ha  escnzioni  dal  Senalo  Bo- 

lognese,  IX,  25-27». 
[1504  -  "  Anno  di  nascita  d.  ticrico  Cherubino  Ghirardacci 
secondo  Lttigi  Frati,  X,  sB-ji  „\  v.  tSig. 

1505  -  Elezione  d.  nuovi  magistrati  dl  Bologna ;  Aito- 


bello  Areroldl  i  vlcelegato,  333,  24-25. 
1505  gennaio  3  -  Si  ripele  il  terremoto  con  magglor 

vlolenza  a  Bologna  e  vi   cagiona   gravl   dannl 

e  immenso  ipavento,  333,  26-334,  1-39. 
1505  gennaio  4  -  ^  portata  in  c.  la  madonna  di  San 

Luca,  334,  41-42. 
1505  gennaio  5-7  -  Solenni  processioni   ordlnate   dal 

.Senato  per  scongiurare  l'ira  dlvina,  334,  39-41, 

43-335,    1-4. 

1505  gennaio  -  Molte  torrl  di  Bologna,  a  comlnclare 
da  quella  d.  Bentivoglio  sono  abbassate  minac- 
clando  rovina  in  seguito  al  terremoto,  335,  32-29. 

1505  gennaio  12  -  Si  cominciano  a  prestare  denari  al 
Monte  d:  Pieti  dietro  San  Petronlo,  Istttuito 
da  un  frate  Osservante,  335,  30-31. 

1505  gennaio  20  -  Nuova  grave  scossa  di  terremoto 
con  altri  dannl  ia  Bologna,  335,  32-40. 

•1505  gennaio  -  SI  fanno  da  privatl  processioni  a  Ira- 
petrare  la  misericordla  divina,  335,  41-49. 

1505  gennaio  27  -  SI  comincia  a  suonare  l'Ave  Maria 
a  mezzogiorno,  acciocchfe  tutto  il  popolo  ricorra 
alla  intercessione  d.  Verglne,  335,  50;  336,  1-7. 

1505  febbraio  4  -  t  a  Roma  Pirro  Malvezzl,  336,  ». 

1505  febbraio  20  -  Tuoni  spaventosi  e  lampi  che  at- 
terriscono  il  popolo  Bolognese,  336,  9-11. 

1505  marzo  12  -  Anton  Galeazzo  Bentivoglio  va  in 
pellegrinaggio  a  SanfAntonio  di  Vienna  e  a 
San  Giacomo  di  Galizia,   336,  12-15. 

1505  marzo  18  -  t  a  Bologna  Alessandro  Bottrigari, 
336,  16-18. 

1505  aprile  1  -  Passano  di  Bologna  tre  ambasc.  d.  re 
di  Francia  al  pp.,  336,    19-20. 

1505  aprile  3  -  Partenza  d.  pred.  e  leggera  scosta  di 
terremoto,  336,  20-21. 

1505  -  Carlo  Grati  cl.  senatore  di  Roma,  336,  23. 

1505  aprile  -  Grave  rissa  tra  i  Marescalchl  e  i  da  Mo- 
gllo;  vi  rimane  morto  un  tal  Vincenzo  ragu- 
sino  e  feriti  due  altri,   336,  23-26. 

1505  aprile  15  -  Impiccagione  di  due  ladri  nel  mer- 
cato  d.  buoi  in  Bologna,  336,  27-29;  al  momento 
di  seppellirli  uno  di  essi  tale  Pletro  Antonio 
da  Bologna  fe  trovato  vivo  sebbene  offeso  nella 
gola,  29-36;  fe  portato  alI'ospedaIe  e  racconta 
dovere  la  vita  a  San  Nicola  da  Tolentlno  al 
quale  era  votato  e  d.  quale  intendeva  vestire 
1'abito  se  gli  fosse  stata  fatta  grazia  d.  vita, 
36-42,  cf.,    116,   1-5. 

1505  aprile  27-1  frati  Eremitani  di  San  Giacomo 
vanno  devotamente  airospedale  in  processione 
a  prenderlo ;  condottolo  al  monastero  lo  vestono 
delI'abito  col  nome  di  Fra  Nicola  in  onore  d. 
Santo,  336,  43-337,  i-9. 

1505  aprile  29  -  t  a  Bologna  Poeta  Poeti ;  gii  suocede 
in  Senato  Annibale  da  Sassuno,  337,  16-17. 

1505  aprile  -  Annibale  Bentivoglio  assoldato  dai  FIo- 
rentinl  va  con  gente  d*arme  In  loro  servizio 
contro  1  Pisani,  337,  18-23,  cf.,  28-38. 

1505  -  La  carestia  cresce  in  Bologna;  provvedimentl 
del  Senato,  aiuti  a  donne  e  fanciulli,  338,  25-50. 

1505  -   Consoli  e  Anziani  di  Bologna  in  questo  tempo, 

339,  1-8. 
1505  -  Anche  il  terremoto  tormenta  la  c,  339,  9-10. 
1505  maggio  15  -  Violenta   scossa    di   terremoto   ac- 
compagnata  da  temporale,  339,  11-12. 


[AA.  1505  maggio-1506] 


INDICE  CRONOLOGICO 


863 


1505  maggio  19  -  Nuovo  terremoto,  339,  12-13. 
1505  maggio  26  -  f  a  Roma  U  card.  Ascanio  Sforza 

forse  di   veleno   avendo   assoldato   Bartolomeo 

dl  Alvlano  per  rimettere  i  Medici  in    Firenze, 

339,  13-16. 
1505  maggio  -  Si  comlncia  a  fare  il  pane  d'orzo,  seb- 

bene  non  d,  tutto  maturo,  per  la  grande  fame, 

339,  17-22. 
1505  giugno  -  Si  comincia  ad  avere  il  grano,  339,  22-23. 
1505  giugno  7  -  Troilo  Savelli  cap.  d.  Lucciiesi  passa 

con  la  sua  gente  da  Bologna,  339,  26-28. 
1505  giugao    15  -  Per   l'abbondantissimo    raccolto   si 

ha  un  prezzo  basso  d.  cereali,  339,  23-25. 
1505  giugno  15  -  f  a  Bologna  il  conte  Guido  III  Pe- 

poli,   339,   29-32,  45-340,   1-2. 
1505  giugno  17  -  t  a  Bologna  Filippo  Beroaldi,  ora- 

tore  e  poeta  insigne,    340,  3-27. 
1505  -  Pestilenza  in  tutta  It.-vlia,  340,  28-30:   cf.  3-4. 
1505  luglio   24  -  Antongaleazzo   Bentivoglio   torna   a 

Bologna  dal  suo  pellegrinaggio,  336,  15. 
1505  agosto  14  -  Ecclissi  di  luna,  340,  35-36. 
1505  agosto  17  -  Bartolomeo  d'AIviano  cerca  di  arri- 

vare  a  Pisa,  raa  ne  e  impedito  da  Annibale  e  da 

Ercole  BentivogHo,  che  lo    vincono    con    molto 

suo  danno,  337,  23-27;  cf.,  39-45;  338,  9-17. 
1505  agosto  -  In  seguito  a  questa  vittoria  i  Fiorentini 

eleggoio  Ercole  BentivogUo  loro  cap.  generale 

e  fanno  doni  agU  altrl  cap.,  337,  46-48;  cf.,  338, 

17-20. 
1505  settembre  7  -  Ercole  pred.  pone  il  campo  a  due 

lati  di  Pisa,  338,  20-24. 
1505  settembre  8  -  Pisa  c  bombardata,  ma  non  presa 

dalle  gentl  dl  Firenze,   337,  49-50. 
1505  settembre  12  -  Nuovo  infruttuoso  assalto  a  Pisa 

con  gravi  perdite  degli   assalitori,   338,    1-7 ;   i 

Florentini  dlsfanno  il  campo,  9. 
1505  settembre  24   -   f   Alessandro   Paltroni,    cav.   e 

dottore,  in  Bologna,  340,  37-39. 
1505  settembre  28  -  f  a  Bologna   Tomraaso   Monte- 

calvi  cul  succede  in  Senato  II  fratello  Bartolo- 

meo,  340,  40-42. 
1505  ottobre  6  -  f  a  Bologna  Astorre  Bargellini  sur- 

rogato  in  Senato  dal  figliuolo    Lattanzio,   340, 

43-44. 

1505  -  Vile  prezzo  in  Bologna  di  tuttl  i  prodotti,  340, 
45-341,  1-8. 

1505  ottobre  -  Decresce  II  male  raazucco  che  sino  dal 
giugno  aveva  funestata  Bologna,  341,  9-15;  ne 
f  Giovannl  Garzonl  e  i  medici  Giacorao  Sacchi, 
Lorenzo  Gozzadlni,  Eliseo  Mantachetti,  Ber- 
nardo  Ruggleri,  Ercole  dalle  Lancie,  Biagio 
Mercurl,  NicoI6  Favori,  Pietro  dal  Bono ;  e  Do- 
menico  Maria  da  Ferrara  astrologo,  il  chirurgo 
Trlstano,  Glulio  Macchiavelli  astrologo,  Odoar- 
do  dalla  Mlrandola,  un  tale  Giacomo,  Lodovico 
da  Cento,  RalTaello  Giudeo,  16-25,  e  infiniti  d. 
popolo,   25-26. 

1505  ottobre  6  -  Annibale  BontivogUo  torna  a  Bolo- 
gna  daU'lmpresa  contro  Bartolomeo  d'AIviano 
e  riceve  in  dono  da  Ermes  suo  fratello  due 
cavalli,  341,  29-31 ;  338,  9-10. 

1505  -  Folco  Argelati  frenetlco  dal  male  si  uccide, 
341,  32-35;  triste  caso  incorso  a  uno  di  Casi, 
36-42 ;  uccisione  a  soopo  di  furto  dl   un   messo 


d.  Veneziani  nei   pressi    di   Loiano,   43-45;    gli 
assassini  arrestati  sono   impiccati   suUa  Piazza 
di  Bologna  senza  processo,  46. 
1505  -  Grande  abbondanza  d.  prodotti,  341,  47. 

1505  -  La  chiesa  di  Santa  Cecilia  e  fatta  restaurare  e 

dlpingere  da  Giovanni  Bentivoglio,  341,  48-49. 

1506  -  Amedeo  Beruti,  vicario  d.  vesc.  di  Bologna,  ri- 

forma  molti  monasteri  di  suore,  341,  50. 
1506  -  Elezione  d.  magistrati  di  Bologna  secondo  l'uso, 

342,  1. 
1506  gennaio  8  -  Achille  Grassi  h  el.   vesc.   di   CittJ 

di  Castello,  e  fra  Martino  da  Legnano,   al  se- 

colo  Antonio  Maria  Ciocchl,  vesc.  di   Manfre- 

donia,  342,  2-3. 
♦1506  gennaio  -  Giulio  II  richiama  il  viceleg.  Averoldi 

e  crea  leg.  di  Bologna  Nicol6  Lomellini,  343,  4-5. 
1506  gennaio  13-11  pred.  entra  in  Bologna,  342,  5-6. 
1506  gennaio  26  -  Torna  da  Roma  Bernardino  Rosso 

Gozzadini  che  il  pp.  aveva  fatto  cav.  e  a  cui 

aveva  conferito  molti  privilegi,  342,  7-12. 
1506  gennaio  26  -  Giangaleazzo  Bentivoglio  fa  correre 

un  toro  per  divertire  il  popolo,  347,  27-34 ;  ve- 

nuto  il  carnevale  fa  correre  una  glostra  e  ban- 

disce  altri  giuochi,    34-39. 
*I506  gennaio  -  Giovanni  Bentivoglio   da  nelle  mani 

deIl'inquisizione  Luca    Gaurico,  astrologo,  che 

gll  aveva  pred,  grandi  calaraita,  347,  13-26. 
1506  gennaio  -  Si  rinviene  a  Roraa  nello  scavare  alcuni 

fondaraenti  la  statua  d.  Laocoonte,  347,  40-46; 

fe  coraprata  dal  pp.,  che  la  pone  nel  suoi  giar- 

dini,  46-47. 
1506  -  Suicidio  di  Giacomo  Pasi,  347,  50. 
1506  -  E  fatta  atterrare  dal  Senato  di  Bologna  la  bastla 

gla  innalzata  a  San   Michele  in  Bosco  contro  11 

Valentino,  348,    1-2;   sono   anche  abbattute   le 

botteghe  dietro  il  pal.  in  Porta  Nova,  3;  e  si 

comincia  a  sterrare  il  guasto  d.  Canetoli,  3-4. 
1506    marzo   4   -   Nasce   un   vitello    mostruoso  e   un 

agnello  pure  raostruoso,    343,  5-9. 
1506  marzo  10  -  Giunge  a  Bologna  Isabella  Gonzaga 

diretta  a  Firenze,  343,  lo-ll. 
1506  -  fe  ucclso  un  lupo  che  Infestava  la  Valle  di  Reno 

e  gli  uccisori  rlcevono  in  dono  diecl  ducati  dal 

tesoro,  343,  1214. 
1506  maggio  -  t  a  Bologna  Friano  Dolfi  dottore   de- 

cretalista,  343,  15-16. 
1506  giugno    1    -   Francesco   Bargelllni   castellano   dl 

San  Glovanni  in  Persiceto  t  aifogato  nelle  fosse 

d.  castello,  343,    17-18;   fe   portato   a   seppellire 

con  grande  onore  a   Bologna,  lS-19. 
1506  luglio  24  -  Cadono  tre  saette  In  Bologna:  sulla 

torre  di  San  Petronio,    nel   borgo  della  Paglia 

e  verso  San  Francesco,  343,  20-21. 
1506  agosto  10  -  Apparlzione  di   una  cometa  che  si 

trattiene  in  cielo  sei  giorni,  343,  22-33. 
1506  agosto  26  -  Glunge   a    Bologna    notizia   di   una 

congiura  contro  Alfonso  e  Ippollto  d'Este,  or- 

dita   da   Fernando    e    Giulio    fratelll   d.    pred. 

inslerae  ad  altri,  343,  24-27;  i  due  fratelli  sono 

incarcerati,  i  loro  complici  impiccatl  e  squar- 

tati,  28-30. 
1506  -  Malanlmo  di  Giullo  II  contro  Glovannl  Bentl- 

voglio  e  cagloni  di  esso,  343,  31-344,  i;  II  pp. 

invoca  l'8iuto  di  Luigi  XII  per   occupare   Bo- 


864 


INDICE  CRONOLOGICO 


(A.  1906-1506  novembre] 


logna  e  altre  c.  d.  Chleia  ttate  uiurpate,  ma 
il  re  si  mostra  renitente  a  concederlo,  1-7;  cat- 
tlvi  uflBci  dl  Carlo  Grati  In  riguardo  a  Glo- 
▼annl  Bentiroglio,  che  accusa  al  pp.  dl  tirannia, 
mentre  era  stato  da  lul  inviato  a  Giulio  II  per 
concillargliene  l'anlnio,  7-165  le  accuse  d.  Grati 
sono  rtbadlte  da  .Sebastlano  degli  Agucchl  gik 
segretarlo  dl  Glorannl  direnutogli  nemico,  16-31. 

1506  -  n  pp.  cita  a  Roma  Glorannl  Bentlroglio  con 
tutti  i  figliuoii,  344,  23-33;  11  pred.  per  consl- 
glio  d.  moglie  ritorna  suUa  dcliberazione  presa 
di  rendersi  al  coraando  e  non  si  muore,  33-29; 
Giullo  11  rlsolre  dl  recarsl  lui  a  Bologna  e 
aduna  a  taie  uopo  un  concistoro,  39-32;  Ales- 
sandro  e  Annibaie  Bentiroglio  sl  recano  con 
arraati  rispettlramente  nel  mon.  dl  San  Pran- 
cesco  e  ai  Serri,  non  iidandoBi  d.  popolo,  33-37. 

1506  -  Buon  raccolto  dell'annata,  344,  38-41, 

1506  settembre  2  -  Passa  di  Bologna  il  card.  di  Nar- 
bona  dlretto  a  Roma,  344,  42-43. 

1506  -  t  Andrea  Mantegna  a  Mantora,  344,  44-45. 

1506  settembre  12  -  Giunge  a  Bologna  un  messo  di 
Giulio  II  che  era  glk  partito  da  Roma,  ad  ar- 
rertire  11  Senato  d.  venuta  d.  pp.  e  che  egii 
rolera  essere  riceruto  In  c.  come  nei  capitoli 
era  decretato,  cloh  arere  libera  entrata  e  la 
consegna  dl  due  porte  e  d.  pal.  d.  Signori,  344, 
46-345,  1-6;  11  Senato  acconsente  purchfe  ii  pp. 
renga  senza  esercito,  ma  fermamente  dichiara 
che  non  lo  ricerera  raai  con  armati,  6-12. 

1506  settembre  13-11  pred.  m^sso  ha  un  colloquio 
con  Ginerra  Bentiroglio,  345,  13-13. 

1506  settembre  14  -  e  con  i  Gonfalonieri  e  Massari 
d.   Arti  insieme  congregati,  345,  13-17. 

1506  settembre  15  ■  e  con  alcune  Compagnle,  massime 
coi  Notai  e  Stracciaiuoli,  che  gll  rispondono 
consigli  il  pp.  a  difTerire  la  sua  renuta,  dl  cui 
la  c.  non  sentira  alcun  bisogno,  345,  17-33. 

1506  settembre  16  -  II  pred.  mfcsso  parte  per  San- 
fArcangelo  ore  trovarasl  il  pp.,   345,  33-24. 

1506  settembre  -  Bentiroglio  e  Reggimento  pensano 
dopo  ci6  a  prorredere  alla  dlfesa  di  Bologna, 

345,   35-27. 

1506  settembre  18-11  Senato  di  Bologna  manda  sei 
ambasc.  al  pp.  a  SanfArcangelo  in  Roraagna, 
345,  45-48. 

1506  settembre  20  -  Si  fa  la  mostra  d.  quartiere  di 
porta  Stieri,  dl  cul  h  el.  cap.  Erraes  Bentiroglio, 
345,  37-44. 

1506  settembre  -  Viene  ucciso  sulla  pubblica  rla  in 
Bologna  Bernardino  Gozzadini,  assai  caroal  pp. 
per  il  tiglio  di  lui  Gioranni,  346,  1-14;  li  Ben- 
tlroglio,  dolente  di  questa  f  per  le  conseguenze 
che  potera  arere,  fa  chiudere  per  tre  glorni  le 
porte  d.  c.  perch^  non  ne  esca  la  notizla  e  in- 
tanto  ne  fa  arrertiti  gli  arabasc.  incararainati  a 
SanfArcangelo,  14-17. 

1506  settembre  30-1  pred.  apprendono  11  fatto  es- 
sendo  a  Cesena  e  si  salrano  in  territorlo  re- 
neziano,  mandando  per  un  salracondotto  al  pp., 
345,  49-346,  i ;  cf.,  I8-30. 

♦1506  ottobre  -  I  pred.  sulla  fede  di  Giulio  II  si  recano 
pr.  lui  e  tublto  %  loro  Inlbito  dl  allontanarsi, 
slcchi  rimandano  a  Bologna  tutto  il  seguito  non 


tenendod  che  un  tervo  per  clucuno,  346,  31-34. 

1506  ottobre  12  -  Krancetco  Gonzaga,  fatto  dal  pp.  tuo 
cap.  gen.,  va  contro  Bologna  Irapadronendoti 
di  Medicina,  Cattel  San  Pietro  e  Caitelguelfo 
con  grande  preda,  346,  35-30;  fallitce  a  Budrlo 
che  ben  provveduto  si  difende,  30-33. 

•1506  OttObre  -  II  Gonzaga  qual  parente  arverte  te- 
gretamente  Gloranni  Bentiroglio  di  lalrarsl 
con  le  sue  robe  e  tesorl  perchi  neisuna  tpe- 
ranza  avera  dl  rimanere  slgnore  dl  Bologna, 
346,  34-41. 

1506  ottobre  -  Glnerra  Bentiroglio  benchi  dolente 
comlncia  in  segreto  a  radunare  le  lue  rohe  e 
mandarle  fuori  dl  Bologna  insleme  ai  figli  di 
Aiessandro  e  di  Annlbale,  346,  46-49;  Gioranni 
per6  per  non  dare  lospetto  al  popolo  continua 
negli  apparecchi  di  difeia  d.  c.  e  manda  rin- 
forzl  a  Castelfranco,  50-347,  1-6,  mentre  alla 
loro  roita  Franceti  e  confinanti  alacremente  si 
preparano  contro  Bologna,  7-13,  e  11  pp.  da 
Imola  lancia  rinferdetto  contro  ia  c,  18-34. 

1506  ottobre  16  -  Si  cominciano  a  chiudere  le  chlese 
di  Bologna  e  si  tralascia  di  celcbrare,  347,  35-26. 

1506  ottobre  17  -  II  riceri  di  Francia  inttma  la  reia 
a  Castelfranco  mlnacciandoio  di  assedio,  347, 
27-28;  il  commissario  lo  rende  per  ordine  d. 
Senato  di  Bologna  salre  le  persone  e  gll  arerl, 
ma  poi  &  taglieggiato,  38-31. 

1506  Ottobre  -  Frassineto  e  Monte  Calderara  cadono 
in  mano  d,  nemicl,  347,  33-33. 

1506  Ottobre  24  -  Arriva  un  m&sso  d.  re  di  Francia 
a  consigilare  Bologna  e  il  Bentiroglio  ad  ac- 
cordarsl  con  il  pp.  essendo  il  re  forzato  a  fa- 
TOrirlo,  346,    41-43. 

1506  Ottobre  25  -  Carlo  Blanchi  comraissario  di  Fras- 
sineto  e  preso  e  bandito,  347,  34-35. 

1506  ottobre  -  Gli  stati  limitrofi  fanno  scorrerie  e  prede 
sul  confine  bolognese,  347,  38-40;  il  Senato  fa 
corainciare  un  bastlone  da  porta  Santo  Stefano 
a  porta  Maggiore,  e  un'aitro  da  Santa  Agnete 
alla  Madonna  d.  Grazie,  41-44. 

1506  Ottobre  28  -  Gioranni  Bentivogllo  e  i  figliuoli 
fanno  la  mostra  d.  loro  soldati  e  riaffermano 
pubblicamente  di  rolere  prima  morire  che  ab- 
bandonare  la  c,  347,  45-348,  1,  mentre  arerano 
gia  gpedito  fuori  dl  Bologna  le  loro  robe,  1-3. 

1506  ottobre  28  -  La  sera  giunge  un  messo  d.  pp.  a 
intendere  i'animo  d.  Senato,  ed  h  accolto  alle 
grida  di  "guerrae  sega„,  348,  4-7. 

1506  Ottobre  29  -  II  Senato  si  raduna  e  concorda  con 
il  m^sso  alcunl  capltoli,  con  i  quali  il  pred. 
torna  al  pp.,  che  per6  non  ruol  saperne  e  su- 
bito  stringe  i  patti  gia  trattati  coi  Francesi  che 
si  obbligarano  a  dargli  Bologna  in  tre  giomi, 
348,  8-15. 

1506  ottobre  30  -  Si  apprende  a  Bologna  che  onche 
Varignana  si  era  arreso,  348,  16- 1 8. 

1506  ottobre  31  -  I  Francesi  cominciano  ad  arrirare 
al  Ponte  sul  Reno,  348,  19-31;  si  fanno  chiudere 
le  porte  di  San  Fellce  e  delle  Lame  e  si  comin- 
cia  un  bastione  fra  quelie  di  Saragozza  e  San 
Felice,  31-34. 

1506  novembre  1  -  Giungono  a  Bologna  i  presidl  di 
Budrio  costretto  ad  arrendersi  al  Gonzaga,  348, 


[A.  1506  novembre  1-28] 


INDICE  CRONOLOGICO 


865 


25-27;  i  nemici  fanno  scorrerie  sino  all'ldice  e 
l'lntera  c.  si  arma,  348,  25-30, 

1506  novembre  1  -  La  notte  Giovanni  BentivogUo, 
avuto  il  segnale  dai  Francesi,  coi  quali  erasi 
messo  d'accordo,  parte  ceiatamente  di  Bologna 
con  tutti  i  suol  figli  legittimi  e  bastardi  e  molti 
suoi  amici  intrinseci  famosi  di  ricchezza  e  bra- 
Tura  e  si  reca  al  campo  francese,  348,  31-349, 
1-25. 

1506  novembre  2-1  Francesl  cominciano  a  bombar- 
dare  Bologna,  ma  il  popolo  benciie  senza  capo 
non  si  sgomenta,  e  arniatosi  e  occupata  la  Piaz- 
za  e  11  Pal.  alle  grida  di  "  Cliiesa,  Chlesa  „, 
corre  a  difendere  le  mura,  349,  25-43. 

1506  novembre  2-11  popolo  si  oppone  al  Gonfalo- 
niere  Guidotti  che  voleva  aprire  le  porte"d.  c. 
e  dare  accesso  ai  Francesi,  e  validamente  of- 
fende  questi,  che  bloccati  dalla  pioggia,  comin- 
ciano  a  mancare  dl  vettovaglia,  349,  44-350,  I- 
23;  por  consiglio  di  Petronio  Sega  viene  ottu- 
rato  l'alveo  d.  Reno  alla  grata  in  c.  e  cosl  e 
allagato  II  campo  francese  con  grande  danno 
d.  nemico,  22-23. 

1506  novembre  3  -  Una  sortita  voluta  dal  popolo, 
nonostante  1'opposto  consiglio  d.  cap.  di  porta 
San  Maniolo,  non  riesce  a  buon  fine,  32-351, 
1-2;  e  concessa  una  tregua  ai  Francesi  che  con 
l'artiglieria  sott'acqna  non  poterano  piCi  offen- 
dere  la  c,  8-14;  intanto  giunge  in  Bologna  da 
parte  d.  pp.,  che  avvertito  dal  viceri  d.  pericolo 
d.  Francesi  e  scongiurato  a  provvedervi,  Fran- 
cesco  Gonzaga ;  il  pred.  prega  i  capi  d.  popolo 
che  vogliano  concedere  vettovaglie  ai  Francesi, 
promettendo  che  in  cambio  i  pred.  partirebbero, 
15-28;  11  popolo  che  ha  poca  fiduca  tergiversa, 
29-40. 

1506  novembre  4  -  II  popolo  a  impedlre  tradimenti 
elegge  venti  uomini  con  ogni  autoriti  di  raante- 
nere  Rologna  per  11  popolo  e  di  trattare  con 
qualunque  personacard.,  o  march.,  o  d,  Sedici  in 
riguardo  d.  Francesi,  351,  41-352,  1-12;  il  nuovo 
magistrato  si  insedia  in  Pal.  e  i  Sedicl  vanno 
a  'casa  loro,  12-24. 

1506  novembre  5-1  Venti  pred.  col  march.  Gonzaga 
si  accordano  di  dare  ai  Francesi  le  vettovaglie 
loro  occorrenti  passato  che  abblano  il  ponte 
d.  Reno,  a  patto  che  essi  dopo  rifocillatisi,  tor- 
nino  in  Lombardia,  352,  25-49. 

1506  novembre  6  -  I  Francesi  partono  dal  Ponte  dl 
Reno  e  si  avvlano  verso  Lombardia  per  Angola 
e  Castelfranco,  cui  recano  molti  denni  per  ven- 
detta  d.  male  sofferto,  49-353,  1-18. 

1506  novembre  6  -  Rappresentanti  d.  Ventl  d.  popolo 
per  invito  d.  pp.  sl  recano  a  Imola  pr.  lul  per 
trattare  d.  sua  venuta  in  Bologna,  e  sono  da 
Giulio  II  benevolmente  accoltl,  353,  19-31. 

1506  novembre  9  -  I  pred.  tornano  a  Bologna  con 
l'annunzio  delParrlvo  d.  pp.  per  11  glorno  un- 
dici,  353,  31-35. 

1506  novembre  9-10  •  A  Bologna  si  cominciano  ad 
apparecchiare  le  vle  per  rarrivo  d.  pred.  e  frat- 
tanto  le  donne  d.  Bentlvoglio,  Glnevra  com- 
pre»a,;'rimaste  in  Bologna  se  ne  allontanano, 
353,  36-354,  1-355,  1-2. 


1506  novembre  10  -  II  pp.  parte  da  Imola  e  giunge 
a  Bologna  con  11  pensiero  di  riposare  ai  Cro- 
ciali  secondo  l'uso,  355,  3-5,  ma  a  cagione  [d. 
tempo  orribile  e  d.  strade  fangose  entra^addi- 
rittura  in  c.  e  si  riposa  per  la  notte  alla  Ma- 
gione,  6-9. 

1506  novembre  11  -  Corteggio  pontificale  dalla  Ma- 
gione  al  Pal.,  355,  10-356,  1-26;  si  fanno  alla 
sera  fuochi,  spari  e  scampanio  per  festeggiare 
l'arrivo  di  Giulio  II,    26-28. 

1506  novembre  12  -  II  pp.  fa  bandire  che  siano  da 
tutti  posate  le  armi  e  consegnate  le  artiglierie, 
356,  33-35;  sospende  inoltre  ogni  gravezza,  ga- 
beila  e  dazio  per  cinque  anni,  35-36,  e  diminuisce 
d.  meta  1  prezzi  d.  derrate,  37-358,  1-3. 

♦1506  novembre  13  -  II  vicerfe  di  Milano  viene  a 
Bologna  a  fare  omaggio  ai  pp.  e  farsi  anche 
pagare  la  somma  pattuita  per  il  ritorno  d,  Fran- 
cesi  in  Lombardia,   358,  4-13. 

1506  novembre  14  -  Solenne  messa  fatta  celebrare  dal 
pp.  in  San  Petronio  alia  quale  egli  assiste  con 
il  viceri  e  il  seguito,  358,  14-16;  dopo  la  messa 
crea  tre  cav.  aurati,  16-17. 

1506  novembre  15-11  Vicerfe  parte  per  Milano  e  il 
march.  Gonzaga  per  Mantova,  358,  18-19;  il 
pp.  fa  imprigionare  Angelo  Bianchi  e  bandisce 
che  nessuno  tenga  corrispondenza  coi  Bentivo- 
glio  sotto  pena  capitale:  anche  proibisce  le 
radunanze,  19-22. 

1506  novembre  17-11  pp.  elegge  un  nuovo  Senato 
di  quaranta  membri,  nel  quale  pone  parte  d. 
Senato  vecchio  e  parte  d.  nuovo  gia  el.  dal  po- 
polo  con    molta   soddisfazione   di   tutta   la   c, 

358,  22-44. 

1506  novembre  -  Per  bando  d.  nuovo  Senato  devono 
essere  cancellate  da  ogni  luogo  d.  c.  e  toite 
dalle  case  tutte  le  armi  e  insegne  d.  Bentivo- 
glio,  358,  45-359,  1-10. 

1506  novembre  20  -  Messa  solenne  in  San  Petronio 
ordinata  dal  pp.  per  l'anniversario  d.  f  di  Pio 
m,  359,  11-13. 

1506  novembre  22  -  Sono  deposti  i  vecchi  Anziani  e 
creati  dal  pp.  i  nuovi,  359,  14-23. 

1506  novembre  23  -  II  pp.  elegge  nuovi  Proweditori 
d.  Studlo,  359,  34-25. 

1506  novembre  -  f  a  Burgos  mentre  era  in  viaggio 
per  la  Spagna  Fillppo  d'AuRtria  primogenito 
di  Massimiliano  imp,,  359,  26-28. 

1506  novembre  23  -  Funeraie  fatto  dai  pp.  celebrare  in 
San  Petronio  di  Bologna  per  U  pred.,  359,  28-29. 

1506  novembre  25  -  Per  i^anniversario  d.  sua  Inco- 
ronazione  il  pp.  dopo  una  solenne  messa  in 
San  Petronio  crea  cav.  aurati  Pellegrlno  Cac- 
cianemlci,  Galeazzo  Marescotti,  CamiUo  Goz- 
zadini  e  dona   a   clascuno   di   loro   un   anello, 

359,  34-40;  consegna  quindi  a  clascuno  d.  nuovi 
Gonfalonierl  da  lui  el.  e  venuti  a  rendergli 
omaggio  lo  stendardo  d.  loro  ufficlo  e  deslgna 
una  casa  ove  devono  riunirsl,  40-48 ;  crea  quindl 
i  nuovi  Massarl  d.  Arti,  48-360,  1-11. 

1506  novembre  28  -  II  pp.  rlceve  d.  donl  dagli  uomlni 

di  Medicina,  360,  12-15. 
1506  novembre  28  -  Giullo  II  cavalia  a  San  Michele 

in  Bosco   a   vedervi   il    bastione   fabbricato   al 


T.  XXXin.  p.  I  —  55. 


866 


INDICE   CRONOLOGICO        [AA.  1506  nov.-1507  febbralol 


tempo  dl  Aletsandro  VI,  360,  15-17;  £a  prov- 
Tedimenti  per  1  luml  alle  sera,  e  ordina  agli 
amicl  d.  BentlTOglio  di  lasclare  la  c.  finciii 
non  siano  richiamati,  17-21. 

1506  novembre  30  -  Ricclil  doni  fatti  al  pp.  dai  Bo- 
lognesi,  360,  23-3S. 

1506  dicembre  4  -  Glulio  II  ia  bandire,  sotto  pena 
di  dieci  ducati  d'oro,  clie  slano  canceliate  do- 
vunque  In  c.  e  nel  contado  le  insegne  d.  Benti- 
voglio,  360,  39-43. 

1506  dicembre  16  -  Giulio  II  elegge  cinque  cardinali, 
la  cui  pubbllcazlone  rlaerva  al  maggio  seguente, 
360,  ««-49. 

1506  dicembre  17  -  Giulio  II  cavalca  alla  Certosa  e 
ordina  un  suo  busto  da  mettersi  sopra  il  cap- 
pello  d.  ringliiera  d.  Pal.,  360,  SO;  361,  1-2. 

1506  dicembre  24  -  Qual  dono  di  Natale  a  Bologna  !1 
pp.  aboiisce  il  dazio  d.  carticelle,  361,  3-12; 
limita  anclie  molti  altri  dazi,  12-28,  con  sommo 
contento  di  tutto  il  popolo  che  gll  fa  varl  pre- 
senti,  29-34. 

1506  dicembre  25  -  Dopo  la  messa  il  pp.  benedlce 
una  spada  e  un  berretto  di  cui  fa  dono  al  re 
di  Scozia,  361,  37-42;  da  ordine  per  una  nuova 
imbussolazione  di  tutti  gii  uffici  d.  c,  43-44. 

1 506  dicembre  26  -  II  pp.  visita  a  Bologna  la  chiesa 
di  Santo  Stefauo,  361,  45. 

1506  dtcembre  27  -  e  la  chlesa  di  San  Giovanni  in 
Monte,  361,  46. 

1506  dicembre   28    -  e  quella  di  San  Francesco,  361, 

46-48. 
1506  -  "  Marco   Ghirardacci  i  rieordaio  ira  gli  uomini 

di  Caslel  San  Pietro,  IX,  23-24  „. 
1506  -  "  Sanie  Gkirardacci  e  bandiio  di  Castel  San  Pie- 

tro  con  fena  capitaie,  IV,  ao  „. 

1506  -  In  quesfanno  Bartolomeo  Bolognini  legge  iure 

canonico  nello  Studio  di  Bologna,  361,  49-50. 

1507  -  Elezione  d.  raagistrati  di  Bologna  secondo  l'uso, 

362,  1-2. 
1507  gennaio  1  -  I  nuovi  signorl  giurano  fedelt^  al 
pp.  nella  nuova  cappeila  d.  Pal.  dopo  la  niessa, 

362,  3-5 ;  Giuiio  II  vi  fa  anche  cav.  aurato  Cri- 
stoforo  Angelelli  e  fa  eatrarre  gli  uffici  in  sua 
preaenza,  5-6. 

1507  gennaio  -  Nicol6  Tigrini  di  Lucca  pod.  di  Bo- 
logna,  362,  6-8. 

1507  gennaio  1 1  -  Giulio  II  avendo  in  animo  di  fab- 
bricare  un  casteilo  a  Bologna  fa  scavare  i  fon- 
damenti  dell'antico  castello  di  Galiiera  e  in  tal 
giorno  si  cominciano  1  lavori,  362,  9-14. 

1507  gennaio  -  Giovannl  Bentivogiio  da  Borgo  San 
Donnino  manda  un  mesao  a  Giulio  II  a  chie- 
dergli  perdono  e  il  permesso  di  tornare  in  pa- 
tria  promettendogli  ubbidlenza  e  fedelta  asso- 
luta,  362,  14-17;  il  pp.  licenzia  il  m^sso  rldendo 
e  senza  risposta,  17-18. 

1507  gennaio  15-25  -  Giulio  II  va  in  giro  pei  terri- 
torio  a    visitarvi   ie   cose    notabiii,    362,    19-37; 

363,  4-5. 

*1507  gennaio  -  Carlo  Grati  turna  a  Boiogna  odlato 
da  tuttl  per  la  sua  ingratitudine  inglustificata 
verso  i  Bentivoglio,  362,  28-3 J;  eienco  d.  ban- 
diti  e  confinati  perclife  amici  ai  pred.,  33-363,  1-3. 

1507  gennaio  25  -  II   pp.    torna   a   Bologna   e   vi   fa 


dopo  due  giorni  un  conclstoro   nel  quale  tta- 

bilisce  che  i  Bentivoglio  slano  citatl  a  toddl- 
sfare  i  loro  creditori  di  quaoto  doveraoo,  363, 
6-9. 

1507  febbraio  2  -  li  pp.  daila  Ringhlera  distribulsce 
al  popolo  seimila  libbre  di  candele  da  lui  prima 
benedette,  363,  10-14. 

1507  febbraio  7  -  Glullo  II  va  a  Belpoggio  d.  Benti- 
voglio,  363,  16-17. 

1507  febbraio  9  -  Giulio  II  va  a  desinare  a  San  Ml- 
chele  in  Botco  e  quinUi  a  vedere  gli  scavi  di 
Galliera,   363,  17-19. 

1507  febbraio  10  -  Glulio  II  torna  In  c.  e  aubito  i 
senatori  (che  avevano  saputo  arere  egli  inten- 
zione  di  partire  e  lasclare  al  leg,  Ferreri  la 
suprema  autoriti  suila  c.  e  sul  Seaato  sCesso) 
liopo  avergli  fatto  omaggio,  si  doigono  d.  tu- 
prcma  autoriti  accordata  al  leg.  all'infuori  e 
sopra  i'autorita  d,  Senato  e  rassegnano  neile 
manl  d.  pp.  ogni  ufficio  e  magistrato  non  vo- 
iendo  dlvenire  la  favola  d.  c.  e  d.   confinanti, 

363,  20-364,  1-6;  il  pp.  senza  fare  motto  gli  11- 
cenzia,  7-8,  ma  saputo  d.  malcontento  generale 
d.  popolo  che  temeva  la  Uberta  promestagli  in 
Imola  si  mutasse  in  inganno,  modifica  i  capitoli 
in  modo  che  ia  c.  e  il  Senato  restino  contenti, 
8-25. 

1507  febbraio  13  -  Alfonso  duca  di  Ferrara   viene  a 

baciare  il  piede  al  pp.,  364,  26. 
1507  febbraio  15  -  Questi  risita  Pontecchio  e  Castel 

del  Vescovo,  364,  27-28. 
1507  febbraio  20  -  Glulio  II  pone  la  priroa  pietra  ai 

fondamenti  d.  nuovo  castello  di  Galliera,  364, 

29-45. 

1507  febbraio  21  -  Sono  letti  pubblii:amente  e  ap- 
provati  dai  collegl  e  dai  Quaranta  l  capltoli 
tra  il  pp.  e  la  c.  per  gran   parte  degli  antichi, 

364,  46-365,  1-3. 

1507  febbraio  22  -  II  pp.  fa  congregare  in  Pal.  tutti 
i  magistrati  d.  c.  e  prende   da   loro   congedo, 

365,  4-13;  quindi  parte  per  Roma  accompagnato 
sino  ai  Crociali  da  tutti  1  magistrati  e  dal 
nuoTO  leg.,  13-21;  questi  fa  a  Bologna  la  tolenne 
entrata  come  di  consueto,  21-27. 

1507  febbraio  23  -  Con  pubblico  bando  si  ordina  a 
ognuno  di  deporre  le  armi  pena  dieci  ducati  e 
tre  tratti  di  corda,  365,  29-32;  nella  notte  pren- 
dono  fuoco  le  stalle  dietro  al  pai.  d.  Biada  e 
t1  periscono  venticinque  cavalli  e  un  paio  di 
buoi,  33-39;  11  leg.  sospetta  l'incendio  doioso  e 
fattl  armare  i  soldati  fa  ioro  occupare  la  Piazza, 

39-42. 

1507  febbraio  24  -  II  leg.  delibera  che  gli  Anziani 
con  II  Gonfaloniere  tornino  ad  abitare  in  Pai. 
secondo  l'uso  antico,  365,  43-48;  e  cosi  pure  il 
Senato  e  i  Gonfalonieri  d.  popolo  e  i  Massari 
d.  Arti  tornano  ad  adunarsi  nel  luogo  consueto 
d.  Sedici,  48-50. 

*1507  febbraio  -  Per  una  congiura  ordita  da  Antonio 
e  Battista  Ranuzzi  e  da  Costantino  da  Caprara 
per  rimettere  Annlbale  ed  Ermes  Bentiroglio 
in  Bologna,  Costantino,  che  solo  viene  nelle 
manl  d.  leg.,  b  fatto  impiccare  alla  Ringhiera 
d.  pod.,  nonottante  che  tuttu  11  popolo,  che  lo 


[A.  1507  febbraio-maggio] 


INDICE  CRONOLOGICO 


867 


amava,  ne  chicdesse  la  grazia,  366,  1-20;  si  ordi- 
nano  presidi  e  guardie  alle  porte  e  alle  mura  per 
timore  di  qualche  tradimento,  il-2t. 

1507  febbraio  27  -  Si  proibisce  in  Bologna  con  pub- 
bllco  bando  ogni  corrispondenza  col  Bentivoglio 
e  l'uso  d.  loro  insegne,  366,  25-27 ;  anche  si  proi- 
biscono  le  radunanze  di  piii  che  tre  persone  e 
si  comanda  siano  cancellate  tutte  le  insegne  d. 
Bentivoglio  che  ancora  fossero  rimaste  nella  c, 
28-32. 

*1507  febbraio  -  Giulio  II  minaccia  di  scomunica  i 
Signori  che  diano  ricetto  nelle  loro  terre  non 
lontane  cento  chilometri  da  Bologna  ai  Benti- 
vogli,  366,  33-35;  il  che  intendendo  Giovanni 
con  Alessandro,  che  era  a  Borgo  San  Donnino, 
si  reca  a  Milano,  35-36,  ma  gli  altri  non  vo- 
gliono  ubbidire,  37. 

1507  febbraio  -  Miracolo  contro  un  sacrilego,  366,  37-49. 

1507  marzo  4  -  II  leg.  fa  portare  in  Pal.  le  armi  che 
erano  in  casa  d,  bargello  Nicol6  Malvasia,  366, 
50;  367,   1-3. 

1507  marzo  12  -  Impiccagione  in  Bologna  di  sei  per- 
sone  colpevoli  di  avere  scritto  ai  BentivogHo, 
367,  «-10. 

l.SO^  marzo  14  -  E  iraposta  ai  contadini  d.  Bolognese 
una  tassa  sul  bestiame,  367,  ll-l>. 

1507  marzo  20  -  Si  rompe  a  Bologna  la  campana  d. 
torre  degli  Asinelli  ed  e  subito  rifatta,  367,  19-21. 

1507  marzo  24  -  Giovanni  Bentivoglio  scrive  ai  col- 
legi  raccomandando  loro  gli  averi  che  erano 
nei  suoi  pal.,  367,  22-25;  queste  lettere  presen- 
tate  al  leg.  sono  da  lui  stracciate,  26-27. 

1507  marzo  27  -  Si  abbruciano  in  mercato  i  libri 
d.  carticelle,  367,  28-30. 

1507  -  Si  manifesta  la  peste  in  Bologna,  sicche  il  leg. 
non  fa  aprlre  il  sepolcro  di  Santo  Stefano  per 
evitare  concorso  e  affollamento  di  popolo,  367, 
30-3i;  fa  invece  di  Pasqua  cantare  messa  solen- 
ne  In  San  Petronio  concedendo  agli  intervenuti 
indulgenza  plenaria,  34-36;  il  leg.  anche  prov- 
vede  a  isolare  gli  appestati,  37-39. 

1507  aprile  1  -  Annibale  ed  Ermes  Bentivoglio  sono 
citati  alla  Ringhiera  d.  pal.  d.  pod.  a  difendersi 
d&ll'accusa  dl  conturbare  lo  stato  intrigando 
per  tornare  in  c,  367,  40-43;  frattanto  il  leg. 
provvede  Galliera  di  munizioni  e  vettovaglie 
togliendole  al  pal.  di  Glovanni  Bentlvoglio, 
che  ne  era  pieno,  43-46. 

1507  aprile  2  -  f  San  Francesco  da  Paola  fondatore 
d.  Minimi,  in  Francia,  367,  47-48. 

1507  aprile  6  -  fe  trovato  t  Tommaso  Cospl  senatore, 

367,  49-50;  368,  i;  gll  succede  in  Senato  Anto- 
nio  Paltroni,   1-2. 

1507  aprile  17  -  Si  fa  dal  leg.  dl  Bologna  suonare 
l'Ave  Maria  alle  dodici  per  impetrare  l'interces- 
sione   d.   Vergine   in   riguardo   alla  pestilenza, 

368,  3-5. 

1507  aprile  -  Molti  amici  d.  Bentlvoglio  sono  confi- 
nati  per  qualche  tempo  a  Cesena,  368,  8-13;  h 
messa  una  taglia  su  Annibale  ed  Ermes  Ben- 
tivoglio,  che  non  cessavano  di  intrigare  per 
rientrare  in  Bologna,  13-19. 

*1507  aprile  -  Glnevra  Bentivoglio  nonostante  11  con- 
trario    parere    di    Giovannl,    che   in    proposito 


aveva  ricercato  anche  Pavviso  di  re  Luigi  e  lo 
aveva  trovato  contrario,  fornisce  denaro  ad 
Annibale  e  a  Erraes  per  assoldare  genti  e  pas- 
sare  su  Bologna,  al  che  gli  incauti  si  accingono, 
368,  20-369,  1-2. 

1507  aprile  25  -  II  Senato  e  il  leg.  ne  awertono  il 
pp.  che  si  lagna  con  il  re  di  Francia  d.  mo- 
lestie  d.  Bentivoglio  e  lo  prega  d'impedirne  le 
imprese ;  f rattanto  manda  denari  a  Bologna 
perchfe  siano  assoldate  genti  a  difesa  d.  c,  369, 
3-8,  la  quale  intanto  si  apparecchia  a  difen- 
dersi,  9-12,  19-23. 

1507  aprile  28  -  Elezione  d.  nuovi  Anziani  che  en- 
trano  in  magistrato  senza  la  consueta  solen- 
nita,  369,  12-18. 

1507  aprile  29  -  II  leg.  con  il  Senato  bandisce  che 
chiunque  prenda  l'arme  contro  i  Bentivoglio 
acquisteri  indulgenza  plenaria,  chi  invece  le 
prendesse  in  loro  favore  sara  scomunicato  e 
raaledetto  dal  pp.,  369,  23-25. 

1507  aprile  30  -  II  leg.  e  il  Senato  ordinano  che  ognl 
persona  atta  alle  armi  deve  trovarsi  armata  in 
Plazza  a  certa  ora,  1  devoti  alla  Chiesa  por- 
tando  una  croce  sulle  armi  e  sulle  vestl;  ci6 
per  sapere  quanto  aflSdamento  era  a  fare  sul 
popolo,  369,  26  36. 

1507  maggio  1  -  Annibale,  Antongaleazzo  ed  Ermes 
Bentivoglio  compaiono  con  un  esercito  sul  Bo- 
lognese  e  prendono  Bazzano  con  tutta  la  mon- 
tagna,  Crespellano  e  Montevie,  369,  37-44;  Piu- 
mazzo  rifiuta  loro  la  resa,  45-46;  i  pred.  Benti- 
voglio  non  danneggiano  nuUa  e  pagano  qua- 
lunque  cosa  loro  occorra  per  dimostrarsi  amici 
non  nemici,  369,  47-49;  i  Signorl  a  Bologna 
a  queste  nuove  fanno  chiudere  le  porte  d.  c. 
all'lnfuori  di  tre,  e  mandano  i  loro  cap.  Ales- 
sandro  Pepoli,  Ramazzotto  e  Giovanni  da  Sas- 
satello  a  scacciare  i  bnnditi  dai  luoghi  occupati, 
49-370,  1-6. 

1507  maggio  2  -  Grida  d.  pp.  che  vieta  ogni  aiuto 
ai  Bentivoglio  e  concede  in  Ilbera  proprieta 
le  terre  e  castelli  d.  pred.  e  d.  loro  fautori  a 
coloro  che  li  occupassero,  370,  9-12. 

1507  maggio  3-1  cavalleggeri  d.  Bentivoglio  non 
riescono  a  Casalecchio  a   togliere  1'acqua   alla 

c,  370,  13-16. 

1507  maggio  -  Giovanni  BentivogUo  fe  dal  viceih  im- 
prigionato  per  ordine  d.  re  di  Francia  in  se- 
guito  alla  spedizione  di  Annibale  e  fratelli,  ma 
h  riconosciuto  innocente  dal  d*Amboise  che  ne 
scrive  a  Bologna  al  Senato  e  al  leg.  e  le  let- 
tere  sono  pubblicaraente  lette,  370,  17-30 ;  il  Se- 
nato  fa  bandire  il  ritorno  in  patrla  d.  confi- 
nati  che  avevano  ubbidito,  e  11  pagamento  d. 
debiti  d.  Bentivoglio,  30-32;  Ippolito  d'Este  forte 
del  bando  d.  pp.,  si  muore  par  cacclare  Anni- 
bale  e  i  fratelli  dal  territorio  e  impadronirsi 
di  Sassuolo  e  SpiUmberto,  ma  trova  che  i  Ben- 
tivoglio  ne  erano  glk  uscitl,  32-37 ;  prende  i  due 
castelU  anzidettl  c  perseguita  i  fuggitivi  sino 
ai  confini  d.  Ferrarese,  37-39;  si  fanno  feste  a 
Bologna  per  la  fuga  d.  Bentivoglio,   39-40. 

1507  maggio  3  -    Ercole    Marescottl   con  11   consenao 

d.  leg.  segulto  da  Camillo  Gozzadini  e  da  due- 


868 


INDICE  CRONOLOGICO     [AA.  1507  maggio-lSOS  gennaiol 


cento  uomini  armatt  con  faicl,  mannale  e  al- 
trl  strumentl  va  al  pal.  dl  Gioranni  Bentivo- 
glio  per  atterrarlo  e  ne  comlncia  la  distruzione 
nonostante  i  consigli  in  contrarlo  di  Lucio 
Malrezzi,  370,  41-371-372,  i-3i;  cf.  375,  15-43. 

1507  maggio  -  Giovanni  Bentirogllo  i  nuovamente 
interrogato  nel  castello  dl  Milano  sullMmpresa 
d.  figii  contro  Bologna,  e  nuovamente  e  calo- 
rosamente  se  ne  scolpa  protestando  d.  sua  co- 
stante  fedelta  e  Icalti,  372,  32-373,  i-25;  tali  di- 
scolpe  conosciute  dal  re,  questi  ordina  sia  llbe- 
rato,  e  Giovanni  torna  aiia  sua  abitazione  riiiu- 
tando  corteggi  e  onori,  26-42;  ii  pred.  appresa  la 
distruzione  d.  suo  pal.  a  Bologna  scrive  corruc- 
ciato  aiia  moglie  a  Busseto  rimproTerandoIe 
ia  propria  e  la  disgrazla  d.  figii  e  la  rovina 
d.  sua  casa,  43-374,    1-13. 

1507  maggio  17  -  Ginevra  ai  ieggere  ia  iettera  t  di 
sclilanto,  374,  14-16;  essendo  scomunlcata  le 
h  rifiutata  la  sepoltura  in  iuogo  sacro,  16-30,  e 
i  poclii  frati  clie  i'avevano  portata  al  sepoicro 
sono  scomunicati  per  sette  anni  con  tutto  il 
loro  convento,  20-23. 

1507  maggio  27  -  Passa  di  Bologna  il  card.  di  Nar- 
bona  mandato  dal  re  di  Francia  ai  pp.,  375, 
44-46. 

1507  -  Giannantonio  Castelli  ei.  senatore  di  Roma, 
375,  47. 

1507  -  E  rinnovata  ia  legge  suntuaria  sugli  ornamenti 
d.  donne,  376,  1-11. 

[1507  giugno  9  -  Giunge  a  Bologna  il  leg.  Alidosi] 
V.  jgoS  giugno  8. 

1507  -  11  Senato  di  Bologna  manda  Alberto  Castelli 
e  Bartolomeo  Zambeccari  a  Milano  al  re  di 
Francia  a  cliiedergli  clie  togliesse  ia  sua  pro- 
tezione  a  Giovanni  Bentivoglio  clie  perturbava 
Bologna,  376,  16-20;  il  re  affida  il  negozio  al 
card.  d'Amboise,  clie  chiama  a  confronto  gli 
ambasc.  con  Giovanni,  20-32  ;questi  si  difende 
energicamente  dalle  accuse  mossegli  dallo  Zam- 
beccari,  clie  svergogna,  22-377,  1-24;  la  verita 
d.  sue  dlfese  h  attestata  dali'altro  ambasc.  bo- 
lognese  Alberto  Castelii,  25 ;  sicch^  il  card.,  com- 
mosso  dalla  sventura  di  Giovanni,  sentenzia 
clie  Giovanni  e  Aiessandro  sono  innocenti  d. 
spedizione  fatta  da  Annibale  ed  Erraes  e  quindi 
continueranno  ad  avere  il  patrocinio  reaie,  35-31. 

1507  luglio  11  -  t  Annibale  Bianchl;  gli  succede  in 
Senato  Cristoforo  Angeieiii,  377,  39-40. 

•1507  luglio  -  II  leg.  Ferreri,  manifestatosi  avaro  e 
per  venaiita  ingiusto,  h  chiamato  a  Roma  dal 
pp.,  che  ne  era  stato  avvisato  da  piCl  parti,  e 
rinchluso  in  castei  SanfAngelo,  377,  41-47;  re- 
sta  governatore  di  Bologna  Lorenzo  Fleschi, 
48-49;  cf.  378,  9. 

1507  -  I  Bolognesi  assoidano  genti  di  Romagna  e  To- 

scana  avendo  udito  che  i  Bentivoglio  si  agi- 
tavano,  377,  50-378,  1-8. 

1508  -  Elezione  d.  nuovi  Anziani  e  magistrati  di  Bolo- 

gna  secondo  ii  consueto  d.  c,  378,  9-11. 

•1508  gennaio  -  Congiura  di  Gaspare  Scappi  per  fre- 
nare  ia  tracotanza  d.  Marescotti  e  rimettere  i 
BenUvoglio  in  Bologna,   378,  12-379,   1-10. 

1503  gennaio  17  -  Si  comincia  a  dare  effetto  ad  essa 


nelia  nottata,  379,  ii.35t  11  pal.  d.  Maretcotti  ^ 
sacchegglato,  riuscendo  le  persone  a  porsi  In 
salvo,  35-44;  poi  i  congiuratl  s'impadroniscono 
di  porta  San  Mamolo  e  sperano  di  introdurv 
Annibale,  che  secondo  il  fissato  doveva  aspet- 
tarefuori;  ma  aperta  la  porta  non  vi  trovano 
alcuno,  44-49;  spcdiscono  un  mbsso  al  conte  Ran- 
goni  perchc  afiiretti  Annibale  a  Bologna,  ma  ne 
ottengono  risposta  erasiva,  380,  16-32;  il  popolo 
non  risponde  airappelio  d.  congiurati,  33-34 ;  i 
quali  mentre  hanno  la  fortuna  seconda  alla  loro 
impresa  per  la  dappocaggine  d.  Senato  e  d.  leg., 
non  ne  ritraggono  il  successo  che  speravano,  24- 
45;  avendo  il  Senato  mandato  a  chiedere  allo 
Scappi  le  condizioni  per  ia  restituzione  di  porla 
San  Mamolo  prlma  che  la  notte  giungesse,  questi 
cercando  di  strappare  il  piu  dalla  faliita  impresa 
domanda  la  liberazione  di  Luigi  Marla  Grif- 
foni,  la  distruzione  d.  pal.  Marescotti  in  ven- 
detta  d.  rovina  di  quello  d.  Bentivoglio,  il  con- 
ftne  per  tutti  i  Marescotti  a  duecento  miglla 
da  Bologna,  provvedimenti  contro  gli  ebrei  e 
in  favore  d.  poveri,  la  sicurtA  per  tuttl  i  con- 
giurati  e  loro  seguaci,  e  che  niuno  di  essi  fosse 
citato  a  Roma,  381,  4-28:  nuovi  tentativi  d. 
Scappi,  mentre  si  deiibera  sulie  suc  condlzioni. 
per  solievare  ii  popolo  e  prendere  la  Piazza 
non  riuscltl,  29-40;  Luigi  Maria  Griffoni,  libe- 
rato,  accorre  da  Gaspare  e  lo  incita  a  non  ti- 
darsi  d.  preti,  41-47;  io  Scappi  h  chiamato  a 
coiioquio  coi  governatore,  il  quale  gli  da  si- 
curta  con  diecimila  ducati  che  ne  lui,  ni  '. 
compagni  sarebbero  chiamati  mai  a  rendere 
conto  d.  loro  operato,  47-382,  1-9;  conchiuso 
l'accordo  Gaspare  si  reca  alia  porta  con  tre  d. 
Senato  e  con  tutti  i  CoIIegi  e  ia  consegna  loro, 
9-14 ;  quindi  con  tutti  i  suoi  muove  alia  distru- 
zione  d.  pal.  Marescotti,  che  getta  d.  tutto  a 
terra,  14-28. 

1508  gennaio  20  -  I  Marescotti  che  stavano  nascosti 
nel  pal.  d.  governatore  sono  fatti  accompagnare 
segretamente  a  Toscanella  nellTmolese,  382, 
31-39. 

1508  gennaio  21  -  Le  case  di  Anton  Marla  Legnanl  e 
di  Alberto  Carbonesi,  molto  odiati  dal  popolo, 
corrono  pericolo  di  essere  abbattute,  ma  si  sal- 
vano  per  l'lntervento  del  conte  Ugo  Pepoli, 
382,  40-47. 

1508  gennaio  23  -  Nuove  prepotenze  commesse  da  Ga- 
spare  Scappi  e  dai  suoi  compagni,  che  profit- 
tano  d.  pusillanimita  d.  Senato  e  d.  governa- 
tore,  giunti  sino  a  oflJirire  loro  la  potesti  d. 
rocca  di  San  Glovanni  in  Persiceto  con  sti- 
pendio  di  quattromila  ducati  mensUi  per  tre 
mesi  a  fine  di  liberarsene,  383,  6-21. 

*1508  gennaio  -  Finalmente  lo  Scappi  con  Francesco 
Poeti  e  i  loro  compagni  non  sperando  di  po- 
terla  fare  sempre  franca  escono  di  Bologna  e 
vanno  in  Lombardia  e  sul  Veneziano  pr.  i  Ben- 
tivoglio,  383,  26-30. 

1508  gennaio  24  -  Sono  fatti  arrestare,  ma  poi  rilasciati 
liberi,  alcuni  f  rati  dell'Annunciata  e  Osservanti 
che  erano  faisamente  indiziatl  di  avere  dato 
ricetto  a   soldati   d.  Bentivoglio,  383,   3S-44 ;  h 


[AA.  1508  gennaio-1509] 


indicp:  cronologico 


869 


fatto  irapiccare  l'oste   d.  Lino,  perchfe  in   casa 
sua  aveva  preso  allogglo  Guido  Rangoni,  45-50. 

*1508  gennaio  -  Giungono   molte  bande   di  cavalli   e 

fanti  d.  Chilesa  in  aiuto  di    Bologna,  384,    1-4. 

1508  gennaio  28  -   II  Senato    manda   al  pp.   Virgilio 

Ghlsilieri  e  Antonio  da  Sala  a  dargli  notizie  d. 

precedenti  fatti,  384,  5-9. 

1508  febbraio  14  -  f  di  un  colpo  a  Milano  Giovanni 

Uentivoglio,  385,  1-3. 
1508  febbraio  16  -  Impiccagione  in  Bologna  di  sette 
araicl  d.  Bentivoglio,  385,  4-14;  una  donna  h 
staffilata  perchfe  parlava  bene  d.  pred.,  14-15;  in 
seguito  a  ci6  molti,  e  perchfe  amicl  d.  Bentl- 
voglio,  e  perche  si  erano  trovati  aila  rovina  d. 
pal,  Marescotti,  partono  dl  Bologna,  15-19. 

1508  febbraio  19  -  Giovanni  Felicini  e  Matteo  Goz- 
zadini  vanno  a  Roraa  avendo  appreso  clie  il 
pp.  aveva  perdonato  a  quelli  precedentemente 
recativlsl  a  suo  invito,  384,  18-19;  sono  anche 
essi  bene  accolti,  ma  dopo  poclii  giorni  sono 
tutti  imprigionati  in  castel  SanfAngelo,  19-25. 

1508  febbraio  -  Alcuni  frati  d.  Servi  d.  piJi  insigni 
sono  pubblicaraente  collati  in  Bologna  per  avere 
rifiutato  violenteraente  al  Bargelio  di  conse- 
gnargli  un  ladro  rifugiatosi  pr.  loro,  384,  26-50. 

1508  -  II  Senato  ordina  a  Michelangelo  Buonarrotl  il 
busto  in  bronzo  d.  pp.,  che  fa  porre  sulla  fac- 
ciata  di  San  Petronio,  385,  20-26. 

1508  febbraio  26  -  E  inipiccato  Giacomo  Rabuini  che 
aveva  sparlato  d.  signoria  d.  preti,  385,  27-30. 

1508  marzo  1  -  Elezione  d.  nuovi  Anziani  di  Bologna; 
loro   nomi,  385,  31-34. 

1508  marzo  28  -  Torna  a  Bologna  Virgilio  Ghisilieri, 
385,  35-36. 

1508  aprile  23  -  Antonio  da  Sala,  che  per  volonta  di 
Giulio  II  era  rimasto  a  Roraa,  e  da  lui  armato 
cav.,  385,  36-37. 

*1503  aprile  -  Antonio  da  Sala  f  a  Roma  forse  di  ve- 
leno,  385,  37-39. 

*1508  aprile  -  Torna  a  Bologna  da  Roma  Alessandro 
Pcpoli,  385,  40-41. 

1508  maggio  -  Passa  di  Bologna  ia  moglie  di  Riccardo 
Alidosi  di  casa  Orsina,  385,  42-45;  viene  anche 
un  rafesso  di  t^ranoia  a  profFerire  alla  repub- 
blica  cavalli  e  fanti  contro  i  Bentivoglio,  46-50. 

1508  giugno  8-11  nuovo  leg.  card.  Francesco  Alidosi 
fa  la  sua  entrata  a  Bologna,  386,  1-3;  cf.  376, 
12-15;    [v.  1J07  giugno  g\. 

*1508  giugno  -  II  nuovo  leg.  fa  Imprlgionare  moltl 
cittadini  che  si  erano  trovati  alla  ruina  d.  pal. 
Marescotti  sinche  non  paghino  la  taglia  loro 
imposta  per  la  riedificazione  d.  detto  pal.,  386, 
7-387,  1-388,  1-389,  1-I6,  ,-34. 

*1508  giugno  -  Parte  di  Bologna  il  govcrnatore  Lo- 
renzo  Fieschi  con  quarantadue  carriaggi,  dl  tre 
che  ne  aveva  alla  sua  venuta,  389,  17-18. 

1508  giugno  20  -  Bando  d.  leg.  che  commina  pene 
gravissime  a  chi  possedendo  arrai  e  Insegne  d. 
Bentlvoglio,  si  in  Bologna  che  nel  contado,  non 
le  cancelli  o  dlstrugga,  389,  20-23. 

1508  giugno  25  ■  Si  comincia  a  rledificare  in  Bologna 
il  pal.  Marescotti;  chi  ne  possledc  raateriall 
h  diffidato  a  farne  la  restltuzione  prna  la  scomu- 
nica,  389,  24-27. 


1508  giugno  27  -  II  leg.  di  Bologna  fa  strangolare  a 
tradimento  in  Pal.  dopo  udita  la  messa  i  sena- 
tori  Alberto  Castelli,  Innocenzo  Ringhieri,  Sal- 
lustio  Guidotti  e  Matteo  Magnani,  390,  1-9; 
fattili  decapitare  ne  fa  esporre  i  corpi  In  Piazza 
su  quattro  stuoie,  9-13;  ci6  si  disse  fatto  perchfe 
gli  ucclsi  avevano  scritto  ai  Bentivoglio,  12-13; 
tutta  la  c.  ne  fe  turbata,  senza  avere  per6  ar- 
dire  di  protestare,  13-14 ;  gli  uccisi  sono  so- 
stituiti  in  Ssnato  da  Bernardo  Fantuzzl,  Giam- 
battista  Castelli,  Giulio  Pasi  e  Giacomo  Loianl 
el.  dal  leg.,   15-19. 

1508  luglio  3  -  Infierendo  la  pestilenza  in  Bologna  e 
nel  contado  sono  dal  leg.  e  dal  reggiraento  ema- 
natl  vart  provvediraenti  in  proposito,  390, 
20-34. 

1508  luglio  3-1  Marescotti  tornano  a  Bologna  ed  abi- 
tano  in  casa  di  Gaspare  Scappi  finche  il  loro 
pal.  sia  terminato,  390,  35-37. 

1508  luglio  15  -  Sono  Imprigionati  NicoI6  Argelati, 
Traiano  Morandi  e  Cristoforo  Ariosti  per  con- 
giura,  390,  38-46;  Alessandro  Pepoli,  saputolo, 
parte  di  Bologna  insieme  al  fratello  Romeo  ed 
entrambi  si  recano  a  Pisa,  46-391,  1-2. 

1508  luglio  18  -  A  Bondanello,  sul  confine  Mantovano, 
un  tal  Manzino  da  Bologna  seguace  d.  Ben- 
tivoglio  &  sorpreso  da  Lodovico  della  Mirandola 
venuto  a  posta  da  Bologna  con  soldati  per  farlo 
prigione,  391,  3-9;  ma  si  difende  e  f,  9-11;  i 
balestrieri  s'impadroniscono  d.  suoi  compagni 
che  sono  condotti  a  Bologna,  12-31. 

1508  luglio  19  -  li  Senato  espelle  di  Boiogna  le  me- 
retrici,  391,  32-33. 

1508  luglio  20  -  Le  pred.  vi  tornano,  391,  3J-34. 

1S08  luglio  22  -  Sono  citati  molti  banditi  a  Bologna 
a  difenderai,  392,  1-42 ;  quelli  che  obbediscono 
non  ricevono  alcun  male,  ma  coloro  che  non 
si  presentano  sono  banditl  con  la  perdita  d. 
beni,  43-45. 

1508  luglio  27  •  Giungono  a  Bologna  i  prigionieri 
di  Bondanello,  che  confessano  avere  avuto  in 
animo,  entrati  in  Bologna,  dl  fare  strage  d.  ne- 
raicl  d.  Bentivoglio,  e  di  rovinarne  le  robe 
quindi  partirsene,  392,  46-393,  1-6 ;  sono  tutti 
impiccati,  6-10. 

1508  luglio  29  -  Giunge  notlzia  a  Bologna  che  il  pp. 
ha  creato  vesc.  di  Nicea  I'arciprete  ingegnere 
d.  castello  di  Galiiera,  393,  11-13. 

1508  agosto  1  -  t  Giovanni  Pepoli  a  ventitri   anni ; 

II  suo  corpo  portato   a  Bologna   h  sepolto   in 
San  Domenico,  393,  14-17. 

1509  -  Elezione  d.  magistrati  nuovl  di  Bologna;  fe  go- 

vernatore  in  vece  d.  leg.  assente  Angelo  Leo- 
nini,  393,  18-19. 
1509  •  Viene  pubbllcata  la  Lega  precedentemente  fatta 
tra  II  pp.,  Masslmiliano  I  Imp.,  Luigi  XII  re  di 
Francla,  Ferdinando  dl  Spagna,  i  Fiorentini, 
il  duca  di  Ferrara  e  II  march.  di  Mantova  con- 
tro  i  Veneziani,  393,  20-36;  scopl  di  detta  Lega, 

26-37. 
1509  -  I  Veneziani  alla  loro  volta    cominciano  a  fare 
gente  per  difendnrsl,  e  assoldano  Annlbale  Ben- 
tirogiio  che  mandano  a  Ravenna  per  tenere  in 
freno  il  pp.,  393,  38-41 ;  il   regglmento  dl   Bo- 


870 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1509  gennaio-1533| 


logna  piT  paura  di  questa  viclnanza  ordina 
grandi  guardle  In  notte  pcr  la   c,  4I-44. 

1509  gennaio  17-11  pred.  rieta  la  corrispondenza 
col  fuoniscitl,  proibisce  agli  osti  di  alloggiare 
forcstieri  senza  lasciapassare,  e  loro  comanda 
di  dare  nota  agli  ufficiali  d.  bollette  degll  ospiti 
chc  avessero  In  casa,  393,  4«-«9;  proibisce  a  tutti 
di  prendere  soldo  eccctto  che  con  la  Chiese,  49 : 
394,  1-3. 

1509  febbraio  7  -  Terremoto,  394,  s. 

1509  -  Provvedimentl  riguardantl  le  monetc,  394,  9-19. 

1509  marzo  l  -  II  card.  di  Lussemburgo  passa  dl  Bo- 
logna  diretto  a  Roma,  394,  30-31. 

1509  marzo  7  -  Arriva  a  Bologna  il  leg.  con  alruni 
bolognesi  ed  i  ricevuto  con  grandi   feste,  394, 

33-38. 

1509  marzo  8  -  II  governatore  di  Bologna  Leonini  va 
In  b^rancia  per  commissione  d.  pp.  ed  fe  sosti- 
tuito  da  Aimone  Bonadci  vesc.  d'ImoIa  uomo 
altero  e  poco  amico  d.  Bolognesi,  394,  3t-33. 

1509  marzo  10  -  Arriva  a  Bologna  il  card.  Gonzaga 
diretto  alla  sua  legazione  nella  Marca,  394,  33-34. 

1509  marzo  28  -  Giungono  a  Boiogna  molti  fanti 
male  in  arnese,  394,  35-36. 

1509  marzo  29  -  e  di  nuovo  altri  nello  stesso  stato 
inviati  dal  pi).,  394,  37-38;  sono  mandati  ad 
alloggiare  a  San  Lazzaro,  38-39. 

1509  marzo  30  -  I  pred.  vanno  a  presidiare  Castel 
Bolognese,  394,  39-40. 

1509  -  E  incominciato  da  Virgilio  Ghisllleri  il  suo 
bel  pal.  in  San  Francesco,  394,  41-45. 

1509  -  Sono  sparsi  per  Bologna  d.  biglietti  contro  11 
Senato  scnza  che  possa  scuoprirsene  l'autore 
nonostante  il  premio  promesso,  394,  46-48. 

1509  aprile  2  -  Tutti  i  soldati  che  sono  in  Bologna 
vengono  mandati  in  Romagna  a  ritogliere  ai 
Veneziani  i  luoghi  e  le  c.  che  vi  avevano  acqui- 
stato,  394,  49-50. 

1509  aprile  4  -  A  istanza  d.  leg.  Alidosi,  il  pp.  libera 
Galeazzo  Marsili  detenuto  da  tempo  in  castel 
SanfAngelo  a  Roma,  395,  1-3. 

1509  aprile  20  -  Sono  citati  alla  Ringhiera  Pandolfo 
Malatesta  e  sua  moglie  Violante  Bentivoglio 
per  difendersi  dall'accusa  di  avere  dato  ricetto 
ai  Bentivoglio  sotto  pena  di  perdere  i  beni  se 
non  obbediscano,  395,  16-30. 

1509  aprile  24  -  Fattasi  a  Bologna  la  mostra  in  Piazza 
delPesercito,  il  leg.  parte  con  esso  per  la  Ro- 
magna,  395,  4-6;  appena  partito  il  pred.,  viene 
ferito  Piramo  Pepoli  da  un  famiglio  d.  Mare- 
scotti,  6-10;  questi  arrestato  e  privato  d.  destra 
confessa  dalla  Ringhiera  il  fatto  comraesso  pro- 
testando  che  i  suoi  padroni  non  vi  entrano  af- 
fatto,  10-15;  e  pol  impiccato,   15. 

1509  aprile  25  -  II  leg.  di  Bologna  si  impadronisce 
di  Solarolo,  395,  3i. 

1509  aprile  26  -  Arrivano  a  Bologna  cavalleggeri  d. 
duca  d'Este,  che  il  leg.  fa  andare  al  campo  in 
Romagna,  395,  32-35. 

•1509  maggio  -  Brisighella  resasi  a  patti  all'esercito 
d.  Chiesa  h  contro  la  fede  saccheggiata  e  dan- 
neggiata  nelle  persone  dagli  Spagnuoli  d.  detto 
esercito,  395,  36-29;  Gianpaolo  Manfroni,  cap. 
d.  Venezianl,  mossosi  troppo  tardi  in  aiuto  d. 


BriRighellesi  i  invece  fatto  prigioniero  coi  suoi 
dal  nemici,  30-34. 

1509  maggio  3-11  leg.  lascia  Bologna  e  va  al  campo 
a  Granarolo,  che  finalmente,  dopo  due  Tanl 
assalti,  gli  ai  rende  a  patti,  395,  35-40. 

1509  maggio  1 1  -  Giungono  a  Bologna  tremila  Svlz- 
zeri  male  in  assetto,  che  si  rifiutano  di  ondare 
a  Castel  San  Pietro  diccndo  avere  patto  di  stare 
in  Bologna,  395,  41-45;  sono  fatti  allogglare 
nelle  chiese,  e  dopo  tre  giorni  vanno  a  Ca- 
stel  San  Pietro  coramettendovi  prepotenzc,  e 
infine  partono  per  raggiungcre  in  Romagna 
I'esercito  d.  pp.,  45-49. 

♦1509  maggio  -  Glacomo  Belliossi  e  ufficinle  suirab- 
bondanza,  395,  50-51. 

1509  maggio  16  -  fe  pubbllcata  in  Bologna  dalla  Rin- 
ghiera  la  sconfitta  riportata  in  Ghiaradadda 
daII'esercIto  Veneziano,  396,  1-4,  e  la  presa  di 
Russl  In  Romagna,  4. 

*1509  maggio  -  II  leg.  di  Bologna  fa  prlgionlero  Gio- 
vanni  Greco  cap.  d.  cavalleggeri  d.  Venezlani 
a  Ravenna,  396,  5-6. 

1509  maggio  23  -  li  leg.  di  Bologna  ottiene  a  patti 
Kaenza  e  vi  entra  con  gran  favore  d.  popolo, 
396,  7. 

1511  gennaio  29  -  La  lapide  romana  scoperta  nnni 
avanti  a  San  Giorgio  Castello  e  murata  nella 
porta  laterale  di  San  Petronio  di  Bologna  dal 
lato  d.  Pavaglione,  309,  41-43. 

1513  -  "  Sanie  Ghirardacci  i  nuovamente  bandiio  da 
Casitl  San  Pietro  fer  omicidi,  IV,  j/  „. 

1517  -   "  Sanie   Ghirardacci  e  graxiaio,  IV,  31-32,. 

1518  -  "  Sante  Ghirardacci  si  trasferisce  con  la  fami- 

glia  a  Bologna,  e  va  ad  abitare  nella  parroc- 
chia  di  Santa  Maria  Maggiore,  IV,  31-39,  i4-is\ 
V,  l„. 

1518  agosto  24  -  "  Sante  Ghirardacci   fa   testamento, 

V,    1-3,   l-b\   Cf.  IX,  3t>-3<)  „• 

1519  -  "  Anno  di  nascita  d.  storico  Cherubino  Ghirar- 

dacci  confermato  da  documenti  ineccepibili,  X, 
If-XI,  1-33;  data  errata  quasi  universalmcnte  ac- 
cettata,  X,  5-13;  cf.  XI,  37-29,  30-33  „;  \v.  1504, 

IS'4]- 
1524  -  "  Nasce  Sante  di  Andrea  Ghirardacci,  VI,  7,  s- 

6;  cf.  IX,  7S-79  „• 
[1524  -  Fals»  data  d.  nascita  d.  storico  Cherubino  Ghi- 

rardacci  quasi  universalmente   accettata,  X,  8- 

9,];  V.  tst9- 

1524  -  "  Frate  Eagenio   Ghirardacci  e  monaco  nel  mon. 

di  San   Giacomo  in  Bologna,  XII,  S  „ . 

1525  -  *  Andrea  Ghirardacci  abita  in  parrocchia  San 

Vitale,  V,  13-14  „. 

1526  -  "  poi  in  parrocchia  San  Leonardo,  V,  14  „. 
1526-1568  -  *  Anni  d.  quali  ci  rimangono  atti  di  An- 

drea  Ghirardacci,  V,   19-30,  jo-j6  „. 
1526  febbraio  20  -  "  Aiidrea  Ghirardacci  e  aggregato 
alla  Societa  d.  NotaJ,  V,  5-8,  8-14  „, 

1529  agosto  9  -  "  Nascila  di  tm  Marco  Ghirardacci,  VI, 

b-g  „. 

1530  agosto  19  -  "  La  famiglia  Ghirardacci  ottiene  la 

cittadinanza   bolognese,    V,  8-13,  ts-id;   cf.   IX, 

J',  Si-S3  n- 
1533  -   *  I  Ghirardacci   abitano  in  pnrrocchia  San  Bia- 
gio,  V,  14  ,. 


[AA.  1335-1S63  novembre] 


INDICE  CRONOLOGICO 


871 


1535 


1537 


1543 
1546 
1548 
1549 
1552 


"  Andrea  Ghirardacci   abita  in   parrocchia  San 

Giuliano,  V,   15  „. 

"  Fra  Nicola  Ghirardacei  e  monaco  nel  convento 

di  San  Giacomo  in  Bologna,  XII,  j-S  „. 
1540  -  *  Andrea   Ghirardacci   abita  in  parrocchia  San 

Procolo,  V,  15  „". 
"  Fra  Cherubino  Ghlrardacci  h  a  Chianciano  nel 

Senese,  XII,  3-16  „. 

"  Andrea  Ghirardacci  e  notaio  d.  pod.  a  Castel 

San   Pietro,   V,  24-36,  37-40  „. 
"  Andrea  Gliirardacci  h  notaio  d.  pod.  poi   vi- 

cepodestJ  a  Castelfranco,  V,  27  „. 

"  Andrea  Ghirardacci  ablta   In  parrocchia  San 

Vitale,  V,  15-16,,. 
■'  Andrea  Gliirardacci  h  nominato  notaio  d.  pod. 

di  Bazzano,  VI,  1-2  „. 

1552  aprile  20  -   "  Radunanza  cafitolare  degli  Agosti- 

niani  i>t  Bologna  nella  quale  non  figura  fresenie 
fra  Cherubino   Gkirardacci,  XIII,  i-S  „. 

1553  gennaio  30  -   "  Radunama  cafitolare  in  Bologna 

degli  Agostiniani  nella  quale  non  apparisce  pre- 
scnte  fra  Cheruhino    Ghirardacci,   XIII,  6-7,  9  ,. 

1554  -  "  Andrea  Ghirardacci  e  notaio  d.  pod.  a  Castel 

Bolognese,  VI,  2  „. 

1554  settembre    18  -   "  Gaspare    Ghirardacei  fa  testa- 

mento,  IX,  ^b-^i  „. 

1555  maggio  21   -   "  Radunanza  capitolare  in  Bologna 

degli  Agostiniani  nella  qual'!  non  apparisce  pre- 
sente  fra  Cherubino  Ghirardacci,  XIII,  6-7,  0-/0  „. 

1555  settembre  24  -  "  Radunama  capitolare  in  Bologna 

degli  Agostiniani  nella  quale  non  apparisce  pre- 
sente  fra  Cherubino  Ghirardacci,  XIII,  6-7, 10-11  „. 

1556  luglio  4  -   "  Radunanza  capitolare  in  Bologna  de- 

gli   Agostiniani   nella   quale   non  apparisee  pre- 
sente  fra  Cherubino  Ghirardacci,  XIII,  6-7,  //  „. 

1557  -  *  Andrea   Ghirardacci    sposa  in  seconde    nozze 

Agnese  Norchesi  Tedova  dl  Glulio  Cesare  Bian- 

chetti,  VI,  9-11  „. 
1557  gennaio  7  -  "  Strumento  dotale  a  favore  d.  pred. 

Andrea,  10-14  „. 
1557  agosto  4  -  "  Atto  col  quale   Agnese  Norchesi  re- 

voca  un   testamento  in  favore  d.  figliaatra  Fla- 

minia    Guerrini,  VI,   iS-24  „ . 
1557  giugno  12  -  "  Radunama   capitolare   in  Bologna 

degli  Agostiniani  nella  quale  non  apparisce  pre- 

scntefra  Cherubino  Ghirardacci,  XIII,  t>-7,  11-12  „, 
1557   dicembre  22  -  "  Radunanza  capitolare  in  Belogna 

degli  Agostiniani  nella  quale  non  apparisce  pre- 

sente  fra  Cheruhino  Ghirardacci,  XIII,  6-7,  i2-is  „• 

1557  -  "  SuUa  fine  dl  questo  anno  lo  storico  frate  Che- 

rubino   Ghirardacci   si  trova   a  Bologna,   XII, 
29,  aj-iS  „. 

1558  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardacci  ea  Bologna,  XII. 

29-XIII,  1-11  „. 

1558  febbralo  -  "I  coniugi  Ghirardaccl  fanno  un  con- 
tratto  di  convivenza  e  coabitaztone  con  i  co- 
niugl  Geomctra  per  un  anno,  VI,  11-16,  is-'6  „• 

1558  marzo  12  -  "  Atto  dl  vendita  di  un  podcre  fatto 
da  Pietro  Montanari  al  padrl  dl  San  Giacomo, 
nel  quale  h  nomlnato  fra  Cherubino  Ghlrar- 
daccl,  XIII,  5  8  ,. 

1558  agosto  10  -  "Fra  Cherubino  Ghlrardaccl  rlcor- 
dato  come  lettore  e  sottopriore  nel  convento 
dl  San  Giacomo  in  sostituzione  di  fra  Giovannl 


da  Fermo,  XIII,  12-14,. 

1559  -  "  Andrea  Ghirardacci  abita  nel  Borgo  di  San  Lo- 
renzo  in  una  casa  di  Filippo  Sighicelli,  V,  16- 
17,  /7-/9». 

1559  agosto  12  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardacci  inter- 
yiene  ad  una  adunanza  capitolare  d.  suo  con- 
vento  nella  quale  e  fatta  cessione  di  terrenl  ai 
Malvezzi  Campeggi,  XIII,   16-27,  aj-jg  „. 

1559  agosto  22  -  "  Protesta  di  Andrea  Ghirardacci  in 
confronto  di  sua  moglie  Agnese  Norchesi  ro- 
gata  dal  notaio  Sebastiano  Drusi  e  scritta  di 
suo  pugno  da  Cherubino  figlio  di  Andrea,  VI, 
16-29,   17-2S  „. 

1559  Ottobre  12  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardacci  h  ric. 

come  presente  In  una  cessione  di  certi  dirltti 
su  una  cappella  di  San  Giacomo  alla  famiglia 
Bonasoni,  XIV,  6-9  „. 

1560  -  "  5i  cosiruisce  in  Bologna  il pal.  Malvezzi  su  dise- 

gno  delP arcMtetto  Bartolomeo  Triachini,  Xltl, 
3i-3S  „• 
1560  marzo  11  -  "Adunanza  capitolare  degli  Agosti- 
niani  in  Bologna  nella  quale  fra  Cherubino 
Ghirardacci  non  solo  non  figura  presente  ma 
appare  sostituito  nella  sua  carica  dl  sottopriore 
da  frate  Egidio  Pennabilli,  XIV,  8-13,  4-7  „• 

1560  Ottobre  25   -   "  Adunanza  capitolare   degli  Agosti- 

niani  di  Bologna  nella  quale  non  figura  fresente 
fra  Cherubino    Ghirardacci,  XIV,  11-12  „, 

1561  gennaio  23  -  "  Adunanza  capitolare  degli  Agosti- 

niani  di  Bologna  nella  quale  fra  Cherubino  Ghi- 
rardacci  non  figura  presente,  XIV,  11-13  „• 

1561  giugno  28   -   "  Adunama  capitolare  degli  Agosti- 

niani  di  Bologna  nella  quale  fra  Cherubino  GM- 
rardaeci   non  figura  presente,   XIV,    ti-ia,  14  „, 

1562  -  "  Andrea  Ghirardacci  &  notario  d.  pod.  a  Moli- 

nella,  VI,  3,  i-a  „. 
1562  -  "  Si  fanno  In  Bologna   grandi   giostre   pel  car- 
nevale  alle  quali  assiste  fra  Cherublno  Ghirar- 
dacci,  che  le  descrive,  XIV,  21-29  „. 

1562  settembre  30  -   "  Adunanta  capitolare  degH  Ago- 

stiniani  di  Bologna  nella  quale  fra  Cherubino 
Ghirardacci  nonfigura  presente,  XIV,  ti-ia,  ts  „, 

1563  novembre  12  -  "In  una  transazione  fra  il  con- 

vento  di  San  Giacomo  e  un  tale  Mengazzi,  tra 
i  frati  presenti  e  consenzienti  c'^  fra  Cheru- 
bino  Ghirardacci,   XIV,  30-34,  t&-iS  „. 

1563  -  "  Andrea  Ghirardacci  h  riconfermato  notaio 
d.  pod.  a  Mollnella  nonostante  fosse  proibito 
di  esercitare  il  notarlato  per  due  anni  d!  se- 
guito  presso  lo  stesso  pod.,  VI,  3-5,  3-4  „. 

1563  febbraio  9  -  "  II  nome  di  fra  Cherubino  Ghirar- 
dacci  non  figura  in  un  atto  di  compra  d.  mon. 
di  San   Giacomo,  XV,  s-4  „. 

1563  aprile  5  -  "  Roglto  di  afBtto  in  cul  ricorre  II  nome 
dl  fra  Cherubino  Ghlrardacci,  XIV,  34;   XV,  1, 

1563  agosto  23  -  "Adunanza  capltolare  d.  frati  di 
San  Giacomo  per  un'assegnazione  nelln  quale 
non  figura  fra  Cherublno  Ghirardacci,  XV,  4-5, 

'3  „• 
1563  novembre  6  -  "  Adunanza  capitolare  d.^frati  di 
San  Glacomo  per  un  accordo  nella  quale   non 
figura  fra  Cherubino  Ghlrardacci,  XV,  4-5,  /,?- 

•4„. 


872 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1563  diceinbre-1587] 


1563  dicembre  3  -  "  Adunanza  capitolare  d.  frati  di 

Siin  Giacomo  per  una  corapera  nelia  quale  non 
iigura  fra  Ciierublno  Gliirardaccl,  XV,  4-5,  14  „. 

1564  -  *  In  tutto  quegto   anno  fra  Clierublno    Gliirar- 

dacci  non  figura  mal  nelle  adunanzc  capltoiari 
d.  fratl  d.  tuo  conTento  sicclii  dere  aupporai 
assente  da  Boiogna,  XV,  1-5,  /0-//  „, 

1564  aprile  22  -  *  Adunanza  capitoiare  d.  fratl  d!  San 
Giacomo  per  una  compera,  nelia  quaie  non  fi- 
gura  fra  Ciierubino  Ghirardncci,  XV,  4-5, 14-is  n- 

1564  settembre  19  -  "  Adunanza  capitoiare  d.  frati  di 
San  Giacomo  per  una  iocazione,  neiia  quaie  non 
iigura  tra  1  presenti  fra  Clierubino  Ghirardacci, 
XV,  4-5,  /J-/6». 

1564  ottobre  9  -  "  Adunanze  capitoiari  d.  frati  di  San 
Glacomo  per  un'assoluzione  e  un'assegnazione 
nelie  quaii  non  figura  tra  i  presenti  fra  Che- 
rubino  Ghirardacci,  XV,  4-5,  /4-/7  „, 

1564  ottobre  18  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardacci  ottiene 

llcenza  di  abitare  fuori  de'  iuoghi  regolarl  del- 
l'ordlne,  purchfe  In  casa  di  parentl,  XVI,  13-23  „. 

1565  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardacci  torna  a  Bologna, 

XV,  6-7  ,. 

1565  gennaio  20  -  "  In  una  locazione  fatta  dai  frati 
di  San  Giacomo  a  tale  Antonio  Grazioli  fe  ri- 
cordato  fra  Cherubino  Ghirardacci,  XV,  8-9, 
iS  „. 

1565  febbraio  10  -  "  Adunanza  Capitolare  d,  frati  di 
San  Giacouio  nella  quale  non  interviene  per  mo- 
mentaneo  impedimento  fra  Cherubino  Ghirardac- 
ci,  XV,  19-23  „. 

1565  febbraio  12  -  "  Transazione  d.  frati  di  San  Gia- 
corao  con  tale  Pasqualini  rlguardo  al  Torrazzo 
in  Via  San  Vitaie  nella  quale  fe  ric  frate  Che- 
rubino  Ghirardaccl  sindaco,  XV,  9-13,  14  ,. 

1565  aprile  9  -  "Adunanza  capitolare  d.  frati  di  San 
Giacomo  nella  quale  h  ricordato  frate  Cheru- 
bino  Ghirardacci  sindaco,  XV,  13-15,25». 

1565  aprile  18  -  "  Agnese  Norchesi  paga  al  marlto  An- 
drea   Ghirardacci  parfe  d.  dote   pattuita,  VII, 

1-4,   1-2;    cf.   VI,  14-17  „. 

1565  agosto  4  -  "  Adunanza  capitoiare  d.  frati  di  San 
Giacomo  nelia  quale  non  &  presente  fra  Che- 
rubino  Ghirardacci,  XV,  16-18,  ib-ar  „, 

1565  Ottobre  9  -  "  Adunanta  capitolare  d,  frati  di  San 

Giacomo  nella  guale  non  i  fresenl»  fra  Cheru- 
bino    Ghirardacci,  XV,  a6-2S  „, 

1566  giugno    10  -  "  Adunanza  capitolare   d.   fratl  di 

San  Giacomo  nella  quale  non  interviene  fra 
Cherubino  Ghirardaccl,  XV,  3-4,  6,  4-9  „. 

1568  -  "  Andrea  Ghirardacci  e  notalo  d.  pod.  a  Castel- 
franco,  VI,  5-6  „. 

1568  febbraio  13  -  "  Adunanza  capitolare  d.  frati  di 
San  Glacomo  nella  quale  non  interriene  fra 
Cherubino  Ghirardacci,  XV,  3-4,  7,  S-g  „, 

1568  ottobre   20  -  "  Adunanza   capitolarc   d.   fratl  di 

San  Giacomo  nella  quale  non  interWene  fra 
Cherubino  Ghirardacci,  XV,  3-4,  7,  S-g  „, 

1569  Ottobre   27  -  "  Adunanza  capitoiare  d.   frati  di 

San  Giacomo  neila  quale  non  interriene  fra 
Cherubino  Ghirardacci,  XV,  3-4,  7-9  „. 

1570  -  "  Sino  dai  prirai  di;quest'anno  frate  Cherubino 

Ghirardacci  si  trova'a  Bologna  perche  tI  pub- 
blica  ii  Calendarium    ad  uso  d.  Chiericl,  XVI, 


1-7,  /-?;  cf.  IO-IJ„. 

1570  settembre  15  -  "Lettera  dedicatorla  che  precede 

l'edlzione  dcila  Institutione  Christiana  et  Catho- 
lica  indirizzata  ai  fratelll  Angelo  Miclieie  c  Pler 
Antonio  dal  Lino  da  fra  Cherubino  Ghirar- 
dacci,  XVI,  7-10,  3  „. 

1571  -  "  Agnese   Norches!    nomina  insieme   al  marito 

un  procuratore  per  una  causa  contro  Luciona 
Bianchettl  sua  nipote,  VII,  4-5,  3-5  „• 

1572  -  "  Agnese  N'orchesi  delega  il  marito  Andrea  Ghi- 

rardaccl  a  tacitare  la  sua  controversla  con  Lu- 
ciana,  VII,  5-6,  b-a  „. 
1572  ottobre  1  -  "  Fra  Cherubino  Ghirardaccl  e  iet- 
tore  nel  convento  di  San  Glacomo  e  occupa  11 
dodicesimo  posto  sui  dlciaisette  frati  che  vi 
erano,  XVI,  26-38,  5-7  „. 

1572  ottobre  1   -  "  Adunanza  d.  fratl  di  San  Giacomo 

nella  quale  J;  ric.  come  prcsente  fra  Cherubino 
Ghirardacci,  XV,    17-30  „. 

1573  -  "  Sorge  nell'animo  di  fra  Cherubino  Ghlrardacci, 

ii  concetto  di  scrlTcre  la  Hiitoria  di  Boiogna, 
che  pero  soio  dopo  molti  anni  dl  iavoro  con- 
tinuo  comincia,  XLI,  38;  XLII,  1-31  „. 

1574  gennaio   6  -  "  Agnese   Norchesi   comparisce  col 

raarito  Andrea   Ghirardacci  in   alcunt  attl  ie- 

gali,  VI,  7-8,  g-io  ,, 
1574  gennaio  14  -  "  Fra  Cherublno  Ghirardacci  c  bac- 

ceiliere  e  sagrista  nei  convento  di  San  Giaco- 

mo  e  vi  occupa  rottavo  posto,  XVI,  28-39,  S-io  „, 
1574  -    "  Fastidi   avuti   dal   Senato   Bolognese    per   ia 

stampa    deU'opera   d.  Sigonio  De   Rtbus  Bono- 

niensium,  XLVIIl,  34-38  „, 
15  75  febbraio  2  -  "Fra   Cherubino   Ghirardacci  h  al 

sesto  posto  fra  1  frati  d.  convento  con  gli  stessi 

tltoli  gia  accennati,  XVI,  29,  ii-is  ». 
1579  -  "  Alfonso  Paieottlfe  laureato  in  teoiogia,  XLIII, 

38-39  „. 
1583  maggio  25  -  "  Privilegio  concesso  a  fra  Cheru- 

bino  Ghirardacci  dai  generale  degli  Agoatinia- 

ni,  che  ci  da  modo  a  fissare  la  vera  data  d.  na- 

scita  d.  sforlco,  X,  19-XI,  1-17  „. 

1585  -  "  Alfonso   Paleotti  e  norainato   arcldiacono  d. 

raetropolitana  e  quindi  d.  Studio,  XLIII,  38-39  „. 

1586  -  "  Lettera  di  fra  Cherubino  ai  Reggimento  Bo- 

iognese  per  annunciare  di  avere  condotta  a  buon 

punto  ia  prima  parte  deila  Historia  Bologntse, 

XLII,  21-XLni,  1-17  „. 
1586  marzo  30  -  "  f  a  Bologna  Andrea  Ghirardacci  se- 

polto  a  cura  d.  figlio  in  San  Giacomo  Magglore 

maigrado  abitassc  nella  parrocchia  di  San  Gre- 

gorio,  VII,  8-10,  11-13  „. 
1586  maggio  -  "Traslazione  d.  corpi  d.  Santi  Zama  e 

Faustiniano,  XVII,  11-13,  sS-6i  „, 

1586  giugno  13  -  "  Memoriale  di  fra  Cherubino  al  Reg- 

glmento  di  Bologna  per  ottenere  il  permesso 
di  pubblicare  il  primo  vol.  d.  sua  His/oria, 
XLVI,  45-46  „. 

1587  giugno  28  •  "  /a  un  documento  di  questa  datafra 

Cheruhino   Ghirardacci  e  chiamato  maestro,  XVI, 

•i-i<?  „• 
1587  dicembre  15  -  "Secondo   memoriale  d.   Ghirar- 
dacci  al  Regglmento  dl   Bologna   per  ottenere 
II  permesso  d.  p!ibbl'cazione  d.  primo  voi.  d.  sua 
Historia,  XLVII,  9-11  ,. 


[AA.   1588-1598  marzo] 


INDICE  CRONOLOGICO 


873 


1588  -  "11  Ghirardacci  ottiene  dal  pp.  Sisto  V  il  pri- 
vilegio  per  la  pubbllcazione  d.  aw&Historia,  XVI, 
28-XViI,  1-42  „. 

1588  agosto  24  -  "  Lettera  d,  Senato  di  Bologna  al 
suo  ambasc.  a  Roma  perchfe  si  adopri  a  fare 
ritirare  al  Ghirardaccl  la  concessione  ecclesia- 
stica  per  ia  pubbiicazione  d.  primo  rol.  d.  Hi- 
sloria  di  Bolog-na,  XLVIII,   15-30,  3-4  „. 

1588  agosto  27  -  "  Altra  lettera  d.  Senato  al  suo  am- 
basc.   Paleotti   sullo  stesso   argomento,  XLIX, 

b-2b„. 

1588  agosto  29  -  "  Terzo  memoriale  d.  Ghirardacci 
al  Reggimento  di  Bologna  per  ottenere  il  per- 
messo  d.  pubblicazione  d.  prlrao  vol.  d.  sua 
Historia,  XLVII,  U-XLVIII,  i-u,  /-»„. 

1588  settembre  7  -  «Lettera  di  Cammillo  Paleotti  al 
Senato  per  assicurarlo  che  il  pp.  non  permet- 
tera  al  Ghirardacci  la  stampa  d,  sua  opera  su 
Bologna,  se  non  vi  sara  ii  consenso  d.  Senato, 
XLIX,  34-L,  l-u  „. 

1588  settembre  9  -  "  f  Agnese  Norchesi  vedova  di 
Andrea  Ghirardacci,  VII,  lo-U,  13-14  „. 

J588  settembre  14  -  "  Lettera  d.  Senato  boiognese  al- 
l'ambasc.  Paieotti  affinch^  si  adoprl  pr.  ;1  leg. 
di  Bologna  Montalto  che  sia  proibito  ai  Ghi- 
rardacci  di  stampare  la  sua  opera  fuori  di  Bo- 
logna,  L,   15-35,  6-S  „. 

1588  settembre  31  -  "11  card.  Montalto  per  parte  d. 

pp.  ordina  con  lettera  al  vicelegato  Girolamo 
Dandini  che  non  sia  permesso  al  Ghirardacci 
di  dare  alle  stampe  la  sua  storia  prima  che 
essa  sia  stata  approvata  dai  Senato,  L,  39-LI, 
1-8,  i-t  „. 

1589  maggio  25  -  "  Conferma  di  un   privileglo  con- 

cesso  a  fra  Cherubino  Ghirardacci  dal  generaia 
degli  Agostiniani  sei  anni  prima  e  che  serve  a 
fissare  la  data  vera  d.  sua  nascita,  XI,  18-27  „. 

1590  maggio   18  -  "  Tn  «»  documento  di  questa  data  fra 

Cherubino  Ghirardacci  e  chiamaio  tnaestro,  XVI, 

/9-20  „. 

1590  Ottobre  13  -  "/»  un  documento  di  questa  data  fra 
Cherubino  Gkirardacci  h  chiamato  maestro,  XVI, 

1590  dicembre  11  -  "/»  un  documento  di  questa  data 
Jra  Cherubino  Gkirardacci  i  chiamato   maestro, 

XVI,    »/-»2  „. 

1592  -  "  A  questa  data  il  Ghirardacci  sta  ancora  scriven- 
do  ii  primo  vol.  d.  sua  Historia,  XLIV,  10-12  „. 

1592  aprile  28  -  "Lettera  da  Ferrara  di  Giustiniano 
Contughi  a  fra  Cherublno  Ghirardacci  riguar- 
dante  ia  famiglia  Scannabecchi  poi  Contughi, 
XXXVII,  18-19  „. 

1592  lugiio  28  -  "  Lettera  da  Ferrara  di  Gianmaria 
Turrini  a  fra  Cherubino  suil'origine  d.  fami- 
glia  Bentivoglio,  XXXVII,  20-21  „. 

1594  -  "  Si  comincia  la  stampa  d.  primo  vol.  della  Histo- 
ria  di  Bologna  d.  Ghirardaccl  dai  tipografo 
Giovanni  Rossi,  LI,  17-20,  j-/»  ,. 

1594  aprile  17  -  "  Clemtnte  VIII  canonizza  in  San  Pie- 
tro  Han  Giacinto,  CXXXI,  g-'3  „• 

1594  settembre   26  -  "Lettera   da   Verona   di  Nicol6 

Maffel  a  frate  Cherubino  per  chiedergll  notizie 
d,  famigiia  MaflTel,  XXXVII,  22-23  „. 

1595  luglio  -  "  La  stampa  d.  primo  vol.  delia  Historia 


d.  Ghirardacci  e  a  buon  punto,  LI,  20-LII,  1-4, 

'-4  »• 

1595  luglio  8  -  «Lettera  di  Marcantonio  Sabatini  a 
fra  Cherubino,  nella  quale  il  Sabatini  ioda  ia 
dedica  d.  Historia  di  Bologna  al  pp.  e  dichiara 
che  sosterra  le  spese  per  ii  motu-proprio  conte- 
nente  ii  priviiegio,   XXXVII,  24-27  „. 

1595  settembre  26  -  "  Lettera  da  Ferrara  di  Fernando 
Contughi  ai  Ghirardacci  con  notizia  delia  fa- 
miglia  Scannabecchi,  XXXVII,  28-30,,. 

1595  novembre  11  -  "  Lettera  da  Roma  di  Marcan- 
tonio  Sabatini  a  frate  Cherubino  per  avvertirio 
che  sara  concesso  il  priviiegio  d.  stampa  d. 
primo  vol.  d.  sua  Historia  previe  alcune  for- 
malita  per  le  quali  gli  da  consigli,  XXXVII, 
31-35,,. 

1595  novembre  11  -   "  Lettera  di  mons.  Sabatini  dalla 

quaie  si  ricava  essere  la  stampa  d.  primo  vol. 
d.   Historia  finalmente  compiuta,  LII,  5-14, /-6„. 

1596  gennaio  -  "Esce  in  luce  ii  primo  vol.  d.  Wstoria 

di  Bologna  d.  Ghirardacci,  LII,   15-35  „. 

1596  febbraio  9  -  "  Versi  di  Cesare  Scudieri  in  occa- 
sione  d.  pubbllcazione  d.  primo  vol.  d.  Hiitoria 
di  Bologna  d.  Ghirardacci,  Lli,   36-LIII,   1-23  „. 

1596  maggio  22  -  "  Lettera  da  Milano  di  Oiiviero  Bo- 
iogna  a  frate  Cherubino  Ghirardacci  con  lodi 
d.  primo    voiume  d.  sua    Historia    di  Bologna, 

XXXVII,  37-38  „. 

1596  novembre  23  -  "  Lettera  da  Boiogna  di  frate  Che- 

rubino  Ghirardacci  ai  frati.d.  Compagnia  dl 
Santa  Caterina  di  Castel  San  Pietro,  cul  annun- 
zia  l'invio  di  reliquie,  XXXVII,  39-XXXVIII, 
1-6  „. 
1596-1597  -  "Fra  Cherubino  Ghirardacci  appare  in 
moitl  documenti  di  questi  anni  col  titolo  di 
Cappellano  di  Santa  Ceciiia,  XVI,  30-XVII,  1, 
t-5'  »• 

1597  -  "OrazioSpinola  h  vlce-ieg.  di  Bologna,  CXXVII, 

17  „. 

1597  giugno  12  -  "  Lettera  da  Ferrara  di  Ippolito 
Bentivogiio  a  frate  Clierubino  per  raccoman- 
dargii  neiia  sua  Historia  la  famiglia  Bentivo- 
glio,  XXXVIII,  7-9;  LXXX,   18-35,  t-6  „. 

1597  giugno  13  -  "  Lettera  da  Castel  San  Pietro  dl 
Valerio  Fabbri  a  fra  Clierubino  per  restituirgH 
cose  prestategli  e  ringraziarlo,  XXXVIII,  lO-U  „. 

1597  agosto  9  -  "  Lettera  di  fra  Cherubino  ad  Ippo- 
lito  Bentivogiio    con    notizie   sui    Bentivoglio, 

XXXVIII,  12-13;  LXXXI,  l-40„. 

1597  agosto  9  -  "  Lettera  da  Venezia  a  fra  Cherubino 
dl  Pietro  Marcelii  che  tratta  di  alcune  faraiglle 
bolognesl,  XXXVIII,  14-15,. 

1597  novembre  10  -  "Marcantonio  Biaachetti  luccedc 

ad  Annibale  Campeggi  nella  Direzione  deil'Ar- 
chlvio  di  Bologna  detto  Camera  degli  Atti, 
CXXVII,   12-17,   cf.  XLIV,  18-20  „. 

1598  febbraio  19  -  «  Lettera  laudativa  di  Antonio  Boffa 

Negrini  da  PiubegB  al  Ghirardacci,  XXXVIII, 
16-19  ,. 

1598  marzo  5  -  "  Lettera  da  Padova  dJ  Sempronio 
Macci  al  Ghirardacct  che  rivela  alcune  inesat- 
tezze  in  cui  11  pred.  era  incorso  nel  primo  vol. 
d.  sua   Historia,  20-21;  cf.  LIV,  10-4.1  „. 

1598  [marzo  23]  ■  "  Lettera  da   Plubega   dl  Antonlo 


874 


INDICE    CRONOLOGICO        (AA.  1S98  ma«o-1758  giugnoj 


ttoSa.   Negrlnl  al    Ghirardacci   con   notUie  tui 
Bentivoglio,  XXXVIII,  M-33  „. 

1598  maggio  13  -  *  Lettera  da  Roma  di  Marcantonlo 
Sabatini  al  Glilrardacci,  con  la  speranza  clie  ven- 
ga  presto  in  iuce  il  aecondo  roiume  AtXVHitlo- 
ria  clie  sa  finlto,  XXXVIII,  21-11;  cf.  LV,  12-M  „.       1654 

1598  maggio  15  -  *  Lettera  da  Padora  di  Guido  Ca- 
stelii  al  Giiirardaccl  con  ia  quale  lo  scrlvente 
gli  manda  un  sunto  storico  d.  sua  famlglia 
e  si  mostra  lieto  che  il  pred.  roglia  correggere  1655 
la  parte  d.  sua  storia  riguardante  Celestlno  II, 
XXXVIII,  J8-30,. 

1S98  maggio  21  -  "  Lettera  da  Fermo  di  Antonio  Ben-       1655 
ni  che  ringrazia  il  Ghirardacci  di  cortesie  usa- 
tegli  dal  prcd.,  XXXVIII,  31-32  „. 

1598  giugno  13  -  "  Lettera  da  Rlmini  dl  Ciaudio  Paci 
al  Ghirardacci  nelia  quale  tratta  d.  famlglia 
Paci,  XXXVm,  33-34  ,. 

1598  luglio  23  -  Lettera  da  Terni  di  Gaudio  Castelli 
che  chiede  al  Ghirardacci  se  lia  rlcevuto  iettere 
e  documenti  che  gli  sped\  da  Padova  per  Luigi       1707 
Alberti,  XXXIX,  3-4  „. 

1598  agosto  28  -  "  Lettera  da  Solmona  di  fra  Girolamo       1732 
da  Nicotera  che  parla  al  Ghirardacci  di  reliquie 
avute  in  dono,  XXXIX,  5-6  „. 

1598  agosto  30  -  "  Lettera  d.  Ghirardacci  ad  Antonio 
Gozzadini   per   informarsi  quanto   sarebbe  co- 
stato  il  privilegio  al  tipografo  circa  la  stampa 
e  vendita  d.  sua  Historia  per  un  certo  numero       1732 
d'anni,  LV,  26-34  „. 

[1598  novembrc  14  -  "Data  errata  d.  f  di  fra  Cheru-       1740 
bino    secondo   aJcuni   scrittori,   XVII,   16-19  „]; 
r>.  IS9S  dicembr»  iz.  1740 

1598  QOvembre  15  -  "  Lettera  da  Rimini  di  Claudio 
Paci  che  si  offre  al  Ghirardacci  per  notizie  sulla 
famigHa  Pasi,  XXXIX,  7-9  „. 

1598  novembre  29  -  "  Lettera  da  Ferrara  dl  Giacomo      1756 
Sacchi  al  Ghirardacci  nella  quale  paria  di  cose 
sue  e  d.  convento  e  mostra  desiderio  di  recarsi 
a  visitarlo  a  Bologna,  XXXIX,  10-11,. 

1598  dicembre  12  -  "fCherubino  Ghirardacci  a  Bo-      1757 
logna,  XI,  32-33;  cf.   28;  questa  h  la  vera   data 
d.  sua  morte,  XVIII,  2-15;  cf.  XVII,  16-19;  XVm, 
1-2  „;  \v.  iSgS   novembre  14-XS9S  dicembre  /j].        1758 

[1598  dicembre  13  -  «  Data  d.  f  di  fra  Cherubino  Ghi- 
rardacci  secondo  alcuni  scrittori,  XVIII,  1-3  „\; 
V.  IS9'    dicembre  12. 

1598  -  "II  Ghirardacci  alla  sua  f  lascia  incompiuta  la       1758 
Hitioria,  che  nei  suoi  intendimenti  doveva  pro- 
trarsl  sino  ai  suoi  tempi,  XLIV,  24-XLV,  1-20  ,. 

1605  -  "  Pretesa  seconda  edizione  d.  primo  vol.  della 
Historia  di  Bologna  d.  Ghirardacci,  LIV,  lo-LV, 
1-3  „.  1758 

1620  -  "  habella  Gkirardacci  mogHe  di  Pomfto  daiit 
Balle  fa  (es/amenio,  IX,  SS-Sg  „. 

1639  gennaio  10  -  "  II  Senato  dl  Bologna  da  incarico 
a  Camillo  Paleotti  di  verificare  se  nei  secondo 
vol.  delV Historia  d.  Ghirardacci  vi  sia  nulla  che 
ne  possa  impedire  ia  stampa,  LVI,  10-lf  „. 

1639  gennaio  24  -  "11  Paieotti  comunica  al  Senato  di       1758 
non  avere  potuto  prendere  risione  d.  mss.  do- 
vendosi  attendere   l'eIezlone   d.  nuovo  priore, 
LVI,  20-25  ,. 

1654  -  "  11  padre  Aurelio  Solimani  agostiniano  predlca 


in  San  Petronio  per  la  quareslma,  LVI,  29-31 ; 
il  pred.  reduto  nel  convento  d!  San  Giecomo 
ove  abltava,  11  vol.  compiuto  d.  Ghirardacci 
s'incarica  d.  stampa  e  consegna  il  ms,  al  tlp. 
Monti,  31-34  „. 

dicembre  28  -  "  II  Senato  bolognese  pone  il  veto 
al  compimento  d.  stampa  e  affida  ad  Ovidio 
Montalbani  e  a  Gaspare  Bombaci  I'esame  del- 
Topera,  LVII,  1-5  „. 

gennaio  19  -  "I  pred.  forniscono  il  loro  complto 
c  danno  un.i  nota  di  notizie  da  aggiungere, 
LVII,  s-9„. 

gennaio  28  -  "  II  tegretario  d.  Senato  prega  ii 
padre  inquisitore  a  sospendere  l'imprimatur 
concesso  alla  storia  d.  Ghirardacc!  esponen- 
dogli  i  motivi  d.  richiesta  d.  magistrati,  LVII, 
10-14 ;  ma  l'inquls!tore  non  acconsente  e  con- 
viene  soltanto  di  far  fare  un'aggiunta  nell'ln- 
dice  riguardo  al  privilegio  di  Baldassarre  Cossa 
incrlminato,   U-LVIII,  1-3,  i-nj;  LIX,  /-so  „. 

-  "  Nasce  in  Bologna  rincisore  Giuseppe  Bene- 
detto  o  De  Benedictis,  LXI,  34-35  „. 

dicembre  24  -  "  Lettera  d.  card.  Cornelio  Ben- 
tiroglio  al  vesc.  di  Bologna  card.  Lambertini 
in  cui  lo  ringrazia  di  avere  avocato  pr.  di  si 
il  codice  d.  terzo  vol.  della  Historia  d.  Ghirar- 
dacci  per  impedirne  la  pubblicazione,  LXXXII, 
10-32,  //-/»;  cf.  35-37,  /j-LXXXIII.  t-is  „. 

dicembre  30  -  "  f  il  card.  Cornelio  Bentlroglio, 
LXXXIII,  3-4  „. 

-  "II  card.  Lambertini  el.  pp.  Benedetto  XIV, 
LXXXIII,  7  „. 

febbraio  23  -  «  Nasce  a  Bologna  11  pittore  dlse- 
gnatore,  incisore  e  anche  iettcrato  e  scrittore 
di  cose  d'arte  lacopo  Aiessandro  Calvi  detto  il 
Sordino,  LXI,  31-32,. 

-  "Societa  Commerciale  tra  11  senatore  marcheae 
Francesco  Davia  e  alcuni  modenesl  per  la  stam- 
pa  d.  terzo  vol.  d.  Historia  di  Bologna  d.  Ghi- 
rardacci,  LXXXIII,  U-19,. 

-  "  Manifesto  d.  Stamperia  Venturini  in  Lucca 
per  annunzjare  l'edlzione  d.  terzo  vol.  della  Hi- 
storia  d.  Ghirardacci,  LXXXIII,  20-34  „. 

maggio  15  -  "  Lettera  di  Ippolito  de  Nobili  a 
uno  d.  Venturini  intorno  alla  ralnacciata  so- 
spensione  d.  stampa  d.  terzo  vol.  AtW Historia 
di  Bologna,  L  XXXVI,   1-2$  ,. 

maggio  26  -  "  Lettera  di  Guido  Bentivoglio  a 
Giuseppe  Maria  Bondigli  per  annunziargii 
l'arrivo  d.  suo  segretario,  che  gli  manda  a  in- 
formarlo  di  un  affare  che  lo  interessa  al  som- 
mo,  LXXXVI,  33-LXXXVII,  1-10,   1-3  „. 

-  "  Alla  metk  di  quesfanno  la  stampa  d.  terzo 
volume  della  Historia  di  Bologna  d.  Ghirar- 
dacci  ^  arrivata  a  buon  punto,  LXXXIV,  6-8,  ma 
deve  sospendersi  per  l'accanita  opposizione  fat- 
ta  dal  marchese  Guido  Bentivoglio  appena  avu- 
tone  sentore,  9-LXXXV-LXXXVI-LXXXVn- 
LXXXVm,  LXXXIX,  XC,  XCI,  1-2;  CII,  25-2?  „. 

giugno  5  -  "  Lettera  d.  march.  Guido  Bentivo- 
glio  a  Giuseppe  Maria  Bondigli  circa  l'acqui- 
sto  dal  tipografi  Venturini  di  Lucca  deli'intera 
edizione  d.  terzo  vol.  dell'//»>/(»rifl  di  Bologna, 
LXXXVII,   11-38,. 


[AA.  17S8  giugno-1739  marzo]        INDICE   CRONOLOGICO 


875 


k 


1758  giugno  16  -  "  Lettera  d.  march.  Guido  Bentivo- 
glio  a  Giuseppe  Maria  Bondigli  sulle  modifica- 
zioni  da  introdursi  nella  stampa  d.  terzo  vol.  d. 
Hisioria  di  Bologna,  nella  parte  riguardante 
l'origlnc  di  Annibale  Bentiyogllo,  LXXXVIII, 
1-16,  ia-S4r,- 

1758  giugno  28  -  "  Lettera  d.  card.  Arciiinto  al  mar- 
chese  Guido  Bentivoglio  per  assicurarlo  che 
tanto  il  Sacro  Collegio  quanto  il  nuovo  pp. 
manterranno  la  prolbizlone  d.  stampa  d.  terzo 
vol.  d.   Historia  d.  Ghirardacci,  LXXXIX,   1-23, 

'■»  »• 
1758  luglio  2  -  «11  mirch.  Guido  Bentivoglio  avuto 
sicurezza  dai  card.  Archinto  che  11  Sacro  Col- 
legio  e  11  nuovo  pp.  si  sarebbero  opposti  alla 
stampa  d.  terzo  vol.  d.  llistoria  d.  Ghirardaccl, 
cambia  il  tono  deferente  usato  sino  allora  con 
il  Bondigli  e  gli  scrive  ritirando  ogni  sua  pro- 
posta  di  accomodamento  cogli  starapatori, 
LXXXIX,  24-XC,  1-b;  cf.  LXXXVIII,  17-22  ; 
LXXXIX,  1-23  „. 

1758  luglio  7  -  "  Letltra  d.  marchese  Guido  Bentivoglio 

al  Bondigli  d.  sttsso  tenore  d.  precedente  (a  /«- 
glio)  XC,  4-57  „■ 

1759  gennaio  13  -  "Lettera  d.  marchesa  Eleonora  Al- 

bergati  ai  fratello  Guido  Bentivoglio,  a  cui  tra- 
•mette  la  minuta  d.  principio  d.  manifesto  fatto 
dall'abate  Branchetta  contro  il  Vol.  terzo  del- 
Vhtoria  d.  Ghirardacci,  XCII,  25-XCin,  l-io; 
cf.  XLVIII,  I-i  „. 

1759  gennaio  17  -  "  Lettera  d.  march.  Bentivoglio  alla 
marchesa  Albergati  con  la  quale  accusa  rice- 
vuta  d.  squarcio  d.  manifesto,  gliene  dice  il  suo 
parere  e  le  aggiunge  di  spedirlo  a  Ferrara  al 
Guerini,  da  cui  gli  sara  rimandato,  CLVIII, 
9-11  „. 

1759  gennaio  17  -  "  Lettera  d.  Bentlvoglio  al  Guerini 
con  io  squarcio  d.   manlfesto,    CLVIII,  12-U  „. 

1759  gennaio  18  -  "  Lettera  d.  Guerini  al  Bentivoglio, 
CLVIII,  15,. 

1759  gennaio  19  -  "  Lettera  d,  Bentivogllo  al  Guerini, 
CLVIII,  16,. 

1759  gennaio  19  -  "Letterad.  Bentivoglio  alla  niar- 
chesa  Albergati,  CLVIH,  17-18  „. 

1759  gennaio  20  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergatl  al 
Bentivoglio,  CLVIII,  19-30  „. 

1759  gennaio  23  -  "  Lettera  d.  marchese  Bentivoglio 
alla  sorella  Albergati,  nella  quale  spiega  i  mo- 
tlvl  pel  quali  non  gll  soddisfa  il  prlncipio  d. 
manifesto,  XCV,  43-XCVI,  l-lO;  cf.  CLVIII, 
20-21  „. 

1759  gennaio  23  -  "Lettera  deirAlbergati  al  Bentivo- 
glio  per  11  manifesto,  CLVIII,  20-23  ,. 

1759  gennaio  26  -  "  Lettera  di  Francesco  Antonio 
Mansi  al  cugino  raarchese  Bentivoglio,  a  cui 
rappresenta  le  istanze  degU  Interessati  nella  no- 
ta  stampa  per  essere  relntegrati  d.  spesa;  porta 
le  loro  ragioni,  minaccla  che  l'edizlone  si  fara 
di  1&  da'  montl,  propone  finalmente  due  partitl, 
CIV,  4-CV,  1-31;  cf.  CLIX,  3-6,. 

1759  gennaio  27  -  "  Lettera  d.  Bentlvogllo  alla  mar- 
chesa  Albergatl,  CLVIII,  21-25,. 


1759  gennaio  27  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentivogiio,  a  cui  dlce  che  l*abate  Branchetta, 
insieme  col  dottor  Montl,  avrebbero  messo 
mano  a  screditare  per  altri  capi  la  Historiad. 
Ghirardacci,  CLVIII,  25-28,,. 
1759  gennaio  30  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alia  mar- 
chesa  Albergati,  CLVIII,  29-30  ,. 

1759  gennaio  30  -  "  Lettera  dell'Albergati  al  fratello 
Guido  Bentivogiio,  cui  significa  esser  necessa- 
rio  vedere  la  Crouica  di  Giovanni  di  Sabba- 
dino  degli  Arienti,  che  sta  presso  il  senatore 
Bentivoglio,  citata  dal  Ghirardacci,  XCVI,  20-30; 
cf.  CLVIII,  31-33,. 

1759  febbraio  2  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  dottor 
Scarselli  pregandolo  di  dare  un'occhiata  alla 
Cronica  dell'Arienti  qualora  essa  fosse  pr.  11 
senatore  Bentivoglio  ambaaciatore  di  Bologna, 
CLVIII,  39-CLIX,  1-2  ,. 

175Q  febbraio  3  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa 
Albergati,  a  cui  dice  che  ha  scritto  al  dottor 
Scarselll  perchfe  veda  se  il  senatore  Bentivogllo 
ha  in  Roraa  la  Cronica  dell'Anenti;  se  questa 
fosse  nei  suo  archivio  di  Bologna,  pu6  ricer- 
carla  all'archivlsta  che  deve  aver  l'ordlne  di 
comunicarla,  CLVIII,  34-38  ,. 

1759  febbraio  5  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  cugino 
Mansi  in  risposta  d.  suddetta,  CV,  35-CVI,  1- 
CVH,  1-7;  cf.  CLIX,  7-8  „. 

1759  febbraio  lO  -  "  Lettera  delI'Albergati  al  Bentivo- 
glio,  CLIX,  9-10,. 

1759  febbraio  10  -  "  Lettera  d.  Scarselli  al  marchese 
Bentivoglio,  riguardo  alla  Cronaca  dl  Sabba- 
dino  degll  Arientl,  non  posseduta  dal  senatore 
Bentivoglio,  CI-IX,  13-18,. 

1759  febbraio  14  -  "Letterad.  dottor  Flaminio  Scar- 
selli  al  march.  BentivogHo,  per  trasniettergU 
una  nota  degli  autori  che  hanno  trattato  e 
scritto  d.  famlglia  Bentlvoglio,  XCVII,  3-17; 
cf.  CLIX,  23-25. 

1759  febbraio  16  -  "  Lettera  d.  BentivogUo  airAlber- 
gati,  che  informa  di  quanto  gli  scrive  il  dot- 
tore  ScarseJli,  CLIX,  1M2,. 

1759  febbraio  17  -  "Lettera  d.  Bentivogllo  al  dottor 
Scarselll,   CLIX,  19-20,. 

1750  febbraio  17  -  "  Lettera  d,  marchesa  Albergaii  al 
Bentivoglio,  CLIX,  21-22  ,. 

1759  febbraio  19  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  mar- 
chesa  Albergati,  con  I.i  pred.  nota  da  comuni- 
carsi  all'abate  Branchetta,  CLIX,  26-27  ,. 

1759  febbraio  21  -  "  Lettera  d.  march,  Bentlvoglio  allo 
Scarselli,  pregandolo  a  osservare  II  Lihro  di 
Sabbadino  degli  Arlentl  nella  "  Llbraria  Impe- 
rlali,,  XCVII,  22-37;  cf.  XCVII,  28-30,. 

1759  marzo  2  -  "Lettera  d.  Mansi  al  Bentivoglio  circa 
il  progetto  di  pagare  i  fogli  gii  stampatl  del- 
1'A/oWrt  del  Ghirardacci,  CVII,  11-CVIII,  1-16; 
cf.  CLIX,  48-50,. 

1  759  marzo  6  -  "  Lettera  d.  Bentlvoglio  alla  sorella 
Albergati,  perch^  chicda  l'«Iuto  delPavr.  Mon- 
tefani  nel  loro  affarc,  XCVIII,  4-10;  cf.  CLIX, 
33-34  ,. 

17S9  marzo  7  -  "  Lettcra  d.  Scarselli  al  Bentivoglio,  a 


876 


INDICE  CRONOLOGICO 


[A.  1759  marzo-giugno) 


cui  niRnda  quanto  ha  trovato  nelle  NovtUe  del- 
l'Arientl  eslstentl  nella  "Llbrarlalmperlaligied 
in  un  altro  autore  che  fa  la  genealogia  dl  direr- 
se  famiglie,  e  ci6  che  scrive  l'Arlentl  nelle  »ue 
mvelle,  CLIX,  35-38;  cf,  XCVII,  39-XCVIII,  1  „. 

1759  marzo  10  -  *  Lettera  d.  marchesa  Albergati  ai 
marchese  Hentivogiio,  CLIX,  39-«0  ,. 

1759  marzo  13  -  "Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentiroglio,  CLIX,   46-47  „. 

1759  marzo  17  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  allo  Scartelll 
per  ringraziarlo  d.  sue  premure  e  discutere  sul 
valore  d.  testimonianze  mandategii,  XCVIII, 
U-3J;  cf.  CLIX,  44-45  „, 

1759  marzo  18  -  "Lettera  d.  Bentlvogiio  alia  marchesa 
Albergati,  per  informarla  d.  risposta  che  fara 
al  cavalier  Man^i  e  raccomandarsi  per  la  sol- 
lecitudine  d.  manifesto,  CLX,  1-3 „. 

1759  marzo  20  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  Mansi  in 
risposta  di  quella  di  lui  sopra  i  progetti  di 
accomodamento,   CVIII,   17-21;  cf.  CLX,  4-3  „. 

1759  marzo  34  -  "  Lettera  deIl'Albergati  al  Bentivoglio, 
a  cui  trasmette  una  nota  dell'abate  Branclietta 
informaudoio  che  si  cercheranno  notizie  circa 
il  matrimonio  d.  Gozzadini,  CLX,  6-ll  „. 

1759  marzo  27  -  "  Lettera  d.  Bentlvoglio  alia  raarchesa 
Albergati  In  risposta  d.  antecedente,  CLX,  13- 
13,. 

1759  marzo  27  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  ailo  Scar- 
seili  cui  trasmette  copia  d.  nota  dell'abate 
Branchetta  e  lo  prega  di  fare  diligenti  ricerche, 
CLX,  14-16,. 

1759  marzo  27  -  "  Lettera  d.  marchesa  Aibergatl  al 
Bentivoglio,  a  cui  dice  che  nulia  erasi  trovato 
In  casa  Guldalotti,  e  che  si  facevano  le  ricer- 
che  in  casa  Gozzadini,  CLX,  17-19  „, 

1759  marzo  28  -  "  Lettera  d.  Scarseiii  al  Bentivoglio, 
a  cui  indica  il  tempo  in  cui  visse  lo  storico 
lleninges,  CLX,  20-21  „. 

1759  marzo  30  -  "Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentivoglio,  a  cui  trasmettc  degli  appunti  del- 
Tabate  Branchetta,  per  U  manifesto,  CLX,  22-24  „. 

1759  aprile  3  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  Albergati 
in  risposta,  CLX,  26-27  „. 

1759  aprile  3  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentivoglio,  CLX,  28-29  „. 

1759  aprile  4  -  "  Lettera  d.  Scarseili  al  march.  Ben- 
tivogllo  con  note  su  ricerche  fatte,  CLX,  39-42  „. 

1759  aprile  6  -  "Lettera  d.  caraliere  Mansi  di  Lucca 
al  march.  Bentivoglio,  In  cui  dlce  che,  stante  il 
non  voler  egii  pagare  la  stampa,  non  serve  al- 
tro  carteggio,  CLX,  47-49  „. 

1759  aprile  7  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergatl  al  Ben- 
tivoglio,  con  una  nota  di  Istromenti  le  di  cui 
matricl  aarebbe  necessario  collazioaare,  CLX, 
30-32  ,.  . 

1759  aprile  9  -  "Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa 

Albergati,  CLX,  37-3»  „. 
1759  aprile  10  -  "  Lettera  d.    marchesa   Albergati   al 

BentivogUo,  CLX,  43-44  „. 
1759  aprile  11  -  «Lettera  d.  Bentivogllo  allo  Scarselli, 

CLX,  45-46.. 


1759  aprile  13  -  "  Lettera  d.  Bentivogllo  alU  marthesa 
Albergati,  alla  quale  trasmette  la  pred.  lettera 
del  cavaliere  Mansi  e  le  domanda  consiglio  c 
parere,  CLX,  50;   CLXI,  1-2,. 

1759  aprile  14  -  "  Lettera  d.  marcheia  Albergati  al  fra- 
tello  perch^  le  rlmandl  i  documenti  invlatlgli 
da  far  vedere  airavv.  Montefanl,  XCIX,  9-25; 
cf.  CLXI.  7-8  ,. 

1759  aprile  16  -  "  Lettera  d.  Bentlvoglio  al  Mansi,  a 
cui  dice  che  pagherA  per  suo  riguardo  e  che 
lo  lasciava  arbitro  di  stablllre  la  somma  d. 
pagamento,  CLXI,  3-6  „. 

1759  apriie  16  -  «  Lettera  d.  Bentlvoglio  alla  Albergati 
per  avvertlrla  che  scrlve  al  cavalier  Manii  dl 
accettare  il  pagamento,  CLXI,  9-11  „. 

1 759  aprile  17  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergatl  ai  Ben- 
tivoglio,  disapprovando  quanto  ha  scritto  al 
Mansl  e  insistcndo  sulla  necessiti  d.  manifesto, 
CLXI,   12-14,. 

1759  aprile  21  -  "  Lettera  d.  Scarselli  al  Bentivoglio,  a 
cui  dice  che  V  fstoria  manoscritta  che  ha  il  se- 
natore  Bentivogllo  non  addita  verun  docu- 
mento,  CLXI,  17-19  „. 

1759  aprile  22  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  Alberguti 
in  rtsposta  d.  lettera  d.  17  corrente,  CLXI,  15- 
16  „. 

1759  aprile  24  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentivoglio  intorno  aila  facoltj  da  esso  data 
al  cavalier  Mansi  clrca  il  manifesto  da  forsi, 
CLXI,  20-21  „. 

1759  aprile  27  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa 
Albergati,  per  darle  conto  di  quanto  gli  scrive 
il  dottor  Scarselli,  CLXI,  22-23  „. 

1759  aprile  27  -  «  Lettera  d.  Bentivogiio  alio  Scarselli, 

CLXI,     24-25  „. 

1759  maggio  18  -  "  Lettera  d.  Mansi  al  Bentivoglto,  a 
cul  dice  che  per  acquistare  tutta  l'edizione  d. 
terzo  vol.  deW  flisioria  d.  Ghirardacci  occorre 
dare  agli  interessati  cento  zecchini  per  inden- 
nizzarli  d.  spese  d.  stampa;  e  propone  poi  an- 
che  l'acqul3to  d.  manoscritto  per  evitare  che 
altrove  e  da  altri  venga  fatta  un'edizione  del- 
I'opera  che  si  vuole  sopprimere,  CVIII,  25-CIX, 
1-34,  cf.  CLXL   28-31  ,. 

1759  maggio  25  -  «  Lettera  d.  Bentivoglio  all'Alber- 
gati,  con  acclusa  la  lettera  d.  Mansi  per  averne 
il  parere,  CLXI,  26-27  „. 

1759  maggio  26  -  "  Lettera  d.  Albergatl  al  Bentlvo- 
glio  in  rlsposta,  CLXI,  34-36  „. 

1759  maggio  28  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  Manst 
nella  quale  ratlfica  11  compromesso  di  cento  zec- 
chini  e  quanto  al  mss.  dice  essere  proprieta  d, 
march.  Davia,  al  quale  deve  tornare,  CIX,  3T- 
CX,  1-44 ;  cf.  CLXI,  32-33  ,. 

1759  maggio  28  -  «  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  Alber- 
gati,  CLXI,  37-3«  ,. 

1759  giugno  5  -  «  Lettera  deirAlbergati  al  Bentivogllo 
sul  pericolo  espostogli  dal  pred.  di  fare  un 
manifesto  che  non  abbla  tutto  quel  valore  che 
si  rlchiede,  CLXI,  39-41  „. 

1759  giugno  8  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  raarchesa 


[A.  1759  giugno-dicembre] 


INDICE  CRONOLOGICO 


877 


Albergati  in  cui  le  espone  nuovamente  le  dif-       1759 
ficolti  intorno  al  manifesto,  CLXI,  42-««  „. 

1759  giugno   9    -    "Lettera   d.  marchesa   Albergati  al 

Bentivoglio,  a  cui  dice  che  avrebbe  consultato       1759 
I'aflfare  d,  manifesto  per  I'avTocato  Montefani, 
CLXI,  «5-47  ,. 

1759  giugno  11  -  «Lettera  d.  Mansi  al  Bentivogllo,  a 
cui  dice  che  teme  che  gli  interessati  non  si 
contentino  di  cento  zecchinl,  CLXII,  3-6  „.  1759 

1759  giugno  12  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati   al 

Bentivoglio,   per  annunciargli   nuove   ricerche       1759 
nel  pubblico  archivio  di  Bologna,  CLXF,  48-50  „. 

1759  giugno  15  -  «  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  Alber-       1759 
gati  in  risposta  alla  sua  ultima,   CLXII,  1-2  „, 

1759  giugno  18  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa       1759 
Albergati,  per  informarla  dl  quanto  gli  scrive 
il  Mansl,  CLXII,  7-i  „.  1759 

1759  luglio  9  -  «Lettera  d.  Bentivoglio  all'AlbergatI 
nella  quale  allude  al  ritardo  d.  risposta  da  Lucca 
e  le  chiede  se  siasi  trovato  altro  recapito  per 
sostenere  il  manifesto  e  che  ne  penii  il  Mon- 
tefani,  C,  4-21;  cf.  CLXII,  9-12,. 

1759    luglio    10  -  «Lettera  d.  marchesa   Albergati   al       1759 
Bentivoglio,  CLXII,   13-1«,. 

1759  luglio   14  -  «  Lettera  d.    marchesa   Albergatl   al 

Bentivoglio,  CLXII,   15-16  „.  1759 

1759  luglio  31  -  "Lettera  d.  raarchesa  Albergati  al 
Bentivoglio,  CLXII,  17-18  „. 

1759    luglio  24  -  «  Lettera  d.  Bentivoglio  all*Albergati, 

19-20  „.  1759 

1759  luglio  25  -  "  Lettera  d.  Mansi  al  Bentivoglio,  cul 
significa  aver  stabilito  l'accordo  in  centotrenta 
zecchini  previa  consegna  a  lui  dl  tutti  i   fogli       1759 
stampati  e   restituzione   d.  manoscritto  ai  pro- 
prietarl,  CXI,  5-CXII,   1-12;   cf.  CLXII,  «1-43,. 

1759  luglio  28  -  "Lettera  d.  Albergatl  al  fratello 
con  il  parere  d.  Montefani  intorno  al  manife- 
sto  da  farsi,  C,  :5-CI,  i-ls;   cf.  CLXII,  21-23,.      1759 

1759  luglio  31  -  "Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa 

Albergatl  in  risposta  d.  sua  de'  38,  con  la  quale       1759 
la  prega  a   scrivergli   senza   riguardo,   CLXII, 
-       27-29  „. 

1759  agosto  2  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  Albergati,       1759 
che  prega  di  parlare  con  l'avvocato  Montefani 
per  l'estensione  d.  manlfesto;  le  trasmette  una 
lettera  ricevuta  dal   Mansi,  CLXII,  24-26,.  1759 

1759  agosto  4  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
BentivogUo,  con  l'approvazione  d.  progetto  d. 
Mansi,  CLXII,  30-31  ,. 

1759  agosto  6  -  "  Lettera  d.  BentivogUo  alla  raarchesa      1759 
Albergati,  CLXII,  33-33,. 

1759  agosto  7  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al  Ben-       1759 
tivoglio,  nella  quale  gli  ripete  che  il  Montefani 
asserisce  aver   documenti    autenticl  d.  deriva- 
zione  d.   famiglia   Bentivoglio  di   Bologna   da       1759 
quella  loro,  CLXII,  34-37,. 

1759  agosto  10  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  marchesa 
Albergati  In  risposta  alla  precedente,  CLXII, 
3S-40,.  1759 

1759  agosto  11  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
BentivogHo  riguardanfe  il  manifesto,  c.  i  fogH 
pr.  l'abate  Branchetta,  CLXII,  «7-«8  ,. 


agosto  13  -  "  I.ettera  d.  Bentivoglio  alla  raarchesa 
Albergati  intorno  al  manoscritto  d.  march.  I!)a- 
via  e  al  manifesto,  CLXII,  «9-50  ,. 

agosto  13  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  Mansi,  con 
la  quale  accetta  di  pagare  in  centotrenta  zec- 
chini  gli  interessati  nella  stampa  e  lo  incarica 
di  ritirare  tutti  gli  esemplari,  che  gli  spedira, 
CXII,  13-16;  cf.  CLXII,  ««-«6,. 

agosto  14  -  "Lettera  deirAIbergati  al  Bentivo- 
glio,  CLXIII,  1,. 

agosto  15-"  Lettera  d.  Bentlvoglio  alla  raar- 
chesa  Albergati,  CLXIII,  2-3  ,. 

agosto  18  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergati  al 
Bentivoglio,    CLXIII,  «-5,. 

agosto  20  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  raarchesa 
Albergati,  CLXIII,  6-7  „. 

settembre  -  "  Lettera  d.  Mansi  al  raarch.  Ben- 
tivoglio,  colla  quale  gii  rappresenta  che  i  si- 
gnori  di  Lucca  non  approvano  l'accordato  in 
centotrenta  zecchini  ma  vogliono  l'intera  som- 
ma  doraandata,  CXII,  19-CXIII,  1-31 ;  cf.  CLXIII, 
8-10,. 

settembre  17  -  «  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  mar- 
chesa  Albergati,  con  la  lettera  d.  Mansi,  suUa 
quale  domanda  il  suo    parere,  CLXIII,  11-13,,. 

settembre  18  -  "Lettera  d.  marchesa  Albergati 
al  Bentivoglio,  cui  consiglia  di  accordare  al  ca- 
valier  Mansi  il  maggior  prezzo  per  terminare 
l'afrare,  CLXIII,  U-16,. 

ottobre  6  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  al  Mansi, 
con  la  quale  accorda  l'intero  pagamento  richie- 
sto,   CXIII,  3«-35:  cf.   CLXm,   17-19,. 

novembre  9  -  "  Lettere  d.  Mansi  al  Bentivoglio 
il  quale  accusa  la  ricevuta  de'  centosettanta 
zecchini  e  chiede  come  debba  disporre  de'  fogli 
stampati,  che  gli  verranno  consegnati,  CXIII, 
37-CXIV,   1-13;  cf.   CLXIII,   20-22,. 

novembre  17  -  'Lettera  d.  marchesa  Albergati 

al  Bentivoglio,  CLXIII,  26-27,. 
novembre  18  -  «Lettera  d.  BeutiTogllo  al  Mansi 

a  cul  dice  che  lo  avviseri  d.   modo   di   fargli 

ia  spedizione  d.  fogli,  CLXIII,  23-25  „. 
novembre  21  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  mar- 

chesa   Albergati,   a  cul   dice   essere   terminato 

l'affare  di  Lucca,  CLXIII,  28-29  ,. 
novembre  24  -  "Lettera  d.  marchesa  Albergati 

al  Bentivoglio,  con  l'annunzio  che  il  Montefani 

si   metteri   a   stendere   11  manifesto,    CLXIII, 

30-31  ,. 
novembre  28  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  mar- 

chesa  Albergati,  CLXIII,  32-33,. 
dicembre  1  -  "  Lettera  d.  Bentivogllo  alla  Alber- 

gati,  a  cui  parla  d.  spedizione  da  Lucca  a  Bo- 

logna  d.  fogli  stampail,  CLXUI,  3«-35  „. 
dicembre  4  -  "  Lettera  d.  marchesa  Albergatl  al 

Bentivoglio,  a  cul  propone  un  «uo  progetto  e 

suggerisce  la  via  di  far  venire  i  fogli  da  Lucca, 

CLXIII,  36-38  ,. 

dicembre  7  -  "  Lettera  d.  Bentivoglio  alla  mar- 
chesa  Albergatl,  con  la  quale  rigetta  II  suo  pro- 
getto  e  inslste  per  I'esten8ione  d.  manifesto 
CLXIII,  39-«0,. 


878 


INDICR  CRONOLOGICO 


[AA.  1759  dicembre-1860] 


1759  dlcembre  7  -  'Lettera  d.  BentlTOglio  al  Mansl, 
sul  modo  dl  ipedirgli  la  balla  d.  fogll  stam- 
patl;  lo  prega  intanto  di  mandargliene  un  esem- 
plare  per  la   posta,   CXIV,   33-31;   cf.   CLXIII, 

41-«3,. 

1759  dicembre  11  -  "  Lettcra  d.  marchesa  Albergatl  al 
fratello  nella  quale  torna  al  progetto  d.  manl- 
fetto  e  dice  che  far&  pressioni  sul  Montefani 
perchi  lo  stenda  al  piu  presto,  CII,  1-U;  cf. 
CLXIII,  «-45  ,. 

1759  dicembre  15  -  "  Lettera  d,  Bentivoglio  alla  mar- 
chesa  Albergati  in  replica  d.  suddetta,  CLXII, 


46-47  ,. 
1760-1783  -  *  In  questi  anni  cade  la  composizione  d. 

ritratto  d.  Ghirardacci,  che  in  aicunl  esemplari 

d.  secondo  volume   c  messo   Innanzi  aU*opera, 

LXII,  1-4  „. 
1782  -  "  t  l'incisore  Giuseppe  Benedettl  o  De  Benedictis, 

LXI,  35-36  ,. 
1815  maggio  15  "  f  lacopo  AieMandro  Calvi,  LXI,  33  „. 
1860  -  "11  rats.  d.   terzo  vol.    dcW  liistoria   di   Bologna 

d.  Ghirardacci  fe    acquistato    per   la  Bibiioteca 

comunale  dt  Bologna  dal  dottore  Frati,   CXV, 

31-34  ,. 


NEL  TESTO: 


N'ELL'INDICE: 


'h 


ERRATA  CORRIGE 


P.  XCI 

/. 

7 

p.  59-60 

correggi 

S4-6o 

,  137 

yj 

7 

Buono 

n 

Borso 

V     219 

n 

21 

Monti 

n 

Molti 

-.  244 

note 

■>  1 

Giovanni  di 

Nadi           „ 

Gaspare  dl  Nad 

n    246 

l. 

48 

Fiorentini 

n 

Faentini 

„    358 

» 

28 

pololo 

n 

popolo 

«    363 

» 

dO 

Maldo 

n 

Naldo 

Bergami  Pietro  da  Orbignano  correggi  Orbizzano  e  Rubizzano 

BoLOGNA  (citta).  ...  danno  fuoco  al  pal.  d,  pazzi,  5,   14-15  „         al  pavaglione  d.  bozzoli 

Briconnbt  Guglielmo  .  .  . .  (an.  1507),  36.5,  24-25  „         375 

Booso  V,  Bosio:  tale  riciiiamo  h  da  togliere:  invece  e  Buoso  v.  Sforza  B. 

Floriano:   V.  liigosi  non   Ragosi 

Francia  :  V.   Panzeri     „      Panzieri 

(tALKotto  t).    Rigosi      „      Ragosi 

Guido  e  Guidone  V Vedrana;       correggi:    Vedriano  (Da) 

Marescotti  Ercole,  aggiungere:  el.  degli  Assonti  per  la  peste  (an.  1508),  391,  44-45 
Pepoli  Giacomo  sposa  Margherita  figlia  di  Nanni  Gozzadini  cnrreggi  dl   Tommaso 


^ 


INDICE   GENERALE 


Prbfazioke  diAlbanoSorbblli p.  in 

Appendici  alla  Prefazione • »  CXLV 

HISTORIA  DI  COLOGNA  DEL  R.  P.  M.  CHERUBINO  GHIRARDACCI „  i 

Indici  : 

Indice  alfabetico v  399 

Indice  cronologico   ................    ^  Soi 

Errata  Corriob t,  879 


Cominciato  a  stamfare  nel  mese  di  febbraio  delVanno  igi2 
Finito  di  stamfare  nel  mese  di  dicembre  delPanno  1^32 


I 


i 


BINDING   Llbl     .MfN  f  '1  'M,M 


DG  -Muratori,  Lodovico  Antonio 

/i03         (ed.) 

M87      Rerum  italicarum  scriptores 

1900  Nuova  ed.  riv,  arapliata  e  corr. 

t.33 

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