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Full text of "Resoconto delle adunanze generali e parziali per l'anno ..."

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SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA, FIRENZE. 


Resoconto delle adunanze generali e parziali 
per d'anno 1872 .IIT. 
pel7-22 PIT? 


SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA 


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‘RESOCONTO 


DELLE ADUNANZE GENERALI E PARZIALI 


PER 


L'ANNO /A8T2. 


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ADUNANZA GENERALE TENUTA IN SIENA 


Nei dì 22 e 23 ottobre 1872. 


L’abbondanza delle memorie, che i Soci presenti avevano portate 
e che quelli assenti avevano inviate, obbligò la Presidenza a dividerle 
in due sedute, le quali ebbero luogo nei giorni indicati. 

Il Prof. Giuseppe Bertoloni, scusando la sua assenza con una lettera 
al Presidente della Società, mandò un suo lavoro stampato sopra al- 
cune galle. 

Fu letta in seguito un’altra lettera del Prof. Antonio Carruccio, che 
inviava alcune notizie sulla fauna entomologica del modenese. In esse 
dopo aver detto come manchino affatto cataloghi dai quali poter attingere 
notizie. per quella fauna, e come egli si trovi da soli 8 mesi nella detta 
parte d’Italia rende noto che ha già fatto 14 o 12 escursioni in com- 
pagnia del Prof. Alessandro Spagnoletti, dell’ Ingegner Carlo Pozzi, del 
Sig. Lazzaro Tognoli e del Sig. Cesare Tonini, e che ne ha ottenute 
buone e copiose raccolte da studiare successivamente. Dà frattanto una 
sommaria relazione dei Lepidotteri presi, che ammontano a circa 600 
individui fra Ropaloceri ed Eteroceri, appartenenti a circa 50 generi e a 


più di 100 specie diverse. I generi più ricchi, raccolti in questo anno, 
sono i seguenti: 


Vanessa specie 7 individui 73 
Pieris » 4 » 34 
Colias DMS? » 4l 
Papilio SIM2 » 23 
Polyommatus LS » 20 
Lycaena DINO » 17 
Limenitis di » 19 
Argynnis SE » 16 
Melitaca pn ) 13 
Arge SARI » 9 
Satyrus » 4 » 14 


‘Trovò inoltre 3 esemplari di Acherontia Atropos, A di Sphine Convolvuli, 

A di Deilephila Euphorbiae, molti Smerinthus e 5 specie di Zygaena. 
Il Prof. Pietro Stefanelli invitò quindi a nome del Prof. Camillo Ron- 
Adun. gen, Soc. Ent. 3 


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dani a voler tener conto delle osservazioni che si potessero fare sui pa- 
rassiti delle larve dei Lepidotteri, ed a comunicarle al distinto entomologo 
di Parma, che fa stud} speciali su tale proposito. 

Fu letta in seguito una memoria del Prof. Federigo Del Pino intorno ad 
una osservazione sulla Tettigometra virescens Latr. e sopra una grossa 
formica (Camponotus pubescens) che si comporta con essa come cogli Afidi 
e coni Coccidi, cioè standole attorno per ottenerne un liquido zuccherino. 
Considerando, egli dice, i rapporti di affinità morfologica degli Afidi e dei 
Coccidi cogli Emitteri Omotteri, e secondo la teoria darviniana, si può 
dedurne che gli Afidi ed i Coccidi sono due lignaggi o serie genetiche, le 
quali sonosi andate formando e sviluppando per via di successive modifi- 
cazioni sotto il patrocinio delle formiche, e che l’inizio di queste due 
serie deve essere contemplato nel tipo Tettigometra, od in un tipo affine. 
L'autore cerca quindi di confermare queste dichiarazioni con le tesi se- 
guenti: 
1° Il tipo Formica comparve sul nostro globo anteriormente ai tipi Aphis, 

Coccus, Tettigometra. ; 
2° Le formiche gradualmente assuefacendosi agli Afidi, svilupparono alcune 

forme specifiche, le quali senza gli Afidi non possono più vivere. 
3° La causa dell’affezione delle formiche verso gli Afidi, i Coccidi e le 

Tettigometre, è la secrezione zuccherina che esce da uno 0 più punti 

dell'addome di detti Emitteri. 
4° La causa finale per cui le Tettigometre, gli Afidi ed i Coccidi accet- 

tarono |’ ufficio di vacche delle formiche, è la protezione che da esse 
ricevono. 
5° Il genere Tettigometra è verosimilmente lo stipite da cui discesero gli 

Afidiami. 
6° Le Tettigometre subiscono spontaneamente e non forzatamente il patro- 

cinio delle formiche. 

Il Presidente, notando il pregio del lavoro, fece avvertire che per 
tali conseguenze non basta attenersi all’analogia delle forme esterne, ma 
tener molto conto dell’interna struttura, delle metamorfosi, del modo di 
riprodursi e di tutta la storia degli animali che si confrontano, e non 
essere corrivi a tradurre in fatti di discendenze quelle che possono 
essere semplici relazioni di attualità. 

In appresso l'Ing. Conte Guido Vimercati lesse una comunicazione del 
socio Sig. Carlo Tacchetti sulla Saturnia Yama-mai. Avendo questi posto a 
sviluppare 50 uova, avvenne che gli nacquero prima che la quercia pos- 
sedesse i nuovi germogli, essendo avvenute le nascite solo dal 9 al14 aprile. 
Si servì delle foglie di castagno e di rose, ma solo queste ultime furono 
mangiate, nonostante che molte larve morissero finchè non giunse il 
tempo di poter loro offrire foglie di quercia molto bagnate. Così riuscì 


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a salvarne una dozzina, spruzzandole tre o quattro volte al giorno con 
acqua. Dall’ 11 al 22 giugno fecero il loro bozzolo, sempre scegliendo 
i luoghi più umidi. Vide Ja prima farfalla il 9 di agosto, e le altre succes- 
sivamente nacquero fino al 9 di settembre. Dal che si vede che la vita 
del Yama-Mai è repartita in 2 mesi e 18 giorni prima del bozzolo, in 
un mese e 18 giorni aventi l’uscire delle farfalle; e nel totale 136 giorni, 
ossia 4 mesi e 416 giorni. — L'allevamento deve farsi in piena aria 
(evitando in tal modo che sia troppo domestico) e colla cura ancora di som- 
ministrare non poca umidità alle larve, anche nel tempo in cui tessono 
i bozzoli. 

Su questo soggetto presero la parola prima il Presidente per render 
conto di un allevamento pur fatto in piena aria alla Vallombrosa presso 
l’Istituto Forestale da una gentile signora, e nel quale si nutrivano i 
bachi su piccole querce coperte di reti per difenderli dagli uccelli. 
L’esito fu felice per i primi anni, ma andò sempre ad incontrare peg- 
gior sorte. 

Essendo quindi dal Sig. Napoleone Pini emessa la ipotesi della de- 
generarazione del seme riprodotto, il socio D. Giotto Ulivi narrò di un al- 
levamento che prospera da 4 anni e che vien fatto in Arezzo dal Prof. 
Brizzolari con seme riprodotto dalle farfalle precedentemente ottenute. 

Il Sig. Apelle Dei parlò in seguito di un’ esperienza riuscita negativa 
sulla partenogenesi del baco da seta, ed emise il dubbio che le osser- 
Vazioni positive su tale modo di riproduzione nell’ insetto nominato si 
possano riferire a fatti di ermafroditismo, che talvolta si osservano nei 
Lepidotteri. 

Il Presidente accennò la necessità di constatare anche anatomica- 
mente tali fatti, ma il Prof. Stefanelli soggiunse che ormai può tenersi 
per fermo esistere nei Lepidotteri casi di reale ermafroditismo interno, 
verificato colla dissezione da entomologi stranieri. 

Il medesimo Prof. Stefanelli, richiamando un suo lavoro pubblicato 
nel Bullettino sopra alcuni Lepidotteri della fauna toscana, ricordò come 
egli annunziasse di aver preso un solo individuo di una specie appar- 


tenente all'Africa, l Eurycreon (Botys) Algyralis All. Ora, egli venne a 
confermare il posto di questa specie fra quelle italiane, possedendone 
un secondo individuo che gli fu inviato nel corrente anno dalla Sardegna. 

Il Presidente in fine comunicò alla Società un catalogo di 38 specie 
di Crostacei Decapodi Brachiuri, che furono raccolti nel viaggio di cir- 
cumnavigazione della R. Fregata Magenta, sulle coste dell’ America 
Meridionale, del Giappone, della China, di Sumatra e dell’ Australia. 
Avendoli egli studiati, fa palese la particolarità di ciascuna specie, indican- 
done alcune nuove e un genere creduto pur nuovo, vicino ai Pilumrus, 
e che dall’apparente mancanza di antenne esterne denominerebbe Acerus. 


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Nella seconda parte dell’ adunanza, che ebbe luogo il 23 settembre, 
lesse una memoria il Sig. Piero Bargagli sulle escursioni entomologiche 
fatte in Italia in quest'anno. Per prima cosa l’autore pose in rilievo l’im- 
portanza delle comunicazioni di questo genere, quindi passò a dire come 
poco fruttuose fossero le sue ricerche nell'inverno intorno a Roma, a 
Terni ed a Spoleto; come anche quelle intorno a Firenze non fruttassero 
che le solite specie, ed in assai minor numero degli anni scorsi fossero non 
solo il Glyptomerus Etruscus, e rarissimi sempre gli Anillus Florentinus, 
gli Amaurops, gli Adelops, le Raymondia; e come solo dalla Montagnuola 
senese egli avesse avuto varj individui del Troglorhyneus latirostris, 
di Reicheia Usslaubi, di Xantolinus tenwipes e di Raymondia Apennina. — 
Nella primavera egli dice di aver cominciata con maggior profitto 
la caccia dei Coleotteri fitofagi, avendo trovato il Cleonus sulcirostris 
allo stato di larva sull’ Onopordon acantium, ed anco il Deilus fugax 
sopra il Tord:lium epulum ed il Brachypteroma Ottomanum sui fiori di 
Spirea e sopra varie ombrellifere. Sulla cima di Monte Morello poi rac- 
coglieva insieme al Sig. Piccioli alcuni Byrrhus pilula ed un suo congenere 
che forse è sconosciuto. Narra poi come il Signor Piccioli, battendo le 
siepi di Crataegus oxyacantha, trovasse un bell’ Antribide molto vicino ai 
generi Enedreytes e Cratoparis, che si crede ancor esso nuovo. Rende 
noto pure il singolar fatto osservato nel Giardino Botanico del R. Museo 
di Firenze, dove lo spelice dei Dracunculus in fioritura era visitato dai 
Coleotteri carnivori Dermestes, Hister, Antrenus. Parla in seguito delle 
sue caccie fatte nei dintorni di Viareggio nel luglio, e quindi passa a dar 
conto della più bella e più importante escursione ch'egli fece accompa- 
gnando il Prof. Targioni-Tozzetti sull’ Appennino casentinese, toccando 
Pratovecchio, la Falterona, alcuni luoghi sul versante dell’ Adriatico e 
poscia Camaldo'i e la Verna, e cita fra le specie di Coleotteri più com- 
mendevoli l’Hylobius abietis, l’Endomychus coccineus, il Molytes Germa- 
nus, un maschio di Lampyris straordinariamente luminoso, la Rosalia 
Alpina, la Leptura rubrotestacea, il Prionus coriarius, la Crepidodera 
Atropae, il Cychrus Italicus, il Percus Passerinii e forse anche la sua 
larva, ed il Mastigus Liguricus. — Degli altri ordini d'insetti riportati 
da quella escursione non tien parola, non avendoli potuti ancora deter- 
minare per mancanza di tempo. — Legge in fine alcune lettere sullo stesso 
soggetto dei Signori Cav. Vittore Ghiliani e Cav. Flaminio Baudi di To- 
rino, e del Dott. Stefano Bertolini di Trento, dalle quali pur si rileva 
come per tutto riuscirono poco fortunate le escursioni dei primi mesi 
dell'anno ed ebbero vario successo quelle delle altre stagioni, e come, in 
generale, gl’insetti nocivi non apparvero numerosi nelle campagne. 

Il Prof. Stefanelli aggiunse a queste le sue proprie osservazioni sulle 
caccie di Lepidotteri fatte nei dintorni di Firenze, parlando della abbon- 


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danza della seconda generazione della Lithosia Caniola, e di un tentato 
ma non riuscito allevamento delle larve sinora sconosciute della Zygacna 
Oxytropis. Disse pure del Biston ( Nyssta) Alpinus, che Bellier de la Chavi- 
gnerie aveva preso una sola volta nei dintorni di Firenze, e fece cenno 
inoltre della eccessiva colorazione osservata spesso in quest’ anno nella 
Vanessa Cardui, e di varj individui di Vanessa Antiopa, i quali avevano 
svernato conservando intatto il margine bianco delle ali. 

Il Sig. Apelle Dei annunziò quindi un fatto comunicatogli dal Pro- 
fessor Bruni di Bari, dove essendo le viti devastate da un bruco, i con- 
tadini lo uccidevano con alcuni fastelli d’ erba, e specialmente di foglie di 
cipolla, posti ai piedi delle viti, nei quali le larve accorrevano. Il me- 
desimo Sig. Dei avendo allevato con foglie di cipolle i suddetti bruchi, ne 
ottenne una specie di Agrotis non ancor determinata. 

Il Prof. Stefanelli aggiunse che le larve di questo genere, essendo 
di abitudini notturne ed abitando nella terra durante il giorno, riesce 
assai difficile trovarle ed ucciderle. 

Il Sig. Dei fece osservare come nei casi di.eccessiva moltiplicazione 
di tali insetti avvenga che essi deroghino alle loro abitudini, e cita lo 
esempio delle larve di Cnethocampa processionea da lui vedute fino alla 
mattina, ed attribuisce il fatto alla difficoltà che esse avevano di procac- 
ciarsi il cibo durante la notte. 

Venne letta quindi una comunicazione del Dott. Carlo Emery sopra 
un nuovo metodo per preservare le collezioni entomologiche dai danni degli 
Anthrenus. Richiama l’autore i metodi conosciuti di liquidi d’imbibizione 
avvelenati, di liquidi asfissianti, e di cassette chiuse ermeticamente. 
Per evitare i difetti di tali metodi, egli parte dall’ idea di rendere inac- 
cessibile alle larve degli Anthrenus lo spillo nel quale è infilato 1° in- 
setto. A quest intento egli esperimentò da primo un pezzetto di tubo di 
cristallo chiuso ad un estremo da un sugherino, in mezzo al quale era 
infilato lo spillo, in modo che l’ estremo aperto restasse verso la punta 
dello spillo medesimo. La difficoltà di costruire quest’'apparecchio per 
migliaja di spilli, lo fece desistere da tale idea, ed in vece ricorse allo 
espediente di tagliare dei piccoli esagoni di carta levigata (di quella 
chiamata porcellana) da infilarsi pure nello spillo sotto all’insetto, e di 
fare così una barriera insormontabile per i depredatori delle collezioni. 
Le dimensioni di tali cartoline sarebbero quelle di esagoni circoscritti 
ad un cerchio di 8"", Esse debbono esser poste a 4 o 5®®m di distanza 
dal fondo della cassetta. 

I signori Dei, Pini e Ragusa fecero varie osservazioni su questo me- 
todo, esprimendo il primo la sua preferenza per la benzina nelle cassette, 
la quale, riducendosi in stato di vapore fetentissimo ed asfissiante, 
allontana dalle cassette gli Anthrenus, o li uccide quando già vi siano. 


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Il Prof. Stefanelli, dopo alcune parole di lode pel modo di conserva- 
zione proposto dal Sig. Emery, pose a confronto la incontrastabile efti- 
cacia della benzina contro gli Anthrenus ed il difetto ch’essa ha di scio- 
gliere ed espandere, anche col solo vapore, il grasso degli insetti e di 
macchiarli, specialmente i Lepidotteri. Consigliò poi di esperimentare 
l'alcool metilico purificato, da applicare direttamente sull’ addome delle 
farfalle, ove si riscontrino in esse danni d’insetti distruttori, i quali vi 
si nascondano e non periscano se non per diretto contatto con qualche 
liquido. 

Per invito del Sig. Ragusa, lo stesso Prof. Stefanelli mostrò quindi 
un acassetta di Lepidotteri siciliani importantissimi, fra i quali era da 
notare una Rhodocera Cleopatra avente caratteri maschili nelle ali de- 
stre e femminili in quelle di sinistra, ed inoltre gli organi esterni di ri- 
produzione partecipanti ai due sessi. Tal caso, oltre alla rarità, ha il pra- 
gio ancora di portar nuova luce nella quistione della differenza o della 
identità specifica della R. Rhamni e della R. Cleopatra. 

Il Sig. Apelle Dei in seguito a questo fatto, ritorna nel campo della 
opinione emessa nella sera precedente, trovando nella R. Cleopatra poco 
fa osservato un forte appoggio al dubbio da lui emesso circa all’asserta 
partenogenesi del baco da seta. 

Il Conte Guido Carpegna annunziò un caso singolare, in cui il Pen- 
todon punctatus, derogando alle proprie abitudini, cercò cibo più scelto 
nello stelo del granturco, corrodendone il colletto e producendo così 
gravi danni alle coltivazioni dell’agro romano. 

Il Sig. Enrico Ragusa presentò in ultimo una scatoletta di Coleotteri 
della Sicilia da lui raccolti, fra i quali erano degne di singolare men- 
zione Je seguenti specie: 

Rhyzotrogus Nebrodensis Ragusa 

Legorina (Lytta) Rhottembergii Rag. 

Briaxis Ragusae Saulcy. 

Trimium Siculum Saulcy. 

Amaurorhinus Narbonnensis Bris. — RARA. 


NUOVE 


ADUNANZA DEL DÌ 24 SETTEMBRE 


Sull’invito del Presidente, la Società si adunò anco in questa mat- 
tina e, approvati i verbali delle adunanze precedenti, deliberò unanime 
(sulla proposta del Vice-Presidente) di porgere al Sindaco di Siena ed al 
Presidente straordinario della sesta riunione della Società Italiana di 
Scienze Naturali vivissime grazie per le ospitali accoglienze e le solle- 
citudini delle quali la Società Entomologica, essendosi riunita alla prima 
per questa occasione, era stata l’oggetto. 


ERRATA CORRIGE 


della precedente dispensa. 


| Pag. 9 v. 2 12 marzo 1871 12 maggio 1872 

» 10 » 13 lametta ì laminetta 

» 13 » 40 Prioffinus cinereus Priofinus cinereus 
» ivi » 41 Atlantico austriale Atlantico australe 


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be: ta i FIRENZE, 1872. — Tip. Cenniniana. 


SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIES 


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