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Full text of "Rodope azione coreografica in 6 quadri"

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TEATRO  REGIO 


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Azione  Coreografica  in  6  Quadri 

DI 

RAFFAELE     GRA8HI 

MUSICA    DI 

PAOLO    GIOKZA 


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TEATRO   REGIO 

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Azione  CoreograSca  In  6  Quadri 

DI 

RAFFAELE     GRASSI 

MUSICA    DI 

PAOLO    GIORZA 

COMPOSTA   PER    IL 

teatro    H  e  a  i  0    ìu    Dorina 

Stagione  di  Camecaìe- Quaresima  18S4-8:'> 
Impresa    Daniele    Borioli 


^IS- 


TORINO, 1885 

\io\  %   Tip.  Tintemi,!:  G.  Horioi  % 
Via  Carlo  Alberto,   19-20 


Il  Programma  e  la  Musica  del  presente  Ballo 
sono  di  esclusiva  'proprietà  del  coreografo  signor 
Raffaele  G-rassi. 


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isaima    1  attori1 


Ho  tratto  argomento  di  questa  mìa  prima  com- 
posizione coreografica  dalla  vita  avventurosa  delta 
cortigiana  leggendaria  nel  mondo  Egizio  quanto 
Frine  ed  Aspasia  in  quello  Greco,  dalla  celebre 
Rodope,  la  quale  lasciò  documento  imperituro  della 
possanza  cui  può  giungere  la  bellezza,  edificando 
una  di  quelle  piramidi  che  presso  le  mine  di  Menfi 
richiamano  l'ammirazione  dei  viaggiatori  in  Egitto. 

Mi  attrasse  in  principal  modo  un  episodio  della 
sua  esistenza,  quello  cioè  del  suo  amore  per  Esopo, 
il  filosofo  frigio ,  da  noi  tutti  conosciuto  fino  dai 
nostri  primi  anni,  imparando  le  sue  graziose  ed 
argute  favole. 

Massimo  Planudio,  monaco  greco  del  secolo  XIV, 
uno  dei  raccoglitori  delle  Favole  di  Esopo,  si  com- 
piacque nel  figurarcelo  quasi  deforme  di  corpo  in 
una  sua  biografia  di  questo  filosofo,  ripiena  di  rac- 
conti infondali  e  ridicoli;  e  tale  erronea  tradizione 
è  ancora  da  taluni  accettata ,  per  deplorevole  ne- 
gligenza nel  verificare  le  asserzioni   degli  antichi- 


Mentre  invece,  accurate  indagini  fatte  in  tempi 
più  recenti,  e  specialmente  nel  secolo  XVII  dal  dot- 
tore Mézirac,  versatissimo  nelle  cose  antiche,  ci  as- 
sicurano come  Esopo  fosse  avvenente  di  corpo  quanto 
affascinante  pel  suo  spirito  e  per  la  sua  attraente 
conversazione. 

E  la  storia  slessa  ce  ne  fornisce  indiscutibile 
prova  affermandoci  che  egli  fu  il  primo  e  l'unico 
vero  amore  di  Rodope,  la  quale  non  potè  giammai 
metterlo  in  oblio,  neppure  dopo  che  era  pervenuta 
al  sommo  della  potenza  creatasi  colle  sue  impareg- 
giabili attrattive. 

Le  dure  esigtnze  dell'arte  coreografica  ini  costrin- 
sero talora  a  violentare  alquanto  la  verità  storica  ; 
ma  spero  me  ne  sarà  concesso  venia,  pensando  che 
un  ballo  non  può  volgersi  in  una  lezione  di  storia. 
E  sarà  per  me  somma  ventura,  se,  in  questo  mio 
primo  esordire  nel  campo  ormai  tanto  difficile  e  pe- 
riglioso della  coreografia,  mi  sarà  dato  V avere  rinve- 
nuto un  argomento  abbastanza  interessante  per  otte- 
nere quanto  si  esige  in  un  ballo,  cioè  il  divertimento. 


RAFFAELE    GRASSI. 


DISTRIBUZIONE  DELLE  DANZE 


QUADRO  PRIMO 

3>anza   egizia,  eseguita  dalla  signora  Zuccm   e 
dal  Corpo  di  Ballo. 


QUADRO  TERZO 

II  soggiorno  delle  Sfingi,  ballabile  eseguito 
dalla  signora  Zuccm,  dal  primo  ballerino 
signor  Gado  e  dall'intero  Corpo  di  Ballo. 


QUADRO  QUINTO 

Il  Sacrificio  della  Vergine,    Marcia  danzante 
eseguita  dal  Corpo  di  Ballo. 

Danza  dell' Almea,  eseguita  dalla  s:gnora  Anita 
Grassi. 


QUADRO  SESTO 
APOTEOSI 


:PERSO!NLA.a(>I 


ATTORI 


Rodope,  fanciulla  Trace, 

schiava Sig. 

Nofre,  schiava,  compagna 

di  Rodope,  poscia  Almea  » 
Esopo,  filosofo  Frigio  .  .  » 
Amasi,  Re  d'Egitto  ...» 
Bezeleel,  schiavo  di  Amasi  » 
Jadmone,  ricco  mercante  .  » 
Charas,  Pirata  di  Lesbo  .  » 
Xmblud,  guerriero  di  Amasi  » 
HamiIv,  schiavo  di  Rodope  » 
Ibraim,  mercante  arabo  .  » 
Saida,  gran  sacerdote  .     .    » 


Virginia  Zucchi 

Anita  Grassi 
Andrea  Mar  azzano- 
Federico  Volpini 
Giovanni  Q-ado 
Felice  Burzio 
Lorenzo  Ferrerò 
Giuseppe  Ferrerò 
Pasquale  Cosentino 
Felice  Gelato 
Giuseppe  Piantamela 


Egizi  -  Arabi  -  Greci  -  Etiopi  -  Schiavi 

Sacerdoti  -  Almee  -  Indiani  -  Baiadere  -  Circasse 

.Assiri    -  Persiani   -   Nubiane   -  Libiane. 


Epoca,    500    anni    avanti    Cristo. 


QUADKO  PKIMO 

Dimora  di  Jadmone. 

Jacfmone,  ricco  mercante  egizio,  sta  a  festino  con 
amici,  circondato  dai  suoi  schiavi,  fra  i  quali  a  lui 
vicino  Esopo,  suo  prediletto.  Questi,  mercè  l'ingegno 
svegliatissimo ,  ha  saputo  farsi  amare  assai  dal 
suo  padrone ,  il  quale  lo  tiene  quasi  per  con- 
sigliere. Charas  pirata  di  Lesbo,  molto  intimo  del 
vecchio  mercante,  si  avvicina  a  lui  e  sogghignando 
gli  dice,  che  per  quanto  siano  bellissime  le  schiave 
che  gli  fan  corona ,  a  parer  suo,  delle  più  belle 
se  ne  possono  avere.  Se  queste  mi  trovi,  gli  risponde 
Jadmone  mostrandogli  una  ricca  collana  di  perle  , 
io  ,  per  una  sola ,  a  te  darò  queste  perle  che  tu 
già  guardi  avidamente.  —  E  sono  già  mie ,  dice 
il  pirata,  e  poco  prezzo  sono  per  le  due  bellezze 
che  ti  presenterò  ,  se  tu  lo  vuoi.  —  Jadmone  gli 
impone  di  condurle  alla  sua  presenza  e  sceglie  Esopo 
a  giudice ,  se  veramente  le  due  decantate  bellezze 
valgano  tanto  tesoro.  Charas  si  allontana  sempre  sog- 
ghignando e  torna  seco  conducendo  Nofre  e  Eodope, 
fanciulle,  l'una  Araba,  l'altra  Frigia.  Le  due  schiave, 
verso  le  quali  è  rivolta  la  curiosità  generale,  vorreb- 
bero celare  la  loro  bellezza;  Charas  aspramente  toglie 
il  mantello  a  Nofre,  verso  la  quale  subito  si  avanza 
Ibraim,  altro  ricco  mercante.  Nofre  è  bella,  Charas  a- 
veva  ragione,  ed  è  tanto  bella  che  tutti  l'ammirano; 
mala  curiosità  diventa  maggiore;  imperocché  ognuno 
suppone  che  l'altra  fanciulla  dal  pirata  presentata 
per  seconda,  esser  deve  di  bellezza  assai  più  ab- 
bagliante. —  Rodope  si  difende  dal  lasciarsi  togliere 
i  veli  ;  Charas   brutalmente   insiste.    —   Esopo  gli 


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impone  di  essere  più  umano  e  tenta  allontanarlo 
con  forza  da  Rodope  ;  ma  Cliaras  Lia  già  tolto  il 
manto  alla  bella  Frigia.  L'impressione  che  da  tanta 
bellezza  ognuno  riceve,  inorgoglisce  il  pirata.  Egli, 
mentre  Rodope  resta  confusa  e  con  occhio  gentile 
chiede  soccorso  ad  Esopo ,  corre  verso  Jadmone  , 
il  quale,  gettandogli  ai  piedi  la  collana,  si  dichiara 
padrone  della  bellissima  Frigia. 

Rodope  e  Nofre,  che  si  amano  come  sorelle,  com- 
prendono di  essere  state  vendute  ;  sanno  che  è 
inevitabile  una  separazione,  forse  eterna;  si  slan- 
ciano nelle  braccia  una  dell'  altra  e  piangono.  — 
Simile  scena  commuove  Esopo ,  egli  cerca  di  con- 
solare la  bella  Rodope  e  mentre  Ibraim  seco  tra- 
scina Nofre,  le  due  fanciulle  si  mandano  un  ultimo 
bacio.  —  Jadmone  felicissimo  del  nuovo  acquisto, 
ordina  alle  sue  schiave  di  danzare,  e  già  tenta 
di  abbracciare  Rodope,  ma  questa  si  svincola 
con  alterigia  dall'  odioso  amplesso  e  corre  verso 
Esopo  quasi  per  chiedergli  protezione.  Queste  prove 
di  subitanea  simpatia  tra  Esopo  e  Rodope  colpiscono 
Jadmone  e  lo  lasciano  pensieroso.  —  Terminata  la 
danza  vorrebbe  il  ricco  mercante  far  valere  i  suoi  di- 
ritti di  padrone;  ma  gli  sorge  improvviso  il  pensiero 
di  mettere  alla  prova  la  fedeltà  del  suo  schiavo  e 
la  sua  vantata  filosofia.  —  Credi  tu,  egli  dice,  ri- 
volgendo la  parola  ad  Esopo,  che  di  Rodope  possa 
farsi  una  fanciulla  degna  di  Jadmone?  —  Si,  ri- 
sponde il  giovane,  e  se  tu  lo  permetti,  mi  occuperò 
della  sua  educazione.  —  A  te  l'affido,  dice  Jadmone, 
ma  pensa  che  Rodope  è  riservata  a  Jadmone  e  che 
ben  rara  è  la  saggezza ,  la  quale  possa  resistere  ai 
vezzi  di  tale  avvenente  fanciulla.  Il  Frigio ,  confi- 


9 
dando  nella  sua  filosofia,  sorride  ed  offre  la  mano 
a  Rodope,  la  quale  con  esso  si  allontana  ben  felice 
di  sfuggir  l'odioso  vecchio.  —  Vedremo  chi  ha  ra- 
gione, esclama  il  mercante  —  io  vi  sorveglierò  e 
saprò  provarvi  poscia  quanto  costi  V  ingannare 
Jadmone. 

QUADRO  SECONDO 

Sulle  sponde  del  Nilo. 

È  quasi  Fora  del  tramonto;  solitarie  sono  le  belle 
sponde  del  fiume  Dio ,  creatore  delle  ricchezze  e- 
gizie.  Tranquilla  si  avanza  una  barchetta  ed  in 
essa,  cullata  dolcemente  dalle  onde,  trovasi  Rodope 
con  Esopo.  La  navicella  si  avvicina  alla  riva  ;  en- 
trambi scendono  sulla  verde  sponda.  Rodope  ram- 
menta la  sua  Nofre  ;  ma  Y  esser  vicina  ad  Esopo 
le  rende  men  duro  il  dolore  della  separazione.  — 
Il  giovane  le  dà  savi  consigli  per  renderla  degna 
di  Jadmone.  —  Tu  riescirai,  essa  gli  dice,  a  farmi 
amare  queir  uomo,  allorquando  Y  acqua  del  Nilo 
sarà  pietrificata.  —  Vuoi  imparare  a  leggere  ?  — 
le  dice  Esopo.  —  Sì,  ella  sorridendo  gli   risponde. 

—  A  scrivere  ? 

—  Anche. 

—  Vieni  allora  e  sii  savia,  io  debbo  istruirti. 

La  lezione  incomincia,  ma  Rodope,  abbandonan- 
dosi all'impressione  fatta  sul  suo  animo  da  Esopo, 
trova  ben  più  piacevole  cosa  seguire  gli  impulsi 
del  suo  cuore  e  dei  suoi  sensi,  anziché  attendere 
ad  un'  arida  lezione.  Questa  finisce  prima  di  es- 
sere incominciata,  ed  i  vezzi  della  bella  fanciulla 
tanto  possono   su   Esopo    che    egli,    dimenticando 


10 

padrone  e  doveri,  le  dichiara  l'amor  suo. — Rodope 
è  felice  e  gradisce  la  dichiarazione  gentile  con 
tutta  la  forza  dell'animo.  —  Giurami,  essa  gli  dice, 
giurami  d'  amarmi  sempre,  di  non  lasciarmi  mai  : 
senza  te  io  morrei.  — Esopo  si  inginocchia  ai  suoi 
piedi;  essa  lo  abbraccia,  e  provano  V  estasi  di  un 
primo  amore.  Ma  tanta  felicità  presto  svanisce.  — 
Jadmone  si  presenta  accompagnato  dagli  amici  suoi. 

—  Annichiliti  restano  i  due  amanti.  —  Volli  met- 
tere a  prova  la  tua  saggezza,  egli  dice  ad   Esopo; 

—  tu  tremi,  ma  io  vengo  ad  offrirti  delle  condi- 
zioni; —  ami  tu  quella  fanciulla  ? 

—  Sì,  risponde  il  Frigio. 

—  Ebbene,  se  tu  1'  ami  sposala  ed  entrambi  re- 
sterete miei  schiavi  ;  se  poi  preferisci  la  libertà, 
che  altra  volta  ti  promisi ,  io  ti  dichiaro  libero  , 
vattene  e  lascia  a  me  la  bella  Rodope. 

La  fanciulla  è  sicura  del  sacrificio  che  Esopo 
farà  per   amor  suo  ;  ma  pure   l'attende  con  ansia. 

—  Voglio  esser  libero,  risponde  dopo  penosa  esi- 
tazione Esopo,  non  osando  guardar  Rodope.  —  Nel- 
l'animo della  schiava  succede  in  queir  istante  una 
straziante  trasformazione.  Non  è  più  la  fanciulla 
amante,  bensì  la  donna  invasa  da  subitaneo  odio, 
la  quale  avvicinandosi  ad  Esopo  gli  rimprovera 
Fazione  indegna,  gli  ricorda  i  fatti  giuramenti,  e 
lo  minaccia  di  terribile  vendetta.  Non  è  più  la 
Rodope  innocente,  ma  la  Rodope  ingannata,  la  quale 
già  accetta  senza  ribrezzo  le  carezze  del  vecchio 
mercante. 

S'  ode  intanto  una  tromba  in  distanza  :  essa  an- 
nunzia F  avvicinarsi  di  un  messo  del  gran  re  A- 
masi.   —    Il   messo   cerca    la   bellissima  Rodope; 


11 

Amasi  la  vide  allorquando  bagnavasi  nelle  acque 
del  Nilo,  ed  invaghito  di  tanta  bellezza  la  fa  cer- 
care ovunque.  —  Ciò  spiace  a  Jadmone,  pure  il 
non  eseguire  1'  ordine  del  gran  monarca  gli  rie- 
scirebbe  fatale.  —  Jadmone  la  cede.  —  Rodope  è 
felice;  ella  sta  per  diventar  libera  ed  avere  i  mezzi 
per  eseguire  la  sua  vendetta  contro  Esopo;  già 
conosce  quanto  valga  la  bellezza  sua. 

—  Tu  lo  hai  voluto,  ella  gli  dice,  io  diventerò 
cortigiana  e  un  giorno  saprò  vendicarmi  di  te. 

Esopo  vorrebbe  parlarle;  la  fanciulla  gl'impone  dr- 
di  arrestarsi  e  con  atto  di  disprezzo  si   allontana. 

QUADRO  TERZO 

La    Reggia    del   Re    Amasi 

ed  il  soggiorno  delle  Sfìngi. 

Imblud  accompagna  Rodope  nella  reggia,  ordina 
alle  schiave  di  dare  alla  fanciulla  veste  ricchissima 
e  gioielli,  e  corre  poscia  ad  annunziare  al  re  il 
felicissimo  risultato  delle  sue  ricerche.  Rodope. 
già  ambiziosa,  si  mira  negli  specchi  che  le  schiave 
le  presentano  e  le  pare  di  essere  abbagliante.  Felice, 
beve  un  liquore  che  in  coppa  ingemmata  le  offre 
una  schiava.  Si  altera  in  quel  momento  la  sua 
fantasia,  §ssa  vedesi  trasportata  in  un  mondo  ideale 
pieno  di  splendore  e  di  gioie  e  sogna  un  luogo 
beato  e  sfolgorante  del  quale  non  credesi  degna. 
Le  pare  di  trovarsi  nel  soggiorno  delle  Sfingi  ,\ 
ma  svanisce  a  poco  a  poco  quel  sogno  e  la  realtà 
le  si  ri  presenta.  Essa  trovasi  al  cospetto  di  Amasi:- 
che,  entusiasticamente  ammirando  tanta  bellezza, 
giura  che  quanto  ella  chiederà   le  sarà   concesso.. 


12 

—  I  tesori  tutti  del  mio-  regno  non  valgono  un 
tuo  bacio;  sì,  tu  sarai  ricca  e  felice  ,  chiedi ,  che 
altro  vuoi  ?  —  Accetto  quanto  mi  offri,  o  re  po- 
tentissimo ,  dice  Kodope ,  ma  chiedo  qualcosa  di 
molto  maggiore  ;  provami  la  tua  regal  grandezza 
facendomi  edificare  una  piramide  gigantesca  e  degna 
della  donna  amata  da  Amasi.  —  Amasi  leaccorda  l'alto 
favore  e  le  offre  eziandio  un  pugnale  ricchissimo, 
dicendole:  —  Fanciulla  divina,  non  mi  è  dato  amarti 
a  lungo,  le  leggi  d'Egitto  non  me  lo  permettereb- 
bero; un  sol  giorno  sarai  mia,  ma  nel  lasciarmi,  teco 
porterai  questo  pugnale  e  se  mai  ti  occorresse  la 
protezione  mia,  basterà  presentarmelo  per  ottenere 
-qualunque  grazia.  Amasi  ciò  dicendo  abbraccia 
Rodope  e  seco  lei  si  allontana  ...  Rodope  pensa  ad 
Esopo;  essa  ha  acquistato  immensa  potenza,  può 
vendicarsi  di  lui,  ma  sente  di  amarlo  sempre. 

QUADRO  QUARTO 

Gabinetto  in  casa  di  Rodope, 

La  vendetta. 

La  gran  cortigiana  trovasi  nella  sua  splendida 
dimora,  acquistata  con  i  tesori  di  Amasi.  Nulla 
mancherebbe  alla  sua  felicità  se  non  le  fosse  in- 
cancellabile nel  cuore  il  pensiero  di  Esopo,  di  cui 
brama  ognora  trar  vendetta,  quantunque  senta  di 
amarlo  ancora.  Rammenta  i  primi  felicissimi  istanti 
d'amore  e  piange.  Le  sue  reminiscenze  sono  però 
interrotte  vedendo  Hamil,  bellissimo  schiavo  suo, 
che    le    si  prostra  ai  piedi  commosso  e  tremante. 

—  Eccone  un  altro  che  mi  ama,  ella  pensa  ;  che 
vuoi  ?  —  gli  dice. 


13 

—  Voglio  dirti  che  un  uomo  inseguito  da  alcuni 
nemici  suoi,  cerca  rifugio  in  questa  casa. 

—  Oni  è  costui  ? 

—  Un  sapiente  della  Frigia,  il  cui  ingegno  si 
elevò  a  grande  fama. 

—  È  Esopo,  pensa  Rodope,  e  poscia  afferrando  il 
suo  schiavo,  ella  gli  dice: —  Hamil,  tu  mi  ami,  tu 
daresti  la  vita  tua  per  me,  ebbene  corri,  conduci 
a  me  quel  sapiente  e  poscia  nasconditi    là   dietro 

quella  tenda:  va,  corri ;    amore   e  felicità   ti 

attendono. 

Lo  schiavo,  pieno  di  speranze  dolcissime,  corre 
ad  eseguire  l'ordine  ricevuto. 

Rodope  si  ritira  mentre  il  sapiente  Frigio,  che 
è  appunto  Esopo,  si  avanza.  Le  schiave  della  cor- 
tigiana lo  ricevono.  E^li,  ammirando  lo  splendore 
di  quella  dimora,  vorrebbe  sapere  a  chi  appartiene; 
ma  le  schiave  nulla  rispondono.  Rodope,  velata,  si 
presenta  al  filosofo  e  fa  sfoggio  di  tutte  le  sue 
seduzioni.  Ma  Esopo  è  triste  ed  invaso  da  vago 
presentimento  di  grave  sciagura.  I  vezzi  però  delia 
donna  velata  vincono  la  sua  tristezza;  dimentica  di 
essere  ricercato  dai  suoi  nemici  ed  ardisce  togliere 
il  velo  che  cela  il  viso  di  Rodope.  Riconosce  la 
sua  amante,  ricorda  il  passato  amore  che  più  vivo 
in  lui  si  riaccende  e  supplice  cade   ai   suoi   piedi. 

—  T'ama  sempre  la  tua  Rodope,  essa  gli  dice, 
non  temere.  Diventai  cortigiana,  però  ricca  e  po- 
tente. Mi  abbandonerai  ancora  ? 

—  No  —  egli  risponde  inebbriato  d'amore. 
Essa   lo  attira  verso  la  tenda  ed    in    un   baleno 

scompare. 
Esopo  la  insegue;  la   tenda   si    apre,   ed    Esop0 


14 

vede  EoJope  nelle  braccia  dello  schiavo  Hamil , 
Rodope  che  ridendo  gli  dice  : 

—  Ecco  come  sa  vendicarsi  una  cortigiana. 

Il  misero  filosofo  resta  annichilito.  La  vendetta 
-è  stata  terribile. 

QUADRO  QUINTO 
Il  sacrifìcio  della  Vergine. 

Nofre,  alméa  consacrata  al  servizio  interno  del 
tempio  di  Venere  Arsinoe,  deve  esser  sacrificata 
al  fiume  Dio,  al  Nilo. 

Si  avanza  il  corteo  solenne,  accorre  il  popolo; 
la  bella  Nofre  sta  per  essere  ingoiata  dalle  sacre 
onde.  Un  istante  ancora  e  la  fanciulla  sarebbe 
vittima  del  fanatismo  religioso  ;  l'istesso  Amasi  è 
spettatore  impassibile  di  tanto  orrore.  Rodope,  che 
sconosciuta  trovasi  in  quel  luogo,  ha  ravvisato, 
dopo  tanto  tempo,  nella  vittima  la  sua  diletta  Nofre. 
Non  sa  spiegarsi  per  quale  strana  combinazione 
sia  diventata  alméa  del  tempio  di  Venere,  ma  una 
cosa  sola  la  colpisce  in  quell'istante,  il  periglio 
imminente  che  minaccia  Nofre.  La  cortigiana  si 
mette  tra  i  sacerdoti  e  la  vittima,  e,  con  ardire 
indicibile,  abbracciandola  e  difendendola,  s'impone 
alla  sacerdotale  tirannia. 

I  suoi  sguardi  magnetici  frenano  lo  sdegno  ge- 
nerale. 

Ma  i  sacerdoti  inferociti  vogliono  la  vittima 
designata  ed  incalzano  minacciosi  l'ardita  profana- 
trice. 

Si  ammutina  il  popolo  ;  vuole  impadronirsi  di 
Rodope  e  ne  chiede  al  re  la  morte.    Rodope    im- 


15 

perterrita,  si  oppone  ognora  alla  lolla,  indietreg- 
giando lentamente  ed  infine  si  apre  un  varco  e 
corre  verso  il  trono  di  Amasi,  ai  cui  piedi  si  in- 
ginocchia, e,  presentandogli  il  pugnale ,  mercè  il 
quale  può  ottenere  qualunque  grazia,  chiede  sia 
salva  la  vita  di  Nofre. 

Amasi  riconosce  Rodope,  e,  memore  della  fatta 
promessa  le  accorda,  la  chiesta  grazia. 

Nofre,  riconoscente,  si  slancia  verso  Rodope  per 
abbracciarla  e  vorrebbe  seco  fuggire  ;  ma  una  vit- 
tima è  necessaria  al  Nilo.  Amasi  ordina  a  Rodope 
d'indicarla. 

In  quell'istante  Rodope  scorge  tra  la  folla,  che 
meravigliata  la  circonda,  il  frigio  Esopo.  Ella  ram- 
menta i  passati  istanti  felici,  i  giuramenti,  il  vile 
abbandono  e  la  fattane  vendetta;  sente  di  amare 
ancora  quell'uomo  che  vorrebbe  odiare.  Dimentica 
Nofre  e  si  svincola  dalle  strette  dell'amica  dol- 
cissima. 

Corre  verso  Esopo.  Qualche  cosa  di  sovrumano 
anima  in  tal  momento  la  bella  Trace.  Scinto  è  il 
suo  crine,  fulmineo  lo  sguardo  ;  tremante  d'emo- 
zione, e  come  spinta  da  arcana  forza  che  le  con- 
siglia l'abbandono  di  una  vita  durante  la  quale  ha 
tanto  sofferto  per  amore,  ella  si  avvicina  all'antico 
amante  e  gli  dice: 

—  Mi  vendicai  di  te,  ma  t'amo  sempre  ;  salvo 
Nofre  e  la  raccomando  a  colui  che  vilmente  osò 
preferire  la  libertà  all'amor  mio.  Rodope  abbraccia 
Nofre,  saluta  Esopo  e  si  precipita  nel  Nilo. 

Inorridisce  il  popolo,  perchè  Rodope  è  una  cor- 
tigiana ed  il  sacro  fiume  vuole  il  sacrifizio  di  una 
vergine.  TI  Nilo  irato,  anziché  fecondare  le  campag 


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egizie,  si  disseccherà.  Sono  sgomentati  i  sacerdoti, 
temendo  di  perdere  il  loro  prestigio,  se  il  popolo 
s'accorge  che  il  sacro  fiume  straripa  a  tempo  deter- 
minato, qualunque  sia  la  vittima  che  inghiotte. 

In  questo  frangente  il  Sommo  Sacerdote  per 
mantenere  la  credulità  nel  popolo,  e,  sapendo  che 
in  quel  giorno  appunto  il  Nilo  deve  incominciare 
le  sue  periodiche  inondazioni,  dichiara  essere  ac- 
cettato con  favore  dagli  Dei  il  sacrificio  di  Rodope 
in  premio  del  suo  grande  amore  per  l'alinea  di 
un  sacro  tempio. 

Il  popolo  si  ritira  benedicendola  ;  il  sacro  fiume 
straripa  poco  a  poco  ;  Eodope  è  annoverata  fra 
le  potenze  celesti  benefiche. 

QUADRO  SESTO 

Apoteosi. 

Seguita  la  piena  del  Nilo  ;  l'oscurità  si  fa  sempre 
più  intensa.  Odesi  una  soave  melodia;  ritorna  la 
luce;  le  acque  insensibilmente  decrescono:  ricom- 
parisce il  soggiorno  delle  Sfingi  e  sulla  cima  di  una 
gigantesca  piramide,  che  si  avanza,  vedesi  Rodope, 
la  donna  che  tanto  amò,  la  favorita  del  gran  re, 
la  vittima  volontaria,  la  bellezza  ammaliatrice  leg- 
gendaria degli  egiziani. 

FINE.