TEATRO REGIO
-s-aes-
Wk ^3
:
a, ^0' J^y ^0 Zg
Azione Coreografica in 6 Quadri
DI
RAFFAELE GRA8HI
MUSICA DI
PAOLO GIOKZA
m asjSSBBm , t BfiBBfifiS *— fi
^-■-■- — — ;j~
«ifi^fijl
TEATRO REGIO
Bì © W © W SS
Azione CoreograSca In 6 Quadri
DI
RAFFAELE GRASSI
MUSICA DI
PAOLO GIORZA
COMPOSTA PER IL
teatro H e a i 0 ìu Dorina
Stagione di Camecaìe- Quaresima 18S4-8:'>
Impresa Daniele Borioli
^IS-
TORINO, 1885
\io\ % Tip. Tintemi,!: G. Horioi %
Via Carlo Alberto, 19-20
Il Programma e la Musica del presente Ballo
sono di esclusiva 'proprietà del coreografo signor
Raffaele G-rassi.
|t |ortpi8
isaima 1 attori1
Ho tratto argomento di questa mìa prima com-
posizione coreografica dalla vita avventurosa delta
cortigiana leggendaria nel mondo Egizio quanto
Frine ed Aspasia in quello Greco, dalla celebre
Rodope, la quale lasciò documento imperituro della
possanza cui può giungere la bellezza, edificando
una di quelle piramidi che presso le mine di Menfi
richiamano l'ammirazione dei viaggiatori in Egitto.
Mi attrasse in principal modo un episodio della
sua esistenza, quello cioè del suo amore per Esopo,
il filosofo frigio , da noi tutti conosciuto fino dai
nostri primi anni, imparando le sue graziose ed
argute favole.
Massimo Planudio, monaco greco del secolo XIV,
uno dei raccoglitori delle Favole di Esopo, si com-
piacque nel figurarcelo quasi deforme di corpo in
una sua biografia di questo filosofo, ripiena di rac-
conti infondali e ridicoli; e tale erronea tradizione
è ancora da taluni accettata , per deplorevole ne-
gligenza nel verificare le asserzioni degli antichi-
Mentre invece, accurate indagini fatte in tempi
più recenti, e specialmente nel secolo XVII dal dot-
tore Mézirac, versatissimo nelle cose antiche, ci as-
sicurano come Esopo fosse avvenente di corpo quanto
affascinante pel suo spirito e per la sua attraente
conversazione.
E la storia slessa ce ne fornisce indiscutibile
prova affermandoci che egli fu il primo e l'unico
vero amore di Rodope, la quale non potè giammai
metterlo in oblio, neppure dopo che era pervenuta
al sommo della potenza creatasi colle sue impareg-
giabili attrattive.
Le dure esigtnze dell'arte coreografica ini costrin-
sero talora a violentare alquanto la verità storica ;
ma spero me ne sarà concesso venia, pensando che
un ballo non può volgersi in una lezione di storia.
E sarà per me somma ventura, se, in questo mio
primo esordire nel campo ormai tanto difficile e pe-
riglioso della coreografia, mi sarà dato V avere rinve-
nuto un argomento abbastanza interessante per otte-
nere quanto si esige in un ballo, cioè il divertimento.
RAFFAELE GRASSI.
DISTRIBUZIONE DELLE DANZE
QUADRO PRIMO
3>anza egizia, eseguita dalla signora Zuccm e
dal Corpo di Ballo.
QUADRO TERZO
II soggiorno delle Sfingi, ballabile eseguito
dalla signora Zuccm, dal primo ballerino
signor Gado e dall'intero Corpo di Ballo.
QUADRO QUINTO
Il Sacrificio della Vergine, Marcia danzante
eseguita dal Corpo di Ballo.
Danza dell' Almea, eseguita dalla s:gnora Anita
Grassi.
QUADRO SESTO
APOTEOSI
:PERSO!NLA.a(>I
ATTORI
Rodope, fanciulla Trace,
schiava Sig.
Nofre, schiava, compagna
di Rodope, poscia Almea »
Esopo, filosofo Frigio . . »
Amasi, Re d'Egitto ...»
Bezeleel, schiavo di Amasi »
Jadmone, ricco mercante . »
Charas, Pirata di Lesbo . »
Xmblud, guerriero di Amasi »
HamiIv, schiavo di Rodope »
Ibraim, mercante arabo . »
Saida, gran sacerdote . . »
Virginia Zucchi
Anita Grassi
Andrea Mar azzano-
Federico Volpini
Giovanni Q-ado
Felice Burzio
Lorenzo Ferrerò
Giuseppe Ferrerò
Pasquale Cosentino
Felice Gelato
Giuseppe Piantamela
Egizi - Arabi - Greci - Etiopi - Schiavi
Sacerdoti - Almee - Indiani - Baiadere - Circasse
.Assiri - Persiani - Nubiane - Libiane.
Epoca, 500 anni avanti Cristo.
QUADKO PKIMO
Dimora di Jadmone.
Jacfmone, ricco mercante egizio, sta a festino con
amici, circondato dai suoi schiavi, fra i quali a lui
vicino Esopo, suo prediletto. Questi, mercè l'ingegno
svegliatissimo , ha saputo farsi amare assai dal
suo padrone , il quale lo tiene quasi per con-
sigliere. Charas pirata di Lesbo, molto intimo del
vecchio mercante, si avvicina a lui e sogghignando
gli dice, che per quanto siano bellissime le schiave
che gli fan corona , a parer suo, delle più belle
se ne possono avere. Se queste mi trovi, gli risponde
Jadmone mostrandogli una ricca collana di perle ,
io , per una sola , a te darò queste perle che tu
già guardi avidamente. — E sono già mie , dice
il pirata, e poco prezzo sono per le due bellezze
che ti presenterò , se tu lo vuoi. — Jadmone gli
impone di condurle alla sua presenza e sceglie Esopo
a giudice , se veramente le due decantate bellezze
valgano tanto tesoro. Charas si allontana sempre sog-
ghignando e torna seco conducendo Nofre e Eodope,
fanciulle, l'una Araba, l'altra Frigia. Le due schiave,
verso le quali è rivolta la curiosità generale, vorreb-
bero celare la loro bellezza; Charas aspramente toglie
il mantello a Nofre, verso la quale subito si avanza
Ibraim, altro ricco mercante. Nofre è bella, Charas a-
veva ragione, ed è tanto bella che tutti l'ammirano;
mala curiosità diventa maggiore; imperocché ognuno
suppone che l'altra fanciulla dal pirata presentata
per seconda, esser deve di bellezza assai più ab-
bagliante. — Rodope si difende dal lasciarsi togliere
i veli ; Charas brutalmente insiste. — Esopo gli
8
impone di essere più umano e tenta allontanarlo
con forza da Rodope ; ma Cliaras Lia già tolto il
manto alla bella Frigia. L'impressione che da tanta
bellezza ognuno riceve, inorgoglisce il pirata. Egli,
mentre Rodope resta confusa e con occhio gentile
chiede soccorso ad Esopo , corre verso Jadmone ,
il quale, gettandogli ai piedi la collana, si dichiara
padrone della bellissima Frigia.
Rodope e Nofre, che si amano come sorelle, com-
prendono di essere state vendute ; sanno che è
inevitabile una separazione, forse eterna; si slan-
ciano nelle braccia una dell' altra e piangono. —
Simile scena commuove Esopo , egli cerca di con-
solare la bella Rodope e mentre Ibraim seco tra-
scina Nofre, le due fanciulle si mandano un ultimo
bacio. — Jadmone felicissimo del nuovo acquisto,
ordina alle sue schiave di danzare, e già tenta
di abbracciare Rodope, ma questa si svincola
con alterigia dall' odioso amplesso e corre verso
Esopo quasi per chiedergli protezione. Queste prove
di subitanea simpatia tra Esopo e Rodope colpiscono
Jadmone e lo lasciano pensieroso. — Terminata la
danza vorrebbe il ricco mercante far valere i suoi di-
ritti di padrone; ma gli sorge improvviso il pensiero
di mettere alla prova la fedeltà del suo schiavo e
la sua vantata filosofia. — Credi tu, egli dice, ri-
volgendo la parola ad Esopo, che di Rodope possa
farsi una fanciulla degna di Jadmone? — Si, ri-
sponde il giovane, e se tu lo permetti, mi occuperò
della sua educazione. — A te l'affido, dice Jadmone,
ma pensa che Rodope è riservata a Jadmone e che
ben rara è la saggezza , la quale possa resistere ai
vezzi di tale avvenente fanciulla. Il Frigio , confi-
9
dando nella sua filosofia, sorride ed offre la mano
a Rodope, la quale con esso si allontana ben felice
di sfuggir l'odioso vecchio. — Vedremo chi ha ra-
gione, esclama il mercante — io vi sorveglierò e
saprò provarvi poscia quanto costi V ingannare
Jadmone.
QUADRO SECONDO
Sulle sponde del Nilo.
È quasi Fora del tramonto; solitarie sono le belle
sponde del fiume Dio , creatore delle ricchezze e-
gizie. Tranquilla si avanza una barchetta ed in
essa, cullata dolcemente dalle onde, trovasi Rodope
con Esopo. La navicella si avvicina alla riva ; en-
trambi scendono sulla verde sponda. Rodope ram-
menta la sua Nofre ; ma Y esser vicina ad Esopo
le rende men duro il dolore della separazione. —
Il giovane le dà savi consigli per renderla degna
di Jadmone. — Tu riescirai, essa gli dice, a farmi
amare queir uomo, allorquando Y acqua del Nilo
sarà pietrificata. — Vuoi imparare a leggere ? —
le dice Esopo. — Sì, ella sorridendo gli risponde.
— A scrivere ?
— Anche.
— Vieni allora e sii savia, io debbo istruirti.
La lezione incomincia, ma Rodope, abbandonan-
dosi all'impressione fatta sul suo animo da Esopo,
trova ben più piacevole cosa seguire gli impulsi
del suo cuore e dei suoi sensi, anziché attendere
ad un' arida lezione. Questa finisce prima di es-
sere incominciata, ed i vezzi della bella fanciulla
tanto possono su Esopo che egli, dimenticando
10
padrone e doveri, le dichiara l'amor suo. — Rodope
è felice e gradisce la dichiarazione gentile con
tutta la forza dell'animo. — Giurami, essa gli dice,
giurami d' amarmi sempre, di non lasciarmi mai :
senza te io morrei. — Esopo si inginocchia ai suoi
piedi; essa lo abbraccia, e provano V estasi di un
primo amore. Ma tanta felicità presto svanisce. —
Jadmone si presenta accompagnato dagli amici suoi.
— Annichiliti restano i due amanti. — Volli met-
tere a prova la tua saggezza, egli dice ad Esopo;
— tu tremi, ma io vengo ad offrirti delle condi-
zioni; — ami tu quella fanciulla ?
— Sì, risponde il Frigio.
— Ebbene, se tu 1' ami sposala ed entrambi re-
sterete miei schiavi ; se poi preferisci la libertà,
che altra volta ti promisi , io ti dichiaro libero ,
vattene e lascia a me la bella Rodope.
La fanciulla è sicura del sacrificio che Esopo
farà per amor suo ; ma pure l'attende con ansia.
— Voglio esser libero, risponde dopo penosa esi-
tazione Esopo, non osando guardar Rodope. — Nel-
l'animo della schiava succede in queir istante una
straziante trasformazione. Non è più la fanciulla
amante, bensì la donna invasa da subitaneo odio,
la quale avvicinandosi ad Esopo gli rimprovera
Fazione indegna, gli ricorda i fatti giuramenti, e
lo minaccia di terribile vendetta. Non è più la
Rodope innocente, ma la Rodope ingannata, la quale
già accetta senza ribrezzo le carezze del vecchio
mercante.
S' ode intanto una tromba in distanza : essa an-
nunzia F avvicinarsi di un messo del gran re A-
masi. — Il messo cerca la bellissima Rodope;
11
Amasi la vide allorquando bagnavasi nelle acque
del Nilo, ed invaghito di tanta bellezza la fa cer-
care ovunque. — Ciò spiace a Jadmone, pure il
non eseguire 1' ordine del gran monarca gli rie-
scirebbe fatale. — Jadmone la cede. — Rodope è
felice; ella sta per diventar libera ed avere i mezzi
per eseguire la sua vendetta contro Esopo; già
conosce quanto valga la bellezza sua.
— Tu lo hai voluto, ella gli dice, io diventerò
cortigiana e un giorno saprò vendicarmi di te.
Esopo vorrebbe parlarle; la fanciulla gl'impone dr-
di arrestarsi e con atto di disprezzo si allontana.
QUADRO TERZO
La Reggia del Re Amasi
ed il soggiorno delle Sfìngi.
Imblud accompagna Rodope nella reggia, ordina
alle schiave di dare alla fanciulla veste ricchissima
e gioielli, e corre poscia ad annunziare al re il
felicissimo risultato delle sue ricerche. Rodope.
già ambiziosa, si mira negli specchi che le schiave
le presentano e le pare di essere abbagliante. Felice,
beve un liquore che in coppa ingemmata le offre
una schiava. Si altera in quel momento la sua
fantasia, §ssa vedesi trasportata in un mondo ideale
pieno di splendore e di gioie e sogna un luogo
beato e sfolgorante del quale non credesi degna.
Le pare di trovarsi nel soggiorno delle Sfingi ,\
ma svanisce a poco a poco quel sogno e la realtà
le si ri presenta. Essa trovasi al cospetto di Amasi:-
che, entusiasticamente ammirando tanta bellezza,
giura che quanto ella chiederà le sarà concesso..
12
— I tesori tutti del mio- regno non valgono un
tuo bacio; sì, tu sarai ricca e felice , chiedi , che
altro vuoi ? — Accetto quanto mi offri, o re po-
tentissimo , dice Kodope , ma chiedo qualcosa di
molto maggiore ; provami la tua regal grandezza
facendomi edificare una piramide gigantesca e degna
della donna amata da Amasi. — Amasi leaccorda l'alto
favore e le offre eziandio un pugnale ricchissimo,
dicendole: — Fanciulla divina, non mi è dato amarti
a lungo, le leggi d'Egitto non me lo permettereb-
bero; un sol giorno sarai mia, ma nel lasciarmi, teco
porterai questo pugnale e se mai ti occorresse la
protezione mia, basterà presentarmelo per ottenere
-qualunque grazia. Amasi ciò dicendo abbraccia
Rodope e seco lei si allontana ... Rodope pensa ad
Esopo; essa ha acquistato immensa potenza, può
vendicarsi di lui, ma sente di amarlo sempre.
QUADRO QUARTO
Gabinetto in casa di Rodope,
La vendetta.
La gran cortigiana trovasi nella sua splendida
dimora, acquistata con i tesori di Amasi. Nulla
mancherebbe alla sua felicità se non le fosse in-
cancellabile nel cuore il pensiero di Esopo, di cui
brama ognora trar vendetta, quantunque senta di
amarlo ancora. Rammenta i primi felicissimi istanti
d'amore e piange. Le sue reminiscenze sono però
interrotte vedendo Hamil, bellissimo schiavo suo,
che le si prostra ai piedi commosso e tremante.
— Eccone un altro che mi ama, ella pensa ; che
vuoi ? — gli dice.
13
— Voglio dirti che un uomo inseguito da alcuni
nemici suoi, cerca rifugio in questa casa.
— Oni è costui ?
— Un sapiente della Frigia, il cui ingegno si
elevò a grande fama.
— È Esopo, pensa Rodope, e poscia afferrando il
suo schiavo, ella gli dice: — Hamil, tu mi ami, tu
daresti la vita tua per me, ebbene corri, conduci
a me quel sapiente e poscia nasconditi là dietro
quella tenda: va, corri ; amore e felicità ti
attendono.
Lo schiavo, pieno di speranze dolcissime, corre
ad eseguire l'ordine ricevuto.
Rodope si ritira mentre il sapiente Frigio, che
è appunto Esopo, si avanza. Le schiave della cor-
tigiana lo ricevono. E^li, ammirando lo splendore
di quella dimora, vorrebbe sapere a chi appartiene;
ma le schiave nulla rispondono. Rodope, velata, si
presenta al filosofo e fa sfoggio di tutte le sue
seduzioni. Ma Esopo è triste ed invaso da vago
presentimento di grave sciagura. I vezzi però delia
donna velata vincono la sua tristezza; dimentica di
essere ricercato dai suoi nemici ed ardisce togliere
il velo che cela il viso di Rodope. Riconosce la
sua amante, ricorda il passato amore che più vivo
in lui si riaccende e supplice cade ai suoi piedi.
— T'ama sempre la tua Rodope, essa gli dice,
non temere. Diventai cortigiana, però ricca e po-
tente. Mi abbandonerai ancora ?
— No — egli risponde inebbriato d'amore.
Essa lo attira verso la tenda ed in un baleno
scompare.
Esopo la insegue; la tenda si apre, ed Esop0
14
vede EoJope nelle braccia dello schiavo Hamil ,
Rodope che ridendo gli dice :
— Ecco come sa vendicarsi una cortigiana.
Il misero filosofo resta annichilito. La vendetta
-è stata terribile.
QUADRO QUINTO
Il sacrifìcio della Vergine.
Nofre, alméa consacrata al servizio interno del
tempio di Venere Arsinoe, deve esser sacrificata
al fiume Dio, al Nilo.
Si avanza il corteo solenne, accorre il popolo;
la bella Nofre sta per essere ingoiata dalle sacre
onde. Un istante ancora e la fanciulla sarebbe
vittima del fanatismo religioso ; l'istesso Amasi è
spettatore impassibile di tanto orrore. Rodope, che
sconosciuta trovasi in quel luogo, ha ravvisato,
dopo tanto tempo, nella vittima la sua diletta Nofre.
Non sa spiegarsi per quale strana combinazione
sia diventata alméa del tempio di Venere, ma una
cosa sola la colpisce in quell'istante, il periglio
imminente che minaccia Nofre. La cortigiana si
mette tra i sacerdoti e la vittima, e, con ardire
indicibile, abbracciandola e difendendola, s'impone
alla sacerdotale tirannia.
I suoi sguardi magnetici frenano lo sdegno ge-
nerale.
Ma i sacerdoti inferociti vogliono la vittima
designata ed incalzano minacciosi l'ardita profana-
trice.
Si ammutina il popolo ; vuole impadronirsi di
Rodope e ne chiede al re la morte. Rodope im-
15
perterrita, si oppone ognora alla lolla, indietreg-
giando lentamente ed infine si apre un varco e
corre verso il trono di Amasi, ai cui piedi si in-
ginocchia, e, presentandogli il pugnale , mercè il
quale può ottenere qualunque grazia, chiede sia
salva la vita di Nofre.
Amasi riconosce Rodope, e, memore della fatta
promessa le accorda, la chiesta grazia.
Nofre, riconoscente, si slancia verso Rodope per
abbracciarla e vorrebbe seco fuggire ; ma una vit-
tima è necessaria al Nilo. Amasi ordina a Rodope
d'indicarla.
In quell'istante Rodope scorge tra la folla, che
meravigliata la circonda, il frigio Esopo. Ella ram-
menta i passati istanti felici, i giuramenti, il vile
abbandono e la fattane vendetta; sente di amare
ancora quell'uomo che vorrebbe odiare. Dimentica
Nofre e si svincola dalle strette dell'amica dol-
cissima.
Corre verso Esopo. Qualche cosa di sovrumano
anima in tal momento la bella Trace. Scinto è il
suo crine, fulmineo lo sguardo ; tremante d'emo-
zione, e come spinta da arcana forza che le con-
siglia l'abbandono di una vita durante la quale ha
tanto sofferto per amore, ella si avvicina all'antico
amante e gli dice:
— Mi vendicai di te, ma t'amo sempre ; salvo
Nofre e la raccomando a colui che vilmente osò
preferire la libertà all'amor mio. Rodope abbraccia
Nofre, saluta Esopo e si precipita nel Nilo.
Inorridisce il popolo, perchè Rodope è una cor-
tigiana ed il sacro fiume vuole il sacrifizio di una
vergine. TI Nilo irato, anziché fecondare le campag
16
egizie, si disseccherà. Sono sgomentati i sacerdoti,
temendo di perdere il loro prestigio, se il popolo
s'accorge che il sacro fiume straripa a tempo deter-
minato, qualunque sia la vittima che inghiotte.
In questo frangente il Sommo Sacerdote per
mantenere la credulità nel popolo, e, sapendo che
in quel giorno appunto il Nilo deve incominciare
le sue periodiche inondazioni, dichiara essere ac-
cettato con favore dagli Dei il sacrificio di Rodope
in premio del suo grande amore per l'alinea di
un sacro tempio.
Il popolo si ritira benedicendola ; il sacro fiume
straripa poco a poco ; Eodope è annoverata fra
le potenze celesti benefiche.
QUADRO SESTO
Apoteosi.
Seguita la piena del Nilo ; l'oscurità si fa sempre
più intensa. Odesi una soave melodia; ritorna la
luce; le acque insensibilmente decrescono: ricom-
parisce il soggiorno delle Sfingi e sulla cima di una
gigantesca piramide, che si avanza, vedesi Rodope,
la donna che tanto amò, la favorita del gran re,
la vittima volontaria, la bellezza ammaliatrice leg-
gendaria degli egiziani.
FINE.