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Full text of "Schizo Del Dialetto Saho Dell'Alta Assaorta in Eritrea"

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Sedata del IS mag^io 1913. — C. Cunti Koaaini 



Note grammaticali. 

§ 1. 11 territorio saho pu6, all' ingrosso, dirsi circoscritto, ad 
est, dal lido occidentale e meridionale della baia d'Arafali, ad 
ovest dal ciglio deiraltipiano abissino (Acchele-Guzai, Scimezana 
ed Agam^), a nord dalle valli fra il Samhar e il monte Bizen, 
a sud dalla vallata del Laasi Ghed^. La lingua saho, strettis- 
simamente imparentata con la lingua 'afar o dancali, coUegasi piti 
largamente col somali e col galla. con questi formando il gruppo 
detto basso-cuscitico della grande famiglia camitica. Comprende 
per lo meno quattro dialetti — il Toroa o Teroa; FAssaortino; il 
Minifero; rirob — , dialetti distinti da peculiarity, d'altroude 
non molto importanti, di pronuncia, di gramniatica, di lessico. 
Nello schema grammaticale che segue, segnalo in special modo 
pareccbie propriety dell'Assaortino parlato dagli Asa Lisan, conae 
nel lessico indico vari vocaboli che sarebbero usati dai Miniferi 
e non dagli Assaortini. Del resto, nelll^ stessa bassa Assaorta, 
attigua al mare, si hanno propriety di linguaggio non comuni 
con Talta Assaorta; cosi mi si diceva p. es yf?aliftid ''amo 
« vieni presto!* e naba kuobbA « grande montagna « essere 
forme speciali della bassa Assaorta, cui corrisponderebbero nel- 
Tnso dell'alta Assaorta yabalcttii 'ami e naba angaL Ignore 
se gli Haso, i Laasa ecc. abbiano un dialetto comuue coi Mini- 
feri se se ne sieno formati — come forse e piii probabile — uno 
proprio, pit coUegato con la lingua 'afar. 

§ 2. II saho ha tutti i suoni del tigrai, che e la lingua 
semitica con la quale e a maggior contatto. Ha una h tenue^ 
un'altra fortemente aspirata, il qaf, il sad, il ^et, lo 'ayn. Lo 
'alif conserva talora nella pronuncia il suo spirito lene. II ^ e 
talfiata pronunciato y, come in tigrai. Tra le vocali, la a breve 
pu6 avere il suono a, cioe quasi di e aperta. La o raramente par 
divenire 6. — Suoni non comuni col tigrai sono il rf, cio6 una 
specie di d, piegante a r; il Z, specie di I piegante parimenti 
a r; il rf, cio6 un d aspirato. Ma di quest* ultimo i miei appunti 

(152) 



ScMzzo del dialetto Saho ecc. 



Asa Lisan non hanno quasi traccia. Inoltre, iu Asa Lisan il d 
e iH tendono a risolversi quasi costantemente in (i o in r. 

§ 3. I proDomi personali nei casi diretti sono: 

1* pers. sing, ani, yotta pi. nUnu, nSnd 

n atin 



2* ry 




J? 


ati 


3* n 


ID. 


» 


'usiik 




f. 


J7 


'eM 



i » 'usun 



Tottd^ a rigore, h un pron. pers. indir., che I'uso volgare 
e men corretto fa talora sostitnire ad anU. 

§ 4. Nei casi indiretti i pronomi premettonsi al verbo, da 
cui dipendono, o assumono postposizioni, aventi in saho la fun- 
zione delle nostre preposizioni: 



1* pers. 


sing, yiy yo, yottU 


pi. nay 


m, no 


2» r> 


n ku, kuo, kutta, kuotta 


» sin, 


sina, sini 


f. 


n kct, ka; ok ) 
» teU, teaya ) 


" ten, 


tendy tent 



Le forme yoUn, kuttU sembrano sostituire quelle Toroa 
yoya, koya segnalate dal Reinisch, non ignote del resto, come 
vedremo fra pochissimo, anche all' Asa Lis^n. Yi, ku, na\ ni, 
sono usate soltanto se non le segue una postposizione. P. es. ytgdifi 
egli uccise, yi Hgdifi mi uccise, ku yigdif4 ti uccise, ku yigdif^ 
lo uccise, ni i^igdife ci uccise, sin yigdife vi uccise, tin yigdif4 
li uccise. Con la postposizione -lih « con, insieme con », avretno 
yottu-lih con me, kuo-lih con te, kU-lih con lui, iea-lih con essa, 
no-lih con noi, sin-lih con voi, ten~lih con loro. 

II pron. ak ricorre ne' miei appunti soltanto per la 8* pers,, 
non gi^, come in K. (ove esso presentasi anche come uka e col 
plur. tenak) per la 2* e 3* pers, sing, e plur. indistintamente: 
p. es. nahar ak yotoM lo feri al petto. 

§ 5. I pronomi personali possessivi impiegansi come pre- 
fissi 6 sono: 

pi. ni (w-, na) 
n %xn 



1» 


pers. 




sing. 


y» 


(y«) 


2» 


» 




n 


ku 




3"^ 


» 


m. 


» 


ka, 


ka 






f. 


n 


te 





ten 



(153) 



SedaU del 18 mftgi^o 1913. — G. Conti Rossini. 



P. es. bagld mulo, yi-bagld il mio miilo, e, parallelamente, 
ku'bagld, ka-baglA, ni-bagld^ sin-bagld, tin-bagld; ayddd te- 
limd quale e il prezzo d'essa? — Per la 1* pers. notasi la 
forma ordinaria essere yi^ pi. ni, che per6 pu6. elidendo la vocale 
finale, abbreviarsi in y- diuanzi a sostautivo cominciaute per 
vocale (p. es. y-lnd mia madre, y-abba mio padre), od anco 
trasformare la sua finale i in a se in a comincia il sostantivo 
seguente, p. es. ya-abbd mio padre. 

Isolatamente impiegato, il pronome possessivo rafforzasi con 
Velemento relative -w, -m: onde p. es. yi-m, letteralm. « ci6 che 
e mio " = il mio : 

1* pers. sing, uim plur. nim 

2* n » ycum n sinim 

8* » n ki^im n tenim. 

P. es. td bagld yim kinni questo mulo e il mio. 
Ne' miei appunti non trovo traccia delle forme del R. 
1* pers. sing, hinni pi. ninni, 2* e 3* pers. sing. iU pi. sinni. 

§ 6. II pronome dimostrativo e, per le persone e gli oggetti 
vicini. ta, ta, ta, tali, tatia, ama. tama, tUmu, e, per le per- 
sone e gli oggetti lontani, wo, to. toti, totta, comuni per i varl 
generi e numeri : non trovo ne' miei appunti lo ay ed i suoi 
derivati del Reinisch. Talfiata, al plurale, se il pronome dimostra- 
tivo s'impiega isolate, aggiungesi a ta, ta^ amu, tama^ wo^ to 
la voce mdra lett. « quelli che stanno » ; ho inteso anche taim, 
amahzm, tamUhim « questi, queste», wohim, tohlm « quelli, 
quelle « . P. es. ta da^ 'Id scaglia questa pietra ! ta kwre questo 
cane, to dik quel villaggio, totid ''arS qnella casa. 

§ 7. I pronomi interrogativi svolgonsi interamente co* temi 
mi, ay; pe' quali sarebbe addirittura ozioso richiamare il semitico. 

mi chi? di chi? cui? p. e. mi rab^ chi e morto? mi fards 
kinni di chi il cavallo e? a chi appartiene il cavallo? 

ay che cosa? quale? perche? P. es. ay kinni ta che cosa 
h questo? Spesso rafforzasi con I'altro elemento interrogative wi, 
4' onde le forme ayim, dim, ayml, aventi il sense di semplice 
^y; p. es. dim tobb^ che cosa hai sentito? ayml ka-migd kinni 

(154) 



Schizzo del dialetto S&ho ecc. 



quale e ii suo nome? Talora abbreviasi in a, p. es. Lama a 
namt costei che donna e? = chi e questa donna? Questa forma 
abbreviata pu6, a sua volta, assumere la finale relativa -tiyU^ 
d'onde le forme a-tiya, a-tid, p. es. atia kinni kdari quale e 
la sua casa? 

miyatt'd, mtatM^ meyatto chi? p. es. miattu kinni chi h? 
miattu rab6 chi e morto? td, numa meyattb kinni chi e questa 
donna? 

aydda quale? ayddoU quale? aydole^ ayddole, aydolU 
quanto? qnanti? aydoU faras kinni quanti cavalli vi sono? 
aydolU heyo tine Damhina quanti abitanti vi sono in Dam- 
hina? In R. vi corrispondono ailda, dlda^ dldole\ sono composti 
di ay -f- Met « specie, maniera = come, quanto « . 

§ 8. L*idea del relative comunemeute si esprime premet- 
tendo senz'altfo la frase, che in italiano comincerebbe col pro- 
nome relativo, al sostantivo cui essa si riferisce: p. es, asaor- 
tU'lU tine heyiw gli uomini che stanno in Assaorta (lett. in 
Assaorta stanno uomini), asaorta-lU yin^ rezanti siriytiya kinni 
il capo che sta in Assaorta e forte (lett. in Assaorta sta, capo 
forte e). Molte volte, quando si possa, convertesi la frase rela- 
tiva in un semplice participio relative, caratterizzato dai suffissi 
-tl^ -tiya femm. -tiyd ph -mwrU,. vedi §. 19 Nei casi indiretti, il 
relative espiimesi coi suffissi relativi -m, -ya: p. e. ambuku 
tobbSm yok^ di tutto quelle che hai sentito; usuk ta-im yobbi 
kurrH egli, avendo sentito ci6 (lett. egli, questo che ebbe sen- 
tito), si irrit6. 

§ 9. Degli altri pronomi trovo i seguenti: 

ti^ tiya femm. tiyA uno, unico. P. es. ti asa lisantd, ti ''id- 
dattd, ti kubotuttd kinni uno e Asa Lisan, uno h Edda, uno e 
Cabota; engHgit ""arS sermd ^aH iiyU kinni gli Engaghe ed i 
Serma Are sono una cosa sola. 

wilitiya fem. wilitiyt pi. witi-mam alcuno, alcuni; Tuno 
e Taltro; gli uni e gli altri: p. Q^Aammd'^askdr yemetin, wili- 
tiyd yofil wilitiyU ^om^r durwd sono venuti due ascari, Tuno 

(155) 



8 SednU ddl 18 maggJo 1913. — C. Conti Rossini. 

TofiS e laltro Omar Durui. — Dalla stessa radice, wilt-m una 
parte, uln, uLUiyd, femm. ulzHyd pi. UltmAra unico. 

enkd ogni; tutti insieme: p. es. heydw enkd ogni uomo, 
lett « r universality degli uomini », avendo enkd il valore origi- 
nario Ji « uno, unit^ » . Enfatico, enkz, inkl : p. es. inkl lille 
kinni vi e una giornata intera di cammino. 

umbu, umbU « totality » d'onde il senso di « tutto, tutti »; 
spesso rafforzasi col suffisso -ki^ -ka (comp. agaw -kl^ -kd, 
tt tutto y> ), formando umbukA. P. es. umbukd dsa lisdn tutti gli 
Asa Lis^n; umbuku-nilku noi tutti, umbu-kitm voi tutti. 

ummdn « totalxta, generality », d'onde il senso di « kutto, 
ogni " ; p. es. ummHn alsa ogni mese. Ne derivano umman-ii^ 
m. umman-tiya femm. umm&n'iiyd pi. ummm-mdra ognuno, 
ciascuiio, e ummUn-im ogni, 

ma-U, maU nessuno, niente; ved. § 16^. 

gard lett. « una parte » d*onde il senso di alcuno, qual- 
cuno, anche con valore distributivo ; enfaticamente gari: p. es. 
garl yemeU, gari yed6 alcuni vennero, altri partirouo. 

akt altro; p. es. bah akt lH porta altri buoi! akt mah un 
altro giorno. 

hebield, enfatico hebisli 'ph hebUl un tale: p. es. miatiC 
rab4^ hebielt rab6 chi e morto? e morto un tale. 



§ 10. Le coniugazioni verbali son due. La prima forma le 
sue flessioni aggiungendo esclusivamente suffissi al tema verbale, 
come in agaw e in galla; la seconda le forma modificando il 
tema verbale, cui aggiunge pretissi (come in semitico, ed anzi 
pit che in semitico, dacche sino il perfetto saho modilica il 
tema e riceve, nella coniugaz. II, i prefissi) ed anche suffissi. 
L'esistenza del doppio sistema e, per fermo, notevole fenomeno. 
Questo, che ricorre parimenti in ^afar, non presentasi invece se 
non alio stato sporadico, per cinque verbi difettivi, in somali 
e non ha tracce nelFaltra lingua — il galla — del gruppo lin- 
guistico cui il saho appartiene, coniugando il somali ed il galla i 
lor verbi soltanto mediante suffissi, alquanto diversi dai saho. — 
Allargando il campo de' confront!, la 2* con. saho pu6 trovare 

(156) 



Schizzo del dialetto Sabo euc. 9 



non lievi corrispoadenze, oltre che in begia, anche nel ber- 
bero (^). 

Su oltre 260 verbi del dialetto Asa Lisan da me presi in 
esame, 138 circa appartengono alia 1*, 125 alia 2* coniuga- 
zione. Se in origine la 1* con. pote essere costituita da verbi 
denominativi, oggi un criterio preciso di distribuzione sembra 
pill non esistere: verbi, che nei testi Miniferi raccolti dal Rei- 
nisch seguono la 2^ con., nell'Asa Lis^n si flettono secondo la 1*. 
Prevalgono, alnaeno in Asa Lis^n, nella 2* con. i trilitteri o i 
temi che anticamente erano trilitteri, e le derivazioni dall'abis- 
sino; ma degli uni e delle altre si hanno non rari esempi pur 
nella 1*. Analogamente, trovo nella 2^ con, verbi denominativi. 
II tempo ha fatto cadere o attenuar le barriere che prima sepa- 
ravano i due campi di flessione. 

§ 11. Come nel semitico e nolle altre lingue camitiche, il 
saho trae dalle forme primitive dei verbi forme derivate, che 
modificano il valore originario del tema. 

a) L'intensivo-iterativo si forma l) con la ripetizione di 
tutto il tema verbale (p. es. we''ey piangere, we ewe piangere 
molto), formazione talvolta impiegata anche per dar origine a 
verbi denominativi (p. es. awaM verme, aweh-ewe[}i]-t impu- 



(M II Reinisch suppose primitiva la 2* con., piii recente la seconda, 
che a mano a mano avrebbe finita col prevalere in alcuni linguaggi suUa 1% 
col soppiantarla addirittura in altri: la 1* con. coinprenderebbe essenzial* 
mente verbi denominativi, e sarebbesi formata aggiungendo a un nome 
d'azione un antichissimo verbo sostantivo ^anaWy coniugato mediante pre- 
fissi, e le cui forme nel volger de' tempi avrebbero subito fortissime abbre- 
viazioni. La spiegazione h ingegnosa. — Certamente, non pu6 sfuggire come 
le lingue camito-etiopiche aventi la 2* con. sieno parlate in region! fra lore 
quasi contermini, in region! ove assai piii a lungo e piu profondamente che 
non nelle region! delle altre lingue del gruppo cui appartiene il saho, potfe 
aver influenza Tarabo ; come i prefiss! del saho e delVafar sieno i prefiss! ver- 
bal! della flessione araba; come la stessa modificazione tematica della 2* 
con. saho-afar concord! con quella deirimperfetto arabo. Con ci5, natural- 
mente, non vo' dire che trattisi di derivazioni dali' arabo, pur rammentando 
come p, es. il baria sembri aver finito col subire nelle sue flession! verbal! 
rinfivienza d*una lingua da esso cos\ diversa quale la ge*ez. 

(157) 



10 Seduta del 18 maggio lOIS. — C, C on t i Bos »i n f . 

tridire); 2) con la ripetizione della 2® radicale (p. es. sgaU riu- 
nire, sgagal far riunire gli uni con gU altri, sgaddal far iicci- 
dere, sgadadal fare una strage), tormazione che h la piii comune; 
3) col raddoppiamento della consonante tinale de* temi bisillabici, 
di quella media ne' temi trisiliabici, formazione che, almeno nel- 
TAsa Lisau, suol accoppiarsi con altre derkazioni, ma che di 
regola ha perduto il suo vero valore (p. es. <i^8entire, intens. abby 
garah fare sortilegi, pass, m-garrah essere stregato, farad giu- 
dicare, cans, i-farrad) : talvolta quest' ultima formazione presen- 
tasi nei verbi denominativi, p. es. dagaf aiuto, daggaf aiutare. 
b) II causativo e espresso aggiungendo ai verbi della 1* 
con. il suff. -5, -s {-is, -is dinanzi a eonsonante) premettendo a 
quelli della 2* con. il suff. 5-, s-, i- ; p. es. lahaw-t ammalarsi 
lahU-s far ammalare, suw^-ut nascondersi suw^'-Hs nascondere 
(pel 't di questi due verbi vedi lett. e) ; na essere, stare, na-l fare 
stare, alaf coprire alf-is far coprire, didduy aeeompagnare cans. 
didduy-s; marah guidare cans, s-marah, aman credere caus. 
s-aman, ''andaw essere piccol6 s-andaw impiccolire, Um essere 
brutto S'Um imbruttire, tak battere caus. s4ak\ dabb rispon- 
dere caus. i-dabb, makar consigliare caus. i-makar. I verbi 
della 2* con, comincianti per vocale conservano talora lo spirito 
lene innanzi al pref. del caus. p. es, aman credere, caus. s-aman^ 
impf. yisimini ; ove comincino per s. possono al caus. assumere 
i- invece di 5-, e, almeno nell'Asa Lis^n, le due spiranti fon- 
dendosi si attenuano, p. es. sakar ubriacarsi, caus. sakar impf. 
yisikire, sallay pregare, caus, sallay impf. yililliye, 

c) II doppio causativo, d'uso molto comune, e formate 
con la ripetizione del suff. caus. -I, che diventa -s-is, col rag- 
gruppamento di due pref. caus., formandosi cosi un pref. i-l-^ 
hi', Almeno in Asa Lisan, il doppio caus. ha spessissimo il 
valore del caus. semplice, che e da esso in pratica sostituito: 
p. es. ic&gar far pace, cans. I w&gr-is pacificare, caus. 11 w&' 
gar-sis far pacificare, ma ar mordere, caus. ar-sil; bahurtl set- 
timana, caus, I bahurus pas:?are il tempo, caus. II bahur-sis 
far passare il tempo; sanaq strozzare, caus. 1 inus. sanaq, caus. II 
i'Sanaq fare strozzare, impf. ylsiniqe, dag sapere, caus. I inus, 
i'dag, caus. II, s-idag far sapeie, impf. yiUdige. Ne* miei ap- 

058) 



Schizzu del dialetto Saho ecc. 1 1 



punti noD trovo esempi d'un cans. II, accertato invece dal Rei- 
nisch, e fortnato dal simultaneo uso d'un pref. e d'un^suff. caus., 
p. es. s-adag-iS^ i-bal-is; ne d'un caus. Ill, formato aggiungendo 
aun caus. II il suff. -is, p. es. s-adag-is -is, s-aday-s-is^ kor-s-is-is, 

d) Nel parlare dell' intensivo abbiaiuo gi^ notato la for- 
mazione di caus. intensivi o iterativi, come sgall^ s-gagal, 
s-gadadaf ecc. 

e) II riflessivo si forma posponendo un -it, ~t ai temi 
verbal! della 1^ con., preponendo te-^ t- a quelli della 2*: p. es. 
biyas dimenticare biyas-it dimenticarsi, naab odiare naab-t 
odiavsi, am essere cattivo t-am agire da cattivo. Impiegasi questa 
formazione aoche in derivazioni denominative, p. es. safru fame 
safr-it aver fame, anlcH storto ankel-it essere storto, gaddd-lS 
ricco gadda-l-it essere ricco. Non meno spesso per6 i verbi de- 
nominativi si formano col suffisso -y\ p. es. bdrra vecchio barro-y 
essere vecchio, asd rosso asso-y divenir rosso, dadd foglia dad- 
do-y mettere le foglie. 

f) II riflessivo pu6 accoppiarsi con altre derivazioni: cau- 
safcivo di riflessivo (p. es. ab fare, rifl. ab-it fare q. c. a proprio van- 
taggio, caus. rifl. ab-it-is; ra^i^e^-^ essere fino, caus. ^-rag^^^(9^-^); 
riflessivo causative (p. es. mer-es sposare, rifl. mer-es-it sposarsi). 
II Reinisch ha inoltre constatato caus. II e flno caus. Ill di 
temi rifle&sivi (caus. I ab-t-iSj s-ta-katab\ caus. II, ab-it-sis, 
s-ta-katab'is ; caus. Ill, ah-it-siS'tSy s-ta-katab-sis): io non ne 
ho esempi. — II caus. dei denominativi in -t perde quest' ultima 
consonante (p. es. bokud calvo, boku-it essere Q^^^\o^bokU'^s ren- 
dere calvo), mentre pei denominativi in -y questo non di rado 
permane (p. es. barro-y essere vecchio barro-s far invecchiare, 
kuo-y essere sporco askoku-es sporcare ; datto-y essere scuro, 
dattoy-s annerire). 

g) II passive e formato col suff. -m alia P con., col 
pref. m- alia 2*: p. es. g'w/ arrivare pass, guf-im; aqua sol- 
levare pass, m-aqud ; rahan macinare pass, m-rahan, II pref. 
m- talora rautasi in n-, e i casi in cui ci6 avviene sono in Asa 
Lisan piii frequenti di quanto il Reinisch accenna: p. es. dabbas 
riunire pass, n-dabbas ; dabbar prendere pass, n-dabbar ; farad 
giudicare pass, n-farrad; fatah liberare pass, nfatah^ gadaf 

(159) 



12 Sedata del IB mtggio 1918. — C. Conti Bostini. 

uccidere pass, n-gadaf; haras coltivare pass, n-haras; takuas 
sparare pass, n-takuas. Talora il pref. del pass, si assimila alia 
consonante che segue: gadai rompere pass, g-gadal (per ngadal). 
Invece i verbi comincianti con n hanno Jl pass, in m-, senza che 
le due consonanti si fondano, nagad commerciare, pass, mnagad 
impf. yim-nigid4, — Talfiata, questa formazione assumerebbe 
anche valore di riflessivo, p. es. m-karakar essere in disputa. 

h) II passiyo pu6 accoj^iarsi con la formazione inten- 
siva od iterativa, pur solendo serbare in Asa Lisan il valore di 
passive semplice, p. es. gadal rompere pass, n-gadadal; farad 
giudicare pass, n-farrad; iay^ mangiare pass. biHt-im. 

i) II passivo semplice pu6 subire ulteriori variazioiii : pas- 
sivo di passive o pass. II, che talora ha un sense di maggiore 
intensity, p. es. agad somigliare, pass. I m-agad essere simile, 
pass. II m-m-agad impf. y^ww^gf^d^ essere proprio simile; zor 
girare, pass. II con valore di pass. I sor-mHin; da*" chiamare, 
pass. I, con sense deirattive, da-im, pass. II da'^-im-em essere 
chiamate; — passive di causative, molte volte, almeno in Asa 
Lisan, con valore di passive semplice, p. es. ifUr uscire al pascolo> 
ifUr-s-im essere cendetto al pascelo ; f?filu lode, fctil-is lodare, 
fltil'is-im; iaA vedere, wi-z-iaA essere vedute; dag sapere. caus, 
i-d<ig^ caus. pass, m-i-dag^ sembrando in Asa Lisan mene fre- 
quent! le fermazioni w-os-, come m-as-katab; — passivo di 
riflessivo, p. es. garu, fuiiio, gar^a-yi rubare, garayt-im esser 
rubato: fug-t baciare, /'M5'-^m essere baciate, ed anche baciarsi 
Tun Taltro; iffo-y essere luminese, iffo-i-m essere illuminate. — 
Naturalmente, si hanno anche riflessivi e causativi di passivi: 
p. es. dor scegliere, pass, dor-im^ rifl. di pass, con valore di 
passive semplice dor-in-t; da'^-im-em essere chiamate, caus. da- 
Hm-em-il, — II Beinisch segnala ulteriori derivazioni, come 
passivi di causativi I, II e III combinati con riflessivi (1* con. 
ab'S-it-im, ab'S-it-im-iSy ab-s-it-im-sis ; 2* con* m-as-ta-katab, 
m-as'ta-katab-is^ m-as-ta-katab'Sii) ; per6 nel suo lessice non 
trove, almeno per le radici da lui citato, esempi e rinvii a testi 
che tali complicate derivazioni dimestrine, ne i miei material! 
presentauo casi di cesl fatte formazioni. che, comunque sia, de- 
vrebbero essere rarissime. 

(160J 



Schizzo del dia1«tio Saho ecc* 13 



§ 12- II saho ha un imperfetto e un perfetto dell' indica- 
tive; un niodo iussivo; un imperative, come in^ semitico e in 
agaw. Non ha duale. Alia 3* pers. sing, distingue il maschile 
dal femminile: quest' ultima forma, che non riproduciamo per 
economia di spazio, e identica alia 2* singolare. 

§ 13. La flessione per la 1* con. si svolge nel modo seguente: 

a) imperfetto. Al tema verbale aggiungesi al sing, -n per 
la 1* pers., -td per la 2% -n per la 3*; al plur., -na per la 1*, 
'tan per la 2*, -an per la 3* persona. 

b) perfetto. Al tema verbale aggiungesi al sing, -e per 
la 1* pers., -tS per la 2*. -e per la 3*; al plur., nS per la 1*, 
tSn per la 2*, in per la 3* persona. 

c) iussivo. Al tema verbale aggiungesi, al sing., -d per 
la 1* pers., -td per la 2*, -o per la 3*; al plur., -nd per la 1*, 
'tdn enf. -Wnd per la 2^, -dn enf. -ond per la 3* persona. 

d) imperative. La 2* sing, e uguale al tema verbale; la 
2* plur. assume il suff. -a. 

Ecco, per esempio, il paradigma di rab morire: 

Perfetto: 



Imperfetto: 



Iussivo : 



sing. 


1* pers. 


raH 


plur. 


1* per.<. 


rab-nt 


» 


2» » 


rab-tS 


71 


2^ " 


r'ab-tin 


n 


3* " 


rab-^ 


n 


t^* " 


To.h-tn 


sing. 


1* pers. 


rah'i 


plur. 


1* pers. 


ral-na 


» 


2* n 


rah-td 


n 


2" n 


rab 4 an 


n 


3» « 


rab'i 


n 


3* » 


rab-an 


sing. 


l*" pers. 


rab-d 


plur. 


1* pers, 


, rab-nU 


n 


2* n 


rab-to 


V 


2^ r> 


rab-tOn-i 


V) ■ 


3*^ n 


rab-0 


n 


3*^ » 


rab'6n'i 


sing. 


2* pers- 


, rab 


plur. 


2^ pers. 


, rab'i 



Impera-tivo: 

I denominativi e gli altri verbi finienti in y non manten- 
gone alia 1* e 3* pers. sing, del perfetto e del T imperfetto i 
suff. -^, -i, i quali cadono senza lasciare traccia apparente : p. es. 
barroy egli fu vecchio, egli e vecchio, — Nella flessione, la con- 
sonante finale del tema pu6 subire variazioni o fame subire alia 
consonante iniziale del suffisso : il k finale pu5 divenir g dinanzi ai 
suff. 2* pers.; il I finale mutasi in n dinanzi ai medesimi suf- 

(161) . 



1 4 Sedata del 18 magf^rio 191S. — C. C'ontI Rossini. 

fissi, che mutano in d 11 loro t inhiale; questo pu6 essere assi- 
milato dalla I finale del tema, p. e. ab-sis-sa per ab-m-tn 
« tn fai fare " . 

§ 14. La 2* eon. come gik si e accennato, e caratterizzata 
nelle flessioni da tre fatti^^) da un mutamento interno del 
tema; b) dairassunzione di prefissi; c) daU'assunzione di suffissi. 
a) Alio state semplice, il tenaa suol avere la forma nab^ 
kabar, hankas, Nella flessione la vocale mutasi ne' bisillabi; 
nei tridillabi, suol cade re la vocale della 1* sillaba e mutasi 
quella della 2*, analogamente a*quanto avviene nellMmperfetto 
e nel iussivo arabo; nei quadrisillabi, mutano entrambe le vo- 
cali della 1* e della 3* sillaba. In base a tali mutamenti voca- 
lic! rilevansi quattro class! tipiche, fondamentali, secondo che la 
nuova vocale nel perfetto, nelTimperfetto e nell' imperative e 
e, /, 0, m: p. es. cl. I, nab, -neb- ; gara^ -Q^^-l hankas, -henkes-; 
cl. II, lak, -lik-; kabar. -kbir-; warwar, -wirwir- ; cl. Ill, 'ai, 
'Ob' ; cl. IV, katab, -ktub-, Le leggi secondo cui i verbi rientrano 
nelVuna o nelValtra di queste classi non sono chiare. Nell'uso 
Asa Lisan, la maggior parte de' tern! rientra nella II classe. 
Alia III appartengono d! preferenza temi verbal! aventi ne* loro 
element! costitutiv! un zo o la semivocale u; molt! d'essi per6 
rientrano nella IV classe, — Una V classe h formata essenzial- 
mente da bisillabi (e sovrattutto da bisillabi, che hanno od ebbero 
lunga la vocale della 1* sillaba, paragonabili perci6 ai verbi 
concavi arabi), ! quail conservano la vocale a air imperfetto e 
la sostitniscono con un o al perfetto ed alV imperative, p. es. am 
K essere cattivo ' che al perf. e air impt. ik luogo a -om-, 

A queste cinque classi fondamental! possono aggiungersene 
altre secondarie o di minor importanza. Alcuni trisillabi mutano 
in e la 1* vocale, in i la 2*, p. e. f^it, -feit-; kahan^ -kehin-; 
al quale tipo pu6 accostarsi quelle offerto da sahaty che diviene 
-sheyt-; ed analogo fenomeno pu6 riscontrarsi in quadrilitteri, 
p* es. sabsab, -sebsib-. Altri trilitteri all* imperfetto modificano 
soltanto la 2* sillaba, assumendovi un e, mentre al perfetto ed 
air imperativo modificano nello stesso mode anche la P, p. es. 
fahan, impf. -fahen-, pf. impt. -fehen-* Altri ancora, che pre- 

(162) 



Schi^jjo del dialetto Saho eoc. 15 



sentano od originariamente presentavano un tipo guamad, d^nno 
luogo ad una forma -gomud-, Se il tema ha una consonante doppia, 
le vocali conservansi tutte, raodiHcate in e o, piii spesso, in i; 
p. es. idadabb, -idedebb- ; §aUay, -§iUiy'; saffat -sifflt"; ed ecce- 
zionalmente altrettanto avviene anche per trilitteri non aventi 
alcuno speciale rafforzamento consonantico, p. es. darar^ -dirir-, 

Le esposte modificazioni concernono, come si e detto^ il per- 
fetto, rimperfetto e Timperativo, Nel iussivo i bisillabi consei- 
vano la vocale a\ gli altri verbi, se al perfetto ecc, sopprimono 
la vocale della 1* sillaba. la sopprimono altresi al iussivo, e 
mantengono la vocale a della 2*, p. es. gadaf^ -gdaf-\ altrimenti 
mantengono in entrambe le sillabe tale vocale, come -kahan-, 
-gamad-, 

b) 1 pretissi constano di due element!. 11 prime, per tutte 
le flessioni, e al sing, a-, e-, i~ 1* pers., t- 2* pers., y- 3* pers., 
al plur. w- 1* pers., i- 2* pers., y- 3* pers. 11 secondo e una 
vocale che caratterizza il tempo o il modo. 

Al perfetto, tale vocale suol espere uguale a qiiella di cui 
si dota il tema verbale nolle modificazioni dianzi accennate, 
Percio, i prefissi completi souo : 

I classe: sing. 1^ pers. e-, 2* te-, 3* ye- pi. 1* pers. we-, 2* te-, 3* ye- 
ll n H ?i 2-, » ti", )T yi' n « ni-j t ti-, » yt- 

III »J n II 0-, n to-, " yO- n n UO-, » tO-. » yO- 

IV n " " W-, ri tU-, r, yu- n » WW-, » CU; " yu- 

Senonche qui pure troviamo abbastanza numerose deviazioni 
dalle classi tipiche, Verbi della 1 classe assumono, nel prefisso, 
la vocale i, p. es. mahar pft. yi-mher-e^ tard i^fuyi-tre^-^. ed 
analogamente kahan pft. yi-kehin-e, Altri della II classe pre- 
sentano il fenomeno inverso, p. es. hasab pft. ye-hsib-e^ hayal 
pft. ye-MyU-e, Se la 1* cons, del tema e un ' o se conserva 
anche nella flessione lo * originario, la vocale del prelisso del perf. 
suol essere e: p. es. ^avad pft. ye-^evid-^, ''aid pft. ye-Ht-4, 
""assab pft. ye'^essub^, Verbi della IV cl, prendono non raramente 
la vocale o nei prefissi pft., p. es. haras pft. yo-hrus-e, harad 
pft. yO'hrud-^^ ""alaw pft. yo-^'luw-e; altre volte, assumono i pre- 
fissi della cl. II, p. es. rakat pft. ^^-rA;M^^. Talora, verbi della 

(163) 



16 SeduU del 18 maggio 1918. — C. Conti Rossini. 

Ill e della IV el. conservano la vocale della lor classe nel pref, 
pft., ed invece passano a prendere un e o un i nel loro stesso 
tema, p. es. ml pft, yo-sol-e e yo-sel-i, garah pft. yu-greh-i, 
farar pft. yu-frir-^, kalas pft. yu-klis-^, 

Al perfetto ed al iussivo la vocale caratteristica, che aggiun- 
gesi al primo elemento gi^ esposto, e uniformemente a. Cosi 
abbiamo al singolare a- 1* pers., ta- 2*, ya- 8*, e al plur. na- 
1* pers,, ta- 2*, ya- 3V 

Air imperativo, il prefisso e costituito da una vocale iden- 
idca a quella del tema urbale modilicato. Eccezionalmente, verb! 
della II cl. prendono il pref, e, 

c) I suffissi del perfetto e dell' imperfetto sono identic!: 
'4 in tutte le persone del sing, e alia 1* plur., -in alia 2* e 3* 
plnr,, salvo che ne* verbi di I cL, ne' quali troviamo anche, 
alia 2* e 3* plur., -^/^- — II iussivo ha per sufBsso -d in tutte 
le pers. del sing, e alia 1* plur., -tdn enf. -tdn-d alia 2* plur., 
'bn enf. -on-A alia 3* plur. — L* imperativo non ha suffissi al 
sing., riceve -^ al plur. 

Dar6 ora il paradigma complete d'un verbo, scegliendolo 
fra quelli della II classe, per essere questa la piti numerosa: 
gadaf uccidere. 

Perfetto: sing. 1* pers. i-gdif-e plur. 1* pers. ni-gdif-^ 
n 2* » ti'gdif-4 n 2* n ti-gdif-in 
V 8* n yi-gdif-^ n 3* » y i-gdif-iu 

Imperfetto: sing. I* pers. a-gdif-d plur. 1^ pers. na-gdif-S 
» 2* » targdif'4 » 2* » ta-gdif-in 
r> 8* n ya-gdif-^ » 3* » ya-gdif-in 

Inssivo: slug, 1* pers. a-gdaf-0 plnr. 1* pers. na-gdaf-O 

» 2* » torgdaf-O n 2* » ta-gdaf-On-U 

n 3* » yorgdaf-O » 8* » ya-gdaf-On-a 

Imperativo: sing. 2^* pers. i-gdif plur. 2* pers. i-gdif-d 

§ 15. I verbi di cl. I e II flnienti in w sogliono mutar 
questo, al pft. e all* impf., in y, p. e. daw andare impf. diy-^ 
6 talora al pft. finiscono con Y ometteiio, contraendo in ^ la ^, e 
del tema verbale modi&cato e la ^ del suffisso, p. es. daw pft. 
ye-dti^ talora, poi, la y finale del tema non accetta la vocale del 

(164) 



Schizzo d«l dialetto Saho ecc. 



17 



suff, pft. e inipf., p. e. haw, hay dare, impf. ya-^hay^ pft. 
yo-hoy. 

La flessione dei temi derivati (caiisativo, riflessivo ecc.) segue 
le esposte regole, salvo che necessity eufoniche obbligano a con- 
servare la vocale alia 1^ sillaba del tema, modificandola come 
la 2*: p. es. $-gadaf far uccidere, pft. ^\ng. is-gidif-e^ 2* tis- 
gidif'4, 3*^ yis-gidif-i; impf. sing. 1* as-gidif-e', iuss. sing. 
P pers, a$-ga-daf'6 ecc. 

§ 16. Menzione speciale meritano gli ausiliari. 
1) a essere, dire.- 







PEBFKTTO 


IMPERFBTTO 


lUSSIVO 


IMPKRATIVO 


sing. 


1» 


pers. 4 




a 




0, enf. 


owd 


— 




2f 


r> U 




td 




to, » 


town 


e neg. m-X-n 




3» 


» ye 




yd 




yOy n 


yowa 


- 


plur. 


1*^ 


" n^ 




nd 




no, » 


nowd 


— 




*2* 


" Un^ 


teni 


tan. 


tani 


tonU n 


tonU 


eyUy ueg. n-in-im 




3» 


« yen, 


,yan, 


yan, 


yeni 


yow, 




— 






y^n^ 






yona n 


yonH 





2) /jfl essere, stare. 









PBRFETTO 


IMPBRFKTTO 


lUSSIVO 


sing. 


l"^ 


pers. 


in^, en^ 


an4 


and 




2^ 


n 


tin4, ten4 


tanS 


tanO 




3^ 


n 


yin^y tene 


yan6 


yanO 


plur. 


1^ 


n 


nini, nene 


nan6 


nana 




r 


» 


tinS, tens 


tanin 


tanOn 




3» 


" 


yiniuy yeHin 


yanin 


yanOn 



Le forme del pft. e dell* impf. possono abbreviarsi, lasciando 
cadere la e tiuale, onde, p. es.; pft. Iri; tin, yln ecc. Da queste 
forme abbreviate si trae un enfatico, con Taggiunta del suff. -y(> 
1* pers., -itd 2*, l 3* sing., 1* -md, 2* -itdn, 3*" plur. -dw; 
onde si ha al perf., sing, 1* inyd, inib, 2* tinitd, iniib, 3* ini^ 
yini, plur. 1* nininb^ inind, 2* iniibn^ %^ yiabyi\ ed all' impf. 
sing. 1* aniyb, 2* taniib, anitd, 3* yani, plur. 1^ nanind, 2* 
tanitdn^ 3"" yanbn, Altre forme enfatiche si hanno alia 2* e 3* 
plur.: perf. tinini e yinim, impf, tanini b yanini, iuss, tandnA^ 

(165) 



18 



Sednta dal 18 ma^o 1913. — C. Gonti BoBsiui. 



e yanUnd, — Una nuova tbnna si svolge dal derivato m « essente » , 
che, ricevendo i suffissi or accennati, dk luogo a nf-yd io sono, 
nt'td tu sei ecc. 

Per esprimere la negazione di questo verbo, airimpf., pre- 
mettesi ma {mi alia 3* pers.), e mutasi in i la e finale delle 
varie forme, p. es. sing. 1* mani, 2* ma-tani, 3* mi-yani. Non 
ho esempi per il pft. ; il Reinisch ha al sing. 1 ma-naniyd, 2 
ma-nanitd, 3* ma-nandL, al plur, 1* ma-nanino, 2^ mananitini, 
3 ma-nanonL 

3) ka esser^^ivenire. 



PERFETTO IMPERPETTO lUSSIVO IMPRRATIVO 

semplice enfatieo semplice enfatico sempUce enfatico 



sing. 1* pers. ek^ 


— 


ak4 


— 


akO 


akowU 


2* » tek4 


— 


takS 


. — 


take 


takowit 


3» » yek^ 


— 


yak^ 


— 


yako 


yakowCi 


plur. 1* » nek4 


.— 


nak^ 


— 


nako 


nakowa 


2* » tekin 


tektni 


takin 


takXni 


takon 


tak6nCt 



iik 



tiko 



3* n yekin yektni yakin yaktni yakOn yakond. 



In Asa Lisan il inss. enf. pu6 anche raddoppiare la con- 
sonante, almeno al plur. 2* pers. takkonA e 3* yakkona, — La 
negativa esprimesi premettendo ma- {mi- alia 3* pers.) alle forme 
pft., imperf,, iuss., p. es. mffeki non fui, maki non sono, makd 
non sia io. 

4) kan essere, esistere. Come abbiam visto sorgere una 
flessione da m, derivato di na, cosi per kan^ omai inusitato, si 
svolge una flessione sul suo derivato kra, mediante gli stessi 
suffissi, flessione limitata air imperf. : sing. 1* pers. kinn-yb^ 
2°" kinn-it6 o kin-id, 3* kin o kin-ni (quasi sola usata in Asa 
Lisan), plur, 1* kinn-ind o kin-nb, 2* kinn-itbn, kinn-iUn, 3* 
kinnbay kinnond. In altri dialetti la n non si raddoppia. La 
forma kin pu6 abbreviarsi in ki, che si coniuga ic ugual modo, 
sebbene questa forma sembri in Asa Lisan men usata che non 
in altri dialetti: sing. 1* pers. kiyb, 2^ kiib, 3* /d, plur. 1* 
kinb, 2 kitin, 3^ kinbn, — Per esprime il perfetto di kan. 
ricorresi airimpiego della forma Af, rafforzata eventualraente in 
kik, (la quale resta invariabile) e facendola seguire dal pft, 

(166) 



Schizzo dei di«lfttto Sftbo «cc. 1 9 

semplke od enfatico di ne : p. es. sing. P pers. M ini, hi iniyd, 
kik ini^ kifc iniyd, 2* kf ttn4 ef^e. 

La ftegazione di qnesto verbo esprtoaei prwiiettando ma-- 
alle forme delFimpf, di kt, o fkceodo, per il perfe^tto, seguire 
a kU kik le forme pft. neg. di ne. 

5) mar stare, esistere, essere. CoDiiigasi regolaiinente 
secondo la I cod. — Col suo infinite mar, rafforzato talora in mdr- 
ak, e che, naturalmente, resfca iBvariabile, si forma una seeonda 
flessione, facendolo segefire dal yerbo na normalnjenfte ooniugato, 
flessione che ha, alquaato rafforzato, il sense dellai flessione del 
tema aemp^lice. 

6) la avere. Coniu^si r^kmiente seeoBfdo la I con., 
pft, 3* sing. yeU, impf. 3* siag. y,al^ ecc. C<^me awsiiiario, oecorre 
segnatamente la sua fbrma derirata /?', che d^ In^ogo all* impf, 
sing, 1^ pers. Vlyb, l€b, 2* iMb, 3*^ U, U, le^O Id, pliir, 1* 
U-nd, 2* iHin, enf, li4ini, 3^ Inn, ewf, Mni, na^ntre il pei-f^feftto 
6 dato dalle forme invaiiabili Zf, tlk, Iw, Ink seguite dal pft. 
&emplice di na, p. es, 3* sing, Il yin^^ Uk yini ecc. « egli 
ebbe ». Ma, almeno in AsaLisan, talfiata anche luk pud avere 
una flessione, onde si ha pf, sing. 3* luk iM, 2* luMk tini, 3* 
luk yin^, plur.* 1* Hndki nine, 2* liUn timn^^ 8* luk yinine. — 
Per esprimere la negazione « non avere", le forme deirimpf, 
si fanno precedere dal pref, ma-, menkre per il' perfetio si fa a 
It, lik ecc, seguire la flessione negativa de^l pft. ^\ na: p, es. 
ma4iyd non ho, lik ma-namyd wofi ^\M, wa-/^ non ha. In Asa 
Lisan, tuttavia, alle forme irregolari dell' impf, negatiro soglionsi 
preferire talune altre contratte, onde il paradigma comunemente 
seguito diviene sing, 1^ pers. ma^yb, may% 2* maltb^ 3^ maU, 
plnr. 1* mannb, manM, 2^ maltbn, maltin, enf. malitni, 3* 
matbn^ enf. maloni. 

7) nah non essere, non esrstere. Per e&primeme il pf. e 
rimpf. si fanno SL nahd, cbe reslannvariabile, segtiire rispettiva- 
m^nte il pft. sempiice e Timpf. enfatico dr na, d' onde p. es. 
naha yiM non esistette, non fu, nakd yayiitb nan esiste, non 
e eec. Ma all' impf. pu6 anehe flettersi cosi: sing. P pers, ?iaA- 
iyb, 2^ netb-ttb,3'*'naM, i^lm\l^nah'znb,2''ndh'tt^n,S^ nah-bn, 

8) way non essere, manfeare. Coniugasi regolarmente se- 

(167) 2 



2Q Sednta del IS maggio 1913. — C. Conti Rossini 

condo la I con.; soltanto, nel pf. 1* e 3* sing, o non assume 
il suff. -^, restando way, o contraesi in wS^ e alia 3*" plur. 
forma, analogamente, way-n o wen; neirimpf. la y cade la 
sing, P e 3* pars, e al plur. 3* pars., onde si ha la flessione. 
sing. V tea, 2* way-ta, 3* wa. plur. P way-nU, 2* toay-tdn, 
3* wan. 

§ 17. Ti-a i principali impieghi di questi ausiliari, tro- 
vansi i seguenti : il verbo na^ regolarmente coniugato e posposto 
a un pft., a un impf. o a un infin., esprime la durata, p. es. 
yigdile yin4 egli stava ronapendo, yagdili yani sta rompendo. — 
II ka, abbreviate in un /fc, ik invariabile, e posposto a una forma 
verbale, ne rafforza il senso, p. es. yigdil-ik egli veramente ruppe. — 
II km, A^coniugato dopo un iussivo, esprime il futuro o un*a- 
zione, uno stato imminentev p. es.yagdald ki-yd egli romper^; 
talfiata, anzi, km o il suo rafiforzativo kinni non si coniugano 
neppure, pur conservando ugual valore, p. es. yagdalond kinni 
romperanno. — II mar, coniugato dopo un infinito, esprime durata, 
p. es. agdel mUH andava rompendo. — II U air impf., coniugato 
dopo un impf., indica intenzione, p. es. yagdile U egli vuol rom- 
pere, e coniugato dopo un iussivo esprime necessity, p. es. yag- 
dald U egli ha da rompere, deve rompere. — II nah, che usasi 
soltanto posposto a un inf., esprime negazione, p. es. agdel-nahd 
non rompe; e negazione parimenti esprime way^ che per6 pu6 
posporsi a qualsiasi forma, p. es. yigdiU wS non ruppe, yagdiU 
wU non rompe. 

§ 18, Del resto, la negazione de' verbi in generale esprimesi 
cosi. Per Timpf. della 1^ con., si premette semplicemente un ma 
che contraesi in md coir iniziale del tema verbale, se questa e 
a ; per la 2^ con. premettesi ma, che diviene mu fondendosi con 
la a iniziale della 1* sing, e mi dinanzi ai pref. 3* pers. sing, 
e plur. : p. es. ma-rabA non muore, mfyigdili non rompe, mUg- 
diU non rompo. Per esprimere il pft. neg., al tema verbale (che 
ne' verbi di 2* con. e nella forma usata al iussivo) si fa prece- 
dere il pref. ma e seguire il perf. enfatico di na: p. es. ma- 
rab'ind, non mori, ma-gdal-iniyd io non rompo. Per esprimere 

(168). 



Schizzo del dialetto Saho ecc. 21 

la negazione deir imperativo, si premette il pref. ma^ elidendo 
la vocale iniziale carattehstica del modo, e si fa seguire -in nel 
sing,, 'inA nel plur., al tema verbale, che ne' verbi di 2^ con. 
suol conservare la forma del pft., soltanto in qualche caso assu- 
mendo la forma del iussivo: p. es. rab impt. di morire, neg. 
sing, ma-rab-idy plur. ma-rab-inA\ igdil impt. di rompere, neg. 
sing, ma-gdil'in, plur. ma-gdil-in&\ ohd impt. di haw dare, neg. 
sing, ma-hay-n^ neg. plur. ma-hay-nL 

§ 19. Nel saho meritano particolare meazione le formazioni 
verbali relative. Alle singole forme del pft,, deirimpf., e del 
iuss. apponendo 11 suflf. invariable -m oppure il suff. -tiyu pel 
masch. sing., -HyA pel femm. sing., -mdra pel plur. com., si 
ottengono forme relative, aventi anche il valore dei nostri 
participi, e sin di sostantivi, Talora, alia 3^ sing, preferiscesi, 
anzi, la 3* femm. P. es. akal-it essere pulito, lavato, pft, 3^ sing. 
akal-U-, akal-Um lavato, che e stato lavato ; magad essere simi- 
gliante, timiggide-m somigliante; dal generare, pass, dal-im 3* 
sing. dalim6, dalime-tiya nato ; ur essere sano, pf, ur4, ure- 
tiya femm, ur-te-tiyd sano; magad, gik yeiuto, yimiggide-tiya 
simile, femm. timlggide-tiya; haw dare pft. yomhew6, yomhe- 
we-tiya dato; hadan essere contento, caus. s-hadan, impf. yashe- 
den^, ya$hedene-tiya accontentatore, chi e causa di contentezza, 
Talora cadono il prefisso e il sufSsso della liessione del pft. o 
deir impf. : p. es. dalcLS divenir grasso, dulus-tiyU grasso ; lalag 
essere acuto, lilig-tiya acuto ; 'asab essere nuovo, ^esub-tiya 
nuovo, in luogo ii ^yudtlluse-tiyH, *ytlUige'iiyd, '^'yeesube-tlya, 
Oltre a queste formazioni, che hanno, come ho detto, essen- 
zialmente valore dei nostri participi, il saho ha dal semitico 
adottate le forme participial! qatil^ qitU, qitil (var. qetel^ spe- 
cialniente se la 2* radicale e A) e qutul (var. qotol, special- 
mente se A e la 2* consonante della radice). fi poi notevole 
come questi participi dieno luogo a verbi composti facendosi 
seguire dairausiliario as o da dah « dire », e come anzi talvolta, 
abbandonato I'ausiliario o il dah, finiscano con I'essere conside- 
rati essi stessi come radici verbali che coniugansi regolarmente, 
a fianco de* verbi d'onde derivano. 

(169) 



22 Seduta del 18 tOAggio 1913. — C. ContlRossini. 

Un*altra formazione participiale e la SQguente. La radice 
verbale assume una foroaa qatil (vat-, qatel, qetel ecc.) special- 
mente se e trisill^bica, o assume uu suffisso -?, mentre ne* bi- 
sillabi resta inalterata o assume la forma tematica del perfetto; 
ad essa aggiungasi poi, a seconda del casi, le forme ausiUarie 
sing. 1* pers. -yo, 2* -to {z'tQ\ 3* a, pL 1* -nO, 2* ton, 3* on, 
P. es. kahan amare, part. AaA?;2, kahen, d'oode kak^n-^o ecc. ; 
naab essere nemico, part, n^'^b, d'oade neeb-yo, neebito, neeb(l\ 
nab essere grande, part, nab^ d'onde nab-yO^ nab-ito. nab-a ; am 
essere cattivo, part, urn; d'onde um-yo, Um-ito, um-CL ecc. Queste 
forme acquistaijo, in ultimo, vero sigpificato d'aggettivo; onde 
hlfcno speciale importanza quelle di 3* pers. siog. in '^. 

§ 20. L' infinite dei verbi di 1* con. suol essere il pnro 
tema verbale, che, del resto, assume anche valore di nome astratto 
e, talora, fin di concreto: p. es. orob entrata, dattdy nerez^a, 
lab'ad conoscenza, consuetudine. II tema verbale pu6 anche assti- 
mere Ic desineu'ze femminili -ri, -d; p. e. orb-A entrata, ritorno, 
ard-d fuga, fug-t-d ba^io, son-d sogno. — Nella 2* con*, Tinfi- 
nito assume le forme qatdl, qatln, aqtaU aqtil: p. e. zaru' 
seminare e semenza; Aarfa/i espelle^e ed espulsione ; am/a/aMa 
errare ed errore, iskm-lalakk; salf-d scMerare e schiera; nagdd 
commerciare e cammercio, da nagad ; a-'ab bere e bevanda, da 
'ab ; a-dug sapere e conQscen^a, da dag ; a-fru fruttificare e fecon- 
ditk, ^2^ faray ; a-gdel rompere e rompimento, a-bil vedere e 
vista, da gadal e baL Infiniti, che assumono valore di concreti, 
si hanno, per la 2* con., con uua forma maqtal: p. es. ma^ab 
abbeveratoio, ma'rdf riposo, marMn macina, dai temi 'ab bere, 
^araf riposare, rahm maciuare. 

§ 21. II nome d'agente si ha posponendo -Sua, Una ai 
verbi di 1* con,, premette^ldo ma- e posponendo -4na, 4Sna 
oppure '& a quelli di 2^ con., il cui tema si contrae dando luogo 
a una forma maqtal o4 anco maqtal- : p. es, orob-iina colui che 
efttra, eutrante, dal-Sna genitore, $ar-Sna ei6 che serve per co- 
prire, Vabito; ma-rwinU colui che lega, da araw\ ma-bhina 
venditore, da bah] ma-tra'-Sna querelante, dafara'; ma-gddl-a 

(170) 



Schizzo del dialetto tSabo dec. v^^ 

rompitore, ma-tuk-t battitore, martello, mnnmakar-a consigliere, 
ma^mkar-a colui cbe ricere un consiglio. Del resto, verbi di 2* 
con. hanno; con sensi diversi, entrambe le formazioni, in -^na e 
in *^, p. es. a fianco di ma-tak'-A v*e ma-tllk^ina percotitore. 

§ 22. A fianco di queste derivazioni da temi verbali sor- 
gono altre numerose derivazioni nominali. Cosi, hannosi nomi 
astratti e concreti mediante i suffissi -^, -(^, -f, pit raramente -il: 
p. e. rad-S caduta, marmar-e domanda, biydk-U ferimento. Spe- 
cialmente coi verbi di 2^ con., il tema pu<D allora assumere le 
forme qitl^^ qutl-, come p. es. /ird-i decisione, da farad\ nifg-S 
avarizia, da nafag\ mikiri consiglio, da makar; gurh-S sorti- 
legio, da garak; kuls-S grasso, da kalas. Col prefisso ma-, 
eccezionalmente mi- pu6 associarsi il sutf. -d, piu raramente ^, -^, 
'L assumendo il tema verbale le forme -qtal*^ -qatal-^ -qatal-^ 
p. es. ma-dgal'd rompimento, ma-dhar-d il prendere, mw- 
rhadd-e uccisione ; mi-bh-i vendita ; ma-shayyal-o rafforza- 
mento. — Altro suffisso, per formazioni di ugual senso, e -na 
(cfr. na essere), p. e. la'-^n^ calore. — Altri. -d-nO, -n'^d-no, 
'S-nO, '6-no, p. es. dub-Ano arrosto, tab-ndno passaggio, guado, 
haz-eno porzione, guctr-dno aiuto. — II deriv. di na, zn « essente » , 
pii6, adoprato come suffisso, formare degli aggettivi di quality, 
ed anco dei sostantivi concreti, segnatameote di quality o di 
stato ; e queste formazioni in -m possono dar luogo ad astratti, 
assumendo im nuovo suff. -an. E dai nomi in -Sw, -tn^wn^ possono 
ancora trarsi' formazioni aggettivali mediante un nuovo suffisso 
•td, e ^tl. — Notevole poi e il suff. -td, -id ehe, apposto a ua 
tema verbale, indica un individuo avente la quality o compiente 
Tazione espressa dal tema stesso, p. es. ab-tt essere fatto, abit-td 
un fatto, bolol bruciare, bolol4d uno bruciato ecc. — Del resto, 
il lessico dara abbondanti esempi di cosi fatte formazioni. 

§ 23. II saho ha una terminazione femminina in -a, di cui 
si ha un caratteristico esenipio in iaal « ftatello « laalU « so- 
rella ». Se il maschile gik termina in -a. la forma femminina 
rafforza tale terminazione dotandola dell' accento, p. 68. bdrU 
figiio hUrd figlia, bdrra vecchio bartd Vedchia: i r^lativi in 

(171) 



24 Seduta del 18 maggio 1913. — C. Conti Rossini. 

'tiya hanno gih mostrato un larghissimo campo d'applicazione 
di questa regola. — Tuttavia, le formazioni femminine di questa 
specie nei sostantivi son rare; e, secondo I'uso camitico, il ge- 
nere, quando occorra^ si esprime premettendo al nome la voce 
lub k maschio » o sat/ « femmina » p. es. lab fdras cavallo, 
say faras cavalla. 

>^§ 24. 11 nominativo non ha in sahp speciale distintivo: 
tutto al piu, per raflforzar la parola, pu6 apporvisi iin -i, ^ che 
sostituisce la vocale finale. Trattasi, del resto, d'una particella 
enfatica, che pu6 apporsi perfino alle flessioni verbali. 

§ 25. II genitivo pii6 esprimersi sempliceHiente premettendo 
il nome retto al nome reggente, p. es. abba diArfamiglia (lett. 
patris pagus), haykw d&w voce d'uomo; oppure, sempre pre- 
mettendo al nome reggente il nome retto, col dotar questo di 
Tin suff. -/, -^, tf, ti-^ -t^ il qual ultimo pu6 anche venir assimilato 
dalla consonante seguente, p. es. gad-^ darat sponda del fiunae, 
dik4z laVad consuetudine del paese, asaorta-t daw lingua d'As- 
saorta, ind-s sa'al fratello della madre. Talora impiegasi invece 
il suff. -dk, che realmente esprime il dativo. 11 nome retto pu6 
anche posporsi al nome reggente, nel qual case per6 gli si appone 
il suffisso relative -yd, assimilando alio y la vocale finale della 
parola, p. es abba baliyd il- figlio del padre. Infine, nel discorso, 
il nome retto pu6 coUocarsi isolate, come un nominativo, al 
principio della frase, e il nome reggente viene ad esso riferito 
con Tapposizione di pronomi possessivi, p. e. rezanti ka-sa"dl 
yemeti lett. il capo, il suo fratello venne = venne il fratello 
del capo. 

§ 26. L'oggetto (dativo ed accusative) assume il suff. -A, 
-aA, -nh p. es. yD-k a me, negus-ak al re ; se un dativo ed un 
accusative incentransi nella stessa frase, il dativo soltante riceve 
il sufl&sso, p. es. negUs fards yo-k yohdy il re mi dette un cavallo. 
11 vocative, nei nemi finienti in consonante o in -a, -3, 
aggiunge un suff. -d, -©, che non prende invece co' nemi altri- 
menti finienti; p. e. sa'al-d o fratello! s&'alu-u o sorella! ecc. 

(172) 



ScMzzo del dialtitto Saho ecc. ' ^5 



§ 27. Ho gia segnalato, paiiando dei Domi verbali, il suff, 
individuale -ta^ -to, tu, femm. -td^ -16 : esso, coi sostantivi, serve 
a formare i nomi di ugit^ , p. es. olal euforbia, olalto un'euforbia, 
after lucertola, coll., afUr-ta una lucertola. Coi nomi fimenti in 
vocale, questo sufflsso diviene -yta, -yto negli altrl dialetti, -tta^ 
ita^ -tto, -ttu in Assaorta, o almeno in Asa Lisan, p. es. baryu 
schiavo, baryatto uno schiavo, ganga gemello; gangaitu un 
gemello, okuhld asino, okualoUa un'asina, hern cinghiale, he- 
rattd un cinghiale, dadd foglia, daddttu una foglia. 

§ 28. II plurale pu6 esprimersi mediante ripetizione del- 
Tultima consonante; mediante suffissi; mediante prefissi; me- 
diante abbreviazione; mediante alterazioni interne, spesso asso- 
ciate a caduta della vocale finale del sostantivo. 

a) II plurale per ripetizione dell'ultima consonante e certo 
il piti arcaico, p. es. ikd dente plur. ikd-k, dummU gatto plttr, 
dummUm, af bocca af-of^ bdr notte plur. bar-or. Come vedesi 
anche da questi due ultimi esempi, i nomi finienti in consonante 
inseriscono la vocale o, u tra la finale del sing, e la consonante 
assunta al plurale se nella penultima sillaba hanno la vocale a, 
mentre inseriscono una a se questa vocale gi^ non iicorre nella 
penultima sillaba: e il procedimento cbe il Meinbof chiama di 
polarizzazione. Per6 la regola pit non sembra rigorosamente 
seguita in Asa Lisan. — Talora, la vocale finale, in Asa Lisan, 
trasformasi in i dinanzi alia consonante del plur., p. es. 'ard 
dente canino plur. 'arir, gal^ ala plur. galiL Talvolta, ancora, 
dopo la consonante ripetuta al plur., aggiyngesi una vocale -e, -l 
'Us e questa pu6 ricevere Taccento, p. es. guobS scudo guob- 
db-/y sef sciabola sef-nf-t; angH mammella angu-gu, lak piede 
lak'dki. Men regolari sono i plur. 'erdr di 'eiori guancia e 
^oqqdq di 'oqqud orecchio. 

h) II plurale pu5 essere espresso dal suff. -s: p. es. gulUb 
goxmio gulub-d, sahib compagno sahibd. maru caprone marwa. — 
Trovo traccia d'un plur. in -u^ gasd corno, plur. gd[su^ che forse 
e speciale . all'Asa Lisan ; la stessa parola negli altri dialetti 
saho ha il plur. gUi, Ne e da escludere. che i suffissi -/,-w, indi- 
cati nel precedente % a), come quelle -e', di cui si dir^ nella 

(173) 



SeditU del 18 nuggio 19U. '•^ <;. C o n t i B o • s i n I . 



saoonda parte del ^uocessi^ § c), ^eno realmente avaiizi di 
aotiche fomHtiuoai ^urali in 4. -u^ qaali si trorano aucoiia p. es. 
ndl'agaw kemaat 

e) Piu comuiidmefiie, il suff. piar. e -it^ dmzxm cui t\\- 
d#si la Tocale finale del nome, p. es. alsu mese tz/si^. 6^^' ma- 
ogno tite^'i^, ^aMa pazzo ^^abdlt: per eoeexione, £a^/^<? prato 
4VhS^ii> M& questo ^ in Asa Lisan da loogo a uutaerose deri- 
Tazioai seoondsuie, -iti, Htti, -Uite Hitte, e persino -etti, -^Uiti, 
p. es. ahU iiamiglia akliU^ i^gidd anno iggiditi; mmaM colui 
che preglNwasa/Zi'^Y^; ^oy«i pastore loymlli; na'abto-U uemico 
metabto^liUi ; barfO, Bcki^y^o bm*ffa-Uili, guzU suddito gusd-ttUi^ 
labha uc«no labha-Uti; mer^td boUiM<) mer/cmy-lUti ; qudhmtd 
zoccol^ qv£lhent4tU^ tiklS pianta tikhMtiti. — Talfiata, nel 
suit*, -it, cade la caQSooAnte -t e re^, come segno del plur., il 
ado H, p. es. durutd vi-telle sopraono duruti, bahdi capretto io- 
kolL — BoAaqd goveraatore ;ha il plur. haiaqtiL 

d) II plur« per pre&isi formasi premettendo a- al nomre^ 
p. es. luh oapra a4ah; ma, in Asa Lisan a^lmeno, h xzxo, 

e) II plurale per abbreviazione ^\ ha uei nomi finienti 
in -d ma aveati altra vocato nella penulUma sillaba, oppure 
aei nomi a inale -o, eon la ca^^ta della -a, ^o finaie: p. es. 
lukuotU otre lakudt, yangui^ iena yangul, kimbird uccello 
Mmbir. 

f) I nomi finieoti in vocale, qiialsisia es^a, ed aveati -a- 
Bella penaltima silkba, foraiano il plurale per abbreviazione, 
lasciaado cadere la vocale ultima^ e per moditicazione interna, 
niutando la a della penultima sillaba in u, p. es. saala sorella 
iaul, wkJcari ^ciacallo wbM>r^ dakdno elefente daktln, 

g) I nomi fiaieaii ifi voeaie, e aventi questa preceduta da 
un gruppo di due consonantt^ formano il plur. lasciando cadere 
la vocale finale e inserendo fra le due consenanti una vocale, 
di fiolito 0, K, pit rarameate altre, p. es. 'ibn& sposa 'ib^n, furlA 
topo furM; dorhd gallima dorah; toarhd pelle waNh; baglA 
mulo bagU^ 

h) I nomi finieoti in oonsonante^ se ai sing, faanno -ay 
nella peniultima silkba, foi^maao & plur. tra&formando la -a^ in 
i J Uy raramente in o, p. es^ ii^M pidoccMo il€id^ far as cavallo 

a^4) 



Scliiizo del dialetto Sa,lio ecc. 27 

farls, aygalilb marmotta aygaluh, karaf frutto karuf. kerarUt 
bottiglia kerardt, rezantb (propr, rezan-to) capo rezdn, Se invece 
nella ultima sillaba lianno altra vocale clie non a, formano il 
plur. sostituendola cob a, p. es. qamts camice qamah Ed e 
questo un altro feoomeno di cosi d^tta poladzzazione. — Indi*- 
peadentemente da, queste dae foi'mazioni, se la penultima h una 
sillaba ehiuea, il nome, olta-e air una o all'alti'a delle formazioni 
stesse, pu6 anche foamare il plur. inserendo la vocaie a fra le 
due consonauti a contatto, p. es. kurkur cagnolino plur. kurkar 
e kurakur^ la qual ultima forma pud essere imitazioue del plu- 
rali fratti tigrai e tigr^. 

i) Hannosi, poi, de* plurali irregolari, p, es. 'arS casata, 
tribti, plur. 'arwi: talora sono prestiti da altre lingue. -^ Natu- 
ralmente, come in altre lingue, sonvi nomi che da radici diverse 
traggono sing, e plur., p. es. numa doaua plur. s5.w^ saga vacca 
plur. L^ etc. 

§ 29. La vera forma aggettivale saho h quella del rel. 
-tiya femm. tiyd plur. murU vedu'ta al § 19. Talora essa ab- 
breviasi per tutti i generi e numeri, in 41. Valore aggettivale 
possono anche avere le formazioni relative -m (p. es. akalt-em 
lavato da akal-t); i nomi d'agente in -end; i composti con -14 
* avere " (p. -es, gurhS sortilegio, gurhele mago, magico; hayla 
forza, hayla-U forte; gaddu vkcheri^,. gaddale ricco), e talora 
questi composti assumono anche il suff. rel. (p. es. hami-le-tiyd 
calunniato); altri in -urn (p. es, "-elildm ^e^Vinte, da ''alas; basaki- 
am dolce; da basak-t); e specialmente gl* individuali in 4o (§ 20). 
Immediatamente prima del nome pu6 usarsi con valore d'agget- 
tivo una forma sostantivale, p. e. me'e bont^, agg., buono, salvo 
per<^ a adottare una forma relativa se la voce e impiegata iso- 
latamente, p. e, me'4 ardh kinni v' e una strada buona, ta ar&h 
me'etiyd kinnl questa strada e buona. 

L'aggettivo premettesi al nome, se con questo si impi-ega, 
6 resta invariabile, p. es. me4 sa'dl buon fratello, me'S sa'ald 
buona sorella, me'4 loynUii buoni pastori. Se per6 sono assunte 
con valore d'aggettivo formazioni nominali in -a, questa vocale 
pud anche mutarsi in 4, p. e. gurd sinistra, misga destra, sost,, 

(175) 



28 Sedata del 18 maggio 1913. — C. Conti Rossini. 

guri hard rnano sinistra, misgi hara mano destra: in realty, 
sono del genitivi. 

§ 30, U comparativo esprinaesi con la postpos. -kOy aggiunta 
al nome con cui si compara, e che mettesi al principio della 
frase, p. es. yofihko mahammid me'etiya kinni Mohammed h 
migliore di Iofi§. — 11 superlative rendesi aggiungendo -ko al 
plur. del 2** termine del superlative relative o mediante una 
perifrasi che trasformi in superlativo relative, formate come or 
era ho detto, il superlativo assoluto; in quest' ultimo caso, il 
termine a cui si compara pu6 fai-si precedere da umbaka « tntti » , 
P. es. ta dikti heyaw ko yofis me'etiya kinni lotiS e il migliore 
di questo villaggio, heykw*ko (opp. umbakd, heyhw-ko) yofis 
me'etzyk kinni lofiS e buonissimo, lett. e il piii bnono degli 
uomini (opp. di tutti gli uomini). 

§ 31. 1 numeri cardinali sono: 

1. inXk 12. lamman ke tamdn ecc, 

2. lamma 20. lama tannd 

3. 'adoh, *adoh 80. sazam, sazUm 

4. 'afdr 40. marOtOm, marotom 

5. kon 50. kontdnij kuontdm 

6. l^k. litk 60. lahtOm 

7. malhin, malhdn 70. malhin (malh^n) tomdn 

8. bahdr 80. bahdr tomOn 

9. sagdl 90. sagdl tomdn 

10, tamdn 100. bol^ budl 

11. xnTkan ke tamdn 1000. seh- 

Precedendo iramediatamente un nome, imk diviene inki, e, 
in Asa Lisan, anche imki^ mentre gli altri numerali fine a 10, 
assumono una finale -S, p. es. inki gsd una volta, adoha baglU 
tre muli, tamana haykw dieci uomini. — « Uno. « pu6 anche 
ti-adursi ti, o al masch. tiya femm. tiyA, con valore quasi del 
nostro articolo indeterminate, p. es. tiya faras un cavallo. 

§ 32. 1 numeri ordinali sono i seguenti. « Prime » tradu- 
ces! awal, awalA, awald. I quattro successivi traggonsi dai car- 
dinali, premettendo ad essi ma-, m- e aggiungendo -a oppure un -i 

(176) 



SuUixzo del dialetto Salio ecc. 29 



seguito dal suff. reh -tl, -tiya; inoltre, in Asa Lisan (non per5 in 
tutti i dialetti saho), la 2^ cons, si raddoppia, onde si ha 2** 
malamm-a femm. malamm&^ 3*^ m-addah-a femm. maddahd, 4** 
ma-fdrr-a femm. mafarrd, 5° ma-kawwan-u femm. makaw- 
want oppure ma-lamm-i-ti, nalamm-i-tiyu ecc. I successivi or- 
dinali si formano aggiungendo al cardinale, pel masch., letiyH^ 
'lie-tiya (eioe il verbo le e la desinenza relativa) e pel femm. 
-tu-tiyd, oppure -e-tiyU, al masch, tatiyU al femm. ; cosi, 6° leh- 
iHiyd femm. leh-tutiy&^ 7° malhzn-lietzya femm, malhzn-llltiyd^ 
8** bahdr-lietiya femm. bahdr-tatiyd, 9° sdgal-lietiya femm. 
sagal-tatiyd, 10°. tamdn-lisHya femm. tamdn'tatiya^ oppure 
6° leh-etiya, 7° malhen-Hiya, 8° hahar-Hiyd, 9^ sagal-etiyd^ 
10° taman-Hiyd, ecc. Nei successivi, in Asa Lisan, spesso aggiun- 
gesi invece -otta. ^, es. inikdn ke iaman'Ottd 11°. — In altri 
dialetti, come in Toroa, si preferisce formare gli ordinali da 6 
in su aggiungendo sempliceraente il suffisso relative -ya p. es. 
6° leh-yuy 7° malehen-ya ecc. 

§ 83. I moltiplicativi si formano facendo ai numeri cardi- 
nali, dotati dalla vocale finale che assumono quando sono pre- 
messi a un sostantivo, seguire la voce ged, geddd « tempo, volta «: 
p. es. inlki geddd una volta, lammtt geddd doppio, due volte, 
'adohd geddd triple, tre volte ecc. « Una volta ^ pu6 anche 
dirsi semplicemente awald; « due volte » lammd whqlL 

Metk dicesi ahrd. in altri dialetti ahald, p. e. folotU-t 
abrd mezzo pane, lett. la met^del pane. 

§ 34. Le postposizioni saho sono -rf, rde a, in, verso; -I, -le 
a, in, verso ;-/i', -lih con; -k^ -ko^ -ku, da. In Asa Lisan, la 
la consonante della postpos. -c?^, -le si raddoppia; la vocale 
finale di queste due postp, e di li assume Taccento; una vocale, 
uguale a quella che la preceder^ nel nome, e premessa a -dd6^ 
•lU se queste sono posposte a nome finiente in consonante. P. es, 
''are-dde in casa ; damhina-lle in Damhina, verso Damhina (vil- 
laggio, sede del capo degli Asa Lisan), faras-a-lle al cavallo, 
verso il cavallo, mahammed li con Ma^ammed, yottdko da me. 
In altri dialetti: 'ar6-d in casa, bdd-ud nel mare, dfk-id nel 

(177) 



30 SedaU del 18 maggio 1913. ^C. ContiRussini. 

tillaggio; nuguS'-ul al re, l&y4 neil'acqua, ecc. In Asa Lisan, 
in luogo di -li preferiscesi -Ith, come oel dialetto Irob, p. es. 
yotttL4ih eon me; e in luogo d'enti'ambi ti'ovo anche usato -ah, 
p. es. fum^^iih y^mM4, faras^Uh yemeU v^ne col cavallo. Del 
resto, non raramente, quando il senso lo consenta, la posp. -rfe, 
4e, It e omessa; trovo promiscuamente damhzna yede e dam- 
kinorddi yed4 andfe a Damhina, damhina yan4 e dumhina-lU 
yan6 sta in Damhina, siefi yigdif^ uccise con la spada. 

b) Le indicate postposizioni, unite con alcuni sostantivi, 
quali af bocca, sarG^, sarrd parte posteriore, addd parte interna, 
fdn parte centraie, agdg lato, bagO tempo trascorso ecc, rispon* 
dono ad alti'e nostre prepoeizioni, p. es. muhummad af-al dinanzi 
a Mohammed, mahammad af^akd via da Mahammed; ku-sard,- 
ko di dietro a te; *ar^ addd4 entro la casa, 'ar6 addd^ko da 
dentro la casa; lafftmd gadi fun^dl in mez^o a due torrenti, 
damhina-ko soig^fdn da Damhina fino aZula; yagdg-al presso 
me; lammd alsd-ko basdl da due mesi, due mesi innanzi ecc, 
e, con forme piti strettamente Asa Lisan, ""arz adda-ddi eatro 
la casa, ^ari af^add^ o ''ar^af^add^ dinanzi la casa, yi af-add^ 
avanti a me, ecc. Del resto, molte volte, la postposizione non 
usasi aeppure, e il nome indicante la speciale posizione in cui 
Taltro si trova, quelle cio^ che vieue a funzionare col valore 
della nosti-a preposizione, si fa alFaltro semplicemente seguire, 
come uu nome reggente, e I'altro nome considerasi come al geni- 
tive, p. e. dik-ti agdgt presso il villaggio. Si citano ad esempio 
dagan fino a, zdbd, subbatd, Hddd per causa di, hifantd fra, 
agdgd, teqd (prestito dal tigrai) presso, p. es. sen'af6 dagdn 
yemete venne tino a Senaf6, ku-sdbd rave mori per causa di lui, 
derbies Hddd yerde fuggi per causa dei Dervisci, lammd hangdl 
hifantd fra due monti, lammd dik kifanld fira due villaggi, 
faras agagd presso il cavallo, dik-ti teqd presso il villaggio, 
ku'dzd dietro te, 'art 'dzd dietro la casa. Eccezionalmente, il 
nome dante il senso della nostra preposizione precede al geni- 
tivo, p. es. guobi 'ari sotto la casa, quasi » casa di basso »; 
agdni 'ari sopra la casa; nel qual caso, almeno in Asa Lisan, 
pti6 al 2*^ termine deirespressione apporsi la postposizione, p. es. 
guobi hangal^alU sotto il monte, agdni bafo*lU sopra la terra. — 

(178) 



Schizzo del diatetto Sahu ecc. 31 



Col valore delle nostre preposizioni possono anche usarsi forme 
verbali, come ma-U lett. « non ha «, e hinn-im deriv. di Mn 
« non avere », p. es. ka hinnm yemet4 venne senza lui, mandtlq 
male yemeU venne senza fucile. 

§ -35. Avverbi di luogo, di tempo, di (juantit^ poaaono tra^si 
dai proDomi dimostratiyi, interrogativi ^€c. gm ved«ti o com- 
porsi con essi, nonche con consuete postposizioni: p. es. aw-ld 
dove? aw-l-elle verso dove? awld-ko i'oniQ? e-d dove? a-rke, 
i~rke dove? .(lett. ay-rihi quale posto?), a-rkS dov-e? a-rke-ko 
d*ODde? ta*Ll4 qui, taw-L-alle eolkyia^rkS, ama-rkS qm^ta-rkS-l, 
ama-rkS-l verso qui, ta-vM-ko, amd-rkS-ko di qui, to-rkS 1^, 
W-rki-l verso 1^, lo-rks-ko dil^; amu-la co\k. amu-U 4U wei'so 
\k; andd (ay-n-dd) dove? quando? manda qiiando? ay-ml, ay- 
mih perche? ay-ddd quanto? — Altri avverbi sono ta^gind cosi, 
bale, bali^ yihali come, kddt adesso, qalha priixiavMrmA dopo, 
uwmdm geddd sempre, kdfa oggi, bara domani, ImmAl ieri, 
gavald subito ecc, 

§ 3(5, Fra le coniugazioni, la copulativa semplice e ke, ke, 
Talternativa wdle, Tayversativa seoiplice U: ^^e^.asaortd ke 
agdmS TAssaorta e I'Agame, wole 'adoliyd wdle dattzyd o bianco 
nero, avvertendo per6 che molte volte ralternativa soppvimasi 
(p. es. dububa hangala e piauo o monte?) o viene espressa con 
la copula semplice (p. es, yahaytiya ke umdtyd o ricco o po* 
vero); usilk le yemH4 ma egli e venuto. Perd, nel case di 
avversativa, pu6 rafforaarsi 11 primo membro d^respressione col 
suff. 'ti, p. es. askar-ii rab6 g^ar^im le yoto^4^ il soldato rnori, 
ma 11 ladrone fuggi/— Sarrdh, sarrd e geiidd, posposti a un 
verbo e in fin di frase, esprimono il 1** « dopo », il 2^ (i quando » 
ft se », ma fra sarrdh e il verbo si suole m^evix^kz (deriv. del- 
I'ausiliario ka) p. es. able kt sarrdh dopo cbe bai fatto, rabe 
kl sarrdh dopo*cbe e morto, temeu kl sarrdh dopo che sei 
venuto, av4 geddd quando feco, aid geddd ^ faoeese ecc. 

§ 37. Fra le interiezioni segnalansi: yo $i! me^e si, va 
bene! yanni no, maU no. 

(179) 



SCHIZZO DEL DIALETTO SAHO 



DELL'ALTA ASSAOETA IN ERITREA 



N O T A 



CARLO OONTl ROSSINI 




ROMA 

TICOGRAKIA DKL,LA R. ACCADBMIA DBI LINCKI 



PROPRIBTA nil. OAV. 7. ■At.VIDOOl 



1913 



PvTO