Skip to main content

Full text of "Rendiconti"

See other formats


/della  J 

REALE)ACCADEMIAAl)Sr1LSm 

tt)  A. 


ANNO     GG  L  XXXII. 

1884-85 


SERIE      QUARTA 


RENDICONTI 

PUBBLICATI  PER  CURA  DEI  SEGRETARI 


VOLUME   I. 


ROMA 

TIPOGRAFIA    DELLA    R.    ACCADEMIA    DEI    LINCE] 


PROPRIETÀ    DEI*   CAV.    V.    SALYIVCC1 

1885 


ffS 

m 

V.l 


RENDICONTI        l? 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI     LINCE] 

Classe  di  scienze  fìsiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta  del  14  dicembre  1884. 

F.  Brioschi  Presidente 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

Fisiologia.  •       Influenza   del   magnetismo  sulla    embriogenesi. 
Memoria  del  Socio  C.  Maggiorasi  (Sunto). 

«  Il  Socio  Maggiokani  espone  i  risultati  delle  ultime  incubazioni  arti- 
ficiali con  uovi  gallinacei  che  intraprese  insieme  al  dott.  Magini,  Ajuto  della 
Cattedra  di  Istologia  e  Fisiologia  generale,  all'uopo  di  raccogliere  ulteriori 
documenti  intorno  alla  già  sperimentata  virtù  della  calamita  nel  rallentili'. • 
il  corso  dello  sviluppo  negli  embrioni  e  indurvi  uno  stato  di  vera  ipotrofia. 

«  Dopo  aver  ricordato  il  metodo  e  le  cautele  usate,  egli  narrò  i  fatti 
che  si  presentarono  alle  loro  osservazioni,  i  quali  corrisposero  alla  espetta- 
zione  non  solo,  nel  suggellare  il  principio  della  influenza,  ma  condussero 
alla  scoperta  di  altri  fenomeni  che  ne  accrescono  la  importanza. 

«  Prima  d'internarsi  nell'argomento,  l'Accademico  credè  espediente  il 
dissipare  alcune  dubbiezze  intorno  alla  origine  delle  ridette  condizioni  de- 
gli embrioni:  se  cioè  prodotte  effettivamente  dal  magnetismo,  o  riferibili 
ad  altre  cause.  E  queste  consisterebbero  nella  variazione  individuale  dei 
germi,  capace  per  sé  sola  a  determinare  qualche  differenza  nel  tempo,  in 
cui  al  solito  certi  cambiamenti  di  sviluppo  appariscono  in  modo  da  segna- 
lare una  data;  come  pure  le  anomalie  indotte  nel  processo  embriogene- 
fcico  dallo  stantìo  dell'  uovo,    da    scuotimenti    sofferti,  da  ineguaglianze   di 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ! 


6 


temperatura,  dalla  positura  verticale,  secondo  Dareste;  per  la  grandezza  e  peso 
diverso  dell'uovo,  ed  anche  da  effetti  termici  per  la  facoltà  conduttrice  del- 
l'acciaio; oppure  da  vibrazioni  metalliche  indipendenti  dalla  forza  magne- 
tica ecc.  L'autore  distrugge  ad  una  ad  una  simiglianti  difficoltà,  aggiungendo 
in  fine  la  considerazione  del  quanto  ripugni  ai  calcoli  della  probabilità  che 
in  centinaia  di  uovi  esplorati  nelle  undici  incubazioni  praticate  in  stagioni 
diverse  nello  spazio  di  sei  lunghi  anni,  i  segni  della  influenza  siano  sempre 
o  quasi  sempre  capitati  negli  uovi  deposti  nel  campo  magnetico,  mentre  i 
liberi,  che  svolgevansi  a  lato  contemporaneamente,,  ne  andavano  esenti. 

«  Ed  in  ultimo  communica  un  fatto  che  pone  il  suggello  alla  dimostra- 
zione della  causalità,  costituito  dalla  circostanza,  che  il  grado  del  ritardo  e  della 
ipotrofia  degli  embrioni  è  proporzionato  al  grado  d'intensità  del  magnete  e 
alla  durata  della  sua  presenza  vicino  all'uovo.  E  conclude  :  Adunque,  la  ve- 
rità del  rapporto  causale  fra  la  sorgente  del  magnetismo  e  le  modificazioni 
patite  dall'embrione  è  irrecusabile. 

«  L'autore  siegue  a  narrare  come  in  questa  ultima  incubazione  sia  stato 
anche  confermato  un  fatto,  di  cui  si  erano  avuti  indizi  nelle  altre  ;  ed  è  che 
la  ridetta  influenza  non  viene  esercitata  equabilmente  in  tutto  il  corso  della 
embriogenesi,  ma  che  dal  primo  all'  ultimo  giorno  va  gradualmente  dimi- 
nuendo: dividendola  in  tre  periodi,  può  dirsi  che  massima  sia  la  efficacia 
nel  primo,  mediocre  nel  secondo,  minima  nel  terzo. 

«  Discese  indi  ad  informar  l'Accademia  su  di  un  fenomeno  che  dovrà 
eccitare  molta  curiosità  nei  cultori  della  biologia;  fenomeno  già  osservato 
nelle  altre  aperture  di  uovi,  ma  atteso  con  maggior  solerzia  in  questa  ul- 
tima ;  ed  è  che,  negli  uovi  sottoposti  all'  azione  della  calamita,  il  sangue 
dell'embrione  differisce  grandemente  da  quello  dei  liberi  nella  copia  mag- 
giore, e  sopratutto  nella  qualità  del  sangue  che  ha  color  di  scarlatto  invece 
che  purpureo.  Ecco  le  sue  parole  : 

«  Ed  ora  ci  si  offre  a  menzionare  un  altro  fenomeno  degnissimo  di 
attenzione,  ed  è  :  che  già  al  quarto  giorno  l' apertura  dell'  uovo  avvicinato 
dalla  calamita,  in  mezzo  alla  maggior  povertà  di  nutrizione  e  di  sviluppo 
rispetto  al  compagno,  l'embrione  è  ricco  di  un  sangue  scarlattino,  che  pa- 
ragonato a  quello  del  campo  libero  ci  riproduce  esattamente  la  diversità 
fra  il  sangue  arterioso  e  venoso  :  di  color  chermisino  vivace  il  primo,  di 
un  rosso  cupo  il  secondo.  Un'altra  differenza  sta  in  questo  che  nel  magne- 
tico il  cuore  mostra  battiti  più  celeri  e  di  più  lunga  durata,  come  pure 
che  i  vasi  del  sacco  erano  intercalati  di  piccole  chiazze  emorragiche.  Ab- 
biamo dunque  nel  campo  magnetico  il  fatto  anomalo  di  embrioni  ritardati 
nello  sviluppo  generale,  eppure  con  una  funzione  di  prim'ordine  esagerata. 
Del  quale  non  mi  affiderei  porre  innanzi  una  spiegazione  incolpabile:  que- 
sto però  mi  sembra  di  poter  aft'ermare  con  sicurezza  che  quel  colore  arte- 
rioso del  sangue   non  riconosca  altra  origine   che  una  maggior  quantità  di 


ossigeno,  combinatosi  in  modo  più  e  meno  intimo  coll'emoglobina.  Ma  donde 
tanta  copia  di  ossigeno  nel  caso  nostro?  Se  non  vado  errato,  la  rispo  ta 
scaturisce  limpidamente  dalla  notizia  fornitaci,  già  tempo,  da  Faraday  sulla 
qualità  magnetica  dell'  ossigeno.  Dalle  molte  e  accurate  esperienze  ove , 
riempiendo  di  gaz  delle  leggiere  bolle  di  sapone  che,  tenute  nel  campo  ma- 
gnetico, sono  attirate  o  respinte  a  seconda  dei  gaz  magnetici  o  diamagne- 
tici che  contengono  rapporto  all'aria,  il  sommo  Fisico  trovò  che  «  una  bolla 
col  suo  contenuto,  era  magnetica  in  proporzione  deW  ossigeno  che  conte- 
neva ».  E  recentemente  è  stato  aggiunto  che  l'ozono,  ossia  l'ossigeno  ecci- 
tato ,  è  anche  più  magnetico  del  semplice  ossigeno  :  «  le  magnetismo 
spécifigue  de  Votone  (dice  Becquerel)  est  plus  grand  que  celiti  qui  corre- 
spondrait  à  la  quantilé  d'oonjgène  qu.il  contient  »  (Comptes  rendus  1882). 
Ora,  nella  nostra  incubazione  le  uova  essendo  avvicinate  da  calamite  clic 
sono  fonti  perenni  di  magnetismo,  non  è  da  maravigliare  che  sia  stata 
attirata  intorno  ai  germi  una  copia  di  ossigeno  maggiore  di  quella,  che 
ordinariamente  vi  si  introduce  attraverso  il  guscio  per  i  noti  bisogni  chi- 
mici della  embriogenesi  :  indi  una  sopra  ossigenazione  dell'emoglobina,  con 
effetto  di  più  vivace  arrossamento  del  sangue;  indi  pure  l'accresciuto  ecci- 
tamento del  cuore  e  di  tutto  il  sistema  vascolare  con  sequela  di  200  pul- 
sazioni in  circa  al  minuto,  e  di  piccole  emorragie  ». 

Stabilito  il  fatto  del  ritardo  e  dei  fenomeni  che  1'  accompagnano  il 
Socio  Maggiorani  passa  a  cercarne  la  interpretazione,  e  confessatane  la  dif- 
ficoltà, affaccia  intanto  due  ipotesi.  La  prima  si  appoggerebbe  alla  legge 
di  compensazione:  esercitata,  cioè,  una  prepotente  eccitazione  sul  sistema 
vascolare,  ne  rimane  impoverita  la  nutrizione  nel  complesso  del  piccolo 
organismo.  L'altra  si  fonda  sulla  dottrina  della  interferenza.  Ammesso  che 
l'energia  magnetica  sia  d'indole  vibratoria,  e  che  della  stessa  natura  sia  la 
forza  che  presiede  alla  organizzazione ,  non  è  disforme ,  egli  dice ,  dagli 
insegnamenti  della  scienza  che  le  onde  delle  due  forze  s'incontrino  ora  in 
condizione  da  sovrapporsi,  ed  ora  in  quella  d'interferie.  L'autore  lascia 
all'Accademia  il  compito  di  giudicare  quale  delle  due  spiegazioni  sia 
meritevole  della  preferenza,  od  anche  se  l'una  e  l'altra  falliscano.  E  poi 
conclude. 

«  Quale  che  sia  il  grado  di  fiducia  da  accordarsi  a  questa  interpretazione 
e  posto  anche  che  essa  non  venga  accolta,  rimane  sempre  intiero  e  incon- 
trastabile il  fatto  fondamentale  della  presente  communicazione  :  quello  cioè 
della  profonda  influenza  che  il  magnetismo  esercita  sul  germe  e  sul  pic- 
colo organismo  che  si  va  svolgendo  nell'uovo,  manifestata  col  ritardo,  colla 
ipotrofia  e  colla  maggiore  arteriosità  dell'embrione.  Il  quale,  intanto,  per 
simigliante  influenza,  non  sopporta  alcuna  mutilazione  capace  ad  alte- 
rare il  tipo  della  specie;  che  anzi,  suol  nascere  precocemente,  mostrandosi 
pieno  di  vita.  Io  chiamai  da  principio  importante  questo  fatto  e  m'incombe 


—  4  — 

ora  di  giustificare  il  dettato.  Lo  dissi  importante  per  la  gravità  della 
conseguenza  che  può  tirarsene:  imperocché  se  è  vero,  come  generalmente 
ritiensi,  che  un  agente  imponderabile  non  possa  influire  direttamente  e  pro- 
fondamente su  di  un  altro  senza  che  passi  fra  i  due  qualche  omogeneità 
di  natura  ;  e  venendo  al  caso  nostro  :  se  i  fisici  insegnano  come  il  magne- 
tismo non  possa  esercitare  azione  che  su  corpi  magnetici ,  non  si  fugge 
all'argomento  che  :  se  la  calamita  ha  influito  sulla  embriogenesi,  allora  la 
energia  proposta  al  metabolismo  molecolare  del  blastoderma,  alla  orienta- 
zione delle  cellule,  alla  differenziazione  e  orditura  dei  tessuti  dev'  essere 
anch'essa  vibratoria  ed  aver  natura  analoga  al  magnetismo.  «  Magnetic  force 
is  always  supposed  to  be  exerced  by  magnetism  upon  magnetism  ad  ne- 
ver  directly  by  or  upon  matter  ».  (Chrystal,  Encycl.  Britan.).  Ma  questa 
deduzione,  per  quanto  legittima,  non  riuscirà  facilmente  a  penetrare  nelle 
nostre  menti  e  prendervi  il  posto  di  verità  dimostrata,  senza  prove  speri- 
mentali, che  la  natura  del  soggetto  impedisce  di  mstituire  con  frutto. 

«  Pertanto  a  rafforzare  il  nostro  assunto,  e  non  fosse  altro  a  tener  desto 
l'ingegno  nello  studio  della  biologia  che  manca  tuttora  di  fondamento,  non 
ci  rimane  che  tener  d'occhio  il  criterio  dell'analogia,  ed  esercitarci  sulle 
somiglianze  che  trovansi  fra  le  proprietà  del  magnetismo  e  le  leggi  della  vita. 

«  Fu  detto  giustamente  che  ima  difficoltà  è  già  superata  quando  ci 
riesce  di  provare  come  quel  che  si  cerca  somigli  a  qualche  altra  cosa,  o  sia 
esempio  di  un  fatto  già  conosciuto.  Il  mistero  sta  nell'  isolamento  ;  la  solu- 
zione si  ritrova  nella  fraternità,  nell'assimilazione.  (Bain). 

«Così;  simile  produce  Slittile  con  simiglianza  di  forza;  e  questa  legge 
che  si  ritrova  in  tutti  i  fenomeni  vitali  si  riscontra  anche  nel  magnetismo: 
una  barra  magnetizzata  può  infondere  la  sua  forza  a  cento  altre  senza  per- 
dere alcunché  della  sua  sostanza.  L'accrescimento  organico  differisce  dal- 
l'inorganico in  ciò  che  il  primo  ha  uri  Untile:  la  forza  magnetizzante  non 
può  oltrepassare  un  valore  massimo,  corrispondente  alla  saturazione  ;  nel 
magnetismo  vi  è  limite  nella  intensità,  e  ve  ne  ha  anche  nello  spazio:  il 
campo  magnetico  determinato  dalla  induzione  è  ristretto  entro  confini 
determinati  pure  in  gran  parte  dalla  intensità  della  energia.  Vis  formativa  : 
a  uhm'  altra  energia  come  alla  magnetica  appartiene  la  virtù  di  segnare 
colle  sue  linee  di  forza  regolari  biforcazioni  a  curve  intrecciate  eleganti. 
ed  archi,  e  circoli  con  ammirabile  simmetria  e  in  modo  da  rassembrare 
bozzetti  di  forme  organiche:  nei  così  detti  spettri  magnetici  si  ritrovano 
accennati  alcuni  tipi  animali  nel  primo  periodo  della  vita.  Famigerata  virtù 
dell'ago  calamitato  è  V  orientazione  com'  è  commuue  credenza  che  gli  ani- 
mali abbiano  un  certo  senso  delle  correnti  magnetiche,  che  li  fornisce  di 
una  specie  di  bussola  interna,  indicante  la  direzione  del  loro  cammino.  Non 
è  senza  aver  consultato  fatti  in  gran  numero  che  Viguier  si  risolse  a  scri- 
vere :  «  il  existe,  non  seulement  chez  les  animaux,  mais  méme  chez  l'homme, 


un  véritable  sens  d'orientation    ou    de  direction,  sens  dont  l'acuite  varie 
grandement  suivant  Ics  sujets,  et    qui    a  pour  siège  un  organo  ete.  ete. 
(Le  sens  de  Vorienlation.  Paris.  Revue  Philosoph). 

«  In  ogni  organismo,  oltre  le  funzioni  destinate  al  perenne  ricambio 
organico,  regna  una  forza  che  custodisce  la  eredità  .  mantiene  immutato  il 
tipo  della  specie,  si  adatta  al  mondo  esterno  ed  esercita  una  difesa  contro 
le  potenze  nocive:  questa  forza  conservativa  con  altra  forma  non  manca 
nel  magnetismo.  Una  barra  di  acciajo  ben  temperato  e  magnetizzata  a  sa- 
turazione, conserva  in  permanenza  la  sua  energia  per  un  tempo  indetermi- 
nato. Intanto  se  la  barra  venga  percossa,  l'energia  scomparisce  all' istanti' 
come  si  eclissa  o  si  abolisce  subitamente  la  vita  per  colpo  o  caduta  nel- 
l'animale. 

«  Si  rifletta  che  la  polarizzazione  e  la  induzione  hanno  i  loro  corre- 
lativi nell'organismo  cogli  accentramenti  nervosi  e  colle  diffusioni. 

«  Che  il  magnetismo  può  stratificarsi,  accumularsi,  nascondersi,  come 
la  forza  vitale,  e  a  simiglianza  di  questa  assumere  l'andamento  longitudinale, 
il  trasversale  e  l'incrociato. 

«Che  la  sua  attività  si  manifesta  con  attrazioni  e  repulsioni  siceome 
avviene  in  qualche  modo  nelle  funzioni  organiche. 

«  Che  genera  elettricità  e  ne  viene  generato:  la  elettricità  ricca  di 
moltiformi  attinenze  cogli  organismi. 

«  Che  produce  calore  al  pari  dei  nervi. 

«E  poi  domanderei:  perchè  il  ferro  è  stato  preferito  dalla  natura  a 
rappresentare  i  metalli  nel  regno  degli  esseri  viventi?  Certo,  non  per  ser- 
vire di  materiale  alla  fabbrica  dodi  organismi,  essendo  stato  loro  distri- 
buito con  grandissima  parsimonia,  e  con  certa  parzialità.  Sedente  nel  pabulo 
nutritivo  accanto  alla  lecitina  nel  primordio  della  vita  .mimale,  e  combinato 
poi  all'emoglobina,  ha  l'aria  di  starvi  come  suscitatore,  e  apportatore  di 
una  energia,  che  per  mezzo  del  sangue  andrà  infondendo  ai  tessuti. 

«  Potrei  continuare  in  questo  tono,  e  dopo  I''  facoltà  citar  somiglianze 
si  lettissime  tra  i  fenomeni  della  vita  e  le  proprietà  del  magnetismo,  maio 
non  devo  dimenticare  che  le  semplici  analogie  non  possono  riceversi  in  conto 
di  vere  e  sode  dimostrazioni,  quali  giustamente  esige  la  scienza.  Se  le  metto 
in  campo,  gli  è  come  allettamenti  e  stimoli  a  nuove  ricerche  in  questo 
verso,  avendo  in  mente  che  al  latto  da  me  presentato  all'Accademia  sene 
debliano  congiungere  altri,  e  forse  di  maggior  peso.  In  somma,  io  credo  alla 
importanza  di  studi  condotti  in  questo  senso,  e  che  a  me  sono  oggimai 
interdetti.  Abbandonata  dai  più  la  idea  di  un  principio  vitale  al  tutto 
specifico,  bisognerà  adoperarsi  con  un  poco  più  di  vigore  e  perseveranza 
che  non  si  faccia,  a  segnalare  quella  delle  già  note  energie  che  si 
reggi  maggiormente  nel  gran  laboratorio  della  vita,  e  scoprir.»  con  qual 
forma  governi  ». 


—  G  — 

Paleontologia. —  Del  Zifioide  fossile  {Chenoziphius  piani- 
rostri  s)  scoperto  nelle  sabbie  plioceniche  di  Fangonero  presso  Siena. 
Memoria  del  Socio  G~.  Capellini  (Sunto). 

«  Nel  1804  l'ingegnere  Gorsee  avendo  inviato  al  museo  di  storia  natu- 
rale a  Parigi  un  cranio  incompleto  di  strano  cetaceo  trovato  presso  Fos  nel 
dipartimento  del  Rodano,  Giorgio  Cuvier  giudicò  che  quelle  ossa  fossero 
fossili  e  attribuendole  a  un  delfmoide  diverso  da  quelli  già  noti,  con  esse 
fondò  il  genere  Ziphius. 

«  Nel  1809  e  nel  1812  mentre  in  Anversa  si  scavava  un  grande  bacino, 
alla  profondita  di  circa  12  metri  sotto  il  piano  della  città  furono  scoperti 
due  rostri  di  delfinoide,  che  inviati  a  Cuvier  furono  riferiti  essi  pure  al 
genere  Ziphius,  notando  peraltro  che  appartenevano  a  specie  diversa  da  quella 
trovata  a  Fos. 

«  Del  zifioide  di  Anversa  illustrato  da  Cuvier  nel  1823  col  nome  di 
Ziphius  planirostrìs,  oltre  i  due  esemplari  sumrnentovati,  pochi  altri  avanzi 
in  seguito  ne  furono  raccolti  nel  crag  grigio  del  Belgio  ;  finora  però  nessun 
resto  ne  era  stato  segnalato  nel  pliocene  di  altre  parti  di  Europa.  Frattanto 
i  zifioidi  illustrati  da  Cuvier  furono  oggetto  di  nuovi  studi  da  parte  di 
Van  Beneden,  Gervais,  Duvernoy,  l'ultimo  dei  quali  nel  1851  dimostrava  che 
i  rostri  fossili  trovati  in  Anversa  avevano  rapporto  con  il  Ziphius  raccolto 
a  Fos,  ma  che  peraltro  si  dovevano  considerare  come  tipo  di  un  genere 
distinto  pel  quale  proponeva  il  nome  di  Choncziphius  che  fu  in  seguito 
ammesso  da  quasi  tutti  i  cetologi. 

«  Nella  primavera  dello  scorso  anno  1883  alcuni  cercatori  di  antichità 
etnische  scavando  nel  podere  del  Poggio  a  Fangonero  presso  Siena,  scoprirono 
un  masso  con  ossa  fossili,  le  quali  acquistate  dal  cav.  Brogi  di  Siena  furono 
poi  vendute  al  museo  di  storia  naturale  di  Firenze. 

«  Appena  quelle  ossa  furono  liberate  dalla  roccia  incrostante  si  rico- 
nobbe che  si  trattava  di  una  regione  occipitale  e  di  avanzi  di  vertebre  di 
un  delfinoide  ;  e  il  prof.  Cesare  d'Ancona  avendomi  gentilmente  affidalo  ogni 
cosa  per  studio  trovai  che  tutti  quei  resti  erano  indubbiamente  riferibili  al 
Choneziphius  planirostris,  di  cui  finora  si  conoscevano  soltanto  i  rostri 
trovati  ili  Belgio. 

«  Questo  fatto  prova  a  sufficienza  la  importanza  di  quella  scoperta  e 
il  grande  valore  scientifico  che  si  deve  attribuire  a  questo  esemplare  fortu- 
natamente raccolto  in  posto,  nella  stessa  località  e  nello  stesso  piano  geo- 
logico ove  furono  trovati  avanzi  di  Felsinotherium  Gorvaisi,  Rhinoceros 
megarhinus,  Sus  sp.  pei  quali  fu  agevole  di  precisare  i  rapporti  delle  sabbie 
plioceniche  di  Fangonero  con  quelle  di  parecchie  località  dell'Emilia  e  del 
Piemonte  e  con  le  sabbie  di  Montpellier  in  Francia. 


—  7  — 

«  La  scoperta  dei  resti  di  Chonezìphius  presso  Siena  permetti'  di  ben 
precisare  l'orizzonte  geologico  dal  quale  provennero  quelli  dì  Anversa,  e 
nel  tempo  stesso  ci  mette  in  grado  di  istituire  confronti  fra  il  terziario 
superiore  d'Italia  e  del  Belgio,  le  sabbie  di  Montpellier  e  il  crag  d'Inghilterra. 

«  Premessi  brevi  cenni  intorno  al  giacimento  del  zifioide  di  cui  viene 
ad  arricchirsi  la  cetologia  fossile  italiana,  ho  descritto  i  resti  che  finora  ne 
sono  stati  raccolti  accompagnando  la  descrizione  con  accurate  ligure,  dalle 
quali  si  rileva  quanto  manca  alla  porzione  di  cranio  trovato  in  Italia  e  che 
invece  è  conservato  negli  esemplari  del  Belgio;  di  modo  che  due  scoperte 
fatte  a  tre  quarti  di  secolo  di  distanza  e  in  due  località  così  lontane  l'una 
dall'altra  (Anversa  e  Siena)  vengono  a  completarsi  vicendevolmente.  Da 
ultimo  con  misure  proporzionali  ho  trovato  che  la  lunghezza  del  Chonezì- 
phius planiroslris  di  Siena  doveva  essere  di  circa  quattro  metri,  ed  ho  con- 
cluso riconoscendone  gli  intimi  rapporti  col  Ziphius  cavlroslris  trovati)  più 
volte  anche  nel  mediterraneo  e  già  da  tempo  notato  come  uno  dei  migliori 
esempi  del  cosmopolitismo  dei  cetodonti». 

Fisica.  —  L'eliografo  inglese  ed  il  lucimetro  italiano  appli- 
cati alla  meteorologia  agraria.  Nota  preliminare  del  Socio  G.  Cantoni. 

«  Sul  principiare  di  quest'anno  l' Hirn  pubblicava  nei  Comples  rcndus 
i  febbraio  1884)  una  breve  Nota,  nella  quale  esponeva  i  principi  su  cui  è 
fondato  un  importante  istromento,  denominato  da  lui:  Actinométre  totaliseur 
absolu.  Questo  riposa  su  un  concetto,  già  additato  ed  applicato  verso  il  1834 
dal  nostro  Bellani  in  un  suo  stromentmo  ch'egli  chiamò  collettore  del  calorico 
e  che  io  riprodussi  sino  dal  1874  e  studiai  di  poi,  per  applicarlo  a  modo 
di  lucimetro  a  servizio  degli  agronomi.  Anche  il  Marie  Davy,  nel  suo 
Annuaìre  de  l'Observàtoire  de  Montsouris  1844,  parla  di  un  lucimetro,  ch'egli 
chiama  italiano  senz'altro  dire,  e  che  vien  da  lui  preparato  con  alcole  diluito. 

«  In  vista  di  queste  pubblicazioni  dell' Hirn  e  del  Marie  Davy,  stimai 
opportuno  di  sottoporre  a  nuovo  studio  il  lucimetro  Bellani  da  me  modi- 
ficato, comparandone  le  indicazioni  con  quelle  dell'eliografo  del  Negretti  e 
Zambra,  chiamato  Sunshine. 

«  Le  osservazioni  vennero  istituite  in  un  ampio  giardino  in  Varese, 
dalla  metà  di  luglio  alla  metà  di  ottobre  prossimo  passato.  Nella  mia  Me- 
moria accenno  prima  gli  studi  fatti  per  la  scelta  del  liquido,  all'uopo  di 
avere  stromenti  abbastanza  sensibili  e  comparabili  tra  loro,  e  suscettivi 
anche  di  determinazioni 'che  possano  poi  tradursi  in  misure  assolute. 

«  E  le  osservazioni  comparative  coi  predetti  due  stromenti  mi  e"ii- 
dussero  ai  seguenti  risultati: 

«  Il  lucimetro  nostro  porge  ogni  giorno  volumi  di  liquido  distillato,  cor- 
relativi alla  larghezza,  profondità  e  lunghezza  delle  striscie  di  combustione, 


—  8    - 

tracciata  sul  cartone  dell'eliografo  inglese.  Épperò  il  lucimetro,  non  solo 
indica  la  durata  del  soleggiarffento  per  un  dato  luogo,  ma  ancora  la  in- 
tensità relativa  del  medesimo  in  corrispondenza  alla  varia  altezza  del  sole 
su  l'orizzonte  ed  alla  varia  trascalescenza  o  limpidezza  dell'aria,  qualunque 
del  resto  sia  la  temperatura  dell'aria  stessa. 

<-  D'altra  parte  però  questi  due  stromenti  si  completano  l'uu  l'altro 
nel  senso  della  facile  registrazione  della  luminosità  relativa  dei  vari  giorni. 
Poiché,  mentre  il  lucimetro  porge  d'un  tratto  la  misura  relativa  e  com- 
plessiva di  essa  in  un  dato  periodo  di  ore,  l'eliografo  nota  i  tempi  in  cui 
il  sole  risplendette  più  o  meno,  in  causa  della  varia  serenità  nel  periodo 
.  medesimo. 

«  Ed  è  in  tal  senso  che  questi  due  stromenti,  vengono  da  me  racco- 
mandati ai  cultori  della  fisiologia  vegetale  ed  agli  agronomi  ». 

Cristallografia.  —  Sulla  columbite  di  Craveggia  in  Val  Vigezzo. 

Nota  del  Socio  G.  Strììver. 


«  Il  professore  Spezia  descrisse,  negli  Atti  della  r.  Accademia  delle 
scienze  di  Torino,  1882,  una  nuova  varietà  di  berillo,  scoperta  dal  signor 
G.  B.  Dell'Angelo  entro  grossi  massi  sciolti  di  pegmatite  che  formano  un 
esteso  deposito  a  mezz'ora  di  distanza  da  Craveggia  in  Val  Vigezzo  (Ossola) 
sulla  strada  che  conduce  all'alpe  Marco.  Come  lo  dice  di  già  lo  Spezia,  il 
berillo  ivi  è  accompagnato  da  tormalina  nera  e  da  granato  rosso  mangane- 
sifero.  Fra  una  numerosa  serie  di  campioni  che  il  Museo  mineralogico  della 
Università  romana  devo  alla  gentilezza  dello  stesso  sig.  Dell'Angelo,  attirò 
la  mia  attenzione  un  piccolo  frammento  contenente,  nel  plagioclasio  della 
pegmatite,  alcuni  pochi  cristallini  allungati  di  color  nero  e  fortemente  splen- 
denti. A  mia  richiesta,  il  sig.  Dell'Angelo  mi  spedì  più  tardi  altri  due  pezzi 
in  cui  però  il  minerale  nero  non  si  presenta  che  allo  stato  compatto.  Non 
bastando  la  quantità  cosi  radunata  per  farne  una  analisi  completa,  né  essendo 
posta  fuor  di  dubbio  la  identità  del  minerale  compatto  coi  cristalli,  tentai 
di  staccare  uno  di  questi  dal  plagioclasio,  e  riuscitovi,  lo  sottoposi  ad  esame 
cristallografico,  dal  quale  risultò  trattarsi  di  columbite,  minerale,  per  quanto 
mi  sappia,  nuovo  non  solo  per  l'Italia  ma  per  l' in- 
tiera catena  delle  Alpi. 

«  Adottando  per  la  columbite  il  rapporto  para- 
metrico  e  l'orientazione  dati  dallo  Schrauf  nella  sua 
Monografia  della  columbite  (18G1),  il  cristallino  esa- 
minato, il  quale  misura  nella  direzione  degli  assi 
delle  r,  y,  z  rispettivamente  1,0.75  e  3  millimetri, 
mostra  la  combinazione  delle  forme  (100)  (010)  (001) 
(110)  (130)  (150)  (Oli)  (111)  (211)  già  tutte  note 
per  la  columbite. 


ri 

medie 

calcolati  (Schrauf) 

2 

22°3' 

22"10' 

4 

49n54' 

50°43' 

4 

27a3'5 

26°9' 

4 

12*54*6 

13°8' 

1 

18°45'5 

18°30'5 

«  I  risultati  ottenuti  al  goniometro  sono  riportati  nel  quadro  seguente 
ove  n  indica   il  numero  degli  angoli  diedri  omologhi  misurati  sul  cristallo, 
angoli  misurati 

(100)  (110)       22°0'       —  22°6' 
(100)  (130)       49°12'5  —  51°12' 
(010)  (150)       26°47'     —  27"48' 
(130)  (150)       11°58'     —  13"39'5 
(0011(011)       18-45'5 

«  Le  forme  (ili)  e  (211)  si  determinano  mediante  le  zone,  essendo 
comprese  ambedue  nella  zona  [100,  Oli]  e,  inoltre,  (111)  nella  zona  [110,  001] 
e  (211)  nella  zona  [110,  Olì  . 

•  Considerando  che,  nonostante  l'elevato  grado  di  splendore  delle  fac- 
eie,  queste  riflettono  per  lo  più  abbastanza  male,  e  che  i  valori  ottenuti 
per  lo  stesso  angolo  sovra  spigoli  omologhi  del  medesimo  cristallo,  svelano 
differenze  notevoli,  in  qualche  caso  ascendenti  sino  a  2  gradi,  l'accordo  tra 
le  misure  riportate  e  i  valori  calcolati  si  può  dire  sufficiente  per  stabilire 
la  identità  del  nostro  minerale  colla  columbite,  tanto  più  che  anche  altri 
osservatori  hanno  trovato  valori  considerevolmente  diversi  da  quelli  che  lo 
Schrauf  calcolò  in  base  alle  sue  numerose  misure  istituite  sulla  columbite 
della  Groenlandia.  Del  resto,  salta  agli  occhi  l'analogia  della  combinazione 
nostra  con  quelle  osservate  sovrattutto  a  Bodenmais  in  Baviera. 

«  La  durezza  dei  cristalli  fu  trovata  —  G  ;  al  cannello  si  constatò  la 
preseuza  del  ferro  e  del  manganese. 

«  Altre  e  più  estese  ricerche  non  si  poterono  per  ora  eseguire,  visto 
il  piccolissimo  numero  di  cristalli  che  ebbi  a  mia  disposizione,  benché  riu- 
scissi a  scoprire  in  parecchi  campioni  altri  cristallini  racchiusi  anche  dal 
quarzo  e  dal  berillo. 

«  In  ultimo  mi  sia  permesso  di  aggiungere  alla  bella  e  minuta  descri- 
zione del  berillo  di  Craveggia,  data  dallo  Spezia,  che  fra  i  nostri  campielli 
trovai  alcuni  cristalli  terminati  e  sovrattutto  un  piccolo  individuo  della  com- 
binazione (ÌOTO) (1120) (IOTI)  (0001)  ». 

Fisio-patologia.  —  Sulla  .  fisio-patologia  delle  capsule  surrenali. 
Comunicazione  2"  del  prof.  G. Tizzoni,  presentata  dal  Socio  Tomasi-Crudem. 

«  Ulteriori  osservazioni  sugli  animali  che  in  gran  numero  furono  da  me 
operati  di  asportazione  delle  capsule  soprarenali  mi  permettono  di  aggiun- 
gere oggi  a  quanto  è  stato  riferito  in  una  prima  comunicazione  preventiva 
i  seguenti  fatti. 

«  I  conigli  i  quali  hanno  sopravvissuto  all'asportazione  di  una  o  di  am- 
bedue le  capsule  soprarenali,  anche  molto  tempo  dopo  la  praticata  opera/iene. 
non  mostrano  nella  loro  salute  e  nelle   loro   abitudini    nessun    fatto  die  li 

RENDII  "NI'I     —    Voi,.    T. 


—  10  — 

distingua  dagli  animali  di  controllo:  il  loro  corpo  si  sviluppa  regolarmente 
se  operati  molto  giovani,  la  loro  nutrizione,  come  lo  prova  anche  la  bilancia, 
si  mantiene  sempre  in  buonissimo  stato,  niente  di  anormale  avviene  nella 
funzione  del  sistema  nervoso  o  in  quella  di  altri  sistemi  o  di  altri  organi. 

«  Nei  casi  nei  quali  un'anormale  pigmentazione  bronzina  delle  labbra, 
delle  narici  e  della  mucosa  del  cavo  orale  e  del  naso  segue  alla  distruzione 
di  questi  organi,  si  nota  che  tale  coloraziune  di  regola  dopo  un  certo  tempo 
si  arresta  nel  suo  progresso  e  rimane  stazionaria  ;  solo  eccezionalmente  essa 
continua  ad  accrescersi  anche  dopo  molti  mesi  dal  praticato  esperimento  e 
prende  delle  proporzioni  piuttosto  rilevanti  ;  mai  si  ebbe  ad  osservare  una 
regressione  e  una  scomparsa  completa  di  queste  macchie  pigmentarie  una 
volta  formate. 

«  Tanto  nei  conigli  che  in  seguito  a  quest'operazione  presentarono  le  ac- 
cennate anormalità  nella  pigmentazione,  quanto  in  quelli  che  non  mostrarono 
nessuna  modificazione  nel  colore  della  pelle  e  delle  mucose,  non  si  rinvenne 
nel  sangue  quell'anemia  progressiva  che  accompagna  e  caratterizza  il  morbo 
di  Addisson.  Studi  citometrici  eseguiti  col  cromocitometro  di  Bizzozero,  che 
è  il  solo  del  quale  può  disporre  il  nostro  laboratorio,  ci  hanno  dimostrato 
che  la  ricchezza  di  emoglobina  del  sangue  degli  animali  operati  è  eguale 
a  un  dipresso  a  quella  degli  animali  di  controllo,  come  l'esame  del  sangue 
fatto  col  microscopio  non  ci  ha  mostrato  nei  primi  di  questi  animali  una 
ricchezza  di  globuli  bianchi   maggiore  che  nei  secondi. 

«  Lo  studio  anatomo-istologico  di  alcuni  dei  nostri  animali,  espressa- 
mente uccisi  per  queste  ricerche,  ci  hanno  dimostrato  dei  latti  interessan- 
tissimi sulla'  riproduzione  delle  capsule  surrenali.  Questa  nei  casi  di  aspor- 
tazione della  capsula  soprarenale  destra,  nei  quali  solamente  finora  è  stata 
osservata,  ha  luogo  non  nel  posto  della  vecchia  capsula  ma  in  un  punto 
più  periferico  della  cava,  poco  al  disotto  cioè  dallo  sbocco  della  vena  renale 
destra  ;  nò  risiede  come  quella  asportata  nella  parte  esterna  di  essa  cava, 
ma  invece  nella  sua  parte  snperiore  interna  (riferendosi  alla  posizione  nor- 
male del  coniglio),  nel  tessuto  connettivo  che  unisce  questo  vaso  all'aorta. 

«  La  frequenza  con  la  quale  si  rinvengono  questi  noduli  negli  animali 
operati  di  distruzione  delle  capsule  surrenali,  la  esistenza  in  essi  delle  varie 
fasi  del  loro  sviluppo,  e  finalmente  la  mancanza  di  questi  fatti  negli  ani- 
mali che  non  subirono  nessuna  operazione,  ci  fanno  affermare  con  sufficiente 
certezza  che  tali  noduli  sono  dei  piccoli  organi  neoformati  ed  escludere  che 
sieno  delle  capsule  surrenali  accessorie. 

«  Fatte  numerosissime  sezioni  microscopiche  in  serie  sul  corso  della 
cava  si  trova  che  la  veechia  capsula  surrenale  è  stata  distrutta  e  sostituita 
da  un  connettivo  adiposo  senza  nessun  resto  o  con  pochissimi  resti  del  pa- 
renchima di  quell'organo,  e  che  quella  riprodotta  ha  avuto  origine  da  uno 
dei  grossi  cordoni  del  simpatico  addominale,  da  quello  che  cammina  al  lato 


—  11  — 

destro  dell'aorta,  fra  l'aorta  e  la  cava.  La  capsula  neoformata,  che  arriva 
persino  a  raggiungere  i  -  /3  del  volume  di  una  capsula  normale,  macrosco- 
picamente ha  tutti  i  caratteri  di  quest'organo;  solo  una  forma  più  allun- 
gata di  quella  che  suole  avere  il  rene  succenturiato  destro  del  coniglio, 
forse  a  motivo  della  sede  nella  quale  si  è  sviluppata  e  quasi  per  adattarsi 
meglio  allo  spazio  non  troppo  largo  che  rimane  fra  i  due  grossi  vasi  addo- 
minali. Microscopicamente  risulta  formata  da  sostanza  midollare  e  corticale 
avente  la  stessa  struttura  e  la  stessa  disposizione  di  quella  di  una  capsula 
soprarenale  normale,  dalla  quale  si  distingue  solo,  e  per  la  grossezza,  e 
per  il  ricco  intreccio  di  cordoni  del  simpatico  e  di  cellule  gangliari  che  si 
trovano  nel  connettivo  lasso  periglandulare  ;  alcune  volte  ancora  per  una 
zona  di  sostanza  midollare  alla  periferia  della  corticale. 

«  Sulla  istogenesi  dei  vari  elementi  della  capsula  riprodotta  non  de- 
sidero pronunziarmi  per  ora  e  rilascio  espressamente  ad  altra  comunica- 
zione di  tenerne  parola.  Dirò  solo  come  nelle  prime  fasi  del  loro  sviluppo 
e  del  loro  accrescimento  le  capsule  riprodotte  sieno  formate  da  tanti  lobicini 
che  secondariamente  si  fondono  insieme,  come  in  tali  neoformazioni  con 
molta  probabilità  la  sostanza  midollare  sia  la  prima  a  comparire,  e  come 
degli  elementi  fortemente  colorabili  col  bicromato  di  potassa  si  trovino  in 
gran  numero  nei  cordoni  di  fibre  del  simpatico  al  disotto  del  punto  nel 
quale  hanno  formata  la  nuova  capsula;  e  aggiungerò  ancora  come  nei  casi 
nei  quali  non  ha  luogo  questa  riproduzione  si  possano  trovare  egualmente 
delle  cellule  midollari  della  capsula  nei  ganglietti  del  simpatico  che  riman- 
gono vicini  alla  parte  operata  e  nel  cordone  del  simpatico  che  a  questa 
parte  corrisponde. 

«  Quello  che  m' interessa  di  far  rilevare  con  questa  comunicazione  si  è 
che  le  capsule  surrenali  possono  riprodursi  ;  che  questa  riproduzione  non 
ha  luogo  in  sito  e  quindi  da  resti  dell'organo  operato,  ma  in  un  punto  lon- 
tano da  quello  nel  quale  è  stata  asportata  la  vecchia  capsula,  più  perife- 
rico e  più  interno  di  fronte  al  decorso  e  alla  posizione  della  vena  cava; 
che  il  tessuto  matrice  il  quale  dà  luogo  a  questo  nuovo  organo  è  il  gran 
simpatico  e  che  le  capsule  surrenali  perciò  fanno  parte  del  sistema  nervoso 
della  vita  organica. 

«  Quindi  con  queste  ricerche  si  viene  non  solo  a  stabilire  il  tatto  impor- 
tantissimo della  riproduzione  di  un  intiero  organo,  che  sarebbe  il  secondo 
finora  per  il  quale  verrebbe  dimostrata  tale  possibilità,  ma  si  viene  ancora 
a  determinare  la  natura  di  quello  e  ad  aprire  una  solida  base  a  quelle  in- 
dagini che  dovranno  farsi  onde  risolverne  la  funzione,  ciò  che  finora  non 
avevano  potuto  fare  né  l'embriologia,  né  l'istologia,  ne  la  fisiologia,  nò  la 
patologia,  né  la  clinica  ». 


—   12  — 

Matematica.  —  Intorno  ad  un  teorema  di  Lagrange.  Nota  del 
dott.  G.  Trattini,    presentata   dal   Socio   Battagmni,    che   uè   legge 

il  sunto  seguente: 

«  Questa  Nota  ha  per  oggetto  la  determinazione  del  numero  delle  soluzioni 
della  congruenza  ottenuta  esprimendo  che  la  differenza  tra  un  quadrato  ed 
un  dato  multiplo  di  un  altro  quadrato  sia  congrua  ad  un  numero  dato, 
rispetto  ad  un  modulo  primo.  —  L'autore  dimostra  inoltre  la  risolvibilità 
dell'altra  congruenza ,  per  la  quale  debba  essere  congrua  ad  un  numero 
dato,  rispetto  ad  un  modulo  primo,  la  differenza  tra  un  quadrato  ed  un 
dato  multiplo  di  un  biquadrato,  o  pure  la  differenza  tra  un  biquadrato  ed 
un  dato  multiplo  di  un  quadrato  ». 

Matematica.  —    Un  teorema  relativo  alla  trasformazione  mo- 
dulare   di   grado  p.    Nota    del    dott.    G.    Frattini,    presentata  dal 
Socio  Battaglisi,  che  r.e  legge  il  sunto  seguente: 

«  In  questa  Nota  l'autore  dimostra  la  seguente  proprietà  del  gruppo 
modulare  : 

«  Date  due  sostituzioni  del  gruppo  modulare,  si  possono  trovare  nel 
gruppo  stesso  due  sostituzioni,  per  le  quali  trasformando  una  delle  due 
date  sostituzioni,  sia  il  prodotto  delle  due  trasformate  eguale  all'altra  sosti- 
tuzione data.  Chiamando  parabolica,  iperbolica  o  ellittica  una  sostituzione 
del  gruppo  modulare,  secondo  che  essa  non  sposta  uno,  o  due  elementi, 
ovvero  li  s[iosta  tutti,  il  teorema  suddetto  presenta  le  seguenti   eccezioni: 

«  la  Quando  la  prima  delle  sostituzioni  date  è  parabolica,  e  la  seconda 

iperbolica,  essendo  il  modulo  del  gruppo  congruo  all'unità  positiva  secondo  4. 

«  2"  Quando  la  prima  delle  sostituzioni  date  è  parabolica,  o  a  periodo  2, 

e  la  seconda  ellittica,  o  parabolica  rispettivamente,  per  ogni  altro  modulo 

del  gruppo. 

<<  Nella  prima  ipotesi,  relativa  al  modulo  del  gruppo,  si  potrà  tuttavia 
ottenere  sempre  la  seconda  delle  sostituzioni  date  come  prodotto  di  due 
trasformate  di  una  potenza  della  prima  sostituzione,  e  di  questa  rispet- 
tivamente. 

«  Lo  stesso  avviene  nella  seconda  delle  ipotesi  relative  al  modulo, 
purché  la  prima  delle  sostituzioni  date  non  sia  a  periodo  2,  e  parabolica 
la  seconda. 

«  Dal  teorema  suddetto  l'autore  deduce  facilmente  la  nota  proprietà 
della  semplicità  del  gruppo  modulare,  quando  il  modulo  è  maggiore  di  3  ». 


—  13  — 

Chimica.  —  Sull'acido  silvìco.  Nota  di  L.  Valente,  presentata 
dal  Socio  Canni zzaro. 

«  Molti  chimici,  fra  cui  Unverdorben,  Trommsdorff,  Rose,  Liebig,  Lau- 
rent, Siewert,  Ciamician  ed  altri,  studiarono  i  composti  che  si  ricavano  dalla 

colofonia. 

«  Troppo  lungo  sarebbe  riportare  qui  i  lavori  e  le  conclusioni,  assai 
poco  concordanti  fra  loro,  dei  diversi  autori. 

«  Il  Maly,  il  quale,  per  molti  anni  esperimentò  su  questa  sostanza, 
nella  sua  ultima  Memoria  (')  arriva  alla  conclusione  che  la  colofonia  è  una 
anidride  e  che  da  essa  si  ottengono  due  acidi,  l'uno  avente  la  composizione 
C»o  H:ì0  0»  e  l'altro,  la  composizione  C^  Ho;  O3  con  punto  di  fusione  non  fisso. 

«  Da  oltre  due  anni  io  pure  mi  occupo  dell'acido  che  si  estrae  dalla 
colofonia,  e  mi  decido  ora  a  pubblicare  i  risultati,  non  ancora  completi, 
delle  mie  esperienze,  avendo  visto  che  ultimamente  (')  anche  il  prof.  C.  Lie- 
bérmann  eseguì  sul  cosidetto  acido  silvico,  una  reazione  da  me  già  incomin- 
ciata molto  tempo  fa. 

«  Devo  dire  che  i  fatti  fin' ora  da  me  accertati  sr.no  ben  lungi  dal 
corrispondere  alla  fatica  spesa  in  questo  arido  campo.  Credo  di  essere  riu- 
scito tuttavia  a  provare  che  dalla  colofonia  si  estrae  un  solo  acido  bene 
caratterizzato. 

«  Il  metodo  che  impiego  per  averlo  è  il  seguente  :  sciolgo  la  colofonia 
polverizzata  (quella  che  si  vende  in  commercio  sotto  il  nome  di  colofonia 
di  Bordeaux)  nell'alcool  concentrato,  alla  soluzione  filtrata  aggiungo  acqua 
finche  il  liquido  incomincia  a  diventare  torbido  lattiginoso,  vi  verso  allora 
alcune  goccie  di  alcool  in  modo  da  far  ritornare  la  soluzione  nuovamente 
limpida.  Dopo  qualche  giorno  si  deposita  una  massa  cristallina  insieme  a 
molta  resina.  Si  raccoglie  il  tutto  su  filtro  e  si  comprime  fra  carta.  Il 
prodotto  si  scioglie  di  nuovo  nell'alcool,  poi  si  aggiunge  acqua  seguendo  il 
metodo  di  prima. 

«  Dopo  varie  cristallizzazioni  si  giunge  ad  avere  una  sostanza  bianchis- 
sima, cristallizzata  in  bei  prismi. 

«  Questo  prodotto  intanto  non  ha  mai,  per  quante  volte  si  ricristallizzi, 
un  punto  di  fusione  costante,  che  oscilla  però  intorno  a  1(30°  quasi  sem- 
pre. Coll'analisi  elementare  ho  ottenuto  dei  numeri  che  alcune  volte  com- 
binano sufficientemente  colla  formula  Ci0  H30O»;  più  spesso  invece  si  avvi- 
cinano all'altra  formula  Cu  Hci  Os.  Come  presso  a  poco  trovò  il  Maly. 
«  Il  fatto  che  da  una  preparazione  all'  altra  il  punto  di  fusione    ed  i 

(')  Ann.  d.  Chem.  u.  Pharm.  1871,  p.  115. 
(')  Beri.  -Ber.  1884,  p.  1884. 


—  14  - 

dati  forniti  dall'  analisi  variavano  sensibilmente  mi  fecero  sospettare  trat- 
tarsi di  un  miscuglio. 

«  Ho  pensato  allora  di  sciogliere  la  sostanza,  preparata  come  fu  de- 
scritto, in  una  soluzione  molto  diluita  di  carbonato  sodico  scaldando  a  b.  m. 
per  alcune  ore.  È  indispensabile  perchè  l' acido  si  sciolga,  di  impiegare 
molta  acqua. 

«  Si  lascia  raffreddare  ed  al  liquido  filtrato  si  aggiunge  acido  solforico 
diluito  fino  a  reazione  acida.  Il  precipitato  voluminoso  che  si  forma  viene 
raccolto  su  filtro,  seccato  fra  carta  e  cristallizzato  nell'  alcool,  impiegando 
sempre  il  metodo  di  aggiungere  acqua  alla  soluzione  alcoolica.  A  questo 
punto  della  preparazione  eoll'aggiunta  dell'acqua  si  formano  subito  i  cristalli. 

«  Invece  di  H>SO;,  ho  provato  anche  a  far  passare  nella  soluzione 
alcalina  una  corrente  di  C02 ,  e  anche  in  questo  modo  si  ebbero  gli  slessi 
risultati. 

«  La  sostanza  così  ottenuta  è  poco  solubile  nell'acqua,  abbastanza  tut- 
tavia per  comunicarle  reazione  acida;  è  solubile  in  tutti  i  solventi  ordinari. 

«  Dopo  di  essere  stata  seccata  nel  vuoto,  fonde  in  modo  costante  tra 
146°  e  148°. 

«  Dall'analisi  elementare  ho  avuto  i  seguenti  numeri: 

I.  gr.  0,2657  di  sostanza  fornirono  Hs  0  gr.  0,2393  e  C02  gr.  0,7764. 

II.  gr.  0,2941  di  sostanza  fornirono  IL  0  gr.  0,2608  e  C02  gr.  0,8570. 

III.  gr.  0,2405  di  sostanza  fornirono  H,  0  gr.  0,2165  e  CO.  gr.  0,6989. 

«  Da  cui  in  composizione  centesimale  si  ricava  : 

Teoria  pur  C10  H30  0, 

79,47 

9,93 

«  Da  questi  dati  io  credo  di  poter  concludere  che  l'acido  della  com- 
posizione Cjì  H(li  03  non  esiste,  e  che  il  solo  acido  che  si  estrae  dalla  colo- 
fonia è  quello  da  me  indicato  colla  composizione  Ci()IL)oOv 

«  L'acido  silvico  devia  a  destra  il  piano  della  luce  polarizzata. 

«  gr.  2,279  di  acido  silvico  sciolto  in  20cc  di  alcool  etilico  assoluto 
dettero  una  deviazione  a  destra  di  9",48  in  un  tubo  lungo  mm.  219,65,  alla 
temperatura  di  20°. 

«  Da  qui  si  ricava  che  il  potere  rotatorio  specifico  dell'acido  silvico, 
in  soluzione  alcoolica  è: 

[a]D=  +  37,87 

«  Diversi  tentativi  per  avere  qualche  etere  di  questo  acido  non  mi 
sono  fino  a  qui  riusciti. 

«  Sopra  dell'  acido  silvico  puro  ho  fatto  reagire  1'  acido  iodidrico  ed 
il  fosforo  rosso,  scaldando  in  tubi  chiusi  fino  alla  temperatura  di  250°.  Si 
ottiene  un   liquido    scorrevole,    giallognolo.    Dopo    di   avere   aggiunto   una 


I 

li 

ni 

C  =  79,69 

79,47 

79,22 

H=  10,00 

9,85 

10,00 

—  15  — 

soluzione  alcalina  distillai  col  vapor  acqueo.  Fatta  L'estrazione  con  etere  ho 
ottenuto  per  evaporazione  una  sostanza  liquida  che  bolle  a  temperatura  molto 
alta  ed  ha  un  forte  odore  aromatico. 

«  La  scarsa  quantità  del  prodotto  non  mi  permise  di  ulti  ma  re  la  rea- 
zione. Tosto  che  mi  sarà  dato  di  avere  i  mezzi  necessari,  continuerò  le 
studio  di  questo  acido,  compresa  questa  ultima  reazione,  non  intendendo 
di  averne  perduta  la  priorità  per  la  pubblicazione  del  Liebermann  (lece 
citato)  il  quale  non  può  avere  impiegato,  come  risulta  dalla  presente  mia 
Nota,  che  un  miscuglio.  Egli  stesso,  del  resto,  dice  di  avere  ottenuti  dei 
risultati  solo  approssimativi  >-. 

Chimica.  —  Azione  dei  nitriti  sui  sali  ferrosi  neutri.  Nota  dei 
dott.  A.  Piccini  e  F.  Marino  Zugo.,  presentata  dal   Socio  Canm/.zako. 

«  Diversi  autori,  tra  i  quali  Fischer  (  ''  ),  Schonbein  (*),  Lang  (')  osservarono 
che  i  nitriti  alcalini  precipitano  l'ossido  ferrico  dalle  soluzioni  dei  sali  fer- 
rosi neutri,  sviluppando  biossido  di  azoto. 

«  Uno  di  noi  (')  propose  qualche  anno  fa  un  metodo  di  separazione  del- 
l'acido nitrico  dall'acido  nitroso,  fondato  appunto  sul  diverso  modo  con  cui  si 
comportano  coi  sali  ferrosi,  e  dimostrò  che  trattando  la  soluzione  di  un  nitrito 
alcalino  con  un  eceesso  di  cloruro  ferroso  neutro  si  ha  lo  sviluppo  completa 
dell'azoto  allo  stato  di  biossido,  mentre  il  nitrato,  se  presente,  non  viene 
allatto  decomposto.  Le  esperienze  die  siamo  per  descrivere  ci  dicono  che 
cosa  accade  quando,  invece  di  aggiungere  un  eccesso  di  sale  ferroso  se  ne 
impiega  solo  quel  tanto  che  è  necessario  a  produrre  la  doppia  scomposizione 
o.  meglio  ancora,  dimostrano  come  si  comporti  una  soluzione  acquosa  degli 
elementi  del  nitrito  ferroso. 

«  Decomponendo  esattamente,  in  presenza  d'acqua,  ii  nitrito  d'argento 
col  cloruro  ferroso  o  il  nitrito  di  bario  col  solfato  ferroso  si  ottiene  un 
liquido,  in  cui  sono  disciolti  gli  elementi  del  nitrito  ferroso.  La  poca  solubilità 
del  nitrito  d'argento  nell'acqua  fredda,  la  difficoltà  di  preparare  e  conservare 
(senza  che  si  alteri  il  suo  titolo)  ima  soluzione  di  cloruro  ferroso  all'atto  neutro 
e  puro  ci  fecero  ricorrere  all'altra  reazione.  Cominciammo  a  prepararci  il 
nitrito  di  bario  scomponendo  il  nitrito  d'argento,  cristallizzato  più  volte  dal- 
l'acqua e  che  dava  all'analisi  70,10  °/o  di  Ag  teoria  7h.1l!)  col  cloruro  di  bario 
cristallizzato  purissimo  contenente  50,21  di  Ba  (teoria  per  Ha  CI2  ■  |  _'  H-'<  »  — 
"ni.  14).  I  due  sali  furono  sciolti  nell'acqua  in  quantità  equivalenti  e  mescolati 
insieme;  si  ottenne  così,  dopo  avere   filtrato  per  separare  il  cloruro  d'ai 

('.)  Pogg.  Ann.  XXI,  161. 

(!)  Pogg.  Ann.  XL.  384. 

(')  Pogg.  Ann.  CXVIII,  290. 

(')  R.  Accademia  de'Lincei.  Transunti.  1881. 


—  16  — 

un  liquido  che  non  s'intorbidava  ne  coi  sali  d'argento,  né  coi  sali  di  bario, 
ma  che  conteneva  in  soluzione  minime  quantità  di  cloruro  d'argento.  Secondo 
Lang  (')  il  nitrito  di  bario  sarebbe  alcalino,'  secondo  Hampe  (s)  invece  neu- 
tro ;  noi  abbiamo  constatato  che  le  carte  di  curcuma  e  tornasole  non  subi- 
scono alcun  cambiamento  di  colore  finche  sono  umide,  ma  nell'essiccarsi 
rivelano  una  ben  netta  alcalinità.  Tenendo  conto  di  questo  fatto  si  possono 
forse  conciliare  le  asserzioni  dei  due  sperimentatori.  Si  preparò  il  solfato 
ferroso  sciogliendo  del  filo  sottile  di  ferro  nell'acido  solforico  puro  e  diluito 
con  acqua,  filtrando  a  caldo  e  agitando  forte  il  liquido  che  era  fatto  raf- 
freddare bruscamente.  Si  precipitava  cosi  una  polvere  cristallina,  di  color 
verde,  che  si  lavava  con  alcool  a  50  %  e  si  asciugava  comprimendola  for- 
temente tra  carta  da  filtro.  Il  sale  cosi  essiccato  dette  col  metodo  delle 
pesate  (allo  stato  di  FeW)  20,08  %  di  Fé  e  col  metodo  di  Marguerite 
20,22%  di  Fé  (teoria  per  Fé  S0''  +  7H20  —  20,  14).  Facciamo  notare  che 
il  solfato  ferroso  così  preparato  e  conservato  in  boccette  piccole  ben  chiuse 
non  si  altera  menomamente,  mantiene  benissimo  il  suo  colore  e,  dopo  tre 
anni  da  che  era  stato  preparato  non  dava  alcuna  reazione  col  tiocianato  potas- 
sico e  conteneva  sempre  20,16%  di  Fé  (metodo  Marguerite). 

«  Della  soluzione  di  nitrito  di  bario  determinavamo  il  titolo  acidifi- 
candola con  acido  acetico,  trattando  con  acido  solforico  e  pesando  il  solfato 
baritico.  L'acido  nitroso  si  determinava  col  permanganato  potassico  oppure 
coi  sali  ferrosi  neutri  in  eccesso. 

«  Mescolando  in  quantità  equivalenti  il  nitrito  di  bario  e  il  solfato 
ferroso  si  precipita  subito  il  solfato  baritico,  poi  il  liquido  s' imbrunisce  e 
infine  si  separa  una  polvere  ocracea  intantochè  si  sviluppa  biossido  d'azoto. 
Questi  fenomeni  si  producono  rapidamente,  alla  pressione  ordinaria,  col- 
r  aiuto  del  calore  ma,  sebbene  lentamente,  si  possono  verificare  anche  a 
freddo  nel  vuoto  della  pompa  di  Sprengel.  Dopo  avere  scacciato  in  qua- 
lunque modo  il  biossido  d'azoto  si  può  riscontrare  nel  liquido  l'ossido  fer- 
rico e  l'acido  nitrico,  mentre  nel  precipitato  si  trovano,  insieme  all'ossido 
di  ferro  e  al  solfato  baritico.  piccole  quantità  di  acido  nitroso.  11  liquido 
ha  poi  i  seguenti  caratteri;  è  giallo  bruno  ed  acido  alle  carte;  l'acido  clo- 
ridrico nitrico  e  solforico  lo  precipitano  e  il  precipitato  giallo  ocraceo  si  scio- 
glie in  un  eccesso  di  reattivo;  il  solfato,  il  nitrato  potassico  e  il  cloruro 
sodico  lo  precipitano  pure  ed  il  precipitato  è  insolubile  nell'acqua  distil- 
lata, ma  solubile  negli  acidi. 

«  Per  determinare  il  biossido  d'azoto  che  si  sviluppa  nella  reazione  ci 
siamo  serviti  dell'apparecchio  che  Tiemann  impiega  per  l'acido  nitrico,  modi- 
ficandolo lievemente   e    procedendo  come  per  la    determinazione    dell'acido 


(')  Loco  citato. 

(!)  Ann.  riunii.  CXXV,  33Ì 


—  17  - 

nitroso  coi  sali  ferrosi  neutri.  Per  determinare  nel  liquido  l'acido  nitrico 
e  il  ferro  che  vi  è  combinato  si  sono  usate  maggiori  quantità  di  materia 
e  si  è  riscaldato  in  un  apparecchio  a  ricadere  in  corrente  d'anidride  car- 
bonica. Lasciavamo  che  si  sviluppasse  il  biossido  d'azoto  e,  dopo  terminata 
la  reazione,  si  versava  il  liquido  in  un  pali.. ne  graduato  che  si  riempiva 
colle  acque  di  lavaggio.  Dopo  parecchi  giorni  il  liquido  diveniva  affatto  limpido 
e  allora  se  ne  misurava  con  una  pipetta  una  determinata  parte  aliquota,  su 
cui  si  valutava  l'ossido  ferrico  precipitandolo  con  soda  caustica  e  l'acido 
nitrico  servendoci  del  metodo  di  Sehulze-Tiemann.  È  impossibile  ricorrere 
alla  filtrazione  del  liquido  perchè  non  si  arriva  mai  a  separare  quella  pol- 
vere tenuissima  che  vi  è  sospesa. 

I.  5  CC.  di  soluzione  di  nitrito  di  bario  acidificati  con  acido  solforico  deco- 

N 

lorarono  50,3  CC.  di  permanga  nato  potassico    — -; 

II.  10  CC.  della  stessa   soluzione   acidificati   con  acido  nitrico  allungato  e 

N 
previamente  bollito  scolorarono  112,5  CC.  di  permanganato  potassico  -—  ; 

III.  10  CC.  della  stessa  soluzione  dettero  col  cloruro  ferroso  neutro  in 
eccesso  140,3  CC.  di  biossido  d'azoto;  «  =  23  ,4  H  =  700  — Volume 
corretto  125,0  ; 

IV.  10  CC.  della  stessa  soluzione  dettero  col  solfato  ferroso  in  eccesso 
136  CC  di  biossido  d'azoto;  <  =  2G'\  1  11=762  —  Volume  corretto 
122,4  CC; 

]  n  III  IV 

N!03  in  IO  CC.  di  soluzione  0,2140         0,2138         0,2135         0,2082. 

«  Il  disaccordo  della  determinazione  n.  IV  ci  conferma  ciò  che  l'analisi 
qualitativa  ci  ha  già  mostrato,  vale  a  dire  che  una  parte  dell'acido  nitroso 
viene  trascinato  dal  solfato  baritico.  La  qual  cosa  ci  deve  mettere  in  guar- 
dia per  interpretare  rettamente  i  risultati  analitici  e  consigliarci  a  tener 
conto  non  delle  quantità  assolute  d'azoto  che  si  sviluppano  allo  stato  di 
biossido  o  rimangono  come  acido  nitrico,  ma  sibbeue  al  loro  rapporto. 
Infatti: 

I.  10  CC.  della  soluzione  analizzata  dettero,  colla   quantità    equivalente  di 

solfato  ferroso  CC.  109  di  biossido  d'azoto:  t       23",  1  H  =  759— Vo- 
lume corretto  97,0 CC; 

II.  10  CC.  della  soluzione  analizzata  trattati  nello  stesso  modo  dettero  108,3C<  '. 

di  biossido  d'azoto;  {=23°,l,  II      760  —  Volume  corretto  97.1  CC. 

«  Cioè  tra  il  gas  così  sviluppato  e  quello  ottenuto  col  cloruro  ferroso 
neutro,  ossia  il  totale,  non  è  facile  riscontrare  un  rapporto   semplici'.   Ciò 

che  del    resto    verificammo    anche    in    un'esperienza    ci "a  esporremo  e 

in  diverse  altre  eseguite  con  soluzioni  di  diversa  concentrazione. 

Rendiconti  —  Voi..  I.  3 


-   18  — 

I.  10  CC.  di  una  nuova  soluzione  di  nitrito  di  bario  dettero,  in  due  espe- 
rienze, gr.  0,2908  di  solfato  baritico. 

IL  5  CC.  della  medesima   soluzione   dettero  con  eccesso  di  solfato   ferroso 

28,4  CC.  di    biossido    d'azoto;    t  =  W,5,  H  =  758.    Volume  corretto 

26,9  CC. 

ì  li 

N20''  in  10  CC.  di  soluzione      .     0,0948         0,0905 

«  Anche  qui  apparisce  il  solito  errore  dovuto  alla  separazione  di  un  poco 
d'  acido  nitroso  operata  dal  solfato  di  bario.  Or  bene  decomponendo  5  CC. 
di  questa  soluzione  colla  quantità  equivalente  di  solfato  ferroso  (Gr.  0,1734) 
si  ottennero  20,8  CC.  di  biossido  d'azoto,  { =  IO"  3,  H  =  758  —  (Volume 
corretto  19,  7). 

«  Inoltre  100  CC.  della  stessa  soluzione  furono  trattati  a  caldo,  e  in  cor- 
rente d'anidride  carbonica,  colla  quantità  equivalente  (Gr.  3,469)  di  solfato 
ferroso  e  dopo  completa  espulsione  del  biossido  d'azoto  si  portò  il  liquido 
a  i  litro.  Quando  fu  divenuto  limpido  se  ne  presero  due  porzioni  eguali, 
che  indicheremo  con  A  e  B,  di  100  CC.  cadauna  e  ci  si  determino  l'acido 
nitrico  e  il  sesquiossido  di  ferro.  Le  stesse  determinazioni  facemmo  in  due 
porzioni  C  e  D  pure  eguali  tra  loro  di  un  altro  liquido  più  concentrato  che 
avevamo  preparato  per  lo  studio  qualitativo. 
A  dette  16,1  CC.  di  NO;  t  =  8°,7,  H  =  756.  Volume  corretto  15,4  CC.  e 

gr.  0,1101  di  Fé2  0:1; 
B  dette  16,4  CC.  di  NO;  «  =  8°,7,  H=756,  Volume  corretto  15,6  CC.  e 

gr.  0.1113  di  Fe203; 
C  dette  24,8  CC.  di  NO;  t  =  22n,  H:=752.   Volume  corretto  22,1  CC.  e 

gr.  0,1584  di  Fé2  O3; 
D  dette  25,2  CC.  di  NO;  {  =  22,  H^752.  Volume   corretto   22,4  CC.  e 

gr.  0,1580  di  Fé*  O3- 


A 

B 

C 

D 

NJ  0;i      Gr. 

0,0371 

0,0376 

0,0533 

0,05405 

Fé*  O3      Gr. 

0,1101 

0,1113 

0,1584 

0,1580 

!03:  2Fe'-03  =  2,963 

2,967 

2,960 

2,971 

2,925 

«  Donde  si  rileva  che  l'azoto  che  rimane  nel  liquido,  come  acido  nitrico, 
sta  con  quello  che  si  sviluppa,  come  biossido  d'azoto,  nel  rapporto  di  1:5, 
e  l'ossido  ferrico  disciolto  forma  il  nitrato  basico  2  Fe-O3.  N^O5. 

«  L'equazione  adunque  che  può  servire  a  ■  appresentarci  la  scomposizione 

del  nitrito  ferroso  è  la  seguente: 

6Fe(NO-)'-  =  10NO  +  Fe2O',  +  Fe1N2Ou. 

«  Kicordiamo  che  coi  nitriti  alcalini  e  col  cloruro  ferroso  neutro  in  eccesso 
si  ottenne  un  precipitato  giallo,  completamente  solubile  nell'acqua  pura  ('). 

(')  E.  Accademia  de' Lincei.  Transunti.  1851. 


-  19  - 

Probabilmente  si  t'ormava  Possicloruro  2  Fé2  0:|,  IV  CI6  che  veniva  precipitato 
dai  sali  estranei  che  si  trovavano  in  soluzione». 

Chimica.  —  Sopra  alcuni  derivati  del? imide  pìrotartrica  e 
citracoiiica.  Nota  del  dott.  Mendini,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  Kisielinski,  facendo  agiro  il  bromo  sull'  imide  succinica ,  ottenne 
Timide  monobromofumarica  ed  una  sostanza  che  egli  credette  essere  la 
bibromosuccinimide,  ma  che  C'iamician  e  Silber  dimostrarono  essere  invece 
l' imide  bibromaleica  ('). 

«  Io  ho  studiato  l'azione  del  bromo  siili'  imide  pìrotartrica  e  citracoiiica 
ed  ho  ottenuto  i  seguenti  risultati. 


uDl 


I.  Aziono  del  bromo  sull'  imide  pìrotartrica. 

«  Per  studiare  l'azione  del  bromo  sull'  imide  pìrotartrica,  si  riscaldano 
2  gr.  di  sostanza  per  volta  con  5  gr.  di  bromo,  nel  rapporto  cioè  di  una  mole- 
cola di  imide  per  due  di  bromo,  in  tubi  chiusi,  a  140-150",  per  6-8  ore. 

«  Quando  si  aprono  i  tubi  si  nota  un  forte  sviluppo  di  acido  bromidrico. 
Il  con  enuto  è  formato  da  una  massa  vischiosa  leggermente  colorata  che  viene 
sciolta  neir  alcool.  La  soluzione  viene  concentrata  ed  indi  trattala  con  acqua 
fino  a  che  il  liquido  caldo  incomincia  ad  intorbidarsi.  Per  raffreddamento  si 
ottengono  delle  fogliette  o  degli  aghi  che  furono  fatti  cristallizzare  molte 
volte ,  successivamente  dall'  acqua  e  dall'alcool  ed  indi  fatti  sublimare.  La 
sostanza  così  ottenuta  forma  delle  pagliette  senza  colore  e  che  fondono  a  179°- 
182°.  Questo  punto  di  fusione  non  si  modifica  con  ulteriori  cristallizzazioni. 

«  Le  analisi  diedero  i  seguenti  risultati  : 


I      gr. 

0,2S92  di  sos 

tanza  di' 

edero  gr.    0,3400  00 

.  gr.   0,0720  H20 

n    » 

0,2943         » 

» 

»      0,3485     » 

»     0,0696     » 

in  » 

0,2509 

» 

»      0,2970     » 

»     0,0562     » 

IV    » 

0,2190         » 

» 

»      0,2601     » 

»     0,0491     » 

v    » 

0,3034         » 

» 

»      0,3617     B: 

r  Ag 

VI    » 

0,3578         » 

» 

»      0,3545 

» 

« 

In  100  parti: 

Trovato 

Calcolato  per  C   II.O.BrN 

i             il 

111 

IV               V                VI 

e. 

32.05     32.27 

32.28 

32.37      — 

31.57 

H. 

2.76       2.60 

2.47 

2.46      — 

2.11 

Br. 

—          — 

— 

—      42,04     41,92 

42.10 

(')  Sopra  alcuni  derivali  dell'  imide  succinica.  Atti  della  R.  \ccad.  dei  Lincei  1883-84. 


—  20  — 

«  Per  i  limiti  concessi  all'analisi  di  sostanze  azotate  e  broniurate,  c'è  un 
lieve  eccesso  di  carbonio  dovuto  certamente  a  delle  tracce  di  impurezza  cbe 
ostinatamente  accompagnano  la  sostanza,  e  dalle  quali  non  sono  riuscito  a 
liberarla  anche  con  numerosissime  cristallizzazioni  e  sublimazioni.  Tenuto 
conto  dei  risultati  dell'analisi  e  di  altri  fatti  che  esporrò  più  avanti,  risulta 
come  molto  probabile  che  il  composto  descritto  sia  una  Monobromocitra- 
conimide. 

«  L'equazione  che  esprime  la  reazione  sarebbe  la  seguente: 

C3  Hc  [JjJS  NH  +  2  Br,  =  8  H  Br  +  C,  H3  Br  £{£>N  H 

Però  devono  aver  luogo  inoltre  delle  reazioni  secondarie,  pofchè  nelle  acque 
madri  rimane  un  olio  pesante  che  si  solidifica  dopo  qualche  tempo,  una 
sostanza  che  ha  reazione  e  acida  e  del  bromuro  d'ammonio,  ciò  che  indica 
una  profonda  decomposizione  della  molecola. 

«  La  monobromocitraconimide  ha  reazione  leggermente  acida,  è  insolu- 
bile nell'acqua  fredda,  abbastanza  solubile  nella  calda,  essa  si  scioglie  facil- 
mente nell'alcool  bollente  dal  quale  si  separa  per  raffreddamento.  Il  suo  carat- 
tere imidico  è  svelato  dal  composto  argeutico.  Per  prepararlo  si  tratta  1  gr. 
di  imide  sciolta  nell'acqua  bollente  1  gr.  di  nitrato  argentieo  aggiungendo 
qualche  goccia  d'ammoniaca. 

«  I  risultati  dell'  analisi  furono  i  seguenti  : 
I.    gr.  0,2047  di  sostanza  diedero  Br  Ag  gr.  0,1285 
li.    »    0,3697  »  »         gr.  0,2668  C02  gr.  0,0485  H»  0 

«  In   100   parti  : 

Trovato  Calcolato 

[  li 

Ag      36.52  36.36 

C         —  19.69  20.20 

H         —  1.43  1.01 

«  Per  preparare  una  bitiromocitraconimide  ho  seguito  lo  stesso  metodo 
elie  mi  aveva  servito  per  ottenere  il  monobromo-composto.  Si  adoperano  per 
2  gr.  di  imide  pirotartrica,  8,5  gr.  di  bromo,  cioè  per  una  molecola  della 
prima,  tre  molecole  del  secondo.  Si  estrae  la  massa  dal  tubo  con  alcool,  si 
diluisce  con  acqua,  si  svapora  e  si  fa  cristallizzare.  Questa  sostauza  dopo 
ripetute  sublimazioni  fonde  a  142n-144°;  forma  un  composto  argeutico.  È 
solubile  nell'  alcool  e  nell'  acqua  più  della  monobromocitraconimide.  Cristal- 
lizza in  fogliette  leggerissime  e  sublima  in  fogliette  iridescenti. 

«  All'  analisi  diede  i  seguenti  risultati  : 
gr.  0,2387  di  sostanza  diedero  gr.  0,3351  Br  Ag. 
«  In  100  parti  : 

Trovato  Calcolato 

Br     59.06  59  47 


«  La  reaziono  avviene  probabilmente  secondo  l'equazione 
03  H0  qq  NH  +  3  Bri  =  4  Br  H  +  G3  H2  Br ,  ^  \  NH. 

«  Anche  in  questa  preparazione  si  t'ormano  in  piccole  quantità  un  olio  poco 
solubile  nell'acqua  che  si  solidifica  dopo  qualche  tempo,  ed  una  sostanza 
acida  che  non  ho  potuto  ulteriormente  studiare. 

II.  Aziono  del  bromo  suW  indile  citraconica. 

«  La  citraeonimide  è  una  sostanza  che  fonde  a  109VUO"  e  che  t'n  otte- 
nuta la  prima  volta  da  Ciamician  e  Dennstedt,  dall'acido  eitraconico  per 
distillazione  secca  del  sale  ammonico. 

«  Gli  autori  parlano  di  un  composto  argentico  che  si  ottiene  da  questa, 
ma  non  ne  danno  la  composizione  e  l'analisi. 

«  Ho  ottenuto  questo  composto  trattando  2  gr,  di  imide  con  o  grammi 
di  nitrato  argentico  ed  aggiungendo  qualche  goccia  d'ammoniaca. 

«  Il  composto  che  precipita,  lavato  e  seccato  nel  vuoto  diede  all'analisi  i 
seguenti  risultati  : 

I.  gr.  0,3433  di  sostanza  diedero  gr.  0,1697  di  Ag. 

II.  »    0,2706  »  »         »     0,2761  CO*  gr.  0,0539  di  H,0. 
«  In  100  parti: 

Calcolato  per  Cs  H4  0*  N  Ag 

27.52 

1.83 

49.54 

«  Facendo  agire  il  bromo  sull' imide  citraconica  nelle  proporzioni  di  una 
molecola  di  sostanza  per  una  di  bromo,  e  nelle  stesse  condizioni  descritte 
antecedentemente  si  ottiene  una  sostanza  che  fonde  a  179°-I82r'  e  che  pre- 
senta tutti  i  caratteri  della  monobi'omocitraconimide  ottenuta  per  l'azione 
del  bromo  sull'  imide  pirotartrica. 

«  L'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 
gr.  0.3697  di  sostanza  diedero  gr.  0,3657  di  Br  Ag. 

«  In  100  parti  : 

Trovata  Calciato 

Br.       42.22  42.10. 

«  La  reazione  si  può  esprimere  colla  seguente  equazione: 

$}  ^>  NH  +  Br  =  C3  H3  Br  [$\  . 

«  Facendo  agire  il  bromo  sulla  citraeonimide  nella  proporzione  di 
ti  gr.  per  2  di  imide,  cioè  per  una  molecola  di  imide  due  di  bromo,  si 
ottiene  una  sostanza  fondente  a  142°-144°.  Oltre  al  punto  di  fusione  questo 
corpo  ha  tutte  le  proprietà  della  bibromocilraconimide  già  descritta. 


Truv 

ato 

i 

II 

c 

» 

27.82 

H 

» 

2.18 

Ag. 

40.43 

» 

C:1  H,  ™   >  NH  +  Br  =  C3  H3  Br  ^  }  NH  +  Br  H. 


«All'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 
0,3513  gr.  di  sostanza  dettero  0,4881  di  Ag  Br 

«  In  100  parti: 

Trovato  Calcolalo 

Br.      50.12  59.47 

«  Tenendo  conto  di  queste  esperienze  si  può  ammettere  con  probabi- 
lità che  i  composti  che  si  ottengono  per  azione  del  bromo  sulla  pirotar- 
trimide  siano  una  monobromo-  ed  una  bibromocitr  aconimi  de. 

«  Il  comportamento  dell'  imide  pirotartrica  verso  il  bromo  è  dunque 
analogo  a  quello  della  succinimide  ». 


M EMORIE 
UÀ  SOTTOPORSi  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

A.  Righi.  Ricerche  sperimentali  e  teoriche  intorno  alla  riflessione  della 
luce  polarizzata  sul  polo  di  una  calamita.  Presentazione  del  Socio  Blaserna. 

F.  Raffaele  ed  I.  Monticelli.  Descrizione  di  un  nuovo  Lichomolgus 
parassita  del  Mitylus  gallo-pro vincialis.  Presentazione  del  Socio 
Tkinchese. 

D.  Lovisato.  Contribuzione  alla  preistoria  calabrese.  Presentazione  del 
Socio  Capellini. 

Gr.  Bellocci.  Intorno  all'apparalo  olfattivo  e  olf attivo-ottico  del  cer- 
vello dei  Teleostei.  Presentazione  del  Socio  Todaro. 

M.  Gebbia.  Sulle  proprietà  della  rotazione  spontanea  dei  corpi.  Pre- 
sentazione del  Socio  Cerkuti. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

T.  Caruel.  Continuazione  dell'opera  del  defunto  Socio  F.  Parlatore  : 
Flora  Italiana.  Voi.  VI,  P.  1. 

P.  Tardy.   Remarques  sur  une  Note  de  M.  Ibach. 

A.  De  Candolle.  Histoire  des  seiences  et  des  savants  depuis  deuoc 
siccles.  2e  ed. 

G.  VON  Rath.  Geologische  Briefe  aws  America. 
W.  R.  Grove.   The  Correlation  of  Physical  forces. 

D.  Lovisato.  Sulla  collezione  etnografica  della  Terra  del  Fuoco.  —  Nola 
Sopra  il  permiano  ed  il  triasico  della  Nurra  in  Sardegna.  —  Appunti  etno- 
grafici con  cenni  geologici  nella   Terra  del  Fuoco. 

L.  Gatta.    Vulcanismo. 


—  23   - 

D.  Pantaneu.i.  Commemorazione  di   Q.   Sella. 

M.  Lanzi.  Le,  diatom.ee  rinvenute  nel  lago  Traiano,  nello  stagno  e 
loro  adiacenze. 

Briens  de  Haan.  Ristampa  di  alcune  opere  di  S.  Stevin,  B.  de  Spinoza, 
ed  A.  Girard. 

I.  V.  Carus.  Prodromus  faunae  mediterraneae.  P.  I. 

Mostra  della  città  di  Roma  all'esposizione  di  Torino  neWanno  1884. 
Relazione  inviata  dal  Municipio  di  Roma. 

11  Segretario  Blaserna  richiama  l'attenzione  dei  Soci  sull'importante 
pubblicazione  del  prof.  G.  Retzius:  Das  GehSrornan  dee  Wirbeltfiiere,  di  cui 
l'autore  inviò  la  seconda  parte;  sulla  continuazioni'  delle  Oeuvres  de  Lo  place, 
mandate  in  dono  dalla  marchesa  di  Coebert-Chab.vnais,  e  su  di  una  pub- 
blicazione del  Municipio  di  Fabriano,  intitolata:   Fabriano  a  Quintino  Scila. 

Presenta  inoltre  il  cospicuo  dono  del  Governo  inglese,  consistente  ne'10 
volumi  finora  pubblicati  della  Relazione  sui  risultati  scientifici  ottenuti  nella 
spedizione  del  «Challenger»;  comunica  che  venne  dalla  Presidenza  inca- 
ricato l'ambasciatore  italiano  a  Londra,  il  Socio  C.  Nigra,  di  esprimere  al 
Governo  di  S.  M.  Britannica  i  sensi  di  gratitudine  dell'Accademia. 

Il  Socio  Cannizzaro  presenta  le  seguenti  pubblicazioni: 
R.  Pirotta.  Annuario  del  II.  istituto  botanico  di  Roma.  Annoi,  f."  1°. 
I.  Mauro,  R.  Nasini,  ed  A.  Piccini.  Analisi  chimica  delle  a  eque  pota- 
bili della  città  di  Roma. 

Il  Socio  Betocchi  fa  omaggio  del  Catalogo  di  Ilo  esposizione  collettiva 
del  Ministero  dei  lavori  pubblici  alla  esposisione  nazionale  di  Torino  del 
1884,  da  lui  compilato.  Presenta  inoltre  alcune  pubblicazioni  tecniche  del- 
l'ing.  Giambastiani  e  la  Nota  del  prof.  Ragona:  Sulle  condizioni  meteo- 
riche di  giugno  1884. 


CORRISPONDEN  ZA 

•    Il  Segretario  Blaserna  comunica   la   seguenti'  corrispondenza  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

La  Società  degli  antiquari   di  Filadelfia;  la  Società  batava  di  Biosofia 

sperimentale  di  Rotterdam  ;  la  r.  Società  Vittoria  di  Melbourne  ;  la  Società 

letteraria  neerlaudese  di  Leida  ;  la  Società  di  scienze  naturali  di  Praga;  la 

Società  geologica  di  Manchester;  l'Osservatorio  di  Leida;  la  civica  Biblioteca 


—  24  — 

ìslandica  di  Reykjavik;  il  r.  Istituto  delle  scienze  del  Lussenburgo;  il 
Collegio  degl'Ingegneri  ed  Architetti  di  Roma;  la  Scuola  tecnica  superiore 
di  Darmstadt. 

Annunciano  l1  invio  delle  loro  pubblicazioni  : 

Il  Ministero  delle  finanze;  il  Ministero  della  guerra;  il  Ministero  dei 
lavori  pubblici;  la  Direzione  degli  archivi  della  Camera  dei  Deputali;  il 
Governo  di  S.  M.  Britannica;  l'Accademia  delle  scienze  di  Berlino;  la  So- 
cietà dei  naturalisti,  di  Reichenberg;  la  Società  filosofica  e  letteraria  di 
Manchester;  la  Società  Linneana  di  Londra;  la  Società  di  scienze  naturali 
di  Gera;  la  Società  storica  di  Kiel;  la  Società  olandese  delle  scienze  e 
l'Istituto  Teyler,  di  Harlem;  la  Società  dei  naturalisti  di  Dorpat;  la  Società 
storica  di  Breslau  ;  la  Deputazione  di  storia  patria  per  le  provincie  della 
Toscana,  Umbria  e  delle  Marche,  di  Firenze;  l'Università  di  Rostock;  l'Uni- 
versità di  Giessen;  il  r.  Osservatorio  di  Greenwich;  l'ufficio  geodetico  de- 
gli Stati  Uniti,  Washington. 

Ringraziano  ed  annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 

La  Società  patria  dei  naturalisti  del  Wiirtenberg;  la  Società  dei  natu- 
ralisti e  la  Società  svizzera  di  scienze  naturali  di  Berna;  la  r.  Società 
delle  scienze,  di  Upsala. 

Il  segretario  Blaserna  presenta  due  pieghi  suggellati  inviati  dal  prof. 
Rocco  Nobili  e  dal  M".  Carega  di  Muricce  perchè  sieno  conservati  negli 
Archivi  dell'Accademia. 

CONCORSI    A    PREMI 

Temi  di  premio  inviati  dalle  Accademie,  Società,  Istituti  scientifici  ecc. 

1».  Istituto  Veneto  «li  selenze,  lettere  ed  arti. 

—  Origino  e  vicende  dei  limi  comunali  in  Italia;  a  chi  ne  spettasse  la  proprietà,  a 
chi  il  goìimento  ed  a  quali  condizioni. 

Tempo  utile  31  dicembre  1884.  —  Premio  lire  1500. 

—  Storia  ragionala  delle  opere  e  dille  dottrine  idrauliche  nulla  regione  Veneta,  con 
particolare  riguardo  agl'influenza  esercitata  dallo  Studio  di,  Padova. 

Tempo  utile  31  dicembre  1884.  —  Premio  lire  3000. 

—  Narrare  le  origini  e  le  vlcend-  d  Ila  Pubblica  Beneficenza  in  Venezia,  considerando 
criticamente  di  età  in  età  le  varie  modificazioni  cui  le  Insili  azioni  soggiacquero,  e  conchiu- 
d  nid)  col  proporre  le  riforme  che  si  richiedessero,  al  fine  di  conciliare,  per  quanto  è  pos- 
sibile, la  volanti  dei  benefattori  colle  nuove  esigenze   soci  ili. 

Tempo  utile  31   mar^o  1S80.  —  Premio  lire  3000. 

—  Quali  condizioni  politiche  e  sociali,  quali  autori  e  quali  scrini  abbiano  contribuito 
mi  secolo  XVI II  a  promuovere  e  sviluppare  nella  V-nezii  gli  sludi  storici;  raggruppando 
le  opere  principali  secondo  il  rispitiivo  indirizzo,  determinando  il  posto  che  occupano  netti 


scienza,  e  paragonando  queste  opere  ai  lavori  congeneri,  eh,   nello  nesso  secolo  uscirono 
luce  nelle  altre  parli  d'Italia. 

Tempo  utile  31  marzo  188C.  —  Premio  lire  3000. 

—  Storia  documentala  del  conte  Francesco  ili  Carmagnola,  dall'epoca  in  cui  presi 
mililarc  sotto  le  bandiere  ili  Filippo   Maria    Visconti,  sino  a  quella  della  sia  morte,  discu- 
tendo i  racconti  e  oli  appressamenti  dei  cronisti  edili  ed  inediti,  degli  storici  e  pubblicist 
italiani  •   stranieri,  e  indagando,  possibilmente,  i  giudizii,  che  sui  falli  dèi  conte  portarono 
i  condottieri  ad  esso  contemporanei. 

Tempo  utile  31  marzo  ISSO.  —  Premio  lire  3000. 

—  Storia  del  metodo  sperimentate  in  Italia. 

Tempo  utile  a  tutto  febbraio  1885.  —  Premio  lire  5000. 

—  Vita  di  S.  Antonio  da  Padova. 

Tempo  utile  31  luglio  1880.  —  Premio  lire  5000. 

Premio  .li  lire  3000  all'italiano  —  che  avesse  fallo  progredin   nel  biennio  1884-85  ' 
scienze  mediche  e  chirurgiche,  sia  colla  invenzione  ili  qualche  islrumento  o  di  qualche  ri- 
trovato, che  servisse  a  lenire  le  umane  sofferenze,    sia   pubblicando  qualche  opera  di  som- 
mo pregio. 

Tempo  utile  31  dicembre  18S5. 

AcrniU'inia  Itcalc  delie  scienze  dell'Istituto  «li  Itolosna. 

—  Una  medaglia  d'oro  del  valore  di  Lire  Unii  me  1000  sarà  conferita  all' , nitore  di 
quella  Miami  n  che  fondandosi  sopra,  dati  sicuri  o  ili  Chimica  o  di  Fisica  o  di  Meccanica 
applicala,   indicherà   ninni'   ed   efficaci  sistemi  pratici  o  nuovi  apparecchi  per  prevenir' 

p  -r  estingui  re  gl'incendi. 

Tempo  utile  30  maggio  1880. 

Circolo  giuridico  «31  l'alenato. 

—  Del  giurì  nella  materia  civile,  commerciale  e  correzionale.  Esposizione  storica  e  cri- 
tica  ili  questa  islituzione. 

Tempo  utile  31  ottobre  1886    —  Premio  lire  1000. 


COMITATO    SEGRETO 

I  Soci  Cannizzaeo,  Br.ASEKNA,  Briosi  sono  designati  a  far  parte  dulia 
Commissione  di  concorso  all'ufficio  di  Segretario  ti  imi  oralo  nella  Società  dei 
Viticoltori  italiani. 

II  Socio  Cossa  è  delegato  a  rappresentare  l'Accademia  nella  comme- 
morazione del  Socio  Gastaldi,  preparata  dal  Club  alpino  italiano  in  Pianezza. 

P.   B. 


RENDICONTI 

DELLE  SEDUTE 

DELLA     11.     ACCADEMIA     DEI     LINCE] 


Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Sedata    del    21    dicembre    1884. 

T.  Mamiani  Presidente  onorario 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  O  PRESENTATE  DA  SOCI 

Archeologia.  —  Sur  un  pian  inédit  de  Home  au  commencement 
da  XV  siede.  Nota  del  sig-.  E.  Muntz,  presentata  dal  Socio  Minghetti. 

Il  Socio  Mixghetti  presenta  a  nome  del  sig.  Eugenio  Miiiitz  biblio- 
tecario alla  Scuola  nazionale  e  speciale  di  belle  arti  a  Parigi,  la  fotografia 
ili  una  pianta  di  Roma  appartenente  alla  fine  del  XIV  o  al  principio  del  XV 
secolo.  La  pianta  trovasi  nell'Uffizio  del  duca  di  Berry  che  ora  la  parti' 
della  preziosa  collezione  del  duca  d'Àumale  a  Chantilly. 

«  Ricorda  come  dopo  la  pubblicazione  fatta  nel  187!»  dal  de  Ros  ì 
delle  piante  icnografiche  e  prospettiche  di  Roma  anteriori  al  secolo  XVI, 
1'  invito  del  chiarissimo  autore  a  ricercarne  altre,  fosse  accolto  con  favore 
dagli  studiosi. 

«  Lo  stesso  Muntz  presentò  nel  1880  alla  Società  degli  antiquari  di 
Francia  un'illustrazione  della  veduta  di  Roma  dipinta  a  San  Geminiano 
nella  chiesa  di  s.  Agostino  da  Benozzo  Gozzoli  (e  ne  olire  ora  una  copia 
all'Accademia).  Il  sig.  Enrico  Stevenson  riprodusse  ed  illustrò  appresso, 
nel  Bollettino  archeologico  comunale  di  Roma  L881,  una  pianta  dipinta 
da  Taddeo  di  Bartolo  circa  l'anno  llll,  nella  cappella  interna  del  palazzo 
comunale  di  Siena. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ' 


—  28  — 

«  (nfine  tutti  ricordano  la  Memoria  letta  nella  seduta  del  15  aprile  1883, 
dal  Socio  Gregorovius  sopra  una  pianta  di  Roma  delineata  in  un  codice 
dipinto  da  Leonardo  da  Besozzo  miniatore  milanese  nel  principio  del  XV 
secolo.  A  questo  medesimo  tempo,  o  alquanto  anteriore  dee  appartenere  la 
pianta  che  presenta  ora  il  sig.  Muntz,  e  che  parai  degna  di  tutta  la  con- 
siderazione dell'Accademia. 

«  A  prima  giunta  havvi  una  grandissima  analogia  fra  questa  pianta  e 
quella  di  Taddeo  di  Bartolo  così  nelle  forme  come  negli  edilìzi  rappre- 
sentati. Nondimeno  un'accurata  osservazione  fa  notare  differenze  rimarchevoli 
fra  le  due  ». 

Il  Socio  Minghetti  legge  intorno  a  ciò,  la  seguente  breve  notizia  del 
sig.  Muntz,  il  quale  promette  appresso  una  più  particolareggiata  illustrazione. 

«  Le  pian  que  j'ai  l'honneur  de  communiquer  à  l'Académie  Rovaio 
«  des  Lincei  se  trouve  dans  le  célèbre  Lime  d'heures  du  due  de  Berry, 
«  le  chef  d'oeuvre  de  l'art  de  la  miniature  au  XVe  siècle ,  et  le  joyau  de 
•<  la  Bibliothèque  de  Mgr.  le  due  d'Aumale,  a  Chantilly. 

«Le  pian,  ainsi  que  la  presque  totalité  des  illustralions  du  memo 
«  manuscrit,  est  l'oeuvre  d'un  artiste  italien,  enoore  tout  imbu  des  traditions 
•<  du  moyen  àge.  L'exécutiou  en  appartient,  au  plus  tard,  a  l'année  1416, 
«  date  de  la  mort  du  due  de  Berry. 

«  A  première  vue ,  on  est  frappé  de  l'analogie  entre  le  pian  exécuté 
<-  pour  le  due  de  Berry  et  le  pian  de  Taddeo  di  Bartolo  publié  par  Mr  Steven- 
«  son  dans  le  Ballettino  della  Commissione  archeologica  comunale  di  Roma 
«  (année  1881).  Mais  en  l'examinant  de  plus  près,  on  ne  tarde  pas  à  décou- 
«  vrir  une  fonie  de  variantes.  On  y  voit,  a  la  gauche  du  fort  Saint  Ange, 
«  deus  ponts  successifs ,  lorsque  le  pian  de  M''  Stevenson  n'en  contient 
«  qu'un;  la  pyramide  de  Cestius  est  indiquée  avec  plus  de  netteté,  etc,  etc. 
«  Par  contre  notre  pian  laisse  de  coté  un  certain  norabre  de  monuments 
«  représentés  sur  le  pian  rivai,  notamment  dans  la  région  du  Latrau  ;  d'autres 
«  monuments,  le  Panthéon  et  le  Colisée  y  sont  complètement  défìgurés. 

«  Il  résulte  de  ce  rapprochement  que  le  pian  de  Taddeo  di  Bartolo  et 
«  celili  du  miuiaturiste  du  due  de  Berry  procèdent  d'un  originai  commini, 
«  exécuté,  selon  toute  vraisemblance,  dans  la  seconde  moitié  duXIV"  siècle. 

«  Je  me  propose  d'étudier,  dans  un  mémoire  plus  développé,  toutes 
«  les  particularités  du  pian  que  je  viens  d'avoir  l'honneur  de  sigualer  a 
«  l'Académie. 

«  En  attendant,  je  m'estimerai  heureux  d'avoir  pu,  cornine  l'ont  fait 
«  avant  moi  MM.  Gregorovius  et  Stevenson,  apporter  une  contri bution  nou- 
*<  velie  a  l'ouvrage  capital,  chef  d'oeuvre  d'érudition,  que  mon  illustre  maitre 
>  M.  le  commandeur  de  Rossi,  a  consacrò  aux  plaus  de  Rome  antt'rieurs 
«  au  XVT   siècle  ». 


—   20   — 

Storia-  —  Atti  e  documenti  delle  antiche  assemblee  rappresen- 
tative della  Monarchia  di  Savoja  editi  per  cura  di  B'ederico  Ema- 
nuele Bollati.  Voi.  XIV  e  XV  dei  Historiae  patriae  Monumenta: 
Augmtae    Taurbwrum    MDCCCLXXIX    e  MDCCCLXXIV. 

Nota  del  Socio  Domenico  Caiutti. 

«La  raccolta  degli  Atti  degli  Stati  generali  nei  paesi  posti  sotto 
la  sovranità  dei  Reali  di  Savoia  fino  allo  scorcio  del  secolo  passato, 
forma  i  volumi  XIV  e  XV  della  grande  collezione  dei  Mcnumenta  Historiae 
polriae,  edita  dalla  r.  Deputazione  sovra  gli  studi  di  Storia  patria  per  le 
antiche  provincie  e  la  Lombardia.  Nell'adunanza  accademica  del  18  marzo  1879 
ebbi  l'onore  di  presentare  il  primo  tomo,  ora  presento  con  vero  compiaci- 
mento il  secondo  ed  ultimo. 

«  Pino  dal  183G,  cioè  tre  anni  dopo  la  creazione  della  Deputazione 
fatta  nel  1833  dal  re  Carlo  Alberto,  una  giunta,  composta  di  quei  valenti 
uomini  che  furono  Giuseppe  Manno,  Federico  Sclopis  e  Luigi  Cibrario, 
ne  propose  la  stampa,  dicendo  che  i  tre  Stati  della  monarchia  erano  ricor- 
dati da  molti  scrittori,  e  che  alcuni  frammenti  dei  loro  atti  trovavansi 
di  già  pubblicati  in  varie  opere,  sì  che  (notavano)  «  sarebbe  follia  il  ere- 
«  dere  che  il  silenzio  che  si  osserverebbe  a  loro  riguardo,  potesse  interpre- 
-  tarsi  per  una  dichiarazione  contraria  alla  loro  esistenza.  »  Il  governo  non 
credette  allora  di  doverne  consentire  la  pubblicazione,  ma  avendo  il  conte 
Sclopis  composto  il  suo  Saggio  storico  degli  Stati  generali  letto  alla  r.  Acca- 
demia delle  scienze  di  Torino,  dopo  non  breve  spazio  di  tempo  Cesare  Balbo 
domandò  che  la  pubblicazione  non  fosse  più  avanti  indugiata;  nuovamente 
nel  1858  altri  la  sollecitarono;  finalmente* nel  18G4,  deliberata  la  stampa. 
fu  affidata  la  lunga  e  laboriosa  impresa  al  deputato  Emanuele  Bollati,  che, 
in  una  relazione  fatta  alla  r.  Deputazione  l'anno  seguente,  dichiarò  fra  le  altre 
cose:  *  Gli  Stati  generali  delle  antiche  provincie  non  hanno  riscontro  per 
«  la  storia  italiana  che  nei  Parlamenti  generali  di  Sicilia  e  negli  Stamenti 
«  della  Sardegna;  e  sta  in  fatto  che  il  diritto  pubblico  interno  del  Régno 
«  attuale  d'Italia,  come  è  quello  stesso  che  già  fa  proprio  del  Regno  subal- 
«  pino,  ha  origine  dai  pronunziati  degli  Stati  generali  ».  Il  dotto  e  dili- 
gente editore  non  perdonò  a  ricerche  e  riscontri,  e  volle  far  bene  più  che 
far  presto,  laonde  la  raccolta  avrà  lode  di  compiuta  e  perfetta,  por  quanto 
si  può  la  perfezione  in  somiglianti  fatiche  conseguire. 

«  Gli  atti  e  i  documenti  contenuti  nel  tomo  primo  (Comitiorum  lì  terminano 
coli'  anno  1500,  e  riguardano  le  Congregazioni  generali  e  le  Congregazioni  pro- 
vinciali. Nelle  prime  sedevano  i  rappresentanti  del  Genevese,  del  Vaud, 
della  Bressa  e  del  Bugey,  della  Savoia,  di  Val  d'Aosta,  del  Piemonte  e 
della   Contea   di   Nizza;  ma  non  sempre  tutti  questi    paesi   erano   insieme 


—  30  — 

convocati  por  ciascuna  adunanza.  Le  Congregazioni  provinciali,  chiamate  pol- 
lo più  i  Tre  Stati,  compaiono  nel  paese  di  Vaud  nel  1264,  in  Val  d'Aosta 
nel  1240;  in  Piemonte  nel  128(3;  nel  Monferrato  nel  1225;  nel  Marchesato 
di  Saluzzo  nel  1244;  nella  Savoia  nel  1173;  nella  Contea  di  Nizza  nel  1146,  noi 
qual  tempo  Nizza  era  unita  alla  Provenza.  Le  Congregazioni  provinciali  cessa- 
rono in  diversi  tempi.  Nel  Vaud,  dopo  che  nel  1536  i  Vodesi  passarono  sotto  il 
dominio  di  Berna;  nel  Piemonte  l'ultima  adunanza  è  tenuta  nel  1562,  aven- 
dole il  duca  Emanuele  Filiberto  lasciate  cadere  in  dissuetudine.  Dei  tre 
Stati  del  Monferrato  non  si  ha  pili  notizia  dopo  il  1500;  l'ultima  Congre- 
gazione di  Nizza  avviene  nel  1691,  e  l'ultima  di  Saluzzo  nel  1690.  Giova 
avvertire  che  gli  Stati  di  Monferrato  non  hanno  attinenza  coi  principi  di 
Savoia,  essendo  il  Ducato  venuto  in  lor  dizione  parte  nel  secolo  XVII,  e 
parte  nel  XVIII;  breve  ne  hi  il  Marchesato  di  Saluzzo,  unito  alla  Corona 
nel  1601.  Stanno  pertanto  nella  raccolta  più  per  ragione  geografica,  che 
politica. 

«  Il  secondo  volume  (Comitiorum  pars  altera)  contiene  gli  Atti  dal- 
l'anno 1561  all'anno  1766,  e  si  apre  con  una  dissertazione  dell'editore,  nella 
quale  ragiona  1°  delle  assemblee  della  monarchia  di  Savoia  in  generale; 
2'1  della  loro  composizione;  3°  della  forma  e  dei  modi  della  loro  convoca- 
zione; 4"  delle  loro  attribuzioni;  5"  della  graduale  lor  declinazione  e  con- 
seguente cessazione.  Chiudono  il  volume  quattro  appendici  :  la  prima  ci  dà 
le  Considerazioni  storielle  intorno  alle  assemblee  rappresentative  del  Pie- 
monte e  del'la  Sav aia,  di  Federico  Sclopis,  rifacimento  e  ampliazione  sostan- 
ziosa del  Sag;;io  storico  impresso  nel  1853,  e  ultimo  lavoro  dell'uomo  onorando, 
che  lo  corredò  di  alcuni  documenti  di  rilievo,  come,  ad  esempio,  la  lettera 
del  conte  Giorgio  Costa  della  Trinità,  che  informa  il  duca  Emanuele  Fi- 
liberto intorno  alla  penultima  Congregazione  piemontese  del  mese  di  giugno 
1560.  Nella  qual  lettera,  dopo  di  aver  resa  testimonianza  del  buon  animo 
dei  deputati,  il  Conte  così  scrive  al  Principe  :  «  Or  quella  piacendogli,  fac- 
cia buona  considerazione  al  tutto  e  procuri  di  tener  i  suoi  popoli  e  vassalli 
per  il  cuore,  che  vedrà  elio  no  riuscirà  sempre  con  ogni  suo  onorato  desiderio 
e  con  satisfazione  di  Dio  e  degli  uomini  ».  La  seconda  appendice  contiene 
alcuni  estratti  della  Dissertazione  inedita  di  Giambattista  Tillier  sopra  la 
storia  e  la  geografia  del  Ducato  di  Aosta,  pertinenti  ai  tre  Stati  nella  valle 
augustaiia.  —  La  terza  rapporta  la  serie  cronologica  delle  adunanze  delle 
assemblee  ricordate  nelle  storie  e  nei  documenti  e  delle  cui  deliberazioni 
manca  il  testo;  la  quarta  consta  di  Appunti  per  una  bibliografìa  delle  antiche 
assemblee  rappresentative  dei  principali  Stati  d'Europa. 

«  Il  barone  Bollati  di  S'.  Pierre  impiegò  venti  anni  di  fatiche  nel- 
l'opera sua;  perciò  dopo  di  essa  assai  poco  si  potrà  aggiungere  agli  Atti 
delle  nostre  assemblee  della  Savoia  e  del  Piemonte.  L'autore,  nell'esaminare 
la  loro  costituzione  e  i  loro  poteri,  che  sino  al  decimo  sesto  secolo  furono 


parte  integrante  della  Monarchia,  e  nel  Ducato  d'Aosta  durarono  sino  al  L76G, 
invita  gli  studiosi  delle  altre  parti  d'Italia  a  ricercar  le  vicende  delle  isti- 
tuzioni stesse  fiorite  nelle  loro  contrade.  «  Perocché  (dice  il  Bollati)  se  gene- 
ralmente gli  storici  nostri  ne  tacciono,  e  so  al  confronto  sono  scarsi  gli 
atti  o  i  documenti  ufficiali  che  ne  rimangono,  non  è  per  altro  ignorato 
che,  oltre  le  Congregazioni  degli  Stati  di  là  e  di  qua  dell'Alpi,  v'ebbero 
Parlamenti  nel  Friuli,  nelle  Rornagne,  nell'antico  Regno  di  Napoli,  nella 
Sicilia  e  nella  Sardegna;  dei  quali,  se  si  eccettuano  i  Parlamenti  insulari, 
onde  scrissero  il  Mongitore,  il  De  Gregorio,  il  Serlio,  l'Angius  e  qualche 
altro  di  minor  conto,  poco  assai  si  conosce,  ed  anzi  appena  ne  resta  vestigio 
in  notizie  sparse  e  fugaci  ».  Quanto  a  me  vo'  credere  che  negli  Archivi 
pubblici  o  privati  si  possano  invenirne  i  documenti,  come  sonosi  ritrovati 
nel  Piemonte,  e  panni  che  gli  uomini  da  ciò  dovrebbero  rintracciarli  e 
ordinarli  senza  quella  fretta 

Che  l'onestati    ad  ogni  atto  dimiaga. 

Ancorché  io  non  osi  affermare  che  l'argomento  abbia  importanza  e  «  signi- 
ficazione isterica  maggiori  di  quello  sulla  costituzione  dei  nostri  municipi  », 
come  l'autore  dichiara,  mi  è  avviso  tuttavia  che  la  notizia  degli  Atti  delle 
assemblee  parlamentari  nell'  età  di  mezzo  rimanga  necessaria  a  leggere 
meglio  la  storia  riposta   e  interiore   di  ciascuno  Stato  e  dei  popoli  italiani  ». 

Bibliografìa.  --  Il  Segretario  Ferri  presenta  le  seguenti  pubblicazioni  : 
a)  A  nome  del  Socio  corrispondente  Augusto  Conti,  due  volumi  intitolati  : 
//  Buono  nel  Vero,  o  Monile  e  Diritto  naturale  (seconda  edizione),  che  l'autore 
invia  all'Accademia  a  compimento  della  collezione  delle  sue  opere. 

«Nel  primo  volume  di  questa  edizione  in  gran  parte  rifatta  l'autore 
espune  i  principi  della  Morale.  Distinguendo  la  scienza  dall'arte  del  bene 
risale  all'origine  del  concetto  supposto  dall'una  e  dall'altra,  ne  distingue  le 
specie,  ne  cerca  la  esemplarità  nella  natura,  lo  determina  con  l'osservazione  dei 
fatti  umani,  lo  collega  con  la  legge  naturale  o  razionale  che  li  domina,  e  ne 
deduce  la  necessità  e  i  caratteri  propri  del  dovere.  Viene  poscia  l'ordina- 
mento teorico  ossia  la  subordinazione  dei  doveri  a  un  obbligo,  primo  per 
importanza  logica  e  pratica,  fonte  obbiettiva  e  criterio  supremo  della  mora- 
lità, il  quale  s'immedesima  con  un  primo  o  supremo  vero,  e  non  è  altro 
che  l'ordine  della  natura  manifestalo  alla  volontà  dalla  ragione  retta; 
di  guisa  che  obbedire  alla  ragione  sia  il  medesimo  che  obbedire  all'ordine 

naturale  e  al  suo  principio.  In  tal  modo  la  Morale  si  ricongiunge,  sec lo 

l'autore,  alla  Metafisica  e  alla  religione,  rimanendone  nondimeno  distinta 
nel  suo  concetto  proprio  e  nelle  sue  forinole.  Nondimeno  l'autore  è  d'opi- 
nione che  i  sistemi  metafisici  diversi  dal  teismo  partoriscano  conseguenze 
elie  sono  in  contraddizione  con  la  morale  del  dovere. 

«  L'esami'  critico  di  tali  sistemi  considerati  nella  relazione    anzidetta 


—  32  - 

occupano  buona  parte  di  questo  primo  volume,  che,  a  conferma  della  dot- 
trina dell'autore,  si  chiude  riassumendo  l'esame  del  sentimento  etico,  del 
comun  senso  morale  e  delle  tradizioni  della  scienza  del  bene. 

«  Venendo  poi  nel  secondo  volume  a  trattare  più  specialmente  delle 
applicazioni  dei  principii  alle  varie  sfere  della  vita,  l'autore  si  occupa  dei 
doveri  verso  l' individuo,  la  famiglia,  lo  stato  e  1'  umanità,  studiando  le 
attinenze  loro  coli' ideale  etico  e  con  l'arte  del  bene.  Il  diritto  in  generale, 
le  sfere  varie  in  cui  si  allarga  o  si  restringe  unitamente  alle  questioni 
della  guerra  e  del  duello,  e  ad  altri  soggetti  importanti  come  il  lavoro  e 
le  sorgenti  della  pubblica  felicità,  sono  il  vasto  campo  pratico  in  cui  spazia 
la  mente  del  nostro  collega,  spargendo  in  tutte  le  sue  parti  luce  di  osser- 
vazioni e  descrizioni  nuove  con  arte  bella  proporzionata  al  suo  vivo  senti- 
mento del  bene  ». 

b)  A  nome  del  sig.  prof.  Gustavo  Uzielli  professore  di  Mineralogia  e 
Geologia  nella  r.  Università  di  Torino,  il  suo  libro,  Ricreile  intorno  a 
Leonardo  da    Vinci  (serie  seconda). 

«  Il  prof.  Uzielli  ha  già  dato  alle  stampe  un  primo  volume  di  Ricerhe 
nel  quale  si  è  occupato  principalmente  della  biografia  del  Vinci,  delle  sue 
relazioni  colla  sua  famiglia  e  della  origine  e  e  udizione  di  questa. 

«  Nel  presente  volume  egli  pubblica  studi  e  documenti  intorno  ai  mano- 
scritti del  grande  scienziato  e  artista. 

«  L' edizione  di  questo  volume  è  di  soli  260  esemplari  numerati  ;  il 
che  unito  all'  importanza  delle  cose  che  contiene,  cresce  il  pregio  del  dono 
fatto  all'Accademia,  e  il  volume,  per  sé  stesso  merita  veramente  la  sua  at- 
tenzione. Esso  si  apre  colla  riproduzione,  con  trascrizione  separata,  in  doppia 
tiratura  fotografica  negativa  e  positiva  di  un  foglio  autografo  del  Vinci  tolto 
dalla  regia  Accademia  di  Venezia  in  cui  sono  compresi,  con  le  relative  spie- 
gazioni teoriche,  parecchi  disegni  concernenti  le  leggi  o,  come  il  Vinci  diceva, 
regole-  della  caduta  dei  gravi.  In  questa  riproduzione  la  scrittura  del  pre- 
cursore di  Galileo,  che,  come  ognuno  sa,  va  generalmente  nei  suoi  manoscritti 
da  dritta  a  sinistra,  è  rimessa  mediante  la  tiratura  negativa  nella  posizione 
ordinaria,  e  può  dare  un'  idea  dell'effetto  che  si  otterrebbe  qualora  la  pub- 
blicazione delle  opere  inedite  del  Vinci  si  attuasse  in  questo  modo. 

«  Dopo  una  prefazione,  nella  quale  l'autore  discorre  brevemente  della 
grandezza  del  genio  scientifico  di  Leonardo,  e  del  posto  che  occupa  nella 
storia  delle  scienze,  l'autore  riproduce,  ampliandolo,  uno  studio  anterior- 
mente pubblicato  sulle  scoperte  botaniche  di  lui  e  dimostra  che  alcune 
leggi  della  fillotassi  furono  chiaramente  espresse  da  lui  nel  libro  intitolato, 
Degli  alberi  e  verdure  che  è  il  sesto  del  trattato  della  Pittura.  Il  sig. 
Uzielli  giustifica  il  suo  giudizio  ,  confermato  del  resto  da  specialisti 
contemporanei,  rifacendo  brevemente  la  storia  delle  relative  osservazioni, 
la  cui  priorità  fu  erroneamente  attribuita  al  Brown  e  ad  altri. 


—  33   - 

«  Un  secondo  lavóro  eompres  1  in  questa  raccolta  concerne  l'autjre  del 

famoso  sonetto  che  comincia 

Chi  non  può  quel  c'w  vuol,  quel  che  puoi  oog 

composizione  giudicata  tanto  diversamente  sotto  il  rispetto  estetico  dai  nume- 
rosissimi critici  e  storici  che  se  ne  sono  occupati,  ma  da  tutti  attribuita  a 
Leonardo.  L'Uzielli  per  accertarne  la  provenienza  si  è  dato  cura  di  ricercare 
in  tutte  le  biblioteche  d'  Italia  i  codici  che  la  contengono,  e,  con  indagini 
critiche  pazienti  e  minute,  è  pervenuto  a  dimostrare  che  ne  fu  autore  Anto- 
nio di  Meglio  araldo  della  signoria  di  Firenze  e  a  fissarne  la  data  a  un 
tempo  anteriore  alla  nascita  del  Vinci. 

«  La  terza  parte  è  sul  modo  di  pubblicare  le  opere  di  Leonardo. 
L'autore  confronta  i  saggi  diversi  che  ne  comparvero  nei  nostri  giorni  e 
segnatamente  quelli  del  Richler  e  del  Ravaisson-Mollien,  per  concludere  che, 
a  suo  avviso,  il  metodo  preferibile  è  quello  di  darli  al  pubblico  integral- 
mente riprodotti  mediante  la  fototipia. 

«  Nella  copiosa  collezione  di  documenti  che  viene  appresso  noterò  la 
illustrazione  della  fotografia  posta  in  principio  del  volume  e  del  cui  oggetto 
ha  dato  un  cenno,  la  ristampa  della  relazione  del  Mazzenta  sulla  disper- 
sione dei  manoscritti  di  Leonardo,  un  quadro  dei  suoi  disegni  conservati 
nelle  Gallerie  e  Biblioteche  italiane,  un  elenco  dei  codici  autografi  vinciaui  e 
degli  apografi  più  importanti. 

•i  Da  queste  brevi  informazioni  la  Classe  può  avere,  credo,  un'  idea  della 
importanza  di  una  pubblicazione  che  dovrà  esser  certo  di  grande  utilità  a 
chiunque  si  occupi  del  pensatore -artista,  al  quale  l'Italia  dovrebbe  final- 
mente la  tarda  giustizia  di  una  stampa  integrale  delle  sue  opere  ». 

e)  A  nome  del  prof.  Giacomo  Barzef.lotti  un  volume  intitolato:  David 
Lazzaretti  ili  Àrcidosso  detto  il  Santo,  i   suoi  seguaci  e  la  sua  leggen  la. 

«  Intento  dell'autore  di  questo  libro  è  di  studiare  il  fenomeno  religioso 
nel  suo  nascimento,  nei  motivi  e  nel  processo  del  suo  primo  sviluppo,  scru- 
tando e  descrivendo  i  fatti  recenti  avvenuti  in  un  comune  della  Toscana, 
dei  quali  l'infelice  Lazzaretti  fii  il  protagonista  e  la  vittima.  È  uno 
studio  di  osservazione  e  di  indagine  diretta,  di  cui  l'autore  ha  ricevuto  i 
documenti  e  le  informazioni  sul  luogo  ove  quei  fatti  accaddero,  e  che, 
secondo  il  suo  proposito,  deve  essere  un  contributo  a  quella  parte  della 
psicologia  storica  e  obbiettiva  che  ha  per  oggetto  speciale  la  genesi  e  l'evo- 
luzione delle  religioni.  Il  lavoro  del  prof.  Barzelletti  si  collega,  per  questo 
rispetto,  e  generalmente  per  lo  spirito  e  il  metodo  che  Io  informano,  alla 
direzione  moderna  dogli  studii  filosofici,  che  trasporta,  dall'ordine  astratto  e 
subbiettivo  dell'analisi  individuali'  nel  collettivo  e  obbiettivo,  la  trattazione 
delle  questioni  psicologiche  e  metafisiche,  senza  por  altro  rompere  il  legame 
necessario  che  unisco  nella  critica  l'uno  con  l'altro. 


-    34   — 

«  Oltre  a  questo   indirizzo,  conferiscono   all'interesse   storico-filosofico 

di  questa  pubblicazione  le  informazioni  che  il  prof.  Barzellotti  ci  comunica 
sopra  gli  scritti  del  Lazzaretti,  le  induzioni  sue  circa  il  carattere  di  questo 
illuminato  del  nostro  tempo,  circa  il  contagio  morale  che  si  è  propagato 
nel  volgo  che  lo  circondava,  e  finalmente  le  connessioni  non  infondate,  che, 
per  la  somiglianza  delle  idee,  come  per  le  tradizioni  di  fatto,  si  ravvisano 
fra  le  dottrine  religiose  del  nuovo  profeta  e  quelle  di  Gioacchino  da  Flora, 
o  1'  Evangelo  eterno,  annunzio  del  regno  dello  Spirito  santo  e  di  una  nuova 
era  sociale,  a  cui  è  legato  il  nome  del  Millenarista  nominato,  come  ognun 
sa,  nella  Divina  Commedia  ». 

lI)  «  Presenta  finalmente  un  suo  opuscolo  intitolato:  La  sostanzialità  del- 
l'anima e  le  malattie  della  .urinaria,  nel  quale  risponde  a  un  lavoro  del  signor 
Bonvecchiato  medico  del  Manicomio  di  san  Clemente  in  Venezia.  Il  giovane 
alienista  avendo  in  esso  esaminato  e  discusso  la  dottrina  psicologica  con- 
tenuta nel  libro:  La  psychologie  de  l'associatìon,  l'autore  dell'opuscolo 
presentato  prende  alla  sua  volta  in  esame  le  obbiezioni  prodotte  contro  il 
concetto  della  sostanzialità  dell'anima  ed  espone  gli  argomenti  che  provano, 
a  suo  avviso,  l'esistenza  di  una  forza  psichica  e  la  sua  possibile  concilia- 
zione con  le  forze  fisiche  ». 

Bibliografia.  —  Indici  alfabetici  per  autori  e  per  soggetti  dei 
codici  italiani  della  collezione  Ashbumham.  Nota  del    Socio    corr. 

E.  Naeducci. 

«  Unanimi  furono  il  plauso  degli  eruditi  ed  il  senso  di  legittima  soddisfa- 
zione in  ogni  italiano ,  allorché,  a  proposta  del  Ministro  della  pubblica 
istruzióne  fatta  nella  seduta  del  12  giugno  1884  alla  Camera  dei  Deputati, 
questa  approvò  l'acquisto  per  23,000  lire  sterline  (italiane  585,000)  di 
quella  parte  dei  codici  della  collezione  Ashburnham,  che  costituivano  il  fondo 
Libri,  e  che  ascendono  ora  al  numero  di  1836  ,  compresi  i  10  danteschi 
del  fondo  Appendice  ('). 

«  Il  catalogo  dei  codici  costituenti  questo  fondo,  in  numero  di  1926 
(i  u.'  100,1470  e  1660  essendo  duplicati),  fu  dato  in  luce  in  Londra  per 
opera  dello  stesso  Libri  (2),  senza  data  (J),  ma  nel  1853  ("),  e  del  quale  in 


(')  Legge  21  luglio  1384,  n.  2534  (serie  3")  della  Raccolta  ufficiale  delle  leggi  e 
decreti  del  Regno. 

(:)  V.  il  prof.  Isidoro  Del  Lungo  (Notizie  risguardanti  In  Cronica  di  Dino  Compagni. 
Estratto  d&WArchivio  storico  italiano.  Sei-.  4a,  T.  IL  Firenze.  Tip.  di  M.  CellinieC,  p.  11. 

(')  CATALOGUE  |  OF  THE  |  MANUSCK1PTS  |  AT  TUE  |  ASHBURNHAM  PLACE  |  PARI  TUE 
FIRST  1  COMPRISING    A    COLLECTION     FORMED    BY  |  PROFESSOR     LIBRI  |  LONDON  |  PB1NTED    BY  | 

Charles   FRANCIS  HODGSON.  In  4°,  di  120  carte  nuli  numerate. 
(')   V.  Isidoro  del  Lungo.  1.  e. 


—  35  — 

Italia  non  si  ebbe  ad  uso  pubblico  altro  esemplari',  se  non  quello  posseduto 

dalla  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  Quindi  molto  opportunamente  su 
lincilo  ne  fu  pubblicato  altro  cune  allegato  agli  Atti  parlamentari  ('),  ri- 
prodotto poi  nel  Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione  (*). 

«  Male  avviserebbe  per  altro  chi  ritenesse  i  numeri  del  catalogo  ita- 
liano corrispondenti  a  quelli  del  catalogo  inglese.  A  cagion  d'esempio,  i  primi 
6  numeri  del  primo  sono  i  numeri  7.  17,  20,  23,  26,  27  del  secondo. 

«  Per  quanto    entrambi  i  cataloghi   siano   soverchiamente   concisi ,   ed 
alcun  po' difettosi  ,  vista  la  somma  importanza  dei  codici,  essi  sono  di  - 
dissima  utilità  agli  studiosi;  specialmente    l'italiano   che,    oltre   all'essere 
alla  portata  di  tutti,  contiene  i  numeri  coi  (piali    si  può   avere   comunica- 
zione dei  manoscritti. 

«  Notai  già  e  dimostrai  nel  1807  ,  che  della  collezione  Ashburnbam 
fanno  parte  i  codici  della  libreria  Pucci  (3).  Infatti  nella  vendita  fatta  in 
Londra  nel  giugno  di  quell'anno  dai  librai  Sotheby  ,  Wìlkinson  e  Hodge 
della  libreria  appartenuta  a  Sir  Thomas  Gagc  ("),  al  n.  201,  si  ha  mano- 
scritto un  Catalogo  dei  manoscritti  della  libreria  Pucci,  notandosi  nel  Ca- 
talogo di  vendita,  che  tale  raccolta  fu  acquistata  «  by  Earl  of  Ashburnbam  ». 
Questo  catalogo  Pucci,  che  comprende  una  indicazione  di  497  codici,  fu  acqui- 
stato in  quella  vendita  dal  ch.mo  principe  D.  Baldassarre  Boncompagni ,  e 
porta  ora  il  n.  393  de'  suoi  manoscritti.  Deesi  anzi  alla  sua  cortesia  se  già 
ne  hanno  copia  la  r.  Accademia  della  Crusca  e  la  Biblioteca  Mediceo- 
Laurenziaua;  e  molti  altri  l'avranno  in  seguito,  proponendosi  1' illustre  pos- 
sessore di  darlo  quanto  prima  alla  stampa.  Con  ciò  si  avrà  agevole  riscontro 
a  couoscere  quali  dei  1836  codici  testé  acquistati  siano  i  497  Pucciani. 

«  I  medesimi  1836  codici  cosi  nel  catalogo  inglese  come  nell'italiano 
sono  registrati  senz'  alcun  ordine  razionale,  onde  si  richiedono  tempo  e  fatica 
non  lievi,  per  accertare  in  esso  l'esistenza  o  meno  di  ciascuna  opera. 

«  Quindi  mi  è  parso  non  inutile,  per  comodità  degli  studiosi,  finche 
non  sia  compilato  dei  detti  1836  codici  un  catalogo  illustrativo  ,  di  darne 

(';  .1//;'  parlamentari,  Legislatura  XV.  Prima  sessione  1882-8*3-84.  Camera  dzi  Depu- 
ti i,  n.  225.  Disegno   di  legge  presentalo  alla  Camera  dal  Ministro  della  Pubblica  Istruitone 

ino)  di  concerto  ci  Ministro  delle  Finanze,  interim  del  Tesoro  [Magliani).  Icq 
trasporto  dei  codici    italiani   delia   Biblioteca    Aihburnham.   Seduta  del    12  giugno  1884, 
pag.  11-85. 

(!)  Voi.  X,  n.  IX,  settembre  1884,  pag.  4*78-488  (n,1  1-295)  ;  n.  X.  ottobre  1881, 
pag.  555-56G  (n1.  296-720;;  n.  XI.  novembre  1884,  pag.  626-642  (n1.  ~i  1-1361).  I  n.1 1362 
e  seguenti  saranno  registrati  nel  prossimo  numero  di  dicembre  1884. 

(s)  Prediche  inedile  del  Bealo  Giordano  da  Rivalto  dell' Ordine  de' Predicatori    r 
in  Firenze  dal  1302  al  1303.  Bologna,  Gaet.  Romagnoli  186T,  pag  xliii-xliv.  Fa  parte  della 
Gollezioìie  di  opere  inedile  e  rare  dei  primi  tre  secoli  della  stampa,  ecc. 

(')  Catalogne  of  an  extra  i  v/ rare  S  luscripts 

from  the  Ùbrary  of  the  late  Sir    Thomas   Gage,  Ilari.  (London,  1867;   in  8°. 

Rendiconti  —  Vol.  I. 


—  :JG  — 

un  doppio  indice  alfabetico,  per  autori  il  primo,  per  soggetti  il  secondo:  nel 
che  fare  mi  sono  attenuto  scrupolosamente  al  dettato  ed  ai  numeri  del 
detto  catalogo  italiano,  salvo  il  correggere  alcuni  errori  manifesti,  come  Germi - 
niano  Montenari  in  voce  di  Geminiamo  Montanari  (n.  292),  Pietro  Ligoric 
in  vece  di  Pirro  Ligorio  (n.  335) ,  Alexandrinus  de  Villa  Dei  in  vece  di 
Alexander  de  Villa  Dei  (n.  1067),  Aldovrandi  in  vece  di  Aldrovandi  (n.  1138). 
Ho  inoltre  dovuto  riconoscere  che  il  codice  1085  di  mano  di  Daniele  Farsetti 
è  erroneamente  detto  del  secolo  XIII;  e  così  il  codice  1509,  contenente  una 
cronaca  fino  al  1775,  è  detto  dei  secoli  XI  e  XII,  se  non  è  errato  il  mil- 
lesimo. Inoltre  sono  stato  costretto,  per  la  pratica  del  soggetto,  a  chiamare 
Alchimia  (n.  608)  ciò  che  è  detto  Filosofia,  ed  a  sostituire  Pietro  Lombardo 
a  Magister  senteniiarum,  per  non  collocare  tra  gli  anonimi  un  notissimo  e 
celebratissimo  scrittore. 

«  Ne  tralascerò  questa  propizia  occnsione  per  raccomandare  nuovamente 
e  vivamente,  nefl'  interesse  degli  studi,  la  compilazione  e  pubblicazione  dei 
cataloghi  dei  manoscritti  delle  nostre  biblioteche,  da  affidarsi  per  altro  non 
ai  polli  di  Fedro,  bensì  a  valenti  ed  amorosi  eruditi;  che  non  accada,  come 
non  ha  molto  mi  avvenne  di  trovare  in  una  delle  principali  biblioteche  del 
regno,  oltre  mille  codici  non  affatto  catalogati.  La  storia  civile ,  e  più  la 
letteraria  d'  Italia,  ascondesi  tuttavia  in  gran  parte  ignorata  nei  manoscritti 
delle  Biblioteche  nostre.  È  d'  uopo  adunque  anche  in  questa  parte  gareggiare 
cogli  stranieri,  ohe  ogni  di  mettono  in  luce  e  con  molta  cura  simili  lavori, 
imitando  ciò  che  assai  lodevolmente  si  fece  in  Italia  nel  secolo  scorso  dai 
Bandini,  dai  Lami,  dai  Mittarelli,  dai  Farsetti,  dai  Pasini  e  da  altri.  Li 
storia,  o  signori,  voi  ben  lo  sapete,  non  s'inventa,  ma  bisogna  documen- 
tarla, e,  dove  i  documenti  siano  fallaci  o  partigiani,  restituirla.  E  dolce 
compenso  a  sì  ardua  fatica  sono  le  gradevoli,  utili  ed  onorate  sorprese,  che 
ad  ogni  pie  sospinto  si  apparecchiano  al  cercatore.  In  prova  di  che  nella 
prossima  tornata,  avrò  l'onore  di  dimostrarvi,  come  una  interessantissima  e 
dottissima  opera,  a  tutti  sconosciuta,  d'un  celebrato  pensatore  e  scrittore  ita- 
liano, coetaneo  e  degno  emulo  di  Dante  e  di  Tommaso  d'Aquino,  giacevasi 
qui  inavvertita  in  una  pubblica  biblioteca,  perchè  da  tempo  immemorabile 
malignamente  abraso  il  suo  nome  in  calce  al  lavoro  ;  e  mostrerò  anche  come, 
circa  un  secolo  dopo,  uno  straniero  scrittore  ne  facesse  manifesto  plagio, 
usurpando  fama  universale,  confermata  da  gran  numero  di  edizioni,  di 
un'opera  da  tutti  ancora  creduta  di  sua  fattura  ». 

Epigrafìa.  —  Iscrizione  arcaica  scoperta  a  Gortyna  di  Candia 
o  Creta.  Comunicazione  del  Socio  D.  Comparetti. 

«  Ho  il  piacere  di  comunicare  all'Accademia  la  notizia  di  una  delle  piii 
considerevoli  scoperte  epigrafiche  del  nostro  tempo,  dovuta  ad  un  mio  allievo 


—  37  — 

il  dott.  Federico  Halbherr.  Per  mio  consiglio  e  con  ajuto  del  nostro  governo 
egli  ha  già  passato  due  anni  in  Grecia  intento  a  ricerche  di  epigrafia  greca, 
e  non  poco  materiale  epigrafico  inedito  egli  ha  potuto  raccogliere  in  varie 
escurzioni  fatte  nelle  isole,  singolarmente  a  Keos  e  ad  Amorgos  e  ultima- 
mente a  Creta,  ove  mi  parve  dovesse  recarsi  con  isperanza  di  bu<  i 
Infatti  in  un  soggiorno  di  tre  mesi  le  sue  indagini,  limitate  a  una  sola 
parte  dell'isola,  ebbero  per  risultato  la  scoperta  di  circa  170  epigrafi  ine- 
dite di  varie  epoche,  parecchie  antichissime  e  fra  queste  la  più  estesa  ed 
importante  quella  a  cui  sopra  accennavo,  trovata  sul  luogo  dell'antica  città 
di  Grorfcyna.  Dal  fondo  di  un  canale  da  cui  era  stata  tolta  l'acqua  per  farvi 
alcune  riparazioni  vide  l'Halbherr  emergere  un  muro  antico  su  di  cui  scor- 
i:evansi  dei  caratteri  arcaici;  col  consenso  del  proprietario  prese  a  scavare 
e  trovò  che  la  scrittura  arrivava  fino  alla  profondità  di  un  metro  e  mezzo 
ed  era  divisa  in  colonne.  Arrivò  a  poter  copiare  accuratamente  quattro  di 
queste  colonne,  dopo  le  quali  ben  si  vedeva  che  la  scrittura  continuava,  ma 
sfortunatamente  si  entrava  con  quelle  nel  terreno  di  un  altro  proprietario 
il  quale  non  volle  in  alcuna  maniera  permettere  che  si  continuasse  lo  - 
talché  l'Halbherr  dovette  venir  via  lasciando  la  sua  scoperta  incompleta. 
Mentre  stava  per  abbandonar  l'isola,  per  caso  s'incontrò  col  dott.  Fabricius 
che  appunto  recavasi  da  quelle  parti  con  missione  archeologica  dell'Istituto 
germanico  di  Atene  e  parlò  con  lui  della  cosa.  Arrivato  sul  posto  il  dott.  Fa- 
bricius ebbe  a  lottare  con  difficoltà  inaudite  ma,  più  fortunato  dell'Hal- 
bherr,  riuscì  a  vincerle  e  potè  scoprire  e  copiare  tutto  il  resto  dell'epi- 
grafe continuando  la  scoperta  dall'Halbherr  incominciata.  I  due  scopritori 
si  scambiarono  le  parti  da  ciascuno  trovate  e  per  accordi  presi  fra  me  e  il 
prof.  Kòhber  direttore  dell'Istituto  germanico  di  Atene  l'iscrizione  verrà 
messa  a  luce  contemporaneamente  da  quell'istituto  nel  prossimo  fascicolo 
delle  sue  MMheUungen  e  da  me  nella  prossima  puntata  del  mio  Museo  ita- 
liano di  antichità  classica,  riserbando  a  più  tardi  la  illustrazione  della  me- 
desima. 

«  L'iscrizione  copre  il  muro  per  la  lunghezza  di  dodici  o  più  metri 
ed  è  divisa  in  dodici  colonne  di  scrittura  benissimo  conservata,  Il  numero 
delle  righe  ascende  a  circa  seicento.  Le  forme  dei  caratteri  sono  delle  più 
antiche;  la  direzione  delle  righe  è  bustropeda:  la  successione  delle  colonne 
va  da  destra  a  sinistra.  Tutto  nell'epigrafe  accenna  ad  un'  antichità  non  mi- 
nore del  sesto  secolo  prima  dell'era  volgare. 

«  Il  contenuto  è  un  corpo  di  leggi  della  città  di  Gortyna  di  altissima 
importanza  per  la  storia  delle  istituzioni  greche,  ed  unico  monumento 
suo  genere  per  la  sua  antichità,  la  sua  completezza,  la  sua  estensione.  Non 
ho  ancora  ricevuto  il  disegno  completo  e  non  posso  quindi  entrare  in  più 
minuti  particolari;  quella  parte  che  ne  ho  veduta,  che  sono  le  ultime 
quattro  colonne,  si  riferisce  alla  trasmissioue  della  proprietà,  singolarmente 
al  diritto  ereditario. 


—  38  — 

«  Le  ultime  quattro  colonne  sono  le  sole  che  offrano  lacune  nelle  parti 
superiori,  poiché  il  muro  in  quella  parte  fu  rotto  e  disperso  quando  si  fece  _ 
il  canale  di  cui  sopra  ho  detto.  Però,  anche  di  questa  parte  si  hanno  dei 
residui  considerevoli.  Uno  fu  trovato  già  dal  sig.  Fhenon  e  si  conserva  oggi 
nel  museo  del  Zonore,l'  altro  fu  veduto  a  Creta  dal  sig.  Haussoullier  e  pub- 
blicato da  lui  nel  Bullettaio  della  scuola  francese  d'Atene.  Ho  già  potuto 
trovare  il  posto  a  cui  corrispondono  questi  frammenti.  Così  l'epigrafe  viene 
ad  essere  quasi  completa,  la  parte  mancante  riducendosi  a  poca  cosa.  Com'  è 
facile  aspettarselo,  molte  sono  le  novità  importanti  che  rivela  l'epigrafe 
anche  per  la  storia  della  lingua  greca  e  dei  suoi  dialetti,  e  questi  rendono 
in  taluui  casi  ardua  l'interpetrazione  ;  ma  a  vincere  tali  difficoltà  giova  assai 
la  considerevole  estensione  del  testo  che  è  tale  da  permettere  di  ben  pene- 
trare nella  natura  del  dialetto  in  cui  è  concepito  e  trovare  le  leggi  sue 
fonetiche  e  morfologiche,  l'etimologia  dei  vocaboli  suoi  propri  o  per  noi 
nuovi,  le  varietà  sue  proprie  nell'uso  e  significato  dei  già  noti. 

«  Spero  che  tutti  i  cultori  degli  studi  classici,  filologici,  storici  si 
allieteranno  di  tale  insigne  scoperta  e  si  uniranno  meco  nel  tributare  i  me- 
ritati elogi  al  valente  e  laborioso  giovane  a  cui  la  dobbiamo  ». 

Scavi  di  antichità.  —  Il  Socio  Fiorei-li  presenta  i  fascicoli  dello 
Notizie  sulle  scoperte  di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero 
della  pubblica  istruzione  durante  le  ferie  accademiche.  Contengono 
informazioni  e  rapporti  sui  fatti  clic  seguono  : 

Fascicolo  di  giugno. 

«  Garlasco.  Tombe  romane  rimesse  in  luce  presso  la  Madonna  delle 
Boziole.  —  Caravaggio.  Armi  ed  oggetti  di  tipo  barbarico,  trovati  nel  pre- 
dio Canlacucco.  —  Breonio- Veronese.  Scoperte  di  alta  antichità  avvenute 
nel  Vaio  Compestrin,  e  nella  stazione  Covalo  della  Roba.  —  Este.  Epigrafi 
latine  scoperte  in  Morlungo.  —  Feltre,  Documenti  relativi  alla  iscrizione 
ritrovata  in  Venezia  presso  il  sig.  Seguso  (Notizie  1883  p.  331).  —  Brr- 
snello.  Tombe  rinvenute  in  contrada  denominata  Santa  Caterina.  —  Fossom- 
brone.  Iscrizione  dedicatoria  a  Diadumeniauo,  scoperta  in  un  predio  Albani 
presso  la  via  Flaminia.  —  Allerona.  Oggetti  rinvenuti  nello  esplorare  un 
pozzo  antico. —  Bolsena.  Epigrafe  latina  aggiunta  alla  collezione  comunale, 
e  frammenti  rinvenuti  in  contrada  Mercatello.  —  San  Lorenzo  Nuovo.  Epi- 
grafe latina  scoperta  in  contrada  Tarano.  —  Latéra.  Cippo  dedicatorio  a 
Caracalla,  ed  altra  epigrafe  ritrovata  presso  i  resti  di  una  villa  antica.  — 
Valentano.  Epigrafe  latina  esistente  in  un  orto  del  paese,  ed  avanzi  anti- 
chi riconosciuti  nel  colle  detto  Bisenzìo.  —  Piansano.  Avanzi  di  antiche 
fabbriche ,    riconosciuti    in  una    collina  a  sud  del  paese,  ed    oggetti    quivi 


ritrovati. —  Viterbo.  Nuovo  ricerche  nel  tenimento  detto  Macchia  del  Conte, 
riconosciuta  sede  dell'antica  Musarna.  —  Tolentino.  Bulla  di  servo  fuggi- 
tivo trovata  a  poca  distanza  dal  paese.  —  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle 
Regioni  urinine  V.  VI,  XII,  XIII,  XIV,  e  nella  via  Labicana.  --  Alban, 
laziale.  Esplorazione  dell'antica  piscina  del  Castro  Alitano,  indi' orto  dei 
pp.  Gerolimini.  —  Moiano.  Sepolcri  riconosciuti  nel  Vado  degli  Anfratti, 
attribuiti  alla  necropoli  dell'antica  Satinila.  —  Airola.  Tomba  rimessa  in 
luce  presso  la  via  di  s.  Domenico,  ed  altra  scoperta  in  piazza  s.  Giorgio.  — 
Caserta.  Sepolcri  antichi  scoperti  in  piazza  d'armi.  —  Brindisi.  Pavimento 
di  musaico,  rinvenuto  nella  parte  della  città  ove  si  costruisce  il  nuovo  quar- 
tiere; ed  epigrafi  scoperte  presso  il  fonte  di  Tancredi.  —  San  Pancrazio 
Salentino.  Sepolcro  con  iscrizione  latina  trovato  nel  latifondo  del  cav.  Di' 
Martino.  —  Cursi.  Tesoretto  monetale  dei  tempi  di  mezzo,  scoperto  presso 
la  villa  'le  Donno.  —  San  Mauro  Forte.  Ruderi  di  antico  edificio  termale, 
riconosciuti  alle  falde  orientali  del  Monte  Mella. 

Fascicolo  di  luglio. 

«   Ventimiglia.  Nuovi  avanzi  romani  scoperti   presso  il   teatro  di   Al- 
òium  Intemelium.  —  Ortonovo.  Epigrafe  votiva  rinvenuta    presso  la   bor- 
gata Nicola.  —  Pegognaga.  Antichi  oggetti  ritrovati  presso  la  chiesa  di  San 
Lorenzo. —  Mantova.  Ripostiglio  di  monete  romane,  rinvenuto  in  un  fondo 
presso  gli  Angeli  in    vicinanza  della  città.   —    Verona.    Antichità    scoperte 
presso  il  ponte  nuovo,  e  nelle  vicinanze  di  porta  Borsari  in  Verona  ;  inoltre 
negli  scavi  pel  canale  industriale  tra  l'Adige  ed  il  Chievo  nel  suburbio.  — 
Cotogna-  Veneta.  Avanzi  preromani,  romani  e  medioevali  rimessi  in  luce  nel 
rifabbricare  la  chiesa  e  la  canonica  di  Baldaria. —  Lavagne  Nuovi  rinve- 
nimenti fatti  sul  colle  di  s.  Briccio.  —  Firenze.  Testa  antica    in    cristallo 
di  rocca,  rappresentante  Alessandro  Magno,  acquistata  pel  Museo  archeologico 
di  Firenze. —  Terni.  Frammenti  epigrafici  inediti,  provenienti  dal  territorio 
di  Interamna   Nahars,  e  custoditi  nella  collezione  municipale  di  Terni.  — 
Viterbo.  Epigrafe  latina,  scoperta  presso  la  città,  ed  appartenente  al  ponte 
romano   della   via   Cassia.  —  Roma.  Scoperte  nelle  regioni  urbane  V,  IX", 
XIII  e  XIV,  e  nelle  via  Labicana.  —  Nerni.  Tombe  della  necropoli  pagana 
ed  altre  del  sepolcreto    cristiano,  scoperte  sulla  sponda  orientale  del  Lago 
di  Nemi,  ed    iscrizioni  quivi  trovate.  —  Civita-Lavinia.    Scavi    nel    fonilo 
i  in   Lorenzo,  nella  vigna  Minclli,  e  nel  sito  denominato  Villa  di  Caligola. — 
Anzio.  Resti  dell'antico  teatro  esistenti  nella  parte  della  città    corrosa  dal 
mare,  e    rinvenimenti    fatti   in  occasione    dei    lavori  per  la  stazione    della 
strada  ferrata.  Pozzo  funebre  ritrovato  presso  il  bosco  di  torre  C'aliare,  nel 
territorio  anziatino.  —  Sezze.  Ruderi  di  antico  edificio  sepolcrale   in    con- 
trada Colli.  —  Corropoli.  Sepolcro  preromano  scoperto  in  contrada  Pignottn. 
ed  antichi  oggetti  raccolti  in  contrada  san  Leopardo.  —  Supino.  Frammento 


—  40  — 

epigrafico  di  titolo  pubblico  scoperto  fra  i  ruderi  di  uu  grande  edi- 
ficio rimesso  in  luce  nel  fondo  Tiberio. —  Moiano.  Antiche  tombe  rimesse 
in  luce  nel  prato  di  Limatola.  —  Ruvo  di  Puglia.  Vasi  dipinti  trovati  in 
tombe  in  contrada  Arena.  —  Geracc.  Frammento  di  antico  bassorilievo  fit- 
tile, rappresentante  il  ratto  di  Proserpina,  raccolto  presso  il  colle  Mannello, 
che  appartenne  all'area  dell'antica  Locri.  —  Gioiosa-Jonica.  Oggetti  ritro- 
vati nell'antico  edificio  sotterraneo,  denominato  il  Naviglio  a  poca  distanza 
dall'abitato.  —  Lenti  ni.  Sepolcri  della  necropoli  di  Lentini  rinvenuti  nel 
fondo  Pisani,  e  nuove  indagini  intorno  alla  topografia  dell'antica  città,  greca. — 
Avola.  Tombe  ed  antichi  avanzi  scavati  lungo  la  strada  ferrata  Siracusa-Li- 
cata nel  territorio  del  comune.  —  Caltanissetla.  Oggetti  antichi  rinvenuti 
sulla  collina  di  Gibìl-Gabib. —  Termini-Imerese.  Avanzi  di  antico  musaico 
rimesso  in  luce  nella  casa  David,  vicino  alla  marina;  ed  oggetti  quivi  ri- 
trovati. — ■  Monreale.  Stazione  neolitica  scoperta  nella  MoarJa ,  montagna 
dei  dintorni  di  Palermo  nel  comune  di  Monreale.  — ■  Isili.  Bolli  figlili  del- 
l'agro di  Isili,  e  dell'antica  Biora.  —  Seni.  Bollo  fittile  raccolto  nel  ter- 
ritorio del  comune. 

Fascicolo  di  agosto.     . 

«  Torino.  Costruzioni  antiche  scoperte  presso  la  chiesa  della  Conso- 
lata. —  Alba.  Rinvenimento  di  un  musaico  in  via  Cerrato.  —  Como.  Epi- 
grafi rinvenute  nella  chiesa  di  s.  Protaso,  e  quivi  usate  come  materiale  di 
costruzione.  —  Erba.  Monete  romane  ed  oggetti  vari,  ritrovati  nella  villa 
Barbacmi  a  Parravicino  presso  Erba.  —  Bolliere.  Tesoretto  di  monete  me- 
dioevali rinvenuto  nella  vecchia  rocca.  —  Lavagno.  Notizie  intorno  a  scavi 
eseguiti  nel  18G6  nel  luogo  detto  «  Palio  »,  alle  falde  del  colle  di  s.  Bric- 
cio.  —  Quinto.  Frammenti  architettonici  e  marmi  lavorati,  riconosciuti  tra 
i  materiali  di  costruzione  della  chiesa  di  Marzana  nel  comune  di  Quinto.  — 
Ente.  Frammenti  epigrafici  provenienti  dal  castello  di  Este,  ed  altri  oggetti 
scoperti  nel  territorio  del  comune.  —  Baone.  Frammento  epigrafico  rinve- 
nuto in  contrada  Casette.  —  Livorno.  Tombe  antichissime  con  suppellettile 
funebre  del  tipo  di  Yillanova  esplorate  a  Quercianella  presso  Livorno.  — 
Fiesole.  Anfora  con  iscrizione  dipinta,  rinvenuta  in  piazza  Mino.  —  Fos- 
sombrone.  Statuetta  di  stile  arcaico,  scoperta  presso  Isola  di  Fano  nel  co- 
mune di  Fossombrone.  —  Cesi.  Iscrizione  latina  rinvenuta  in  contrada  Poggio 
Azzuano  nel  territorio  dell'antica  Carsulae.  —  S.  Maria  di  Capua  Vetere. 
Vasi  dipinti  trovati  in  tombe  campane  nel  fondo  Tirone.  —  Caserta.  Anti- 
chità scoperte  in  contrada  Le  Gallozze,  riconosciuta  sede  dell'antica  Calatia, 
presso  Maddaloui  nel  comune  di  Caserta.  —  Pompei.  Scavi  e  scoperte  nel- 
l'isola 8,  regione  VIII.  —  Brindisi.  Epigrafi  latine  trovate  presso  la  città.  — 
Reggio  di  Calabria.  Nuove  scoperte  di  antichità  avvenute  in  Reggio  e 
suo    territorio.    ■ —    Avola.  Statuette    fittili    e    frammenti    di    vasi   antichi 


—  41   — 

raccolti  nella  prosecuzione  dei  lavori  della  strada  ferrata  Siracusa-Licata 
alla  progressiva  29,500.  —  Assurti.  Vasi  fittili  d'  impasto  e  di  lavoro  rozzis- 
simi  trovati  a  due  chilometri  dal  nuraghe  Genna  Corte,  depositati  in  parte 
nel  museo  di  Cagliari.     . 

Fascicolo  di  settembre. 

«  Sermide.  Oggetti  di  età  romana  rinvenuti  nei  poderi  Alipranda  e 
Loghino.  —  Ostiglia.  Scoperte  avvenute  nella  demolizione  delle  case  sul- 
l'argine sinistro  del  Po,  e  nei  lavori  per  i  restauri  dell'argine  padano.  — 
Bologna.  Sepolcri  etruschi  e  romani  della  necropoli  felsinea,  trovati  nei 
nuovi  scavi  del  fondo  Arnoaldi-Veli  a  s.  Polo.  —  S.  Quìrico  d'Orcia.  Se- 
polcreto etrusco  scoperto  in  contrada  Cava  del  Vivo.  —  Roma.  Scavi  e 
scoperte  nelle  regioni  urbane  X  e  XIV.  —  Carbonara.  Catalogo  del  teso- 
retto  di  monete  romane  rinvenuto  nel  territorio  del  comune.  —  Casteivc- 
trano.  Nuove  indagini  archeologiche  eseguite  presso  il  maggior  tempio 
dell'acropoli  di  Selinunte. 

Fascicolo  di  ottobre. 

«  VenUmiglia.  Avanzi  delle  mura  romane  di  Albium  Intemelium  ri- 
conosciuti nella  proprietà  del  comm.  S.  Biancheri.  —  Torino.  Frammento 
d'iscrizione  latina  trovata  tra  i  materiali  di  costruzione  nella  torre  di  mez- 
zodì nel  palazzo  Madama.  —  Caprino  Veronese.  Antichità  romane  prove- 
nienti da  tombe  scoperte  in  contrada  Boi,  nel  comune  di  Caprino.  —  Asolo. 
Pezzi  del  sarcofago  portante  l'epigrafe  del  Corpus  Inscriptionum  LatinarumY, 
n.  2099,  rinvenuti  in  una  fogna  dentro  la  città.  —  Forlì.  Oggetti  di  età 
romana  ritrovati  nell'  espurgo  di  un  pozzo  antico  nella  cava  della  Fornace 
dei  fratelli  Malta,  ed  altri  oggetti  raccolti  in  un  altro  pozzo  in  via  Curte, 
dentro  la  città;  nella  caserma  Torre  e  presso  il  palazzo  della  banca  nazio- 
nale nel  borgo  Vittorio  Emanuele.  —  Livorno.  Tombe  romane  scoperte  a 
Quercianella  presso  la  villa  Boretti,  proprietà  Lami.  —  Arezzo.  Antichità 
rinvenute  in  contrada  Foni/accio  nella  Pieve  di  Quarto  presso  la  città.  — 
Viterbo.  Tomba  etnisca  scoperta  in  contrada  il  Crocifisso,  a  poca  distanza 
dall'abitato.  — ■  Canale  Monterano.  Tomba  etnisca  rinvenuta  in  contrada 
Pozzo-Tufo  ed  oggetti  trovati  nel  fondo  Rabbai  nel  territorio  del  comune. — 
Roma.  Scoperte  nelle  regioni  urbane  IV,  V,  IX,  XIII,  XIV,  e  nella  via 
Nomentana.  — ■  Frascati.  Avanzi  di  antiche  costruzioni  scoperte  lungo  la 
via  Latina,  dentro  l'attuale  abitato  di  Frascati  e  nel  territorio  del  comune.— 
Ripatransone.  Antiche  tombe  scoperte  in  contrada  Capo  di  termine  e  vasi 
fittili  rinvenuti  in  Fonte  Bagno.  —  Cuma.  Tombe  della  necropoli  cumana, 
riconosciute  presso  il  lago  di  Licola  nel  fondo  Correale.  —  Pozzuoli.  Sco- 
perte epigrafiche  avvenute  nella  città  e  nel  suburbio.  -  Napoli.  Tombe  di 
età  romana  scoperte  in  via   della  Maddalena  sezione  Vicaria.  —  Ercolano. 


-    42  — 

Mattoni  con  bolli,  trovati  nell'antico  teatro. —  Oriana  al  mare.  Avanzi  di 
antiche  costruzioni  e  monete  imperiali  rinvenute  presso  la  stazione  della 
strada  ferrata.  —  Canosa  di  Puglia.  Vasi  dipinti  scoperti  nel  territorio  ca- 
nosino.  —  Terranova  Pausania.  Anello  d'oro  trovato  nel  territorio  della 
antica  Olbia. 

Fascicolo  di  novembre. 

«  Arezzo.  Catalogo  dei  frammenti  di  forme  e  vasi  aretini,  appartenenti 
alla  fabbrica  di  M.  Perennio,  rinvenuti  presso  la  chiesa  di  s.  Maria  in  Gradi; 
ed  antichità  scoperte  nella  sistemazione  del  canale  di  Chiana,  fra  la  chiusa 
tWMonaci  ed  il  Catione  di  Broglio  nel  contado  aretino.  —  Chiusi.  Tomba 
«  a  giro  »  scoperta  nell'agro  chiusino,  ed  acquistata  pel  museo  di  Firenze.  — 
Castiglione  del  lago.  Avanzi  di  suppellettile  funebre  di  altra  tomba  «  a  giro  », 
acquistata  pel  museo  fiorentino.  —  Orvieto.  Tombe  etnische  rimesse  in  luce 
mediante  nuove  esplorazioni  in  contrada  Cannicclla.  —  Roma.  Scavi  e  sco- 
perte nelle  regioni  urbane  V,  IX  e  XIV  e  nella  via  Salaria.  —  Marino. 
Nuove  esplorazioni  nella  villa  di  Q.  Voconio  Pollione.  —  Albano.  Avanzi 
di  villa  romana  scoperti  a  poca  distanza  dalla  stazione  della  strada  fer- 
rata. —  Sezze.  Tesoretto  di  monete  d'argento  dei  tempi  dell'impero,  rinve- 
nuto nel  territorio  del  comune.  —  Cuma.  Nuove  indagini  nel  sepolcreto 
cumano  presso  il  lago  di  Licola.  —  Pompei.  Scavi  nell'isola  2,  reg.  V,  e 
nelle  isole  2  e  7  della  reg.  Vili.  —  Brindisi.  Nuovi  rinvenimenti  epi- 
grafici nella  città  e  nel  suburbio.  —  Forza  d'Agro.  Iscrizioni  greche  esi- 
stenti nel  monistero  dei  ss.  Pietro  e  Paolo  presso  Forza  d'Agro  ». 


MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

S.  Levi.  Del  Nesso  egizio-semitico.  Presentazione  del  Segretario  della 
Classe. 

F.  Porena.  Le  controversie,  sul  metodo  in  geografia.  Presentazione  del 
Socio  Ferri. 

RELAZIONI  DI  COMMISSIONI 

Il  Socio  Ferri,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Bonghi,  legge  una 
relazione  sulla  Memoria  del  sig.  Alessandro  Chiappelu  intitolata:  Del 
suicidio  nei  Dialoghi  platonici,  proponendone  l' inserzione  negli  Atti  ac- 
cademici. 

Le  conclusioni  della  Commissione,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  della  Classe  presenta   a  nome   desìi  autori  le  seguenti 
ii  pere    : 

C.  Cantò.   Diplomatici  della  Repubblica  cisalpina  e  del  Retino  d'Italia. 
W.  Helbig.  Perugia  e  dintorni.  —  Scavi  di   Vulci.  —  Tombe  clruscbe 

presso  Canale- Manierano. 

T.  Massarani.  Charles  Blanc  et  son  oeuvre. 

H.  Taine.  Les  origines  de  la  France  contemporaine. 

M.  Mììller.  Richard  Lepsìus. 

F.  BiiCHLER.   Oskische  Ilclmaufschtifl. 

G.  Paris.  La  vie  de  Saint  Ale.ris,  poème  du  XI'  siede.  —  Sull'opera 
di  Arturo  Graf:  Roma  nella  memoria  e  nelle  immagi  nazioni  del  Medio  Evo. 

D.  M.  Danvila  y  Collado.  La  germanio  de    Valencia. 

Il  Presidente  Mamiani  presenta  alcune  pubblicazioni  del  senatore  L.  To- 
relli, relative  alla  Malaria  d'Italia,  e  del  prof.  Q.  Leoni. 

Il  Socio  Monaci  presenta  l'opera  del  sig.  M.  G.  Obédémare:  Uarlicle 
dans  la  langue  roumaine. 

Il  Socio  Guidi  presenta  le  pubblicazioni  del  prof.  P.  Perreau  :  Intorno 
al  comento  inedito  ebreorabbinico  del  Rabbi  Immanuel  ben  Selomo  sopra 
Giobbe.  rjVN  by  "12 

Il  Socio  Betocchi  presenta  alcune  pubblicazioni  tecniche  dell'  iug. 
Giambastiani. 


CORRISPONDENZA 

Il  segretario  Carutti  legge  una  lettera  di  ringraziamento  del  signor 
Vittorio  Ellena,  nominato  Socio  corrispondente  dell'Accademia,  e  la  se- 
guente di  Oreste  Tommasini,  nominato  Socio  ordinario: 

Oeestes  Tommasini  FRANCISCO  BRIOSCHI  Lynceobum  principi 

S.     )l.    il. 

Tibi,  quod  me  nuncias,  Vir  prestantissime,  in  Lynceornm  coetum  soilalem  orilina- 
rium  esse  cooptatimi,  gratias  ago  quammaximas.  Pro  virili  parte  Aeademiae  profectui 
aJesse,  prout  hortaris,  cupio;  idque,  nisi  vires  deficiant,  nitar  perficere.  Ex  recentiori  col- 
legarum  benivolentia  arctiori  me  vinculo  Lynceis  coniunctum  sentire  non  valeo.Totnsj.im 
illis  et  sum  et  fui  addictissimus,  ex  quo  Eestitutor  Aeademiae  nostrae  praeclams,  ouiua 
nunquam  ex  animis  nostris  excidet  memoria,  cuiusque  vestigia  Tu  perbelle  sequeris,  Quin- 
tinus  Sella,  me,  tunc  auxiliarem,  unanimi  consensu,  consiliorum  participem  rebusque  i.ca 
demiae  administrandis  consocium  excipere  dignatus  est.  Nunc  Te  fantore  Academia  utetar ; 


—  44  — 

meque  a  Te,  Vir  prestantissime,  Cullegisque  raeis  non  mediocri  beneficio  ati'ectum  arbiira- 
bor,  si  gratus  animus  metis  Lynceis,  nec  mine  novus  ncque  aevo  videbitur  obsoleturus.  Vale. 
Eomae,  IV  kal.  sept.  A.  C.  MDCCCLXXXIV. 

Comunica  poscia  la  corrispondenza  relativa  al  cambio  degli  Atti. 
Kingraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 

La  Società  storica  lombarda,  di  Milano;  la  r.  Accademia  di  scienze  e 
lettere,  di  Copenaghen;  la  r.  Società  di  Londra;  la  Società  geologica  di 
Edimburgo;  la  Società  orientale  tedesca  di  Halle;  la  Biblioteca  V.  E.  di 
Roma  ;  la  r.  Biblioteca  di  Parma;  la  Biblioteca  provinciale  di  Aquila  ;  l'Os- 
servatorio astronomico  di  Praga;  la  r.  Sopraintendenza  degli  archivi  toscani, 
di  Firenze;  il  Museo  della  Nuova  Zelanda,  di  Wellington;  il  Comando  di 
Stato  maggiore  ed  il  Collegio  degl'  ingegneri  ed  architetti  di  Roma  ;  la 
Commissione  per  la  carta  geologica  del  Belgio,  Bruxelles;  il  Comitato 
geologico  di  Pietroburgo. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 

Il  Ministero  dei  lavori  pubblici  ;  la  r.  Accademia  di  scienze  lettere  ed 
arti,  di  Lucca;  la  Società  dei  naturalisti  di  Bamberg;  l'Istituto  Smithso- 
niano  di  Washington  ;  l'Università  di  Kiel;  l'Università  di  Jena;  il  Museo 
di  storia  naturale  di  Marsiglia  ;  il  r.   Liceo  ginnasiale  Colletta,  di  Avellino. 

D.  C. 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA     II.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 

Classe  di  scienze  fisiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta  del  4  gennaio  188 5. 
F.  Brioscui  Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI     SOCI    0    PRESENTATE     DA    SOCI 

Fisiologia.    —   Sulla    respirazione  di  lusso  e  la    respirazione 
periodica.  Memoria  del  Socio  A.  Mosso  (Sunto). 

«  In  questa  Memoria  l'autore  dimostra  cou  una  serie  di  tracciati  presi 
sull'uomo  durante  la  calma  profonda,  che  i  movimenti  del  respiro  presen- 
tano periodi  di  maggiore  e  minore  profondità,  i  quali  si  ripetono  ad  inter- 
valli più,  o  meno  lunghi.  Questi  periodi  si  osservano  anche  negli  animali 
e  sono  molto  meglio  distinti  nel  sonno. 

«  L'autore  dimostra  che  l'uomo  fisiologicamente  respira  una  quantità 
di  aria  maggiore  del  bisogno.  A  questo  fatto  di  una  respirazione  meccanica 
eccedente,  egli  dà  il  nome  di  respirazione  di  lusso.  Quando  si  sale  sopra 
una  montagna  non  troppo  elevata,  o  quando  cambia  la  pressione  atmosfe- 
rica, non  si  modifica  l'ampiezza  e  la  frequenza  dei  movimenti  respiratorii. 
L'autore  cercò  di  stabilire  il  limite  della  pressione  barometrica  dove  cessa 
la  respirazione  di  lusso. 

«  La  respirazione  di  lusso  non  rende  necessario  un  immediato  rapporto 
fra  la  quantità  dell'aria  inspirata  e  i  bisogni  chimici  dell'organismo. 

«  L'autore  fece  delle  ricerche  gasometriche  sul  colle  del  St.  Theodule, 
per  stabilire  come  si  modifichi  la  quantità  dell'aria  che  noi  respiriamo  oltre 
i  3000  metri  sul  livello  del  mare. 

«  La  respirazione  di  lusso  si  rende  assai  manifesta  nello  studio  dei 
mutamenti,  che  subisce  la  quantità  dell'aria  che  respiriamo  nel  sonno,  e 
Rendiconti        Vol.  I 


—  46  — 

per  le  influenzo  dell'attività   dei   centri  nervosi,  quando  non  si  ha  ragione 
di  ammettere  un  notevole  aumento  nei  processi  chimici  dell'organismo. 

«  Le  osservazioni  fatte  durante  il  sonno  in  persone  normali  e  partico- 
larmente nei  bambini  e  nei  vecchi,  condussero  l'autore  ad  ammettere  che 
la  respirazione  periodica  sia  un  fatto  fisiologico  normale.  L'autore  distingue 
due  forme  di  respirazione  periodica,  la  remittente  e  V  intermittente.  In 
quest'ultima  esistono  delle  pause  più  o  meno  lunghe,  in  cui  il  respiro  cessa 
completamente. 

«  Queste  pause  non  scompajono  e  non  si  modificano  anche  se  si  fa 
respirare  dell'ossigeno.  Esse  non  corrispondono  alle  ondulazioni  che  possono 
osservarsi  contemporaneamente  nei  movimenti  dei  vasi  sanguigni  nel  cer- 
vello, nel  piede  o  nell'antibraccio  :  non  dipendono  da  fatti  psichici  :  e  non 
lasciano  alcuna  traccia  nella  coscienza  della  persona  che  dorme. 

«  L'analisi  della  respirazione  periodica  venne  compiuta  sugli  animali  e 
particolarmente  nel  cane  e  nei  piccioni.  Avvelenando  questi  animali  col- 
l'idrato  di  cloralio,  essi  presentano  non  raramente  dei  periodi  molto  carat- 
teristici nei  movimenti  del  respiro. 

«  In  questa  serie  di  esperienze  l'autore  dimostra  l'indipendenza  dei 
varii  muscoli  che  servono  ai  movimenti  respiratorii.  L'idea  di  un  centro 
unico,  che  serva  al  respiro,  deve  abbandonarsi. 

«  Vi  sono  dei  centri  nervosi  speciali  che  servono  ai  movimenti  del  re- 
spiro dei  muscoli  della  faccia,  del  torace,  del  diaframma  e  dell'addome.  Quando 
si  studiano  col  metodo  grafico  questi  strumenti  musculari  del  respiro,  si 
vede  che  sono  indipendenti,  non  solo  per  ciò  che  si  riferisce  all'intensità  ed 
alla  forza  delle  loro  contrazioni,  ma  anche  dentro  certi  limiti  per  ciò  clic 
si  riferisce  al  tempo.  Dai  tracciati  risulta  come  si  può  fare  scomparire  ora 
l'uno  ora  l'altro  di  questi  vari  meccanismi  del  respiro. 

«  L'autore  dimostra  come  la  respirazione  di  Cheyne  e  Stokes,  la  quale 
fino  ad  ora  si  considerò  come  un  fatto  morboso,  sia  nient'altro  che  una  forma 
della  respirazione  periodica  che  esiste  normalmente  nell'uomo  e  negli  ani- 
mali durante  il  sonno,  e  spiega  la  rassomiglianza  fra  i  fenomeni  del  sonno 
e  quelli  che  osservansi  nella  respirazione  periodica. 

«  In  un  ultimo  capitolo  fa  una  rivista  storica  e  critica  delle  varie  dot- 
trine, che  vennero  emesse  per  spiegare  la  respirazione  di  Cheyne  e  Stokes, 
e  la  natura  dei  movimenti  del  respiro  ». 

Matematica.  —  Sugli  angoli  degli  spazi  lineari.  Nota  del 
dott.  P.  Cassani,  presentata  dal  Socio  Battaglini,  che  ne  legge  il 
sunto  seguente  : 

«  L'autore  dà,  con  considerazioni  geometriche,  la  risoluzione  del  pro- 
blema della  determinazione  degli  angoli  di  due  spazi  lineari,  riguardando 
questi  angoli  come  i  minimi  angoli  compresi  tra  le  rette  condotte,  nell'uno 


e  nell'altro  spazio,  per  l'unirò  punto  elio  si  suppone  ad  essi  comune.  Kgli 
si  fonda  sul  concetto  dell'ortogonalità  degli  spazi  lineari,  o  sia  della  rela- 
zione armonica  che  i  loro  elementi  all'infinito  hanno  relativamente  alla  sfera 
immaginaria  all'infinito,  e  fa  dipendere  la  risoluzione  del  problema  proposto 
dalla  determinazione  delle  rette  che  attraversano  quattro  spazi  omonimi 
contenuti  in  uno  spazio  di  maggior  numero  di  dimensioni  ». 

Chimica.  —  Su  alcuni  fluosalì  di  titanio  corrispondenti  al 
sesqniossido.  Nota  del  dott.  A.  Piccini,  presentata  dal  Socio  Cannizzako. 

«  In  una  nota  preliminare  sopra  una  nuova  serie  di  composti  del  titanio  ('  ) 
ho  fatto  incidentalmente  parola  di  alcuni  fluosali  di  titanio  corrispondenti 
al  sesqniossido,  da  me  ottenuti,  senza  però  darne  le  analisi  e  indicarne  il 
metodo  di  preparazione. 

«  Pochissimo  si  conosce  finora  sui  composti  fluorurati  del  titanio  della 
forma  TiX:ì.  Secondo  Hautefeuille,  riscaldando  sino  al  punto  di  fusione  del 
cloruro  potassico  il  composto  TÌFU.2KP1  in  corrente  di  gas  idrogeno  misto 
a  poco  acido  cloridrico,  si  otterrebbe  il  trifluoruro  TiFl3  di  colore  rosso  por- 
pora, solubile  nell'acqua  (2).  Secondo  Weber  invece  (3)  riducendo  al  rosso 
con  solo  idrogeno  il  fluotitanato  potassico  normale  e  trattando  poi  la  massa 
con  acqua  si  avrebbe  una  sostanza  violetta,  insolubile  nell'acqua,  che  dà 
le  reazioni  del  sesqniossido  di  titanio  e  non  si  lascia  separare  dal  fluoruro 
alcalino  con  cui  è  mescolata.  La  tenacità  colla  quale  il  trifluoruro  di  titani" 
ritiene  il  fluosuro  alcalino  si  spiega  colla  tendenza  che  ha  di  combinarsi  for- 
mando il  fluosale  corrispondente  da  me  ottenuto. 

«  Ho  preparato  il  tricloruro  di  titanio  col  metodo  di  Friedel  e  Griiérin 
riscaldando  cioè  a  180°  in  tubi  chiusi  il  tetracloruro  con  argento  ridotto  (  : 
il  contenuto  dei  tubi  dava  coll'acqua  un  liquido  violetto,  che  dopo  filtra- 
zione mi  serviva  alla  preparazione  dei  miei  fluosali.  Infatti  trattandolo  con 
fluoridrato  potassico  ho  ottenuto  un  precipitato  violetto  scuro,  che  ho  lavato 
con  acqua  fredda.  Dopo  l' essiccamento  nel  vuoto  è  di  un  coloro  più  chiaro, 
coli' acqua  però  il  suo  colore  si  fa  più  intenso;  è  anidro  e  contiene  fluoro, 
potassio  e  titanio.  Nell'acqua  è  appena  solubile,  si  scioglie  invece  benissimo 
negli  aridi  diluiti  dando  per  lo  più  dei  liquidi  verdi.  (Questo  comparire  del 
color  verde,  che  è  stato  constatalo  in  altre  circostanze  da  altri  sperimenta- 
tori, vuole  esser  messo  in  relazione  col  colore  abituale  dei  composti  Ti  \  . 


(')  E.  Accademia  dei  Lincei    Transunti,   1883. 

(')  Compt.  rend.  LIX-189. 

(')  Jahresbericht  1863,  pag.  211. 

(*)  Compt.  rend.  LXXXI-S90. 


—  4S    - 

e  merita  studi"  pendio  trova  analogia  in  qualche  altro  elemento).  Lo  solu- 
zioni acido  trattate  con  ammoniaca  o  con  suda  danno  un  precipitato  azzurro 
che  in  contatto  dell'aria  si  trasforma  ben  presto  in  acido  titanico,  scolorano 
il  permanganato  potassico,  si  comportano,  in  generale,  come  riducenti.  Per 
l'analisi  quantitativa  ho  sciolto  il  composto  a  freddo  in  molta  acqua  legger- 
mente acidulata  con  acido  cloridrico  e  quindi  ho  trattato  con  un  leggero 
eccesso  di  carbonato  sodico,  ho  riscaldato  un  poco  e  ho  fatto  deporre  il  pre- 
cipitato di  acido  titanico:  ho  filtrato,  ho  fatto  riscaldare  il  liquido,  aggiun- 
gendovi quindi  del  cloruro  di  calcio  :  ho  purificato  poi  nei  soliti  modi  il 
fluoruro  calcico,  ottenuto  misto  a  carbonato,  e  l1  ho  pesato  : 

Gr.  0,6854  dettero  gr.  0,2551  di  Ti02  e  gr.  0,6152  di  CaFl, 

Calcolato  Trovato 

Ti  =    48  21,73  22,3 

Fl3  =    95  42,98  43,8 

K4  =    78  35,29  — 


TiFl3.2KFl       221  100,00 

«  La  soluzione  di  tricloruro  di  titanio  trattata  con  fluoruro  ammonico 
invece  che  con  fluoridrato  potassico  dà  un  precipitato  molto  simile  all'  altro, 
ma  un  poco  più  solubile  nell'acqua,  che,  dopo  essere  stato  lavato  ed  essic- 
cato nel  vuoto,  è  anidro  e  contiene  fluoro,  ammonio  e  titanio.  Si  comporta 
con  i  reattivi  in  modo  analogo  al  corrispondente  sale  potassico.  Per  deter- 
minarvi il  titanio  lo  sciolsi  in  acido  cloridrico  diluitissimo  e  aggiunsi  quindi 
un  piccolo  eccesso  di  carbonato  sodico  ;  filtrai,  feci  bollire  leggermente  per 
scacciare  l' ammoniaca,  trattai  con  cloruro  calcico  e  pesai  il  fluoruro  ottenuto. 
Decomposi  con  soda  un'altra  porzione  di  sostanza  raccogliendo  in  una  solu- 
zione d'acido  cloridrico  l'ammoniaca  che  si  sviluppava,  ho  trasformato  poi 
il  cloruro  ammonico  in  cloroplatinato,  ho  decomposto  quest'  ultimo  e  ho  pesato 
il  platino. 

I  Gr.  0,8027  di  sostanza  dettero  gr.  0,3649  di  Ti02  e  gr.  0,8781  di  CaFL 

II  Gr.  0,8008  di  sostanza  dettero  gr.  0,8677  di  Pt. 

Calcolato  Trovato 

I  li 

Ti—    48  26,81  27,28         — 

Flr,r=    95  53,07  53,27 

2NHi=    36  20,12  —        20,07  (') 


Ti  Fl;).  2  N  Hs  FI  179         100,00 
")  Pt  =  194,3. 


«Se  invece  ili  aggiungere  fluoruro  ammonico  alla  soluzione  'li  triclo- 
ruro  di  titanio  si  versa  questa,  alquanto  diluita,  nel  fluoruro  ammonii  i  i 
ottieni?  un  precipitato  di  colore  violetto  più  vivace.  Nell'acqua  si  scioglie 
un  poco,  forse  più  degli  altri  due,  ma  è  affatto  insolubile  nel  fluoruro  ili 
ammonio,  e  presenta  in  generale  le  reazioni  degli  altri  fluosali  corrispondenti 
al  sesquiossido.  Se  non  che  mentre  questi  sono  abbastanza  stabili  e  si  pos- 
sono seccare  in  presenza  dell'aria  senza  che  perdano  il  loro  colore,  quello 
in  presenza  dell'aria,  specialmente  se  bagnato  con  soluzione  di  fluoruro  d'am- 
monio, si  altera  notabilmente  e  dà  luogo  ad  una  reazione  complessa,  dalla 
quale  si  forma  il  composto  TiO>F1..3N  H,  FI,  di  cui  parlerò  largamente 
in  una  prossima  comunicazione.  Occorre  dunque  per  la  determinazione  quan- 
titativa dei  componenti  seccare  nel  vuoto  il  composto,  rapidamente  lavai 
acqua  e  poi  compresso  tra  carta.  Esso  contiene  fluoro,  ammonio  e  titanio 
che  furono  valutati  coi  processi  già  descritti,  solo  che  l'ammoniaca,  che  si 

N 

svolgeva  colla  soda,  veniva  raccolta  nell'acido  cloridrico  — . 

I  Gr.  1,2105  di  sost.  dettero  gr.  0,4520  di  TiO.  e  gr.  1,3064  di  CaPl, 

II  »     0,2796       »        svilupparono  tanta  ammoniaca  da  saturare  38,5cc.  di 


Trovato 
I  II 

22,40 

52.57 

24,78 

TìF1.ì.3NH;F12  216   100,00 

«  Questi  due  fluosali  ammollici  possono  ottenersi  anche  riducendo  il  flno- 
titanato  ammonico  normale  col  polo  negativo  della,  pila;  se  vi  è  in  presenza 
molto  fluoruro  ammonico  si  forma  il  composto  TiFl:,3N  H;  FI ,  se  ve  n'è 
poco  si  forma  l'altro.  Infatti  gr.  0,590(3  di  sostanza  ottenuta  in  presenza 
di  poco  fluoruro  ammonico  dettero  per  semplice  calcinazione  gr.  0,2679 
di  TiO,. 

Calcolato  per  Ti  Fl3 2  N  H .,  FI  Trovato 

Ti%  26,81  27,20 

«Si  può  rilevare  dalle  mie  esperienze  che  il  (Inoro  imprime  a  questi 
composti  di  riduzione  una  maggiore  stabilità,  analogamente  a  quello  che  i  prof. 
Mauro  e  Panebianco  hanno  potuto  dimostrare,  in  modo  molto  più  chiaro  per  il 
molibdeno  nei  fluosali  corrispondenti  agli  ossidi  inferiori  (').  È  da  deplorarsi 
che  i  composti  da  me  descritti  non  si  prestino  per  la  loro  poca  solubilità  ad 
essere  ottenuti  in  cristalli  e  quindi  non  sia  possibile,  almeno  per  ora,  una 

H  R-  Accademia  ilei  Lincei.  Transunti  1881. 


acido 

cloridr 

.       N 

lcoIo- 

Calcolato 

Ti 

48 

oo  99 

FI, 

114 

52,78 

3NH4 

54 

25,00 

—  50  — 

comparazione  completa  con  altri  fluosali,  corrispondenti  ad  altri  sesquiossidi, 
;ii  quali  somigliano  per  la  composizione  e  per  il  modo  con  cui  si  produf 
cono.  Anche  per  il  ferro  esistono  i  fluosali  FeFl3 .2KFl,FeFl32NHiFl  e 
Fé  Fl;).  3  N  H;  FI;  per  il  cromo  sono  stati  preparati  dal  sig.  Guido  Fabris,  allievo 
dell'Istituto  chimico' di  Koma,  i  fluosali  CrFl3.  2  K  FI  e  CrFl3.3  NHjFl  ». 

Chimica.  —  Sull'azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilmetilchetone. 
Nota  dei  doti  G.  Ciamician  e  P.  Silber,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  La  maggior  parte  dei  corpi  che  appartengono  alla  serie  del  pirrolo 
non  resistono  all'  azione  dell'  acido  nitrico,  ed  è  perciò  che  finora  non  si  cono- 
scono che  pochi  nitro-composti  di  questo  gruppo.  Alcuni  anni  fa  (')  1'  uno 
di  noi  assieme  al  dott.  Danesi  ebbe  occasione  di  descrivere  due  nitro-com- 
posti derivanti  dalla  pirocolla,  la  dinitropirocolla  e  l'acido  mononitro  y.-car- 
bopirrolico,  che  erano  fin  ora  i  soli  nitroderivati  bene  conosciuti  di  questa 
serie.  La  pirocolla,  ossia  l'anidride  dell'acido  «-carbopirrolico  è  però  una 
sostanza  molto  stabile,  forse  la  più  stabile  di  tutta  la  serie,  e  perciò  non 
era  cosa  facile  il  trovare  qualche  altro  corpo  che  al  pari  di  questa  noli  ve- 
nisse distrutto  dall'  acido  nitrico. 

«  Noi  abbiamo  pensato  di  tentare  la  reazione  col  pirrilmetilchetone  o 
pseudoacetilpirrolo,  perchè  questa  sostanza  abbenchè  non  presenti  i  vantaggi 
della  pirocolla  pure  è  un  composto  di  cui  si  poteva  sperare  un  analogo  com- 
portamento. 

«  L' esperienza  ha  confermato  le  nostre  previsioni,  e  nella  presente  Nota 
diamo  una  breve  descrizione  di  uno  dei  composti  che  si  formano  in  questa 
reazione,  riservandoci  di  ritornare  più  estesamente  su  questo  argomento 
quando  avremo  completamente  terminato  questo  studio. 

«  L' acido  nitrico  a  temperatura  elevata  ed  ordinaria  distrugge  il  pseudo- 
acetilpirrolo, ossidandolo  completamente.  Noi  abbiamo  introdotto  piccole  por- 
zioni di  questa  sostanza  (4-5  gr.)  in  una  serie  di  palloncini  che  contenevano 
dell'acido  nitrico  fumante,  e  che  erano  raffreddati  esternamente,  mediante 
un  miscuglio  di  sale  e  neve  a  —  18°.  L'acido  nitrico  si  colora  da  princi- 
pio intensamente  in  rosso  bruno,  ma  questa  colorazione  sparisce  agitando 
il  liquido,  che  alla  fine  dell'  operazione  viene  versato  nelF  acqua  raffreddata 
a  0".  La  soluzione  ha  un  colore  giallo,  e  deposita  dopo  qualche  tempo  dei 
piccoli  aghetti-  raggruppati  che  sono  il 

Mononitropirrilmetilchetone 
«C4H2(N02)NH.COCH3  ». 

(')  Sludi  sai  composti  della  serie  del  pirrolo.  I.  Memoria.  Atti  della  E.  Accademia 
dei  Lincei  voi.  XII.  1881. 


—  51  — 

«  Questa  sostanza  si  ottiene  in  quantità  maggiore  agitando  il  liquido 
con  etere.  L'estratto  etereo  viene  a  sua  volta  agitato  con  una  soluzione  di 
carbonato  sodico  e  cede  a  quest'  ultima,  colorandola  intensamente  in  giallo, 
un  miscuglio  di  sostanze  il  di  cui  studio  ci  occupa  presentemente.  La  solu- 
zione eterea  liberata  in  questo  modo  dalle  altre  materie  estranee,  lascia 
indietro  con  lo  svaporamento  un  residuo  cristallino  che  è  il  mononitropseudo- 
acetilpirrolo  quasi  puro.  Il  liquido  acquoso  che  venne  esaurito  con  etere. 
dà  concentrandolo  a  b.  m.  notevoli  quantità,  di  acido  ossalico. 

«  Per  purificare  perfettamente  il  nuovo  composto  lo  si  fa  cristallizzare 
dall'alcool,  ottenendo  in  tal  modo  piccoli  prismi  colorati  leggermente  in  giallo, 
che  fondono  a  196° — 197  \  Il  mononitropirrilmetilchetone  si  scioglie  poco  nel- 
l'acqua ma  molto  facilmente  nella  potassa;  la  soluzione  alcalina  è  gialla  e 
depone  concentrandola,  dei  piccoli  aghetti  sottili,  che  sono  solubili  nell'acqua. 

«  Trattando  una  soluzione  acquosa  del  nuovo  composto  fatta  a  caldo, 
con  nitrato  argentico  non  avviene  alcuna  reazione  sensibile,  però  aggiun- 
gendo alcune  goccie  di  ammoniaca  si  ottiene  per  raffreddamento  un  preci- 
pitato di  piccoli  aghetti  gialli,  che  hanno  una  composizione  che  corrisponde 
alla  forinola  : 

«  C4  H,  (NO-i)  NAg.  COCH3». 

«  Noi  tenteremo  la  riduzione  di  questo  nitro  composto  e  degli  altri 
che  probabilmente  si  formano  nella  reazione,  abbencbò  alcune  esperienze 
preliminari  ci  abbiano  sufficientemente  provato  che  questa  operazione  che 
ordinariamente  suole  essere  molto  facile  e  di  esito  sicuro,  nel  nostro  caso 
presenti  molte  difficoltà  ». 

Chimica.   —    Sull'azione  del  cloruro  di  carbonile  ani  composto 
potassico  del  pirrolo.    Nota  I.  dei  dott.   G.  Ciamician  e  P.  Magnaghi, 
presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  È  noto  che  per  l'azione  dell'anidride  acetica  sul  pirrolo  si  formano 
due  composti  isomeri,  l'uno  dei  quali  è  il  vero  acetilpirrolo,  mentre  l'atro 
è  un  composto  chetonico  che  fu  chiamato  pirrilmetilchetone  0  pseudo-ace- 
tilpirrolo.  Trattando  il  composto  potassico  del  pirrolo  con  cloruro  di  acetile 
si  ottiene  principalmente  il  vero  acetilpirrolo  accompagnato  però  da  piccole 
quantità  dell'altro  isomero  (').  Noi  abbiamo  quindi  pensato  di  studiare 
l'azione  del  cloruro  di   carbonile  sul  composto  potassico   del  pirrolo   india 

NCì  Hi  » 

speranza  di  ottenere  oltre  al  vero  carbonilpirrolo  «  CO  anche 

\ 
NC;  H 

(')  Vedi  Ciamician  e  Dennstedt,  Studi  sui  compatti  della  serie  del  pirrolo.  Parto  VI. 
L acetilpirrolo  ed  il  pseudoacetilpirrolo.  Atti  della  r.  Accademia  dei  Lincei,  voi.  XV,  1883. 


un    pseudoearbonilpirrolo,    che    non    sarebbe   altro   che   un   dipirrilchetone 
d  H3  NH  » 

«  CO  •  Questo  composto  che   corrisponde  al  benzofenone,  non 

\ 

C4  H:(  NH 

è  possibile  ottenerlo  per  altra  via,  perchè,  come  è  noto  ('),  distillando  il 
sale  calcico  dell'acido  carbopirrolico  non  si  ottiene  che  del  pirrolo.  Le  no- 
stre supposizioni  sono  state  confermate  dall'esperienza  e  noi  pubblichiamo 
nella  presente  Nota  la  descrizione  di  questi  due  nuovi  composti. 

«  Il  cloruro  di  carbonile  agisce  violentemente  sul  composto  potassico 
del  pirrolo,  per  cui  è  necessario  di  diluirlo  con  etere  anidro.  L'operazione 
venne  da  noi  eseguita  nel  seguente  modo:  10  gr.  di  fosgene  sciolti  in  50 
gr.  di  benzolo  (*),  vennero  aggiunti  a  poco  a  poco  a  20  gr.  di  composto  potas- 
sico (calcolato  21,  21  gr.),  che  si  trovava  sospeso  in  250  e.  e.  di  etere  anidro 
in  un  apparecchio  a  ricadere.  Ordinariamente  a  freddo  non  avviene  che  una 
reazione  molto  debole.  Riscaldando  però  a  b.  m.  incomincia  una  viva  ebol- 
lizione del  liquido,  che  bisogna  moderare  raffreddando  esternamente  il  pal- 
lone. Si  fa  bollire  per  un'ora  a  fine  di  rendere  completa  la  doppia  decom- 
posizione. Alla  fine  dell'operazione  il  liquido  è  colorato  in  giallo  ed  in  fondo 
al  pallone  si  deposita  una  polvere  bruna  che  contiene  tutto  il  cloruro 
potassico  formatosi  nella  reazione.  Si  filtra  e  si  lava  il  precipitato  con  etere 
anidro  ;  distillando  il  filtrato  a  b.  m.  resta  indietro  un  olio  denso  quasi  nero, 
che  non  si  solidifica  che  molto  difficilmente.  Si  tratta  questo  con  acqua  e 
si  distilla  con  vapor  acqueo.  In  principio  distilla  un  olio  che  contiene  an- 
cora della  benzina,  e  quando  le  goccie  oleose  accennano  a  solidificarsi,  si 
cambia  il  recipiente  collettore.  Continuando  la  distillazione  passa  un  olio 
che  si  solidifica  nel  refrigerante;  l'operazione  viene  prolungata  tino  a  che 
non  distilla  più  che  acqua  pura.  Nel  pallone  resta  indietro  un  liquido  giallo 
bruno  che  contiene  sospesa  molta  resina. 

«  La  sostanza  cristallina  volatile  col  vapor  acqueo  è 
il  vero  carbonilpirrolo  o  ditetrolurea 
NCi  H-,  » 

/ 
«  CO 

XNC4  Hi  . 
«  Si  estrae  con  etere  la  nuova  sostanza  dall'acqua  in  cui  era  sospesa 


(')  Vedi  Clamidati  e  Silber,  Studi  ecc.  Parte  VII.  /  derivati  dell'acido  carbopirrolico. 
Voi.  XVTII,  1884. 

(')  Noi  abbiamo  adoperato  una  soluzione  di  fosgene  nel  benzolo  al  20  7„  messa  in 
commercio  da  C  A.  F.  Kahlbaura  di  Berlino. 


e  si  ottiene  una  massa  leggermente  colorata  cristallizzata  splendidamente 
in  aghi.  Per  purificare  il  nuovo  composto  lo  si  fa  cristallizzare  dall'etere 
petrolico  bollente,  nel  quale  si  scioglie  facilmente  a  caldo  ma  poco  a  freddo. 
Le  soluzioni  vennero  decolorate  con  carbone  animale.  Per  raffreddamento  si 
ottengono  grossi  cristalli  bianchissimi  che  fondono  a  62-63°.  Da  90  gr.  di 
composto  potassico  si  ottennero  15  gr.  di  questa  sostanza. 

«  L'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 
I  —  0,2689  gr.  di  materia  dettero  0,6658  di  CO,  e  0,1326  gì',  di  OH2. 
11—0,2739  gr.  di  materia  dettero  0,0747  di  COa  e  O.I2M7  gr.  di  OH, . 

«  In  100  parti: 

trovato  calcolato  per  C9H8N,0 

1  li 

C        07,53     67,18 07,50 

H  5,47       5,26 5,00 

«  La  formazione  del  vero  carbonilpirrolo  può  avvenire  secondo  la 
equazione  : 

2  C  Hi  NK  +  CO  Cl2  =  2  K  CI  +  CO  (C<  H4  N)j 

«  Il  carbonilpirrolo  è  un  poco  volatile  anche  a  temperatura  ordinaria 
e  bolle  senza  decomposizione  verso  i  238°.  Esso  si  scioglie  facilmente  nel- 
l'etere e  nell'alcool,  e  più  difficilmente  nell'etere  petrolico;  è  quasi  inso- 
lubile nell'acqua.  Trattando  la  sua  soluzione  alcoolica  con  nitrato  argentico 
si  forma  un  lieve  precipitato  biancastro  che  aumenta  per  raggiunta  di  am- 
moniaca, ma  che  si  scioglie  in  un  eccesso  di  quest'ultima.  Questo  composto 
è  molto  instabile  e  dopo  poco  tempo  annerisce  completamente  formando  uno 
specchio  metallico.  Un  simile  comportamento  ha  pure  il  vero  acetilpirrolo. 

«  L'acido  cloridrico  non  agisce  a  freddo  sul  carbonilpirrolo;  a  caldo 
però  il  liquido  diventa  rosso-bruno  e  per  raffreddamento  si  depone  una  ma- 
teria resinosa,  simile  al  rosso  di  pirrolo,  assieme  ad  una  parte  della  sostanza 
rimasta  inalterata.  Il  carbonilpirrolo  si  comporta  verso  la  potassa  Indiente 
in  modo  analogo  all'acetilpirrolo.  5  gr.  del  composto  vennero  fatti  bollire 
in  un  apparecchio  a  ricadere  con  una  soluzione  acquosa  diluita  di  potassa. 
La  sostanza  fonde  formando  un  olio  più  pesante  dell'acqua,  che  durante  la 
ebollizione  diventa  più  leggero  di  questa.  Si  estrae  con  etere.  L'estratto  etereo 
seccato  col  cloruro  di  calcio  bolle  fra  130"  e  132°  ed  ha  tutte  le  proprietà  carat- 
teristiche del  pirrolo.  La  scomposizione  avviene  dunque  secondo  l'equazione: 
N  C,  H4 

CO  +  2  K  OH  =  Ks  CO;t  -f  2  C4  Hr,  N . 

\ 

N  C4  H4 

«  Facendo  svaporare  lentamente  una  soluzione  diluita  del  carbonilpir- 
rolo nell'etere  petrolico,  si  ottengono  facilmente  dei  cristalli  grossi  e  bene 
sviluppati.  Fra  le  proprietà  del  nuovo  composto  è  da  notarsi  la  sua  tendenza 

Rendiconti  —  Voi,.  I. 


a  formare  dei  grossi  cristalli  che  quasi  sempre  sono  internamente  cavi,  rac- 
chiudendo così  spesso  notevoli  quantità  di  acqua  madre. 

«  L'ingeguere  sig.  Giuseppe  La  Valle  che  ebbe  la  gentilezza  di  fare  lo 
studio  cristallografico  del  carbonilpirrolo  volle  comunicarci  i  risultati  delle 
sue  misure  che  noi  pubblicheremo  più  tardi.  In  questa  occasione  abbiamo  pre- 

/  NH2  V 

/         /  \ 

parato  anche  la  monotetrolurea  o  pirrolcarbomide  I     CO  I    (') 

\         X  / 

X  N .  Ci  H4  ' 

per  poter  comparare  la  sua  forma  cristallina  a  quella  del  carbonilpirrolo. 
Il  signor  La  Valle  che  studiò  cristallograficamente  anche  questa  sostanza, 
trovò  che  questi  due  corpi  sono  molto  simili,  mentre  la  monotetrolurea  non 
ha  invece  nessuna  relazione  cristallografica  col  suo  isomero  la  carbopirrola- 
rnide  (C4  H:(  NH  .  CO.  NH.)  (2). 

«  Prima  di  pubblicare  le  misure  cristallografiche  di  queste  due  so- 
stanze vogliamo  aggiungere  alcune  parole  sulla  preparazione  della  monote- 
trolurea, a  quello  che  già  è  stato  pubblicato  su  questo  argomento  dagli 
autori,  che  per  la  prima  volta  hanno  preparato  questo  composto.  Noi  abbiamo 
trovato  che  per  ottenere  la  tetroluretaua  da  cui,  per  azione  dell'ammoniaca, 
si  forma  la  tetrolurea,  conviene  diluire  l'etere  clorocarbonico  più  che  col 
doppio  volume  d'etere  anidro.  Si  impiegano  più  vantaggiosamente  100  ce. 
d'etere  per  25  gr.  di  composto  potassico.  In  questo  modo  la  reazione  fra 
l'etere  clorocarbonico  ed  il  composto   potassico  del  pirrolo  è  meno  violenta. 

«  Distillando  il  prodotto  della  reazione  noi  abbiamo  tentato  di  vedere 
se  nelle  ultime  frazioni  fossero  contenute  delle  altre  sostanze  oltre  alla 
tetroluretaua,  perchè  ora  conoscendo  il  modo  di  agire  del  cloruro  d'ace- 
tile  e  del  cloruro  di  carbonile  sul  composto  potassico  del  pirrolo,  sarebbe  stato 
d'aspettarsi  anche  la  formazione  di  una  pseudotetroluretana,  che  non  sarebbe 
altro  che  l'etere  etilico  d'un  acido  carbopirrolico.  La  frazione  che  passa 
sopra  i  190"  però  è  molto  piccola  e  non  distilla  senza  decomporsi.  Noi  non 
abbiamo  potuto  perciò  decidere  la  questione  non  volendo  impiegare  quantità 
troppo  rilevanti  di  materiale. 

«  Per  ultimo  vogliamo  ancora  aggiungere  che  noi  abbiamo  trovato  il 
punto  di  fusione  della  monotetralurea  a  165°-166°,  invece  di  167°  come 
indicano  gli  autori  già  citati. 

«  In  una  prossima  Nota  pubblicheremo  la  seconda  parte  di  queste 
ricerche  ». 


(')  Vedi  Ciatnician  e  Dennstedt,  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  III. 
Atti  della  r.  Acc.  dei  Lincei.  Voi.  VII,  1SS2. 

(!)  Vedi  Weidel  e  Ciamician,  Monatshefte  far  Chemie.  I,  289,  1880  e  Gazz.  Chini 
itul.  XI,  28. 


MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

I.  S.  e  M.  N.  Vanècek.  Sur  la  generation  des  surfaces  et  des  courbcs 
gauches  par  le  faisceaux  de  surfaces.  Presentata  a  nome  del  Socio  Cre- 
mona dal  Segretario  Blaserna. 

RELAZIONI    DI   COMMISSIONI 

11  Socio  Todako,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Mokiggia,  legge  una 
relazione  sulla  Memoria  del  prof.  G.  Bellonci  :  Intorno  all'apparato  all'at- 
avo ed  olfattivo  ottico  dei  cervello  dei  Teleostei,  concludendo  per  l'inserzione 
di  essa  negli  Atti  accademici. 

Le  conclusioni  della  Commissione,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

li.  Owen.  Descript  ion  of  an  Impregnateti  Uterus  and  of  the  Uterine 
Ova  of  Echidna  hystrix. 

von  Helmholtz.  Principiai  der  Statik  monocyklischer  Systeme. 

Il  Socio  Betocchi  presenta  la  pubblicazione  dell'iug.  D.  Bocci:  Sulla 
jiortata  del  fu  me  Tevere,  facendo  particolare  menzione  della  sua  importanza. 

CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna  comunica  la  seguente  corrispondenza  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni  : 
L'Accademia  magiara  delle  scienze  di  Budapest  ;  l'Accademia  di  scienze 
naturali  di  Francoforte  s.  M.  ;  la  r.  Società  sassone  delle  scienze  di  Lipsia  ; 
l' Istituto    Teyler  di  Harlem  ;    1'  Università    di    Utrecht  ;    1'  Università    di 
Heidelberg. 

Lo  stesso  Segretario  aggiunge  che  il  sig.  F.  Laur  scrive,  insistendo 
sulla  necessità  di  accordare  una  grande  attenzione  ai  movimenti  barometrici 


—  56   — 

nella  questione  delle  eruzioni  e  dei  terremoti,  ed  invia  copia  di  due  note 
su  tale  argomento  da  lui  presentate  all'Accademia  di  Parigi,  che  si  trovano 
accennate  nei  Comptcs-rendus. 

CONCORSI    A    PREMI 

Il  Segretario  Blaserna  legge  l'elenco  dei  lavori  presentati  in  tempo 
utile  per  concorrere  al  premio  di  S.  M.  il  Ke  per  V Astronomia,  pel  1884. 

1.  Anonimo.  Variometro  nautico  (manoscritto  col  motto:  a^edegi^ri* 
oi  pr-st  v). 

2.  Becherucci  Francesco.  //  sistema  integrale  dell'universo  (stampato). 

3.  Brachetti  Napoleone.  Contestazione  della  pretesa  mancanza  del 
giorno  solare  (ms.). 

4.  Girato  Giuseppe.  L'Astronomia  svelata  dai  suoi  fenomeni  (st.  e  ms.). 

5.  Venturi  Adolfo.  I.  Metodo  di  Hansen  per  calcolare  le  perturbazioni 
ilei  piccoli  pianeti,  interamente  rifuso  ed  originalmente  esposto  (st.).  — 
II.  Le  perturbazioni  assolute  di  l'eronia  72  prodotte  dall'1  attrazione  di 
Giove  (ms.). 

Comunica  poscia  che  al  premio  Carpi  pel  1884,  avente  per  tema:  Sulla 
natura  della  pellagra,  venne  presentato  in  tempo  utile  un  solo  lavoro  da 
un  Anonimo,  col  titolo:  Mi  baso  sull'esperimento. 


P.  B. 


ol 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    18   gennaio    1885. 
CI.  Fioremj  Vice-Presidento 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

Bibliografia  storica.  —  Breve  notizia  del  Socio  Domenico 
Carutti  sui  primi  3  volumi  della  Biblioteca  storica  Italiana,  pub- 
blicati dalla  R.  Deputazione  di  Storia  patria  di  Torino  cioè: 

Voi.  I.  L'opera  cinquantenaria  della  lì.  Deputazione  di  Storia  Patria 
di  Torino.  Notizie  di  fatto  storielle,  biografiche  e  bibliografiche  sulla  lì.  De- 
putazione e  sui  Deputati  nel  primo  mezzo  secolo  dalla  fondazione,  rac- 
colte per  incarico  della  medesima  dal  suo  Segretario  Antonio  Manno. 
Turino,  fratelli  Bocca,  1884.  Un  voi.  pag.  XVII-524. 

Voi.  II.  Catalogo  dei  manoscritti  della  Trivulziana ,  edito  per  cura 
di  Giulio  Ponilo  Vice-presidente  della  lì.  Deputazione  di  storia  patria. 
Torino,  Fratelli  Bocca,  1884.  Un  voi.  pag.  XV-532. 

Voi.  III.  Bibliografia  Storica  itegli  Stati  della  Monarchia  di  Savoia, 
compilata  da  Antonio  Manno  e  Vincenzo  Pkomis.  Torino,  Fratelli  Bocca,  18S4. 
Volume  primo,  pag.  XXVII-463. 

«  È  noto  die  la  lì,  Deputazione  sopra  gli  studi  di  Storia  patri?  pel- 
le antiche  provincie  e  la  Lombardia  ha  l'inora  divise  le   sue   pubblicazioni 

Rendiconti  —  Vol.  I. 


—  58  — 

in  due  distinte  raccolte,  l'ima  in  folio  col  titolo  Hisloriae  patria  monumenta, 
l'altra  in  8"  intitolata  Miscellanea  di  Storia  Italiana.  Della  prima  sono 
usciti  dal  1836  al  1884  diciasette  volumi,  e  il  diciottesimo  è  in  corso 
di  stampa;  della  seconda  ventitré  volumi.  Comincia  ora  la  terza  col  nome 
di  Biblioteca  storica  italiana,  di  cui  ho  l'onore  di  presentare  i  tre  primi 
volumi,  editi  nel  1884,  come  fu  edito  pure  nello  stesso  anno  il  secondo 
volume  dei  Comitiorum,  appartenente  ai  Monumenta,  e  il  vigesimo  terzo 
della  Miscellanea.  Codesta  operosità,  propria  alla  E.  Deputazione  di  Torino, 
non  è  mai  venuta  meno  per  volgere  di  tempi  e  di   casi. 

«  Compiuto  nel  1883  il  cinquantesimo  anno  di  sua  vita,  la  Deputa- 
zione stimò  conveniente  di  rendere  conto  delle  sue  fatiche,  e  ne  commise 
l' incarico  al  barone  Antonio  Manno,  uno  dei  segretari,  che  dal  padre  ereditò 
non  il  solo  nome  glorioso.  Il  volume,  cui  egli  pose  mano  con  amore  e 
diligenza,  dovea  essere  offerto  al  terzo  Congresso  storico,  che  speravasi  di 
celebrare  in  Torino  nel  1883,  ma  che,  volendolo  rendere  lieto  degli  splen- 
dori della  Mostra  Generale  Italiana,  fu  convocato  nel  1884.  Se  non  clic  le 
condizioni  igieniche  che  contristarono  nell'estate  passata  molte  città  d'Italia, 
consigliarono  di  rimandarlo  al  mese  di  settembre  del  presente  anno  1885, 
e  intanto  è  venuto  fuori  il  volume.  Contiene  oltre  agli  ordinamenti  che 
governano  la  Società,  il  sunto  delle  più  importanti  deliberazioni  dei  Depu- 
tati, cavate  dai  verbali  delle  adunanze  generali  ;  e  gli  conferiscono  pregio 
gli  elenchi  bibliografici  dei  cento  ventotto  deputati  (che  tanti  ne  annovera 
l'albo  dei  Soci  effettivi  dalla  sua  fondazione  in  poi) ,  e  i  cenni  biografici , 
succosi  e  fatti  con  garbo,  di  quelli  che  più  non  sono  in  vita.  Chiudesi  il 
volume  con  un  breve  indice  generale  alfabetico  e  sistematico  delle  pubbli- 
cazioni della  Deputazione,  il  quale  naturalmente  comprende  soltanto  i  nomi 
e  le  cose  più  notevoli  ;  essendo  ciascun  tomo  dei  Monumenta  corredato  di 
indice  proprio  discretamente  ampio.  Un  indice  più  vasto  sarebbe  impresa  da 
mettere  un  po'  di  spavento. 

«  Nel  Congresso  storico  di  Milano  del  1880  erasi  manifestato  il  voto  di  un 
indice  sistematico  di  tutte  le  fonti  della  storia  italiana,  e  furono  additati 
gli  Scriptores  Rerum  Italicarum  come  l'opera  fondamentale,  donde  doveasi 
cominciare  il  lavoro.  Il  prof,  conte  Carlo  Cipolla  e  il  barone  Manno  porgono 
ora  un  saggio  di  tale  indice,  come  fu  da  essi  inteso,  e  che  venne  compilato  in 
lingua  italiana,  sotto  la  loro  direzione,  da  sei  alunni  della  Scuola  di  magistero 
di  Storia  moderna  nella  K.  Università  di  Torino  (').  Elessero  a  tal  fine 
la  /Ustoria  rerum  in  Italia  gesiarum  del  vicentino  Ferretto  de'  Ferretti 
(E.  I.  S.  voi.  LX)  e  le  cronache   di  Asti  di  Oggero  Alfieri,    Guglielmo  e 


(')  Carlo  Merlici,  Gerolamo  Occoferri,   Giuseppe   Roberti,  Gustavo  Canti,    Giovani» 
Filippi  e  Luigi  Valmaggi. 


_  59  — 

Secondino  Ventura  (E.  I.  S.  voi.  XI).  11  saggio  si  legge  nel  volume  XXXIII 
della  Miscellanea  di  Storia  Italiana.  A  proposito  di  esso  il  Manno  fa  con- 
siderare che  i  ventotto  volumi  della  colleziono  muratoriana  constano  di 
33,  165  colonne  di  stampa  in  folio  ,  delle  quali  255  spettano  alla  cronaca 
del  Ferretto.  Or  bene ,  1"  indice  di  quest'essa  occupa  144  pagine  in  8" 
della  Miscellanea;  e  perciò,  fatta  la  proporzione,  l'indice  del  Rerum  Ita- 
licarum  richiederebbe  pag.  14,  823,  cioè  venticinque  volumi  su  per  giù 
della  Miscellanea  stessa.  Io  poi  temo  che,  quando  si  trattasse  di  earte  e 
non  di  cronache,  gì'  indici  tornerebbero  anche  più  lunghi ,  ove  si  ponga 
mente  che  nelle  carte,  per  esempio,  abbondano  i  nomi  propri  assai  più.  Dopo 
di  che  egli  è  da  dubitare,  o  che  il  sistema  proposto  nel  Congresso  si  diffe- 
renzia da  quello  posto  in  atto  nel  saggio,  o  che  esso  sistema  riuscirebbe 
di  non  focile  applicazione  pratica,  Checche  ne  sia,  mi  faccio  lecito  di  sot- 
toporre il  quesito,  se  in  ogni  caso,  gì'  indici  non  sarebbero  da  stendersi  in 
lingua  latina,  vale  a  dire  nella  lingua  in  che  sono  scritti  i  monumenti  stessi. 
Le  traduzioni,  anche  buone,  talvolta  possono  non  raggiungere  compiutamente 
il  fine. 

«  Il  secondo  volume  della  Biblioteca  Storica  contiene  il  catalogo  dei 
codici  manoscritti  della  biblioteca  Trivulzio  di  Milano,  illustrati  dal  conte 
Giulio  Porro,  vice-presidente  della  R.  Deputazione.  La  Trivulziana  è  una 
delle  primarie  d'Italia  fra  le  private.  Nell'agosto  del  1848,  quando  gli 
Austriaci  ritornarono  in  Milano,  il  palazzo  Trivulzio  dovette  essere  sgombro 
in  ventiquattro  ore,  e  destinato  ad  uso  militare,  e  la  libreria  anch'essa,  che 
novera  circa  70  mila  volumi,  era  per  migrare.  Il  Municipio  avendo  fatto  rimo- 
stranze, il  nolo  conte  Paclita,  dopo  un  primo  rifiuto,  rispose  :  La  biblioteca  Tri- 
vulzio è  troppo  conosciuta  in  Europa,  e  se  venisse  trasportata  in  tal  modo  o 
manomessa,  direbbero  che  siamo  una  mano  di  barbari.  Rimanga  pure  dov'  e. 
E  così  fu  preservata.  I  manoscritti  sono  227(3.  Non  citerò  alcuna  delle  prezio- 
sità che  vi  s' incontrano,  vuoi  per  la  storia,  e  la  politica,  vuoi  per  le  lettere  e  le 
arti,  non  volendo  parere  di  sapere  in  cose  che  non  so.  Ma  siccome  lamentiamo 
tuttodì  a  gran  ragione  che  non  tutte  le  nostre  biblioteche  pubbliche  posseg- 
gano il  catalogo  compiuto  dei  loro  manoscritti,  uè  sono  in  gran  numero  quelle 
che  l'abbiano  a  stampa,  panni  dover  dire  che  la  R.  Deputazione  di  Torino 
ha  fatta  opera  buona,  mandando  fuori  quello  della  Trivulziana.  L'  amore 
che  vi  pose  il  conte  Porro,  versatissimo  in  questa  maniera  di  studi ,  sta 
mallevadore  che  il  lavoro  è  degno  della  biblioteca  e  del  suo   illustratore. 

«  Il  terzo  volume  della  collezione  di  cui  discorro,  forma  il  primo  dei 
quattro,  onde  si  comporrà  la  Bibliografia  degli  Stati  della  Monarchia  rfj 
Savoia,  compilati  dai  deputati  Antonio  Manno  e  Vincenzo  Promis,  i  quali 
vi  lavorano  da  otto  anni.  Era  antico  il  desiderio  di  avere  alle  mani  un 
repertorio   accurato  delle  fonti  della  storia  subalpina,  essendo  troppo  sparuti 


—  GO  — 

e  magri  gli  elenchi  di  Monsignor  Della  Chiesa  e  il  Sillabo  del  Kossotto. 
Vi  si  adoperarono  nel  secolo  passato  i  Soci  della  Conversazione  letteraria 
Sampaolina,  così  chiamata  perchè  adunavasi  nella  casa  del  conte  Bava  di 
San  Paolo;  ebbe  lo  stesso  disegno  la  Società  Filopatria,  e  lo  proseguì  il 
benemerito  conte  Prospero  Balbo,  padre  di  Cesare,  mentre  un  P.  Carlevaris, 
lo  metteva  in  atto,  secondochè  l'ingegno  e  le  forze  gliel  consentivano,  colla 
Biblioteca  patria  o  Biblioteca  Carlo  Emanuelld,  di  cui  hannovi  più  copie 
manoscritte.  Ma  il  condurre  somigliante  lavoro  in  modo  pieno,  o  per  lo 
manco  sufficiente,  non  sarebbe  stato  agevole  senza  la  munificenza  del  re 
Carlo  Alberto  e  la  dottrina  operosa  di  Domenico  Promis  suo  bibliotecario. 
La  Biblioteca  del  re  a  Torino,  per  voler  del  principe  e  le  cure  del  biblio- 
tecario, divenne  un  tesoro,  accresciuto  ancora  dai  due  re  Vittorio  Ema- 
nuele H  e  Umberto  I,  mercè  lo  zelo  di  Vincenzo  Promis,  degno  figlio  e 
nipote  di  Domenico  e  di  Carlo.  Il  Manno  è  cultore  passionato  della  bi- 
bliografia. «  La  Bibliografia  italiana,  specie  la  subalpina  (egli  ci  narra 
nella  prefazione  al  volume)  mi  attraeva  colla  voluttà  delle  minute  scoperte, 
lavorando  in  terreno  quasi  vergine  di  colto.  Cosicché  io  da  tempo  svol- 
geva con  passione  e  descriveva  con  diligenza  le  dovizie  promisiane  nella 
palatina,  lavorando  con  foga  che  allora  poteva  ancora  dirsi  giovanile  ». 
S1  intese  con  Vincenzo  Promis,  e  delle  comuni  fatiche  è  frutto  il  lavoro, 
che  la  R.  Deputazione  incoraggiò  di  lodi  e  fu  lieta  di  mandare  per 
la  stampa. 

«  L'  opera  è  spartita  in  due  parti  massime  :  Storie  Generali  e  Storie 
Particolari.  La  prima  si  divide  in  Storie  della  Beai  Casa  e  Storie  della 
Monarchia.  La  seconda  comprende  le  Storie  complessive ,  che  riguardano 
due  categorie,  i  Paesi  e  gli  Annali,  e  le  Storie  individuali,  che  riguar- 
dano le  Biografìe  e  le  Genealogie.  Il  Manno  avverte  acconciamente  che  in 
questo  lavoro  di  classificazione  tal  volta  nascono  dubbi,  e  si  sta  incerti  se 
alcun  libro  debba  essere  collocato  piuttosto  in  una  che  in  altra  categoria  ; 
il  perchè  gli  autori  studiarono  di  sanare  siffatte  imperfezioni  con  un  indico 
generale  alfabetico  e  sistematico,  il  quale,  posto  in  fine  dell'  opera,  noterà 
tutti  nomi  di  luoghi,  di  persone,  e  di  cose.  Di  esso  indice  che  gli  autori 
appellano  «  nostra  speranza  »,  offrono  un  saggio  nel  primo  volume,  il  quale 
contiene  tutto  quanto  cade  fra  le  lettere  cab  e  caz. 

'<  Il  vocabolo  Storia  fu  dai  compilatori  usato  nel  suo  significato  più 
vasto,  tal  che  registra  sotto  di  se  le  cose  civili,  religiose,  militari  e  natu- 
rali, i  fatti  e  i  monumenti,  l'archeologia,  l'etnografia,  gl'interessi  ecclesia- 
stici agricoli,  industriali,  e  commerciali,  le  scienze,  le  lettere  e  le  arti, 
le  discussioni  sui  fenomeni  della  natura  ecc.  Col  nome  di  libro  poi  nota- 
rono non  solamente  quelli  che  per  giusta  mole,  meritano  tal  nome,  ma 
gli  opuscoli  e  alcuna  fiata  anco  certi  foglietti  volanti  ,  che  alle  volte  sono 


—  Ili  — 

materia  di  storia,  o  le  danno  lume.  Il  primo  volume  numera  6475  opere 
fra  grandi  e  piccole.  Auguro  e  confido  che  i  due  valorosi  bibliofili  affret- 
tino lentamente  la  nobile  loro  fatica,  che  viene  innanzi  al  pubblico  come 
frutto  di  lungo  e  laborioso  apparecchio  ». 

Astronomia.  —   Osservazioni  della   cometa   Wolf  ISSI,  fatte 
al  Circolo  meridiano  dell'Osservatorio  del  Campidoglio.    Nota  del 

Socio   L.   Respigiii. 


Data 

1884 

T.  M.  Roma 

.1!   app. 

ò  app. 

log.  VJ 

Osserv. 

20 

Ottobre.    . 

71  19" 

7?  2 

21'i47m39s,93 

8°10'  4",7 

0,6888 

E 

21 

» 

» 

7  4G 

54,6 

21  49  2:5.11 

7  42  2G,6 

6,6941 

R 

24 

» 

» 

7  40 

30,3 

21  54  4", 17 

G  22     3,6 

6,70S6 

R 

5 

Novembre 

7  17 

30,3 

22  19     8,82 

1  34  28.1 

0,7554 

R 

6 

» 

» 

7   15 

51,6 

22  21   2o,: 3 

1   13  32,9 

0,7584 

R 

7 

» 

» 

7   11 

9.0 

22  23  33,90 

0  52  5: i.7 

0,761  1 

R 

8 

» 

» 

~  12 

26,6 

22  25    17.^0 

0  32  57.7 

0,7643 

R 

9 

» 

» 

7   10 

io.". 

22  28     4,01 

0   13  10,1 

e. 7072 

R 

11 

!> 

» 

7     7 

30,0 

22  32  40.02 

—  o  2  1   34,0 

0.7725 

R 

12 

» 

» 

7     5 

51.3 

22  31  57,5S 

0    12  2:1.5 

0,7749 

R 

14 

» 

» 

7     2 

41,0 

22  39  39,91 

1   17     4.2 

0,7796 

R 

lo 

» 

» 

7     1 

8,3 

22  42     3,53 

1   33  51,1 

0,7819 

R 

16 

» 

» 

C  59 

36,2 

22   11  27,74 

1    lo   18,5 

0,7840 

R 

19 

» 

» 

G  55 

2,5 

22  51  42,92 

2  34  55,9 

0,7899 

R 

21 

» 

» 

e,  52 

4,5 

22  56  37,01 

3     2  21,0 

0,7936 

R 

24 

» 

» 

G   17 

11,1 

23     4     5,04 

3  40   15.9 

0,7981 

R 

-1 

Dicembre 

G  33 

40,0 

23  29  25,29 

5  1  1  5G,0 

0,S095 

G 

0 

» 

» 

G  30 

5G,7 

23  34  31. GÌ 

5  28  2!.s 

0,8111 

(1 

7 

» 

» 

G  29 

33,8 

23  37    8,24 

5  31    11.5 

0,8119 

(1 

10 

» 

» 

G  25 

29,6 

23  44  52,99 

5  ni  3I.G 

0,8137 

g 

13 

» 

» 

G  21 

25,5 

23  52  38,11 

G     2  51,2 

0,8151 

G 

14 

» 

» 

e,  20 

2,8 

23  55  11,33 

G     ('.   19,4 

0,8154 

G 

15 

» 

» 

6  18 

25,6 

23  57  30,15 

6     9  12,0 

0,8158 

G 

Annotazioni. 

Le  osservazioni  tino  al  24  novembre  furono  l'atte  dal  prof.  Respighi  (R); 
dal  4  al  15  dicembre  fnn.no  fatte  da  Giacomelli  (G). 

Nelle  osservazioni  del  14  e  15  dicembre  la  Cometa  era  debole,  e  quindi 
difficile  ad  osservarsi. 


—  62  — 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fioretti  presenta  le  Notizie  sullo  sco- 
perte di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  della  Pub- 
blica Istruzione  durante  lo  scorso  mese  di  decembre,  e  che  si  rife- 
riscono ai  siti  qui  appresso  indicati  : 

«  Magenta.  Tombe  attribuite  ad  una  necropoli  barbarica,  scoperte  nel 
giardino  delle  religiose  Canosiane-  —  Verona.  Nuove  indagini  per  scoprire 
i  resti  del  pavimento  in  musaico  con  iscrizioni  presso  la  cattedrale  vero- 
nese. —  Lavagna.  Altri  oggetti  scavati  sul  colle  di  s.  Briccio  in  occasione 
dei  lavori  per  la  costruzione  della  fortezza.  —  Caslelnuovo-veroncsc.  Fram- 
menti epigrafici  latini  riconosciuti  in  Sandra  nel  comune  di  Castelnuovo 
di  Verona.  —  Larisc.  Avanzi  di  costruzioni  romane,  scoperti  in  Paiengo 
nel  comune  di  Larise  sul  lago  di  Garda.  —  Trevenzuolo.  Arma  di  bronzo 
rinvenuta  nel  territorio  del  comune.  —  Ravenna.  Statuette  marmoree  ed 
oggetti  trovati  nei  poderi  Branzanti,  Maiano  e  Barleta  nell'agro  raven- 
nate. —  Volterra.  Nuove  esplorazioni  nell'  area  delle  antiebe  terme,  e  fram- 
mento epigrafico  latino  quivi  ritrovato.  —  Orvieto.  Tombe  etrusebe  rimesse 
in  luce  nella  continuazione  degli  scavi  in  contrada  Cannicella.  —  Gualdo- 
Cattaneo.  Frammenti  di  epigrafe  arcaica  latina  recuperati  presso  i  ruderi 
di  antiche  fabbriche  in  prossimità  del  Castello  di  Gratti.  —  Todi.  Tombe 
della  necropoli  tuderte,  scoperte  in  contrada  s.  Baffaele.  —  Poggio  Mirteto. 
Resti  di  antica  balinea  riconosciuti  in  contrada  Volpignano ,  tra  i  comuni 
di  Poggio  Mirteto  e  di  Montopoli.  —  Salisano.  Antico  musaico  e  ruderi 
scoperti  in  contrada  Oli  veto,  a  poca  distanza  da  Salisano.  ■ —  Homo.  Scavi 
e  scoperte  nelle  regioni  urbane  VI,  Vili,  IX,  XIV,  e  nelle  vie  Labicana 
e  Latina. —  Palestrina.  Tratto  di  antica  strada,  rinvenuta  in  via  dello  Sprecato, 
entro  la  città.  —  Subloco.  Avanzi  della  villa  neroniana ,  rimessi  in  luce 
nella  prosecuzione  degli  scavi  per  la  nuova  strada  da  Subiaco  a  Jenne.  — 
Olevano- Romano.  Iscrizione  latina  scoperta  fra  i  ruderi  del  castello  di 
Pusano.  —  Cisterna  di  Roma.  Altra  iscrizione  riconosciuta  in  una  casa 
sulla  via  dei  prati  di  Cisterna.  —  Santa  Maria  di  Capita  Vctere.  Rhyton 
scoperto  nel  fondo  di  Tirone,  in  una  tomba  della  necropoli  campana.  — 
Cuma.  Nuovi  scavi  della  necropoli  cumana  avvenuti  nei  lavori  di  bonifica 
presso  il  lago  di  Licola.  —  Miseria.  Iscrizione  di  un  classiario  misenate  , 
scoperta  presso  il  Mare-Morto.  — ■  Baia.  Fistule  acquane  con  bolli  trovate 
nel  territorio  di  Baia.  —  Pozzuoli.  Tomba  scoperta  sulla  via  campana.  — 
Napoli.  Resti  di  antiche  costruzioni  riconosciuti  sul  corso  Vittorio  Emanuele; 
e  nuove  tombe  rimesse  in  luce  in  strada  Capuana.  —  Pompei.  Scavi  e  sco- 
perte nell'isola  T  della  reg.  Vili.  —  Lanciano.  Antico  sepolcreto  nella  collina 
della  Cunicella  presso  la  città.  —  Catania.  Iscrizioni  greche  incise  su  blocchi 
di  pietra  usati  nelle  costruzioni  del  teatro.  —  Olzai.  Materiali  di  costruzione 
di  età  romana,  trovati  in  contrada  Gbedderai  nel  territorio  del  comune  ». 


—  68  — 

Archeologia.  —  Di  un  vaso  a/lieo  rappresentante  Saffo.  Co- 
municazione del  Socio  Compare™. 

11  Socio  Comparetti  comunica  alcune  notizie  intorno  ad  un  vaso  attiro 
della  raccolta  della  società  archeologica  di  Atene.  Rappresenta  Saffo  in  mezzo 
alle  sue  discepole  in  atto  di  leggere  e  commentare  versi  epici  scritti  in  un 
volume  che  tiene  in  mano.  Il  vaso  è  del  quarto  secolo  prima  di  Cristo  e 
rappresenta  i  tempi  in  cui  era  Saffo  popolarissima  nella  società  colta,  ele- 
gante e  galante  di  Atene.  Probabilmente  i  nomi  che  si  leggono  su  due  delle 
donne  che  ascoltano  Saffo  sono  quelli  di  due  hetaire  ateniesi. 

Paleoetnografia.  —  Oggetti  dell'età  della  pietra  del  connine 
di  Breonio  Veronese,  regalati  al  Museo  preistorico  di  Roma  dal 
comm.   Carlo  Landbcrg.  Comunicazione  del  Socio  con-.  L.  Pigorini. 

«  Non  presento  agli  onorevoli  Colleglli  una  Memoria  per  gli  Atti 
dell'Accademia,  ma  comunico  soltanto  una  notizia  che  io  credo  debba  far 
piacere  a  quanti  tengono  dietro  alle  scoperte  di  antichità  primitive  italiane, 
e  trovano  utile  che  aumentino  le  nostre  collezioni  pale  fenologiche. 

«  Il  comune  di  Breonio  nella  provincia  di  Verona  è  senza  dubbio  uno 
dei  territori  più  importanti  per  le  ricerche  sulla  età  della  pietra.  Ivi  esi- 
stono moltissimi  ripari  sotto  roccia,  càvoli  ecc.  che  servirono  di  dimora 
all'uomo  durante  quella  età,  e  vi  rimasero  sepolti  in  copia  assai  notevole 
gli  utensili,  le  armi,  gli  ornamenti  fabbricati  e  usati  dai  loro  antichissimi 
abitatori. 

«  Di  siffatte  reliquie  si  trova  menzione  nel  secondo  volume  (pag.  11) 
dei  Novissimi  illustrati,  monumenti  de' Cimbri  ne1  monti  veronesi,  vicen- 
tini ecc.  di  Marco  Pezzo,  edito  nel  17SÒ.  Dopo  quell'anno  però  nessuno, 
per  quanto  si  sa,  ne  fece  più  parola,  fino  a  che  nel  1870  il  dotto  e  com- 
pianto Pier  Paolo  Martinati  (Storia  della  paleoetn.  veronese  pag.  2!»,  37) 
annunziò  che  in  quella  regione  alpestre  cominciavano  a  t'arsi  scoperte  della 
più  alta  importanza,  relative  alla  età  della  pietra. 

«  Qualche  tempo  dopo  si  intrapresero  colà  indagini  che  fruttarono  una 
ricca  messe  di  oggetti  litici  al  Museo  civico  di  Verona,  proseguite  più 
tardi  e  sopra  larga  scala  dal  cav.  Stefano  De  Stefani  r.  Ispettore  degli  scavi 
e  monumenti,  noto  a  tutti  come  uno  dei  più  valenti  nostri  esploratori  di 
stazioni  e  necropoli  antiche.  In  breve  con  gravi  fatiche  e  dispendio  riuscì 
egli  a  formare  in  quel  di  Breonio  una  considerevole  raccolta  di  anni  e  uten- 
sili della  età  della  pietra,  che  io  acquistai  pel  Museo  preistorico  ed  etno- 
grafico di  Roma. 

«  Tale  raccolta  fu  in  parte  dal  De  Stefani  mostrata  in  una  delle  sedute 
che  tenne  il  IV  grappo  del  Congresso  internazionale  di  Venezia  nel  1881. 


—  64  — 

Si  notò  allora  che  alcuni  degli  oggetti  presentati  erano  di  tipi  non  mai 
veduti,  e  che  sollevavano  gravi  problemi  cui  importava  di  studiare  e  ri- 
solvere. Il  Congresso  pertanto  espresse  solennemente  il  voto  (Terzo  Congr. 
giogr.  internaz.  tenuto  a  Venezia  1881,  voi.  I,  pag.  284)  che  a  spese  del 
Ministero  della  pubblica  istruzione  fossero  intrapresi  scavi  sistematici  dal 
De  Stefani  nei  punti  indicati. 

«  Dopo  di  ciò  il  De  Stefani  ottenne  alcune  centinaia  di  lire  sul  bilancio 
dello  Stato,  ma  i  mezzi  conceduti  non  erano  adeguati  alla  importanza  delle 
esplorazioni  che  nell'interesse  della  scienza  si  dovevano  compiere.  Ad  ogni 
modo  l'egregio  ispettore  potè  con  essi  scavare  altro  copiosissimo  materiale 
relativo  alla  età  della  pietra,  trasportato  quindi  pur  esso  nel  Museo  pre- 
istorico di  Konia.  Inoltre  coi  suoi  lavori  giunse  a  scoprire  stazioni  prima 
ignote,  e  degli  abitatori  antichissimi  dei  monti  di  Breonio  trovò  tanto  i 
luoghi  nei  quali  avevano  i  loro  ricoveri,  quanto  quelli  in  cui  seppellirono 
i  loro  morti.  Dei  risultati  di  quelle  ricerche  si  ha  qualche  breve  cenno 
nelle  Notizie  degli  scavi  inserite  negli  Atti  dell'Accademia. 

«  Esauriti  gli  scarsi  mezzi  accordati  dal  Ministero  della  pubblica  istru- 
zione, uè  avendo  speranza  di  ottenerne  altri  mentre  pur  tanto  restava  da 
fare,  il  De  Stefani  non  interruppe  le  ricerche  e  le  prosegui  per  proprio 
conto,  componendo  così  una  nuova  collezione  paletnologica  superiore  alle  pre- 
cedenti. 

«  Non  posso  ora,  come  vorrei,  parlare  di  esse  tutte  diffusamente.  Dirò 
soltanto  che  oltre  a  moltissimi  utensili  ed  armi  di  selce  piromaca,  che  per 
solito  s'incontrano  quando  nell'uno  e  quando  nell'altro  dei  vari  strati  co- 
nosciuti così  dell'età  archeolitica  come  della  neolitica,  ne  uscirono  parecchi 
dai  càvoli  di  Breonio  che  non  hanno  in  Europa  riscontri  di  sorta,  eccet- 
tuato forse  qualcuno  dei  pezzi  rinvenuti  nella  Kussia  e  illustrati  dall'Ouwaroff 
(Archeologia  russa,  età  della  pietra,  testo  russo,  1881,  toni.  II,  tav.  XIV, 
A,  C,  D,  G;  tav.  XXXI,  4735).  Per  trovare  invece  oggetti  litici  di  forme 
strane,  analoghi  a  quelli  indicati  del  Veronese,  conviene  varcare  l'Atlantico 
e  tenere  conto  di  quelli  della  Nuova  Jersey,  della  Repubblica  di  Honduras, 
del  Yucatan  ecc.  illustrati  dal  Voss  (Yerhandl.  der  Berlin.  Gesellsch.  fiir 
Anthrop.  ecc.  1880  pag.  237-38)  ,  dallo  Stevens  (Flint  Chips.  A  Guide 
lo  Pre-hist.  archaeol.  as  illustr,  by  the  collect.  in  the  Dlackmore  Mas.  tavola 
annessa),  dal  Nadaillac  (VAmérique  prélnst.  fig.  79)  e  da  altri.  La  quale 
circostanza  potrebbe  avvalorare  l'opinione  del  Worsaae  (Mém.  de  la  Soc.  r. 
des  antiq.  du  Nord  1878-83,  pag.  131  e  seg),  per  dire  solo  di  uno  fra 
coloro  che  hanno  trattato  largamente  la  quistione,  che  cioè  esistessero  delle 
relazioni  molto  strette  fra  le  popolazioni  le  quali  durante  l'età  della  pietra 
si  sparsero  nel  vecchio  e  nel  nuovo  mondo. 

«  11  De  Stefani  sta  ora  scrivendo  una  particolareggiata  descrizione  delle 
scoperte  fatte,  alla  quale  sarà  unito  un  atlante  di  parecchie  tavole.  Mi  consta 


—  (),)  — 

che  tale  lavoro  assai  desiderato,  il  quale  sarà  senza  dubbio  degno  dell'autore, 
verrà  presentato  a  questa  Accademia  per  essere  possibilmente  pubblicato. 
«  Ma  non  bastava  che  eelle  ricerche  eseguite  si  fosse  giunto  ai  risul- 
tati importanti  di  cui  ho  fatto  cenno.  Era  necessario  trovare  modo  che  il 
materiale  paletnologia  scavato  dal  De  Stefani  e  ila  lui  posseduto  venisse 
aggiunto  a  quello  simile  e  della  stessa  provenienza  esistente  nel  Museo  che 
ho  l'onore  di  dirigere.  Sfortunatamente  non  si  poteva  per  questa  parte  spe- 
rare nell'aiuto  del  Ministero  della  pubblica  istruzione,  né  i  fondi  dell'Istituto 
affidatomi  mi  permettevano  di  sostenere  la  spesa  non  lieve  occorrente  per 
acquistarlo.  Sono  però  lieto  di  annunziare  oggi,  che  quando  ili  tale  stato 
di  cose  ebbe  notizia  un  dotto  straniero  grandemente  benemerito  dell'Italia, 
il  eomm.  Carlo  Landberg,  volle  egli  comperare  del  proprio  la  raccolta 
De  Stefani  e  farne  dono  al  detto  Istituto  ». 

Astronomia.  —  Sulle  osservazioni  delle  macchie  e  delle  facole 
solari,  eseguile  nel  II.  Ossei'valorio  ilei  Collegio  Romano  nel  1^si. 
Comunicazione  del  Socio  corr.  P.  Tacchini. 

«  Nel  1 884  la  stagione   fu   molto    favorevole   e    le    osservazioni  delle 
macchie  e  delle  facole  solari  si  poterono  eseguire  in  30?  giorni  cosi  distribuiti: 


1884 


Mesi 

Numero 

dei   • 
gioì  ni 

Mesi 

Numero 

dei 

giurili 

Gennaio  .  . 

L'I 

Luglio  .  .  . 

30 

Febbraio .  . 

23 

Agosto  .  .  . 

29 

Marzo    .  ■  . 

L's 

Settembre  . 

25 

Aprile   .  .  . 

26 

Ottobre.  .  . 

23 

Maggie .  .  . 

■r, 

Novembre  . 

25 

Giugno.  .  . 

27 

Dicembre    . 

•20 

«  Dei  307  disegni  giornalieri  sulla  solita  projezione  all'equatoriale  di 
Cauchoix,  239  furono  da  me  eseguiti,  ed  i  rimanenti  68  dal  sig.  C.  Righetti. 
11  buon  numero  delle  osservazioni  fatte  in  ciascun  mese  rende  i  dati,  che 
ho  raccolto  nel  seguente  quadro,  ben  comparabili  con  quelli  già  pubblicati 
nei  rendiconti  dell'Accademia  per  l'anno  1883. 


Rendiconti  —  Voi..  I 


ó(3  — 


1884 

Frequenza 

delle 
macchie 

Frequenza 
dei 
fori 

Frequenza 

delle 
M-+-P 

Fi-potenza 
dei  giorni 

senza 

Mh-F 

Frequenza 
dei  giorni 
con  soli  F 

Medio 
numero 

dei 
giuppi 

Media 
estensione 

dello 
macchie 

Madia 

estensione 
delle 
facolo 

Gennaio   . 

17,13 

16,26 

12,57 

29,10 

0,00 

0,00 

0,83 

101,75  1     71,74 

Febbraio  . 

15,83 

32,09 

0,00 

0,00 

1,52 

118,65 

56,82 

Marzo  .  . . 

15,23 

11,-4 

26,91 

0,00 

0,00 

1,45 

113,82 

60,18 

Aprile  . . . 

15,38 

16,50 

31,88 

0,00 

ii.iiii 

6,11 

110,81 

85,77 

Maggio  .  . 

10,48 

12.12 

22,60 

0,00 

0,00 

6,22 

110,15 

16,61 

Giugno  . . 

9,-8  ' 

8,28 

18,06 

0,00 

o.oo 

5,33 

42,30 

80,45 

Luglio  . .  . 

11,33 

9,83 

21,16 

0,00 

0,00 

4,51 

50,63 

60,10 

Agosto.  . . 

12,07 

8,69 

20,16 

0,00 

0,00 

5.11 

52,20 

51,01 

Settembre 

10,80 

9,32 

20,12 

0,00 

0,00 

5,04 

75,96 

15,00 

Ottobre . . 

8,43 

13,70 

22,13 

0,00 

0,0  i 

4,48 

SI, 22 

56,50 

Novembre 

4,52 

6,72 

11,24 

0,00 

0,00 

3,08 
4,10 

53,80 

71,00 

Dicembre. 

0,45 

9,15 

18,60 

0,00 

0,00 

68.45 

63,44    ; 

«  Se  si  confrontano  questi  risultati  con  quelli  del  precedente  anno 
(vedi  Transunti,  voi.  Ili,  fas.  5,  p.  100),  appare  bene  evidente:  1°  che  il 
maximum  di  attività  sviluppatosi  in  ottobre  1883  ed  estesosi  a  tutto  l'ul- 
timo trimestre  di  quell'anno,  continuò  nel  1884  fino  a  tutto  maggio,  cosi 
che  la  durata  di  quel  periodo  di  grande  frequenza  ed  estensione  delle  macchie 
solari  fu  di  8  mesi,  nel  qual  periodo  dobbiamo  considerare  come  avvenuto 
il  nuovo  massimo  delle  macchie  suddette;  2°  che  durante  il  1884  ha  avuto 
perù  luogo  una  diminuzione  progressiva  nel  fenomeno  delle  macchie  per  ciò 
che  riguarda  il  loro  numero,  estensione  e  la  frequenza  diurna  dei  gruppi, 
come  meglio  rilevasi  dallo  specchietto  seguente  relativo  ai  diversi  trimestri: 


1884 

Frequenza 

.Ielle 

macchie  e  fori 

Frequenza 
dei  _ 
gruppi 

Estensione 

delle 

macchie 

1°  trimestre 

30,48 

7,57 

113,36 

2°  trimestre 

24,07 

5,89 

97,21 

3°  trimestre 

20,77 

4,92 

58,83 

4°  trimestre 

17.10 

3,85 

68,38 

—  67   — 

«  Possiamo  dunque  ritenere  che  l'attività  solare  andrà  <<r,\  di  continuo 
scemando. 

«  Degni  di  rimarco  sono  i  minimi  secondari  avvenuti  nei  mesi  ili 
giugno  e  novembre  del  1884.  In  quanto  alle  facole  esse  presentarono  pres- 
soché egual  frequenza  durante  tutta  Tannata,  e  mai  si  ebbe  giorno  senza 
macchie,  ciò  che  non  di  rado  si  verificò  nel  precedente  anno  1883,  e  questo 
in  accordo  col  maggior  numero  delle  macchie  e  dei  gruppi  osservati  nel  Issi 
anche  dopo  il  periodo  di  grande  attività  18S3-1S84,  in  confronto  dei  dati 
relativi  ai  nove  mesi  del  1883  precedenti  il  periodo  anzidetto.  Anche  uri 
fenomeni  cromosferici  si  ebbe  a  notare  uno  sviluppo  considerevole  nel  ISSI, 
e  sebbene  io  non  abbia  finora  ultimato  che  la  riduzione  delle  osservazioni 
del  1°  semestre,  pure  ritengo  di  poter  dire,  che  il  1881  debba  considerarsi 
come  un  anno  di  massima  frequenza  di  protuberanze  idrogeniche,  e  su  ciò 
dovrò  intrattenere  l'Accademia  dopo  finiti  i  calcoli  per  tutte  le  osservazioni 
del  passato  anno  ». 

Storia  letteraria.  —  Intorno  ad  una  Enciclopedia  finora  scono- 
sciuta di  Egidio  Colonna,  romano,  ed  al  plagio  fattone  dall'inglese 
Bartolomeo  Glanville.  Nota  del  Socio  con-.   E    Narducci. 

«  Il  codice  Q.  5.  26  della  Biblioteca  Angelica,  membranaceo,  in  12", 
della  fine  del  secolo  XIII,  di  164  carte,  di  carattere  minutissimo  e  somma- 
mente contratto,  contiene  nelle  prime  sue  121  carte  un'opera  divisa  in  sette 
trattati,  nel  primo  dei  quali  si  discorre  dei  corpi  celesti,  nel  secondo  degli 
elementi,  nel  terzo  degli  uccelli,  nel  quarto  dei  pesci,  nel  quinto  degli  al- 
tri animali,  nel  sesto  degli  alberi  e  delle  piante,  nel  settimo  delle  pietre 
preziose  e  dei  minerali.  È  intitolato  in  principio:  Liber  de  moralitatibus 
corporum  celestium,  clementorum,  avium,  arborum  sire  plantarum  ri  la- 
pidimi preliosorum.  Qui  et  quo  in  scriptum  divina,  rei  alibi  in  libris 
nulenticis  continentur.  Et  primo  de  celo  empireo.  Segue  immediatamente  il 
seguente  breve  proemio  : 

«  Quoniam,  sicut  scribitur  Sap.  xiij.  a.  Vani  sunt  omnes  homines  in  quibus  non  sube  f 
«  scientia  dei,  et  de  biis  que  uiJentur  bona  non  potuerunt  intelligere  eum  qui  est.  Onde 
«  opoitet  volentem  uti  salubriter  creatura,  aciem  intelligentie  supernaturalitcr  figere  in 
«  ipsarura  misteriis,  et  ipsa  mìsteria  applicare  raoribus  sacris.  Ceterum,  quia  lice  ipsa 
«  minime  ualent,  nisi  precognita  proprietate  creaturarum  :  ideo  scripturus  per  ordinem  de 
«  eorporibus  celestibus  et  elementis,  auibus,  piscibus,  animalibus,  arboribus,  herbis  et  lapi- 
c  dibus  preciosis,  qui  et  que  in  ueneranda  pagina  autentice,  mngistraliter  (o  misterialiter?) 
«  describuntur:  iuxta  quod  inductus,  ductus  et  informati!»  sum  multipliciter  et  frequentar 
«  a  uenerabili  patre  et  domino  meo  giugulare,  do.  B.  sancti  Nic.  in  carcere  tuliano  dyac. 
«  card,  prius  sust.  singulis  de  premissis  baberc  (?)  ueritatem,  deinde  moralitatem  :  subin- 
«  duccns  semper  probationcs  per  ncras  scripture  sacre  auctoritates  et  per  sanetossui  glo- 
«  riosos  (?),    nel    etiam    magistrorum  parUicnsium  exposti-n. ■>.    iuxta    quod    deus  melma 


—  liS  — 

«  ministraljit.  Inchoando  ciiim  in  nomine  eterni  ilei,  de  còrppribns  «felestibus  a  celo  empy- 
«  reo,  quod  est  suppremum  corpus  creaturarura  omnium  somma  principium  ». 

«In  fine  si  legge:  Explicit  liber  de  proprielatibus  rerum,  le  quali 
parole  erano  seguite  dà  altre  indicanti  certamente  il  nome  dell'autore,  po- 
scia vandalicamente  abrase  per  modo  da  rendersi  irriconoscibili. 

«  Il  breve  proemio  che  di  sopra  riporto  dell'anzidetto  trattato  non 
lascia,  a  parer  mio,  alcun  dubbiò,  djversi  esso  attribuire  al  celebre  Egidio 
Colonna,  romano,  dell'  ordine  Agostiniano,  di  cui,  a  detto  del  Sabellico, 
ninno  mai,  tranne  8.  Agostino,  scrisse  più  copiosamente  nò  più  accurata- 
mente nelle  cose  divine  (').  Dice  ivi  infatti  l'autore  averlo  scritto:  induc- 
ine, duclus  et  infoi  Hiatus  a  venerabili  patre  et  domino  meo  singulare,  do- 
mino lì.  sancti  Nicolai  in  carcere  Tuliano  d/jacono  Cardinali,  e  di  averlo 
compilato,  oltre  che  colla  scorta  delle  sagre  Scritture,  seguendo  anche  le 
ma'jìslrorum  Parisiensium  cccposiliones.  Ora  il  cardinale  13.  qui  menzio- 
nato è  certamente  Benedetto  Caetani,  assunto  poscia  al  Pontificato  il  24 
dicembre  1294  col  nome  di  Bonifacio  Vili.  Autentici  documenti  ci  fanno 
conoscere  che  Benedetto  Caetani  ebbe  da  Martino  IV  il  titolo  cardinalizio 
di  S.  Nicolò  in  Carcere  il  12  aprile  1281,  onde  poi  fu  da  Nicolò  IV  tra- 
sferito a  quello  de'  SS.  Martino  e  Silvestro  ai  Monti  l'anno  1291  (").  Bimane 
così  accertato  il  limite  del  decennio  in  che  l'opera  fu  composta. 

«  È  notissima  la  stretta  affinità  e  la  protezione  largita  da  Bonifacio  VIII 
ad  Egidio  Colonna,  il  quale  scrisse  a  difesa  ed  apologia  di  lui  il  Liber  de 
renunci adone  papr.e,  pubblicato  dal  Roccaberti  ('),  ove  è  scagionato  quel 
pontefice  dalle  accuse  mossegli  in  occasione  del  «  gran  rifiuto  »  fatto  dal 
suo  predecessore  Celestino  V.  Anzi,  non  ostante  la  rottura  di  Bonifacio  VII! 
coi  Colonna  seguita  nel  1297,  appunto  per  essersi  i  cardinali  Giacomo  e 
Pietro  di  questa  famiglia  mostrati' avversi  alla  detta  rinunzia,  Egidio  gli 
rimase  fedele  amico,  e  per  suo  ordine  scrisse  nel  seguente  anno  1298  un 
Tractatus  brevìs  prò  conversione  Tartarorum  ('),  che  pure  si  conserva  nel- 
l'Angelica ('). 


(')  «  Egidins,  quo,  post  Aurelium,  ne<~iuo  plora  quisquis  in  iliuinis  scripsit,  ncque  afl- 
ciiratius  »  (Aktohii  Coccii  Sabellici,  Rapsudiae  ìrisluricae  Ennecules  VII,  lìb.  IX.  Opp.  to.  II. 
Basileae  1560,  co'.  -112). 

(!)  Pottiiast,  Regesto  Ponlifìcum  Romanorum,  fasciculus  XIII.  Berolini,  1875,  pag.  1923. 

(')  Fr.  Tuoji.e  nu  RoccabertI,  Bibliolheca  maxima  pontificii,  to.  II.  Romite,  1698, 
pag.  1-G4. 

(')  T.  Luigi  Torelli,  Secoli  Agostiniani,  to.  V.  Bologna,  1678,  pag.  186. 

(s)  Un  esemplare  manoscritto  di  questo  trattato  si  ha  nel  codice  Tv 2.  22  dell'Ange- 
lica, membranaceo,  in  4.°  p.°,  del  sec.  XIV,  a  pio'  del  quale  si  legge:  «  ExplLciunt 
«  capitula  fiùei  spiane  tradita  a  sapientissimo  viro  fratre  Egidio  ordini  hcremitarum  sancti 
«  Anguslìni  in  li."  ernia  de  mandato  dui  Bonifacii  pp.  8.  transmissa  ab  codoni  (Ino.  pp" 
<t  ad  Tarlarum  maiorem  volenti  m  cristiariam  tollero  fidem  ». 


—    li!»    — 

Che  tale  intimità  ed  amicizia  durasse  sin  dal  tempo  in  che  il  Caetani 

era  appunto  cardinal  titolare  di  S.  Nicola  in  Carcere,  ne  fa  fede  un 
rarissimo  libro  a  stampa,  conservato  anche  nell'Angelica,  pubblicato  nel 
1550  dall'Agostiniano  Egidio  Bonsi,  fiorentino,  e  contenente  una  esposizione 
di  Egidio  sul  trattato  De  Causis  di  Alfarabio  (').  Questa  esposizione  è  in  fatti 
da  lui  dedicata  «  Ex  illustri  ac  generosa  prosapia  oriundo,  viro  magnifico, 
«  &  suo  Duo  Benedicto  (dei  gratia)  sancti  Nicolai  in  carcere  Tulliano  dia- 
«  cono  cardinali  ». 

Né  leggermente  dissi  rara  questa  pubblicazione  del  Bonsi,  ignota 
anche  al  P.  Giulio  Negri  (''),  essendo  certamente  quella  cui  Filippo Elssio 
allude  eolle  parole  «  Mg'uìius  lionsius,  fiorentinus,  anno  1550  nonnulla  typis 
•<  dabat  »  (3),  ed  alla  quale  si  richiama  Gio.  Maria  Mazzuchelli,  sog- 
giungendo per  altro  di  non  essergli  riuscito  di  avere  notizia  alcuna  «  quali 
fossero  tali  opere  »  ('').  Inoltre,  1'  eruditissimo  e  compianto  bibliotecario 
della  Marciana,  Giuseppe  Valentinelli,  nel  registrare  eh'  egli  fa  un  esem- 
plare manoscritto  di  quest'  opera  in  un  codice  della  medesima  biblio- 
teca, non  avverte,  com'è  solito  fare,  ch'essa  fosse  stata  data  alla  stampa  ("). 

*  È  inoltre  avvalorato  il  criterio,  doversi  l'accennata  Enciclopedia  at- 
tribuire ad  Egidio  Colonna  dalle  riportate  parole  magislrcrum  Parisiensium 
del  proemio,  sapendosi  ch'egli  giovanetto  si  recò  a  Parigi,  ove  fu  per  tre- 
dici anni  uditore  di  S.  Tommaso  d'Aquino,  cioè  sino  alla  morte  di  questo 
avvenuta  l'anno  1274;  dopo  di  che  Egidio  alternò  più  volte  la  sua  dimora 
tra  l'Italia  e  la  Francia,  ove  mori  in  Avignone  il  22  dicembre  1316  ("). 
Che  poi  di  non  tutti  i  lavori  lasciati  da  Egidio  si  abbia  notizia  è  attestato 
dal  Torelli,  il  quale,  dopo  averne  riportato  uu  esteso  catalogo,  aggiunge  (7): 
«  Et  altri  molti,  che  manoscritti  stanno  nascosti  in  narie  Biblioteche  così 
dell'ordine  nostro,  come  d'altri  ». 

«  Assodata  cos'i,  a  parer  mio,  la  paternità  dell'opera,  mi  son  messo  a 
ricercare   se  alcuna  delle  opere  esistenti  inedite,  od  alcuna  delle    perdute, 


{')  Fundatissimi  yEoien  Romani  Archiepiscopi  biluricensis,  doclorum  praccipui, ordì- 
nis  Ercmitarum  .'aneli  Augustini,  Opus  super  aulhorem  de  Causis  Alpharabium.  timer,  fra- 
iris  degidit  Homi  Fiorentini  Eremilas  Augustiniani  opera  mine  impressum,  ecc.  Venctiis,  ap. 
lae.  Zoppinum,  M.  lì.  L.  In  4."  u." 

(*)  Istoria  <lr,ili  scrittori  Fiorentini.  Ferrara,  1722,  pag.  158. 

fj  Encomiaslicon  Augustìnianum.  Bruxellis,  1654,  pag.  13. 

(')  Gli  Scrittori  d'Italia.  Voi.  II,  par.  III.  Brucia,  1762,  pag.  1688. 

(')  Bibliotheca  manuscrlpta  ad  s.  Marci  Vcnetiarum.  Codices  manuscripti  Ialini  lo.  III. 
Venetiis,  1870,  pag.  122-123. 

(')  Don.  Ant.  Gasdolfi,  Dissertano  historica  de  ducentis  celebei  rimis  Auguslim'anis 

scriploribuc.  Romae,  1701,  pag.  22-23. 
(')  [,.  e.  pag.  319. 


—  70  — 

di  Egidio  potesse  per  affinità  di  titolo  o  di  argomento  identificarsi  con 
questa,  a  scanso  altresì  d'inutili  ricerche  per  parte  di  altri. 

«  Ed  incominciando  dai  codici  tuttavia  esistenti,  ne  citerò  uno  appar- 
tenuto nel  1748  alla  Biblioteca  del  monastero  dei  Benedettini  di  S.  Emme- 
rano  di  Eatisbona,  segnato  allora  col  n.°  782,  membranaceo,  del  secolo 
XIV  o  XV,  e  contenente  tra  altri  scritti:  «  Fr.  Egidii  Ord.  S.  Augustini  Li- 
ter  Elementorum  »  (').  In  questo  codice,  che  porta  ora  il  numero  14522 
dei  latini  della  Biblioteca  Reale  di  Monaco,  il  medesimo  scritto  è  invece 
intitolato":  Aigidli  Rom.  Commcntarius  in  libros  clenchorum  Aristuldis.  In- 
comincia: «  Ex  illustri  prosapia  oriundo  dfìo  Philippo  »,  e  finisce:  «  Expli- 
«  cit  summa  super  librimi  elencorum  a  fratre  Egidio  romano  ordinis  fra- 
-<  trum  lieremitarum  sancti  Augustini.  Beo  gratias  ».  Sembra  adunque  es- 
sere lo  stesso  cemento  più  volte  stampato,  e  però  malamente  il  preteso 
Libcr  elementorum  è  messo  dagli  autori  tra  le  opere  inedite  di  Egidio. 

«  Il  codice  Monacense  latino,  n.°  317,  contiene  le  Qucstiones  philosophlcé 
di  Egidio.  Queste  incominciano:  «  Bubium  apud  multos  solet  esse  »,  e  finiscono: 
«  duximus  in  querendum  aliquid.  Expliciunt  questiones  fratris  Egidii  ». 

«  Nel  codice  latino,  n.°  G942,  della  biblioteca  stessa  trovasi  il  trattato 
De  materia  celi  dello  stesso  autore,  che  incomincia:  «  Questio  est  utrum 
in  celo  sit  materia  »,  e  finisce:  «  celi  contrarietatem  non  habeat  ». 

«  Nel  catalogo  pubblicato  nel  1G97  da  Edoardo  Bernard  dei  mano- 
scritti esistenti  nelle  Biblioteche  d'Inghilterra  e  d'Irlanda,  trovo  notato  al 
n.°  1G1  dei  codici  del  collegio  di  S.  Maria  Maddalena  di  Oxford,  subito 
dopo  il  notissimo  trattato  De  regimine  principum  di  Egidio:  Liber  physi- 
cus  de  rebus  ■natuva'i'jus,coelo,plantis>  eie.  trac'atus  (').  Il  Coxe  per  al- 
tro, che  più  accuratamente  descrisse  il  codice  medesimo,  e  lo  dice  mem- 
branaceo, in  foglio,  del  secolo  XV,  chiama  questo  trattato  :  «  Anonymi  cu- 
«  iusdam  opus  in  quinque,  seu  forte  plures  libros  distinctum,  in  quo  agitili- 
<>  de  S.  Trinitate,  de  elementis,  de  nomine,  de  stellis,  de  artibus  liberali- 
«  bus,  etc.  ».  Incomincia:  «  Quoniam,  ut  ait  Tullius,  in  prologo  Rhetorice, 
eloquencia  sive  sapiencia  nocet  »,  e  finisce  mutilo  al  quinto  libro:  «  quid 
«  ipsum  sit  primo  philosophie  ponatur  diffinitio  »  (3).  Quindi  neppure  questo 
trattato  può  dirsi  identico  con  quello  che  ho  impreso  a  descrivere. 


(')  Kraus,  Bibliotheca  principalis  eccl.  et  monàiterii  Ord.  s.  Benedicli  ad  S.  Emme- 
ranum  lialisbonae.  Pars  II.  17-18,  pag.  131. 

()  Seconda  parte  del  voi.  1  del  catalogo  intitolato:  Catalogi  Ubrorum  manuscriplo- 
rnm  .ìngìiae.  et  FHberniae  in  nnam  coliteli,  cum  indice  alphabetico.  Oxoniie,  e  thealro  Shel- 
iloniano,  1697.  Collegio  di  S.  M.  Maddalena  di  Oxford,  pag.  77.  col.  1,  lin.  5-8. 

(')  Catalogni  codicum  manvscrìpt'yrum  qui  in  Collegiis  Aulisqve  Oxoniensìbus  ìiodie 
atkervanlur,  Confecil  Henricus  0.  Coxe.  Pars  11-  Oxonif,  1852.  Catilogus  codicum  mn- 
nvsériptorwn  Collega  lì.  Movine  Magdahnae.  pag.  75,  co'.  1,  n.°  CLXI. 


«  Venendo  ora  ai  codici  perduti,  ed  i  cui  titoli  ei  ranno  anche  sup- 
porre perdute  le  opere  in  essi  contenute,  esisteva  nel  L650,  secondo  che 
attesta  il  Tomasini,  nel  monastero  di  S.  Antonio  di  Venezia  ('),  e  vi  si 
conservava  ancora  nel  1704,  a  detto  del  Gandolfi  (*),  una  Sun una  natura- 
la Philosophiae  Fr.  /EgUUi.  Lo  stesso  (Jandolfi  (3)  accenna  ad  un  trattato 
di  Egidio:  De  compositione  mundi,  già  sparito  al  suo  tempo  dal  mona- 
stero di  S.  Stefano,  pure  di  Venezia,  e  che  sembra  mancasse  ivi  fino  dal 
l'650,  non  registrandolo  ne  anche  Tomasini  fra  i  codici  di  quella  Biblio- 
teca. Ci  manca  quindi  ogni  elemento  per  istabilire  qual  grado  d'identità  o 
di  affinità  corresse  tra  queste  due  opere  e  il  nostro  libro  De  propri etat 
rerum,  la  famosa  Biblioteca  del  convento  di  S.  Antonio  di  Venezia  essei  do 
stata  distrutta  da  un  incendio  verso  la  fine  del  secolo  XVII,  allorché  nei 
locali  terreni  di  quel  convento  si  vollero  approntare  le  polveri  (die  occor- 
revano nella  prossima  guerra  navale  contro  i  Turchi,  ove  tante  prove  di 
valore  die"  il  celebre  Francesco  Morosini,  da  essere  chiamato  il  Peloponesiaco, 
ed  indi  elevato  alla  dignità  Ducale. 

«  Quanto  all'altra  Biblioteca  del  convento  di  S.  Stefano  di  Venezia,  è 
fama  che  anch'essa,  circa  il  1730,  fosse  soggetta  ai  danni  d'un  incendio. 
Certo  è  per  altro  che  tutte  le  biblioteche  monastiche  di  Venezia  andarono 
depredate  nei  grandi  rivolgimenti  politici;  né  miglior  sorte  si  ebbero  le 
molte  ed  insigni  biblioteche  private,  dalla  ignoranza  o  dalla  cupidigia  di 
nipoti  od  eredi  spogliate  e  disperse  (''). 

«  Scendo  ora  alla  parte  men  grata,  ma  pur  doverosa,  del  mio  assunto, 
cioè  di  dimostrare  un  patente  e  famoso  plagio,  da  ninno  finqui  rilevato, 
dell'opera  di  Egidio,  contenuta,  giova  qui  il  ricordarlo,  in  un  codice  indub- 
biamente sincrono  alla  compilazione  dell'opera,  cioè  della  fine  del  secolo  XIII. 

«  S  itto  il  nome  di  Bartolomeo  Glanville,  detto  comunemente  Bartlu- 
lomaeus  Anglicus,  dell'ordine  dei  Minori,  il  quale  fiorì  per  comune  coiis-mim, 
degli  scrittori  circa  il  13G0  ('),  levò  nel  medio  evo  grandissima  fama  un 
Liber  de  proprietà! ibus  rerum,  diviso  in  19  trattati,  libro  (die  si  ebbe  nel  solo 
secolo  XV  ben  14  edizioni  (s),  e  comparve  anche  tradotto  nelle  lingue  fran- 
cese, inglese,  spagnuola  e  fiamminga. 

«  Or  bene,  in  molte  sue  parti  quest'opera  è  copiata  ad  luterani  dalla 

(')  Bibliothecae  Venelat   manuscriptae  pubticae  a  Iac.  Phil.  Tomasim. 

L'Uni,  1050,  pag.  G,  col.  1. 

(')  L.  e,  pag.  34,  col.  1. 

')  L.  e.,  ivi. 

(')  Debbo  tali  notizie  alla  solida  e  cortesissima  erudizione  ibi  di.  sig.    cav,    i 
Tessicr:  come  al  dotto  Bibliotecario  sig.  Gutenaecl      I    a  •    i    concernenti  i  co  li'  i  Monacensi. 

(':  Tannek,  Biblioteca  lirilunnico-llìbtirnicu.  Londini,  1748,  pag.  326. 

(s)  Haix,  Repertorium  bibliogiaphicum.  Vul.  1.,  Par.  1.  Stultgarliae,  1826, 
325,  u.1  2498-2511. 


omoipogratìca  di  Egidio.  Né  giova  al  Glauville  il  diro  nel  proemio  «  de  meo 
pauca  vel  quasi  nulla  appositi,  sed  omnia  que  dicentur,  de  libris  auteuticis 
sanctorum  et  philosopliorum  excipiens  sub  brevi  boc  compendio  pariter  com- 
pilavi »  ;  poiebè  egli,  '  oltre  che,  a  volta  a  volta,  cita  gli  altri  autori  dei 
quali  si  è  giovato,  dà  in  principio  un  elenco  di  questi  autori,  in  numero 
di  ben  105,  e  fra  questi  invano  cercheresti  il  nome  del  nostro  Egidio, 
1'  «  Egidius  medicus  »,  ch'egli  menziona,  essendo  quello  stesso  «  iEgidius 
Corbejensis  »  o  «  Corboliensis  »,  Benedettino,  vissuto  nel  XII  secolo,  e  del 
quale  giustamente  dice  il  Gandolfi  ('),  chea  volerlo  confondere  con  Egidio 
Colonna  dee  ritenersi  «  aerea  opinio  et  anilis  fabula  ».  Veramente,  dovendo 
egli  la  sua  nomea  alle  spese  di  un  romano,  com'  era  Egidio,  avrebbe  do- 
vuto mostrarsi  più  generoso  verso  un  altro  -celebre  romano,  Lorenzo  Valla, 
contro  il  quale,  al  dire  del  Wadding,  scrisse  un  libro  contro,  Laurentium 
Valium  Grammaticum  (')  ;  il  che  inverosimilmente  ravvicinerebbe  il  tempo  in 
che  visse  il  Glanville,  Lorenzo  Valla  essendo  nato,  com'è  noto,  ranno  1406, 
seppure  non  vi  fu  errore  nel  Wadding,  e  non  si  tratti  piuttosto  di  Bartolomeo 
Pacio,  che  col  Valla  ebbe  questione. 

«  Ora,  siccome  nulla  vi  ha  di  più  turpemente  disonesto  del  lanciare 
un'accusa,  che  non  si  possa  con  certezza  dimostrare  veridica,  così,  aperta  a  tutti 
una  facile  via  di  fare  maggiori  e  più  estesi  confronti,  porrò  qui  appresso 
a  riscontro  un  saggio  dei  due  trattati,  ove  parlasi  della  calamita,  Ben  lieto 
così  di  avere  in  breve  volger  di  tempo,  e  ciò  che  più  mi  conforta,  dinanzi 
a  voi,  illustri  colleghi,  rivendicato  ad-  autori  italiani  due  enciclopedie  del 
secolo  XIII  :  l'ima  delle  quali  affatto  sconosciuta,  l'altra  sotto  il  pseudonimo 
di  Boezio,  pressoché  ignota  e  d'autore  ignotissimo,  dimostrata  opera  di 
Bartolomeo  da  Parma  (3);  non  potendo  ornai  altrimenti  pagare  il  mio  de- 
bito di  cittadino  alla  patria,  che  colla  lealtà  dei  giudizi,  colla  pazienza  delle 
ricerche  ». 

Codice  Q.  5.26  ('ell'Aiigelica.car.  HO-  Babtolomsi  Anglici.  Opus  de  rerum 

117.  lib.  VII,  cap.  52.  propri-lulibus  Nurembergw,  1510,  quaderno 

«  s  »,  car.  óa,  verso,  col  2,  Lib.  XVI. 

De  magnete.  De  magnete.  Capitulnm  lxiij. 

Magnes  ut  diiit  Ysidorus  libro  xvj.  ebt  Magnes  lapis  est   indicus,    ferrugiifci 

lapis  indicus  ferruginei  coloris.  ferrum  tra-  Culoiis.  In  india  apud   trogotitas    inuenitur. 

bitadeo  ut  eathenam  faciat  anulorum.  Inde  ferrum  traliit:  adeo  enim,  ut  dicit  Isidorus 

cura  uulgus  ferrum  ukum  appellat,  liquidimi  trabit  ferrum,  ut  caibcnam  faciat  annulornm; 


(')  L.  e,  png.  36. 

(')  Waddingus,  Scriptores  ordini*  Minorum.  Romae,  ltìóO,  pag.  50.  —  Catatogi  libro- 
rum  manuscriplorum  Angliae  et  Ilibcrniaf!,  ecc.  to.  1,  par.  2a,  pag.  9,  cui  1,  n.°  36".  Cal- 
legii  Baliolcnsis  in  Oxonia,  cod.  K.  1. 

h  V.  Transunti.  Voi.  Vili.  Roma,  1881.  pag.  286. 


»  —  7 

etiam  uitrum  creditur  frahere  sicut  ferrum. 
Cuius  tanta  nix  (sic)  est,  ut  dicit  Augusti  ms 
xxi.   d9  Civitate,  quod  si  quis  eundem  rna- 
gnetem    tenuerit  sub  uase   aureo  nel  eneo, 
ferrumque  desuper  posuerit,  ex  motu  lapidis 
subtus,  ferrum  desuper  mouetur.  Dyas.  (Dio- 
scorides  )  ponit   quod    uirtus   liuius   lapidis 
reconciliat  maritos  uxoribus,  auget  gratinili 
et  decorein  in   sermone.  Cura    mulso    curat 
ydropisim  et  splenem.  allopitiam  etarsuram. 
I'uluis  eius  aspersus  per   4.    angulos  domus 
super  carbonibùsextantibus  in  domo,uidebitur 
subitodoniusruere.es  nertiginecerebrict  com- 
motione.  Magne»  etiam.  sicut  et  adamas,  ca- 
]iiti  caste  nmlieriappusit us  faciteam  dormien- 
tem  subito  amplecti  uirum  smini,  sed  si  adul- 
tera fuerit.  -ubilo  a  lecto  se  mouebit  timore 
fantasie.  Precipue  ualet  puluis  eius  appositus 
uulncribus.  maxime  confectus  cum  apellicon. 
Ferrum  enim    attrabit    puluis  eius.    et    spi- 
cula  balistarum.  Signifìcat  bic  lapis  magnes 
super  benedicte  uirginis  filium.  Nàm  exal- 
tatus  a  terra  omnia  truxit  ad  se  ipsum.  Cu- 
ius  gratia   omnis  anima    peecatrix   reconci- 
liatur  deo    insta  illud  quod  dicitur  Ro.  vj.° 
Reconciliati    sumu.s    deo    per    mortem    tilii 
eius.  Iteni    ab   eo  est   omnis    eloquentia   et 
gratiosa  doctrina  iuxta  illud  Lue.  xxi.  Ego 
dabo  uobis  os  et  sapientiatn,  etc.  Cuius  etiam 
uirtute  auari  et  ydropici  fiunt  liberale.-;,  li- 
sciui  casti.  Denudati  etiam  uestibus  (?i  ue- 
stiuntnr  gratuiti».  Adhusti  uariis  libidinibus 
fiunt  religiosi  et    sobrii.    inxta  illud    Eo.   1. 
Qui  uiuiiicat  mortuos  et   uocat  ea   que  non 
sunt  tamquam  ea   que  sunt.    Cuius    quoque 
bumilitas  singularis  et  uilitas  habitus  desp... 
ut  puluis  per.  4."  chinata  matlierie  mundi. 
Per  apostolo»  ardenter  predicata  et  uulgata 
omnia  ydola  destrux.  iuxta  illud  Zacb.  xiij. 
Disperdam  nomina  ydolornm  de  terra,  et  im- 
peratores    et   reges.    et   omnes  inbabitantes 
orbem  in  subitam  admirationem  et  stuporem 
perculxit.  Ipse  enim  est  qui  ad  instar  liuius 
lapidis  discernit  castos  ab  incestuosis.  iuxta 
illud  1?  Thr.  2.°  Nouit  deus  qui  sunt  eius  et 
medetur  omnibus   sanitatis.  corde.  Onde  P». 
tjui  sanat  contritos  corde,  etc. 


3  — 

inde  eum  vulgus  ferrum  vivum  appellat.  Li- 
quidimi etiam  vitrum  cre.litur  trahere  sicut 
ferrum.  Cuius  tanta  vis  est,  ut  dicil    A.ugu- 
stinus,   quod  si  quis  eundem   raagnetem  te- 
nuerit sub  vase  aureo  vel    eneo,    ferrumquo 
desuper   posuerit,  ex   motu   lapidi     subtu  , 
ferrum  desuper  mouebitur:  et  sequitur   ibi- 
dem: Ulule   factum   est  in    quodam    t.  mplo 
siraulacrum  de  ferro  quod   in  aere    pendere 
uidetur.  Est  enim  alia  species  magnetis   in 
Ethiopia  que  ferrum  respuit  et  a  se  fugai 
Idem  etiam  magne»    aliquando  uno   angulo 
ferrum  trabit  et  in  alio  a  se  repellit.  Omnis 
miteni  taijto  est  melior  quanto  cerulior:  bu- 
cusque  Isidorus.  Secundum  Dyascoridem  uero 
et  lapide  reconciliat  maritos  uxoribus:  auget 
gratiam  et  decorein  in  sermone.  Item    cum 
mulsa  curat  hydropi-sim  et   splenem   allopi- 
eiam  et  arsuram.  Pulvis  eius    aspersus    per 
quatnor  angulos  doinus  super  carbones  exi- 
stentibus  in  domo:  vilebitur  subito   domus 
ruere  ex  uertigine   cerebri  et  commotione. 
Magnes  etiam  sicut  et  adamas  capite  caste 
mulieris    suppo»itns  cogit  eam    subito    am- 
plecti virimi  suum;  sed  si  adultera  fuerit,  su- 
bito a  lecto  se  movebit  timore  fantasie.  Hoc 
lapide  maxime  utuntur  magi.  Secundum  Pla- 
tea! inni  lapis  magnes  calidus   est  et    siccus 
in  tertio  gialu:  virtutem  babet  attrahendi 
ferrum.  inontes  enim  sunt  ex  buiusmo  li  la- 
pidibus:  unde  naues  ferro  compacta»   attra- 
bunt  et  dissolu'infc:  unde  precipue  valet  uul- 
neratis  pulvis  eius  coafectus    cum    ap  I 
appositus  vulneri.  Ferrum  enim  attrabit:  pul- 
vis  etiam    magnetis  in    quantitate   duoruin 
drachmatura  cum  succo  fnieuli  valet  contra 
bydropisim,  et  splenem  et  allopiciain,  ut  di- 
cit Avicenna. 


Rendiconti 


VUL.    I. 


10 


74 


Fisico  Chimica.   —   Sulla  rifrazione  atomica  dello  zolfo.  Nota 
del  dott.  R.  Nasini,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Nella  Memoria  da  me  pubblicata  nel  1883  (')  -  Sulla  rifrazione  aio- 
mica  dello  zolfo  -  io  studiai  diversi  composti,  specialmente  organici,  conte- 
nenti zolfo  e  cercai  di  dedurre  il  potere  rifrangente  atomico  di  questo 
elemento.  Per  analogia  con  quello  che  Brillìi  aveva  stabilito  per  l'ossigeno 
io  ammisi  che  la  rifrazione  atomica  dello  zolfo  aveva  prima  di  tutto  due 
valori  secondo  che  esso  per  le  sue  due  valenze  è  impegnato  con  gruppi  mono- 
atomici distinti,  sieno  essi  uguali  o  differenti,  oppure  è  impegnato  con  lo 
stesso  elemento.  Io  esaminai  "diversi  solfuri  organici,  diversi  mercaptani  e 
da  tutti  questi  dedussi  valori  assai  concordanti  per  la  rifrazione  atomica  di 
S  nel  primo  caso,  e  un  valore  pure  concordante  con  gli  altri  mi  dette  l'etere 
etilico  dell'acido  monotiocarbonico  CO(OC»H;)(SC»H:j)  e  il  carbonilditioetile 
CO(SC»H-;)»,  combinazioni  studiate  da  Wiedemann. 

«  La  media  di  questi  valori  ammisi  che  rappresentasse  la  rifrazione  ato- 
mica dello  zolfo  corrispondente  all'ossigeno  alcoolico.  Dal  solfuro  di  carbonio 
e  dalla  combinazione  08(00)11;;)!  dedussi  poi  il  valore  della  rifrazione  ato- 
mica dello  zolfo  corrispondente  all'ossigeno  aldeidico.  Ecco  i  numeri  ebe  trovai 

n  —  1  n2  —  1 


d  {riì-+-2)d 

Solfo  a  legami  semplici  S'    14,10        13,53  7,87        7,65 

»  »       doppi        S"  10,05  O  15,09  9,02        8,84. 

«  Esaminai  poi  altri  composti  e  precisamente  l'acido  solforico,  l'ani- 
dride solforica,  l'anidride  solforosa,  l'etere  etilico  dell'acido  etilsolfonico  e 
trovai  che,  qualunque  ipotesi  si  facesse  sulla  costituzione  di  quei  composti, 
o,  in  altri  termini,  qualunque  valore  si  adottasse  per  la  rifrazione  atomica 
dello  ossigeno,  ne  risultavano  per  quella  dello  zolfo  dei  valori  tra  di  loro 
abbastanza  concordanti,  ma  diversissimi  però  da  quelli  già  stabiliti.  Questo 
appare  evidente  dalla  tabella  che  segue: 


('}  Gazz,  chini,  italiana.  T.  XIII,  pag.  296. 

(!)  Nella  mia  Memoria,  citata  nel  testo,  per  un  errore   di  calcolo  si  trova  il  valore 
15,01  in  luogo  del  vero  16,05. 


.—  75  — 


Eifiazii  uè  ntomii  il 

dell  ) 

zolfo 

A— 1 

Z*"-l     | 

il 

A*- 

CJI;;--S- -0 ■-    0—0-      C,H;; 

8,91 

5,25 

1  HO— S— 0—0 -OH  .... 

9,01 

5,2  1 

\     A 

(1)  S  bivalente 

S<    ì    

8,10 

(5,37 

1     "° 

O-S-0 
\    /     

8,37 

5,32 

0 

0 

CìHb—S— 0— OdHj.  .  .  . 

8,33 

1,52 

(2)  8  tetravalente 

0 

1  HO—  s'  0    OH 

.9 

s-f    

8,43 
6,94 

4,51 

4,91 

0 

.0 
0=Sc    ! 

7,79 

4,59 

^0 

/               ,---0 
C2H3-^S--:=0 

7,75 

3,79 

\00,HS 

^0 
(3)  S  esavalente      HO     S~0 

7,85 

3,78 

\0H 

s=o  

6,63 

3,13 

1     ^  0 

«  Il  fatto  mi  parve  assai  interessante  tanto  più  che,  dietro  i  lavori  di 
Landolt  e  Brillìi,  si  era  proclivi  ad  ammettere  che  la  rifrazione  atomica 
fosse  una  proprietà  assai  costante  degli  elementi  e  che  soltanto  variasse 
quando  due  atomi  venivano  a  saldarsi  più  strettamente  tra  di  loro,  rumi' 
ad  esempio  gli  atomi  di  carbonio  nelle  serie  non  sature  e  l'ossigeno  alde- 
idico  col  carbonio.  Io  dissi  allora  che  se  avessimo  voluto  spiegare  chimi- 
camente tali  differenze  non  potevamo  attribuirle  che  alla  diversa  forma  di 
combinazione,  giacche  tali  composti  dello  zolfo  appartengono  al  tipo  SX{  o 
SX  ,  oppure  all'essere    qui   lo   zolfo   non  più  unito   al   carbonio,  ma  bensì 


/b 


all'ossigeno  o,  per  lo  meno,  prevalentemente  all'ossigeno.  La  1°  ipotesi  non 
pareva  troppo  probabile  giacche  da  SO>  e  S03  si  ricavano  presso  a  poco 
gli  stessi  valori  per  la  rifrazione  atomica  di  S,  sebbene  si  ammetta  la  presenza 
di  zolfo  tetravalente  nel  primo  ed  esavaleute  nel  secondo  composto.  Quanto 
all'altra  spiegazione  si  poteva  osservare  che  in  molti  casi  un  elemento  conserva 
una  certa  rifrazione  atomica  qualunque  sieno  gli  altri  elementi  a  cui  è  unito. 
Dopo  pubblicata  la  mia  Memoria  lavorò  su  questo  soggetto  il  sig.  Kanon- 
nikoff  (')  il  quale  studiò  il  dimetile  e  il  dietilsolfone  (CHj').  SO.  e  (C.H^SO. 
e  trovò  per  il  gruppo  SO»  presso  a  poco  gli  stessi  valori  già  stabiliti  da  me. 
Ultimamente  poi  il  sig.  Kanonnikoff  ha  studiato  le  soluzioni  di  alcuni  sol- 
fati (°),  ed  ottiene  per  il  resto  S04  numeri  poco  differenti  dai  miei.  Il  sig. 
Kanonnikoff,  non  so  con  quanta  ragione,  parla  di  zolfo  tetra  ed  esavaleute 
ed  ammette,  sembra,  che  dalla  rifrazione  si  possa  riconoscere  l'uno  dall'altro. 
Io  ho  ora  seguitato  le  mie  esperienze  e  le  riferisco  qui  brevemente  riser- 
bandomi di  pubblicare  tra  breve  una  estesa  Memoria  su  questo  argomento. 
Se  realmente  è  la  forma  di  combinazione  che  influisce  sulla  rifrazione  dello 
zolfo,  un  composto  del  tipo  SX4,  anche  non  contenente  ossigeno,  dovrà  dare 
per  il  potere  rifrangente  di  S  numeri  poco  differenti  da  quelli  che  si  ri- 
cavano dall'anidride  solforosa.  Esaminai  l'ioduro  di  trietilsolfma  S(C.H^):tI 
e,  poiché  è  solido  e  non  si  fonde  senza  decomporsi,  lo  studiai  in  soluzione  : 
ne  feci  soluzioni  acquose  e  alcooliche  e  trovai  per  la  rifrazione  atomica  di 
S  un  valore  di  circa  20  per  la  formula  n  e  per  la  riga  H  ,  valore  come 
si  vede  molto  più  grande  di  quello  che  si  ricava  dal  solfuro  di  carbonio.  Io 
non  credo  che  dalle  soluzioni  si  possa  ricavare  con  tutta  certezza  il  potere 
rifrangente  delle  sostanze  disciolte,  ma,  trattandosi  qui  di  decidere  tra  nu- 
meri molto  diversi,  l'approssimazione  è  più  che  sufficiente. 

«  L'ipotesi  quindi  che  sia  la  forma  di  combinazione  quella  che  deter- 
mina le  variazioni  nel  potere  rifrangente  dello  zolfo  non  è  ammissibile, 
tanto  più  die  non  si  può  nemmeno  supporre  che  l'ioduro  di  trietilsolfma 
sia  una  associazione  molecolare  di  ioduro  e  di  solfuro  di  etile,  giacché  la 
rifrazione  del  composto  è  ben  lungi  dall'essere  la  somma  delle  rifrazioni 
dei  componenti.  Il  cloruro  di  tienile  da  me  ottenuto  per  l'azione  dell'ani- 
dride solforica  sul  tetracloruro  di  zolfo,  e  quindi  esente  di  fosforo,  con- 
ferma quanto  ho  detto  :  da  questo  composto  SO  Clj  si  deduce  per  S  un  va- 
lore poco  differente  da  quello  che  ha  nei  mercaptani  e  nei  solfuri  organici  : 
,/j'oi  =  1,0554  ;  /!,  =  1,5220  ;  /<D  =  1,5271  ;  p3  =  1.5435 

^=0,3154,  P^=!=37:53;  (;^=0,1842;  P-^=21,92 

(II.  at)«  =  14,53  ;     (R'.  at)«  =  7,54 


(')  Giurn.  (1.  Società  cium.  fis.  russa.  T.  XV,  n.  7,  p.  434. 

(;)  Luco  citalo,  issi  (•).  p,  ufi. 


«  Al  contravio  l'acido  clorosolforico  so,  IT  CI,  ottenuto  per  azione  di 
HC1  gassoso,  sopra  SO3  sciolta  in  H.S(>; ,  si  comporta  cine  una  mesco- 
lanza di  SO3  e  di  HC1  e  quindi  in  osso  lo  zollo  ha  una  rifrazione  ato- 
mica bassa: 

tf4»  =  1,7638:     /t*  =  1,4347;     pD  =-  1,4371  ;     /13—  1,4424 

&=>=**«,  P-=ì  =  28,72;  ^=0,1  17»  P^^j-H*. 

Di  qui  si  deduce  por  la  rifrazione  molecolare  del  gruppo  S03  il  valore  17,62 
por  la  formula  n,  ed  il  valore  10,17  per  la  formula  n\ 

«  Ora  si  noti  che.  tanto  nel  cloniro  di  tionile  quanto  nell'acido  cloro- 
s  ilforico,  si  tratta  di  composti  ossigenati  e  non  sapremmo  davvero  trovare 
una  spiegazione  semplice  del  diverso  comportamento,  dal  momento  che  la 
forma  di  combinazione  sembra  non  esercitare  influenza  alcuna.  Si  potrebbe 
supporre  che  l'unione  diretta  dello  zolfo  col  cloro  o  con  un  residuo  alcoolico 
facesse  aumentare  la  rifrazione,  ma  questa  ipotesi  è  resa  poco  probabile 
dal  comportamento  dei  due  isomeri,  etilsolfonato  di  etile  C»H:i.  SO».  OC>  H, 
e  solfito  bietilico  SO  (OC.  H:;)».  Questi  due  composti  differiscono,  secondo 
le  idee  generalmente  accettato,  porcile  nel  1°  l'etile  è  unito  direttamente 
allo  zolfo,  nel  21  invece  è  unito  per  mezzo  dell'ossigeno:  inoltre  nel  primo 
lo  zolfo  sarebbe  esavalente,  tetravalente  nel  secondo.  Or  bene  questi  due 
composti  non  hanno  assolutamente  la  stessa  rifrazione  molecolare: 

."/  i""  ."fi         — ; —  *  — "; —    T \ 7T<    " r~i o~~ i 

1."      (r,4"=l,l-).V2     1,4173     1.41EG     1,4242     0,3644      50,29         0,2198  30,32 

2."      </,"=l,0'.is-2     1,4172     1.4198     1,4249     0,3SOO     52,44         0,2291  31,G2 

Comesi  vede  la  rifrazione  molecolare  del  solfito  bietilico,  in  cui  C..H:;  non 
è  direttamente  unito  collo  zollo,  è  maggiore  di  più  che  2  di  quella  del- 
l'isomero: quindi  si  può  concludere  che  anche  tale  unione  diretta  non  fa 
aumentare  di  per  so  la  rifrazione  atomica  dolio  zolfo.  È  degno  di  nota  il  fatto 
che,  anche  in  alcuni  composti  in  cui  lo  zolfo  si  trova  unito  al  carbonio  e 
nelle  condizioni  medesime  che  nel  solfuro  di  carbonio,  esso  ha  una  rifra- 
zione atomica  diversa,  tanto  diversa  che  le  differenze  non  si  possono  in 
nessun  modo  attribuire  agli  errori  di  osservazione.  Cos'i  Wiedoniann  dal 
composto 

.    ,  SC>  H:; 

dedusse  per  S"A  il  valore  17,45  invece  che   15,09. 

«  Da  tutti  questi  fatti  appare  chiaro  che  noi  non  possiamo  spiegare 
questa  variabilità  nella  rifrazione  atomica  dello  zolfo  fondandoci  soltanto 
sulle  formule  di  strutture  e  sulle  nostre  idee  sul  concatenamento  degli 
atomi  e  la  valenza.  Io  credo  che  si  debita  ritenere  variabile  la  rifrazione 
atomica  dello  zolfo,  ma  le  ragioni  ili  tale  variabilità  ci  sono  per  ora  ignote. 


—  78  — 

Certo  quando  da  un  composto  solforato  si  passa  per  sostituzioni  molto  sem- 
plici ad  un  altro  le  costanti  di  rifrazione  si  mantengono  presso  a  poco 
inalterate:  così  nei  solfuri  organici  e  nei  mercaptani,  cosi  nei  solfimi,  così 
con  ogni  probabilità  negli  eteri  dell'acido  solforico  ecc.  :  qui  si  tratta  di 
una  semplice  sostituzione  di  etile  a  metile,  di  propile  a  etile  e  così  via. 
Ma  quando  modificazioni  più  profonde  hanno  luogo  e  si  passa  a  composti 
di  genere  affatto  diverso  allora  anche  la  rifrazione  degli  atomi  componenti 
la  molecola  viene  pure  profondamente  modificata,  ed  in  tal  caso  non  è  ra- 
gionevole supporre  che  sia  soltanto  cambiata  la  rifrazione  atomica  di  uno 
degli  elementi. 

«  Le  variazioni  nelle  costanti  di  rifrazione  saranno  senza  dubbio  subor- 
dinate all'azione  reciproca  degli  atomi  tra  di  loro,  al  loro  modo  effettivo 
di  collegamento,  al  loro  addensamento  nella  molecola:  questioni  tutte  che 
per  ora  non  ci  sono  accessibili.  Se  però  si  riflette  che,  in  molti  casi,  la  ri- 
frazione della  molecola  è  la  somma  delle  rifrazioni  degli  atomi  o  dei  gruppi 
atomici  che  la  compongono,  in  molti  altri  invece  essa  è  maggiore  o  minore 
di  detta  somma,  si  vedrà  quanto  possono  giovare  tali  ricerche  nello  studio 
e  nella  misura  delle  trasformazioni  chimiche  ». 

FÌSÌCO  Chimica.  —  Sul  valore  più  elevato  della  rifrazione 
atomica  del  carbonio.  Nota  del  doti  R.  Nasini,  presentala  dal  Socio 

Blaserna. 

«  Nella  Memoria  pubblicata  dal  dott.  Bernheimer  e  dame  ('),  Sulle  rela- 
zioni esistenti  fra  il  potere  rifrangente  e  la  costituzione  chimica  delle  so- 
stanze organiche,  noi,  dopo  avere  esaminato  molte  combinazioni  del  carbonio, 
e  specialmente  alcuni  composti  aromatici  a  catena  laterale  non  satura  e  di- 
versi derivati  della  naftalina,  giungemmo  alla  conclusione  che  qui  riferisco: 

«  Dai  fatti  questo  solo  sembra  resultare  con  evidenza:  che  la  rifra- 
«  zione  molecolare  dei  composti  organici  cresce  quanto  più  il  composto  va 
«  facendosi  ricco  in  carbonio,  ma  i  valori  numerici  degli  aumenti  non  stanno 
«  in  nessuna  relazione  semplice  coi  cambiamenti  avvenuti  nelle  formule  di 
«  struttura  ».  Implicitamente  poi  venivamo  a  concludere  che  l'ipotesi  emessa 
da  Briihl  per  ispiegare  gli  aumenti  nella  rifrazione  molecolare  dei  composti 
molto  ricchi  in  carbonio,  era  insufficiente  a  dare  una  ragione  delle  anomalie 
che  presentano  i  derivati  della  naftalina,  l'anetolo,  l'alcool  cinnamico  ed  altre 
combinazioni.  Mentre  la  ricordata  Memoria  era  in  corso  di  stampa  com- 
parve un  lavoro  di  Gladstone,  nel  quale  egli  espone  nuovamente  le  sue  idee 
sulla  correlazione  tra  il  potere  rifrangente  e  la  costituzione  chimica  (').  Ci 

(')  Atti  della  r.  Aoc.  dei  Lincei.  Serie  3"  voi.  XVIII,  1884. 
O  Journal  of  tlio  Cileni.  Soc.  Luglio  1884. 


—  79  — 

occuperemo  soltanto  ili  quello  che  riguarda  il  valore  più  elevato  della  rifra- 
zione atomica  del  carbonio,  giacché  nel  resto  le  idee  dell'illustre  scienziato 
inglese  non  differiscono  gran  fatto  da  quelle  di  Landolt  e  di  Briihl.  Egli 
ammette  che  il  carbonio  abbia  la  rifrazione  atomica  più  elevata,  cioè  8  (ri- 
spetto alla  riga  A  dello  spettro  solare),  quando  esso  è  unito  per  le  sue  quat- 
tro atomicità  con  atomi  di  carbonio  aventi  già  una  rifrazione  pili  elevata 
della  normale,  cioè  G.  o,  in  altri  termini,  con  atomi  di  carbonio  doppiamente 
legati,  in  quelle  condizioni  cioè  in  cui  si  trovano  nelle  oleffine  e  nel  nucleo 
del  benzolo.  Tale  ipotesi  di  Gladstone  è  meritevole  di  molta  considerazione 
ed  in  fondo,  sino  ad  un  certo  punto,  tutte  le  esperienze  fatte  sin  qui  sono 
favorevoli  a  tal  modo  di  vedere.  In  quei  composti  in  cui  le  regole  poste 
da  Briihl  non  sono  sufficienti  a  spiegare  gli  aumenti  nella  rifrazione, 
l'ipotesi  di  Gladstone  invece  li  fa  prevedere.  Infatti  nei  derivati  della  nafta- 
lina, nello  stirolo,  nell'alcool  cinnamico,  nell'anetolo  che,  secondo  mostrano 
le  nostre  esperienze,  hanno  una  rifrazione  molto  elevata,  si  trovano  degli 
atomi  di  carbonio  nelle  condizioni  precisate  da  Gladstone.  Nelle  formule  di 
struttura  seguenti  tali  atomi  sono  in  carattere  più  grande: 


H 

e       e       e 

HC         C--C  =  CH 

1       II      1 

e       e       e 

Il            1 
HC          CH 

^y  \  //. 

e       e 

C 

H 

Nucleo  naftalico 

Stirolo 

H 

OH 

/\      H 
HC          O— (J  =  CH— CH.01I 

HC         C— C=CB 

Il             1 
HC           CH 

Il            1 
HC           CH 

\  // 

C 

C 

H 

ir 

Alcool  cinnamico 

Anetolo 

«  Per  altro  se  le  ricerche  di  Bernheimer  e  mie  confermano  dirò  così 
qualitativamente  le  vedute  di  Gladstone,  non  le  confermano  però  quantita- 
tivamente. Nel  modo  stesso  che  Briihl  attribuisce  un  dato  valore,  fisso,  al 
doppio  legame  così  Gladstone  ne  attribuisce  un  altro  pure  fisso  a  quel  tale 
atomo  di  carbonio:  quindi  due  composti  che  non  differiscono,  quanto  a  co- 
stituzione, che  per  contenere  un  numero  diverso  di  quei  tali  atomi,  dovreb- 
bero presentare  degli  aumenti  proporzionali  appunto  a  quei  numeri.  Ora 
questo   non   si   verifica   e   le   mie    esperienze   lo   mostrano  chiaramente.   I 


—  80   — 

derivati  naftalici  hanno  due  di  quei  tali  atomi,  mentre  l'alcool  cinnamico  ne  ha 
un  solo;  gli  eccessi  sui  valori  calcolati  dovrebbero  essere  l'uno  doppio  del- 
l'altro, invece  differiscono  di  pochissimo  :  l'anetolo  poi,  in  cui  pure  vi  è  uno 
di  quelli  atomi,  offre  un  eccesso  molto  maggiore  di  quello  dei  derivati  della 
naftalina,  mentre  lo  stirolo  ha  una  rifrazione  molecolare  di  poco  maggiore  di 
quella  che  le  regole  di  Brulli  farebbero  prevedere,  cosicché,  se  dovessimo 
tener  conto  soltanto  dei  dati  ottici  e  dell'ipotesi  di  Gladstone,  dovremmo  con- 
cludere non  essere  nello  stirolo  uno  di  quelli  atomi.  D'altra  parte  poi,  se 
volessimo  attribuire  quel  piccolo  eccesso  sul    valore  normale,  che  presenta 

10  stirolo,  all'atomo  di  carbonio  di  Gladstone,  dovremmo  ammettere  la  pre- 
senza di  tali  atomi  in  molte  combinazioni  aromatiche  a  catene  laterali  sature 
che,  come  il  timolo,  hanno  rifrazioni  molecolari  eccedenti  le  normali  di 
quantità  assai  più  grandi  che  lo  stirolo. 

«  Il  fatto  inoltre  che  gli  aumenti  sono  ben  lungi  dall'essere  uguali  fra 
di  loro,  anche  per  composti  della  stessa  serie  come  i  derivati  della  nafta- 
lina, e  l'altro  fatto  che  i  termini  elevati  della  serie  del  benzolo  offrono  au- 
menti del  tutto  anormali  dimostrano,  a  mio  parere,  che  anche  l'ipotesi  di 
Gladstone  non  è  sufficiente  a  dare  una  spiegazione  completa  dei  fatti.  Si 
può  ammettere  che  quella  speciale  concatenazione  atomica  faccia  aumentare 
la  rifrazione,  ma  non  si  può  ammettere  in  nessun  modo  una  proporzionalità 
tra  il  numero  di  quei  tali  atomi  e  gli  aumenti  nella  rifrazione  molecolare. 

11  fatto  che  quei  composti  in  cui  si  nota  un  potere  rifrangente  elevato  con- 
tengono uno  o  più  di  quelli  atomi  di  carbonio,  non  conduce  del  resto  ne- 
cessariamente alla  conseguenza  che  proprio  a  essi  atomi  sieno  dovute  le 
anomalie.  Io  quindi  volli  studiare  il  comportamento  ottico  di  combinazioni 
isomere  a  quelle  che  presentano  rifrazioni  anormali,  ma  non  contenenti  però 
atomi  di  carbonio  legati  nel  modo  più  volte  accennato. 

«  Esaminai  anzi  tutto  un  isomero  dell'alcool  cinnamico,  il  fenato  d'allile 
CijHj  .  0  .  CjH:-, ,  il  quale  mi  dette  i  resultati  che  seguono  : 

,V"-(;  =  0,9825;  ,««  =1,5166;  ,«D  =  1,5214  ;  ^  =1,5337 

1  =  0,5258  ;  P  ^-^   =  70,45  ;  K,  =  70,40 

ti 

=  0,3077;  P/1/"1    =41,23;     lt'a=  41,42 

=  0,0173. 
d 
Invece  l'alcool  cinnamico  aveva  dato  a  Bernheimer  e  a  me  : 

'-^i  =  0,5510  P  ^7-  —  73,83 
d  il 

=  0,3168  P  .*!*     *    =  42,45 


d 

/fa  —  1 

(f*Vf-2)d 

Il    U.j 

(,a\r+-2)d         '  {ii\+2)d 

^~"ft*  =  0,0220. 


—  81  — 

«  Volli  poi  studiare  un  isomero  dell'anetolo  e  mi  preparai  il  paracreso- 
lafco  di  allile,  composto  ottenuto  da  me  per  la  prima  volta  e  che  tra  breve 
descriverò  insieme  coll'etere  isomero  del  metacresolo.  Questo  etere: 


,  1     /<    CH;l 


mi  dette  i  seguenti  risultati: 


(/i10  =  0,98696  ;  fia  =  1,5255  ;  [n>  =  1,5323  ;  fi>  =  1,5433 

^1  =  0,5324  ;    P  ^=]  =  78.79  ;  RK  =  7S 
d  p 

■  ì  i  I      -t 

=  0,3107  ;  P  ,-Vh-srì  =  45,98  :  B,'   =  45,98 


HZH  =  0.018. 
Invece  per  l'anetolo  si  ha: 


'^— ^  =  0.5605  ;  P  ^r^  =  82,95 

il  a 

1    =  0,3243  ;  IV  ■","'""  *  ,  =  47,97  ; 


(/»V|-2)d      "'""  *"     (|U2K-f-2)d 

/,6~,t»  =  nn2r,7. 
d 

«  Come  si  vede  i  due  eteri  allilici  si  comportano  molto  differentemente 
dai  loro  isomeri.  La  loro  rifrazione  molecolare  è  quella  che  le  regole  di 
Brillìi  fanno  prevedere  o,  in  altri  termini,  è  la  somma  delle  rifrazioni  del 
resto  benzolico  o  benzilico,  del  resto  allilico  e  dell'ossigeno:  invece  nel- 
l'alcool cinnamico  e  nell'anetolo  i  diversi  resti  saldandosi  fanno  aumentare 
molto  la  rifrazione.  Anche  la  dispersione  è  molto  diversa  :  i  due  eteri  hanno 
la  stessa  dispersione  che  i  derivati  aromatici  a  catene  sature.  Questo  fatto 
mi  pare  assai  notevole  e  non  credo  che  sino  a  qui  si  fosse  constatato.  Resta 
così  stabilito  che  quando  il  gruppo  allilico  si  unisce  direttamente  al  nucleo 
benzolico  la  rifrazione  molecolare  aumenta  assai,  quando  invece  l'unione 
avviene  collo  intermezzo  dell'ossigeno  non  vi  è  aumento  alcuno.  Ma  anche 
tali  fatti,  tale  diverso  comportamento  di  questi  composti  isomeri  non  ci 
conducono  di  necessità  alla  ipotesi  di  Gladstone.  Potrebbe  darsi  che  bastasse 
a  fare  aumentare  la  rifrazione  molecolare  l'unione  diretta  della  catena  non 
satura  al  nucleo  aromatico  senza  che  però  fosse  necessario  che  l'unione  si  fa- 
cesse appunto  per  l'atomo  di  carbonio  doppiamente  legato.  Tale  questione 
ho  cercato  di  risolvere  e  diverse  esperienze  sono  in  corso.  Dal  cloruro  di 
benzile,  ioduro  d'allile  e  sodio  mi  preparai  del  fenilbutilene,  idrocarburo  in 
cui  il  gruppo  non  saturo  è  unito  direttamente  al  nucleo  benzolico,  ma  elio 
però  non  contiene  nessun  atomo  di  carbonio  nelle  condizioni  indicate  da 
Gladstone  : 

06H5.CHi.CH:CH.CHa 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ^ 


—  82  — 

«  Questo  idrocarburo  mi  dette  i  seguenti  risultati: 
d^1  =  0,8864;  pK=  1,5057;  (n>  =  1,5103;  ^  =  1,5218 

'— ~—  =  0,5703  ;  P^=i       =  75,29  ;  R,  =  75,20 
a  d 

/'/"l,  =  0,3349  ;  1'-  !'/~]  ,  =  44,21  ;  E'«=  44,30 

!!PZl!±=  o,oi8. 

(/ 

«  Come  si  vede  l'accordo  tra  la  rifrazione  molecolare  calcolata  e  quella 
trovata  non  potrebbe  essere  più  completo:  il  resto  benzilieo  si  unisce  al 
resto  allilico  o,  se  vogliamo,  il  resto  fenilico  al  butilenico  ciascuno  con- 
servando nel  composto  il  suo  potere  rifrangente.  Al  contrario  nello  stirolo 
il  fenile  si  unisce  al  vinile  con  notevole  aumento  per  quanto  molto  più 
piccolo  ebe  per  l'anetolo  e  l'alcool  cinnamico,  nella  rifrazione  e  nella  disper- 
sione, la  quale  ultima  invece  nel  fenilbutilene  è  la  stessa  che  per  il  timolo 


e  gli  altri  derivati  aromatici. 


«  Da  tutti  questi  fatti  sembra  che  si  possa  con  qualche  certezza  con- 
cludere che  l'unione  di  una  catena  non  satura  al  nucleo  del  benzolo  fa  au- 
mentare notevolmente  la  rifrazione  e  la  dispersione  quando  tale  unione  av- 
viene per  l'atomo  di  carbonio  non  saturo  ;  quando  invece  il  gruppo  laterale 
si  salda  al  fenile  per  un  atomo  saturo  non  si  nota  aumento  alcuno  :  la  rifra- 
zione del  composto  è  la  somma  delle  rifrazioni  dei  componenti.  In  altri 
termini  i  fatti  sembrano  appoggiare  l'ipotesi  di  Gladstone  in  quanto  che  si 
nota  aumento  di  rifrazione  e  dispersione  quando  uno  o  più  di  quei  tali  atomi 
di  carbonio  si  trovano  in  un  composto  :  ma  del  resto  poi  non  vi  è  proporzio- 
nalità alcuna  tra  il  numero  di  quelli  atomi  e  gli  aumenti  nella  rifrazione  ». 

Chimica.  —  Alcune  considerazioni  generali  sui  perossidi  del 
tipo   dell'acqua    ossigenata.    Fota    del    dott.    A.  Piccini,    presentata 

dal  Socio  Caxnizzaro. 

«  Nel  principio  dei  miei  studi  sufi'  ossidazione  dell'acido  titanico  quando 
aveva  ottenuto  il  TiO;!  soltanto  in  soluzione  o  combinato  all'acido  titanico 
in  diverse  proporzioni  a  formare  diversi  ossidi  misti,  era  naturale  che  non 
potessi  recisamente  nulla  affermare  sulla  sua  costituzione  e  mi  contentassi 
di  congetture.  Ora  però  che  il  TiO;!  mediante  la  sostituzione  di  due  atomi 
di  fluoro  ad  uno  di  ossigeno  è  divenuto  un  radicale  (Ti02FlJ)  la  cui  fun- 
zione può  determinarsi  per  le  analogie  più  naturali,  mi  pare  sia  permesso 
di  fare  un  passo  più  avanti.  E  prima  -di  tutto  nessuno  vorrà  negare  che  i 
composti  che  io   ho   chiamato   fluossip  erti  lanciti    (')   facciano    una    vera    e 

(')  E.  Accademia  de' Lincei.   Eemliconti,  1885. 


_  83  - 

propria  serie  a  sé,  caratterizzata  per  proprietà  esterne  e  per  reazioni  ben 
apprezzabili,  suscettibile  eli  contenere  diversi  termini  l'uno  proveniente  per 
diretta  filiazione  dall'altro.  E  siccome  WO2  FI2  e  MG2  FI2  si  tanno  derivare  da 
WO3  e  MO3,  così  TiO2  FI2  può  dedursi  da  TiO3  e  le  relazioni  rimarchevoli 
d'isomorfismo,  che  il  fluossiperlitanato  ammonico  oltaedricoTiO^FP.SNH'  l'I 
ha  con  alcuni  fluosali  e  fluossisali,  scoperti  da  Marignac,  relazioni  rimar- 
chevoli per  la  forma  cristallina  e  per  il  numero  di  atomi  rimarrebbero 
altrimenti  inesplicate.  Ma,  sebbene  questi  corpi  abbiano  delle  analogie  per 
il  loro  comportamento  generale,  pure  per  certe  speciali  proprietà  si  discostano 
alquanto  da  tutti  gli  altri.  Basterà  ricordare  che  l'acido  fluoridrico  deco- 
lora le  loro  soluzioni  e  li  riporta  alla  forma  TiX4, 

TiO2  FI2  — 2H  Fl=TiFl''-^H20! 
perchè  contengono  l'ossigeno  in  tale  stato  che  la  sua  sostituzione  cogli  alogeni 
si  fa  eccezionalmente  atomo  per  atomo,  vale  a  dire  la  coppia  (O2)  vale  quanto 
una  coppia  di  atomi  di  fluoro  (FI2).  Quindi  il  titanio  non  può  dare  delle 
combinazioni  Ti  X6  se  non  e'  entra  1'  ossigeno.  Questo  modo  di  comportarsi 
e  la  riduzione  del  permanganato  potassico  sono  caratteristici  degli  ossidi 
superiori  al  comune  limite  di  combinazione  e  che  non  si  possono  ottenere 
per  mezzo  degli  ossidanti  in  soluzione  alcalina.  Ma  se  noi  ammettiamo  che 
questi  perossidi  rappresentino  forme  speciali  di  combinazione,  suscettibili 
di  avere  dei  derivati,  la  dottrina  attuale  dei  limiti  non  ne  viene  a  soffrire 
anche  se  per  tutti  gli  elementi  si  preparino  i  rispettivi  perossidi,  purché 
questi  per  l'origine  e  per  le  due  dette  reazioni  si  rassomiglino,  cerne 
si  rassomigliano  tra  loro  quelli  sin  qui  conosciuti ,  e  si  distacchino  da 
tutti  gli  altri  ossidi  in  modo  che  la  distinzione  possa  facilmente  farsi  con 
semplici  saggi  qualitativi.  Ci  sarebbero,  in  questa  ipotesi,  aperte  due  vie;  o 
spostare  il  limite  massimo  di  tutti,  oppure  (  come  è  più  logico  perchè  di 
pochi  elementi  si  conoscono  bene  i  perossidi)  ritenendo  l'attuale,  conside- 
rare i  composti  di  cui  parliamo,  come  extra-limiti.  La  questione  però  è 
d'  intendersi  chiaro;  se  si  conserva  il  limite  attuale  non  potremo  farlo  rap- 
presentare da  un  perossido  del  tipo  dell'acqua  ossigenata,  come  sembrami 
abbia  fatto  il  Brauner  per  il  suo  pentossido  di  didimio  ('').  1  due  processi 
di  preparazioni  comuni  a  molti  altri  perossidi  die  passano  il  limite,  il 
non  dare  i  sali  corrispondenti  né  cogli  aridi  né  alle  basi  ,  il  non  potere 
nel  DiJ  O3  sostituire  coi  metodi  soliti  una  parte  dell'ossigeno  col  tlu  ro  e 
ottenere  i  fluoderivati,  tutto  fa  prevedere  che  si  tratti  ili  una  combina- 
zione extralimite.  Ma  v'è  anche  di  piti  :  questo  perossido  si  scioglie  nell'acido 
cloridrico  dando,  dice  il  Brauner,  acqua  ossigenata  od  ossigeno  e  pi.  i 
quantità  di  cloro.  Nelle  soluzioni  solforica  e  nitrica  egli  non  sa  se  deve 
ammettere  la  presenza  di  sali  di  pentossido   di    didimio  ,  molto    instabili, 

(')  Monatshcftc  1882,  pag.  1. 


—  84  - 

oppure  di  sali  di  triossido  e  di  acqua  ossigenata,  dubbio  che  poteva  benis- 
simo essere  risoluto  col  permanganato  potassico.  Ed  io  infatti  con  del  pen- 
tossido  di  didimio  ottenuto ,  secondo  le  indicazioni  del  Brauner  (da  un 
materiale  gentilmente  favoritomi  dall'  illustre  prof.  C'ossa,  a  cui  debbo  i 
più  vivi  ringraziamenti)  e  sciolto  in  acido  solforico  ho  avuto  un'  abbon- 
dante riduzione  di  permanganato  potassico  con  svolgimento  di  ossigeno.  Io 
non  so  se  si  potrebbero  addurre  prove  più  convincenti  per  dimostrare  che 
Di2  Or'  è  un  perossido  del  tipo  dell'acqua  ossigenata. 

«  Ma  il  Brauner,  nella  stessa  importante  Memoria  adesso  citata,  crede 
si  possa  comparare  il  didimio  col  bismuto  ;  anche  questo,  egli  dice,  dà  sali 
della  forma  Bi  X:ì  mentre  della  forma  Bi  X3  non  dà  che  il  pentossido  Bi2  Or* 
e  qualche  sua  combinazione  coll'acqua.  Mi  permetto  però  di  osservare  che 
il  pentossido  idrato  di  bismuto  si  può  ottenere,  anzi  si  ottiene  per  l'azione 
degli  ipocloriti  alcalini  sui  sali  di  bismuto,  mentre  nessuno  dei  perossidi 
che  dauiio  acqua  ossigenata  è  stato  finora  preparato  con  questo  metodo. 
Inoltre  il  pentossido  di  bismuto  trattato  con  gli  acidi  non  dà  acqua  ossi- 
genata, ne  riduce  il  permanganato  potassico  e  pochi  mesi  fa  furono  da 
Hoffmann  (')  preparati  alcuni  sali  acidi  del  tipo  2BiO:l H-f-nBi2  O3  ana- 
loghi ai  vanadati  2VO;,H-+-  VJ0"'  e  2VO:!H  +  2V203  e  ai  niobati 
2NbO;1H  +  2Nb-Ol  II  bismuto  adunque  nella  forma  BiX5  ha  una  certa 
acidità,  debole  se  vogliamo,  ma  come  conviene  alla  posizione  che  esso 
occupa  poiché  rappresenta  il  secondo  omologo  superiore  dell'antimonio,  il 
quale  nella  forma  SbX3  è  molto  meno  acido  dell'arsenico  e  1113110  ancora 
del  fosforo  nelle  forme  corrispondenti.  La  diminuzione  delle  proprietà  acide, 
negli  elementi  di  uno  stesso  gruppo,  col  crescere  del  peso  atomico  è  un 
fatto  di  ordine  generale;  ce  lo  dimostra  il  tellurio,  il  torio,  l'uranio  ecc. 
Ma  questo  ragionamento  non  vale  per  il  didimio  ;  è  verissimo  che  ammet- 
tendolo nel  gruppo  V  viene  a  costituire  l' omologo  superiore  del  niobio  e 
quindi  Di203  dovrebbe  essere  anche  meno  acido  di  Nb2  O'1,  ma  è  vero  altresì 
che  non  solo  il  niobio,  ma  anche  il  tantalio,  che  sarebbe  tra  gli  omologhi 
superiori  del  didimio,  anzi  l'ultimo  termine  finora  conosciuto  del  suo  gruppo, 
forma  cogli  ossidi  alcalini  alcuni  ossisali  e  coi  fluoruri  alcalini  i  fluossisali 
e  fluosali  corrispondenti  al  pentossido.  Mentre  il  Brauner  non  ha  potuto 
combinare  Di2  Os  cogli  acidi  né  colle  basi,  uè  ottenerne  i  composti  fluoru- 
rati corrispondenti  trattandolo  con  fluoridrato  potassico:  e  precisamente  come 
io  non  poteva  ottenere  i  fluossipertitanati  finché  trattava  le  soluzioni  di 
TiO3  con  fluoridrato  potassico,  il  quale  ripristinava  il  titanio  nella  forma 
TiX4  e  liberava  l' acqua  ossigenata,  così  egli  constatò  la  formazione  di  un 
fluosale  di  didimio  della  forma  Di  X3,  che  si  precipitava  e  nel  liquido  la 
presenza  dell'  acqua  ossigenata.  Ora  è  noto  che  il  fluoridrato  potassico  non 

(')  Liebig's  Annui.  CCXXIII-110. 


agisce  così  sugli  ossidi  che  segnano  il  limite  comune  ili  combinazione.  Quindi 
il  pentossido  di  didimio  anche  per  questa  ragione  si  stacca  da  essi  e  si  av- 
vicina agli  altri  che  passano  il  limite  ;  non  è  impossibile  però  elio  trattato 
convenientemente  dia,  cerne  il  Ti O3,  delle  combinazioni  fluorurate,  le  quali, 

per  la  loro  origine,  e  senza  dubbio  anche  por  le  loro  proprietà,,   dine 
rebbero  sempre  meglio  quello  che  ho  detto  finora. 

«  Io  non  voglio  escludere  assolutamente  con  ciò  che  il  didimio  possa 
trovare  il  suo  posto  nel  gruppo  V,  dico  soltanto  che,  all' infuori  del  suo 
peso  atomico  (sulla  stabilità  del  quale  la  storia  di  questi  ultimi  due  anni 
non  ci  rassicura  gran  fatto)  noi  non  abbiamo  per  ora  seri  argomenti  per 
collocarvelo,  non  sembrandomi  tale  quello  della  relativa  stabilità  di  Di2  0"' 
ad  elevate  temperature  ne  l'esistenza,  di  DiOCl.  Infatti  il  l)i:05  non  è  molto 
più  stallile  di  BaO1,  sulla  cui  natura  tutti  sono  d'accordo:  inoltre  è  vero 
che  gli  elementi  del  gruppo  V  pure  avendo  per  limite  massimo  le  forme  RX3 
danno  nella  forma  RX3  i  composti  B0C1  ma  non  è  vero  però  che  questi 
composti  non  siano  dati  da  altri  elementi  che  appartengono  a  gruppi  di- 
versi come  il  lantanio,  1'  ittrio,  il  cerio  ecc.,  il  quale  ultimo,  specialmente 
dopo  le  considerazioni  del  Mendelejeff  e  la  bella  scoperta  dei  composti 
fluorurati  fatta  dai  Brauner,  non  potrebbe  essere  tolto  dal  IV  gruppo 
senza  gravi  motivi. 

«  Io  non  vedo  insomma  perchè,  se  le  ricerche  del  Brauner  ci  auto- 
rizzano a  mettere  il  didimio  nel  gruppo  V.  quelle  di  Pairley  non  debbano 
autorizzarci  a  mettere  1"  uranio  nell'  Vili,  e  le  mie  a  mettere  il  titanio 
nel  VI.  Si  noti  che  io  ho  almeno  ottenuto  veri  derivati  della  forma  TiXf, 
con  un  radicale  TiO'FPche  si  comporta  rispetto  ai  fluoruri  alcalini  simil- 
mente a  W0BJF1J  e  MoO'-FP,  si  aggiunga  che  il  colore  dei  sali  TiX3,  la 
composizione  ilei  fluotitaniti  ('),  l'isomorfismo  di  Ti5  O3  con  Cr20:i  lo  avvi- 
cinerebbero al  cromo  nella  forma  CrX3,  mentre  nella  serie  da  me  prepa- 
rata il  colore  lo  avvicinerebbe  al  cromo  di  nuovo,  ma  nella  corrispondente 
forma  CrX11,  e  il  comportamento  del  radicale  Ti02Fl:  ad  altri  metalli  del 
gruppo  VI. 

«  Non  mi  sembra  adunque  cori-etto  spostare  aL-uni  elementi  per  certi 
caratteri  che  non  ci  autorizzano  a  spostarne  altri  e  quindi,  ad  evitare  con- 
fusione si  dovrebbe  tener  ben  presente  la  natura  e.  l'origine  dell'ossido  che 
si  sceglie  per  misurare  la  capacità  di  saturazione  degli  elementi  ;  e  se  per 
uno  di  questi  si  adotta  come  limite  un  ossido  del  tipo  dell'  acqua  ossi- 
genata si  deve  lo  stesso  fare  per  tutti  gli  altri,  se  no  la  dottrina  ilei  li- 
miti mancherà  di  rigore  nella  sua  applicazione  ». 


')  Piccini,  Rendiconti,  1SS5. 


—  80   — 

Chimica.  —  Nuova  serie  di  composti  del  titanio.  Nota  del  doli 
A.  Piccini,  presentata  dal  Socio  Canxizz.vro. 

«  In  una  Nota  preliminare  presentata,  or  fa  più  di  un  anno  a  questa 
Accademia  (')  io  annunziai  di  avere  ottenuto  alcune  combinazioni  fluoru- 
rate del  titanio,  che  venivano  a  formare  una  serie  affatto  nuova.  È  mia  in- 
tenzione dare  adesso  una  descrizione  completa  delle  esperienze  eseguite 
finora,  dalle  quali,  mi  pare,  si  possano  già  dedurre  delle  conclusioni  non 
del  tutto  prive  d'interesse. 

«  In  una  Memoria  inserita  negli  Atti  di  questa  Accademia  (s)  ho  di- 
mostrato che,  quando  alla  soluzione  solforica  di  acido  titanico  si  aggiunge 
acqua  ossigenata,  si  ottiene  un  liquido  giallo  rosso,  il  quale'  non  dà  la  rea- 
zione di  Barreswill  finché  non  si  è  raggiunto  il  rapporto  TiO2:  H2  0*.  Tutte 
le  esperienze  allora  eseguite,  mentre  mi  permettevano  di  supporre  l'esi- 
stenza di  TiO3,  non  bastavano  a  determinarne  la  funzione. 

«  Per  le  nuove  ricerche  adoperai  dell'acido  titanico  purissimo  ottenuto 
coi  processi  descritti  nella  citata  Memoria. 

Fluossipcrtitanato  ammonico  ettaedrico  TiO2  FI2.  3XH'F1. 

«  Si  può  ottenere  con  due  metodi  affatto  diversi. 

«  1.  Per  azione  del  fluoruro  neutro  di  ammonio  sulla  soluzione 
solforica  di  acido  titanico,  trattata  con  quantità  sufficiente  di  perossido  d'idro- 
geno e  quindi  neutralizzata  con  ammoniaca. 

«  2.  Per  ossidazione  lenta  del  fiuotitanito  ammonico  TiFF.  3NH'1  FI. 

«  Per  praticare  il  primo  metodo  si  scioglie  dell'acido  titanico  (orto) 
neir  acido  solforico  diluito  per  modo  che  in  100  ce.  di  liquido  vi  siano 
circa  10  gr.  di  TiO2,  si  versa  questa  soluzione  in  un  mortaio  e  vi  si  fa 
cadere  a  poco  a  poco  del  biossido  di  bario  idrato,  agitando  continuamente. 
Il  liquido  si  va  a  mano  a  mano  colorando  e  si  continua  ad  aggiungervi 
biossido  di  bario  finche  non  dà  la  reazione  di  Barreswill.  Si  filtra  e  si 
versa  a  poco  a  poco  dell'ammoniaca  finche  il  precipitato  che  dapprima  si 
forma  non  si  ridiscioglie  ulteriormente,  si  aggiunge  fluoruro  neutro  di  am- 
monio e  si  ottiene  così  un  precipitato  giallo,  cristallino,  che  si  lava  con 
poca  acqua  e  si  comprime  fortemente  tra  carta  da  filtro.  Si  ridiscioglie 
poi  nell'acqua  la  sostanza  così  essiccata,  si  riprecipita  con  fluoruro  di  am- 
monio e  si  ripetono  queste  operazioni  per  due  o  tre  volte  e  finalmente  si 
fa  cristallizzare  dall'acqua.  Si  ottiene  così  un  prodotto  purissimo,  come  ri- 
sulta dalle  analisi  che  saranno  date  in  appresso. 

«  Per  praticare  il  secondo  metodo  si  scioglie   l'acido   titanico   in   un 


(')  lì.  Accademia  de'  Lir.cei.  Transunti,  1883. 
()  R.  Accademia  dc'Lincei.  Atti,  1882. 


—  87  — 
considerevole  eccesso  di  acido  fluoridrico  puro,  e  poi  si  a^giun^e  ammo- 
niaca non  molto  concentrata  finché  non  comincia  a  formarsi  un  precipi- 
tato persistente;  si  ha  così  del  fluotitanato  ammonico  disciolto  insieme 
ad  una  grande  quantità  di  fluoruro  ammonico.  Questo  liquido  viene  sot- 
toposto alla  corrente  elettrica  in  un  apparecchio  così  combinato.  Un  tubo 
di  platino  largo  un  po' meno  di  due  centimetri,  la  cui  estremità  inferiore 
è  chiusa  con  cartapecora,  pesca  nel  liquido  contenuto  in  una  capsula  di 
platino,  che  per  mezzo  di  una  lamina  metallica  comunica  col  polo  nega- 
tivo della  pila;  mentre  il  positivo  è  formato  da  un  grosso  filo  di  pla- 
tino avvolto  a  spirale  immerso  nel  liquido  con'enuto  nel  tubo  e  clic  è  lo 
stesso  di  quello  della  capsula.  Facendo  passare  la  corrente,  l' idrogeno  si 
sviluppa  da  tutta  la  superficie  della  capsula  e  la  riduzione  avviene  coii  una 
relativa  rapidità.  La  corrente  non  occorre  molto  forte  ;  per  le  mie  espe- 
rienze hanno  servito  10  coppie  Danieli  (piccolo  modello)  oppure  10  coppie 
della  così  detta  pila  italiana  che  si  mantiene  costante  per  qualche  mese 
senza  richiedere  servizio  alcuno,  salvo  l'aggiungere  di  quando  in  quando  un 
po'  d'acqua.  A  mano  a  mano  che  la  riduzione  procede  si  vede  il  liquido 
farsi  violetto  e  poi  precipita  una  sostanza  di  colore  violetto  vivace,  non 
aderente  alle  pareti  della  capsula,  che  è  il  fluosale: 

Ti  PI3.  clNET'  FI. 

«  La  condizione  essenziale  per  la  buona  riuscita  è  che  vi  sia  un  eccesso 
considerevole  di  fluoruro  ammonico,  altrimenti  si  ottiene  un  deposito  di  un 
violetto  più  cupo,  aderente  alla  capsula  e  costituita  da  un  altro  fluosale 
ammonico  Ti  Fl;; .  2NH1  FI  ('''). 

«  Il  fluosale  Ti  FF.  3NH'1  FI  lavato  prima  con  acqua,  poi  con  soluzione 
concentrata  di  fluoruro  ammonico  e  quindi  bagnato  con  alcool  ed  esposto 
all'aria  cambia  di  colore  a  mano  a  mano  che  si  secca:  dapprima  il  violetto 
si  fa  più  pallido,  poi  diviene  livido  e  finalmente  comparisce  il  giallo  che 
si  fa  sempre  più  intenso  fino  a  divenir  giallo  vivo.  La  sostanza  cosi  tra- 
sformata è  completamente  solubile  nell'  acqua,  dalla  quale  si  depone  in 
ottaedri  gialli  splendenti,  che  non  esercitano  alcuna  azione  sulla  luce  po- 
larizzata e  il  cui  angolo  non  differisce  da  quello  calcolato  per  l'ottaedro 
regolare  se  non  per  7"  in  meno.  Sovente  insieme  agli  ottaedri  si  depongono 
anche  degli  aghetti  splendenti,  che  contengono  fluoro,  titanio,  ammoniaca 
ed  acqua.  La  loro  separazione  dagli  ottaedri,  con  cui  sono  mescolati, 
è  difficilissima  perchè  sono  assai  sottili:  perciò  non  ho  potuto  per  ora  i  o- 
larne  tale  quantità  che  bastasse  per  una  completa  analisi  quantitativa.  Se 
però  si  ridisciolgono  gli  ottaedri  e  gli  aghi  nell'acqua  e  si  aggiunge  fluo- 
ruro ammoniaco,  si  ha  un  precipitato  formato  soltanto  dal  fiuossisale  ottaedrico. 
Questo  fatto  ed  altri  che  ho  avuto  occasione  di  osservare  mi  farebbero  supporre 

(')  R.  Accademia  de' Lincei.  Rendiconti,  1885 


—  88  — 

che  il  composto  ancillare  contenesse  meno  fluoruro  di  ammonio  dell'ettaedrico; 

analogamente  a  quello   che   si   verifica  per  altre  serie,   di  fluossisali. 

«  Il  composto  ottaedrico,  che  è  allatto  insolubile  nel  fluoruro  di  am- 
monio, si  scioglie  abbastanza  nell'acqua  pura.  La  soluzione  è  di  un  color  giallo 
d'oro;  si  altera  alquanto  anche  a  temperatura  ordinaria  svolgendo  ossigeno,  e: 

«  1.  Acidificata  debolmente  con  acido  solforico  riduce  il  permanga- 
nato potassico  svolgendo  ossigeno. 

«  2.  Con  l'ammoniaca  dà  un  precipitato  fioccoso  che  si  scioglie  facil- 
mente nell'acido  solforico  diluito  e  freddo  dando  un  liquido  giallo  rosso  che 
riduce  il  permanganato  potassico"  con  svolgimento  di  ossigeno.  Se  a  questa 
soluzione  giallo  rossa  si  aggiunge  del  fluoridrato  potassico,  una  parte  del 
titanio  si  precipita  allo  stato  di  Ti  PI4.  2KF1  -+-  H20  e  il  liquido,  divenuto 
incoloro,  dà  la  reazione  di  Barreswill. 

«  3.  Acidificata  con  acido  fluoridrico  si  scolora  e  dà  le  reazioni  del- 
l'acqua ossigenata. 

«  Con  ciò  si  può  esser  sicuri  che  nel  composto  ottaedrico  vi  è  dell'os- 
sigeno in  quello  stato  in  cui  si  trova  nell'acqua  ossigenata,  come  del  resto 
ce  lo  poteva  già  far  sospettare  la  sua  origine. 

«  Questo  composto  è  anidro  e  contiene  titanio  fluoro  ed  ammonio.  A 
temperatura  ordinaria  si  conserva  per  lungo  tempo  inalterato  in  un'atmo- 
sfera ben  asciutta;  col  calore  si  decompone  successivamente  e  lentamente; 
alla  temperatura  del  bagno  maria  conserva  il  suo  colore  ma  va  gradata- 
mente diminuendo  di  peso;  in  8  ore  però  la  diminuzione  non  va  al  di  là 
del  2°/0.  Calcinato  con  precauzione  in  presenza  dell'aria  lascia  un  residuo 
bianco  di  acido  titanico  puro: 

gr.  0,6822  di  sostanza  lasciarono  gr.  0,2370  di  Ti  O2 
Calcolato  Trovato 

Ti  0%  ....  34,93  ....  34,74. 
«  Ho  fatto  l'analisi  qualitativa  completa  servendomi  dei  seguenti  metodi. 
Ho  precipitato  il  titanio  con  ammoniaca  allo  stato  di  perossido  che  ho  con- 
vertito poi  colla  calcinazione  in  Ti  O2  ;  ho  determinato  il  fluoro  sotto  forma 
di  fluoruro  di  calcio  o  col  metodo  di  Penfield  (')  che  consiste  nel  trasfor- 
mare in  fluoruro  di  silicio ,  far  passare  questo  in  una  soluzione  idroalcoo- 
lica  di  cloruro  potassico  e  valutare  con  ammoniaca  titolata  l'acido  cloridrico 
messo  in  libertà  dall'acido  idrofluosilicico.  Ho  liberato  l'ammoniaca  con  la  soda, 
l'ho  raccolta  nell'acido  c'oridrico  e  pesata  come  cloruro  di  ammonio;  per 
l'ossigeno  ho  riscaldato  fortemente  il  composto  con  calce  viva: 
2  (Ti  (T-  Fl2 .  3NHS  FI)  —  5Ca  0  =  5Ca  PI»  -+■  3H*  0  -+  2Ti  O2  -+-  GNH*-*-  O2 
sapendo  le  quantità  di  ammoniaca  e  di  acqua  e  sottraendole  dalla  perdita 
subita  si  ha  il  peso  di  ossigeno    svolto,    che  evidentemente  è    la  metà  del 

(')  Cileni.  News,  XXXIX,  179. 


ir. 

»  0,9786 

nr. 

»  0,8400 

IV. 

»  0,9940 

V. 

»  0,7448 

vr. 

»  0,8156 

_    SII    — 

totale.  Il  permanganato  potassico  conduce  per  l'ossigeno  a  risultati  un  po' 

troppo  bassi;  mi  riserbo  di  studiare  se  questo  dipende  dall'alterazione  che 

subisce  il  sale  nello  sciogliersi  o  da  qualche  altra  causa. 

I.     gr.   1,0601  di  sostanza  dettero  gr.  0,3681  di  Ti  O5 

»  »  »     0,341:1        » 

»  »         »    0,2903        » 

»  »        »    0,3496        »  e  gr.  0,8335  di  Ca  FI* 

»      riscaldati   con  calce  viva  perdettero   gr.  0,3095 

»       richiesero   col   metodo    di    Penfield  ce.  11,9  di 

N 
ammoniaca   — 

VII.     »     0,4744  »       richiesero    col  metodo   di  Penfield    ce.  6,91   di 

.       N 
ammoniaca  — 

Vili.   »     0,8401  »       dettero  gr.  0,5043  di  cloniro  ammonio 

IX.      »     0,0070  »             »       »  0,4691               »             » 
«  Questi  numeri  conducono  ai  risultati  seguenti; 

Calcolato  Trovato 

I         il        in      iv      V       VI      VII  Vili    IX      Media 

Ti      =   -18   -20.90  20,83,  20,92  20,94  21,10    —      —       —     —      _       20.9-1 

0-       rr,   32    13,97  -        _       -      _    14,16    -----       n.u; 

IT'      ==   93    41,48  —        —               40,84    —    41,58    11,51  —      —       11,3! 

3NH*=  54    23,59  —         —        —       —      —      —        —23,52  23,58     23,53 


TiOFl*.3NH,Fl=229  100,00  99  yG 

«  La  formazione  di  questo  fluossisale  dal  fluotitanito  ammonico  è  degna 
di  nota.  Mai  si  era  riesciti  ad  ottenere  dei  composti  superiori  al  limite, 
comunemente  ammesso,  i  quali  contenessero,  insieme  all'ossigeno,  qualche 
altro  elemento  molto  elettronegativo;  e  nessuno  avrebbe  potuto  prevedere 
che  con  tanta  facilità  l'ossigeno  si  sarebbe  fissato  su  di  un  composto  fluo- 
rurato di  una  serie  inferiore  per  passare  la  forma  limite.  Giacché  si  com- 
prenderebbe facilmente  che  il  fluotitanito  ammonico  TiFl.33NH4Fl  pas- 
sasse, in  contatto  dell'aria  alla  forma  Ti  Xi7  ma  l'andare  al  di  là  del  limite, 
che  pure  è  così  stabile,  è  cosa  assai  singolare  e,  a  quanto  credo,  del  tutto 
nuova.  Si  noti  che  nella  sostanza  gialla  che  ha  subito  la  trasformazione  vi 
si  trova,  oltre  il  perfluossititanato,  anche  il  fluotitanato  ammonico  normale  ; 
il  che  ci  condurrebbe  ad  ammettere  che  si  compiesse  al  tempo  stesso  una 
ossidazione  e  uno  sdoppiamento  : 

2Ti  PI3.  3NH*F1  -+•  0*=  TiO'-FR3NH4  FI  -+-  Ti  FI4. 3NH 'FI 

«Inoltre  il  sale  TiO'Fl*. 3NH4F1  ha  lo  stesso  numero  di  atomi  del 
fluossiniobato  ammonico  cubico  NbOFl3.  3NH4F1  e  del  fluozirconato  basico 
di  ammonio  ZrFl4.3NH4Fl,  studiati  da  Marignac,  ha  la  stessa  forma  cri- 
stallina, anzi  è  isomorfo  nello  stretto  senso  della  parola.  Infatti  mescolando 

Rendiconti  —  Voi-.  I  12 


—  90  — 

insieme  le  soluzioni  di  ZrPl*.  3NH5F1  e  Ti02Fl-.3NHiPl  ho  ottenuto  degli 
ottaedri  gialli,  splendenti  ;  per  la  calcinazione: 


,5342  di  sostanza  dettero  gr.  0,4106  di  residuo 


Calcolato  per  100  p.  di  Trovato 

ZrFl".3NH'Fl  TiOs  FF.3NHT1 

44,04  34,93  37,42. 

«  Ciò  vuol  dire  che  rimanendo  invariata  la  forma  cristallina  una  buona 
quantità  di  fluosale  di  zirconio  si  deposita  col  fluossipertitanato  ammonico. 

Fluossipertitanato  potassico  Ti  O2  Fl\  2KF1. 

«Se  alla  soluzione  di  Ti 02FP.  3NH'1  FI  si  aggiunge  del  cloruro  potas- 
sico si  forma  coll'agitazione  un  precipitato  cristallino  costituito  da  un  fluos- 
sipertitanato  potassico.  Così  ottenuto  contiene  spesso  quantità  piuttosto  rag- 
guardevoli di  fluossisale  ammonico  e  perciò  vai  meglio  procedere  inversa- 
mente, versare  cioè  la  soluzione  di  TiO'aFP.  3NH4F1  nella  soluzione  di 
cloruro  potassico.  In  ogni  modo  la  sostanza  va  lavata  finché  l'acqua  che 
j lassa  attraverso  al  filtro  non  dia  più  reazione  per  l'ammoniaca.  Sfortunata- 
mente questo  fluossisale  è  così  poco  solubile  che  la  sua  purificazione  è  dif- 
ficile e  non  si  può  ottenere,  almeno  fin  qui,  in  cristalli  che  si  prestino  bene 
alle  determinazioni. 

«  Quando  è  seccato  nel  vuoto  esso  contiene  titanio,  fluoro  e  potassio 
e  ossigeno;  le  reazioni  ci  rivelano  che  questo  vi  esiste  in  quello  stato  in 
cui  si  trova  nell'  acqua  ossigenata,  come  si  poteva  facilmente  prevedere  del 
suo  modo  di  formazione.  Per  riscaldamento  si  decompone  con  molta  len- 
tezza ;  può  stare  parecchie  ore  a  110"  pur  mantenendosi  giallo  e  perdendo 
solo  3-41*/,)  di  peso.  Calcinato  in  presenza  dell'aria  lascia  un  residuo  bianco, 
la  cui  proporzione  è  un  po'  variabile  ;  ciò  dipende  da  che  la  massa  subisce 
un  principio  di  fusione,  diviene  pastosa;  quindi  la  scomposizione  non  è  mai 
completa  e  rimangono  sempre  delle  quantità  più  o  meno  grandi  di  fluoro. 

I.  gr.  0,5352  lasciarono  gr.  0,4170  di  residuo 

II.  »    0,0538         »  »    0,5120         » 

Calcolato  per  Trovato 

TiO'FP.  2KF1  i  ii 

Residuo  %     .     .     74,3      .....      77,7  78,4 

«  Per  determinare  il  titanio  conviene,  prima  di  precipitare  con  ammo- 
niaca, ridurre  il  fluosale  con  anidride  solforosa  altrimenti  l'acido  titanico  pe- 
rossidato  trascina  seco  una  piccola  quantità  di  sostanze  disciolte  nel  liquido 
da  cui  precipita  e  male  si  purifica  coi  lavaggi.  Talvolta  ho  determinato  il 
titanio  (analisi  II,  III)  nel  residuo  della  calcinazione.  A  tale  scopo  veniva 
trattato  questo  nel  crogiuolo  con  un  eccesso  non  troppo  forte  di  acido  sol- 
forico diluito  e  scaldato  a  bagno  maria  ;  quando  non  dava  più  odore  di  acido 
fluoridrico  lo  passavo  al  bagno  ad  aria,  inalzando  gradatamente  la  temperatura 


—  91   — 

e  facendo  così  volatizzare  in  parte  L'acido  solforico.  Quando  la  mas  a  aveì  i 
acquistato  una  certa  consistenza  e,  nei  raffreddarsi,  si  rapprendeva  come  una 
gomma  cessava  il  riscaldamento  e  sommergeva  il  crogiuolo  ben  raffreddato  in 
una  capsula  di  platino  piuttosto  ampia  contenente  acqua  distillata.  Deter- 
minavo quindi  il  titanio  facendo  bollire  la  soluzione,  prima  trattata,  caso 
occorrendo,  con  piccole  quantità  ili  ammoniaca  e  nel  liquido  filtrato  valutavo 
il  potassio  allo  stato  disolfato.  Il  fluoro  fu  determinato  col  metodo  ili  Penfield. 
I.  gr.  0,8777  ili  sostanza  dettero  gr.  0,2965  ili  TiO2 
IL     »  0,6538  »  »         »    0,21! i2 

IH.  »  0,6894  »  »         »    0,23  18      ;r.  0,5055  'li  K^SO' 

IV.   »  0,9442  richiesero  per  il  metodo  ili  Penfield  ce.  10,1  di  ammoniaca  — . 


Cale  '. 

d  ' 

i 

Trovato 

il             HI 

IV 

Ti   ==    48 

20,51 

20,27 

20,11     20,33 

— . 

O2  =      32 

13,68 

— 

—        — 

— 

Fl*  =    76 

32,48 

— 

— .        — 

K»  =    78 

33,33 

— 

32,87 

— 

TiO2  FI2. 

2KF1=--  234 

100,00 

«  Da  questi  risultati  si  rileva  che  il  fluossisale  potassico  non  corri- 
sponde a  quello  di  ammonio,  e  che  nella  reazione  deve  rimanere  libero 
una  parte  di  fluoruro  ili  ammonio. 

«  Del  resto  di  questo  composto  non  è  ancora  completo  lo  studio;  mi 
rimane,  fra  le  altre,  da  decidere  se  realmente  non  possa  combinarsi  all'acqua 
di  cristallizzazione  e  «li  sperimentare,  in  speciali  condizioni,  come  si  modifica 
col  calore.  Ritornerò  quanto  prima  sull'argomento  anche  per  descrivere  il 
fluossisale  ammonieo  aciculare  e  altri  derivati,  che  pi  pai  rò  ]  i  arricchire 
di  termini  questa  nuova  serie  e  stabilire  un  maggior  numero  ili  relazioni  ». 

Chimica.  —  Sull'azione  de!  cloruro  di  carbonile  sul  composto 
potassico  del pirrolo.  Nota  II  ('),  dei  dottori  Gr. Ciamicun  eP.MAONAGHi, 

presentata  dal  Socio  Cax.m/./vuo. 

In  questa  seconda  Nota  pubblichiamo  Io  studio  cristallografico  della 
monotetrolurea  e  bitetrolurea,  da  noi  già  accennato  in  una  Nota  precedente 
e  la  descrizione  delle  altre  sostanze  che  -i  formano  india  reazione  soprain- 
dicata delle  quali  non  avevano'  parlato  finora. 

Forma  cristallina  li  nilp  i  ri 

«  Sistema:  monoclino. 

«  Costanti:  a  :  b  :  e  =  1,168836  :  1  :  0,718899. 

0=  87°    LO' 

(')  V.  )>ag.  r>l  .li  questo  volume 


«  Forme  e  combinazioni  osservate:  (110),  (100).  (001),  (Oli),  (111), 
(111).  (201). 


Fi?.  1. 


Fi".  2. 


"ri 


Fig.  3. 


2Ql  IH 


angoli 

misurati 

cale  il  iti 

100:001 

87°  IO' 

• 

110:010 

40    35 

• 

111:110 

45   38 

> 

111:001 

42   34 

42' 

31'  18" 

111:100 

01    38 

01 

37   2i) 

111:010 

59      5    30" 

59 

5    52 

111:011 

2(3      2 

26 

4  30 

011:111 

27      7 

20 

59   43 

Tll:001 

41    22 

44 

15   44 

201:100 

•    40      7 

40 

13   44 

201:TlO 

00    13 

60 

1:;   Ki 

201:011 

60   30 

60 

20    27 

011:001 

35   45 

35 

40   45 

«  I  cristalli  di  questa  sostanza  essendo,  come  s'è  già  detto  più  sopra, 
vuoti  nell'interno,  non  è  stato  possibile  fare  delle  osservazioni  ottiche. 

«  È  notevole  in  essi  la  variabilità  del  loro  abito  sebbene  sempre  si  ri- 
scontrino le  medesime  forme.  Da  soluzioni  diluite  si  ottennero  le  forme 
rappresentate  dalle  fin'.  1  e  fig.  3,  mentre  da  una  soluzione  più  concentrata 
si  ebbero  cristallini  tutti  della  forma  fig.  2. 

Forma  cristallina  della  monoici rolurca  o  pirrolcarbà micie. 

«  Sistema:  Monoclino. 

«  Costanti  :  a  :  b  :  e  :  =  1,25152  :  1  :  0,792190. 

fì  =  89°  33'  •  _ 


Forme  e  combinazioni  osservate:  (100),  (001),  (110),  (121),   (T21). 

Fig.  ■!. 


annuii 
100:001 
121:100 
121:001 
110:101» 
110:121 
110:001 
121:121 
121:127 


n 
4 

4 

o 

6 
1 

4 

1 
o 


misurati 
SD'  33' 
71  7 
59  30 
50  52 
34  22 
89  50 
38  3 
59    2S 


limiti 

89"  40'  —  89"  28' 


5Q->  38'  —  51°    4' 


89"  50'  —  80*  45' 


calcolati 


51°  22'  20" 
34    11    50 
89    43     9 
37    20   10 
59   45 


«  Sfaldatura  perfetta  e  facile  secondo  (100). 

«  Sulla  (100)  si  osserva  la  figura  d'interferenza  che  mostra  fortissima 
dispersione  inclinata. 

«  L'abito  dei  cristallini  è  costante  ed  è  quello  rappresentato  dalla  fig.  I. 

«  Dallo  studio  cristallografico  di  queste  due  sostanze  risulta  dunque 
che  i  due" corpi  sebbene  non  sieno  isomorfi,  presentano  pure  molte  analogie 
fra  di  loro  come  lo  si  vede  non  solo  dalle  costanti  rispettive  ma  anche  dagli 
angoli  seguenti: 


100:001 
110:100 
110:001 


monoteti  oluri  a 
89°  33' 
50  52 

89  50 


ditetrolurea 

87° 10' 
49  25 

SS   12 


«  È  però  da  osservare  che  non  si  corrispondono  altrettanto  bene  rispetto 
alle  proprietà  fisiche,  essendo  la  sfaldatura  in  uno  molto  spiccata  e  nell'altro 
assolutamente  mancante,  e  di  più  va  notata  la  differenza  costante  dei  simboli 
conq. onenti  le  forme  di  queste  due  sostanze. 


«  L'olio  che  passa  nel  principio  della  distillazione  con  vapor  acqueo, 
venne  estratto  dall'acqua  con  etere  e  seccato  sul  cloruro  ili  calcio,  fisso 
contiene  cloro  e  bolle  fra  80  e  230",  con  parziale  decomposizione,  per 
cui  l'olio  ricavato  in  un'altra  preparazione  venne  distillato  nel  vuoto.  Ad 
una  "pressione  di  circa  25-30  mm.  di  mercurio,  abbiamo  separato  le  seguenti 
frazioni:  la  prima  tino  a  50"  è  formala  principalmente  da  benzolo  che  con- 
tiene ancora  del   fosgene;   la   seconda,  che  è   la  più   -'rande  di    tutte,   venne 


—  94  — 

raccolta  fra  50°  e  60".  Finalmente  si  separarono  altre  ilue  frazioni  fra  G0° 
e  100  eira  100"  e  145".  Quest'ultima  si  solidificò  in  gran  parte  e  contiene 
principalmente  il  carbonilpirrolo  già  descritto.  Dalla  frazione  maggiore,  die 
bolle  fra  50"  e  60"  venne  separata  la  parte  principale  che  bolle  costante- 
mente fra  54"  e  55"  a  25mra  di  pressione.  Questo  liquido  clic  ha  un  odore 
pungente  e  che  contiene  del  cloro  bolle  a  pressione  ordinaria  fra  130 
e  135"  con  notevole  decomposizione.  L'analisi  dimostrò  però  che  non- con- 
teneva che  1  Vi  %  di  cloro,  per  cui  dal  risultato  dell'analisi  e  dal  suo 
punto  di  ebollizione  che  è  circa  quello  del  pirrolo,  si  può  ammettere  con 
grande  probabilità  che  questa  frazione  non  sia  altro  che  del  pirrolo  con- 
tenente piccole  quantità  di  fosgene,  le  quali  producono  la  parziale  resini- 
ficazione nella  distillazione  a  pressione  ordinaria.  Resterebbe  ancora  la  fra- 
zione 60°  lino  a  100",  clic  oltre  ad  essere  molto  piccola  non  ha  nessun 
punto  di  ebollizione  costante.  Noi  crediamo  perciò  che  essa  non  sia  altro 
che  un  miscuglio  di  pirrolo  e  carbonilpirrolo. 

«  Noi  non  possiamo  escludere  del  tutto  la  possibilità  che  nella  rea- 
zione che  descriviamo  si  formi  e  sìa  contenuto  nella  parte  volatile  del  pro- 
dotto, oltre  al  carbonilpirrolo    anche  un  composto  clorurato   intermedio  fra 

C1  V 

il  fosgene  ed  il  carbonilpirrolo  l  CO  i  ,  però  dalle  nostre  espe- 

\       \  / 

v  NC4H|  ' 

rienze  la  formazione  di  un  tale  composto  risulta  come  poco  probabile. 

«  Noi  abbiamo  anche  tentato  di  ottenere  maggiori  quantità  di  questo 
liquido  clorurato  evitando  la  distillazione  con  vapor  acqueo  e  distillando 
invece  il  prodotto  dell'  azione  del  fosgene  sul  composto  potassico  diretta- 
mente a  pressione  ridotta.  Però  an-he  in  questo  caso  i  risultati  non  sono 
stati  diversi  da  quelli  che  abbiamo  ora  esposti. 

«  Il  liquido  che  resta  indietro  nella  distillazione  del  prodotto  greggio 
con  vapor  acqueo  contiene: 

il  psrudocarbonil  pirrolo,  dipirrilchclone  o  pirrone 

C,  Iì3  NH 

/ 
«  CO  ». 

\ 

Ci  H3  NH 

«  Per  ottenere  questa  sostanza  si  filtra  il  liquido  ancora  bollente  e  si 
lava  il  residuo  resinoso  insolubile  molte  volte  con  acqua  calda.  Il  filtrato  che  è 
colorato  in  giallo  bruno  depone  per  raffreddamento  una  sostanza  biancastra, 
fioccosa  che  viene  estratta  con  etere  mediante  5  agitazioni  successive.  Il 
residuo  dell'estratto  eteree  è  l'urinato  da  una  massa  di  aghi  colorati  in  bruno. 
Per    purificare  il  nuovo    composto   lo  si  fa   cristallizzare  prima  dall'alcool 


diluito  e  poi  più  vantaggiosamente  dal  benzolo  bollente.  Esso  si  scioglie 
facilmente  a  caldo  e  si  separa  per  raffreddamento  in  aghetti  raggruppati  e 
lucenti,  che  fondono  a  160"  (').  Da  90  gr.  di  composto  potassico  si  otten- 
nero 2  '/■»  gr.  della  nuova  sostanza. 

«  L'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 
0,2707  gr.  di  sostanza  diedero  0,6677  gr.  di  CO,  e  0,12:,:,  gr.  di  1)11.: 

«  In  100  parti: 

trovato  calcolato  per  (_'„  Hs  N.2  0 

C  07,27 67,50 

H  5,15 5,00 

«  Questo  composto  che  è  isomero  al  earbonilpirrolo  si  distingue  da 
esso  specialmente  per  il  suo  comportamento  verso  la  potassa  acquosa. 
Bollendolo  per  due  ore  con  potassa  concentrata  esso  si  scioglie  nel  liquido 
alcalino,  ma  si  separa  inalterato  per  raffreddamento.  Agitando  con  etere  si 
riottiene  completamente  la  sostanza  primitiva. 

«  Il  dipirrilchetone  si  scioglie  facilmente  nell'alcool,  nell'etere  e  nel 
benzolo  ed  è  quasi  insolubile  nell'etere  petrolico  e  nell'acqua.  Si  scioglie 
nell'acido  cloridrico  colorando  il  liquido  in  giallo,  e  precipita  inalterato  per 
l'aggiunta  di  acqua.  Trattando  una  soluzione  alcoolica  del  nuovo  composto 
con  nitrato  argentico  sciolto  nell'acqua,  nella  proporzione  di  una  molecola  del 
primo  per  due  molecole  del  secondo,  non  avvieni'  nessuna  reazione  sensibile; 
aggiungendo  però  alcune  goccio  di  ammoniaca  si  ottiene  subito  un  preci- 
pitato giallo  insolubile  nell'alcool  e  nell'acqua  (die  è  il  composto  argentico 
«  C9  Ho  N»  OAg»  »  il  quale  venne  filtrato  e  lavato  ripetutamente  con  al- 
cool e  con  etere.  Nel  filtrato  rimane  sempre  del  nitrato  argentico  e  della 
sostanza  inalterata.  Questo  corpo  è  abbastanza  stabile  alla  luce,  e  diodo  al- 
l'analisi i  seguenti  risultali  : 
0,2991  gr.  di  sostanza  dettero,  0,1087  gr.  di  argento. 

«  In  100  parti: 

trovato  calcolato  per  calciato  per 

C9  ll,;  Ag„  Ns  0  0,  H7Ag  NsO 

Ag         56,30  (')     ....     57,75 40,45 

«  Il  cloruro  di   carbonile   agisce   dunque  sul    conquisto    potassico   del 

(')  11  liquido  dal  quale  si  sono  separati  tti  f  adenti    a   L6  i"  in  dietro 

per  svaporamento  in  piccola  quantità  delle  nctt  •     lie  fondono  sopra  160°  e  che      in 

brano  essere  un'altra  sostanza.  Noi  ritorneremo  su  qu  to  i  icnto  quando  avrei  io  pre- 
parato più  grandi  quantità  di  materiale. 

{')  La  quantità  trovata  d'argenl  >  differì  ce  te  da  quella  richiesta  dalla  for- 

inola soprascritta.  La  perdita  deriva  probabilm  mte  perchè  il  de  deflagra  legg  rmcnte  quando 
viene  riscaldato;  del  resto  le  due  forinole  richiedono  quantità  d'argento  tanto  differenti  che 
non  ci  può  essere  dubbio  sulla  composizione  di  questo  sale-  11  rendimento  del  pirrone  è  tanto 
piccolo  che  per  ora  non  disponendo  -li  altra   materia  non  abbiamo  potuto  rifare  1' 


2d  Hi  NK  +  OOCL 

/ 

=  2HC1  +  CO 

d  H3  NK 

(C4H3NK)ì+2HC1 

Ci  H3  NH 

/ 

=  2KC1  +  CO 

Ci  H3  NH 

—  «ìli  — 

pirrolo  principalmente  in  modo  elio  il  carbonile  va  a  sostituire  il  potassio 
in  due  molecole  di  composto.  Però  contemporaneamente  a  questa  ha  luogo 
una  seconda  reazione  nella  quale  i  due  atomi  di  cloro  del  fosgene  si  uni- 
scono a  due  atomi  di  idrogeno  del  composto  potassico  del  pirrolo,  formando 
due  molecole  d'acido  cloridrico,  le  quali  a  loro  volta  scambiano  il  potassio 
con  l'idrogeno  nei  due  gruppi  Sminici. 

«  Questa  seconda  reazione  avviene  dunque  probabilmente  in  due  fasi, 
e  potrebbe  essere  rappresentata  dalle  seguenti  equazioni: 

Ci  H3  NK 

/ 
I. 


II. 


MEMORIE 
DA  SOTTOPOP.SI  AL  GIUDIZIO  1)1  COMMISSIONI 

A.  Mex.  /Ustoria  arlis  grammaticae  apud  Syros.  Presentazione  del 
Socio  Guidi. 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Segretario  Ferri  legge  la  seguente  notizia  necrologica  sul  defunto 
Socio  corrispondente  Francesco  Fiorentino. 

«  Una  perdita  grave  è  toccata  alla  filosofia  e  alle  Lettere  colla  morie 
del  prof.  Francesco  Fiorentino  avvenuta  in  Napoli  il  giorno  22  dicembre  1884. 

«  Secondo  la  consuetudine  dell'Accademia ,  comunico  alla  Classe,  di  cui 
era  Socio  corrispondente,  una  breve  notizia  sulla  vita  e  sugli  scritti  di 
questo  nostro  valoroso  e  compianto  collega. 

«  Francesco  Fiorentino  nacque  a  Sambiase  (circondario  di  Nicastro)  nelle 
Calabrie,  il  1°  maggio  del  1834  da  Gennaro  Fiorentino  e  Savona  Sinopoli. 
Attese  agli  studi  classici,  prima  sotto  la  disciplina  di  due  sacerdoti  stretti 
parenti  di  sua  madre;  poscia,  per  due  anni,  nel  seminario  di  Kicastro,  che 
abbandonò  per  perfezionare  liberamente  la  sua  istruzione  senz'altro  maestro 
che  il  proprio  ingegno. 

«  All'età  di  19  anni  entrò  nelle  scuole  universitarie  di  Catanzaro.  Ivi, 
senza  smettere  lo  studio  delle  lettere  e  della  filosofia,  al  eulto  delle  quali 
doveva  serbarsi  fedele  per  tutta  la  vita,  seguì  il  corso  di  giurisprudenza  e 


-   97  — 

si  licenziò  in  legge;  titolo  che  gli  permise  di  essere  inscritto  nell'albo  dei 
patrocinatori  della  Curia  catanzarese.  Ma  quivi  non  era  la  sua  via. 

«  Datosi  poscia  all'insegnamento  privato,  ne  interruppe  l'esercizio  per 
prender  parte  alla  insurrezione  delle  Calabrie,  che,  nel  1860,  si  associarono 
al  movimento  delle  altre  puovincie  italiane  per  la  conquista  della  indipen- 
denza e  della  unità  nazionale  sotto  lo  scettro  di  Vittorio  Emanuele  e  della 
sua  gloriosa  dinastia. 

«  Scacciati  i  Borboni  ed  entrato  Garibaldi  in  Napoli,  il  Fiorentino  ri- 
tornò ai  suoi  studi  e  insegnò  per  due  anni  filosofia  nei  Licei ,  prima  in 
quello  di  Spoleto,  ove  fu  nominato  nel  dicembre  1860  dal  Commissario 
regio  per  l'Umbria,  poscia  in  quello  ili  Maddaloni  (1861). 

«  La  sua  carriera  universitaria  cominciò  ranno  dolio  a  Bologna,  ove  fu 
nominato  professore  straordinario  di  storia  della  filosofia  nel  giugno  del  1862, 
e  professore  ordinario  della  stessa  materia  il  1°  maggio  del  18G5. 

«  Nel  1871  ,  dietro  sua  domanda  ,  il  prof.  Fiorentino  fu  traslocato  a 
Napoli,  ove  insegnò  la  filosofia  della  storia;  nel  1875  fu  trasferito  a  Pisa, 
ove  assunse  l'insegnamento  della  filosofia  teoretica  coll'incarico  della  peda- 
gogia. Nel  1880  andò  di  nuovo  a  Napoli  ove  riprese  la  cattedra  'li  filosofia 
della  storia.  Finalmente  nel  1883,  morto  Bertrando  Spaventa,  fu  destinato 
a  succedergli  nello  insegnamento  della  filosofia  teoretica,  conservando  nella 
qualità  d'incaricato,  quello  di  filosofia  della  storia. 

«  Da  questa  enumerazione  dei  corsi  dati  dal  prof.  Fiorentino  a  Bolo- 
gna, a  Pisa  e  a  Napoli,  apparisce  che,  salvo  l'etici,  egli  ha  insegnato  tutte 
le  materie  comprese  negli  studi  filosofici  delle  nostre  Università. 

«  Frutti  di  questa  notabile  varietà  d'insegnamenti,  a  cui  corrispondeva 
in  lui  un  ingegno  acuto  e  versatile  e  una  energia  tenace  congiunta  a  larga 
coltura  letteraria,  furono  principalmente  i  libri  di  soggetto  storico-filosofico 
sul  Pompouazzi  e  la  Scuola  Padovana  e  Bolognese,  su  Bernardino  Telesio  e 
l'Accademia  Cosentina,  preceduti  dal  Saggio  storico  sulla  filosofia  grec  i. 

«  Ma  l'attività  del  prof.  Fiorentino  non  si  limitò  a  coltivare  le  alte 
regioni  della  storia  del  pensiero  e  a  trattare  soggetti  relativi  agli  sludi 
superiori.  Egli  volle  altresì  applicarsi  a  fatiche  più  modeste  compilando  due 
compendi,  uno  di  filosofia  e  un  altro  di  storia  delle  dottrine  filosofiche. 

«  I  confini  di  questa  breve  notizia  non  mi  permettono  di  occuparmi 
dei  numerosissimi  articoli  da  lui  pubblicati  nelle  riviste  scientifiche  e  let- 
terarie italiane.  Chi  ne  percorre  i  titoli  e  ricerca  particolarmente  quelli  che 
inserì  nel  Giornale  napoletano  ili  filosofia  e  lettere  pubblicato  prima,  col  suo 
concorso,  dallo  Spaventa  e  dall'Imbriani,  poi  diretto  da  lui  solo,  riconosce  dal 
numero  e  dall'importanza  delle  materie  trattate,  la  estensione  della  sua  coltura 
e  la  quantità  di  materiali  che  andava  accumulando,  per  dare  all'Itali,!  una 
storia  completa,  nell'ordine  filosofico,  di  quel  grande  e  immortale  rinasci- 
mento, che  fu  (piasi  tutto  nostro,  così  nelle  lettere  come  nella  filosofia  e 
Rendiconti  —  Vol.  I.  '■' 


—  98  — 

nelle  scienze,  e  a  ritrarre  il  quale  egli  lavorava  ancora  assiduamente  durante 
gli  ultimi  suoi  giorni,  in  un'  opera  che  doveva  comprendere  tutto  il  secolo 
quindicesimo. 

«  Ad  attestare  il  valore  del  prof.  Fiorentino  nella  critica  letteraria,  oltre 
un  volume  di  Scritti  vari,  in  cui  sono  riprodotti  parte  degli  articoli  soprad- 
detti, deve  additarsi  la  ristampa  delle  opere  latine  di  Giordano  Bruno  intra- 
presa per  incarico  del  Ministero  della  pubblica  istruzione  e  la  edizione  delle 
poesie  liriche  del  Tansillo  con  estesa  prefazione  sulla  vita  e  le  opere  del  poeta. 

«  L'attività  filosofica  e  letteraria  del  compianto  collega  fu  rimeritata  da 
singolari  attestazioni  di  stima.  Eletto  Socio  corrispondente  dell'Accademia  di 
Monaco  di  Baviera  nel  1874,  divenne  Socio  effettivo  dell'Accademia  delle 
scienze  morali  e  politiche  della  Società  reale  di  Napoli  nel  1879,  e  nel  1883 
fu  aggregato  come  corrispondente  nazionale  a  quella  dei  Lincei. 

«  Due  volte  Deputato  al  Parlamento  Italiano,  nel  1870  pel  Collegio  di 
Spoleto,  e  nel  1874  per  quello  di  San  Severino  delle  Marche,  il  prof.  Fio- 
rentino, oltre  a  questo  alto  onore  conferito  dai  cittadini,  ebbe  dal  governo 
le  distinzioni  dovute  ai  suoi  servigi  e  ai  suoi  meriti  scientifici. 

«  La  sua  morte,  avvenuta  inaspettatamente,  lascia  nella  Università  di 
Napoli  e  negli  studi  filosofici  italiani  un  vuoto  tanto  più  sensibile,  che 
è  stata  preceduta ,  a  breve  intervallo  ,  da  quella  di  Bertrando  Spaventa, 
l'amico  e  collega  da  lui  con  calda  parola ,  pochi  mesi  or  sono,  splendida- 
mente commemorato  ». 

Opere  filosofiche  di  Fr.  Fiorentino. 

Il  Panteismo   di   Giordano  Bruno.   Napoli,  stadi  Francesco  Fiorentino  al  prof.  Fran- 

1861,  opuscolo.  cesco  Acri.  Napoli,  187G,  un  voi. 

Saggio  storico  sulla  filosofia  greca.  Firenze,  Scritti  vari  di  letteratura,  filosofia  e  critica. 

18C4,  un  voi.  Napoli,  1879,  un  voi. 

Pietro  Pomponazzi,  studi  storici  sulla  Scuola  Lezioni  di  filosofia  per  uso  dei  Licei,  1877, 

Bolognese  e   Padovana  del  secolo  XVI.  un  voi. 

Firenze,  18G8,  un  voi.  Manuale  di  storia  della  filosofia  ad  uso  dei 

Bernardino    Telesio    ossia   Studi  storici  sa  Licei  diviso  in  tre  parti.  Napoli,  1881. 

l'idea  della  natura  nel  risorgimento.  Fi-  Edizione    delle    Opere    latine    di  Giordano 

renze,  1872-74,  due  volumi.  Bruno,  primo  voi.  in  2  parti  con  prefa- 

La  Filosofia  contemporanea  in  Italia,  rispo-  zione  e  note. 

Principali  lavori  letterari  e  discorsi. 

Edizione  delle   poesie   liriche  del  Tansillo  Discorso  su  Francesco   De  Sanctis. 

con  prefazione.  Idem  su  Bertrando  Spaventa. 

Idem  degli  scritti  vari  del   Settembrini  con  Idem    sul    generale    Stocco. 

prefazione.  Donna    Maria    d'  Aragona   (articolo    della 
Idem  del  Discorso  di  Ascanio  Persio  intorno  N.  Antologia). 

alla  conformità  della  lingua  italiana  con  Due  discorsi  sul  re  Vittorio  Emanuele. 

le  più  nobili  lingue  antiche  e  moderne- 


—  0!»    — 


Principali  articoli  filosofici  e  recensioni 
nella  Rivista  bolognese. 

Teorica  della   religione  e  dello  Stato,  e  sue  Religione  e  filosofia. 

speciali  attinenze  con  Roma  e  le  nazioni 

cattoliche  per  Terenzio  Mamiani. 
Vita  e  carattere  di  Benedetto  Spinoza. 

nel  Giornale  napoletano  di  Filosofia  e  / 


Del  sistema  in  generale.  Discorso  del  prof. 

Francesco  Acri. 
Del  Positivismo  e  del  Platonismo  in  Italia. 


Storia  della  filosofia ,  lezioni  di  Augusto 
Conti  professore  all'Università  di  Pisa. 

Filosofia  elementare  delle  scuole  del  regno 
ordinata  e  compilata  dai  professori  Au- 
gusto Conti  e  Vincenzo  Sartini  —  Dialogo. 

Luigi  Ferri,  La  Psicologia  di  Pietro  Pom- 
ponazzi,  secondo  un  manoscritto  della 
Biblioteca  Angelica  di  Roma. 

Sul  concetto  della  storia  della  filosofia  di 
Hegel. 

L'Ideale  del  mondo  classico.  Grecia. 

La  riforma  religiosa  giudicata  dal  Campa- 
nella secondo  un  manoscritto  inedito. 

La  filosofia  di  Francesco  Petrarca. 

La  filosofia  della  Storia  nel  Petrarca. 

Di  un  poema  ms.  attribuito  al  l'ontano. 

Il  nuovo  Epistolario  del  Gioberti  ed  il  suo 
Rinnovamento. 

Positivismo  ed  Idealismo. 

L>avide  Federico  Strauss  rappresentato  nella 
sua  vita  e  nei  suoi  scritti  da  Eduardo 
Zeller. 


Lo  Stato  moderno.    Due  lettere    al  corani. 

Silvio  Spaventa. 
Vita  ed  Oliere  di  Voltaire. 
Vita  ed  Opere  'li  Vincenzo  de  Grazia. 
La  Satira  di  Giovenale. 
Una  breve  risposta  ad  un  Critico  francese. 
T!e  Vittorio  Emmanuele  II. 
Federigo  FrOebel. 

Di  alcuni  ultimi  scritti  di  E.  Zeli  r. 
Di  alcuni  manoscritti  Aretini   del  Pompo- 

nazzi. 
La  vita  di   Schelling  narrata  da  Kuno  Fi- 
scher. 
Del  Principe   di  Machiavelli  e  di  un  libro 

di  Agostino  Nifo. 
Una  lettera  del  prof.  Francesco  Fiorentino 

al  prof.  Bertrando  Spaventa. 
La  vita  di  Bacone  narrata  da  Kuno  Fischer. 
Su  le  comedie  di  Giambattista  de  la  Porta. 

lettera  al  prof.  Tallarigo. 
Dialoghi    morali    di    Giordano    Bruno.    Lo 

spaccio  della  bestia  trionfante. 


Giulio    Cesare    Vanini 

15  settembre  1878. 
Della  vita  e  delle  opere  di  Simone  Porzio 

1  febbraio,  1  marzo  1879. 


nella  Nuova  Antologia. 
1  i  suoi  biografi.  Vita  ed  opere  di  Andrea  Cesalpino.  15  ago- 

sto 1879. 
Della  vita  e  delle  opere  di  Giovan  Battista 
de  la  Porta.  15  maggio  1880. 


nel  Giornale  napoletano  della  Domenica. 
Nuovi  documenti  di  Tommaso  Campanella  Giordano  Bramo,  la  vita  e  l'uomo,  Saggio 

tratti  dal  carteggio  di  Giovanni  Fabri  biografico  criticj  diiRaffaele  -Mariano, 

per  cara  di  D.  Carutti.  La  fanciullezza  di  Giordano  Bruno. 

Un  dialogo  di  Giordano  Bruno. 

PRESENTAZIONE  Di  LIBRI 

Il  Segretario  della  Classe  presenta  a  nome  degli  anturi  le  seguenti  opere  : 
D.  Cakutti.    //  conte  Umberto  I  (Biancamann)  e  il  Ite  Arduino.   Ili- 
cerche  e  documenti. 

Biblioteca  storica   italiana   pubblicata  dalla  lì.  Deputazione  'li   storia 
patria  di  Torino.  I  tre  primi  volumi  v.  pag.  57. 


—  100  — 

L.  Luzzatti.   Discorso  sull'esercizio  di  Stato  delle  strade  ferrale. 

E.  Narducci.  /  primi  due  libri  del  «■  Tractatus  sphaerae  »  di 
Bartolomeo  da   Parma,  astronomo  del  secolo  XIII. 

Notizie  storico  statistiche  intorno  alla  Università  imperiale  di  Kicff, 
pubblicate  in  occasione  della  celebrazione  del  cinquantesimo  anno  della  sua 
fondazione. 

Il  Socio  Fioreu.i  presenta  l'opera  dell'avv.  Mantei.uni  :  Papiniano  — 
Prefazione  alle  relazioni  sulle  avvocature  erariali,  e  la  pubblicazione  del 
sig.  A.  Bertolotti  :   Artisti  subalpini  in  Poma  nei  secoli  XV,  XVI  e  XV II. 

Il  Socio  Blasebna  presenta,  a  nome  dell'  autore,  l' opera  del  prof. 
G.  Luvini:  Sette  studi:  sullo  stato  sferoidale,  sulle  esplosioni  delle  mac- 
chine a  vapore,  sulle  trombe,  sulla  grandine,  sull'elettricità  atmosferica , 
sulla  rifrazione  laterale,  sull'adesione  tra  solidi  e  liquidi. 

Il  Socio  Mikgqetti  fa  omaggio  dell'opera  del  prof.  A.  Brunialti:  Le 
scienze  politiche  nello  stalo  moderno;  la  Democrazia,  particolarmente  di- 
scorrendone. 

Il  Socio  Ascoli  presenta,  quale  omaggio  dell'autore,  un  libro  del  dott. 
S.  Biffi  intitolato:  Sulle  antiche  carceri  di  Milano  e  del  ducato  Milanese. 

Il  Socio  Mariotti  presenta  facendone  particolare  menzione  una  pub- 
blicazione del  sig.  M.  Santoni  Camers,  intitolata:  Statuto  comunis  et  populi 
civitatis   Vissi  antiqui  et  fidelis    iussa  vel  disposila  ante  an.   MCDLXI. 

Il  Socio  Le  Blant  presenta  la  pubblicazione  del  sig.  M.  Dubois:  l.es 
linues  etolienne  et  achéenne,  clic  forma  il  fase.  40°  della  Bibliothèque  des 
écoles  fraveaises  d'Athènes  et  de   Rome. 


CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Carutti   comunica  la  seguente  corrispondenza  relativa  al 
cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 
La  r.  Accademia   delle  scienze,  di  Lisbona;  la  r.  Società   zoologica  di 
Amsterdam  ;  la  Società,  olandese  delle  scienze,  di  Harlem  ;  la  Commissione 
per  la  Carta  geologica  del  Belgio,  di  Bruxelles. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
L'Osservatorio  di  Rio-Janeiro;  il  r.  Istituto  geologico  svedese  di  Stoc- 
colma. 


—  101  — 
CONCORSI  A  PREMI 

Il  Presidente  annuncia  che  nessun  concorrente  si  è  presentato  al  pre- 
mio di  L.  3,000,  istituito  dal  Ministero  della  P.  I..  scaduto  col  30  aprile  1881 
e  avente  per  tema: 

Bibliografia  e  critica  degli  scritti  in  poesia  latina  che  comparvero  in 
Italia  nell'XI  e  XII  secolo.  — ■  Osservazioni  sulla  lingua  adoperata  in 
cotesti  scritti  e  sulla  influenza  ch'ebbero  i  poeti  latini  classici  in  quei  due 
secoli  di  decadenza. 

In  seguito  a  proposta  dello  stesso  Presidente,  la  Classe  approva  che 
a  termini  dell'art.  5°  del  r.  Decreto  17  febbraio  18S4,  questo  concòrso  sia 
prorogato  al  30  aprile  1888  e  siano  ammessi  a  concorrervi  anche  i  profes- 
sori ed  assistenti  delle  Università  e  Scuole  universitarie  superiori. 

Il  Segretario  Carutti  comunica  il  seguente  elenco  di  lavori  presentati 
per  concorrere  ai  premi  istituiti  da  S.  M.  il  Re  pel  1884. 

Lavori  presentati  al  concorso  al  premio  di  S.  M.  il  Re 

per  le  Scienze  filosofiche  e  morali.  Premio  non  conferito  nel   1882 

e  prorogato  a  tutto  il  1884. 

1.  Aureli  Finpro.  a)  Il  fatto  della  conoscenza  umana  difeso  contro 
le  teorie  metafisiche  (ms.).  —  b)  La  questione  degli  elementi  primi  della 
materia  secondo  le  moderne  teorie  (st.).  —  e)  Ontologia  della  filosofia 
sperimentale  (ms.). 

2.  Belfiore  Francesco,  a)  Dell'origine  dell'uomo  contro  Carlo  Dai  uni 
(st.).  —  b)    Terra  e  cielo  ovvero  l'unità  della  scienza  (si). 

3.  Bertola  Giovanni.  Morale  e  pedagogia  secondo  i  programmi  <  - 
rei  nativi  (st.). 

4.  Brachetti  Napoleone.  Il  matrimonio  (ms.). 

5.  Cantoni  Carlo.   Emanuele  Kant  voi.  I-III  (st.). 

G.  Cataka-Lettieri  Antonio.  La  morale  considerata  nelle  sue  prei-i- 
pue  e  massime  attinenze  colla  filosofìa  razionale  contemp  t  ). 

7.  Cesca  Giovanni.  La  dottrina  Cantiana  deli1  «  a  priori»  (st.). 

8.  Fiorentino  Francesco.  //  risorgimento  filosofico  nel  quattrocento  (ms.). 

9.  Levi  Giuseppe.  La  dottrina  dello  Stato  di  G.  F.  G.  Hegel  e  le  al- 
tre dottrine  intorno  allo  stesso  argomento  ('). 

10.  Paoli  Giulio  Cesare.  Fisiocosmos  Parte  I.  //  naturalismo  o  i  prin- 
cìpi naturali  della  filosofia  (st.). 


(')  La  Commissione  giudicatrice   del  concorso  dovrà  esaminale    -.■    questa    Memoria 
trovasi  nelle  condizioni  contemplate  dall'art.  TV  del  Programma  dei  premi. 


—  102  — 

11.  Pitrelli  Nicola.  Aritmetica  degli  universali  ovvero  ontologia  (ms.). 

12.  Poletti  Francesco.  La  legge  dialettica  dcW intelligenza  (st.). 

13.  Ragnisco  Pietro.  «)  Il  principio  di  contraddizione  (si).  —  b)  La 
Teleologia  nella  filosofia  greca  e  moderna  (st.). 

Lavori  presentati  al  concorso  al  premio  di  S.  M.  il  Re 
per  la  Filologia  e  Linguistica  1884. 

1.  Cassarà  Salvatore.  Dei  paralipomeni  di  Giacomo  Leopardi,    (ras.). 

2.  Fioretto  Giovanni.  Nuova  ipolesi  sulla  formazione  deWalfabeto  (st.). 

3.  Levi  Simeone.  Vocabolario  geroglifico  (ms.). 

4.  Manfroni  Francesco.  Dizionario  di  voci  impure  od  improprie  (st.). 

5.  Pascal  Carlo.  Le  Bucoliche  di  Virgilio  tradotte  in  versi  con  un 
discorso  preliminare  (ms.). 

(3.  Pizzi  Italo.  L'Epopea  persiana.  Studi  e  ricerche  (ras.). 

Lo  stesso  Segretario  aggiunge  che  al  premio  istituito  dal  Municipio 
di  Sassoferrato  sul  tema:  Bartolo  da  Sassoferrato,  i  suoi  tempi  e  le  sue 
dottrine,  scaduto  col  31  dicembre  1884,  è  stato  presentato  un  solo  lavoro 
da  un  Anonimo  col  motto  :  La  giurisprudenza  è  tutta  senno  italiano. 

Comunica  poscia  il  seguente  Programma  della  r.  Accademia  delle  scienze 
di  Torino  pel  quinto  premio  Bressa. 

Regia  Società*  Taurinensi* 

Regia  Societas  Taurinensis  Scientiarum  fuiilms  proferendis,  votatati  penitus  adhae- 
rens  Caesaiìi  Alexandei  Bbessae,  testatoris  itemque  iis,  quae  continentur  programmate, 
dato  vii  idus  decenibres  an.  mdccclxxvi  denuutiat,  die  ultima  decembris  mdccclxxxiv 
certuni  tempori»  finem  advenisse,  Italis  praescriptnm,  qui  vellent  in  certamen  descendere 
ób  utilissima  inventa  aut  opera,  ad  physicas  disciplinas  spectantia,  quae  fuerint  evulgata 
supcriore  quadriennio,  ab  anno  videlicet  MDCCCLXXXI  ad  annum  mdccclxxxiv. 

Fraeterea  Sodales  Societatis  supra  memoratae  pariter  denuutiant,  a  calendis  ianuariis 
an.  MDCCCLXXXin  quintum  certamen  proponi  ex  testamento  C.  A.  BrtESSAE. 

Hoc  ccrtamine  praemium  propoiiitur  docto  illi  viro  cuiuslibet  nationis,  qui  intra  qua- 
driennium,  quod  continetur  annis  mdccclxxxiii-MDCCG'lxxxvi,  «  ex  iudicio  Sodalium  R.  So- 
«  cietatis  Taurinensis  supra  scriptae,  praestantissimo  atque  utilissimo  invento  claruflrit,  aut 
«  ccleberrimum  opus  evulgarit,  quo  provehautur  disciplinae  physrcae  atque  in  experimentis 
«  positae,  historia  naturae,  mathesis,  quae  a  corporibus  abslracta  purissimis  notionibus 
«  continetur,  v.d  quae  ad  physicas  quaestiones  est  traducta,  item  chemia,  physiologia,  non 
«  excepta  geologia,  historia,  geographia,  et  scientia,  quae  in  expendendis  populorum  divitiis 
<:  atque  opibus  versatili-». 

Tempus  buie  certamini  praescriptum  finitui  die  ultimo  mensis  decembris  an.  mdccclxxxyi. 

Praemium  huius  quadriennii  erit  xn  niillium  argenteornm  italicoium. 

Nulli  ex  Sodalibus  sive  in  urbe  Augusta  Taurinorum,  sive  alibi  cominorantibus,  fas 
erit  praemium  obtinere. 

D.  C. 


11K3  — 


11ENDIC0NTI 


DELLA     I 


DELLE    SEDUTE 

ACCADEMIA     DEI     LINCE] 


Classe  di  scienze  fìsiche,  matematiche  e  naturali. 

Sditila   del    1  febbraio    1885. 
P.  Brioschi  Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    (>    PRESENTATI-:    DA    Siici 

Astronomia.  —  Sulle  protuberanze  idrogenici! e  solari  osservale 
al   R.  Osservatorio   del  Collegio  Romano  nel  1884.  Comunicazione 
del  Socio  con-.  P.  Tacchini. 

«  Nella  mìa  precedente  nota  accennai  al  fatto  di  uno  sviluppo  straor- 
dinario dei  fenomeni  della  cromosfera  solare  durante  il  1884,  da  poterlo 
considerare  come  corrispondente  ad  un  maximum,  rispetto  agli  anni  prece- 
denti. Ora  presento  appunto  all'Accademia  il  risultato  delle  nostre  osserva- 
zioni in  prova  di  quanto  dissi  allora.  Nel  1884  si  poterono  fare  osservazioni 
spettroscopiche  solari  in  242  giornate  abbastanza  bene  distribuite  in  ciascun 
mese,  per  modo  che  l'andamento  annuo  del  fenomeno  può  determinarsi  con 
sicurezza,  come  negli  anni  precedenti.  Le  protuberanze  osservate,  disegnate 
e  misurate  furono  2714.  Ecco  il  quadro  dei  risultati  mensili. 


1884 

Numero 
dei 

piovili 

Medio  numero 

delle 

protuberanze 

per  gioì  no 

Altezza 
massi  m  i 

osservata 

Altezza 

media 

diurna 

Estensione 

media 
diurna 

Gennaio  .  . 

18 

zr, 

90" 

■n"2 

2°1 

Febbraio .  . 

18 

9  1 

110 

16,0 

2,7 

Marzo   .  .  .  ' 
Rendiconti  — 

22 
VOL.    I. 

13,0 

180 

17,4 

2.6 

11 

104  — 


1884 

Numero 

dei 
giorni 

Medio  numero 

delle 

protuberanze 

per  giorno 

Altezza 
massima 

osservata 

Altezza 

media 

diurna 

Estensione 
media 
diurna 

Aprii* 

17 

11,9 

140 

46,1 

2.5 

Maggio.  .  . 

20 

11,3 

137 

47,0 

2,7 

Giugno .  .  . 

18 

12.0 

100 

47.9 

2.6 

Luglio  .  .  . 

20 

11,7 

100 

47,8 

2,5 

Agosto  .  .  . 

29 

12,9 

120 

49,0 

2,5 
2,3 

Settembre  . 

22 

10.4 

180 

40,7 

Ottobre    .  . 

20 

13,0 

100 

47,1 

2,4 



Novembre  . 

16 

9,1 

150 

46,3 

2.7 

Dicembre.  .           13 

8,5 

80 

17,4 

2.5 

«  Uà  questo  quadro  rilevasi  intanto,  che  dopo  la  scarsità  verificatasi 
in  gennaio  ed  anche  in  febbraio,  il  numero  delle  protuberanze  crebbe  ra- 
pidamente nel  mese  di  marzo,  e  si  mantenne  sempre  elevato  nei  succes-' 
sivi  mesi  fino  a  tutto  ottobre.,  Una  frequenza  cos'i  continua  delle  protube- 
ranze non  la  si  riscontra  negli  anni  precedenti  che  nel  solo  1881,  sebbene 
la  media  di  quel  periodo  risulti  un  poco  inferiore  a  quella  del  periodo  di 
maggiore  attività  del  1884:  cosi  possiamo  conchiudere,  che  il  .fenomeno 
delle  protuberanze  solari  ha  presentato  un  massimo  nel  1884  in  paragone 
degli  anni  precedenti  a  partire  dal  minimo   del  1879. 

«  Per  meglio  formarsi  un'  idea  dell'andamento  del  fenomeno  durante 
il  periodo  dei  cinque  anni  1880-1884,  e  trattandosi  di  un  fenomeno  non 
continuo,  per  far  scomparire  certe  anomalie  inevitabili  dipendenti  anche 
dal  vario  numero  dei  giorni  di  osservazioni  in  ciascun  mese,  invece  di 
considerare  la  media  ottenuta  per  ogni  mese,  presi  per  ciascun  mese  il 
valore  risultante  dalla  media  di  tre  mesi,  mettendo  cioè  nel  calcolo  quello 
che  precede  e  quello  che  segue  il  mese  considerato.  In  questo  modo  ot- 
tenni una  serie  di  valori  compensati,  coi  quali  tracciai  una  curva,  che 
meglio  si  prestava  all'esame  dell'andamento  del  fenomeno  nel  quinquennio. 
Da  quella  curva  si  vede,  che  nel  detto  periodo  vi  sono  tre  punti  culmi- 
nanti o  massimi  di  attività,  corrispondenti  al  luglio  1880,  settembre-ot- 
tobre 1881,  e  marzo  1884,  il  quale  ultimo  corrisponde  al  massimo  assoluto 
di  tutta  la  serie.  Il  massimo  dunque  delle  protuberanze  seguirebbe  anche 
questa  volta  il  massimo  delle  macchie  solari,  e  forse  nel  1885  si  potrebbe 
manifestare  una  maggiore    attività,  nella    cromosfera   ed    atmosfera   solare. 


_  105  — 

sospetto  giustificato  da  recenti  osservazioni,  perchè  nel  30  gennaio  1885 
osservammo  una  protuberanza  ili  straordinaria  altezza,  cioè  ili  318"  vicina 
ad  un'altra  ili  214". 

«  Avvertirò  in  fine,  che  delle  212  osservazioni  del  bordo  solare  eseguite 
nel  ISSI,  198  furono  da  me  fatte,  32  dall'assistente  P.  ('Insinui.  e  12  dal 
prof.  Millosevich  ». 

Fisica.  —  Siti  grado  di  f  recisione  nella  determinazione  della 
densità    dei   r/as.  Nota    del    dott.    Giovanni  Agamennone,   presentata 

dal  Socio  Blasekna. 

«  1  primi  tisici  che  abbiano  sperimentato  con  un  certo  successo  sulla 
densità  dei  gas  sono  certamente  Dumas  e  Boussingault  (!);  ma  il  grande 
perfezionamento  arrecato  da  Regnault  (")  al  metodo  da  essi  adoperato  ha 
permesso  a  quest'ultimo  di  arrivare  a  risultati  molto  più  sicuri  ed  esatti. 
La  modificazione  apportata  dal  Regnault  si  sa  consistere  nella  soppressione 
di  qualunque  correzione  per  la  spinta  dell'aria  subita  dal  pallone  pieno  .li 
gas,  quando  lo  si  equilibri  sull'altro  piatto  della  bilancia  con  un  secondo 
pallone  di  ugual  peso,  di  ugual  volume  esterno  e  perfettamente  eli i uso. 
Il  peso  di  questo  pallone  ausiliario  è  regolato  in  guisa  che  nelle  duo  pesate 
del  pallone  pieno  di  gas  -a  due  pressioni  diverse,  i  pesi  numerati  debbansi 
porre  sullo  stesso  piatto  per  rendere  indipendenti  le  pesate  dal  rapporto 
delle  braccia  della  bilancia. 

«  A  rigore  però  non  è  tolta  completamente  l'influenza  della  diversità 
dei  medesimi.  Infatti  indicando  con 

x    La  densità  incognita  del  gasa  0"  ed  alla  pressione  normale, 

t)0   La  capacità  a  0°  del  pallone  destinato  a  racchiudere  il  gas, 

H  e  H'  Le  due  pressioni  a  cui   è  racchiuso  successivamente  il  gas 

nel  pallone, 

k    L'altezza  della  colonna  di  mercurio  corrispondente  nel  luogo 

dove  si  esperimenta  alla  pressione  normale, 

p  e  //    Il  peso  nel  vuoto  del  pallone  adoperato  e  dell'altro  palloni' 

da  servire  da  contrapeso. 
P  e  P'   I  pesi  numerati  già  corretti   per  la  spinta   dell'aria,   neces- 
sari per  stabilir  l'equilibrio, 
o-,  e  o-,   La  perdita   di  peso   nell'aria    di    ciascun    pallone   nelle  due 
pesate  successive, 

—  11  rapporto  dei  bracci  della  bilancia, 


(')  Ami.  de  Ch.  et  de  Phys.    '.!,  IH,  -270. 

Mémoiics  'le  L'Acati:  des  Siiencs,  t.  XXI;  1-1       !&!• 


—  106  — 
si  avrà  per  le  due  pesate: 

(p'~  7i)tt  =  f  V000^-~hp  —  <7i  +  P  )l> 

(//  —  ai)  a  =  l  r0  ce  -= -+- p  —  <7i-(-  P'  W>, 

da  cui 

,        P'— P        K         _  fc,—  c,)(Vr-/)        K 

u„       H  — H'       "~        v(lb         "H  — H" 
«  Come  vedesi,  il  2°  termine  del  secondo  membro  non  si  annulla  che 
per  u  =  b  oppure  per  ff,  - a*,  condizioni  che  difficilmente  si  realizzano  in 

pratica  :  però  siccome  in  una  buona  bilancia  il  rapporto  —  è  generalmente 

vicinissimo  all'unità,  cos'i  quel  termine  è  abbastanza  piccolo  per  potersi  tra- 
scurare. Ma  volendo  che  risultasse  addirittura  nullo,  basterebbe  procurarsi 
il  pallone   ausiliario   in   modo   da   rendere   il  rapporto   dei   volumi  esterni 

dei  due  palloni  uguale  ad  — .  In  tale  caso  la  forinola  antecedente  diventa: 

b 

m  p'-p       K 

«  L'errore  relativo  che  si  può  commettere  nella  determinazione  di  a? 
è  dato  quindi  da  : 

x    '~       v„    hP'— P       F^P  +  H  —  H'       H  — H'"1"  K    ' 

Determinazione  della  capacita  v%  del  pallone.  —  Regnault  ha  pesato 
dapprima  il  pallone  vuoto  con  rubinetto  aperto,  poscia  pieno  di  acqua  di- 
stillata, apportando  la  rilevante  correzione  di  circa  gr.  12,5  per  la  spinta 
dell'aria,  tenendo  conto  della  temperatura,  pressione  ed  umidità.  Volendo 
evitare  tal  correzione,  che  nelle  misure  di  grande  precisione  può  riuscire 
alquanto  incerta,  si  può  ricorrere  allo  stesso  artificio  adoperato  da  Regnault 
nelle  pesate  del  pallone  pieno  di  gas,  equilibrandolo  cioè  con  un  secondo 
pallone  ausiliario.  In  tal  modo  pesando  su  di  una  medesima  bilancia  suc- 
cessivamente il  pallone  pieno  di  gas  ad  una  pressione  debolissima  H'  e 
pieno  di  aequa  distillata  di  densità  y„  a  0°,  si  avrà  per  la  capacità  a  O1 
del  pallone,  adottando  gli  stessi  simboli  di  sopra  e  trascurando  al  solito  un 
termine  piccolissimo  : 

Q'-Q 


r0  = 


T—X±r 


K 


In  ogni  caso  la  quantità  da  sottrarsi  a  /0  nel  denominatore  essendo  assai 
piccola,  si  può  far  uso  di  un  gas  qualunque  di  densità  approssimativamente 
già  nota. 

«  In  due  sole   esperienze  per  la  determinazione   di  ?>n  in  un  pallone 


—    lo?  — 

di  circa  IO  litri  Regnault  ha  trovata  la  differenza  ili  eirca  0,05  e3,  nel  qual 

caso,  a  meno  di  qualche  errore  costante,  si  ha 

^o^_l_ 
r0  "  ' 200000  ' 

«  In  tali  misure  di  volume  per  esser  sicuri  che  l'acqua  distillata  abbia 
assunta  esattamente  la  temperatura  del  ghiaccio,  giova  l'osservare  l'anda- 
mento della  colonna  d'acqua  in  un  tubicino  che  sormonta  il  pallone.  Tal 
tubo  deve  potersi  chiudere  con  lappo  smeriglialo,  per  impedire  l'evapora- 
zione dell'acqua  durante  lutto  il  tempo  che  precede  la  pesata,  e  deve  avere 
un  rigonfiamento  per  contenere  l'eccesso  di  acqua  in  seguito  alla  dilata- 
zione di  questa  quando  venga  portata  alla  temperatura  ambiente. 

«  Si  può  temere  una  causa  di  errore  nella  deformazione  del  pallone 
per  effetto  della  pressione  dell'acqua  contenuta,  come  pure  per  la  pressione 
che  si  esercita  colla  mano  all'istante  della  chiusura  del  rubinetto;  ma  può 
essere  evitata  tenendo  immerso  il  pallone  nell'acqua  stessa. 

«  La  pressione  atmosferica  diversa  dalla  normale  può  anche  alterare 
la  densità  dell'acqua  distillata,  ma  in  sì  tenue  misura  che  nel  caso  più  sfa- 
vorevole di  una  oscillazione  di  40mra  nella  pressione,  l'errore  nella  deter- 
minazione del  volume  non  ammonterebbe  a  0,035  e3  per  un  pallone  di  10  litri. 

«  E  poi  preferibile  di  riempire  il  pallone  con  acqua  distillata  a  tem- 
peratura ordinaria,  praticandovi  il  vuoto  il  meglio  possibile  e  facendovi 
penetrare  dell'acqua  ben  priva  d'aria  mediante  ebollizione  sotto  una  piccola 
pressione.  Questa  cautela,  ed  in  generale  l'impedimento  di  grandi  cambia- 
menti di  temperatura  nel  pallone,  sono  necessari  per  esser  tranquilli  su 
qualsiasi  possibile  variazione  di  capacità  paragonabile  allo  spostamento  dello 
zero  nei  termometri. 

Delle  pesate  del  pillane  pieno  di  gas.  —  La  quantità  P'  —  P  risul- 
tando in  generale  abbastanza  picc  da,  deve  effettuarsi  ciascuna  pesata  del 
pallone  colla  massima  precisione.  Nelle  esperienze  di  Regnault  la  bilancia  non 
permetteva  di  apprezzare  più  di  g.  0,0005;  e  per  l'aria  essendo  P'  —  P  =  g.  1 2,5 
circa,  l'errore  relativo  poteva  ascendere  a 

d?  dV  1 

P'—  P  ~  P'—  P  —  25000  ' 

sicché  nella  peggiore   ipolesi    che  questi    due  errori  si  sommassero,  poteva 

il  risultato    finale    essere    all'etto    da   un   errore  di  = r  proveniente  dalla 

[2500 

sola  limitata  sensibilità  della  bilancia.   Per  l'idrogeno  tale  errore  può  salire 

anche  ad  «  .-„  •  Però  oggi  si  può  contare  su  di  una  maggior  precisione  nelle 

1000  ' 

pesate,  specialmente  se  si  adotti  il  sistema  di  dedurre  la  frazione  del  mil- 
ligrammo osservando  le  oscillazioni  del  giogo  mediante  specchio  e  can- 
nocchiale. 


_  108  — 
«  Ma  all'orrore  accennato  se  ne  sovrappongono  ben  altri,  da  alterare 
ancor  più  il  vero  peso  del  gas  introdotto  nel  pallone.  Così  l'impurezza  dei 
gas  su  i  quali  si  esperimenta,  costituisce  di  giìi  una  seria  difficoltà  nell'ap- 
prezzare  l'errore  che  ne  può  risultare.  L'aria  stessa  atmosferica,  cos'i  facili' 
ad  aversi  pura,  può  variare  di  densità  da  una  all'altra  esperienza  a  causa 
di  variazione  del  rapporto  dell'ossigeno  all'azoto,  come  risulta  principalmeute 
comprovato  dal  Jolly  (').  La  diversità  dello  strato  di  umidità  aderente  ester- 
namente ai  palloni  dalla  prima  alla  seconda  pesata,  ed  una  elettrizzazione 
del  pallone  in  seguito  all'asciugamento  sono,  due  altri  seri  pericoli  accennati 
dallo  stesso  Regnatili. 

«  Un'  altra  causa  di  errore  costante  si  riferisce  alla  proprietà  del  vetro 
di  condensare  i  gas  alla  sua  superficie,  come  già  provarono  Jamin  e  Bertrand. 
Stando  ai  risultati  del  Weber  (*)  la  quantità  di  gas,  che  si  stacca  da  una 
superficie  di  vetro  quando  venga  portata  da  0"  a  100°,  è  proporzionale  alla 
radice  quadrata  della  densità  del  gas  istesso.  Più  recentemente  Chappuis  (') 
eseguendo  misure  pili  precise  trovò  che  per  ogni  centimetro  quadrato  di 
superficie  di  vetro  portato  da  0°  a  180°  si  sprigionano  i  seguenti  volumi 
di  gas. 

Per  l'icbogeno  C3.  0,00070 

»     aria  atmosferica  0,00089 

»     anidride  carbonica  0,00101 

»     anidride  solforosa  0,00 1">1 

»     ammoniaca  0,00221 

«  Nel  caso  nostro  sarebbe  necessario  conoscere  l'influenza  della  sola 
pressione  rimanendo  costante  la  temperatura;  dappoiché  una  volta  il  gas 
viene  racchiuso  ad  un  alto  grado  di  rarefazione  e  poscia  alla  pressione  ordinaria. 
«  Non  credo  inutile  l'insistere  sulla  sensibile  influenza,  che  può  eser- 
citare nella  pesata  del  pallone  contenente  il  gas  rarefatto  la  diminuzione 
del  suo  volume  esterno,  la  quale  ha  per  effetto  di  far  subire  al  medesimo 
una  perdita  minore  di  peso  nell'aria  in  confronto  della  pesata  del  pallon", 
quando  racchiude  il  gas  alla  pressione  ordinaria.  Secondo  il  Lamé  C)  la 
variazione  Q  nel  volume  interno  V  di  un  inviluppo  sferico,  quando  lo 
pareti  interne  ed  esterne  siano  rispettivamente  sottoposte  alle  pressioni  H 
e  H|,  é  data  dalla  forinola 

Q  =  ,uVJ.NH-(N  +  l)H,H-|-'(!iH-l-)(H-H,)J1 
dove  «  é  il  coefficiente   di    compressibilità   cubica    della  materia  solida  di 


(')  Poggendorff  Voi.  6;  520  (1879). 

'     Tagebl.  dcr  Naturf.  and  Aerzte  zu  Leipzig:  113  (1872;. 
(")  Wiedemann,  Annali-n;  Voi.  8;  pag.   I. 
Mémoires  de  l'Académie,  t.  XXI;  429. 


—   109  — 

cui  è  costituito  l'inviluppo,  ed  N  il  rapporto  di  V  al  volume  solido  dnl 
medesimo. 

«  Nel  caso  di  Regnault,  risultando   il  pallone  'li   li)  litri  ili  capacità 

si  ricaverebbe 

Q=  1,20  e3 

nell'ipotesi  di  H  =  0  e  Hi— -1,  e  che  lo  spessore  delle  pareti  fosse  di  '2 

Se  in  realtà  avesse  luogo  tanta  deformazione  nel  pallone,  ne  risulterebbe 
all'incirca  altrettanta  diminuzione  di  volume  esterno,  e  quindi  un  aumento 
di  peso  del  pallone  di  circa  g.  0,0015. 

Della  misura  delle  pressioni  u  cui  si  racchiudo  il  gas  nel  pallone.  — 
La  differenza  II  —  H'  nella  (1)  ammonta  presso  a  poco  a  700""";  e  poiché  a 
giudizio  dello  stesso  Regnault  il  massimo  limite  di  esattezza  nella  misura 
delle  pressioni  è  di  0"'n\l   si  avrà 

dH  dlV  1 

H  —  H'~~H  —  H'~~  7G00; 
ed  ammettendo  il  caso  più  sfavorevole  che  i  due  errori  si  aggiungano,  per 

questa  sola  eausa  il  risultato  finale  può  essere  ineerto  di  t^t— -. 
1  '  3800 

«  Oggi  che  le  pompe  a  mercurio  hauuo  fatto  dei  progressi  considerevoli, 
il  Jolly  ha  avuta  la  felice  idea  di  eliminare  totalmente  l'incertezza  prove-' 
niente  dalla  misura  della  minor  pressione  ET,  spingendo  il  vuoto  nel  pal- 
lone fino  ad  una  frazione  trascurabile  di  millimetro  da  poter  ritenere  H'  =  0. 
Resta  sempre  perii  l'incertezza  nella  misura  della  pressione  barometrica  H, 
la  quale  sola,  prescindendo  da  tutte  le  altre  cause  di  errore  di  sopra  enume- 
rate,  impedisce   la   determinazione   della    densità    di    qualsiasi   gas   a   più 

10000 

«  Il  Wild  (')  ha  passate  in  rassegna  le  diverse  correzioni  da  aversi 
presenti  nella  lettura  di  un  barometro  normale,  precisando  quale  deve  essere 
il  grado  di  esattezza  con  cui  debbono  essere  effettuate  perchè  possa  essere 
garantito  0""",01  nella  pressione.  Ma  secondo  Regnault  (')  non  si  potrà  mai 
sperare  di  raggiungere  questo  limite  per  il  solo  fatto  «  que  la  pression 
«  atmosphérique  varie  incessamment  ;  mais  cotte  variation  n'est  accusée 
•<  immédiatement  par  le  barometro,  le  plus  souvent  que  par  de  changements 
«  de  forme  du  ménisque,  et  les  variations  do  hauteur  n'ont  pas  lieti  d'une 
■-.  manière  continue,  mais  pluiSl  parsaccades  ».  Né  basta,  a  giudizi"  dell'illustre 
fisico,  scuotere  il  barometro  innanzi  la  lettura. 

«  Però  in  misure  di  estrema  precisione  sarebbe  vantairgioso  di  soppri- 
mere addirittura   molte   correzioni   sempre   incerte,   portando  direttamente 

(')  Carl's,  Eepert.  IV;  129  a*7*  . 
']  Msinoircd  do  L'Acati-  ete.  t.  XXI;  '". 


—  no  — 

a  0°  il  barometro,  considerando  in  primo  luogo  che  non  si  può  conoscere 
esaltamente  il  coefficiente  di  dilatazione  del  mercurio,  secondariamente  che 
è  difficilissimo  il  potere  assegnare  alla  colonna  di  mercurio  la  vera  tempera- 
tura a  più  di  0°,1,  il  quale  errore  influisce  già  per  Omm,01  circa  nella  pres- 
sione. Ciò  è  a  temersi  assai  più  facilmente  volendo  adottare  nel  barometro 
il  sistema  delle  punte  di  affioramento  (')  ideato  da  Pernet,  per  rilevare  in 
seguito  l'altezza  delle  medesime  su  di  una  buona  scala  a  fianco  del  baro- 
metro, poiché  l'osservatore  è  costretto  ad  avvicinarsi  notevolmente. 

«  Riguardo  al  valore  di  K  nella  (1),  ricordando   che    esso   è  dato  da 

K  =  760"""  --,  , 

U 

dove  >j  è  il  valore  della  gravità  a  45"  di  latitudine  ed  al  livello  del  mare, 

e  cj  nella  località  dove   si   esperimenta,   si  vede  che  la  grandezza  del  -p- 

dipende  dalla  precisione  colla  quale  è  noto  </. 

Densità  dell'aria  dedotta  dalle  misure  di  fìcgnauU.  ■ —  Rifacendo  il 
calcolo  per  tutte  le  esperienze  di  Regnault  sull'aria,  ho  notato  un  piccolo 
errore  nella  1*  di  esse  quasi  della  stessa  entità  di  que  lo  riscontrato  dal 
Lasch  nella  9\  In  tale  occasione  ho  creduto  opportuno  di  spingere  l'esat- 
tezza del  calcolo  ad  una  decimale  di  più.  Riporto  i  valori  per  tutte  le  nove 
esperienze  del  peso  d'aria  contenuta  nel  pallone  a  0°  ed  a  760™ ", 


secondo  Regnault 

secondo  Lasch 

SI 

ìcondo  me 

1. 

g- 

12,7711 

— 

g- 

12,77570 

II. 

12,7800 

— 

12,78001 

III. 

12,7809 

— 

12,78107 

IV. 

12,7704 

— 

12,77643 

V. 

12,7705 

— 

12,77935 

VI. 

12,7775 

— 

12,77764 

VII. 

12,7808 

— 

12,78084 

VIII. 

12,7759 

— 

12,77593 

IX. 

12,7774 

12,7790 

12,77903 

Media 

ce 

a" 

12,77809 

g.  12,77820 

g- 

12,77844 

«  Ne  segue  che  al  peso  di  un  litro  di  aria 

.  g.  1,292750 
generalmente  adottato  (')  già  corretto   dal  Kohlrausch  e  dal  Lasch  devesi 
sostituire  il  valore  benché  poco  diverso,  ma  più  attendibile 

g.  1,292767 
il  quale  come  rilevasi  dalla  serie  dei  valori  trascritti  devesi  ritenere  all'etto 
da  un'  incertezza   massima  di  it  g.  0,0005  circa   e   da  un  errore  medio  di 
+  g.  0,000067  ». 

(')  Carl's,  Repert.  Voi.  XVI,  pag.  586  —  Marek. 
(!)  Manuale  di  Fisica  prativa  del  Naccari,  pag.  CG'J. 


-  Ili  - 

Fisica.   —    Determinazione  della    densità  dell'aria.   Nota   del 
dott.  Giovanni  Agamennone,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Prendiamo  la  nota  forinola  per  la  determinazione  della  densità  a  'li 
un  gas  a  0°  ed  alla  pressione  normale 

_F  — P       K 
u,     "H  —  H'' 

dove  P  e  P'  sono  i  pesi  numerati  necessari  per  stabilire  l'equilibrio,  quando 
il  pallone  contenga  il  gas  alle  pressioni  rispettive  11  ed  H'  :  u0  la  capacità 
a  0"  del  pallone  e  K  1' altezza  barometrica  corrispondente  alla  pressione 
normale  m'Ha  località  ove  si  esperinienta.  In  una  Nota  precedente  (')  ho 
fatto  vedere  che  gli  errori  piti  dannosi  al  risultato  tinaie  sui"  dovuti  alle 
misure  di  peso  e  di  pressione.  Per  attenuare  la  loro  influenza  per  una  de- 
terminata capacità  del  pallone,  viene  spontanea  1'  idea  di  rendere  i  valori 
P'  —  P  ed  H  —  H'  più  grandi  che  sia  possibile,  racchiudendo  una  volta  il 
gas  ad  una  pressione  debolissima,  e  la  seconda  volta  ad  una  pressione  mag- 
giore di  quella  atmosferica.  Però  in  tal  caso  all'errore  di  lettura  del  baro- 
metro può  aggiungersi  quello  dovuto  al  manometro,  e  quindi  per  rispetto 
alla  pressione  maggiore  H  bisogna  bene  esaminare  se  realmente  diminuisca 
Terrore  relativo  proveniente  da  questa  misura. 

«  Io  ho  intrapreso  nell'  Istituto  Fisico  della  r.  Università  di  Roma 
alcune  esperienze  por  vedere  se  tal  metodo  possa  condurre  a  buoni  risul- 
tati ;  ed  a  tale  scopo  ho  effettuato  due  serie  di  misure  sulla  densità  dell'aria 
atmosferica,  essendo  questo  un  gas  che  si  può  avere  facilmente  puro  quando 
lo  si  faccia  passare  attraverso  sostanze  capaci  di  spogliarlo  del  vapore  acqueo 
e  degli  altri  gas  estranei. 

«  Nella  prima  serie  ho  assunto  per  H  la  stessa  pressione  atmosferica 
data  dal  barometro,  come  si  fa  ordinariamente  :  nella  seconda  serie  .  pur 
seguendo  il  metodo  di  Regnault,  H  ammontava  a  circa  duo  atmosfere,  limite 
che  ho  creduto  di  non  sorpassare  avuto  riguardo  alla  resistenza  del  pallone 
di  vetro  da  me  adoperato. 

Uguaglianza  dei  volumi  esterni  dei  palloni  adoperati.  -  Questi 
erano  di  vetro,  di  forma  cilindrica  e  della  capacità  di  circa  litri  2,  2.  fu- 
rono ridotti  ad  avere  presso  a  poco  ugual  volume  esterno,  tagliando  da  uno 
di  essi  una  parte  di  collo  previamente  calciata:  poscia  l'uno  fu  chiuso 
ermeticamente,  e  l'altro  munito  di  rubinetto.  Compilile  queste  "per,- 
ho  costatato  la  differenza  dei  loro  volumi  esterni  ponendoli  successivamente 
a  galleggiare  nell'acqua  distillata  e  dando  loro  identica  zavorra.  Nella  parte 
superiore  un  medesimo  piattello   era  destinato  a  ricevere    i  pesi    numerati 

(')  Vedi  a  pag.  105. 
Rendiconti  —  Vol.  I.  >•"' 


-   112    - 

necessari  per  ottenere  l' affioramento  ad   un    punto   determinato.   Indicando 

con  vi  ,  i'j  ,  pi ,  p>  il  volume  esterno  ed   il   peso   rispettivo  noli'  aria   dei 

due  palloni  perfettamente  chiusi,  e  con  P, ,  P.  i   pesi    numerati   necessari 

per  l'affioramento  in  ciascun  pallone,  e  con  d  la  densità  dell'acqua  distillata 

alla  temperatura  dell'ambiente  supposta  invariabile  durante  l'esperienza,  si 

ricava  facilmente 

ih  — p'j+'Pi  — Pj 
«,-*= -d • 

Nel  mio  caso  ho  trovato 

vt  —  !;i  =^0,481  o3  . 

Capacità  a  0°  del  pallone  destinato  a  racchiudere  l'aria.  —  E  stato 
riempito  il  pallone  a  0'  di  acqua  distillata,  fatta  bollire  a  bassa  pressione 
nell'  interno  del  medesimo  ;  e  la  pesata  è  stata  eseguita  su  di  una  buona 
bilancia  fino  all'  esattezza  di  un  milligrammo,  facendo  equilibrio  sull'  altro 
piatto  col  pallone  ausiliario.  Avendo  anteriormente  pesato  sulla  stessa  bilancia 
il  pallone  contenente  aria  a  debole  pressione,  si  ebbero  tutti  i  dati  necessari 
per  calcolare  la  capacità  cercata,  la  quale  risultò  essere  di  2199,  822  e'1, 
assumendo  per  la  densità  dell'  acqua  a  01  il  valore  0,999871  dedotto  dal 
Rossetti  dalle  proprie  misure  combinate  con  quelle  di  altri  sperimentatori  ('). 

Deformazione  del  pallone  comprimendo  o  rarefacendo  V  aria  nel 
medesimo.  —  Risultando  il  pallone  di  forma  cilindrica  sormontato  da  due 
mezze  sfere  alle  due  estremità,  ho  adoperata  la  forinola  seguente  del  Lamé  (') 
che  dà  il  modo  di  calcolare  la  variazione  totale  Q  nel  volume  interno  in 
funzione  delle  pressioni  H  ed  H,  esercitate  rispettivamente  sulle  pareti 
interne  ed  esterne  del  pallone 

Q.  =  p.\J  j  MH -  (M+l)  H,  +  |-(M  +  1)  (H  -  H,)  j  + 

+  /1VJNH  —  (N  +  Ì)H,+-|(N-M)(H—  H,)l, 

iu  cui  la  prima  parte  del  2°  membro  rappresenta  la  sola  variazione  del 
corpo  cilindrico  del  pallone  di  volume  interno  U  ,  mentre  la  restante  parte 
rappresenta  la  variazione  subita  dalla  sfera  di  volume  interno  V  composta 
delle  due  mezze  sfere  che  sormontano  le  basi  del  cilindro.  Con  M  s'indica 
il  rapporto  di  U  al  volume  solido  delle  pareti  cilindriche,  con  N  quello  di 
V  al  volume  solido  delle  pareti  sferiche,  e  finalmente  con  \>.  la  compres- 
sibilità del  vetro. 

«  Introducendo  nella  precedente  forinola  tutti  i  valori  debitamente 
calcolati  in  base  alle  dimensioni  del  pallone  da  me  adoperato,  e  prendendo 
per  \).  il  valore  trovato  da  Regnault,  si  ricava  per  1'  eccesso  di    mia   sola 

(')  Manuale  di  Fisica  pratica  del  Naecari  e  Bollati.  Tav.  XXIII;  010. 
(2)  Momoires  do  l'Acad.  ecc.;  t.  XXI;  429. 


—  11.-.  — 

atmosfera  ili  pressione  Q  — 0,535  c:<,  variazione  che,  se  in  realtà  avesse 
luogo,  sarebbe  tutt'  altro  che  trascurabile  nelle  pesate  del  pallone  pieno 
ili  aria  sia  rarefatta  che  compressa.  Ilo  voluto  pertanto  ricercare  con  espe- 
rienze dirette  se  il  valore  assegnato  dalla  teoria  fosse  molto  lontano  dal  pero. 

«  A  tale  scopo  li"  racchiuso  il  pallone  in  altro  recipiente  chiuso,  ed 
ho  riempito  di  acqua  distillata  priva  di  aria  tanto  il  pallone  quanto  !"  spazio 
compreso  tra  esso  ed  il  recipiente.  Un  tubo  di  vetro  saldato  al  pallone  ed 
un  secondo  al  recipiente  servivano  ad  indicare  le  variazioni  del  volume 
interno  ed  esterno  del  pallone.  Tale  apparecchio,  funzionando  da  grosso  ter- 
mometro molto  sensibile,  fu  immerso  in  una  vasca  d'acqua  per  preservarlo 
da  variazioni  rapide  di  temperatura. 

«  L'esperienza  consisteva  nell'  esercitare  successivamente  la  pressione 
d'  un'  atmosfera  (oltre  la  pressione  data  dal  barometro)  in  ciascun  tubo  , 
misurando  la  variazione  di  altezza  dell'acqua  in  quello  che  rimaneva  alla 
pressione  ordinaria.  E  per  rendere  le  misure  indipendenti  dalla  tempera- 
tura dell'ambiente,  la  quale  faceva  ascendere  o  discendere,  benché  lenta- 
mente, la  colonna  liquida  nei  tubi,  si  eseguivano  sempre  tre  letture,  una 
/i  al  principio  dell'  esperienza,  1'  altra  l,  dopo  aver  esercitata  la  compres- 
sione, l'ultima  l'i  dopo  aver  fatto  ritornare  il  pallone  alla  pressione  ordi- 
naria. La  differenza 

l>. 2- 

stava  a  rappresentare  con  sufficiente  esattezza  la  variazione  in  altezza  della 
colonna  liquida  in  ciascun  tubo,  per  effetto  della  diminuzione  o  dell'  au- 
mento del  volume  sia  interno  sia  esterno  del  pallone. 

«  Le  misure  eseguite  furono  concordi  nell'assegnare  a  tale  variazione 
di  volume  il  valore  di  circa  0,20  e3.  Nessuno  dubita  che  le  condizioni  geo- 
metriche  e  fisiche,  che  si  ammettono  nello  stabilire  la  forinola,  possono 
essere  tutt'  altro  che  realizzate  in  pratica  nella  costruzione  di  un  pallone 
ili  vetro  di  forma  abbastanza  complicata,  quale  è  il  nostro,  ma  certamente 
il  risultalo  dell'  esperienza  diretta  è  notevolmente  discorde  dalla  teoria. 

«  Tal  deformazione  del  pallone,  specialmente  se  di  notevoli  dimen- 
sioni, può  esser  fonte  di  due  sensibili  cause  costanti  di  errore.  La  prima 
ha  luogo  quando  si  pesa  il  pallone  contenente  il  gas  rarefatto,  poiché  in 
tal  caso  il  pallone  subisce  una  perdita  minore    di  peso    nell'  aria    dovuta 

alla  diminuzione  di  volume  esterno;  la  seconda  si  riferisce  all'au uto  di 

capacità  del  pallone  quando  racchiude"  il  gas  compresso. 

«  Voglio  aggiungere  che,  essendosi  sottoposto  l'anzidetto  pallone  per 
più  di  150  volte,  distribuite  in  un  intervallo  di  circa  due  mesi,  alla  pres- 
sione di  un'atmosfera  dall'interno  all'esterni',  non  ho  potuto  riscontrare 
variazione  alcuna  nel  valore  sopra  riportato. 

Dilancic  —  Nella  prima  serie  di  misure    sull'aria  ho  adoperata  una 


—   114  — 

buona  bilancia  Deleuil  della  portata  di  un  chilogrammo,  mentre  il  pallone 
adoperato  non  superava  g.  650.  Non  essendo  la  medesima  posta  in  condi- 
zioni di  eseguire  le  letture  mediante  specchio  e  cannocchiale  ,  le  misure 
di  peso  venivano  dedotte  dalle  oscillazioni  dell'  indice  ,  annesso  al  giogo, 
su  scala  sottoposta,  sulla  quale  il  milligrammo  era  rappresentato  da  1,  4 
divisioni. 

«  Per  un  leggero  guasto  sopravvenuto  alla  suddetta  bilancia  ho  ri- 
corso nella  seconda  serie  ad  una  bilancia  costruita  da  Scateni  della  portata 
di  Cg.  2,  ma  alquanto  meno  sensibile. 

«  La  pesiera  è  stata  diligentemente  campionata. 

Barometro  e  manometri.  —  Il  barometro  adoperato  era  a  sifone  con 
un  rigonfiamento  (diametro  interno  di  25""")  nei  tratti  corrispondenti  alle 
estremità  della  colonna  di  mercurio  :  la  bontà  del  vuoto  torricelliano  è 
stata  verificata  riducendo  la  camera  barometrica  ad  un  quinto  del  suo  vo- 
lume. Presso  al  barometro  era  posto  il  manometro  ad  aria  libera  egual- 
mente a  sifone  e  del  diametro  interno  di  25"™  nei  punti  corrispondenti  alle 
letture.  Entrambi  gl'istromenti  erano  protetti  da  variazioni  troppo  rapide  di 
temperatura,  e  questa  si  rilevava  mediante  due  termometri  a  grosso  bulbo. 

«  Nella  lettura  delle  pressioni  avrei  voluto  escludere  l'uso  della  scala 
del  catetometro,  e  servirmi  soltanto  di  questo  per  riportare  le  estremità 
delle  colonne  di  mercurio  su  di  un  metro  campione  diviso  in  millimetri 
situato  tra  il  manometro  e  barometro  ;  ma  la  costruzione  speciale  di  questo 
mi  ha  impedito  di  mettere  in  pratica  tal  sistema  esattissimo  di  misura. 
Mi  sono  dunque  servito  di  un  catetometro  Starke  e  Kammerer  nel  modo 
consueto,  avendo  cura  di  riportare  esattamente  in  mezzo  la  bolla  della 
livella  annessa  al  cannocchiale,  all'estremità  di  ciascuna  corsa. 

«  Ai  diversi  artifizi  comunemente  adoperati  affine  di  puntare  con  esat- 
tezza il  menisco  di  una  colonna  di  mercurio  ho  preferito  quello  di  oscurare 
la  sua  superficie  mediante  un  anello  di  cartoncino  nero,  il  quale  coprendo  in 
giro  la  canna  di  vetro  ad  una  piccola  distanza  dal  vertice  del  menisco,  im- 
pedisce la  riflessione  di  qualsiasi  raggio  luminoso  sulla  superficie  del  mer- 
curio. In  tal  guisa  si  riesce  più  che  non  si  creda  ad  ottenere  un  contorno 
netto  del  menisco  nero  su  di  un  fondo  bianco  discretamente  illuminato. 

«  La  scala  del  catetometro  era  stata  previamente  rettificata  mediante 
letture  su  di  un  metro  campione.  Però  lasciava  alquanto  a  desiderare  il 
manometro  a  sifone  annesso  alla  machina  pneumatica,  di  cui  mi  son  ser- 
vito per  misurare  la  pressione  dell'aria  rimasta  nel  pallone,  essendo  che  il 
diametro  interno  non  superava  Gmm. 

Risultali.  —  Adottando  il  valore  980,3862  che  rappresenta  in  unità 
C.  G.  S.  l'accelerazione  della  gravità  in  Roma,  ridotta  al  livello  del  mare, 
secondo  le  recenti  esperienze  dei  prof.  Pisati  e  Pucci ,  e  tenendo  conto 
dell'altezza  di  57'"  sul  mare  del  laboratorio  dell'  Istituto   Fisico,  risultano 


115  — 


Serie  prima 

eseguita  a  pressii  1 1  <  "  ordinaria 

g.  1,2934  g.  1,2934 


i  seguenti  valori  per  il   peso  di    un   litro    d'aria    a  0°    ed  alla   pressione 
normale: 

Serie  seconda 
C  egoita  con  aria  compressa 

g.  1,2964  g.  1,2964 

43 
40 
51 

43 

(')  «U 

67 


31 

34 

29 

30 

31 

31 

30 

37) 

31 

29? 

34 

25) 

11 

42 
68 
li:; 
62 


Media 


1,2931 


g.  1,2954 

«  Il  risultato  della  prima  serie  è  un  po'  superiore  al  valore  g,  1,29276 
dedotto  dalle  esperienze  di  Regnanlt  (').  La  differenza  è  però  rilevante 
tra  le  due  serie,  rumi'  era  da  prevedersi,  in  quanto  che  l'aria  atmosferica 
si  comprime  ancor  essa  più  di  quanto  vuole  la  legge  di  Mariotte.  Esami- 
niamo pertanto  quale  debba  esser  la  correzione  da  apportarsi  al  risultato 
della  seconda   serie. 

"  Nel  classico  lavoro  di  Regnault  sulla  compressibilità  de'  fluidi 
elastici  si  hanno  per  l'aria  (a)  otto  esperienze  che  permettono  di  calcolare 
la  deviazione  dalla  legge  di  Mariotte,  quando  il  volume  iniziale  r„  alla 
pressione  pn  di  circa  un'atmosfera  venga  ridotto  ad  un  volume  quasi  metà  r, 
ed  alla  pressione  quasi  doppia  />,•  Tali  esperienze  furono  eseguite  alla 
temperatura  di  circa  4", 5;  e  perciò  nel  nostro  caso  ci  possiamo  senz'altro 
basare  su  di  esse.  Combinando  tra  di  loro  le  diverse  esperienze,  si  otten- 
gono per  il  rapporto  -?— -  i  valori  da  me   calcolati  e    consegnati  nella  se- 

guente  tabella,  dove  t— i1  è  la  differenza  di  temperatura  esistente   tra  due 
esperienze  combinate  insieme. 


1  — 

f—O'.oo 

t  —  /'  =  0°,0I 

l— 

i'  =  0°,03 

l  — 

l'  =  0°,04 

l"-2" 

1,001410 

la-8a 

1 .000030 

3a  -  8" 

1,001270 

v-r 

1 ,001083 

3.-4. 

1,001449 

2.-7. 

1,0019:31 

4.-7. 

1 ,001600 

2.-3. 

1/J0J776 

4.-5 

1,001825 

5.  -  8. 

1 ,001640 

1.-6. 

1. 1482 

5.  -  G 

1,001224 

(5.-7. 

:',0  ili  05 

2.-5. 

1,002153 

3.-6. 

1,000850 

:.-  s. 
Medi 

1,00142(5 

i     1,001304 

1,001432 

1,001382 

1,001353 

(')  Nelle  ultime  Ire  esperienze  è  stata  adoperata  la  bilancia  Scateni 

(')  Vedi  a  pag.  105. 

f'J  Mémoires  de  l'Acad.  tome  XXI,  pag.  374-375. 


—  116  — 

«  Arrestandoci  alla  media  dei  primi  sei  valori,  e  dividendo  per  essa 
il  risultato  della  seconda  serie  si  ottiene 

che  è  sempre  un  valore  più  grande  di  (inolio   fornito    dalla    prima   serie. 
Adottando   invece  per  la    deviazione    dell'aria  dalla   legge   di    Mariotte    il 
valore  1,00215  avuto  dallo  stesso  Kegnault  in  un  lavoro  posteriore  (')    si  ., 
avrebbe 

1^954         _• 
1,00215       -   B'1'*9*6* 
il  quale  invece  quasi  coincide  con  il  peso  di  un  litro  di  aria  dedotto  dalle 
esperienze  di  Kegnault. 

Conclusione.  -  -  Se  ne  deve  concludere  che  nel  voler  determinare 
la  densità  di  un  gas  pesandolo  compresso  nel  pallone,  è  necessario  anzitutto 
conoscere  la  sua  deviazione  dalla  legge  di  Mariotte  con  una  precisione 
maggiore  di  quel  che  ordinariamente  si  crede.  In  secondo  luogo  è  mestieri 
riconoscere  con  esperienze  dirette  la  variazione  nel  volume  del  pallone 
adoperato.  E  finalmente  bisogna  avere  un'idea  dell'influenza,  che  può  eser- 
citare sul  risultato  finale  la  condensazione  del  gas  sulle  pareti  interne 
del  pallone,  la  quale  molto  probabilmente  deve  riuscire  assai  più  conside- 
vole,  quando  il  gas  si  trovi  compresso.  Risulta  ancora  che,  nella  riduzione 
del  peso  o  del  volume  di  un  gas  da  una  pressione  qualunque  a  quella 
normale,  non  è  più  sufficiente  in  misure  di  grande  precisione  servirsi  della' 
semplice  legge  di  Mariotte,  specialmente  se  trattisi  di  una  pressione  no- 
tevolmente diversa  dalla  normale. 

«  E  qui  credo  acconcio  aggiungere  che  potendo  disporre  di  un  pal- 
lone di  grande  capacità  a  pareti  resistenti,  e  di  una  bilancia  molto  sen- 
sibile si  potrebbe  forse  con  vantaggio  studiare  la  compressibilità  di  un  gas 
pesandolo  racchiuso  a  diverse  pressioni,  specialmente,  come  osserva  Regnault, 
quando  trattisi  di  ricerche  a  temperature  elevate. 

«  Per  dare  un  etimo  della  sensibilità  del  metodo  basti  il  riportare 
che  racchiudendo  a  0°  l'aria  in  un  pallone  di  10  litri  alla  pressione  di 
circa  300mm  Regnault  (2)  rinvenne  costantemente  un  peso,  di  poco  sì,  ma 
superiore  a  quello  assegnato  dalla  legge  di  Mariotte.  E  per  l'anidride  car- 
bonica (3)  racchiusa  successivamente  nel  medesimo  pallone  a  224,17"'"'  ed 
a  374,13mm,  la  deviazione  dall'anzidetta  legge  era  rappresentata  nel  primo 
caso  da  ben  g.  0,0289,  e  nel  secondo  da  g.  0,0344  in  più. 

«  In  quest'ultimo  caso,  stando  alle  cifre  di  Regnault,  la  deviazione  sa- 
rebbe invece  rappresentata  da  g.  0,0783;  ma  senza  dubbio  ciò  è  dovuto  ad  un 

(')  Relation  des  expèriences  ecc.  t.  II;  249  (1862). 
(')  Mémoires  de  l'Acad.  ecc.  t.  XXI:  139. 
(')  II.  pag.  148. 


—   117   - 

errore  di  calcolo  che  fissa  a  g.  9,6628  invece  che  a  g.  6,6189  il  peso  ili  ani- 
dride carbonica  contenuta  nel  pallone  nell'ipotesi  che  seguisse  la  legge  di 
Mariotte  ». 

Fisica.  —  Conseguenze  di  una  nuora  ipotesi  di  Kohlrausch  sai 
fenomeni    termo-elettrici.    Nota  del    dott.    A.    Battelli,    presentata 

dal  Socio  Blaserna. 

«  Per  dare  spiegazione  dei  risultati  sperimentali  ottenuti  nei  fenomeni 
termoelettrici  da  valentissimi  fisici,  il  Thomson  concluse  (')  dietro  conside- 
razioni teoriche,  che  oltre  alle  forze  elettromotrici  chi'  si  ammetteva  esi- 
stessero  ai  punti  di  contatto  di  due  metalli  diversi ,  esistesse  pure  una 
forza  elettromotrice  in  ciascuna  sezione  trasversale  dei  due  metalli,  quando 
in  essi  non  fosse  costante  la  temperatura.  E  che  viceversa  una  corrente, 
passando  da  una  regione  di  un  metallo  ad  un' altra  di  diversa  temperatura, 
svolgeva  o  assorbiva  calore,  e  chiamò  colore  specifico  di  elettricità  la  quan- 
tità 7  di  calore  assorbita  o  svolta  dall'unità  di  corrente  elettrica,  che  passa 
in  un  dato  metallo  fra  due  regioni  che  differiscono  di  un  grado  nella  tem- 
peratura. 

«  Il  Tait  (2)  completò  questa  teoria,  ammettendo  che  la  quantità  7 
sia  proporzionale  alla  temperatura  assoluta,  e  giunse  a  concludere  che  la 
forza  elettromotrice  totale  d'una  coppia  termoelettrica  può  rappresentarsi  con 

E  =  A(T,  _T,)(t0-^J^ !),  (1) 

e  che  la  quantità  di  calore  sviluppata  dall'unità  di  corrente  nell1  unità  di 
tempo  attraversando  una  saldatura  della  coppia,  può  rappresentarsi  con 

II  =  -j-(T,  — T)T  (2) 

nelle  quali  equazioni  A  e  T0  sono  due  costanti,  la  seconda  delle  quali  è 
la  temperatura  assoluta  del  punto  neutro;  T,  e  T,  sono  le  temperature 
assolute  delle  due  saldature,  e  J  è  1'  equivalente  meccanico  della  caloria. 

.«  Nel  1856  il  Thomson  (3)  cercò  di  spiegare  il  fatto  dell'  inversione 
della  corrente  in  una  coppia  termoelettrica,  mediante  una  nuova  ipotesi  . 
ammettendo,  cioè,  un  trasporto  elettrico  del  catare. 

«  E  questa  medesima  ipotesi  venne  introdotta,  alcuni  anni  or  sono, 
come  fondamento  di  tutti  i  fenomeni  termoelettrici   dal  Kohlrausch  (v). 

«  Egli  stabilisce  che  la  forza  termica  motrice  che  genera  una  corrente 


b^ 


(')  Transactions  of  (he  Iìoyal  Society  of  Edinburgh,  voi.  XXI.  part    1.  May  1851, 
(;)  Procecdings  of  the  B.  Society  of  Edinburgh.  Dee.  19,  1870. 
(')  rhilosopliic.il  Trans,  of  the  R.  Society  of  London,  voi.    1  Hi,   part.  III. 
')  Annalen  der  Physik  und  Chemie,  B.  CLVI,  S.  601. 


—  118  — 

elettrica  uno  in  uu  dato  corpo,  sia  proporzionale  alla  forza  elettromotrice 
che  produce  una  corrente  uno  di  calore  nello  slesso  corpo. 

«  Lo  scopo  di  questa  noti  è  di  mostrare  come  dalle  conclusioni  del 
Kohlrausch  si  deducano  con  somma  facilità  le  espressioni  che  hanno  otte- 
nuta la  conferma  delle  esperienze. 

«  Innanzi  tutto  si  dimostra  col  semplice  ragionamento  la  legge  dei 
mei  Ili  intermediari.  Giacche,  se  abbiamo  un  circuito  di  tre  metalli  A,  B, 
C;  e  M  è  la  quantità  di  calore  trasportata  dalla  corrente  nel  metallo 
A,  M'  quella  trasportata  nel  metallo  B,  che  si  trova  a  temperatura  co- 
stante, M  —  M'  è  il  calore  sviluppato  alla  congiunzione  (AjB)  ;  e  se  M"  è 
il  calore  trasportato  nel  metallo  C,  M'  —  M"  è  il  calore  sviluppato  alla 
congiunzione  (BjC)  ;  onde  il  calore  totale  sviluppato  è  51  —  M",  come  non 
esistesse  il  metallo  intermediario  B. 

«  Ora,  Kohlrausch  chiama  coslnte  termoelettrica  d'una  sostanza  la 
quantità 

o  h 

dove  v.  è  la  quantità  d'  elettricità  trasportata  in  quella  data  sostanza  da 
una  corrente  uno  di  calore  ;  h  e  A-  sono  rispettivamente  la  conducibilità  ter- 
mica ed  elettrica  della  sostanza  medesima. 

«  Facendo  9  funzione  della  temperatura  assoluta,  e  precisamente  scom- 
ponendola in  due  termini  9  +  vj  T,  uno  costante  e  l'altro  variabile  colla 
temperatura,  la  forza  elettromotrice  d'  una  coppia  termoelettrica  prende 
l'espressione 

B=    l(0-f-«T)<JT—  l(fl,-+-ij'T)dT 


essendo  T]  e  T2  le  temperature  assolute   delle    due    saldature;  e  9   ed   r, 
appartenendo  al  1°  metallo  ,  9',  o    al  2°.  Da  cui 

B==(9-9')(T1-T1)  (l  +  gC— 

9—9' 


moltiplicando  e  dividendo  per 


e  facendo  : 


si   ha  : 


9—9' 
fi —  <2  =  A  ,  — —  =  T0 , 
o—  0 


E  =  A(T,-Ti)(^To-^:^^, 


—    119  — 

che  coincide  psrfefctamenfce  con  la  (1)  di  Taifc,  e  che  è  stata  verificata  dalle 
esperienze  dello  stesso  Tait  (')  ,  e  dell' Avenarius  (*). 

«  Dall'  espressione  che  trova  il  Kohlrausch  per  la  quantità  di  calore 

QJ==C(f  —  6)i 

sviluppata  ad  una  saldatura  Lt ,  essendo  i  l'intensità    della    corrente,  e  C 

una  costante;  si  deduce  che  tale  quantità  ili  calore  è  nulla  quando  T„-    (i; 
il  che  fu  sperimentalmente  provato  dai  prof.  Naccari  e  Bellati  ('). 
«  Infatti  si  ponga  per  0  e  0'  rispettivamente 
0  +  jjT     e     G'  +  vj'T; 


allora  : 
e  ponendo: 

si  ha  : 


Q,  =  C(0+uÌ— y  — is'T)i 

9—& 


T  =  T„ 


o—o 


/  0-^0'  0—0' \ 

\  0  —0  fi  —ti/ 

«  Donde  facilmente  si  ha  : 

Qi  =  o. 

«  Del  resto  tale  espressione  si  può  scrivere  cosi  : 
Q,  =  C  i  0-0'  -f-fa-  r{)  T  \i 

Ir,  —  o         -i 

e  facendo  0  proporzionale  a  T  : 

C  =  -C'T, 
ammettendo,  cioè,  che  il  rapporto  fra  l'elettricità  trasportata    dal    calure  e 
il  calore  trasportato  dall'elettricità  cresca  colla  temperatura,  si  ottiene 

quando  passi  1'  unità  di  corrente  :  ossia , 

Q1  =  C(T0  — T)T 
che  è  la  (2)  del  Tait,  essendo 

a  -  A 

Questa  espressione  fu  pure  verificata  sperimentalmente  dai  prof  Naccari  e 
Bellati,  nella  Memoria  sopra  citata. 

«  Dalle  esperienze  di  Le  Koux  (')  risulta  che  per  il  piombo  è  nullo 
l'effetto    Thomson;    il    che    equivarrebbe    evidentemente,    nell'ipotesi  di 

f1)  Trans,  of  the  K.  Society  of  Edinburgh,  voi.  XXVTt.  126. 

(:)  Poggendorff's  Annalen.  CX1X. 

(')  Atti  dell'Istituto  Veneto.  Voi.  VII,  Serie  V. 

(')  Annales  de  Chini,  et  de  Phys.   Sene  IV.  T.  X. 

Rendiconti  —  Voi..  I.  1'1 


—  120  — 

Kohlrausch,  al  fare  >j:=0;  e  allora  riferendo   tutti   i   metalli   al  piombo, 
l'espressione  della  forza  elettromotrice  diviene 

E  =  ,(Tl-T2)^-^l) 

facendo  il  9  del  piombo   eguale  all'  unità  ;  e  il  potere   termoelettrico   avrà 
1'  espressione 

^  :0-l-,T. 


dT 

Così  risulta  che  se  si  costituiscono  i  diagrammi  del  potere  termoelettrico  ;  la 
costante  vj  per  un  metallo  riferito  al  piombo,  è  uguale  alla  tangente  trigo- 
nometrica dell'  angolo  che  il  suo  diagramma  forma  con   quello  del  piombo. 

«  Si  ha  una  qualche  utilità  nel  conoscere  le  costanti  9  ed  o  per  due 
metalli  formanti  coppia  ;  giacche  la  corrente  passa  dal  metallo ,  in  cui  la 
quantità  9  +  vjT  è  maggiore,  nell'altro  metallo,  attraverso  la  saldatura  calda. 
E  così,  sapendo  la  direzione  della  corrente  in  un  circuito  di  due  metalli , 
per  mezzo  delle  costanti  termoelettriche  si  ha  subito  quale  saldatura  si 
riscalda  e  quale  si  raffredda. 

«  È  facile  dedurre  una  legge  pel  trasporto  elettrico  del  calore  ;  giacche 
il  calore  vien  trasportato  dall'  elettricità  positiva  dal  metallo  A  al  metallo  B, 
quando  0  +  vj  T>  S'+vj'T,  ossia,  quando  E  è  positiva. 

«  Perciò ,  se  la  semisomma  delle  temperature  assolute  delle  due 
congiunzioni  è  minore  della  temperatura  neutra,  e  questa  è  superiore  allo 
zero,  si  avrà  trasporto  di  calore  fatto  dall'elettricità  positiva  da  A  in  B  ; 
quando  alla  temperatura  della  congiunzione  più  alta  il  diagramma  di  A  si 
trova  al  di  sopra  di  quello  di  B  ;  il  contrario  avviene ,  se  la  semisomma 
delle  temperature  assolute  è  maggiore  della  temperatura  neutra,  e  questa 
6  superiore  allo  zero. 

«  Se  la  temperatura  ueutra  è  inferiore  allo  zero,  il  trasporto  avverrà 
sempre  da  A  in  B,  a  tutte  le  temperature  in  cui  il  diagramma  di  A  è  al 
di  sotto  di  B  ». 

Chimica.  —  Sulla  Manóbromo-pirìdina.  Nota  dei  dott.  Or.  Ciamician 
e  P.  Silbku,  presentata  dal  Socio  Cannizzako. 

«  In  una  Memoria  presentata  a  questa  Accademia  il  5  marzo  1882, 
da  uno  di  noi  assieme  al  dott.  M.  Denustedt  ('),  venne  scrupolosamente 
provato,  che  il  pirrolo  si  trasforma,  trattando  il  suo  composto  potassico  col 
bromoformio,  in  una  bromopiridina,  che  ò  identica  a  quella  che  si  ottiene 
per  azione  diretta  del  bromo  sulla  piridina.  Allora  ò  stato  pure  tentato  di 
eliminare  il  bromo  dalla  bromopiridina  e  di  effettuare  con   ciò  la  completa 

(')  Vedi  Ciamician  e  Dennsteilt,  Studi  sui  composti  della  sèrie  del  pirrolo.  Parte  II. 
Trasformazione  del  ■pirrolo  in  piridina. 


—  121  — 

trasformazione  del  pirrolo  in  piridina.  Però  abbenchè  non  sia  difficile  ili 
togliere  il  bromo  alla  bromopiridina,  pure  le  esperienze  fatte  allora  in  pro- 
posito non  hanno  dato  risultati  molto  soddisfacenti,  perchè  il  prodotto  della 
riduzione,  sebbene  privo  di  bromo,  non  aveva  un  punto  di  ebollizione  co- 
stante e  diede  all'analisi  numeri  che  si  avvicinano  a  quelli  richiesti  dalla 
piridina  ma  che  non  sono  sufficientemente  concordanti. 

«  La  base  ottenuta  bolliva  fra  110"  e  liti'  ed  i  numeri  allora  ottenuti 
sono  i  seguenti. 

frazione  bollente  fra  lll°-113°  (')  frazione  bollente  fra  1130-11G°  (') 

I  li  TU 

C     74,54         74,14 75,02         75,07 

H       7,71  7,16 6,77  6,98 

ehe  stanno  fra  quelli  richiesti  da  una  diidropiridina  e  dalla  piridina. 
C5  H,  N  C„  H5  N 

C         74,07 75,94 

H  8,64 6,33 

«  La  causa  di  questo  conportamento  potrebbe  essere,  o  che  realmente 
nella  ridir/i. me  della  bromopiridina  si  formi  oltre  alla  piridina  anche  una 
idropiridina,  oppure  che  non  sia  stato  possibile  di  seccare  completamente 
la  piccola  quantità  di  base  ottenuta,  sebbene  fosse  stata  bollita  sulla  potassa 
fusa  di  fresco. 

«  Il  modo  più  esatto  e  più  sollecito  per  stabilire  so  nella  riduzione 
della  bromopiridina  si  formi  della  piridina,  sarebbe  stato  quello  di  compa- 
rare la  forma  cristallina  del  cloroplatiuato  della  base  ridotta  con  quello 
della  piridina,  ciò  che  non  si  è  potuto  fare  perchè  allora  la  forma  cristal- 
lina del  cloroplatiuato  di  piridina  non  era  conosciuta  e  perchè  il  Weidel 
si  era  riserbato  di  fare  uno  studio  in  proposito. 

«  Essendo  per  i  motivi  ora  esposti  rimasta  incompleta  la  trasformazione 
del  pirrolo  in  piridina,  noi  abbiamo  creduto  opportuno  di  tentare  ora  di 
risolvere  la  questione,  avendo  il  Weidel  pubblicato  qualche  tempo  fa  Le 
misure  cristallografiche  del  cloroplatiuato  di  piridina  fatte  da  A.  Brezina  ("). 

«  In  questa  occasione  pubblichiamo  anche  alcune  osservazioni  sul  modo 
di  ottenere  la  bromopiridina,  che  ci  sembrano  di  qualche  intere 

I.  Preparazione  della  bromopiridina  dalla  piridina. 

«  Noi  abbiamo  seguito  il  metodo  indicato  da  Hofmann  (3)  per  otte- 
nere la  bromopiridina  dalla  piridina  ed  abbiamo  ottenuto  i  seguenti  risul- 
tati: 5  gr.  di  piridina  sciolta  in  acido  cloridrico  diluito  in  modo  di  otteucn 

(')  Le  analisi  sono  fatta  coi  prodotti  <li  due  preparazioni  divei 
()  Monatshefte  fùr  Chemie  ITT.  778-780. 
(')  Beri.  Ber.  XII,  989. 


—  122    — 

10  ce.  di  soluzione,  vennero  riscaldati  con  20  gr.  di  bromo  in  tubi  chiusi 
per  circa  20  ore  a  200-219°.  Riscaldando  fino  a  230-240''  la  reazione  av- 
viene più  sollecitamente  ma  la  maggior  parte  dei  tubi  non  resiste  alla  pres- 
sione dell'acido  bromidrico  che  si  sviluppa. 

«  Dopo  il  riscaldamento  il  contenuto  dei  tubi  è  formato  da  un  liquido 
giallo-ranciato,  che  si  solidifica  in  parte  quando  aprendo  i  tubi  si  dà  sfogo 
alla  grande  quantità  di  gaz  acido  bromidrico  che  vi  era  rinchiusa.  Si  di- 
stilla con  vapor  acqueo  per  eliminare  la  bibromopiridina,  si  tratta  il  resi- 
duo con  potassa  e  si  distilla  nuovamente.  Il  liquido  alcalino  viene  acidificato 
con  acido  cloridrico  e  distillato  di  nuovo  per  eliminare  delle  piccole  quan- 
tità di  bibromopiridina  che  era  rimasta  indietro  nella  prima  distillazione. 
Questa  operazione  venne  ripetuta  alcune  volte.  Si  ottiene  così  un  liquido 
alcalino  che  contiene  un  miscuglio  di  piridina  e  di  bromopiridina  che  ven- 
nero separate  dall'acqua  e  seccate  con  potassa.  Distillando  frazionatamente 
si  separa  facilmente  la  bromopiridina.  La  prima  bolle  a  758"""  di  pressione 
a  174°  (tutta  la  colonna  del  termometro  essendo  immersa  nel  vapore); 
Hofmann  (')  trovò  per  la  bromopiridina  ottenuta  dalla  piperidina,  che  è  iden- 
tica a  quella  che  si  produce  dalla  piridina,  il  punto  di  ebollizione  1731  (!). 

«Noi  abbiamo  ottenuto  in  questo  modo  da  100  gr.  di  piridina: 
GO  gr.  di  piridina  rimasta  inalterata  ; 
20  gr.  di  mouobromopiridina  bollente  a  174° 
42  gr.  di  bibromopiridina  fondente  a  112°  (3) 
ciò  che  corrisponde  alla  piridina  impiegata  in  ragione  di  : 

60  gr. 

13  gr.  (monobroniopiridiiia) 

14  gr.  (bibromopiridina) 
13  gr.  (perdita) 


100 

II.   Preparazione  della  bromopiridina  dal  pirrolo. 

«  Per  ottenere  la  cloropiridina  o  la  bromopiridina  dal  pirrolo,  non  ò 
necessario  di  fare  agire  il  cloroformio  od  il  bromoformio  sul  composto  po- 
tassico del  pirrolo;  noi  abbiamo  trovato  che  invece  di  questo  si  può  im- 
piegare egualmente  un  miscuglio  di  pirrolo  e  di  alcoolato  potassico  o  sodico. 

«  È  rimarchevole  il  fatto  che  un  miscuglio  di  pirrolo  e  di  alcoolato 
sodico  si  comporti  in  questa  reazione  come  il  composto  potassico  del  pir- 
rolo, mentre  il  sodio  non  agisce  sul  pirrolo  che  riscaldando  le  due  sostanze 
in  tubi  chiusi  a  temperatura  molto  elevata. 

(')  Beri.  Ber.  XVI,  589. 

(')  Ciamician  e  Dentistedt  trovarono  il  punto  di  ebollizione  a  ]  70°,  temperatura  non 
corretta.  Vedi  Memoria  citata. 

(')  Vedi  Hofmann,  Beri.  Ber.  XVI,  558. 


—   123  — 

«  La  equazione  secondo  la  quale  avviene  la  reazione  saia  la  seguente: 
C4HiNH-4-2NaOH+CHBr3  =  C5HiBrN  +  2NaBrH  20H>, 
e        Ci  H !  XH  +  2Na  OH  ■+-  CHC13  =    C5 II;  CI  N  +  2Na  CI      20H, , 
perchè  noi  crediamo  che  non  si  possa  ammettere  che  l'alcoolato  sodico  formi 
in  una  prima  fase  della  reazione  un  composto  sodico  col  pirrolo. 

«  Questa  reazione  ricorda  molto  la  formazione  degli  isonitrili  dalle 
amine  primarie  per  l'azione  di  cloroformio  e  potassa  alcoolica. 

«  Per  ottenere  la  bromopiridina  dal  pirrolo  con  1'  alcoolato  sodico  ed 
il  bromoformio,  noi  abbiamo  operato  nel  modo  seguente.  L'azione  del  bro- 
moformio  su  di  miscuglio  di  pirrolo  ed  alcoolato  sodico  è  meno  violenta  di 
quella  che  avviene  impiegando  l'alcoolato  potassico,  però  è  sempre  tale  da 
dovere  usare  un  forte  eccesso  di  alcool  perchè  questo  rendendo  più  diluita 
la  soluzione  moderi  l'intensità  della  reazione.  Si  aggiunge  ad  una  soluzione 
di  7  gr.  di  sodiu  in  100  gr.  di  alcool  assoluto,  10  gr.  di  pirrolo  e  si  tratta 
il  miscuglio  in  un  apparecchio  a  ricadere  con  38  gr.  di  bromoformio.  Le 
quantità  di  sodio,  pirrolo  e  bromoformio  stanno  nel  rapporto  di  una  mole- 
cola di  ciascuna  delle  tre  sostanze.  La  reazione  avviene  prontamente  ed  è 
accompagnata  da  una  viva  ebollizione  del  liquido,  per  cui  è  necessario  di 
raffreddare  esternamente  il  pallone  e  di  aggiungere  il  bromoformio  molto 
lentamente.  Quando  la  reazione  spontanea  è  terminata  si  fa  bollire  ancora 
per  un  quarto  d'ora.  Il  contenuto  del  pallone  è  formato  da  un  liquido 
giallo-bruno  e  da  un  deposito  di  bromuro  sodico.  Si  svapora  l'alcool  a  li.  m. 
e  si  fa  bollire  il  residuo  con  acido  cloridrico  per  distruggere  il  pirrolo 
rimasto  inalterato. 

•<  Il  rimanente  dell'operazione  per  arrivare  ad  ottenere  la  basi-  pura  è 
stato  già  descritto  nella  Memoria  citata  che  tratta  della  preparazione  della 
bromopiridina  dal  composto  potassico  del  pirrolo. 

«  Il  rendimento  non  è  molto  soddisfacente  ma  non  è  inferiore  a  quello 
ottenuto  dal  composto  potassico. 

III.   Trasforma: ione  della  bromopiridina  in  pirìdina. 

«  La  riduzione  della  monobromopiridina  venne  da  imi  eseguita  uri  modo 
indicato  nella  Memoria  già  citata,  e  imi  nulla  abbiamo  da  aggiungere  a 
quanto  è  stato  detto  allora.  La  base  ridotta  bolle  fra  11:!  e  liti'  e  noi  ne 
abbiamo  ottenuto  2,5  gr.  da   10  gr.  di  monobromopiridina. 

«Una  parti'  del  prodotto  di  riduzione  venne  sciolta  urli' arido  clori- 
drico e  la  soluzione  trattata  con  cloruro  di  [datino. 

«  Il  cloroplatinato  ottenuto  diede  all'analisi  numeri  che  concordano  col 
cloroplatinato  di  piridina. 

I.  0,5728  gr.  di  materia  dettero  0,4414  gr.  di  CO.  e  0,1170  gr.  di  OH, 

II.  0,4336  gr.  di  materia  dettero  0,1488  gr.  di   Pt. 


—   124  — 
«  In  100  parti: 

Trovato                                      Calcolato  per  (C„  H5  NHC1),  Pt  Cl„  (') 
C  21,05 21,14 

H  2,27 2,11 

Pt  34,32 34,27. 

«  Per  stabilire  definitivamente  l'identità  del  nostro  prodotto  col  cloro- 
platinato  di  piridina  noi  abbiamo  preparato  per  lento  svaporamento  di  una 
soluzione  cloridrica  del  sale  ottenuto  dalla  base  ridotta,  dei  grossi  cristalli 
i  quali  furono  misurati  dall'ing.  G.  La  Valle  e  trovati  perfettamente  iden- 
tici al  cloroplatinato  di  piridina  studiato  da  Brezina  (*). 

«  L'iiig.  G.  La  Valle  ebbe  la  gentilezza  di  comunicarci  i  risultati  delle 
sue  misure  die  noi  compariamo  con  quelle  di  Brezina: 

Misurati  calcolati  da 

Angoli  La  Valle  Brezina  Brezina 

100:201  40°  53  30  40"  48'  40°  49' 

T00:Tll  72   40  30  72°    9'  —  72°  18'  72  20' 

100:110  53   43—  54     0  53   55 

111:201  48   24  —  48     7  —  48     9  48      8 

111:110  69    24  —  69   12  69    17 

«Forme  trovate  (100)  (201)  (110)  (111) 

a  ti         vi         p 

«  Da  questi  dati  risulta  dunque  con  certezza  che  la  bromopiridina 
viene  dall'acido  cloridrico  e  zinco  trasformata  in  piridina.  La  trasformazione 
del  pirrolo  in  piridina  è  con  ciò  effettuata  completamente. 

«  La  causa  del  punto  di  ebollizione  troppo  basso  e  delle  differenze 
nell'analisi  della  piridina  ottenuta  dalla  bromopiridina ,  è  molto  probabil- 
mente una  certa  quantità  di  acqua,  che  la  piridina  trattiene  malgrado  un 
lungo  trattamento  con  potassa  fusa  di  fresco,  e  che  non  è  possibile  di  eliminare 
non  disponendo  che  di  piccole  quantità  di  prodotto.  Del  resto  ultimamente 
(1883)  Groldschmidt  e  Constam  (:1)  hanno  dimostrato  che  la  piridina  forma  con 
l'acqua  un  composto  della  formola  C.-,  H5N-f-30H>  che  bolle  costantemente 
a  92-93°  ». 

Matematica.  —  Sulla  rappresentazione  analitica  di  certe  fun- 
zioni singolari.  Nota  del  ilott.  A.  Tonelu,  presentata  dal  Socio  Dixi. 

«  Hankel  nella  sua  Memoria,  Intorno  alle  funzioni  oscillanti,  ha  dato 
pel  primo  l'espressione  analitica  di  una  funzione,  che  per  tutti  i  valori  ra- 
zionili di  x  è  uguale  a  zero,  e  per  tutti  i  valori  irrazionali  di  ,r  è  uguale 

(')  Pt  =  194,5  Vedi  Beri.  Ber.  XVII,  2975. 
(')  Vedi  Memoria  citata. 
(')  Beri.  Ber.  XVI,  2977-78. 


—  125  — 

ad  uno.  Indicando  con  o(,v)  una  funziono,  che  tra  — 1-  o  0  è  uguale  a  -—  I , 
fra  0  e  +1  è  uguale  a  +1,  o  noi  punti  y  =  zpl  ,;/  =  0  è  uguale  a  zero 
(funzione  elio  può  esprimersi  analiticamente  con  molta  facilità  por  mozzo 
della  serio  di  Fourior),  e  ponendo  : 

si 

/•(■<•)=-  -J-  •>! 


rì  \  a  (sen  nnec)  \ s 


per  questa  funziono  f{x)  si  verifica  appunto  la  singolarità  accennata  ('). 

«  Questa  funziono  ci  offre  il  mezzo  di  costruirne  un'altra  che  ha  sin- 
golarità della  stessa  specie  ma  di  indole  piò  generale:  infatti  so  o{x  )e  i//(.r) 
sono  duo  funzioni  note  e  determinate  por  ogni  valore  di  x,  ponendo: 

P(.r)=^(.r)  +  S?(.r)-<p(.r)J /•(,), 
por  questa  si  avrà  la  singolarità,  che  assumerà  i  valori  di  6(x)  per  se  irra- 
zionale e  i  valori  di  <p(cc),  por  x  razionale. 

«  Ciò  che  però  sembra  meritevole  di  esser  notato,  è  che  di  una  fun- 
ziono che  abbia  tali  singolarità,  possono  assegnarsi  infinito  espressioni  ana- 
litiche. 

«Si  può  dimostrare  la  seguente  proprietà  generale: 

«  Data  una  serie  finita  di  intervalli  separati: 

(1)  («ì,  l'i) ,  (oj,  ^2),  -  ,  («»,  K) 

«  e  altrettante  coppie  di  funzioni,  note  e  definito  negli  intervalli  stessi  : 

'  (?,(.>■),  <ii  (.i-)),    (^x),  *,(»)),  ...  ,  (M*),f.(aO) 

«  è  sempre  possibile  di  esprimerò  analiticamente  in  infiniti  modi,  una  l'uii- 
«  zione  f(x)  tale  che  pei  punti  corrispondenti  a  valori  razionali  di  x  negli 
«intervalli  (1)  assuma  respettivamente  i  valori  di  ^i(.c),  ^(x) , .  . ,  tpn(oc) , 
«  e  pei  punti  dei  medesimi  intervalli  corrispondenti  a  valori  irrazionali  di  x 
«assuma  i  valori  di  ^i(cc) ,  ^>ì{cc)  , . . ,  (//«(a?)  ;  per  tutti  gli  altri  valori  di 
«  #  è  nulla  » . 

«  Negli  estremi  degli  intervalli  (1),  specialmente  quando  questi  estremi 
possano  sovrapporsi,  potrà  il  valore  della  funziono  f(r)  non  soddisfarò  alle 
condizioni  accennate. 

«  Gl'intervalli  (1)  possono  anche  ridursi  ad  un  solo  ,  e  precisamente 
all'intervallo  ( — co,-)- co). 

«Sia  n{x)  una  funziono  analitica  conosciuta,  sempre  finita  e  avente  un 
numero  finito  di  oscillazioni  nell'intervallo  (a  ,  b),  noi  quale  si  mantiene,  in 

(')  Veramente  dovrebbe  piuttosto  <lirsi  che  pei  vaioli  razionali  ili  x  la  /  >)  non  ha 
alani  valore,  mentre  è  uguale   ad  1  pei  valori  irrazionali  di  x\  noi   però  si  intenderà  'li 

,      !  1 

aver  convenuto  che  -      x    e  —  =0. 

0  xs 


—   126  — 

valore  assoluto,  non  inferiore  ad  imo.  Questa  funzione  non  potrà  avere  di- 
scontinuità di  seconda  specie  nell'  intervallo  (a  ,  b) ,  e  noi  supporremo  che 
abbia  ima  discontinuità  di  prima  specie  in  un  punto  interno  x  =  c ,  nel 
quale  assumeremo  per  valore  di  n(x)  o  imo  dei  suoi  valori  limiti,  o  un 
valor  qualunque  ,  non  inferiore  numericamente  all'unità.  La  discontinuità 
nel  punto  cs  =  c,  sia  tale  da  aversi  : 

Negli  estremi  a ,  b  potranno  essere  i  valori  limiti  di  n{x)  anche  uguali  e 
di  segno  contrario,  ma  ciò  non  è  necessario,  e  solo  ammetteremo  che  sieno 
determinati,  finiti  e  numericamente  maggiori  di  uno  i  valori  di  7:{a) ,  n(b)  ('). 
«  Per  mezzo  della  serie  di  Fourier  potremo  allora  ottenere  l'espressione 
analitica  di  una  funzione  che  tra  a  e  b  ,  esclusi  gli  estremi,  e  in  punto 
x—c,  coincide  con  n(x) ,  mentre  negli  estremi  assume  il  valore: 

n(a+0)  +  7:(fr— 0) 
2 
e  nel  punto  x  =  c  il  valore: 

1ÌmJ=C-M)  -(-'•)  +  1Ìmit=C-0  "('*•) 

2 

oo  co 

«  Chiamiamo  questa  funzione  <p{>j) ,  e  sieno  2m„(i)  ,  2»',(»)  due  serie 

o  o 

qualunque  convergenti  per  tutti  quanti  i  valori  di  co;  allora  ponendo: 


•'t  — c)sen*  nr.x\  V^jc  +  (i>-c)r-' 


o'jt2   e  —  (a  —  c)sen2nrric  V--   c  +  (fr  —  c)sen-??7r.r ,  ,;^ 


1 


V 


~t  y  \  e  —  (a  —  e)  seti2  ft7ra?  |  o  ?"  1  e -+-  (6  —  e)  seu2  M7W3  { 

per  questa  funzione  avremo  : 

P  (oc)  =  0 

quando  a;  è  razionale,  e; 

¥cc)  =p  +  9 

(')  Una  funzione  che  sodJisfa  le  conddizioni  di  n[x)  sarebbe  p.  e.,  A  -«-  IJ 


ì 

l-hex~c 

quando  si  determinino  convenientemente  A  ,  B  e  si  restringano  i  limiti  dell'intervallo  (a  ,  b) 

contenente  il  punto  x  =  c. 

[')  Di  serie  che  sono  convergenti   per  ogni  valore  di  x  possono  aversene  in  numero 

infinito:  così,  se  i!>„(x)  è  sempre  finita  per  ogni  valore  intero  e  positivo  di   n  e  per  ogni 

valore  di  x,  la  serie: 

I,      *'  !X)      ,    s        ,>1 
o  j  n-+-<p  n  (x)  Y 

è  sempre   convergente.    Nell'espressione  di  F(.r)  possono  anche    togliersi  gli  esponenti  alle 

funzioni  n  e  <j, ,  quando  le  serie  2  u„{x) ,  2 V»(s)  restino  convergenti  sostituendo  ad  ogni 

o  o 

termine  il  suo  valore  assoluto. 


—  127  — 

quando  x  è  irrazionale.  Le  quantità  p  ,  q  sono  arbitrarie  e  possono  assumersi 
tali  che  la  loro  somma  abbia  un  valore  a  piacere.  Se  o\[  e)  è  una  funzione 
analitica  nota  e  determinata  per  ogni  valore  eli  x,  e  lo  stesso  avviene  pel- 
vi (>)  ,  ponendo  : 

p+g  =  <Pi(.c)— <?i{x) 

e  YiU)  =  ?lU)^-F(,r), 

questa  funzione  Fi(x)  per  i  valori  razionali  di  .;■  sarebbe  uguale  a  V[(x)  e 
pei  valori  irrazionali  sarebbe  uguale  a  ty\{x).  Nella  composizione  di  F(x)  si 
vede  che  si  ha  una  grandissima,  arbitrarietà. 

«Ora  se  z„(j  ■),<!/,(■  e)  sono  finizioni  analitiche  note,  finite  e  determi- 
nate e  con  un  numero  finito  di  oscillazioni  nell'intervallo  (a, ,  bs),  suppo- 
nendole proseguite  pei  rimanenti  valori  di  x  in  modo  da  esser  sempre  zero, 
per  mezzo  della  serie  di  Fourier,  potremo  avere  due  espressioni  analitiche 
di  funzioni  che  nell'intervallo  (a-, ,  bs)  ,  esclusi  gli  estremi,  coincidono  con 
(p,(x)  ,  ty,{x)  ,  e  pei  rimanenti  valori  di  x  sono  nulle.  Ben  inteso  che  per  le 
';.(.')  ,  e/s(,'')  nei  punti  di  discontinuità  si  assumano  per  valori  le  semisomme 
dei  valori  limiti.  Chiamando  le  espressioni  analitiche  così  determinate 
F. ,(x) ,  Fis(.<')  e  ponendo  : 

p+ff=Ffl(<B)  +  F^(a?) 


la  funzione: 


V- 


««(■'•)  ™  u'„(x) 


»  Un[X) »  U  „(.'■) 


op*{c+(a  —  e)  sen- rnx.r  J       -jf  -y  \  e -f-  (b — e)  sen-/(-./-( 
soddisfarà  la  condizione  di  esser  zero  pei  valori  di  x  corrispondenti  a  punti 
situati  fuori  dell'intervallo  (a, ,  bs) ,  di  essere  uguale  a  y,(r)  lH'i  valori  ra- 
zionali, e  uguale  a  tys{x)  pei  valori  irrazionali  di  x  corrispondenti  ai  punti 
di  quest'intervallo. 

«Quello  che  si  è  fatto  per  l'intervallo  (a,,bs)  può  ripetersi  per  gli 
altri,  e  chiamando  l\(x)  ,  Fs(a?)  ,  .  .  ,  F„(.')  le  funzioni  corrispondenti,  ana- 
loghe alla  F,(x) ,  avremo  che  : 

r(aO  =  2F.(aO 
i 

sarà  la  funzione  che  ci  eravamo  proposti  di  determinare. 

«  Quando  sia  nota  una  funzione  che  pera;  incomensurabile  è  ugnalo  ad 
uno  e  per  x  commensurabile  è  uguale  a  zero,  anche  con  un  altro  metodo,  fon- 
dato sopra  certi  teoremi  relativi  alle  serie,  possono  costruirsi  infinito  espre  - 
sioni   analitiche    di,   funzioni   che   hanno    la    stessa    singolarità,    infatti    se 

2vn(x)   è  una  serie  divergente  per  ogni  valore  di  x,  e  i  suoi  termini  sono 

o 

sempre  decrescenti,  si  ha  che: 

v   »»(■'•) 

"  S'/l.'-) 
Rendiconti  —  Voi,.  I.  1~ 


—   J28  — 
con  S,.(x)  =  v0(x)-+-vl(x)-h  . . .  -hvu(x) ,  è  convergente   se  p>  1,  è  diver- 
gente se  p>l  (').  Se  dunque  %(%)  è  mia  funzione  che  per  x  razionale  è 
uguale  a  zero,  e  per  x  irrazionale  è  uguale  ad  uno,  ponendo: 

^  vn  (x) 

&  [OS)  =  -3 j-T- 


o  S„  {xf^x) 

la  funzione  zs(tì)  non   differirà  dalla  /J.r).   Evidentemente  anclie   con  altri 
processi  si  potrebbero  ottenere  i  medesimi  risultati. 

«  I  risultati  ottenuti  relativi  alla  espressione  analitica  di  certe  fun- 
zioni singolari  di  mia  variabile,  possono  anche  essere  estesi  alle  funzioni  di 
due  o  più  variabili.  Sieno  infatti  /i('') , />(.'/)  due  funzioni  determinate  col 
metodo  accennato,  che  lascia  tanta  arbitrarietà  alla  loro  espressione  anali- 
tica, uguali  a  zero  quando  or-  e  y  sono  commensurabili,  uguali  ad  uno  quando 
x ,  \j  sono  incommensurabili  e  pongasi  : 

(2)  F  (x,  y)  =  A  +  BX,  («0  +  C/,  (a?)  +  D *.  [x)  yj  (.'/) . 

«  Se  (?x(x ,  y) ,  c2(.r  ,  y) ,  ?;i(.r  ,  ?/) ,  «j>4(a; ,  »/)  sono  funzioni  analitiche  note 
di  a; ,  ii  ,  prendendo  : 

A=?t(a?,  y),  A— B=f,  (.r,  ?/),  A-fC=?3(^  y) ,  A+B+C+D  =  ?4  (.»:,  //) 
ovvero  : 

A  =  s>]  (a?)>  B  =  g,  (#, y)  —  ?i  {x, y) ,  C  —  y3  (#, 2/)  —  ?i( -r.  2/)  - 
D  =  -;  i  (  e,  ,v )  4-  ?i  (»\  ?/)  —  ?2  (•'',  2/)  —  ?.i  {x,  y) , 
la  funzione  F(x,y)  assumerà  i  valori  di  <px  (x ,  y)  per  .v,y  razionali,  i  va- 
lori di  fi{x ,  y)  per  oc  irrazionale  e  y  razionale,  i  valori  di  c?;,(.r ,  y)  per  x 
razionale  e  y  irrazionale,  e,  finalmente,  i  valori  di  534(0; ,  y)  per  x  e  y  irra- 
zionali. Può  solo  restar  dubbio  pei  punti  nei  quali  fi(X ,  y) ,  <?ì(x  ,  y) , 
fs{x ,  y) ,  Vi{x ,  y)  cessino  di  essere  finite. 

«  Ciò  premesso,  se: 

(3)  fi  (a?,  y)  =  1  ,    fi  (x,  y)  =  1 ,  .-  ,  U  (*,  y)  =  1 

sono  le  equazioni  di   m  curve   chiuse  che  limitano  altrettanti  campi  sepa- 
rati, pei  putiti  interni  dei  quali  si  ha  : 

A2  (.'-,  y)  <  1 ,    A2  (*,  11)  <  i ,  ■.. ,  A.8  («.  </)  <  ! 

e  pei  punti  esterni: 

A2  (<»,  .7)  >  1 ,    A2  {x,  y)  >  1 , ... ,  A2  (*.  y) >  1  i 

sarà  possibile,  combinando  la  funzione  precedentemente  trovata  con  espres- 
sioni analitiche  dedotte  dalla  formula  di  Pourier,  determinare  mia  funzione 

a> 

(')  Conf.  Dini:  Sulle  serica  termini  positivi.  Pisa-Nistri,  1867.  Serie  poi  come  2vn{x 
se  ne  possono  avere  in  numero  infinito.  Infatti,  se  fJx)  è  sempre  finita  e  superiore  a  zero 
più  ili  una  quantità  A.  e  decrescente  con  »,  se  ipnft)  è  sempre  finita  e  crescente  con  », 

li  serie  - —      ,  ' —  sarà  sempre  divergente  a  termini  decrescenti. 

O   «H-1/1    n(£) 


-     [29    — 

che  presenti  singolarità  in  questi  campi  analoghe  a  quella  che  F(.r ,  y)  pre- 
senta in  lutln  il  piano,  e  sia  poi  zero  per  tutti  i  punti  situali  esternamente 

a  quei  campi. 

«Infatti  rulla  formula  ili  Fourier  si  possono  determinare  dei  fattori 
pi  ,/>>,..,  p„  che  sono  zero  in  tutti  i  punti  esterni  ai  campi  (:'.)  e  sono 
uguali  ad  mio  in  tutti  i  punti  interni.  Allora  se  : 

U  *{as,y),    ?i")  (a;,  y) ,    <?W{cc,y),    o^  (.>;>/) 
sono  quattro  funzioni  analitiche   note   di  ce ,  y ,  per  le  quali  però  si  assu- 
mono valori  finiti  in  quei  punti  situati  fuori  del  campo  limitato  dalla  curva: 

/■s(.'-..v)  =  i 

nei  quali  esse  divenissero  infinite  dopo  aver  posto: 
(4)  A(s)  (»,  V)  =ps  ?!(s)  (a?,  y) ,    /Vsl  (■*',  y)=P,<?és]  (•'',  li) , 

W  («,  y)  =  v»  ?3r,)  («,  //),    / i 5)  («i .'/)  ---=  P«?i(!)  (<»,  2/) . 

queste  funzioni  soddisfanno  alla  condizione  di  essere  uguali  a  zero  in  tutto 
il  piano,  esclusi  i  punti  del  campo  limitato  dalla  curva: 

f,{oc,y)  =  l 
nei  quali  esse  coincidono  con  : 

Piw  (os,  ?/) ,  9>*w  (a, .'/) ,  c,<s>  (oc,  y) ,  ?i(s)  (as,  II)  ■ 
«  Servendoci  allora  delle  (4)  per  determinare  i  coefficienti  A,  P>,  C,  D, 
della  (2)  otterremo  una  funzione  Fs(a?,  y)  die  soddisfa  alle  condizioni  ili  esser 
zero  per  tutti  i  valori  di  ce  ,  y  corrispondenti  a  punti  esterni  allV"0  dei 
campi  limitati  dalle  (3),  e  per  i  punti  interni  secondo  che  oo  ,  y  sono  ra- 
zionali o  irrazionali  ha  valori  uguali  a  quelli  di  una  delle   funzioni  : 

?iw  (à,  II) ,    ?»<'>  [oc,  y) ,    ?3(s)  (■'•,  V) ,    <f  i(i  !■'', .'/)  • 
«  Ripetendo  il  medesimo  processo  per  i  rimanenti  campi  limitati  dalle 
(3)  e  chiamando   F^.r  ,y)  ,F:(.r ,;/),..  ,Y,„(.r ,  >/)  le  funzioni  analoghe  per 
essi  determinate,  dopo  aver  posto: 

m 

f(x,y)  =  2¥,(x,y) 

avremo  l'espressione  analitica  di  una  funzione  di  due  variabili  che  ha  sin- 
golarità come  quelle  già  notate  per  le  funzioni  di  una  sola  variabile.  Sul 
contorno  dei  campi  limitati  dalle  (3)  le  singolarità  differiranno  un  poco  da 
quelle  che  si  presentano  nell'interno. 

«  Pel  caso  di  una  funzione  di  n  variabili  0Cì  ,  Xi <'„  si   può  pure 

giungere  a  risultati  analoghi.  Per  questo  basterà    osservare    che    se  /_,(.-•)  , 

/.(■'),•  •,X»(-r«)  souo  le  solite  fllllzi"ni  uguali  a  zer0  l"'1'  '  valori  razio" 
nali  delle  variabili  a?i,  a*, . .  ,a?„  e  uguali    ad  uno   pei  valori  irrazionali. 

ponendo: 

Vn{-ri,x,,...xH)=k-+  2B,x.W-!-lC„z,  U,  )/,(.»■,)  -f-..  +  I<Xi(a!i)x*fà)"X  (*•) 

1  rs 

per  determinare  i  coefficienti  A  ,  B  ,  C,  . . ,  onde  K„(.''i  ,  a •. c„)  presenti 

le  solite  singolarità,  si  hanno  2"    equazioni  lineari,  appunto  quanti  s i 

coefficienti  stessi. 


—  130  — 

«  Osserveremo  in  ultimo  che  analoghi  risultati  per  le  funzioni  di  due 
o  più  variabili  si  ottengono  applicando  un  noto  teorema  sulla  serie.  Così 
se  %(x,y)  è  una  funzione  che  ha  il  valore  zero  quando  or. ,  y  sono  ambe- 
due razionali  o  ambedue  irrazionali,  e   il  valore   uno   quando   una   sola  di 

co 

quelle  variabili  è  razionale  e  l'altra  irrazionale;  accennando  con  lvn(x,y) 

o 

una  serie  a  termini  positivi  e   decrescenti,  divergente  in  tutto   il  piano,  e 
ponendo  : 

Sn  (ce,  y)  =  I  vn  (./',  y)  . 


la  funzione 


y  v»  fo  y) 
vn{x,y) 


\ 


W^<r'»>(.r,  il) 
avrà   i  medesimi  valori  di  y[x,y). 

«Si  vede  facilmente  poi  che  con  altre  convenienti  combinazioni  di  questo 
teorema  sopra  le  serie  potrebbero  determinarsi  funzioni  che  presentano  altre 
singolarità,  e  assumono  altri  valori  nei  diversi  punti  del  piano  ». 

Matematica.  —  Sur  la  generation  des  surfaces  et  des   cour- 
hes  gauclies  par  les  faisceaux  de  surfaces.  Memoria  dei  sigg.  I.  S. 
e  M.  N.  Yanecmc,  presentata  dal  Socio  Cremona  (Sunto)  ('). 

1.  «  Si  dica  fascio  di  superficie  un  sistema  di  superficie  che  non  sono  deler- 

minate  da  un  numero  sufficiente  di  condizioni.  Sia  R  =  =— = — — — ~ — -^—^ 1 

il  numero  delle  condizioni  che  determinano  una  superfìcie  R  dell'ordine  r. 
Quando  la  superficie  R  è  data  da  R  —  n  condizioni,  essa  forma  un  fascio  (R)  — 
Prendendo  nello  spazio  n  punti  arbitrarii  a,  b,  e,  . . .  si  otterrà  un  numero 
di  superficie  R,  che  corrispondono  alle  R  —  n  condizioni  date,  e  passano  per 
i  punti  a,  b,  e,  . .  .  Il  numero  n  si  dirà  la  dimensioni  del  fascio  (lì)  delle 
superficie  lì;  ed  il  numero  delle  superficie  R  del  fascio,  che  passano  per 
gli  n  punti  a.  b,  e,...  si  dirà  Vindice  dal  fascio  (lì)  —  Segue  da  ciò 
che  K  punti  arbitrari  nello  spazio  determinano,  in  un  fascio  dell' n""1  di- 
mensione e  d'indice  m,  un  fascio  dello  stesso  indice  m,  ma  della  dimen- 
sione n  —  K. 

«  Le  stesse  denominazioni  valgano  per  i  fasci  di  curve  in  un  piano. 

2.  «  Si  consideri  una  superficie  S  come  il  luogo  delle  curve  d' interse- 
zione di  due  altre  superficie  appartenenti  a  due  sistemi;  queste  due  superficie 

(')  Seduta  del  4  gennaio   1885. 


—   131    — 

siano  tali  che  ad  una  ili  ess  ■.  del  primo  sistema,  corrisponda  un  eerto  nu- 
mero di  superficie  del  secondo  sistema,  le  quali  incontrano  la  prima  in  una 
curva  della  superficie  S:  si  La  allora  questo  teorema:  •  Una  superficie  8 
.  essendo  il  luogo  delle  intersezioni  di  due  figure  corrispondenti,  tali  che 
«  per  un  punto  A,  preso  a  volontà  sopra  una  retta  arbitraria  Q,  passi  la 
><  prima  figura,  e  la  seconda  figura  corrispondente  incontri  la  stessa  retta 
«in  b  punti  B,  e,  viceversa,  che  per  un  punto  1!  ili  Q  passi  la  seconda 
«  figura,  mentre  la  prima  figura  corrispondente  incontri  Q  in  a  punti  A, 
«la  superficie  S  sarà  dell'ordine  a  —  b». 

?..  «  Si  può  determinare  l'ordine  di  una  curva  gobba  generata  in  modo 
analogo  a  quello  considerato  precedentemente  per  le  superficie:  si  ha  il 
teorema:  «Quando  i  punti  di  una  curva  K  provengano  dall' intersezione  di 
«  una  curva  C  con  una  superficie  F,  le  quali  formano  due  sistemi  corri- 
«  spendenti  tali,  che,  segando  C  in  punti  e,  ed  F  in  una  curva  f,  con  un 
«  piauo  arbitrario  Q, 

«  La  curva  /"sia  d'ordine  /', 

«  l  curve  f  passino  per  un  punto  qualunque  del  piano  Q, 

«  ad  una  curva  f  corrispondano  punti  e  ;  e  finalmente. 

«  ad  un  punto  e  corrispondano  p  curve  f, 
«allora  la  curva  K  sarà  dell'ordine  fpr-hqt». 

4.  «  L'ordine  di  una  curva  piana,  considerata  come  il  luogo  delle  inter- 
sezioni delle  curve  corrispondenti  di  due  fasci,  si  determina  in  un  modo 
analogo  ai  precedente  per  le  superficie;  e  si  ha  il  teorema  seguente:  «  Una 
«curva  C  sia  il  lungo  dei  punti  d'incontro  delle  curve  d'ordini  /\.  f»  di 
«  due  fasci  (Fi),  (F»)  della  prima  dimensione  e  d' indici  ni,,  m,;  Fu  Y>  siano 
«  i  numeri  dei  punti  ottenuti  direttamente  sopra  due  curve  arbitrarie  Fi,  Fj 
<-dei  fasci  (Fi),  (F?)  :  l'ordine  della  curva  C  sarà  eguale  alla  somma  di 
«  due  termini,  ciascuno  dei  quali  si  ottiene  dividendo  il  numero  dei  punti. 

ottenuti  direttamente  sopra  una  curva  di  uno  dei  fasci  dati,  per  l'ordine 
«  di  questa  curva,  e  moltiplicando  questo  quoziente  per  l' indice  del  fascio 
«  al  quale  la  stessa  curva  appartiene  ». 

5.  «Sia  dato  un  fascio  (E)  di  superficie  R  d'ordine  r;  si  supponga 
questo  fascio  della  dimensione  n  —  1,  e  d'indice  in,.  Inoltre  siano  date  le 
curve  (pt),  (pi)...(pn)  di  ordini  ph  p:,  ...  pn;  a  ciascuna  di  queste  curve 
corrisponda  un  fascio  di  superficie,  della  prima  dimensione,  rispettivamente 
d'indice  mi,  mi,..  mn,  sicché  si  abbiano  i  fasci  (Fi),  (Fi),..,  (FJ  delle  super- 
ficie F,,  F..  ...  F„.  degli  ordini  /',,  /",,...  [„.  Una  superficie  K  del  fascio  R) 
incontra  le  curve  (/>,).  (pj) . .'.  (p„)  in  punti.  Ai  punti  così  ottenuti  su  (pi) 
si  facciano  corrispondere  i  punti  su  (/)»),  (/':)),...  (p„),  e  reciprocamente.  Que- 
sti punti  determinano  le  superficie  nei  fasci  corrispondenti.  Si  supponga  che 
le  superficie,  le  quali  passano  per  i  punti  corrispondenti,  si  corrispondano 
del  pari.  Prendendo  ad  una  ad  una  le  superficie  corrispondenti,  queste  n 
superficie  !■'  s' incontrano  in  punti.  Quando  la  superficie  1!  genera  il  fascio  (B), 


—  132  — 

pub  accadere  che  tra  i  punti,  di  cui  si  è  parlato,  ve  ne  siano  di  tali  elio  tutte 
le  «  superfìcie  corrispondenti  passino  per  essi.  Quale  è  il  luogo  di  questi 
punti? —  Supponendo  successivamente  n  =  2,  3, ....  si  dimostra  che  «  esiste 
«  effettivamente  un  certo  numero  di  punti  nello  spazio,  per  i  quali  passano 
«  simultaneamente  le  superficie  corrispondenti  di  tutti  i  fasci  ;  questi  punti 
«  costituiscono  una  superficie  S„  ».  —  Ponendo 

«  F„  =  A  ft...  fn ,  M„  =  m ,  m  »  . . .  m„  ,  P„  =  <p\  p*  . . .  p„,  1'  ordine 
«  di  S„    sarà  ,<?„  =  mr  nr  F„  M„  P„  ». 

«  Da  questo  teorema  generale  si  deducono  molti  casi  speciali. 
6.  «  Una  curva  gobba  può  essere  generata  nello  stesso  modo  come  una 
superficie.  Considerando  da  principio  tre  fasci  di  superficie  F,  siano  dati: 
un  fascio  (R)  della  prima  dimensione,  d' indice  m„  di  superficie  d'ordine  r  ; 
tre  curve  (pi),  (pi),  (p3)  rispettivamente  di  ordine  pit  pj,  p3;  e  finalmente 
tre  fasci  (Fi),  (F2),  (F3)  di  superfìcie,  di  prima  dimensione,  e  d'indici  mi,mi,riih 
le  superficie  F,,F2,  F3  essendo  rispettivamente  di  ordine  f\fifa. 

«  Una  superficie  arbitraria  R  del  fascio  (R)  incontra  le  curve  (pi),  (p>),  (pi) 
in  punti,  i  quali  si  corrispondono  in  modo  che  i  punti,  così  ottenuti  sopra 
una  di  queste  curve,  corrispondono  ai  punti  sulle  altre  curve. 

«  Ciascuno  di  questi  punti  d' intersezione  della  superficie  (R)  con  le 
curve  (p)  determina  un  certo  numero  di  superficie  nel  fascio  corrispon- 
dente (F);  le  superficie  che  passano  per  i  punti  corrispondenti  si  dicano 
del  pari  superficie  corrispondenti. 

«  Prendendo  in  ciascuno  dei  fasci  ad  una  ad  uua  le  superficie  corri- 
spondenti, queste  tre  superfìcie  Fi,  F2,  F3,  s' incontrano  in  punti,  che  gene- 
rano una  curva  C3,  quando  la  superficie  R  genera  il  fascio  (R)  —  L'ordine 
di  C3  sarà 

C3  =  (l+2)mrriF3M3P£: 
«In  generale  siano  dati:  un  fascio  (R)  della  (n  —  2)"!  dimensione, 
e  d'indice  m„  di  superfìcie  d'ordine  »•;  indi  le  curve  (pi),  (/'>),...  (p„) 
rispettivamente  d'ordine  pi,  p>, . . .  p„  ;  e  finalmente  i  fasci  (F,),  (F>)  . . .  (F„) 
della  prima  dimensione,  e  d' indici  mi,  nij,  . . .  m„,  di  superficie  Fj,  F2, . . .  F„, 
rispettivamente  d'ordine  fufi, ...  fn- 

«  Si  facciano  corrispondere  le  superficie  del  fascio  (Fj)  ai  punti  della 
curva  (pi),  etc.  Una  superficie  R  determina  nelle  curve  (p(),  (p»), .. .  (p„) 
punti  corrispondenti.  Le  superficie  di  questi  fasci  che  passano  per  i  punti 
corrispondenti  nelle  curve  (pi)  (p»), . ..  (p„),  si  dicano  del  pari  corrispondenti. 
«  Prendendo  ad  una  ad  una  da  ciascuno  di  questi  fasci  le  superficie 
corrispondenti  F,  queste  n  superficie,  prese  a  tre  a  tre,  s' incontrano  in 
punti.  Quando  la  superficie  R  cambia  di  posizione,  può  accadere  che  tutte 
queste  n  superficie  s' incontrino  in  uno  stesso  punto.  Il  luogo  di  questi 
punti  e  una  curva  gobba  C,„  il  di  cui  ordine  è 

n  (n  —  1)     ,        „   ,,   T, 
cn  =  — — o — ■  '•'  »"r  F„  M„  P„. 


—   133  — 

7.  '<  Un  fascio  abbia  uno  dei  suoi  punti  fondamentali  sulla  sua  curva 
corrispondente,  questo  punto  determina  nel  fascio  (R)  uu  secondo  fascio,  di 
dimensione  inferiore,  di  cui  la  superfìcie  derivata  col  mezzo  degli  altri  (n — 1) 
fasci  fa  parte  della  superficie  S... 

«  Quando  un  punto  fondamentale  del  fascio  (R)  trovasi  sulla  curva  (p„), 
le  superficie  del  fascio  (F„),  che  passano  per  questo  punto,  formano  le  parti 
della  superficie  generata  di  S„. 

«  Analoghe  proprietà  hanno  luogo  rispetto  alle  curve. 

8.  «  Per  determinare  l'ordine  della  superficie  degenerata  supponiamo 
che  le  curve  fondamentali  dei  fasci  (F,),  (F.), ..  (F„)  incontrino  le  loro  curve 
co-rispondenti  (p,)  (p£) . ..  (p„)  nei  punti  F,,  F. . ..  F„,  poi  che  la  curva  fon- 
damentale del  fascio  (R)  seghi  le  stesse  curve  nei  punti  Ri,  Rj,  ...  R„.  L'or- 
dino della  superficie  S,  si  otterrà  seguendo  il  metodo  esposto  pel  caso  gene- 
rale e  sottraendo  dal  numero  generale  i  punti  fondamentali.  Si  giungerà  cosi 
alla  formola: 

s«  =  mn  (/"„  p„  —  Fn)  s„_i  +  mr  fa  M,  [rp„  —  R  )  IT„_i  (/>  —  F) 
che  determina  l'ordine  di  S.,. 

9.  «  La  superficie  S„  può  ottenersi  come  il  luogo  delle  curve  di  inter- 
sezione delle  superficie  S„_i  colle  superficie  corrispondenti  F„.  Si  prenda  un 
punto  arbitrario  p'n  sulla  curva  (p„).  Questo  punto  determina  nel  fascio  (11) 
un  nuovo  fascio  della  (n — 2)""  dimensione,  dal  quale  per  mezzo  degli 
altri  n  —  1  fasci  (F)  si  può  dedurre  ima  superficie  S'„_i  che  sarà  dell'ordine: 

m,  M,_t  n„_,  (fP  -  f/'vYa  vjLi  l|A 

i     \       li  P i  J-  ì  ■' 

Il  punto  p'„  determina  m„  superficie  F'„  nel  fascio  (F„j.  Ciascuna  di  queste 
superficie  incontra  S'„_,  in  una  curva  che  appartiene  alla  superficie  S„.  Quando 
il  punto  p'„  muta  di  posizione  sopra  (p„),  si  otterrà  un'altra  superficie  S'„_i 
e  così  altre  superficie  F',.,  ed  in  conseguenza  anche  un'  altra  curva  della 
superficie  S„. 

•■  Ma  allorquando  il  punto  p'„  percorre  la  curva  (p„),  la  superficie  S'„_, 
riempie  un  fascio  (S„_i)  e  la  superficie  F'„  riempie  il  fascio  (F„).  Ne  segue 
che  si  otterranno  le  curve  della  superficie  S„  siccome  intersezioni  dei  fasci 
corrispondenti  (S„_i),  (F„). 

«  Una  generazione  analoga  sussiste,  per  le  curve  ». 

Matematica.  —  Gli  angoli  degli  spazi  lineari.  Nota  del  prof. 
P.  Cassini,  presentata  dal  Socio  Battaglini  ('). 

«  Il  eli.  Jordan  (*)  che  trattò,  col  calcolo,  della  geometria  ad  n  di- 
mensioni, diede  le  espressioni  analitiche  risolventi   questo   importantissimo 

(')  Sedata  del  1  gennaio  1885. 

Essai  de  geometrie    à  n   dimensioni.   Bulletta   de  li  Socictó    matliéiDatiuue    de 

franco  1875. 


—  134  — 

problema  degli  angoli  che  formano  fra  loro  gli  spazi  lineari,  estendendo  i 
processi  e  le  formule  conosciute  per  gli  spazi  di  due  e  di  tre  dimensioni. 
Oggi  che  per  l'opera  del  prof.  Veronese,  codeste  dottrine  vestirono  forma 
strettamente  geometrica,  le  formule  del  sig.  Jordan  acquistano,  nel  campo 
delle  rappresentazioni  possibili,  quella  stessa  ragione  di  essere  onde  sono 
dotate  quelle  del  piano,  e  dello  spazio  a  tre  dimensioni.  Tuttavia  il  problema 
può  ricevere  una  soluzione  puramente  geometrica  in  più  d'un  modo,  e  quello 
che  informa  la  soluzione  qui  esposta  tiene  le  sue  basi  nella  teoria  dell'or- 
togonalità, quale  fu  stabilita  dallo  stesso  Veronese  nella  sua  Memoria  ('), 
ed  è  qui  brevemente  riportata. 

«Come  nella  geometria  dello  spazio  E3,  due  rette,  oppure  una  retta 
ed  un  piano,  oppure  due  piani,  fra  loro  ortogonali,  hanno  i  loro  elementi 
all'  infinito  in  relazione  di  polarità  o  di  coniugamento  armonico  col  cir- 
colo immaginario  S/1-',  cos'i  due  spazi  R,,  R,y  posti  nell'ambiente  R^5_,r, 
(p  + 1  >#)  saranno  ortogonali  se  i  loro  elementi  all'infinito    E/)_1 ,     R^  , 

QO 

sono  coniugati  armonici  colla  sfera  immaginaria  (o  quadrica)  &v     r_i . 

«  Stabilito  questo  principio,  la  teoria  degli  angoli  può  farsi  dipendere 
dalla  soluzione  d'un  problema  che,  a  primo  aspetto,  non  parrebbe  avere 
alcuna  relazione  con  quello  degli  angoli,  ed  è  il  seguente  che  giova  sepa- 
rare in  due  parti. 

«  I.  Quante  rette  possono  attraversare  i  quattro  spazi  omonimi  R/'J, 
R,/*-V  R./^i   R/%   situati  comunque  in  uno  spazio  fondamentale  Rj„-i? 

(V 

«  II.  Quante  rette  possono  attraversare  gli  spazi  R,,' 1  ',  R,/V,  R,,-,,-]  , 

fV 
Rp_,,_i   posti  nello  spazio  fondamentale  R,  ? 

«  Per  rispondere  alla  prima  parte  del  quesito  si  considerino  due  soli 
di  quei  primi  quattro  spazi,  per  esempio  R/1-',  R,/2''  e  per  un  punto  R„ 
si  cerchi  di  condurre  una  retta  che  li  attraversi.  Ciò  è  subito  fatto  poiché 

ri)  .       (V 

R„  ed  R./1^  compongono  uno  spazio  R,,^,  che  con  lo  spazio  R,,^  compo- 
sto da  R„  e  da  R,/5^,  si  sega  nello  spazio  Rj»-Hs_»n-i  =  Ri  cioè  in  una  retta 
unica  passante  per  R0 ,  ed  è  la  cercata.  Ora  se  si  considera  una  tema  qua- 
lunque delle  quattro  cui  danno  origine  quegli  spazi  proposti,  essa  sarà  attra- 
versata da  una  serie  di  rette  n  volte  infinita  componente  un  luogo  continuo 
d'ordine  n  +  1  e  che  ha  »i.-f- 1  dimensioni,  come  ora  si  vedrà.  Si  prendano 
a  considerare  simultaneamente  due  terne,  per  esempio,  R/1^  B.JV  ~R,/V  ed 
R./V  R,/3-7  R„|4-;;  si  prenda  in  R„  "  un  punto  A!  e  per  esso  si  conducala 
retta  che  incontra  E/V  R,,'11';  sieuò  A>  ed  A;)  i  punti  d'incontro.  Ora  per 
il  punto  A3  si  conduca  la  retta  che  attraversa  R/^  ed  R./V  e  sieno  A|  », 
ed  Ai  i  due  punti  d'incontro.  Cosi  in  li,  '    si  hanno  i  punti  Ai  ed  Ai»  che 

(')  Bchawllung  der  projectìoìschen  Verhallnisse  da'   Unum*:  von  verschiedehen  Dimen- 
tionen  etc.  Matk.  Annaleu.  Bd.  XIX. 


—   135  — 

si  corrispondono  pioiettivameute,  laonde  si  può  considerare  lo  spazio  lì,,  ' 
come  due  spazi  sovrapposti  dotati  di  »-+-l  punti  uniti;  dunque  vi  saranuo 
7i  +  l  rette  elio  attraversano  i  quattro  spazi  proposti,  ed  alla  prima  parti' 
del  quesito,  rigorosamente  parlando,  si  sarebbe  risposto;  ma  non  sarà  inu- 
tile l'osservare  che  ognuno  dei  quattro  luoghi  rigati  è  segato  da  quello 
spazio  che  non  forma  parte  della  sua  terna,  inn-+-l  punti  e  che  perciò  è 
dell'ordine  (n  +  1)'5""0.  Cosi  per  esempio  in  uno  spazio  K^,  quattro  piani 
Bs  ",  R/^,  R/3A  R/4-^  danno  origine  a  quattro  luoghi  rigati  a  tre  dimen- 
sioni e  del  3"  ordine  i  quali,  da  uno  spazio  R3  sarebbero  segati  in  quattro 
cubiche  gobbe,  e  da  un  piano,  in  tre  punti. 

«  Per  rispondere  alla  seconda  parte  del  quesito  si  faccia  passare  per  i 
i  e.) 

due    spazi  R,,_'„_i  ,    R-„-i ,   lo  spazio  R.> ',,-,)_]  che  sarà  unico;  esso  se- 

(V  C'J 

gherà  gli  altri  due  R/V,  R/^  secondo  gli  spazi  R^,,.,  ,    R,,.,,.!  ;  dunque 

(V  (V 

nel  nuovo  spazio  R>/,,_„i_i  staranno  quattro  spazi  omonimi  Rp_„_i  ,    Rp_„_]  , 

Rp_„_i  ,  R,,_„_i ,  e,  poiché  si  ricade  così  nel  caso  prima  considerato,  si 
scorge  che  vi  saranno  p —  n  rette  attraversanti  i  quattro  spazi  considerati 
nella  seconda  parte  del  quesito. 

«  Stabilite  queste  premesse  ecco  come  si  passa  alla  quistione  degli 
angoli.  Quando  due  spazi  si  incontrano  in  un  punto,  le  rette  che  stanno  in 
uno  di  essi  e  passano  per  quel  punto,  formano  angoli  sempre  differenti  con 
quelle  che  stanno  nell'altro  e  passano  per  lo  stesso  punto.  Fra  questi  angoli 
vi  sarà  certamente  qualche  minimo  (e  quindi  qualche  massimo)";  ma  questo 
minimo  non  può  mai  esser  nullo,  appunto  perchè,  per  supposto,  gli  spazi 
non  hanno  in  comune  che  un  punto,  vertice  comune  a  tutti  quegli  angoli. 
Ora  si  può  stabilire  il  teorema: 

«  Un  lato  d'un  angolo  minimo  è  la  proiezione  ortogonale  dell'altro  e 
viceversa. 

«  Infatti  sieno  Rv ,  R,;  i  due  spazi  che  si  incontrano  solamente  in  R„  ; 
sia  a  una  retta  giacente  in  Rp  e  proiettantesi   ortogonalmente  nella'  b  che 

giace  in  R5  ;  se  ab  è  angolo  minimo,  sarà  a  proiezione  ortogonale  di  b  :  poiché 
se  così  non  fosse  si  potrebbe  sempre  proiettare  b  ortogonalmente  in  R 
detta  e  questa  proiezione,  le  rette  a,  b,  e  formerebbero  un  triedro  ordinario 

A  A 

rettangolo,  del  quale  la  sarebbe  la  faccia  ipotenusa  e  bc  una  faccia  cateto, 
ed  allora,  per  cose  notissime,  bc<Cba;   allora   ba   non    sarebbe   più  angolo 

minimo  come  fu  supposto.  Consegue  che  il  supplemento  di  ba  sarà  un  mas- 
simo; poiché,  se  vi  fosse  un  angolo  x  maggiore  di  quel  supplemento,  allora 
il  supplemento  di  x  sarebbe  minore  del  minimo  che,  perciò,  non  sarebbe 
più  tale. 

Rendiconti    -  Vol.  I.  18 


—  136  — 

«  È  importante  notare  che  il  piano  dell'angolo  minimo  riesce  ortogo- 
nale ad  entrambi  gli  spazi.  Infatti  una  retta  incontrante  in  un  punto,  uno 
spazio  E,,,  giace  con  esso  in  uno  spazio  E^i  e  per  quella  retta,  in  detto  spazio, 
non  si  può  condurre  ad  E,,  che  un  piano  perpendicolare.  Infatti  sieno  R 
ed  E,,06  gli  elementi  che  E,,  e  la  retta  Ei  possiedono  all'infinito,  ove  risiede 
la  sfera  immaginaria  S*_2  ;  è  chiaro  che,  trovato  lo  spazio  polare  di  E,,10, 
esso  si  segherà  con  Ep_x  in  uno  spazio  E ■J,_2_/)  =  E"_2  al  quale  corrisponde, 
come  coniugata,  una  retta  unica  passante  per  E,,00.  Tutto  questo  coli' ap- 
poggio della  riportata  teoria  dell'ortogonalità. 

(V        f-) 
«  Siano  ora  E,lj4 ,  B,,^  ,  due  spazi  situati  nell'ambiente  fondamentale 

Ej-vhj  e  perciò  incontrantisi  in  un  punto.  Questi  due  spazi  possiedono  al- 
l'infinito gli  altri  due  E,/V°°,  E/2^,  posti  in  un  ambiente  EJl+1  ed  il 
piano  del  minimo  angolo  possiedera  una  retta  Ei"  che  dovrà  essere  coniugata 
armonica  colla  sfera  S»n°°  rispetto  agli  spazi  B/V",  R/V".  Ora  i  coniu- 
gati polari  di  questi  due  spazi  sono  altri  due  spazi  omonimi  R/3^,  E,/4-'00 
ed  ogni  retta  che  li  attraversi  tutti  quattro  avrà  il  doppio  coniugamento 
armonico  richiesto;  ma  queste  rette  sono  in  numero  Ji-f-1,  come  fu  dimo- 
strato nella  prima  parte  della  premessa  quistione,  dunque  altrettanti  saranno 
gli  angoli  minimi. 

«  Gli  n+1  lati  che  stanno  in  uno  degli  spazi  formano  un  sistema 
ortogonale  perchè  le  n+1  rette  'che  stanno  all'infinito  ed  appartengono 
ai  piani  degli  angoli  minimi,  sono,  a  due  a  due,  coniugati  colla  sfera  im- 
maginaria. 

«  Stabilita  la  legge  degli  angoli  minimi,  per  gli  spazi  che  s' incontrano 
in  un  punto,  non  è  guari  difficile  trovarla  per  due  spazi  E;, ,  E,  giacenti 
in  uno  spazio  Bm_s  e  quindi  incontrantisi  secondo  uno  spazio  Es .  Supposto 
p+g>*2s,  si  potrà  condurre  per  un  punto  di  Es, uno  spazio  E,, -„_2«,  per- 
pendicolare ad  Es .  Questo  spazio  incontrerebbe  Es  in  un  punto  solo,  ed  in 
quel  punto  s'incontrerebbero  gli  spazi  E,.s,  E5_s,  secondo  i  quali  si  se- 
gano E;,  ed  Eg  con  Bp+y-»,  e  per  quei  due  nuovi  spazi  vige  il  concetto 
esposto  precedentemente  ». 

Matematica.  —  Intorno  ad  un  teorema  di  Lagrange.  Nota  del 
dott.  G.  Frattixi,  presentata  dal  Socio  Battaglisi  (l). 

«  Il  Serret  nel  Cours  d'Algebre  supérieure,  t.  II,  330  dimostra  un  Teo- 
rema dovuto  a  Lagrange  e  contenuto  in  sostanza  nella  proposizione  seguente  : 
La  congruenza: 

a;*  — D#*  =  X     mod.  p 
(p  primo  e  D  diversa  da  0  rispetto  al  modulo),  e  risolvibile. 

(')  Seduta  del  *  dicembre  1884. 


—  137  — 

«  La  presente  Nota  ha  per  oggetto  la  determinazione  dell'i  satto  numero 
di  soluzioni  della  precedente  congruenza.  Tale  determinazione  è  ricca  'li 
varie  conseguenze.  Tra  queste  citerò  immediatamente  il  teo] 

«  Le  congruenze: 

■  r1-  —  Byl=).   ,   .,■'  — 1),/-  =  ). 
sono  risolvibili  se  p  >  5. 

«  Prima  di  venire  all'argomento  eredo  utile  esporre  una  elegante  dimo- 
strazione della  possibilità  della  congruenza  x-—J)yì=\,  gentilmente 
inimicatami  dal  sig.  prof.  Luigi  Bianchi,  poiché  il  principio  che  la  informa 
mi  sarà  giovevole  ad  un  certo  punto.  Se  X  è  residuo  basta  faro  y  =  0, 
'j',~±iV  X.  Se  X  è  non  residuo  basta  dimostrare  che  la  differenza  v.  —  l  la 
quale  quando  x  percorra  la  serie  dei      0      residui  non  è  mai  nulla  mod.  p, 

è  talvolta  residuo   e  talvolta  non   residuo.    Se  essa   fosse   sempre   i 

p-i 
o    non   residuo,    tutte    le    radici    di   x%=l    sarebbero   anche    radici   ili 

p  —  i  p—i     p—i  p—\    p  —  i 

[ce— X)8  E±l  e  però  anche  di  (, e— X) ì  —  j:1  =  0 ,  o  di  U— X)  -  —  x^h  —  2, 
e  si  cadrebbe  nell'un  caso  e  nell'altro  in  una  congruenza  non  identica  con 
un  numero  di  radici  superiore  al  suo  grado.  La  dimostrazione  suppone  sol- 
tanto — =—  >1  cioè  p>3.  La  congruenza  è  adunque  risolvibile  se  p 

«  I.  Teorema.  Considerando  come  identiche  due  soluzioni  coniugate 
della  congruenza  xl  —  D//'  =  X .  due  soluzioni  cioè,  che  siano  riducibili 
luna  all'altra  con  un  cambiamento  di  segno  operato  sopra  i  valori  della  ce 

e  della  y,   il  numero  delle  soluzioni    della    congruenza,    verrà    dato  da: 

2  W'  — (    3  )   )  dinotando  (      \  il  carattere  quadratico  di  L»  rispetto  a  p. 

«Si  consideri  infatti  la  congruenza  a?~ — D#2=l  supponendo  D  resi- 
duo. Potremo  scriverla  come  segue: 

(as+y|/'D)(a— y|/D)  =  l, 

e  risolverla  ponendo: 

■  '■~y\/W=o\    x-yV  V  =  g-', 
d'onde  : 

(1)  *  =  j(/  +  !n,     yEE^ig'-g-'), 

-  11  "^  1 

essendo  g  radice  primitiva.  E  facile  verificare  che  la  oc  assume  '  0  va- 
lori fra  loro  incongruenti  quando  y  percorre  la  serie  dei  valori  :  0, 1, . . .      ?     , 

e  i  valori    medesimi    ma    cangiati    di    seguo   quando    v    percorre   la   serie 

p  —  l 

■ — s — *,....p  —  2.  Se  adunque  stimeremo  identiche  fra  loroledue  soluzioni 


—  138  — 

conjugate:  («,|3),(—  a, — /S) ,   è  evidente  che  per  avere   tutte  le  possi- 
bili soluzioni  della  congruenza,  basterai  attribuire  come  valori  alla  v  tutti 

successivamente  i  J^—  numeri  0,1, ^-^- ,  e  calcolare  per  ognuno 

di  essi  i  valori  della  x  e  della  y  con  le  (1).  11  numero  delle  soluzioni  della 

congruenza  è  adunque  P~    .  Sia  ora  data  la  congruenza  o:'1  —  T>'if-  =  1  con 

D'  non  resto. 

«  Consideriamo  insieme  le  due  congruenze  : 

^—l^D^  ,  ,a'J-lED'!/s. 

p \ 

(I)  resto).  Per  ogni  numero  della  serie  2,3,..  '— ^—  dato  come   valore 

.alla  £C,  verrà  fatto  di  risolvere  o  la  prima  congruenza  o  la  seconda,  secondocbè 

ufi —  l  diverrà  resto  o  non  resto.  Ad  ognuno  dei   sopradetti  — ^ —    valori 

della  x  corrisponderanno  così  due  valori  di  segno  contrario  ma  eguali  e 
diversi  da  0  per  la  // ,  e  questi,  uniti  a  quel  valore  della  x  daranno  due 
soluzioni  o  della  prima  congruenza  o  della  seconda.  Otterremo  così  in  tutto 
f  —  3  valori  della  ,y.  Ciò  posto,  distinguiamo  i  due  casi:  p  =  4n  +  l, 
p  —  An  -\-  3.  Nel  primo  caso,  siccome  la  prima  congruenza  può  essere  sod- 
disfatta con  x=  0  mentre  la  seconda  non  lo  può,  ed  entrambe  con  x  =  1 , 

p—1 
e  d'altronde  quando  la  x  percorre  la  serie  di  valori:  0,1, .. — —  ,  la  prima 

p 1 

congruenza  la  quale  ammette,  come  si  vide,  £— —  soluzioni   dà   occasione 

p l 

a  —  - —  valori  della  >/  che  associati  a  convenienti  valori  della  x  la  risol- 

2  J 

vono,  manifesto  apparisce  che  dei  p —  3  valori  della  y  sopra  menzionati, 

,p i  (p — 1        \ 

Q  -  —  2  proverranno  dalla  prima  congruenza,  e  perciò  p  —  3  — l  — ^ 2  j 

dalla  seconda.  A  questo  numero  aggiungendo  una  unità  a  causa  della  solu- 
to I  1 
zione  (1  ,  0)  della  seconda  congruenza,  otterremo  *-~ —  come  numero  dei 

valori  assoluti  della  y  con  i  quali  la  seconda  congruenza  può  venir  soddisfatta. 

p 1 

Se  poi  p— 4n+3,  dei  p —  3  valori  della  y  solo  '— = 1  proverranno  dalla 

prima  congruenza  e  perciò  p  —  3 — (  — x 1)  dalla  seconda.  A  questo 

numero  aggiungendo  2  a  causa  delle  soluzioni  /  0,zp|/  — ™  1  ,  (1,0) 

P~h  1 

della  seconda  congruenza,  si  otterrà  ancora       _      come  numero  dei  valori 

della  y  con  i  quali  la  congruenza  x?  —  D'y2  =  1  è  risolvibile.  Il  nostro  Teo- 
rema è  adunque  vero  se  X  =  1 . 


—  139  — 
«  Consideriamo  ora  la  congruenza  generale:  e2 — Dy-  = }.  Se  ).  è  resto,  e 

equivale  alla:  xl\  r-  ) — Dl»/[/  =  \  :e  1  ,  essendo  \  -  un  determi- 
nato valore  della  radice  di  r--  L'ultima  congruenza  ammette,  come  si  di- 
mostrò,  ~(p  —  I  M  soluzioni  rispetto  incognite  ai/  z  v\/  _  e  per- 
ciò altrettante  rispetto  alle  incognite  oc,  y.  Se  poiX  non  è  resto,  potremo  scrivere 

•-  Ti 

la  congruenza  come  segue  :  -r-  — 1  =  -ri/\  Edora,  se  D  non  è  resto,  sic- 
come, per  ciò  che  si  vide,  vi  sono  — - —  valori    che   attribuiti   alla  y  nel 

secondo  membro  riducono  questo  alla  forma    xv1  —  1  ,  così   ve    ne  saranno 

p  —  \ 
p ^—  che  lo  ridaranno  alla  torma  w  —  1  essendo  w'  non  resto  e  per 

,■*-  p  _f_  i 

ciò  rappresentabile   con  '-r-.  Esistono  così  —= —  soluzioni  della  congruenza. 

75-1-1 

Se  poi  D  è  resto,  vi  sono,  come  sappiamo,  — -= —  valori  della//  per  i  quali 
Y }/~  e  della  forma  w'-  —  1  ,  e  perciò  — - —  valori  della  y  per  i  quali  esso 

è  della  forma  w' —  l,  ed  esistono   per  ciò  "—= —  soluzioni. 

«  Corollario.  Se  p  =  4n-4- 1  esistono  nella  successione  ciclica  1,2,.... 
p  —  1 ,  n  resti  seguiti  da  resti,  o  non  resti  da  non  resti,  o  non  resti  da  resti. 
o  resti  da  non  resti.  Se  p  =  4»-j-b  esistono  in  quella  successione  n  resti 
seguiti  da  resti,  o  non  resti  da  non  resti,  ed  n  + 1  non  resti  seguiti  da  resti, 
o  resti  da  non  resti  ('). 

«  Se  infatti  vorremo  che  i  numeri  a  ,  a-f-1  entrambi  diversi  da  0  siano 
resti,  dovremo  porre:  ar  =  a  ,  if-  =  a -r-l    e   risolvere   la  y- — ,/!  =  l  con 

n l 

x  ed  y  diverse  da  0.  Se  p  =  4n-f-3  la  congruenza  ultima  ammette  — ^ — 
soluzioni  inclusa  la  (0,  ±  1)  e  perciò  ±—= —  soluzioni  con  x  ed   y  diverse 

da  0.  I  quadrati  dei  — s —  valori    di   x   danno  così  - — -  ■    resti    che    sa- 

ranno  certamente  seguiti  da  resti.  Vi  sono  adunque  n  resti  segniti  da  resti 
anche  se  si  consideri  la  successione  p  —  1.  1  perchè  i  due  numeri  di 
questa  non  sono  entrambi  resti.  Un  conto  analogo  si  può  fare  se  p  =  4 n-f-1. 
'«Per  trovare  il  numero  dei  resti  seguiti  da  non  resti,  dovremo  con- 
siderare la  congruenza:  .r1  —  r:yi~E=.  —  1  essendo  7  un  certo  non  resto.  Ora, 

(')  Serre*,  1.  e.  329. 


—   140   - 

p-4-1 
se  p  =  4n-f-3  l'ultima  congruenza  ammette  — - —  soluzioni  con  x  ed  y  di- 

P~\-  1 
verse  da  0,  e  vi  sono  perciò  ±—j —  =  71  +  1  resti  seguiti  da  non  resti.  Se 

p i 

p  =  4n  +  l  la  congruenza  ammette  !—= —  soluzioni  con  x  ed  y  diverse  da  0, 

ù 

v  —  i  .    . 

e  vi  sono  ^—-r —  =  n  resti  siffatti.  Analogo  ragionamento  per  il  numero  dei 

non  resti  seguiti  da  resti  o  da  non  resti,  nei  due  casi:  p  ~-4n-hS  , 
7)--4n  +  l. 

«  II.   Risolubilità  della  congruenza  : 

xì  —  Dy4=  X     niod.  p. 
quando  D  è  diversa  da  0. 

«  La  sopra   scritta   congruenza,   se    X   ò  resto ,   si   può    risolvere  con 

a ==±4 -X,  y  =  0.  Non  dobbiamo  adunque  occuparci  di  essa  quando  X  è  resto. 
E  neppure  quando  /j  =  4n  +  3.  Infatti,  se  p  =  4?i~f-3,  i  resti  quadratici 
sono  anche  resti  biquadratici  e  viceversa.  Così  die ,  risolta  con  ajrEa?i, 
zEE zi  la  congruenza  x1 —  D;2EirX,  si  avrà:  .r2i —  Ds^EEX.  E  poiché 
zai— j/4n  si  avrà  ancora:  xl\ —  D.ySEEX.  Limitiamoci  adunque  all'ipotesi: 
p  =  4)t  +  l  e  X  non  resto. 

«  Ponendo  successivamente:  z  =  l  ,2,  ...p  —  1,  si  troveranno,   se  D 

è  nou  resto,  o    — - — valori  di  z  con  i  quali  la  congruenza xì  —  Dz2=X 

lì  a 

è  risolvibile.  Ora,  poiché  il  minore  di  questi  numeri  supera  di  ima  imita 

il  noto  numero  dei  resti  e  dei  non  resti,  i  suddetti  '— - —  o  —t - —  valori 

di  ;  nò  saranno  tutti  resti  nò  tutti  non  resti.  Vi  sarà  adunque  almeno 
un  valore  resto  :riEE*A  della  z,  per  il  quale  la:  x? —  Dz-EEX  sarà  risol- 
vibile, e  perciò,  ponendo:  y=.±yl  sarà  ceni  uno  di  questi  valori  di  y 
risolvibile  la:  x? —  Dy4  =  X. 

«  Supponiamo  adunque  resto  la  D.  Iu   questa    ipotesi,   se,    contraria- 
ci  i 

mente  a  ciò    che    si    vuol    dimostrare,    la   forinola  - —  —  non  potrà  rap- 
ir-—X 
presentare  un  quadrato  di  resto,  siccome  la  congruenza  — =] — -  =  z"  am" 

p \  p  —  1 

mette  ■!—= —  soluzioni  ed   esistono    quindi  J—r —  valori  di  z  non  maggiori 

p i 

di  — ^ —  ed  escluso    evidentemente    lo  zero,   i  quadrati    dei    quali    sono 

rappresentabili  con  — fy~~>  quest'ultima  forinola  potrà  per  — ^ — ■  va- 
lori della  x  diversi  da  0  e  fra  loro  incongruenti,  rappresentare  un  quadrato 
di  non  resto  ossia  una  radice  della  congruenza  :  w  4—  —  1.  Facendo  adunque 


—  141  - 

p  —  [ 
successivamente:  co  =  1,  2,....  p —  1,  esisteranno  -1—- —  di    questi    valori 

che  verificileranno  la  congruenza:  r    ^      \    s  =  _  i.  Quest'ultima,  ridu- 

cibile  alla  (x- — X)    4=  — 1  o  alla  (.',2— -X)     'l  =  1    secondo    che    sia 

p— i  ?>— i 

D'e  1  o  D  'e  —  1,  avrà  così  tante  radici  quante  ne  indica   il  grado. 

p— 1 

Ed    i   — —  numeri  che  la  soddisfano  non  potranno  essere  tutti  resti  o  tutti 

non  resti.  Infatti  se,  per  fissare  un  caso,  si  voglia  supporre   che  le  radici 

della:    (xl —  X)  *  E=  —  1  siano  resti  tutte,  o  tutte  non  resti,  si  dovrà  am- 

p— i  v— i 

mettere  che  esse  soddisfino  tutte   o   alla:  x  2  ==  1,  o  alla: a;  *  ~  — 1,   e 

p— i  p — i  p— i  p— i 

quindi,  o  alla:  a~—  O2  —  X)"^  2,  o  alla:  .v"2"—  {x%—  X)  "*=  0,  e 
si  cadrà  se  p  >  5  in  congruenze  dotate  di  radici  in  numero  superiore 
al  loro  grado. 

«  Esistono  adunque    per  la  x   valori  resti  e  valori  non    resti  atti    a 

X*. )  p-l 

rendere  — rr — ■  quadrato    di    non    resto.    Se    D    *  =  1,  dicendo  <r  uno  di 

,.* \ 

siffatti  valori  resti  della  x,  avremo  una  identità  della  forma:  —  _    ■  —  t1 

vale  a  dire:  (t  1   I))2  —  DJ  -j —  |=  —  X.   E    se  D  *  = —  1,  rappresen- 

l/TT 

tando  con  <r  l  1)  uno  dei  sopradetti  valori  non  resti  della  a?,  un'iden- 
tità   della    forma:      7  =  *»  riducibile  alla:  (fl  "D);  —  D<;4=— X.  Ap- 

parisce cos'i  che,  se  D  è  resto,  si  può  sempre  risolvere  la:  x* —  D//''= — X 
posto  che  la  a?  —  D«/4  =  X  non  sia  risolvibile.  Ciò  dimostra  il  teorema 
nell'ipotesi:  p  ==  8  n  -f-  1.  Se  infatti  in  questo  caso  si  ammetta  comi'  ri- 
solvibile la  x1  —  D;/1  =  —  X  anziché  la  x2  —  D//1  EE  X  e,  per  conseguenza, 

come  esistente  una  identità  della  forma  a/ì  —  l)ij"k  =  —  X,   moltiplicando 

p-i 
ambedue  i  membri   di    questa  per  g  t    ,   essendo    g    radice    primitiva,    si 

/        pz±\~  (       p^}\1 

otterrà:  \af.g  s  )  -Di-,'.}»   )  =X. 

«  Se  p  =  8  n  -+-  5,  ricorderemo  di  aver  dimostrato  che,  posta  l'im- 

/  xl  _  X \£rl  _ 
possibilità  della  congruenza  a-'2  —  D.y1  =  X,  la  (  — ^ — '  I  s    —  —  1,  am- 
mette almeno  una  radice  resto  ed  una  almeno  non  resto.  Ciò  posto,  distiu- 

p_i  p-i 

guiamo  i   due  rasi:  D4  =  —  1,    D  '   =  1.  Nel  primo  caso,  approfittando 


—  112  — 

A y      \    f  . 


della  radice  resto,  potremo  ottenere:  I  J  4  =—  1  ossia:/        "    1  4EE1, 

) rì  ?r}  _ 

d'onde:  ^-  =J4,  ed  anche,  poiché  (— D) 4  =1,  (f-.|/D)2— D 


/)— r2\^=l_ 

Nel  secondo  caso  poiché  la  ( -^ — l  4  =  1,  ammette  una  radice  non  resto  e 
rappresentabile  con    <j2 .  g  '*   ,  potremo  ottenere  una   identità   della   forma  : 

/kjLiY*EEl,  ossia:  '-fc— =  'S  riducibile  alla:  (tH 'Bf-Dj-j—  )  =  ).. 

«  Possibilità  della:  \         ' 

a'4  —  D//2  =  X- 
«  Kisolveremo  la  :  y2  —  D'  a;4  =  —  X  D',  determinando  D'  con  la  con- 
dizione:  DD'  =  1.    Dalla  identità:  y<?  —  D'  x0l  =  —  XD',  seguirà  cos'i: 
<ru\—W  =  \. 

«  UE.  La  congruenza: 

Aa/'  +  2B</a;2  +  Q/2  =  X, 
è  risolvibile  quando  il  determinante  B2 —  AC  non  è  nullo  mod.  p. 
«  Ricavando  infatti  y  in  funzione  di  x,  otteniamo: 
_  _  b#*  *:  |/V(B2—  AC)  +  XC 

y  = q- • 

«  E  poiché  è  possibile  una  identità  della  forma:  a-04  (B2  — A.C)+XCe=mq*, 

ponendo  00  =  00-»,  y  ==  *~    J°  ~    "'  risolveremo  la  proposta  congruenza. 

\j 

«  £/n  trinomio  di  secondo  grado  in  x  può,  per  qualche  valore  della  x, 
divenire  un  biquadrato  mod.  p. 

«  Ciò  significa  che  la  congruenza: 

aar  +  2  bx-±-c=yl 
ossia  la:  (a,  oc  -h-b)-  —  ay''  =  ò2  —  a  e  è  risolvibile,  e  ciò  fu  stabilito. 

«  Non  credo  opportuno  insistere  maggiormente  in  facili  conseguenze 
del  già  dimostrato  ». 

Matematica.  —  Un  teorema  relativo  alla  trasformazione  mo- 
dulare   di    grado    p.    Nota  I.  del    dott.    G.  Frattini,   presentata 

dal  Socio  Battaglisi  (') 

«  Se  i  numeri  a,  /?,  7,  5  vincolati  dalla  sola  condizione:  a 5 — B'i  =  ^ 
variano  ciascuno  nel  campo  dei  resti  relativi  al  divisore  primo  p,  il  gruppo 
delle  sostituzioni  lineari  della  forma: 

-£  =  («,  B,  7,  8 

7A  +  0 


(')  Seduta  del  14  dicembre  1884. 


—    14.'!   — 

fra  gli  elementi:  ''  —  (0,  1,  2,  ....  p  —  l.a).  dicesi  il  gruppo  modulare 
della  tra  sforma:- 'urne  di  grado  p.  Dimostro  qui  appresso  un  Teorema  note- 
vole relativo  a  siffatto  gruppo.  Da  questo  Teorema  scaturisce  immediata- 
mente, ccino  corollario,  la  nota  proprietà:  //  gruppo  è  semplice  se  p>3. 
1.  «  Chiamando  affini  duo  sostituzioni  di  un  gruppo  qualsivoglia  quando 
si  possono  trasformare  una  nell'altra  con  sostituzioni  del  gruppo,  è  noto 
clic  le  sostituzioni  di  questo  sono  ripartitali  in  categorie  di  sostituzioni 
tra  loro  affini.  Ciascuna  categoria  rientra  in  sé  medesima  quando  la  si  trasformi 
con  sostituzioni  del  gruppo.  La  ripartizione  pel  gruppo  modulare  è  poi  de- 
finita dal  seguente  : 

«  Lemma.  Le  sostituzioni  :  (  y,  fa  y,  5  —  «)  —  ( —  Ki  —  ^,  — y.  %  —  r,) , 
si  spartiscono  in  p — 1  categorie  di  sostituzioni  affini,  ordinatamente  cor- 
rispondenti ai  p — 1  valori  assoluti  diversi  da  2  della  quantità  0,  e  in 
una  classe  eccezionale  corrispondente  al  valore  2  della  quantità  medesima. 
Quest'ultima  classe  si  spezza  in  tre  categorie  di  sostituzioni  affini.  La 
prima  di  queste  è  composta  della  sola  identità  ,  la  seconda  ,  che  direnai 
allegoria  A,  delle  sostituzioni  (x,  fa  7,  2  —  x)  per  le  quali  fi  è  resto  di 
quadralo,  e  delle  (1,  0,  y,  1)  per  le  quali  — y  è  resto,  e  la  terza,  la  1! . 
delle  rimanenti  sostituzioni  della  classe  2. 

«  Gli  sviluppi  relativi  a  questo  punto  esporremo  in  una  breve  Nula  II. 
che  farà  parte  del  prossimo  fascicolo  dei  Rendiconti,  e  perciò  veniamo  senz'al- 
tro al  Teorema  che  vogliamo  dimostrare. 

2.  «  Teorema-  Date  due  sostituzioni  S,  S'  del  gruppo  modulare 
diverse  dall'  unità,  si  possono  ritrovare  nel  gruppo  islesso  due  sostituzioni 
trasformatile!  Tt  ,  T2 ,  tali,  che  sia  : 

(Tr1ST])(Ts-1ST2)  =  S'. 

«  Possono  fare  eccezione  i  seguenti  casi  : 

S  parabolica  ed  S'  iperbolica    se    p  =  4n-hl  ('), 
S  »  »    »    ellittica        »     p  =  4tt  +  3, 

S  a  periodo  2  »    »    parabolica  »     p=4n-f-3  . 

«  Se  p  =4  n~r- 1  ,  si  potrà  tuttavia  ottenere  qualunque  siano  S  ed  S' 

una  eguaglianza  della  forma: 

(Tr1SvT,)(TrJSTì)  =  S'. 
«  Lo  stesso  avviene  se  p-— 4»i-i-3,  se  pure  S  non    sin    a  periodo  2 
ed  S'  parabolica. 


(')  E  noto  che  le  sostituzioni  de]  grappo  -i   distinguono  in  paraboliche,  iperboliche 
ed  ellittiche  secondochè  lasciano  immobile  uno  o  due   elementi   ovvero  li    s^islano  lutti 
La  sostituzione  (a,  £,  -,-,  i)  è  poi  parabolica   iperbolica  0  ellittica     ccondochè    la  quantità 
(z-t-i):  —  4  è  nulla,  resto  (ili  quadrato]   0   non    resto.  Le     1  tituzioni  d'ordine  2  0  a  pe- 
riodo 2  sono  poi  quello  per  le  quali:  sch-SSO. 

Rendiconti  —  Vol.  1.  >'•' 


—  144  — 

«  Basterà  dimostrare,  e  dimostreremo,  che  tranne  i  casi  di  eccezione 
enunciati  nel  Teorema,  si  possono  sempre  assegnare  due  trasformate  di  Sv 
(v  =  1  nei  casi  contemplati  dal  Teorema),  e  di  S  rispettivamente,  ma  tali, 
che  il  loro  prociotto  riesca  affine  ad  S',  vale  a  dire,  che  si  può  sempre  ot- 
tenere l' eguaglianza  : 

(H,-1  Sv  H,)  (H,-1  SH2)  =  Hr1  S'  H3 
per  Hj ,  H» ,  H3  scelte  convenientemente  nel    gruppo.    Infatti  dall'  ultima 

eguaglianza  segue  : 

H3Hr1SvH1H2-1SHiH3-1  =  S', 

ovvero  posto:  H3Hr1=Tf1,  HiH3_  =^T», 

(TI-,SvT1)(Tr1ST,)  =  S'. 
3.  «  Supponiamo  adunque  in  primo  luogo  che  uè  S  ne  S'  apparten- 
gano alle  categorie  eccezionali  A  e  B.  In  questo  caso,  siccome  l'affinità  di 
una  sostituzione  con  S  o  con  S'  equivale  all'  eguaglianza  del  valore  asso- 
luto del  suo  invariante  9  di  affinità  con  quello  dell'  invariante  di  S  o  di  S', 
avremo  dimostrato  il  Teorema  quando  avremo  stabilito  clic:  del  gruppo 
modulare  si  possono  sempre  assegnare  due  sostituzioni  dotate  del  mede- 
simo invariante  dato,  e  tali,  che  il  loro  prodotto  sia  dotato  di  un  certo 
invariante,  dato  anch'  esso  comunque  in  valore  assoluto.  A  stabilir  ciò  , 
supponiamo  essere  Si  ,  1'  invariante  dato  e  che  dev'  essere  comune  ai  due 
fattori  del  prodotto,  e  k1  il  quadrato  dell'  invariante  che  si  vuol  dare  a 
quest1  ultimo.  I  due  fattori  essendo  :  (a,  /3,  y,  9\  —  xj,  (*■ ,  °\  ,  7,  ,  0r*-L«i), 
sarà:  «0i  +  /V/  +  7i  i^  +  l^i  —  a)  (8t  —  «j)T  invariante  del  loro  prodotto.  ■ 
Si  deve  dimostrare  che  si  può  sempre  risolvere  la  congruenza: 

(1)  flt2i  +  i3,v  +  7i/3  +  (9»  —  «)  (9i-**i)  =  — * 
disponendo  all'  uopo  dei  numeri  a,  ■),  7,  «1 ,  ft ,  7,  già  soggetti  alle   con- 
dizioni : 

(2)  «($1— «)— J3y  =  «i(0i  —  «i)-/3i7i=l, 

e  della  arbitrarietà  del  seguo  del  2°  membro.  Dalla  (1)  eliminando  7  e  71 
per  mezzo  delle  (2),  si  ottiene  : 

(3)  /3i»(«(0i  —  «)  — l)  +  /3i/3((9,  — «)(9j  — «i)  +  «a,=T=fc)  + 

+/52(«1(5,-«,)-l)=0. 

Ora,  porcile  la  (3)  sia  possibile  per  valori  diversi  da  0  del  prodotto  (i\  fi 
pel  quale  fu  moltiplicata  la  (1),  convien  dare  alle  quantità  <x ,  <xl  valori 
tali,  che  il  discriminante  del  primo  membro  sia  resto  di  quadrato,  tali  cioè, 
che  sia: 

t*=s  ((0i-«)  (0i-«O  +  «*,  ipfc)I-4(«  (9,-*)-  l)  («,  (0i-a,)-l)  . 
Dimostreremo  che  ciò  si  può  sempre  fare  se  p>  3.    Possiamo    infatti  ri- 
durre la  precedente  condizione  alla  forma  : 

«2=(«-H-«i2)(^r-4)  +  291(«  +  «1)(±/c-912  +  2)  + 
+  2«2l  (9^^2k)^(9r^liy--4 


—  145  — 
il  secondo  membro  della  quale  è  di  secondo   grado   rispetto   alle   variabili 
v,  «i .  Per  risolverò  quest'ultima  congruenza  nel    modo    il   pia  venerale, 
porremo:  x~hx,=ij. ,  ««i=v  ed  otterremo: 

Ora  affinchè,  dati  due  valori  uA  .  y,  di  ;;.  e  v  por  i  quali  quest'  ultima  con- 
gruenza sia  risolvibile,  si  possano  determinare  i  corrispondenti  valori  di  a 
e  di  «t .  è  necessario  e  sufficiente  che  la  quantità  ij}  —  4v  sia  resto  mod.  77, 

che  sia  cioè:  r-ivE^'-,  ossia:  v  =  ^-_     -.  Sostituendo,  e  ponendo: 

a  —  ^i  =  w ,  otterremo  dopo  alcune  facili  riduzioni  : 

ti  =  (9lt+k-2)»*-ì-(±k-2)S*-(9l*  +  k-2)(±k-2). 
Una  congruenza  quale  quest'ultima,  è  sempre   risolvibile  rispetto   alle  va- 
riabili t,  a,  e,  che  anzi  il  valore   di  una   delle    variabili    può    in   generale 
esser  dato  arbitrariamente  ('). 

4.  «  Supponiamo  in  secondo  luogo  che  S  non  appartenga  alle  cate- 
gorie A,  B,  ma  che  vi  appartenga  S'.  Se  9{  è  l'invariante  di  S,  le  due 
sostituzioni:  (0,-2-'  Sy1  <», ,  29,  a,"1 ,  Si) ,  (9h—2-i9r1aiì29lar\  0), 
saranno,  se  9\  è  diversa  da  zero,  affini  conS,  ed  ammetteranno  il  prodotto: 
(—  1 ,  —  &>j ,  0,  —  1).  Otterremo  adunque  un  prodotto  parabolico  della  ca- 
tegoria A  0  della  B,  secondochè  per  a^  sceglieremo  un  resto  0  un  non  resto. 
Il  caso  5i  =  0  per  p  =  4n  +  3  non  deve  essere  considerato  perchè  escluso 
nella  enunciazione  della  prima  parte  del  nostro  teorema,  che  è  quella  che 
per  ora  intendiamo  stabilire.  Sia  adunque:  9\  =  0,  k  =  2  e  ji  =  4»-f-l. 
La  condizione  (3)  diverrà:  sr,  /3 —  ^i»  =  ±  (|2+i3|)  V — 1.  Disporremo 
di   /3    e    di   /?i   in  modo    che   essi    siauo    diversi    da    zero,   e  la  quantità 

—  (|3H-/3i)  l  — 1  s'a  diversa  da  0  e  appartenga  alla  specie  quadratica  che 
corrisponde  alla  categoria  di  S'.  Le  sostituzioni:  («,  /3,  7, —  a),  (v\,  ,S|,  71, —  e/.,). 
quando  la  a  e  la  u.\  siano  state  determinate  in  modo  che  soddisfino  all'ultima 

congruenza,  saranno  affini  con  S,  e  il  loro  prodotto: 

(«i«+^j7,  sri0— /3i«, ....) 
con  S'. 

«  Supponiamo  ora  che  S  ma  non  S'  appartenga  alla  categoria  A  0  alla  B. 
Nella  (3)  pongasi:  &i  =  2.  Essa  diverrà: 

(7)  (/3,(«-l)-/9(«,-l))=/3,iS(2^*). 

«Ora,  se  vogliamo  che  le:  («,/3,7,2 —  «),  {v.\ ,  /3| ,  71,  2  —  «1)  rie- 
scano affini  alla  sostituzione  parabolica  S.  dobbiamo  disporre  di  /3  e  di  fi, 
in  modo,  che  essi  siano  numeri  di  una  medesima  e  determinata  specie  (qua- 
dratica o  no  secondo  la  specie  di  S).  In  tal  caso,  sebbene  la  (7)  sia  sempre 

1  Vcggasi  la  mia  Nota  precedenti  :    intorno  ad  un   Teorema  di  Lagra 


—  1  tlì  — 

possibile  por  valori  di  fi  e  fit  diversi  da  0,  non  potremo  tuttavia,  deter- 
minati per  fi  e  fi,  due  valori  qualisivogliano  ma  della  medesima  specie, 
soddisfare  poi  con  %  e  con  *,  alla  (7),  se  una  delle  quantità  :  2-j-/.-,  2  —  fca 
non  sia  resto.  Tuttavia  se  4  — Ir  non  sarà  resto,  (e  per  ciò  2  + /co  2—  fc 
sarà  resto),  la  (7)  sarà  possibile.  La  quantità:  4  —  fe!  — —  (/t2—  4)  è  poi 
non  resto  quando  S'  è  ellittica  se  p  =  4n-f-l,  e  quando  essa  è  iperbolica 
se  ;;  =  4n  +  3.  Sono  cosi  giustificate  le  possibili  eccezioni  alla  prima  parte 
del  nostro  teorema. 

5.  «  Supponiamo  finalmente  che  2  sia  l'invariante  di  S',  e  2  altresì 
quello  di  S.  Abbiamo:  (1 ,  fi,  0,  1)  (1 ,  /3,,  0,  l)  =  (l,/3+&,  0,  ^.As- 
sumiamo per  fii  un  numero  diverso  da  0  e  della  specie  quadratica  di  S, 
e  per  fi  un  numero  della  specie  di  fi,,  ponendo:  fi  =  fi,  sr,  con  co  diversa 
da  0.  Determiniamo  inoltre  «  in  modo  che  anche  1-4-a1  sia  diversa  da  0, 
e  il  prodotto:  fi,  (l+&>2)  della  specie  quadratica  di  S'.  Ciò  si  può  sem- 
pre fare.  Infatti  se  per  ciò  dovesse  la  specie  di  1-f- co*  essere  ad  es. 
quella  dei  non  resti,  si  potrebbe  nella  serie  :  1  ,  2 ,  ....  p  —  1  trovare 
un  resto  non  seguito  da  resto  (').  Eguagliando  a*  al  resto,  ed  u  alla  radice 
di  questo,  si  otterrà  l'intento.  Le  due  sostituzioni:  (1 ,  fi,  0,  1),  (1 ,fi\,  0,  1) 
saranno  dopo  ciò  affini  ad  S,  e  il  loro  prodotto  ad  S'. 

«  Il  nostro  teorema  rimane  cosi  dimostrato  quanto  alla  prima  parte. 

«Per  dimostrare  la  seconda,  dobbiamo  tornare  al  caso  di  eccezione: 
S  parabolica  ma  non  S'.  Sia:  S=  (Xi ,  <M  ,  v, ..  2  -X,  ).  Sarà  va,  il  secondo 
coefficiente  della  sostituzione  parabolica  Sv.  Risolviamo  la  (7)  (ossia  la  (3)  per 
5i  =  2),  scegliendo  fi,  in  modo,  che  la  (?,,  fi  -,  •/,,  2— a,)  riesca  affine  con  S.  Ciò 
facendo,  il  carattere  quadratico  di  fi  potrà,  come  dicemmo,  riuscire  deter- 
minato. Quando  ciò  sia,  esisteranno  nondimeno  numeri  y  tali,  che  la  quan- 
tità vv.i  abbia  comune  con  la  fi  il  proprio  carattere.  Le  sostituzioni:  (sr,/3, 
y,  -2  —  a),  (yt,^i,vi,  2  —  a,)  le  costanti  delle  quali  soddisfino  alle  con- 
gruenze (2),  (7),  ammetteranno  =t /e  come  invariante  del  prodotto,  che  per 
ciò  sarà  affine  ad  S',  e  saranno  affini  con  Sv  e  con  S  rispettivamente,  così 
che  sussisterà  l'eguaglianza: 

~  (Hr1SvH1)(Hr,SH2)^H3-1S'H3. 

6.  «  Semplicità  del  gruppo.  L'eguaglianza  ultima  dimostra  che  il 
gruppo  non  può  contenere  sottogruppi  eccezionali  (dusgeseichneten). 

«  Supponiamo  infatti  che  una  S-  diversa  da  1  appartenesse  a  un  sotto- 
gruppo siffatto.  Vi  apparterrebbe  Sv  e  il  prodotto:  (Tr1  Sv  T,)  (Tf'ST»), 
che  per  T| ,  T.  scelte  convenientemente  nel  gruppo,  è  riducibile  a  qualsi- 
voglia sostituzione  di  questo.  Il  sottogruppo  si  ridurrebbe  così  al  gruppo 
totale.  Questo  ragionamento  cessa  di  essere  efficace  se  p— 4/i+  3,  S  a  pe- 
riodo 2,  ed  S'  parabolica.  In  tal  caso,  si  potrebbe  mediante  il  sopra  scritto 

'    Bcrret,  Cours  d'Algebre  tiipérieure  T.  II.  320. 


—   147  — 

prodotto  far  prima  passaggio  ad  una  sostituzione  diversa  da  1  e  a  periodo 
diverso  da  2  e  poi  eguagliando  ad  S  questa  sostituzione,  applicare  il  ragio- 
namento precedente,  se  pure  il  gruppo  non  fosse  composto  di  sole  paraboliche 
e  a  periodo  2.  Ma  ciò  avviene  evidentemente  sol  quando  |j  — 3. 
«Osservazione.  Ricercando  la  condizione  allineile  il  prodotto: 
0,  /3,  v,  rj  —  -A  (-/,,  /3,,  v,,  0,  —  «,) 
possa   generare    una    sostituzione   di  invariante   dato  zt/j,    si   cadrà   nella 
congruenza  : 

««i  +  /3i7  +  7i/SH-  (0  —  «)  ($!— «,)      ±/e, 
riducibile  alla  : 

/3|«(à(S^— l)+/3,/3[(9-«)(9,-«,)-l-«*,^*)+/S»(«i-(9i-«I)-l)     0. 

«Esprimendo  che  il  determinante  dev'essere  resto  mod. p,  otterremo 
la  congruenza: 

r-  =  («9i  +«,  0=t  ft  —  fi  <5,)2+  4  («fi  +  «,  5,  —  a2  -  a,2  +  /£2«,  —  1) 
la  quale,  essendo  di  secondo  grado  rispetto  alle  variabili  a,  «i,  /,  si  potrà 
sempre  risolvere.  Adunque  : 

«  Date  tre  sostituzioni  arbitrarie  del  gruppo  modulare,  si  potranno 
sempre  assegnare  (salvo  il  caso  dubbio  in  cui  taluna  delle  tre  sostituzioni 
sia  parabolica),  due  sostituzioni  del  gruppo  le  quali  trasformino  la  prima 
data  sostituzione  e  la  seconda  per  modo  clic  il  prodotto  delle  due  trasfor- 
mate eguagli  la  terza  delle  sostituzioni  date». 

M  E  M  0  R I E 

DA  SOTTOPORSl  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

A.  Battelli  e  L.  Palazzo.  Sulle  variazioni  di  volume  di  alcuni 
corpi  per  effetto  della  fusiorie.  Presentazione  del  Socio  Blasekxa. 

F.  Sacco.  Osservazioni  swi  depositi  pliocenici,  marini  ed  alluvionali 
il  eli1  alta  valle  padana.  Presentazione  del  Segretario  della  Classe  a  nomi' 
del  Socio  Cossa. 


PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Segretario  Blaselna  presenta  alla  Classe  una  medaglia  d'argento, 
copia  di  quella  in  oro  che  venne  offerta  al  Socio  prof.  Meneghini  in  occa- 
sione del  suo  50''  anniversario  d'insegnamento.  Il  Comitato  esecutivo  dei 
sottoscrittori  per  la  coniazione  di  detta  medaglia,  incaricò  il  sno  Presidente 
prof.  Iginio  Cocchi,  di  fare  presente  della  copia  in  argento  all'Accademia. 

Il  Presidente  annunzia  che  alla  seduta  assiste  il  Socio  T.  Ili  \i.iv  Pre- 
Bidente  della  Società  Reale  di   Londra. 


—  148  — 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Blaserna  presenta  i  libri  giunti  in  dono.  Richiama  l'at- 
tenzione dei  Soci  su  numerose  pubblicazioni  del  Principe  13.  Bokcom- 
pagni,  delle  quali  l'autore  fece  omaggio  all'Accademia,  e  sul  primo  fasci- 
colo della  Bibliolheca  mitliemalica  dell' EnestrSm  trasmesso  dallo  stesso 
principe. 

Presenta  inoltre  una  pubblicazione  fatta  dalla  r.  Accademia  di  medi- 
cina di  Torino,  fatta  in  onore  dell'  accademico  prof.  Casimiro  Sperino,  e 
le  opere  seguenti  di  Soci  e  di  estranei: 

T.  Taramelo.  Note  illustrative  della  carta  geologica  della  provincia 
di  Belluno,  rilevata  negli  anni  1877-81  con  carta. 

W.  Thomson.  Matltematical  and  Physical  papers.  Voi.  IT. 

Potagos.  Dix  annécs  de  voyages  dans  VAsìe  centrale  et  l'Afrique  equa- 
toriale. T.  I. 

Triangolazione  della  Svizzera,  eseguita  dalla  Commissione  geodetica 
svizzera.  P.  II. 

R.  Grant.  Catalogne  of  GJ 15  stars  for  the  epcch  1870,  dedueed  frani 
obscrvalions  made  al  the  Glasgow  University  Observatory  during  the 
years  ISGO  lo  1881. 

Il  Socio  Cannizzaro  presenta  la  pubblicazione  del  sig.  F.  Le  Blanc: 
Le  laboraloire  e  Venseignement  de  J.  B.  Dumas. 

Il  Socio  Ferrerò  presenta  il  suo  lìappart  sur  Ics  triangulalions  ed  i 
Rendiconti  delle  sedute  della  VII  Conferenza  geodetica  internazionale  per 
la  misura  del  grado  in  Europa,  che  si  riunì  a  Roma  nel  1883. 


CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna  comunica  la  seguente  corrispondenza  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

La  Società  storica-lombarda,  di  Milano;  la  Società  degli  antiquari,  di 
Filadelfia;  la  Società  geologica  degli  Stati  Uniti,  di  Washington;  la  Società 
di  scienze  naturali  di  Etaithérinebonrg;  la  Società  di  filosofia  sperimentale 
di  Rotterdam;  la  Direzione  dell'Archivio  di  Stato,  di  Bologna;  la  r.  So- 
printendenza degli  Archivi  Toscani,  di  Firenze;  la  r.  Biblioteca  di  Parma; 
la  Biblioteca  nazionale  di  Brera,  di  Milano;  la  Biblioteca  provinciale  di 
Aquila  ;  la  Biblioteca  civica  di  Vercelli  ;  la  Biblioteca  Marucelliana  di  Firenze; 


—  149  — 

l'Università  ili  Aberdeen;  l'Università  di  Genova;  i  r.  Licei  di  Verona 
di  Massa  e  di  Avellino;  il  Comando  del  Corpo  di  Stato  Maggiore  di  Roma; 
T  Istituto  Teyler  di  Harlem  :  il  Museo  Britannico  di  Londra. 

Lo  stesso  Segretario  annuncia  che  ring.  F.  Lyur  invia  all'Accademia 
una  Nota  velocigrafata,  che  contiene  le  sue  opinioni  sulle  cause  che  pro- 
ducono i  terremoti. 


CONCORSI  A  PREMI 

In  seguito  a  proposta  del  Presidente  la  Classe  approva  la  delibera- 
zione presa  dalla  Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche  nella  pre- 
cedente seduta,  di  prorogare  al  30  aprile  1888  il  concorso  al  premio  mini- 
steriale andato  deserto,  avente  per  titolo  :  Bibliografia  e  critica  degli  scrini 
in  poesia  latina  che  comparvero  in  Italia  nclV  XI  e  XII  secolo,  ecc.  In 
conformità  dell'art.  5°  del  r.  Decreto  17  febbraio  1884,  potranno  prender 
parte  a  questo  secondo  concorso  non  solo  gli  insegnanti  di  scuole  secon- 
darie, ina  anche  i  professori  ed  assistenti  delle  Università  e  di  scuole  uni- 
versitarie e  superiori. 

Il  Segretario  Buserna  dà  comunicazione  all'Accademia  di  tre  con- 
orsi aperti  dal  Ministero  d'Agricoltura,  Industria  e  Commercio  per  la  com- 
pilazione di  tre  Manuali,  l'uno  di  Agraria,  l'altro  di  Storia  naturale,  il  terzo 
di  Fisica  e  Chimica.  Al  primo  verrà  assegnato  un  premio  di  L.  5000 ,  al 
secondo  di  L.  4000,  al  terzo  di  L.  3000,  oltre  l'acquisto  di  esemplari  in 
conformità  di  quanto  sarà  in  seguito  pubblicato  in  un  manifesto,  che  deter- 
minerà le  norme  opportune,  concernenti  il  concorso. 


e 


P.  B. 


151 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA    R.    ACCADEMIA    DEI    LINCEI 


Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    15  febbraio    1885. 
CI.  Fiorelli  Vice-Presidente 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

Paletnologia.  —  Del  culto  delle  armi  di  pietra  nell'età  neolitica. 
Comunicazione  del  Socio  corr.  L.  Piaorini. 

«  Il  Socio  corr.  Pigorini  presenta  un  singolare  oggetto  di  seleo  piro- 
maca,  rinvenuto  dal  cav.  Stefano  De  Stefani  nella  grotta  dell'orso,  una  dello 
stazioni  dell'età  neolitica  del  comune  di  Breonio  in  provincia  di  Verona, 
delle  quali  il  Pigorini  medesimo  parlò  nella  seduta  dell'  Accademia  tenuta 
il  18  gennaio  scorso. 

«  L'oggetto  stesso,  esistente  nel  Museo  preistorico  di  Roma,  rassomi- 
glia ad  una  cuspide  di  lancia  o  di  freccia,  ma  non  può  essere  un  utensile 
0  un'arma  di  uso  comune  imperocché  pesa  kilogr.  1,710  ed  è  di  dimen- 
sioni tali  che  si  richiederebbe  un  manico  colossale  per  maneggiarlo.  La  sua 
forma  è  quella  di  un  triangolo  isoscele  a  lati  rettilinei,  dei  quali  i  due 
uguali  sono  lunghi  cent.  20,  min.  11,  e  il  terzo  cent.  18,  min.  7.  Dal 
mezzo  di  questo  parte  un  gambo  lungo  circa  cent.  8  il  quale,  nel  punto 
ove  comincia,  è  largo  quasi  altrettanto,  e  porta  in  una  delle  faccie  un  in- 
cavo artificiale  e  irregolare,  largo  fra  i  nini.  15  e  '30,  profondo   circa  inni.  12. 

«  Si  sa  che  in  tutto  il  vecchio  mondo  alle  armi  di  pietra  il  volgo  at- 
tribuisci' una  origine  celeste,  e  che  una   simile   superstizione   esfc 

Rendiconti  —  Vol.  I.  20 


—  162  — 

presso  i  Greci,  i  Romani  e  gli  Etruschi.  Ciò  vale  a  mostrare  che  nell'età 
iu  cui  le  armi  stesse  si  fabbricavano  e  si  usavano,  oltre  essere  adoperate 
negli  atti  ordinari  della  vita,  servivano  anche  come  strumenti  sacri  o  come 
emblemi  della  divinità.  Poiché  è  dimostrato  che  realmente  nell'età  neoli- 
tica si  prestò  un  culto  all'ascia,  e  che  se  ne  fabbricarono  in  grande  o  in 
piccolo  talune  le  quali  non  possono  essere  che  votive,  cos'i  è  verosimile  che 
fosse  pure  un  oggetto  di  culto  la  colossale  cuspide  di  lancia  o  di  freccia 
trovata  nella  grotta  dell'orso  ». 

Bibliografìa.  —  Di  un  Codice  frammentario  Tulliano  del  se- 
colo IX.  Nota  del  Socio  corr.  E.  Carducci. 

«  In  altra  seduta  (')  ebbi  l'onore  di  richiamare  l'attenzione  dell'  Accade- 
mia intorno  al  codice  Reginense  1762  della  Biblioteca  Vaticana,  da  me  al- 
trove minutamente  descritto  (*),  e  poco  innanzi  ritrovato;  prezioso  codice, 
sfuggito  a  tutti  i  tulliofili,  e  che  quindi  innanzi  chiameremo  Hadoardiano, 
dal  nome  di  Hadoardo,  raccoglitore  dei  frammenti  in  esso  contenuti. 

«  Nelle  carte  4-155  di  questo  codice  membranaceo,  in  12",  di  232 
carte,  scritto  certamente  nel  secolo  IX,  a  giudizio  anche  del  Betlimann  (3) 
e  del   Diimmler  ('),  trovasi  un  trattato  religioso-morale  intitolato:  Incipit 

DE   DIUINA    NATURA     COLLETIO    QUIDAM    SECUNDUM    TULLIUM    ClCERONEM    CETE- 

kosque  philosophos  ab  ipso  commemoratos,  e  diviso  in  19  capitoli,  dei  quali 
seguono  i  titoli,  omesso  il  primo,  compreso  sotto  il  titolo  generale: 

«  f.  12b  IL   De   uniuersitate  qv&  percipi  mente  sensuque   corporis 

QUEUNT. 

«  f.  19a    III.    DE   DIUINA    PROU1DENTIA    MUNDUM    SEMPER   REGENT1S. 

«  f.  251'  UH.  DE  NATURA  HUMANA  MAXIME  SECUNDUM  CORPORALEM  ES- 
SENTIAM. 

«  f.  31a   V.   DE   ANIMI   QUALITATE. 

«  f.  35b   VI.    DE    RATIONE    IUSQUE    HUMANUM. 

«  f.  44b  VII.  De  diuinatione  fato  sorteque  ac  somniis. 

«  f.  53b  Vili.  De  sapientia. 

«  f.  64b  Villi.  De  uirtute  ac  perturbationibus  animi. 


[')  Atti  della  r.  Accatl.  dei  Lincei.  Anno  cclxxx,  1882-83.  Serie  terza,  Transunti, 
«voi.  VII,  pag.  147,  seduta  del  18  febbraio  1883. 

(')  Bullettino  di  bibliogr.  e  di  storia  delle  scienze  mat  e  fis.  to.  XV,  settembre  1882, 
pag.  512-518.  —  Intorno  a  vari  conienti  fin  qui  inediti  o  sconosciuti  ut  Salijricon  di  Mir- 
rano Capella,  Memoria  di  Enrico  Narducci.  Roma,  1883,  pa?.  10-16. 

(")  G.  H.  Pertz,  Arcbiv  der  Geselbcbaft  fui-  altere  deutsebe  Gescbicbtkunde.  XII 
Band.  Hannover,  1874,  pag.  325. 

(')  Neues  Arcbiv  der  Gesellschai't  fiir  altere  deutsebe  Gescbicbtkunde,  IV  Band. 
Haunover,  1879,  pag.  531. 


—   153  — 

«  f.    7Gb  X.   Dr   PROBABILITATE   AC  RATIONABILITATE    HUMANA. 

«  f.  Slb  XI.  De  uita  beata. 

«  f.  86*  XII.  De  amici-tia. 

«  I.  OLÌ1'  XIII.  De  oratore. 

«  f.  1051'  XIIII.  De  romana  pniLOsopni\. 

<,  f.  100b  XV.  De  fabulis. 

«  f.  108"  XVI.  De  officiis. 

«  f.  141"  XVII.  De  honestate  atque  utilitate  earumque  concordia. 

«  f.  146"  XVIII.  Commemoratici  philosophiae. 

«  f.  147b  XVIIII.  De  sexectute. 

«  Accortomi  chi'  la  massima  parte  ili  questo  trattato,  da  pochi  bran- 
delli in  fuori,  era  interamente  contesto  di  frammenti  ciceroniani,  senza  al- 
cuna soluzione  di  continuità,  mi  accinsi  con  non  tenue  fatica  a  trascrivere 
fedelmente,  pagina  a  pagina  e  linea  a  linea,  le  304  pagine  che  lo  conten- 
gono, nella  fondata  speranza  di  ritrovarvi,  dopo  dieci  secoli,  tempo  da  noi 
più  lontano  che  non  il  codice  da  Cicerone  stesso,  qualche  frammento  di  litui 
perduti  del  sommo  filosofo  ed  oratore.  Di  gran  lunga  più  ardua  fu  poi  la 
fatica  di  rintracciare  e  stabilire  la  fonte  di  ciascun  frammento,  e  di  ap- 
porvi le  varianti  colle  migliori  lezioni  moderne.  Risultarono  da  questo  la- 
voro 630  frammenti,  623  dei  quali  tulliani,  1  di  Sallustio,  2  di  Macrobio 
ed  1  di  Pacuvio,  classificato  nelle  edizioni  fra  gli  incerti.  Gli  altri  appar- 
tengono ai  seguenti  trattati  di  Cicerone  : 

«  De  Oratore.  —  Academicorum  priorum.  —  Tusculanarum  disputa- 
tionum.  —  De  deorum  natura.  —  De  [.egibus.  —  De  Divinalione.  —  De 
Fato.  —  De  Officiis.  —  De  Senectule.  —  De  Amicitia.  —  Paradoxa.  —  77- 
maeus.  —   De  Philosophia,  sive  Hortensius. 

«  Dei  623  frammenti  tulliani,  25,  la  cui  fonte  non  era  stata  da  me  a 
prima  giunta  trovata,  fu  invece  accertata  dal  eh.  dott.  W.  H.  I).  Suringar, 
rettore  einerito  del  Liceo  di  Leida,  e  resa  pubblica  con  opuscolo  a  stampa  ('). 

«  Mai  più  fondata  speranza  di  ritrovare  nuovi  frammenti  di  trattati  in 
parte  superstiti,  od  altri  di  opere  perdute,  non  ebbe  a  soffrire  più  sconfor- 
tevole disinganno.  Mentre  in  fatti,  cosa  notevolissima,  la  ricca  biblioteca 
onde  attinse  Hadoardo  possedeva  esemplari  di  tutte  le  opere  filosofiche  sino 
al  nostro  secolo  note  del  grande  Arpinate,  tranne  i  cinque  libri  De  finibus 
honorum  el  malorum,  esemplari  a  quanto  sembra  non  più  dei  nostri  com- 
pleti, giusto  appunto  difettava  degli  altri  che  posteriormente  nel  medio  evo 
tutti  sanno  essere  andati  per   le  mani  dei    dotti.   Neppure    ebbe   egli   alle 


(')  De  onìangs  gevonden  Fragmenlen  von  Cicero.  Rene  teleurgestélde  Vervachting.  Leiden, 
E.  ./.  Brìll,  18S3  in  8.°  Questi  sono  i  frammenti  11.'  7,  IO,  28,  33,  10,  12,  51,  87,  119, 
150,  151,108,  193.  211,  216,  227,  237,  2-10,  275,  322.  375,  -118,  588.  Due  altri,  i  n.  261, 
272,  sono  raffazonati  da]  compilatore  Hadoardo. 


—  154  — 

mani  VHortensms,  l'unico  frammento  eh'ei  ne  riporta  essendo  quello  stesso 
conservatoci  da  s.  Agostino. 

«  Ciò  non  pertanto  preziosissimo  è  da  ritenere  il  codice  Vaticano  Re- 
ginense  1762,  siccome  archetipo  di  tutti  i  codici  conosciuti  nei  quali  tro- 
vinsi  riunite  le  opere  filosofiche  di  Cicerone. 

«  M'indussi  per  tanto  ad  inviare  l'intero  mio  lavoro  al  dotto  mio  col- 
lega e  negli  studi  tulliani  versatissimo,  doti.  P.  Schwenke,  bibliotecario 
della  Università  di  Kiel,  il  quale,  compreso  della,  importanza  del  nostro 
codice,  ne  sta  preparando  uno  studio  critico,  di  cui  un  primo  saggio  è  per 
vedere  la  luce  nel  Ce-ntralblatt  fiir  Bibliothckswescn. 

«  Dalle  molte  ed  interessanti  osservazioni  ch'egli  ebbe  la  cortesia  di 
comunicarmi  in  proposito  risulta,  che  l'apparato  critico  tulliano  sarà  per 
avvantaggiarsi  non  poco  dal  codice  di  Hadoardo,  mercè  la  cui  lezione,  com- 
parata cogli  antichissimi  codici  di  Firenze,  Leida,  Monaco  e  Berlino  (già 
Erfnrt),  ai  quali  per  altro  è  anteriore  il  Vaticano,  potranno  togliersi  molte 
mende  all'  edizione  Baitero-Halmiana,  ritenuta  finora  la  migliore.  Intanto 
che  il  eh.  doit.  Schwenke  va  completando  il  suo  studio  critico  sul  mio  la- 
voro di  trascrizione  e  di  confronto,  credo  utile,  per  fornire  più  chiara  idea 
del  codice  in  discorso,  di  darne  qui  appresso  un  breve  saggio,  accompa- 
gnandolo colle  varianti  che  risultano  a  fronte  della  lezione  più  universal- 
mente accettata  ('). 

nicip  òe  òiamX  HAT21RX  il  coLLeTio  (sic)  qaeóh  sSsh 
•mLLm   ciceRone   ceTe  n  Rosq  :  pmlosopiiOS  Ab 

ipso  coroemoRVros 
^a  sa   m  2i  L  t  e  r.  e  s  \\  ih  piimosopwA  u£qn&qsksu 

satis  explicate  sint.  multum  perdifficilis  et  perobscura  questio  est  de  essentia 
uel  natura  deitatis.  Qua:  ad  cognitionem  animi  puleherrima  est.  et  ad  moderandam  reli- 
gionem  necessaria.  De  qua  tam  uarioe  sunt  doctis.-imorum  nominimi,  tamque  discrepante^ 
sententi»?,  ut  magno  argumento  esse  debeat  eausa  principimi!  philosophia;  scientia.  2.  Res 
enim  nulla  est  de  qua  tantopere.  non  solimi  indoctL  sed  etiam  docti  dissentiant.  Quorum 

IO  opiniones  cum  tam  uarire  sint.  tamque  inter  se  dissidentes  alterum  fieri  profecto  po- 
test ut  earum  nulla,  alterum  certo  non  potest  ut  plus  una  uera  sit.  Qua  quidem  in 
causa  et  beniuolos  obiurgatores  placare,  et  inuidos  uituperatores  confutare  possumus  ut 
alteros  reprehendisse  pceniteat.  alteri  didicisse  se  gaudeant.  Nani  qui  admonent  amico 
docendi  sunt.  qui  inimice  insectantur  repellendi.  3.  Fuerunt    enim  pbilosophi  qui  omnino 

ir>  nullam  habere  censerunt  rerum  bumanarum  procuratione  deos.  Quorum  si  uera  sententia 
'est.  qua?  potest  esse  pietas,  qua;  sanctitas.  quse  religio  ?  Hec  enim  omnia  pure  atque  caste 
tribuenda  deo  mimerà  enim  sunt  ipsius.  Si  aniraaduertitur  ab  eo.  et  si  est  aliquid  a  deo 

(')  Avvertasi  che  Hadoardo  scrive  ordinariamente:  deus,  dui,  ecc.  in  vece  di  diti 
deorum,  ecc. 

(s)  tum  -  add.  Brute  quod  tu  minime  ignoras  —  (6)  deorum  -  quse  et  ad  agnitio- 
nem  —  (")  ut  id  -  causam  pliilosoplnoe  esse  inscientiam  —  (°)  tanto  opere  —  (")  certe  — 
(")  Sunt  enim  pliilosophi  et  fuerunt  —  (")  deorum  numini  ita  sunt,  si  animadvertuiitiir  ab  iis. 


c 


immortale  hominum   generi    tributum.  sin  antera  dens  neque  potest  nos  iuuarè.  nec  milt 
nec  mimino  curar,  nec  quid  agamus  animaduertit.  Nec  est  quod  ab  eo  ad  hominum  uitam 
permanere  possit.  quid  est  quod  ullos  deum    immortalerò   honorcs  preces  adhibeamus?  In    20 
specie  autem  liete  simulationis.  sicut  relique  uirtutes.  noe   pietas  inesse  potest.   Cum  qua 
simul.  sanctitatem  et  religionem  tolli  neeesse  est.  Quibus  sublatis  perturbalo  uita  sequitur 
et  magna  confusio.  Atqne  haud  scio  ,111  pietate  aduersus  deum  sublata,  fides  etiam  et  societas 
generis  Immani,  et  una  excellentissima  uirtus  iustitia  tollatur.  Sunt  autera  alii  pbilosophi 
et  lii  quidem  magni  atque  nobiles.  qui  deum  mente  atque  ratione  omnem  mundum  admi-     '2~> 
nistrari  et  regi  censeant.  Neque  nero  id  solum.  sed  etiam  ab  eodem  hominum  aita  et  con- 
suli  et  pronideri.  4.  Est  autem  inter  magnos  horaines  magna  dissensio.  5.  Nara  alii  dicunt 
unum  esse  omnia,  neque  id  esse  mutabile,  et  id  esse  deum.  6.  Alii  infinitum  et  immutala!  • 
et  fuisse  semper  et  fore.  7.  Alii  id  bonum  esse  dicunt  solum  quod  est  unum,  et  simile  et 
idem  semper.  8.  Alii  infinitatem  naturis  esse,   e  qua  omnia  gignerentur.  9.  Alii  materiam    30 
infinitara.  sed  ex  ea  particulas   similes  inter  se  minutas.  eas   priraum  eonfnsas  postea  in 
ordineni  adductas  mente  diuina.  10.  His  ita  cogimur  disscntione  sapientium  dura  nostrum 
ignorare.  Non  prosequor  questiones  infinitas  tantum  de  principila    rerum    e  quibus  omnia 
Constant  uideamus.  11.  Quidam  enim  nibil  animo  uidere  possunt.  ad  oculos  omnia  referunt. 
Magni  antem  est   ingenii   reuocare   mentem  a  sensibus.  et  cogitationem  ab   consuetudine    :;:. 
abducere.  12.  Porro  infirmissimum  hoc  adferri  uidetur  cur  deum  esse  credamus.  quod  nulla 
gens  tam  fera,  nenio  omnium  tam  sit  immanis.    cuius    mentem  non    imbuerit   dei   opinio. 
Multi  de  deo  praua  sentinnt.  id  enim  uitioso  more  effici  solet.  omnes  tamen  esse  uim.  et 
natnram  diuinam  arbitrantur.  Nec  uero  id  collocutio  hominum  aut  consensus  efflcit.  Non 
institutis  opinio  est  confirmata,  non  legibus.  Omni  autem  in  re  consensio  omnium  gentium      1  I 
lex  naturre  putanda  est.  13.  Quod  si  omnium  consensus  natura;  uox  est.  huiusque  qui  ubique 
sunt  consentiunt  esse  aliquid  quod  ad  eos  pertineat  qui  uita  cesserint.  Nobis  quoque  idem 
existimandum  est  et  si  quorum  aut  ingenio  aut  uirtute  animus  excellit.  eos  arbitrabimur 
qui  a  natura  Eterna  optime  sunt  conditi,  cernere  natone  uim.  11.  Sed  ut  deum  natura  esse 
credimus.  qualisque  sit  ratione  cognosciraus.  15.  Nani  si  singulas  diseiplinas  percipere  ma-    45 
gnum  est  quanto  magis  omnis?  Quod  lacere  bis  neeesse    est.  quibus    propositum   est  neri 
repperiendi  causa,  et  centra  omnes   philosophos.  et  prò  omnibus   dicere.  Cuius   rei    tanta 
tamque  difficilis  facultatem  consecutum  esse  me  non  profiteor   secutum    esse  pre  me  fero. 
16.  Si  enim  omnis  cognitio  multis  est  obstructa  difficultatibus  eaque  est  et  in  ipsis  rebus 
obscuritas.  et  in  iudiciis  nostris  infiimitas.  ut  non  sine  causa  antiquissimi  et  doctissimi  in-     50 
uenhe  se  posse  quod  cupereot    diffisi    siut   tamen  nec  illi  defecerunt.    Neque  nos  studium 
exquirendi  defatigati  relinquemus.  Neque  nostra?  disputationes  quicquam    alitid  agunt  nisi 
ut  in  utramque  partem  dicendo  et  audiendo  elieeant.  et    tamquam  exprimant  aliquid  quod 
aut  ueium  sit  aut  ad  id  quam  proxime  accedat.  Nec  inter  nos  et  eos  qui  se  sci  re  arbitran- 
tur quicquam  interest,  nisi  quod  illi  non  dubitant  quin  ea   ucra  sint  qua  defendunf    N 
probabilia  multa  habemus  qua  sequi  facile,  adflrmare  uix  possumus.  17.  Non  enim  sumns  Ili 
quibus  nibil  uerum  esse  uideatur.  sed  hi  qui  omnibus  ùeris  falsa  quadam  adiuncta  dicamus. 


(")  deis  immortalibus  -  dei  neque  possunt  -  volunt  —  (")  curant  -  animadvertunt  — 
("Jdeisimmortalibus  cultus,  honores  —  (")  item  -  non  potest  —  (")  deos  — ('")  dcorum  — 
(•')  isdem  — ('=  ")  vita  contuli  —  (")  enim  -  somma—  ("  "]  Xenopham  am  an- 

tiquior,  unum  esse  —  (")  Melissns  hoc  quos  esse  infinitum  —  (")  Is  enim  (Anaximanderj 
infinitatem    natura;  dixit  esse  -  Anaxagoras  —  (")  Nibil  enim.  Om.  quidam  -  poterant  - 
referebant  —  (")  sevocare  —  (")  Ut  porro  —  ('•)  dis  —  (")  ellecit  —  {")  omnesque  — 
(") arbitramur —  (") natura optima sint —  ("  "J deos  esse  natura  opinamur— ( 
sint  —  (")maius  -  iis  —    -    Etsi  enim  _  (")  dicendo  eliciant  —  (*'    ii  —  {•')  adiunci 


—  156  — 

Ex  quo  existit  et  illud,  molta  esse   probabilia   qua;  quamquam    non   perciperentur   taraen 
quia  uisum  quemdam  haljerent  insignem  et  illustrem.  his  sapientis  uitai  regeretur.  18.  ani- 

60  morum  iDgeniorumque  naturale  quoddam  quasi  pabulum  consideratio  contemplatioque  na- 
tura; sempiterna.  Erigimur.  latiores  fieri  uidemur  liumana  despicimus  cogitantesque  supera 
atque  coelestia.  Hsec  nostra  ut  exigua  et  minima  contempnimus.  Indagatio  ipsa  rerum  cum 
maximarum  tum  etiam  oceultissimarum  babet  oblectationem.  Si  uero  aliquid  occurret  quod 
ueri  simile  uideatur.  humanissima  completar  animus  uoluptate.  19.  Cum  enim  non  instituto 

(15  aliquo  aut  more  aut  lege  sit  opinio  constituta.  maneatque  ad  unum  omnium  firma  eonsensio. 
intelligi  necesse  est  deum.  quoniam  insitas  eius  uelpotius  innatas  considerationes  habemus.  De 
quo  autein  omnium  natura  consentit.  id  uerum  esse  necesse  est.  Esse  igitur  deum  confitendum 
est.  Quod  quoniam  fere  constat  inter  omnes  non  doctos  solum  sed  etiam  indoctos.  fateamur 
constare  illud  etiam  nos  liabere  siue   anticipationem    siue  prenotionem  dei.  20.  Qua;  enim 

-il  nobis  natura  informationem  dedit.  eadem  sculpsit  in  mentibus.  ut  eum  aiternum  et  beatum 
haberemus.  21.  Si  nibil  aliud  quaereremus  nisi  ut  deum  Coleremus  pie.  et  ut  superstitione 
liberaremur.  satis  erat  dictum.  Nani  et  prestans  dei  natura  ut  hominum  piotate  colere- 
tur.  cum  sterna  esset  et  beatissima.  Habet  enim  uenerationem  iustam  quicquid  excelli t. 
£2.  Quidam  autein  dicunt  eam  esse  naturam  dei.  ut  primum  non  sensu.  sed  mente  cernatur. 

~-,  nec  soliditate  quadam.  nec  ad  numerum.  sed  imaginibus.  similitudine  transitione  perceptis 
cum  infinita  simillimaium  imaginura  species  ex  innumerabilibus  indiuiduis  existat  et  ad 
daini  affluat.  cimi  maximis  uoluptatibus.  in  eam  imaginem  mentem  intentam  infixamque 
nostrani  intelligentiam  capere  qua;  sit  et  beata  natura  et  «terna  summa  uero  uis  infinitatis 
et  magna  ac  diligenti  eontemplatione  dignissima  est.  in  qua  intelligi  necesse  est  cani  css^ 

so  naturam  ut  omnia  omnibus  paiibus  paria  respondeant.  Hanc  iconomiam  quidam  appellai, 
id  est  cquabilem  tributionem.  Ex  bac  igitur  illud  efiicitur.  si  mortalium  tanta  multitudo 
sit.  esse  immortalium  non  minorem.  Etsi  qua;  interimant  innumerabilia  sint.  tum  ea  qua  eon- 
seruent  infinita  esse  debere.  23.  Quis  enim  non  timeat  omnia  prouidentein  et  cogitantem 
et  animaduertentem.  et  omnia  ad  se  pertinere  putantem.  curiosum  et  plenum  negotii  deum. 

85  24.  Pie  itaque  colamus  naturam  excellentem  atque  prestantem  omnia.  25.  Eam  uidelicet 
naturam  qua  nibil  beatius  nibil  omnibus  bonis  aftìuentius  cogitari  potest.  Nullis  occupa- 
tionibus  est  implicatus.  Non  neglegit  opera  sua.  sua  sapientia  et  uirtute  gaudet.  Habet 
exploratum  fore  se  semper.  cum  in  maximis.  tum  in  aaternis  uoluptatibus. 

Bibliografìa.  —  Tavole  dei  frammenti  Tulliani  contenuti  nel 
Codice  Eeginense  1762.    Compilate    dal    Socio    corr.    E.  Nauducci. 

Nella  prima  di  tali  tavole,  a  canto  al  numero  progressivo  di  ciascun 
frammento,  secondo  che  si  trova  nel  codice,  è  indicato  a  quale  trattato,  libro 
e  paragrafo  esso    frammento  è  relativo.  Nella    seconda,   disposta  secondo 

(*')  Adii,  tanta  similitudine  ut  in  iis  nulla  insit  certa  iudicandi  et  adsentiendi  nota  — 
(»)  iis  _  (-')  om.  sempiterna;  -  altiores  —  (e:)  minuta  —  ("J  occurrit  —  (")  esse  deos  - 
eorum  -  eognitiones  —  (t7)  om.  Esse  -  deos  —  (")  omnis  -  philosophos  —  (")  hanc  nos  -• 
add.  ut  ante  dixi  -  deorum  —  (:°)  add.  ipsorum  deorum  -  insculpsit  -  eos  teternos  et  bea- 
tos  —  (r')  deos  pie  coleremus  —  ('"')  deorum  -  om.  ut  —  (:*)  cum  et  —  (")  Epicurus 
autem  qui  res  occultas  et  penitus  abditas  non  modo  viderat  animo,  sed  etiam  sic  tractat. 
ut  manu,  docet  eam  esse  vini  et  naturam  deorum  —  (;s)  add.  ut  ca,  qua;  ille  propter 
(ìimitatem  arimunit  appellat  -  et  transitione  —  (:s)  cumque  —  (")  eas  imagines  — 
(")  ìoofouicM  appellat  Epicurus  —  (,=)  etiam  —  (,s)  Pie  sancteoue  colimus  -  om.  omnia  — 
(")  uni.  naturam  -  add.  nibil  enim  agit  —  (!;)  Nullo  opere  molitur. 


-   157  - 

l'ordine  dei  trattati,  libri  e  paragrafi,  a  lato  di  ciascuno  di  questi  è  indicato  il 

numero  del  frammento  che  a  ciascun  paragrafo,  libro  e  trattato  si  riferisce 


I 

(JKPO    FRAGM 

ENTOI 

UM    IiXTA    COD1CEM    REG1NENSEM    176S 

1. 

De  Deor. 

naf.  1,     1 

59. 

Timaeus 

11-111 

117. 

Tu- 

e. di^p. 

I,    65-66 

2. 

» 

I.     5 

60. 

» 

III-IV 

118. 

» 

I.    07-71 

3. 

» 

1.     3 

01. 

» 

IV- V 

119. 

» 

I.    50 

4. 

Acati,  pi 

[or.  li.  117 

62. 

» 

VI 

12(i. 

» 

I.     75 

5. 

» 

il,  ìis 

63. 

» 

VI- VI  II 

121. 

» 

I.     7  1-75 

(i. 

» 

» 

64. 

» 

IX 

122. 

» 

I.    56 

— 

» 

li,  129 

65. 

» 

IX-XI 

123. 

lle 

Deor.  ni 

t.  III.29-3I 

8. 

» 

li,  11* 

66. 

» 

XIII 

121. 

De 

Legib. 

T,     17 

9. 

» 

» 

07. 

» 

XI 

125. 

» 

I.    lo 

1". 

» 

II,  126 

68. 

» 

» 

120. 

» 

I.     16 

11. 

Tusc.  di 

ip.     I,    37-38 

09. 

» 

XI-XII 

127. 

» 

I,     18-19 

12. 

» 

I.     30 

70. 

» 

XIV 

12S. 

» 

I.    32 

13. 

» 

I,     35 

71. 

De  Deor 

nat.  li,  75 

129. 

» 

1,    23-25 

Il- 

» 

I,     30 

72. 

» 

II,  70 

13(i. 

» 

I,     33 

io. 

De  Deor 

nat.  I,     11-12 

73. 

» 

lì,  77 

131. 

» 

I,     35 

16. 

Acad.  prior.    II.  7-8 

74. 

» 

II,  79 

132. 

» 

I,    34 

17. 

De  Deor. 

nati,     12 

75. 

» 

li,  81 

133. 

» 

I,     12 

18. 

Acad.  prior.    li,   127-128 

70,. 

» 

lì,  82-83 

131. 

» 

I,     12-45 

IO. 

De  Deor. 

nat.  I,     1-1 

77. 

» 

li,  84 

135. 

» 

I.    45-52 

20. 

» 

I,     45 

78. 

» 

II,  85 

136. 

» 

I,    50 

21. 

» 

» 

79. 

» 

II,  127-128 

137. 

» 

I,    58 

22. 

» 

I,     49-50 

80. 

» 

II,  98-103 

138. 

» 

I.    39-62 

23. 

» 

I.     54 

81. 

» 

II,  49-53 

139. 

» 

II,  8 

21. 

» 

I.     56 

82. 

» 

II,  131-133 

140. 

» 

» 

25. 

» 

1      51 

83. 

» 

II,  115-118 

141. 

» 

II,  8-Ki 

20. 

» 

II.   13-11 

81. 

» 

II,  119-123 

142. 

» 

II,  10-11 

27. 

» 

li,  15 

85. 

» 

II.   121 

1-13. 

» 

li.    12-13 

2*. 

» 

li,  «0 

86. 

» 

II.   1 

111. 

» 

II.   15-10 

29. 

» 

» 

87. 

» 

II,  86 

115. 

» 

II,   2  1-20 

SO. 

» 

II,  155 

*7.n 

» 

II,  87 

no. 

» 

II.   20 

31. 

» 

II,  47 

88. 

» 

IT,  29 

1-17. 

>■■ 

lì,    11 

32. 

» 

II,  44-45 

89. 

» 

I,     121 

MS. 

» 

II,   38-39 

33. 

Acad.  prior.    li,  58 

OH. 

» 

li.   107 

1  19. 

» 

II,    10-17 

34. 

» 

II,  112 

91. 

» 

II,   105 

150. 

» 

li.  48 

35. 

De  Deor 

nat.  I,     20-28 

92. 

» 

III.  92 

151. 

» 

111,1-1 

36. 

j> 

III.  61 

9:!. 

» 

II,  110-141 

152. 

» 

III.  4 

37. 

Tusc.  tlisp.     I,    66 

9  1. 

» 

li,  132-139 

153. 

» 

111,5 

3S. 

» 

I,     53-54 

95. 

» 

II,  112-117 

154. 

» 

III. 42 

30. 

De  Divinat. 

90. 

» 

li,  147-149 

155. 

Sallust.  De  bello  .Incrudì. 

40. 

De  Deor. 

nat.  I.     121 

97. 

» 

II,  152-153 

1 

-2     cf.  e 

1.  Dietsch,  I, 

40." 

» 

I,     111 

OS. 

De  Legi 

b.       I.    22-2:; 

221-22:: 

-11. 

» 

I.     60 

99. 

» 

I.    26-27 

150. 

De 

Di  vin. 

I.    1 

42. 

» 

II.   154 

10(1. 

» 

I,    28-30 

157. 

» 

I,     2 

45. 

» 

I,     19 

ini. 

» 

I,   ;il-:s2 

158. 

» 

1.     3 

il. 

» 

I,     20 

102. 

Tusc.  disp.     I, 

159. 

» 

I.     7 

l:. 

» 

I.     21 

103. 

» 

I.     2(1 

160. 

» 

1.     0 

-10. 

» 

I,     22-24 

104. 

» 

I.     22 

101. 

» 

I.     11-12 

17. 

» 

I,     21 

105. 

» 

I.    23 

162. 

» 

I,     12-13 

48. 

» 

» 

ino. 

» 

I,    23-2-1 

103. 

» 

I,     31 

49. 

» 

I.     25-27 

1H7. 

» 

I.    59-60 

101. 

» 

1.     109-111 

50. 

» 

111,38-39 

108 

» 

I.     41 

103. 

» 

I.     113 

51. 

» 

III. 61 

109. 

» 

» 

166. 

» 

I.     112 

52. 

» 

lì.  63 

Un. 

» 

I,     12 

167. 

» 

I.     121-130 

53. 

» 

li.  63-65 

IH. 

» 

I,      10-15 

168. 

Paeuvius,  a 

i.  Cic.  de  l 'i- 

51- 

» 

li,  60-07 

112. 

» 

I,     15-46 

vin. 

I.     131 

55. 

» 

III.  02 

113. 

» 

I.     51 

10,0. 

De 

Divin. 

11.  9-11 

50. 

» 

II,  07  69 

in. 

» 

» 

17d. 

» 

II.    11-19 

57. 

» 

II.  69-70 

115. 

» 

I,    ól 

171. 

» 

li,  21-22 

58. 

» 

II.  70-73 

110. 

>> 

I,    61 

172. 

>> 

II.   23 

173. 

De  Divin. 

II,  24 

236 

174 

» 

II,  25-26 

237 

175. 

» 

II,  33-34 

238 

176. 

s> 

II,  49 

239 

177. 

De  Fato 

6 

210. 

178. 

» 

8-9 

241. 

179. 

» 

11 

242. 

180. 

» 

14 

213. 

181. 

» 

17 

244. 

182. 

» 

19 

215. 

183. 

» 

20-21 

216. 

184. 

» 

23-26 

247. 

185. 

» 

27 

248. 

186. 

» 

32 

219. 

187. 

» 

34 

250. 

188. 

» 

36 

251. 

189. 

» 

38 

252. 

190. 

De  Divin. 

II,  60-61 

253. 

191. 

» 

II,  55 

254. 

192. 

» 

II,  85 

255. 

193. 

» 

II,  108 

256. 

194. 

» 

I,    115 

257. 

195. 

» 

I,    116 

258. 

196. 

» 

I,    117 

259. 

197. 

» 

» 

260. 

198. 

» 

I,     120 

201 

199. 

» 

I,     121 

262. 

200. 

» 

II,  137-138 

263. 

201. 

» 

II,  139-140 

264. 

202. 

» 

II,  127-12y 

265. 

203. 

» 

li,  146-147 

266. 

'-Mi. 

Fragni,  ine 

(cf.  Orell.  IV, 

267. 

1057) 

268. 

205. 

De  Offie. 

II.  5 

269. 

206. 

» 

» 

270. 

207. 

» 

» 

271. 

208. 

» 

» 

209. 

» 

li,  G 

210. 

» 

» 

272. 

211. 

De  Deor.  na 

t.  I,    6 

273. 

212. 

» 

I,    7 

274. 

213. 

» 

1.     9 

275. 

214. 

» 

I,     10 

276. 

215. 

L'use.  Disp. 

I,    6 

277. 

216. 

» 

li,  8 

278. 

217. 

» 

I,    7 

279. 

218. 

» 

II,  1 

280. 

219. 

» 

li,  11-12 

281. 

220. 

» 

I.    4 

282. 

221. 

» 

II,  12 

283. 

222. 

» 

II,  13 

284. 

223. 

» 

V,  1-2 

285. 

221. 

» 

V,  4-5 

286. 

225. 

» 

V.  5-7 

287. 

226. 

» 

V,  8 

28?. 

227.  Acad.  prior. 

II,  9 

289. 

227. a 

» 

II,  5 

290. 

227.b 

» 

II,  18 

291. 

228. 

» 

II,  19 

292. 

229. 

» 

II,  19-20 

293. 

230. 

» 

li,  20 

294. 

231. 

» 

II,  21-23 

295. 

2:52. 

» 

li,  24-27 

296. 

233. 

» 

II.  29-32 

297. 

234. 

» 

li,  32 

298. 

235. 

» 

li.  34 

299. 

—   158    - 

Acad.  prior.    II,  35-39 

»  II,  59 

»  II,  65-66 

»  II,  66 

»  II,  90 

»  II.  91 

»  li,  95-97 

»  II,  108 

»  II,  108-109 

»  II,  110 

»  II,  113 

»  II,  115-116 

»  II,  117 

»  II.  117-118 

»  II,  118 

»  II,  119 
»  » 

»  II,  122 


»  II,  124 
»  » 

»  II,  125 

»  II,  128 

»  II,  132 

»  II,  134-135 

Tusc.  disp.  V.  48 

»  V,   31 

»  V,  40 

»  V,  41 

»  V,  53-54 

»  V,  81 

»  V,  70-71 

»  IV,  37 

»  V,  72 

De  philosopliia  sive  Hor- 
tensius,  fragra.  42  (cf. 

Orell.  IV,  983) 

Tusc.  disp.  V,   1 

»  V,   1-5 

»  111,1-6 

»  IH,  10 

»>  III.  7 


111,9-10 
III.  11 

» 
111,11 
III. 12 
111,13 
111,13-15 
III.  16 
111.17-18 
111,19 


»  111,21 
»  » 

»  111,22-25 

»  111,26 

»  III. 30 

»  111.33 

»  111,34 

»  111,56 

»  111,57 


300.  Tusc.  disi., 

301.  » 

302.  » 

303.  » 

304.  » 

305.  » 

306.  » 

307.  » 

308.  » 

309.  » 

310.  » 

311.  » 

312.  » 

313.  » 
311.            » 

315.  » 

316.  » 

317.  » 

318.  » 

319.  » 

320.  » 

321.  » 

322.  » 

323.  » 

324.  » 

325.  » 

326.  » 

327.  » 

328.  » 

329.  » 

330.  » 

331.  Parad. 

332.  » 

333.  » 

334.  » 

335.  » 

336.  » 

337.  » 

338.  » 

339.  » 

340.  » 

341.  » 

342.  » 

343.  » 
311.  » 

345.  » 

346.  » 
317.             » 

348.  » 

349.  » 

350.  » 

351.  » 

352.  » 

353.  » 

354.  » 

355.  Tusc.  disp. 

356.  » 

357.  » 

358.  » 

359.  » 

360.  » 

36 1 .  » 

362.  » 

363.  „ 

364.  » 

365.  » 


111,61 


111,62 

111,65-66 

111,66 

111,72 

111,72-73 

111,73-74 

111,77 

» 
111,19 

III.  83-84 

IV,  11 
IV,  11-14 
IV,  14-23 
IV,  24-25 
IV,  25-30 
IV,  31 
IV,  32 
IV,  64 
IV,  6 1-62 
IV,  76 

II,  61-65 
II,  65-66 
II.  66 
lì,  58 

» 
II,  46 
II,  47 
II,  43 
I,    3 


6-10 

12-15 

tit. 

17 

II,  18-19 
111,20 


I, 
I, 
II. 
II, 


111.21-22 

III.  25-26 

IV.  27 

IV,  28-29 

V.  tit. 
V,  33-36 
V,  37-38 
V,  40 

V,  41 

» 
V,   42-44 
V,  44 
V,  47 
V,  48 
V,  50-52 
V,  118-119 
II,  30 
V,  44 
V,  45-47 
V,  48-49 
V,   50 
V,   52 
V,  53 
V,  67 
V,  68-70 
V,  78-81 


159 


360. 

Tusc.  Disj 

,     V.  82 

432. 

De 

Orat. 

1.  48 

194.  I 

e  Olii-. 

I.  57 

367. 

» 

V,  83 

133. 

» 

» 

495. 

» 

I.  58-60 

368. 

» 

V,  83-85 

434. 

» 

I,  53-53 

196. 

» 

I.  62 

369. 

» 

V.  85 

435. 

» 

I,  82-83 

497. 

» 

1.  61-62 

37Ì). 

» 

V,  40 

436. 

» 

I,   108-109 

498. 

» 

I.   (12   'Il 

371. 

» 

V.  40-42 

137. 

» 

I,  112 

199. 

» 

I.  HI-71 

372. 

» 

V,  42 

438. 

» 

I,  113-116 

.•,i»i. 

« 

1.   73-7 ì 

373. 

» 

» 

139. 

» 

I.  118 

501. 

» 

I.  76 

374. 

» 

V.  43 

440. 

7> 

I.  119 

502. 

> 

I.  78-79 

375. 

» 

V.  85 

111. 

> 

I,  120-121 

503. 

» 

I.  80-81 

376. 

» 

V,  93 

142. 

» 

1.   125 

504. 

» 

I,  83 

377. 

» 

V,  97 

443. 

» 

I,  128 

■7o.7. 

» 

I.  85-81 

378. 

» 

V,  99-100 

111. 

» 

li.  33-31 

506. 

» 

I.  88-90 

379. 

» 

V,   ino 

445. 

» 

II.  35-38 

•7(17. 

» 

I,  90-97 

380. 

» 

V.   102 

446. 

» 

li.  11-45 

5os. 

» 

I.   97-10  1 

381. 

» 

V,  102-103 

447. 

» 

11,45-46 

509. 

» 

I,   lo5-lo7 

382. 

» 

V.   104 

448. 

J> 

11,157 

•71 0. 

» 

I.  109-112 

383. 

» 

V,   105-108 

449. 

» 

II,  106-170 

•711. 

» 

I,  113-116 

384. 

» 

V.   109 

450. 

» 

II.  171-172 

512. 

» 

1,  116 

385. 

» 

V.  110-112 

451. 

» 

II,  20(5-209 

•713. 

» 

I,  1M-117 

386. 

» 

V.    112 

452. 

» 

II,  211-213 

514. 

» 

I,  118-119 

38T. 

» 

» 

153. 

» 

11,215 

.715. 

> 

I.    120-121 

388. 

» 

V,  113-117 

154. 

» 

11.218 

516. 

» 

1,    121-130 

389. 

De  Amie. 

20 

455. 

» 

II,  227 

517. 

» 

I,  130-133 

390. 

» 

86-87 

456. 

» 

11.229 

518. 

» 

I,  133-131 

391. 

» 

22-21 

457. 

» 

II.  289 

519. 

» 

I.   135-138 

392. 

» 

26-28 

458. 

» 

11,292-293 

52o. 

» 

I.  139-140 

393. 

» 

29-30 

459. 

» 

II,  307-315 

521. 

> 

I.   1  10-144 

394. 

» 

31-32 

460. 

» 

II.  317-322 

522. 

» 

I,  141-1  is 

395. 

» 

83-86 

461. 

» 

II,  326 

52:!. 

» 

I.    111.'- 1.71 

396. 

» 

37-38 

462. 

» 

II,  328 

•721 

» 

I,  152-157 

397. 

» 

40 

463. 

» 

li,  329-330 

525. 

» 

I,  158 

398. 

» 

41 

464. 

» 

II,  331-333 

526. 

» 

» 

399. 

» 

44-45 

465. 

Tus 

:.  disp. 

I.  1-5 

527. 

» 

I.   l'io 

400. 

» 

-15 

466. 

« 

I,  5-8 

528. 

» 

II,  9-13 

401. 

» 

47-51 

467. 

Macrobius,  In  sonni.  Scip. 

529. 

» 

11.13 

402. 

» 

51-52 

1,11,6-11  (cf. 

Eyssenhardt, 

530. 

» 

II,  14 

403. 

» 

54-59 

p.  469-17H) 

531. 

» 

1I.15J 

404. 

» 

59-60 

468. 

limi 

.1.11.  1 

3-18  (cf.  ibid 

732. 

» 

11,17-18 

405. 

» 

61 

p.4 

71-172) 

533. 

» 

II  19-23 

406. 

» 

» 

469. 

De 

Offie. 

I.  4-5 

534. 

» 

11.21 

107. 

> 

62-63 

470. 

» 

I,  6 

535. 

» 

11.29 

408. 

» 

64-65 

471. 

!> 

I.  7 

536. 

» 

11.30-31 

4(19. 

» 

07 

472. 

» 

I,  8-12 

537. 

■» 

11.31. 

•il". 

» 

68-69 

473 

2 

I.  13-14 

538. 

» 

11,31-39 

411. 

> 

70 

474. 

» 

I,  14-25 

539. 

» 

11,39-10 

412. 

» 

70-73 

47.7. 

» 

I.  26 

5  1ii. 

X 

11,10 

413. 

» 

71-75 

176. 

» 

I,  26-28 

511. 

» 

11.41-12 

111. 

» 

75-76 

177. 

» 

I,  28-32 

542. 

> 

11.  12-1:: 

415. 

» 

77 

478. 

» 

I.   32 

543. 

» 

II.  l'I 

416. 

> 

78-83 

479. 

-, 

1,  33 

5  11. 

» 

11,48-19 

417. 

» 

86 

480. 

» 

I.  35 

515. 

» 

11.49 

418. 

» 

S8-92 

481. 

» 

I.  34 

.7  ni. 

» 

11.71 

no. 

» 

97-98 

482. 

» 

I.  36 

547. 

» 

IT.  52-51 

420. 

» 

99 

IN'.. 

» 

I,  38 

548. 

» 

[1,55-56 

421. 

» 

100-10] 

184. 

» 

T.    11 

5  19 

» 

[1,60-63 

422. 

•> 

102 

185. 

Sali 

istii.  Do 

Catil.  coniar. 

550. 

» 

[1,63-64 

123. 

De  Or.it. 

I,    12-14 

2  cf.Diel  i  1 

,1,136-137) 

57  1. 

» 

II. '77 

424. 

» 

I.  14-18 

186. 

ib.10  cf.  ibii 

.1,  1.70-171 

552. 

» 

[1,66 

425. 

» 

I.   19-20 

487. 

ibid 

.  (cf.  ibid.  1, 151-152 

553. 

» 

[1,66-67 

426. 

» 

I.  64-65 

188. 

De 

Offic. 

I.    11-12 

551. 

» 

II,    77-79 

127. 

» 

I.  67-7H 

189. 

« 

I.    13 

5.75. 

!> 

li.    83 

428. 

» 

1.   72-73 

190. 

» 

» 

556. 

» 

II.    si 

429. 

» 

I,  3o-:;  1 

191. 

» 

I.    17 

.757. 

» 

II.    85 

430. 

» 

I.   32 

492. 

» 

I.   18-54 

5.7-. 

T 

II.    87 

131. 

» 

I.  32-34 

493. 

» 

I,  55-56 

» 

II.    88 

Rendiconti  —  Vol.  I. 


21 


160  — 


560 

De  OUic. 

III,  11 

581. 

Tusc.  disp. 

V,  81 

603. 

De   Senect. 

42 

5C0.! 

» 

111,13 

582. 

» 

V,  70 

604. 

» 

44 

661. 

» 

III,  19-20 

583. 

» 

V,  71 

605. 

» 

46 

56'. 

» 

III.  21-24 

584. 

De  Senect. 

2 

606. 

» 

49 

563. 

» 

III,  26-27 

585. 

» 

4-5 

607. 

» 

51-53 

564. 

» 

III,  28 

586. 

» 

7 

608. 

» 

54-55 

505. 

» 

III,  30-31 

587. 

» 

8-9 

609. 

» 

55-56 

566. 

» 

III,  32 

588. 

» 

10 

010. 

» 

56-58 

567. 

» 

III,  35-37 

589. 

» 

13-14 

611. 

» 

61-63 

568. 

» 

III,  38-39 

590. 

» 

15 

612. 

» 

64-65 

569. 

» 

III,  39-40 

591. 

» 

17 

613. 

» 

65-6Ì 

570. 

» 

III,  42-45 

592. 

» 

26-27 

614. 

» 

68-69 

571. 

» 

III,  46 

593. 

» 

28 

615. 

> 

69 

572. 

» 

III,  46-47 

594. 

» 

28-29 

616. 

» 

70-71 

573. 

» 

III,  47 

595. 

» 

29 

617. 

» 

72 

574. 

» 

111,49 

596. 

» 

33 

618. 

» 

72-74 

575. 

» 

III,  52-57 

597. 

» 

34-35 

619. 

» 

75-70 

576. 

» 

III,  60-61 

598. 

» 

35 

620. 

» 

77 

577. 

» 

III,  61 

599. 

» 

35-36 

621. 

» 

78-80 

578. 

Tusc.  disp. 

I,    62-25 

600. 

» 

38 

622. 

■» 

81 

579. 

» 

II.   1-2 

601. 

» 

39-41 

623. 

» 

82-83 

580. 

» 

II,  5-8 

602. 

» 

41 

624. 

Tusc.  disp. 

li,  31-32 

II.     OliDO    FRAGMENTOKUM    IUXTA    SERIEM    LIISRORUM. 


")e  Oratore 

Fragni. 

Acad.  Piior. 

Fragni. 

Tusc.  disp. 

Fragili 

Tuse.  disp. 

Fragni 

I,     12-14 

423 

II, 

5 

227» 

I, 

1-5 

465 

II, 

30 

356 

»     14-18 

424 

» 

7 

16 

» 

4 

220 

» 

31-32 

624 

»     19-20 

425 

» 

9 

227 

» 

5-8 

466 

» 

43 

330 

»     30-31 

429 

» 

18 

227b 

» 

6 

215 

» 

46 

328 

»     32 

430 

» 

19 

228 

» 

7 

217 

» 

47 

329 

»     32-34 

431 

» 

19-20 

229 

» 

18 

102 

» 

58 

320-327 

»     48 

132-433 

» 

20 

230 

» 

20 

103 

» 

64-65 

323 

»     53-54 

434 

» 

21-23 

231 

» 

22 

104 

» 

65-66 

324 

»     64-65 

426 

» 

24-27 

232 

» 

23 

105 

» 

66 

325 

»     67-70 

427 

» 

29-32 

233 

» 

23-24 

106 

in, 

1-6 

274 

»     72-73 

42S 

» 

32 

234 

» 

30 

12 

» 

7 

276-278 

»     108-109 

436 

» 

34 

235 

» 

35 

13 

» 

9-10 

279 

»     112 

437 

» 

35-39 

236 

» 

36 

14 

» 

IO 

275 

»     118 

439 

» 

58 

33 

» 

38 

11 

» 

11 

2S0-282 

»     119 

440 

» 

59 

237 

» 

41 

108-109 

» 

12 

283 

»     120-121 

441 

» 

65-66 

238 

» 

42 

110 

» 

13 

284 

»     125 

442 

» 

66 

239 

» 

43-45 

111 

» 

13-15 

285 

»     128 

413 

» 

90 

240 

» 

45-40 

112 

» 

16 

286 

II,   33-35 

4.44 

» 

91 

241 

» 

50 

119 

» 

17-18 

287 

»     35-38 

445 

» 

95-97 

242 

» 

51 

113-114 

» 

19 

288-290 

»     44-45 

446 

» 

108 

243 

» 

53-54 

33 

» 

21 

291-292 

»     45-46 

447 

» 

108-109 

244 

» 

54 

115 

» 

22-25 

293 

>.     157 

448 

» 

110 

245 

» 

56 

122 

» 

26 

294 

»     166-170 

449 

» 

113 

246 

» 

59-60 

107 

» 

30 

295 

»     171-172 

450 

» 

115-116 

247 

» 

01 

116 

» 

33 

296 

»     206-209 

451 

» 

117       4 

,  10»,248 

» 

62-65 

578 

» 

34 

297 

»     211-213 

452 

» 

117-118 

249 

» 

65-66 

117 

» 

56 

29  i 

»     215 

453 

» 

118       5,6,9,250 

» 

06 

37 

» 

57 

299 

»     218 

454 

» 

119 

251-252 

» 

67-71 

118 

» 

61 

300-302 

»     227 

455 

» 

122 

253-254 

» 

74-75 

121 

» 

62 

303 

»     229 

456 

» 

124 

255-246 

» 

75 

120 

» 

65-66 

301 

»     289 

457 

» 

125 

257 

II, 

1 

272 

» 

66 

305 

»     292-293 

458 

» 

126 

10 

» 

1-2 

579 

» 

72 

306 

»     307-315 

459 

» 

127-128 

18 

» 

4 

218 

» 

72-73 

307 

»     317-322 

460 

» 

128 

258 

» 

5-8 

580 

» 

73-74 

30S 

»     326 

401 

» 

129 

7 

» 

8 

216 

» 

77 

309-310 

»     328 

402 

» 

132 

259 

» 

11-12 

219 

» 

79 

311 

»     329-330 

463 

» 

134-135 

260 

» 

12 

221 

» 

83-84 

312 

»     331-333 

464 

» 

142 

34 

» 

13 

222 

IV, 

11 

313 

—  MI  — 


Tusc.  clisji. 

Fragt 

>■  De  Déor.  nat. 

Fragra.   De  Legib. 

F  ragn 

De  Fato 

1    : 

IV.    11-14 

314 

I,     22-21 

40 

I,     28-30 

100 

II.  6 

177 

»     14-23 

315 

»     21 

17 

»     31-32 

101 

»      8-9 

178 

»     24-25 

310 

»      25-27 

49 

»     32 

128 

»    11 

17!' 

»     25-30 

317 

»     26-28 

:;:, 

»     33 

130 

»     14 

i   0 

»     31 

318 

»     41 

19 

»     34 

132 

»     17 

!     i 

»     32 

31!) 

»     45 

20-21 

»     35 

131 

»      19 

182 

»     37 

20!  i 

»     49-50 

21 

»     12 

133 

»     20-21 

183 

»     61-62 

321 

»     51 

25 

»     42-15 

134 

»     23-20 

184 

»        64: 

320 

»     5 1 

23 

»     45-7  2 

135 

»     27 

185 

»     70 

322 

»     50 

24 

»     50 

130 

»      32 

1S6 

V.    1-2 

223 

»     60 

41 

»     58 

137 

»     34 

187 

»     1-5 

272-273 

»     114 

40 

»     »     59-02 

138 

»     30 

188 

»      1-5 

•-2  1 

»     121 

40, 89 

II,  8 

139-140 

»    38 

189 

»     5-7 

225 

11.    1 

86 

»     8-10 

141 

»     8 

307 

»     13-14 

20 

»     10-11 

142 

De  Ofliciis 

»     31 

263 

»      15 

27 

»     12-13 

143 

I,    4-5 

409 

»     l'i 

264,  370 

»     29 

88 

»     15-10 

111 

»      0 

470 

»     40-42 

371 

>>     44-45 

32 

»     24-20 

145 

»     7 

471 

»     42 

372-373 

»     47 

31 

»     20 

140 

»     8-12 

472 

»     43 

371 

»     49-53 

SI 

»     38-39 

148 

»     13-11 

473 

»     4  1 

205.357 

»     03 

52 

»     41 

147 

»     1  1-25 

47  1 

»     45-47 

358 

»     03-05 

53 

»     40-17 

149 

»     20 

475 

»     48 

262 

»     00-67 

54 

»     4S 

150 

»     20-28 

470 

V,    18-41» 

359 

»     07-69 

56 

III,  1-4 

151 

»     28-32 

477 

»     50 

300 

»     69-70 

57 

»     4 

152 

»     32 

478 

»     52 

361 

»     70-73 

58 

»     5 

153 

»     33 

4  79 

»     53 

302 

»     75 

71 

»     42 

154 

»     34 

1-1 

»     53-54 

200 

»     70 

72 

»     35 

480 

»     67 

303 

»     77 

73 

»     30 

482 

»     68-70 

304 

»     79 

74 

De  Divin.it. 

»     38 

4.83 

»     70 

582 

»     81 

75 

I,     1 

1 56 

»      41 

48  1 

»     70-7] 

208 

»     82-83 

70 

»     2 

157 

»     41-12 

488 

»     71 

583 

»     84 

77 

»     3 

158 

»     43 

489-490 

»      72 

27ii 

»      85 

78 

»     7 

159 

»     47 

491 

»     78-81 

305 

»     86          28 

-29,  87 

»     9 

160 

,.     48-54 

492 

»     81 

267,581 

»     87 

87» 

»     11-12 

161 

»     55-50 

493 

»     82 

300 

»     98-103 

SO 

»     12-13 

162 

,.     57 

494 

»     83 

367 

»     115-118 

83 

»     34 

163 

»    58-60 

495 

»     S3-85 

368 

»     119-123 

81 

»     109-111 

164 

»     61-02 

497 

»     85 

309.  375 

»     124 

S5 

»     1 12 

■    160 

»     02 

496 

»     93 

376 

»     127-Iln 

79 

»     113 

165 

»     62-6 1 

498 

>.      '.17 

377 

»     131-133 

82 

»     115 

1 9 1 

i.     01-71 

199 

»     99-100 

378 

»     132-139 

94 

»     110 

195 

»     73-74 

:     ' 

»     1 00 

379 

»      140-141 

93 

»     117 

196-197 

»      7 1  i 

7:0    1 

>     102 

380 

>.     1  12-147 

95 

»     120 

198 

»     78-79 

502 

»     102-103 

381 

»     147-149 

96 

»     121 

199 

»     80-81 

7.  13 

»     104 

382 

»     152-153 

97 

»     124-130 

167 

»       83 

7,"  1 

»     105-108 

383 

»     15 1 

42 

»     131 

39 

»     85-87 

5o5 

»     109 

384 

»     155 

30 

>»     .88-89 

506 

»     110-112 

385 

»     165 

91 

»Pacuv.  ap. 
II,   9-11 

Sic.  108 

»     90-97 

507 

»     112 

380-387 

»     167 

90 

169 

>.     97-104 

508 

»     113-117 

388 

[II,  29-34 

123 

»     14-19 

170 

»     li7,-lo7 

509 

»     33-39 

50 

»     21-22 

171 

»     109-112 

510 

Do  Deor.  nat 

»     01 

51 

»     23 

172 

>»     113-110 

511 

I,    1 

1 

»     62 

55 

»     24 

173 

»     116 

512 

»     3-4 

3 

»     64 

30 

»     25-20 

174 

»      110-117 

513 

»     5 

2 

»     92 

92 

»     33-31 

175 

»     118-119 

511 

»     G 

211 

»     49 

170 

»     120-121 

515 

»     7 

212    ] 

")e  L'.'^ib. 

»     55 

191   1 

»     121-130 

510 

»     9 

213 

I,      10 

120 

»    oo- in 

190 

»     130-133 

517 

>     10 

214 

>.      17 

121 

»     85 

192 

»      133-131 

5H 

»     11-12 

15 

»     18-19 

127 

»     !08 

193 

»     135-138 

519 

>     12 

17 

»     19 

125 

»     127-128 

202 

»     139-140 

520 

>      19 

4:; 

»     22-23 

98 

»     137-138 

20  i 

»     Ilo.  H4 

521 

»     20 

44 

>»     23-25 

129 

»     139-110 

201 

»     111-118 

7,22 

>     21 

15 

»     26-29 

99 

»     146-147 

203 

»     149-151 

7,23 

—   102  — 


De  Officiis 

Fragm . 

De  Officiis 

Fragm. 

De 

Senectute     Fragni. 

De  Amicitia 

[fragm. 

I,     152-157 

524 

III,  30-31 

565 

» 

64-65 

612 

»     97-98 

119 

»     158 

525-526 

»     32 

566 

» 

65-67 

613 

»     99 

120 

»     160 

527 

»     35-37 

567 

» 

68-69 

614 

»     100-101 

421 

li,   5 

205-208 

»     38-  39 

568 

» 

69 

615 

»     102 

122 

»     6 

209-210 

»     39-40 

569 

» 

70-71 

616 

»     9-13 

528 

»     42-45 

570 

» 

72 

617 

Farad. 

»     13 

529 

»     46 

571 

» 

72-74 

618 

I,  3 

331 

»     14 

530 

»     46-47 

572 

» 

75-76 

619 

»     6-10 

332 

»     15 

531 

»     47 

573 

» 

77 

620 

»     12-15 

333 

»     17-18 

532 

»     49 

574 

» 

78-80 

621 

II,  tit. 

334 

»     19-23 

533 

»     52-57 

575 

» 

81 

622 

»     17 

335 

»     24 

534 

»     60-61 

576 

» 

82-83 

623 

»     18-19 

336 

»     29 

535 

»     61 

577 

111,20 

337-339 

»     30-31 

536 

De 

Amicitia 

»     21-22 

310 

»     31 

537 

De  Senettute 

» 

20 

389 

»     25-2(5 

311 

»     31-39 

538 

»     2 

584 

» 

22-21 

391 

IV,  27 

312 

»     39-40 

539 

»     4-5 

585 

» 

26-28 

392 

»    28-29 

343 

»     40 

540 

»     7 

586 

» 

29-30 

393 

V,    tit.  . 

311 

»     41-42 

541 

».    8-9 

587 

» 

31-32 

394 

V,    33-36 

345 

»     42-13 

542 

>     10 

588 

» 

37-38 

396 

»     37-38 

346 

»     46 

543 

»     13-14 

589 

» 

40 

397 

»     40 

347 

»     48-49 

514 

»     15 

590 

» 

41 

398 

»     41 

348  319 

»     49 

545 

»      17 

591 

» 

44-45 

399 

»     42-44 

350 

»     51 

546 

»     26-27 

592 

» 

45 

400 

»     44 

351 

»     52-54 

547 

»     2* 

593 

» 

47-51 

401 

»      17 

352 

»     55-56 

548 

»     2S-29 

594 

» 

51-52 

402 

»     48 

353 

»     60-63 

549 

»     29 

593  . 

« 

54-59 

403 

»     50-52 

354 

»     G3-64 

550 

»     33 

596 

» 

59-60 

404 

»     65 

551 

»     34-35 

597 

» 

61 

405-406 

Timaeus 

»     66 

552 

»     35 

598 

» 

62-63 

407 

1I-III 

59 

»     67-72 

553 

»     35-36 

599 

» 

64-65 

408 

III-IV 

60 

»    77-79 

554 

»     38 

600 

» 

67 

409 

IV-V 

GÌ 

»    83 

555 

»     39-41 

601 

» 

68-69 

410 

VI 

62 

»    84 

556 

»     41 

602 

» 

70 

411 

V  I-VII  I 

63 

»     85 

557 

»     42 

603 

» 

70-73 

412 

IX 

64 

»     87 

558 

»     44 

604 

» 

7  1-75 

413 

IX-XI 

65 

»     88 

559 

»     46 

605 

» 

75-76 

414 

XI 

67-68 

UT,  11 

560 

»     49 

606 

» 

77 

415 

XI-XII 

69 

»     13 

560» 

»     51-53 

607 

» 

78-83 

416 

XIII 

66 

»     19-20 

561 

»     54-55 

608 

» 

83-86 

395 

XIV 

70 

»     21-24 

562 

»     55-56 

609 

» 

86 

417 

»     26-27 

563 

»     56-58 

610 

» 

86-87 

390 

»     28 

564 

»     61-63 

611 

» 

88  92 

418 

De  Philo 

s.  sive  Hortens 

us  fragni.  4 

2     271 

Orell.      IV,  983 

Ineert. 

204 

»         IV,  1057 

Sallust.  ( 

ie  Catil.  coniur 

.     2 

485 

Dietsch  I,     136-137 

» 

» 

10 

486 

»          I,     150-151 

»        d 

e  bello  Jugurtli 

.  1-2 

155 

»         I,     221-223 

Ma  croi). 

[n  soran.  Scip. 

I,  II,  6-11 

467 

Eyssenhardt,  469-470 

» 

» 

i,  il  ir 

1-18 

448 

» 

471-472 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  le  Notizie  sulle  sco- 
perte di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  nello  scorso 
mese  di  gennaio,  e  che  si  riferiscono  ai  Comuni  che  seguono  : 

«  1.  Como.  Frammento  di  lapide  cristiana  trovato  fra  i  materiali  di 
costruzione  della  chiesa  di  s.  Protaso.  ■ —  2.  Leniate  sul  Seveso.  Iscrizione 
latina  riconosciuta  in  un  sarcofago  esistente  nella  villa  Raimondi  in  Birago 
nel  comune  di  Lentate.  —  3.  Viadana.  Scoperta  di  una  terremara  presso  il 
casale  Zaffanella.  —  4.  Marano  di    Valpolicella.  Tomba  rimessa  in  luce  in 


—   163  — 

contrada  La  Fava. —  5.  Este.  Recenti  scoperti.'  epigrafiche  dell'agro  ate- 
stino.—  6.  Buone.  Pezzo  di  lapide  opistografa  rinvenuta  nel  territorio  del 
comune.  —  7.  Concordia-Sagittaria.  Antichi  oggetti  scavati  nel  territorio 
del  comune  durante  l'anno  1884.  —  8.  Fossaltadi  Portogruaro.  Frammento 
d'iscrizione  latina  riconosciuta  presso  la  casa  de-Santi  in  Gorgo,  frazione 
del  comune  di  Fossalta.  --  9.  Crespellano.  Tombe  di  tipo  Villanova  tro- 
vate nel  podere  s.  Lorenzo  nel  comune  di  Crespellano.  —  10.  S.  Agata  bo- 
lognese. Turi-amara  riconosciuta  nel  podere  denominato  s.  Filippo  Neri.  — ■ 
11.  Ravenne.  Nuove  epigrafi  latine  scoperte  dentro  la  città. —  12.  Forlì. 
Antichità  romane  scoperte  nel  fondo  Rosetti  in  villa  Mugliano.  --  13.  An- 
cona. Epigrafe  cemeteriale  cristiana  riconosciuta  fra  i  materiali  di  fabbrica 
dell'antico  episcopio  presso  la  cattedrale.  —  14.  Orvieto.  Tombe  della  ne- 
cropoli etnisca  di  Volsinium  vetus,  scoperte  nella  prosecuzione  degli  scavi 
in  contrada  Cannicella.  —  15.  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle  regioni  IV,  V, 
VI,  VII,  Vili,  IX,  XII.  XIII,  XIV  e  nelle  vie:  Labicana.  Portuense,  Ti- 
burtina.  —  16.  Marino.  Nuove  indagini  nell'area  della  villa  di  Q.  Voconio 
Pollione  nella  tenuta  del  Sassone.—  17.  S.  Maria  di  Capua  Vetere.  Vaso 
dipinto  scoperto  nel  fondo  Tirone.  —  18.  Bacali  (comune  di  Pozzuoli).  Iscri- 
zioni latine  rinvenute  a  Cappella  presso  Bacoli.  —  lì».  Boscotrecase.  Basso- 
rilievo marmoreo  trovato  a  Boscotrecase  a  piedi  del  Vesuvio.  —  20.  S.  Omero. 
Nuove  scoperte  presso  la  chiesa  di  s.  Maria  a  Vico,  a  poca  distanza  di 
s.  Omero. —  21.  Sulmona.  Nuove  tombe  della  necropoli  di  Sulmona  rico- 
nosciute nel  terreno  di  Pasquale  Sciore.  —  22.  Gandiano  (comune  di  La- 
vello). Rinvenimento  di  lapide  latina  presso  il  pozzo  della  masseria  di  s.  Paolo 
in  Gandiano.  —  23.  Cuggiano.  Iscrizione  latina  trovata  in  contrada  \isce- 
rjlielo.  —  24.  Avola.  Altri  pozzi  antichi  riconosciuti  in  occasione  dei  lavori 
per  la  strada  ferrata  da  Siracusa  a  Licata  ». 

Matematica.  —   Fondamenti  di  una  teoria  di   tino  spazio  ge- 
nerato dai  complessi  lineari.  Memoria  del  Socio  corr.  R.  De  Paoms. 
Questo  lavoro  sarà  pubblicato  nei  volumi  delle  Memorie. 

Matematica.  —  Sopra  i  sistemi  tripli  ortogonali  di  Weingarten. 
Nota  del  dott.  L.  Bianchi,  presentata  dal  Socio  Disi. 

«  Il  teorema  fondamentale  a  cui  si  legano  le  ricerche  seguenti  mi  è 
stato  comunicato  nello  scorso  ottobre  dal  sig.  Weingarten.  Avutane  licenza 
dall'illustre  Geometra  ne  pubblico  qui  l'enunciato  insieme  alle  conseguenze 
che  ne  ho  dedotto,  riservandomi  a  sviluppare  in  un  prossimo  lavoro  le  rela- 
tive dimostrazioni.  Lece  il  teorema  nella  forma  come  mi  l'n  comunicato  dal- 
l'autore : 


—  li>4   — 

«  Sia  S  una  superficie  a  curvatura  costante  K  positiva  o  negativa, 
P0  un  suo  punto  fisso,  P  un  punto  mobile  stilla  medesima  superficie,  la 
cui  distanza  geodetica  da  P0  indicheremo  con  ò\  Se  in  P  eleviamo  la  nor- 
male ad  S  e  ne  stacchiamo  {in  un  determinato  senso)  un  segmento  infi- 
nitesimo PP'  proporzionale  a  cos  (3  . 1  E),  il  luogo  degli  estremi  P'  dei 
segmenti  è  una  nuova  superficie  S'  colla  medesima  curvatura  costante  K. 
Sopra  S'  ripetendo  la  stessa  costruzione  si  avrà  una  nuova  superficie  S'\ 
da  questa  una  quarta  S'"  e  così  di  seguito  e  il  sistema  co1  di  superficie 
a  curvatura  costante  K  così  ottenuto  farà  parte  di  un  sistema  triplo  di 
superficie  ortogonali. 

«  I  notevoli  sistemi  tripli  ortogonali,  la  cui  esistenza  è  stabilita  dal  teo- 
rema precedente  li  chiamerò  sistemi  di  Weingarten. 

1.  «  Indico  con  2  le  superficie  a  curvatura  costante  K  che  fanno  parte 
di  un  sistema  di  Weingarten,  con  2i  ,  2>  le  superficie  degli  altri  due  sistemi 
e  con  C  le  curve  intersezioni  delle  2i ,  22 ,  cioè  le  curve  traiettorie  ortogo- 
nali delle  2. 

«  Le  normali  principali  delle  curve  C  nei  punti  d'incontro  con  una  su- 
perficie 2  sono  tangenti  alle  geodetiche  G  di  2  uscenti  da  un  punto  fisso 
sopra  2  (il  punto  P0  della  costruzione  di  Weingarten).  Se  si  pone  per  sem- 
plicità K  =  ±l  si  ha  che  il  raggio  p  di  1*  curvatura  delle  curve  C  in  un 
punto  d'incontro  P  con  2  è  eguale  alla  curvatura  geodetica  di  quella  tra- 
iettoria ortogonale  (circolo  geodetico)  delle  geodetiche  G  sopra  2 ,  che  esce 

ila  P.  La  flessione  -  delle  curve  C  l'indicherò  anche,  per  brevità,  come  fles- 


P 


sione  del  sistema  di  Weingarten. 

«  Anzitutto  mi  sono  occupato  delle  condizioni  geometriche  determinanti 
i  sistemi  di  Weingarten  ed  ho  stabilito  il  teorema: 

«  Scelta  arbitrariamente  una  superficie  iniziale  20  a  curvatura  co- 
stante e  una  curva  C0 ,  uscente  da  un  punto  di  20  normalmente  alla  su- 
perficie stessa,  esiste  sempre  uno  ed  un  solo  sistema  di  Weingarten,  al 
quale  appartiene  la  superficie  scelta  20  e  che  fra  le  curve  C  ortogonali 
alle  superficie  2  contiene  la  curva  data  Cr 

«  Merita  speciale  menzione  il  caso  in  cui  la  superficie  iniziale  20  es- 
sendo a  curvatura  negativa  — ^ ,  la  curva  scelta  C0  abbia  costante  =R 

il  raggio  di  1°  curvatura,  poiché  allora: 

«    Tutte  le  curve  C   ortogonali   alle  superficie  2  sono  a  flessione  co- 

1 
stante  =5-. 

«  Questi  sistemi  tripli  speciali,  corrispondenti  al  caso  in  cui  il  punto  P0 
nella  costruzione  di  Weingarten  si  assuma  a  distanza  infinita,  li  dirò  sistemi 
di  Weingarten  a  flessione  costante. 


—  165  — 

«  Se  la  curva  C0  è  un  circolo  di  raggio  R,  tutte  le  altre  curve  C  sono 
circoli  di  raggio  R  e  si  ha  uu  sistema  triplo  ciclico  ortogonale  di  Ribaucour. 

2.  «  Se  si  assume  uu  sistema  triplo  di  Weingarten  a  curvatura  nega- 
tiva  K  =  —  1  per  sistema  di  coordinate  curvilinee  «,  v,  w  dello  spazio,  l'ele- 
mento lineare  ds  dello  spazio  prende  la  forma  : 

(1)  ds1  =  cos2  e  du9-  +  sen*  tì  dv*  +  (  —  ^dw\ 

die  il  sig.  Darboux  ha  stabilito  in  particolare  pei  sistemi  di  Ribaucour  ('). 
«  Le  6  equazioni  di  Lamé    per  i   coefficienti   dell'elemento   lineare  si 
riducono  nel  caso  attuale  alle  tre  seguenti: 

— r r  =  sen  tì  cos  tì 


(-)         (  7T  i—  )   =  COS  tì  - 

)  7»w  \  costì  "ìudtu/  "S 


7)0  1     7)0     7>2tì 


)iy       sentì  iv  ~òv~dw 
U3tì  costì  7)tì     D2tì  sentì^tì    D*fl 


lyiOfTw       sentì  ìu  ~òv!>w        cos  tì  7)u  ~òu~òiv  ' 

«  Ogni  sistema  triplo  di  Weingarten  a  curvatura  negativa  K  =  —  1  dà 
una  funzione  9  delle  tre  variabili  u,  v,  w  che  soddisfa  alle  tre  equazioni 
simultanee  (2)  alle  derivate  parziali  e  viceversa  ad  ogni  soluzione  9  delle  (2) 
corrisponde  un  sistema  triplo  di  Weingarten. 

«  Per  i  sistemi  di  Weingarten  a  curvatura  positiva  K  =  -+- 1  valgono 
forinole  analoghe,  cangiate  le  funzioni  circolari  cos  9,  sen  9  in  funzioni  iper- 
boliche cosh  9  ,  senh  9. 

3.  «Se  9{u,  v,  w)  soddisfa   le  (2)  e  definisce  quindi  un  sistema  2  di 
Weingarten  a  curvatura  K  =  — 1  anche  la  funzione  $.(u,v,  w)  determinata 
dalla  equazione  : 
™  cos©     D2tì  senp    Yti  7)tì 

costì  ~bu~ì)W       sentì  ìv~òw        Tìw 
soddisfa  alle  (2)  e  definisce  perciò  uu  nuovo  sistema  2'  di  Weingarten. 

«  La  relazione  geometrica  fra  i  sistemi  3  ,  2'  si  ottiene  colla  consi- 
derazione seguente.  Perchè  l'angolo  s>  definito  dalla  (3)  sia  reale  è  neces- 
sario e  sufficiente  che  la  flessione  -  (n.  1)    del   sistema    2   di  Weingarten 

sia  >  1.  Supposto  ->  1  ,  le  geodetiche  G  (u.  1)  sopra  ogni  superficie  2  sono 

ortogonali  ad  una  determinata  geodetica  y.  Se  ora  sopra  2  consideriamo  il 
sistema  T  di  linee  geodetiche  parallele  in  una  direzione  0  nell'altra  alla 
geodetica  7  e  della  superficie  2  assumiamo  la  complementare  rispetto  a  I' 
nel  senso  stabilito  nella  mia  tesi  di  abilitazione  (')  otterremo  precisamente 

(')   Comptcs  Rendus  de  l'Acadeinie  des  Sciences.  2nlt  semestre,  1883. 

(')  Annali  della  R.  Scuola  Normale  Superiore  di  Pisa,  1879:  od  anche:  Mathemati 

Annalen  Bd.  16. 


—  Il  ili  — 

la  superficie  2'  corrispóndente  del  nuovo  sistema  di  Weingarten.  Chiamerò 

perciò  2'  sistema  complementare  di  2.  Cosi  da  ogni  sistema  noto  2  della 
specie  anzidetta  si  ottengono  due  nuovi  2',  2"  complementari  di  2  e  della 
medesima  specie.  Ripetendo  sopra  2'  la  stessa  costruzione  si  avranno  due 
sistemi  complementari,  dei  quali  uno  sarà  2  slesso  e  l'altro  2'i  sarà  in 
generale  diverso  da  2  e  da  2".  In  tal  modo  procedendosi  ha  il  risultato: 
«  Da  ogni  sistema  noto  di   Weingarten  a  curvatila  negativa  K  =  —  1 

e   a  flessione    ->1  possono  dedursi  senza   calcoli   d'integrazione  infiniti 

nuovi  sistemi  della  stessa  specie. 

«  Se  però  il  sistema  2  di  Weingarten  è  a  flessione  costante,  non  si 
ottiene  che  un  nuovo  sistema  complementare  2' ,  sul  quale  ripetendo  la 
stessa  costruzione  si  ritorna  a  2.  In  questo  caso  le  curve  C  traiettorie  orto- 
gonali delle  superficie  2'  sono  i  luoghi  dei  centri  di  curvatura  per  le  curve  C 
traiettorie  ortogonali  delle  2  e  inversamente.  Nel  caso  limite  di  un  sistema 
ciclico  2  di  Eibaucour  il  complementare  2'  si  riduce  ad  una  unica  superficie. 

4.  «  Fra  i  sistemi  tripli  di  Weingarten  citerò  quello  formato  di  tre 
sistemi  di  elicoidi  coassiali  a  curvatura  costante  negativa  per  due  dei  sistemi 
e  positiva  per  il  terzo,  caratterizzato  dalla  forma: 

dsl  =  a*  sri*  ('/+  v  -f-  w)  du%  -+-  b*  cri1  (u-+-v-+-  w)  dvl 
-+-  e2  dn*  (u~\-v~h  w)  dw1 
dell'elemento  lineare  dello  spazio  e  discusso  in  una  mia  Nota,  che  si  sta 
stampando  negli  Annali  di  matematica.  Citerò  inoltre  quelli  ottenuti  da  ogni 
superficie  di  Enneper  a  curvatura  costante  (positiva  o  negativa)  e  con  un 
sistema  di  linee  di  curvatura  piane.  I  piani  di  queste  linee  di  curvatura 
passano  per  una  retta  fissa  nello  spazio,  l'asse  della  superficie.  Facendo  ruo- 
tare la  superficie  di  Enneper  attorno  all'asse  si  ottiene  un  sistema  2  di 
superficie  che  appartiene  ad  un  sistema  di  Weingarten.  Ciò  mostra  altresì 
che:  Sopra  ogni  superficie  di  Enneper  le  linee  geodetiche  si  determinano 
con  quadrature  ». 

Matematica.  —   Un  teorema  relativo  al  gruppo  della  trasfor- 
mazione  modulare   di   grado    p.    Nota  IL    del    dott.  Or.  Fuattini, 
presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Nota.  Trasformando  la  (a,  /3,y,  o)  con  la  (m,  n,  r,  s)  e  supponendo 
che  il  simbolo  («',  /s',  7',  3')  corrisponda  ad  ima  delle  due  forme  analitiche 
della  trasformata,  avremo: 

a^  =  *(»!"« -f-ny)  — r(mfi-hnà);     fi' =  m  (mfi-hnò) — n  (mx-+-ny) 
7'  =  s  (ra  ■+-  sy)  —  r  (rfi  -j-  *3)  ;        3'  =  m  (rfi  -+-  s8)  —  n  (ra  -+-  sy) 
dalle  quali,  in  grazia  della  ms  —  nr  =E  1 ,  si  deduce  : 


—  Ili?  — 

«  Le  espressioni  analitiche  ili  due  sostituzioni  affini  si  potranno  adun- 
que porre  nella  forma  : 

(a,  fi,  7,  O  —  a),    (a,  ,/,  y',  0-d). 
«  Conviene  ora  dimostrare  che  per  6  diversa  da  ±2,  si  può  sempre  asse- 
gnare qualche  trasformatrice  atta  a  mutare  («, ,/,  y,  9—  a)  in  (a',  /S',  7',  0— a'), 
ossia,  che  essendo  : 

Xr=s(m«-f-n7) — r  (m§~\-nO — na)  ;  u.=  —  n  {ma-h  ny)-i-m(mp-hnd—na) 
v  =  s  {ra  -+-  sy)  — ?"  (Y/3  +  s«  —  sa)  ;  p  Ez  —  jj  (ra  -+-  «7)  -f-m  (r/S  H-sfl  —sy.) 

i  coefficienti  della  trasformata  della  prima  sostituzione   mediante  la  (m,  n, 
r,s),  si  possono  sempre  attribuire  ad  m ,  n,  r,s  valori  tali,  che  sia: 

a'=       s  (mx-{-ny) — r  (m(ì-hnd  —  noe) 
jS'EE — n(mu-\-ny)  +  m  (iiìfl-^nH  —  ìiy) 
'/'  =     s  (  ra  +  .sy)  —  r  (  ?'/9+  s6  —  sa) 
ms  —  nrlE  1 . 
«  Approfittando  dell'ultima  di  queste  relazioni,  potremo  porre  il  sistema 
nella  forma: 

7'  =  s*7  —  r4/?+rs(2«  —  0) ,     p"=—  »'2  7+  hi  V  —  »»«  (2«  —  A) 
a'  —  a  EE  ««7  —  mrfi  +  nr  (2«  —  0) 
(a)  wis  —  nrEEl, 

e  se  /  non  è  nulla,  nella  seguente: 

7'=s27  —  rV-M-s(2a— (9) 

„.                _  }iiS-hn(0  —  a  —  a')             •m~\-m(a —  a') 
(»)  •= ? ,     »=~-7 • 

ms  —  nrEE  1 . 

«  La  prima  delle  (b)  si  riduce  ad  una  identità  mediante  le  altre  tre 
e  mediante  le  relazioni:  «  (tì  —  oc)  —  Py  =  a'(0—a') — ,/y'jErl,  come  è 
facile  verificare,  e  per  ciò  il  sistema  a  risolvere  si  riduce  a  quello  delle  3 
congruenze  : 

0>  ~tj,„~  —  7»*  +  mn  (0  —  2a) 

,v  _»>?/*-(- n(tf —  u  —  a)  vn-f-tnfa —  a') 

(c)  »  =  — S '      r=- ? L' 

P  P 

la  prima  delle  quali,  quando  /3  non  sia  nulla,  è  riducibile  alla: 
{2mp-hn0— 2n«)«  —  n»(fl*  —  4)  —  4ftS'  E  0. 

«  Questa  congruenza  la  quale  con  la  21  e  3°  delle  (e)  surroga  le  (a) 
quando  ,-?  e  p"  non  sono  aulle,  è  risolvibile  perchè  «- — I  è  diversa  da  zero; 
(il  caso  9e±2  sarà  esaminato  a  parte).  Risoltala,  e  trovato  un  sistema 
di  valori  della  ni  e  della  n  che  le  convenga,  con  la  2:'  e  3"  dolio  (<■)  rica- 
veremo i  corrispondenti  valori  della  r  e  della  s. 

«  Restano  così  a  considerare  i  3  oasi  :  p"  =  Q;  fl~0;  /?  EE/9'r=0.  Nel 

Rendiconti  —  Vor„  I.  22 


—  168  — 

primo  caso  bisogna  tornare  alle  (a)  convenientemente  modificate  ovvero  alle 
equivalenti  : 

Ì  =  s-j  —  r2  fi  -+-  rs  (2  a.  -  0) 
(il)  mfi-hn{d  —  a  —  ocf)  =  0,  ny-\-m{z—u')  =  Q. 

vis  —  nr'EE.  1. 

«  La  2°  di  queste,  se  «  è  diversa  da  a',  è  conseguenza  della  3a  in  virtù 
delle:  a(0 —  ce) — Py  =  u'{0 —  a')  =  l.  Così  il  sistema  si  riduce  facilmente 
al  seguente  : 

(2i-jJ+*fl  —  2s«)2  —  s4(08  —  4)  =  —  4/?/, 
ms  —  nrEEl,   ny+i»(a  —  a')=EEO 
che  è  evidentemente  risolvibile.  Se  poi  a.  =  a',  dalle  due  relazioni:  «  (0  —  sr)  — 
—  /S"/  =  x  (0  —  u)  =  1,  dedurremo  7  =  0.  La  3a  delle  (J)  si  ridurrà  all'iden- 
tità, e  varranno  per  le  restanti  le  osservazioni  dell'  altro  caso. 

«  Sia  jS  =  0.  In  questo  caso  le  (e)  modificate  sono  quelle  che  convien 
risolvere.  La  prima  è:  n(m9 —  2 ma  —  ny)  =  0',  la  quale  quando  alla  n 
si  attribuisca  un  valore  arbitrario  darà  una  corrispondente  m  perchè  la 
H  —  2  et  non  è  nulla,  il  caso  0  =  zt2  essendo  escluso. 

«  Sia  finalmente  fi~fi'  =  0.  Dall'essere:  «(0— a)  =  «'(»—«')  =  1-, 
ricaveremo:  (a  —  a')  (6 — u  —  ce)  =  0  e  per  ciò:  ce~ct,  ovvero:  0  =  x-hu. 
Non  potrebb'essere  infatti  a^ra'  e  O  —  c/.-hce',  perchè  si  cadrebbe  nella 
conseguenza:  6  =  z±z2.  Ora,  se  c.  =  ce,  ponendo  n=0  si  soddisfa  alla  2" 
e  3"  delle  (n).  Attribuendo  poi  alla  5  un  valore  diverso  da  zero,  si  troverà 
)■  con  la  la,  e  poi  m  con  la  4\  Se  poi  0  =  a-hce  la  2a  e  3a  delle  (a)  si  ri- 
ducono all'unica:  nr/-\-m(ci —  a')  =  0,  e  si  potrà  risolvere  il  sistema  di 
questa  e  delle  altre  due. 

«  Veniamo  ora  al  caso  fl£Ezt:2.  Se  /3  e  fi  non  sono  nulle,  la  ll  delle  {e) 
diverrà:  (2«i/3±2« —  2/iif£4,i/e  non  sarà  risolvibile  se  non  quando 
/3  e  /3'  siano  entrambe  resti  o  no  mod.  p.  Se  poi  //  =  0,  la  prima  delle  (</) 
diviene:  (2r./5±2s  —  2sc<)2^: —  4  fi-/  ed  è  solo  risolvibile  quando  — -/  e 
,3  sono  resti  o  non  resti  entrambe.  Analogamente  se  fi  =  0  la  la  delle  (e) 
diviene:  — n-yEEfi'  ed  esige  che  fi'  e  —  7  siano  dell'istessa  specie  quadra- 
tica. Finalmente  se  fi~fi'~0,  per  l'affinità  delle:  (1,0, 7,  1),  (1,0,  7',  1), 
si  otterranno  dalle  (a)  le  condizioni  :  /  ZE*2  7,  n-EEO,  rósìErl,  all'adempi- 
mento delle  quali  sarà  necessario  che  7  e  7'  siano  della  medesima   specie. 

«  Lasciamo  al  lettore  la  cura  di  riassumere  questi  risultati  a  giusti- 
ficazione del  lemma  che  servì  di  fondamento  alla  Nota  1°  ». 

MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

S.  Carli.  Ordini  amministrativi  dei  Comuni  di  Garfagnana  dai 
tempi  più  antichi  al  secolo  presente.  Presentata  dal  Segretario  della  Classe. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono  all'Acca- 
demia, segnalando  fra  esse  le  seguenti  : 

P.  E.  Levasseur.  Discorso  inaugurale  pronunciato  alla  ••  Associatton 
pour  Venseignement  seconJairc  des  jeunes  fdles  ». 

I.  Giorgi  e  U.  Balzani.  Il  Regesto  di  Farfa  di  Gregorio  ili  Colino, 
Voi.  Ili,  pubblicato  negli  Atti  della  Società  Romana  di  Storia  patria. 

L.  Vasuerkindere.  L'Uni  versili!  de  Bruxelles.  1834-1884. 

CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Carutti  comunica  la  seguente  corrispondenza  relativa  al 
cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

L'Accademia  della  Crusca,  di  Firenze;  la  Società  storica  lombarda,  di 

Milano;   la   Società  dei  naturalisti,  di  Bamberga:   la   Società   geologica  di 

Edimburgo;  l'Istituto  Smithsoniano  di  Washington;  l'Università   di  Tokio; 

l'Università  di  Berkeley;  il  Comando  del  Corpo  di  Stato  Maggiore,  di  Roma. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 

La  r.  Accademia  prussiana  delle  scienze,  di  Berlino;  il  r.  Istituto  geo- 
logico ungherese  di  Budapest;  il  Museo  geologico  di  Calcutta;  l'Università 
di  Marburgo. 

Il  Segretario  Carutti  comunica  all'Accademia  il  Programma  di  con- 
corso  fra  gli  artisti  italiani  per  il  Monumento  da  erigersi  in  Biella  a 
Quintino  Sella.  Annuncia  pure  che  di  questo  Programma  sarà  trasmessa 
copia  a  tutti  ([negli  artisti  clic  ne  tacciano  domanda  al  Sindaco  della  città 
di  Biella. 

Lo  stesso  Segretario  comunica  che  l'onorevole  Deputato  Conte  Marco 
Miniscalchi  Erizzo  di  Verona,  ha  fatto  dono  all'Accademia  di  due  cas- 
sette di  carattere  siriaco  estrangelo  di  due  corpi  diversi.  Questi  stessi  tipi 
elegantissimi  e  nuovi  in  gran  parte,  servirono  alla  splendida  edizione  del- 
V.Evangeliarium  llterosolymitanum  (')  fatta  dal  fu  Conte  Francesco  Mini- 
scalchi  Erizzo,  celebre  orientalista,  padre  del  donatore. 

Sulla  proposta  del  Presidente,  la  Classe  delibera  che  siano  all'  onor. 
conte  Miniscalchi  significati  i  sensi  di  gratitudini'  dell'Accademia  sì  per  la 
testimonianza  di  onore  datale,  e  sì  per  l'importanza  del  dono,  onde  si  accresce 
la  India  collezione  di  tipi  orientali  ili  cui  già  disponi'  la  tipografia  accademica. 

D.  C. 

(')  Eoangeliarium  lìierosolgmitanum  ex  codice  Valicano  Palaeslino  depromsil  etlidit  Ui- 
line  vertil  prolegomeni*  ac  glossario  adornavi!,  Comes  Frantisela  Miniscalchi  Erìzso.  Tom.  I, 
Yeronae   1861;  Toni.  IT.  il).   1864. 


171    — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA     DEI     LINCE] 

Classe  di  scienze  fisiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta  del  1  marzo  1885. 

F.  Bkioschi  Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Paleontologia  —  Resti  fossili  di  Dioplodon  e  Me  so  pio- 
don  raccolti  nel  Terziario  superiore  in  Italia.  Memoria  del  Socio 
G.  Capellini,  presentata  alla  R.  Accademia  delle  Scienze  di  Bologna, 
il  22  febbraio  1SS5  (Sunto). 

«  Premessi  brevi  cenni  storici  intorno  ai  principali  lavori  sui  rostri  di 
zifioidi  provenienti  dal  Crag  del  Belgio  e  dell'Inghilterra,  e  ricordata  la  impor- 
tantissima scoperta  dei  resti  di  un  Choneziphius  planirostris  nelle  sabbie 
plioceniche  dei  dintorni  di  Siena,  intorno  alla  quale  già  ebbe  ad  intratte- 
nere l'Accademia  nostra  nella  sua  prima  seduta  del  14  dicembre  delle 
scorso  anno,  discorre  dei  zifioidi  a  rostro  allungato  belemnitiforme. 

«  Dopo  aver  dichiarato  che,  pei  riferimenti  generici,  accettava  le  vedale 
di  P.  Gervais,  descrive  anzitutto  una  porzione  di  rostro  di  zifioide  che  da 
parecchi  anni  trovavasi  indeterminata  fra  i  resti  di  cetacei  fossili  del  museo 
della  r.  Accademia  dei  Fisiocritici  di  Siena.  Questo  rostro  viene  attribuito 
al  Dioplodon  longirostris,  ossia  alla  specie  tipica  fondata  da  Cuvier  nel  1823 
per  un  rostro  fossile  di  incerta  provenienza. 

«  Al  Dioplodon  gibbus,  Owen  sp.,  riferisce  la  base  di  un  rostro  prove- 
niente da  Serrastretta  in  Calabria  e  che  dal  prof.  Lovisato,  fino  dal  1879, 
fu  donata  al  Museo  geologico  della  r.  Università  di  Roma. 
Rendiconti  —  Vol.  I. 


—   172  — 

«  Del  Dioplodon  tenuirostris,  specie  trovata  per  la  prima  volta  nel  Crag 
di  Suffolk,  fa  conoscere  alcune  porzioni  di  rostro  proveniente  dai  dintorni 
di  Orciano  pisano  ed  ora  nella  collezione  paleocetologica  del  r.  Museo  geo- 
logico di  Bologna. 

«  Col  nome  di  Dioplodon  bononiensis  illustra  un  rostro  incompleto,  ma 
assai  importante,  raccolto  dal  maggiore  Gallet  fra  Sabbiuno  e  Monte  Pre- 
done sulla  riva  destra  del  Reno  nella  circostanza  che  si  eseguivano  lavori 
per  la  riattivazione  dell'antico  acquedotto  bolognese.  Questo  rostro  ricorda 
quelli  del  Dioplodon  medìlineatus  e  D.  tenuirostris;  merita  però  di  essere 
distinto  come  specie  nuova  :  intero  doveva  essere  lungo  circa  sessanta  cen- 
timetri. 

«  Del  Dioplodon  medilineatus,  Owen  sp.  furono  pure  raccolti  avanzi 
presso  Orciano  e  di  questi  descrive,  fra  gli  altri,  una  base  di  rostro  che  si 
trova  a  Montecchio  nella  collezione  del  fu  cav.  R.  Lawley. 

«  Ad  ima  specie  distinta  col  nome  di  Dioplodon  senensis  è  riferita  una 
interessante  estremità  rostrale  che  trovasi  nel  Museo  della  r.  Accademia  dei 
Fisiocritici  di  Siena.  Questa  specie  offre  analogie  col  D.  tenuirostris  e  col 
D.  Becani. 

«  Anche  della  nuova  specie  Dioplodon  Laiuleyi,  Cap.,  per  ora  si  conosce 
soltanto  una  estremità  rostrale  raccolta  nelle  marne  plioceniche  dei  dintorni 
delle  Saline  sotto  Volterra.  Questo  rostro  ha  qualche  somiglianzà  con  quello 
del  Dioplodon  Layardi. 

«  Del  Dioplodon  Meneghina,  Law.,  è  riferito  quanto  ne  disse  il  Lawley 
stesso  e,  a  corredo  della  descrizione  sono  pure  figurate  in  grandezza  naturale 
due  estremità  di  mandibole  di  due  distinti  individui.  Gli  originali  sono  nella 
collezione  del  fu  cav.  R.  Lawley  a  Montecchio. 

«  Al  genere  Mesoplodon  come  lo  ha  limitato  il  Gervais,  è  riferita  la 
piccola  porzione  di  mandibola  destra,  con  dente,  già  descritta  da  Lawley 
sotto  il  nome  di  Dioplodon  D'Anconae;  essa  pure  conservata  nella  collezione 
Lawley  e  rappresentata  da  modelli  perfetti  nelle  collezioni  di  Bologna  e 
Firenze. 

«  Finalmente  allo  stesso  genere  Mesoplodon  è  attribuita  dubitativamente 
una  cassa  timpanica  destra  raccolta  nei  dintorni  di  Orciano  pisano  e  che 
presenta  qualche  analogia  con  alcune  casse  timpaniche  di  zifioidi  dragate 
dal  «  Challenger  »  nell'Oceano  Pacifico  meridionale  a  m.  4271  di  profondità. 

«  È  probabile  che  questa  cassa  timpanica  abbia  rapporto  con  alcuno 
dei  zofioidi  già  notati  nel  pliocene  toscano,  forse  col  Mesoplodon  D'Anconae. 

«  Con  questa  Memoria  corredata  di  una  tavola  doppia  nella  quale  sono 
figurati  tutti  gli  esemplari  descritti,  la  cetologia  fossile  italiana  viene  ad 
arricchirsi  di  ben  sette  specie  di  zifioidi,  quattro  delle  quali  già  note  nel 
terziario  superiore  dell'Inghilterra  e  del  Belgio  e  tre  interamente  nuove. 

«  In  conclusione  si  può  dire  che  prima  del  1875  in  Italia  non  erano 


—  17;:  — 

stati  segnalati  avanzi  t'ossili  di  zifioidi;  nel  1876  il  cav.  R.  Lawley  descrisse 
le  porzioni  ili  mandibole  dei  due  zifioidi  che  distinse  coi  nomi  di  Diopl 
Meneghina  e  D.  WAnconae  ed  oggi  fra  i  zifioidi  fossili  italiani  annoveriamo 
già  una  diecina  di  specie;  di  taluna   si   hanno    resti   di   importanza    i 
zionale  per  la  paleontologia  e  per  la  geologia  stratigrafica  ». 

Mineralogia.  —  Contribuzione  alla  mineralogia  dei  ritirimi 
sabatini.  Parte  I.  Sui  proietti  minerali  vulcanici  trovali  ad  Est 
del    lago  di  Bracciano.    Memoria    del    Socio    Gr.  Stei'ìykr.    (Sunto). 

«  Dopo  lunghe  e  per  molto  tempo  infruttuose  ricerche  si  scuoprirono, 
sovratutto  in  questi  ultimi  quattro  anni,  ad  est  del  lago  di  Bracciano,  nella 
regione  compresa  tra  l'Anguillara  e  il  lago  di  Martignano,  come  al  Monte 
S.  Angelo  presso  Baccano,  e  presso  Cesano,  numerosi  proietti  minerali  si- 
mili alle  cosidette,  «  bombe  »  dei  tufi  del  Monte  Somma,  come  agli  aggre- 
gati minerali  dei  Monti  Albani,  ai  «  trovanti  »  di  Pitigliano  e  del  lago  di 
Laach  in  Germania.  Essi  si  Movano  generalmente  alla  superficie  e  nell'in- 
terno di  strati  di  lapilli  e  tufi  poco  coerenti,  in  mezzo  ad  mia  enorme  con- 
gerie di  frammenti  angolosi  talora  colossali  di  calcari  compatti  e  cristallini, 
di  paesino,  di  macigno,  di  lave  leucilitiche  e  tefritiche.  di  fonoliti  leuci- 
tiehe  e  di  trachiti.  In  due  luoghi  però,  al  Monte  S.  Angelo  presso  Baccano, 
e  accanto  al  paese  di  Cesano,  sulla  strada  che  da  questo  conduce  ai  «  Pi- 
sciareUi  »  sulla  via  Cassia,  sono  racchiusi,  unitamente  ai  massi  angolosi  di 
roccie  vulcaniche  e  sedimentarie,  massime  calcaree,  da  un  tufo  grigio  che 
è  perfettamente  analogo  al  peperino  dei  Monti  Albani. 

«  I  minerali  che  costituiscono  gli  aggregati  sino  ad  ora  rinvenuti,  sono: 
spinello  var.  pleonasto,  magnetite,  limonite.  wollastonite,  pirosseno,  var. 
augite  e  var.  fassaite,  amfibolo  nero,  granato  giallo,  bruno,  rosso  e  nero 
var.  melanite,  idocrasio  giallo-bruno  e  verde,  humboldtilite,  mica  var.  me- 
rosseno,  verde  e  bruno-nerastra,  sarcolite,  nefelite,  hauynite  celeste  e  grigia, 
leucite,  anortite,  ortoclasio  var.  sanidino,  titanite,  apatite,  e  calcite. 

«  Fra  questi  minerali  è  notevole  sovratutto  la  sarcolite,  sino  ad  ora 
trovata  esclusivamente,  e  come  specie  assai  rara,  nelle  «bombe»  del 
Monte  Somma. 

«Taluni  dei  massi,  svariatissimi  per  struttura  e  costituzione  minera- 
logica, e  precisamente  quelli  composti  di  solo  granato  giallo  o  di  questo  e 
di  idocrasio  bruno,  si  assomigliano  sovratutto  .1  -iti  «  trovanti  »  ili  Piti- 
gliano,  quelli  pirossenici  verdi  con  pleonasto,  e  quelli  composti  di  piros- 
seno verde  e  di  anortite,  ricordano  in  pari  tempo  ''  iti  del  MonteSomma 
e  quelli  dei  Monti  Albani,  mentre  i  massi  feldspatici  a  struttura  zonata. 
i  massi  contenenti  la  sarcolite,  e  la  relativa  abbondanza  di  massi  feldspa- 
tici ravvicinano  il  giacimento   maggiormente   a   quello  del  Monte  Somma; 


—  174  — 

i  massi  feldspatici  con  melanite  richiamano  alla  mente  certi  aggregati  del 
Monte  Somma  e  del  lago  di  Laach;  l'abbondanza  relativa  della  hauynite 
stabilisce  una  stretta  analogia  coi  Monti  Albani. 

«  Tuttavia  i  nostri  proietti,  massime  presi  complessivamente,  hanno  una 
impronta  locale,  e  la  grande  variabilità  della  loro  costituzione  è  evidente- 
mente in  rapporto  colla  posizione  dei  vulcani  che  li  eruttarono,  in  mezzo 
ad  una  contrada  ove  abbondano  roccie  leucililiche  e  tefritiche,  mentre  sono 
pure  vicine  le  fonoliti  leucitiche  e  le  trachiti. 

«  Tenendo  conto  della  costituzione  dei  massi  voluminosi  trovati  in  un 
medesimo  luogo,  come  dei  massi  di  roccie,  e  di  sedimento  e  cristalline  vul- 
caniche, che  vi  sono  frammisti,  si  viene  alla  conclusione,  che  gli  aggre- 
gati raccolti  in  un  medesimo  posto  erano  una  volta  tutti  riuniti  fra  di  loro 
e  costituivano  un  unico  giacimento  di  contatto  tra  roccie  vulcaniche  e  roccie 
sedimentarie,  e,  nel  caso  particolare  dei  «  trovanti  »  rinvenuti  ira  l'Auguil- 
lara  e  il  lago  di  Martignano,  tra  roccie  trachitiche  e  roccie  probabilmente 
marnose  e  calcaree. 

«  Si  esclude  l'ipotesi  che  gli  aggregati  siausi  formati  sul  posto  ove 
ora  s' incontrano,  come  anche  l'altra,  che  cioè  derivino  da  giacimenti  di 
contatto  antichi  e  molto  anteriori  alla  attività  vulcanica  ». 

Astronomia.  —  Sulle  osservazioni  spettroscopiche   del  bordo  e 
delle  protuberanze  solari  fatte  nel  1881  e  1884  al  R.  Osservatorio 
del  Campidoglio.  Nota  del  Socio  L.  Respighi. 

«  Per  istudiare  le  successive  fasi  della  periodica  perturbazione  uudecen- 
nale  della  superficie  solare,  e  principalmente  per  determinare  l'epoca  appros- 
simativa del  massimo  e  minimo  della  sua  intensità,  a  mio  modo  di  vedere, 
il  mezzo  più  sicuro  è  quello  di  prendere  come  elemento  di  confronto  o  di 
stima  lo  stato  di  anormalità  dominante  nella  cromosfera,  per  la  maggiore 
o  minore  frequenza  e  grandezza  delle  protuberanze  od  eruzioni,  e  per  la  loro 
speciale  distribuzione  nelle  varie  zone  solari. 

«  Qualunque  siasi  il  concetto  che  noi  possiamo  formarci  su  quello  stato 
di  perturbazione  che  periodicamente,  o  quasi  periodicamente  si  manifesta  coi 
fenomeni  delle  facole  e  delle  macchie  nella  fotosfera,  e  con  quelli  delle  pro- 
tuberanze nella  cromosfera,  non  possiamo  prescindere  dal  considerare  questa 
perturbazione  come  effetto  di  una  alterazione  prodotta  in  quel  meccanismo, 
pel  quale  le  masse  interne  del  sole  vengono  continuamente  e  regolarmente 
portate  e  riversate  sulla  sua  superficie  per  riparare  o  cancellare  le  traccie 
o  le  alterazioni  in  esse  determinate  dall'  inevitabile  perdita  di  calore  consu- 
mato nella  irradiazione. 

«  Le  facole  e  le  macchie  molto  probabilmente  altro  non  sono  che  effetti 
più  o  meno  immediati  e   duraturi   di   locali  o  parziali   raffreddamenti,   che 


—  175   — 

rendendo  localmente  meno  permeabile  la  superficie  solare  alla  circolazione, 

od  emersione  dei  gas  interni,  li  costringono  ad  aprirsi  violentemente  la  via 
nelle  parti  limitrofe,  sotto  l'apparenza  di  getti  più  o  meno  giganteschi,  che 
chiamiamo  protuberanze,  ed  ai  quali  è  molto  probabilmente  affidato  l'ufficio 
di  sciogliere  o  sommergere  le  isole  di  raffreddamento,  per  ricondurvi  lo 
stato  di  normale  circolazione  od  attività,  caratterizzato  da  quei  piccoli  getti 
elio  ricoprono  più  o  meno  uniformemente  tutta  la  superficie  del  sole. 

«In  questa  ipotesi,  che  non  mi  sembra  certo  improbabile,  la  pertur- 
bazione periodica  della  superficie  solare  sarebbe  il  risultato  di  un  contrasto. 
di  una  lotta  fra  la  tendenza  di  una  progressiva  alterazione  nello  strato 
estremo  della  massa  solare  in  causa  del  suo  raffreddamento,  e  la  tendenza 
o  reazione  delle  masse  interne  contro  questa  progressiva  alterazione  del  suo 
inviluppo.  E  supponendo  che  nelle  condizioni  attuali  della  massa  solare,  nel 
dualismo  fra  queste  due  opposte  tendenze,  la  reazione  interna  vada  crescendo 
in  maggiori  proporzioni  della  resistenza  esterna,  non  è  certo  improbabile  che, 
per  l'aumentata  espansività,  i  gas  interni,  aprendosi  violentemente  la  via  fra 
lo  strato  superficiale,  finiscano  per  distruggere  o  cancellare  gradatamente 
qualunque  traccia  del  protratto  raffreddamento,  per  rimettere  dopo  un  certo 
tempo  la  superficie  solare  nelle  primitive  condizioni,  ristabilendo  le  normali 
funzioni  di  attività  o  di  circolazione  delle  masse  solari:  ciò  che  segnerebbe 
il  minimo  della  perturbazione. 

«  È  evidente  poi  che,  perdurando  il  raffreddamento,  si  inaugurerebbe  un 
secondo  periodo  di  perturbazione,  il  cui  massimo  di  intensità  sarebbe  segna- 
lato all'epoca  della  maggiore  frequenza   e  grandezza  delle  protuberanz 1 

eruzioni;  dopo  di  che  si  procederebbe  ad  un  nuovo  minimo,  indicato  dalla 
minima  frequenza  delle  protuberanze. 

«  Rimanendo  sensibilmente  costanti  le  condizioni  interne  della  massa 
solare,  è  evidente  che  questi  avvicendamenti  di  massimo  e  di  minimo,  tanto 
nei  fenomeni  della  fotosfera  quanto  in  quelli  della  cromosfera,  dovrebbero 
presentarsi  con  una  certa  periodicità,  e  la  loro  durata  dipenderebbe  dalle 
attuali  condizioni  del  sole. 

•'  Non  è  però  a  ritenere  che  nelle  singole  perturbazioni  la  durata,  ossia 
gli  intervalli  di  tempo  fra  i  massimi  ed  i  minimi  debbano  riescire  rigo- 
rosamente costanti,  non  essendo  ragionevole  di  ammettere  che  in  ogni  per- 
turbazione si  verifichino  rispetto  alle  protuberanze  ed  agli  altri  fenomeni 
solari  le  identiche  condizioni  di  tempo  e  di  luogo. 

«Non  è  quindi  a  meravigliare,  se  le  durate  dei  singoli  periodi  variano 
sensibilmente,  quantunque  la  durata  media,  dedotta  da  un  notevole  numero 
di  perturbazioni,  risulti  prossimamente  costante. 

«  La  determinazione  della  durata  della  perturbazione  dipende  principal- 
mente dalla  difficoltà  di  fissare  le  epoche  dei  massimi  e  dei  minimi  di 
intensità;  in  quanto  che  la  frequenza  dei  fenomeni,  da  cui  è  manifestata  la 


—  178  — 

perturbazione,  non  procede  regolarmente  e  con  continuità  dal  minimo  al  mas- 
simo e  viceversa,  ma  ordinariamente  in  modo  molto  irregolare  e  per  salti, 
con  massimi  e  minimi  secondari,  che  talora  gareggiano  coi  massimi  e  minimi 
■  assoluti. 

«  A  rendere  meno  incerta  questa  ricerca  ho  creduto  opportuno  di  basarmi 
sul  fenomeno  delle  protuberanze,  anziché  su  quelli  delle  facole  e  delle  mac- 
chie, perchè  le  protuberanze  sono  fenomeni  più  frequenti,  e  dominanti  su 
tutta  la  superfìcie  solare,  e  quindi  anche  nelle  zone  vicine  ai  poli,  dove  non 
si  hanno,  né  macchie,  né  facole,  almeno  visibili. 

«  Però  preferendo  nella  ricerca  del  massimo  e  minimo  della  pertur- 
bazione le  protuberanze  solari,  ho  trovato  necessario  di  considerare  come 
tali  non  solamente  i  grandi  getti  o  le  gigantesche  masse  idrogeniche,  ma 
eziandio  i  gruppi  di  getti  più  modesti,  di  altezza  anche  di  20"  e  di  15", 
quando  però  col  loro  complesso  e  col  loro  splendore  indicavano  sulla  cro- 
mosfera una  marcata  anormalità.  E  questo  modo  di  definire  le  protube- 
ranze o  le  anomalie  della  cromosfera  si  troverà  tanto  più  ragionevole,  quando 
si  rifletterà  che  spesso,  in  causa  di  sfavorevoli  condizioni  atmosferiche,  anche 
le  grandi  protuberanze  non  riescono  visibili  altro  che  alla  loro  base,  e  quindi 
apparentemente  limitate  a  modestissima  altezza. 

«  È  questa  la  ragione  per  la  quale  le  statistiche  delle  protuberanze, 
ricavate  dalle  nostre  osservazioni,  danno  una  maggiore  frequenza  del  feno- 
meno, in  confronto  di  quelle  statistiche,  nelle  quali  sono  considerati  come 
protuberanze  soltanto  i  getti  più  alti  e  sviluppali. 

«  Inoltre  per  tener  conto  almeno  indirettamente  anche  della  estensione 
delle  protuberanze,  si  è  sempre  da  noi  praticato  di  considerare  come  distinte 
protuberanze  tutti  i  getti  giganteschi,  formanti  un  solo  gruppo,  ma  aventi 
le  loro  basi  distinte  e  separate  sulla  cromosfera. 

«  Finalmente  la  statistica  generale  delle  protuberanze  grandi  e  piccole, 
è  stata  sempre  accompagnata  da  una  statistica  speciale  della  frequenza  delle 
grandi  protuberanze,  di  quelle  cioè  non  meno  alte  di  1',  ossia  di  più  di  3 
diametri  terrestri  in  grandezza  reale,  per  tener  conto  nella  ricerca  del 
minimo  e  del  massimo  della  perturbazione  anche  di  questo  importante 
elemento. 

«  Secondo  queste  norme  fu  intrapresa,  nella  mia  Nota  VII,  Sulle  os- 
servazioni spettroscopiche  del  bordo  e  delle  protuberanze  solari,  pubblicata 
nel  Volume  I  della  3a  Serie  delle  Memorie  della  classe  fisico-matematica 
della  nostra  Accademia,  la  determinazione  dell'epoca  del  massimo  della  pre- 
cedente perturbazione  solare;  e  trovai  manifestamente  indicata  quest'epoca 
verso  la  meta  del  1871,  quale  risultava  dalla  massima  frequenza  delle  pro- 
tuberanze grandi  e  piccole,  quanto  dalla  massima  frequenza  delle  grandi  pro- 
tuberanze, quanto  finalmente  dal  massimo  avvicinamento  delle  protuberanze 
ai  poli. 


—   177  — 

«  Nella  seduta  del  15  giugno  1884  ebbi  l'onore  di  presentare  all'Ac- 
cademia la  mia  Nota  Vili,  Sopra  le  osservazioni  fatte  dal  M  maggio  1877 
sino  alla  fine  del  1883,  Nota  ora  in  corso  di  stampa,  nella  quale  viene 
determinata  secondo  le  nostre  osservazioni  l'epoca  del  minimo  e  del  succes- 
sivo massimo  dell'  attuale  perturbazione. 

«  Il  metodo  seguito  in  questa  ricerca  è  ideutico  a  quello  adottato  nella 
Nota  VII  per  la  determinazione  del  massimo  del  1871,  tanto  nella  clas- 
sificazione delle  protuberanze,  quanto  nella  determinazione  della  loro  fre- 
quenza nei  vari  periodi  di  osservazione,  e  quanto  al  loro  modo  di  distri- 
buzione sulla  superficie  solare. 

«  Riguardo  all'  epoca  del  minimo  essa  è  manifestamente  circoscritta 
nel  primo  semestre  del  1878,  in  corrispondenza  al  minimo  assoluto  della 
frequenza  delle  protuberanze,  ed  alla  mancanza  assoluta  di  grandi  protube- 
ranze nelle  zone  circumpolari  sino  a  circa  30°  dal  polo,  e  finalmente  alla 
notevole  scarsità  di  queste  ultime  anche  nelle  zone  di  bassa  latitudine,  dove 
il  fenomeno  si  presenta  come  straordinario  e  puramente  accidentale. 

«  Non  egualmente  manifesta  si  presentava  l'epoca  del  massimo  di  per- 
turbazione, perchè  quantunque  nel  terzo  trimestre  del  1881  fosse  segnalato 
con  molta  probabilità  questo  massimo,  per  la  maggiore  frequenza  delle  pro- 
tuberanze, e  specialmente  delle  grandi  protuberanze,  e  così  pure  pel  loro 
massimo  condensamento  verso  le  regioni  prossime  ai  poli,  pure  il  periodo 
di  decrescenza  non  solamente  si  mostrava,  come  dopo  il  massimo  del  1871, 
irregolare  e  saltuario,  con  massimi  secondari,  ma  di  più  nei  successivi  anni 
alcuni  di  questi  massimi  secondari  assumevano  proporzioni  tali,  da  far  so- 
spettare che  non  si  fosse  aucora  raggiunto  il  massimo  assoluto  di  pertur- 
bazione. E  questo  sospetto  appariva  tanto  più  ragionevole  nelle  osserva- 
zioni del  primo  semestre  1884,  durante  il  quale  s'  accrebbe  notevolmente 
la  frequenza  delle  protuberanze,  fra  le  quali  molte  di  notevole  altezza, 

«  Esaminando  però  i  risultati  di  queste  osservazioni  e  confrontandoli 
con  quelli  ottenuti  nel  1881,  dovetti  rilevare  che  l'epoca  del  massimo  di 
perturbazione,  da  me  circoscritto  verso  la  fine  del  terzo  trimestre  del  1881, 
non  era  punto  contradetta;  poiché  realmente  tale  epoca  era  segnalata  dal 
massimo  assoluto  della  frequenza  delle  protuberanze  e  principalmente  dalla 
massima  frequenza  delle  grandi  protuberanze  e  dal  loro  maggiore  conden- 
samento verso  le  regioni  polari. 

«  I  risultati  delle  osservazioni  fatte  nel  1884  verranno  dati  estesamente 
in  appendice  alla  mia  Nota  VIII,  ora  in  corso  di  stampa;  e  dal  loro  con- 
fronto con  quelli  del  secondo  semestre  del  1881  verrà  chiaramente  dimo- 
strata la  verità  del  mio  assunto;  la  quale  però  credo  convenientemente 
dimostrata  anche  dai  dati  riassuntivi  che  qui  trascrivo;  facendo  osservare 
che  i  medi  diurni  delle  protuberanze  in  genere  e  quelli  delle  grandi  protu- 
beranze furono  ricavati  dai  giorni  'li  osservazione  completa,  eseludendo  quelli 


—  178  — 

in  cui  il  rilievo  della  cromosfera  fu  soltanto  parziale,  e  di  più  quei  giorni 
nei  quali  la  poca  trasparenza  dell'atmosfera  rendeva  indeciso  lo  stato  della 
cromosfera. 

«  Nel  seguente  specchio  è  dato  per  ognuno  dei  mesi  del  1881  il  nu- 
mero diurno,  medio  delle  protuberanze  grandi  e  piccole  ,  non  che  il  medio 
diurno  delle  grandi  protuberanze ,  di  quelle  cioè  non  meno  alte  di  1' ,  e 
finalmente  il  numero  dei  giorni  di  osservazione. 


Medi  diurni  delle 

protuberanze  nel  1É 

181. 

Protuberanze 

Grandi  protub. 

Giorni  di  osservaz 

Gennaio 

25,0 

2,4 

8 

Febbraio 

24,1 

0,7 

16 

Marzo 

29,9 

1,5 

13 

Aprile 

31,1 

2,7 

15 

Maggio 

27,9 

2,0 

17 

Giugno 

27,1 

2,0 

21 

Luglio 

36,3 

2,4 

28 

Agosto 

33,4 

3,0 

30 

Settembre 

30,5 

4,1 

19 

Ottobre 

30,3 

3,4 

10 

Novembre 

2(3,7 

3,7 

20 

Decembre 

21,8 

1,9 

12 

Medio  annuo  28,6  2,6  Somma  209 

«  Da  questo  specchio  si  rileva  che  col  mese  di  luglio  1881  la  fre- 
quenza diurna  delle  protuberanze  subiva  uu  notevole  e  rapido  incremento, 
duraturo  sino  al  mese  di  ottobre  ;  mentre  la  frequenza  delle  grandi  pro- 
tuberanze si  accresceva  rapidamente  dalla  stessa  data  sin  quasi  alla  fine 
dell'anno,  non  potendosi  accordare  molto  peso  ai  risultati  del  decembre  pel 
troppo  scarso  numero  dei  giorni  di  osservazione. 

«  Prendendo  i  medi  limitatamente  al  secondo  semestre  1881  si  trovano 
i  seguenti  risultati: 

Medi  diurni  delle  protuberanze. 
2°  Semestre  Protuberanze  Grandi  protuberanze  Giorni  di  osservazione 

1881  31,3  3,1  119 

e  siccome  in  tutti  i  precedenti  periodi  semestrali,  dal  1876  sino  alla  fine 
del  1883,  non  si  è  riscontrato  alcun  periodo  nel  quale  la  frequenza  media, 
tanto  delle  protuberanze  in  genere,  quanto  quella  delle  grandi  protu- 
beranze abbia  raggiunto  questi  estremi,  così  ho  dovuto  conchiudere  che  il 
massimo  della  perturbazione  solare,  dedotto  dalla  frequenza  e  grandezza  delle 
protuberanze  era  compreso  in  questo  periodo,  e  che  probabilmente  cadeva 
verso  la  fine  del  3°  trimestre  1881. 


—  179  — 

«  Riguardo  al  risultato  dedotto  dalle  osservazioni  dell'Osservatorio  del 
Collegio  Romano,  secondo  il  quale  sarebbe  portata  l'epoca  del  massimo  di 
frequenza  delle  protuberanze  nel  1884,  eredo  opportuno  di  riportare  i  ri- 
sultati delle  osservazioni  da  noi  fatte  all'Osservatorio  del  Campidoglio,  ri- 
cavati collo  stesso  metodo  e  cogli  stessi  criteri  con  cui  furono  discusse 
tutte  le  prec  edenti  osservazioni. 

Medi  diurni  delle  protuberanze  nel  1884. 


Protuberanze 

Grandi   pvotub. 

Giorni  di  osser. 

Gennaio 

24,9 

1,41 

17 

Febbraio 

20,1 

1,77 

13 

Marzo 

29,9 

1,87 

14 

Aprile 

25,1 

1,50 

8 

Maggio 

26,2 

0,90 

20 

Giugno 

25,7 

1,04 

16 

Luglio 

24,2 

0,92 

25 

Agosto 

24,2 

1,45 

20 

Settembre 

21,6 

0,85 

16 

Ottobre 

21,1 

0,86 

"  17 

Novembre 

21,0 

0,84 

19 

Decembre 

23,2 

0.90 

10 

Medio  annuo  24,7  1,19        Somma  195 

«  Confrontando  questi  risultati  con  quelli  del  1881  risulta  manifesta- 
mente che  nel  1881,  tanto  la  frequenza  delle  protuberanze  in  genere, 
quanto  quella  delle  grandi  protuberanze  furono  sensibilmente  maggiori  di 
quelle  corrispondenti  al  1884. 

«  Prendendo  poi  queste  medie  frequenze  limitatamente  al  l".  semestre 
1884  si  ottiene: 

Medi  diurni  delle  protuberanze  nel  1°  semestre  1884. 

Protuberanze        Granili  protuberanze    Giorni  di  osservazione. 
1"  semestre  1884  26,9  1,6  88 

risultati,  che  comprovando  una  maggiore  frequenza  nelle  protuberanze  e 
nella  loro  grandezza  nel  primo  semestre  del  1884  in  confronto  del  secondo, 
mostrano  sempre  che  il  massimo  assoluto,  tanto  nell'una  quanto  nell'altra, 
compete  realmente  al  2°   semestre  del  1881. 

«  La  diversità  dei  criteri  cui  sono  informate  le  statistiche  delle  pro- 
tuberanze, redatte  all'Osservatorio  del  Collegio  Roma sd  all'Osservatorio 

del  Campidoglio,  potrebbero  rendere  ragione  della  diversità  dei  risultati, 
e  quindi  lasciare  indecisa  la  questione,  se  il  massimo  delle  protuberanze 
debba  circoscriversi  nel  2°  semestre  1881,  oppure  nel  1°  semestre  del  1884, 

Rendiconti  —  Vol.  I.  -1 


—  180  — 

e  per  deciderla  sarebbe  necessario  di  fare  un  esame  dei  due  metodi  seguiti, 
e  verificare  quale  di  essi  merita  maggiore  fiducia. 

«  Il  prof.  Tacchini  ha  cercato  di  convalidare  il  suo  risultato  colla 
favorevole  testimonianza  del  prof.  Ricco  di  Palermo,  il  quale  dalle  sue 
osservazioni  sarebbe  condotto  anch'esso  alla  stessa  conseguenza  della  mas- 
sima frequenza  delle  protuberanze  nel  1884  ;  ma  a  questo  riguardo  debbo 
osservare,  che  le  loro  statistiche  sulle  protuberanze  presentano  sempre  l'in- 
conveniente di  non  essere  rigorosamente  paragonabili  fra  loro,  pel  diverso 
modo  di  distinguere  o  classificare  le  protuberanze;  e  non  posso  tacere- che 
questo  confronto  è  reso  anche  meno  concludente  per  il  ristretto  numero  dei 
giorni  di  osservazione  nel  1881  e  1884  all'Osservatorio  di  Palermo,  come 
risulta  dalle  Memorie  della  Società  degli  Spettroscopisti  italiani  volume  X, 
pag.  97,  232,  286  e  voi.  XI,  pag.  49,  dove  sono  riportati  i  risultati  ottenuti  a 
Palermo.  Ma  per  mostrare  che  la  conseguenza  dedotta  dal  prof.  Tacchini  del 
massimo  assoluto  della  frequenza  delle  protuberanze  nel  1884,  non  è  certa- 
mente, né  molto  evidente  ne  molto  sicura,  posso  ricorrere  anch'io  ad  un'au- 
torevole testimonianza,  e  precisamente  a  quegli  stessi  dati  statistici  sui  quali 
lo  stesso  prof.  Tacchini  basa  la  sua  discussione,  e  ne  deduce  il  suo  risultato. 

«  Infatti  confrontando  il  Riassunto  delle  osservazioni  delle  protuberanze 
fatte  nel  1881  all'Osservatorio  del  Collegio  Romano,  pubblicato  nel  voi.  XI 
delle  Memorie  della  Società  degli  Spettroscopisti  italiani,  a  pag.  58,  col 
Riassunto  delle  osservazioni  fatte  nello  stesso  Osservatorio  nell'anno  1884, 
recentemente  pubblicato  nel  Rendiconto  della  seduta  del  1"  febbraio  1885 
della  r.  Accademia  dei  Lincei,  si  trova  per  l'intero  anno  1881  e  1884 

Medio  ninnerò  Altezza 

delle  protuberanze        massima 

per  giorno  osservata 

1881.  11,1  104" 

1884.  11,0  128 

per  cui,  escludendo  l'elemento  incerto  ed  accidentale  della  altezza  massima 
delle  protuberanze,  si  avrebbe  in  favore  del  1881  una  piccola  differenza 
tanto  nel  medio  diurno,  quanto  nella  media  diurna  altezza,  quanto  final- 
mente nella  media  estensione  diurna  delle  protuberanze. 

«  Che  se  poi  invece  di  prendere  i  medi  annui,  prendiamo  invece  i 
medi  del  secondo  semestre  1881  e  del  1°  semestre  1884,  ai  quali  deve 
restringersi  la  questione,  si  trova 

Medio  numero         Altezza  Altezza        Estensione 

Delle  protuberanze      massima  inedia  media 

per  giovilo  osservala  diurna  diurna 

2°  semestre  1881.  12,1  111"  48",2  2",G4 

1°  semestre  1884.  11,1  126  46,4  2,53 

per  cui  le  differenze  in  favore  del  2°  semestre  1881  diventano  più  marcate. 

Lo  stesso  risultato  si  ottiene  anche  prendendo  i  medi  per  qualunque  gruppo 

di  mesi  del  1881  e  1884. 


Altezza 

Estensione 

inedia 

media 

diurna 

dì  urna 

47",6 

2°,  66 

46,  9 

2,51 

—  181   — 

«Trattandosi  però  di  dati  molto  incerti,  queste  differenze  non  sono  si- 
curamente molto  grandi,  ma  sufficienti  però  a  mostrare  che  i  risultati  ot- 
tenuti dal  prof.  Tacchini  tendono  piuttosto  a  confermare,  anziché  a  con- 
traddire quelli  da  me  ottenuti,  ed  a  mostrare  non  ragionevole  il  basarsi 
su  questi  dati  per  risolvere  questioni  molto  delicate,  quale  è  quella  di 
peciali  relazioni  fra  i  massimi  e  minimi  delle  protuberanze  solari  e  gli 
elementi  del  magnetismo  terrestre. 

«  Ciò  che  può  ragionevolmente  dedursi,  tanto  dalle  osservazioni  del 
Collegio  Romano,  quanto  da  quelle  del  Campidoglio,  si  è,  che  quantunque 
non  si  possa  mettere  in  dubbio  1'  esistenza  di  relazioni  fra  le  macchie, 
li'  facole  e  le  protuberanze,  e  la  loro  comune  dipendenza  da  una  medesima 
..misi  di  perturbazione  della  superficie  solare,  non  è  però  da  ammettersi 
che  nella  variazione  della  frequenza  di  questi  fenomeni  vi  sia  un  vero  e 
regolare  parallelismo  ». 

Astronomia.  —  Sulla  relazione  fra  i  massimi  e  minimi  delle 
protuberanze  solari  ed  i  massimi  e  minimi  dell 'oscillazione  diurna 
del    magnete   di   declinazione.    Nota    del    Socio    corr.    P.    Tacchini. 

«  Dalla  serie  delle  osservazioni  delle  protuberanze  solari  da  me  fatte 
dal  1877  a  tutto  il  1884,  risulta,  che  il  massimo  del  fenomeno  ha  avuto 
luogo  nel  18S4  ed  il  minimo  nel  1878,  mentre  il  massimo  delle  macchie 
solari  avvenne  fra  l'ottobre  del  1883  ed  il  marzo  del  188-1,  e  l'ultimo  mi- 
nimo nel  1879.  Ora  dalla  serie  dei  valori  dell'amplitudine  dell'oscillazione 
diurna  dell'ago  di  declinazione  ricavata  dalle  osservazioni  fatte  a  Milano  e 
pubblicate  dal  prof.  Schiaparelli,  si  ha  che  il  massimo  di  detta  amplitudine 
ebbe  luogo  nel  1884  ed  il  minimo  nel  1878;  poi  il  precedente  massimo 
nel  1870  ed  il  precedente  minimo  nel  1866,  mentre  le  macchie  presen- 
tarono un  massimo  intorno  alla  meta  del  1870  ed  un  minimo  nel  1807. 
È  dunque  chiaro  che  nell'ultimo  periodo  l'accordo  è  assai  maggiore  fra 
le  protuberanze  ed  il  magnetismo  terrestre,  come  ho  avvertito  in  altre 
note.  Può  dunque  ritenersi,  anche,  che  il  precedere  del  minimo  dell'oscil- 
lazione diurna  del  magnete  di  declinazione  rispetto  al  minimo  delle  mac- 
chie del  1867  sia  dovuto  alla  stessa  causa,  cioè  al  minimo  delle  pro- 
tuberanze nell'anno  18(30,  rio  che  non  possiamo  accertare,  mancando 
intieramente  le  osservazioni  spettrali  in  quell'  epoca.  Però  se  si  pone 
mente,  che  sull'epoca  dei  minimi  non  può  cadere  alcun  dubbio,  no  pò  - 
sibile  quella  incertezza,  che  si  ha  nel  fissare  l'epoca  precisa  dei  mas- 
simi, devesi  attribuire  un  gran  peso  al  fatto  di  vedere  coincidenza  dei  mi- 
nimi fra  magnetismo  e  protuberanze,  e  non  colle  macchie  solari.  Ciò  \  iene 
anche  a  corroborare  l'opinione  mia  v  di  qualche  altro,  che  cioè  nel  fenomeno 
delle  protuberanze  solari    l'elettricità  abbia   una   parte   rilevante,  da  dovere 


—  182  — 

forse  considerare  non  poche  di  esse  come  fenomeni  puramente  elettrici,  come 
aurore  polari,  capaci  di  indurre  sul  nostro  globo  i  corrispondenti  disturbi 
magnetici,  come  altra  volta  ho  tentato  di  dimostrare.  E  qui  torna  acconcio 
il  ricordare,  come  dalle  statistiche  accurate  pubblicate  dal  Loomis  sia  ri- 
sultato essere  i  massimi  delle  aurore  polari  in  rilardo  rispetto  ai  massimi 
delle  macchie  del  sole  :  e  per  ciò,  aggiungeremo  noi,  più  evidente  il  legame 
fra  le  aurore  e  le  protuberanze  solari,  i  cui  massimi  abbiamo  detto  che  ap- 
punto seguono  quelli  delle  macchie.  Ad  ogni  modo,  se  anche  le  regolari 
osservazioni  delle  macchie  e  delle  protuberanze  solari  non  siano  state  fatte 
che  in  un  numero  ancora  troppo  ristretto  di  anni,  pure  noi  possiamo  in- 
tanto considerare  come  cosa  assicurata  alla  scienza,  che  il  fenomeno  delle 
macchie  solari  quello  delle  protuberanze  ed  il  magnetismo  terrestre  variano 
così  di  accordo,  che  i  massimi  e  minimi  avvengono  per  tutti  intorno  alla 
stessa  epoca  rispetto  al  periodo  undecennale,  così  che  conoscendo  l'anda- 
mento di  uno  dei  fenomeni,  può  con  abbastanza  approssimazione  venire  sta- 
bilito quello  degli  altri.  Questo  è  già  un  passo  importante,  giacché  solo 
pochi  anni  addietro  si  negava  ancora  la  relazione  fra  il  magnetismo  e  le 
macchie  del  sole.  Trattandosi  però  di  un  periodo  assai  lungo,  è  chiaro,  che 
per  potere  studiar  bene  ogni  cosa,  occorre  di  continuare  le  osservazioni  rego- 
larmente almeno  per  un  mezzo  secolo  ». 

Bibliografia. —  Osservazioni  meteorologiche  per  gli  anni  1809- 
1820,  fatte  da  Pietro  Orlandi,  medico  romano.  Comunicazione  del  So- 
cio corr.  E.  Narmjcci  fatta,  a  nome  dell'autore,  dal  Socio  corr.  Tacchini. 

«  Credo  non  inutile  richiamare  l'attenzione  dell'Accademia  intorno  ad 
un  manoscritto  della  Biblioteca  Angelica  segnato  Q.  5.  10,  e  contenente 
vari  lavori  di  Pietro  Orlandi  medico  Romano,  del  principio  di  questo  se- 
colo, fra  i  quali  alcune  interessanti  Osservazioni  medico-meteorologiche 
dall'anno  1809  all'anno  1S20.  In  fine  di  ciascun  anno  stanno  le  osserva- 
zioni meteorologiche,  avvertendo  che  le  termometriche  hanno  principio  sol- 
tanto dal  1811,  e  quelle  di  nebbie,  turbini  e  venti  dal  1813.  Benché  pei 
detti  anni,  a  cominciare  dal  1811,  si  abbiano  già  divulgate  le  osservazioni 
del  Vagnuzzi,  del  Conti  e  del  Calandrelli ,  negli  Opuscoli  astronomici 
del  1813,  1818  e  1822,  le  quali  in  molta  parte  differiscono  da  quelle 
dell'Orlandi  ;  tuttavia  queste  sono  più  diffuse  e  complete,  indicando  le  osser- 
vazioni giorno  per  giorno,  non  esclusi  i  terremoti  e  le  inondazioni  del  Tevere. 

«  Fu  l'Orlandi  uomo  al  suo  tempo  di  chiara  fama,  dottore  in  filosofìa 
e  medicina,  non  inelegante  scrittore  latino,  come  attestano  parecchi  lavori 
che  di  lui  si  hanno  alla  stampa,  onde  apparisce  che  fu  legato  di  amicizia 
e  di  stima  coi  più  chiari  uomini  del  suo  tempo,  tra  i  quali  il  Marinucci 
ed  il  Tiraboschi. 


—   18:;  — 

«  Un  ampio  estratto  delle  osservazioni  contenute  nel  manoscritto  del- 
l'Orlandi verrà  pubblicato  negli  annuii  dell'  Ufficio  Centrale  di  Meteoro- 
logia ». 

Matematica.  —  Sopra  una  classe  d'equazioni  differenziali  li- 
neari del  quart' ordine ,  e  sull'equazione  del  quinto  grado.  Nota  I. 
del  prof.  D.  Besso,  presentata  dal  Segretario  Bi,aserna. 

«  In  una  precedente  Nota  (')  ho  dimostrato  che  l'equazione  del  quarto 
ordine: 

fu,™  -+-  -jj  V  u'"  +  bf  tt"  +  -5-  (36  —  5)  f  u'  +  /i?iv  u  =  0 , 

Li  4J 

nella  quale  y  significa  una  funzione  intera  del  quarto  grado  e  le  b,  h  sono 

costanti,  può  essere  ridotta  a  due  equazioni  del  second'  ordine. 

«  Nel  presente  scritto  dimostro  che  la  stessa  riduzione  vale  anche  per 
l'equazione: 

p «i v  +  —  ?>  u"<  +  (pf  +  5)  M"  +  JL  (36  _  5)  p'"  M'  +  /(?i v  tt  =  o 

qualunque  siala  costante  g,  e  che,  quaudo  la  p  è  il  quadrato  d'una  fun- 
zione intera  del  secondo  grado,  le  due  equazioni  del  second' ordine  sono  ri- 
ducibili, in  generale,  alla  forma  ipergeometrica. 

Trovo  poi  l'equazione  differenziale  lineare  soddisfatta  dalle  radici  della: 

|u»  —  40w9  —  5w  —  1  =  0  , 

la  quale  equazione  differenziale  appartiene  appunto  alla  classe  da  ultimo 
menzionata,  e  ne  ricavo  le  espressioni  di  quelle  radici  mediante  funzioni 
ipergeometriche. 


«  1.  L'  equazione: 

pw'v  +  ay' u"  +  (bf  +  g)  u"  -+-  Cf'"u'  -+-  hf^u  =  0, 
trasformata  colla  sostituzione  : 

u  =  fi  U, 
diviene: 

Uiv  -L-  PTJ"'  +  QU"  +  RU'  +  SU  =  0 


(')  Di  una  classe  d'equazioni  differenziali  lineari  del  quarC  ordine  integrabile  per  serie 
ipergeometriche  (Memorie  della  E.  Accademia  dei  Lincei.  Voi.  XIX). 


-  1?4  - 

in  cui  : 

9 


P  =  (4X  +  a) 

r 

ì 

+  - 


Q  =  (GX  +  &)  -?-  +(6X  (X  —  1)  4-  3aX)^ 


<7 

,2 


R  =  (4X  +  c)^ hfl2X(X-l)  +  (3a  +  2i)X)^- 

'3  ' 

+  X(X-l)(4X  +  3«-8)  ir  +  2X»-2r, 


._' ..'" 


S=(X  +  /0-^-+(4X(X-l)  +  (a  +  r)X)^J- 

+  (GX(X-1)(X— 2)+3aX(X— L)  +  «,(X-1))^| 
(3X(X-l)  +  a)JV(X(X-l)(X-2)(X-3K«X(X-l)(X-2))^ 

+.*(^-+x<x-d£). 


,'i 
4" 


«  Ora,  se  i  coefficienti  P,  Q,  R,  S  verificano  le: 

(a) 


~  Q'  +  PQ  -  R  =  0 


(S-ÌQ"-1  PQ'y+2p(s— ì  Q"_- ìpQ')  =0 

l'equazione  in  U  è  soddisfatta  dai  prodotti  delle  coppie  di  soluzioni  delle: 
Y"4-(jQ  +  y|/s-ÌQ"-ipQ')T  =  0 

z"+^1q_-Ì|/s-1q"-1pq')z  =  o 


purcne  non  sia  : 


S-|Q"-|-PQ'=o  («). 


«  La  prima  delle  (a)  è  soddisfatta  quando  hanno  luogo  le: 


3  i  l  a 


30X4  +  (12a  +  26  —  15)X-+Ya  —  ■§-)&  =  0 
20X«+15(«  —  2)  X  +  3a2  — 12a  + 10  =  0 

2x;+o—  |-  =  o 


(')  Veggasi  la  Memoria  :  Sul  prodotto  di  due  soluzioni  di  due  equazioni  differenziali 
lineari  omogenee  del  second' ordine  (Memorie  della  E.  Accademia  dei  Lincei.  Voi.  XIX). 


—  185  — 


le  quali  equivalgono  alle: 


X  =  —  -q,  a  =  ~  ,        2c— 36-f-5  =  0. 

«  In  conseguenza  si  ha: 

/  9         1  A  a"2    ,    15  a)'4  /       ì  f         3    p'4\ 

coi  quali  valori  si  trova: 

1  1  /  1  \  ' |V 

epperciò  la  seconda  dello  (a)  si  riduce  ad  un'identità: 
«  Si  conchiude  : 

L'  nutazione  : 

?u\\  +  ?'  u">  +  {bf  4-  ff)  «"  -f-  ~  (3b  —  5)  •/"  i*'  +  h<pW  u  =  0, 

in  cui  <p  significa  una  funzione  intera  del  quarto  grado  e  le  b,  g,  h  sono 

costanti,  ha  la  proprietà  che,  posto: 

_\_ 

2 

u  —  <p     U , 
la  trasformala   in  D  è  soddisfatta  dai  prodotti  dalle  ecppie  di  soluzioni  delle  : 


purché  non  sia  : 


h  -1  6  +  1  =  0  ('). 


(')  Quando  sono  soddisfatte  le  (a)  ed 
l'equazione  si  può  mettere  nella  l'orma: 


«-|Q"-|rv=o, 


(w"  ■+-  QU'  -+-  -i-  Q'uV-h  P  (  U"'  ■+-  QU'-r-  -i  Q'  lA  -  0 

ossia  :  1  —  Pvdx 

U'"-*-QU'-t-4  Q'u=  Cc  • 

alla  quale  corrisponde  l'equazione  omogenea: 

U'"  -i-  QU'  -+-  -i-  Q'  U  =  0 
che  è  soddisfatta  dalle  foime  quadratiche  di  due  integrali  fondamentali  della: 

V    t--   QY       0. 


—  180  — 

«  2.  Nel  caso  particolare  : 

?  =  <p*  =  (Aai*  -h  Bx  4-  C)2 
le  due  equazioni  del  second' ordine,  trasformate  colle  sostituzioni: 

divengono: 

y '  +  2/4'  i/  +  A  ( 2 >j. -+- 6  - 3  —  g^^T  +  V  G/T^3òTG  V  =  0, 

<f»u"  +  2^'  tf '•+■ A  ("2pH-  6  —  8  —  B,_^4AC  —  /"6A— 36  +  6  \  =  0, 

purché  [j.  sia  una  radice  della: 

•  1  ,        3         1  g 

«  Ora  la  sostituzione: 

'■  —  4AC 


/  B  Y      B*- 

^  +  -2a)  =- 


4A"2 
trasforma  le  due  equazioni  nelle  ipergeoinetriche  : 

^)SKÌ-(2"+T)2)|-T(2"H^3-S^AS+^5i=5W>=0 

«  Indicati  con  yi ,  j/2  due  integrali  fondamentali  della  prima,  e  con  vji ,  vjj 
due  integrali  fondamentali  della  seconda,  l'equazione  del  quart'  ordine  : 

?wiv + A v' u"> _(_  (6?" -|- 5) w" _(_ I  (36  —  5) ?'" u'  +  /i?iv u  =  0 

U  Li 

sarà  soddisfatta  dai  quattro  prodotti  : 

(l-l)*HlylWll      (l-*)«Myi«,,      (1-*)«?"V*«1.     (l-^-Va>3«. 

i  quali  costituiscono  un  sistema  di  integrali  fondamentali. 

«  3.  Le  precedenti  trasformazioni  sono  in  difetto  per: 
B2  —  4AC^0. 
«  In  questo  caso  si  troverà  facilmente  che  le  due  equazioni  del  second' or- 
dine hanno  la  forma  : 

ic4y"  +  (to,1+m)y  =  0 

in  cui  l  ed  in  significano  costanti. 
«  Colle  due  sostituzioni  : 

in  cui  v  significa  una  radice  della  : 

4v»H-2v-H  =  0, 

l' equazione  si  trasforma  nella  : 

la  quale  si  può  integrare  mediante  funzioni  Besseliane  ('). 
(')  Lommcl,  Sludien  iìbcr  die  Bessel'sclicn  Fanclionen,  Leipzig  1863. 


—   187  — 

Matematica.   —  Sur  la  detèrmìnation  de  la  paiiie  algébrique 
de  l'intégrale  desfonetions  rationelles.  Nota  del  prof.  F.  Gomes-Teixeira, 

presentata  dal  Socio  G.  Battaglisi. 

I.  «  Dans  le  Cours  d'Analyse  de  M.  Hermite  011  fcrouve  (pa.u'c  2(33  et 
suivantes)  deux  savaiites  rnéthodes  pour  la  recherete  de  la  partie  algébrique 
de  l'intégrale  des  fouctions  rationnelles,  dont  la  deuxiènie  est  indépendante 
de  la  connaissauce  des  raciues  du  dénominateur  di'  la  fonction  donnée. 
Nous  allons  voir  qu'on  peut  aussi  reudre  la  première  uiéthode  indépen- 
dante  de  cette  conuaissance  en  einployant  les  tliéorèmes  de  la  théorie  des 
fonctions  syniétriques  rationelles. 
«  En  effet,  soit: 

F,  Qr)                  Fi  (a?) 
F(x)  "     M*  N>  P/ 

la  fonction  proposée,  et 

M  =  (pò  —  at)  (x  —  Oì).  .  . ,  (x  —  n„)  =  x"  4-  h\  x"~l  +  Ih  x"'1  -+- 

N  =  [jc  —  a'i)  (po  —  a't). .  .  .  (x  —  a'f)  =  a^-f-A'i  x'--1  —/(',./•''--  -f- 

p  =  (x  —  a"ì)  {.r—  «",) . .  .  {x  —  a"q)=xi~>r-li"l  x1'^  ~ii"  ,x'i-'-  4-. .-. . 
età, 

M,  N,  P,  etc.  étant  obtenns  au  moyen  de  la  théorie  des  racines  égales.  Nous 

avons: 

Ft  (a?)  _         A  B  L 


F  (.')         a;  —  «i        x  —  a2  x  —  a„ 

A'  B'  L' 

+  ■ rH r  +  •  •  •  .  +  - rr 

a;  —  Oi        a;  —  a  2  te  —  a  ,, 

+ +  Wf 

oh  Fon  représeiite  par  ~~  la  somme  des  fractions  siinples  dont  le  dégré  du 

WKX) 
dénominateur  est  supérieur  à  l'unite. 

«  Cela  pose,  M.  Hermite  fait  voir  que  le  numeratela-  f  (x)  de  la  partie 
algébrique  de  l'intégrale  de  la  fonction  donnée  peut  étre  calculé  au  moyen 
de  la  formule  suivante  : 


f  (x)  =  -,  (.-""-1  -f-  p,  X"1'1  +  ....  +  />„,_! ) 

-+-  rtj  (.<■'"-*  +  pi  #'"-:)  +  ....-+-  p^j)  4- .  . . 

.-f-7tm_i  {x-hpi)-hnm, 

oh  est 

F  (./■)  =  wn  -+-  pi  a;:H+|)3  #''"2  -+- . 

...-+-  pm, 

et 

»*  —  !A.ak 

■■    ,                         «Iti 

k 

Rendiconti  —  Vol.  I. 

25 

—  1SS  — 

»i,  6)2,  6)3,  etc.  etani  obtenus  au  moyen  du  développement 
FiOe)_<»i      aj   ,  03 
(#)        a;       a;-      a;'1 
qui  résulte  de  la  division  algébrique  de  Pi  (x)  par  P  (oc). 
«  Daus  cette  métliode  2  kk  ak  représeute  la  somme 
ZAtrtt  =  A(!i  +  Ba2+....  +  La„  +  A'fl'i  +  Br(i,ì  +  ....  +  L'a'|J+...., 
et  elle  peut  étre  calculée  au  moyen  des  théorèmes  de  la  théorie  des  fonctions 
symétriques  rationnelles  sans  la  connaissance  des  racines  au  ai,  —  ai,  a{, . . . 
En  effet,  cette  somme  est  une  fonction  symétrique   rationnelle   séparémeut 
de  ai,  at, ...  ;  de  a/,  a», ....  ;  etc,  puisque  ou  sait  par  la  théorie  de  la  dé- 

composition  des  fractions  rationnelles,  que  A,  B,  C, . . . .  L,  A',  B', sont 

des  fonctions  rationnelles  de  au  a%, a„,  a\,  a/, ....  a/,  etc,  et  qu'on 

passe  de  A  pour  B,  C,  etc,  échangéant  at  par  «2>  «3,  etc.  D'un  autre  coté  on 
sait  toujours  ramener  le  calcili  des  fonctions  symétriques  rationnelles  des 
racines  d'une  équation  a  celui  des  sommes  des  puissances  semblables  de  ces 
racines  ('),  c'est-à-dire,  dans  notre  cas,  a  celui  des  sommes: 

ai'  +  a2'  +  .  .  .  .  -han' 


qui  sont  calculables  au  moyen  du  théorème  de  Newton   en  fonction  de 
III,  Iti, ....  ;  de  h\,  li\, ....  ;  etc 

II.  «  Pour  trouver  la  partie  transcendante  de  l'intégrale  de  la  fonction 
rationnelle  il  faut  connaìtre  les  racines  du  denominatela-.  Mais  011  peut 
obtenir  le  développement  en  serie  de  cette  intégrale  au  moyen  des  théorèmes 
de  la  théorie  des  fonctions  symétriques  sans  la  connaissance  de  ces  racines. 
«  En  effet,  développant  en  sèrie  les  fractions  simples  dont  le  dénomi- 
nateur  est  du  premier  degré  et  additionuaut  les  resultata,  nous  trouvons  un 
résultat  de  la  forme  suivaute  : 

v     A       JA      2Att_jA«_s 
x —  a        x  xl  x6 

dont  l'intégrale  est 

ZAa      ZAa* 


2  A  log  (x  —  a)  =  log  x  2  A  ■ 


x  x" 

«  Donc  il  faut  calculer  les  sommes  2  A,  2  A  a,  2  A  a2,  etc,  qui  sont  des 
fonctions  symétriques  de  ai,  aìt ....  «„;  de  a'i,  a'j, . . . .  a'p;  etc,  et  qu'on 
peut  par  conséquent  obtenir  au  moyen  des  théorèmes  connus,  sans  résoudre 
l'équation  F  (.r)  =  0  ». 


(')  Ch.  Biehler,  Sur  te  calcai  des  fonctions    symétriques  des  racines   d'une  équalion. 
(Nouvelles  Aunales  de  Mathématiques,  3  sèrie,  òomc  III,  188 1). 


—    1S!>   — 

Astronomia.  —  Riassunto  delle  osservazioni  dei  crepuscoli  rossi. 
Nota  I.  del  prof.  A.  Ricco,  presentata  dal  Socio  P.  Tacchini. 

«  Le  osservazioni  regolari  durarono  dal  3  dicembre  1883  al  30  aprilo 
1884;  dopo,  fino  alla  fine  dell'anno  si  tenue  nota  solo  dell'intensità  del 
fenomeno,  giorno  per  giorno,  e  delle  particolarità  più  notevoli. 

«  Si  otteunero  52  determinazioni,  più  o  mono  complete,  del  tempo  delle 
diverse  fasi. 

«  Dal  complesso  delle  osservazioni  emergono  i  seguenti  fatti. 

«  Dall'epoca  dell'  apparizione  dei  crepuscoli  rosei  straordinari  vedesi 
il  cielo,  dalla  parte  del  sole,  or  più  or  meno  ingombro  di  una  nebbia  leg- 
gerissima, ineguale. 

«  Iu  questa  nebbia  disegnasi,  completamente  od  in  l'arte,  una  grande 
aureola  o  corona  attorno  al  sole:  questa  corona  risulta  di  un'arco  interno 
di  color  bianco  verdognolo,  od  azzurrognolo,  lucidissimo,  e  di  un  anello  di 
color  rosso-bruno,  volgente  al  roseo,  come  il  rame  terso;  all'esterno 
quest'anello  diffondesi  nel  cielo  come  una  sfumatura  violacea,  assai  diffusa. 

«  La  qualità  e  la  disposizione  dei  colori  sono  identiche  a  quelle  dell'anello 
di  diffrazione  di  primo  ordine  ed  ancora  a  quelle  della  prima  fra  le  corone 
che  talora  veggonsi  dipinte  nella  nebbia  o  nubi  leggiere  attorno  al  sole  od 
alla  luna. 

«  È  dunque  un  fenomeno  della  stessa  natura  di  quello  delle  ordinarie 
corone  atmosferiche,  e  come  queste  dovuto  a  diffrazione. 

«  Il  predetto  ordine  dei  colori  è  inverso  di  quello  degli  aloni  in  cui 
il  rosso  è  all'  interno  e  l'azzurro  all'  esterno  :  dunque  viene  esclusa  l'ipotesi 
die  la  corona  in  discorso  sia  prodotta,  come  gli  aloni,  da  rifrazione  e  di- 
spersione in  cristallini  di  ghiaccio. 

«  Superiormente  la  corona  è  più  debole  e  volge  al  roseo  chiaro,  e  si 
estende  verso  lo  zenit  con  una  delicata  sfumatura  lilla.  Inferiormente  il 
colore  della  corona  volge  all'aranciato,  risultando  una  tinta  simile  a  quella 
del  bronzo  da  cannoni  terso.  Questa  tinta  si  allarga  verso  l'orizzonte,  allor- 
ché il  sole  non  è  molto  alto. 

«  Col  sole  non  molto  alto  si  è  potuto  riconoscere  che  la  ne'jbia 
tuente  la  corona  è  leggermente  striala  in   direzione  prossimamente  oriz- 
zontale. 

«  La  corona  vedesi  assai  meglio  quando  il  sole  6  coperto  da  una  nube  : 
spesso  distiuguesi  bene  occultando  il  sole  dietro  alti  fabbricati:  si  osservò 
assai  distinta  nel  cielo  affatto  sereno  al  5,  11  e  28  aprile  1884: 

«  Le  nubi  leggiere  quando  passano  sull'anello  rosso,  assumono  per  con- 
trasto un  colore  verdognolo. 

«  Qualche  volta  si  è  potuto  vedere  questa  corona  anche  attorno  alla 
luna,  ma  debolissima. 


—  190    - 

«  Le  misure  fatte  col  sestante  al  31  marzo  1884  (lamio  le  seguenti 
misure  dell'  anello  rosso  : 

Kaggio  interno 10".  48' 

Eaggio  del  circolo  di  maggior  intensità.  15°.  10' 
Kaggio  esterno 21".  26' 

«  Questa  corona  formasi  a  grande  altezza  giacché  i  cirri  le  passano 
dinanzi  senza  alterazione  né  del  loro  aspetto,  né  di  quello  della  corona. 

«  Quando  il  sole  è  vicino  all'  orizzonte,  più  spesso  e  meglio  quando 
è  occultato  da  montagne,  quasi  sempre  (fino  all'aprile  1884)  quando  il  sole 
è  alquanto  sotto  l'orizzonte,  la  corona  prende  l'aspetto  di  un  ponte  od  arcone 
a  sesto  rialzato  i  cui  piedi  allargandosi  si  raccordano  colla  striscia  ordi- 
naria di  nebbia  od  aria  più  densa  che  occupa  l' infimo  orizzonte. 

«  Quest'  arcone  fin  dalle  prime  osservazioni  dei  crepuscoli  rosei  comin- 
ciava a  distinguersi  circa  16'"  prima  del  tramonto  del  sole  all'  orizzonte  , 
quindi  sempre  più  presto,  talché  in  aprile  se  ne  vedeva  a  sole  alto  la  tra- 
sformazione o  passaggio  nella  descritta  corona  ;  ma  poi  divenne  sempre  più 
debole  ed  incompleto. 

«  L'arco  ha  color  grigio-rossastro,  i  piedi  volgono  all'aranciato  fonden- 
dosi coli'  egual  tinta  della  zona  atmosferica  infima.  Questi  colori  eviden- 
temente sono  dovuti  all'  assorbimento  elettivo  per  i  raggi  più  refrangibili 
esercitato  dalla  parte  inferiore  dell'  atmosfera  con  maggiore  intensità.  L'arco 
interno  ha  colore  azzurrognolo  o  verdognolo  bianchiccio,  brillante. 

«  La  nebbia  costituente  l'arco  è  pur  essa  striata  ,  anzi  più  distinta- 
mente die  non  la  corona  ;  pare  sia  formata  da  fitti  e  minuti  cirro-strati. 

«  La  direzione  delle  strie  è  orizzontale  od  inclinata  dal  basso  all'alto 
a  destra,  ossia  verso  nord,  quando  si  osserva  il  crepuscolo  vespertino:  talché 
questa  direzione  sembra  indicare    una  corrente  di  sud-ovest. 

«  Questa  striatura  spesso  osservasi  anche  dentro  l'arco,  più  raramente 
anche  al  di  fuori  ;  qualche  volta  si  è  visto  il  cielo  striato  a  ponente  senza 
che  vi  si  disegnasse  il  detto  arcone. 

«  Questo  arco  o  ponte  diviene  più  forte,  più  deciso,  più  rossastro  allo 
scendere  del  sole  sotto  l'orizzonte,  e  segue  il  movimento  dell'astro,  spo- 
standosi verso  nord. 

«  Quando  il  sole  è  circondato  da  nebbie  grossolane  il  contorno  dalla 
parte  inferiore  dell'arco  chiaro  della  corona  o  del  ponte  si  restringe  avvi- 
cinandosi al  sole,  il  quale  così  viene  ad  esser  situato  ecceutricamente  verso 
il  basso:  la  corona  prende  forma  ovale  col  vertice  più  acuto  in  alto,  e  la 
luce  del  ponte  pare  a  sesto  acuto. 

«  Talvolta  si  è  visto  il  sole  occupare  il  vertice  inferiore  della  ovale 
limitante  l'area  chiara  interna. 

«  Circa  12m  dopo  il  tramonto  del  sole  all'orizzonte  nella  parte  supe- 
riore dell'arcoue  manifestasi  un  colore  roseo  distinto  e  limitato  (1"  luce  rosea), 


mentre  il  resto  dell'arpone  diviene   più    debole  ,  specialmente   al   suo  con- 
torno esterno. 

«  Dopo  il  marzo  1834  osservasi  più  presto  una  luce  violacea  assai 
diffusa  ed  estesa,  appena  distinta  dall'azzurro  del  cielo,  ma  questa    vedesi 

ordinariamente  dopo  i  bei  tramonti. 

«  Al  ponte  grigio  svanito,  o  mentre  svanisce,  si  sostituisce  un  arco 
di  color  rosso  vivissimo  volgente  all'aranciato  nel  suo  contorno  interno  ed 
al  roseo  nel  contorno  esterno,  il  quale  è  diffuso  e  spesso  si  estende  con 
leggera  sfumatura  violacea  verso  lo  zenit  (e  qualche  volta  l'oltrepassa), 
prendendo  la  forma  di  una  immensa  semi-elissi  bucata  inferiormente. 

«  Quest'arco  roseo  talora  si  divide  in  fasci  divergenti  dal  sole ,  dei 
quali  quelli  più  vicini  all'  orizzonte,  che  sono  i  più  lunghi,  appaiono  curvati 
come  archi  di  circolo  massimo  della  sfera  celeste.  Gli  spazi  fra  i  fasci,  e 
talfiata  anche  il  contorno  interno  dell'arco  roseo  (dal  quale  partono  i  fasci) 
presentano  il  colore  azzurro  del  cielo  :  più  raramente,  quando  la  luce 
rosea  è  vivissima  ,  i  detti  intervalli  hanno  colore  paonazzo. 

«  Questi  fasci  derivano  per  lo  più  dall'  incontro  dei  raggi  orizzontali 
del  sole  con  monti  lontani,  raramente  della  Sicilia, più  spesso  dell'Africa, 
della  Sardegna  per  il  crepuscolo  vespertino;  della  Sicilia,  della  Dalmazia, 
dell'Albania  per  il  crepuscolo  mattutino,  i  fasci  mancarono  nell'  epoca  in 
cui  il  sole  tramontava  nel  mare  libero  fra  la  Sardegna  e  l' Africa.  Ciò 
risulta  dal  calcolo  dell'  azimut  e  della  distanza  del  sole  dall'orizzonte,  da 
cui  deducesi  il  luogo  toccato  dai  raggi  solari  orizzontali  nel  tempo  dell'ap- 
parizione dei  fasci  rosei. 

«  L' arco  roseo  dapprima  scende  molto  più  rapidamente  del  sole  :  in 
fine  con  velocità  minore  ,  circa  di  1"  in  lm  l/3,  dunque  pur  sempre  maggiore 
di  quella  del  sole,  che  è  circa  1°  in  5'"  '/*■  Invece  la  corona  segue  il  sole 
colla  stessa  velocità. 

«  Allo  scendere  dell'  arco  roseo  1'  arco  interno,  ossia  il  segmento  infe- 
riore, volge  al  verde  e  quindi  al  giallo  ed  all'  aranciato  che  sono  i  colmi 
del  basso  orizzonte  visibili  entro  1'  arco. 

«  Abbassandosi  l'arco  roseo  ed  il  segmento  inferiore  diminuiscono  di 
curvatura  in  causa  della  maggiore  obliquità  con  cui  vedesi  la  linea  limite 
della  parte  di  atmosfera  illuminata   dal  sole. 

«  L'arco  roseo  tramontando  apparisce  sempre  più  splendido  perchè  spicca 
sempre  più  nell'oscurità,  ognora   crescente,  del  resto  del  cielo. 

«  Il  colore  della  luce  dell'arco  volge  sempre  più  al  rosso-roseo  ed 
al  purpureo,   perchè    resta  visibile  solo    la  porzione  di   quel   colore. 

«  Questa  V  luce  rosea  tramonta  dietro  ai  monti  circa  a  35°  dopo  il 
tramonto  del  sole  all' orizzonte,  lh  3m  prima  della  fine  del  crepuscolo  astro- 
nomico. Naturalmente  su  questi  dati  influisce  1'  altezza  dei  monti  che  ò 
varia,  da   3"  a  7°. 


—  192  — 

«  Dai  calcoli  fatti ,  tenendo  conto  della  rifrazione  atmosferica,  risulta 
che  l'arco  roseo  tramonta  all'orizzonte  quando  il  sole  è  sotto  all'orizzonte 
stesso  in  media  di  9°.  5,  che  è  la  distanza  del  vertice  dell'arco  del  sole. 
Invece  il  raggio  o  distanza  del  sole  della  parte  rossa  più  intensa  della  corona 
è  15". 2,  e  quella  del  suo  contorno  esterno  è  26".  4.  Dunque  l'arco  roseo 
è  diverso  dalla  corona  :  inoltre  la  spiegazione  data  dell'origine  dei  fasci  cre- 
puscolari richiede  che  l'arco  roseo  sia  prodotto  dai  raggi  del  sole,  direni, 
non  di/fratti,  che  illuminano  l'atmosfera. 

«  Sempre  quando  il  crepuscolo  roseo  è  abbastanza  vivo  nella  parte 
opposta  del  cielo  osservasi  una  estesa  zona  rosea,  poco  curva,  sovrastante  ad 
un  segmento  oscuro,  che  è  l'ombra  della  terra.  Talvolta  anche  questa  zona 
dividesi  in  fisci.  Nel  mattino  del  4  dicembre  questo  fenomeno  si  produsse 
bellissimo  a  nord-ovest  :  il  segmento  e  gli  intervalli  fra  i  fasci  rosei  erano 
azzurri  :  per  forma  posizione  e  colori  il  fenomeno  aveva  la  più  grande  so- 
miglianza colla  luce  boreale,  ma  la  sua  coincidenza  coW  antisole,  lo  spostarsi 
con  quel  punto,  l'ora  in  cui  si  produsse,  il  mancare  nello  spettro  della  sua 
luce  la  riga  1474  K.  caratteristica  dell'aurora  boreale,  persuadono  non 
trattarsi  affatto  di  questo  fenomeno. 

«  Allorché  il  crepuscolo  roseo  è  poco  intenso  e  l'arco  roseo  è  poco 
sviluppato,  spesso  questo  è  incompleto  alle  basi,  e  forma  come  una  massa, 
o  nebbia  rosea;  sospesa  sopra  o  sotto  di  essa  vedesi  una  zona  del  verde 
degli  ordinari  crepuscoli. 

«  Insomma  il  crepuscolo  roseo  risulta  dall'arco  roseo  che  si  sovrappone 
all'ordinario  crepuscolo  formato,  a  partire  dall'orizzonte,  della  zona  rosso- 
bruna,  o  rosso-paonazza  aranciata,  gialla,   verde-azzurra,  azzurra. 

«  Spesso  quando  la  1°  luce  rosea  intensa,  tramonta,  e  talvolta  anche 
prima  (come  si  disse),  manifestasi  una  luce  delicata  lattea-rossiccia,  rosea- 
bianchiccia  o  lilla  in  alto  :  uniforme,  assai  estesa  e  diffusa,  a  foggia  di 
grande  ed  alto  segmento  concentrico  alla  1*  luce  rossa  ;  questa  2a  luce 
rosea  spesso  arriva  allo  zenit  e  non  di  rado  l' oltrepassa  ;  il  suo  contorno 
non  è  mai  definito  come  quello  della  1".  Questa  2a  luce  rosea  aumenta  di 
intensità  e  saturazione,  fino  a  divenire  talvolta  di  color  purpureo  assai  vivo. 

«  Poi  la  2a  luce  rosea  si  abbassa,  si  restringe,  si  indebolisce  e  infine 
tramonta  dietro  i  monti  circa  13m  prima  della  fine  del  crepuscolo  astrono- 
mico. Dai  calcoli  fatti,  tenendo  conto  della  rifrazione  atmosferica  risulta 
che  la  2a  luce  rosea  tramonta  all'orizzonte  quando  il  sole  è  sotto  di  esso 
in  media  di  19 '5. 

«  La  2a  luce  rosea  apparisce  solo  quando  la  1"  è  intensa  ;  e  l' intensità 
della  2a  luce   rosea  è  sempre  subordinata  a  quella  della  prima. 

«  Questa  relazione  della  intensità  delle  due  luci  e  V  essere  la  depres- 
sione del  sole  per  il  tramonto  della  2a  luce  rosea  all' orizzonte  assai  pros- 
simamente doppia  della    depressione    del    sole    al    tramonto   della  1"  luce 


—   193  — 

rosea  indicano  come  assai  probabile  che  la  2a  luco  sia  il  riflesso  della  1* 
nell'  atmosfera  :  che  poi  noi  diversi  casi  la  depressione  del  sole  al  tramonto 
della  2a  luce  rosea  sia  or  alquanto  maggiore,  or  alquanto  minore  del  doppio 
della  depressione  del  sole  per  la  la  luce ,  si  spiega  facilmente  pensando 
che  la  grande  debolezza  della  2*  luce  può  far  sì  che  sieno  invisibili  le  sue 
ultime  sfumature,  e  che  d'altra  parte  la  maggior  oscurità  del  cielo  al 
tramonto  della  2a  luce  ne  aumenta  la  visibilità  soggettiva.  E  inoltre  si  deve 
riflettere  che  essendo  la  1"  luce  rosea  assai  estesa,  di  intensità  non  uniforme 
ed  a  poca  distanza  dall'  aria  riflettente ,  non  può  per  essa  effettuarsi  la 
riflessione  nell'  atmosfera  così  regolarmente  come  per  il  sole. 

«Non  si  è  mai  vista  la  2a  luce  rosea  divisa  in  fasci:  ciò  pure  indi- 
cherebbe che  non  è  prodotta  dai  raggi  diretti  del  sole. 

«  Talora,  ma  di  rado  alla  base  della  2a  luce  rosea  osservasi  un  segmento 
giallognolo. 

«  Pare  che  qualche  rara  volta  dopo  la  2*  luce  rosea  rimanga  una  3" 
luce  rossiccia  debolissima:  ma  nell'osservazione  di  questa  non  si  potè  mai 
escludere  completamente  il  dubbio  dell'intervento  della  luce  zodiacale. 

«  Quando  la  la  luce  rosea  è  debole  la  2a  è  debolissima  o  maina  del 
tutto  :  dopo  di  questa  nel  primo  caso,  invece  di  questa  nel  secondo,  osser- 
vasi la  solita  luce  verde-azzurrina  degli  ordinari  crepuscoli. 

«  Due  osservazioni  del  tramontare  della  luce  verde  degli  ordinari  cre- 
puscoli, l'una  al  26  febbraio  1882,  l'altra  al  30  marzo  1884,  hanno  dato 
per  depressione  del  sole  al  tramontare  del  crepuscolo  ordinario  all'orizzonte 
valori  concordanti  fra  loro  e  con  quello  stabilito  dagli  astronomi,  cioè  1S°.8 
e  17  '■.:'.. 

«  Fin  dagli  ultimi  di  novembre  1883  si  ebbero  splendidi  crepuscoli 
rosei,  ma  non  se  ne  tenne  nota  speciale  e  completa,  perchè  la  loro  inten- 
sità non  era  superiore  a  quella  dei  più  belli  fra  gli  ordinari  crepuscoli  di 
questo  paese.  Ma  alla  sera  del  3  dicembre  ed  al  mattino  del  4  il  fenomeno 
assunse  proporzioni  e  splendore  affatto  straordinari,  che  non  si  osservarono 
più  appresso;  però  l'intensità  dei  crepuscoli  rosei  si  mantenne  grami'  per 
tutto  il  dicembre,  il  gennaio  1884  ed  il  principio  del  febbraio;  dopo  di- 
minuì notevolmente,  cosicché  nei  mesi  seguenti,  i  crepuscoli  rosei  di  una 
certa  intensità  divennero  rari. 

«  La  2a  luce  rosea  cominciò  a  mancare  già  parecchie  volte  al  princi- 
pio di  febbraio,  e  poi  sempre  più  spesso,  talché  appresso  la  sua  apparizione 
fu  estremamente  rara. 

«  11  sole,  la  luna,  i  pianeti,  presso  all'orizzonte  presentarono  sempre 
gli  abituali  colori  rosso-aranciato,  aranciato,  giallo  d'oro,  dipendenti  dal- 
l'ordinario assorbimento  atmosferico. 

«  Invece  quando  la  luna  ed  i  pianeti  (Venere)  vedevansi  circondati  dalla 
luce  rosea  1"  o  2a,  ed  anche  le  fiamme  dei  l'anali  accesi  durante  l' illumi- 
nazione crepuscolare  rosea,  apparivano   di  color  azzurrognolo  o  verdognolo 


—   194  — 

prodotto  da  contrasto  fisiologico,  per  cui  l'occhio  reso  meno  sensibile  alla 
luce  rossa  dominante,  percepiva  più  fortemente  i  colori  complementari  fra 
i  componenti  della  luce  bianca. 

«  Simile  colorazione  soggettiva  verdognola  vedesi  nelle  nubi  chiare,  e 
specialmente  nei  cirri,  e  ciò  anche  quando  l'occhio  abituato  e  stanco  della 
luce  rossa  non  l'avverte  più  :  talché  pare  manchi  la  ragione  del  contrasto  ». 

Astronomia.  —  SulV  ultimo  e  recente  massimo  delle  macchie 
e  protuberanze  solari.  Nota  del  prof.   A.  Ricco,  presentata  dal  Socio 

P.  Tacchini. 

«  Stante  lo  speciale  interesse  che  desta  l'attuale  massimo  delle  macchie 
solari,  a  cagione  del  notevole  ritardo  e  di  altre  sue  singolarità,  panni  op- 
portuno il  richiamare  l'attenzione  sul  modo  con  cui  l'altro  fenomeno  impor- 
tantissimo dell'attività  solare,  cioè  quello  delle  protuberanze,  accompagnò 
il  primo. 

«  Per  attutire  le  troppo  forti  e  numerose  oscillazioni  della  frequenza 
delle  protuberanze,  ho  sommato  ciascuna  media  mensile  colle  aire  due  vi- 
cine, e  quindi  ho  rappresentato  graficamente  la  serie  dei  valori  ottenuti 
dal  1880  in  poi. 

«  Risulta  una  curva  la  quale  ha  ancora  molte  e  forti  oscillazioni,  ma 
queste  non  impediscono  di  riconoscere  i  tratti  caratteristici  della  curva  stessa. 

«  Scorgesi  facilmente  che  dapprima  si  ha  un  luugo  periodo  ascendente 
per  tutto  il  1880  e  gran  parte  del  1881  :  quindi  viene  un  primo  gruppo 
di  creste,  fra  le  quali  domina  la  cima  corrispondente  all'agosto  1881;  poscia 
si  ha  una  larga  depressione,  o  vallata,  che  si  estende  a  tutto  il  1882:  poi 
un  secondo  gruppo  di  creste  più  alte  fra  cui  prevale  quella  corrispondente 
al  dicembre  1883  ed  il  gennaio  1884.  Dopo  la  curva  scende  per  un  pendio 
irregolare,  ma  poco  ripido,  per  tutto  il  1884. 

«  Confrontando  poi  questa  curva  della  frequenza  delle  protuberanze  con 
quella  delle  macchie  ricavate  collo  stesso  metodo  di  calcolo,  si  ha  quanto 
segue  : 

«  Durante  tutto  il  1880  e  buona  parte  del  1881  entrambe  le  frequenze 
sono  in  forte  aumento,  finché  entrambe  raggiungono  simultaneamente  in- 
torno all'agosto  1881  un  primo  massimo.  Si  noti  che  in  questo  mese,  e  nei 
due  successivi,  si  osservò  anche  una  straordinaria  frequenza  di  eruzioni  me- 
talliche, tale  che  mai  più  si  verificò  appresso  nelle  mie  osservazioni:  e  si 
noti  ancora  che  quest'epoca  è  assai  vicina  a  quella  in  cui  era  da  aspettarsi 
si  effettuasse  il  massimo  undecennale  delle  macchie. 

«  Dopo  l'agosto  le  due  curve  oscillando  scendono  fino  al  mezzo  del  1882, 
in  cui  ha  luogo  un  minimo  forte  e  ristretto  per  le  macchie,  debole  ed  esteso 
per  le  protuberanze  ;  quindi  entrambi  i  fenomeni  con  fortissime  oscillazioni 
salgono   ad   un    altro    massimo    secondario    più    alto    dei    precedenti,    per 


—  195  — 

scendere  subito  ad  un  minimo,  débole  per  le  màcchie,  forte  per  le  protube- 
ranze; finalmente  entrambe  le 'frequenze  sempre,  simultaneamente,  in  modo 
continuo,  senz' altra  oscillazione,  salgono  rapidamente  al  granir   mat 
o  massimo  assoluto  tra  il  dicembre  1883  ed  il  gennaio  1884. 

«  Dopo  le  due  frequenze  diminuiscono  dapprima  decisamente,  dopo  con 
<  -.illazioni,  ma  la  discesa  delle  frequenze  delle  macchie  è  assai  più  ra- 
pida anzi  precipitosa,  in  confronto  a  quella  delle  protuberanze  la  cui  fre- 
quenza si  mantiene  alta  durante  tutto  il  1884. 

«  Dunque  dalle  osservazioni  di  Palermo  (d'  accordo  con  quello  di  Tac- 
chini) risulta  : 

«  ln  A  partire  dal  minimo  undecennale  precedente  il  numero  delle 
protuberanze  andò  aumentando  fino  ad  un  primo  massimo  nel  1881,  e  poi 
si  ebbe  un  lungo  periodo  di  relative  scarsità. 

«  2°  Il  massimo  assoluto  delle  protuberanze  cadde  tra  la  fine  del  1883 
ed  il  principio  del  1884. 

«  3°  Dopo  il  massimo  assoluto,  la  frequenza  delle  protuberanze  andò 
decrescendo,  ma  però  la  discesa  della  curva  delle  protuberanze  è  assai  più 
lenta  di  quella  delle  macchie:  per  cui  risulta  sempre  vero  che  il  massimo 
delle  protuberanze  si  prolunga  dopo  quello  delle  macchie;  eppoi  l'andamento 
irregolare  di  questo  fenomeno  delle  protuberanze  non  permette  di  ritenére 
con  qualche  fondamento  che  debba  continuare  a  diminuire,  e  che  invece 
non  possa  crescere  di  nuovo,  come  avvertì  nella  sua  nota  il  prof.  Tacchini. 

«  4n  Prescindendo  dalle  minori  e  secondarie  oscillazioni,  si  riscontra 
un  notevole  parallelismo  nell'andamento  delle  curve  della  frequenza  delle 
macchie  e  delle  protuberanze,  talché  i  principali  massimi  e  minimi  coin- 
cidono ». 

i 
Astronomia.  —  Sulla  relazione  fra  i  massimi  e  minimi  delle 
macchie  solari  ed  i  massimi  e  miiiimi  delle  variazioni  declinometriche 
diurne  osservate  a  Genova.  Nota  del  prof.  P.  M.  Garibaldi,  presentata 

dal  Socio  P.  Tacchini. 

«  Per  opportunità  di  confronti  e  in  base  alla  serie  mensile  compei 
dei  gruppi  di  macchie  solari  osservati  da  Tacchini  nel  periodo  1877-84  e  gen- 
tilmente da  lui  favoritami,  ho  calcolato  la  serie,  parimenti  mensile,  delle  varia- 
zioni declinometriche  diurne  da  meosservate  in  Genova  nell'istesso  periodo. 

«I  valori  che  comunico  hanno  subito  una  doppia  compensazione: 
1.  «I  valori  mensili  io  li  calcolai  prendendo  la  media  di  tre  mesi; 
così  6', 82  del  gennaio  1877  è  la  media  del  dicembre  I s 7 1 '. ,  gennaio  e 
febbraio  del  1877:  con  ciò  —  ripartendole  in  più  larga  base  —  si  tolgono,  o 
almeno  si  attenuano,  le  anomalie  che  possono  dipendere  da  cause  telluriche 
e  locali  senza  togliere  all'andamento  il  suo  ver"  carattere; 

Uendiconti  —  Vol.  I.  26 


—  106  — 
2.  «  Le  variazioni  mensili  sono  inoltre  compensate  perchè  rappresen- 
tano le  medie  di  ciascuna  serie  successiva  di  dodici  mesi. 

«  I  risultati  finali  sono  ordinati  nel  quadro  B  che  unisco  insieme 
ad  alcune  considerazioni. 

«  Le  serie  annuali  dei  gruppi  di  macchie  osservati  concordano  perfet- 
tamente colle  serie  di  variazioni  declinometriche  medie  annuali  ottenute  in 
Genova  nell'islesso  periodo  come  appare  dal  seguente  quadro: 


ANN" 

1877 

1878 

1879 

1880 

1881 

1882 

1883 

1884 

Serie  dei  gruppi  di  macchie 
Serie  declinometriche  .  .  . 

10,75 
6'45 

4,00 
C'41 

5,39 
6'64 

30,60 
7'79 

52,30 
8'49 

52,40 
8'58 

59,70 
8'75 

65,90 
9'09 

«  Desiderando  di  confrontare,  a  periodi  mensuali,  le  correlazioni  di 
queste  serie,  la  loro  marcia  nei  periodi  di  rinforzo  e  di  remittenza  e,  spe- 
cialmente, l'epoca  dei  rispettivi  massimi  e  minimi,  ho  posto  a  confronto  le 
serie  mensili  di  macchie  con  quelle  di  declinazione  magnetica  diurna  com- 
pensate entrambe  con  identici  e  noti  criteri  ed  ho  ottenuto  il  seguente 
quadro  dal  quale  appare  evidente  un  andamento  parallelo  e  contemporaneo 

di  ambo  le  serie. 

B 


1877 

1878 

1879 

1880 

1881 

1882 

1883 

1884 

© 

"5 

.2  rt 

© 

'e 
.2  a 

<D 

O    _^ 

« 

'5 

.2  a 

8 

.2  a 

« 

a 
■2  a 

» 

.2  a 

» 

'5a 

rg 

«  > 

fi 

**  > 

-2 

rt  o 

•g 

^a 

SS 

ja 

5  | 

ca  o 

|g 

s 

-  ■- 

75  O 

ri 

s 

gai 

a 

s 

«O 

B 

o  c5 

<=> 

e 

Q 

Q 

" 

o 

a 

Gennaio  . 

1,46 

6'820,36 

ij'44 

0,10 

6'43  1,6 

6'63 

3,6 

7'89 

4,2 

8'48 

3,6 

8'34 

7.1 

8'84 

Febbraio. 

1,50 

6.800,51 

6,45 

0,10 

6,44  2,0 

6,65 

4,1 

7,99 

5,0 

8,48 

3,7 

8,39 

7,3 

8,97 

Marzo   .  . 

0,91 

6,700,40 

6,46 

0,00 

6,42  1,8 

6,77 

4,6 

8,05 

5,9 

8,53 

4,1 

8,39 

7.0 

9,12 

Aprile  .  . 

1,05 

6,680,51 

6,47 

0,09 

6,40 

1,6 

6,87 

1.3 

8,11 

5,5 

8,66 

4,3 

8,32 

6,6 

0.21 

Maggio.  . 

1,19^,64  0,59 

6,  lo 

0,17 

6,37 

1,8 

6,96 

4.5 

8,20 

4,8 

8,46 

4,7 

8,54 

5,f 

9,247 

Giugno .  . 

1,01  6,610,58 

6,44 

0,37 

6,39 

2,0 

6,99 

4,9 

8,33 

3,7 

8,44 

4,7 

8,52 

5,4 

9,246 

Luglio  .  . 

0,66  6,55  0,39 

6,44 

0,53 

6,41 

2,6 

7,08 

4,9 

8,41 

3,2 

8,34 

4,8 

8,58 

5,0 

9,20 

Agosto  .  . 

0,69  6,51  0,07 

6,41 

0.63 

6,49 

3,6 

7,20 

4,9 

8,46 

3,5 

8,26 

4,6 

8,63 

4,Ì 

9,15 

Settembre 

0,45  6.48  0,12 
1 

6,39 

0,73 

6,56 

4.1 

7,38 

4,5 

8,46 

3,E 

8,2a 

5,1 

8,69 

4,9 

9,08 

Ottobre.  . 

1        1 
0,70  6,47  0,17 
1 

6.34 

0,76 

6,62 

3,8 

7,56 

4,4 

8,46 

4,4 

8,26 

6,2 

S.73 

4,1 

9,06 

Novembre 

1 
0,50  6,46,0,13 
1 

6,32 

0,78  6,65 

2,8 

7,71 

4,0 

8,47 

4,2 

8,27 

7,0 

8,76 

3,t 

9,05 

Dicembre. 

0,63  6,45  0,17 

6,31 

1,136,64 

2,9|  7,79 

3,6 

8,49 

4,E 

s.:j3 

6,9 

8,75 

3,8 

9,04 

—  197  — 

«  Dal  suddetto  specchio  si  vede  come  l'ultimo  minimo  declinometrico 
avvenne  nel  dicembre  1878,  anno  nel  quale  si  verificò  il  numero  minimo 
di  gruppi  di  macchie,  se  Db  ene  sia  nel  marzo  1879  che  il  solo  non  ne  pre- 
sentò alcuno,  anno  nel  quale,  però,  il  numero  dei  gruppi  fu  superiore  a 
quello  del  precedente. 

«  L'ultimo  maximum  della  serie  magnetica  coincide  col  maggio  del  1884 
e  il  correlativo  dei  gruppi  di  macchie  nel  precedente  febbraio;  è  però  dimo- 
strato dall'esame  di  ambo  le  serie  che  l'energia  solare  e  magnetica  dal- 
l'agosto 1883  al  maggio  successivo  andò  generalmente  aumentando  cosicché 
l'epoca  del  vero  maximum  deve  ricercarsi  nell'intervallo  dei  suddetti  nove 
mesi:  solamente  dal  giugno  188-1  in  poi  queste  energie  vanno  lentamente 
ma  sensibilmente  diminuendo,  segnando  cosi  al  principio  del  secondo  semestre 
l'origine  della  serie  dei  minimi  di  macchie  e  declinometrici  :  le  amplitudini 
delle  variazioni  del  gennaio  T885  confermano  ed  accentuano  il  periodo  suddetto. 

«  Ritenendo  però  che  le  osservazioni  solari  sono  possibili  solamente 
allorquando  l'atmosfera  è  serena  e  trasparente  e  che  si  danno  —  e  non  di 
rado  —  sequele  di  giorni  nei  quali  l'astro  è  inesplorato  e  che  pertanto  le 
apprezzazioni  del  numero  delle  macchie  —  anche  colle  più  razionali  compen- 
sazioni —  sfuggono  sia  nel  loro  insieme  che  nella  loro  ragione,  mentre 
invece  le  osservazioni  magnetiche  si  tanno  quotidiane  e  regolarmente  e 
sempre  sotto  l' influenza  magnetica  solare  per  la  quale  l' atmosfera  può 
riteuersi  ognora  più  o  meno  diafana,  si  può  presumere  che  le  epoche  dei 
massimi  e  dei  mimmi  di  macchie  solari  —  in  mancanza  di  osservazioni 
dirette  —  possano  con  molta  ragionevolezza  argomentarsi  dalle  indicazioni 
fomite  dal  magnete  di  declinazione  ». 

Fisica.  —  Sopra  un  metodo  per  la  calibrazione  elettrica  di 
un  filo  metallico.  0  Nota  del  dott.  M.  Ascoli,  presentata  dal  Socio 

P.  Blaserna. 

«  Nelle  misure  di  precisione,  non  si  può  mai  ammettere  a  priori,  nem- 
meno per  approssimazione,  che  la  lunghezza  e  la  resistenza  di  un  filo  con- 
duttore slieuo  in  rapporto  costante.  Perciò  ritengo  non  inutile  esporre  un 
metodo  di  calibrazione  che  ho  posto  in  pratica  con  buon  esito,  e  che  credo 
presenti,  rispetto  ad  altri  proposti  (8),  notevoli  vantaggi  per  la  sua  facile 
applicazione,  la  quale  non  richiede  nessuno  strumento,  oltre  al  ponte  del 
quale  il  filo  fa  parte,  e  nessuna  misura  accessoria,  nemmeno  approssimata. 

(')  Questo  studio  fu  eseguito  nel  laboratorio  .li  fisica  tecnica  della  r.  Scuola  di  appli- 
cazione per  gli  ingegneri  in  Roma. 

(')  G.  A.  Maggi,  La  Natura  vol.III.  1 879,  p.4'23.  Stroual  e  Barns,  Wied.ann.  X,326, 1880. 
Giese,  Wied.  ann.  XI,  113,  isso.—  CIV.  anche  l'opuscolo  della  casa  Siemens.  Halske, 
Réproduction  de  l'unite  de  rcsistona  àmercure.  Berlin,  1883. 


—  198  — 


La  calibrazione  si  eseguisce  rapidamente,  ed  il  filo  si  adopera  sempre  nello 
stesso  modo  come  nelle  misure  cui  dev1  essere  applicato. 

1.  «  11  metodo  ed  il  modo  di  metterlo  in  pratica    si    comprendono 


facilmente  dalle 


ligure  1  e  2.    La    fig. 
Fig.  1. 


1  rappresenta  schematicamente  il 
ponte,  nel  quale  ab  è  il  filo 
da  calibrare.  All'estremo  a,  tra 
i  punti  a  ed  a  è  aggiunta  una 
resistenza  o ,  che  non  occorre 
sia  ilota,  ma  deve  essere  pic- 
cola rispetto  alla  ab;  i  punti 
beh'  sono  congiunti  mediante 
un  filo  f  di  resistenza  trascu- 
rabile. Per  un  determinato  valore  del  rapporto  tra  Da'  e  W,  quando  il 
galvano-metro  tì  si  mantiene  a  zero,  il  corsojo  occupa  una  posizione  C;  te- 
nuto conto  di  questa,  scambiamo  tra  loro  p  ed  f;  il  corsojo  prenderà  una 
nuova  posizione  C;  e  la  resistenza  del  segmento  CO'  sarà  uguale  a  p, 
qualunque  sia  il  rapporto  tra  Da'  e  Db'  (')  e  quindi  qualunque  sia  la  posi- 
zione del  punto  C,  purché  il  detto  rapporto  abbia  lo  stesso  valore  nelle  due 
determinazioni.  Perciò,  variando  in  modo  qualunque  quel  rapporto,  si  potranno 
determinare  lungo  ab,  tanti  tratti  di  uguale  resistenza  (p)  ,  come  si  ri- 
chiede per  la  calibrazione.  Il  metodo  di  calcolo,  esposto  in  seguito,  non 
richiede  nessuna  cura  particolare  per  stabilire  la  posizione  relativa  da  darsi 
agli  estremi  dei  successivi  segmenti  di  ugual  resistenza. 

2.  «  Le  esperienze  si  eseguiscono  in  modo  molto  semplice,  operando 

le  trasposizioni  necessarie  per  mezzo  di  due  commutatori  K  e  K'  (fig.  2)  a 

Fig.  2.  vaschette  di  mercurio.   11  filo 

da  graduare  è  x  //,  le  altre  let- 
tere corrispondono  a  quelle  del- 
la fig.  1.  I  commutatori  possono 
assumere  4  disposizioni  diverse 
due  delle  quali  sono  indicate 
nella  figura  colle  linee  conti- 
nue e  colle  punteggiate  ;  col 
passare  dalla  prima  alla  secon- 
da, le  resistenze  p  ed  f  vengono 
scambiate  tra  loro,  cioè  la  p , 
che  era  tra  6  e  b',  vien  portata  tra  a  ed  a.  Colle  altre  due  la  p  passerebbe 

(')  Infatti,  siano  r,x,y  le' resistenze  CC'i  Ca,  Cb;  q   sia  il  rapporto  tra  Da'  e  Db'  ; 
nei  due  osi  si  ha  : 


y  —  r 


=  g      cioè 


donde 


—  199  — 

invece  dalla  posizione  a  —  //  alla  a!  —  b ,  come  se,  rispetto  al  caso  prece- 
dente, si  fosse  invertito  il  rapporto  delle  resistenze  Da'  e  \W  (fig.  1).  Per- 
ciò, ad  ogni  valore  di  questo,  si  possono  determinare  sopra  ./•//  due  segmenti 
di  resistenza  p,  disposti  simmetricamente  rispetto  al  punto  di  mezza  resi- 
stenza. I  due  commutatori  si  possono  facilmente  riunire  in  uno,  composto 
di  8  bicchierini  in  circolo  e  di  S  grossi  fili  di  rame  fissati  verticalmente 
all'orlo  di  un  disco  isolante  e  congiunti  opportunamente  2  a  2  (cine  I 
con  4,  2  con  3,  5  con  6,  7  con  8).  Con  una  mezza  rotazione  del  disco  si  fanno 
ad  un  tempo  le  due  inversioni. 

3.  «  Il  calcolo  delle  esperienze  è  eseguito  col  seguente  metodo,  nel 
quale  si  suppone  che  le  variazioni  di  resistenza  avvengano  con  continuità 
lungo  tutto  il  filo  (l).  Questa  supposizione  è  sempre  ammissibile  perchè  un 
filo  che  presentasse  brusche  variazioni  non  si  presterebbe  a  nessuna  misura 
di  precisione  e  dovrebbe  essere  rifiutato. 

«  Indichiamo  con  R  ed  %  la  resistenza  e  la  lunghezza  del  filo  tra  un  punto 
qualunque  ed  origini  arbitrarie.  Ad  ogni  valore  di  x  corrisponde  un  deter- 
minato valore  di  II.   Immaginiamo  costruita  la  curva  avente  l'equazione  ! 

R  =  /», 
dove  f  (.'■)  sarebbe  una  funzione   lineare,  se  il  filo  fosse  omogeneo.  Le  coor- 
dinate di    due  punti   M.  M.  della  curva  sieno  R,  ;r, ,  ~R,  x,.  Le  esperienze, 
eseguite    nel  detto  modo,   danno,  per   una  determinata   differenza  R»  —  R| 
(=  p)  ,  la  differenza  r>  —  xt  che  le  corrisponde  nelle  diverse  porzioni  della 

"n    p 

curva.    Il    rapporto  -         -  ,  per  R2 — R,  abbastanza  piccola,  dà  un  valore 

approssimato  della  derivata  - — -  nell'arco  M]M2,  e  precisamente  il  valore 

che  ha  questa  derivata  nel  punto  dove  la  tangente  è  parallela  alla  corda 
MiMj.  In  luogo  di  questo  punto,  che  non  possiamo  determinare,  prende- 

IT  i     I     {Tu 

remo  quello  di  ascissa  x=  - —  — -,  nel  quale   la    derivata  differisce    dal 

p    __  p 

valore    — l-  di  quantità  di  2°  ordine  rispetto  alle  differenze  delle  ascisse, 

x%  — X\ 

quantità  sempre  trascurabili  perchè    la    curva  non    si  scosta   che   poco  da 

una  retta. 

«  Assunta  per  unità  la  costante  R2 —  Ri  =  o,  il  valore    approssimato 


(')  Pel  metodo  di  calcolo  v.,  oltre  ai  eitati  lavori  sulla  calibrazione  elettrica,  i  seguenti 
ìelativi  ai  termometri:  Bessel,  Pogg.  ann.  Vi,  287.  —  Egen,  Pogg.  ann.  XI  276,  335,  517.  — 
Rudberg,  Pogg.  ann.  XL,  563.  —  Kopp,  Pogg.  ann.  LXXII,  1.  —  Gay-Lussac  et  Pierre,  Ann. 
de  eh.  et  de  ph.  (2)  X.  42.  —  Thiesen,  Carls  Rep.  1879.  —  Marek,  ib.  —  Thiesen,  il;.  —  Una 
Memoria  di  Hàllstrom  ed  una  di  Oettingen,  che  non  ho  potuto  vedere,  trattali)  di  metodi 
poco  differenti  dai  eitati. 


—  200   — 

T 


do  Ha  derivata  nel  minto  di  ascissa  x,  dato  da  ciascuna  esperienza,  è 

X% — X\. 

Prendendo  le  x  come  ascisse  e  come  ordinate  le  y=  — ■ ■  ('),  potremo  co- 

3"« — 2"l 

strnire,  per  punti ,  una  curva  che  avrà  per  equazione  : 

/ 1  *  rfR 

(A>  v  =  ix~- 

Se  ne  deduce 

K=  jydx-hGoat. 

dove  la  costante    è  nulla  se  per  E   ed  a;  si  prende  la   medesima    origine. 

«  Tracciata  la  curva  (A)  sopra  carta  millimetrata  e  su  scala  conve- 
niente alla  sensibilità,  degli  apparecchi  ed  alla  precisione  delle  esperienze, 
determinando  l'area  limitata  dalla  curva  sopra  un  tratto  dell'  asse  delle 
ascisse  si  ottiene  immediatamente  la  resistenza  del  corrispondente  tratto  di 
filo.  Questa  risulta  espressa  mediante  la  p,  presa  per  unità  ;  ma  la  si  potrà 
esprimere  in  unità  più  conveniente  ponendo  p.  e. ,  p  uguale  alla  media  tra 
tutte  le  lunghezze  x>  —  xt  trovate;  se  queste  sono  valutate  in  millimetri, 
potremo  indicare  la  nuova  unità  coll'espressione  millimetro  medio.  Le  aree 
si  determinano  facilmente  per  mezzo  della  carta  millimetrata,  anche  senza 
ricorrere  al  planimetro  o  macchina  integrante. 

«  11  metodo  esposto  è,  in  pratica,  di  applicazione  molto  semplice,  e  po- 
trebbe venire  convenientemente  applicato  anche  alla  calibrazione  di  cannelli 
di  vetro,  come  quelli  dei  termometri  o  dei  campioni  di  resistenza  a  mercurio. 
Non  si  avrebbe  che  a  porre  in  luogo  dei  segmenti  di  uguale  resistenza, 
tratti  di  ugual  capacità. 

4.  «  L'errore  medio  della  calibrazione  si  calcola  colle  differenze  §  tra 
le  ordinate  della  curva  tracciata  e  quelle  dei  punti  osservati.  La  forinola: 

¥] 


'       ii 

dove  n  è  il  numero  delle  osservazioni,  dà  l'erro r  medio  dell'ordinata  della 
curva  (A)  (§  3).  Quello  di  Ea,, ,  resistenza  di  un  tratto  xb  —  x„,  si  può 
calcolare  come  segue.  Sia  Ax  la  distanza  tra  dne  successive  delle  n  ordi- 
nate, che  indicheremo  con  y,  y' ;  l'area  del  trapezio  compreso  tra  queste  è 

V  — 1~~  V*  ~ 

A  x  - — — - ,  ed  il  suo  error  medio  A  x  — ■=.  Se  nel  segmento  xb  —  xa  e 
2  1/2 

compreso  un  numero  m  di  segmenti  A.r,  avremo  : 

xb  —  xa  =.  m  Ax 


(')  Si  semplifica  il  calcolo  tracciando  prima,  mediante  i  dati  dell'  esperienza,  una 
curva  avente  le  x  per  ascisse  e  le  x,  —  xl  per  ordinate,  e  deducendo  da  quella  le  ordinate 
della  curva  (A). 


—  2iH    — 
La  somma  delle  m  aree  analoghe  alla  Ax  - — - — ,  ha  per  error  medio: 

1/2 

-i'i,  —  «"„ 


ma  : 


ni  = 


Ax 


onde: 


t=.V{xb-xa)Ax^=.  (R) 

l    - 

«  Supposto  che  le  osservazioni  sieno  distribuite  abbastanza  uniformemente 
lungo  il  tratto  calibrato,  per  Ax  si  prenderà  la  distanza  media  tra  due 
ordinate  successive.  L'error  medio,  secondo  la  (B)  aumenta  come  la  radili' 
quadrata  della  lunghezza  del  segmento  cui  si  riferisce,  e  ciò  è  conforme  ai 
principi  del  calcolo  degli  errori. 

5.  «  Per  servirsi  del  ponte  nel  modo  ordinario,  è  necessario  esprimere 
anche  la  resistenza  totale  del  filo  nella  unità  stessa  prima  adottata.  Per 
tale  determinazione  spesso  potrà  convenire  il  metodo  seguente  che  non  ri- 
chiede nessuna  nuova  disposizione  oltre  a  quelle  già  usate  nella  calibrazione. 

«  Nel  modo  spiegato  al  §  1,  si  determina  sul  filo  un  tratto  HH'  (fig.  3) 

H.  0  H*  0'  , 


di  resistenza  uguale  ad  una  p',  collocata  come  la  p  prima  considerata.  So- 
stituita a  p  una  resistenza  trascurabile,  si  stabilisce  la  corrispondente  po- 
sizione 0  del  corsojo.  Il  punto  0,  divide  il  tratto  HH'  in  due  segmenti  le 
cui  resistenze  sono  in  rapporto  inverso  di  quelle  dei  segmenti  segnati  da  0 
su  tutto  il  filo  ab  (').  Invertito  il  commutatore  K  (fig.  2)  si  determina  ana- 
logamente il  punto  0'  corrispondente   al   rapporto   inverso.  In  seguito  alla 

....         .       .     .,  .     OH  .  06 

calibrazione,  e  noto  il  rapporto  riW  e  quindi  anche  -a-   =  q;  ma  e  pure 

UH  Uff 

nota  la  differenza  00'  =  06  —  0»-— ff";  se  ne  dedurrà  la  resistenza  totale 

E  =  06  -+-  0«-,  espressa,  nella  unità  scelta  per  d,  mediante  la  forinola  : 


(']  Infatti,  sieno  ./'.  y,   <•'.  y'  le  resistenze  dei  tratti  Oa,  06,  OH,  OH':  avremo: 

X  —  ffi'-H  .'  X 


of  -+-y  y 

onde  : 


ma        p'  =  x 


x  ■+■  \]  x  .     x  y 

x'-t-y        y  ■       x 


—  202  — 

6.  «  Come  esempio,  cito  i  risultati  ottenuti  coi  metodi  esposti,  sopra 
un  tilo  di  platino  indiato  facente  parte  di  un  ponte  costrutto  dalla  casa 
Siemens  e  Halske,  analogo  a  quello  descritto  dal  Wiedemann  nel  1°  volume 
dell'opera  Die  Lchre  von  der  Electricitiit ,  1882,  pag.  454  (').  Il  ponte 
è  munito  di  un  commutatore  a  mercurio  collocato  come  quello  indicato 
con  K  nella  fìg.  2.  Due  altre  pozzette,  unite  pure  al  ponte,  possono  servire 
pel  commutatore  K'.  Gli  altri  due  lati  del  ponte,  nelle  nostre  esperienze, 
erano  formati  da  un  secondo  filo  di  platino,  munito  di  corsojo  (Dj,  la  cui 
costruzione  non  richiede  nessuna  cura,  come  si  vede  dall'uso  cui  è  desti- 
nalo; si  può  formare,  p.  e.,  con  un  pezzo  di  paraffina  attraversato  dal  filo 
e  contenente,  in  una  cavità,  del  mercurio  pel  contatto  col  reoforo  della 
pila.  Una  coppia  Daniel  con  20  o  30  unità  Siemens  di  resistenza  esterna, 
dava,  ad  un  galvanometro  aperiodico  Siemens,  a  riflessione,  la  deviazione  di 
tre  o  quattro  millim.  della  scala,  per  uno  spostamento  di  0mm,l  del  corsojo, 
corrispondente  u.  s.  0,0001  circa.  Un  decimo  di  mm.  della  scala  corrispon- 
deva a  circa  2"  d'arco. 

«  La  resistenza  p  era  pure  formata  di  un  breve  filo  di  platino  le  cui 
estremità,  introdotte  entro  piccoli  tubetti  di  paraffina,  venivano  immerse 
in  due  bicchierini  di  mercurio:  si  è  verificato  che,  a  questo  m'odo,  la  re- 
sistenza introdotta  resta  perfettamente  definita.  La  resistenza  p  deve  es- 
sere tanto  minore,  quanto  minore  è  l'uniformità  del  filo  che  §i  studia; 
se  occorresse  una  p  molto  piccola  converrebbe,  in  luogo  di  un  solo  filo, 
prenderne  due  poco  differenti,  collocando  l'uno  in  luogo  di  p  l'altro  in  luogo 
di  f;  allora,  com'è  facile  vedere,  la  resistenza  CC  risulta  uguale  alla  diffe- 
renza tra  le  due  introdotte. 

«  Il  corsojo  D  veniva  spostato  in  modo  da  far  scorrere  il  tratto  CC  di 
circa  2  cent,  per  volta;  in  una  2a  serie  di  esperienze,  al  corsojo  C  si  davano 
posizioni  intermedie  tra  quelle  della  la;  con  ciò  il  filo  veniva  ad  essere  esa- 
minato di  centimetro  in  centimetro. 

ri  Ti 

«  La  fig.  4  rappresenta  la  curva  y  =  —  —  0,95,  riportata  nella  scala 

OH) 

di  1:8.  Le  ascisse  sono  i  valori  di  oc  =  — ^ — -,  le  ordinate   i  valori  del 

145 

rapporto  — :      —,  diminuito  della  costante  0,95;  145  è  il  valor  medio,  in 
xl  —  rr2 

millim.,  delle  diverse  lunghezze  x^  —  X\  trovate.  Ad  una  unità  del  3"  ordine 

decimale  corrispondono  2mm  nell'ordinata;  i  valori  di  questa  variano  tra  0,0160 

e  0,0975.  I  punti  (in  numero  di  64  sopra  67  cent.)  si  scostano  pochissimo 

dalla  curva  tracciata. 

«  Per  dedurre  la  funzione  R  (or)  si  calcolarono  le  aree  della  curva  (A)  ; 

(')  Vedi  il  citato  opuscolo  di  Siemens  e  Halske. 


—  203  — 

[ueste  si  ottengono  aggiungendo  alle  aree  della  figura  4,  le  quantità  0,95 

Pie.   i 


u  IMO  200  oOO  400  iOO  000  700 

Per  rendere  sensibili  gli  scostamenti   dalla   legge  lineare,  in    luogo  di  co- 
struire una  curva  y  =  E  (a?),  si  costruì  quella  della  figura  5,  avente  l'equa- 

Fiar.  5 


0       100      200      300      400      500      600      700 

zione  E  =  x  —  y.  Le  ordinate  rappresentano  la  correzione  di  calibrazione  ; 
in  esse  1  millim.  rappresenta  mm.  0,1  di  resistenza. 

«  L'  error  medio  z,j  risultò  ztz  0,0020  ;  ritenendo  A.''  =  min.  10  e 
xu  —  xa  =  600mm,  abbiamo  e  —  rt  0,15  (error  probabile  =  ±  0,10).  rei- 
intervalli  minori  di  600mm  si  avrebbero  errori  minori. 

«  La  curva  della  fig.  5  venne  più  volte  applicata  a  casi  pratici,  ed  i  ri- 
sultati provarono  la  precisione  del  metodo.  Un  esempio  è  il  seguente.  Ad 
una  determinata  resistenza  si  trovò  corrispondere  tre  diverse  lunghezze 
lungo  il  filo  cioè  : 

mm.  334,5         333,9         323,7, 
correggendo  mediante  la  curva, 

mm.  327,6         327,7         327,8, 
l'incertezza  corrisponde  all'error  medio  determinato. 

«  Il  valore  del  millimetro  medio  si  determinò  col  confronto  con  un 
campione  Siemens  in  argentana,  ricercando,  mediante  il  detto  metodo  di 
trasposizione,  un  tratto  di  filo  di  resistenza  uguale  al  campione  od  alla 
differenza  tra  il  campione  ed  una  resistenza  già  espressa  in  millimetri  medii. 
Si  trovò  così:  1  u.  s.  =  1001m"\32.  La  resistenza  prima  considerata  sarebbe 
di  u.  s.  0,32737  ». 

Fisica.  —  Considerazioni  sopra  alcune  relazioni  tra  le  velocità 
di  efflusso,  i  calori  specifici  ed  i  quadrati  medi  delle  velocità 
molecolari  dei  gas.  Nota  del   dott.  G.   De  Franchis,   presentata  dal 

Socio  Blaserna. 

«  Fin  dal  1876  avevo  messo  in  una  Nota  portante  questo  titolo  i  risul- 
tati di  alcuni  studi  da  me  fatti,  alcuni  dei  quali  in  quell'epoca  furono  da  me 
comunicati  verbalmente  all'ili,  prof.  Roiti  e  per  iscritto  all'ili,  prof.  Cannizzaro. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ~~ 


—   L'<J4    — 

Un  tale  studio  mi  condusse  a  provare  che  i  mutamenti  di  stato  ed  i 
fenomeni  chimici  sono  regolati  da  identiche  leggi,  e  che  le  leggi  della  chi- 
mica rientrano  nelle  leggi  della  meccanica  come  la  Termochimica  nella  Ter- 
modinamica. 

«  Per  ragioni  indipendenti  dalla  mia  volontà  una  esigua  parte  del  lavoro 
vide  la  luce  solo  nel  gennaio  del  1882  sotto  l'anagramma  del  mio  cognome  ('). 

«  In  questa  prima  parte  ho  dedotto  che  il  quadrato  medio  della  velo- 
cità molecolare,  iv^,  è  uguale  al  quadrato  medio  della  velocità  di  efflusso 

3 
del  gas  medesimo  «02  pel  rapporto  ■7-. 

Li 

«  In  essa  io  poneva  che  per  tutti  i  gas  aveva  trovato  la  relazione: 

m;0s=AC-  (1) 

nella  quale  w<?  è  il  quadrato  medio  come  sopra,  C  ed  n  il  calore  speci- 
fico in  peso  ed  a  pressione  costante  del  gas,  ed  il  numero  degli  atomi  che 
entrano  nella  sua  molecola  ed  A  una  costante  che  per  tutti  i  gas  ha  il 
valore  IO8. 

«  La  sola  ispezione  della  tavola  pubblicata  in  quella  Nota  nella  quale 
sono  messi  in  confronto  i  calori  specifici  dedotti  dalla  relazione: 

°       10°  •  2  W 

con  quelli  trovati  sperimentalmente  dal  Kegnault,  basta  a  far  conoscere  l'esat- 
tezza della  formula. 

«  La  legge  dei  calori  specifici  di  Dulong  e  Petit  si  applica  ai  gas  con 
una  approssimazione  maggiore  che  per  i  solidi  quanto  più  questi  sono  lon- 
tani dal  punto  di  liquefazione,  se  non  che  in  questo  caso  il  prodotto  del 
peso  atomico  per  il  calore  specìfico  è  press'a  poco  metà  di  quello  dei  corpi 
allo  stato  solido. 

«  Ed  in  vero,  stando  a  quanto  sulla  legge  medesima  ha  fatto  osser- 
vare il  sig.  Hirn  ("),  in  tutti  i  gas  il  lavoro  esterno  è  lo  stesso  ed  il  lavoro 
interno  destinato  a  vincere  l'attrazione  molecolare  nullo. 

«  Prendendo  noi  come  unità  dei  pesi  atomici  1'  atomo  d' idrogeno,  il 
prodotto  costante  o  meglio  la  capacità  atomica  pel  calore  dei  gas  tutti  sarà 
uguale  al  calore  specifico  C  dell'idrogeno. 

«  Ciò  premesso  possiamo  enunciare  il  seguente  teorema: 

«  /  calori  specifici  in  volume  ed  a  pressione  costante  di  due  gas  qua- 
lunque, stanno  tra  essi  come  i  numeri  totali  degli  atomi  contenuti  nelle 
loro  unità  di  volume. 


(')  Natura,  rivista  di  scienze  naturali,  voi.  V,  pag.  1  e  seguenti.  Considerazioni  ecc., 
pel  Jutt.  Fried.  G.  Nachs. 

(')  Vedi  Gazzetta  chimica  italiana,  unno  III,  fas°.  IV,  pag.  188. 


«  Ed  infatti  se  q  è  il  calore  specifico  in  volume  ed  a  pressione  costante 
di  un  dato  gas,  N  il  numero  delle  molecole  contenute  nella  sua  unità 
di  volume,  n  il  numero  degli  atomi  nella  sua  molecola,  a  il  peso  di  un 
atomo,  e  e  il  calore  specifico  in  peso  a  pressione  costante  avremo; 

q  =  caXn  l  '■> 

similmente  per  un  altro  gas  avremo: 

gi  =  c1a1N1ni, 
dividendo  membro  a  membro,  poiché  ca  =  cirti  =  C,  avremo: 

«  Supponendo  che  X  ed  Ni  siano  diversi. 

«  Relazione  che  vale  per  tutti  quei  corpi  per  cui  sussiste  la  legge  di 
Petit  e  Dulong,  e  che  vale  perciò  anche  per  i  gas  composti  e  per  i  corpi 
solidi,  siano  essi  semplici  o  composti. 

«  Pur  non  di  meno  fino  ai  giorni  nostri  si  è  ritenuto  che  «  volumi 
'<  eguali  di  gas  semplici  o  composti  senza  condensazione  richiedano  uguali 
«  quantità  di  calore  indipendentemente  dalla  temperatura  e  dalla  pres- 
«  sione  (').  Legge  che  fu  scoperta  da  Dulong  (*)  e  che  poi  venne  confer- 
«  mata  da  Regnatili  »  (3). 

«  In  generale  noi  possiamo  ammettere  che  i  prodotti  delle  densità  per 
il  calore  specifico  in  peso  ed  a  pressione  costante  di  due  corpi  qualunque, 
qualunque  sia  il  loro  stato,  e  purché  le  densità  relative  sieno  prese  rispetto  ad 
un  medesimo  corpo  in  condizioni  bene  stabilite,  stanno  fra  loro  come  i  numeri 
degli  atomi  contenuti  nelle  unità  di  volume  per  detti  corpi  ed  in  tali  con- 
dizioni sussiste  la  legge  di  Dulong  e  Petit. 

«  Similmente  per  un  gas  composto  se  Qt  è  il  suo  calore  specifico  in 
volume  ed  a  pressione  costante  Ci  il  medesimo  calore  specifico  in  peso  N\ 
il  numero  delle  molecole  contenute  nella  sua  unità  di  volume  ciascuna  delle 

quali  è  formata  da  Ji'i-h«'2+n'3 atomi  il  cui  peso  è  rispettivamente 

0^(12,(13 avremo  essendo  Ai  la  sua  densità  e  Ci,c»,  c3  i  calori  spe- 
cifici in  peso  dei  componenti: 

Qi  =  Ci  Ai  =  N'i  («l'i  ci  «i  -+-  rì>  Ci  a,  +  n'3  c3a3 ) 

e  poiché  ci  ai  =  c2  a»  =  c3  a3  — =•  C 

avremo: 

Q,  =  CN',  (  n',  +  n'ì  +  n',  + . . .  )  (5) 

«  Similmente  per  un  altro  gas  avremo  : 

Q,=-CN\.  (»",-    n"s  +  n"3...) 

(')  Macaluso,  Introduzione  alla   termodinamica.   Loescher    1877,   pag.    123.  —  R 
nenli  di  fisica.  Firenze,  le  Monnier  1880,  pag  100  ecc. 
(')  Daguin,  Traile  de  Physique,  Voi.  2°,  pag.  275,  §  907. 
(3)  Comptes-rendus,  t.  XXXVI.  p.  676  :  et  Mémoires  de  l'Institut.t  XXVI  e  Relation 
1.  II.  pag.  41. 


—  201  i  — 
e  ponendo  n\  -+-  n\  -+-  n'3  .  .  .  =  n'm  e  ro"i  +n"s  -f-  n"*  +....  =  ri"m 
e  dividendo  membro  a  membro: 

Qi  _    N'i  n'm 

«  Tenendo  le  notazioni  di  sopra  ed  indicando  con  mi  il  peso  della  mo- 
lecola il  cui  calore  specifico  in  volume  è  Qi  sarà: 

C,  mi  =  C  (  n',  +  n'i  -+-  n', )  =  C .  n'm 

d'onde  A^~  -  C  (G) 

nm 

«  Che  è  la  legge  di  Garnier  applicata  ai  gas  nel  mentre  la  (5)  esprime 
la  legge  del  Woestyn  ('). 

«  Possiamo  ora  enunciare  la  seguente  legge  generale  : 

«  Se  due  o  più  gas  qualunque  presi  nelle  stesse  condizioni  si  com- 
«  binano  dando  origine  ad  un  altro  corpo  gassoso  nelle  condizioni  stesse, 
<  il  calore  specifico  in  volume  del  composto  sarà  uguale  alla  somma  dei 
•<  prodotti  rispettivi  di  ciascun  volume  che  entra  nel  composto  pel  calore 
«  specifico  in  volume  di  ciascun  componente,  divisa  per  il  volume  del  com- 
«  posto  ottenuto  ». 

«  Così  se  Vi ,  Vj ,  V3  .  .  .  sono  i  volumi  dei  componenti  presi  nelle 
stesse,  condizioni  di  pressione  e  temperatura  i  cui  calori  specifici  in  volume 
ed  a  pressione  costante  siano  rispettivamente  gj ,  qìt  q3  .  .  . .  se  tali  volumi 
si  combinano  per  dare  un  volume  V„  di  composto  gassoso,  il  calore  speci- 
fico Qc  in  volume  di  quest'ultimo  sarà  sempre  ; 

q  _^_  Vi  7i  -+-  Vi  gj-f-  Va  <7a  •  •  •  •  /?v 

*  e 

«  Che  si  può  anche  enunciare:  II  prodotto  del  volume  del  composto 
pj  suo  calore  specifico  in  volume  è  uguale  alla  somma  dei  singoli  prodòtti 
del  volume  pel  calore  specifico  in  volume  dei  componenti. 

Se  non  vi  sarà  condensazione  cioè  se  sarà  nella  (7): 

vc=Vi+vs-f-v3 

avremo  anche: 

Qc  =  jh+f+i!  (8) 

«  Cioè  il  calore  specifico  in  volume  del  composto  sarà  la  media  arit- 
metica dei  calori  specifici  in  volume  dei  componenti. 

«  Se  nella  (7)  noi  poniamo  qt  =  gs  =  q3  . . .  .  se  vi  sarà  condensa- 
zione avremo  : 

n             Vi  +  Vi  +  Va  q, 

Q,  =  <?i v 9) 

«  Cioè  se  più  gas  aventi  il  medesimo  calore  specifico  in  volume  0  ciò 
(')  Annales  de  chini,  et  de  phys.  3'  sor.,  t.  XXIII.  pag.  295. 


—  2<»7   — 

che  è  lo  stesso  il  medesimo    n    nero  di  alami    ,  nità  di   volume    si 

combinano  condensandosi,  il  prodotto  gassoso  avrà  un  calore  specifico  che 
sarà  quello  dei  componenti  moltiplicato  pel  rapporto  dei  volumi  dei  com- 
ponenti e  del  composto. 

«  Se  i  gas  aventi  il  medesimo  numero  di  atomi  nell'unità  di  volume 
si  combinano  senza  condensazione  il  calore  specifico  in  volume  del  com] 
sarà  lo  stesso  ili  quello  di  ognuno  dei  componenti  ciò  che  si  ottiene  ponendo 
nell'(8)  ql  =  qì  =  q3  ovvero  nella  (0)  Vj  -f-  V8  4-  V3  =  V„ . 

«Se  nella  (4)  poniamo  q  =  qy  avremo  anche; 

N»  =  Ni?'i  (10) 

«Cioè:  tutti  quei  gds  che  luxnno  lo  stesso  calore  specifico  in  volume 
contengono  ugual  numero  di  atomi  nelle  unito  ili  volume. 

«  Se  nella  (10)  si  pone  n  —  n\  avremo  anche  X  =  Ni  cioè:  Tutti  quei 
gas  che  hanno  lo  stesso  calore  specifico  in  volume  e  la  molecola  formata 
dallo  slesso  numero  di  atomi,  sotto  volumi  uguali  presi  nelle  stesse  con- 
dizioni contengono  e  guai  numero  di  molecole.  E  viceversa  se  le  unità  di 
volume  di  due  gas,  che  hanno  lo  stesso  calore  specifico  in  volume,  con- 
tengono egual  numero  di  molecole,  queste  saran  costituite  dallo  stesso  nu- 
mero di  atomi. 

«Ed  in  senso  più  generale  se  nella  (4)  poniamo  Nr=N,  avremo: 

n         n 

—  =—  (11) 

r/[         m 

«  Cioè  i  calori  specifici  in  volume  ili  due  gas  qualunque  che  nelle 
stesse  condizioni  contengono  nelle  unità  di  volume  ugual  numero  ili  mo- 
lecole, stanno  fra  essi  come  i  numeri  degli  atomi  contenuti  nelle  Info  molecole. 

«  Teorema  che  acquista  una  estensione  generale  se  si  ammette  vera 
la  legge  di  Avogadro  ed  Ampère. 

«  II.  Il  sig.  Mayer  per  calcolare  l'equivalente  meccanico  del  calore  si 
è  servito  della  relazione: 

F__         Pa 

tj~  8(c_c') 

nella  quale  E  è  l'equivalente  meccanico  del  calore  P  la   pressione,  a  e  3 
il  coefficiente  di   dilatazione  ed  il  peso  specifico  di   un  gas  e  e,  e'  i   suoi 
duo  calori  specifici  in  peso  a  pressione  ed  a  volume  costante. 
«  Tenendo  le  notazioni  di  sopra  noi  possiamo  scrivere  : 

F_    Pa  1 

N    "    ni  (C-C) 

p 

«  E    poiché    E    deve  essere  rigorosamente   costante,  -~p  essendo  co- 

stante,  perchè  se  P  diviene  doppio,  triplo,  quadruplo,  il  numero  delle  mo- 
lecole dell'  uuitìi  di  volume  diverrà  doppio  triplo  quadruplo  etc.  ed  es- 
sendo anche  a  costante  per  tutti  i  gas  dovrà  anche  essere  costante  m  (C— C'i) 


—  208  — 

ovvero  dovrà  essere  per  ogni  gas  (ponendo  m  =  na) 

naC  —  naC  =  Costante. 

«  Se  C  e  C  indicano  i  due  calori  specifici  in  peso   dello   idrogeno  a 

volume  e  pressione  costante  potremo  scrivere: 

«C  —  nC  =  Costante 

«  Ponendo  : 

KG  =  nC  =  nC 

si  ottiene: 

K  =  n-^--n  (12) 

d'onde  : 

C  K  +  n 


G  ~       n 
«  Similmente   sopprimendo  nella  (12)  il   fattore  comune  a  al   primo 
membro,  avremo  per  ogni  gas: 

C    _  K  +  n 

«  Se  si  ammette  per  l'idrogeno  n  =  2  avremo  per  questo  gas  e  quindi 
per  tutti  i  gas: 

K=2(C~C,)  (14) 

«  E  poiché  per  questo  gas  molto  prossimamente: 

C_  C 

C   —    C-l 
avremo  sostituendo  questo  valore  nella  (14)  e  poscia  questo   valore   di  K 
nella  (13) 

questa  relazione  può  mettersi  sotto  la  forma: 

C  Cn  —  n  +  2 


G  —       Cn  —  n 
che  è  simmetrica  ed  analoga  con  quella  trovata  dal  prof.  Clerk  Maxwell, 

cioè  : 

C   _  n  — e  +  2 
Q'  —      n  —  e 
«  Per  la  relazione  (2)  la  (15)  può  anche  mettersi  sotto  la  forma  : 
G  _'    _  2 .  10" 

C  n  (mu*  — IO»)  [     ' 

Q 

«  Ponendo  nella  (13)  il  valore  di  K  ricavato  dalla  (14)  quando  per  -~- 
C  — 1 


C  ,.  . 

si  pone  -p r-  essa  diviene 


0         816 -f-n  (1„ 


—  209  — 

«  Sostituendo  poi  nella  (15)  a  C  il  suo  valore  3,109  si  ha: 

0  _        _2 

C  =  '   2,409.  n 


(18) 


Nella  tavola  che  segue  sono  calcolati  per  diversi  gas  i  valori  di  -.„ 


C 


colle  relazioni  (17)  e  (18)  e  messi  in  confronto  con  quelli  trovati  speri- 
mentalmente dai  signori  Rontgen,  Dulong,  Masson  e  Cazin.  Il  valore  per 
il  mercurio  messo  nella  colonna  del  Rontgen,  e  segnato  con  asterisco,  è 
quello  dato  dai  signori  Kundt  e  Warburg. 


GAS 


Formula 

empirica 

molecolare 


/C 


Valori  di 


Dalle  esperienze  di 


Rontgen    Dulong      Masson       Cazin 


Calcolati 
colla  formula 


Mercurio    .  .  .  ■.     k 

Idrogene    

Ossigeno 

Aria 

Ossido  di  carbonio  . 
Anidride  carbonica. 
Anidride  solforosa  . 
Protossido  d'azoto  . 

Ammoniaca 

Etilene 

Etere 


Hg 

1 

1,6670 

» 

» 

» 

1,816 

2H 

2 

1,3852 

1,410 

» 

l.llo 

1,408 

20 

2 

» 

» 

» 

1.410 

1,408 

» 

2 

1,4053 

1,394 

1.391 

l.llo 

1,108 

CO 

2 

» 

» 

1,426 

1,410 

1,408 

CO" 

3 

1.3052 

1,315 

1,261 

1.201 

1.272 

SO5 

3 

5) 

» 

1,242 

1.2C2 

1,272 

N*0 

3 

» 

1,320 

1,261 

1,285 

1.272 

XH3 

4 

» 

» 

1,293 

1,328 

1,201 

ni' 

6 

» 

1,219 

1.257 

1.257 

1,136 

C'H">0 

15 

» 

» 

1.0  14 

1,079 

1,055 

1,829 
1,415 
1,415 
1,415 
1,415 
1,270 
1,270 
1.270 
1,207 
1,138 
1,056 


«  La  sola  ispezione  della  tavola  basta  per  vedere  come  discordanti  siano 

Q 

i  valori  di  —  trovati  per  un  medesimo  gas  da  sperimentatori  espertissimi. 
\j 

Così  i  valori  dati  per  l'ammoniaca  non  possono  assolutamente  essere  quelli 
di  un  cras  la  cui  molecola  consta  di  quattro  atomi,  che  se  no  tal  valore  sa- 
sebbe  superiore  a  quello  di  quei  corpi  la  cui  molecola  consta  di  tre  atomi, 
ciò  che  può  dirsi  anche  per  l'etilene.  Molto  probabilmente  l'esperienze  con 
questi  due  gas  furono  eseguite  in  condizioni  tali  che  una  parte  del  gas  si  è 
trovato  disassociato,  lo  che  ha  prodotto  una  elevazione  nel  rapporto  traCeC. 
«  Le  formule  (17)  e  18  ci  danno  come  limite  minimo  del  rapporto 
tra  i  due  calori  specifici  l'unità,  cioè  quando  crescendo  il  numero  degli  atomi 
contenuti  nella  molecola  «  cresce  all'infinito.  Ciò  era  da  prevedersi  dappi 
in  tal  caso  anche  nei  gas  il  lavoro  esterno  diviene  infinitamente  piccolo  ri- 
spetto al  lavoro  interno.  A  tale  condizione  si  avvicinano  i  corpi  ali" 


solido    ciò    che    ci    mostra    che    il  numero  degli  atomi  che   in   tale   stato 
costituiscono  la  molecola  è  molto  grande. 

«  Premessi  tali  fatti  e  tali  leggi,  mi  riserbo  di  far  vedere  in  una  se- 
conda nota  le  più  importanti  conseguenze  che  se  ne  deducono  sulla  costi- 
tuzione chimica  e  fisica  dei  corpi  ». 

Chimica.  —  Azione  dell'  idrogeno  nascente  sul  metilpirrolo. 
Nota  dei  dott.  Gr.  Ciamicun  e  P.  Magnaghi,  presentata  dal  Socio  S.  Cannizzako. 

«  Come  è  noto  (')  il  pirrolo  si  trasforma  per  l'azione  dell'idrogeno 
nascente  in  una  base  che  ha  la  forinola 

«  C4  H6  NH  » 
e  che  venne  chiamata  pirrolina.  Essendo  le  proprietà  di  questo  alcaloide 
allatto  diverse  da  quelle  del  pirrolo  abbiamo  creduto  interessante  di  stu- 
diare l'azione  dell'idrogeno  nascente  su  qualche  altro  derivato  del  pirrolo, 
per  estendere  il  numero  dei  corpi  appartenenti  alla  serie  della  pirrolina. 
I  composti  che  più  si  prestano  a  queste  trasformazioni  sono  quelli  che 
contengono  un  radicale  alcoolico  al  posto  dell'idrogeno  imidico.  Noi  ab- 
biamo intrapresa  la  riduzione  del  metilpirrolo  (*)  e  comunichiamo  in  questa 
Nota  brevemente  i  risultati  ottenuti  riserbandoci  di  ritornare  sull'argo- 
mento quando  queste  ricerche  saranno  terminate. 

«  11  procedimento  da  noi  seguito  in  questa  reazione  è  identico  a 
quello  descritto  per  la  preparazione  della  pirrolina.  È  da  notarsi  soltanto 
che  in  questo  caso  non  si  forma  quella  materia  resinosa  verde  che  fu  ac- 
cennata allora,  e  che  il  rendimento  della  nuova  base  è  alquanto  migliore. 
Per  estrarre  l'alcaloide  dal  prodotto  della  reazione  abbiamo  pure  seguito 
la  stessa  via  che  serve  ad  ottenere  la  pirrolina. 

«  La  mctilpirrolina  è  un  liquido  fortemente  alcalino  solubilissimo 
nell'acqua,  d'un  odore  che  ricorda  quello  delle  amine  della  serie  grassa. 
Essa  bolle  a  79"  —  80".  La  sua  forinola  dedotta  dall'analisi  del  cloropla- 
tinato  è  la  seguente: 

«  C4  H6  N.  CH3  ». 

«  II  clóriirato  di  mctilpirrolina  è  una  massa  cristallina  deliquescente 
e  la  sua  soluzione  acquosa  dà  col  cloruro  di  platino  un  cloroplatinaio 
abbastanza  solubile  nell'acqua  fredda.  Se  la  soluzione  è  concentrata,  pre- 
cipita in  forma  di  lunghi  aghi  giallo-ranciati.  Per  svaporamento  di  solu- 
zioni diluite  nel  vuoto  sull'acido  solforico,  si  ottengono  grossi  cristalli  bene 
sviluppati  che  non  contengono  acqua  di  cristallizzazione. 

(')  Vedi  Cianiician  e  Denn.stedt,  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Pavle  IV. 
Azione  deli' idrogeno  nascente  sul  pirrolo. 

(')  La  riduzione  del  metilpirrolo  è  stata  incominciata  da  uno  di  noi  assieme  al  Dott. 
Dennstedt. 


—  211   — 

«  La  metilpirrolina  è  una  base  terziaria  come  lo  dimostra  l'azione  del 

.ioduro  di  metile  sopra  la  medesima.  Trattando  una  soluzione  ili  metilpir-  . 
rolina  nell'alcool  metilico  cou  un  eccesso  dijoduro  di  metile  e  ri 
per  qualche  tempo  il  miscuglio  a  b.  m  ,  si  ottiene    dopo  avere 
il  liquido,  una  massa  di  cristalli  bianchi  o  colorati  leggermente    in  giallo. 
Per  purificare  la  nuova  sostanza  la  si    fa  cristallizzare  dall'alcool  assoluto 
bollente,  dal  quale  si   separa    per   raffreddamento   in   forma  di   magnificile 
squamette  incolore  di  splendore  madreperlaceo.  Questo   corpo  clic  ha  tutte 
le  proprietà  dei  joduri  degli  ammoni    composti  ha  la  forinola 

«C.,HfiN  CH,  CH3.  I  », 
ed  è  identico  a  quello  ottenuto  dalla    pirrolina    per  azione    del   joduro  di 
metile.  Il  rendimento  di  questa    sostanza  è  quasi  teoretico    e    corrisponde 
all'equazione  : 

C;  H6  N  CH3  +  CH3  I  =  C4  H0  N  CH:!.  CH3  I 
metilpirrolina  joduro  ili  dimetilpirrolilammonio 

«  Questa  reazione  dimostra  ad  evidenza  che  l'idrogeno  addizionato  dal 
metilpirrolo  è  entrato  uel  nucleo  dando  cos'i  origine  ad  una  base  terziaria. 

«  Noi  abbiamo  inoltre  tentato  di  introdurre  l'idrogeno  nella  pirro- 
lina riscaldandola  cou  acido  jodidrico,  ed  abbiamo  ottenuto  una  base  che 
bolle  a  82  —  83°  e  che  potrebbe  essere  una  diidropirrolina  o  tetraidropir- 
rolo  «  C4  Hs  NH  ».  Su  questo  alcaloide  e  su  altri  derivati  della  pirrolina 
speriamo  di  poter  fare  fra  breve  una  comunicazione  a  questa  Accademia  » 

M  E  M  0  R  I  E 
DA  SOTTOPORSi  AL  GIUDIZIO  1)1  COMMISSIONI 

B.  Grassi.   /  progenitori  degl'insetti   e   dei   miriapodi  —    M 
delle  Scolopendrelle.  Presentazione  del  Socio  Todaro. 

RELAZIONI    DI    COMMISSIONI 

Il  Socio  Blaserxa,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Cantoni,  legge  una 
relazione  sulla  Memoria  dei  sigg.  A.  Battelli  e  L.  Palazzo:  Sulle  variazioni 
di  volume  di  alcuni  corpi  per  effetto  della  fusione,  concludendo  per  l'in- 
serzione di  essa  negli  Atti  accademici. 

Il  Socio  Touaro,  a  nome  anche  del  Socio  Trinchesb,   relatore,    legge 
una  relazione  sulla  Memoria  dei  sigg.  F.  Raffaele  e  I.  Monticelli  :  Descn  - 
di  un  nuovo  Licomolgus  parassita  del  Mytilus  gallo-provincialis, 
concludendo  per  l'inserzione  di  essa  aegli  Atti  accademici. 

Le  conclusioni  delle  Commissioni,  messe  patitamente  ai  voti  dal  Pre- 
sidente sono  approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 


OJ")     


PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Segretario  Blaserna,  annuncia  con  rammarico  la  perdita  fatta 
dall'Accademia  nella  persona  del  suo  Socio  corrispondente  prof.  Emilio 
Morpurgo.  Apparteneva  all'Accademia  dal  6  maggio  1876;  morì  il  15  feb- 
braio 1885. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

II-  Segretario  Blaserna  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono,  se- 
gnalando fra  esse  le  opere  seguenti  inviate  da  Soci  e  da  estranei. 

G.  Celoria.  Sulla  apparizione  della  cometa  di  Halley  avvenuta  nel- 
l'anno 1456  —  Sull'eclissi  totale  di  Luna  avvenuto  il  4  ottobre  del  1884 
—  Comete  del  1457. 

G.  vom  Rath.  Mineralogische  Notisen:  Quarze  aus  Alexander  County  : 
Slephanit  aus  Mexico;  Tridymit  von  Krakalau  ;  Coletnanit  aus  Kalifornien. 

P.  A.  Saccakdo.  Sylloge  fungorum  omnium  hucusque  cognitorum  — 
Voi.  III.  Sphaeropsideae  et  Melanconieae. 

Il  Socio  Betocchi  presenta,  a  nome  dell'autore,  la  pubblicazione  del 
prof.  D.  Ragona:    Il  clima  d'Assab. 

Il  Socio  Schupfer,  presenta  la  pubblicazione  del  dott.  A.  Zocco-Rosa  : 
Principi  di  una  preistoria  del  diritto,  come  propedeutica  alla  preistoria 
del  diritto  romano,  di  essa  particolarmente  discorrendo. 

CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna,  comunica  la  corrispondenza  accademica  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

La  Società  siciliana  per  la  storia  patria,  di  Palermo;  la  Società  di 
scienze  naturali,  di  Ekathérinebourg;  la  Società  di  filosofia  sperimentale, 
di  Rotterdam  ;  la  Società  geografica  e  l'Istituto  egiziano  del  Cairo  ;  il  Mu- 
seo britannico  di  Londra;  la  r.  Università  di  Pisa;  l'Università  di  Cam- 
bridge; l'Osservatorio  di  Oxford;  il  Municipio  di  Fabriano  ;  il  Comando  del 
Corpo  di  Stato  Maggiore  di  Roma;  il  Comitato  geologico  di  Pietroburgo; 
la  r.  Biblioteca  di  Parma;  la  Biblioteca  comunale  di  Siena. 
Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 

L'Accademia  delle  scienze  di  Vienna;  la  r.  Società  di  Zoologia,  di 
Amsterdam;  l'Università  di  Halle;  la  Società  per  la  patria  coltura,  di 
Breslau. 

P.  B. 


213  — 


RENDICONTI 

DELLE  SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA     DEI    LINCEI 

Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    lo    marzo    18S5. 
G.  Fiorelli  Vice-Presidente 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

Filosofìa.  —  U  impensabile.  Nota  logico-psicologica  del  Socio 
E.  Bonatelli,  letta  a  nome  dell'autore  dal  Socio  L.  Ferri. 

«  È  indubitato  che  il  pensiero  umano  ha  dei  limiti.  E  prima  di  tutto 
tra  questi  limiti  ve  n'ha  dei  puramente  relativi;  relativi,  dico,  alla  potenza 
individuale  dell'ingegno,  alla  educazione  ricevuta,  al  grado  della  coltura  che 
un  uomo,  una  nazione,  un'  epoca  hanno  raggiunto,  alla  durata  della  vita  e 
via  dicendo.  Tutti  questi,  sebbene  varino  grandemente  da  uomo  a  uomo, 
sebbene  non  si  possano  fissare  nò  in  rispetto  al  passato,  né  in  rispetto  al 
presente,  molto  meno  poi  rispetto  al  futuro,  sebbene  non  sia  impossibile 
che  col  volger  dei  secoli,  col  perfezionamento  dei  metodi,  coll'accumularsi 
e  concentrarsi  dei  prodotti  del  pensiero  stesso,  anche,  se  vuoisi,  con  la  tra- 
smissione ereditaria  delle  disposizioni  organiche  e  col  perfezionamento  della 
specie  umana,  vengano  portati  molto  più  in  là  di  quello  che  noi,  uomini 
del  secolo  XIX  e  che  forse  apparteniamo  ancora  all'infanzia  del  genere 
umano,  possiamo  immaginare,  tuttavia  è  indubitato  del  pari  che  mai  non 
cesseranno  di  essere,  non  verranno  mai  portati  all'infinito;  perchè  l'uomo, 
perfetto  quanto  si  voglia,  è  e  sarà  sempre  un  ente  finito.  Possiamo  dunque 
dire  che  seno  bensì  relativi,  ma  che  iu  questa  loro  relatività  sono  assoluti. 

«  Ma  oltre  a  questi  limiti,  inerenti  alla  limitazione  della  nostra  natura, 
ce  ne  sono  degli  altri,  dirò  meglio,  ce  n'ò  un  altro,  che  uoi  attribuiamo  al 

Rendiconti  —  Vol.  I.  -s 


—  214  — 

pensiero,  non  in  quanto  è  facoltà  di  questo  o  quell'uomo,  ne  dell'uomo  in 
genere  e  nemmeno  d'un  essere  pensante  quale  che  sia,  ma  bensì  al  pen- 
siero stesso  in  quanto  pensiero.  E  questo  è  il  limite  che  chiamasi  della 
necessità  logica ,  risguardata  massimamente  nel  suo  aspetto  negativo,  ossia 
della  impensabilità. 

«  Fin  qui,  si  può  dire,  tutti  i  filosofi  sono  d'accordo,  benché  poi  dissen- 
tano intorno  alla  origine  e  alla  natura  di  codesta  necessità.  Che  per  taluni 
ella  è  un  qualcosa  d'assolutamente  primitivo,  oltre  a  cui  non  si  può  andare, 
un  fatto  cieco ,  una  barriera  insormontabile ,  un  fato  contro  del  quale  non 
giova  dar  di  cozzo.  E  hanno  un  argomento  a  sostegno  della  loro  sentenza, 
il  quale  sembra  ineluttabile.  —  Se  voi  tentate  —  dicono  —  di  dedurre  co- 
desta necessità  da  qualche  altro  principio,  voi  non  potete  far  questo  che 
in  forza  della  medesima  necessità,  come  quella  che  è  l'ultimo  fondamento 
d'ogni  raziocinio.  Il  che  vuol  dire  che  non  potrebbesi  arrivare  a  quel  sup- 
posto fondamento  se  uon  per  via  d' una  patente  petizione  di  principio. 

«  Altri  in  cambio  sostengono  che  la  necessità  logica  deriva  da  un 
principio  superiore  e  ragionano  a  un  dipresso  così.  Prima  di  tutto,  se  quella 
fosse  un  puro  fatto,  un  ostacolo  assolutamente  insuperabile  dal  pensiero  e 
nulla  più,  vedete  quali  disastrose  conseguenze  ne  verrebbero.  Che,  non 
essendo  la  necessità  logica  nieut'  altro  che  una  forza  cieca,  sebbene  irresi- 
stibile, nulla  proverebbe  quanto  al  suo  valore  obbiettivo.  Il  pensiero  sa- 
rebbe bensì  coatto  invincibilmente;  ma  in  codesta  coazione  non  avrebbe 
veruna  garanzia  che  anche  la  cosa  sia  soggetta  a  quella  legge.  Esso  dovrebbe 
dire  a  sé  stesso:  Io  sono  costretto  a  pensar  così,  perchè  non  posso  altri- 
menti ;  ma  chi  mi  dice  che  le  cose  non  stiano  tutto  al  contrario  ?  E  chi  mi  dice, 
che  quello  che  non  posso  io,  non  lo  possano  altri  pensanti?  Donde  seguirebbe 
che,  concependosi  così  la  necessità  logica,  questa  verrebbe  a  perdere  anche 
il  carattere  della  universalità  e  rientrerebbe  nella  categoria  di  quei  limiti  che 
abbiamo  chiamato  relativi. 

«  Ma  c'è  di  più;  se  il  pensiero  riconosce  nella  necessità  logicami  puro 
limite  di  fatto,  con  ciò  stesso  ne  ha  scosso  il  giogo,  perocché  implicita- 
mente riconosce  la  possibilità  d'un  pensiero  che  non  sia  vincolato  a  questa. 
È  bensì  costretto  a  rimanersene  al  di  qua  ;  ma  presente  o  sospetta  un  al  di 
là  ;  e  ciò  basta  perchè  possa  dirsi  che  ha  violato  quel  confine. 

«  Il  pensiero  è  essenzialmente  ragione  e  non  accetta  un  vincolo,  se  non 
è  giustificato  dalla  ragione.  Dunque  la  necessità  logica  negativamente  presa 
cioè  l'impossibilità  di  pensare,  non  è  altro  che  un  segno,  un  rsxpr^iov  d'una 
necessità  superiore,  della  necessità  razionale,  della  legge  ideale  e  ontologica, 
che  governa  a  un  tempo  l'essere  e  il  pensare  ('). 

(')  «La  necessità  (così  scriveva  il  Trendelenburg,  Log.  Uutevs.  voi.  2,  p.  17G)  viene 
comunemente  spiegata  come  l' impossibilità  del  contrario  e  già  Aristotele  cerca  di  ridurre 
il  concetto  del  necessario  a  ciò  che  non  può  essere  altrimenti Il  necessario  conce- 


—  215  — 

«  Senza  entrare  qui  più  addentro  in  questa  discussione  e  3ia  che  tengasi 
per  la  prima  o  per  la  seconda  maniera  d'interpretare  la  necessità  logica,  è 
chiaro  che  in  ogni  modo  si  conviene  da  tutti  che  l'impossibilità  di  pen 
una  data  cosa  è  un  limite  logico  insuperabile,  il  quale  ha  per  effetto  e  quasi 
direi  per  contraccolpo  la  certezza  apodittica  del  contrario. 

«  Onde,  come  bene  notava  il  Trendelemburg  ('),  essa  è  il  fondamento 
della  dimostrazione  indiretta,  di  quella  che  Aristotele  dice:  ex  voi  àSvvóxov 
e  in  ultima  analisi  anche  d'ogni  dimostrazione  diretta. 

«Ma  che  cos'è  poi  in  realtà  e  psicologicamente  considerata  codesta 
impossibilità  di  pensare?  Io  sospetto  che  un  grande  equivoco  regni  in  siffatta 
questione  e  che  l'esame  diligente  dei  fatti  psichici,  a  cui  si  riferisce,  debba 
cambiare  addirittura  le  conclusioni  più  accettate  e  che  si  credono  più  sicure. 

«  Per  distrigare  questa  imbrogliata  matassa  bisogna  anzitutto  stabilire 
due  distinzioni  capitali.  Bisogna  cioè  distinguere  in  primo  luogo  la  rappre- 
sentazione, o  vogliam  dire  immagine,  dal  pensiero  propriamente  detto;  in 
altri  termini  il  fantasma  dal  concetto.  La  seconda  distinzione  da  farsi,  più 
sottile  ma  anche  più  importante  della  prima,  è  tra  la  possibilità,  o  impossi- 
bilità subbiettiva  del  pensiero  e  la  possibilità  o  impossibilità  obbiettiva, 
vale  a  dire  tra  la  possibilità  o  impossibilità  di  eseguire  l'atto  pensativo  e 
quella  del  suo  oggetto.  Questa  seconda  distinzione  ci  porterà  dappoi  a  una 
terza,  della  quale  parleremo  a  suo  luogo. 

«  In  quanto  alla  prima,  sebbene  nel  linguaggio  comune,  nonché  in  molte 
scuole  filosofiche,  non  se  ne  soglia  tener  conto,  anzi  parecchi  shnsi  adoperati  a 
tutt'uomo  per  cancellarla,  chi  si  dia  la  pena  di  riflettere  spregiudicatameli: 
fatti  di  coscienza  è  costretto  a  riconoscerla.  Ho  detto  poi  clic  il  comune  linguaggio 
non  suole  tenerne  conto;  e  infatti  noi  diciamo  indifferentemente:  Pensate 
un  triangolo  equilatero,  figuratevi  una  sfera,  immaginate  un  cavallo  con  due 
teste  e  va  dicendo.  E  si  dirà  del  pari  :  Io  non  posso  concepire  un  coltello 
senza  manico  e  senza  lama,  io  non  so  figurarmi  un  ipocrita  galantuomo,  i<> 
non  posso  immaginarmi  uno  stato  senza  veruna  forma  di  governo.  In  quanto 
alle  scuole  filosofiche  si  vuol  notare   che  non  solamente  i  sensisli  e  tutti 


pito  in  tal  modo  non  è  che  l'inevitabile.  In  ciò  non  domina,  come  è  chiaro,  se  non   una 
coazione  esteriore,  che  non  permette  di  forviare  e  rinserra  la  cosa  da  tutti  i  liti.  C 
necessità  noi  la  chiamiamo  necessità  della  limitazione.  Il  necessario  qui  non  è  ancora 
(lamentato  in  se  stesso,  non  posa  solidamente  sul  suo   centro  di  gravità,   sibbene  mostra 
soltanto  come  sia  coartato  e   contenuto   da   fuori,  sicché    non  possa  sfuggire.   Nell'inevi- 
tabile non  si  dà  per  anco  a  conoscere  l'interna  determinazione Codesto  concetto  del 

necessario,  guardalo  più  davvicino,  si  distrugge  da  se  stesso,  quando  pretende  essere  l'ul- 
tima determinazione Pertanto  la  spiegazione  (dell  i  ne       il  i    otti-nula  per  via  '111  i 

negazione  mostra  essa  medesima  il  bisogno  d'uu'altra  che  sia  positiva,  la  derivata 
manda  una  originaria  ». 
(')  L.  e." 


—  216  — 

quelli  clic  sistematicamente  riducono  ogni  pensare  a  una  più  o  meno  raffi- 
nata combinazione  d'elementi  sensibili,  ma  spesso  anche  coloro  che  inten- 
dono deliberatamente  di  mantenere  una  recisa  differenza  tra  il  rappresentare 
sensato  e  la  funzione  intellettiva,  ricascano  nella  confusione  del  linguaggio 
volgare.  Basti  a  questo  proposito  rammentarsi  come  siasi  potuto  dare  al 
concetto  il  nome  di  rappresentazione  generale,  che  è  la  più  flagrante  con- 
traddizione in  termini,  onde  sempre  ebbero  bel  gioco  i  nominalisti  per  dimo- 
strarne l'impossibilità  ('). 

«  Ma  chi  avverta  quanta  e  quale  differenza  corra  tra  queir  atto,  con 
cui  p.  es.  immaginiamo  lina  croce  nera  in  campo  bianco  e  quello  con  cui 
concepiamo  un  rapporto  giuridico,  p.  es.  la  prescrizione;  e  come  nel  primo 
caso  si  tratti  semplicemente  d'  un  guardare  interno,  cioè  della  ripetizione 
attenuata  d'una  sensazione  visiva,  in  cui  allo  stimolo  esterno  proveniente 
dalla  luce  è  sostituito  un  eccitamento  degli  organi  centrali,  che  probabil- 
mente percorre  la  stessa  via  in  senso  inverso,  mentre  nel  secondo  caso  si 
tratta  di  raccogliere  la  nostra  attenzione  sopra  certi  rapporti  logici,  insomma 
sopra  un  sistema  di  giudizi,  deve  andar  persuaso  che  si  tratta  di  due  fatti 
onninamente  diversi  (*). 

Or  bene,  i  limiti  della  possibilità  d'immaginare  sono  anzitutto  molto 
più  angusti  che  non  siano  quelli  della  possibilitìi  di  pensare  ossia  della 
possibilità,  logica.  P.  es.  io  sono  impossibilitato  a  figurarmi  non  solamente 
un  triangolo  con  quattro  lati,  ma  anche  un  poligono,  puta  di  759  lati;  io 
non  posso  immaginarmi  un  movimento  veloce  e  lento  nel  medesimo  tempo, 
ma  neppure  so  immaginarne  uno  della  velocità  d'un  milione  di  chilometri 
al  minuto  secondo.  (Onde  Aristotele,  non  distinguendo  quivi  l'impossibilità 
logica  dall'  impossibilità  della  rappresentazione,  rifiutava  siccome  assurda 
l'opinione  d'Empedocle  che  la  luce  si  propaghi  con  un  moto  di  traslazione 
così  veloce  da  sfuggire  del  tutto  ai  nostri  sensi)  (3). 

«  Ora  se  nessuno  per  siffatta  impossibilità  di  formarci  l'immagine, 
come  nei  casi  del  poligono  e  del  moto  assai  veloce,  vorrà  conchiudere 
all'impossibilità  obbiettiva  della  cosa,  mentre  senza  ambagi  dichiarerà  impos- 
sibile il  triangolo  quadrilatere  e  il  moto  lento  e  veloce    insieme,  è  chiaro 


(')  V.  p.  es.  il  Berkeley. 

(')  Non  possiamo  qui  ribattere  tutte  le  obbiezioni,  perchè  ci  converrebbe  allora  scri- 
vere un  intero  trattato.  Sappiamo  bene  che  per  alcuni  la  differenza  che  noi  giudichiamo 
essenziale  sta  solamente  nel  grado  di  attenuazione  e  di  complicazione  delle  immagini. 
Anche  i  concetti  più  astratti  per  costoro  si  riducono  a  gruppi  d'immagini;  soltanto  que- 
ste ne  sono  tutte  d'un  solo  senso,  né  sono  tutte  del  pari  vicine  alle  sensazioni  primi- 
tive. Qiiello  per  altro  che  decide  la  questione  è  il  fatto  che  l'atto  giudicativo  non  è  né 
può  esser  mai  sensazione  e  che  i  concetti,  come  abbiamo  accennato  quassù,  sono  sistemi 
di  giudizi. 

O  V.  De  An.  Lib.  II,  cap.  VII. 


che  con  ciò  distingue  assolutamente  l'impossibilità  del  pensavi'  da  quella 
dell'immaginare  e  riconosce  implicitamente  che  la  necessità  logica  non  può 
consistere  nella  seconda,  anzi  nulla  ha  a  che  fare  con  questa  ('). 

■■  Veniamo  ora  alla  seconda  distinzione,  a  quella  che  abbiamo  detto  do- 
versi fare  tra  l'impossibilità  dell'atto  cogitativo  e  quella  del  suo  obbietto. 

«  L' opinione  più  comune  si  è  che  quest'  ultima  si  confonda  con  la 
prima  o  almeno  che  la  prima  sia  il  principium  cognoscendi  della  seconda  ; 
vale  a  dire  che  l'unico  criterio  secondo  il  quale  noi  giudichiamo  impossibile 
una  cosa,  sia  l'impossibilità  di  pensarla.  Siccome  per  altro  codesta  impossi- 
bilita di  pensare  una  cosa  potrebbe  derivare  dall'una  o  dall'altra  delle  due 
eause  infrascritte,  cioè  1"  da  una  contraddizione  implicita  e  2°  da  una 
sproporzione  tra  la  potenza  del  nostro  pensiero  e  l'oggetto  a  cui  si  rivolge  (*); 
nel  primo  caso  il  limite  del  pensiero  viene  subito  interpretato  come  impos- 
sibilità della  cosa,  nel  secondo,  trattandosi   di   cosa  assolutamente  iucono- 

(')  Ecco  qui  per  es.  una  definizione  dello  Helmlioltz,  da  cui  si  rileva  quanto  il  sen- 
sismo si  opponga  alla  retta  interpretazione  dei  fatti  psichici.  «  Sotto  l'espressione  molto 
«  abusata  »  —  cosi  egli  —  «  potersi  rappreseli  lare  o  pensare  come  una  cosa  accada,  io  in- 
«  tendo  (né  veggo  come  si  potrebbe  intendere  altra  cosa  senza  rinunciare  a  qualsiasi  signi- 
«  ficato  di  tale  espressione)  che  si  può  raffigurarsi  »  (sich  ausmalen)  «  la  serie  delle  im- 
«  pressioni  sensibili,  che  si  proverebbero  se  alcun  che  di  siffatto  succedesse  in  un  caso 
«  singolo  ». 

Ora  codesto  è  puramente  immaginare  e  pare  si  dimentichi  che  c'è  anche  il  pensare 
propiiamcnte  detto  e  che  si  danno  casi  in  cui  si  pensa  come  ima  cosa  accade  per  via  di  pure 
nozioni  astratte  (come  v.  gr.  se  io  penso  un  avvenimento,  che  consista  nel  mutarsi  i  rap- 
porti tra  i  partiti  d'una  assemblea,  ovvero  nel  nobilitarsi  il  carattere  d'una  persona)  e  per 
via  di  giudizi  (per  es.  se  io  penso  quello  che  accadrà  nel  caso  d'una  successione  testamen- 
taria). Un  triangolo  si  può  immaginare,  ma  che  la  sua  superficie  eguagli  in  grandezza  quella 
d'un  altra  figura,  questo  si  pensa.  Qui  non  basta  figurarsi  le  due  figure,  bisogna  di  più 
sapere  e  affermare  il  rapporto  che  passa  tra  le  loro  superficie. 

Il  Kroraan  poi  che  cita  questa  che  egli  chiama  definizione  del  pensare  e  la  accetta  pres- 
soché in  tutti  i  punti  (V  Unsere  Naturerkenntniss.  pag.  152)  rincara  ancora  la  dose,  facendo 
rimprovero  allo  Helmholtz  d'avere  tuttavia  lasciato  adito  al  pensar  puro,  come  cosa  che 
sia  essenzialmente  distinta  AsiVinluire  (anschauen),  mentre  a  suo  avviso  ogni  pensabile,  se 
non  può  ridursi  direttamente  all'intuibile,  certo  vi  si  può  ridurre  per  via  indiretta.  E  anche 
l'aritmetica,  secondo  lui,  si  fondamenta  sull'intuizione  spaziale.  Sul  qual  proposito  io  invece 
ritengo  che  l'aritmetica  possa  giovarsi  e  si  giovi  in  effetto  dell'intuizione  spaziale,  ma  si 
fondi  sull'apprensione  dell'unità  dell'atto  cosciente. 

(')  A  queste  due  cause  d'impossibilità  a  pensare  una  cosa,  stando  ad  alcune  teoriche 
moderne,  si  dovrebbe  aggiungerne  una  terza,  cioè  l'associazione  indissolubile  di  certe  rap- 
presentazioni, prodotta  da  un'esperienza  uniforme  e  non  mai  contradetta,  che  renderebbe 
inconcepibile  il  suo  contrario.  Ma  noi  la  rifiutiamo  come  quella  che  non  ha  affatto  valor  logico 
e  per  di  più  non  rende  effettivamente  impossibile,  nò  anche  sotto  il  rispetto  psicologico  il 
pensiero  contrario.  Che  impossibilita  e'  è  per  es.  di  figurarsi  o  anche  solo  concepire  un 
uomo  con  un  occhio  solo  in  mezzo  alla  fronte,  sebbene  uno  abbia  sempre  veduto  gli  uomini 
con  due  occhi  ?  È  forse  impossibile  figurarsi  il  sole  nero  come  la  pece  e  un  pesce  coperto 
di  piume  che  alzi  la  testa  dall'onde  e  canti  una  canzoncina? 


—  218  — 

scibile,  nulla  affatto  potrebbe  stabilirsi  circa  la  sua  possibilità  o  impossi- 
bilità; a  ogni  modo  per  noi  sarebbe  come  non  fosse.  Lasciamo  perciò  da 
parte  il  secondo  caso  e  consideriamo  quella  impossibilità  di  pensare  che  si 
dice  causata  dalla  contraddizione. 

«  So  in  un  gruppo  d'elementi,  che  noi  vorremmo  raccogliere  nell'unità 
d'un  concetto,  ce  ne  sono  alcuni,  i  quali  si  escludono  reciprocamente,  non 
accadrà  egli  che  una  parte  del  nostro  pensiero  distrugga  l'altra  e  che  il 
nostro  lavoro  mentale  riesca  simile  a  quello  delle  Danaidi,  cioè  sia  sempre  da 
ricominciarsi  da  capo  senza  poter  mai  essere  compiuto  ? 

«  Vedremo  tra  poco  quello  che  ci  sia  di  vero  in  questo  concetto  ;  ma 
prima  dobbiamo  toccare  d'un'altra  questione.  Quaud'è  che  di  due  elementi 
del  nostro  pensiero  diciamo  che  si  escludono  Pira  l'altro?  Prima  di  tutto, 
com'è  chiaro,  quando  l'uno  sia  la  diretta  negazione  dell'altro,  p.  es.  uomo 
e  non  uomo,  vivere  e  non  vivere  e  simigliauti.  Poi  quando  l'uno  non 
solo  nega  l'altro  implicitamente,  ma  procede  più  oltre  nella  opposizione, 
cioè  contiene  un  elemento  positivo  contrario  al  primo.  Cosi  il  vizio  è  più 
opposto  alla  virtù  che  non  sia  la  semplice  assenza  di  questa,  l'amaro  è  più 
opposto  al  dolce  che  non  sia  ciò  che  è  semplicemente  non  dolce  e  così  via. 
Questa  opposizione,  che  i  logici  chiamano  di  contrarietà,  ha  o  può  avere 
più  gradi  e  suppone  una  scala  di  disgiunzione,  in  cui  più  termini  sono 
ordinati  in  modo  che  la  somiglianza  vada  continuamente  decrescendo  e 
aumenti  in  cambio  la  differenza.  Ma  se  il  contrasto  è  massimo  fra  gli  estremi, 
la  esclusione  reciproca  vale  del  pari  per  qualunque  degli  intermedi.  Donde 
si  vede  che  l'impossibilità  di  pensar  riuniti  in  uno  due  elementi  non  dipende 
dal  grado  della  loro  differenza,  ma  dal  solo  fatto  dell'  esser  differenti,  per 
minima  che  la  differenza  fosse.  Quando  due  cose  possono  per  qualsiasi  ca- 
rattere venir  distinte  tra  loro,  l'ima  non  è  l'altra  e  però  di  esse  suol  dirsi 
che  non  possono  essere  pensate  insieme.  Il  che  finisce  per  stabilire  che 
l'esclusione  reciproca  dipende  sempre  da  ciò  che  l'uno  include  la  negazione 
dell'altro.  Il  coniglio,  non  solo  non  può  essere  insieme  leone  o  balena  o  mol- 
lusco, ma  c'è  la  stessa  impossibilità  che  sia  lepre. 

«  Né  la  esclusione  reciproca  vale  solamente  delle  rappresentazioni 
omogenee  e  quindi  tra  loro  coordinate,  come  pare  a  primo  aspetto,  ma  vale 
del  pari  di  tutte  quali  che  siano  purché  non  identiche.  Il  verde  non  può 
essere  rosso,  ma  non  può  nemmeno  essere  suono  di  flauto  o  dolor  di  denti  ('). 

«  Ma  d'altra  parte  la  opposizione,  di  qualunque  natura  e  grado  ella 
sia,  che  corre  tra  due  elementi  pensabili,  non  vieta  giammai  che  essi  vengano 

(')  Sussiste  però  sempre  tra  le  rappresentazioni  omogenee  e  le  eterogeneo  questa  dif- 
ferenza, che  le  prime  si  rifiutano  non  solo  a  essere  immedesimate  l'ima  con  1'  altra  ,  ma 
anche  a  inerire  contemporaneamente  a  nn  medesimo  suhbietto,  mentre  le  seconde  non  pos- 
sono immedesimarsi  tra  loro,  ma  bensì  lo  possono  con  una  terza  cosa  :  cf.  La  coscienza  e 
il  meccanismo  interiore  di  P.  Boriateli]  p.  149-1G9. 


—   219  - 

pensati  insieme  (che  in  tal  caso  ninna  nozione  complessa  sarebbe  concepibile 
e  p.  e.  non  si  potrebbe  immaginare  né  pensare  una  superficie  listata  di 
bianco  e  nero),  bensì  vieta  soltanto  che  1'  uno  sia  immedesimato  con  l'altro. 
E  questa  impossibilità,  come  s'è  veduto,  vale  non  solo  dei  contrari  e  dei 
contradittorì,  ma  di  qualsiasi  differenza.  Insomma  gira  e  rigira  si  finirà  per 
conchiudere,  che  l'esclusione  reciproca,  nel  senso  dell'impossibilità  logica 
di  pensare  due  cose  riunite,  si  riduce  all'  opposizione  che  ha  luogo  tra  due 
giudizi  di  cui  1'  uno  affermi  e  l' altro  neghi  un  dato  predicato  del  medesimo 
soggetto  (■). 

«  Infatti  non  essendo  il  concetto  nient'  altro  che  un  sistema  di  giudizi, 
la  repugnanza  che  potrebbe  esistere  fra  i  vari  elementi  d'  un  concetto,  non 
sussisterà  se  non  a  patto  che  la  relazione  ,  in  cui  verrebbero  a  trovarsi 
codesti  elementi,  sia  quella  d' inerenza  ossia  di  predicato  a  soggetto.  Allora 
soltanto  essi  s'  escluderanno  l'un  l'altro,  allora  soltanto  sarà  il  caso  di  parlare 
della  impossibilità  logica.  Così  il  concetto  d' animale  morto  e  vivo  insieme, 
non  è  già  un  concetto  impensabile  per  la  ragione  che  morte  e  vita  nel  nostro 
pensiero  si  escludano  a  vicenda  (che  in  tal  caso  sarebbe  impossibile  anche 
un  pensiero  sul  far  di  questo  :  A  che  era  vivo,  ora  è  morto  o  d' istituire 
un  paragone  tra  la  morte  e  la  vita),  sibbene  perchè  morto  e  vivo  costì 
dovrebbero  ritrovarsi  nel  rapporto  d'  inerenza  verso  lo  stesso  subbietto  e 
quindi  per  conseguenza  anche  l'uno  verso  dell'altro  (l'animale  morto  è  vivo- 
V animale  vivo  è  morto). 

«  Ciò  posto  io  dico  che  una  siffatta  repugnanza  fra  le  parti  d' un 
concetto  non  si  può  affatto  considerare  come  una  impossibilità  subbiettiva, 
cioè  come  impossibilità  di  formare  quel  dato  pensiero.  Se  ciò  fosse  ,  noi 
dichiareremmo  assurdi,  contradittorì,  impossibili,  dei  concetti,  di  cui  non 
sappiamo  nulla,  non  avendoli  mai  pensati.  Io  posso  dichiarare  inacces- 
sibile una  montagna  per  essermi  inutilmente  sforzato  d'arrampicarmivi:  ma 
la  montagna  1'  ho  percepita  per  mezzo  della  vista.  Posso  dichiarare  imper- 
cettibile un  suono  per  non  essere  riuscito  a  udirlo  ;  ma  a  patto  d'  avere 
d'altronde  la  notizia  eh'  esso  esiste.  Ma  qual  giudizio  potrò  io  mai  proferire 
intorno  a  ciò  che  non  può  assolutamente  essere  pensato  ? 

«  —Sicché  —  chiederà  taluno  —  voi  vi  dichiarate  capace  di  pensare 
p.  es.  un  triangolo  quadrilatere  ?  — 

«  Senza  dubbio,  perocché  altrimenti  io  non  saprei  che  cosa  significhino 
codeste  due  parole  riunite  e  non  potrei  dire  che  una  figura  siffatta  è  impossibile. 

«  —  Ma  voi  intendete — replicheranno — la  voce  triangolo  e  la  voce 
quadrilatere  separatamente  ;  intendete  anche  la  relazione  in  cui  dovrebbero 
esser  posti  i  due  pensieri  significati  da  quelle,  che  è   la   relazione    d' ine- 


(')  Cf.  in  tal  proposito  Sigwart.  Logik.  B.  1.  Aljsclin.  1  e  massime  il  §  22,  clic  con- 
sidera la  privazione  e  l'opposizione  in  quanto  fondamentano  la  negazione. 


—  220    — 

renza  ;  ma  nel  tentativo  di  soddisfare  a  questa   esigenza ,  rimanete  deluso. 
Perciò  dichiarate  impossibile  la  riunione  domandata.  — 

«  Eccoci ,  rispondo  io ,  ricaduti  nella  confusione  del  rappresentare  , 
dell'  immagine,  col  pensare.  Senza  fallo  io  non  posso  figurarmi  un  triangolo 
quadrilatere,  come  non  posso  disegnarlo.  Ma  pensarlo  posso.  Quando  infatti 
mi  concedete  che  io  ho  davanti  a  me  due  elementi  noti  e  di  più  conosco 
la  relazione  in  cui  dovrebbero  esser  posti,  voi  mi  concedete  tutto  quello  in 
cui  consiste  il  pensamento  d'  un  concetto.  Che  cosa  vorrà  dire  p.  es.  pensare 
il  concetto  farmaco  salutare,  del  quale  niuno  vorrà  dire  che  sia  contra- 
dittorio,  se  non  pensare  da  un  lato  farmaco,  cioè  una  sostanza  da  introdursi 
nel  ventricolo  a  scopo  medicinale,  e  dall'altro  salutare,  cioè  atto  a  ridonare 
la  salute  e  di  più  pensare  che  il  secondo  termine  vuol  essere  attribuito 
al  primo  come  una  sua  proprietà?  Ogniqualvolta  io  ho  percorso  col  pensiero 
tutte  quelle  relazioni,  in  cui  gli  elementi  d'  un  concetto  richiedono  d'essere 
collocati,  la  funzione  cogitativa  è  compiuta. 

«  Si  insisterà  forse  chiedendo  come,  in  tal  supposto  ,  si  possa  accor- 
gersi che  un  concetto  è  contradittorio  in  se  stesso  ?  La  risposta  è  facile  ; 
dal  contenere  implicitamente  o  esplicitamente  due  giudizi,  di  cui  l'uno  sia 
la  negazione  dell'altro,  «  la  mia  stufa  è  calda  »,  è  questo  un  pensiero  che 
tutti  concederanno  essere  pensabilissimo.  Se  a  questo  sussegua  l' altro  : 
«  la  mia  stufa  è  fredda  »,  non  e'  è  del  pari  veruna  impossibilità  di  formarlo. 
Nò  anche  è  impossibile  di  riunirli  in  un  solo  pensiero,  come  ad  es.  se  io  dico  : 
«  la  mia  stufa  talora  è  calda,  talora  è  fredda  ».  Se  invece  si  aggiunga  alle 
due  proposizioni  congiunte  insieme  la  determinazione  della  contemporaneità, 
io  m'accorgo  che  la  cosa,  cioè  l'oggetto  del  mio  pensiero,  è  impossibile, 
perchè  le  due  proposizioni  vengono  ad  essere  1'  una  la  negazione  dell'altra. 
Cosicché  tanto  è  lungi  che  l'impossibilità  logica  d'un  pensiero  implichi 
la  impossibilità  da  parte  del  subbietto  di  formare  quel  pensiero ,  che  se 
codesto  fosse,  noi  non  potremmo  pronunciare  giudizio  intorno  alla  prima. 

«  Ma  forse  non  sarà  inopportuno  di  guardar  la  cosa  anche  sotto  un 
aspetto  alquanto  differente.  Si  suol  dire  che  pensare  una  cosa  contradittoria 
equivale  al  pensar  nulla  e  quindi  al  non  pensare.  La  prima  espressione  è 
vera,  la  seconda  no.  Infatti  quando  io  penso  una  cosa  contradittoria  in  se 
stessa,  la  mia  mente  non  è  in  istato  di  riposo,  bensì  pensa  effettivamente; 
ossia  il  pensiero,  in  quanto  è  una  funzione  dello  spirito  e  insieme  del  cer- 
vello, è  attivo,  lavora.  Del  che  abbiamo  una  conferma,  seppur  ce  ne  fosse 
bisogno,  in  ciò  che  accade  entro  di  noi  allorché  la  contraddizione  intrinseca 
fra  gli  elementi  del  nostro  pensiero  non  è  immediatamente  manifesta,  anzi 
per  venire  in  luce  abbisogna  d'  un  più  o  men  lungo  processo  raziocinativo. 
Nessuno  dirà  che  in  tal  caso  noi  non  abbiamo  pensato;  bensì  al  tirar 
de'  conti  risulta  che  noi  abbiamo  pensato  il  nulla.  Ossia  che  al  nostro  lavoro 


—    221     — 

mentale  non  corrisponde  venni  obbietto  ;  quello  che  avrebbe  dovuto  essere 
l'obbietto  del  nostro  pensiero  si  è  risoluto  in  nulla. 

«  Questa  conclusione  ha  una  grande  portata,  come  quella  da  cui  ri- 
sulta quella  terza  distinzione,  cui  s'  è  accennato  più  su  e  della  quale  dirò 
brevissimamente  qual  sia. 

«  Per  coloro  infatti  che  non  riconoscono  altra  forma  d'  esistenza  tranne 
quella  della  realtà  concreta,  che  un  pensiero  sia  o  non  sia  contradittorio 
in  se  stesso,  quando  non  corrisponde  a  un  reale,  è  un  puro  pensiero  senza 
obbietto.  Ma  che  differenza  ci  sarebbe  allora  tra  un  pensiero  armonico  in 
se  stesso,  ma  che  non  rappresenta  veruna  realtà  esterna,  e  uno  che  rac- 
chiude in  sé  una  contraddizione,  che  differenza,  dico,  sotto  il  rispetto  ob- 
biettivo ?  nessuna  ;  in  ambi  i  casi  sarebbesi  pensato  il  nulla. 

«  Ma  se  codesto  non  può  accettarsi,  se  con  verità  si  può  dire  d'aver 
pensato  nulla  solamente  quando  le  parti  del  nostro  pensiero  si  escludono 
e  si  distruggono  mutuamente,  è  forza  concbiuderne  che  nel  caso  contrario, 
non  solo  abbiamo  pensato,  ma  abbiamo  pensato  qualche  cosa  ;  che  vai  quanto 
dire  che  esiste  un  oggetto  del  nostro  pensiero,  benché  non  sia  un  reale. 
Sarà  dunque  un  oggetto  ideale  ;  e  questo  suo  essere  ideale  non  torrà  che 
sia,  che  sia,  dico,  obbiettivamente  cioè  indipendentemente  dal  fatto  acci- 
dentale d'aver  formato  in  un  dato  momento  l'occupazione  della  nostra  atti- 
vità pensante,  indipendentemente  dall'averlo  pensato  io,  dall'  averlo  pensato 
questo  o  quel  pensante.  Non  dico  dall'esser  pensato  assolutamente,  perchè 
questa  è  un'altra  questione,  nella  quale  per  la  presente  ricerca  non  è  neces- 
sario d'  entrare. 

«  La  distinzione  pertanto  che  io  accennai  per  terza  è  quella  che  corre 
dall'oggetto  reale  all'  oggetto  ideale.  Ne  mi  fa  caso  se  altri  elica  clic  ciò 
che  corrisponde  obbiettivamente  a  un  atto  pensativo  armonico  in  se  stesso, 
il  quale  non  rappresenti  veruna  realità  concreta,  è  nulla  più  che  una  pos- 
sibilità e  che  pertanto  la  differenza  obbiettiva  tra  un  pensiero  armonico, 
che  non  corrisponde  a  un  reale,  e  uno  contradittorio,  è  soltanto  questa,  che 
l'obbietto  del  primo  può  diventar  reale  e  quello  del  secondo  giammai. 

«  Non  mi  fa  caso,  dico;  perchè  se  uno  ammette  un  mondo  di  possibili 
avente  [sue  leggi  e  sue  attinenze  proprie ,  ammette  con  questo  che  tali 
possibilità  sono  e  sono  tanto  che  da  loro  dipende  lo  stesso  inondo  de'iva li. 
«  Tornando  a  noi,  che  cosa  esprime  dunque  l' impossibilità  logica  '. 
Non  punto  la  nostra  impossibilità  di  pensare,  ma  solamente  l'impossibilità 
dell'oggetto. 

«  Il  nostro  pensiero,  in  quanto  semplice  funzione  cogitativa,  può  mo- 
versi anche  nel  campo  dell'assurdo;  ma  l' unità  e  la  conseguenza  sono  leggi 
dell'  obbietto  e  senza  di  esse  né  il  reale  né  1'  ideale  possono  esistere.  In 
quanto  a  ciò  che  sia  il  veramente  impensabile,  aspetteremo  che  ce  lo  dica 
uno  che  l'abbia  pensato  ». 

Rendiconti  —  Vol.  I.  29 


222  

Archeologia.  —  Il  Socio  Fioeelli  presenta  le  Notizie  sulle  sco- 
perte di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  della  Pub- 
blica Istruzione  durante  lo  scorso  mese  di  febbraio  e  che  si  riferi- 
scono ai  luoghi  seguenti  : 

«  Torino.  Altri  avanzi  del  recinto  romano  della  città,  riconosciuti  presso 
il  santuario  della  Consolata.  —  Quark  Tombe  romane  rimesse  all'  aperto 
nei  lavori  della  strada  ferrata  da  Torea  ad  Aosta,  presso  il  torrente  Mattioli 
nel  comune  di  Quart.  —  Castelletto- Ticino.  Oggetti  della  suppellettile  funebre 
della  necropoli  di  Castelletto-Ticino,  acquistati  pel  museo  di  Torino.  — 
Pavia.  Tombe  di  età  romana  scoperte  lungo  la  via  di  s.  Maria  in  Pertica.  — 
Fornovo  s.  Giovanni.  Oggetti  di  età  romana  raccolti  nel  territorio  del 
comune.  —  Cotogno  al  Serio.  Tomba  di  età  barbarica  scoperta  nel  predio 
Muradella.  —  Calcio.  Avanzi  di  pavimento  in  musaico ,  scavati  presso  il 
castello  Secco  d'Aragona.  —  Garda.  Eesti  di  costruzioni  romane  apparte- 
nenti ad  un'  antica  villa,  riconosciuti  in  Scaveaghe  nell'area  dell'attuale  villa 
Carlotti.  —  Tregnago.  Antichi  oggetti  raccolti  nella  falda  del  colle,  dietro 
la  chiesa  parrocchiale.  —  Pecognaga.  Frammenti  epigrafici  trovati  in  Pego- 
gnaga,  territorio  cispadano  della  provincia  di  Mantova.  —  Este.  Nuovi  rin- 
venimenti epigrafici  in  contrada  Murlongo,  e  nel  fondo  Serraglio.  —  Asolo. 
Nuove  osservazioni  sull'epigrafe  Coelia,  inserita  nel  C.  /.  L.  5  n.  2099.  — 
Bracciano.  Buccheri  ed  altri  resti  di  suppellettile  funebre,  raccolti  in  una 
tomba  etnisca,  scoperta  nella  tenuta  di  Vicarello.  —  Bomazzo.  Oggetti  di 
stipe  votiva  trovati  in  contrada  Pianmiano.  —  Boma.  Scavi  e  scoperte  nelle 
regioni  V,  VI,  VII  e  nelle  vie  Salaria  e  Tiburtina.  —  Velletri.  Eesti  di 
antichissime  costruzioni  riconosciuti  nella  vigna  Gabrielli  sulla  via  di  Napoli 
a  pochi  metri  dalla  città.  —  Sepino.  Statuette  di  bronzo  rinvenute  nel 
giardino  Merda,  in  vicinanza  dell'  abitato.  —  Cuma,  Prosecuzione  delle 
indagini  nella  necropoli  presso  il  lago  di  Licola.  — ■  Pompei.  Scoperte  av- 
venute nei  primi  due  mesi  dell'anno  nell'  isola  2\  regione  Vili.  —  Pesto. 
Corniola  incisa  ritrovata  presso  il  tempio  detto  di  Cerere.  —  Scilla.  Teso- 
retto  monetale  di  bassa  epoca,  ritrovato  nei  lavori  per  la  strada  ferrata 
Reggio  di  Calabria-Castrocucco.  —  Siracusa.  Nuove  esplorazioni  nella  ne- 
cropoli del  Fusco.  —  Segesta.  Frammento  epigrafico  trovato  fra  le  rovine 
dell'antica  città  ». 

Archeologia.   —  Di  un  vaso  di  Metaponto  con  alfabeto  greco 
delle    colonie    achee    deW  Italia    meridionale.    Comunicazione    del 
Socio  corrisp.  F.  Baunabei. 

v  II  Socio  corrispondente  Barnabei  esordisce  col  dichiarare,  che  sarebbe 
assai  breve  se  dovesse  parlare  solo  a  quelli,  che  delle  cose  dell'archeologia  uni- 
camente o  principalmente  si   occupano.  Ma  trattandosi   di  argomento   che 


223  

rientra  in  un  campo,  dove  pur  troppo  rogna  ancora  molta  oscurità,  reputa 
non  inutile  il  riassumere  alcuni  fatti,  per  far  meglio  notare  il  posto,  che 
la  nuova  scoperta  viene  a  prendere  nel  materiale  scientifico. 

«  Dice  che  coloro  i  quali  hanno  scritto  con  maggiore  autorità  sull'ori- 
gine dell'alfabeto  in  Italia,  ci  mostrano  che  scarsi  sono  gli  elementi  sui 
quali  si  può  con  sicurezza  contare;  e  che  risulta  dal  loro  studio  la  o 
sita,  di  procedere  con  somma  cautela  nel  trattare  il  problema ,  circondato 
ancora  da  difficoltà  gravissime.  Accenna  alle  opere  del  Franz  (Elem.epigr.  gr.), 
del  Mommsen  (Die  untertt.  dial.),  del  Kirchhoff  {Si.  z.  gesch.  d.  gr.  alph.); 
alle  Memorie  del  Lenormant  e  del  Bréal,  per  concludere  come  nello  stato 
presente  della  questione  tutto  porti  a  credere,  che  la  tesi  sostenuta  dai  eli. 
Mommsen  e  Kirchhoff,  sia  destinata  a  ricevere  la  più  potente  conferma  dagli 
ulteriori  rinvenimenti. 

«  Secondo  questa  tesi  gli  alfabeti  dei  popoli  italici  non  presero  la 
loro  origine  direttamente  dai  Fenicii,  ma  dai  Greci,  clic  stabilirono  le  loro 
colonie  nell'  Italia  meridionale. 

«  Tuttavolta,  ad  impedire  che  si  ingenerino  confusioni,  occorre  di 
determinare  con  chiarezza,  di  quali  tra  i  Greci,  che  immigrarono  in  Italia 
si  intende  parlare;  essendo  noto  a  tutti  che  le  immigrazioni  o  colonie 
greche  in"  Italia  furono  varie,  e  di  varia  origine,  e  si  succedettero  in 
vario  tempo. 

«  Se  il  largo  frutto  che  si  e  raccolto  nella  ricerca  così  detta  positiva, 
non  ci  obbligasse  a  tenerci  saldi  nella  buona  via,  secondo  la  quale  sempre 
maggiore  utile  si  procurerà  alla  scienza,  certo  non  dovremmo  esitare  un 
momento  ad  affermare,  che  gli  alfabeti  degli  italici  dovettero  esser  vari  , 
secondo  che  vario  era  P  alfabeto  usato  dai  Greci,  coi  quali  gì'  Italici  ven- 
nero in  contatto,  data  una  condizione  sufficientemente  propizia  nelle  vario 
famiglie  della  penisola,  per  profittare  di  questo  elemento  di  cultura,  che  i 
Greci  arrecavano. 

«  Ma  la  mancanza  di  monumenti  nelle  varie  regioni,  alle  quali  il  tema 
ci  conduce,  mostra  che  questa  tesi  non  ha  ancora  il  sostegno  che  le  neces- 
sita ;  e  quindi  dobbiamo  rassegnarci  a  coordinare  quei  fatti,  che  soli  finora 
ci  danno  qualche  sicuro  lume. 

«  Passando  in  rassegna  gli  stabilimenti  greci  in  Italia,  troviamo  che  il 
più  antico  è  quello  dei  Cumani,  i  quali  venuti  da  Calcide  di  Eubea,  in  età 
remotissima,  furono  in  rapporto  con  gli  antichissimi  abitatori  della  Ca 
nia,  e  quindi  con  altri  popoli  del  centro  del  hi  penisola. 

«  Le  ultime  discussioni  intorno  ad  un'epigrafe  arcaica  di  Cuma,  scavata 
qualche  mese  fa  presso  il  lago  di  Licola,  e  nella  quale  .-i  riconobbero 
traccie  di  eolismo,  che  confermerebbero  la  tradizione  secondo  cui  i  Cumani 
avrebbero  avuto  la  loro  origine  non  solo  dai  Calcidesi  di  Eubea  ma  anche 
dai  Cumani  dell'Asia   Minore  (cfr.   Notizie   degli  Scavi   1884  p.  352  sg.), 


—  224   — 

non  possono  attenuare  la  importanza  del  fatto,  dimostrato  già  dal  Mommseu 
e  dal  Kirchhoff,  e  confermato  dalla  nuova  scoperta  del  vaso  di  Fornello 
(Bull.  Inst.  1882,  p.  91  sg.),  che  cioè  gli  Etruschi,  i  Latini,  i  Falisci,  gli 
Umbri,  gli  Osci  avessero  tratti  i  loro  alfabeti  dell'alfabeto  calcidese  che  i 
coloni  di  Clima  portarono  in  Italia. 

«  Questa  tesi  viene  corroborata  da  una  serie  di  prove  dirette,  che 
scaturiscono  principalmente  da  ragioni  di  confronto,  e  da  una  serie  di  prove 
indirette,  sulle  quali  è  opportuno  di  fermarsi. 

«  Sostenne  il  Lenormant  che  mentre  vale  l'argomento  per  la  provenienza 
dell'alfabeto  latino  dal  calcidese  dei  dimani,  non  vale  per  l'alfabeto  etrusco; 
il  quale,  se  non  venne  direttamente  dai  Fenici  ma  dai  Greci,  si  deve  in- 
tendere, contro  la  sentenza  di  Tacito,  che  questi  Greci  non  furono  Demarato 
e  gli  altri  di  Corinto,  che  vennero  in  Tarquinii,  nessun  carattere  spiccato 
corinzio  dominando  nella  scrittura  etrusca,  ma  furono  i  Tarantini  che,  eser- 
citando le  arti  loro,  e  digrossando  le  rozze  famiglie  italiane,  penetrarono  in 
età  antichissima  nell'  interno  della  penisola. 

«  Ora  se  è  vera  la  tesi  dottamente  sostenuta  dal  eh.  Helbig  negli 
Annali  deW  Institulo  (anno  1876.  p.  227),  quando  volle  illustrare  i  saeculà 
di  Varrone,  che  cioè  la  scrittura  fosse  stata  introdotta  in  Etruria  tra  il  750 
ed  il  044  av.  Cr.,  anche  la  ragione  cronologica  infermerebbe  l' assunto  del 
Lenormant,  tutti  sapendo  che  i  Greci  che  si  stabilirono  a  Taranto,  vennero 
dalla  Laconia  sotto  la  guida  di  Falanto  nel  707  prima  dell'era  volgare. 

«  Non  è  qui  il  luogo  di  riassumere  quello  che  abbiamo  imparato  dalle 
scoperte  recenti  tarantine,  che  ci  diedero  materiali  non  spregevoli  per  trat- 
tare del  periodo  più  antico  di  questa  colonia  di  Laconi.  Il  fatto  è  che  del 
loro  alfabeto  antichissimo  non  sappiamo  nulla  che  sia  veramente  certo.  Ci 
si  è  detto  per  tanto  tempo  che  questo  alfabeto  arcaico  tarantino  lo  cono- 
scevamo per  mezzo  della  copia  che  ne  trasse  Luigi  Cepolla  nel  1805  da  un 
monumento  che  egli  scopri  nelle  vicinanze  di  Vaste  nella  penisola  Iapigia 
o  Tarantina  (Kirchhoff.  St.  z.  gesch.  d.  gr.  alph.  p.  148;  Roehl  inscr.  gr. 
ani.  n.  546);  ma  gli  uomini  autorevoli  sono  di  accordo  nel  riconoscere 
quanto  poco  si  possa  calcolare  sopra  questa  copia. 

«  La  conclusione  più  naturale  sarebbe  questa,  che  i  Tarantini  avessero 
avuto  un  alfabeto  non  diverso  da  quello  usato  nelle  iscrizioni  arcaiche  della 
Laconia.  Ma  se  la  cosa  fu  veramente  così,  avremmo  una  nuova  prova  per 
confermare  lo  assunto,  che  nessun  rapporto  direttissimo  si  possa  stabilire 
tra  la  scrittura  usata  dai  popoli  del  centro  della  penisola,  e  la  più  antica 
scrittura  tarantina;  perocché  vari  segni  che  sono  caratteristici  degli  alfabeti 
italici  o  mancano  nell'alfabeto  laconico,  o  vi  si  riconoscono  con  molta  incer- 
tezza; mentre  questi  segni  medesimi  trovano  riscontro  nel  calcidese  dei 
dimani.  Per  la  qual  cosa,  se  possiamo  accennare  alla  probabilità  che  i 
Iapigi  ed  i  Messapici  avessero  imparato  dai  Greci  di  Taranto  a  scrivere 


—  225  — 

la  propria  lingua  con  l'alfabeto  che  i  Tarantini  primieramente  adopera- 
rono, e  che  avessero  poi  accettata  la  scrittura  ionica  generalmente  adottata, 
mista  di  elementi  dorici  in  età  posteriore,  nell'età  cioè  a  cui  si  riferiscono  le 
iscrizioni  messapiche;  non  possiamo,  nello  stato  presente  delle  cose,  in  tanta 
mancanza  di  monumenti,  accennare  punto  alla  probabilità  che,  oltre  i  popoli 
coi  quali  i  Tarantini  furono  subito  in  contatto,  altri  popoli  italici  avessero 
da  essi  appreso  il  loro  alfabeto. 

«  Dall'altro  lato,  se  non  è  inverosimile,  che,  ammessa  una  certa  con- 
dizione favorevole  per  profittare  di  un  elemento  dirozzatore,  avessero  gl'indi- 
geni italici,  che  abitarono  la  regione,  che  ebbe  poscia  il  nome  dai  Lucani 
ed  una  parte  di  quella  che  si  denominò  dai  Bruttii,  imparato  a  scrivere 
con  quell'alfabeto  arcaico  acheo,  che  gli  achei  stabiliti  in  Crotone,  in  Sibari 
ed  in  Metaponto  primieramente  usarono;  certo  possiamo  con  tutta  sicurezza 
stabilire,  che  questo  alfabeto  acheo  di  Crotone,  di  Sibari  e  di  Metaponto  e 
delle  colonie  di  questa  città,  cioè  di  Posidonia,  di  Scidrus,  di  Laus,  di  Te- 
rina  e  di  Caulonia,  nessun  rapporto  ebbe  mai  con  la  scrittura  antichissima 
dei  vari  dialetti  italici  del  centro  della  penisola;  il  che  corrisponde  ad  una 
delle  prove  indirette,  per  confermare  che  gli  alfabeti  osco,  latino,  etrusco, 
falisco,  umbro  trassero  la  loro  origine  dall'alfabeto  dei  Calcidesi  di  Cuma. 

«  Di  questa  scrittura  antica  irsata  dagli  achei  dell'Italia  inferiore  ave- 
vamo fino  a  poco  fa  non  scarsi  esempi  (cfr.  Eoehl.  o.  p.  n.  541-45). 

«  Ora  il  loro  numero  è  stato  notevolmente  accresciuto  per  lo  zelo  del- 
l'egregio ispettore  degli  scavi  e  monumenti  in  Potenza  sig.  cav.  Michele 
Lacava,  Egli  trovò  nel  sito  corrispondente  all'agora  di  Metaponto  il  cospi- 
cuo frammento  epigrafico,  ove  è  ricordato  Apollo  Lido;  e  salvò  per  le  rac- 
colte pubbliche  del  Pegno  la  preziosissima  piramidetta  fittile  scavata  nel 
comune  di  s.  Mauro  Forte  del  territorio  metàpontino,  nella  quale  è  incisa 
una  lunga  iscrizione  con  alfabeto  arcaico  acheo,  votiva  ad  Eracle  (cfr. 
Notizie  degli  scavi  1882,  p.  119). 

«  Tnttavolta  con  questi  nuovi  tesori  non  potevamo  dire  ancora  di  cono- 
scere in  modo  completo  e  sicuro  la  serie  delle  lettere,  che  formarono  que- 
sto alfabeto  acheo  antichissimo.  Alcuni  segni,  ad  es.  la  I,  non  si  erano 
per  anco  incontrati  nelle  iscrizioni. 

«  Ora  anche  a  questo  difetto  si  è  potuto  riparare,  sempre  mercè  le  cure 
del  solerte  ispettore  cav.  Lacava,  Egli  ci  ha  mandato  un  vaso  scoperto  re- 
centemente nella  necropoli  metapqntina,  nel  quale  come  in  fascia  ornamen- 
tale è  dipinto  l'alfabeto  acheo  usato  in  Metaponto.  Questo  vaso,  alto  con 
tutto  il  coperchio  circa  m.  0,19,  conservatissimo,  e  della  forma  della  lekane 
o  dello  stamno  apulo  (Jahn  tav.  II,  n.  83)  reca,  superiormente  in  lettere, 
alte  in  media  dai  mm.  10  ai  min.  15: 

ABlDEFIHO$Kn/NOP?PMTV®sl'-r--r 


—  226  — 

«  L'ultimo  segno  +,  corrispondente  al  suono  £,  fu  ripetuto,  per  riempiere 
un  piccolo  vuoto  che  rimaneva  nella  fascia. 

«  Da  ciò  uon  apprendiamo  soltanto  la  serie  completa  dell'antico  alfabeto 
acheo,  ma  togliamo  argomenti  per  meglio  decidere  sulla  questione  cronolo- 
gica di  questa  forma  di  scrittura.  Il  Kirclihoff,  quando  parlò  dell'età  fino 
alla  quale  questo  alfabeto  acheo  restò  in  uso  (p.  155),  prendendo  a  base 
il  segno  del  S,  che  nelle  monete  di  Sibari  incontriamo  anche  nella  forma 
posteriore  e  comune  di  I  (il  che  ingenerava  naturalmente  la  mutazione  del  y), 
concluse  che  questo  alfabeto  dovè  durare  lino  a  poco  tempo  prima  della  di- 
struzione di  Sibari,  o  per  lo  meno  dovè  essere  anteriore  all'olimpiade  67,  2 
(511  av.  Cr.)  allorché  Sibari  fu  distrutta  dai  Crotoniati.  Ora,  se  l'esame  dei 
monumenti  scritti,  considerati  dal  Kirchhoff  doveva  condurre  all'opinione 
sopra  accennata,  l'esame  del  vaso  testé  scoperto  ci  fa  concludere  che  questa 
forma  di  scrittura  continuò  ad  essere  in  uso  tra  le  colouie  achee  dell'Italia 
meridionale  anche  dopo  la  distruzione  di  Sibari. 

«  Il  fittile  fu  trovato  in  una  tomba  della  necropoli  metapontina  in  con- 
trada Casa  Ricotta,  a  due  chilometri  dalla  città,  in  direzione  nord-ovest, 
alla  profondità  di  circa  m.  1,00.  Se  ci  mancano  tutti  gli  altri  elementi  ne- 
cessari a  decidere  intorno  al  tempo  a  cui  la  tomba  si  riferisce,  null'altro 
sapendosi  se  non  che  era  formata,  come  molte  altre  tombe  di  quella  vasta 
necropoli,  con  quattro  lastre  di  pietra  ai  lati  e  con  una  lastra  per  coperchio, 
e  che  come  rifiuto  di  precedente  spoliazione  vi  era  stato  lasciato  questo  vaso 
soltanto,  certo  la  forma  e  la  tecnica  del  vaso,  l'andamento  della  scrittura 
da  sin.  a  dr.,  ed  il  carattere  che  si  allontana  dal  rigore  delle  figure  qua- 
drate delle  lettere  antichissime,  tutto  insomma  ci  rimanda  ad  un'  età  che, 
se  può  risalire  fino  al  4°  secolo,  può  discendere  pure  al  3°  secolo  avanti 
l'èra  nostra. 

«  Maggiore  pregio  poi  acquista  l'iscrizione  se  si  considera  che  nessuna 
epigrafe  arcaica  fu  ritrovata  finora  nella  regione  della  Grecia,  donde  queste 
colonie  achee  dell'Italia  meridionale  si  partirono. 

«  Il  Socio  Barnabei  termina  dicendo  che  del  vaso  sarà  riprodotto  un 
fac-simile  nelle  Notizie  degli  Scavi  ». 

Astronomia.  —  Stilla  distribuzione  in  latitudine  delle  macchie, 

facole,  protuberanze   ed   eruzioni   solari,   osservate   nel    1884    nel 

R.  Osservatorio  del  Collegio  Romano.  Nota  del  Socio  corr.  P.  Tacchini. 

«  A  complemento  delle  mie  Note  inserite  nei  rendiconti  del  18  gennaio 
e  del  1°  febbraio  1885,  presento  all'Accademia  i  risultati  riguardanti  le  latitu- 
dini eliografiche  dei  gruppi  di  macchie  e  di  facole,  e  quelle  di  tutte  le  pro- 
tuberanze ed  eruzioni  metalliche  osservate  nel  1884.  Dalle  latitudini  sud- 
dette,   che   calcolai  in  base  agli   angoli  di  posizione   osservati,  ottenni  i 


seguenti  valori  della  frequenza  di  ciascun  fenomeno  per  ogni  zona  di  10  in 
10  gradi  nei  due  emisferi  del  sole. 


Latitudine 

Macchie 

Facole 

Eruzioni 

Protuberanze 

0               o 

90 -t-80 

— 

— 

— 

0,001 

SO-t-70 

— 

— 

0,014 

0,004 

70-+- CO 

— 

— 

0,014 

0,015 

GO  -+-  50 

— 

— 

— 

0,0G9 

50 -+-40 

— 

0,001 

0,028 

0.OGG 

40-t-30 

— 

0,008 

— 

0,056 

30 -+-20 

0,024 

0,058 

0,028 

0,083 

20 -+-10 

0,203 

0.183 

0,169 

0,077 

10    .  0 

0,208 

0,193 

0,183 

0,077 

0  —  10 

0,274 

0,229 

0,240 

0,092 

10  —  20 

0,239 

0,225 

0,170 

0.093 

20  —  30 

0,052 

0,088 

0,098 

0,113 

30  —  40 

— 

0,014 

0,042 

0,093 

40  —  50 

— 

0,001 

0,014 

0,058 

50  —  GO 

— 

— 

— 

0,032 

GO  —  70 

— 

— 

— 

0,025 

70  —  80 

— 

— 

— 

0,029 

80  —  90 

— 

— 

— 

0,017 

«  Da  queste  serie  di  cifre  risulta  evidente  un  primo  fatto,  che  cioè  la 
maggiore  frequenza  di  tutti  i  fenomeni  avvenne  nell'  emisfero  australe  del 
sole,  per  il  quale  le  protuberanze  furono  numerose  anche  in  vicinanza  del 
polo.  Inoltre  devesi  rimarcare,  che  la  frequenza  delle  macchie  delle  facole 
e  delle  eruzioni  solari  è  grande  su  di  una  larga  fascia  estesa  a  nord  e  sud 
dell'  equatore  solare,  mentre  negli  anni  precedenti  intorno  all'  equatore  vi 
corrisponde  una  forte  depressione  nella  curva  della  frequenza  dei  detti  feno- 
meni e  specialmente  nel  1880  e  1881. 

«  Riflessioni  analoghe  si  possono  fare  per  le  protuberanze,  le  quali 
nel  1884  si  presentarono  sempre  molto  frequenti  a  partire  dall'  equatore 
fino  alle  latitudini  di  -+- GO"  e  — 50":  circostanza  questa,  che  si  verificò 
anche  all'epoca  del  massimo  precedente,  mentre  negli  anni  1880,  1881 
e  1882  le  protuberanze  presentarono  un  minimo  marcato  all'equatore  o  in 
grande  vicinanza  di  esso,  e  così  nel  1883  sebbene  meno  sentito.  Qualche 
eruzione  fu  osservata  ad  alte  latitudini  nell'emisfero  boreale,  come  vedesi 
nel  quadro  della  frequenza.  Tutte  queste  circostanze  accordano  colle  nostre 


prime  osservazioni  e  deduzioni,  e  possiamo  dunque  aggiungere,  che  anche 
riguardo  alla  distribuzione  dei  fenomeni  solari  in  latitudine  si  trovano  con- 
fermate per  il  massimo  del  1884  le  condizioni  avvertite  nel  massimo 
precedente. 

«  Approfitto  poi  di  questa  occasione  per  aggiungere  alcune  consi- 
derazioni, sugli  argomenti  del  prof.  Respighi  contenuti  nella  sua  Nota 
pubblicata  negli  ultimi  rendiconti,  coi  quali  creile  di  poter  meglio  soste- 
nere che  nel  fissare  l'epoca  del  maximum  delle  protuberanze  solari  ha 
ragione  lui  e  torto  io  ed  il  prof.  Ricco.  Il  prof.  Respighi  si  accon- 
tenta della  differenza  di  0,1  nelle  medie  annue  ricavate  dalle  mie  osserva- 
zioni per  gli  anni  1881  e  1884  per  far  credere  così,  che  anche  le  osserva- 
zioni del  Collegio  Romano  danno  il  massimo  nello  stesso  anno  da  lui  fissato 
nell'  ultima  sua  Nota,  mentre  continua  a  dichiarare,  che  la  differenza  dei 
risultati  dipende  dall'  usare  lui  un  metodo  più  razionale  nello  spoglio  delle 
osservazioni.  Qui  mi  basta  il  ricordare,  che  quando  io  ho  parlato  all'Acca- 
demia dell'epoca  del  massimo  non  mi  basai  sulle  medie  annue,  per  la  stessa 
ragione  che  non  mi  servirei  mai  delle  medie  annue  termometriche  per  fissare 
in  quale  anno  avvennero  i  massimi  calori  in  una  data  stazione.  E  infatti  nella 
mia  Nota  del  1°  febbraio  1885  si  trovano  le  seguenti  parole:  «una  fre- 
quenza così  continua  delle  protuberanze  non  la  si  riscontra  negli  anni  pre- 
cedenti che  nel  solo  1881,  sebbene  la  media  di  quel  periodo  risulti  un  poco 
inferiore  a  quella  del  periodo  di  maggiore  attività  del  1884  ».  Per  vedere 
se  io  dicessi  il  vero  nessuno  ha  bisogno  di  veuire  a  consultare  i  miei  re- 
gistri, perche  le  osservazioni  sono  state  pubblicate  per  disteso  d' anno  in 
anno:  ora  queste  medie  sono  12,17  per  il  1884  ed  11,81  per  il  1881,  ciò  che 
giustifica  quanto  asserii  nella  predetta  Nota. 

«  Poi  nella  Nota  stessa  io  aggiungeva,  che  per  meglio  formarsi  un'idea 
dell'  andamento  del  fenomeno,  trattandosi  appunto  di  un  fenomeno   discon- 
tinuo come  quello  delle  macchie,  per  far  sparire  certe  anomalie  inevitabili 
e  dipendenti  anche  dal  vario  numero  dei  giorni  di  osservazione,  aveva  com- 
pensato la  serie  del  quinquennio,  limitandomi   a  medie  di  3  mesi.  Ora  in 
questa  serie  compensata,  che  ognuno  può  verificare,  perchè  ripeto  si  tratta 
di  osservazioni  tutte  pubblicate,  anche  la  media  annua  del  1884  riesce  su- 
periore a  quella  del  1881.  Ma  come  dissi  lasciando  da  parte  le  medie  annue, 
dalla   curva   descritta,  e  di  cui    parlai    nella   Nota,   ricavai  le  epoche  dei 
principali  massimi,  indicando  quello  del  marzo  del  1884,  come  il  massimo 
assoluto.  In  conseguenza  nessuna  contradizione  e  nulla  da  cambiare  su  quanto 
dissi  e  fu  pubblicato,  in  quanto  che  i  miei  risultati  derivano  nel  modo  il 
più  naturale  dalle  serie  delle  osservazioni,  senza  riguardo  cioè  ad  idee  pre- 
concette o  teorie.  All'  incontro  il  prof.  Respighi  per  giustificare  il  suo  modo 
particolare  di  fare  le  statistiche  delle  protuberanze  ha  bisogno  di  far  prece- 
dere una  sua  teoria  sulla  fisica  solare,  colla  quale  le  osservazioni  dovrebbero 


221*   

concordare,  8  perciò  stabilisce  di  considerare  protuberanze  ciò  che  gli  altri  non 
considerano  per  tali,  abbassandone  il  livello  fino  a  15",  cioè  adire  che  talune 
fiamme  ed  anzi  moltissime  fiamme  della  cromosfera  devono  figurare  per  pro- 
tuberanze, oltre  che  egli  considera  come  tante  protuberanze  Le  diverse  parti 
di  uno  stesso  sollevamento  nella  cromosfera,  ciò  che  dà  chiaramente  la  spie- 
gazione dell'esorbitante  numero  di  protuberanze  in  confronto  degli  altri 
osservatori  e  dimostra  anche  come  erroneo  ed  anche  arbitrario  possa  riescire 
in  molti  casi  un  tale  metodo  di  spoglio,  e  quale  influenza  possano  eserci- 
tare sui  risultati  le  condizioni  dell'aria  ed  il  disegnatore  nel  momento 
dell'osservazione.  Non  di  rado  la  cromosfera  colle  sue  protuberanze  può 
paragonarsi  nella  questione  presente  ad  un  prato  con  piante  o  alberi;  ora 
se  detti  alberi  si  sollevassero  sul  prato  con  molte  delle  loro  radici,  col 
metodo  del  prof.  Respighi  si  dovrebbero  mettere  in  conto  tanti  alberi 
quante  sono  le  radici  visibili,  così  che  se  l'operazione  si  dovesse  ripetere  in 
epoebe  diverse  ed  in  circostanze  diverse  rispetto  alle  radici,  il  numero  degli 
alberi  dalla  statistica  così  compilata  potrebbe  risultare  variabilissimo,  restando 
invece  costante  il  vero  numero  delle  piante.  E  chi  ha  pratica  delle  osservazioni 
solari,  sa  anche  in  quale  arbitrio  si  potrebbe  incorrere,  qualora  si  dovessero 
numerare  le  parti,  che  costituiscono  nou  poche  protuberanze  dal  disegno, 
che  se  ne  può  fare  durante  l'osservazione.  I  quali  disegni  riesciranno  sicu- 
ramente meno  manierati  e  più  rispondenti  al  carattere  delle  protuberanze 
quando  chi  osserva  non  abbia  da  preoccuparsi  del  metodo  di  spoglio-.  Invece 
col  metodo  adottato  da  me  e  dal  Ricco  è  tolto  ogni  equivoco  ed  arbitrio, 
fissando  la  minima  altezza  a  30",  cromosfera  compresa,  e  considerando  le 
cose  più  basse  come  fiamme  o  alterazioni  puramente  cromosferiche.  In  que- 
sto modo  non  può  esservi  dubbio  alcuno  sul  modo  di  contare,  e  le  serie 
diverse  saranno  sempre  paragonabili  fra  loro,  e  sicure  le  conclusioni  rispetto 
alle  epoche  di  maggiore  frequenza. 

«  Per  parte  nostra  continueremo  sempre  collo  stesso  sistema,  cioè 
osservare  senza  alcuna  idea  preconcetta  e  pubblicare  per  disteso  ugni  cosa 
il  più  sollecitamente  possibile,  affinchè  tutti  possano  approfittare  del  mate- 
riale da  noi  raccolto,  e  si  sta  già  lavorando  per  la  pubblicazione  dei  bordi 
intieri  di  questi  ultimi  anni,  come  si  fece  prima,  a  cominciare  dal  1871. 

«  In  quanto  alle  cose  dette  dal  prof.  Respighi  per  togliere  importanza 
alle  osservazioni  di  Palermo  ,  mi  limiterò  a  far  notare  ebe  nel  1SVI  a 
Palermo  si  fecero  osservazioni  in  158  giorni,  e  che  egli  parla  delle  i 
vazioni  del  1S84  mentre  il  2°  semestre  di  esse  è  ancora  da  pubblicare:  e 
quando  lo  sarà  si  vedrà  che  il  loro  numero  è  tutt'altro  che  ristretto  come 
asserisce  l'illustre  collega,  che  ringrazio  perchè  colla  Nota  da  lui  pubblicata 
ultimamente  e  cou  questa  mia,  ognuno,  per  quanto  poco  pratico  .sia  di  queste 
materie,  dovrà  riconoscere  giusti  i  miei  ragionamenti  ». 

Rendiconti  —  Voi.  I. 


—  230  — 

Astronomia.  —  Osservazioni  del  nuovo  pianetino  fra  Marte  e 
Giove  (a»!),  yatte  al  R.  Osservatorio  del    Collegio   Romano.    Nota 
del  prof.  E.  Millosevich,  presentata  dal  Socio  P.  Tacchini. 

«  Il  6  marzo  il  signor  Borelly,  astronomo  dell'Osservatorio  di  Marsi- 
glia, scopriva  un  pianetino  di  lla  grandezza,  che  devesi  ritenere,  almeno  fino 
ad  oggi,  nuovo;  e  che  porterà  quindi  il  numero (245). 

«  Esso  venne  osservato  al  Collegio  Komano  il  giorno  8  e  il  giorno  14. 

8  marzo  1885  llh22m49s  t.  m  di  Koma 

a  apparente  (Sia)  11M»  38».  63  (8.828n)  )  „      -         n  „ 
3  apparente  (246)    7°  31'56".7     (0.700)     \  (jianclezza  n~ 
x  di  confronto  Tstruve  1278  C.  G.  pag.  262. 
1885.0 
llh0m9s.  36  )  -      ,         0_ 
V  39'25".9  i  Gl'andeZZa  87 

14  marzo  1885  9h45m59s  t.  m  di  Eoma 

a  apparente  (aia)  llhOm  10*.  53  (9.286n)  |  «  -.„      „  , 
S  apparente  (245)    8°  36'42".5     (0.695)    ^ranttezza  11.^ 

x  di  confronto  :  A.  N.  Voi.  46,  pag.  253. 
1885.0 
llh0m53M5  ì  „      ,         nn 
8°  43'49".l     i  Grandezza  9'°  »■ 

Astronomia.  —  Riassunto  delle  osservazioni  dei  crepuscoli  rossi. 
Nota  II.  del  prof.  A.  Ricco,  presentata  dal  Socio  P.  Tacchini. 

«  Nello  spettro  della  luce  degli  ordinari  crepuscoli  è  assorbito  il  rosso, 
il  giallo,  il  violetto,  e  questi  assorbimenti  si  fanno  tanto  più  intensi  ed 
estesi  quanto  piò  basso  è  il  sole  sotto  l'orizzonte,  talché  in  fine  resta  il 
solo  verde. 

«  Nello  spettro  della  luce  rosea  la  e  2X  ed  anche  in  quello  dell'  arcone 
grigio-rossastro  il  rosso  è  vivo,  il  giallo  ed  il  violetto  sono  completamente  as- 
sorbiti, il  verde  ed  il  bleu  sono  deboli.  Quest'  identico  spettro  d'  assorbi- 
mento atmosferico  io  osservai  a  Modena  nel  crepuscolo  rosso  del  27  feb- 
braio 1877. 

«  Nello  spettro  della  luce  rosea  non  si  sono  viste  altre  righe  oscure 
che  le  ordinarie  prodotte  dall'assorbimento  atmosferico,  ma  però  assai  forti. 
Sul  sole,  prima  0  dopo  il  crepuscolo  roseo,  sulla  luna  immersa  nella  luce 
rosea  col  telespettroscopio  non  ho  osservato  altri  assorbimenti,  0  righe,  di- 
versi da  quelli  ordinari  dell'  atmosfera,  e  ciò  anche  quando  la  luna  appa- 


no 


1  — 


riva  verdognola:    sicura    prova  che   quel   colore   era   fenomeno  puramente 
fisiologico. 

«  Dunque  i  così  detti  crepuscoli  rosei  differiscono  dai  comuni  crepu- 
scoli rossi  solo  per  l'intensità  maggiore  dei  primi. 

«  Però  cor  crepuscoli  rosei  si  presentò  il  fenomeno  nuovo  della  grandi1 
corona  attorno  al  sole,  tuttora  persistente,  e  1'  altra  forma  del  fenomeno 
stesso,  ossia  l'arcone,  sovrastante  al  sole  sotto  l'orizzonte,  più  debole  dal 
marzo  1884  in  poi,  ora  debolissimo ,  e  spesso  invisibile. 

«  Questo  fenomeno  essendo  prodotto  da  diffrazione  induce  ad  ammettere 
la  presenza  nell'atmosfera,  a  grande  altezza,  di  ima  polvere  tenuissima. 

«  Tale  polvere,  aumentando  la  quantità  di  luce  riflessa  dell'atmosfera, 
spiegherebbe  anche  l' insolita  intensità  dei  crepuscoli. 

«  Da  30  osservazioni  dei  crepuscoli  ho  potuto  ricavare  i  dati  per  cal- 
colare la  distanza  del  sole  dall'  orizzonte  al  momento  dell'  apparizione  o 
della  scomparsa  delle  luci  rosee  la  e  2^  dietro  ai  monti,  e  la  distanza  del 
sole  dall'orizzonte  al  nascere  ed  al  tramontare  di  quelle  luci  all'  orizzonte, 
tenuto  conto  della  rifrazione  atmosferica  ;  inoltre  ho  calcolato  1'  altezza  od 
altitudine  delle  luci  stesse,  sempre  tenendo  conto  completo  della  rifrazione 
atmosferica.  Kiunendo  assieme  le  osservazioni  che  presentano  dati  pressoché 
eguali,  ho  formato  16  gruppi  che  mi  hanno  dato  14  determinazioni  dell'  al- 
tezza della  1"  luce  rosea  e  G  della  2\ 

«  L'altezza  trovata  (per  il  momento  della  scomparsa  dietro  i  monti) 
fu  in  media,  tenendo  conto  del  peso  delle  singole  determinazioni  ,  per  la 
1°  luce  rosea  di  chilometri  18,2  per  la  2"  luce  rosea  di  chilometri  85,2. 

«  Per  la  luce  rosea  al  mattino  da  una  sola  osservazione  si  ebbe  al 
suo  nascere  la  depressione  del  sole  di  10°,8  e  l'altezza  di  chilometri  2  '>.,;. 

«  Calcolate  l'altezze  delle  luci  rosee  la  e  21  corrispondentemente  alle 
loro  altezze  angolari  trovate  ad  istanti  diversi  dal  nascere  o  dal  tramontare,  in 
15  casi,  meno  3,  risultarouo  valori  sensibilmente  tauto  piti  grandi  quanto 
più  il  sole  era  sotto  l'orizzonte  :  certamente  in  grazia  della  maggior  oscurità 
che  rende  visibili  le  più  deboli  e  più  alte  parti  dei  segmenti  rosei. 

«  Osservando  il  nascere  della  luce  rosea  a  mare,  non  vedesi  a  spuntar 
proprio  dall'orizzonte  marino,  ma  bensì  ad  un'altezza  di  alcuni  gradi,  al 
disopra  dello  strato  di  aria  più  densa  e  vapori  che  occupano  l' infimo  oriz- 
zonte. Dunque  nemmeno  in  questo  caso  si  può  ottenere  la  massima  altezza 
della  luce  rosea. 

«  Insomma  colle  osservazioni  del  nascere  e  del  tramontare  della  luce 
rosea  non  si  ottiene  l'altezza  del  limite  superiore  dello  strato  di  materia 
riflettente:  questo  essendo  di  certo  estremamente  diffuso,  si  ottiene  l'altezza 
dello  strato  che  ha  tale  densità  da  poter  riflettere  tanto  della  luce  solare, 
che,  dopo  attraversata  l'atmosfera  con  grande  obliquità  e  lungo  cammino 
nelle  regioni  più  basse  e  meno  trasparenti,  sia  ancora  capace   di  superare 


232  

sensibilmente  per  1'  occhio  dell'osservatore  la  luce  crepuscolare  generale , 
o  meglio  del  foudo  di  cielo  su  cui  proiettasi  la  detta  luce  rosea. 

«  Pertanto  la  media  trovata  di  chilometri  23,6  per  la  la  luce  rosea 
è  certamente  inferiore  alla  altezza  media  del  limite  superiore  dello  strato 
riflettente. 

«  Quanto  all'altezza  trovata  per  la  21  luce  rosea,  non  avrebbe  alcun 
significato  se,  come  pare  dimostrato  specialmente  dall'essere  per  il  suo  tra- 
montare all'orizzonte  la  depressione  del  sole  doppia  della  corrispondente 
per  la  V  luce  rosea,  la  2a  luce  rosea  non  è  che  un  riflesso  della  1\ 

«  L'altezza  trovata  per  la  la  luce  rosea  andò  in  generale  decrescendo 
dal  3  dicembre  in  poi  :  nel  crepuscolo  vespertino  di  quel  giorno  risultò  di 
chilom.  27,  scese  a  12  al  5  e  6  febbraio  e  13  al  13  aprile.  Ciò  indicherebbe 
che  lo  strato  riflettente  andò  abbassandosi  di  mano  in  mano. 

«  Per  vedere  se  si  potesse  accertare  col  fatto  la  caduta  di  una  polvere 
particolare  durante  e  dopo  il  periodo  dei  grandi  crepuscoli  rosei,  ho  istituita 
una  serie  di  osservazioni  microscopiche  dei  seguenti  oggetti  : 

(a)  Deposito  grossolano  dell'  acqua  di  un  evaporimetro  Gasparin  , 
esposto  all'aria  libera  sul  terrazzo  dell'Osservatorio  all'altezza  di  7G,G  m. 
dal  mare  e  di  40  m.  sul  suolo  circostante  :  quest'acqua  non  era  stata  rin- 
novata dal  9  novembre  1883  al  3  gennaio  1884,  giorno  in  cui  fu  levata. 

(b)  Deposito  più  fino  dell'acqua  stessa  dopo  tre  mesi  di  riposo. 

(e)  Polvere  raccolta  nelle  grondaie  dell'Osservatorio  al  20  dicem- 
bre 1884. 

(d)  Deposito  dell'acqua  della  pioggia  del  19-20  febbraio  1884, 
raccolta  nel  pluviometro  sul  terrazzo  dell'  Osservatorio,  lasciata  per  3  mesi 
in  riposo. 

«  Questi  oggetti  furono  confrontati  con  : 

(e)  Polvere  di  spato  calcare. 

(f)  Polvere  di  quarzo. 

(g)  Polvere  di  feldspato. 
(h)   Polvere  di  selce. 

(i)    Polvere  delle  strade  portata  dal  vento  sui  terrazzi. 
(/)    Polvere  sciroccale. 

(m)  Ceneri  del Krakatoa,  favoritemi  dal  direttore  dell'Ufficio  centrale 
di  meteorologia,  prof.  Tacchini. 

«  Si  fecero  anche  osservazioni  polariscopiche  di  tutti  i  saggi. 
«  I  saggi  dei  depositi  (a),  (6),  (e),  (rf)  furono  trattati  coli' acido  clo- 
ridrico e  quindi  esaminati  di  nuovo. 

«  La  conclusione  di  queste  osservazioni  fu  che  nei  depositi  atmosferici 
(a),  (6),  (e),  ((/),  non  vi  è  traccia  sensibile  di  alcuna  polvere  nuova  e  par- 
ticolarmente che  non  vi  sono  traccie  riconoscibili  di  cenere  vulcanica. 

«  Ho  avuto  l'onore  che  questa  mia  conclusione  fu  confermata  da  quella 


—  2;3J  — 

dell'  insigne  geologo  e  vulcanologo  comm.  prof.  Gemmellaro  per  il  deposito  (a); 
da  quella  del  eli  ilio  direttore  della  stazione  agraria  di  Palermo  dott.  Danesi 
per  i  depositi  (a),  (<>),  (e),  (d);  da  quella  del  chino  dott.  Bonizzi  ,  prof, 
di  storia  naturale  noli'  istituto  tecnico  di  Modena,  per  il  deposito  (e)  ». 

Matematica. —  Sopra  una  classe  d'equazioni  differenziali  li- 
neari del  quarti 'ordine,  e  sull'equazione  del  quinto  grado.  Nota  II.  del 
prof.  D.  Besso,  presentata  dal  Socio  Tacchini  a  nome  del  Socio  Blaserna. 

II 

4.  «  In  un  precedente  scritto  sull'  equazione  del  quinto  grado  (') 
ho  rammentato  che  il  Brioscia  ha  risolto,  mediante  serie  ipergeometriohe, 
l'equazione: 

>/  -I- 10  y3  — 12  X#  +  5  =  0  (a) 

e  che,  per  mezzo  delle  radici  di  questa  si  possono  esprimere,  razionalmente, 
i  quadrati  delle  radici  d'un' equazione  del  quinto  grado,  alla  quale  può  es- 
sere ridotta,  per  via  di  radicali,  l'equazione  generale.  Propriamente,  indi- 
cate con  y,  i/o,  Vi,  y%,  2/3,  yt  le  radici  della  (a)  e  posto: 

*r=    4  \{'J—  !/•)  (U r+ì—'Jrrz)  (j/,-ri— i/rrl)T  (»  — 0,  1 ,  2,  3,  4,    y^r=>J,) 

il  Brioschi  ha  dimostrato  che  le  t  sono  le  radici  della  : 

f8+HH3+45«  —  a-  =  0  (1) 

in  cui  la  variabile  x  è  legata  alla  ^  dalla: 

a;* +  1728=  172S/3  (!). 

5.  «  Derivando  la  (l)  si  ottiene  : 


5 

quando  si  ponga: 

1 


(2) 


(a  +  3 
«  L' equazione  che  ha  per  radici  le  «  è  : 

?tt»_40tt2— 5«  — 1  =  0  (II) 

in  cui  : 

^  =  a;4 +  1728, 

(')  Memorie  della  R.  Accademia  dei  Lincei.  Voi.  XIX. 

(')  Sulla  riduzione  dell'  equazione  generale  del  quinto  grado  alla  forma  (I)  fi  può 
vedere  la  Memoria  del  Gordan  :  Ucber  die  Auflósung  der  Gleichungen  vom  fànflen  Grotte 
(Mathematiche  Annalen,  13)  e  quella  del  sig.  Kiepert:  Auflósung  der  Gleichungen  funflen 
Gradas  (Borchardt,  67). 


—  234  — 


—  «H — — •    (3) 


e  si  ha: 

®ul                 !  n      o   i      a    3   .      2^   ,   320 

128 

24«2  +  4«+l       #^v                                     a 

«  Ora  dalle  (1)  (2)  si  ricavano  le: 

9^ 

lOo 


(4) 


625 
168 


«iv  —  17«n  —  130w,2  +  240w 


13 


i  secondi  membri  delle  quali  si  possono  trasformare  in  funzioni  intere  di  u, 
del  quarto  grado,  per  mezzo  delle  (II)  (3),  e  così  si  ottiene: 
5 


25 


•  xv!  =  72«4  —  12m3  —  w2  —  u  , 
a 

tv!'  =  —  9G0w4  +  160m3  +  llw2  +  lu  , 


125 


~  a-H2  «*"'  =  (200?  —  460  800)  t»1  +  (76800  —  33  ?)  w3  + 
108 

+  (4960  —  2?)  u*  +  (3320  —  ?)  u  —  8  , 
^|§3«iv  =  (15360000  —  4450?)  «4  +  (—  2560000  +  725?)  w3  + 

lOo 

+  (40  ?  — 160000)  ««+ (17  S  —  110000)  «+400. 
«L'eliminazione  delle  u\  uz,  «s  da  queste  quattro  equazioni,  conduce 
all'equazione  differenziale  lineare  del  quart' ordine: 

(af-  +  1728)2M'V+10.<r(.*2+1728K"  +  i  (246^+156288)  u" - 

384 


,   69      , 


(III) 


625 


u  =  0 


la  quale  è  soddisfatta  dalle  radici  della  (II). 

6.  «  L' equazione  differenziale  ora  ottenuta  coincide  con  quella  con- 
siderata al  n.  2,  per: 

A=l,  B-0.  0=1728,  i_«.  »_».  r   14592 


10 


coi  quali  valori  si  trova: 


a*  =  —  1728z,        fj.  =  T, 


1 


«Preudendo  fx  =  —  le  due  equazioni  ipergoometriche  divengono: 


,d»y       /  1         7     Ydy    ,      11  n 

(1-2)^  +  (2--TVd7+36Ó02/  =  0 

\2         0     J, 


^-oS 


rf>j        119 
f/s+3G00'' 


—  235  — 


per  la  prima  delle  quali  è 
e,  per  la  seconda 


11       a 
a  =  60'     0  = 


j_ 

60' 


v=- 


2  ' 


17       a 


60' 
«  Perciò,  posto: 

f-v{*±       ?9      _3_     \ 
/2  \60'       60'      2  '  V 

9l~FV60'~60'     "2"'V 
17/47        23        3      \ 
^8=FV60'       60'     T'*j 
si  avrà,  per  inod  z  <^l  : 

y\=f\  , 


60 


1 
7  =  -cT 


(6) 


Fi-f/  11  «  A  1} 

1  V  60'60'5's/ 

2  V  60'60'5's^ 

•.  =  */  HILL) 

1          V  60'60'5's/ 

_v( _]_  23  £  _1\ 

?2~     \  60'60'5's/ 


(6') 


yt  =  z  ftl 

i 


e,  per  ruod  z  >  1 


*3l  =  Pi  « 


il 

60  o 
!/l  =  3       Fi , 

17 
60,, 


11 


?i. 


2/8  =  2    i  2  , 


V32r=/°<I),  . 


>3l  =  *     U1>1, 

«Iu  conseguenza  l'equazione  del  quart' ordine  (III)  avrà  i  quattro  in- 
tegrali fondamentali  : 

_1  _i  ì  —1  J-  — — 

(1-3)      3A?1,       (I-Z)     ,*V«P1,       (1---)     3=Vl?i>       (*-*)     3'A?2, 

per  mod  z  <  1  ;  e  : 


i 

7_£ 


(i_i)  .-*f*.(i-i)  '.  5f,*„(i-I)  r'i,*„(i-i) 


3    _i_ 
.      5 


F2$2, 


per  mod  s  >  1 . 

7.  «  Kisulta  da  quanto  precede  che,  per  modz<l  (escluso  z  =  l), 
le  radici  della  : 

1728  (1— 'z)us  —  40  «*— 5w  — 1  =  0 

hanno  la  forma  : 

ur  =  {l—z)    3{arf1<pi-+-z2brfi<pi-i-z*crfi(pi-hzdrfi<pi) 
iu  cui  le  fi,  ft,  ?i,<fi  sono  date  dalle  (6)  e  lo  a,b,c,d  significano  costanti. 
«  Queste  espressioni  delle  u  si  possono  mettere  nella  forma  : 


uT  =  aT-\-erz*+grz-\-hrz  -f- , 


—  236  — 
nella  quale  : 

er  =  br  +  cr,        gr=—ar  +  dr 

1  () 

/lr  =  _(329^r+356cr  ] 

epperciò  si  ha  : 

«  Ora,  mediante  le  (4)  e  i  valori  delle  u  per  x  —  0,  i  quali  sono  : 

(wo)„  =  -g- ,     («i),  =  («0,  = jTj .      (u*)o  =  («i)o  = jtj ' 

si  otterranno  i  valori  delle  e,  g,  h,  per  mezzo  dei  quali  si  calcoleranno  colle  (7) 
le  b,  e,  d  ;  e  ponendo  : 

—  l+t|/5_v  1    .|/35H-22  tl/I_    , 

12  ~A'         648^  75  ~M' 


1-'l/5       V  !    j/35-22i^5_ 


12 
si  troverà  : 


«0 


=a-«)"¥(-g-Awt^o»»f«). 

«,=(1— 2)~?XYi?i+^[(5-7a^5)/-8Pl+(49+7t/5)A^]^H-3^V'zf8?)j 

1 .  1 

%=(l-i)~¥X7lTl-M'[(S-7^5)A?i+(49+7tK5)A^]z2+3^V'z^^j 

--(  -         7  ) 

«g=a-»)    j):ri?i-^'[(5+7/K5)/V;;1+(49-7(K5)A?2]3'2+30^'=A^[ 

t*i=(l— *)    3jX'ri?i+y'f(5+7il/5)ri?i+(49-7/K5)A?2j33+3pX';A?25. 
«  8.  Per  mod«->l,  escluso  z  =  l,  le  radici  della  (II)  hanno  la  forma: 

u,=  (l— \\    3IA.z    5Ft«rhfcrs    5F8$i+Crz    5Fi$H-Drs   5P2$2  I 

in  cui  le  Fi,  F4,  lI>i,  $2  sono  date  dalle  (6')  e  le  A,  B,  C,  D  significano 
costanti. 

«  È  chiaro  quindi  che,  posto  : 

Z  =  T-3, 

si  ha,  per  modr<  1  : 

Mr  =  D,.T  +  C,T2  +  B,.T3  +  A,Ti  + 


—   237   — 

.<  Perciò,  fatti  gli  sviluppi,  od  eguagliati  i  coefficienti  delle  eguali  po- 
tenze di  t  nei  due  membri  della  : 

1728(1  —  t-s)«:i  =  40w2  — 5m— 1 
si  troverà  : 

— 1728D,.3=1,       —  5.1728Dr*Cr  =  5Dr 
—1728  (5Dr4B,.+  10D/C,2)  =  40D,2  +  5Cr , 

— 1728(5DriA,.  +  20Dr3C,.B,.+  10Ur2C,:ì)  =  80DrC,.  +  5B,  , 
e  in  conseguenza  : 

A,.=—  7K*gr4,        Br  =  7KV,        Cr=KV,        D,=Ker, 

nullo  quali  £,.  significa  una  radice  quinta  dell'unità  negativa  e: 


1/T728 

Matematica.  —  Sulle  equazioni  trinomie  e,  in  particolare,  su 
quelle  del  settimo  grado.  Nota  dui  prof.  D.  Besso,   presentata   dal 
Socio  Taccuini  a  nome  del  Socio  Blaserna. 


1.  «  Rammento  che  i  sig."  Bawson  e  Harley  hanno  dato  il  seguente 
metodo  per  la  ricerca  dell'equazione  differenziale  lineare  soddisfatta  dalle 
potenze  r'"'.  delle  radici  della: 

yn~hym— co—O       (a)  (') 

nella  quale  suppongo  n  ed  m  primi  fra  loro  ed  n>«i. 

«  Dalla  (et)  si  ricavano  due  equazioni  :  l'ima,  colla  derivazione  e  la 
moltiplicazione  per  ;/r,  l'altra  moltiplicando  la  stessa  (oc)  per  ?/r~V;  e  da 
queste  due  equazioni,  ponendo: 

%  =  */, 
risulta  : 


,  n         ,  r 

n — )?i  n — m 


,  m         ,  r 

U  ?+„  = XU  r  H U  ... 

n — m  n — m 

«  Ora,  colla  derivazione,  si  ottengono  le  : 

n — m  n — m 

n — m  n — m 


(')  On  a  New  Melhod  of  Deleiinining  //<<  Di/ferenliul  lìesolvenls  of  Algebraical  Equa- 
tions,  by  Bobort  Eawson  ;  Addendum,  by  the  Rev.  Robert  Harley  (Proccedings  of  tho  Lou- 
Jon  Mathematica!  Society,  Voi.  IX). 

Rendiconti  —  Vol.  I  :il 


—  23S  — 

la  prima  delle  quali  permette  di  esprimere  la  u\%m  in  funzione  lineare 
delle  «,<"',  m,.("_1),  ....  w/,  wr;  mentre,  colla  seconda,  si  può  esprimere  la 
stessa  u{,'ì„m  iu  funzione  lineare  delle  «,.<">,  i*,.'"-1', . . .  %,.<"-'">.  Eguagliando 
le  due  espressioni  di  w(,+m„  si  ottiene  un'  equazione  differenziale  lineare  omo- 
genea dell'ordine  n'"\  soddisfatta  dalle  potenze  r  c.  delle  radici  della  (a). 

2.  «  Ma,  modificando  un  poco  questo  processo,  si  può  ottenere  diret- 
tamente, per  alcuni  valori  di  r,  un'equazione  dell'ordine  (n—  1)'"°.  Infatti 
dalla  (I)  si  ricava,  per  la  w!C»2,  un'espressione  della  forma: 

D(1_i  x"  tt,.!""1»  +  Dn-2  an~l  w/'-H- ....  -f-  D,  a2  «,.'+  D0  xur  +  Em,-^, 
nella  quale  le  D  e  la  E  significano  costanti;  e  si  ha  in  particolare: 

/     «    V  ^  «"_1     /  »  /       „\  n  («— 1)\ 


E: 


_J___(m-K)(7j_2m— r)(2n— 3»i— )•).... (n(n— 2)— m(n— 1)— r). 


(n — m) 

«  Similmente  si  ricava  dalla  (II)  : 

in  cui  le  G  significano  costanti,  e,  in  particolare: 

G„_i={- )    (— 1)  , 

\n — m/ 

mm~1     ,     ,.     ,  /  tn(m — 1)         »,       „.  \ 

G-«= J^nT  {      Y     ('nr+n       2^^  ~  m" (n_2)  )  ' 

G«_m-i=7^-^,('-— iH-2m)(r— 2n+3m)....(r— m»i+(m-H)m). 

«  Perciò,  eguagliando  le  due  espressioni  di  u£Z„  si  otterrà  un'equa- 
zione differenziale  lineare  omogenea  dell'ordine  (n— 1)"".  per  tutti  quei  valori 
di  r  i  quali  annullano  la  E.  Osservando  inoltre  che,  pei  valori  di  ?■  della 
serie  : 

n  —  2m,    2n  —  3m,     (m—\)n  —  m% ,     mn  —  (m+l)m, 

si  annullano  insieme  la  E  e  la  G  „_„,_],  è  chiaro  che,  per  questi  valori,  l'equa- 
zione differenziale  ha  la  forma: 

+  (Dn_m  a;"-  -G(1.,„)  W!:'-""+D,l_m_1  a;"-»'"1  ««T 
+  Dirrw/  +  D0w,=  0 

3.  «  Le  equazioni  di  questa  forma  si  possono,  in  generale,  integrare 
mediante  serie  ipergeometriche  dell'ordine  (n-  2)°.  come  si  riconosce  facil- 
mente colla  sostituzione 

G„_i 


»>-ì\     (n-4) 


?t— 1K— 1) 


i=n- 


«  Ma  non  è  necessario  di  effettuare  la  trasformazione  per  determinare 
le  a  e  le  b  che  entrano  rispettivamente  nel  numeratore  e  nel  denominatore 
di  ciascun  termine  della  serie  ipergeometrica  fondamentale.  Si  trova  infatti, 
direttamente,  che  le  a  sono  date  dalla: 

(«  —  m)"-»  Dn_,  (a-f-dj  (s+a2)  ....  (*+On_0=Dg  + 

+    ^    (»— m)s  ((n—m)  s— l) f  (n— m)  s—li)  D;„-i 

e  le  6  dalla: 

(fi  —  m)"-2  G„_,  (s  +  i,)  (»+&i)  •  •  •  ■  (s+6«_a)  = 
=  2      ((n — w)s-f-n— m — lV(n— m)s-+-n — m — 2Y../(n— m)H-n— m — /i)G/^i 

«  Ora,  per  ciascun  valore  particolare  di  m,  si  possono  facilmente  cal- 
colare le  Gr,  e  si  può  quindi  assicurarsi  se  le  b,  ricavate  dalla  precedente  equa- 
zione, soddisfacciano  alle  due  condizioni:  che  nessuna  di  esse  sia  un  intero 
negativo  o  nullo,  e  che  nessuna  delle:  ^-f-1 —  ba,  2 — 6U  sia  un  intero  nega- 
tivo o  nullo,  soddisfatte  le  quali  l'equazione  differenziale  ammette,  per 
mod;<l,  l'integrale 

/«i,  «>•  ... a„_i,?\ 

e  gli  altri  n— 2  integrali  dati  dalla  forinola: 

c?-^F /?'•''  a^'--fl«-^'A 

V'i,,  ,   ^.y-  ,  ....  &»_2,pi,  7 

nella  quale: 

«>.,«  =  oAH-l  —  &,*  , 
«  Così  p.  e.  si  trova  : 

&i  ,     &a I 


&Vu.= 


I6X  +  1— ftp 


^-  a  — &„ 


(')• 


m 

r 

2 

ri— 4 

3 

« — G 

4 

n— S 

I 


«—3 


ri 


n—2  '  ri— 2  '  ""  n—2  '  2(?i— 2) 
1  2  ri— 4        «  2n—3 


ri— 3  '  ri— 3 n— 3  '  3(ri— 3)  '  3(n— 3) 


1 


2n— 4      3n— 8 


n— 4  '  ri— 4  '  ""  ri— 4  '  4(n— 4)  '  4 (ri— 4)  '  4(n— 4)  ' 


TI 

■1.  «  Le  equazioni  trinomie  del  settimo  grado  si  possono  ridurre  alle 
tre  forme  che  sono  comprese  nella  («)  per  w=l,r?i=2,  ed  m=3,  la  prima 
delle  quali  appartiene  a  quella  classe  d'equazioni  trinomie  che,  nella  Memo- 
ria ora  citata,  è  stata  risolta  per  serie  ipergeometriche. 


(')  Cf.  la  Memoria:  Sopra  una  classe  d'equazioni  trinomie  (.Memorie  della  R.    \  i 
demia  dei  Lincei,  Voi.  XIXj. 


—  240  — 
«  Col  metodo  esposto  al  n°  1  si  trova  che  le  radici  della: 

'/-r-2/*  —  a>  =  0  (1) 

soddisfanno  ad  un'  equazione  differenziale  lineare  del  settimo  ordine,  la  quale 
può  essere  messa  nella  forma: 

(scW)'-MV  =  0 
quando  si  ponga  : 

W=/«V'— ^oc\ 


vi_ 


25 

7 
nella  quale  a  sta  al  posto  di  -. 


■  (  27aV—  ||Vv+333a°  a;4  yF-+- 1 134«fi  ^  ?/"'+  j 

47574    ......    18144         ,      1    QQQO,,_   l 

■  a4  ;/'// — — .  3332448//  ) 


CC'-.r-U 


25 


«  Ora  quest'  equazione  differenziale  equivale  alla      W  ==  Car8, 
nella  quale  C  significa  una  costante,  che  dev1  essere  eguale  a  zero  ;  perciò 
le  radici  della  (1)  soddisfanno  all'equazione  differenziale  lineare  omogenea 

del  sest' ordine: 

W  =  0. 
«  Osservando  che  quest'equazione  è  della  forma  (A)  e  ponendo 

77 
C'~  4.55      ' 
si  troverà,  mediante  le  (B),  ch'essa  è  soddisfatta,  per  mod;<l,  dalla: 

J_   A   1    19  24  29 
"35'35'35'35'35'35V 
2^    4     6_   _S    _9_ 
10 '10' 10 'IO '10' 

«  Si  troverà  poi  che,  posto  : 
1     4     0    19    24     29 


P 


/Ì=F| 


U=Y 


/•3=F 


A=F 


35  '  35  '  35  '  35  '  35  '  35  ' 
_2     4_    6_    _S_  _9_ 
10 '10 '10' 10 '10' 

5    15  25  45    55     65 
70'70'7Ó'70'  70  '  70  ' 
3     5     7     9     11 
10'10'18'10'  10  ' 

12   22   32  52    62     72 
70'70'79'7Ò'  70  '  70  '. 


4  6  8  11 

12 

10 '10 '10 '10' 

10 

1 

26  36  46  66 

76 

86 

70 '70' 70 '70'  70  '  70  '. 
6  8  12  13  14 
10 '10 'IO '10'  10  ' 


F,=P| 


Fì=F 


F3=F 


F4=F  | 


70 

70 

70 

70' 

70 

70  ' 

1 

2 

3 

5 

6 

7 

'  7 

7 

7  ' 

7  ' 

8 

15 

22 

36 

50 

64 

70 

'70 

'70 

'70' 

70 

70  ' 

2 

3 

4 

6 

8 

7 

7 

7 

7  ' 

7 

18 

25 

32 

46 

60 

74 

70 

70 

70 

70' 

.7° 

70  ' 

3 

4 

5 

8 

0 

7 

7 

7 

7  ' 

7  ' 

38 

45 

52 

66 

80 

94 

i) 


70 '70 '70 '70'  70  '  70  ' 
5  6  9  10  11 

7  '  7  '  7  '  7  '  n      ' 


241 


fc=* 


/•o=F| 


40  50  G0  80  90  100 
70'  70 '70 '70'  70  '  70  '. 
8  .12  14  15  16 
ÌO'IO'IO'IO'  10  ' 

54  G4  74  94  104  114 
70 '70 '70' 70'  70  '  70  \ 
12  14  16  17  18 
ÌO'IO'IO'IO'  10  ' 


F5=F 


F«=F 


48  55  62  76  90  104 
70 '70 '70 '70'  70  '  70  ' 
J8_  8_   10  11-  12 

7  '  7  '  7  '  ~7  '  7 ""  ' 

58  65  72  86  100  114 
70'70'70'70'  70  '  70  ' 
_8_  _9_  11  12  Jj3_ 

7  '  7  '  7  '  7  '    7    ' 


t) 


le  radici  della  (1)  sono  funzioni  lineari  a  coefficienti  costanti  delle: 


i\ ,  «  '  fi ,  cch ,  xì  fi ,  a-:t  f$ ,  xi  /i , 
per  ruod;<l  ;  e  delle: 

2  4_  9_  19  _24  20 

as'Ft,  a-_7F2,  x  7F3,  x  7F4,  ce  7F:;,  «T7F{i, 

per  mod;>l. 

E,  determinate  le  costanti,  si  troveranno  nel  primo  caso  le  espressioni: 
\_ 

lh.\=cc'2ft  —  —xih 


y«,t=—xfl- 


x*h 


yr    =Effl+^sc{3  +  ^È*x*h+±x*h-^?X*n, 

nelle  quali  sr  significa  una  radice  quinta  dell'  unità  negativa  ;  e,  nel  secondo,  le: 

1  4  0 


19 


24 
"l  ■ 


=9^7P,— j9*as  JFr-^«r»a    7FH-^3r>0  7F4+^ar4,     'F, 

nelle  quali  le  5  significano  le  radici  settime  dell'unità. 

5.  «  Applicando  il  metodo  del  n°  2  si  trova  che  le  radici  dell'  equa- 
zione : 

i/-hf-~x  =  0  (2) 

soddisfanno  alla: 

+  4-/54-214830lr;ìy"-l-i./3;ì.10l5845.r-y" 


4' 
ì_ 


i/32. 2078445.-7/ —  JL./3. 216315  y  =  0 


7 
nella   quale  /3  sta    al    posto    di  -;• 


—  242   — 


Per  quest'equazione  si  ha: 


?>i=Fl 


»=F 


?3=F 


?4=F 


(p5- 


?g=F 


h  = 


<Xì  = 


11 


28' 


a3  =  SH>       «4  = 


28 


;  6        ;  7 

12'       -~12'     h~ì2' 


h 


15 
28' 
9^ 
12' 


S  —         33<  44  *  • 


«  In  conseguenza,  posto  : 

1     3    11     15     19     23 

"28 '28 '28'  28  '  28  '  28  \ 

3  6     7      9      11 
12' 12' 12'  12  '  12  ' 

4  16  40    52     64     76 
84  '  84  '  84  '  84  '  84  '  84  '  B 
4_    7_    8     10     13 
12 '12 '12'  12  '  12  ' 
18  30  54    66     78     90 
84'84'84'  84  '  84  '  84'/ 
6     9    10    14     15 


12'12'12'  12  '  12  ' 
32  44  68    80     92    104 
84'84'84'  84  '  84  '  84' 

8  11   14    16     17 
l2'T2'12'  12  '  12  ' 
39  51    75    87     99     111 
84'84'84'  84  '  84  '  84' 

9  13   15    17     18 
12'12'12'  12  '  12  ' 
60   72   96   108   120   132 
84'84'84'  84  '"84  '  84' 

15   16   18  _20_  _2L 
12  '  12  '  12  '  12  '  12  ' 

e  determinate  le  costanti,  si  troverà  che  le  radici  della 

mocl;<l,  dalle  forinole: 

s 

2 


<I>,=F 


$ì=F 


$s=F 


4>t=F 


<I>o=F 


$o=F 


a<\  = 


h. 


19 

28' 

11 

12' 


ac- 


23 

:28 


3^ 

84' 
j_ 

7  ' 
9 
84' 

2 

y 
33 

84' 
£ 

7  ' 
45 
84' 
^ 

7  ' 
57 
84' 

6_ 

7  ' 
69 
84' 


4    18  32    39    60 

84 '84' 84'  84'84'1 

7  '  7'   7  '  7    ' 
16   30  44    51     72 
84  '  84'  84  '  84"'  84': 
3     4     5      8 
7  '  7  '  7  '   7 
40   54  68    75 
84' 
5 


40  54_68_  Jò_9^     v 
84  '  84'  84  '  84  '  84  '_1  j 

7  '  7  '   7  '  7    '  ' 


66  80    87  108 


t>Z     00    OU      0/     1U5       \ 

84'8l'^T'"8r'"8r'j_\ 
_6_  _8_    W_  U_         lì 

7  '  7  '  7  '   7    '  ' 

64  78  92_^9_120  v 
84'84'84'84'84'J  \ 
_8_  _9_2ii2_         l  J 

7  '  7  '   7  '  7    ' 
76  90  104  111  132 
84  '  84'  84  '"84"'  84  'j. 
_9_   lOJ^ii 

7  '  7'  7  '  7    ' 
(2)  sono  date,  per 


5 
1     ¥ 


2/o.i  =  »   ?>2  —  yx    ?* 


■tf3?o 


1  1         -  2 

yo,t  —  kce3  <?i  —  -K-k%xz  94 H- -q~ «3 <Pc 


3 
1  !      1  2 

2/0.3=  fe2»3    ?2—  -g-^%4  +  -g»3<?« 

1  9  1 


.T3ffic 


nelle  quali  k  significa  una  radice  cubica  complessa  dell'unità  e  le  ).  sono 
le  radici  quarte  dell'unità  negativa;  e,  per  mod;_il,  dalle: 

i-  ——  o  —  —  15 


19  °3 


Matematica.  «S'opra  è  sistemi  tripli  ortogonali  di  Weingarten. 

Nota  del  dott.  L.  Bianchi,  presentata  dal  Socio  Fiokelli  a  nome  del 

Socio  Betti. 

1.  «  Dal  teorema  enunciato  al  n.  3  della  mia  Nota  precedente  (')  segue 
che  se  per  ciascuna  superficie  pseudosferica  (a  curvatura,  costaute  negativa) 
di  un  sistema  triplo  ortogonale  di  Weingarten,  si  costruisce  la  superficie 
complementare  rispetto  ad  im  conveniente  sistema  di  geodetiche  parallele,  si 
ottiene  un  sistema  oo  •  di  superficie  pseudosferiche,  che  fanno  parte  di  un 
nuovo  sistema  di  Weingarten.  La  trasformazione,  a  cui  si  assoggetta  così  ogni 
superficie  pseudosferica  del  sistema,  la  indicherò  col  nome  di  trasformazione 
complementare. 

«  Questo  risultato  può  notevolmente  generalizzarsi,  facendo  uso  di  una 
interessante  trasformazione  stabilita  dal  sig.  Bàcklund  nella  Memoria:  Om 
ytor  med  konstant  negativ  krfìkning  ("),  e  che  include  come  caso  particolare 
la  trasformazione  complementare.  Per  caratterizzare  la  trasformazione  di 
Bàcklund,  servono  forinole  analoghe  a  quelle  stabilite  dal  sig.  Darboux  nei 
Comptes-rendus  de  l'Académie  1883  per  la  trasformazione  complementari1, 
e  qui  sarà  utile  brevemente  accennarle. 

«  Sia  S  una  superficie  pseudosferica  di  raggio  =  1  e  : 

(a)  (/si  =  cos-9  di^-i-seivO  (<V- 

il  quadrato  del  suo  elemento  lineare  riferito  alle  linee  di  curvatura  «  =  cos1  . 
v  =  cost"',  dove  9  è  una  funzione  di  u,  v  che  soddisfa,  come  è  noto,  al- 
l' equazione  : 

(b)  — -,  —  —3  =  sen  9  cos  5. 

«  Indicando  con  a  una  costante  arbitraria  si  può  determinare  una  l'un- 
zione tp{u,v)  contenente,  oltre   7,  ima  costante  arbitraria  C,  e  che  soddisfi 


V.  Rendiconti,  fase.  6°.  1885. 

Annali  della  Università  di  Lumi.  T.  XIX. 


—  244  — 

alle  due  equazioni  simultanee: 

lo      19  _  senpcosS  +  sena  cos<psen9 
/c\  lu      ~òv~  cosa 

Icp      ~ò9  _       cos<psen0H-sena  senycosS, 

1)V        ~ÒU  COSa 

poiché  la  condizione  d'integrabilità  è  soddisfatta  a  causa  della  (b).  D'altra 
parte,  per  le  (e)  stesse,  anche  cp  soddisfa  all'equazione  (6),  cioè: 

^r\  —  r-£  =  senpcosp 

e  definisce  quindi  una  superficie  pseudosferica  S'  di  raggio  =  1,  della  quale 
il  quadrato  dell'elemento  lineare  assume  la  forma: 
dsn  =  cos^cp  du*  -+-  sen^y  dv1 , 

le  «  =  cost,e,  t>  =  costte  essendo  anche  sopra  S'  le  linee  di  curvatura.  Data  S, 
per  costruire  la  sua  trasformata  di  Backlund  S',  basta  condurre  per  ogni 
punto  P  di  S  e  nel  piano  tangente  un  segmento  costante  PP'  =  cosa,  incli- 
nato sopra  la  linea  t>  =  cost'°  dell'angolo  f,  che  soddisfa  le  (b);  il  luogo 
degli  estremi  P'  è  la  superficie  S'. 

«  Per  (j  =  0  le  [b)  diventano  le  forinole  citate  di  Darboux  e  la  trasfor- 
mazione di  Backlund  si  riduce  alla  trasformazione  complementare. 

2.  «  Ciò  posto,  supponiamo  dato  un  sistema  triplo  ortogonale  di  Wein- 
garten,  definito  dalla  forma  (1)  (Vedi  Nota  prec.)  dell'elemento  lineare  dello 
spazio,  dove  la  funzione  9  di  u,  v,  tu  soddisfa  le  equazioni  (2)  (ibid.)  Se 
sarà  possibile  determinare  una  funzione  ©  di  u,  v,  w,  che,  oltre  alle  (e),  sod- 
disfi anche  all'altra: 

1-p  _  1     j  19       cosacos?  lr9         cos7seuy  ll9     \ 

^  '     iw~   ~sen<jl~òw  cos9      luiw         sen9     DuDwj, 

o,  ciò  che  è  lo  stesso,  all'equazione  a  differenziali  totali: 

/l9      senfflCosS-f-senc-cosmsen0\  , 

(d)  d<p-h( z ~ )du-h 

v  '  Y     \Dv  COSa  / 

("30      cosesenS-l-senasensscosSX  , 
( ■■ - )Av-h 
~òu                     cosa  / 

1     /l9      cosacosp   D29        cosaseny   1*9  \ 
séiia  Vino        cos9     luiiv         sen9     iviiv) 
essa  soddisferà  altresì  alle  equazioni  (2)  citate  e  definirà  quindi  un  nuovo 
sistema  di  Weingarten,  che  assunto  a  sistema  di  coordinate  curvilinee  dello 
spazio  darà  al  quadrato  dell'elemento  lineare  la  forma: 

ds8=cos*y  du*-+*<m*(p  d«*+^^i  j  dw\ 

Ora,  osservando  che  9  soddisfa  alle  (2),  si  trova  effettivamente  che  le  tre 
coudizioni  d'integrabilità  delle  (c),(c'),  ossia  della  (d),  sono  soddisfatte  e  si 


—  245  — 

ha  quindi  il  risultato:  Applicando  a  ciascuna  superficie  pseudosferica  di 
un  sistema  di  Weingartèn  una  conveniente  trasformazione  di  Bticklund, 
si  ottiene  una  serie  oo'  di  nuove  superfìcie  pseudosferiche,  che  fanno  parte 
di  un  secondo  sistema  dì   Weingartèn. 

«  Cosi  da  ogni  sistema  noto  di  Weingartèn,  integrando  le  (e)  (e'),  si 
avrà  un  nuovo  sistema  della  medesima  specie  contenente  due  costanti  arbi- 
trarie (-7,0). 

«  Rispetto  a  ciascuna  delle  equazioni  (c)(c')  è  da  notarsi  che,  ponendo 
tangif=fi,  esse  riduconsi  ad  altrettante  equazioni  del  tipo  di  Riccati  e  si 
integrano  con  quadrature,  quando  ne  sia  noto  un  integrale  particolare  ('). 

3.  «  Quei  sistemi  tripli  speciali,  che  ho  indicato  al  n.  1  della  Nota 
precedente  col  nome  di  sistemi  di  Weingartèn  a  flessione  costante,  si  com- 
portano in  modo  particolare  rispetto  alla  trasformazione  di  Baeklund,  cioè: 
Ogni  sistema  di  Weingartèn  a  flessione  costante  si  cangia  per  una  trasfor- 
mazione di  Baeklund  in  un  nuovo  sistema  della  stessa  specie. 

«  In  altre  parole  il  loro  complesso  forma  un  gruppo,  che  si  cangia  in 
se  medesimo  per  trasformazioni  di  Baeklund.  Fra  questi  poi  i  sistemi  tripli 
ciclici  di  Rihaucour  formano  un  sottogruppo,  che  si  riproduce  per  le  dette 
trasformazioni. 

«  Esaminando  ora  il  modo,  come  le  curve  a  flessione  costante  del  sistema 
sì  trasformano  in  curve  della  medesima  specie,  si  ha  il  teorema: 

«  Se  C  è  una  curva  a  flessione  costante  —  1,  di  cui  S   sia    l'arco  e 

-   la  torsione,  e  per  ogni  pulito  P  di  C   si   conduce   nel   piano  normale 

un  segmento  costante  PP'=cos<7<^l,  inclinato  sulla  normale  principale- 
di  un  angolo  cp,  che  soddisfi  V equazione  differenziale 

d'f 1         H-C0Si7C0S'j9 

ds     ì1  seii7 

la  curva  C  luogo  degli  estremi  P'  ha  pure  la,  flessione  costante  — 1. 

«Nel  caso  limite  «7=0  si  deve  prendere  -p—0  e,  la  C  diventando  il 
luogo  dei  centri  di  curvatura  della  C,  si  ricade  in  un  teorema  ben  noto. 

4.  «  Un  sistema  di  Weingartèn  a  flessione  costante==  è    costituito    da 

6  R 

un  sistema  di  superfìcie  pseudosferiche  di  raggio  R  e  da  due  sistemi  di 
superficie,  che  hanno  le  linee  di  curvatura  di  un  sistema  a  flessione  costante 

=  =:.  Se  si  chiamano  cicliche  quelle  superficie,  che  hanno  per  linee  di  cur- 
ii 

vatura  di  un  sistema  circoli  di  raggio  eguale,  si  potrà  dare  il  uonie  di 
superficie  ipercicliche  di  raggio  lì  a  quelle  più  generali,  che  qui  si  pre- 
sentano   e    in    cui    la  flessione  delle  linee  di   curvatura   di    un    sistema    è 

costante  =    . 

i     Cf.  Baeklund,  1.  e. 
Rendiconti  —  Vul  I. 


—  246  — 

«  Ciò  posto  si  ha  il- teorema: 

«  Ogni  superficie  iperciclica  di  raggio  R  fa  parie  di  un   sistema  di 

Weingarten  a  flessione  costante  =. 

«  Applicando  il  risultato  in  fine  al  u.  3  della  Nota  precedente,  troviamo 
inoltre  il  teorema: 

«  Se  per  ciascuna  linea  di  curvatura  C  a  flessione  costante  di  una, 
superficie  iperciclica  si  costruisce  la  linea  C  luogo  dei  suoi  centri  di  cur- 
vatura, il  luogo  delle  C  è  una  nuova  superficie  iperciclica  8',  di  cui  le  C 
sono  linee  di  curvatura. 

«  Diremo  la  S'  la  coniugala  di  S.  Nel  caso  particolare  di  una  super- 
ficie ciclica  S,  la  sua  coniugata  si  riduce  ad  una  linea,  cioè  al  luogo  dei 
centri  dei  circoli  di  curvatura. 

5.  «  11  quadrato  dell'  elemento  lineare  di  ogni  superficie  iperciclica  S 
di  raggio==l,  riferita  alle  sue  linee  di  curvatura  u,v,  prende  la  forma: 

ds*  =  (  —  Ydtt*+cos*0d«», 

le  t'  =  cost.'°  essendo  le  linee  a  flessione  costante=l.  I  raggi  principali  di 
curvatura  ri,rs  della  S  sono  dati  dalle  forinole 

1  1  ,1    7>w 

— =^sen&),  —  —  sen&H — — *  — , 

r  rt  cos9  l>v 

dove  9,4>  soddisfano  le  due  equazioni  a  derivate  parziali  simultanee: 

(e)       — coswcosG—  =  0,  -L^_-fCoswcos  9=^=0. 

«  La  superficie  iperciclica  coniugata  S'  ha  per  quadrato  dell'elemento 
lineare 

ds"-=(]^-\  du^+cos^dv\ 

dove  anche  sulla  S'  le  M=costto,u  =  costte  sono  le  linee  di  curvatura, 

«  Se  applichiamo  i  risultati  ora  ottenuti  (n.  3)  alle  superficie  iperci- 
cliche  troviamo  il  teorema: 

«  Da  ogni  superficie  iperciclica  nota  S  si  può  dedurre  una  doppia 
infinità  di  nuove  superficie  ipercicliche,  integrando  l'equazione  a  differen- 
ziali totali  : 

1    ~ò9\  ) 

(f)  da> jl-|-cos<7Cos(?— wWw  — 

v//     *  '      sen<7  7)w(  ' 

senfflCOsS — sen?cos«jsen5  ,        «  .  7>&>)  , 

— t 1 |-cos&sen&)H- — )dv. 

C0S<7  1)V] 

«  Geometricamente  queste  superficie  ipercicliche  derivate  St  si  otten- 
gono dalla  S  conducendo  per  ogni  punto  P  di  S  un  segmento  PP,  — cose 
normale  alla  linea  u=costte  e  inclinato  dell'angolo  p  definito  dalla  (f)  sopra 
l'altra  linea  M  =  costte;  il  luogo  degli  estremi  Pi  è  la  superficie  iperciclica  Si 

derivata  ». 


-  247  — 

Chimica.  —  Sopra  un  solfoacido  del  pirrilmetilcketone.  Nota 
dei  dutt.  G.  Ciamicias  e  P.  Silbee,  presentata  dal  Socio  Tacchini  a  nome 

di']  Socio  Blaserna. 

«  In  una  Nota  presentata  a  questa  Accademia  il  -I  gennaio  1885,  noi 
abbiamo  descritto  un  raononitropirrilmetilchetone,  che  sì  ottiene  dal  pseu- 
doacetilpirrolo  per  azione  dell'acido  nitrico  fumanti'. 

«  Noi  avevamo  studiato  quasi  contemporaneamente  anche  l'azione  del- 
l'acido solforico  su  questa  sostanza,  però  senza  ottenere  dei  risultati  soddi- 
sfacenti. Il  pseudoacetilpirrolo  si  scioglie  a  freddo  nell'acido  solforico  e. in- 
centrato senza  subire  una  notevole  alterazione,  anche  se  si  lascia  la  soluzione 
abbandonata  a  se  stessa  per  lungo  tempo  ;  riscaldando  il  liquido  il  pseudoace- 
tilpirrolo si  decompone  completamente. 

«  Si  ottiene  invece  facilmente  un  solfoacido  del  pseudoacetilpirrolo,  trat- 
tando questo  a  freddo  con  acido  solforico  fumante.  La  reazione  si  compie 
immediatamente  con  lieve  sviluppo  di  calore  e  senza  notevole  decomposi- 
zione della  sostanza  impiegata.  •">  gr.  di  pseudoacetilpirrolo  vennero  introdotti 
a  poco  a  poco  in  un  palloncino  contenente  50  gr.  di  acido  solforico  fumante 
(ti  =  1,88)  immerso  nell'acqua  fredda.  Si  versa  subito  la  soluzione  colorata 
leggermente  in  giallo-bruno  nell'acqua  e  si  satura  con  carbonato  di  barite. 
Si  filtra  e  si  lava  ripetutamente  il  solfato  baritico  con  acqua  bollente.  La 
soluzione  viene  concentrata  e  trattata  con  la  quantità  necessaria  di  carbonato 
potassico  per  precipitare  tutto  il  bario  in  forma  di  carbonato  ed  ottenere 
il  sale  potassico  del  nuovo  acido.  Il  liquido  filtrato  dà  per  svaporamento 
a  b.  m.  un  residuo  cristallino  poco  colorato,  che  venne  fatto  cristallizzare, 
prima  dall'acqua,  nella  quale  è  molto  solubile,  e  poi  dall'alcool  diluito  bollen  e. 
Da  questo  solvente  lo  si  ottiene  per  raffreddamento  in  forma  di  bellissimi  aghi 
incolori,  che  all'analisi  diedero  numeri  corrispondenti  alla  forinola: 

CiH.(S03K)NH     » 

I 
«     CO  .  CH3 . 

«  L'acido  libero,  ottenuto  per  mezzo  del  sale  piombico,  è  probabilmente 
molto  instabile  e  si  decompone  già  per  svaporamento  della  sua  soluzione 
acquosa  a  b.  m.  ed  anche  nel  vuoto. 

«  La  presente  sostanza  ci  sembra  essere  importante  per  V  ulteriore 
sviluppo  della  serie  dei  composti  del  pirrolo.  Essa  e  finora  il  solo  sol- 
foacido di  questa  serie,  ma  la  sua  facile  formazione  e  la  sua  stabilità, 
in  forma  dei  sali,  fanno  sperare  che  si  potrà  ottenere  degli  altri  solfoacidi 
partendo  forse  dall'acetilpirrolo  o  dal  pirrolo  stesso.  Alcune  esperienze  che 
abbiamo  fatto  in  proposito  ci  hanno  mostrato  che  il  pirrolo  o  l'acetilpii'rolo 
non  vengono  completamente  resinificati  dall'acido  solforico  fumante,  i 
accade  con  gli  acidi  ordinari,  e  noi  ci  riserbiaino  di  pubblicare  estesamente 


—  248  — 

i  risultati  dei  nostri  studi  quando  questi  saranno  terminati.  Per  ora  vogliamo 
ancora  aggiungere  che  fondendo  il  pseudoacetilpirrolo  con  potassa,  si  ottiene 
un  acido  carbopirrolico,  per  cui  è  probabile  che  anche  il  solfonato  potas- 
sico del  pirrilmetilchetone  non  venga  distrutto  dall'azione  della  potassa 
fondente,  e  sia  perciò  in  grado  di  dare  quei  derivati  che  si  possono*  ordi- 
nariamente ottenere  dai  solfoacidi  delle  altre  serie. 

«  Tutto  questo  serve  a  mettere  maggiormente  in  rilievo  la  analogia 
che  ha  il  pirrolo  con  la  piridina  ed  il  benzolo,  analogia  che  fu  fatta  notare 
da  uno  di  noi  alcuni  anni  fa  (1881)  ('),  ed  ultimamente  anche  da  V.  Meyer 
in  occasione  delle  sue  belle  ed  importantissime  ricerche  sul  tiofene  ». 

Chimica.  SuWacetilpirrolo.  Nota  dei  dott.  G.  Ciamicun  e  P.  Silber, 
presentata  dal  Socio  Tacchini  a  nome  del  Socio  Blaserna. 

«  L'acetilpirrolo  si  forma  sempre  assieme  al  suo  isomero,  il  pirrilme- 
tilchetone, anche  se  per  prepararlo  si  fa  agire  il  cloruro  d'acetile  sul  com- 
posto potassico  del  pirrolo  (!);  però  mentre  è  molto  facile  di  ottenere  il 
secondo  allo  stato  di  perfetta  purezza  non  è  stato  finora  possibile  di  elimi- 
nare dall'acetilpirrolo  le  ultime  tracce  dell'altro  composto  che  lo  accompagna. 
Abbeuchè  la  differenza  tra  i  punti  di  ebollizione  di  queste  due  sostanze  sia 
di  circa  40°  non  si  riesce  a  separarle  completamente  mediante  la  distilla- 
zione frazionata. 

«  Noi  abbiamo  raggiunto  lo  scopo  mediante  una  serie  di  distillazioni 
con  vapor  acqueo,  perchè  l'acetilpirrolo  oltre  ad  essere  più  volatile  del  pir- 
rilmetilchetone è  quasi  insolubile  nell'acqua  bollente,  mentre  quest'ultimo 
vi  si  scioglie  molto  facilmente. 

«  L'acetilpirrolo  greggio  che  si  ottiene  nella  preparazione  del  pirril- 
metilchetone per  mezzo  dell'anidride  acetica,  venne  distillato  molte  volte 
di  seguito  con  vapor  acqueo,  sottoponendo  sempre  il  liquido  distillato,  senza 
separare  l'olio  dall'acqua,  nuovamente  alla  distillazione  con  vapor  acqueo. 
Quando  il  liquido  che  resta  indietro  nella  distillazione  non  contiene  più 
tracce  di  pseudoacetilpirrolo,  l'operazione  è  terminata.  L'acetilpirrolo  così 
ottenuto  viene  separato  dall'acqua,  seccato  con  cloruro  di  calcio  e  distillato. 
Passa  fra  175°  e  190°,  ma  quasi  tutto  il  liquido  bolle  fra  178°-182°.  Il 
suo  punto  d'ebollizione  è  181°-182°,  con  tutta  la  colonna  del  termometro 
immersa  nel  vapore.  5  gr.  di  questo  prodotto  decomposti  con  la  potassa  non 
diedero  neppur  tracce  di  pirrilmetilchetone. 

(')  Vedi  G.  Ciamician  e  M.  Dennstodt,  Sull'azione  del  cloroformio  sul  composto  potassico 
del  pirrolo. 

(:)  Vedi  G.  Ciamician  e  M.  Dennstedt,  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo. 
Parte  VI.  L'acetilpirrolo  ed  il  pseudoacetilpirrolo,  1S83. 


-  249 


«Sul  composto  così  ottenuto  abbiam  fatto  agire  l'anidridi1  acetica  a 
temperatura  elevata  in  tubi  chiusi,  perdio  ci  è  sembrato  interessanti'  di  com- 
pletare lo  studio  dell'azione  dell'anidride  acetica  sul  pirrolo.  \<)  noto  che  il 
pirrilmetilehetone  si  trasforma  nelle  condizioni  anzidette  in  pirrilendimetil- 
chetone  (');  dall'acetilpirrolo  si  sarebbe  potuto  ottenere  un  acetilpirrilme- 
tilchetone. 

C4H3NH  COCH3 


CìH,NH 

COCH;ì  | 

COCH3 
CiH4NCOCH3. C4H2NCOCH, 

I 

COCH3 

«  Le  nostre  esperienze  dimostrano  invece  che  l'acetilpirrolo  si  trasforma 
per  l'azione  dell'anidride  acetica  in  pirrilendimetildichetone. 

«  Si  riscaldano  3  gr.  di  acetilpirrolo  con  15  gr.  d'anidride  acetica  in 
un  tulio  a  290"-300"  per  alcune  ore.  ^Riscaldando  soltanto  sino  a  250°  la 
maggior  parte  della  sostanza  rimane  inalterata.  Nell'aprire  i  tulli  si  svolge 
una  sensibile  quantità  di  anidride  carbonica  ;  il  contenuto  dei  medesimi  che 
è  formato  da  una  massa  nera  ed  in  parte  carbonizzata,  viene  bollito  con 
acqua.  Si  satura  la  soluzione  ottenuta  con  carbonato  sodico,  si  filtra  e  si 
estrae  con  etere.  Il  residuo  dello  estratto  etereo  è  formato  da  piccole  pa- 
gliette gialle,  che  vennero  fatte  cristallizzare  alcune  volte  dall'acqua  bol- 
lente, scolorando  la  soluzione  con  carbone  animale.  Si  ottengono  degli  aghi 
incolori  appiattiti  che  fondono  a  161M620. 

«  La*  sostanza  così  ottenuta  ha  tutte  le  proprietà  del  dipseudoacetil- 
pirrolo  0  pirrilendimetildichetone.  Trattando  la  sua  soluzione  acquosa  con  una 
soluzione  di  nitrato  d'argento  e  con  alcune  gocce  d'ammoniaca  si  ottiene 
il  composto  argentico  'C4H»NAg  (COCH^)*]  che  diede  all'analisi  i  seguenti 
risultati: 

I  0,2150  gr.  di  materia  dettero  0,0892  gr.  d'argento. 

II  0,2586  gr.  di  materia  dettero  0,1078  gr.  d'argento. 

«  In  100  parti: 

Trovato  Calcolato  per  C8H8NO,Ag 

I                 II 
Ag  41,49      41,09 41,86 

«  La  formazione  del  pirrilendimetildichetone  dell'acetilpirrolo  si  può  spie- 
gare in  due  modi;  si  può  ammettere  clic  avvenga  prima  una  trasposizione 
dell'acetile,  e  che  il  pirrilmetilchetone  si  trasformi  poi  in  pirrilendimetil- 

(')  Vedi  Ciamician  e  Dennstedt.  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo  l'art-'  Vili. 
Sull'azione  di  alcune  anidridi  organiche  del  pirrolo. 


—  250  — 

dichetone,  oppure  che  il  gruppo  acetilico  dell'acetilpirrolo  venga  distrutto,  e 
che  si  formi  direttamente  il  dipseudoacetilpirrolo. 

«  In  ogni  modo  colla  presente  esperienza  resta  dimostrato  che  quando 
l'acetile  sostituisce  nel  pirrolo  l'idrogeno  inimico  può  essere  facilmente  eli- 
minato per  azione  dell'anidride  acetica  a  temperatura  elevata. 

«  Per  decidere  se  la  temperatura  soltanto  basti  a  spostare  o  eliminare 
l'acetile  nell'acetilpirrolo  è  necessario  di  fare  delle  altre  esperienze  che  spe- 
riamo di  pubblicare  fra  breve,  e  che  avranno  per  «oggetto  anche  l'azione 
di  altre  anidridi  organiche  sull'acetilpirrolo  ». 


PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Segretario  Carutti  ricorda  come  il  14  marzo  sia  stato  l' anni- 
versario della  morte  del  Presidente  Quintino  Sella,  e  comunica  alla  Classe 
che  il  Presidente  si  è  fatto  debito  di  mandare  alla  signora  Sella  un  tele- 
gramma, pregandola  di  accogliere  benevolmente  i  sentimenti  di  condoglianza 
dell'Accademia. 

Lo  stesso  Segretario  legge  poscia  il  seguente  Cenno  necrologico  del 
defunto  Socio  corrispondente  Emilio  Morpurgo. 

«  La  nostra  classe  lamenta  la  perdita  di  Emilio  Morpurgo  ,  ingegno 
sodo  ed  elegante,  i  cui  scritti  ebbero  sempre  per  fine  il  bene.  Nato  in 
Padova  il  23  ottobre  1836,  morì  nella  sua  città,  il  15  dello,  scorso  marzo, 
non  compiuti  i  quarantanove  anni.  Fu  in  più  legislature  Deputato  al  Parla- 
mento, e  Segretario  generale  del  Ministero  di  agricoltura,  industria  e  com- 
mercio dal  settembre  1873  al  marzo  1876  ;  quindi  Professore  di  statistica 
in  Padova  e  Kettore  della  Università  pel  triennio  1880-81-82.  Appartenne 
come  Socio  effettivo  al  r.  Istituto  Veneto,  e  il  6  maggio  1876  la  nostra 
Accademia  lo  nominò  Socio  corrispondente  nazionale  per  le  scienze  sociali. 
Ebbe  le  insegue  di  grande  uffiziale  della  Corona  d'Italia  e  di  commendatore 
de'  ss.  Maurizio  e  Lazzaro.  Quanti  il  conobbero,  non  poterono  non  amarlo, 
tanta  era  la  bontà  dell'animo  suo  e  la  gentilezza  dei  modi  ;  coloro  che  ne 
lessero  o  leggeranno  gli  scritti,  terranno  in  alto  pregio  la  sua  mente.  Lo 
scomparire  di  uomini  a  lui  pari  toma  doloroso  sempre  ,  ma  più  ancora 
quando  la  morte  miete  vite  ancora  floride,  e  tronca  il  eorso  di  lodevoli 
opere.  L'  usato  ufficio  mio  si  restringe  a  queste  parole,  alle  quali  pongo  fine 
col  presentare  l'elenco  dei  principali  scritti  del  compianto  collega  ». 

Opere  di  Emilio  Morpurgo 

1.  Saggi  statistici  ed  economici  sul  Veneto  (Soc.  cVincoragg.  Padova)  (18G7). 

2.  La  statistica  e  le  scienze  sociali  (Succ.  Le  Mounier)  (1872). 


—  251  — 

3.  L'istruzione  kenied  in  Italia  (Barbèra)  (1875). 

4.  La  finanza  (Le  Mounier)  (1876). 

5.  Marco  Foscarini  e  la  repubblica  di  Venezia  ìlei  secolo  XVI 11  (Le  Mounier)  (1880), 
(>.  La  Democrazia  e  la  Scuola  (Bocca)  (1885  . 

7.  Lo  stalo  dei  contadini  nel  Vendo,  prima  parte  della  relazione  sull'inchiesta  agraria. 

8.  L'assunto  civile  della  statistica  ecc.  prolusione  al  corso  di  statistica  nell'università 
di  Padova  (1877). 

9.  Le  inchieste  della  repubblica  di  Venezia  (1878). 

10.  La  scienza  demografica  ed  il  congresso  internazionale  di  Parigi. 

11.  Roma  e  la  Sapienza,  monografia  dell'Università  Romana. 
li.  Degli  istituti  superiori  di  scienze  applicale. 

13j  Dell'odierno  indirizzo  legislativo  rispetto  ad  alcune  forme  di  previdenza  popolare. 
11.  Delle  leggi  attualmente  in  vigore  in  Europa  circa  al  mutuo  soccorso. 

15.  Ricerclie  sulle  rappresentanze  delle  popolazioni  Venete  e   di    Terraferma  press"   il 
governo  della  Dominante. 

16.  Nuovi  documenti  di  demografia  Veneta. 

17.  Appunti  critici  sulla  riforma  civile  di  Pietro  Ellero. 

18.  Nuovi  dati  di  fìsica  sociale  nella  vita  italiana  contemporanea. 
IP.  Studi  e  proposte  recenti  sull'ordinamento  del  credilo  agrario. 

20.  Il  dazio  del  macinato. 

21.  Della  legislazione  rurale. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  opere  giunte  in  dono ,  segnalando 
fra  esse  quelle  dei  seguenti  Soci  : 

F.  Gregorovius.  Die  Miinzen  Alberichs  des  Fiirsten  und  Senators  der 
Ròmer  (A.  932-954). 

E.  de  L.vvelete.  Lettres  inédiùes  de  Stuart  Mill. 

Presenta  ancora  il  T.  XXXVI,  Serie  2%  delle  Memorie  della  R.  Ac- 
cademia delle  scienze  di  Torino,  il  Voi.  II,  fase.  II,  del  Vocabolario  degli 
Accademici  della  Crusca ,  ed  un  volume  pubblicato  dalla  Università  di 
Edimburgo,  a  ricordo  della  recente  celebrazione  del  3°  centenario  della  sua 
fondazione. 

Il  Segretario  Ferri  presenta  una  pubblicazione  del  Socio  Le  Bi.am. 
intitolata:  De  quelques  types  des  temps  pa'inis,  reproduits  par  les  premiers 
fidèles,  e  un  lavoro  del  sig.  F.  von  Bezold  dal  titolo  :  Rudolf  Agricola  ; 
ehi  deutscher   Vertretcr  der  italienischen  Renaissance. 

Presenta  poi  a  nome  dell'autore  sig.  Pasquale  D'Ercole  professori 
di  Filosofia  teoretica  nella  Università  di  Turino  il  primo  volume  di  un'opera 
intitolata:  II  Teismo  filosofico  cristiano  teoricamente  e  storicamente  consi- 
derato con  ispcciale  riguardo  a  S.  Tommaso  e  al  Teismo  italiano  del 
secolo  XIX  e  accompagna  la  presentazione  col  seguente  cenno  : 


—  252  — 

«  L'autore  ci  avverte  che  sono  state  prese  iu  esame  separatamente  varie 
parti  del  Teismo,  ma  che  non  si  ha  ancora  un  lavoro  critico  sul  tutt'insieme. 
Questa  lacuna  egli  si  propone  di  riempirla  con  l'opera  di  cui  cifre  in  dono 
la  prima  parte,  la  quale,  esposti,  in  una  prima  sezione,  i  principi  fonda- 
mentali del  Teismo  e  la  loro  applicazione  alla  costruzione,  di  questo  sistema 
presso  i  padri  e  i  dottori,  li  sottopone,  nella  seconda  sezione,  alla  discussione. 
«  L'autore  comincia  dalla  distinzione  fra  Deismo  e  Teismo  attribuendo 
al  primo  di  questi  vocaboli  il  significato  di  una  dottrina  razionale  che  dimo- 
stra L'esistenza  di  un  primo  principio  senza  indagarne  e  determinarne  la 
natura  e  le  relazioni,  e  intendendo  per  l'altro  un  sistema  determinato  sulla 
esistenza  di -Dio,  i  suoi  attributi  e  le  sue  attinenze  coll'universo. 

«  Peraltro  il  prof.  D'Ercole  facendo  del  Teismo  l'oggetto  del  suo  stu- 
dio non  si  propone  di  abbracciarne  tutte  le  forme,  ma  soltanto  quella  che 
ha  assunta  nei  tempi  cristiani,  e,  considerandolo  nel  cristianesimo,  egli  vuole 
lasciare  in  disparte  la  forma  propriamente  religiosa  e  attenersi  a  quella  che 
ha  un  carattere  propriamente   filosofico;  cosicché  il  Teismo    filosofico  cri- 
stiano è  la  materia  del  suo  libro.  Ma  ammettendosi  generalmente  in  que- 
sta dottrina  la  verità  della  rivelazione  ed  essendo  la  patristica  e  la  scolastica 
connesse  con  la  Teologia  propriamente  detta,  ne  segue  che  una  parte  delle 
questioni  che  vi  sono  trattate  siano  anche  d'ordine  teologico,  come  per  es. 
quelle  della  Incarnazione,  della  Trinità  e  della  Kisurrezione  dei  corpi.  Inoltre  il 
sistema,  nel  quale  si  ammette  l'esistenza  di  Dio  come  distinto  dal  mondo, 
essendo  generalmente  connesso  col  concetto   dell'essere   spirituale  e  colla 
distinzione  dell'anima  dal  corpo,  ne  segue  pure  che  il  Teismo  filosofico  ab- 
bracci nello  studio  dell'autore  i  problemi  inerenti  allo  spiritualismo  e  l'esame 
critico  delle  rispettive  soluzioni  ;  di  guisa  che  non  sono  soltanto  le  questioni 
metafisiche  relative  alla  creazione,  alla  sua  necessità  o  contingenza,  alla  eternità 
o  al  comiuciamento  del  mondo,  alla  intelligenza  e  libertà  divina  che  sono  succes- 
sivamente poste  e  discusse  dall'autore,  ma  auche  quelle  della  esistenza  e  sostan- 
zialità dell'anima,  delle  sue  relazioni  col  corpo,  della  immaterialità  e  ma- 
terialità sua  secondo  le  opposte  soluzioni  del  materialismo  e  dello  spiritua- 
lismo. In  una  parola,  l'autore  sotto  il  titolo  di  Teismo  filosofico  cristiano, 
e  al  modo  che  intende  il  suo  soggetto,  percorre  e  definisce   molto  risolu- 
tamente anche  le  questioni  più  importanti  della  Psicologia,  non  escluse  quelle 
che  riguardano  la  natura  e  il  valore  della  Conoscenza  e  della  Logica,  fon- 
damenti di  tutte  le  altre. 

«  Il  punto  di  vista  che  fornisce  all'autore  i  criteri  dei  suoi  giudizi  e 
dal  quale  è  diretto  nella  sua  discussione  è  quello  del  sistema  hegeliano,  il 
quale  come  è  noto,  è  il  sistema  dell'identità  dialettica  o  dell' identità  dei 
contrari  nella  unità  evolutiva  dell'essere.  Questo  sistema  nega  la  trascen- 
denza divina  e  ammette  la  immanenza  di  Dio  nel  mondo.  Attorno  a  questo 
punto  capitale  si  aggruppano  le  negazioni  delle  tesi  teistiche  che  il  sistema 


—  253  — 

hegeliano  deriva  dal  suo  concetto  dei  primi  principi  dell'esser lei  co- 
noscere. Un'altra  parte  della  critica  applicata  dall'autore  consiste  nel  ricer- 
care le  contraddizioni  e  le  insufficienze  nelle  quali  cadono,  per  sin»  avviso, 
i  ragionamenti  delle  varie  dottrine  teistiche  movendo  dai  loro  stessi  principi. 

«Con  questo  semplice  cenno  adempio  l'incarico  di  fare  omaggio  di 
questo  libro  alla  Classe  non  senza  avvertire  che  non  intendo  esprimere  su 
di  esso  un  giudizio.  Le  questioni  che  tratta  sono  troppo  gravi,  numerose  e 
diffìcili  per  poterlo  fare  senza  un  esame  molto  ponderato  e  sufficientemente 
esteso,  e  forse  sarebbe  anche  inopportuno  prima  della  pubblicazione  del 
secondo  volume  che  ne  deve  essere  il  compimento  ». 

«  A  questo  omaggio  il  chiaro  professore  aggiunge  quello  del  suo  libro 
intitolato:  La  pena  di  morte  e  la  sua  abolizione  dichiarata  teoricamente 
r  storicamente  secondo  la  filosofia  hegeliana,  nel  quale,  non  ostante  ciò 
che  ha  di  speciale  e  circoscritto  il  soggetto  trattato,  i  principi  della  dot- 
trina speculativa  professata  dall'autore  sono  esposti  in  sintesi  compendiosa  e 
perspicua,  segnatamente  riguardo  al  concetto  hegeliano  dello  spirito.  Con- 
trariamente al  parere  di  altri  seguaci  dell' hegelianismo,  il  prof.  D'Ercole" 
è  abolizionista  e  sostiene  che  la  sua  opinione  è  conciliabile  coi  principi 
«li  questo  sistema  ». 

Lo  stesso  Segretario  segnala  poi  fra  i  doni  ricevuti  dall'Accademia 
un  libro  intitolato:  Considerazioni  sul  sistema  generate  dello  Spirito  e 
circa  il  sistema  della  Natura  entro  i  limiti  della  riflessione.  È  un'opera 
postuma  del  sig.  Pietro  Ceretti  stampata  con  lusso,  nella  quale,  .in  forma 
chiara  e  con  impronta  letteraria,  sono  espressi,  dal  punto  di  vista  hegeliano, 
i  pensieri  dell'autore  intorno  alle  principali  materie  della  filosofia. 

Il  Socio  Mariotti  fa  omaggio  all'Accademia  in  nome  dell'  on.  conte 
Marco  Miniscalchi  Erizzo  ,  dell'opera:  Evangelarium  Hìerosolymitanum 
pubblicata  dal  fu  conte  Francesco  Miniscalchi  Erizzo,  padre  del  donatore. 

Il  Socio  Monaci,  presenta  a  nome  dell'  autore  sig.  J.  Kalindéro, 
1'  opera  :  Droit  prétorien  et  réponses  des  prudents. 


CORRISPONDENZA 

Il   Segretario    Carutti    comunica  il  carteggio  relativo  al  cambio  degli 
Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute. 
La  r.  Accademia  Petrarca  di  Arezzo;  l'Accademia    Leopoldina   Caro- 
lina di  Halle  ;  il  r.  Istituto  Lombardo   di  scienze    e    lettere  e   la   Società 


—  254  — 

storica  lombarda,  di  Milano  ;  la  Società  filosofica  e  la  Società  degli  anti- 
quari, di  Filadelfia  ;  la  Società  fisica  di  Berlino  ;  la  Società  di  scienze  na- 
turali di  Ekatherineburg  ;  la  Società  delle  scienze  di  Harleni  ;  il  Museo 
di  zoologia  comparata  di  Cambridge  Mass.  ;  1'  Istituto  Egiziano  del  Cairo  ; 
la  r.  Biblioteca  di  Parma  :  la  r.  Biblioteca  nazionale  di  Brera  ,  Milano  ; 
i  Comitati  geologici  di  Washington  e  di  Pietroburgo  ;  il  r.  Istituto  geolo- 
gico di  Budapest;  l'Istituto  geodetico  di  Berlino;  la  r.  Soprintendenza 
degli  Archivi  Toscani  ;  la  r.  Deputazione  di  Storia  patria,  di  Bologna  ;  la 
r.  Scuola  d'applicazione  per  gì'  ingegneri,  di  Torino. 

Annunciano  1'  invio  delle  loro  pubblicazioni. 


Le  Università  di  Edimburgo  e  di  Tubinga. 


D.  C. 


255  — 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     II.     ACCADEMIA    DEI    LINCEI 


Classe  di  scienze  fisiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta  del  12  aprile  1885. 
Presidenza  del  Socio  anziano  presente,  C.  Maggioraci. 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Morfologia.  —  Morfologia  delle  terminazioni  nervose  motrici  peri- 
feriche dei  vertebrati.  Comunicazione  preliminare  del  Socio  S.Trixciiese. 
Questa  Nota  sarà  pubblicata  in  uno  dei  prossimi  Eendiconti. 

Idrometria.  Effemeridi  e  statistica  del  fumé  Tevere  prima  e 
dopo  la  confluenza  dell'Amene,  e  dello  stesso  fiume  Aniene  durante 
l'anno  1884.  Memoria  del  prof.  A.  Betocchi. 

Questa  Memoria  verrà  pubblicata  nei  Volumi  accademici. 

Storia.  —  Il  Socio  Govi  comunica  all'Accademia  un  documento  inedito. 
che  vale  a  illustrare  una  lettera  di  Galileo  relativa  alla  espulsione  dei  Ge- 
suiti da  Venezia  il  10  di  maggio  del  160G,  aggiungendo  alcuni  schiarimenti 
relativi  ai  fatti  esposti  nel  documento  stesso.  Si  tratta  della  Ht'lazione  che 
il  padre  Castorio,  Preposito  della  Casa  dei  Gesuiti  in  Venezia,  mandò  al 
Generale  della  Compagnia  il  13  maggio,  appena  giunto  in  Ferrara;  rela- 
zione molto  particolareggiata,  e  che  può  servire  a  compiere  quanto  ne  rac- 
contano gli  storici. 

Questo  documento  e  le  illustrazioni  saranno  pubblicati  nei  Volumi  delle 
Memorie  accademiche. 

ÌÌEXDICOXTI   —   VOL.   I.  ;;:' 


—  256  — 

Bibliografia.  —  Il  Socio  Govi  accompagna  colla  seguente  relazione  il 
dono  di  un'opera  dei  signori  H.  Cros  e  Charles  Henry: 

«  Presento  all'Accademia,  da  parte  dei  signori  Henri  Cros  e  Charles  Henry 
(il  quale  ultimo  l'Accademia  già  conosce  per  molte  e  importanti  ricerche  rela- 
tive alle  matematiche,  alla  storia  delle  scienze,  e  per  altri  lavori  letterarii) 
un  volume  da  essi  pubblicato  recentemente  e  intitolato:  V Encaustique  et 
les  autres  procédés  de  punture  che*  Ics  Anciens;  Histoire  et  Technique  (Pa- 
ris 1884  in  8°). 

«.<  In  questo  libro  i  signori  Cros  e  Henry  si  sono  studiati  di  raccogliere 
tutti  quei  passi  degli  autori  greci  e  latini  ohe  ci  sono  rimasti,  e  che  trat- 
tano dell'Encausto,  e  forse,  per  tale  rispetto,  esso  è  l'opera  più  compiuta 
finora  data  alle  stampe.  La  loro  erudizione  però  non  è  pedantesca  e  indi- 
gesta come  quella  di  molti  fra  gli  scrittori  che  li  precedettero,  poiché  anzi 
il  loro  libro  procede  piacevole  e  spigliato  tanto,  che  si  fa  leggere  d'un  fiato, 
senza  alcuna  fatica. 

«  Essi  incominciano  dal  trattare  dell'  Encausto  pei  quadri,  e  stimano 
d' averne  indovinato  e  imitato  l'artifizio  così  descrivendolo  (pag.  33)  : 

«  Une  fois  formés  en  bàtons  de  cires-résines  colorées,  fondues  au  feu 
«  dans  des  godets  séparés,  ou  mieux  sur  une  palette  métallique  à  godets, 
«  les  tous  sont  appliqués  sur  le  pauneau  au  moyen  d'un  pinceau.  Jusque-là 
«  le  travail  est  rude  et  sans  liaison.  C'est  alors  que  les  fers  chauffés,  rougis 
«  parfois,  viennent  lier  les  tons  entre  eux.  Sur  la  palette  refroidie  ou  sur 
«  une  autre  composée  à  cet  effet  de  cires-couleurs,  des  fers  toujours  chauffés 
«  peuvent  prendre  les  tons  intermédiaires  pour  opérer  cette  liaison  de  la 
«  forme  et  chi  modelé  ». 

«  Passano  quindi  a  quelle  che  essi  chiamano  :  Las  dérivations  de  VEn- 
caustique  e  che  comprendono  la  soluzione  a  freddo  della  cera  nei  liscivii 
caustici,  negli  olii  grassi  e  negli  olii  essenziali  (ammettendo  che  gli  antichi 
li  conoscessero)  e  l' uso  delle  vernici,  derivandone  tre  nuovi  modi  di  pittura 
che  cosi  descrivono  (pag.  40-41)  : 

1.  «  Peinture  à  chaud  avec  des  bàtons  de  ciré  et  de  resine  colorées, 
,<  amollis  par  l'addition  d'une  huile  comme  dans  la  préparation  du  tombeau 
«  de  la  peintresse  de  Saint-Médard,  transportés  de  la  palette  chaude  par 
«  le  pinceau  sur  le  pauneau,  puis  fondus  et  modelés  au  cestrum.  L'addition 
«  d'huile  en  facilitant  le  travail  permet  de  le  rendre  plus  fini,  et  nous  ne 
«  serions  pas  éloignés  de  voir  (dicono  i  signori  Cros  et  Henry)  dans  cette 
«  manière  la  technique  de  la  peinture  de  Cortoue. 

2.  «  Peinture  à  froid  avec  des  bàtons  de  ciré  et  de  rèsine  colorées, 
«  amollis  par  l'addition  d'une  huile,  transportés  directement  sur  le  pauneau 
«  comme  les  crayons  de  pastel,  puis  travaillés  au  cestrum,  comme  la  ciré 
«  à  modeler  est  travaillée  à  l'ébauchoir. 

3.  «  Peinture  à  froid  et  au  pinceau  avec  des  bàtons  de  ciré  et  de 


«  resine  colorées  dissous  dans  une  lmile  essentielle  et  volatile:  la  peinture  a 
«  rimilo  n'est  qu'un  eas  particulier  de  cette  manière  ». 

«  Sotto  il  titolo  di:  Encaustiques  secondaires ,  essi  trattano  quindi 
dell'Encausto  sali'  avorio,  di  quello  col  quale  si  colorivano  grossolanamente 
le  navi,  dell'Encausto  murale  e  di  quello  applicato  sulle  statue. 

«  VHisloiredela  Peinture  à  V  Encauslique  occupa  varie  pagine  dell'opera; 
ma  più  ne  riempie  il  capitolo  intitolato  :  Les  RestUutions  antériewes.  Esso 
contiene  una  rapida  e  accurata  rivista  dei  tentativi  fatti  in  diversi  tempi 
per  ricostituire  l'Encausto,  principiando  dalle  congetture  di  Louis  de  Mont- 
josieu  nel  1585,  sino  alle  idee  esposte  dal  Donnei- nella  introduzione  all' opera 
del  nostro  collega  Helbig  sui  Dipinti  murali  delle  città  Campane  sepolte  (18G8). 
Gli  studi  del  conte  di  Caylus,  quelli  dell'  abate  Requeno  (spagnuolo  diventato 
italiano),  quelli  del  Fabroni,  del  Paillot  de  Montabert  ecc.  vi  sono  indicati 
e  brevemente  discussi. 

«  Nel  capitolo  successivo  :  Notre  praliquc  personnelle  de  V Encauslique 
proprement  dite,  gli  autori  espongono  i  processi  adoperati  nei  loro  tentativi 
di  riproduzione  dell'antico  Encausto.  Però  essi  non  vi  parlano  d'altro  me- 
todo, se  non  del  loro  prediletto,  cioè  della  pittura  con  cere  colorate  e  fuse, 
stese  col  pennello  e  con  ferri  riscaldati  su  tavolette  d'abete  o  d'altro  legno 
appropriato,  su  tele  mesticate,  su  pietre,  su  cartone,  lasciando  da  parte  gli 
altri  procedimenti  da  essi  giudicati  secondari.  Chiude  il  capitolo  una  enumera- 
zione dei  vantaggi  del  dipingere  a  cera  piuttostochè  ad  olio,  o  altrimenti, 
ricordando  un  motto  di  Eméric  David  il  quale  diceva  :  «  Comment  dire 
«  sans  regrets  que  si  Michel-Ange  et  Raphael  eusseut  exécuté  les  peintures 
«  du  Vatican  a  l'Eucaustique,  ces  chefs-d'oeuvre  conserveraient  eucore  tonte 
«  leur  fraicheur  !  ». 

«  La  Eresque  et  la  Déùrempe  è  un  capitolo  nel  quale  gli  autori  espon- 
gono sommariamente  i  processi  della  pittura  da  noi  chiamata  a  buon  fresco, 
e  che  è  slata  a  parer  loro  molto  adoperata  dagli  antichi.  Accogliendo  e  con- 
fermando i  giudizi  del  Donner  essi  reputano  dipinte  a  fresco  la  maggior 
parte  delle  pareti  Pompeiane,  Ercolanensi,  Romane  ecc.  Credono  però  che 
il  dipingere  sui  muri  in  questo  modo  fosse  soltanto  usato  per  le  pitture 
decorative,  da  farsi  alla  brava  senza  spolveri  e  senza  cartoni.  Quanto  alla 
tempera,  la  ritengono  molto  in  uso  fra  gli  Egizii  e  ne  citano  parecchi 
esempi.  Gli  antichi  v'impiegavano  la  gomma,  la  colla,  l'ovo,  il  latte,  e  sten- 
devano i  colori  per  mezzo  di  pennelli  fatti  colla  coda  di  bue,  colle  setole 
del  porco,  con  certe  spugne.  . .  .  ma  i  signori  Cros  e  Henry  non  credono  a 
tempera  le  antiche  pitture  murali  che  noi  conosciamo. 

«  Un  curioso  capitolo  è  quello  che  s'intitola:  Applications,  e  nel  quale 
i  signori  Henry  e  Cros  si  studiano  di  spiegare  alcuni  testi  di  Plinio,  di 
Niceta  invocato  da  Seneca,  di  Plutarco  e  di  Ateneo,  e  diverse  antiche 
rappresentazioni    di    scene   pittoriche,    ricorrendo   al    metodo   di    pittura   " 


—  258  — 
plasticalura  a  cera  cori  ferri  caldi,  da  essi  ritenuto  il  vero  e  principalissimo 
metodo  degli  antichi. 

«  Nel  capitolo  finale,  intitolato  :  Les  couleurs,  gli  autori  parlano  dei  co- 
lori come  sensazioni  e  come  sostanze  coloranti.  Essi  respingono  la  teorica  della 
evoluzione,  per  la  quale,  secondo  alcuni  scrittori  modernissimi,  il  senso  del 
colorito  si  sarebbe  andato  sviluppando  a  poco  a  poco    così   che  gli  antichi 
avrebbero  confuso  tra  loro  quei  colori  che,  alcuni  secoli  dopo,  si  sapevano 
distinguere;  e,  ammettendo  pei  tempi  storici  la  perfetta  sensazione  -croma- 
tica, essi  enumerano  le  sostanze  adoperate  dagli  antichi  pittori,  seguendo  la 
scorta  del  Merimée,  del  Girardin,  del  Kosellini,  dell'  Haaxmann,  del  Davy, 
del  Geiger  e   di  alcuni    altri    chimici   od  archeologi.   Questo  capitolo  col 
quale  si  chiude  il  libro  riassume  quanto  di  meglio  si  conosce  intorno  a  tale 
argomento  e  termina  dicendo  che  la  natura  o  la  composizione  di  tutti  i  co- 
lori antichi    ci  sono  perfettamente  note,  all'infuori  di  quella  della  loro  Lacca 
rosea,  della  quale  non  si  sa  qual  fosse  il  principio   colorante,  e  di  quella 
del  color   Violetto  della  Porpora  che  essi  ritengono  non  ancora  analizzato. 

«  Il  libro  elegantemente  stampato  è  sparso  di  figure  che  valgono  ad 
illustrare  il  testo,  sia  ritraendo  certi  dipinti  antichi,  sia  figurando  gli 
utensili  che  si  riferiscono  secondo  gli  autori  all'  esercizio  della  pittura 
all'  Encausto. 

«  L'opera  dei  signori  Cros  e  Henry,  attesta  il  grande  studio  e  l'amore 
da  essi  posto  nella  ricerca  di  tutti  quei  documenti  che  potevano  condurli 
alla  restituzione  dell'antichissima  pittura  all'Encausto;  ma  che  il  loro  metodo 
sia  proprio  quello  dei  pittori  greci  e  romani,  a  me  non  sembra  ancora  piena- 
mente dimostrato,  e  ne  dirò  le  ragioni  in  una  delle  prossime  tornate  ». 

Astronomia.   —   SuW  ultimo    minimo   e  sulV  ultimo    massimo 
delle    macchie    solari  e  sugli    attuali  grandi   gruppi  di  macchie. 
Nota  del  Socio  corr.  P.  Tacchini. 

1.  «  Dalla  curva  descritta  coi  valori  mensili  della  frequenza  delle  mac- 
chie e  fori,  compensati  nel  modo  indicato  nelle  precedenti  Note,  a  partire 
dal  1877  a  tutto  il  1884,  risulta  che  il  minimo  del  fenomeno  ebbe  luogo 
nel  marzo  del  1879,  nel  qual  mese  il  numero  delle  macchie  e  fori  si  riduce 
a  zero.  Da  quell'epoca  la  curva  risale  continuamente  fino  al  settembre  del  1880 
e  così  si  ha  un  primo  massimo  rappresentato  da  25,5.  Scende  poi  rapida- 
mente la  curva  fino  al  dicembre  dello  stesso  anno.  Dal  marzo  al  luglio  del  1881 
ha  luogo  un  periodo  di  speciale  frequenza,  ma  inferiore  a  quella  corrispon- 
dente al  massimo  dell'anno  precedente,  oscillando  i  valori  mensili  in  detto 
periodo  da  20,3  a  21,9.  Diminuisce  di  nuovo  la  frequenza  delle  macchie  fino 
al  dicembre  1881.  Nel  1882  si  hanno  due  massimi  ben  marcati,  nel  marzo 
di  29,0  e  nell'ottobre  di  27,7.  Poi  cala  la  frequenza  fino  al  gennaio  del  1883 


—  259  — 

e  si  mantiene  bassa  la  curva  fino  a  tutto  agosto  di  detto  anno:  poi  sale  e 
nel  novembre  arriva  la  frequenza  a  31,4  massimo  assoluto  della  serie  degli 
otto  anni.  Però  le  variazioni  dal  novembre  188:'.  al  marzo  188-1  sono  così 
piccole,  che  non  si  può  a  meno  di  prendere  in  considerazione  quell'intiero 
periodo  di  grande  attività  per  fissare  l'epoca  media  dell'attività  massima 
rispetto  alle  macchie  alla  metà  del  gennaio  1884.  Dal  marzo  1881  la  curva 
scende  fino  alla  fine  dell'anno  con  leggiere  fluttuazioni  nei  mesi  di  aprile  e 
settembre.  Riepilogando  dunque  si  hanno  da  questa  curva  tracciata  coi  valori 
di  M  +  F  i  seguenti  dati: 

Minima    assoluto     nel  marzo        1879 
Massimo  secondario  nel  settembre  1880 
»  »  nel  marzo        1881 

»  »  nel  luglio         ISSI 

»  »  nel  marzo        1882 

»  »  nell'ottobre      1882 

Massimo  assoluto     nel  novembre  1883 

Periodo  di  massima  frequenza  novembre  18S3  —  marzo  1884. 
2.  «  Dalla  curva  descritta  coi  valori  mensili  compensati  del  numero 
delle  sole  macchie  per  la  stessa  serie  1877-1884,  si  deduce,  die  il  minimo 
assoluto  ha  luogo  nel  marzo  1879:  poi  la  curva  s'innalza  con  leggiere  flut- 
tuazioni, indicate  dai  massimi  secondari  del  settembre  1880  di  5,7  e  marzo 
1881  di  9,5,  tino  al  luglio  del  1881,  poi  abbassa  tino  al  dicembre  di  detto 
anno,  per  salire  poi  ad  un  massimo  abbastanza  importante  nel  marzo  del  1882 
di  14,0;  diminuisce  poi  la  frequenza  delle  macchie  tino  a  settembre  1882, 
ed  un  periodo  di  maggior  frequenza  è  manifesto  dall'ottobre  a  tutto  di- 
cembre 1882:  da  questo  mese  la  curva  si  mantiene  bassa  lino  all'agosto 
del  1883  per  salire  poi  rapidamente  presentando  un  periodo  di  massima 
frequenza  dal  novembre  1883  al  marzo  1884,  in  cui  i  valori  mensili  va- 
riano pochissimo,  cioè  da  15,6  a  1(3,2;  il  quale  ultimo  valore  è  il  massimo 
assoluto  della  serie  e  corrisponde  al  febbraio  del  1884,  mentre  in  novem- 
bre 1883  era  già  di  16,0.  Questa  piccola  differenza  porta  a  fissare  l'epoca 
del  massimo  al  mezzo  di  quel  periodo.  Dal  marzo  1884  la  curva  discende 
fino  al  dicembre  con  leggiera  fluttuazione  indicata  dall'aumento  di  frequenza 
nell'agosto.  Riassumendo  si  ha  per  le  sole  macchie  : 
Mimmo  assoluto  nel  marzo  1879 
Massimo  secondario  nel  settembre  1880 
»  »         nel  marzo        1881 

»  »  nel  luglio        1881 

»  »  nel  marzo        1882 

Periodo  di  maggior  frequenza  dall'ottobre  ni  dicembre  1882. 
Massimo  assoluto  nel  febbraio  1884. 

Periodo  ili   massima    frequenza  nella    serie   dui  novembre  1883  al 
marzo   1884. 


—  260  — 

«  Le  due  curve  vanno  dunque  assai  bene  di  accordo  e  dimostrano  così, 
che  anche  senza  tener  conto  dei  fori,  la  numerazione  delle  sole  macchie  porta 
alle  stesse  conclusioni  riguardo  ai  massimi  e  minimi  assoluti  e  massimi 
secondari  del  fenomeno  delle  macchie  solari.  E  siccome  con  un  cannocchiale 
di  modeste  proporzioni  si  possono  vedere  le  macchie  del  sole  e  non  i  fori, 
o  almeno  non  tutti  i  fori  visibili  con  un  grande  istrumento,  così  se  si  cre- 
derà di  riunire  diverse  serie  di  osservazioni,  fatte  cioè  con  cannocchiali 
grandi  e  piccoli,  si  incorrerà  in  errori,  se  non  si  escludono  dalla  statistica 
i  fori,  mentre  dette  osservazioni  si  potranno  impiegare  benissimo  tenendo 
conto  delle  sole  macchie.  A  questa  sola  condizione  le  osservazioni  fatte  con 
piccoli  cannocchiali  potranno  servire  a  colmare  lacune  in  serie  di  osserva- 
zioni fatte  con  grandi  istrumenti. 

3.  «  Un'altra  curva  ho  tracciato  colle  medie  compensate  relative  al  solo 
numero  dei  gruppi  delle  macchie,  e  da  questa  risulta,  che  il  minimo  asso- 
luto ebbe  luogo  nel  marzo  1879.  Da  quel  mese  la  curva  sale  gradatamente 
fino  al  massimo  secondario  nel  mese  di  settembre  1880  di  4,1;  cala  poi  la 
curva  fino  a  novembre,  ed  un  altro  massimo  secondario  si  ha  nel  marzo 
1881  di  4,6  ed  un  periodo  con  4,9  da  giugno  all'agosto  compreso.  Dimi- 
nuisce la  frequenza  dei  gruppi  fino  al  dicembre  1881,  e  nel  marzo  del  1882 
si  ha  un  nuovo  massimo  secondario  di  5,9;  cala  poi  la  frequenza  fino  al 
luglio  ed  un  periodo  di  aumentata  frequenza,  sebbene  debole,  si  ha  dal- 
l'ottobre al  dicembre  1882.  Diminuisce  la  frequeuza  nel  gennaio  1883  e  si 
mantiene  bassa  la  curva  fino  all'agosto  di  detto  anno,  poi  si  ha  un  periodo 
di  massima  frequenza  dei  gruppi  di  macchie  dal  novembre  1883  al  marzo 
1884,  in  cui  i  valori  mensili  furono  7,0  6,9  7,1  7,3  7,0;  in  conseguenza 
anche  in  questo  caso,  sebbene  il  massimo  per  mese  sia  quello  del  feb- 
braio 1884,  pure  sembra  più  conveniente  il  fissare  l'epoca  media  della  mas- 
sima frequenza  dei  gruppi  al  mezzo  del  periodo  suddetto.  Riepilogando  si 
ha  per  la  curva  della  frequenza  dei  gruppi  di  macchie: 

Minimo   assoluto      nel  marzo        1879 

Massimo  secondario  nel  settembre  1880 
»  »  nel  marzo        1881 

Periodo  di  maggior  frequenza  giugno-agosto  1881. 

Massimo  secondario  nel  marzo  1882. 

Periodo  di  maggior  frequenza  ottobre-dicembre   1882. 

Massimo  assoluto  nel  febbraio  1884. 

Periodo  di  massima  frequenza  assoluta  nella  serie  dal  novembre  1S83 
al  marzo  1884. 
«  Anche  in  questa  serie  di  osservazioni,  o  diremo  meglio  anche  dalla  sola 
statistica  dei  gruppi  di  macchie  si  possono  ricavare  risultati  concordi  con 
quelli  dedotti  dalle  serie  precedentemente  considerate.  La  conclusione  finale 
è  dunque,  che  per  la  nostra  serie  di  osservazioni  per  il  periodo  di  otto 
anni  (1 877-1 S84),  si  arriva  alle  stesse  conseguenze  rispetto  all'andamento 


—  261  — 
del  fenomeno  delle  macchie  solari,  tanto  se  si  prendano  in  considerazione 
le  macchie  coi  fori  che  lo  accompagnano,  come  le  sole  macchie  od  anche 
il  solo  numero  dei  -ruppi  delle  macchie  stesse.  Si  conclude  inoltre,  che 
volendo  riunire  in  unica  serie  molte  osservazioni  fatte  in  epoche  diverse  e 
con  mezzi  assai  differenti  e  da  molti  osservatovi,  il  risultato  che  più  si 
accosterà  al  vero  sarà  quello  basato  sulla  sola  numerazione  dei  gruppi  delle 
macchie:  meno  siculo •  sarà  quello  ricavato  dalla  numerazione  delle  macchie, 
ed  infine  il  più  incerto,  ed  anche  erroneo,  quello  ricavato  dalla  fusione  di 
serie,  in  alcune  delle  quali  si  mettano  in  conto  anche  i  fori.  E  siccome 
l'osservazione  dei  gruppi  è  la  più  facile,  così  volendo  utilizzare  in  miglior 
modo  le  osservazioni  vecchie  colle  moderne,  sarebbe  importantissimo  il  po- 
tere avere  il  numero  dei  gruppi  osservati,  anziché  il  numero  delle  macchie. 

«  Farò  da  ultimo  considerare,  che  le  due  curve  descritte  colle  medie 
meusili  relative  al  numero  delle  macchie  ed  a-  quello  dei  gruppi,  danno 
ognuna  il  massimo  assoluto  nello  stesso  mese  cioè  nel  febbraio  del  1884, 
mentre  il  massimo  assoluto  mensile  tenendo  conto  anche  dei  fori  corrispón- 
derebbe al  mese  di  novembre  1883.  In  conseguenza  dalla  nostra  serie  sem- 
brerebbe più  conveniente  l'escludere  il  numero  dei  fori  quando  si  tratti  di 
fissare  il  massimo  assoluto  per  mese.  È  poi  certo  che  a  ben  definire  le  cose, 
sarà  sempre  utile  l'avere  a  disposizione  i  dati  tutti  di  cui  abbiamo  parlato 
nella  presente  Nota  ». 

«  Intanto  il  fenomeno  delle  macchie  solari  va  ora  soye-etto  ad  oscilla- 
zioni  assai  curiose,  ed  anche  presentemente  vi  sono  nel  sole  gruppi  di  mac- 
chie ben  grandi. 

«  Il  tempo  cattivo  di  questi  ultimi  giorni  ha  impedito  le  regolari  osser- 
vazioni del  sole:  solo  nel  mattino  del  10  aprile  corrente  fu  possibile  il 
fare  la  solita  proiezione  solare,  sulla  quale  vedesi  un  grande  gruppo  di  macchie 
sviluppatosi  quasi  parallelamente  all'equatore  nell'emisfero  nord  del  sole  :  esso 
abbraccia  un  angolo  di  6',  estendendosi  in  larghezza  per  1'  fra  +  12°  e  +  19" 
di  latitudine. 

-  Un  secondo  gruppo  segue  nello  stesso  emisfero  nord  fra  i  paralleli 
di  +  17"  e  —10"  ed  abbraccia  un  angolo  di  5',2  ed  era  largo  un  pò  più 
di  un  minuto:  così  che  questi  due  gruppi  nella  stessa  zona  solare  arrivano 
in  lunghezza  a  due  terzi  del  raggio  del  sole. 

«  Dopo  il  massimo  delle  macchie  solari  avvenuto  dal  novembre  186  ;  al 
marzo  18S4,  e  la  successiva  diminuzione  de]  fenomeno,  sorprende  davvero 
la  formazione  di  gruppi  cos'i  grandi  nell'aprile  del  1885,  benché  le  macchie 
anche  durante  tutto  il  primo  trimestre  dell'anno  corrente  non  siano  state 
cosi  scarso  come  si  aspettava,  come  avrò  occasione  di  dimostrare  con  nota 
apposita  ». 


—  2(32  — 

Astronomia.  —  Osservazioni  del  nuovo  pianeta  fra  Marte  e 
Giove  (247)  fatte  alt 'equatoriale  di  25  cm.  di  apertura  del  R.  Os- 
servatorio   del    Collegio  Romano.    Nota  del    prof.    E.    Millosrvich, 
presentata  dal  Socio  Tacchini. 

«  Nella  mia  Nota  precedente  diceva  che  il  pianetino  scoperto  da  Bo- 
relly  a  Marsiglia  il  6  marzo  doveva  essere  numerato  (245);  ma  tale  nu- 
mero spetta  invece  ad  un  pianetino  scoperto  in  antecedenza  a  Madras  da 
Pogson,  per  cui  quel  pianetino  prende  il  numero  (246). 

«  Il  14  marzo  poi  Luther  scopriva  il  (247)  ;  un*orbita  approssimata,  di 
già  calcolata  a  Berlino,  ci  accerta  essere  esso  nuovo. 

«  Di  quest'astro  feci  osservazioni  il  16,  17,  20,  25  marzo;  5  e  10 
aprile. 

a  apparente  (247)        d'apparente  (247) 

h      ni      s  li      ni     s  °      '      ti 

10  marzo  1885  9  10  13  t  m  Roma  (CE.);  11  46  37.95  (9.493n)  ;  5  12  22.5  (0.737) 

17        »  »      9     6  25                 »  11  45  30.39  (9.491n)  ;  5  12     4.1(0.737) 

20      »  »    11     9  27                »  1142    2.00  (S.SGGn)  ;  5  10  32.G  (0.724) 

25      »  »    11  51  27                »  11  36  32.20  (8.749  )  ;  5     7  1G.2  (0.723) 

5  aprile  »      8  5137                »  11  25  47.62  (9.247n)  ;  4  53  57.1  (0.728) 

IO       »  »     8  33  56                »  Il  21  35.77  (9.227n)  ;  4  44  46.5  (0.728) 

Stelle  di   riferimento  Equinozio  medio  1885.0 

h      m     s  o      '       " 

16  marzo A.  N.  53.353  (t)')         11  47  24.98;     5  20  12.4 

»      56.113  {a;  J) 

17  marzo »  »  » 


^  [2  Weisse  (1)  H  XI.  595-i-Lamont  604^'^  1   11 


m    s 


20  marzo    -     2  Weisse  (1)  H  XI.  595-nLamont  664  11  35  43.83;     5  13  410 


25  marzo  »  »  » 

7y  li      m    s  o      1      " 

5  aprile    Sclijellerup  41  — 1127  29.90:     4  46  10.2 

IV 

li      111     s  a      I      ir 

j  80  Leone  (Tarnall  e  Glasgow  Cat)    ....     11  19  55.55;     4  29  36.1 

ap         \  Monaco  598 11  20     5.63;     4  34  51.9 

«  L'astro,  che  era  di  llma  grandezza,  quando  fu  scoperto,  ora  è  di 
11™  a  12™  ». 

Matematica.  —    Un  teorema  intorno    alle    serie  di  funzioni. 
Nota  del  prof.  C.  ArzeiA,  presentata  dal  Socio  Diri. 

1.  «  Sia  6  =  (,'/i,  ,1/2,  1/3 ...)  un  gruppo  di  infiniti  numeri  aventi  per  nu- 
mero limite  il  numero  y0.  Assumendo  le  variabili  reali  x  e  y  come  coor- 
dinato ortogonali  di  un  punto  in  un  piano,  si  consideri  il  gruppo  di  rette 
y  =  yh  y  =  yt, ...;  si  taglino  tutte  queste  rette  mediante  le  perpendicolari 
condotte  pei  punti  x  =  a,  x  =  b  dell'asse  x,  (a  e  b  numeri  qualunque),  e 


—  263  — 

nell'intervallo  b  —  a  così  determinato  sopra  ciascuna,  si  segnino  dei  trat- 
ticeli! separati  gli  uni  dagli  altri,  in  numero  finito,  che  può  variare  da 
retta  a  retta,  e  anche,  senza  divenir  mai  infinito,  crescere  però  indefinita- 
mente via  via  che  le  rette  y  =  ys  si  fanno  più  prossime  alla  retta  limite 
!/  =  !/„.  La  somma  dei  tratticeli!  Ji„  ò\s,  ...5,„  segnati  sulla  y  =  ys  sia  d,. 

«Si  vuol  mostrare  che   se  per    ogni   valore  s  =  1,  2,  3, ...  si  ha 
sempre  ds_^d,  essendo  d  un  numero  determinato  diverso  da 
zero,  necessariamente  esiste  tra  a  e  b  almeno   un  punto  oc 
tale  che    la    retta  x  =  oc0   incontra   un    numero    infinito    di 
tratti   ò\ 

2.  «  Pongasi  primieramente  che  sopra  tutte  le  rette,  o  almeno  sopra 
infinite  di  esse,  y=yH,  y=ys,  y=ySa,.>-ìSi,sì,s3,...  essendo  numeri  del 
gruppo  1,  2,  3, ... ,  ci  sia  uno  dei  tratti  9  di  lunghezza  maggiore  o  eguale 
a  un  numero  determinato  g  diverso  da  zero.  Del  tratto  5  maggiore  o  eguale 
a  g  esistente  sulla  retta  >/  =  ys  si  prenda  mia  porzione  eguale  a  g:  negli 
estremi  di  essa  si  elevino  le  perpendicolari.  Entro  la  striscia  di  piano  da  esse 
racchiusa,  o  cadono  sempre,  per  quanto  si  proceda  innanzi  nella  serie  delle  rette 
y=y«,!ys,j2/s3 w  interamente  o  iu  parte,  sia  pure,  piccolissima  quei  tratti  o  >  g, 
i  quali  esistono  su  tali  rette,  ovvero  si  perviene  a  trovare  una  di  esse  y=y, 
tale  che  i  tratti  3>ff  esistenti  sopra  le  rette  seguenti  y  =  y,  ys ,_.  ... 
cadono  completamente  al  di  fuori  della  striscia  considerata. 

«  Nel  primo  caso  poiché  i  tratti  che  si  considerano,  sono  tutti  mag- 
giori o  eguali  a  g,  ampiezza  della  striscia,  comunque  siano  essi  disposti,  si 
vede  manifestamente  che  una  almeno  delle  due  perpendicolari  che  limitano 
lateralmente  la  striscia,  incontrerà  un  numero  infinito  di  tali  tratti.  —  Nel 
secondo  caso,  muovendo  dalla  retta  y  =  y,  si  operi,  come  dianzi  s'è  fatto, 
colla  y  =  ySl  :  cioè,  negli  estremi  di  una  porzione  g  del  tratto  §  >  g,  che 
esiste  sulla  y—y  si  elevino  le  perpendicolari;  sulla  striscia  così  detcr- 
minata si  può  ragionare  come  su  quella  di  prima  :  se  nessuna  delle  due 
perpendicolari  che  la  limitano,  incontra  infiniti  tratti  ò\  ci  sarìi  una  retta 
y—y,  tale  che  i  tratti  ò>g  esistenti  sulle  rette  seguenti  y—y,  ,  y,  r  ì  — 
cadranno  interamente  al  di  fuori  delle  due  striscie,  ciascuna  di  ampiezza  g, 
sin  qui  considerate. 

«  Poiché  sarà 

mg  <.b  —  a  <  (m  -+- 1)  g, 

m  intero,  si  vede  che  se,  nella  costruzione  successiva  delle  striscio,  come 
quelle  sopra  descritte,  non  si  trovasse  una  delle  perpendicolari  che  le  limi- 
tano, la  quale  incontri  infiniti  tratti  8><?i  si  perverrebbe,  dopo  aver  co- 
struite al  più  vn  striscie,  a  trovare  una  retta  y=y,t  tale  che  sulle  seguenti 
y=zy       y,^    ...,  i  tratti  S  maggiori  o  eguali  a  g  non  potrebbero  esistere: 

il  che  è  contro  l'ipotesi. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  34 


—  264  — 

3.  «  Pongasi  ora  che  il  tratto  As  massimo  tra  quelli  seguati  sulla  retta 
y  =  y„  tenda  a  zero,  col  crescere  indefinito  di  s. 

«  Si  proiettino  sull'  asse  x  tutti  i  tratti  3  segnati  su  tutte  le  rette 
y=yx,  yt,  t/3, ...  ;  tutte  queste  proiezioni  occuperanno  l'intero  intervallo  b  —  a, 
ovvero,  alcune  porzioni  determinate  di  esso.  Tra  queste  porzioni  vi  sarà  cer- 
tamente la  massima  eguale  almeno  al  massimo  dei  tratti  5  segnati  sulle  rette 
y  =  yt;  questa  massima  porzione  sia  Pj,,. 

«  Parimente  si  proiettino  sull'asse  x  tutti  i  tratti  5  segnati  su  tutte 
le  rette  y==y<i, Vii  —  '  la  porzione  massima  dell'asse  x,  coperta  da  tali 
proiezioni,  sia  ~?Vl.  Così  si  continui.  Sarà  evidentemente 

Pv,  >  P»,  >  Pya  >■ 

«  Questi  tratti  Py„  Py,,  P<,3, ...  hanno  dunque  un  limite  determinato. 

«  Or  qui  si  distinguono  due  casi:  che  questo  limite  g  sia  diverso  da 
zero,  o  sia  eguale  a  zero. 

«  Sia  g  diverso  da  zero  : 

«Si  consideri  il  gruppo  di  rette  y  =  y\,y<ì,y3,—ys  e  si  proiettino  tutti 
i  tratti  segnati  su  tutte  queste  rette  sull'asse  oc.  La  massima  porzione  di 
esso  coperta  da  tali  proiezioni  sia  AfylVs)i  manifestamente  sarà  A^yj  al- 
meno eguale  al  massimo  dei  tratti  segnati  sulle  rette  y  =  yi  yt,  y3, ...  ys,  e 
crescerà,  o  almeno  non  decrescerà,  al  crescere  di  s  :  sarà  però  sempre  minore 
o  al  più.  eguale  a  PVl  e  appunto  sarà 

lìm    Aiylyi)  =  Yyi. 
4=00 

Per  conseguenza  si  troverà  una  retta  y  =  yH  tale  che  sarà 

A(»1»,1)>^i 
#i  essendo  un  numero  determinato,  minore  di  g  per  una  quantità  g  piccola 
a  piacere. 

«  Si  consideri  ora  il  gruppo  di  rette  y=ySi^u  ySl^, ....  yH  e  si  proiet- 
tino tutti  i  tratti  segnati  su  di  esse  sull'asse  x  ;  sia  A(ys^lV,\  la  massima 
porzione  di  questo,  coperta  da  tali  proiezioni,  à.iy^^y^  crescerà,  o  almeno 
non  decrescerà,  al  crescere  di  s»  e  avrà  per  limite  Pys  +1  al  tendere  di  yH 
verso  i/o  ;  perciò  si  troverà  una  retta  y=yH  tale  che  sarà  : 

«  Si  vede  che,  continuando  così,  si  possono  costruire  quanti  gruppi  si  vo- 
gliono y=yi,ytì...y,l'ì  y=y,^-u  y,i-^,--y,t,  ciascuno  dì  un  numero  finito  di 

rette,  tali  che  la  massima  porzione  dell'asse  x  coperta  dalle  proiezioni  dei 
tratti  §  esistenti  sulle  rette  di  ciascuno  di  essi,  sia  maggiore  di  g,. 

«  Or  si  può  qui  ripetere  un  ragionamento  perfettamente  analogo  a 
quello  fatto  nel  caso  già  esaminato,  sostituendo  alla  considerazione  delle 
rette  sulle  quali  esiste  almeno  un  tratto  S  maggiore  o  eguale  a  g,  la  con- 
siderazione dei  gruppi  di  rette  ora  costruiti,  ciascuno  dei  quali  ha  sull'asse  x, 


—  265  — 

un  tratto  di  proiezione  maggiore  di  gu  numero  determinato  e  diverso 
da  zero. 

«  Veniamo  ora  a  supporre 

g  =  lini  Pys  =  0  . 

Negli  estremi  di  ciascun  tratto  5  esistente  sulla  retta  y=y\  si  elevino  le 
perpendicolari:  o  vi  sarà  una  di  queste  che  incontra  un  numero  infinito  dei 
tratti  S  esistenti  sulle  rette  y=yu  yi,y%,... ;  e  allora  si  ha  appunto  ciò 
che  si  vuol  trovare:  ovvero  ciò  non  è.  In  questo  caso  si  troverà,  una 
retta  tale  che  nessuno  dei  tratti  5  esistenti  sulle  rette  seguenti  abbia  più 
alcun  punto  comune  colle  perpendicolari  anzidette.  Allora,  o  fra  le  striscie 
determinate  da  queste  perpendicolari  e  aventi  per  basi  i  tratti  8  della  retta. 
y  =  Vu  vene  sarà  una  almeno,  dentro  la  quale,  sopra  infinite  rette,  cadono 
sempre  tratti  3,  la  cui  somma  è  maggiore  o  eguale  a  un  numero  assegna- 
bile #i,  ovvero,  non  vi  sarà  una  tale  striscia:  e  quando  ciò  accada,  preso 
un  numero  £  piccolo  a  piacere,  si  troverà,  poiché  le  striscie  sono  in  nu- 
mero finito,  una  retta  y  =  yH  tale  che  i  tratti  3  esistenti  sulle  rette 
y~yn+i,  y„Vs, ...  giaceranno  su  di  esse  così  che  la  somma  di  quelli  di  questi 
tratti,  che  cadono  dentro  le  striscie  menzionate,  sarà,  sopra  ognuna  di  quelle 
rette,  sempre  minore  di  £.  —  Se  dall' intervallo  6  —  a  si  immaginano  tolte 
le  ampiezze  delle  striscie  dette,  la  somma  delle  porzioni  rimanenti  sarà 
b — a — rfi,  e  in  esse  sopra  ogni  retta  y=y,^u  y,t+ti  ...  cadranno  dei  tratti  5,  la 
cui  somma  sarà  dtl+\ —  Qtl~\  e,  dSl^-i —  $St-^  e, ...  rispettivamente:  3s,^i,  0,^, ... 
essendo  numeri  compresi  tra  0  e  1. 

«  Si  considerino  ora  i  tratti  3  esistenti  in  queste  porzioni  sopra  la 
retta  y=yti*-\  e  si  elevino  le  perpendicolari  negli  estremi  di  tali  tratti. 
0  ci  sarà  una  di  queste  perpendicolari  che  incontra  infiniti  tratti  3  e  allora 
si  ha  ciò  che  si  vuole;  ovvero,  si  trova  una  retta  tale  che  i  tratti  esistenti 
sulle  rette  seguenti  non  hanno  più  alcun  punto  comune  colle  perpeudi colai! 
ora  dette.  Allora,  o  tra  le  striscie  limitate  da  queste  perpendicolari  e 
aventi  per  basi  rispettive  i  tratti  5  dianzi  considerati  sulla  y=ytl^i  ve  ne 
è  una  almeno,  dentro  la  quale,  sopra  infinite  rette,  cadono  tratti  5,  la  cui 
somma  è,  per  ognuna,  maggiore  di  un  numero  determinato,  diverso  da  zero, 
ovvero ,  ciò  non  è  :  in  tal  caso  si  troverà  una  retta  y  =  y,t  tale  che  dei 
tratti  §  esistenti  su  ciascuna  delle  rette  y=yn-rì,yttt*,  —  ,  entro  tutte  le 
striscie  sin  qui  considerate,  ne  cadrà  una  somma  minore  di  e:  tantoché 
nelle  porzioni  rimanenti  sopra  ognuna  di  queste  rette,  dopo  tolte  le  ampiezze 
di  tutte  le  striscie,  e  la  cui  somma  è  b  —  a— di — d(r-i -f- 0,,^-j  «i  cadranno 
dei  tratti  §,  la  cui  somma  è  d,^.—  0Sì  -i  e,  d,t+t  —  0s^i  e,  ...  rispettivamente  : 
le  9  essendo  qui  pure  comprese  tra  0  e  1. 

«  Si  vede  che,  continuando  per  questa  via,  se  non  si  trova  nò  una  per- 
pendicolare che  incontri  infiniti  tratti  ò\  nò  una  delle  striscie  che  via  via  si 


—  266  — 

costruiscono  prendendo  a  basi  dei  tratti  5,  la  quale  contenga  entro  di  sé, 
sopra  infinite  rette,  sempre  una  determinata  somma  di  tratti  ò\  avendosi 

(p  —  1)  d  <  b  —  a  <[  pd  , 
p  intero,  si  perverrà  necessariamente  a  trovare  una  retta  y  =  ys    tale  che 
sulle  rette  seguenti,  dentro  porzioni  dell'intervallo  b  —  a,  la  cui  somma  è 
a)     &  _  a  _l  ^  —  d.^i  -+-  0,,-h  e  —  d,^  +  0,,-h  s ..       —  dtp_,  ^H-0S(I_,  t-i  ;  < 

<Zb  —  a  —  pd-\-{p —  l)s 
cadranno  dei  tratti  3  la  cui  somma  è  dt  ^i —  9S;^i£,  d „  +2  —  5sr»s  rispet- 
tivamente. Ma  se  è  stato  preso  e  minore  della  minore  delle  due  quantità 


p-ì 

e  ^         7"    i  sarà  allora  : 
p— 1 

&  —  a  —  prf+(p  —  l)e  <  6  —  a  —  (p  —  l)d, 
e  rf  —  s>^  —  a  —  (p  —  l).d. 

Dei  tratti  ò\  la  cui  somma  è  maggiore  o  eguale  a  d  —  £  dovrebbero  dunque 
giacere,  separati  l'uno  dall'altro,  dentro  porzioni  dell'intervallo  b  —  a,  mi- 
nori in  somma  di  d  —  s:  e  ciò  è  assurdo. 

«  Per  conseguenza,  nel  seguito  dell'operazione  che  dianzi  abbiamo  de- 
scritta, o  si  deve  trovare  una  perpendicolare  che  incontra  infiniti  tratti  5, 
ovvero  una  striscia  avente  a  base  un  tratto  ò\  e  limitata  lateralmente  dalle 
perpendicolari  agli  estremi  di  questo,  dentro  la  quale,  sopra  infinite  rette, 
giace  sempre  una  somma  di  tratti  §  maggiore  o  eguale  a  un  determinato 
numero  di . 

«  Si  ragioni  su  questa  striscia,  come  si  è  ragionato  sull'intero  inter- 
vallo b  —  a  :  o  si  troverà,  dentro  questa  striscia  una  perpendicolare  alle 
rette  che  si  considerano,  la  quale  incontra  infiniti  tratti  5,  o  se  no,  una 
striscia,  avente  a  base  un  tratto  ò\  dentro  la  quale,  sopra  infinite  rette,  vi 
è  sempre  ima  somma  di  tratti  ò\  maggiore  o  eguale  a  un  determinato  nu- 
mero di'  diverso  da  zero.  Così  procedendo,  se  non  si  trova  mai  una  delle 
perpendicolari  che  si  conducono  negli  estremi  dei  tratti  §,  la  quale  incontri 
infiniti  di  questi,  si  costruiranno  però  quante  strisele  si  vogliono,  interne 
le  une  alle  altre  e  aventi  ciascuna  a  base  uno  dei  tratti  ò\  Se  Xi,  ajg,  rr3, ... 
sono  gli  estremi  inferiori  di  queste  basi:  x\,x\,  x's ...  gli  estremi  superiori, 
si  avrà 

X\  <  %%,  <[a'3<  .... 

e  a/i>a?'2:>a/3> .... 

e  poiché  siamo  nel  caso  che  i  tratti  ò\  coll'avvicinarsi  di  ys  a  y0,  tendono  a 

zero,  così  le  differenze  a/ 1  —  xh  x\ —  ;r2, ...  tenderanno  pure  a  zero.  Se  si 

segnano  dunque  i  punti  x\,  x^  x3 ...  &  x'ix'tx'z  —  sull'asse  x,  vi   sarà  per 

essi  un  punto  limite  x0;  la  retta  x  =  x0  sarà  la  retta  domandata,  poiché 

essa  incontra  certamente  tutti  i  tratti  5,  che  sono  le  basi  delle  striscio  ora 

menzionate. 


—  267  — 

4.  «  Dalla  proposizione  stabilita  si  trac  subito  una  notevole  conseguenza. 

«Sia  F(ccy)  ima  funzione  delle  due  variabili  reali  definita  nell'inter- 
vallo b—a  preso  su  tutte  le  rette  y=i/i,  y-i-,  -i/3, ...  In  ogni  punto  x  esista 
determinato  e  finito: 

F(«y,)=  Hm  F(»yf). 
y,=y, 
«Se  sopra  ciascuna  retta  y=ys   esistono   dei   tratti  de- 
terminati  ò\ ,,  ò\s,  ...  ò\s.,,  in   un    numero   finito,   che   può   va- 
riare   con   y,    e    anche    crescere    indefinitamente,    in    ogni 
p u n t o  d ci  quali  è 

(')  \-F(xy6)  —  ¥{eeys)\>G 
a  essendo  un  determinato  numero  positivo,   piccolo  a  pia- 
cere, la  somma  d,  di  questi  tratti,  coli 'avvicinarsi  di  yta.y0 
deve  avere  per  limite  zero,  perchè,  altrimenti,  per  la  proposizione 
precedente,  esisterebbe  tra  a  e  b  almeno  un  punto  x0  in  cui  non  sarebbe 

F(.r//„)=  lini  ¥(xyt). 

>Js=>J„ 

5.  «  Si  prenda  in  particolare  : 

P  {acy)  =  F„  (a?)=w,  (ìc)  +  «s  (»  +  ...  +un  (<e) 

dove  Mj  (,/•),  ui(x). ...  un(x)  sono  funzioni  della  variabile  reale  %  tra  a  e  b 
el'tt  figura  per  ?/.  Sarà  : 

¥(wy0)-F(xys)  =  -Rll(x), 
R„  (.'')  resto  della  serie. 

od 

«  Si  può  enunciare  :  S  e  I  u„  (x)  è  una  s  e  r  i  e  d  i  funzioni  e  o  n  v  e  r- 


i 


gente  in  ogni  punto  dell'  intervallo  b  —  a  ,  la  somma  dei 
tratti  determinati,  in  ogni  punto  dei  quali,  per  uno  stesso 
valore  di  n,  è: 

I  R«  (»  |  >  7 
deve  impiccolire  indefinitamente,  al  crescere  indefinito  di  n. 
«  Questa  proposizione  serve  utilmente,  come  mostreremo  in  altra  nota,  a 
trovare  la  condizione  necessaria  e   sufficiente,  affinchè  una  somma 
di  infinite  funzioni  integrabili,  sia  integrabile  ». 

Matematica.  —  Sopra  una  formola  del    sig.  Ilermìfe.    Nota 
del  prof.  S.  Pincheri.e,  presentata  dal  Socio  Dini. 

«  Nella  importante  Memoria,  Zur  Functiunenlchre  ('),  il  sig.  Weier- 
strass  insegua  a  costruire  un'espressione  in  forma  di  serie  di  funzioni 
razionali,  la  quale  serie,  pur  essendo  funzione   di  variabile  complessa   nel 


(')  Col  segno  ]a  |  s'indica  il  valore  assoluto  ili  a. 
(')  MonaUberichlc  da  Berlin.   Akad.  1880. 


—  268  — 

senso  ordinario,  rappresenta  rispettivamente  in  varie  regioni  del  piano,  varie 
funzioni  (o  rami  di  funzioni)  arbitrariamente  prefissate.  Il  sig.  Hermite, 
nella  sua  lettera  al  sig.  Mittag-Leffler,  pubblicata  (')  sotto  il  titolo  Sur 
quelques  points  de  la  théorie  des  fonctions  costruisce  una  nuova  espres- 
sione colle  stesse  proprietà,  ma  in  forma  di  integrale  definito;  e  le  re- 
gioni del  piano  sono  separate  da  rette  parallele  all'  asse  immaginario. 

«  Un1  espressione  analoga  si  può  ottenere  come  applicazione  immediata 
del  teorema  di  Cauchy,  sostituendo  alle  striscie  parallele  all'  asse  immagi- 
nario, corone  circolari  col  centro  nell'  origine.  Siano  dati  infatti  nel  piano 
della  variabile  complessa  z  dei  cerchi  col  centro  nell'  origine  e  con  raggi 
crescenti  rt,  ?-2 ,  ....  r„;  e  si  voglia  costruire  un'espressione  che  entro  il 
cerchio  rh,  abbia  un  valore  C0,  nella  corona  fra  rh  ed  r/lt-i»  il  valore  Ch, 
e  fuori  di  r„  il  valore  C, ,  essendo  C0,  Ci,  ..'Gn  costanti  date  arbitraria- 
mente. Si  prenda  un  punto  ah  sulla  circonferenza  rh,  e  si  consideri  l'inte- 
grale esteso  ad  una  circonferenza  di  centro  0  e  di  raggio  p  : 


-C„_,\ 
)d>f 


y 


pe'o — ai  pe 


-i+s?èW- 


'o 


«  Se  è 


|  Oh  |  <p<ffl*-i  h 
si  avrà  per  il  teorema  di  Cauchy  : 

I  (p)  =  Ch , 
onde  la  I  (p) ,  riguardata  come-  funzione  della  variabile  reale  p ,  gode  della 
proprietà  richiesta.  Ma  si  può  facilmente  sostituire  a  questa  una   funzione 
della  variabile  complessa  z,  ponendo  :-  =  pe'Q;  e  non  si  muta  il    valore 
dell'  integrale  scrivendo  : 


1       i 

Ih 


M_if/Ì+«+....+C^=!V/i([9. 
()~2,r      W»       se'8-a,  ^ze*-aJ*C    ™  ' 


e  questa  è  1'  espressione  domandata. 

«  Sarà  facile  ora  sostituire  a  quest'  espressione  un'  altra  che  nelle  varie 
regioni  abbia  valori  non  più  costauti,  ma  funzioni  assegnate  di  z ,  come 
pure  con  trasformazione  di  variabile  sostituire  alle  corone  circolari  altri 
campi  di  diversa  natura  » . 


(')  Acta  Societatis  Scienliarwn  Fennicae,  t.  XII,  e  Giornale  di  Creile,  t.XCI,  1881. 


—   269  — 
Matematica.  —  Ricerche  sull'equilibrio  delle   superficie  fles- 
sìbili ed  inestensibili.  Nota  I.  del  prof.  Padova,  presentata  dal  Socio 

Beltrami. 

«  Infiniti  sono  i  sistemi  di  forze  che  si  possono  fare  equilibrio,  quando 
siano  applicati  ad  una  data  superficie  flessibile  ed  inestendibile,  senza  clic 
questa  subisca  deformazione  ('),  ma  ad  ogni  sistema  di  forze  corrispondono 
determinate  tensioni,  e  viceversa,  prese  ad  arbitrio  le  espressioni  delle  ten- 
sioni (purché  siano  continue  ed  ammettano  le  derivate  prime)  che  si  vo- 
gliono far  nascere  sulla  superficie,  resta  determinato  il  sistema  di  forze  in 
equilibrio,  che,  applicato  alla  superficie,  è  capace  di  generarle.  Qualunque 
poi  sia  il  sistema  di  forze  in  equilibrio,  che  agisce  sopra  una  superficie , 
esistono  sempre  due  sistemi  di  linee  tracciate  sulla  superficie  stessa,  che  sono 
ortogonali  fra  loro  e  soggetti  a  sole  tensioni  normali  (*) ,  potremo  quindi 
sempre  prendere  per  linee  coordinate  sulla  superficie  due  sistemi  dotati 
di  queste  proprietà.  In  tale  ipotesi  le  equazioni  di  equilibrio  divengono: 

(1)  du  2|/E«tt  dv  2l/G«u 

WEG  =  AX  +  Cv 
pei  punti  dell'area  considerata  ed  : 

(2)  Us  =  x[/-|  cos(»«)  ,  V,  =  v|-    -|-cos(ttt>)  ,  W,  =  0 

pei  punti  del  contorno,  come  facilmente  si  ricava  dalla  citata  Memoria  del 
prof.  Beltrami. 

«  Alle  funzioni  X,  v  sostituiamo  le  altre  Xi,  Vi  definite  dalle  equazioni 

Xi  e  Vi  rappresentano  (salvo  il  segno)  le   tensioni  che    si  esercitano   sullo 
linee  v  ed  u  rispettivamente. 

«  Le  (1)  e  (2)  si  cangiano  allora  nelle  altre  : 

dli     n        .dlogl/G  _.,=    dvx     ,,         Ndlogl/É 


(10 


)  du  '     du  dv 


dv 


W=-^V-1, 


(2')  U«— Xicos(nit)  ,  V.,-  =vi  cos  (n  v)  ,  W,  =  0. 

(')  Vedasi  L.  Lecornn,  Sur  l'equilibro  des  sur faces  flexibles  ci  inemlensibles.  Journal  do 
l'Ecole  Polytechnique   Cahier  XLVIII. 

(!)  Vedasi  la  Memoria,  che  serve  di  base  a  queste  ricerche,  del  prof.  E.  Beltrami, 
SuW  equilibrio  delle  superficie  flessibili  al  inestendibili.  Memorie  dell'  Istituto  delle  Scienze 
ili  Bologna,  serie  IV,  tomo   III. 


—  270  — 

ove  ru ,  rv  sono  i  raggi  di  curvatura  delle    sezioni   normali   tangenti  alle 
linee  u ,  v  rispettivamente. 
«  Kicordando  che  si  ha: 

l^Gdv~'  P*     '  VYxàu~~  Pv     ' 

ove  — ,  — ■  sono  le  curvature  tangenziali  delle  linee  u  e  v,  e  che  la  cur- 
p«     Pv  & 

vatura  totale  ■_-  di  una  linea  qualunque    tracciata    sulla  superficie  è  la 

-tu 

risultante  della  curvatura  tangenziale  e  della  curvatura  della  sezione  nor- 
male tangente  alla  linea,  si  vede  che,  posto  : 


KE\d«  du      J  l^Gdv  ru 

IT  -      v  dkg^G      V  -      *    /rfVl^-u  rflog^\      w  -      V| 
1/Erfw  ^GV^u  rfu      /  re 


e  quindi  : 

Ui4-U«  =  U  ,  Vi  +  V«  =  V  ,  W,+W2  =  W, 
le  forze  Ui ,  Vi ,  Wt  tengono  in  equilibrio  la  linea  u  considerata  come  un 
filo  a  sezione  variabile  e   le    forze  U2 ,  Y% ,  W2  tengono   in    equilibrio   la 
linea  v  ;  la  tensione  lungo  la  linea  u   è  rappresentata    da   Xj  KG ,  quella 
lungo  la  linea  v  da  viKÉ('). 

«  Ciò  posto,  se  prendiamo  Xi  =  Vi  =  cost,  abbiamo  il  primo  caso  note- 
vole d'  equilibrio  osservato  dal  prof.  Beltrami  (§  8  della  citata  Memoria)  ; 

se  le  linee  u,  v  sono  le  linee  di  curvatura  e  si  fa  Xi  = —  »  v'— • 

'  V  'il 

ove  a  è  una  costante,  si  ha  il  caso  considerato  nel  §  9  della  citata  Me- 
moria, e  finalmente  si  ha  il  caso  studiato  nel  §  10  se  si  ammette  soltanto 
che  sia  Xi  =  vi. 

«  Se  prendiamo  : 

a  ti> 

Xl=±~i75  '  Vl="i71' 

le  espressioni  delle  forze  corrispondenti  saranno: 
a  d log  KG-  a  rflogKE      „__ 


E       du       '  G       dv       '  KG.ru      [/E.r0 

Us  = =cos(nw)  ,  Vs  = — cos(nt>)  ,  Ws:=0. 

KG  KE 

Le  linee  ii,  v  sono  in  questo  caso  funicolari  a  tensione  costante,  quando  la 

(')   Vedasi  la  comunicazione  fatta  dal  dott.   G.  Morera,  Stili'  equilibrio  delle  super- 
fìcie flessibili  ed  ineslendibili.  R.  Accademia  dei  Lincei-  Transunti  (seduta  del  3  giugno  1883). 


—  271    — 
forza  applicata  ad  un  punto  qualunque  si  scomponga  nelle  due  /  0 ,  V ,     °L    \ . 


(u,o,-^-\ 


«  Quando  sulla  sfera  di  Gauss  si  prendono  come  linee  coordinate  le 
linee  corrispondenti  alle  linee  di  curvatura  della  superficie ,  fra  i  coeffi- 
cienti E',  Gr'  dell'  elemento  lineare  della  sfera  ed  i  raggi  di  curvatura  prin- 
cipale della  superficie  hanno  luogo  le  relazioni  ('): 

.  .d  log  KG'"      drv  .  .dlog^Wdr 

I  "E  t-AHl 

X     g'  '    "~~r     E' 


?'  ' 


talché  le  tensioni: 

corrisponderanno  alle  forze: 

dlog —  (/log —  ,  . 

Us  =  a rv cos (« u)  ,  Ys  =  arucos(nv)  ,  W,  =  0. 
«  Nella  ipotesi  che  le  tensioni  abbiano  ugual  valore  per  tutti  gli  ele- 
menti che  escono  da  un  punto,  le  (1)  divengono: 

(1")  u  =  -i-^  ,  V  =  -L^I  ,  W=-hh, 

se  per  brevità  si  indica  con  h  la  curvatura  media  della  superfìcie  nel  punto 
{u,v);  inoltre  la  forza  applicata  in  un  punto  qualunque  del  contorno  deve 
essere  uguale  al  valore  di  ).,  in  quel  punto  e  normale  al  contorno  stesso. 
Ciò  posto  consideriamo  un  sistema  di  rette  che  partano  dai  punti  della  data 
superficie  e  siano  normali  ad  una  stessa  superficie,  se  con  x,  >j,  s  si  indi- 
cano i  coseni  degli  angoli  che  una  qualunque  di  queste  rette  fa  con  degli 
assi  coordinati  fissi,  posto: 

du  du  du  dv  dv  dv 

si  dovrà  avere: 

d\jt     <nr. 


ossia  : 


dv        du  ' 
Uidw-t-Vjdy  — </o  . 


(')  Dini  D. ,  Sopra  alcuni  punti  delle  teoria  della  superficie.  Memorie  della  Società 
italiana  delle  Scienze,  detta  dei  XL,  serie  III,  voi.  I. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ;:' 


—  272   — 

«  Applichiam  0  ai  punti  della  superficie  e  nella  direzione  di  queste 
rette  delle  forze  che  siano   funzioni  della  sola  tp  ;  chiamandole  F,  avremo  : 

dUiF  _  tiViF  , 
d  V  du 

e,  se  «,  /3,  y ,  sono  gli  angoli  che  la  retta  condotta  per  (u,  v)  fa  colle  linee 
u,  v  e  colla  normale  alla  superficie  corrispondenti  al  punto  di  partenza, 
questa  equazione  diverrà: 

d  F  y"W.  cos  a  __  d  F  V  G~.  cos  |3  . 
ri  v  du 

talché  le  prime  due  equazioni  (1")  saranno  soddisfatte  se  si  prende: 

Xi  =  J'FdyH-cost  , 

ed  affinchè  anche  la  terza  lo  sia  dovrà   essere  —cos 7  funzione  della  sola  9; 

prese  cioè  sulle  normali  alla  superficie  data  delle  lunghezze  inversamente 
uguali  alle  curvature  medie,  le  proiezioni  di  questi  segmenti  sulle  rette 
del  nostro  sistema  dovranno  essere  costanti  lungo  le  linee  p  =  cost.  Se  le 
linee  9  =  cos«  sono  fra  loro  parallele  geodeticamente,  l'angolo  7  dipende 
soltanto  da  9  (')  e  quindi  per  l'equilibrio  è  necessario  che  la  h  pure  sia 
funzione  soltanto  di  9. 

«  Possiamo  dunque  enunciare  questo 

«  Teorema:  Se  sopra  una  superficie  le  linee  /i  =  cost  sono 
fra  loro  parallele  geodeticamente  e  pei  punti  della  super- 
ficie stessa  conduciamo  delle  rette  normali  ad  una  super- 
ficie ed  alle  linee  /i  =  cost,  la  superficie  data  starà  in  equi- 
librio sotto  l'azione  di  forze  che  abbiano  quelle  rette  per 
linee  d'azione  e  la  cui  intensità  P  sia  definita  dalla  equa- 
zione: 

Pcos7  =  —  h(S¥df-hà) 
ovverosia: 

f=— B*~Szn*i , 

cos  7 
ove  b  è  una  costante  arbitraria. 

«  La  tensione  è  allora  uguale  su  tutti  gli  elementi  che  partono  da  un 
punto  ed  è  misurata  dal  segmento  della  retta  del  sistema  derivato  col  mo- 
dulo F(ip)  dal  sistema  di  rette  dato,  intercetto  fra  la  superficie  data  ed  una 
di  quelle  cui  le  rette  del  sistema  derivato  sono  normali. 

«  Supponiamo  adesso  Xi  =  —  —  ,  vi  = — ,  ove  p  è  una  funzione  di 

u,v,  avremo  dalle  (1'): 

(3)         U  =  _l_^_  ,   V„i__i^-  ,  W=-^-. 
v  '  rv  [/Edu  r«  [/Gdv  r«r« 

(')  E.  Beltrami,  Ricerche  di  Analisi  applicata  alla  Geometria.  Giornale  di  Matema- 
tiche, voi-  II. 


—  273  — 

«  Le  linee  u ,  v  siano  le  linee  di  curvatura  della  superficie  e,  fatta  la 
solita  rappresentazione  sulla  sfera,  sia: 

il  quadrato  dell'elemento  lineare  della  sfera,  le  (3)  diverranno: 

>'     EGl/¥rf«  "  '     EG^G'dt»  '  V    EG  'P' 

«  Con  R,  «,  /3,  7  indichiamo  la  risultante  delle  forze  U,  V,  W  e  gli 
angoli  ch'essa  fa  colle  linee  u ,  v  e  colla  normale  alla  superficie  ;  posto  : 

♦-«US". 

le  (3')  assumono  la  forma  seguente: 

■  do  a  do 

^cos«  =  —  -=£—  ,  (fcos/3  =  —  -=E-  ,  <pcosy=p. 

1/  E  </w  K  G  du 

«  Se  le  parallele  alle  linee  d'azione  delle  forze  condotte  pei  punti  cor- 
rispondenti della  sfera  indicatrice  sono  normali  ad  una  stessa  superficie, 
si  avrà: 

r/l/Ef.cos«_dj/  G'.cosjg 
d  v  d  u 

quindi 

V  E',  cos  <z  du  -h  V  G'.  cos  (òdv  =  dtp  ; 
tp  dovrà  essere  funzione  di  (p  e  sarà 

p  =  cost  —  ftydp , 
inoltre,  perchè  queste  forze  si  facciano  equilibrio  dovremo  avere  cos  7  fun- 
zione della  sola  <p,  cioè  le  linee  <p  =  cost  tracciate  sulla  sfera  dovranno 
essere  fra  loro  parallele  geodeticamente.  Se  dunque  pei  punti  della 
sfera  indicatrice  si  conducono  rette  parallele  alle  linee 
d'azione  delle  forze  applicate  ai  punti  della  superficie 
e  queste  rette  risultano  normali  ad  una  superficie  e  tali 
che  il  sistema  delle  linee  9  =  cost.  tracciate  sulla  sfera  e 
perpendicolari  alle  rette  stesse  siano  parallele  fra  loro 
geodeticamente,  le  forze  si  faranno  equilibrio  q uando  la 
loro  intensità  sia  definita  dalla  equazione: 

„  a         .rJl. 

K  =  .  C  J  cos  7  . 

ru  rv  cos  7 
«  Questo  teorema  dà  il  modo  di  costruire  infiniti   sistemi  di  forze  in 
equilibrio  sulla  superficie;  le  tensioni  sulle  linee  di  curvatura  sono  normali 
ad  esse,  e  misurate  da 

_L(COst—  [òdz)   ,  —  (cost  —  fi»     ■' 

e  la  quantità:  cost  —  f<f>d?  rappresenta  il  segmento  della  retta  del  sistema 
derivato  compreso  fra  la  sfera  ed  una  delle  superficie  cui  quelle  rette  sono 
normali. 


—  274  — 

«  Quanto  alle  forze  da  applicarsi  al  contorno  esse  son  date  dalle  (2'), 
ove  per  Xi,  Vi  si  debbono  porre  i  loro  valori. 

«  Se  le  linee  u  sono  geodetiche  le  (1')  divengono: 

y     '  du       v  du  y  G dv  r«        ''» 

«  Quando  la  superficie  è  di  rivoluzione  e  le  linee  d'azione  delle  forze 
oltre  all'essere  normali  ad  una  stessa  superficie  sono  perpendicolari  ai  pa- 
ralleli, si  ha  V  =  0,  e  le  quantità  r„,  rv,  vi  dipenderanno  soltanto  da  u. 
Le  (1'")  saranno  soddisfatte  se  le  forze  dipenderanno  soltanto  da  u  e  se  Xi,  Vi 
verificheranno  le  due  equazioni  : 

du  du  r„        rv 

la  prima  delle  quali  va  considerata  come  equazione  a  derivate  ordinarie. 
In  questo  caso  rientrano  i  problemi  studiati  dal  Mossotti  nelle  sue  Lezioni 
di  meccanica  razionale,  relativi  a  superficie  di  rivoluzione  ad  asse  verticale 
sollecitate  da  pesi. 

«  Se  invece  la  superficie  data  è  sviluppabile  e  le  forze,  oltre  all'essere 
normali  ad  una  superficie,  sono  perpendicolari  alle  generatrici  rettilinee, 
ossia  alle  linee  u,  dovrà  per  l'equilibrio  essere  Xi  funzione  della  sola  v,  e 

poiché   —-=0  le  (1"')  daranno: 

Fseu7=-— —  ,  Fcos7  =  — : 
dv  '        rv 

è  chiaro  che  il  problema  della  velaria  è  caso  particolare  di  questo  ». 

Matematica.  —  Sulla  deformazione  delle  superficie  flessibili  ed 
inestendibili.  Nota  del  prof.  Vito  Volterra,  presentata  dal  Socio  Betti. 

«  In  due  Note  che  ebbi  l'onore  di  presentare  l'anno  scorso  a  cotesta 
illustre  Accademia,  ho  accennato  come  il  problema  della  ricerca  degli  spo- 
stamenti infinitesimi  di  una  superficie  flessibile  e  inestendibile  (la  cui  equa- 
zione era  z  =  z  {cr,y))  consisteva  nell'  integrare  il  sistema  di  equazioni  dif- 
ferenziali a  derivate  parziali: 

~òw  _        7>sr       ~òw 7)ar  /    __j>£      ~bz\ 

(  '  Zò3C~~^q,     lw/—  Dp  V   '~DJH,q~"i!// 

in  cui  w  e  sr  (che  ho  chiamate  funzioni  coniugate)  erano  respettivamente  fun- 
zioni di  x  e  y ,  p  e  q.  Ho  anche  indicato  come,  trovata  una  soluzione  parti- 
colare w\ ,  ari  del  sistema  (1),  onde  avere  la  w  bastava  integrare  l' equa- 
zione a  derivate  parziali  : 

(2)  ^?+"    -^ — =0>  V'=^'   s=^v       w 


-   275   - 

«  Per  ottenere  le  componenti  ò\/\  §//,  5;  dello  spostamento  più  generale 
infinitesimo  della  superficie  bastava  prima  calcolare  la  funzione  coniugata  zs 
della  w  e  quindi  si  aveva  : 

óV  =  J(wJp  -i-rsilij)  ,     ììy  =  fwdq  —  —./.<•,     $z  =  w. 

«  Ho  fatto  osservare  nella  seconda  delle  Note  anzidette,  come  il  pro- 
blema dell'equilibrio  conduce  a  equazioni  differenziali  analoghe  a  quelle 
che  si  hanno  nel  problema  della  deformazione  e  ho  notato  le  relazioni  che 
passano  fra  i  due  problemi. 

«  Per  varie  classi  di  superficie  la  integrazione  della  equazione  (2), 
dopo  avere  determinata  una  conveniente  soluzione  particolare  del  sistema  (1), 
si  eseguisce  con  grande  facilità.  Mi  propongo  di  indicare  alcuni  dei  casi  in 
cui  ho  eseguita  la  integrazione. 

1.  «  Superficie  del  secondo  grado.  Supponiamo  che  la  superficie  pos- 
sieda un  centro,  e  poniamo  la  sua  equazione  sotto  la  forma  : 

r-  ì)1  ~.1 

(3)  7?-+"pr  +  7:  =  1' 

si  avrà  : 

ri  —  s 


o'-ir-    zt 


rt  — s-  = 


aH'- 


ei  esprimendo  s  in  funzione  di  ai  e  di  q  : 

r(i+»i' 
L(>-£)J 

«  Prendiamo    come    soluzione    particolare    del    sistema    (1)    Wi=^sc, 
ssi= — q;  la  equazione  (2)  da  integrare  diviene: 


ì.r-  ìq 

o  anche,  ponendo x=ar\,  qz=  —  q^. 


0, 


1*w 


\i-x?  -agi  / 


o. 


«  Si  trova  dunque  la  stessa  equazione  differenziale  per  tutte  le  super- 
ficie aventi  per  equazione  la  (3).  Basterà  dunque  conoscere  tutte  le  defor- 
mazioni che  può  prendere  una  speciale  superficie  di  questa  classe  perchè 
il   problema   sia  risoluto  per   tutte.   Determiniamole  quindi    per  tutte    le 


—  27<)  — 

superficie  sferiche  di  raggio  1.  In  questo  caso  prendiamo  come  soluzione  par- 
ticolare del  sistema  (1)  wi=y^ix  tsi==p~hiq,  avremo: 

ri  —  s-  =  — 

U'i1  ' 

onde  la  equazione  (2)  prenderà  la  forma  : 

«  Se  poniamo  : 

S  =  log( -Y     u==log( —-4-—),. 

la  equazione  precedente  diviene: 


_J /Dio TwA  _ 


ct 


7>£Dvj       seni 

«  Questa  equazione  si  integra  immediatamente  col  noto  metodo  Eulero- 
Laplace  e  in  tal  modo  si  ottiene  : 

,  r>-\,       I  \        I  ,r/-\  '/   N  i  cos  h  ('■>  —  r<)  — * 

«>  =  <M;)  +  pfo)-[*  (;)-?  WJ     sen />(;-„)      ' 

in  cui  9  e  (p  sono  funzioni  arbitrarie. 

«  Si  ottiene  dunque  w  espresso  mediante  x  e  y  : 

e  mediante  semplici  quadrature: 

=  ^0)+K'S,)-1<"+'»*'-'-'^'!mÌt)|- 

«  La    determinazione    delle   tre  componenti  §#,  3?/,  3z  dello  sposta- 
mento di  ciascuu  punto  è  quindi  ridotta  a  semplici  quadrature. 

«  Nel  caso  in  cui  la  superficie  non  possieda  centro   e   possa  porsi  la 
sua  equazione  sotto  la  forma  : 

z  =  Aaf-  -+-  By 2  -f-  Das + E//  -f-  C 
abbiamo  r  =  2A,  s=0,  t  =  2B,  onde  ri — s-.— 4AB  e  quindi  l'equazione 
da  integrarsi  si  riduce  immediatamente  a  A2w  =  0. 

«  È  inutile  considerare  il  caso  in  cui  la  superficie  è  un  cono  o  un 
cilindro. 

«  Possiamo  dunque  considerare  come  risoluto   il   problema   generale 

della  deformazione  in/in  itesima  diuna  superficie  qualunque  del  secondo  grado. 

2.  «  Pseudosfera.  Poste  le  equazioni  della  pseudosfera  sotto  la  forma  : 

— -  =  \/~\  —  e2u  ,    «  =  e"  cos  u,    y=euseuv, 

si  trova  : 

rt  — 1°-  =--—  c-ia. 


«  Uni  una  soluzione  particolare  del  sistema  (1)  è  : 


Wi  —  — V  \  —  xl  —  yf         ori= arco  tang  — , 
quindi  basta  integrare  1'  equazione  differenziale  : 

■,(       1        -*»\ 

yir  \(ftfi«— l)»TWi/_0 


«  Ponendo: 


si  trova: 


1  /  1         u>,— 1\  1  ,  1         wi—l\ 


e  facendo: 

smh(wì-+-7Si)  w—  p, 

si  ottiene  : 

o  anche  se  w3  =  w>  -f-  sr,        sr3=w — sj, 

che  è  una  equazione  molto  nota  nell'  analisi  : 

3.  «  Elicoidi  <!<■[  Dini  a  curvatura  costante.   Presa  per    equazione 
di  questa  superficie  : 

*  —  I  I /  — r  —  1  da  -+-  m  arco  tang  ^-  ,      p  =  1/ a^+p"  , 

si  trova: 

,„       1  -f-  m- 

?•«   —  S^  —   ; . 

«  La  soluzione    particolare   del  sistema  (1)   da  prendersi  in   questo 
caso  è: 

Wi  =  l/rl  —  p*,    zsi  =  —  m(mì~hl)  \  — '-i—  arco  tang— , 

onde  la  (2)  diviene  : 


|"    H-m*      ìiv  i 
pu>         -L(l-^|»)«  7)sr,J 


.'"V  DSTi 

ossia  ponendo  : 


|/1-Hn 

si  ha  : 


Cl  —  nr 

=i  =  U)  , 


r     i       Dif  -| 


che  è  la  slessa  equazione  differenziale  che  abbiamo  trovata  nel  caso  della 
pseudosfera. 


—  278  — 
4.  «  Superficie  conoidi.  La  equazione  di  queste  superficie  è: 

onde  : 

y 

«  Prendiamo  w\  =  y,  zs\  =  p=f  —  :  si  trova  : 


onde  la  (2)  diviene  : 

«  Posto  : 

"ÌIWl*                      tei 

IL'ì 

=  l0g(ì«iW,),               Wj  =  l0g 

si  ottiene  : 

^       2      ^     -0, 

57, 


e  quindi  : 

»  =  ^7«(w)++(-|r). 

iu  cui  0  e  <\>  sono  funzioni  arbitrarie. 

«  Si  ottengono  quindi  le  due  funzioni  coniugate  sotto  la  forma  : 

iv  ■ 


in  cui  0  e  <p  sono  funzioni  arbitrarie ,  ovvero  : 


?/ 


-0(n+?'(-^)> 


y 

da  cui  risultano  immediatamente    i  valori   delle   componenti  dello   sposta- 
mento, mediante  semplici  quadrature  ». 

Matematica.  —  Sur  V  intégrale  Jeax  f  {x)  dx.    Nota    del   prof. 
F.  Gomes-Teixeira,  presentata  dal  Socio  Battaglia. 

«  On  sait  que,  si  f(x)  représente  une  fonction  rationnelle  de  x,  l'in- 
tégrale fe°'xf(x)dx  a  la  forme  suivante: 

I  e'"x  f(x)  dx  —  e""\  0  (a?)  +  2  A   J  -—- -  dx  , 


—  27!»    — 

oli  la  première  partie   contient  ime   fonction  Q(x)  rationnelle,  et  la  deli- 
ziarne partie  contient  ime  transcendante  qui  a  la  dénomination  de  logarithme 

intégrale.  La  méthode  qu'on  emploie  pour  obtenir  eette  intégrale  exige  la 
décomposition  de  f(x)  en  des  fractions  simples,  et  par  conséquent  la  re- 
cherche  des  raciues  de  son  dénominateur.  Nous  allons  faire  voir  que,  si  on 
veut  seulement  la  première  partie  c«>xQ(x)  de  l'intégrale,  il  ne  faut  pas 
résoudre  cette  équation.  Nous  emploierons  dans  ce  biìt  la  niéme  methode 
que  nous  avons  emploié  pour  résoudre  une  question  analogue  relative  à  l'in- 
tegration des  fonctions  rationnelles  dans  notre  note  insérée  à  page  187  de 
ce  volume  des  Rendiconti. 
«  Eu  effet,  soifc: 


la  fonction  proposée,  et 

M  =  [x— Oi)  {.v—a»)  ..,  (.«•—«„)  =  xtt-h  /i,. !•"-'-+-  luv"-2^.... 
N  =  (x—a'ì){x—a't)...  u—a,,ì  =  xn  +  h'ix''-1^-h'iX^--  + .... 
etc. 

«  M,  N,  P,  etc.  étant  obtenus  au  moyen  de  la  théorie  des  racines  égales. 
Nous  avons 

m  =  ?  (■") + 1  [jé^r  ~  T^ttt  +  •-  +  F^rl 

H-  etc, 
et  par  conséquent 

(1)  le  'f{x)dx=  |  e"txf(x)dx-h 

&  fi     r«"**B     ,    „    l'è1"-'.''     ,         ,   T     f^da  -| 

p  r  ,  r  e",rcb'    „,  r  t""^        ,  T  r  r'"''/-'' 

+  etc. 
«  Gomme  o  (x)  est  une  fonction  entière,  on  trouve  facilement  la  pre- 
mière intégrale. 

«  Les  autres  intégrales  sont  de  la  forme  suivante: 

C  eaxdx  e^_ a       C  e'-,TJ,r 

,  I  (,,._«)'"  =  ~  (m— 1)(.>— ")'"-'       m— 1 .  '  Ose — d)m_1  ' 

Rendiconti  —  Vol.  I.  3G 


—  280  — 
et  on  a  par  conséquent 

_&     <"■  r     a,-  b,-  _l, n 

^      »— 1  L.(a?— ffi)*-1~r(a?— at)*-1"tT"'.'+"(fflj— oJMJ 

«  Ou  trouve  A, ,  B, ,  ...  L,  au  moyen  des  formules  de  décomposition 
des  fractions  rationnelles,  et  comme  ces  numérateurs  sont  des  fonctions  ration- 
nelles  de  Oi ,  a% ,  . . .  an  et  des  fonctions  symétriques  de  a\  ,  a'%  ,  ■■■  a'v ,  etc, 
et  on  passe  de  A,-  pour  B, ,  C, ,  . . .  L,  échangeant  at  par  Oj  ,  a3 ,  . . .  an ,  on 
conclue  que 

A,  B,  L, 

(x— ai)*-1  +  (x—aì)-x  +  *""  +  {x—a„)>-1 

est  une  fonction  symetrique  rationuelle  séparément  de  «i  ,  a± ,  . . .  a„  de 
tt'i ,  a't ,  ...  u'p,  etc.  On  peut  donc  obtenir  cette  somme  au  moyen  des 
théorèmes  de  la  théorie  des  fonctions  symétriques  en  fonction  de  /ii,  Aj,  h3.  etc. 
sans  connaitre  les  racines  ai,aj,  etc.  De  la  méme  manière,  on  trouve 

f  Ì=I  LA'J  (x-aO-1  +  B'  J  (x-a2)-i  +  •-  +  L'J  (r-a,,)'-1 .1 

_<-.  ™wx      f      A,  B,  ,        L<      i 

f       (i—I)  (e-2)  L  (flf-a,)«  "^  (aj-fli)'-8       '"      (^-a,,)'-2 J 
_,.■&         Q>8        Ta    C_e^dx_  C   e**dx  C   e'»*dx    ~\ 

-f(i— 1)  (i— 2)L   'J  («-»,)«-«  "^    'J  (#-a,)'-«  '+"-'t"  L'J  (a;-aB)f-*_T 

dont  la  première  partie  peut  étre  calculée  au  moyen  de  la  théorie  des 
fonctions  symétriques. 

«  En  contiuuant  de  la  méme  manière,  on  arrive  au  résultat 

, ,  ,  co1'1       T.    Ce">xdx      -„    ie'"Tdx  T    i'e",rdxl 

v  '       1.2...(i — 1)L    J  x — a\  Jx — ctì  Jx — «„J 

où  W  (x)  représente  la  partie  qu'on  a  calculé  au  moyen  des  théorèmes  de  la 
théorie  des  fonctions  symétriques,  et  l'autre  partie  dépend  du  logarithme 
intégrale.  On  voit  clone  que  la  connaissance  des  racines  du  denominatela- 
P  (x)  est  seulement  necessaire  pour  obtenir  la  partie  de  l'intégrale  (2)  ne 
dépend  de  cette  nouvelle  transcendante. 

«  Ce  qu'on  vient  de  dire  de  la  partie  de  la  formule  (1)  relative  à 
ni,  a2, ... an  s'applique  h  la  partie  relative  a.  a\,  o'2 ...  a'r,  a"j,  a"2, ...  a"q,  etc. 
On  conclue  donc  le  théorème  énoncé  ». 


—  2S1   — 

Matematica.  —  Intorno  alla  generazione  dei  (/ruppi  di  ope- 
razioni. Nota  del  doti  G.  Frattini,  presentala  dal  Socio  Battaglini. 

«  Dato  un  gruppo  G  di  sostituzioni  e  in  generale  di  operazioni  in  nu- 
mero finito,  diremo,  come  è  naturale,  che  un  sistema  (g)  di  sostituzioni  di 
G  è  un  sistema  di  sostituzioni  generatrici  fra  loro  indipendenti,  allorché  ogni 
sostituzione  di  G  o  sia  in  (g)  o  si  possa  ottenere  come  prodotto  di  sostituzioni 
contenute  in  (3),  e  qualsivoglia  sostituzione  di  (g)  non  si  possa  ottenere  come 
prodotto  di  sostituzioni  scelte  fra  le  rimanenti  del  sistema.  Mancando  questa 
seconda  condizione  diremo  che  il  sistema  è  semplicemente  un  sistema  di  gene- 
ratrici. Immaginando  ora  di  avere  formato  e  di  avere  sott'occhio  tutti  i  possibili 
sistemi  (g)' ,  (g)".  ...  di  generatrici  fra  loro  indipendenti,  dovrà  qualche 
sostituzione  di  G  (almeno  l'unità)  mancare  in  tutti  i  sistemi. 

«  Se  il  gruppo  G  fosse  ad  es.  quello  delle  potenze  della  sostituzione: 
S  =  (à ,  b ,  e ,  d) ,  le  potenze  di  grado  pari  di  questa,  non  potrebbero  far 
parte  di  alcun  sistema  di  generatrici  di  G  fra  loro  indipendenti,  perchè,  come 
facilmente  si  vede,  alla  generazione  di  G  dovrebbe  pur  concorrere  una  potenza 
di  grado  dispari  della  S  dalla  quale  quelle  di  grado  pari  sarebbero  generate. 

«E  così:  Le  sostituzioni  di  un  gruppo  qualsivoglia  si 
possono  distinguere  in  due  classi:  nella  classe  cioè  di  quelle 
che  possono  efficacemente  concorrere  alla  generazione  del 
gruppo  potendo  esse  far  parte  d i  11.11  sistema  generatore 
senza  che  siauo  generate  dalle  rimanenti  del  sistema,  e 
nella  classe  di  quelle  le  quali  non  possono  efficacemente 
concorrere  alla  generazione  sopra  detta. 

«  Oggetto  di  questa  Nota  è  quello  di  porre  in  rilievo  che  : 

1.  «Le  sostituzioni  del  gruppo  le  quali  non  possono 
efficacemente  concorrere  alla  sua  generazione,  ne  costi- 
tuiscono un  sottogruppo  eccezionale  (il  sottogruppo  0). 

2.  «  Il  gruppo  $  coincide  col  gruppo  di  quelle  sostitu- 
zioni le  quali  sono  moduli  rispetto  ai  sistemi  generatori 
del  gruppo  fondamentale,  sono  cioè  tali,  che  qualunque 
sistema  generatore  si  trasformi  in  un  nuovo  sistema  gene- 
ratore quando  le  sostituzioni  del  primo  sistema  si  consi- 
derino astrazion  fatta  da  fattori  uguali  a  quei  moduli. 

3.  «Il  gruppo  $  coincide  ancora  col  gruppo  comune  ai 
sottogruppi  massimi  (')  del  gruppo  fondamentale. 

4.  «Affinchè  il  gruppo  fondamentale  possa  essere  ge- 
nerato da  un  certo  suo  sottogruppo    combinato    con   taluno 

(')  Massimo  diremo  un  sottogruppo  di  G  allorquando  non  esisterà  in  G  altro  sotto- 
gruppo che  lo  contenga. 


—  282  — 

degli  altri,  è  necessario  e  sufficiente  che  il  primo  sotto- 
gruppo non  sia  esclusivamente  formalo  con  sostituzioni 
di  0. 

«  E  finalmente: 
5.  «  Il  gruppo  $  è  un  gruppo  Q,0  di  Capelli  ('). 

«  Che  le  sostituzioni  g  di  G  le  quali  non  possono  efficacemente  con- 
correre alla  generazione  delì'istesso  G  costituiscano  un  gruppo,  si  può  di- 
mostrare nel  seguente  modo:  Supponiamo  che  {/(Z>,  g1^  non  possano  far  parte 
di  alcun  sistema  di  generatrici  fra  loro  indipendenti.  Neppure  potrà  farne 
parte  il  prodotto  g',yK  gW.  Che,  se  fosse  altrimenti,  surrogando  nel  sistema  (//)<'■•• 
di  generatrici  fra  loro  indipendenti  il  prodotto  gw.  glp]  con  i  suoi  fattori, 
si  avrebbe  ancora  nel  sistema  così  modificato  un  nuovo  sistema  generatore. 
E  riducendo  comunque  questo  nuovo  sistema  a  tale  che  fosse  composto  di  sole 
generatrici  fra  loro  indipendenti  col  sopprimere  talune  sostituzioni  superflue, 
le  sostituzioni  r/*',  </'P>  dovrebbero  sparire  necessariamente.  Ma  si  perver- 
rebbe così  ad  un  sistema  generatore  composto  di  sostituzioni  contenute  in 
(f7)(tu)i  e  privo  del  prodotto  <?<al.  g(V  il  quale  per  ciò  sarebbe  superfluo  in  (oY'^K 

«  Trasformando  ora  le  sostituzioni  di  un  sistema  (g)  con  qualsivoglia 
sostituzione  gW  di  G ,  si  otterrà  certamente  un  nuovo  sistema  (g) .  Infatti 
se  le  sostituzioni  del  primo  sistema  generano  G,  le  sostituzioni  del  sistema 
trasformato  genereranno  il  gruppo  G  trasformato  mediante  gW  ossia  G  me- 
desimo. E  nessuna  delle  trasformate  sarà  superflua  nel  secondo  dei  due 
sistemi.  Infatti,  se  ciò  fosse,  superflua  sarebbe  altresì  la  sostituzione  cor- 
rispondente nel  primo  dei  due  sistemi  nel  quale  il  secondo  si  trasforma 
mediante  la  inversa  di  g(W.  Da  ciò  segue  che  se  una  g  esiste  in  taluno  o 
manca  in  tutti  i  sistemi  (g),  tutte  le  trasformate  di  g  soggiaceranno  alla 
identica  condizione.  Il  gruppo  delle  sostituzioni  le  quali  non  possono  effi- 
cacemente concorrere  alla  generazione  di  G  conterrà  adunque  tutte  le  tra- 
sformate di  qualsivoglia  sua  sostituzione  con  sostituzioni  di  G ,  e  sarà  per 
ciò  eccezionale  in  G . 

«  Ed  ora,  sia  K  un  sottogruppo  di  G  non  contenuto  per  intiero  in  <I>, 
e  sia  (g)^  uno  di  quelli  fra  i  sistemi  (g)  che  presentano  sostituzioni  comuni 


(')  Gruppi  <!„  di  Capelli  dico  quei  gruppi  i  quali  essendo  di  ordine:  p*.q?  .  r'ì .  .  . 
non  contengono  che  un  solo  gruppo  degli  ordini:  pK ,  if  ,  fi ,  .  .  .  rispettivamente,  avendo 
il  Capelli  nella  sua  Memoria:  Sopra  la  composizione  dei  gruppi  di  sostituzioni  (R.  Acca- 
demia dei  Lincei,  voi.  XIX)  dimostrato  varie  proprietà  relative  a  questi  gruppi,  e  fra  le 
altre  le  due  seguenti:  I  fattori  di  composizione  dei  gruppi  0o  sono  numeri  primi:  Ogni 
sottogruppo  di  un  gruppo  il0  è  anch'esso  un  gruppo  n„.  Combinando  questa  seconda  pro- 
prietà con  la  nostra  proposizione  4",  si  concluderà  facilmente  che:  Quando  non  sia 
possibile  generare  il  gruppo  fondamentale  combinando  un  certo  suo 
sottogruppo  con  taluno  degli  altri,  il  primo  sottogruppo  apparterrà 
alla  specie  dei  gruppi  A,,  di  Capelli. 


—  283  — 

con  K.  Soppresse  in  (<))•'">  le  sostituzioni  che  esso  ha  comuni  con  K,  le 
restanti  genereranno  un  gruppo  K'  minore  di  Gr,  perchè  se  esse  generas- 
sero l'intiero  G,  le  sostituzioni  sopprèsse  sarebbero  state  superflue  in  (;/)'"• 
Ciò  posto,  il  gruppo  K  e  il  gruppo  K'  genereranno  evidentemente  l'intiero  G 
perchè  G  era  generato  dalle  sostituzioni  di  (u)10- .  Esiste  adunque  un  gruppo  K" 
di  G  che  con  K  genera  G . 

«Ma  ciò  non  accadrebbe  se  K  fosse  per  intero  contenuto  in  <I>.  Che 
se  il  gruppo  K  con  un  gruppo  K'  minore  di  G  generasse  quest'ultimo 
gruppo,  qualche  sostituzione  di  K  potrebbe  efficacemente  concorrere  alla 
generazione  di  G ,  e  ciò  è  contrario  alla  natura  delle  sostituzioni  di  <I>  le 
quali  comporrebbero  K. 

«  Esiste  il  seguente  teorema:  Un  sottogruppo  T  eccezionale  in  G  può 
sempre  efficacemente  concorrere  alla  generazione  di  G  allorquando  esistano 
in  r  almeno  due  gruppi  distinti  fra  quelli  che  hanno  per  ordine  la  mas- 
sima potenza  di    taluno  dei  fattori  primi  che  compongono  l' ordine  di  r. 

i  Prima  di  dimostrare  questo  teorema,  avvertirò  che  esso  è  nella  sua 
sostanza  dovuto  al  Capelli  il  quale  dimostra  (')  che  esistono  nella  sopra 
detta  ipotesi  sottogruppi  di  G  i  quali  partecipano  con  le  loro  sostituzioni 
a  tutti  i  periodi  di  F.  Per  dimostrare  la  coincidenza  delle  due  proposizioni 
osserveremo  infatti  che,  se  T  è  eccezionale  in  G,  ogni  sottogruppo  L  di  G 
è  permutabile  con  F  (!),  cosi  che  riunendo  insieme  i  periodi  d  F  aventi 
sostituzioni  comuni  con  i  singoli  periodi  di  L,  avrà  luogo  una  nuova  distri- 
buzione delle  sostituzioni  di  G  in  periodi  e  precisamente  la  distribuzione 
relativa  al  gruppo  generato  da  T  e  da  L  come  nella  mia  Memoria:  Intorno 
ad  alcune  proposizioni  della  teoria  delle  sostituzioni  (3),  ho  dimostrato.  E  da 
ciò  apparisce  evidentemente  che:  condizione  necessaria  e  sufficiente  affinchè 
esistano  sottogruppi  L  di  G  che  partecipino  con  le  loro  sostituzioni  a  tutti 
i  periodi  di  T  è,  che  T  con  qualche  sottogruppo  di  G  e  minore  di  G  generi 
G  che  cioè  T  concorra  efficacemente  alla  generazione  di  G  con  qualche  sistema 
di  sostituzioni  estranee  a  T. 

«  Ciò  premesso,  veniamo  alla  dimostrazione  dell'enunciato  teorema.  Sia  P 
uno  dei  sottogruppi  d'ordine  pa  («  massimo)  contenuti  in  T,  ed  S  una  so- 
stituzione di  G.  Dicasi  P'  il  gruppo  d'ordine  p'A  (contenuto  in  F)  nel  quale  S 
trasforma  P. 

«  Sappiamo  esistere  in  T  sostituzioni  le  quali  trasformano  P  in  P'. 
Sia  7  una  di  queste.  La  sostituzione  S"y-1=<7  apparterrà  al  gruppo  delle 
sostituzioni  di  G  le  quali  trasformano  P  in  se  medesimo,  e  si  avrà:  S  =  <77. 

«  Essendo  la  S  una  qualsivoglia  sostituzione  di  G,  si  conclude  che,  il 


{'}  1.  e. 

(')  Ha  luogo  cioè,  quali  si  sieno  j.  c  r,  una  relazione  della  fonna:  /«  .  yg  — -,r.'-  la' • 
(')  Meni,  della  Ti.  accademia  dei  Lincei,  Voi.  XVIII,  1883-84. 


—  284  — 

gruppo  T  e  quello  delle  sostituzioni  che  trasformano  P  in  se  medesimo 
generano  G.  Ora  il  gruppo  T  concorre  efficacemente  a  questa  generazione 
purché  le  sostituzioni  di  G  le  quali  trasformano  P  in  se  medesimo  non 
formino  l'intiero  G .  Ma  in  questo  caso  P'  coinciderebbe  con  P  e  non  esi- 
sterebbero in  T  due  gruppi  distinti  d'ordine  pa . 

«  Ed  ora,  poiché  il  gruppo  0  eccezionale  in  G  non  può,  stante  la  sua 
definizione,  efficacemente  concorrere  alla  generazione  di  G,  non  esisteranno 
in  <I>  due  gruppi  distinti  degli  ordini  p" ,  q? , . . .  rispettivamente.  Il  gruppo 
$  sarà  perciò  un  gruppo  ù0 . 

«  Il  gruppo  <I>  è  poi  composto  di  quelle  sostituzioni  le  quali  sono 
moduli  rispetto  alla  generazione  di  G.  Sia  infatti:  Psi  Q<p>  Ry3 . . .  una 
sostituzione  di  un  sistema  generatore  considerata  come  prodotto  nel 
quale  i  fattori  tpt,  qjj,  93,...  indicano  sostituzioni  di  $.  Siccome  è: 
Py,  =  o'jP,  PQp2  =  -i;'.2  PQ, . . .  per  essere  0  eccezionale   in  G,  avremo: 

P?i  0^2  R?3 •  .-•  =  (?V* ?3  •  •  ■)  (PQR  •  ■  •)  =  ?PQR •  •  • 

«  Avverrà,  così  che,  mentre  sostituendo  nel  sistema  generatore  la  9  e 
il  prodotto  PQK...  in  luogo  della  sostituzione  considerata,  si  otterrà  evi- 
dentemente un  nuovo  sistema  generatore,  sopprimendo  la  9  che  è-  super- 
flua, si  riuscirà  ad  introdurre  la  PQR ...  in  luogo  della  primitiva  sostitu- 
zione, come  precisamente  sarebbe  avvenuto  facendo  in  quella:  y,  =  ^|=a>3... 
=  1 .  Viceversa  se  la  sostituzione  g'h)  è  un  modulo,  essa  esisterà  in  $  ne- 
cessariamente. Infatti  la  g  ''■'  non  potrebbe  far  parte  di  alcun  sistema  di  gene- 
ratrici fra  loro  indipendenti,  che  altrimenti  si  potrebbe  far  quivi  g(h)  =  1 
e  sopprimere  la  gfh>  come  superflua. 

«  Così,  se  il  gruppo  G  fosse  il  gruppo  ciclico  delle  potenze  di  una  so- 
stituzione S  d'ordine  m,  le  potenze:  S"<,  S''1...  quando  fi,  jj«...  si  in- 
tendano primi  con  m,  rappresenteranno  sistemi  generatori  del  gruppo,  anzi 
i  soli  sistemi  di  un'unica  generatrice.  Se  adunque  Sa  apparterrà  al  gruppo  <I>, 
le  sostituzioni  S"*''<,  Sa-P:,  . . .  riprodurranno  la  soprascritta  serie  di  po- 
tenze. La  serie  dei  numeri  primi  con  m  e  inferiori  ad  m  rientrerà  adunque 
in  se  stessa  (mod.  m)  per  l'aggiunta  della  a  a  tutti  i  suoi  elementi.  Vice- 
versa, se  ciò  avvenga,  Sa  apparterrà  al  gruppo  $ .  Infatti  se  S", . . .  S°  po- 
tesse essere  un  sistema  di  generatrici  indipendenti,  il  prodotto  S"'"...  Sa'a 
per  convenienti  valori  di  u, . .  .  a'  si  ridurrebbe  alla  S  affetta  da  esponente 
u'u  -+- . .  +  a  a  primo  con  ni,  e  primo  con  m  sarebbe  perciò  u'u-h...  Baste- 
rebbero adunque  le  S\  . .-  a  generare  il  gruppo. 

«  Ciò  posto,  sia:  wt=  p'' ■({•'■  r1  •■•  La  serie  dei  numeri  primi  con  in  ed 
inferiori  ad  m  rientra  evidentemente  in  se  stessa  per  a  multiplo  del  prodotto 
p .  q.  r.  . .  e  non  rientra  in  se  stessa  se  non  in  questo  caso.  Se  infatti  a  non 
sarà  divisibile  per  qualcuno  dei  fattori  primi  di  m  ad  es.  per  p,  la  serie  u  +  a, 
u  +  2(i...  nella  quale  a  rappresenti  un  numero  primo  con  m,  conterrà  qual- 
che termine  divisibile  per  p  per  essere  a  primo  con  p,  e  perciò  la  serie 


—  285  — 

dei  numeri  primi  con  m  e  inferiori  ad  m  non  rientrerà  in  se  stessa  per 
raggiunta  di  a  a  tutti  i  suoi  elementi.  Concludiamo  da  ciò  che  nel  caso 
semplice  che  consideriamo  il  gruppo  $  è  il  gruppo  costituito  dalle  potenze 
della  sostituzione  S"•'^r•••.  Sopra  i  sistemi  generatori  del  gruppo  ciclico 
si  potrà  adunque  operare  con  l'eguaglianza  ipotetica  :  S"-  «•■'•••=  1. 

«  Sia  finalmente  H'  un  sottogruppo  massimo  di  G.  Se  0  non  esistesse 
in  H',  il  gruppo  generato  da  H'  e  da  <l>  coinciderebbe  con  G  perchè  H'  è 
massimo,  e  0  potrebbe  così  concorrere  alla  generazione  di  G,  la  qual  cosa 
è  inammissibile.  Ma  se  qualche  sostituzione  rf*)  estranea  a  $  potesse  esser 
comune  a -lutti  i  gruppi  H,  siccome  g(aJ  combinata  con  qualche  sottogruppo  K 
genererebbe  G,  essa  lo  genererebbe  altresì  combinata  con  un  sottogruppo  H"<1 
che,  o  sarebbe  lo  stesso  K  se  K  fosse  massimo  in  G,  o  altrimenti  conter- 
rebbe K  come  sottogruppo.  Ma  ciò  è  impossibile  perchè  si  è  supposto 
che  BfV  contenga  /^.Noteremo  pertanto  il  teorema:  Il  gruppo  co- 
mune a  tutti  i  sottogruppi  massimi  di  qualsivoglia  gruppo, 
è  eccezionale  nel  gruppo  ed  è  un  gruppo  Q0.  Similmente  si  dimo- 
stra che  il  gruppo  $  è  comune  a  tutti  i  sottogruppi  eccezionali  massimi  di  G. 
Ma  esso  può  anch'essere  un  sottogruppo  del  gruppo  totale  a  questi  comune. 

«  Accenneremo  finalmente  che,  siccome  un  gruppo  Qa  di  ordinepa.g  .fi... 
contiene  in  se  sottogruppi  di  qualsivoglia  ordine  minore  pa\ q.  'fi'...,  ge- 
nerati da  sottogruppi  degli  ordini  rispettivi  pr/-',q'i',f /',...  le  sostituzioni 
singole  di  ciascun  gruppo  generatore  essendo  permutabili  con  le  singole  di 
tutti  gli  altri,  facile  è  dimostrare  che,  il  sottogruppo  <I>  di  un  gruppo  Q0 
coincide  con  quello  che  è  generato  dai  gruppi  rispettivamente  comuni  a 
tutti  i  gruppi  degli  ordini  pa_1,  <r~ '. ...  che  in  Q0  sono  contenuti  ». 

Biologia.  —   Del  fuso  direzionale  e  della  formazione   di    un 
f/lubulo  polare  nell'ovulo  ovarico  di  alcuni  mammiferi.   Nota   del 
prof.  G.  Belloxci,  preseutata  dal  Socio  Blaserna. 

Processo  di  preparazione:  Induramento  dell'ovario  nel  liquido  di  Flem- 
ming  (miscela  concentrata)  ;  compenetrazione  di  paraffina  ;  sezioni  microto- 
miche  appiccicate  colla  miscela  di  albumina  e  glicerina;  colorazione  colla 
saffranina  di  Pfitzner  o  colla  fucsina  acida. 

«  Negli  ovuli  ovarici  maturi  di  topo  casalingo  e  di  cavia  si  forma  un 
fuso  direzionale,  il  quale  è  completamente  simile  al  fuso  direzionale  di  alcuni 
invertebrati.  Esso  deriva  dalla  vescicola  germinativa,  migrata  al  polo  ani- 
male, ed  è  perpendicolare  alla  superficie  del  vitello.  Gli  ovuli  in  cui  si 
forma  il  fuso  sono  contenuti  in  follicoli  le  cui  cellule  epiteliali  presentano 
una  particolare  trasformazione:  si  sciolgono  le  une  dalle  altre,  per  diven- 
tare ameboidi  ;  e  si  riempiono  di  granuli  (goccioline  ?)  che  fra  le  altre  pro- 
prietà han  quella  (notata  da  Flemming)  di  colorarsi  come  la  cromatina  nucleare. 


—  286  — 

«  Il  fuso  è  formato  da  fili  acromatici  spiccatissimi  e  affatto  distinti 
dal  protoplasma  polare,  e  da  una  corona  equatoriale  di  elementi  cromatici. 
Solo  poche  volte  ho  veduto  nel  protoplasma  polare  pallide  traccie  di  astri. 

«  Gli  elementi  cromatici,  nella  cavia,  osservati  coll'obiettivo  Vis  Zeiss 
e  illuminatore  Abbe,   appariscono   come   palline   o   granuli   rotondeggianti. 

«  Nel  topo,  alcuni  di  essi  mostrano,  nel  lato  che  guarda  l'asse  del  fuso, 
due  brevi  prolungamenti  polari,  ed  assomigliano  perciò  agli  elementi  cro- 
matici veduti  da  Strasburger  in  alcune  cellule  vegetali  (cellule  madri  del 
polline  della  Fritillaria  persica). 

«  La  corona  equatoriale  si  sdoppia  ;  le  due  corone  figlie  vanno  ai  poli 
del  fuso,  si  separa  infine  dal  vitello  un  po'  di  protoplasma  polare,  entro  il 
quale  resta  inclusa  la  metà  periferica  del  fuso  sdoppiato.  Si  forma  cosi  un 
globulo  polare,  che  è  costituito  da  una  sostanza  protoplasmatica,  derivante 
dal  protoplasma  ovulare,  la  quale  è  affatto  priva  di  granulazione  e  si  colora 
più  di  quest'ultimo,  e  dal  residuo  periferico  del  fuso,  il  quale  non  forma 
però  mai  un  vero  nucleo  morfologicamente  determinato. 

«  Il  globulo  polare  sta  sotto  la  tunica  avventizia.  Esso  ha,  come  il  vitello, 
uno  strato  periferico  membraniforme  (membrana  perivitellina  di  van  Beneden). 

«  Il  residuo  ovulare  del  fuso  riforma  immediatamente  una  nuova  cario- 
mitosi,  che  ha  figura  di  fuso  (topo)  o  di  barile  o  di  cilindro  (cavia)  e  si 
dispone  obliquamente. 

«  Negli  ovuli  ovarici  maturi  di  coniglio  si  trova  spesso  un  corpuscolo 
polare  ;  e,  accanto  a  questo,  uel  vitello,  un  piccolo  fuso  obliquo,  e  vicino 
a  quest'ultimo,  più  verso  il  centro,  una  vescichetta  che  pare  un  nucleo. 

«  Pel  modo  come  si  forma  e  per  la  sua  struttura,  è  molto  probabile 
clic  il  globulo  polare  di  cotesti  mammiferi  abbia  natura  di  cellula:  le  dif- 
ferenze dalla  ordinaria  cariocinesi  non  sono  essenziali;  e  biologicameute 
esso  ha  forse  un  vero  nucleo.  Cotesta  probabilità  si  fa  maggiore  se  lo  si 
confronta  coi  globuli  polari  degli  eolididei,  i  quali,  come  ha  mostrato  Triii- 
chese,  sono  vere  cellule  ameboidi. 

«  Nel  topo  e  nella  cavia  si  ritrovano,  entro  follicoli  degeneranti,  ovuli 
maturi  che  presentano  un  principio  di  vera  segmentazione.  Questa  sembra 
precedere  la  completa  degenerazione  dell'ovulo  ». 

Morfologia.  —  Sulla  struttura  raggiata  del  segmento  esterno  dei 
bastoncelli  retinici.  Nota  di  Or.  Cuccati,  presentata  da!  Socio  Trinchese. 

«  Max  Schultze  (')  ha  osservato  che  nel  tritone  i  singoli  dischi  che  com- 
pongono il  segmento  esterno  dei  bastoncelli  mostrano  delle  incisure  mar- 
ginali da  cui  partono  simmetricamente  dei  raggi  i  quali  non  arrivano  fino 

(')  M.  Schultze,  Mina,  iu  Stvicker's  Handbuch  der  Lehre  voseJen  Gewebe. 


—  287  — 

al  centro  e  che,  se  sono  molti  e  regolari,  danno  alla  zona  periferica  un  aspetto 
regolarmente  raggiato.  Schultze  dà  a  questa  apparenza  il  significato  di  un 
cenno  di  fenditure  radiali  che  partono  dalle  scanalature  della  superficie  ('). 

«  Le  mie  osservazioni  mi  hanno  dimostrato  una  vera  struttura  raggiata 
dei  segmenti  esterni  dei  bastoncelli,  la  quale  può  darci,  come  si  vedrà  in 
appresso,  una  giusta  interpretazione  di  coteste  apparenze  già  descritte  da 
Schultze. 

«  È  noto  che  i  segmenti  esterni  dei  bastoncelli  appartengono  agli  ele- 
menti più  facilmente  alterabili.  Conviene  dunque  dapprima  studiarli  in  una 
condizione  che  maggiormente  si  avvicini  a  quella  in  cui  trovansi  nella  retina 
vivente,  e  seguirne  passo  passo  le  alterazioni.  A  questo  fine  ho  fatte  molte 
osservazioni  di  retine  di  tritone  rapidamente  dissociate  nell'umore  spremuto 
dall'occhio  di  rane  e  di  tritoni  ed  ho  veduto  che  molti  bastoncelli  restano 
interi  e  riuniti  in  masse  compatte;  ed  alcuni  sporgono  da  queste  nel  li- 
quido che  le  circonda.  Salvo  una  leggera  curva  di  alcuni  sul  proprio  asse, 
del  resto  nessun'altra  apparenza  può  essere  sospettata  come  segno  di  alte- 
razione. Il  segmento  esterno  di  questi  bastoncelli  si  presenta  liscio,  jalino 
e  finamente  striato  per  lo  lungo  con  tracce  di  striatura  trasversa.  La  sostanza 
di  questi  segmenti  freschissimi  ed  integri  è  molliccia  e  infatti  si  deformano 
al  più  lieve  contatto.  Veduti  rivolti  in  su  coll'obbiettivo  1/18  di  Zeiss  e  lo 
illuminatore  di  Abbe,  mostrano  la  loro  sezione  trasversa  perfettamente  cir- 
colare, uniforme  e  rifraugeutissima.  Si  noti  che  la  più  diligente  disamina 
non  mi  ha  fatto  vedere  alcuna  traccia  di  scanalature.  Le  strie  longitudiuali 
che  pure  vedonsi  in  questi  segmenti  debbono  considerarsi  come  ispessimento 
periferico  della  sostanza  jalina,  cioè  come  il  principio  di  tanti  raggi. 

«  Essi  mostrano  altresì,  specie  quelli  che  sporgono  liberi  nel  liquido, 
una  tendenza  a  dividersi  in  segmenti  perfettamente  trasversi.  Alcuni  poi 
sono  tronchi,  e  questi,  se  volti  in  su,  si  addiuiostrauo  quali  cilindri  per- 
fettamente lisci  e  divisi,  per  mezzo  di  raggi  di  diversa  rifrangenza  in 
un  certo  numero  di  settori  i  quali  appariscono  chiaramente  quando  il  fuoco 
delle  lenti  è  nella  base  tronca  o  nei  piani  a  .questa  vicini. 

«  La  nettezza  de'  raggi  diminuisce  dalla  periferia  al  centro. 

«  Accade  poi  di  vedere  sparsi  nel  liquido  del  preparato  dei  tronchi  di 
segmenti  di  bastoncelli,  alcuni  dei  quali  bassi  molto  ma  con  tutta  l'appa- 
renza della  perfetta  conservazione,  che  rifrangono  la  luce  come  quelli  interi 
e  stipati  ed  hanno  la  superficie  perfettamente  cilindrica.  Se  questi  tronchi 
sono  veduti  da  una  base,  presentano  evidentissimi  i  settori.  La  loro  circon- 
ferenza poi  è  così  marcata,  che  dà  a  pensare,  indipendentemente  dai  giuochi 
di  luce,  a  una  maggiore  rifrangenza  dello  strato  periferico. 

«  Alcuni  bastoncelli  poi,  benché  tronchi  solo  verso  l'apice,  non  erano, 

(';  «  einc  Andeutung  radiarer  Zerkliiftung,  ausgehend  von  don  Rimieu  dcr  Oberflachc  ». 
Rendiconti  —  Vol.  I.  37 


—  288  — 

almeno  presso  la  base  tronca,  perfettamente  cilindrici,  ma  la  superficie  loro, 
verso  l'apice,  era  un  poco  scanalata  :  apparenza  già  veduta  da  molto  tempo 
(Henzen,  Schultze).  Questo  però,  vista  la  forma  cilindrica  della  grande  mag- 
gioranza dei  bastoncelli  che  secondo  tutte  le  probabilità  sono  perfettamente 
integri,  mi  sembra  doversi  attribuire  ad  un  principio  di  regolare  alterazione. 
Non  voglio  escludere  però  che  la  scanalatura  possa  preesistere  e  possa  esser 
data  dall'  impronta  dei  fili  delle  cellule  epiteliali  pigmentate.  In  fine  di 
quando  in  quando  alcuni  bastoncelli  presentavano  verso  l'apice  loro  una 
specie  d'esfogliazione  che  li  divideva  nelle  pile  di  dischetti  ed  il  margine 
loro  appariva  fortemente  dentellato.  Molti  di  questi  presentavano  le  fendi- 
ture radiali  descritte  da  Schultze  e  da  altri  ;  anzi  alcune  volte  queste,  ar- 
rivando fino  al  centro,  dividevano  il  dischetto  in  molti  settori  separati  che 
gli  davano  l'aspetto  di  una  stella.  Questa  apparenza  per  le  cose  suddette 
parai  doversi  ritenere  dovuta  a  un  principio  di  alterazione,  e  la  forma 
sua  speciale  è  spiegata  dalla  disposizione  raggiata  che  aveva  già  la  sostanza 
del  bastoncello  normale. 

«  Altri  dischi  infine  sono  assai  irregolarmente  dentellati  o  sformati, 
e  non  può  esservi  dubbio  che  ciò  non  derivi  da  una  profonda  alterazione; 
anzi,  facendo  una  diligente  osservazione,  se  ne  possono  seguire  tutte  le  fasi. 
Fra  i  segmenti  esterni  di  bastoncelli  retinici  di  tritoni  slati  nell'ombra  e  di 
altri  esposti  alla  luce  del  sole  non  ho  notato  differenze  apprezzabili, 

«  Oltre  che  nell'umore  acqueo  ho  fatto  parecchie  dissociazioni  di 
bastoncelli  retinici  di  tritone  nella  soluzione  sodo-metilica,  perchè  è  noto  come 
essa  conserva  elementi  oltremodo  alterabili  come  sono  le  piastrine  del  sangue 
(Bizzozero)  (')  e  questa  era  debole  tanto  che  appena  se  ne  riconosceva  il  colore. 
E  perchè  la  retina  non  venisse  in  diretto  contatto  dell'aria,  aprivo  gli  occhi 
tolti  da  tritoni  ancora  vivi  in  detta  soluzione  ed  ho  dissociate  le  retine  in 
una  grande  quantità  di  liquido. 

«  Fatta  rapidamente  l'osservazione  ho  potuto  rilevare  : 

1°.  «  Gruppi  di  bastoncelli  perfettamente  conservati,  alcuni  dei  quali, 
piegati  un  poco  in  su,  davano  a  divedere  contorno  circolare  regolarissimo 
e  spiccato  :  accenno  di  raggi  che  partivano  dal  medesimo  e  andavano  verso 
il  centro. 

2°.  «  Bastoncelli  separati  ed  interi  che  oscillanti  verticalmente  nello 
spazio  compreso  fra  il  coproggetti  ed  il  portoggetti,  di  tratto  in  tratto  mo- 
stravano le  medesime  particolarità. 

3°.  «  Piccoli  gruppetti  dei  medesimi,  e,  direi  quasi,  dischetti  che 
medesimamente  oltre  all'offrire  il  contorno  molto  regolare,  essi  pure  mo- 
stravano striature  raggiate. 

«  Noto  che  quantunque  la  soluzione  sodo-metilica  fosse  tanto  debole, 

(')  Bizzozero,  Di  un  nuovo  elemento  morfologico  del  sangue  etc.  Milano,  1883. 


-  289  - 

pure  la  colorazione  dei  bastoncelli  era  istantanea  e  sufficientemente  intensa, 
come  ho  potuto  vedere  facendo  penetrare  qualche  goccia  di  detta  soluzione 
sotto  il  coproggetti  in  una  retina  dissociata  nell'umor  acqueo. 

«  Collo  stesso  metodo  ho  ripetute  queste  osservazioni  sulla  retina  della 
rana  esculenta  ed  alcuni  gruppetti  di  dischi  costituenti  i  tronchi  dei  baston- 
celli offrivano,  come  si  vedrà  in  appresso,  una  certa  analogia  coi  dischetti 
della  retina  del  bue  e  del  cavallo  ;  si  presentavano  cioè  costituiti  da  tre 
settori  massimi,  riuniti  da  un  contorno  circolare  nettissimo  e  punto  inter- 
rotto. Talvolta  ne  mostravano  più  di  tre  e  più  di  quattro  ;  alcuni  erano  in 
vero  divisi  in  tanti  raggi  fitti  e  regolarissimi.  Oltre  che  in  liquidi  fisiologici 
o  quasi  fisiologici,  ho  fatto  delle  dissociazioni  in  liquidi  che  da  tutti  sono 
tenuti  in  grande  pregio  per  le  loro  ottime  qualità  come  fissatori  degli  ele- 
menti nella  loro  struttura  fisiologica.  E  prima  ho  adoperato  l'acido  osmico 
in  soluzione  1  %  lasciato  in  contatto  immediato  colla  retina  dieci  minuti 
circa  e  dissociata  nell'acqua  distillata;  oppure,  tolta  dall'acido  osmico  la  ho 
lasciata  per  un'ora  nell'alcool  allungato  e  dissociata  nella  glicerina.  Qualche 
sottile  pila  di  dischi  osservai  libera  come  pure  vidi  bastoncelli  disposti  se- 
condo l'asse  ottico  del  microscopio  ed  in  ambidue  i  casi  ho  notato  :  contorno 
perfettamente  circolare  e  striature  radiali  evidentissime.  Ho  usato  altresì 
il  cloralio  idrato  in  soluzione  10  °/0,  perchè  è  indicato  da  Krause  (')  come 
uu  liquido  eccellente  conservatore  degli  elementi  retinici  ;  e  la  retina  vi 
rimase  immersa  per  ventiquattro  ore.  Dissociato,  ho  potuto  osservare  il 
medesimo  fatto.  Lo  stesso  ho  veduto  servendomi,  in  luogo  dell'acido  osmico 
puro,  del  liquido  di  Flemming  così  modificato: 

Soluzione  Acido  Osmico     1  %  P-  14 

»         Acido  Cromico    1  %  P-  25 

Acido  Acetico  goccie  una  o  meno. 
«  Oltre  che  nel  tritone  e  nella  rana,  ho  fatto  queste  esperienze  ancora 
sulla  retina  di  axolotl  (').  Dal  metodo  delle  dissociazioni  sono  passato  alle 
sezioni  eseguite  col  microtomo  Thoma  medio  modello.  Ho  posto  a  tal  fine, 
(previa  asportazione  della  cornea  e  lussazione  della  lente)  diversi  occhi  di 
axolotl  dell'età  di  anni  due  lunghi  10  cent,  circa,  nel  liquido  di  Flemming 
sopra  menzionato  ove  stettero  immersi  per  due  giorni  interi.  Tolti  da  questo 
liquido  e  lavati  poi  per  molte  ore  in  una  corrente  di  acqua  distillata,  indi 
gradatamente  passati  pei  diversi  alcoli,  poscia  nell'alcool  assoluto  per  un'ora, 
indi  nel  cloroformio  per  breve  tempo,  li  misi  a  compenetraro  di  paraffina. 
Le  singole  sezioni,  sottilissime,  perpendicolari  all'asse  dei  bastoncelli,  ho 
fissate  sul  portoggetti  col  metodo  Mayer  e  colorate  colla  fuscina  acida  in 
soluzione  acquosa  fortissima.  Detto  reattivo  fu  a  contatto  cogli  elementi  in 
discorso  per  due  o  tre  ore  circa. 

(')  W.  Krause,  Unierntchungsmethoden.  Internationale  Monatsschrift  Bd.  1  H.  2  18S4. 
(')  iiredon  pisciformis  Baird. 


—  200  — 

«  Levato  poi  l'eccesso  di  colore  immergendo  il  portaoggetti  nell'acqua 
per  mezz'ora  e  rischiarate  con  l'olio  di  garofani,  le  ho  montate  al  balsamo 
del  Canada. 

«  Osservate  ad  un  mediocre  ingrandimento  ('/d  Zeiss)  i  bastoncelli, 
tagliati  in  sezioni  trasverse  mostravano  doppio  contorno  circolare,  liscio, 
marcatissimo;  molti  raggi  e  settori  regolarissimi  che  andavano  fino  al  centro, 
distinti  per  diversità  di  colorazione  e  di  potere  rifrangente.  Questa  strut- 
tura era  resa  molto  bene  manifesta  dalla  colorazione  intensa  della  fuscina 
acida.  Le  osservai  elegantissime  col  1/18  ad  Imm.  Omogenea  di  Zeiss  e 
l'illuminatore  Abbe. 

«  Ho  usato  lo  stesso  metodo  per  le  retine  di  alcuni  tritoni,  ed  ho 
potuto  riscontrare  gli  stessi  particolari.  Non  sempre  però  i  raggi  vanno 
fino  al  centro;  talora  questo  è  occupato  da  una. sostanza  diversa  da  quella  che 
forma  i  settori  la  quale  si  protende  talvolta  fra  i  settori  istessi  in  due  o 
tre  direzioni  diverse  ed  opposte.  In  alcuni  dischetti  la  periferia  è  punteg- 
giata, e  dai  punti  partono  i  raggi  di  diversa  rifrangenza  ;  ecco  l'indizio 
delle  strie  longitudinali. 

«  Ma  qui  non  ho  fatto  sosta  nelle  mie  ricerche.  Trattai  con  metodo 
identico  diverse  retine  di  rane  esculente  per  farne  delle  sezioni  e,  serven- 
domi della  stessa  colorazione  ho  potuto  constatare  lo  stesso  fatto,  sebbene 
lo  confesso,  vi  riuscissi  dopo  lunghe  e  replicate  riprove. 

«  Proseguii  le  mie  investigazioni  sopra  vertebrati  superiori.  Provai 
replicatamele  sopra  la  retina  di  un  tacchino  e  qualche  cosa  intravidi.  Scelte 
però  le  retini  di  alcune  galline,  colle  dissociazioni  non  riuscii  a  vedere  nulla, 
quantunque  usassi  sempre  degli  stessi  trattamenti.  Nelle  sezioni  e  colla 
solila  colorazione  osservai  la  medesima  striatura  raggiata  notata  negli  ani- 
mali sopra  menzionati  (').  I  segmenti  esterni  dei  bastoncelli  sempre  per- 
fettamente cilindrici  e  a  struttura  raggiata  potei  osservare  nelle  sottili 
sezioni  trasverse  o  nei  tronchi  dei  medesimi  che  non  di  rado  occorrevano 
isolati.  Per  la  colorazione,  oltre  che  colla  fuscina,  ottenni  eccellenti  risul- 
tati servendomi  del  violetto  di  genziana  in  soluzione  acquosa  1  °/0  ;  del  bleu 
d'anilina  in  soluzione  acquosa  2  °/o  e  della  saffranina  di  Pfitzner. 

«  In  fine  procuratami  una  retina  di  bue  ed  una  di  cavallo  cavate  dal- 
l'animale appena  sgozzato,  usando  sempre  dello  stesso  trattamento,  nelle 
più  sottili  sezioni  tangenziali  ho  veduto  che  i  più  bassi  cilindri  derivati 
dalla  divisione  trasversa  dei  segmenti,  che  non  di  rado  si    osservavano    e 


(')  Chi  volesse  fave  osservazioni  di  questo  genere  deve  ben  guardarsi  dalle  facilissime 
alterazioni  che  accadono  nei  delicati  bastoncelli  di  questi  animali,  i  quali  bastoncelli  si 
rigonfiano  specie  alla  estremità  o  si  ripiegano  sopra  se  stessi  o  in  altro  modo  si  deformano, 
producendo  figure  raggiate  marcatissime,  le  quali  però  hanno  niente  a  che  fare  colla  strut- 
tura dei  segmenti  integri. 


—  291   — 

che  avevano  il  contorno  perfettamente  circolare  e  netto,  apparivano  divisi 
precipuamente  in  tre  settori  massimi,  e  che  alcuni  davano  a  divedere  una 
lievissima  striatimi  raggiata.  Il  centro  del  disco  era  formato  d'una  sostanza 
un  po'  meno  colorata  dalla  quale  partivano  anche  qui  dei  raggi  in  diverse 
direzioni  ed  opposte  limitanti  i  settori  massimi. 

«  L'aver  veduto  questi  fatti  dissociando  la  retina  in  umori  fisiologici 
e  in  così  diversi  liquidi  ottimi  fissatori  degli  elementi  nella  loro  forma,  ci 
offre  grande  probabilità  che  i  fatti  sovraccennati  non  sieuo  dovuti  ad  alterazione 
alcuna. 

«  Potrebbe  tuttavia  restare  il  dubbio  che  i  raggi  si  formino  per  un 
principio  di  coagulazione  della  sostanza  molliccia  che  costituisce  il  segmento 
nella  retina  vivente.  Però,  come  ho  già  notato,  la  striatimi  longitudinale  si 
vede  sempre  in  tutti  i  segmenti  i  più  freschi  e  che  non  fanno  intravedere 
alcuna  alterazione  :  e  mi  sembra  che  questa  striatura  sia  una  proprietà,  che 
essi  hanno  anche  durante  la  vita.  Siccome  poi  non  dipende  da  scanalature, 
e  la  periferia  di  questi  segmenti  così  conservati  è  perfettamente  uniforme, 
così  le  strie,  per  loro  stesse,  sono  già,  l'indizio  di  ispessimenti  periferici 
radiali:  resterebbe  sol  dubbio  se  i  raggi  durante  la  vita  siano  limitati  ad 
una  stretta  zona  periferica,  ovvero  si  spingano  fino  al  centro.  Ad  ogni  modo 
resterebbe  stabilita  la  grandissima  facilità  con  cui  si  manifestano  i  settori 
che  arrivano  fino  all'asse  del  segmento  :  e  questa  proprietà  indicherebbe  una 
disposizione  molecolare  che  può  avere  un  grande  interesse  fisiologico. 

«  Si  può  dunque  con  molta  probabilità  asserire  che  in  alcuni  verte- 
brati e  forse  in  tutti,  i  segmenti  esterni  dei  bastoncelli  hanno  struttura 
raggiata  e  forse  sono  fatti  di  due  sostanze  di  diversa  intensità:  una  delle 
quali,  la  più  densa,  forma  tanti  stretti  settori  che  per  lo  più  arrivano  fino 
al  centro  :  mentre  l'altra  può  considerarsi  come  una  sostanza  fondamentale 
e  che  l'anello  periferico  dei  dischi  sia  pure  formato  da  una  sostanza  molto 
densa.  L'anello  corrisponde  alla  guaina  ammessa  da  alcuni  istologi  (Kuhnt 
e  Kùhne)  e  la  sostanza  onde  è  formata  alla  cheratina  dei  bastoncelli  di 
Kiihne. 

«  È  quasi  certo  che  le  scanalature  e  le  iucisure  di  Schultze  sono 
dovute  a  un  principio  di  ineguale  retrazione  o  dilatazione  delle  sostanze 
che  formano  i  dischetti,  e  i  settori  fauno  sì  che  l'anello  periferico  diventi 
dentellato. 

«  Le  fenditure  raggiate  poi  che  talvolta  vedonsi  partire  dalle  iucisure 
marginali,  sarebbero  un  effetto  dell'alterazione  sulla  struttura  raggiata  pree- 
sistente. 

«  Noto  in  fine  che  i  dischi    di  giovanissime    larve    di  axolotl   (fissate 
coll'acido  osmico,  colorate  col  carminio   borico  di  Grenacher,  e  tagliate  al- 
microtomo)  sono  bucati  nel  centro  sì  che  possono  dirsi  piuttosto   anellini. 
Ciò  indica  probabilmente    che  la  sostanza  jaliua  che  li  forma  cresce  dalla 


-  292  - 

periferia  al  centro,  e  forse  potrà  darci  la  spiegazione  istogenetica  della  loro 
struttura  raggiata. 

«  Non  so  quale  potrà  essere  l'importanza  dei  fatti  notati.  Mi  sia  per- 
messo però  accennare  fin  d'ora  alla  corrispondenza  di  struttura  raggiata  fra 
il  segmento  esterno  dei  bastoncelli  dei  vertebrati  e  il  così  detto  rabdoma 
delle  retinule  degli  occhi  faccettati  ». 

Meteorologia.  —   Intorno  ai  corpuscoli  ferruginosi  e  magnetici 

dell'atmosfera.  Nota  del  prof.  P.  Boni/zi,  presentata  dal  Socio  Tacchini. 

«  Nell'intrapreudere  lo  studio  microscopico  di  diverse  polveri  atmosfe- 
riche inviatemi  dal  comm.  prof.  Pietro  Tacchini,  la  mia  attenzione  fu  viva- 
mente richiamata  sopra  i  corpuscoli  che  vengono  attratti  dalla  calamita  e 
il  cui  esame  microscopico  destò  in  me  il  più  grande  interesse  di  studiarli. 
Lasciate  in  disparte  per  un  momento  le  peculiari  indagini  che  mi  propongo 
di  fare  intorno  alle  polveri  speditemi  dall'ufficio  centrale  di  Meteorologia, 
volli  occuparmi  del  solo  argomento  riguardante  i  corpuscoli  ferruginosi  e 
magnetici.  Kaccolsi  e  pregai  molti  amici  di  raccogliere  polveri  in  molte  parti 
d'Italia  tanto  sui  luoghi  allo  aperto,  cioè  sul  tetto  delle  case,  sui  monumenti, 
sulle  torri  di  molte  città,  e  località  diverse,  come  pure  nell'interno  delle 
case  cioè  nelle  stanze  abitate,  nelle  scuole,  nei  teatri,  nei  sotterranei  ecc. 
«  Dopo  lungo  ed  accurato  esame  ho  potuto  concludere: 

1°  «  che  in  tutte  le  polveri  cadute  sia  nei  luoghi  aperti  che  chiusi 
vi  sono  sempre  dei  corpuscoli  magnetici  siano  pure  pochi  e  piccolissimi 
fino  a  raggiungere  talora  una  esterna  esiguità. 

2°  «  che  i  corpuscoli  magnetici  Don  sono  tutti  di  una  stessa  sostanza 
ma  constano  invece  di  particelle  di  diversa  natura  mineralogica. 

3"  «  che  le  loro  forme  sono  svariatissime  e  che  fra  esse  vi  è  la 
forma  di  sferetta,  forma  tanto  distinta  che  richiama  subito  l'attenzione  dell'os- 
servatore. 

4°  «  Le  sferette  si  trovano  sempre  e  quasi  sempre  nei  corpuscoli 
magnetici  delle  polveri  che  si  sono  depositate  nei  luoghi  esposti  all'aria  li- 
bera, anzi  alcune  volte  vi  sono  abbondantissime,  mentre  sono  scarse  o  man- 
cano affatto  nelle  polveri  depositate  nei  luoghi  interni  o  chiusi  e  quindi 
non  esposti  direttamente  all'azione  dell'aria  libera  esterna. 

«  Per  istudiare  al  microscopio  i  corpuscoli  magnetici  meglio  è  osser- 
varli colla  luce  incidente,  anziché  colla  luce  per  trasparenza  e  siccome  deb- 
bono essere  bene  illuminati  bisogna  dirigervi  sopra  con  uno  specchio  un 
raggio  di  sole,  mitigando  e  togliendo  le  forti  difrazioni  con  una  carta  pel- 
lucida. Se  si  vuole  ottenere  una  luce  diffusa  intensa,  si  può  concentrare 
sulla  carta  pellucida  la  luce  solare  mediante  una  grande  lente.  Per  que- 
ste osservazioni  basta  anche  un  ingrandimento  di  200  diametri.  Io  sono  così 


—  293  - 

riuscito  a  descrivere  in  un  modo  più  completo  che  non  abbia  latto  Tissandier 
nel  suo  lavoro:  Les  poìlssières  de  Vair,  le  sferette  e  gli  altri  corpuscoli 
magnetici.  Nella  Memoria  che  va  inserita  negli  Annali  della  Metereologia 
italiana,  le  descrizioni  sono  accompagnate  da  tavole  che  rappresentano  con 
molta  verità  i  corpuscoli  stessi  quali  veggonsi  cosi  nettamente  al  micro- 
scopio nel  modo  sopra  indicato. 

«  Le  sferette  sono  variabili  per  grandezza,  se  ne  incontrano  di  quelle 
il  cui  diametro  arriva  a  0ram,15  e  si  discende  fino  a  misurarne  delle  picco- 
lissime di  0mm,005,  passando  per  tutte  le  misure  intermedie;  però  quelle 
che  arrivano  al  decimo  di  millimetro  o  lo  sorpassano  sono  poche,  le  più 
frequenti  raggiungono  solo  qualche  centesimo  di  millimetro.  Si  nota  in  al- 
cune uno  splendore  vivissimo  ferreo  talora  con  riflesso  azzurrognolo  proprio 
del  ferro  ossidulato;  in  molte  la  lucentezza  somiglia  quella  del  ferro  me- 
tallico o  dell'acciaio,  talora  però  appannata,  scura  e  qualche  volta  passa 
quasi  al  nero;  non  mancano  esempi  di  sferette  di  un  color  rosso  ciliegia 
scura;  finalmente  ve  ne  sono  di  color  bronzino  e  di  quelle  con  lucentezza 
metallica  gialla  da  richiamare  alla  mente  lo  splendore  della  pirite.  La  super- 
ficie delle  sferette  non  è  liscia:  quelle  dotate  di  viva  lucentezza  di  ferro 
l'hanno  reticolata,  altre  a  lucentezza  d'acciaio  scuro  l'hanno  scabrosa  o  tuber- 
colata e  sembrano  compatte  e  masiccie,  e  le  sferette  di  color  bronzino  hanno 
una  superficie  leggermente  granulosa.  Spesso  anziché  vere  sferette  con  splen- 
dore giallo  metallico  si  hanno  dei  corpi  rotondeggianti  o  sferoidali,  ai  quali 
sembra  più  proprio  applicare  il  nome  di  granuli;  osservati  alla  luce  per 
trasparenza  possono  confondersi  colle  vere  sferette  se  non  si  ha  l'avvertenza 
di  esaminarli  bene  girando  la  vite  micrometrica  per  convincersi  che  non  sono 
perfettamente  sferici. 

«  Nei  corpuscoli  ferruginosi  e  magnetici  si  possono  facilmente  rico- 
noscere delle  particelle  foggiate  a  modo  di  piastrine,  di  piccoli  granuli  irre- 
golari paragonabili  a  quelli  della  limatura  di  ferro,  spesso  hanno  lo  splen- 
dore ferreo  metallico  distintissimo;  altre  volte  questo  splendore  sembra  un 
po'  spento  o  ricoperto  cerne  da  leggiera  velatura  nera.  Frequentissime  sono 
anche  le  particelle  coll'aspetto  di  corpi  che  abbiano  subito  una  incipiente 
fusione,  quindi  veggonsi  talune  colla  superficie  mammillonare,  coi  contorni 
frastagliati  con  rilievi  rotondeggianti  emisferici.  Vi  sono  anche  molte  par- 
ticelle che  hanno  tutta  l'apparenza  di  scorie. 

«  Fra  le  molte  ricerche  fatte  per  conoscere  le  maggiori  varietà  dei 
corpuscoli  magnetici  hanno  una  speciale  importanza  quelle  dei  luoghi  assai 
elevati  dalla  superficie  del  suolo. 

«  Nella  polvere  raccolta  sulla  torre  della  Ghirlandina  alta  metri  84,32 
vi  trovai  una  piastrina  di  ferro  metallico  di  0mm,04  ;  quattro  sferette  a  super- 
ficie reticolata  colla  lucentezza  del  ferro  ossidulato,  due  del  diametro  di  0ram,02 
e  due  di  0mm,015;   un  granulo  colla  lucentezza  dell'acciaio  e  a  superficie 


—  294   — 

scabrosa,  lungo  0mm,04.  Nella  polvere  raccolta  sulla  torre  Asinelli  che  è 
alta  metri  97,90  trovai  delle  particelle  di  ferro  a  foggia  di  piastrine, 
di  granellini,  dei  corpicciuoli  coll'apparenza  di  aver  subito  una  fusione; 
una  sferetta  del  diametro  di  0mm,02,  molti  corpuscoli  semitrasparenti  rossi 
di  ossido  di  ferro  o  magnetici  o  contenenti  particelle  magnetiche. 

«  Sono  anche  interessanti  le  osservazioni  sulla  polvere  raccolta  ogui 
giorno  sopra  una  superficie  di  un  metro  quadrato  all'altezza  di  29  metri 
dal  suolo  di  Modena.  Separai  i  corpuscoli  ferruginosi  e  magnetici  in  tutte 
le  polveri  cadute  nel  mese  di  agosto  1884  e  pesati  alla  bilancia  di  preci- 
sione erano  2  milligrammi  circa. 

<•  L'esame  microscopico  mi  lasciò  scorgere  delle  particelle  ferrose  a 
superficie  convessa  e  tuberosa  da  richiamare  alla  mente  i  frammenti  di  una 
crosta  appartenente  ad  un  corpo  sferico;  vidi  delle  piastrine  colla  lucen- 
tezza caratteristica  del  ferro,  dei  frammenti  di  ferro  che  hanno  subita  una 
incipiente  fusione  e  con  superficie  emisferica,  finalmente  alcune  sferette,  la 
maggiore  di  0mm,07  tutte  con  lucentezza  ferrea  e  riflesso  azzurrognolo  e  a 
superficie  reticolata. 

«  Sono  ben  lungi  dal  credere  con  queste  poche  osservazioni  di  avere 
dati  sufficienti  per  dedurre  dal  peso  dei  corpuscoli  magnetici  caduti  in  una 
superficie  di  un  metro  quadrato  il  peso  dei  corpuscoli  di  ferro  o  allo  stato 
metallico  o  nei  suoi  composti  magnetici  che  circolano  nell'atmosfera,  ma 
tuttavia  si  può  avere  una  idea  della  loro  grande  quantità.  Col  dato  di  2  millig. 
caduti  in  un  mese  sopra  una  superficie  di  un  metro  quadrato  all'altezza  di  29 
metri  dal  suolo,  poste  le  stesse  condizioni  nello  strato  d'aria  che  sovrasta 
all'Italia  alla  stessa  altezza,  vi  si  troverebbero  quintali  5926  circa. 

«.  Le  sferette  e  gli  altri  corpuscoli  magnetici  descritti  da  Tissandier 
hanno  qualità  e  proprietà  identiche  a  quelle  da  me  descritte  e  quindi  le 
ritengo  affatto  simili;  ma  le  sferette  descritte  dai  signori  I.  Murray  e 
A.  Eenard  nel  giornale  inglese  -  Nature  -  nell'aprile  1884,  sono  alquanto 
diverse.  I  detti  autori  trattano  però  delle  particelle  magnetiche  cadute  len- 
tamente nei  depositi  del  fondo  del  mare  e  precisamente  nelle  rosse  argille  delle 
parti  centrali  del  Pacifico.  Le  sferette  descritte  da  questi  autori  sono  di  due 
sorta,  le  une  sono  perfettamente  sferiche,  generalmente  misurano  quasi  0mm,2, 
sono  intieramente  coperte  da  un  involucro  collo  splendore  del  ferro  ossi- 
dulato  magnetico  e  rotte  in  un  mortaio  d'agata  facilmente  si  stacca  la  cor- 
teccia lasciando  scorgere  un  nucleo  centrale  di  ferro  nativo;  le  altre,  non 
sono  perfettamente  sferiche,  della  grandezza  generalmente  di  circa  mezzo 
millimetro  le  paragonarono  per  le  loro  proprietà  mineralogiche  ai  chondres 
e  le  chiamarono  sferule  silicate. 

«  Per  quanta  attenzione  io  abbia  posto  per  rintracciare  nei  numerosi 
sedimenti  aerei  finora  esaminati  almeno  le  sferette  col  nucleo  di  ferro  na- 
tivo non  vi  riuscì 


—  295   — 

«  Rispetto  alla  formazione  delle  sferette  sono  convinto,  come  lo  è  Tis- 
sandier,  che  derivino  dall'azione  del  fuoco.  Le  esperienze  che  ho  fatto 
bruciando  del  ferro  nell'ossigeno  ed  esaminando  al  microscopio  i  prodotti  mi- 
nutissimi ottenuti  mi  hanno  convinto  del  modo  di  loro  formazione,  poiché 
sono  riuscito  anche  a  riprodurre  artificialmente  le  aeroliti  microscopiche 
studiate  da  Ehremberg  e  cadute  nel  1S59  nelle  Indie. 

«  Ma  non  sono  poi  convinto  che  le  sferette  che  in  numero  grandissimo 
e  costante  continuamente  circolano  nel  pulviscolo  atmosferico  abbiano  una 
origine  cosmica. 

«  Nella  filiggine  proveniente  dalla  combustione  del  carbon  fossile  trovai 
le  sferette  di  ogni  sorta  in  grande  abbondanza,  come  eziandio  nelle  polveri 
delle  officine  dei  lavoratori  del  ferro.  Io  ritengo  che  queste  siano  cospicue 
sorgenti  di  sferette  che  si  espandono  incessantemente  nell'aria,  atteso  l'im- 
menso consumo  di  carbon  fossile  e  la  estesissima  lavorazione  del  ferro  in 
tutta  Europa.  Non  nego  fra  i  materiali  del  pulviscolo  l'esistenza  del  ferro 
e  fors'anche  di  sferette  d'origine  cosmica,  non  essendo  possibile  negare  le 
cadute  di  ferro  dal  cielo  né  respingere  l'ipotesi  che  le  stelle  filanti  pos- 
sano produrre  un  fatto  analogo  a  quello  delle  particelle  di  ferro  che  bru- 
ciano attraversando  l'ossigeno,  potendosi  anche  ammettere  che  qualche  volta 
cadano  delle  aereoliti  simili  a  quelle  sopramenzionate  di  Ehremberg.  Io  af- 
fermo soltanto  che  nello  stato  attuale  delle  nostre  cognizioni  non  abbiamo 
un  carattere  per  distinguere  le  sferette  che  vengono  dal  cielo  da  quelle  che 
provengono  dalla  terra,  non  sappiamo  dire  quali  e  quante  sono  quelle  e 
queste,  in  breve  non  possediamo  alcun  fatto  positivo  che  ci  rassicuri  per 
fare  questa  distinzione  e  per  potere  stabilire  che  è  certa  l'origine  cosmica 
delle  sferette  che  rinvengonsi  nel  pulviscolo  atmosferico. 

«  Il  Tissandier  ha  fatto  l'analisi  chimica  dei  corpuscoli  magnetici  caduti 
direttamente  dall'aria,  ma  non  ha  tenute  distinte  le  sferette  dagli  altri  cor- 
puscoli, quindi  il  nikel  che  ha  trovato  esistente  nella  massa  dei  corpuscoli 
esaminati  non  sappiamo  se  sia  associato  alle  sferette  ovvero  alle  altre  par- 
ticelle magnetiche  del  pulviscolo. 

«  Del  resto  la  presenza  del  nikel  e  del  cobalto  nel  ferro  meteorico 
ha  perduto  gran  parte  del  suo  significato  una  volta  che  questi  corpi  sono 
già  stati  trovati  anche  nel  ferro  di  origine  terrestre.  Vi  è  maggiore  proba- 
bilità di  ritenere  che  le  sferette  con  nucleo  metallico  descritte  da  Murray 
e  Renard  siano  d'origine  cosmica,  poiché  si  discostano  assai  pei  loro  carat- 
teri da  quelle  che  sono  indubbiamente  d'origine  terrestre  ;  oltreché  le  sferule 
Bilicate  di  questi  stessi  autori  essendo  paragonabili  per  la  loro  natura  ai 
chondres,  è  anche  più  facile  ritenerle  d'origine  cosmica. 

«  Vi  è  però  un  altr'ordine  di  fatti  i  quali  concorrono  a  rendere  più 
complicato  lo  studio  delle  sferette.  Già  è  noto  che  i  signori  Munier  e  Tis- 
sandier  annunciarono  all'Accademia  di  Parigi  nel  1878  di  aver  trovato  delle 

Rendiconti  —  Vol.  I  38 


—  296  — 

sferette  magnetiche  analoghe  a  quelle  del  pulviscolo  atmosferico  in  diverse 
roccie.  Io  ho  trovato  le  sferette  in  una  roccia  argilloso-calcarea  dei  dintorni 
di  Modena,  nella  sabbia  gialla  pliocenica  di  Castelvetro,  e  nello  strato  sab- 
bioso dei  pozzi  trivellati  od  artesiani  della  città  di  Modena  alla  profondità 
di  18  a  23  metri  dal  suolo;  in  questo  strato  sabbioso  oltre  le  sferette 
del  diametro  di  0mra,01  fino  a  0mra,04  rinvenni  piastrine,  granuli,  corpuscoli 
magnetici  di  diversa  foggia  colla  lucentezza  propria  del  ferro. 

«  Lo  scopo  precipuo  di  questa  Nota  è  di  dare  un  saggio  di  descrizione 
dei  materiali  magnetici  del  pulviscolo  atmosferico.  È  questa  la  prima  parte 
de'  miei  studi  e  delle  mie  osservazioni  microscopiche  sulle  polveri  dell'aria 
che  debbo  continuare  per  corrispondere,  benché  debolmente,  all'onorifico  inca- 
rico affidatomi  dalla  Direzione  dell'Ufficio  centrale  di  Meteorologia  di  Koina  » 


RELAZIONI    DI    COMMISSIONI 

Il  Socio  Beltrami,  a  nome  anche  del  Socio  Cremona,  relatore,  legge 
la  relazione  sulla  Memoria  del  sig.  A.  Mannheim,  intitolata:  Mémoire  d'Optique 
tjéomé'rique,  proponendone  l'inserzione  negli  Atti  accademici. 

Il  Socio  Todaro,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Trinchese  ,  legge 
la  relazione  sulla  Memoria  del  prof.  B.  Grassi,  intitolata:  Morfologia  delle 
Scolopendrdle,  concludendo  per  l' inserzione  di  essa  negli  Atti  accademici. 

Le  conclusioni  delle  Commissioni,  messe  ai  voti  dal  Presidente ,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Blaserna  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono,  se- 
gnalando fra  esse  le  opere  seguenti  inviate  da  Soci  e  da  estranei. 

K.  De  Paolis.  Elementi  di  Geometria. 

A.  De  Zigno.  Flora  fossilis  format ionìs  oolithicae.  Voi.  II.  Punt.  IV  e  V. 

A.  Le  Jolis.  l'ìeurs  anormales  de  Cytisus  labumum  et  Digitalis 
purpurea. 

A.  Kanitz.   Mngyar  Novénytani  Lapok.  P.  Vili. 

J.  vom  Rath.    Vortrlìge  und  Miltheilungen. 

A.  Prampero.  Saggio  di  tavole  dei   logaritmi  quadratici. 

J.  Weyrauch.  Aufgaben  zur  Theorie  elastischer  Kurper.  —  Das  Princip 
von  der  Erhaltung  der  Energie  seit  Bobert  Mayer  —  Zur  Orienlirung. 


—  297  — 

Lo  stesso  Segretario  presenta  anche  varie  opere  dei  Soci  A.  Pauinotti 
e  L.  Kronecker,  delle  quali  verrà  pubblicato  l'elenco  nel  Bullettino  biblio- 
grafico. Presenta  inoltre  il  voi.  XI  della  Relazione,  sui  risultati  scientifici 
della  spedizione  del  «  Challenger  ». 

Il  Socio  Betocchi,  presenta  una  pubblicazione  dell'  ing.  B.  Colbertai.do 
sulla  Questione  lagunare,  e  fa  omaggio  in  nome  dell'autore  sig.  G.  C.  Me- 
llsurgo  Melissenos,  di  varie  opere  relative  all'  igiene  ed  al  bonificamento 
della  città  di  Napoli. 

CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna  comunica  la  corrispondenza  relativa  al  cambio 
degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 

La  R.  Accademia  della  Crusca,  di  Firenze  ;  la  R.  Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  di  Lucca;  la  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  e  belle  arti 
di  Bruxelles-;  la  R.  Società  zoologica  di  Amsterdam;  la  Società  geologica 
di  Edimburgo  ;  le  Società  filosofiche  di  Birmingham  e  di  Filadelfia  ;  la  Società 
di  filosofia  sperimentale  di  Rotterdam  ;  la  R.  Biblioteca  di  Parma  ;  la  Bi- 
blioteca nazionale  di  Brera ,  Milano  ;  la  civica  Biblioteca  di  Vercelli  ;  la 
Biblioteca  comunale  di  Alessandria  ;  la  civica  Biblioteca  di  Reykjavik  ; 
la  R.  Università  e  la  Scuola  navale  di  Genova  ;  la  R.  Università  di  Roma  ; 
gli  Osservatori  di  s.  Francisco,  di  s.  Fernando  e  di  Praga;  il  Comitato  geo- 
logico di  Pietroburgo. 

Annunciano  l' invio  delle  loro  pubblicazioni  : 

Il  Ministero  della  Guerra;  il  R.  Istituto  geologico  ungherese  di  Buda- 
pest; il  Comitato  geologico  degli  Stati  Uniti,  di  Washington. 

Ringraziano  ed  annunciano  1'  invio  delle  loro  pubblicazioni  : 

La  Società  di  fisica  e  storia  naturale  di  Giuevra;  la  Società  storica 
ed  archeologica  di  Jena  ;  1'  Istituto  geologico  di  Berlino  ;  la  Scuola  poli- 
tecnica di  Delft. 

Il  Segretario  Blaserna  fa  le  seguenti  comunicazioni: 
«  I  Ministri  della  pubblica  Istruzione,  di  Agricoltura  e  Commercio,  e 
dei  Lavori  pubblici,  su  proposta  fatta  dal  Presidente  della  R.  Accademia  dei 
Lincei,  hanno  stabilito  d' inviare  i  prof.  Taramelli  e  Mercalli  in  Ispagna, 
per  istudiare,  col  patrocinio  dell'Accademia,  gli  ultimi  terremoti  che  fune- 
starono il  mezzogiorno  della  Spagna. 

«  D'accordo  col  Socio  G.  Stoppani  è  stato  formulato  il  seguente  pro- 
gramma per  i  loro  studi  : 


e 


—  298  — 

1.  «  Rilevare,  coli' aiuto  delle  opere  e  carte  geologiche  risguardanti 
la  regione  commossa  dal  terremoto,  la  struttura  geologica  con  particolar 
riguardo  alla  tectonica  delle  formazioni  ed  alle  relazioni  che  ponno  esistere 
tra  quella  regione,  le  Baleari,  le  isole  e  penisola  italiana.  Si  desidera  che 
i  risultati  di  questo  studio  possano  giovare  anche  alla  conoscenza  della  stra- 
tigrafia di  quel  tratto  del  bacino  mediterraneo  occidentale,  in  vista  degli 
studi  talassografici,  affidati  ad  apposita  Commissione  della  R.  Accademia 
dei  Lincei. 

2.  «  Esporre  la  storia  del  terremoto,  considerato  nei  suoi  vari  elementi: 
fenomeni  precursori,  ora,  direzione,  natura  ed  intensità  delle  scosse,  repli- 
che, rombi  ed  altri  fenomeni  fisici,  che  sogliono  accompagnare  le  scosse. 

3.  «  Rilevare  gli  effetti  meccanici  del  terremoto  sugli  edifici,  esami- 
nare la  distribuzione  delle  rovine  in  rapporto  colla  natura,  colla  disposizione 
e  colla  conformazione  del  suolo.  Ciò  anche  in  vista  di  ulteriori  consigli  che 
potrebbero  darsi  per  la  collocazione,  natura  e  forma  degli  edifici  in  quelle 
nostre  provincie,  le  quali  pur  essendo  soggette  a  frequenti  e  ruinosi  terre- 
moti, hanno  condizioni  di  suolo  diverse  dalle  assai  speciali  dell'  isola  d'Ischia. 

4.  «  Rilevare  gli  effetti  dinamici  e  fisici  sul  suolo  e  le  modificazioni 
portate  dalle  scosse  nella  circolazione  interna  ed  esterna  delle 'acque. 

5.  «  Determinare  l'area  del  terremoto,  la  posizione  e  la  forma  dell'epi- 
centro e  possibilmente  la  profondità  e  la  natura  geologica  del  centro  o  dei 
centri  di  scossa. 

6.  «  Esaminare  il  modo  di  propagazione  del  movimento  sismico,  spe- 
cialmente in  rapporto  colla  natura  delle  rocce  e  colle  fratture  stratigrafiche. 

7.  «  Rapporto  dei  recenti  terremoti  andalusi  coi  terremoti  iberici 
delle  epoche  passate  e  coi  fonomeni  sismo-vulcanici  di  altre  parti  del  globo 
e  specialmente  dell'Italia. 

«  L'elaborato  dei  due  inviati,  corredato  dalle  carte  e  dai  disegni  neces- 
sari, verrà  presentato  alla  R.  Accademia  dei  Lincei  ». 

Il  Segretario  Blaserna  dà  comunicazione  di  una  lettera  del  senatore 
Devicenzi,  Presidente  della  Società  generale  dei  viticoltori  italiani,  nella 
quale  ringrazia  l'Accademia  per  l'aiuto  che  i  Soci  di  essa,  Caknizzaro,  Bu- 
serna  e  Briosi,  prestarono  alla  Società  facendo  parte  della  Commissione  giu- 
dicatrice del  concorso  che  essa  bandiva  al  posto  di  suo  Segretario  generale. 

P.  B. 


—  299  — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI    LINCEI 

Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    19    aprile    1885. 

G.  Fioreixi  Vice-Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Filosofia.  —  Analisi  della  idea  di  Sostanza  e  sue  relazioni 
con  le  idee  di  essenza,  di  causa  e  di  forza,  come  contributo  al 
Dinamismo  filosofico.  Memoria  del  Socio  Luigi  Ferri  (Sunto). 

«  Detto  quanto  importi  di  precisare  il  significato  del  concetto  di  so- 
stanza che  è  fondamentale  in  metafisica,  questo  studio  ne  espone  il  contenuto 
e  cerca  la  parte  che  in  esso  è  dovuta  alla  esperienza  e  quella  che  dipende 
dalle  leggi  proprie  della  funzione  conoscitiva.  Quindi,  indicate  le  sue  con- 
dizioni psicologiche  e  logiche,  risolve  nei  suoi  elementi  il  rapporto  di  ine- 
renza fra  modo  e  soggetto,  e,  accennata  la  illusione  contenuta  nella  rappre- 
sentazione della  sostanza  come  sostrato  astratto  e  indeterminato,  ne  ricerca 
le  attinenze  con  le  determinazioni  inseparabili  in  cui  consiste  la  essema  e 
si  apre  la  via  a  dichiararne  la  obbiettività  ;  la  quale,  premessa  la  soluzione 
realistica  del  problema  generale  della  conoscenza,  dipende  sopratutto  dai 
caratteri  di  unità,  priorità  e  durata  die  si  ricavano  dai  modi  costitutivi 
della  fenomenalità  degli  enti  e  si  collegano  col  processo  che  la  mente  attri- 
buisce ai  medesimi  obbedendo  al  principio  di  causa  e  ricostruendone  l'ordine 
sugli  indizi  dell'esperienza.  Così  l'essenza  è  non  solo  congiunta  ma  imme- 
desimata con  la  sostanza,  e  mentre  la  separazione  loro  è  l'origine  di  inso- 
lubili antinomie  nel  pensiero  speculativo  che  pretende  ritrovare  la  realtà 
nei  risultati  dell'astrazione,  la  unione  loro  conduce  a  scorgere  nel  concreto 

Rendiconti  —  Vol.  I.  30 


—  300  — 

sostanziale  degli  enti  un  altro  rapporto  importante,  e  cioè  il  rapporto  di 
connessione  causale,  il  quale  alla  sua  volta,  confortato  dalla  osservazione  dei 
fenomeni  di  moto  nel  mondo  inorganico  e  dal  processo  di  individuazione 
nell1  organico,  ci  rivela  l'aspetto  dinamico  degli  esseri  e  ci  scopre  nella  so- 
stanza e  nell'essenza  loro  reale,  non  solo  la  legge,  ma  il  principio  attivo  delle 
energie  fisiche  e  psichiche,  ossia  finalmente  la  forza. 

«  Si  insiste  principalmente  sulla  distinzione  fra  la  forma  ideale  e  la 
forma  reale  dell'essenza,  generale  ed  astratta  l'ima,  sintesi  l'altra  o  piut- 
tosto unità  concreta  del  generale  e  dell'individuale.  Si  combatte  la  tesi  che 
risolve  la  sostanza  e  causa  prima  nella  moltitudine  degli  atomi  ». 

Storia.  —  Documenti,  storici  relativi  al  taglio  dell'istmo  di  Suez 
ed  alla  conquista  dell'Egitto  ideata  da   Sisto    V.   Nota   del    Socio 

corr.  Enrico  Narducci. 

«  Il  Kanke,  nella  sua  storia  del  papato  ('),  fa  menzione  di  un  dispaccio 
del  veneto  ambasciatore  a  Koma,  Giovanni  Gritti,  in  data  dei  23  agosto  1587, 
eh'  egli  dice  contenere  un  progetto,  che  avrebbe  avuto  il  pontefice  Sisto  V, 
di  far  eseguire  il  taglio  dell'  istmo  di  Suez  :  progetto  senza  dubbio  assai 
più  vasto  e  difficile  dell'altro,  anch'  esso  importantissimo  pel  commercio  di 
Roma,  che  da  una  relazione  inedita  del  De  Castro  conservata  nell'archivio 
Boncompagni  apparisce  avere  avuto  in  animo  il  predecessore  di  lui,  Gre- 
gorio XIII,  di  aprire  un  grande  canale  marittimo  da  Roma  a  Civitavecchia. 
Le  più  diligenti  ricerche  per  altro  praticate  presso  la  direzione  del  R.  Ar- 
chivio generale  di  Venezia  produssero  l'assicurazione  che  questo  dispaccio 
non  esiste  in  quell'archivio. 

«  Tali  ricerche  tuttavia  non  furono  totalmente  infruttuose.  Da  esse  infatti 
si  potè  rilevare  la  esistenza  di  tre  altri  documenti,  esistenti  nel  medesimo 
archivio,  riferentisi  allo  stesso  progetto,  rimasto  poi  inattuato,  a  motivo  forse 
della  spesa,  e  senza  dubbio  anche  di  pregiudizi,  tanto  più  scusabili,  se, 
come  tra  poco  vedremo,  invalsero  fino  al  nostro  tempo,  quando  l'energia, 
l'attività  ed  il  grande  animo  del  signor  di  Lesseps  riuscirono  con  mirabili 
sforzi  a  superarli. 

«  Il  primo  dei  precitati  tre  documenti  è  un  dispaccio  di  Lorenzo  Ber- 
nardo, bailo  a  Costantinopoli,  indirizzato  al  veneto  Senato,  e  per  esso  al 
doge  Pasquale  Cicogna,  dato  «Dalle  Vigne  di  Pera  a'xxiij  di  luglio  mdIxxxvj*  ». 

«  Dicesi  in  esso  :  «  Per  questo  effetto,  oltre  tanti  altri  apprestamenti  et 
«  bisogni    per    una  Armata   grossa,   de'  quali  in  quelli  paesi  vi  è  estrema 

(')  Ilistuire  de  la  Papauté.  Tome  III.  Paris,  1838,  pag.  216.  —  Sulle  sue  vestigia  ci- 
tarono lo  stesso  documento:  //  Campidoglio,  Strenna  1809,  pag.  124-125,  e  YUnità  Oallo- 
lica,  circa  la  fine  del  1869.  Parecchie  altre  fonti  possono  vedersi  citate  nella  Strenna  ve- 
neziana del  1869. 


—  301   — 

«  necessità,  però  sono  entrati  in  opinione  che  non  li  sia  altro  rimedio,  che 
«  ricavar  quell'Alveo,  che  altre  volte  alli  Re  dell'Egitto  era  stato  fatto,  il 
«  qual  incominciando  dal  porto  di  Dannata,  sopra  il  nostro  Mar  mediter- 
«  raneo,  traversando  per  150  miglia  in  circa  di  paese,  passava  nel  Mar 
«  rosso  al  porto  di  Sues,  per  il  quale  comodamente  si  possa  condili'  galere 
«  da  questo  in  quel  mar,  et  con  facilità.  Altri  raccordano,  che  stradda  più 
«  breve,  et  più  facile  sarria,  che  si  cavi  questo  alveo,  dal  fiume  del  Nilo 
«  verso  il  Sues  ;  ma  anco  in  questo  li  sariano  molte  difficoltà,  perchè  oltra 
«  le  ragioni  che  da  scritture  sono  discorse  delli  molti  pericoli,  che  per  questo 
«sariano  causati,  et  altre  impossibilità,  il  tempo  a  far  tal  opera  sarà 
«  molto  longo  ». 

«  E  poco  più  oltre,  nello  stesso  dispaccio,  enumerando  tre  comandamenti 
avuti  dal  «  Bei  del  Gemen  »  soggiungesi  :  «  Nel  3"  le  dice  che  iutentione 
«  sua  è,  che  quell'alveo  antico,  che  passa  da  questo  in  quel  mar  sia  rica- 
«  vato,  che  poi  prenda  informatione  buona  da  pratici  del  paese,  et  comandi 
«  tre  huomini  per  villa  a  questo  effetto,  esentandoli  da  ogni  fattione  ». 

«  Altro  dispaccio  dello  stesso  Lorenzo  Bernardo  al  Senato  veneto,  dato 
«  dalle  Vigne  di  Pera,  a'xvij  settembre  jidIxxxvj  »,  ha  in  proposito  il  passo 
seguente:  «  Il  capitano  del  mare  havendo  presa  particolar  informatione  circa 
«  il  far  quel  taglio,  per  il  qual  si  possa  traghellar  armata  da  quegli  nostri 
«  mari,  nel  mar  rosso  al  Sues,  trova  che  li  sono  infiniti  pericoli,  et  diffi- 
«  cultà  in  poterlo  eseguir  ;  perchè,  oltra  il  danno,  che  apporterà  al  Cairo,  et 
«  a  tutto  quel  paese,  che  dal  Nilo  è  inondato,  dicono  anco  che  per  li  venti, 
«  la  sabbia  facilmente  atterrerà  il  cavamento  che  fusse  fatto,  dal  che  del 
«  tutto   ha  lassato  da  parte  questo  pensiero  ». 

«  Notevole 'tra  i  due  menzionati  dispacci  è  un  altro  di  Giovanni  Gritti, 
ambasciatore  veneto  a  Roma,  dato  «  di  Roma  li  30  agosto  158G  »,  nel 
quale  egli  rende  conto  al  meutovato  doge  di  un  colloquio  avuto  la  vigilia  con 
papa  Sisto  V,  ove  dice  (')  :  «  SoggionsepoiS.  Slà  che  della  fossa  che  conducesse 
«  del  Mar  mediterraneo  nel  Mar  rosso  i  Re  d'  Egitto  ne  havevano  voluto 
«far  la  prova,  che  non  era  riuscito  per  due  cau^e;  l'ima  perchè  il  Mar 
«  rosso,  che  è  più  alto  dell'Egitto,  con  questo  adito  haveria  potuto  sommerger 
«  l'Egitto,  l'altra  perchè  l'aqua  del  Mar  rosso  bavera  fatta  salsa  l'acqua  del 
«  Nilo,  che  sola  acqua  dolce  serve  all'uso  di  tutto  l'Egitto  ». 

«  Qualunque  possa  essere  il  valore  retrospettivo  degli  accennati  docu- 
menti, non  mi  parve  prudente  il  darne  comunicazione,  senza  prima  ricorrere 
alla  fonte  la  più  autorevole  in  materia,  cioè  allo  stesso  signor  di  Lesseps, 
richiedendolo  s'egli  sapesse  che  i  documenti  di  che  feci  menzione  fossero 
mai  stati  divulgati.  Egli,  colla  squisita  cortesia  che  è  propria  degli  uomini 

('  Archivio  cit.  voi.  289,  che  contiene  i  dispacci  originali  dei  veneti  ambasciatori 
in  Roma  durante  l'a.  1586,  more  Vendo,  cioè  dal  1°  marzo  158(5  a  tutto  il  28  febbraio  1587 
dell'era  comune. 


—  302  — 

di  vasta  mente  e  di  profonda  dottrina,  si  compiacque  rispondermi  il  17  dello 
scorso  mese  di  marzo  :  «  Il  n'est  pas  a  ma  connaissance  que  les  trois  do- 
«  cuments  dont  vous  me  parlez  dans  votre  lettre  du  4  mars,  aient  été  déjà 
«  publiés.  —  Il  est  Trai  que  la  crainte  de  la  différence  du  niveau  des  deux 
«  mers  a  fait  reculer  tous  ceux  qui  se  sont  occupés  de  la  question  du  Canal, 
«  jusqu'au  moment  où  Mr  Talabot,  l'ingénieur  francais,  a  victorieusemeut 
«  refuté  cette  grave  erreur,  par  ses  savants  travaux  ;  et  le  fait  s'est  trouvé 
«  confirmé  par  les  expériences  des  ingéuieurs  que  j'ai  chargés  moi  mème  de 
«  cette  étude  ». 

«  Non  sarà  discaro  né  inutile  per  la  storia  il  chiudere  questa  comu- 
nicazione, riferendo  un  altro  brano  del  citato  dispaccio  del  Gritti,  che  molto 
da  vicino  riguarda  le  imprese  italiane  in  Africa,  e  che  fornisce  altra  prova 
degli  elevati  ed  animosi  concetti  di  Sisto  V:  il  quale  intendeva  da  solo,  no- 
leggiando e  non  implorando  soccorsi,  impadronirsi  di  Alessandria,  e  fortifi- 
catala, conquistare  l'Egitto.  Se  si  ponga  mente  alla  gravità  del  soggetto  ed 
alla  responsabilità  dell'ambasciatore,  non  farà  meraviglia  l'avere  egli  testual- 
mente riportate  le  medesime  parole  del  pontefice,  senza  neppure  limarle 
dalla  scoria  di  un  linguaggio  famigliare.  Kiferisce  per  tanto  il  Gritti  avergli 
quel  pontefice  detto  :  «  Un  poco  de  quattrini,  un  poco  de  quattrini,  Sr  Arnb1': 
«  oh,  se  facemo  un  poco  de  soldi,  havemo  grand'  animo  a  questo  Egitto  ; 
«  li  denari  non  li  desideramo  né  per  donarli  ad  altri,  né  per  darli  a'  i  no- 
«  stri,  ma  uorressimo  far  un'  Armata  noi,  et  mandarla  in  Egitto;  et  uorres- 
«  simo  farla  soli,  non  uorressimo  leghe,  perchè  unus  Princeps,  altrimenti 
«mai  si  finisse  di  esser  all'ordine,  l'havete  provato  uoi;  uolemo  pagar 
«  tutti,  che  ne  seruirà  colle  sue  galee  quelle  di  Spagna,  Genova,  Savoia, 
«  Fiorenza,  Malta,  et  quelle  di  Sicilia.  70,  ò  80  galee  ben  armate  ci  ba- 
«  sterano  à  tempo  che  non  ui  sia  armata  de' Turchi  fuora;  et  con  queste 
«  dissegnamo  andar  in  Alessandria,  impatronirsene,  far  una  fortezza,  et  met- 
«  tersi  nella  signorìa  di  quel  paese,  ma  bisognano  denari.- —  Diss'io:  Beat.m0  Pa- 
«  dre,  la  impresa  saria  grande  et  bella,  ma  bisognarla  fauor  de  populi  et 
«  di  capo  principal  della  natione,  et  hauer  poi  modo   di  soccorerla.  —  I 

m 

«  populi,  disse  il  Papa,  donando  loro  2oó  a!,  li  acquistaressimo,  et  li  faressimo 
«  christiani,  haueressimo  l'aiuto  de'Arabi,  che  sono  nemici  de'  Turchi  ». 

«  A  tali  documenti  accresce  pregio  il  non  trovarsene  alcuno  nella 
importante  monografia  del  barone  di  Hiibner  intorno  a  Sisto  V.  L'  ultimo 
brano  testé  recato  conferma  l'avversione  che  questi  aveva  di  far  lega  con 
altri  principi  cristiani,  dei  quali  soleva  dire,  che  a  soddisfare  la  propria 
ambizione,  non  si  curavano  di  perdere  un  occhio,  pur  di  cavarli  tutti  e  due 
ad  un  altro,  lasciando  così  che  il  comune  nemico  si  avvantaggiasse  delle 
loro  discordie  »  ('). 

(')  De  Hubner,  Sixte  Quint.  Tome  premier.  Paris,  1870,  pag.  412. 


—  303  — 

Matematica.  —  Integrazione  di  alcune  equazioni  differenziali 
del  secondo  ordine.   Nota   del   prof.  Vito  Volterra,  presentata   dal 

Socio  Dini. 

«  Abbiasi  una  equazione  differenziale  della  forma: 
(«)  rt-s*  =  f(p,q) 

in  cui  : 

B=J>£  ^£     -  __"»*»         __^!i_      ,_"*"* 

"'    -to'  9"    7>y'  r~Dcca'  S~:à^y*'         V" 

«  Cerchiamo  se  fra  le  superficie  infinitamente  prossime  alla  superficie 
z—z  {xìj)  ed  applicabili  sopra  essa,  ve  ne  sono  di  quelle  per  cui  la  funzione 
coniugata  m  dello  spostamento  w  =  $z  parallelamente  all'asse  z ,  può  rap- 
presentarsi mediante  una  funzione  ro  (.<-,  y,  p,  q)  (').  La  m  dovrà  soddisfare 
l1  equazione: 

in  cui  nell'eseguire  le  derivate  -^  e    — ,  m  va  considerata  come  funzione 

CI  X?  il  CI 

di  p  e  di  g  :  e  nell'eseguire  poi  le  derivate  rispetto  a  x  e  a  y  le  —  e  — 
vanno  considerate  come  funzioni  di  x  e  y. 

«  Se  m=w  (a?,  ?/,  p,  g),  avremo,  eseguendo  convenientemente  le 
derivazioni  : 

"3»  \Dp/      7>t/\7>g/        \7)p7)a;      ìjìy/      7) se     /'         7>y  "7      h 

W        f  T>y/         \>r        /  TwjV       \7>p7>g       f  TuB-iy)*8' 

"e  porremo  : 

\7>p7we       7></7>y/       7)*'     /•  7>y      f      — U 

(o)  )  v+  r  7>y«~ 

(  V+7^^0 
(3)  -^ I^=0 

Tip  7)9        /'  TiaJT)?/ 

«  È  facile  trasformare  queste  condizioni  a  cui  deve  soddisfare  &  nelle 
seguenti  altre. 


(')  Vedi  una  mia  Nota:  Sulle  superficie  flessibili  ed  incstendibili  pubblicata  nel  voi. Vili, 
serio  3*.  Transunti  (Reale  Accademia  dei  Lincei). 


«  Onde  porremo 
(1) 


—  304  — 

«  Pongasi  : 


*ò" 


V  ~!>f 

—  ce ?/  =  Q 

Dq  ~òp  J 

(4)  Br  =  ?(Q,p,(;)+^Lfl;+-i-!,1 

\W  \Tq) 

in  cui  a  e  b  sono  due  costanti  ;  tp  dovrà  soddisfare  alle  condizioni  (2) ,  (3) 
e  alla  seguente  : 

D8gy         Da;g  __q-4-& 
J  7w?7>/5      7>i/7>?_"     2 

«  Supponiamo  che  sia  possibile  determinare  la  sr  in  modo  che  siano 
soddisfatte  le  condizioni  volute;  osserviamo  che  essa  rappresenta  la  funzione 
coniugata  dello  spostamento  della  superficie  z  parallelamente  all'asse  z 
per  una  deformazione  infinitesima  che  la  conserva  applicabile  sopra  sé  stessa, 
e  rappresenta  un  tale  spostamento  per  le  superficie  che  soddisfanno  la  equa- 
zione (a)  o  una  più  generale  di  quella. 

«  Ciò  premesso  fra  gli  spostamenti  possibili  di  tutte  le  superficie,  vi 
sono  quelli  ai  quali  corrisponde  per  la  w  il  valore  Ay  —  Bx  C  ove  A ,  B ,  C 
sono  costanti  (cioè  uuo  spostamento  senza  deformazione)  e  per  cui  si  ha 
cr=Ap+Btf-|-C;  quindi  ponendo: 

xs  =  kp  -f-  Bq  +  G , 

ed  integrando  questa  equazione  a  derivate  parziali  del  primo  ordine,  trove- 
remo degli  integrali  particolari  della  equazione  (a)  sr  di  una  più  generale 
di  essa. 

«  Supponiamo  che  si  abbia  «+6  =  0,  avremo: 

Ipvs         p*sr  _  ì^lL  +  ìlEìL  —  o 

~òp~òx       l>q~òy  ~òoc  ~òp       ìy  ~òq  ~ 

D*cb       1  ~aìg_  i*at        1   7)*<g_0 

V      f  ^f  Dq*      f  dx*  _ 

D2ar         1     D2or 

0 , 


quindi  sono  verificate  le  condizioni  affinchè  esista  una  funzione  w{xypq) 
tale  che  : 

03) 

(7) 

da  cui  si  deduce,  considerando  sr  come  funzione  di  p  e  q  e  w;  di  se  e  ?/: 
/"3^\  _  /  Du'\  /7)cg\ /7)w  \ 


"^RT        Dio 

1m            ~òw 

~àq  ~        ~òoc 

1)SC~    liq  ' 

~ùm  _         "aio 

—  305  — 

cioè  io  e  n  souo  funzioni  coniugate.  In  questo  caso  gli  integrali   richiesti 
saranno  integrali  comuni  delle   due  equazioni  differenziali  : 

sr  =  Ap  +  B<7  +  C  ,  w=  ky  —  Bx  -+-  Ci  , 

i  quali  soddisfanno,  a  cagione  delle  (j3)  e  (7), alla  equazione  alternata  diPoisson: 

[vtw]  =  Q. 
«  Dunque  la  determinazione  dell'  integrale  richiesto  è  ridotta  a  semplici 
quadrature.  Come  esempio,  applicheremo  questo   resultato   per  dimostrare 
che  l'equazioue  differenziale  : 

ri  —  sl  =  f  (</ps  -+-  hcf  -f-  kpq  +  mp  +  nq), 
in  cui  g,  h,  ft,  m,  n  sono  costanti,  ammette  sempre  una  classe  di  integrali 
particolari  con  4  costanti  arbitrarie  i  quali  si  possono    determinare,  qua- 
lunque sia  /',  mediante  sole  quadrature.  Osserviamo  che  in  questo  caso  si 
può  prendere  : 

Q  =  (2hq  +  ftp  -f-  n)  x  —  (2gp  ~hkq~hm)ij 

e  dalla  (4)  in  questo  caso  si  deduce: 


DO* 

onde  : 


-0, 


zs  =  X  (p,  q)  \  {2hq  -f- ftp  +  n)  x—  [2g  p  -+-  kq  +  m)  y  j  • 

"  -■  bf  y 


f'{2gp-+-ki-hm)  f  (2hq  +  ftp  +  n) 

e  quindi: 

^.5»  ^2  -\" 

dzs       o~sr  _     0"S7     _ 

ìix1       7)y2       ~òx~ì)y 
«  A  cagione  delle  relazioni  (2)  e  (3)  abbiamo  dunque: 

V  ~~ ~yF~i>pM~   ' 

ossia  57  è  di  primo  grado  in  p  e  q,  cioè  : 

€S-h(kp-hBq-hC)~h{kip-+-Biq-+-Ci)>/-}-Aìp-hBìq-hC1. 
«  Applicando  la  (4)  si  deduce  : 

a-hb  =  0 

zs  =  M    (ftp  -4-  2hq  -+-  n)  x  —  (kq  -f-  2#p  -f-  m)  // 

trascurando    la    parte   indipendente   da  x   e  y   ed    indicando    con    M   una 
costante.  Essendo  a+b  — 0,  potremo  determinare  w. 
«  Posto: 


—  306  — 
avremo  : 

w=M  j  —  hxi  —  gìf-hkxy  -+-¥  {gp^-h  hq^-^-kpq-hmp-h  nq)^  . 

«  Esiste  dunque  una  classe  di  integrali  particolari  della  equazione 
data,  la  quale  è  un  integrale  comune  delle  due  equazioni  differenziali 
simultanee  : 

{kp-+-2hq-hn)x  —  (kq-h2gp-+-m)y  =  kp~hBq-hC 

F  (<7/i2  +  hq*  -\-kpq  -hmp-hnq)  —  hcc*  —  gy1  -+-  kxy  =  A.y  —  Bx  -+-  C 
i  quali  formano  un  sistema  Jacobiano. 

«  Risolvendo  queste  equazioni  rispetto  a  p'e  a  q,  si  avrà: 
p  =  B  (xy)        q  =  9i  {xy) 
e  quindi: 

3=  f{Bdx  +  9ldy). 

Matematica. —  Ricerche  sull'equilibrio  delle  superficie  flessibili 
ed  inestendibili.  Nota  II  ('),  del   prof.  Ernesto   Padova,    presentata 

dal  Socio  Blaserna. 

«  Sulle  normali  ad  una  superficie  S  ed  a  partire  da  questa  si  stacchino 
delle  lunghezze  l  che  si  succedano  con  continuità  per  modo  che  il  luogo 
degli  estremi  dei  segmenti  così  ottenuti  sia  una  nuova  superficie  S'.  Prese 
per  linee  coordinate  u ,  v  sulla  superficie  S  le  sue  linee  di  curvatura  ed 
indicate  con  £,  vj,  £  le  coordinate  cartesiane,  rispetto  ad  un  determinato  si- 
stema di  assi,  di  un  punto  di  S ,  quelle  del  corrispondente  punto  di  Si 
saranno  : 

ove  «,  /3, y  sono  i  coseni  degli  angoli  che  la  normale  alla  superficie  S  nel 
punto  \,  ij,£  fa  cogli  assi  coordinati.  Ma   poiché: 


da. 

1 

di 

da 
~dv~ 

1 

il 

du 

ru 

du   ' 

dv 

djS  _ 

du 

1 

dv} 
du 

d/3  _ 
'    dv 

1 

l'v 

dvj 
dv 

dy 

1 

du 

dy 

'  ~dv~ 

1 

Él 

du 

*•« 

dv 

se  ru ,  rv  sono  i  raggi  principali   di  curvatura  della  superficie  S ,  avremo  : 
...      dx        &lf..     I  \,       di        dx       dj  /  l  \         di 

(')  V.  pag.  2G9  di  questo  volume. 


—  307  — 
ed  altre  analoghe:  quindi  i  coefficienti  E',  F,  lì'  del  quadrato   dell'ele- 
mento lineare  della  superficie  S'  saranno  legati  ai  coefficienti  del  quadrato 

dell'elemento  lineare  di  S  dalla  relazione  : 


H^y«+m 


„,        di     ri  l 
F  = 


d  u    d  v 


*-(^M£)' 


«  Se  si  pone  H'  =  K'E'G'—  F'2  e  si  chiamano  X' ,  Y' ,  TI  le  compo- 
nenti secondo  gli  assi  della  forza  applicata  in  un  punto  qualunque  di  S' 
riferita  all'  unità  di  superficie,  le  tre  equazioni  indefinite  dell'  equilibrio 
saranno  : 

tt'v       d    \\  <] -r  dx~ì        d  dx  dx~\ 

HX'=—    X- hft-r-    H--7-    [>■  -r--hv-r- 

du  L    du       '    dvj       dv  U    d«  dvj 

e  due  analoghe  e  quindi  avremo: 

«m  L    \        r„/dw       '    dv        \    du       '    dv  /         '    rv  dvj 

d    V    di         /  l\  d\    ,   /      di     ,       dJ\  J    f/n 

d v  U    du         \        rv  /  dv       y    du  dv  /        '    ru  dw  J 


d;)djiA 


dv 


K) 


•E2xA  +  ij+2F8i*H-G8v(n-^y 


rfu (d«  du 

1  /     di  dl\         d    /      l  \  ,      /  Z  J  \_ 

41(1+iu(,+iu().^fU(^,;f) 

(      \        w         V        r„/     d«\  d«     ri(«/     duy  du       dv  ; 
con  due  analoghe.  Le  linee  u,  v  sulla  superficie  S  sono  ortogonali,  quindi  : 

_    1    dt/¥  1    di/ E  _      1    Grfl/G 

1      !/e     d«     '     l_|E     d«     '      1—        E      du    ' 

_,  I    B"dl^E      _  1    di    G       „  1    dl/G" 

G       dv  |    q     du  \Aq     dv 

Rendiconti  —  VOL.  I.  [o 


—  308  — 

e,   scomponendo   la   forza  nelle  direzioni   delle  linee   di  curvatura  di   S  e 
della  normale  a  questa  superficie,  le  equazioni  di  equilibrio  saranno: 


\ "li  /     i \ ru     ' 

du  dv 

\         rv  /    dv         r     E     \         rv  /    d'i 


= i 'JLL^ i lìZ+jL-^-j/É 

du  dv  r„    du 


ru      dv 


■/Al 


dix\^G(l~h-)     dv\/G(\-h-)     u    ,-    .         .v-./s 

(5)H'V=_-A— ^H- V-J^-/^(l  +  1V-^^ 

«  ck'  '      G    \        ru/  du 

»"„      dw  \         ru  /    du  rv   dv 

ru  \         )•„,  /        (•„    \         r0  /       rf»  \    (b       '  dv/ 
d  /    di  dv\ 

\    ^dvy-ju^'ii)1 

le  quali,  se  si  fa  E  —  G  =  1 ,  —  =  —  =  0,  coincidono  con  quelle  di  Jel- 

ru        rv 

lett,  e  se  si  fa  l  =  0  coincidono  con  quelle  di  Beltrami. 

«  Le  equazioni  al  contorno  divengono  : 

du  (    \     dn  dn  /      '   \      d  n  dn  /)\         ru  / 

lv  V  \     dn  dn  /         \      dn  dn/)\         rr  / 


d'i 

•«I 


lA  di         dl\/-,.du      „,dv\      (    di       dl\/—.du     r,,dv\) 
(\  om      'ot)/\    dn  dn/      \'dw       dv/\    dn        dn/) 

quindi  : 

/H'Us  =  l/E(l  +  ±N)Jx(E'^Ì  +  F'^U,a(p'4^-)-G'^ 
\         r„  /  (    \     dn  dn  /      '  \     dn  dn  / 

(6)HTs=.^G(l  +  ^)j,/E'^+F^Uv(p'4^+G'4^) 
v  '1  \         r„  / (  '  \     d»  dn  /         \     dn  dn  ) 

h'w^(x^/#)(e'^+p'^V(^+v^Yf'^+g'^\ 

\  \  du       dv/\    dn        dn)      \  du        dv/\    dn        dn/ 

«  Quando  la  superficie  direttrice  S  sia  una  sfera  di  raggio  R,  le  (5) 
sono  soddisfatte  col  prendere  : 


y^\/G  a  l/E  a 


/A  =  0, 


(ove  a  è  una  costante)  ed 

U  =  0  ,  V  =  0  ,  W  =  — 


|/'BG„y      2        ,      -      1      V 


—  309  — 

A>  rappresenta  il  parametro  differenziale  del  secondo  ordine  preso  sulla 
sfera.  Le  componenti  delle  forze  da  applicarsi  sul  contorno  si  dedurranno 
dalle  (6)  col  porre  nei  secondi  membri  per  X,  ;;.,  v  le  espressioni  sovraindicate  ». 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  le  Notizie  delle  sco- 
perte di  antichità  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  durante  lo 
scorso  mese  di  marzo,  e  che  si  riferiscono  ai  seguenti  luoghi  : 

«  Turino.  Sepolcro  romano  scoperto  fuori  della  barriera  di  Nizza,  presso 
la  città,  ed  iscrizione  latina  quivi  rinvenuta.  —  Milano.  Frammenti  epi- 
grafici latini  ricuperati  tra  i  materiali  di  fabbrica  nella  demolizione  della 
torre  di  s.  Giovanni  in  Conca.  —  Lamòn.  Oggetti  antichi  di  varia  età,  scavati 
presso  il  paese.  —  Este.  Nuove  scoperte  epigrafiche  del  territorio  atestiuo 
avvenute  in  Morlungo  e  nella  tenuta  Serraglio.  —  Lozzo  Atestino.  Avanzi 
di  alta  antichità,  scavati  in  cima  al  monte  di  Lozzo.  —  Bologna.  Nuove 
scoperte  di  sepolcri  nel  fondo  Amoaldi-Veli.  —  Forlì.  Nuovi  scavi  nel 
fondo  della  signora  Sostegni  in  villa  s.  Varano,  ed  in  Collina,  altra  villa 
del  forlivese.  —  Orvieto.  Prosecuzione  delle  ricerche  nella  necropoli  vol- 
siniese  in  contrada  Canuicella.  —  lìolscna.  Tomba  a  camera  scavata  nel 
fondo  Vietana,  ed  iscrizione  etnisca  quivi  rinvenuta.  —  Savana.  Bronzi 
antichi  scoperti  nel  fondo  Foschetti  ed  aquistati  pel  museo  fiorentino.  — 
Viterbo.  Sepolcri  scavati  iu  contrada  Casa  del  Vento,  nei  lavori  per  la  sta- 
zione della  strada  ferrata  fuori  della  porta  di  s.  Lucia.  —  Roma.  Scavi  e 
scoperte  nelle  regioni  urbane  II,  IV,  VI,  VII,  Vili,  IX  e  XIV,  e  nelle  vie 
Appia,  Flaminia,  Labicana,  Portueiise,  Salaria,  Ostiense.  —  Marino.  Iscri- 
zioni recuperate  in  una  vigna  presso  l'oliveto  Porcacchia  sulla  via  che  mena 
a  Frascati.  Pavimento  in  musaico  policromo  appartenente  ad  una  villa  romana, 
riconosciuto  in  contrada  Casalbianca ,  ed  oggetti  antichi  ivi  raccolti.  — 
Albano  Laziale.  Frammenti  epigrafici  scavati  presso  la  porta  romana  di 
Albano  nel  fondo  de  Gasperis.  —  Palestrina.  Avanzi  di  antiche  costru- 
zioni riconosciuti  nella  cattedrale  di  s.  Agapito,  e  frammenti  epigrafici  arcaici 
trovati  in  via  del  Borgo.  —  Litemo  (comune  di  Giuliano  in  Terra  di  Lavoro). 
Epigrafi  latine  ritrovate  nell'area  dell'antica  Litemo,  presso  Torre  di  Patria. — 
Napoli.  Vaso  caleno  con  iscrizione  nuova  acquistato  sul  mercato  antiquario 
della  città  per  il  museo  nazionale;  e  memorie  intorno  a  sepolcri  scoperti 
tra  la  via  Costantinopoli  e  quella  del  Museo  Nazionale.  —  Bipatransone, 
Oggetti  antichi  ricuperati  nel  fondo  Fedeli  in  contrada  Tesino.  —  barino. 
Epigrafe  latina  scoperta  presso  la  stazione  della  strada  ferrata.  —  Canosa 
di  Puglia.  Vaso  dipinto  proveniente  dal  territorio  eanosino,  posseduto  dal 
sig.  Filomeuo  Fatelli,  colla  rappresentanza  d'  una  lotta  con  le  Amazzoni.  — 
Brindisi.  Nuove  scoperte  epigrafiche  avvenute  fuori  di  porta  Lecce,  presso 
le  mura  della  città.  —  Reggio  di  Calabria.  Altre  cisterne  antiche  riconosciute 


—  310  — 

presso"  l' educandato  di  s.  Gaetano.  —  Forza  d'Agro.  Iscrizioni  greche 
esistenti  nel  monastero  dei  ss.  Pietro  e  Paolo.  —  Siracusa.  Capitelli  di 
marmo  scavali  durante  i  lavori  per  la  ripulitura  del  porto  grande.  —  Pula 
e  Domus  de  Maria.  Iscrizioni  stradali  trovate  nelle  regioni  Cala  di  Ostia 
e  Nuraccheddus  ». 


RELAZIONI    DI    COMMISSIONI 

Il  Socio  Blaserna,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Cantoni,  legge  una 
Relazione  sulla  Memoria  del  prof.  Augusto  Rioni,  intitolata  :  Ricerche  spe- 
rimentali e  teoriche  intorno  alla  riflessione  della  luce  polarizzata  sul  polo  di 
una  calamita,  concludendo  per  la  pubblicazione  di  essa  negli  Atti  accademici. 

Messe  ai  voti  dal  Presidente  le  conclusioni  della  Commissione  ,  sono 
approvate  salvo  le  consuete  riserve. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  clono ,  se- 
gnalando fra  esse  le  seguenti  di  Soci  e  di  estranei  : 

F.  Fiorentino.  Il  Risorgimento  filosofico  nel  quattrocento.  Opera  postuma. 
E.  Le  Blant.  Notes  sur  quelques  actcs  des  marlyrs. 
E.  Cadorna.  V  espansione  coloniale  dell'  Italia. 
R.  Federici.   Le  leggi  di  progresso. 

Presenta  anche  un'  opera,  oggi  divenuta  assai  rara ,  e  della  quale  il 
Ministero  volle  far  dono  all'Accademia,  intitolata:  Sigilli  de' principi  di 
Savoia,  raccolti  ed  illustrati  da  L  Cibrario  e  D.  C.  Promis. 

Il  Socio  Ferri  presenta  la  versione  francese,  del  libro  del  Socio  Barone 
Carutti,  sul  conte  Umberto  I  Biancamauo  e  sulla  origine  della  dinastia  di 
Savoia.  Essa  ha  per  titolo:  Le  conte  Humberl  V"  {Aux  Blanches  Mains). 
Recherches  et  documents  par  M.  le  Baron  Carutti  de  Cantogno.  Cham- 
béry  1885. 

Questa  traduzione  è  del  conte  Amedeo  di  Foras. 

Il  dotto  traduttore,  noto  per  i  suoi  studi  e  le  sue  ricerche  intorno 
alle  famiglie  della  Savoia,  scrive  nella  prefazione:  «  Mon  seul  désir  est, 
pour  les  personnes  qui  connaissent  la  langue  italienne,  de  donnei'  l'envie 
de  lire  l'originai  avec  ses  digressions  intéressantes  :  pour  les  personnes 
qui  ne  la  connaissent  pas,  de  donnei'  un  memento  de  la  question.  Je 
ne  crains  pas  d'aflìrmer  que  clans   l'élat  acluel   de   la   science,   il  n'est 


—  311  — 

<pas  possible  de  donner  mieux  que  ne  Va  fait  M.  le  baron  Cantiti,  une 
jusle  connaissance  de  cette  thèse  généalogique  ».  Il  conte  di  Foras  in  questo 
suo  lavoro,  che  compendia  in  qualche  parte  il  testo,  tratta  anche  in  nota  alcune 
questioni  con  indipendenza  di  critica,  come  per  esempio  rispetto  alla  pro- 
fessione della  legge  romana  della  dinastia  di  Savoia.  Questa  pubblicazione, 
mentre  prova  l'interessamento  persistente  dei  cultori  delle  scienze  storielle 
per  la  materia  controversa  delle  origini  della  nostra  illustre  dinastia,  attesta 
pure  l' importanza  delle  ricerche  originali  che  il  nostro  Socio  vi  ha  consa- 
crate e  il  pregio  in  cui  sono  tenute  presso  gli  stranieri. 

Presenta  pure  un  opuscolo  del  prof.  Carlo  Cantoni  contenente  uno 
studio  della  vita  e  delle  opere  di  Baldassare  Poli  già  professore  di  Filo- 
sofia in  Milano  e  autore  di  libri,  molti  dui  quali  sono  dedicati  alle  scienze 
filosofiche.  Il  Cantoni  narra  la  lunga  e  laboriosa  carriera  del  Poli  compresa 
fra  il  1795  e  il  1883  collegandone  le  parti  colle  vicende  storiche  della 
scienza  del  pensiero.  Contemporaneo  e  amico  del  Gioia,  del  Romagnosi  e 
del  Manzoni,  il  Poli  è  stato  pure  coetaneo  del  Galluppi,  del  Rosmini,  del 
Gioberti  e  del  Mamiaui,  ed  ha  seguito  e  sottoposto  alle  sue  meditazioni 
le  loro  dottrine.  Egli  non  ha  dato  all'  Italia  un  sistema,  ma  ha  trattato  i 
problemi  filosofici  con  un  indirizzo  ecclettico,  che  evitando  le  conclusioni 
dello  Scetticismo  critico  e  quelle  dell'  Idealismo  ontologico,  riesce,  nella 
questione  della  conoscenza,  al  realismo,  e,  in  quella  della  natura  dell'  uomo, 
alla  distinzione  della  vita  spirituale  dalla  corporea  e  alla  spiritualità  del- 
l' anima. 

Il  Cantoni  rende  conto  delle  pubblicazioni  più  importanti  del  Poli  , 
compreso  quelle  che  sono  contenute  negli  Atti  dell'  Istituto  Lombardo,  e 
insiste  particolarmente  e  meritamente  sui  Supplementi  che  il  dotto  professore 
aggiunse  alla  versione  italiana  del  Manuale  di  Storia  della  Filosofia  del  Ten- 
nemauu,  i  quali  completano  la  parte  italiana  antica  e  moderna  di  questa  Sto- 
ria, togliendo  specialmente  dall'obblio,  con  copiose  e  originali  ricerche,  molti 
nomi  di  filosofi  che  illustrarono  le  scienze  filosofiche  nel  nostro  paese  durante 
l'età  di  mezzo  e  i  tempi  posteriori  fino  a  noi. 

La  narrazione,  per  se  stessa  importante,  di  questa  vita  laboriosissima, 
divisa  fra  gli  studi  filosofici,  le  scienze  sociali  ed  economiche  e  l' inse- 
gnamento, acquista  maggior  pregio  per  le  riflessioni  personali  del  narratore 
e  per  le  considerazioni  critiche  che  vi  ha  aggiunte  sul  metodo  scientifico 
e  sulla  dottrina  del  Poli. 

Il  Socio  straniero  Adolfo  Franck,  fa  omaggio  all'  Accademia,  del 
volume  «  Essais  de  Crilique  philosophique  *  raccolta  di  scritti  critici  che 
trattano  di  Storia  della  Filosofia  a  proposito  di  opere  recenti,  o  che  vi  si 
collegano,  per  la  loro  origine  e  la  loro  importanza  generale,  come  è  appunto 


—  312  — 

quello  che  ha  per  titolo  :  la  Storia  degli  animali  nell'antichità,  a  cui  ha 
dato  occasione  la  versione  del  celebre  trattato  di  Aristotele  fatta  da  un 
altro  nostro  illustre  Socio, .  Barthèlemy  Saint-Hilaire.  Gli  scritti,  che  ven- 
gono dopo  di  questo,  sono  tutti  relativi  alla  Storia  dei  sistemi  filosofici 
e  formano  un  complesso  in  cui  figurano,  nella  misura  dei  libri  esaminati, 
la  Patristica  con  Origene  e  la  filosofia  cristiana  nel  terzo  secolo  —  La  filosofia 
nel  medio  evo  con  la  Scolastica  considerata  nei  suoi  maggiori  rappresen- 
tanti e  nelle  sue  dottrine  più  ragguardevoli,  la  filosofia  politica  e  religiosa 
nel  14°  secolo  con  Marsilio  da  Padova,  il  Einascimento  col  Misticismo  e 
V Alchimia  nel  sedicesimo  secolo,  e  finalmente  le  dottrine  contemporanee  con 
De  Maistre  e  Bonald,  apostoli  della  Teocrazia  e  del  Diritto  divino  e  la 
Morale  Inglese,  per  non  parlare  di  altri  studi  di  minore  estensione,  quantun- 
que particolarmente  interessanti  per  le  loro  attinenze  con  le  questioni  che 
si  agitano  nella  filosofia  del  nostro  tempo. 

Tutte  queste  rassegne  critiche  sono  condotte  in  modo  da  guidare  il 
lettore,  per  così  dire,  nel  centro  delle  materie  trattate  dalle  opere  che  ne 
sono  il  soggetto;  ma  alcune  specialmente  assumono  l'aspetto  e  le  propor- 
zioni di  lavori  originali  per  le  ricerche  personali,  le  vedute  proprie  dell'autore 
e  lo  svolgimento  della  materia. 

Avvezzo  a  congiungere  la  Storia  della  Filosofia  con  quella  della 
Civiltà  il  nostro  Socio  collega  le  dottrine  esaminate  con  la  vita  dei  loro 
autori,  col  carattere  dei  tempi  e  col  movimento  generale  del  sapere,  e  la 
sua  singolare  perizia  ed  erudizione  lo  pone  più  di  una  volta  in  grado  sia  di  com- 
pletare, sia  di  rettificare  le  asserzioni  e  i  giudizi  degli  scrittori  più  accurati  e 
competenti  nelle  parti  meno  note  e  accessibili  della  Storia  dei  Sistemi.  Così 
egli  in  più  d'un  punto  si  scosta  dal  Denis  nel  render  conto  della  sua  recente 
e  importante  opera  sulla  filosofia  di  Origene,  e  dall'Hauréau  nel  seguire 
le  intricate  spire  del  pensiero  filosofico  della  Scolastica,  mal  giudicata  ge- 
neralmente e  oggi  rialzata  nella  considerazione  dei  cultori  diligenti  degli 
studi  storici,  segnatamente  dopo  le  opere  dell'Hauréau  medesimo  e  del  Bitter. 
Intesa,  come  lo  è  iu  questi  Saggi,  la  revisione  delle  opere  altrui  adempie 
un  ufficio  importante  nello  sviluppo  degli  studi  storici  contribuendo  al  perfe- 
zionamento dei  loro  risultati. 

Nel  lungo  e  coscienzioso  esame  consacrato  al  libro  del  Guyau  sulla 
Morale  inglese  contemporanea,  il  Franck  sottopone  a  una  critica  approfon- 
data i  principi  dell'Utilitarismo  e  dell'Evoluzionismo  in  ordine  alla  scienza 
dei  costumi  e  ne  toglie  occasione  per  riconfermare  quelli  della  Morale  del 
Dovere  e  i  fondamenti  immutabili  del  Bene  professati  dalla  scuola  spiritua- 
lista. Né  meno  estesa  e  concludente  è  la  critica  diretta  dall'autore  contro 
i  paradossi  della  scuola  teocratica,  uè  meno  fondata  l'argomentazione  colla 
quale  difende  contro  di  essa  le  conquiste  della  libertà  e  del  progresso 
civile  e  scientifico. 


—  313  — 

Il  Presidente  presenta  la  recente  pubblicazione  :  Le  Bone  di  Aristo- 
fane, tradotte  in  versi  italiani  dal  sig.  C.  Castellani. 

Il  Socio  Betocchi  fa  omaggio,  in  nome  dell'autore  prof.  Eagona,  di 
ima  seconda  Nota  :  Sul  clima  di  Assab. 

L'accademico  Mommsen  presenta  all'Accademia  gli  undici  fogli  stam- 
pati dei  Supplemento,  Italica  alla  Eaccolta  Berlinese  delle  iscrizioni 
latine ,  appartenenti  cioè  al  V  volume  della  Eaccolta  spettante  all'  Italia 
superiore,  e  distesi  dal  sig.  Ettore  Pais  di  Cagliari.  Aggiunge  che  il  volume 
sarà  finito  nel  corso  della  state,  i  lavori  essendo  quasi  interamente  termi- 
nati. Fa  voto  pure  che  un  simile  altro  Supplemento  sia,  in  un  termine  non 
troppo  distante,  intrapreso  pure  per  l' Italia  inferiore ,  i  cui  monumenti 
giornalmente  aumentandosi,  faranno  tale  Supplemento  necessario  assai  più 
presto  che  non  era  il  caso  per  le  provincie  italiane  di  civiltà  più  sviluppata. 

Il  Segretario  Cakutti,  ringraziando  il  Sòcio  Mommsen  delle  cure  che 
egli  pose  nel  dirigere  la  pubblicazione  dei  Supplemento ,  osserva  che 
l'Accademia  deliberò  già  di  proseguire  il  lavoro  anche  per  l' Italia  inferiore, 
e  che  perciò  il  desiderio  del  Socio  Mommsen  sarà  a  suo  tempo  appagato. 

Il  Presidente  comunica  all'Accademia  la  triste  notizia  che  il  Presi- 
dente onorario  conte  Terenzio  Mamiani  è  gravemente  ammalato,  e  fa  voti 
per  la  guarigione  dell'  illustre  infermo. 

D.  C. 


—  315  — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 


Classe  di  scienze  fìsiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta  del  3  maggio  1S85. 
F.  BRioscni  Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Matematica.  —  Sulla  trasformazione  delle  funzioni  ipervUitticlte 
del  primo  ordine.  Nota  del  Socio  F.  Brioschi. 

1.°  «Siene  x,  y,  z,  w  quattro  funzioni  thèfca  a  due  argomenti  vu  v». 
Supponiamo  dapprima  che  esse  sieno  pari  e  precisamente  le; 
x=5(v1,vi)  ,       y  =  %{vi,vt)  ,       z  =  5n(v,,vì)  ,       w  =  3n{v,,vì). 
«  Indichiamo  con  l,  ni,  n,  s  i  quattro  determinanti  seguenti: 

_/  dz    dio  \  /  il  in    dz  \ 

\         dv\    dvi  )  \  dvi    dvt  / 

_/_,       di/     dw\  „/  dz     di/  \ 

n=I[  ±x-r -. —  )  ,    s  =  M±a; - — ■  -~  ) 

\         a  V\    a  tu  /  \  dvi    av-i  / 

si  vede  tosto  che  i  medesimi  sono  legati  allo  x,  >/,  z,  w  dalla  relazione: 
(1)  xl+yrn-+~zn-hws  =  0 . 

«  Ora  i  quattro  determinanti  l,  m,  ??,  5,  si  pouno  esprimere  in  funzione 
di  x,  y,  z,  tu  nel  modo  che  segue  : 

r  l  -=  x*  -+-  x  (a  if-  -+-  b  8*  -t-  e  w1)  -+-  d  y  z  w 

.„.  rm  —  y3  -f-  y(axì-\-bivt~h  e  z*-) -\- d  x  iv  z 

rn  =  s3  +  z{avjì-1rbxl  -+-  c>f)-Jt-diuxy 

rs  =  iu3 -\-%o{azì  -hb  y-  +  e x2) -+•  d  z  y  x 

Rendiconti  —  Vol.  I.  11 


—  316  — 

nelle  quali  a,  b,  e,  d,  r  sono  costanti  rispetto  a  vx,  v>_.  Per  la  determina- 
zione delle  prime  quattro  di  esse,  si  osservi  che  posto  t'i  =  vt  =  0  le  /,  m,  n,  s 
si  annullano,  perciò  indicando  con  oc0,  ?/0,  ^o,  «\i  i  valori  delle  quattro  fun- 
zioni 3  superiori,  corrispondenti  a  vi  =  vt  =  0,  si  ottengono  tosto  le: 

_       i    r'o-hl/i  —  zi  —  H  ;,_-__.  l    Ju  +  ?o— "o  — i/Ì 


•V»  *0  J      i      ,,    ,.     -     ,,, 

r~ i »  2       >      «  —    ~a o i/o  -o  "'o  -T- 


c  =  —  --  r^yo^o'fo 

essendo: 

A  =  (.7-5  tf  -  r;  io!)  [ai  4  -  w!  j#  (*j  u^  - tf  *§) . 

Infine  per  determinare  il  valore  di  r  si  aumenti  uno  degli  argomenti 
»i,  Vi  di  un  mezzo  periodo,  e  si  pongano  dopo  nuovamente  r1  =  t'»  — 0; 
si  otterrà  per  alcune  note  relazioni  essere  : 

i    N 

«  Le  quattro  relazioni  (2)  che  sono  così  completamente  definite,  pos- 
sono tener  luogo,  nella  trasformazione  delle  funzioni  3.  della  equazione  biqua- 
dratica di  Gopel,  essendo  questa  una  conseguenza  delle  medesime.  Infatti 
l'equazione  di  Gopel  non  è  altro  che  la  relazione  identica  (1). 

«  In  altri  termini  se  si  indicano  con  p,  q,  t,  v,  quattro  funzioni  3  tra- 
sformate, per  le  quali  si  possono  assumere  le: 

p  =  S(«j,«j)  ,  q  =  %(ulìvi)  ,  t  =  Bi3{u1,ul)  ,  w  =  3u  («,.«,) 
si  avrà  che  le  quattro  funzioni  omogenee  di  grado   k  (per  una   trasforma- 
zione d'ordine  k)  in  x,  y,  s,  w,  dovranno  soddisfare  a  quattro  relazioni. 

2.°  «  Si  rappresentino  con  >.,  ti,  v,  <7  quattro  determinanti  formati  colle 
p,  q,  t,  u  e  le  loro  derivate  rispetto  ad  uu  uh  come  gli  l.  m,  n,  s  lo  sono 
colle  x,  y,  z,  w  e  loro  derivate  per  t'i,  us;  si  avranno  le: 

pX-(-i2jx+<v-f-«(7=0 


(3) 


nelle  quali  i  coefficienti  v,  fi,  7.  ò\  p  saranno  funzioni  di  pe,  q„,  t0,  «0  affatto 
analoghe  a  quelle  trovate  sopra  per  le  funzioni  3  originarie. 

«  Come  è  noto,  le  p,  q,  t,  u,  per-una  trasformazione  d'ordine  k,  si  pos- 
sono esprimere  per  mezzo  di  funzioni  omogenee  del  grado  k  delle  or-,  y,  z,  w 

aventi  ciascuna  un  numero  — -^ — di  coefficienti  indeterminati  ('). 

(')  Hermitc,  Sur  la  t'iéorie  d:  la  transforman'on  des  fnndions  Abéliennes.  Comptes 
Rendus  de  l'Académie  des  Sciences.  T.  XL.  1855.  —  Kr.mse,  Sur  la  trans foTinalion  des 
fonctioiw   hyperelliptiques  de  premier  ordre.  Acta  Mathematica.  An.  1884. 


OK- 

=  P3 

~r-p{aqt 

+/3<2 

-r-yu^-i-ltqtu 

?  f*= 

=  q* 

-hqictp1 

-f-/3w2 

-r-yt^-hìStpu 

pv 

=  f3 

+  J  {xu- 

!+,V 

-r-79*)+3«P9 

pn 

=  U 

J -(-«(««* 

+  ,V 

-f-7P2)  +  3?<7/7 

-  317  — 
«  Si  indichi  con  D  il  determinante  funzionale  delle  p,  q,  t,  u,  ossia: 

D  ==  1  (^  dp  — L    dt    du  \ 
\       dx   dy    dz    d w  ) 

e  si  moltiplichi  questo  determinante,  che  sarà  una  funzione  omogenea  delle 

ce,  >/,  z,  io  del  grado  4(/c  — 1),  per  ciascuno   dei  determinanti  /,  m,  »?,  .<?. 

Ponendo: 

TT du\    du,         d  l(ì     il  u, 

d  L'i     d  Vi         d  r,    d  vt 
si  ottengono  le  quattro  relazioni  : 

r>  /         i  ttA   dp      ,  di/  dt  d  u\ 

\     d.r  il.r  dx  </./•  / 

Dm  =  /tU(  ).  — i-  +  a  --L  -f-  v h(7-r-  I 

\     dy  dy  dy  dy  / 

_  ,  TT  /.   r/p  do  dt  du  \ 

\      »  3  r    (13  (Ì3  (/  Z    1 

r>  ,Tt/i    ''/'  da  lì t  du  \ 

\      «W  «1W  (/  "'  (I  li)  / 

alle  quali  devono  soddisfare  le  funzioni  p,  q,  t,  u,  Evidentemente  in  ciascuna 
di  queste  equazioni,  tanto  i  primi  che  i  secondi  membri,  sono  funzioni  omo- 
genee in  :r,  >/,  z,  w  del  grado  4  k  —  1  ;  ma  ricavando  da  esse  le  ).,  ;j.,  y,  n 
si  giunge  infine  alle  relazioni  di  grado  3  k  seguenti  : 


(4) 


3.°  «  Posto: 


\  dy    il  z    d  iv  / 

k  IT  u—  1 1  zt  -i-  m  — —  - —  )  =  0 
\       dx       dz  dw / 

\         «  iB     «  ?/         «10/ 

;  tt  .  /       d p    d  a    dt     \ 

\      dx   il  a    ds     / 


p  —  ¥{x,y,3,w) 

risulta  facilmente  da  queste  relazioni  dover  essere: 

q=¥(y,x,w,z)  ,      t  =  F(z,w,a;,^)  ,      «  —  ¥{w,z,y,x) 
si  avranno  cioè  per  la  trasformazione  del  3°  ordine  : 

x  (A  >/-  +  B  a*  -+■  C  w4)  +  D  y  8  io 

■)/(A^+B  if9--r-  C:!)  +  D a*  w ; 
-  z  (A  iu8  +  B  x1  -+-  C  .y2)  +  D  u>  .*•  y 
-w(As2  -f-B/r+Ca^  +  Dsj/tf 

A,  B,  C,  D,  g  essendo  i  cinque  coefficienti  indeterminati.  Sostituendo  questi 
valori  di  p,  q,  t,  u  nelle  equazioni  (3)  si  otterranno  i  valori  delle  )..  <>,  v,  z 
espressi  in  funzione  di  r,  ;/,  ",  "'!  e    quindi    da  una  qualsivoglia  delle  (4) 


V 

=  ga:i 

1 

=  gy'i 

t  : 

=,gz* 

U 

=gw* 

—  318  — 
si  dedurrà  una  serie  di  relazioni  fra  i  suddetti  cinque  coefficienti  e  gli  a,  b, 
e,  d,  r;  «,  jS,  7,  5,  p.  Supponendo  U  =  l,  si  ottengono  dapprima  le: 

Ìa3  =  -ABC 
P  r 

ttA!  =  g{2>gà  —  2A)  ,      fi^^g^gb  -2  B)  ,      vC'  =  ff(3  gc  —  2C) 

per  le  quali  ultime,  posto: 

/■=±Kl  +  3tt«  ,        /i  =  =±=^-H-3t,3   ,     /c=--±^l  +  3cv 
si  hanno  le  : 

ai=j(^-l)  ,      pB  =  g{h~ì)  ,      yC  =  g(k-\) 
e  quindi,  per  la  prima,  si  giungerà  alla  equazione  modulare: 

8£É2.  =  l(/-i)(fc-i)(ft-i) 

p         » 

che  può  anche  scriversi: 

JjLÌ£.=J_(/'+i)(A+i)(ft+iy. 

r         P 

Così  trovasi  : 

D  [/>+*+*— 2]  =  3  —  (rfp—  8»') 

cioè  le  A,  B,  C,  D  sono  determinate  quando  lo  sia  g. 
Pel  caso  di  k  =  5,  posto: 
p  =  ^H-a^AyM-BsH-C  (^)+a:(L?/4+Ms''+N2(/'+P;2^+Qt^2+R(/-2^+ 

H-ysi^F^  +  Gs'  +  Hiu*) 
e  deducendo  q,  t,  u   colle   permutazioni   sopra   indicate,   si   hanno  analoga- 
mente le: 

A53=1LMN 
P  r 

aV  =  g(roga-2k)  ,  /3M*=0(5g&  — 2B)  ,  -/N»=<7 (5gc-2C)  . 
Cosi  per  la  determinazione  delle  L,  M,  N  si  ottengono  le  tre  equazioni  del 
quarto  grado  : 

(«■  —  2)L«  +  4  0a*L»  +  lOff*fl«L*  — 4ff3(5na  +  2)L+50i(2  —  3a2)  =  0 
e  le  altre  due  che  si  deducono  da  questa  sostituendo  alle  a,  a;  le  b,  fi;  e,  y. 
I  valori  di  L,  M,  N  conducono  tosto  alla  equazione  modulare,  ed  a  quelli 
di  A,  B,  C  ;  e  procedendo  nello  stesso  modo  si  otterranno  i  valori  degli 
altri  coefficienti  ». 

Chimica  inorganica.  —  Sugli  isomeri  del  sale  verde  di  Magmts. 
Comunicazioni  preventive  del  Socio  Alfonso  Cossa. 

«  Lo  studio  della  Memoria  di  Quintino  Sella,  Sulle  forme  cristalline 
ili  rilevai  sali  di  platino, pubblicata  nel  tomo  XVII,  Serie  2a  (1857),  delle 
Memorie  della  R.  Acc.  delle  Scienze  di  Torino,  che  io  ho  dovuto  intra- 
prendere per  compiere  l'incarico  di  preparare    una  commemorazione   della 


—  319  — 

vita  e  dei  lavori  scientifici  del  compianto  nostro  presidente,  m'invogliò  ad 
eseguire  nuove  ricerche  sopra  alcuni  dei  derivati  ammoniacali  del  platino. 
«  Riservandomi  di  pubblicare  i  risultati  delle  mie  indagini  rivolte 
specialmente  agli  isomeri  del  sale  verde  di  Magnus,  mi  preme  di  fare  fin  d'ora 
conoscere  che  riscaldando  il  sale  verde  di  Magnus  a  temperature  comprese 
tra  190°  e  210"  gradi,  questo  sale  si  trasmuta  in  un  isomero  avente  pro- 
prietà eguali  a  quello  che  si  ottiene  per  l'azione  del  calore  sul  cloruro  di 
platoso  di  ammonio,  e  per  l'azione  dell'ebollizione  prolungata  per  parec- 
chie ore  in  contatto  di  una  soluzione  concentrata  di  nitrato  ammonico. 
Quando  si  riscalda  il  sale  del  Magnus  in  presenza  di  una  soluzione  con- 
centrata di  un  sale  ammoniacale,  appena  per  il  tempo  necessario  perchè  il 
sale  vi  si  disciolga,  per  il  raffredda  mento  della  soluzione  bollente  si  ottiene 
cristallizzato  il  sale  del  Magnus  in  prismi  ben  distinti  e  rimarchevoli  per  il 
loro  dicroismo  ». 

«  Ristudiando  la  composizione  delle  efflorescenze  che  si  formano  in 
diversi  punti  del  cratere  dell'  Isola  Vulcano  (Isole  Eolie)  vi  ho  riscontrato 
la  presenza  del  tellurio,  che  ho  potuto  isolare  e  separare  dal  selenio.  Il 
tellurio,  per  quanto  è  a  mia  cognizione  finora,  non  venne  ancora  trovato  in 
minerali   italiani». 

Geologia.  —  Conglomerato  del  Tavolato;  trivellazione  del  fortino 
sulla  via  Appia  presso  la  tomba  di  Cecilia  Metella.  Storia  dei  vulcani 
laziali,  accresciuta  e  corretta.  Memoria  del  Socio  G.  Ponzi  (Sunto). 

«  Nella  prima  parte  di  questa  Memoria,  dopo  d'aver  rimarcato  che  fin 
daHo  scorso  secolo  (1758)  Girolamo  Lapi  aveva  emesso  la  idea  che  i  due  laghi, 
Albano  e  Nemorense,  erano  due  antichi  crateri;  e  che  il  primo  abbozzo  di 
una  carta  geologica  del  Lazio  devesi  a  L.  Gtnelin,  inserita  nel  suo  lavoro: 
Observationes  oryctognosticae  de  hau;/na,  si  ricordano  i  lavori  del  Brocchi 
e  gli  studi  petrografici  dello  Striiver  sui  leucitofiri  haiiyniferi,  che,  erratici, 
in  grossi  blocchi  si  rinvengono  sparsi  sul  suolo  e  nello  strato  d'indole 
alluvionale  sul  quale  è  costruita  l'osteria  del  Tavolato  presso  il  5"  km. 
della  via  Appia  nuova. 

«  La  poca  frequenza  del  Sanidino  nei  prodotti  e  nelle  lave  laziali; 
l'averlo  invece  rinvenuto  come  componente  essenziale  nello  studio  micro- 
scopico di  quelle  rocce;  il  non  ritrovare  queste  ultime  iu  posto  nel  Lazio, 
ma  solo  in  pezzi  erratici,  fan  supporre  che  allorquando  l'attività  vulcanica 
si  estinse  nei  crateri  Sabatini  per  trasferirsi  nel  Lazio,  le  prime  eruzioni 
laviche  Laziali  furono  feldspatiche  ed  in  quelle  prime  eruzioni  vennero 
emessi    i    leucitofiri   ha  iyniferi.    Però    le    loro    correnti    non    compariscono 


-   320  — 

all'esterno,  perchè  coperte  dalle  deiezioni  vulcaniche  posteriori  e  solo  ritro- 
vansi  queste  rocce,  così  importanti  per  la  storia  dei  vulcani  Laziali ,  in 
massi  erratici  che  furono  trascinati  da  una  impetuosa  corrente  ed  accumu- 
lati presso  la  località  del  Tavolato  insieme  a  pezzi  e  blocchi  di  altre  rocce 
Laziali  di  diversa  specie  ,  per  alcune  delle  quali  è  possibile  di  indicarne 
la  provenienza  essendo  state  riscontrale  in  posto.  Tenuto  conto  di  queste 
indicazioni  e  delle  altre  località  ove  si  rinvenne  sparsa  sul  suolo  la  sud- 
detta roccia  leucito-haiiynifera,  accennanti  il  cammino  seguito  dalla  fiumana, 
può  attribuirsi  tale  accumulazione  di  rocce  erratiche  al  debordameuto  del 
Lago  Albano  ,  il  quale  generò  una  vasta  corrente  discendente  dalle  pen- 
denze Albane  e  gettantesi  nel  Tevere  nella  direzione  dell'  Aimone.  A  tale 
debordameuto  sembra  volersi  accennare  anche  da  Dionisio  d' Alicarnasso. 

«  La  2a  parte  della  Memoria  si  riferisce  alla  sezione  geologica  rilevata 
nella  trivellazione  eseguita  per  ricerche  acquifere  attraverso  la  corrente  di 
lava  detta  di  Capo  di  Bove,  nel  fortino  sulla  Appia  antica  presso  la  tomba 
di  Cecilia  Metella.  Viene  esebita  la  sezione  geologica  fino  alla  profondità 
di  circa  90m  sotto  il  piano  di  campagna  e  vengono  esaminate  le  varie  rocce 
incontrate  nel  perforamento ,  facendo  rimarcare  come  quella  località  fu  tre 
volte  visitata  dalle  lave,  senza  però  che  possano  indicarsi  con  precisione  le 
bocche  eruttive  dalle  quali  si  versarono. 

«  Eispetto  la  corrente  di  Capo  di  Bove,  sulla  quale  è  tracciata  l'antica 
via  Appia,  essa  si  incontra  prima  nella  sezione  considerata  e  perciò  è  molto 
recente;  ma,  poiché  non  se  ne  trova  fatta  menzione  alcuna  negli  antichi 
scrittori,  non  deve  essere  emessa  sotto  la  dominazione  latina. 

«  Assai  interessanti  sono  le  argille  bigie  con  fossili  lacustri,  di  rag- 
guardevole potenza,  rinvenute  alla  profondità  di  79m20  sotto  il  suolo.  Questa 
roccia  ci  indica  un  bacino  occupato  dalle  acque  dolci,  formatosi  nel  qua- 
ternario in  una  depressione  del  suolo  dopo  la  sedimentazione  pliocenica. 
Queste  argille  sono  le  stesse  che  vennero  riscontrate  in  più  punti  entro 
Roma  e  nei  dintorni,  sottostanti  ai  tufi  vulcanici.  Colla  loro  forte  potenza, 
tali  rocce   ci  accusano  un  lungo  tempo  trascorso  nelle  loro   deposizioni. 

«  Nell'ultima  parte  della  Memoria  si  ripete  la  storia  dei  vulcani  La- 
ziali :  vi  sono  indicati  i  vari  periodi  d'attività  nel  sistema  Laziale  ed  i  corri- 
spondenti crateri,  notando  l'analogia  del  recinto  esterno  del  grande  cratere 
Laziale,  della  valle  della  Molara  e  del  sistema  centrale  (Monte  Cavo,  Campi 
d'Annibale,  crateri  secondari  del  Monte  delle  Tartarughe,  ecc.)  colla  Somma, 
l'Atrio  del  Cavallo  ed  il  Vesuvio.  Sono  poi  esaminate  le  rocce  versate  nei 
vari  periodi  eruttivi.  Tra  queste  sono  studiati  particolarmente  i  peperini. 
Dalle  sezioni  osservate  sul  bordo  del  lago  Albano  si  traggono  parecchie  de- 
duzioni sulla  loro  genesi. 

«  In  fine  è  fatto  appello  all'Archeologia  storica  per  dimostrare  che 
l'uomo  assistette  alle  ultime  eruzioni  Laziali  ». 


—  321   — 

Matematica.  -      Sulla  integrabilità  di  aita  serie  ili  funzioni. 
Nota  del  prof.  C.  AkzklI,  presentata  dal  Socio  Pini. 

1.  «  Sia  f  (tv,  y)  una  funzione  delle  due  variabili  reali  a?  e  y  definita  nel- 
l'intervallo b —  «  sopra  ogni  retta  y=r-y\ ,  y  =  yi , ....  :  y\ ,  y%  ,  1/3 , ....  es- 
sendo mi  gruppo  di  numeri  che  hanno  per  numero-limite  il  numero  y§ .  Sia 
/"('r.  J/s)i  l"'1'  '  -"'  ^;il°re  !/«  (s=l,  2,  3, ....),  finita  e  atta   all'integrazione 

definita   tra  a  e  l,  e  in   ogni  punto  .<■  tra  a  e  ^  sia  determinato  e  finito 

f(x,y0)  =  lini  />,//,). 
;/»  -  !/o 
«  Vogliamo  qui  ricercare  la  condizione  necessaria  e  sufficiente,  perchè 
la  f  (x,  !/0)  sia  atta  all'integrazione  tra  «  e  />. 

«  Pongasi  primieramente  clic  ciò  sia.  Siano  segnati  nell'intervallo  b  —  ci 
dell'asse  x  un  numero  finito  di  tratiicelli  t,  ,  r» . ...  t,  di  somma  piccola  a 
piacere,  i  quali  contengano  tutti  i  punti  nei  quali  la  f  (.r,  ij0)  fa  un  salto  (') 

maggiore  0  eguale  a    ^—  :  0  essendo  un  numero  positivo  piccolo  ad  arbitrio. 

Esisterli  un  numero  determinato  e  maggiore  ili  zero  ou,  tale  che,  per  ogni 
punto  x  preso  in  una  delle  porzioni  rimanenti,  sia: 


'■h 


se  è  |  §  |  <  5o  e  se  il  punto  x-+-  3  cade  dentro  la  porzione,  in  cui  è  preso 
il  punto  x  (*). 

«  Parimente,  considerata  una  retta  y  —  ;/s,  si  segnino  su  di  essa  i  tratti 
Ti (s) ,  tj(,)  ,  ....  t,  w  di  somma  piccola  a  piacere,  che  contengono  i  punti,  nei 

quali  la  f(x,yt)  fa   salti   maggiori  0  eguali  a    ~.  Esisterà  un  numero  ó\ 

determinato  e  maggiore  di  zero,  tale  che,  per  ogni  punto  .;■  preso  in  una 
delle  porzioni    rimanenti  si  abbia  : 

a 


f(x-+-8,y,)-f(x,ys) 


<4' 


per  ogni  |  §  |    <  5S  e  sinché  il  punto  <r  +  3  cade  nella   porzione,  in  cui  è 
preso  il  punto  x. 

«Per  conseguenza,  tolti  dall'intervallo  l>— a  i  tratti  ti(0',  t2<°>,...  t,<°>  e 
gli  altri  ti(,},  t»  s\  ....  Tgw,  in  numero  totale  finito  e  di  somma  piccola  a 
piacere,  esisterà  un  numero  So,,,  il  minore  dei  due  ì]t)  e  ò\,  tale  che  per 
ogni  punto  .''  preso  in  una  delle  porzioni  che  rimangono,  e  per  ogni 
!  3  I  <-'  òo,s,  siano  verificate  le  due  disuguaglianze 


f  {x  +  3,  y0)  —/'(.-,'/„) 


<T- 


(')  VeJi  Dini,  Fondamenti  per  la  teorica  delle  fvnzioni  etc.  pag.  41  e  -12. 
(:)  Vedi  Dini,   I.  e.  pag.  24  j. 


—  322   — 

e 

f(se~hà,yt)—  f(oc,y,) 

dimodoché  se  iu  questo  punto  x  sarà 


<T« 


«) 


->?  1 


f{x,y<t—f(x,y,) 

si  avrà  un  (ratto  determinato  da  .r  —  80,s,  a  a5+80i«i  °  almeno  da  a;  a 
,T  +  50,si  0  da  ica  ir— So.s,  quando  rr  fosse  un  estremo  di  una  delle  porzioni 
summenzionate,  tale  che  per  ogni  punto  x  preso  in  questo  tratto,  sarà: 


A 


>T" 


fto  i/o)  —ffay.) 

«  Sopra  ogni  retta  ?/  =  y,  potranno  dunque  esistere  dei  tratti  determi- 
nati, in  ogni  punto  x  dei  quali  è  verificata  la  (3)  ;  e  il  numero  di  essi  potrà 
evidentemente  variare  con  ys ,  tenuto  fisso  il  <j,  e  anche  crescere  indefinita- 
mente al  tendere  di  ys  a  y0- 

«  Se  si  osserva  che  i   punti  x  nei  quali  è  verificata  la  (a),  e  le  due 

/'  (■'',  Vo),  /"  (t,  y,)  fanno  salti  minori  di    —  ,  cadono  certamente  dentro  i  tratti 

ora  detti,  in  ogni  punto  dei  quali  sussiste  la  (fi),  e  che,  oltre  a  questi,  altri  punti 
x  nei  quali  sia  verificata  la  (a)  possono  solo  esistere  dentro  i  tratticela  t  dianzi 
esclusi:  se  si  riflette  che  questi  tratti  t  possono,  per  ogni  ys,  farsi  pic- 
coli in  somma  a  piacere,  e  che  ai  tratti,  in  ogni  punto  dei  quali  sussiste 
la  (/3),  è  applicabile  la  prop.  2  della  mia  Nota:  Un  teorema  intorno  alle 
serie  di  funzioni,  pubblicata  nel  fascicolo  precedente  di  questi  Rendiconti, 
si  vede  che,  assegnato  un  numero  positivo  ;  piccolo  a  piacere,  si  potrà 
sempre  trovare  un  valore  y,  tale  che  sopra  ogni  retta  seguente  y  =  ys^, 
i,>», ....  la  somma  dei  tratti  nei  quali  cadono  i  punti  x,  in  cui  e 

\f(ai,y)  —  f{x,  y,)\>  a. 
risulta  minore  di  £. 

«  Ciò  stabilito,  indichi  y,  uno  qualunque  dei  numeri  yi,y%,  >/3,  —  - 
si  consideri  il  gruppo  dei  punti  x,  nei  quali,  per  ogni  valore  y^\,y^i- 

la  f  (x,  y,),  o  fa  un  salto  maggiore  o  eguale  a     J- ,  ovvero,  se  ciò  non  è, 

si  ha  \f(x,  m)—f{x,y^)  |  >  a.  Se  per  ogni  punto  x  del  gruppo 
si  immagina  elevata  una  perpendicolare  alla  y  =  y»,  o  all'asse  x,  il  che 
torna  egualmente,  i  punti  di  intersezione  di  tutte  queste  perpendicolari 
colle  rette  y  =  y,^t,  ysrì,  ■-  saranno  dunque   punti  in   cui  f(x,y,->-P)    o 

fa  un   salto   maggiore    o    eguale   a   j,  o    se    ne    fa    uno   minore   si   ha 

a)  l/fo  «/o)  — />,  2/^,)  |  >*• 

«  Ora  i  punti  x,  in   cui   la  f(x,y^p),  per  un  ysn,   qualunque  fisso, 

fa  salti  maggiori  o  eguali  a  -^  ,  essendo  essa  integrabile  per  ipolesi,  for- 


—  323  — 

mano  un  gruppo  discreto  ('),  e  so  y.-,,  è  abbastanza  prossimo  a  yu ,  il 
gruppo  dei  punti  ce,  nei  quali  è  soddisfatta  la  (a),  è  pure,  come  si  e  veduto, 
rinchiudibile  entro  un  numero  finito  di  tratti  di  somma  piccola  a  piacere: 
per  conseguenza,  preso  un  i  piccolo  a  piacere,  vi  è  certamente  una  retta 
ì/-=zys^.v  tale  che  il  gruppo  dei  punti  di  incontro  di  essa  con  le  perpen- 
dicolari dianzi  menzionate,  è  rinchiudibile  entro  un  numero  finito  di  tratti 
di  somma  minore  di  e;  ma  se  ciò  accade  per  una  retta  y  =  p,^p ,,  avviene 
pure  evidentemente  per  tutte  le  altre.  È  dunque  discreto  il  gruppo  dei 
punti  x  nei  quali  abbiamo  immaginato  elevate  le  perpendicolari. 

«  Si  ha  così:  il  gruppo  dei  punti  x,  nei  quali  per  ogni 
valore  y^  ,&+*,...  la  f(x,ys^,,)  fa  un  salto  maggiore   o  eguale 

a    -j-,  ovvero,  se  ne  fa  uno  minore,  è  |  f  (x,  t/0)  —  f  (?,  l/si-v)  |  >  s, 

è  discreto;   essendo   g  un   numero   positivo   preso   piccolo  a 

piacere,  e  y,  unnumero  scelto  ad  arbitrio  tra  i  numeri  yu'/>,>h.... 

«  Fissato  dunque  a  piacere  il  numero  a  e  il  valore  //, ,  si  rinchiudano 

mediante  un  numero  finito  di  travicelli  di  somma  piccola  a  piacere  i  punti 

in  cui  la  f  {x,  y0)  fa  salti  maggiori  o  eguali  a  — ,  e  i  punti  di  cui  si  tratta 

nella  prop.  precedente  Rimarrà  un  numero  finito  di  porzioni  a\bh  n2  62, ...a,,/»,,. 
Sia  se  un  punto  preso  in  una  di  esse.  Tra  ys  e  ?/o  esisterà  certamente  uno 
o  più  valori  ys_(1,  per  ciascuno  dei  quali  è 

I  f('\  yo)—f  (oc,  y^,,)  |  <<r 

e  insieme,  f(oc,  ys  ■ ,)  fa  un  salto  minore  di  —  . 

«  Per  ciascuno  di  siffatti  valori  y  esisterà  perciò  un  intorno  assegnabile 
del  punto  x,  da  x — 5ys_i  a  oH-^y^.   (che  potrà  ridursi  ali1  altro  (se,  aJ+S»,^), 
ovvero  (x — ó\s^  ,  x)  quando  il  punto  x  sia  un  estremo  della  porzione  che 
si  considera),  tale  che  in  ogni  punto  x  di  esso  sia  : 
\f(-r,lh)-f(.r,y^P)\<2a. 

«  Questo  intorno,  o  più  precisamente  l'ampiezza  di  esso,  può  riguardarsi, 
per  un  dato  punto  x,  come  una  funzione  di  y  che  fra  ys  e  t/0  può  essere 
zero  per  alcuni  valori,  ma,  come  ora  si  è  detto,  non  lo  è  sicuramente  per 
tutti  :  dimodoché  questa  funzione  di  y  ha  un  limite  superiore  L  (x)  che,  esi- 
stendo determinato  per  ogni  punto  x  dentro  le  porzioni  «i&i,  a*ibi,....ajbn, 
potrà  ivi  riguardarsi  come  una  funzione  di  x.  L  (x)  ammette  un  limite  infe- 
riore l  che  si  dimostra  non  potere  essere  lo  zero.  Vi  sarà  infatti  almeno  un  punto 
su',  in  una  delle  porzioni,  in  ogni  intomo  del  quale  il  limite  inferiore  di  L  {oc) 


(')  Harnack  ha  introdotto  questa  denominazione  per  significare  un  gruppo  richiusi- 
bile  entro  un  numero  finito  di  tratti  di  somma  piccola  a  piacere.  Mathematiche  Annaleu 
XIX  Bani. 

Rendiconti  —  Vi  ir,.  I.  42 


—  324  — 

è  /  ;  ma  anche  per  un  tal  punto  af,  per  qualche  valore  y^.,,  esiste  un  in- 
torno {ed — 8»^,  a/+8»  0  diverso  da  zero,  tale  che  per  ogni  punto  in 
esso  sia  \f(x,  y0)  —  f(oc,  t/s+./J  |  <  2a  ,  e  allora,  se  sulla  retta  y=y,^  si 

considera  l' intervallo  l  od y-^-x'-h-~  )  si  vede  che,  per  ogni  punto  od' 

di  esso,  l'intorno  (oc" ^-V+-^M  è  tale  che  in  ogni  punto  a:  di 

questo  si  ha: 

il  che  mostra  che  deve  essere  certamente  l>-^^ . 

«Pel  punto  x  =  a\,  esisterà  dunque  una  retta  y=ys-^t  tale  che  in 
ogni  punto  x  del  tratto  da  ax  ad  oi+8a,,  preso  su  di  essa,  sia: 

\f(*>yo)-f(x,y,^t)\<2c, 

e  sarà  :  oaj  >  / . 

«Pel  punto  i»  =  ai  +  8ai  =  a'i  parimente  esisterà  una  retta  y=y,rp'l 
tale  che  in  ogni  punto  ce  del  tratto  da  a\  ad  a'i-fS/,  su  di  essa,  sia: 

|  /"(#,  2/„)  —  /-(a;,  y,v.)  |<  2<r , 
e  sarà  pure  òY,  >  J . 

«  Si  vede,  che,  così  continuando,  mediante  uu  numero  finito  di  questi 
tratti,  tutti  di  ampiezza  maggiore  o  eguale  a  l,  si  percorrerebbe  la  porzione 
a\bi:   indi  in  modo  simile  la  porzione  a^b»,   etc.   etc......   I  numeri 

Vri-p,  y»<-;/ii  ■—  l/t-r-pi-...  che  occorre  così  di  considerare  sono  in  numero  finito 
e  tra  essi  ve  ne  è  uno  massimo. 

«  Si  ha  così  una  linea  spezzata  a  lati  di  lunghezza  maggiore  o  eguale 
a  l,  tale  in  ogni  punto  x  in  una  delle  porzioni  a\bi,  a%b%...anbn  si  ha: 

l/>,2/o)  —  f{pa,  i/,(x))|<2<j, 
(x,yi{x])  indicando  un  punto  sulla  spezzata. 

2.  »  La  condizione  che  abbiamo  qui  trovato  come  necessaria  per  l'in- 
tegrabilità della  f(x,  2/0)1  vogliamo  ora  dimostrare  che,  nelle  ipotesi  da  noi 
poste,  è  anche  sivfficiente. 

«  Osserviamo  anzitutto,  che  se  si  considera  una  linea  spezzata,  com- 
posta di  un  numero  finito  di  tratti  presi  ciascuno  sopra  una  delle  rette 
y  =  y\i  Vii  V-ii-—Q  così  che  a  ogni  punto  x  tra  a  e  b  corrisponda  un  solo 
punto  sulla  spezzata,  i  valori  che  la  f(x,  y)  ha  nei  punti  di  una  tal  linea  costi- 
tuiscono una  funzione,  che  indicheremo  con  f{x,  yi(x)),  atta  all'integrazione  fra 
a  e  b;  cioè,  esiste  determinato  e  finito  l' integrale  curvilineo  \  f(x,>j,{r))dx 

.  'a 

preso  lungo  la  spezzata. 

«  Ciò  è  manifesto,  quando  si  pensi  che  ciascun  lato  della  spezzata 
giace  sopra  una  delle  rette  y—Vs,  lungo  la  quale  la  f{x,y)  è,  per  dato, 
atta  alla  integrazione,  e  che  in  un  punto  di  distacco  di  un  lato  dell'altro, 
giacente  l'uno  sulla  y—ytl,  l'altro  sulla  */=?/,„  sia  che  ivi  si  prenda  per 


■  •.)  - 

valore  della  f(x,yiu))  quello  della  f(x,y,l),  sia  che  si  prenda  quello  della 
/  (  e,  y„) ,  la  f{  e,  //,.<  ;  )  avrà  una  discontinuità  di  seconda  specie  (')  se  que- 
sta esiste  in  quel  punto  per  una  delle  due  f(x,yti)  /'(.'',  .'/*.,);  e  se  non 
esiste,  potrà  nel  punto  di  distacco  aversi  per  la  f(x,  y,  ,  »  una  disconti- 
nuità di  prima  specie,  se  una  simile  discontinuità  esiste  ivi  per  una,  o 
per  ambedue,  le  f(o:,>/H),  f(x,yH),  e  anche  se  per  queste  si  avesse  la 
continuità. 

«  Premesso  ciò,  si  prenda  piccolo  a  piacere  il  solito  numero  positivo 
cr  e  un  numero  e,  e,  tolti  dei  tratti  iu  numero  finito  ti ,  t8...  tp  di  somma 
minore  di  e,  suppongasi  verificata  questa  condizione:  che,  nella  striscia  di 
piano  compresa  tra  le  due  rette  y=y„  e  y=//o,  ,'/«  essendo  un  valore  scelto 

a  piacere  tra   quelli   del  gruppo  yi,yt,yz, esista    una   linea  >/  =  '//,,-) 

composta  di  un  numero  finito  di  tratti  giacenti,  ben  inteso,  su  rette  del 
gruppo,  in  ogni  punto  (.>*,// /(,.,)  della  quale,  eccettuati  al  più  i  punti  ap- 
partenenti ai  tratti  Ti,  fa,  ....  rp,  si  abbia: 


/'<■''•  ,"n  )—/'(•'%    !//,}) 


<T 


«  Ora  è,  in  ogni  punto  oc  tra  a  e  b  : 

f{X,  ?/o)  =/■('•-  .'//  ,,)  —  /'(•<•,  .Vii)  —  /'  (■'',  t/Hx))  *. 

i  punti  ('', ,'//,,,)  nei  quali  la  /'(•'%///■))  fa  un  salto  maggiore  di  —formano 

un  gruppo  discreto.  Siano  i  punti  di  questo  gruppo  rinchiusi  entro  gli  in- 
tervallini  tnhf-U  di  somma  piccola  a  piacere;  in  un  punto  x  preso 
fuori  dei  fratti  ti,t»,...  t,,  a  cagione   della  diseguaglianza  precedente,  la 

/('.//ut — /'(.'',  ynT))  non  può  avere  che  un  salto  minore   di  —  ;   i  punti  x 

nei  quali  la  f(x,  »/o)  può  avere  un  salto  maggiore  di  a  sono  dunque  sola- 
mente quelli  che  cadono  nei  tratticelli  t\ ,  1%,...  (,,  ti,  t»,  ...  t,,  ,  e  ciò  prova 
la  integrabilità  della  f{x,  >jo). 

«Si  può  dunque  enunciare:  affinchè  la 

f(po,yì)=  lim  ffatfi) 

funzione  finita  e  determinata,  sia  tra  a  e  b  atta  all'inte- 
grazione, nel  l' ipotesi  che,  per  ogni  valore  y,  appartenente 
a  un  gruppo  di  numeri  ,Vi,,'/:,  y;ì,  ...  aventi  per  numero  li- 
mite >/o,  sia  integrabile  da  a  a  b  la  f(oc,y,),  è  necessario  e 
sufficiente  che,  preso  piccolo  a  piacere  un  numero  positivo  a 
e  un  numero  e,  dentro  la  striscia  compresa  tra  la  retta  y=Vo 
e  1  a  y—y, ,  y,  scelto  ad  arbitrio  tra  i  numeri  y ,  e  tolti  tra 
a  e  b  dei  tratticelli  n ,  t>,  ...  r,,  in  numero  finito   e   di  somma 

(')  Dini,  I.  e.  pa.V.  39. 


—  326  — 

minore  di  s,  sempre  si  possa,  mediante  un  numero  finito  di 
tratti  giacenti  su  rette  del  gruppo  y  =  ys^u  y,^,...,  formare 
una  linea  y  —  ynx)  in  ogni  punto  della  quale,  eccettuati  al 
più  i  punti  compresi  nei  tratti  x  si  abbia: 

I  f  fa y*)— fa yn,))  |  <c 

«  Questa  condizione  consiste,  in  sostanza,  in  una  certa  maniera  di  con- 
vergenza della  f  (x,  y)  verso  la  f  (.r,  j/0)  al  convergere  di  y  a  y0 .  Si  potrà 
chiamarla  convergenza  uniforme  a  tratti  in  generale;  mentre  si  potrà  chia- 
mare convergenza  uniforme  a  tratti  quella  che  si  ha,  come  condizione  per  la 
continuità  della  f(x,  yt),  quando  la  f(x,  y,)  sia  continua  (');  e  che  differisce 
da  questa  che  abbiamo  qui  per  la  integrabilità,  solamente  in  ciò  :  che  nelle 
linee  spezzate  che  occorre  di  considerare,  la  diseguaglianza  precedente  si 
verifica  per  tutto  senza  eccezione  di  alcuno  intervallino. 

3.  «Le  considerazioni  esposte  sin  qui   sono   in  particolare   applicabili 

alla  sene  Iun(x);  un{x)  essendo  una  funzione  della  x  tra  a  e  b. 

«Una  serie  2un(x)  convergente  in  ogni   punto  x  tra  a  e  b,  si   dirà 
i 

che  converge  in  cgual  grado  per  tratti  in  generale  se,  assegnati  a  piacere 

dei  numeri  positivi  a  e  z  comunque  piccoli,  e  tolti  tra  a  e  b  i  travicelli 

ti,  t2,  ...  t,,  in  numero  finito  e  di  somma  minore  di  e,  per  ogni  numero 

intero  ni\  si  trova  poi  un  intero  mi>m\  tale  che  per  tutti  i  valori  x  tra 

a  e  b,  eccettuati  al  più  quelli  contenuti   nei   tratti  ti  t»  ...  xp ,  si  abbia 

per  un  numero  m,  che  può  variare  con  ce,  ma  rimane  sempre  compreso  tra 

(/ti  e  «1»  , 

|  Rm(#)  ì  <ff, 
R,a(x)  essendo  il  resto  della  serie. 

«Suppongasi  u„(x),  oltrecchè  finita,  integrabile  tra  a  e  b:  per  ogni 
u  finito.  Sarà  finita  e  integrabile  la  somma 

S„  {x)  —  ui  (.r)  +  m,  (,r)  -+- +  w„  (x) 

00 

e  si  potrà  asserire  che:  affinchè   la   serie   S(x)  =  2,wafa)    di   infi- 

i 
nite   funzioni   integrabili   tra  a  e  b,  essendo  ili  ogni  punto 

x  determinata  e  minore   sempre  di  un  numero  L  finito,  sia 

tra  a  e  b  integrabile,   è  necessario   e  sufficiente   che  essa 

ivi  converga  in  egual  grado  per  tratti   in  generale  ». 


(')  Vedi  mia  Nota:  Intorno  alla  continuila  della  somma  di  infinite  funzioni  continue. 
Rendiconti  —  Accademia  delle  scienze.  Bologna  1884. 


—  327  — 

Matematica.  —   Intorno  alla  Nola  del  sig.  Spottiswoode.    «  Sur 
les  invariante  et  les  covarianti*  d'ime  fonction  tran  sforni  ce  par  une 
substitution  quadratique  >   (').  Nota  I.  del  dott.  Giulio  Pittarelm, 
presentata  dal  Socio  Battaglixi. 

«  L'illustre  geometra  inglese  Spottiswoode,  poco  prima  cli'ei  mancasse 
alla  scienza,  comunicava  alla  E.  Accademia  de'  Lincei  alcune  ricerche  sul- 
l'argomento enunciato  nel  titolo  di  questo  scritto,  volgendo  la  sua  attenzione 
alle  formazioni  di  una  biquadratica  binaria,  che  nasce  da  una  forma  binaria 
di  2".  ordine,  trasformata  con  una  sostituzione  quadratica. 

«  In  quanto  ai  calcoli  l'autore  dice  :  «  Les  calculs  sont  quelque  fois 
«un  peu  longs;  je  ne  presenterai  ici  que  les  resultata  ;  except1'  dans  le 
«  cas  du  quadrinvariant,  où  je  donnerai  quelques  détails,  qui  peuvent  ser- 
«  vir,  pour  indiquer  la  methode  dont  on  doit  faire  usage  pour  verifier  les 
«  resultate  dans  les  aulres  cas  ». 

«  Se  non  che  il  compianto  geometra  indica  una  via  che,  pur  battuta 
con  giudizio,  conduce  a  calcoli  laboriosi  e  punto  sistematici.  Nulla  certha 
mcthodus,  scd  potius  divinando,  come  disse  Euler  ;  sebbene  la  quislione  trat- 
tata da  Spottiswoode  non  è  cèrtamente  cosi  interessante,  come  l'altra  del- 
l'addizione delle  funzioni  ellittiche.  La  via  indicata  è  quella  del  calcolo 
non  simbolico. 

«  La  scorsa  state  io  ripigliai  l'argomento;  ed  applicandovi  il  calcolo 
simbolico,  coll'uso  delle  note  identità  e  del  processo  polare,  giunsi  con  poca 
fatica  ai  risultati,  e  vidi  poi  che  in  tre  punti  quelli  di  Spottiswoode  non 
sono  esatti. 

«  Per  brevità  non  trascrivo  qui  le  forinole  dell'autore,  ma  le  ricorderò 
in  parte  all'occasione,  chiudendole  tra  parentesi  di  fianco  alle  mie. 

1.  «  La  forma  quadratica  di  Spottiswoode  è: 

U  =  a.S-  +  2bxy  +  cif-  =  (a,  b,  e)  {ce,  yf  (!) 
e  la  sostituzione  è  formata  dall'equazione  (trasformante) 

K  '  li  ~(«',/S',y')(S,>j)8-  V 

«  In  virtù  di  questa  equazione  ad  un  elemento  x: y  corrispondono  due 
elementi  |  :  vj  ;  e  ad  un  elemento  ;  :  vj  corrisponde  un  solo  elemento  ao  :  y.  Per- 
ciò la  (1)  definisce  la  corrispondenza  (1,  2). 

«  Per  introdurre  le  forme  simboliche  pongo: 

a>=yi,    y  =  t/ì,    5=a?i,    «=a*; 
cosicché  possiamo  scrivere  simbolicamente: 

u  =  ty  =  u? ... , 

(«,  /3,  y)  (5,  ,)•=«,* 

(«',i5',7')(?^r-=<2- 

(')  Transunti  della  R.  Accademia  dei  Lincei,  voi.  VII,  fase.  11,  jwg.  218. 
(')  Questa  è  la  notazione  di  Cayley. 


« 


—  328  — 
Con  questi  valori  l'equazione  (1)  liberata  da  fratti  diviene: 

(2)  Vii»?  — !&»,«  =  q. 

«  Scrivendo  per  maggior  simmetria 


"oo* 

(3)  v'I  =  ax*  «i  ,        vx-  =  —  aj-  u*. 

dove  i  simboli  (ombre)  a, in  lianno  valore  nelle  combinazioni  atajC<k(i-,  j, 
k  =  l,  2),  la  (2)  diviene 

(4)  «,  aj = ]8,  ba* = yy  e/ = 3y  d*  =  0  : 
cb'è  l'espressione  simbolica  della  corrispondenza  (1,2). 

2.  «  Di  alcuni  invarianti  e  covarianti  della  forma  (4)  si  occupò  da 
tempo,  e  col  calcolo  non  simbolico,  il  prof.  Battaglini  (').  Ma,  poiché  il 
mio  fine  non  è  di  studiar  qui  il  soggetto  (cosa  che  ho  fatto  in  una  Memoria 
che  spero  di  pubblicare  tra  breve),  dirò  qui  intorno  ad  esso  le  poche  cose 
che  seguono. 

«  a)  La  condizione  che  due  elementi  x  coincidano  è  data  dall'  annul- 
larsi del  discriminante  della  (4)  considerata  come  forma  quadratica  in  oc. 
Questo  discriminante  è 

(5)  0  =  ej/*  =  0',*  =  (o6)9ay^j  (217  dell'autore)  (■) 

e  fornisce,  eguagliato  a  zero,  due  elementi  y  ai  quali  corrispondono  elementi  x 
coincidenti.  Tali  elementi  y  si  dicono  di  diramazione. 

«  b)  Per  trovare  poi  l'equazione  che  fornisce  gli  elementi  x  coinci- 
denti (elementi  doppi),  bisogna  eliminare  y  tra  le  4)  e  5).  Il  risultante  si 
trova  subito  scrivendo  Q\Qj.  =  0  in  luogo  di  0^  =  0,  e  poi  ponendo 

IM  =  ò\  dj ,        ;xì  =  —  §,  dr- . 
«  Così  viene  l'equazione  biquadratica  : 

(6)  0  =  P  =  P,4  =  (0V)  (03)  c«  dj  =  (ab)*  (ay)  (fi)  cj  d/  . 

«  Ma  si  prova  facilmente  che  P  è  il  quadrato  di  una  forma  binaria  quadra- 
tica, che  indicherò  con£2--=Qr2  (2  Q.  dell'autore).  Invero  a  cagione  dell'identità 

(I)  (ab?  cx*  =  (ae)Hx*  +  (bc)"-  ax*  -  2  (ac)  {bc)  ax  bx  , 

si  può  scrivere 

P  =  («y)  (fi)  d}  j(ac)«  &.«  +  (bc?  ax*  -  2  (ac)  (bc)  ax  bt 

«  La  prima  parte,  che  si  separa  nelle  due  forme  distinte  (ay)  (acf-, 
(fijb^dj1,  è  identicamente  nulla;  poiché  le  due  forme,  permutando  i  sim- 
boli ac,  «7  ;  bd,  fi  tra  loro,  mutano  il  segno.  La  seconda  parte  mutando  a  in  e 
ed  a  in  7  diviene  =  —  P:  così  che 

Y=-(ac)(^)(bc)(fi)axb.rdx\ 

(')  Rendiconto  dell'Accademia  di  Napoli,  dicembre  1864  <  Sulle  forme  binarie  miste 
di  3°  e  4°  grado. 

{'■)  Sia  avvertito,  una  volta  per  tutte,  che  alcuni  coefficienti  numerici  sono  introdotti 

dal  calcolo  simbolico  stesso.  Così,  per  es.,  della  forma  kx2=-u'x5 il  discriminante  è  (uu')2= 

2  {v0itt  —  u,!),  mentre  l'autore  scriverebbe  tt0v2  —  «,%  etc. 


—  329  — 

«  Cangiando  i  simboli  bd ,  /58 ,  prendendo  la  sernisomuia  delle  espressioni 
risultanti  ed  osservando  che  poi 

(II)  (bc)dx  —  (dc)bx  =  (bd)cx, 
si  ha 

P  =  --l(M)(«yHc,.(M)(/38)M,. 

«  Qui  le  due  forme  separate  dal  punto  sono  evidentemente  identiche; 
perciò  posto 

(7)  Q  =  Q,"  =  Q'/-  =  (ac)  («7)  ax  cx , 
si  ha  definitivamente 

mentre  poi  l'equazione  che  fornisce  gli  elementi  doppi  è  SJ,.2=0. 

«D'altra  parte  variando  y,  le  coppie  di  elementi  x  formano  un'involu- 
zione quadratica,  i  cui  elementi  doppi  sono  fomiti  dall'eq.  Q/  =  0,  che 
deve  coincidere  col  jacobiano  delle  due  coppie  (3),  cioè  vxì  =  0,  v' 'j.*  =  0. 
Tale  jacobiano  è  infatti: 

(vv')  vx  v'x  =  —  (ab)  ax  bx  a»  /3t  =  —  (ab)  ax  bx  («,  /32  —  a*  /3i)  =  -g-  Ì2X2. 

e)  L'invariante  della  forma  0/  è 

(00'*  =  (aò)*(a0')O30')- 

«  Facendo  uso  della  polare 

#,#,= -§•  («*)"  Y»  ».-+-|"(«0*  7.  »»  =  («0*7»  *- . 

si  trova  subito 

(ee0"=(a&)»(«*)»(«y)0S8). 

«  Parimenti  si  trova 

(QQ')S  =  («e)  (07)  (aQr)  (off)  =  (ac)  («7)  {bd)  (/38)  (aò)  (ed) . 
«  Di  qui  per  le  identità 

(III)  [ab)  (ac)  (db)  (de)  =  ±  {ab)*  (dc)«+  ^  («e)2  (dò)*— i  (ad)1  (60)' 

£k  ù  ù 

(ac?  (07)  =  0,        (W)»(/S8)  =  0, 

viene 

(Qff)8  =+  y  («7)  (/-3)  W  Hr— y(«V)  (/»)  (*W  , 
ovvero,  mutando  nella  seconda  parte  b  e  ,3  in  d  e  8, 

(QOr)«  =  (a6)»  (ed)*  («7)038). 

«  Onde  l'importante  relazione  (specialmente  dal  punto  di  vista  geometrico) 

(8)  (Off)»  =  (00')*  (2D   dell'autore). 

3.  «  La  forma  biquadratica  che  nasce  da  U,/  sostituendovi  i  valori 
di  ,'/i  ed  ni  tratti  dall'eq.  4),  è  contormemente  a  quello  che  fu  detto  nel  n.  2,  b) 
a  proposito  della  forma  P, 

(9)  F  =  Px*  =  F' /  =  ..  =  (Da)  (U/3)  a,« &, !. 


—  330  — 

«  Dovendo  nel  calcolo  degl'invarianti  e  dei  covarianti  di  F  adoperare  le 
polari  di  forme  biquadratiche  che  sono  prodotti  (effettivi  o  simbolici)  di  forme 
quadratiche,  vai  meglio  trovar  tali  polari  uua  volta  per  tutte. 

«  Posto 


•X      tvX      1 


si  ha  la  prima  polare 

<?.r3  <?y  =  y  ms4  nx  ny  +-5-  nj  mx  my . 

«  La  seconda  polare  è 

112 
?*W=  -q  mx*  nyl -+-  —  my- nx%  +  -^ mx mynx n y , 

cui,  per  l'identità 

(IV)  2mx  mynx  ny  =  mr*  n,/  -f-  m/  >i.c2  —  («in)!  (xy)2 

si  può  dar  la  forma 

?*%  ?y2  =  y  ™*X2  + -I  m,«  »x»  - 1  (mn)«  (^)* . 

«  Se  vi  ed  n  sono  simboli  equivalenti  si  ha 
<px3oy  —  mxlnxny 

?x2  ?ya  =  m/  V  —  y  («m)1  (^)2. 

«  Se  9  =  F,  bisogna  porre  simbolicamente 

m*  =  {Ua)a*,        n,«  =  (U/3)  6.»  : 
donde  si  vede  che  m  ed  n  sono  equivalenti. 
«  Perciò,  essendo  altresì  per  (5) 

(10)  (U«)(U/3)  (<*&)*  =  (U0J«        (=2K  autore) 
si  ottengono  subito  le  polari  prima  e  seconda  di  F: 

(11)  F."F,  ={TJoc){TJp)ax*bxbs 

(12)  F,2  F;-  =  (Uà)  (U/3)  o.»  V  - 1  (U0)2  («#)*. 

4.  «  Ora  siamo  in  grado  di  calcolare  tutte  le  forme  pertinenti  al  sistema 
completo  di  F,  cioè 

t  -=  (FF')1 ,  H  =  H/  =  (FP')2  F.,2  F',2  ,    3  =  (FH)1 ,  T=TX6  =  (PH)  F/Hx3. 
a)  Forma  i  (  =  21  autore) 
«  In  prima  si  ha 

i  =  (FF')4  =  (Uà)  (U/3)  {a¥')%  (6F')2. 

«  Eicavando  poi  il  valore  del  simbolo  (aF')2(&F')2  dalla  seconda  polare 
(scritta  coi  simboli  cy,  tfò\  U'  e  0')  col  porvi  w\==Oi,  a%  = —  «1 ,  yi  =  6», 
j/i  =  —  &i ,  si  ha 

i  =  (Uà)  (U®  (U  7)  (U'  S)  (ac)2  {btf—  1  (U«)  (Ufl  (ai)«(U'0')*. 


«  La  seconda  parte  è  eguale  (eq.'  9)  a  —  y  (U0)2  (U  0')2=—  y(U  0)2 


—  331   — 

«  La  prima  parte,  poiché  per  la  prima  polare  dell'equazione  (5), 
(13)       (acy-  (Uà)  (U'  y)  =  (U0)  (D*  0) ,     {bdf-  (U/3)  CU'  3)  =  (TO')  (TJ'0'  | . 
diviene  successivamente  (identità  III) 

(U0)(U'0)(ue')(D'0')  =  (U0)HU'0r—  \  (uu')*(00y. 

«  Onde  riducendo, 

i  =  |-7U0f-s-i-(UU'r-(00')- 
((UU')-  =  21)  dell'autore))». 

Fisica.  —  Considerazioni  sopra  alcune  relazioni  fra  le  velocità 
di   efflusso,    i   calori   specifici   e   le   velocità   molecolari   dei   gas. 
Nota  II.  del  doti.  De  Franchie,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Nella  Nota  precedente  (')  ho  dimostrato  che  per  tutti  quei  corpi 
pei  quali  sussiste  la  legge  di  Dulong  e  Petit,  i  calori  specifici  in  volume 
stanno  fra  essi  come  i  numeri  degli  atomi  contenuti  nelle  loro  molecole,  se 
le  unità  di  volume  di  essi  corpi  contengono  ugual  numero  di  molecole. 

«  Poiché  i  calori  specifici  in  volume  dei  gas  diversi,  presi  a  tempe- 
ratura sufficientemente  alta  e  sotto  pressioni  non  molto  grandi,  soddisfano 
a  tale  condizione,  bisogna  ammettere  che  volumi  uguali  di  gas  presi  alla 
stessa  pressione  e  temperatura  contengono  egual  numero  di  molecole. 

«  Questa  legge  è  una  legge  limite,  ed  essa  può  ammettersi  come  legge 
generale,  considerando  che  i  gas  perfetti  occupando  un  volume  grandissimo 
e  le  molecole  essendo  infinitamente  piccole,  una  differenza  nel  numero  di 
esse  per  la  unità  di  volume  è  una  quantità  trascurabile. 

«  Si  deduce  da  ciò  che  due  gas  perfetti  sono  alla  stessa  temperatura, 
quando  le  forze  vive  delle  loro  molecole  sono  le  stesse.  Ciò  del  resto  si 
deduce  anche  dal  considerare  che  la  velocità  di  efflusso  dei  gas,  che  non 
varia  per  la  pressione,  rappresenta  la  velocità  delle  sue  molecole  in  una 
sola  direzione. 

«  Del  resto  se  noi  cerchiamo  le  pressioni  por  le  quali  l'unità  di  vo- 
lume dei  gas  diversi,  alla  stessa  temperatura,  contengano  una  sola  molecola, 
noi  troviamo  per  tutti  i  gas  la  stessa  pressione. 

«  Ciò  che  è  la  espressione  della  legge  di  Avogadro;  la  quale  sorge 
anche  come  conseguenza  necessaria  dell1  equilibrio  di  due  o  più  gas  me- 
scolali ;  essendo  allora  necessario  che  tutte  le  particelle  che  passano  per 
un  medesimo  sito  del  miscuglio,  producano  i  medesimi  effetti  in  tutti  i 
sensi  e  le  direzioni  e  sopra  superficie  eguali. 

(')  Atti  della  r.  Accademia  dei  Lincei,  sor.  4a,  voi.  I,  pag.  203  a  210. 
Rendicoxti  —  Vol.  I.  13 


—  332  — 

«  Che  anzi  passando  a  considerare  il  caso  generale  dell'equilibrio  di- 
namico di  pili  particelle  libere,  di  uno  o  più  corpi,  che  si  muovono  in  im 
dato  spazio,  sotto  il  punto  di  vista  che  qualunque  aumento  o  diminuzione 
nella  forza  viva  corrisponde  ad  una  corrispondente  variazione  dell'ampiezza 
dei  moti  delle  particelle  cui  è  proporzionale  la  temperatura,  e  che  in  certi 
casi  tale  ampiezza  può  avere  due  valori  assai  diversi,  uno  molto  grande  e 
l' altro  assai  piccolo,  e  non  si  può  passare  dal  primo  di  questi  valori  al 
secondo,  o  viceversa,  senza  una  apparizione  od  una  sparizione  di  calore  o 
di  lavoro  esterno,  pur  restando  costante  la  temperatura,  si  perviene  ai  due 
principi  seguenti: 

I.  «  Ad  una  stessa  temperatura  le  molecole  di  un  mede- 
simo corpo,  o  di  una  mescolanza  di  corpi,  debbono  tutte 
possedere  la  stessa  forza  viva  media,  qualunque  sia  lo 
stato  di  aggregazione  speciale  di  esse,  cioè,  anche  se  di 
massa  diversa. 

II.  «  Ogni  qualvolta  avviene  una  variazione  brusca  nel 
volume  e  per  conseguenza  nella  densità  di  un  corpo,  senza 
che  variino  lo  stato  fisico  e  la  temperatura,  la  forza  viva 
dell'unità  di  volume  resterà  costante;  essendovi  appari- 
zione di  calore  o  di  lavoro  se  la  variazione  del  volume  è 
negativa,  ed  invece  sparizione  se  positiva.  Questa  legge  in 
molti  casi  regge  ancora,  quando  il  corpo  muti  apparentemente  o  no  di 
stato,  purché  non  varii  la  temperatura. 

«  Sino  a  poco  tempo  fa  si  è  ammesso  da  tutti ,  come  indiscutibil- 
mente certo  ,  che  la  massa  e  la  forma  delle  molecole  di  uno  stesso  corpo 
fossero  invariabilmente  costanti ,  proprietà  che  noi  ammettiamo  solo  per 
l'atomo.  E  non  solo  si  ammise,  ed  ancora  si  ammette  da  molti,  la  immu- 
tabilità della  massa  e  della  forma  della  molecola  per  un  medesimo  stato 
fisico,  ma  ben  anche,  che  la  molecola  fosse  identica  in  tutti  e  tre  gli 
stati  fisici. 

«  In  una  lettera  da  me  diretta  il  10  luglio  del  1876  all'  ili  àio  prof. 
Cannizzaro  io  aveva  ammesso  che,  non  solo  i  tre  stati  fisici  dipendono  dal 
diverso  numero  degli  atomi  contenuti  nella  molecola ,  ma  ben  anche  da 
tale  fatto  dipendere  il  dimorfismo,  1'  allotropia,  i  punti  singolari  ;  ed  avvi- 
cinava i  fenomeni  di  polimeria,  di  associazione  e  dissociazione  chimica  ai 
mutamenti  di  stato,  come  avea  anche  pensato  il  Deville  :  ciò  che  mi  con- 
dusse a  trattare  la  teoria  delle  chimiche  combinazioni  con  una  teoria  molto 
analoga  a  quella  dei  fenomeni  complessi  di  adesione  e  coesione  ,  rappre- 
sentando con  funzioni  continue  le  due  manifestazioni  della  affinità,  cioè  , 
l'affinità  propriamente  detta  e  la  valenza. 

«  E  molto  più  mi  confermai  nelle  mie  idee,  quando  il  Pictet,  fon- 
dandosi solo  sui  moti  e  la  coesione  delle  molecole,  come  io   aveva    fatto , 


—  333  — 

era  pervenuto  agli  stessi  risultati  pei  mutamenti  di  stato:  tanto  che  ara- 
mise  per  la  liquefazione  ('):  «se  si  passa  ad  una  pressione  P' 
«che  riduca  la  distanza  AB  fra  due  molecole  gassose  ad 
«  A B'  =  L,  in  questo  istante  la  coesione  assumendo  il  valore 
«E,  la  molecola  B  p.  e.  si  precipiterà  sulla  molecola  A  e  si 
«formerà  una  molecola  1  i  q  u  i  d  a  ». 

«  Se  m  è  la  massa  d'  una  molecola,  a  quella  di  uno  degli  atomi  che 
la  costituiscono  ed  n  il  numero  di  questi  atomi  sarà  : 

m  —  n  a  . 

«  Essendo  il  valore  di  a  per  uno  stesso  corpo  assolutamente  costante, 
se  varia  il  valore  di  m  deve  nel  medesimo  rapporto  variare  il  valore  di  »7. 
Noi  ammettiamo  che  ??  possa  variare  da  1  ad  co,  e  mai  per  valori  frazio- 
nari, ma  solo  per  tutti  i  valori  interi  compresi  fra  l'unità  e  l' infinito.  La 
quantità  n  uon  -ha  mai  altri  valori  all'  infuori  di  questi. 

«  Noi  sappiamo  dalla  esperienza,  che  la  densità  di  vapore  del  solfo 
a  500"  è  tripla  di  quella  dello  stesso  corpo  ad  8G0.  Un  fenomeno  analogo 
ci  presenta  il  selenio. 

«  La  scintilla  elettrica  produce  nell'ossigeno  un  aumento  di  densità. 
I  raggi  molto  refrangibili  dello  spettro,  quelli  al  di  là  del  verde  ,  fanno 
diminuire  la  densità  del  cloro  e  del  bromo ,  come  trovò  il  Budde  ('). 
L' ipoazotide  e  molti  altri  corpi  composti  presentano  fenomeni  analoghi  a 
quello  del  solfo  e  del  selenio. 

«  I  vapori  in  vicinanza  al  punto  di  liquefazione  ci  danno  densità  che 
non  si  accordono  coi  pesi  molecolari  chimici  ottenuti  con  altri  metodi  ecc. 

«  Se  P  è  la  pressione  che  esercita  un  volume  V  di  gas  nel  quale  si 
contiene  la  massa  M,  se  xd1  è  il  quadrato  medio  della  velocità  delle  sue 
molecole,  noi  avremo  sempre  : 

PV  =  -*-Mu/-  (V) 

o 

«  Sottoponendo  questa  massa  gassosa  alla  pressione  P'  e  tenendo  co- 
stante la  temperatura,  il  gas  per  la  legge  di  Boyle  dovrebbe  occupare  il 
volume  : 

p 

Suppongasi  P>P',  e  che  il  gas  sotto  tale  pressione,  invece   di    occupare 
il  volume  V,  occupi  il  volume  V!  <  V,  e  sia  : 

V  — V,=j8. 
Se  8'  è  la  densità  che  il  gas  avrebbe    dovuto    assumere    per    la  legge  di 


(')    Eaoul  Tictet,  Svila  liquefazione  dell'ossigeno,  la  liquefazione  e  la  solidificazione 
dell'  idrogeno  e  sulla  teoria  dei  mutamenti  dei  corpi  (v.  Gazzetta  chim.  italiana  Vili.  p.  141) 
(*)  Journal  fiir  praktiscbo  Chemie,  1873,  pag.  376-384. 


—  334  — 

Boyle  e  Si  è  quella  che  abbiamo  supposto  assuma,  avremo  : 

V 
Si  =  3'  v, ,  ,  che  è  maggiore  di  3' . 

Iu  questo  caso  possono  farsi  due  ipotesi  •. 

1°  «  Che  la  legge  di  Avogadro  non  regga'  più,  e  che  perciò  il  gas 
sotto  tale  pressione  contenga  in  ogni  unità  di  volume  un  maggior  numero 
di  molecole  di  quello  che  dovrebbe  per  la  legge. 

«  In  questo  caso  il  valore  di  w1,  perchè  sussista  la  relazione 

P'V|  =  -j!-M^,   dovrà  divenire  ui  =  wl(l—  £-Y 

2°  «  Che  la  legge  di  Avogadro  sussista  ancora  in  uno  alla  rela- 
zione (la). 

«  La  prima  ci  conduce  ad  un  assurdo  ;  perchè  si  ammette  che  la  ve- 
locità delle  molecole  varii  colla  pressione,  senza  che  varii  la  temperatura  e 
la  massa  delle  molecole. 

«  La  seconda  ipotesi  è  conseguenza  immediata  dei  due  principi  sopra 
stabiliti  e  più  che  una  ipotesi  è  la  conseguenza  immediata  dei  principi  di 
termodinamica. 

«  Per  noi  un  corpo  qualunque  è  costituito  da  tante  particelle  distinte 
e  separate,  ciascuna  delle  quali  forma  un  solo  a  parte  (molecola)  ed  opera 
sopra  le  altre  attirandosele  secondo  la  loro  distanza.  Questa  azione  si  eser- 
cita da  una  distanza  minima  che  è  uguale  a  zero,  ad  una  massima  che  è 
il  raggio  della  sfera  d'azione. 

«  Finché  non  varia  la  complessità  della  molecola  il  raggio  della  sfera 
d'azione  è  invariabilmente  costante. 

«  Queste  particelle  sono  in  preda  a  moti  centrali,  il  cui  centro  o  foco 
è  un  punto  per  cui  passa  la  risultante  delle  azioni  di  un  sistema  di  par- 
ticelle, in  maniera  tale  die  ciascun  punto  del  corpo  rappresenta  un  centro  ; 
ciò  che  fa  sì  che  le  particelle  più  attratte  sono  quelle  che  costituiscono  la  su- 
perficie del  corpo.  Le  traiettorie  possono  essere  curve  chiuse  od  aperte,  ed 
in  questo  secondo  caso  possono  essere  di  raggio  infinito  cioè  rettilinee. 

«  Quando  le  particelle  passano  da  un  centro  ad  un  altro,  abbiamo  i 
fenomeni  che  si  dicono  di  diffusione  e  d' interdiffusione  ;  quando  esse  più 
non  sentono  la  influeuza  dei  centri  appaiono  i  fenomeni  di  espansione  e  di 
vaporizzazione. 

«  I  moti  delle  particelle  non  possono  essere  in  ogni  punto  del  corpo 
tutti  della  stessa  ampiezza,  sia  perchè  le  particelle  vengono  a  distanze 
piccolissime,  sia  anche  perchè  avvengono  delle  collisioni  e  perchè  le  vi- 
brazioni possono  anche  interferire. 

«  Ne  consegue  che  la  materia  non  è  mai,  a  rigor  di  termini,  unifor- 
memente distribuita  nei  corpi,  essendovi  dei  punti  in  cui,  diminuendo  le 
distanze,  le  velocità    molecolari    diminuiscono  per   l'aumento    delle    masso 


—  335  — 

delle  molecole,  e  vi  sarà  condensazione,  e  viceversa  in  alcuni  punti  vi  sarà 
rarefazione. 

«  Se  non  che  tali  variazioni  in  un  medesimo  punto  si  succedono  con 
tale  una  rapidità,  che  la  distribuzione  della  materia  si  può  ritenere  come 
costante  per  la  interpretazione  di  alcuni  fatti,  cosa  però  che  non  può  farsi 
per  quei  fenomeni  che  traggono  appunto  origine  da  tale  disomogeneità. 

«  Ciò  che  ci  mostra  che  pei  gas,  la  legge  di  Avogadro  è  legge  limite  ». 

Chimica.  —  Sopra  un  nuovo  bibromofurfurano.  Nota  dei  dot- 
tori F.  Canzoneri  e  Y.  Oljveri,  presentata  dal  Socio  Cannizzako  (Sunto). 

«  Gli  autori  nella  speranza  di  ottenere  un  monobromopirrolo  hanno  di- 
stillato il  sale  ammonico  dell'acido  monobromopiromucico  in  una  corrente 
d'ammoniaca. 

«  Essi  ottennero  invece  l'amide  mouobromopiromucica  fusibile  a  146°. 

«  Essi  hanno  ottenuto  poi  un  bibromofurfurano  distillando  in  stortine 
di  vetro  infusibile  una  parte  di  acido  bibromopiromucico  con  due  parti  di 
idrato  di  calcio.  La  distillazione  avviene  regolarmente  e  si  raccoglie  un 
olio  giallo  più  pesante  dell'  acqua  ,  di  odore  grato  particolare,  che  è  un 
bibromofurfurano.  La  distillazione  venne  eseguita  tenendo  le  stortine,  con- 
tenenti ciascuna  10  gr.  di  acido,  immerse  in  un  bagno  di  lega  di  piombo 
e  stagno,  a  parti  eguali,  fusibile  a  circa  200°.  L'olio  distillato  mescolato  ad 
acqua,  dalla  quale  viene  separato  mediante  un  imbuto  a  chiavetta,  viene 
trattato  con  una  soluzione  di  carbonato  sodico,  lavato,  disseccato  con  Ca  CI. 
e  sottoposto  alla  distillazione.  Passa  quasi  tutto  fra  1(35"— 107°  senza  note- 
vole decomposizione.  Subito  dopo  distillato,  è  un  liquido  un  po' giallo,  che 
all'aria  però  prende  un  colore  bruno,  e  che  non  si  solidifica  neppure  dopo 
qualche  giorno.  Ha  un  odore  etereo,  grato  particolare,  che  ricorda  quello 
dei  composti  bromurati  della  serie  grassa. 

«  L'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 

I.    0,2897  gr.  di  sostanza  dettero  0,4808  gr.  di  Ag  Br. 
IL  0,2836  gr.  di  sostanza  dettero  0,40970  gr.  di  Ag  Br. 

«  In  100  parti  : 

i  li 

Br  70,03  70,50 

«  La  formula  Cs  H,  Br2  0  richiede 

Br  =  70,79. 

«  Il  composto  ottenuto  dagli  autori  è  un  isomero  del  bibromofurfurano 
descritto  da  Hill  e  Hartshorn  (Beri.  Ber.  1885  pag.  448)  abbenchè  il  suo 
punto  di  ebollizione  sia  poco  diverso  da  quello  trovato  da  questi  due  chi- 
mici, cioè     164  —  165'. 


—  336  — 

«  Gli  autori  attribuiscono  al  bibromofurfurano  da  loro  ottenuto  la  forinola 

Br  C  =  CH  v 

I  >o 

Br  C  =  CH/ 
perchè  si  prepara  dall'acido  bibromopiromucico  fusibile  a  194°,  che  secondo 
Hill  e  Langer  (')  deve  avere  la  costituzione: 

Br  C  =  CH  x 

I  >o 

BrC  =  C  •/ 

\ 
COOH 

«  Il  bibromofurfurano  di  Hill  e  Hartshorn  avrebbe  invece  la  forinola 

CH  =  CBr . 
I  >0 

CU       CBr  / 

perchè  deriva  da  un  acido  monobroraopirornucico  fusibile  a  183-184"  a  cui 
si  attribuisce  la  forinola 

CH  =  CBr  . 

CH  =  C     / 

\ 

COOH». 


MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

L.  Bombicci.  Sulle  cause  della  grandine  e  dei  fenomeni  concomitanti. 
Presentata  dal  Socio  Blaserna. 

G.  Ciamician  e  P.  Silbee.  Sull'azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilme- 
tilchetone.  Presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

B.  Grassi.  /  progenitori  degli  inselli  e  dei  miriapodi  -  Japyoe  e  Campodect. 
Presentata  dal  Socio  Todaro. 

RELAZIONI  DI  COMMISSIONI 

Il  Socio  Capellini,  a  nome  anche  del  Socio  Pisorinj,  legge  la  rela- 
zione sulla  Memoria  del  prof.  D.  Lovisato,  intitolata:  Contribuzione  alla 
preistoria  calabrese,  concludendo  per  la  sua  inserzione  negli  Atti. 

Le  conclusioni  della  Commissione,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 

(')  Beri.  Ber  XVII,  pag.  1379. 


—  337  — 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Segretario  Blasekna  annuncia  la  morte  del  Socio  Francesco  Ros- 
setti, e  ne  legge  il  seguente  cenno  necrologico. 

«  Do  all'Accademia  un  doloroso  annunzio:  il  nostro  collega  Francesco 
Rossetti  non  è  più.  Consunto  da  lunga  e  pertinace  malattia,  che  non  per- 
dona, egli  cessava  di  vivere  il  giorno  20  aprilo  in  Padova,  ove  si  era  da 
poco  tempo  ritirato,  dopo  aver  invano  tentato  le  aure  più  miti  di  Pisa.  La 
sua  perdita,  quantunque  da  molto  tempo  preveduta,  non  è  perciò  meno  do- 
lorosa; egli  è  rimpianto  da  quanti  hanno  apprezzato  e  stimato  il  mite  e 
dolce  suo  carattere,  la  sua  bella  attività  come  insegnante  e  come  scienziato. 

«  Francesco  Rossetti,  figlio  di  Giovanni  Battista,  nacque  in  Trento  il  14 
settembre  1833,  ove  fece  i  primi  suoi  studi.  Studiò  poscia  la  Fisica  al- 
l'Università di  Vienna,  ove  lo  conobbi  e  strinsi  con  lui  un' amicizia,  che 
soltanto  la  morte  potè  spezzare.  Nel  1857  egli  divenne  professore  al  Liceo 
di  Santa  Caterina  in  Venezia.  Più  tardi,  volendo  perfezionarsi  negli  studi, 
ottenne  dal  Governo  austriaco  d' allora  il  permesso  di  allontanarsi  per  un 
anno  da  Venezia;  egli  si  recò  a  Parigi  e  lavorò  assiduamente  nel  labora- 
torio di  quel  grande  maestro,  che  fu  il  Regnault.  Ritornato  in  Italia,  fu 
trasferito  all'  Università  di  Padova,  alla  quale  non  cessò  di  appartenere  fino 
alla  sua  morte. 

«  Il  Rossetti  ha  spiegato  una  grande  attività  come  insegnante  e  come 
scienziato.  Egli  lascia  degli  allievi  di  vero  valore,  i  quali  continueranno 
nell'indirizzo  del  loro  maestro.  Come  scienziato  egli  ebbe  a  lottare  colla 
deficienza  dei  mezzi.  Noi  non  abbiamo,  purtroppo,  in  Italia  nessuna  Uni- 
versità montata  come  dovrebbe  esserlo,  e  l'Università  di  Padova  non  fa, 
davvero,  eccezione  da  questa  triste  regola.  Ma  il  grande  suo  amore  alla 
scienza  gli  fece  superare  molte  difficoltà  e  gli  rese  possibile  molte  e  im- 
portanti ricerche,  che  hanno  messo  in  rilievo  il  suo  nome  in  Italia  e  fuori. 
Comunico  all'Accademia  la  lista  completa  dei  suoi  lavori;  ma  mi  sia  per- 
messo di  richiamare  la  sua  attenzione  sopra  alcuni  fra  i  più  importanti. 

«Con  una  serie  di  Memorie  sulla  macchina  di  Holtz.egli  stabilisce 
nettamente  la  teoria  di  queir  interessante  istrumento,  studia  il  caso,  in  cui 
le  correnti  vi  si  possono  invertire,  e  determina  con  ingegnose  esperienze 
la  quantità  di  lavoro  utilizzato.  Una  di  queste  Memorie:  Nuovi  studi  sulle 
correnti  delle  macchine,  elettriche  fu  premiata  dall'  Istituto  Veneto. 

«  Un  altro  gruppo  di  Memorie  riguarda  la  temperatura  delle  fiamme 
e  della  luce  elettrica,  che  egli  studiò  con  ingegnosa  cura  e  con  molta  abi- 
lità ed  esattezza.  Queste  Memorie  non  sono  soltanto  ricche  di  dati  speri- 
mentali, ma  in  esse  si  modifica  la  formula,  che  Dulong  e  Petit  avevano,  con 
classico  lavoro,  stabilito  per  il  raffreddamento.  Appartiene  a  questo  gruppo 


—  338  — 

di  studi  anche  la  bella  Memoria:  Indagini  sperimentali  sulla  temperatura 
del  sole,  che  ottenne  dalla  nostra  Accademia  il  premio  Carpi  per  l'anno  1877, 
e  nella  quale  egli  conclude  per  la  temperatura  del  sole  con  un  valore 
intermedio  fra  i  tanti,  che  oscillando  entro  enormi  limiti  erano  stati  indi- 
cati in  tale  punto. 

«  Oltre  a  questi  lavori  principali  potrei  citarvi  molti  altri  :  il  Rossetti 
si  occupò  di  oggetti  svariatissimi,  del  radiometro  di  Ciookes,  del  telefono 
di  Graham  Bell  e  di  quello  senza  lamina;  studiò  con  cura  la  densità  del- 
l'acqua pura  e  salsa,  e  dell'acqua  mescolata  con  alcool;  scrisse  della  vita 
e  delle  opere  di  Simone  Stratico,  compilò  assieme  al  nostro  collega  Cantoni 
una  utilissima  Bibliografìa  italiana  di  elettricità  e  magnetismo;  egli  scrisse 
dotte  relazioni  per  la  nostra  Accademia  e  per  l'Istituto  Veneto  sopra  molti 
lavori  presentati. 

«  Francesco  Rossetti  appartenne  alla  nostra  Accademia  fin  dal  21  apri- 
le 1879  come  Corrispondente  e  fu  eletto  Socio  nazionale  il  30  novem- 
bre 1882  ». 

Elenco   delle  opere  pubblicate  dal  Socio  Francesco  Rossetti 


1.  Intorno  a  due  nuove  teorie  degli  strumenti 
ottici  dei  professori  Mossotti  e  Petzval. 
Ateneo  veneto;    adunanza  7  marzo  1861. 

2  Sulla  visione  binoculare.  Ateneo  veneto  ; 
adunanza  25  luglio  18G1. 

3.  Sulla  pila  Danieli  modificata  da  G.Minolto. 
Ateneo  veneto;  adunanza  28  agosto  1862. 

4.  Sugli  sludi   scientifici   dell'  Ateneo  veneto 

durante  il  quadriennio   1859-1862.  Ate- 
neo veneto;  Adunanza  6  dicembre  1863. 

5.  Relazione  sugli  sludi  scientifici  dell'Ateneo 
veneto  nel  biennio  1862-1864.  Ateneo 
veneto;  adunanza  14  maggio  1865. 

6.  Parecchi  rapporti  falli  in  qualità  di  Se- 
gretario per  la  classe  delle  scienze. 

7.  Sul  maximum  di  densità  dell'acqua  distil- 
lata e  sulla  dilatazione  di  questo  liquido. 
Mem.  I;  Istituto  veneto  voi.  XII;  adu- 
nanza dicembre  1866;  Ann.  d.  Ch.  et 
Physin,ue  1867,  voi.  X;  Nuovo  Cini, 
voi.  I  p.  243,  1869. 

8.  Sull'  uso  delle  coppie  termo-elettriche  nella 
misura  delle  temperature.  Accademia  di 
Padova  1867. 

9.  Sul  maximum  di  densità  dell'acqua  del- 
l'Adriatico, e  di  alcune  soluzioni  saline. 
Mem.  II;  Istituto  veneto  voi.  XIII,  1868: 


Ann.  d.  Ch.  et  Physique  voi.  XVII  p.  370; 
Nuovo  Cimento  voi.  II,  1869  p.  731. 

10.  Sul  disparire  del  gas  tonante  svolto  nel- 
l'elettrolisi dell'acqua.  Società  di  scienze 
naturali.  Congresso  di  Catania  1869. 
Atti  Soc.  veneto-trentina  voi.  I,  1875. 

11.  Sul  disparire  del  gas  tonante  nell'elettrolisi 
dell'acqua.  Atti  Società  veneto-trentina 
voi.  I,  1875. 

12.  Sul  massimo  di  densità,  e  sulla  tempera- 
tura di  congelamento  delle  mescolanze  al- 
coolicbe.  Istituto  veneto  voi.  XV,  seduta 
febbraio  1870.    - 

13.  Sul  magnetismo.  Lezioni  di  fisica.  Padova, 

tipogr.  Sacchetto,  1871. 

14.  Sull'  uso  della  macchina  di  ììollz  in  alcune 
ricerche  elettrometriche  sui  condensatori. 
Riv.  dei  lavori  della  E.  Accad.  di  Padova 
1872.    Nuovo  Cimento  voi.   V,  VI  1872. 

15.  Di  una  curiosa  ed  elegante  esperienza  elet- 
trica [figure  elettriche  luminose).  Atti  della 
Società  veneto-trentina  di  Se.  Nat.  voi.  I 

1872,  Nuovo  Cimento    voi.  VII,   1872. 
Repert.  der  Physik    von   Cari,  Munchen 

1873.  Journ.  d.  Pbys.  Paris  voi.  II  novem- 
bre 1873  p.  401. 

16.  Aggiunta  alla  Memoria  «  su  una  curiosa 


339  — 


ed    elegante   esperienza  elettrica  >•.   Atti 
Società    ven.  treni  voi.  I,  1873.  Nuovo 
Cini.  sor.  II  toni.  IX.  Journ.  d'Almeida      31 
tuin.  Ili,  1*74  p.  228. 

17.  In  morte  di  Fr.  Zanledeschi  emerito  prof. 
di  Fisica  nella  R.  Università  di  Padova. 
«  Discorso  »  Padova,  tipografia  Sacchetto, 

31  marzo  1873.  32 

18.  Sul  potere  specifico  induttivo  dei  coibenti. 
Atti  del  lì.  Istituto  veneto  voi.  II  ser.  IV, 

1873.  Nuovo  Cini.  ser.  IL  tom.  X  ott.  e       33 
nov.  1873.   Jour.  d.    Physique  toni.  Ili, 

1874,  Bibl.  d.  Genève.  34. 
Hi.  Sulla  inversione   delle  correnti  negli  elet- 
tromotori di    Holtz   della  I  e  11  specie  e 

nel  doppio  di  Poggemlor/f.   Atti  Istituto       35. 
veneto  voi.  Ili,  1873.  Nuovo  Cim.  Jour. 
d'Almeida  tom.  IV.  1875,  p.  95.  36 

20.  Sulla  quantità  di  lavoro  utilizzalo  n  7- 
V  elettromotore  di  Holtz.  Eiv.  Accad.  di 
Padova  1874.  Nuovo  Cim.  ser.  II  tom.  XII, 
1874  p.  202,  Jour.  d.  Phys. 

21.  Nuovi  studi  sulle  correnti  delle  macchine 
elettriche  (Memoria  premiata).  Atti  Ist. 
veneto  voi.  Ili  ser.  IV  p  1772,  Ann.  1S74.  37. 
Nuovo  Cim.  ser.  II  tom.  XII  1874  p.  892. 
Jour.  d.  Phys.  tom.  IV,  1875  p.  65  Biblio-  38. 
thèque  de  Genève  1875.  Rivista  scientifica 
Anno  VLT,  1875  p.  26.  30. 

22.  Confronto  fra  le  macchine  elettriche.  Ann. 
d.  Chini,  e  Phys.  tom.  IV,  1875  p.  214. 

Atti  Ist.  veneto  voi.  I  ser.  V,  1875.  40. 

23.  A  proposito  del  discorso  del  M.  E.  G.  Bel- 
lavitis.  Atti  Ist.  veneto  1875. 

24.  //  Radiometro  di  Crookes.  Accademia  di 
Padova  1876. 

25.  Ulteriori    esperienze    col    Radiometro    di      41. 

Crookes.  Atti  Ist.  ven.  voi.  II  ser.  V,  1876. 

26.  Pila  Castelli.  Rapporto  sopra  una  modifi- 
cazione alla  pila  Danieli.  Atti  Ist.  ven. 
voi.  II  ser.  V.  1876  p.  631-639. 

27.  Della  vita  e  delle  opere  di  Simone  Stra- 
tico.  Memoria  Ist.  veneto  voi.  X ,  1876. 

28.  Della  vita  e  delle  opere  di  Simone  Strafico      42. 

«Estratto».  Atti  Ist.  v.  voi.  II, ser. V.  1S7'J. 

29.  Sistema  di  trasmissione  elettrica  simulta- 
nea proposto  dai  signori  Mitlioli  e  Fcr-      43. 
rucrì.  Atti  Ist.  ven.  tom.I  ser.  V,  1874. 

30.  Sidla  temperatura  delle  fiamme  «  Memo- 

ria I  ».  Atti  Ist.  veneto  voi.  Ili  ser.  V, 

Rendiconti  —  Vol.  I. 


1877.  Nuovo  Cimento.  Giornale    di  Chi- 
mica, Journal  de  Physique,  1877. 

.  Di  alcuni  recenti  progressi  nelle  scienze 
fisiche,  ed  in  particolare  di  alcune  inda- 
gini intorno  alla  temperatura  del  sole 
«  Prolusione  ».  Ann.  della  R.  Università 
di  Padova  1877-78,  tip.  Randi. 
Pen  loto  a  compensazione  di  Zorzi  «  Rela- 
zione ».  Atti  dell'  Ist.  veneto  voi.  Ili 
ser.  V,  1877. 

Sul  telefono  Graham  Dell.  Atti  Ist.  ven. 
voi.  IV  ser.  V  1878. 
Relazione  su  alcune  esperienze  telefoniche. 
Atti  Ist.  ven.  p.  507,  1878.  L'Elettri- 
cista di  L.  Cappanera  1878  p.  156. 
Telefoni  senza  lamine.  L'Elettricista  di 
L.  Cappanera  1878. 

/;/  lagini  sperimentali   sulla   temperatura 
del  sole  (Memoria  premiata.  Atti  Reale 
Aeead.  dei  Lincei,  ser.  Ili  voi.  II,  1878. 
Nuovo  Cimento.  Meni,  della  Società  degli 
Spettroscopi sti   voi.    VII  1878.    Ann.  d_ 
Ch.  et  d.  Phys.  toni.  XVI  giugno   1879. 
Philos.  M.igazine  voi.  Vili  ser.  V,  1879. 
Sulla  temperatura  delle  fiamme.  Meni.  II 
Atti  Ist.  ven.  voi.  IV  ser.  V  1878. 
Sull'interruttore  Richler  «  Relazione  ».  Atti 
Ist.  ven.  voi.  V  ser.  V,  1879. 
Sulla    temperatura    della    luce    elettrica. 
Atti  Ist.  ven.  1879.  Nuovo  Cim.  ser.  III 
voi.  VI  fase,  settembre  ottobre  1879. 
Sul  potere  emissivo  e  sid  potere  assorbente 
delle  fiamme  e  sulla  temperatura  dell'arco 
voltaico.  Mem.  dell'Accademia  dei  Lincei 
ser.  Ili  voi.  IV,  1879.  Ann.  d.  Chini,  et 
Phys.  tom.  XVIII,  1879  p.  457. 
Comparaison  elitre  Ics  indicalions  donnèes 
ji  ir  Ics  thermomètres  à  mercure  et  à  houli 
noircie  placóe  dans  differerentes  enceinles, 
et  celles  données  par  mon  thermo-multipli- 
calcur.  Ass.  franeaise  p.  l'avancenient  des 
Sciences,  Congrès  de  Montpellier.  Séance 
1°  sett.  1879  p.  404. 

Sullo  sialo  presente  della  telegrafia  e  della 
telefonia:  Accademia  di  Padova  6  feb- 
braio 1881. 

Bibliografia  italiana  di  elettricità  e  ma- 
gnetismo. Saggio  compilato  dai  professori 
l'r.  Rossetti  e  Gio.  Cantoni,  Padova  tip. 
Sacchetto,  1881. 

44 


—  340  — 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Blasekna  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono,  se- 
gnalando fra  esse  le  seguenti  inviate  da  Soci  e  di  estranei. 

G.  Capellini.  Resti  fossili  di  Dioplodon  e  Mesoplodon. 

A.  De  Zigno.  Due  nuovi  pesci  fossili  della  famiglia  dei  Balistini. 

D.  Tukazza.  Memorie  del  Lorgna  dello  Strafico  e  del  Boscovich  relative 
alla  sistemazione  deW Adige  e  piano  d'avviso  del  Lorgna  per  la  sistema- 
zione del  Brenta. 

N.  Argentina.  Francesca  Forleo- Braida. 

Ch.  D ebach.  Cakiers  de  calcul  différentiel.  Presentata  dal  Segretario 
a  nome  del  Socio  Cremona. 

Il  Socio  Betocchi  presenta  a  nome  dell'autore  prof.  D.  Ragona,  un 
opuscolo  intitolato:  Il  «  Foehn  »  del  6  marzo  1885. 

Il  Socio  Correnti  presenta  la  pubblicazione  del  prof.  D.  Padelletti, 
intitolala:  Le  opere  scientifiche  di  Leonardo  da  Vinci,  e  l'altra  pubblica- 
zione del  prof.  A.  Favaro:  Gli  scritti  inediti  di  Leonardo  da  Vinci  secondo 
gli  ultimi  studi,  accompagnando  la  presentazione  con  le  seguenti  parole: 

«  Prendo  per  la  prima  volta  a  parlare  in  questa  Sezione  accademica 
delle  Scienze  esatte,  alla  quale  in  origine  io  venni  ascritto  come  Presidente 
della  Società  Geografica,  e  da  cui  con  felice  relegazione  fui  rimandato  nella 
sezione  delle  Scienze  sociali  e  morali  allorché  venne  decretato  il  raddoppia- 
mento dell'Accademia.  E  colgo  questa  occasione  per  protestare  che  se  ac- 
cettai volentieri  di  passare  alla  Sezione  accademica,  a  cui  più  specialmente 
si  attribuiscono  le  materie  storiche  e  sociali,  cioè  a  dire  gli  studi  sulla 
natura  umana,  non  potrei  senza  riserva  ammettere  che  la  geografia  non  debba 
avere  nobilissimo  luogo,  e  per  poco  non  direi  il  primo  luogo  fra  le  scienze 
esatte  e  naturali,  poiché  tutto  quanto  il  cosmo,  com'esso  ci  appare,  è  neces- 
sariamente tellurico,  e  il  globo  in  cui  respiriamo  e  pensiamo  è  la  sola  arena 
concessa  alle  nostre  sperimentazioni,  il  nostro  teatro  fisico,  e  il  nostro  osser- 
vatorio uranico.  Non  parrà  dunque,  spero,  insolente  la  mia  intromissione  spe- 
cialmente avendo  a  fare  un  semplice  annunzio  e  una  modesta  presentazione 
di  titoli,  che,  spero,  avranno  qualche  valore  per  la  cronologia  letteraria,  e 
qualche  effetto  di  pratica  utilità. 

«  Io  presento  all'Accademia  il  discorso  pronunciato  dal  prof.  Dino  Pade- 
letti  per  l' inaugurazione  degli  studi  della  R.  Università  di  Napoli,  che  certo 
la  più  parte  dei  nostri  colleghi  conoscono,  e  che  fu  dato  teste  alle  stampe  ; 
e  facendo  ufficio  di  semplice  nomenclatore  ne  prendo  occasione  per  ricor- 
dare che  già  altre  volte  si  è  toccato  in  questa  stessa  Accademia  l'argomento 


—  341  — 

che  l'egregio  prof.  Padeletti  svolse  con  molto  calore  d'affetto  e  perspi- 
cuità di  pensiero;  quello  cioè  delle  Opere  scientifiche  di  Leonardo  da  Vinci. 
È  un  tema  antico,  di  cui  si  è  parlato  moltissimo  sempre,  e  che  ora,  come 
avviene  delle  cose  immortali,  ci  ricompare  sotto  una  nuova  luce,  e  piglia  la 
gravità  d'  una  questione  contemporanea  ed  urgente. 

«  Il  Vinci  non  è  per  noi  solo  il  pittore  che  toccò  il  sommo  dell'arte 
prima  di  Raffaello  e  di  Michelangiolo,  ma  è  un  meccanico,  iTn  idraulico,  un 
matematico  profondo  e  più  di  tutto  ci  appare  come  la  miracolosa  e  primi- 
genia manifestazione  del  genio  sperimentale  ed  osservati vo  dei  nuovi  tempi. 
Gli  è  perciò  che  ora  si  ricercano  con  grandissima  cura  e  quasi  con  reverenza 
figliale  tutte  le  traccie  de'  suoi  pensieri.  Ed  è  in  Francia  e  in  Germania 
sopratutto  che  ferve  quest'opera  di  restaurazione  genetliaca.  E  intanto  d'ogni 
parte  in  casa  nostra  e  fuori  sorgono  accuse  contro  la  desidia  degli  Italiani, 
che  dopo  essersi  lasciata  uscir  di  mano  la  maggior  parte  dei  manoscritti  Vin- 
ciani,  che  o  per  prepotenza  d'armi,  o  per  seduzione  di  denaro,  passarono  in 
Trancia  e  in  Inghilterra,  ora  non  si  danno  pensiero  neppure  di  pubblicare 
quello  che  d'inedito  ancora  rimane  nelle  nostre  Biblioteche  o  nelle  librerie 
de'  nostri  connazionali.  Ond'è  che  testé  il  Favaro  in  un  altro  opuscolo,  eh'  io 
presento  pure  all'Accademia  ((ìli  scritti  inediti  di  Leonardo  da  Vìnci  se- 
condo gli  ultimi  studi)  esclama: 

«  Nessuno  più  di  noi  amaramente  deplora  la  sottrazione  dei  manoscritti 
«  vineiani  sofferta  dall'Ambrosiana,  e  per  la  quale  il  solo  Codice  Atlantico 
«  è  rimasto  a  rappresentarvi  la  cospicua  donazione  dell'Arconati  ;  ma  se  la 
«  pubblicazione  dei  dodici  manoscritti  dell'Istituto  di  Francia  dovesse  com- 
«  piersi  prima  che  noi  avessimo  intrapresa  quella  dell'unico  rimastoci,  non 
«  sapremmo  invero  che  cosa  rispondere  agli  studiosi,  i  quali  deplorassero 
«  che  anche  quell'unico  ci  sia  stato  restituito  ;  —  a  meno  che  di  tanto  non 
«  fossimo  scaduti,  da  aspettare  che  l' editore  dei  manoscritti  vineiani  del- 
«  l'Istituto,  il  quale  fra  otto  o  dieci  anni  avrà  compiuto  il  suo  lavoro,  venga 
«  a  chiederci  di  pubblicare  anche  questo  egli  stesso  col  sussidio  di  un  go- 
«  verno  straniero.  Nessun  sagrifizio  dovrebbe  stimarsi  troppo  grave  perchè 
«  quest'ultima  vergogna  potesse  esserci  risparmiata  ». 

«  Io  spero  che  codesto  senso  di  sdegno  e  di  generosa  vergogna  potrà 
essere  temperato  dai  pochi  ricordi  eh'  io  mi  permetto  oggi  d' invocare,  e 
dall' annuncio  che  sono  autorizzato  di  dare  all'Accademia. 

«  Fin  dal  1870  il  Ministero  della  Publica  Istruzione,  pigliando  occa- 
sione dalla  solennità  inaugurale  del  monumento  eretto  in  Milano  a  ricordare 
Leonardo  da  Vinci  e  i  suoi  scolari  lombardi,  aveva  disposto  la  somma  di 
L.  10,000  per  la  publicazione  d'un  Saggio  del  Codice  così  detto  Atlantico  ; 
publicazione  che  con  molta  lode  consentita  e  soccorsa  dall'  illustre  Ceriani, 
fu  compiuta  nel  1872  per  cura  del  nostro  Socio  Govi,  il  quale  s'era  fatto 
praticissimo  della  scrittura  e  della  dottrina  di  Leonardo  studiando  per  dieci 


—  342  — 
anni  continui  i  manoscritti  che  dalla  Biblioteca  Ambrosiana  erano  stati  man- 
dati come  trofeo  di  conquista  a  Parigi,  e  d'onde  nel  1815  non  si  era  potuto 
ricuperare  dei  12  codici  Vinciani,  trafugati  dai  francesi,  e  negletti  dai  Com- 
missari austriaci,  che  il  solo  Codice  Atlantico,  scarsa  consolazione  a  così 
grande  jattura. 

«  Il  saggio  del  1872  riuscì,  se  l'amor  paterno  non  me  ne  inganna, 
una  splendida  prova  di  quello  che  può  anche  l'arte  tipografica  nostra  per 
riprodurre  i  disegni  e  i  caratteri  dei  manoscritti  Vinciani.  Né  l'esempio  ri- 
mase senza  frutto:  perchè  da  molte  parti  e  da  molti  si  cominciò  a  ristu- 
diare l'argomento  del  miglior  metodo  che  si  avesse  a  seguire  per  la  pub- 
blicazione dei  manoscritti  del  Vinci  che  sono  in  parte  note  mnemoniche, 
e  in  parte  cifre  quasi  a  dire  stenografiche  delle  sue  idee,  spesso  ricorrette, 
contradette,  ricomposte;  talché  una  vera  e  piena  interpretazione  o  tradu- 
zione riesce  di  grandissima  difficoltà,  e  domanda  luughezza  di  tempo,  dili- 
genza di  raffronti  e  pazienza  di  pratica.  I  due  discorsi  delPadeletti  e  del 
Favaro  hanno  quasi  compiute  le  note  bibliografiche,  e  la  cronologia  delle 
publicazioni,  benché,  se  non  m' inganno,  sì  l'uno  che  l'altro  non  abbiano  ri- 
levato a  sufficienza  quanto  sia  riuscito  incoraggiante  e  benauguroso  il  Saggio 
del  1872,  dopo  il  quale  né  io,  né  l'egregio  mio  amico  Govi  abbiamo  lascialo 
intentata  alcuna  via  per  ravviare  l'impresa;  anzi  poco  mancò  che  nel  1878, 
quand'io  avevo  l'onore  d'essere  Commissario  d'Italia  alla  grande  esposizione 
Parigina,  non  si  ottenesse  la  restituzione  degli  11  codici  Vinciani  trattenuti 
per  una  perdonabile  frode  a  Parigi;  e  pareva  che  la  sola  restrizione  a  cui 
si  volesse  vincolare  la  restituzione  fosse  la  faustissima  condizione  di  publi- 
care  i  manoscritti  a  spese  del  governo  italiano.  Ma  poi  allo  stringere  le  furono 
parole  :  e  ora  tutti  sanno  come  il  Ravaisson  abbia  intrapreso  e  continui  la 
publicazione  francese.  Intanto  v'era  chi  altamente  sentiva  l'obbligo  di  riven- 
dicare all'Italia  una  delle  sue  glorie  più  eccelse.  Ed  a  me  oggi  è  concesso 
di  annunziare  che  S.  M.  il  Re  nostro  già  da  molti  anni  desideroso  di  veder 
continuata  e  condotta  a  termine  l'opera  appena  iniziata  nel  1872,  ha  auto- 
rizzato il  Gran  Magistero  dell'Ordine  Mauriziano  e  stanziare  una  somma 
di  L.  10,000  per  concorrere  alla  pubblicazione,  che  ornai  ci  si  impone  come 
un  dovere,  e  nel  tempo  stesso  ha  incoraggiato  i  suoi  Ministri  a  raccogliere 
le  somme  occorrenti  per  la  grande  impresa. 

«  Io  mi  permetto  di  presentare  una  copia  del  Decreto,  di  cui  ho  fatto 
cenno,  e  di  aggiungere  il  ricordo  che  l'Istituto  lombardo  bandì  fino  dal  1881 
un  premio  per  il  miglior  trattato  sull'opera  scentifica  di  Leonardo  da  Vinci, 
e  infine  di  preannunziare  che  il  Ministro  per  la  publica  istruzione,  confor- 
tato dagli  ajuti  del  Re,  ha  già  riuniti  i  mezzi  per  una  prima  publicazione, 
quella  del  Codice  Atlantico  Ambrosiano.  E  qui  finisco  domandando  all'Acca- 
demia se  non  le  pare  conveniente  di  corrispondere  spontanea  al  nobile 
esempio  del  Re,  e  di  prender  parte  alla  magnanima  gara,  che  deve  ridarci 


—  343  — 

innovata  e  integrata  l'immagine  della  mente  del  gran  precursore  della  scienza 
sperimentale  ». 

«  Il  Presidente  ringrazia  a  nome  dell'Accademia  il  collega  Correnti  per 
la  sua  importante  comunicazione  ;  dice  avere  avuto  anche  dal  sig.  Ministro 
della  Pubblica  Istruzione  invito  a  prendere  parte  alla  pubblicazione  di  cui 
tenne  parola  l'on.  Correnti  ;  ma  non  gli  apparve  ben  chiaro  se  intendasi  che 
l'Accademia  debba  essa  assumere  la  direzione  dell'opera,  oppure  limitarsi 
ad  una  cooperazione. 

«  La  mia  opinione,  aggiunge  il  Presidente,  è  che  l' Accademia  sola  può 
intellettualmente  e  moralmente  avere  tutti  i  mezzi  per  raggiungere  l'altis- 
simo scopo,  ed  è  in  questo  senso  che  mi  riprometto,  coll'ajuto  dei  Colleghi, 
che  l'opera  appena  iniziata  nel  1872,  possa  essere  condotta  a  termine  ». 

Sulla  proposta  del  Socio  Mariotti,  l'Accademia  delibera  unanime  un 
atto  di  ringraziamento  a  S.  M.  il  Ke  per  l' iniziativa  da  Lui  presa  di  ono- 
rare degnamente  la  memoria  di  Leonardo  da  Vinci  mediante  la  pubblica- 
zione delle  sue  opere,  cominciando  dal  Codice  Atlantico. 


CONCORSI    A    PREMI 

11  Segretario  Blaserna  comunica  la  Nota  dei  lavori  presentati  ai  concorsi 
a  premi  del  Ministero  della  Pubblica  Istruzione,  scaduti  il  30  aprile  1885. 

a)  Premi  ordinari. 

Scienze   matematiche    (3  premi  del  complessivo  valore  di  L.  9000) 

1.  Besso  Davide.  1)  Sul  prodotto  di  due  soluzioni  di  due  equazioni 
differenziali  lineari  omogenee  del  2°  ordine  (Memorie  dei  Lincei,  se.  fis. 
voi.  XIX).  —  2)  Sull'  equazione  del  5"  grado  (ibid.).  — ■  3)  Di  una 
classe  d'equazioni  differenziali  lineari  del  4"  ordine  integrabile  per  serie 
ipergeometriche  (ibid.).  —  4)  Di  una  classe  d' equazioni  differenziali 
lineari  del  3°  ordine  integrabile  per  serie  ipergeometriche  (ibid.).  — 
5)  Sopra  una  classe  d'  equazioni  trinomie  (ibid.).  —  6)  Sopra  una 
classe  d'equazioni  differenziali  lineari  del  4°  ordine  e  sull'equazione  del 
5°  grado  (Rendiconti  dei  Lincei  1885).  —  7)  Sul?  equazioni  trinomie  e 
in  particolare  di  quelle  del  7°  grado  (ibid.).  —  8)  Di  alcune  proprietà 
delle  equazioni  lineari  omogeneo  alle  differenze  finite  del  2°  ordine  (ms.). 

2.  Boccardini  Giovanni.  Un  caso  di  movimento  di  fluido  incompressi- 
bile ed  omogeneo  parallelo  ad  un  piano  per  traiettorie  circolari  (ms.). 


—  344  — 

3.  Civetti-Musti  Sabina.  Compendio  di  aritmetica  ad  uso  delle  scuole 

preparatorie  annesse  alle  normali  (ms.). 

4.  De  Angelis  Enrico.  Esposizione  di  nuove  leggi  delle  funzioni  go- 

nioìiietriche  (st). 

5.  Frattini  Giovanni.  1)  /  gruppi  transitivi  di  sostituzioni  deli 'istesso 
ordine  e  grado  (Memorie  dei  Lincei  se.  fis.,  voi.  XIV).  —  2)  Intorno  ad  alcune 
proposizioni  della  teoria  delle  sostituzioni  (ibid.  voi  XVIII). —  3)  l  gruppi 
a  k  dimensioni  (Transunti  voi.  Vili).  —  4)  Intorno  ad  un  teorema  di  La- 
grange  (Rendiconti  1885).  —  5)  Un  teorema  relativo  al  gruppo  della  trasfor- 
mazione modulare  di  grado  p.  Nota  I  e  II  (ibid.).  —  6)  Intorno  alla 
generazione  dei  gruppi  di  operazioni  (ibid.). 

6.  Mazzola  Giuseppe.  Nuova  teoria  delle  approssimazioni  aritme- 
tiche (ms.). 

7.  Tirelli  Francesco.  Nota  di  geometria  (ms.). 

8.  Torelli  Gabriele.  1)  Contribuzione  alla  teoria  delle  equazioni  al- 
gebrico differenziali  (st.).  —  2)  Teoremi  sulle  forme  binarie  cubiche  e  loro 
applicazione  geometrica  (st.). 

9.  Zinna  Alfonso.  Istituzioni  di  geometria  (ms.). 

10.  Anonimo.  Discorso  intorno  ai  problemi  generali  ed  ai  metodi  della 
geometria  descrittiva  (ms.). 

11.  Anonimo.  1)  Sulle  equazioni  aventi  tutte  le  radici  in  progressione 
geometrica  (ms.).  —  2)  Applicazione  dell'algebra  allo  studio  della  geo- 
metria (ms.). 

b)  Premi  istituiti  in  via  eccezionale. 

I. 

Fisica.  —  Esporre  ì  metodi  stali  finora  adoperati  per  determinare  con  sufficiente 
approssimazione  la  grandezza  delle  molecole,  discutere  il  grado  di  esiltezza  che  permettono 
di  raggiungere  e  indicare,  anche  sperimentalmente,  quale  sia  la  migliore  via  pzr  ottenere 
risultati  soddisfacenti.  Premio  lire  1,500;  tempo  utile  30  aprile  1385. 

Concorrenti  —  Pizzarello  Antonio. 

II. 

Fisica.  —  Esporre  i  melodi  che  esistono,  per  determinare  la  velocità  del  suono  sia 
nei  solidi,  sia  nei  liquidi,  sia  nei  gas;  discutere  la  loro  importanza  per  la  Termodinamica, 
e  mostrare  con  esempi  sperimentali  bene  scelli,  il  grado  di  esaltezza  che  si  pud  raggiungere.  — 
Premio  lire  1,500:  tempo  utile  30  aprile  1885. 

Concorrenti  —  1.  Dall'Oppio  Luigi  —  2.  Martini  Tito. 

III. 

Fisica  e  chimica.  —  Esporre  e  discutere  le  relazioni  finora  conosciute,  che  legano 
alcune  dille  proprietà  fisiche  con  la  composizione  e  la  struttura  chimica  dei  corpi,  confor- 
tandole con  alcune  esperienze  bene  scelte  in  aggiunta  a  quelle  già  esistenti.  —  Premio 
lire  1.500:  tempo  utile  30  aprile  1885. 

Concorrenti  —  Nessuno. 


IV. 

<  liiiiiit'ti.  —  Descrivere  e  discutere  i  metodi  finora  proposti  per  l'analisi  dei  silicati 
complessi  non  decomponibili  cogli  acidi,  e  specialmente  quelli  contenenti  quantità  anche  pic- 
cole di  fluoro  e  di  boro.  La  Memoria  dovrà  essere  accompagnata  dai  documenti  analitici. — 
Premio  lire  1,500;  tempo  utile  30  aprile  1885. 

Concorrenti  —  Nessuno. 

V. 

Chimico.  —  Esaminare  e  discutere  la  classificazione  degli  elementi  di   Mendeleje/f 

sullo  i  vari  punti  di  vista  che  comporta,  tenendo  anche  conto  dei  risultali  delle  ricerche  più 
recenti  sui  metalli  rari.  —  Premio  lire  1,500;  tempo  utile  30  aprile  1885. 

Concorrenti  —  Nessuno. 


CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Bfaserna  comunica  la  corrispondenza  relativa  al  cambio 
degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 
L'Accademia  r.  di  scienze,  lettere  ed  arti,  la  Società  entomologica  e 
la  Società  scientifica  di  Bruxelles;  la  Società  Storico  lombarda  di  Milano; 
la  Società  r.  di  Edimburgo;  la  Società  di  scienze  naturali  di  Amsterdam;  la 
r.  Biblioteca  di  Cremona;  la  r.  Biblioteca  di  Parma;  il  Comitato  geologico 
di  Pietroburgo  ;  l'Osservatorio  di  marina  di  s.  Ferdinando  ;  l'Università  di 
Liegi;  il  Museo  zoologico  di  Cambridge,  Mass. 

Annunciano  l' invio  delle  loro  pubblicazioni  : 
La  Società  olandese  delle  scienze  di  Harlem  ;  1'  Università  di  Greifs- 
wald  ;  P  Istituto  geologico  di  Budapest. 

Ringraziano  ed  annunciano  l' invio  delle  loro  pubblicazioni  : 
L'Accademia  della  Crusca  ;  l'Accademia  delle  scienze  di  Amsterdam. 


P.  B. 


—  347  — 


RENDICONTI 

DELLE  SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 

Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    17    maggio    1885. 
G.  Fiorelm  Vice-Presideiile 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI     0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Archeologia.  —    Di   due    stele    etnische.    Memoria    del    Socio 

G.  Gozzadini. 

Questa  Memoria  verrà  pubblicata  nei  volumi  accademici. 

Filologia.   —   Di  una  versione  persiana  del  Pentateuco.   Nota 
del  Socio  I.  Guidi. 

Gli  scritti  in  lingua  persiana  ma  di  origine  giudaica,  sono  ben  piccola 
cosa,  non  men  che  quelli  di  origine  cristiana,  de'  quali  può  dirsi  quasi 
che  non  esistano,  poiché  il  poco  che  se  ne  trova,  è  in  gran  parte  dovuto, 
direttamente  o  indirettamente,  a  missionari  europei  (').  Ciò  non  sembra 
strano,  riflettendo  che  se  fra  i  sudditi  dei  Sassanidi  si  contavano  moltissimi 
seguaci  del  Giudaismo  e  del  Cristianesimo,  e  quantunque  si  facesse  anco 
un  qualche  proselitismo  fra  i  Mazdajacna,  tuttavia  presso  la  vera  stirpe 
cranica  e  nel  paese  propriamente  persiano,  l'ima  e  l'altra  religione  erano 
senza  dubbio  poco  sparse  (').  Onde  è  che  mancava,  per  così  dire,  il  fonda- 
ci Potrebbe  sembrare  un'eccezione  il  romanzo  cristiano  dei  tre  figli  del  Re  di  Seren- 
dippo.  ma  quel  romanzo  probabilmente  non  ha  mai  esistito  in  lingua  persiana.  Cf.  Benfey, 
Or.  ti.  Occ.  Ili,  257  seg. 

{')  Cf.  Spiegel,  Eran.  Altcrthumsk.  Ili,  717  seg. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  15 


—  343  — 

mento  all'eventuale  sviluppo  di  una  grande  letteratura  giudaico-persiana  o 
cristiano-persiana.  Tuttavia  il  poco  che  esiste  di  tal  genere  non  è  senza 
valore,  e  primo  il  Lagarde  (')  ha  fatto  giustamente  notare  l'importanza  filolo- 
gica delle  versioni  persiane  dell'Antico  Testamento.  Fra  quest'ultime  la  più 
nota  è  la  traduzione  del  Pentateuco  attribuita  a  Joseph  h.  Jakob  Tàwùs  :  essa  fu 
pubblicata  nella  rarissima  poliglotta  di  Costantinopoli,  nel  1546,  e  poi  ristam- 
pata nella  Waltoniana,  ma  senza  la  prefazione  ebraici  che  accompagnava 
quella  poliglotta.  Tal  circostanza  ha  fatto  sì  che  venisse  disputato  sull'età 
di  Tàwus,  che  il  Kosenmuller  credè  aver  fiorito  nel  IX  secolo,  mentre  per 
la  ricordata  prefazione  è  certo  che  egli  vivea  a  Costantinopoli,  verso  la 
metà  del  XVI  secolo  (').  Seuonchè  in  questa  prefazione  trovasi  una  frase  degna 
di  nota,  allorquando  cioè  della  traduzione  persiana  vien  detto  -iìo  "H£?iS  ""Din 
"jl  )133  EPK  "O1?  Ciò  fa  sospettare  che  Tàwùs  non  abbia  fatto  altro  che  elabo- 
rare una  versione  antecedente,  ed  il  sospetto  è  accresciuto  dal  fatto  che  a  Parigi, 
nella  Vaticana  e  a  Pietroburgo  (3)  esistono  manoscritti  di  una  traduzione 
persiana  del  Pentateuco,  la  quale  sebbene  distinta  da  quella  di  Tàwus,  cui 
è  anteriore,  mostra  tuttavia  un'affinità  con  essa,  che  difficilmente  sembra 
poter  esser  fortuita.  È  probabile  che  appunto  questo  testo  contenuto  nei 
codici  Vaticano  e  Parigino  (*)  sia  la  versione  fondamentale,  di  cui  si  servì 
Tàwus  per  la  poliglotta  Costantinopolitana,  ila  quale  sarebbe  stato  il  lavoro 
di  lui,  e  che  cosa  significa  propriamente  il  -iso  della  ricordata  prefa- 
zione? Il  Kohut  (p.  26)  inclina  a  scorgervi  un  miindlicher  Vortrag; 
ma  io  dubito  piuttosto  che  Tàwùs  dichiarasse  il  testo  persiano  con 
opportune  mutazioni,  seguendo  i  conienti,  in  ispecie  quelli  di  Ebu  Ezra 
e  Easi.  Citerò  qualche  esempio:  Gen.  1,  2,  il  cod.  vatic.  e  il  Parigino 
traducono  il  nìfnn  con  ^j  jì.  (");  quantunque  il  Targùni  e  Saadia  pongano 
fcOTtfJD  e  vJUv>;  Ebn  Ezra  dice:  "ji  fìDWti  DBmO  Dy*Ji;  Tàwus:  s^.jj. 
Gen.   I,  6   il   cod.   Vat.  àJLA,   (come  per  es.  Ezech.  I,  22,  26);  Ebn  Ezra, 

(')  Persistile  S/udien.  Gottinga  1S84  e  Si/mmicla  II,  14.  seg.  Altri  testi  giudaico-per- 
siani  sono  stati  pubblicati  da  Zutenberg  (Airhii-  di  Merx  I,  370),  Neubauer,  The  LUI  eh.  of 
Isaia.  137  (dal  medesimo  codice  poi  pubblicato  dal  Lagarde),  e  Grill,  Der  achlundsecl\sigste 
Psalm.  223,  etc.  Ninna  relazione  esiste  fra  questi  scritti  giadaico-persiani  ed  i  «  Judaco- 
persian  Gospels»  pubblicati  dalla  Società  Biblica  inglese. 

(=)  Cf.  Kohut,  Krilische  Beleuchtung  etc.  1871,  p.  8  seg. 

(*)  Cf.  i  catalogi:  Zotenberg,  p.  7;  Mai,  Scrip.  vel.  n.  coli.  IV,  650;  e  Haikavy  e 
Strack,  pag.  166. 

(')  Le  poche  parole  citate  nel  catalogo  del  Zotenberg  corrispondono  a  parola  col  colice 
Vaticano.  Il  Lagarde  poi  m'informa  che  il  codice  Vaticano  e  i  Parigini  sono  identici  per  i 
caratteri,  la  carta  ecc.  ed  appartengono  alla  fine  del  XV  o  al  principio  del  XVI  sec.  Invece 
il  testo  del  codice  di  Pietroburgo  sembra  differire  un  poco  dal  Vaticano.  Il  Lagarde  ricor- 
dando la  traduzione  persiana  del  Peatateuco  (Symmicla,  II,  14,  e  Pers.  Stud.  3-4)  tace 
affatto  il  nome  di  Tàwùs. 

{')  Colla  stessa  parola  è  tradotto  il  ^Siy1  ls.  VI,  2.  Pars.  Slud.  8. 


—  349  — 
dice  fra  altre  cose  ;  ...nyi-pD  CP&D  nt313-«  mcìC3  "iCN  pi--,  Tàwùs:  t>ji 
(cf.  Kohut  45)  Gen.  V,  29  Ianni'»  m;  cod.  Val.  jot»;  ^-^  Ji^i.  ^.i;  Tàwùs 
jo»>  ^io.Lol  ^.1  ;  cfr.  Rasi  a.  1.  (Kohut,  296).  Gen.  XXVI.  35  rm  mo  Cod. 
vat.  ^\\js  ^JU-ioL^  o^j--^  ^l»  Tàwùs  _ej>  ^y^Jj  ^>^  cf.  Ebn  Ezra  a.  1. 
(Kob.  321).  Gen.  XXVII,  36  npyi  idi0  ìrip  "OH  ms-  vat.  f li  oJI^.  ^yLJ 
^yLa^  jl;  Tàwùs  L_jy^?.y  fb  jòl_jìu  cuibj;^;  cf.  E.  Ezra  a.  1.  (Koh.  321-322). 
Gerì.  XXX,  11  -ud;  ms.  vat.  «j^jJf;  Tàwùs  luìj  XJ  J^bo;  cf.  Ebri  Ezra 
a.  1.  (Kob.  322).  Exod.  V,  0  -\p-j  ^-\3i3  ivc^'^^i;  ms.  vat.  Jyk-i^  ^ 
^Ukb  ^Usuj  jj_ib;  Tàwùs  ■f,i)>  ^-s^  j>  jJJS  cus.'s^-  à3}  cf.  Rasi  a.  1. 
(Koh.  200).  Sembra  invece  cbe  Saadia  abbia  influito  sulla  versione  con- 
tenuta nel  Cod.  vat.,  die  traduce  p.  es.;  Gen.  I,  27,  cn1?^  cou  <-*-?.;-">. 
Gen.  II.  1::,  jyij  con  à.^^.,  ib.  14,  -yi^K  con  J-o^o  etc.  Ma  un  pieno  esame 
della  questione  sorpassa  di  troppo  i  limiti  di  una  breve  nota,  onde  io  m'accingo 
piuttosto  a  dare  un  saggio  del  Cod.  vat.  nel  tinaie  la  trascrizione  con  lettere 
ebraiche  e  l'ortografia  sono  identiche  a  quelle  dei  testi  pubblicati  dal  La- 
garde  nei  Pers.  Studimi.  Io  peraltro  trascrivo  in  nasht,  ma  ritenendo  le  parti- 
colarità del  ms.  come  sb^>  ,  _^jt,>  ,J,  ,^31  ,  U->.l  ecc.  e  le  vocali  di  qualche 
singolarità  come  ^ì  (').  Di  queste  particolarità  cbe  in  buona  parte  rappre- 
sentano forme  arcaiche  o  dialettali,  parecchie  sono  state  notate  dal  Lagarde 
(Symm.  II,  15,  Pers.  StuJ.  70)  e  dal  Noldeke  (op.  cit.,  889)  un  altro  arcaismo 
è  forse  nel  participio  passato  che  spesso  trovasi  composto  col  presente  di  ^j-«J 
(il  quale  assai  più  sovente  che  nel  persiano  ordinario  è  il  verbo  ausiliare  del 
passivo)  colla  forma  in  >  e  non  in  s>,  come  nel  Parsi  (Spiegel,  Parsisprache, 
88,  Vullers  Imi.  106,  226,  242).  Per  es.  Gen.  I,  9  oJA  j«iò  j»*.  (cf.  Is.  I, 
6  jJj^cl  sj^ió  Ol^^-o);  Is.  Ili,  11  jol  >4\  V,  6,  o~ì\  jJS  aSj  joI  lXì->  òò : 
ib.,  8  joÌ  jaiL,  ^b  (cf.  I,  8,  jJ  ajoilo  ^b)  Ezcch.  I,  10,  20,  21,  ^iib 
j-ol,  etc. 

Il  codice  vaticano  proviene  da  Làr,  compratovi  da  Giov.  Batt.  Vecchietti, 
nel  tempo  che  sotto  Abbàs  I  quella  regione  ebbe  un  periodo  d'importanza 
commerciale,  e  fu  visitata  da  parecchi  europei.  Alcuni  mss.  persiano-ebraici 
di  Parigi  provengono  ugualmente  da  Làr.  ma  sono  molto  più  recenti.  La  prove- 
nienza dei-codice  sembrerebbe  confermare  l'opinione  del  Lagarde,  che  queste 
versioni  giudaico-persiane  siano  originarie  del  Làristàn  :  vero  è  che  essendo 
allora  frequentato  il  Làristàn  da  mercanti  di  varii  paesi,  il  ms.  poteva  es- 
servi facilmente  portato  d'altronde.  Io  non  credo  improbabile  che  la  patria 
di  queste  versioni  sia  il  Kurdistan  o  i  paesi  vicini,  e  ciò  per  alcune  particola- 
rità della  lingua;  si  osservi  l'uso  comune  di  ^j-d  per  il  passivo  (cf.  Noldeke 
Neusyr.  Grani.  289,  anche  nel  Fellìhi)  la  pronuncia  gànàvar  (cf.  Jaba-Justi 


(')  C(.  Naideke  Liter.  <      ralbl    1884,  8?0. 


—  350  — 

Dict.  Kurd.  Fr.  114  e  ><u-0  le  forme,  UjI,  J^J^-^  cf-  Jaba-Justi,  19,  9;  Z. 
d  /).  J/.  G.  XXXVIII,  98),  il  noi:»  per  cu^j^L,  che  ricorre  anche  nell'apo- 
calissi di  Daniele  (Merx,  Ardi.  I,  393)  cf.  Jaba-Justi  152  e  il  sir.  mod.  fcocjL. 
tanto  nel  dialetto  di  Urmia,  quanto  in  quello  di  Salamàs  e  nominatamente 
presso  gli  israeliti  (Darai,  Les  Dial.  néo-ar.  92,  13);  anche  "»in*0  per  5jb 
(Noldeke  op.  e.  890)  potrebbe  mostrare  un'  originaria  connessione  col  Kur- 
distan (').  Ma  anche  questa  questione  non  è  possibile  trattare  qui  in  poche 
parole.  Quanto  alle  particolarità  grammaticali  di  codesto  persiano,  che  nella 
traduzione  dei  libri  canonici  è  davvero  àovksvav  ri}  è^qaìxfi  Xt'iti  (^>  =  f-|ìt, 
,_,  =  ^,  J|  per  l'articolo,  apjjì  ch*^  '•  O^J  c^  b^JUi-0  !  etc.)  esse  sono 
state  raccolte  nella  citata  opera  del  Kohut,  pag.  34  seg. 

Gen.  I.  ('). 

^1   . <  ^l^ì-  ^->^>  3   4.    ^^-iLLàj^  >^>  ^  1_J_!)Luó<y  a)  ^b  ^l^xà.  >b  ^ol  ^  3. 

(Jo^Lj   ^b~o  ^   ^jLlÌój^    o^   ^$bva-  *-^--*jb  bva.  3  ^~^»   \S^^  LJ^  (_^^°i) 

>lj^ob    >aJ    «    %I^>1    >o  5    i_^ó  OoUL    (jjbjl Xi   ^  Jjjv    ^LLÌj-J    (_$bViL    kXJbÈU   j    5. 

^b-o    U)    IlXù.    ^1 >    3     Ua*\    O^-y  J>    <*-°-^    ,_/>>' — ?     (^Ij^sw    •>!■>   ^    3    6.      pio  j^ 

jl   ^s?  \   L^jT  ^>b~o   C- £>b   Ui.    3    «JJLJj    ^1  ^x>   ^Ijd   J^yb  3    7.     t_jb    i_J 

,j;l^=i.    jóliu   5    8.     ^J^jb    >_jj  3    <*■  °  ;  ^ .'   ^"-?  jl   ^s1 1  L^»l    o>b-^  3    <^*-^1-?  j-?J 

f  >  ?  .         "r       ..    . 

jj^    £__o =».   ^U i.    >b    _<\    3     9.    __&&>  jj)    >\j~*\j>    >^>    3   ^\yi\     >yi    j     ^U-«^     ^XJaJ 

}     10.       ^A^Jb    >y    jj     ^JUL.    Jol   ^>bvj>    3     (_jSb    Sl3óls3_5   ^>U-wl    jjj    jl    Ua-^l    J^J>\ 

Oojo    «    »b,>    jJli.    b^ji    ^l—^-j — a — a.   <*JUcv->  ^   cr^J    ls5^^-?   i-S^ — =*•   *-^b=o 
^    Uk   ^y^    ^^-oj    o1    o^b  y^>    ^\^L    >\)  y>\  e,  11.    C^ot,   ^J^-O  i»Ì  ^'J^- 

<^s-^>   L^jLLÌÓ«n    ,_^>b  ^j,\j^L  >\>  -*\  j  14.     ff-~'  j_jj    ilj^ob   >£  ^  J^2?}   *3ì  5    !"• 

(')  Solimano  nella  campagna  di  Persia  passò  per  il  Kurdistan,  ed  è  possibile  che 
Mosè  Hamon  medico  di  Solimano  e  che  l'accompagnava  nella  spedizione,  prendesse  seco 
Tàwùs  appunto  nel  Kurdistan,  cf.  Kohut,  11. 

(*)  Questo  capo  tradotto  nel  dialetto  di  Jozd,  fu  pubblicato  dal  Justi,  Zeitschr.  d.  D. 
M.  G.  XXXV,  330. 

a)  Cf.  Merx,  Arehio,  424. 


—  351  — 

^U-_wl  <*-J^-to   Lj-^>b — ^»j — ?  -v-UJb  ;   1.).    LjJUo  ^  c^)^};)   C^^M   c>>- »-~° 


•j>\>  ^b-i.o  £>U-*J  <^M^?   ^'-^  Uo^M  ^<  c^1- 


_>Jo 


!> 


^.—■ej   ^1   ^1  >^o  i-  r*  5  ìjJ]  ^yl&»  x^J^c  Lj.j\  «)  vxJitf:  ,3! jjL.  Jb  ^cl  ^  20.   ?-b^. 

>,bb>-    <*-,_»      ^4     «     ^;£*;j      ^bofcbo     ^s     ^Ij^L    Jo  jb     «     21.      ^l^-wl     ^Jl-Jj     ^jja,      jl 

l)    J^^i  o-"-*-^:    i-^-^5*-  l)ù>'-"*^  >•*  Crf  **'  3    "-•     ^~*~*    i_$y^  i-l  i_S'>>-=>-  •^-S'  • 

X.l    ^«.-o    ^.Xii.    >b    . — <\    »    24.     *33-o  j}j    >bv^b    iy  ^  jW    ^<°  3    23.     ^^-^ 
>,_>    a    ,-jl       _^js^_>      .^-*;     >.>     a     SjJ:-c   a    ,  cb     5bj>-   ol   ,  ->^flJ    »^J;    utili.      -_^:;     .-il 

^jb^Ljj-  ^j  J    __,-~^sro   ^,-^j    j^l    >^    w«    ^£ljji.   Oo,sb5   25.    ^A^^a 
^  _j  L^jiI   ^pb'^i.   c^y-  ^3  ^-f^^    f>'   f-^^'-J   ^S'-^  ^-ii"  5   26. 


_a 


^3' 


» 


.  SU à-    UiVjLijl    ^r-S'    , >  ^1     «    28.       l,obÌ->l    J^i  *ì\    S>Ls     »     J    l_)«l     Jo  ,àl     ^_à_>  J^ 

ijb    -1    «    J^jb    )L»o  ^    ^>-^ób    jJ*^^    ^\j^.  ^biob    .  "-     i<  « 

Wjl   ^^i1    U5"  ^Jb    ^c    '-*-Ì->   ^sib   -Col   ^l->~à.  CUiS' «    2'J.     ^,-^-cj    ^1    rjl    sfeTjoi* 

^)^yÈX5      US*    ^3^-u>    ^»A  ^0    S^j  ^L>^-    ^^    t^3^^     Cy^3)      £$    J*\    jK^ìjsO     à^^     j 
a     OoLÀ->      ^^5s-0     JCL>\     a     JO*Ì\     ^^5^^     <^-A      ^0     ^.X=L.     ^>0->0    a     31.        ^a^>---tt-ft>     >+)    « 

"    —  ^jo^.  (?)     6)  Cf.  NóWeke  I.  1    889. 


—  352  — 
Gen.  XXXVII,  3. 

^^À    r4^.   l3    <Sy    O^j****.    ^  }\    cj*-**j^>     -*t>    iT-^òb    JLvj&>    Jl-col    o,    3. 

lr^  ^  ^  c^fy  jj«***j  3  4.    crr_0-*i->^>l  ^sy  ^b  ^^  ^  ^5U  ^\  cu^ot 

JO^    ;L«4o^    b>^l    Jjj^jb  12_j-»-^jì  5  jj^l  o>|^  r?    A^Jb  }  '    cA""*"^    5°^.  C*ÌI>b   r^-^5^ 

i_-~«*>bj*^  i_Lco^>  jo>  1 . coLi^j  j   5.    i_^ «^1 c«j  ^«1  o)  jbl   £j ^is'  ^   suo 

^Lìob   cuii'  »   6.    Ia«l  (^rx^jb   ^_j o^ó>    1>J\    .>J>5pb  »  ^«l  ^lol^o  > S  s&l  « 

l — ojI  vX — ; — >1  ^  f^-?->  1 - <^>l— -^"p  1^5— s?  \   o^  "— * — "jUòjj  ^1   ^^j  jj^ ; u>l > 

i>0  1      a      ^-j -0       (L^vJ       O-. -**jl ^-      y*     .X-OI    &    C^**vl>     ^)\      ^)b— 0      O      b_X^*_>      ^)l  bo      <4»X»t*0 

l>  L^\  jj\  o>^b  <_s^jr:  j^LiU^  3— >  i_5^°  ' — *  ijjjt  ciV'ri  ^.5'-?  ^-^-i^  3  8. 
)A-o  >S  k_j o«  »   10.    j-j ^  O^r?  *-x^tJ  oj^SLu^o  wjb  •  i iL^^o  «  ^>-v^ó\^ =». 

^^lì^j  ^i  ^~~-^-  C$51-;  ^-^3  ^  j^ì.  KS?k  y^j  3  ^  o^lrri  J  ^ 

^>\  y»   C-ib    »KJ  ^5l  ^jo  ^   ^\   £>\j>\ji   ^b   JJ^  <-^-ìò>  3     11.   Cr^oj  ^jl  yò 

«JC*j-ìj  «  ^b  Xd  j>  o^'^'  ^'-?3-^'  V  ob-'b-?   "*^   ^  *— *-4*J^<-?  iJ'r*"^  *^À£  j   13. 
(^jX^NUo  ^  ^x^-?  0>y  37?  ^$3^.  ^^  3   14-   cr*  "^-^}  ^S>3^.  ^-^  3   O1-^}    >'f  j^ 

d-_^j>    n>   lyCó   sl-o   cbol  ^    \S>r'0    ^-3^  *—^'-^?  ^15   ^£=v*^>   J^ab  ^   j^j-Aa»   x^> 
Cr*  o-*  ò>') ^r?   r°  ^^-°-^  ;   l^1-   L*^  <— ^J-t>  yi  (__y=>-  cr*~*^  "itxi  o'  'r?-3^  "^Tr^rT^   3 

Jj-l«  ^  ^\  c^is'  ^  17.  o>,l-;^  ^y1-?^  o^A?.'  ^^  c^-  oy  C^  xtf'  ^  l-r-J-'> 

iib>jj    -X^o  ^  )j>  j\   Ijj^l   jJjojo  ^    18.     ^Jì>    jj   U^LioI   CUàLo  ^    ^_$jl    ^U>l.i 


a)  Cf.  Lagarde,  op.  e.  70. 


—  353  — 
«)  ^^SLàb  ^  \_>y  v*-^-~>^  »  '^-h'-?  C>y*^\  5  20.  b\  <jj\  L^^oLixp  jJJj^à.  cl~ol  ^«1 
O^à-b   AÌòb    ^a.    ^~-o  ^   Uj^I    -^^   ^    >}    fA?  ?  5    'A^"    ^  j'   i_s^?r?   \r?.i' 
^ -»i>  j   obijl  1--*»«>J  J>    t?5'  *j — ^  ^ ^i)  s  o^b  ^-^-^-~,^  «21.    ^«1  U>--r*jLi<vi 

b ?jl    ^UXib    p^à.    J^jJj    <*-^   Crfjb    o'-"-0'-;  <^**^  «    22.    pia.  L^l   (^-^i  àJ 

£)>j£    ó^'^ijS     b)     5>bcu     (_$jb    J^*Ì.S"    <^s 

-"     s  — ->     ^       ■;      >         >  -.>       —  >  ^     .  .      ~~ 

fi  ?  y 

la.  ,^\«  sii.  ^b  Lo»\  vX>w>-^ib  «  Ip^l  .xjaX^o  «  24.  ,^,1  ,^1 

I    £jl»-&a.    ,A-U^b  ^3    *    ^b   ^>j,iu    lXìX*«*i£J  ^jj\   Jy.S'  ^   25.     , ,|    ^b 

t  fi  *_ 

i)    ^ll^b^b    o1-^    oV^  5  ^-sla-jl  plbl   c^.j^    o)    ^<Usb'   lìL-oI  ^  ^.i^^i    , 

d\)^j^    ^yfri    *-"***  5    -('-    .T"**   C>V   *ir*^   <^5)    e)   u5^-^^  3   i3^y>  5   £-^ 

\_5^'  CJ.?1*-  ^-?'  f-^^**~  3  '-»-?.'  ,^\r?  ^°  C?-*'^'?  <-3  '-»■?.'"?  (*"-?'•?  Ci**ULU«  (jLo  (ja.   ^«1 

M  ;^  ^  ^^  '^  u  M  c^—~i >  ì  ch)^.  ^  -*i-^yL;  3  J^?  27. 
^U^  ^-Uiijib  5  28.    ^1  pl^Lj  jJ^s"  J^JJ  ,  ^l  ^u_^.a  L_.?J  cx-iy 

'^"^-•yb  3  sL:*-  O1  j1  "-*""».•*  _; — *  vXÌ-^l  ^  lXXX^^XSo  5  ^bt^jb  pbJbjv* 
jb  5  29.     r^-r.  lì-wjj  ^  ixi^b  ,   j.^o  yi  ^u__^o  0b,bu   t_à-_4»i   ^ 

^_5jl     Lf--ola.   ^.-0    ^.3^    3    al—a.  ^>    l_s.^i     C-.x«J    <^bbl    5    *l a.    ^b     -OaU     C^-Ì.f 

cr»   3    cS}1    ^—  -■>    ^V   o^  ^~à*  P5^J  3   ^3*    C>y^   >>>"  C*-i^  jb    «    30. 

po-i  ^^i-5  l^jl  ^a.  ^  «  cu^.*  c^^—^.  **)>  ^**  3  l)or<JUsLU-io  .  33. 
■^^-^"^  c^^:  ^*~"^z>  \J}\  ^'^  ^-^-*^-  ^^?  3  34.  .  iJuo^i  jJ^  ^-^^ 
^^  jOX^l^.  ^  ^  35.   pl,L-^   0^j^    ^\  ^0  ^1  cu_i/  ^.^^  5  ^\ 

a    M>\  qui  e  appresso  con  3   (come  anche  il  ^  in   j|,  il  }  in  0^.\   ecc.) 
6)  Cf.  Lagarde,  op.  e.  69,  n.  85,  Noldeke,  1.  e.  890.  (Siriac.  mod.  liadà) 
e)  Ms.  ">n7£Np   (=  AAsls) 

d)  ^f.)^.   come   o^-^  ;3  Lagarde  Symm.  16. 

e)  ^.? 

f)  Ms.    ">nl7Njn3  v.  s. 


—  354  — 

£>MlXsi  Xij^}   as-jì  f>UL  ^i^L^o  ydc.  \f>,.<^  jJSi^A  ^LJbj^o  ^\^  36.    ^_$»\  jkXs 

Geu.  XXXIX,  1. 

iX^a-vo   AìjJ.   f^^    1-*-^^.    \r?.3^   tMr^-,->   9   .T*^   ^^   *^r?   ^Jj*   '-  °     1''J.'    3    !• 

j.x,l  ^  ^   2.     ^b=>b    Ip^l   jJi^j   >^i   ^s?\    ^>bjU   C«j;  jl    iJy-^-o    i3^y>   £>^"^ 

,^>l    ^1  >a~mj    <^_jLèu  >_jj  ^  lab  «)  ^.J^à.^.  ^3>j-«  Jjj  ^  lJuo^j  ^5)^r?  ^J^ 

>S  Ò)  iJX»^à=L  ^  ^^l  J»j^>  (.y5.?1»-  ^-À*^.  '—*''■**  5  4.  L^3^  CX*OJO  LiS'  j^X^o». 
^b  C~u^A  ^ys^  l  ^»A  _>l  ^  ^Jjl  ,*JLÈO  Lj^l  C^ìóU^  t_5-a::'\  CU_Sj  jl  )yì  «  5. 
CXtoJo    ^b    l_s=)  I    ^«-*    >^  bfcs    3    6.     C^Xj>  j>   j    ÀibL    O    ^b    C>^Ji    i^l 

^   8.    jj^  jbl  w)   ^^j.-jLso  CX»^^  i_sl*j_j^j  ^1   ^Ui-"" *«i  yf  i^jl  ^y^   C>)   ^~>^\> 

.    ^-      ^Vy-0      jbl      tj^- SwbLcO       t^O       ^y>0       i^^wJ       ^^.1       1^3*       ^X-^-4-0       ^)P       C^J*^       &       >aj       ,frib 

^J,\^L     lkJ^>,   j>     ^y^     -fi  lk:L.    ^     ^J     liS^JJ     ^^J     (»^Xj     <^iy     (_sa-     3     ^1     £>j 

C>1  j1  V  J^*  Ai  5  Ji)  J5;  l-»-^^.  'y4  o'  cr^^  cr=^  Oy^-  ^  3  10. 
^>b   ^ix^  ^   ^pl  j«|^    ^1    O^2-    ^   3   11-    o'  ^W    0>y^    C^    >'f    O^-^^i 

a)  Così  il  ms.  mentre  per  lo  più  la  parola  si  trova  scritta  •>j^ì|-|j  (ls.A8,  15,  55,  ecc. 
Iereiu.  2,  37;  12,  1:  13,  7,  10  etc.)  Cf.  Lagarde  Symm.  II.  14. 

b)  Ms.  riD^D  v.  sopr. 

e)  Cf.  Vallerà,  //«<.  232,  not. 
ci)  Cf.  Noldeke  1.  e.  889. 

e)  Con    3   (la    traduzione    è    secondo    il    Targum    n"03T£Hn     "•DDD3    p~\2DV, 
i_^^-«*Ofc  =  t 1L0.  v.  Symm.  II,  16). 


—  355  — 

^   13.    o*r^   ^  c>5/ri  ^  ^-^v.^  $  c^  <^— **$  ^i  <^u.  >^  u>  ^  ^ 

^  i^1  -v-~^  o^  o^.1-?  ^-^  ^  o'  <*— ;L^  c^y-  jJi^u  ,,  14. 
5  c— «  j1-?1   c>>~M<-ii4  o-^°  ^  ^  Uj.L?    o^  \Jj^ì  i3j^  ^i>^  Uj> 

^•s^  5  17.   ^1  <*Jliu  ^5jl   j-yw    ^^l    13   £>l    >ii   ^5^1    a^L^.   ^  U^  5  16. 

cj— *  ;V  f^^jy1  ^^  ^-?.?  18-  o-^  c>y  ^j1-^  u^  ^y  ^r 

cpò&?   ^1  jbl   ^jL<r  ^^   ^1    ^1   0j    ^Ui*-^    ^\   ^^    0j^j_i,l 
^   20.    Jijl    ^L    jJo    ^.^  ^   y    sjUj    ^^r    >j_s-    ^Lol    0T  l^JUs~>    ^^ 

ijj)'-?"?    ^$l^ì-     , — «I     >y    ^21.     i^ljJj     <>JLsr\j     ^Is?!     >jp    »    ^;feLX*vO    »LÌj>L>    ^1 
<*->b».     (t)     X>^»j     ^L^ÙXs^j     ^_J^1     (_yi^à.     .xljoj     J-^à      i13»'-!     ■'t^    J-^°     5     *— *-*°9^. 

ò)^.^    c>'    <*-«-*  j — ■=    lÌujv.   c^-oj^>j    ^ItXJJ    ^JLà»   X>-*o    >Ijo  ^   22.    ^Ijoj 

Ij^j     S>^    >_;>_>     ^}\     y*\     j\     <j,ls?\     ^lUS'    (^sM    à^Jb  j*  3    £)\*XÌj     rfòlsu     Ly=)l 
j^y^l-j    ^5^1    C^.*«j^j    lk=i.      ^a    _^o    LUo    ^b    ijjlAJ)    <^iL=».    ^i.^o    C^.^^<o  23. 

Filologia.  —  Note  per  la  storia  della  lirica  italiana.  -  I.  Sul 
collegamento  delle  stanze  nella  canzone.  Nota  del  Socio  E.  Monaci. 

«  Nelle  sue  più  antiche  liriche  anche  l' Italia  ritrova  le  prime  mani- 
festazioni del  sentimento  moderno  e  può  ravvisare  i  primi  conati  che  in- 
consciamente prepararono  la  formazione  dell'  idioma  nazionale.  Non  occorre 
dunque  di  più  per  ispiegare  1'  interesse  che  di  giorno  in  giorno  va  cre- 
scendo verso  quelle  reliquie  scolorite  e  per  giustificare  le  cure  indefesse 
e  pazienti  con  cui  si  moltiplicano  e  si  affinano  intorno  ad  esse  le  ricerche. 

«  Alla  folla  dei  dilettanti  sotterrarono  operai  più  disciplinati;  si  mise 

a)  Cf.  Meri.  Archiv,  I,  4  6. 

Rendiconti  —  Yol.  I.  40 


—  356  - 
mano  alla  stampa  dei  canzonieri  i  più  insigni ,  di  altri  si  pubblicarono 
recensioni  ed  estratti ,  e  mentre  alcuni  studiosi  traevano  cos'i  alla  luce  i 
materiali  di  cui  tuttora  può  disporre  la  critica,  altri  studiosi  si  son  volti 
a  dedurre  gli  elementi  per  una  sintesi  storica,  applicando  all'analisi  i  rigori 
di  metodo  delle  scienze  esatte. 

«  E  fra  costoro  oggi  viene  ad  aggiungersi  il  dott.  Leandro  Biadene  , 
del  quale  non  si  può  non  isperar  bene  dacché  si  presenta  con  tanto  buoni 
auspici.  Egli  si  è  dato  a  studiare  la  morfologia  della  Canzone  italiana  nei 
secoli  XIII  e  XIV,  e  proprio  in  questi  giorni  ha  pubblicato  per  saggio 
un  capitolo  dove  passa  a  rassegna  i  diversi  modi  coi  quali  i  rimatori  di  quei 
due  secoli  collegarono  le  stanze  della  Canzone  ('). 

«  Una  ricerca  siffatta  è  di  non  poca  importanza  per  giungere  una  buona 
volta  a  misurare  il  come  ed  il  quanto  delle  influenze  provenzali  sulla  lirica 
nostra,  influenze  delle  quali  si  è  parlato  assai,  senza  però  che  nessuno  ne 
desse  una  definizione  esatta  o  che  almeno  ricordasse  le  buone  osservazioni 
che  su  questo  argomento  aveva  scritto  F.  Diez  ('). 

«  Eppure  era  di  la  ,  dall'  esame  cioè  della  struttura  ,  che  bisognava 
prendere  le  mosse  per  affrontare  il  problema  :  imperocché  ,  trattandosi  di 
poesia  artistica,  lo  studio  della  forma  vi  ha  quasi  sempre  una  parte  pré- 
pondérante. Eiassumiamo  dunque  brevemente  le  osservazioni  del  dott.  Biadene. 
«  Egli  comincia  dal  riconoscere  un  vero  dualismo  nei  principi  che  go- 
vernarono lo  svolgimento  della  Canzone  presso  i  Provenzali  e  presso  gl'Italiani. 
«  Nella  poetica  trobadorica  »  egli  dice,  «  i  modi  svariatissimi  onde  si  al- 
«  lacciano  le  cable  costituiscono  una  delle  parti  integrali.  Nella  Canzone 
«  italiana  invece  tutta  l'arte  si  raccoglie  in  generale  e  si  sviluppa  nella 
«  stanza  staccata  »  (p.  3). 

«  Malgrado  però  questa  originaria  divergenza  nell'  indirizzo  dell'  una  e 
dell'altra  poetica,  il  dott.  Biadene  fa  notare  che  anche  i  rimatori  nostri 
tentarono  «  di  collegare  le  stanze  come  avevano  fatto  e  facevano  i  Pro- 
«  venzali  »  (p.  3),  e  dei  collegamenti  alla  provenzale  egli  rileva  negl'Italiani 
nove  differenti  maniere  che  possono  portarsi  anche  a  quindici,  tenuto  conto 
di  certe  suddivisioni  che  egli  fa ,  e  della  sestina  che  escluse  dal  suo 
spoglio. 

«  Senonchè,  dopo  avere  «  schemalo  tutte  le  Canzoni  del  secolo  XIII 
«  e  quasi  tutte  quelle  del  secolo  XIV  »  (p.  4),  comprendendo  anche  alcuni 
casi  dove  l'artifizio  sembra  più  fortuito  che  volontario  (§  5,  p.  11),  egli 
giunge  alla  conclusione  che  le  Canzoni  così  collegate  «  sommano  a  un  quarto 
«  o  poco  più  del  numero  totale  »  (p.  15). 


(')  II  collegamento  delle  stanze  mediante  la  rima    nella  Canzone  italiana    dei  secoli 
XIII  e  XIV.  Studio  di  Leandro  Biadene.  Firenze,  Carnesecchi,  1885. 
(=)  Die  Poesie  der  Troubadours,  Zwickau,   1827,  p.  273  e  seg. 


—  357  — 

«  Queste  cifre  dovrebbero  dar  da  pensare  a  coloro  che  nell'arte  nostra 
primitiva  voglion  tutto  derivato  dai  Provenzali  e  van  ripetendo  che  la 
prima  cosa  qui  da  noi  fu  per  ogni  verso  imitazione.  Ma  più  ancora  esse 
il, ir. inno  a  pensare  se,  invece  di  considerare  i  lirici  dei  secoli  XIII  e  XIV 
in  un  sol  gruppo,  li  ripartiremo  nei  quattro  periodi  storici  che  ci  sono 
rappresentati  dai  quattro  capiscuola:  Giacomo  da  Lentino,  Guittone  d'Arezzo, 
Dante  Alighieri  e  Francesco  Petrarca.  Si  vedrà  allora  che  delle  quindici 
predette  maniere  alla  provenzale 

nel  1°  periodo  ne  furono  in  uso  soltanto  sei  (1«,  2,  4,9,  5,  7«,  7 fi); 
nel  2°  periodo  se  ne  aggiunsero  altre  sei  (1,9,  3,  4«,  6«,  G,9,  9); 
nel  3'1  periodo  se  ne  aggiunse  un'altra  (la  sestina); 
nel  4"  periodo  se  ne  aggiunsero  altre  due  (ly,  8). 

«  Onde  per  questa  specie  d' imitazione  provenzale,  venendo  dal  primo 
al  quarto  periodo,  si  ebbe  aumento  anziché  diminuzione,  e  il  minimum 
fu  appunto  in  quel  periodo  dove  si  credeva  il  maximum.  Ciò  del  resto 
si  conferma  anche  per  altra  guisa,  estendendo  cioè  l'osservazione  all'uso 
del  Commiato,  altra  parte  integrante  della  Canzone  trovadorica.  Nessuno  dei 
lirici  che  conosciamo  anteriore  a  Guittone  ,  fece  uso  del  Commiato  ritmi- 
camente distinto  dalle  altre  stanze,  e  probabilmente  l' introduzione  di  esjo 
nella  Canzone  italiana  si  deve  proprio  a  Guittone  medesimo,  il  quale  anzi 
non  si  contentò  sempre  di  un  Commiato  solo,  ma  spesso  ne  usò  due  e 
talvolta  perfino  tre ,  tanto  il  «  provenzal  labore  »  eccitava  i  suoi  gusti 
bizzarri. 

«  Ma  della  minore  intensità  degl'  influssi  provenzali  nel  periodo  delle 
origini  mi  riservo  di  parlare  più  estesamente  quanto  prima  trattando  di 
Giacomo  da  Lentino,  dei  suoi  contemporanei  e  dei  suoi  imitatori.  Qui  mi 
limito  a  qualche   altra   nota  siili'  interessante  studio  del  dott.  Biadene. 

«  Al  §  Ice  gli  sfuggì  la  Canzone  di  Burnetto  Latini,  n.  181  del  Cod. 
Vat.  3793;  al  §  49  era  da  aggiungere  la  Canzone  del  Re  Enzo,  n.  65 
del  Cod.  Laurenz.  -  Red.  9,  che  presenta  l'unico  esempio  a  me  noto  di  stanza 
con  due  chiavi. 

«  E  venendo  a  questa  denominazione  della  chiave,  avverto  che  i  tro- 
vatori portoghesi  diedero  allo  stesso  artifizio  il  nome  di  palabra  perduda  (')  : 
onde  il  supposto  della  sua  origine  ocitanica  risulta  sempre  più  proble- 
matico, trovandosi  che  dovunque  esso  ebbe  un  nome  diverso  da  quello  che 
gli  avevan  dato  i  Provenzali. 

«  Quanto  poi  alla  affermazione  die  il  collegamento  sul  tipo  delle  coblas 
^lnissonans  sia  stato  prevalente  nella  primitiva  lirica  portoghese,  afferma- 
zione che  1'  autore  ripete   sulla  fede  del   Diez  (p.  4,  n.  3),  essa   più    non 

(')  V.  Il  Canzoniere  portoghese  Colocci-Drancuti  pubblicato  da  E.  Molteni,  Halle  . 
Niemeyer,  18c0,  p.  i,  r.  115. 


—  358  — 

regge  dopo  la  pubblicazione  del  Canzoniere  Vaticano  4803,  di  cui  il  Diez 
aveva  conosciuta  solamente  una  piccola  parte.  Scorrendo  una  ad  una  tutte 
le  1205  poesie  ivi  contenute,  non  vi  si  troveranno,  credo,  più  di  125 
canzoni  a  coblas  unissonans,  mentre  il  numero  di  quelle  a  coblas  doblas 
è  anche  minore  (71);  diguisachè  di  fronte  a  196  poesie  collegate  alla  pro- 
venzale, ivi  restano  altre  1009  poesie  a  coblas  singulars  ,  e  si  vede  così 
sempre  meglio  che  il  sistema  veramente  prevalente  nella  lirica  portoghese, 
come  nella  italiana,  fa  appunto  quello  che  nella  lirica  provenzale  era  una 
eccezione  ('). 

«  Da  ultimo  l'egregio  autore  tocca  dalla  ragione  «  per  cui  la  Canzone 
«  italiana  abbandonò  beu  presto  la  regola  della  poetica  trobadorica  di  man- 
«  tenere  le  medesime  rime  per  tutte  le  stanze  »  (p.  15),  e  mi  pare  che 
questa  volta  non  sia  stato  cauto  abbastanza,  accettando  quella  che  ne  diede 
il  dott.  Casini.  La  ragione,  scrisse  questi  «  è  del  tutto  linguistica  ».  Ma 
la  linguistica  non  poteva  esser  lì  ricordata  più  fuor  di  proposito! 

«  Comincio  dal  premettere  che  1'  uso  delle  slesse  rime  per  tutte  le 
stanze,  nelle  canzoni  del  primo  periodo  che  sono  circa  80,  s'incontra  non 
più  di  7  volte  !  Soltanto  nel  secondo  periodo,  cioè  presso  Guittone  e  i  seguaci 
di  lui  l'uso  della  cobla  unissonans  prese  sviluppo  insieme  con  altri  proven- 
zalismi, e  perciò  in  ogni  caso  si  tratterebbe  di  spiegare  non  un  precoce  ab- 
bandono bensì  un  lento  progresso.  Ma  sia  1'  abbandono  precoce  sia  il  pro- 
gresso lento  avranno  davvero  avuto  il  loro  motivo  nella  minor  copia  di 
parole  omioteleute  che  possedeva  1'  italiano  a  paragone  del  provenzale  ? 
Bastava  dare  un'  occhiata  al  portoghese,  dove  le  parole  omioteleute  sono 
quasi  quante  nel  provenzale  e  dove  le  canzoni  a  coblas  unissonans  scarseg- 
giano come  in  italiano,  per  persuadersi  che  la  "«  ragione  linguistica  »  qui 
e'  entra  proprio  per  nulla.  E  un'  altra  ragione  il  dott.  Biadene  cotanto  esperto 
negli  studi  provenzali  l' avrebbe  facilmente  trovata ,  se  non  si  fosse  qui 
lasciato  preoccupare  da  un  falso  preconcetto  altrui.  Ricordi  egli  quante 
volte  i  trovatori  accennano  al  bisogno  di  ben  liissar  le  loro  canzoni  che 
i  giullari,  portandole  in  giro  oralmente,  spesso  deformavano  nelle  peggiori 
guise.  Per  essi  dunque  il  trovar  modi  d'  intrecciare  sempre  più  strettamente 
e  quasi  d' immobilizzare  los  mot:  e  las  coblas  fu  una  necessità  reale,  piut- 
tostochè  una  vanità  di  gente  dotata  di  molto  spirito  e  di  poco  sentimento, 
come  fu  detto  più  volte.  Ora  si  trovarono  gì'  italiani  nelle  stesse  condi- 
zioni? Tutt' altro:  qui  la  lirica  circolò  più  scritta  che  cantata,  e  i  giullari 
ben  poco  ebbero  a  fare  intorno  a  poeti  che  furono  per  la  maggior  parte 
uomini  di  toga.  Non  c'era  dunque  in  Italia  bisogno  di  laissar  troppo  le 
stanze,  e  non  ci  vuole  di  più  per  ispiegare  come  la  moda  di  quei  colle- 
gamenti alla  provenzale,  essendo  inutile,  non  riuscisse  ad  attecchire  ». 

(')  V.  Bariseli  nel  Jahrlnrh  fiir  romanUchc  vnd  enflische  Litn-alar,  I,  175. 


—  3r,o  — 

Paletnologia. —   Gli  antichi    oggetti    messicani    incrostati    dì 
mosaico,  esistenti    nel    Museo    preistorico  ed  etnografico  di  Roma. 
Memoria  del  Socio  corr.  L.  Pigorini.   (Sunto). 

«  Gli  oggetti  antichi  messicani  incrostati  di  musaico  die  fino  a  qui  si 
conoscono  sono  in  tutto  diciasette,  dodici  dei  quali  trovansi  in  vari  luoghi 
dell'Europa,  e  cinque  nel  Museo  Preistorico  ed  Etnografico  di  Roma. 

«  Il  Pigorini  nella  sua  Memoria  ricorda  le  illustrazioni  che  se  ne  fecero 
ai  giorni  nostri  e  nel  secolo  XVII,  e  descrive  poi  particolarmente  quelli 
del  .Museo  di  Poma,  che  ha  fatti  rappresentare  in  una  tavola  a  colori:  con- 
sistono in  due  maschere  di  legno,  in  due  manichi  pure  di  legno  per  grandi 
coltelli  di  pietra,  e  in  uno  strumento  musicale  formato  con  un  femore  umano. 
Il  mosaico  di  cui  sono  incrostati  è  generalmente  composto  di  pezzetti  di 
malachite,  di  turchine  e  di  conchiglie. 

«  Le  maschere  sono  di  quelle  che  i  Messicaui  mettevano  ai  loro  idoli 
nei  casi  di  malattia  dei  re,  o  di  pubbliche  calamità;  una  appartenne  ad 
Ulisse  Aldrovandi,  e  fu  illustrata  nel  Musaeum  metallicum  ;  l'altra  era  di 
Cosimo  I  de'  Medici,  e  non  si  sa  che  venisse  mai  disegnata.  I  due  manichi 
portavano  in  origine  la  lama  di  pietra  colla  quale  nel  Messico  si  sacrifica- 
vano le  vittime  umane  :  facevano  parte  delle  collezioni  di  Ferdinando  Cospi, 
e  se  ne  veggono  le  figure  nel  Museo  Cospiano.  Lo  strumento  musicale  è 
fin  qui  un  oggetto  unico,  e  di  esso  sappiamo  soltanto  che  trovavasi  nel  Museo 
Archeologico  dell'Università,  di  Bologna.  Vi  rimane  attaccato  un  frammento 
di  cartellino,  scritto  nel  secolo  XVII,  sul  quale  si  legge  ancora  chiaramente 
la  parola  Regis:  è  verosimile  il  credere  che  servisse  nelle  feste  celebrate 
quando  i  re  messicani  assumevano  il  comando,  o  che  avesse  appartenuto 
a  qualcuno  degli  ultimi  di  essi  ». 

Bibliografia.  —  Nuovo  documento  intorno  a  Tommaso  Cam- 
panella e  bibliografia  Luterana.  Nota  del  Socio  corr.  Enrico  Nakducci. 

«  Ho  l'onore  di  presentare  all'Accademia,  da  parte  del  dotto  mio  col- 
lega, prof.  Francesco  Eysseuhardt,  bibliotecario  della  città  di  Amburgo,  il 
secondo  fascicolo  di  una  serie  di  comunicazioni  eli' egli,  unitamente  al 
dott.  A.  voli  Dommer,  con  molta  accuratezza  ed  utilità  degli  studi,  ha  in- 
cominciato a  dare  in  luce  dai  codici  di  quella  biblioteca  ('). 

«  Dividesi  il  detto  fascicolo  in  due  parti,  la  prima  delle  quali,  sotto 
il  collettivo  titolo  di  anacleta  hispanica,  contiene  tre  documenti  in  lingua 
spagnuola,  dei  quali  il  primo  è  una  lettera  di  benedetto    Aria  M'intano  a 


(')  F.  Eyssenhardf  A.  von  Dommer,  Miltheilungen  aus  'l'i-  Sladlbibliothek  su  Hamburg. 
11,1881    Gedrnckt  bei  '111.  G.  Mi  is ■■.,.  r.  E.  H.  Seti        B  end   ideerei,  in  8"  'li  li"'  pag. 


—  360  — 

Filippo  II,  data  da  Amueros  il  18  febbraio  1571,  sull'avanzamento  e  i  pro- 
gressi della  Compagnia  negli  Stati  di  Fiandra;  ed  il  terzo  è  una  licenza  di 
leggere  libri  proibiti,  rilasciata  il  14  maggio  1624  dal  vescovo  Andrea  Pa- 
checo,  inquisitore  generale  apostolico  di  Spagna,  al  gran  Cancelliere  Gaspare 
de  Gusman,  conte  di  Olivares. 

«  Di  ben  maggiore  importanza,  siccome  riferibile  all'  insigne  filosofo 
Tommaso  Campanella,  è  il  secondo  dei  precitati  tre  documenti.  Esso  non 
porta  firma  né  data,  e  rivela  il  timore  che  si  aveva  di  lui  benché  detenuto, 
e  della  sua  dottrina  qui  chiamata  «  diabolica  »;  poiché,  conclude  lo  scrit- 
tore «  ha  doze  aùos  che  està  preso,  y  si  se  soltase  reuolueria  el  mundo  »: 
il  che  fa  risalire  il  documento  intorno  all'anno  1611.  In  esso  è  data  una 
doppia  nota,  l'una  di  fatti  e  di  opere  che  il  Campanella  si  proponeva  di 
compiere  in  servizio  di  Dio  e  di  sua  Maestà,  l'altra  di  libri  da  lui  com- 
posti. Offre  questo  documento  molta  analogia  col  memoriale  dello  stesso 
Campanella  al  Papa,  che  Michele  Baldacchini  pubblicò  nel  1847,  traendolo 
dalla  biblioteca  dei  PP.  dell'Oratorio  di  Napoli  dei  Gerolamini,  in  appendice 
al  volume  secondo  della  sua  Vita  del  Campanella  ('),  e  riprodusse  nel  1854 
il  prof.  Alessandro  D'Ancona,  tra  i  documenti  alla  sua  edizione  delle  opere 
di  quel  filosofo  (').  Nel  documento  spagnuolo  la  nota  dei  fatti  e  delle 
opere  che  il  Campanella  prometteva  di  compiere  consta  di  17  articoli,  cioè 
4  di  meno  che  nel  documento  italiano  (3).  Nel  primo  per  altro  è  più  ricca 
la  nota  dei  libri  da  lui  composti  che  ascende  a  30  articoli,  mentre  nel  se- 
condo si  limita  a  24,  ed  è  inoltre  lasciato  in  bianco  il  cognome  del  regente 
Martos  Geriostola,  ad  istanza  del  quale  il  Campanella  scrisse  i  Discorsi 
sopra  la  Monarchia  di  Spagna. 

«  La  seconda  parte  contiene  il  principio  della  seconda  sezione  di  un 
lavoro  bibliografico  intitolato  Autotypcn  der  fìeformatlnnszeit.  La  qual  se- 
zione, che  ha  per  titolo  Luther- Bruche,  abbraccia  un'accurata  bibliografia 
luterana  dal  1516  a  tutto  il  1519,  composta  di  87  articoli,  seguita  da  un 
indice  alfabetico  per  titoli  di  opere,  e  da  altri  due  di  ritratti  e  di  tipografi, 
cui  fa  seguito,  come  appendice,  una  lettera  inedita  di  Lutero  alla  sua  moglie 
Caterina. 

«  Ignoro  se  il  Knaake,  il  quale  ha  recentemente  dato  in  luce  una  edi- 
zione critica  delle  opere  di  Lutero  ('*),  abbia,  nella  sua  parte  bibliografica, 

(')   Vita  di   Tommaso  Campanella,  con  Appendice  di  lettere  del  .Campanella.  —  Filosofia 

di  Tommaso  Campanella  Nap.,  all'insogna  dell'Alilo  Manuzio  1813-47,  2  voi.  8°.  Un  elogio 
del  Baldacchini  dettato  da  Luigi  Settembrini,  leggesi  nel  fascicolo  di  agosto  1875  del  Gior- 
nale Nipolelano  di  filosofìa  e  lettere. 

O  Opere  di  Tommaso  Campanella  scelte,  ordinale  ed  annotale  da  Alessandro  D'An- 
cona, ecc.  Torino,  Cugini  Poraba  e  comp.  1852,  2  voi.  12°.  Voi.  I,  pag.  CCCXXX. 

(')  I  medesimi  17  articoli  trovansi  con  varia  forma,  identici  per  altro  in  sostanza,  ai 
n.  5,  6,  8,  7,  17,  3,  0,  2, 10,  14, 13,  15,  IR,  19,  20,  21  nel  documento  italiano. 

(')  Luthers  Werke,  Krit.  Gcsammtausg.    Weimar,  BJ.  I,  II.  von   D.  Knaake,  1883-84. 


—  361  — 

fatto  tesoro  della  importante  e  copiosissima  raccolta  luterana,  che  si  con- 
serva qui  in  Roma  nella  biblioteca  Angelica  in  S.  Agostino,  raccolta  clic  si 
compone  di  oltre  150  articoli,  ed  è  forse  la  più  rieri  che  si  conservi  in 
una  pubblica  biblioteca,  almeno  in  Italia.  Ciò  è  facile  il  comprendere, 
allorché  si  pensi  alla  dimora  fatta  da  Lutero  nel  convento  degli  Agostiniani 
a  S"  Maria  del  Popolo;  i  cui  libri  e  codici  vennero  trasportati  nell'Angelica; 
anzi  tra  questi  ultimi  uno  ve  ne  ha  che  porta  in  fine  la  firma  autografa 
del  celebre  riformatore  ('). 

«  Merita  poi  grandissima  lode  l'estensore  della  accennata  bibliografi,! 
per  la  massima  accuratezza  posta  nel  descrivere  ed  illustrare  le  singole 
edizioni.  Dovendosi  ritenere  che  le  opere  dell'ingegno  tanto  più  si  accostano 
alla  perfezione,  quanto  maggiormente  raffigurano  l'evidenza  di  ciò  che  si 
propongono  di  dimostrare  ». 

Storia.  —  /  diritti  della  casa  di  Savoja  sopra  il  Marchesato 
di  Sahiszo.  Nota  1.  del  dott.  Camillo  Manfkoni,  presentata  dai  Soci 

Caisutti  e  Tommasini. 

I.  «  Il  marchesato  di  Saluzzo  più  che  per  le  geste  dei  suoi  Principi  è 
noto  per  la  lunga  contesa  cui  die'  origine  il  suo  possesso  contrastato  fra  la 
Casa  di  Savoia  e  la  Casa  di  Francia  nel  secolo  XVI.  L'una  e  l'altra  pre- 
tendevano aver  diritto  alla  successione;  l'ima  e  l'altra  difesero  le  loro  ragioni 
colle  armi,  ma  più  ancora  cogli  scritti;  avvocati  e  consultori  presentarono 
da  ambo  le  parti  lunghissimi  memoriali,  pareri,  confutazioni,  per  soste- 
nere i  diritti  del  loro  signore  ed  abbattere  gli  argomenti  dell'  avversario. 
Fra  questi  preziosi  documenti  io  mi  propongo  di  spigolare,  per  quanto 
mei  permette  il  limite  imposto  in  questa  Memoria,  qualche  notizia,  cogliere 
i  punti  più  salienti  e  presentare  come  in  un  quadro  sinottico  al  lettore 
gli  argomenti  che  militano  prò  e  contro  ogni  documento.  Per  ora  mi  con- 
tenterò di  spingere  le  mie  ricerche  fino  all'  anno  1390,  in  che  la  corte  di 
Francia  pronunziò  una  sentenza  famosa,  della  quale  mi  occuperò  in  una 
Memoria  successiva. 

«  Gioverà  anzi  tutto  riassumere  brevissimamente  alcuni  degli  avveni- 
menti che  precedettero  la  costituzione  del  marchesato,  perchè  di  capitale 
importanza  pel  nostro  tema.  A  tutti  è  noto  come  la  celebre  contessa 
Adelaide,  figlia  ed  erede  del  marchese  Olderico  Manfredi  ,  il  più  potente 
signore  del  Piemonte,  andasse  sposa  in  terze  nozze  ad  Oddone  di  Savoia,  tiglio 


(')  È  noto  che  il  card.  Marino  Caracciolo  (20  maggio  1535  —  28  gemi.  1538)  con- 
dannò al  fuoco  gli  scritti  di  Lutero.  Onde  Giuseppe  Battista  Vii  dedicò  un  sonetto  lau- 
datorio, che  può  leggersi  a  pag.  189  della  parte  III  delle  sue  l'uesic  meliche,  nelle  due 
edizioni  Venete  del  1659  e  del  1G65. 


—  3(12   — 

di  Umberto  Biancamano  ed  erede,  dopo  la  morte  dei  suoi  fratelli,  di  tutto 
il  dominio  paterno;  come  alla  morte  di  lei  se  ne  contendessero  l'eredità,  fra 
gli  altri,  Umberto  II  di  Savoja,  Corrado  di  Franconia,  figlio  dell'  imperatore 
Enrico  IV,  e  Bonifacio  del  Vasto,  nipote  di  Adelaide.  È  noto  pure  che 
per  una  serie  di  favorevoli  avvenimenti  quest'  ultimo  riuscisse  ,  malgrado 
la  guerra  mossagli  da  Umberto  II,  a  far  sua  buona  parte  del  dominio  già, 
appartenente  a  sua  zia  Adelaide  ;  eccettuate  le  valli  di  Susa  e  d' Ivrea,  che 
dopo  la  guerra  restarono  in  possesso  di  Umberto,  e  la  città  di  Torino,  che 
si  rese  indipendente  e  fu  poi  con  la  forza  sottomessa  dai  conti  di  Savoja; 
e  che  infine,  come  ricordo  degli  antichi  diritti  della  sua  Casa  alla  intiera  suc- 
cessione, e  come  prolesta  contro  l'usurpazione,  Amedeo  III,  figlio  di  Umberto  II 
assumesse  il  titolo  di  marchese  in  Italia  e  successore  di  Adelaide  per  diritto 
ereditario  (').  È  noto  infine  che  alla  morte  di  Bonifacio  (1142)  i  suoi  pos- 
sessi andarono  divisi  in  sette  Stati,  che  tanti  erano  i  figliuoli  suoi,  e  Saluzzo 
col  titolo  marchionale  toccò  al  primogenito,  Manfredo,  che  gli  storici  chia- 
mano III,  e  che  noi  pure  cosi  chiameremo  per  non  ingenerare  confusione. 

II.  «  Delle  imprese  di  Manfredo  III  non  occorre  qui  parlare;  solo  per  noi 
è  importante  la  guerra  che  egli  ebbe  col  conte  Umberto  III  di  Savoia.  Dice 
il  Guichenon  nella  sua  storia:  Manfroi  I  du  noni  (3°  secondo  gli  altri) 
Marquìs  de  Saluces  ayant  refusé  de  luy  faire  hommage  de  ce  que  il  tenait 
en  fief  de  lui,  fil  changer  de  dessein  a  ce  Prince  (Umberto  3°)  et  le  porla 
à  entrer  a  mairi  armée  dans  le  Marquisat,  où  ayant  pris  Barges,  Scar- 
nali e,  Busque  et  Brent  (Bernezzo)  ,  Boniface  marquis  de  Montferrat 
«  s'entremit  de  les  accomoda'  et  depuis  prononca  en  faveur  du  Comte  de 
«  Savoie  à  Novi  le  6  de  décembre  MCLXIX  sa  sentence,  portant  que  le 
«  Comte  donnerait  en  ftef  au  Marquis  de  Saluces  ces  quatre  Mlles  et  outre 
«  ce  60000  florins  et  que  le  Marquis  ferait  hommage  au  Comte  de  tout 
«  le   Marquisat   de   Saluces  ». 

«  Gli  storici  saluzzesi  negano  questa  sentenza  del  marchese  di  Mon- 
ferrato; l'avea  già  impuguata  fin  dal  1300  il  marchese  di  Saluzzo;  la  rico- 
nobbe falsa  la  sentenza  della  corte  di  Francia  nel  1390:  pur  tuttavia  v'ha 
ancora  qualcuno  che  vi  presta  fede.  A  questo  fatto  si  attiene  tutta  la 
discussione  che  si  farà  in  seguito  ;  perciò  mi  fermerò  alquanto  a  ragionare 
intorno  alla  pretesa  sentenza  e  al  preteso  omaggio ,  e  prima  riporterò  alcuni 
dei  più  importanti  passi  della  sentenza  medesima  (v.  Muletti  v.  I). 

III.  «  Anno  ab  incarnatione   D.  N.  MCLXIX. 

«  Praesentibus  et  futuris  notimi  sit  quod  discordia  erat  inter  illustres 
«  principes  dominos  Amedeum,  comitem  Sabaudiae  ex  una  parte  dm  Mau- 
«  fredum  marchionem  Saluciarum  et  dominimi  Cunei  ex   altera,   videlicet 


(')  Muletti,  Storia  diplomatica.  —  Carutti,  Umberto  Biancamano.   Il   conte   Umberto  I  e 
il  Re  Arduino.  —  Guichenon,  Bisloire  gènéalogique. 


—  363  — 

«  de  locis  infrascriplis   et  de   loto  marchionatu  Saluciarum,    scilicot  de 
«  loco  Bargiarum,  Scarnafixi  ,  Busche  et  Brenecis,  qui  dictus  dàua  comes 

«  fcenebat  dieta  loca  etc in    arbilrium  se  posueruut 

«  ambo  amicabiliter  in  duo  marchio  Montisferrati  dn  Bonifacium  etc 

Ed  ecco  la  sentenza  da  lui  pronunciata: 

«  Primo  quod  dictus  dominus  comes  per  se  et  suos  heredes  det  et 
«  livret  in  fondimi  dicto  duo  marchioni  Saluciarum  stipulanti  loca  infra- 
«  scripta.  Primo  locum  Bargiarum,  Scarnafixium,  Buscam  et  Bernesium  etc... 
«  Item  quod  dictus  comes  det  et  tradat  de  presenti  dicto  duo  marchioni 
«  Saluciarum  florenos  sexaginta  millia  boni  auri  et  bone  He  et  justi 
«  ponderis  Florentiae.  Versa  vice  dns  Ronifacius  marchio  arbitrator  dixit, 
«  arbitravi*  et  pronuntiavit  quod  dictus  diìus  marchio  Saluciarum  per  se 
«  et  suos  heredes  teneat  et  tenere  debeat  totum  marchionatum  Salucia- 
«  rum  in  feudum  a  supradicto  dno  comite  et  suorum  heredum,  salvo 
«  jure  imperatoris  et  salvo  jure  marchionis  Montisferrati  eie.  etc. 

«  E  qui  seguono  tutte  le  cerimonie  dell'investitura  «  cimi  ense  eva- 
«  ginato  et  bacillo  »  e  aggiunge:  «  Praedictus  dùs  marchio  cepit  unum 
«  baculum  et  ipsum  posuit  in  manu  dui  comitis  in  siguum  donationis  totius 
'<  marchionatus  Saluciarum  ». 

«  Come  ben  si  vede,  in  questo  documento  si  parla  di  due  cose  ben 
distinte  ;  cioè  dell'omaggio  pei  luoghi  di  Busca,  Scaruafigi,  Barge  e  Ber- 
nezzo,  e  dell'  omaggio  per  tutto  il  marchesato.  Prima  di  riportare  il  brano 
della  sentenza  del  re  di  Francia  che  impugna  l'autenticità  del  documento 
del  quale  ci  occupiamo,  osserviamo  che  uè  il  Guichenon,  né  alcun  altro 
degli  storici  di  Savoia  ha  mai  parlato,  prima  di  quest'  anno,  di  omaggi  resi 
a  quei  conti  pel  marchesato  o  per  quei  determinati  luoghi  ;  ne  d'investiture 
concesse  ai  marchesi  nostri.  Osservando  poi  chei  luoghi  di  Barge,  Scaruafigi  etc. 
si  trovano  tutti  nel  territorio  dell'antica  contea  d'Auriate,  occupata  dal  mar- 
chese Bonifazio  del  Vasto,  subito  dopo  la  morte  della  celebre  contessa  Ade- 
laide, sua  zia,  incominceremo  a  provare  qualche  dubbio  su  questi  diritti 
del  conte  di  Savoia,  dubbio  che  diventerà  ancor  maggiore,  quando  si  pensi 
che  la  sentenza  surriferita  non  accenna  ad  alcun  documento  anteriore,  ad 
alcun  titolo  comprovante  il  diritto  del  Savoiardo ,  e  che  senza  dubbio 
avrebbe  dovuto  esistere. 

«  Quanto  poi  all'omaggio  deU'iutiero  marchesato,  osserviamo  che  Bo- 
nifacio vantava  diritto  di  succedere  alla  contessa  Adelaide  ;  che  si  impadronì 
di  quelle  terre ,  che  le  trasmise  in  retaggio  ai  suoi  figli ,  senza  che  mai 
il  nome  del  conte  di  Savoia  compaia  nei  documenti.  Nessun  documento 
mai,  prima  dell'anno  1163,  dice:  «  salvo  iure  dui  comitis  Amedei  »:  come 
mai  dunque  questi  diritti  vengono  fuori  ad  un  tratto  ? 

IV.  «  Ma  lasciamo  ormai  la  parola  alla  corte  di   Francia ,   che    facil- 
mente ci  convincerà  della  falsità  del  documento  in  questione  :  dopo  le  parole 
Rendiconti  —  Voi,.  I.  17 


—  364  — 

del  re,  udremo  la  difesa  che  di  quel  documento  faranno  gli  avvocati  del 
duca  Carlo  Emanuele  I:  in  ultimo  vedremo  quel  che  ne  pensasse  nel  secolo 
decimoquarto  Gioffredo  della  Chiesa  cronista  di  Saluzzo.  Dice  dunque  questa 
famosa  sentenza  :  «  Praeterea  tempore  datae  dicti  instrumenti  nec  etiam  ex 
«  post  per  spatium  quadraginta  anuorum,  vel  circiter  non  fuerat  Comes  Sa- 
«  baudiae  qui  Amedeus  vocaretur  ». 

«  E  fin  qui  ha  pienamente  ragione  :  perchè  nel  ]  1G9  il  conte  di  Savoia 
era  Umberto  III,  e  non  Amedeo  IH:  ma  poi  entra  a  far  una  distinzione 
fra  i  conti  di  Savoia  e  i  conti  di  Moriana ,  distinzione  cavillosa  e  priva  di 
valore  storico.  Ma  più  sotto  aggiunge  :  «  Nullus  etiam  tempore  datae  dicti 
«  instrumenti  erat  Marchio  Montisferrati,  qui  Bonifacius  vocaretur,  ulti- 
«  musque  Marchio  Montisferrati  ante  dictum  instrumentum  confectum  Gu- 
«  glielrnus  Longaspata  vocabatur ,  qui  contra  Saracenos  in  passu  Salhaudini 

«  interfuerat  etc.  etc sed  revera  tempore  dicti  iustrumenti,  si 

«  sic  meruisset  nominari,  quidam  vocatus  Conrat  Marchio  Montisferrati 
«  existebat  ». 

«  Vien  poi  la  detta  sentenza  ad  esaminare  i  nomi  dei  testimoni  firmati 
e  li  trova  «  absque  dignitate,  et  auctoritate  »  mentre  trattandosi  di  un  atto 
così  importante  e  fra  due  così  nobili  personaggi,  era  presumibile  che  do- 
vessero assistervi  dei  baroni,  prelati,  nobili  etc.  come  era  costume  di  quei 
tempi.  Parla  poi  della  forma  dell'  atto,  del  notaio,  della  somma  data  dal 
conte  al  marchese,  infine  delle  formatila  nell'  atto  medesimo  descritte  e 
tutto  trova  irregolare  e  non  conveniente  coi  costumi,  i  diritti,  le  leggi,  la 
cronologia  :  ne   conclude  pertanto  che  l'atto  è  falso. 

«  Ma  la  corte  di  Francia  non  pose  mente  ad  un  evidentissimo  ana- 
cronismo, che  non  isfuggì  però  al  Muletti  ed  agli  altri  che  quel  documento 
poterono  esaminare.  Vi  si  parla  di  fiorini  d'oro  di  Firenze,  mentre  è  cosa 
notoria  che  tal  moneta  fu  coniata  per  la  prima  volta  nella  seconda  metà 
del  secolo  decimoterzo.  Di  più  si  dà  ad  Amedeo  e  Manfredo  il  titolo  di  illu- 
stres  principes,  titolo  che  forse  in  nessuno  dei  documenti  di  quel  tempo  si 
trova.  Inoltre  Manfredo  è  dominus  Cunei,  mentre  Cuneo  non  gli  apparteneva. 

«  I  nomi  dei  testimoni,  i  nomi  del  giudice  e  delle  parti  sbagliati  , 
1'  accenno  ai  fiorini,  la  somma  di  60,000  fiorini  d'oro  per  l'alta  sovranità  di 
un  marchesato,  non  certo  dei  più  ricchi,  i  titoli  non  convenientemente  dati  : 
ve  ne  sarebbe  abbastanza  per  condannare  un  documento  anche  se  i  fatti  ai 
quali  accenna  fossero  sotto  ogni  riguardo  verisimili.  Che  dire  dunque  di  que- 
sto, contro  al  quale  militano  tante  e  tante  ragioni  storiche  e  giuridiche? 

-<  Ma  sentiamo  come  lo  difendono  i  consultori  della  Casa  di  Savoia. 
Tutti  sfiorano  la  questione  e  si  fermano  volentieri  a  discutere  sulla  validità 
del  documento  dal  lato  giuridico  e  mostran  quasi  di  non  accorgersi  che 
la  corte  di  Francia  lo  ha  considerato  come  falso.  Ecco  quel  che  dice  il  più 
famoso  di   quei   consultori,  Ottaviano  Cacherano,  gran  cancelliere  di  Savoia. 


—  365  — 

«  Nec  etiara  urget  quod  dìcitur,  non  esse  verisimile  Coraitem  nume- 
«  rasse  tantam   pecuniae  quantitatem  et  quod  non   esset    tunc    in    rerum 

«  natura    aliquis    Bonifacius  Marchio   Montisferrati quia 

«  cum  per  instrumentum  appareat  de  contrario  tolluhtur  ex  adverso  alle- 
«  gatae  praesumptiones  »  ;  e  qui  una  filza  di  lunghissime  citazioni  ,  che 
potranno  forse  esser  dottissime,  ma  che  certo  non  impediscono  che  quella 
conclusione  sia,  per  lo  meno,  molto  ridicola. 

«  Si  accusa  di  falsità  un  documento  ed  essi  rispondono:  Queste  cose 
sono  false,  ma  il  documento  le  dice;  dunque  son  vere.  Ma  meglio  ancora 
parla  Petriuo  Bello  ,  il  celebre  giureconsulto:  «  Alia  obiecta,  cum  non 
«  sint  probata  neque  sint  probabilia  et  contra  ea  stet  virtus  instrumenti  publiei 
«  facileque ,  si  esset  necesse,  nedum  ex  annalibus,  sed  etiam  por  publica 
«  documenta  probaretur  contrarium,  non  sunt  habenda  in  consideratione  ». 

«  Ma  come  «  non  sunt  habenda  in  consideratione  »  ?  Perchè  questi  dot- 
tori non  hanno  aperte  le  cronache  di  Savoia,  uon  hanno  consultale  le  carte 
degli  archivi  ;  perchè  essi,  che  pur  dovean  così  ben  conoscere  la  storia  di 
Monferrato,  non  bau  fatte  le  necessarie  ricerche  e  non  han  mostrate  false 
le  affermazioni  della  corte  di  Francia  ?.  Se  avessero  cercato,  si  sarebbero 
convinti  che  Amedeo  III  era  morto  nel  1149  e  che  Amedeo  IV  cominciò 
a  governare  molto  più  tardi  cioè  nel  1233,  e  che  nessun  Bonifacio  di  Mon- 
ferrato era   in  età  maggiore  in  queir  anno. 

»  Tutti  gli  altri  giureconsulti,  su  per  giù,  se  la  cavano  colla  stessa 
facilità  e  leggerezza,  quasi  temessero  di  fermarsi  un  momento  a  combattere 
un'  asserzione  che  distruggeva  ogni  antica  pretesa  del  loro  signore  su  Saluzzo  : 
tutti  si  dilungano  a  parlare  della  prescrizione,  del  diritto  imperiale,  della 
prorogazione  dell'  arbitrato  e  d'  altre  cose,  senza  dubbio  importantissime  , 
ma  che  cadevano  tutte  innanzi  alla  provata  falsità  dell'atto. 

«  Ed  ora,  prima  di  concludere,  sentiamo  che  pensasse  a  questo  pro- 
posito il  cronista  Gioffredo  Della  Chiesa. 

«  Se  conduceno  a  fare  certy  patty  et  cumvencione  de  essy  logy  cum 
«  certe  remissione  de  iniure  tale  quale  come  Dio  volse  :  or  pur  el  marchese 
«  et  soy  descendeuti  hano  sempre  negato  quale  convencioni  e  patty  dicendo 
«  che  erano  false,  ficticie,  allegando  ragioni  evidentissime  che  sarebbe  tropo 
«  longo  scriuere  ;  cossy  le  passeremo  sotto  silenzio  ».  Peccalo  !  sarebbe  stato 
assai  utile  per  noi  il  conoscere  se  altre  ragioni  oltre  quelle  accennate  nella 
sentenza,  inducessero  i  nostri  marchesi  a  negar  fede  all'  arbitrato  di  Boni- 
facio. Sappiamo  ad  ogni  modo  che  delle  ragioni  evidentissime  ve  n'  erano 
e  molte  :  ora  possiamo  concludere. 

«  Il  documento  è  falso  ;  lo  avea  già  riconosciuto  la  corte  di  Francia 
da  alcuni  indizi,  altri  indizi  di  falsità  furono  scoperti  più  tardi  dagli  storici  : 
non  vi  può  cader  dubbio  alcuno. 

V.  «  Ma,  respingendo  il   documento    portato    dalla    casa    di    Savoia  a 


—  366  — 

provare  1'  antichità  delle  sue  ragioni  sul  marchesato  di  Saluzzo,  si  potrà  con 
ugual  facilità  concludere  che  quei  conti  non  avessero  alcun  diritto  sui  luoghi 
di  Busca,  Scarnafigi,  Bernezzo  e  Barge  ?  —  Logicamente  mi  pare  che  no. 

«  I  marchesi  nostri,  e  lo  vedremo  ben  presto ,  non  si  fecero  molto 
pregare  per  rendere  omaggio  e  ricevere  investitura  dai  conti  di  Savoia  pel- 
le terre,  che  sopra  ho  ricordate  :  segno  evidente  che  i  loro  maggiori  (ne 
il  come,  uè  il  quando  noi  possiamo  esattamente  stabilire)  aveau  già  pre- 
stato queir  omaggio  :  solo  recisamente  negarono  l'alta  sovranità  della  Casa 
di  Savoia  su  tutto  il  marchesato.  Senza  ricorrere  ad  ipotesi,  che  potreb- 
bero essere  soverchiamente  arrischiate  ,  si  può  concludere  che  i  conti  di 
Savoia,  al  tempo  della  famosa  lite  del  1390,  per  provare  l'antichità  dei  loro 
diritti  su  Saluzzo,  in  opposizione  ai  Delfini  che  presentavano  un  falso  atto 
di  investitura  del  1210  ,  abbian  alla  loro  volta  presentato  il  falso  docu- 
mento del  1169,  ampliando  e  modificando  un  atto  di  omaggio,  che  senza 
dubbio  dovea  esistere  pei  luoghi  di  Scarnafigi,  Busca,  Bernezzo  e  Barge: 
ma  che  colui ,  al  quale  questa  modificazione  era  stata  affidata ,  sia  caduto 
per  imperizia  in  quegli  anacronismi  che  sopra  ho  ricordati. 

VI.  «  Ed  ora  ritorniamo  alla  storia.  Il  marchese  Manfredo  III  non  ebbe 
altre  relazioni  colla  Casa  di  Savoia  e  morì  nell'anno  1175.  Dalla  moglie 
Eleonora,  che  si  crede  della  casa  di  Torre  Arborea,  ebbe  un  figlio,  anch'esso 
per  nome  Manfredo,  quarto  di  questo  nome,  che  fu  il  secondo  marchese  di 
Saluzzo  e  sposò  Adelaide  di  Monferrato.  Fu  in  buone  relazioni  colla  Casa 
di  Savoia,  perchè  cognato  di  Bonifacio,  marchese  di  Monferrato  e  tutore  del 
conte  Tommaso  I  ;  e  quantunque  Gioffredo  della  Chiesa  parli  di  una  guerra 
avvenuta  nel  1200  fra  lui  e  Tommaso,  deve  esser  stata  cosa  di  ben  poco 
momento,  poiché  neppur  le  cronache  di  Savoia  ne  fanno  motto.  In  gravissimo 
pericolo  si  trovò  invece  poco  dopo,  circa  l'anno  1210,  in  cui  si  pretende  sia 
avvenuto  il  primo  omaggio  feudale  al  Delfino  di  Vienna.  Narra  il  nostro 
cronista,  il  quale  in  ciò  concorda  colla  solita  sentenza,  che  circa  quest'anno 
il  conte  «  Romond  Balangero  »  invocato  dai  cittadini  di  Cuneo  contro  il 
marchese  Manfredo,  prese  le  armi  ed  invase  gli  Stati  di  lui  :  che  Adelaide, 
essendo  il  marito  a  Torino  al  seguito  dell'imperatore  Ottone  IV,  trovan- 
dosi impotente  a  resistere  di  per  se  sola  al  terribile  conte  di  Provenza,  ricorse 
all'aiuto  del  Delfino  di  Vienna,  Guido,  e  «  recognoby  di  tenir  da  quela  hora 

«  inanti  el  marchexato  in  nobile  et  paternale  feudo da  esso  guigo 

«  dalphiuo  e  cossy  lo  infeuda  in  perpetuo  per  luy  et  soy  heredy  et  succes- 
«  sori  dalphini  di  Vienna.  »  In  contraccambio  di  quest'omaggio,  il  Delfino 
le  avrebbe  dato  un  soccorso  di  denari  e  di  armati,  coi  quali  avrebbe  respinto 
e  sconfitto  il  conte  di  Provenza. 

«  Ma  la  Casa  di  Savoia  ha  a  sua  volta  negata  l'autenticità  del  relativo 
documento  di  omaggio  (1210,  3  agosto)  allegando  ragioni  diplomatiche  e 
giuridiche.  Quanto  alle  prime  notava: 


—  367  — 

1°  «  Che  Adelaide  assume  nel  documento  il  titolo  di  «  Comitissa  Pe- 
demontis  »  che  non  poteva  spettarle  e  che  in  nessun  altro  atto  si  trova. 

2°  «  Che  l'indizione  era  errata,  perchè  in  quell'anno  ricorreva  la  deci- 
materza, e  nel  documento  era  notata  invece  l' ottava. 

3°  «  Che  Adelaide  non  faceva  alcuna  menzione  di  Manfredo  IV,  che 
pur  era  vivo  e  non  lontano. 

Le  ragioni  giuridiche  poi  si  possono  ridurre  a  questa  sola,  che  Ade- 
laide, come  donna,  non  avea  diritto  uè  facoltà  di  rendere  omaggi  e  ricevere 
investiture.  Potrei  riportare  moltissimi  pareri  di  consultori  legali  che  impu- 
gnano o  difendono  il  documento:  ma  me  ne  astengo,  perchè  si  può  facil- 
mente dimostrare  la  falsità  di  quest'atto  con  ben  altre  prove  di  quelle  ad- 
dotte dai  procuratori  di  Savoia. 

VII.  «  L' indizione  è  errata  ;  è  nominato  l' imperatore  Federigo,  mentre 
in  quell'anno  regna  Ottone  IV;  errato  è  il  nome  dell'aliate  di  Staffarda  che, 
a  nome  della  contessa,  presta  omaggio  al  Delfino;  Adelaide  si  chiama  figlia 
di  Ulderico  e  nipote  del  Delfino,  anacronismo  grossolano;  poiché  Adelaide, 
figlia  di  .C-Merico,  era  morta  nel  1090,  cioè  più  d'un  secolo  prima;  mentre 
questa  Adelaide,  moglie  e  non  nonna  (')  del  marchese  Manfredo  IV,  ancora 
vivente,  era  figlia  del  marchese  Bonifacio  di  Monferrato  e  non  avea  pertanto 
alcuna  parentela  coi  Delfini  di  Vienna. 

«  La  maggior  parte  di  questi  grossolani  errori  non  furono  avvertiti  dai 
consultori  di  Savoia,  i  quali  si  affannarono  a  dimostrare  che,  quand'anche 
l'omaggio  fosse  stato  realmente  prestato,  dovea  essere,  di  necessità  nullo. 

«  Invece  i  marchesi  di  Saluzzo  che  vedevano  in  quel  documento  un 
mezzo  per  sottrarsi  all'omaggio  preteso  dalla  Casa  di  Savoia,  finsero  di  cre- 
derlo vero  ed  autentico  e  ripetutamente  lo  confermarono  e  lo  ratificarono. 
«  Non  si  potrebbe  però  da  queste  ratifiche  e  da  queste  conferme  con- 
cludere che  i  marchesi  nostri  avessero  coscienza  dell'autenticità  dell'atto  stesso. 
«  Possiamo  dunque  con  certezza  affermare  che  almeno  fino  all'anno  1210 
i  nostri  marchesi  non  aveano  ancora  prestato  alcun  omaggio  per  il  marche- 
sato né  ai  Delfini,  né  ai  conti  di  Savoia.  Per  averne  una  prova  più  evi- 
dente e  manifesta  basterà  ricordare  che  nel  1213,  Manfredo  IV  concluse  da 
pari  a  pari,  come  signore  indipendente,  con  Tommaso  di  Savoia  un  trattato, 
col  quale  prometteva  di  dare  sua  nipote  Agnese,  figlia  del  morto  Bonifacio, 
in  matrimonio  al  primogenito  del  conte,  assegnandole  in  dote  la  metà  del 
marchesato,  cioè  Koncaglia,  Envie,  Barge,  Saluzzo,  Brondello  ed  altri  paesi 
a  condizione  che,  se  Agnese  morisse  senza  avere  figli,  tutto  dovesse  tor- 
nare alla  sua  famiglia  ». 

(')  Adelaide  fu,  è  vero,  nonna  di  un  marchese  Manfredo  e  reggente  del  marche  l  i 
in  nome  di  lui;  ma  ciò  avvenne  nel  1215,  cioè  dopo  la  morte  di  Manfredo  IV.  'li  que  to 
nome,  al  quale  era  premorto  l'unico  maschio,  Bonifacio.  Manfredo  V,  figlio  di  questo  Bo- 
nifacio, stette  allora  sotto  la  tutela  della  nonna  Adelaide. 


—  3G8  — 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  le  Notizie  sulle  sco- 
perte di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  durante  lo 
scorso  mese  di  aprile,  e  che  si  riferiscono  ai  seguenti  luoghi: 

«  Torino.  Avanzi  delle  mura  romane  appartenenti  al  recinto  di  Augusta 
Taurinorum.  —  Causano- Magnano.  Sepolcro  gallo-romano  rinvenuto  a  poca 
distanza  dall'abitato,  sulla  strada  che  mette  a  Fagnano-Olona.  —  Chiusi. 
Ghianda  missile  con  iscrizione  etrusca  ritrovata  in  vicinanza  della  città,  e 
corniola  incisa  proveniente  dall'agro  chiusino.  —  Orvieto.  Prosecuzione  degli 
scavi  della  necropoli  volsiniese  in  contrada  Cannicella.  — ■  Colonna  (comune 
di  Castiglioni  della  Pescaia).  Scavi  nella  necropoli  vetustissima  di  Vetulonia. 
—  Corneto-  Tarquinia.  Scavi  della  necropoli  tarquiniese  a  Villa  Tarantola 
in  contrada  Monterozzi.  —  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle  regioni  IV,  V,  VI, 
VII,  Vili,  IX,  XIII,  XIV  e  nelle  Vie  Appia  e-Tiburtina.  —  Grotta  ferrata. 
Frammento  di  statua  egizia  ed  avanzo  epigrafico  latino  rinvenuto  nelle  rovine 
del  Castel  Savello  denominato  Borghetto,  presso  Grottaferrata.  —  Nemi. 
Scavi  nell'area  del  tempio  di  Diana  Neniorense  presso  il  lago  di  Nemi,  ed 
oggetti  votivi  colà  rinvenuti.  —  Areica  (Comune  di  Genzano  di  Roma).  Fram- 
menti epigrafici  ed  oggetti  trovati  nel  territorio  ardeatino.  —  Fondi.  Oggetti 
antichi  scoperti  nella  via  Vitruvio,  e  cippo  con  iscrizione  greca  trovato 
vicino  a  Porta  Napoli.  —  Pompei.  Scavi  nell'isola  2a,  reg.  VIU,  e  nel- 
l'isola 5a,  reg.  IX.  ■ —  Tolentino.  Frammento  d'iscrizione  latina,  riconosciuto 
tra  i  marmi  decorativi  dell'antica  chiesa  di  S.  Caterve  —  Drbisaglia.  Bolli 
fittili  scoperti  nell'area  dell'antica  città.  —  Sant'Omero.  Epigrafe  latina 
trovata  presso  la  chiesa  di  S.  Maria  a  Vico  nella  Valle  del  Vibrata.  — 
Pentima.  Nuovi  rinvenimenti  nell'agro  corfiuiese,  e  lapide  latina  trovata  in 
contrada  Pero  dei  Corvi.  — ■  Pattada.  Oggetti  antichi  rinvenuti  nella  regione 
Lerone,  ed  acquistati  pel  Museo  di  Cagliari  ». 

Chimica.  —  Sul  dipseudo-acetilpirrolo.  Nota  dei  dott.  G.  Ciami- 
cian  e  P.  SaBER,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  In  una  Nota  presentata  a  questa  Accademia  il  15  marzo  1885  abbiamo 
dimostrato  che  il  vero  acetilpirrolo  si  trasforma  per  ulteriore  azione  del- 
l'anidride acetica  a  temperatura  elevata  in  dipseudoacetilpirrolo  o  pirrilen- 
dimetildichetone.  Essendo  inoltre  noto  che  il  pirrolo  dà  con  l'anidride  ace- 
tica il  vero  ed  il  pseudoacetilpirrolo  e  che  questo  può  venir  trasformato  in 
dipseudoacetilpirrolo  identico  a  quello  che  si  ottiene  dall'altro  isomero, 
noi  abbiamo  riscaldato  il  pirrolo  con  anidride  acetica  a  temperatura  ele- 
vata in  tubi  chiusi,  con  la  speranza  di  ottenere  così  direttamente  il  dipseu- 
doacetilpirrolo e  di  conseguire  forse  un  rendimento  migliore  di  quello  avuto 
finora. 


—  369  — 

«  Le  esperienze  hanno  confermato  là  nostra  aspettativa  :  la  quantità 
di  dipseudoacetilpirrolo  che  si  ottiene  direttamente  dal  pirrolo  corrisponde 
al  33  %  della  sostanza  impiegata,  mentre  partendo  dal  pseudoaeetilpirrolo 
si  ha  soltanto  il  38  %  di  pseudoaeetilpirrolo. 

«  Avendo  perciò  potuto  semplificare  la  preparazione  di  questa  singo- 
lare sostanza,  è  nostra  intenzione  di  farla  oggetto  di  uno  studio  particolare, 
perchè  malgrado  il  lavoro  assiduo  che  l'uno  di  noi  assieme  ad  altri  chi- 
mici ha  già  consacrato  allo  studio  del  pirrolo  e  dei  suoi  derivati,  pure  il 
numero  dei  composti  conosciuti  di  questa  serie  è  ancora  affatto  insufficiente 
per  stabilire  esattamente  la  costituzione  del  pirrolo.  Il  lento  procedere 
delle  ricerche  in  questo  senso  è  dovuto  in  parte  al  comportamento  spe- 
ciale di  questa  sostanza  che  poco  si  presta  a  quelle  trasformazioni  e  rea- 
zioni generali  che  vennero  con  buon  successo  impiegate  in  altre  serie  di 
composti. 

«  Nella  presente  Nota  diamo  un  breve  cenno  delle  esperienze  da  noi 
finora  eseguite  sul  dipseudoacetilpirrolo,  riserbandoci  di  ritornare  più  este- 
samente sull'  argomento  quando  avremo  condotto  a  termine  il  lavoro. 

«  Per  ottenere  il  pirrilendimetildichetone  direttamente  dal  pirrolo  si 
riscaldano  5  gr.  di  questo  con  50  gr.  di  anidride  acetica  in  tubi  chiusi  a 
240°  -  260"  per  sei  ore.  Il  contenuto  dei  tubi  è  formato  da  materia  nera 
ed  in  parte  carbonizzata  che  si  fa  bollire  con  acqua  aggiungendo  carbonato 
sodico  per  neutralizzare  l'acido  acetico.  Si  filtra  e  si  esaurisce  il  residuo 
insolubile  carbonoso  con  acqua  bollente.  Per  raffreddamento  del  liquido, 
che  è  colorato  in  giallo,  si  depone  una  parte  del  dipseudoacetilpirrolo  in 
forma  di  lunghi  aghi  gialli ,  per  ottenere  quella  parte  della  materia  che 
rimane  in  soluzione  si  agita  il  liquido  parecchie  volte  con  etere.  Il  pro- 
dotto viene  latto  cristallizzare  alcune  volte  dall'  acqua  bollente  ed  ha  tutte 
le  proprietà  del  pirrilendimetildichetone  descritto  per  la  prima  volta  da 
uno  di  noi  assieme  al  dott.  Dennstedt  ('). 

Azione  dell'acido  nitrico  fumante  sul  dipseudoacetilpirrolo. 
«  Il  dipseudoacetilpirrolo  si  trasforma  facilmente  in  un  nitrocomposto 
trattando  la  sostanza  polverizzata  con  un  eccesso  di  acido  nitrico  fumante. 
«  Il  prodotto  che  si  forma,  e  che  viene  estratto  con  etere  dalla  solu- 
zione nitrica  diluita  con  acqua  ,  ha  il  comportamento  di  un  acido  e  fonde 
a  149°.  Esso  ha  la  composizione  di  un 

Mononilropirrilendimetildichetone 
CO  CH3 

Ci  H  (NO*)  NH 

I 
COOH3 

(')  Vedi  Ciamici.m  e  Dennstedt:  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo,  parte  Vili, 
Sull'azione  di  alcune  anidridi  organicìie  sul  pirrolo. 


—  370  — 

«  Noi  non  crediamo  che  questo  sia  il  solo  prodotto  che  si  forma  nella 
azione  dell'acido  nitrico  sul  dipseudoacetilpirrolo,  e  presentemente  siamo 
occupati  con  lo  studio  ulteriore  di  questa  reazione. 

«  Noi  abbiamo  pure  tentato  di  ossidare  il  dipseudoacetilpirrolo  col 
camaleonte  in  soluzione  alcalina,  ed  abbiamo  ottenuto  un  prodotto  che  po- 
trebbe avere  ima  delle  due  forinole  seguenti: 

COOH  CO . COOH 

I  I 

C4  H2  -  NH       o    C4  H,  NH 

I  I 

CO  OH  CO  .  COOH  ». 

Chimica.  —  Sulla  costituzione    del  pirrolo.  Nota  del  dottoro 
G.  Ciamician,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«In  una  sua  receute  pubblicazione,  Vittorio  Meyer,  fa  alcune  consi- 
derazioni sulla  costituzione  del  tiofene,  che  gli  furono  suggerite  dalla  sco- 
perta, fatta  ultimamente,  di  tre  tribromotiotoleni  isomeri  (').  I  fatti  ai  quali 
egli  accenna  nella  sua  Nota  potrebbero  condurre  ad  una  forinola  del  tio- 
fene diversa  da  quella  fin' ora  generalmente  ammessa,  e  che  differirebbe 
da  questa  principalmente  per  la  ineguale  distribuzione  dei  quattro  atomi 
d'idrogeno  fra  i  quattro  atomi  di  carbonio  contenuti  nella  molecola  del 
tiofene. 

«  I  fatti  singolari  esposti  da  V.  Meyer  e  la  grande  analogia  che  il 
tiofene  ha  col  pirrolo  mi  inducono  a  richiamare  l'attenzione  dei  chimici 
sopra  alcune  esperienze  fatte  da  me  assieme  al  dott.  P.  Silber  che  potreb- 
bero non  esser  prive  d' interesse.  Il  pirrolo  (2)  ed  alcuni  dei  suoi  derivati 
si  trasformano  facilmente  per  azione  del  bromo  in  presenza  di  acqua  o  di 
soluzioni  alcaline  o  per  azione  dell'  ipoclorito  sodico  in  imide  bibromoma- 
leica  od  in  acido  bicloromaleico.  Ammettendo  ora,  come  generalmente  si  suole 
fare,  per  l'acido  maleico  la  forinola: 

CH2    -   C 

I  I 

COOH    COOH 

risulterebbe  per  Timide  bibromomaleica  la  forinola 

CBr»  -  C 

I  I 

CO       CO 

\/ 

NH 

(')  Beri.  Ber.  XVIII  1326  (11  maggio  1885). 
O  Gazzetta  Chim.  Ital.  XIV  356. 


—  371  — 

«  Se  si  può  credere  che  l'ossidazioue  del  pirrolo  in  questi  casi  av- 
venga senza  trasposizioni  molecolari ,  il  pirrolo  potrebbe  avere  anch'  esso 
una  forinola  assimetrica. 

«  Sarebbe  interessante  di  studiare  anche  il  comportamento  del  tio- 
fene  con  gli  ipocloriti  ed  ipobromiti  alcalini. 

«  Io  credo  che  pel  momento  non  sia  opportuno  di  aggiungere  altro 
alle  poche  osservazioni  che  ho  fatte ,  ne  credo  sia  lecito  di  proporre  fino 
d'ora  una  nuova  forinola  per  il  pirrolo,  anche  considerandola  come  l'espres- 
sione d'un  ipotesi  che  va  presa  con  la  massima  riserva  ». 

Fisica.  —  Considerazioni  sopra  alcune  relazioni  fra  le  velocità 
di  efflusso,  i  calori  specifici  e  le  velocità  molecolari  dei  gas. 
Nota  III  (')  del  dott.  De  Fbakcuis,    presentata  dal  Socio   Blasekna. 

«  Pei  gas  possono  darsi  due  casi  : 

«  Primo.  —  Che  la  temperatura  sia  tale  che  le  molecole  vibrino  con  suffi- 
ciente velocità  perchè  la  forza  che  si  sviluppa  e  le  rende  indipendenti  dai  centri 
di  aggruppamento,  e  perciò  dotate  di  moti  progressivi,  sia  maggiore  della 
coesione  R,  anche  quando  la  distanza  fra  le  particelle  sia  nulla.  In  questo 
caso  si  può  comprimere  il  gas  sino  a  portare  le  particelle  a  mutuo  con- 
tatto, facendogli  occupare  un  volume  press' a  poco  uguale  a  quello  delle 
sue  molecole,  senza  che  cessi  lo  stato  gassoso. 

«  A  questo  limite  una  diminuzione  infinitamente  piccola  che  si  voglia 
far  subire  al  volume,  importa  un  incremento  infinitamente  grande  nella 
pressione,  perchè  non  è  più  la  forza  viva  delle  particelle  che  si  oppone, 
bensì  la  impenetrabilità   delle  molecole  ed  i  moti  interni  dei  loro  atomi. 

«  In  tali  condizioni  sono  i  gas  ad  una  temperatura  superiore  al  punto 
d'ebollizione  o  punto  critico. 

«  Secondo.  —  Può  darsi  che  il  gas  si  trovi  al  disotto  di  questo  limite 
di  temperatura.  Vi  sarà  allora  una  distanza  d,  minore  del  raggio  r  della 
sfera  d'azione,  alla  quale  portando  per  la  pressione  le  molecole,  la  forza  R 
che  tende  a  legarle  assume  il  valore  uguale  alla  forza  ingenerata  dai  mo- 
vimenti, e  che  tende  a  tenerle  disgiunte,  arrivati  appena  a  questo  limite,  un 
aumento  anche  piccolo  nella  pressione  farà  trasformare  le  traettorie,  ridu- 
cendole ad  avere  un  raggio  finito,  e  due  o  più  molecole  si  legano  per  formare 
una  molecola  di  liquido,  la  quale  potrà  anche  assumere  un  movimento 
rettilineo,  ma  tale  che  la  forza  viva  media  di  essa  sia  uguale  alla  forza 
viva  media  delle  gassose  in  mezzo  alle  quali  si  trova.  In  tal  maniera  nel 
mentre  la  forza  viva  del  sistema  diminuisce,  la  forza  viva  dell'unità  di 
volume  e  la  temperatura  restano  costanti  mentre  avvi  apparizione  di  calore 
o  di  lavoro  esterno. 

(')  V.  pag.  331  di  questo  volume. 
Rendiconti  —  Vol.  I.  48 


—   372  — 

«  In  quest'ultimo  caso  per  tale  aumento  nella  pressione  il  volume 
diminuisce  di  più  di  quello  che  indichi  la  legge  di  Boyle,  sino  a  che  si 
formi  un  numero  di  molecole  complesse  tale  da  far  divenire  la  distanza 
fra  due  molecole  appena  maggiore  di  d.  À  questo  punto  non  si  formano 
più  altre  molecole  liquide. 

«  Le  \x  molecole  che  si  legano  v  a  v  non  restano  sempre  tali,  dapoichè 
pei  moti  stessi  interni  del  gas,  diminuendo  presso  ad  esse  la  pressione, 
esse  si  disassociano;  ma  nello  stesso  tempo,  aumentando  nel  medesimo  rap- 
porto la  pressione  in  un  altro  punto  della  massa  gassosa,  altre  molecole  e 
nello  stesso  numero  si  associano,  in  modo  che   si  mantenga  un  equilibrio 

mobile,  cioè  che  resti  costante  il  numero  —  di  molecole  complesse. 

«  Se  si  fa  allora  diminuire  la  pressione,  senza  che  il  gas  esegua  alcun 
lavoro  esterno,  il  numero  delle  molecole  che  si  disassociano  diviene  mag- 
giore di  quelle  che  si  associano,  e  vi  sarà  sparizione  di  calore;  il  contrario 
avverrà  per  la  compressione. 

«  Un  tale  fatto  può  anche  aver  luogo  in  mi  gas  perfetto,  per  la  ine- 
guale distribuzione  delle  sue  molecole,  le  quali,  in  certi  casi,  per  effetto 
delle  collisioni  della  interferenza  ecc.,  possono  possedere  una  velocità  tale, 
da  rendere  possibile  l'associazione.  In  tal  caso  le  molecole  di  maggior  com- 
plessità assumono  un  moto  di  proiezione  e  rimangono  sospese  nel  gas,  mo- 
vendosi in  modo  che  la  loro  forza  viva  media  sia  uguale  alla  forza  viva 
media  delle  molecole  meno  complesse;  in  modo  che  la  velocità    media  di 

queste  ultime  stia  alla  velocità  media  delle  complesse  come  1  :  l/"2  :  K3  : 2 ; 

secondo  che  2,  3,  4 . . .  molecole  si  legarono  per  formarne  una  complessa. 

«  Nel  caso  che  tutte  le  N  molecole,  contenute  in  una  unità  di  volume, 

si  leghino  v  a  v  per  formare  Ni  molecole  di  massa  v  volte  più  grande,  noi 

avremo  : 

N  iu% 

Ni  =  — -  ;  ??ì1  =  »iv  ;  m io1  =  mi  uf,  e  u>?  = 

v  v 

come  avviene  portando  il  vapore  del  solfo  da  860°  a  500°. 

«  La  pressione  passa  allora  dal  valore  P  al  valore  : 

v    1  ,XT     .  1    mw!N        P 

=  PIT„I„1Ni  =  T— —  =  -. 

«  Se  questo  gas  si  porta  ora  sotto  la  pressione  P,  esso  occuperà  il  vo- 

V 
lume  Vi  =  —  essendo  V  il  volume  che   esso   avrebbe   avuto    alla  stessa 

temperatura  prima  dell'associazione  delle  sue  molecole.  Nel  caso  del  solfo 
v=3. 

«  Nei  corpi  composti,  se  i  rapporti  dei  numeri  degli  atomi  eterogenei 
nella  molecola  restano  costanti,  si  hanno  i  fenomeni  di  polimeria,  quale  è 
il  caso  dell'  ipoazotide  ecc.;  diversamente  si  ha  l'associazione  o  la  dissocia- 
zione chimica. 


—  373  — 

«  Nel  più  dei  casi  non  sono  tutte  le  molecole  che  si  associano  per  for- 
mare molecole  più  complesse,  bensì  un  certo  numero  p.  di  osse.  In  questo 
caso  se  la  pressione  prima  è 

P  =  —  m  iu1  N 

ó 

avvenuta  l' unione  delle  y.  molecole  a  v  a  v  essa  diviene 

D  !  »  i  XT  v  —  lì 

«  Cioè  l' unità  di  volume  sotto  la  pressione  Pj  conterrà  N  —  p.  (  1 j 

molecole,  delle  quali  —  si  muovono  con  una  velocità  il  cui  quadrato  me- 


dio è 

v 


v 


«  Il  valore  di  v  che  si  può  trovare   sperimentalmente  ci  fa  conoscere 

N 
il  valore  del   rapporto  —  per  la  relazione 

"   »     "MI 
[i  '     P-Pl 

[i  varia  colla  temperatura,  e  per  ciascuna  temperatura  con  la  pressione. 
Esso  cresce,  quando  cresce  la  pressione  e  quando  si  abbassa  la  tempe- 
ratura. 

«  v  dipende  invece  solo  dalla  temperatura  e  per  tutti  i  gas  esiste  una 
temperatura  per  la  quale  v  è  uguale  alla  unità.  Per  una  stessa  tempera- 
tura v  è  costante  qualunque  si  fosse  la  pressione  ed  esso  diminuisce  con 
la  temperatura. 

«  Si  deduce  inoltre  che  quando  un  corpo  gassoso  può  aversi  a  quella 
temperatura,  per  la  quale  può  aversi  liquido,  a  tale  temperatura  v  ha  due 
valori.  Il  volume  allora  diminuirà  enormemente  all'atto  della  liquefazione, 
se  la  pressione  che  abbisogna  è  piccola  e  la  temperatura  bassa,  cioè  se 
il  valore  di  y  è  grande;  ed  invece  la  diminuzione  di  volume  sarà  piccolis- 
sima, ed  anche  nulla,  se  la  temperatura  è  molto  elevata,  e  per  conseguenza 
la  pressione  molto  forte  :  in  questo  caso  si  costateranno  i  fenomeni  di  con- 
tinuità tra  lo  stato  solido  ed  il  gassoso,  ecc. 

«  È  in  tale  modo  che  possiamo  spiegarci  i  risultati  delle  esperienze 
di  Eegnault,  per  verificare  la  legge  di  Mariotte  ('),  che  il  Clausius  ed  il 
Maxwell  spiegarono  col  viriate  ;  il  perchè  i  calori  specifici  del  cloro  e  del 
bromo  non  soddisfano  alla  legge  di  Dulong  e  Petit;  come  pure,  perchè  i 
gas  dilatandosi    senza  produrre  lavoro  esterno  si  abbassano  di  temperatura, 

(')  Memoires  de  l'Acadéroie  de  de  Paris,  lsi7,  [ug.  329. 


—  374  — 
accennando  ad  un  lavoro  di  disgregamento,  come   sperimentalmente   trova- 
rono Thomson  e  Joule  (')  ed  il  Cazin  (');  non  che  molti  altri  fatti  finora 
ritenuti  anomali  ed  inesplicati. 

«  11  fenomeno  di  associazione  e  dissociazione  molecolare  avviene  anche 
nello  stato  liquido,  ed  alla  superficie  costituisce  l'evaporazione. 

«  Nella  interna  massa  quando  avviene  l'equilibrio  mobile  di  associa- 
zione e  dissociazione,  la  molecola  liquida  si  disassocia  completamente  e  due 
molecole  contigue  scambiano  alcuni  dei  loro  elementi,  propagandosi  tal 
fenomeno  nella  interna  massa  del  liquido  al  modo  dei  moti  vibratori. 

«  È  con  una  teoria  simile  che  il  Grotthus  pria,  ed  il  Clausius  poi, 
spiegarono  i  fatti  della  elettrolisi  dei  liquidi. 

«  Così  un  liquido  tiene  disciolto  il  proprio  vapore  al  modo  stesso  come 
può  tenere  in  soluzione  dei  gas;  ed  un  gas  contiene  il  proprio  liquido  in 
sospensione  appunto  come  può  contenere  altri  vapori. 

«  Quando  le  condizioni  di  temperatura  *e  di  pressione  sono  tali  che  il 
numero  delle  molecole  liquide  nuotanti  come  gassose  nel  gas  della  stessa 
sostanza  è  molto  grande,  noi  diciamo  che  il  gas  è  in  vicinanza  al  punto  di 
liquefazione  ed  esso  allora  è  un  vapore  ». 

Matematica.  —  Intorno  alla  Nota  del  siy.  Spottiswoode  :  «  Sur 
les  invariants  et  les  covarianti,  d'une  fonciion  transformée  par  une 
substitution  quadratique  * .  Nota  II.  (')  del  dott.  Giulio  Pittarei.li, 

presentata  dal  Socio  Blaserna,  a  nome  del  Socio  Battaglisi. 

b)  Forma  H.     (=  2H  dell'  autore). 

«  Questa  forma  si  ricava,  coni'  è  noto,  dalla  seconda  polare  di  P,  po- 
nendo y1  =  F'2,  2/2  =  —  F'i  e  moltiplicando  per  F'/:  così  in  prima  si  ha 

H=H.*=  (U«)  (U/3)  (bFf  af  IV  -  y  (U0)2  VJ . 

«  La  prima  parte  del  secondo  membro  si  trae  pure  dalla  seconda  po- 
lare, scritta  coi  simboli  U',  e',  dS,  cy,  col  porvi  y%=h,  yl=—bì;  ed  a 
riduzioni  fatte  si  trova 

H  =(U«)  (U/3)  (U'  7)  (U'  5)  (M)»  a/  cj  -  -|  (U0)2  F,4 =L  -- 1  (U0)2  F.« . 

«  L'  espressione  indicata  da  L,  per  le  (12)  e  per  F  identità 
(V)  (U0)  (0*7)  =  (UU')  (0/)  -  (Uy)  (0U'), 

prende  la  forma  : 

L=(U'  Sf  (Uà)  (Uy)  aj  e}  +  (UU')  (Uà)  (U'  0)  (0y)  a/  cx 


(')  Ann.  de  chini,  et  de  nhys.  3.  S.  t.  XIV. 

(')  Comptes  Rendus  de  l'Ac.  des  scienc.  t.  LXVI,  p.  483. 

(*)  V-  Pag-  321  di  questo  volume. 


2 


—  375  — 

e   successivamente,    mutando  U  in  U'  e  prendendo  la   semisomma   delle 
espressioni  , 

L  =  (U0)2F,4+^  (UU)  (07)  j(U«)(U'e)  —  (U'«)(U0)  lajcj 
=  (ue)«  F,4  —  j  (UU)2  (0«)  (07)  a,2  e/ 


e  per  la  (6) 


L  =  (U0)2F./'  +  -^-  (UU)2Q,2Q',2 . 


«  Definitivamente  adunque 

H  =  1  (UU)2  O.1  Q7  +  y  (U0)2  F.r4. 

e)  Forma  y.     =(6J  dell'autore). 
«  Dal  valore  trovato  di  H  si  deduce 

j  =  ^  (UUT-(FQ)2(FQ')-  +  ^-  (U0)2(FF')''. 

«  Qui  non  si  deve  ricercare  che  il  valore  di  (FQ,)~  (F£ì')2,  adoperando 
la  forma  polare  Fe2Py8  ed  avendo  riguardo  alla  seguente  proprietà  della 
forma  Qx.*,  che,  cioè: 

«,,(«Q)2  =  0, 
qualunque  sia  ij\\y<i   (Infatti  le  coppie  di  elementi  oc,  v.,i«r  ed  Q,2,  sono 
coniugate  armoniche  tra  loro,  e  perciò  è  nullo  il  loro  invariante  xy(aQ)-)  ('). 
Ponendo  perciò   nella  F.,2F,,2  Xt=Qi,   #4= — £ì| ,  2/i=Q'a,  y$= — D'i,   si 
ha  successivamente 

(FQ)2  {YQlf  =  (Uà)  (U/3)  (aQ)2  (6Q' )«  —  -ì-  (U0)2  (QQ')J 

=  -y(U0)2(00')2. 
«  Con  questi  valori  e  con  quello  di  (FF')s  =  z,  si  trova  subito 

y=(0U)2j  |-(0rU)rl-l(D'D'')2(00')2  j  . 
«  Coi  simboli  dell'autore  si  ha 

J  =  Ìi=ÀK(8ir"-9DD)' 


e  non,  coni1  egli  scrisse 


J  =  ^K(8K2-3DD). 


(')  Si  ha  «y  (afl  •=«,  (fe)  tò-)  (aft)  (ae)  =-\{ab)  (bc)  (ca)  W)«,^)^(«fly  J=0, 

essendo  tale  la  somma  in  j       j.  Cfr.  la  teoria  delle  forme  binarie  cubiche,  per  la  forma 
[aJ)*ax  identicamente  nulla. 


—  376  — 

«  Con  tal  valore  di  J  fu  calcolato  anche  il  discriminante,  il  quale  perciò 
dovrà  esser  corretto,  come  vedremo. 
d)  Forma  T.     (=20  dell'autore). 
«  Dalla  prima  polare  di  H 

H„HJ3=l(UU'fQsQ,Q'/  +  y(U0r-F',F/ 

si  ricava  subito,  osservando  che  (FF')¥xaF'x3  =  0 , 

T  =  T,6  =  -1  (UU)2  (FQ)  Q.  Fx3  Q'.c2 , 

dove  rimane  a  calcolare  la  forma  (FQ)FJ3flc. 
«  Dalla  prima  polare  di  F  si  deduce  tosto 

(FQ)  Fx3  Qx  =  (Uà)  (U/3)  (bù)  a/-  bx  Qx 

=  (Uà) (UjS)  {bd)  {ed)  (78)  dx a* bx 

=  -i  (U«)  (U/3)  (y8)  a,«  j  M)"  e*  ■+■  (cdf  bx*  -  (bc)*  dj  J 

per  l'identità  (I). 

«  La  seconda  parte,  che  ha  il  fattore  (78)  (ed)2  identicamente  nullo, 
sparisce;  l'ultima  parte,  mutando  nel  fattore  —  (78) (fcc)* da?  e  in  d  e  7 
in  8,  diviene  identica  alla  prima,  perciò 

(FQ)  F.c3  Qx  =  (Uà)  (U/3)  (78)  (6d)s  a,2  cx2 

=  (U0)  (70)  (Ua)a/cx"  =-- \  (U0)  a,«  cx2j  (U«)  (©7)  +  (Uy)  (Sa)  j  • 

«  Introducendo  il  covariante 

VT1  =  (U0)Ux0.r         (=20  dell'autore) 
si  ha  chiaramente 

(V«)  (V7)  =  i  (U0)  (U«)  (07)  +  4  (U0)  (Uy)  (0a) . 

«  Cosicché 

(FQ)  Fx3  Qx  =-  (Va)  Vy)  ax2  cx* , 

e  perciò,  scrivendo  bfi  in  vece  di  07 , 

T  =  T/  =  -  1  (UU')2.  Q;2.  (Va)  (V/3)  ax2  bx* . 

4.  «La  forma  (Va)  (V/3)«x2i.r2  si  ottiene  evidentemente  eliminando  y 
tra  le  due  al/a,2  =  0  e  V„*  =  0,  ed  è  perciò  analoga  alla  Fx4:  chiamia- 
mola $  =  $/('). 


(')  È  la  forma  (P,  Q,  E)  (V,  V')5  dell'autore. 


—    oli    — 

«Per  calcolare  le  forine  appartenenti  a  <1»,  basta  mutare  nelle  i,/,H,T 
F  in  $  ed  U  in  V.  Così: 

*?  =  |-  "(W8  -  \  (WT  (00? , 

h  =  (V0)* 1  4 (V0F2 -  | ( VV')8  (00')'2 1 , 

H,  =  l  (VV')2Qr*QV  +  ^  (VB)2 «Dì4, 

TT  =  —  j  (V V')2  0.;-  (War)  (W/3)  a/ bx* , 
dove 

w.r2  =  (V0)v.re,.. 

«Or  (V0)2  è  identicamente  nulla,  poiché  è  l'invariante  simultaneo 
(2"  armonizzante)  del  jacobiano  VJ.*=(U0)Uii;0x  e  di  una,  0/,  delle  forme 
costituenti. 

«  La  (VV)2  è  il  discriminante  di  YJ,  e  perciò,  coni'  è  noto  , 

1 


(14)  (vv')»  =  -(UU')*(00')*--±  (U0)*    . 

«  La  W/  è  il  jacobiano  di  Y/-  e  di   una  delle  forme,  la  forma  0C-, 
che  costituiscono  YJ.  Perciò,  coni'  è  pur  noto  : 

W,5  =  \-  (V0)«eV  —  1  (007TJ/  . 


«  Perciò 

2 


(W«)  (W/S)  a,» 6.»  =  |(U0)4  (0a)  (0/3)  o.»6,«  -  1  (00')*  (U«)  (U<3)  o,«ft.« 


=  _  1  (U6)»  Q,a  Q's*  -  i  (90')*  F/ . 


Onde 


^=-|(WT(00T- 

J>  =  0 

H?=^1VV')-^QV2 

tv=  i  (W)'  qs*  |  (ue)«a,»ff.»+2  (ee')»E.«  j , 

salvo  a  sostituire  per  (VV)1  il  valore  (14). 

«  L'ultima  formola,  quella  che  dà  il  valore  di  T*,  nell'autore  non  è 
esatta,  perchè  in  luogo  della  forma  F/'  vi  figura  la  (F,  Q,  R)  (V,  V')-.  Ce 
ne  possiamo  accorgere  anche  dalla  mancanza  d' omogeneità  in  tutta  l'espres- 
sione nella  j  dell'autore;  omogeneità  che  si  riguadagna  scrivendovi  la 
forma  (a,  b,  e)  (V,  V')*,  eh' è  la  nostra  F*4,  in  luogo  della  (P,  Q,  R)(V,  V')1. 


—  378  — 

5.  «  Ponendo  le  abbreviazioni 

D  =  (UU')4,        D'  =  (U0)8,        D"  =  (00' 
le  formole  precedenti  possono  scriversi  come  segue: 


8  2 


Ldd"  ,     j  =d'(|:d'«-1dd") 


4  3  4 

j?=_ÌD"(DD"-D"-),        ;>=0 


H?=Ì(DD" 

—  DJ)Q'-, 

6. 

«  La  forma  ce 

imposta  • 

per 

X 

o 

porge  : 

T?=  ì  (DD"— D'2)  (D'  &  ■+-  2D"  F)  Q . 


xF  +  XH  =  0 


—  -J-  D'  F  H-  H  =  i-  DQ* 

O  4 

ossia,  prescindendo  dal   fattore  —  D,  il  quadrato  Q2  della  forma  il.  Perciò 

il  dev'  essere  un  covariante  quadratico  di  T  ;  come  fu  infatti  trovato.  Gli 
altri  due  covarianti  quadratici  (irrazionali  nei  coefficienti)  saranno  i  fattori 
della  forma  <I>.  D'altro  canto  è  noto  che  i  covarianti  quadratici  di  T  sono 
forniti  dalle  tre  forme  FxX  che  diventano  quadrati  esatti  per  quei  valori 
di  x:).  che  sono  radici  della  cubica  risolvente. 

*    „«        3 


x 


<3  —  4rxX2—  4-X3  =  0 


«  Questa  cubica  essendo  soddisfatta  per  x:X= — — D' ammette  il  fa t- 

o 

tore  x  -h  -5-  D'  ) ,  e  gli  altri  fattori  sono  forniti  da  un'  equazione  di  2°  grado 
che  si  può  scrivere  sotto  la  forma 


£. 4-  g-  =  D'2  -  DD"  (  =  - 1  (YV')S)  . 


il  cui  discriminante  è 

9 

«  Per  la  forma  0  poi,  essendo  ;>=0,  la  forma  H¥  è  proporzionale 
ad  uno  dei  covarianti  quadratici  (il)  di  To,  come  fu  infatti  trovato.  Gli 
altri  covarianti  quadratici  di  Ty  sono  fattori  della  biquadratica 

D'iT--f-2D"F  =  0 
che  appartiene  alle  quaderne  sizigetiche 

xF  +  XH  =  0  . 


—  370  — 

Ed  infatti  posto  x  =  2DD"  —  4D'J,  X  =  4D'  si  ha 

xF  +  XH  =  D  (D' Q2  +  2D"F) . 

«Del  resto  poi  la  risoluzione  delle  equazioni  P  =  0,  H  =  0,  T  =  0; 
$  =  0,  IL  — 0,  Ty  — 0  si  può  rendere  più  spedita  senza  far  uso  delle  cu- 
biche risolventi. 

«  Infatti,  ricordando  che  Q2=^ — 2  (02)  (0/3)  ar4 b^,  e  trascurando  i  fat- 
tori costanti,  le  equazioni  suddette  assumono  le  forme  rispettive 

F=(Ua)(U£)a/-6,.2=0,  H=—  4-D(0a)(0/3)aIs6;r*+4D,(U«)(UJ8)aI16Ia=O, 

Ci  O 

T  =  a*(V«)(V/3Ksi,*  =  0; 
*=(Va)(V/3K»6,«=0,  HT  =  Qì=-2(0«)(0^)ai.HJ*  =  O, 

T«=Q*j-D\eflO  (0,5K  V+D"(U:0  (U/3)  o/6,«  j  =0. 

«  Dalla  forma  che  hanno  queste  espressioni  si  scorge  subito  che  im- 
maginando risolute  le  equazioni  in  y 

U,«  =  0,    -yDe^  +  lD'U.^O,     V,«  =  0.,     e,»  =  0, 

si  avranno  le  radici  x  delle   F,  H,  <I>,  Hv  =  0 ,   sostituendo  i  valori  trovati 
di  y  nell'equazione  della  corrispondenza  «jas*-==0. 

«In  quanto  ai  covarianti  T  e  T.f>  essi  hanno  le  due  radici  iìr2  =  0 
comuni;  le  altre  si  ottengono  rispettivamente  risolvendo  le  equazioni  si- 
multanee 

«,o,«  =  0,  V=0;     «aoa2  =  0,     —  D'0/  +  D"U7  =  O. 

7.  «  Finalmente  si  trova  pel  discriminante  della  biquadratica  F  : 

B  =  <«  — 6j«=  1d*-D"2(D'2-DD"). 

o 

«  Coi  simboli  dell'  autore  si  ha 

P_27J"  =  D2D2(K2-Dn) 
e  non,  coni'  egli  scrisse , 

I:l  — 27Ji  =  -i-DD(—  32Ki  +  33K2DD—  9D2  D2) 

partendo  dalla  erronea  espressione  dell'invariante  J. 

«  Possiamo  dilucidare  il  valore  di  R  anche  con  le  seguenti  considera- 
zioni sulle  radici  doppie  di  F. 

a)  «  Se  U/— 0  ha  radici  doppie  (è  un  quadrato  perfetto),  cioè  se  D— 0, 
anche  F./'=0  le  avrà:  anzi  F  sarà  eguale  al  quadrato  di  una  forma  qua- 
dratica. Perciò  R,  com'è  infatti,  dev'esser  nullo:  H  diviene  eguale  a  un 

multiplo  di  F  (=  =  -^-D'f\  T  =  0,   ed   «'  =  |-D'2,  ;'=*|-D'3  (')■ 

b)  <  Se  ciò   che  avviene   contemporaneamente  equazione  (8),  0/=O 

'    Clebsch,  Vorletungen  etc.  giunge  per  via  diversa  a  questi  stessi  valori  di  i.j,  H. 
Rendiconti  —  Vol.  I.  49 


—  380  — 

ed  Qx.2  =  0  hanno  radici  doppie  (onde  D"=0),  le  due  forme  <*i a/,  aiaxl 
che  costituiscono  Q,2  ammettono  un  fattore  comune,  che  si  riproduce  nella 
F  elevato  a  quadrato.  Perciò  R  dev'esser  nullo;  e  lo  è  infatti,  perchè 
ammette  D"  per  fattore. 

e)  «  Non  sono  questi  i  soli  casi  nei  quali  F  può  avere  il  discriminante 
nullo  :  ve  n'  è  un  altro,  quello  cioè  in  cui  U  e  0  avessero  un  fattore  co- 
muue.   In  tal  caso  F  avrebbe  per  fattore  doppio  uno  dei  fattori  di  Q. 

«  Infatti  posto 

si  ha  da  principio 

F.r*  =  (pu)  (q?)  a*  b*  =  (par)  ax*.  (qft)  bx*  , 
1 


-  v  Q2  =  (0«)  (9/3)  ax*  bx»-  =  (p«)  a*.  (r/3)  b 


t 


2 


«  Chiamando  con  u  =  ux ,  v  =  vx  i  fattori  di  Q  =  ùx*  e  determinando 

convenientemente  le  costanti,  potremo  supporre n-Qt==utvi.   Dunque 

si  ha  l'identità 

i*««»  =  (p«)a„».(r/9)&*. 

«  Qui  il  primo  membro  è  un  quadrato  perfetto,  perciò  tale  deve  essere 
anche  il  secondo  membro:  onde,  essendo  p  ed  r  diversi  tra  loro  (se  no  si 
rientra  .nel  caso  b),  ciascuno  dei  suoi  fattori  sarà  un  quadrato  perfetto  ; 
dovremo  anzi  porre 

pu*==(pec)a/,     TO«  =  (r/S)6.«     (p<x  =  l). 
«  Cosicché  F==ona  (q{3)  &a2  contiene  in  effetti  il  fattore  u  di  0  come  fat- 
tore doppio. 

«  Ma  se  U  e  0  hanno  una  radice  comune,  il  loro  risultante  D'2 — DD" 
deve  annullarsi.  Tale  risultante  dunque  deve  essere  un  fattore  di  E,  come 
fu  infatti  trovato. 

«Essendo  R^D2D"2  (D'2  — DD"),  il   segno   di  R  dipende  dal   segno 

D'2_DD"^  =  —  -1(VV')A  e  non  dai  segni  espliciti  di  D  e  D".  Per- 
ciò intorno  alla  realtà  delle  radici  di  F  possiamo  dire,  giovandoci  di  teo- 
remi noti  nella  teoria  delle  forme  biquadratiche  : 

I)  «  Se  R<0,  e  però  anche  D'2— DD"<0  e  la  forma  V=(U0)Ux0x 
ha  radici  immaginarie,  la  F  ha  due  radici  reali  e  due  immaginarie 

II)  «  Se  R>0,  e  perciò  anche  D'2— DD">  0  e  la  forma  V  ha  radici 
reali,  la  F  ha  o  quattro  radici  reali  o  quattro  radici  immaginarie   secondo 

i 

che  H  ed  H2 -F2,  per  arbitrari  e  reali  valori  di  a?  hanno  segni  diversi 

o  eguali  »  ('). 

(')  debacli,  Theorie  der  binnren  Formen  §  47. 


di 


—  381  — 
Matematica.  —    Di  alcune  proprietà    delle    equazioni    lineari 
omogenee  alle  differenze  fin  He  del  2"  ordine.  Nota  del  prof.  D.  Besso, 
presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Fra  le  proprietà  delle  equazioni  lineari  alle  differenze,  analoghe  a 
note  proprietà  delle  equazioni  lineari  alle  derivate,  sono  qui  esposte  alcune, 
dell'equazione  del  second' ordine,  le  quali  si  riferiscono  al  prodotto  di  più 
soluzioni,  ed  alla  somma  di  potenze  simili,  ad  esponente  costante,  intero  e 
positivo,  di  più  soluzioni. 

1.  «  Sieno  y\yi-.ym  m  soluzioni  dell' equazione  alle  differenze  finite: 
6ty  —  p.0t/  —  qy  =  Q  (1) 

nella  quale  p  e  q  sono  date  funzioni  di  ce  e  6y=yx-,-\  ('). 

«  Dalla  : 

yiyt-ym=z  (2) 

e  dalla  (1)  si  ricava: 

8yt  9yt...  6ym  =  6:, 

(p  ■  flj/i  +  qu\)  (p  ■  <>!/ì -+■  qui)  ••••  (p  ■  fym -+- qym)  =  e1;, 

ed  è  chiaro  che  da  questa,  ripetendo  più  volte  1'  operazione  indicata  col 
simbolo  0,  si  otterranno  equazioni  della  forma  : 

(/'/,  ■  «fyi  -f  Qhy\)  iph  ■  Oi/ì-^'M/ì)  ■■■■  il'i,  ■  Oym-hqk!ln)  =  tik  Az  (3) 

in  cui  le  pi, ,  qh  sono  determinate  dalle  : 

Po  =  P  P*  —  V  ■  6Pk-\  +  C'h-i  \  ,4x 

7o  =  '1  Ih  =  (l  ■  6Ph-i  * 

«  Ora,  indicata   con   Tn  la  somma   dei   prodotti   ad   n   ad  n   degli  m 

quozienti  : 

.Vi    '      Ut    '    ""     Vm  ' 

la  (3)  si  trasforma  nella: 

M=H1 — 1 

z    V    qk^pll"1n  =  e"^z  —  P,r.O:-qh"':  (3") 

(i-i 

la  quale,  postovi  /i=0,  1,  2, ...  m — 2,  somministra  un  sistema  di  m — 1  equa- 
zioni lineari  rispetto  alle  Ti,  T2,  ....  T„,_i ,  il  quale  permette  di  determinare 
queste  quantità,  mediante  p,  q,  z  e  loro  0,  quando  le  p,pi,  pì—Pm-ì  e  la 
q  sieno  tutte  diverse  da  zero. 

«  Infatti  il  determinante  dei  coefficienti  è  eguale  al  prodotto  : 

PPlP4  —  Pm-S'<7?l?ì-»  Clm-Ì 

moltiplicato  pel  prodotto  delle  nmTJ^l  differenze  che  sono  comprese 


(')  È  la  notazione  adottata  dal  Casorati  nella  sua  importantissima  Memoria  :  //  cal- 
colo delle  differenze  finite  interpretalo  e  accresciuto  di  nuoci  teoremi  ecc.  (Annali  di  Mate- 
matica, voi.  X). 


—  382  — 


nella  forinola: 

Thqk—Pk'h 
la  quale,  in  forza  delle  (4) ,  supponendo  k>h  ,  si  può  scrivere  : 

(— 1)"  q  .9q ....  e""1  q  .  6"  (n,_h-Vli_h  q) 
od  anche  : 

(— l)h-lq.8q 6h^q.ehq.tih^qk_h_x. 

«  Perciò,  e  per  le  (4),  è  chiaro  che  questo  determinante  si  annulla 
soltanto  quando  una  delle  p  sia  zero,  oppure  sia  q=0 . 

2.  «  Se  al  precedente  sistema  si  aggiunge  l' equazione  che  si  ricava 
dalla  (3')  per  h  =  m  —  1 ,  si  ha  un  sistema  di  m  equazioni  il  quale  per- 
mette di  eliminare  le  T;  e,  nell'ipotesi  che  nessuna  delle  p  sia  zero,  né 
sia  q—Q,  il  risultato  di  tale  eliminazione  sarà  un'  equazione  lineare  omo- 
genea alle  differenze  finite  dell'ordine  m-f-1,  soddisfatta  dai  prodotti  di  m 
soluzioni  della  (1). 

3.  «  Sieno  u\,Ui...un   altrettante  soluzioni   distinte   della  (1)  e  sia  m 
una  costante  intera  e  positiva  non  minore  di  In — 1  .  Posto  : 


U,     —  =  *, 

u 


2U  = 


:Sfl     (5),         2Ur  =  S,     (6), 


si  troverà  : 


ossia  : 


S,„  =  Oz 
lV(Pkt  +  qhy  =  0"^: 


(7) 


■=«-i/m\ 


qh'"-r  S,  =  6h^  z  —  Ph'".  tìz  -  qk"'  z , 


la  quale,  per  /i=0, 1,  2, ...  m — 2,  porge  un  sistema  di  m — 1  equazioni  lineari 
che  vale  a  determinare  le  Si, Sa, ...  S»,_i  ,  in  funzione  di  p,  q,  z  e  loro  0, 
quando  le  p,  pt , ...  p,„_»  e  la  q  sieno  tutte  diverse  de  zero. 

«Perciò,  e  in  forza  delle  (5)  (7),  e  per  essere  m>2/i  —  1,  quando 
sia  conosciuta  la  z  saranno  noti  i  secondi  membri  delle  2n  equazioni  che 
si  ricavano  dalla  (6)  per  r=0,  1,  2,  ...  2rì — 1,  dalle  quali  equazioni,  eli- 
minando le  Ui,  U2,...U,„,  e  indicando  con: 

(-l)ftM„ 

la  somma  dei  prodotti  ad  h  ad  h  delle  <i ,  t,, ...  tn,  si  ottengono  le  n  equa- 
zioni comprese  nella: 

M„  S*  +  M„_i  SfcH  + ....  +  M,  S^„_,  +  Sk-n  =  0 
per  /c  =  0,  1,  2, ...  ri—  1. 

«  In  questo  sistema  d' equazioni  il  determinante  dei  coefficienti  è  eguale 
al  prodotto  di  UiU»...  U„  pel  quadrato  del  determinante: 

1        1        1 


«i2 


h 

u- 


n-1 


—  383  — 

il  quale  è  diverso  da  zero  nell'ipotesi  fatta  che  le  ut,  uì,...un  sieno  so- 
luzioni distinte  della  (1). 

«  Si  possono  quindi  esprimere  razionalmente,  eolle  z,  p,  q  e  loro  0,  i 
coefficienti  dell'equazione  algebrica  digrado  riavente  per  radici  le  l  ;  culle 
quali  radici,  e  colle  nominate  funzioni,  le  equazioni  (6)  permettono  di  de- 
terminare le  potenze  m'  delle  v,  ». 

Morfologia.  —  Morfologìa  delle  terminazioni  nervose  motrici 
periferiche  dei  vertebrati.  Nota  preliminare  (')  del  Socio  S.  Trinchese. 

«  I  muscoli,  di  cui  mi  sono  servito  per  fare  le  osservazioni  che  esporrò 
in  questa  Nota,  furono  trattati  col  metodo  lowitiano  del  cloruro  d' oro  mo- 
dificato dal  mio  preparatore  Alberto  Grieb,  nel  modo  che  dirò  in  una  mo- 
nografia che  presenterò  quanto  prima  all'Accademia. 

«  Nei  pesci  da  me  esaminati  sinora  ho  riscontrato  due  forme  ben  di- 
stinte di  terminazione  nervosa  :  una  nei  Teleostei,  l'altra  nei  Plagiostomi. 
Nei  Teleostei  (Cranoscopus,  Blenuius,  Scorpaena),  il  cilindro  assile  ipolem- 
male  si  riduce  ad  un  filamento  sottilissimo  portante  sul  suo  tragitto  dei 
neurococchi  (')  ovoidi  o  sferici,  situati  a  distanze  più  o  meno  grandi.  Questo 
filamento  ora  è  semplice,  ora  è  diviso  in  due,  raramente  in  tre  filamenti 
secondari,  i  quali  si  adagiano  ordinariamente  in  direzione  obliqua  sul  fascio 
muscolare.  Intorno  ad  essi  trovasi  spesso  della  sostanza  granulosa  sparsa 
e  qualche  nucleo  fondamentale,  o  delle  cellule  il  cui  corpo  è  formato  di 
sostanza  granulosa.  Queste  cellule  formano  talvolta,  sotto  il  sarcolemma 
di  alcuni  Teleostei  (Pleurouettidi),  uno  strato  continuo  molto  esteso,  mentre 
negli  altri  Vertebrati  si  trovono  sparse  qua  e  là  in  piccoli  gruppi,  o  si 
limitano  esclusivamente  nell'area  occupata  dai  cilindri  assili  ipolemmali.  I 
nuclei  fondamentali  non  sono  altro  che  i  nuclei  di  queste  cellule,  il  corpo 
delle  quali  si  è  disfatto  ed  ha  prò  .lotto  la  sostanza  granulosa  sparsa.  Ac- 
canto all'  estremità  terminale  di  ogni  filamento  assile,  trovasi  quasi  sempre 
un  nucleo  che  il  filamento  rasenta  prima  di  terminarsi.  Talvolta,  invece  di 
un  semplice  nucleo,  vi  si  trova  una  cellula  di  sostanza  granulosa. 

«  Nei  Plagiostomi  (Torpedo,  Raja.  Scyllium),  il  cilindro  assile  ipo- 
lemmale  si  ramifica  dicotomicamente  dirigendosi  in  tutti  i  sensi.  I  filamenti 
terminali  nei  quali  le  ramificazioni  assili  si  risolvono,  sono  in  alcuni  generi 
così  fitti  che  difficilmente  si  possono  contare.  I  neurococchi  sono  ovoidi  o 
rotondi  (Raja)  ;  piriformi  o  a  bastoncello  (Torpedo)  ;  e  si    trovano   costan- 

(')  Letta  nella  seduta  del  12  aprile  1885. 

(')  Ho  denominato  così  i  corpuscoli  che  si  trovano  sul  tragitto  o  al  termine  dei 
cilindri  assili  ipolemmali,  per  denotare  con  uno  stesso  nome  formazioni  che  assumono 
aspetti  e  disposizioni  svariatissime  nelle  diverse  classi  di  Vertebrati,  e  sono  non  pertanto 
tra  loro  oni'jlo<rhe. 


—  384  — 

temente  alle  estremitìi  terminali  dei  cilindri  assili ,  ove  formano  «  una 
moltitudine  di  grappolini  spargoli  »,  giusta  la  bella  figura  e  la  più  bella 
descrizione  pubblicate  dal  prof.  Ciaccio  che  li  ha  osservati  nella  Torpedine. 
La  sostanza  granulosa  e  i  nuclei  fondamentali  si  accumulano  sotto  i  neu- 
rococchi e  sotto  gli  ultimi  filamenti  assili  che  li  portano. 

«  Negli  Anfibi  (Triton,  Amblystoma,  Rana),  il  cilindro  assile  non  è 
mai  semplice  come  nei  Teleostei,  ne  così  fittamente  ramificato  come  nei 
Plagiostomi.  In  generale  esso  si  divide  in  due,  tre  o  quattro  filamenti  bi- 
forcati, alcuni  dei  quali  si  rivolgono  verso  un  capo,  altri  verso  l' altro  capo 
del  fascio  muscolare,  in  direzione  quasi  sempre  parallela  all'asse  longitu- 
dinale di  questo.  I  neurococchi  sono  quasi  sempre  situati  sul  tragitto  dei 
cilindri  assili  ;  ma  la  loro  forma  e  disposizione  variano  nei  diversi  ordini 
della  classe.  Negli  Urodeli  (Triton),  sono  ovoidi  o  rotondi  e  si  dispongono 
a  distanze  più  o  meno  grandi,  come  nei  Teleostei  ;  ma  sono  due  o  tre  volte 
più  grossi  dei  neurococchi  di  questi  pesci.  Negli  anuri  (Rana),  i  neurococchi 
sono  ordinariamente  discoidali  e  molto  vicini,  quasi  addossati,  gli  uni  agli 
altri,  in  guisa  da  somigliare,  nel  loro  insieme,  a  lunghe  pile  di  monete. 
Tale  è  la  forma  più  comune  in  questo  ordine  ;  ma  in  alcuni  muscoli  delle 
estremità  posteriori  della  Eana,  se  ne  trova  un'altra  che  ho  denominato: 
neuroconia,  o  polvere  nervosa,  la  quale  consiste  in  una  fitta  rete  di  finis- 
simi cilindri  assili  portanti  dei  piccoli  neurococchi  rotondi  o  di  forma  ir- 
regolare. Si  riscontrano  pure  qualche  volta  nella  Eana  delle  forme  miste, 
nelle  quali  il  cilindro  assile,  traversato  appena  il  sarcolemma,  si  risolve 
in  una  neuroconia,  dalla  cui  periferia  partono  poi  i  filamenti  longitudinali 
portanti  le  pile  di  neurococchi  discoidali.  Una  forma  molto  somigliante  a 
questa  predomina  nelP  Axolotl,  fra  gli  Urodeli  ;  salvo  che  in  esso  i  fila- 
menti assili  longitudinali  che  si  staccano  dalla  neuroconia,  portano  dei  neu- 
rococchi rotondi,  ovoidi  o  di  forma  irregolare.  I  neurococchi  portati  da  un 
medesimo  filamento  assile,  qualche  volta  hanno  un  medesimo  diametro , 
qualche  altra  volta  vanno  man  mano  rimpiccolendo  secondo  che  '  si  allon- 
tanano dalla  biforcatura  del  filamento  assile  ;  e  giunti  al  termine  di  questo, 
diventano  così  piccoli  che  non  si  possono  distinguere  dai  granuli  delle  strie 
longitudinali  del  fascio  muscolare.  Quando  i  neurococchi  non  rimpiccoliscono 
come  ho  detto  or  ora  e  la  pila  che  essi  formano  si  arresta  bruscamente , 
si  vede  il  sottile  cilindro  assile  traversare  1'  ultimo  neurococco ,  spingersi 
innanzi  per  breve  tratto,  rasentare  un  nucleo  muscolare  e  perdersi  tra  le 
strie  longitudinali.  In  alcuni  muscoli  della  gamba  e  del  braccio  della  Rana, 
ho  trovato  qualche  terminazione  somigliante  a  quella  dei  Sauri.  La  sostanza 
granulosa  sparsa  si  trova  pure  negli  Anfibi,  sebbene  in  piccola  quantità  e 
in  un  numero  assai  minore  di  fasci  muscolari  che  non  in  tutte  le  altre 
classi  di  Vertabrati.  Del  resto,  nemmeno  nei  fasci  muscolari  degli  altri  Ver- 
tebrati si  trova  sempre   questa   sostanza:  mi  è    occorso,  spesso  di    vedere 


—  385  — 

dei  lasci  che  ne  erano  ben  provvisti,  accanto  a  l'asci   che  non  ne  avevano 
punto. 

«  Tra  i  Rettili,  la  terminazione  più  semplice  s'  incontra  nei  Cheloni , 
in  cui  predomina  una  forma  che  ricorda,  per  molti  caratteri,  quella  degli 
Anuri.  Il  cilindro  assile  ipolemmale  si  divide  infatti  in  due  o  tre  filamenti 
diretti  nel  senso  dell'asse  longitudinale  del  fascio  muscolare;    e    i    neuro- 
cocchi sono  spesso  addossati  gli  uni  agli  altri  e   talvolta   sono   discoidali  ; 
ordinariamente  però  hanno  forma  ovoide  o  rotonda.  Oltre  la  forma   or  ora 
descritta  che  è  la  più  comune  nei  Cheloni,  se  ne  trova  un'altra  ,  la  quale 
consiste  in  un  robusto  cilindro  assile   ipolemmale  che  si   divide    in    due  , 
diretti  uno  verso  un  capo,  l'altro  verso  l'altro  capo  del   lascio    muscolare. 
Nei  primi  due  terzi  del  loro  tragitto,  essi  sono  privi  di  neurococchi  o  ne 
portano  uno  o  due;  ma   nell'ultimo  terzo  ne  hanno  sei  o   sette  messi  in 
fila.  Dai  primi  due  terzi  di  questi  cilindri  assili  longitudinali,    partono  ad 
angolo  retto,  o  in  direzione  leggermente  obliqua  ,    sette    od  otto   filamenti 
sottilissimi,  alcuni  dei  quali  restano  semplici  e  ciascuno  si  termina  in  un 
neurococco  rotondo  ;  mentre  gli  altri  si  biforcano  poco  prima  di  terminarsi, 
e  ciascuno  dei  due  corti  filamenti  che  ne  nascono,  va  a  finire  in  un    neu- 
rococco pure  rotondo.  Io  chiamerei  questa  forma  :  terminazione  a  rastrello. 
Nei  Sauri  il  cilindro  assile  si  divide  ordinariamente  in  due  tronchi ,    cia- 
scuno dei  quali  si  suddivide  poi  in  due  o  tre  filamenti  che   si   ramificano 
dirigendosi  in  tutti  i  sensi.  I  neurococchi  si  dispongono  in   serie    lungo  i 
filamenti   del  cilindro  assile.  e  sono  di  due  specie:  gli    uni  più   piccoli    e 
rotondi  ;  gli  altri  più  grossi ,  di    forma  irregolare  e    spesso    bernoccoluti. 
Questi  ultimi   risultano  evidentemente  da  fusione  di  neurococchi  piccoli,  e 
quindi  li  chiamo  •:  composti.   I  neurococchi   delle  due    forme  si    alternano 
irregolarmente   lungo    i   filamenti   assili ,   alle    cui   estremità   terminali   si 
trova  costantemente  un   neurococco   che   può   essere   dell'  una  o  dell'altra 
forma.  Negli  Ofidi,   predomina  una  forma   simile  a  quella   dei   Sauri  ;  ma 
nel  Boa  constrictor  si  riscontra  talora  una  terminazione  assai  singolare  che 
ricorda  quella  più  comune  degli  Uccelli.  Il  cilindro  assile   si  divide  prima 
in  due  filamenti    longitudinali  ,  dai  quali    partono   altri   filamenti    che   si 
biforcano.  I   filamenti  prodotti  dalla  biforcazione  si  curvano  ad   arco  l'uno 
verso  l'altro  e  giungono  talvolta  a  toccarsi  colle  loro  estremitìi  terminali. 
formando  così  degli  anelli  o  delle  cornicine.  I  neurococchi  possono  essere 
sferici,  ovoidi  o  di  forma  irregolare  :  questi  ultimi  sono  sempre  più  grossi 
degli   altri  e  risultano  da  fusioue  di  neurococchi  più  piccoli.  La    sostanza 
granulosa,  nei   Rettili,  trovasi  intorno  a  tutte  le   ramificazioni  del  cilindro 
assile  ipolemmale  e   forma   a   ciascun    filamento  di    quello   una    specie  di 
largo  astuccio. 

«  Negli  Uccellli,  la  forma  predominante  di  terminazione  è  molto  sem- 
plice. Il  cilindro  assile  ipolemmale  si  divide  prima  in  due    filamenti,  eia- 


—  38C  — 

scuno  dei  quali,  dividendosi  alla  sua  volta ,  ne  forma  altri  due  ;  questi 
s' incurvano  ad  arco  o  ad  uncino  1'  uno  verso  l'altro,  ordinariamente  senza 
raggiungersi,  e  formano  degli  anelli  o  delle  coroncine  incomplete  :  talvolta 
però  si  raggiungono.  I  neurococchi  sono  ordinariamente  ovoidi,  qualche  volta 
sferici  e  si  dispongono  a  distanze  più  o  meno  regolari  lungo  il  tragitto 
dei  filamenti  assili,  i  quali  ne  hanno  sempre  uno  attaccato  alla  loro  estre- 
mità terminale.  Oltre  la  forma  or  ora  descritta ,  se  ne  trova  un'  altra 
piuttosto  rara,  la  quale  consiste  in  un  sottile  cilindro  assile  che  si  biforca 
dando  origine  a  due  filamenti  longitudinali,  uno  più  lungo  dell'altro,  por- 
tanti dei  neurococchi.  Dal  filamento  più  lungo  partono  poi  quattro  o  cinque 
filamenti  trasversali,  alcuni  dei  quali  si  biforcano,  mentre  altri  restano 
semplici:  sì  gli  uni  che  gli  altri  sono  muniti  di  neurococchi  situati  a 
varie  distanze.  La  sostanza  granulosa  sparsa  è  poco  abbondante  negli  Uccelli  ; 
vi  si  trova  invece  una  o  due  cellule  piuttosto  grosse,  ora  presso  la  prima 
biforcatura  del  cilindro  assile,  ora  entro  le  coroncine  formate  dagli  ultimi 
filamenti  di  quello-  Ho  riscontrato  queste  forme  nella  fringilla  carduelis 
alla  quale  si  sono  limitate  sinora  le  mie  ricerche. 

«  Nei  Mammiferi  ,  il  carattere  generale  più  saliente  delle  termina- 
zioni nervose  è  uno  straordinario  accentramento  dei  neurococchi  ;  il  quale 
è  spinto  al  massimo  grado  negli  ordini  superiori  della  classe  ,  nei  quali 
i  neurococchi  spariscono  quasi  completamente  come  formazioni  distinte,  e 
si  fondono  tra  loro  per  formare,  intorno  ai  filamenti  del  cilindro  assile 
ipolemmale,  una  guaina  spessa  e  continua.  Nei  Chirotteri  il  grado  di  questa 
fusione  è  tale  che  solo  qualche  rara  volta  si  trova  qualche  neurococco 
isolato,  il  quale  è  là  per  attestare  l'origine  della  guaina  che  contiene  il 
cilindro  assile.  Ogni  dubbio  circa  questa  origine  sparisce  quando  si  con- 
sideri che  i  neurococchi  delle  quattro  classi  inferiori  di  Vertebrati  e  la 
guaina  periassiale  dei  Mammiferi ,  hanno  la  medesima  struttura  e  si  colo- 
rano nello  stesso  modo  col  cloruro  d'oro.  Le  due  formazioni,  infatti,  con- 
stano di  una  sostanza  fondamentale  disposta  a  rete,  la  quale  si  colora  in 
rosso  mattone  o  in  roseo  (secondo  che  la  riduzione  dell'oro  è  stata  più  o  meno 
energica),  e  di  granuli  sferici  che  sono  contenuti  nei  fili  della  rete  e  si 
colorano  in  violetto  scuro.  Il  cilindro  assile  si  vede  scorrere  entro  questa 
guaina  come  un  sottile  filamento  fortemente  rifrangente  e  di  una  tinta 
rosea  pallida,  il  quale  si  continua  col  breve  cilindro  assile  pallido  che  esce 
dalla  guaina  midollare  del  tubo  nervoso  afferente.  I  margini  della  guaina 
formata  dai  neurococchi,  presentano  qua  e  là  delle  sporgenze  acute  come 
quelle  delle  dendriti.  Dal  cilindro  assile  che  scorre  nel  mezzo  della  guaina, 
partono  dei  sottili  filamenti  che  traversano  queste  eminenze.  In  che  rap- 
porto sia  questa  guaina  collo  stroma  descritto  da  Kiihne  nei  Rettili  e  nei 
Mammiferi,  non  saprei  dire  ;  non  mi  sembra  però  che  questo  e  quella 
siano  la  medesima  cosa  ;  poiché  Kiihne  dice  che  lo  stroma ,    nei    muscoli 


—  387  — 

trattati  coll'oro,  rimane  chiaro,  e  il  cilindro  assile  diventa  scuro  :  nelle  mie 
preparazioni  invece  si  osserva  il  contrario,  cioè  :  il  cilindro  assilc  si  colora 
in  roseo  o  resta  allatto  incoloro;  mentre  la  guaina  periassiale  si  colora  in 
violetto  scuro  per  l'abbondanza  dei  granuli  menzionati  di  sopra.  Ad  ogni 
modo,  Kiihne  non  ha  notato  la  omologia  della  guaina  periassiale  dei  Mam- 
miferi, coi  neurococchi  delle  quattro  classi  inferiori  di  Vertebrati. 

«  In  tutti  i  Mammiferi  che  ho  potuto  esaminare,  ho  trovato  che  il 
cilindro  assile  ipolemmale  si  ramifica  dicotomicamente  tre  o  quattro  volte, 
formando  dei  corti  filamenti  che  non  sono  quasi  mai  diritti,  ma  si  curvano 
ad  arco  o  ad  uncino  come  per  allontanarsi  il  meno  possibile  dal  centro 
dell'organo  eccito-molore.  Questa  tendenza  dei  cilindri  assili  a  piegarsi  ad 
uncino,  è  stata  notata  da  vari  osservatori  e  specialmente  da  Kiihne  e  da 
Kanvier.  Essa  è  spinta  nei  Chirotteri  al  punto,  che  spesso  tutti  o  quasi 
tutti  i  filamenti  assili  si  raggiungono  colle  loro  estremità  terminali  per 
formare  una  rete,  nelle  cui  maglie  sono  incastonate  le  grosse  cellule  di 
sostanza  granulosa  che  in  questi  animali  abbondano  ». 


PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Presidente  annuncia  con  vivo  rammarico  all'Accademia,  che  le 
condizioni  di  salute  dell'  illustre  suo  Presidente  onorario,  conte  Terenzio 
Mamiani,  dalle  ultime  notizie  risultano  essere  aggravatissime. 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono,  segna- 
lando fra  esse  la  pubblicazione  del  Socio  Gr.  Paris:  La  poesie  du  moyen 
Age,  e  quella  del  sig.  A.  Allard:  La  Crise  -  La  baisse  des  prix  -  La  mannaie. 

Presenta  anche  la  pubblicazione:  Beccane  et  le  Droit  penai.  Essai  par 
M.  Cesar  Canta.  Traduit  par  Jules  Lacointe  et  C.  Delfech,  accompa- 
gnando la  presentazione  colle  seguenti  parole  : 

«  Lo  studio  del  Socio  Cantù  sopra  il  Beccaria  è  noto  in  Italia,  e  sa- 
rebbe superfluo  il  discorrerne  a  modo  di  annunzio.  Piuttosto  conviene  toc- 
care della  traduzione  francese,  or  dianzi  venuta  in  luce  ;  il  che  hanno  fatto 
i  traduttori  stessi  nella  prefazione  colle  seguenti  parole,  che  raccomandano 
il  libro,  meglio  di  altre  considerazioni.  «  M.  Cesar  Cantù  a  fait  paraitre, 
«  il  y  a  déjà  vingt-deux  ans,  son  livre:  Beccaria  e  il  Diritto  penale.  L'ou- 
«  vrage  n'avait  pas  encore  été  traduit  en  notre  langue.  Le  savant  auteur, 
«  en  accueillant  avec  empressement  notre  initiative,  a  bien  voulu  completer, 
Rendiconti  —  Vol.  I.  50 


—  388  — 

«  par  des  notes  et  des  developpements  nouveaux,  l'étude  de  1862  ìi  tei  point 
«  que,  dans  plusieurs  parties,  le  livre  francais  sera,  eu  quelque  sorte,  la 
«  traduction  d'une  oauvre  inedite  ». 

Il  Socio  Comparetti  presenta  le  prime  due  puntate  del  Museo  italiano 
di  antichità  classica,  da  lui  diretto,  e  le  Leggi  antiche  della  città  di  Gor- 
tyna  in  Creta  scoperte  dai  dottori  F.  Halbherr  ed  E.  Fabricius  da  lui  lette 
ed  illustrate,  e  delle  quali  die  contezza  nella  seduta  del  21  dicembre  1884. 

Lo  stesso  Socio  informa  l'Accademia  del  risultato  delle  ricerche  che 
presentemente  il  dott.  Halbhekk  compie  a  Creta. 


CONCORSI    A    PREMI 

Il  Segretario  Carutti  comunica  la  Nota  dei  lavori  presentati  ai  con- 
corsi a  premi  del  Ministero  della  Pubblica  Istruzione,  scaduti  il  30  aprile  1885. 

Scienze   Storiche    (3  premi  del  complessivo  valore  di  L.  9000) 

1.  Castelli  Giuseppe.  L'età  e  la  patria  di  Quinto  Curzio  Rufo  (ms.). 

2.  Galanti  Arturo.  Claudio  Claudiano,  i  suoi  tempi  e  le  sue  opere 
considerate  come  fonti  storiche  (ms.). 

3.  Mathis  Antonio.  Storia  delle  famiglie  e  dei  monumenti  di  Bra  (ms.). 

4.  Orsi  Pietro.  Vanno  mille.  Saggio  di  critica  storica  (ms.). 

5.  Einaudo  Costanzo.  Le  fonti  della  storia  d'Italia  dalla  caduta  del- 
l'impero romano  d'occidente  alla  invasione  dei  Longobardi. 

6.  Rondoni  Giuseppe.  Delle  origini  di  Siena  e  della  sua  storia  più 
antica.  Saggio  di  ricerche  (ms.). 

7.  Anonimo.  La  prima  conquista  della  Britannia  per  opera  dei  Bo- 
manì  (ms). 

8.  Anonimo.  Majone  ministro  di  Guglielmo  I  Be  di  Sicilia  (ms.). 

Memorie  escluse  dal  concorso  al  premio  di  filologia  (1883).  Si  ripropongono 
per  la  classificazione  nei  concorsi  successivi  1884  (scienze  storiche), 
1885  (scienze  filosofiche  e  sociali). 

1.  Anonimo.  /  servi  nelle  leggi  e  negli  istituti  dei  barbari  (ms.). 

2.  Buttrini  F.  Gerolamo  Cardano,  saggio  psico-biografico  (st.). 

Lo  stesso  Segretario  presenta  i  Programmi  per  concorsi  a  premi  bau- 
diti  dalla  r".  Accademia  delle  scienze  di  Amsterdam,  e  dalla  r.  Accademia 
delle  scienze  morali  e  politiche  di  Madrid. 


—  389  — 

C(  )RRISPONDENZA 

Il  Segretario  Carutti  comunica  la  corrispondenza  relativa  a!  cambio 
degli  Atti  accademici. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute 

La  Società  degli  antiquari  di  Filadelfia;  la  Società  zoologica  di  Am- 
sterdam; la  Società,  geologica  di  Liegi  e  il  Comitato  geologico  di  Edim- 
burgo; la  r.  Biblioteca  di  Panna. 

D.  C. 


—  391   — 

RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 

ADUNANZA  SOLENNE  DEL  GIORNO  11  GIUGNO  1885 

ONOKATA  DALLA  PRESENZA  DELLE  LL.  MM. 


Relazione  del  Presidente  F.  Brioschi 

Sire,  Graziosissima  Regixa, 

«  L'Accademia  dei  Lincei  onorata  e  lieta  della  vostra  presenza  nella 
propria  sede,  Vi  è  sommamente  grata. 

«f  Essa  commemora  oggi  il  ristauratore  delle  sue  sorti ,  inaugura  la 
novella  residenza  che  la  sollecitudine  di  lui  ed  il  favore  del  Governo  e  del 
Parlamento  le  hanno  assegnato. 

«  Questa  nostra  Accademia  ,  signore  e  signori,  ha  un  carattere  speciale, 
tutto  suo  e  degno  di  nota,  mentre  essa  può  considerarsi  siccome  la  più 
antica  quanto  la  più  moderna  fra  le  Accademie  scientifiche  d'Europa.  Fra 
i  busti  di  uomini  illustri  che  adornano  questa  sala ,  voi  potete  scorgere 
collocati  1'  uno  accanto  all'  altro  in  prossimità  di  una  stessa  parete,  quelli 
dei  due  uomini  i  quali  fanno  ora  a  noi,  e  lo  faranno  ai  nostri  successori, 
testimonianza  di  questo  carattere:  i  busti  di  Federico  Cesi  e  di  Quintino  Sella. 

«  Il  periodo  storico  scorso  fra  la  creazione  e  la  risurrezione  non  è 
breve  ;  sono  per  la  nostra  Accademia  quasi  tre  secoli  di  vicissitudini  glo- 
riose, seguite  da  lunghe,  ingiuste,  biasimevoli  persecuzioni  ;  sono  per  lo 
scibile  umano  tre  secoli  di  progresso  costante  ed  ognora  più  rapido. 

«  Però,  potrà  chiedersi  giustamente  da  alcuno,  quale  è  la  ragione 
intima  che  consigliò  a  noi ,  avvicinando  quei  due  busti ,  di  scolpire  in 
modo  così  efficace  il  nesso  fra  quelle  due  epoche  ?  Non  v'  ha  persona  colta 
la  quale  ignori  come  in  Italia  verso  la  metà  del  sedicesimo  secolo,  gran- 
dissimo numero  di  quelle  intelligenze  del  rinascimento,  così  poetiche,  così 

Rendiconti  —  Vol.  I.  51 


—  392  — 

appassionate  ammiratrici  della  forma  e  del  bello,  si  rivolgessero  poco  a  poco 
verso  le  scienze.  La  nature,  scriveva  il  Libri ,  semblait  vouloir  annoncer 
«  par  un  grand  pronostic  que  Ics  arts  allaient  céder  le  sceptre  aux 
«  sciences;  car  Galilée  venali  au  monde  le  jour  où  la  mort  frappali 
«  Michelange  ».  Se  il  genio  sublime  di  Leonardo  da  Vinci,  se,  in  minori 
proporzioni,  Michelangelo  stesso ,  avevano  precorso  quest'  epoca ,  essa  fu , 
come  direbbe  il  Taine,  il  prodotto  naturale  della  condensazione  degli  spiriti 
verso  il  nuovo  ideale. 

«  Il  carattere  speciale  del  genio  di  Galileo,  scriveva  ancora  il  Libri, 
è  la  critica  dei  fatti,  l' opera  sua,  la  filosofia  scientifica.  Non  dobbiamo 
stancarci  di  ripeterlo,  perchè  il  carattere  del  suo  spirito  non  fu  ben  com- 
preso, (aggiungeva  poco  innanzi),  Galileo  non  fu  solamente  un  geometra,  un 
astronomo,  un  fisico  ;  ma  egli  fu  il  riformatore  della  filosofia  naturale,  alla 
quale  diede  per  base  l'osservazione,  l'esperienza,  l' induzione  e  nella  quale 
introdusse  per 'primo  lo  spirito  geometrico  e  la  misura. 

«  Galileo  da  Koma  ritornava  in  Firenze  nel  1611.  Egli  lasciava  in 
questa  città  amici  ed  ammiratori  entusiasti,  ed  una  associazione  potente, 
quella  dei  Lincei,  la  quale  proponevasl  a  scopo  un  progresso  Indefinito 
in  ogni  cosa,  ed  aveva  adottato  II  grande  uomo  per  guida. 

«  Ecco,  Maestà,  ecco  signori,  le  nostre  gloriose  origini.  La  mente 
eletta  di  Quintino  Sella  intravide  tosto  che  il  portentoso  movimento  scien- 
tifico del  nostro  secolo  era  immediata  conseguenza  di  quella  libertà  d' esame 
e  di  critica,  era  conseguenza  della  applicazione  feconda  di  quel  metodo  di 
osservazione,  di  esperienza,  di  induzione,  dalle  quali  nessuna  scienza  e  forse 
nessuna  arte  può  sottrarsi,  e  che  pel  trionfo  di  questa  nuova  filosofia  na- 
turale era  stata  creata  da  Federico  Cesi  e  dai  suoi  amici  l' Accademia 
dei  Lincei. 

«  Se  non  che,  sono  il  primo  a  riconoscerlo,  se  possiamo  da  un  lato 
essere  orgogliosi  dell'origine  nostra,  dobbiamo  dall'altro  grandemente  pre- 
occuparci degli  altri  obblighi  che  essa  ci  impone.  Il  prodotto  dell'attività 
accademica,  come  quella  di  ogni  solitario  pensatore,  non  penetra  diretta- 
mente nella  coltura  generale  di  un  paese,  per  quanto  questa  sia  in  pro- 
gresso ;  è  d'uopo  per  ciò  di  altri  mezzi  di  diffusione  che  la  curiosità  scien- 
tifica è  andata  mano  a  mano  creando,  oppure  che  le  meravigliose  applica- 
zioni di  alcune  fra  le  scoperte  scientifiche  depositate  negli  Atti  accademici, 
pei  grandi  benefici  tosto  riconoscibili  resi  all'umanità,  facciano  sentire  il 
desiderio  di  qualche  cognizione  delle  cause. 

«  Permetterai  quindi  che  io  colga  questa  occasione  per  indicarvi  a 
brevissimi  tratti  le  linee  principali  dell'attività  nostra  nel  decorso  anno 
accademico. 

«  Il  volume  di  Memorie  pubblicato  dalla  Classe  di  Scienze  morali, 
storiche   e    filologiche,  può   dirsi,   salvo    una   eccezione    della    quale  farò 


—  393  — 

menzione  più  tardi,  tutto  dedicato  a  studi  archeologici.  Un  primo  interessante 
lavoro,  è  dovuto  ad  uno  dei  nostri  egregi  colleglli  stranieri  M.'  Le  Blant  ed  ha 
per  titolo:  Des  voies  d'exception  employées  cantre  Ics  martyrs.  Il  titolo  già 
per  sé  stesso  fa  rabbrividire,  ma  allorquando  si  leggono  quelle  pagine 
così  dotte,  e  si  esaminano  quei  mezzi  di  eccezione,  il  precipuo  dei  quali 
non  m'  è  neppure  concesso  di  nominare  qui ,  non  è  possibile  sfuggire  al 
giudizio  severo  col  quale  conclude  il  nostro  collega. 

«  Per  non  escire  da  Roma,  rammenterò  subito  dopo  un  lavoro  di  per- 
sona estranea  all'  Accademia,  ma  egregio  eultore  di  discipline  archeologiche 
il  sig.  Borsari.  Egli,  seguendo  l'esempio  ed  i  consigli  del  nostro  collega 
Lanciani,  si  occupa  in  questo  scritto  di  una  importante  quistione  relativa 
alla  topografia  di  Roma  antica  e  precisamente  del  foro  di  Augusto  e  del 
tempio  di  Marte  Ultore. 

«  La  origine  del  foro  Augusto,  secondo  Suetonio,  deve  ripetersi  dal- 
«  l'aumento  della  popolazione  che  andava  ogni  dì  più  agglomerandosi  nella 
«  capitale  di  guisa  che,  ne  il  primitivo  foro  romano,  né  il  foro  Giulio  erano 

«  più  bastevoli  ai  suoi  bisogni I  traffici,  il  commercio  eranvi,  come 

«  attesta  Appiano,  assolutamente  esclusi;  il  foro  di  Cesare  e  di  Augusto 
«  erano  luoghi  di  residenza  di  pubblici  uffici  in  una  parte  del  foro  romano. 
«  La  dedicazione  del  foro  fu  eseguita  prima  ancora  che  fosse  compiuto  il 
«  tempio  di  Marte,  che  sorgeva  nel  mezzo  dell'area.  La  data  della  dedica- 
«  zione  è  indiscussa  e  fissata  all'  anno  secondo  prima  dell'  era  volgare  ». 

«  Il  foro  ed  il  tempio  sono  ricordati  da  Augusto  nel  suo  testamento 
colle  parole  «  In  privato  solo  Marlis  lltoris  templum  forumque  Augustum 
ex  manibiis  feci  »  ed  il  nostro  autore  riferisce  le  descrizioni  dei  pregi 
dell'una  e  dell'altra  costruzione  che  si  leggono  in  Suetonio,  in  Plinio  ed  in 
altri  scrittori  latini.  Osserva  inoltre  che  fra  i  monumenti  dell'antichità  i 
quali  quasi  di  continuo  furono  soggetti  a  ricerche  e  studi  archeologici  ed 
architettonici  del  secolo  XV  in  poi,  devonsi  annoverare  le  indicate  costru- 
zioni, ed  egli  adorna  il  proprio  scritto  di  alcune  descrizioni  e  disegni  ine- 
diti dovuti  al  Saugallo  ed  a  Sallustio  Peruzzi  e  relativi  alla  topografia  del 
foro  o  ad  alcuni  punti  del  tempio,  paragonandoli  agli  altri  già  conosciuti 
dal  Labacco  e  del  Palladio. 

«  Un  importante  punto  storico  del  diritto  pubblico  esterno  di  Roma 
fu  trattato  dal  sig.  Fusinato  nella  sua  Memoria  :  Dei  feziali  e  del  diritto 
feziale.  Se  il  tempo  non  stringesse  sarei  lieto  di  poter  porre  in  evidenza 
alcune  parti  di  questo  dottissimo  lavoro,  nel  quale  è  esaminato  con  grande 
scorta  di  erudizione  il  carattere  del  diritto  pubblico  esterno  di  Roma  e  ciò 
che  intendessero  di  significare  i  romani  colle  espressioni  ìus  belli  oc  pacis, 
ius  fetiale,  ìus  gentium. 

«  Ma  se  volessi  anche  limitarmi  a  riferire  le  conclusioni  dell'  autore, 
oltreché  mi  sarebbe  difficile  il  dare  un  chiaro  concetto  dell'importanza  del 
lavoro,  sarei  costretto  ad  estendermi  al  di  là  di  quanto  mi  sono  prefisso. 


—  394  — 

«  Mi  permetto  ora  rivolgermi  principalmente  alla  graziosissima  nostra 
Regina  ed  alle  gentili  signore  che  le  fanno  corona. 

«  Devo  rammentare  un  lavoro  presentato  da  una  accademica,  la  contessa 
Ersilia  Caetani  Lovatelli. 

«  È  noto  essere  questa  signora  fortunata  cultrice  di  studi  archeologici, 
ma  se  la  lettura  forse  troppo  rapida  di  alcuni  fra  i  suoi  scritti  non  mi  ha 
tratto  in  inganno,  panni  che  il  nesso  fra  loro  possa  rintracciarsi  in  qualche, 
forse  inconsciente,  aspirazione  filosofica.  Lo  scritto  che  ricordo  ora  ha  per 
titolo:  Intorno  ad  un  balsamario  vitreo  con  figure  di  rilievo  rappresen- 
tanti una  scena  relativa  al  culto  dionisiaco.  Il  vasellino  o  balsamario  che 
la  cólta  signora  descrive  ed  esamina  in  queste  pagine,  venne  trovato  in  Val 
di  Chiana  nell'anno  1870  ed  ora  è  custodito  nel  nuovo  museo  archeologico 
di  Firenze. 

«  La  storia  rappresentata  sul  medesimo,  essa  scrive,  ha  relazione  ai 
misteri  ed  in  ispecial  modo  a  quelli  di  Bacco.  Comparisce  per  primo  din- 
nanzi una  corpulenta  e  silenica  figura,  il  tutto  ignuda  della  persona,  salvo 
la  testa  che  ha  nascosta  in  una  nebride  o  pardalide.  Dirimpetto  a  codesta 
misteriosa  figura,  sta  ritta  in  piedi  una  sacerdotessa  vestita  di  tunica  talare 
senza  maniche,  sotto  al  cui  seno  si  aggira  e  con  bel  garbo  si  annoda,  un 
leggiadro  panneggiamento.  Il  braccio  destro  ha  disteso  in  atto  di  compiere 
qualche  solenne  rito  ;  nella  sinistra  regge  un  canlharus,  vaso,  che  siccome 
ognuno  sa,  era  particolarmente  dedicato  a  Bacco.  A  breve  distanza  un  Sa- 
tiro con  le  chiome  inghirlandate  di  pino  è  intento  a  dar  fiato  alle  doppie 
tibie,  solite  a  suonarsi  in  tutte  le  festose  solennità  del  dio  del  vino  e  del- 
l' allegrezza. 

«  La  descrizione  procede  sempre  così  chiara  ad  altri  particolari  del 
balsamario,  poi  vengono  le  induzioni  sul  carattere  della  rappresentanza  rela- 
tiva ai  misteri  di  Bacco  delle  cose  descritte,  induzioni  confortate  dal  para- 
gone con  altri  vasi;  poi  quelle  relative  allo  scopo  del  descritto  o  di  altri 
analoghi,  per  concludere  infine  colle  belle  parole  che  mi  piace  testualmente 
riferire  : 

«  Monumento  raro  se  non  unico,  esso  appartiene,  per  la  storia  che 
«  rappresenta  ad  un  ordine  superiore  di  fatti  e  di  idee  che  concernono  uno 
«  dei  più  grandi  problemi  dell'umanità  :  quello  cioè  del  destino  dell'anima 
«  dopo  la  morte.  Perocché  i  misteri  dell'  antico  paganesimo  promettendo 
«  una  beata  esistenza  oltre  la  tomba,  elevavano  alla  forma  quasi  di  domma 
«  qual  senso  vago  della  immortalità  che  alla  mente  dell'uomo  balena  in 
«  mille  guise;  e  che  a  nostra  insaputa  c'ispira  talvolta  quell'indefinito  pre- 
«  sentimento  dei  secoli  avvenire  che  Cicerone  chiamava,  quasi  saeculorum 
t  quoddam  augurium  futurorum  ». 

«  Altri  lavori  archeologici  l'Accademia  deve  al  Socio  sig.  Pigorini  ed 
al  sig.  Cafici.  L'  uno  e  1'  altro  dei  medesimi  sono  relativi  a  tempi  preisto- 
rici; il  primo  occupandosi  delle  tombe  della  prima  età  del  ferro  scoperte  a 


—  395  — 

Golasecca  nella  provincia  di  Milano,  l'altro  di  nuove  indagini  nella  tomba  neo- 
litica di  Calaforno  provincia  di  Siracusa.  Mi  limito  ad  accennare  queste 
interessanti  ricerche  e  farò  altrettanto  per  le  numerose  Notizie  degli  Scavi 
di  Antichità  in  Italia,  le  quali  mensilmente  ci  sono  comunicate  dall'egregio 
Vice-presidente  dell'Accademia,  il  collega  Fiorelli,  le  quali  notizie,  possiamo 
dirlo  a  nostro  onore,  sono  avidamente  ricercate  dai  cultori  stranieri  di  di- 
scipline storiche  ed  archeologiche. 

«  Fra  le  perdite  che  la  nostra  Accademia  ebbe  nell'anno  1883,  una 
assai  dolorosa  fu  quella  di  Atto  Vannucci.  Il  nostro  socio  Tommasini  si 
fece  interprete  dei  sentimenti  d'affetto  e  di  stima  che  l'Accademia  nutriva 
verso  il  Vannucci,  ed  in  alcune  pagine  calde  ed  affettuose  ci  narrò  la  vita 
di  lui,  esaminò  le  molte  opere  sue,  incominciando  così  anche  fra  noi  la 
serie  di  quei  lavori  biografici  che  resero  celebri  alcuni  fra  gli  scienziati  e 
letterati  dell'Istituto  di  Francia. 

«L'altra  Classe,  quella  di  Scienze  fisiche,  matematiche  e  naturali  ha 
dato  nel  tempo  indicato  contribuzioni  per  tre  volumi,  o  più  precisamente 
per  due  in  quanto  che  uno  dei  volumi  è  tutto  dedicato  alla  pubblicazione 
delle  misure  micrometriche  di  stelle  doppie  e  multiple  fatte  negli  anni 
dal  1852  al  1878  dal  fu  Barone  Dembowski.  11  maggiore  numero  delle 
comunicazioni  è  stato  relativo  alle  matematiche,  ma  largamente  vi  si  tro- 
vano rappresentate  la  chimica  e  la  fisica,  la  biologia  e  la  geologia. 

«  Noterò  fra  queste  le  belle  ricerche  intraprese  nel  laboratorio  chimico 
del  nostro  Collega  Cannizzaro  dai  signori  Ciamician  e  Silber,  Sui  composti 
della  serie  del  pirrolo,  e  dal  signor  Piccini,  Sopra  i  nuovi  composti  del 
titanio;  infine  quelle  dei  sigg.  Nasini  e  Bernheimer  eseguite  nell'Istituto  fisico 
romano,  Sulle  relazioni  esistenti  tra  il  potere  rifrangente  e  la  costituzione 
chimica  dei  composti  organici. 

«  Fra  le  contribuzioni  relative  alla  fisica  rammenterò  quella  del  col- 
lega Govi,  Intorno  aduna  deformazione  prospettica  delle  immagini  vedute 
nei  cannocchiali;  quella  dei  signori  Pagliani  e  Palazzo,  Sulla  compressi- 
bilità dei  liquidi;  altre  del  Righi,  del  Cantone,  del  Bartoli  ecc. 

«  I  colleghi  Mosso  e  Bizzozero  comunicarono  all'Accademia  nuovi  studi 
fisiologici  di  molto  valore.  Non  è  certamente  facile  il  riassumere  ricerche 
e  scoperte  di  questa  natura,  ed  a  me  dorrebbe  assai  d'essere  infelice  in- 
terprete di  scienziati  di  cos'i  alta  fama.  Pure  non  so  resistere  al  desiderio 
di  trasmettere  in  altri  la  compiacenza  mia  nel  leggere  quelle  pagine  del 
Mosso  ove  trovasi  descritta  una  bilancia  di  sua  invenzione  destinata  allo 
studio  della  circolazione  sanguigna  dell'uomo.  Nessuno  di  noi  ignora  che 
finché  l'uomo  vive  il  sangue  suo  è  in  circolazione  ;  ma  il  prof.  Mosso  im- 
magina una  bilancia  cosi  sensibile  che  essendo  lunga  quanto  l'uomo,  allora 
quando  è  vuota  bastano  cento  grammi  all'incirca  posti  ad  una  delle  estre- 
mità per  inclinarla  d'un  centimetro.  Egli  vi  adagia  sopra  un  uomo  e  prova 
con  ripetute  esperienze    che    posta  la   bilancia   in    equilibrio    essa    rimane 


—  396  — 

immobile  da  qualunque  parte  la  si  inclini  ;  che  cioè  il  sangue  accumulatosi 
all'una  od  all'altra  estremità  del  corpo  per  la  forzata  inclinazione  è  di  tal 
peso  da  riprodurre  quello  stato  di  equilibrio.  Ma  questo  fatto  come  alla 
meglio  l'ho  descritto  ha  ancora  il  carattere  di  sintetico  e  di  ciò  non  s'accon- 
tenta l'abile  sperimentatore,  egli  vuole  analizzare  quali  saranno  gli  effetti 
sui  polsi,  quale  l'influenza  dei  movimenti  respiratori,  degli  inspiratori  e 
così  via. 

«  11  collega  Bizzozero  mi  perdonerà,  se  io  accenno  appena  alle  sue 
nuove  comunicazioni,  Sulla  produzione  dei  globuli  rossi  ed  alla  loro  molti- 
plicazione per  scissione,  scoperta  che  rese  così  chiaro  il  suo  nome,  e  me 
lo  perdonerà  tanto  più  che  oltre  la  difficoltà  della  materia  mi  vedrò  costretto 
dalla  sproporzione  fra  il  tempo  e  l'argomento  a  tacere  di  altri  lavori  at- 
tinenti alla  zoologia  ed  alla  anatomia  comparata  che  pur  formano  decoro 
dei  nostri  Atti. 

«  La  Paleontologia  mi  ferma  ancora  un  istante  per  ricordare  una  dotta 
Memoria  del  nostro  collega  Capellini  per  la  quale  alcuni  avanzi  di  ossa, 
trovate  in  Valpolicella  presso  Verona,  credute  dapprima  in  quella  contrada 
ossa  d'un  uomo  petrificato,  diventano  nelle  mani  sue  le  ossa  di  una  anti- 
chissima tartaruga  o  Chelonio,  alla  quale  l'autore  per  mezzo  di  considera- 
zioni di  molto  valore  attribuisce  il  nuovo  nome  di  Protosphargis. 

«  Una  seconda  pubblicazione  comune  alle  due  Classi  ha  l'Accademia 
nostra,  ed  è  quella  colla  quale  due  volte  in  ciascun  mese  noi  rendiamo 
conto  al  mondo  scientifico  della  nostra  attività.  Ma  per  quanto  dolgami  di 
non  potere  porre  in  evidenza  nomi  e  lavori  di  filosofi,  di  filologi,  di  natura- 
listi che  ad  essa  contribuirono,  io  debbo  per  quest'anno  limitarmi  ad  ac- 
cennarla pressato  come  sono  da  altri  argomenti. 

«  E  fra  questi  il  primo  è  il  concorso  ai  premi. 

«  S.  M.  il  Ke  con  due  nobili  lettere  dirette  al  compianto  nostro  Pre- 
sidente l'ima  del  febbraio  1878,  l'altra  del  gennaio  1884,  istituiva  tre  premi: 
due  annui  ed  un  terzo  per  le  scienze  biologiche  da  lire  diecimila  ciascuno. 
Alcuni  di  questi  premi  non  essendo  stati  conferiti  negli  scorsi  anni  l'Ac- 
cademia poteva  disporre  per  lavori  presentati  al  31  dicembre  1884  di  tre 
premi  e  cioè,  uno  per  le  scienze  sociali  ed  economiche,  uno  per  le  scienze 
giurìdiche  e  politiche,  uno  per  la  matematica. 

«  L'Accademia  riunita  nelle  sue  due  Classi  ha  nella  seduta  di  ieri 
deliberato  intorno  al  conferimento  di  questi  premi. 

«  Sette  furono  i  concorrenti  al  primo  degli  indicati  premi  :  la  Com- 
missione ha  proposto  e  l'Accademia  ha  deliberato  sia  questo  premio  asse- 
gnato al  sig.  prof.  Achille  Loria  autore  di  un  manoscritto  intitolato  :  Il 
profitto  del  capitale.  La  Commissione  composta  dei  Colleghi  Boccardo, 
Cossa,  Lampertico,  Luzzatti,  Messedaglia,  Minghetti  conclude  ad  un  di- 
presso con  queste  parole  il  suo  rapporto. 


—  397  — 

«  Trattasi  di  un  lavoro  veramente  originale  nel  senso  più  genuino  ed 
«  elevato  della  parola,  di  un  lavoro  che  è  frutto  di  meditazioni  profonde  e 
«  di  studio  indefesso  intrapreso  coi  presidii  di  una  coltura  svariata  ed  estesa, 

«  dovuta  ad  una  preparazione  senza  dubbio  assai  diligente  e  faticosa 

«  Coll'accordare  il  premio  di  S.  M.  all'anonimo  autore  della  Memoria  re- 
«  cante  il  n.  7  (che  è  noto  da  ieri  essere  il  dott.  Loria)  l'Accademia  re- 
«  tribuirìi  senza  alcun  dubbio  uno  tra  i  cultori  più  promettenti  ed  origi- 
«  nali  di  quelle  discipline  che  sono  così  strettamente  collegate  al  piMgivsso 
«  intellettuale  e  sociale  del  nostro  paese  ». 

«  Al  premio  per  le  scienze  giuridiche  si  presentarono  cinque  concor- 
renti, ma  la  Commissione  non  additò  all'Accademia  alcuno  fra  essi  siccome 
meritevole  del  premio.  Però  la  Commissione  stessa,  composta  dei  colleghi 
Carrara,  Carutti,  Messedaglia,  Schupfer  e  Serafini  conclude  il  suo  rap- 
porto così  :  «  Il  risultato  di  questo  concorso  non  è  tale  da  scoraggiarci.  O'è 
«  anzi  del  buono  e  non  abbiamo  mancato  di  notarlo.  A  ben  guardare  il 
«  risveglio  degli  studi  giuridici,  a  cui  da  parecchi  anni  assistiamo  in  Italia, 
«  diventa  sempre  più  spiccato,  e  nondimeno  siamo  ancora  lungi  da  quei 
«  caratteri  di  merito  assoluto,  che  soli  possono  giustificare  il  conferimento 
«  di  un  premio,  che  non  si  dà,  a  semplice  titolo  di  incoraggiamento,  ma 
«  per  lavori  compiuti  che  abbiano  un'alta  portata  scientifica.  La  Commissione 
«  nutre  fiducia  che  ciò  possa  avverarsi  all'occasione  del  prossimo  concorso, 
«  legittimando  quelle  più  liete  speranze  che  S.  M.  il  Re  vagheggiò  il  giorno 
«  che  nella  sua  reale  munificenza,  fondò  questi  premi  per  l'incremento  della 
«  scienza  e  per  il  decoro  della  patria  ». 

«  Undici  furono  i  concorrenti  al  premio  reale  di  matematica,  ma  otto 
fra  essi  furono  dal  principio  esclusi  dalla  Commissione  perchè  di  pochis- 
simo o  privi  di  valore.  La  Commissione  composta  dei  colleghi  Battaglini, 
Betti,  Dini,  esamina  con  molta  cura  nel  suo  lungo  rapporto  gli  altri  tre 
lavori,  pone  in  evidenza  i  vari  pregi  di  ciascuno  di  essi,  ma  concludendo 
essa  pure  negativamente  dimostra  la  stessa  fiducia  della  Commissione  pre- 
cedente rispetto  ad  un  prossimo  avvenire. 

«  L'Accademia  poteva  altresì  conferire  in  quest'anno  otto  premi  del 
Ministero  di  Pubblica  Istruzione,  da  lire  tremila  ciascuno,  per  Memorie 
presentate  da  professori  di  scuole  secondarie  classiche  e  tecniche.  I  con- 
corsi erano  per  le  discipline  filologiche,  per  le  scienze  fisiche  e  chimiche, 
per  le  matematiche. 

«  Al  primo  di  essi  si  presentarono  quindici  lavori,  un  complesso  di 
lavori,  come  scrive  la  Commissione  composta  dei  colleghi  Ascoli,  Compa- 
retti,  Mònaci,  del  quale  gli  amici  degli  studi  si  possono  abbastanza  ral- 
legrare. Infatti  la  Commissione  stessa  concludeva  proponendo  e  l'Accademia 
deliberava  nella  seduta  di  ieri  che  le  nove  mila  lire  di  questo  concorso 
sieno  così  distribuite: 


—  398  — 

1°.  Un  premio  di  lire  tremila  al  sig.  Kemigio  Sabbadini  per  il  suo 
lavoro  manoscritto  intitolato:  Storia  del  Ciceronianismo  e  di  altre  quistioni 
letterarie   nel  periodo  dell'  Umanismo. 

2°.  Sei  premi  d'incoraggiamento  da  lire  mille  ciascuno  ai  Signori  : 
Lodovico  dal  Ferro  pel  manoscritto,  Dei  principi  morali  e  religiosi  nella 
tragedia  di  Sofocle.  — ■  Pietro  Cavazza  pel  lavoro  stampato,  Apollonio  Rodio 
ed  il  suo  poema.  —  Ermanno  Ciampolini  pel  lavoro  pure  stampato,  Un  poema 
eroico  nella  prima  metà  del  cinquecento.  —  Antonio  Cipolla  pel  mano- 
scritto, Di  Caio  Sallustio  Crispo  secondo  il  frammento  del  logistorico  -  Pius 
de  Pace  -  di  Marco  Terenzio  Varrone.  —  Gaetano  Ghivizzani  per  la  pub- 
blicazione, Giuseppe  Giusti  ed  i  suoi  tempi.  —  Pier  Enea  Guarnerio  pel 
manoscritto,   Il  Catalano  d'Alghero. 

«  Anche  la  Commissione  pel  secondo  concorso  composta  dei  colleghi 
Blaserna,  Cankizza.ro,  Cantoni,  conchiudeva  il  suo  esame  sui  lavori  pre- 
sentati dagli  otto  concorrenti  proponendo  fossero  assegnati  quattro  premi, 
due  da  lire  tremila,  due  da  lire  mille  e  cinquecento.  LAccademia  avendo 
accolto  quella  proposta,  conferiva  così: 

«  Un  premio  da  lire  tremila  al  prof.  Stefano  Pagliani  specialmente 
per  le  sue,   Ricerche  sulla  compressibilità  dei  liquidi. 

«  Un  premio  da  lire  tremila  al  sig.  Aroldo  Violi  per  i  vari  suoi  la- 
vori relativi  alla,   Teorica  degli  aeriformi. 

Un  premio  d'incoraggiamento  da  lire  mille  e  cinquecento  al  prof. 
Domenico  Mazzotto  pel  suo  manoscritto,  Determinazione  delle  calorie  di 
fusione  delle  leghe  binarie  di  piombo,  stagno,  bismuto  e  zinco. 

«  Infine  un  secondo  premio  d'incoraggiamento  da  lire  mille  e  cinque- 
cento al  sig.  Abelardo  Komegialli  pel  suo  Contributo  alla  teoria  della 
fermentazione  acetica  ed  alla  tecnologia  dell' aceti  fica  zione. 

«  Al  terzo  concorso  non  furono  presentati  che  due  lavori  da  anonimi, 
lavori  che  la  Commissione  composta  dei  colleghi  Battagline,  Betti,  Dini, 
non  ha  stimati  degni  di  premio. 

«  Il  sig.  Gerson  da  Cunha  ha  già  da  alcuni  anni  messo  a  disposi- 
zione della  E.  Accademia  la  somma  di  lire  mille  per  essere  data  in  pre- 
mio alla  migliore  Memoria  sopra  il  seguente  tema:  Delle  relazioni  antiche 
e  moderne  fra  l' Italia  e  V  India.  Il  tempo  utile  pel  concorso  fu  prorogato 
una  prima  volta.  All'  attuale  nuovo  concorso  non  fu  presentato  che  un  solo 
manoscritto,  ma  una  Commissione  composta  dei  colleghi  Ascoli,  Gorresio, 
Valenziani  trovò  in  esso  sufficienti  pregi  per  meritare  il  premio,  e  questo 
fu  così  ieri  assegnato  dall'Accademia  al  sig.  Pietro  Amat  di  Sl.  Filippo. 

«  Quasi  non  bastasse  la  gravissima  perdita  del  nostro  Presidente,  altre 
devo  pure  ricordare  in  questa  circostanza  di  colleghi  carissimi  e  valenti 
quali  il  Fiorentino,  il  Kossetti,'ì1  Morpurgo,  e  quella  più  recente  ancora 
dell'uomo  a  caratterizzare  il  quale  nessuna   espressione    più   delicata,  più 


—  399  — 

felice,  più  veritiera  io  saprei  trovare  che  ripetendo  le  parole  di  un  egregio 
nostro  collega  in  altra  assemblea:  un  profumo  di  gentilezza  accompagnava 
ogni  suo  atto  e  lo  faceva,  direi  quasi,  singolare  dagli  altri.  Voi  tutti  rico- 
noscete in  questa  fine  dipintura  l1  illustre  nostro  Presidente  onorario  Teren- 
zio Mamiani. 

«  Ma  per  quanto  mi  possa  tornare  doloroso  io  non  debbo  lasciarmi 
trascinare  dalla  stima  e  dall'affetto  per  questi  colleghi  perduti  ed  apprez- 
zare ora  il  loro  valore  scientifico,  abusando  della  benevola  attenzione  fin  qui 
concessami.  Come  già  dissi  da  principio  oggi  l'Accademia  è  radunata  per 
commemorare  il  mio  illustre  predecessore,  ed  io  devo  quindi  cedere  la 
parola  al  collega  che  da  essa  ebbe  l'ambito  incarico  (').  Ma  prima  ancora  desi- 
dero esporre  pochissime  considerazioui  sul  carattere  di  queste  nostre  annuali 
solenni  adunanze. 

«  Lo  scienziato  ha  iu  generale  due  qualità,  le  quali  però  appena  tra- 
scendine ponno  mutarsi  in  due  difetti.  Egli  è  ad  un  tempo  modesto  ed  orgo- 
glioso :  modesto  dinnanzi  alla  scienza,  orgoglioso  di  fronte  agli  altri  mor- 
tali. La  ragione  di  quella  modestia  è  troppo  ovvia,  tanto  più  per  lo  scien- 
ziato moderno  che  ogni  giorno  deve  maggiormente  limitare  l' estensione  della 
propria  ricerea  se  vuole  guadagnare  in  profondità,  perchè  sia  necessario 
aggiungere  altra  parola.  Non  parrà  così  chiara  la  ragione  dell'altra  qualità 
o  dell'altro  difetto  se  non  a  chi  consideri  lo  scienziato  siccome  un  lottatore 
costante,  appassionato,  contro  l' ignoto.  Lo  scienziato,  abituatosi  fino  dalla 
giovinezza  alla  contemplazione,  alla  ricerca  del  vero  nella  sua  purezza  sia 
nel  mondo  morale  quanto  nel  mondo  fisico,  male  si  adatta  alle  transazioni 
umane,  ed  acquista  mano  a  mano  un  contegno  di  riserva,  che  se  non  è 
ancora  orgoglio  ne  ha  però  tutta  la  forma  esteriore. 

«  V  ha  di  più  :  a  questa  riserva  nel  contegno,  una  seconda  se  ne 
aggiunge  col  tempo  la  quale  credo  possa  denominarsi:  riserva  nell' esprimere 
il  proprio  pensiero.  Egli  sente,  in  generale,  una  grande  ritrosia  nel  diri- 
gersi ad  altri  che  ai  propri  pari. 

«  Il  Kenan  pochi  mesi  or  sono  commemorando  un  illustre  geometra 
francese  così  si  esprimeva  «  Courte  est  une  vie  scientifique  ;  mais  immense 
■■<  est  un  capital  où  rien  ne  se  perd  ».  Ora  lo  scienziato  presente  la  brevità 
della  sua  vita  scientifica,  cura  per  ciò  di  non  disperdere  forze  preziose 
anche  a  costo  di  non  godere  soddisfazioni  che  ad  altri  appaiono  invidiabili. 
11  Taine  esprimeva  forse  la  ragione  intrinseca  di  quella  seconda  riserva 
quando  a  proposito  delle  lezioni  di  Cousin  così  scriveva  :  «  Les  verités  mo- 
•<  yennes  seules  peuvent  étre  populaires,  seules  elles  peuvent  étre  traité  en 


(')  L'Accademia  avendo  deliberalo  di  pubblicare  in  uno  speciale  Volume  dei  suoi  Atti 
varie  fra  le  memorie  edite  ed  altre  inedite  di  Quintino  Sella,  la  commemorazione  del  prof. 
Cossa  formerà  parte  del  volume  stessi. 

Rendiconti  —  Vol   I.  ■"■- 


—  400  — 

«  beau  laugage  ;  seules  elles  ouvrent  une  pleine  carrière  à  l'orateur,  parce 
«  qu'avec  le  clevoir  de  convaincre,  elles  lui  imposent  l'obligation  de  tou- 
«  cher  et  de  plaire  ». 

«  Fin  qui  lo  scienziato  quasi  puramente  nelle  sue  manifestazioni  intel- 
lettuali. Ma  è  d'uopo  avvicinarlo  dì  più  per  riconoscere  che  alla  vita  del- 
l'intelligenza egli  accoppia  quella  dell'animo,  per  riconoscere  che  egli  non 
solo  pensa,  ma  sente,  e  sente  spesso  così  fortemente  come  fortemente  me- 
dita. E  limitando  il  mio  dire  a  noi,  ebbene,  noi  amiamo  la  nostra  patria, 
noi  amiamo  la  dinastia  che  ne  regge  i  destini,  e  se  un  giorno  abbiamo  la 
fortuna  di  trovarci  dinnanzi  al  valoroso  nostro  Ke,  alla  coltissima  nostra 
Kegina,  sapremo  da  quei  sentimenti  ritrarre  forze  sufficienti  per  vincere 
ogni  nostra  ritrosìa.  Sì  noi  saremo  sempre  lieti  di  rendere  partecipe  dei 
nostri  studi,  dei  nostri  intenti,  delle  nostre  speranze,  l' Augusta  Coppia  e 
l' eletta  cittadinanza  che  La  circonda.  Era  convinzione  di  Quintino  Sella  ed 
è  pur  mia  che  questa  annuale  adunanza  solenne  abbia  un  alto  significato; 
perciò,  se  come  non  dubito  l'Accademia  me  lo  consente,  curerò  dare  ad  essa 
il  maggiore  interesse,  la  maggiore  attrattiva,  rimanendo  pur  sempre  nel 
campo  sereno  della  scienza. 

«  Comunico  agli  Accademici  che  pochi  momenti  prima  dell'adunanza 
mi  furono  consegnate  dal  collega  Mariotti  e  dall'  on.  Trompeo  due  meda- 
glie, l' una  di  argento  l' altra  di  bronzo,  coniate  in  onore  di  Quintino  Sella. 
Le  medaglie  portano  da  un  lato  il  ritratto  di  lui,  dall'altra  questo  motto 
«  gli  amici  convenuti  in  Oropa  al  suo  sepolcro,  22  aprile  1884  ».  Que- 
sti devoti  amici  fanno  dono  all'Accademia  della  medaglia,  ed  io  li  ringra- 
zio pel  felice  pensiero  di  avere  prescelto  pel  dono  questo  giorno  in  cui 
ogni  manifestazione  d' onore  all'  uomo  che  abbiamo  perduto  torna  a  noi  così 
grata. 

«  Rinnovo  alle  LL.  MM.  i  vivi  sentimenti  di  gratitudine  dell'  Accade- 
mia per  essersi  degnate  di  accogliere  l'invito  a  questa  nostra  adunanza  ». 

Relazione  sul  concorso  al  premio  Reale  per  le  scienze  sociali  ed 
economiche  per  Vanno  1883.  —  Commissari:  Boccardo,  Ferrerò, 
Lampertico  ,  Luzzatti  ,  Messedaglia  ,  Minghetti  ,  e  Luici  Cossa  , 
(relatore). 

«  Vennero  presentati  in  tempo  utile,  cioè  al  31  dicembre  1883,  per 
concorrere  al  premio  di  S.  M.  per  le  scienze  sociali  ed  economiche  i  lavori 
seguenti. 

«  1.  Dal  sig.  Giov.  Gius.  Gizzi  un  ms.  (segnato  col  n.  137)  di  21  pa- 
gine sul   Valore  in  relazione  coi  bisogni  della  società. 

«  2.  Dal  prof.  Carmine   Soro-Delitala   un  opuscolo  di  pag.  126  (col 


—  401  — 

n.  12)  sul  Sistema  tributario  de'  comuni  e  delle  provincie ,  stampato  a 
Eoma,  1879. 

«  3.  Dall'ava.  G.  Stkaulino  la  monografia  (n.  129)  col  titolo:  L'aboli- 
zione del  corso  forzoso  della  carta  moneta  nel  Regno  d'Italia.  Torino,  1883 
(pag.  XIV,  177). 

«  4.  Dal  prof.  avv.  A.  Vismara  il  volumetto:  Morale  sociale.  Libro  di 
lettura,  ecc.  (n.  135).  Udine,  1883  (pag.  XI,  190). 

«  5.  Dal  sig.  Vito  Epifani  un  ms.  di  circa  pagine  170  non  numerate 
(n.  139)  col  titolo:  Synologia.  Saggio  di  un  ordinamento  politico  ed  eco- 
nomico della  nazione. 

«  G.  Dall'ing.  Luigi  Perozzo:  Nuove  applicazioni  del  calcolo  delle  pro- 
babilità allo  studio  dei  fenomeni  statistici,  e  distribuzione  dei  matrimoni 
secondo  l'età  degli  sposi  (33  pag.)  Eoma,  1882  (n.  148). 

«  7.  Da  un  Anonimo  un  ms.  di  circa  532  pagine  in  4°  (n.  13G)  intito- 
lato :   Il  profitto  del  capitole.,  seguato  col  motto  Rerum  cognoscere  causas. 

«  La  Commissione  giudicò  affatto  inadeguate  alle  condizioni  del  con- 
corso le  Memorie  segnate  coi  numeri  1  a  5,  giacché,  fatta  anche  astrazione 
della  loro  brevità,  o  sono  compilazioni  di  poco  o  nessun  valore  scientifico 
(n.  41,  o  riproducono  con  poca  esattezza  e  senza  alcun  pregio,  nemmeno  di 
coordinazione,  dottrine  comunemente  note  (n.  5),  o  sono  in  contraddizione 
più  o  meno  manifeste  con  verità  definitivamente  acquisite  alla  scienza  (n.  1,  3) 
e  mancano  poi  tutte  di  quell'essenziale  requisito  della  originalità  a  -cui  ac- 
cenua  l'atto  constitutivo  del  premio. 

«  Meritano,  invece,  largo  encomio  i  due  lavori  recanti  i  numeri  progres- 
sivi 6  e  7,  siccome  quelli  che  attestano  serietà  di  indagini,  condotte  con 
ispirito  strettamente  scientifico. 

«  Tuttavia  la  Commissione  riconobbe  tosto  che  la  Memoria  n.  6,  già  pub- 
blicata nei  nostri  Atti  (serie  3%  volume  X)  el  opera  dell'ing.  Luigi  Perozzo, 
cultore  benemerito  della  statistica  matematica,  è  un  lavoro  molto  pregevole, 
onorato  di  traduzione  tedesca  e  francese,  ed  assai  favorevolmente  apprezzato 
da  critici  competenti,  ma  si  riduce  ad  una  applicazione  corretta  ed  oppor- 
tuna del  calcolo  delle  probabilità  ad  un  problema  statistico  assai  ristretto, 
benché  importante,  e  non  risponde  perciò  alle  ragionevoli  esigenze  d'esten- 
sione e  d'intensità  di  ricerche  a  cui  mira  il  premio  largito  dalla  munificenza 
sovrana. 

«L'anonimo  autore  del  ms.  recante  il  n.  7,  partendo  dall'idea  che  il 
profitto  del  capitale  non  è  un  elemento  necessario  e  permanente  della  distri- 
buzione delle  ricchezze,  ma  un  fatto,  se  così  può  dirsi,  contingente  e  tran- 
sitorio, esistente  in  certe  condizioni  di  civiltà  e  mancante  in  certe  altre,  de- 
plora che  gli  economisti  classici  (in  ispecie  Ricardo)  e  i  socialisti  così  detti 


—  402  — 

scientifici  (in  ispecie  Rodbertus  e  Marx)  che,  non  ostante  le  opposte  conse- 
guenze, si  fondano,  a  parer  suo,  sull'identica  teoria,  siansi  ristretti  a  stu- 
diare, benché  con  molta  profondità  quella  che  potrebbe  chiamarsi  la  dina- 
mico, della  distribuzione ,  cioè  le  relazioni  tra  salario ,  profitto  e  rendita. 
Egli  invece  si  propose  di  investigare,  rispetto  al  solo  profitto,  ma  coi  ne- 
cessari riferimenti  al  salario  ed  alla  rendita,  quali  siano  le  cause  che  ne  de- 
terminano le  origlili  e  gli  incrementi,  nelle  varie  fasi  della  storia  economica. 

«  La  Memoria  comprende  due  parti.  La  prima,  che  è  la  più  diffusa  ed 
importante,  procede  con  metodo  prevalentemente  deduttivo  ed  ha  un  carattere 
essenzialmente  dottrinale  e  polemico.  Essa  è  in  sostanza  una  elaborata  con- 
futazione della  teoria  di  Ricardo,  che  considera  come  elemento  del  valore 
normale  dei  prodotti  il  solo  lavoro,  mentre  invece  vi  intuisce  il  capitale 
in  funzione  della  moneta  e  del  salario.  Nella  parte  seconda  di  carattere 
induttivo,  l'autore  vuole  provare  (col  metodo  chiamato  dal  Mill  delle  diffe- 
renze) mediante  la  storia  delle  colonie  americane,  le  quali  riproducono,  con 
somma  celerità,  tutte  le  fasi  della  civiltà  europea,  quali  siano  state  le  ori- 
gini e  le  modificazioni  successive  del  profitto  del  capitale. 

«  Eccone  a  larghi  tratti,  e  per  quanto  è  possibile  nei  limiti  che  ci 
sono  prefissi,  le  idee  principali.  In  un  primo  stadio  dell' incivilimento,  nel 
quale  è  occupata  soltanto  una  parte  delle  terre  di  prima  qualità  (di  cui  si 
può  cominciar  la  coltivazione  anche  senza  capitale)  e  nel  quale,  per  conse- 
guenza non  opera  la  legge  della  produttività  decrescente,  non  può  sorgere 
naturalmente  [automaticamente,  dice  l'autore)  il  profitto,  giacche  i  proprietari 
capitalisti,  che  vivono  necessariamente  disgregati,  se  vogliono  potenziare  il 
loro  lavoro  devono  associarsi  (associazione  mista)  con  operai  sprovvisti  di 
capitale  ai  quali  devono  cedere  la  metà  del  prodotto,  costituendo  V  astinenza 
dalla  terra  libera  (rinuncia  alla  proprietà)  di  questi  ultimi  un  sagrificio 
pari  a  quello  della  astinenza  dal  consumo  di  capitale  a  cui  si  assoggettano 
i  primi.  Per  spiegare  l'esistenza  del  profitto  in  tali  condizioni  bisogna  fare 
capo  alla  violenza  dei  proprietari  che  nelle  epoche  antiche  e  medio  evale 
ridussero  a  servita,  l'operaio  e  confiscarono  sistematicamente  un  profitto  che 
automaticamente  non  sarebbe  mai  sorto.  In  un  secondo  stadio  di  civiltà  , 
quando  le  terre  migliori  sono  occupate,  e  poscia  incomincia  e  quindi  si 
estende  la  coltivazione  delle  terre  inferiori  (cioè  non  trattabili  senza  un 
capitale  precedentemente  accumulato)  sorge  naturalmente  il  profitto  perchè  non 
avendo  più  il  lavoratore  la  possibilità  di  occupar  terre  libere  di  primo 
ordine,  deve  accontentarsi  di  un  semplice  salario ,  il  quale  però ,  essendo 
superiore  al  suo  stretto  bisogno,  gli  permette  di  diventar  capitalista  alla  sua 
volta  e  di  occupare  terreni  di  seconda  categoria.  Il  profitto  automaticamente 
nato,  non  è  vitale  e  perchè  possa  sistematicamente  durare  occorre  che  i 
proprietari  capitalisti  tentino  di  ridurre  colla  forza  il  salario  al  minimo. 
Ecco  il  segreto  d'una  lotta  secolare  in  Europa  ed  America  (secoli   16-18). 


_  403  — 
Finalmente  in  un  terzo  stadio  della  civiltà,  nel  quale  per  l'aumento  della 
popolazione,  si  occupano  sempre  più  le  terre  inferiori  e  si  sente  fortissima 
l'azione  della  legge  economica  dei  compensi  decrescenti,  il  profitto,  già  sorto 
automaticamente  nel  secondo  stadio  ,  diventa  un  fattore  necessario  della 
produzione,  e  persiste  del  pari  automaticamente,  perchè  l'operaio  ridotto  al 
minimo  del  salarin,  che  basta  appena  alla  sua  sussistenza,  non  può  diventar 
capitalista  ed  anche  perchè  cessata  coi  progressi  della  coltivazione  delle  terre 
inferiori,  la  segregazione  dei  proprietari,  questi  possono  associarsi  tra  loro 
(associazione  propria,  secondo  l'autore)  e  non  consentono  all'  associazione 
mista)  (cioè  ad  anticipar  capitale  ad  un  operaio)  se  non  intascano  l' intero 
profitto.  Causa  diretta  della  miseria  non  è  l'eccesso  di  popolazione,  ma  la 
mancanza  di  terra  libera  da  cui  deriva  un  aumento  del  coefficiente  di 
riproduzione  della  specie  umana.  Per  dirlo  in  una  parola  nel  sistema 
dell'autore,  l'esistenza  od  il  difetto  di  terreno  libero  occupabile,  è  il  prin- 
cipio fondamentale  della  distribuzione  delle  ricchezze,  che  non  venne  avvertito 
dagli  economisti  classici  e  dai  socialisti  scientifici,  i  quali  spiegarono  sol- 
tanto, benché  assai  profondamente,  la  legge  senza  dubbio  importantissima 
essa  pure,  dei  compensi  decrescenti  della  produzione  agraria. 

«  So  si  fosse  trattato  di  un  prèmio  di  minore  importanza ,  sia  per 
l'entità  che  per  la  origine,  sarebbe  bastato  un  esame  affatto  sommario  di 
questa  Memoria  per  indurre  prontamente  nei  vostri  commissari  la  piena  con- 
vinzione che  il  premio  stesso  si  dovesse  senz'altro  accordare  all'autore  di 
un  lavoro  originale  ingegnoso,  erudito,  che  è  evidentemente  il  frutto  di 
studio  indefesso  e  di  profonda  meditazione.  Preoccupata  invece  dal  carattere 
eccezionale  ed  elevato  della  ricompensa,  la  Commissione,  prima  di  arrivare 
alla  proposta  esplicita  ed  urianime  che  oggi  vi  presenta,  ha  dovuto  assog- 
gettare ad  un  minutissimo  e  ripetuto  esame  critico  il  voluminoso  ms.,  per 
mettere  in  sodo  se  i  difetti,  che  pur  vi  si  incontrano  fossero  tali  da  meno- 
mare di  troppo  i  meriti  segnalati  che  lo  contraddistinguono. 

«  Che  infatti  la  dissertazione  sul  profitto  del  capitale  presenti  parecchie 
mende,  e  non  sempre  lievi,  fu  tosto  riconosciuto  da  tutti  i  Commissari  , 
benché  (com'  è  naturale  in  materia  delicatissima  e  ,  in  parte  ,  tuttora  con- 
troversa) con  gradazioni  diverse  di  giudizio.  Sorvolando  sulle  imperfezioni 
di  lingua  e  di  stile,  che  trovano  qualche  scusa  nella  fretta  della  redazione 
e  nel  molto  uso  di  opere  straniere,  fummo  tutti  d'accordo  nel  censurare  a 
più  riprese  il  difetto  di  chiarezza  e  la  mole  soverchia  del  lavoro  che,  ri- 
dotto a  più  modeste  proporzioni  ed  a  forma  più  perspicace,  avrebbe  rilevato 
senza  punto  sagrifìcare  i  necessari  svolgimenti ,  più  perfetta  maturità  di 
pensiero  e  studio  più  diligente  di  correzione.  Venne  inoltre  osservato  che 
l'uso  del  linguaggio  analitico  per  spiegare  alcuni  fenomeni  semplicissimi 
per  se  stessi  riesce  superfluo  ,  quando  non  è  anche  d'  impaccio  all'  anda- 
mento naturale  del  discorso.  Si  notò,  per  ultimo,  che  certi  esempì  ricercati 


—  404  — 

eou  molta  fatica  in  documenti  ufficiali  o  scientifici  stranieri,  e  di  cui  non 
s'intende  disconoscere  il  merito,  avrebbero  potuto,  e  non  di  rado,  cedere 
il  posto,  o  comunque  accoppiarsi,  ad  illustrazioni  pili  ovvie  ed  a  noi  più 
famigliari,  attinte  alle  non  scarse  pubblicazioni  concernenti ,  in  ispecie,  le 
nostre  condizioni  agrarie. 

«  Qualcbe  appunto  di  maggior  peso  sarebbe  stato  mosso  circa  al  con- 
cetto ed  alle  tendenze  del  lavoro,  circa  al  suo  punto  di  partenza,  al  genere 
delle  prove  ed  in  particolare  circa  alla  esattezza  di  alcune  proposizioni 
formulate  in  modo  troppo  reciso  e  senza  quelle  limitazioni,  che,  con  buona 
pace  dell'autore  e  dell'illustre  filosofo  a  cui  si  riferisce,  sono  indispensabili 
quando  si  tratta  di  semplici  funzioni  empiriche  e  di  questioni  di  massimi 
e  di  minimi.  In  casi  consimili  vi  hanno  ricorso  anche  le  scienze  che  me- 
ritarono il  nome  di  esatte  appunto  perchè  lasciarono  da  parte  le  afferma- 
zioni apodittiche,  così  frequenti  in  altri  periodi  della  storia  del  pensiero. 

«  E  per  scendere,  come  è  necessario  a  qualche  particolare,  è  sembrato 
a  più  d'uno  dei  Commissari  (e  da  nessuno  fu  negato)  che  l'autore  non 
abbia  sufficientemente  avvertito  che  certe  teorie  sulle  quali  i  socialisti  spe- 
cialmente tedeschi,  fanno  tanto  assegnamento  e  contro  le  quali  gli  ottimisti, 
specialmente  francesi  ed  italiani  tirano  le  loro  facili  frecciate,  non  si  pos- 
sono attribuire  al  vero  Ricardo,  ma  ad  un  Ricardo  fantastico  e  convenzionale, 
foggiato  a  capriccio  col  soccorso  di  quella  molteplicità  di  sottintesi,  di 
quelle  ambiguità  di  espressioni  e  di  quegli  altri  difetti  piuttosto  didattici 
che  scientifici  che  rendono  cotanto  malagevole  il  cogliere  il  vero  significato 
di  alcune  sue  dottrine.  Si  osservò  in  ispecial  modo  (ed  è  appunto  assai  no- 
tevole nelle  argomentazioni  e  nelle  polemiche  dell'autore)  non  potersi  soste- 
nere che  Ricardo  abbia  escluso  assolutamente  il  profitto  dagli  elementi  del 
valore  normale,  delle  cose  liberamente  ed  indefìnitivamente  aumentabili, 
facendolo  dipendere  solamente  dalla  quantità  di  lavoro  necessario  per  pro- 
durle, giacche  un  attento  studio  delle  varie  sezioni  di  cui  si  compone  il 
suo  capitolo  sul  Valore  ci  dimostra  professar  egli  che  il  valore  normale 
deriva  non  solo  dalla  quantità  e  qualità  del  lavoro  (compreso  quello  accu- 
mulato nelle  materie  e  negli  strumenti)  ,  ma  anche  dal  saggio  del  profitto, 
quando  vi  sia  diversità,  o  nella  proporzione  tra  capitale  e  lavoro,  o  nella 
durata  dei  capitali  od  in  quella  del  processo  tecnico  di  produzione,  cioè  in 
quei  casi  nei  quali  anche  la  scienza  moderna  riconosce  .che  il  saggio  del 
profitto  influisce  veramente  sul  valor  normale  dei  prodotti.  Dal  che  risulta 
non  essere  perfetta  l'identità  delle  premesse  della  economia  classica  e  del 
socialismo  scientifico  e  non  potersi  quindi  addebitare  alla  prima  le  conse- 
guenze  che  il  secondo  ne  trae  circa  la  illegittimità  del  profitto,  e  non  po- 
tersi quindi  accettare  l'opinione  dell'autore  che  chiama  suicida  la  teorica 
del  valore  della  scuola  classica,  ammesso  anche  che  il  Ricardo  ne  fosse  non 
soltanto  (ciò  che  è  incontrastabile)  il  più  profondo  ed  eminente,  ma  anche 


—   40".  — 

(ciò  che  si  può  per  più  motivi  negare)  l'unico  rappresentante,  o  che  non 
esistessero  le  molte  correzioni  ed  aggiunte  che  si  fecero  alle  sue  dottrine 
da  illustri  economisti  a  lui  succeduti. 

«  Fra  le  asserzioni  troppo  assolute  dell'  anonimo  concorrente  si  nota 
quella  che  gli  economisti  studiarono  fino  ad  ora  la  moneta  come  mezzo 
di  scambio  e  ne  trascurarono  il  carattere  di  misura  del  valore,  il  che  mal 
potrebbe  conciliarsi  colle  recentissime  ed  insistenti  controversie  degli  uno- 
melallisti  coi  bimetallisti,  che  riflettono  specialmente  la  ricerca  del  sistema 
migliore  per  raggiungere  la  maggior  possibile  stabilità  nel  modulo  del 
valore.  È  poi  corretto  il  dire  che  ci  sono  economisti,  (compresi  quelli  che 
professano  la  così  detta  teoria  quantitativa  di  Kicardo  e  del  celebre  Bullcion 
Report)  i  quali  facciano  veramente  dipendere  il  valor  della  moneta  dal  solo 
elemento  della  quantità  che  si  trova  in  circolazione  ?  Potrebbe  del  tutto 
accertarsi  la  dottrina  dell'autore  circa  all'influenza  prevalente  dell'esistenza 
o  del  difetto  di  terra  libera  in  confronto  al  principio  di  popolazione, 
quando  si  pensa  che  Malthus  parlando  di  densità  di  popolazione  accenuava 
alla  relazione  tra  queste  ed  il  territorio,  senza  di  che  quella  espressione  non 
può  avere  alcun  significato  ragionevole  ?  Potrebbe  veramente  fornirsi  una 
dimostrazione  scientifica  della  affermazione  che  il  coefficiente  di  riprodu- 
zione sia  in  ragione  inversa  del  benessere?.  A  quali  risultati  si  arrive- 
rebbe traducendo  in  forma  analitica  quell'ardita  proposizione? 

«  I  fatti  copiosi  ed  interessanti  che  l'autore  ha  condensati  nella  se- 
conda parte  del  suo  lavoro  con  erudizione  larghissima,  e  che  potrebbe  a 
taluno  financo  parer  soverchia,  ma  schietta  ad  ogni  modo  e  di  prima  mano, 
diedero  qualche  motivo  a  dubitare  che  nella  scella  coorti  inazione  ed  inter- 
pretazione dei  medesimi  l'anonimo  non  sia  sempre  proceduto  con  piena 
sicurezza  e  scevro  di  preoccupazioni  sistematiche.  L'analogia  tra  le  terre 
libere  e  l'aver  publicus  dei  romani  in  molla  parte  non  regge,  e  sono  troppo 
grandi  le  discrepanze  tra  la  schiavitù  classica  e  la  coloniale,  perchè  questa 
possa  fornir  sempre  una  spiegazione  plausibile  delle  vicende,  e  natura  pro- 
pria di  quella.  Nel  mondo  classico  mancò  spesse  volte  la  differenza  di 
razza  tra  i  padroni  e  gli  schiavi  o  per  lo  meno  non  fu  sempre  quella  di 
una  razza  inferiore  dominata  dalla  superiore,  il  che  spiega  a  sufficienza 
quelle  coudizioni,  del  tutto  ignote  al  mondo  coloniale  moderno,  nelle  quali 
le  arti  così  dette  liberali  fossero  esercitate  precisamente  ed  in  gran  parte 
da  schiavi  e  da  liberti. 

«  Cotesti  difetti  della  Memoria  segnata  col  n.  7  che  la  Commissione 
si  è  fatta  scrupolo  di  esaminare  colla  più  minuta  attenzione,  e  le  riserve 
che  essa  crede  di  fare  in  proposito,  non  parvero  però  tali  da  potere  so- 
stanzialmente infirmare  il  giudizio  favorevole  che  essa  ha  potuto  sul  me- 
rito e  l'importanza  dell'  opera  considerarla  nel  suo  complesso  ;  e  perciò  vi 
presentiamo  ad  unanimità  di  voti  la  proposta  di  accordare  l'intero  premio 
di  S.  M.  all'autore  del  ms.  di  cui  vi  abbiamo  dato  notizia. 


—  4013  — 

«  Si  tratta,  infatti,  di  un  lavoro  veramente  originale,  nel  senso  più 
genuino  ed  elevato  della  parola,  di  un  lavoro  che  è  frutto  di  medita- 
zioni profonde  e  di  studio  indefesso  intrapreso  coi  presidi  di  una  coltura 
svariata  ed  estesa  dovuta  ad  una  preparazione,  senza  dubbio  assai  diligente 
e  faticosa.  Si  tratta  di  un  lavoro  che  rivela  un  ingegno  il  quale,  se  anche 
non  abbia  per  avventura  raggiunta  la  piena  maturità,  è  però  vigoroso  ed 
acutissimo,  di  un  ingegno  che  ama  affrontare,  con  molto  ardimento  ma  con 
grande  competenza,  i  problemi  più  ardui  e  controversi  dell'  economia  poli- 
tica, invece  di  evitarli  con  un  riserbo  che  commendevole  forse  in  qualche 
caso,  potrebbe  in  qualche  altro  accennare  a  poca  vigoria  di  scienza  e  di 
critica.  Si  tratta  finalmente  di  una  Memoria  che  non  risolve  invero  il  pro- 
blema teorico  della  distribuzione  della  ricchezza,  a  cui  pure  si  riferisce, 
ma  che  prepara  la  via  ad  indagini  ulteriori  e  la  rischiara  aprendo  oriz- 
zonti, per  più  rispetti  affatto  nuovi,  a  vantaggio  di  coloro  che  potranuo 
indirizzare  a  questo  genere  di  ricerche,  ricchezza  d'ingegno  e  profondità  di 
dottrina,  pari  a  quelle  di  cui  dà  prova  la  dissertazione  che  abbiamo  esa- 
minata. E  fosse  pur  profittevole  fra  noi  cotesto  esempio. 

«  Coli'  accordare  il  premio  di  S.  M.  all'  anonimo  autore  della  Me- 
moria recante  il  n.  7  l'Accademia  dei  Lincei  retribuirà  senza  alcun  dubbio 
uno  tra  i  cultori  più  promettenti  ed  originali  di  quelle  discipline  che 
sono  così  strettamente  collegate  al  progresso  intellettuale  e  sociale  del 
nostro  paese  ». 

Relazione  sul  concorso  al  premio  di  S.  M.  il  Re  per  le  scienze  giuri- 
diche, che  non  potè  conferirsi  nel  1881  e  fu  prorogato  a  tutto 
il  1383.  —  Commissari  :  Carrara,  Carutti..  Messedaglia,  Serafini  e 
Schupfer  (relatore). 

«I  concorrenti  furono  cinque;  ma  uno  di  essi  (il  Pitrelli)  ha  presen- 
tato un  lavoro,  ch'è  d'indole  affatto  astratta,  e  non  ha  che  una  scarsa  atti- 
nenza colle  discipline  del  concorso. 

«  Gli  altri  sono: 

«  1.  Orlando  V.  E.,  Delle  fratellanze  artigiane  in  Italia. 

«  2.  Mosca  Gaetano,  Sulla  teorica  dei  governi  e  sul  governo  'parla- 
mentare. 

«  3.  Buccellati  Antonio,  //  nihilismo  e  la  ragione  del  diritto  penale. 

«  4.  Orano  Giuseppe,  La  recidiva  nei  reati. 

«  La  Memoria  dell'ORLANDO,  Delle  fratellanze  artigiane  in  Italia,  è  una 
Memoria  pregevole,  che  si  ricollega  alle  questioni  del  giorno.  Iu  generale 
noi  ci  troviamo  in  un  periodo  di  reazione,  che  si  rifa  a  quel  passato  che 
la  rivoluzione  francese  ha  forse  troppo  repentinamente  distrutto  :  è  una  forte 
reazione  che  viene  via  via  allargandosi,  e  abbraccia  il  diritto  iu  tutte  le  sue 


—  407  — 

forme  e  manifestazioni,  civili  e  penali,  pubbliche  e  private.  Quale  esiste 
attualmente,  esso  è  lo  specchio  fedele  della  società  creata  dalla  rivoluzione, 
in  cui  gl'individui  isolati  non  hanno  alcun  legame  che  li  stringa  ai  loro 
simili,  nò  un  centro  qualunque  a  cui  riannodarsi.  Allora  l'individualismo, 
soffocato  a  lungo,  rivendicò  i  propri  diritti  e  parve  necessità;  ma  altre  ne- 
cessità, ugualmente  forti,  spiegano,  se  non  altro,  come  avvenga,  che  si  tenti 
oggigiorno  di  rialzare  l'elemento  sociale,  e  ristabilirne  l' equilibrio  coli' in- 
dividuo. 

«  In  ispecie  la  necessità  di  riordinare  fortemente  il  lavoro  e  vivamente 
sentita  da  alcune  scuole  economiche.  Si  tratta  inlìne  di  mettere  in  grado 
le  classi  operaie  di  sostenere  la  lotta  col  capitale,  perchè  non  ne  rimangano 
schiacciate,  e  alla  lor  volta  non  usurpino  sui  diritti  del  capitale.  Ma  pos- 
sono servire  a  ciò  le  vecchie  corporazioni?  Qualcuno  lo  ha  detto.  L'Orlando 
non  lo  crede;  ma,  prima  di  arrivare  a  cotesta  conclusione,  ha  voluto  stu- 
diarne la  storia.  Egli  stesso  chiama  il  suo  lavoro  un  contributo  alla  storia 
giuridica  ed  economica  d'Italia. 

«  Ed  è  veramente  tale.  Non  è  ancora  la  storia  delle  fratellanze:  forse 
la  scarsità  dei  documenti  pubblicati  la  renderà  impossibile  ancora  per  qual- 
che tempo:  ma  del  resto  neppure  l'autore  si  è  giovato  di  tutti  i  materiali. 
che  si  trovano  nelle  vecchie  cronache  delle  nostre  città  e  negli  scritti  dei 
nostri  giuristi.  Nondimeno,  se  non  è  ancora  la  storia,  e  un  buon  avvia- 
mento ad-  essa.  Il  lavoro  è  concepito  largamente  e,  in  generale,  il  momento 
storico  delle  fratellanze  artigiane  pare  cólto  con  esattezza.  Non  diremo  che 
esse  sieno  cominciate  con  un  carattere  politico;  ma  è  certo  che  aiutarono 
potentemente  la  città  a  sostenere  la  lotta  colla  campagna  feudale,  e  fin  là 
non  aveano  avuto  nulla  di  esclusivo.  Più  tardi  però,  raggiunto  lo  scope, 
cedono  a  ispirazioni  egoistiche;  la  libertà  del  lavoro  rimane  come  paraliz- 
zata, e  anche  le  novità  richieste  dai  tempi  durauo  fatica  a  farsi  stradi;  gii 
operai  finiscono  coi  trovarvisi  a  disagio,  e  la  istituzione  stessa  viene  bat- 
tuta in  breccia  e  scompare:  era  il  principio  individuale,  che  reagiva  contro 
una  tutela,  che  ne  aveva  inceppato  i  movimenti  e  doveva  finire  col  dan- 
neggiarlo. In  verità  non  si  vede  come  la  corporazione  potrebbe  resuscitare 
in  questa  forma. 

«  L'autore  ne  segue  via  via  la  evoluzione  dalle  origini  romane  fino  albi 
rivoluzione  francese;  e  non  manca  di  tracciarne  la  costituzione  interna.  Forse 
le  parti,  che  più  lasciano  a  desiderare,  sou  quelle  che  concernono  le  origini 
romane  e  il  periodo  barbarico.  Sono  due  capitoli  piuttosto  affrettati,  non 
scevri  da  lacune  e  anche  da  qualche  inesattezza.  Invece  la  trattazione  s'al- 
larga nel  periodo  comunale,  che  infine  è  il  periodo  luminoso  delle  corpora- 
zioni; ma  avremmo  desiderato  una  maggiore  relazione  coi  terapie  coll'am- 
biente,  che  non  si  scorge  dapertutto.  sicché  lo  svolgimento  storico  di  piò 
cose,  che  pur  ci   avrebbero   interessato,  non  si   afferra   bene.   Ricordiamo   a 

Rendiconti  —  Voi,.  I.  5:5 


—  408  — 

ino'  d'esempio  i  diritti  e  gli  oblighi  degli  associati,  le  attribuzioni  delle 
loro  assemblee,  le  funzioni  dei  corpi  consultivi  ecc.,  tutte  cose  che  pure 
hanno  avuto  la  loro  storia.  Parimenti  la  natura  giuridica  della  corporazione 
avrebbe  meritato  un  più  attento  esame,  specie  nella  diversità  di  opinioni, 
che  si  agitavano  tra  civilisti  e  canonisti  ;  e  non  sarebbe  stato  inutile  di  stu- 
diar meglio  gli  statuti  della  fratellanza,  sia  nelle  loro  origini,  sia  nelle  re- 
lazioni col  gius  comune  e  cogli  statuti  municipali. 

«  L'opera  del  Mosca  affronta  il  problema  parlamentare:  un  altro  pro- 
blema molto  grave  e  complesso,  che  tormenta  l'età  nostra.  Certo,  la  società 
disorganizzata,  a  cui  accennammo,  non  poteva  dare  altro  frutto;  ma  d'altra 
parte  è  anche  certo,  che  una  profonda  corruzione  pervade  le  nostre  istitu- 
zioni rappresentative,  e  più  d'una  voce  s'è  alzata  in  Italia  e  fuori  onde  av- 
vertire la  china  pericolosa,  per  la  quale  esse  conducono  la  società.  Il  libro  del 
Mosca,  Sulla  teoria  dei  governi  e  sul  governo  parlamentare,  ha  questo 
carattere. 

«  È  un  libro  di  studi  storici  e  sociali  di  un  merito  assai  diverso.  Qua 
e  là  una  cotal  foga  del  dire  e  una  troppa  sicurezza  di  giudizi  tradisce  il 
giovane  :  ma  insieme  è  lodevole  la  sincerità  e  rettitudine  delle  sue  ricerche, 
lo  spirito  riflessivo,  la  tendenza,  ch'egli  ha,  di  andare  oltre  alla  superficie, 
per  addentrarsi  nella  sostanza  delle  cose,  una  tal  quale  sagacia  di  criterio  e 
la  molta  indipendenza  del  giudizio. 

«  Forse  gli  studi  storici  sono  soverchi.  Riproducono  e  riassumono  altri 
lavori  sulle  costituzioni  politiche  e  sociali  dagli  Ebrei  fino  alla  rivoluzione 
francese;  e  neppure  si  allacciano  bene  al  resto;  almeno  non  si  vede  che 
l'autore  se  ne  avvantaggi,  o  così  compiutamente,  come  avrebbe  potuto  per 
gli  studi  sociali,  che  vengono  dopo,  e  che  formano  il  vero  scopo  del  libro. 
Ne  vorremmo  dire  che  ci  sia  molto  di  una  vera  teoria  dei  governi  nel  senso 
scientifico  della  parola;  ne  che  tutte  le  idee  svolte  o  lasciate  intrav vedere 
dall'autore  ci  paiano  accettabili:  in  ispecie  questa,  che  la  forma  politica  sia 
qualcosa  di  estrinseco,  e  non  si  leghi  intimamente  e  sostanzialmente  alle 
condizioni  morali  ed  economiche,  cioè  dire  a  tutta  la  vita  e  attività  del 
popolo. 

«  Per  converso,  quella  parte  del  libro  che  s'indirizza  al  governo  parla- 
mentare, merita  ampia  lode.  La  censura,  che  l'autore  ne  fa,  potrà  sembrare 
qua  e  là  soverchia;  ma  in  generale  colpisce  giusto:  ad  ogni  modo,  non  è 
una  censura  campata  in  aria,  ma  basata  sul  sodo:  non  vagane  partigiana, 
ma  piena  di  cognizioni  positive  e  ispirata  a  concetti  sereni.  Soltanto  sarebbe 
stato  desiderabile  che  l'autore,  dopo  aver  messo  il  dito  sulla  piaga,  avesse 
anche  accennato  ai  rimedi;  e  non  lo  fa,  e  il  non  averlo  fatto  rende  il  libro 
manchevole.  Alcune  riforme,  ch'egli  suggerisce  qua  e  là  per  migliorare  sin- 
gole istituzioni,  potranno  parere  accettabili,  ma  certo  sono  insufficienti  allo 


—  409  — 

scopo.  Del  resto,  il  difetto  che  accenniamo  non  è  sfuggito  all'autore:  ina 
forse  egli  non  credette  che  francasse  la  spesa  di  occuparsene,  persuaso  com'è, 
che  il  sistema  parlamentare  sia  una  forma  transitoria  destinata  a  sparire. 

«  Gli  altri  lavori  appartengono  al  diritto  penale. 

«  Come  altre  parti  della  scienza,  così  questa  del  giure  punitivo  ha  tro- 
vato a'  dì  nostri  una  viva  opposizione,  specie  sotto  la  influenza  delle  scienze 
naturali,  che  sono  via  via  penetrate  anche  nelle  scienze  morali  e  le  hanno 
trasformate:  si  cominciò  a  studiare  il  reato  concretamente,  non  pili  come 
una  astrazione  giuridica,  ma  come  un'azione  umana,  come  un  fatto  sociale 
e  naturale,  e  insieme  si  studiò  l'uomo  sull'uomo,  più  che  non  si  fosse  fatto 
per  l'addietro  colla  scorta  di  formole  astratte  ;  lo  stesso  sentimentalismo  e 
certe  debolezze  morali  u  mentali,  che  sono  penetrate  nella  pratica  e  minac- 
ciano di  corrompere  la  legislazione,  vennero  battute  in  breccia;  e  di  fronte 
ai  diritti  dell'individuo  tornò  ad  affermarsi  più  vigorosamente  il  diritto  del 
corpo  sociale.  La  reazione  si  è  manifestata  in  più  sensi,  e  non  senza  parec- 
chie esagerazioni  ;  ma  d'altra  parte  anche  la  scuola  razionale  se  n'è  più  o 
meno  risentita,  e  la  lotta  ferve  tuttora. 

«  Il  libro  del  prof.  Buccellati,  II  nihilismo  e  la  ragione  del  diritto 
penale,  interviene  tra  i  combattenti,  riconoscendo  la  necessità  di  una  con- 
ciliazione tra  la  scuola  razionale  e  la  scuola  sperimentale:  la  teorica  del 
principio  giuridico  deve,  secondo  lui,  trovare  il  suo  complemento  nelle  no- 
zioni che  vengono  somministrate  dallo  sperimentalismo;  ma  il  Buccellati 
combatte  i  materialisti. 

«  In  sostanza  il  suo  libro  è  un  libro  di  battaglia,  degno  di  molta  con- 
siderazione. La  Commissione  ha  notato  con  piacere  la  vasta  e  svariata  col- 
tura dell'autore,  specie  nel  dominio  delle  scienze  filosofiche  e  una  certa 
finezza  di  critica  e  il  calore  tutto  giovanile  della  disputa.  Tra  le  altre  va 
segnalata  la  storia  delle  teorie  penali  italiane,  che  certo  potrà  riescire  di 
giovamento,  per  apprezzarne  la  portata  più  che  non  si  abbia  potuto  fare 
sinora  colla  scorta  dei  soliti  manuali.  Nondimeno  la  Commissione  ha  anche 
avvertito  più  cose,  che  le  impedirono  di  conferirgli  il  premio. 

«  A  ben  guardare  è  la  scuola  spiritualista,  che  sorge  nel  lavoro  del 
Buccellati  contro  le  teorie  materialiste  sospinta  dai  suoi  ideali,  animata  tut- 
tavia da  una  fede  viva  e  sincera,  armata,  se  vogliamo,  di  tutto  punto,  ma 
senza  dare  alcun  contributo  veramente  nuovo  alla  scienza.  La  stessa  formula 
della  reintegrazione,  che  l'autore  in  questo  suo  lavoro  sost  tuisce  a  quella 
della  conservazione  dell'ordine  giuridico,  propugnata  in  altri  suoi  scritti,  se 
può  importare  una  più  esatta  determinazione  del  magistero  penale  a  diffe- 
renza di  altri  rami  della  legislazione,  non  importa  alcun  nuovo  risultato.  Si 
potrebbe  anche  osservare,  che  il  libro,  più  che  una  valida  confutazione,  nel 
significalo   vero  e  proprio   della    parola,  è  una   nobile  e   vigorosa   protesta. 


—   410  — 

Per  essere  una  confutazione  sarebbe  stato  necessario,  cbe  l'autore  si  fosse 
rifatto  alla  questione  del  libero  arbitrio;  e  anche  ammesso,  come  crediamo, 
che,  nella  ideale  natura  umana,  l'uomo  abbia  questa  libertà  di  determinare 
le  proprie  azioni  secondo  certi  fini,  bisognava  esaminare,  se  essa  si  presenti 
in  tutti  con  la  medesima  intensità  e  non  sia  in  alcuni  soffocata  e  anche 
spenta,  e  vedere  se  e  come  l'azione  dello  Stato  potrebbe  nondimeno  inter- 
venire a  tutela  della  società  minacciata.  Noi  avvisiamo  che  solo  portando, 
l'esame  con  una  certa  ampiezza  su  quei  concetti  degli  avversari,  che  pos- 
sono dirsi  fondamentali,  la  polemica  avrebbe  potuto  riescire  fruttuosa. 

«  Il  lavoro  dell'avv.  Orano,  La  recidiva  nei  reati,  è  più  modesto.  È 
un  lavoro,  il  quale  s'ingegna  di  dimostrare  come  «  l'aumento  di  pena  san- 
cito dai  codici  contro  i  recidivi  non  sia  giustificato  da  ragione  alcuna,  e  che 
spesso  si  converta  in  una  manifesta  ingiustizia,  ondechè  deve  abolirsi  ».  È 
una  dimostrazione  fatta  con  una  cotale  larghezza  e  con  molte  illustrazioni 
dottrinali  e  legislative;  ma  non  si  può  dire  che  queste  sieno  complete  e 
neppur  sempre  esatte.  Insieme  sarebbe  stato  desiderabile,  che  l'autore,  an- 
ziché considerare  l'aggravamento  di  pena  dei  recidivi  dal  solo  aspetto  indi- 
viduale, si  fosse  fatto  a  studiarlo  dal  lato  sociale. 

«  In  conclusione,  il  risultato  di  questo  concorso  non  è  tale  da  scorag- 
giarci. C'è  anzi  del  buono,  e  non  abbiamo  mancato  di  notarlo.  A  ben  guar- 
dare, il  risveglio  degli  studi  giuridici,  a  cui  da  parecchi  anni  assistiamo  in 
Italia,  diventa  sempre  più  spiccato;  e  nondimeno  siamo  ancor  lungi  da  quei 
caratteri  di  merito  assoluto,  che  soli  possono  giustificare  il  conferimento  di 
un  premio,  che  non  si  dà  a  semplice  titolo  d'incoraggiamento,  ma  per  lavori 
compiuti  che  abbiano  un'alta  portata  scientifica.  La  Commissione  nutre 
fiducia,  che  ciò  possa  avverarsi  all'occasione  del  prossimo  concorso,  legitti- 
mando quelle  più  liete  speranze,  che  S.  M.  il  Ke  vagheggiò  il  giorno  che 
nella  sua  reale  munificenza,  fondò  questi  premi  per  l'incremento  della  scienza 
e  per  il  decoro  della  patria.  Intanto  vedrà  l'Accademia,  quale  destinazione 
del  fondo  rimasto  vacante  debba  proporre  a  S.  M.,  specialmente  a  vantag- 
gio delle  scienze  giuridiche,  a  cui  il  premio  si  riferisce  ». 

Relazione  sul  concorso  al  premio  Beale  per  la  Matematica  nell'an- 
no 1883.  —  Commissari  :  L.  Menabrea,  E.  Betti,  U.  Dini  e  G.  Bat- 
taglisi (relatore). 

«  Pervennero  in  tempo  utile  all'Accademia  i  lavori  seguenti  : 
«  1.  Anonimo.   Trattato  sull'economia,  politica  (ms.) 
«  2.  Anonimo  (senza  titolo  ;  relativo  alla  teoria  delle    rette  parallele) 
(ms.  pag.  3). 


—  411   — 

«  3.  Riboldi  GIOVANNI.  Sopra  il  teorema  relativo  alla  somma  degli 
angoli  dì  un  triangolo  rettilineo  (ms.  pag.  8). 

«  4.  Gizzi  G.  Giuseppe.  Generalizzazione  della  formala  dell'  impossi- 
bilità del  moto  perpetuo  (ms.  pag.  14). 

«  5.  Seronno  G.  Battista.  Problema  della  trisezione  dell'arco 
(ms.  pag.  6). 

«  6.  Motti  Giovanni.  Falsità  del  valore  n  secondo  Archimede,  dimo- 
strata nei  suoi  teoremi  di  approssimazione.  Dimostrazione  della  vera  qua- 
dratura   del  circolo  (ms.  pag.  90). 

«  7.  Gallo  Gustavo  Adolfo.  Risoluzione  geometrica  del  triangolo 
sferico  (ms.  pag.  25). 

«  8.  Salvati  Michele.  Le  funzioni  trigonometriche  della  parabola 
(ms.  pag.  41  di  testo  e  325  di  tavole  numeriche). 

«  9.  Ascoli  Giulio.  La  curva  limite  di  una  varietà  data  di  curve 
(si.  Atti  dei  Lincei,  pag.  68). 

«  10.  Slacci  Francesco.  1"  Teorema  fondamentale  nella  teoria  delle 
equazioni  canoniche  del  moto  (st.  Atti  dei  Lincei,  pag.  16)  —  2"  Nuovo 
metodo  per   risolvere   i  problemi   del  tiro  (ms.  pag.  21  ;  st.  pag.  69). 

<-  11.  Veronese  Giuseppe.  La  Geometria  a  n  dimensioni,  in,  se  e 
quale  metodo  di   ricerca  e  di  dimostrazione  (ms.  pag.  167  ,  st.  pag.  38). 

«  Il  primo  dei  suddetti  lavori  è,  per  l'argomento ,  del  tutto  estraneo 
alla  matematica.  I  lavori,  contrassegnati  con  i  numeri  dal  2  al  6,  non  hanno 
alcun  valore  scientifico,  ed  alcuni  tra  essi,  che  riguardano  il  moto  perpetuo, 
la  trisezione  dell'angolo,  o  la  quadratura  del  circolo,  mostrano  che  ai  loro 
autori  fanno  difetto  ie  cognizioni  più  elementari  della  scienza.  I  lavori  se- 
gnati con  i  numeri  7  e  8  sono  troppo  elementari  per  essere  presi  in  con- 
siderazione. 

Rimangono  le  sole  Memorie  dell'Ascoli,  del  Siacci  e  del  Veronese  da 
dover  prendere  in  esame. 

«  Il  lavoro  del  sig.  Ascoli  :  Sulla  curva  limite  di  una  varietà  data 
di  curve,  è  senza  dubbio  molto  pregevole,  specialmente  se  si  ha  riguardo 
alla  precisione  con  la  quale  espone  le  cose  trattate,  che  sono  relative 
ad  una  parte  dell'analisi  delicatissima  e  difficile,  come  quelli  attinente  ai 
prìncipi  della  teoria  delle  funzioni,  nei  quali  è  necessario  il  maggior  rigore. 
L'  autore  nella  prima  parte  del  suo  lavoro  fa  uno  studio  sui  rami  delle 
curve  di  classe  assegnabile  o  meno,  come  egli  dice  ;  studio  che  in  fondo 
può  dirsi  quello  di  funzioni  per  le  quali  esistano  le  derivate,  con  certe 
proprietà  generali,  sino  a  quelle  di  un  determinato  ordine  finito,  o  fino  a 
quelle  di  ordine  qualsivoglia.  Nella  seconda  parte,  considerando  una  varietà, 
illimitata  di  linee  dotate  di  alcune   proprietà    generali,  l'autore   con   varie 


—  412  — 

considerazioni,  e  successivi  passaggi  al  limite,  ne  deduce  la  esistenza  di 
certe  curve,  che  chiama  «  curve  limiti  della  varietà  data  »  e  studia  le  pro- 
prietà generali  di  queste  curve  limiti. 

«  Da  tutto  il  lavoro  apparisce  largamente  il  molto  acume  dell'  autore, 
la  sua  precisione  nel  trattare  di  cose  tanto  delicate  e  difficili;  e  s'intravede 
anche  come  i  risultati  ottenuti  potranno  in  avvenire  acquistare  una  parti- 
colare importanza,  quando  vengano  applicati  a  trattare,  in  modo  semplice  e 
rigoroso,  almeno  le  parti  principali  della  teorica  delle  funzioni  di  due  va- 
riabili. L'autore  accenna  a  questa  possibilità  nella  introduzione  al  suo  lavoro; 
e  soltanto  quando  ciò  sia  fatto  potrà  dirsi  che  gli  studi  dell'autore  segnino 
un  importante  progresso  nella  scienza,  quali  si  richiederebbe  per  poterli 
dichiarare  meritevoli  del  premio  reale. 

Il  sig.  prof.  Siacci  nella  prima  sua  Memoria  intitolata:  Teorema  fonda- 
mentale nella  teoria  delle  equazioni  canoniche  del  moto ,  dà  un  teorema 
di  analisi,  per  mezzo  del  quale  egli  dimostra  con  metodo  uniforme  tutto 
ciò  che  Hamilton  e  Jacobi  hanno  trovato,  riguardo  alla  teoria  delle  equa- 
zioni differenziali  della  Dinamica,  cioè  riduzione  alla  forma  canouica  ,  tra- 
sformazioni di  equazioni  canoniche,  teorema  della  funzione  caratteristica,  ed 
equazioni  del  moto  perturbato.  Il  lavoro  è  certamente  mollo  pregevole  ,  in 
quanto  riduce  a  unità  il  metodo  col  quale  si  possono  trattare  queste 
teorie.  Non  si  può  dire  però  che  la  Memoria  segni  un  progresso  verso  la 
integrazione  delle  equazioni  della  Dinamica  ,  che  è  lo  scopo  finale  della 
teoria;  sicché  mentre  si  reputa  questo  lavoro  del  Siacci  degno  di  encomio, 
esso  non  è  però  tale  da  poterglisi  aggiudicare  il  premio  reale. 

«  A  differenza  della  suddetta  Memoria,  che  mirava  essenzialmente  a 
stabilire  simboli  analitici  per  rappresentare  le  leggi  più  generali  del  moto,  il 
prof.  Siacci  nella  sua  seconda  Memoria  intitolata  :  Nuovo  metodo  per  risolvere 
i  problemi  del  tiro ,  si  è  proposto  di  accomodare  le  forinole  analitiche  , 
combinate  con  1'  esperienza,  per  risolvere  il  problema  del  tiro  delle  armi 
da  fuoco.  Una  tale  questione  è  di  grande  importanza  ai  tempi  nostri ,  sia 
per  gli  effetti  che  i  perfezionamenti  arrecati  alle  bocche  da  fuoco  permettono 
di  ottenere,  e  che  richiedono  una  conoscenza  per  quanto  possibile  esatta  delle 
circostanze  del  moto  del  proiettile  nei  vari  punti  della  traiettoria  da  esso 
percorsa,  sia  per  regolare  la  costruzione  stessa  di  quelle  bocche  da  fuoco , 
in  modo  da  ottenere,  per  effetto  dell'esplosione  della  polvere,  velocità  ini- 
ziali determinate  dei  proiettili,  che  non  eccedano  però  certi  limiti,  in  rela- 
zione alla  resistenza  dell'arma  stessa  da  fuoco.  Questi  argomenti,  che  costi- 
tuiscono l'oggetto  della  balistica  interna  ed  esterna,  sono  stati  trattati  cou 
singolare  maestria  dal  conte  Paolo  di  St.  Robert.  Il  lavoro  del  Siacci  riguarda 
solamente  la  balistica  esterna.  Il  problema  della  balistica  nel  vuoto  è  assai 
semplice,  ma  non  è  così  quando  si  deve  tener  conto  della  resistenza  dell'aria. 


11  3  — 

Intorno  a  questa  resistenza  si  sono  fatte  varie  ipotesi,  fra  le  quali  una  venne 
per  un  tempo  a^s.ii  generalmente  accolta,  come  la  più  conforme  al  vero, 
quella  cioè  della  resistenza  proporzionale  al  quadrato  della  velocità.  In  tale 
ipotesi  si  giunse  ad  equazioni  non  integrabili  direttamente,  e  di  applicazione 
lunga  e  difficile.  Esperienze  più  recenti  diedero  per  risultato  che  la  resi- 
stenza dell'aria  non  è  proporzionale  al  quadrato  della  velocità  del  proiettile, 
ma  segue  al  contrario  una  legge  assai  piti  complicata,  che  non  si  è  riuscito 
finora  a  formolare  in  modo  preciso  ;  anzi  da  alcune  di  quelle  esperienze 
sembrerebbe  risultare  che  la  legge  di  resistenza  non  è  rappresentabile  da 
una  funzione  continua.  Alle  difficoltà  provenienti  dalla  incertezza  della  legge 
di  resistenza  dell'aria  si  aggiungono  quelle  derivanti  dalle  formolo  che  si 
presentano  sotto  forme  non  integrabili,  e  che  è  duopo  trasformare  a  seconda 
della  velocità,  e  rendere  integrabili  in  certi  limiti  ,  per  ottenere  risultati 
numerici  approssimativi.  Un  tale  tentativo  venne  ,  fra  gli  altri,  fatto  dal 
generale  Mayevski,  ma  pare  che  il  suo  metodo  sia  giudicato  troppo  com- 
plicato, e  di  uso  poco  pratico,  benché  per  agevolarlo  egli  abbia  stabilito 
tavole  numeriche  proprie  a  risparmiare  alquanto  i  calcoli.  Tale  essendo  lo 
stato  della  questione,  il  prof.  Siacci  intraprese  il  lavoro,  che  ora  si  esamina, 
e  la  di  cui  importanza  non  sfuggirà  a  chi  riflette  alle  circostanze  che  si 
presentano  all'artigliere  nei  diversi  problemi  che  egli  in  pratica  deve  risol- 
vere. Per  sciogliere  praticamente,  e  nel  modo  pi ìi  rapido,  questi  problemi, 
il  Siacci  si  appigliò  all'esperienze  di  Blashfort  e  di  Mayevski  sulla  resi- 
stenza dell'aria,  e  raccordò  fra  loro  i  vari  tratti  delle  curve  rappresentanti 
quelle  esperienze,  in  modo  da  mantenere  fre  essi  una  continuità  grafica. 
Per  i  singoli  tratti  compresi  fra  date  velocità,  il  Siacci  aggiusta  le  formolo 
in  modo  da  renderle  integrabili,  con  sufficiente  approssimazione  ;  queste  for- 
inole però  hanno  un  carattere  analitico  generale,  per  cui  basta  cambiare  in 
esse  il  valore  di  quantità  ,  che  sono  bensì  variabili  ,  ma  che  si  possono 
considerare  come  costanti  fra  dati  limiti  di  velocità.  È  duopo  eziandio  di 
teuer  conto  della  natura  e  della  forma  dei  proiettili  ;  le  esperienze  dimo- 
strano che  la  resistenza  opposta  loro  dall'aria  è  proporzionale  al  quadrato 
del  diametro  del  proietto,  supposto  di  sezione  trasversale  circolare;  ma  per 
tener  conto  della  forma  e  del  peso  del  proietto,  il  Siacci  attribuisce  ad  esso 
un  coefficiente  che  egli  chiama  «  coefficiente  balistico  ». 

«  Tenendo  conto  di  queste  considerazio'ni  il  Siacci  potè  stabilire  tavole 
numeriche,  che  somministrano  con  la  massima  rapidità  i  termini  delle  equa- 
zioni, o  formole  dalle  quali  si  deducono  vari  elementi  della  traiettoria  in 
relazione  con  i  dati  del  problema,  il  quale  si  pone  in  questi  termini  :  Date 
tre  delle  sei  quantità  seguenti  ,  determinare  le  tre  altre,  cioè  :  1"  il  coeffi- 
ciente balistico  ;  2°  la  velocità  iniziale  ;  3°  1'  angolo  di  proiezione  ;  4°  la 
velocità  residua  in  un  determinato  punto  della  traiettoria  ;  5"  1'  angolo  di 
caduta  ,  ossia  l'angolo  con  l'orizzonte  della  tangente  in   quel   punto  ;   G"  la 


—  414  — 

gettata,  ossia  1'  ascissa  corrispondente  al  detto  punto  ;  inoltre  7°  quando 
saranno  conosciute  tre  delle  quantità  suddette,  si  potrà  determinare  il  tempo 
di  percorso  del  proiettile  dalla  bocca  dell'  arma  al  punto  considerato. 

«  Tali  sono  i  problemi  che  il  Siacci  si  propose  di  sciogliere  col  suo 
metodo:  questo,  come  egli  stesso  dice  «  non  ha  la  pretensione  di  presen- 
«  tarsi  con  gravi  difficoltà  analitiche  superate,  o  con   un   grande   resultato 

«  analitico  conseguito  :  il  mento   principale   di  esso  consiste    nell'  aver 

«  resa  la  balistica  accessibile  alle  ordinarie  applicazioni  dell'artiglieria  , 
«  mentre  prima  d'ora  ogui  questione  di  tiro  era  trattata  per  la  via  empirica 
«  di  esperienze  costose,  lunghe  e  difficili,  e  spesso  inconcludenti,  e  ciò 
«  malgrado  i  numerosi  e  dottissimi  metodi  analitici  presentati  da  geometri 
«  eminenti  ». 

«  Che  il  Siacci  abbia  raggiunto  il  suo  intento  ,  lo  si  dovrebbe  affer- 
mare, a  giudicarne  dalla  universale  accoglienza  che  presso  tutte  le  principali 
potenze  militali  venne  fatta  al  suo  lavoro.  Le  sue  formolo  ,  le  sue  tavole 
vennero  esaminate  e  confrontate  con  i  risultati  di  esperienze  ulteriori,  e 
si  trovò  che  esse  davano  risultati  esatti  nei  limiti  delle  approssimazioni  che 
si  possono  ottenere  in  quelle  esperienze.  —  Il  Siacci  ha  unito  al  suo  scritto 
quattordici  stampati  in  varie  lingue  (francese,  inglese,  tedesca,  olandese, 
russa,  spagnuola,  italiana)  che  tutti  si  occupano  lungamente  del  suo  metodo. 
Esso  forma  la  base  del  corso  di  balistica  presso  parecchie  scuole  di  arti- 
glieria, fra  le  quali  specialmente  è  notevole  quella-  degli  Stati-Uniti  di 
America,  dove  il  tenente  Miteham  tradusse  in  misure  inglesi  le  tavole  del 
Siacci,  le  quali  oramai  sono  adoperate  nei  paesi  ove  è  in  uso  la  lingua 
inglese.  In  ultimo  si  deve  notare  che  lo  stabilimento  Krupp  adottò  il  me- 
todo Siacci,  il  che  costituisce  uno  dei  più  significativi  omaggi  che  gli  si 
possa  rendere. 

Malgrado  1'  importanza  pratica  di  questo  metodo  del  Siacci  per  risolvere 
i  problemi  della  balistica  esterna,  esso,  per  se  solo,  non  può  ritenersi  di 
tale  valore  scientifico  da  renderlo  meritevole  del  premio  reale  pir  la  mite- 
matica  ;  il  lavoro  non  presenta  risultati  che  si  possano  considerare  come 
costituenti  un  progresso  in  qualche  ramo  delle  scienze  matematiche  ;  né  il 
metodo  del  Siacci  è  fondato  sopra  ricerche  ed  esperienze  sue  originali  in- 
torno alla  resistenza  che  l'aria  oppone  al  movimento  dei  proietti  ;  esso  si 
limita  soltanto  a  preparare  le  forinole  del  movimento  del  proietto  in  modo 
da  renderle  facilmente  calcolabili  e  traducibili  in  tavole  numeriche.  Sarebbe 
desiderabile  che  il  prof.  Siacci  riordinasse  i  suoi  scritti  sull'argomento  e 
presentasse  un'esposizione  completa  della  balistica  esterna  fondata  sul  suo 
metodo,  in  modo  da  farne  la  base  di  un  insegnamento  didattico  regolare  ; 
e  l'importanza  di  un  tale  lavoro  sarebbe  certamente  maggiore  se  lo  studio 
della  balistica   esterna  fosse  preceduto  da  quello  della  balistica  interna. 


—  415  — 

«  Il  lavoro  del  prof.  Veronese  intitolato:  La  Geometria  ad  a  dimen- 
sioni in  sé,  e  quale  metodo  di  ricerca  e  di  dimostrazione ,  è  distribuito 
in  tre  parti  ;  la  prima,  che  è  la  parte  fondamentale,  ha  per  titolo:  [.e  rela- 
zioni proiettive  degli  spazi  di  di/ferenti  dimensioni ,  mediante,  il  prin- 
cipio di  proiezione  e  sezione;  questa  parte  del  lavoro  è  nel  suo  insieme 
la  traduzione  della  Memoria  pubblicata  dallo  stesso  autore,  e  con  lo  stesso 
titolo,  nel  voi.  XIX  dei  Malh.  Annalen  (18S2),  con  l'aggiunta  delle  dimo- 
strazioni dei  teoremi  più  notevoli ,  dei  quali  si  trova  il  solo  enunciato 
nell'  originale  tedesco,  e  con  maggiore  sviluppo  delle  teorie  piti  importanti, 
come  la  teoria  delle  curve,  e  quella  delle  superficie  rappresentabili  iu  un 
piano.  La  seconda  parte  del  lavoro  del  Veronese  ha  per  titolo:  La  Geometria, 
descrittiva  a  quattro  dimensioni.  Finalmente  la  terza  parte,  pubblicata  iu 
francese,  è  una  Memoria  avente  per  titolo  :  Interprétations  géométriques  de 
la  théorie  des  substitutions  de  n  lettres  particulièrement,  pour  n  =  3,  4,  5,0, 
en  relation  avec  les  groupes  de  VHexagramme  mystique,  fu  già  inviata  al 
concorso  aperto  dall'Accademia  reale  del  Belgio,  negli  anni  1879  e  1881, 
intorno  alla  generalizzazione  delle  proprietà  dell' esagrammo  mistico:  questa 
Memoria  è  quindi  estranea  al  presente  concorso;  l'autore  l'ha  però  inviata, 
poiché  trovandosi  in  essa  una  speciale  e  molto  importante  applicazione  di 
qualche  teoria  svolta  nella  suddetta  prima  parte  del  suo  lavoro,  essa  gioverà 
per  mostrare  la  fecondità  del  suo  metodo  di  ricerca  nelle  questioni  geometriche. 

«Il  concetto  degli  spazi  a  più  dimensioni  non  è  nuovo;  il  Grassmann 
nelle  sue  due  opere  siili' 'Ausdehnungslelire  (1844,  1862)  diede  la  genera- 
zione delle  varietà  a  n  dimensioni  (Munnigfaltigkeiten  n'r  Stufe)  mediante 
il  movimento  di  un  elemento.  Il  Cauchy  si  occupò  degli  spazi  a  più  dimen- 
sioni, che  disse  «  luoghi  analitici  ».  Il  Cayley  pubblicò  una  Nota  sulla  Geo- 
metria analitica  ad  n  dimensioni  nel  voi.  IV  del  giornale  di  Cambridge  e 
Dublino,  e  fece  molto  uso  di  tali  coucetti  nella  sua  importante  Memoria, 
Intorno  alle  curve  assoggettate  a  date  condizioni,  inserita  nelle  Tran- 
sazioni filosofiche  della  Società  reale  di  Londra.  Il  Riemann  però  è  quegli 
che  ha  principalmente  richiamato  l'attenzione  dei  matematici  sugli  spazi  a 
più  dimensioni  nella  sua  profonda  Memoria  :  Ueber  die  Hijpolhesen  die  der 
Geometrie  zu  Grunde  liegen  ,  che  ha  poi  dato  origine  a  molti  importanti 
lavori  di  illustri  scienziati.  Posteriormente  si  sono  occupati  di  questi  spazi 
a  più  dimeasioni,  sotto  diversi  punti  di  vista,  Clifford.  Jordan,  Darboux, 
Helmoltz,  Klein,  Lie,  Nòther,  Backlund,  Lipschitz,  Beltrami.  Betti,  d'Ovi- 
dio, ed  altri  più  recentemente  ancora,  come  Segre,  Iung,  Aschieri,  F.  Meyer, 
Schubert. 

«  I  lavori  sulla  Geometria  ad  n  dimensioni,  anteriori  a  quelli  del  Ve- 
ronese, si  riferiscono  in  gran  parte  alla  teoria  della  curvatura  degli  spazi,  e 
sono  esposti  con  metodo  del  tutto  analitico  ;  fa  eccezione  la  breve  Memoria 
del  prof.  Stringham,  inserita  aelVAmerican  Journal  of  Mathematics,  intitolata: 

Rendiconti  —  Voi..  I.  ;  i 


—  41G  — 

lìegular  Figures  in  n  dimensionai  Space,  nella  quale  vengono  trattati 
i  corpi  regolari  dello  spazio  ad  n  dimensioni  con  metodo  sintetico.  Al  con- 
trario ciò  che  distingue  i  lavori  del  Veronese  sulla  Geometria  a  più  dimen- 
sioni è  il  loro  carattere  prettamente  geometrico  :  lo  spazio,  o  varietà  ad  n 
dimensioni  che  voglia  dirsi,  è  stato  considerato  generalmente  come  l'insieme 
o  complesso  di  elementi,  ciascuno  dei  quali  resta  determinato  attribuendo 
valori  particolari  ad  n  variabili  indipendenti,  e  la  loro  esteriorità  scambievole 
risulta  dalla  diversità  dei  valori  attribuiti  a  quelle  variabili;  gli  spazi  di 
un  numero  di  dimensioni  minore  di  n,  contenuti  in  quello  ad  n  dimensioni, 
sono  costituiti  dai  complessi  di  elementi  che  si  ottengono  ponendo  tra  le 
variabili,  che  determinano  ciascuno  di  essi  una  o  più  relazioni  o  limitazioni, 
e  quando  queste  relazioni  sono  espresse  da  equazioni  lineari  tra  le  variabili 
si  hanno  gli  spazi  fondamentali,  o  elementari,  di  diveiso  numero  di  dimen- 
sioni, contenuti  nello  spazio  totale  ad  n  dimensioni.  Il  Veronese  al  contrario 
di  questo  procedimento  analitico  per  definire  lo  spazio  ad  n  dimensioni,  gli 
spazi  di  minor  numero  di  dimensioni,  ed  in  particolare  gli  spazi  elementari 
contenuti  in  esso,  segue  un  metodo  tutto  geometrico  per  generare  tutti  i  sud- 
detti spazi:  partendo  dal  concetto  del  segmento  rettilineo,  analogo  a  quello 
che  si  ha  nella  ordinaria  Geometria  a  tre  dimensioni,  egli  perviene  a  gene- 
rare crii  spazi  elementari  generalizzando  il  procedimento  col  quale  nella  Geo- 
metria ordinaria  si  genera  il  piano,  e  lo  spazio  stesso  a  tre  dimensioni; 
vale  a  dire,  come  il  piano  viene  generato  congi ungendo  tutt'i  punti  di  una 
retta  con  un  punto  fuori  di  essa,  e  lo  spazio  a  tre  dimensioni  congiungendo 
tutti  i  punti  di  un  piano  con  un  punto  fuori  di  esso,  così  secondo  il  Vero- 
nese si  può  intendere  generato  in  generale  uno  spazio  ad  ?n  dimensioni  con- 
giungendo tutti  i  punti  di  uno  spazio  ad  7?i  —  1  dimensioni  con  un  punto 
fuori  di  esso.  Generati  in  tal  modo  uno  spazio  ad  un  numero  qualunque  n 
di  dimensioni,  e  gli  spazi  ad  un  numero  minore  di  dimensioni  che  si  con- 
siderano contenuti  in  esso,  e  di  cui  sono  allo  stesso  tempo  gli  spazi  ele- 
mentari, egli  procede  alla  generazione  degli  spazi  qualunque  contenuti  nello 
spazio  ad  n  dimensioni  (e  che  egli  distingue  con  i  nomi  di  curve,  e  di  su- 
perficie a  2,  3, . . .  n  —  1  dimensioni)  mediante  la  combinazione  degli  spazi 
elementari,  ponendo  dipendenze  tra  i  loro  elementi  (spazi  inferiori),  che  si 
fanno  corrispondere  tra  loro  con  data  legge  :  estendendo  in  sostanza  allo 
spazio  ad  n  dimensioni  quel  metodo  di  generazione  organica  delle  forme 
geometriche,  per  mezzo  delle  forme  elementari,  che  iniziato  per  lo  spazio  a 
tre  dimensioni  da  Steiner  nella  sua  capitale  opera,  SvAla  dipendenza  scam- 
bievole delle  figure ,  ha  contribuito  potentemente  al  grande  sviluppo  della 
Geometria  pura  nei  nostri  tempi.  Con  la  suddetta  costruzione  geometrica 
degli  spazi  a  più  dimensioni  si  portano  le  ricerche  analitiche  su  quegli 
spazi  in  un  campo  puramente  geometrico.  Il  metodo  di  ricerca  adoperato 
continuamente  dal   Veronese   nel    suo    lavoro  si  fonda  sulle    operazioni  del 


—  417  — 

proiettare  e  del  segare  di  cui  si  fa  uso  nella  Geometria  ordinaria;  l'efficacia 
di  questo  metodo  è  non  solamente  notevolissima  per  generalizzare,  ed  esten- 
dere agli  spazi  di  un  numero  qualunque  di  dimensioni  le  ricerche  della 
Geometria  ordinaria,  ma  ancora  viceversa  per  dedurre  con  relativa  facilità 
le  proprietà  proiettive  delle  configurazioni,  delle  curve  e  delle  superficie  del 
nostro  spazio  da  quelle  delle  più  semplici  configurazioni,  curve  e  superficie 
dello  spazio  ad  un  maggior  numero  di  dimensioni.  Secondo  la  mente  del- 
l'autore, «  tutte  le  configurazioni  di  un  dato  numero  di  punti,  di  rette  e  di 
«  piani  ;  le  curve  di  dato  ordine  e  genere,  e  di  dati  moduli  ;  le  superficie 
«  rappresentabili  in  un  piano  mediante  sistemi  di  curve  dell'ordine  n,  e  le 
«  superficie  trasformabili  le  une  nelle  altre,  di  uno  spazio  ad  m  dimensioni, 
«  e  perciò  anche  dello  spazio  ordinario,  si  possono  dedurre  mediante  oppor- 
«  tune  proiezioni  e  sezioni,  da  una  sola  configurazione,  curva  e  superficie 
*  normale  dello  spazio  ad  n  dimensioni  (n>??i),  le  quali  sono  del  tutto 
«  generali,  e  si  lasciano  trattare  molto  più  facilmente  degli  enti  corrispon- 
«  denti  dello  spazio  ad  m,  o  a  3  dimensioni  ».  È  questo  il  concetto  fonda- 
mentale, e  che  domina  in  tutto  il  lavoro  del  Veronese. 

«  Naturalmente  l'autore  non  ha  potuto  applicare  il  suo  metodo  di  ri- 
cerca a  generalizzare  ed  a  svolgere  completamente  le  varie  teorie  più  im- 
portanti della  Geometria  moderna,  ma  da  ciascuna  di  esse  ha  preso  argo- 
mento per  le  sue  ricerche.  Così  nel  cap.  I  del  suo  lavoro  manoscritto  egli 
ha  trattato  delle  configurazioni  di  un  numero  finito  di  span  lineari  ed  in 
particolare  delle  figure  omologiche  complete,  dalle  quali  mediante  le  opera- 
zioni del  proiettare  e  segare  ha  dedotto  alcune  delle  più  notevoli  configura- 
zioni conosciute,  relative  alla  Geometria  ordinaria,  Nel  cap.  II  ha  trattato 
delle  forme  fondamentali,  della  loro  classificazione,  e  della  loro  dipendenza 
proiettiva  o  reciproca.  Nel  cap.  Ili  ha  discusso  la  superficie  di  2°  grado  ad 
n  —  1  dimensioni,  mostrandone  la  generazione  per  mezzo  di  due  forme  reci- 
proche di  nma  specie,  determinando  gli  spazi  lineari  contenuti  in  essa,  e 
trattando  delle  figure  polari  rispetto  ad  una  tale  superficie;  ha  parlato  del- 
l'ortogonalità degli  spazi,  ed  in  generale  degli  angoli  da  essi  determinati. 
Il  cap.  IV  è  dedicato  allo  studio  delle  curve  in  generale  ;  l'autore  ha  trat- 
tato dei  numeri  caratteristici  delle  curve  in  uno  spazio  qualunque,  trovando 
la  relazioni  indipendenti  che  esistono  fra  essi,  estendendo  cioè  a  tali  curve 
le  note  forinole  di  Plucker  e  di  Cayley  intorno  ai  numori  caratteristici  delle 
curve  piane  o  gobbe  nello  spazio  ordinario;  egli  è  giunto  a  dimostrare  che 
tutte  le  soluzioni  intere  e  positive  delle  equazioni  di  Plucker  per  una  curva 
razionale,  non  solo  nel  piano,  ma  in  uno  spazio  lineare  qualunque,  sono  nu- 
meri caratteristici  di  curve  esistenti:  l'autore  ha  trattato  delle  curve  razio- 
nali, delle  curve  ellittiche,  e  delle  curve  di  genere  qualunque.  Nel  cap.  V 
ha  parlato  delle  forme  geometriche  generate  mediante  forme  fandainentali 
collineari,  ed  ha  studiato  la  curva  razionale  più  semplice,  che  mediante  la 


—  418  — 

suddetta  generazione  si  presenta  in  uno  spazio  ad  n  dimensioni,  e  che  per 
mezzo  del  proiettare  e  del  segare  dà  origine  a  tutte  le  specie  di  curve  razio- 
nali negli  spazi  inferiori;  finalmente  ha  trattato  in  generale  delle  superficie 
a  due  dimensioni  in  uno  spazio  qualunque,  che  sono  rappresentabili  in  un 
piano,  e  di  alcune  tra  esse  speciali  e  notevoli,  le  quali  danno  per  proiezione 
nel  nostro  spazio  nuove  e  interessanti  superficie;  la  superficie  rigata  di  3°  or- 
dine, e  la  superficie  romana  di  Steiner  si  deducono  semplicemente,  per  pro- 
iezione, dalle  superficie  normali  corrispondenti  negli  spazi  superiori. 

«  Come  si  è  accennato  sopra,  nella  Memoria  del  Veronese  inviata  al 
concorso  aperto  dall'Accademia  delle  scienze  de!  Belgio,  egli  fece  un'impor- 
tantissima applicazione  delle  sue  ricerche  intorno  agli  spazi  a  più  dimen- 
sioni, trattando  delle  diverse  interpretazioni  geometriche  che  possano  darsi 
della  teoria  delle  sostituzioni  di  più  elementi,  e  delle  proprietà  geometriche 
che  risultano  dalla  considerazione  dei  gruppi  di  sostituzioni  ;  applicando 
queste  considerazioni  alle  sostituzioni  di  6  elementi,  il  Veronese  pervenne 
in  quella  Memoria  a  dare  la  piìi  naturale  generalizzazione  delle  proprietà 
dell' esagra  mnio  mistico.  In  un  altro  lavoro  recente  del  Verouese,  pubblicato 
negli  Atti  della  nostra  Accademia,  Sulla  superficie  omaloide  normale  a  due 
dimensioni  e  del  4°  ordine,  nello  spazio  a  5  dimensioni,  egli  ha  fatto  ve- 
dere come  la  teoria  della  trasformazione  birazionale  di  due  piani  si  può 
dedurre  dallo  studio  della  suddetta  superficie,  mediante  due  modi  di  proiet- 
tarla sui  due  piani. 

«  Neil'  opuscolo  sulla  Geometria  descrittiva  a  quattro  dimensioni  il 
Veronese  ha  esteso  allo  spazio  a  quattro  dimensioni  i  modi  di  rappre- 
sentazione, con  proiezione  centrale,  ortogonale  o  assonometrica,  della  Geo- 
metria descrittiva  ordinaria,  risolvendo  alcuni  dei  problemi  elementari  di 
rappresentazione  sui  punti,  le  rette,  i  piani  e  gli  spazi  a  tre  dimensioni  con- 
tenuti nello  spazio  a  quattro  dimensioni. 

«  Questi  studi  del  Veronese  sugli  spazi  a  più  dimensioni  hanno  incon- 
trato il  favore  di  distinti  geometri  stranieri;  in  particolare  il  Klein  nel 
suo  corso  di  lezioni  sulla  teoria  delle  funzioni  (1881)  sviluppò  alcuni  dei 
risultati  ottenuti  dal  Veronese,  specialmente  quelli  sulle  curve  di  genere 
qualunque  ;  l'illustre  geometra  ritiene  che  il  metodo  di  ricerca  del  Veronese 
segni  una  delle  direzioni,  secondo  le  quali  andrà  a  svilupparsi  la  Geometria 
proiettiva.  Il  Fiedler  poi  tenne  nel  Politecnico  di  Zurigo  un  corso  di  lezioni 
sulla  Geometria  descrittiva  a  quattro  dimensioni  del  Veronese  ;  egli  fa  pre- 
sentire che,  come  dalla  considerazione  della  proiezione  centrale  nello  spazio 
ordinario  egli  è  giunto  a  stabilire  una  corrispondenza  tra  i  punti  dello  spazio 
ed  i  circoli  nel  piano,  che  ha  dato  origine  alla  teoria  esposta  nella  sua 
«  Ciclografia  »,  cosi  dalla  considerazione  della  proiezione  centrale  nello  spazio 
a  quattro  dimensioni  si  potrà  dedurre  un'analoga  teoria  relativa  alle  sfere 
nello  spazio  ordinario. 


—   41!»    — 

«  Dalle  cose  dette  risulta  come  gli  studi  del  Veronese  sugli  spazi  a 
piìi  dimensioni  meritano  tutta  la  considerazione  dei  geometri;  poiché  essi 
aprono  un  campo  estesissimo  di  ricerche,  ed  il  metodo  tutto  geometrico  da 
lui  adoperato  nel  trattarle  è  della  più  grande  efficacia:  non  vi  è  proprietà 
o  teoria  della  Geometria  proiettiva  ordinaria  che  non  posr.a  essere  genera- 
lizzata ed  estesa  agli  spazi  a  più  dimensioni,  con  maggiore  ricchezza  di  risul- 
tati, e  viceversa  che  non  possa  essere  dedotta  da  proprietà  e  teorie  analo- 
ghe relative  a  questi  spazi,  spesso  in  modo  più  semplice  che  non  trattandola 
direttamente  per  lo  spazio  ordinario.  Questi  lavori  del  Veronese  gli  avreb- 
bero fatto  -meritare  il  premio  reale  nel  presente  concorso,  se  ai  risultati  da 
lui  già  ottenuti  intorno  a  diversi  argomenti  di  geometria,  egli  ne  avesse 
aggiunti  altri  con  i  quali  fosse  giunto,  mercè  l'efficacia  del  suo  metodo  di 
ricerca,  a  completare  alcune  teorie  geometriche  per  lo  spazio  ordinario,  vin- 
cendo le  difficoltà  che  presentano,  ad  esempio  la  teoria  generale  delle  con- 
figurazioni nel  piano  e  nello  spazio,  la  teoria  delle  singolarità  superiori  delle 
curve  e  delle  superficie,  le  condizioni  di  rappresentabilità  di  una  superficie 
su  di  un'altra,  ecc.  allora  egli  avrebbe  fatto  dare  un  passo  notevole  e  deside- 
rato nella  scienza  geometrica. 

«  Per  le  precedenti  considerazioni,  la  Commissione  non  trovando  i  lavori 
esaminati  dei  prof.  Ascoli,  Siacci  e  Veronese  abbastanza  completi  per  meri- 
tare il  premio  reale,  propone  che  a  norma  del  Regolamento  il  presente 
concorso  per  la  Matematica  sia  prorogato  a  due  anni  ». 

Relazione  sul  concorso  ai  premi  del  Ministero  della  Pubblica  Istru- 
zione, per  le  discipline  filologiche  pel  1883-84.  Commissari  ; 
Comparetti,  Monaci,  Ascoli  (relatore). 

«  Sono  disponibili,  per  questo  concorso,  tre  premi,  del  valore  comples- 
sivo di  lire  novemila;  e  i  lavori,  ammessi  alla  gara,  resultarono  quindici, 
che  sono  i  seguenti: 

«  1.  Anonimo.  Dei  principi  morali  e  religiosi  nella  tragedia  di  So- 
focle (ms.). 

«  2.  Battistoni  Giuseppe.  Fonologia  (ms.). 

«  3.  Gavazza  Pietro.  Apollonio  Rodio  e  il  suo  poema  (st.). 

«  4.  Ciampolini  Ermanno.  Un  poema  eroico  nella  prima  metà  del  cin- 
quecento (st.). 

«  5.  Cipolla  Antonio.  Di  Cajo  Sallustio  Crispo  secondo  il  frammento 
del  logistorico  «  Pius  de  Pace  »  di  Marco   Terenzio   Varrone  (ms.). 

«  6.  Frascotti  Gaudenzio.  Ne  parentali  di  Virgilio  ;  discorso  di  T.  Mas- 
sarani,  tradotto  in  latino  come  saggio  stilistico  (st.). 


—  420  — 

«  7.  Ghivizzani  Gaetano.  Giuseppe  Giusti  e  i  suoi  tempi  (st.). 

«  8.  Guarnerio  Pier  Enea.   Il  catalano  d'Alghero  (ms.). 

«  9.  Magrini  G.  B.   /  tempi,  la  vita  e  gli  scritti  di  Carlo  Gozzi  (st). 

«  10.  Manfroni  Francesco,  Commenti  in  forma  dialogica  sopra 
alcuni  tratti  deW  Orlando  Furioso  (ms.). 

«  11.  Marchese  Federico.  Dizionario  delle  parole  affini  della  lingua 
latina,  compilato  sugli  studi  di  E.  Porcellini  (ras.). 

«  12.  Martinozzi  Giuseppe.  Del  Pantagruele  di  Francesco  Rabelais  (st.). 

«  13.  Paoli  Isacco.  Etimologie  italiane  (ms.). 

«  14.  Sabbadini  Remigio.  Storia  del  Ciceroniariismo  e  di  altre  questioni 
letterarie  nel  periodo  dell'  Umanismo  (ms.). 

«  15.  Simngardi  Giuseppe.  La  vita,  i  tempi  e  le  opere  di  Trajano 
Boccalini  (st.). 

«  È  questo  un  complesso  di  lavori,  del  quale  gli  amici  degli  studi 
si  possono  abbastanza  rallegrare.  Tre  soli,  sopra  quindici,  non  pajono  dover 
riscuotere  una  lode  gran  fatto  superiore  a  quella  che  si  meriti  la  sola  buona 
volontà;  e  son  quelli  di  Battistoni  (num.  2),  Frascotti  (mini.  8),  e  Paoli 
(num.  13). 

«  Il  tentativo  fonologico  del  Battistoni  è  corretto  nella  sostanza;  ma 
è  scarsa  cosa,  e  di  struttura  non  punto  sistematica.  Anzi  si  deve  dire,  che 
l' assunto  ne  è  sbagliato  ;  e  1'  esordio,  in  cui  si  dichiara  questo  assunto,  non 
è  scritto  bene,  né  bene  pensato. 

«  A  impresa  ardua  s'accingeva,  dal  canto  suo,  il  Frascotti,  tentando 
la  versione  latina  di  un  discorso  tutto  pregno  di  pensiero  moderno.  Ma 
troppo  scarsa  parte  delle  molte  difficoltà  è  a  lui  riuscito  superare. 

«  Il  Paoli  finalmente  dà  un  saggio  non  felice  di  un  suo  dizionario  com- 
parativo, che  avrebbe  proporzioni  molto  estese.  E  il  giudizio  non  parrà 
troppo  rigoroso  a  chi  p.  es.  ne  consideri  gli  articoli  seguenti  :  fuoco,  goccia, 
godere,  loquace,  molto,  orecchio,  pingue,   toccare,  volgo,   volontà. 

«  Altri  cinque  lavori  son  parsi,  all'  incontro,  se  non  degni  addirittura 
di  premio,  tali  tuttavolta  da  andare  onorati  di  lode  singolare  ;  e  son  quelli 
del  Magrini  (num.  9),  del  Manfroni  (num.  10),  del  Marchese  (num.  11), 
del  Martinozzi  (num.  12),  e  del  Silingardi  (num  15). 

«  Il  saggio  del  Magrini  si  legge  volentieri  ;  massime  nella  prima  metà  ; 
e  se  non  offre  molto  di  nuovo,  è  condotto  di  certo  con  bella  diligenza.  Non 
v'  è  però  costante  quella  finitezza  che  pur  ci  vorrebbe,  sia  nella  forma,  sia 
nel  pensiero. 

«  I  Commenti  del  Manfroni  son  pieni  di  garbo.  L'ingegno  acuto 
dell'autore  vi  si  esercita  con  serena  abondanza  e  con  quella  perizia  della 
lingua  e  dello  stile,  che  si  viene  facendo  sempre  più  rara.  Qua  e  colà, 
l'ammirazione  pel  suo  poeta  induce  il  Manfroni  a  contravvenire  alle  ragioni 


—  421  — 

del  pensiero  e  della  storia;  ma  certo  è,  che  se  questo  lavoro  non  fosse. 
come  appunto  vuol  essere,  meramente  didascalico  e  perciò  non  tale  che  ben 
s'adatti  al  programma  del  concorso,  gli  sarebbe  dovuto  un  maggiore  com- 
penso che  non  la  lode  sola. 

«  L'opera  del  Marchese  è  veramente  un  dizionario  dei  sinonimi  latini. 
Lavoro  lungo  e  meritorio,  in  cui  ben  poco  sarebbe  da  emendare.  Ma  poco 
o  nulla  v'è  d'originale,  uè  l'egregio  autore  altrimenti  presume. 

«  Il  Martiuozzi  va  segnalato  per  la  molta  bontà  e  la  molta  finezza  di 
parecchie  sue  considerazioni  generali.  Ma  l'ordine  dell'esposizione  appare 
a  volte  un  po' incerto;  ed  è  poi  troppo  scarso  lo  studio  delle  attenenze  di 
Eabelais  co' suoi  precursori  in  altre  letterature,  specie  nell'italiana. 

«  La  monografia  del  Silingardi,  finalmente,  è  debole  in  sul  principio, 
e  non  procede  mai  abbastanza  sicura,  né  scevra  di  ripetizioni  od  altre  super- 
fluita.  Ma  il  discorso  migliora,  man  mano  che  s'inoltra,  e  ne  resulta  un 
lavoro  che  non  andrà  trascurato  dagli  storici  della  letteratura  nazionale. 

«  S'arriva  alle  sette  scritture,  tra  le  quali  i  vostri  commissari  pro- 
porranno che  abbia  a  andar  distribuita  la  somma  dei  premi  disponibili,  e 
son  quelle  dell'Anonimo  (mini.  1),  del  Cavazza  (num.  3),  del  Ciampolini 
(num.  4),  del  Cipolla  (num.  5),  del  Ghivizzani  (num.  7),  del  Gnarnerio 
(num.  8),  e  del  Sabbadiui  (num.  14). 

«  Lo  studio  dell'Anonimo,  sulla  tragedia  sofoclea,  pecca  d' enfasi  nella 
prima  parte  e  non  va  del  tutto  immune  da  questo  difetto  pur  nella  seconda; 
ma  pure  palesa  in  entrambe  una  notevole  sicurezza  di  pensiero  e  di  forma. 
La  terza  parte,  che  è  la  migliore,  tien  giusti  confini  :  è  erudizione  ben  pen- 
sata e  bene  esposta. 

«  Nel  lavoro  del  Cavazza,  intorno  a  Appolonio  Eodio,  è  prova,  oltre 
che  di  molto  studio  del  soggetto,  pur  di  molta  finitezza  nelP  osservare  e 
di  attitudine  a  sintesi  larghe  e  caute.  Ma  la  disposizione  non  è  sempre 
perspicua  e  la  esposizione  affatica. 

«  L'assunto  del  Ciampolini,  nella  sua  Memoria  sul  Trissino,  ha  il  merito 
di  una  giudiziosa  novità.  Sano  e  pensato  tutto  il  lavoro;  ma  alquanto  arido 
e  scritto  men  bene  che  non  si  richieda. 

«  Men  bene  ancora  è  scritto  lo  studio  del  Cipolla,  la  cui  esposizione 
è  .uiche  viziata  per  la  diffusione  eccessiva.  Ma  l'indagine  è  ben  condotta, 
e  son  conseguite  con  sicurezza,  o  almeno  con  grande  verisimiglianza,  le 
conclusioni  che  Sallustio  fosse  calunniato  e  che  Sesto  Pompeo  sia  il  «  Pio  » 
del  logistorico. 

«  Di  una  certa  prolissità  pecca  anche  il  lavoro  del  Ghivizzani  intorno 
a  Giuseppe  Giusti.  Ma  lo  stile,  tutt' altro  che  trascurato,  qui  anzi  dà  nel- 
l'accademico e  nell'arcaico.  Per  quanto  è  dell'intrinseco,  la  critica  del 
Ghivizzani  fallisce,  in  qualche  parte,  dove  s'esercita  sulla  lingua  e  lo  stile 
de]  Giusti.  Ma  tutto  quanto  il  suo  studio    deve    pur    dirsi    coscienzioso  e 


—  422  — 

accurato,  e  sempre  abbellito  e  annobilitato  per  una  giusta  indipendenza  di 
pensiero. 

«  Il  Guarnerio  dà  una  vera  primizia  col  suo  saggio  storico  e  dialettale 
sui  Catalani  di  Alghero.  La  materia  è  qui  raccolta,  non  solo  con  buon  cri- 
terio, ma  pur  con  molta  fatica  e  grave  dispendio  ;  e  la  esplorazione  di  co- 
desta materia  è  istituita  e  inoltrata  con  metodo  sicuro.  Contro  il  lavoro  del 
Guarnerio  non  si  può  altro  dire,  se  non  che  per  ora  altro  non  sia  che  un 
bel  frammento. 

«  Resta  la  Storia  del  Ciceronianismo  del  Sabbadini.  Quest1  è,  senz'alani 
dubbio,  il  lavoro  di  composizioue  piti  matura,  tra  quanti  sien  venuti  al 
concorso.  La  novità  non  v'  è  molta,  né  poteva  essere;  e  la  parte  accessoria 
appaga  men  dell'altra,  e  stanca.  Ma  la  principale  è  un  vero  libro,  e  per 
la  sostanza  e  per  la  forma. 

«  Quest'  è,  onorevoli  colleghi,  la  breve  ricapitolazione  dell'  esame  che 
i  vostri  commissari  hanno  fatto,  in  coerenza  alla  quale  essi  vi  propon- 
gono quant'  ora  segue  : 

«  1.  Che  al  signor  Remigio  Sabbadini  sia  conferito  un  premio  di  lire 
tremila  per  il  suo  lavoro  intitolato:  Storia  del  Ciceronianismo  ecc. 

«  2.  Che  delle  residue  lire  seimila  sien  formati  sei  assegni  d' incorag- 
giamento da  mille  lire  ciascuno,  e  conferiti  questi  all'Àuoninio  e  ai  signori 
Gavazza,  Ciampolini,  Cipolli,  Ghivizzani  e  Guarnerio,  pei  lavori  rispettiva- 
mente contrassegnati  coi  numeri  1,  3,  4,  5,  7  e  8,  secondo  che  si  vede  in 
sul  principio  della  presente  relazione  ». 

Relazione  sul  concorso  di  tre  premi  del  Ministero  della  Pubblica 
Istruzione  per  le  scienze  fisico-chimiche  pel  1884.  —  Commissari  : 
Cannizzaro,   Bmserna  e  Cantoni  (relatore). 

«  Con  lodevole  intendimento,  il  Ministero  di  Agricoltura  dapprima,  e 
poscia  quello  della  Pubblica  Istruzione,  istituirono  sei  premi  annuali  di 
L.  3,000  cadauno  per  le  Memorie  presentate  ai  relativi  concorsi  dagli  inse- 
gnanti degli  Istituti  classici  e  tecnici  secondari,  dietro  il  giudizio  di  questa 
nostra  Accademia. 

«  Perciocché  le  sorti  degli  insegnanti  nelle  scuole  secondarie,  e  mas- 
sime di  coloro  che  devono  svolgere  materie  dimostrative,  sono  meritevoli  di 
ogni  sorta  d'  incoraggiamento.  Stipendi  oltremodo  inferiori  al  bisogno  ; 
mezzi  di  studio  scarsi  ed  inadeguati  allo  stato  della  scienza  attuale;  colle- 
zioni di  strumenti,  di  preparati,  o  di  oggetti  naturali,  incomplete  od  anti- 
quate; scarsi  sussidi  di  preparazione  e  di  aiuto  pei-  le  dimostrazioni;  in 
breve  tutto  concorre  a  rendere   gravosa    e   punto  gradevole   la  posizione  di 


—  423  — 

un  insognante  in  codeste  scuole.  E  quindi  da  fai  voti  che,  oltre  agli  inco- 
raggiamenti dei  quali  ora  parliamo,  il  Ministero  di  Pubblica  Istruzione  pensi 
seriamente  a  migliorare  le  sorti  degli  insegnanti  secondari,  così  dal  lato 
economico,  come  dal  lato  dei  mezzi  di  studio. 

«  Tuttavia,  tenuto  conto  di  queste  condizioni,  la  vostra  Commissione, 
onorevoli  colleglli,  chiamata  a  giudicare  delle  Memorie  presentate  pel  con- 
corso dei  premi  nelle  scienze  fisiche  e  chimiche,  scaduto  col  30  aprile  1884, 
è  lieta  di  poter  presentare  alle  vostre  deliberazioni  parecchi  lavori,  i  quali 
rivelano  nei  loro  autori  cognizioni  scientifiche  abbastanza  fondate,  ingegno 
ed  operosità  nelle  indagini,  veramente  lodevoli. 

«Come  risulta  dai  Rendiconti,  al  concorso  presero  parte  otto  concor- 
renti, due  anonimi,  ed  i  signori  Mazzotto,  Pagliani,  Pierucci,  Romegiali.i, 
Semaiola,  Violi.  La  Commissione  ha  esaminato  paratamente  i  loro  lavori  e 
vi  espone  ora  l'opinione  che  se  ne  è  formata. 

«  Anonimo.  Sulla  divisione  dei  grandi  circoli  astronomici.  —  L'autore 
fa  uno  studio  particolareggiato  dei  vari  sistemi  finora  messi  in  pratica  per 
la  costruzione  dei  grandi  cerchi  graduati  che  si  adoperano  negli  apparecchi 
di  misura.  Egli  rileva  le  gravi  e  molte  imperfezioni  che  si  riscontrano  in 
pratica,  e  che  rendono  tanto  difficili,  laboriose  ed  incerte  le  misure  finissime 
quali  sono  richieste  dallo  stato  attuale  della  scienza. 

«  Egli  propone  di  seguire,  nella  divisione  dei  circoli,  un  metodo  nuovo 
fondato  sulla  proprietà  di  due  circoli  di  raggio  uguale  tangentisi  esterior- 
mente ;  per  cui  avendo  l'uno  dei  due  cerchi  tracciati  due  tratti  corrispon- 
denti ad  un  dato  arco  «,  si  può  facilmente,  con  una  semplice  alidada,  tracciare 

sull'altro  un  arco,  il  quale  teoricamente  è  poco  diverso  da  — .  L'autore  sup- 

pone  quindi,  che  con  una  buona  macchina  a  dividere  si  tracci  sopra  due 
cerchi  una  divisione  possibilmente  esatta  p.  e.  di  9  in  9  gradi,  e  descrive 
sommariamente  un  apparecchio    in   cui  col   mezzo  di  apposita   alidada  e  di 

opportune  correzioni  questi  ardii  vengano  successivamente  ridotti  a  -. 

ó 

«  Questo  metodo  avrebbe,  secondo  l'autore,  il  vantaggio  di  ridurre  la 
costosa  e  complicata  macchina  a  dividere  circolare,  che  rappresenta  una 
spesa  ed  un  lavoro  grandissimo  per  le  officine  di  precisione,  ad  altra  pih 
semplice  da  servire  soltanto  per  le  grandi  divisioni,  e  di  permettere  che  la 
divisione  fina  fosse  fatta  direttamente,  volta  per  volta,  sul  cerchio  che  si 
vuole  dividere,  o  per  meglio  dire  su  due  cerchi  uguali. 

«  In  una  appendice,  inviala  all'Accademia  dopo  scaduto  il  tempo  util^ 
per  il  concorso,  l'autore  riconosce  specialmente  la  importanza  dell'obbiezione 
che  si  potrebbe  fargli,  cioè  che  è  ben  difficile  ottenere  in  pratica  che  due 
Rendiconti  —  Voi..  I.  55 


—  424  — 

cerchi  tangentisi  in  un  punto,  continuino  a  rimanersi  tangenti  quando  l'uno 
e  l'altro  deve  girare  intorno  al  proprio  centro  di  figura.  Egli  modifica  quindi 
sistema  e  apparecchio  proposto,  supponendo  che  i  due  cerchi  da  dividersi 
non  si  tocchino  più,  ma  si  mantengano  ad  una  d:stanza  determinata  l'uno 
dall'altro,  p.  e.  a  quella  di  un  raggio.  Nel  quale  caso  le  proprietà  di  essi 
e  le  formole  da  utilizzarsi  diventano  naturalmente  diverse  dalle  prime. 

«  La  Commissione  non  potrebbe  tener  conto  di  queste  nuove  proposte, 
giunte  troppo  tardi  per  l'attuale  concorso.  Essa  riconosce  l'importanza  del 
problema  che  l'autore  si  è  proposto  di  studiare.  Ma  i  suoi  studi  si  sono 
finora  aggirati  soltanto  sopra  la  parte  teorica  del  problema.  L'apparecchio 
da  lui  ideato  è  semplicemente  abbozzato,  e  l'autore  è  ancora  ben  lontano  da 
quella  prova  pratica,  la  quale  sola  può  decidere  in  una  questione  di  tal 
natura. 

«  La  Commissione  crede,  che  l'autore  potrebbe  continuare  i  suoi  studi, 
e  ciò  possibilmente  fino  al  punto  in  cui  l'esecuzione  pratica  divenga  possi- 
bile, per  decidere  definitivamente  sulla   bontà  dei  metodi  da  lui  escogitati. 

«  Anonimo,  a)  Sulla  misurazione  delle  botti,  —  b)  Barovolumenomelro. 
—  e)  Un  nuovo  barometro.  Tre  brevi  Memorie.  Nella  prima  l'autore  sta- 
bilisce un  confronto  tra  le  varie  formule  adottate  per  calcolare  il  volume 
delle  botti,  considerando  anche  il  caso  che  la  superficie  della  botto  sia  una 
parabola  o  un'iperbole  di  rivoluzione. 

«  Nella  seconda,  partendo  dal  concetto  del  volumenometro  di  Regna ult 
e  del  manometro  differenziale  di  Kretz,  egli  propone  un  apparecchio  destinato 
a  determinare  appunto  il  volume  interno  delle  botti. 

«  Nella  terza,  egli  propone  di  adoperare,  con  qualche  modifica,  il  ma- 
nometro differenziale  di  Kretz,  per  la  misura  della  pressione  barometrica. 

«  La  prima  è  un  esercizio  di  calcolo  poco  importante.  Nelle  altre  due 
manca  la  prova  sperimentale  degli  apparecchi  proposti.  Non  è  quindi  il 
caso  di  contemplarli  ulteriormente. 

«  Il  sig.  dott.  Domenico  Mazzotto,  professore  nel  Liceo  Beccaria  di 
Milano,  presentò  un  lavoro  sperimentale  col  titolo;  Determinazione  delle 
calorie  di  fusione  delle  leghe  binarie  di  piombo,  slagno,  bismuto  e  zinco. 
Egli  si  valse  a  tal  uopo  del  fenomeno  già  studiato  da  Rudberg,  da  Svauberg, 
da  Person  e  da  altri,  quello  cioè  dei  punti  di  inflessione  che  offrono  le 
curve  rappresentatrici  della  legge  di  raffreddamento,  oppure  di  riscaldamento 
d'alcune  leghe  o  miscele  metalliche,  per  temperature  superiori  od  inferiori  a 
quelle  della  loro  fusione. 

«  Il  Rudberg,  determinando  il  tempo  richiesto  a  produrre  il  raffred- 
damento di  10°  in  10°  per  otto  miscele  di  piombo  e  stagno  in  proporzioni 
differenti,  trovò  che  tutte    offrivano    un    punto  di  rallentamento  e  quasi   di 


—   42.")   — 

stazionarietà  verso  i  187":  mentre  poi  presentavano  un  altro  punto  di  ritardo 
nel  raffreddamento,  alcun  poco  superiore  al  predetto,  ma  di  più  breve  du- 
rata, e  verifieantesi  a  temperature  variabili,  variando  la  proporzione  dei  due 
metalli  legati. 

«  Secondo  il  Rudberg  questi  fatti  dipenderebbero  da  ciò  che  nella  alli- 
gazione di  due  metalli  a  proporzioni  differenti  occorre  sempre  tale  una  propor- 
zione la  quale  risponde  ad  una  combinazione  chimica,  chiamata  lega  chi- 
mica, giusta  la  legge  delle  proporzioni  definite.  Ora  quando  i  due  metalli 
sieno  fusi  insieme  nel  rapporto  voluto  per  siffatta  lega  chimica,  questa  si 
raffredderà  regolarmente  sino  alla  temperatura  della  propria  solidificazione, 
alla  quale  corrisponderà  anche  il  punto  fisso  di  ritardo  nel  raffreddamento 
delle  differenti  miscele  formate  coi  medesimi  metalli.  Qualora  poi  la  miscela 
contenga  in  eccesso  uno  dei  metalli  rispetto  alla  proporzione  correlativa 
alla  lega  chimica,  essa  cominciando  a  solidificarsi  prima  che  si  rappigli  la 
lega,  ed  emettendo  le  sue  calorie  di  liquefazione,  produrrà  un  ritardo  nel 
raffreddamento  ad  una  temperatura  superiore  a  quella  della  solidazione  della 
lega;  e  da  ciò  l'altro  punto  di  inflessione  della  curva  di  raffreddamento,  va- 
riabile appunto  colla  proporzione  della  miscela. 

«  Ora  ecco  come  procedette  il  Mazzotto  nel  lavoro  da  esso  presentato 
pel  concorso.  La  lega  dei  due  metalli  sottoposta  a  prova  è  collocata  entro 
un  crogiuolo  di  ferro,  nel  cui  mezzo  sta  una  piccola  canna  di  acciaio,  chiusa 
al  fondo  e  contenente  mercurio,  entro  cui  pesca  il  serbatoio  d' un  termometro, 
che  ne  rileva  la  temperatura. 

«  Per  ciascuna  miscela  però  egli  procedette  tanto  per  raffreddamento, 
quanto  per  riscaldamento.  Nel  primo  modo  la  lega,  mantenuta  prima  a 
lungo  in  un  ambiente  a  circa  315°,  viene  repentinamente  introdotta  in  altro 
ambiente  a  100°.  Nel  secondo  modo  il  crogiuolo  contenente  la  lega  solida 
viene  introdotto,  colla  temperatura  dell'aria  circostante,  nell'ambiente  man- 
tenuto a  315°.  In  ciascuu  caso  egli  nota  di  poi  i  tempi  richiesti  dalla  lega 
per  raffreddarsi  o  per  riscaldarsi  di  5°  in  5°.  E  ripetendo  poi  la  prova  coi 
singoli  metalli  costituenti  la  lega  stessa,  presi  da  soli,  determina  i  tempi 
necessari  a  produrre  analoghi  raffreddamenti  o  riscaldamenti.  Quindi,  dalla 
differenza  de'  tempi  occorrenti  a  produrre  eguali  raffreddamenti  o  riscalda- 
menti in  dati  pesi  de' metalli  o  delle  leghe,  argomenta  le  calorie  di  solidazione 
o  di  liquefazione,  corrispondenti  alla  lega  chimica. 

«  Moltissime  ed  abbastanza  accurate  sono  le  prove  da  lui  fatte  per 
ciascuna  coppia  di  metalli  costituenti  una  data  lega,  presi  in  proporzioni 
differenti  tra  loro.  I  dati  numerici  sperimentali  vengono  di  poi  riassunti 
con  opportune  curve,  le  quali  mettono  in  evidenza  i  punti  di  inflessione 
così  nel  caso  di  un  successivo  raffreddamento,  come  in  quello  di  un  riscal- 
damento successivo.  Da  queste  curve  appare  abbastanza  manifesta  la  dili- 
genza posta  dallo  sperimentatore  in  tutte  le  singole  prove. 


—  426  — 

«  Per  alcune  coppie  di  metalli  i  risultati  da  lui  ottenuti  riescono  in 
bastevole  accordo  con  quelli  ottenuti  già  dal  Kudberg,  come  apparisce  dallo 
specchietto  seguente: 


Secondo  Mazzotto 

Secondo  Rudberg 

punto 

fusione 

isso  di 

solidazione 

calorie 

di  fusione 

forinola 

punto  di 

solidazione 

forinola 

Lega  stagno-piombo  . 
»      stagno-zinco  .  . 
»      stagno-bismuto. 
»      piombo-bismuto 

1S2° 
197,5 
140 
127 

180° 
195,5 
137 
123 

10,29 

16,20 

11,07 

4.71 

Sn3  Pb 

Sn7  Zn 
Sn<  Bi3 
Bi<  Pb3 

187° 
204 
143 

Sn3Pb 
SnG  Zn 
Sn3  Bi' 
Bi1  Pb:) 

«  Forse  i  risultati  di  queste  serie  di  sperimenti  del  prof.  Mazzotto, 
sarebbero  riusciti  pili  presto  concludenti  se  nelle  miscele  bimetalliche, 
invece  di  procedere  per  multipli  o  sub-multipli  dei  pesi  rispettivi,  si  fosse 
preoccupato  di  costituirle  per  multipli  o  sub-multipli  dei  pesi  atomici  dei 
due  metalli. 

«  Ma  per  quanta  lode  si  meriti  l'autore  di  queste  indagini,  per  la 
paziente  diligenza  posta  in  esperienze  così  malagevoli  e  lunghe,  la  Com- 
missione non  può  ommettere  qualche  osservazione  sul  proposito. 

«  Nel  calcolare  le  calorie  di  fusione  delle  leghe  mercè  le  differenze 
nei  tempi  di  eguale  raffreddamento  o  riscaldamento  fra  ciascuna  lega  dei 
corrispondenti  metalli,  egli  non  tenne  conto  a  sufficienza  della  differente 
conduttività  pel  calore  che  i  singoli  metalli  e  le  leghe  offrir  devono,  in  cor- 
rispondenza anche  alle  variazioni  nella  struttura  e  nel  volume  che  codesti 
corpi  subiscono  nelle  parziali  loro  mutazioni  di  stato.  Oltreché  le  variazioni 
di  temperatura,  essendo  date  da  un  termometro  circondato  da  mercurio  e  da 
involuppo  d'acciaio,  dovevano  subire  un  ritardo  nella  loro  manifestazione, 
di  opposto  verso  secondochè  si  procede  per  riscaldamento  o  per  raffred- 
damento, e  di  grandezza  variabile  secondo  la  varia  conduttività  interna  della 
lega  o  del  metallo  di  confronto  involgente  la  canna  anzidetta.  Infine  non 
emerge  che  per  ogni  serie  di  prove,  cioè  dopo  ciascuna  estesa  variazione  di 
temperatura  subita  da'  suoi  termometri,  abbia  egli  riscontrate  ie  indicazioni 
di  questi  con  un  termometro  campione,  o  meglio  con  un  termometro  ad  aria. 

«  Parecchi  e  pur  pregevoli  lavori  sperimentali  presentò  per  questo  con- 
corso il  prof.  Stefano  Pàgliani  del  r.  Istituto  tecnico  di  Torino.  Meritano 
speciale  attenzione  quelli  da  lui  eseguiti  sulla  comprimibilità  dell'acqua,  di 
molti  altri  liquidi,  e  di  alcuni  miscugli  alcoolici. 

«  Nel  primo  di  questi  l'autore,  dopo  avere  ricordati  i  precedenti  lavori 
sulla  comprimibilità  dell'acqua,  si  occupa  specialmente  della  influenza  che  su 


427  — 


di  questa  esercita  la  temperatura.  E  qui  importava  di  verificare  se  la  legge 
di  comprimibilità  presenti  o  meno  qualche  punto  critico  là  dove  questo  liquido 
offre  un    massimo  di  densità. 

«  Ed  egli  trovò  all'incirca,  come  già  aveva  trovato  il  Grassi,  che  il  coeffi- 
ciente di  comprimibilità  (studiato  in  particolare  fra  0"  e  4°  con  molte 
esperienze,  e  con  altre  non  poche  fra  8°  e  10°)  va  continuamente  dimi- 
nuendo da  0°  e  63°,  per  poi  rendersi  crescente  coli' aumentare  delle  suc- 
cessive temperature,  di  conformità  a  ciò  che  offrono  gli  altri  liquidi. 

«  Le  moltissime  prove  fatte  dall'autore,  a  tal  proposito  vennero  eseguite 
con  un  apparecchio  simile  a  quello  usato  dal  Regnault,  mercè  due  piezo metri 
diversi,  e  con  un  metodo  analogo  a  quello  seguito  dall' Amagat.  Iu  ciascuna 
serie  di  prove  però  egli  faceva  variare  la  pressione,  ora  iu  più  ora  in  meno, 
nei  limiti  di  1  a  4,  5  atmosfere.  La  discussione  dei  singoli  risultati  vien 
fatta  con  molta  cura,  segnatamente  per  riguardo  alle  deformazioni  subite 
dal  vaso  piezometrico,  nell'  atto  in  cui  varia  la  pressione  esercitata  sulle  due 
superfìcie,  interna  ed  esterna.  Anzi  l'autore  rileva  che  una  stessa  variazione 
di  pressione  produce  su  un  dato  piezometro  deformazioni  variabili  colle 
temperature. 

«  Dopo  di  avere  così  determinato  con  molta  cura  il  coefficiente  di  di- 
latazione termica  ed  il  coefficienle  di  compressione  dei  piezometri  sotto  differenti 
temperature,  il  Pagliani  procede  alla  determinazione  dei  coefficienti  di  compri- 
mibilità a  differenti  temperature,  per  non  pochi  idro -carburi,  cioè  della 
benzina,  del  toluene,  dello  zilene  (meta),  del  ciinene  e  degli  alcoli  metilico, 
etilico,  propilico,  isobutilico  ed  isoamilico,  e  ne  deduce  le  forinole  empi- 
riche a  due  coefficienti,  i  valori  dei  quali  non  differiscono  di  molto,  almeno 
in  generale,  da  quelli  determinati  dall' Amagat,  come  appare  dal  seguente 
specchietto  : 


1 

Coefficienti  di  compressione 
in  diecimilionesimi 

Secondo  Pagliano 

SECONDO 

Amagat 

Teroper. 

Coefficienti 
di  comprim. 

Temper. 

Coefficienti 
li  comprim. 

Benzene 

1 5°  1 

871 

16° 

900 

iJ. 

100 

1 03(5* 

99,3 

18tC 

Alcole  metilico 

irvi 

1101 

11 

1010 

id. 

100 

1732* 

loo 

2210 

Alcole  etilico 

18,1 

1040 

11 

1010 

id. 

100 

1838" 

09, 1 

202H 

Alcole  amilieo 

17,4 

870 

11 

882 

id. 

'.".i 

UH 

99 

1540 

.V.  D.  I  valori    dei  e 
■    forinole  empir 

'efficienti  segnati  con  *  furono  calcolati  i 
che  date  dal  Pagliano. 

t  base  alle 

—  428  — 

«  La  molta  cura  posta  dall'  autore  nelle  numerose  esperienze  eseguite 
su  ciascun  liquido,  e  la  relazione  abbastanza  approssimata  che  questi  coeffi- 
cienti di  comprimibilità  offrono  coi  rispettivi  coefficienti  di  dilatazione  ter- 
mica, ci  affidano  della  attendibilità  dei  risultati  di  codesto  pregevole  lavoro 
sperimentale. 

«  Discute  in  seguito  l'autore  il  valore  relativo  di  alcune  forinole  del 
Duprè  e  dell'Amagat,  le  quali  collegano  fra  di  loro  le  densità  relative 
dei  vari  liquidi  coi  correlativi  coefficienti  di  dilatazione  e  di  comprimibilità 
sotto  temperature  differenti,  e  trova  che  quelle  dell'Amagat,  mentre  soddi- 
sfanno abbastanza  per  taluni  liquidi,  non  rispondono  a  sufficenza  per  molti 
altri,  massime  quando  la  temperatura  di  questi  sia  assai  elevata.  Avverte 
poi  giustamente  che  per  la  detta  forinola  vorrebbesi  determinare  su  lo  stesso 
<-semplarL'  d'un  dato  liquido  tanto  i  coefficienti  di  dilatabilità  quanto  quelli 
-di  comprimibilità.  Epperò.  dietro  opportune  considerazioni,  modifica  tal  poco 
le  formole  dell'Amagat,  ed  assumendo  poi  per  i  coefficienti  di  dilatazione 
dei  liquidi  a  differenti  temperature  alcuni  dati  più  recenti  e  meglio  appro- 
priati al  caso,  ne  deduce  per  i  rispettivi  coefficienti  di  comprimibilità  valori 
molto  prossimi  a  quelli  dati  dalle  esperienze. 

«  Offre  pure  qualche  interesse  la  serie  di  prove  eseguita  dal  Pagliani 
sulla  comprimibilità  a  differenti  temperature  (fra  0°  e  68°)  di  un  miscuglio 
di  87,6  di  acqua  con  13,3  di  alcoie  etilico.  Già  il  Deluc,  ed  altri  poi 
avevano  dimostrato  che  basta  una  non  rilevante  quantità  d'alcole,  mescolato 
coll'acqua,  per  modificare  notevolmente  la  legge  della  dilatabilità  dell'acqua 
col  crescere  delle  temperature.  Ora  il  Pagliani  ottenne  coli'  anzidetto  mi- 
scuglio, di  vedere  modificato  di  molto  la  legge  delle  variazioni  della  com- 
primibilità dell'acqua  coli' aumentare  della  temperatura.  Mentre  questa, 
come  si  è  detto  di  sopra,  offre  la  singolarità  d'un  ceefficiente  di  compres- 
sione decrescente  da  0°  e  63°,  per  aumentare  di  poi  colle  ulteriori  tempe- 
rature, la  predetta  miscela  alcoolica  offre  un  ben  minore  decremento  da  0°  e  44°, 
per  aumentare  tosto  dopo,  al  pari  degli  altri  liquidi.  E  pur  degflo  d'essere 
notato  che  in  questo  miscuglio,  oltre  all'  essere  anticipato  di  19°  il  punto 
critico,  o  d'inversione  nella  comprimibilità,  il  coefficiente  stesso  offre  valori 
minori  di  quello  dell'acqua  sin  verso  i  56°,  mentre  di  poi  esso  riesce  mag- 
giore ed  aumenta  nel  miscuglio  con  una  ragione  più  rapida,  siccome  emerge 
dalle  curve  di  comprimibilità  dei  due  liquidi,  le  quali  rappresentano  l'in- 
sieme de' suoi  risultati  sperimentali.  L'autore  però  si  propone  di  proseguire 
questo  studio  di  confronto  con  miscugli  alcoolici  in  altre  proporzioni. 

«  Il  sig.  prof.  Eugenio  Semmola  di  Napoli  presentò  una  breve  sua  Nota, 
Intorno  ai  suoni  eccitali  in  una  lamina  od  in  una  corda  attraversati  da 
frequenti  scariche  laceranti  d'una  macchina  elettrica.  In  questa  Nota  egli 
si  limita  a  descrivere  alcune  sue  esperienze,  fatte  con  una  macchina  di  Holtz 


—  420  — 

nel  cui  circuito  comprende  un  sottile  disco  di  ottone  posto  innanzi  all'aper- 
tura di  un  cornetto  acustico.  Tagliando  iti  un  punto  il  circuito  e  facendo 
scoccare  tra  i  due  tratti  una  serie  di  scintille,  si  ode  al  cornetto  un  suono 
dovuto  all'alternare  dell'orientazione  e  disorientazione  elettrica  del  disco. 
Questi  suoni  rassomigliano  a  quelli  della  sirena,  e  ramno  di  altezza  e  di 
tono  col  variare  il  numero  e  la  lunghezza  delle  scintille  e  la  natura  del  disco. 
Fenomeni  analoghi  ponuo  aversi  dalle  corde  sonore. 

•<  Diremo  ora  di  alcune  pubblicazioni  e  di  alcuni  studi,  i  quali,  non 
contenendo  che  poco  o  punto  di  sperimentale,  appartengono  pili  direttamente 
alla  fisica  matematica;  tantoché  potrebbe  sorgere  dubbio  se  questi  lavori 
possano  accogliersi  pel  presente  concorso  destinato  alle  scienze  fisiche  e 
chimiche,  o  non  piuttosto  siano  da  rimandarsi  all'analogo  concorso  aperto 
per  gli  studi  di  scienze  matematiche.  Riflettendo  però  che  il  metodo  indut- 
tivo galileano,  per  essere  concludente,  deve  giovarsi  contemporaneamente 
dei  due  grandi  mezzi  del  metodo  stesso,  cioè  delle  considerazioni  meccaniche, 
soccorse  dalla  logica  matematica,  .e  delle  determinazioni  sperimentali,  dirette 
a  verificare  se  in  un  dato  ordine  di  fenomeni  intervengano  o  meno  quelle 
condizioni  e  relazioni  quantitative  che  speculativamente  sonosi  divisate,  la 
vostra  Commissione  crede  che  non  sarebbe  ragionevole  lo  escludere  da  questi 
concorso  le  considerazioni  meccaniche,  applicate  alla  interpretazione  dei  fatti 
fondamentali  della  fisica,  solo  perchè  non  confortati  da  nuovi  dati  iperi- 
mentali.  Tuttavia  a  noi  sembra  giusto  di  esigere  che  le  dette  considerazioni 
di  meccanica  astratta  sieno  però  di  tale  natura  da  prestarsi,  nelle  loro  dedu- 
zioni almeno,  a  diretti  riscontri  sperimentali. 

«  Ora  appunto  crediamo  che  a  quesf  ultima  condizione  soddisfacciano  a 
sufficenza  le  tre  pregevoli  Note  presentate  dal  prof.  Violi  del  Liceo  di  Arezzo, 
e  già  pubblicate  negli  Atti  di  questa  Accademia,  sebbene  nulla  contengano  di 
sperimentale  da  parte  dell'autore. 

«  Nel  primo  di  questi  scritti  (pubblicato  nel  gen.  83)  il  Violi,  partendo 
dalle  note  relazioni  sussistenti  tra  alcune  proprietà  fisiche  dei  gas  e  la  loro 
caloricità  specifica,  valutata  piuttosto  a  tensione  costante  che  a  volume  co- 
stante, passa  a  discutere  alcune  congetture  del  Maxwell,  del  Roiti  e  del  Preston 
intorno  al  rapporto  che  dovrebbesi  verificare  tra  i  predetti  duo  valori  della 
caloricità  dei  diversi  gas  e  la  velocità  teorica  del  suono  nei  gas  medesimi. 
Però  i  dati  numerici  che  egli  ne  inferisce  rispondono  solo  approssimativa- 
mente alle  determinazioni  sperimentali. 

«  Nella  seconda  nota,  del  maggio  1883,  il  Violi  deduce  dalle  prece- 
denti formolo  sulla  caloricità  molecolare  dei  vari  gas  il  valore  teorico  del 
coefficeute  di  tensione  termica  di  essi,  come  dell'equivalente  dinamico  d'una 
caloria,  e  trova  numeri  che  abbastanza  si  approssimano  a  quelli  ottenuti  colle 
esperienze  più  attendibili. 


—  430  — 

«  Tuttavia  le  anzidette  due  Note,  mentre  dimostrano  nel  Violi  soda  col- 
tura scientifica  ed  abilità  nel  calcolo,  non  porgono  però  concetti  veramente 
nuovi  ed  importanti.  Laddove  la  terza  Nota,  del  dicein.  83,  su  la  velocità  mo- 
lecolare dei  gas,  offre  un  notevole  interesse  scientifico.  Ricordate  le  forinole 
che  esprimono  la  energia  tensiva  dei  gas  secondo  i  principi  della  teoria  cine- 
tica dei  medesimi,  rammenta  la  distinzione  posta  da  Maxwell  tra  la  velocità 
molecolare  corrispondente  alla  media  energia  di  una  massa  gasosa,  la  ve- 
locità più  probabile  fra  tutte  le  possibili  velocità  delle  siugole  molecole  della 
massa  stessa,  e  quella  che  può  dirsi  velocità  vera  dell'insieme  di  tale  mole- 
cole. Quindi  egli  si  adopera  per  trovare  ima  espressione  generale  della  energia 
molecolare  d'un  gas,  la  quale  comprenda,  siccome  casi  particolari,  i  predetti 
tre  valori  della  velocità  delle  suo  molecole. 

«  A  tal  uopo  l'autore  immagina  di  prendere  l'unità  di  peso  d'un  gas 
perfetto  allo  zero  assoluto  di  temperatura,  talché  sia  nulla  la  sua  energia 
tensiva,  e  suppone  di  comunicare  ad  esso  quella  quantità  di  calore  che  valga 
a  scaldarlo  ed  a  farlo  espandere  liberamente,  così  che  ad  una  data  tempe- 
ratura assoluta  esso  spieghi  una  tensione  corrispondente  alla  pressione  nor- 
male atmosferica.  Di  tal  modo  egli  trova  che  la  velocità  molecolare  media 
di  codesto  gas  deve  essere  media  proporzionale  tra  l'effetto  prodotto  dall'aeri- 
forme espandendosi  e  la  energia  traslatoria  delle  sue  molecole.  Di  poi,  sup- 
pone che  quest'ultima  energia  possa  distinguersi  in  due  parti,  cioè  in  quella 
riferentesi  al  solo  lavoro  di  espansione  del  gas,  ed  in  altra  dipendente  da  altri 
moti  propri  delle  sue  molecole,  i  quali  non  abbiano  parte  nel  loro  moto 
tensivo  ;  e  quindi,  richiamate  le  espressioni  delle  calorie  di  espansione  e  delle 
calorie  di  temperatura  dei  gas,  correlativo  alle  loro  masse  molecolari,  il  Violi 
giunge  a  dare  una  formola  generale  della  velocità  media  molecolare  di  un 
aeriforme. 

«  Ora  da  codesta  foimola  si  può  dedurre:  1°  una  espressione  della 
velocità  della  media  energia,  conforme  a  quella  data  dal  Clausius;  II0  un'altra 
espressione  della  più  probabile  velocità  media,  analoga  a  quella  assegnatale 
da  Maxwell;  III"  ponendo  poi  l'ipotesi,  abbastanza  plausibile,  che  la  vera 
energia  di  traslazione  delle  molecole  aeriforme  dipenda  unicamente  dalla  loro 
energia  di  espansione,  cioè  supponendo  nullo  ogni  altro  moto  delle  molecole 
stesse,  si  deduce  dalla  ripetuta  formola  anche  un'espressione  della  velocità 
vera  molecolare,  conforme  a  quella  data  dal  Maxwell.  Laonde  così  fatte  con- 
cordanze dei  tre  particolari  valori  delle  varie  velocità  molecolari,  dedotti  dalla 
formola  generale  proposta  dal  Violi,  avvalorano  per  certo  l'importanza  scien- 
tifica della  formola  stessa. 

«  Il  sig.  dott.  Francesco  Pierucci  prof,  nel  Liceo  di  Prato  presentò  pel 
concorso  un  manoscritto  su  le  calorie  di  dissoluzione  dei  solidi  nei  liquidi, 
intendendo  egli  con  ciò  il  calore  totale,  così  di  soluzione,  come  di  diluzione 


—  431  — 

della  unità  di  peso  di  un  dato  solido  entro  un  dato  liquido  ad  una  data 
temperatura.  Questo  argomento  venne  già  trattato  in  via  sperimentale  da 
non  pochi  fisici  stranieri  ed  italiani:  laddove  il  Piemcci  si  propose  anzitutto 
di  intavolare  il  problema  in  forma  generalo  e  con  semplici  espressioni  mate- 
matiche. 

«  Però  egli  suppone  di  prendere  il  solido  da  sciogliere,  non  già  ri- 
dotto in  polvere,  ma  in  una  sola  massa  di  figura  sferica,  e  suppone  altresì 
che  in  questa  la  conduttività  termica,  la  densità  e  la  solubilità  variiuo  sol- 
tanto in  relazione  alla  distanza  delle  singole  parti  di  essa  dal  centro  della 
sfera.  Tuttavia  i  fattori  variabili  delle  formolo  da  lui  proposte  sono  in  gran 
numero:  caloricità  specifica  e  conduttività  termica,  così  del  solido  come  del 
liquido,  presi  da  soli  sotto  differenti  temperature;  caloricità  e  conduttività 
del  solvente,  secondo  le  densità  che  esso  va  acquistando  coi  vari  gradi  di 
soluzione,  e  secondo  le  varie  temperature  ;  calorie  di  soluzione  e  di  diluzione 
del  solido  nei  successivi  suoi  strati  sferici,  secondo  la  varia  loro  coerenza 
e  struttura,  e  secondo  la  varia  densità  del  solvente;  e  via  dicendo. 

<•  Però  una  cosi  fatta  complicazione  del  problema  generale,  che  conduce  a 
forinole  comprendenti  molte  quantità  incognite,  e  quindi  di  malagevole  solu- 
zione, suggerir  deve  al  fisico  di  adoperarsi  piuttosto  a  semplificare  il  pro- 
blema generale,  tentandone  delle  parziali  soluzioni  col  determinare  sperimen- 
talmente il  rapporto  fra  due  o  più  fattori  del  fenomeno,  i  valori  dei  quali 
si  fanno  variare  da  soli,  e  col  rappresentare  poi  per  mezzo  di  curve  grafiche 
i  singoli  dati  sperimentali.  Perciocché,  grazie  a  queste  curve,  riesce  facile 
l'assegnare  tale  una  funzione  tra  i  fattori  medesimi,  che  rappresenti  abba- 
stanza bene  lo  speciale  andamento  delle  curve  stesse;  e  ciò  senza  introdurre 
particolari  ipotesi  che  limitino  arbitrariamente  le  condizioni  dei  fenomeni. 

«  Tuttavia  il  Pienrcci  si  distingue  per  l'abilità  che  dimostra  nell'im- 
piego del  calcolo  superiore:  e  si  merita  pur  lode  per  l'ingegnoso  artifizio, 
da  lui  immaginato,  allo  scopo  di  determinare  una  delle  funzioni  ch'egli  pose 
a  base  delle  sue  forroole,  quella  che  collega  la  temperatura  del  liquido  sol- 
vente colla  sua  densità,  per  mezzo  della  misura  del  suo  indice  di  rifrazione, 
adoperando  uno  spettroscopio.  Ingegnoso  è  pure  l'apparecchio,  che  egli  costruì 
per  avere  con  molta  approssimazione  la  temperatura  del  liquido  ed  insieme 
l'indice  di  rifrazione.  SenoncVe  coteste  sue  esperienze,  com'egli  stesso  con- 
fessa, sono  scarse  di  troppo,  e  non  risolverebbero  che  una  parte  del  complesso 
suo  problema. 

«  11  sig.  Abelardo  Komegialm  presenta  due  Memorie  intitolato:  Con- 
tribuzione alla  teorìa  della  fermentazione  acetica  ed  alla  tecnologia  della 
aceti ficazione  ;  la  prima  pubblicata  negli  Atti  della  stazione  chimico -agraria 
sperimentale  di  Roma;  l'altra  manoscritta. 

«  L'autore  nella  prima  Memoria  studia  in  impeciai  modo  la  formazione 
Rendiconti  —  Vol.  I  n; 


—  432  — 

dell'aceto  mediante  il  processo  di  Pasteur:  e  trova  alcune  condizioni  pili  favo- 
revoli per  la  acetificazione,  quella  ad  esempio  di  aggiungere  l'estratto  a  grado 
a  grado.  Indi  si  propone  di  trovare  tale  una  sostanza,  la  quale  valga  ad  ucci- 
dere l'anguillula  dell'aceto,  senza  danneggiare  il  micoderma  ;  ma  non  giunge 
a  risultati  soddisfacenti.  Si  occupa  poscia  dell'  analisi  dello  stesso  micoderma, 
determinando  le  quantità  relative  di  carbonio,  ossigeno  ed  idrogeno,  e  quella 
delle  ceneri  che  entrano  a  costituirlo  ;  ed  in  ciò  i  suoi  risultati  concordano 
abbastanza  con  quelli  di  Loewy. 

«  Nella  seconda  Memoria  il  Romegialli  studia  più  particolarmente  il  modo 
di  nutrizione  del  micoderma:  e  si  propone  di  trovare  per  questo  tale  un 
nutrimento,  che  permetta  di  ottenere  l'aceto,  senza  impiegare  grande  quan- 
tità di  liquido.  Pigliando  quindi  a  base  la  composizione  dell'estratto  vinoso, 
uen  preparando  diversi  liquidi  di  coltura  pel  micoderma.  Di  tal  modo  trova 
alcuni  fatti  di  qualche  interesse;  quali  ad  esempio:  che  lo  sviluppo  del  mi- 
coderma riesce  massimo  coll'acido  succinico,  minore  coll'acido  malico  e  colla 
glicerina,  piccolissimo  poi  cogli  idrati  di  carbonio;  e  che  la  glicocolla  è  pili 
assimilabile  dell'albumina.  Nondimeno  con  queste  prove  di  coltura  egli  non 
giunse  a  risolvere  il  problema  pratico  che  si  era  proposto.  Immaginò  quindi 
che  il  fermento  richiedesse  alcuno  di  quei  componenti,  che  di  solito  non  ap- 
paiano necessari,  e  preparò  alcuni  liquidi  in  cui  pose  sostanze  non  adoperate 
nelle  ordinane  coltivazioni.  E  così  trovò  che  il  maggiore  impulso  allo  svi- 
luppo del  micoderma  venne  dato  dal  silicato  di  soda,  dal  lattato  di  ferro  e 
dal  solfato  di  soda;  talché  egli  è  tratto  a  credere  che  lo  zolfo.il  silicio  ed 
il  ferro  sieno  molto  utili,  se  non  indispensabili,  per  la  nutrizione  del  mico- 
derma. D'altronde  egli  rileva  il  fatto  che  la  entità  della  acetificazione  ri- 
sulta inversamente  proporzionale  allo  sviluppo  micodermico,  il  qual  fatto  è 
analago  a  quello  rilevato  da  Brefeld  per  la  fermentazione  alcoolica. 

«  Procede  di  poi  il  Romegialli  a  studiare  la  composizione  chimica  del 
micoderma  dell'aceto,  adoperandovisi  con  molta  cura,  prima  nell'analisi  ele- 
mentare, e  poi  determinando  la  sostanza  albuminoide  e  la  sostanza  degli 
idrati  di  carbonio,  e  trova  che  questi  ultimi  sono  pili  ricchi  in  idrogeno  della 
cellulosa.  Da  ultimo  fa  l'analisi  delle  ceneri. 

«  Paragona  in  seguito  la  composizione  del  micoderma  del  vino  con 
quella  del  micoderma  dell'aceto,  e  trova  esser  quello  molto  più  ricco  in  so- 
stanze albuminoidi  (osservazione  già  fatta  dal  Loewy)  ed  in  acido  fosforico; 
oltreché  vi  scarseggiano  o  mancano  affatto  lo  zolfo,  il  silicio  ed  il  ferro. 

«  Da  tuttociò  il  Romegialli  deduce  alcune  conseguenze  consone  coi  risul- 
tati delle  sue  prove  di  coltura.  Tali  sono  :  1°  le  sostanze  azotate  ed  i  fosfati 
essendo  più  favorevoli  al  micoderma  del  vino  che  a  quello  dell'aceto  sarà 
bene  per  la  acetificazione  l'impiegare  liquidi  che  non  ne  contengano  in  ec- 
cesso; II0  che  nei  liquidi  di  coltura  gioverà  mettere  sostanze  contenenti  silicio, 
zolfo  e  ferro;  III0  che  per  l'acetificazione  è  più  utile  la  presenza  dell'acido 


—  43:;  — 

succinico.  della  glicerina,  dell'acido  malico,  che  non  quella  degli  idrati  di 
carbonio. 

«  L'autore  studia  poi  l'azione  dell'anidride  solforosa  e  dei  bisolfiti  sulla 
acetificazione,  e  conferma  quanto  aveva  già  trovato  in  precedenza,  che  cioè 
l'anidride  solforosa  è  più  efficace  di  un  bisolfito,  a  parità  di  contenuto  in 
SOJ,  Dell'impedire  o  rallentare  la  acetificazione.  E  quanto  al  problema  di 
distruggere  l'anguilla  senza  ledere  il  micoderma,  le  sue  esperienze  non  die- 
dero risultati  soddisfacenti,  sia  adoperando  l'anidride  solforosa,  sia  l'acido 
salicilico.  Da  ultimo  si  occupa  di  cercare  la  quantità  massima  di  alcole 
amilico  che  può  sussistere  in  un  alcole  senza  impedire  la  acetificazione: 
e  trova  che  anche  l'alcole  amilico  viene  ossidato,  producendo  acido  valerico; 
il  qual  fatto  meritava  di  essere  confermato. 

«  Nel  suo  insieme  il  lavoro  del  Romegialli  è  condotto  con  cura,  e  trae 
a  conseguenze  di  qualche  interesse  circa  la  vita  e  la  coltura  del  micoderma 
dell'aceto,  del  quale  porge  un'analisi  completa.  Però  egli  non  è  giunto  a 
risolvere  i  problemi  che  si  era  proposti;  e  d'altronde  vennero  già  fatti  da 
altri  studi  analoghi  a  questo  ed  anche  più  estesi  sovra  altri  fermenti.  Nondi- 
meno egli  si  merita  lode  per  la  diligenza  da  lui  posta  nelle  molte  suo 
esperienze. 

«  Riassumendo  il  proprio  giudizio  sui  singoli  concorrenti,  la  Commis- 
sione propone  : 

«  1)  Che  venga  assegnato  un  premio  di  lire  3.000  al  prof.  Stefano  IV 
GJJANi  specialmente   per  le  sue   Ricerche  sulla  comprimibilità  dei  liquidi. 

«  2)  Che  venga  pure  assegnato  un  premio  di  lire  3.000  al  prof. 
Akoldo  Violi  per  le  sue   Ricerche  riguardami  la  teoria  cinetica  dei  gas. 

«  3)  Che  venga  assegnata,  a  titolo  d'incoraggiamento,  la  somma  di 
lire  1.500  al  prof.  Domenico  Mazzotto. 

«  4)  Che  venga  assegnata,  ad  uguale  titolo,  la  somma  di  lire  1.50C 
al  prof.  Abelardo  Romegialli  ». 

Relazione  sul  Concorso  al  ■premio  istituito  dal  Ministero  dell' Istru- 
zione Pubblica,  a  favore  dei  professori  delle  scuole  secon- 
darie e  tecniche,  per  le  scienze  matematiche  per  l'unno  1883-84. 
Commissari  Dini,  Cremona  e  Battaglisi  (relatore). 

«  A  questo  concorso  furono  inviati  due  lavori  manoscritti  ;  il  primo,  di 
autore  anonimo,  avente  per  titolo:,  formica  risolvente  dell'equazione  gene- 
rale e  completa  di  3"  grado  (tre  pagine),  ed  il  secondo,  anche  di  autore 
anonimo,  intitolato:  Il  concetto  di  numero  irrazionale  nella  Geometria 
della  ietta  e  del  circolo  (23  pagine). 

«  L'autore  del  primo  scritto  dà  come  nuove  le  formolo  che  esprii 


—  434  — 

le  radici  di  un'equazione  completa  di  3°  grado,  le  quali  si  deducono  imme- 
diatamente dalle  note  forinole  delle  radici  ;  relative  all'equazione  di  3°  grado 
priva  del  secondo  termine,  mediante  la  semplicissima  relazione  tra  l'incoguita 
di  questa  equazione,  e  quella  dell'equazione  completa  di  3°^  grado,  da  cui 
la  proposta  si  può  supporre  dedotta.  Il  lavoro  non  merita  quindi  speciale 
considerazione. 

«  L'autore  del  secondo  scritto  ha  cercato  di  applicare  alle  costruzioni 
geometriche,  per  la  determinazione  di  un  punto  ignoto,  il  procedimento  col 
quale  in  aritmetica  si  perviene  ad  un  numero  irrazionale;  cornee  noto  (per 
i  lavori  di  Dedekind,  Heine,  Dini  ed  altri)  un  numero  irrazionale  si  con- 
sidera come  quell'ente  aritmetico  che  segna  la  separazione  tra  due  serie  di 
numeri  razionali,  la  prima  di  numeri  crescenti,  la  seconda  di  numeri  decre- 
scenti, tali  che  ogni  numero  della  1"  serie  sia  minore  di  ogni  numero  della 
2"  serie,  e  che  la  differenza  tra  un  numero  della  l1  serie  ad  un  numero 
della  2a  serie,  possa  essere  minore  di  qualunque  numero  dato,  arbitrariamente 
piccolo.  Ora  allorché  in  un  problema  di  Geometria  si  tratta  di  determinare 
un  punto  ignoto  (in  generale  per  mezzo  dell'intersezione  di  due  curve)  si 
potranno  sostituire  a  quella  diretta  determinazione  due  serie  di  costruzioni, 
eseguibili  con  la  linea  retta  ed  il  circolo,  per  mezzo  delle  quali  si  vengano 
successivamente  a  determinare  i  punti  di  due  serie,  tali  che  i  punti  di  una 
serie  siano  tutti  da  una  parte  del  punto  ignoto,  quelli  dell'altra  serie  tutti 
dalla  parte  opposta,  e  che  l'intervallo  tra  un  punto  della  1*  serie  ed  un  punto 
della  2n  si  possa  rendere  minore  di  qualunque  intervallo  dato,  arbitraria- 
mente piccolo;  sicché  in  tal  modo  il  punto  ignoto  segnerebbe  la  separazione 
tra  i  punti  della  la  serie  e  quelli  della  2\  L'autore  applica  questo  concetto 
al  problema  della  divisione  di  un  arco  di  circolo  in  tre  parti  uguali,  e  la 
costruzione  che  egli  immagina  per  determinare,  applicandola  successivamente, 
le  due  serie  di  punti  che  hanno  come  loro  punto  di  separazione  un  punto 
di  trisezione  dell'arco  di  circolo,  è  molto  ovvia.  Con  lo  stesso  metodo  si 
potrebbero  costruire  le  radici  di  un'equazione  di  3°  grado  (quando  sono  tutte 
e  tre  reali)  poiché  è  noto -che  in  tal  caso  l'equazione  di  3°  grado  si  può 
trasformare  in  modo  da  farla  coincidere  con  quella  da  cui  dipende  la  divi- 
sione di  un  arco  di  circolo  in  tre  parti  eguali. 

«  11  concetto  che  serve  di  fondamento  alla  suddetta  Memoria  potrebbe 
avere  la  sua  importanza  in  Geometria,  quando  però  fosse  svolto  in  modo  da 
condurre  ad  un  procedimento  generale  per  la  determinazione  dei  punti  co- 
muni a  due  curve,  di  dati  ordini,  o  almeno  ad  una  curva  e  ad  una  retta, 
per  mezzo  di  una  serie  di  costruzioni  ,  eseguibili  con  la  linea  retta  ed  il 
circolo,  e  con  le  quali  si  potessero  trovare  successivamente  punti  che  com- 
prendessero tra  loro  il  punto  ignoto  da  determinare,  e  vi  si  avvicinassero 
indefinitamente:  l'applicazione,  alla  quale  l'autore  si  è  limitato,  non  è  di  tale 
importanza  da  fargli  meritare  il  premio  istituito  dal  Ministero  dell'istruzione 
pubblica  ». 


—  4;;:.  — 

Relazione  sul  concorso   al    premio  Da   Ciihha  pel  1884.   —  Com- 
missari :  Gorkesio,  Vat.exziaxi  c  Ascoli  (relatore). 

«  Rinnovatosi  questo  concorso,  in  seguito  alla  resultanza  negativa  del 
primo  esperimento,  una  sola  scrittura  s'  è  presentata  alla  prova,  col  motto: 
Les  détails  soni   Vaine  de  l'/listoire. 

«  Codesto  lavoro  è  veramente  uno  dei  due  che  si  sono  cimentati  quando 
il  premio  era  posto  a  concorso  per  la  prima  volta.  E  allora  portava  l'epi- 
grafe :  Bene  vi.ril  qui  bene  latuit. 

«  Circa  il  tema  in  sé  stesso  e  circa  le  qualità  generali  di  questa  Memo- 
ria che  per  la  seconda  volta  chiede  il  premio,  la  vostra  Commissione  non 
v'  infastidirà,  onorevoli  colleghi,  col  ripeter  cose  che  erano  esposte  nella 
prima  relazione,  da  voi  approvata  (Trans.,  voi.  VII,  pp.  78-80).  Si  passa 
piuttosto  a  dir  senz'  altro,  che  il  lavoro  ritorna  al  concorso  con  mutazioni 
e  migliorie  non  poche,  specie  per  quanto  concerne  la  parte  antica.  I  sug- 
gerimenti, che  nella  prima  relazione  eran  dati,  per  questa  parte,  all'autore, 
sono  stati  da  lui  messi  a  profitto  in  assai  larga  misura.  Di  certo,  però, 
molti  particolari  ancora  stuonano  ;  come  p.  e.  il  leggersi  anteposto  il  codice 
di  Manu  ai  Vedi,  o  il  Buddhaismo  al  Brahmanesimo,  in  tali  allegazioni  dove 
andrebbe  seguito  l'ordine  dal  più  al  meno  antico;  o  il  sentirsi  affermato 
senz'  altro,  che  le  lettere  fenicie  si  vedono  adoperate  nelle  iscrizioni  del  re 
Aeoka,  o  l' indursi  probabile  la  presenza  d' Indiani  in  Roma,  dal  fatto  che 
il  poeta  comico  latino  porti  sulla  scena  mercanti  che  parlano  greco  e  fenicio. 

«  Anche  la  seconda  parte  è  alquanto  migliorata.  Ma  son  notiziuole 
affrettate  quelle  che  concernono  gli  Inglesi  nell'India;  capitolo,  del  resto, 
che  è  quasi  estraneo  all'assunto.  E  sempre  è  meschina  la  sezione  che  si 
attiene  alle  relazioni  presenti  e  alle  avvenire  ;  la  quale  (e  qui  veramente 
la  colpa  è  del  tema,  piuttosto  che  dell'autor  della  Memoria)  riesce  etero- 
genea, non  perchè  si  dilunghi  dall'  assunto  ma  perchè  non  si  congiunge  in 
effetto,  per  alcuna  intrinseca  ragione,  con  le  sezioni  precedenti. 

«  Mal  si  potrebbe  perciò  dire,  in  conclusione,  che  questa  scrittura, 
considerata  nell'ordine  del  valore  assoluto,  si  meriti  un  premio.  Ma  la  ri- 
petuta nostra  prova  vai  forse  a  mostrare,  che,  per  ora,  questo  sia  un  pre- 
mio il  quale  tra  noi  non  alletti  a  cose  maggiori  ;  e  il  benemerito  istitutore 
può  forse  rimaner  pago  di  avere  intanto  promosso,  oltre  il  buon  lavoro, 
l'altra  volta  lodato  e  rimasto  a  mezzo,  questo  che  di  certo  va  ornato  di 
non  pochi  pregi.  La  vostra  Commissione  perciò,  pur  senza  esprimere  una 
decisa  sentenza,  opina  che  l'Accademia  possa  concedere  il  premio  Da  Cunha 
al  solo  concorrente  che  ora  s' è  avuto,  ma  non  abbia  all'  incontro  a  valersi 
della  facoltà,  che  nell'avviso  di  concorso  si  riservava,  d'inserir  nei   propri 

Atti  la  Memoria  premiata  ». 

D.  C. 

P.  B. 


—  437 


RENDICONTI 


DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 

Adunanza   generale   delle   due   Classi 

dei  giorni  10  e  12  giugno  1885. 
F.  Brioschi  Presidente 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Geologia.  —  Sulle  rocce  vulcaniche  di  Montecatini  e  Orciatico  nella 
provincia  di  Pisa.  Notizie  bibliografiche  del  Socio  G.  Capellini.  Notai. 

«  Nella  carta  geologica  dei  monti  di  Livorno,  di  Castellina  marittima  e 
di  una  parte  del  Volterrano,  pubblicata  per  il  secondo  Congresso  geologico 
internazionale  in  Bologna  nel  1881,  col  nome  di  Montecatinite  (trachite  pi- 
rossenica)  indicai  la  roccia  anticamente  ricordata  col  nome  di  Selagite.  Con 
queste  notizie  mi  propongo  di  far  conoscere:  quanto  fino  allora  ne  avevano 
scritto  i  naturalisti  che  se  n'erano  interessati,  e  per  quali  ragioni  abbia  pro- 
posto di  chiamare  Montecatinite  la  trachite  pirossenica  micacea  di  Montecatini 
e  di  Orciatico. 

«  Le  notizie  più  antiche  che  ho  potuto  raccogliere  sulla  roccia  di  Mon- 
tecatini sono  dovute  a  Giovanni  Targioni  Tozzetti,  il  quale  nel  suo  viaggio 
da  Ligia  a  Caporciano,  dice  che  salendo  per  le  pendici  nude  del  monte  verso 
Montecatini,  incontrò  molti  filoui  di  «  certa  pietra  arenaria  similissima  alla 
«  pietra  serena  della  Golfolina  ,  senouchè  è  tutta  quanta  seminata  di  certi 
«  corpi  parallelepipedi  grandi  quanto  un  pisello,  i  quali  si  sfaldano  tutti  in 
«  sottilissime  lamine  di  rozzo  talco  lucente,  ma  opaco  di  color  di  bronzo,  o 
«  verdognolo  »  ('). 

(')  Targioni  Tozzetti  Gio.  Relazioni  d'alcuni  viaggi  filiti  in  diverse  parti  della  Toscana  ecc. 
Ediz.  seconda,  tomo  terzo,  pag.  144,  145.  Firenze,  MDCCLXJX. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  ;,: 


—  4:38  — 

«  Continua  il  Targioni  descrivendo  la  struttura  di  questa  roccia,  le  sue 
varietà,  il  modo  di  comportarsi  in  presenza  degli  agenti  atmosferici  e  i  di- 
fetti come  materiale  da  costruzione,  sebbene  a  tal  fine  fosse  ricercata  e 
adoperata  perfino  dagli  Etruschi,  come  se  ne  ha  esempio  in  Volterra  nel- 
l'antica porta  detta  Porta  all'arco. 

«  Quasi  cinquant'anni  dopo,  Giambattista  Brocchi  nelle  sue  classiche  os- 
servazioni geologiche  sugli  Apenuini  e  sul  suolo  adiacente,  parlando  della 
arenaria  macigno  accenna  evidentemente  la  roccia  sulla  quale  riposa  il  ca- 
stello di  Montecatini,  quando  scrive:  Se  ne  trova  altresì  presso  Volterra,  a 
Montecatini,  e  questa  di/ferisce  dal  macigno  ordinario  per  essere  sparsa  di 
larghe  squame  di  mica  nera  ('). 

«  All'occhio  veramente  linceo  del  grande  maestro  Paolo  Savi  non  sfug- 
girono le  notevoli  differenze  fra  le  vere  arenarie  e  la  roccia  di  Montecatini 
ed  egli  fu  il  primo  che  non  esitò  a  separamela  nettamente,  applicandole  il 
nome  di  Selagite. 

«  In  una  nota  inserita  nella  la  Memoria  sui  terreni  stratificati  dipen- 
denti o  annessi  alle  masse  serpentinose  della  Toscana,  così  ne  parla: 

«  Nel  Volterrano  a  Montecatini  ed  a  Orciatico  ove  sono  due  grandi 
«  masse  di  Selagite  emerse  attraverso  il  terreno  terziario  subapenuinico,  nei 
«  luoghi  in  cui  questo  terreno  è  prossimo  alla  Selagite,  egli  è  notabilmente 
«  alterato,  cioè  indurato  in  modo  da  non  essere  pili  impastabile  con  l'acqua, 
«  ha  colore  di  oliva  fradicia  anziché  il  consueto  cenerino,  è  tutto  crepato  e 
«  le  pareti  delle  crepature  sou  colorate  da  zone  nerastre  o  piombate. 

«  Nell'una  e  nell'altra  delle  citate  località,  nel  punto  di  contatto  trovasi 
«  l'amalgama  delle  due  roccie,  cioè  la  plutoniana  che  ha  inceppato  ed  im- 
«  pastato  la  nettuniana.  E  poco  sotto  Montecatini  a  San  Michele  nel  matta- 
«  ione  plutonizzato  come  sopra  ho  detto,  trovansi  le  forme  ed  impronte  di 
«  molte  conchiglie  proprie  a  quei  terreni  e  particolarmente  di  ostriche.  Nello 
«  stesso  luogo  vedonsi  ancora  varie  porzioni  del  terreno  nettuniano  plutoniz- 
«  zato,  ripiene  da  filoncelli   e  cristalli  di  calce  bituminosa  fetida  »  (2). 

«  Roccia  simile  a  quella  di  Montecatini  e  di  Orciatico  già  nel  1793  col 
nome  di  lava  limacciosa  era  stata  nofata  dal  Santi  in  più  luoghi  della  mon- 
tagna di  Santa  Fiora  e  segnatamente  alle  piaggie  dette  g\i  Stabbiati  e  all'Er- 
meta  sopra  l'abbadia  S.  Salvadore  (3)  ;  ma  solamente  quando  il  Savi  abban- 
donò il  nome  di  Selagite  e  distinse  col  nome  di  trachite  micacea  la  roccia 
espansa  presso  Montecatini  in  Val  di  Cecina,  si  ritenne  che  la  lava  limacciosa 

(')  Brocchi  G.  B.  Conchioloyia  fossile  subapennina  con  osservazioni  geologiche  siigli 
Apenninì  e  sai  suolo  adiacente.  Tom.  I,  pag.  14.  Milano,  1814. 

(')  Nuovo  Giornale  dei  letterati  anno  1837-39]irem.  P.  Savi.  Parte  I.  Sui  terreni 
stratificali  ecc.  P.  43.  Pisa,  1838.  -  Parte  II.  Delle  roccie  ofioHliche  della  Toscana  e  delle  masse 
metalliche  in  esse  contenute.  P.  108.  Pisa,  1839. 

H  Santi  G.    Viaggio  al  Montamiata,  Voi.  I,  p.  138,  39.  Pisa,  1795. 


—  439  — 

micacea  del  Santi  fosse  identica  alla  tracliite  volterrana  che  dapprima  era 
stata  indicata  col  nome  di  Selagite  ('). 

«  Frattanto  la  trachite  di  Montecatini  fu  ricordata  dal  Repetti,  il  quale 
riferendosi  alle  Memorie  già  pubblicate  dal  Savi,  la  credette  «  connessa  per 
gradazione  alla  roccia  sevpentinosa  del  poggio  alle  croci  »  e  accennando  che  su 
«di  essa  riposa  il  castello  di  Montecatini,  la  disse:  «  un  alterato  macigno 
«  che  maschera  l'aspetto  di  una  specie  di  trachite  emersa  di  sopra  il  terreno 
«  terziario,  qualità  di  roccia  che  il  naturalista  pisano  (Savi)  classificò  fra  le 
«  Selagiti  »  ('). 

«  E  Giacinto  Collegno  negli  elementi  di  geologia,  parlando  della  diorite 
micacea  che  identifica  col  Kersanton  di  Bretagna,  aggiunge  :  «  La  minette 
«  dei  monti  Vosgesi,  la  Selagite  indicata  dal  prof.  Savi  nelle  maremme  to- 
«  scane,  sono  forse  esse  pure  dioriti  con  eccesso  di  mica  »  (3). 

«  Il  Cocchi ,  nella  descrizione  delle  rocce  ignee  e  sedimentarie  della 
Toscana,  quasi  riepilogando  le  opinioni  diverse  dei  naturalisti  che  avevano 
ricordata  la  interessante  roccia  di  Montecalini ,  parlando  della  trachite  del 
monte  Amiata,  aggiunge  a  quel  riguardo  :  «  Dans  une  variété  du  Volterrano 
«  (Orciatico,  Montecatini),  et,  plus  au  sud,  de  Santa  Fiora,  abondent  des  grand* 
«  cristalli  laminaires  de  mica  oblique.  Cette  variété  est  la  lava  limacciosa 
«  micacea  de  Santi,  on  la  Selagite  de  M.  Savi,  une  veritable  minette,  in- 
«  diquée  encore  par  quelques  anteurs  cornine  variété  de  diorite  ». 

«  Nel  catalogo  delle  rocce  la  trachite  micacea  di  Montecatini  è  riferita 
al  terziario  superiore  ed  è  così  indicata:  «  Trachyle  micacé  (Selagite  de  M. 
«  Savi)  renfermant  quelquefois  des  cristaux  de  dolomie,  en  typhons  à  stru- 
«  cture  prismatique  et  mème  stratiforme;  de  Montecatini ,  monte  Amia- 
«  ta,  etc.  »  ('). 

«  Un  anno  dopo  il  Coquand  non  esitò  a  ritenere  la  roccia  di  Monte- 
catini come  una  varietà  di  ortofiro  e  la  classificò  addirittura  fra  gli  ortotìri 
micacei  identificandola  con  la  Minette,  Fraidoniti  dei  Vosgi  e  del  Basso 
Beno;  aggiungendo  inoltre  che  era  contemporanea  dei  porfidi  quarziferi  del- 
l'Elba (5). 

«  Ma  Paolo  Savi,  anche  dopo  la  opinione  espressa  dal  Coquand,  continuò 
ad  indicare  come  trachite  micacea  la  roccia  che  anticamente  aveva  chiamati' 


(')  Savi  Paolo,  Sui  carboni  falsili  ti  i  terreni  iiiì'ireiii>'i  dette  Maremme  toscane,  p.  36. 
Pisa,  1813.  —  Savi  P.  e  Meneghini  G.  Osservazioni  stratigrafiche  e  paleontologiche  con- 
cernenti la  geologia  della  Toscana  e  dei  paesi  limitrofi,  p.  222.  Firenze,  ISSI. 

(')  Repetti  E.  Dizionario  geografico,  fisico,  storico  della  Toscana.  Voi.  UT,  p.  318.  Fi- 
renze, 1839. 

(')  Collegno  G.  Elementi  di  geologia  pratica  e  teorica,  ecc.  p.  155.  Torino,  1847. 

(')  Cocchi  J.  Description  des  roches  ignées  et  sédimentaircs  de  la  Toscane.  Bull.  Soc. 

de  France,  2'  sèrie,  t.  XIII.  p.  283,  289.  Paris,  1856. 
Coquand  H.  Traile  (Ics  roc'ies,  p.  66.  67.  Paris,  1857. 


—  440  — 
Selagite  e  cercò  di  meglio  precisarne  l'epoca  della  sua  comparsa  che  ritenne 
avvenisse  durante  il  deposito  del  terreno  pliocenico  ('). 

«  G.  v.  Kath  in  due  interessanti  Memorie,  l'uria  sulla  miniera  di  Monte- 
catini e  dintorni,  l'altra  sul  monte  Amiata,  pubblicate  entrambe  nel  1865,  parlò 
diffusamente  delle  tradii  ti  delle  due  località,  senza  però  accennare  menoma- 
mente che  la  trachite  micacea  di  monte  Amiata  si  avesse  a  identificare  con 
la  trachite  analoga  di  Montecatini.  Il  Eath  chiama  trachite  riolitica  la  lava 
limacciosa  micacea  del  Santi  del  monte  Amiata,  la  dice  roccia  grandemente 
distinta,  come  non  ricorda  di  averne  veduto  nelle  collezioni  e  aggiunge  che, 
per  taluni  caratteri,  somiglia  a  certi  tufi  trachitici  dei  dintorni  del  lago  di 
Laach,  o  analoghi  del  Vesuvio  ('). 

«  Nella  Memoria  sui  dintorni  di  Montecatini  riferisce  in  gran  parte  ciò 
che  Savi  e  Meneghini  già  avevano  scritto  sulla  trachite  di  quella  località,  ne 
accenna  le  somiglianze  con  certe  varietà  di  trachiti  di  Laach  e  la  ritiene 
essenzialmente  costituita  da  oligoclase  e  mica  nera:  una  vera  e  propria  tra- 
chite oligoclasica;  (dader  ganze  Habitus  des  Gesteins  dasselbe zum  Oligoklas 
Trachyt  stelli).  Riguardo  poi  alla  roccia  di  Orciatico,  il  Rath  ne  parla  in 
modo  da  esser  facile  di  ritenere  che  non  abbia  visitato  questa  seconda  lo- 
calità e  abbia  avuto  soltanto  esemplari  della  varietà  che  si  confonde  con  la 
roccia  tipica  di  Montecatini.  Scrive  infatti  :  «  Ein  dem  Trachyt  von  Monte- 
«  catini  (we'.cher  von  P.  Savi  mit  dem  Namen  Selagit  bezeichnet  wird)  ganz 
«  ahnliches  Gesteiu  tritt  in  einer  kleinen  Kuppe  Va  Stunde  gegen  Nordwe- 
«  sten  auf,  wo  ehemals  der  ummauerte  Flecken  Agnano  lag,  nahe  Orciatico». 
Farò  conoscere  fra  poco  che  non  tutta  la  roccia  di  Orciatico  si  deve  identifi- 
care con  quella  di  Montecatini  e  che  ad  Agnano  non  ve  ne  ha  traccia.  Il  Rath 
evidentemente  si  attenne  alle  carte  geologiche  pubblicate  dal  prof.  Savi,  delle 
quali  anzi  corredò  pure  la  sua  Memoria  e,  disgraziatamente  in  esse  la  roc- 
cia trachitiea  di  Orciatico  essendo  notata  ad  Agnano,  non  dubitò  che  la  roccia 
la  quale  sporge  ad  Agnano,  e  si  vede  benissimo  dalla  strada  provinciale,  in- 
vece di  essere  una  trachite  è  un  conglomerato  a  fini  elementi,  mentre  poi 
la  roccia  trachitiea  si  trova  vicinissima  al  paese  di  Orciatico  e  precisamente 
i-otto  l'antico  convento  dei  Cappuccini,  come  del  resto  il  Savi  aveva  indicato 
nelle  sue  Memorie. 

«  Nel  trattato  delle  roccie  di  Cordier  e  D'Orbigny  pubblicato  nel  18G8 
la  roccia  di  Montecatini  è  ancora  annoverata  fra  le  minette  o  fraidoniti  (3)  e 


(')  Savi  P.  Saggio  sulla  costituzione  geologica  della  provincia  di  Pisa,  p.  42.  Pisa,  1863. 

(!)  Eath  v.  G.  Ein  Besuch  Radico/ani' s  und  des  monte  Amiata  in  Toscana.  Zeitschr. 
d.  Deut.  geol.  Gesell.  Jahr.  1865,  s.  412,  413.  Berlin,  1865.  —  Id.,  Ein  Besuch  der  Kupfcr- 
grube  Montecatini  in  Toscana  und  einiger  Punkte  ihrer  Umgebung.  Zeitsch.  d.  Deut.  geol. 
Gesellsch.  s.  290,  291.  Berlin,  1865. 

(')  Cordier  et  D'Orbigny,  Traités  des  roches,  p.  201.  Paris,  1868. 


—  441  — 

susseguenteraeute  si  ha  a  registrarne  l'analisi  chimica  del  prof.  Bechi,  limi- 
tuta  alla  mica  e  alla  materia  che  impasta  la  mica  ('). 

«  11  Bechi  ritenne  che  la  Selagite  del  Savi  fosse  costituita  quasi  esclu- 
sivamente di  due  elementi,  notò  però  che,  oltre  la  mica  e  la  materia  che  la 
impasta,  vi  erano  centri  ingemmati  di  paglietto  sottilissime  di  calcare  le 
quali  si  assomigliano  alla  mica. 

«  Poiché  si  ammetteva  che  la  trachite  micacea  di  Montecatini  e  di  Or- 
ciatico (  Selagite  del  Savi  )  fosse  identica  alla  lava  limacciosa  del  monte 
Ainiata,  l'aualisi  del  prof.  Bechi  fu  ritenuta  buona  per  le  trachiti  micacee 
delle  tre  località  e,  con  piena  fiducia,  fu  riportata  in  parte  anche  dal  D'A- 
chiardi  nella  mineralogia  della  Toscana,  parlando  della  biotite,  come  prece- 
dentemente l'aveva  citata  nel  suo  lavoro  sui  feldspati  ('). 

«  Carlo  De  Stefani  nelle  sue  notizie  sulla  cronologia  dei  vulcani  della 
Toscana  esposte  alla  Società  toscana  di  scienze  naturali  nella  adunanza  del 
5  maggio  1878  distingue  in  quella  regione  cinque  gruppi  vulcanici,  tre  dei 
quali  trachitici,  e  dopo  aver  fatto  un  gruppo  separato  del  monte  Amiata  (il 
gruppo  II),  costituisce  il  V  gruppo  col  nome  di  gruppo  di  Montecatini,  e 
lo  dice  il  più  meridionale  (intendeva  di  dire  il  più  settentrionale)  «  formato 
«  dei  due  lembi  di  Montecatini  in  Val  di  Cecina  e  di  Orciatico  nelle  colline 
«  pisane;  costituito  non  già  di  Selagite,  come  si  riteneva  fin  qui,  ma  di  an- 
«  desite  peridotifera.  Questa  scompagnata  affatto  da  scorie  e  da  tufi,  forma 
«  dei  banchi  omogenei,  inclinati,  che  posano  concordanti  sull'  arenaria  del 
«  miocene  inferiore.  La  loro  eruzione  benché  l'epoca  ne  sia  ancora  incerta, 
«  ebbe  luogo  probabilmente  durante  il  miocene  medio  »  (3). 

«  Nello  stesso  anno  il  De  Stefani  ricordò  incidentalmente  la  trachite  di 
Montecatini  e  di  Orciatico  (")  accennandone  i  rapporti  di  giacimento  quasi 
a  contatto  delle  serpentine  (B)  e  in  una  carta  inedita  dei  monti  livornesi  e 
di  una  parte  del  Volterrano  la  quale,  se  non  erro,    figurò  alla    Esposizione 


(')  Bechi  E.  Analisi  chimica  della  Selagite  di  Montecatini  in   Val  di  Cecina.  Bollettino 

del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.  Anno   1870,  p.  64-67.  Firenze,  1870. 

(')  «Questa  roccia  (scrive  il  D'Achiardi)  tanto  a  Montecatini  che  a  Santa  Fiora  è 
sempre  la  stessa,  e  cosi  anche  a  Orciatico.  non  lunge  da  Montecatini,  onde  non  parlerò 
diffusamente  che  di  quella  del  monte  Amiata  ».  D'Achiardi  A.  Mineralogia  della  Toscana. 
Voi.  II,  p.  168-170.  Pisa,  1873.  —  Sui  feldespati  della  Toicana.  Bollettino  del  r.  Comitato 
geologico.  Anno  1871,  p.  208.  Firenze,   1871. 

(')  Processi  verbali  della  Società  toscana  di  scienze  naturali.  XXII.  Adunanza  del 
5  maggio  1878.  Pisa,  1878. 

('j  De  Stefani  C.  Sulle  serpentine  e  granili  eocenici  dell'alia  Garfagnana.  Boll,  del  r. 
Comitato  geologico.  Voi.  IX,  p.    28,  29.  Roma,  1878. 

(5)  Questo  fatto  era  stato  notato  da  P.  Savi  41  anni  prima,  infatti  a  pag.  49  dell'au- 
reo libretto,  Sulla  scorza  del  globo  terrestre  e  sul  modo  iti  studiarla,  Pisa  1834,  si  legge: 
Il  serpentino  a  Montecatini  ili  Val  di  Cecina,  sta  accanto  ad  una  piccola  montagna  formata 
di  Selagite. 


—  442  — 

internazionale  di  Parigi  nel  1878,  la  trachite  di  Orciatico  fu  segnata  a  Agnano 
e  alle  Querce  fra  il  Ragone  e  la  Fosceccbia  sulla  strada  da  Torri  a  Agnano, 
ripetendo  cosi  Terrore  che  si  nota  nelle  carte  del  Savi  e  che  era  stato  pure 
riprodotto  dal  Rath. 

«  Essendomi  impegnato  a  pubblicare  la  carta  geologica  di  quella  parte 
delle  province  di  Pisa  e  di  Livorno,  della  quale  aveva  cominciato  ad  inte- 
ressarmi fin  da  quando  era  studente  all'università  di  Pisa,  nell'autunno 
del  1879  tornai  a  visitare  anche  i  dintorni  di  Montecatini,  per  rivedere, 
correggere  e  completare  un  lavoro  fatto  a  poco  a  poco,  con  passione  e  senza 
aiuti  di  sorta. 

«  In  quella  escursione  ebbi  la  fortuna  di  avere  a  compagni  il  corani. 
F.  Giordano  e  l'ing.  Zaccagna,  di  cui  mi  valsi  per  rilevare  la  piccola  porzione 
della  carta  che  comprende  il  Castello  della  Sassa,  Casale,  Guardistallo  sulla 
sinistra  della  Sterza.  A  Montecatini  mi  interessai  in  modo  particolare  della 
trachite,  perchè  da  tutto  ciò  che  già  ne  era  stato  scritto  mi  pareva  di  dover 
concludere  che  vi    fosse   ancora  da  dire  qualche  cosa  in  proposito. 

«  Nel  1870  aveva  percorso  in  tutti  i  sensi  il  monte  Amiata  e,  per  un 
complesso  di  circostanze,  non  mi  pareva  che  s'avesse  proprio  a  identificare 
una  parte  della  trachite  di  quella  montagua  con  la  così  detta  Selagite  o  tra- 
chite micacea  di  Montecatini.  Raccolsi  numerosi  saggi  di  quella  interessante 
roccia  alla  base  della  torre  dell'orologio  nel  paese  stesso  di  Montecatini  a 
ni.  400  circa  sul  mare  e  nella  cava  detta  del  Cappelli  sulla  destra  del  botro 
grande,  un  centinaio  di  metri  sotto  Montecatini.  In  questa  località  potei  vedere 
la  roccia  apparentemente  stratificata  in  modo  da  costituire  una  specie  di  cupola, 
quasi  si  sarebbe  detta  la  sezione  di  una  piega  anticlinale;  vista  in  altre  posi- 
zioni, la  struttura  prismatica  della  roccia  è  evidente  e  fino  dal  1856  quando 
mi  recai  per  la  prima  volta  a  Montecatini,  P.  Savi  richiamava  su  di  essa  la 
mia  attenzione  indicandomi  ove  avrei  dovuto  osservarla.  Desideroso  di  vedere 
come  si  trovava  la  trachite  di  Orciatico  che  fino  allora  non  aveva  visitato, 
pregai  il  comra.  Giordano  e  l'ing.  Zaccagna  perchè  mi  accompagnassero  anche 
in  quella  escursione.  Saliti  a  monte  Massi  a  m.  581  e  presa  la  via  del  Pog- 
gio delle  Faete,  dopo  aver  visitato  il  Poggio  di  Majano  m.  525,  scendemmo 
a  Orciatico  e  trovai  che  il  paese  riposava  sopra  il  conglomerato  miocenico. 
Essendoci  diretti  verso  Agnano,  ove  secondo  le  carte  sopra  menzionate  avremmo 
dovuto  incontrare  la  massa  trachitica  detta  di  Orciatico,  la  mia  sorpresa  fu 
grande,  quando  in  quella  direzione  invece  della  trachite  riscontrai  sviluppa- 
tissimi  i  conglomerati  minuti  miocenici  e  trovai  la  casa  del  podere  le  Querce 
posta  sul  gesso,  che  ivi  riposa  immediatamente  su  brecciola  finissima  rossastra 
calcareo-ofiolitica  a  m.  280  sul  mare.  Così  le  rocce  che,  viste  in  distanza  e 
stando  alle  indicazioni  delle  carte  geologiche  edite  e  inedite,  da  me  prima 
esaminate,  riteneva  trachitiche  e  che  mi  era  proposto  di  visitare  soltanto  per 
averne  esemplari  staccati  da  me  stesso  in  posto,  si  cambiarono  in  conglomerati 


—   443  — 

e  gesso  !  Tornato  ti  Montecatini,  senza  aver  potuto  delimitare  nella  mia  carta 
la  massa  trachitica  di  Orciatico,  non  potendo  alterare  l'ordine  delle  progettate 
gite,  mi  proposi  di  continuare  le  ricerche  in  altra  circostanza. 

«  Frattanto,  non  dubitando  di  trovare  notevole  differenza  fra  la  roccia  di 
Montecatini  e  quella  di  Orciatico,  tornato  a  Bologna  e  fatte  alquante  sezioni 
della  trachite  micacea  e  dei  noccioli  di  quarzo  che  vi  aveva  trovati  inclusi, 
mi  parve  che  quella  roccia  non  si  potesse  identificare  uè  con  la  vera  Mi-netta, 
né  con  le  ordinarie  Trachiti  micacee,  né  con  le  Andesiti  propriamente  dette, 
e  ne  scrissi  al  prof.  Rosenbusch  mandandogli  esemplari  scelti  e  invitandolo 
a  chiarire  i  miei  dubbi  in  proposito. 

«  Trascorsi  più  che  due  mesi,  il  valentissimo  litologo  mi  indirizzava  la 
seguente  lettera,  la  quale  attesa  la  sua  importanza  credo  opportuno  di  ripro- 
durre testualmente. 

«  Heidelberg,  le  1"  février  1880. 
«  Monsieur  et  honoré  confrère 

«  Enfin  je  suis  parvenu  à  étudier  les  échautillons  que  vous  m' aviez 
«  transmis  le  24  nov.  et  je  m'empiesse  de  vous  en  communiquer  les  resultata. 

«  Quaut  à  la  belle  roche  de  Monte  Catini,  j'en  ai  fait  moi-méme  l'étude 
•<  très-minutieuse  :  voilà  ce  que  j'ai  pu  reconnaitre  avcc  précision.  C'est  une 
«  roche  e'ruptive  a  structure  porphyrique  avec  bien  peu  d' une  base  vitreuse 
«  grisàtre  remplie  de  petites  dévitrifications.  Les  élémenta  cristallins  de  la 
«  roche  consistent  en  mica  (bictite)  dans  des  lamelles  assez  grandes,  qui  res- 
«  sorten t  d'un  tissu  cristallin  (Grundmasse)  qui  consiste  de  cristaux  bien  de'- 
«  finis  d'  un  pyroxène  clinorhombique  d'  un  vert  très-clair  et  presque  inco- 
«  lore,  de  cristaux  de  sanidine  uou-déformée  à  2  axes  optiques  extrèmement 
«  rapprochés,  de  cristaux  d'oligoclase  en  des  lamelles  très-minces  et  de  quel- 
■  ques  grains  de  magnetite  et  très  peu  d'olivine  qui  doit  étre  considerò  cornine 
«  uu  élément  tout-à-fait  accessoire  et  occasionai. 

«  Je  suis  parvenu  à  isoler  tous  ces  petits  cristaux  de  sanidine,  d'oligoclase, 
«  de  pyroxéne  et  de  mica  d'après  leur  poids  spécifique,  de  manière  que  j'ai  pu 
«  les  étudier  non  seulement  dans  leurs  caractères  optiques,  mais  aussi  dans 
'<  leur  compositioii  chiunque  d'après  le  procede  Boricky.  La  déterminatiou  des 
•<  éléments  est  d'autant  plus  authentique,  que  les  diffe'rents  modes  d'inve- 
«  stigation,  auxquelles  je  les  ai  soumis,  ont  toujours  conduit  aux  mèmes  con- 
«  clusious. 

«  La  roche  de  Monte  Catini  est  donc  une  Trachyte  pyroccénique  extraor- 
«  dinairement  riche  en  grands  cristaux  de  mica  bruii:  elle  représeute  l'óqui- 
«  valent  des  minettes  anciennes  et,  à  mon  savoir,  n'a  d'égaux  entre  les  roctìes 
«  connues  jusqu'aujourd'  Imi. 

«  La  structure  macroscopique  en  est  parfaitement  identique  a  la  structure 
«  des  minettes;  elle  en  est  disting.uée  par  l'àge  de  son  cruptiou  tertiaire,  à 


—  444  — 

«  ce  que  je  suppose,  et  par  la  présence  d'une  petite  quantité  d'une  base  vi- 
«  treuse   étrangère  aux  minettes  anciennes. 

«  Je  dois  vous  remercier  beaucoup,  Monsieur  et  cher  confrère,  de  m'avoir 
«  donne  l'occasion  d'étudier  une  roche,  pour  moi  tout-à-fait  nouvelle  et  qui 
•' m'a  interesse  d'autant  plus,  qu'elle  montre  une  analogie  aussi  complète 
«  avec  une  classe  de  rocbes  anciennes  très-répandues,  dont  on  n'avait  pas  enccre 
«  retrouvé  les  equivalents  modernes. 

«  Agréez  etc.  etc.  ». 

«  A  questa  interessantissima  lettera  mi  affrettai  a  rispondere,  ringraziando 
e  domandando  l'autorizzazione  di  pubblicarla  ed  aggiunsi  alcune  notizie 
intorno  agli  inclusi  di  quarzo  dei  quali  pure  gli  mandai  esemplari;  nel  tempo 
stesso,  poiché  la  roccia  di  Montecatini  si  poteva  considerare  benissimo  come 
una  Minella  recente,  ma  in  definitiva  era  riconosciuta  come  una  roccia  nuova, 
accennai  al  Kosenbusch  che,  nella  mia  carta  geologica,  l'avrei  indicata  col 
nome  di  Montecatinite.  Da  ultimo,  resi  conto  di  quanto  io  stesso  aveva  osser- 
vato nelle  lamine  sottili,  che  già  aveva  preparato  col  quarzo  della  Neominetta 
o  Montecatinile  di  Montecatini. 

«  Distratto  dalle  numerose  occupazioni  relative  alla  organizzazione  del  2" 
Congresso  geologico  internazionale,  non  avendo  sollecitamente  effettuato  quanto 
mi  era  proposto,  nel  giugno  del  1880  il  prof.  Rosenbusch  fece  egli  stesso  una 
breve  ma  interessante  comunicazione,  la  quale  comparve,  poco  dopo,  nei  Nuovi 
Annali  di  mineralogia,  geologia  e  paleontologia  e  fu  subito  tradotta  e  pubbli- 
cata anche  nel  Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  ('). 

«  Tornato  frattanto  a  Orciatico  e  fatte  più  accurate  indagini  in  quei 
dintorni,  trovava  effettivamente  la  roccia  analoga  alla  Montecatinite  di  Mon- 
tecatini e  ne  tracciava  la  esatta  posizione  e  la  piccola  estensione  nulla  carta 
geologica  comparsa  l'anno  dopo  e  distribuita  ai  membri  del  Congresso  di 
Bologna,  comprendendovi  rocce  che  hanno  attinenza  con  la  Montecatinite  e 
costituiscono  un  tutto  insieme  con  la  massa  di  Orciatico,  ma  che  dalla  vera 
Montecatinite  notevolmente  differiscono,  come  ne  differisce  la  vera  lava  limac- 
ciosa del   Santi  o  trachite  micacea  del  monte  Amiata  »  (!). 


(')  Rosenbusch,  Glimmertrachyt  von  Montecatini  in  Toscana.  Neues  Jalirbueh  fiir  Mi- 
neralogie, Geologie  und  Paliiontologie.  Jahrgang  1880,  II  Bd.  p.  208  Heidelberg,  1880.  Bollet- 
tino del  r.  Comitato  geologico  d' Italia.  Anno  XI,  p.  569-572.  Roma,  1880. 

(')  Capellini  G.  Carta  geologica  dei  monti  di  Livorno,  di  Castellina  marittima  e  di 
una  parte  del  Volterrano  nella  scala  di  1  a  100,000  pubblicata  per  il  2°  Congresso  geolo- 
gico internazionale  in  Bologna  1881.   Roma,  1881. 


—  441   — 

Fisiotossicologia.  —  Esperienze  fisiotosskologiche  sul  cloridrati) 
di    trimetilvinilammonio  e  su   quello  di   trimetilammina.    Nota    I. 

del  Socio  A.  Moriggia. 

«  L'anno  scorso  (in  seduta  6  aprile  1884)  ho  presentato  all'Accademia  il 
risultato  di  alcune  sperienze  sulla  neurina  del  commercio  (fabbrica  di  Kahlbaum): 
atteso  però,  che  essa  suole  risultare  da  un  miscuglio  in  varia  proporzione 
specialmente  di  idrato  di  trimetilossetilaramonio,  e  di  trimetilvinilammonio, 
in  cui  pur  entra  un  po' di  trimetilammina,  interessava  di  studiare  separata- 
mela la  fenomenologia  rìsiotossicologica  dei  tre  citati  componenti  dell  v 
neurina,  onde  meglio  comprendere  quella  abbastanza  singolare  del  loro  mi- 
scuglio e  tanto  più  premeva  farmi  io  direttamente  e  sperimentalmente 
un'  idea  del  modo  rispettivo  d'agire  delle  tre  dette  sostanze,  sia  perchè  membro 
della  r.  Commissione,  che  sta  lavorando  intorno  all'accertamento  della  prova 
generica  nei  reati  di  veneficio,  sia  per  l' importanza  sempre  crescente  che 
convien  annettere  alla  neurina,  in  seguito  ai  risultamene  chimici  ottenuti 
dal  dott.  Marino-Zuco  e  già  pubblicati  a  nome  della  stessa  Commissione  (') 

«  Avendo  già  resi  noti  nell'anno  passato  i  risultati  sperimentali  del 
cloridrato  di  neurina  del  commercio,  e  quelli  del  cloridrato  di  trimetilosseti- 
lammonio,  che  io  col  dott.  Marino  già  chiamai  cloridrato  purissimo  di  neurina, 
ora  rendo  conto  specialmente  di  quelli  che  si  riferiscono  all'altro  principato 
componente  della  neurina  di  commercio ,  cioè  all'  idrato  di  trimetilvinil- 
ammonio. 

«  Dal  laboratorio  del  senatore  Cannizzaro  ebbi  per  gentilezza  del 
dott.  Marino  una  discreta  dose  di  cloridrato  di  trimetilvinilammonio  puris- 
simo, ed  appena  acido,  con  questo  procedetti  alle  seguenti  sperienze:  comin- 
ciamo dalle  rane:  rane  esculente,  maschi  per  lo  più,  vivaci,  del  peso  di  18 
a  24  grammi:  cuore  talora  scoperto:  veleno  per  lo  più  sotto  la  pelle  del 
dorso,  del  ventre  o  delle  coscie:  la  rana  boccone  in  generale  veniva  legata 
sulla  sua  tavoletta  nelle  quattro  estremità  ben  distese:  la  legatura  degli 
arti  era  fatta  non  troppo  stretta  nò  troppo  rilasciata  nella  massima  vicinanza 
del  piede  e  della  mano  :  ora  dirò  il  perchè  ed  il  grande  vantaggio  di  questa 
legatura.  Avvelenando  per  es.  col  curaro  una  rana  così  disposta ,  fra  non 
molto  si  trova  che  essa  mantiensi  ben  sensibile  da  per  tutto  ma  immobile, 
salvo  ne'  piedi  e  nelle  mani,  in  grazia  della  piccolezza  dei  muscoli  di  queste 
parti  ma  più  essenzialmente,  perchè  il  veleno  non  vi  giunge  o  in  minima 
dose,  o  tardi  assai;  esaminando  la  membrana  interdigitale,  vi  si  trova  fermo 


(')  Vedasi  specialmente  l'ultima  Memoria  intitolata  ;  Relazione  (del  dott.  Francesco 
Marino-Zuco)  delle  sperienze  fatte  nel  laboratorio  speciale  della  Commissione,  annesso  all'Isti- 
tuto chimico  della  r.  Università  di  Roma,  sulle  così  delle  plomaine,  in  riguardo  alle  perizi: 
tossicologiche.  Roma,  1885. 

Rendiconti  —  Vor,.  I.  58 


—  44(5   — 

piti  ottusa  e  svanisce  nelle  braccia  dopoché  sono  già  immobili,  e  poi  negli  arti 
posteriori,  prima  nelle  parti  libere  pure  già  immobili  (')  e  da  ultimo  nelle  pre- 
servate, tra  queste  più  tardi  nel  piede.  Anzi  vi  è  un  certo  periodo,  in  cui  la 
sensibilità  del  piede  si  mostra  esaltata  in  modo  che  mentre  stimolando  la  pelle 
in  altra  parte  non  si  ha  moto  riflesso,  lo  si  ottiene  ancora  eccitando  quella 
del  piede:  filialmente  si  arriva  alla  fase,  in  cui  il  piede  eccitato  non  risponde 
più  col   moto,  che  esso  solo,  entrando  per  ultimo  in  paralisi  completa. 

«  Col  curaro  non  mi  venne  fatto  di  vedere  questa  specie  di  premorienza 
del  treno  anteriore  al  posteriore  anzi  fino  ad  un  certo  punto  si  verifica  il 
contrario  (2). 

«  Provai  il  veleno  in  dose  uguale  a  quella  per  la  rana,  sopra  opaline, 
anguilole  (dell'  intestino  grosso  di  raue)  come  pure  sopra  vorticelle,  micro- 
cocchi e  bacilli,  ed  in  pochi  minuti  li  vidi  cessare  dai  loro  movimenti,  ser- 
bandosi però  per  ultimi  quelli  delle  ciglia  :  le  vorticelle  perdono  il  loro 
filamento  o  fibra,  la  quale  allora  viene  ad  arricciarsi  con  una  grande  rego- 
larità a  modo  di  tiraturaccioli. 

«  Eccitilo ilitì  diretta  e  sperimentale  dei  nervi  motori.    Quando    ogni 

parte  si  presenta  insensibile  ed  immobile  ad  ogni  sorta  di  stimoli,  il  cuore 

fermo  o  quasi,  la  pupilla  miotica,  allora  agendo  sul  nervo  sciatico  a  nudo 

con  corrente   indotta   debole  e  media,    si  vede  in  generale   moversi  la  sola 

relativa  gamba,  senza  riflessi  in  altre  parti,  anche  ricorrendo  alla  fortissima  (3). 

«  Il  nervo  si  mostra  in  generale  piuttosto  esauribile,  cioè  dopo  qual- 
che eccitazione  avvicinata  non  risponde  più,  nemmeno  a  corrente  più  forte  : 
col  riposo  però  ritorna  abbastanza  eccitabile  :  lo  stesso  fatto  si  ripete  pei 
moti  riflessi,  quando  questi  ancora  esistono.  Qualche  volta  1'  ischiatico  si 
trova  non  rispondere  alla  corrente  ('),  o  produrre  effetto  soltanto  per  qualche 
minuto,  e  poi  non  più,  nemmanco  usando  corrente  assai    più    forte  (').  La 


(')  Si  è  in  questo  periodo,  in  cui  viene  a  verificarsi  quanto  si  riscontra  per  diversi 
altri  veleni,  ma  in  modo  più  spiccato  pel  curaro  cioè  assenza  di  moti  volontari  e  riflessi 
nelle  parti  non  preservate,  e  persistenza  di  un  certo  grado  di  sensibilità. 

(*)  Negli  arcbives  italiennes  de  Biologie,  tom.  Ili,  pag.  246,  il  prof.  Mosso  scrive  , 
che  col  curaro  sono  gli  ultimi  a  paralizzarsi  i  muscoli  più  vicini  ai  centri  nervosi. 

{')  Mi  riuscì  sperimentando  in  periodi  abbastanza  buoni  mettere  in  sodo  questo  fatto: 
nervi  sciatici  ineccitabili  durante  vita,  diventano  eccitabili  nella  fase  prossima  o  posteriore 
alla  morte. 

(')  Qualche  rara  volta  trovai  perfino  eccitabile  uno  solo  dei  due  nervi  ischiatici  :  il 
fatto  parrebbe  da  mettere  sul  conto  dell'aver  stancato  durante  vita  con  eccitamenti  più 
un  arto  che  l'altro,  o  sulla  diversa  diffusione  del  veleno,  a  seconda  la  località,  in  cui  venne 
iniettato,  come  si  dirà  scrivendo  della  sua  azione  locale  ? 

(')  Stantechè  le  correnti  indotte  forti  già  riescono  sospette  nei  loro  effetti,  e  peggio 
le  fortissime,  quando  occorrea  di  ricorrervi,  in  generale  tagliava  il  nervo,  onde  coli"  ecci- 
tazione del  capo  centrale  o  periferico  ottenere  effetti  più  puri  e  certi. 


—  447  — 

durata  dell'  eccitabilità  persisteva  variamente  nei  due  ischiatici  anclie  a 
cagione   "ella  preservazione  dell'ut)  dei  piedi  ('). 

«  Due  volte,  in  cui  esaminai  anche  i  nervi  lombari  ebbi  a  trovare 
questi  ineccitabili  ed  eccitabili  invece  con  moto  d'insieme  della  relativa 
gamba  i  nervi  sciatici  ;  è  vero,  che  i  nervi  muiono  dal  centro  alla  periferia: 
ma  la  differenza  da  me  riscontrata  mi  par  tale  da  meritare  ulteriore  studio  : 
potrà  pur  dipendere  dalla  località  d'iniezione  del  veleno,  da  un  influsso 
veniente  dal  centro  nervoso  ?  Qualche  volta  avvelenai  rane  a  cui  prima  avea 
tagliato  un  nervo  sciatico:  le  risposte  furono  un  po'  varie:  talora  questo  si 
conservava  molto  di  più,  e  tal'  altra,  meno,  per  ora  non  saprei  apprezzarne 
bene  i  fattori  (riposo  relativo  dell'  arto  a  nervo  tagliato,  vaso  dilatazione  ecc.). 
La  durata  dell'eccitabilità  diretta  dei  nervi  motori  la  trovai  in  generale  oscil- 
lare dentro  imiti  abbastanza  larghi  da  molti  minuti  a  diverse  ore  :  qualche  volta 
mi  limitai  a  saggiarla  dopo  3,  5,  6  ore  dalla  propinazione  del  veleno,  quando 
cioè  già  ogni  parte  era  insensibile  ed  immobile;  tal'altra  appena  la  gamba 
libera  fosse  entrata  in  completa  paralisi  di  moto:  la  durata  maggiore  dell'ec- 
citabilità si  verificava  specialmente  d' inverno,  a  dose  non  troppo  forte  di 
veleno  in  maschi  molto  eccitabili,  asciutelli  di  corpo,  a  cuore  scoperto  e 
quando  l'animale  durante  lo  sperimento  non  era  stato  troppo  stancato  con 
moti  riflessi  provocati;  sebbene  per  minor  durata,  anche  in  omeotermi  trovai 
superstite  la  eccitabilità  degli  ischiatici  per  diverso  tempo    dopo  la  morte. 

«  Da  questo  lato  mi  piace  riportare,  che  un  porcellino  d'India  morto 
rapidamente  per  curaro,  presentò  buon  moto  nella  gamba  anche  dopo  circa 
tre  quarti  d'ora  dalla  morte,  eccitandone  il  relativo  ischiatico  con  corrente 
indotta  media.  Nelle  rane  però  pel  curaro  la  cosa  corre  molto  diversa,  perchè 
non  solo  dopo  morte,  ma  pur  già  appena  resa  immobile  una  gamba  non 
legata,  movendosi  ancora  gli  arti  preservati,  il  relativo  ischiatico  per  lo  più 
è  già  ineccitabile  »  (*). 

Biologia.  —    Ulteriori    studi  sopra    lo    sviluppo    delle    salpe. 
Memoria  del  Socio  F.  Todako  (Sunto). 

«  Divido  il  mio  lavoro  in  due  parti.  Una  speciale  e  l'altra  generale. 
Nella  parte  speciale  espongo  il  risultato  delle  ultime  mie  ricerche  tanto  sullo 
sviluppo  della  prole  solitaria,  quanto  sopra  quello  della  prole  aggregata,  non 
che  sopra  i  loro  organi,  facendone  contemporaneamente  lo  studio  della 
struttura. 


(')  II  nervo  tagliato  prima  dell' avvelenamento,  o  l'ischiatico  integro  dell'arto  in 
parte  preservato,  si  cooserva  più  a  lungo  eccitabile. 

(')  Insisto  sul  confronto  della  neurina  col  curaro  per  quanto  riguarda  la  fisiopato- 
logia, appunto  perchè  dal  lato  chimico  sono  maggiori  le  difficoltà  per  sceverarli. 


—   443   — 

«  Nella  parte  generale  discuto  le  varie  quistioni  morfogeuetiche  che 
si  riferiscono  a  questo  gruppo  di  animali.  Aggiungo  in  fine,  come  appendice 
al  mio  lavoro,  uno  studio  sistematico  sopra  tutte  le  specie  che  vivono  nel 
Mediterraneo. 

«  Dopo  un  cenno  sul  metodo  della  ricerca  ed  uno  sguardo  generale 
sull'organizzazione  delle  Salpe,  comunico  in  questa  seduta  i  primi  capitoli 
della  parte  speciale,  che  trattano  la  forma  e  struttura  dell'ovaio  e  dell'utero, 
la  maturazione  e  fecondazione  dell'uovo  e  i  mutamenti  dello  ovaio  in  tale 
periodo. 

«  Questa  parte  è  accompagnata  da  3  tavole  ». 

Astronomia.  —  Stille  osservazioni  solari  fatte  nel  R.  Osserva- 
torio del  Collegio  Romano  nel  T  trimestre  del  1885.  Comunicazione 
del  Socio  coir.  1-.  Tacchini. 

«  Ho  l'onore  di  presentare  all'Accademia  il  risultato  delle  osservazioni 
solari  fatte  al  nostro  osservatorio  nel  primo  trimestre  del  1885.  Il  numero 
dei  giorni  di  osservazione  per  le  macchie  e  le  facole  solari  fu  di  72,  cioè  21 
in  gennaio,  25  in  febbraio  e  26  in  marzo. 


1885 


Frequenza 

delle 
macchie 


Frequenza 
dei 
for. 


Frequenza 
delle 

1I  +  F 


Frequenza 

dei  giorni 

senza 

M-l-F 


Frequenza 

dei  giorni 

con  soli 

F 


Frequenza 

dei 

gruppi 


Media 

estensione 

delle 

macchie 


Media 

estensione 

delle 

facole 


Gennaio 
Febbraio 
Marzo .  . 
Media  .  . 


9,05 

10,52 

19,57 

0,00 

0,00 

4,33 

13,61 

10,17 

23,81 

0,00 

0,00 

5,96 

9,15 

7,08 

16,23 

0,08 

0,00 

2,92 

10,68 

9,03 

19,71 

0,03 

0,00 

4,39 

43,19 
77,33 
44,92 
55,37 


81,00 
75,41 
51,60 
68,40 


«  Se  si  confrontano  questi  risultati  con  quelli  dell'  ultimo  trimestre 
del  1884  (vedi  Rendiconti  seduta  18  gennaio  1885),  si  vede  tosto,  che  il 
numero  delle  macchie  e  quello  dei  gruppi  fu  un  poco  maggiore  nel  1°  tri- 
mestre del  1885,  con  un  massimo  secondario  nel  mese  di  febbraio.  L'esten- 
sione invece  delle  macchie  risultò  minore,  e  inoltre  incominciano  a  figurare 
i  giorni  senza  macchie  e  senza  fori  :  così  che  nel  complesso  continuò,  seb- 
bene lentamente,  la  diminuzione  del  fenomeno,  con  qualche  speciale  periodo 
di  eccezionale  recrudescenza.  Pochissima  differenza  si  ebbe  nel  fenomeno 
delle  facole  in  confronto  dello  stesso  4°  trimestre  del  1884,  e  notammo  la 
stessa  particolarità,  avvertita  altre  volte,  del  massimo  cioè  delle  facole  in 
corrispondenza  al  minimo  delle  macchie.  Dopo  il  massimo  del  febbraio,  la 
diminuzione  verificatasi  in  marzo  continuò  anche  in  aprile,  poi  si  presentò 
di  nuovo  una  maggiore  frequenza  in  maggio  con  gruppi  anche  considerevoli 


—  449  — 

per  l'estensione.  La  media  però  delle  macchie  in  maggio  risulta  inferiore  a 
quelle  del  gennaio  e  febbraio. 


Numero 

Nuuier  o 

Massima 

Altezza 

Estensione 

1885 

(I-i  giorni 
di 

delle 

altezza 

media 
delle 

media 
delie 

osservazione 

protuberanze 

osservata 

protuberanze 

protuberanze 

Gennaio  .  . 

15 

r>,8 

31S" 

ti 

0 

-2.1 

Febbrai"  .  . 

19 

10,2 

132 

41.1 

2,1 

Marzo    .  .  . 

17 

s.: 

120 

11.1 

2,3 

«  Si  ha  dunque  una  diminuzione  anche  nel  fenomeno  delle  protube- 
ranze  solari  in  confronto  dei  risultati  avuti  nell'  ultimo  trimestre  del  1884 
(vedi  Rendiconti  seduta  1°  febbraio  1885).  È  degno  però  di  rimarco  il  fatto 
della  coincidenza  del  massimo  secondario  delle  protuberanze  in  febbraio  col 
massimo  delle  macchie  avvenuto  nello  stesso  mese. 

«  Nell'aprile,  maggio  e  nei  passati  giorni  del  corrente  giugno,  il  numero 
delle  protuberanze  fu  maggiore  che  nel  1°  trimestre  dell'anno  corrente,  e 
colla  ;  articolarità  di  un  nuovo  massimo  secondario  ne  mese  di  maggio 
com'è  avvenne  per  le  macchie  ». 

Meteorologia.  —  Osservazioni  sul  temporale  del  12 giugno  1885. 
Comunicazione  del  Socio  corr.  P.  Tacchini. 

«  Il  Socio  Tacchini  intrattiene  l'Accademia  sui  fenomeni  elettrici  avvenuti 
in  Eoma  durante  il  temporale  del  mattino  del  12  e.  m.  e  fa  rilevare  come  men- 
tre le  scariche  del  temporale  si  scaricavano  specialmente  nella  parte  orientale 
della  città,  nella  centrale  si  ebbero  per  induzione  delle  scariche  considerevoli 
avvertite  anche  al  Collegio  Romano  e  che  fermarono  tutti  gli  orologi  elet- 
trici ;  e  ricordando  le  cose  dette  di  recente  dall'  Helmholtz  riguardo  a  questi 
fenomeni  osservati  a  Berlino  e  dintorni,  egli  prega  l'Accademia  di  volere 
all'occasione  opportuna  consigliare  ai  fisici  nostri  lo  studio  di  queste  scariche 
di  induzione  in  occasione  di  temporali,  perchè  questi  studi  possono  avere  una 
importanza  speciale,  come  avvertì  l' Helmholtz,  per  la  sistemazione  e  protezione 
delle  polveriere  e  depositi  di  munizioni,  e  gli  opifici  ove  si  impiega  molta 
acqua  derivata  dalle  sorgenti  o  pozzi  e  distribuita  negli  opifizi  a  mezzo  di  un 
gran  numero  di  tubi  metallici. 

«  Il  Socio  Blaserxa  aggiunge  alcune  parole  sui  fenomeni  di  inluzione 
osservati  nei  telefoni  dell'Istituto  fisico  durante  lo  stesso  temporale  descritto 
dal  Socio  Tacchini  ». 


Rendiconti  —  Vol.  I. 


—  450  — 

Astronomia.  —  Osservazioni  del  nuovo  pianetino  fra  Marte  e 
Giove  (248)  fatte  al  R.  Osservatorio  del   Collegio  Romano.    Nota 
del  prof.  E.  Millosevich,  presentata  dal  Socio  P.  Tacchini. 

«  La  sera  del  5  giugno  il  sig.  J.  Palisa  scopriva  in  Vienna  un  pianetino 
fra  Marte  e'  Giove,  che  con  molta  probabilità  deve  ritenersi  nuovo,  e  che 
perciò  porterà  il  numero  (248),  facendo  seguito  ad  Asporina  (246)  e  ad 
Eukrate  (247),  dei  quali  ebbi  non  ha  guari  a  dar  notizia  di  osservazioni  da 
me  eseguite  al  cannocchiale  di  25™  di  apertura. 

«  Il  nuovo  pianeta,  che  io  stimai  di  12  £  grandezza,  fu  da  me  osser- 
vato la  sera  dell' 8  giugno;  eccone  i  particolari  della  osservazione  e  delle 
riduzioni. 

«  Poma  —  Collegio  Komano  10^  14m  12fi  dell'  8  giugno  18S5. 
a  apparente  pianeta        16h  14m  0S,97  (9.195  n) 
5  apparente  pianeta  —  20°  39'  56".7  (0.880) 
a  pianeta  —  a.  stella  =  -f-  48B.03    )  corretto  di  rifrazione 
3  pianeta  —  5  stella  =  —  9'50".2  )         in  differenza. 

«  Stella,  di  paragone  =  i  [15514  A.  0.  S.  Z.  -f-  Z.  W  257] 
Equinozio  medio  1885,0  Reductio  ad  diem 

a  stella       16h  13m9s.91  -f-3s.03 

5  stella  —  20°  30'  7".9  +1".3». 

Fisica  terrestre.  —  Relazione  sulle  osservazioni  fatte  durante 
un  viaggio  nelle  regioni  della  Spagna  colpite  dagli  ultimi  terre- 
moti. I.  Nota  del  Socio  T.  Taramelm  e  del  prof.  G.  Mercalli. 

«  La  regione  dell'Andalusia,  che  comprende  le  località  dove  fu  più 
violenta  la  scossa  del  24  dicembre  1884,  si  estende  tra  Malaga  e  Granata 
ed  è  delimitata  ad  un  dipresso  dal  fiume  Genil,  che  confluisce  nel  Guadal- 
quivir a  ponente  di  Cordova,  dal  Guadalhorce,  che  dal  lago  salato  di  Fuente 
Piedra  sbocca  nel  Mediterraneo  presso  Malaga,  e  dal  Guadalfeo,  che  dalle  falde 
meridionali  della  Sierra  Nevada  scende  al  mare  stesso  presso  Motril,  che  è 
pur  compresa  nell'area  sismica.  Quivi  si  elevano  dei  monti  abbastanza 
alpestri  all'  altitudine  di  oltre  duemila  metri  sopra  ampie  falde  di  terreno 
terziario,  specialmente  sviluppato  nel  vallone  di  Granata,  e  si  svolgono 
ampie  vallate  trasversali,  che  solcauo  profondamente  le  formazioni  antichis- 
sime, aprendosi  in  più  o  meno  vasti  piani  alluvionali  lungo  la  spiaggia  ; 
maggiore  di  tutte  quella  di  Velez,  che  passa  per  le  città  omonima,  origi- 
nando dalla  sierra  Marchamona  e  delimitando  a  levante  la  Sierra  Tejeda, 
principale  rilievo  della  regione  più  fortemente  commossa;  ma  non  trascu- 
rabili le  altre  di   Nerja,  Alniunekar,  di  Itravo  e  di  Guajar,  le  due  ultime 


—  451   — 

confluenti  nel  Guadalfeo  poco  lungi  dalla  sua  foce.  Appunto  in  corri- 
spondenza dell'alta  valle  del  Guadalfeo,  la  direzione  dei  terreni  paleozoici 
ed  azoici  costitutivi  della  Sierra  Tejeda  e  delle  annesse  di  Iatar  e  di 
Almijara,  che  è  da  nord-ovest  a  sud-est,  si  cambia  bruscamente  in  altra 
ila  sud-ovest  a  nord-est  in  corrispondenza  della  molto  più  elevata  Sierra 
Nevada  (3898  al  Picago  di  Veleta  e  3481  a  la  Combre  di  Mulacen)  nella 
quale  è  ancora  maggiore  la  prevalenza  delle  formazioni  azoiche,  senza  però 
che  affiorino  per  estesi  tratti  quei  terreni  gneissici  e  granitici,  che  contra- 
distinguono le  catene  più  settentrionali  della  penisola  iberica. 

«  Lungo  i  ripidi  versanti  meridionali  di  queste  montagne,  a  seconda 
della  varia  natura  delle  rocce,  scistose,  arenacee  o  calcareo  dolomitiche,  pre- 
sentansi  le  diverse  fisonomie  orografiche  ben  note  ai  geologi:  giammai 
però  il  carattere  del  paesaggio  può  paragonarsi  a  quello  delle  prealpi  e  dei 
monti  Apuani,  in  causa  della  frequente  alternanza  dei  calcari  cogli  scisti  ; 
di  guisa  che  quel  paese  rammenta  la  Liguria  occidentale  con  ancora  mag- 
giore intensità  di  vegetazione  boschiva  in  alto,  di  coltivazione  di  oliveti  e 
di  vigne  sui  colli,  di  agrumi  e  cereali  nel  piano,  dove  prosperano  altresì 
le  piantagioni  della  canna  da  zucchero.  I  tratti  alluvionali  sono  sempre  di 
poco  protesi  nel  mare,  anche  in  corrispodeuza  delle  valli  maggiori,  sebbene 
i  pozzi  artesiani  presso  Torre  del  Mar  ed  Almunekar  abbiano  incontrato  uno 
spessore  ragguardevole  di  detrito  prima  di  trovare  la  roccia  in  posto.  Fre- 
quenti gli  abitati  nel  versante  meridionale,  radi  ed  ancora  peggio  costruiti 
nel  versante  settentrionale,  dove  la  china  dei  terreni  terziari  è  dolcissima, 
ma  per  converso  sono  profondi  e  dirupati  i  solchi  delle  valli,  che  conver- 
gono al  Genil.  Amplissima  e  quasi  ovunque  mirabilmente  coltivata  la  valle 
di  questo  fiume,  che  fin  a  mezzo  il  suo  corso  è  come  sbarrata  da  un 
allineamento  di  rocce  secondarie,  le  quali  partendosi  dalla  Sierra  di  Mav- 
chamona,  toccati  i  1700  m.  alla  Sierra  Gorda,  traversano  il  fiume  presso 
Loja  e  poi  si  sviluppano  con  grande  prevalenza  nei  monti  a  nord  di  Gra- 
nada.  Questi  stessi  terreni  secondari  dalla  Sierra  Marcharnona  si  stendono 
alcun  poco  a  formare  un  contraforte  alla  Sierra  Tejeda  ed  in  corrispondenza 
dei  paesi  di  Zafaraya,  Ventas  e  Chosaz  accolgono  un  bacino  chiuso,  compa- 
rabile ai  notissimi  del  Carso  e  dell'Appennino,  dove  le  acque  senza  uscita 
si  sprofondano  nel  baratro  del  Sumidero,  per  ricomparire  assai  probabilmente 
alle  falde  settentrionali  della  catena,  nei  pressi  di  Loja. 

«  I  terreni  azoici  delle  Sierre  Tejeda  ed  Almijara  constano  di  scisti 
cloritici,  attinotici,  amfibolici,  passanti  alcune  volte  a  gneiss  di  grana  mi- 
nuta, oppure  a  micascisti  granatiferi.  Seguono  varie  masse  di  calcare  sac- 
caroide  tramezzato  a  scisti  calcarei  e  talcosi,  che  scendono  al  mare  tra 
Almunekar  e  Nerja;  le  ricoprono  altri  scisti  argillomicacei,  scuri,  passanti 
per  gradi  ad  arenarie  e  talora  anche  a  puddinghe  quarzose,  come  presso 
Malaga.  I  quali  scisti  superiori  crediamo  probabile  che  spettino  piuttosto  a 


—  452  — 

qualche  periodo  paleozoico,  essendo  molto  somiglianti  alle  formazioni  che 
nelle  Alpi  ricoprono  la  zona  dei  terreni  cristallini  recenti.  Una  zona  di 
calcari  dolomitici,  spesso  talcosi  e  scagliosi,  si  insinua  di  nuovo  tra  questi 
scisti,  svolgendosi  a  preferenza  sul  versante  settentrionale  della  Sierra,  poco 
a  sud  dei  paesi  di  Iatar  ed  Alhama.  L'egregio  geologo  dottor  Federico  De 
Botella  li  ritiene  perinocarboniferi.  Tutti  questi  terreni  sono  strettamente 
incurvati,  spesso  arrovesciati,  con  direzione  nord-ovest  quasi  coincidente 
coll'asse  della  Sierra  Tejeda;  e  sembra  che  siano  discordanti,  non  solo  rispetto 
ai  terreni  mesozoici,  ed  eocenici,  ma  anche  tra  loro  stessi.  A  Malaga  però 
gli  scisti  sottostanti  al  conglomerato  quarzoso  rosso,  che  vi  rappresenta 
probabilmente  la  base  della  seria  mesozoica,  non  solo  sono  concordanti  con 
questo  conglomerato,  ma  si  alternano  con  altri  conglomerati  bruni,  a  quarzo 
nero,  con  frammenti  amfibolici  e  feldispatici,  che  assai  ricordano  le  rocce 
carbonifere  delle  Alpi  Carniche.  Presso  Malaga  e  sopra  Martella  la  serie 
triasica  è  completa  ,  con  marne  iridate  alternate  prima  e  poi  sottostanti  a 
dolomie  cariate  o  Variegate  ;  nella  valle  di  Velez  sonvi  lembi  triasici  isolati, 
come  pure  in  quelle  di  Campanillas  ;  lungo  la  bella  chiusa  traversata  dalla 
ferrovia  e  dal  Guadalborce  sotto  Gubantes  la  serie  invece  è  in  continua- 
zione perfetta  dal  trias  all'eocene,  però  con  fortissime  inclinazioni.  Il  Giura 
e  ben  rappresentato  nei  suoi  membri  principali  ;  ma  le  località  fossilifere 
seno  alquanto  a  ponente  dell'area  sismica.  Incomincia  con  un  calcare  ooli- 
tico  passante  a  dolomia,  che  esiste  anche  nel  ristretto  lembo  sotto  il 
castello  di  Velez  e  spetta  al  lias  inferiore;  continua  con  calcari  marnosi 
grigi  o  rossi  ad  Harpcceras  bifrons,  radia ns  ed  erbaense  del  lias  supe- 
riore, con  marne  ad  Harpoceras  Murchisonae ,  per  terminare  con  calcari 
mandorlati,  rossi  o  verdastri  con  Pygope  cliphya,  Perisphinctes  contiguus, 
Phìjlloceras  plychoicum,  piuttosto  frequenti  presso  Anteqnera.  Altre  marne 
con  aptici  e  calcari  marnosi  rappresentano  il  neocomiano,  e  la  creta  è  costi- 
tuita da  calcari  variegati,  contorti  assai  e  commisti  a  marne  scagliose,  che 
vedonsi  assai  distinti  all'  estremo  nord  del  paese  di  Pedana ,  sotto  al 
traveitino. 

«  L'alta  valle  del  f.  Velez  è  poi  la  regione  del  massimo  sviluppo  dell'eocene, 
costituito  di  arenarie  a  fucoidi,  alternate  con  argille  scagliose,  con  radi  banchi 
di  calcare  nummulitico  alla  base  e  con  puddinghe  ad  elementi  sempre  pili 
grossolane  nella  parte  superiore,  che  forse  spetta  all'  oligocene.  Prosegue 
verso  ponente,  nelle  valli  del  Guadalmedina  e  di  Campanillas  e  nella  più 
ampia  del  Guadalborce  in  due  zone  ;  l'ima,  come  si  è  detto,  ricopre  verso 
settentrione  la  serie  mesozoica,  mentre  l'altra  riposa  discordante  sulle  rocce 
azoiche  e  paleozoiche,  con  trasgressione  quasi  completa  della  serie  secon- 
daria. L'eocene  manca  a  levante  di  Alcaucin  e  nell'alta  vallata  del  Genil. 
In  questa  invece  sono  assai  sviluppati  gli  strati  miocenici,  di  origine  lacustre 
e  di  natura  marnosa,  compatti,  omogenei,  talora  zeppi  di  fossili,  con  piccoli- 


—   4.V1,  — 

ammassi  lignitici  ad  Arenas  del  Rey  ed  a  Viznar;  sollevati  e  talora  anche 
contorti,  come  si  può  scorgere  lungo  la  via  iu  costruzione  da  Alhama  a 
Loja.  Il  miocene  manca  a  sua  volta  nel  versante  meridionale  delle  Sierre 
suaccennate.  Il  pliocene  al  contrario  è  bene  rappresentato  in  entrambi  i 
versanti,  ma  vi  è  una  sensibile  differenza  nella  composizione  litologica  ; 
inquantocbè  nella  valle  del  Genil  ed  alle  falde  della  sierra  Tejeda  consta 
di  molasse,  di  calcari  grossolani,  di  conglomerati  ad  ostree,  di  arenarie  a 
litotamni,  trovandosi  le  argille  soltanto  nella  regione  più  depressa  della  val- 
lata, invece  alle  falde  sud.  presso  Malaga  e  nella  valle  del  Guadalhorce  pre- 
valgono le  marne  azzurre  con  ricca  fauna  piacentina,  cbe  passano  rapida- 
mente a  sabbie  ed  a  conglomerati.  Inoltre  notiamo  il  fatto  importantissimo 
che  questo  più  recente  terreno  terziario  raggiunge  sul  versante  settentrio- 
nale della  catena  l'altitudine  di  1250  m.  alla  sella  del  Rasyo,  mentre  presso 
Malaga,  Velez  e  Torros  si  eleva  al  massimo  a  150  m.,  risultandone  un  indizio 
a  nostro  avviso  assai  significante  di  una  depressione  quaternaria  e  forse  anche 
posglaciale  dell'area  mediterranea. 

«  Non  mancheremo  poi  di  menzionare  l'estensione  e  la  potenza,  che 
presentano  le  masse  di  travertino  ed  i  conglomerati  o  brecce  ad  elementi 
calcari  dell'epoca  quaternaria,  così  da  gareggiare  colle  formazioni  della  cam- 
pagna romana,  di  Tivoli,  del  Velino  e  dell'Abruzzo.  I  villaggi  più  dan- 
neggiati di  Periana,  Alcaucin,  Canillas  di  Aceituno,  Iatar,  Lentaye,  Otivar, 
sono  appunto  su  queste  rocce  poco  omogenee  ed  in  parte  anzi  sullo  sfacelo 
delle  medesime;  il  quale  fatto  dal  nostro  punto  di  vista  è  almeno  altrettanto 
importante  che  la  composizione  del  sottosuolo,  descritta  anche  dalle  com- 
missioni e  dai  geologi  privati  che  hanno  studiato  recentemente  il  fenomeno 
in  discorso.  In  questa  ragione,  che  fu  scoperta  da  nevi  e  da  ghiacci  in 
epoca  quaternaria,  il  rovinio  delle  meteore  ed  il  lavorio  delle  acque  car- 
bonicate,  sotterraneamente  circolanti,  furono  oltremodo  attivi  ed  efficaci,  il 
che  del  resto  non  era  sfuggito  all'egregio  geologo  D.  Federico  De  Botella, 
autore  della  migliore  carta  geologica    della    Spagna,  del   quale  ci  piace  di 

riportare  in  proposito  le   seguenti  parole:  Los  manantiales  rnismos han 

<lishii ir.ùdo  extraordinariamente  6  surgen  d  nìveles  inferiores;  blancas 
cascadas  de  piedra  reenplasaron  les  tumultuosas  cataratas  de  otros  siglos 
y  en  sus  cercanias  cscalonadas  a  diversas  alturas,  verdaderas  cavernas 
abren  sus  enormes  fauces,  revestìdas  de  gruesa  capa  de  lobo,  serial  ende- 
lebele  de  la  pasada  grandeza  de  aquellas  (Apunlos  paleogcogrdficos. 
Madrid,  1877). 

«  Non  meno  di  tale  fenomeno,  si  connette  poi  con  una  attività  endo- 
gena incomparabilmente  maggiore  della  attuale  un  altro  fatto  importante, 
che  consiste  nello  stato  di  grande  fratturazione,  indubbiamente  per  tremende 
fasi  sismiche  attraversate,  degli  smembrati  lembi  di  terreno  pliocenico  ed 
anche  delle  più  erose  masse  di  travertino,    delle    quali  la  maggiore  da  noi 


—  454  — 

veduta  si  estende  tra  Alcaucin  e  Periana.  Anche  le  argille  plioceniche  di 
Malaga  sono  per  tutto  il  loro  spessore  visibile  traversate  da  filoni  di  gasso, 
coinè  si  osserva  da  noi  nell'Umbria  e  nel  Senese.  In  confronto  di  terremoti 
posterziari  e  posglaciali,  i  recenti  scotimenti,  che  furono  cagione  soltanto 
di  limitate  fratture  nei  terreni  superficiali,  si  ponno  considerare  di  poco 
momento,  per  quanto  dolorosa  ne  sia  la  rovina;  gli  uni  e  gli  altri  poi  sono 
certamente  legati  ad  una  speciale  condizione  topografica  e  stratigrafica,  che 
al  momento  non  possiamo  precisare,  ma  che  è  indubbiamente  connessa  alla 
accennata  differenza  di  altitudine  dei  lidi  pliocenici  sui  due  versanti  della 
Sierra  Tejeda  e  con  tutti  gli  altri  fatti,  che  dimostrano  un  recente  distacco 
della  regione  berica  dal  continente  africano.  Non  casuale  quindi  è  il  frequente 
ripetersi  dei  terremoti  in  quell'amenissima  contrada,  dove  pur  troppo  la  co- 
struzione dei  fabbricati  era  la  meno  idonea  a  rendere  poco  disastrose  le 
convulsioni  sotterranee. 

«  Che  se  noi  vorremo  indagare  la  causa  di  tali  convulsioni,  che  a  guisa 
di  scoppi  improvvisi  di  mine  gigantesche,  alla  profondità  di  parecchi  chilo- 
metri, vengono  ad  intervalli  a  spargere  la  desolazione  in  quel  tratto  di 
sponda  del  recente  bacino  mediterraneo,  non  dimenticheremo  di  certo  la 
esistenza  di  copiose  e  frequenti  fonti  termali,  di  cui  le  più  note  di  Alhama 
e  di  La  Mala,  alla  temperatura  di  circa  50  centigradi,  con  leggero  sviluppo 
di  acido  solfidrico;  nonché  la  non  grande  distanza  dalla  zona  trachitica  di 
Cartagena,  Capo  di  Gata  ed  isola  Alboran. 

«  Comprendendo  ora  le  condizioni  litologiche  e  stratigrafiche,  le  quali 
sembrano  in  più  stretta  relazione  col  fenomeno  esaminato,  ne  emergerebbero 
le  seguenti  : 

1.  «  Il  brusco  angolo  formato  dalla  direzione  dei  terreni  più  pro- 
fondi delle  Sierre  Tejeda  ed  Almijara  con  quella  dei  terreni  medesimi 
nella  Sierra  Nevada,  in  corrispondenza  dell'alta  valle  del  Guadalfeo. 

2.  «  La  discordanza  dei  terreni  mesozoici  dai  paleozoici  ed  azoici, 
assai  manifesta  nel  tratto  a  levante  di  Zaffaraya. 

3.  «  Il  grandioso  salto  della  serie  eocenica  nella  valle  del  Guada- 
lhorce,  perpendicolarmente  alla  stessa  ed  in  senso  quasi  parallelo  alla 
spiaggia. 

4.  «  La  forte  differenza  di  altitudine  di  lidi  pliocenici  sui  due  versanti 
delle  Sierre  Tejeda  ed  Almijara. 

5.  «  L'estensione  e  lo  stato  di  fratturazione  e  di  profonda  erosione  dei 
terreni  quaternari  e  pliocenici,  sui  quali  riposa  la  massima  parte  dei  paesi 
rovinati. 

6.  «  L'esistenza  di  acque  termali  sopra  un  allineamento  quasi  pa- 
rallelo alla  spiaggia  e  non  molto  lontano  di  una  regione  trachitica,  per  la 
massima  parte  sommersa  sotto  il  Mediterraneo  ». 


—  455  — 

Matematica.  —  Intorno  alla  generazione  dei  gruppi  di  opera- 
zioni. Nota  IL  del  dott.  G.  Frattini,  presentata  dal  Socio  G.  Battagmni. 

«  Nella  mia  Nota,  Intorno  alla  generazione  dei  gruppi  di  operazioni, 
la  quale  ebbe  l'onore  di  apparire  nei  Eendiconti  di  questa  insigne  Accade- 
mia, ebbi  occasione  di  segnalare  alcune  proprietà  del  gruppo  <I>  di  quelle 
sostituzioni  le  quali  non  sono  efficaci  alla  generazione  di  un  gruppo  G,  av- 
vertendo in  primo  luogo  che  il  gruppo  $  è  necessariamente  eccezionale  in  G. 
Ora,  a  guisa  di  complemento,  credo  opportuno  di  aggiungere  qualche  altra 
osservazione  che  mi  sembra  degna  di  menzione.  Primieramente:  Il  g  ruppo  $ 
relativo  a  qualsivoglia  sottogruppo  eccezionale  di  G,  è  ec- 
cezionale iu  G  e  fa  parte  del  gruppo  0  relativo  al  gruppo 
totale.  Si  indichi  infatti  con  $'  il  gruppo  <I>  relativo  al  gruppo  T  ecce- 
zionale in  G.  Trasformando  <ì>'  con  qualsivoglia  sostituzione  S  di  G,  si  otterrà 
necessariamente  uu  gruppo  $"  contenuto  in  r.  Ora,  quando  si  combini  $" 
con  un  sottogruppo  L  di  r,  non  potrà  certo  dalla  combinazione  nascere  l'in- 
tero T,  perchè  se  fosse  :  r=($",  L),  sarebbe  altresì  :  SrS"1  =  (S$"S_I,  SLS-1) 
ovvero:  T  =  ($',  L')  essendo  L' sotto  gruppo  di  T,  e  $'  potrebbe  perciò, 
contro  l'ipotesi,  concorrere  alla  generazione  di  r.  Il  gruppo  $"  fa  adunque 
parte  di  $'  per  la  qual  cosa  si  esige  che  <I>"  coincida  con  d>'.  Il  gruppo  $'  è 
adunque  eccezionale  in  G. 

«  Dimostriamo  ora  che  0'  fa  parte  di  $.  E  per  ciò  immaginiamo  di- 
stribuite le  sostituzioni  di  r  nei  periodi  71  ,  7» , yn  relativi  al  sotto- 
gruppo $'  eccezionale  in  T,  e  le  sostituzioni  di  G  nei  periodi  71  ,  ...  7,,  ; 
7'i  1  •••  7',.  ;  ••■•  7^'""^, ...  y»fm~V  relativi  all'istesso  $'  che,  come  dimostrammo, 
è  eccezionale  in  G.  Il  gruppo  G  non  potrà  contenere  sottogruppi  che  con  le 
loro  sostituzioni  partecipino  a  tutti  i  periodi  di  questa  seconda  distribuzione. 
Perchè,  se  il  contrario  accadesse  ed  esistesse  per  ciò  in  G  qualche  sotto- 
gruppo A  con  sostituzioni  in  tutti  quei  periodi,  il  gruppo  comune  a  T  e  a  A 
avrebbe  sostituzioni  in  tutti  i  periodi  71,  7»,. ..7,,  e  perciò  il  sottogruppo  <!>' 
combinato  con  il  gruppo  comune  a  T  e  a  A  genererebbe  r  la  qual  cosa  è 
contraria  alla  natura  di  $'.  Poiché  adunque,  distribuite  le  sostituzioni  di  G 
nei  periodi  relativi  al  sottogruppo  eccezionale  <!>',  non  esistono  sottogruppi 
di  G  con  sostituzioni  in  tutti  i  periodi,  il  gruppo  <t>'  farà  parte  del  gruppo  <1> 
relativo  al  totale  gruppo  G. 

«  A  ciò  si  potrebbe  del  resto  arrivare  rammentando  che  (v.  la  Nota  pre- 
cedente), il  sottogruppo  $  relativo  ad  un  gruppo  G  si  può  anche  definire 
come  quello  che  è  composto  delle  sostituzioni  di  G  le  quali  sono  moduli 
rispetto  a  tutti  i  possibili  modi  di  generazione  di  G.  Basterà  premettere  che 
il  gruppo  dei  moduli  relativo  a  un  particolare  modo  di  generazione  di  un 
gruppo  G  coincide  con  il  gruppo  dei  moduli  relativi  a  tutti  i  possibili  modi 


—  456  — 

di  generazione  dell'istesso  G.   Questa  premessa  mi  sembra  notevole  per  sé 
stessa  e  perciò  la  dimostro  confermando  in  seguito  la  precedente  conclusione. 

«  Se  i  due  sistemi  (g{  ,  gt , ...  g^)  ,  {g'\  ,  g\  , ...  g'.j)  formati  con  sostituzioni 
di  G  sono  anche  sistemi  generatori  di  G  e  il  primo  sistema  si  converte  in 
un  nuovo  sistema  generatore  quando  le  sue  sostituzioni  si  riducano  egua- 
gliando all'unità  fattori  eguali  a  sostituzioni  di  uu  certo  gruppo  <p  conte- 
nuto in  G,  lo  stesso  avverrà  necessariamente  del  secondo  sistema, 

«  Perchè,  se  rappresenteremo  con  G'i ,  G\  , ..  G'v  le  g\ ,  i/»  , ...  gfv  decom- 
poste comunque  in  fattori  alcuni  dei  quali  appartengano  a  tp  e  con  g"\ ,  g"t , ... 
g"v  ciò  che  le  G'i  ,  G'j , ...  G'v  divengono  soppressi  in  esse  i  fattori  di  o  , 
siccome  con  le  G'  si  possono  per  ipotesi  comporre  le  g  e  sopprimere  in 
seguito  nelle  g  composte  i  fattori  di  tp  senza  che  il  sistema  delle  g  cessi  di 
rappresentare  un  sistema  di  generatrici  di  G,  è  evidente  che,  ai  prodotti 
formati  con  fattori  G'  sostituendo  prodotti  formati  nel  medesimo  modo  con 
i  corrispondenti  fattori  g" ,  si  otterrà  un  sistema  generatore  di  G  e  che,  uu 
sistema  siffatto  si  otterrà  altresì  sostituendo  a  questi  ultimi  prodotti  i  fat- 
tori g"  medesimi.  11  sistema  (</'i  ,g"»,...g"v)  è  adunque  un  sistema  di  ge- 
neratrici di  G.  Il  gruppo  totale  dei  moduli  relativi  al  sistema  (gx ,  9» , ..  gv-) 
fa  dunque  parte  di  $.  La  reciproca  è  evidente.  Adunque  i  due  gruppi 
coincidono. 

«  Ed  ora,  tornando  al  gruppo  T  e  al  corrispondente  gruppo  <&',  è  evi- 
dente che,  se  T  non  può  concorrere  alla  generazione  di  G  ,  $'  farà  parte 
di  $  perchè  T  è  in  $.  Se  pai  G  =  (r,L)  essendo  L  un  sottogruppo  di  G, 
si  potrà  in  T  operare,  per  ipotesi,  mod.  $'.  Ma  decomponendo  le  sostitu- 
zioni l  di  L  in  fattori  alcuni  dei  quali  siano  in  $',  ponendo  cioè:  lx=q>'i 
/ti  f'%  h%  ...,  sarà  possibile  la  riduzione  :  U  =  f'p  hi  /*>  •••  essendo  o^  una  sosti- 
tuzione di  $',  per  essere  $'  eccezionale  in  G.  D'altronde  la  a/p  si  potrà  sop- 
primere perchè  generata  dalle  sostituzioni  di  T  considerate  0  no  mod.  0'. 
Adunque  sopra  il  sistema  (r  ,  L)  generatore  di  G  si  potrà  operare  mod.  <!>', 
e  per  conseguenza  $'  farà  parte  di  <I>.  Ricordando  poi  che  il  gruppo  $  rela- 
tivo a  un  gruppo  G  coincide  ancora  con  il  gruppo  che  è  comune  a  tutti  i 
sottogruppi  massimi  di  G,  potremo  enunciare  il  teorema:  Il  gruppo  che 
è  comune  a  tutti  i  gruppi  massimi  contenuti  in  un  sotto 
gruppo  eccezionale  di  un  gruppo  dato,  è  eccezionale  in 
questo,  e  fa  parte  del  gruppo  comune  ai  sottogruppi  mas- 
simi del  dato  gruppo. 

«  E  piìi  generalmente:  Ogni  sottogruppo  eccezionale  di  un 
gruppo  dato,  se  comune  a  tutti  i  gruppi  massimi  di  qual- 
che sottogruppo,  è  anche  comune  a  tutti  i  sottogruppi  mas- 
simi  del   dato   gruppo  ». 


—  457  — 

Fisica.  —  Nouveau  procède  pour    obtenir    la    liquèfation    de 
Voxygène.  Nota  del  sig.  L.  Cailletet,  presentata  dal  Socio  P.  Blaserna 
a  nome  del  Socio  Menabrea. 

«  L'éthylène  liquide,  dont  j'ai  fait  eonnattre  les  propriétés  depuis 
longtemps  déjà,  donne  en  bouillant  à  l'air  libre  un  froid  suffisant,  pour 
que  T  oxygène  comprime  et  réfroidi  à  cette  temperature  présente,  lorsqu'on 
diminue  sa  pression  «  une  ebullition  tumultueuse  qui  persiste  pendant  un 
tenips  appréciable  ». 

*  En  activant  l'évaporation  de  l'éthylène  au  moyen  de  la  machine 
pneumatique,  ainsi  que  Faraday  l'avait  fait  pour  le  protoxyde  d'azote  et 
l'acide  carbonique,  on  abaisse  assez  sa  temperature  pour  amener  l'oxygène 
à  l'état  liquide. 

«  J'ai  cherebé  à  eviter  les  incouvenients  et  les  complications  qui  ré- 
sultent  de  l'obligation  d'opérer  dans  le  vide,  et  dans  ce  but,  j'ai  déjà  in- 
diqué  l'emploi  du  formane  liquide  qui  permet  d'obtenir  d'emblée  la  liqué- 
faction  de  l'oxygène  et  de  l'azote. 

«  J'ai  pensé  que  malgré  ces  avantages,  l'éthylène  qui  est  si  facile 
maintenant  de  préparer  et  de  manier  (')  doit  étre  préféré  au  formène  et 
je  suis  arrivé  à  obtenir  au  moyen  de  l'éthylène  bouillant  dans  des  vases 
ouverts  un  abaissement  de  temperature  suffisant  pour  amener  la  liquéfaction 
complète  de  l'oxygène. 

«  Le  procède  que  j'emploie  est  extrémemeut  simple,  puis  qu'il  consiste 
ìi  activer  l'evaporation  de  l'éthylène  en  laneant  dans  sa  masse  un  courant 
d'  air  ou  d'iiydrogène  réfroidi  à  très-basse  temperature. 

«  Dans  l'appareil  que  j'ai  construit,  le  récipient  en  acier  qui  contient 
l'éthylène  liquide,  est  fise  à  un  support  vertical  au  moyen  des  vis  et  du 
collier  M'  et  p.  Lorsqu'on  ouvre  le  robiuet  (?•),  1'  éthylène  pénèlre  dans 
le  serpentin  SS,  forme  d'un  tube  de  cuivre  de  3mm  ou  4mm  de  diamètre 
interieur.  Un  robiuet  à  vis  (r')  est  place  a  son  extrémité  inférieure. 

«  En  réfroidissant  vers  —  70°  le  serpentin  au  moyen  du  chlorure  de 
méthyle,  ainsi  que  je  l'èxpliquerai  plus  loin,  l'éthylène  qui  s'y  accumulo 
n'.i  plus  à  cette  temperature  qu'une  faible  tension  et  s'ecoule  sans  perte 
sensible  dès  qu'on  ouvre  le  robiuet  de  sortie  (r).  Cette  disposition  nouvelle, 
que  j'ai  adoptée  pour  l'éthylène  et  le  formène,  permet  de  réfroidir  ces  gaz 
condensés,  comme  si  le  réservoir  tout  entier,  qui  les  contient,  était  réfroidi 
;i  la  temperature  du  serpentin. 

(')  En  ajoutant  au  mélange  d'alcool  et  d'acide  sulfurique  une  petite  quantite  de 
vaseline,  on  empèche  le  boursouflement  de  la  matière  qui  se  produit  si  souvent  dans  la 
préparation  de  l'éthylène  et  oblige  de  rciettre  fin  à  l'expérience. 

Rendiconti    -  Vol.  T. 


—  458 


—  459  — 

«  Oh  recoit  Péthylène  dans  une  éprouvette  en  verre  mince  L,  disposée 
dans  un  vase  eu  verre  V  conteiiant  de  l'air  parfaitement  desseché  au  moyen 
de  ponce  sulfurique  C. 

«  L'air  ou  rnieux  l'hydrogène,  avant  de  venir  barboter  dans  l'éthylène 
se  réfroidit  dans  le  flacon  C  qu'on  a  rempli  de  chlorure  de  calcium  ;  il 
arrive  par  un  tube  de  caoutcbouc  au  robinet  de  distribution  F,  puis, 
après  avoir  suivi  le  tube  S'S',  vient  se  refroidir  dans  un  second  serpentin, 
egalernent  dispose  dans  le  vase  de  chlorure  de  niétkyle  E,  qui  est  h  doublé 
paroie  A,  aiin  d'éviter  le  dépot  de  l'humidité  contenue  dans  l'air  ambiant; 
il  suffit  alors  d'activer  l'évaporation  de  l'éthylène  au  moyen  du  courant 
d'air  ou  d'hydrogène  réfroidi  pour  perrnettre  à  l'oxygène  contenu  dans  le 
tube  0,  et  comprime  au  moyen  de  ma  pompe,  de  se  résoudre  en  un  liquide 
eirculaire,  trausparent  et  séparé  du  gas  qui  le  surmonte  par  un  ménisque 
absolumeut  net. 

«  J'ai  mesuré  au  moyen  d'un  thermomètre  à  hydrogène  dont  je  ferai 
bientot  connaitre  la  nouvelle  disposition,  la  temperature  de  l'éthylène  qui 
dans  une  de  mes  expériences  à  été  trouvée  de  —  123°:  j'éspère  qu'en 
réfroidissant  avec  plus  de  soin  le  courant  d'hydrogène,  la  temperature 
pourra  encore  étre  abaissée. 

«  Les  serpentins  S  et  S',  dans  lesquels  circulait  l'air  et  l'éthylène,  sont 
plongés  dans  du  chlorure  de  méthyle  qu'on  évapore  rapidement  au  moyen 
d'un  courant  d'air  préalablement  réfroidi  et  lance  par  le  tube  (a  a). 

«  En  résumé,  j'ai  constate  qu'en  activant  l'évaporation  de  l'éthylène 
liquide  au  moyen  d'un  courant  d'air  ou  d'hydrogène  fortement  réfroidi,  on 
abaisse  sa  temperature  bien  au  dessous  du  point  critique  de  l'oxygène,  qui 
dans  ce  milieu  se  liquefi  e  de  la  manière  la  plus  nette. 

«  Cette  expérience  est  tellement  simple  et  facile  à  exécuter  qu'elle 
peut  entrer  dès  aujourd'hui  dans  la  pratique  des  laboratoires  et  étre  répétée 
dans  le  cours  publics  ». 

Fisica.  —  Sulla  fotografìa  delle  scintille  elettriche,  ed  in  par- 
ticolare  di    quelle  prodotte    nelV  acqua.    Nota    del    prof.    A.  Righi, 
presentata  dal  Socio  P.  Blaserna. 

«  Essendosi  compiuta  la  costruzione  d'una  grande  batteria  di  Leyda, 
eseguita  per  mio  ordine,  mi  venne  desiderio  di  ripetere  alcune  delle  espe- 
rienze da  me  fatte  in  passato  sulle  scariche  elettriche,  e  pubblicate  in  diverse 
successive  Memorie  ('). 

(')  Ricerche  sperimentali  sulle  scariche  elettriche.  Meni.  .Iella  Acc.  di  Bologna  1*70.  — 
Id.  2a  Memoria.  R.  Acc.  dei  Lincei  1877.  —  Descrizione  ed  uso  d'una  macchina  d'HollZ  etti. 
Meni.  dell'Acc.  di  Bologna  1879.  —  Le  ombre  elettriche,  ftlem.  dell'Acc.  di  Bologna  1881.  — 
Sp  ita  "  '  delle  scintille  etc.   Meni.  dell'Are.  .]i  Bologna  1881.  —  • 


—  460  — 
«  La  detta  batteria  è  composta  di  72  grandi  vasi  o  bicchieri  cilindrici 
di  vetro,  aventi  ciascuno  circa  13  decimetri  quadrati  di  superficie  armata 
su  ogni  faccia,  ed  uno  spessore  medio  di  lmm,5,  riuniti  in  quattro  gruppi 
di  18.  In  generale  le  quattro  batterie  parziali  di  18  vasi  ciascuna,  furono 
disposte  in  cascata,  ed  in  tal  modo,  con  una  capacità  equivalente  a  quella 
di  18/4  ossia  a  quattro  volte  e  mezzo  la  capacità  di  ciascuno'  dei  bicchieri, 
potevausi  ottenere  scintille  di  12  e  più  centimetri  di  lunghezza,  grosse  e 
brillantissime,  senza  pericolo  di  rotture. 

«  Tutti  i  risultati  da  me  ottenuti  in  precedenza  con  mezzi  più  limitati, 
si  verificarono  con  queste  potenti  scariche,  acquistando  iu  generale  maggiore 
evidenza. 

«  Così  si  dica  per  esempio,  dei  fenomeni  di  valvola  elettrica,  dei  cam- 
biamenti d'aspetto  e  delle  singolari  modificazioni  che  l'aumento  di  resistenza 
del  circuito  di  scarica  induce  nella  scintilla,  dei  cambiamenti  di  forma  che 
subiscono  in  vari  casi  le  scintille  ecc. 

'  «  Le  ombre  elettriche  semplici  e  composte,  e  le  figure  in  forma  d'anello 
possono  assumere  dimensioni  grandissime  con  scariche  cosi  potenti.  Infine  è 
possibile  ottenere  l'immagine  fotografica  delle  scintille  anche  in  quei  casi 
in  cui  con  scariche  più  deboli  non  si  avrebbe  intensità  luminosa  sufficiente. 
È  appunto  di  alcune  particolarità  osservate  in  queste  immagini  fotografiche 
che  mi  occuperò  nella  presente  Nota. 

«  La  fotografia  delle  scintille  elettriche  costituisce  un  mezzo  di  ricerca 
che  ha  dato,  e  darà  certo  in  seguito,  risultati  interessanti,  poiché  permette 
di  studiare  con  comodità  le  particolarità  d' un  fenomeno  fuggevolissimo. 
Le  prime  fotografie  di  scintille  le  feci  nel  1S76,  ignorando  allora  che  qualche 
tempo  prima  il  Tait  aveva  avuto  la  stessa  idea,  come  d'altronde  dichiarai 
nella  mia  seconda  Memoria  sulle  scariche. 

«  Invece  d'adoperare  le  lastre  al  collodio  umido,  ho  adoperato  ora  quelle 
secche  assai  più  sensibili  preparate  al  gelatino-bromnro  d'argento.  Ho  po- 
tuto cosi  ottenere  le  immagiui  delle  scintille  auche  interponendo  nel  circuito 
delle  forti  resistenze,  tali  da  far  assumere  alle  scintille  stesse  i  diversi  tipi 
che  ho  distinti  altra  volta  (2a  Memoria  sulle  scariche),  cioè  scintille  bianche 
ordinarie  (con  piccole  resistenze),  scintille  con  aureola  gialla  (con  resistenza 
più  grande),  scintille  composte  rosse  o  rosee  (con  resistenza  anche  maggiore) 
e  scintille  composte  bianche  o  violette  (colle  più  forti  resistenze).  È  a  notarsi 
che  le  scintille  che  danno  le  più  deboli  immagini  non  sono  quelle  ottenute 
colle  più  forti  resistenze,  ma  bensì  quelle  ad  aureola  gialla  (2°  tipo).  Ad  ogni 
modo  ho  potuto  ottenere  colla  fotografia  iu  modo  abbastanza  distinto,  tutte 

rune  curiose  con  formazioni  della  scintilla.  Meni.  dell'Acc.  di  Bologna  1831.  —  Sulle  figure 
elettriche  in  forma  d'anelli.  Meni.  dell'Acc.  di  Bologna  1882.  —  Le  ombre  elettriche,  2*  Me- 
moria." Mera.  dell'Acc.  di  Bologna  1882. 


—  461   — 

le  ligure  che  disegnai  a  memoria  nella  tav.  II  della  2a  .Memoria  sulle  scari -ho 
elettriche,  comprese  le  figure  9  ed  11,  che  mostrano  l'azione  d'una  corrente 
d'aria  sulla  scintilla. 

«  Fatte  varie  prove  fotografiche  di  scintille,  con  circuito  di  piccolissi  o  i 
resistenza,  e  variando  o  la  capacità  del  condensatore  o  il  potenziale  (e  quindi 
la  distanza  esplosiva),  ho  trovato  confermati  i  risultati  già  altravolta  esp  ti, 
e  cioè  che  l'area  di  sezione  della  scintilla  è  sensibilmente  indipendente  dal 
potenziale,  a  partire  da  una  certa  distanza  esplosiva,  che  cresce  quasi  pro- 
porzionalmente, ma  un  po'  meno  rapidamente  della  capacità  del  condensatore, 
e  che  diminuisce  assai  applicando  all'obbiettivo  fotografico  dei  diaframmi  con 
fori  di  più  in  più  piccoli.  Quest'ultimo  fatto  dipende,  come  spiegai  altravolta, 
dall'essere  le  scintille  luminose  in  tutto  il  loro  volume  e  trasparenti  per  li 
propria  luce,  cosicché  nell'immagine  fotografica  la  parte  centrale  è  sempre 
più  intensa  e  va  sfumandosi  verso  i  contorni.  Per  questa  circostanza  e  per 
essere  spesso  più  o  meno  irregolare  ed  incerto  il  limite  fra  scintilla  ed  aureola, 
riesce  assai  difficile  il  misurare  con  esattezza  il  diametro  delle  scintille.  In- 
fine ho  ottenuto  con  speciale  evidenza  le  immagini  di  quelle  singolari  con- 
formazioni che  assume  la  scintilla,  quando  contorna  una  lastra  coibente  o 
quando  passa  per  un  foro  sottile,  e  di  cui  le  tìg.  3  ed  11  della  tav.  IV 
della  Memoria  citata,  offrono  in  piccolo  un  esempio. 

«  Ho  fatto  moltissime  immagini  fotografiche  delle  scintille  prodotte  nel 
seno  dell'acqua,  per  mezzo  di  elettrodi  assai  lunghi  circondati  da  robusti  tubi 
di  vetro  coperti  di  gomma  lacca,    che  ne  lasciano    libere  solo  le  estremità. 

«  Si  possono  ottenere  così  scintille  nell'acqua  di  7  od  8  centimetri  di 
lunghezza.  Bisogna  però  che  il  recipiente  che  contiene  il  liquido  sia  di  gran 
robustezza,  giacché  con  una  scintilla  di  appena  un  centimetro  di  lunghezza 
prodotta  entro  un  gran  bicchiere  di  vetro  da  pila  pieno  d'acqua,  il  vetro 
va  in  pezzi,  specialmente  se  la  scintilla  si  produce  a  piccola  distanza  dalle 
pareti,  che  pure  possono  essere  grosse  quattro  o  cimine  millimetri. 

«  Per  ottenere  senza  pericolo  lunghe  scintille  nell'acqua  e  ritrarne  l'im- 
magine fotografica,  ho  dovuto  adoperare  una  robusta  cassetta  di  legno  co- 
perta internamente  di  mastice,  avente  una  finestra  rettangolare  in  una  delle 
pareti  chiusa  da  una  lastra  grossissima  di  cristallo.  La  scintilla  potevasi  osser- 
vare o  fotografare  attraverso  di  questa. 

«  Naturalmente,  nel  circuito  di  scarica  devesi  introdurre  anche  una  scin- 
tilla nell'aria  fra  grosse  palline  d'ottone,  senza  di  che  i  condensatori  non 
potrebbero  caricarsi. 

«  Le  scintille  nell'acqua  sono  rosse  o  rosee,  se  ottenute  con  scariche 
deboli,  e  bianchissime  con  forti  scariche.  In  questo  caso  si  possono  mettere 
diaframmi  con  piccoli  fori  all'obbiettivo  fotografico,  e  tuttavia  si  otteng  >n  i 
delle  immagini  nerissime  nelle  negative.  Queste  scintille,  a  differenza  di  quelle 
prodotte  nell'aria,  non  hanno  aureola,  cioè  una  parte  esterna  meno  brillali!" 


—  462  — 

e  più  o  meno  distinta  dalla  parte  centrale.  Esse  si  presterebbero  quindi 
meglio  alla  misura  della  loro  grossezza,  se  al  contorno  non  mostrassero  innu- 
merevoli diramazioni  laterali,  dirette  perpendicolarmente  all'asse  della  scin- 
tilla, che  rassomigliano  ad  una  specie  di  peluria  finissima. 

«  La  causa  di  questa  particolare  conformazione,  parmi  debba  cercarsi 
nella  conducibilità  del  mezzo  in  cui  la  scintilla  si  produce.  È  noto  che  se 
ad  un  filo  percorso  dalla  scarica  si  accosta  un  conduttore,  scocca  fra  questo 
ed  il  filo  una  scintilla,  che  è  dovuta  a  scarica  laterale  (v.  la  2a  Mem.  citata). 

«  Secondo  me  quelle  innumerevoli  scintillette  brevissime  e  finissime 
che  partono  dalla  scintilla  principale  e  si  dirigono  normalmente  ad  essa, 
hanno  un'  origine  analoga. 

«  Spesso  le  scintille  nell'acqua  sono  biforcate,  o  anche  suddivise  in  più 
di  due  rami.  Sembra  che,  come  colle  scintille  biforcate  nell'aria,  la  somma 
delle  aree   di  sezione  dei  rami  secondari,  eguagli  l'area  della  scintilla  intera. 

«  Se  la  scintilla  nell'aria,  che  si  produce  nel  circuito  simultaneamente 
con  quella  nell'acqua,  non  ha  una  lunghezza  sufficiente,  in  rapporto  alla  di- 
stanza degli  elettrodi  che  sono  immersi  nell'acqua,  cessa  di  prodursi  fra 
questi  la  scintilla.  Ma  allora  mostrarsi  su  di  essi  delle  apparenze  luminose, 
analoghe  al  fiocco  ed  alla  stelletta  che  veggonsi  sulle  punte  nell'aria,  e  che 
ho  descritte  nella  Memoria  più  volte  citata  e  delineate  nella  tav.  Ili  annessa 
alla  medesima. 

«  Colle  scariche  deboli  che  allora  adoperavo,  le  diramazioni  poco  nume- 
rose, ma  lunghe  e  contorte  a  guisa  di  serpentelli,  che  si  formavano  sull'elet- 
trodo positivo,  erano  rosse  o  rosee.  Ora  invece  con  scariche  più  energiche 
sono  bianche  e  brillanti,  e  tanto  numerose,  da  dare  al  fenomeno  l'aspetto 
di  un  fiocco  luminoso.  Così  pure  le  diramazioni  negative  son  bianche  con 
forti  scariche,  ma  si  distinguono  sempre  dalle  positive,  per  essere  formate 
da  filetti  luminosi  assai  più  corti,  sottili,  numerosi,  e  meno  contorti. 

«  Onde  le  diramazioni  positive  riescano  molto  ricche  e  sviluppate,  de- 
vesi  porre  l'elettrodo  negativo  in  comunicazione  con  un'ampia  lastra  metal- 
lica immersa  nell'acqua,  la  quale  ha  per  iscopo  di  dimiuuire  la  resistenza 
che  l'acqua  introduce  nel  circuito  di  scarica.  Studiando  attentamente  le  im- 
magini fotografiche  del  fiocco  positivo,  ho  potuto  constatare  che  si  produce 
un  curioso  fenomeno  d'assorbimento  luminoso. 

«  I  filetti  luminosi  che  formano  il  fiocco,  partono  da  uno  a  più  punti 
(in  generale  2  o  3)  dell'elettrodo,  e  si  proiettano  in  ogni  direzione,  dise- 
gnando linee  sinuose.  Alcuni  si  veggono  affatto  neri  nella  negativa  fotogra- 
fica; altri  sono  più  o  meno  pallidi.  In  molti  punti  dell'immagine  i  rami 
s'intersecano  per  ragione  di  prospettiva,  coprendosi  in  parte  reciprocamente, 
visti  dall'obbiettivo  fotografico.  Osservando  questi  punti  d'intersezione  m'ac- 
corsi che  in  molti  casi  in  cui  un  ramo  pallido  ne  intersecava  uno  intenso, 
quest'ultimo  nel  punto  d'intersezione    era    pallido  esso  pure.  Pensai   subito 


—  463  — 

che  la  causa  di  questo  fatto  fosse  un  assorbimento  operato  dal  ramo  più  pal- 
lido, probabilmente  quindi  formato  da  materia  gassosa  a  temperatura  rela- 
tivamente bassa,  sulla  luce  emanata  dal  ramo  più  brillante,  formato  da  ma- 
teria a  temperatura  più  elevata,  precisamente  come  in  una  nota  esperienza 
una  piccola  fiamma  con  sodio  sembra  nera  osservata  che  sia  contro  una  grande 
più  calda.  Ma  per  essere  di  ciò  sicuro,  feci  le  esperienze  seguenti. 

«  Dapprima  adoperai  due  elettrodi  positivi  fra  i  quali  la  scarica  si  bipar- 
tiva, disposti  in  modo  che  il  fiocco  dell'uno  si  trovasse  davanti  a  quello 
dell'altro,  per  rapporto  all'obbiettivo  fotografico.  Osservando  le  negative  foto- 
grafiche vidi  die  effettivamente  il  fenomeno  d'assorbimento  luminoso  si  pro- 
duceva là  dove  un  ramo  pallido  del  fiocco  posto  davanti,  interseco  va  un 
ramo  più  brillante  del  fiocco  più  lontano,  ciò  che  conferma  pienamente  la  spie- 
gazione data.  Alcuni  rami  del  fiocco  lontano  mostraronsi  in  molti  casi  inter- 
rotti da  rami  appena  visibili,  o  anche  invisibili  affatto  del  fiocco  anteriore. 

«  Feci  in  seguito  altre  prove  con  un  solo  elettrodo  positivo,  ma  con 
un  obbiettivo  fotografico  doppio,  vale  a  dire  con  una  macchina  da  vedute 
stereoscopiche.  In  ciascuna  coppia  d'immagini  vedevansi  le  solite  interse- 
zioni di  rami.  Ma  guardandole  collo  stereoscopio  (dopo  avere  tagliata  in  due 
parti  ogni  negativa  e  cangiato  di  posto  alle  due  immagini,  come  deve  farsi 
per  avere  il  rilievo  esatto  e  non  pseudoscopico),  vidi  chiaramente  che  dove 
un  ramo  pallido  attraversava  prospetticamente  un  ramo  più  lontano  ed  in- 
tenso, quest'ultimo  era  in  quel  punto  dell'immagine  reso  più  pallido  ;  cioè 
nell'atto  in  cui  la  fotografia  si  produsse,  la  luce  emessa  dal  ramo  lontana 
fu  in  parte  assorbita  nell'atlraversare  il  ramo  più  vicino. 

«  I  vari  rami  dei  fiocchi  positivi  nell'acqua  sono  dunque  verosimil- 
mente costituiti  tutti  dai  medesimi  gas  incandescenti,  ma  a  temperature 
differenti,  e  così  possono  dar  origine  al  fenomeno  d'assorbimento  descritto. 
Ciò  non  avviene  colle  scintille  nell'aria,  le  quali,  come  altravolta  dimostrai, 
sono  trasparenti  per  la  propria  luce. 

«  M'  è  mancato  il  tempo  per  studiare  in  modo  simile  le  scariche  in 
liquidi  diversi  dall'acqua,  ma  ciò  farò  forse  in  seguito  ». 

Fisica.  —  Nuove  ricerche  svi  fenomeno  di  Kerr.  Nota  preventiva 
del  prof.  A.  Righi,  presentata  dal  Socio  P.  Blaserna. 

«  Nella  Memoria  avente  per  titolo  :  Ricerche  sperimentali  e  teoriche 
intorno  alla  riflessione  della  luce  polarizzata  sul  polo  d'una  calamita  (') 
ho  esposti  i  risultati  dei  miei  primi  studi  sul  fenomeno  di  Kerr,  secondo 
i  quali,  quando  si  abbia  cura  di  rendere  uniforme  la  magnetizzazione  dello 
specchio  d'acciaio  che  collocato  sul  polo  riflette  la  luce  polarizzata,  questa 

(')  Memorie  della  TI.  Accademia  dei  Lincei,  1885.  —  Ann.  de  Ch.  et  Phvs.  1885. 


—  464  — 

subisce  speciali  modificazioni  nella  forma  delle  sue  vibrazioni,  che  solo  in 
qualche  caso  particolare  corrispondono  a  quelle  che  furono  indicate  dal  Kerr 
e  dal  Fitzgerald.  Ho  esposto  inoltre  una  nuova  teoria  la  quale  rende  conto 
completo  dei  fenomeni  da  me  constatati,  e  particolarmente  della  reciprocità 
da  me  trovata  negli  effetti  che  si  ottengono  girando  o  il  polarizzatore  o 
l'analizzatore  a  partire  dall'estinzione,  e  da  quelle  orientazioni  del  polariz- 
zatore che  forniscono  vibrazioni  o  perpendicolari  o  parallele  al  piano  di  in- 
cidenza. 

«  Ho  continuato  in  seguito  ad  occuparmi  del  fenomeno  di  Kerr,  stu- 
diando in  particolare  i  casi  nei  quali  le  vibrazioni  riflesse  restano  rettilinee. 
Risulta  infatti  dalla  mia  teoria,  che  ad  eccezione  di  quando  il  raggio  che 
cade  sul  polo  faccia  un  piccolo  angolo  d'incidenza,  esistono  per  tutte  le  in- 
cidenze maggiori  fino  a  90°,  due  orientazioni  particolari  delle  vibrazioni  sul 
raggio  incidente,  per  le  quali  il  raggio  riflesso  possiede  pure  la  polarizza- 
zione piana.  Queste  due  orientazioni  sono  tali  che  per  l'ima  le  vibrazioni 
incidenti  fanno  un  piccolo  angolo  col  piano  d'incidenza,  e  per  l'altra  un 
piccolo  angolo  colla  perpendicolare  al  medesimo  piano. 

«  Si  arriva  praticamente  ad  ottenere  queste  speciali  orientazioni  nel 
modo  seguente.  Si  dispone  il  polarizzatore  in  modo  da  dare  vibrazioni  al- 
l'incirca  parallele  o  perpendicolari  al  piano  d'incidenza,  e  l'analizzatore  in 
modo  da  dare  presso  a  poco  l'estinzione.  Lanciata  la  corrente  nella  elettro- 
calamita, si  girano  alternativamente  il  polarizzatore  e  l'analizzatore  in  modo 
da  rendere  ogni  volta  minima  la  luce  trasmessa.  Si  giunge  così  ben  presto 
ad  avere  nuovamente  l'estinzione,  o  per  meglio  dire,  a  collocare  i  nicol  in 
tal  posizione,  che  la  debolissima  luce  trasmessa  (principalmente  dovuta  a 
diffusione  o  ad  imperfezioni  dei  nicol)  si  accresca  al  più  piccolo  sposta- 
mento d'uno  qualunque  dei  nicol  in  qualunque  senso. 

«  Coll'inversione  della  corrente  si  otterrà  una  nuova  posizione  analoga 
dei  nicol,  e  se  essi  sono  mobili  al  centro  di  circoli  graduati,  si  otterranno 
così  simultaneamente,  1°  le  orientazioni  delle  vibrazioni  incidenti  che  for- 
niscono vibrazioni  riflesse  rettilinee;  2°  l'orientazione  di  queste;  3"  la  po- 
sizione esatta  del  polarizzatore,  che  fornisce  vibrazioni  o  parallele  o  perpen- 
dicolari al  piano  d'incidenza,  e  quella  corrispondente  dell'analizzatore  la  quale, 
se  lo  specchio  non  fosse  magnetizzato,  darebbe  l'estinzione,  le  quali  posi- 
zioni si  trovano  mettendo  ciascuno  dei  nicol  nella  posizione  media  fra  quelle 
che  ebbe  prima  colla  corrente  in  un  senso  e  poi  colla  corrente  in  senso 
contrario. 

«  Le  esperienze  numerosissime  da  me  fatte  ccn  disposizioni  anche  più 
perfette  di  quelle  descritte  nella  Memoria  citata,  confermano  esattamente 
le  varie  particolarità  che  la  teoria  faceva  pronosticare. 

«  Inoltre,  la  determinazione  delle  orientazioni  suddette,  unita  a  quella 
delle  rotazioni  dei  due  nicol  capaci   di  rendere  minima  la  luce  trasmessa 


—  465  — 

dall'analizzatore,  hanno  fornito  il  modo  di  calcolare  per  le  varie  incidenze 
le  costanti  introdotte  dalla  teoria,  e  cioè  il  rapporto  degli  assi  delle  vibra- 
zioni elittiche  in  cui  si  suppone  decomporsi  la  vibrazione  incidente,  il  rap- 
porto delle  ampiezze  delle  medesime,  e  la  loro  differenza  di  fase. 

Ho  pure  studiato  iu  modo  più  completo  la  speciale  dispersione  che  ha 
luogo  nella  riflessione  sul  polo  d'una  calamita.  Come  annunciai  nella  citata 
Memoria,  e  come  riconobbe  il  Kundt  ('),  ho  trovato  che  questa  dispersione 
è  anormale,  vale  a  dire  che  gli  effetti  diminuiscono  al  crescere  della  ri- 
frangibilità della  luce  adoperata. 

«  L'esposizione  dettagliata  delle  mie  nuove  ricarche,  di  cui  qui  non  ho 
dato  che  un  breve  ed  incompleto  cenno,  sarà  fatta  in  una  Memoria  che  mi 
pregierò  inviare  a  questa  R.  Accademia  nel  venturo  anno  accademico  ». 

Fisica.  —  Sopra  le  correzioni  di  calibrazione.  Notai,  del  doti. 

31.  Ascoli,  presentata  dal  Socio  P.  Blaserna. 

1.  «  Nella  Nota:  Sopra  un  metodo  per  la  calibrazione  elettrica  di 
un  filo  metallico,  presentata  nella  seduta  del  1°  marzo  1885  ('),  ho  dato 
un  metodo  grafico  per  ricavare  le  correzioni  di  calibrazione  dai  risultati  delle 
esperienze.  In  questo  metodo,  che  vale  anche  per  la  calibrazione  dei  ter- 
mometri, si  costruisce  una  curva  avente  l'equazione 

rfR 
y=-aW 
dove  R  è  la  resistenza  del  tratto  x  di  filo;    la   possiamo   chiamare   curva 

differenziale.    Perciò   si   prende,   in   luogo   della   derivata    -=— -   nel  punto 

R2  —  Ri   ,       .  x\  -+-  oci 
d'ascissa    x,    il   suo    valore    approssimato dove  e — - =#cioe 

Xl  X\  à 

X\  =  x  —  h 

Xi  =  x  H-  h 
ed  Ri,  R»  sono  le  resistenze  corrispondenti  ai  punti  di  ascisse  X\,  ®t-  Così 
si  commette  un  errore  tanto  più  vicino  a  zero  quanto  più  il  filo  è  vicino 
alla  perfetta  omogeneità;  iu  ogni  caso  però  l'errore  si  può  ridurre  piccolo 
quanto  si  vuole  prendendo  abbastanza  piccola  la  resistenza  di  confronto  (o, 
nei  termometri,  la  colonnina  di  mercurio),  col  che  si  diminuisce  la  lun- 
ghezza dell'intervallo  Ih.  Tuttavia  non  conviene  spingere  troppo  oltre  la 
diminuzione  per  non  aumentare  gli  errori  relativi  di  osservazione.  Si  ag- 
giunge la  circostanza  che  l'errore  in    questione  non  ha  carattere    di  errore 

(')  Wied.  Ann.  1881  n.  10. 

(!)  In  una  Memoria  del  sig.  F.  de  Nerville  Le  bureau  d'étalonnement  d"s  resislances  élec- 
triques)  pubblicata  negli  Annales  télégraphiques  1884,  è  esposto  un  metodo  di  calibrazione 
adottato  dal  sig.  Benoit  e  fondato  sul  medesimo  principio  enunciato  nel  §  1  della  mia  Nota. 
Il  fascicolo  degli  Annales  ci  giunse  dopo  la  presentazione  della  mia  Nota. 

El  NDICOSTI   —   VOL    I.  61 


—  466  — 

accidentale,  perchè,  come  sarà  spiegato,  ha  l'effetto  costante  di  rendere  le 
sinuosità  della  curva  tracciata  meno  sentite  di  quelle  della  vera.  Per  ciò  è 
utile  ricercare  il  modo  di  correggerlo,  anche  nell'ipotesi  che  gl'intervalli  2A 
non  siano  piccoli,  semprechè  lo  ricbiegga  la  precisione  che  si  vuol  raggiun- 
gere nelle  misure. 

2.  «  A  questo  scopo  osserviamo  che  la  relazione  evidente 

c/R  Ri  —  R| 


dx  Xa  — x  i 

dimostra  come  il  valore  — - -  sia  uguale  alla  media  aritmetica  di  tutti 

Xt  —  Xi 

gli    infiniti  valori  che  prende   la  —  lungo  l'arco  compreso    tra  le   ordinate 

ax 

Ri  Ri,  cioè  nell'intervallo  2h.  Onde  possiamo  immaginare  che,  per  costruire 
la  curva  differenziale,  si  sieno  raccolte  in  gruppi  le  infinite  ordinate  e  le 
corrispondenti  ascisse  e,  per  ciascun  gruppo  si  sia  calcolato  un  valor  medio, 
analogo  a  quelli  che,  per  un  numero  finito,  si  sogliouo  chiamare  valori 
normali  edaigomenti  normali.  Anzi,  poiché  gli  estremi  omologhi  degli  in- 
tervalli Ih  si  succedono  a  distanze  molto  minori  della  lunghezza  dell'in- 
tervallo stesso,  le  nostre  ordinate  sono  perfettamente  analoghe  a  quelle  che 
lo  Schiaparelli  chiama  ordinate  perequate,  nella  nota  Memoria:  Sul  modo 
di  ricavare  la  vera  espressione  delle  leggi  della  natura  dalle  curve  empi- 
riche (');  solo,  nel  nostro  caso,  ciascuna  ordinata  rappresenta  la  media 
di  un  numero  infinito  invece  che  di  un  numero  finito  di  termini,  e,  nel 
passare  da  ciascun  gruppo  al  successivo,  invece  di  omettere  una  sola  ordi- 
nata da  una  parte  ed  aggiungerne  una  sola  dall'altra,  si  omette  ed  aggiunge 
un  piccolo  gruppo  di  infinite  ordinate. 

«  Per  trovare  le  correzioni  che  cerchiamo,  è  possibile  procedere  in  modo 
analogo  a  quello  seguito  nella  Memoria  citata. 

3.  «  Indichiamo  con  Y  il  valore  dell'ordinata  perequata,  corrispondente 
all'ascissa  x,  con  y  quello  di  una  qualunque  delle  ordinate  vere  comprese 
nell'intervallo  xt  —  X\  e  con  y0  l'ordinata  vera  corrispondente  all'ascissa  se. 
Si  vuol  esprimere  y0  in  funzione  di  Y.  La  (1)  si  può  scrivere 

(2) 

«  Il  sostituire  Y  al  vero  valore  y0  equivale  a  confondere  l'arco,  compreso 
nell'intervallo  2/<,cou  un  segmento  rettilineo.  Poniamo  invece,  collo  Schiaparelli, 
(3)  y  =  A  4-  Bx  -+-  Or2  -+-  Da;3 

(')  Milano,  stamperia  reale,  1867  e  Nuovo  Cimento  XXV  1807.  Un'ordinata  perequata 
è  la  media  di  un  gruppo  di  n  ordinate  osservate.  I  successivi  gruppi  sono  composti  dalle 
ordinate  comprese  tra  la  1*  e  \'na.  la  2"  e  (rc-+-l)a  la  3*  e  (>i-t-2)a  e  così  di  seguito. 


—  467  — 

cioè  supponiamo  che,  nel  detto  tratto,  la  curva  si  possa  confondere  con  una 
parabola  di  terzo  grado.  Allora  la  (2)  dà 

=  A  -+-  Bx  -f-  Co*  +  Da;3  +  -^-  (C  -4-  3  J)x) 


cioè 

(4)  Y  =  y.  +  -£-(C-f-8D*) 

«  Sieno  ora  y_h ,  y^h  le  ordinate  vere  estreme  dell'arco  considerato  ;  la 
differenza 

(5)  ,0_?^+^  =  S 

a 

rappresenta  la  saetta  dell'arco,  cioè  il  segmento  dell'ordinata  t/0  compreso 
tra  la  corda  e  la  curva.  S  è  positiva  quando  la  curva  è  al  disopra  della 
corda,  negativa  quando  la  convessità  è  volta  verso  la  regione  delle  ordinate 
negative.  Sostituendo  nella  (5),  per  »/0,  .'/-/,.  V  -a  i  valori  dati  dalla  (3), 
si  ha 

—  ÌC-  (C  -j-  3  Da;)  =  S 
«  La  (4)  diventa 

o 

ossia 

(6)  t/0  =  Y  +  i-S 

«  Questa  relazione  dimostra  che  la  forinola  data  dallo  Schiaparelli 

1    m  + 1 

è  valida  anche  per  n  =  co  . 

4.  «  Per  dedurre  la  ordinata  vera  dalla  perequata  si  deve  dunque  ag- 
giungere a  questa  —  della  saetta  vera.  Quando  la  curva  volge  la  concavità 
o 

verso  l'asse  delle  ascisse,  è  y0  >  Y,  se  dalla  parte  opposta,  ?/0  <  Y  ;  onde 
si  vede  come  le  correzioni  tendano  ad  ingrandire  le  sinuosità  della  curva. 

«  Invece  della  saetta  vera  S,  come  è  notato  nella  citata  Memoria,  si 
può  prendere,  per  prima  approssimazione,  quella  della  curva  tracciata  colle 
ordinate  Y;  mediante  i  valori  così  otteuuti  si  costruisce  una  nuova  curva 
che  dà  valori  più  approssimati  di  S  da  sostituirsi  nella  (6)  ;  e  così  si  pro- 
cede per  successive  approssimazioni.  È  però  più  agevole  calcolare  le  saette, 
anziché  misurarle  sul  tracciato  grafico,  ed  applicare  a  questo  l'ultima  ap- 
prossimazione adottata.  Le  saette  si  calcolano  rapidamente  colla  formola  (5) 
dove,  invece  delle  ordinate  vere,  si  pongano  le  perequate  Y  ed  in  seguito 
quelle  date  dalle  successive  approssimazioni. 

«  Nel  nostro  caso  l'intervallo  2A,  entro  il  quale  Y  rappresenta  la  media 


—  468  — 

delle  ordinate  vere,  non  è  rigorosamente  costante;  ma,  essendone  le  varia- 
zioni molto  piccole  se  ne  può  prendere  il  valor  medio  lungo  tutta  la  curva, 
senza  alterare  sensibilmente  il  valore  delle  saette.  Del  resto  il  metodo  non 
suppone  la  costanza  di  h,  onde,  volendo,  si  potrà  prendere  per  ciascuna  or- 

dinata,  il  valore  di  h  che  le  conviene  I  — — — I;  allora  però,  siccome  le 

ordinate  estreme  di  un  intervallo  in  generale  non  coincideranno  colla  media 
di  altri  intervalli,  il  calcolo  sarebbe  alquanto  meno  semplice. 

5.  «  Per  dare  un'idea  dell'importanza  delle  correzioni  così  determinate, 
riprendo  l'esempio  della  Nota  citata,  riportando  i  risultati  relativi  ad  al- 
cune delle  ordinate.  Il  seguente  quadro  dà  i  valori  x,  T  delle  ascisse  e  delle 
corrispondenti  ordinate  perequate,  le  successive  approssimazioni  Si,  S>,  S2,  S4 
delle  saette  e  quelle  j/i,  y2, 2/3, 2/4  delle  ordinate.  Un  valore  approssimato 
qualunque  »/,  è  dato  dalla  relazione 

1 


y,  =  Y  +  -s, 

X 

T 

s, 

Vi 

S2 

</. 

154 

0,9833 

-t-  0,0034 

0,9844 

-+-  0,0041 

0,9846 

190 

0,9875 

-t-  0,005*9 

0,9894 

-+-  0,0076 

0,9900 

226 

0,9885 

-+-  0,0060 

0,9905 

-+-  0,O0S2 

0,9912 

262 

0,9856 

-4-  0,0018 

0,9862 

-+-  0,0028 

0,9861 

298 

0,9816 

—  0,0043 

0,9802 

—  0,0052 

0,9799 

334 

0,9803 

—  0,0085 

0,9774 

—  0,0093 

0,9770 

370 

0,9835 

—  0,0096 

0,9803 

—  0,0106 

0,9799 

406 

0,9911 

—  0,0120 

0,9871 

—  0,0159 

0,9858 

442 

1,0046 

—  0,0087 

1,0017 

—  0,0136 

1,0000 

478 

1,0263 

-+-  0,0072 

1,0287 

-+-  0,0080 

1,0290 

514 

1,0431 

-t-  0.0216 

1,0503 

-+-0,0281 

1,0525 

1 

X 

s3 

Vi 

s4 

ì/i 

154 

-+-  0,0041 

0,9846 

-t-  0,0040 

0,9846 

190 

-+-  0,0080 

0,9901 

-+-  0,0081 

0,9902 

226 

-1-  0,0090 

0,9915 

-+-  0,0093 

0,9916 

262 

-+-0,0031 

0,9867 

-+-  0,0031 

0,9867 

298 

—  0,0057 

0,9797 

—  0,0060 

0,9796 

334 

—  0,0092 

0,9770 

—  0,0090 

0,9771 

370 

—  0,0100 

0,9801 

—  0,0093 

0,9804 

406 

—  0,0171 

0,9854 

—  0,0176 

0,9853 

442 

—  0,0162 

0,9997 

—  0,0176 

0,9987 

478 

-+-  0,0081 

1,0290 

-t- 0,0081 

1,0290 

514 

1 

-+-  0,0310 

1,0535 

-+-  0,0326 

1,0538 

—   169  — 

«  I  numeri  citile  colonne  sotto  ty3  y4  differiscono  di  pochissimo  tra  loro, 
perciò  è  sufficiente  fermarsi  alla  terza  approssimazione;  anzi  potrebbe  bastare 
la  seconda  se  non  fossero  nella  curva  alcuni  tratti  dove  la  saetta  è  molto 
grande,  cioè  dove  è  forte  la  curvatura. 

«  Colle  ordinate  dell'ultima  approssimazione  adottata  si  costruisce  la 
curva  differenziale  corretta,  e,  mediante  la  determinazione  delle  aree,  da 
questa  si  deducono  le  ordinate  della  curva  integrate,  cioè  della  y  =  R  (x), 
oppure  di  quella  che  abbiamo  indicato  con  y  =  oc  —  li  (x)  ». 

Fisica.  —  Variazioni  che  sono  prodotte  nel  valore  del  momento 
</'  inerzia  di  un  corpo  dall'ineguale  distribuzione  della  materia  in 
esso.  Nota  del  dott.  A.  Morghen,  presentata  dal  Socio  P.  Blaserna. 

«  Per  potere  assegnare  il  valore  dei  momenti  magnetici  delle  sbarre 
che  servono  alle  misure  sul  magnetismo,  è  necessario  conoscere  i  momenti 
d'inerzia  di  tali  sbarre.  Ora  siccome  queste  non  hanno  in  generale  forme 
geometriche  semplici  dalle  quali  si  possano  dedurre  i  valori  di  tali  momenti, 
si  usa  più  comunemente  nel  determinarli  un  metodo  indiretto,  che  consiste 
nell' aggiungere  alle  sbarre  magnetiche  corpi  non  magnetici  di  forma  geo- 
metrica dei  quali  si  possano  valutare  i  momenti  d'inerzia  dalla  forma  e 
dalla  massa,  e  nel  trovare  quindi,  per  confronto,  col  metodo  delle  oscilla- 
zioni, i  momenti  d'inerzia  delle  sbarre  magnetiche. 

«  Questi  corpi  addizionali  sono  comunemente  anelli  circolari  o  sbarre 
cilindriche;  e  in  ambedue  i  casi  dalla  loro  forma  e  dal  loro  peso  si  dedu- 
cono i  momenti  d'inerzia  rispetto  ad  un  asse  passante  pel  centro  geome- 
trico, e  che  è  diretto,  per  il  cilindro,  perpendicolarmente  all'asse  di  rota- 
zione, e  per  l'anello,  perpendicolarmente  alle  sue  facce  piane;  e  si  ritiene 
che  la  materia  sia  in  tutta  l'estensione  di  questi  corpi  distribuita  unifor- 
memente, e  quindi  la  loro  densità  eguale  in  uni  punto  della  massa. 

«  È  importante  per  conseguenza  di  risolvere  il  problema:  se  questa 
uniformità  di  distribuzione  possa  ritenersi  verificata,  e  come  le  irregolarità 
che  essa  presenta  possano  influire  sul  valore  dei  momenti  d'inerzia. 

«  Alla  soluzione  di  questo  problema  mi  sono  applicato  per  suggeri- 
mento del  prof.  Filippo  Keller. 

«  Come  primo  caso  ho  considerato  quello  dell'anello  circolare  generato 
dalla  rotazione  di  un  rettangolo  attorno  ad  un  asse  parallelo  ad  uno  dei 
suoi  lati. 

«  Supponendo  innanzi  tutto  quest'anello  di  grossezza  infiuitesima  nel 
senso  del  raggio,  il  suo  momento  d'inerzia  attorno  all'asse  di  rotazione  è 
espresso  da  Mp4,  essendo  M  la  massa  e  o  il  raggio  dell'anello,  ritenendo 
tutte  le  sue  parti  della  medesima  densità.  Se  questa  omogeneità  perfetta 
non  si  verifica,  quando  si  sospenderà  1'  anello  in  modo  che   la   sua   sezione 


—  470  — 
equatoriale  si  disponga  orizzontalmente,  l'asse  di  sospenzione,  che  deve  neces- 
sariamente passare  per  il  centro  di  gravità  dell'anello,  non  coincide  più  col- 
l'asse  di  rotazione  di  questo;  e  quindi  il  momento  d'inerzia  riferito  a  questo 
nuovo  asse  di  sospensione  è  : 

Mp  —  Uh*  =  Mp9-  jl  — - ~\  (1) 

iudicando  h  la  distanza  dei  due  assi. 

«  La  quantità  1 ,  può  chiamarsi  il  fattore   di   correzione,   cioè   il 

r 

fattore  per  il  quale  si  deve  moltiplicare  il  momento  d'inerzia  nell'ipotesi 
della  distribuzione  uniforme  della  materia  nell'anello,  per  ottenere  il  vero 
momento  quando  questa  uniformità  non  è  verificata. 

«  Non  si  può  stabilire  a  priori  il  valore  che  questo  fattore  avrà;  inquan- 
toclfe  non  può  farsi  alcuna  ipotesi  generale  sulla  distribuzione  della  materia 
nei  corpi  che  servono  nelle  esperienze;  e  quindi  si  risolverà  il  problema  per 
alcuni  casi  particolari  con  supposizioni  semplici,  riguardo  a  questa  distribu- 
zione, ma  che  sieno  verosimilmente  le  più  vicine  alla  realtà. 

«  Suppongasi  pertanto  che  nell'anello  considerato  la  densità  vada  cre- 
scendo a  partire  da  una  sezione  qualunque  in  ragione  dell'  angolo  ?  che  le 
successive  sezioni  formano  al  centro  dell'anello  con  una  presa  come  punto 
di  partenza,  ed  alla  quale  compete  la  densità  minima  ;j.:  si  indichi  con  y 
il  rapporto  della  differenza  fra  questo  valor  minimo  e  il  massimo  al  valor 
minimo  stesso.  La  densità  in  una  qualunque  sezione  dell'anello  sarà: 

Ki+7£) 

«  Per  dedurre  ora  la  posizione  del  centro  di  gravità  in  quest"  anello  si 
assuma  un  sistema  di  assi  ortogonali  coli' origine  nel  centro  geometrico  di 
esso,  e  situati  nel  suo  piano  equatoriale;  e  si  faccia  passare  l'asse  delle  x 
per  la  sezione  di  densità  [x.  Evidentemente  in  questo  caso  il  centro  di  gra- 
vità sta  sull'asse  y,  e  la  sua  ordinata  y,  che  e  pure  la  distanza  già  indi- 
cata con  li,- e: 


-.21: 


y= 


sen  <p  dcp 

PI 


^0      —  = a. =h 


e  quindi  il  fattore  di  correzione  ba  il  valore 

1  — 


r 


4r:» 


OH)' 


—  471   — 

«  Siccome  nella  pratica  sarà  7  sempre  assai  piccolo,  si  potrà  assumere 
per  il  fattore  di  correzione  la  espressione  più  semplice 

1 XI  =.1—  0.02533.72 

«  Se  nell'anello  la  densità  dalla  sezione  per  la  quale  passa  l'asse  x 
cresce  simetricamente  a  destra  e  a  sinistra  e  proporzionalmente  all'angolo  9 
ehe  le  successive  sezioni  fanno  con  quella  di  partenza,  il  valore  di  questa 
densità  per  una  sezione  qualunque  è 

ove  a  p  si  dia  il  seguo  positivo  tanto  quando  si  va  verso  destra  come  quando 
si  va  verso  sinistra.  Il  centro  di  gravità  si  troverà  qui  sull'asse  delle  x  ad 
una  distanza  dall'  origine  : 


'■>.  I  A+7-|)cosyd? 


'?•).    1(1  +7  —   1  C0S  f  do 

se=  — ^ — = = 


e  quindi  il  fattore  di  correzione  è: 

o,  con  sufficiente  approssimazione 

1  —  -i-7!=l_  0,04106  7» 

«  Finalmente  se  la  densità    nell'anello   cresce   a   partire   da   una   sua 

7 
come  1 : 1  -j — ^-  sen  tp,  intendendo  qui  con  7  il  rapporto  della  dif- 
ferenza fra  il  massimo  e  il  minimo  valore  di  u.  al  suo  valor  medio,  il  cen- 
tro di  gravità  si  trova  sull'asse  y,  e  ad    una   distanza   dall'origine   che    è 
data  da: 

1  f 


I  (  1  -t-  ~  sen  <p  \  sen  y  clip 
|/l+-|-8en^< 


-t"-** -?=» 


df 

«  Dunque  il  fattore  di  correzione  per  questo  caso  è: 

t. 
16 


1  —  2- =  1—0,0625  7* 


—   472   — 

«  Quindi  basterebbe  nei  singoli  casi  determinare  il  valore  di  y,  e  si 
potrebbe  assegnare  senz'altro  il  vero  valore  del  momento  d'inerzia. 

«  Se  invece  delle  supposizioni  fatte  finora  riguardo  alla  distribuzione 
della  materia,  si  considera  l' anello  come  costituito  da  più  segmenti  in  nu- 
mero qualunque,  purché  diverso  dall'unità,  e  in  ciascuno  dei  quali  la  den- 
sità cresce  colla  medesima  legge  da  un  estremo  all'altro,  partendo  però  in 
ciascuno  dal  medesimo  valore;  allora  i  centri  di  gravità  dei  singoli  segmenti 
sono  i  vertici  di  un  poligono  regolare,  ed  è  evidente  che  il  centro  di  gra- 
vità e  il  centro  geometrico  dell'anello  coincidono,  e  il  fattore  di  correzione 
diviene  l'unità. 

«  Nei  casi  pratici  si  avrà  da  fare  sempre  con  distribuzioni  della  ma- 
teria alquanto  diverse  da  quelle  ora  considerate.  Perciò  i  fattori  di  corre- 
zione fin  qui  trovati  hanno  valore  soltanto  per  il  loro  modo  di  disperdere 
da  quantità  determinabili  sperimentalmente. 

«  Bisognerà  quindi  partire  dai  valori  che  per  la  densità  si  troveranno 
coli' esperienza  per  farsi  un'idea  giusta  della  entità  di  questi  fattori  nelle 
determinazioni  della  pratica.  Allora  saranno  da  considerare  anelli  non  più 
di  grossezza  infinitesima  nel  senso  del  loro  raggio,  ma  quali  nelle  misure  si 
adoperano,  e  non  si  faranno  più  delle  ipotesi  sulla  loro  costituzione,  ma  la 
si  dedurrà  da  misure  dirette,  fatte  nelle  condizioni  più  opportune. 

«  Ancora  sotto  questo  aspetto  il  problema  è  suscettibile  di  una  solu- 
zione abbastanza  generale,  che  costituisce  appunto  lo  scopo  principale  di 
questa  mia  Nota. 

«  Si  consideri  il  caso  di  un  anello  di  sezione  finita  e  costituito  in 
modo  che  la  densità  sia  uniforme  in  ogni  sezione  assiale,  però  varii  da 
sezione  a  sezione  in  qualunque  modo. 

«  Intanto  mantenendo  le  stesse  notazioni,  intendendo  però  con  p  il 
raggio  del  cerchio  su  cui  si  trovano  i  centri  di  gravità  delle  sezioni  del- 
l'anello, è  chiaro  che  se  p  diviene  2,  3  ...  n  volte  più  grande,  anche  h  cresce 

nella  medesima  proporzione,  e   quindi  —  ha  un  valore  costante  qualunque 

? 
sia  la  grandezza  della  sezione  assiale  dell'anello.  Per  conseguenza  facendo 

la  somma  di  tutti  gli  anelli  elementari  de'  quali  può  considerarsi  formato 
quello  preso  in  considerazione,  il  momento  d'inerzia  di  ciascuno  avrà  il 
medesimo  fattore  di  correzione;  e  quindi  la  formula  (1)  stabilita  per  la 
prima  ipotesi  dell'anello  di  sezione  infinitesima,  vale  anche  per  quelli  di 
sezione  finita. 

«  Se  dunque  si  immagina  l' anello  costituito  da  un  numero  di  settori 
eguali,  in  ciascuno  dei  quali  la  materia  sia  distribuita  con  densità  uniforme, 
ma  diversa  da  un  settore  all'altro,  l'ipotesi  già  stabilita  si  verifica;  e  per- 
ciò si  può  immediatamente  applicare  la  formula  (1)  della  quale  si  dovrà 
determinare  la  quantità  h. 


—  473  — 

«  È  evidente  che  cou  tale  distribuzione  delle  densità  i  centri  di  gra- 
vita dei  settori  si  trovano  sopra  un  cerchio  che  è  in  un  piano  perpendico- 
lare all'asse  dell'anello,  ed  ha  con  esso  in  comune  il  centro. 

«  Assumendo  allora  un  sistema  di  assi  ortogonali  coli' origine  nel  cen- 
tro dell'anello,  situati  nel  piano  equatoriale  di  esso  e  coli' asse  x  passante 
pel  centro  di  gravità  del  settore  di  densità  [i\,  indicando  con  [j.,.  y.;i  ....  u.n 
le  densità  degli  altri  settori  che  si  succedono  nell'anello  andando  da  sini- 
stra a  destra,  il  momento  statico  di  questo  rispetto  all'asse  x  è 


p}(F-2-u<<)sen(:^)-Hy-3— :^_i)sen2/-^V-K..-j-(^,-,— (*„_,,_,,)  seni/^W-...; 
«  Quindi  l'ordinata  del  centro  di  gravità  dell'anello  è: 
9  j (<M— <*«)sen  \^)M^— /x_,)sen2^  \-H..-t-(/x.-,-i— J*B_{i_„) sen i  (-£  ) 


o)   y 


«  Analogamente  il  momento  statico  dell'anello  rispetto  all'asse  y  è 
p  )  f*H-("i+/A.)  cos  (  —  JMlH+'J-n-x)  cos  2  i  ~  Vp-...— (  7,-i+a„_;,_1t)  cos  i  l  ~  \-h... 


e  l'ascissa  del  centro  di  gravità  è: 


b) 


(e)  K  =  Mp«(l-£+£) 


«  Allo  scopo  di  illustrare  con  qualche  esempio  queste  considerazioni 
ho  fatte  delle  determinazioni  sopra  tre  anelli  :  uno  di  ottone  fuso  già  in 
forma  di  anello  e  poi  tornito,  e  due  di  bronzo  uno  dei  quali  preparato  come 
quello  di  ottone  l'altro  tagliato  col  tornio  da  un   disco  di  bronzo. 

«  Questi  tre  anelli  erano  di  dimensioni  identiche:  avevano  un  raggio 
esterno  di  nini.  3S  mentre  l'interno  era  di  min.  26,  ed  una  grossezza  ili 
mm.  10,6.  Ciascuno  di  essi  è  stato  tagliato  in  otto  settori  eguali,  dei  quali 
Rendiconti  —  Vol.  I.  62 


> 
... 


?  J  f*H-Or-r-{i„)eos/  ~  H-Oxr+fU-i)cos  2/  -~  J-+-...+OxiJ-1-f-/*a_(,_i))cosiY  ~  H-... 

•J.  l-f-Uj  +  .  ■■-h'J.a 

«  Per  conseguenza  colle  formule  (a)  e  (b),  conoscendo  i  valori  di  u 
per  i  diversi  settori  dell'anello  e  il  valore  di  p,  si  calcoleranno  le  coordi- 
nate del  centro  di  gravità  di  esso  rispetto  al  suo  centro  geometrico.  Il  qua- 
drato della  distanza  di  questi  due  centri  sarà 

0  il  momento  d'inerzia  dell'anello  rispetto  ad  un  asse  passante  pel   centro 
di  gravità  sarà  : 


—  474  — 

ho  determinata  la  densità.  Indicando  con  fxi,  fx2)... fx8  le  densità  dei  settori 
seguentisi  negli  anelli  andando  da  sinistra  a  destra,  ho  trovato": 

Per  l'anello  di  ottone 

f*i  =  8,47963         |7.2  =  8,41168        /a,  =  8,38524        p.4  =  8,37553 

m„  =  8,36580        ^  =  8,37928        /a,  =  8,41314        fj.8  =  8,52964 

Per  l'anello  di  bronzo  fuso  colla  cavità  interna 

j7,,  =  8,73389         jut2  =  8,63487        jtt3  =  8,68696        fi&  =  8,68761 
|7.5  =  8,70904        fjt6  =  8,72593        ^,  =  8,71406        /7.8  =  8,71119 

Per  l'anello  tagliato  dal  disco 

Hi  =  8,72816    |7.2  =  8,67096    4u3  =  8,66550    pk  =  8,72766 
j7.5  =  8,73461    fic  =  8,66912    p,  =  8,74002    p.s  =  8,75295 

«  Come  si  vede  grandi  assai  sono  le  differenze  di  densità  da  un  settore 
all'altro;  pur  tuttavia  ben  piccola  è  l'influenza  che  esse  recano  sul  valore 
dei  momenti  d'inerzia.  Infatti  il  fattore  di  correzione  della  formula  (e)  è 
per  l'anello  di  ottone 

1  —  0,00004981  =  0,99995019 
per  il  primo  anello  di  bronzo 

1  —  0,00000670  ==  0,99999330 
e  per  l'altro  anello  di  bronzo 

1  —  0,00000181  =  0,99999819 

«  Questi  valori  trovati  coli' esperienza  mostrano  che  la  differenza  nella 
densità  delle  varie  parti  degli  anelli,  sebbene  in  valore  quasi  eguale  a  0,02 
del  totale,  pure  non  influisce  tutt'al  più  che  sulla  quinta  cifra  decimale 
del  valore  del  momento  d' inerzia. 

«  Ora  venendo  proprio  al  caso  delle  misure  magneto-telluriche,  si  deve 
rammentare  che  il  momento  d'inerzia  dell'anello  non  serve  ad  altro  che  a 
desumere  il  momento  d'inerzia  della  sbarra  magnetica  dell' istrumento  ado- 
perato. Il  passaggio  dall'uno  all'altro  di  tali  momenti  introduce  nuovi  errori 
di  osservazione;  però  non  è  intenzione  mia  di  studiare  questa  questione 
essendo  in  gran  parte  trattata  dal  Wild  ('). 

«  Di  più  è  da  considerare  che  il  momento  d'inerzia  entra  nella  for- 
mula della  componente  orizzontale  del  magnetismo  terrestre  coli' esponente  Vii 
in  modo  che  gli  errori  riportati  influiscono  su  questa  soltanto  colla  metà 
del  loro  valore. 

«  Dall'insieme  delle  cose  esposte  mi  sembra  di  poter  concludere  che 
nei  casi  degli  anelli  da  me  considerati  la  distribuzione  non  uniforme  della 
materia  non  pub  produrre  un  errore  della  componente  orizzontale  nei  limiti 
di  esattezza  che  ci  si  possono  prefiggere». 

(')  Exner,  Kepertorium  der  Physik,  voi.  19,  pag.  776. 


—  475  — 

Fisica.  —  Sull'igrometro  di  Edelmann.  Nota  del  dott.  A.  Cancani, 
presentata  dal   Socio  P.  Blaserna. 

«  La  conferenza  internazionale  per  la  meteorologia  agricola  e  forestale, 
tenuta  a  Vienna  nel  settembre  1880,  raccomandò  che  venissero  eseguite 
osservazioni  comparative  col  voi u migrane tro  complicato  di  Schwackhofer  di 
Vienna,  e  quello  più  semplice  di  Edelmann  di  Monaco,  per  poter  decidere 
quale  di  questi  due  apparecchi  debba  essere  definitivamente  raccomandato 
per  le  stazioni  meteorologiche  di  prim'  ordine. 

«  L' igrometro  di  Schwackhofer  fu  studiato  dal  dott.  Hann,  il  quale 
concluse  che  per  avere  con  quest'  apparecchio  la  tensione  del  vapore  coll'ap- 
prossimazione  del  0,lram  occorrono  le  seguenti  condizioni  ('). 

1°   «  11  percento  di  volume  del  vapore  si  deve  avere  con  certezza  fino 
all'unità  della  2a  decimale. 

2°  «  La  pressione  atmosferica  deve  conoscersi  esattamente  fino  ai   tre 
millimetri. 

3°  «  L'errore  nella  determinazione  della  variazione  di    temperatura 
nell'apparecchio  non  deve  superare  0°,03. 

«  Io  mi  sono  prefisso  di  fare  delle  ricerche  comparative  sull'  igrome- 
tro di  Edelmann.  Quest'  apparecchio  trovasi  descritto  nella  «  Zeitschrift  der 
Oesterreichischen  Gesellschaft  fur  Meteorologie,  XIV  Band  »  e  nell'  Edel- 
mann, Neuere  Apparate  ecc. 

«  Non  avendo  potuto  direttamente  confrontare  l' igrometro  di  Edelmann 
con  l'igrometro  chimico,  perchè  con  questo  non  può  ottenersi  lo  stato  igro- 
metrico in  un  dato  istante,  ho  invece  confrontato  con  l'igrometro  chimico 
uno  ad  appannamento  quello  costruito  dal  dott.  Chistoni,  onde  poi  servirmi 
di   questo  come   campione   per  lo  studio  dell'  igrometro  di  Edelmann. 

«  L'igrometro  chimico  di  cui  mi  sono  servito  era  costituito  da  un 
aspiratore  di  zinco  da  cui  effluivano  costantemente  litri  7,370  di  acqua 
in  0\30m.  Per  essere  sicuro  che  al  termine  dell'efflusso  l'aria  si  trovasse 
alla  medesima  pressione  dentro  e  fuori  dell'aspiratore,  lo  avea  munito  di 
un  manometro  a  mercurio.  Questo  segnava  durante  tutta  l'esperienza  un 
dislivello  di  15  a  17  millimetri  dovuto,  almeno  in  parte,  alla  resistenza 
incontrata  dall'  aria  nell'  interno  dei  quattro  tubi  essiccanti  che  contenevano 
cloruro  di  calcio  gli  estremi,  anidride  fosforica  i  medi.  Cessato  l' efflusso 
attendeva  uno  o  due  minuti  acciò  il  dislivello  manometrico  scomparisse  e 
chiudeva  i  tubi.  I  primi  due  di  questi  assorbivano  completamente  il  vapore 
acqueo  dell'aria  poiché  negli  altri  due  tubi  non  ho  trovato  aumento  di  peso, 

(')  Zeitschrift  der  Oesterreichischen  Gesellschaft  far  Meteorologie.  XIII  Band. 


—  47(3  — 

ed  è  tale  l'avidità  dell'anidride  fosforica  per  l'acqua  che  non  può  supporsi 
ne  sia  passata  quantità  apprezzabile  senza  venire  assorbita.  È  noto  che  il 
cloruro  di  calcio  non  è  sufficiente  per  assorbire  completamele  il  vapore 
acqueo.  Da  una  serie  di  esperienze  fatte  con  quattro  tubi  a  solo  cloruro  di 
calcio  mi  sono  convinto  che  quando  il  vapore  acqueo  è  arrivato  alla  pres- 
sione di  circa  l""n  passa  senza  venire  assorbito  per  quanto  sia  lento  l'efflusso 
dell'aria,  come  risulta  dai  valori  che  riporto  nella  seguente  tabella: 


Igrometro  chimico 

Igrometro  ad  appan- 

Igrometro chimico 

Igrometro  ad  appan- 

asolo cloruro  di  calcio 

namento  di  Chistoni 

a  solo  cloruro  di  calcio 

namento  di  Chistoni 

min.  6,23 

min.  7,05 

inni.  6,36 

nini.  7,38 

»     6.04 

»     7,05 

»     6,64 

»     7,62 

»     4,83 

»     5,76 

»     6,43 

»     7,21 

»     5,15 

»     6,44 

»     6,05 

»     6,52 

»     6.73 

»      7,58 

»     6,48 

»     7,21 

«  Nelle  pesate  ho  fatto  uso  di  una  bilancia  della  portata  di  200  grammi 
sensibile  al  decimo  di  rnilligrarama,  di  pesi  appositamente  da  me  campio- 
nati e  del  metodo  di  sostituzione.  Ho  avuto  inoltre  l'avvertenza  di  equili- 
brare la  bilancia  con  un  identico  tubo  ad  U,  onde  evitare  errori  provenienti 
dallo  spostamento  dell'aria  e  dalla  umidità  che  si  deposita  sul  vetro. 

«  Ho  fatto  uso  dell'igrometro  ad  appannamento  di  Chistoni,  con  cui 
si  percepisce  meglio  che  con  quello  di  Regnault  l' istante  della  formazione 
e  della  scomparsa  della  rugiada.  L'ho  tenuto  a  meno  di  IO  centimetri  di 
distanza  dall'orifizio  per  cui  entrava  l'aria  nell'igrometro  chimico,  al  riparo 
da  qualunque  radiazione  e  da  correnti  d'aria  che  potessero  alterare  i  risili-, 
tati,  essendo  note  le  obbiezioni  fatte  specialmente  dal  Crova  (')  all'uso 
degli   ordinari  igrometri  ad  appannamento. 

«  Ho  confrontato  il  termometro  che  mi  ha  servito  nell'igrometro  Chi- 
stoni con  due  termometri  campioni  ed  ho  trovato  per  quello  la  correzione 
costante  di  — 0",7.  Durante  la  me. z' ora  in  cui  era  in  azione  l'igrometro 
chimico  ho  fatto  da  8  a  10  misure  coli" igrometro  Chistoni;  le  relative  me- 
die soue  riportate  nella  tabella  qui  appresso.  1  risultati  poi  che  si  riferi- 
scono all'igrometro  chimico  riportati  nella  tabella  medesimi  sono  stati  cal- 
colati mediante  la  forinola 

760  llp  ( 1-f-  at) 

f=  "(H^F)"3Vo"(  f+fc)  +  ~7G0  p  (IH-  y.t) 


(')  Journal  Je  Physiqne,  II.  serie,  2me  tome. 


—  477  — 


nella  quale  sono  indicati  con 


la  tensione  del  vapor  d'acqua  nell'aria  durante  l'esperienza, 

l'altezza  barometrica  media  durante  l'esperienza, 

il  peso  di  vapore  che  è  rimasto  nei  tubi, 

la  temperatura  nell'aspiratore, 

l'altezza  barometrica  alla  fine  dell'esperienza, 

la  tensione  massima  del  vapore  alla  temperatura  f, 

8  la  densità  del  vapore  acqueo  a  0°  ed  a  760mm, 

\"o        il  volume  dell'  aspiratore  a  0", 

l~hkt  il  suo  binomio  di  dilatazione, 

ed  i  valori  della  forza  elastica  del  vapore  acqueo  dedotti  dall'igrometro  ad 
appannamento  sono  ricavati  dalle  tavole  di  Regnault  correte  dal  Morit  . 


f 
H 

P 

t 

H, 
F 


Igrometro  chimico 

a  cloruro  ili  calcio 

ed    anidride    fosforica 

Igrometro 

ad  appannamento 

di  Chistoni 

Differ. 

Igrometro  chimico 

a  cloruro  di  calcio 

ed    anidride    fosforica 

Igrometro 

ad  appannamento 

di  Chi-toni 

Differ. 

mm.  8,30 

mm.  8,20 

+  0.10 

mm.  (5,10 

mm.  Ci.òó 

-  0,7  ó 

»     8,29 

»     8,21 

-t-0,08 

»     G.04 

>»     0,70 

—  0.G6 

»     7,00 

»     7,19 

—  0,19 

»     7.30 

»     7.37 

-t-0.02 

»         Ci, 7.") 

»     7.03 

—  0,28 

»     (5,60 

>.     7,06 

—  0,46 

»     15,28 

»     7,01 

—  0.73 

»    7.r>7 

»     7. '8 

+  0,10 

Confronto  fra  l'igrometro  Chistonl  e  V  idrometro  EdeUnann. 

«  Neil' eseguire  questo  confronto  mi  sono  attenuto  scrupolosamente  in 
quanto  all'uso  dell'igrometro  di  Edelraann  al  metodo  descritto  dall'autore  (') 
ed  ho  fatto  uso  di  acido  solforico  concentrato  e  rinnovato  parecchie  volte 
nella  serie  di  misure  da  me  eseguite. 

«  Secondo  l'autore,  l'assorbimento  del  vapore  acqueo  prodotto  dall'acidi 
solforico  è  quasi  istantaneo  e  quindi  la  misura  potrebbe  farsi  appena  l'acido 
è  disceso  nell'apparecchio.  Ter  assicurarmi  di  ciò  ho  voluto  fare  in  ogni 
esperienza  parecchie  letture  sul  manometro,  ad  intervalli  di  tempo  di  molte 
ore,  per  vedere  se  vi  fosse  un'assorbimento  lento  nell'interno  dell'appa- 
recchio. Per  conseguenza  ho  dovuto  tener  conto  delle  variazioni  nell'altezzi 
barometrica  e  nella  temperatura. 

«  La  relazione  cin  cui    si    ottiene    il    dislivello    finale    del    mano 
(cioè  dopo    alcune    ore)    in    funzione  del    dislivello    primitivo    (dopo    pochi 


(')  Edelmann,  Neuere  Apparate  etc. 


—  478  — 

minuti  da  che  l'acido  è  disceso  nell'apparecchio)  e  delle  altezze  barometriche 
e  delle  temperature  iniziali  e  finali  si  ricava  dalla  seguente 

(Eì-h1)vi±±?L=(B-h)v  («) 

ove  sono  indicati  con 

Hi  l'altezza  barometrica  iniziale 

/»!  il  dislivello  manometrico  iniziale 

vi  il  volume  interno  dell'apparecchio  al  principio  dell'esperienza 

(  la  temperatura  iniziale  nell'  interno  dell'  apparecchio 

t'  »  finale      »         »  » 

H  l'altezza  barometrica  finale 

h  il  dislivello  manometrico  finale 

v  il  volume  interno  dell'apparecchio  alla  fine  dell'esperienza. 

«  Sostituendo  in  v  il  suo  valore  espresso  in  funzione  di  h 

ove  a  è  l' area  della  sezione  retta  del  tubo  manometrico,  si  ha  cpn  sufficiente 
approssimazione 

'  1   _1_  ~  It  K\  '  ■ 


ossia 


(Hi  — AOoijl+ap— *0J  =  (H  — A)jv,Hg-(A-A,)j 

|^_  j|.(H-MO-M>iL+H  L^^A-v^fo  [l+aft-^-H^O. 

«Ma  il  rapporto  —  è   sempre    vicinissimo  all'unità;    infatti   la  ■({$) 

dà  —  =  1  -h~  l~     ;  nel  nostro  caso  «=12m"">  9,  u=270,000mD'c,  ed  h—K 
v  2       v 

non  è  giunto  mai  a  10mm  dunque  dalla  (a)  si  ha 

h  =  S— Hi^Aijl  +  «(«  —  i)\.  ' 

«  Di  questa  mi  sono  servito  per  calcolare  il  dislivello  che  dovea  pre- 
sentare il  manometro  dopo  un  certo  tempo  per  essere  variata  l'altezza  baro- 
metrica da  Hi  ad  H  e  la  temperatura  da  t  a  t',  nella  supposizione  che  in  quel- 
l' intervallo  di  tempo  non  fosse  avvenuto  ulteriore  assorbimento  nell'interno 
dell'apparecchio.  Mentre  ho  aspirato  l'aria  con  una  pompa  nell'igrometro 
di  Edelmann  ho  fatto  tre  determinazioni  ogni  volta  coli' igrometro  di  Chi- 
stoni  che  trovavasi  a  pochi  centimetri  di  distanza. 

«  Nella  seguente  tabella  trovansi,  nella  la  colonna  i  valori  della  ten- 
sione del  vapore  acqueo  ottenuti  coli' igrometro  Chistoni,  nella   2a   i   valori 


—  479  — 

ottenuti  coli' igrometro  diEdelinann  dopo  10  minuti  da  che  l'acido  è  disceso  nel- 
l'apparecchio, nella  3a  i  valori  ottenuti  dopo  varie  ore,  corretti  per  le  va- 
riazioni della  temperatura  e  della  pressione  atmosferica. 


Igrometro  Chistoni 

Igrometro  <J 

i  Edelmarm 

mm.  9,30 

Dopo 

10<n 

mm.  6,0 

Dopo  l1' 

min 

6,5 

»        » 

» 

» 

»       » 

»       4  h 

» 

6,5 

»    9,32 

» 

» 

»     8,0 

»       21> 

» 

9,0 

»       » 

» 

» 

»       » 

»    18t> 

» 

9,5 

»     9,96 

» 

» 

»     8,5 

»      3'' 

» 

10,4 

»     9,64 

> 

» 

»     6,0 

»    l'I 

» 

6,0 

»  11,28 

» 

» 

»     7,0 

»    Ili 

» 

8,0 

»  10,57 

» 

» 

»     8,0 

» 

»     9,96 

» 

» 

»     7,0 

»    16'' 

» 

8,4 

»     9,14 

» 

» 

»     8,5 

»    241' 

» 

7,9 

»     9,45 

» 

» 

»     8,5 

» 

»     8,49 

» 

» 

»     8,0 

»    22ii 

» 

8,0 

»     8,55 

» 

» 

»     6.0 

»    22& 

» 

8,6 

»       » 

» 

» 

»       » 

»    28»» 

» 

9.1 

»     9,64 

» 

» 

»     8,0 

»    17  u 

» 

8,0 

»  12,12 

» 

» 

»  10,0 

»     2»> 

» 

10,0 

»  12,12 

» 

» 

»     9.5 

»    211' 

» 

9,8 

»   12,12 

» 

» 

»   10,0 

»      6'' 

» 

10,4 

»     6.20 

» 

» 

»     5,0 

» 

»     6.42 

» 

» 

»     5,0 

»    161» 

» 

5,o 

»     7,67 

» 

» 

»     6.0 

»    15»» 

» 

7,3 

»     9,26 

» 

» 

»    8,0 

»      71» 

» 

7,2 

»  10,30 

» 

» 

»     8.5 

» 

»  11,50 

» 

» 

»     8,0 

»      61» 

» 

8,8 

«  Da  questa  tabella  apparisce,  confrontando  la  la  colonna  colla  2%  che 
l'igrometro  di  Edelmann  dà  risultati  molto  inferiori  al  vero,  se  si  faccia  la 
lettura  manometrica  dopo  pochi  minuti  come  vuole  l'autore.  Dalla  3"  colonna 
apparisce  che  nell'interno  dell' istrumento  ha  luogo  probabilmente  un  lento 
assorbimento  il  quale  avvicina  i  risultati  al  vero  valore,  che  per  altro  viene 
rare  volte  raggiunto. 

«  L'apparecchio  nella  forma  attuale  ha  gl'inconvenienti  di  richiedere 
una  preparazione  troppo  lunga  ed  un  numero  troppo  grande  di  congiunture 
per  le  quali  vi  è  sempre  da  temere  qualche  piccola  fuga  d' aria.  Questi  difetti 
veramente  non  sono  per  dir  così,  inerenti  al  modo  d'agire  dell' istrumento 
e  forse  in  parte  possono  venire  eliminati  ;  in  nessun  modo  però  potrei  rac- 
comandare il  suo  uso  per  fare  misure  di  precisione  e  di  servirsene  per  deter- 
minare la   costante  dei  psicrometri  come  venne  proposto  dall'  autore  ». 


—  480  — 

Chimica.  —  Sugli  alcaloidi  derivanti  dal  pirrolo.  Nota  di 
G.  Ciamicun  e  P.  Magnaghi,  presentata  dal  Socio  S.  Caxnizzaro. 

«  Due  anni  fa  il  pirrolo  fu  trasformato  per  azione  dell'  idrogeno  na- 
scente che  si  svolge  dallo  zinco  ed  acido  acetico  in  una  base  della  formola 
«  Gì  H6  NH  »,  chiamata  pirrolina  (').  Noi  abbiamo  potuto  ottenere  dal  metil- 
pirrolo  una  base  omologa,  la  metilpirrolina,  che  abbiamo  descritto  breve- 
mente in  una  Nota  presentata  a  questa  accademia  il  1  marzo  1885. 

«  Secondo  la  costituzione  cho  si  suole  attribuire  al  pirrolo,  la  pirrolina 
dovrebbe  poter  addizionare  ancora  una  molecola  di  idrogeno  per  trasformarsi 
in  un  composto  della  formola 

CHj  —  CH2 
I  I 

CHa  CHj 


NH 

il  quale  a  sua  volta  potrebbe  dare  per  ulteriore  idrogenazione  una  butila- 
mina  C-,  Ha  NHj.  Nella  presente  Nota  noi  pubblichiamo  un  sunto  dei  risul- 
tati delle  nostre  ricerche  in  proposito,  le  quali  confermano  queste  vedute, 
e  ci  ìiserbiamo  di  dare  in  un'estesa  Memoria  la  descrizione  esatta  e  com- 
pleta delle  medesime. 

«Per  azione  prolungata  dell'acido  acetico  e  zinco  sul  pirrolo  e  sul 
inetil pirrolo  la  riduzione  si  limita  a  formare  la  pirrolina  e  la  metilpirrolina; 
per  trasformare  queste  in  altre  basi  più  idrogenate  è  necessario  riscaldarle 
con  acido  jodidrico  e  fosforo  in  tubi  chiusi  alla  temperatura  di  240°-250°. 

■.<  In  queste  condizioni  la  pirrolina  dà  una  base  della  formola  «  Cj  H8  NH  » 
e  piccole  quantità  di  un  altro  alcaloide  meno  volatile  il  di  cui  cloroplatinato 
è  una  sostanza  amorfa  che  poco  si  presta  ad  ulteriori  ricerche.  Oltre  a  questi 
prodotti  si  forma  poco  abbondantemente  una  baso  che  ha  la  formola  di  una 
butilamina.  Noi  daremo  nella  Memoria  di  prossima  pubblicazione  i  dettagli 
del  modo  con  cui  abbiamo  separato  queste  sostanze.  La  nuova  base  è  un 
liquido  incoloro  che  bolle  fra  82°  e  83°  ed  ha  un  odore  ammoniacale  e 
pungente  che  ricorda  quello  della  piperidina.  Essa  forma  un  cloroplatinato 
molto  solubile,  ed  un  cloroaurato  poco  solubile  che  cristallizza  dall'acqua 
bollente  in  bellissimi  aghi  gialli  raggruppati  a  guisa  di  spine  di  pesci. 
Noi  chiamiamo  questa  base,  che  è  una  diidropirrolina,  pirrolidina,  per  la 
grande  analogia  che  essa  ha  colla  piperidina,  come  si  vedrà  in  seguito. 
Essa  forma  col  joduro  di  metile  prima  la  metilpinolidina,  secondo  l'equazione: 
Ci  H8  NH  H-  CH3 1  =  d  H8  NCH3.  H  I , 

(')  Vedi:  Ciamiciat]  e  Dennstedt ,  Studi  sui  composti  delti  siri,;  del  pirroh.  IV  Parte. 
Azione  dell'idrogeno  nascente  sul  pirrolo. 


—  481  — 

la  quale  per  ulteriore  azione  del  joduro  metilico  si  trasforma  nel  joduro  di 
ctòmeHlpirrolidilammonio  : 

Ci  H8  NCH3  -+-  CH3 1  =  C4  H8  NCH3  CH3 1. 

«  Questo  composto  è  una  sostanza  deliquescente,  solubile  nell'alcool 
dal  quale  cristallizza  in  grossi  prismi  incolori. 

«L'istesso  joduro  di  dimetilpirrolidilammonio  si  ottiene  dalla  metil- 
pirrolidina che  si  forma  per  azione  dell'acido  jodidrico  e  fosforo  a  240'-250° 
sulla  metilpirrolina.  In  questa  reazione  oltre  alla  base  della  forinola  Ci  H8  NCH3 
si  formano  anche  piccole  quantità  di  butilamiua,  alla  quale  formazione  cor- 
risponde probabilmente  un  poco  di  joduro  di  metile  che  costantemente  si 
ottiene  in  questa  reazione. 

«  La  metilpirrolidina  è  un  liquido  che  ha  quasi  l'istesso  punto  di 
ebollizione  della  pirrolidina,  cioè  a  81°-83°.  Essa  dà  pure  un  cloroplati- 
nato  molto  solubile  nell'acqua  ed  un  cloroaurato  quasi  insolubile  nell'acqua 
fredda,  che  cristallizza  in  squamette  gialle. 

«  Il  joduro  di  dimetilpirrolidilammonio,  che  si  può  ottenere  tanto  dalla 
pirrolidina  che  dalla  metilpirrolidina,  si  trasforma  coll'ossido  d'argento  nel- 
l' idrato  corrispondente,  il  quale  col  riscaldamento  si  scinde  in  metilpirroli- 
dina ed  alcool  metilico  secondo  l'equazione  seguente  : 

C,  H8  NCH3  CH3  OH  =  CH3  OH  -+-  C4  Hs  NCH3 . 

«  Distillando  invece  il  joduro  di  questo  ammonio  con  potassa  solida 
avviene  una  decomposizione  affatto  analoga  a  quella  descritta  per  la  prima 
volta  da  Hofmann  (')  per  il  joduro  di  dimetilpiperidilammonio.  Si  forma  acqua 
e  dimetilpirrolidina. 

d  H8  NCH3 .  CH3  IH- KOH  =  KI  +  OH,  +  Ci  H,  (CH3).  N. 

«  La  dimetilpirrolidina  ha,  come  avviene  nella  serie  della  piperidina, 
un  punto  di  ebollizione  superiore  a  quello  della  metilpirrolidina,  e  bolle 
a  89°-92°.  Essa  forma  un  cloroaurato  che  è  come  quello  della  dimetilpipe- 
i  iilina  oltremodo  decomponibile,  e  che  si  separa  allo  stato  oleoso.  La  costitu- 
zione di  questa  base  deve  essere  quella  espressa  dalla  forinola 

«  Ci  HT .  N  :  j^  * 

ossia  deve  avere  i  due  metili  legati  all'azoto  come  li  ha  la  dimetilpiperidina 
se  si  segue  l'interpretazione  che  di  questa  reazione  ha  dato  recentemente  il 
Ladenburg  (').  Questa  base  è  terziaria  e  si  combina  per  conseguenza  ancora 
uua  volta  col  ioduro  di  metile  formando  il  joduro  di  trimetilpirrolidU- 
ammonio 

C4  H- .  N(CH3),  +  CH3 1  =  Ci  H: .  N(CH,h .  CH3 1. 
«  Il  ioduro  di  trimetilpirrolidilammonio  cristallizza  dall'alcool  assoluto  in 


(')  Beri.  Ber.  XIV,  G59. 
(=)  Beri.  Ber.  XVI.  2057 

Rendiconti  —  Vol.  I.  C3 


—  482  — 

piccoli  aghetti  bianchi  e  si  decompone  anch'esso  distillandolo  con  la  potassa 
solida  in  modo  analogo  all'  idrato  di  trimetilpiperidilammonio.  L'azoto  ne 
viene  eliminato  in  forma  di  trimetilamina  ed  assieme  a  questa  si  produce 
un  idrocarburo  che  può  avere  la  forinola  «  C5  H6  ». 

Ci  H7  N  (CH3)  3 1  +  KOH  =  Cs  H  0  +  N  (CH3)3  +  OH»  -h  Kl 

«  Questo  idrocarburo  che  dovrebbe  essere  un  bufino,  cioè  l'omologo 
inferiore  del  piperilene  (C5  H8)  ottenuto  da  Hofmann,  deve  essere  gassoso  a 
temperatura  ordinaria,  per  cui  non  abbiamo  potuto  ottenere  finora  che  pic- 
cole quantità  di  un  bromuro  di  questa  sostanza,  del  quale  speriamo  poter 
dare  a  suo  tempo  una  descrizione  più  completa. 

«  Qualunque  sia  la  costituzione  che  si  voglia  attribuire  al  pirrolo,  ne 
risulta  per  la  pirrolidina  l'unica  forinola 

CHj  —  CH» 

11" 
C/M»       CH» 

\/ 

NH    , 

tenendo  conto  che  il  pirrolo  non  può  essere  rappresentato  in  altro  modo 
che  in  forma  di  una  catena  chiusa  di  quattro  atomi  di  carbonio  ed  uno  di 
azoto,  e  che  la  pirrolidina  è  un'  amiua  secondaria. 

«  Questa  base  è  analoga  alla  piperidina  come  risulta  dalle  sue  pro- 
prietà fisiche  e  da  tutte  le  reazioni  suaccennate,  anzi  in  questo  caso  si  ha 
da  fare  con  una  omologia  ,  diversa  da  quella  che  si  suole  ordinariamente 
esprimere  con  questo  termine  ,  e  che  si  potrebbe  chiamare  omologia  nel 
nucleo.  Questa  omologia  trova  riscontro  p.  es.  nelle  relazioni  che  passano 
fra  il  pseudoossindol  e  l'idrocarbostirile: 


H2C- 


-CH», 

[  I 

H2C       CH2 

\y 

NH 

pirrolidina 


CHj 
H2C/\CH2 


NH 

piperidina 


CijHj  —  OH;; 

I  I 

NH  —CO 

pseudoossindol 


C(ìHì  —  CH» 

CH2 

I 
NH  —  CO 

idrocarbostirile 


«  La  pirrolina  invece  può  avere  diverse  costituzioni  che  sono  rappresen- 
tate dalle  seguenti  forinole: 


CH2  —  CHj 


CH- 


NH 


-CH 


CH  =  CH 

CtT-i       OH  a 

\/ 

NE 


CH2  —  CH 

CH>       CH 

\/ 
NH 


/ 
/ 

CH        CH, 

\y 

NH 


—  483  — 

«  Noi  crediamo  che  a  maggior  conforto  delle  idee  finora  esposte  giovi 
riunire  in  uno  specchietto  i  derivati  della  pirrolidina  e  quelli  della  piperidina. 

Punto  d'ebollizione 

Pirrolidina  (C4  H8  NH) 82°-83° 

Metilpirrolidina  (C4  H8  NCH3) 81°-83° 

Diiuetilpiirolidina   (Ci  H7  N  (CH3),  ).  .  .  89°-92° 

Piperidina  (C3  H10  NH) 106" 

Metilpiperidina  (C3Hi0NCH3) 107° 

Dimetilpiperidina  (C:;  H9  N(CH3)2) 118" 

«  Se  si  comparano  la  piperidina  e  la  pirrolidina  coi  due  composti  da 
cui  esse  hanno  origine  si  nota  che  fra  il  composto  originario  ed  il  derivato 
può  esistere  una  serie  di  sostanze  intermedie  che  differiscono  l'ima  dall'al- 
tra per  due  atomi  di  idrogeno. 

C5  HJ0  NH        C3  H8  NH         C3  Hc  NH         C3  H3  N 
CiH8NH        CtHsNH         C4  H;  NH        Ct  H3  N  (?) 

«  Al  di  là  del  composto  più  idrogenato  si  arriva  per  la  piperidina  ad 
una  amilamina  e  per  la  pirrolidina  ad  una  butilamina.  Ed  è  probabile  che 
l'azione  dell'acido  jodidrico  su  queste  due  sostanze  possa  produrre  le  due 
amine  primarie.  L'ulteriore  azione  dell'acido  jodidrico  a  temperature  sopra 
i  300°  trasforma  la  piridina  in  ammoniaca  e  quintano  normale  (')  (C3  Hi>) 
e  noi  crediamo  che  anche  nel  nostro  caso  si  formi  un  butano  normale  che 
essendo  gassoso  a  temperatura  ordinaria  è  difficilmente  afferrabile.  Noi  ab- 
biamo però  notato  la  formazione  di  ammoniaca. 

«  Le  relazioni  fra  i  due  primi  termini  delle  due  serie  sono  state  già 
discusse  più  sopra.  L'omologo  nel  nucleo  della  pirrolina  (C4  H3  NH),  sarebbe 
una  tetraidropiridina,  che  finora  non  si  conosce,  madie  troverebbe  riscontro 
nelle  coniceine  (/?  e  y)  secondarie  descritte  recentemente  da  Hofmann  (*). 

«  Il  pirrolo  come  amina  secondaria  non  corrisponde  alla  piridina,  ma 
bensì  ad  un  composto  della  forinola  C.;  H6  NH.  Una  sostanza  di  questa 
composizione  non  esiste,  m  a  si  conosce  bensì  un  metilderivato  della  medesima 
(C3  HG  NCH:t),  una  idrometìlpiridina,  che  Hofmann  (3)  ottenne  distillando  con 
potassa  solida  il  joduro  di  metilpiridilammonio.  Ora  è  veramente  sorpren- 
dente che  questo  corpo,  che  è  l'omologo  nel  nucleo  del  metilpirrolo,  abbia 
proprietà  affatto  differenti  da  quelle  della  piperidina  e  della  piridina,  come 
affatto  diverse  da  quelle  della  pirrolidina  sono  le  proprietà  del  pirrolo. 


(')  Vedi  Hofmann  Beri.  Ber.  XVI;  590. 
(!)  Beri.  Ber.  XVIII,  5  e  109. 
(')  Beri.  Ber.  XIV,  1497. 


—  4S4  — 

«  L'idrometilpiridina    di   Hofmann   ricorda  per  le  sue  proprietà  fisiche 

9  chimiche  il  metilpirrolo.  Essa  bolle  a  129"  per  cui  il  suo  punto  di  ebol- 
lizione è  molto  superiore  a  quello  della  piperidina  (107°),  come  si  osserva 

10  stesso  nel  caso  del  metilpirrolo  (1140-115°)  e  della  pirrolidina  (82°-83J). 
Ha  uu  odore  pungente  affatto  diverso  da  quello  della  piperidina,  come  il 
metilpirrolo  non  somiglia  affatto  nel  suo  odore  alla  pirrolidina.  Tanto  il 
metilpirrolo  come  la  idrometilpiridiua  sono  insolubili  nell'acqua  e  non  hanno 
più  una  reazione  alcalina  spiccata.  Con  acido  cloridrico  l'idrometilpiridina 
si  trasforma  in  una  massa  gelatinosa  bruna,  che  si  scioglie  in  molta  acqua,  ed 
anche  il  metilpirrolo  si  scioglie  nell'acido  cloridrico  (formando  poi  una  gelatina 
giallobruna)  e  resta  sciolto  anche  coli'  aggiunta  di  acqua.  Però  iu  entrambi  i 
casi,  rendendo  alcalina  la  soluzione  non  si  rio'.tiene  già  la  base,  ma  si  ottiene 
una  sostanza  amorfa.  Kiscaldandoli  con  acido  cloridrico  a  180°  si  ottiene  con 
tutti  e  due  i  corpi  oltre  a  sostanze  resinose,  metilamina.  La  soluzione  di 
entrambe  le  sostanze  nell' acido  cloridrico  dà  con  cloruro  di  platino  un  pre- 
cipitato amorfo  giallo  sporco. 

«  La  forinola  proposta  da  Hofmann  per  l'idrometilpiridina  è 

CH 

/      X 

HC  CH 

Il  I 

HC  CH, 

\     / 

NCH3 

dalla  quale  però  non  risulterebbe  la  sua  analogia  col  pirrolo,  se  si  vogliono 
ammettere  per  questo  le  forinole  ordinarie  (').  La  analogia  con  la  idrome- 
tilpiridiua si  rende  manifesta,  se  si  dà  a  quest'ultima  una  delle  due  seguenti 
forinole  : 


HC= 


HC 


=CH 


HC- 


N 
CH3 


CH 


HC 


-CH 


N 
CH3 


HC 


CH 


CH2 
CH 


HC; 


CH 


NCH3 


HC 


HC 


CH2 
CH 


CH 
TOH, 


metilpirrolo 


idrometilpiridina 


le  quali  nell'istesso  tempo  stanno  in  buona  armonia  con  la  nuova  formula 
(prismatica)   della   piridina   proposta  per  la  prima  volta  da  uuo  di   noi  (2) 


(')  Abbenchè  io  abbia  ultimamente  fatto  notare  come  il  pirrolo  potesse  avere  una 
formola  asimmetrica,  pure  credo  fino  a  che  le  esperienze  non  avranno  indubbiamente  dimo- 
strato il  contrario,  per  ora  più  probabile  una  delle  due  forinole  soprascritte.  Ciamician. 

(=)  Vedi:  Ciamician  e  Dennstedt,  Sull'azione  del  cloroformio  sul  composto  potassico  dd 
pirrolo.  Gazz.  Chini.  XI,  312. 


—  485  — 

nel  1881,  e  che  le  ricerche  di  questi  ultimi  tempi  vanno  rendendo  sempre 
più  probabile  ('). 

«■  Il  composto  che  corrisponderebbe  alla  piridina  dovrebbe  essere  una 
base  terziaria  della  forinola  «C4H3N».  Probabilmente  un  corpo  di  questa 
composizione  non  potrà  essere  ottenuto,  ed  allora  la  serie  terminerebbe  col 
pirrolo. 

«  Le  vedute  da  noi  finora  esposte  contribuiscono  a  schiarire  maggior- 
mente le  relazioni  che  esistono  fra  la  piridina  ed  il  pirrolo;  e  come  è  pos- 
sibile di  trasformare  il  pirrolo  in  piridina,  sarà  possibile  di  passare  dalla 
pirrolina  all'idropiridiua  suaccennata.  Infatti  noi  facciamo  notare  che  il 
joduro  del  dimetilpirrolilammonio  si  decompone  in  modo  identico  (2)  al 
joduro  di  metilpiridilammouio  ed  è  possibile  che  in  questa  decomposizione 
si  formi  la  idrometilpiridina. 

«  La  grande  analogia  della  pirrolidina  colla  piperidina  fa  nascere  l'idea 
che  qualche  alcaloide  naturale  possa  contenere  questo  gruppo  invece  del 
gruppo  piridico.  Sarebbe  inoltre  interessante  di  vedere  se  la  propilpirrolidina 
avesse  proprietà  simili  alla  coni'na  ». 

Geologia.  —  Specialità  rimarchevoli  nella  zona  granii  ico-schi- 
stosa  della  Sardegna.  Nota  del    prof.   D.  Lovisato,    presentata   dal 

Socio  Gh  Capellini. 

1.  «Nella  zona  schistoso-granitica  che  si  stende  dalla  sella  di  Correboi 
a  Fonni,  dopo  aver  visti  i  porfidi  costantemente  diretti  da  N.  a  S.  attra- 
versare gli  schisti  e  formare  delle  superbe  apofisi,  noi  troviamo  improvvi- 
samente lo  schisto  invaso  da  vene  più  o  meno  grosse  e  ramificate  di  quarzo, 
tormante  belle  cristallizzazioni,  per  lo  più  radiate  e  con  tendenza  ad  uua 
superficie  paraboloide  alla  parte  esterna,  con  acute  piramidi  esagonali,  che 
sormontano  i  corti  prismi. 

«  Scendendo  verso  Fornii  compaiono  i  graniti,  che  hanno  sollevato  gli 
schisti,  uè  mancano  i  filoni  di  porfido  e  di  diabase,  che  da  N.  a  S.  sempre 
li  attraversano. 

«  In  un  granito  porfirico  bigio,  ad  un'ora  e  mezzo  da  Fonni,  compare 
un  banco  di  quarzo  della  potenza  di  40  cent,  diretto  da  E.  ad  0.,  con  an- 
golo di  circa  45°  verso  N.  In  questo  banco  troviamo  una  specialità,  che 
l'illustre  prof.  G.  vom  Eath  dichiarò  nettamento  di  non  aver  visto  mai  in 
alcun   altro   posto.  Coli' asse   perpendicolare   alla  salbanda   veggonsi   dentro 


(')  Vedi:  Lieben  e  Haitinger,  Monatshefte  f.  Chemio  TV,  S40  e  VI,  320.  Riedel  Béri. 
Ber.  XVI,  1612.  Bernthsen  e  Bender  Beri.  Ber.  XVI,  1808. 
(')  Vedi:  Ciamician  e  Dennstedt,  I.  e. 


—  486  — 

questo  banco  degli  individui  isolabili  di  quarzo  in  forma  di  tronchi  di  cono 
col  vertice  in  forma  di  calotta  sferica  o  di  superficie  paraboloide,  della  lun- 
ghezza dai  6  ai  10  cent,  e  del  diametro  alla  base  fino  di  5  cent.:  formati 
intieramente  da  un  quarzo  a  struttura  raggiata,  alle  volte  anche  fibroso, 
colle  fibre  che  in  maniera  regolarissima  si  dipartono  costantemente  dall'asse 
centrale  e  vanno  alla  periferia,  ove  finiscono  in  modo  scabro  con  qualche 
accenno  a  facce  rudimentali  delle  teste  dei  cristalli,  che  sono  coperti  da  una 
sostanza  untuosa  sapouacea  bianco-verdognola,  una  specie  di  smectite:  il  pili 
delle  volte  sono  involti,  come  da  vera  guaina,  in  una  seconda  zona  perife- 
rica dello  spessore  da  un  centimetro  fino  ad  un  centimetro  e  mezzo,  che 
nella  frattura  fresca  facilmente  è  isolabile  dal  nucleo  e  come  esso  è  co- 
perta esteriormente,  almeno  per  quella  parte  che  sta  dentro  al  quarzo  ma- 
trice, da  un  sottile  straterello  di  smectite.  Molto  raramente  avviene  che  una 
seconda  guaina  involga  la  prima,  ma  difficilmente  in  questo  caso  sono  iso- 
labili i  nuclei,  che  in  modo  molto  facile  si  rompono  nella  parte  centrale,  la 
quale  allora  mostra  stupendamente  la  zona  delle  fibre,  che  partendo  dall'asse 
centrale  radialmente  se  ne  vanno  alla  periferia,  ma  non  si  continuano  come 
potrebbe  sembrare  nella  guaina  o  nelle  guaine  di  rivestimento,  che  risultano 
t'ormate  da  fibre  quarzose  ordinate  a  fascetti,  vedendosi  appunto  in  questi 
involucri  in  numero  immenso  i  centri  di  irradiazione. 

«  Questi  curiosissimi  nuclei  di  quarzo  sono  tanto  più  perfetti,  quanto 
meglio  sono  isolati,  mentre  divengono  tanto  più  corti  e  tanto  meno  belli, 
dove  si  uniscono  fra  loro  ;  sono  per  lo  più  senza  la  guaina  involgente  ed  il 
loro  asse  perde  alquanto  la  perpendicolarità  alla  salbanda. 

2.  «  Altra  specialità  che  pure  l'illustre  prof.  G.  vom  Kath  dichiarò  di 
non  aver  veduto  ancora  in  alcun  altro  luogo,  son  certe  inclusioni  di  granito 
dentro  il  granito,  sempre  sulla  strada  da  Correboi  a  Fornii  a  20  minuti  da 
questa  ospitale  borgata.  A  questo  punto  si  arriva  dalla  località  dei  quarzi 
dopo  aver  lasciato  la  zona  schistosa,  tormentata  dai  graniti  e  dai  porfidi,  e 
che  prima  d'arrivare  alla  cantoniera  di  Sa  Rena  involge  una  bellissima  lente 
di  granati,  in  splendidi   rombododecaedri. 

«  Dalla  cantoniera  a  Fonni  siamo  in  piena  zona  granitica,  dapprima 
con  un  granito  a  grossi  cristalli  di  feldispato,  che  ricorda  il  serizzo  ghian- 
done  di  Lombardia,  passante  al  granito  porfirico  e  con  pochi  filoni  di  por- 
fido e  di  diabase,  e  poi  al  granito  normale. 

«  In  questo  sulla  sinistra  della  strada  e  come  dissi  a  20  minuti  da  Fonni 
presentasi  in  una  piccola  lente  della  larghezza  di  4  metri  e.  non  più  lunga 
di  8,  che  attraversa  la  strada  e  sopra  di  essa  alla  sinistra  si  solleva  di  poco 
più  di  un  metro  nella  stessa  massa  granitica,  in  grande  quantità  degli  in- 
clusi in  forma  di  sferoidi  schiacciati,  di  ellissoidi  compressi,  di  masse  ton- 
deggianti, sempre  ben  definite  ed  isolabili  dalla  massa,  coll'asse  maggiore 
che  varia  dai  5  ai  30  centimetri. 


—  487  — 

«  Questi  sferoidi  sono  composti  da  straterelli  con  deciso  carattere  sfe- 
roidico  e  formanti  delle  vere  bucce  che  variano  in  numero  andando  da  uua 
a  5  e  più,  facilmente  separabili  e  costituite  per  la  maggior  parte  da  biotite 
in  piccole  lamelle,  così  fittamente  disposte  in  straterelli  le  une  accanto  alle 
altre,  che  le  bucce  in  frammenti,  staccandosi  dal  nucleo,  offrono  l'aspetto 
di  un  vero  sdii  sto. 

«  La  massa  interna  al  confine  colle  zone  accennate  presentasi  raramente 
in  forma  di  vero  granito,  ma  per  lo  pili  offresi  bianca  o  bianco  rosea,  co- 
stituita dal  feldispato  plagioclasio  bianco,  caratteristico  per  le  sue  strie  di 
geminazione,  che  presenta  e  che  predomina  sopra  l'ortosio.  Procedendo  verso 
il  centro  nel  maggior  numero  di  nuclei  passiamo  dalla  disposizione  a  zone 
a  quella  ancora  a  zone,  ma  rotta  dalla  biotite,  disseminata  in  piccole  lamelle, 
e  finalmente  alla  disposizione  granulare  di  un  vero  granito  col  quarzo  a  grani 
colla  medesima  mica  biotite,  alla  quale  non  è  infrequente  il  caso  si  aggiunga, 
però  non  in  grande  quantità,  la  muscovite. 

«  In  alcuni  di  questi  nuclei  la  massa  interna  è  quasi  completamente 
feldispatica  non  vedendosi  che  pochissimi  granuli  di  quarzo  e  rari  e  piccoli 
nidi  di  mica;  in  altri  invece,  sebbene  inclusi  nettamente  isolabili,  ma  nei 
quali  verso  la  periferia  il  carattere  sferoidico  non  è  tanto  bene  marcato, 
abbiamo  che  la  massa  interna  presentasi  nettamente  granulare,  come  un  gra- 
nito normale,  sempre  coi  due  feldispati,  predominandovi  forse  in  questi  casi 
l'ortosio. 

«  In  questi  ultimi  particolarmente  si  osservano  alcuui  punti  verdi  che 
a  bella  prima  si  potrebbero  credere  clorite,  sostanza  nella  quale  s'è  in  parte 
convertita  la  mica  interna,  ma  sono  piuttosto  di  epidoto,  che  in  un  campione 
ho  potuto  osservare  alla  parte  esterna  di  un  nucleo  in  bella  massa  fibrosa 
e  con  cristalli  perfettamente  determinabili. 

«  In  vicinanza  alla  lente,  racchiudente  questa  rara  specialità  sarda,  ve- 
diamo il  feldispato  presentarsi  in  lunghi  cristalli,  che  talvolta  rinveniamo 
anche  dentro  di  qualcuno  degli  inclusi    nel  senso  di   quello  dello   sferoide. 

«  11  vom  Eath  crede  che  parecchi  di  questi  sferoidi  potrebbero  risul- 
tare essenzialmente  costituiti  da  un  grosso  plagioclasio  polisintetico,  la  di 
cui  brachipinacoide  è  disposta  parallelamente  al  piano  d'appiattimento  dello 
sferoide  stesso. 

«  Sebbene  queste  sferoidi  del  granito  di  Fonni  con  nessun'altra  roccia 
possansi  confrontare  all'infuori  che  colla  diorite  orbicolare  di  Corsica,  pure 
da  essa  siamo  molto  lontani,  essendo  gli  inclusi  punto  dioritici,  ma  netta- 
mente granitici,  mancando  assolutamente  l'arati  bolo. 

3.  «  Nel  granito  noimale  grigio  di  Capo  Carbonara  a  sud  di  Porto 
Giunco  noi  troviamo  filoni  di  porfido  dioritieo  della  potenza  dai  4  ai  5 
metri  e  banchi  di  diabase  compattissima  e  di  diorite  tenacissima  quasi  ver- 
ticali e  diretti   da    N.    a  S.   nettamente.   I  piani  sono   pieni  di  noccioli    di 


—  488  — 

epidoto,  alle  volte  della  grandezza  di  un  uovo  di  gallina.  Essi  sono  dissemi- 
nati tanto  nella  massa  compatta  dal  colore  giallognolo  oscuro,  quanto  nelle 
masse  sferoidali  più  consistenti  e  tendenti  al  bigio  involte  nella  massa  ge- 
nerale e  comprendenti  in  quantità  la  pirrotina. 

«  I  bei  noduli  di  epidoto  sono  compatti  alla  periferia  e  mano  mano  van 
divenendo  verso  l'interno  radiato-fibrosi  con  cristalli  allungati  e  perfetti  dal 
colore  del  pistacchio,  e  sempre  con  una  costante  orientazione  dentro  i  noduli, 
tanto  da  poter  dire  che  essi  costituiscono  una  vera  specialità  minerale,  e  non 
epigenizzano  punto  altri  minerali  compresi  nella  massa,  non  potendo  pel  loro  nu- 
mero e  per  la  loro  disposizione  risultare  dalla  composizione  del  porfido  dioritico 
durissimo,  che  li  comprende  e  che  è  d'una  tenacità  sorprendente,  e  specialmente 
poi  dal  feldispato  plagioclasio  che  ne  forma  il  magma,  e  che  pur  si  vede  dissemi- 
nato in  numerosi  e  bei  cristallini.  Si  noti  ancora  che  questi  noduli  sono  asso- 
lutamente  e  nettamente  isolati,  non  vedendosi  in  alcuno  di  essi  l'associazione 
dell'epidoto  con  altri  minerali,  come  avviene  pegli  altri  noduli  bellissimi  della 
stessa  sostanza  nei  graniti  di  Caprera,  di  Maddalena  e  di  Lanusei,  dove  però 
gli  inclusi  non  sono  così  bene  definiti  come  a  Capo  Carbonara  e  dove  l'epi- 
doto trovasi  associato  molto  frequentemente  alla  turingite,  più  raramente  al 
granato  ed  alla  pirite  cubica,  in  nidi  speciali,  nei  quali  il  quarzo  ed  il  fel- 
dispato si  presentano  a  grossi  elementi  all'intorno. 

«  I  noduli  si  ripetono  dall'altra  parte  alla  cava  dei  forni,  dove  vedesi 
l'inclinazione  del  filone  ad  est,  mentre  in  generale  appare  verticale.  Del  resto 
l'epidoto  compare  frequentissimo  anche  nei  graniti,  non  solo  in  questa  superba 
parte  dell'isola,  che  è  Capo  Carbonara,  ma  dovunque  in  Sardegna,  apparendo 
esso  costantemente  come  elemento  di  confine,  fra  le  rocce  attraversanti  e  le 
rocce  attraversate,  presentandosi  talvolta  fra  i  graniti  ed  le  diabasi  o  fra  i 
graniti  ed  i  porfidi  che  sono  per  lo  più  felsitici,  o  fra  i  graniti  e  le  dioriti 
delle  vene  o  dei  veri  tiloncelli  di  cpidosite. 

«  Nel  granito  in  decomposizione,  che  s'incontra  prima  d'arrivare  alla 
imponente  massa  granitico-diabasica,  che  sopporta  la  Torre  di  Fortezza  Vec- 
chia si  vede  l'epidoto  in  venuzze  coi  cristallini  lucentissimi  di  una  sorpren- 
dente bellezza  coll'asse  principale  sempre  normale  alle  salbande. 

«  Quando  lo  studio  microscopico  delle  sezioni  sottili  m'avrà  svelato  altro 
d'importante  anche  su  questa  specialità  sarda,  m'affretterò  a  fame  comunica- 
zione alla  r.  Accademia  dei  Lincei.  Non  posso  però  lasciare  questa  superba 
massa,  che  senza  dubbio  per  la  geologia  dell'  isola  desta  il  maggiore  inte- 
resse, perchè  sede  di  stupendi  fenomeni  che  difficile  sarebbe  di  vedere  riuniti 
in  così  grande  numero  in  tanto  piccolo  spazio,  senza  ricordare  il  potentis- 
simo filone  di  diorite  che  forma  la  parte  estrema  e  più  elevata  di  Capo 
Carbonara,  comprendente  dei  cristalli  di  amfibolo  della  lunghezza  perfino  di 
15  centimetri. 

«  11  geologo,  che  visiterà  quella  zona  ne  avrà  compenso  ad  usura  e 
troverà  anche  conforto  nella  ospitalissima  Villasimius  ». 


—  480  — 

Geologia.  —  E  la  Sardegna  parte  dell'asse  centrale  della  catena 
tirrenica  ?  Nota  del  prof.  D.  Lovisato,  preseutata  dal  Socio  G.  Cìpeluni. 

«  L'amore  immenso  che  porto  agli  studi  geologici  da  me  coltivati  ini 
spinge  a  dire  una  parola  sopra  un  grandioso  fatto,  che  rilevai  nel  cristal- 
lino della  Sardegna  in  una  serie  di  escursioni  lunghe  e  specialmente  nel- 
l'ultima fatta  in  compagnia  dell'illustre  prof.  G.  vom  Rath. 

«  Il  fatto  grandioso  che  altamente  colpisce  chiunque  visiti  la  zona  gra- 
nitico-schistosa  sarda  orientale  e  centrale  è  il  ripetersi  in  colossali  e  stupende 
proporzioni  dei  filoni  di  porfidi,  di  diabasi,  di  dioriti  ecc.  che  costantemente 
sono  diretti  da  N.  a  S.,  deviando  solo  qualche  volta  da  N.  N.  E.  a  S.  S.  0. 
o  da  N.  N.  0.  a  S.  S.  E ,  mai  da  E.  a  0. 

«  La  constatazione  di  questo  fatto  deve  senza  dubbio  portare  novella 
luce  per  la  orografia  italiana  e  quindi  alla  risoluzione  dell'ardito  quanto 
geniale  problema  di  una  antica  catena  tirrenica  sommersa  presentato  dal 
genio  potente  del  nostro  venerato  Paolo  Savi,  ed  in  seguito  risollevato  ed 
esteso  dall'illustre  Suess  di  Vienna. 

«  Il  Savi  fu  il  primo  che  occupandosi  con  passione  dell'orografia  ita- 
liana ci  apprese  lo  sprofondamento  occidentale  delle  nostre  montagne  lito- 
rali, le  quali  in  epoca  non  molto  lontana  eransi  subissate  nel  mare,  ed  alcune 
isole,  scogli  e  lembi  pur  attaccati  al  continente  stavano  fuori  del  mare, 
come  avanzi  di  quella  catena  tirrenica  scoscesa  nelle  onde. 

«  Molto  più  tardi  la  nuova  e  geniale  idea  fu  risollevata  dal  Suess,  pel 
quale  il  vero  e  proprio  Apennino,  mancante  di  ogni  soita  di  rocce,  che  po- 
tessero paragonarsi  alle  paleozoiche,  sarebbe  una  zona  laterale  di  ripiegature, 
mentre  le  rocce  paleozoiche  più  o  meno  allineate,  che  ricoui|>aii^ono  nel 
superbo  massiccio  cristallino  di  Calabria  con  forme  litologiche  pei  lettamente 
identiche  alle  più  antiche  delle  Alpi,  nei  Peloritani  di  Sicilia,  nell'isola 
Zannone,  nel  promontorio  di  Circe  a  mare  fra  Napoli  e  Roma,  nelle  isole 
dell'Arcipelago  toscano  e  specialmente  all'Elba,  uelle  Alpi  Apuan»,  iu  Cor- 
sica ed  in  Sardegna,  rappresenterebbero  le  sparse  rovine  dei  mouti  scon- 
quassati di  quella  catena. 

«  Questa  opinione  ormai  generalmente  accettata  ed  oggi  coltivata  con 
tanta  intelligenza  d'amore  dal  mio  egregio  amico  il  dott.  C.  I.  Forsyth  Major 
nella  sua  thyrrenis,  lascia  molti  dubbi  [iella  soluzione  del  problema,  se  questu 
o  quell'altro  centro  di  rocce  paleozoiche  o  secondarie  sia  a  riguardarsi  come 
una  zona  laterale  o  centrale,  oppure  se  sia  a  considerarci  come  rappresen- 
tante di  una  o  più  flessioni  parallele  all'asse  centrale. 

«  Il  grande  fatto  sopra  enunciato,  unitamente  ad  altri  rilevati  sull'isola 
e  di  non  minore  importanza,  sembrami  debba  portare  non  poca  luce  fra  i 
geologi  sulla  risoluzione  del  grande  problema. 

Rendiconti  —  Vor..  I.  64 


—  490  — 

«  Non  è  infatti  possibile  che  un  cultore  degli  studi  geologici  si  trovi 
in  presenza  dei  numerosissimi  filoni  di  porfidi,  di  diabasi,  di  dioriti  ecc.  con 
quella  costanza  di  direzione  sopra  enunciata,  e  non  sia  portato  a  supporre 
che  quei  filoni  non  segnino  colla  loro  costante  direzione  da  N.  a  S.  la  spina 
dorsale  della  zona  centrale  tirrena,  oppure  la  dorsale  di  una  zona  laterale 
occidentale,  rappresentando  il  triassico,  il  giurese  ed  il  cretaceo  sardo  forse 
altrettanti  piccoli  lembi  delle  flessioni  laterali  di  un  principio  di  zona  occi- 
dentale, contrapposta  a  quella  che  vediamo  distesa  dai  colli  di  Cadibona 
al  M.  Polino,  che  ultimo  gigante  di  essa  torreggia  a  settentrione  della  valle 
del  Crati  in  cui  sta  l'antica  Sibari. 

«  In  una  parola  s'affaccia  la  questione  :  sarebbe  la  Sardegna  una  zona 
metallifera  occidentale  o  meglio  rappresenterebbe  essa  una  piccola  porzione 
della  zona  centrale  e  quiudi  avremo  in  essa  il  vero  asse  orografico  centrale 
di  questa  sprofondata  catena  metallifera? 

«  Io  non  sarei  lungi  dal  credere  che  la  Sardegna,  specialmente  col  suo 
versante  orientale,  unitamente  alla  Corsica,  formi  proprio  parte  dell'asse  cen- 
trale dell'antica  tirrenide,  cioè  rappresenti  il  maggiore  avanzo  delle  rovine 
oggi  sporgenti  da  quel  mare,  che  ha  inghiottito  quel  grande  continente  dopo 
averne  sconquassato  le  sue  viscere,  le  sue  membra. 

«  Tutto  ciò  in  base  a  questi  fatti  : 

I.  «  L'andamento  dei  filoni  di  porfido,  di  diabasi,  di  diorite,  ecc.  è 
costantemente  da  N.  a  S.  sia  che  essi  attraversino  gli  schisti  o  passino  i 
graniti. 

II.  «  Il  permiano  e  il  triassico  si  trovano  allineati  da  N.  a  8.  proprio 
nella  parte  più  occidentale  dell'isola,  dove  troviamo  i  monti  franti,  sprofon- 
dati, proprio  secondo  una  linea  che  va  da  S.  a  N. 

III.  «  Anche  i  bianchi  calcari  del  giurese  e  della  creta  che  torreg- 
giano nella  parte  orientale  dell'isola,  e  gli  altri  che  unitamente  al  triassico 
formano  il  sistema  mammellonato  della  Nurra,  vanno  grossolanamente  col 
loro  crinale  da  S.  a  N.  Essi  potrebbero  rappresentare  le  teste  degli  strati 
di  una  o  più  flessioni  parallele  all'asse  centrale  del  lenzuolo  apanninico,  oggi 
visibile  da  Cadibona  al  Polino  e  sommerso  quindi  nelle  flessioni  occidentali, 
come  son  là  a  mostrarlo  le  bianche  infrante  rocce  calcari,  che  a  picco  scen- 
dono al  mare  a  Capo  Caccia  e  le  permiane  e  triassiche  dilacerate  infrante, 
che  come  testimoni  della  demolizione  restano  a  noi  nella  linea  dal  M.  Ca- 
parone  alle  Gessiere  e  nell'altra  più  breve  da  Cala-Bona  al  Cantaro  a  sud 
di  Alghero. 

IV.  «  Il  vulcanico  sardo  ha  anch'esso  in  generale  un  allineamento  da 
N.  a  S.  ;  cioè  in  questa  direzione  abbiamo  la  maggiore  delle  linee  di  frat- 
tura sarda,  rappresentata  da  un  immenso  campo  di  depressione  interalpina 
riempito  dal  terziario,  rotto  dai  vulcani  recenti  che  s'affollano  in  certi  punti 
ma   generalmente    vanno    da  N.   a  S.  Questa    sarebbe    anche    la   linea  dei 


—  401   — 

terremoti,  che  in  tempi  relativamente  non  tauto  lontani  hanno  tormentato  l'isola 
così,  che  forse  nessun  paese  d'Italia  ebbe  tanto  sconquassate  le  viscere  per 
quella  causa.  Sui  margini  di  questo  vulcanico  non  mancano  le  terme. 

V.  «  Il  terziario  medio,  che  forma  il  superbo  sistema  colliuesco  di 
Cagliari  va  quasi  interrottamente  fino  a  Porto  Torres,  seguendo  una  linea 
che  grossolanamente  si  porta  da  S.   a  N. 

«  Dunque  l'asse  orografico  della  Sardegna  audrebbe  nettamente  da  S. 
a  N.  Per  trovare  la  continuazione  dell'asse  curvato  ad  arco  delle  Alpi  set- 
tentrionali, noi  dovremo  cercarla  per  una  parte  a  S.  0.  della  Sardegna  e  per 
l'altra  al  suo  sud,  che  andrebbe  poi  a  cougiungersi  ai  Peloritani  di  Sicilia 
ed  alle  Alpi  Calabresi,  le  quali  poi  s'affondano  nell'Jonio,  e  non  compari- 
scono più  nell'Adriatico,  in  questo  lago,  dove  noi  dovremo  trovarle  con 
un'Adriatide,  che  dovrebbe  risorgere  sotto  i  marmi  dell'Istria,  se  quella  terra 
pe'  tempi  che  corrono  non  s'adimesse,  ma  fosse  invece  sull'opposto  periodo 
di  sollevamento. 

«  Dalla  Tirannide  si  passa  alVAdriatide.  da  questa  all'Atlantide  e  le 
idee  sempre  più  s'affollano,  ma  la  vita  è  breve»! 

Storia.  —  /  diritti  di  casa  di  Savoja  sopra  il  Marchesato  di 
Saluzzo.  Nota  IL  del  dott.  Camillo   Manfroni,    presentata  dai    Soci 

Carutti  e  Tommasini. 

I.  «  Nell'anno  1215,  sorta  fra  Tommaso  di  Savoia  e  Manfredo  una  guerra 
perchè  l'uno  era  fautore  di  Filippo  di  Svevia,  l'altro  d'Ottone,  il  nostro  mar- 
chese morì,  e  Alasia  restò  tutrice  di  Manfredo  V  del  nome,  III  di  Saluzzo, 
e  figlio  di  Bonifacio,  premorto  al  padre.  I  Milanesi  al  servizio  di  Tommaso 
distrussero  molte  terre  del  marchesato  e  costrinsero  Adelaide  a  venire  a 
patti  ed  a  cedere  al  conte  tutti  i  suoi  diritti  su  Barge,  ricevendo  in  cambio 
Fontanili  e  Koncaglia:  il  conte  poi  «  de  omni  alio  feudo  quod  ipse  vel  ante- 
«  cessores  sui  antiquitus  vel  noviter  ab  eo  tenereut  (eum)  investi vit  ».  Con- 
temporaneamente sciolse  Adelaide  da  ogni  obbligo  contratto  nel  1213  dal 
suo  defunto  marito  Manfredo  verso  la  Casa  di  Savoia.  Su  questo  atto  si 
fondarono  quei  Conti  nella  causa  del  1390,  e  la  sentenza  ci  riferisce  le 
conclusioni  dei  loro  procuratori  «  ex  quibus  apparebat  evidenter  quod  ipsa 
«  (Adelaide)  tenebat  et  reputabat  dicium  comitem  suum  dominum  superio- 
«  rem  de  dicto  marchionatu  »  —  Bispondevano  d'altra  parte  i  procuratori 
del  Delfinato  che  anzi  il  conte  di  Savoia  avea  rinunziato ,  ceduto ,  rimesso 
ad  Adelaide  ogni  diritto  che  potesse  avere  sul  marchesato  «  et  in  ipso 
«  instrumento  nulla  mentio  fiebat  de  feudo  Marchionatus  antedicti  ». 

«  E  i  conti  alla  lor  volta  ripetevano  che  Adelaide  avea  promesso  «  quod 
«  cum  dictis  habitantibus  seu  opidanis  aliquas  petitiones  non  facerent,  quia 


—  492  — 

«  semper  dominimi  Comitem  exciperet,  per  quod  apparebat  quod  idem  Comes 
«  eorum  dominus  superior  existebat  »  e  che,  avendo  questi  rimesso  ad  Ade- 
laide tutto  ciò  che  avea  diritto  di  pretender  da  lei,  pur  tuttavia  non  l'aveva 
dispensata  dall'omaggio  pel  feudo,  che  da  lui  teneva  e  che  non  poteva  com- 
prendersi nei  termini  generali. 

«  Gli  uni  dunque  affermavano  che,  se  anche  il  conte  avesse  avuto  fin 
dal  1169  l'alta  sovranità  del  marchesato,  l'avrebbe  perduta  in  quest'anno: 
gli  altri  negavano  l'asserto  e  sostenevano  che  Tommaso  coll'atto  del  1216 
non  avea  perduto  quei  diritti  che  i  suoi  maggiori  già  fin  dal  1169  posse- 
devano. Ma,  dimostrata  falsa  la  carta  del  1169,  e  provato  che  non  esisteva 
ancora  alcuna  sovranità  di  Savoia  su  tutto  il  marchesato,  la  questione,  tal 
quale  i  giureconsulti  l'avean  posta,  non  ci  può  interessare.  A  noi  basta  ricor- 
dare che  con  quest'atto  del  1216,  il  conte  di  Savoia  ebbe  una  conferma  dei 
suoi  diritti  su  Barge,  Scarnafigi,  e  gli  altri  luoghi  nominati  più  sopra. 

II.  «  Nessun'  altra  notizia  abbiamo  delle  relazioni  fra  Savoia  e  Saluzzo 
prima  dell'anno  1223.  In  quest'anno  Tommaso  mosse  guerra  al  marchese 
perchè  questi  avea  fatta  lega  coi  Torinesi,  suoi  nemici:  ma  poi  si  venne 
ad  un  accomodamento.  Il  conte  promise  di  dare  sua  nipote ,  figlia  di 
Amedeo,  in  moglie  a  Manfredo  con  dote  di  mille  marche  d'argento  e 
d'altra  parte  Manfredo  promise  di  «  dare  la  fidelità  al  conte  de  quelo  che 

«  teneva  et  recognosceva  da  esso  conte    e    non  d'altro et  cossy 

«  fatto  questo  accordio  .  • el  conte  investy  el  marchese  de  tuto 

«  quello  che  soi  predecessori  teniano  altre  volte  ne  bagni  (leggi  Barge), 
«  ne'  fontanili,  ne  la  ronchagla  e  in  ogny  altro  loco  dove  tenesse  feudo  de 
«  luy,  ciò  he  Buscha,  Bernezo  ». 

«  È  così  ad  evidenza  posto  in  sodo  che  di  sovranità  su  tutto  il  mar- 
chesato non  s'  era  ancora  fatto  parola  :  vedremo  in  seguito  che  per  molti 
anni  ancora  non  se  ne  parlò. 

«  Ma  il  matrimonio  stabilito  in  quest'anno  non  fu  celebrato  se  non 
dopo  la  morte  del  conte  Tommaso  che  rimase  sempre  in  buona  amicizia  col 
marchese  Manfredo  V.  Anche  con  Amedeo  IV,  successore  di  Tommaso,  stette  in 
pace  per  un  certo  tempo  il  nostro  marchese  e  ne  ricevette  grandi  benefici. 
Fin  dal  1236  sposò,  secondo  le  promesse,  Beatrice,  figlia  di  esso  Amedeo.  11 
Muletti  dice  che  la  sposa  portò  in  dote  l'alta  sovranità  di  Busca,  Bernezzo, 
Barge,  Scarnafigi,  Fontanili  e  Roncaglia;  sicché  sembrerebbe  che  in  questo 
modo  il  conte  Amedeo  IV  avesse  rinunciato  ad  ogni  diritto  di  sovranità  su 
quelle  terre.  To  non  so  donde  il  Muletti  abbia  tolta  questa  notizia:  perchè 
ben  altrimenti  scrissero  Monsignor  Della  Chiesa,  eh'  egli  cita,  e  il  cronista 
G-ioffredo. 

«  Dice  infatti  quest'  ultimo  :  «  investì  el  marchese  Manfredo  di  Salucio 

«  suo  genero et  sei  si  può  trottare  che  esso  marchese  Manfredo 

«  et  soy  antecessory  abbiano  tenuto  altro  de  essi  conti  in  feudo  promette  el 


—  493  — 

«  marchese  de  recognoscere  da  lui.  »  E  Monsignor  Della  Chiesa:  «  Tandem 
«  Bérnetio,  Bargiis,  Fontauiliet  Roncalia  dotis  et  feudi  nomine  susceptis  etc.  » 

«  Io  inclino  pertanto  a  credere  che  il  Muletti  abbia  frainteso  il  docu- 
mento, ch'egli  non  pubblica  e  che  io  |in  nessun  luogo  ho  potuto  trovare: 
in  questa  opinione  mi  conforta  un  passo  della  consultazione  di  Ottavio  Ca- 
cherano  che  scrive:  «  Anno  1235  alium  Manfredum  Marchionem  Salutiarum 
«  generaliter  recognovisse  se  tenere  in  feudum  ab  Amedeo  lertio  (?)  Comite 
«  Sabaudiae  totum  illud  quod  Marchio  ipse  a  praedicto  Comite  habebat  et 
«  tenebat  ubicumque  sit  et  haberet  et  specialiter  castra  et  territoria 
«  Bargiarum  Fontanilii,  Eoncaliae,  Buschae,  Scarnafisii  et  Bernetii,  clausula 
«  adiecta  quod  si  comperi  poterit  quod  aliquid  aliud  ipse  vel  eius  antecessores 
«  tenuerint  in  feudo  ab  ipso  Comite,  quod  totum  id  eidem  vel  eius  haeredibus 

«  consignaret et  ita  in  genere  et  specie   ut  supra  fuit   investitus 

«  a  praedicto  Comite » 

«  Queste  parole,  che  senza  dubbio  devono  essere  letteralmente  copiate 
dal  documento  originale,  corrispondono  esattamente  a  quello  che  ci  ha  tra- 
mandato il  nostro  cronista;  è  dunque  logico  il  concludere  che  il  Muletti 
ha  errato. 

III.  «  Manfredo  V  lasciò  erede  Tommaso,  suo  figlio,  che  ebbe  per  tutore 
Tommaso  II  di  Savoia.  Appena  uscito  di  minorità,  prestò  aiuto  al  conte  Boni- 
fazio di  Savoia  contro  la  città  di  Torino,  che  gli  si  era  rivoltata;  anzi  un 
cronista  aft'erma  che  il  marchese  di  Saluzzo  seguì  anch' egli  la  sorte  del 
suo  alleato  e  morì,  come  questi,  in  prigione  ;  ma  la  morte  del  conte  Boni- 
fazio nelle  carceri  di  Torino  è  una  favola. 

«  Durante  la  guerra  che  il  nostro  marchese  ebbe  a  sostenere  contro 
Carlo  d'Angiò  che  pretendeva  aver  diritti  sulla  valle  di  Stura,  Tommaso  III 
di  Savoia  non  si  fece  vivo;  ma  morto  lui  (1282)  Amedeo  V  che  gli 
successe,  non  tardò  a  chiedere  l'omaggio  per  le  solite  terre  al  marchese 
nostro:  questi  era  assente:  rispose  per  lui  il  suo  primogenito  Manfredo: 
«  Sibi  nullatenus  apparere  quod  dieta  castra  sive  loca  in  feudum  a  dicto 
«  Comite  teneri  deberent  ;  et  de  hoc  suum  debitum  faceret,  si  de  hoc  con- 
staret  eidem  »  e  poi,  dopo  aver  consultato  il  padre,  rispose  :  «  quod  sibi 
«  non  apparebat,  nec  etiam  patri  suo,  quod  unquam  homagium  factum  fuis- 
«  set  eidem  Corniti  per  dictum  Marchionem  aut  eius  praedecessores  de 
«  dictis  castris  aut  aliis  quibuscumque  ».  Tali  sono  le  parole  della  sen- 
tenza del  1390  e  con  questo  documento  il  procuratore  del  Delfinato  in- 
tendeva mostrare  come  in  quest'anno  il  conte  di  Savoia  non  chiedesse 
omaggio  se  non  per  quelle  sei  terre,  tante  volte  ricordate. 

«  Di  questa  risposta  del  marchese,  com'è  facile  comprendere,  non 
si  contentò  Amedeo  Y;  raccolte  le  sue  soldatesche,  coll'aiuto  degli  Asti- 
giani entrò  nel  territorio  di  Saluzzo  e  conci"  in  tal  modo  quei  paesi  che 
Tommaso  dovette  cedere  e  mandò  i  suoi  procuratori  a  prestar    omaggio  e 


—  494  — 

ricever  investitura  per  Barge,  Bernezzo,  Scarnafigi  e  gli  altri  feudi  :  omaggio 
ch'egli  era  in  dovere  di  prestare,  come  già  nel  1235  l'aveva  prestato  suo 
padre  Manfredo.  Dice  la  citata  sentenza  del  1390  che  in  questo  medesimo 
anno  (1291)  il  nostro  Tommaso,  avuta  cognizione  dell'omaggio  fatto  al 
Delfino  nel  1210  dalla  sua  bisnonna  Adelaide,  lo  ratificò  e  per  mezzo  di 
un  tale  Ancelino,  procuratore  del  Delfmato,  ricevette  formale  investi- 
tura. Ma  i  conti  di  Savoia  non  prestaron  fede  a  tal  documento,  perchè  non 
originale  ;  e  Ottavio  Cacherano  su  tale  argomento  scrisse  :  «  Respondetur 
«  non  constare  de  dieta  recognitione  et  fidelitate  nisi  per  relationem  factam 
«  in  dicto  exemplo  sententiae  prolatae  anno  1390,  cui  non  creditur:  et 
«  dato  quod  constaret,  dicitur  facta  ex  erronea  et  infecta  causa  propter  of- 
«  fertam  recognitionem  Adelaydae  nullam  et  invalidala,  ut  supra  proba- 
«  vimus  ». 

«  Il  Muletti,  diligentissimo  raccoglitore  di  tutte  quelle  notizie  che 
pur  lontanamente  si  riferiscono  ai  nostri  marchesi,  non  fece  alcun  cenno 
di  questa  investitura:  segno  manifesto  che  non  esisteva  più  ai  suoi  tempi 
alcun  documento  in  proposito.  E  nemmeno  l'anonimo  scrittore  della  Storia 
del  Delfinato  ne  parla:  Gioffredo  sotto  la  rubrica  dell'anno  1292  (e  non 
1291)  dice:  «Poi  quelo  ano  medeiìio  el  marchexe  Thomas  padre  dy  Man- 
«  fredo  a  29  de  iugno  mandò  questo  nel  delfinato,  el  quale  dalphino  el 
«  mandò  poi  al  re  Carlo  de  Sicilia  in  provenza  et  si  diceva  ly  volia  dare 
«  una  soa  figlola  per  moglie  ».  Ma  in  queste  righe  non  si  parla  affatto  di 
omaggi  prestati  o  ricevuti:  e  solo  possiamo  argomentarne  che  in  quel 
tempo  i  marchesi  di  Saluzzo  erano  in  buone  relazioni  coi  Delfini  di  Vienna. 
Di  più,  nel  1303  quando  si  trattò  del  matrimonio  di  Federigo  di  Sa- 
luzzo con  Margherita,  figlia  del  Delfino  Umberto,  nessun  cenno  si  fece 
della  superiorità  dei  Delfini  sul  marchesato:  sicché  anche  questa  affer- 
mazione della  Corte  di  Trancia   presenta  moltissimi  caratteri  di  falsità. 

IV.  «  Morto  il  marchese  Tommaso  nel  1297,  gli  successe  il  figlio 
Manfredo,  VI  di  questo  nome.  Questi  volle  gareggiare  colla  casa  di  Savoia 
per  la  successione  di  Giovanni  di  Monferrato;  ma  alla  fine  (1305),  ve- 
dendo che  Amedeo  V  era  forte  e  potente  e  certo  non  avrebbe  tollerato  che 
egli  riunisse  sotto  di  sé  le  due  signorie,  venne  con  lui  ad  accordi.  I  consultori 
di  Savoia  nel  1500  parlano  di  un  documento  di  omaggio  prestato  dal  marchese 
Manfredo  al  conte  Amedeo  pel  marchesato  di  Saluzzo  e  per  quel  di  Mon- 
ferrato che  ancor  non  possedeva,  ricevendone  da  lui  regolare  investitura 
per  l'uno  e  per  l'altro  (').  Il  Guichenon  di  questo  omaggio  non  fa  cenno, 


(')  11  Muletti  afferma  che  questo  documento  è  pubblicato  nel  «  Summarium  jurium 
«  Serenissimi  Sabautliae  ducis  super  marchia  Salutiarum  >  :  ma  io  non  ho  potuto  trovare 
questo  libro  e  perciò  devo  contentarmi  di  riferire  quel  che  in  proposito  scrive  il  Muletti 
stesso. 


—  495  — 

né  io  credo  che  il  documento  sia  stato  presentato  alla  corte  di  Francia 
nel  1390:  la  sentenza  infatti  uon  ne  parla  e  nonio  combatte.  Solo  Ottavio 
Cacherano  a  pag.  62  della  sua  consultazione  dice  :  «  Tertio  praemissis  ad- 
«  ditur  quod  de  a.  d.  1305  Manfredus  dicti  Thomae  filius  Marchio  tunc  Salu- 
«  tiarum  constituit  procuratorem  specialem  Iohannem  Franciscum  de  Sua- 
«  vis  ad  contrahendum  transigendum  donandum  et  remittendum  omnia  eius 
«  bona  allodialia  et  feudalia  quae  habebat  in  tato  Marchi onalu  Saluliarum, 
«  marchionatuque  Montisferrati  et  tota  Italia  Amedeo  quarto  (leggi  quinto) 
«  ab  eoque  investituram  accipiendum  et  iuramentum  fidelitatis  eidem  prae- 
«  standum.  .  .  .  praedicto  Amedeo  Corniti  donationem  fecerunt  (procuratores) 
«  de  castris,  oppidis  et  territoriis  Salutiarum,  Revelli,  Carmagnoliae,  Raconisii, 

«  Polongheriae,  Fossani,  Cervigliaschi ut  constat  instrumento  recepto 

«  per  quondam  Petrum  Velli  notarium  a  Chiamberiaco  dicto  anno  1305 
«  die  XXVI  Augusti  ». 

«  Ma  contro  questo  documento  militano  fortissime  ragioni.  E  in  primo 
luogo  perchè  non  fu  presentato  alla  corte  di  Francia  durante  la  lite  del  1390  ? 
E  perchè  la  prima  notizia  che  noi  ne  abbiamo,  è  posteriore  a  quest'epoca 
ili  più  d'un  secolo?  E  perchè  Amedeo  V,  che  in  virtù  di  quest'omaggio 
avrebbe  acquistata  l'alta  sovranità  sul  Monferrato,  non  aiutò  Manfredo,  suo 
vassallo,  nell'impresa?  E  quando,  come  vedremo  fra  breve,  il  principe  di 
Acaia  mosse  guerra  al  marchese  per  alcune  città  che  in  questo  documento 
sono  ricordate,  perchè  Amedeo  V  non  fece  valere  i  suoi  diritti  di  sovranità? 
Perchè  invece  egli  entrò  come  paciere  fra  i  due  contendenti  e  nell'atto 
(1310)  di  arbitrato  disse  :«  salve  le  ragioni  di  Carlo  re  di  Napoli  »?  Queste 
osservazioni  mi  sembrano  abbastanza  gravi,  ma  non  bastano  a  dimostrare 
la  falsità  del  documento,  che  non  si  trova  più  nominato  in  alcun  luogo,  se  non 
in  un  frammeiitario  «  Discorso  sulla  sentenza  del  1390  »  da  me  trovato  nel- 
l'archivio di  Torino,  nel  quale  si  legge  «  Poi  dovevasi  ancor  considerare  se  pur 

«  cum  esso  (Amedeo  VII)  si  dovea  riuovar  il  processo et  se  voleva 

«  produre  alcune  ragioni  e  titoli,  come  veramente  ve  n'erano  da  produr 
«non  prodotti,  specialmente  lo  istrumento  di  fidelità  et  homagio  di  Man- 
«  fredo  marchese  al  conte  Amedeo  de  l'anno  1305  ». 

«  Come  mai  Amedeo  VII  dimenticò  di  presentare  uu  titolo    cosi  im- 
portante, l'unico  forse  che  meritasse  fede  e  che  gli  avrebbe  probabilmente 
data  vinta  la  causa?  Se  mancano  le  prove  della  falsità  di  questo  documento, 
mi  si  permetta  di  dichiarare    almeno  che    non  v'è  proprio    alcuna  ragione 
per  ritenerlo  vero. 

«  Nell'anno  1319  troviamo  un  trattato  di  alleanza  tra  Federico,  figlio 
del  marchese  Manfredo,  e  Filippo  d'Acaia.  Federico,  ribellatosi  al  padre 
che  voleva  ingiustamente  diseredarlo,  cercò  l'aiuto  della  casa  di  Savoia  che 
da  queste  domestiche  dissenzioni  guadagnò  l'omaggio  di  tre  ricche  città, 
poiché  in  compenso  dei  suoi  servigi  il  principe  d'Acaia  volle  da   Federigo 


—  496  — 

omaggio  per  Carmagnola,  Eevello  e  Racconigi  ;  il  padre  a  sua  volta  prestò 
omaggio  per  le  solite  quattre  terre  a  Odoardo  conte  di  Savoia;  un  altro 
ad  Aimone,  successore  di  Odoardo,  ne  prestò  Federigo  nel  1330,  in  qualità 
di  marchese;  un  terzo  infine  al  principe  d'Acaia  nel  1331. 

V.  «  Il  figlio  di  Federigo,  Tommaso,  privo  dello  stato,  in  continue 
lotte  collo  zio  e  col  nonno,  imprigionato  da  Giacomo  d'Acaia  che  par- 
teggiava per  l'illegittimo  marchese,  si  volse  al  Delfino,  cognato  del 
padre  suo  e  ad  ottenerne  aiuto  per  ricuperare  lo  stato  che  gli  spettava  di 
diritto,  gli  fé'  omaggio  pieno  ed  assoluto  di  tutto  il  marchesato  e  ne  rice- 
vette investitura  formale  (1343).  Il  documento  è  fuor  di  ogni  dubbio 
autentico  ed  è  stato  pubblicato  nel  Codice  diplomatico  di  Lunig  :  in 
esso  non  si  fa  alcuna  menzione  di  omaggi  precedentemente  prestati  ai 
Delfini,  indizio  evidente  che  non  esistevano  :  si  escludono  solo  le  sette  terre 
ch'erano  precedentemente  passate  sotto  l'alta  sovranità  della  Casa  di  Savoia. 
In  compenso  di  questa  spontanea  sottomissione,  il  Delfino  promise  a  Tom- 
maso sedicimila  fiorini  d'oro,  somma  che  non  fu  mai  pagata. 

«  Ciò  porse  appiglio  ai  consultori  di  Savoia  per  impugnare  la  validità 
di  quest'atto;  perchè,  essi  dicono,  se  non  sono  state  mantenute  le  con- 
dizioni del  contratto,  questo  è  naturalmente  nullo  e  privo  di  qualsiasi 
effetto  legale.  Di  più,  aggiungevano  sempre  i  procuratori  di  Savoia,  «  dieta 
«  donatio  castra  de  Salutiis  et  de  Draghonerio  compreheudere  non  poterat, 
«  cimi  tempore  dictae  donatiouis  ipsa  castra  dictus  Marchio  non  teneret, 
«  nec  possideret,  et  sic  eadem  in  dictum  Delphinum  transferre  non  poterat  ». 
Ma  rispondevano  i  procuratori  del  Delfinato  che  «  dictus  Marchio  erat  tunc 
«  temporis  ipsarum  villarum  et  castrorum  verus  dominus,  licet  ab  aliis 
«  tunc  occuparentur  de  facto  temerario  et  iniusto  et  sic  de  eisdem  hoinagium 
«  facere  poterat  ». 

«  Queste  ed  altre  questioni  di  simil  genere  furono  a  lungo  dibattute 
fra  i  giureconsulti;  ma  per  noi  non  hanno  molto  valore.  A  noi  basta  notare 
questo  importantissimo  fatto,  che  per  la  prima  volta  si  è  prestato  da  un 
marchese  di  Saluzzo  un  pieno  ed  irrevocabile  omaggio  per  l'intero  mar- 
chesato. A  Tommaso  spettava  per  diritto  la  corona,  i  suoi  zii  coll'aiuto 
della  Casa  di  Savoia  glie  la  avevau  tolta,  ei  non  poteva  sperar  soccorsi 
da  chi  era  stato  causa  di  tanti  mali,  e  non  voleva  rinunciare  a  ciò  che 
era  suo:  e  perciò  si  rivolse  ad  un  vicino  forte  e  potente,  a  lui  congiunto 
per  sangue,  nemico  dei  suoi  nemici,  e  lo  riconobbe    per  signore  feudale. 

«  Poco  dopo  spentasi  la  casa  dei  Delfini,  l'alta  sovranità  di  Saluzzo, 
come  parte  dell'eredità  di  quella  famiglia,  passò  alla  corona  di  Francia; 
ma  non  un  solo  omaggio  prestarono  i  marchesi  nostri;  vedremo  anzi  che 
anche  la  Casa  di  Savoia  molti  ne  ebbe  e,  come  questo,  pieni  ed  interi  ». 


—  497  — 

MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

F.  Cerroti.  Saggio  di  una  teoria  razionale  sulla  spinta  dei  terrapieni  ; 
e  particolarmente  sulla  stabilità  dei  muri  di  sostegno  contro  la  rotazione. 
Presentazione  del  Socio  P.  Barilari. 

A.  Porchesi.  Una  rappresentazione  del  complesso  lineare  sullo  spazio 
ordinario.  Presentazione  del  Socio  U.  Dini. 

L.  Chiappelli  Glosse  d'/rnerio  e  della  sua  scuola  tratte  dal  manoscritto 
capitolare  pistoiese  deWAuthenticum.  Presentazione  del  Socio  P.  Schupfer. 


RELAZIONI  DI  COMMISSIONI 

Il  Socio  Cannizzaro,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Cossa,  legge  una 
Relazione  sulla  Memoria  dei  dott.  G.  Ciamician  e  P.  Silker,  intitolata  :  Sul- 
l'azione dell'acido  nitrico  sul  pirrilmetilchetone,  concludendo  per  l'inserzione 
di  essa  negli  Atti  accademici. 

Le  conclusioni  della  Commissione,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dall'Accademia,  salvo  le  consuete  riserve. 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Presidente  Brioschi  annuncia  con  rammarico  all'Accademia  la  perdita 
che  essa  ha  fatto  nella  persona  del  suo  Presidente  onorario  conte  Terenzio 
Mamiani,  mancato  ai  vivi  il  21  maggio  1885.  Lo  stesso  Presidente  comu- 
nica inoltre  che  in  una  delle  sedute  del  nuovo  anno  accademico  sarà  letta 
dal  Socio  Ferri  una  Comemorazione  dell'illustre  estinto. 

Il  Segretario  Carutti  dà  parte  all'Accademia  dei  telegrammi  e  lettere 
di  condoglianza  inviate  in  occasione  della  morte  del  conte  Terenzio  Mamiani, 
dalla  Società  di  lettere  e  filosofia  della  Università  di  Palermo,  dalla  Società 
letteraria  Minerva  di  Trieste  e  dalla  Società  educatrice  Marrucino-Frentana 
di  Chieti. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

I  Segretari  Carutti  e  Blaserna  presentano  le  puhblicazioni  giunte 
in  dono,  segnalando  tra  esse  le  seguenti  inviate   da  Soci  e   da  estranei. 

B.  Paoli.  Esposizione  storica  e  scientifica  dei  lavori  di  preparazione 
del  Codice  penale  italiano,  dal  1866  al  1884.  Lib.  I,  II. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  65 


—  498  — 

J.  vom  Rath  e  F.  A.  Genth.  On  the  Yanadetes  and  Jodyrite,  from  Lake 
Yalley,  Sierra  Co.,   New  Mexico. 
L.  Bombicci.   Corso  di  litologia. 

I.  Zvetaieff.  Inscriptiones  Italiae  mediae  dialecticae,  con  atlante. 
P.  Lucascevic.  Pubblicazioni  filologiche  varie,  in  lingua  russa. 

Il  Segretario  Blaserna  preseuta  inoltre  il  Voi.  I.  Parti  la  e  2a  della 
Relazione  sui  risultati  scientifici  ottenuti  colla  spedizione  del  «  Challenger», 

Il  Socio  Cannizzaeo  presenta  la:  Relazione  delle  esperienze  fatte  nel 
laboratorio  speciale  della  Commissione  annesso  all'Istituto  Chimico  della 
R.  Università  di  Roma,  sulle  così  dette  ptomaine  in  riguardo  alle  perizie 
tossicologiche  accompagnando  la  presentazione  colle  seguenti  parole:  «  Ho 
l'onore  di  presentare  all'Accademia  una  Relazione  sulle  così  dette  ptomaine 
in  riguardo  alle  perizie  tossicologiche.  L'Accademia  rammenta  le  molte  comu- 
nicazioni fatte  su  questo  argomento  dal  defunto  Socio  Selmi;  rammenterà 
altresì  che  in  una  seduta  io  insistetti  sulla  convenienza  di  riesaminare  nel- 
l'interesse della  giustizia  penale  i  fatti  osservati  dal  Selmi. 

La  sezione  di  chimica  del  congresso  degli  scienziati  tenutosi  in  Pa- 
lermo nell'anno  1885  richiamò  l'attenzione  del  Ministro  della  giustizia  sui  dubbi 
che  i  lavori  del  Selmi  aveano  sparso  su  tutte  le  perizie  tossicologiche,  e 
presentò  la  proposta  di  fare  esaminare  da  una  commissione  l'argomento.  Il 
Ministro  di  giustizia  sollecitato  anche  da  alcuni  magistrati  che  aveano  pre- 
sieduto la  Corte  di  Assise  in  processi  di  avvelenamenti,  accolse  la  proposta 
del  congresso  di  Palermo  e  nominò  una  commissione  presieduta  dal  Selmi. 
Dopo  la  morte  del  Selmi  la  presidenza  di  quella  commissione  è  stata  affi- 
data a  me. 

La  Relazione,  che  presento,  contiene  i  risultati  delle  più  recenti  espe- 
rienze fatte  per  incarico  della  commissione  dal  dott.  Marino,  in  un  labora- 
torio speciale  adattato  a  spese  del  Ministero  di  giustizia  dentro  l'Istituto 
chimico  dell'Università  di  Roma  ». 

Il  Socio  Respighi  presenta  all'Accademia,  a  nome  dell'autore,  prof. 
Ottavio  Zanotti  Bianco,  un'opera  intitolata  :  Il  problema  meccanico  della 
figura  della  terra  ;  facendo  rilevare  l'importanza  di  questo  lavoro,  principal- 
mente per  la  grande  chiarezza  ed  ordine  nell'esposizione,  e  per  la  ricchezza 
delle  notizie  bibliografiche  relative  a  questa  difficilissima  e  complicatissima 
questione. 

Il  Socio  Ferri  presenta  l'opera  del  sig.  E.  Soulier:  Eraclito  Efesio. 
a  nome  del  Socio  Mancini,  il  quale  richiama  l'attenzione  dell'Accademia  su 
questa  pubblicazione. 


—  499  — 

Presenta  inoltre  da  parte  dell'autore,  un  opuscolo  del  prof.  Pietro 
Ragnisco  intitolato  :  Un  autografo  del  Cardinale  Bessarione.  «  Questo  ma- 
noscritto della  Biblioteca  di  S.  Marco  si  riferisce  alla  questione  delle  idee  e 
alla  dottrina  platonica  della  quale  il  Bessarione  fu  seguace.  Come  l'autore  stesso 
lo  dichiara,  in  una  avvertenza  premessa  alla  sua  dissertazione,  questo  breve 
manoscritto  non  era  ignoto  ai  cultori  della  Storia  della  filosofia.  Ma  non  essen- 
done, por  avviso  dell'autore,  stata  intesa  e  rilevata  tutta  la  significazione,  egli 
si  è  proposto  di  tradurlo  e  pubblicarlo,  aggiungendovi  illustrazioni  tratte  dalle 
opere  del  Bessarione  e  notizie  attinenti  alla  disputa  sorta  fra  i  dotti  greci 
venuti  in  Italia  verso  la  metà  del  quattrocento,  a  cui  diede  origine  uno  scritto 
di  Giorgio  Gemisto  Pletone  sulla  differenza  fra  la  dottrina  platonica  e  la  ari- 
stotelica. 

Il  prof.  Ragnisco  si  propose  di  dimostrare,  che  l'autografo  da  lui  stu- 
diato concorda  nella  sostanza  colle  opere  a  stampa  del  Cardinal  Bessarione 
e,  ni  pari  di  queste,  rivela  in  lui  il  platonico  cristiano». 

Il  Socio  Tommasini  presenta,  in  particolar  modo  parlando  della  loro  im- 
portanza, le  seguenti  pubblicazioni  edite  per  cura  dei  signori  G.  Marcotti  e 
G.  Tempie-Leader:  Il  giubileo  dell'anno  1450  e  Un'ambasciata,  dell'abate 
G.  F.  Rucellai,  nonché  il  Libro  dei  nobili  veneti,  per  la  prima  volta  messo 
in  luce  da  G.  Tempie-Leader. 


CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna  comunica  all'Accademia  la  corrispondenza  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 
La  R.  Accademia  della  Crusca;    la  Società   filosofica   di  Birmingham; 
la  Società  delle  scienze  di  Danzica  ;  la  Società  zoologica  di  Amsterdam  ;  la 
Biblioteca  provinciale  S.  Tommasi  di  Aquila;  il  New-College  di  Oxford;  la 
Scuola  politecnica  di  Delft. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
L'Ufficio  idrografico  di  marina,  di  Genova;  la  Società   istriana   di   Ar- 
cheologia e  Storia  patria  di  Parenzo. 

P.  B. 
D.  C. 


-   501    - 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 

Classe  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta    del    21    giugno    1885. 
G.  Fiorelli  Vice-Presidente. 


MEMORIE    E    NOTE 
1)1    SOCI    <i    PRESENTATE    DA    SOCI 

Filologia.    —   La  lettera  di  Xenaias   (Philoxenos)    ai   monaci 
di  Teleda.  Memoria  del  Socio  I.  Guidi. 

Questa  Memoria  sarà  pubblicata  nei  volumi  accademici. 

Filologia.  —  Sulle  divergerne  dei  canzonieri  nelle  attribuzioni 
delle  poesie.  Nota  del  Socio  E.  Monaci  ('). 

Storia.  —  /  diritti  di  casa  di  Savoja  sopra  il  Marchesato  di 
Saluzzo.    Nota   III    del    dott.  Camillo   Manfroni,   presentata  dai  Soci 

Cakutti  e  Tommasini. 

I.  «  Nell'auuo  1347,  Tommaso  stesso  fece  atto  di  sottomissione  ad  Ame- 
deo VI  per  Barge,  Busca,  Scarnafigi  e  Bernezzo,  mentre  tentava  con  un  esercito 
mercenario  di  riprendere  il  dominio  occupato  dai  suoi  zìi.  Morto  lui  nel  1357, 
Federico,  suo  figlio,  continuò  la  guerra  e  finalmente  riuscì  a  far  la  pace 
con  Giacomo  d'Acaia,  rinnovandogli  la  dichiarazione  di  fedeltà  fattagli  dal 
padre,  per  Carmagnola,  Revello  e  Racconigi,  e  in  questo  modo  riacquistò  tutti 
i  suoi  stati.  Ma  ben  presto  una  nuova  e  più  terribile  guerra  egli  ebbe  a  soste- 
nere. Quando  Amedeo  VI,  prese  le  armi  contro  il  proprio  parente  Giacomo 
d'Acaia,  a  causa  di  certi  tributi  (V.  Guichenon  voi.  I,  pag.  331),  lo  ebbe  vinto 
e  privato  di  tutti  gli  stati,  richiese  a  Federigo   l'omaggio   di  quelle  terre 

Questa  Nota  -uri  pubblicata  in  uno  dei  prossimi  Rendiconti. 
Rendiconti  —  V  il.  I.  66 


—  502  — 
ch'ei  teneva  in  feudo  del  principe  Giacomo,  cui  poco  prima  egli  avea  rico- 
nosciuto legittimo  signore. 

«  Federigo  rifiutò  e  mal  glie  ne  incolse,  perchè  il  Conte  Verde  entrò 
colle  armi  nelle  terre  del  marchesato  ;  prese  Bacconigi,  ed  assediò  Saluzzo. 
Già  stava  per  impadronirsene  colla  forza,  quando,  mosso  dalle  istanze  dei 
parenti  e  dei  cittadini  che  la  guerra  avea  ridotti  in  estrema  penuria  d'ogni 
cosa,  Federigo  venne  a  chieder  pace.  La  questione  fu  rimessa  ad  un  arbi- 
trato: furono  nominati  arbitri  quattro  Vassalli  del  Conte  di  Savoia,  i  quali 
dichiararono  «  quod  dictus  marchio  et  eius  heredes  ac  successores  Marchiones 
«  Salutiarum  tenerent  et  tenere  deberent  in  fide  et  homagio  ligio  in  perpe- 
«  tuuui  a  dicto  coniite  Sabaudiae  et  eius  heredibus  et  successoribus  castra, 
«  villas  et  mandameuta  Marchionatus  Salutiarum  et  Dragonerii,  ac  omnes 
«  alias  villas,  castra,  terras,  iurisdictiones  et  nobilitates  quascumque  dictus 
«Marchio  tenebat,  exceptis  tamen  illis,  qua  s  infra  tres  septimanas  eidem 
«  Corniti  ostenderet  ab  aliis  dominis  in  feudum  se  tenere  »  e  inoltre  che 
«  dimitteret  omnino  eidem  Corniti  castrimi,  villani  et  mandamentum  de 
«  Bargiis  .  .  .  ,  villani  Busquae,  Scarnafisii,  Monasterolii  et  plura  alia  castra 
«  usque  ad  numerimi  sexdecim  ». 

«  Il  marchese,  spinto  dalla  paura,  fece  atto  di  fedeltà  e  ricevette 
l'investitura  per  tutto  il  marchesato.  Dice  la  sentenza  della  corte  (1390)  che 
presto  si  pentì  di  aver  ceduto  al  conte  Amedeo  ;  per  riparare  al  mal  fatto 
si  recò  in  quel  medesimo  anno  nel  Delfinato  e  quivi  ratificò  ed  approvò 
l'omaggio  fatto  dal  padre  suo  al  Delfino  Umberto;  e  riconobbe  come  asso- 
luto signore  Carlo,  primogenito  del  re  Carlo  V  di  Francia  erede  del  Del- 
finato. Ma  poi  nell'  anno  successivo  (1364)  a  la  Bastia,  in  presenza  del 
Governatore  del  Delfinato  stesso,  egli,  costretto  colla  violenza  dal  conte 
Amedeo  VI,  che  gli  pose  il  pugnale  alla  gola,  tornò  a  protestarglisi  fedele  vas- 
sallo, ripetendo  la  dichiarazione  di  fedeltà  poco  prima  fattogli  per  l' intero 
marchesato.  Abbiamo  dunque  nel  breve  corso  di  due  anni,  tre  prestazioni  di 
omaggi:  due  al  conte  di  Savoia,  imo  a  Carlo,  erede  del  Delfinato. 

IL  «  Se  si  volesse  raccogliere  tutto  quanto  è  stato  scritto  su  questi 
tre  soli  documenti  si  potrebbe  formarne  un  ampio  volume.  I  procuratori 
del  Delfiuato  negarono  ogni  valore  agli  omaggi  dati  ad  Amedeo  VI  perchè 
estorti  colla  violenza  e  con  le  minacce:  i  consultori  di  Savoia  li  difesero 
e  tentarono  di  mostrar  la  nullità  di  quello  prestato  a  Carlo. 

«  È  innegabile,  e  gli  stessi  consultori  di  Savoia  lo  confessano,  che  da 
parte  del  Conte  vi  sia  stata  violenza;  è  innegabile  pure  che  la  sentenza 
degli  arbitri  sia  stata  ingiusta  e  non  disinteressata  :  ma  io  non  so  compren- 
dere perchè  il  governatore  del  Delfinato,  in  presenza  del  quale  Federigo 
aveva  riconosciuto  il  conte  come  suo  signore,  non  abbia  protestato  e  non 
abbia  chiesto  la  revoca  dell'investitura,  fondandosi  su  quelle  parole  dell'ar- 
bitrato «  salvo  ciò  che  potesse  dimostrare  di  tenere  da  altri  ».  Né  si  può 


—  503  — 

dire  che  questo  procuratore  non  avesse  avuto  contezza  della  fedeltà  giu- 
rata a  Carlo  l'anno  prima,  perchè  nelle  sue  proprie  mani  Federico  aveva 
giurato  :  perchè  dunque  assistè  tacito  alle  violenze  del  conte  Verde  che 
riuscivano  a  danno  del  suo  signore? 

«  Quest'argomento  mi  fa  dubitare  assai  dell'autenticità  dell'atto  d'omaggio 
fatto  nel  1363  a  Carlo;  tanto  più  che  in  quello  Federigo  si  dichiara  pie- 
namente soddisfatto  della  somma  di  16,000  fiorini,  che  noi  sappiamo,  per 
confessione  del  nostro  cronista,  non  essere  mai  stati  pagati  uè  a  Federigo 
né  a  Tommaso  suo  padre.  Ma,  non  avendo  potuto  trovare  né  aver  tra  le 
le  mani  il  documento  originale  e  nemmeno  una  copia  esatta,  non  sono  in 
grado  di  nulla  affermare.  Ad  ogni  modo  questo  documento  è  di  importanza 
affatto  secondaria;  poiché  già  l'altro  del  1343  riconoscava  l'alta  sovranità 
sovranità  dei  Delfini  e  loro  eredi  sul  marchesato. 

«  Abbiamo  dunque  da  una  parte  l'omaggio  del  1343  ai  Delfini,  dal- 
l'altra quello  del  1363  a  Savoia;  l'uno  e  l'altro  hanno  contro  di  sé  delle 
gravi  accuse,  che  potrebbero  diminuirne  l'importanza  giuridica  :  io  sono  stato 
fedelissimo  nel  riferire  il  prò  ed  il  cantra  :  chi  legge  può  dare  facilmente 
il  suo  giudizio. 

«  Non  dimentichiamo  però  che  l'omaggio  fatto  ai  conti  di  Savoia,  ebbe 
poco  appresso  la  sanzione  dell'imperatore,  al  quale,  secondo  l'antico  diritto 
feudale,  spettava  la  vera  sovranità  della  marca  (1365,  1372). 

III.  «  Nel  1375  il  conte  di  Savoia  assalì  Federigo,  ed  egli  per  ottenere 
l'aiuto  del  Delfino  gli  rinnovò  l'omaggio,  già  più  volte  prestato  ;  questi  dal  canto 
suo  concesse  al  marchese  il  diritto  di  rizzare  sulle  sue  torri  le  bandiere 
coi  gigli  di  Francia,  e  nel  tempo  stesso  fece  scrivere  al  Conte  Verde  di 
cessare  da  ogni  ostilità  contro  il  marchese,  vassallo  ligio  della  sua  Corona. 

«  Amedeo  VI  protestò  ch'egli  era  signore  feudale  del  marchesato,  ma 
indarno:  alla  fine  per  non  inimicarsi  il  re  concesse  una  tregua,  durante  la 
quale  Carlo  V  di  Francia,  padre  del  Delfino,  avrebbe  dovuto  render  giu- 
dizio dei  suoi  diritti  su  Saluzzo. 

«  Ma  mentre  l'ima  parte  e  l'altra  presentava  i  suoi  titoli  e  i  suoi 
documenti,  l'imperatore  Carlo  IV,  affermando  che  il  marchesato  era  un 
feudo  imperiale  e  che  Federigo  aveva  rinnegato  l'alta  sovranità  sua,  pre-. 
stando  omaggio  ad  altri  senza  suo  permesso,  lo  dichiarò  decaduto  da  ogni 
diritto  ed  autorità,  e  diede  il  marchesato  (1375)  al  conte  di  Savoia.  (Vedi 
Consultazione  Cacherano  p.  65).  Nel  medesimo  tempo  proibì  al  Conte  «  ne 
«  controversiam  ageret  corani  alio  principe  vel  indice  sed  solimi  corani  sua 
«  maiestate  ». 

IV.  «  Nessuna  sentenza  e  nessun  bando  fu  pronunciato  durante  la  vita 
del  conte  Amedeo  VI:  ma,  morto  questi  nel  1383,  Amedeo  VII  non  essendo 
più  obbligato  dalla  tregua  giurata  dal  padre,  mosse  le  armi  contro  Fede- 
rigo e  assediò  la  città  di  Saluzzo:  l'avrebbe  certamente  presa,  se,  cedendo 


—  504  — 

all'Invito  del  re  Carlo,  non  fosse  subitamente  partito  verso  la  Francia  per 
combattere  gli  inglesi  (1379).  Per  quel  momento  il  nostro  marchese  fu 
salvo  ;  corse  tosto  a  Parigi,  si  presentò  alla  corte,  parlò  col  re,  coi  ministri, 
mostrando  la  sua  fedeltà  alla  casa  di  Francia,  ed  ottenne  di  stare  in  giu- 
dizio insieme  col  procuratore  del  Delfino  contro  il  Conte  di  Savoia. 

«La  sentenza  fu  pronunciata  dal  re  Carlo  VI  nel  1390:  non  posso 
riferirla  tutta,  come  vorrei,  perchè  lunghissima;  mi  limiterò  a  riportare 
uno  dei  passi  più  importanti  e  le  conclusioni,  tanto  più  che  qua  e  là 
a  propositi  dei  singoli  documenti  io  ne  ho  trascritto  qualche  brano. 
Ma  prima  credo  necessario  riassumere  per  mezzo  di  un  quadro  sinottico 
tutti  i  diritti  veri  o  falsi  che  ciascuna  delle  due  parti  contendenti  preten- 
deva avere  all'alta  sovranità  del  marchesato. 

Prospetto  dei  documenti  presentati  alla  Corte  di  Francia 
dalla  Casa  di  Savoia 

•<  1163  Sentenza  arbitrale  di  Bonifacio  di  Monferrato  che  condanna  il  mar- 
chese di  Saluzzo  all'omaggio  al  conte  di  Savoia  per  tutto  il  marchesato 
e  per  i  luoghi  di  Busca,  Bernezzo.  Barge  e  Scarnafigi  (Falso). 

«  121(5  Omaggio  per  Barge,  Busca,  Scarnafigi  e  Bernezzo  fatto  da  Adelaide 
a  Tommaso  I  di  Savoia. 

«  1223  Conferma  dell'omaggio  del  1216,  con  aggiunta  di  Fontanili  e 
Eoncaglia. 

«  1235  Conferma  dei  due  precedenti  omaggi. 

«  1291  Conferma  come  sopra. 

«  1305  Omaggio  per  tutto  il  marchesato  di  Saluzzo  e  per  tutto  il  mar- 
chesato di  Monferrato,  fatto  da  Manfredo  ad  Amedeo  V  (Falso?). 

«  1324  Omaggio  al  principe  d'Acaia  per  Revello,  Carmagnola  e  Bacconigi. 

«  1330  Conferma  degli  omaggi  1223,  1235,  1291  fatta  al  conte  Aimone. 

«  1330  Conferma  dell'omaggio  1324  a  Filippo  d'Acaia. 

«  1347  Conferma  dell'omaggio  1330  al  conte  di  Savoia. 

«  1357  Conferma  dell'omaggio  1330  al  principe  d'Acaia. 

«  1363  Omaggio  pieno  ed  intero  di  tutto  il  marchesato  prestato  da  Fede- 
rico ad  Amedeo  VI. 

<:  1364  Conferma  del  precedente. 

«  1365  Diploma  imperiale  che  riconosce  i  diritti  dei  conti  di  Savoia  su 
Saluzzo. 

«   1372  Diploma  imperiale  id.  id. 

«  1375  Diploma  imperiale  che  investe  del  marchesato  Amedeo  VI. 

dagli  eredi  del  Delfinato 

«  1210  Omaggio  della  Contessa  Adelaide  a  Guido  Delfino  per  tutto  il  mar- 
chesato (Falso). 


—  505   — 

«  12ì>l  Conferma  dell'omaggio  di  Adelaide,  l'atta  da  Tommaso  di  Saluzzo 

al  Delfino  Umberto  (Falso). 
«  1343  Pieno  omaggio  di  tutto  il  marchesato  fatto  al  Delfino  da  Tommaso. 

1363  Ratifica  dell'atto  1343. 
«  1375  Omaggio  a  Carlo  di  Francia. 
-<  1375  Lettera  del  re. 

«  Questo  quadro  sinottico  non  ha  bisogno  di  commenti  :  si  vede  chia- 
ramente che  la  Casa  di  Savoia  (comprendendovi  anche,  benché  impropria- 
mente, il  ramo  d'Acaia)  sin  da  remoti  tempi  avea  diritto  all'  omaggio  per 
nove  terre,  cioè  Barge,  Bernezzo,  Busca,  Fontanili,  Roncaglia,  Scarnafigi, 
Carmagnola,  Revello  e  Raccouigi;  ma  che  non  avea  diritto  all'alta  sovranità 
su  tutto  il  marchesato  se  non  in  causa  dell'omaggio  estorto  colla  violenza 
nel  1363.  Si  vede  invece  che  gli  eredi  del  Delfinato  avean  di  recente  acqui- 
stato un  vero  ed  assoluto  diritto  per  spontanea  dedizione  dei  marchesi,  che, 
appunto  per  isfuggire  alle  guerre  devastatrici  mosse  loro  dai  conti  di  Savoia 
o  dai  principi  di  Acaia,  erano  stati  costretti,  lor  malgrado,  a  cercarsi  un 
protettore  e  un  signore  feudale  nel  Delfino  di  Vienna. 

V,  ■'  Ma,  ammessa  la  priorità  e  la  spontaneità  degli  omaggi  prestati  ai 
Delfini,  ne  vien  di  logica  conseguenza  che  la  sentenza  del  re  Carlo  sia  valida? 
Di  questo  parleremo  ben  presto:  ora  giova  riferire  alcuni  dei  primi  e  degli 
ultimi  periodi  della  sentenza  stessa  : 

«  Carolus  Dei  Gratia  Francorum  rex  universis  praesentes  literas  inspe- 

«  cturis  salutem Tandem  convocatis  ....  et  visis  per  eos  inquesta  . .  . 

«  per  arrestimi  dici  et  pronuntiari  fecimus  quod  inquesta  praedicta  poterat 
atque  potest  sine  reprobationibus  iudicari  ;  certasque  litteras  et  iustru- 
«  menta  factas  seu  facta  corani  Salutiis  V  die  Aug.  a.J,  1363  et  quoddam 
«  aliud  instrumentum  factum  ultima  die  Februarii  a.  1364  in  Bastida  de 
■<  Johanages  homagium  dicti  Marchionatus  Salutiarum  tangentia  seu  con- 
'  cernentia,  quibus  dietns  Comes  in  hac  causa  se  iuvaverat  et  iuvabat  ut 
«  praefertur,  nulla  et  invalida  declaravimus  et  declaramus ;  annullavi- 
«  musque  et  annullamus.  Praetereas  nos  ad  causam  dicti  nostri  Dalphina 
«  tus  tenebimur  et  conservabimur  in  possessione  et  saysina  soli  et  inso- 
lidum  directi  dominii  feudalis  ac  fidei,  homagii  ligii  totius  praedicti  Mai- 
•<  chionatus  Salutiarum  eiusque  pertinentiarum  ac  appendentiarum  quarum- 
-  cumque.  Et  pari  forma  tenebitur  et  conservabitur  dictus  Marchio  in 
«  possessione  et  saisina  dicti  Marchionatus  ....  in  fide  et  homagio  a  no- 

«  bis (  non  ab  alio  quocumque [nsuper  praenoniinatum  comi- 

•<  tem  ad  reddendum  et  restituendum  praefato  Marchioni  villas  et  castra 
•<  quae  sequuntur  videlicet  »  (e  qui  segue  una  lunga  lista  di  tutte  le  terre  di 
proprietà  dei  marchesi,  o  sulle  quali  essi  aveano  sovranità)  «  per  dietimi 
«  comitem  torcionarie  occupata,  nec  non  in  expensis  dictorum  procuratoris 


—  50G  — 

«  nostri  Dalphinatus  et  Marchiouis  in  praesenti  causa  factis  condemnavimus 
«  et  etiani  condemnamns  ». 

«  Pronuntiatum  decima  die  Maij  a.  d.  1390  ». 

«  Ed  ora  possiamo  ripeterci  la  domanda  :  È  valida  la  sentenza  del  re 
Carlo  ?  A  prima  giunta  parrebbe  che  si.  Nulla  di  più  naturale  infatti 
che  un  re  di  Francia  pronunciasse  un  laudo  arbitrale  nella  contesa  sorta 
fra  il  conte  di  Savoia  da  un  lato  e  il  marchese  di  Saluzzo  e  gli  eredi  del 
Delfinato  dall'  altro,  poiché  l1  una  parte  e  l1  altra  avea  dato  al  re  la  facoltà 
di  esaminare  i  documenti  e  di  emettere  la  sentenza;  come  chiaramente  ce  lo 
prova  una  lettera  del  conte  Amedeo  VII  ad  un  officiale  del  re  (Vedi  Responso, 
ad  causarti  Marchiae  SakUiarum  Pan.  1").  Ma  quando  considereremo  che 
l' erede  del  Delfinato  è  appunto  il  figlio  del  re  di  Trancia  e  che  questo 
figlio,  alla  morte  del  padre,  assume  la  corona  e  pronuncia  quella  sentenza 
che  i  contendenti  volevano  emessa  dal  padre  suo,  ci  accorgeremo  facilmente 
che  egli  diventa  giudice,  senza  cessare  di  essere  parte  e  che  perciò  la  sua 
sentenza  non  può  e  non  deve  aver  valore  alcuno. 

«  Né  basta  :  questa  sentenza  è  un  laudo  arbitrale,  e  come  tale  richiede 
che  il  giudice  goda  la  fiducia  delle  parti  e  da  queste  gli  sia  data  autorità 
di  giudicare  e  sentenziare:  ora,  se  il  re  defunto  godeva  tal  fiducia  ed  aveva 
avuto  tale  autorità,  chi  l'aveva  confermata  e  prorogata  al  figlio,  suo  suc- 
cessore ?  Il  conte  di  Savoia  Amedeo  VI  no  certamente,  e  neppur  Amedeo  VII 
che  gli  successe  nel  1383:  perch'essi  non  potean  certo  volere  la  propria 
condanna.  Né  vale  il  dire  che,  avendo  fiducia  nel  padre,  che  pur  era  nella 
causa  interessato,  doveauo  quei  conti  averla  anche  nel  figlio  di  lui.  Peroc- 
ché il  re  Carlo  V  era  amicissimo  del  conte  Amedeo  VI  e  avrebbe  potuto 
esser  imparziale  in  una  causa  che  danneggiava  il  Delfino,  suo  figliuolo  :  ma 
sarebbe  stato  assurdo  sperare  che  Carlo  VI  condannasse  se  stesso.  Dunque 
i  conti  di  Savoia  non  prorogarono  l'autorità  d'arbitro  al  re  Carlo  VI,  come 
con  molte  prove,  oltre  a  quelle  che  ho  addotte  qui  sopra,  evidentemente 
dimostrarono  i  consultori  legali  di  Carlo  Emanuele  I  :  ne  consegue  che  questa 
sentenza  non  ha  alcun  valore,  se  pur  non  vuoisi  prestar  fede  alla  ridicola 
asserzione  dei  procuratori  del  Delfinato,  che  dicevano  essere  i  conti  di  Savoia 
vassalli  della  corona  di  Francia  e  come  tali  dover  riconoscere  quel  re  come 
loro  legittimo  ed  unico  giudice. 

«  I  consultori  di  Carlo  Emanuele  I  impugnarono  questa  sentenza  sotto 
t.uttti  gli  aspetti,  la  stritolarono,  l'annientarono  quasi:  ma  le  loro  argomen- 
tazioni e  le  loro  accuse,  ben  considerate,  si  riducono  a  queste  due  che  ho 
accennate;  la  mancanza  di  autorità  nel  re  Carlo  VI0,  e  l'assurdità  di  una 
sentenza  da  lui  data  in  causa  propria  contro  un  principe  noli  vassallo  della 
sua  corona.  A  queste  ragioni  di  nullità  essi  ne  aggiunsero  altre,  ricavate 
dall'esame  dei  documenti  addotti  dall'una  parte  e  dall'  altra  :  ma  di  queste  io 
non  mi  occuperò,  avendone  già  parlato  qua  e  là  nel  corso  del  presente  lavoro. 


—  507  — 

«  Noi  abbiamo  però  un  altro  potentissimo  argomento  per  negarle  ogni 
valore  :  l' imperatore  Carlo  IV,  ricordiamolo,  avea  confiscato  il  marchesato 
e  uè  avea  investito  il  conte  di  Savoia,  nell'anno  1375  :  il  re  di  Francia  non 
poteva  ignorare  l'esistenza  di  quell'  atto,  perchè  presentato  insieme  agli  altri 
documenti  dalla  Casa  di  Savoia:  con  qual  diritto  egli  annullò  quel  diploma 
imperiale  e  non  ne  tenne  alcun  conto?  I  signori  di  Savoia  potevano,  come 
infetti  fecero,  fondarsi  su  quel  diploma,  come  ottenuto  non  monta,  e  non 
obbedire  alla  sentenza  arbitrale  del  re.  Di  più,  secondo  il  medesimo  diritto, 
un  vassallo  maggiore  non  poteva  prestar  omaggio  del  feudo  ad  un  altro, 
senza  il  consenso  dell'  imperatore  ;  questi  aveva  riconosciuti  implicitamente 
gli  omaggi  fatti  a  Savoia,  non  quelli  ai  Delfini  e  che  però  secondo  il  jus 
feudale,  erano  nulli. 

«  Da  tutte  queste  considerazioni,  pur  non  volendo  entrare  nel  merito 
della  causa,  possiamo  concludere  che  essa  era  e  dovea  essere  invalida  e 
nulla,  e  che  i  conti  di  Savoia  pel  solo  fatto  della  sentenza  medesima  non 
erano  obbligati  né  a  restituire  le  terre  occupate  in  pregiudizio  del  mar- 
chese, ne  a  pagare  il  richiesto  indennizzo  ». 

Bibliografia.  —   Notizia  del  Prochiron   l e g u m ,  contenuto 

nel  Codice  vaticano  greco,  845.  Nota  del  dott.  Brandileonr,  presentata 

dal  Socio  Schdpfer. 

«  Il  primo  a  dar  notizia  del  codice  vaticano  greco  845  fu  il  Capasso,  il 
quale,  pubblicando  una  novella  greca  di  Ruggiero  Re  di  Sicilia  e  di  Puglia, 
contenuta  nel  codice  medesimo  ('),  riferiva  anche  l'indice  degli  altri  scritti 
in  esso  compresi.  Secondo  quell'indice,  redatto  da  mano  ignota  probabil- 
mente nel  secolo  scorso,  i  primi  90  foli,  del  ms.  sono  occupati  da  un  «  hcs 
Canonicum,  sive  potius  Nomocanon,  quo  Calabria?.,  sire  Magnar  Graeciae 
Provincia  oliai  utebatur  ». 

«Per  quali  ragioni  lo  sconosciuto  redattore  dell'indice  abbia  creduto  di 
apporre  un  simile  titolo  a  quel  compendio  legale,  che  nel  ms.  non  ha  alcun  titolo 
originali'  e  nell'Inventario  ms.  dei  codici  greci  della  Vaticana  è  semplice- 
mente detto  TToaytioor  vóaoiv  óirjQr)f.iévwv  èv  iii.  a',  non  mi  è  riuscito  di 
saperlo;  non  ostante  che  i  Bibliotecari]  della  Vaticana  abbiano  dimostrati' 

(')  Novella  di  Ruggiero  re  di  Sicilia  e-  ili  Puglia,  promulgata  in  greco  nel  1150  ed 
ora  per  la  prima  volta  edita  dai  codd.  delle  biblioteche  di  S.  Mirco  in  Venezia  e  Vaticana 
di  Roma,  con  la  traduzione  latina  ed  alcune  osservazioni  di  Bartolommeo  Capasso  Napoli. 
Is6~. —  La  parte  della  novella,  secondo  la  redazione  del  cod.  vat..  pubblicata  dal  Capasso 
gli  fu  comunicata  dal  p.  Cassinese  d.  S.  Kalefati,  il  quale  non  si  accorse  che  alla  finestra 
del  codice,  fol.  Ula,  trovasi  anche  il  resto  della  novella  normanna,  la  quale  ci  e  pervenuta 
tutfintera  in  due  redazioni.  Lo  Zachariae  von  Lingenthal  ne  avea  già  dato  il  testo  si 
il  codice  Marciano  172,  negli  Heiddberger  Jahrbucher  der  Li!  ratur  (18-11  .  p.  554 


—  508  — 

la  migliore  volontà  per  aiutare  le  mie  ricerche.  Studiando  però  in  quel 
compendio,  ho  potuto  vedere  che  se  la  prima  parte  del  titolo,  in  quanto 
lo  designava  come  un  «  lus  Canonicum  »  (')  o  «  Nomocanon  »  era  sbagliata, 
non  era  del  pari  errata  la  sesonda  parte,  che  lo  attribuiva  alla  Calabria,  o 
Magna  Grecia  ;  perchè,  difatti,  molteplici  relazioni  e  di  forma  e  di  sostanza 
si  possono  scorgere  fra  quella  raccolta  compendiaria  di  leggi  e  le  contrade 
abitate  dai  Greci  nell'  Italia  meridionale. 

«  Il  cod.  è  membranaceo,  in  8°,  scritto  a  due  colonne,  con  caratteri  mollo 
simili,  come  fu  già  osservato  (2),  a  quelli,  che  il  Montfaucon  riferisce  nella 
Palaeographia  graeca,  quale  saggio  della  scrittura  greca  calabrese  della  se- 
conda metà  del  secolo  XII.  —  Nei  primi  due  foli,  si  trova  il  prospetto 
delle  40  rubriche  apposte  ai  40  titoli,  nei  quali  è  diviso  il  Prochlron.  È 
scritto  da  mano  evidentemente  posteriore  e  con  pessima  ortografia.  Lo  rife- 
risco, notando  la  fonte  di  ciascuna  rubrica,  per  dare  un'idea  esteriore  del 
modo  onde  fu  composto  questo  manuale. 

ni.  a'.  --  nsgii  fivrjan'ag  =  Ecloga  Leonis  et  Constantini,  I  (3). 
rtV.  tì' .   —   ttsqì  yà^ioiv  sTTirsrQaiifit'vwv  xaì  xsxuìXvju'voìv,  ttqwtov  xaì  dtv- 

ts'qov  xaì  Xvcfswg  avtwv  =  Ecloga,  II. 
Tir.  y' .  —  jTfoì  kvasoìg  yditov  =  Ecloga,  II  ('). 
tir.  ó' .   —   ttsqì  Titc  xuiuyoaquiaijq    TTQoixòg  xaì  f.iij  sirtóo!^si(Jiég    xaì    ttsqì 

ótxaiov  TTQoixóg  =  Ecloga,  III. 

XÌX.    S  .     -  -    TTSQÌ    ÓOÌQSOÌV    Ct/lXcòì'     ì'j     yOVV    àlTS l'TS Ì'&S V    ì'%Sl    tÓ    {IsfìCUOV    ij    ÓlU- 

XoijGiiog  xaì  òecsrtovsiug  avtmv,  ì'j  fura  dccvavóv  nei  xccTaXi/XTravoiiévoov, 

xaì  nfQÌ  reòv  aìzwv,  s%  àv   ai   óoQsaì  àvavQéizovcai  -=  Ecloga,  IV. 
lir.  %'■  —   tcfqì  tàv  XExa>Xv(iévoav  dian'Osadai  ttqqOuìttlov  xaì  ttsqì  óiadijxwv 

èyyqcupmv  xaì  àyodyuìv  =  Ecloga,  V. 
tir.  £'.  -  -  ttsqì  TTQciasoìg  xaì  àyooaaiag  =  Prochiron  Basilii,  Constantini  et 

Leonis,  XIV  (•). 
r(r.   i'     -  -   ttsqì  Tiitv  sì  dóiaStTov  xXijQOìófiior  xaì  Xsyavav  xaì  ttsqì    rù>v 

s'S  àyjxQiGxiag  sxttitttÓvtoìv  =  Ecloga,   VI. 
ni.   Ih'.    --   ttsqì  xovoaTióoon'  xaì  xovqutwqìmv  =  Ecloga,   VII   (''). 

(')  Questa  prima  denominazione  di  «  lus  Canonicum  »  pare  sia  anteriore  all'indice 
del  secolo  passato  ;  essa  trovasi  scritta  sul  foglio  di  risguardo  del  codice,  ed  è  ripetuta  in 
cima  al  primo  fui.,  dove  comincia  il  Prochiron.  Del  resto,  il  compilatore  dell'indice  ebbe,  pare, 
un  concetto  abbastanza  chiaro  di  questo  compendio,  perchè  non  solo  al  «  Iuì  Canonicum"» 
aggiunse  «Nomocanon  »,  ma  dopo  il  titolo  surriferito,  a  spiegarsi  meglio  soggiunge:  «  Ut 
plurimum  autem  sunt  leges  civiles  ». 

(5)  Capasso,  1.  e.  pag.  6. 

f)  Edidit  C.  E.  Zachariae  a  Lingenthal,  Lipsiae,  1852. 

(')  Per  questo  tit.  II  dell'  Edoga  [satirica,  diviso  in  due  nel  nostro  compendio,  v. 
Zachariae,  1.  e.,  Proleyomena,  pag.  5. 

(')  Edidit  C.  E.  Zachariae,  Heidelbergae,  1837. 

(')  V.  Zachariae,  Ecloga,  p.  29,  nota  1. 


_  509  — 

iìi.   ('.  TTtoì   tXwOtoiair   --       Ecloga,   Vili. 

iìi.  ice.         tcsqì  ifitpvTsvatag  =  Prochiron,  XV. 

in.   iSf '.       -    TTtoì   Socvsìov  xuì   tvtyvow  =  Prodi..   XVI. 

u'i.  iy .    —  TTtoì  [iiG-d-ciffeav  =  Prodi.,  XVII. 

iìi.  io',  ntoì  TtctQttxuzad-fjxrfi  =  Proch.,  X \  III. 

iìi.  ii-'.  TTtoì  <fv0T<i<fe<og  xoivmviag  =  Proci).,  XIX. 

ili.  tz  .  neqi  Xvffsoog  xoivoaviocg  xuì  àymyrjg  =  Prodi..   XX. 

n'i.  £,     —  TTtoì  SiaBiìXTfi  ari :'ìov<7i'(or  =  Prodi..  XXI. 

iìi  .  11'.        -   rrtnì   ditcÙTjxrjs  vTTt'iovaitny  =   Prodi..  XXII. 

tir.  t!+'.    ■  -  7i€QÌ  diaérjxrx  ocTteXsvQéQùav  =  Prodi.,  XXIII. 

ii'i .  x  .         -   Ttsol  óiccdrixrjg  èmtìxÓ7t(ùV  xal  [lovccxàv  =  Prodi..  XXI\  . 

ii't.  y.i'.'.       -  TTtoì  ocvccTQOTtrjg  SiaBfjxrfi  =  Prodi..  XXV. 

iìi.  xff.    —  TTtoì  Xvaswg  vrtegovtìiórrjtog  =  Prodi.,  XXVI. 

iìi.  xy .       -  TTfoì    nuc/i  vnoìV  =  Prodi.,   XXVII. 

tir.  xiY .       -  TTtoì  yrsiQOToriag  ertiaxórtcov  xal  TtQsff^vrt'Qcav  =  Proch.,  XX\  III 

ii't.  xt  .       -  TTtoì  xcoSixt'XXov  =  Prodi..  XXIX. 

tir.  xi-'1.   —  7TSQÌ  xXìjqovÓ [tar  —   Prodi.   XXX. 

//'/.  xz  .       -  TTfoì  àìtoxccrccGtccGswg  àvrjXixav  TtQÒg  tà  iòta  =  Prodi..  XXXI. 

iìi.  xj'.     —  rrfo'"  (fcJ.xiòinr  vófiov  =  Prodi.,  XXXII. 

tir.   xi' .       -   TtSQÌ   ocitoxXfjQUìV  =   Prodi.,   XXXIII. 

ni.  xD' .    —  rrfoì  sXsvOsoicov  =  Proci)..   XXXIV. 

ni.   /.'.      —   TTtoì   Xiyùrmv   —  Proch.,   XXXV. 

tir.   '/.(('.    —  TTtoì  ijtiTQÓTtar  =  Proci).,  XXX^  I. 

n'r.    '/.ri .       -  TTtoì    coi'  Ttàg  ótì  ùiuytn-    roi'g    docvititùg  xcctà    ter  xXrjQOvó- 

fioov  =  Proci).,  XXXVII. 
iìi.  Xy'.    —  TTfoì  xccivoro/.uwv  =  Proch.,  XXXVIII. 
in    '/.<)'.  tisqI  noi  imi-  —  Prodi..  XXXIX. 

n'r.  ).()"-.  —  Tttoì  Siatisoictuoi  tfxvXuìv  ijyovv  ttouìòuc  =  Prodi.,   XL. 
n'r.   Xt' .        -   TTtoì    iiu;  xuì  i'.u  tccyfjg   TouyjiùioìV  xal  ùyoiov  xccì  TTtoì  fftocGiec- 

Grùv    xuì    d/teXardòv    xccì    TtSQÌ    xocrccGTccffscov    (1.    xarcnttmGeiav)    xuì 

ifiTtQtfffiàv  xuì  TTtoì  rccTpwv  =  Epitome  legum,  XL  ('). 
n'r.   /-'.  TTtoì    tÒìv   òijttvoitt'vi'iy    tv    Tiri    (pfoxrp    xuì    TTtoì    ùvui ;i iiit'ioiì 

(1.   àva^TjTOV^lévmv)   xuì   TTtoì   òittooi ui sVOfis'vcov  xuì   Tttoì   ulot'(jtior  = 

Epitome,  XLI. 
tir.  Xì' .      -   TTtoì   vppscoc  xuì   Ttsgì   ùiiuotijiuiiiìv  t/.tiHtiiinv  xuì   dovXav  = 

Epitomo.  XLII. 
tir.  li'.   --   TTtoì  tìvxoq. uviiiiiv  xuì  xciTinyoQtoùv  xuì  TTtoì  StXcctoQwv  xccì  Trtoì 

-T/.urnnv  xuì  dovXov  6t7tXocfficc£o(it!vov  xuì  Oirturoov  =  Epit.,  XLI1I. 

Il'r.    /.'/'.         -    TTiQÌ    X.XtTTTÒìV    XUÌ     1  TTll'ìtXTMf     XlÙ     IsQOtSvXtDV     XUÌ      t'ìuilìouTT  11- 

ótxro'ìr  (^  Epit.  XLIV),  rjyovv  i<<>r  Jtoiovvtmv  (pvyccdsvsiv  tovg  óovXovg. 

')  K-li'lif  C  E.  Zaehariae,  ivi   hts  G-R.,  pars  IT  et  VII. 
Rendiconti  —  Voi    I  '■" 


—  510  — 

ni.  fi.   -     rifai  xs(pakix(òv  iyxkrj[i(xT(ùv  xaì  nsqì  (póvcov  exovaCav  xaì  àxov- 

dimv  xaì  .Tfoì  svvovyiiiofiévmv  xaì  ttsqì  aìaxgórijoc  =  Epit.,  XLV. 

«  Come  vedesi  da  questo  prospetto,  trattasi  di  una  compilazione  di  leggi 
bizantine,  eseguita  principalmente  siili'  Ecloga  Isaurica,  il  Prochiro  di  Basi- 
lio il  Macedone  e  1'  'Ennoiu)  rùv  vófiav,  compendio  privato  fatto  nell'a.  920, 
sotto  Komano  Lacapeno.  Spesso  però  vi  è  messa  a  profitto  anche  l' Epana- 
goge di  Basilio,  Leone  ed  Alessandro  (')  e  qualche  volta  anche  alcune  Novelle 
degli  altri  Imperatori,  che  non  furono  adoperate  nei  compendii  suddetti.  — 
11  lavoro  del  compilatore,  in  quanto  alla  sostanza,  riducesi  a  raggruppare. 
sotto  i  titoli  surriferiti,  le  disposizioni  che  trovava  ilei  suoi  fonti.  Di  suo 
aggiunge  qualche  esempio,  l'esplicazione  di  quanto  poteva  esservi  di  tecnico 
nella  legge,  e,  ciò  che  più  importa,  qualche  principio  di  diritto  interamente 
estraneo  agli  istituti  bizantini.  Per  la  forma,  egli  fa,  direi  quasi,  un  lavoro 
di  volgarizzamento,  preoccupandosi  di  sostituire  alle  voci  meno  usate  altre 
più  comuni  ed  usuali,  e  studiandosi  di  fare  scomparire  ogni  inversione  nel 
collocamento  delle  parole,  quasi  col  prendere,  come  si  costumava  una  volta 
nelle  nostre  scuole,  la  costruzione.  Tutto  ciò  che  poteva  dare  vigore  e 
nervi  all'espressione  della  legge,  egli  lo  elimina  e  panni  sopratutto  note- 
vole il  suo  uso  frequente  di  sciogliere  i  participi].  Per  quanto  bassa  fosse 
discesa  la  cultura  bizantina,  pure  non  parai  che  a  Costantinopoli  si  scrivesse 
mai  a  quel  modo.  Solo  così  poteva  scriversi  in  qualche  provincia,  nella  quale, 
se  bene  vi  si  parlasse  il  greco,  pure,  per  non  esservi  centri  importanti 
di  vita  e  per  deficienza  di  gente  colta,  la  lingua,  imbastardendosi,  veniva 
perdendo  tutta  la  proprietà  dell'espressione. 

«  Del  resto,  che  questo  Prochiron  legum  sia  stato  composto  in  una  pro- 
vincia,  e  per  uso  dei  provinciali,  lo  provane  diversi  epiteti  e  specificazioni 
aggiunte  dal  compilatore  ai  nomi  dei  magistrati,  a  quei  luoghi  stessi  dove 
i  compendii  ufficiali,  parlanti  in  maniera  generica,  si  contentano  di  mettere 
i  semplici  nomi  dei  magistrati  medesimi. 

«  Così  a  fol.  17""  si  accenna  agli  aqxoig  trjg  xoigac,  mentre  l' Ecloga 
Isaurica  Vili,  5  parlava  soltanto  di  rroooyóooK  aq%ovtìi.  —  Poco  più  giù, 
fol.  176',  si  ha:  rm  aqyovTi  i]  nò  dixaarft  vfjg  Tróliwg  (2),  al  posto  di  aqipvzi 
/.'  ó'ixaari],  senz'altro,  dell' Ecloga  Vili,  8.  —  A  fol.  18"'  il  iiijqu.tij/.u  i^ 
generico  del  Prochiro  XV,  2  diventa  /o^otto/iY*;?  tì)q  %wqcxi;.  —  A  fol.  18"' 
si  parla  di  un  rov  xqutov  tijg  xùoag,  che  non  figura  affatto  né  nel  Pro- 
chiro XV,  3  uè  nell'  Epanagoge  X,  8,  donde  è  derivata  quella  disposizione.  - 
A  fol.  216!  si  vede  sostituito  un  ò  erri  nò  rónm  xQirrjg  all' ó  nò  noety  ficai 
xa&rjfisvog  àixatfTrjg  del  Prochiro  XVI,  10  e  dell'  Epanagoge  XXVIII,  11.  - 
A    fol.    316'    si    parla    di    una    jinowing    rov    àqyovrog   vrjg   xo>g«c,   mentre 

('    Edita  anche  dallo  Zachariae,  insieme  con  V Ecloga. 

r,   Nel     odice  il  i  sottoscritto  non  è  mai  segnato. 


1'  Epanagoge  XXX,  6  parla  in  generale  di  vifMaQtag  do/oi  nxrtg.  —  A  fol.  37'"' 
vediamo  del  pari  sostituito  nò  vfjg  ywQag  *(»',',  al  rw  ccq/aoóio)  àtxaffr^  del 
Prochiro  XXVI,  5  e  dell' Epanagoge  XXXI,   10. 

«  Questi  esempi  panai  bastino  a  provare  come  il  compilatore,  anziché 
l'impero,  tenesse  presente  una  particolare  regione:  altrimenti  non  vi  sarebbe 
stato  veruu  motivo  per  aggiungere  tutte  quelle  limitazioni  locali  ai  nomi  delle 
autorità.  Che  questa  regione  sia  stata  l'Italia  Meridionale,  oltre  la  lingua 
del  Proehiron  legum,  la  quale  ha  molte  e  spiccate  affinità  con  quella  delle 
carte  greche  edite  nel  Syllabus  del  Trincherà  e  coi  diplomi  greci  di  .Sicilia 
pubblicati  dal  Cusa,  lo  provano  talune  espressioni  e  certi  principi  di  diritto 
locale,  che  s' incontrano  nel  nostro  compendio,  i  quali  non  potrebbero  avere 
un  significato  soddisfacente  fuori  di  quelle  contrade. 

«  Nel  tit  3°,  riferendosi  il  e.  6  tit.  XI  del  Prochiro  di  Basilio  il  Mace- 
done, invece  dell'espressione  da  questo  adoperata:  y.<aù  ri;  pccatlsiccg  flovXo- 
(it'vois,  si  fa  uso  di  quest'altra:  xiaù  n>ì<  (ìctGiXémg  trjg  yu>Qctg  Ì7ii^ovì.ofiévovg, 
la  quale,  (mentre  ci  conferma  sempre  più  che  il  compilatore  parlava  per 
una  regione  speciale),  non  si  può  in  nessun  modo  riferire  all'  Imperatore 
di  Costantinopoli,  che,  com'è  noto,  nelle  fonti  è  sempre  e  solo  il  fiaailevg 
per  eccellenza.  Or  questo  {laffiXevg  i  rjg  %(ÓQag,  che  fa  capolino  non  solo 
nel  luogo  citato,  ma  anche  in  altri  del  Proehiron  legum,  io  non  veggo  a 
chi  potrebbe  riferirsi,  se  per  esso  non  si  volesse  intendere  qualcuno  dei 
Ee  normanni  dell'Italia  Meridionale.  Ma  ciò  mi  par  messo  fuori  di  dubbio 
da  altri  luoghi,  fra  i  quali  per  ora  accenno  soltanto  ad  alcuni. 

«  A  fol.  15°s  si  ha  questa  disposizione,  a  proposito  della  successione  ab 
intestato  : 

«  Ei  <U  ovxt  avyysveìg  ì  uur/jivair  (')  i<;>  i  ;  ).t  ri  iO(crri.  yvvatxa  dì  xccrt- 
Xmev.  "e",  /■((■linnii  (' \  ni  vnófìoXov  avzrjg,  arraaa  /  a/A);  rrtoioraiu  avrov 
luì  àr/fiodù')  (ì:i;/.Ot'roy  ti  óì  orit  yvvrt  vitàqyrsi  /<;<  leXsVTrjtìavzi,  anuGuv 
i  ir  avi  ir  7lSQlovffÌuv   io  diiiomor  tytno. 

«  Come  vedesi,  la  moglie,  dopo  che  avea  preso  il  suo  hypobolo,  non 
potea  vantare  alcuu  altro  diritto  sulla  eredità  del  marito.  Il  che  è  perfet- 
tamente contrario  alla  disposizione  dell'  Ecloga  Isaurica,  che  il  nostro  com- 
pilatore in  questo  luogo  teneva  preseute,  e  la  quale  attribuiva  alla  moglie 
superstite,  in  difetto  di  ascendenti,  discendenti  e  collaterali,  la  metà  delle 
sostanze  del  marito  morto  intestato.  Riferisco  anche  il  testo  dell' Ecloga 
VI,  6,  perchè  veggasi  come  il  cangiamento  sia  stato  fatto  a  Indio  studio: 

«  Et  dì  ovrt  Gvyyevsìg  slffìv,  stiri  dì  yvvi]  nn  tsXsvxi]atcvxog,  ni  o;ì- 
Yiitce  ot'ooc  ànàartg  avxov  vrjg  TisQiovaiag  èxeìvrt  x/.^ooroiu-in».  io  dì  e'xsqov 
't'oiCiv  \isqog   nò  (ìtoociio  eloxofil^ecd-ca. 

(')  Questo  ver^o  inào/iiy  adoperato  per  rivai  s'incontra  in  ogni  proposizione,  proprio 
e  nelle  carte  greche  dell'Italia  meridionale. 
(')  TI  dativo  adoperato  invece  del  genetivo  assolato  non  si  incontra  solo  in  questo  luogo. 


—  512  — 

«  Ora  chi  guardi  alla  disposizione  del  Prochìron  legum  e  ricordi  che 
Guglielmo  Ke  di  Sicilia,  probabilmente  il  secondo,  ispirandosi  al  diritto  lon- 
gobardo, non  annoverò  la  moglie  fra  gli  eredi  ab  intestato  (Assise  Normanne, 
cod.  Cass.,  37;  Const.  Sic.  I,  62),  (')  scorgerà  facilmente  il  rapporto  fra  il 
nostro  manuale  e  l' Italia  Meridionale. 

«  Inoltre,  nel  tit.  15,  parlandosi  dei  differenti  modi  come  può  originarsi 
un  contratto  di  società,  alla  disposizione  del  Prochiro  basiliano  XIX,  5  si 

aggiunge  dal  compilatore  un  esempio.  Poi.  27"2  :  »;  xoivwvia  fintai 

xaì  d>'  dyythn',  Tovrt'Grif  taf  tyo)  nt  voi  tu  rfjV  §(0fxsv  xaì  av  tic  tfjv 
nóXlV,  xaì  fim'Vffsis  àia  rov  Ooì  àrroxniffiaofov  èfioi  ytvta!}ai  n)v  xoivoi- 
viccv  àtuiii-ia'ìv  tuoi1  xaì  aov.  ■ — •  Egli  ha  messo,  certo,  i  due  nomi  di 
Poma  e  Costantinopoli,  come  delle  città  più  conosciute;  ma  l'aver  collo- 
cato se  in  Roma  e  l'altro  contraente  in  Costantinopoli  non  mi  pare  sia 
senza  significato. 

«  In  fine,  a  fol.  45''1,  a  proposito  della  disposizione,  che  non  permetteva 
nel  codicillo  imporsi  una  condizione  all'erede  nominato  nel  testamento,  si 
ha  quest'altro  esempio,  che  nemmeno  ha  riscontro  nelle  fonti  :  stìrm  xXijqo- 
ioiiik  ovvog,  sàv  tlO-i]  (Ìttò  uòv  'legoaoXvfMDv.  Gli  esempi  ed  i  nomi  di  loca- 
lità in  simili  casi  adoperati  dei  fonti  romani  sono  notissimi;  e  questo  inso- 
lito bisogna  che  accenni  a  qualche  fatto,  che  dovette  vivamente  colpire 
l'immaginazione  del  nostro  compilatore,  tanto  da  fargli  mettere  da  parte 
i  nomi  abituali  dei  suoi  fonti.  Ciò  furono  le  Crociate.  A  quell'avvenimento 
l'impero  greco,  che  vedeva  entrarsi  in  casa  della  gente  assai  più  perico- 
losa dei  Turchi  stessi,  come  i  fatti  più  tardi  dinostrarono,  è  noto  che  non 
fece  buon  viso;  cercò  anzi  di  osteggiarlo  e  apertamente  e  secretameute. 
L' Italia  meridionale  invece,  quantunque  non  vi  avesse  preso  una  parte  uffi- 
ciale, pure  si  sa  che  diede  molti  guerrieri  alle  spedizioni  in  Terrasanta; 
e  i  cronisti  contemporanei,  quali  Goffredo  Malaterra  e  Guglielmo  Appulo, 
ci  attestino  che  il  grido  «  Dio  lo  vuole  »  echeggiò  anche  nella  Puglia  e 
nella  Calabria  ("),  dove,  con  ogni  probabilità  doveasi  trovare  il  compilatore, 
o  meglio  raffazzonatore  del  nostro  manuale.  Giacche  per  parecchie  ragioni 
mi  sembra  di  dover  ritenere  che  il  medesimo,  compilato  originariamente 
sui  primordi  di  quel  periodo,  che  segnò  l'ultimo  rifiorire  della  dominazione 


(')  Cfr.  Branditone,  II  dirillo  romana  nelle  leggi  normanne  e  sveve  del  regno  di  Si- 
cilia. Torino,  1884,  p.  81. 

(s)  Fra  le  «  Pergamene  greche  »  pubblicate  da  G.  Spata,  (Palermo,  1862),  vi  è  al  n.  VI 
il  testamento  di  Gregorio  categumono  di  S.  Filippo  di  Fragalà,  dell'ali.  1105,  il  quale, 
sentendosi  presso  a  morte,  costituisce  afigumeno  il  suo  discepolo  Biasio  e  soggiunge  che, 
se  costui  fosse  andato  a  Gerusalemme  (eì  dì  noQivacato  oiho;  ....  els  'IeQooóXvpa),  i  monaci 
avessero  facoltà  di  aspettarlo  per  tre  anni.  Questa  stessa  carta  è  stata  ripubblicata  dal 
Cusa.  /  diplomi  greci  ed  arabi  di  Sicilia,  Palermo,  1868,  pag.  596,  diploma  Vili  di  S.  Fi- 
lippo di  Fragalà  e  di  S.  Maria  di  Maniaci. 


bizantina  in  Italia,  sia  stato  poscia  rimaneggiato  nei  primi  anni  del  regno 

di  re  Ruggiero. 

«  Ma  riserbandomi  a  trattare  di  ciò  nella  prossima  edizione  che  spero 
di  dare  del  Prochhon  legum,  per  ora,  con  questa  "notizia  non  ho  voluto  far 
altro,  che  mettere  in  evidenza  l'importanza  che  il  medesimo  ha  per  la 
storia  del  diritto  nell'Italia  meridionale,  dove  cosi  scarsi  sono  i  fonti  giu- 
ridici per  il  periodo  anteriore  ai  Normanni  ». 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelu  presentii  le  Notizie  sulle  sco- 
perto di  antichità,  delle  quali  fu  informato  il  Ministero  durante  lo 
scorso  mese  di   maggio,  e  che  si  riferiscono  ai  seguenti   luoghi  : 

«  Venti  aiiglia.  Frammenti  epigrafici  dell'agro  iutemeliese,  posseduti 
dalla  signora  Hennedy  in  s.  Remo.  —  Torino.  Spaile  barbariche  trovate 
lungo  la  via  di  Nizza.  —  Gran  iute  (prov.  di  Como).  Sepolcri  con  suppel- 
lettile funebre  di  età  preromana  rimessi  in  luce  in  contrada  Cà- Morta. — 
Concordia-Sagittaria.  Nuove  scoperte  epigrafiche  nell'area  del  sepolcreto.  — 
Todi.  Scavi  della  necropoli  tudertina  in  contrada  s.  Raffaele.  —  Gualdo-Cat- 
taneo. Sepolcro  della  famiglia  Vedia  ed  altri  antichi  avanzi  riconosciuti 
nell'agro  di  Grulli.  —  Orrido.  Prosecuzione  degli  scavi  della  necropoli 
volsiniese  in  contrada  Cannicelia.  —  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle  regioni 
V.  VII.  Vili,  IX,  XIV,  e  nelle  vie  Labicana  e  Salaria.  —  Civita  Lavinia.  Edi- 
ficio di  età  repubblicana  scoperto  nella  vigna  già  Minetti  presso  l'abitato.  — 
Nemi.  Scavi  presso  la  Mola  di  Nemi,  in  contrada  Giardino,  nell'area  del 
tempio  di  Diana  Nemorense.  — ■  l'ama.  Prosecuzione  degli  scavi  della  ne- 
cropoli cumana  presso  il  Lago  di  Licola.  —  Pozzuoli.  Iscrizioni  latine  sco- 
perte  presso  il  Montenuovo,  e  donate  dal  sig.  Stevens  al  Museo  di  Nopoli.  — ■ 
Napoli.  Nuove  scoperte  fatte  in  via  della  Maddalena,  nell'area  del  sepol- 
creto dei  tempi  romani.  —  Capri.  Resti  di  antichi  edifici  riconosciuti  in 
contrada  Tragara,  ed  attribuiti  alle  fabbriche  tiberiane.  —  Francavilla  ni  Mare. 
Antichità  scoperte  in  contrada  s.  Cecili/,  ed  oggetti  quivi  raccolti.  —  Ripa  -  Tea  ■ 
lina.  Tombe  riconosciute  in  contrada  Piscina.  —  S.  Valentino  in.  Abruzzo 
Citeriore.  Resti  di  antiche  fabbriche  ed  oggetti  scoperti  in  contrada  le  Fosse.  — 
Turrivalignani.  Sarcofago  con  iscrizione  latina  rinvenuto  in  contrada  s.  Fe- 
lice. —  Pentiaw.   Frammento   di  iscrizione   ritrovato   nei   pressi   dell'abi- 

—  Gan  \sa  ili  Puglia.  Vasi  dipinti  recentemente  acquistati  dal  sig.  Filo- 
meno  Fatelli.  —  Cann Hello  (prov.  di  Reggio  di  Calabria).  Tesoretto  di 
monete  imperiali,  rivenuto  presso  Cannitello,  ed  altre  antichità  esistenti  nel 
territorio  del  Comune  ». 


—  514  — 

Matematica.  —  Sopra  una  proprietà  della  ridotta  dell'equa- 
zione modulare  di  ottavo  grado.  Nota  del  Socio  F.  Brioschi. 

1."  «  La  riduzione  della  equazione  modulare  dell'ottavo  grado  al  settimo 
è  dovuta  al  sig.  Hermite.  Il  risultato  della  medesima  trovasi  in  una  let- 
tera direttami  nel  dicembre  1858  e  pubblicata  negli  Annali  di  Matematica 
(Tomo  2").  Precedentemente  però,  cioè  nella  seduta  del  22  aprile  1858 
dell'Accademia  delle  scienze  di  Berlino  il  sig.  Kronecker  presentava  una 
Nota,  Ueber  Gleichungen  des  sieienlen  Grades,  nella  quale  annunciava  sic- 
come proprietà  di  quella  ridotta  del  settimo  grado  che  ciascuna  radice  di 
essa  è  una  funzione  razionale  di  altre  tre.  Il  sig.  Noether  nella  sua  Me- 
moria, Ueber  die  Gleichungen  ac/ilen  Grades  und  ihr  Auftreten  in  der  Thcn- 
rie  der  Curven  vìerter  Ordnung  (Math/  Annalen.  Bd.  XV)  ha  dimostrato 
ch«  queste  ultime  tre  radici  devono  soddisfare  ad  una  speciale  condizione. 

«  Il  sig.  Klein  liei  suoi  lavori  sulle  equazioni  modulari  Jacobiane  ha 
dato  le  espressioni  delle  radici  della  ridotta  del  settimo  grado  in  funzione 
di  tre  quantità  che  indicheremo  con  cj,  c2,  c3 .    Posto  2cù~{~\  =  V  — 7  e 

~Ì7T 

p  =  e1   ,  quelle  espressioni  sono  : 

oo,  =  us-hai\ 
essendo  :  .  «   ,     s»  s   ,     ».  i 

Us  =  [/  c|  +  p1'  CJ  -+-  f,''  c{ 

V,  =  /36s  C»  C3  t-£3s  C:t  Ci  +  G:;>  Ci  e. 

ed  s  =  0,  1,  2  ....  G. 

«  Indicando  con  f  la  forma  ternaria  biquadratica: 

f  =  c\c3-h  clci~h  e]  e, 
e  con  a,  (2,  7,  5  le  espressioni  : 

a  =  cj  c»  c3 ,         p  —  c|c3  -+-  e-^ci  -+-  cf  ci 

7  =  c>  £'i  -h  C3  cj  +  ci  c\ ,  0  =  £J  -i-  e  j  -j-  e";  ; 

inoltre: 

fc=  §*  —  lija/'S  —  232  a (5  7  + 40 /-/S2  —  1192 a^  + 465 «V1 
le  /1,  /e  sono  covarianti  del  sesto  e  del  quattordicesimo  ordine  della  forma  /'; 
e  la  equazione  del  settimo  grado  di  cui  le  radici  sono  le  a"o,  X\....oct  è  la 

seguente  ('): 

,i'7  —  7a[jr:>-h7uhx''  —  7('2a-hò)r-x3-hli(2u-hS)fh.xì^- 
-+-  7  [ (3a  —  2)  Z-3  —  (a -+-  3)  A*   a  —  {la  —  38)  f* h  —  fc=0. 


(')  Vedi  Klein,  tfefrer  die  Auflósung  gewisser  Gleichungen  vom  siebenlen  und  aditeti 
Grade;  e  la.  mia  Nota,  Ueber  die  Jacobi'sche  Modulargleichung  vom  aditeti  Grad.  Math.e  An- 
nalen BJ.  XV;  Gordun,  Ueber  Gleichungen  siebenlen  Grada  mit  einer  Gruppe  voti  16S  Sub- 
slitulionen.  Math.«  Annalen.  Bd.  XX. 


«  Permutando  p  in  /'  nel  valore  di  ocs,  si  avrà: 
*«.=  **»  —  (m  +  1)v, 
e  la  equazione  del  settimo  grado  che   ha  per  radici  le  ;<>,  Zi....s6  sarà  la 
superiore  nella  quale  si  muti  u  in  — («H   1). 
2.°  ••  Sia  ora: 

,i:l  —  ax2- ;  -bx  —  e  =  0 

la  equazione  del  terzo  grado  di  cui  le  radici  sono  le  : 

si  avrà  : 

«  =  .'Vi -f- ;'•>   i       •''.>   i  =  W3« 
e  quindi  a  soddisferà  una  equazione  del  settimo  grado  che  si  dedurrà  tosto 
dalla  superiore.  Ma  dai  valori  delle  flVt-1)  •''>•-;  i  ■'">  »  si  deducono  facilmente 
le  relazioni  : 

46  =  (<a  V  3)  « 2  —  4  (3<a  —  2)  f 
8c  =■  (a  +  3)  a:t  —  4  (óy  —  1)  af—  8  (2so  -+-  1)  A 

cioè  i  coefficienti  di  quella  equazione  del  terzo  grado  sono  funzioni  di  a,  f,  h. 
«  La  stessa  proprietà  ha  luogo  pei  coefficienti  della  equazione  del  quarto 
grado  la  quale  ha  per  radici  le  altre  quattro  radici  della  equazione  sup  ■- 
riore  del  settimo  grado,  cioè  le  scs,  .<',.  (; ,  oc,  :! .    vs  ;; .   Indicando  con: 

(1)  .r4  +  A  e3  —  B  e2  +  Q,r  -+-  D  =  0 

questa  equazione,  si  trovano  le  : 

A  =  a,     4B=—  (w+l)a2  —  8(2<»+l)/ 

80  ^  —  (3m  + 1  )  a3  —  28  (a  —  1  )  «/■+  8  (5a  —  1)  A 

16D  =  — ('Ja+lja4— 8(3o>H-5)oV— 7.16./'ì!+16(3d— 2)aft. 

«  Questi  valori  infatti  soddisfano  identicamente  alle  due  condizioni  : 
—  Da  —  Cb  —  Bc  =  14  (2<a  4-  3)  /"A 
D6  —  Cc  =  7[  (3co  —  2)/'3  —  (<a-f-3)A8] 
e  per  la  proprietà  indicala  sopra  rispetto  ad  a  si  ha  : 

Dc  =  (7a  —  S8)  flh-hk. 

3."  «La  equazione  di  4"  grado  (1).  si  può  trasformare  in   una  molto 

più  semplice,  ponendo: 

a  =  é<n,         /'=3(o«  —  2)p — m1 

A  —  2m:!  -f-3(5a>-f-  6)  mp  —  7  (5<a  —  2)  q 

ed  .e       col    — T.r  —  ;// .   Si   ottiene  cos'i  la: 

(2)  vl-h-6pvi—8qv-h9pì-h4mq==0 

ed  indicando  con  g»,  <7;,  i  suoi  invarianti,  saranno: 

g,  =  4  (3/)- -i-  »k/)  ,         r/3  =  4  (2p:ì  -f-  wipg  —  <f  ) 
dalle  quali  : 

—  4</-     -4//'  —  </•/'        .:  —  imq  =  12/)-  —  g,. 


—  516  — • 
«  Ora  se  si  rappresentano  con  to-  ti,  t»  le  radici  della  equazione  cubica: 
4(3  —  <&t  +  ft=0 
e  si  pongono: 

Al  =  'o  — ;'■         Af  =  ti  —  p,        k\  =  l1  —  p 
si  avranno  le: 

ry  =  A0AiA»,       — 3p  =  Ajj  -f-  Af  -f-  A] 
e:. 
(3)  —  i»7  =  Aj  Af  -J-Af  Af-f-Af  Aj  . 

«  Osservando  ora  che  le  m,  A0,  Ai,  A»  sono  le  seguenti  funzioni  lineari 
delle  quattro  radici  della  equazione  (1),  cioè: 

—  4/n  =  #,+av6+ av-3 + ^  <-s 

—  4a  |    —  7 .  A0  =  oc, -+-  .rs-6  —  .rs,-3  —  a:,   , 

—  4u|    —  7  .  Ai  =  i»,H-a?s-3  —  oVhs  —  #»+e 

—  4«  |/ — 7 .  Aj  ==  oc,  -+-  oc,,  ■-,  —  ac,^—a  \  3 

si  deduce  che  le  m,  p,  q  sono  funzioni  razionali,  intiere  di  quelle  quattro 
radici  ed  in  conseguenza  lo  sono  le  f,  h,  k  ;  che  inoltre  quelle  radici  sono 
legate  da  una  relazione  biquadratica,  la  (3). 

«Si  ha  così  il  teorema:  I  coefficienti  della  ridotta  del  set- 
timo grado  di  cui  le  radici  sono  le  ocq,  X\ ...oct,  hanno  la  pro- 
prietà di  essere  funzioni  razionali,  intiere  di  quattro  fra 
esse  x, ,  aj,-6 ,  av-3 ,  oc,*-* ;  e  queste  quattro  radici  sono  legate 
da  una  relazione  biquadratica. 

«È  noto  che  se  /"=0  si  ha  la  ridotta  della  equazione  modulare  Jaco- 
biana;  in  questo  caso  le  quattro  radici  indicate  soddisfano  quindi  anche 
ad  una  relazione  quadratica  ». 

Geologia.  —  Stelle  rocce  vulcaniche,  ili  Montecatini  e  Orciatico  nella 
provincia  di  Pisa.  Notizie  bibliografiche  del  Socio  G.  Capellini.  Nota  II. 

«  Dalle  mie  note  relative  ad  una  escursione  fatta  a  Orciatico  il  22  ago- 
sto 1880,  ecco  quanto  credo  opportuno  di  trascrivere  in  proposito. 

«  Alla  distanza  di  circa  cinquecento  metri  prima  di  giungere  dalla  strada 
provinciale  al  paese  di  Orciatico,  a  sinistra  della  strada  si  trova  il  piccolo 
poggio  detto  P Uccelliera  costituito  da  roccia  marnosa  apparentemente  modifi- 
cata dalla  Montecatinite. 

«  La  roccia  trachitica  ha  suo  principale  sviluppo  a  destra  della  strada  per 
la  quale  si  sale  a  Orciatico  e  costituisce  il  poggetto  conosciuto  col  nome 
di  Convento  dei  Cappuccini,  sebbene  oggi  di  convento  non  resti  traccia.  Sulla 
sommità  del  piccolo  poggio  vi  ha  una  chiesina  la  quale,  essendo  stata  note- 
volmente danneggiala  dal  terremoto  del  14  agosto  1846,  fu   restaurata   dal 


—  517  — 

signor  Giulio  Franciosi  come  si  rileva  dalla  iscrizi  me  che  st  a  sulla  porta  della 
piccola  cappella  la  cui  soglia  è  a  ni.  275  sul  livello  del  mare. 

«  Questa  massa  trachitica  occupa  una  piccola  estensione  (forse  metri  qua- 
drati du  ■  mila),  e  lungo  la  strada  si  mostra  con  apparenze  di  stratificazione, 
con  strati  quasi  verticali  (').  La  casina  detta  del  Franciosi  trovasi  sulla  sini- 
stra della  strada  al  limite  della  Moutecatinite,  la  quale,  tranne  pochi  metri 
all'ingresso  del  podere  la  Casa  ed  eccezione  fatta  del  poggetto  dell'Uccelliera 
costituii o  dalla  stessa  roccia,  salendo  a  Orciatico  trovasi  a  sinistra  quasi  esat 
tamente  delimitata  dalla  strada. 

«  Men  a-e  nella  massa  trachitica  di  Orciatico  ho  trovato  porzione  della 
massa  da  potersi  identificare  con  la  vera  Montecatinite  di  Montecatini,  ho 
notato  e  raccolto  in  numerosi  esemplari  alcune  rocce  le  quali,  se  a  prima 
giunta  si  potrebbero  ritenere  modificazioni  o  alterazioni  del  mattaione  o  argilla 
mio-pliocenica  che  in  parte  è  a  contatto  con  la  roccia  vulcanica,  effettivamente 
mi  sembrino  da  doversi  considerare  come  veri  tufi  trachitici,  mentre  anche 
dall'analisi  microscopica  risulta  che  esse  rocce  per  la  massima  parte  sono 
costituite  dai  medesimi  elementi  mineralogici  della  Montecatinite  i  quali 
ridotti  allo  stato  di  cenere  o  polvere  finissima  si  impastarono  e  indurarono 
come  gli  ordinari  tufi  vulcanici.  Fra  queste  varietà  di  Moutecatinite,  talune 
apparentemente  marnose,  una  ve  ne  ha  che  merita  speciale  attenzione  essendo 
vacuolare  e  con  cavità  in  gran  parte  riempite  da  calcite  che  costituisce  uoc- 
ciolini  e  piccole  amigdale  irregolari  che  spiccano  sul  fondo  grigio  della  roc- 
cia; alcuni  vacui  sono  parzialmente  ripieni  di  ossido  di  ferro. 

«  Ma  a  proposito  della  massa  trachitica  di  Orciatico  ho  da  insistere  sopra 
un   fatto  di  ben  maggiore  importanza. 

«  Dissi  che  aveva  trovato  una  porzione  della  roccia  vulcanica  da  potersi 
identificare  pili  o  meno  con  la  Montecatinite  ;  ora  devo  aggiungere  che  una 
parte  notevole  di  quella  massa  si  presenta  con  aspetto  di  Dolerite,  quindi  in- 
teramente diversa  e  da  non  potersi  confondere  cou  la  Montecatinite.  Giudicando 
la  roccia  a  occhio  nudo  o  col  soccorso  d'una  semplice  lente  già  si  riconosce 
per  un  bc salte  ricco  di  olivina;  di  tutto  ciò  che  oltre  la  conferma  del  fatto 
principale  ì  ile  vai  coll'analisi  microscopica  mi  era  proposto  di  dire  sommaria 
mente,  terminando  questo  cenno  storico,  ma  ne  dimisi  il  pensiero  appena 
seppi,  che  di  una  analisi  completa  e  molto  particolareggiata  si  stava  occu- 
pando il  nostro  valente  petroglifo  prof.  Alfonso  Cessa. 

«.  Continuando  frattanto  i  cenni  bibliografici  sulla  roccia  di  Montecatini, 
dirò  che  il  distinto  petrografo  dott.  baione  v.  Chrustschoff,  che  già  ebbi  occasione 

(')  Anche  sotto  Montecatini  nella  cava  detta  del  Cappelli  sulla  destra  del  botro  grande 
a  m.  300  sul  mare,  la  Montecatinite  tagliata  nella  direzione  nord  10°  ovest,  sud  10°  est  pre- 
senta, come  ho  già  accennato,  una  specie  di  piega  anticlinale  (forse  sezione  di  una  cupola) 
con  linee  di  stratificazione  ben  marcate.  Non  dee  quindi  recar  meraviglia  se  anticamente 
fu  creduta  un  macigno  alterato. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  68 


—  518   — 

di  ricordare  parlando  per  la  prima  volta  delle  sezioni  sottili  di  rocce  ('), 
avendomi  pregato  di  procurargli  rocce  alterate  da  rocce  vulcaniche  e  rocce 
in  esse  incluse,  insieme  ad  altre  gli  inviai  anche  la  Moutecatinite  coi  noccioli 
di  quarzo,    perchè    su    questi  portasse  la  sua  attenzione. 

«  Le  osservazioni  del  Chrustschoff  sopra  i  noccioli  di  quarzo  da  me 
raccolti  nella  Montecatinite  comparvero  in  una  elaborata  Memoria  da  esso 
pubblicata  nel  giornale  di  Tschermak  e  da  esse  ricavasi  che  il  quarzo  della 
Montecatinite  contiene  delle  piccole  inclusioni  vetrose  e  gassose,  dei  cristalloidi 
e  dubitativamente  grani    di   Apatite  e  un  poco  di  Tridirnite  ('). 

«  Una  interessante  Nota  dell'ing.  B.  Lotti  sulla  miniera  cuprifera  di 
Montecatini  pubblicata  nel  Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  verso  la  fine 
dello  scorso  anno  mi  ha  fatto  ricordare  .queste  brevi  notizie  bibliografiche  da 
lungo  tempo  in  gran  parte  redatte  e  mi  sono  deciso  a  pubblicarle  per  pren- 
der data  di  ciò  che  mi  riguarda  e  per  risparmiare  ad  altri  di  perder  tempo 
a  ricercare  tutto  quanto  fu  già  detto  intorno  alle  singolari  roice  vulcaniche1 
di  Orciatico   e  di   Montecatini. 

«  Nell'ultimo  paragrafo  di  quella  Nota  (3)  sotto  la  indicazione  di  roccic 
trachitiche  il  Lotti  riassume  ciò  che  il  Rath  e  il  Rosenbusch  pubblicarono 
sulla  trachite  micacea  di  Montecatini,  aggiungendo  alcune  sue  considerazioni 
sui  fenomeni  di  contatto  e  sulla  età  della  roccia. 

«  Riguardo  alla  roccia  trachitica  di  Orciatico  il  Lotti  ha  uotato  egregia- 
mente che  non  tutta  la  massa  si  poteva  considerare  come  identica  a  quella 
di  Montecatini;  ma  ho  già  accennato  che  tale  osservazione  non  era  nuova  3 
nelle  collezioni  esposte  fino  dal  1881,  nella  circostanza  del  secondo  Congresso 
geologico  internazionale,  a  corredo  della  mia  carta  geologica  dei  monti  livor- 
nesi figuravano  i  numerosi  esemplari  da  me  raccolti  a  Orciatico  nell'agosto 
del  1880,  distinti  come  varietà  della  Montecatinite  meritevoli  di  particolare 
attenzione. 

«  Ed  ora,  poiché  si  spera  di  aver  presto,  dal  nostro  collega  prof.  Cossa, 
uno  studio  completo  intorno  alle  rocce  vulcaniche  di  Orciatico,  mi  dispenserò 
dall'aggi  ungere  considerazioni  intorno  ai  rapporti  che  si  potrebbero  riconoscere 
fra  talune  diabasi  e  la  roccia  basaltica  di  Orciatico;  e  nemmeno  mi  fermerò 
a  ricercare  il  nesso  della  roccia  basaltica  e  della  vera  Montecatinite  coi  tufi 
che  ne  derivarono.    Aggiungerò   soltanto:   che   fra   la  diabase  ed  il  basalte 

")  Capellini  G.  Sull'analisi  meccanica  delle  rocce  crillomere  per  mezzo  delle  lamine 
sottili  e  del  microscopio.  Rendiconto,  Sess  Acc.  Se.  Ist.  Boi.  anno  1875-76,  p.  65.  Bologna,  1876. 

(')  Crustsehoff  v.  K.  Ueber  secundàre  Glaseinchliisse  in  den  Gemengtheilen  gefrilteter 
Gesteine,  15  Quarzeinschluss  in  Glimmertrahyt  con  Montecatini  in  Toscana.  Leipzig,  Novem- 
ber  1881.  Tschermak  G.  Mineralogische  und  Petrographische  Mittheilungen,  s.  495  T.  V, 
f.  45,  46,  41,  49.  Wien,  1881. 

C)  Lotti  B.  La  miniera  cuprifera  di  Montecatini  {  Val  di  Cecina)  e  i  suoi  dintorni 
Bollettino  del  r.  Comitato  geologico,  n.   11  e  12.  Anno  1884.  Roma,  1884. 


—  519  — 

panni  ohe  si  delibano  ammettere  rapporti  analoghi  a  quelli  che  furono  ricono- 
sciuti fra  la  minetta  antica  e  la  neo-minetta  o  Montecatinite  di  Val  di  Cecina. 
Fra  queste  diverse  rocce  non  solo  vi  hanuo  stretti  rapporti  d'origine  ma  altresì 
graduati  passaggi  per  ciò  che  riguarda  i  loro  caratteri  petrografia. 

«  Sono  poi  interessantissime  le  vere  e  proprie  modificazioni  avvenute 
in  talune  delle  rocce  sedimentarie  che  a  Montecatini  e  a  Oiciatico  furono 
attraversate  dalle  rocce  vulcaniche  delle  quali  ho  rapidamente  tracciato  la 
storia  bibliografica  e  dall'esame  microscopico  di  numerose  sezioni  sottili  mi 
sono  convinto  che  il  collega  prof.  Cossa  in  quale  se  occupa  con  ricco  corredo 
di  cognizioni  di  fisica,  di  chimica  e  di  mineralogia,  ne  ricaverà  messe 
abbondante  per  nuove  e  importantissime  considerazioni  ('). 

Fisiotossicologia.  —  Esperienze  fisiotossicologiche  sul  cloridrato 
di    trimetilvinilammonio  e  sic   quello  di  trimetilammina.    Nota  IL 

del  Socio  A.  Moriggia. 

«  Muscoli.  Nell'altro  mio  citato  lavoro,  mi  ero  limitato  ad  affermare, 
che  erano  i  muscoli  quelli,  che  meno  soffrivano  :  questa  volta  ho  voluto  fare 
qualche  indagine  anche  più  diretta  (mettendo  per  ora  da  parte  la  miografia), 
sui  muscoli  di  rana  avvelenata  con  cloridrato  di  neurina  del  commercio, 
assaggiando  con  corrente  indotta  di  varia  forza,  a  seconda  del  vario  grado 
di  avvelenamento,  i  muscoli  avvelenati  in  confronto  di  sani  ;  mi  parve  nei 
primi  costante,  sebbene  in  diverso  grado  una  diminuzione  nell'irritabilità 
muscolare,  e  sopravvenirvi  più  rapidamente  la  rigidità  cadaverica,  massime 
poi  a  dosi  forti  di  veleno. 

«  Messi  in  due  capsulette  i  gastronemi  rispettivi  delle  due  gambe  di  rana 
sana,  avvolti  in  carta  bibula,  imbevuta  l'ima  con  acqua  semplice,  l'altra  con 
soluzione  un  po'  forte  di  veleno ,  trovai  più  rapidamente  ed  intensamente 
calata  la  irritabilità  del  muscolo  sottoposto  all'azione  del  veleno  :  per  l'espe- 
rienza, s'intende  è  indispensabile,  mettersi  in  identiche  condizioni,  e  spe- 
cialmente per  l' alcalinità  od  acidità  del  liquido  in  isperimento  ,  soffrendo 
assai  i  muscoli  di  rana  dall'acido. 

«  Per  ultimo,  avendo  rilevato,  che  un'  estremità  posteriore  spellata  di 
rana  sana  perde  più  presto  1'  irritabilità  de'  suoi  muscoli,  trovai  verificarsi 
la  stessa  cosa  per  la  rana  avvelenata,  per  di    più  riscontrai ,  che  nell'  arto 

(')  Il  prof.  T.  G.  Bonney  nel  suo  discorso  presidenziale  alla  Società  geologica  di  Lon- 
dra, nel  febbraio  del  corrente  anno  1885,  accennando  le  molte  difficoltà  per  fare  della 
buona  petrografia,  così  si  esprimeva:  «  To  be  an  ideal  petrologist  it  is  necessary  to  be  a 
«  good  chemist.  physicist,  raineralogist,  and  field-geologist  ;  and  who  can  hope  to  combine 

«  qualifications  so  diverse  ? we  must  be  content  to  do  our  best  witb  the  means  at 

our  disposai  ».  Quarterly  Journal    of  the   Geological  Society   of  London.  Voi.  XLI,  p.  59. 
London,  1885. 


—  520  — 

spellato  veniva  a  cessare  più  presto  non  solo  il  moto  volontario  e  riflesso, 
ma  pure  quello  provocato  agendo  direttamente  sul  relativo  ischiatico.  L'in- 
sieme di  questi  fatti  mi  lascia  conchiudere,  che  oltre  ai  nervi,  la  neurina 
intacca  pure  i  muscoli,  senza  che  per  ora  intenda  pronunciarmi  sul  grado 
di  questa  offesa,  che  credo  però  non  indifferente,  e  capace  forse  almeno  in 
parte  a  spiegare  la  rapida  offesa  dei  nervi  motori  (')  rispetto  ai  senzienti , 
se  già  non  si  ama  di  credere  con  Weir  Mitchell,  che  dipenda  pure  dall'es- 
sere relativamente  molto  grande  l'eccitabilità  dell'apparecchio  centrale  acco- 
glitele delle  impressioni.  Certamente  l' irritabilità  dei  muscoli  è  meno  offesa 
dal  curaro. 

«  I  nervi  secretori,  nervi  ad  effetto  periferico,  come  i  motori,  negli 
omeotermi  danno  evidentemente  un  prodotto  molto  maggiore  sotto  l'azione  del 
cloridrato  di  trimetilvinilammonio,  e  da  questo  lato  ancora  il  veleno  si  di- 
scosta dal  modo  d'agire  del  curaro  :  come  pure  esso  se  ne  allontana,  insieme 
alla  neurina,  secondo  le  sperienze  del  prof.  Cervello,  per  quanto  riguarda 
l' influenza  su  vasi  sanguigni  e  sulla  pressione  sanguigna. 

«  Azione  locale  del  veleno.  Il  cloridrato  spesso  induce  sotto  la  pelle, 
o  nel  ventre  una  piccola  raccolta  di  liquido  siero-sanguinolento  ,  ma  più 
sieroso;  il  liquido  va  raccogliendosi  nelle  parti  più  declivi,  vicine  al  sito 
d'  iniezione  in  modo  da  presentare  ivi  la  pelle  una  fluttuazione  pili  o  men 
decisa,  secondo  la  copia  varia  di  esso;  queste  saccoccie  fluttuanti  si  sono 
rimarcate  specialmente  nelle  rane  femmine,  un  po'  torpide,  ed  in  generale 
si  è  in  quei  casi,  che  più  facilmente  si  verifica  la  minor  durata  dell'  eccita- 
bilità sperimentale  diretta  dei  nervi  motori. 

«  Il  veleno  poi,  come  già  se  ne  toccò ,  possiede  una  discreta  azione 
locale  nerveo  muscolare,  tanto  che  iniettato  sotto  la  pelle  di  una  coscia  e 
verso  la  gamba  ,  il  primo  a  perdere  il  moto  ed  il  senso  si  trova  precisa- 
mente essere  l'arto  iniettato  rispettivamente  al  suo  compagno:  lo  stesso  suc- 
cede se  si  mette  a  pescare  un  piedino  in  capsuletta  con  veleno.  Certamente 
l'azione  locale  del  veleno  ben  studiata  potrà  render  ragione  di  diverse  va- 
rianti ,  che  si  possono  presentare  nell'avvelenamento. 

«  Cloridrato  di  trimetilammina.  Adoperata  questa  sostanza  nelle  rane 
sotto  pelle,  anche  alla  forte  dose  di  16  centig. ,  e  non  avendone  ottenuto 
distinto  segno  di  particolare  offesa,  non  credetti  insistere  ulteriormente,  limi- 
tandomi a  rilevare  che  1'  azione  infensa  della  neurina  del  commercio  ,  cer- 
tamente è  da  mettere,  si  può  dire  intiera,  sul  conto  degli  altri  due  componenti 
principali  di  essa. 


(')  Ho  voluto  precisamente  citare  le  sperienze  sugli  arti  spellati,  perchè  mi  paiono 
poter  condurre  a  cercare  e  meglio  stabilire  che  bastino  certe  gradazioni  di  offesa  dei  mu- 
scoli, perchè  già  compaiono  delle  lesioni  nei  nervi  motori,  che  a  primo  aspetto  potrebbero 
sembrare  in  tutto  od  iu  parte  primitive  ed  indipendenti. 


—  521  — 

«  Prima  di  finire   ho   voluto  tentare  altre  sperienze   sul    oloridrato    di 

neurina,  troppo  persuaso  col  celebre  Fontana  ('),  che  nello  sperimentare 
non  si  è  mai  abbastanza  circospetti,  specialmente  quando  si  lavora  su  un 
terreno,  come  il  vivo,  a  componenti  del  più  instabile  equilibrio,  dove  si 
verificano  influenze  molte  e  varie  di  cui  alcune  si  sommano,  altre  tendono 
ad  elidersi,  ed  altre  talora  rimangono  del  tutto  impenetrabili.  I  risultati  però 
in  fondo  furono  consimili  od  almeno  credetti  di  vederli  tali,  come  quelli 
già  pubblicati  in  proposito,  ne  con  ciò  io  intendo  che  sia  ancora  rilevato 
appieno  il   modo  d'agire  della  neurina. 

«  In  conclusione,  la  grande  velenosità  della  neurina  del  commercio 
(come  già  in  via  indiretta  si  potea  desumere  dalle  mie  sperienze  dell'anno 
scorso)  è  da  ripetere  precipuamente  dall'  idrato  di  trimetilvinilammonio,  da 
circa  15  a  17  volte  più  velenoso  (s)  del  trimetilossetilammonio,  altro  prin- 
cipale componente  della  neurina  :  la  fenomeuologia  tossicologica  in  fondo  è 
consimile  per  la  neurina  ed  i  suoi  due  principali  componenti;  e  specialmente 
nelle  rane,  non  è  paragonabile,  se  non  per  piccola  parte,  con  quella  in- 
dottavi dal  curaro,  e  da  consimili  veleni  ». 

Astronomia.     —     Sulla    scintillazione    degli    astri.    Memoria 

del  Socio  L.  Kespighi. 
Questa  Memoria  sarà  pubblicata  nei  volumi  accademici. 

Matematica.    —   Sulla  deformazione  di  uno    strato    isotropo- 
indefnito  limitato  da  due  piani  paralleli.  Memoria  del  Socio  corr. 

V.  Cerruti  (Sunto). 

«  In  questo  lavoro  l'autore  si  giova  del  processo  generale  d'integrazione 
esposto  nella  sua  Memoria  dal  titolo:  Ricerche  intorno  all'equilibrio  de'corpi 
elastici  isotropi,  già  pubblicata  negli  Atti  della  nostra  Accademia  (3).  Tale 

('  Mi  si  permetta  di  fare  in  proposito  la  citazione  in  francese  :  j'ai  fait  plus  de  6000 
expériences;  j'ai  fait  mordre  plus  de  4000  animaux  ;  j'ai  employé  plus  de  3000  vipères, 
et  je  puis  m'ètre  troropé  ;  quelque  cireostance  essentielle  peut  m'avoir  échappé  :  je  puis 
en  avoir  negligé  quelque  autre,  ne  la  croyant  pas  nécessaire;  mes  conséquences  peuvent 
étre  frop  générales,  et  les  expériences  en  trop  petit  nombre.  En  un  mot,  il  se  peut  trés- 
bien  que  je  me  sois  trompé  et  il  seiait  mème  presque  impossible  que  je  ne  me  fusse  jamais 
tronipé  ilans  une  matière  si  difficile,  sì  obscure,  et  encore  si  neuve  II  me  suffit  de  pouvoir 
certifier,  que  je  n'ai  écrit  que  ce  que  j'ai  vu,  ou  du  moins  cru  voir.  (Traité  sur  le  venin 
de  la  vipere  etc,  par  Felix  Fontana,  Florence  1781.  Tome  second,  pag.  63). 

('  Anche  il  citato  prof.  Cervello,  che  ha  lavorato  con  tanta  passione  attorno 
alla  neurina,  in  una  recente  Nota  (Gazz.  Chimica  italiana,  fase.  1,  Palermo  1885)  afferma 
la  grande  velenosità  del  trimetilvinilammonio;  avendo  l'autore  preparato  esso  stesso  il 
veleno  per  via  sintetica  sarebbe  stato  desiderabile,  onde  far  confronti,  che  ne  avesse  citata 
anche  la  duse  mortale. 

(')  Memoria  della  Classe  di  scienze  fisiche,  mat.  e  nat.  Serie  3,a  t.  XIII,  pp.  81-122. 


—  522  — 

processo  esige  la  determinazione,  non  sempre  facile,  di  certe  funzioni  ausi- 
liarie. In  moltissimi  casi  la  ricerca  di  queste  funzioni  è  agevolata  coll'uso 
del  seguente  teorema,  dimostrato  nella  precitata  Memoria: 

«  Se  un  corpo  isotropo  è  simmetrico  e  simmetricamente 
deformato  intorno  ad  un  asse  e  la  deformazione  avviene  in 
piani  passanti  per  1'  asse,  le  due  funzioni  Q}&  ed  aH  E  sono 
d  uè  funzioni  associate  ('). 

«  Mediante  questo  teorema  l'autore  esprime  le  funzioni  ausiliarie,  che 
gli  occorrono  per  la  risoluzione  del  problema,  col  mezzo  di  altre  sei,  tra 
le  quali  si  stabiliscono  subito  sei  relazioni  lineari  atte  a  definirle,  e  così 
egli  riesce  a  trattare  completamente  un  problema  che  solamente  di  volo  e 
in  modo  incompleto  era  stato  toccato  da  Lamé  e  Clapeyron  nella  loro  clas- 
sica Memoria:  SuW equilibrio  interno  de'1  corpi  solidi  omogenei  »  ("'). 

Fisica  terrestre.  —  Relazione  sulle  osservazioni  fatte  durante 
un  viaggio  nelle  regioni  della  Spagna  colpite  dagli  ultimi  terre- 
moti. Nota  II.  del  Socio  T.  Taramelli  e  del  prof.  G.  Mercalli. 


« 


Passiamo  ad  un  succinto  esame  del  fenomeno  sismico  e  delle  sue  conse- 
guenze più  prossime. 

«  Fenomeni  precursori.  Prima  del  terremoto  disastroso,  che  colpì 
l'Andalusia  nella  sera  del  25  dicembre  1884  non  mancarono  alcuni  feno- 
meni, che  si  ponno  considerare  come  precursori,  perchè  direttamente  od 
indirettamente  collegati  col  terremoto  stesso.  Tali  fenomeni  sono:  1°  alcune 
piccole  scosse,  avvertite  il  22  dicembre  in  Portogallo,  all'isola  Madera  ed 
altrove  nell'Atlantico,  e  poi  il  24  e  la  notte  24-25  a  Siviglia,  a  Colmenar 
ed  a  Zaffaraya;  2°  alcuni  straordinari  rumori  sotterranei,  sentiti  verso  la 
metà  di  novembre  a  nord-est  della  Sierra  Tejeda;  3°  l'inquietudine  degli 
animali  domestici,  che  poco  prima  del  terremoto  in  alcuni  luoghi  fuggirono 
dalle  abitazioni,  altrove  si  rifiutarono  di  prender  cibo  ecc.  ;  4°  una  sensa- 
zione speciale  alla  testa,  paragonabile  ad  un  principio  di  mal  di  mare , 
provata  da  molte  persone  appena  prima  del  terremoto.  L' inquietudine  degli 
animali  e  l'alterazione  delle  sorgenti  (intorbidamento,  aumento  ovvero  dimi- 
nuzione di  quantità)  si  notarono  quasi  generalmente  poco  prima  delle  repli- 
che, le  quali  in  alcuni  luoghi  furono  anche  precedute  da  perturbazioni  dell'ago 
magnetico. 

(')  Nel  senso  indicato  dal  prof.  Beltrami  nella  sua  Nota,  Sulle  funzioni  potenziali  di 
sistemi  simmetrici  attorno  ad  un  asse  (Atti  del  r.  Istituto  lombardo,  1878).  0,  g  designano 
rispettivamente  la  condensazione  cubica  e  il  doppio  della  rotazione  di  una  particella  qua- 
lunque :  Sì,  u>  le  velocità  di  propagazione  delle  onde  longitudinali  e  trasversali  in  un  mezzo 
isotropo. 

(»)  Mémoires  présentés  par  divers  savants  à  l'Académie  royale  des  sciences  de  l'In- 
stitut  de  France,  t.  IV,  pp.  465-562. 


—  523  — 

«Ai  fenomeni  precursori  forse  si  ponno  aggiungere  un  notevole  abbas- 
samento barometrico,  che  passò  sopra  L'Andalusia  dal  19  al  27  dicembre, 
ed  una  calma  perfetta  e  straordinaria,  che  durante  il  giorno  25  si  notò  nel- 
l'atmosfera e  nel  mai  e. 

«  Rombo.  In  tutti  i  luoghi  dove  il  terremoto  si  sentì  con  molta  vio- 
lenza, esso  fu  preceduto  da  un  forte  rombo  sotterraneo,  paragonato  da  taluni 
al  rumore  di  molti  carri  pesanti  in  movimento  su  un  ciottolato,  da  altri  ad 
un  lon  ano  tuono,  ad  un  torte  uragano,  ad  una  scarica  di  artiglieria.  Dopo 
la  prima  scossa  si  avvertirono  movimenti  del  suolo  senza  rombi  ovvero 
rombi  sotterranei  non  accompagnati  da  alcuna  scossa  sensibile;  ma,  in  ge- 
nerale, le  scosse  furono  accompagnate  dal  rombo  ed  in  tal  caso  questo  fu 
sempre  anteriore  od  in  parte  contemporaneo  al  movimento  ,  non  mai  poste- 
riore. Dal  che  si  argomenta  che  la  velocità  di  propagazione  del  suono  nella 
crosta  terrestre  in  questo  terremoto  fu  sempre  maggiore  della  velocità  ili 
propagazione  del  movimento  sismico. 

«  Area  del  terremoto.  L'area  mesosismica,  ossia  di  massima  intensità, 
entro  la  quale  giaciono  tutti  i  paesi  dove  il  terremoto  fu  disastroso,  è  un 
ellisse,  il  cui  asse  maggiore  diretto  presso  a  poco  ovest-nord-ovest,  est- 
sud-est  misura  circa  65  chilometri  e  l'asse  minore  circa  40.  Quest'  area  è 
attraversata  dalle  sierre  Marchamona,  Tejeda,  Almijara,  e  de  las  Guajaras, 
ed  i  paesi  maggiormente  rovinati  sono  situati  a  notevole  altezza  sui  fianchi 
delle  sierre  medesime.  Siccome  vedremo  che  l'epicentro  si  trova  vicino  al 
foco  occidentale  di  questa  ellisse,  si  argomenta  che  il  movimento  sismico  si 
è  propagato  più  facilmente  verso  est  lungo  la  massa  delle  rocce  cristalline 
e  paleozoiche  delle  sierre  Tejeda  ed  Almijara. 

«  Una  seconda  curva  isosismica,  pure  ellittica,  racchiude  le  località  dove 
gli  edifici  furono  gravemente  lesionati,  ma,  in  generale,  non  rovinarono  ne 
vi  furono  vittime  umane.  Il  diametro  maggiore  di  questa  curva  misura  circa 
100  chilometri  da  Càrtama  a  Motril. 

«  La  terza  curva  isosismica  si  spinge  ad  ovest  fino  a  Cordova  e  Sivi- 
glia, e  comprende  le  località  dove  il  terremoto  cagionò  leggiere  lesioni 
negli  edifici. 

«  Queste  ultime  due  curve  isosismiche  non  sono  perfettamente  concentriche 
alla  prima,  prolungandosi  esse  assai  più  verso  ovest  che  uon  verso  est,  dove 
pare  che  le  onde  sismiche  abbiano  trovato  un  ostacolo  a  propagarsi  nella  Sierra 
Nevatla,  in  cui  la  direzione  degli  strati  azoici  è  quasi  perpendicolare,  come 
abbiamo  veduto,  a  quelle  delle  formazioni  stesse  nell'area  mesosismica,  no- 
tandosi altresì  una  diversità  d'inclinazione  degli  strati  terziari  nei  due  ver- 
santi dell'alta  vallo  del  Guadalfeo. 

«  Finalmente,  fuori  dell'Andalusia  il  terremoto  si  avvertì  sensibile, 
senza  cagionar  danni,  a  nord  fino  a  Madrid  ed  a  Segovia,  ad  est  fino  a 
Valenza,   ad   ovest   fino   a    Huelva,   a   sud   fino  a  Gibilterra.  Ad   Almaden 


—  524  — 
nell'Estremadura,  la  scossa  fu  leggiera  alla  superficie,  non  avvertita  nelle 
miniere  che  si  sprofondano  325  va.  nel  suolo.  Nella  Catalogna  e  nelle  altre 
parti  settentrionali  della  Spagna,  come  pure  nell'Africa  settentrionale  non  si 
sa  che  siasi  avvertito  nessun  sensibile  movimento  di  suolo.  Fuori  della  Spa- 
gna solo  gl'istrumenti  delicati  notarono  leggerissimi  movimenti  del  suolo 
la  sera  del  25  dicembre  a  Velletri  alle  10  pom.  (ore  di  Roma)  ed  a  Roma 
alle  IO1  15m. 

«  Natura  e  durata  della  scossa.  In  tutta  l'area  mesosismica  ed  in  quella 
isosismica  rovinosa  la  prima  scossa  del  25  dicembre  si  propagò  in  modo 
molto  uniforme.  Dovunque  precedette  il  rombo  sotterraneo,  seguì  il  moto 
sussultorio  e  poi,  dopo  una  pausa  in  cui  il  movimento  cessò  quasi  total- 
mente, si  sentì  il  movimento  laterale  od  ondulatorio,  più  forte  è  più  lungo 
del  primo. 

«  Complessivamente  il  rombo  e  il  duplice  movimento  durarono  in  alcuni 
luoghi  da  8  a  10  secondi  in  altri  da  15"  a  20".  Al  Palo,  presso  Malaga, 
nelle  parti  superiori  degli  edifici  il  movimento  era  ancora  sensibile  dopo 
almeno  30"  dal  principio  del  rombo. 

«  Ora  della' prima  scossa.  La  scossa  disastrosa  della  notte  di  Natale 
si  sentì  leggermente  all'osservatorio  astronomico  di  S.  Ferdinando  (Cadice) 
alle  8h  53'  58"  p.,  ora  di  Madrid.  Pur  troppo  in  nessun'  altra  località  si 
potè  avere  con  certezza  l'ora  precisa  del  fenomeno.  Anche  l'ora  della  sta- 
zione ferroviaria  di  Granada,  secondo  la  quale  il  terremoto  si  sarebbe  sentito 
alle  9h  10'  pom.  (ora  di  Madrid),  non  può  essere  esatta,  essendo  impossibile 
che  il  movimento  sismico  sia  giunto  a  Granada  16  minuti  più  tardi  che  a  Ca- 
dice, mentre  la  prima  città  è  molto  più  vicina  al  centro  dello  scotimento. 

«  Ricerca  dell'  epicentro.  Essendo  impossibile  applicare  il  metodo  delle 
ore  per  la  ricerca  dell'epicentro  del  terremoto  del  25  dicembre  1884,  abbiamo 
determinato  colla  massima  diligenza  le  direzioni  del  movimento  ondulatorio 
principale  nelle  diverse  località.  Riportando  poi  queste  direzioni  sopra  una  carta 
topografica  abbiamo  visto  che  l'epicentro  deve  essere  situato  sul  versante 
settentrionale  della  Sierra  Tejeda,  ad  oriente  di  Ventas  di  Zaffaraya.  Questa 
determinazione  dell'  epicentro  è  confermata  dal  modo  di  propagazione  del 
movimento  sismico,  dalla  distribuzione  dei  danni,  dai  crepacci,  dalle  frane 
ed  altri  fenomeni  verificatisi  nel  suolo;  infine  dalle  repliche,  le  quali  nei  paesi 
prossimi  all'  indicato  epicentro  furono  molto  più  numerose  che  altrove. 

«  Origine  delle  scosse.  Premettiamo  che  al  verticale  sismico  (epicentro) 
il  movimento  del  suolo  deve  cominciare  con  una  scossa,  1°  puramente  ver- 
ticale, 2°  di  massima  intensità.  Orbene,  siccome  abbiamo  veduto  che  anche 
nei  paesi  più  danneggiati  il  movimento  più  forte  fu  quello  laterale  od  ondu- 
latorio, e  di  più,  che  anche  al  principio  della  scossa  il  movimento  sussultorio 
non  fu  puramente  verticale,  ma  determinato  da  un  movimento  vibratorio  late- 
rale, che  emergendo  si  risolveva  in  due  componenti,  l' una  orizzontale  e  l'altra 


—  525  — 

verticale,  così  ne  concludiamo  che  fortunatamente  nessun  paese  anche  dei 
più  danneggiati  si  è  trovato  all'  epicentro  del  terremoto  andaluso  del  25 
dicembre. 

«  In  tutti  i  paesi  dove  alla  scossa  sussultoria  seguì  quella  ondulatoria 
più  forte,  riteniamo  che  solo  la  prima  rappresenti  il  movimento  proveniente 
immediatamente  dal  centro  o  foco  sismico,  collocato  a  profondità  più  o 
meno  giaude  nell'interno  della  terra;  la  seconda  sarebbe  dovuta  al  movi- 
mento sismico  partente  dal  verticale  sismico,  addizionato  ad  un  residuo 
del  movimento  dovuto  alla  componente  orizzontale  dell'  urto  proveniente 
dal  centro. 

«  Uscendo  dall'area  dei  disastri,  mano  mano  che  si  passa  a  località  più 
lontane  dall'  epicentro,  sempre  più  diminuisce  il  valore  della  componente 
verticale  dell'onda  sismica  proveniente  dal  centro;  opperò  già  a  Malaga  ed 
a  Granada  il  moto  sussultorio  fu  poco  sensibile  e  messo  in  dubbio  da  taluni, 
ed  in  qualche  paese  pare  che  la  trepidazione  abbia  preceduto  l'oscillazione. 
A  maggiori  distanze,  cominciando  da  Cordova  e  Siviglia,  il  movimento  fu  pu- 
ramente ondulatorio. 

«  In  parecchi  luoghi  dei  più  danneggiati,  oltre  ai  movimenti  diretti, 
provenienti  dal  centro  e  dall'epicentro,  arrivarono  altresì  delle  onde  sismiche 
riflesse  dalle  formazioni  più  compatte  e  più  elastiche.  Per  esempio,  Albunu- 
elas  venne  colpita  non  solo  dalla  scossa  sismica  principale  diretta  presso  a 
poco  ad  ovest-est,  ma  anche  da  onde  sismiche  secondarie  provenienti  da  sud- 
sud-ovest,  le  quali  probabilmente  furono  onde  riflesse  dal  nucleo  di  terreni 
cristallini  della  Sierra  de  las  Guàjares,  ove  abbiamo  indicato  che  bruscamente 
si  cangia  la  direzione  delle  dette  formazioni. 

«  Movimenti  rotatoli.  Nel  terremoto  del  25  dicembre  non  mancarono  i 
movimenti  rotatoti;  noi  osservammo  oggetti  girati  sopra  se  stessi  ad  Alhama,  ad 
Albuùuelas  ed  a  Malaga.  Probabilmente  sono  effetti  di  un  rapido  cangia- 
mento nella  direzione  del  movimento  sismico,  in  causa  del  sopravvenire  di 
un'  onda  riflessa,  diversamente  diretta,  sopra  un  oggetto  tuttavia  in  moto  per 
l' onda  sisrnicajliretta. 

«  Distribuzione  dei  danni.  Complessivamente  vi  furono  745  morti  e 
1483  feriti  per  effetto  della  scossa  del  25  dicembre.  Furono  circa  4400  le 
case  totalmente  rovinate,  e  7316  quelle  rovinate  parzialmente.  Innumerevoli  gli 
edifici  più  o  meno  lesionati.  Nella  sola  città  di  Velez-Malaga  i  danni  delle 
case  si  valutarono  a  circa  15  milioni  «li  lire.  Arenas  del  Rey  e  Ventas  di 
Zaffaraya  furono  i  due  paesi  più  crudelmente  colpiti  dal  terremoto:  nel  primo 
non  rimase  più  alcuna  casa  abitabile  e  vi  fu  circa  il  10  per  100  di  vit- 
time, mentre  negli  altri  paesi,  anche  assai  danneggiati  come  ad  Alliama. 
queste  furono  nel  rapporto  di  circa  il  3  per  100.  La  causa  di  questi  disa- 
stri  e  specialmente  delle  disgrazie  personali,  oltre  che  nella  violenza  delle 
scosse,    deve   cercarsi    nella  pessima  costruzione  delle  case    e    nella   loro 

Rendiconti  —  Vol.  I.  C9 


—  526  — 

ubicazione  iu  riva  a  burroni,  o  sopra  terreni  poco  coerenti  ed  in  pendio.  E 
qui  si  noti  come  nella  stessa  area  mesosismica  la  misura  dei  danni  dipese 
dalla  natura  del  suolo  superficiale ,  su  cui  direttamente  poggiarono  gli 
edifìci,  rimanendo  ad  esempio  più  danneggiati  quelli  edificati  sugli  accen- 
nati lembi  di  sfacelo,  di  brecce,  di  travertino  o  sull'orlo  delle  incisioni 
praticate  dai  torrenti  nei  conglomerati,  nelle  molasse  terziarie,  in  confronto 
con  località  anche  vicinissime,  dove  la  roccia  in  posto  era  una  massa  calca- 
reodolomitica  o  lo  schisto  paleozoico.  Questa  differenza  fu  evidentissima,  e  ad 
esempio,  tra  il  paese  di  Jatar,  situato  sul  travertino,  e  su  conglomerato  plioce- 
nico, presso  ad  un  rio,  e  la  prossima  villa  del  sig.  Blanchart  posto  su  dolomia; 
tra  Canillas  di  Aceituno  ed  Alcaucin,  collocati  sulla  breccia  e  le  frazioni  inter- 
medie collocate  sulla  roccia  scistosa.  Epperò  si  può  stabilire,  che  la  trasfor- 
mazione in  movimento  di  massa  del  moto  molecolare,  trasmesso  dalle  pro- 
fonde ed  omogenee  formazioni,  fu  tanto  più  disastrosa  quanto  minori  erano 
lo  spessore,  la  omogeneità  e  la  continuità  del  terreno  superficiale. 

«  Effetti  del  terremoto  sul  suolo.  Per  la  scossa  del  25  dicembre  non  si 
apersero  spaccature  nelle  roccie  compatte  ed  in  regolare  stratificazione, 
spettanti  ai  terreni  mesozoici  o  più  antichi.  I  terreni  terziari  e  quaternari, 
presso  alla  superficie  ebbero  bensì  spaccature  anche  di  qualche  chilometro  di 
lunghezza,  come  al  Cortijo  di  Guaro  presso  Periana,  a  sud  di  Ventdi  Zaffaraya 
e  sopra  Guevejar;  ma  il  rendersi  appariscenti  di  esse  fratture,  e  la  forma- 
zione di  altre  molte  tutto  all'ingiro  furono  la  conseguenza  del  moto  di 
scivolamento,  reso  possibile  dalla  prima  rottura  e  variamente  modificato 
da  pressioni  laterali  e  dall'  incontro  d'ostacoli  sotterranei.  Attraversando  la 
Sierra  Tejeda  presso  ed  entro  all'epicentro  non  abbiamo  trovato  alcun  esempio 
di  frattura  e  di  spostamento  di  rocce  iu  posto;  ne  fu  constatato  da  noi  o  da 
altri  alcun  cangiamento  permanente  nell'altimetria  relativa  nell'area  del  terre- 
moto, fatta  astrazione  delle  piccole  masse  scoscese  nelle  accennate  località. 
Siamo  quindi  in  un  ordine  di  fenomeni  concomitanti  e  susseguenti  le  scosse, 
che  sono  comuni  a  tutti  i  grandi  terremoti. 

«  Al  momento  della  prima  scossa,  od  appena  dopo  essa,  in  moltissimi  luo- 
ghi le  sorgenti  diseccarono  o  sgorgarono  torbide  e  più  abbondanti;  ma  poco 
dopo  ripresero  le  loro  qualità  ordinarie.  Più  profonde  furono  le  modificazioni 
nelle  sorgenti  termali.  Quelle  di  Albania  e  di  La  Mala  accrebbero  la  portata  e 
di  qualche  grado  anche  la  temperatura;  ad  Albania  a  circa  mezzo  chilometro 
verso  nord  della  fonte  dei  Bagni,  in  suolo  alluvionale,  si  aperse,  tre  giorni 
dopo  la  scossa,  una  nuova  fonte,  abbondante,  di  quattro  gradi  più  calda  della 
vecchia  fonte  e  più  distintamente  solfidrica.  Presso  il  Ponte  Ifo,  lungo  la  strada 
da  Granada  e  Motril,  dalle  fessure  di  una  roccia  calcare  sgorgò  un  getto  ab- 
bondante di  acqua  tepida;  presso  Iatar  si  osservò  una  temporanea  emanazione 
di  aria  tiepida  e  forse  anche  di  vapor  acqueo  da  un  pertugio  preesistente  di 
circa  un  metro  quadrato  di  apertura. 


—  527  — 

«  Velocità  di  pi  opagaztone.  È  molto  difficile  e  fors 'anche  impossibile  cono- 
scere con  sicurezza  la  velocità  di  propagazione  del  moto  sismico  nel  terremoto 
andaluso,  perchè  mancano  affatto,  come  abbiamo  detto,  notizie  esatte  sul- 
l'ora della  prima  scossa  in  luoghi  diversi.  Il  fatto  riportato  da  alcuni, 
secondo  il  quale  il  telegrafista  di  Malaga  avrebbe  sentito  il  terremoto  sei 
secondi  dopo  quello  di  Velez-Malaga,  è  poco  attendibile;  esso  intatti  con- 
durrebbe ad  una  velocità  di  propagazione  di  oltre  3000  metri  al  secondo, 
la  quale  è  piti  che  tripla  della  velocità  massima  ben  constatata  in  multi  altri 
terremoti.  Quanto  poi  ai  movimenti  osservati  negli  apparati  magnetici  di  Green - 
wich  e  di  Willemshafen,  ci  sembra  molto  probabile  che  sieno  effetti  di  per- 
turbazioni magnetiche,  causate  se  vuoisi  dal  terremoto,  ma  non  dall'arrivo  fino 
a  quei  punti  del  movimento  sismico.  Non  ci  pare  quindi  che  tali  fenomeni 
possano  servire  a  determinare  la  velocità  di  quetet'  ultimo.  Si  potrà  forse 
ottenere  con  minore  incertezza  questa  velocità,  calcolandola  in  base  ai  leggeri 
movimenti  avvertiti  la  sera  stessa  a  Velletri  ed  a  Roma,  qualora  si  potesse 
scegliere  quale  dei  due  tempi  corrisponda  al  terremoto  andaluso. 

«  Profondità  del  centro.  In  mancanza  di  dati  precisi  sull'ora  della  prima 
scossa  in  località  diverse  abbiamo  dovuto  rivolgerci  per  la  determinazione 
della  profondità  del  centro  sismico  al  metodo  di  Mallet,  col  quale  questa  pro- 
fondità si  calcola  dal  valore  degli  angoli  di  emergenza  delle  scosse,  desunti 
dalla  inclinazione  delle  fratture  nel  terreno  e  negli  edifici  meglio  costrutti. 
Avendo  scelto  alcuni  dei  migliori  angoli  d'emergenza  osservati,  avremmo  cai- 
culata  una  profondità  media  un  poco  superiore  a  quella  di  9275  metri  tro- 
vata da  Mallet  pel  grande  terremoto  napoletano  del  1857,  per  molti  altri 
rapporti  analogo  al  presente  terremoto  iberico.  Speriamo  di  potere  precisare 
meglio  il  valore  di  tale  profondità  determinando  con  maggiore  esattezza  la 
posizione  dell'epicentro. 

«  Repliche.  Nella  notte  del  25  al  26  dicembre ,  dopo  la  prima  scossa 
disastrosa,  si  ripeterono  altre  scosse,  che  in  generale  furono  tanto  più  nu- 
merose quanto  più  le  località  erano  prossime  all'epicentro;  così  che  a  Iatar 
se  ne  contarono  fino  a  111.  Nei  seguenti  dieci  giorni  vi  furono  repliche  quo- 
tidiane ;  nel  rimanente  del  gennaio  le  scosse  si  replicarono  circa  ogni  due  giorni  ; 
nel  febbraio  e  nei  mesi  seguenti  si  fecero  sempre  più  rade.  Talune  di  queste 
scosse  ebbero  notevole  intensità,  specialmente  quelle  del  27  febbraio  e  dell'I  1 
aprile,  che  fu  la  più  violenta  dopo  la  prima.  Tuttavia  nessuna  di  queste  scosse 
fu  causa  di  disgrazie  personali  e  neppure  di  nuove  lesioni  negli  edifici;  sol- 
tanto fu  determinata  la  caduta  di  molti  di  essi,  già  gravemente  danneggiati. 
Questo  lungo  ripetersi  delle  scosse  è  un  fatto  comune  agli  altri  terremoti  della 
Spagna  meridionale,  ed  anche  per  questo  carattere  il  recente  terremoto  andaluso 
offre  analogia  coi  terremota  perimetrici  che  tanto  frequentemente  hanno  colpita 
l'Italia  meridionale  e  talune  regioni  alpine. 

«  Svolgeremo  tali  analogie  nella  nostra  relazione  sotto  il  rapporto  della 


—  528  — 

orografia,  della  natura  geologica  del  terreno,  della  posizione  della  regione 
colpita  rispetto  ai  vulcani  ed  al  mare,  della  forma  ed  estensione  dell'area 
sismica,  nonché  delle  relazioni  cronologiche  e  topografiche  coi  fenomeni  sismici 
della  regione  mediterranea.  Queste  analogie  ci  conducono  fin  d'ora  ad  una 
associazione  che  ci  fa  travedere  come  la  causa  di  tutti  questi  fenomeni 
sismici  mediterranei  sia  collegata  coi  fenomeni  stratigrafici  e  sismici,  geo- 
logicamente assai  recenti,  ai  quali  si  devono  la  formazione  e  la  delimitazione 
attuale  di  questo  bacino. 

«  Nel  chiudere  questa  breve  relazione  ci  è  grato  esprimere  la  nostra  viva 
riconoscenza  verso  l'onorevole  sig.  ministro  Canovas  del  Castillo,  e  le  autorità 
governative  delle  provincie  percosse  che  molto  cortesemente  agevolarono  i  no- 
stri studi  ;  ed  altresì  ai  signori  geologi  spaglinoli  i  quali  ne  furono  larghi 
di  molte  ed  utili  indicazioni.  Presentiamo  inoltre  i  sensi  della  nostra  sincera 
gratitudine  alla  Presidenza  di  questa  r.  Accademia,  la  quale,  onorandoci  del- 
l'incarico del  presente  studio,  ci  ha  procurato  desiderata  occasione  di  appren- 
dere nuovi  fatti  in  un  ordine  di  fenomeni  per  noi  ancora  molto  oscuri,  ad 
onta  della  esperienza,  pur  troppo  triste,  che  abbiamo  a  farne  nel  paese 
nostro  ». 

Matematica.  —    1°  Sulla  geometria  de  complessi    lineari   di 
rette  e  sulle  loro  coordinate  proiettive  —  2°    Sulle    superfìcie   di 
Pl/icker  nei  complessi  di  rette  del  2°  grado.  Memorie  del  Socio  corr. 
E.  Caporali  e  del  dott.  P.  Del   Pezzo. 

Queste  Memorie  saranno  pubblicate  nei  volumi  accademici. 

Matematica.  —  Le  trasformazioni  doppie  del  -piano.  Memoria 
del  Socio  corr.  E.  De  Paolis. 

Questa  Memoria  sarà  pubblicata  nei  volumi  accademici. 

Astronomia.  —  Sul  grande  gruppo  di  macchie  attualmente  vi- 
sibili al  centro  del  disco  del  sole.  Nota  del  Socio  P.  Tacchini. 

«  Il  gruppo  di  macchie  solari  che  presentemente  può  vedersi  anche 
ad  occhio  nudo  al  centro  del  disco  solare,  abbraccia  in  lunghezza  4'.  20"  ed 
è  largo  1'.  15".  Si  distende  quasi  parallelamente  all'equatore  solare  e  si 
compone  di  4  macchie  principali,  separate  però  da  una  specie  di  penombra, 
che  altro  non  è  che  la  fotosfera  nel  primo  stadio  di  disegregazione.  Il  gruppo 
trovasi  nell'emisfero  boreale  del  sole  ad  una  latitudine  di  10°.  Osservato 
allo  spettroscopio  la  macchia  più  grande,  e  che  è  quella  che  precede,  pre- 
sentava nel   nucleo    l'inversione   della  riga   C    di  quelle   del   sodio   e  del 


—  529  — 

magnesio,  sotto  forma  di  piccole  elissi  contornate  ditìle  tto  nero,  come  espe- 
rimentalmente riescirono  ad  ottenere  per  il  sodio  il  Seccia  ed  il  Cornou. 
Questo  gruppo  erasi  presentato  al  bordo  orientale  il  15  giugno,  e  perciò 
trovavasi  nella  stessa  regione  delle  macchie  tramontate  il  31  maggio,  e  che 
erano  comparse  all'altro  bordo  fra  il  17  e  19  dello  stesso  mese.  È  dunque 
uno  di  quei  casi,  da  noi  descritti  altre  volte,  in  cui  nella  stessa  regione, 
bene  definita  e  limitata,  le  macchie  vi  durano  un  tempo  assai  lungo,  ciò  che 
costituisce  uno  degli  argomenti  contro  la  teoria,  clic  vorrebbe  considerare 
le  macchie  solari  come  semplici  cicloni  consimili  a  quelli  che  si  formano 
nella  nostra  atmosfera.  Nel  gruppo  attuale  poi  in  nessuna  delle  sue  parli 
si  appalesa  forma  ciclonica,  la  quale  d'altronde  è  rarissima  nelle  tante  mac- 
chie, che  si  osservarono  ogni  anno  ». 

Astronomia. —  Sul  numero  delie  volte  che  vennero  osservali    i 
pianetini  fra   M'irle  e  Giove  in  opposizione.  Nota  del  prof.  E.  Mii. 
ms.vicii,    presentata  dal  Socio  Tacchini. 

«  Fino  ad  oggi  (18  giugno  1885)  furono  scoperti  248  (')  pianetini  fra 
Marte  e  Giove,  ma  non  per  questo  possiamo  ritenerci  in  possesso  di  tutti 
248  (').  Di  alcuni  di  questi  la  scoperta  puossi  ritenere  quasi  illusoria,  giacché 
non  siamo  in  caso  di  precisare  il  luogo  apparente  dove  si  trovano  in  un 
certo  istante  se  non  fra  limiti  grossolani. 

«  Quantunque  la  teorica  insegni  che  tre  osservazioni  bastano  per  fis- 
sare gli  elementi  d'un'  orbita  planetaria,  salvo  casi  eccezionalissimi  per  i 
quali  il  problema  resta  quasi  o  completamente  indeterminato,  tuttavia  tale 
modo  di  considerare  il  problema  suppone  osservazioni  di  rigore  geometrico, 
quali  all'uomo  non  è  concesso  di  fare.  In  realtà  poi  un  periodo  di  tre  mesi 
è  necessario,  nel  maggior  numero  dei  casi,  per  avere  elementi  tali  da  con- 
tare per  la  ricerca  nella  seconda  opposizione.  Il  calcolo  delle  perturbazioni 
in  causa  dei  grossi  e  vicini  pianeti,  potendo  sempre  farsi  con  rigore  anche 
se  i  primi  elementi  non  sono  assolutamente  inappuntabili,  è  possibile  nella 
seconda  opposizione  perfezionare  gli  elementi  osculatorii  in  un  dato  mo- 
mento, e  così  successivamente  fino  ad  avere  cinque  opposizioni  almeno  di- 
sponibili, cioè  all'incirca  un  completo  periodo  involutivo,  dopo  di  che  si 
può  ritenere  che  per  un  grandissimo  numero  di  anni  il  pianeta  potrà  sempre 
ritrovarsi  oscillante  fra  stretti  limiti  intorno  al  luogo  che  viene  fornito  dai 
definitivi  elementi  osculatorii  per  un  dato  momento,  oppure  in  una  posizione 


(')  Il  pianeta  scoperto  il  5  gingilo  'lai  dott.  I.  Palisa  in  Vienna  può  non  essere  nuovo; 
in  tal  caso  il  numero  diventa  (247).  Il  piano  dell'orbita  coincide  fra  stretti  limili  con  quello 
di  Xantippe  (150),  che  è  uno  dei  quasi  perdati.  Soltanto  ili  qui  a  qualche  giorno  si  potrà 
decidere  se  il  nuovo  astro  sia  identico  o  no  eoi    \:,\\).  Vedi  C.  lì.  A.  .1.  N.  -jr>:!. 


—  530  — 

assai  vicina  a  quella  data  dal  calcolo,  se  successivamente  si  modificano 
gli  elementi  osculatoci  per  l'azione  dei  grossi  pianeti. 

«  Credo  utile  presentare  all'Accademia  un  rendiconto  assai  sommario 
dei  nostri  reali  o  tìttizii  possessi  su  detti  248  pianeti  servendomi  per  lo 
spoglio  che  segue  del  B.  A.  J. ,  delle  circolari  del  B.  A.  J.  e  delle  Astro- 
nomische  Nachrichteu  fino  al  giorno  d'oggi. 

«  Nello  stato  attuale  della  scienza  i  pianetini  del  numero  (1)  Cerere 
fino  al  numero  (138)  Tolosa  furono  osservati  cinque  o  più  di  cinque  volte, 
cioè  in  almeno  cinque  opposizioni. 

«  Devonsi  eccettuare  (60)  Maja;  (99)  Bike;  (131)  Vaia;  (132)  Aethra. 
Si  aggiungano  poscia  i  seguenti  al  di  sopra  del  numero  (138),  i  quali  pure 
furono  osservati  almeno  in  cinque  opposizioni.  Essi  sono: 


(140)  Siwa 

(142)  Poiana 

(143)  Adria 

(147)  Profcogeneia 

(148)  Gallia 
(150)  Nuwa 
(153)-  Hilda 
(154)  Bertha 
(158)  Koronis 

«  Ben  17  peraltro  di  questi  pianeti  furono  osservati  nella  quinta  oppo- 
sizione soltanto  nell'intervallo  degli  ultimi  sedici  mesi.  Abbiamo  quindi  159 
pianeti  sui  248  die  non  possono  essere  perduti  che  in  un  avvenire  remo- 
tissimo e  qualora  per  alcuni  e  soltanto  per  alcuni  di  essi  non  si  facessero 
più  osservazioni. 

«  I  seguenti  pianeti  furono  osservati  iu  quattro  opposizioni,  cioè  : 


(165)  Lozeley 
(168)  Sibylla 

(172)  Baucis 

(173)  Ino 

(179)  Klytaemnestoa 

(181)  Eucharis 

(182)  Elsa 
(184)   Dejopeja 


(185)  Eunike 

(186)  Celuta 
(202)  Chryseis 

(204)  Kallisto 

(205)  Martha 
(207)  Hedda 

(215)  Oenone 

(216)  Kleopatra 


(66)     Maja 
(139)  Iuewa 
(141)  Lumen 
(144)  Vibilia 

(151)  Abundantia 

(152)  Atala 

(159)  Aemilia 

(160)  Una 
(162)  Laurentia 


(171)  Ophelia 
(174)  Phaedra 
(176)  Idunna 
(187)  Lamberta 

(189)  Phthia 

(190)  Ismene 
(192)  Nausikaa 
(194)  Prokne 
(196)  Philomela 


(198)  Ampella 

(200)  Dynameue 

(201)  Penelope 

(211)  Isolda 

(212)  Medea 

(213)  Silaea 

(214)  Aschera 

(218)  Bianca 

(219)  Thusnelda 


(169)  Zelia 

«  Evidentemente  alcuni  di  questi  vennero  osservati  in  tutte  le  oppo- 
sizioni che  ebbero  luogo  dalla  scoperta  in  poi,  altri  invece  sono  riacquisti 
moderni,  come  ad  esempio  Maja  ed  Juewa.  Questi  27  pianetini  domandano 
ancora  osservazioni  per  assicurarne  il  possosso;  per  alcuni  poi  come  Vibilia, 


-  531  — 


Atala,  Aemilia,  Una,  Laurentia,  Oplielia,  il  bisogno  comincia  a  farsi  imperioso. 
«  I  seguenti  pianetini  vennero  osservati  soltanto  in  tre  opposizioni. 

(226)  Weringia 


(146)  Lucina 
(101)  Athor 
(104)  Eva 
(167)  Urda 
(170)  Maria 
(178)  Belisana 


(191)  Kolga 
(199)  Byblis 
(203)  Pompeja 
(209)  Dido 
(221)  Eos 
(224)  Oceana 


(227)  Philosophia 

(229)  Adelinda 

(230)  Athamantis 

(231)  Vindobona 


«  Di  quest'ultimo  gruppo  i  pianeti  (221),  (224),  (226),  (227),  (229),  (230) 
e  [231  !  vennero  osservati  in  tutte  le  opposizioni  ;  Lucina  invece  è  un  riacquisto 
moderno  e  così  pure  Urda.  Eva  (164)  deve  essere  riosservato  per  non 
ismarrirlo.     , 

«  In  due  opposizioni  soltanto  vennero  osservati  i  seguenti  pianeti: 

«  Vaia  (131),  Rhodope  (166),  Garumna  (180),  Enrykleia  (195),  Her- 
silia  (206),  Lacrimosa  (208),  Isabella  (210),  Lucia  (222),  Henrietta  (225). 
Vaia,  Enrykleia,  Hersilia,  Lacrimosa  ed  Isabella  sono  riacquisti  recenti,  nota- 
bilissimi Vaia,  Enrykleia  ed  Hersilia.  Rhodope  e  Garumna  domandano  ri- 
cerche per  ritrovarli;  a  questi  aggiungi  i  tre  pianeti  (231)  Ruma,  (233) 
Asterope,  (234)  Barbara  e  (235)  Carolina  osservati  nelle  due  opposizioni 
dall'epoca  della  scoperta. 

«  Vengono  da  ultimo  i  pianeti  osservati  una  sola  volta  e  sono  i  seguenti. 

Dike 

A  etimi 

Adeona 

Medusa 

Scylla 

Xanthippe 

Dejanira 

Erigone 

Andromacbe 

Irma 

Istria  (1S3) 

«  Dal  (236)  al  (248)  si  attende  ora  e  in  seguito  la  seconda  opposizione. 

«  Dei  18  pianeti  dal  (99)  al  (228)  soltanto  calcoli  laboriosi  e  sopra- 
tutto ricerche  minuziose  e  lunghe  di  osservazione  potranno  farli  ritrovare. 
Di  moltissimi  come  Dike,  Aethra,  Adeona,  Medusa,  Scylla,  Xanthippe,  De- 
jauira,  Erigone,  Andromacbe,  Irma,  Istria,  Menippe,  Ambrosia  ed  Arete  il 
rinvenimento  sarà  una  nuova  scoperta,  fatta  la  quale  avremo  il  mezzo  di 
accertarsi  dell'identità  del  nuovo  astro  con  alcuno  dei  nominati. 

•  Dejanira,  Rosa  ed  Agathe  saranno  sempre  o  quasi  sempre  estrema- 
niente  deboli  in  luce. 


(99) 

Menippe 

(188) 

Adrastea    (239) 

(132) 

Ambrosia 

(193) 

Vanadis     (240) 

(145) 

Arete 

(197) 

Germania  (241) 

(149) 

Eud'ora 

(217) 

Kriemhild  (242) 

(155) 

Stephania 

(220) 

Ida             (243) 

(156) 

Rosa 

(223) 

Sita            (244) 

(157) 

Agathe 

(228) 

Vera           (245) 

(l'i:'.) 

Honoria 

(236) 

Asporina    (246) 

(175) 

Coelestina 

(237) 

Eukrate      (247) 

(177) 

Hypatia 

(238) 

?           (248) 

532  — 


«  Kiassmnendo  furono  osservati  fino  ad  oggi  (18  giugno) 
Pianetini  159  in  cinque  o  più  di  cinque  opposizioni. 
»  28  in  quattro  opposizioni. 

»  17  in  tre  opposizioni. 

»  13  in  due  opposizioni. 

»  31  in  una  opposizione. 

Totale  248 
«  Non  sarà  isfuggito   il   fatto   che  fra  il  (145)   e  il  (197)  cioè  in  53 
pianeti  ben  12,  cioè  quasi  un  quarto,  sono  pressoché  perduti. 
«  Questi  dodici  pianeti  furono  scoperti: 
(145)  Adeona  C.  H.  F.  Peters 


(149)  Medusa 

(155)  Scylla 

(156)  Xantippe 

(157)  Dejanira 
(163)  Erigone 
(175)  Andrornache 
(177)  Irma 

(183)  Istria 
(188)  Menippe 
(191)  Ambrosia 
(193)  Arete 


3  giugno  1875 

Perrotin  21  settembre  1875 

Palisa  8  novembre  1875 

Paìisa  22  novembre  1875 

Borrelly  1  dicembre  1875 

Perrotin  26  aprile  1876 

Watson  1  ottobre  1877 

Paul  Henry  5  novembre  1877 

Palisa  8  febbrajo  1878 


C.  H.  F.  Peters  18  giugno        1878 

Coggia  28  febbrajo     1879 

Palisa  21  maggio       1879 

<  La  ragione  principale  di  tale  aggruppamento  di  pianeti  quasi  per- 
duti sta  nella  debolezza  della  loro  luce,  come  Medusa,  Dejanira,  Scylla, 
Istria,  Menippe,  Ambrosia,  Arete. 

«  Peraltro  in  causa  della  notabile  eccentricità  dell'orbita  di  alcuni  di 
essi,  come  ad  esempio  Andrornache,  lo  splendore  nelle  diverse  opposizioni 
è  variabilissimo  ». 


Matematica.  -  -  Sulla  integrazione  per  serie.  Nota  I.  del  prof. 
C.  ArzelX,  presentata  dal  Socio  thm. 

1.  «Sia  f(x,y)  la  funzione  delle  due  variabili  reali  x  e  y  considerata 
nella  Nota  Sull'integrabilità  di  una  serie  di  funzioni  già  pubblicata  in  questi 
rendiconti.  —  A  completare  la  trattazione  dell'argomento  preso  ivi  a  consi- 
derare, rimane  che  si  determini  la  condizione  necessaria  e  sufficiente  affinchè, 
supposto  f(x,ì/(,)=  lim  f(x,ys)  e  integrabile  tra  a  e  b,  sia  anche 
y»=y„ 

F"  C 

(1)  lf(x,y6)dx-h  lim    ]/(x,ys)dx 

per  ogni  x  tra  a  e  b. 


—  533  — 
«La  condizione   necessaria   e   su  Iti  ci  ente  affinchè,  nelle 

r* 

ipotesi  poste  nella  nota  succitata,  sussista  1  a  (1).  è  che   lim    I  f(o:,y,)dx 

sia,   in    ogni    punto   oc  tra   a   e   b ,   una   funzione   di   x   finita 
e   continua. 

«Che  questa  condizione  sia  necessaria,  è  evidente  perchè,    nell'ipotesi 

che  f(x,yo)  sia  integrabile,    I  f(x,y9)dx  è  una  funzione  di  x  finita  e  con- 
fi 

tinua;  mostriamo  che  è  sufficiente. 
«  Poniamo 

J  fi®  »  >Jo)  dx  =  9(x)   :     jf(x,  y,)  dx  =  $  (a? ,  y,) 

a  a 

lim     ) /,(;r,?/s)(te=$(.r./yo). 
«  Se  si  ricorda  che  è 

ove  f(x,ì/o)  indica  un  valore  compreso  tra  il   limite   superiore  e  inferiore 
di  f(x,iji,)  nell'intervallo  da  x  a  x-\~h,  si  vede  che,   fissato   un  punto  x 
qualunque,  i  valori  che  assume  il  rapporto  incrementale  di  $(x)  per  i  valori 
di  li  minori  in  valore   assoluto  di  un  numero  //[  minore   della   più  piccola 
delle  due  quantità  b —  oc,  x  —  a  (escluso  il  valore  A  =  0),  saranno  compresi 
tra  i  due  numeri  limiti,  tra  i  quali  sono  compresi  i  valori  di  f(x,yo)  nell'inter- 
vallo da  x  —  hi  a  x-+-h\.  Epperò  l'oscillazione  (')   che  in  un  punto  x  al 
tendere  di  h  a  zero,  fa  il  rapporto  incrementale  di  9  (x)  sarà  minore  o  al 
più  eguale  a  quella  che  in  quel  punto  x  fa  la  /'(■''.. '/o)  • 
«Si  consideri  ora  la  funzione  <S>(x,y). 
«  Si  ha 
<fr(x-ì-h,!jfì)—<t>{x,!/o)  __ <p  (x-hh ,  i/0)— <£(.y,//0)  _  <ÌM,r+/t ,,,,)— ®(x ,//,) 
h  h  h 

*\-fi-hh,y,)  —  Q(a;,y,) 
^  h 

(')  Per  oscillazione  di  una  funzione  -l  (x)  in  un  punto  x,  intendiamo  la  differenza 
G,r  —  gx,  Gx  e  gx  essendo  i  limiti  ai  quali  tendono  rispettivamente  G(x,ht),  g{x,hì)  limite 
superiore  quello,  inferiore  questo  della  \{x)  nell'intervallo  da  x  —  ht  a  .r-t-A,  ,  al  tendere 
di  /ì,  a  zero.  (Harn.ich,  Math.  Annalen  B.  XVII:  XIX).  —  Tra  l'oscillazione  qui  definita 
e  il  salto  (Dini,  Fondamenti,  etc.  pag.  42)  vi  è  la  relazione  che  l'oscillazione  è  minore  o 
eguale  al  doppio  del  salto. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  70 


—  534  — 

dove  yi  rappresenta  l'ordinata  di  una  linea  composta  di  un  numero  finito 

di   tratti   presi   sulle   rette  y=yt,  yt,  y3,  tra   il    punto  ir  e  il 

punto  oc-hh . 

«  Si  può  anche  scrivere 

/0\     $(aH-Ayo)— $(•'%. '/o)_$(aH-A,  y0)— $(aH-A,  y,)      <&{x,y0)—$(*\yi)   , 
(2)  _ r -  h 

<&(aH-A,y,)— $(a;,yt)  _  ^(aH-A,yB)— $(aH-h,yd— fefoyo)— $(q;,yt) j 
"" A~  A 


1   f*"** 


do- 


f(x,yt)dx  è  l'integrale  della  f(x,yi)  preso  lungo  la  linea  spezzata 
a; 

che  si  considera  tra  a;  e  x-\-h. 

«  Per  ogni  valore  x  e  per  ogni  A  fisso,  esiste  un  valore  ys,  tale  che  per 
ogni  valore  y  preso  tra  i  valori  ytl,  //,,-i,  ys,-r-2,  è 

(3) 


9{x-hhty0)—9(x-^-h,y)   <|/i|<7    e 


*(#,«/•)  —  *(<r,y) 


<|A|<x 


a  essendo  un  numero  positivo   preso   piccolo  a  piacere.  In  virtù  di  quanto 
si  è  stabilito   nella   nota  Sull'integrabilità  ec.  ec.  sopra   menzionata,   tolti 

tra  x  e  #H-A  dei  tratticela  Ti ,  tj, t,,  in  numero  finito  e  la  cui  somma  z 

può  esser  presa  piccola  a  piacere,  si  può  poi  sempre,  mediante  tratti  deter- 
minati presi  su  rette  appartenenti  alle  ?/=!/„,  ytl+\,  ySì^-i, formare 

una  linea  spezzata  che,  ad  eccezione  dei  tratti  t,  percorra  tutto  l'intervallo 
da  a;  a  x-hh,  e  in  ogni  punto  {x,y)  della  quale  sia 

(4)  f(x,y0)—f(®,y)=toi 

k  essendo  un  numero  compreso  tra  — l  e  -f-l,  e  n\  un   numero   positivo 
piccolo  a  piacere. 

«Nell'eguaglianza  (2)  la  yt  indichi  l'ordinata  della  linea  spezzata  che 
si  compone  della  linea  dianzi  detta,  sulla  quale  si  verifica  la  (4)  e  dei  tratti  t 

presi  sulla  retta  y  =  ySt  .  Si  osservi  che  indicando  §i  ò% 5,  un  sistema 

qualunque  di  parti  in  cui  si  è  decomposto  l'intervallo  da  x  a  x-f-h.  si  ha, 
come  è  noto 

J->  x->-h  t 

f{cBtVi)di=itfu-h9tfu-i- +  8.-A,i+2Kl28,D/i, 

X 


r-i-h  i 

,x,y0)dx=Bifli9~hàif%o-h -4-ÒV,,o  +  2K,ZS(D,,„ 


ove  f,j  è  un  valore  compreso  tra  il  limite  superiore  e  il  limite  inferiore  di 


—  535  — 

f(x,yi)  in  d,:ft,o  ha  un  significato  analogo  rispetto  a /"(a-, y0):  D,,(  è  l'oscil- 
lazione della  f(x,y,)  in  S,:D,.0  quella   della  f(x,y()):kl  e  /e*  sono   numeri 
compresi  tra  —  1  e  -+- 1  . 
«  Se  ne  deduce  l'altra 


f(x,y0)dx-Jf(x,ijl)dx  =  8i(fu  —  /',,)-+- +  §,(/, „ - /",, 


■2Ki28,D,,/  —  2K225,D,.0. 


«  Le  o  siano  così  piccole  che  ciascuna  delle  somme  2  5,  D,., ,  2  5,  D,,0  sia 

minore  di  7> ,  s>  essendo  un  numero  positivo  piccolo  ad  arbitrio  ;  e,  come 
è  sempre  permesso  di  supporre,  i  punti  estremi  dei  tratti  t  siano  anche  estremi 
di  parti  5:LVs  sia  un  numero  maggiore  o  eguale  al  limite  superiore  dei 
valori  di  \f(x,yti)\  tra  x  e  x-i-h,  e  insieme  maggiore  o  eguale  al  limite 
superiore  dei  valori  della  \f(x,y0)\  pure  tra  x  e  x-+-h.  Si  avrà 


/.rt-h  p  x-*-h 

f(x,y0)dx  —  j  f(x,y,)dx 


<(A— s)ffi  +  2iL,ti  +  2o*; 


rimanendo  fissi  x,  h  e  a,  rimangono  fissi  anche  yti  e  Lj,    ;  ond'è  che,  potendo 

e,  :i  e  fi,  indipendentemente  da  oc-,  h  e  a,  essere  presi  di  quella  piccolezza 
che  si  vuole,  ne  segue  che  si  può  fare  : 

f(x,y0)dx—  j  f(x,yt)dx  <<73 

.r  x 

(73  essendo  un  numero  positivo  piccolo  a  piacere:  ma  è 
■jJf{x,y0)dx=f{fo,y9) 

X 

quindi 


i  rx*h 


-  k' 

dx=  f{x,y9)-h-Ya*  - 


con  U  compreso  tra  —  1  e  + 1  . 

«  In  virtù  di  questa  e  delle  (3) ,  si  ha  dalla  (2) 

(6)  •(«  +  ».,.)-•(*,*)   =2kra^  ,3+7(0.^,) 

k"  essendo  pure  un  numero  compreso  tra  — 1  e  +1;  ma  per  un  x  e  un  h 
determinato,  diverso  da  zero,  il  rapporto     *■  ' ^°;         \    'Voi  na  lIn  va]orp 


—  536  — 

determinato;  a  e  <73  sono  di  piccolezza  arbitraria,  indipendentemente  dai  valori 
x  e  h  considerati  :  questo  rapporto  ha  dunque,  per  un  determinato  x  e  un 
determinato  h,  un  valore  compreso  tra  il  limite  superiore  e  il  limite  infe- 
riore della  f(x,y0)  nell'intervallo  da  x  a  x-hh.  Ora,  fissato  un  x,  per 
ogni  h  che  si  prenda  diverso  da  zero,  mutando  se  occorre  convenientemente  yH 
e  quindi  yt ,  si  può  ripetere  tutto  il  ragionamento  fatto  sin  qui  :  per  con- 

..                <blx-hh,yn) —  $(.x,w0)  „ 

seguenza,  il  rapporto  — ^j — —  ,  per  un  x  fisso,  e  per  ogni  h 

determinato,  diverso  da  zero,  ha  un  valore  compreso  tra  il  limite  superiore 
e  inferiore  della  f(x,ya)  tra  x  e  x-r-k:  esso  dunque,  in  un  determinato 
punto  a-,  al  tendere  di  h  a  zero,  fa  un'oscillazione  che  è  eguale  o  minore 
a  quella  che  nello  stesso  punto  x  fa  f{x,y0). 

«  Epperò  i  rapporti  incrementali  delle  due  funzioni  continue 

S(x)=if(x,yt)dx    ,    *(<r,y0)=  lim     if(x,y,)dx 

in  ogni  punto  x,  al  tendere  di  h  a  zero,  oscillano  come  ivi  oscilla  la  f(x,y0) . 

«Poiché  il  gruppo  dei  punti  x  nei  quali  f{x,y0)  fa  un'oscillazione 
maggiore  di  2  a',  a'  essendo  un  numero  preso  piccolo  a  piacere,  è   rinchiu- 

dibile  dentro  un  numero  finito  di  tratti  tt ,  tt,  tr>,  di  somma  piccola 

a  piacere,  e  per  le  porzioni  rimanenti  esiste  un  numero  positivo  determinato  5. 
tale  che  in  ogni  intorno  (x  —  §,#  +  §)  preso  in  una  di  esse,  l'oscillazione 
della  f{x,y0)  è  minore  di  2 a':  se  G(.r,S)  e  </(a>,8)  sono  rispettivamente 
il  limite  superiore  e  il  limite  inferiore  della  f{x,yt)  nell'intorno  ora  detto, 
si  ha  che  ciascuno  dei  due  rapporti 

0{x  +  h)  —  Q{x)  Q(g  +  ft,y0)  — $(aQ 

h  h 

per  ogni  punto  x  preso  in  una  delle  porzioni  dianzi  indicate,  e  per  ogni  valore 
|/i|<§,  sinché  il  punto  x-\-h  cade  nella  stessa  porzione,  a  cui  appartiene 
il  punto  x ,  deve  essere  compreso  tra  G  {x ,  S)  e  g  (x .  8)  :  per  conseguenza 
per  ogni  x  e  per  ogni  h  ora  detto  sarà 

Q(x  +  h)  —  0(x)        <ì>(x-hh,y0)  —  <S>(x,y0) 
h  fi 

«Ora  è  noto  (')  che,  se  per  una  funzione  continua  (|/  (x)  in 
un  intervallo  da  a  a  b ,  tolti  dei  tratti  celli  f  j ,  h,  ..  t$  in 
numero  finito  e  di  somma  piccola  a  piacere,  si  può  deter- 
minare   un    numero    positivo   §   tale    che    per   ogni    punto   x 


(')  Harnack.  Die  allgemeinen  Sàtze  etc.  etc  Math.  Annalen  B.  XXIV.  —  Questa 
proposizione  è  contenuta  in  una  già  dimostrata  dal  prof.  Volterra  nella  Memoria:.  Sui  prin- 
cipi del  calcolo  integrale,  Giornale  di  Napoli  Voi.  XIX.—  Vedi  anche  Scheeffer:  Zur  Theorie 
der  sletigen  Funclionen  etc.  etc.  Acta  mathematica,  5. 


<2c'. 


—  ò'.ìl  — 

preso    in    una    delle    porzioni    rimanenti   e   per   ogni   valore 
| li | <^  S ,   sia 

j»(<g+A)--0(flg) 


h 


<2c\ 


e'  essendo  il  solito  numero  piccolo  a  piacere,  e  se,  inoltre, 
anche   nei    tratti   t ,    è   sempre 


h 


<L, 


L   numero    finito,    una   tal   funzione   if  (x)    è   costante. 

«La  funzione  Q(x)  —  $(^,2/0)  sodisfa  evidentemente  a  tutte  le  condi- 
zioni invocate  in  questo  teorema:  inoltre,  per  .r  =  a,  è 

0(a)  =  $(a,yo)  =  O: 
si  ha  dunque 

e(oo)=q>(x,yo), 

CÌOÒ 


11) 


I  f(x,y0)doc=  lim    I /'(■''., '/,) '/■'•• 


!/»=!/o*« 


che  è  quanto  volevasi  dimostrare. 

2.  «Dall'ipotesi  fatta  che  |/"(aj,t/,)|,  per  ogni  valore  ys  fisso,  abbia 
un  limite  supcriore  finito  Ls,  non  segue  necessariamente  che  la  \f(co,y,)\ 
medesima  abbia  un  limite  superiore  finito  L  in  tutto  il  campo,  nel  quale 
è  considerata. 

«  Se  questa  condizione  è  soddisfatta,  cioè,  se  per  tutti  i  valori  ys,  o  almeno 
da  uno  di  essi  in  poi,  e  per  tutti  i  valori  di  x  tra  a  e  b ,  è  sempre 

/"(•'\.'A)I<l 
allora  ciò  è   sufficiente    senz'altro  perchè  sussista  la  (1).  supposto,  ben 
inteso,  che  f(x,y0),  f(oo,y,)  per  ogni  >/s  siano  integrabili  tra  a  e  b . 

«  Basta  rammentare  che,  preso  un  numero  positivo  s  piccolo  a  piacere, 
la  somma  dei  tratti,  sopra  una  retta  y  =  y,,  che  contengono  i  punti  oc  nei 
quali  è 

|/>></oW '•:/,>:<>, 

ff  essendo  pure  un  numero  piccolo  a  piacere,  da  un  valore  ys  in  poi,  è  minore 
di  s .  Si  ha*quindi,  da  un  valore  y,  in  poi 


/"jf(*,y.W(*.v.)J*> 


<!j(,r  —  a) +  2  si- 


e  poiché  e  e  s  sono  piccoli  ad  arbitrio,  questa  prova  appunto  che  sussiste 
la  (1)  ». 


—  538  — 
Fisica.     ■    Sopra  le  correzioni  di  calibrazione.  Nota  II.  del  dott. 
M.  Ascoli,  presentata  dal  Socio  P.  Blaserna. 

6.  «  Se  la  curva  integrale  t'osse  stata  dedotta  dalla  differenziale  pri- 
mitiva, e  si  volessero  calcolare  direttamente  sopra  di  essa  le  correzioni,  il 
metodo  precedente  non  si  potrebbe  applicare  che  con  qualche  modifica- 
zione (')•  Infatti  indichiamo  con  E  l'ordinata  della  curva  integrale  dedotta 
dalla  differenziale  primitiva,  con  r  quella  dedotta  dalla  corretta,  sarà 


B 


ii.  per  la  (6), 


cx  rx 

=  )Ydx  r  =  jydx  (7) 

'  o  *  o 

rx         ì  rx 

r=  |  YcteH-g-j  Sdw 


o  o 

l  r* 

1  0 

«  Se  il  metodo,  applicato  alla  curva  differenziale,  fosse  applicabile  anche 
alla  integrale,  dovrebbe  essere  la  correzioue  da  farsi  ad  R  uguale  ad  -g- 
della  saetta  S'  della  curva  integrale,  cioè  dovrebbe  essere 

(8)  [s'  =  |sctel. 

o 
«  Ora  abbiamo,  per  la  (5) 

S = y  (te) — y  \y  (x-h)  -+-  y  (<»+*)]  . 

«  Per  lo  sviluppo  di  Taylor,  è 

h  dy        W  d?y 


onde 

e,  per  la  (3), 


h  dy        h"-  dhj 

A4   dly  fe4      dh)  __ 

b~1.2^  +  1.2.3.4d^  +  eCC" 

1.2  dx* 


(')  Ciò  dipende  dal  fatto  che  le  ordinate  R  non  si  possono  considerare  corno  ordinate 
perequate  cioè  non  è 

/-»  x  r>  x-r-k 

I  Ydx—  f  nix 
Lo  si  può  provare  facilmente  con  una  dimostrazione  affatto  analoga  a  quella  che  segue. 


—  539  — 
da  cui 

dove    (  ,-  )    rappresenta  il  valore  che  prende  -f-  per  x  =  0, 
Xdcc/i,  dx 

«  La  saetta  della  curva  integrale  sarà  invece 

ST  =  r  (<b)  —  -I  [7  {x  —  h)  -+-  r  (a?+ A)l 
cioè 

S'=  |yrfa;_y^  l^da;-)-  \ydx\ 

*0  %  ' 0 

«  Lo  sviluppo  di  Taylor  dà 

h  h*   dy  h3     d*y 


Jydx=Jydx--y^Ty^-T-^^  +  ecc. 

0  0 

C*ì         Cx  ,         A  A»  dy  li*     d*y 

J  ' **  =  I  " d '■ +  T  '  +  Fida +  ITO 5^ ■+■ ecc- 


Onde 


/i2  %  A4       d3y 

b  ~1.2da?  +  1.2.3.4d^  +  eCC" 


ma  abbiamo 


d3.y dlr 

dx3       dx'1 
«  Perciò  se,  nel    calcolo   di  S',  non  si   vuol  adottare  una  approssima- 
zione al  di  là  del  3°  ordine,  come  si  è  fatto  nel  calcolo  di  S,  dovrà  porsi 

per  cui 

<?'  —  —   -l 
2    dx 
«  Per  l'origine  avremmo 

«  La  (9)  dà  dunque 

jSdx  =  S'  —  S'o. 
o 
«  Cioè  la  (8)  non  si  verifica.  Nelle  correzioni  da  applicarsi  alle  R  si 
dovrà  dunque  porre,  in  luogo  di  S',  la  differenza  S'  —  S'o-  Con  ciò  si  ver- 
rebbe ad  introdurre  in  tutte  le  ordinate  l'errore  commesso  nella  determina- 
zione di  S'o,  errore  che  può  essere  considerevole,  perchè  la  curva,  ai  suoi 
estremi,  è  affetta  da  notevoli  incertezze.  Di  più  si  vede  dalla  (10)  che  l'ap- 
plicazione del  metodo  direttamente  alla  curva  integrale  corrisponde  ad  una 


—  540  — 
minore  approssimazione  nel  tracciamento  della  differenziale.  Ciò  mostra  che 
converrà  sempre  dedurre  le  correzioni  della  curva  integrale  da  quelle  della 
differenziale. 

«  Nella  seguente  tabella,  in  corrispondenza  alle  ascisse  x,  sono  scritti 

1  e  x  1 

£  =  -  |     Sé   e   quelli  di  g  =— S 
«5.  F  n  o 


i  valori  della   correzione 


X 

£ 

e' 

X 

s 

e' 

mm 

118 

mm 

-+-0,15 

-t-0,11 

mm 

334 

mm 

—  0,01 

=^0,00 

154 

-+-0,14 

-+-0,16 

370 

-+-0,10 

-+-0,11 

190 

-+-0,06 

-t-0,08 

406 

-+-0,25 

-h0,26 

226 

—  0,04 

—  0,04 

442 

-+-0,48 

-+-  0,49 

262 

—  0,13 

—  0,12 

478 

-h0  53 

-+-0,57 

298 

—  0,11 

—  0,10 

514 

-t-0,28 

-i-0,30 

«  La  differenza  { — s  dovrebbe  essere  costante,  cioè  uguale  ad  -S'o!  infatti 

nell*  esempio  qui  riportato  essa  è  sempre  pressoché  nulla  (il  suo  valor  medio 

è  +0,01);  ciò  dipende  dell'essere  casualmente  (  -~  \  =0,  come   si  vede 

facilmente  dall'andamento  della  curva,  che  presenta,  in  prossimità  dell'ori- 
gine, un   minimo. 

«  Il  precedente  specchietto  mostra  come  le  correzioni,  che  formano 
l'oggetto  di  questa  nota,  sieno  piccole,  ma  spesso  non  trascurabili,  quando 
si  voglia  spingere  l'approssimazione  delle   misure   fino  al  decimillesimo    di 

ohm   che  corrisponde  a  circa  —  di  millimetro. 

«  L'errore  medio  della  calibrazione  non  viene  punto  alterato  perchè,  come 
si  è  detto,  l'errore  in  questione  non  ha  relazione  alcuna  con  quelli  di  os- 
servazione. 

«  La  determinazione  delle  correzioni  ■  non  offre  difficoltà  né  complica 
il  metodo  di  calcolo  proposto,  che  credo  conservi  qualche  vantaggio  note- 
vole rispetto  ad  altri,  perchè  lascia  alle  esperienze  tutta  la  loro  sempli- 
cità, potendo  i  segmenti  di  uguale  resistenza  succedersi  comunque,  ed  occor- 
rendo pel  calcolo  una  sola  resistenza  di  confronto  cioè  una  sola  serie  di 
esperienze,  senza  nessuna  speciale  combinazione.  Invece  i  metodi  in  uso  (') 
portano  generalmente  a  calcoli  numerici  molto  lunghi  e  complicati,  i  quali 
non  possono  venire  semplificati  che  ricorrendo  a  speciali  modificazioni  nel 
modo  di  condurre  e  combinare  le  esperienze  ». 


(')  Vedi,  p.  e.  Benoit.  Annales  telcgraphiques,  sep.  oct.  1884  e  Journal  de  Physique 
Janv.  1885. 


Fisica.  —  Ih- ri. stoni-   ili  alcune    misure   calori  metriche.    Nota 
preliminare,   Parte  I,    dei    professori    A.  Baktou    ed    E.    Stracciati, 
presentata  dal  Socio  Blaserxa. 

I.  ■■  Ogni  misura  calorimetrica  in  cui  l'acqua  che  riempie  il  calori- 
metro non  prova  un  riscaldamento  da  0°  ad  1°,  richiede  una  correzione  per 
la  quale  è  necessario  conoscere  esattamente  la  legge  con  cui  varia  con  la 
temperatura  il  calorico  specifico  dell'acqua:  e  su  questa  legge  appunto  regna 
la  più  grande  incertezza,  visto  il  grande  disaccordo  fra  i  resultati  dei  diversi 
sperimentatori.  E  di  tale  incertezza  risentono  tutte  le  misure  calorimetriche  : 
e  se  ciò  è  di  poco  danno  nelle  misure  nelle  quali  non  è  necessario  molto 
rigore  (come  per  es.  pei  dati  di  termochimica)  è  invece  causa  di  grandi  errori 
in  altre  misure,  come  per  es.  nella  determinazione  dello  equivalente  mec- 
canico del  calore  e  nella  misura  del  calore  svolto  da  correnti  continue  nei 
circuiti  metallici. 

IL  «  Il  calore  specifico  dell'acqua  a  diverse  temperature  è  stato  stu- 
diato dalRegnault('),  dalBosscha  ("),dal  Pfaundler  e  Platter('),  dall'Hirn  (')• 
dal  Jamin  ('),  dall' Henriehseii  (6),  dal  Baumgartner  ('),  dal  Wullner  (") . 
dalla  sig.*  M.  Starno  (/),  dal  sig.  Gerosa  (l0),  dal  Rowland  (")  ecc.  ecc. 

«  Non  è  qui  il  luogo  di  parlare  dei  metodi  tenuti  da  questi  tìsici  ecc. 
diremo  soltanto;  che  in  alcuni  l'avere  trascurato  il  confronto  dei  termo- 
metri col  termometro  ad  aria  toglie  il  valore  ai  resultati  ;  e  che  in  altri 
si  può  rimproverare  di  aver  fatto  troppo  poche  esperienze  in  proposito 
(Rowland,  on  the  mcc.  ecc.  pag.  12:1)).  Noi  abbiamo  ripreso  le  esperienze 
sul  calorico  specifico  dell'  acqua,  inspirandoci  più  di  ogni  altro  nei  lavori 
bellissimi  del  Regnault  e  del  Rowland.  Insieme  con  l'acqua  abbiamo  voluto 


(')  Ann.  de  Ch.  et  de  Phys.  Voi.  13.  pag.  5  (1847) 

:)  Pogg.  Ann.  Jubelbjnd,  549. 

(")  Pogg.  Ann,  CXL.  s.  :,'A;  CXLI,  s.  537. 

(')  CompU's  rendus,  LXX,  pag.  592,  831. 
C  imptea  rendus  I.XX,  |  ag.  661. 

')  Wiederaann,  Ann.  Vili,  pjg.  83. 
id.  Vili.  pag.  648. 
Cd.  X.  pag.  284. 

(■')  II.  Starno,  Unlersuchung  ùber  die  spezi/iiche  \Ver,,i,  des  Wassers;  Inaugurai  Uis- 
sertation.  Znrich;  Druck  von  Zureher  und  Furrer  1877  Memoria  gentilmente  donataci  "dalla 
biblioteca  cantonale  di  Zurigo). 

(")  Atti  della  r.  Acc.  dei  Lincei,  vii.  X.  seduta  del  'il  aprile  1885. 

(")  On   \ì  Eguivalent   of  ficai   an  vriation  of  '  'e  linai, 

of  water  (Cambridge,  John  Wilson  and  son  1880)  e   Appendi*  pariton 

•r.  JouWs  thermom    f,   Memorie  gentilmente  favoriteci  dall'autore. 

Rendi  oxti  —  Vol.  I.  71 


—  542   — 

ripetere  lo  stesso  studio  sul  mercurio ,  il  quale  fu  già  proposto  ed  impie- 
gato come  liquido  calorimetrico. 

III.  «  Per  determinare  il  calore  specifico  dell'acqua  noi  abbiamo  impie- 
gato diversi  metodi;  iu  tutti  però,  la  capacità  dei  calorimetri,  e  perciò 
anche  la  massa  del  liquido  fu  assai  considerevole. 

1.  Aggiungendo  all'acqua  del  calorimetro  una  determinata  massa  di 
acqua  a  zero  gradi  (Eowland,  1.  e.  pag.  123)  o  a  100°  (Regnault,  Rowland). 

2.  Aggiungendo  all'acqua  del  calorimetro  una  determinata  massa  di 
acqua  a  temperatura  ben  determinata,  ma  diversa  da  quella  del  calorime- 
tro (Kegnault,  Gerosa  ecc.). 

3.  Metodo  del  raffreddamento  dell'acqua  nel  vuoto  ;  l' acqua  essendo 
continuamente  agitata  ecc.  (Kegnault,  Hirn). 

4.  Facendo  cadere  nell'acqua  del  calorimetro  delle  palline  metalliche 
scaldate  a  +  100°:  impiegando  palline  non  alterabili  nell'acqua  e  di  cui 
si  conosce  il  calorico  specifico  vero  a  tutte  le  temperature  fra  0°  e  35°. 
(Regnault).  Questo  metodo  fu  da  noi  adoperato  anche  impiegando  mercurio 
per  liquido  calorimetrico  e  facendovi  cadere  delle  palline  di  platino. 

«  Con  questi  metodi  noi  abbiamo  eseguito  oltre  tremila  esperienze,  nelle 
quali  abbiamo  impiegato  già  quattro  anni,  lavorandoci  indefessamente,  senza 
interruzione,  e  con  l'aiuto  di  una  schiera  di  giovani  fisici  i  quali  ci  hanno 
molto  aiutato  nelle  esperienze  preliminari  e  nelle  operazioni  accessorie  :  oc- 
correrà però  ancora  qualche  tempo  perchè  si  possano  dire  finite. 

IV.  «  Ecco  un  cenno  brevissimo  degli  apparecchi  e  strumenti  impie- 
gati in  queste  esperienze: 

«  Calorimetri.  Per  la  disposizione  sono  tali  e  quali  li  adopera  il 
Berthelot  (Mécanique  chimique  tom.  I  pag.  140)  vale  a  dire  che  vi  è  l'in- 
volucro contenente  l'acqua  ^il  quale  in  certe  esperienze  ne  conteneva  qualche 
ettolitro)  vi  è  l' involucro  riflettore  di  argento  ecc.  ecc.  salvo  le  dimensioni 
che  nei  calorimetri  da  noi  adoperati  erano  grandi  e  talvolta  gigantesche. 
Prima  di  costruire  i  calorimetri  fu  determinato  il  calore  specifico  medio 
fra  0'  e  +  35°  (data  da  una  stufa  ad  etere)  dei  metalli  in  lastra  coi  quali 
furono  poi  fatti  i  calorimetri  e  gli  agitatori.  Furon  fatte  oltre  20  deter- 
minazioni per  ciascuna  lastra  e  nelle  correzioni  si  adoperò  il  valor  medio 
trovato.  I  calorimetri  adoperali  furono  di  lastra  di  ottone  (presa  per  tutti 
dallo  stesso  rotolo)  di  lastre  fine  di  nichel  puro  (dal  sig.  T.  Schuchardt. 
Goerlitz)  di  ottone  perfettamente  nichelato  (Zimbelli  a  Torino)  di  ferro 
lucidissimo  senza  saldature  (sig.  E.  Turchini,  Firenze)  e  di  platino  tutti 
di  un  pezzo  eseguiti  a  Londra  (coli'  intermezzo  del  sig.  A.  Dall'  Eco).  I 
calorimetri  di  ferro  e  di  platino  servirono  pel  mercurio.  I  calorimetri  erano 
chiusi  e  si  aprivano  solo  un  istante  per  gettarvi  l'acqua  fredda  o  le  palline 
calde.  Le  loro  capacità   furono  da  s/a  di  litro  fino  a  10  litri.  Oltre  questi 


calorimetri  abbiamo  anche  quelli  Bunsen  già  studiati  da  noi  in   altra  occa- 
sione ('). 

«  Agitatori.  Erau  fatti  delle  stesse  lastre  dei  calorimetri.  Agivano  con  un 
moto  periodico  di  sollevamento  e  di  abbassamento,  rimanend  >  sempre  im- 
mersi nell'acqua:  la  loro  forma  partecipava  a  quella  dell'agitatore  di  Re- 
guault  ed  a  quella  dell'agitatore  di  Berthelot  (loco  citato  pag.  145,  fig.  5), 
vale  a  dire  che  producevano  nell'acqua  un  moto  di  trasporto  verticale  ed 
uno  di  ruotazione  intorno  all'  asse  del  calorimetro  :  essi  venivano  mossi 
per  mezzo  di  un  filo  e  di  carrucole  da  un  inserviente  che  stava  a  distanza 
dal  calorimetro. 

«  Stufa  a  vapore.  Non  differisce  molti  da  quella  di  Regnatili  ultimo 
modello,  salvo  certe  modificazioni,  e  salvo  le  dimensioni  che  nelle  nostre 
sono  gigantesche.  Il  vapore  circola  per  un  doppio  involucro  ed  è  in  perfetta 
comunicazione  con  l'atmosfera  per  mezzo  di  due  grossi  e  corti  tubi  di  piombo 
ben  raffreddati.  La  camera  di  riscaldamento  può  contenere  sin  quattro  chi- 
logrammi di  palline  di  rame  :  non  si  fa  l'esperienza  finche  il  termometro 
sensibilissimo  che  è  in  contatto  col  corpo  che  si  scalda  non  è  stazionario 
almeno  da  un'ora.  Fu  costruita  dal  sig.  Turchini  meccanico  di  questo  gabi- 
netto di  fisica. 

«  Apparecclùo  per  mantenere  a  0"  l'acqua.  L'acqua  è  in  una  boccia  di 
nichel  saldata  a  stagno  purissimo  di  3  litri  di  capacità  :  la  boccia  ha  un 
collo  larghissimo  e  munita  di  doppia  parete  acciò  prendendola  non  si  co- 
munichi il  calore  all'acqua  :  porta  un  termometro  a  centesimi  di  grado 
appositamente  costruito  dal  tìeissler:  la  boccia  si  tiene  circondata  da  ghiaccio 
minutamente  frantumato,  entro  una  cassa  di  costruzione  assai  complicata  e 
che  verrà  descritta  insieme  con  la  figura  nelle  Memorie  che  pubblicheremo. 
La  cassa  contiene  qualche  quintale  di  ghiaccio  e  circonda  completamente  la 
boccia,  in  modo  che  solo  emerga  la  colonna  di  mercurio  del  termometro 
tanto  quanto  basta  per  leggere  bene  la  temperatura 

«  Bilancio  e  Pesiere.  Le  bilancie  adoperate  in  queste  esperienze  furono: 

1.  Una  bilancia  di  Deleuil  di  Parigi  per  pesare  oggetti  molto  volu- 
minosi: portata  10  chilogrammi;  sensibilità  2  milligrammi:  acquistata  nell881. 

2.  Bilancia  di  Rueprecht  di  Vienna,  portata  2  chilogrammi  sensibilità 
un  milligrammo  acquistata  nel  1882. 

3.  Bilancia  di  Sartorius  di  Gottinga    portata  2  chilogrammi:  sensi- 
bilità */s  e(l  anche  '/io  di  milligrammo,  acquistata  nel  1883. 

4.  Una  bilancia  di  sostituzione  di  Reimann  procurata  dal  sig.  Dall'Eco 
nel  1883:  portata  200  grammi,  sensibilità  '/io  di  milligrammo. 


(')  Vedi  Bavtoli  e  Stracciati.  Calorico  fpeeifico  'Illa   mellite.  Nuovo  Cimento  1883,  e 
Gazzetta  chimica.  1884. 


—  .".44  — 

«  Le  pesiere  erano  due:  l' una  di  Deleuil  sino  a  dieci  chilogrammi  ; 
l'altra  di  Rueprecht  sino  a  2  chilogrammi  furono  studiate  accuratamente 
e  si  era  costruita  una  tavola  di  correzioni.  I  pesi  erano  riferiti  al  chilo- 
grammo campione  di  Platino  esistente  in  Roma  al  r.  Ministero  di  Agricol- 
tura Industria  e  Commercio,  al  quale  fu  paragonato  il  chilogrammo  campione 
di  questo  gabinetto  di  fisica  :  e  di  questo  confronto  ringraziamo  molto  il 
chiarissimo  prof.  Pisati  dell'  Università  di  Roma  ('). 

«  Termometri  calorimetri  ci ,  termometri  ad  aria,  barometri,  cateto- 
metri.  I  termometri  calorimetrici  formavano  tre  serie  complete  da  —  5" 
a  _+_  40"  ;  erano  tutti  a  cinquantesimi  di  grado ,  ed  assai  ampi  perchè 
coll'ottimo  canocchiale  di  Amici  che  noi  impiegavamo,  si  potesse  agevol- 
mente stimare  il  decimo  di  centesimo,  ossia  il  millesimo.  I  termometri  ca- 
lorimetrici erano  fortemente  rischiarati  di  dietro  da  una  piccola  finestra 
alta  sessanta  centimetri  e  larga  un  decimetro,  fatta  praticare  in  corrispon- 
denza al  termometro:  la  finestra  era  poi  chiusa  con  un  foglio  di  carta  oliata, 
sovrapposta  al  cristallo:  il  resto  della  stanza  si  teneva  illuminato  tanto 
quanto  bastava  per  scorgere  gli  oggetti  ecc.  :  così  nel  campo  del  cannoc- 
chiale non  si  aveva  altra  luce  che  quella  che  illuminava  il  termometro  e 
le  letture  si  facevano  ottimamente.  I  termometri  calorimetrici  provenivano 
dal  Baudin,  dal  Geissler  e  dal  Tonnellot  :  essi  a  nostra  richiesta  avevano 
inciso  sul  vetro  il  peso  del  bulbo  di  vetro,  e  il  peso  del  mercurio;  ed 
inoltre  ci  avevano  mandato  per  ogni  termometro  un  pezzetto  del  vetro  del 
cannello  capillare  ,  sul  quale  noi  determinammo  il  calorico  specifico  medio 
fra  0"  e  -f-  35"  e  il  peso  specifico. 

«  Questi  termometri  furono  confr  ontati  con  termometri  normali  0"—  100" 
a  decimi  di  grado,  delle  seguenti  provenienze:  Kew,  r.  Osservatorio  (avuto 
per  mezzo  del  sig.  G.  Wippley);  Baudin  (Parigi)  ,  dott.  Geissler  di  Bonn 
(1876);  Tonnellot  (Parigi)  ;  Fuess  (Berlino).  È  inutile  dire  che  nell'im- 
piego dei  termometri  si  usavano  tutte  le  cautele  che  suggerisce  la  scienza 
moderna  (Compara  Travaux  et  Msxioircs  da  Bureau  International des  poids 
d  mesures,  t.  I  (Memorie  del  Pernet  sui  termometri  a  mercurio;  come 
pure  Crafts,   Les   mesures  thermometriqurs  ec). 

«  I  termometri  ad  aria  sono  quattro:  uno  di  Regnault  molto  semplice 
(costruttore  Golaz)  :  imo  di  Jolly  ed  uno  di  Recknagel  (costruttore  Miller 
di  Innsbruck)  ed  infine  un  grande  termometro  ad  aria  (Pogg-  Ann.  Jubelband) 
costruttore  Edelmann.  11  barometro  adoperato  era  di  Déleuil,  diametro 
11  millimetri,  con  verniero  a  ventesimi;  era  stato  bollito  prima  di 
servirsene,  dal  sig.  U.  Marchi  dell'Osservatorio  di  Firenze,  e  poscia  a  lungo 
confrontato  col  barometro   dell'  Osservatorio   metereologico    del   r.   Istituto 

Cj  É  inutile  dire  che  tutte  le  nostre  pesate  erano  ridotte  al  vuoto. 


_  545  — 

superiore  di  Firenze,  grazie  alla  gentilezza  del  chiarissimo  sig.  prof.  Pittei. 

Aggiungendo  0,""m480  alla  lettura  il  nostro  barometro  andava  d'accordo  con 
quello  dell'  Osservatorio  centrale  di  Roma.  Abbiamo  ancora  un  barometro 
normale  a  sifone  costruito  dal  Geissler,  ed  un'altro  normale,  sistema  Ke- 
gnanlt  che  non  è  ancora  stato  riempito  ma  che  ci  servirà  per  un  confronto 
finale  del  barometro. 

«  Abbiamo  tre  catetometri:  l'uno  di  Perreaux  di  Parigi  che  fu  acqui- 
stato, crediamo  alla  prima  esposizione  universale  di  Parigi,  dietro  rapporto 
favorevole  dei  sigg.  Kegnault  e  Tresca;  l'altro  è  di  Edelmaun  di  Monaco 
con  due  cannocchiali  muniti  di  micrometro  oculare;  con  l' altezza  utile  di 
circa  due  metri,  acquistato  nel  1883:  il  terzo  è  costruito  dal  Miller,  di 
[nnsbruek.  secondo  il  modello  che  servì  al  gabinetto  di  fisica  del  r.  Isti- 
tuto di  studi  superiori,  con  alcune  modificazioni  che  furono  gentilmente 
suggerite  al  costruttore  dal  chiarissimo  prof.  Roiti. 

«  Questo  ultimo  catetometro  esige  un  metro  campione  sospeso  verti- 
calmente. I  metri  campioni  che  abbiamo  disponibili  sor.,  tre:  ma  due  soli 
sono  quelli  che  ci  occorrono,  e  cioè  un  metro  campione  in  bronzo  fabbri- 
cato dalla  Société  génévoise  di  Plain  Palais,  ed  un  altro  bellissimo  in  cri- 
stallo di  Saint  Gobain  costruito  per  noi  dalla  stessa  officina,  ambedue  ac- 
curatamente confrontati  col  metro  campione  di  platino  posseduto  dal  r.  Mi- 
nistero di  Agricoltura  Industria  e  Commercio,  grazie  alle  premure  del  chia- 
rissimo prof.  Pisati.  I  metri  campioni  venivano  sostenuti  verticalmente  per 
mezzo  di  un  apparecchio  immaginato  dai  chiarissimi  sigg.  prof.  Pucci  e 
Pisati  (  '  )  i  quali  furono  così  gentili  da  inviarci  i  disegni  e  modelli  in 
legno  per  rifarlo.  L'apparecchio  fu  costruito  nel  1883  dal  sig.  F.  Alari  mec- 
canico dell'Istituto  goedetico  militare  di  Firenze. 

«  PuUiì  e  metalliche.  Queste  furono  di  rame  del  commercio  di  stagno 
purissimo  (dal  sig.  T.  Schuchardt,  Goerlitz)  di  argento  purissimo  (Londra, 
per  mezzo  del  sig.  Dall'Eco),  di  platino  chimicamente  puro  (dalla  casa 
Maithey  di  Londra)  di  piombo  chimicamente  puro  (T.  Schuchardt). 

«  Cassa  pei  confi  itti  eoi  termometro  ad  aria.  Il  Kowland  a  pag.  91 
(fig.  1  e  2)  della  Memoria  più  volte  da  noi  citata  descrive  un  apparecchio 
assai  complicato  per  paragonare  i  termometri  normali  a  mercurio  col  ter- 
mometro ad  aria  :  noi  ne  costruimmo  anche  un  piccolo  modello  ma  non  ce 
ne  servimmo  e  facemmo  costruire  un  altro  apparecchio  destinato  al  con- 
frontò dei  termometri  a  mercurio,  col  termometro  ad  aria  solo  per  la  tem- 
peratura fra  0"  e  —  40°.  È  un  apparecchio  gigantesco  dove  la  costanza 
quasi  assoluta  della  temperatura  si  ottiene  mercè  la  grande  massa  dell'acqua 


i'    risati  e  Pucci.  Sulla  lunghezza  del  pendolo  a  secondi.  Atti  della  r.  Acc.  dui  Lincei. 
Roma.  voi.  XV,  seduta  del   i  febbraio  188i. 


—  54(3  — 

(circa  500  litri)  continuamente  agitata  da  ottimi  agitatori.  Due  lastre  di 
cristallo  da  specchio  permettono  la  lettura  dei  termometri  calorimetrici ,  i 
quali  sono  così  completamente  immersi  entro  un  bagno  a  temperatura  esat- 
tamente costante.  Il  riscaldamento  e  il  pompamento  e  la  circolazione  dell'acqua 
scaldata  è  promossa  dall'agitatore  che  fa  veci  di  stantuffo,  ed  avviene  in 
modo  non  diverso  da  quello  che  è  nell'apparecchio  di  Rowland.  La  cassa 
fu  costruita  per  la  parte  in  legno  dal  sig.  Vannucci  falegname  di  questo 
laboratorio  fisico,  e  per  la  parte  metallica  dalla  casa  Dall'Eco  di  Firenze. 

«  Reostati.  Occorrendoci  in  tale  revisione  delle  misure  calorimetriche 
di  avere  a  determinare  il  calore  svolto  nei  fili  metallici  da  correnti  con- 
tinue era  molto  importante  procurarsi  dei  campioni  di  resistenza  sui  quali 
non  potessero  sollevarsi  obbiezioni.  Grazie  alla  gentilezza  dei  chiarissimi 
prof.  J.  Kohlrausch  di  Wiìrzburg  e  prof.  A.  Roiti  di  Firenze  abbiamo 
potuto  avere  due  copie  in  argentana  del  metro  di  mercurio  sez.  l"""'1  co- 
struito dal  sig.  dott.  Strecker  a  Wiìrzburg,  con  tutte  le  correzioni  relative 
alla  temperatura.  Queste  due  copie  portano  in.  15  e  21  ». 

Fisica.    —    Su    la    conducibilità    elettrica  delle    combinazioni 

del  carbonio  ed  in   ispecie    sulla    conducibilità  delle  ammidi,    dei 

nitroderivati  ecc.    ecc.    Nota   II.    del    prof.   A.  Bartoli,   presentata 

dal  Socio  Blaserna. 

I.  «  In  una  comunicazione  (')  letta  alla  r.  Accademia  dei  Lincei  nella 
seduta  del  15  giugno  1884  indicai  i  metodi  da  me  tenuti  per  provare  la  non  con- 
ducibilità o  la  conducibilità  dei  composti  organici:  quei  metodi  si  prestano  an- 
che ugualmente  bene  per  fare  delle  misure  esatte  di  conducibilità,  per  quanto 
piccola  sia  questa.  Qui  aggiungerò  soltanto  che  in  queste  determinazioni  di 
conducibilità  la  pila  era  composta  di  10  elementi  Danieli  e  fu  portata  anche 
ad  800  elementi  zinco,  rame,  acqua  con  nitrato  sodico,  che  i  galvanometri 
adoperati  furono  due,  l'uno  del  Platt  di  Potsdam  (successore  di  Sauerwald) 
sistema  Magnus;  l'altro  dell'Edelman^  (bussola  di  Wiedemann).  Il  primo 
che  era  a  filo  sottilissimo  e  straordinariamente  lungo  si  poteva  impiegare 
con  tutto  il  circuito,  oppure  con  un  solo  quarto  del  circuito,  e  s'impiegava 
solo  pei  corpi  isolanti  o  semi  isolanti  ;  la  sua  sensibilità  erasi  mantenuta  così 
squisita,  come  fu  detto  nella  comunicazione  precedente  sopra  ricordata. 
La  bussola  Wiedemann  era  munita    di  sei  telai  con  tal    numero  di  giri  e 

(')  Battoli,  La  conducibilità  ekUricz  delle  ambi  nazioni  d:l  cirbonio.  Transunti  della 
r.  Acc.  dei  Lincei.  3a  s.,  voi.  Vili  (ISSI).  —  Vedi  anche..  Nuovo  Cimento,  31  s.,  t.  XVI, 
p.ig.  64;  Gazzetta  chimica  di  Palermo,  t.  XIV,  1834:  Natarforscher.  1881;  Beiblàtter, 
1885;  Chemische  Centralbl.  1884.  s.  785;  Jahresberiehte  der  Chemischen  Technologie,  1885. 
Bd.  XXX.  s.  1313. 


collocati  a  tali  distanze  dall'ago,  che  con  l'insieme  di  questa  con  il  galva- 
nometro  Magnus  si  poteva  misurare  così  la  intensità  di  una  corrente  resa 
infinitamente  debole  per  l'interposizione  di  un  semisolante,  come  quella  di 
una  corrente  che  produceva  nel  voltametro  visibile  elettrolisi. 

«  Le  due  bussole  erano  stabilite  in  una  sala  a  pian  terreno  circon- 
data da  giardini  e  distante  un  trenta  metri  dalla  strada  che  è  una  delle 
meno  frequentate  di  Firenze  e  dove  di  rado  passano  veicoli. 

«  I  reostati  erano:  Uno  di  Hipp  che  segnava  resistenze  da  1  a  4000 
metri  di  mercurio,  sezione  1"""  D  ;  un  altro  da  me  costruito  con  tubi  ripieni 
di  soluzione  di  solfato  di  zinco  purissimo  bollita  col  carbonato  di  zinco, 
con  elettrodi  formati  da  estesissima  superficie  di  zinco  amalgamato,  che  an- 
dava da  1000  circa  a  circa  10,000,000  di  metri-mercurio  sez.  1"""  a  .  Questo 
reostata  veniva  ogni  tanto  verificato  e  mi  dette  sempre  buoni  resultati 
in  quanto  che  la  stanza  in  cui  si  trovava  aveva  una  temperatura  poco  o 
punto  variabile  nella  giornata,  e  oscillante  sola  fra  -f-  10°  e  -+-  20"  da  in- 
verno a  estate. 

«  I  confronti  di  tali  reostati  venivano  fatti  riferendosi  a  una  copia  del 
metro  di  mercurio  costruita  dallo  Strecker  a  Wiirzburg  e  donatami  dal  chia- 
rissimo prof.  F.  Kohlrausch. 

«  Il  liquido  di  cui  si  voleva  misurare  la  conducibilità  veniva  racchiuso 
entro  un  tubo  d'assaggio  allo  200"""  col  diametro  di  30mni,  chiuso  da  un 
tappo  di  gomma  traversato  da  un  termometro  Baudin  di  precisione  e  da 
due  tubi  di  vetro  che  racchiudevano  gli  elettrodi,  saldativi  a  fusione  di  vetro: 
gli  elettrodi  erano  strisce  di  platino  larghe  3  nini,  le  quali  uscivano  infe- 
rio  mente  per  30  mni  ed  erano  situate  nel  voltametro  parallelamente,  alla 
distanza  di  10  nini  e  tutte  immerse  nel  liquido. 

«  Questo  voltametro  mi  ha  servito  più  specialmente  per  i  liquidi  semi- 
conduttori e  pei  semisolaiiti  :  rimanendo  immutate  le  condizioni  in  tutte 
le  esperienze  si  poteva  determinare  la  conducibilità,  avendo  prima  parago- 
nato la  resistenza  che  offriva  il  voltametro  stesso  pieno  di  un  dato  liquido 
con  quella  offerta  da  una  determinata  colonna  cilindrica  dello  stesso  liquido. 

«  Pei  liquidi  dotati  di  una  certa  conducibilità  (quantunque  anche  que- 
sti poco  conduttori,  come  gli  alcooli,  i  nitroetani  ecc.)  si  ricorreva  ad  un 
tubo  ad  U  alto  un  quindici  centimetri  col  diametro  di  3  centimetri,  il  quale 
era  stato  più  o  meno  assottigliato  alla  lampada  per  un  tratto  di  sei  centi- 
metri o  più  nella    curvatura,  cioè  in  quel  tratto  che   riunisce  i   due  rami 


(")  Questo  reostata  è  stato  da  tue  descritto  nella  Memoria  :  Sulle  polarità  galvani- 
che e  sulla  decomposizione  dell'acqua  con  un  solo  elemento  Danieli.  Nuovo  Cimento,  3"  s., 
t.  V,  pag.  203-252,  e  nell'altra:  Sulla  corrente  residua  dei  deboli  elettromotori,  Nuovo 
Cimento  3a  s..  t.  XI.  pag.  193. 


—  548  — 

verticali.  Gli  elettrodi  erano  formati  ciascuno  da  un  disco  di  platino  di  dia- 
metro poco  inferiore  a  quello  del  tubo  grande  e  saldato  a  fusione  di  pla- 
tino ad  un  filo  dello  stesso  metallo;  ciascuno  degli  elettrodi  penetrava  in 
uno  dei  rami  ad  un  punto  segnato  sul  vetro  e  poco  distante  dal  restrin- 
gimento. In  alto  i  due  tubi  erano  chiusi  da  tappi  di  sughero,  o  da  tappi 
di  vetro  bene  arruotato  e  comunicavano  coll'atmosfera  per  mezzo  di  tubi 
di  vetro  capillari  ;  acciò  non  potesse  per  differenza  di  pressione  diventare 
diverso  il  livello  del  liquido  nei  due  rami.  Si  evitavano  gli  effetti  della 
polarizzazione  col  far  passare  la  corrente  per  tempo  breve  e  coli'  impiego 
di  grandi  forze  elettromotrici  rispetto  alle  quali  era  perfettamente  trascu- 
rabile quel  poco  di  polarità  che  si  osservava  con  certi  liquidi. 

«  Ciascuno  dei  tubi  ad  U  era  stato  previamante  studiato  misurando  la 
resistenza  che  presentava  quando  conteneva  una  nota  soluzione  di  solfato  di 
rame  con  elettrodi  di  rame. 

«  Il  riscaldamento  dei  voltametri  si  faceva  per  mezzo  di  un  bagno  a 
petrolio  bollente  sopra  300":  il  bagno  conteneva  circa  un  litro  di  petrolio 
ed  era  formato  da  un  bicchiere  di  vetro  di  Germania  scaldato  su  bagno  di 
grafite;  vi  era  un  agitatore  ed  un  termometro. 

«  Veugo  ora  ai  resultati  generali  otteuuti. 

«  In  questa  comunicazione  parlerò  specialmente  delle  ammidi  e  delle 
anilidi,  delle  auiline  e  dei  nitroderivati. 

II.  «  Le  ammidi  e  le  anilidi  sopra  cui  ho  sperimentato  erano  puris- 
sime; eccone  l'elenco: 

«  Formamide  (Kahlbaum);  acetamide  (Kahl.);  propiouamide  (Kahl.  fon- 
deva+75°);  benzamide  (Kahl.  f.  -f-  125°);  bromoamidonaftalina ,  (Gua- 
reschi  f.  -4-  (33°  a  -I-  64°)  ;  monocloracetamide  (Guareschi)  bicloracetamide 
(Guareschi) ;  tricloracetamide  (Guareschi);  bibromacetamide  (Guareschi); 
tribromacetamide  (Guareschi);  formanilide  (Kahl.  f.  -+-  46");  'acetanilide 
(Kahl.  f.  +  112°);  benzanilide  (Kahl.  f.  -f-  165°). 

«  Tutte  queste  sostanze  conducevano  benissimo  allo  stato  liquido  e  re- 
golarmente, cioè  la  loro  conducibilità  cresceva  regolarmente  col  crescere 
della  temperatura.  Alcune  di  esse  (acetamide,  propionamide)  conducevano 
discretamente  anche  subito  dopo  solidificate,  ma  tanto  meno  quanto  più  col 
raffreddarle  si  allontanavano  dal  punto  di  solidificazione. 

«  Possiamo  dunque  formulare  la  regola  seguente,  che  scriveremo  per 
la  nona,  come  faciente  seguito  alle  altre  otto  regole  formulate  nella  comu- 
nicazione sopracitata  ('). 

9a   «   Conducono    e    presentano    segni    ir  rifiutabili    di 

(')  La  conducibilità  elettrica  delle  combinazioni  del  carbonio.  Voi.  Vili,  serie  3a  dei 
Transunti:  seduta  15  giugno   1884. 


—  549  — 

«conducibilità  propria  le  a  m  mi  di,  le  a  ni  li  di  e  i  loro  d  e  - 
«  ri  vati  per  sostituzione  di  cloro,  bromo,  all'idrogeno  del 
«  radicale   a  e  i  do  ». 

III.  «  Quantunque  nella  regola  6a  data  nella  comunicazione  sovrastata, 
parlando  delle  animine  s'intendesse  estesa  la  regola  anche  a  quelle  della 
serie  aromatica,  pure  per  amor  di  chiarezza  aggiungerò  che  anche  tutte  le 
aniline  da  me  studiate  hanno  sempre  dato  allo  stato  liquido  segni  irrifiu- 
tabili di  conducibilità.  Così  ho  studiato  la  fenilammina  o  anilina  (tre  diversi 
campioni)  la  difénilammina,  la  dimetilauilina,  l'etilanilina,  la  dietilanilina, 
la  toluilendiammina,  la  paratoluidina,  l'ortotoluidina,  la  natìilammiiia,  la 
metildifenilammina,  la  rosanilina  (in  soluzione  nel  cloroformio),  la  trifenil- 
rosanilina  (sciolta  nel  cloroformio),  la  bromoamidonaftalina,  ecc.  cosicché 
si  può  enunciare. 

10a  «  Tutte  le  diverse  aniline  allo  stato  liquido  go- 
•<dono  al  pari  delle  alt r e  ammine,  di  una  conducibilità 
«  p r o pria  ». 

IV.  «  Ho  potuto  procurarmi  allo  stato  di  purezza  diverse  basi  della 
serie  della  piridina,  cioè  la  piridina,  una  picolina,  lutidina,  collidina  ecc.  : 
anche  questi  composti  conducono  molto  bene:  cosicché  possiamo  dire 

11»  «  Conducono  bene  allo  stato  liquido,  così  la  piri- 
«  dina,  come  i  suoi  derivati  C„H.„_3N  cioè  picolina.  luti- 
«dina,  collidina   ecc.  ». 

V.  «  Ho  studiata  la  conducibilità  dei  seguenti  composti  nitroderivati, 
e  li  ho  trovati  conduttori: 

«  Nitrometano,  nitroetano.  nitropentauo,  cloropierina,  nitrobenzolo,  l>i- 
nitmbenzolo  (meta),  nitrotoluene  (para),  dinitrotoluene,  nitronaftalina,  bro- 
monitronaftalina,  nitranilina  (para),  nitranilina  (meta)  bromobinitrofenolo , 
bromobinitroanisolo,  bibromonitroanisolo,  nitrofenolo,  onde  risulta  la  se- 
guente proposizione. 

121  «  Conducono  tutti  i  ni trocompos ti,  e  la  sostitu- 
«  zio  ne  del  gruppo  NO»  in  un  composto  vi  introduce  la  con- 
«  ducibilità  se  esso  era  isolante  e  l'aumenta  in  generale,  se 
«quello   era   già  conduttore  ». 

VI.  «  Osserverò  da  ultimo  che  13*  «combinazioni  del  carbo- 
><  nio,  allo  stato  liquido  e  così  pure  i  loro  mescugli  allo 
astato  liquido  e  1  e  1  o r o  soluzioni,  aumentano  di  conduci- 
•liilità   coli' aumentare   della   temperatura». 

«  Questa  regola  risulta  dall'esame  della  curva  della  conducibilità  alle 
diverse  temperature  costruita  per  molte  migliaia  di  composti  organici  i  più 
diversi,  come  composti  puri,  mescolanze  fatte  ad  arte,  sostanze  naturali. 
cioè  olii,  essenze,  grassi,  burri,  resine,  balsami,  cere  vegetali,  cere  fossili. 

Resdiconti  —  Vol.  I.  ~fl 


—  550  — 

ecc.  È  bene  però  avvertire  fin  d'ora  che  vi  è  qualche  sostanza  come  la 
dietilamina,  la  quale  entro  certi  limiti  di  temperatura  presenta  un  contegno 
diverso. 

VII.  «  In  un1  altra  comunicazione  indicherò  i  resultati  ottenuti  stu- 
diando altre  classi  di  composti.  Intanto  mi  preme  di  fare  osservare  che 
non  ho  per  ora  riportate  le  determinazioni  di  conducibilità  alle  diverse  tem- 
perature (qualche  volta  dalla  solidificazione  sino  al  punto  critico)  prima 
per  non  occupare  troppo  spazio  con  la  pubblicazione;  e  poi  anche  perchè 
non  mi  pare  opportuno  di  tentare  delle  relazioni  numeriche  finché  non  si 
sono  bene  stabiliti  i  fatti  più  salienti  che  risultano  da  questi  studi  ;  se  non 
si  sono  bene  stabilite  in  somma  le  regole   e  le  anomalie. 

«  Nel  chiudere  questa  breve  Nota  sento  il  bisogno  di  ringraziare  i 
chiarissimi  sigg.  prof.  Balbiano  della  E.  Università  di  Messina;  prof.  Bechi 
dell'Istituto  T°  Pe  di  Firenze  ;  prof.  Campani  della  E.  Università  di  Siena  ; 
prof.  Giannetti  della  E.  Università  di  Siena;  prof.  Guareschi  della  E.  Uni- 
versità di  Torino  ;  prof.  Misgaghi  della  E.  Università  di  Cagliari  ;  dott.  Piccini 
della  Università  di  Eoma;  prof.  Papasogli  di  Firenze;  dott.  P.  Guasti; 
sig.  G.  Eaffo;  e  cos'i  pure  ringrazio  tutti  quei  chimici  che  mi  hanno  pro- 
messo gentilmente  d'inviarmi  qualcheduno  dei  composti  da  loro  preparati  ». 

Fisica.  La  conducibilità  elettrica  delle  mescolanze  di  combina- 
zioni organiche.  Nota  del    prof.   A.    Bartou,    presentata   dal    Socio 

Blaserna. 

I.  «  Mentre  la  conducibilità  delle  combinazioni  del  carbonio  allo  stato 
liquido  decresce  regolarmente  colla  temperatura  per  diventare  più  piccola 
allo  stato  solido  e  finisce  coli' annullarsi  ad  una  distanza  più  o  meno  grande 
dal  punto  di  solidificazione,  ho  osservato  che  certe  mescolanze  o  soluzioni 
di  composti  organici  presentano  all'atto  della  solidificazione,  e  mantengono 
per  un  certo  intervallo  successivo,  un  fenomeno  interessantissimo,  quello 
cioè  che  la  loro  conducibilità  cresce  quasi  ad  un  tratto  per  diventare  assai 
maggiore  che  non  allo  stato  liquido  (precedentemente  alla  solidificazione) 
e  si  conserva  poi  tale  per  molti  gradi  ancora,  finché  non  diminuisce  e  si 
annulla  ad  una  temperatura  più  o  meno  bassa.  La  descrizione  di  questo 
fenomeno  da  me  osservato  forma  il  soggetto  della  presente  comunicazione. 

II.  «  Prima  di  tutto  farò  osservare  che  non  tutte  le  soluzioni  o  me- 
scagli di  composti  organici  presentano  il  fenomeno  dello  aumento  di  con- 
ducibilità nella  solidificazione.  Anzi  la  maggior  parte  di  tali  mescolanze 
non  presentano  affatto  tale  fenomeno.  Così  per  es.  gli  olii  grassi,  i  burri, 
le  cere  vegetali  e  fossili,  i  balsami,  le  resine,  e  tanti  altri  prodotti  na- 
turali che  non  sono  altro  che  mescolanze  di  diverse  combinazioni,  appena 
solidificati  perdono  una  gran  parte  di  quella  conducibilità  che  avevano  allo 


—  551  — 

stato  liquido,  per  diventare  isolanti  ad  una  temperatura  più  o  meno  discosta 
da  quella  di  solidificazione.  Così  pure  con  sostanze  organiche  prese  a  caso, 
ma  che  siano  solubili  l'ima  nell'altra  si  ottengono  dei  mescugli  die  il  più 
delle  volte  non  presentano  nulla  di  singolare  nell'andamento  della  condu- 
cibilità, cosi  allo  stato  liquido,  come  durante  la  solidificazione,  e  cosi  puri' 
allo  stato  solido.  Tali  sono  per  es.  i  mescugli  di  naftalina  e  guajaco,  di 
naftalina  e  di  naftilammina  commerciale,  nella  proporzione  di  100  della 
prima  a  .">  della  seconda;  di  naftalina  e  di  naftal  /5  nella  proporzione  di  100 
a  5;  di  naftalina  e  di  difenilammina  nelle  proporzioni  di  100  a  6;  di 
naftalina  e  di  acido  picrico  nella  proporzione  di  100  a  5;  di  naftalina  e 
di  timol  nelle  proporzioni  di  100  a  10;  di  naftalina  e  di  anilina  nelle 
proporzioni  di  100  a  10;  di  naftalina  e  guajaco  nelle  proporzioni  di  100 
a  20  e  di  100  a  30;  di  naftalina  e  cera  ecc.  ecc.,  e  potrei  citare  qui  mille 
<■  più  altri  esempì. 

«  Si  noti  che  le  sostanze  sopra  indicate  erano  purissime:  e  che  i  punti 
di  fusione  da  me  misurati  con  un  termometro  normale  Geissler  a  decimi 
di  grado,  confrontato  col  termometro  ad  aria,  erano  :  naftalina  -+-  78°9  : 
naftilammina  commerciale  +  48",0  ;  naftal  ,3  -f- 122°  ;  difenilammina  -f-  54": 
acido  picrico  —  122";  timol  -+-44";   resine   di   guajaco  (fra -H30"  e — 40). 


III. 


«  Invece  con   le   mescolanze   seguenti  si    ottiene  notevolissimo  il 


fenomeno  dell'aumento  di  conducibilità  nella  solidificazione.  Le  tavole  nu- 
meriche seguenti  varranno  credo  assai  meglio  che  molte  parole  a  dare 
un'idea  chiara  del  fenomeno;  i  numeri  scritti  in  queste  tavole  sono  il  frutto 
di  pazienti  e  diligenti  esperienze,  e  credo  che  meritino  la  più  grande  fiducia  : 

Tavola  I. 

«  Naftalina  parti  100:  nitronaftalina  (Kahlbaum)  parti  2. -Min.  La  nafta- 
lina fondeva  -^78",P:  la  nitronaftalina  a  -f-Gl°,0. 


Lento  raffreddami  ni  . 


Conducibilità 

emperatnre 

relative 

Tempera 

-4-1  l2° 

liquida 

1,836 

-+-  32" 

—  in 

>• 

1,522 

-4-  30" 

—   84 

» 

1,135 

-+-  29° 

-4-  79° 

> 

1,020 

-+-  26" 

-+-  77'  ,8 

» 

1 

—  25° 

~:°.\ 

solidifica 

1,064 

-4-  21" 

-+-  7T\4do 

>o  IO'  solida 

1,172 

-t-  23° 

-+-  7<;" 

» 

1,216 

—  22* 

—  -:: 

» 

1,443 

-+.    IO" 

-4-  05" 

» 

2.171 

-e-  in» 

-+-  5!" 

» 

3,704 

-4-     0° 

-i-  51° 

> 

5,418 

—  14' 

-4-  41' 

» 

0.227 

—    10 

•+-  37* 

» 

6,3*53 

dopo  lo'  solida 


Conducibilità 
relative 

6,076 

5,214 

:?.:>!  7 
3.048 
1,976 
1,753 
1,538 
1,391 
0.015 

0.000 
0,00  ' 


«  Col  riscaldamento  lento  si  ottengono  numeri  un  poco  diversi,  ma  che 
accennano  ugualmente  allo  stesso  fenomeno. 


Tavola  II. 


Naftalina  che  fonde  a  -f-78°,9.  Àcido  ftalico  purissimo  che  fonde  a  +183°. 
«  Fu  aggiunta   una   parte  di  acido   ftalico  su  cento   di   naftalina  e  la 
mescolanza  fusa  fu  decantata  e  poscia  filtrata  a  caldo  per  liberarla  dall'acido 
indisciolto. 

Raffreddando  lentamente. 

Temperature 

-+-  0:3° 

58° 

54° 

49°,2 

47° 

43° 

38°,5 

26° 

25" 

10° 

0° 

—  40° 

«  Ugualmente  intenso  si  osserva   il  fenomeno   col  lento  riscaldamento 
della  massa  sebbene  vi  sia  qualche  differenza  nelle  due  curve. 


Temperature 

C< 

nidueibilità 
relative 

-1-120° 

liquida 

1.932 

97° 

» 

1.431 

87° 

» 

1,174 

78» 

liquida 

1 

76°,8  comincia  a  solidificare 

1.152 

76°,8 

dopo  10' 

1,40(5 

76°,8 

dopo  30' 

1,600 

76°,8 

solida 

2,317 

76". 2 

» 

1,808 

75°,8 

» 

5,703 

74°.6 

» 

9,025 

68° 

» 

12,241 

Conducibiliti 

relative 

lida 

11.320 

V 

3,408 

» 

1.470 

» 

1,313 

» 

0,617 

». 

0,519 

» 

0,434 

» 

0,345 

» 

0,218 

» 

0,117 

» 

0,041 

» 

0,000 

Tavola  III. 
Naftalina  solita  parti  100:  fenolo  (che  fonde  a  -f-38°)  parti  1,05. 


Riscaldi 

ndo  lentamente. 

Raff'rt 

ddando  le 

ntamente. 

Conducibilità 

Oonducibilil 

Temperature 

relative 

Temperature 

relative 

—  20° 

solida 

0 

-^105° 

» 

2,3 

0° 

» 

0.3 

103° 

» 

2.1 

-r-      6" 

» 

3.2 

98° 

» 

1,8 

8° 

» 

4.7 

90° 

■n 

1,4 

10,°5 

» 

7.7 

86° 

» 

1.2 

11, °5 

» 

11.7 

78°,6 

» 

1 

16° 

* 

15,4 

77°,2 

solidifii 

a                 1 

21° 

» 

37.4 

75° 

» 

1 

23" 

» 

40,0 

69° 

» 

1 

26* 

» 

40.0 

61° 

» 

1 

30° 

» 

40,0 

50' 

» 

2,7 

35" 

» 

35,5 

47° 

» 

3,8 

37° 

» 

33.1 

41" 

» 

6,7 

44" 

» 

20,0 

.38° 

» 

8,7 

48° 

» 

13,4 

35° 

» 

1  0.7 

51\5 

» 

10,7 

31° 

» 

11,7 

56°,4 

» 

5.4 

28° 

» 

12,7 

59' 

» 

3.9 

25° 

» 

16,7 

66° 

» 

2,4 

23° 

» 

25,4 

75° 

solida 

1,6 

19° 

» 

27.7 

77°,2 

fonde 

1 

15° 

» 

10,7 

80" 

liquida 

1 

14°,8 

» 

4.0 

93" 

» 

1,5 

io- 

» 

3,4 

108° 

» 

2.2 

li0 

» 

2.7 

114" 

» 

2,0 

—   ")53  — 


Tavola  IV. 

«  Paraffina,  alla  quale  si  è  aggiunto  mentre  era  liquida  una  piccola 
quantità  di  alcole  amilico  puro  (Tromnisdorft")  ;  il  mescuglio  è  stato  poscia 
filtrato  ripetutamente  per  un  filtro  formato  da  molti  fogli  di  carta  bibula. 


Riscaldando 

lìa  (freddando 

L'eroperature 

Conducibilità 

relative 

Temperature 

Conducibilità 
relative 

—  15° 

solida 

17,3 

-i-  82 

liquida 

2,00 

—  0 

i 

» 

20,0 

-H  60° 

» 

1,34 

0° 

» 

25,0 

■+■  54° 

solidifica 

1 

—  Ili0 

» 

26,2 

-+-  51° 

solida 

1,90 

-+-  -23° 

» 

27.1 

-f-  39,°5 

» 

16,00 

-H  31" 

» 

37,5 

-+■  36° 

» 

23,3 

-+-  35" 

» 

33.4 

-+-  10° 

» 

26,7 

-+-  40° 

» 

23,3 

-+■     0" 

» 

31,7 

-+-  48° 

» 

3,7 

-  10" 

» 

31,4 

■+-  50° 

» 

1 .6 

-t-  54° 

fonde 

1 

-+-  57° 

liquida 

1,16 

-+-  71" 

» 

1,67 

«  Come  si  vede  di  qui,  la  conducibilità  rimane  nella  paraffina  amilica, 
anche  a  basse  temperature,  come  di  quindici  gradi  sotto  zero. 


Tavola  V. 

Paraffina  e  fenolo. 

«  La  mescolanza  fatta  a  caldo  fu  decantata: 
fenolo  fu  ritenuta  nella  massa  della  paraffina. 

Raffreddando  lentamente. 


solo  piccola  quantità  di 


Temperature 

Conducibilità 
relative 

^100° 

liquida 

1,020 

-+-    80 

» 

1,026 

-+-  74° 

» 

1,020 

h  65° 

» 

1,023 

-+-  55° 

» 

1,021 

-+-  53°,5 

solidifica 

1 

—  52° 

solida 

1,010 

■+-  45° 

» 

1."  i  •'. 

-+-  40" 

» 

1.017 

-+-   35" 

» 

1.842 

Temperature 

i  '"ii  Incibilità 
relative 

-+-  30° 

solida                1,960 

È 

risalita  la  tempera- 

-+-  36° 

tura  spontaneamente     2,003 

(seconda 

solidificazione] 

+-  33' 

solida                   3.124 

-+-  29° 

»                      1,863 

-+-  19° 

»                     3,218 

-4-     5" 

»                    1.016 

0° 

»                     n.;is2 

—  40° 

»                   0,069 

«  Col  riscaldamento  si  nota  lo  stesso  fenomeno,  avendo  cura  di  speri- 
mentare sulla  sostanza  precedentemente  raffreddata  a  bassa  temperatura. 


—  554   — 

«  Analoghi  resultati  danno  la  paraffina  con  l'acido  acetico  assoluto,  e 
la  paraffina  coli' acido  formico,  resultati  che  per  brevità  non  riferisco.  Ho 
anche  mutate  molto  le  proporzioni  dei  componenti:  così  per  es.  ho  stu- 
diate mescolanze  di  naftalina  e  di  acido  fenico  in  quasi  tutte  le  proporzioni 
ed  ho  trovato  che  il  fenomeno  manca  quando  la  proporzione  di  fenolo  su- 
pera il  50  per  cento:  quando  la  proporzione  è  più  piccola  il  fenomeno  si 
manifesta  sempre  qualunque  sia  la  proporzione  dei  componenti.  Così  è  ben 
visibile  anche  colla  proporzione  di  uno  di  fenolo  a  duemila  naftalina  :  con 
proporzioni  più  piccole  di  questa  non  sono  riuscito  ad  osservar  più  il  fe- 
nomeno, ma  vero  è  che  il  mescuglio  in  tal  caso  aveva  una  conducibilità 
così  piccola  da  rendere  difficili  e  lunghissime  le  misure  anche  impiegando 
una  pila  di  800  elementi. 

IV.  «  Veniamo  ora  alla  spiegazione  probabile  del  fenomeno.  Da  prin- 
cipio (cioè  tre  anni  or  sono  quando  osservai  questo  fenomeno  per  la  prima 
volta)  fui  un  po'  dubbioso  circa  il  modo  di  spiegare  il  fenomeno:  ma  poi 
pensandoci  un  poco  e  provando  a  mutare  le  condizioni  delle  esperienze  mi 
pare  che  se  ne  possa  dare  una  interpetrazione  assai  semplice. 

V.  «  Consideriamo  prima  il  caso  di  due  sostanze  1'  una  isolante  e  so- 
liclificabile  e  l'altra  conduttrice  che  rimanga  sempre  liquida  e  non  si  sciolga 
nella  prima  come  avviene  della  paraffina  con  alcool  amilico,  della  paraffina 
con  l'acido  acetico  ecc.  Mescolandoli  bene  insieme  mentre  sono  fusi  accade  che 
una  piccola  parte  di  liquido  conduttore  resta  interposto  e  forse  anche  una 
minima  parte  disciolto  in  seno  alla  paraffina:  questa  specie  di  emulsione  o 
miscuglio  finché  resta  liquido  ha  una  piccola  conducibilità,  che  rimane  co- 
stante e  quasi  indipendente  dalla  temperatura  :  col  solidificarsi  della  paraf- 
fina questo  liquido  viene  a  riunirsi  e  formare  delle  superficie,  che  traver- 
sano le  fenditure  e  le  discontinuità  della  paraffina  solidificata,  superficie 
conduttrici  intersecantisi  e  traversate  dai  fili  elettrodi  ;  per  cui  ne  risulta 
una  maggiore  conducibilità  (Basta  infatti  bagnare  una  lastrina  di  vetro  iso- 
lante con  un  velo  sottilissimo  di  liquido  conduttore,  come  è  quello  che  si 
ottiene  colla  condensazione  di  un  debole  getto  di  vapore  sulla  superficie 
fredda,  perchè  questa  divenga  buona  conduttrice).  S' intende  poi  che  tale 
conducibilità  non  potrà  più  sparire  finche  il  liquido  interposto  solidificando, 
non  divenga  isolante:  così  colla  paraffina  e  coli' alcool  amilico.  la  conduci- 
bilità resta  fino  a  bassissime  temperature. 

VI.  «  Veniamo  al  caso  in  cui  la  sostanza  conduttrice  e  l'altra  isolante 
siano  solubili  l'ima  nell'altra. 

«  Se  si  sceglie  il  caso  più  semplice,  quello  in  cui  la  quantità  della 
sostanza  conduttrice  sia  piccola  rispetto  a  quella  isolante,  l' esperienza  di- 
mostra che  in  alcuni  casi  la  sostanza  ha  due  punti   di  fusione   distinti  (') 

(')  Compara,  Palazzo  e  Battelli,  Intorno  alla  fusione  dei  miscugli  di  alcune  sostanze 
non  metalliche  (Atti  della  R.  Acc.  delle  scienze  di  Torino  1884). 


il  primo  che  è  piìi  vicino  a  quello  delle  sostanze  più  abbondanti  nel  miscu- 
glio; ed  un'  altro  più  basso  :  dopo  la  solidificazione  della  sostanza  isolante 
rimane  dunque  un  mescuglio  liquido  assai  più  ricco  di  sostanza  conduttrice 
che  non  il  mescuglio  primitivo  allo  stato  liquido,  e  perciò  in  molti  casi 
assai  più  conduttore:  a  questo  liquido  conduttore  interposto  tra  le  parti  del 
solido  si  deve  la  maggiore  conducibilità  la  quale  sparisce  col  solidificare 
■li  questo  quando  questo  col  solidificare  perde  tutta  la  conducibilità. 

«  Questa  spiegazione  è  chiara  nel  caso  che  la  porzione  che  solidifica 
la  prima,  e  quella  che  solidifica  la  seconda  diventino  isolanti  subito  dopo 
solidificate:  ma  questo  non  è  in  generale,  anzi  la  maggior  parte  dei  com- 
posti col  solidificare  non  perdono  tutta  la  loro  conducibilità:  poiché  alcuni 
la  mantengono  molti  gradi  sotto  la  temperatura  di  solidificazione  (come 
per  es.  il  fenolo,  la  benzamide  ecc.)  ondi'  il  fenomeno  diventa  assai  più 
complicato  ». 

Chimica.  —  Azione  del  calore  sidVacetilpirrolo  e  sul  carbo- 
ni l  pi  rrolo.  Nota  dei  dott.    G.    Cumician    e    P.    Msgnaghi    presentata 

dal  Socio  Cahxjzzaro. 

-<  Ultimamente  ('  )  fu  dimostrato  che  riscaldando  a  circa  300"  l'aeetilpirrolo 
con  anidride  acetica,  si  ottiene  il  pirril<>iidi.meLil<ticketorteCiìli(C>E..]0)ì'N  H. 
Questa  trasformazione  può  avvenire  a  priori  in  due  modi;  si  può  ammettere 
che  per  l'azione  del  calore  l'aeetilpirrolo  diventi  prima  pseudoacetilpirrolo, 
e  che  questo  dia  coll'auidride  acetica  il  dipseudoacetilpirrolo;  oppure  si  imo 
supporre  che  il  gruppo  acetilico  venga  distrutto  e  che  il  pirrolo  rigenerato 
a  quell'alta  temperatura  si  trasformi  direttamente  in  pirrilendimetildiche- 
tone.  Per  risolvere  la  questione  abbiamo  cercato  di  vedere  se  col  solo  ri- 
scaldamento l'aeetilpirrolo  può  trasformarsi  nel  suo  isomero.  Le  esperienze 
.In.'  ora  descriviamo  dimostrano  che  effettivamente  avviene  questa  trasfor- 
mazione. 

•■  A  temperature  superiori  ai  300°  l'aeetilpirrolo  viene  distrutto  com- 
pletamente; si  forma  molta  materia  carboniosa,  ammoniaca,  carbonato 
ammonico  e  probabilmente  tracce  di  pirrolo.  Per  ottenere  la  metamorfosi 
suaccennata  conviene  non  superare  la  temperatura  di  300".  Noi  abbiamo 
riscaldato  5  grammi  di  acetilpirrolo,  affatto  esente  di  pirrilmetilchetone  in 
un  tubo  chiuso  per  alcune  ore  fra  i  250°  e  280°.  Aprendo  il  tubo  si  nota 
una  lieve  pressione  ed  il  contenuto  del  medesimo  è  un  liquido  colorato  in 

bruno,  die  venne  distillate n  vapor  acqueo.  Passa  dell'acetilpirrolo  rimasto 

inalterato  ed  il  residuo  è  una  soluzione  gialla  con  sospesa  un  po'  di  resiua 
nera.  Si  filtra  il  liquido  ancora  cablo  e  si  estrae  il  filtrato  con  etere.  L'estratto 

(')  Veili  Ciamician  e  Sili''!.  Su   'ac  tilpirrolo    Nota  presentata  il  lo  marzo  lss~>. 


—  556  — 

etereo  svaporato  lascia  indietro  una  materia  cristallina  colorata  lievemente 
in  giallo,  che  fatta  cristallizzare  dall'acqua  bollente  si  presenta  in  aghi  in- 
colori che  hanno  tutte  le  proprietà  del  pirrilmetilchetone. 

«  Il  risultato  di  queste  esperienze  invitava  a  studiare  l'azione  di  qual- 
che altra  anidride  organica   sull'acetilpirrolo   a  temperatura  molto  elevata; 
noi  abbiamo  scelta  l'anidride  benzoica   nella  speranza  di  ottenere  un  com- 
pri  TI   AT 
posto  della    forinola   CiH»  I     2    3  0  JIST  H-  La   reazione   però   non   avvenne 

affatto  secondo  le  nostre  supposizioni.  L'anidride  benzoica  si  scioglie  nel- 
l'acetilpirrolo  con  abbassamento  di  temperatura;  bollendo  la  soluzione  o 
riscaldandola  in  tubi  chiusi  fino  a  210°  le  due  sostanze  restano  inalterate. 
Kiscaldandole  invece  in  tubi  chiusi  fino  a  320"  si  formano  grandi  quantità 
di  materia  carbonosa  e  tracce  di  una  sostanza  cristallina  che  fu  riconosciuta 
essere  della  benzamide.  In  questa  occasione  abbiamo  trovato  che  la  benza- 
mide  fonde  due  gradi  più  in  su  di  quello  che  venne  finora  osservato  ('). 
11  suo  punto  di  fusione  è  di  130°,  come  si  è  potuto  constatare  anche  con 
benzamide  pura  di  diversa  provenienza.  Aggiungiamo  inoltre  che  la  benza- 
mide dà  con  nitrato  argentico  ed  ammoniaca  un  composto  argentico  in  forma 
di  un  precipitato  bianco,  che  crediamo  che  finora  non  sia  stato  ottenuto.  Se 
si  riscalda  il  miscuglio  di  anidride  benzoica  ed  acetilpirrolo  fra  i  280" 
e  300"  si  ottengono  piccole  quantità  di  pirrilmetilchetone. 

Azione  del  calore  sul  carbonilpirrolo. 

«  La  trasformazione  dell'acetilpirrolo  in  pseudoacetilpirrolo  per  azione 
del  calore  ci  indusse  a  studiare  il  comportamento  ad  alte  temperature  del 
carbonilpirrolo  da  noi  recentemente  scoperto  (').  In  questo  caso  la  reazioni' 
acquista  un  interesse  maggiore  perchè  questa  sostanza  dà  contemporanea- 
mente origine  a  due  diversi  corpi  isomeri.  Uno  di  essi  è  il  dipìrrilchetpne 
o  pirrone,  da  noi  già    descritto,  e    l'altro    è    un    composto  intermedio  fra 

/n    TI   .  MXJ 

questo  e  il  carbonilpirrolo  della  formola  GQ\jJ n*  #,      che  noi   chiame- 

remo  pirroilpirrolo,  perchè  contiene  il  radicale  dell'acido  carbopirrolico  a 
cui  fu  dato  il  nome  di  pirroile  (3). 

«  Si  riscaldano  5  gr.  di  carbonilpirrolo  in  tubi  chiusi  a  250°  per  al- 
cune ore.  11  contenuto  dei  medesimi  è  formato  da  un  liquido  nero  e  da 
un  po'  di  materia  carbonosa.  Si  distilla  con  vapor  acqueo  riottenendo  così 
quella  parte  di  carbonilpirrolo  rimasta  inalterata,  che   può   servire  ad  una 

(')  Schiff  e  Tassinari  trovarono  128°.  Beri.  Ber.  X,  1785. 

('•)  Sull'azione  del  cloruro  di  carbonile  sul  composto  potassico  del  pinolo.  Atti  della 
R.  Acc.  dei  Lincei.  Rendiconti  voi.  I.  4  gennaio  1835. 

(')  Vedi  Ciamician  e  Dennstedt:  Sludi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo  Parte  Vili. 
SuWaiions  di  alcune  anidridi  organiche  siti  pirrolo. 


—    .ì-U     — 


altra  preparazione.  Il  residuo  è  un  liquido  colorato  in  giallo,  che  contiene 
un  po'  di  resina.  Filtrando  questo  a  caldo  e  lavando  la  parte  indisciolta 
molte  volte  con  acqua  bollente,  si  ottiene  una  soluzione  che  s' intorbida  per 
raffreddamento  e  dalla  quale  si  separano  dopo  qualche  tempo  degli  aghetti 
molto  colorati.  Estraendo  con  etere  e  svaporando  l'estratto  etereo  resta  indie- 
tro un  olio  che  si  solidifica  formando  una  materia  cristallina  colorata  in 
bruno.  Il  prodotto  greggio  così  ottenuto,  venne  spremuto  fra  carta  (da  20  gr. 
di  carbonilpirrolo  si  ottennero  5  gr.  di  questa  sostanza),  ed  indi  fatto  cri- 
stallizzare prima  dall'alcool  diluito  e  poi  dal  benzolo  bollente.  Mediante 
una  serie  di  cristallizzazioni  da  questo  ultimo  solvente,  siamo  riusciti  a 
separare  una  sostanza  che  si  presenta  in  aghetti  bianchi  che  fondono  a  160" 
e  che  hanno  tutte  le  proprietà  del  pirrone.  Avendo  in  questa  occasione 
preparato  una  quantità  notevole  di  questo  composto  abbiamo  potuto  otte- 
nere, per  lento  svaporamento  della  sua  soluzione  eterea,  dei  cristalli  bene 
sviluppati  che  furono  studiati  cristallograficamente.  Noi  dobbiamo  anche 
questa  volta  le  misure  seguenti  alla  gentilezza  del  sig.  ingegnere  Giuseppe 
La  Valle. 


Forma  cristallina  del  dipirrilchetone. 
Fig.  1.  Fig.  2. 


no  _ 


11)2 

' 

101 

102 

: 

«  Sistema  cristallino  :  Trimetrico 

«Costanti:  a:  b:  e:  =2,53  109:  1:  2,90144 

Forme  e  combinazioni  osservate:  (110)  (101)  (102). 


Angoli 

Misi 

limiti 

irati 

medie 

Calcolati 

n 

101  :  lOl 

82°  4'  —  82°  23' 

82°  12' 

* 

3 

110:  TlO 

43    7 

• 

2 

110  :  101 

73    5  —  74  36 

73  51 

73°  55'  30" 

4 

110  :  102 

79  21  —79  31 

79  25 

79    28   18 

3 

102  :  101 

18  53  —  19  17 

19    3 

19      9   21 

ti 

«  Bisettrice  acuta  normale  a  (001). 

«Piano  degli  assi  ottici  parallelo  a  (100). 

«La  figura  d'interferenza  non  essendosi  potuta  ottenere  ben  chiara. 
sebbene  la  lamina  sia  stata  ridotta  allo  spe  3ore  «li  poco  più  di  mezzo  mil- 
limetro, non  si  sono  potute  completare  le  osservazioni  ottiche. 

Ke.ndico.ntj  —  Vul.  I.  73 


«  I  cristallini  si  sono  presentati  per  lo  più  come  nella  fig.  1.,  cioè  al- 
lungati secondo  Tasse  y  e  quasi  regolari,  altri  invece  avevano  un  aspetto  ta- 
bulare, come  è  rappresentato  nella  fig.  2  avendo  molto  sviluppata  la  faccia  (102). 

«  Dai  risultati  ora  esposti  si  nota  che  il  dipirrilchelone  ha  molta  ana- 
logia cristallografica  col  pirrilmetilchetone  che  cristallizza  nel  sistema  mo- 
noclino. 

«  Il  seguente  specchietto  mette  in  rilievo  queste  analogie. 


Pirrilmetilchetone 

C°\CH3 

a:  b  :c  =  2,91833:  1  :  3,01735 
100  :  001  =79°  41' 

1001 _  69" 18' 34" 

SlOO   68° 48' 
111  ;TlT  =  55°30' 


Dipirrikhetone 

/CiH.NH 
CO\C4H3NH 


111  :. 


a  :  b  :  e  =  2,53109  :  1  :  2,90144 
101  :  10T  =  82°12' 

110:jjjjy=73°55'30" 

110 


«  È  da  notarsi  ancora  che  il  dipirrikhetone  non  sta  in  nessuna  relazione 
cristallografica  col  suo  isomero,  il  carbonilpirrolo. 

«  Le  soluzioni  benzeniche  dalle  quali  si  ottenne  il  pirrone,  contengono 
ancora  un'  altra  sostanza  più  solubile  in  questo  solvente.  La  separazione  di 
questo  composto  dal  pirrone  riesce  molto  facilmente  per  mezzo  dell'etere 
petrolico.  I  liquidi  che  contengono  il  miscuglio  dei  due  prodotti  vennero 
svaporati  a  secchezza  ed  il  residuo  venne  sciolto  nell'etere  petrolico  bollente. 
Il  pirrone  rimane  indisciolto  e  dalla  soluzione  filtrata  si  separano  per  raf- 
freddamento delle  squamette  bianche  di  splendore  serico,  che  dopo  alcune 
cristallizzazioni  dallo  stesso  solvente  fondono  costantemente  a  62°-63°.  L'ana- 
lisi diede  i  seguenti  risultati: 
0,2188  gr.  di  sostanza  dettero  0,5393  gr.  di  CO*  e  0,1045  gr.  di  OH2. 

«  In  100  parti 

trovato  calcolato  per  Ct  H4  N  —  CO  -  Ct  H3  NH 

C       67,22 67,50 

H        5,31 5,00 

«  Questa  sostanza  è  il  pirroìlpirrolo. 

«  Essa  ha  dunque  l' islessa  composizione  e  l' istesso  punto  di  fusione  del 
carbonilpirrolo,  si  distingue  però  da  questo  suo  isomero  già  nell'apparenza 
esterna,  perchè  mentre  il  carbonilpirrolo  forma  costantemente  dei  grossi 
cristalli  monoclini,  incolori,  di  splendore  vetroso  che  somigliano  a  dei  rom- 
boedri, il  pirroilpirrolo  si  presenta  sempre  in  squamette  leggiere,  bianche 
e  di  splendore  serico.  Oltre  a  ciò  quest'ultimo  non  è  volatile  col  vapor- 
acqueo  come  il  carbonilpirrolo,  e  forma  con  nitrato  d'argento  ed  ammoniaca 


—  559  — 
un  precipitato  giallo,  che  probabilmente  è  un  composto  argentico  della  for- 
inola CO     ..'   ,  '*  *    ,  mentre  il  carbonilpirrolo  riduce  la  soluzione  di  nitrato 

d'argento  ammoniacale. 

«  I  tre  composti  isomeri  dei  quali  abbiamo  parlato  nuora  (il  carbonil- 
pirrolo, il  pirroilpirrolo  ed  il  pirrone)  si  distinguono  specialmente  l'uno 
dall'altro  per  il  loro  modo  di  comportarsi  con  la  potassa  bollente.  Il  pir- 
rone non  viene  intaccato  ;  il  carbonilpirrolo  si  scinde  nettamente  in  anidride 
carbonica  e  pirrolo,  ed  il  pirroilpirrolo  viene  decomposto  in  pirrolo  ed  acido 
a.  carbopirrolico. 

*  Se  si  fa  bollire  il. pirroilpirrolo  per  due  ore  con  una  soluzione  con- 
centrata di  potassa  acquosa  in  un  apparecchio  a  ricadere,  la  sostanza  fonde 
e  resta  indietro  un  olio  più  leggiero  del  liquido  alcalino.  Estraendo  con 
etere  si  ottiene  un  olio,  che  ha  i  caratteri  del  pirrolo.  La  soluzione  alca- 
lina, acidificata  con  acido  solforico  diluito,  ed  estratta  nuovamente  con  etere, 
cede  a  quest'ultimo  una  sostanza  solida  e  cristallina  che  è  l'acido  «  car- 
bopirrolico. Per  stabilirne  l'identità  l'abbiamo  trasformata  nell'etere  metilico 
fondente  a  73°. 

<-■■  Dalle  esperienze  or  descritte  risulta  dunque  che  i  derivati  del  pir- 
rolo che  contengono  un  radicale  acido  al  posto  dell'idrogeno  imiuico,  si  tra- 
sformano per  azione  del  calore  nei  loro  isomeri  più  stabili  nei  qualiil  ra- 
dicale è  unito  al  carbonio.  Si  generano  così  dei  composti  chetonici. 

■<  L'acetilpirrolo  diventa  pirrilmetilchetone,  il  carbonilpirrolo  dà  origine 
a  due  diversi  composti,  che  segnano  i  due  diversi  stadi  di  questa  meta- 
morfosi : 

d  H.,  N  •  CO  •  CH;(  diventa  C(  H;)  (00  CrL,)  NH 

CO     NCiHi  diventa  C0/NCiHi      e  C0/CiHlNH 
)\NC5Hi  diventa  CO^^^  e    U),^^^ 

«  Il  pirrone  è  il  dipirrilchetone,  il  pirroilpirrolo  è  un  derivato  nel  quale 
l'idrogeno  imiuico  de]  pirrolo  è  sostituito  dal  radicale  dell'acido  carbopir- 
rolico ». 

MEMORIE 
DA  S0TT0P0RS1  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

Gr.  Mengarini  e  Lì.  Cot.asanti.  Il  fenomeno  spettrale  fisiologico.  Presen- 
tita dal  Socio  BlasERNA. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

I  Segretari  Cari-iti  e  Ferri  presentano  le  pubblicazioni  giunte  in 
don.,,  segnalando  le  seguenti  di  Soci  e  di  estranei,  delle  quali  gli  autori 
fecero  omaggio  all'Accademia. 


—  5G0  — 

P.  Lampertico.  Discorso  pronunciato  in  Senato,  nella  tornata  del  30 
aprile  1885. 

F.  Boxatelli.  Commemorazione  del  prof.  Baipassare  Poli. 

C.  Tommasi-Crtjdeli.  Sopra  alcune  opere  di  bonificamento  dell' Ar/ro 
romano. 

G.  Sergi.  L'origine  dei  fenomeni  psichici  e  loro  significazione  biologica. 

F.  Akdissone.  La  vegetazione  terrestre  considerata  nei  suoi  rapporti 
col  clima. 

G.  Ghivizzani.   Giuseppe  Giusti  e  i  suoi  tempi. 

J.  Silvestri.  Commemorazione  del  prof.   Emilio  Morpurgo. 
P.  Pisani  Ceraolo.   Dd  matrimonio.  Voi.  I.. 

Il  Segretario  Carutti  presenta  anche  un  fascicolo  pubblicato  in  occa- 
sione dell'inaugurazione  del  monumento  a  Q.  Sella,  fattasi  in  Iglesias  il 
7  giugno  scorso. 

Il  Socio  Blaserna  presenta  in  nome  del  Socio  Takamki  :,i.  la  pubbli- 
cazione: Los  terremotos  de   Mdlaga  y  Granada,  del  sig.  Federico  de  Bo- 

TELLA    T    DE    HORNOS. 


CONCORSI  A  PREMI 

«  Il  Socio  Mariotti  dice  che  l'Avvocatura  Generale  erariale  gli  ha  dato 
un  incarico  melanconico  e  caro. 

«  In  nome  di  essa  presenta  le  opere  di  Giuseppe  Mantellini  :  /  confini 
di  attribuzioni  in   Italia  —  Lo  Stato  e  il  Codice  civile  —  Papiniano. 

«  Accenna  le  virtù,  il  valore,  i  meriti  dell'  estinto  e  gli  onori,  che  già 
sono  stati  resi  in  Roma,  in  Firenze  e  altrove  alla  memoria  dell'uomo  giusto 
e  sapiente,  fondatore  dell'avvocatura  erariale.  Ora  si  reputa  felice  di  poter 
annunziare  un  onore  singolare  che  si  rende  dalle  dodici  avvocature  erariali 
dello  Stato.  Le  quali  con  alto  e  generoso  intendimento  hanno  costituito  un 
capitale  di  lire  diecimila,  che  danno  all'Accademia,  acciocché  col  reddito  si 
istituisca  un  premio  quinquennale  perpetuo  di  duemila  e  cinquecento  lire 
da  assegnarsi  in  concorso  all'autore  della  migliore  opera  in  materie  giuridico- 
amministrative. 

«  Il  premio  avrà  il  nome  da  Giuseppe  Mantellini  giureconsulto  di  Stato. 
L'Accademia  sarà  depositaria  e  custode  del  capitale  e  giudice  dei  concorsi 

«  I  modi  per  l'eft'ettuazione  si  fisseranno  concordemente  dalla  Presidenza 
dell'Accademia  e  dall'Avvocatura  Generale  erariale. 

«  L'onore  fatto  per  sentimento  di  dovuta  ammirazione  e  con  tanto  affetto 
è  nuovo,  è  degno  dell'illustre  estinto  e  quel  che  è  più,  riesce  a  pubblico 
beneficio  ». 


—  561  — 
«  11  prof.  Schupfer,  come  membro  della  sezione  giuridica  dell'Accademia, 
si  associa  pienamente  alle  sentite  parole,  che  il  deputato  Marietti .  ha  pro- 
nunciato in  onore  del  Mantellina  Era  veramente  un  degno  unni"  e  un  grande 
lustro  della  magistratura  e  della  scienza  italiana.  Il  prof.  Schupfer  deplora 
che  la  morte  di  lui  abbia  reso  impossibile  all' Accademia  di  averlo  tra' suoi 
Soci,  come  era  stato  desiderio  della  Sezione  giuridica  che  ultimamente  lo 
aveva  proposto  per  la  elezione.  Lo  contorta  però  I'  idea  che  il  suo  uome 
resterà  nell'Accademia,  mercè  il  premio  chele  Avvocature  erariali  del  re- 
gno hanno  voluto  istituire  in  memoria  di  lui.  Il  prof.  Schupfer  non  dubita 
di  farsi  interprete  del  voto  di  tutta  l'Accademia  proponendo,  che,  nell'ai  vo- 
tarlo, si  rendano  vivissime  grazie  a  coleste  avvocature,  che  non  poterono 
più  degnamente  onorare  l'uomo,  che  colla  sua  scienza  e  col  suo  carattere 
ne  aveva  tenuto  così  alto  il  prestigio  ». 

Il  Presidente  Fiorelli  associandosi  in  nome  dell'Accademia  ai  sen- 
timenti espressi  dai  Colleghi,  li  assicura  che  la  Presidenza  si  farà  uh 
dovere  di  porgere  i  suoi  ringraziamenti  alla  Avvocatura  Generale  erariale. 


CORRISPONDENZA 

Il  Presidente^Brioschi  comunica  la  seguente  lettera  dell'on.  Ministro 
della  Pubblica  Istruzione  e  relativa  alla  pubblicazione  dei  manoscritti  Vin- 
ciani,  della  quale  venne  trattato  nella  seduta  del  3  maggio  scorso. 

«  Eoma  23  giugno  1885 
«  Illùìo  Sig.  Presidente  della  R.  Accademia  dei  Lincei 

«  Nel  rivolgermi  a  codesta  insigne  Accademia,  or  sono  alcuni  mesi, 
per  ottenere  pure  il  suo  concorso  nella  spesa  per  la  edizione  del  codice 
atlantico  di  Leonardo  da  Vinci,  io  accennava  ad  altre  pratiche  da  me 
temporaneamente  avviate  per  assicurare  i  mezzi  adeguati  alla  divisata  im- 
presa. Sono  ora  lieto  di  potere  qui  constatare  come  quelle  pratiche  abbiano 
pienamente  risposto  alle  speranze  mie,  auspice  la  Maestà  del  nostro  Augusto 
Sovrano,  favoreggiatore  munifico  di  quanto  più  torni  a  decoro  della  patria 
e  ad  incremento  dei  buoni  studi. 

«  Raccolta  per  tal  guisa  la  somma  occorrente  alla  ragguardevole  pub- 
blicazione, siccome  vedesi  dallo  specchietto  che  mi  fo  premura  di  unire 
alla  presente,  devesi  ora  provvedere  perchè  l'opera  nostra  riesca  sotto  ogni 
rispetto  degna  del  gran  nome  di  Leonardo  e  dell'Italia. 

«  A  conseguire  pienamente  intento  cosi  elevato,  io  giudico  non  potersi 
meglio  adoperare  se  non  affidando  a  codesta  insigne  Accademia  ogni  cura 
ed  ingerenza  della   pubblicazione,  non    solo   per  tuttociò   che   concerne    la 


—  562  — 
parte  scientifica  ed  artistica  di  essa,  quanto  ancora  per  la  parte  tipografica 
e  di  materiale  esecuzione. 

«  Nel  pregare  adunque  siccome  faccio  con  la  presente,  codesto  illustre 
consesso  ad  assumere  la  suprema  direzione  di  questa  edizione  degli  scritti 
Vinciani,  stimo  di  chiudere  così  nel  modo  più  desiderabile  il  periodo  di 
preparazione  che  sono  lietissimo  di  avere  iniziato  e  condotto  a  felice  ter- 
mine, per  lasciare  alla  sapienza  ed  alla  operosità  dell'Accademia,  il  com- 
piere la  parte  più  difficile  e  gloriosa  di  un'  impresa,  la  quale  a  buon  diritto 

può  dirsi  nazionale. 

Il  Ministro 

Coppino 

Cori/ributti  per  la  stampa  degli  scritti  di  Leonardo  da  Vìnci 
pel  corso  di  otto  anni 


S.  M.  il 

Ee                            rata  annuale 

L. 

2,000 

Ordine  Mauriziano 

» 

» 

1,250 

Ministero 

>  degli  Affari  Esteri 

» 

» 

1,000 

» 

dell'  Interno 

» 

» 

1,000 

» 

delle  Finanze 

» 

» 

1,000 

» 

di  Grazia  e  Giustizia 

» 

» 

1,000 

» 

dei  Lavori  Pubblici 

» 

» 

1,000 

» 

di  Agric.  Ind.  e  Comm. 

» 

» 

1,000 

» 

della  Guerra 

» 

» 

500 

» 

della  Marina 

» 

» 

1^000 

» 

della  Pubbl.  Istruzione 
Visto 

» 

//. 

» 

1,250 

L. 

Ministro 

12,000 

Co 

ppi] 

w 

Il  Segretario  Carutti  dà  conto  della  corrispondonza  relativa  al  cambio 
degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

La  r.  Accademia  danese  di  scienze  e  lettere  di  Copenaghen  ;  la  Società 
batava  di  filosofia  sperimentale  di  Rotterdam  ;  la  Società  geologica  di  Darm- 
stadt; la  Società  chimica  di  Berlino;  le  Università  di  Heidelberg  e  di  Halle. 

D.  C. 


—  5G3  — 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI     0    PRESENTATE    DA    SOCI 

■pervenute  all'Accademia  sino  al  5  luglio  1885. 

Bibliografìa.    —    Trattatello    sulle    divisioni,    secondo    il    si- 
stema dell'abbaco,  scritto  in  Italia    innanzi    al  secolo   XII.    Nota 
del  Socio  corr.  E.  Naebucci.  (') 

«  Il  trattatello  d'abbaco,  che  qui  appresso  riproduco  da  uu  codice 
Laureuziano  dei  primordi  dal  secolo  XII  (!),  può  servire  di  corollario  a 
quelli  già  dati  in  luce  dal  Gerbert  (3),  dallo  Chasles  ('),  dal  Friedlein  (5), 

(')  Questa  Nota  venne  presentata  nella  seduta  del  21  giugno  1885. 

(')  Pluteus  XLVII,  cod.  XXVIII,  membranaceo,  in  8°,  di  102  carte  numerate  a  matita 
nei  margini  superiori  dei  reclu,  salvo  la  prima  e  l'ultima,  che  servono  di  guardie,  coi  nu- 
meri 1-100,  mancandone  una  tra  le  numerate  45  e  46.  È  legato  in  tavole,  coperte  ester- 
namente di  cuoio  rosso-scuro,  con  impressioni  a  secco,  e  cinque  borchie  di  metallo  raffi- 
guranti l' arme  Medicea  su  ciascuna  coperta  estera,  una  delle  quali  nel  mezzo,  e  le 
rimanenti  ai  quattro  angoli.  Sulla  prima  coperti  esterna,  sotto  il  numero  28,  è  scritto  a  penna. 
«  Priscianus  de  constructioue  ».  Il  numero  28  è  anche  ripetuto  con  tinta  bianca  sulla 
seconda  coperta  esterna,  alla  quale,  mediante  un  gancio,  è  attaccata  una  catena.  Chiudesi 
il  codice  con  due  fermagli  di  pelle,  rafforzati  da  borchie  di  metallo.  Contiene  i  libri  XVII 
e  XVIII  del  trattato  di  Prisciano  :  De  cohstructione,  tra  i  quali  due  libri,  dal  rovescio  della 
carta  51  al  redo  della  54  è  interposto  il  detto  trattatello  di  abbaco.  Questo  codice  è  de- 
scritto da  Angelo  Maria  Bandini,  nel  volume  intitolato:  Caldogus  coiicwn  latinorum  Bi- 
bliolhecae  Mcdiceae  Laurenlianae.  Tomus  II.  Florentiae  1775,  col.  417-418. 

(')  Regulae  domni  Oddonis  super  abacwu.  (Scriptorcs  ecclesiastici  de  musica  sacra 
potissimum  ecc.,  a  Martino  Gerberto.  Tomus  I.  Typis  San  Blasianis,  1784,  p.  296-302). 

(')  Regulae  abaci.  (Comptes  rendus  hebd.  des  se'ances  de  l'Acad.  des  sciences.  Tome  XVI. 
janvier-juin,  1843,  pag.  237-246). 

(')  De  ralione  abaci,  e  De  minutiis.  (A.  M.  T.  S  Boetii.  De  institutione  arithmetica. 
libri  duo.  De  institutione  musica,  libri  quinque.  Accedit  geometria  quae  fertur  Boetii. 
Lipsiae,  1867.  pag.  395-401  e  125-128). 

Rendiconti  —  Vol.  I.  7-1 


—  564  — 

dall'Olleris  ('),  dal  Treutlehi  (!),  dal  Boncompagui  (')  e  da  me  stesso  (*).  Si 
aggira  sulle  divisioni,  e  per  ciò  che  le  riguarda  può  dirsi  completo  (').  In 
esso  sono  da  notare  due  cose.  L'ima,  che,  a  differenza  degli  altri  congeneri 
trattati  finora  conosciuti,  fu  scritto  in  Italia,  come  si  ha  dai  seguenti  due 
rozzi  versi  dai  quali  è  preceduto  : 

«  Hunc  librura  teneant  abacum  qui  discere  fremptant 
Joanncs  Olibano  qnem  composuit  almo  ». 

Si  ha  infatti  «  Olibanus  »,  detto  anche  «  Clibanus  »,  monte  della  Magna 
Grecia,  detto  oggi  Monte  Visardo,  nella  Calabria  ulteriore;  «  Olibanus» 
è  chiamato  anche  quel  monte  della  Campania,  tra  Napoli  e  Pozzuoli,  detto 
Monte  di  Pozzuoli;  finalmente  «  Olibanum  »  è  nome  altresì  di  un  villaggio 
della  Lucania,  tra  Monte  Corvino  ed  Eboli  (c'). 

«  L'altra  particolarità  notevole  di  questo  trattatello  è  la  forma  degli 
apici,  detti  di  Boezio,  che  vi  si  trovano  alla  fine  ripetuti,  forse  per  far  ri- 
levare le  due  diverse  forme  del  2.  Quella  del  6  si  differenzia  grandemente 
da  tutte  le  altre  conosciute.  E  però,  in  grazia  anche  della  sua  brevità,  non 
sarà  inutile  il  porre  il  medesimo  scritto,  cosi  pel  metodo  come  per  le  figure, 
a  riscontro  degli  altri  finora  pubblicati  ». 

«  In  multiplicacione  numerorum  abaci,  quemcnmque  multiplicaberis  numerimi  .  tli- 
gitos  semper  tot  spaciis  a  multiplicato  segregabis.  qnot  multiplicator  a  singulari  seiun- 
gitur  linea,  et  conuersim.  Articulos  uero  semper  secunlabis  a  digiti?. 

De  simplici  diuiso.  II." 

«  In  diuisione  dinidendurum  per  simplieem  diuisorem  perfeeta  est  aplicanda  ditfe- 
rentia.  et  per  integram  denominacionem  diuidendi.  multiplicanda.  Denique  boc  comienit 
nosse  quod  si  diuisor  in  prima  fuerit  linea  hoc  est  in    singulari    denominacene    conuenit 


(')  Libili I us  de  numerorum  divisione,  di  Gerbeeto ;  Regula  de  abaco  computi,  d'incerto  ; 
Liber  abaci,  di  Beunelino  ;  e  Guida  alla  divisione.  ((Euvres  de  Gerbert  pape  sons  le 
nom  de  Sylvestre  II,  ecc.,  par  A.  Olleris.  Paris.  1867,  p.ig.  349-350,  311-326,  351-400, 
333-315). 

[')  I.  R.gulac  cuiusdam  super  abacum,  di  Geelando.  —  II.  Anepigrafo:  Doclori  et 
patri  theosopho  I.  G.filius  eius. —  III.  Quid  sii  abacus,  di  Anonimo.  —  IV.  Breve  comenlo 
aHc  regole  di  Gerbcrlo  sulla  divisione,  di  Anonimo.  —  V.  Trattatello  sulla  divisione,  di  Ano- 
nimo. —  VI.  Altro  sulla  stessa  materia,  di  Anonimo.  —  VII.  Regulae  Hekuiannm.  Qualiter 
mulliplicaliones  fìantin  abaco.  (Bullettino  di  bibliugr.  e  di  storia  delle  se.  mat.  e  fis.  pubbl. 
da  B.  Boncompagui.  Tomo  X.  Ruma.  18*7,  pag.  589-64"). 

{')  Regulae  abaci,  di  Adelaedo  di  Bath.  (Bull.  cit.  Turno  XIV.  Roma,  1881,  p.  91-131). 

(')  Regimatili  super  abacum,  di  Turchili.O,  e  Trattato  d'abbaco,  di  Anonimo.  (Bull, 
cit.  Tomo  XV.  Roma,  1882,  pag.  111-162). 

(')  Venientibus....  ad  artem  ca'culandi....  Inprimis  rìmplicem  discanl  diuisionem.  Postea 
compositam  continuarli.    Ad   ultimi/m  compositam  inlerruptam.  (Tuechillo,  ivi,  pag.  140). 

(')  Lexicon  Geographicum  I'hil.  Ferrarli  ed.  Mieli.  Aut.  Baudraud.  Patavii,  1675, 
par.  I,  pag.  180  e  par.  II,  pag.  10. 


—  565  — 

linea  in  qua  fnit  in  -  questrari.  et  si  inda  fuerii  Un  a  deno- 

minacionem  in  tercia  e  >nuenit  subtrai  [sic).  Et  -i  ille  in  terciam  denominacionem  in  quartam 
et  similiter  per  omnia  conuenit  facere.  Huius  uidelieet  discipline  regula  custoditi,  ut  quot 
spaciis  simpL  s  diuisor  e  singulari  seiungitur  linea,  uno  plus  denominaci  ab  ea  linea  in 
qua  fuit  est  snbtrahenda 

De  composili?  diuis. 

«  Si  uolueris  dinidere  centenurn  aut  millenum  aut  quoscurnque  uel  quoteumque  alios 
los  per  compositos  dinisores  pliffereneiam  ultimo  diuisori  semper  integram  aplicabis. 

lis  diuisoribus  preter  maximum  cui  nulla  adicienda  est  non  integram.  sed  uno  minus. 
differencia  adibebis.  Deinde  considera  quotam  partem  tocius  numeri  omnium  diuisorum 
cura  di  suis   minores   teneant.    Si    enim    secundam  habuerint.  Similiter  secundam 

partem  a  primo  dinidendorura  snmes.  Si  aero  terciam  terciam.  et  si  quartam  quartam.  et 
deincebs  [sic),  et  si  quid  habundauerit  ibidem  repones.  Dehinc  quot  spaciis  maximus  di- 
uisor a  singulari  seiungitur  linea,  totidem  spaciis  illam  partem  ab  illa  linea  in  qua  fuit 
reeepta  sequestrabis.  et  denominacione  illius  omnes  multiplicabis.  Post  bec  digitis  et  arti- 
culis  qui  ex  mnltiplicacione  sunt  congregati  prelator  (sic)  diùidendos  siciss.  aplicabis  '  . 
ordinando  sursumque  eleuando.  noaiter  addiuidendo  (sic)  constitues.  et  tamdiu  ut 
dictum  est  partem  accipiendo  atque  sequestrando  differencias.  multiplicando  *os  diminues. 
donec  aut  se  equales  diuisoribus  conferant.  aut  minores  succedant.  Si  autem  ex  diuidendo 

lictara  partem  non  potueris  unum  illius  in  iustam  positam  lineam  dissipabis.  ex  qua 
iam  dictara  particulam  sunie-.  et  eam  sequestrando,  ditferenciasque  multiplicando.  digitos 
et  articulos  suìs  in  locis  ordinabis.  deinde  denominacione  illius  diuidendi  ex  quo  facta 
dissipacio  t'uit.  omnes  articulos  et  digitos  ac  summissum  numerimi  deaominacionis  nec  non  et 
reliqui  assiciss.  prelatos  illis  ut  iam  prediximus  sociabis.  eosque  ordinando  aut  diuiden- 
dum  (sic)  sursum  eleuabis.  Si  autem  diuisores  ex  parte  incontinuati  fuerint  nel  ex  toto. 
nouenos  prò  differencia  uacuis  locis  adibebis.  et  bos  cura  omnium  diuisorum  differenciis 
]>redicto  modo  locatis.  denominacione  que  ad  diuidendorum  partibus  trabitur  multiplic  ibis. 
Si  uero  noueni  diuisores  ibidem  fuerint.  nulla  differencia  est  proponenda  illis  nisi  tantum- 
modo  ultimo  diuisori.  qui  semper  integram  sibi  recipit  difTerenciam. 

De  diuidendo  incontinualos  diuisores  sine  difleren 

«  Si  quemeumque  numerum  per  diuisores  ex  toto  intermissos  sine  differenciis  dinidere 
uolueris.  unum  illorum  quos  karacter  diuidendi  quera  diui  lis  conti  net  ad  minuta  coinp  menda 
snmes.  Deinde  considerabis  quociens  in  reliquis  quantitas  numeri  quam  raaximis  diui- 
sores karact.  presentatos  inuenitur.  et  quot  quot  inueneris  totidem  nnitates  ab  ea  linea  in 
qua  recepte  fuerint  reliquis   siciss.  eodein    loco  dirai  idam    predictam 

cionis  regulam  ad  competencia  loca  subtrahes.  et  denominacione  illarum  omnes  minore* 
diuisores  multiplicatis.  Denique  sublatis  digitis  et  articulis  qui  ex  multiplicacione  sunt  con- 
i  differencias  prout  uniuscuiusque  racio  poscit.  eorum  in  locis  constitues.  ita  ut  in  loco 
ultimi  siue  sit  digitus  seu  articulus  integram  difTerenciam  ponas.  in  relicorum  uero  inte- 
gram sei  uno  minus.  et  si  defìcientibus  articulis  scu  digitis  uacua  loca  remanserint.  nouenis 
prò  differenciis  suplebis.  Sicut  omnes  linee  que  sunt  inter  utramque.  uidelicet  eara  que 
>ibi  integram  difTerenciam  sumpsit  et  eam  (sic)  que  denominacione  subtracta  fuit  differen- 
ciis supleatnr.  Dehinc  uero  cum  sapra  po»itÌ3  diuidendis  siass.  eas  aggregando  sursum 
addiuidendo    eleuabis.  Si  uero  diuidendus  mino]  extiterint.  unum  illins 

ut  in  sopra  dieta  regula  dictum  est  in  iuxta  positam  lineam  dissipabis.  Ex  qua  dissi)- 1 
quantitate  numeri  inaximi  diuisoris  considerata,  unitates  accipiendo  sequestrabis.  et  mino- 
res diuisores  eorum  denominacione  multiplicando.  differencias  loco  articulorum  ac  digitorum 
et  reliqnas  dissipa  ii  nis  si  ass.  atque  summissum  numerum  denominacionis  multipli 


—  56(3  — 

Postea  uero  ea  aggregando  suisque  in  locis  ordinando  ad  diuidendum  ut  diximus.  sursum 
eleuabis.  et  tamdiu  hoc  facies,  quousque  diuidendi  minores  aut  equales  diuisoribus  se  conf>- 
rant.  finis  ». 


IMI 

MM 

CM 

CMM         XMM 

XM              M 

C                X 

1 

I 

I^js/.^bJ^.  v-S  •  <? 


IR> 


fwtvfv  8  cr  / 


Matematica.  —  Sulla  integrazione  per  serie.  Nota  II.  del  prof. 
C.  Arzelà,  presentata  dal  Socio  Dini. 


3.  «  Se  si  prende 


f{oc,y,)  =  2un(x) 


f{x,y^)  =  2un(x) 
i 

si  può  enunciare  la  proposizione: 

00 

«  Se   lu„(a)    è   una   serie   di  funzioni  sempre  finite  e  in- 
ì 

30 

tegrabili  tra  a  e  b ,  ed  è  tale  anche  la  2un{x),  affinchè  sia 
(«)  |    2  un  (ai) .  dx = 2  J  u„  (ai)  dx 

a  a 

per  ogni  x  tra  «  e  b,  è  necessario  e  sufficiente,  che  la 
somma   2    lun(x).d.r   sia    una   funzione   finita   e   continua    di 

a 

x  tra  a  e  b:  cioè:  che  la  serie  degli  integrali  dei  termini, 
essendo  determinata  in  ogni  punto  x  tra  a  e  b ,  abbia  in 
questo   intervallo   la   convergenza   uniforme   a   tratti. 

4.  «  Per  quanto  s'è  detto  al  n.  2  sussisterà  certamente  la  (a),  se,  tenute 
ferme  le  altre  ipotesi,. sarà  anche 


2  u„  (x) 


<L, 


L  finito,  per  tutti  gli  n  e  per  tutti  gli  x. 


—  567  — 

5.  «  L'osservazione,  che  l'integrale  della  somma  di  infiniti'  funzioni  inte- 
grabili non  è  sempre  dalo  dalla  somma  degli  integrali,  e  che  poroiò  si  richiede 
la  convergenza  in  egnal  grado  della  serie  data  entro  i  limiti  dell'  integrazione, 
è  dovuta  a  Wejerstrasa  ('). 

«Il  prof.  Dini  nel  libro:  /  Fondamenti  ec.  ec.  indica  come  condizione 
sufficiente  per  l'integrabilità  della  somma  di  una  serie  la  convergenza 
in  e  gii  a]  grado  semplice,  ma  a  esser  sicuri,  egli  aggiunge,  che  a 
una  serie  è  applicabile  l' integrazione  termine  a  termine,  occorre  sapere  che 
essa  converge  in  egual  grado  tra  i  limiti  dell'integrazione  senzadio  questa 
sia  veramente  una  condizione  necessaria;  e  dà  poi  alcuni  esempi  di  serie, 
nelle  quali  i  termini  sono  funzioni  continue  di  oc,  e  anche  la  somma  totale 
è  una  funzione  continua  tra  a  e  b,  ma  manca  la  convergenza  in  egual  grado 
e  l'integrale  della  somma  non  è  rappresentato  dalla  somma  degli  integrali. 

«  Esaminando  quegli  esempi  si  vede  subito  che  le  serie  degli  integrali 
non  sono  funzioni  continue  di  ./•  tra  a  e  h:  e  così,  non  è  soddisfattala  con- 
dizione del  n.  3. 

«  Il   primo  esempio  è 

ZuJos)  _  v(    2fc.M.r  — a)        2kn^h^i(x  —  a)j 

'|  i+ *H (*-<*)«    i  +  ^Li (*-«■)"( 

dove  A„  è  una  funzione  positiva  di  n  che  cresce  indefinitamente  al  crescere 
di  n  e  k„  è  pure  una  funzione  di  n . 
«  Si  ha 

2«„0r)  =  S  (>•)=  2kllli  (,r  ~a'1       2  fc"^  /t'""'  ^ ~ a)  ■ 
1  -f-  h\  (./•  —  a)1       1  +  hr^  (.r  —  a  )  '• 

1 


nel  punto 


2  kt  hi 


1 


e  ciò  mostra  che  se  kn,  al  crescere  di  n,   non  tende  a  zero,   certo   non  è 
soddisfatta  la  condizione  del  n.  4;   ma  essendo 

J  ?•„(.'•)  dx  =  k\  are.  tan  g.A|  (.;• —  a)-  —  &,,_,  a  reta  h»/i„h  (x  —  a)* 


('    Véber  trigonometrisclie  lìeihen,  Creile,  B.  71.  —  Della  convergenza  in  egnal  grado 

come  condizione  per  l'integrazione  per   serie,  si  trova  la  prima   menzione   nella  Memoria 
del  Thomè:  L'<  ber  dù   Hetlcnbrucìieiilwickelung  etc.  etc,  Creilo.  B.  6i>. 


—  568  — 
si  ha  anche,  che  la  funzione 


<J>(r)  =  lim   |  S.  (')'/' 


è  discontinua  nel  punto  x  =  a  . 
«  Il  secondo  esempio  è 

v      i   x       ?(    2fc,A.(a;  — a)  2/c^,  />,,,-,  (gr  — a) 

-  "  '  (,'') " 7  l  l+A.  {x-af        1  +  A„-,  (.t-o)« 

dove  /;„  è  ancora  una  funziono  positiva  di  ri  che  cresce  indefinitamente  al 

crescere  di  n  . 

e 


«  Prendendo  k.,  =  - 


log  A,)? 

con  e  diverso  da  zero,  si  ha 

2c -' —.(./• -a)      2e ^—   (cc-a) 

1 

«  NV1  punto  #  — a4 


2c 


hi  1 


(log/t|f  i-ft„,-i  cVh„ 

h 

A„H-1 


i+_^_        a«g/'«  i) 


non  è  dunque  soddisfatta  la  condizione  del  n.  4. 
«  Osservando  poi  che  ìi  : 

|s„(as)(te=ftilogjl  +  Ma>  — o)«|— ft^logA  -i— /c»-ilog k — +(^— «)2' 

a 

si  vede  che  per  x=  a  e 

lini  |s„  (.<■)</.'•=(), 

.  e  per  x  diverso  da  «  ,  è 

lim  I  S„(.r).c?a?  =  fe,  logjl+Ai(a;  — a)2|—  lini  fc„*ilo'gA„H 

n=oo%  "=*> 

dimodoché  nel  punto  or=a  vi  è  discontinuità  per  la 

$(«■)=  li  m    Ì8»{x)dx 
se   li  m/c,,^,  log/;  „+1    è  diverso  da  zero;   come   accade   quando,   come  fa  il 


71=00 


—  569  — 

prof.  Dini,  si  suppone  ,3<1,  e  <p(V)  in  tal  caso  evideutemento  none  l'inte- 
grale della  serie  considerata:  ma  se  si  prende  /5>1,  supposto  e  minore 
sempre  di  un  numero  assegnabile,  anche  se  esso  fosse  variabile  con  n,  allora 

00 

<[>[:)  è  funzione  finita  e  continua  di  oc  ed  è  l'integrale  di  2w„(aj):  e  si  ha 

così  esempio  di  una  serie,  non  convergente  in  egual  grado,  alla  quale  è  appli- 
cabile l'integrazione  termine  a  termine. 

«  Si  noti  die  la  convergenza  in  egual  grado  manca  sicuramente  in  una 
serie,  se  per  essa  non  è  soddisfatta  la  condizione  del  n.  4». 

Fisica.    —    La  conducibìlilà  elettrici!  di  alcuni  composti  orga- 
nici,   (ilio    stato    solido.    Nota    preliminare    del    prof.    A.    Bìrtou, 
presentata  dal  Socio  Blaserxa. 

I.  «  In  una  comimicazioue  precedente  (')  ho  enunciato  la  la  regola  gene- 
rale che  «  Non  conducono  la  corrente  tutte  senza  eccezione  le  combinazioni 
«  del  carbonio  allo  stato  solido,  purché  si  studino  a  qualche  distanza  «lai 
■■  punto  di  fusione,  specialmente  quelle  che  prima  di  fondere  si  ram- 
«  molliscono  e  che  si  studino  al  di  sotto  del  punte  di  fusione  il  più  basso 
•<  quelle  che  hanno  più  di  un  punto  di  fusione  ». 

II.  «Nulla  ho  da  mutare  all'enunciato  precedente:  solamente  a  delu- 
cidazione di  lineilo  farò  qui  osservare  che  mentre  molti  dei  composti  orga- 
nici e  segnatamente  quelli  che  appena  solidificati  presentano  caratteri  sicuri 
di  solidità  privano  una  l'urie  diminuzione  del  potere  conduttore  all'istante 
in  cui  la  sostanza  è  solidificata  e  perdono  quasi  intieramente  la  conducibi- 
lità pochi  gradi  al  di  sotto,  altri  composti  invece  la  serbano  per  un  tratto 
assai  lungo  e  non  la  perdono  che  raffreddati  molto  sotto  il  punto  di  soli- 
dificazione. 

«  In  altri  termini,  si  osserva  per  alcuni  composti  organici  il  fatto  già 
osservato  in  alcuni  composti  salini  e  nel  vetro,  il  quale  (come  è  a  tutti 
noto)  serba  un  poco  della  sua  conducibilità  elettrolitica  anche  a  tempera- 
ture assai  distanti  da  quelli   a   cui   solidifica. 

III.  «  Gli  esempi  numerici  che  seguono  serviranno  meglio  che  tante 
parole  a  delucidare  le  proporzioni  precedenti  : 


(')  Voi.  Vili  (Iti  Transunti  della  r.  Vcc.  dei  Lincei;  Adunanza  15  giugno  1885  Nuovo 
Cimento,  3aS  T.  XVI,  na*.  64,  anno  188-1  j  Gazzetta  Chimica  ili  Palermo  T.  XIV,  1884: 
NaturforscliL-r  1884;  Beiblàttet  1885;  Cliemische  Centralblatt  1834.  S.  785;  Jahres-Berkhte 
•ler  chemiscli  n  Technologie,  Leipzig  1885,  lJl.  XXX  S.  1313. 


—  570  — 


Tavola  I. 
Benzaniide  (Kahlbauni)  fondeva  a  4-  125°. 
Lentissimo  raffreddamento. 


Temperature 

i^onuuciDinta 
relative 

Temperatile 

oonuucioiii 
relative 

-+-189°      liquidi 

398  124.0 

-+-  70° 

solida 

9  018,1 

-t-183»           » 

382  508,2 

-+-  60° 

» 

390,8 

-+-164°           » 

308  263,1 

-+-  40° 

» 

18,43 

-+-125°     solidifica 

151  018.9 

-+-  31° 

» 

6,27 

-+-119°       solida 

92  013,4 

-+-  10° 

» 

1,12 

-Hi  13°              » 

47  183,2 

-+-     0° 

» 

0,662 

-+-  95°           » 

38  208,4 

«  Analoghi  risultati  si  sono  ottenuti  col  lento  riscaldamento. 

Tavola  II. 
«  Fenolo  puro  (Trominsdorff)  fondeva  +  41." 

Raffreddando, 

Conducibilità 
relative 


Temperature 


93" 
88° 
70° 
65° 
50° 
43° 
41° 
40° 


liquido 


solidifica 
solido 


11  408,3 
10  643,2 
10  086,7 
9  018,0 
7  761,4 
7  080.8 
4  40S.3 
2   103.2 


Temperature 


35° 

28' 
22° 
17°,5 
14°,0 

0° 

8° 


ulido 


Conducibilità 
relative 

881,3 
301,4 
207,a 
156,0 
113,2 
36,41 
12.473 


Analogia  resultati  si  hanno  col  lento  riscaldamento. 


Tavola  III. 


«  Paratoluidina  purissima  (da  quella  di  Trommsdorff)  fondeva  -f 

Conducibilità        ™  ,  Conducibilità 

,   ..  lem  pelature  ,  ,- 

relative  r  relative 


Temperature 


-170° 
-164° 
-125° 

-  92' 

-  84° 

-  59° 

-  45° 

-  43° 


liquida 
» 


solidifica 
solida 


79  521,2 
75  028,7 
65  967,3 
58  507,8 
52  321,6 
48  008,3 
35  082,4 
8  928,3 


:S9°,5 

35° 

30' 

25° 

16" 

10' 

5° 

0° 


solida 


6  450.8 

3  S21,3 

2  731,9 

1  750,6 

801,3 

535,9 

423,6 

346,2 


«  Le  tavole  precedenti  danno  esempio  di  composti  nei  quali  allo  stato 
solido  resta  una  certa  conducibilità  sino  a  temperature  notevolmente  infe- 
riori a  quella  di  solidificazione.  Lo  stesso  contegno  dei  corpi  studiati  nelle 
tre  tavole  precedenti  si  trova  in  molti  altri,  come  la  formamide,  la  pro- 
pionamide,  la  benzamide,  la  formanilide,  l'acetanilide  ecc.  ecc. 

IV.  «  Ma  però  la  maggior  parte  dei  composti  del  carbonio  perdono 
con  la  solidificazione  la  massima  parte  della  conducibilità,  per  divenire  iso- 
lanti a  piccola  distanza  di  temperatura  dalla  solidificazione.  Prendo,  a  caso, 
come  esempio  il  contegno  del  nitrotoluene  (para). 


—  571  — 

Tavola  IV. 
«  Nitrotoluene  (para)  purissimo  (Kahlbaum)  fondeva  -+-  54°. 
Raffreddando  lentissimamente. 


Conducibilità 

Conducibilità 

Temperature 

relative 

Temperature 

relative 

-+-170°      1 

iquido 

26  7i>3,'.i 

-4-  56° 

liquido 

1    929.7 

-+-153° 

» 

20  251.2 

-4-  50° 

solido 

198,61 

-t-135" 

» 

13  808 .4 

-4-  47° 

» 

12,81 

-4-123° 

» 

10  409,3 

-4-  43° 

» 

4.12 

-4-112° 

» 

7  821.4 

-4-  38° 

» 

0.26 

-(-106° 

» 

6  597,8 

-4-  32° 

» 

0,081 

-i-  86" 

» 

A  371,4 

-4-  20° 

» 

0,004 

-4-  71° 

» 

2  932,7 

-4-    10° 

» 

0,000 

-4-  61° 

» 

2  231.9 

«  Come  il  nitrotoluene  (para)  si  comportano,  lo  ripeto,  la  massima 
parte  dei  composti  organici  ;  così  per  es.  la  dimetilanilina,  le  difenilammina, 
la  toluilendiammina,  la  nitranilina  (meta),  la  nitranilina  (para),  la  nafti- 
lammina,  la  nitrosodimetilanilina,  il  carbazolo,  l'azobenzolo,  il  binitroben- 
zolo,  la  nitronaftalina,  la  benzanilide,  ecc.  (ho  citati  a  caso  quelli  che  nei 
registri  delle  mie  esperienze  si  trovano   vicini  di  posizione  al  nitrotoluene). 

V.  «  La  conducibilità  che  alcuni  composti  come  la  benzamide,  il  fe- 
nolo, la  paratoluidina,  ecc.  ecc.  conservano  per  lungo  intervallo  di  tempe- 
ratura può  essere  attribuito  a  impurità  che  questi  corpi  ritengono  per  quanto 
si  cerchi  di  averli  ottenuti  purissimi  ì  Tale  questione  merita  di  essere  di- 
scussa. Infatti  per  quel  che  ho  detto  in  una  comunicazione  precedente  che 
ha  per  titolo:  La  conducibilità  elettrica  delle  mescolanze  dei  eompostì del 
carbonio,  risulta  che  l'aggiunta  di  una  anche  piccolissima  quantità  di  al- 
cune sostanze  (come  ;r— -  di  acido  fenico  aggiunto  alla  naftalina)  era  suf- 
2000  && 

Sciente  perchè  si  formasse  un  composto  conduttore  che  non  solidificava  che 
multi  gradi  al  di  sotto  della  temperatura  di  solidificazione  della  massa  prin- 
cipale e  bastava  questa  piccola  quantità  di  sostanza  liquida  conduttrice 
disseminata  nella  massa  solida  per  produrre  ben  visibili  fenomeni  di  con- 
ducibilità.  Ma  io  non  crederei  che  quantità  così  piccole  come  quelle  che 
costituiscono  le  impurità  inevitabili  delle  sostanze  facili  a  purificare  e  che 
ho  cercato  di  ottenere  purissime  possano  essere  sufficienti  esse  sole  a  man- 
tenere una  così  forte  conducibilità  come  quella  degli  esempi  precedente- 
mente riportati  nelle  tavole  I,  II,  III:  forse  queste  impurità  potranno  con- 
tribuirvi per  una  minima  parte  e  certamente  esse  tendono  a  mantenere  una 
certa  conducibilità  :  ma  non  credo  che  esse  sole  possano  essere  la  causa  di 
conducibilità  così  forti. 

«  Del  resto,  con  le  idee  che  si  hanno  generalmente    circa  la  costitu- 
zione dei  solidi  reali,  in  ispecie  in  vicinanza  del  punto  di    solidificazione, 
non  repugna  all'atto  ammettere  che   alcuni   di  questi  possano   ritenere  una 
Rendiconti  —  Vol.  I.  75 


—  572  — 
certa  conducibilità  elettrolitica    anche  solidi   e  ad   una  certa   distanza  dal 
punto  di  solidificazione:  anzi  la  proposizione  contraria  troverebbe  pochi  che 
ci  credessero  ». 

Fisica.  —  Sulla  dipendenza  della  conducibilità  elettrica  della 
dimetilamina  dalla  temperatura.  Nota  del  prof.  A.  Bartoli,  presentata 

dal  Socio  Blasersa. 

I.  «  Si  sa  da  lungo  tempo  che  la  conducibilità  elettrica  dei  composti 
salii. i  allo  stato  liquido,  sia  per  fusione  ignea,  sia  per  soluzione  cresce  colla 
temperatura,  a  differenza  dei  metalli  nei  quali  il  riscaldamento  produce  una 
diminuzione  di  conducibilità. 

«  Io  ho  trovato  lo  stesso  fatto  che  pei  composti  salini  per  le  tante  e  così 
diverse  combinazioni  del  carbonio  e  dei  metalloidi  che  ho  fin  qui  stu- 
diate, e  così  pure  per  le  soluzioni  di  questi  composti,  e  pei  loro  mescugli 
artificiali,  o  per  le  mescolanze  che  si  trovano  già  formate  come  gli  olii 
essenziali,  gli  olii  fissi,  i  grassi,  le  cere,  i  balsami,  le  resine  ecc.  ecc.  ('). 

II.  «  In  questa  Nota  descriverò  il  fenomeno  singolare  che  presenta  la 
i/ictiUnnmina  Cj  H5/ 

C2  H,   N 


5 

H  f 


«  La  dietilammina  possiede  una  conducibilità  assai  notevole  e  dell'or- 
dini'di  grandezza  di  quella  dell'alcoole  assoluto,  ma  la  condii  e  i  b  il  ita 
della  dietilammina  decresce  regolarmente  colla  tempera- 
tura. I  limiti  di  temperatura  fra  cui  ho  sperimentato  sono  stati  —  10°  e 
-f-  57°  (temperatura  di  ebollizione).  Il  decrescimento  di  conducibilità  entro 
questi  limiti  è  stato  assai  rilevante. 

«  Senz'altro  aggiungo  qui  i  numeri  ottenuti  per  la  conducibilità  rela- 
tiva della  dietilammina  alle  diverse  temperature  : 

Tavola  I 
Dietilammina  preparata  dal  Kahlbaum  di  Berlino  nel  1883-S4. 
Bolle  a  -f-  57°  (N.°  del  registro  delle  esperienze  3803). 


Temperatura 

Conducibilità   relativa 

Temperatura 

Conducibilità 

—  10° 

10,700 

-+-  25° 

7,18 

0 

10 

-i-  29 

6,74 

-+-    8 

9,494 

-t-  37 

6,00 

-+-  15 

8,48 

■+-  43 

5,61 

.+.  22 

7,64 

-h  56 

4,40 

(')  Compara  la  comunicazione  precedente  Sulla  conlucibilità   elettrica  delle  combina- 
zioni del  carbonio,  ed  in  Lpecie  Sulla  conducibilità  delle  ammidi,  dei  nilrodcrioati,  ecc. 


-  573  — 

Tavola  II 

Dimetilammina  preparata  dalla  Nitrosodietilina. 

N.°  del  registro  delle  esperienze  3778. 


Temperatura 

Conducibilità 

relativa 

Temperatura 

Conducibilità  relativa 

—      1°5 

10 

-+-  35" 

6,00 

-t-     " 

9,35 

-+■  43 

5,37 

-+■  16,5 

7,90 

-4-    53 

4,75 

-+-  25 

6,75 

-t-  57 

4,25 

«  Risultati  identici  ai  precedenti  mi  hanno  dato  altri  due  campioni  di 
dietilammina  preparati  da  un  tempo  piuttosto  lungo. 

III.  «  Il  fatto  sopra  enunciato  ha  certamente  assai  importanza  ed  è  il 
punto  di  partenza  di  altre  ricerche  fisico-chimiche. 

«  I  campioni  di  etilammina  a  cui  si  riferiscono  le  due  tavole  prece- 
denti erano  perfettamente  puri  e  conservati  entro  tubi  chiusi  alla  lampada 
fino  all'istante  in  cui  si  adoperarono;  e  ne  furono  studiate  le  conducibilità 
racchiudendoli  entro  un  voltametro  che  si  ebbe  cura  di  chiudere  anche  ess  > 
alla  lampada,  appena  introdottovi  il  liquido  :  inoltre  il  fenomeno  si  manife- 
stava eon  pari  intensità  in  due  altri  campioni  di  preparazione  assai  anteriote 
ma  provenienti  da  preparazioni  diverse.  Ma  dato  auehe,  e  non  concesso,  che 
il  fenomeno  potesse  da  taluno  attribuirsi  ad  impurità  minime  che  per  av- 
ventura fossero  contenute  nei  liquidi  esaminati,  il  fenomeno  non  cesserebbe 
per  questo  dal  rimanere  inesplicabile  (almeno  perora):  dacché  nessuna  delle 
tante  soluzioni  da  me  studiate  ha  mai  presentato  un  decrescimento  di  con- 
ducibilità coll'elevarsi  della  temperatura. 

IV.  «  Aggiungerò  intanto,  cou  la  promessa  di  tornare  fra  breve  sullo 
stesso  argomento,  che  la  propilamina  (Kahlbaum)  bollente  fra  49"  e  50° 
serba  fra  0°  e  -f-  50°  la  stessa  conducibilità  presso  a  poco  invariata;  e  cosi 
pure  Vallilammina  (Kahlbaum)  bollente  a  -+-  58",  serba  lo  stesso  contegno 
fra  -)-  0'  e  -f-  70'  (la  temperatura  di  70°  fu  ottenuta  scaldandola  entro  tubo 
chiuso);  e  così  pure  si  comporta  fra  20°  e  +  80°  Vallilammina  (Kahlbaum) 
bollente  a  +  95"  ». 

Fisica.  —   Revisione    di   alcune    mimi  re   calorimetriche.    Nota 
preliminare,  Parte  II,   dei  professori  A.  Bartou   ed    E.    Stracciati, 
presentata  dal  Socio  Blaserxa. 

IV.  ■<  Veniamo  ora  a  dire  di  alcuni  dei  resultati  ottenuti:  anzi  ne 
trascriveremo  come  saggio  una  parte  brevissima,  traendone  poscia  qualche 
conseguenza. 

«  I  numeri  scritti  nelle  seguenti  colonne  indicano  i  calorici  specifici 
medi  dei  metalli  indicati  in  alto  sopra  ciascuna  colonna;  medi  fra  100" 
circa  e  la  temperatura  tinaie  dell'acqua  o  del  mercurio  del  calorimetro. 

«  Questa  temperatuta  finale  era  poi  superiore  a  quella  iniziale  ,  di 
circa  3"  pel  rame;  .li  2°5  per  lo  stagno,  di  2",L>  per  l'argento ;' di  2°,0  pel 
piombo,  di  3°  pel  platino  (in  mediai. 


—  574  — 


Temperature 

iniziali 

■lei  liquido  del 

calorimetro 

Calorici 

SPECIFICI    MEMI    DEL 

Rame 
del  commercio 
(rispetto  al- 
l'acqua) 

Stagno 
purissimo 
(rispetto  al- 
l'acqua) 

Argento 
purissimo 
(rispetto  al- 
l'acqua) 

Piombo 

purissimo 
(rispetto  al- 
l'acqua) 

Platino  puro 
(rispetto   al 
mercurio  pu- 
rissimo) 

0°—     1" 

0,093 

885 

O.056     100 

0,056     0795 

0.030     7209 

0,96       8613 

1  —     2 

766 

10G 

2—3 

963 

173 

1486 

8090 

3524 

3—4 

815 

USI 

4   —     5 

s.-,r, 

0,055     920 

110(1 

9136 

3901 

5  —     (5 

879 

896 







G   —     7 

731 

949 

1429 

87^0 

1009 

7—8 

032 

932 

8  —     9 

591 

523 

1588 

9170 

1806 

Si  —  10 

.,,  , 

677 

IO  —   11 

377 

518 

0363 

0,031     0482 

1461 

11   -   12 

335 

660 







12  —  13 

•221 

585 

21;  12 

0038 

1375 

13  —  14 

412 

140 







14  -   15 

439 

576 

9863 

0,030     9458 

0114 

15  —  10 

440 

633 







16  —  17 

925 

565 

9517 

9008 

0,95      8967 

17  —  18 

0,004 

014 

932 

1S  -  19 

0,093 

609 

930 

5s>32 

0,031     0383 

0.96      9153 

19    -  -0 

697 

832 







20   -  21 

989 

99! 

5450 

1198 

0,96       9171 

21  -  22 

0,094 

1!9 

0.056     289 







■sì  —  23 

0,093 

925 

237 

6588 

0040 

8732 

23  —  24 

972 

121 







24    —  25 

799 

0,055     761 

-130.-) 

0.030     8268 

0,97      0200 

25  —  26 

0,ii94 

035 

7711 







20  —  27 

U.093 

845 

0  056     026 

5018 

S06S 

0.97        1)30 

27  —  28 

0,092 

779 

0,055     383 







28  —  29 

0,093 

179 

272 

3950 

9603 

0,97        2417 

29  —  30 

o,o:)3 

549 

354 







30  —  31 

0,093 

432 

652 

4574 

7643 

0,97       1215 

31  —  32 

32  —  33 



- 



1422 

6169 



(')  Ciascuno  dei 
cui  rame  e  con  lo  sti 
termometri  Baudin. 

nume 
igno  f 

i  qui  inscritti  t 
urono  eseguite 

li  media  di  15  a  20  esperienze;  le  serie 
con  i  termometri  Geissler,  le  altre  serie  coi 

«  I  risultati  precedenti  sono  ottenuti  con  termometri  calibrati  ma  di  cui 
non  si  è  tornito  conto  del  paragone  col  termometro  ad  aria.  Si  scorge  «  elio  in 
tali  circostanze  e  condizioni  il  mercurio  presenta  presso  a  poco  le  stesse 
irregolarità  e  e  l'acqua  ». 

«  È  dunque  forza  ammettere  che  tali  irregolarità  debbano  in  gran 
parte  attribuirsi  alla  diversa  dilatazione  dei  vetri  dei  termometri  :  so  ne 
conclude  noi  modo  più  visibile  che  senza  il  confronto  col  termometro  ad 
aria  le  esperienze  calorimetriehe  perdano  quasi  ogni  valore.  Aggiungiamo 
intanto  che  questo  confronto  calorimetrico  si  sta  compiendo  ora  con  tutta 
la  precisione,  ma  ohe  intanto  possiamo  già  asserire,  dietro  i  confronti  fatti 
già  alcuni  anni  sono,  che  le  irregolarità  tendono  a  sparire,  con  la  ridu- 
zione al  termometro  ad  aria. 

V.  «  Oltre  le  esperienze  sui  calorico  specifico  dell'acqua  coi  quattro 
metodi  sopra  accennati  abbiamo  in  corso  altre  esperienze  calorimetriehe  cioè 
una  nuova  determinazione  dell'equivalente  meccanico  del  calore,  con  calo- 
rimetri ad  aequa,  e  col  metodo  da  uno  di  noi  imaginato  or  sono  diversi 
anni:  calore  svolto  dalle  correnti  continue  nei  circuiti  metallici:  questa 
determinazione  col  calorimetro  Bunsen  e  coi  calorimetri  ordinari  e  calore 
solare  (osservazioni  simultanee  alla  base  ed  alla  cima  di  un'alta  montagna 
(Monte Morello,  altezza  900  ni.  circa)  nelle  prossimità  di  Sesto  Fiorentino)  ». 

Storia.  —  f  diritti  ili  rasa  di  Savoja  sopra  il  Marchesato  di 
Saluzzo.    Nota    IV   del    dott.  Camillo   Manfroni,   presentata  dai  Soci 

Carutti  e  Tommasixi. 

I.  «  Morto  il  Conte  Rosso,  Amedeo  Vili,  suo  figlio  e  successore,  richiesto 
invano  l'omaggio  a  Federico,  ne  assalì  le  terre  e  fece  prigioniero  suo  tiglio 
Tommaso. 

«  Questi,  appena  liberato,  corse  a  Parigi  e  fece  nuovo  omaggio  al  re  di 
Francia,  il  quale  fece  pronunciare  nel  1401  dal  Parlamento  di  Parigi  una 
nuova  sentenza  contro  il  conte  «  dichiarando,  dice  il  cronista  Gioltredo,  che 
«  la  prima  sententia  data  nel  1390  se  dovea  mettere  in  executione  e  ven- 
'<  nero  li  comissari  per  li  logi  del  marchexato  occupati  per  il  conte  impe- 
«  rando  a  ly  castellani  et  officiali  che  restituiscano  detti  logi  al  marchese 
"  sotto  la  fidelità  del  re  dalphino.  Li  quali  non  volsero  obedire  ma  rispo- 
«  sere  rigorosamente  cum  minacie  et  al  fine  presono  li  comissari  per  coman- 
•>  damento  del  principe  di  Acaya  et  fureno  menati  cum  li  piedi  legati  sotto 
«  il  ventro  di  .avalli  e  incarcerati  nel  castello  di  Cargnano  e  tenuti  molto 
«  vilmente.-. 

«  L'atto  di  sovranità  fatto  dal  re  mandando  i  commissari  e  l'insulto 
ad  essi  fatto  dagli  ufficiali  di  Savoia  non  produsse  quelle  gravi  conseguenze 
che  forse  il  conte  aspettava  e  desiderava:  il  re  si    contentò  di  comandare 


—  576  — 

un  inchiesta,  che,  come  al  solito,  finì  in  una  bolla  di  sapone  :"  il  marchese 
per  quanto  s'affaticasse,  non  riuscì  ad  ottenere  dalla  Casa  di  Francia  nessun 
rso  d'uomini  odi  denaro  per  ricuperare  i  territori  occupati  prima 
del  1390  e  gli  altri  che  gli  erano  s  ati  tolti  dal  principe  d'Acaia  negli 
anni  successivi  :  la  corte  francese,  lacerata  dalle  discordie  sorte  per  la 
reggenza  fra  gli  Orleans  e  i  duchi  di  Borgogna,  non  aveva  tempo  di  peu- 
sare  al  povero  alleato  e  vassallo  d'oltre  Alpi,  che  vedeva  i  suoi  stati  ri- 
di itti  ai  minimi  termini. 

«  Lo  pascevano  di  belle  speranze,  di  sentenze  amplissime,  come  quella 
del  1405,  nella  quale  si  ordinava  l'esecuzione  anche  a  mano  armata  (!'.), 
ma  intanto  lasciavano  le  fortezze  in  mano  del  Conte,  che  delle  sentenze  si 
rideva  e  faceva  impiccare  i  messi  del  marchese  che  ne  chiedeva  l'esecuzione. 
II.  «  Così  durarono  le  cose  fino  al  1413:  in  quest'anno  Amedeo  Vili,  li- 
bero alfine  dalla  guerra  col  marchese  di  Monferrato,  richiese  a  Tommaso 
omaggio  e  fedeltà  per  tutto  il  marchesato,  come  già  l'aveva  prestato  Fe- 
derigo, suo  padre.  Egli,  come  al  solito,  lo  rifiutò  e  il  conte  con  ventimila 
soldati  passò  il  confine,  avendo  al  suo  seguito  il  principe  d'Acaia,  e  pose 
ledio  a  Saluzzo.  Tommaso  tentò  resistere:  ma  il  castello  era  sguernito, 
la  città  sprovvista  di  viveri,  gli  animi  dei  cittadini  affievoliti  e  stanchi  dalle 
continue  guerre  :  il  marchese  stesso,  tutto  dedito  alle  lettere,  non  aveva  pratica 
dell'arte  militare:  pertanto,  ad  evitare  mali  maggiori,  venne  a  patti,  con- 
cesse ciò  che  gli  si  chiedeva;  prestò  al  conte  l'omaggio  pel  marchesato, 
un  altro  al  principe  d'Acaia  per  Carmagnola,  Eevello  e  Racconigi  e  sì  dal- 
l'uno come  dall'altro  ricevette  investitura  feudale  (anno  1414). 

«  I  vassalli  e  le  comunità  del  marchesato  ratificarono  nel  medesimo 
anno  quei  patti,  pei  quali  venivano  implicitamente  rese  nulle  le  disposi- 
zioni delle  sentenze  1300  e  1401.  e  inalberarono  il  vessillo  di  Savoia  su 
tutte  le  piazze  furti. 

«  La  Corte  di  Francia  protestò  contro  questa  violazione  manifesta  dei 
suù  diritti;  il  conte  si  rise  delle  proteste,  che  ben  sapeva  non  avrebbero 
avuto  spiacevoli  conseguenze:  e  così  Tommaso  diventò  servitore  di  due 
padroni,  dei  quali,  uno  gli  aveva  decimato  lo  stato,  l'altro  non  voleva  e 
non  poteva  mantenere  le   promesse. 

III.  «Tommaso  III  morì  nel  1417,  lasciando  erede  il  suo  primogenito 
Lodovico,  ancor  fanciullo.  In  nome  di  lui,  Valerano  de'  Saluzzi  fece  atto  di 
fedeltà  ad  Amedeo  Vili  (che  nell'anno  antecedente  1416  avea  assunto  il 
titolo  di  Duca  di  Savoia),  chiedendo  quell'investitura  che  Tommaso  aveva 
avuta,  ed  il  duca  di  buon  grado  la  concesse  il  lo  febbraio  di  quel  medesimo 
anno  (').  Durante  cinquantaquattro  anni,  che  tanto  durò  il  governo  del  mar- 
chese Lodovico,  il  paese  godette  di  una  pace  giammai  interrotta,  grazie  alla 

')  Nel  142'.i  i  gli  prestò  omaggio  al  duca  Amedeo,  come  a  legittimo  erede  e  succes- 
sore del  principe  Lodovico  d'Acaia.  pei  le  terre  di  Eevello,  Carmagnola  e  Eaccouigi. 


—  577  — 

nuova  politica  seguila,  sia  dalla  tutrice,  sia  dal  marchese  stesso;  p 
si  erano  finalmente  accorti  che  dalla  Francia  non  vi  era  nulla  da  ottenere, 
uè  da  sperare.  Dall'altra  parte  Amedeo  Vili  cercò  con  tutti  i  mezzi  di  tenersi 
amica  la  Casa  di  Saluzzo,  perchè  cos'i    egli  avrebbe  potuto  far    cadere    in 
prescrizione  le  sentenze  pronunziate  contro  di  lui.  Nò  i  successori  di  Ame- 
deo Vili  Lodovico,  Amedeo  IX,  Fiberto  I,  Carlo  I  e  Filippo  II,  furono  meno 
larghi  di  onori  al  nostro  marchese;  lo  nominarono  infatti  per  ben  due 
luogotenente  e  governatore  generale  del  Ducato.  Di  questa  sua  amicizia 
la  Casi  di  Savoia  non  poteva  di  certo  andar  lieto  il  re  di  Francia  Carlo  VII, 
il  quale,  benché  poco  curante,  non  era  tuttavia  dimentico  dei  suoi  diritti  sul 
marchesato.  Di  più  egli    aveva  veduta   la    bandiera    bianca    ed  azzurra    di 
Saluzzo  a  fianco  della  croce  di  Savoia  nella  guerra  che  il  duca  Lodovico  aveva 
mosso  nel  1452  contro  la  Francia,  a  causa  di  alcuni  gentiluomini  savoiardi, 
cacciati   in  bando. 

«  offeso  da  ciò,  Cario  VII  richiamò  al  dovere  il  marchese,  (1454)  in- 
timandogli, come  a  vassallo,  di  deporre  le    armi  e  di    chiedere    scusa,    se 
ser  dichi.  I  me. 

«  Non  era  questa  la  prima  volta  che    l.i  C'erte    di  Francia    si    I 
viva  e  tornava  a  mettere  in  campo  le  sue  pi  ul  marchesato.  <iià  fin 

dal  144G  il  re  aveva  scritto  a  Eodolfo  di  G  governatore  del  Delfi- 

nato,  ordinandogli  di  procurar  con  ogui  mezzo  l'omaggio  del  marchese  : 
avea  ripetuto  quell'ordine  l'anno  dipoi,  minaci. mi,!  ,  una  confi  rane! 

1451  scritto  di  propria  mano  al  duca  Lodovico  di  Savoia,  imponendogli  di 
rinunziare  alla  supremazia  sul  marchesato,  come  afferma  il  Muletti,  sulla 
fede  del   Recueil  des  actes. 

«  A  questi  ordini  imperiosi  del  1454,  il  nostro  marchese  Lodovico  non 
rispose,  cene  già  non  aveva  risposto  ai  precedenti.  Poteva  egli  cedere  alle 
domande  del  re  e  tirarsi  addosso  gli  sdegni  della  Casa  di  Savoia,  della  quale 
il  padre  suo  avea.  a  sue  spese,  conosciuta  la  potenza,  e  dalla  quale  egli 
aveva  ricevuti  tanti  benefizi  ?  1'-,  >orre  di  nuovo  i  suoi  stati  alle  stragi, 

agli  incendi",  alle  rapine,  a  tutti  i  gravissimi  mali  di  ima  guerra  ch'egli 
sapeva  sarebbe  stata  pronta  e  terribile?  Eifiutò  dunque  l'omaggio  chiestogli; 
la  questione  si  fece  grossa  e  se  ne  immischiò  il  duca:  si  venne  a  guerra  che 
però  fu  di  brevissima  durata:  il  duca  di  Borgogna  fece  da  paciere  e  fu  sta- 
bilito il  14  di  Settembre  di  quell'anno  che  la  questione  dell'omaggio 
sterebbe  insoluta  durante  sette  anni,  sen  indizio  dei  diritti  dello  duo 

parti:  ma  che  intanto  il  Delfino  rendesse  quello  terre  che  aveva  occupate. 

IV.  «  Fin  qui  le  cose  vanno  di  loro  piede;  per  sette  anni  ancora  sembre- 
rebbe che  nmi  si  dovesse  più  parlare  di  questa  benedetta  questione;  ma 
ad  un  tratto  nal  1456  all'undici  di  Febbraio  il  marchese  giura  fedeltà  al 
re  per  tutto  il  marchesato.  Cosi  appare  dal  «  Recueil  <\<'*  actes  »  citai". 
al  solito,    dal    Muletti,    il  quale   accompagna   il   suo    racconto  con  queste 


—  578  — 
parole  :  «  Ciò  ei  fece  per  conservare  a  sé  ed  ai  suoi  popoli  quella  tranquillità 
che  sopra  ogni   altro    bene   apprezzava,    e    per    procacciarsi    l'amicizia    di 
quel  re  ». 

«  Quest'omaggio  prestato  due  anni  dopo  la  convenzione  tra  il  delfino  e 
il  duca,  in  piena  pace,  senza  che  vi  sia  stata  alcuna  nuova  intimazione  da 
parte  di  Francia,  senza  che  sia  sorta  alcuna  dissenzione  con  la  Casa  di 
Savoia,  senza  che  quei  duchi  abbiano  protestato,  od  abbiano  rotte  le  loro 
relazioni  col  marchese,  è  strano,  molto  strano. 

«  E  più  strano  ancora  mi  pare,  quando  penso  che  nel  1456  il  duca 
Lodovico  è  alleato  del  Delfino:  che  nel  1458  il  nostro  marchese  è  dal  duca 
eletto  arbitro  in  una  contesa  con  Renato  d'Anjou:  che  nel  1463,  durante 
il  viaggio  di  Lodovico  in  Francia,  egli  è  luogotenente  generale  del  regno  ; 
che  infine  nel  1465  il  duca  spira  fra  le  sue  braccia. 

«  Bisognerebbe  dunque  ammettere,  o  che  quest'atto  di  omaggio  re- 
stasse celato  al  duca,  o  che  fosse  fatto,  lui  consenziente.  Ma  né  l'ima,  ì  è 
l'altra  di  queste  ipotesi  mi  sembra  probabile:  che  certo  il  Delfino  si  sarebbe 
valso  di  quest'omaggio  per  staccare  il  marchese  dall'alleanza  con  Savoia  ; 
e  il  duca  non  aveva  certo  motivo  o  ragione  di  rinunziare  ad  un  diritto, 
tante  volte  affermato  dai  suoi  maggiori  e  il  cui  acquisto  avea  costato  tante 
sangue. 

«  Aggiungasi  infine  che  nel  1466  il  marchese  prestò  il  consueto  omagg;o 
ad  Amedeo  IX,  il  Beato,  e  nel  1476  vedremo  suo  tiglio  rifiutarlo  al  re, 
affermando  sé  esser  fedele  vassallo  di  Savoia.  Non  voglio  con  ciò  affermare 
die  l'omaggio  del  1456  al  Delfino  non  sia  stato  realmente  prestato:  espongo 
dei  timidi  dubiti,  che  però  potrebbero  avere  qualche  fondamento. 

«  Sentasi  come  parla  di  questo  documento  Ottavio  Cacherano  : 

«  Eadem  fidelitas  etiam  facta  dicitur  per  Lodovicum  dicti  Thomae  tìlium, 
«  Marchionem  Salutiarum  occasione  praedicti  Marchionatus  Christianissimo 
«  Carolo  regi  Francorum  et  Dalfino,  ut  apparet  eiusdem  literis  regiis  scriptis 
«  anno  1456  undecima  Februarii  ». 

«  Dunque  non  è  neppure  con  un  atto  legale  ed  autentico  che  si  prova 
l'omaggio  del  marchese  Lodovico  al  re  di  Francia;  ma  solo  con  una  lettera 
regia.  Ragion  di  più  per  farci  stare  in  guardia. 

«  Lodovico  I  di  Saluzzo  morì  nel  1475  e  gli  successe  il  figliuol  suo 
Lodovico  II.  Ho  già  accennato  alla  contesa  ch'egli  ebbe  col  re  di  Francia 
per  la  solita  questione.  Giovanni  d'Aillon,  governatore  del  Delfìnato  Lo 
richiese  d'omaggio:  egli  se  ne  scusò  dicendo  ch'egli  e  i  suoi  maggiori 
avevan  sempre  riconosciuta  nella  Casa  di  Savoia  l' alta  sovranità  del 
marchesato;  che  a  quella  avean  giurato  fedeltà,  né  egli  intendeva  ora 
venir  meno  ai  suoi  doveri.  Il  parlamento  lo  citò  allora  a  comparire:  egli 
non  comparve;  anzi  nel  1478  fece  atto  d'omaggio  a  Violante  di  Francia, 
tutrice  del  giovane  duca  Filiberto  I  :  e  nel  successivo  anno,  morta  la  duchessa, 


lo  ripetè  al  pupillo  per  Saluzzo,  Dragonero,  Carmagnola,  Revello,  e  le  altre 
città,  tutte.  Ne  basta;  in  presenza  del  governatore  <jel  Delfinato  prestò  giu- 
ramento di  fedeltà  al  duca  Carlo  [  nel  1482,  come  appare  da  un  altro  istru- 
mento  di  quell'anno,  •  itato  dal  Cacherauo.  Ma  ben  presto  la  pace  vien 
turbata  da  un  avvenimento  improvviso  ed  inaspettato. 

V.  •■  Per  una  futile  questione  (V.  Guichenon:  Carlo  P)  si  inimicò  il  mar- 
chese Lodovico  II  col  duca  Carlo  i  :  e  mentre  questi  occupava  le  piazze  forti  . 
Lodovico  passò  in  Francia  e  venendo  meno  alle  promesse  fatte,  contraddi- 
cendo alle  superb<  denegazioni  d'un  tempo,  curvò  la  fronte  innanzi  a  Carlo  Vili, 
gli  prestò  quell'omaggio  tante  volte  rifiutato  baldanzosamente,  e  chiese  aiuto 
a  quel  re  contro  l'amico  d'un  tempo,  diventato  ora  per  futile  motivo  suo 
acerrimo  nemico. 

«  L'avesse  almeno  ottenuto!  Carlo  Vili  avea  bisogno  dell'amicizia  del 
duca  di  Savoia,  gli  pr  meva  d'aver  libero  il  passo  per  la  spedizione  che  già 
meditava  contro  il  regno  di  Napoli  ;  e  non  voleva  esporsi  ad  una  gu  ria 
d'esito  incerto  che  poteva  essere  d'ostacolo  ai  suoi  disegni  :  all'umile  vas- 
sallo che  gli  chiedeva  armi,  diede  un  diplomatico,  il  signor  de  Bouchage. 
«  Venne  questi  al  campo  del  duca  Carlo,  che  assediava  Saluzzo,  e  lo  invitò 
a  far  tregua  per  un  auno  col  marchese.  «  Dite  a  mio  cugino,  rispose  super- 
bamente il  duca,  che  ho  stabilito  di  prender  prima  questa  città  »  E  man- 
tenne la  parola. 

«  Poscia  accordò  la  tregua  di  un  -imo,  durante  la  quale  si  tenne  una 
assemblea  a  Pont  Beauvoi  in  per  definire  una  buona  volta  la  questione. 
I  deputati  del  re  e  quelli  dei  duca  discussero  a  lungo:  gli  uni  sostenevano 
che,  essendo  il  marchese  vassallo  della  Corona  di  Francia,  il  re  avea  diritto 
di  proteggerlo  :  gli  altri  affermavano  che  il  marchese  Lodovico  era  vassallo  del 
duca,  e  che,  come  tale,  questi  avea  diritto  di  punirlo  della  sua  ribellione. 
Invano  tentò  di  conciliar  le  cose  un  ambasciatore  del  duca  di  Milano,  Gian 
Galeazzo  :  la  conferenza  si  sciolse  senza  nulla  concludere.  Ne  meglio  giovò 
a  risolvere  la  contesa  un  abboccamento  che  il  re  ebbe  col  Duca  nella  città 
di  Lioue.  Intanto  Ludovico  II,  che  se  ne  stava  tranquillamente  in  Francia, 
veduto  che  ormai  tutto  era  perduto  per  lui,  mandò  di  qua  delle  Alpi  due 
Guasconi,  capitani  di  ventura,  per  assalire  con  bande  raccogliticce  le  sue 
terre.  Il  duca  protestò  contro  la  rottura  della  tregua;  riprese  le  armi  e 
assediò  Revello,  dove  s'era  rinchiusa  la  marchesa  Giovanna:  ma  poi  abban- 
donò l'assedio,  mosso  dalle  preghiere  di  Giovanna  stessa,  che  era  sua  cognata. 

«La  questione  si  faceva  grossa:  già  si  parlava  d'uua  guerra  fra  il 
duca  e  il  re  Carlo  che  questa  volta,  posto  da  banda  ogni  riguardo,  non 
voleva  cedere  :  alla  fine  si  venne  ad  un  mezzo  termine.  Saluzzo  e  Carma- 
gnota  furono  affidate  a  Luigi  d'Ambres  ed  a  Merlo  di  Piossasco,  che  le  tenes- 
sero come  in  deposito,  finche  la  questione  della  sovranità  fosse  risoluta;  e 

Rendiconti  —  Voi.   I. 


—  580  — 

si  stabilì   che   da  nessuna   delle  due  parti    si  potesse  far  atto  di  ostilità, 
sotto  pena  di  mille  marche  d'oro  e  della  perdita  di  tutti  i  diritti. 

«  Poco  dopo  moriva  il  duca  Carlo  I  non  senza  sospetto  di  veleno  da  parte 
del  marchese  nostro  ;  così  almeno  afferma  il  Guichenon  sulla  fede  di  Filippo 
da  Bergemo.  Gli  storici  di  Saluzzo  hanno  combattuta  questa  accusa  e  hanno 
detto  ch'ei  morì  di  quartana.  Checché  si  possa  pensare  di  ciò,  certo  è  che 
dalla  morte  di  Carlo  non  lievi  vantaggi  ottenne  il  marchese  Lodovico,  che 
seppe  destramente  approffittare  della  confusione  grandissima,  nella  quale  si 
trovava  il  Piemonte  a  que'  tempi. 

VI  «  Colla  calata  di  Carlo  Vili  in  Italia  la  questione  perde  tutta  la  sua 
importanza,  che  in  mezzo  agli  sconvolgimenti  politici  cui  questa  die  origine 
niuno  avea  più  tempo  di  pensare  a  Saluzzo,  i  cui  marchesi  prestarono 
sempre  fedeli  servigi  ai  re  di  Francia. 

«  Come  poi  violentemente  si  spegnesse  la  loro  dinastia,  come  i  re  di 
Francia  si  impadronissero  delle  loro  terre,  come  il  duca  di  Savoia  Carlo 
Emanuele  rivendicasse  gli  antichi  suoi  diritti,  e  come  infine  dopo  lunghe 
trattative  la  controversia  si  componesse  alla  pace  di  Lione  (1601),  io  non 
starò  qui  a  ripetere  perchè  son  cose  ormai  abbastanza  note,  specialmente 
dopo  gli  studi  diligentissimi  del  Ricotti  e  del  Carutti.  Forse  avrò  in  seguito 
occasione  di  ritornare  soli'  argomento,  producendo  documenti  nuovi  da  me 
trovati  nell'Archivio  di  Stato. 

«  Quelli  che  hanno  avuta  la  pazienza  di  seguirmi  sino  a  questo  punto 
si  saranno  facilmente  convinti  che  mai  questione  fu  più  intricata  e  più 
difficile  a  risolversi  di  questa:  poiché,  se  da  una  parte  antichi  e  validi 
e  ano  i  diritti  di  Francia,  non  meno  forti  eran  quelli  di  Savoia:  ma  sì  gli 
uni  come  gli  altri  fondati  sopra  omaggi,  e  colla  violenza  estorti,  o  imposti 
da  fiera  necessità.  Si  saranno  avveduti  che,  dopo  la  sentenza  del  1390,  i 
marchesi  furono  quasi  sempre,  fatte  poche  eccezioni,  amici  della  casa  Sa- 
bauda: che  dopo  la  calata  di  Carlo  VIII  la  questione  entra  in  un  periodo 
di  assopimento,  poiché  i  marchesi,  come  su  per  giù  quasi  tutti  gli  altri 
piccoli  signori  d'Italia,  agiscono  come  ciechi  istrumenti  delle  due  grandi 
potenze  che  si  disputavano  la  signoria  dell'Italia. 

«  Le  frequenti  mutazioni  della  politica  dei  marchesi  rendono  quasi 
impossibile  il  determinare  a  chi  dovesse  di  diritto  spettare  la  successione  : 
tanto  più  che  negli  ultimi  cinquaut'  anni  la  casa  di  Savoia  quasi  si  eclissa 
e  Carlo  il  Buono,  spogliato  contro  ogni  diritto  e  contro  ogni  fede  del  retaggio 
avito,  non  conservava  se  non  un'  ombra  di  quella  potenza  che  avea  resi  così 
temibili  i  suoi  antenati. 

«  Questo  però  è  fuor  d'  ogni  dubbio  che  l'occupazione  di  Saluzzo  da 
parte  della  Francia  fu  un  atto  arbitrario  e  violento,  avuto  specialmente 
riguardo  all'abbominevole  delitto,  col  quale  tolsero  di  mezzo  l'unico  ostacolo 
che  si  frapponeva  al  conseguimento  del  loro  fine. 


—  581  — 

«  Ma  bisogna  d'altra  parte  considerare  che  tal  mezzo  era  consigliato 
dalla  più  volgare  prudenza:  poiché  se  la  Francia  non  avesse  presidiato 
quel  paese,  l'imperatore  non  avrebbe  tardato  ad  impadronirsene  ed  avrebbe 
così  accresciuta  la  sua  potenza  che  pur  troppo  era  formidabile.  Premeva 
inoltre  alla  Francia  d'aver  libero,  aperto  e  ben  difeso  uno  dei  più  impor- 
tanti passi  delle  Alpi,  dal  quale  in  pochi  giorni  potevano,  senza  pericolo, 
calare  in  Italia  numerosi  eserciti  e  tenere  in  iscacco  la  parte  avversaria  : 
sicché  l'occupazione  francese  è  da  questo  lato  abbastanza  giustificata. 

«  Non  dimentichiamo  però  che  il  marchesato,  come  feudo  dell'impero, 
era  devoluto  all'  imperatore  il  quale  poteva  a  piacer  suo  disporne  ;  sia 
incamerandolo,  sia  investendone  chi  più  gli  talentasse:  e  che  gli  antenati  di 
Carlo  III  duca  di  Savoia  aveau  per  ben  quattro  volte  ricevuto  la  sanzione 
dei  loro  diritti  dai  diversi  imperatori  con  diplomi  degli  anni  1365,  1372. 
1375,  1536  e  finalmente  con  tre  altri  diplomi  imperiali  di  Carlo  V  degli 
anni    1554  e  1555  ». 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Pervenne  all'Accademia  la  dolorosa  notizia  della  perdita  da  essa  fatta 
nella  persona  del  Socio  straniero  Leone  Renier  mancato  ai  vivi  l'I  1  eiumo 
1885,  ed  in  quella  del  Socio  corrispondente  Antonio  Villa,  morto  il  26 
giugno  1885.  Apparteneva  il  primo  all'Accademia  come  Socio  straniero  corr. 
dal  4  febbraio  1877  e  come  Socio  straniero  dal  26  luglio  1883.  Il  secondo 
faceva  parte  dell'Accademia  dal  1"  aprile  1860. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

r'urono  inviate  in  dono  all'Accademia  le  seguenti  pubblicazioni  di  Soci  : 
Mììller  Max.   The  sacred  books  of  the  East.  Voi.  XX,   XXII,   XXIV. 
Saint  Hilaike  B.    Traités  des  parties  des  animaux  et  de   la   marche 
des  animaux  d' Aristnte.  T.  I,  II. 

Zittel  K.  A.  Handbuch  der  Palaeoatologie  Bd.  I,  Abth.  II.  Lief.  3,  4. 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società  meteorologica  italiana,  di  Moncalieri;  la  Società  di  scienze 
naturali  di  Osnabriick;  il  Museo  britannico  di  Londra;  la  E.  Biblioteca  di 
Parma;  la  Biblioteca  di  Brera,  di  Milano;  la  Biblioteca  nazionale  di  Firenze: 
l'Università  di  Kònigsberg  ;  l'Osservatorio  di  S.  Francisco. 
Annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
La  Società  di  scienze  naturali  di  Eniden  ;  la  Società  storica  di  Breslau  ; 
il  R.  Museo  di  storia  naturale  di  Bruxelles. 

P.  B. 


ó8:j  — 


RENDICONTI 

DELLE  SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
IH  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  all'Accademia  sino  al   19  luglio  1885. 


Matematica.  —  Sopra  una  proprietà  della  ridotta  della  equa- 
zione modulare  dell'ottavo  grado.    Nota  II,  del  Socio    F.  Bkioschi. 

4."  «  Le  forinole  che  abbiamo  stabilite  nei  paragrafi  secondo  e  terzo 
della  precedente  comunicazione  (')  conducono  ad  altri  risultati  che  valgono 
a  meglio  precisare  la  natura  della  ridotta  della  equazione  modulare  dell'ottavo 
grado. 

«  Osserviamo  dapprima  che  dai  valori  di  b,  e  in  funzione  di  a,  /',  h, 
dati  nel  paragrafo  secondo,  si  ottengono  tosto  le  : 

4(3a>  —  2)f=  (a-f-3)a2  —  46 

32  V'^l .  h  =  (a  —  5)  [a J  —  Ab)  a  —  32c 

per  le  quali  i  valori  dei  coefficienti  A,  B,  C,  D  dell'equazione  (1)  diventano: 

A.  =  o,     8B  =  (w  —  1)  [(a-hl)a*—  4b 

16G  =  (o»+ 3)   (co  —  5)  ai  —  2  (3«  —  4)  ab  —  16c] 

■r'.D  =  (3a+l)  [(19» -4-l)o*  —  8(7t»+l)a2ò  —  16684-16(5«—  2)uc 

e  da  queste  eliminando  le  a,  b,  e  si  ha  la  relazione  biquadratica  fra  le  radici 

della  stessa  equazione  (1),  ossia  la: 

(»-f-7)As—  4(w-+-8)A2B-f-8(d)H-6)AC-M6B2  —  64D  =  0. 
«  Si  ha  così  il  teorema  :    indicando   con: 

<p  (.;)  = .;"'  —  ax1  -\-bx  —  e  =  0 

Vedi  Rendiconti  della  seduta  del  21  giugno  1885, 
Rendiconti  —  Voi..  I.  ri 


—  584  — 

la  equazione  che  ha  per  radici  le  x,*.\  ,  ^(,  M,  (radici 
della  ridotta  della  equazione  modulare  dell'ottavo  grado): 
la   equazione   del    quarto   grado: 

<j,  (x)  =  xl  +  kx3  +  Bxt  -+-  Cx  +  D  =  0 
di   cui   le   radici  sono  le  altre  quattro  della  ridotta  stessa, 
ha  la  proprietà  che  i  suoi  coefficienti  A,  B,  C,  D   sono  fun- 
zioni   razionali,    iutiere   di   a,   b,   e;   ossia   delle   prime    tre 
indicate    radici. 

5."  «  I  valori  delle  quantità  m,  p,  q,  introdotte  nel  paragrafo  terzo  della 
precedente  comunicazione,  espressi  in  funzione  dei  coefficienti  della  equazione 
ip(jr)  —  0  o  della  <p(x)  =  0,  sono  i  seguenti: 

4tn  =  A,     3.7.4s.p  =  (w  —  1)[3A8  —  8Bj 
2.7AKq  =  —  (56.  —  1)[A3  —  4AB  +  8C] 

oppure  : 

im  =  a,     3.7.42.p  =  (w  — 2)a*  — (3«H-l)fr 

72.43.<7  =  (3(i)  —  2)  a3  —  2(5w—  l)fl6  +  (9«— 13)  e. 
«  Posto  nella  <|/  (a?)  : 
(4)  x  =  a>Vr — 1  .v  —  m 

si  ha: 

(/,(aO  =  7*(3w+2)M(u) 

essendo  : 

M  (  u)  =  i>4  -4-  (ypv*  —  8qv  +  9p2  -+-  4mc/ 
come  si  è  già  trovato.  Così  ponendo  nella  9  (#): 

a;  =  (3&>  —  2);  —  (w— 2)m 
si  ottiene  la  : 

?(t*)  =  7(9»+22)L(9 

nella  quale: 

L®  =  F,3 — m?-  3pF,+g. 

«  Notiamo  dapprima  che  indicando  con  N(t>)  l'hessiano  di  M(v),  si  ha 
la  relazione: 

pM(Q  — N(5)=4gL(g) 
si  ha  cioè  il  teorema:  Le  radici  della  ridotta  del  settimo  grado 
sono   le   radici   delle   due   equazioni: 

M(t>)  =  0       pM©— N(É)  =  0 
nella  ipotesi  che  fra  le  oc,  v  sussista  la  relazione  (4)  e  sia: 
4Fs=2(eH-l)tf-f-(fiH-3)m. 
«  Iu  secondo  luogo  siano  T(v)  il  covariante  di  sesto  ordine  di  M(t')  e 
j/8,  c/3  i  suoi  invarianti,  si  avrà: 

4  N3  (Q  -  </,  N  (?)  M2  (Q  +<fe  M3  (?) = — T*  (Q 
ina  per  ciascuna  delle  radici  della  equazione  L(?)  =  0  si  ha: 

P      M«) 


—  585  — 
e  quindi  : 

T»(Q 


V  —  9iP-h9ì: 


~         Ms  (;) 

da  cui  (vedi  precedente  comunicazione): 

'        -1   M:,(£)    ' 

«Infine  dai  valori  di  «7»,  g%  si  ottiene  pel  discriminante  di  M(r): 
g*  —  27ffl  =  42.Q2'L9mìp2-4-4m:,r/+108^H-54mp(?  —  27r/«. 
od  indicando  con  5  il  discriminante  di  L  (;)  : 

r/f  — 27p?  =  3;s.42.^.8  . 
«  Posto  ora  : 

X  =  2    1_  [3  l/"^3 .  ft  +  ^-27flS]T 

si  hanno  come  è  noto  le: 

<0  =  X  +  Y,     J,  =  sX+e«Y,     «8  =  s*X+eY 

essendo  2£-f-l  =  l/^ — 3;  ma  sostituendo  nei  valori  di  X,  Y  alle  m,  p,  q,  \    <ì 
i  rispettivi  valori  formati  colle  radici  della  equazione  L(£)  =  0  si  trovano  le: 

X  =  y  [Ij,  -r-s  Cc»-i  -+-  s  ìis-r-i  £»+-»  +  £J  ;si-ì  Zt*+\ 
1  '  . 

«Deducendo  da  questi  valori  quelli  di  t0,  (1(  «,  si  giunge  alle  impor- 
tanti relazioni: 

«  A  questo  risultato  si  può  arrivare  anche  pili  facilmente  osservando 
che  per  relazioni  stabilite  nel  paragrafo  terzo  della  precedente  comunicazioni1. 
la  equazione  che  ha  per  radici  A*,  Af,  A;,  è  la: 

<y:{  -f-  3p!/-  —  mqy  —  r/2  =  0 

ora  questa  si  ottiene  dalla  L(;)  =  0  ponendo  £  =  —  -1. ,  e  quindi  si  hanno 

y 

per  A*,  A,,  Ar,  i  valori  superiori. 

«La  proprietà  caratteristica  della  ridotta  fin  qui  considerata  trova  in 
conclusione  la  propria  espressione  nel  teorema: 

«Le  radici  #,,  a?,.,.»,  ne^,  avs  della  ridotta  della  equa- 
zione modulare  dell'ottavo  grado  sono  esprimibili  in  fun- 
zione  delle   altre   .'%_,.  .r,_s  ,   .rs^2    per   mezzo   delle   seguenti 


—  58G  — 
formolo.  Indicando  con  a  la  somma  di  queste  ultime  radici 
e  con  b  la  somma  dei  loro  prodotti  a  due  a  due,  si  hanno  le: 

xs  4-  x^ts 4- x„^  4-  oc,**  =  —  a 
x,  4-  «,+3  —  aJ.-t-s  —  ®>rt  =—ps^\ 

OC,  4"  «VHS  —  ^Vo  —  aV3  =  —  Ps^-4 

a?,  4- «Ve —  «V+-3 —  «#+■«  =  — JVhi 
essendo: 

p^,  =  [4  («—  1)  asi^i  4-  4aowi  4-  4  (a  - 1)  &  -  (a— 2)  o*  I 

p8^4  =  [4  («—  1)  <4n 4-  4«V*i  +  4  («—  1  )  &  -  (a -  2)  a»  j 

ps+.2  =  [4  (»—  l)afo-f-4aavn4-4  (a—  1)  &  —  (a— 2)  a.4]* 

«  Le  equazioni  del  settimo  grado  le  radici  delle   quali  soddisfano  alle 

condizioni  superiori  sono  quindi  risolvibili  per  funzioni  ellittiche  ». 

Fisica.  —   Lo  conducibilità   elettrica    delle    resine.    Nota    del 
prof.  A.  Bartoli,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

I.  «  In  questa  Nota  preliminare  non  farò  altro  che  accennare  concisa- 
mente ad  alcuni  dei  risultati  ottenuti  nello  studiare  la  conducibilità  di 
molte  resine,  balsami,  gomme  resine  dico  un  solo  cenno,  perchè  a  voler  dare 
l'esposizione  di  tutte  le  misure  eseguite  occorrerebbe  un  volume  di  gran  mole. 

II.  «  Le  resine  da  me  studiate  sin  qui  sono  ('):  ambra  (liquida  sopra  280°): 
ambra  grigia;  asfalto  (liquido  verso  100°);  resina  di  Guajaco  (liquida  sopra 
80°)  ;  belzoino  (si  rammollisce  e  poi  divien  liquido  sopra  98°)  ;  sandracca 
(fonde  sopra  95°)  ;  dammara  (fonde  sopra  130°)  ;  mastice  di  Scio  (si  rammol- 
lisce verso  78°  e  poi  divien  liquido)  ;  coppale  (si  rammollisce  a  160°,  a  250° 
è  un  liquido  viscoso);  olibano  (si  rammollisce  a -4- 85°,  a  150"  è  liquido); 
taccamacca  (si  rammollisce  a  50°  ed  a  88°  è  ben  liquida)  ;  sagapeno  (si  ram- 
mollisce a  +  35°  ma  non  diventa  mai  liquida);  gomme  lacche  di  diverse 
specie  (si  rammolliscono  a  temperature  piuttosto  elevate):  galbano  (si 
rammollisce  ma  non  fonde);  assafetida  (si  rammollisce  ma  non  fonde);  elémi 
di  diverse  specie  (fondono  bene,  alcune  a  4-  76°  sono  liquide,  altre  prima)  ; 
euforbio  (sopra  80"  rammollisce  ma  non  fonde)  ;  ladano  (rammollisce  ma  non 
fonde  a  causa  delle  impurità  che  sempre  contiene);  sciarappa  (rammollisce 
sopra  80°  e  poi  divien  semiliquida)  ;  scamonea  (rammollisce  sopra  100°  ma 
non  fonde);  sangue  di  drago  (rammollisce  verso  130°)  :  storace  calamita  (a 
80°  rammollito,  a  4-  90°  è  ben  liquido);  aloe  soccotrino  (verso  50°  rammollisce, 

(')  Per  la  composizione  e  l'origine  tli  queste  resine  compara:  Gmelin,  llandbuch  der 
Chemie  Bel.  VII,  Vili.  —  Watts,  Diclionary  of  Chemislry  (passim).  —  Kekulé,  Lehrbuch 
der  organi schen  Chemie  (passim).  —  Guibourt,  lìistoire  naturellc  des  droyues  simples  (VII  edi- 
zione. Parigi,  1876).  —  Wiesner,  Die  technisch  verwendetén  Gummiarlen,  liane  und  Balsame, 
Erlangen,  1869.  —  Jahres  Bendile  der  Chemischen  Tedmologie.  Leipzig  (passim).  —  Fliie- 
kiger,  Pharrnacoc/nosie. 


—  .".87  — 
a   più  alte  temperature  si  trasforma  in    una  massa  viscosa);    resina  copai\ 


(a  100°  rammollita,  a  -f-  132 "  è  liquida)  ;  resine  estratte  dal  prof.  Bechi  dalle 
foglie  dell'olivo  (fondono  a  piuttosto  elevale  temperature);  gomma  benzoe  (li- 
quida sopra  95°);  mirra  (rammollisce  ma  non  fonde);  pece  navale  (fonde  verso  60°^: 
pece  di  Borgogna  (ben  fusibile);  colofonia  (fusibile  verso  110°);  balsamo 
del  Canada  (semisolido);  balsamo  del  Perù;  balsamo  del  Tolù;  storace  li- 
quido; balsamo  di  Copaive;  trementina  di  Ohio;  trementina  di  Venezia;  olio 
di  abete;  catrame  di  abete;  idem  di  Cade;  idem  di  Betulla;  ecc.  (questi  ul- 
timi sono  semiliquidi  alla  temperatura  ordinaria  :  solidi  a  più  basse  temperature  |. 

«  Della  maggior  parte  di  queste  resine  ho  potuto  studiare  campioni  di 
diversa  provenienza,  alcuni  donatimi,  altri  acquistati.  Alcuni  mi  furono  pro- 
curati dai  signori  E.  Merck  (Darmstadt);  E.  Pegna  (Firenze);  A.  Bizzarri 
(Firenze);  C.  Erba  (Milano)  ecc.:  molti  altri  ed  anzi  la  maggior  parte  mi 
furono  gentilmente  favoriti  da  diversi  miei  amici,  ai  quali  rinnovo  qui  le 
più  sentite  grazie  per  la  premura  con  la  quale  hanno  corrisposto  alle  mie 
domande.  Vengo  ora  senz'altro  a  dire  dei  risultati  ottenuti. 

III.  «  Le  diverse  resine  diversificano  per  la  composizione,  per  la  coe- 
sione, durezza  ecc.  diversa  allo  stato  solido  e  per  il  loro  comportarsi  eoi 
riscaldamento.  Per  quel  che  riguarda  la  composizione  in  generale  tutte  sono 
mescolanze  di  più  e  diversi  composti  organici  :  alcuno  dei  quali  è  spesso  di 
natura  acida,  mentre  altri  possono  essere  idrocarburi,  o  composti  derivati  da 
questi  per  ossidazione:  alcune  riscaldate  si  alterano;  o  perdendo  dei  principi 
volatili;  o  soffrendo  alterazioni  nei  loro  componenti:  altre  restano  inalterate 
Per  quel  che  riguarda  lo  stato  fisico:  1°  alcune  si  rammolliscono  col  calere. 
senza  mai  prendere  lo  stato  liquido,  ed  anche  senza  nemmeno  ridursi  ad  avere 
orizzontale  la  superficie  terminale:  2°  altre  prendono  nettamente  Io  siale 
liquido,  come  l'asfalto,  lo  storace  calamita,  ecc.  ecc.,  e  diversificano  solo  per 
la  diversa  viscosità  dei  liquidi  ai  quali  danno  luogo.  Così  mentre  scorrevole 
e  il  liquido  che  deriva  dalla  fusione  dell'asfalto,  invece  quello  che  deriva 
dalla  fusione  della  pece,  delle  trementine  dell'olio  di  abete,  e  di  alcuni 
balsami,  è  viscosissimo  tanto  che  giudichiamo  dello  stato  liquido  di  tale 
sostanze  più  che  altro  dal  vederle  trarsi  in  fili  e  dal  tendere  a  riacquistare 
la  superficie  terminale  orizzontale. 

«  Nelle  tavole  seguenti  sono  esempi  relativi  alla  conducibilità  delle  resine 
appartenenti  a  questi  tre  diversi  tipi  fisiei. 

Tavola  I. 

Olibano  (lagrime) 

Lento  riscaldamento 

Temperature  Conducibilità  relative 

-i-  '',7°  olido  461,20 

'"     semisolido  past.is,,     2321,80 
-+-  103  semiliquido  pastoso  375 
■+■  1'"  »  91750,0 


Temperature 

londucibilità  relativ 

-+-    0° 

solido 

0,011 

-+-  10 

>> 

0,090 

-+-  20 

» 

0,761 

-+-  50 

>> 

1  1,08 

-t-  60 

» 

191,03 

—  :,88  — 


Tavola  II. 
Balsamo  del  Tolù  (solido) 

Lento  raffreddamento 


Temperature 

Conducibilità  relative 

Temperature 

Condì 

icibilità  re 

0° 

solido 

0,031 

-+-  100° 

liquido 

71,25 

-+■  10 

» 

0,080 

-+-  108 

» 

115,86 

20 

» 

0.094 

-+-  119 

» 

331,25 

10 

» 

0,105 

■+-  128 

» 

708,60 

72 

liquido 

1,08 

-4-  138 

» 

1907,68 

78 

» 

4,26 

-i-  143 

» 

2409,08 

81 

» 

9,13 

-+■  160 

» 

5603,29 

8fi 

» 

18,21 

•+•  185 

» 

9897,30 

-+-  195 

> 

13074.60 

Tavola  III. 

Balsamo  del  Canada 
Lento  raffreddamento 


Conducibilità 

Temperature 

relative 

-+-     0° 

semisolido  viscosissimo 

0,28 

-i-  10 

» 

i),75 

-+-  30 

» 

1,64 

-+-  40 

» 

2,08 

-t-  90 

ben  liquido 

3,12 

Conducibilità 

jrature 

relative 

105" 

liquido 

7,08 

117 

» 

14,02 

130 

» 

19,08 

141 

» 

38,21 

162 

» 

61,74 

194 

» 

110,20 

IV.  «  Per   quel   che   riguarda   la   conducibilità   delle   resine   possiamo 

dire  che: 

1°  «La  conducibilità  di  tutte  le  resine  da  me  studiate  (e 
«di  cui  l'elenco  è  in  principio  di  questo  lavoro)  non  pre- 
«senta  veruna  singolarità  col  riscaldamento  in  vicinanza 
«della  temperatura  di  fusione  o  di  rammollimento»  fatto 
questo  tanto  più  notevole  in  quanto  che  le  resine,  essendo  costituite  dalla 
mescolanza  di  tanti  corpi  diversi,  poteva  benissimo  avvenire  che  per  qual- 
cheduna  di  esse  si  verificasse  il  fenomeno  da  me  accennato  nella  comunica- 
zione precedente   «Sulle  conducibilità  elettriche  delle  mescolanze». 

2°  «  Si  può  anche  aggiungere  che  «tu  ttesenzaeccezionele  resine 
«  da  me  studiate,  allo  stato  solido,  e  a  sufficiente  distanza 
«  d a  1 1  a  temperatura  di  fusione  o  di  rammollimento  isolano 
«quasi  perfettamente,»  purché  si  abbia  cura  ben  s'intende  di  spe- 
rimentare su  resine  ben  secche  :  il  che  si  può  fare  p.  es.  tenendole  entro 
una  larga  campana  rovesciata,  contenente  in  fondo  uno  strato  di  acido  sol- 
forico: chiusa  la  campana  in  alto  da  una  grossa  lastra  di  vetro   munita  di 


—  589  — 

due  t'ori,  attraverso  i  quali  passano  fissati  con  tappi  di  gomma  due  tubi 
capillari  di  vetro  che  portano  gli  elettrodi  di  platino  fino  al  voltametro  dovi' 
è  contenuta  la  resina  che  si  vuole  studiare. 

«Trascurando  tali  precauzioni  può  accadere  molte  volte  di  avere  Corti 
segni  di  conducibilità  dovuti  all'umidità  sulle  superficie  ecc.  ecc. 

3°  «Tutte  quante  le  resine  rammollite  o  fuse  per  l'a- 
zione del  calore  conducono  più  o  meno  l'elettricità:  e  la 
loro  conducibilità  cresce  quasi  sempre  regolarmente,  col 
crescere  della  temperatura». 

«  Ben  inteso  però  che  non  si  oltrepassino  le  temperature  che  alterereb- 
bero o  modificherebbero  la  resina:  altrimenti  la  conducibilità  come  tutte  le 
altre  proprietà  fisiche  può  trovarsi  molto  variata.  Così  la  conducibilità  dei 
balsami  semiliquidi  alla  temperatura  ordinaria,  non  ritorna  la  medesima 
quando  sono  stati  scaldati  a  temperature  un  po'  elevate:  e  nello  stesso  tempo 
molte  volte  accade,  che  di  liquidi  che  erano  alle  temperature  ordinarie  si 
trasformino  in  resine  fusibili  ad  elevate  temperature. 

«  Per  quel  che  riguarda  la  diversa  conducibilità  allo  stato  liquido,  o 
allo  stato  di  massa  viscosa  o  pastosa; 

4°  «In  generale  sono  più  conduttrici  allo  stato  liquido, 
«o  rammollite  per  la  temperatura,  quelle  resine  che  con- 
«  tengono  in  maggior  copia  acidi,  o  composti  fusibili  molto 
«  ossigenati;  sono  meno  conduttrici  quelle  per  la  maggior 
«parte  costituite  da  mescolanze  di  idrocarburi  con  e  o  m  - 
«posti   poco   ossigenati,   o   di   composti   poco   ossigenati». 

«  Nella  tavola  seguente  sono  classificate  le  resine  secondo  la  loro  con- 
ducibilità allo  stato  liquido,  o  allo  stato  di  rammollimento. 

Resine  che  conducono  bene,  liquide  o  rammollite  dal  calore. 

«Storace  liquido;  resina  di  sciarappa;  resina  di  scamonea;  sangue  di 
drago;  storace  calamita;  succino;  resina  del  balsamo  del  Perù;  balsamo  del 
'Polii ;  balsamo  copaive;  balsamo  del  Perù  liquido;  gomma  lacca;  gomma 
benzoe;  belzoino;  resina  di  Guajaco;  taccamacca;  sagapeno;  galbano;  assa 
fetida;  gomma  ammoniaca,  laudano,  aloe  soccotrino,  olio  Cade,  olio  di 
Betulla:  catrame  di  abeto,  olibano,  mirra;  trementina  di  Venezia. 

Resine  che  liquide  o  rammollite  dal  calore  conducono  mediocremente. 

«  Kesina  copaive;  trementina  di  Chio;  pece  nera  comune;  colofonia: 
asfalto;  euforbio;  manna  cannula  deacquificata  ;  resine  estratte  dal  prof.  Bechi 
dalle  foglie  di  ulivo,  ecc. 

Resine  che  fuse  o  rammollite  dal  calore  conducono  poco. 

«  Olio  di  abete,  balsamo  del  Canada,  elémi,  resina  di  pino  salvatico, 
coppale,  mastice  di  Scio,  dammara,  sandracca. 


—  590  — 

«  Si  osserva  elio  oltre  alla  composizione  delle  resine,  influisce  anche 
la  viscosità  che  esse  hanno  allo  stato  liquido;  la  viscosità  diminuisce  la 
conducibilità.  Così  ad  esempio  aggiunto  alla  resina  di  Guajaco  una  quan- 
tità uguale  in  peso  od  anche  quattro  volte  maggiore  di  naftalina  pura  la 
quale  è  perfettamente  isolante  ed  ha  un  punto  di  fusioue  presso  a  poco 
uguale  a  quello  della  resina  suddetta,  si  ha  un  miscuglio  omogeneo,  il  quale 
ha  una  conducibilità  molto  maggiore  di  quella  che  a  tutte  le  stesse  tem- 
perature presenta  la  resina  sola.  Ora  l'aggiunta  della  naftalina  toglie  molto 
alla  viscosità  della  sostanza. 

«  In  questa  Nota  preliminare  non  ho  potuto  per  mancanza  di  spazio 
che  accennare  ad  alcuni  dei  risultati  ottenuti.  Ncu  posso  però  tacere  di  un  altro 
fatto  di  qualche  interesse  che  ho  osservato  con  alcune  resine,  cioè  «  che  se  si 
«  sperimenta  in  condizioni  tali  che  la  resina  durante  il  riscaldamento  non 
«  soffra  alterazione  ne'perdita  veruna,  allora  sì  ottengono  col  raffreddamento 
«  delle  conducibilità  che  sono  maggióri  di  quelle  ottenute  per  le  stesse  tempera- 
«  ture  col  riscaldamento,  per  quanto  molto  lentamente  si  proceda  così  nel  riscal- 
■  dare  come  nel  raffreddare  ;  la  curva  delle  conducibilità  è  poi  più  bassa  quando 
«  il  raffreddamento  è  più  rapido,  e  più  elevata  quando  esso  è  più  lento  »  ('). 

Fisica.  —  Sintesi  di  alcuni  nuovi  composti  che  derivano  dal 
Mellogeno.  Nota    dei    prof.   A.  Bartoli   e   G.  Papasogli,    presentata 

dal  Socio  Blaserna. 

I.  «  Prima  di  entrare  nell'argomento  di  questa  Nota  vogliamo  riassu- 
mere brevemente  quello  che  nelle  nostre  precedenti  Memorie  (*)  diffusamente 
abbiamo  esposto  intorno  alla  preparazione,  alla  composizione  ed  alla  pro- 
prietà del  mellogeno. 

II.  «  Abbiamo  preparato  il  mellogeno  purissimo  ne'  modi  seguenti  : 

1 .  «  Evaporando  quasi  a  secco  sul  bagnomaria  il  liquido  nero  ed  acido 
risultante  dalla  elettrolisi  dell'acqua  stillata  con  elettrodi  di  carbone  di  storta, 
riunito  colle  prime  acque  di  lavatura  del  sedimento  del  voltametro.  Questo 
mellogeno  raccolto  sul  filtro  veniva  lavato  ripetute  volte  con  acqua  per  li- 
berarlo dall'acido  mellico  e  suoi  derivati,  sacrificandone  una  porzione  alla 
purezza  del  rimanente,  poiché  a  mano  che  diminuiva  l'acidità  del  liquido  , 
cresceva  la  solubilità  del  mellogeno.  A  questo  punto  riusciva  anche  difficile 
la  filtrazione  per  via  del  mellogeno  disciolto,  che  come  colla  imbrattava  il 
filtro  ;  onde  messolo  nella  stufa  a  40°  lo  staccavamo  ancora  umido  dal  filtro, 


(')  Ho  ricevuto  testé,  grazie  alla  benevolenza  di  alcuni  miei  amici,  una  ricca  collezione 
.li  resine  rare;  i  risultati  ottenuti  formeranno  il  soggetto  di  altre  comunicazioni. 

("■)  Compara  tutte  le  nostre  Memorie  pubblicate  nel  Nuovo  Cimento,  anni  1879,  1880. 
issi,  1882,  1883,  1884;  e  Gazzetta  Chimica,  anni  1830,  1881,  1882,  1883,  1884. 


—  591  — 

appena  si  rapprendeva  in  grumi  neri  e  brillanti,    senza    curarci   di   quello 
che  restava  attaccato  al  filtro  medesimo. 

2.  «  Una  maggior  quantità  di  mellogeno  si  è  ottenuta  esaurendo  col- 
l'acqua  per  decantazione  il  sedimento  nero  del  voltametro  fino  a  chele  acque  di 
lavatura  sul  principio  nere  restassero  scolorite  ;  e  pricipitaudone  il  mellogeno 
in  fiocchi  bruni  e  oll'aggi  ungervi  un  po'  d'  acido  cloridrico  puro.  Si  lavavano 
i  detti  fiocchi  con  acqua ,  cessando  appena  sparita  l' acidità ,  perchè  non 
tornassero  a  sciogliersi,  e  non  lasciavamo  di  accertarsi  che  questo  mellogeno 
seccato  a  100"  non  conteneva  cloro. 

«  Il  mezzo  più  economico  d'  avere  il  mellogeno  è  stato  1'  elettrolisi 
delle  soluzioni  acquose  diluite  di  acido  solforico,  borico,  mellico  ecc.  usando 
del  carbone  di  storta  o  di  legna  per  elettrodo  positivo.  Il  sedimento  liberato 
dall'acido  e  poi  trattato  con  acqua  leggermente  alcalina  per  idrato  sodio 
dà  una  soluzione  nera  di  mellogeno,  che  ne  riprecipita  coll'acido  cloridrico. 

«  Il  mellogeno  seccato  sopra  l'acido  solforico  è  solido,  nero  lucente 
come  il  carbon  fossile,  friabile,  a  frattura  concoide.  Insolubile  nell'  alcool 
metilico,  etilico,  amilico,  nell'etere,  nella  benzina,  nel  cloroformio,  nel  solfuro 
di  carbonio,  nell'essenza  di  trementina,  si  scioglie  in  nero  intenso  nell'acqua 
e  nelle  soluzioni  di  ammoniaca,  d'  idrato  sodico  o  potassico  e  di  carbonato 
sodico.  Si  scioglie  anche  nell'acido  solforico  concentrato  freddo  che  s'imbruna; 
ma  aggiungendovi  un  poco  d'acqua  si  fa  un  precipitato  nero  ed  il  liquido 
ritorna  limpido.  Crepita  in  contatto  dell'acqua,  che  si  colora  subito  di  nero. 

«  Scaldato  non  fonde,  brucia  stentatamente,  senza  rigonfiarsi,  non  è 
cristallino  e  nemmeno  cristallizzano  le  sue  soluzioni  negli  alcoli.  La  sua 
foluzione  acquosa,  che  è  nera,  precipita  e  si  scolora  con  la  più  parte  degli 
acidi  e  sali  minerali,  ma  non  precipita  per  l'aggiunta  di  piccole  quantità 
di  alcool,  zuccheri  e  della  maggior  parte  degli  acidi  organici.  La  proprietà 
piìi  caratteristica  del  mellogeno  è  di  trasformarsi  con  estrema  facilità  per 
l'azione  dell'aria  umida  e  degli  ossidanti  poco  energici,  in  acido  mellico  e 
ne'  suoi  congeneri. 

«  La  composizione  del  mellogeno  seccato  a  140°,  qualunque  ne  fosse 
stata  l'origine,  è  risultata  sempre  rispondente  alla  forinola  : 

Cu  H»  O4 
od  a  un  suo  multiplo.  Invece  il  mellogeno  seccato  a  100°  ha  per  forinola: 

2  (CnH.Oii+HjO 
e  seccato  alla  temperatura  ordinaria  sull'acido  solforico  risponde  alla  forinola: 

2  (Cu  H2  Oi)  +  3  H2  0. 

III.  «  La  trasformazione  del  mellogeno  in  acido  mellico  e  suoi  derivati 
per  l'azione  d'un  ossidante  iu  eccesso  può  essere  rappresentata  dalle  equazioni: 
[  2  Ci,  HsOiH-4H«0  4-8  0  =  C,i.H80,gH-C,oH608 

\  aciilo  mellico 

(A)       2  Cu  H,  0.1  4-  9  H*  0  -+-  3  0  =  Cu  Hu  0H  4-  Cu  Eì0  Os 
' 

Rendiconti  —  Voi.  I- 


—  592  — 
«  E  questa  ossidazione  può  farsi. 

1.  «  Coll'ossigeno  elettrolitico  ; 

2.  «  Spontaneameute  coll'ossigeno  dell'aria  ; 

3.  «  Per  azione  d'altri  ossidanti,  come    l'acido    nitrico   diluito,  gli 
ipocloriti  ecc.  ecc. 

«  Se  non  che  questa  trasformazione  accennata  dalle  formole  (A)  non 
avviene  immediatamente  ma  gradatamente,  per  la  produzione  di  composti 
derivati  dal  mellogeno  per  un'ossidazione  incompleta  e  che  tengono  quindi 
il  mezzo  fra  il  mellogeno  stesso  e  l'acido  mellico  cogli  altri  acidi  benzo- 
carbonici.  Noi  abbiamo  ottenuti  diversi  di  questi  prodotti  co'  tre  metodi 
seguenti  che  corrispondono  al  primo  ed  al  terzo  de'  metodi  generali  so- 
vraccennati, e  sono  : 

1.  «  L'eletrolisi  con  elettrodi  di  carbone  di  storta  dell'acido   nitrico 
della  densità  1,40. 

2.  «  L'azione  dell'acido  nitrico  della  densità  1,36  — 1,40  sul  mellogeno. 

3.  «  L'azione  degli  ipocloriti  alcalini  sul  mellogeno  in  eccesso. 

IV.  «  L'elettrolisi  dell'acido  nitrico  diluito  non  presenta  nulla  di  diverso 
da  quella  delle  soluzioni  d'acido  solforico  ecc.  ecc.  ma  il  fenomeno  è  ben 
diverso  quando  si  elettrolizza  l'acido  nitrico  della  densità  1,36 — 1,40;  nel 
qual  caso  il  disgregamento  del  carbone  positivo  si  fa  con  tale  veemenza 
che  grossi  pezzi  si  disfauno  in  pochi  giorni,  anche  con  una  pila  di  soli  due 
o  tre  elementi  Bunsen,  mentre  il  liquido  si  riscalda  e  si  forma  fra  esso  ed 
il  carbone  una  densa  poltiglia  nera  (').  Questa  estratta  con  acqua  ne  dà 
una  soluzione  che  filtrata  ed  evaporata  a  bagnomaria  fino  a  secco  lascia 
una  materia  nera,  che  si  riscioglie  nell'acqua,  si  filtra  e  si  porta  di  nuovo 
a*  secco  a  bagnomaria.  Allora  fattaue  uua  soluzione  acquosa  neutralizzata 
esattamente  con  ammoniaca  vi  si  aggiunge  goccia  a  goccia  del  nitrato  cal- 
cico, finche  non  si  forma  più  precipitato,  si  filtra  e,  messavi  una  quantità 
d'acido  cloridrico  corrispondente  all'ammoniaca  ,  si  secca  ancora  una  volta 
a  bagnomaria,  Se  ne  raccoglie  una  materia  d'  un  nero  lucente,  in  parte  («) 
solubile  nell'etere  ,  nell'alcool  e  nell'acqua  ed  in  parte  (/?)  solubile  nell'alcool 
e  nell'acqua,  ma  non  nell'  etere.  Di  qui  un  modo  facile  di  separare  le  due 
sostanze  «  e  (ì. 

V.  «  Anche  il  mellogeno  beli'  e  formato  è  attaccato  energicamente 
dall'acido  nitrico  della  densità  1,39    ad    1,40   con    riscaldamento  e    vapori 


(')  La  rapidità  del  disgregamento  del  carbone  in  questo  caso  non  ha  riscontro  che 
con  quella  con  cui  il  carbone  si  disgrega  nelle  soluzioni  concentrate  d*  acido  fluoridrico. 
V.  la  nostra  Memoria,  Nuova  contribuzione  alla  Storia  del  carbonio,  negli  Atti  della  So- 
cietà toscana  di  scienze  naturali  che  è  corredata  da  figure  che  rappresentano  molto  bene 
il  disgregamento  del  carbone  a  seconda  degli  elettroliti. 


—   593   — 

rossi  ecc.  ecc.  meutre  l'acido  diluito  non  che  sciogliendo  lo  precipita  dalle 
sue  soluzioni  acquose  od  alcaline.  A  reazione  finita  e  dopo  scacciato  per 
ripetuta  evaporazione  a  bagnomaria  l'eccesso  d'acido,  resta  una  materia 
scura  lucentissima,  di  cui  una  parte  a  è  ben  solubile  nell'etere  e  nell'alcool 
ed  un'  altra  ,■>'  solubile  soltanto  nell'alcool  assoluto.  Si  separano  perciò  questi' 
due  sostanze  ricorrendo  all'alcool  ed  all'etere,  non  senza  averne  prima  eli- 
minato allo  stato  di  soli  calcici  l'acido  mellico  e  gli  altri  acidi  benzocar- 
bonici  nel  modo  descritto  nel  precedente  paragrafo. 

VI.  «  Si  tratta  un  eccesso  di  mellogeno  con  una  soluzione  acquosa 
d' ipoclorito  sodico,  si  filtra  e  si  lava  la  parte  non  sciolta,  rifiutando  le 
prime  acque  di  lavatura  come  quelle  che  contengono  dei  cloruri  ed  i  sali 
sodici  degli  acidi  benzocarbonici.  Dalle  acque  brune  che  filtrano  in  seguito 
si  precipita  il  mellogeno  con  un  po'  d'acido  cloridrico;  con  che  esse  restano 
d'un  giallo  intenso  e  svaporate  a  bagnomaria  lasciano  una  materia  scura 
brillante,  da  cui  si  può  estrarre  una  sostanza  a  solubile  nell'etere  e  nell'alcool 
assoluto  e  un'  altra  /S  insolubile  nell'  etere ,  ma  ben  solubile  nell'  alcool 
assoluto. 

VII.  «  Abbiamo  studiato  le  sostanze  a  e  /5  con  una  costanza  degna  ve- 
ramente di  miglior  successo;  ma  pur  troppo  la  grande  loro  alterabilità  per- 
la tendenza  che  hanno  a  trasformarsi  negli  acidi  benzocarbonici  ce  ne  ha 
reso  lo  studio  oltremodo  lungo  e  penoso,  e  se  pubblichiamo  alcuni  resultati 
analitici,  quantunque  n.n  tali,  lo  diciamo  francamente,  da  ispirarci  una  grande 
fiducia,  lo  facciamo  solo  per  prendere  data  e  perchè  se  non  bastano  a  sta- 
bilire la  natura  e  la  costituzione,  dei  nuovi  corpi  a  e  /5  da  noi  scoperti,  ne 
stabiliscono  incontrastabilmente  1'  esistenza  e  le  più  importanti  proprietà. 
Per  ora  diamo  le  analisi  del  solo  composto  a.  riserbando  ad  altro  lavoro  quelle 
del  composto  /3.  Il  composto  a.  a  cui  si  riferiscono  queste  analisi  fu  ottenuto 
sciogliendo  nell'alcole  assoluto  la  massa  del  mellogeno  modificato  dall'acido 
nitrico  e  poscia  filtrando,  tirando  a  secco  a  bagnomarie  e  riprendendo  con 
etere:  l'etere  evaporato  lasciò  la  sostanza  a,  la  quale  fondeva  arco  112°: 
scaldata  a  lungo  a  140"  — 1601  ritornava  solida  e  rimaneva  tale  sino  a  210", 
temperatura  alla  quale  subiva  una  nuova  fusione.  A  più  alte  temperature 
sublimava  una  sostanza  colorata  fluorescente. 

Vili.  «  Analisi  di  oc  seccato  sull'acido  solforico. 

1.  «  Gram.  0,3210  di  sostanza  dettero  gr.  0,516  di  CO,  e  gr.  0,108 
di  H,  0  onde  :  C  %  =  44,00;  H  %  =  3,74. 

2.  «  Gram.  0,1950  di  sostanza  dettero  gr.  0,327  di  CO*  e  gr.  0,0045 
di  ILO,  onde:  C%  =  45,73;  H°/0  =  3,67. 

«Il  composto  C«H22  019  =  2(Ci1H(.Oi)-!-5H2  0,  contiene: 

0%  =  44,15;  H%=3,73. 


—  594  — 

Analisi  di  a  seccato  a  100°. 

1.  «  Grani.  0,281  di  sostanza   dettero   gr.  0,510  di  CO»  e  gr.  0,0880 
il    H,0,  onde:  C°/o  =  49,49;  H%  =  3,47. 

2.  «  Grani.  0,264  di  sostanza   dettero   gr.  0,474  di  CO.  e  gr.  0,0625 
.li  H.O,  onde:  C%  =  48,97;  Ho/0  =  2,63. 

3.  «  Grani.  0,424  di   sostanza   dettero  gr.  0,755  di  CO»  e  gr.  0,1145 
di  H20,  onde:  C%  =  48,57;  H«/0  =  3,00. 

4.  «  Grani.  0,242  di   sostanza   dettero   gr.  0,437  di  CO»    fi   gr.  0,067 
di  H,  0,  onde  :  C  %  =  49,24  ;  H  %  =  3,076. 

«  Queste  analisi  risponderebbero  al  composto  C|iH80s=CiiHeO';-l-H»0. 
il  quale  dà:  C"  „  =  49,25:  H%  =  2,98. 

Aitatisi  di  «  seccato  a  150°. 

1.  «  Gram.  0,332   di   sostanza   dettero  gr.  0,637  di  C02   e  gr.  0,070 
di  H»0,  onde:  C°/o  =  52,33:  H°/,  =  2,34. 

2.  «  Gram.  0,298  di   sostanza   dettero   gr.  0.573  di  CO»    e  gr.  0,069 
di  Hj  0,  onde  :  C  %  =  52,45  ;  H  %  =  2,57. 

3.  «  Gram.   0,282  di   sostanza   dettero   gr.  0,546  di  C02  e   gr.  0,063 
di  H»0,  onde:  C°/o  =  52,80,  H%  =  2,13. 

4.  «  Gram.   0,328   di  sostanza   dettero  gr.  0,627  di  CO»    e  gr.  0,066 
di  ILO,  onde:  C°/o  =  52,14:  H%>  =  2,23. 

5.  «  Gram.  0,466  di  sostanza   dettero  gr.  0,902  di  CO»  e   gr.  0,0935 
di  HjO.  onde:  C%>  =  52.79:  H0/„  =  2,23. 

«  11  composto  ChHgOt  contiene: 

C°/0  =  52,80;  H°/0=2,40. 

Analisi  di  a.  scaldato  per  un  cerio  tempo  a  210°. 

1.  «  Gram.  0,183   di   sostanza   dettero  gr.  0,370   di  CO*  e  gr.  0.031 
di  H,0,  onde:  C°/o=  54,69;  H%  =  1,88. 

2.  «Gram.  0,175  di  sostanza   dettero   gr.  0,352  di  COj  e  gr.  0,0285 
di  H20,  onde:  C°/o  =  54,86;  H°/,=  l,87. 

3.  «  Grani.  0,243  di  sostanza   dettero   gr.  0,484  di  CO»    e  gr.  0,046 
di  H,0,  onde:  C°/0  =  54,32;  H°/0  =  2,10. 

4.  «  Gram.  0,167  di    sostanza  dettero   gr.  0,335  di   CO»   e  gr.  0,029 
di  H»0,  onde:  C %  =  54,71  ;H0/0  =  1,03. 

«  Il  composto  C2jHi0Oi3  contiene: 

C%  =  54,77;  H«/,  =  2,08. 


—  595  — 

«  Analisi  del  sale  d'argento  della  sostanza  «,  la  quale  in  soluzioni 
acquosa  ha  forte  reazione  acida  alle  carte  (Il  sale  d'  argento  si  ottenne  da 
quello  neutro  potassico  per  doppia  decomposizione). 

1.  «  Grana.  0,134  di  sale  argentico  seccato  a  100°  lasciano  gr.  0,0760 
di  argento,  onde:  Àg°/0  =  56,71. 

2.  «  Gram.  0,250  di  detto  sale  lasciano  gr.  0,1400  di  argento,  onde: 

Ag°/0  56,00. 

3.  Gram.  0,710  di  detto  sale  lasciano  gr.  0,4030  di  argento,  onde: 

Àg%  =  56,76. 
«  Il  composto  CiiAg3H:ì07  contiene: 

Ag%  =  56,74. 

«  Analisi  del  sale  baritico  di  a.  (ottenuto,  come  quello  d'  argento,  dal 
sale  potassico). 

«  Gram.  0,2635  di  questo  sale  seccato  a  100°  e  poi  calcinato  per  bene, 
come  insegna  il  Fresenius,  lasciarono  gr.  0,1790  di  carbonato  baritico,  ondo: 

Ba%  =  46,8, 
mentre  il  composto  Cj.Ba3H1.On  contiene: 

Ba%  =  45,4. 

IX.  «  Per  assicurarci  vie  meglio  che  questa  sostanza  u  è  un  prodotto 
d'ossidazione  intermedio  fra  il  mellogeno  e  l'acido  mellico  abbiamo  ossidato 
con  ipoclorito  sodico  una  soluzione  del  suo  sale  potassico  e  trattandola  in 
seguito  con  cloruro  calcico  ne  abbiamo  ricavato  del  niellato  calcico.  E  di  rio 
fanno  fede  le  analisi  esattissime. 

X.  «  Che  poi  le  sostauze  «  e  /S  siano  gli  unici  prodotti  di  ossidazione 
intermedia  non  possiamo  assicurare,  anzi  riteniamo  il  contrario  avendo  po- 
tuto ottenere  dal  mellogeno  un  altro  composto  acido  A,  solubile  come  u 
nell'acqua,  nell'alcool  e_  nell'etere,  e  a  cui  le  analisi  condurrebbero  a  dare  una 
forinola  bruta  vicina  a  CuH609.  Anche  l'ossido  grafitico  C11H4O5,  CUl'  ha 
tante  analogie  col  Mellogeno  CnH.Oie  che  noi  già  da  lungo  tempo  abbiamo 
scoperto  prodursi  in  sua  vece  impiegando  la  grafite  in  luogo  del  carbone  di 
Storta,  dà  origine  a  parecchi  derivati. 

XI.  «  Concludiamo  pertanto  : 

1  «  Che  esistono  diversi  prodotti  di  ossidazione  del  Mellogeno  CnH2Oi 
intermedi  fra  esso  e  l'acido  mellico; 

2  «  Che  questi  composti  si  producono  sempre  con  sviluppo  di  calore 
e  che  per  ulteriore  ossidazione,  sempre  svolgendo  calore,  danno  origine  agli 
acidi  benzocarbonici. 

3.  «  Che  si  possono  ottenere  dalla  ossidazione  incompleta  del  mello- 
geno o  per  via  dell'elettrolisi  dell'acido  nitrico  della  densità  1,36,  o  per  via 
dell'azione  degli  ipocloriti  in  difetto,  o  coll'acido  nitrico  e  simili  ossidanti. 


—  596  — 

4.  «  Che  di  questi  prodotti    noi  uè    abbiamo  potuti  isolare  tre,  che 
sono  stati  da  noi  contrassegnati  colle  lettere  « ,  £  ed  A. 

5.  «E  in  particolare  che  il  composto  a,  da  noi  meglio  studiato 
degli  altri  è  solido,  dell'aspetto  della  gomma  lacca,  acido,  ben  solubile 
nell'acqua,  negli  alcool  e  nell'etere;  fusibile.  Che  le  sue  soluzioni  sono  colo- 
rate e  fluorescenti.  Chela  sua  composizione  quando  è  stato  seccato  a  150° 
risponde  alla  forinola  CnH607  e  quando  è  stato  seccato  a  100°  all'altra 
CiiHcOt-1-2H2  0,  mentre  seccato  sull'acido  solforico  all'ordinaria  tempera- 
tura avrebbe  per  forinola  CnH607-f-2  V2H20.  Che  finalmente  scaldato  per 
molto  tempo  a  210°  si  trasforma  nell'anidride  C22H10Oi3,  per  diminuzione 
d'una  molecola  d'acqua  da  due  di  acido.  Come  acido  forma  sali  neutri  d'ar- 
gento e  di  bario  Cu  Ag3H307,  C22Ba3H60ij. 

«  Non  possiamo  chiudere  la  presente  Nota  senza  ringraziare  vivamente 
il  chiarissimo  nostro  collega  prof.  E.  Stracciati,  il  quale  negli  anni  che  fu 
in  questo  Laboratorio,  volle  incaricarsi  d'alcune  delle  pazientissime  opera- 
zioni necessarie  in  tali  ricerche,  sebben  fosse  assorbito  da  altri  lavori  ». 

Fisica.  —   Densità  di  un  solido  in  cui    entrano    tutti  i  corpi 
semplici  e  suo  confronto  con  la  densità    media    della  terra.   Nota 
del  prof.  A.  Bartoli,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Calcoliamo  la  densità  media  di  un  solido  nel  quale  entrino  allo  stato 
solido,  senza  combinarsi,  tutti  gli  elementi  fin  qui  conosciuti,  oppure  anche 
combinati  parzialmente,  purché  ciascuno  vi  serbi  la  densità  che  gli  appar- 
tiene allo  stato  solido. 

«  È  chiaro  che  la  densità  media  del  solido  risultante  sarà  determinata 
quando  siano  dati  i  rapporti  delle  masse  dei  componenti  e  la  densità  dei  com- 
ponenti stessi. 

«  Le  ipotesi  che  si  possono  fare  relativamente  alle  proporzioni  delle 
masse  dei  componenti  sono  molte,  ma  qui  ne  esamineremo  soltanto  tre  elio 
sono  le  più  rilevanti: 

1°  «  Le  masse  di  tutti  i  corpi  semplici  che  entrano  a  comporre  il 
solido  sono  uguali; 

2°  «  Le  masse  di  tutti  i  corpi  semplici  che  entrano  a  formare  il 
solido  sono  tali,  che  i  volumi  dei  solidi  corrispondenti  a  quelle  masse 
siano  uguali. 

3°  «  Le  masse  di  tutti  i  corpi  semplici  stanno  fra  loro  come  i  loro 
pesi  atomici. 

«  Nella  tavola  seguente  sono  le  densità  accettate  pei  diversi  corpi  sem- 
plici ed  i  loro  pesi  atomici,  sono  cioè  i  dati  di  cui  mi  sono  servito  per  cal- 
colare le  conseguenze  delle  ultime  tre  ipotesi.  Pubblico  anche  la  tavola 
perchè  alcune  di  queste  densità  non  sono  già  state  trovate  sperimentalmente 


—  597  — 

in  i  dedotte  da  ipotesi  plausibili.  Segue  senz'altro  la  tavola  corredata  di  oppor- 
tune annotazioni. 


P 

D 

P 

I) 

peso  atomico 
L.  Meyer  (') 

peso  specifico  (') 

peso  atomico 
L.  Jl 

poso  specifico  (' ) 

Alluminio  . 

27,04 

2,60 

Pota 

0,87 

Antimonio  . 

1 19,60 

6,71 

Cobalto   .  . 

58,6 

8,6 

Arsenico  .  • 

74,90 

5,73 

Carbonio .  . 

11,97 

2,5"      i 

Bario .... 

136.86 

3,75 

Eame.  .  .  . 

63,18 

3,92 

berillio.   .  . 

9,08 

l'.'i; 

Lantanio  .  . 

138  5 

Piombo.  .  . 

206,39 

11,3: 

Litio  .  .  .  . 

7,01 

i  >.:>'.  i 

Bromo  .  .  . 

79,76 

3,151iquido 

Magnesio.  . 

23,94 

1,74 

Boro  .... 

10,9 

2,5 

Mangi 

8,00 

Cadmio.  .  . 

111,7 

8,60 

Molibdeno  . 

8,6 

Cesio  .... 

132,1 

1,88 

Sodio.    .  .  . 

22,9 

•  lalcio  .  .  . 

39,91 

1,5" 

Nichel  .  .  . 

58,6 

8,9 

Cerio  .... 

1-1 1.-2 

Niobio  .  .  . 

93,7 

7,2 

Cloro.  .  . 

35,37 

1,33  liquido 

Osmio  .  .  . 

195 

22.Ò 

Cromo  .  .  . 

52,45 

6,50 

Palladio  .  . 

106,2 

11.1          1 

Didimio   .  . 

i  15,00 

6,5  1 

Fosforo.   .  . 

30,96 

2,12  (s) 

Ferro .... 

55,88 

7,86 

Platino.  .  . 

194,3 

21,50 

i  .  .  . 

69,9 

5,95 

Mercurio .  . 

199,8 

1!/   • 

Oro 

196,2 

19,32 

Rodio.  .  .  . 

10-4,1 

12,1 

Indio  .... 

113.1 

7,421 

Rubidio   .  . 

85,2 

1,52 

Iridio  .... 

192,5 

22.42 

Rutenio   .  . 

12.2C 

.... 

126,5 1 

4,95 

Ossigeno  .  . 

15,96 

1,90 

(')   I   pesi  atomici  sono   presi   da   L.   Meyer   e   K.    -Seubert,   Di  dcr 

Elementi:.  Leipzig,   1883.    I  pesi   specifici    dall'opera   Physikalisch-Chemische    Tabeli 
Landolt  e  Bórnstein.  Berlino,  1883,  pag.  41;  e  dal  Rammelsberg,  Handbuch  der  Ki 
Msch-Physikàlischen  Chemie.  Leipzig,  1881-82. 

(2)  La  densità  2,57  scritta  pel  carbonio  è  la  media  ili  quelle  3,5;  2.:;-.  1.0  :  il. ite  nel 
tein  per  le  densità  del  diamante,  della  grafite  e  del  carbou  di  si  ori  a. 

(')  Le  densità  delle  diverge  modificazioni  del  fosforo  sono  1,83;  2,20:  2,31  (Vedi  Landoll 
•■   BSrnstein,  opera  citata    di  cui  la  media  è  appunto  2,12. 

(')  Densità  del  mercurio  allo  stato  solido  al  punto  di  fusione  (Mallet). 

(s)  Dal  volume  atomico  =7,8  che  ha  l'ossigeno  nell'acqua  (per  le  regole  di  Kopp),  si 

dedurrebbe    in    via   approssimativa  hi  densità       '     =2,05  (allo  stato  liquido):   e  da 

y,8 

lume  atomico  12,2  che  esso  ha  in  altre  combinazioni  si  dedurrebbe  dalle  stesse  re, 

Kopp  (approssim.  perchè    le  regole  di    Kopp    sono  inesatte)   1  1    allo 

stato  liquido).    Invece  dalla  curva  di  L.  Meyer   costruita    coi    pesi  atomici  degli  eleni. -mi 
per  ascisse  e  coi  volumi  atomici  per  ordinate  si  trae  dalla  posizione  dell'ossigeno  il  v 


—  598  — 


P 

D 

P 

D 

peso   atomico 

peso  specifico 

peso  atomico 

peso  specifico 

L.  Meyer 

L.  Meyer 

Solfo 

31,98 

2,00  (') 

Vanadio  .  . 

51.1 

5,5 

Selenio.  .  . 

78,87 

4,5   n 

Idrogeno .  . 

1 

0,18  n 

Argento  .  . 

107,66 

10,53 

Bismuto  .  . 

207,5 

9,80 

Silicio   .  .  . 

28,0 

2,2  n 

Wolframio  . 

183,6 

19,10 

Azoto    .  .  . 

14,01 

2,46  (') 

Zinco.  .  .  . 

64.88 

7,15 

Stronzio  . 

87,3 

2,54 

Stagno  .  .  . 

117,35 

7,29 

Tantalio  . 

182 

10,4 

Zirconio   .  . 

90,4 

4,15 

Tellurio  . 

127,7 

6,4 

Scandio.  .  . 

43,97 

2,20  n 

Tallio    .  . 

203,7 

11,85 

Titanio.    .  . 

50,25 

4,37  (s) 

Torio.  .  . 

231,96 

11,00 

Ittrio.  .  .  . 

89,6 

3,98  (•) 

Uranio  .  . 

239,8 

18,7 

Fluoro  .  .  . 

19,06 

1,96(') 

«  Nella  prima  ipotesi,  in  quella  cioè  che  le  masse  siano  uguali  la  densità 
media  del  solido  resultante  viene  uguale  a: 

64  64 


23,716 


=  2,698  . 


atomico  6,8,  onde  si  deduce  per  densità  allo  stato  solido  2,35.  La  inedia  di  1,31;  2,05; 
2,35  è  appunto  1,90. 

(')  Le  densità  dello  solfo  sono  1,92;  2,07  (Landolt,  opere  cit.)  di  cui  la  media  è  2,00. 

(*)  Le  densità  del  selenio  sono  4,2  a  4,8  di  cui  la  media  è  4,5  (Landolt,  1.  e.). 

(')  Le  densità  del  silicio  sono  2,0  a  2,4  di  cui  la  media  è  2,2  (Landolt,  1.  e). 

(')  La  curva  di  L.  Meyer,  Die  modernen  Theorien  der  Chemie.  Breslau,  1884)  dà 
por  l'Azoto  solido  il  volume  atomico  5,7  da  cui  la  densità  2,46  che  è  quella  scritta. 

(')  Dalle  regole  di  Kopp,  il  volume  atomico  dell'idrogeno  nell'acqua  negli  idrocar- 
buri ecc.  sarebbe  5,5  (alla   temperatura    di    ebullizione    sotto   76   cent.)    onde   la    densità 

— =0,182  che  è  quella  trascritta.  Nelle  leghe  col  palladio  il  Graham  calcola  la  densità 
5,5 

dell'idrogeno  =  0,733,  ma  io  ho  preso  la  densità  che  esso  ha  nell'acqua  che  è  la  com- 
binazione più  abbondante  alla  superficie  della  terra. 

(*)  Dal  peso  atomico  dello  scandio,  del  titanio,  e  dell'  ittrio ,  si  deducono  grafica- 
mente con  la  curva  di  L.  Meyer,  i  volumi  atomici  20;  11,5;  22,5  rispettivamente  e  perciò 
le  densità  2,20;  4,37,  e  3,98. 

(')  Pel  fluoro  il  Thorpe  [On  the  Relation  between  the  moìecular  weights  of  substances 
and  their  specifte  gravilies  when  in  the  liquid  stale.  Journal  of  the  Chem.  Soc.  March,  1880, 
pag.  151)  calcola  il  volume  atomico  9,2  allo  stato  liquido;  dal  quale  si  deduce  le  densità 
19,06 


9,2 


-2.7.  Dalle  curve  di  L.  Meyer  si  deduce  graficamente  pel  fluoro    solido    il  volarne 

atomico  10,3  onde  per   la   densità   allo   stato  solido       '     —1,85  La  media  di  queste  due 

19,3 


densità    è 


2,07-^1,85 

2 


1.96  che  è  quella  che  ho  trascritta. 


._  599  — 

«  Nella  seconda  ipotesi,  in  quella  cioè  che   siano   ugnali  i  volumi  dei 
corpi  semplici  ecc.,  la  densità  media  del  solido  risultante  viene  uguale  a: 
"  D  449  72 

^64  64  ''U<5'' 

«  Nella  terza  ipotesi,  cioè  che  le  masse  dei  diversi  corpi  semplici  stiano 
come  i  loro  pesi  atomici  viene  per  densità  media  del  solido  resultante: 

R 

YP 

T      _    6032,21 

vlj!~~  1044,38  -■'•""■ 

i  u" 

«  Si  noti  che  i  calcoli  precedenti  verrebbero  di  poco  modificati  con  la 

scoperta  (se  verrà  fatta  in  seguito)  di  alcuni  altri  corpi  elementari  previsti 
dalla  classificazione  di  Lotario  Meyer,  e  di  Mendelejeff:  come  ce  ne  possiamo 
assicurare  ricostruendo  la  curva  dei  volumi  atomici  come  ordinate  e  coi  pesi 
atomici  degli  elementi  per  ascisse. 

«  La  densità  calcolata  nella  terza  ipotesi  è  5,78  e  molto  vicina  a  quella 
5,67  assegnata  come  densità  media  della  terra  dietro  le  esperienze  di  Porbes 
con  la  bilancia  di  Cavendis. 

«  Può  essere  che  questa  quasi  coincidenza  della  densità  calcolata  con  la 
terza  ipotesi  sia  fortuita:  però  mi  è  sembrata  tanto  interessante  da  doverla 
far  conoscere  »  ('). 

Geodesia.  —  Sulle  rappresentazioni  geografiche  conformi. 
Nota  I,  dell'  ing\  P.  Pizzetti,  presentata  dal  Socio  Cremona. 

«  Nello  studio  delle  prelezioni  geografiche  è  spesso  utile  saper  risolvere 
direttamente  il  seguente  problema  :  «  Date  due  superficie,  e  considerata,  sopra 
una  di  queste,  una  certa  famiglia  di  linee,  determinare  se  ed  in  qual  modo 
sia  possibile  una  rappresentazione  conforme  dell'una  superficie  sull'altra,  tale 
che  il  modulo  della  rappresentazione  stessa  sia  costante  lungo  ciascuna  linea 
della  famiglia  considerata  ».  La  soluzione  di  questo  problema  forma  l'og- 
getto della  presente  Nota. 

1.  «  Poniamo  che  tanto  sull'una  quanto  sull'altra  superficie    si    siano 
riferiti  i  punti  a  dei  doppi  sistemi  ortogonali  isotermi  e  siano: 
(Il  d£==k*{doP+dF)\        ds?  =  \t*(den* + dfa*)  (2) 

(')  Si  osservi  che  nei  composti  allo  stato  solido  i  componenti  serbano  in  molti  casi 
il  loro  volume  atomico.  Questa  regola,  se  non  sempre,  almeno  in  molti  casi  si  verifica 
in  via  approssimativa.  Vedi  i  dis.  di  Chimica  agli  articoli  Atomico  (volume;  dei  solidi. 
Compara  anche  L.  Meyer:  Die  modernen  Theorieen  297.    Breslaa,  1884 

Perciò  anche  nel  caso  che  i  diversi  elementi  che  compongono  il  solido  formassero  diverse 
'inazioni  allo   stato   solido,  si  otterrebbero    ancora  pel  solido  resultante  densità   poco 
diverse  da  quelle  sopra  trovali 

RENDI'  ONT1    —    VOL.   I. 


—  600  — 

i  quadrati  degli  elementi  lineari  sulle  due  superficie.  Sia  y  (a,/3)  —  cost  (3) 
l'equazione  della  famiglia  di  linee  considerate  sulla  prima  superficie. 

«  Supponiamo   che   sia   possibile  la   rappresentazione   conforme  che   si 
cerca  e  sia: 
(4)  schifa  =f{x±iP)  (i  =  \/— 1) 

la  relazione,  incognita,  che  determina  le  corrispondenze  fra  le  coordinate  dei 
punti  delle  due  superficie.  Chiamando  con  fi, fi  le  due  funzioni  conjugate 
complesse  che  si  ottengono  derivando  le  due  conjugate  complesse  f  (a-M/5), 
f  {«  —  ifi)  rispetto  ad  a-M/3,a  —  <j3  rispettivamente,  sarà,  com'è  noto,  il 
quadrato  del  modulo  della  rappresentazione  espresso  da: 

mì  =  -^f'if\, 

e,  per  la  condizione  impostaci,  dovrà  essere: 


ni 


ì 


<M») 


(<p  funzione  arbitraria);  il  che  è  quanto  dire:  «  affinchè  possa  trovarsi  la  rap- 
presentazione  che  si  cerca,  è   necessario  e  sufficiente   che  possano  stabilirsi 

delle  corrispondenze  tali  che  rendano  l'espressione-^-  fi  fi   una  funzione 

della  sola  variabile  q  (a,  /S)  ». 

2.  «  Limitando  le  nostre  considerazioni  alla  rappresentazione  di  una 
superfìcie  sul  piano,  prendiamo  sul  piano  stesso  per  coordinate  le  Cartesiane 
ortogonali,  per  modo  che  sia  Xi*  =  1 . 

«  11  nostro  problema  si  ridurrà  a  cercare  dapprima  se  è  possibile  tro- 
vare una  tal  forma  della  funzione  f  (a  ±  t/3)  che  renda: 

(5)  •^•/V't  =  «My). 

essendo  \p  funzione  arbitraria;  dato  che  ciò  sia  dimostrato  possibile,  si  dovrà 
determinare  questa  funzione  che  esprime  il  quadrato  del  modulo  della  rap- 
presentazione. Trovata  così  l'espressione  del  modulo,  la  ricerca  delle  corri- 
spondenze (4)  è  ridotta  a  delle  quadrature,  com'è  mostrato  nella  Memoria 
del  prof.  Diui,  Sulle  rappresentazioni  geografiche  ('). 

(')  Annali  di  matematica,  Serie  2%  Tomo  Vili. 

Posto  :  /"  («  -+-  ifi)  =  e** 

la  P  è  tosto  conosciuta  dalla  (5),  una  volta  che  sia  stato  possibile  determinare  \p  {(p).  Si 
ha  allora  :  2P  =  log  <p(rp)  ■+-  2  log  A*. 

Ora  poiché  :  2P  =  log  f  [a  ■+■  iji)  -+-  log  f  («  —  tjS) 

dev-  essere  :  3'P       32P       „ 

àP  ^P 

e  quindi  l'espressione:  —da — —  </,?  è  un  differenziale  esatto. 

Ma,  essendo  P-h*'Q  una  funzione  della  variabile  complessa  «-w'jS  ,  si  hanno  le  relazioni: 
àQ     _^àP.  SQ^_àP 


—  601   — 

3.  «  Indichiamo  con  A,.  At  il  1°  ed    il  2°  parametro  differenziale  ili 
una  funzione  sulla  data  superficie  (').  ossia  poniamo: 

e  prendiamo  i  secondi  parametri  differenziali  dei  logaritmi  dei  «lue  membri 
della  equazione  (5).  Avremo  : 
(6)  Aj  log  <f,  (<f)  +  A2  log  X2  =  0  , 

poiché:  Ajj  log/"i -f-logf'j  j  =  0  . 

Essendo  poi  (!):  A2logX  = —  K, 

dove  K  è  la  misura  della  curvatura  della  superficie   (1),  la   condizione   (tì) 
può  anche  scriversi  : 
(6bis)  Aslog<J/(g>)  —  2K  =  0. 

«  Indicando  con  F  una  funzione  della  funzione  y  delle  variabili  «e/3, 
si  ha  con  semplici  derivazioni  : 

A»F  =  F'.A»/'+F".  ATp; 
la  (6b's)  può  dunque  porsi  sotto  la  forma: 

dove  si  è  [insto: 

«  Per  procedere  oltre,  dobbiamo  ora  distinguere  due  casi  ;  quello  cioè  in 

cui  le  espressioni   — -=— -, ,  — 5    sono   funzioni    della   sola  a  e   quello    in 

(A,y)-    (Ai9»)« 

cui  non  lo  sono.  Bisogna    notare  che  il  verificarsi  dell'uno  0   dell'altro  di 


he  significa  che  la  Q  è.  salvo  il  segno,  V integrale  della  suddetta  espressione: 
Si  avrà  quindi,  con  semplici  considerazioni  : 


Q  = 

e  quindi  : 

(    M    »**,)(»)* 

""I  -'  ^3         J    >x  v --/„,   , 

,    e  5  sono  costanti  reali. 

(')  Vedi  Beltrami,  Ricerche  d'analisi  applicata  alla  i.  Giornale  di  Matema- 

1  retto  da  G.  Battagline  Voi.  II. 
V.  Beltrami    Ricerche  citate. 


—  602  — 

questi  due  casi  può  esser  posto  in  luce  anche  senza  conoscere  i  parametri 
isotermi  a,  /3  fin  qui  considerati,  poiché  delle  funzioni  A2<^,  (A1y)i,Ksi 
possono  con  eguale  facilità  calcolare  le  espressioni  in  coordinale  qualsiasi  ('). 

A»(c  K 

4.  «  Cominciamo  a    studiare  il   caso   in   cui    le    — : — r, ,    r-. — r-»    no" 

siano  due  funzioni  della  sola  <p ,  e  poniamo  per  brevità: 

A~(A,9»)*'  (W 

«  L'equazione  (7)  diverrà  : 

(7Ws)  M'(y)-|-A.M(y)  +  B  =  0. 

«  Se  questa  si  deriva  parzialmente  rispetto  ad  a  e  a  |3  e  poscia  le  due  de- 
rivate  parziali  si   sottraggono  1' una  dell' altra  dopo  averle  moltiplicate  per 

-—-,  -^-rispettivamente,  si  ottiene: 

{-jB-ty       DB  7>y|       ...   .lìA^y       ^A7)y\ 

«  Pertanto,  affinchè  la  (7Ws)  possa  essere  verificata  è  necessario  che  sia: 
TiB  D^       ìBìy 

(10)  ^"^ "*"  ^  —  funzione  della  sola  y. 

ìA7i<f_^A^ 

«  Tale  condizione  non  è  però  sufficiente,  ed  infatti  è  facile  provavo  che 
essa  ìj  verificata  ogni  qualvolta  il  trinomio: 

M'(9>)  +  A.M(9>)  +  B 

sia,  osso  pure,  funzione  della  sola  <f. 

«  Quando  pertanto  si  sia  trovato  che  la  (10)  è  soddisfatta  e  per  mezzo 
della  (9)  si  sia  determinata  la  M  (y) ,  bisognerà  sostituire  questa  M  (y)  in- 
sieme colla  sua  prima  derivata  nella  (7,,is)  e  vedere  se  questa  è  effettivamente 
soddisfatta.  Verificato  tutto  ciò,  il  quadrato  del  modulo  della  rappresenta- 
zione sarà  dato,  in  virtù  della  (8)  da: 

<p((f)  =  ceJ  , 

(e  costante  arbitraria)  e  dopo  ciò,  per  quanto  si  è  osservato  all'art.  2,  il 
problema  propostoci  si  può  ritenere,  in  questo  caso,  teoreticamente  risoluto. 
In  questo  caso,  la  rappresentazione  cercata  è  unica,  o,  per  meglio  dire,  vi  ha 
un'infinità  di  rappresentazioni  tutte  simili  fra  loro,  che  soddisfanno  al  problema. 
5.  «  Veniamo  al  secondo  dei  casi  accennati.  Siano  A  e  B  funzioni 
ciascuna  della  sola  <f ,  ossia  si  abbia: 

(  ,    ig> .  =  funzione  della  sola  <f> , 

(11)      iAf 

I =  funzione  della  sola  <f  . 


(AiSP)1 
V.  feltrami,  Ricerche  citate 


—  603  — 

«  La  prima  di  queste  condizioni  esprime,  com'è  noto,  che  le  linee  </  = 
cast,  sono  isoterme.  La  seconda  ha  un  significato  assai  semplice  nel  caso 
in  cui  la  superficie  sia  a  curvatura  costante;  in  tal  caso  questa  seconda 
esprime  che  le  linee  y  =  cost  sono  fra  loro  parallele  geodeticamente.  Così 
sopra  una  sfera  i  sistemi  di  linee  che  soddisfanno  tanto  all'una  che  all'altra  delle 
(11)  sono  dati  dagl'infiniti  sistemi  di  cerchi  paralleli.  Le  relazioni  (11)  sono 
poi  entrambe  soddisfatte  dai  paralleli  di  una  superficie  di  rivoluzione  qua- 
lunque. In  generale  possiamo  dire  che  le  (11)  non  possono  essere  contem- 
poraneamente soddisfatte  se  non  per  speciali  sistemi  di  superfìcie  o  per  de- 
terminati sistemi  di  linee  isoterme  di  esse  superficie. 

«Nel  caso,  che  ora  consideriamo,  in  cui  le  (11)  siano  soddisfatte',   la: 
(7bis)  M'(9))  +  AM(9))  +  B  =  0 

diventa  un'ordinaria  equazione   differenziale  lineare  di  1°   ordine  e  si  ha  la 
M  (y)  dalla  unta  forinola: 


(12)  M(^  =  -e-IA'':  \},rIX,'\l<, 


«  Determinata  la  M  w/)  si  ha  il  quadrato  del  modulo  della  rappresen- 
tazione espresso  da  : 

*(,)  =  c/KWd   . 

«  L'espressione  così  ottenuta  di  <p  (<p)  contiene,  in  questo  caso,  due  co- 
stanti arbitrarie  a  e  e.  Tenendo  costante  a  e  facendo  variare  e  si  ha  una 
infinità  di  rappresentazioni  tutte  simili  fra  loro.  Invece  col  dare  valori  di- 
versi alla  a  ,  si  varia  in  realtà  la  forma  della  rappresentazione,  e  si  può  il 
valore  di  a  scegliere  per  modo  da  dare  alla  rappresentazione  certe  impor- 
tanti proprietà.  Fra  le  quali,  come  molto  interessante  per  le  projezioni  geo- 
grafiche accenniamo  la  seguente: 

«  Poniamo  che  lungo  una  determinata  linea  </0  della  famiglia  <f  =  cost 
il  modulo  della  rappresentazione  abbia  il  valore  1.  La  striscia  infinite- 
sima di  superficie,  racchiusa  fra  la  linea  y0  e  la  linea  infinitamente  pros- 
sima cpo-hdy  risulta  rappresentata  sul  piano  senza  deformazione  alcuna,  se 
si  trascurano  le  quantità  piccole  di  2°  ordine  rispetto  alla  larghezza  della 
striscia.  Affinchè  ora  la  deformazione  delle  strisele  contigue  a  quella  consi- 
derata sia  tanto  piccola  quanto  è  possibile,  converrà  che  il  valore  del  modulo 
della  rappresentazione  nei  punti  prossimi  alla  linea  </ft,  sia  tanto  poco  di- 
verso dall'unità  quant'è  possibile.  Ciò  noi  otterremo,  nel  caso  nostro,  col  far 
sì  che  si  annulli,  in  ciascun  punto  della  linea  r/0,  la  derivata  del  modulo 
rispetto  alla  variabile  <j  .  ossia  ponendo  6'  (y>)  =  0  per  <p  =  g>0 . 

*  E  a  tale  scopo  basterà  nella  (12)  porre  </„  in  luogo  della  a.  Avremo 
così  una  projezione  che  presenterà  la  minima  alterazione  lungo  la  linea  </„. 
e  tale  projezione  sarà,  in  pratica,  la  più  conveniente  per  rappresentare  geogra- 
ficamente una  zona  della  superficie  che  si  estenda  lungo  la  y0. 


—  604  — 

«  La  linea,  che  chiameremo  cp'0 ,  che,  sul  piano  viene  a  corrispondere 
alla  (p0  della  superficie  in  questa  particolare  rappresentazione,  può  costruirsi 
geometricamente  in  base  alle  considerazioni  che  seguono. 

«  Sieno  h,  ht  le  curvature  geodetiche  in  punti  corrispondenti  M,  M'  di 
due  linee  corrispondenti  l ,  h ,  una  della  superficie  data,  l'altra  del  piano. 
Trattandosi  di  una  rappresentazione  conforme,  si  ha  la  nota  relazione: 

,     dl 

h  m 


m  da 

dove  m  è  il  modulo  della  rappresentazione  e  da  è  un  archetto  di  curva  trac- 
ciato sulla  la  superficie  ortogonalmente  alla  linea  l  nel  punto  M.  Se  la  rap- 
presentazione è  tale  che  in  ciascun  punto  della  linea  y0  il  modulo  sia  uguale 
all'unità  e  la  derivata  di  esso  rispetto  a  <p  sia  nulla,  è  chiaro,  per  la  for- 
inola ora  citata,  che  la  curvatura  della  curva  piana  y\  (che  corrisponde  a 
</0)  sarà  in  ciascun  punto  uguale  alla  curvatura  geodetica  della  y0  nel  punto 
corrispondente. 

«  La  (f'0  pub  dunque  costruirsi  geometricamente  così:  Si  circoscriva  alla 
superficie  data  la  sviluppabile  tangente  lungo  la  linea  y0,  e  si  immagini 
su  questa  sviluppabile  segnata  la  linea  di  conlatto  colla  superficie. 

«Se  la  sviluppabile  si  svolge  in  un  piano  la  detta  linea  di  contatto 
verrà  a  svilupparsi  nella  linea  g>\  che  si  cercava,  e  i  punti  A',  B' .  .  .  che 
prima  dello  sviluppo  coincidevano  coi  punti  A,  B.  .  .  della  linea  cp0,  dopo 
lo  sviluppo  dovranno  considerarsi  come  corrispondenti,  nella  rappresentazione 
di  cui  qui  si  tratta,  ai  punti  A,  B...  medesimi. 

6.  «  Applichiamo  le  forinole  trovate  al  caso  di  una  superficie  di  rivolu- 
zione e  le  linee  y>  =  cost  siano  i  paralleli  della  superficie  stessa.  Detti,  in 
un  punto  qualunque,  p  ed  r  il  raggio  di  curvatura  del  meridiano  e  il  rag- 
gio del  parallelo  rispettivamente,  <f  ed  a  la  latitudine  e  la  longitudine,  e. 
presi  per  linee  coordinate  i  meridiani  e  i  paralleli,  l'espressione  del  qua- 
drato dell'elemento  lineare  sarà  : 

dst=ptd^ì-hridai, 

e.  per  le  note  espressioni  dei  parametri  differenziali: 

1  1     d     r 

y        p  pr  d<f    p 

«  Quindi,  osservando  che  la  misura  della   curvatura   della   superficie  è 

cos  a 
espressa  da  —  ,  avremo  in  questo  caso  : 

A,*    ==±ì     JL.         B  =  -2-£cos<,. 
(A,  9)»       d<p     8  p  r 

«  Con  queste  espressioni  di  A  e  B,  la  (12)  dà  immediatamente: 

2s 
M  (y)  —  -l  (sen  (f  —  sen  (f0) . 


_  605  — 
«  Si  ha  quindi  il  quadrato  del  modulo  della  rappresentazioni 


m 


i 


<M<p) 


,-         ,  _(sena>-+-seti 


Per  la  sfera  di  raggio  II,  si  ha: 

p  =  R  .         r  =  R  cos  </  , 

precisamente  l'espressione  del  quadrato  del  modulo  nella  rappresenta- 
conica  ortomorfa  di  Gauss.  Questa    projezione  dà   la   minima  altera- 
zione lungo  il  parallelo  di  latitudine  q  H. 

«  Per  y0  =  0  si  ha  la  projezione  di  Mercatore. 

«  Per  y0  —  — ,  si  ha  la  stereogiafica  polare  ». 


PERSONALE  ACCADEMICI  » 

Pervenne  all' Accademia  la  dolorosa  notizia  della  morte  del  Socio 
Augusto  Vera,  mancato  ai  vivi  in  Napoli  il  13  luglio  18E 

Augusto  Vera  era  nato  in  Amelia  il  4  maggio  1813.  Compì  i  propri 
studi  letterari  a  Spello  e  poi  a  Lodi,  e  nel  182G  venne  a  studiare  archeo- 
logia in  Roma.  Dopo  di  essere  stato  a  Parigi,  e  poscia  in  Isvizzera,  dove 
insegnò  in  alcuni  Istituti,  ritornò  a  Parigi,  ed  ivi  sino  al  1852  fu  profes- 
sore di  filosofia  di  quella  università.  Tanto  in  Francia,  quanto  in  Inghilterra 
dove  si  recò  nel  1852,  collaborò  a  varie  Riviste,  e  rivolse  sempre  i  propri 
studi  alla  filosofia  germanica,  e  specialmente  alla  hegeliana.  Ritornato  in 
Italia  nel  18G0,  fu  professore  di  storia  in  Milano,  e  traslocato  a  Napoli,  in- 
segnò filosofia  in  quella  università,  sino  ai  suoi  ultimi  giorni.  Il  prof.  Augusto 
Vera  apparteneva  all'Accademia  come  Socio  nazionale  dal  12  novembre  1883. 


Elenco  delle  pubblicazioni  del  Socio  A.    Vera. 


■  ■'   la  cerlilvde,  1  voi.  in-8.°  1 
'  ;  rmer  Baillière. 

(  Aristoteli!  et  Heijelii  ole 
mino  doclrina,  1   voi.  in-8.°  Paris, 
mer  Baillière. 
Introduction  à  la  philosophie  de  Hegel.  Deu- 
xièrae  édition,  1  voi.  in-8.  Paris,  Germcr 
Baillière. 

;  de  philosophie  Hégélienne,  1  voi.  in-8." 
Pa;is.  (i.  r.aillière. 
Logique  de  Hegel.  Deuxième  edition.  traduito 
pour  la  première  foia  et  accompagne'e  d'une 


introduction  et  d'un  comraentaire  p 
tuel,  2  voi.  in-8."  Paris,  Germer  Baillière. 

Philosophie  de   l'Esprit  de   Hegel,   tradotte 
pour  la  première   fois.    et    accompa 
d'une  introduction  et  d'un    commi 
perpétuel,   2   voi.   in-8."    Pari-.    <■ 
Baillière. 

Philosophie  de  I" 
pour   la    première  fois,    et   ac 
d'une  introduction  et  d'un   con 
perpétuel,  3    voi.   in-8.°   Paris,    Germer 
Baili 


—  606  — 


Philosophie  de  la  Religion  de  Hegel,  traduite 
pour  la  première  fois,  et  aceompagnée  de 
plusieurs  introductions  et  d'un  commen- 
taire  perpétuel.  Paris,  Germer  Baillière. 

L'Hégélianisme  et  la  Philosophie,  Naple; 
Detken:  Paris  Gernier  Baillière  1  voi. 

ìlèlanges  philosophiques,  Naples  Detken: 
Paris,  Germer  Baillière  (Scritti  francesi  e 
italiani)  1  voi. 

Cavour  el  l'Eglise  libre  dans  l'Etat  libre. 
Questo  libro  fu  pubblicato  primiera- 
mente in  italiano,  e  poi  venne  ristampato 
in  francese  coli' aggiunta  di  una  prefa- 
zione). Napoli  Detken;  Paris,  Germer  Bail- 
lière, 1  voi.  iu-8.° 

Sirauss,  et  t 'ancienne  el  la  nouvelle  foi.  [Cri- 
tique  du  livre  de  Sirauss).,  1  voi.  Naples 
Detken;  Paris,  Germer  Baillière. 

Inquiry  iato  Speculative  and  Experim  nlal 
Science,  1  voi.  in-8.°  London,   Trubner. 


Inlroduction  lo  Speculative  Logik  and  Philo- 
sophy,  1  voi.  S.  Louis.  (U.  S.)  Gray,  Ba- 
ker and  C.°,  New-York,  Appleton  and  C.° 

Prolusioni  alla  Storia  della  Filosofia  (epoca 
socratica)  e  alla  Filosofìa  della  Storia, 
1  voi.  Napoli,  Detken. 

Lesioni  sulla  Filosofia  della  Storia,  raccolte 
e  pubblicate  da  Raffaele  Mariano.  1  voi. 
Firenze,  Leramonuier. 

Platone  e  l'immortalità  dell'anima,  Napoli 
Detken  e  Antonio  Morano. 

Problema  dell'assoluto.  Napoli  Detken,  e 
Antonio  Morano- 

Saggi  fdosofici.  Napoli,  1  voi.  Antonio  Mo- 
rano. 

//  nome  Italia.  Parte  I.  IL  Napoli,  1884. 

Dio  secondo  Platone,  Aristotele  e  Hegel.  1882 
[stava  leggendolo  all'Accademia  di  Napoli 
//  Giuramento. 

Problema  dell' Assoluto.  Parte  I-IV.  1812-1882 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Furono  inviate  iu  dono  all'Accademia  le  seguenti  pubblicazioni  di  Soci  : 
G.  Boccardo.  Economia,  politico..  7a  Edizione  torinese.  Voi.  I-III. 
N.  von  Kokscharow.  Materialien  zur  Mineralogie  Russlands.  Bel.  IX 
s,  81-272. 


CONCORSI    A    PREMI 

Dall'Accademia   delle   scienze    dell'Istituto    di   Bologna,   pervenne   il 
programma  pel  concorso  libero  al  premio  Aldini  sul  Galvanismo. 

11  premio  consiste  in  una  medaglia  d' oro  del  valore  di  L.  1000,  e  sarà 
conferita  all'autore  di  quella  Memoria  sul  Galvanismo  (Elettricità  animale) 
che  sarà  giudicata  la  più  meritevole,  per  l'intrinseco  valore  sperimentale 
e  scientifico.  Tempo  utile  per 
maggio  1887. 


la   presentazione   delle   Memorie   sino   al  9 


CORRISPONDENZA 

Kingraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  E.  Accademia  delle  scienze  di  Bologna;  la  Società  storica  lombarda, 
di  Milano  ;  la  Società  geologica  di  Edimburgo  ;  la  Società  di  scienze  natu- 
rali di  Giesseu;  la  R.  Biblioteca  di  Parma;  la  Biblioteca  nazionale  di  Brera, 


—  607  — 

«li  Milano;  la   civica    Biblioteca   di   Vercelli;  la   Biblioteca   provinciale   ili 
Àquila;  la  Scuola  politecnica  di  Monaco. 

Ringraziarono  ed  annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
La  Società  di  storia  naturale,  ili  Boston  e   l'Osservatorio   degli   Stati 
Uniti,  di  Washington. 

La  Presidenza  della  K.  Deputazione  sovra  gli  studi  di  storia  patria 
per  le  Antiche  Provincie  e  la  Lombardia,  mandò  invito  alla  R.  Accademia 
per  assistere  al  3°  Congresso  storico  italiano,  che.  rimandato  l'anno  scorso 
per  note  e  dolorose  circostanze,  si  terrà  in  Torino  dal  12  al  10  settembre  1885. 

Il  Congresso  verrà  aperto  il  13  settembre  al  tocco  e  si  chiuderà  nel 
giorno  19  dello  stesso  mese.  In  questi  giorni  si  terranno  adunanze  parziali 
o  generali  nelle  sale  della  R.  Accademia  delle  scienze,  nelle  ore  che  saranno 
stabilite  dalla  Presidenza  del  Congresso. 

[  temi  presentati  alle  deliberazioni  del  Congresso  sono  due.  Il  primo 
tbrmolato    dalla    R.  Deputazione    di    storia    patria    in    unione  alla  Società 

storica   di    Milai d   alla   Società  Ligure  di  storia  patria  è  del  seguente 

tenore  : 

«  Studiare  i  mezzi  pratici  pei  la  istituzione  di  una  rete  slorico-biblio- 

gra/ica  che  si  estenda  su  tutte  le  regioni  d' Italia,  stabilisca   cornuti  ica- 

«  zioiii  e  corrispondenze  fra  le  diverse  Società  storiche  e  in  generale  fra 

■<  i  eultori  di  queste  discipline  e  promuova  la  compilazione  di  bibliografìe 

Ine, ili  e  speciali,  di  indici  sistematici  delle   publicazioni  documentate  e 

■-  di  regesti  delle  collezioni  archivistiche  ». 

Il  secondo,  presentato  dalla  R.  Deputazione  Veneta,  è  così  concepito: 

«  Studiare  la  uniforme  compilazione  di  un  lavoro  sulla  topografìa 
«  deli1  Italia  ali' epoca   Romana». 

Durante  il  Congresso  verrà  inaugurato,  nel  portico  della  R.  Accade- 
mia, un  ricordo  monumentale  alla  venerata  memoria  dell'illustre  storico 
Ercole  Ricotti. 

D.  C. 
P.  B. 


—  609  — 


RENDICONTI 

DELLE  SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
1)1  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  all'Accademia  sino  al  2  agosto  1885. 

Astronomia.  —   La  corona  solare.  Nota  del  Socio  P.  Tacchini. 

«11  professore  Forel  scriveva  non  ha  guari  (vedi  Archives  cles  Scien- 
ces physiques  et  naturelles  n.  5,  15  giugno  1885,  Genève)  che  «  sur  les 
hautes  montagnes  lorsque  le  ciel  est  serein,  le  cercle  de  Bishop  est  telle- 
ruent  apparent,  qu'il  a  frappé  chacun,  lettre  ou  illettré.  Or,  le  montagnardes 
et  les  alpinistes,  sont  d'accord  pour  affirmer  que  c'est  un  phénornène  nou- 
veau  ».  Io  posso  aggiungere  una  osservazione,  che  ho  fatto  di  recente,  la 
quale  conferma  la  dichiarazione  del  sig.  Forel,  per  ciò  che  riguarda  la  visi- 
bilità  della  corona  solare  sulle  alte  montagne.  Al  principio  del  corrente  lu- 
glio io  fui  sull'Etna,  e  mentre  che  a  Roma,  Napoli,  Messina  e  Catania  il 
sole  si  presentava  contornato  di  un'ampia  aureola  bianca  nelle  ore  meri- 
diane, sull'Etna  fui  veramente  sorpreso  nel  vedere  invece  il  sole  contornati! 
da  una  piccola  aureola  bianchissima  concentrica  ad  una  magnifica  corona  di 
colore  rosso  rame  assai  delicato.  Questa  corona  rosea  era  molto  bene  defi- 
nita sul  fondo  bleu  intenso  del  cielo,  e  si  trasformava  poi  in  arco  meno 
deciso  e  di  una  tinta  difficile  da  definirsi,  e  di  un'ampiezza  più  grande, 
pressapoco  come  l'arcone  osservato  le  tante  volte  a  Roma,  poco  dopo  il  na- 
scere del  sole  e  poco  prima  del  suo  tramonto.  Intanto  devo  dire  che  dal  2 
luglio  ho  notato  la  ricomparsa  dei  fenomeni  crepuscolari  e  del  grande  arco 
solare,  quando  il  sole  è  prossimo  all'orizzonte;  fenomeni  che  da  qualche 
mese  non  si  erano  più  veduti  ;  però  i  nuovi  crepuscoli  rossi  sono  ben  poca 
cosa  in  confronto  di  quelli  osservati  nel  1883  e  1884.  Ma  se  anche  i  nuovi 
sono  deboli,  le  alternative   osservate    nella   loro    frequenza   e   intensità,   mi 

R    SDII  "STI    —   Voi,     I. 


—  610  — 

sembrano  dimostrare,  che  tali  fenomeni  non  possono  avere  per  causa  la  eruzione 
del  Krakatoa  che  ebbe  luogo  il  17  agosto  1883.  In  quanto  alla  novità  del 
fenomeno,  cioè  dell'aureola  solare  che  anche  ora  si  vede  dalle  alte  monta- 
gne, se  non  può  veramente  asserirsi  che  è  un  fenomeno  nuovo,  io  debbo  pur 
dire  che  per  lo  meno  sarà  rarissimo,  perchè  in  tante  osservazioni  da  me 
fatte,  comprese  quelle  sull'Etna  nei  passati  anni,  non  ebbi  mai  ad  accor- 
germi di  un'aureola  del  genere  dell'attuale.  Alla  Carolina  poi  in  maggio 
1883,  ove  il  cielo  era  in  certe  ore  del  giorno  limpidissimo,  abbiamo  notato 
col  Palisa  la  piccola  aureola  bianchissima  che  contornava  il  sole  in  vicinanza 
del  meridiano  ». 

Fisica.  -  -  Sull'errore  nel  metodo  delle  deflessioni  prodotto  dallo 
spostamento  del  filo    di    sospensione    dalla    verticale.    Nota  I,  del 
dott.  L.  Palazzo,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

1.  «  Nel  metodo  delle  deflessioni  di  Lamont,  sull'ago  liberamente  sospeso, 
oltre  alla  coppia  di  rotazione  che  lo  fa  deviare  dal  meridiano  magnetico,  si 
esercita  anche  un'  altra  forza  diretta  nel  senso  della  lunghezza  dell'ago  ;  la 
qual  forza  da  nessuno  finora,  per  quanto  io  sappia,  è  stata  presa  in  consi- 
derazione. È  chiaro  che  l'effetto  di  questa  forza  longitudinale  si  riduce  a 
fare  spostare  l'ago  nel  piano  verticale,  normale  alla  direzione  della  sbarra 
magnetica  deflettente,  e  quindi  a  far  deviare  il  filo  di  sospensione  di  un 
certo  angolo  dalla  verticale,  determinalo  dalla  condizione  che  l'azione  della 
gravità  su  tutto  il  sistema  sospeso  (ago,  staffa  e  specchietto)  faccia  equili- 
brio all'azione  della  detta  forza.  Questa  deviazione  del  filo  di  sospensione 
produce  un'eccentricità  dell'ago  libero,  cioè  fa  si  che  l'asse  del  magnete 
deflettente  prolungato  non  passi  per  il  centro  dell'ago,  come  si  suppone  nella 
pratica  delle  deflessioni,  ma  invece  intersechi  l'ago  in  un  punto  posto  ad 
una  certa  distanza  dal  centro  di  esso  ;  e  questa  eccentricità  dell'ago  pub 
costituire  una  causa  di  errore  nella  misura  dell'  intensità  della  componente 
orizzontale  del  magnetismo  terrestre. 

«  Volendo  ricercare  i  limiti  di  tale  errore  per  vedere  se  di  esso  con- 
venga tener  conto  nella  pratica,  è  necessario  anzitutto  procurarci  le  espres- 
sioni analitiche  della  forza  longitudinale  e  dello  spostamento  in  discorso. 

2.  «  Se  supponiamo  la  sbarra  deflettente  NS  disposta  normalmente  alla 
direzione  dell'ago  calamitato  ns,  ed  in  modo  che  il  suo  asse  prolungato  dalla 
parte  Sud  passi  pel  punto  di  mezzo  dell'ago,  la  componente  longitudinali' 
della  ripulsione  che  nasce  fra  due  elementi  E,  e,  presi  sulle  due  metà  Nord 
della  sbarra  e  dell'ago  alle  distanze  x  e  oc'  dai  rispettivi  centri,  ed  in  cui 
si  trovino  le  quantità  di  magnetismo  dm,  dm,  è  espressa  da 

dm  dm  .  ,'■' 


jJR+fl,)i+a/iir 


—  611  — 

dove  R  rappresenta  la  distanza  fra  il  contro  della  sbarra  e  la  direzione 
dell'  ago. 

«  Il  Lamont  nel  suo  classico  libro  sul  magnetismo  terrestri;  (')  accenna 
appena  a  questa  componente,  e  poi  non  se  ne  occupa  più  affatto ,  dicendo 
che  le  due  metà  dell'ago  calamitato  vengono  per  questa  componente  attratte 
con  eguali  intensità  secondo  direzioni  opposte,  sicché  la  risultante  resta  uguale 
a  zero,  ammesso  che  il  magnetismo  sia  simmetricamente  distribuito  nelle 
due  metà  della  calamita.  Ma  ciò  non  può  essere  vero,  perchè  se  noi  consideriamo 
dall'altra  parte  del  centro  dell'ago  un  elemento  e\  simmetrico  di  e,  la  quan- 
tità di  magnetismo  da  esso  posseduta  sarà  — dm',  la  sua  distanza  dal  centro 
sarà  espressa  da  — x',  e  quindi  la  detta  componente  assume  per  eì  un  valore 

identico  a  quello   di  prima: — — —  .  Le  due  componenti  adun- 

I  (KH-aO*-r-a>'s    f" 

que  sono  uguali  e  dello  stesso  seguo;  quindi  entrambe  sono  dirette  nel 
senso  sn  della  lunghezza  dell'ago,  come  pure  riesce  manifesto  a  chi  fa  la 
costruzione  grafica. 

«  La  risultante  P  di  tutte  queste  forze  longitudinali  all'  ago  si  avrà 
integrando  l'espressione  precedentemente  ottenuta  per  tutta  la  lunghezza  del 
magnete  deflettente  e  dell'ago  sospeso,  cioè  sarà  : 

F  =  / 1  j= =^  dm  dm. 

a       (B-|-<r)»H  a/1  U 

«  Per  eseguire  l'integrazione  cominciamo  dallo  sviluppare  il  coefficiente 
di  dm  dm',  trascurando  (per  ciò  che  è  stato  dimostrato  da  Lamont  e  ila  Sabine) 

i  termini  colle  potenze  di  ^-  superiori  alla  quinta.  Abbiamo: 

od_ od        %xcd        1    /      ,    ,       3     ,.A 


Quindi  : 


F  =  — j-  //  .'•'  dm  dm'  — =-r  fj  xaf  dm  dm'-\- 

3   //  .<•*.'■'  il m  <ì m' — -^r  II  af3dmdm'. 


6 
+  E5 

«  Ora  gli  integrali  fdni,  fdm'  e  gli  integrali  contenenti  potenze  pari 
di  x  o  di  x1  sono  tutti  nulli,  nell'ipotesi  che  la  distribuzione  del  magne- 
tismo sia  simmetrica  nelle  due  metà  delle  calamite;  e  chiamando  M  il 
momento  magnetico  della  sbarra  deflettente,  M'  quello  dell'ago  libero,  si 
ha  fxdm  =  Mì    faf  dm'  =  M.'.  Perciò  resta  la  forinola  assai  semplice: 

P  =  -AMM.  Hi 

(')  Lamont.  tlandbuch  da  Erdmagnelismus,  Berlino    1849],  p;;sr.  23. 


—  012    — 

«  Avendo  noi  annesso  il  segno  +  all'espressione  della  forza  elementare 
longitudinale  che  agiva  nel  senso  sn,  il  segno  —  del  valore  della  forza  ri- 
sultante 1?  ci  indica  che  questa  forza  risultante  agisce  nel  senso  contrario  ns, 
cioè  nella  direzione  del  polo  dell'ago  che  è  omonimo  col  polo  più  vicino  della 
sbarra.  E  difatti  colla  disposizione  da  noi  scelta,  l'ago  deve  tendere  ad  allon- 
tanare il  suo  polo  Sud  e  avvicinare  il  suo  polo  Nord  al  polo  Sud  della  sbarra. 

«  Nell'espressione  della  forza  F  entra  la  potenza  quarta  della  distanza  R 
al  denominatore;  quindi  questa  forza  sarà  molto  piccola,  se  la  distanza  R 
si  prende  alquanto  grande  relativamente  alle  dimensioni  dei  due  magneti. 

3.  «  Ora,  come  già  si  è  detto,  questa  forza  longitudinale  fa  deviare  il 
filo  di  sospensione  dell'ago  dalla  verticale,  fintantoché  il  peso  P  dell'intero 
sistema  sospeso  al  filo  e  la  forza  P  applicata  all'ago  si  facciano  equilibrio. 

«  Se  chiamiamo  a  quel  piccolo  angolo  di  cui  devia  il  filo,  le  compo- 
nenti normali  al  filo  di  sospensione  della  forza  F  e  del  peso  P  sono  rispet- 
tivamente Fcosa  e  Psen«;  e  pel  fatto  dell'equilibrio  sarà: 

F 

Psen#  =  Fcosa        ossia:  tg«— — -. 

«  Ma  chiamando  /  la  lunghezza  del  filo  di  sospensione,  e  X  la  distanza 
orizzontale  fra  le  posizioni  occupate  dal  centro  dell'ago  mobile  prima  che 
avvenga  lo  spostamento  e   dopo    avvenuto    lo   spostamento,    abbiamo  anche 

X 

sena  =  —  ;  e  poiché  «  è  un  angolo  piccolo,  possiamo  senza  tema  di  errore 

sensibile  ritenere  il  /  determinato  dalla  relazione  : 

F 

ossia  sostituendo  ad  F  il   suo  valore  assoluto  : 

«  Lo  spostamento  lineare  del  centro  di  sospensione  dell'ago  sarà  adunque 
tanto  maggiore  quanto  più  lungo  sarà  il  filo  di  sospensione ,  quanto  più 
leggero  il  sistema  sospeso,  e  quanto  più  grandi  i  magneti  adoperati. 

4.  «  Noi  adesso  ricercheremo  quale  sia  in  generale  l'errore  che  proviene 
da  uno  spostamento  longitudinale  K  qualunque  dell'ago,  nell'espressione  del  mo- 
mento di  rotazione  che  deve  fare  equilibrio  alla  coppia  magnetica  terrestre. 

«  Siano  NS  il  magnete  fisso  e  ns  l'ago  libero  disposti  normalmente 
fra  loro.  Supponiamo  che  l'asse  del  primo  prolungato  dalla  parte  Sud  incontri 
il  secondo  ad  una  distanza  l  dal  centro,  contata  sulla  metà  Nord  dell'  ago; 
e  seguitiamo  a  ritenere  indicata  con  R  non  già  la  distanza  fra  i  centri  delle 
due  calamite,  ma  la  distanza  fra  il  centro  del  magnete  deflettente  e  la  di- 
rezione dell'ago  mobile,  che  è  precisamente  quella  distanza  la  quale  si 
legge  sulle  braccia  graduate  del  teodolite  magnetico  di  Lamont  nell'espe- 
rienza delle  deflessioni. 


—  613  — 

«  Considerando  la  componente  normale  all'ago  della  repulsione  che  si 
esercita  fra  due  elementi  E,  e,  presi  sulle  metà  Nord  alle  distanze  x  e  ■•' 
dai  centri  dei  due  magneti,  ed  in  cui  risiedano  le  quantità  di  magnetismo  dm, 
dm,'  si  ha  per  espressione  della  detta  componente: 

dmdm'  (R-hcc) 

«  Il  momento  elementare  di  rotazione  dovuto  agli  elementi  dm,  dm 
si  avrà  moltiplicando  1'  espressione  precedente  per  a/;  ed  il  momento  totale 
ili  rotazione  dell'ago  sarà  dato  dall'integrale: 

dm  din  (R  — ./)./  ' 


_  //        dm  dm  (R-f- x)  X 
'■    r(RH-a?)4H-(«'  — X)8"|l 


«  Ora  noi  possiamo  scrivere  : 
CR-hJ^x  se'  /     ,    ■v\/l      2Rx-Hc*-hx'*-h\ì—2l.r'\-* 

[~(R +  Xf  +  (a/  _  ift  "  R2  \        R  '\  R2  / 

=  i  -  è"*  ~  l(Ty3-*v  -W+jj-Va/)  + 

+ -^i  a;^3  —  i-  a;3  a/  +  )  *  «a/  —  25Uca/4  )  . 

«  Pertanto  integrando  colle  norme  precedenti,  cioè  ritenendo  che  gli 
integrali  fdm,  fdm  e  quelli  contenenti  potenze  pari  di  x  o  di  x'  siano 
nulli,  avremo  : 

Q=— |i  MM'— ^  fi  r:i  .-,-'  dm  d  m'  +  4  //  <»a/3  dm  dm  + |B  X2  MM' 

=-(lMM'+|-èxw) 

nrlla  quale  ultima  per  brevità  si  è  posto  : 

4  /  /  a;3  «?'  dm  dm'  —  Gli  .r.r':1  dm  dm'  —  a  . 

«  Il  segno  —  del  valore  di  Q  sta  semplicemente  ad  indicare  che  il 
senso  della  rotazione  è  quello  per  cui  al  polo  più  vicino  della  sbarra  tende 
ad  avvicinarsi  il  polo  eteronimo  dell'ago.  Quindi  astraendo  dal  segno  po- 
tremo semplicemente  scrivere: 

Q  =  |MM'  +  ^-^r-MM'.  (3) 

«  Se  si  confronta  questa  espressione  con  quella  che  si  avrebbe  nel  caso 
in  cui  1'  asse  prolungato  del  magnete  deflettente  passasse  precisamente  pel 
entro  dell'ago,  si  vede  che  l'unica  differenza  sta  nell'esservi  un  termine  di 

più: — r-r  /.'2MM',  nel  denominatore   del    quale   trovasi  la  quinta  potenza 

XV 

di  R.  No  consegue  che  in  generale  un  piccolo  errore  di  eccentricità  /  dell'ago 


—  (314  — 

non  potrà  portare  un  grave  errore  nel  valore  del   momento  di   rotazione  ,  e 
quindi  nella  misura  della  componente  orizzontale  del  magnetismo. 

«  Inoltre  poiché  la  distanza  X  entra  in  quel  termine  al  quadrato ,  ne 
viene  che  qualunque  sia  il  senso  di  questa  lunghezza,  vale  a  dire  sia  essa 
positiva  o  negativa,  cioè  contata  dal  centro  verso  il  polo  Nord  o  verso  il 
polo  Sud  dell'ago,  l'errore  prodotto  in  Q  è  sempre  lo  stesso  e  dello  stesso 
segno.  Se  ne  deduce  che  tale  errore  non  può  essere  compensato  uè  traspor- 
tando il  magnete  deflettente  dall'altra  parte  dell'ago  ns,  ne  rovesciando  i 
poli  del  magnete,  ossia  esso  non  viene  eliminato  nel  medio  delle  quattro 
deviazioni  che  si  usano  produrre  nella  pratica  delle  deflessioni. 

5.  «  Se  ora  nella  formola  (3)  invece  di  1  poniamo  il  valore  (2)  prece- 
dentemente trovato  per  lo  spostamento  prodotto  dalla  forza  longitudinale  P 
sull'ago,  otteniamo  pel  momento  di  rotazione  : 

H~  R3  fl     +E'       R13      P2        '  l 

dove  abbiamo  per  termine  di  correzione  la  quantità: 

e_54(MM? 

-  —  R13       p*  \°ì 

coll'R  alla  13a  potenza  nel  denominatore. 

«  Qui  però  è  d'uopo  avvertire  che  in  causa  appunto  dello  spostamento  X 
che  avviene  dell'ago  soggetto  al  magnete  deflettente,  si  potrebbe  credere  che 
la  forza  longitudinale  F  non  fosse  più  precisamente  espressa  dalla  formola 
così  semplice  (1)  ;  ma  è  facile  verificare  che  l' influenza  di  tale  sposta- 
mento /  non  si  fa  sentire  nel  valore  di  P  che  nei  termini   che   verrebbero 

dopo  la  quinta   potenza  di  -^.  Quindi   possiamo    ancor    sempre    ritenere  la 

forza  F  espressa  sensibilmente  dalla  formola  (1);  ed  i  risultati  precedente- 
mente ottenuti  non  hanno  punto  da  essere  modificati. 

6.  «  Ciò  posto  ,  la  coppia  magnetica  terrestre  che  nel  metodo  delle 
deflessioni  di  Lamont  fa  equilibrio  al  momento  di  rotazione  dell'ago,  quando 
la  deviazione  dal  meridiano  magnetico  è  (p,  è  espressa  da  M'X  seny,  dove  M'  è 
il  momento  magnetico  dell'ago,  e  X  è  l' intensità  della  componente  orizzon- 
tale del  magnetismo  terrestre.  Quindi  posto  per  semplicità  : 

a 


jyr/  —  8i 


la  (4)  si  potrà  anche  scrivere  così  : 

Xsen?  =  R3M(1-^«)  +  é- 

«  Se  poi  corrispondentemente  ad  un'altra  distanza  Ri  della  sbarra,  si 
leggerà  la  deviazione  g>j ,  avremo  : 

XseD?1=R?M(1-R7"«)  +  R?- 


—  (il.-,  — 


«  Dalle  due  equazioni  eliminando  la  costante  q,  otteniamo  il  rapporto: 
X__9_      Bi«-B»  j         (R,2  +  R2)(V  +  R<)    ) 

M       "Vsen?,  —  R5sen?r^'  R,8RS  "  )  ' 

e  poiché  col  far  oscillare  la  calamita  deviatrice  viene  determinato    il  valore 

della  quantità  MX  — ^— ,  dove  t  è  la  durata  d'oscillazione  e  K  il  momento 

t" 

d'inerzia  della  sbarra,  avremo  per  l'intensità  della  componente  orizzontale: 

v-    "  l/^T      Ri9--^^  ii   |     l(Ri'-4-B»)(Rt«  +  B«)    ) 

t    X       B^seny,  —  E5sen?r        2  B,8R8  .  n  \  ' 

dalla  quale  si  scorge  che  in  ultima  analisi  1' errore  commesso  nella  misura 
della  componente  orizzontale  per  aver  trascurato  lo  spostamento  dell'ago 
dovuto  alla  forza  longitudinale,  può  essere  corretto  moltiplicando  il  valore 
di  X  ottenuto  colle  deflessioni  e  colle  oscillazioni  per: 

1  (Bi'+B')(B|*+B')_ 
1+2 VR1 "'  <7) 

dove  ia  quantità  r,  può  riguardarsi  come  nota,  perchè  noi  possiamo  sempre 

mediante  prove  preliminari  procurarci  dei  valori  anche  solo  approssimati  dei 

momenti  magnetici  M  e  M',  e  poi  servirci  di  questi  valori  per  calcolare   un  rt 

da  introdursi  con  sufficiente  esattezza  nel  fattore  di  correzione. 

„        _  .    ,     1   (B,*-hB*)  (R,4  +  R'')     ,,,.,.  • 

«  11  coefficiente  —  • .,  '  ' del  termine   di    correzione  e 

2  RtsRs 

dulia  dimensione  —  10  rispetto  alla  distanza  della  sbarra  dall'  ago  ;  donde 
si  può  già  a  priori  concliiudere  che  tale  termine  di  correzione  è  trascura- 
bile, a  meno  che  il  filo  di  sospensione  non  abbia  una  lunghezza  l  eccessi- 
vamente grande  ed  i  momenti  magnetici  M  e  M'  siano  slraordinaiiamente 
forti.  Siccome  però  negli  ordinari  teodoliti  magnetici  le  calamite  hanno  pic- 
cole dimensioni,  ed  il  filo  di  sospensione  non  supera  i  40  o  50  cm.  di 
lunghezza,  e  siccome  d'altra  parte  coi  mezzi  attualmente  in  uso  non  si  può 
avere  l'intensità  della  componente  orizzontale  con  un'approssimazione  mag- 
giore  di  0,0001  del  suo  valore  .  così  per  quelle  lunghezze  ed  anche  per 
lunghezze  molto  maggiori  del  filo  di  sospensione  non  è  da  temersi  nella 
pratica  delle  deflessioni  col  metodo  di  Lamont  alcun  errore  sensibile  pel  fatto 
della  deviazione  del  detto  filo  dalla  verticale.  Ciò  peraltro  verrà  messo  in 
maggior  luce  da  alcuni  dati  sperimentali  e  calcoli  numerici  che  riporterò  in 
un'  altra  mia    prossima  Nota. 

7.  «  Uu  altro  metodo  che  più  raramente  si  usa  nell*  esperienza  delle 
deflessioni,  è  quello  detto  di  Sud-Nord  in  cui  il  magnete  deflettente  NSsi 
dispone  normale  alla  lunghezza  dell'ago  ns  in  modo  che  l'asse  di  quest'ago 
prolungato  passi   pel  punto   di  mezzo  della  sbarra. 

«  Allora  noi  abbiamo  perfetta  simmetria  rispetto  all'asse  ns  dell'ago 
libero;  e  sia  con  una  semplice  costruzione  grafica,  sia  ricercando  come  prima, 
l'espressione  analitica    della   componente    della  ripulsione    diretta  nel  senso 


—  GÌ  6  — 

della  lunghezza  dell'ago,  è  facile  persuadersi  che  due  elementi  qualunque 
della  sbarra  simmetricamente  posti  rispetto  al  centro  di  questa,  esercitano 
su  di  un  medesimo  elemento  dell'ago  azioni  longitudinali  che  sono  eguali 
ed  opposte.  Pertanto  in  questo  caso  non  può  più  aver  luogo  lo  spostamento 
longitudinale  che  avevamo   prima  nel  metodo  detto  di  Est-Ovest. 

8.  «  Sarebbe  poi  facile  dimostrare  che  nel  metodo  di  Gauss ,  in  cui 
il  magnete  deflettente  viene  mantenuto  sempre  normale  al  meridiano  ma- 
gnetico ,  avviene  pure  uno  spostamento  longitudinale  dell'ago.  L'espressione 
dell'errore  verrebbe  in  tal  caso  alquanto  più  complicata,  e  sarebbe  fun- 
zione dell'angolo  di  deflessione;  però  non  occorre  che  di  esso  ci  occupiamo 
in  particolare,  giacche  il  suo  valore  risulta  essere  del  medesimo  ordino  di 
grandezza  dell'errore  commesso  nel  metodo  di  Lamont,  che  è  il  più  comune- 
mente adoperato  nelle  misure  ». 

Fisica.  —  Variazioni  che  sono  prodotte  sul  valore  del  momento 
d1  inerzia  di  un  corpo  dall'  irregolare  distribuzione  della  materia 
in  esso.  Nota  II,  del  dott.  A.  Morghen,  presentata  dal  Socio  Blaserna.' 

«  A  compimento  del  mio  studio  sulle  correzioni  da  applicarsi  al  va- 
lore dei  momenti  d' inerzia  dei  corpi,  dovute  alla  ineguale  distribuzione 
della  materia  in  essi,  e  del  quale  furono  pubblicati  i  risultati  in  una  Nota 
inserita  nei  Rendiconti  delle  sedute  della  r.  Accademia  dei  Lincei  ('), 
espongo  ora  le  conseguenze  alle  quali  sono  arrivato  prendendo  in  esame  una 
sbarra  cilindrica. 

«Anche  in  questo  caso,  partendo  da  considerazioni  analoghe  a  quelle  l'atte 
per  l'anello,  il  problema  può  essere  trattato  con  sufficiente  generalità  per 
diverso  distribuzioni  della  materia  nelle  sbarre. 

«  Si  consideri  pertanto  una  retta  di  lunghezza  l  nella  quale  la  densità 
varii  da  punto  a  punto  proporzionalmente  alla  distanza  da  un  estremo. 
Allora  prendendo  per  asse  x  la  retta  stessa  e  per  origine  uno  degli  estremi, 
la  densità  in  un  punto  distante  di  x  dall'origine  si  potrà  esprimere  con 


0+-H 


essendo  \s.  il  valore  della  densità  nell'estremo  preso  per  origine,  e  7  il  rap- 
porto fra  la  variazione  totale  che  subisce  questa  densità  ed  il  suo  valore 
minimo. 

«  La  massa  della  retta  sarà: 


M 


=  ;,.  Ul  +  l^fe  =  ^|l  +  {) 


')  Voi.  I.  1S81-188Ò.  pag.    169. 


—  617  — 


e  il  suo  momento  d'inerzia  rispetto  ad  un  asse  passante  per  l'estremo  preso 
per  origine  e  perpendicolare  alla  retta  è 


A(1+t4'm'=^(t+t) 


(1) 


«  La  distanza  del  centro  di  gravità  della  retta   dal    medesimo  estremo 

è  data  da 

1/ 


4H) 


i+4 


e  quindi  il  momento  d'inerzia  della  retta  attorno  ad  uu  asse  passante  pel  suo 
eentro  di  gravità  e  ad  essa  perpendicolare  sarà 


K,  =  ,'W-g  +X\_M/* 


2 
1- 


_y_ — ■ 

3 

2  — * 


e  siccome 


si  ha 


M 


y.  = 


0"4) 


K,  —  Mi 


—      I    4i  1 
,  12__J2^_72^ 


«  Se  7  =  0,  cioè  se  si  ha  il  caso  della  retta  omogenea,  allora  questo 

momento"  d'inerzia  è 

J_ 

12' 

e  quindi 

K,  -  K0  1  y1 


K„  =  ^M/- 


K„ 


e  il  fattore  di  correzione  è  in  tal  caso 


12 


Hr)' 


1 


«  Se  si  considera  ora  una  retta  nella,  quale  la  densità  cresce  simme- 
tricamente dal  punto  di  mezzo  verso  gli  estremi  nel  rapporto  1:1 -f-y,  il 
suo  momento  d'inerzia  rispetto  ad  un  asse  perpendicolare  alla  retta  e  pas- 
sante pel  punto  di  mezzo  di  essa,  si  otterrà  prendendo  il  doppio  del  secondo 
membro  della    1);  perchè  è  la  stessa   cosa   come   se   si   considerassero  due 

Rendiconti  —  Vol,  I.  81 


—  018  — 

rette  eguali  ciascuna  a  metà  della  data,  e  nelle  quali  la  distribuzione  delle 
densità  fosse  quella  stessa  del  caso  a  cui  si  riferisce  la  (1).  Per  conseguenza 
questo  momento  d'inerzia  è 

ì  +  i 
\6         4/  1  +  i 

ove  però  M  indica  la  metà  della  massa  totale  e  l  la  semilunghezza  della  retta. 
Conservando  ad  M  e  ad  HI  loro  significato,  si  ha 

!  +  ■*- 

-,       Mi"  3^4 

e  quindi,  come  nel  caso  precedente,  essendo  K'o^^nr-, 

K'1-g0_  y 

K'o       " 

e  il  fattore  di  correzione  è 


<-D 


4    1+ì 
2 

«  Se  analogamente  a  quanto  si  è  fatto  per  l'anello,  si  considera  la 
retta  come  formata  di  tanti  segmenti  in  ciascuno  dei  quali  la  densità  varia 
colla  stessa  legge  da  un  estremo  all'altro  del  segmento  medesimo,  allora  è 
evidente  che  questo  caso  si  avvicina  tanto  più  a  quello  della  distribuzione 
uniforme  quanto  più  grande  è  il  numero  dei  segmenti  ;  ma  il  fattore  di  corre- 
zione non  sarà  l'unità  altro  che  quando  il  numero  di  tali  segmenti  sia  infinito. 

«  Facendo  qui  un  confronto  fra  i  valori  del  fattore  di  correzione  tro- 
vati nel  caso  dell'anello  circolare  di  sezione  infinitesima  e  quelli  trovati  nel 
caso  della  retta,  è  notevole  il  fatto  che  quando  la  densità  varia  nell'un  caso 
e  nell'altro  in  modo  che  i  suoi  valori,  a  partire  da  un  certo,  si  ripetono 
periodicamente,  allora  è  soltanto  la  seconda  potenza  di  y  che  questi  fattori 
contengono  ;  mentre  invece  se  la  densità  varia  simmetricamente  rispetto  ad 
un  punto  della  massa,  allora  per  la  retta  si  ha  nel  fattore  di  correzione  la 
prima  potenza  di  y,  per  l'auello  la  seconda  soltanto.  Se  poi  si  hanno  due  o 
più  parti,  sì  per  l'anello,  come  per  la  retta,  in  ciascuna  delle  quali  l'anda- 
mento della  densità  è  il  medesimo,  per  l'anello,  come  ho  già  mostrato 
nella  prima  Nota,  il  fattore  di  correzione  è  l'unità;  per, la  retta  invece  non 
ha  questo  valore  altro  che  quando  il   numero   delle    sue   parti   sia  infinito. 

«  Tutte  le  considerazioni  fatte  fin  qui  s'intende  che  possouo  estendersi 
a  sbarre  cilindriche  e  ad  anelli  circolari  di  dimensioni  finite;  e  quindi  si 
può  concludere  che  l'uso  degli  anelli,  a  parità  di  altre  circostanze,  olire  un 
deciso  vantaggio,  il  quale  deriva  da  una  compensazione   elio   dipende   dalla 


—  619  — 

distribuzione  delle  sue  parti  per  rispetto  all'asse  di  sospensione,  e  che  non  ha 
luogo  affatto  per  la  sbarra. 

«Per  trovare  delle  espressioni  applicabili  ai  casi  pratici  conviene,  come 

per  l'anello,  prendere  in  esame  delle  sbarre  cilindriche  di  dimensioni 
tiuite,  e  supporlo  decomponibili  in  parti  omogenee,  sebbene  diverse  le  une 
dalle  altre. 

«  Per  una  sbarra  cilindrica  di  lunghezza  21,  avente  una  sezione  retta 
di  raggio  r  e  una  densità  uniforme  p.,  il  momento  d'inerzia  rispetto  ad  un 
asse  passante  pel  suo  centro  di  gravità,  che  è  anche  il  centro  di  figura,  e  di- 
retto normalmente  all'asse  geometrico  della  sbarra  è: 

K  =  2  W|  •+-£).  I2) 

«Se  poi  si  prende  a  considerare  una  sbarra  di  dimensioni  eguali  a 
questa  prima,  ma  di  densità  diversa,  il  suo  momento  d'inerzia  preso  come 
è  detto  di  sopra,  potrà  riguardarsi  come  la  sovrapposizione  .li  due  momenti 
d'inerzia,  uno  dovuto  ad  una  sbarra  del  tutto  identica  alla  prima,  e  l'altro 
ad  una  seconda  sbarra  delle  stesse  dimensioni,  ma  con  una  densità  eguale 
all'eccesso  di  quella  della  sbarra  primitiva  su  quella  della  seconda. 

«  Allora  se  si  suppone  una  3barra  cilindrica  non  omogenea  come  costi- 
tuita da  un  numero  qualunque  di  parti,  che  si  otterrebbero  tagliandola  con 
dei  piani  perpendicolari  al  suo  asse  geometrico,  ciascuna  delle  quali  sia 
omogenea,  ma  di  densità  diversa  l'ima  dall'altra,  a  queste  singole  [parti 
potrà  applicarsi  quel  che  è   stato   detto    finora.    Assumendo   per   semplicità 

,    l 
eguale  a2«  il  numero  di  queste  parti,  la  lunghezza  di  una  di  esse  sarà  -  ; 

e  indicando  con  71,  7» ...  .  72,,  gli  eccessi  della  densità  media  della  sbarra 
sulla  densità  di  ciascuna  delle  sue  2n  parti,  il  momento  d' inerzia  di  essa 
rispetto  ad  un  asse  passante  pel  suo  centro  di  figura  e  perpendicolare  al 
suo  asse  geometrico  sarà  : 

P  r' \2nnH-yi -(-}'«  + 


K'=2nrH 


/      T-  r*  \2n,j. 


-Yìn 


-y<i»-i))-r--. 


K'=2-rV 


3(2n)« 
r..+/i_(2n-l)^y(2/*+y,+r<**i))J 

i  -f-  .  .  .  -f-  72,,  =  0  :  quindi 

^+'i+è[Ì(2»-l)'-*»|P«-l)])  + 

t;£(n+».)(^-i)+(/«-«.-.)(^-3)+--+(>'-+>'.-i)(^=S 


ma  71  H-  7 


< 


e  finalmente: 


*^(f^[f^^(M+"+<^(^-^>)]] 


« 


—  620  — 

Si  tratta  ora  di  trovare  il  momento  d' inerzia  della  sbarra  rispetto 
ad  un  asse  passante  pel  suo  centro  di  gravità,  e  parallelo  a  quello  finora 
considerato. 

«  Come  nel  caso  dell'  anello  è  necessario  qui  di  trovare  la  distanza  di 
questi  due  assi.  A  tale  scopo  si  determinano  le  coordinate  del  centro  di 
gravità  della  sbarra  rispetto  ad  un  sistema  piano  di  assi  ortogonali  col- 
l'origine  nel  centro  geometrico  di  essa,  e  coll'asse  x  coincidente  col  suo  asse 
geometrico.  Evidentemente,  per  il  modo  con  cui  sono  distribuite  le  densità 
nella  sbarra,  su  questo  asse  medesimo  giace  il  centro  di  gravità  di  essa  ;  e 
allora  la  x  di  questo  punto  è  la  distanza  cercata. 

«  Mantenendo  a  tutti  i  simboli  il  significato  loro  attribuito  finora,  e 
indicando  con  p.u  p» .  . .  y2„  le  densità  delle  singole  parti  della  sbarra,  il 
momento  statico  di  questo  rispetto  all'asse  y  è: 


ni 
n 


e  la  distanza  cercata 
_{(Mi-M,)(l-f„)  +  (»,,-,-M»)(l-|;)  +  ...+fr.-,-u,)(1-«-g|=ì-)] 

«  Ora  il  numeratore  di  questa  espressione  non  cambia  se  ai  n  sosti- 
tuiamo  i   corrispondenti  y ,  e  il   denominatore   è   2np.\   e   perciò    si    può 

scrivere  : 

[(yi--y,)(i-^)+(^,-y,)(i-^)  +  ...H-(^1-y.)(i-g^l)] 

2fi[x 

«  Allora  il  momento  d'inerzia  cercato  indicandolo  con  K'0  sarà  dato  da 
K'C  =  K'—  2nrH[ixt. 

«  Sostituendo  e  ponendo  nel  secondo  membro  in  evidenza  il  fattore  di 
correzione  che  deve  applicarsi  al  valore  del  momento  d'inerzia  nelle  condi- 
zioni della  formula  (2)  quando  le  condizioni  sieno  quelle  della  pratica,  cioè 
non  omogeneità  della  sbarra,  e  quindi  asse  di  sospensione  non  coincidente 
coll'asse  passante  pel  centro  geometrico,  si  ba: 

g'°g(1-»V(ff^[-ÌT*+SB]) 


l 

x  = 


ove 


A  =  (y„-t.iH-y„-Jj+..+y4„)  —  (yiH-y4+..+yB)_ 

— 2^1/s.  —  Yi)  +9  [ttn-i—n)  + ...  -+-  (2n-l)  (/„„!—  y„)] 

B  =  (yi+Yu)  (4n— 1)  -+-  (y8+y«a_i)  (12n— 9)  4-  ... 
...  +  (y„+y„^i)Mn(2n— 1)  — (2n— 1)JV 

«  Anche    pel    caso   della    sbarra    cilindrica    ho   fatte   delle    esperienze 


—  621  — 
allo  scopo  di  conoscere  quale  sia  il   valore   del   fattore   di   correzione  nella 
pratica. 

«  Le  sbarre  che  mi  hanno  servito  sono  state  due,  una  di  ottone  e  una 
di  rame  ;  ambedue  della  lunghezza  di  circa  90mm  e  del  diametro  di  circa  9m"'. 
Ciascuna  di  tali  sbarre  ho  divisa  in  sei  parti  eguali,  e  di  queste  ho  deter- 
minate le  densità  che  sono  risultate,  indicandole  con  u.\,  u.i . .  .  u.fr  per  la 
sbarra  di  ottone: 
•^=8,44820  ^=8,45593  u3=8,441 72 /X;=8,45897j*5=8,44085luG=8,442-2:3 

e  per  la  sbarra  di  rame: 
u,=8,94037  ^=8,94329  ^=8,93695  (7.5=8,93287^—8,93257  ^«=8,93881. 

«  Con  questi  valori  l'ultima  forinola,  facendovi  n  =  3,  dà  come  espres- 
sione  del  fattore  di  correzione  per  la  prima  sbarra  : 

1  —  0,0000235 
e  per  la  seconda  : 

1  —  0,00021S. 
«  Come  si  scorge  da  questi  risultati,  sebbene  le  differenze  fra  le  densità 
delle  diverse  parli  sieno  molto  piccole,  pure  l'influenza  che  esse   esercitano 
sui  valori  dei  momenti  d'inerzia  è  grande  assai,  ed  anzi  maggiore  di  molto 
di  quella  che  differenze  molto  più  grandi  portano  nell'anello  ». 

Fisica.  —  Sui  calori  specifici  e  di  fusione  di  sostanze  non 
metalliche.    Nota  di  A.  Battelli  e    M.  Martinetti,    presentata    dal 

Socio  Blaserna. 

«In  conseguenza  dei  fatti  studiati  da  noi  nella  fusione  dei  miscugli  di 
sostanze  non  metalliche  (fatti  che  hanno  grande  analogia  con  quanto  succede 
nella  fusione  delle  leghe  metalliche)  ci  parve  che  non  sarebbe  stato  inutile 
di  cercare,  se  questi  miscugli  si  comportassero  quanto  ai  calori  specifici  e 
ai  calori  di  fusione,  conformemente  a  ciò  che  si  riscontra  nelle  stesse 
leghe  metalliche.  Il  metodo  usato  per  queste  determinazioni  è  il  primo  dei 
due  metodi  adoperati  da  uno  di  noi  (')  nella  ricerca  dei  calori  specifici  e 
di  fusione  delle  sostanze  di  cui  sono  composti  i  nostri  miscugli  ;  cioè,  il 
metodo  del  riscaldamento.  Colla  sola  differenza  che  il  tubo  entro  cui  si  fa- 
cevano riscaldare  le  sostanze,  venne  in  queste  esperienze  ricoperto  di  sta- 
gnola, perchè  le  sostanze  si  riscaldassero  più  lentamente.  Per  eseguire  i  calcoli 
abbiamo  pure  usato  l'identico  procedimento. 

«  Nelle  seguenti  tabelle  daremo  per  ciascun  miscuglio  il  calore  specifico 
medio  allo  stato  solido,  fino  a  una  certa  distanza  dal  punto  in  che  comincia 
a  manifestarsi  lo  stato  pastoso,  e  il  calore  specifico  medio  allo  stato  liquido; 
ponendoli  in  confronto  con   i  valori  che  si  ottengono  dal   calcolo,  mediante 

(')  Atti  dell'Istituto  veneto  di  se.  lett.  ed  arti.  Luglio-agosto    1885 


la  forinola  e1 


_PlCi-hptCì 


—  022  — 


,  essendo  C\  e  c2  i  calori  specifici  delle  due  so- 


pì-H  Pi 
stanze,  ep)  e  v*  i  pesi  secondo  cui  entrano  nel  miscuglio. 

«  Quanto  ai  calori  di  fusione,  abbiamo  preso  per  essi  tutto  il  calore  ne~ 
cessario  al  mutamento  di  stato,  dal  principio  del  primo  rallentamento  nella 
temperatura  sino  alla  fine  del  secondo;  e  ne  poniamo  i  risultati  a  confronto 

con  quelli  risultanti   dal  calcolo  della  forinola:  yl  =  ^-ìl P±jt  essencio 

Pl-hpì 

71  e  72  i  calori  di  fusione  delle  due  sostanze  componenti  il  miscuglio. 

«  Abbiamo  anche  tentato  di  separare  il  calore  dovuto  al  primo  rallenta- 
mento della  temperatura  da  quello  dovuto  al  secondo  rallentamento  :  ossia, 
secondo  ciò  che  abbiamo  cercato  di  dimostrare  in  una  Nota  precedente  ('), 
il  vero  calore  di  fusione  dà  calore  di  soluzione,  ma  non  abbiamo  potuto 
ottenere  risultati  da  potervisi  fidare,  perchè  non  era  ben  spiccato  il  punto  in 
cui  finiva  la  solidificazione  e  cominciava  la  soluzione,  anzi  per  alcuni  miscugli 
era  affatto  impercettibile. 

«  I  valori  registrati  nelle  tabelle  sono  la  media  di  quelli  risultanti  da 
quattro  determinazioni. 

«  Abbiamo  fatte  sempre  le  proporzioni  in  pesi  e  non  in  molecole,  per- 
chè era  incerta  la  composizione  molecolare  di  alcune  delle  sostanze  che  ri 
hanno  servito  a  formare  i  miscugli. 


Miscugli  di  naftalina  e  paraffina. 


«Indichiamo  e  e  e'  rispettivamente  i  calori  specifici  osservati  e  calcolati 
allo  stato  solido: 


Miscuglio 

Proporzioni  in  peso 

e 

e' 

Naftalina 

Paraffina 

— 

1 

0 

0,321 

— 

1 

1 

0,25 

0,380 

0,366 

2 

1 

0,5 

0,402 

0,406 

3 

1 

1 

0,450 

0,446 

4 

] 

2 

0,501 

0,491 

5 

1 

3 

0,510 

0,512 

G 

1 

4 

0,530 

0,525 

7 

1 

6 

0,540 

0,539 

8 

1 

8 

0,566 

0,547 

— 

0 

1 

0,576 

— 

(')  Sulla  fusione  dei  miscugli  ecc.  Atti  dell'Acc.  delle  se.  di  Torino,  V,  XX  (1885). 


623  — 


«  Come  si  vede  i  valori  calcolati  sono  sullicieuteinente  concordanti  con 
quelli  dati  dall'esperienza. 

«  Indichiamo  poi  con  e  e  y  i  valori  del  calore  specifico  allo  stato  liquido 
e  del  calore  di  fusione  osservati;  e  é  e  /  i  rispettivi  valori  calcolati  : 


rroporzioi 

li  in  peso 

C 

C 

y 

/ 

Naftalina 

Paraffina 

1 

0 

0,404 

— 

35,50 

— 

1 

0,25 

0,4G0 

0,464 

29,70 

35,42 

1 

0,5 

0,490 

0,504 

29,00 

35,33 

1 

1 

0,550 

0,554 

27,40 

35,30 

1 

2 

0,618 

0,605 

27,00 

35,23 

1 

3 

0,022 

0,630 

28,10 

35,20 

1 

4 

0,632 

0,645 

28,90 

35,18 

1 

6 

0,05(5 

0,662 

29,30 

35,16 

1 

8 

0,670 

0,671 

30,00 

35,1 1 

0 

1 

0,705 

— 

35,10 



«  Qui  i  calori  specifici  allo  stato  liquido  sono  osservati  abbastanza  con- 
cordanti  con  quelli  dati  dal  calcolo,  ma  invece  i  calori  di  fusione  osservati 
sono  molto  minori  di  quelli  risultanti  dal  calcolo  non  solo,  ma  pure  minori 
di  ciascuno  di  quelli  delle  sostanze  componenti. 


Miscugli  di  dì fenili ' mina  e  nitronaf ialina. 


Miscugli 

Proporzioi 

li  in  peso 
Difenilamina 

e 

e' 

Nitronaftalina 

1 

0 

0,268 

— 

1 

1 

0,10 

0,218 

0,275 

2 

1 

0,50 

0,282 

0,293 

3 

1 

1 

0,300 

0,305 

4 

1 

2 

0,320 

0,318 

5 

1 

4 

0,332 

0,328 

6 

1 

10 

0,341 

0,336 

0 

1 

0,343 

— 

—  024  — 

«  Anelli;  pei-  questi  miscugli  fra  i  calori  specifici  allo  stato  solido  osser- 
vati e  calcolati  v'è  una  concordanza  sufficiente. 


Pioporzioni  in  peso 

c 

C 

Y 

/ 

Nitronaftalina   Diffenilamina 

0 

0,315 



25,32 



0,10 

0,378 

0,384 

22,90 

24,96 

0,50 

0,400 

0,407 

22,00 

23,64 

1 

0,410 

0,423 

21,00 

23,31 

2 

0,432 

0,443 

21,40 

22,64 

4 

0,450 

0,452 

21,46 

22,50 

10 

0,458 

0,463 

21,50 

21,66 

0 

1 

0,472 

— 

21,30 

— 

«  Qui  i  valori  dati  dall'esperienza  non  mostrano  lo  stesso  andamento  di 
quelli  dati  dal  calcolo,  ma  le  differenze  si  possono  spiegare  cogli  errori 
sperimentali. 


Proporzioni  in  peso 

C 

c 

y 

r' 

Naftalina        Naftilamina 

1 

0 

0,404 

— 

35,50 



1 

0,125 

0,405 

0,404 1 

29,10 

33,74 

1 

1 

0.416 

0,405 

20,20 

27,60 

1 

2 

0,404 

0,4053 

19,00 

24,96 

1 

3 

0,407 

0,4055 

19,00 

23.60 

1 

4 

0,407 

0,4056 

19,20 

22,86 

1 

8 

0,410 

0,4058 

19,20 

21,45 

1 

16 

0,408 

0,4059 

18,50 

20,63 

0 

1 

0,406 

— 

19,70 

— 

«  Anche  i  calori  specifici  dati  dall'  esperienza  allo  stato  liquido  per 
questi  miscugli  non  concordano  con  quelli  del  calcolo,  ma  ciò  sembrami  do- 
versi attribuire  alla  piccola  differenza  che  esiste  fra  i  valori  appartenenti 
alle  due  sostanze,  differenza  che  è  più  piccola  degli  errori  che  si  possono 
commettere  nelle  presenti  ricerche. 


Miscugli  di  canfora   monobromata    e   stearina. 

•  ('olio  stesso  apparecchio  abbiamo  determinati  i  calori  specifici  e  <li  fu- 
sione della  canfora  monobromata  e  della  stearina. 


Miscugli 

Proporzioni  in  peso 

C 

'■' 

Canfora 
monobromata 

Stearina 

■ 

1 
2 
3 

1 

5 

6 

1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 
0 

0 
0,125 
0,25 

o,5n 
1 
2 

4 
12 

1 

0,304 
0,312 
0,340 
0,390 

0,408 
0,490 
0,492 
0,506 
0,541 

0,330 

0,351 
0,383 
0,422 
0,462 
0,494 
0,523 

Proporzioni  in  peso 

c 

C 

V 

■/ 

Canfora 
monobromata 

Stearina 

1 

1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 
0 

0 
0.125 

o.2r» 
0,50 

1 

2 

4 

12 

1 

0,392 
0,420 
0,430 
0,436 
0,498 
0,540 
0,594 
0,620 
0,640 

0.41H 
0,442 
0.175 
0.516 
0,557 
0,590 
0,613 

41,60 

33,80 
33,40 
31,02 
28,06 

28,40 
28,50 
28.00 
29,85 

40,29 
39,25 

38,75 
35,72 
:t:!,77 
32,20 

30.75 

«  Sembra  che  per  (mesti  miscugli  i  calori  specifici  allo  stato  liquido 
osservati  si  mantengano  un  poco  inferiori  a  quelli  che  risultano  dal  calcolo. 

•<  I  valori  dei  calori  di  fusione  ottenuti  coll'esperienza  sono  sensibilmente 
inferiori  a  quelli  dati  dal  calcolo,  e  alcuni  anche  inferiori  a  lineili  della 
difeuilamiiui. 


Rendiconti  —  Voi,.  I. 


82 


620  — 


Miscugli  di  paraffina   e  difenilamina. 


: 

Miscuglio 

Proporzio 

ni  in  peso 
Paraffina 

e 

c> 

Difenilamina 



1 

0 

0,268 

— 

1 

1 

0,33 

0,342 

0,345 

2 

1 

1 

0,420 

0,427 

3 

1 

3 

0,499 

0,499 

J 

1 

5 

0,516 

0,524 

5 

1 

6 

0.530 

0,532 

6 

1 

8 

0,540 

0,541 

7 

1 

16 

0,552 

0,558 

_ 

0 

1 

0,576 

— 

«  Qui  abbiamo    molta    concordanza  fra  i  risultati  del   calcolo  e  quelli 
dell'esperienza. 


Proporzioni  in  peso 

c 

C 

y 

/ 

Difenilamina 

Paraffina 

1 

0 

0,375 



25,32 



1 

0,33 

0,448 

0,457 

24.90 

27,74 

1 

1 

0,548 

0,540 

23,10 

30,21 

1 

3 

0,610 

0,622 

26,40 

32,40 

1 

5 

0,630 

0.650 

26,95 

33,60 

1 

6 

0,650 

0,657 

27,48 

33,70 

1 

8 

0,662 

0,668 

29,00 

34,01 

1 

16 

0,676 

0,684 

32,10 

34.52 

0 

1 

0,705 

— ■ 

35,10 

i 

«  Per  i  calori  specifici  allo  stato  liquido  abbiamo  sufficiente  concor- 
danza fra  i  risultanti  dell'esperienza  e  del  calcolo.  Ma  per  i  calori  di  fu- 
sione i  valori  ottenuti  coll'esperienza  sono  molto  inferiori  di  quelli  dati  dal 
calcolo  ;  tantoché  sono  tutti  al  disotto  del  calore  di  fusione  della  dife- 
nilamina. 


627  — 


Miscugli  di  naftalina  e  naftilamina. 


Miscugli 

Proporzioni  in  peso 
Naftalina        Naftilamina 

e 

<" 



1 

0 

0,321 

— 

1 

1 

0,125 

0,322 

0,3215 

2 

1 

1 

0,324 

0,3225 

3 

1 

2 

0,322 

0.32:; 

4 

1 

3 

0,326 

0,3232 

5 

1 

I 

0,324 

0.3231 

6 

1 

8 

0,330 

0,323G 

- 

1 

1G 

0,32G 

0,328 

— 

ii 

1 

0,321 

— 

«  Da  queste  esperienze  si  può  dedurre  : 
1°  Che  in  generale  nei  miscugli  binari  di  queste  sostanze  i  calori 
specifici  allo  stato  solido  e  allo  stato  liquido  sono  la  media  di  quelle  delle 
sostanze  che  li  compongono,  come  avviene  per  le  leghe  metalliche  (').  E  se 
alcune  volte  non  abbiamo  sufficiente  concordanza  fra  l'esperienza  e  il  calcolo, 
crediamo  si  possa  attribuire  a  questo  (come  nota  Eegnault  per  le  leghe 
nella  stessa  Memoria)  che  alla  temperatura,  che  si  e  presa  per  limite  su- 
periore nella  determinazione  del  calore  specifico,  o  il  miscuglio  o  la  sostanza 
erano  già  entrate  un  poco  nel  loro  stato  pastoso.  Del  resto  abbiamo  già  no- 
tato sin  da  principio  che  conveniva  prendere  i  valori  del  calore  specifico  a 
temperature  alquanto  distanti  dal  punto  in  cui  comincia  più  spiccatamente 
lo  stato  pastoso:  e  questo  perchè  altrimenti  ottenevamo  risultati  pochissimo 
concordanti  col  calcolo. 

2°  Che  i  calori  di  fusione  dati  dall'esperienza  sono  sempre  infe- 
riori a  quelli  che  si  ottengono  dal  calcolo.  Ciò  che  si  verifica  pure  per  le 
leghe  finora  studiata  (*).  Inoltre  i  calori  di  fusione  di  questi  miscugli  si 
vanno  abbassando  a  partire  da  quello  appartenente  ad  una  delle  sostanze 
componenti,  raggiungono  un  minimo,  e  s'innalzano  poi  di  nuovo  fino  ad 
avvicinarsi  a  quello  dell'altra  sostanza  componente. 

«  Siamo  in  dovere  di  esprimere  la  nostra  gratitudine  al  eh.  prof.  Nac- 
cari,  che  ci  ha  prestali  tutti  i  mezzi  per  eseguire  questo  studio  ». 


(')  Regnault,  Ann.de  Chini,  et  de  Physique.  L.  Ili,  t.  I,  p.  129. 
(:)  Spring,  Ball,  Acad.  roy.de  Belgique .  S.  2%  t.  XXXIX  (1875  .  —  Marzotto,  Atti 
della  R.  Acc.  delle  scienze  di  Torino,  Voi.  XVIII  (1881). 


—  628  — 

Geodesia.  —  Sulle  rappresentazioni  geografiche  conformi.  Nota  IT. 
dell'  ing.  P.  Pizzetti  presentata  dal  Socio  Cremona. 

1  «  In  una  Nota  precedente  mi  sono  occupato  del  problema  di  rap- 
presentare una  superficie  qualsiasi  sopra  un  piano  per  modo  che,  lungo 
ciascuna  delle  linee  di  una  data  famiglia  della  superficie,  il  modulo  della 
rappresentazione  sia  costante,  ed  ho  studiato  due  casi  diversi  nei  quali  la 
soluzione  del  problema  è  possibile. 

«  Per  le  applicazioni  pratiche  della  teoria  delle  rappresentazioni  alla 
geografia  ed  alla  geodesia  presenta  però  maggiore  importanza  il  seguente 
problema,  che  ammette  sempre  soluzione,  cioè:  Kapprescntare  con  una 
proiezione  conforme  una  superficie  sul  piano  per  modo  che  lungo  una  de- 
terminata linea  l  della  superficie  il  modulo  abbia  un  valore  costante  e  de- 
terminato (che  noi  per  semplicità  assumeremo  uguale  all'unità)  e  in  qual- 
sivoglia punto  della  stessa  linea  la  derivata  del  modulo,  rispetto  all'arco  di 
traiettoria  ortogonale  alla  l,  sia  nulla. 

«  Colla  soluzione  di  questo  problema  si  viene  a  determinare  una  rap- 
presentazione conforme,  la  quale  presenterà  la  minima  alterazione  (nel 
senso  che  si  è  dato  a  questa  espressione  nell'art.  5  della  nota  I)  lungo  la 
linea  l.  Una  tale  rappresentazione  sarà  quindi  adatta  più  d'ogni  altra  (tra 
le  conformi)  per  rappresentare  sul  piano  una  striscia  superficiale  che  si  estenda 
lungo  e  intorno  la  linea  l, 

2  «  Nella  Memoria  intitolata  :  Delle  variabili  complesse  sopra  una 
superficie  qualunque  ('),  il  prof.  Beltrami  ha  dimostrato,  come,  data  una 
linea  qualunque  l  sopra  una  superficie,  si  può  in  generale  determinare  sulla 
superficie  una  infinità  di  sistemi  isotermi,  di  ciascuno  dei  quali  fa  parte  la 
linea  l  medesima.  Per  questo  sia  : 

d»»  =  X«(ip»-f-dgi) 
il  quadrato  dell'  elemento    lineare   della    superficie   in  coordinate  ortogonali 
isoterme  p  e  q.  Si  esprimano  le  coordinate  di  un  punto  qualunque  della  l  in 
funzione  eli  un  parametro  qualsiasi  a;  e  si  abbia: 

U)  ì  q  =  q,(9), 
«  Se  si  scrive  allora  la  relazione: 
(2  )  p  =£  iq  =po{o-±  iq)  =fe  iq„  {?  ±  ip) , 

(intendendo  che  p0  (<y  ±  ip),  #0  (ff  =t  ip)  siano  formate  col  complesso  azìiip 
nello  stesso  modo  come  le  p0  (tr),  qa  (<j)  rispettivamente  sono  formate  per 
mezzo  di  ci),  si  vengono  a  determinare  sulla  superficie  due  sistemi  di 
linee  <j  =  cost,  p  —  cast,  ciascuno   dei  quali  è   isotermo,   e   che  si  tagliano 

(')  Annali  ili   matematica,  tomo  I,  serie  IT. 


—  629  — 

ortogonalmente   tra   loro.  È  chiaro   che  la  linea  data  /  Fa  parte  del  sistema 
p  —  cosi  e  corrisponde  alla  equazione  :  p  =  0. 
«  Se,  per  brevità  si  pone 

rf-(4^)"ì/J"(5-'>)^^V/",^^''0)!=F', 
<n<j-<p)  r {G  - ip)  ~  "/"  ' *  -  ^  i = F'2  ' 

il  quadrato  dell'elemento  lineare  della  superficie  in  coordinate  ?  e  p  prende 

l'espressione  : 

(fc4  =  X*FiF'4(d(724-dpJ), 

che  per  brevità  indicheremo  con 

(3)  dsi  =  Li{d(jì-hdpt), 
dove  L  sarà,  in  generale  una  funzione  di  <r  e  di  p- 

«  Col  variare  il  parametro  <y,  in  funzione  del  quale  si  esprimono  le 
coordinate  dei  punti  della  linea  l,  varia  evidentemente  il  doppio  sistema  iso- 
termo  (u,p).  Se  a,  come  caso  particolare,  esprimesse  la  lunghezza  dell'arco 
della  curva  {a  partire  da  una  origine  arbitraria,  è  facile  vedere  che  L4  diver- 
rebbe uguale  all'unità  in  tutti  i  punti  della  /. 

3  «  Poniamo  d'aver  trovato  uno  qualunque  dei  sistemi  (<t,  p)  definiti 
nell'articolo  precedente,  e  di  aver  quindi  determinata  la  espressione  (3)  del 
quadrato  dell'elemento  lineare.  Riferiamo  i  punti  del  piano  a  un  sistema 
di  coordinate  cartesiane  x  e  y;  il  nostro  problema  sarà  ridotto  a  trovare  una 
relazione  : 

(4)  x±iij  —  f{a±ip) 

tale  che  il  modulo  della  rappresentazione  determinata  dalla  (4)  medesima 
sia  uguale  ad  1  per  a  —  o,  e  la  derivata  del  modulo  rispetto  a  p  sia  nulla 
pure  per  p  =  0. 

«  Indicando  con  P  il  logaritmo  del  modulo  dell'espressione  complessa  che 
si  ottiene  derivando  la/"  {a-hip)  rispetto  a  (a-+-ip),  avremo  il  quadralo  del 
modulo  della  rappresentazione  espresso  da  : 

dove  p  dovrà  essere  della  forma: 

P=lJF(<7  +  i»  +  i4,(<7  +  jp)j 

+  y)F(7— io)  —  '^— *p)j  ■ 

«  Per  le  condizioni  poste  dovrà  essere: 

(iogH=o  =  o,   (21^1)        o, 


—  630  — 

ovvero,  in  causa  della  (5), 

j  P  j.       =  j  log  L  ! 
rtPj       =p.logL^ 

«  Per  p  =  0  le  espressioni  log  L,  — — —  diverranno   in  generale  certe 

Tip 

funzioni  conosciute  della  variabile  <j.  Poniamo  dunque: 

|logLj=0  =  ?(')' 

ed  eseguiamo  la  quadratura: 


J's 


9  (a?)  da;  =  x  (#)  • 

«  È  chiaro  che  le  (7)  saranno  soddisfatte  quando  nella  espressione  (6)  di  P 
in  luogo  della  funzione  incognita  indicata  con  P  si  ponga  la  <p,  e  in  luogo  di 
quella  indicata  con  <|/  si  sostituisca  la  —  %. 

«  Resta  così  determinata  la  corrispondenza  (4)  nella  forma  : 

/■?((M-Ì?)— »X(<M-Ìf) 
e  d(a-hip)        -f-a+io, 

dove  a  e  &  sono  costanti  reali. 

4  «  Studiamo  il  seguente  esempio:  Si  vuol  rappresentare  conforme- 
mente una  superfìcie  di  rotazione  sul  piano  in  modo  che  lungo  un  meridiano 
dato  abbia  luogo  la  minima  alterazione. 

«  Diciamo  <p  ed  q  la  latitudine  e  la  longitudine,  p  il  raggio  di  curvatura 
del  meridiano,  r  il  raggio  del  parallelo,  e  sia  «  =0  la  longitudine  del  meri- 
diano di  cui  si  tratta. 

«  Posto  : 

I  -t-dffl  =  du , 
,'r 

il  quadrato  dell'elemento  lineare  della  superfìcie  potrà  scriversi  così  : 

dst  =  rt{du^-\-dat). 
«  Sia  <j  l'arco  del  meridiano  contato  a  partire  da  un  parallelo  arbitra- 
rio e  sia: 

(9)  u  —  u  (<j) 

la  relazione  nota  fra  l'arco  a  e  la  variabile  u.  Le  relazioni  (1)  (2)  (3)  dell'arti- 
colo precedente  diverranno  nel  caso  presente: 

(2')  u  ±  ia = u  (<j  rt  ip)  , 

(3')  ds*  =  r\  u'  (<J  ■+-  '»  •  »'  (e  —  i»  j  do*  -+-  ty* 


—  631  — 

«  Si  avrà  quindi: 
(10)  L2  =  r2.  vi!  (<j  —  ip) .  u'{a  —  ip) . 

«  Per  una  considerazione  fatta   alla  fine  dell'  articolo   2,  dovrà  essere, 
per  p  =  0  : 

:0. 


(  logL  |  =  < 


Osservando   poi   che  r   è    funzione  di   u,  ma   non   di  u,   è   facile    dedurre 
dalla  (9)  : 

Plo«LUo. 

I       P       )/>=o 
«  Le  funzioni  y  e  9  sono  dunque  entrambe  costantemente  nulle  in  questo 
caso,  e  quindi  la  corrispondenza  (4)  si  riduce,  a 

x  ±  iy  =  a  —  ip  -+-  a  rt  ib, 
essendo  a  e  b  costanti  reali,  che  si  possono  supporre  sempre   nulle,   quando 
si  scelga  convenientemente  l'origine  degli  assi  coordinati  sul  piano. 

v  Si  avrà  pertanto  : 

ii  zt:  ia  =  u  (x  zìi  iy) . 

dove,  nel  2°  membro,  u  indica  la  stessa  forma  di  funzione  che  figura   nel 
2°  membro  della  (9). 

«  Ovvero  anche,  se  la  (9)  è  risoluta  rispetto  a  a  e  si  abbia  : 

(11)  *=/», 

sarà  : 

(12)  ,r±iì/  =  /'(M±!4)), 

intendendo  che  in  queste  due  relazioni  f  indichi  sempre  la  stessa  forma  di  fun- 
zione. Se  la  <70  =  f  (u)  è  della  forma  : 

(11*)  <J  =  ffo  +  A.tt^B.-^-- ....  — Q— ,-, 

2!  m\ 

dove  o9,  A,  B, . . .  Q,  sono  costanti,  la  (12)  può  assumere,  com'è  facile  vedere, 

la  forma: 

,,  .di        (ia)-  dìs  (/&>)'"  dmc 

dove  le  —  ,  -r-4,  ,..-r— i  si  otterranno  derivando  la  (11). 

«  In  tal  caso  le   corrispondenze   fra   le   coordinate  p,  u  e   le  .<•.  y   di- 
ventano  : 

,,  ,.  j)1  cPa       a*   d''G 

{U)  "=•*— ST5P  +  1T3J?— "■ 

,  _, .  r/7        w3   d3  a       <wr'    d5  <7 

dove,  a  seconda  che  m  è  pari  o  dispari,  il  2"  membro  della  (14)  ha  .,         I 

o — - — -termini,   e   il   2°   membro    della   (15)    ne    ha,    secondo   i   rasi. 
m      m  -f- 1 


—  632  — 

«  Se  la  a  =  f{u)  non  è  della  forma  (llhis)  le  (14)  e  (15),  limitate,  nei 
secondi  membri,  a  un  numero  conveniente  di  termini,  esprimeranno  per  ap- 
prossimazione le  corrispondenze  della  rappresentazione  che  si  cerca,  per  tutti 
i  valori  di  w  che  renderanno  convergente  la  serie  complessa: 

,.  .da       (i<ùfdlo   ,    (iufdPa   . 
7  +  (i&,)^  +  -2^^  +  ^-^+-- 

«  Ricordando  che  :  u  =   I  -^  dy, 

e  indicando  sempre  con  q,  la  latitudine,  si  ha  facilmente  : 
da 


(16) 


du 

=  r, 

dìG 
1  du** 

=  —  rsenqs 

du3 

=  rsen4<p — 

—  coso 

p 

1 

A'1  a 

=  —  r  sen3qj 

+  4 

P 

sen 

ipcos 

?+ 

r3 

P* 

sen  g?  + 

r3 

p:ì 

cos 

d*a 
*  du1 

ci0Ve  L-£  deve  esser  tratta  dall'equazione  della  curva  meridiana. 

«  Le  corrispondenze  (14)  e  (15),  limitate  a  un  conveniente  numero  di 
termini,  e  calcolate  per  mezzo  della  (16),  sono  atte  a  rappresentare  sul 
piano,  colla  minima  alterazione  possibile,  la  superficie  di  rivoluzione  lungo  il 
meridiano  di  lungitudine  zero. 

«  Gauss  fece  uso  di  queste  corrispondenze  per  lo  studio  della  triango- 
lazione del  Hannover,  rappresentando  sopra  un  piano  le  figure  supposte  trac- 
ciate sull'ellissoide  terrestre,  e  riducendo  il  calcolo  dei  triangoli  geodetici 
al  calcolo  di  triangoli  piani.  Veggasi  a  questo  proposito  la  Memoria  di 
0.  Schreiber  dal  titolo  :  Theorie  dee  project  ionsmelhode  der  Hannoversohen 
Landesvermessung  »  ('). 

Meteorologia.  —  Riassunto  delle  osserva-: ioni  dei  crepuscoli 
rossi.  Nota  II,  del  prof.  A.  Ricco,  presentata  dal  Presidente  Brioschi. 

«  Ho  confrontato  le  iuteDsità  della  1'  luco  rosea  (stimate  in  dieci  gradi 
da  nulla  al  massimo  del  3  dicembre  1883)  coi  dati  meteorologici  determinati 
ìiell'  Osservatorio  meteorologico  di  Valverde,  dipendente  dall'Astronomico  di 
Palermo,  distante  da  esso  1 1  km.  ,  e  situato  alla  stessa  altitudine. 

«  Ho  scelta  l'ora  6  p.  delle  osservazioni  meteorologiche  perchè  da  di- 
cembre a  maggio  è  compresa  nel  periodo  del  crepuscolo,  o  lo  precede  di  poco. 

(')  Pubblicata,  in  fascicolo  separato,  in  Hannover  nel  18(56. 


—  633  — 

«  Ho  considerai listiuto  come  crepuscoli  rosei    vivi  (o  straordinari) 

nielli  in  cui  1'  intensità  fu  stimata   eguale   o  maggiore  del  grado  8. 

«  Ho  determinato  le  seguenti  medie  della  pressione,  temperatura,  ten- 
sione del  vapor  acqueo,  umidità  relativa,  velocità  del  vento  ,  per  i  mesi  : 
dicembre  1883,  gennaio,  febbraio,  marzo,  aprile,  maggio  1884: 

a  Media  di  ti'1  p.  dei  giorni  con  crepuscoli  vespertini  rosei  vivi. 
6  Media  (ordinaria)  dei  giorni  con  crepuscoli  rosei  vivi, 
e  Media  mensile  di  61'  p, 
i  Media  mensile  (ordinaria). 

e  Media  mensile  dell'  ultimo  quinquennio   1880-1884. 
«  Fatti  i  confronti  per  mezzo  delle  seguenti  differenze,    si  ha    per    la 
pressione  atmosferica  : 

(a — e)  in  tutti  i  mesi    positiva;  inedia  =  -i-  lmnj. 53. 
ib — d)  in  tutti  i  mesi    positiva:  inedia  -:  -+-  lmm.43. 
{b — e)  in  tutti  i  mesi  positiva;  media  —  -I-  lmm.55. 
(d — e)  in  3  mesi  positiva,  in  3  negativa;  media  =+0."""  12. 
«  Dunque  i  crepuscoli  rosei  intensi  considerati  nell'  ora,  nel  giorno . 
nel  mese  in  cui  si  presentarono  furono  accompagnati  da  alta  pressione. 
«  Per  la  temperatura  si  lui: 
(a—  e)  in  4  mesi  negativa,  in  2  positiva;  media=  —  0°.51. 
(/> — d)  in  4  mesi  negativa,  in  2  positiva;  media  =  —  0n.55. 
[b — e)  in  5  mesi  negativa,  in  5  positiva;  media  =  —  0°.62. 
[d — <?)  in  3  mesi  negativa,  in  3  positiva:  media  = —  0°.07. 
«  Dunque  i  crepuscoli  rosei  furono  accompagnati  da  bassa  temperatura . 
«  Analoghi  confronti  fatti  per  gli  altri  elementi  meteorologici  non  hanno 
dato  risultati  netti  e  significanti  :  si  noti  però  che   questi    fenomeni  hanno 
carattere  locale  più  della  pressione  e  della  temperatura. 

«  Come  riprova  degli  antecedenti  risultati  ho  istituito  il  confronto  delle 
variazioni  di  almeno  2"  nell'  intensità  della  1"  luce  rosea  da  un  giorno  ad 
.litro  seguente  eolle  simultanee  variazioni  della  pressione  e  della  tempera- 
tura a  6''  p. 

«  In  17  casi  d'aumento  d'  intensità  dei  crepuscoli  si  ebbe  in  11  au- 
mento di  pressione  e  la  variazione  media  dei  17  casi  fu  -f-  lmm.56  ;  si  ebbe 
pure  in  11  casi  diminuzione  di  temperatura  e  la  variazione  media  dei  17  casi 
in  —  0°.66. 

«  In  16  casi  di  diminuzione  d'  intensità  dei  crepuscoli  rosei  si  ebbe 
in  10  diminuzione  della  pressione  e  la  media  variazione  dei  16  casi  fu — l.mm87; 
si  ebbe  pure  10  casi  di  aumento  della  temperatura  e  la  variazione  media 
dei  16  casi  fu-+-l°.17. 

«  Siccome  per  vedere  i  crepuscoli  rosei  è  necessario  che  il  cielo  almeno 
in  parte  sia  sereno,  e  siccome   nei  giorni    sereni  in  generale  la  pressione  è 
maggiore  e  la  temperatura  minore,  era  necessario  escludere    il   dubbio    che 
Renthconti  —  Vol.  I 


—  634  — 
le   cennate  condizioni  meteorologiche  corrispondessero  puramente  alla  serenità 
del  cielo  ;  pertanto  ho  trovato  per  la  pressione  e  la  temperatura  in  quei  sei 
mesi  anche  : 

f  media  a  6''  p.  dei  giorni  non  nuvolosi,  risultò  per  la  pressione: 
(a — f)  in  4  mesi  positiva,  in  2    negativa:  media  =  -J-0mm.49. 
«  E  per   la  temperatura  : 

(a — f)  in  4  mesi  positiva,  in  2  negativa:  media  =  —  0mm.44. 
«  Dunque  nei   giorni  con  crepuscoli  rosei  intensi   in   generale  la  pres- 
sione fu  maggiore  e  la  temperatura  minore  anche   di   quel  che  corrisponde 
ai  giorni   non  nuvolosi. 

«  Questi  risultati  coincidono  con  quelli  trovati  dal  direttore  della  Me- 
teorologia Italiana  prof.  Tacchini,  per  quanto  riguarda  la  pressione,  fin  dal 
gennaio    1884. 

—  Relazione  dell'  intensità  dell'  arcane  bruno  colle  condizioni  meteorologiche 

«  Stimata  1'  intensità  dell'  arcone  bruno  in  10  gradi  ,  da  nulla  alla 
massima  dell'aprile  1884,  e  confrontata  cogli  elementi  meteorologici  di  6h  p., 
non  si  trova  relazione  sicura  che  colla  umidità  relativa. 

«  Ho  determinato  le  seguenti  medie  dell'  umidità  relativa  (espresse  in 
centesimi  di  saturazione)  per  i  mesi:  dicembre  1883,  gennaio,  febbraio,  marzo, 
aprile  1884,  a  6''  p.  ('). 

a  dei  giorni  con  arcone  forte  (intensità  eguale  o  maggiore  del  grado  8). 
b  del  mese. 

e  dei  giorni  non  nuvolosi. 
«  Risulta  : 
(a — b)  in  tutti  i  mesi  positiva;  media  =  -j-5°.2. 
(a — e)  in  tutti  i  mesi  positiva  ;  media  =  -t-3°.5. 
«  Dunque  i  crepuscoli  con  arcone  forte  erano  più  umidi  degli  altri. 
e  ciò  non  può  dipendere  dalla  serenità  del  cielo  necessaria  per  la  visibilità 
dell'arcone,  come  è  dimostrato  dal  confronto  (a — e). 

«  Pare  dunque  probabile  che  l'arcone  bruno  sia  dovuto  ad  uua  pre- 
cipitazione del  vapor  acqueo  dell'atmosfera  :  ciò  si  accorderebbe  anche  colla 
sua  struttura  striata. 

«  Ciò  però  non  esclude  la  presenza  della  polvere  sospesa  che  per  dif- 
frazione produce  l'aureola  attorno  al  sole  :  che  anzi  pare  notevole  che  ogni 
granello  (secondo  le  esperienze  di  Aitken)  serva  come  di  nucleo  su  cui  con- 
densasi l'acqua,  rinforzando  per  conseguenza  l'aureola. 

Io  ho  osservato  1'  arcone  di  sera  26  volte  striato  :  19  volte  orizzontal- 
mente, 7  volte  con  strie  oblique  ,  in  modo  da  indicare  una  corrente  atmo- 
sferica di  NE  o  SW.  La  direzione  del  vento  a  6''  p.  in  quei  7  giorni  fu  in  3 

(')  In  maggio  l'arcone  fu  visto  forte  una  sola  volta,  perciò  per  questo  mese  non  si 
istituirle  confronto. 


—  635   - 

NE,  in  2  si  ebbe  calma  nel  passaggio  dal  NE  al  SW  un'altra  volta  nel  passag 
gio  da  NW  a  SW  a   sud  sud-ovest;  una    volta    sola  si   ebbe  la  direzione 
WNW. 

«  Dunque  per  lo  più  la  direzione  delle  strie  dell' areone  corrispose 
alla  direzione  del  vento  indicata  dall' anemometro. 

—   Relazione  dell'aureola  e  dell'  arcane  bruno  coi  crepuscoli  rosei. 

«  Quantunque  questi  fenomeni  siano  apparsi  simultaneamente,  pure  in 
aprile  1884,  quando  i  crepuscoli  rosei  erano  ridotti  deboli  e  rari,  la  corona 
era  al  massimo  di  intensità  :  nel  gennaio  1885  allorché  i  crepuscoli  rosei 
straordinari  erano  cessati  da  molto  tempo,  la  corona  fu  osservata  qualche 
volta  ben  distinta. 

«  Quanto  alFarcone  bruno  io  ho  osservato  da  dicembre  1883  a  di- 
cembre 1884,  15  volte  forte  (intensità  <  8)  seguito  da  crepuscoli  rosei 
deboli  (intensità  <  5).  Il  prof.  Tacchini  ha  osservato  da  gennaio  a  dicem- 
bre 1884    19  volte  l'arcone  forte  seguito  da  crepuscoli  rosei  deboli. 

«  Ho  osservato  io  4  volte,  il  prof.  Tacchini  14  volte,  l'arcone  forte  non 
ignito  affatto  da  crepuscoli    rosei. 

«  Dunque  non  vi  fu  relazione  di  intensità  dell'aureola  e  dell' areone 
coi  crepuscoli  rosei. 

«  Infine  anche  l'aureola  e  l'arcone  hanno  tra  loro  una  certa  indipen- 
denza, poiché  nel  1885  mentre  l'aureola  si  è  vista  parecchie  volte  (special- 
mente al  principio  dell'anno)  distinta  auche  nel  cielo  libero,  e  intensamente 
colorata  fra  le  nubi  (non  però  come  prima),  l'arcone  bruno  in  questo  anno  1885 
fu  sempre  debolissimo,  e  talora  pressoché  invisibile  (non  però  ancora  scom- 
parso del  tutto). 

«  Questa  indipendenza  dell'aureola  e  dell'ararne  sarebbe  in  accordo  colla 
spiegazione  proposta  dalla  formazione  dell'arcone  medesimo  ». 

Astronomia.     —    Osservazioni    della    nuova    cometa    Bartiard 
fatte  dal  prof.  E..  Millosevich  e  presentate  dal  Socio   Tacchini. 

«  Una  piccola  cometa  venne  scoperta  il  giorno  7  luglio  in  America  dal 
signor  Bavnard,  noto  per  aver  trovato  parecchie  altre  comete.  Determinata 
la  posizione  di  essa  a  Cambridge  il  9  luglio,  ed  accertato  il  carattere  come- 
tario dell'astro,  venne  telegrafata  in  Europa  la  scoperta,  e  la  sera  del  12  luglio 
fu  da  me  trovata  nel  seguente  luogo  apparente  17h12m52535; —  7°32'15"6 
a  9h56m29s  tra.  di  Roma.  L'astro  fu  riosservato  da  me  il  13  e  il  15  luglio. 

«  La  cometa  è  debolissima  e  di  dimensioni  angolari  esigue:  ha  nucleo 
di  11'"  alquanto  eccentrico  e  precedente  (cioè  verso  West)  rispetto  al  centro 
geometrico  della  piccola  nebulosità  ». 


636  — 


PERSONALE   ACCADEMICO 


Pervenne  all'Accademia  la  dolorosa  notizia  della  perdita  da  essa  fatta 
nella  persona  del  Socio  straniero  Carlo  Teodoro  Ernesto  von  Siebold,  morto 
il  7  aprile  1885.  Apparteneva  all'Accademia  come  Socio  corrispondente 
straniero  dal  25  aprile  1878,  e  venne  nominato  Socio  straniero  il  2fi 
luglio  1883. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Furono  inviate  in  dono  all'Accademia  le  seguenti  pubblicazioni  di  Soci  : 
E.  Paterno.   Relazione  sulle  scuole  municipali  di  Palermo. 
E.  Levasseur.  La  stalistique  officiette  en  France. 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società   zoologica  di  Amsterdam  ;  la  Società  di   storia   naturale   di 
Offenbacli;  la  Società  geologica  di  Edimburgo;  il  Museo  britannico  di  Londra; 
il  Museo  di  storia  naturale  di  Hannover;   il  Comitato  geologico  di  Pietro- 
lungo;  la  Commissione  per  la  carta  geologica  del  Belgio,  di  Bruxelles;  la 
Biblioteca  nazionale  di  Firenze;  la  R.  Biblioteca  di  Parma;   la  '  Biblioteca 
di  Berlino;  la  Scuola  politecnica  di  Dresda;  l'Osservatorio  di  Rio  de  Janeiri». 
Annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
li  Ministero  dei  Lavori  Pubblici  :  il  Museo  geologico  di  Calcutta;  l'Uni- 
versità di  Freiburg. 

D.  C. 
P.  B. 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  alt  Accademia  sino  al   1G  agosto  1885. 


Matematica.  —  Sopra  una  certo  estensione  di  un  teorema 
relativo  alle  serie  trigonometriche.  Nota  del  prof.  C.  Akzelà,  preseutata 

dal  Socio  Disi. 

1.  «  Il  sig.  Cantor  nel  volume  72°  del  Giornale  di  Creile  ('),  ha  dimo- 
strato la  proposizione  :  Se  per  ogni  valore  x  compreso  in  un  dato 
intervallo  « b  è  soddisfatta  la  condizione 

lim  (a„  sen  nx  -ì-  b„  cos  nx)  =  0  , 
n=oo 

necessariamente  deve  essere   lim  an  =  lim  6„  =  0. 

n=oo  «=oo 

«  Il  sig.  C.  Neumann  nel  volume  22°  dei  Mathematisclie  Annalen  ap- 
plica, con  alcune  lievi  modificazioni,  il  metodo  del  sig.  Cantor,  a  dimostrare 
la  seguente  proposizione  più  generale:  se  f{x)  è  una  funzione  arbi- 
traria, continua  e  periodica:   se  /3j ,  fi*,  fi-i, sono  infinite 

costanti  date  arbitrariamente,  e  si  sa, 'che,  per  ogni  va- 
lore x  compreso  tra  x\  e  x%,  essendo  X\  e  x%  due  costanti 
arbitrarie,  sussiste  la  formula 

lim  ptf(nx)  =  0, 

necessariamente  deve  essere 

lim  /3„  —  0  . 

(')  Vedi  anche  Mathematische  Annalen  B.  4.  —  Ada  mathematica  —   -'. 

RENDICONTI  —    VOL.   I.  -  I 


—  038  — 

«  Poiché  il  sig.  Neumann  osserva,  che  sono  rimaste  sin  qui  infruttuose 
tutte  le  ricerche  fatte  per  sostituire  un  metodo  più  comodo  e  più  spedito, 
a  quello  dato  dal  sig.  Cantor,  che,  come  egli  dice,  avuto  riguardo  alla  sem- 
plicità della  cosa,  della  quale  si  tratta,  può  anche  parere  un  po' complicato: 
così  reputo  non  inutile  mostrare  che  da  una  proposizione  stabilita  nella  mia 
Nota:  Un  teorema  intorno  alle  serie  di  funzioni,  già  pubblicata  in  questi 
Rendiconti,  ne  discende  come  conseguenza  quasi  immediata  un'  altra,  che 
contiene  in  sé  quella  del  sig.  Neumann  e  quindi  anche  quella  del  sig.  Cantor. 

«  La  proposizione    da   me    dimostrata,  è  la  seguente  :  Si   consideri  nel 

piano  un  gruppo  di  infinite  rette  y  =  yi ,  y  —  y>, aventi  per  retta  limite 

la  retta  y^=ya:  sopra  ognuna,  nell'intervallo  a b,  si  segnino  dei  tratti- 
celli  separati  gli  uni  dagli  altri,  in  numero  finito,  che  però  può  crescere 
indefinitamente,  via  via  che  le  rette  y  =  ys  si  fanno  più  prossime  alla  y  =  >Jo- 

la  somma  dei  tratti  5,.s,  ò%s, 8„,,  segnati  sulla  y  =  ys,  sia  d, .  Se  per 

ogni  valore  s  =  l,  2,  3, ....  si  ha  sempre  ds>  d ,  essendo  d  un 
numero  determinato  diverso  da  zero,  necessariamente  esi- 
ste tra  a  e  b  un  punto  x0  tale  che  la  retta  x  =  x0  incontra  un 
numero  infinito  di  tratti  5. 

«  Ora  di  qui  si  trae  subito  quest'  altra  : 

«Se  f(x,  y)  è  una  funzione  delle  due  variabili  reali  x  e  y 

data    per   tutti    i   punti    degli   intervalli   a b    presi    sulle 

rette  y=yx,  y»....  e  su  ciascuna  di  queste  esistono  dei  tratti  § 
come  quelli  dianzi  descritti,  in  ogni  punto  dei  quali  è 
sempre 

I  f{x,y)  \>c 

e  essendo  un  determinato  numero,  maggiore  di  zero:  se  q>(y) 
è  una  funzione  che  per  ogni  valore  ys  anzidetto  ha  un  va- 
lore determinato,  e  in  ogni  punto  x  tra  a  e  b  è  sodisfatta  la 
condizione 

lim  <p  (ys) .  f  {x,  ys)  =  0  , 

necessariamente  deve  essere 

lim  9  (y,)  =  0  . 
y>=ya  ' 
«  Si  consideri  un  gruppo  qualsivoglia  di  infinite  rette  y=yH  ,  yH,  y,si.-.. 

prese  fra  le  y  =  yl,  yt,  y3 , Per  la  proposizione  dianzi  rammentata,  vi 

sarà  una  retta  x  =  Xo  che  incontra  infiniti  tratti  §  giacenti  su  rette  di  un 

tal  gruppo:  per  es.  sulle  rette  y=y,    ,  y.    , Manifestamente  dovrà  la 

serie  dei  valori 

?(y«„).   H?a,J'   ?  OaJ  >  •••• 

tendere  al  limite  zero. 


—  639  — 

«  La  serie  dei  valori 
(«)  o(>/\)  .     ?(//»)  ,     9  i>J-i)  ,■-, 

è  dunque  tale,  che  da  una  serie  qualunque  in  essa  contenuta 

(jS)  ?(#.,).  ?(&»)«  ?(y»a)  >•■■•■> 

se  ne  può  sempre  trarre  una  terza 

ir)  ?>(y«,,)'   *0S,)'   ?W>- 

il  cui  termine  generale  f  (!/>,)  tende  a  zero  col  crescere  indefinito  di  v: 
ma  allora  (')  tra  i  numeri  della  serie  («)  ve  ne  ha  solamente  un  numero 
finito,  il  cui  valore  assoluto  sia  maggiore  di  un  numero  e,  preso  ad  arbitrio: 
perchè,  se  ve  ne  fossero  infiniti,  con  essi  si  formerebbe  una  serie  come  la  (,5). 
dalla  quale  sarebbe  impossibile  trarne  una  come  la  (•/),  i  cui  termini  decre- 
scano indefinitamente  al  crescere  di  v. 

«  Dall'  essere  finito  il  numero  dei  termini  (a)  maggiori  di  un  numero  a 
arbitrario,  segue  evidentemente 

lim  (f  (ys)  =  0 

come  volevasi  dimostrare. 

2.   «  Le  condizioni  imposte  alla  f(x,  y)  sono  certamente  verificate  se  i 
numeri  yx,  yt,  y3,....  , 

sono  i  numeri  1 ,    2 ,    3 ,  .... , 

e  di  conseguenza  è  y0  =  °°  i  e  inoltre 

f(®,  y>)  =  f(nce)' 
essendo  f(x)  una  funzione  qualsivoglia  avente  un  periodo  l  e  in  ogni  punto 
di  un  intervallo  di  ampiezza  t  determinata,  valori  assoluti  sempre  maggiori 
di  un  numero  e  maggiore  di  zero. 

«Per  la  f(nx)  il   periodo  è  —,  e  il  tratto  t   si  riduce  a  —.Sia  poi 

»!  il  numero  tale,  che  per  n  >  «(  si  abbia — <.b — a.  Se  è  n  =  n\q-\-r, 
q  numero  intero  qualunque  e  r  minore  di  n{ ,  dentro  l'intervallo  a....b  vi  sa- 
ranno certamente  al 

dei  quali  è  sempre 

|  f(noc)  |  >  e: 

ora  è 

t  qt      .^ 


ranno  certamente  almeno  q  tratti   ciascuno   di  ampiezza  — .  in  ogni  punt 


n        qrti-+-ì —  qrii-+-ni  —  1' 
ma  è 

'/ -  <-  Il  T 


qn^-hni — 1        ?i»h  +  »ii — 1 

se  è  q  <  71  :  il  minimo  valore  di — è  dunque 


qni-\-ni  —  1  2»! 

Cantor,  Ada  mathematica  —  2. 


—  (340  — 

«  La  somma  dei  traiti,  in  ogni  punto  dei  quali  è 

|  f  (nx)  |  >  e 
per  ogni  valore  n  >  nt ,  è  dunque  maggiore  o  eguale  almeno  al  numero  de- 
terminato ci  = 7  . 

2»l!  —  1 

«  Per  conseguenza,  per  quanto   abbiamo  .  detto  nel  numero  precedente, 

se,  per  ogni  punto  x  di  un  intervallo  a....b ,   è   soddisfatta  la 

condizione 

lim  (p  (n)  .  f  {noe)  =  0  , 
n=oo 

necessariamente  dovrà  essere 

lim  m  (n)  =  0  . 

n=oo 

«  Manifestamente  la  proposizione  del  sig.  Neumann,  e  quindi  quella  del 
sig  Cantor  sono  casi  particolari  di  questa. 

3.  «  Le  considerazioni  qui  esposte  conducono  anche,  come  si  vede  subito, 
all'  altra  proposizione  : 

«Se  per  ogni  numero  a  positivo  piccolo  a  piacere  esiste 
un  intervallo  av....ba,  in  ogni  punto  del  quale  sia,  da  un 
certo   n  in  poi, 

|  ?(«).f(cK»).*)l<<T 

dove  <J»  (n)  indica  una  funzione  positiva  di  n,  crescente  con- 
tinuamente e  indefinitamente  al  crescere  indefinito  di  n, 
necessariamente  deve  essere 

lim  f  (n)  =  0  . 

«  Questa  proporzione  contiene  quella  data  dal  sig.  Ascoli  nella  Memo- 
ria, Sulle  serie  IA„X„  (')  e  dal  sig.  Harnack  nella  Memoria,  Theorie  de  la 
serie  de  Fourier  »  (2). 

Fisica.  —  Sull'errore  nel  metodo  delle  deflessioni  prodotto  dallo 
spostamento  del  filo  di    sospensione    dalla    verticale.    Nota  II,  del 
dott.  L.  Palazzo,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

1.  «  In  una  precedente  Nota  (3)  ho  dato  alcune  forinole  relative  al- 
l'errore che  si  commette  nel  metodo  delle  deflessioni  di  Lamont  trascurando 
la  deviazione  che  la  componente  longitudinale  della  forza  esercitata  dalla 
sbarra  deflettente  sull'ago  produce  nel  filo  di  sospensione;  ed  ho  fatto  ve- 
dere che  la  correzione  da  apportarsi  al  valore  trovato  della  intensità  oriz- 


(')  Annali  di  Matematica.  Tomo  VII,  serie  2,a  pag.  271. 

(!)  Bulletin  des  sciences    mathematiques  ecc.,    par  M.  Darboux.  Tome  VI,  pag.  266. 

{")  Rendiconti  della  R.  Acc.  dei  Lincei,  ser.  4",  voi.  I,  fase  18  [1885]. 


—   u4l    — 

zontale  del  magnetismo  terrestre  a  causa  del  detto  spostamento  era  della 
dimensione  — 10  rispetto  alla  distanza  della  sbarra  dall'ago;  donde  ho 
eouchiuso  che  tale  errore  doveva,  nei  casi  ordinari,  essere  insensibile.  Tut- 
tavia per  accertarmi  meglio  di  quale  ordine  potesse  realmente  risultare 
nella  pratica  quell'errore,  ho  creduto  conveniente  di  confermare  le  deduzioni 
teoriche  precedenti  e  di  illustrare  le  forinole  trovate,  mediante  calcoli  nu- 
merici che  riferisco  in  questa  seconda  Nota. 

2.  «  In  una  serie  di  determinazioni  delle  costanti  magnetiche  terrestri 
che  intrapresi  all'Istituto  Fisico  di  Roma,  ho  adoperato  come  magnete  de- 
flettente una  sbarra  parallepipeda  d'acciaio,  il  cui  momento  magnetico  ho 
trovato  espresso  dal  numero  1140,356  in  unità  del  sistema  (C.  G.  S.),  che 
è  pure  quello  da  me  adottato  in  tutte  le  determinazioni  che  seguono.  Que- 
sta sbarra  magnetica  nell'  esperienza  delle  deflessioni  veniva  posta  alle  di- 
stanze di  35  e  45  cm.  dall'ago  sospeso,  il  quale  era  costituito  da  due  pic- 
cole calamite  cilindriche  disposte  parallelamente  coi  poli  omonimi  dalli 
stessa  parte,  ed  infisse  in  una  comune  staffa  munita  di  specchietto.  Il  peso 
totale  dell'ago  sospeso,  compresa  la  staffa  e  lo  specchietto,  era  di  gr.  6,915. 
e  la  lunghezza  del  filo  di  sospensione  era  di  cm.  40,7.  Volendo  pertanto 
ricercare  quali  fossero  in  questo  caso  i  valori  delle  quantità  che  nella  Noti', 
precedente  abbiamo  indicate  cou  F,  a,  A,  e,  /;,  e  quale  fosse  il  fattore  di 
correzione  dell'intensità  orizzontale  magnetica  terrestre,  possediamo  gii 
tutti  i  dati  necessari  pel  calcolo  delle  forinole ,  ad  eccezione  del  momenti 
magnetico  dell'ago  deflesso.  Questo  momento  magnetico,  per  la  piccolezza 
dell'ago,  non  poteva  agevolmente  determinarsi  mediante  le  deflessioni,  e  meno 
poi  ancora  mediante  il  bifilare,  che  è  un  metodo  affetto  da  troppe  incer- 
tezze ;  e  perciò  ho  pensato  di  ricorrere  al  seguente  metodo. 

«  Se  noi  al  posto  delle  sbarrette  calamitate  introduciamo  entro  la  starla, 
prima  due  sbarrette  cilindriche  d'ottone  d'ugual  peso  delle  due  prime,  e  poi 
un'altra  unica  sbarretta  d'ottone  di  lunghezza  doppia,  pure  cilindrica  e  sem- 
pre dello  stesso  peso,  possiamo ,  facendo  oscillare  successivamente  i  tre  si- 
stemi diversi  sospesi  ad  un  medesimo  filo,  determinare  i  rispettivi  tempi 
d'oscillazione,  e  quindi  stabilire  tre  equazioni  nelle  quali  entrano  come  quan- 
tità facilmente  calcolabili  i  momenti  d'inerzia  di  quelle  sbarrette  aventi  forma 
geometrica  regolare;  e  da  queste  equazioni  si  potranno  per  conseguenza  eli- 
minare il  momento  di  rotazione  dovuto  alla  torsione  del  filo  ed  il  momento 
d'inerzia  della  staffa.  Se  allora  conosciamo  già  l' intensità  orizzontale  del 
magnetismo  terrestre  nel  luogo  dell'esperienza,  anche  il  momento  magne- 
tico dell'ago  calamitato  ci  sarà  noto. 

«  Infatti  siano  i,  i\,  i-i,  i,  rispettivamente  i  momenti  d'inerzia  del  sistema 
delle  due  sbarrette  magnetiche ,  del  sistema  dei  due  cilindretti  d' ottone, 
dell'unica  asticella  d'ottone  di  lunghezza  doppia,  della  starla  e  dello  spec- 
chietto presi  insieme.   Siano  poi  M'  il  momento  magnetico  dell'ago,   X  la 


—  642  — 
componente  orizzontale  del  magnetismo  terrestre,  /  il  valore  della  coppia  di 
torsione  del  filo  per  un  arco  uguale  all'unità,  preso  come  unità  il  raggio. 
Allora  avremo  per  le  rispettive  durate  d'oscillazione   dei  tre   differenti   si- 
stemi su  descritti:  

pertanto  ritenendo  note  le  quantità  i.  ilt  i,,  le  incognite  f  e  t,  ci  vengono 
date  dalle  equazioni: 

'  ttf  —  ti-  «2  — h 

Perciò  l'equazione 

M'X  =  n«^W        (C) 

ci  farà  conoscere  M'X,  e  quindi  M',  se  X  è  già  conosciuto  per  altra  via. 

3.  «  Per  giungere  a  risultati  sicuri  bisogna  che  le  durate  ty  e  t%  siano 
né  troppo  grandi,  né  troppo  piccole  ;  e  per  conseguenza  bisogna  fare  in  modo 
che  il  momento  della  coppia  di  torsione  abbia  un  conveniente  valore.  Per- 
ciò mi  è  parso  bene  di  scegliere  come  filo  di  sospensione  dei  sistemi  sopra 
indicati  non  già  un  filo  propriamente  detto,  ma  un  sottilissimo  nastrino  di 
rame  argentato,  dello  spessore  di  3  a  4  centesimi  di  mm.,  della  lunghezza 
di  un  mezzo  mm.,  e  lungo  circa  40  cm.;  e  poi,  prima  di  adoperare  un  sif- 
fatto filo  nelle  mie  esperienze,  ho  voluto  assicurarmi  della  sua  bontà  per 
l'uso  a  cui  lo  destinavo,  ricercando  se  per  esso  era  soddisfatta  in  ogni  caso 
la  proporzionalità  fra  la  coppia  di  torsione  e  l'angolo  di  torsione. 

«  Se  appendiamo  a  codesta  striscia  laminare  le  sbarrette  calamitate , 
e  chiamiamo  S  l'angolo  di  torsione,  e  $  la  deviazione  dell'ago  dal  meridiano 
magnetico,  il  momento  della  coppia  di  torsione  sarà  f9,  e  per  l'equilibrio 

avremo  : 

f0  =  M'X  sen<!-;         (D) 

donde  è  chiaro  che  la  detta  proporzionalità  avrà  luogo,  se  si  verificherà  co- 

opri    if. 

stanza  nel  valore  del  rapporto  —ir-,  qualunque  sia  l'angolo  9. 

«  Per  queste  prove  mi  sono  valso  del  teodolite  di  Lamont.  Al  centro 
del  medesimo  era  collocata  una  cassettina  a  vetri  in  cui  era  libero  di  muo- 
versi l'ago  collo  specchietto;  e  dal  coperchio  di  questa  cassettina  s'inalzava 
verticalmente  un  tubo  d'ottone,  lungo  circa  40  cm.,  che  portava  in  alto  un 
piccolo  disco  col  lembo  diviso  in  360  parti.  Il  nastrino  metallico  era  fissato 
mediante  una  pinzetta  a  vite  al  perno  centrale  di  questo  disco,  passava 
nell'interno  del  tubo,  e  sosteneva  inferiormente,  pure  mediante  una  morsetta 
a  vite,  l'ago  magnetico.  Due  indici  congiunti  al  perno  e  diametralmente  op- 
posti permettevano  di  valutare  sul  disco  graduato  gli  angoli  di  torsione  del 
filo  coll'esattezza  del  decimo  di  grado.   Infine  la  cassettina  a  vetri  portava 


—  043  — 

tre  viti  di  livello  colle  quali  la  si  poteva  fissare  sul  teodolite  in  modo  da 
rendere  il  tubo  d'ottone  rigorosamente  verticale. 

«  Accingendomi  a  verificare  la  legge  di  proporzionalità  della  coppia  di 
torsione  all'angolo  di  torsione,  ho  dovuto  dapprima  togliere  ogni  torsione 
iniziale  del  filo  di  sospensione,  e  fare  in  modo  che  la  direzione  dell'asse 
magnetico  dell'ago  coincidesse  esattamente  con  quella  del  meridiano  magne- 
tico. Ciò  ho  ottenuto  dopo  parecchi  tentativi,  collocando  dentro  la  staffa  al- 
ternativamente le  sbarrette  magnetiche  e  quelle  d'ottone  d'ugual  peso,  e 
girando  opportunamente  il  sostegno  superiore  del  filo,  fintantoché  i  due  di- 
versi sistemi  assumessero  la  medesima  posizione  d'equilibrio. 

«Allora  partendo  da  questa  posizione,  facevo  rotare  o  in  un  senso  o 
nell'altro  il  perno  superiore  cui  stava  appeso  il  filo,  di  un  certo  angolo  9 
che  leggevo  sul  disco  diviso;  e  poi  movendo  il  cannocchiale  che  trascinava 
con  sé  tutto  il  sostegno  del  magnete,  fino  ad  ottenere  di  nuovo  la  coinci- 
denza del  reticolo  colla  sua  immagine  riflessa  dallo  specchietto  dell'ago, 
leggevo  sul  circolo  azimutale  del  teodolite  la  deviazione  ty  dal  meridiano 
magnetico.  In  questo  modo  l'angolo  di  torsione  del  filo  non  è  già  9 —  <!/. 
ma  semplicemente  9. 

«  I  risultati  di  queste  esperienze  sono  riportati  nella  seguente  tabella. 
Per  lo  scopo  che  mi  proponevo,  ho  creduto  sufficiente  di  sperimentare  solo 
fino  all'angolo  di  torsione  di  60°.  Gli  angoli  9  sono  espressi  in  gradi  e  de- 
cimi di  grado;  i  segni  -+-  e  —  stanno  ad  indicare  il  senso  della  rotazione. 

sen  d/ 
Nella  terza  colonna  stanno  scritti  i  valori  del  rapporto  — pp-.  57,2958,  cioè 

del  rapporto  del  seno  della  deviazione  (il  quale  si  assume  come  misura  della 
coppia  di  torsione)  all'angolo  di  torsione,  prendendo  per  unità  degli  angoli 
l'angolo  corrispondente  all'arco  di  lunghezza  1. 


9 

♦ 

^.  57.2958 

Differenze 
dal  medio 

14°,S 

4-     8"  34' 

10" 

0,57699 

—  0,001  lo 

15,  3 

—     8   50 

40 

0,57578 

—  0,00024 

29,  8 

-f-  17   29 

40 

0,57798 

—  0,002  1  1 

30,2 

—   17   35 

50 

0.57357 

4-  0,00197 

44,  7 

+  26    44 

30 

0,57676 

—  0,00122 

45,  1 

—  26    55 

30 

0,57528 

_l_  0,00026 

60,  0 

-f-  3(3   58 

10 

0.57428 

4-  0,00126 

60,  1 

—  36    59 

40 

0,57366 

4-  0,00188 

Medio  0,57554 

Questi  risultati  mostrano  che  la  proporzionalità  fra  la  deviazione  e  l'angoli 
di   torsione  è  abbastanza  bene  verificata;    perchè    le   non    grandi  differenze 


—  644  — 

riscontrate  nel  valore  del  rapporto  — ~^.  57,2958,  pel  modo  con  cui  si  pre- 

sentano,  anziché  ad  effetti  di  elasticità  susseguente,  debbonsi  attribuire  ad 
errori  di  osservazione,  specialmente  se  si  considera  il  piccolo  limite  di  pre- 
cisione con  cui  mi  era  concesso  di  valutare  gli  angoli  9.  Quindi  ho  rite- 
nuto quella  striscia  metallica  come  ben  adatta  per  le  mie  ulteriori  espe- 
rienze. 

4.  «  Allora  per  ciascuno  dei  cilindretti  calamitati  e  dei  cilindri  d1  ot- 
tone che  dovevano  venir  sospesi  pel  punto  medio  del  loro  asse,  ho  calcolato 

il  momento  d'inerzia  m  (  th  +  t  )>  determinandone  alla  bilancia  la  massa 

m,  e  misurando  colla  macchina  divisoria  la  lunghezza  l  ed  il  raggio  r.  Così 
ho  ottenuto: 

i  =  l,49664        h  =  1,57373         ù  =  6,20374. 
«  Poscia  ho  cercato  i  tempi  d' oscillazione  dei  tre  sistemi  : 
staffa  e  specchio  colle  due  sbarrette  magnetiche; 
»  »         coi  due  cilindretti  d'ottone; 

»  »         col  cilindro  d'ottone  di  lunghezza  doppia, 

appendendo  successivamente  ognuno  di  essi  al  nastrino  metallico  già  de- 
scritto, che  stava  entro  apposita  custodia  fissato  nel  centro  del  teodolite  ma- 
gnetico. Per  notare  l'intervallo  di  tempo  trascorso  fra  due  determinati  pas- 
saggi dell'immagine  riflessa  del  reticolo  del  cannocchiale  dinanzi  al  reticolo 
stesso,  mi  sono  valso  semplicemente  di  un  contasecondi,  dopo  essermi  però 
accertato  che  il  suo  andamento  era  regolare  ,  e  dopo  averlo  accuratamente 
confrontato  con  un  buon  cronometro.  Quanto  alla  correzione  per  l'ampiezza 
delle  oscillazioni,  essa  non  era  punto  da  farsi  per  i  due  ultimi  sistemi  che 
oscillavano  per  effetto  della  sola  torsione;  e  pel  primo  sistema  poi,  l'arco 
massimo  dell'oscillazione  intera  raggiungeva  appena  i  4°,  il  che  portava 
nelle  mie  esperienze  un  errore  trascurabile. 

«  Avendo  ripetuto  queste  determinazioni  in  giorni  diversi  ed  in  ore 
diverse  pe,r  eliminare  l'effetto  delle  variazioni  giornaliere  dell'intensità  del 
magnetismo  terrestre,  ho  ottenuto  per  medi  valori  delle  rispettive  durate 
d'oscillazione  : 

t  =  1»,766        «i  =  2»,967         h  =  5S,558. 
«  In  questo  modo  ci  siamo  procurati  tutti  i  dati  necessari  pel  calcolo  del 
momento  magnetico  M'  dell'ago  sospeso  ;  e  le  formole  (A)  e  (B)  ci  danno  pel 
momento  della  coppia  di  torsione  e  pel  momento  d'inerzia  della  staffa  collo 
specchio  : 

f  =  2,0688         i,=  0,27155. 
Questi  valori  poi  sostituiti  nella  (C)  dauno: 

M'X  =  3,5268. 


—  645  — 

Facendo  il  rapporto  fra  i  valori  ora  trovati  di  /'  e  di  M'X,  troviamo    -£- 

MX 

=  0,58659,  che  poco  si   discosta   dal   valore   medio    0,57554  del   rapporto 

fl  •-.  57,2958,  ottenuto  nel  verificare   la  legge   di   torsione   del   filo.    Ciò 

difatti  dev'essere  in  virtù  dell'equazione  (D)  ;  e  tale  accordo  prova  la  bontà 
delle  esperienze  eseguite. 

«  Ora  l'intensità  della  componente  orizzontale  del  magnetismo  terrestre 
in  Koma  aveva  nel  luglio  1883  il  valore  (')  0,2325  (C.  G.  S.)  ;  dal  quale 
numero,  corretto  coll'aumento  annuo  (')  0,00033,  si  deduce  per  l'epoca  delle 
mie  esperienze  : 

X  =  0,2331. 
Perciò  sarà: 

M'  =  15,130. 
5.   «  Adesso  che  conosciamo  il  valore  del  momento  magnetico  del  pic- 
colo ago  deflesso,  possiamo  senz'altro  sottoporre  al  calcolo   le  forinole   (1). 
(2).  (5),  (6),  (7),  che  ho  dimostrato  nella  Nota  precedente.  I  valori  che  vi 
devono  essere  sostituiti,  sono  i  seguenti: 

M  =  1140,356  M'=  15,130  R  =  35cm  R,45cm  Z=40cm,7  P=6779dine,37 
perchè  essendo  il  peso  dell'ago  =  0ffr,9 15,  e  prendendo  per  l'accelerazione  g 
della  gravità  il  valore  980™.3862  trovato  da  Pisati  e  Pucci  (3)  per  Roma, 
la  forza  P  di  gravità  che  agisce  sull'ago  resta  espressa  da  6,915X980,3862 
=  6779,37. 

Effettuando  i  calcoli  otteniamo  : 


Per  R  =  35 

F  =  0^0,034493 

a.  =  1",049 

X  =  0cm,00020708 

e  =  0,00000000008452 


Per  R,  =  45 

0dinc,0 12623 
0",384 

0™,00007578 
0,0000000000032216 


ri  =  289689,3 


1  +  i  v    '        g^1 o  =  1,000000000069635. 

«  Questi  numeri  dimostrano  che  lo  spostamento  ).  dell'ago  dovuto  alla 
forza  longitudinale  F  è  affatto  insensibile  nel  nostro  caso;  che  il  termine  di 
correzione  £  del  momento  di  rotazione  dell'ago  è  trascurabile,  e  che  il  fattore 
di  correzione  per  cui  si  avrebbe  da  moltiplicare  l'intensità  orizzontale  tro- 
vata del  magnetismo  terrestre,  differisce  troppo  poco  dall'unità  per  poterne 
tener  conto. 

(')  Chistoni,  Atti  della  R.  Acc.  dei  Lincei.  Transunti,  ser.  3*,  voi.  Vili  [1884].  pag.  197. 

)  Keller,  id.  pag.  270. 
(")  Pisati  e  Pucci,  Suhu  lunghezza  del  pendolo  a  secondi.  Meta,  della  P.  Acc.  d.  Lincei. 
-  voi.  XV  [1883].  pag.  159. 

Rendiconti  —  Voi.  !.. 


—  646  — 
6.  «  Vediamo  ora  che  cosa  avvenga  nel  caso  speciale  in  cui  anziché  ado- 
perare come  ago  deflesso  un  piccolo  magnete,  si  voglia  usare  una  sbarra  di 
dimensioni  piuttosto  grandi.  Per  questo  io  ho  supposto  che  l'ago  deflesso 
l'osse  una  calamita  uguale  in  tutto  alla  sbarra  deflettente,  e  quindi  di  peso 
43^,8399,  di  lunghe/za  16cm,  di  momento  magnetico  1140,356.  In  questo 
caso,  conservando  per  gli  altri  dati  i  valori  di  prima,  avremo  da  sostituire 
nelle  forinole  i  valori  : 

M  =  M'  =  1140,356     R  =  35em     E,  =  45™     l  =  40™,7     P  =  42980dinc,03 
ed  otterremo  così: 

Per  R  ==  35™ 


P  =  2diM,59974 
a  =  12",476 
X  =  0cm,0024618 
£  =  0,00000090034 

vj  =  4l 


Per  R,  =  45m 
0dinc,95138 
4",566 
0cm,0009009 
0,000000034319 


!  +  .   (Bi*  H-  B*)  (Ri*  -4-  R1)  ^  _  1)OC00000098418. 
Ri   E 

Uà  ciò  appare  che  anche  quando  l'ago  deflesso  abbia  un  momento  magne- 
tico considerevole,  lo  spostamento  ).  ed  i  termini  di  correzione  che  ne  de- 
rivano, benché  alquanto  maggiori  che  nel  caso  precedente,  non  cessano  tut- 
tavia di  essere  nella  pratica  allatto  trascurabili  ». 

Fisica  —  Sui  fenomeni  termici  che  accompagnano  la  forma- 
zione dei  miscugli  di  sostanze  non  metalliche.  Nota  di  A.  Battelli 
presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Dopo  aver  trovato  il  dott.  Palazzo  ed  io,  nella  nostra  Nota  Intorno 
alla  fusione  dei  miscugli  di  sostanze  non  metalliche  (')  che  tali  miscugli 
non  potevauo  essere  una  semplice  miscela,  ma  che  fra  le  due  sostanze  doveva 
formarsi  una  specie  di  combinazione  molecolare,  pensammo  subito  che  la 
formazione  di  tali  miscugli  dove  a  dar  luogo  ad  un  assorbimento  o  ad  uno 
sviluppo  di  calore.  La  mancanza  di  tempo  ci  costrinse  a  lasciare  questo  tema 
dopo  i  primi  tentativi:  ed  ora  soltanto  lo  riprendo. 

«  Dopo  alcune  modificazioni,  l'apparecchio  da  me  adottato  per  queste  ricer- 
che fu  il  seguente.  Dentro  un  tubo  da  saggio,  il  cui  fondo  era  occupato  da  mer- 
curio per  circa  5mm  d'altezza,  penetrava  una  camera  di  vetro  aperta  da  ambe 
le  parti,  la  cui  estremità  inferiore  poggiava  sul  fondo  del  tubo,  e  quindi 
pescava  nel  mercurio.  Nello  spazio  anulare  compreso  fra  il  tubo  e  la  canna, 
io  poneva  una  delle  sostanze  che  dovevano  formare  il  miscuglio,  e  nell'  interno 
della  canna  stessa  ponevo  l'altra  sostanza.  —  Così  disposto  l'apparecchio,  lo 

')  Atti  Jell'A.v.  delle  Se.  di  Torino,  Voi.  XIX,  aprile  188-1. 


-  647  — 

collocavo  entro  un  apparato  di  ebollizione  ove  circolavano  i  vapori  di  acqua 
bollente,  la  cui  temperatura  e  superiore  alla  temperatura  di  fusione  di  tutte 
le  sostanze  da  me  adoperate  in  questo  studio.  Cosichè  essendo  allo  stato 
liquido  le  sostanze  quando  venivano  fra  loro  a  contatto,  e  rimanendo  pur 
liquido  il  miscuglio,  non  si  doveva  tener  conto  del  calore  necessario  al  cam- 
biamento di  stato;  e  quindi  se  si  avvertiva  in  quel  momento  una  variazione 
di  temperatura,  essa  era  dovuta  al  calore  assorbito  o  sviluppato  dalla  for- 
mazione del  miscuglio. 

«  È  chiaro  pei  che  nel  momento  che  si  stimava  opportuno  di  mescolare 
le  sostanze,  non  si  aveva  che  a  sollevare  la  canna  interna;  la  quale  si  poteva 
far  scorrere  dal  basso  in  alto  anche  a  distanza,  mediante  un  filo,  a  cui  essa 
era  appesa,  e  che  passava  per  la  gola  d'una  carrucola  sovrastante.  Io  ebbi 
sempre  l'avvertenza,  per  non  variare  le  condizioni  degli  esperimenti,  d'innal- 
zare la  Scanna  sempre  fino  ad  una  medesima  altezza  (di  lcm5  al  disopra  del 
livello  del  mercurio)  ;  fermando  l'estremità  del  filo  sempre  ad  un  medesimo 
uncino. 

«  Nella  sostanza  liquida  che  era  nella  canna  interna  pescava  il  piccolo 
bulbo  di  un  termometro  sensibilissimo  diviso  in  decimi,  già  campionato,  che 
veniva  letto  per  mezzo  di  un  cannocchiale.  E  tanto  nell'interno  della  canna 
quanto  nello  spazio  anulare  si  movevano  continuamente  due  agitatori  a  corsa 
frenata,  perchè  si  stabilisse  nelle  due  sostanze  la  medesima  temperatura.  Dopo 
circa  mezz'ora  che  la  colonna  termometrica  era  ferma,  si  effettuava  la  me- 
scolanza. 

«  Avverto  poi  che  ho  usato  due  canne,  l'ima  più  larga,  l'altra  più  stretta: 
la  prima  pel  caso  che  le  quantità  delle  due  sostanze  adoperate  differissero 
di  poco  fra  loro,  la  seconda  quando  una  delle  sostanze  era  in  eccesso,  e  que- 
sto perchè  si  mantenessero  sempre  quasi  alla  medesima  altezza  i  livelli  interno 
ed  esterno  delle  due  sostauze. 

«  Ora  è  chiaro:  che  chiamando  L  il  numero  di  calorie  svolte  od  assorbite, 
P  il  peso  complessivo  delle  due  sostanze, 
o  il  calore  specifico  del  miscuglio  risultante, 
,y.  l'equivalente  in  acqua  del  tubo  col  mercurio  e  della  canua  con  tutti  gli 

accessori, 
At  la  variazione  di  temperatura,  si  avrà: 

L  =  (Pc-l-pO  A;. 
P  fu  preso  sempre  eguale  a  12  grammi. 

A£  fu  calcolato  nel  solito  modo;  cioè,  avendo  fatto  le  letture  del  termometri) 
di  10  secondi  in  10  secondi  dal  momento  in  che  esso  avea  cominciato  ad 
abbassarsi  fino  al  momento  in  che  avea  raggiunta  l'altezza  di  prima,  ho 
costruito  graficamente  con  questi  dati  l'andamento  della  temperatura  rispetto 
al  tempo. 

«  Le  curve  cosi  ottenute  non  avevano  però  in  vicinanza  del  punto  che 


—  048  — 
corrispondeva  alla  temperatura  più  bassa  osservata  un  andamento  regolare, 
perchè  il  tubo  da  saggio  non  faceva  in  tempo  a  raffreddarsi  insieme  al  mi- 
scuglio, e  quindi  tendeva  ad  innalzarne  la  temperatura:  perciò  dall'una  parte 
e  dall'altra  ho  sempre  prolungati  i  due  rami  discendente  e  ascendente  delle 
curve  fino  a  che  s' incontrassero.  Dal  ramo  ascendente  delle  curve  così  cor- 
rette deduceva  la  variazione  di  temperatura  nell'unità  di  tempo,  che  si  doveva 
moltiplicare  pel  tempo  che  aveva  durato  la  discesa,  e  aggiungerlo  poi  al 
valore  di  At  che  si  avea  avuto  direttamente  dalla  lettura.  Quanto  al  valore 
di  jji  fu  determinato  coll'esperienza  nel  seguente  modo  :  Ho  introdotto  nell'ap- 
parecchio 12  grammi  di  naftilamina,  ed  ho  sollevata  la  canna  interna  fino  alla 
solita  altezza;  e  quando  la  temperatura  comunicatagli  dal  vapore  da  lungo 
tempo  era  rimasta  costante,  ho  introdotto  rapidamente  nel  tubo  un  pezzo  di 
stagno  puro  del  peso  di  33^,4  che  avea  la  temperatura  di  45°;  superiore 
alla  temperatura  di  fusione  della  naftilamina.  Determinava  così  l'abbassamento 
di  temperatura  che  si  produceva,  e  colla  formula  del  metodo  delle  mescolanze 
determinava  ;x.  —  Ho  fatto  tre  determinazioni  con  la  canna  più  larga  entro 
il  tubo,  e  tre  con  la  canna  più  stretta:  ho  ottenuto  come  media  pel  primo 
caso  {).  —  3,90,     —     e  pel  secondo  \j.  =  3,75. 

«  Per  essere  poi  ben  certo  che  se  avvenissero  variazioni  di  temperatura, 
si  dovessero  solo  ad  un'azione  fra  le  due  sostanze,  ho  provato  in  antecedenza 
a  porre  tanto  nello  spazio  anulare  quanto  nella  canna  interna,  soltanto  paraf- 
fina :  al  momento  della  mescolanza  non  ho  osservato  nella  colonna  termome- 
trica nessun  movimento. 

«  Se  finalmente,  indicando  con  pepi  pesi  in  grammi  delle  due  sostanze 

che    entrano    nel  miscuglio,  si  divide  L  per  p,  il    quoziente  -   rappresenta 

r 

evidentemente  il  calore  assorbito  o  sviluppato  da  quel  dato  miscuglio,  quando 
una  delle  sostanze  componenti  pesi  1  grammo.  Cosicché  facendo  questi  quo- 
zienti per  tutti  i  miscugli  di  una  data  serie,  noi  avremo  le  quantità  di  calore 
assorbite  o  sviluppate  dai  miscugli,  formati  mantenendo  sempre  uguale  ad  1 
grammo  il  peso  di  una  delle  sostanze  componenti,  e  variando  il  peso  del- 
l'altra secondo  le  proporzioni  in  cui  le  sostanze  entrano  nei  miscugli  medesimi. 

E  nell'  ultima  colonna  delle    tabelle  seguenti   porrò   appunto  i  valori  di  •-  ; 

intendendo  di  mantenere  sempre  uguale  ad  un  grammo  il  peso  delle  sostanze 
le  cui  proporzioni  sono  segnate  nella  prima  colonna. 

«  Nelle  stesse  tabelle  indicherò  con  e  i  calori  specifici  dei  miscugli  che 
sono  già  stati  determinati  in  una  Nota  precedente  pubblicata  da  me  in  unione 
al  sig.  Martinetti  ('). 


')  Atti  (Iella  E.  Acc.  dei  Lincei,  Rendiconti,  f;isc.  18,  188"). 


—  649  — 


Miscugli  di  naftalina  e  paraffina. 


«  I  numeri  posti  nella  colonna  di  A(  indicano  tanto  in  questa  tabella, 
come  nelle  seguenti,  abbassamenti  di  temperatura;  non  avendo  mai  ottenuto 
un  innalzamento. 
L  esprime  piccole  calorie. 


Proporzioni  in  peso 

L 

Jt 

e 

L 



Naftalina 

Paraffina 

V 

1 

0.-J5 

1°80 

0,460 

16,96 

1,77 

1 

0.50 

2,20 

0,490 

21,18 

2.64 

1 

1 

2.2: 

0,550 

23,49 

3,91 

1 

2 

2,24 

0,618 

25,02 

6,25 

1 

3 

1,84 

0,622 

20,62 

6,88 

1 

4 

1,66 

0,632 

19,05 

7,93 

1 

0 

1,20 

0,656 

14.12 

8,31 

1 

8 

0,92 

0,670 

10,98 

8,19 

«  Come  si  vede  si  ha  un  assorbimento  di  calore,  che  va  aumentando 
a  cominciare  dai  miscugli  in  cui  v'  è  eccesso  di  naftalina  fino  al  miscuglio  1 
naftalina  e  2  paraffina;  e  poi  prende  a  diminuire  aumentando  le  proporzioni 
della  paraffina. 

«  Anche   i  valori   di   -  vanno  aumentando  sino  a  raggiungere  un  mas- 
P 
simo  :  dopo  il  quale  accennano  a  diminuire. 

Miscugli  di  difenilamina  e  nitrona [Ialina. 


Proporzio 

li  in  peso 
Difenilamina 

Jt 

e 

L 

I. 
P 

Nitronaftalina 

1 

0,10 

0° 

0,378 

0 

0 

1 

0,50 

0,16 

0,400 

1.37 

1.7 

1 

1 

0,18 

0,410 

1.56 

2,6 

1 

2 

0 

0.432 

0 

ii 

1 

4 

0 

0,450 

0 

0 

1 

10 

0 

0,458 

0 

0 

«  In  questa  serie  di  miscugli  tranne  nei  miscugli  2  di  nitronaftalina 
con  1  di  difenilamina,  e  1  di  nitronaftalina  con  1  di  difenilamina,  non  ho 
potuto  riscontrare  alcun  movimento  della  colonna  termometrica. 


650  — 


Miscugli  di  paraffina  e  difenilamina . 


Proporzioni  in  peso 

di 

e 

L 

L 

Difenilamina       Paraffina 

0,33 
1 
3 
5 

6 

8 

16 

3°20 
3,92 
3,25 
2,84 
2,02 
1,40 
0,65 

0,448 
0,548 
0,610 

0,030 
0,650 
0,0fi2 
0,670 

33,50 
40,48 
35,98 
32,12 
23,63 
16,58 
7,81 

3,80 
6,75 
11,99 
16,06 
13,90 
12,69 
11,16 

Miscugli  di  naftalina  e  naftilamina. 


Proporzioni  in  peso 

Jl 

L 

L 

Naftalina        Naftilamina 

P 

1 

0,125 

0°86 

0,405 

7,53 

0,71 

1 

1 

1,90 

0,416 

16,60 

2,77 

1 

2 

2,40 

0,404 

20,63 

5,16 

1 

3 

2,22 

0,407 

19,16 

6,39 

1 

4 

1,88 

0,407 

16,51 

6,88 

1 

S 

1,06 

0,410 

14,11 

10,61 

1 



16 

0,40 

0,408 

2,72 

3,87 

Miscugli  di  canfora  monobromata  e  stearina. 


Proporzio 

ni  in  peso 
Stearina 

Jl 

e 

L 

L 
P 

Canfora 
monobromata 

0,125 

0°94 

0,420 

9,40 

0,88 

0,25 

1,20 

0,430 

10,87 

1,13 

0,00 

1,82 

0,436 

16,34 

2,04 

1 

2,62 

0,498 

25,49 

4,25 

2 

2,00 

0,540 

20,46 

5,11 

4 

1,40 

0,594 

15,44 

6,72 

12 

0,80 

0,620 

9,07 

9,84 

—  651  — 

«  Ho  provato  anche  se  per  caso  si  avesse  assorbimento  ili  calore  nel 
mescolare  paraffina  con  nitronaftalina;  ma  non  ho  ottenuto  nessun  risultato; 
com'era  da  aspettarsi,  perchè  queste  due  sostanze  non  si  mescolano  che  in 
piccole  proporzioni,  come  ho  dimostrato  in  una  Nota  precedente  pubblicata 
assieme  al  sig.  Martinetti,  Sulla  fusione  dei  miscugli  ecc.  ('). 


CONCLUSIONI 

«  Si  deduce  dall'esame  delle  tabelle  precedenti  : 

1°.  «  Che  si  ha  nella  formazione  dei  miscugli  da  me  studiati  sempre 
assorbimento  di  colore.  Se  si  pongono  in  confronto  i  valori  che  esprimono 
le  calorie  di  assorbimento  nella  formazione  dei  miscugli  con  i  valori  che 
danno  le  calorie  di  fusione  degli  stessi  miscugli  (')  si  vede  che  i  primi  hanno 
l'andamento  opposto  ai  secondi  :  cioè,  a  partire  da  un  miscuglio  in  cui  una 
delle  sostanze  componenti  sia  in  grande  eccesso,  le  calorie  di  assorbimento 
vanno  crescendo,  man  mano  che  si  aumentano  le  proporzioni  della  sostanza 
che  dapprincipio  era  deficiente;  raggiungono  un  massimo,  e  poi  diminuiscono, 
se  si  seguita  sempre  ad  aumentare  le  proporzioni  dell'ultima  sostanza.  E 
precisamente  dove  le  calorie  di  fusione  hanno  un  minimo,  quelle  di  forma- 
zione hanno  un  massimo. 

«  Il  prof.  Domenico  Mazzotto  ha  fatto  recentemente  uno  studio  analogo 
sulla  formazione  delle  leghe  metalliche  (3)  ;  ma  egli  ha  ottenuto  anche  svi- 
luppo di  calore  in  alcuni  casi,  ciò  che  non  è  mai  accaduto  a  me. 

«  Ringrazio  i  prof.  Naccari  e  Pagliari,  il  primo  dei  quali  mi  ha  pre- 
state le  sostanze  e  il  secondo  gli   altri   mezzi  per  eseguire  questo  studio  ». 


PERSONALE   ACCADEMICO 


Un'altra  dolorosa  perdita  lamenta  la  R.  Accademia  dei  Lincei  nella 
persona  del  Socio  Carlo  Maggiorami  morto  in  Roma  il  13  agosto  nella  grave 
età  di  anni  85. 

Il  prof.  Carlo  Maggiorami  era  stato  nominato  linceo  il  30  giugno  1850. 
Era  nato  li  8  decembre  1800. 


(')  Acc.  delle  Se.  di  Torino.  Voi.  XX  (1885  . 

(')  Vedi,  Sui  calori  specifici  e  di  fusione  nei  miscugli  di  A.  Battelli  e  M.  Martinetti. 
\ni  della  R.  Acc.  dei  Lincei,  Rendiconti  fase.  18,  1885. 

)  Rend.  dell'Istituto  Lombardo  Veneto,  S.  2",  V.  XVIII,  fase.  3  (1885). 


—  652  — 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
L'Accademia  della  Crusca  di  Firenze;  la  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze: 
la  Biblioteca  reale  di  Parma;  la  Società  storico  lombarda  di  Milano;  l'Ac- 
cademia Palermitana  di  scienze  lettere  e  belle  arti  di  Palermo;  la   Società 
filosofica  americana  di  Filadelfia;  l'Università  di  Cambridge. 

D.  C. 
P.  B. 


—  653  — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA      li.     ACCADEMIA     I  >KI     L1N< 


MEMORIE    E    NOTI: 
1)1     SOCI     0    PRESENTATI-',     I)  \     SOCI 

pervenute  all'Accademia  sino  al  6  settembre   1885. 


Matematica.  —  Intorno  ad  un  applicazione  della  teoria  delle 
forme  binarie  quadratiche  all'integrazione  dell' equazione  differen- 
ziale ellittica.  Nota  del  Socio  G.  Battaglisi. 

1.   «  Siano  le  coordinate  (vi,  uj,  v3)  di  un  punto  Vnel  piano  espresse  da 
11)     vvì=^(alli-^a1h)ì=:ali,  vvì=(b1ti-]-b1tì)"-~blì,  wf3^-(c^1-i-Ci«..)i=c  :; 
variando  il  parametro  {=tj:(j,  il  sistema  dei  punti  V  costituirà  una  linea 
di  2"  ordine  f.  Posto 

{na')ì  =  siì.  (bb')l  =  sll,  (cc')l  =  s33,  (bcy-  =  sì3,  (ca)*  =  s3i,  («&)*  =  $,,, 

—  (bc)  (ca)  (ab)  — -  Sj  ».t  , 
live  "',//,  e   sono  simboli  equivalenti  ad  a,  b,  e),  l'equazione  di  /',  in  coor- 
dinate (Vi,  V»,  V3)  di    rette,  sarà 

(2)  f=(slVi-hsiVi       S3V3)*=  5,^=0; 

il  discriminante  di  /'  sarà  2n:,vì. 

«  Le  coordinate  della  retta  v  tangente  di  /'  nel  punto  V  saranno  date  da 
'.|       oV|       \ì'c)b, e, =  ;,2,  vYì  —  (ca)Ct a,  =  mc- ,  uV3  =  (ab) a, bt  =  n,2 . 
«  Similmente  siano  le  coordinate  (Vi ,  V*,  Vg)  di  una  retta  u  nel  piai 
espresse  da 
ili  VV,  =  (A,Ti  +  AiTs)1  =  AT21     VV2--(B|T,-^B2T2)2^BTi. 

VV:1  =  (C1T1-^C2T2)i=('-: 
variando   il  parametro  T  =  Ti:Tj,  il  sistema  delle  rette  v  costituirà  una  1. 
.li  2    classe  F.   l'osto 
(AA')«=S„,  (BB')J=S,>.    (CC')8=S33,  (BC)2=S»3,    (CÀ)*=SMl  (AB)*--    -  ■ 

-  (BC)  (CA)  (AB)  :  :SlWl 
Rendiconti  —  Voi,.  I.  W 


—  654  — 


(5) 


(dove  A',  B',  C  sodo  simboli  equivalenti  ad  A,  B,  C),  l'equazione  di  F,  in 
coordinate  (t'i ,  «j ,  Wj)  di  punti,  sarà 

(2)  F  =  (Sj  vt  -+-  Si  vt  ■+-  S3  vtf  =  S„2  =  0  : 
il  discriminante  di  F  sarà  2S2i23- 

«  Le  coordinate  del  punto  V  di  contatto  di  F  con  la  retta  v  saramm 
date  da 

(3)  V«i  =  (BC)  BICT=LI«,  V«j  =  (CA)  CTAT=MT2,  Yv3  =  (AB)  AtBT=NTì. 
«  Considerando  due  rette  tangenti  di  f,  corrispondenti  ai  valori  t',  t"  del 

parametro  t,  le  coordinate  del  loro  punto  comune  saranno  date  da 

(4)  vv\  =  af  a," ,     vvt  =  b;  b," ,    vv3  =  e,'  e,"  ; 

e  similmente  considerando  due  punti  di  F,  corrispondenti  ai  valori  T",  T"  del 
parametro  T,  le  coordinate  della  loro  retta  comune  saranno  date  da 
(4)  VV1  =  AT'AI",     VVj  =  BI'BI",     W,  =  <V(V'. 

«  La  relazione  fra  i  parametri  t'  e  t"  che  determinano  i  due  punti  co- 
muni alla  linea  di  2°  ordine  f  e  ad  una  retta  tangente  di  F,  e  la  relazione 
fra  i  parametri  T  e  T"  clie  determinano  le  due  rette  comuni  alla  linea  di 
2a  classe  F  e  ad  un  punto  di  f,  saranno  espresse  rispettivamente  da 


Su . 
Ssi, 

S31 , 


Si». 

S22 1 
S32. 


m  ,'m 


S13, 

Si3, 

S33) 

n",'n"l" 


in','  m'," 

n'i'n'i" 

0 


=0,  ed 


«il, 

Sn, 

Sl3) 

L'T'  L'T" 

$n  1 

Sii, 

«23, 

M'T'M'T» 

S31, 

s32  , 

s33i 

N'T'N'T" 

L'VLV,  M"T'M"T",  N",'N"T",     0 


0. 


(I',  m',  n';    l",  m",  n"  ;  L',  M',  N';  L",  M",  N"  essendo  simboli   equivalenti 
ad  l,  m,  n  ;    L,  M,  N). 

«  Ciò  posto  ;  supponiamo  che  il  punto  V  e  la  retta  v,  determinati  ri- 
spettivamente da  t  e  da  T,  appartengano  l'uno  all'altra;  si  avrà  la  condizione 

(6)  a,9-  A  *  -f-  &,»  BT9-  +  e,2  CT2  =  0  , 

di  2°  grado  rispetto  a  t  ed  a  T.  Dando  in  (6)  a  T  un  valore  arbitrario,  i  due 
valori  corrispondenti  di  t  determineranno  i  due  punti  V  e  V"  che  la  retta  v, 
determinata  da  T,  ha  di  comune  con  f;  e  similmente  dando  in  (6)  a  t  un 
valore  arbitrario,  i  due  valori  corrispondenti  di  T  determineranno  le  due  rette 
v  e  v"  che  il  punto  V,  determinato  da  t,  ha  di  comune  con  F.  Ai  valori  di  t, 
0  di  T,  che  annullano  il  discriminante  di  (6),  considerata  come  forma  qua- 
dratica in  (Tj,  T2),  0  in  (ti,  *j),  corrisponderanno  i  quattro  punti  comuni.  0 
le  quattro  tangenti  comuni,  delle  due  coniche  f  ed  F. 
«  Ponendo  simbolicamente 


A11 ,  Bn  ,  Cu       rtn,  bn  ,  cu 
Ah,  Bu,  C12      «12,  612,  C12 
A22 ,  B2» ,  C22      «22  *  ^22 1  £22 
all'  equazione  (6)  potrà  darsi  la  forma  simbolica 
17)  PT9^  =  (PIT1-+-P2T2)2(Pi'i+i02^)2  =  0. 


Puf  11 ,  PnPUi  P11P2Ì 
P12P11,  P12P12,  P12P22 

P22PH?    ^ììPlì,    P22P22 


«  Differenziando  questa  equazione  verrà 

Px*  p,  (Pi  dt{  -+-  p,  df j)  H-  p,2  PT  (P,  dT,  -   P,  dT4)  =  0  , 
ed  osservando  che  da  (7)  si  ha 

PT'p,Pi  _         Pt'P/P»  _,.      Pi' PrPt  _       P,*PtPi        k 
~h~         ~~       fi        ~    '  "     T,        ~  Ts 

si  troverà 

!(pp')»P*8P/*  +  *s  =  0,       l(PP')sp(*p('*H-K2  =  0, 

(dinotando  P',  p'  simboli  equivalenti  a  P,  p);  quindi  l'equazione  differenziale 
■  li  verrà 

({]  dh  —  t>dh) k  +  (Tj dT,— TjdTi)  K  =  0 , 
o  sia 

<"*>  ,  (TrfT)  -" 

'  l^(PPr),Pi,ft'"      ^(ppTp.'Pt'* 

«  Le  espressioni  sottoposte  al  radicale  in  (8)  sono  i  discriminanti  di  (7). 
considerata  come  forma  quadratica  in  (Ti,T8),  o  in  (ti,tt). 

«  Siano  in  (7)  x,  y  i  valori  di  t  che  corrispondono  ad  un  valore  di  T, 
ed  X,  T  i  valori  di  T  che  corrispondono  ad  un  valore  di  t  ;  l'equazione  (8)  darà 
(ceda;)  (ydy)         =  (TdT) 

l-'(PP')*Pr*PÌE       V  (??'fv^P?  I^(PPW Pi1  ' 

(9) 

(XdX)  (YrfY)  (tdù) 

i/(pp')*p«*pì*  =~  i  W^pTp? ~     i/Tpp')*p«*p/*  ' 

«  L'equazione  (9)  fra  (a?,  y),  o  fra  (X,  Y),  è  un'equazione  differenziale 
ellittica,  di  cui  un  integrale  è  dato  dalla  prima,  o  dalla  seconda,  delle  equa- 
zioni (5),  cambiando  in  esse  t',  t"  in  ir,  y,  e  T',  T"  in  X,  Y,  cioè  da 


(10) 


Su  , 

Sii               S13  , 

*  s  *  y 

Sii. 

si» ,         Sj3,        Lx  LT 

Sji , 

Sii,             Si3  , 

m'xm'y  l 

—  0, 

Sii, 

Sii,         S23,       Mi  Mi 

S31 , 

S3Ì ,          S33, 

n\  n'y 

«31 1 

«3*  1        s33 ,      Ni  Ni 

in  ,11 

'■l'i/! 

m"T  m'y,  «','  n'y . 

0 

L'i   Ly 

Mi' Mi',  Ni N'v'     0 

0 


l'integrale  è  completo,  poiché  mentre  l'equazione  differenziale  (9)  dipende 
solamente  dai  quattro  punti  comuni,  0  dalle  quattro  tangenti  comuni,  di  /' 
ed  F,  nell'integrale  (10),  rimanendo  (issa  f  0  F,  si  può  supporre  che  F  sia 
una  linea  qualunque  di  2"  ordine,  cui  appartengano  quei  quattro  punti,  0 
che  /'  sia  una  linea  qualunque  di  2a  classe,  cui  appartengano  quelle  quatti.» 
rette;  ciò  evidentemente  introduce  nell'integrale  una  costante  arbitraria. 
2.   «  Supponiamo,  per  avere  forinole  piti  semplici, 

s*3  =  0,  «3i  =  0,  s«  =  0;       S2:ì  =  0,  Sii  =  0,  8»  =  »; 

in  tal  caso,  ponendo 

o,»  =  j,  b,ì  =  'ò,  cr  =  -A:         AT2  =  <D,  BT*  =  V,  CT4  =  X, 


—  050  — 

ed  indicando  con  (a.  b,  e),  (A,  B,  C)  quantità   costanti   arbitrarie,  si  potrà 
supporre 

Ir  =  a<p  .  m,2  =  ty  .  nr  —  c%  ;         LT2  =  A$  ,  MT2  =  B>F  ,  NT2  =  CX  ; 
si  avrà  inoltre 

«*  «U  =  "2  *M  «33  i       &**:«  =   2  S33SU,       C2S33=°2   SnSij, 

A-'I'-    =— ^(SssYH-SjjX1),  B2*FS=-    -^-(SuXM-S»*1),  CSX*=—  i(S2ìr-H-S11,F-). 
A" Su  =  —  S25S33,     B  Sa»  =  —  S33  Sji  ,     C* S33  =  -_-  Su Sjì  . 

da  cui  si  deduce 

su  =  2bc,  sa  =  2ca,  sS3  =  2o6;     Sn  =  2BC,  S»=2CA,  S;13  =  2AB, 
(1)  a?2-f-^«  +  cx*  =  0;        A**+By*  +  CX*=0; 

le  equazioni  di  /",  (in  coordinate  di  rette  e  di  punti),  e  le  equazioni   di  F, 
(in  coordinate  di  punti  e  di  rette),  si  potranno  quindi  supporre 
\V        V,°-         V;ì2 


(2) 


-r-  —2-=  0 ,     or,2  -f-  Z>«92  -+-  c«3*  =  0  , 
0  e 


"'"    '   J^1  +  i?s::=0,    AV,!+  BV+  CV3'=  0 . 


ABC 

«  Le  supposizioni  precedenti,  con  la  prima  e  la  seconda  delle  identità  (1). 
-.iranno  verificate  ponendo 

?  ==  ($,*  _  u})  \fl~c   ,      iì  =  («12  -+-  /22  )  [    —  ca  .      x  =  2ri  '2  ^ ~°*>  ' 
(3)   '  _ 

$  =  (Ti*— Tj«)  1/  BC  ,  ¥  =  (T^+Tì*)  I  — CA  ,  X=2T!T,  l/AB  . 
0  con  altri  due  sistemi  analoghi  di  formolo,  che  si  ottengono  permutando 
tra  loro  le  forme  quadratiche. 

«  Bitenendo  le  forinole  (3),  le  equazioni  corrispondenti  alle  0,  8,  9,  10 
del  numero  precedente,  posto  Aa=a,  B//  =  /3,  Ce  =  7, 

i«(y  — /3)  +j8(7  — g) 

G    -  3  7(«-/3) 

saranno  rispettivamente 

i4)   (A,2— <V")  (T,2-Tr)  I    WiM^+'t-)  (T,2+T22)  V tTh^JATiTJ/  Sp=0, 

(5)  <*»>  I  <TrfT) 

1/  t,4  +  O^,2  (V2  -I-  U}        V  T^+GctT,2  T^-f-T/' 

(xdx)  (ydy)  (TdT) 


1    xli~h6axìta^-ha'ii      l  '  ^''+67//! VM-V  l   TiH-6aTi»T,«rr-lV 

(6) 

(XdX) =  (YdY)         _ (tdt) 

V "X,*H-6(TXi*Xi,-f-X?      1/  T^H-eaT^Yj'+T»1  1/ *,* h- 6ct«i* e*» -f- *.* 

a  (''1 2/i  —  a>ì  2/*)s  — 18  («i  ?/i  +  «s  2/2Ì2  +  7  O'i  .Vi  4-  ?Vi  .<■»)*■  =  0  , 
(7) 
a(X,Y,  -X,Y,)2— /5lX,Y,^~X,Y,)2  ^7  (X,  Y,  4-  T,  X.)*  =  0  . 


(9) 


«  Ponendo 
I     zM    7-1    (3Hl  p(lry—[^)        _  1  l    jyj  —  l    y«—  t    /,: 

l    vO/'a  —  1-  /5)  3      ^{Va  —  \ 

[t,l)  =  hi-h6xtfti--htli  =  0,       (T,  T)  =T!*H   (cTrTrJ  -TV, 
all'equazione  (4)  potrà  darsi  la  forma 

(8)      (*,T)        _is_4(T1^-T1|.y(^-«(Ti«.+T.«,)'   =0. 

nella  quale  si  potranno  scambiare  tra  loro  le  lettere  t  e  T. 
«  Se  poi  si  pone 

,       1  (Y— /3)  +  (y--«)      ,,  i*±£      ' 

1     ^a  «— jS  '         "       6      «_--    "  ' 

Or,  a;)  =  ìtj4  h   Gt'.;-,*..-,* -:-  -«V,     (X.Xr-X,1   -   »VX,-X.-     -X,1. 
(e  similmente  cambiando    le  lettere  .<\  X  in  //.  Y),  alle  equazioni  (7)  poti 
darsi  la  forma 

I 

^=T^(Ti+YiÀy(x'x)-&,'(x,T4-T,x2)2=o' 

nelle  quali  si  potranno  scambiare  tra  loro  le  lettere  x  ed  >/.  e  le  lettere  X  ed  Y. 
«  C'ambiando  nelle  forinole  precedenti  rispettivamente 

111.         1         .         1         ..         1         . 

X'IT'-fT    in    X"5"-   rT^90  •  -e      5r' 

0    l'in- 

i-f-L,—    in    —  ■  a\.  -1     eB.  - -~  ec, 

<•       b      e  a  b  e 

il  che  corrisponde  a  cambiare  F  in  un'altra  linea  di  2°  ordine  clie  ha  con  / 
gli  stessi  quattro  punti  comuni,  o  pure  a  cambiare  fin  un'altra  linea  di  li1  classi 
che  ha  con  F  le  stesse  quattro  tangenti  comuni,  le  equazioni  differenziali 
ellittiche  (6)  restano  inalterate,  ed  i  loro  integrali  (7)  diverranno  (IO) 

k(1  -+-  0/3)  (1  +  9y)  l 'i  y\  —  Xìytf  — /9  (1  +  6«)  (1  -  9y)  <.-•,//,  --  .•■>,/,,- 

y(l  +  fl«)  (1  +  0/5)  (a?tyi      .</i.<m-  =  0, 
z(]      (->  3  m1      HV)(X,Y,—  X,Y,r—,S  l'I --02)11-  0,3)  iX,  Y,-  X.Y,  - 

•/(ì+e^fi-^e^iXiY.-Y.x.ì-   o, 

in  cui   5  o  0  rappresenta  la  costante  arbitraria  ». 

Filologia.  —    Sulle  divergenze  dei  canzonieri  neW  attribuziom 
di  alcune  poesie.   Nota  del  Socio  E.   Monaci. 

«  Chi  si  provi  a  ricomporre,  secondo  le  scarse  reliquie  che  ci  restano, 
il  canzoniere  dei  tempi  di  Federigo  II,  spesso  incontra  difficolta  nel  rico- 
noscere il  vero  autore  di  questa  o  di  quella  poesia.    Infatti,   per   addurre 


—  (358   ~ 

«lualche  esempio,  la  canzone  «Guiderdone  aspetto  avere»  che  in  A  3  (')  sta 
sotto  il  nome  di  Notar  Giacomo,  in  C  27  e  in  D  230  la  si  ritrova  sotto  il 
nome  di  Rinaldo  d'Aquino;  la  canz.  «In  un  gravoso  affanno»  che  in  A  28 
è  attribuita  a  Rinaldo  d'Aquino,  in  C31  e  in  D  237  si  vede  invece  attri- 
buita a  Giacomo  da  tentino;  e  similmente  altri  scambi  si  osservano  fra 
Giacomo  da  Lentino  e  Arrigo  Testa  (cnf.  A  35  e  B61);  fra  Giacomo  da 
Lentino,  Pier  della  Vigna  e  Jacopo  Mostacci  (cnf.  A  37,  C  49,  D236);  fra 
Pier  della  Vigna  e  Stefano  di  Messina  cnf.  A  39  e  B  122);  fra  Jacopo  Mo- 
stacci e  Ruggieri  d'Amici  (cnf.  A  46  e  C  31);  fra  Pier  della  Vigna  e  Gia- 
comino Pugliese  (cnf.  A  60  e  C35);  fra  Rinaldo  d'Aquino  e  re  Federigo 
(cnf.  A  177  e  C  50),  ecc.  (!) 

«  Come  ebbi  già  a  notare  altrove  (3) ,  cotesti  scambi  sono  ristretti  Ira 
limatori  dello  stesso  periodo,  così  che  non  si  trovi,  per  esempio,  una  canzone 
di  Giacomo  da  Lentino  attribuita  a  Guittone  d'Arezzo  o  viceversa:  onde, 
allorché  di  un  rimatore  manchi  qualsiasi  dato  cronologico,  siffatti  scambi, 
anziché  crescere  i  dubbi,  valgono  invece  a  dare  un  aiuto  per  classificare 
quel  rimatore  non  arbitrariamente. 

«  Ma  perchè  la  critica  possa  giovarsi  di  questo  che  in  certa  guisa  di- 
venta un  nuovo  strumento  d'indagine  e  un  nuovo  mezzo  di  dimostrazione, 
importa  pur  non  poco  di  determinare,  oltreché  la  estensione,  anche  la  causa 
che  diede  origine  al  fenomeno,  e  ciò  si  tenta  di  chiarire  in  questa  se- 
conda Nota. 

«  Che  tal  causa  sia  stata  la  infedeltà  o  il  capriccio  dei  copisti , 
nella  maggior  parte  dei  casi  non  è  nemmeno  da  pensare.  Se  fosse  stato  così, 
gli  scambi  non  si  vedrebbero  limitati  fra  i  rimatori  dello  stesso  periodo, 
e  il  loro  numero,  minore  nei  codici  più  antichi,  si  vedrebbe  andar  crescendo 
nelle  copie  e  nelle  ricompilazioni  seriori  ;  laddove  si  verifica  proprio  il  con- 
trario, trovandosi  che  i  canzonieri  più  recenti  si  mantennero  generalmente 
fedeli  ad  una  o  ad  altra  delle  tradizioni  rappresentate  da  A  da  B  o  da  C, 
e  che  le  divergenze  delle  attribuizioni  risalgono  quasi  sempre  a  quei  tre 
antichissimi. 

«  Messa  adunque  da  parte,  eccetto  che  per  qualche  caso  isolato,  la  ipo- 
tesi delle  mutazioni  arbitrarie  de'  compilatori ,  rimane  un'  altra  spiegazione 

(')  Con  la  sigla  A  indico  il  Cod.  Vat.  3793  descritto  nelle  Romanische  Studien  I,  (51 
e  ss.;  con  B  il  Laurenz.-Red.  9  descritto  in  Caix,  Origini  della  lingua  poetica,  6,  255  e  ss.; 
con  C  il  Palatino  418  descr.  in  Caix,  op.  cit.  15,  265  e  ss.;  con  D  il  Chigiano  L.  Vili,  305 
edito  diplomaticamente  nel  Propugnatore,  a.  1877;  con  E  il  Vat.  3214  descr.  in  Rivista  di 
[Hot.  romanza  I,  "1  e  ss.;  con  G  il  Barbeviniano  XLV-130  in  via  di  pubblicazione  negli 
Atti  di  questa  Accademia;  con  M  il  Magliabechiano  VII,  7,  1208  descr.  nel  Giornale  stor. 
della  leller.  Hai.  IV,  116  e  ss.;  con  X  il  Magliabechiano  VII,  10, 1060  descritto  ivi,  IV,  119  e  ss. 

(')  Se  non  m'inganno,  il  numero  di  questi  scambi,  nel  periodo  di  cui  ora  mi  occupo. 
<'•  di  26. 

(*)  Da  Bologna  a  Palermo,  Città  di  Castello,  Lapi,  1884.  p.  11. 


—  659  — 

soltanto:  ma  questa,  fortunatamente,  nò  immaginaria,  nò  ipotetica,  bensì 
suggerita  dai  manoscritti  medesimi. 

«  Rammentiamo  innanzi  tutto  che  fra  i  nostri  vecchi  rimatori  era  ge- 
nerale il  costume  di  mandare  i  loro  versi  non  solo  alla  dama  che  cantavano, 
ma  ben  anche  ai  migliori  maestri  o  compagni  d'arte  e  a  coloro  altresì  che 
pur  non  coltivando  l'arte,  erano  tuttavia  in  riputazione  di  valenti  quali  giu- 
dici in  materia  d'amore  e  di  gentilezza. 

«  Di  tal  costume  ci  restano  molte  testimonianze ,  particolarmente  fra 
le  canzoni  di  Guittone;  siccome  in  A  la  136  e  la  145  dirette  a  ser  Or- 
lando di  Chiusi,  la  140  diretta  a  Corrado  di  Sterleto,  la  143  a  messer  Ca- 
valcante e  messer  Lapo,  la  144  al  conte  Aldobrandino  di  Santa  Fiora. 
la  146  a  Mazzeo  di  Rico,  la  161  al  capitano  Tarlati  di  Arezzo.  E  simil- 
mente, prima  di  Guittone,  vediamo  un  anonimo  mandare  i  suoi  versi  d'a- 
more (A  72)  al  Notaio  da  Lentino;  e  vediamo  altrove  il  Notaio  da  Lentino 
mostrarsi  quasi  infastidito  dei  versi  che  gli  mandava  l'Abbate  di  Tivoli 
(A  327,  cnf.  ivi  330);  e  più  esempi  ancora  si  potrebbero  citare,  se  nella 
maggior  parte  dei  casi  i  compilatori  non  avessero  man  mano  soppresse  le 
menzioni  dell'invio,  che  non  sempre  si  trovavano  inserite  nel  testo  mede- 
simo del  componimento. 

«  La  insersione  dell'inivo  nel  testo  del  componimento  fu,  per  la  lirica 
italiana,  quasi  una  novità  di  Guittone,  il  quale,  come  aveva  imitato  i  pro- 
venzali introducendo  nella  canzone  il  commiato,  così  anche  imitò  i  Pro- 
venzali destinando  il  commiato  a  contener  V  invio. 

«  Prima  di  Guittone  una  canzone  soltanto  mi  avvenne  di  trovare  con 
l'invio  inserito  nel  testo,  la  72  A  che  ho  già  ricordala,  dove  l'invio  fu  messo 
nella  penultima  stanza.  Invece,  non  solo  prima  di  Guittone,  ma  anche  dopo 
di  lui,  l'uso  più  comune  fu  di  metter  l'invio  nel  titolo.  Ecco  uno  di  tali 
titoli  che  ci  rimase  sul  58  C: 

lìcx  Entius  Semprebono  notorio  bononiensi  ('); 

i'i  colie  altri  rimasti  in  G: 

Nerius  domino  Simoni  de  Pierite  (93), 

Nerius  ad  ser  Simonem  (95), 
Manuellus  Nerio  (150), 
Mtavianus  Nerio  (152), 
Pucciarellus  Nerio  (1  "><">). 
Nerii  ad  Pucciarellum  (157), 
Ridolfus  Manfredino  (164), 

(')  Veramente  il  Cod.  ha  Rei  henlius :  semprebon  noi.  boti.,  che  finora  fu  interpretai  i 
/;•/'  Henlius,  Semprebonus  nolarius  bononiensis.  Ma  perchè  nel  secando  nome  si  avesse  a  vedere 
un  nominativo,  sarebbe  stata  necessaria  altra  abbreviatura,  coni'1  SemprebS  noi.'  bon.'  u 
'■■■■■  '  ecc.  La  forinola  del  OS  C  va.  correttamente,  risolata  in  Semprebono  ecc. 


—  660  — 
Man/redini   Ridolfo  (165), 

D.  Bosone  Eugubio  dompno  Petra  de  Perugio    (176), 
Dompni  Petra  de  Perugio  d.  Bosoni  (189)  ecc. 
«  Come  si  vede,  questi  titoli  erano  in  origine  scritti  in  latino,  secondo 
si  costumava  pure  sulle  corrispondenze  epistolari  (').   Ma    col  tempo   fra  i 
compilatori  invalse  man  mano  l'uso  di  metterli  in  volgare,  e  non  solamente 
costoro  tradussero  i  titoli,   ma  altresì  li  ridussero,   sopprimendo  l'invio    e 
lasciandovi  per  lo  più  il  nome  dell'autore  soltanto.  Così,  mentre   sul  72  E 
leggiamo  : 

Questo  mandò  messer  Guido  Guini ocelli  a  ser  Bonagìunta, 
e  sul  127  D 

Messer  Guido  Guiniccelli  a  ser  Bonagìunta, 
sul  784  A  (-    127  D  e  72  E)  invece  non  resta  che 

Messer  Guido  Guìnizello  da  Bologna. 
Così  puiv,  mentre  il  314  D  reca 

Messer  Honesto  da   Bologna  a  Messer  Ugolino, 
il    102  E  (=314  1))  non  ha  che 

Messer  Honesto. 
«  E  fin  qui  veramente  la  cosa  è  sì  naturale  ed  ovvia  che  ben  può  pa- 
rere non  vi  fosse  bisogno  di  esemplificazioni,  tanto  più  che  l'invio,  qiiando 
non  si  trattava  propriamente  di  corrispondenze,  rimanendo  adatto  estrinseco 
e  accidentale,  senza  alcun  nesso  col  contenuto  del  componimento,  nemmeno 
era  destinato  a  circolare  sempre  con  quello  fuor  dell'esemplare  mandato 
alla  persona  cui  si  riferiva  l'invio.  Ma  purtroppo  non  tutte  le  riduzioni 
procedettero  uel  modo  che  si  è  visto.  Si  osservi  difatto  come  andò  a  finire 
il  titolo  che  nel  58  C  è  Bex  Hentius  Semprebono  notarlo  bononiensi.  Nel 
61  B  quel  titolo  fu  ridotto  semplicemente  a 

Be  Enzo  : 
in  un  altro  codice  poi,  a  cui  risalgono  il  2381)  e  il  42  M.  esso  invece  fu 
ridotto  a 

Semprebene  da  Bologna  ! 
«  La  causa  di  questa  sostituzione,  per  la  quale  il  nome  del  destina- 
tario prese  il  posto  del  nome  dell'autore,  fu  evidentemente  un  equivoco  eh  • 
non  è  difficile  a  spiegare  e  che  dovè  ripetersi  non  di  rado,  se  si  consideri 
quanto  di  leggieri  le  sgrammaticature  dei  titoli  latini  e  le  abbreviature 
spesso  arbitrarie  ed  incerte  portavano  i  copisti  a  non  riconoscere  l'invio  e 
a  vedere  nel  secondo  nome  nient'altro  che  una  varia  Isctio  d'un  compila- 
tore precedente.  Non  sempre  però  tale  equivoco  diede  luogo  a  una  sosti- 
tuzione, e  talvolta  anche  si  verificò  un  altro  caso  di  cui  in  E  s'incontra  un 

Veggansi  per  es.  i  faosimili  delle  Lettere  varie  de'  secoli  XIV  e  XV  nelYArchioio 
paleografico  itxliano,  I.  19-2tì. 


—  661  — 

esempio  su  quella  medesima  poesia  che  in  D  e  in  M  trovasi  attribuita  a 
.  Semprebene.  Invero,  a  capo  di  quella  poesia  nel  7  E  si  legge 

Re  Enzo  et  Messere  Guido  Guinizzelli  ; 
ora,  che  cosa  significano  quei  due  nomi  lì  congiunti  con  la  particola  eli 
Altra  volta  si  pensò  che  il  copista  avesse  creduto  a  una  specie  di  collabo- 
razione del  rimatore  bolognese  con  Enzo.  Ma  di  canzoni  a  due  non  si  co- 
noscono esempi,  ed  è  più  semplice  e  piana  la  ipotesi  che  il  copista  con 
([nella  dizione  volesse  solamente  significare  che  aveva  trovato  la  canzone 
attribuita  tanto  al  re  Enzo  quanto  al  Guinicelli.  Comunque  sia  però,  e  nella 
prima  e  nella  seconda  ipotesi  bisogna  sempre  supporre  un  ms.  anteriore 
dove  i  due  nomi  si  trovassero  di  già  riuniti,  e  su  ciò  il  confronto  del  ti- 
tolo 58  C  non  ci  farà  restare  troppo  perplessi.  Ke  Enzo  avrà  mandata  la 
sua  canzone  come  a  Semprobono  così  anche  a  Guido  Guinicelli,  il  che  non 
potrebbe  essere  più  verisimile  ;  e  se  siili'  esemplare  inviato  al  primo  fu 
scritto  Rex  Hentius  Semprebon.  noi.  bori.,  nell'esemplare  inviato  al  secondo 
si  sarà  scritto  Bex  Hentius  doni.  Guido  Guiniccelli.  Ecco  dunque  come 
poterono  i  due  nomi  trovarsi  riuniti  sull'  esemplare  onde  derivò  il  7  E,  e 
non  ci  voleva  di  più  perchè  da  questo  titolo  male  interpretato  si  venisse 
alla  doppia  attribuzione  del  7  E,  mentre  dall'altro  del  58  C  si  era  venuti 
alla  sostituzione  del  238  D  e  del  42  M. 

«  La  stessa  spiegazione  è  forse  applicabile  al  titolo  Guido  de  Caval- 
canti et  Jacopo  che  si  legge  sul  20  e  sul  21  D;  ma  il  caso  che  si  ripetè 
più  di  frequente  fu  l'altro,  quello  cioè  in  cui  il  nome  del  destinatario  ri- 
mase sostituito  al  nome  dell'autore.  Oltre  l'esempio  già  addotto,  un  secondo 
ce  ne  offrono  non  meno  evidente  i  titoli  messi  a  riscontro  del  110  A,  72  B. 
64  C  e  232  D.  In  A  la  canzone  110  è  intestata  Stesser  Tiberto  Goriziani, 
in  C  64  poi  e  in  D  232  è  intestata  Messer  Rinaldo  d'Aquino:  mentre  in 
B  72  essa  reca  Domino  Rainaklo  d'Aquino:  or  chi  non  vede  che  la  diver- 
genza dell'  attribuzione  anche  qui  mette  capo  al  solito  equivoco  generato 
da  un  titolo  che  press' a  poco  dovett'  essere  Dominus  Tibertus  Galliziani 
domino  Rainaldo  de  Aquino?  Similmente  il  79  E  va  sotto  il  nome  di  Mes- 
ser Gino  da  Pistoia,  mentre  il  221  D  (=  79  E)  va  sotto  il  nome  di  Mae- 
stro Rinuccino  e  il  16  N  (=221  D  e  79  E)  reca  Domino  Cina;  ora  queste 
varianti  non  ci  riporteranno  anch'esse  ad  un  titolo  primitivo  i'agister  Ri- 
nuccinus  domino  Cinoì  E  non  sarà  da  un  Arrigus  Testa  de  Aritio  noi.  J. 
(o  Jacobo)  de  Lentino  che  deviarono  con  diverso  errore  i  tre  titoli  fram- 
mentari di  A  35  (Notaio  Arigo  Testa  da  Lentino),  di  B  61  (N.  Jacomo)  e 
di  C62  (Arrigus  divitis)  (')?  Non  sarà  da  un  Re.r  Fredericus  Rainaldo  de 

(')  Si  avverta  che  Arrigo  Testa  fu  di  Arezzo  (v.  il  Mernor.  Poleslalum  Regiensiwn  in 
Muratori,  tìer.  Hai.  Ser.  Vili,  1115, eilGhron.  Parmense,  ivi,  IX,  768,  7G9  e  7701,  e  non  di 
Lentino  donde  era  Giacomo;  che  fu  podestà,  e  non  notaio  come  era  Giacomo.  Quanto  al 
diuitis.  chi  ha  pratica  nelle  scritture  del  sec.  XIII  non  troverà  impossibile  che  sia  stato 
un  abbaglio  per  d aritio,   cioè   de   Aritio. 

Rendiconti  —  Voi.  I. 


—  6'62  — 

Aquino  che  ebbe  origine  la  divergenza  fra  il  50  C  (Rex  Fredericus)  e  il 
177  A  {Rinaldo  d'Aquino)  (')?  Il  Dno.  Cino  del  13,  del  18  e  del  41  N, 
come  il  Dno.  Honesto  del  48  pur  di  N  sono  anch'essi  tutti  invii  che  si  ri- 
solvettero per  opera  di  antichi  copisti  e  di  moderni  editori  in  altrettante 
sostituzioni  e  divergenze  simili  alle  precedenti.  E  chi  sa  quanti  altri  esempi 
si  potrebbero  qui  citare,  osservando  meglio  la  lettera  di  tutti  i  manoscritti. 
Ma  non  credo  necessario  di  più  per  ritenere  ornai  chiarita  abbastanza  la 
priucipal  causa  di  siffatte  varianti  dei  canzonieri.  Che  se  dopo  di  ciò  resterà 
tuttavia  dubbio  in  alcuni  casi  quale,  dei  due  iscritti  sopra  una  stessa  poe- 
sia, sia  stato  il  vero  autore  e  quale  il  destinatario,  almeno  si  avrà  sempre 
questo  per  assodato,  che  quei  due  furono  non  solo  contemporanei,  ma  fu- 
rono anche  in  relazione  letteraria  fra  loro.  Così,  ricomponendo  il  quadro  di 
tutte  le  divergenze,  si  potrà  una  volta  giungere  a  farsi  un'idea  men  vaga 
e  meno  fantastica  del  modo  con  cui  si  svolse  e  si  diffuse  quella  letteratura 
che  taluni  tuttora  dicono  prodotta  da  una  specie  d'accademia  sedente  in 
Palermo  sotto  la  presidenza  dell'Imperator  Federigo  ». 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  trasmette  i  fascicoli  delle 
Notìzie  degli  Scavi  pei  mesi  di  giugno,  luglio  e  agosto  18S5,  che 
trattano  delle  seguenti   materie. 

Giugno.  —  «  Yentimiglia.  Nuove  lapidi  latine  del  territorio  intemeliese.  — 
Cotogno  al  Serio.  Tomba  rimessa  in  luce  in  contrada  Palazzo.  — ■  Crespellano. 
Sepolcri  del  periodo  detto  di  Villanova,  scoperti  in  contrada  Ca  Selvatica.  — 
Bologna.  Avanzo  di  strada  romana  riconosciuto  tra  le  vie  Trebbo  dei  Carbo- 
nesi  e  Val  dAposa.  ■ —  Ravenna.  Mattoni  con  bolli  latini  trovati  nei  resti 
della  basilica  di  s.  Severo  presso  la  chiesa  di  Classe  Fuori.  —  Forlì.  Nuovi 
rinvenimenti  di  antichità  avvenuti  nella  città  e  nel  suburbio.  — ■  Fiumana. 
Tombe  di  età  romana  riconosciute  nei  fondi  Albicini  e  Vicchi.  —  Meldola. 
Oggetti  antichi  scoperti  nel  fondo  già  Mastri,  ora  Brusaporci.  —  Orvieto. 
Prosecuzione  degli  scavi  della  necropoli  volsiniese  in  contrada  Cannicella.  — 
Nepi.  Cippi  con  iscrizioni  latine  trovati  in  via  del  Foro.  —  Roma.  Scoperte 
nelle  regioni  urbane  V,  VI,  VII,  Vili,  IX,  XIII,  XIV,  e  nelle  vie  Salaria, 
Nomentana,  Trionfale.  —  Nemi.  Nuove  scoperte  nell'area  del  tempio  di 
Diana  Nemorense.  —  Tagliacozzo.  Epigrafe  latina  rinvenuta  presso  Sorbo 
frazione  del  Comune  di  Tagliacozzo.  —  Torre  del  Garigliano.  Frammento 
marmoreo  di  iscrizione  latina,  riconosciuto  presso  la  torre  del  Garigliano 
nel  territorio  di  Mintùmo.  —  Napoli.  Frammento  d'iscrizione  greca  scoperto 
tra  i  materiali  di  costruzione  in  Castel  nuovo.  —  Taormina.  Frammento 
epigrafico  greco  ritrovato  in  contrada  s.  Leo.  —  Termini  Imerese.  Lastra 
marmorea  con  avanzi  di  iscrizione  latina  trovata  nel  diruto  castello. 

(')  Ora  cancellato  sopra  altra  cancellatura  fatta  sul  nome  di  Federigo. 


—  663  — 

Luglio.  —  «  Rivoli- Veronese.  Situla  ili  bronzo  ed  altri  oggetti  antichi  tro- 
vati in  contrada  il  Castello.  —  Orbetello.  Oggetti  riferibili  alla  necropoli  di  Suc- 
cosa, acquistati  pel  museo  di  Firenze.  —  Roma.  Scoperte  nelle  regioni  urbane  II, 
IV,  V,  VI,  VII,  Vili,  IX,  XIII,  XIV,  e  nelle  vie  Nomentana,  Portuense, 
Salaria.  —  Nemi.  Prosecuzione  degli  scavi  nell'area  del  tempio  di  Diana 
Nemorense.  —  Civita  Tornasse.  Frammento  di  iscrizione  latina  rinvenuto  dal 
sig.  Tomasso  Ciancarella.  —  Santa  Maria  di  Capua  Vetere.  Sculture  mar- 
moree ed  avanzi  di  antiche  fabbriche  rinvenute  sulla  via  Albana  nel  casa- 
mento Maiorano.  —  Pompei.  Scoperte  nella  Regione  V,  isola  2\  e  nella 
Regione  VIII,  isola  2\  — ■  Taranto.  —  Nuovi  travamenti  epigrafici  dell'agro 
tarantino.  —  Castelvetrano.  Acquedotti  di  Selinunte  ed  oggetti  trovati  nella 
vasca  di  Bigini  presso  Castelvetrano. 

Agosto.  —  «  Ventimiglia.  Altri  sepolcri  delle  Necropoli  intemeliese  ricono- 
sciuti presso  il  teatro  romano.  —  Torino.  Ulteriori  scoperte  fatte  presso  il  recinto 
romano,  rimesso  in  luce  vicino  il  santuario  della  Consolata.  —  Cassano-Magnano. 
Tombe  scavate  presso  l'abitato  sulla  via  di  Fagnano.  —  Cremona.  Sepolcri 
trovati  fuori  porta  Milano,  sulla  via  del  Milliaro.  —  Viadana.  Nuovi  trava- 
menti di  antichità  nel  territorio  viadauese.  --  Verona.  Ulteriori  esplorazioni 
nella  cattedrale  della  città.  —  Venezia. •  Lapide  con  iscrizione  latina,  esi- 
stente nel  magazzino  del  sig.  Emilio  Cappati.  —  Montevegiio.  Sepolcri  del 
tipo  detto  di  Villanova.  scoperti  presso  la  vallata  Ghiaia  di  Savigno.  — 
Sarsina.  Rinvenimenti  di  antichità  fatti  in  Sarsina  e  nel  suo  territorio.  — ■ 
Roma.  Scoperte  nelle  regioni  urbane  II,  V,  VI,  VII,  IX.  —  Nemi.  Prose- 
cuziouo  degli  scavi  nell'area  del  tempio  di  Diana  Nemorense.  —  Sulmona. 
Frammento  epigrafico  riconosciuto  tra  i  vecchi  materiali  della  cattedrale.  — 
Scurcola  (presso  Avezzano).  Antichi  oggetti  rinvenuti  in  vicinanza  dell'abi- 
tato, e  cippo  iscritto  scoperto  in  contrada  Conca  d'oro.  —  Isola  del  Liri.  Sepolcri 
trovati  a  poca  distanza  dal  paese  nei  lavori  per  la  strada  ferrata  Roccasecea- 
Avezzano.  —  Cassino.  Iscrizione  latina  trovata  nel  fondo  Petraccone.  — ■ 
Marcianise.  Statuette  fittili  e  vaso  con  iscrizione  graffita,  rinvenuto  nel  fondo 
Sagnelli.  —  Cunia.  Proseguimeuto  degli  scavi  della  necropoli  cumana  sulle 
sponde  del  Lago  di  Licola.  —  Bacali  (frazione  del  comune  di  Pozzuoli). 
Nuove  epigrafi  latine  trovate  a  Cappella  presso  Bacoli  nel  territorio  mise- 
nate. —  Brindisi.  Frammenti  epigrafici  latini  scoperti  presso  la  città,  nei 
lavori  per  la  strada  ferrata  Brindisi-Taranto.  —  Nicotera,  Resti  di  antico 
acquedotto,  rimessi  in  luce  nella  strada  comunale  Nicotera-Badia.  — -  Reggio 
di  Calabria.  Nuove  scoperte  di  antichità  avvenute  in  Reggio  e  nel  suo  ter- 
ritorio. —  Ter mini- Imerese.  Frammento  epigrafico  latino  scoperto  tra  i  ma- 
teriali di  fabbriche  nel  diruto  Castello.  —  Selinunte.  Ripostiglio  di  monete 
di  argento  trovato  a  poca  distanza  dall'antica  città  ». 


—  664  — 
Fisica.  —  Sull'errore  nel  metodo  delle  deflessioni  prodotto  dallo 
spostamento  del  filo  di    sospensione  dalla  verticale.  Appendice  alla 
Nota  II  ('),  del  dott.  Luigi  Palazzo,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

1.  «  A  complemento  dello  studio  precedente  ho  creduto  opportuno  aggiun- 
gere alcune  esperienze  aveuti  per  scopo  di  osservare  direttamente  il  fenomeno 
dello  spostamento  dell'ago  magnetico  sospeso  nell'esperienza  delle  deflessioni. 
Volendo  fare  in  modo  che  questo  spostamento  fosse  almeno  di  qualche  decimo 
di  millimetro,  ho  dovuto  appigliarmi  ad  un  caso  estremo,  sospendendo  al 
disopra  del  centro  del  teodolite  l'ago  attaccato  ad  un  filo  di  seta  lungo  più 
di  6  metri  ;  e  nello  stesso  tempo  riducendo  a  soli  23  era.  la  distanza  R  fra 
l'ago  e  la  sbarra.  Sull'una  delle  due  lunghe  braccia  del  teodolite  collocavo  e 
poi  toglievo  alternativamente  il  magnete  deflettente;  gli  spostamenti  dell'estre- 
mità inferiore  del  filo  nel  piano  verticale  normale  alla  direzione  della  sbarra 
venivano  osservati  mediante  un  cannocchiale  munito  di  un  micrometro  a  denti 
ed  avente  forte  ingrandimento ,  che  stava  fissato  sull'altro  braccio  diametral- 
mente opposto  al  primo.  Le  continue  piccole  oscillazioni  del  filo  intorno  alla 
sua  posizione  d'equilibrio  non  mi  permisero  di  raggiungere  l'esattezza  che 
avrebbe  potuto  darmi  il  micrometro  ;  ne  per  quante  cautele  abbia  usato,  mi 
fu  possibile  di  totalmente  evitarle.  Ad  ogni  modo  ho  potuto  benissimo  osser- 
vare il  fenomeno,  ed  ho  trovato  che  questo  spostamento  avviene  effettivamente 
nella  direzione  del  polo  dell'ago  che  è  omonimo  col  polo  più  vicino  della 
sbarra.  Inoltre  dalle  numerose  esperienze  fatte  mi  risultò  per  questo  sposta- 
mento l'ampiezza  media  di  poco  più  di  due  denti  del  micrometro,  corrispon- 
denti a  circa  due  decimi  di  mm.  appena.  Un  tale  spostamento  non  può  certo 
produrre  in  pratica  alcun  errore  sensibile.  Infatti  se  nelle  formule  date  fac- 
ciamo come  era  nel  nostro  caso  : 

M  =  1140,356     M'  =  15,130     /  =  620™     P  =  6779dine,37 
otteniamo  per  a  il  valore   5",627;   per   X   il   valore   0cm,0169   che  non  di- 
scorda molto  da  quello  osservato;  e  pel   termine   di   correzione  s   il  valore 
0,0000046023,  ancora  troppo  piccolo  per  doverne  tener  conto. 

«  Resta  così  completamente  dimostrato  che  nel  metodo  delle  deflessioni 
di  Lamont  esiste  bensì  una  causa  di  errore  per  parte  della  componente  lon- 
gitudinale della  forza  che  si  esercita  fra  i  due  magneti,  ma  che  quest'errore 
è  affatto  insensibile  nei  limiti  di  precisione  delle  nostre  misure  sull'inten- 
sità magnetica  terrestre. 

2.  «  Chiuderò  questo  mio  lavoro  ricordando  che  per  effetto  di  indu- 
zione avviene  pure  uno  spostamento  del  filo  di  sospensione  dalla  verticale , 
non  più  nella  direzione  normale,  ma  nella  direzione  stessa  del  magnete  de- 
flettente; cioè  il  magnete  deflettente  induce  nell'ago  libero  una  certa  quantità 

(')  Rendiconti  della  E.  Accademia  dei  Lincei,  ser.  4a,  voi.  I,  fase  19  [1885]. 


—  665  — 

di  magnetismo  normalmente  alla  sua  lunghezza,  donde  deve  avvenire  una 
diminuzione  della  distanza  fra  i  centri  delle  due  calamite.  Se  indichiamo 
con  —  dE  questa  diminuzione  della  distanza,  l'errore  relativo  nel  valore  del 
momento  di  rotazione  Q  è  assai  approssimativamente  espresso  da  (V.  nota  1. 
forra.  (3)  )  : 

<IQ  _     dR 

"Q  "R" 

11  Lamont  accenna  a  questo  fatto  nel  suo  libro  (')  e  soggiunge  che  egli  si 
e  assicurato  direttamente  che  coi  mezzi  ordinari  questa  diminuzione  della 
distanza  non  è  sensibile,  facendo  osservazioni  con  un  microscopio  munito  di  un 
micrometro  che  gli  permetteva  di  valutare  anche  una  variazione  di  distanza 

eguale  a  — -  di  min.». 
°  500 


Fisica.  —  Stilla  deformazione  prodotta  in  vasi  di  vetro  da 
pressioni  interne.  Nota  I.  dei  dott.  Giovanni  Agamennone  e  Filippo 
Bonetti,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  Avendo  intrapreso  nell'Istituto  Fisico  della  R."  Università  di  Roma 
alcune  ricerche  sulla  compressibilità  dei  gas,  ci  siamo  trovati  nella  neces- 
sità di  determinare  la  deformazione  prodotta  nel  tubo  di  vetro,  in  cui  ave- 
vamo da  comprimere  i  gas,  dalla  pressione  esercitata  nel  suo  interno.  I 
risultati  di  queste  determinazioni  ci  è  parso  che  potessero  avere  un  interesse 
anche  fuori  delle  nostre  ricerche,  e  perciò  abbiamo  voluto  pubblicarli  nella 
presente  Nota. 

§  1. 

«Prima  di  sperimentare  direttamente  sull'apparecchio  definitivo  desti- 
nato allo  studio  della  compressibilità  dei  gas  abbiamo  voluto  far  prova  del 
metodo  sopra  un  altro  apparecchio  più  piccolo,  ma  di  forma  consimile  e 
costruito  con  un  pezzo  della  stessa  canna  di  vetro,  che  doveva  servirci  per 
l'apparecchio  definitivo. 

«  Apparecchio  e  metodo  di  sperimentare.  —  Questo  primo  piezometro  con- 
sisteva in  un  tubo  cilindrico  di  vetro  terminato  da  due  emisferi,  dei  quali 
il  superiore  portava  un  tubo  capillare  graduato.  Se  un  istrumento  di  questa 
forma  s' immagina  empito  d' acqua  fino  alla  divisione  n""\  e  si  esercita  poi 
sulla  superficie  dell'acqua  una  pressione  di  H  min.  di  mercurio  (oltre  la  pres- 
sione atmosferica,  la  quale  si  fa  sentire  dentro  e  fuori  dell'apparecchio),  il 

(')  Lamont,  Handbuch  des  Erdmagnetismus.  Berlino  [1849],  pag.  23. 


—   66G  — 

livello  si  vede  abbassarsi  fino  alla  divisione  m"'".  Conoscendo  il  volume  v 
compreso  tra  la  divisione  n'""  e  la  mmtt  e  il  volume  V  dell'apparecchio  in 
condizioni  ordinarie  fino  alla  divisione  nma,  il  coefficiente  a  di  compressibilità 
apparente  dell'acqua  viene  espresso  dalla  forinola 

v    760 

ti)  *=TTT- 

Questo  coefficiente  è  uguale  alla  somma  del  coefficiente  di  deformazione  o 
dell'apparecchio  e  del  coefficiente  <p  di  compressibilità  assoluta  dell'acqua. 
Si  avrà  dunque 

v  760       , 

?  =  »  —  <//=   y-   37— *  ■ 

«Per  attenuare  l'influenza  delle  variazioni  di  temperatura  durante  le 
esperienze  il  nostro  picnometro  era  immerso  in  un  grande  recipiente  pieno 
d'acqua,  e  la  lettura  delle  divisioni  del  tubo  graduato  si  faceva  da  lontano 
con  un  cannocchiale,  apprezzando  ad  occhio  i  decimi  di  divisione.  Contuttociò 
nel  recipiente  era  immerso  un  termometro  destinato  ad  accusare  le  variazioni 
di  temperatura.  Per  tenerne  poi  conto  si  faceva  una  lettura  lx  prima  di  com- 
primere, una  seconda  1%  dopo  la  compressione  e  una  terza  Z3  alla  fine,  quando 
si    tornava    alla    pressione   ordinaria:  l'abbassamento    di    livello    era    dato 

da  — 2 h. 

«  La  pressione  veniva  fatta  con  una  pompa  di  compressione  per  mezzo 
di  tubi  di  piombo  accuratamente  uniti  con  mastice  al  tubo  di  vetro  del  pie- 
zometro, e  misurata  con  un  manometro  ad  aria  libera.  Le  pressioni  lette  veni- 
vano poi  ridotte  a  zero  e  corrette  per  la  capillarità. 

«  Calibrazione  del  tubo  capillare.  —  Il  tubo  capillare  del  piezometro 
è  stato  graduato  in  mm.  con  una  buona  macchina  divisoria,  tenendo  conto 
dell'errore  per  il  passo  di  vite.  La  calibrazione  è  stata  fatta  prima  di  sal- 
dare il  tubo  al  bulbo  del  piezometro  facendo  scorrere  una  colonnina  di  mer- 
curio lunga  circa  70  mm.  lungo  il  tubo  e  misurandone  successivamente  la 
lunghezza  sulla  graduazione  del  tubo.  In  ultimo  si  è  pesata  questa  colonnina. 
Se  p  è  il  suo  peso,  t  la  temperatura  durante  la  calibrazione,  l  la  lunghezza 
variabile  della  colonna  di  mercurio,  la  sezioue  s  determinata  colla  seguente 
forinola 

_  p (14-0.0001790 
13,596i 

è  ciò  che  noi  abbiamo  considerato  come  sezione  corrispondente  al  punto  medio 
della  lunghezza  abbracciata  dalla  colonna  di  mercurio.  Abbiamo  avuto  cosi 
una  serie  di  32  misure,  essendo  la  temperatura  di  13°,  colle  quali  abbiamo 


—  067  — 

costruito  una  curva.  Per  dare  un'idea  delle  variazioni  nel  calibro  del  tubo 
trascriviamo  i  seguenti  valori  tratti  da  questa  curva 


Tabella  I.» 


Divisioni 

Sezioni 
corrispondenti 

Divisioni 

Sezioni 
corrispondenti 

0 
100 
200 
300 

mm5  4,868 
4,850 
4,803 

4.717 

400 
500 
600 
700 

inni2  4,684 
4,643 
4,632 
4,630 

«  Volume  V  del  piesometro.  —  11  piezometro  era  stato  empito  d'acqua 
iu  modo  che  alla  temperatura  di  12°,  5  arrivava  fino  alla  divisione  585\ 
Fu  pesato  alla  fine  delle  esperienze,  dipoi  vuotato,  asciugato  con  cura  e  ripe- 
sato un'altra  volta.  La  differenza  di  queste  due  pesate,  corretta  per  la 'Spinta 
dell'aria  e  divisa  per  la  densità  0.999489  dell'acqua  a  12°.  5,  ci  ha  dato 
per  la  temperatura  di  12°.  5 

V  =  em3  396, 050. 

La  piccola  differenza  di  0°,5  che  passa  fra  la  temperatura  di  calibrazione 
e  la  temperatura  di  determinazione  del  volume  V  si  è  trovata  addirittura 
trascurabile,  e  si  sono  ritenute  nei  calcoli  le  due  determinazioni  come  fatte 
alla  stessa  temperatura, 

«  Valore  di  <p.  ■ —  Le  pili  recenti  e  più  attendibili  misure  della  compres- 
sibilità dell'acqua  sono  quelle  fatte  dai  dott,  Pagliani  e  Vicentini  ('),  e  perciò 
noi  abbiamo  tratto  i  valori  occorrenti  di  6  dalla  curva  tracciata  da  essi.  Qui 
;■  da  notare  che  l'acqua  di  cui  abbiamo  fatto  uso  non  solo  era  stata  distil- 
lata, ma  per  di  più.  privata  d'aria  facendola  bollire  bene  e  poi  ancor  tepida 
introdotta  nel  piezometro  facendovi  il  vuoto:  si  poteva  dunque  ritenere 
quest'acqua  deaerata  a  sufficienza.  Giova  peraltro  avvertire  che  l'influenza 
sul  valore  di  <p  di  un  residuo  d'aria  disciolta  non  sembra  considerpvole,  perchè 
Colladon  e  Sturai  trovarono  a  0°  per  l'acqua  deaerata  é—- 0.0000513  e  per 
l'acqua  non  privata  affatto  d'aria  tf»  —  0. 0000495  . 


i')  Nuovo  Cimento,  serie  lì',  t.  XVI.  pag    27  e  seg.  161  e  seg. 


—  668  — 
«  Determinazione  di  u  e  di  <p.  —  La  seguente  tabella  contiene  i  risul- 
tati delle  esperienze  sul  primo  apparecchio 

Tabella  II.a 


t 

H 

V 

tu 

, 

mm 

837,3 

mra* 
42,285 

0,00009691 

12°,3  \ 

1506,8 

78,066 

0,00009942 

2617,9 

134,603 

0,00009868 

i 

840,2 

42,614 

0,00009733 

l 

1506,8 

7  ",603 

0.0000988  ; 

12°,6  < 

2271.7 
2641,4 

116,520 
135,300 

0.00009843 
0,00009829 

3257,6 

166,360 

0,00009800 

3760,0 

192,311 

0,00009815 

883,1 

46,320 

0,00010065 

12°,5  < 

1572,7 

81,633 

0,00009961 

2388,9 

123,142 

0,00009894 

3008,2 

154,776 

0,00009873 

Il  valore  di  v  è  stato  ottenuto  moltiplicando  la  differenza  di  lettura 

h-hk 


Ji-4-fa 


h 


per  la  sezione  corrispondente  al  punto 


dedotta  dalla  curva  di 


calibrazione. 

«  Da  questa  tabella  si  ricavano  per  i  valori  medi 

J  =  12°,  5  «  =  0.0000986 

Dalle  misure  dei  dott.  Pagliani  e  Vicentini  si  deduce   per   la   temperatura 
di  12°,  5  (|/  =  0.0000462;  quindi  si  ha  ©  =  0.0000524. 

«Per  formarsi  un'idea  dell'importanza  che  hanno  le  misure  dei  diversi 
elementi  che  entrano  nel  valore  di  a,  basta  mettersi  nel  caso  più  sfavorevole 
di  H  minimo  e  perciò  anche  di  v  minimo,  cioè  porre  H=837mm 
e  v  =  42  mm3.  I  valori  degli  errori  parziali  saranno  in  questo  caso  i  seguenti 


—    (ili!»     — 

per  Av  =  0. 4*33  mm3  che  corrisponde  ad  un  errore  di  0',  1  nella 

lettura  sul  tubo  del  piesometro 0.  OOOOoloii 

per   AV=100mm3   che    corrisponde   ad    un    errore    di    circa 

100  milligrammi  nella  pesata 0.  00000002 

per  AH  =  lmm 0.00000012 

Quindi  l'errore  totale  Au  sarà  =  0.00000120 

Se  dalla  tabella  2"  prendiamo  i  due  valori  estremi  di  a,  cioè  0.00009700 
e  0.00010065,  le  loro  differenze  dal  medio  si  trovano  essere  0.00000160 
e  0.00000200  un  poco  superiori  al  Aw  calcolato. 

«Qui  basta  notare  che  la  massima  influenza  è  dovuta  agli  errori  nella 
misura  del  v,  ossia  nella  lettura  sul  tubo  del  piezometro. 


«  Dopo  avere  sperimentato  su  questo  primo  piezometro,  ci  accadde  che 
facendo  costruire  col  restante  della  canna  di  vetro  l'apparecchio  definitivo 
per  la  compressibilità  dei  gas,  questo  si  ruppe.  Fummo  costretti  allora  di 
ricorrere  ad  un'  altra  canna,  ma  della  stessa  qualità  di  vetro,  e  fattovi  co- 
struire il  nostro  apparecchio,  ci  ponemmo  a  studiarne  direttamente  la  defor- 
mazione. Il  nuovo  piezometro  aveva  forma  analoga  al  primo,  e  portava  lo 
stesso  tubo  graduato  che  era  servito  per  il  primo.  Di  differenza  non  c'era 
che  la  presenza  di  due  punte  ricurve  di  vetro  lunghe  circa  5  cm.  saldati 
in  due  punti  laterali  del  cilindro,  destinate  a  servire  di  punte  d'affioramento. 

«  11  volume  V  fu  determinato  collo  stesso  metodo  tenuto  di  sopra,  e  si 
trovò  per  la  temperatura  di  16°,  essendo  l'apparecchio  pieno  d'acqua  fino 
alla  divisione  317% 

Y  =  ci>ii  912,  110. 

«  Il  resto  delle  misure  procede  esattamente  come  nel  primo  caso. 

«  Nel  fare  i  calcoli  abbiamo  preso  per  valori  delle  divisioni  quelli  stessi 
che  nelle  esperienze  antecedenti,  quantunque  la  determinazione  di  questi  va- 
lori fosse  stata  latta  alla  temperatura  di  13°,  e  le  nuove  misure  invece  fos- 
sero fatte  alla  temperatura  media  di  16°,2;  perchè  l'errore  possibile  a  com- 
mettersi vedemmo  risultare  trascurabilissimo.  Infatti  considerando  l'abbas- 
samento massimo  di  livello  della  colonna  d'acqua  nel  tubo  piezometrico,  che 
fu  di  89a,60  corrispondente,  ad  una  pressione  di  3817mm,7,  e  calcolando  il 
nuovo  medio  w  dei  valori  delle  divisioni  comprese  tra  le  due  posizioni 
estreme  della  colonna  per  mezzo  della  forinola  : 

"•'  =  w    1    -a(t'  —  t)  ] 
dove  t'—t  =  3°,2,  w  =  mm3  4,763  ed  a  =  0.000026  (coefficiente  di  dilata- 
zione cubica   del    vetro),  si  ha   v  =  mm3426,  800,    essendo   v  =  426,  765. 
Calcolando  il  valore  di  a  per  mezzo  di  v   si  ha  a  =  0.00009-J152  ;  mentre 
calcolando  per  mezzo  di  v  si  ha  w  =  0.000093145.  Da  ciò  si  vede  che  la 

Rexdicoxti  —  Vol.  I. 


—  670  — 

differenza  è  trascurabilissima,  e  che  sarebbe  stato  inutile  tener  conto  della 
variazione  di  temperatura  riguardo  alla  calibrazione  del  tubo. 

«  La  tabella  III*  offre  i  risultati  di  queste  nuove  esperienze,  ed  è  nella 
sua  disposizione  analoga  in  tutto  alla  prima. 

Tabella  III." 


t 

H 

V 

fi) 

15%4 

mm 

643,51 

mm9 
72.169 

0.00009345 

656,49 

74,068 

0.00009401 

1057.90 

118,560 

0,00009338 

15°,5 

1126,80 

127. 17n 

0,00009404 

/ 

1106,30 

124,040 

0,00009312 

l 

1651,60 

185,540 

0,00009361 

16°,6  < 

2266,80 

253,150 

0,00009305 

2289,60 

256,720 

0,00009343 

2712.70 

304.100 

0,00009341 

3100,20 

346,740 

0,00009319 

/ 

687,46 

76,646 

0,00009290 

16.°4  } 

741.24 
3094,70 

82,476 
345,930 

0,00009271 
0,00009314 

3817,70 

426,765 

0,00009315 

Da  questa  tabella  si  ricavano  per  i  valori  medi 

*=16°.2  «  =  0.0000934 

Alla  temperatura  di  16°,2  si  ha  dalla  Memoria  sopracitata  dei  dott.  Pagliani 
e  Vicentini  <p  =  0.0000453,  donde 

a  =  0.0000481 
Prendendo  H  =  643,51,     i>  =  72, 169,     V  =  912,110  si  hanno  per  gli  er- 
rori parziali  i  seguenti  valori 

per  Av  =  0.463  0.000  000  60 

per  AV  =  lOOraur5  0.000  000  01 

per  AH  =  1  mm  0.000  000  15 

quindi  l'errore  totale  Aw  sarà  =0.000  000  76 

Prendendo  dalla  tabella  IP  il  valore  massimo  di  a,  cioè  0.00009406,  e  il  mi- 
nimo 0,00009274,  le  loro  differenze  dal  medio  sono  tutti'  e  due  eguali  a 
0.00000066  e  comprese  entro  i  limiti  del  Aa  calcolato  ». 


-  071    — 
Fisica  terrestre.  Sull'aumento    di    temperatura    prodotto 

dalla   caduta    d'acqua.    Nota    ili     Filippo     Kbllbr    presentata    dal 

Socio  Blaserxa. 

«  Quando  cade  un  corpo  del  peso  di  un  chilogrammo  dall'altezza  di 
m.  428  =  E  si  svolge  per  questa  caduta  una  caloria,  supposto  che  tutta 
la  forza  viva  prodotta  venga  trasformata  in  calore;  trattandosi  di  un  chi- 
logrammo di  acqua  questa  caloria  introdotta  nella  sua  integrità  nell'acqua 
medesima  aumenterebbe  la  sua  temperatura  da  zero  a  un  grado.  Per  una 
temperatura  iniziale  superiore  a  zero  l'aumento  non  sarebbe  più,  con  ri- 
gore parlando,  di  un  grado  preciso,  ma  possiamo  benissimo  prescindere 
da  questa  piccola  differenza,  principalmente  nel  caso  di  una  caduta  di  acqua 
in  natura,  la  di  cui  temperatura  è  sempre  poco  elevata.  L'altezza  di  m.  428 
si  riferisce  al  vuoto  e  dovrebbe  essere  aumentata  per  la  caduta  dell'acqua 
nell'aria  di  circa  m.  0,56,  correzione  trascurabile  e  inferiore  all'incertezza 
da  temersi  nel  valore  di  E.  Mi  sono  proposto  di  studiare  fino  a  che  punto 
si  faccia  sentire  questo  sviluppo  di  calore  nelle  cadute  di  acqua,  e  a  tale 
scopo  ho  scelto  la  caduta  di  Terni  chiamata  delle  Marmore,  formata  dal 
fiume  Velino,  che  ha  la  considerevole  altezza  di  m.  175  circa  ed  anche 
una  portata  abbastanza  grande,  che  in  media  potrebbesi  valutare  non  infe- 
riore a  m.3  40  per  minuto  secondo,  condizioni  ambedue  favorevoli  a  questa 
ricerca. 

«  Non  so  se  simili  misure  siano  state  fatte  da  altri  e  pochi  sono  i 
passi  degli  autori  che  si  riferiscono  a  questo  argomento.  Tyndall  accenna 
il  fatto  soltauto  con  due  parole,  dicendo  (')  che  esso  dovrebbe  essere  per- 
cettibile nella  cascata  del  Niagara,  quando  si  adoperasse  un  termometro 
abbastanza  sensibile.  Daguin  dice  invece  (!)  «  Au  pied  des  cascades,  on  re- 
«  marque  quelquefois  un  échauftement  sensible.  Les  voyageurs  qui  passent 
«  entre  le  rocher  et  l'immense  nappe  de  la  cataracte  de  Niagara  éprouvent 
«  une  impressimi  de  chaleur  ».  Io  dubito  molto  della  esattezza  di  questa 
asserzione:  le  non  poche  volte  che  ho  visitato  la  caduta  delle  Marmore  e 
altre,  ho  sempre  avuto  una  impressione  ben  sensibile  di  freddo  per  effetto 
della  molta  umidità  che  ivi  si  svolge.  In  ogni  modo  poi,  supposto  anche 
vero  quanto  viene  asserito,  questo  aumento  di  temperatura  non  si  potrebbe 
che  soltanto  in  piccola  parte  attribuire  alla  trasformazione  della  forza  viva 
in  calore,  essendo  questa  cascata  troppo  bassa,  cioè  soltanto  m.  50  circa. 

«  Secchi  parlando  della  condottura  di  acqua  di  Patrica  (circondario  di 


'*)  T\  nilall.  La  chaleur  considerée  corame  un  mode  di  mouvement.  Paris  1864  pag.  8 
(')  Daguin,  Traile  élémentaire  de  Physique.   1"  edition,  rol.  2,  pag.  522. 


—  072   — 

Frosiuoue)  che  è  in  fortissima  discesa  si  esprime  dicendo  :  «  Car  dans  ces 
«  grandes  chntes  l'échauffement  dù  à  la  transformation  de  l'action  de  la  gra- 
«  vite  en  chaleur  n'est  point  négligeable.  Aiusi  à  Patrica  pour  une  chute 
«  d'environ  400  mètres,    l'eau   s'echauffe    de   plus    de    deux    degrés  »  ('). 

«  Anche  in  questo  caso  l'altezza  non  è  sufficiente  per  spiegare  l'aumento 
di  temperatura  nella  sua  totalità  mediante  la  trasformazione  della  forza  viva  ; 
quest'ultima  non  basterebbe  neppure  a  produrre  un  solo  grado. 

«  Prima  di  esporre  i  risultati  ottenuti  da  me  alla  caduta  di  Terni, 
stimo  utile  di  fare  precedere  alcune  considerazioni  per  rendere  più  chiaro 
il  concetto  che  ci  dobbiamo  fare  in  generale  dallo  sviluppo  di  calore  in 
questione.  Consideriamo  prima  il  caso  astratto  di  una  caduta  di  m.  428  di 
altezza,  ove  l'acqua  nel  cadere  non  incontra  veruna  altra  resistenza  nell'aria 
o  altrove  prima  di  giungere  il  fondo,  di  più  ammettiamo  che  tutto  il  lavoro 
venga  trasformato  in  calore.  Poste  le  cose  in  questo  modo,  è  chiaro  che  lo 
sviluppo  del  calore  abbia  unicamente  luogo  al  fondo  della  cascata  e  ciascun 
chilogrammo  d'acqua  ivi  giunto  produrrà  una  calorìa.  Se  si  suppone,  che 
la  caduta  si  trovi  riguardo  alle  condizioni  idrauliche  e  calorifiche  nello  stato 
stazionario,  allora  è  evidente  che  il  fondo  si  comporterà  come  una  sorgente 
perenne  e  costante  di  calore,  una  parte  di  questo  viene  portato  via  dal- 
l'acqua, mentre  una  seconda  porzione,  assai  più  piccola,  penetra  nel  suolo 
contribuendo  a  mantenere  una  corrente  calorifera,  la  quale  si  stabilisce  nel 
suolo,  secondo  le  leggi  della  trasmissione  del  calore  nei  solidi.  Tale  corrente 
deve  in  ultimo  finire  nell'atmosfera,  non  potendosi  ammettere  che  il  calore 
penetri  a  grandi  profondità,  perchè  il  calore  terrestre  aumenta  con  que- 
st'ultima. 

«  Dal  fin  qui  detto  risulta  che  l'acqua  non  aumenterà  nella  supposta  ca- 
duta la  sua  temperatura  precisamente  di  un  grado,  bensì  per  una  quantità 
alquanto  minore.  Ma  per  desumere  teoricamente  questa  differenza  in  meno 
ci  mancano  affatto  i  mezzi:  essa  dipenderà  dalle  condizioni  fisiche  e  topo- 
grafiehe  delle  roccie  di  cui  è  composto  il  suolo  e  da  altre  circostanze.  Tut- 
tavia è  da  credersi  che  tale  differenza  sia  assai  piccola  e  ciò  principalmente 
per  la  poca  conducibilità  del  suolo,  mentre  l'acqua  smaltisce  dal  lato  suo 
il  calore  con  grande  prontezza.  Nel  caso  di  una  caduta  non  verticale  le 
cose  esposte  devono  essere  modificate  nel  senso,  che  lo  svolgimento  del  ca- 
lore non  ha  più  luogo  esclusivamente  alla  base  della  cascata,  bensì  in  tutta 
la  sua  estensione;  però  bene  si  vede  che  questa  modificazione  non  cambia 
essenzialmente  il  precedente  ragionamento;  soltanto  è  da  credersi  che  la 
porzione  del  calore  non  rimanente  nell'acqua  sia  adesso  maggiore.  11  mede- 
simo modo  di  ragionare  è  pure  applicabile  a  un  corso  di  acqua  in  pianura 
e  perfino  a  un  condotto  d'acqua;   però  la  circostanza  ora    indicata  si    farà 

(')  Comptes  Rendus  des  séances  de  l'Académie  de^  sciences.  Voi.  (J5,  pag.  (528. 


—  (J7o  — 

sentire  ancora    maggiormente    e  ciò  in  misura,  che  la  pendenza   del  Letto 
diminuisce. 

«  Dopo  queste  considerazioni  generali  veniamo  ora  al  caso  concreto  e 
facciamoci  innanzi  tutto  la  domanda  sino  a  che  punto  si  verificano  nella 
pratica  le  supposizioni  fatte. 

«  In  primo  luogo  non  si  può  ammettere  che  realmente  tutta  la  forza 
viva  della  cascata  venga  trasformata  in  calore,  perchè  l'acqua  fa,  mediante 
la  corrosione  del  letto,  un  lavoro  meccanico  e  come  tale  dovrebbesi  consi- 
derare la  produzione  del  suono  ecc.;  questa  circostanza  contribuisce  adunque 
essa  pure  a  diminuire  lo  sviluppo  di  calore.  Vi  è  in  secondo  luogo  una 
causa  potentissima,  che  influisce  sulla  temperatura  dell'acqua  cadente,  cioè 
il  suo  contatto  coll'aria  atmosferica,  la  di  cui  temperatura  differisce  in 
generale  da  quella  del  fiume.  Questa  comunicazione  viene  poi  immensamente 
favorita  dallo  stato  di  suddivisione  in  cui  si  trova  l'acqua  nel  cadere;  essa 
sarà,  a  secondo  il  caso,  favorevole  o  contraria  allo  sviluppo  del  calore  in 
proposito.  In  terzo  luogo  è  da  considerare,  che  questo  sparpagliamento  del- 
l'acqua produce  una  aumentata  evaporazione  e  quindi  anche  un'  azione  fri- 
gorifera; questo  effetto  è  senza  dubbio  molto  favorito  dall'azione  aspiratrice 
della  cascata,  la  quale  agisce  come  una  macchina  pneumatica  ad  acqua, 
assorbendo  cioè  l'aria  nella  sua  parte  superiore  e  cedendola  poi  in  basso 
mescolata  con  una  grande  quantità  di  vapore  e  di  acqua  polverizzata.  In 
quarto  luogo  è  da  considerare  un  altro  fatto,  che  potrebbe  influire  sulla 
temperatura  dell'acqua  cadente,  il  quale  dipende  dalla  sua  natura  chimica. 
Cioè  l'acqua,  giunta  in  basso,  perde  una  certa  dose  di  carbonato  di  calcio, 
che  tiene  in  soluzione,  il  che  viene  dimostrato  dalle  incrostazioni  che  ivi 
si  formano  e  il  depositare  di  questo  sale  determina,  in  astratto  parlando,  un 
qualche  sviluppo  di  calore.  Similmente  è  da  credersi  che  la  caduta  faccia 
variare  la  quantità  dei  gas  sciolti  nell'acqua, 

«  Coll'enumerare  queste  cause  che  possono  influire  sulla  temperatura 
in  discorso  non  intendo  punto  asserire,  che  esse  si  facciano  sentire  tutte  e 
quattro;  è  fuori  di  dubbio  però  che  la  seconda  produce  un  effetto  grandis- 
simo e  predominante  sulle  altre,  come  si  vedrà  fra  poco. 

«  Vengo  ora  a  esporre  il  procedimento,  che  ho  seguito  nelle  mie  osser- 
vazioni. Per  prendere  la  temperatura  di  un  fiume  è  necessario  di  usare 
delle  cautele  particolari,  si  deve  scegliere  un  luogo,  in  cui  si  può  diretta- 
mente immergere  il  termometro  nella  corrente,  ove  questa  è  abbastanza 
grande.  Trascurando  questa  avvertenza  e  prendendo  la  temperatura  in  altri 
luoghi  e  principalmente  nelle  insenature,  ove  l'acqua  ha  una  velocità  e  pro- 
fondità minore,  si  può  sbagliare  persino  per  un  grado  e  anche  di  più,  se- 
gnatamente nell'estate  sotto  l'influenza  del  sole.  Nelle  mie  osservazioni 
alle  Marmore  non  era  da  temere  nulla  in  questo  riguardo  atteso  la  grande 
velocità  dell'acqua,  la  quale  supera  i  due  metri.  Tuttavia  avrei  desiderato 


—  074  — 

di  assicurarmi  direttamente,  se  la  temperatura  si  mantiene  costante  in  tutta 
l'estensione  della  sezione  o  almeno  alla  due  rive  opposte,  considerando  anche 
le  diverse  profondità.  Ma  ciò  non  era  possibile  ad  eseguirsi  per  essere  i  luoghi 
ove  ho  osservato  poco  accessibili.  Ho  fatto  però  simili  osservazioni  nell'Amo 
presso  Ponte  Nomentauo,  fiume  di  portata  non  molto  differente  da  quella 
del  Velino,  ma  di  velocità  assai  minore  ;  da  queste  risulta  che  stabiliti 
bene  i  due  punti,  le  differenze  osservate  non  superano  gli  errori  di  osservazione. 
«  Riguardo  le  condizioni  topografiche  della  cascata  sarà  opportuno  ricor- 
dare, che  la  sola  metà  superiore  è  a  picco,  il  rimanente  viene  formato  da 
varie  piccole  cascate  e  rapide.  Il  fiume  si  getta  con  un  ultima  cascatella 
direttamente  nel  Nera;  essendo  questo  luogo  inaccessibile  sono  stato  costretto 
a  stabilire  il  punto  inferiore  B  delle  mie  osservazioni  alquanto  più  in  alto, 
cioè  al  ciglio  di  questa  ultima  cascatella  e  precisamente  al  principio  della 
piccola  deviazione,  che  conduce  l'acqua  per  uso  di  innaffiamento  nei  sotto- 
posti terreni  apppartenenti  al  sig.  Giovanni  Conti.  Parimente  non  ho  potuto 
stabilire  il  punto  superiore  A  al  ciglio  della  cascata  propriamente  detta, 
bensì  più  a  monte  ;  tale  punto  al  pari  di  B  trovasi  alla  sinistra  del  fiume 
ed  alla  distanza  di  m.  246  dal  ciglio  medesimo,  vi  è  in  questa  località  un 
viottolo,  che  va  dalla  strada  a  raggiungere  il  fiume,  unico  punto  accessibile  fra 
la  caduta  e  il  così  detto  Ponte  Regolatore. 

«  Questo  tratto  del  fiume  chiamato  la  Fuga  ha  la  pendenza  di  — -.  La 

distanza  orizzontale  AB  è  di  m.  789  circa.  Il  dislivello  dei  due  punti  A  e  B 
è  stato  misurato  da  me  auni  indietro  varie  volte  mediante  il  barometro, 
ma  questo  modo  di  livellare  è  nel  caso  presente  poco  sicuro  per  la  grande 
difficoltà  che  s'incontra  nel  valutare  la  temperatura  dell'aria,  quindi  preferisco 
la  cifra  fornitami  dal  mio  egregio  amico  Amilcare  Spadoni.  Questo  distinto 
ingegnere  incaricato  ultimamente  della  livellazione  del  condotto,  che  porta 
l'acqua  del  Velino  al  nuovo  stabilimento  della  Acciareria  di  Terni,  ebbe  la 
gentilezza  di  collegare  i  due  punti  colla  detta  livellazione  e  trovò  il  dislivello 
di  m.  157,68  al  quale  corrisponde  l'aumento  teorico  di  temperatura  di  0",37; 
questo  numero  è  il  medio  di  tre  diverse  livellazioni,  molto  difficoltose  per 
la  natura  del  suolo,  la  sua  incertezza  è  di  ±  0m,20  circa. 

«  Il  dislivello  in  discorso  dovrebbe  essere  aumentato  per  1'  altezza  do- 
vuta alla  velocità  dell'auqua  nel  punto  A,  correzione  assai  piccola  che 
risulta  di  soli  m.  0,20.  Si  potrebbe  dubitare  se  questa  correzione  deve  real- 
mente applicarsi,  perchè  il  termometro  ricevendo  l'urto  dell'acqua  subisce 
un  corrispondente  aumento  di  temperatura  ;  tuttavia  questo  aumento  non  si 
farà  sentire,  prescindendo  anche  dalla  sua  estrema  piccolezza  teorica,  perchè 
trovandosi  il  termometro  immerso  in  una  quantità  grandissima  di  acqua 
cede  il  calore  svolto  a  quest'ultima  con  grande  facilità. 

«  L'ostacolo  più  grande  che  ho  incontrato  nel  prendere  la  temperatura 


_  675  — 

del  fiume  consiste  nella  sua  continua  variabilità;  tale  circostanza  serebbe 
stata  di  poca  entità,  se  le  osservazioni  fossero  state  fatte  contemporanea- 
mente in  A  e  B,  ma  ciò  non  era  attuabile,  quindi  ho  dovuto  contentarmi 
di  farle  in  contrattempi  uguali.  L'ordine  delle  osservazioni  era  sempre  B, 
A,  B,  meno  nell'ultimo  giorno,  in  cui  era  invertita  ;  lo  spazio  di  tempo  fra 
due  osservazioni  consecutive  era  pel  solito  da  40  in  50  minuti,  salvo  nella 
la  2a  e  3"  nelle  quali  il  tempo  era  assai  maggiore.  Il  termometro  del  quale 
mi  sono  servito,  debitamente  campionato,  appartiene  all'  Istituto  Fisico  di 
Boma  e  fu  gentilmente  messo  a  mia  disposizione  dal  suo  Direttore,  prof.  Bla- 
terila ;  esso  è  diviso  in  decimi  di  grado,  le  letture  fatte  colla  lente  possono 
considerarsi  esatte  sino  a  due  o  al  più  tre  centesimi  ;  siccome  la  colonna 
sporgente  era  durante  le  osservazioni  di  un  giorno  sempre  la  medesima, 
salvo  la  piccola  differenza  di  frazione  di  grado,  non  era  necessario  di  fare 
delle  apposite  ricerche  intorno  alla  rispettiva  correzione. 

«  La    seguente    tabella    contiene  i  risultati  da  me    ottenuti   in  undici 
escursioni  fatte  negli  anni  1884  e  85. 


EPOCA 

Temper. 

in  alto 

Temper. 

in  basso 

Diffe- 
renza      / 

Temper. 
dell'aria 

1 

9  Aprile  84. 

ore   10 

a 

11°()5 

11,35 

0,30 

2 

17   Luglio 

ore  12 

m. 

30  p 

16,03 

15,44 

0,59 

— 

3 

25  Agosto 

ore  11 

ni. 

30  a 

13,41 

13.07 

0,31 

— 

4 

20  Novembre 

ore  11 

m. 

30  a 

S,55 

s.:;: 

0,18 

— 

5 

16  Febbraio  85. 

ore   In 

m. 

30  a 

8,10 

7,S0 

0,30 

9,00 

6 

1",  Marzo 

ore     8 

in. 

40  a 

8,32 

8,25 

0,07 

5,55 

i 

idem 

ore     2 

m. 

30  p 

8,30 

8,15 

0,15 

7,90 

8 

3  Api  ile 

ore  IO 

a 

10,68 

10,38 

0,3  i 

In. in 

9 

15  Gingi  o 

ore     8 

in. 

50  a 

15,68 

15,24 

0,44 

21,70 

10 

idem 

ore     3 

in. 

15  p 

15,25 

14,73 

0.52 

23.10 

11 

■J.ì  Luglio 

ore     2 

ni. 

50  p 

15,62 

15,05 

0.57 

20,90 

12 

11    Agosto 

ore  11 

m. 

30  a 

15,08 

14.35 

0,73 

25,60 

13 

18  Agosto 

ore     8 

in 

35  a 

13.65 

13.29 

0    ;,' 

17.17 

«  Nell'ultima  colonna  s'intende  per  temperatura  dell'aria  la  media  delle 
temperature  osservate  in  alto  e  in  basso.  Ma  questa  media  differisce  in 
generale  considerevolmente  dalla  vera  temperatura  dell'  atmosfera,  perchè 
la  cascata  modifica  nella  sua  vicinanza  sensibilmente  le  condizioni  meteo- 
rologiche di  questa,  principalmente  per  la  enorme  quantità  di  vapore  che 
si  palesa  in  t'orma  di  nebbia  e  per  la  corrente  di  aria  che  genera  ;  tale 
effetto  si  fa  principalmente  sentire  in  B.  Così  si  ebbe  nella  osservazione  12' 
in  A  la  temperatura  29,3,  ma  la  vera  temperatura  dell'atmosfera  era  senza 
dubbio  ancora  maggiore,  mentre  la  media  della  tabella  non  è  che  25,60. 
Anche  1'  influenza   del    vento   è   assai  sensibile,   secondo   che   questo  porta 


—  67G  — 

l'umidità  verso  il  luogo  di  osservazione  o  uo.  Per  conoscere  più  esattamente 
la  temperatura  dell'  atmosfera  è  indispensabile  di  stabilire  il  terni  ometro 
ad  opportuna  distanza  dalla  cascata. 

«  Le  cifre  della  ultima  colonna  non  hanno  quindi  che  un  valore  assai 
relativo  ;  i  valori  delle  prime  quattro  osservazioni  sono  soppressi  del  tutto, 
perchè  in  queste  non  era  il  termometro  collocato  precisamente  nel  medesimo 
luogo,  le  rispettive  indicazioni  non  sono  quindi  paragonabili  colle  altre. 

«  Uno  sguardo  sulla  tabella  fa  immediatamente  vedere,  che  l'aumento  t 
di  temperatura  prodotto  dalla  cascata  è  ben  riconoscibile  ;  si  vede  però 
altresì  che  questo  aumento  dipende  in  un  modo  assai  marcato  della  tempe- 
ratura dell'atmosfera,  sebbene  quest'ultimo  non  si  conosca  colla  dovuta  preci- 
sione. I  valori  di  t  vanno,  ad  eccezione  di  uno,  di  pari  passo  coli'  eccesso 
della  temperatura  dell'atmosfera  sopra  quella  del  fiume.  Così  abbiamo  nella 
osservazione  12"  il  valore  più  grande  di  t  cioè  =  0,72  mentre  il  detto 
eccesso  di  temperatura  risulla  =  10^,52.  Il  minimo  valore  poi  di  t  =  0,07 
si  verifica  nella  osservazione  6'  ove  tale  eccesso  è  di  —  2,76  circa.  Il  valore 
teorico  di  /,  come  fu  stabilito  di  sopra  è  0,37  e  bene  si  vede,  che  i  diversi  t 
oscillano  intorno  a  questa  cifra  presso  a  poco  ugualmente  al  di  sopra  e  al 
di  sotto.  La  tendenza  dell'atmosfera  di  comunicare  la  sua  propria  temperatura 
al  fiume  è  quindi  molto  pronunciata.  Il  piccolo  valore  di  t  della  osserva- 
zione Q\  oltre  all'aria  assai  fredda  è  probabilmente  anche  dovuto  alla  for- 
tissima tramontana  che  soffiava  a  questo  giorno.  È  da  credersi  che  diminuendo 
la  temperatura  dell'aria  fino  a  zero,  il  valore  di  l  sarà  verosimilmente  nullo, 
vale  a  dire  il  riscaldamento  prodotto  dalla  cascata  rimane  completamente 
mascherato.  Tralascio  di  entrare  in  maggiori  dettagli  su  questo  fatto,  come 
anche  sull'  azione  frigorifera  prodotta  dalla  vaporazione  e  ciò  appunto  per- 
la poca  sicurezza,  con  cui  si  conosce  la  temperatura  dell'atmosfera. 

«  I  risultati  contenuti  nella  tabella  sono  una  prova  evidente  della  tra- 
sformazione di  forza  viva  in  calore  nella  cascata  delle  Marmore  ;  su  questo 
punto  non  può  cadere  dubbio,  ma  rimane  difficile  precisare  il  grado  di  esat- 
tezza delle  cifre  trovate.  L'incertezza  più  grande  da  temersi  dipende  sopra 
tutto  dal  fatto  che  le  osservazioni  in  mancanza  di  ogni  assistenza  non  po- 
terono essere  fatte  da  me  contemporaneamente  al  ciglio  e  alla  base  della 
cascata.  L'argomento  meriterebbe,  se  non  erro,  di  essere  meglio  studiato 
disponendo  le  cose  in  modo  che  le  temperature  vengano  prese  nel  medesimo 
tempo  da  due  osservatori,  mentre  altri  sarebbero  incaricati  di  fare  delle 
complete  osservazioni  meteoriche  in  luoghi  posti  a  giusta  distanza  dalla 
cascata,  forse  presso  il  diruto  castello  del  vicino  Monte  S.  Angelo  e  in 
basso  a  Val  Nerina.  Sistemate  le  osservazioni  in  questo  modo  e  ripetendole  in 
diverse  ore' del  giorno  e  in  giorni  delle  diverse  stagioni  si  giungerebbe  a 
risultati  più  sicuri  e  meglio  si  potrebbero  studiare  le  influenze  che  producono 
le  varie  vicende  atmosferiche;  così  si  farebbe  anche  un  poco  più  di  luce 
sulla  parte  che  la  evaporazione  prende  al  fenomeno  ». 


—  077  — 
Chimica.  —  Sull'azione  degli  alogeni  sul  pirrolo  in  presenza  di 
idrati  alcalini.  Nota  di  Giacomo  Ciamician  e  Paolo  Silber,   presentata 

dal  Socio  Cannizzaro. 

«  In  una  Nota  preliminare  (')  presentata  a  questa  Accademia  circa  un 
unno  fa,  abbiamo  brevemente  accennato  alla  trasformazione  del  pirrolo  in 
acido  bicloromaleico  o  in  imide  bibromomaleica  per  l'azione  del  cloro  o  del 
bromo  in  soluzione  alcalina.  Nella  presente  comunicazione  diamo  la  descri- 
zione completa  di  queste  esperienze. 

I.  Azione  del  cloro  in  soluzione  alcalina  sul  pirrolo. 

«  Noi  abbiamo  fatto  agire  sul  pirrolo  una  soluzione  diluita  di  ipoclo- 
rito sodico,  ottenuta  per  doppia  decomposizione  di  una  soluzione  di  cloruro 
di  calce  con  carbonato  sodico.  Nel  liquido  filtrato  venne  determinato  volu- 
metricamente il  cimo  attivo. 

«L'andamento  della  reazione  dipende  dalla  concentrazione  dell' ipoclo- 
rito impiegato.  Se  la  soluzione  di  questo  è  diluita  si  forma  ammoniaci, 
tetracloropirrolo  ed  acido  bicloromaleico;  con  soluzioni  concentrate  non  si 
ottiene  invece  che  ammoniaca  ed  acido  bicloroacetico. 

«  Si  versano  10  gr.  di  pirrolo  in  un  litro  di  una  soluzione  di  ipoclo- 
rito sodico  contenente  25  gr.  di  cloro  attivo,  avendo  cura  di  agitare  conti- 
nuamente il  liquido.  Questo  si  riscalda  notevolmente,  prende  dopo  poco 
tempo  una  colorazione  bruua  e  deposita  piccole  quantità  di  una  materia 
carboniosa;  il  liquido  così  ottenuto,  che  acquista  un  odore  irritante,  viene 
abbandonato  a  se  stesso  per  24  ore  ed  indi  distillato  con  vapore  acqueo. 
Assieme  ad  abbondanti  quantità  di  ammoniaca,  passa  un  olio  poco  solubile 
nell'acqua  e  più  pesante  di  questa,  che  venne  estratto  con  etere  dal  liquido 
acquoso,  seccato  col  cloruro  di  calcio  e  distillato  a  pressione  ridotta.  Dopo 
alcune  distillazioni  la  parte  principale  del  prodotto  bolle  a  50-60"  ad  una 
pressione  di  25  nini.;  essa  ha  un  odore  che  è  quasi  identico  a  quello  del 
pirrolo  e  contiene  del  cloro.  Noi  credevamo  che  questo  liquido  contenesse 
principalmente  dei  pirroli  clorurati,  ma  l'analisi  dimostro  non  trattarsi  invece 
che  di  pirrolo  rimasto  inalterato,  con  piccole  tracce  di  uà  composto  cloru- 
rato. Il  liquido  in  questione  non  contiene  che  5,8%  di  cloro,  mentre  un 
monocloropirrolo  ne  richiede  34,9%. 

«  Il  liquido  che  resta  indietro  nella  distillazione  con  vapore  acqueo, 
liberato  dal  pirrolo  rimasto  inalterato  e  dall'ammoniaca,  voline  acidificati' 
con  acido  solforico  diluito  e  distillato  nuovamente  con  vapor  acqueo.  Passa 
un  olio  che  si  solidifica  nel  refrigerante  e  che  convenientemente   purificato, 

i     Sulla  di  ipoclorili  ed  ipobromili  alca! ini  sul  pirrolo.  Transunti,  Vili,  3*  se- 

rie. Ferie  accademiche  1881. 

Resdic  ixti  —  Vol.  i.  89 


—  078  — 

ha  tutte  le  proprietà  del  Tetracloropirrolo,  ottenuto  da  noi  per  la  prima 
volta  dalla  pirocolla  (')  e  poi  artificialmente  dalla  succinimide  (").  L'analisi 
ci  ha  dato  i  seguenti  numeri  : 

0,2175  gr.  di  sostanza  dettero  0,6085  gr.  di  Ag  CI. 
«  In  100  parti  : 

trovato  calcolato  per  C^  Cl4  NH 

CI       09,21 69,27 

«  La  soluzione  acida  liberata  dal  tetracloropirrolo  venne  filtrata  per 
toglierle  delle  tracce  di  materia  resinosa  ed  indi  agitata  con  etere.  Svaporando 
l'estratto  etereo  resta  indietro  un  olio  che  si  solidifica  dopo  qualche  tempo 
stando  nel  vuoto  sull'acido  solforico,  ma  che  va  subito  in  deliquescenza  se 
viene  esposto  all'aria.  Per  purificare  questa  sostanza  l'abbiamo  distillata 
alcune  volte  in  una  corrente  d'anidride  carbouica.  Le  prime  porzioni  del 
distillato  restano  liquide,  le  ultime  invece  si  solidificano  formando  una 
massa  cristallina,  che  venne  spremuta  fra  carta  ed  indi  fatta  sublimare  fra 
due  vetri  d'orologio.  Si  ottengono  delle  squamette  senza  colore  che  fondono 
a  119°-120°  e  che  hanno  tutte  le  proprietà  dell'. anidride  dell'acido  bìclo- 
romaleico. 

«  L'analisi  diede  i  seguenti  risultati: 
1.  0,4164  gr.  di  sostanza  dettero  0,4390  gr.  di  CO-2  e  0,0166  gr.  di  OH2. 
IL  0,4128  gr.  di  sostanza  diedero  0,7080  gr.  di  Ag  CI. 

«  In   100  parti  : 

trovato  calcolato  per  C,  CI,,  03 

I  II 

C      28,75  — 28,74 

H       0,44  — — 

CI       —  42,43  . 42,51 

«  La  sostauza  in  questione  non  si  scioglie  nell'acqua  che  dopo  qualche 
tempo  dando  una  soluzione  acida;  il  sale  argentico  che  venne  preparato  con 
la  medesima  ha  tutte  le  proprietà  del  sale  argentico  dell'acido  bìcloro- 
maleico  (3). 

«  L'acido  liquido  che  si  forma  in  piccole  quantità  assieme  all'acido 
bicloromaleico,  facendo  agire  l'ipoclorito  sodico  sul  pinolo  nelle  proporzioni 
anzidette,  non  si  produce  affatto  se  si  tratta  il  pirrolo  (10  gr.)  con  una 
soluzione  più  diluita  di  ipoclorito  sodico  (15  gr.  di  cloro  attivo  in  un  litro 
di  soluzione  impiegata).  Operando  con  soluzioni  più  concentrate  invece,  non 
si  ottiene  ne  tetracloropirrolo,  ne  acido  bicloromaleico    ma    soltanto   questo 

(')  e  (•)  Vedi  :  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parto  V.  /  derivali  della 
pifocolla,  1S83. 

O  Vedi:  Ciamician  e  Silber,  Gaz.  Chim.  XIU,  415. 


—  679   — 

acido  cbe  è  liquido  a  temperatura  ordinaria.  Impiegando  500  e.  e.  di  una 
soluzione  di  ipoclorito  sodico  contenente  45  gr.  di  cloro  attivo,  per  10  gr. 
di  pirrolo,  il  liquido  si  riscalda  fortemente;  distillando  la  soluzione  acidi- 
ficata con  acido  solforico  diluito,  con  vapor  acqueo,  non  si  ottengono  nemmeno 
tracce  di  tetracloropirrólo.  Estraendo  con  etere  e  svaporando  il  solvente  resta 
indietro  un  olio  che  dopo  alcune  distillazioni,  durante  le  quali  si  sviluppano 
piccole  quantità  di  acido  cloridrico,  bolle  quasi  tutto  fra  192-194°.  Esso 
si  solidifica  in  un  miscuglio  di  neve  e  sale,  e  fonde  a  —  4°,  ha  un  odore  pun- 
gente e  produce  sulla  cute  delle  vescichette.  Noi  abbiamo  trasformato  que- 
sto acido  nel  suo  etere  etilico,  il  quale  forma  un  liquido  di  odore  aggra- 
devole che  bolle  costantemente  a  158°.  L'analisi  di  questo  composto  e  tutte 
le  sue  proprietà  dimostrano  che  esso  è  l'etere  bicloroacetico. 

I.  0,5040  gr.  di  sostanza  diedero  0,5658  gr.  CO»  e  0,1884  gr.  OH». 

II.  0,2286  gr.  di  sostanza  dettero  0,4192  gr.  di  Ag  CI. 

«  In  100  parti: 

trovato  calcolati  per  Ck  Cl„  Hr.  0, 

1  II 

C      30,62  — 30,57 

H       4,15  — 3,82 

CI  45,36 45,22 

«  Trattando  dunque  il  pirrolo  con  soluzioni  concentrate  di  ipoclorito 
sodico,  non  si  ottiene  che  ammoniaca  ed  acido  bicloroacetico. 

II.  Azione  del  bromo  in  soluzione  alcalina  sul  pirrolo. 

«  Per  studiare  l'azione  del  bromo  in  soluzione  alcalina  sul  pirrolo  noi 
abbiamo  trattato  10  gr.  di  questa  sostanza  con  mezzo  litro  di  una  soluzione 
di  bromo  nella  potassa,  in  cui  la  quantità  del  primo  corrispondeva  a  50  gr. 
di  bromo  in  forma  di  ipobromito  potassico. 

«  Il  liquido  si  colora  in  brillio  senza  sensibile  riscaldamento  e  deposita 
dopo  qualche  tempo  piccole  quantità  di  una  materia  carboniosa  preudendo 
cosi  un  colore  giallo  chiaro.  Si  abbandona  il  tutto  a  se  stesso  per  24  ore 
e  si  fa  poi  bollire  il  liquido  per  qualche  tempo  in  un  apparecchio  a  rica- 
dere. Le  altre  operazioni  sono  identiche  a  quelle  descritte  più  sopra.  Distil- 
lando con  vapor  acqueo  passa  un  olio  che  oltre  al  pirrolo  rimasto  inalterato 
contiene  tracce  di  sostanze  bromurate.  Acidificando  il  liquido  con  acido  sol- 
forico diluito  e  distillando  nuovamente  con  vapore  acqueo,  passano  notevoli 
quantità  di  bromo  libero.  Noi  non  abbiamo  potuto  ottenere  un  tetrabromo- 
pirrolo,  corrispondente  al  tetracloropirrólo  che  si  forma  coll'ipoclorito  sodico.  Il 
liquido  che  resta  indietro  è  quasi  scolorato  e  venne  estratto  con  etere.  Si 
ottiene  una  sostanza  solida  colorata  in  giallo,  che  venne  fatta  cristallizzare 


—  680  — 

prima  dall'acqua  bollente  e  poi  dall'alcool.  La  materia  così  ottenuta   fonde 
a  225°  ed  ha  tutte  le  proprietà  dell'  imide  bibromomaleica  ('). 

«  L'analisi  diede  i  segueuti  risultati  : 
1,2430  gr.  di  sostanza  dettero  0,8596  gr.  di  COj  e  0,0554  gr.  di  OH2. 

«  In  100  parti  : 

trovato  calcolato  per  Cv  Br,  Oq  NH 

C     .     .    18,86 18,82 

H    .     .      0,49 0,39 

«  Le  prime  acque  madri  che  restano   indietro   nella   purificazione  del- 
l' imide  bibromomaleica  contengono   una   sostanza   acida   deliquescente,   che 
non  è  altro  che  l'acido  bìbromomaleico.  Per  stabilire  con  certezza  la  natura 
di  questo  acido,  abbiamo  analizzato  il  suo  sale  argentico. 
0,2944  gr.  di  sostanza  dettero  0,2254  gr.  di  AgBr. 
«  In  100  parti  : 

trovato  calcolato  per  C,  Br,  0\  Ag, 

Ag     .     .  43,98 4226 

«  Da  queste  esperienze  risulta  dunque  che  il  bromo  in  soluzione  alca- 
lina trasforma  il  pirrolo  in  imide  bibromomaleica,  perchè  la  piccola  quantità 
di  acido  bibromamoleico  che  si  forma  in  questa  reazione  proviene  certamente 
da  una  ulteriore  decomposizione  del  prodotto  principale. 

III.  Azione  del  jodio  sul  pirrolo  in  presenza 
di  potassa  caustica. 

«  Auche  il  jodio  agisce  sul  pirrolo  in  presenza  di  potassa  ed  il  pro- 
dotto che  si  forma  non  è  altro  che  il  tetrajodopirrolo,  ottenuto  per  la  pri- 
ma volta  da  uno  di  noi  assieme  al  Dr.  Dennstedt,  per  l'azione  di  una  solu- 
zione eterea  di  jodio  sul  composto  potassico  del  pirrolo  (2).  Noi  abbiamo 
ottenuto  il  tetrajodopirrolo  nel  seguente  modo.  In  una  soluzione  di  2  gr. 
di  pirrolo  in  300  e.  e.  d'acqua  alla  quale  venne  aggiunto  un  po'  di  potassa 
si  fece  gocciolare  una  soluzione  di  30  gr.  di  jodio  in  joduro  potassico,  agi- 
tando continuamente  il  liquido.  Il  contenuto  del  pallone,  nel  quale  si  fa 
questa  operazione,  prende  da  principio  un  colore  oscuro  e  a  poco  a  poco  si 
va  formando  un  precipitato  azzurro-verdastro;  in  fine  dell'operazione  il  li- 
quido soprastante  acquista  una  colorazione  verdastra.  Il  precipitato  venne 
filtrato,  lavato  con  acqua  e  sciolto  nell'alcool  bollente.  La  soluzione  alcoolica 
venne  bollita  con  nero  animale  e  trattata  con  acqua.  Si  ottiene  un  preci- 
pitato fioccoso,  colorato  in  giallo,  che  si  separa  dal  liquido  mediante  filtra- 
zione e  che  si  purifica  facendolo   cristallizzare    dall'alcool   bollente   diluito. 

(')  Vedi  G.  Ciamician  e  P.  Silber,  Gaz.  Chim.  XIV,  35. 

("")  Vedi:  Sludi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  Ilf,  1882. 


—  6-51   — 

Si  ottengono  piccoli  aghetti  colorati  in  giallo  che  all'analisi    diedero    i    se- 
guenti numeri: 
0,2156  gr.  di  sostanza  dettero  0,3536  gr.  di  Ag  I. 

«  In   100   parti  : 

trovato                                                    calcolato  per  C4  I     NH 
I     .     .   "àsMÉr 88,96 

«  La  reazione  può  venir  rappresentata  dalla  seguente  equazione: 
Cj  H4  NH+ 8  I -+-  4  KOH  =  C4 1;  NH  -f-  4  KI  -f-  4  OH>. 

«  Il  tetrajodopirrolo  così  ottenuto  corrisponde  in  tutte  le  sue  proprietà 
a  quello  ottenuto  dal  composto  potassico  del  pirrolo.  È  facilmente  solubile 
nell"  etere,  nell'acido  acetico  glaciale  e  nell'alcool  bollente,  si  scioglie  meno 
facilmente  nell'alcool  freddo  ('),  nel  benzolo  bollente  e  nel  toluene,  ed  è 
insolubile  neli'acqua  e  nell'etere  petrolico.  Esso  è  un  poco  volatile  e  la  sua 
soluzione  alcool ica  riscaldata  emana  un  odore  che  ricorda  quello  del  tetraclo- 
ropirrolo.  Stando  esposto  alla  luce  per  lungo  tempo  si  decompone  in  parte 
preudendo  un  colore  più  oscuro.  L'acido  solforico  concentrato  non  agisce  a 
freddo  prontamente  sul  tetrajodopirrolo,  riscaldando  lievemente  si  produce 
una  colorazione  verde  intensa,  mentre  si  separano  delle  pagliette  di  jodio 
libero. 

IV.  Azione  del  bromo  sul  pirrilmetilchetone 
in  presenza  di  acqua. 

«  Se  si  fa  agire  il  bromo  sul  pirrolo  in  soluzione  acquosa  non  si  pos 
ottenere  dei  prodotti  bene  definiti;  noi  abbiamo  perciò  pensato    di   studiare 
l'azione  del  bromo  in  presenza  di  acqua  sul  pirrilmetilchetone,  essendo  que- 
sto uno  dei  composti  più  stabili  della  serie. 

«  Facendo  arrivare  dei  vapori  di  bromo  in  una  soluzione  di  2  gr.  di 
pirrilmetilchetone  in  circa  250  e.  e.  di  acqua,  si  forma  subito  un  precipitato 
bianco,  voluminoso  di  piccoli  aglietti,  die  va  aumentando  rapidamente  in 
modo  che  quando  il  bromo  non  viene  pili  assorbito,  tutto  il  contenuto  de! 
pallone  è  trasformato  in  una  massa  semisolida.  Il  composto  così  ottenuto 
venne  filtrato  e  fatto  cristallizzare  alcune  volte  dall'alcool  bollente.  11  nuovo 
prodotto,  che  è  il 

tribromopirrilmetilchetone  [C4  B13  NH  COCH3  , 

(')  È  da  notarsi  che  il  tetrajodopirrolo  allo  st  ito  'li  precipitato  fioccoso,  oppure 
quando  si  separa  dalla  sua  soluzione  in  alcool  acquoso  in  piccoli  cristalli,  è  molto  più 
solubile  nell'alcool  freddo,  che  il  prodotto  cristallizzato  in  grossi  prismi  che  si  formano 
per  lento  raffreddamento  di  una  soluzione  alcoolica  diluita;  in  ogni  modo  però  nella  Me- 
moria già  citata,  invece  di:  «il  tetrajodopirrolo  è  quasi  insolubile  nell'alcool  freddo  »  si 
deve  dire  «esso  e  poco  solubile  nell'alcool  freddo  >.  G.  Ciamician. 


—  082    - 

forma  degli  aghi  incolori  di  splendore  setaceo,  e  diede  all'analisi  i  seguenti 
numeri  : 

0,4466  gr.  di  sostanza  dettero  0,7266  gr.  di  Ag  Br. 
«  In   100  parti  : 

trovato  calcolato  per  C6  H\  Br3  NO 

Br     .     .  69,23 69,37 

«Esso  fonde  a  179°;  è  facilmente  solubile  nell'etere,  nell'alcool  bol- 
lente, nell'acido  acetico  e  negli  alcali  ed  è  quasi  insolubile  nell'acqua. 

«  Il  tribromopseudoacetilpirrolo  si  trasforma  facilmente  nel  composto 
pentabromurato,  clie  fu  già  ottenuto  da  uno  di  noi  assieme  al  Dr.  Denn- 
stedt  (')  per  1'  azione  di  un  eccesso  di  bromo  sul  pirrilrnetilchetone  in  so- 
luzione di  acido  acetico  glaciale.  Biscaldando  a  b.  m.  una  soluzione  di  tri- 
bromopseudoacetilpirrolo nell'acido  acetico  glaciale  con  un  eccesso  di  bromo, 
fino  che  il  liquido  non  emette  più  vapori  di  bromo,  si  ottiene  una  solu- 
zione scolorata,  che  per  raffreddamento  deposita  degli  aghi  bianchi,  che  fatti 
cristallizzare  dall'acido  acetico  glaciale  diedero  all'analisi  i  seguenti  numeri  : 
trovato  calcolato  per  C6  H,  Br,  NO 

Br     .     .  79,22 79,36% 

«  Vogliamo  ancora  far  notare  che  il  pirrilmetilchetone  dà  con  una  solu- 
zione di  ipoclorito  sodico  quasi  gli  stessi  prodotti  di  decomposizione  del 
pirrolo.  Si  ottiene  oltre  ad  ammoniaca,  cloroformio,  acido  acetico  ed  acido 
bicloromaleieo. 


«  Kiassumendo  brevemente  i  risultali  descritti  nella  presente  Nota  si 
può  dire  che  gli  alogeni  in  soluzione  alcalina  attaccano  tutti  il  pirrolo,  ma 
in  grado  molto  diverso.  Gli  ipocloriti  ossidano  il  pirrolo,  trasformandolo  in 
acido  bicloiomaleico  o  bicloroacetico,  ed  eliminandone  l'azoto  in  forma  di 
ammoniaca;  il  bromo  in  soluzione  alcalina  non  toglie  l'azoto  ma  esercita 
pure  un'azione  ossidante,  trasformando  il  pirrolo  in  bibromomaleinimide;  il 
jodio  invece  non  dà  altro  che  tetrajodopirrolo.  È  probabile  però  che  in  tutti 
i  tre  casi  si  formi  prima  il  prodotto  tetrasostituito,  e  che  il  cloro  ed  il  bromo 
in  soluzione  alcalina  esercitino  una  ulteriore  azione  su  questi  composti  ». 

Chimica  —  Sopra  due  nuovi  fluossipertitanati .  Nota  di  A.  Piccini 
presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  In  una  Nota  presentata  or  sono  due  anni  a  questa  Accademia  (!)  accennai 
che  insieme  al  fluossipertitauato  ammonico  ottaedrico  Ti  O1  FI1.  3NH4  FI 
otteneva  talvolta  un  altro  fiuossisale,  che  si  presentava  in  aghi  gialli  molto 

(')  Vedi:  Sludi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.    Parte   VI.    L' acclilpirrolo   ed  il 
pseudoacetilpirrolo  1883. 

(*)  B.  Accademia  de' Lincei.  Transunti,  1883. 


—   ii8-'l   — 

sottili.  Da  qualche  fatto  osservato  allora  desunsi  che  questo  liuossisale  do- 
veva essere  idrato,  e  contenere  meno  fluoruro  amnionico  di  quello  ettae- 
drico; ma  la  scarsa  quantità  di  sostanza,  di  cui  potevo  disporre,  non  mi 
permise  neppure  di  tentarne  l'analisi.  Avendo  avuto,  dopo  molti  vani  tentativi. 
la  fortuna  di  trovare  un  metodo  abbastanza  facile  per  ottenerla  pura,  sono 
ora  in  grado  di  descriverne  con  precisione  le  principali  proprietà. 

Fluossipertitanato  ammonico  aciculare  2  Ti  O2  FI2.     3  NET'  FI. 

«  Questo  sale  si  origina,  insieme  al  fluossipertitanato  ammonico  ettae- 
drico, quando  si  tratta  con  acqua  la  massa  gialla  ottenuta  facendo  asciu- 
gare, in  contatto  dell'aria,  il  fluotitanito  ammonico  Ti  FI3.  3NH1  FI  ('): 
però  i  cristallini  aciculari  sono  sottilissimi  ed  impiantati  su  quelli  ettae- 
drici, sì  che  è  impossibile  separarli  nettamente:  sciogliendo  il  tutto  nel- 
l'acqua e  trattando  con  fluoruro  ammonico  si  ha  un  precipitato  cristallino 
formato  da  Ti  O2  FI2.  3NH:ì  FI  puro;  e  questo  fu  il  primo  fatto  che  mi 
condusse  a  supporre  una  quantità  minore  di  fluoruro  d'ammonio  nel  fluos- 
sisale  aciculare.  Per  la  preparazione  di  questo  sale  occorreva  però  ricorrere 
a  un  altro  processo  ed  il  più  adatto  mi  pare  sinora  il  seguente. 

«  Si  fa  agire  un  eccesso  di  biossido  di  bario  idrato  sulla  soluzione  sol- 
forica di  acido  titanico  (contenente  circa  5%  di  Ti  0:);  si  filtra,  si  ag- 
giunge dell'ammoniaca  diluita,  finche  il  precipitato,  che  si  va  a  mano  a  mano 
formando,  stenta  a  sciogliersi,  poi  si  versa  a  goccia  a  goccia  una  solu- 
zione concentrata  di  fluoruro  ammonico  (contenente  un  peso  di  fluoruro  che 
rappresenta  soltanto  la  decima  parte  del  biossido  di  titanio)  e  si  agita  il 
liquido.  Si  lascia  a  se  qualche  minuto  e  quindi  si  tratta  con  ammoniaca 
finche  si  ottiene  un  precipitato  permanente;  si  agita  il  liquido  col  preci- 
pitato e  dopo  qualche  ora  si  filtra.  Talvolta  avviene  che  il  precipitato  amorfo, 
rimasto  sul  filtro,  si  ricopre,  alla  superficie,  di  aghi  gialli,  sottili,  disposti 
a  raggi:  in  ogni  modo  il  liquido  filtrato  si  concentra  nel  vuoto,  sull'acido 
solforico,  e  si  ottengono  cosi  degli  aghi  gialli,  sottilissimi,  spessissimo  riu- 
niti in  piccole  masse  mammellonari.  Questi  cristalli  appena  estratti  dal 
liquido  sono  splendenti  e  trasparenti,  ma  coll'essicarsi  divengono  opachi  ;  mi 
sono  accertato  che  essi  contengono  acqua,  la  quale  perdono  completamente 
quando  si  espongono  all'aria  per  molte  ore.  Il  composto  ben  asciugato  al- 
l'aria dà,  se  si  tratta  con  acqua,  un  precipitato  giallognolo  e  quindi  non 
si  può  purificare  per  cristallizzazione.  Esso  contiene  titanio,  fluoro,  ammo- 
niaca ed  ossigeno  in  quello  stato,  in  cui  esiste  nell'acqua  ossigenata.  Per 
l'analisi  quantitativa  si  ricorse  alla  calcinazione  e  si  pesò  il  residuo  (Ti  <>2), 
oppure  si  sciolse  il  sale,  a  freddo,  in  acqua  leggermente  acidulata  con  acido 
cloridrico,  si  precipitò  con  ammoniaca  il    perossido  di  titanio,    che    venne 

'    Ibidem. 


—  684  — 

calcinato,  per  convertirlo  in  Ti  0%,  e  pesato;  e  finalmente  si  determinò  nel 
liquido  filtrato    il  fluoro  come  fluoruro  di  calcio. 

«  Per  l'azione  del  calore  moderato  questo  fluossisale  si  scompone  in 
modo  simile  a  quello  ottaedrico  ('),  cioè  lentamente  e  successivamente,  per- 
dendo a  mano  a  mano  il  color  giallo;  al  calor  rosso  lascia  un  residuo  di 
Ti  0%  puro. 

«  Le  analisi  furono  eseguite  in  due  frazioni  che  si  deposero  successi- 
vamente dallo  stesso  liquido. 
I.  Gr.  0,7708  della  prima  frazione  dettero  per  calcinazione  Gr.  0,3491  di 

residuo  ; 
li.  Gr.  0,6410  della  prima  frazione  dettero  Gr.  0,2883  di  Ti  0*  e  Gr.  0,4951 

di  CaFl2; 
III.  Gr.  0,3404  della  seconda  frazione  dettero  per  calcinazione  Gr.  0,1567 

di  residuo  : 

calcolato  trovato 


I 

II 

Ili 

Ti*  =    96 

27,67 

27,17 

27,00 

27,14 

0*  =    64 

18,44 

— 

— 

— 

PI1  =  133 

38,32 

— 

37,64 

— 

3NH4=    54 

15,57 

— 

— 

— 

il*.  3NH4  FI  =  347 

100,00 

Kesiduo  per  calcinazione 

%  46,10 

45,28 

45,23 

«  Questo  fluossisale,  per  la  forma  de' suoi  cristalli  isolati,  per  il  modo  nel 
quale  questi  si  sogliono  aggruppare,  e  anche  per  altri  caratteri,  presenta  una  certa 
analogia  col  fluo-fluossi-niobato  di  ammonio  NbFl5.2NHiFl-f-NbOFl:,.NH''Fl. 
Marignac  (5)  infatti  lo  descrive  cristallizzato  in  mammelloni  formati  di  pri- 
smi finissimi  e  corti  terminati  da  una  piramide  acuta,  e  aggiunge  che  il 
sale  disseccato  fra  carta  da  filtro,  poi  esposto  all'  aria,  per  una  o  due  ore 
solamente,  pare  che  contenga  un  equivalente  d'acqua,  che  col  tempo  se  ne 
va  ancl:e  a  temperatura  ordinaria.  Del  resto  scrivendo  le  formule  dei  due 
composti  in  questo  modo: 

Ti  0*  FI2.  Ti  0-  FI2.  3NH4  FI 

NbFP.  NbOFP.  3NH'' FI 
si  vede  una  certa  analogia  anche  nella  composizione  se  si  ricorda  che  la 
funzione  di  NbOFls,  Zr  FI4  ha  qualche  somiglianza  con  quella  di  Ti  O2  FI2, 
teme  io  stesso  ho  altrove  accennato.  La  presenza  del  Nb  FI3  renderebbe, 
mi  sembra,  molto  interessante  la  comparazione  cristallografica  dei  due  com- 
posti, che  però  si  prestano  malissimo  alle  esatte  misure. 

(')   Sopra  una  nuova  serie  di   composti   del   titanio.   Nota  ili  A.  Piccini  —  R.  Acci- 
clcinia  de'  Lincei  —  Tran-unti,   188Ó. 

{'■)  Annales  do  Ohimie  et  de  Physique  (4)  VIII-41. 


—  685  — 

«  È  inutile  l'accennare  come  la  formula  2  Ti  0*  PI4.  3NHT1  ci  spieghi 
senza  altro  perchè,  aggiungendo  fluoruro  d'ammonio  al  tluossisale  aciculare, 
si  ottenga  quello   ettaedrico. 

Fluossipertitanato  baritico  Ti  0*  PI*.  Ba  FI2 

«  Se  si  tratta  con  un  sale  solubile  di  bario  (p.  es.  col  nitrato)  la 
soluzione  del  fluosale  ammonico  ottaedrico  si  ottiene  un  precipitato  giallo, 
fioccoso,  facilmente  solubile  negli  acidi  diluiti.  Dopo  essere  stato  lavato  ed 
essiccato  costituisce  una  polvere  gialla  la  quale  non  si  altera  in  contatto 
dell'aria;  quando  è  seccata  nel  vuoto,  sull'acido  solforico,  è  affatto  anidra 
e  contiene  bario,  fluoro  ed  osssigeno  nel  solito  stato.  L'analisi  di  questo 
sale  non  si  può  fare  sciogliendolo  nell'acido  cloridrico  e  precipitando  col- 
l' ammoniaca;  e  neppure  si  può  dalla  sua1  soluzione  separare  il  bario 
coli'  acido  solforico  perchè  il  solfato  di  bario  trascina  seco  un  poco  di 
perossido  di  titanio.  Un  metodo  spedito  ed  esattissimo  è  invece  il  se- 
guente. Si  incomincia  col  calcinare  la  sostanza,  colle  solite  precauzioni, 
in  contatto  dell'aria,  finche  si  svolge  acido  fluoridrico  ;  si  determina  il  peso 
del  residuo  formato  da  BaO-f-TiO2.  Nel  crogiuolo  stesso  si  versa  poi 
acido  cloridrico  diluito,  si  fa  digerire  per  qualche  ora  scaldando  leggermente, 
si  svapora  a  secchezza  a  bagno  maria,  si  tratta  il  residuo  con  un  po'  d'acqua, 
si  porta  di  nuovo  a  secchezza.  Dopo  avere  mantenuto  il  crogiolo  per  qualche 
ora  alla  stufa,  alla  temperatura  di  105°,  si  aggiunge  acqua  calda  e  si  filtra. 
Nel  filtrato  si  determiua  il  bario  allo  stato  di  solfato,  mentre  noi  filtro 
rimane  l'acido  titanico. 

I.      Gr.  0,6839  di  sostanza  dettero  gr.  0,1765  di  Ti  Oh 
li.    Gr.  0,7692  di  sostanza  dettero  gr.  0,5993  di  Ba  SO5  e  gr.  0,2072  di  Ti  Oh 

III.  Gr.  0,7776  di  sostanza  dettero  per  calcinazione  un  residuo  di  gr.  0,6219 

IV.  Gr.  0,6135  di  sostanza  dettero  per  calcinazione  un  residuo  di  gr.  0,4900 
e  da  questo  si  ebbero  gr.  0,1635  di  Ti  0*  e  gr.  0,4871  di  Ba  SO''. 

calcolato  trovato 


I 

II 

III 

IV 

Ba  =  137 

46,75 

— 

45,81 

— 

46,68 

Ti=  48 

16,39 

15,49 

16,16 

— 

15,99 

04=  32 

10,92 

— 

— 

— 

— 

Pl''=  76 

25,94 

— 

— 

— 

— 

TiOìFr-.BaFl'-  =  293       100,00 

Residuo  per  calcinazione  °/o  79,52  79,97       79,86 

«  L'acido  solforico  diluito  a  freddo  attacca  facilmente  questo  composto, 
in  specie  quando  è  ancora  umido  ;  si  forma  del  solfato  di  bario  e  si  ottiene 
un  liquido  fortemente  colorato  in  giallo  rosso,  oppure  in  giallo,  se  si  opera 

Rendiconti  —  Vol.  I.  90 


—  686  — 
su  piccole  quantità.  Se  si  ha  l'avvertenza  di  impiegare  un  eccesso  di  com- 
binazione baritica  il  liquido  non  conserva  traccia  di  acido  solforico,  e 
contiene  titanio,  fluoro  ed  ossigeno  nel  solito  stato;  se  si  svapora  all'aria 
libera  si  decompone  con  lentezza  e  lascia  delle  croste  colorate  in  giallo  rosso. 
Trattato  con  soluzioni  di  potassa  e  di  ammoniaca  diluite  precipita  dapprima  ; 
poi  il  precipitato  si  ridiscioglie,  finche  per  un  eccesso  di  alcali  si  fa  per- 
manente. Io  credo  di  poter  fin  d'ora  asserire  che  trattando  con  acido  solfo- 
rico la  soluzione  di  fluossipertitauato  baritico  Ti  O2  PI2.  Ba  FI2  si  libera 
l'acido  corrispondente  Ti  O2  PI2.  2H  FI  ;  reazione  che  in  questo  caso  mi  sem- 
braci qualche  interesse  non  solo  perchè  permetterà  la  preparazione  di  nuovi 
fluossisali  che  non  si  sarebbero  forse  altrimenti  ottenuti,  ma  anche  perchè 
può  servire  a  rischiarare  la  costituzione  dei  composti  fluorurati  derivanti 
dal  Ti  O3.  Mi  riserbo  di  tornare  su  questo  questo  argomento,  in  una 
prossima  comunicazione,  quando  le  esperienze  in  proposito  saranno  del  tutto 
finite  ». 

Chimica.   —   Sulla  ricerca  dell'acido  nitrico  in  presenza    del- 
l'acido nitroso.  Nota  di  A.  Piacisi  presentata  dal  Socio    Cannizzaro. 

«  Il  Warington,  in  un  notevole  lavoro  critico  sui  diversi  modi  di  iden- 
tificare l'acido  nitrico  e  nitroso  ('),  dopo  avere  esaminato  le  reazioni  che 
meglio  servono  a  riconoscerli,  quando  sono  separati,  e  stabilite  le  condi- 
zioni in  cui  riescono  più  delicate,  si  ferma  a  discutere  sul  valore  dei  due 
metodi,  proposti  l'uno  dal  Muir  e  l'altro  da  me  (*),  per  constatare  l'acido 
nitrico  in  presenza  dell'acido  nitroso.  Egli,  dopo  avere  affermato  che  il  modo 
più  semplice  per  distruggere  completamente  i  nitriti  è  quello  di  ricorrere 
all'area,  e  avere  descritto  le  esperienze  eseguite  in  proposito  conclude  che 
il  mio  metodo  «  avrebbe  tutti  i  requisiti  voluti  se  non  fosse  impossibile 
«  di  acidificare  una  soluzione  di  nitrito  in  presenza  dell'aria  senza  che  si 
«  formi  acido  nitrico.  Infatti  una  piccola  quantità  d'acido  nitrico  si  trova 
«  sempre,  anche  quando  sono  purissimi  i  nitriti  con  cui  si  esperimenta,  e 
«  i  nitrati  che  si  formano  sono  proporzionali  ai  nitriti  esistenti  nella  solu- 
«  zione  ».  L'autorità  del  critico  su  quest'argomento,  che  interessa  l'analista 
oggi  forse  più  del  solito  per  le  esatte  ricerche  che  si  fanno  sui  diversi 
stadi  della  nitrificazione  delle  materie  organiche,  compiuta  dai  bacteri,  mi 
ha  spinto  a  riprendere  le  mie  esperienze,  seguendo  fedelmente  le  prescri- 
zioni indicate  quando  mi  occupai  la  prima  volta  della  questione. 

«  La  descrizione  sommaria  del  modo  con  cui  ha  operato  il  Warington 
fa  nascere  dubbi  fondati  che  egli  non  si  sia  messo  nelle  precise  condizioni 

(')  C'hem.  News  LI-41. 

(')  Gazz.  Chini.  Ital.  IX-395  —  Zeitscbr.  f.  aiialyt.  Cheta.  XIX-3ÓI. 


_  (387  — 

da  me  proposte  e  piuttosto  che  alla  nota  originale  abbia  ricorso  a  qualche 
-unto.  Egli  infatti  dice  soltanto  che  «  se  si  tratta  una  soluzione  di  nitrito 
«con  un  po' di  urea,  quindi  si  acidifica  leggermente  con  acido  solforico  e 
«  si  scalda,  il  nitrito  è  completamente  distrutto  e  l'azoto  si  svolge  allo  stato 
«  gassoso  »  ,  mentre  io  quando  provava  il  metodo  aggiungeva  nitrito  d'argento 
ad  un  eccesso  d'urea  sciolta  nell'acqua  e  «  versava  poi  adagio  adagio  l'acido 
solforico  diluito  per  mezzo  di  un  tubo  affilato,  che  arrivava  sino  al  fondo  del 
«  liquido  ».  E  raccomandavo  quest'ultima  precauzione  perchè  anch'  io  m'era 
accorto  (e  non  ci  voleva  davvero  molta  avvedutezza)  che,  versando  acido  solforico 
alla  superficie  del  liquido,  si  sentiva  un  leggiero  odore  di  prodotti  nitrosi  e, 
talvolta,  si  vedeva  anche  ima  debolissima  colorazione  giallo  aranciata  nell'aria 
del  tubo,  perchè  la  decomposizione  del  nitrito  era  troppo  rapida  e  l'acido 
nitroso  sfuggiva  all'azione  dell'urea.  Nessuna  maraviglia  quindi  che  si  po- 
tesse, in  queste  condizioni,  formare  dell'acido  nitrico  e  in  dose  sempre  mag- 
giore col  crescere  della  quantità  di  acido  nitroso  reso  libero  e  non  decom- 
posto dall'urea,  ma  semplicemente  dall'acqua.  E,  per  premunirmi  ancora 
meglio  contro  questa  causa  di  errore,  proponeva  che,  quando  si  dovesse  cer- 
care  un  nitrato  in  presenza  di  un  nitrito  in  una  sostanza  solubile,  si  dovesse 
prima  «  farne  la  soluzione  acquosa  insieme  ad  una  buona  quantità  di  urea 
«  e  aggiungere  poi  a  poco  a  poco  questa  soluzione  ad  un'altra  di  urea 
•<  nell'acido  solforico  ».  Cosi  l'acido  nitroso  si  liberava  successivamente  in 
piccole  porzioni,  in  presenza  di  un  grande  eccesso  di  urea,  e  tutto  si  de- 
componeva nel  modo  ben  noto.  E  l'esperienze  ripetute  adesso  mi  hanno  con- 
fermato quello  che  allora  trovai,  quantunque  mi  sia  servito  di  un  reattivo 
diverso  per  riconoscere  l'acido  nitrico,  della  difenilammina  cioè,  come  toc 
il  Warington. 

«  Ho  preparato  il  nitrito  potassico  decomponendo  esattamente  con  clo- 
ruro di  potassio  puro  il  nitrito  d'argento,  ricristallizzato  più  volte  dall'acqua 
bollente.  Ho  adoperato  soluzioni  di  diversissima  concentrazione,  e  trattan- 
dole come  ora  ho  detto ,  mai  ebbi  colla  difenilammina  indizio  di  acido 
nitrico  quando  il  miscuglio  fu  fatto  lentamente  e  per  mezzo  del  tubo  affilato  ; 
se  però  il  miscuglio  si  fa  rapidamente  e  non  si  agita,  si  avverte  un 
leggerissimo  odore  nitroso  e  si  formano  tracce  di  acido  nitrico.  Basta  in- 
vece aggiungere  minime  quantità  di  un  nitrato  perchè  la  reazione  colla 
difenilammina  divenga  positiva.  Io  sono  sicuro  che  se  il  Warington  vorrà 
ripetere  le  esperienze,  nel  modo  descritto,  arriverà  ai  medesimi  risultati  e, 
trovando  così  la  risposta  all'unica  obbiezione  che  aveva  fatto  al  mio  metodo, 
lo  giudicherà  ben  rispondente  allo  scopo,  come  lo  giudicarono  altri  speri- 
mentatori (');  e  nello  stesso    tempo    si   accorgerà  non  essere  necessaria  la 

A.  Voge!,  Sii  i  GUiss    d    k.  Ur   Wissens- 

ehafìen  1881,  pag.  5. 


—  688   — 

precauzione  di  decomporre  i  nitriti  coll'urea  fuori  del  contratto  dell'aria, 
perchè  operando,  come  ho  indicato,  l'acido  nitroso  viene  distrutto  prima  che 
arrivi  alla  superficie  libera  del  liquido. 

«  Il  Warington  scrive  inoltre  quanto  segue  :  «  Un  altro  metodo  racco- 
«  mandato  dal  Piccini  è  basato  sul  fatto,  che  i  nitriti  si  scompongono  quando 
«  si  scaldano  con  una  soluzione  perfettamente  neutra  di  cloruro  ferroso, 
«  mentre  i  nitrati  si  scompongono  soltanto  quando  il  sale  ferroso  viene  aci- 
«  dificato.  Questa  reazione  non  pare  adattata  a  scoprire  quantità  realmente 
«  piccole  di  nitrati,  perchè  dopo  aver  distrutto  i  nitriti  non  sembra  possi- 
«  bile  di  applicare  uno  qualsiasi  degli  ordinari  reattivi  per  l'acido  nitrico; 
«  per  scoprire  la  sua  presenza  bisogna  ridurlo  in  ammoniaca  o  trasformarlo 
«  in  ossido  nitrico  ». 

«  Anche  questa  volta  il  Warington  è  stato  probabilmente  tratto  in  errore 
da  qualche  sunto  poco  ben  riuscito,  poiché  nella  mia  Nota:  Sulla  separazione 
e  il 'ri erm inazione  dell'acido  nitrico  e  nitroso  (')  io  mi  sono  occupato  «  solo 
della  separazione  quantitativa  »  e  per  il  resto  mi  sono  limitato  ad  «  accen- 
nare, come  «  principio  del  metodo  »  ,  a  ciò  che  aveva  osservato  Schoenbein, 
citando  la  sua  Memoria.  Ma  vi  è  di  più;  ciò  che  io  proponeva  era  appunto 
di  determinare  l'acido  nitrico  sotto  forma  di  biossido  d'azoto,  che  si  svi- 
luppava dalla  soluzione  ferrosa,  resa  acida,  dopo  che  tutto  il  nitrito  era 
stato  decomposto. 

«  Concludo  che  uno  solo  è  il  metodo  qualitativo  da  me  proposto  per 
riconoscere  l'acido  nitrico  in  presenza  dell'acido  nitroso  e  che,  praticandolo 
colla  dovuta  precauzione,  dà,  come  risulta  dagli  esperimenti  del  Vogel  e 
dai  miei,  ottimi  risultati  ». 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Furono  inviate  iu  dono  all'Accademia  le  seguenti  pubblicazioni  di  Soci: 

F.  Lampertico.  Nel  Giubileo  della  Nob.  Teresa  Surlera  delle  Dame 
inglesi. 

T.  Caruel.  Continuazione  della  Flora  Italiana  di  F.  Parlatore,  Voi.  VI, 
Parte  II. 

A.  De  Zigno.  Sopra  uno  scheletro  fossile  di  Myliobates,  esistente 
nel  Museo  Gazala  in    Verona. 

G.  vom  Rath.  Arizona.  Studien  und   Wahrnehmungen. 

Dal  Governo  di  S.  M.  Britannica  pervenne  all'Accademia  il  Voi.  I 
(Botanica)  della  Relazione  sui  risultati  scientifici  ottenuti  colla  spedizione 
dello   «  Challenger  ». 

')   R.  Accademia  dei  Lincei.  Transunti,  1S81;  Gazz.  Chini.  Ital.  XI,  267. 


_  089  — 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  e  belle  arti  di  Palermo;  la  Società 
zoologica  di  Amsterdam;  la  Società  degli  antiquari  di  Filadelfia;  la  Società 
botanica  di  Berlino;  la  Società  di  Storia  patria  di  Kiel;  la  Società  geologica 
di  Manchester;  il  Museo  di  zoologia  comparata  di  Cambridge,  Mass.;  l'Os- 
servatorio di  S.  Francisco;  la  Commissione  di  controllo  per  la  carta  geologica 
del  Belgio,  di  Bruxelles  ;  la  R.  Biblioteca  di  Parma  ;  le  Biblioteche  nazionali 
di  Firenze  e  di  Milano  ;  la  civica  Biblioteca  di  Vercelli. 

Annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
Le  R.  Accademie    delle   scienze    di   Stoccolma   e    di  Lipsia;  la  Società 
delle  scienze  di  Harlem:  l'Università  di  Cambridge. 

D.  C. 
P.  B. 


—  G91 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  all'Accademia  sino  al  20  settembre  1885. 


Matematica.  —  Sulle  forme  binarie  bilineari.  Nota  del  Socio 
G.  Battaglini. 

1.  «  Sia  u  =  u\:uì  un  parametro  variabile  che  determina  in  una  forma 
geometrica  di  la  specie,  per  es.  in  una  punteggiata,  la  posizione  di  un  ele- 
mento u  rispetto  a  due  elementi  fondamentali.  Poniamo  tra  i  valori  u'  ed  u" 
del  parametro  una  relazione  bilineare  espressa  simbolicamente  da 

o  =  (a,  u't  ■+■  a',  u'ì)  (a",  u'\  -+-  a'\  u"t)  =  (a'  u')  (a"  u")  =  0  , 

(1)  o  sia  da 

(p  =  un  u'i  u"\  -f-  ajjM'i  u'\  -+-  «2i  w'»/|  -+-  (X^Vi%u  %  =  0  . 
«L'equazione  (1)  stabilirà  una  dipendenza  proiettiva  tra  gli  elementi 
u  ed  u". 

«  Riferendo  9  ad  un'altra  coppia  di  elementi  fondamentali  ;'  e  ;",  si  avrà 

(2)  o  =  j  {a!  l')  »',  +  (a'  ?")  u\  J  J  (a"  ;')  u'\  +  (a"  £")  t»",  J  =  0  . 

sicché  ponendo  le  condizioni 

(o'  ;')(«";' )=0,  (a'H(»T)=0,  ed  inoltre  U'=(a'?')  («";"),  U"=(a';")  («";')■ 

si  otterrà  l'equazione  canonica  della  dipendenza  proiettiva 

(3)  u'4l  +  U"'^L  =  0. 

w  2  1*  2 

«  Gli  elementi  £'  e  ;"  sono  gli  elementi  striai  della  dipendenza  (l),  de- 
terminati  dall'equazione  (a'«)(o"«)  =  0,  0  sia  da 

on«i4+  (flu  -f-  Oj])«i«j  -f  o»2  w»-  =  0  ; 
Rendiconti  —  Vol.  I.  91 


—  692  — 
si  avranno  perciò  le  relazioni 

fi    ni  ri    ni       i     Z'    t"  V    J" 

c,ìl  2  __  \\%  2+  cìj;  i  _  ck  ì  _  M 

sicché  eliminando  £'  e  £"  da 

U"=  flll  l'i  1"ì  +  o»  ?,  Ti  +  «ai  l'i  T*  +  «-22  ?«  fi , 
e  ponendo 

I  =  a12  —  «„  =  [a'a"],  K  =  an  au  —  an  an  =  -%  [«'«'•/.]  [«"  «"*]>  J=1°— 4K  » 
(in  cui  a'z ,  a"»  sono  simboli  equivalenti  ad  a',  a",  ed  in  generale  si  ha  per 
due  simboli  qualunque  p  e  q,  pi#s — Pi  «i  =  M  )  si  troverà 

TJ'  — U"  =  ull/T,     U'-t-"C"  =  — »J, 
e  l'equazione  (3)  diverrà 
(4)  (i_Kj)£i_(I^J)Jì  =  0, 

0  sia  posto 

l~[/rÌ  =  p,     onde     l*  =  (\Sp-h-$=\K,u"  =  pu'. 

«  Le  quantità  I,  K,  J  sono  invarianti  della  forma  bilineare  y.  Allorché 

1  =  0,  la  dipendenza  proiettiva  (1)  è  in  involuzione.  Quando  K  =  0,  l'equa- 
zione (1)  si  decompone  in  due  fattori,  l'uno  lineare  in  u,  e  l' altro  lineare 
in  u",  e  la  dipendenza  proiettiva  è  singolare.  Finalmente  allorché  J  =  0,  gli 
elementi  uniti  nella  dipendenza  proiettiva  sono  tra  loro  coincidenti:  in  tal 
caso  prendendo  per  elementi  fondamentali  quello  nel  quale  coincidono  i  due 
elementi  uniti  (ui  =  0),  ed  un  altro  elemento  qualunque  w'0(m2  =  0),  l'equa- 
zione (1)  si  ridurrà  alla  forma 

u'\       Uì  _  U'dì  .  1      _  J_  _  J_ 

— 77"  ~~  — "r — ' — Ti —  )        "    °lt"  ti  ,       ir      9 

v!  \      u\       «01  u  u  u  o 

dove  w"o  è  l'elemento  corrispondente  all'elemento  fondamentale  u\. 

«  Se  nella  dipendenza  proiettiva  (4)  si  prende  di  un  elemento  qualunque 
u"  il  corrispondente  u',  di  v!  il  corrispondente  u",  e  così  di  seguito,  si  avrà  dopo 
n  volte  questa  operazione  u<."}  =  p"un,  sicché  coinciderà  m<">  con  u°  (qualunque 
sia  questo  elemento)  quando  p"=l ,  o  sia  quando  p  é  una  radice  primitiva  nma 

I  H-0  -,  2U7T      ,     .  2fX7T 

dell'unità;  si   avrà   allora   -r-  =  z c,    essendo  p  =  cos  — Msen  — 

j         i  —  p  iti  i« 

((7.  numero  primo  con  n  ed  inferiore  ad   n),  onde  P=4cos2  — -  K;  ili   tal 

caso    la    dipendenza    é    ciclicamente   proiettiva ,    o   periodica   d' ordine  n. 
Allorché  gli  elementi  uniti   coincidono  tra   loro  la  relazione  tra  u°  ed  «<"> 

sarà _  —  JL    e  la  dipendenza  proiettiva  non  potrà  essere  periodica. 

«l'i         U°        U  o 


—  693  — 
2.  «  Siano  ora  due  forme  bilineari 

(1)  <p  =  (a  u)  {a" u")  =  0  ,     tf>  =  (6' «')  (6" te")  =  0  : 

e  si  ponga 

\a=avì  —  fli,  =  [o'a"],  Ij=&is  —  &m  =  [&'&"|, 

(2)  2Kaò  =  an*»»  —  oia^ii  —  «»i  *iì -+- «sì  *n  =  [»'&']  [«"*"]  i 

Ja&  =  I„ I6 -  4Ka,  =  -  [a'  6']  [a"  6"]  -  [a'  6"]  [a"  b'} , 

saranno  K„,,  ed  Jal  invarianti  simultanei  delle  due  forme  <p  e  <\>. 

«Allorché  si  annulla  l'invariante  K0j,  considerando  le  due  dipendenze 
proiettive  definite  da  <p  =  0,  e  tp  =  0,  si  avrà  che  prendendo  di  ciascuno 
dei  due  elementi  uniti,  nella  prima  o  nella  seconda  dipendenza,  gli  elementi 
corrispondenti  rispetto  alla  seconda  o  alla  prima  dipendenza,  nell'ordine  di- 
retto e  nell'ordine  inverso ,  (cioè  da  u  ad  u",  e  da  u"  ad  u)  i  due  ele- 
menti così  ottenuti  saranno  corrispondenti  rispetto  alla  prima  o  alla  seconda 
dipendenza.  Se  poi  si  annulla  l' invariante  Jat ,  le  coppie  degli  elementi  uniti 
nelle  due  dipendenze  proiettive  saranno  coniugate  armoniche  tra  loro. 

«  Se  invece  della  forma  (a'  u')  (a"  u") ,  o  pure  (b'u')(b"u"),  si  considera 
la  forma  (a'u"){a"u'),  o  pure  (b'u"){b"u'),  l'invariante 

2K„(,  =  «11*22 «12*21  021*12 +  «22*11  =  [«'  *'  j  [«'"*"    , 

si  cambierà  nell'altro 

«11*22 «12*12  «21*21  +  «22*11  =  f «'  *"]  [«"*']» 

e  1'  annullarsi  di  questo  invariante  esprimerà  una  proprietà  analoga  a  quella 
espressa  da  Kai  =  0 . 

«  Chiamiamo  armoniche  tra  loro  le  due  forme  bilineari  oei)i  allorché 
Kai,  =  0;  se  le  forme 

?  =  (a  u')  {a"  u") ,     e     <//  =  (*'  «')  (*"  u") 
sono  armoniche  rispetto  alle  forme 

$  =  (AV)  (A  V) ,     e     ¥  =  (B'«')(B"tt"), 
ogni  forma  della  serie  semplicemente  infinita  acp-hfity,  variando  il  rapporto 
«:/3,  sarà  armonica  rispetto  ad  ogni  forma   della  serie  semplicemente  infi- 
nita A$-!-B¥,  variando  il  rapporto  A:B,  e  viceversa. 

«  Le  forme  quadratiche 

(3)  (a'  u)  (*'  u)  [a"  *" j  =  0 ,     {a"  u)  (*"  u)  [a'  *']  =  0  , 

sono  covarianti  del  sistema  di  forme  bilineari  o  =  0  e  (£  =  0.  I  due  ele- 
menti u',  o  pure  u1',  determinati  dalla  prima,  o  pure  dalla  seconda,  di 
queste  equazioni  hanno  per  corrispondenti,  rispetto  alle  due  dipendenze  p  =  0 
e  i|/  =  0,  i  due  elementi  u",  o  pure  u',  determinati  dalla  seconda,  o  pure 
dalla  prima  delle  stesse  equazioni.  Scambiando  tra  loro  in  (3)  *'  e  *",  o 
pure  a'  ed  a"  si  avranno  gli  altri  due  covarianti 

(4)  (a' u)  (b" u)  [a" b'}  =  0,     («" u)  (*' u)  \a' b"}  =  0. 


(6) 


H'22  » 
^22. 
Cu  , 


0. 


—  694  — 
«  11  determinante  funzionale,  o  Iacobiano,  del  sistema  di  forme  binarie 

quadratiche 

(a'  u)  (b'u)  =  0,     e     (V  «)  (b"  u)  =  0 , 

sarà  la  somma  delle  equazioni  (3)  e  (4). 
«  Siano  ora  tre  forme  bilineari 

(5)  ?  =  {a'  v!)  {a"  u")  =  0 ,  tp  =  (6'  t*')  (6"  u")  =  0 ,  X  =  (c'  «')  (c"  w")  =  °  5 
se  esse  sono  armoniche  rispetto  ad  una  quarta  forma  bilineare  0,  ogni  forma 
della  serie  doppiamente  infinita  «p+jS^  +  V/i  variando  i  rapporti  a:(3:y, 
sarà  armonica  rispetto  a  0;  l'equazione  della  forma  0,  armonica  rispetto 
alle  tre  forme  <p,  <\>,  ^,  sarà 

u'iu"ì,  u'iu"ì,  u'iu'i,  u'iu" 

—  <hv,   — a  i2.      «u 

—  &21  i    — ^12  >      ^u 

—  C21  ,    — cn  ,      Cu 

*  Finalmente,  considerando  quattro  forine  bilineari 

(7)     co  =  {a!  u')  {a"  u")  =  0 ,  <\>  =  [Vu')  (b"  u")  =  0 ,  Z = (e'  u')  (e"  u")  =  0 , 

6=[d'u')(d"u")  =  0, 

se  esse  sono  armoniche  rispetto  ad  una  stessa  forma  (nel  qual  caso  avverrà 
lo  stesso  per  tutte  le  forme  della  serie  triplamente  infinita  a<p-hfì<l>-h-y%-hiì9, 
variando  i  rapporti  a:/3:y:8),  si  avrà  la  coudizione 

of-n ,    «12,    a»!,    an 

bn,    &i2,    bn  ,    b2ì 

C\l  ,     Cn  ,     Cu  ,      Cìi 

du  ,    (hi ,    ch\ ,    ^22 

3.  «  Supponiamo  ora  che  le  coordinate  (vy ,  v% ,  v3)  di  un  elemento  V 
in  una  forma  geometrica  di  2"  specie,  per  es.  di  un  punto  in  un  piano,  ri- 
ferito ad  una  tema  di  elementi  fondamentali  siano  proporzionali  a  tre  forme 
binarie  bilineari;  ponendo 

twi  =  (a'  u")  (a"  u"),     vvì  =  {b'  u')  {b"  u")  ,     vv3  =  {e'  u')  (e"  u") , 
ad  ogni  coppia  di  valori  arbitrari  attribuiti  ai  parametri  u'  ed  u"  corrispon- 
derà un  punto  V  nel  piano  ;  gli  stessi  valori  determineranno  poi  iu  una  forma 
geometrica  di  la  specie,  per  es.  in  una  punteggiata,  due  elementi,  che  di- 
remo gli  elementi  (u',  u")  rappresentativi  del  punto  V  nel  piano. 

«  Se  il  punto  V  appartiene  alla  retta v,  di  coordinate  (Vi,  Ya,  V3),  tra 
i  parametri  u   ed  u"     si  avrà  la  relazione 

(1)        g(v)  =  V,  (a'  y!)  (a"  «")  +  Vj  {b'  vi)  {b"  u")  -+-  V3  (e'  1»')  (e"  u")  =  0 , 
siccnè  ad  ogni  retta  v  del  piano  corrisponderà  una  forma  bilineare  g(v)  =  0, 
0  iu  altri  termini  una  dipendenza  proiettiva   tra  gli  elementi  (u',  u")  rap- 
presentativi del  punto  V  della  retta  v. 


(8) 


0. 


—  695  — 

«  Se  la  dipendenza  <j(u)  — 0  è  in  involuzione,  si  avrà 

(2)  V,  Ia  +  V,  I,  +  V3  1,.  =  0  , 

sicché  la  retta  v  passerà  allora  pel  punto  V0  rappresentato  da  (2). 

«  Se  la  dipendenza  a(v)  =  Q  è  singolare,  o  pure  ha  gli  elementi  uniti 
coincidenti,  la  retta  v  sarà  tangente  alla  linea  1  di  2a  classe  rappresentata 
dall'equazione 

(3)  V,-  Kaa  +  ....  +  2VS  V3  Kbc  +  ....  =  0  , 

o  pure  alla  linea  0  di  21  classe  rappresentata  dall'equazione 

(Vi  I.  +  V8  I„  -f-  V3 1.)»  -  4  (V!2  Kaa  +  ...  +  2V8  V3  K,c  + ...)  =  0  , 

(4)  o  sia 

V,2  Jaa  +  ...  +  2V2  V3  Jb,  ~h ...  =  0  . 
«  Finalmente  se  la  dipendenza  <j(t>)  =  0  è  periodica  d'ordine  n  la  retta  y 
sarà  tangente  alla  linea  0„  di  2a  classe,  che  ha  per  equazione 

(V1Ia  +  V2I,  +  V3lc)2-4cos^(V12Ka,t+...+2V.2V3K,(.  +  ...)  =  0, 

(5)  o  sia 

V^I»*— 4cos*  M  ^  +  ...+2V,V8(l»I.— 4cos«-^  Kò^-K..  =0. 

«  Le  linee  0  e  0„  hanno  con  2  un  doppio  contatto  ;  il  polo  della  corda 
di  contatto  è  il  punto  Vo- 

«  Se  le  rette  v'  e  v"  sono  tali  che  le  dipendenze  proiettive  a  (vr)  =  0 , 
e  a(v")  =  0,  ad  esse  corrispondenti,  siano  armoniche  tra  loro,  o  pure  abbiano 
armoniche  tra  loro  le  coppie  degli  elementi  uniti,  si  troverà  la  condizione 

V'1V"1K(!a+...  +  (V'2V"3  +  V'3V"2)K,v+...=0, 
o  pure 

V,  V",  Jaa  +  •  •  •  +  (V,  V"3  -+-  V,  V"2)  Jlc  -+- .  .  .  =  0  , 

vale  a  dire  le  due  rette  v'  e  v"  saranno  coniugate  rispetto  a  2,  o  pure  coniu- 
gate rispetto  a  0 . 

«  I  punti  V  corrispondenti  ad  un  dato  valore  del  parametro  u',  o  pure  u", 
variando  l'altro  parametro  u",  o  pure  u,  apparterranno  rispettivamente  alla 
retta  ty ,  o  pure  ty ,  rappresentata  da 

vi  (b'u')  (c'u')  [b"c"]  +  Vi  (cV)  (aV)  [c"a"}  +  v3  (aV)  {b'u')  [a"ò"]  =  0 , 
(G)         o  pure  da 

v,  {b"u")  (c"u")  [VeT\-hVt  {c"u")  {a"u")  [c'a']-j-v3  {a"u")  (b"u")  [u'b']  =  0 . 
Variando  u'  ed  u",  le  rette  ty  e  ty  costituiranno  due  serie  di  rette,  che 
diremo  le  rette  del  1°  e  del  2°  sistema. 

«  Per  uno  stesso  valore  u  attribuito  ad  u'  ed  u"  le  due  rette  ty  e  ty 
in  generale  saranno  diverse;  esse  però  coincideranno  ponendo  tra  vJ  ed  tì" 
le  relazioni 

(&V)(cV)[6"c'1        (cV)  (aV)  [c"a"1        (aV)  {b'u')  a"b"} 
(  '       (b"u")(c"u")[b'c')  "  (c"u")(a"u")[c'a'\  ~  (aV)  {b"u")  [a'b']   ' 
le  quali,  come  è  facile  vedere,  equivalgono  ad  una  sola  condizione. 

«  Segue  da  ciò  che  i  due  sistemi  delle  rette  ty  e  ty' .  definiti  da  (6) 


—  696  — 

variando  vi  ed  u",  ne  costituiscono  uno  solo;  le  rette  vu'  e  vu"  avranno  perciò 
uno  stesso  inviluppo,  il  quale  evidentemente  è  di  2a  classe,  poiché  le  equa- 
zioni (6)  contengono  «',  o  pure  u",  a  2°  grado.  Osservando  da  un'altra  parte 
che  per  ogni  punto  V  di  una  retta  v  tangente  alla  linea  di  2a  classe  2 ,  il 
valore  di  u',-o  pure  di  u",  è  fisso,  mentre  il  valore  di  u",  o  pure  di  u\ 
varia  da  punto  a  punto  di  v,  si  vedrà  facilmente  come  appunto  2  sarà  l'invi- 
luppo delle  rette  vj  e  vu".  Per  ogni  tangente  v  di  2  l'equazione  (1)  decom- 
ponendosi in  due  fattori,  lineari  rispettivamente  in  vi  ed  vi' ',  il  valore  di  vi, 
o  di  u",  corrispondente  a  quella  tangente  «  di  2,  si  otterrà  eguagliando 
a  zero  il  primo,  o  il  secondo  di  quei  fattori.  Per  ogni  punto  V  del  piano 
i  due  valori  di  u,  o  pure  di  u",  che  si  ricavano  dalla  prima,  o  pure  dalla 
seconda,  delle  equazioni  (6),  sono  quelli  che  determinano  le  due  rette  vj , 
o  pure  le  due  rette  vu" ,  tangenti  al  loro  inviluppo  comune  2 ,  che  passano 
pel  punto  V . 

«  I  punti  V  del  piano  per  i  quali  vi  =  u"  =  u,  costituiscono  uua  linea  di 
2°  ordine,  poiché  ad  una  retta  qualunque  v  appartengono  i  due  soli  punti  del 
sistema,  che  corrispondono  ai  due  valori  di  u  dedotti  dall'equazione  di  2°  grado 
(8)  V,  {a'u) (a"u)  +  V2 {b'u) (b"u)  +  V3 {cu) (c"u)  =  0 , 

cioè  dall'equazione  (1)  in  cui  si  è  posto  u'  —  u"  =  u.  Si  vedrà  quindi  facil- 
mente come  l'equazione  tangenziale  di  questa  linea  di  2°  ordine  sarà  la  (4); 
adunque  per  ogni  punto  V  della  linea  di  2"  classe  0  i  valori  corrispondenti 
di  vi  ed  u"  sono  eguali. 

4.  «  Supponiamo  finalmente  che  le  coordinate  (vt ,  v%,  v3,  vt)  di  un  ele- 
mento V  in  una  forma  geometrica  di  3a  specie,  p.  e.  di  un  punto  nello  spazio, 
riferito  ad  una  quaterna  di  elementi  fondamentali,  siano  proporzionali  a  quattro 
forme  bilineari;  ponendo 

Wi=(oV)(aV),  vvt={b'ù'){b"u") ,  vv3=(c'u'){c"u"),  vvi={d'u'){d"u"), 
ad  ogni  coppia  di  valori  arbitrari  attribuiti  ai  parametri  vi  ed  u"  corrispon- 
derà un  punto  V  nello  spazio  :  i  punti  V ,  variando  vi  ed  u",  costituiranno 
una  superficie  Q,  di  2°  ordine;  infatti  ponendo 

cu  ,  d\i ,  oai  i  an 

bn  ,  bit  ,  bn  ,  022 

cu  ,  Cn  ,  Cì\  ,  Cu 

ed  indicando  con  P,j  l' elemento  reciproco  dell'  elemento  ptJ  di  questo  deter- 
minante, dalle  equazioni  proposte  si  dedurrà 


P== 


v{knvY 

-f-Bi, 

?'2  +  Cii?'3H-Dn 

Vl)  = 

Pm',  »", , 

v{k^.vi 

-f-B»2 

V2  +  C22V3  +  B25 

Vi)  = 

:  Pu'a  vl\  , 

^(Al2t'l 

-f-B12 

U8  +  C, 

2V3  +  B12 

l\)  = 

Yu\  u"a, 

v  (A21  vt 

-r-Bj, 

t'a  +  C2lr3H-Djìi 

u4)  = 

?u'tu"i, 

(1) 

onde 

(  A  i  \v  !-HBi  \v^-. . .  )  (  k^v 

rKBw? 

*-...)- 

■(AnVi-^-i 

'<\%v$+- 

...)(k<nvl->-'Bz\Vz-+-. 

•)=0, 

che  sarà  l'equazione  di  Q. 


—  697  — 

«  I  valori  attribuiti  ad  u'  ed  u"  determineranno  in  una  punteggiata  i 
due  punti  rappresentativi  del  punto  V  di  Q. 

«Se  il  punto  V  appartiene  al  piano  v,  di  coordinate  (Vi,  V2,  V;1,  V-,) 
si  avrà  la  relazione  tra  u'  ed  u" 

(2)  a  (v)  —  V,  (oV)  (a"u")  H- 4-  V4  (dV)  (d'V)  =  0 , 

sicché  ad  ogni  piano  v  dello  spazio  corrisponderà  una  forma  bilineare  a  (<-')  =  0 , 
o  sia  una  dipendenza  proiettiva  tra  gli  elementi  (V,  u")  rappresentativi  del 
punto  V  nel  piano  r;  i  punti  V  apparterranno  alla  linea  di  2°  ordine,  inter- 
sezione di  v  con  Q. 

«  Se  la  dipendenza  a  (v)  =  0  è  in  involuzione,  si  avrà 

(3)  V,Itt+...  +  V4I(;  =  0, 

sicché  il  piano  v  passerà  allora  pel  punto  V0  rappresentato  da  (3). 

«Se  la  dipendenza  <y(r)  =  0  è  singolare,  o  pure  è  ad  elementi  uniti 
coincidenti,  il  piano  v  sarà  tangente  alla  superfìcie  2  di  2a  classe,  rappre- 
sentata dall'  equazione 

(4)  V,8K48  +  . .  .  4-  V42K(W4-2V2  V3K6(.4-  . . .  H-2V3V4KC,;  =  0. 
o  pure  apparterrà  all'inviluppo  0  di  2a  classe,  che  ha  per  equazione 
(V1Ia+...+V1I„)2-4(V12Kaa+...+V42K,w+2V2V3Ku+...-l-2V3YiKc()=0, 

(5)  o  sia 

V  Jaa  +  .  .  .  ^  V4^w  +  2  V>  V3  Ju- +  •  •  •  +  2 V3  V4  Jf(i  =  0 . 
«  Finalmente  se  la  dipendenza  a[v)  =  0  è  periodica  d'ordine  n  il  piano  v 
sarà  tangente  alla  superficie  0„  di  2a  classe  che  ha  per  equazione 

(V1Is-...-ViI(/)2-4cos^(V12K(,a-*-...-HV42K,w-^2V2V3Klf^...-H2V3V4Kf(/)=0, 

71/ 

(6)  o  sia 

V,2(-Itt2-4cos2^Kaaì  +  ...+2V3V4('l(I,(-4cos2-^Kfl^  =  0. 

«L'inviluppo  0  e  la  superficie  0(l  hanno  con  2  una  linea  di  contatto  ; 
il  polo  del  piano  di  contatto  è  il  punto  V0. 

«Se  i  piani  v'  e  v"  sono  tali  che  le  dipendenze  proiettive  a{v')  =  Q, 

e  (7(ii")  =  0  siano  armoniche  tra  loro,  o  pure  che  siano  armoniche  tra  loro 

le  coppie  degli  elementi  uniti,  si  avrà 

V,  V"!  K„  4-  .  . .  4-  (V's  V"4  4-  Vi  V"3)  Kci  =  0 , 
o  pure 

V, V", Jaa  +  ...+  (V3 V"44- Vi V"3)  Jril  =  0 , 

vale  a  dire  i  due  piani  v'  e  v"  saranno  coniugati  rispetto  a  2,  o  pure  coniu- 
gati rispetto  a  0. 

«Per  i  punti  V  corrispondenti  ad  un  dato  valore  di  u',  o  pure  di  u", 
variando  u",  o  pure  u',  posto 

W'13  =  {b'u)(c'u')[b"c"  ,  W'3l  =  (cV)(oV)[oV],  W'is= (a'u'){b'u')[a"b"  , 
W'u  =  (a'u')(d'u)[a"d"},  W'M  =  \b'v!){d'v,')[b"d"] ,  W'3l={o'u'){d'u')[c"d"] , 
o  pure 

\V'n=(b"u"){c"u"yb'c'1,  W"3i=(c'V)(aV')[cV],W"«=(o'V')(ft"t*")[a'6'], 
W"u=(a'V)(dV')[a'd'Ì,W"M=(6'V,)(d'V')[6'd'],  W"34=(cV')(rf"«")[c'd'  , 


—  698  — 
si  troverà  il  primo,  o  pure  il  secondo,  sistema  di  relazioni 


(7) 


vi  W'u  —  vz  W'u  +  t>4  Wa  =  0  ,  vt  W"3i  —  v3  W"u  +  vt  W'n  =  0  , 

v3W'u  —  v1W3i~hviW'3ì  =  0  ,  «,W"h  — «1W"3i  +  «4W"8i  =  0, 

vi  W'tj  —  u*  W'u  +  Vi  W'u  =  0  ,  t>i  W"ti  —  vi  W"u+ «i  W"w  =  0  , 

»,W'Jj+i'1W'31  +  vjW'«  =  0,  i'iW"m+v«W"3i  +  V8W",j  =  0; 


le  equazioni  del  primo,  o  pure  del  secondo,  sistema  (7)  rappresentano  quattro 
piani,  che  passano  per  una  stessa  retta  tu',  o  pure  tu',  di  coordinate  W\,- , 
o  pure  W'ìj,  per  essere  identicamente  (come  è  facile  verificare) 

W'MW'14+W'3lW'24+W'12W'3i=0 ,  e  W"23W"h+W"31W"*4+W"12W"3ì=0, 

i  punti  V  di  cui  si  tratta  apparterranno  quindi  alla  retta  tu',  o  pure  alla 
retta  tu". 

«Variando  u'  ed  u"  le  rette  tu'  e  w"  costituiranno  due  serie  di  rette; 
esse  evidentemente  saranno  le  generatrici,  del  1°  e  del  2°  sistema,  della  super- 
fìcie di  2°  ordine  £2.  Il  punto  d'incontro  di  tu'  e  tu"  sarà  il  punto  V  cor- 
rispondente ai  valori  v!  ed  u"  dei  parametri. 

«Osservando  che  per  tutt'i  punti  V  del  sistema,  appartenenti  ad  un 
piano  v  tangente  alla  superficie  di  2°  classe  2,  il  valore  di  u',  o  pure  di  u", 
è  fisso,  mentre  il  valore  di  u",  o  pure  di  u',  varia  da  punto  a  punto,  si  vedrà 
facilmente  come  appunto  2  sia  il  luogo  delle  rette  tu'  e  tu",  vale  a  dire  la 
superficie  Q,  luogo  di  punti,  e  la  superficie  2,  inviluppo  di  piani,  costitui- 
scono una  stessa  superficie  di  2°  ordine  e  di  2a  classe;  per  ogni  piano  tan- 
gente v  di  2  l'equazione  (2)  decomponendosi  in  due  fattori,  lineari  rispet- 
tivamente in  ul  ed  u",  i  valori  di  u'  ed  u"  corrispondenti  rispettivamente 
alle  generatrici  tu'  e  w"  di  Q ,  appartenenti  a  v ,  si  otterranno  eguagliando 
a  zero  il  primo,  o  il  secondo,  di  quei  fattori. 

«I  punti  V  del  sistema  (o  sia  di  Q.)  per  i  quali  u'  =  u"  =  u  costitui- 
scono una  linea  di  2°  ordine,  intersezione  di  Q.  col  piano  V(,  che  ha  per 
equazione 

Vi      ,  Vt      .  V3      ,  Vi 

flia-f-óji,  &ir-i-&2i)  CisH-Cji,  rfir-Mai 

(Ili    i  ''ìì    i  ^22    i  "22 


=  0  : 


ad  un  piano  qualunque  v  (di  coordinate  Vj ,  V»,  V3,  V4)  apparterranno  i  due 
soli   punti  V  del   sistema,   che   corrispondono   ai   due   valori   di  u  dedotti 
dall'  equazione  di  2°  grado 
(9)     V!  (a'u)  (a"u)  -f-  V«  {b'u)  {b"u)  +  V3  {cu)  {cu)  +  V4  {(tu)  [d"u)  =  0 , 

cioè  dall'equazione  (2)  in  cui  si  è  posto  u'  =  u"  =  u;  l'equazione,  in  coor- 
dinate di  piani,  della  suddetta  linea  di  2°  ordine,  sarà  quindi,  per  le  cose 
dette  la  (5);  adunque  l'inviluppo  di  2a  classe  0  non  è  che  una  conica;  per 


—  099  — 

ogni  punto  V  di  questa  conica  i  valori  corrispondenti  di  vi  ed  u"  sono  eguali  : 
v  è  un  piano  tangente  di  0  in  V. 

«  Dovendo  essere  nullo  il  discriminante  di  0,  se  s'indica  con  K  il  discri- 
minante di  2,  e  con  (K,I)  la  somma  delle  derivato  di  K  rispetto  a  ciascuno 
dei  suoi  elementi  E,y  (per  i  ,j  =  a  ,b  ,c,d) ,  moltiplicate  rispettivamente 
per  I,  Iy,  si  avrà  tra  gl'invarianti  delle  quattro  forme  bilineari  propostela 
relazione 
(10)  (K,I)  —  4K  =  0. 


Fisica.  —  Sulla  deformazione  prodotta  in  vasi  di  vetro  da 
pressioni  interne.  Nota  II.  dei  dott.  Giovanni  Agamennone  e  Filippo 
Bonetti,  presentata  dal  Socio  Blaserna. 

«  In  una  Nota  precedente  (')  abbiamo  riferito  alcune  nostre  esperienze 
sulla  deformazione  di  due  recipienti  di  vetro  preparati  per  ricerche  sulla 
compressibilità  dei  gas:  crediamo  opportuno  di  completare  quello  studio  col 
determinare  il  coefficiente  di  compressibilità  del  vetro  dei  recipienti  suddetti 
e  trarre  dalle  nostre  esperienze  alcune  conseguenze  generali. 

«  Coefficiente  di  compressibilità  del  vetro.  —  Prendiamo  la  forinola 
seguente  calcolata  da  Jamin  (3),  la  quale  ci  dà  la  variazione  SDo  del  volume 
interno  di  un  piezometro  cilindrico  terminato  da  due  emisferi  in  seguito  ad 
una  pressione  P0  che  si  eserciti  nel  suo  interno 

dove  «  è  il  coefficiente  di  compressibilità  del  vetro,  R  ed  Ro  sono  i  raggi 
esterno  ed  interno  del  piezometro,  V0  è  il  volume  interno  della  parte  cilin- 
drica e  V'0  quello  dei  due  emisferi  terminali. 

«  Applicando  ora  ai  nostri  due  apparecchi  la  forinola  (3)  introducen- 
dovi cioè  i  valori  rispettivi  di  R,  R0  misurati  direttamente  e  di  V0,  V'ft 
dedotti  da  questi  e  dal  valore  già  noto  di  V,  e  metteudo  al  posto  di  5U„ 
e  P0  i  valori  forniti  dall'esperienza,  possiamo  dedurne  le  due  serie  seguenti 
di  valori  di  a  l'ima  relativa  al  primo  dei  nostri  apparecchi,  l'altra  al  se- 
condo. Il  SUo  si  deduce  togliendo  dalla  variazione  totale  di  volume  la  parte 
dovuta  alla  compressione  dell'acqua;  quindi  è  dato  da  v  —  <p  VP0. 


(')  V.  pag.  665. 

(■)  Jamin,  Traile  de  Physique  t.  I,  fase.  2,  pag.  \(M .  Questa  forinola  è   basata  sulle 
idee  4i  Wertheim. 

RENDIi  "Mi    -   Voi..  T.  02 


—   700   _ 


Tabklla  IV." 
1°  apparecchio 


mm 


mnr 


R  =20.92     V0  =  361945 
R0=  19.52     V'0=  31155  mm3 


Ho 

« 

mm 

837.3 

0.000001938 

1506,8 

0,000002033 

2017,9 

0,000002005 

840.2 

0.000001953 

1506,8 

0,000i '02011 

2271,7 

O.U00001995 

2641,4 

0.000001990 

3257.6 

0.000001980 

3760,0 

0,000001985 

883,1 

0,000002080 

1572.7 

0,00000-iOJO 

2388.9 

O.COH002O14 

3008,2 

0,000002007 

«  medio  =  0.000002002 


Tabella  V." 
IP  apparecchio 

mm 

R=  21,30  V»=  875369  mm3 
R„=  20,30  VV=  35041  mm3 


H0 

« 

mm 
643.51 

0,000001259 

656,49 

0,000001271 

1057,90 

0,010  01257 

1126.80 

0,000"01274 

110;,30 

0.000001258 

1651.60 

0,000001263 

2266.80 

0.000001249 

2289.60 

0,000001258 

2712,70 

0,000001258 

3100,20 

0,"000  il-2ó2 

687,16 

0.000001245 

741,24 

0,000001240 

3094.70 

O.Oi'O.  01251 

3817,70 

0,000001251 

e.  medio  =  O.i  O00012.",6 


«  Qui  è  da  notare  che  ambedue  questi  medi  sono  abbastanza  lontani 
dal  valore  0.000001719,  che  Jamin  deduce  dalle  esperienze  di  Regnault  sui 
piezometri  di  vetro  ('). 

Conclusione  —  l.  «  Da  ciascuna  delle  due  serie  di  valori  di  a  si  ricava 
che  a  può  ritenersi  cume  costante  per  uno  stesso  apparecchio,  per  una  tem- 
peratura sensibilmente  la  stessa  e  dentro  certi  limiti  di  press  oue.  Quindi  in 
queste  condizioni  la  varia/ione  apparente  di  volume  e  perciò  anche  l'asso- 
luta si  può  ritenere  come  proporzionale  alla  pressione. 

2.  «  Paragonando  la  prima  serie  colla  seconda  si  vede  che  passando  da 
un  apparecchio  ad  un  altro  quantunque   tatto  colla   stessa   qualità  di  vetro 


(')  Jaroin  dà  per  «  il  valore  0.000166:8;  ma  questo  è  riferito  ad  un  kgrammo  di  pres- 
sine p.  r  nini':  se  vogli.,1110  averlo  riffiito  ad  un'  atmosfera  per  cin*,  come  è  ricmVsto  dalla 

1033,6      ,     , 
t'orinola  (3),  basta  prima  dividere  per  100  e  poi  moltiplicare  per  il  rapporto         Q      ed  al- 
lora si  ottiene  0,000001719. 


—  701  — 

i  valori  di  a,  di  e  e  di  a  cambiano  notevolmente.  Bisogna  riflettere  peral- 
tro che  al  secondo  dei  nostri  apparecchi  sono  state  saldate  due  punte  d'af- 
fioramento e  qnest'  operazione  può  averne  modificato  notevolmente  le  con- 
dizioni fisiche. 

«  Giova  anche  avvertire  che  la  differenza  di  cui  parliamo  non  può 
spiegarsi  colla  variazione  di  temperatura  da  12°, 5  a  16°,2  che  ha  avuto 
luogo  tra  la  prima  serie  di  misure  e  la  seconda.  Infatti  dalle  esperienze  dei 
dott.  Pagliani  e  Vicentini  risulta  che  il  coefficiente  di  deformazione  del  ve- 
tro varia  bensì  colla  temperatura,  ma  queste  variazioni  sono  di  un  ordine 
inferiore  alla  diffeienza  tra  la  prima  e  la  seconda  serie. 

3.  «  In  esperienze  di  precisione  non  si  possono  calcolare  le  variazioni  di 
volume  di  un  recipiente  introducendo  nelle  forinole  date  da  Jamin  e  in  altre 
consimili  uno  qualunque  dei  valori  noti  di  a,  ma  è  necessario  studiare  con 
esperienze  dirette  la  deformazione  del  recipiente  di  cui  si  fa  uso,  e  ciò  anche 
avuto  riguardo  alla  difficoltà  di  determinare  con  sufficiente  precisione  gli  ele- 
menti geometrici  del  recipiente  che  entrano  nelle  forinole  suddette  ». 


PERSONALE  ACCADEMICO 

Giunse  all'  Accademia  la  dolorosa  notizia  della  perdita  da  essa  fatta 
nella  persona  del  suo  Socio,  il  generale  J  J.  Baeyeb,  morto  il  10  settembre 
corrente.  Il  generale  Baeter,  presidente  del  Comitato  centrale  per  la  mi- 
sura dei  gra  i  in  Europa,  apparteneva  all'Accademia  coinè  Socio  straniero 
sino  dal  12  novembre  1883. 


CONCORSI    A    PREMIO 

Temi  dei  concorsi  a  premio  del  K.  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere 
ed  arti. 

—  Si  domanda  un  manuale  di  chimica,  il  quale  abbia  in  mira  di  guidare  gli  stu- 
diosi nella  pratica  del  laboratorio  e  dell'analisi,  con  particolare  riguardo  alla  farmacia  ed 
alla  medicina. 

Tempo  utile  31   marzo  188T  —  Premio  lire  1500. 

—  Storia  ragionata  delle  opere  e  delle  dottrine    idrauliche   nella    regi         Veneta,  con 
colare  riguardo  all'influenza  eserciiati  dallo  Studio  di  Padova. 

Tempo  utile  31  marzo  1Ò8".  —  Premio  lire  3000. 

—  Si  esponga  la  storia  del  diritto  di  famiglia  urliti  Venezia,  e  con  principale  riguardo 
a   Venezia,  dal  secolo  decimoterzo  al  ■'  eimonono. 

Tempo  utile  15  marzo  1887.  —  Premio  lire  3000. 


—  702  — 

—  Esporre  le  origini,  le  eicende  e  i  progressi  del  metodo  sperimentale  in  Italia, 
dialo  nelle  sue  applicazioni  alle  scienze  fisiche,  naturali  e  biologiche,  con  particolare  riguardo 
a  lutto  ciò  ch'esso  offre  di  notevole  nei  quattro  secoli  tra  il  principio  del  deèimoquinlo     la 
fine  del  decimottavo,  comprendendo  la  scoperta  dilla  pila  Voltaica. 

Tempo  utile  31  marzo  1889.  —  Premio  lire  5000. 


CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute  : 
La  Società  Olandese  delle  scienze  di  Haarlem  e  il  Comitato  geologico 
di  Pietroburgo. 

Annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
L'Istituto  Smithsoniano   e  la   Società    geologica    degli    Stati  Uniti,  ili 
Washington. 

D.  C. 
P.  B. 


703   — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


MEMORIE    E    NOTE 
1)1     SOCI     0    P  II  ESENTATI-:     DA    SOCI 

pervenute  all'  Accademia  sino  al  4   ottobre  1885. 


Chimica   -  -  Sulla  costituzione  della  santonina.   Nota  del 
Socio  S.  Cannizzaro. 

«  La  santonina  Ci:iH180:t  è  una  anidride  interna,  come  oggi  dicesi,  uh 
lattone  dello  acido  santouinico  C15  Hi0  O4,  il  quale  è  tanto  poco  stabile  e 
si  trasforma  tanto  prontamente  nel  corrispondente  lattone,  quanto  tutti  gli 
acidi  lattonici  studiati  dal  Fittig  ('). 

«  Due  atomi  d'ossigeno  della  santonina  sono  dunque  nel  gruppo  latto- 

C...CO 
nico\/  ;   il  terzo  atomo  di  ossigeno  non  è  aldeidico,   non  appartiene  ad 

0 
un  ossidrile    alcoolico  o  fenico  :  è  dunque,  o  allo  stato  di  CO  chetonico,  o 

C\ 
combinato  a  due  C,         0  . 

G/ 

«  Il  comportamento  della  santonina,  il  fatto  della  formazione  di  un  gruppo 
alcoolico  secondario  C HO  H  per  idrogenazione,  facevano  già  preferire  l'ipo- 
tesi del  CO  chetonico;  la  quale  poi  ha  acquistato  una  grande  probabilità 
collo  studio  dell'  azione  dell'idrossilamina  sulla  santonina. 

•<  Da  questa  azione  di  fatto  si  ottiene  uu  composto  C'^H^NO1  sani 
ninossima  simile  alla  canforossoima  studiata  da  Nageli  ('). 

«  Conviene  dunque  ammettere  un  CO  chetonico  nella  santonina,  come 
nella  canfora. 

(')  Liebig's-Amulen.  Band.  226,  p.  322. 
)   Berlin,  Berichte  XVI  p.  494  (1883). 
Rendiconti  —  Voi..  I.  93 


—   704  — 

«  Le  cose  sopra  ricordate  e  le  relazioni  che  la  santonina  e  l'acido  santo- 
ninico  hanno  con  l'acido  santonoso  e  col  fotosantonico,  conducono  ad  asse- 
gnare con  sufficiente  probabilità  all'acido  sanloninico  ed  alla  santonina,  che 
ne  è  il  lattone,  l'ima  o  l'altra  delle  seguenti  formole  di  struttura: 

II 
H  ,H 

C  C-CH3 

HOf       ^9/        ,  co  .  hc,^     \?/         co 


I 

H 

C 

C-CH3 

I 


HC'  ,1  J  CH-CHOH-CHrCOOH      HCL 


C-OH-CHs-CHj-COOl 


/     H    \/  A/     H 

C  C-CH3  C  C-CH3 

H  XH  H  \H 


acido  santouinico  acido  sai.toninico 

/H  /H 

CH  C-CH3  CH  C-CH3 

p     7\  /^    H    /X 

HC?  ^Y  \jCO  HC^       ^Y         X(CO 

HCl,  ,'  J  CH-CH-CH,-CO  He'  X  J  C-CHrCH2C<> 

/  °h\/       \ /  \/h\/ 

c  c— ch3        x-  c  c-ch> 

H \H "  H \H  0 

santonina  santunina 

«  In  favore  delle  seconde  due  forinole  sta  l'analogia  con  tutti  gli  acidi 
lattonici  conosciuti,  che  hanno  condotto  alla  regola  riassunta  dal  Beilstein  (') 
nel  suo  trattato  di  chimica  cioè  ,  che  tutti  gli  acidi  che  danno  facilmente 
il  lattone  (come  invero  fa  il  santoninico)  contengono  l'ossidrile  alcoolico  nella 
posizione  detta  gamma  (y)  cioè  al  terzo  atomo  di  carbonio  dopo  il  carbossile. 

«  Io  però  sino  a  nuovi  studi  preferisco  per  l'acido  santouinico  la  prima 
forinola,  cioè  quella  nella  quale  l'ossidrile  alcoolico  è  nella  posizione  detta  ,5; 
non  ostante  che  secondo  la  regola  sopraindicata  in  questi  casi  per  elimina- 
zione di  H20  non  si  suole  ottenere  il  lattone,  ma  un  acido  col  doppio  lega- 
me —  CH  —  CH  —  CO  OH .  È  probabile  che  tale  regola  tirata  dallo  studio 
dei  lattoni  della  serie  grassa,  non  regga  più  per  le  catene  laterali  attaccate 
al  nucleo  benzoico  0  a  quello  naftalico  ;  il  risultato  delle  esperienze  intra- 
prese sull'acido  fotosantonico  rischiarerà  questo  argomento. 

I  )  Handbuch  der  OrganUchen  Chemie,  seconda  edizione  T.  I,  p.  498. 


—  705  — 

«  Qualunque  però  delle  sopraindicate  forinole  si  adotti,  l'acido  santoninieo 
e  la  santonina  debbono  considerarsi  come  derivati  d'uu'esaidronaftalina 


H 

H, 

c           e 

hc/\c//n 

HC 

\/    H     \/ 

H 

H. 

JcH. 


«  Dopo  ciò  è  facile  spiegare  l'azione  dell'acido  jodidrico  sulla  santonina 
cioè  la  genesi  dell'acido  sautonoso,  la  cui  struttura  è  espressa  dal  seguente 
schema  : 


H 
C 

C— CH 

3 

HC 

// 

1 

\c/      \ 

Il                1 

CH-OH 

HC 

1 

\/ 

C 

1 

/c\      / 

\/ 

C-H 

CH-CH2- 

•CH2 

-COOH 

H 

^CHì 

■  santonoso 


«  Dal  tipo  di  un'  esaidronaftalina  si  è  passato  a  quello  di  una  tetra- 
idro-naftalina  ;  il  gruppo  chetonico  CO  è  divenuto  gruppo  alcoolico  secon- 
dario CHOH,  ed  in  luogo  dell'ossidrile  alcoolico  della  catena  laterale  del- 
l'acido sautoninico,  è  venuto  un  atomo  di  idrogeno,  come  avviene  nel  vale- 
rolatlone  che  per  l'azione  dello  acido  jodidrico  mutasi  in  acido  valerico  ('). 

«  Che  la  struttura  dell'acido  santonoso  sia  quella  sopraindicata  è  dimo- 
strato dai  fatti  seguenti,  descritti  in  altre  mie  Memorie  (s): 

1°  L'acido  sautonoso  non  dà  alcuna  reazione  coll'idrossilamina;  non 
contiene  dunque  più  il  CO  chetonico  che  esisteva  nella  santonina; 

2°  L'acido  santonoso  contiene  invece  un  ossidrile  alcoolico,  il  cui 
idrogeno  è  sostituibile  da  radicali  acidi  e  da  radicali  alcoolici .  formando 
gli  acidi  acetilsantonoso,  benzoil-santonoso  ed  etil-santonoso; 


('    Liebig's-Annalen,  li.  -J2i'»,  p.  343. 

Ci  Gazzetta  chimica  voi.  XII.  pag.  393,  e  voi.  XIII.  il  38j 


—  706  — 
3n  L'acido  santonoso  per  la  sola  azione  del  calore  si  scinde  in  acido 
propionico  CH  -'  CH--  COOH  ed  in  biidrodinielilnaftol;  ed  il  biidrodimetil- 
naftol  per  l'eliminazione  di  H20  nella  diraetilnaftalina  corrispondente  alla 
bibromonaflalina  nella  quale  i  due  atomi  di  bromo  sono  nello  stesso  anello 
naftalico  nella  posizione  para. 

«  Invero  quest'  ultimo  risultato  non  dimostra  che  la  posizione  relativa 
dei  due  gruppi  metilici  e  lascia  il  dubbio  se  sieno  nello  stesso  anello  naf- 
talico che  porta  la  catena  laterale  residuo  dell'acido  propionico,  o  nell'altro. 

«  Nulla  inoltre  dimostra  che  i  quattro  atomi  d'idrogeno  di  più  e  l'os- 
sidrile alcoolico  o  fenico,  sieno  nell'uno  piuttosto  che  nell' altro  anello. 

«  La  posizione  dunque  che  ho  assegnata  ai  quattro  atomi  d' idrogeno 
all'ossidrile  alcoolico  e  ai  due  metili  deve  riguardarsi  come  una  prima  ipo- 
tesi da  essere  discussa  con  ulteriori  esperienze. 

«  Lo  studio  dell'acido  fotosantonico,  scoverto  dal  prof.  Sestini  per  l'azione 
della  luce  sulle  soluzioni  di  santonina  nell'acido  acetico  diluito,  fornirà  pro- 
babilmente i  dati  per  determinare  la  posizione  dei  metili  e  dell'idrogeno, 
in  tutti  i  derivati  della  santonina. 

«  L'acido  fotosantonico  disseccato  a  100°  ha  realmente  la  forinola  attri- 
buitagli dal  prof.  Sestini  C,r,H20O'',  cioè  contiene  H20  più  della  santonina. 

«  Il  sig.  Vittorio  Villavecchia  però  colle  esperienze  che  saranno  pub- 
blicate, ha  dimostrato  che  l'acido  di  questa  composizione  è  monobasico  ed 
è  il  lattone  del  vero  acido  bibasico  C1SH220"',  e  che  la  fotosantonina  non 
è  l'etere  bietilico  di  questo  ultimo  acido,  ma  l'etere  monetilico  del  lattone 
acido  monobasico. 

«  Pare  dunque  che  quando  la  santonina,  assorbendo  gli  elementi  d'una 
molecola  d'acqua,  diviene  l'acido  fotosantonico  monobasico  Ci:iH20O'',  siavi 
rimasto  inalterato  il  gruppo  lattone,  e  che  il  CO  chetonico  sia  divenuto 
COOH  ed  il  CH  sia  divenuto  CU2  staccandosi  dal  CO;  cioè  un  aneli» 
della  catena  uaftalica  si  sia  aperto  formando  cos'i  un  derivato  bisostituito 
del  benzolo  colla  seguente  forinola  di  struttura  : 


H                     H 

C                            C-CH; 

HC/       W         \ 

CO 

HC 

1 

C                 C-I 
H                 \H 

CH-CH-CH.-CO 

\/ 

h            0 

santonina 

-  707  — 


II 


,H 


HC 
HC 


C  C-H:, 

\     H    /\ 

\^/         V'OOH 

,L  .CHì-CH  CHì-CO 

'    H     \/ 
C  C— CH3 

H  XH 

acido  lotusantuuico  seccato  a  lon" 


H 

C 


l'ut  >>anto.iin,i 


,H 


HC 
HC 


H 

\0/ 


C— CH, 


/c\ 

'     H 
C  C— CH3 

H  \H 


COOH 
CH.-UH-OH-CH.-COOH 


aci  lo  Ibtosaiitonii'U 


«  Il  sig.  Villavecchia  ha  poi  ottenuto  dall'acido  fotosantonico  bibasico 
(jis  jjììqs  per  eliminazione  di  H*0  un  acido  anche  bibasico  C,3Hi0O'',  che 
sarà  probabilmente  l'acido  che  nella  catena  laterale  ha  il  doppio  legame, 
cioè  CU  — CH  —  COOH;  la  forinola  di  quest'acido  sarebbe  dunque 


H 

C 

C— CH, 

„c/X 

H 

\c/ 

1 

/\ 

\>0 

Hcl 

\/ 

C 

H 

1 
H 

.CH 

\/ 
C-CH3 

\h 

CH,-CH=CH-COOH 


—  708  — 

«  Se  ciò  è  confermato  da  ulteriori  esperienze,  dimostrerà  che  la  catena 
lattonica  dello  acido  santoninico  che  è  passata  inalterata  nel  vero  acido  foto- 
santonico  bibasico  Cr'H!ì05,  si  comporta  in  certe  circostanze  come  quelle 
degli  ossiacidi  che  contengono  l'ossidrile  alcoolico  nella  posizione  detta  fi. 

«Questo  cenno  spiegherà  l'impazienza  colla  quale  da  alcuni  anni  si 
aspettano  i  risultati  dello  studio  che  il  Sestini  ed  il  Danesi  hanno  intra- 
preso sull'idrocarburo  proveniente  dalla  distillazione  secca  del  fotosantonat" 
baritico. 

«  A  nessuno  poi  sfugge  la  importanza  che  ha  la  determinazione  della 
posizione  degli  atomi  d'idrogeno  aggiunti  al  tipo  naftalico,  dai  quali  pare 
provenga  1'  intenso  potere  rotatorio  sulla  luce  polarizzata  che  hanno  tutti 
i  derivati  della  santonina.  Un  ufficio  simile  avranno  probabilmente  gli  atomi 
di  idrogeno  nei  terebeni,  nella  canfora  e  negli  alcaloidi  i  quali  sono  deri- 
vati da  idropiridine  o  da  idrochinoline  ». 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  il  fascicolo  delle 
Notizie  degli  Scavi  per  lo  scorso  mese  di  settembre,  nel  quale  si 
contengono  le  seguenti  note. 

«  Vighizzolo  (frazione  del  comune  di  Cantù).  Ara  votiva  e  frammenti 
di  età  romana  scoperti  in  contrada  Castello.  —  Brescia.  Epigrafi  latine  e 
resti  epigrafici  trovati  in  Brescia  e  nel  suburbio.  —  Padenghe.  Tesoretto 
monetale  rinvenuto  in  un  laterizio  in  contrada  Pradello.  —  Bagnolo  Stella. 
Vasi  di  argento  e  di  vetro,  ed  altri  utensili  scavati  nella  proprietà  del  sig.  Cani- 
piani.  —  Mairano.  Mano  pantliea  rinvenuta  nel  territorio  del  comune.  - 
Visano.  Iscrizione  votiva  scoperta  nel  paese.  —  Cortine  (frazione  del  comune 
di  Nave).  Cippo  iscritto  proveniente  dal  lette  del  fiume  Garza.  —  Casal- 
moro.  Frammento  epigrafico  ritrovato  fra  le  macerie  di  una  torre  presso  la 
chiesa  de'  ss.  Faustino  e  Giovita.  —  Iseo.  Mattoni  con  bolli  trovati  a  poca 
distanza  dall'abitato.  —  Clvidate  alpino.  Iscrizione  latina  scavata  nel  ter- 
ritorio del  comune.  —  Sant'Agata  bolognese.  Pozzo  amico  scoperto  nel  fondo 
Ghiasone.  —  fìavenna  Oggetti  ritrovali  nelle  fondamenta  per  la  nuova 
caserma  sul  corso  Garibaldi.  — ■  forti.  Nuove  scoperte  fatte  nella  città  e 
nel  suburbio. —  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle  reg;oni  urbane  II,  V,  VI,  XIV. 
e  nella  via  Tiburtina.  —  /Verni.  Prosecuzione  delle  ricerche  nell'area  del 
tempio  di  Diana  nemorense.  —  Aifedena.  Nuovi  scavi  della  necropoli  rutì- 
denate.  —  Avellino.  Frammento  di  epigrafe  cristiana  trovato  in  contraila 
Praia.  --  Pozzuoli.  Nuova  epigrafe  a  Mjvoizìo  scoperta  presso  l'ospedale 
della  Carità. 


—  709  — 

Matematica.  —   Intorno  a  taluni  determinanti  aritmetici.  Nota 
ili   Ernesto  CesXro,  presentata  dal  Socio  Cremona. 

1.  «Sia  F(.r,  >/)  una  funzione  qualunque  del  massimo  comun  divisore 
dei  numeri  oc  e  y.  Ci  proponiamo  di  studiare  il  determinante 

A„  =         F  (m,  ,  «,)     F  (u\ ,  i<2)     F  (mi  ,  «3)  F  (m,  ,  m„) 

F(«2,«i)     F(wj,w2)     ¥(u,,u3)  F(«i,t/.n) 

F(«3,«i)     F(m3,Wì)     F(«.3)tt3)  F(w3,«„) 

F  (w„  ,  «,)     F  («„ ,  «8)     F  («„ ,  «3)  F  (w„ .  «  ,  ) 

Dell'ipotesi  che  la  serie  di  numeri  interi 

«1»  Uì,  u3,   u„  (1) 

-ia  dotata  della  seguente  proprietà:  tutti  i  divisori  d'un  termine  qualunque 
fanno  parte  della  serie  stessa.  Supponendo  «i<[mj<C <it,,  è  neces- 
sito che  sia,  anzitutto,  «1=1. 

2.  «Immaginiamo  una  funzione  u.{x),  nulla  in  generale,  ma  uguale 
all'unità  per  x  =  l,  ed  a  ( — 1)T  quando  x  è  il  prodotto  di  t  fattori  primi, 
disuguali.  Si  dimostra  facilmente  che  la  funzione 


,w+„(-)+1,(i)+(,(-). 


è  nulla,  salvo  per  aj  =  l,  nel  qual  caso  essa  è  uguale  all'unità.  È  noto 
inoltre  che  la  funzione  ¥  (oc)  può  sempre  essere  considerata  come  la  somma 
dei  valori  che  prende  un'altra  funzione  f(oo),  quando  porosi  mettano  tutti 
i  divisori  di  a:  Da  tutto  ciò  risulta  che,  se  si  conviene  di  prendere  f(x)  —  0 
quando  x  non  è  intero,  si  può  scrivere: 


e,  viceversa, 


»w=«4+r(f)+r(f)+r(i)+ 

1 

f(*)  =  M*)m  +  f*(f)*(2)+p(y)F(S)-+  

3.  «  Ciò  premesso,  è  facile  dimostrare  che  la  somma 
p  (*)  F  K  ,  «,)  +  fi  (^')  F  K  ,  «0  +  ;,  (^)  F  («, ,  W;t,  + 

generalmente  nulla,  è  uguale  a  /"(«,.)  soltanto  nel  caso  che  u,.  sia  divisibili' 
per  u„ .  Per  le  ipotesi  fatte  sulla  serie  (1),  ciò  non  può  accadere  se  non 
per  r  —  n.  Ne  risulta  che,  se  all' ultima  colonna  di  A„  si  aggiungono  tutti' 

le  altre,  rispettivamente  moltiplicate  per  ,"/—),  ft(  —  ),  (j.(—  ) 

tutti  gli  elementi  diventano  nulli.'salvo  l'ultimo,  che  risulta  ugnalo  a  f(u  ,'). 


—  710  — 


Dunque 

e,  per  conseguenza, 


A„  =  f  (w„)  A„_i  , 


4.   «  Se  la  serie  (1)  è 

1,  2,  3,  4 »,  (2) 

si  ottiene   il  determinante  di   Smith  e  Mansion,   da  noi  studiato  in  varie 
occasioni  ('): 


P(l,  1)     F(1,2)....F(1,«) 

F(2,  1)     F(2,  2)  ....F(2,  n) 


=  f(l)f(2)f{Z) /'(«). 


F(n,  1)     P(n,2)  ....  F(»,n) 
«  Ma  possiamo  in  (1),  e  per  conseguenza  in  (2),  sopprimere  tutti  i  ter- 
mini divisibili  per  uno  stesso  numero,  senza  che  la  serie  cessi  di  soddisfare 
alle  imposte  condizioni.  Ne  segue,  per  esempio,  che 


P{1,  1)  F(l,3)         ....F(l,2n— 1) 

F(3,  1)  F(3, 3)         ....F(3,2n— 1) 


=  f(l)f(S)f[5)....f{2n-\). 


F  (2n— 1, 1)  F  (2n— 1,8) . . . .  F  (2n— 1, 2n— 1) 

«  Potremmo  far  coincidere  la  serie  (1)  con  la  serie  delle  potenze  suc- 
cessive d'un  qualsiasi  numero  primo;  potremmo  anche  supporre  che  le  u 
siano  dei  numeri  primi,  presi  ad  arbitrio;  ma  nulla  otterremmo  di  notevole. 
Dà  luogo  invece  ad  interessanti  considerazioni  l'ipotesi  che  la  serie  (1) 
coincida  con  la  serie  dei  primi  n  numeri,  privi  di  fattori  quadrati,  cioè  che 
le  u  siano  i  primi  n  termini  della  serie 

1,  2,  3,  5,  6,  7,  10,  11,  13,  14,  15.  17.  19,  21,  22, 

5.  «  Con  procedimento  analogo  a  quello  che  ci  ha  fatto  conoscere  il 
valore  di  A„ ,  si  dimostra  senza  difficoltà  che,  rappresentando  con  a  A„  il 
complemento  algebrico  dell'elemento  F(w(,  **,-),  si  ha 


« . 


r=\ 


/•(>o 


(31 


«  Per  conseguenza,  il  sistema 


y  xr  F  (u,  ,<*,)  =  G  (u.)  ,  (s  =  1,  2,  3, 


n) 


r=l 
si  liscive  mediante  la  forinola  generale 


,-,^£a;;,,G(Ms), 


s-^l 


(']  Giornale  di  Matematiche.  Nonvelles  Annales.  Bulletin  de  Paiboux. 


—  711   — 

la  quale  in  virtù  di  (3),  e  supponendo    che  la   funzione  g  si  deduca  da  G 
come  f  si  deduce  da  F,  si  trasforma  in 


s=n 


r=n  r=n 


Zi  uA  9  K) 
«=i 

«  Per  esempio,  il  sistema 
r=n 

y  scrF(«ri  u,)  =  F («,)  .  (s=  1,  2,  3, n) 

r=l 
si  risolve  con  la  forinola 

qualunque  sia  la  funzione  F.  Infinite  altre  relazioni,  più  o  meno  notevoli, 
legano  tra  loro  le  x.  Se,  infatti,  dalla  funzione  H  si  deduce  un'altra  fun- 
zione /(,  nello  stesso  modo  che  fé  g  sono  state  dedotte  da  F  e  G,  si  trova  subito 
r=n  r=n 

'g(u,)h(u,) 

/>r) 

r=l  r=l 
«  Ne  segue  clte  le  2n  quantità  x  e.y,  definite  dai  sistemi 
r=n  r=n 

V  ccr  F  (ur ,  nt)  =  G  (ms)  ,      y_  !/r  F  (w, ,  u,)  —  H  (us)  , 
r=ì  r=l 

soddisfano  alla  relazione 

r=n  r=n 

y  xr  H  (wr)  =  2_  Vr  G  (w<)  . 

~1  7'=1 

che  si  presta  ad  innumerevoli  applicazioni,   ed  è  sorgente    copiosa  di  inte- 
ressanti identità  aritmetiche. 

Matematica.     —    Nuovo  studio    di    determinanti   aritmetici. 
Nota  di  Ernesto  Cesàro  presentata  dal  Socio  Cremona. 

1  «  Kelativamente  all'ordinario  sistema  di  numeri  interi,  una  funzioni' 
dicesi  aritmetica  quando  assume  un  valore  assegnato  ad  arbitrio  per  ogni 
valore  intero  della  variabile,  mentre  rimane  nulla  per  qualsiasi  altro  valore 
della  variabile  stessa.  È  notevole  fra  tutte  la  funzione  fondamentale  c(.m. 
uguale  all'unità  per  x=l,  e  nulla  in  ogni  altro  caso.  Per  due  funzioni 
aritmetiche  h(x)  e  k(x)  le  somme 


$»(•)*'(£)■  ?*»»(t) 


quali  deve  v  percorrere   la  serie  dei   numeri  interi,   sono   equivalenti 
per  identità:  se,  inoltre,  è  e(cc)  il  loro  comune  valore,  le  due  funzioni  dicons-i 

III  N'DH  0NT1    —   Voi,.   I.  "  I 


—  712  — 

coniugate.    Ciò   premesso,  e  supposto   h(l)  =k(l)  =  1 ,   è  chiaro  che  i  de- 
terminanti 


Il   = 


K=^ 


»d)  *(ì)....t(i) 

*<«)     »(f)  .  .  .  „*(JL) 

iwV(ij.'.'.'.'*(i) 

sono  uguali  all'unità.  Essi  sono  tra  loro  reciproci:  rappresentando,  infatti, 
con  H,y,  K,j,  i  complementi  algebrici  degli  elementi  hi  —  ),  My)'  fil" 
cilmente  si  dimostra  che 

Hy  =  *({),    K«  =  *(f). 

«  Ciò  fornisce  il  mezzo  di  esprimere  una  delle  funzioni  h,  k,  mediante 
l'altra  (').  Un  importante  esempio  della  correlazione  delle  funzioni  h  e  k  si 
ha  nella  coesistenza  dei  sistemi 


i=l,2,  3, n 


i  quali  danno  luogo  a  numerose  considerazioni,  che  noi  ci  asterremo  dallo 
svolgere,  perchè^tutto  l'interesse  di  questo  breve  lavoro  è  rivolto  ad  otte- 
nere, in  modo  semplicissimo,  una  generalizzazione  del  teorema  di  Mansion 
e  Smith. 

2.  «  E  però  si  consideri  il  determinante  A(">,  di  grado  n,  che  "ha  per 
elemento  generale 

««=X'(v,"(i)"(i)' 

»=l 
«  Se  H'  è  il  determinante  che  si  ottiene  moltiplicando   rispettivamente 
per  f(l),f(2),...f(n),  le  colonne  di  H,  è  visibile,  per  la  regola  di  molti- 
plicazione dei  determinanti,  che 

AO  =  $ H'  =  C)  H.  f(l)  /'(2) . . . ./»  =f[l)  f  (2) . . .  f(n) . 
«  Ed  è  anche  noto  che  si  ha 


Aj^^H'^^AH.^ 


'-'(Mi) 


f(y) 


(')  Questo  problema  riceve  una  soluzione  effettiva  mediante  le  forinole  del  Calcolo 
isodinamico,  in  noi  stabilito  nell'articolo:  Gli  algoritmi  delle  funzioni  aritmetiche  ;  Gior- 
nale di  Matematiche,  1885,  p.  175). 


—  713  — 

«  Cosi,  uel  caso  in  cui  h  e  I)  sono  coniugato,  si  hanno  le  formolo  si- 
multanee 

«  Se.  por  esempio,  scomponendo  oc  nei  suoi  fattori  primi,  si  ottiene 

«,       «,       (?,  «r 

CO    -  -  CT,     CT,     BTj      .  .  . .  ©r     , 

e  si  pone,  secondo  l'abitudine, 

<C,  -t-Kj-H«3-t-.. ..-4-«,. 

»(ar)  =  2',    X(<b)  =  (-1) 

è  lecito  supporre  (')  : 

/i  (a-)  ==  <a  (.<■) ,    fc  (a)  =  X  (•'•)  a  {ce) . 
«  Possiamo  invece  prendere,  nelle  formole  generali, 
f{ce)  =  l,        fj(af)  =  k(flj)  =  E(fl?), 
e  ritroviamo  allora  i  risultati  segnalati  in  principio,  poiché  si  ha  subito 

„,.  =  *(}),  <>=*((). 

«  Suppongasi  finalmente  che,  per  oc  intero,  k(x)  ed  l)(.r)  siano  uguali 

all'unità.  Allora  k{oc)  e  k{x)  non  differiscono  dalla  funzione  invertente  (j.{x): 

è  noto,  infatti,  che 

K^)+^(-f)+^-(f)  + =  «(»)• 

«  Intanto  nell'  espressione  di  u,,  possiamo  attribuire  a  v  soltanto  quei 
valori  che  dividono  simultaneamente  i  e  j,  dimodoché  m,;  si  riduce  alla 
somma  dei  valori  che  assume  f{x)  quando  ad  x  successivamente  si  sosti- 
tuiscono tutti   i  divisori  di  («',./).  Per  conseguenza,  posto 

m  +  /(f)  +  f(-f)H    =  FH. 

si  ritrovano  le  note  formole  (8) 


,.,  vKiMl) 


u,  =  V(i.j).     àf  =  X'Kj 

«  L' eguaglianza 

&")  =  f{l)f{2)f{S)....f{n), 
relativa  a  questo  caso  particolarissimo,  costituisce  il  teorema  di  Mansion. 

3.   «  Si  arriva,  in  sostanza,  al  medesimo  teorema  quando  le  funzioni  h 
ed  I)  appartengono  all'importante  classe  delle  funzioni  <J»,  dotate  della  proprietà 

<l>  (#)  <P  (y)  =<l>(pt>y) . 

(')  Sull'inversione  delle  ideatiti  aritmetiche  (Giornale  di  Matematiche.  1885,  p.  168  - 

{')  Determinanti  in  Aritmetica   (Giornale  di  Matematiche,  1885,  p.  182). 


—  7U  — 

«  Osserviamo  anzitutto  che,  pur  restando  nel  caso  generale,  1'  espres- 
sione di  Mjj  può  prendere  la  seguente  forma  : 

-=I^)"(5)"(S)- 

«  Se  h  ed  i)  appartengono  alla  classe  delle  <p,  e  si  pone 

f(x)  =  h  (x)  \)  (a)  i  (x) ,       £  {x)  =  X  C  (j)  , 
si  ha  subito 

«Prescindendo  dai  fattori  comuni  alle  linee  ed  alle  colonne,  l'ultima 
espressione  coincide  con  quella  cui  si  riferisce  il  teorema  di  Mausion.  E 
nemmeno  per  A."   si  ottiene  una  formola  nuova,  poiché  si  ha 

k  (x)  =  (j.  (x)  h  (x) ,        Il  (x)  =  a  (x)  I)  {x) , 
e,  per  conseguenza, 

'  Z-  f(v)Mv)l)(v)  A(0l)O')Z-  C(v) 

y=l  )'—  1 

4.  «  Fra  le  quantità  it  intercedono  relazioni  interessanti,  che  si  possono 
riassumere  come  segue.  Prese  due  funzioni  aritmetiche  g  e  *,  vincolate  dal- 


a1,:1 


l'eguaglianza 


si  consideri  la  somma 


«  Possiamo  scrivere 


?(*)= Zìi  (»)*(-). 

Gv  (»)  =  0  f  y  j  u,i  -h  .ff  ( -^  Wi  4-  £  (  j  j  «vl  H- 

)  scrivere 

o,w=|;n.T'(j)i(f). 

«  Da  questa  formola  derivano  infinite  altre,  una  delle  quali  ci  serve 
a  generalizzare,  per  altra  via,  il  teorema  di  Mansion.  È  chiaro  infatti  che 
possiamo  prendere 

il  (x)  =  \\  (x) ,        l  (x)  =  e  (a?) . 


ovvero 


—  715  — 
«  In  tal  caso  si  ha 


G,(x)=f(x)h(^y 


e.  per  conseguenza, 

Gì  («)  =  Gct  (n)  =  ....  =  G„_,  («)  =  0 ,     G„  (n)  =  f  (n) . 
«Se  dunque  all'ultima  colonna  ili  A(  !  si  aggiungono   le  altre,  rispet- 
tivamente  nioltipticate  per    I;  (  -    j ,  I;  I     •  ),  li  I  —  I,  —  ,  tutti   gli  ele- 
menti si  annullano,  salvo  l'ultimo,  che  diventa  /"(«).  Ne  segue  subito 

A("»=/'(«)A:"-1'; 
quindi  : 

A<")=f(l)f (2)  f{B)  ....f(n). 
«In  modo  analogo  potrebbesi  ottenere  l'espressione  di  A/'1.  È  chiaro 
poi,  in  t'orza  di  considerazioni  da  noi  esposte  in  un  precedente  lavoro,  che 
tutte  queste  proprietà  sussistono  quando  alla  serie  dei  primi  n  interi  si 
sostituisce  un  qualunque  sistema  di  n  numeri,  dotato  della  proprietà  di  rac- 
chiudere tutti  i  divisori  di  ciascun  suo  termine. 

Chimica.  —  Sulla  costituzione  del  -pirrolo.    Nota  I.  di  Giacomo 
Ciamician,  presentata  dal  Socio  Cannizzako. 

«  In  seguito  ai  lavori  pubblicati  da  me  in  questi  ultimi  anni  in  colla- 
borazione con  altri  chimici,  sui  composti  della  serie  del  pirrolo,  si  può 
ora  formarsi  un  concetto  abbastanza  esatto  del  comportamento  di  questa 
interessante  sostanza  ;  io  credo  perciò  che  non  sia  opera  del  tutto  inu- 
tile il  tentare  di  riassumere  in  una  breve  esposizione  i  fatti  principali 
che  possono  servire  a  stabilirne  il  carattere  chimico.  Certo,  malgrado  il 
lavoro  assiduo  che  io  ho  dedicato  allo  studio  del  pirrolo  e  malgrado  alcune 
eleganti  metamorfosi  chimiche  per  le  quali  altri  hanno  potuto  recente- 
mente (  )  produrre  per  via  sintetica  alcuni  dei  suri  derivati,  non  è  pos- 
sibile per  ora  di  determinare  con  certezza  assoluta  la  costituzione  intima 
del  pirrolo  ;  ma  se  anche  su  questo  punto  principale  della  questione  non 
è  possibile  presentemente  di  arrivare  ad  una  conclusione  definitiva,  si  pos- 
sono risolvere  alcuni  problemi  secondarli  che  sono  i  gradini  per  i  quali  si 
arriverà  alla  soluzione  del  quesito  principale. 

«  Le  questioni  eh'  io  mi  propongo  di  risolvere  nella  presente  Memoria 
uon  sono  nuove,  ma  io  spero  di  potere  dimostrare  in  parte  ciò  che  finora 
non  era  che  l'espressione  di  un  ipotesi  molto  abilmente  concepita. 


(';.  L.  Knorr:  Beri.  Ber.  XVIII,  £99;    C.    Baal.    Beri.    Ber.    XVIII,  367;  L.  Knori 
Beri.  Ber.  XVIII,  1358  e  XVII,  1G35. 


—  7  uì  - 

«  Il  pirrolo  è  un'annua  secondaria.  Per  lungo  tempo  il  pirrolo 
fu  considerato  come  un'amina  primaria  (')  e  venne  comparato  all'anilina. 

CiHsNH, dHsNHì 

ed  è  stato  Baeyer  (!)  che  nel  1870  ha  dato  al  pirrolo  la  formola  «  C-,  H,  : N .H » 
che  venne  generalmente  adottata;  però  malgrado  ciò  questa  formola  non  ha 
potuto  essere  dimostrata  direttamente.  La  strana  natura  chimica  del  pirrolo 
non  permise  di  usare  i  soliti  mezzi  che  servono  ordinariamente  alla  dia- 
gnosi degli  alcaloidi  organici;  già  la  sua  alcalinità  non  si  rende  manifesta 
direttamente,  non  formando  il  pirrolo  con  gli  acidi  dei  sali  bene  definiti, 
né  dando  dei  composti  col  cloruro  di  platino  o  col  cloruro  d'oro.  Il  pirrolo 
non  si  combina  coi  joduri  alcoolici  ed  il  suo  comportamento  con  tutti  gli 
acidi  minerali  ha  reso  vani  tutti  i  tentativi  di  dimostrare  l'esistenza  del- 
l'idrogeno iminico,  cercando  di  ottenere  un  nitroso-composto  (C,  H,  N  .NO). 
Si  seppe  ben  tosto  (3)  che  uno  degli  atomi  d'idrogeno  del  pirrolo  viene 
facilmente  rimpiazzato  dal  potassio,  ma  questo  fatto  non  bastava  a  provare 
che  questo  atomo  d'idrogeno  fosse  unito  all'azoto  e  fosse  un'idrogeno  iminico. 

«  Nel  1877  R.  Schifi0  (k)  tentò  di  dimostrare,  essere  il  pirrolo  base^ 
secondaria,  descrivendo  un  composto  acelilico  ottenuto  direttamente  per  azione 
dell'anidride  acetica,  ma  è  veramente  strano  che  la  bella  sostanza  scoperta 
da  Schifi"  in  questo  modo,  anzi  che  rendere  probabile  l'esistenza  di  un  atomo 
d'idrogeno  iminico  nel  pirrolo,  provasse  proprio  il  contrario,  perchè  Schifi" 
lasciandosi  sfuggire  il  vero  composto  acetilico,  ha  descritto  come  tale  una 
sostanza  che  non  lo  è  affatto,  e  che  contiene  il  residuo  acetilico  unito  ad 
uno  degli  atomi  di  carbonio  ("). 

«  Che  il  pirrolo  sia  realmente  un'amina  secondaria  si  può  provare,  io 
credo,  presentemente  con  sufficiente  certezza,  seguendo  una  via  indiretta,  e 
giovandosi  in  questa  dimostrazione  delle  diverse  reazioni  scoperte  in  questi 
ultimi  anni. 

«  Si  può  prima  di  tutto  facilmente  escludere  la  possibilità  che  il 
pirrolo  sia  un'amina  primaria;  già  esso  non  ne  dà  affatto  le  reazioni  carat- 
teristiche, e  poi  si  trasforma  per  azione  dell'idrogeno  nascente,  addizionando 
due  o  quattro  atomi  d'idrogeno,  in  due  alcaloidi  ben  definiti,  la  pirrolina  (e) 
e  la  pìrrolidina  (') 

(.',  H\NH C^H^^JH     e     CVH,NH 

pinolo  [lirrolina  pìrrolidina 

(')  Limpricht,  Beri.  Ber.  II,  211. 

()  Baeyer  e  Emmerling,  Beri.  Ber.  III.  511. 

(■)  Liubawin,  Beri.  Ber.  II,   100. 

(')  Beri.  Ber.  X.  1501. 

(s)  Ciamieian  e  Dennstedt,  Slu  ii  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  VI. —  Vaee- 

Hlpirrolo  ed  il  pseudo-acelilpirrolo,  1883. 

(e)  IJ.,  Sludi  ecc.  Parte  IV.  —  Azione  dell'idrogeno  nascente  sul  pirrolo,  1883. 

(')  Ciamieian  e  Magnagli!,  Sugli  alcaloidi  derivatili  tl-il  pirrolo,  1885. 


—   717    — 

che  sono,  come  lo  si  è  potuto  dimostrare  direttamente,  due  basi  secondarie. 
Che  il  pirrolo  non  sia  una  base  terziaria,  risulta  dalle  seguenti  considera- 
zioni. Il  composto  potassico  del  pirrolo  dà  col  joduro  di  metile  nettamente 
e  già  a  temperatura  ordinaria  il  rnetilpirrolo  (');  in  questo  composto  il  radi- 
cale alcoolico  deve  essere  unito  all'azoto,  perchè  riscaldandolo  con  acido 
cloridrico  a  120°  si  ottiene  della  metUami.na  (2).  Ciò  prova  dunque  che 
l'idrogeno  che  nel  pirrolo  viene  sostituito  dal  potassio  è  un  idrogeno  imi- 
nico  ;  del  resto  ci  sono  una  serie  di  reazioni  le  quali  non  si  potrebbero 
spiegare  ammettendo  che  il  pirrolo  sia  un'  amina  terziaria. 

«  Facendo  agire  l'anidride  acetica  sul  pirrolo  si  ottiene  oltre  al  com- 
posto chetonico  un  prodotto  acetilico  (3)  decomponibile  dalla  potassa;  il 
cloruro  d'acetile  reagendo  sul  composto  potassico  del  pirrolo  dà  quasi  esclu- 
sivamente questo  prodotto.  Il  pirrolo,  in  forma  del  suo  composto  potassico, 
si  comporta  inoltre  con  l'etere  clorocarbonico,  col  cloruro  di  carbonile  e 
col  cloruro  di  cianogeno  come  le  amine  secondarie. 

«  L'etere  clorocarbonico  (v)  agisce  secondo  l'equazione  : 

CO<OC2  Hs  +  C<  H>  NK  =  KC1  +  C0<0 . C,  h"1 

producendo  un  composto  che  deve  essere  considerato  come  la  tetrolur  elana, 
chiamando  lettolo  il  residuo  «  Ci  Hs  »,  perchè  si  scinde  con  la  potassa  in 
alcool  etilico,  anidride  carbonica  ed  in  pirrolo. 

«  La  tetroluretana  si  trasforma  per  azione  dell'ammoniaca  in  monotc- 
trolurea 

C0<?.cì&Hi  +  nh^C0<n£CìHs 

«Il  cloruro  di  carbonile  (')  ha  un'azione  simile  a  quella  dell'etere 
clorocarbonico  e  dà  luogo  alla  formazione  della  ditetrolurea  o  carbonilpirrolo 

t0<Cl  +  Ci  H,  NK  -  2K  u  +  ^°<N  =  C.  h,„ 

che  pure  viene  decomposta  dalla  potassa  in  pirrolo  ed  anidride   carbonica. 
«  Finalmente  l'azione  del  cloruro  di  cianogeno    (c)   sul   composto   po- 
tassico del  pirrolo  è  analoga  a  quelli  che  questo  gaz  esercita  sulla  difenil- 
amina: 

CN  CI  +  Ci  Hi  NK  =  d  Hi  =  N  —  CN  -f  KC1 

(')  Ciamician  e  Dennstedt,  Studi  sui  comporti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  Vili.  —  Sul- 
l'azione di  alcune  anidridi  organiche  sul  /  irrolo,  1884. 

(')  Secondo  un'  esperienza  fatta  recenti  mente  da  ine  assieme  al  dott.  Magaaghi. 

C)  Ciamician  e  Dennstedt,  Sludi  sui  comporti  ecc.  Parte  VI. 

(')  M.,  Studi  sui  composti  ecc.  t'aite  III,  1882. 

Ciamician  e  Magnaghi,  Sull'azione  del  cloruro  di  carbonile  sul  comporto  potassico 
del  pirrolo,  1885. 

(*)  Ciamician  e  Dennstedt,  Sull'azione  del  cloruro  di  cianogeno  sul  composto  potassico 
del  pinolo,  1882. 


—  718   — 

e  la  tetrolciandmida  che  si  forma  in  questa  reazione,  corrisponde  in  tutte 
le  sue  proprietà  alla  difenilcianamide  di  AVeith. 

«  Se  in  tutti  questi  composti  i  diversi  radicali  che  vanno  a  sostituire 
il  potassio  nel  composto  potassico  del  pirrolo  fossero  legati  al  carbonio, 
tutte  queste  sostanze  dovrebbero  resistere  all'azione  della  potassa,  come  lo 
fanno  realmente  i  loro  isomeri  dei  quali  si  parlerà  più  tardi. 

«  Si  può  ancora  far  notare  che  soltanto  quattro  dei  cinque  atomi  di 
idrogeno  del  pirrolo  sono  sostituibili  dagli  alogeni,  e  che  per  il  quinto  atomo 
d'idrogeno  ancora  esistente,  queste  sostanze  (il  tetracloropirrolo  (')  e  tetra- 
jodopirrolo  (s)  )  vanno  acquistando  un  comportamento  che  si  avvicina  a 
quello  degli  acidi. 

«  I  quattro  atomi  eli  carbonio  e  quello  di  azoto  del  pirrolo 
l'ormano  una  catena  chiusa.  La  formola  di  Baeyer,  che  generalmente 
si  ammette,  rappresenta  il  pirrolo  in  forma  di  una  catena  chiusa,  composta 
da  4  atomi  di  carbonio  ed  uno  di  azoto.  Io  credo  che  la  prova  diretta,  che 
questa  sia  realmente  la  formola  del  pirrolo,  stia  nelle  relazioni  che  esistono 
fra  questo  corpo  e  Timide  succinica  e  maleica. 

«  Bell  (3)  ottenne  il  pirrolo  distillando  la  succinimide  con  la  polvere 
di  zinco;  questa  reazione  però  siccome  non  avviene  che  a  temperature  molto 
elevate  non  basta  a  dimostrare  in  modo  assoluto  la  costituzione  del  pirrolo. 
Si  può  invece  trasformare  facilmente  il  pirrolo  in  bibrómomaleinimìde  (") 
per  azione  del  bromo  in  soluzione  alcalina  ad  una  temperatura  di  poco  su- 
periore ai  100°,  e  qualunque  sia  la  formola  che  si  vuol  dare  all'imide  bi- 
bromomaleica,  questa  reazione  prova  in  modo  assoluto  che  il  pirrolo  deve 
essere  costituito  in  forma  di  una  catena  chiusa. 

H 

Br,  C  —  CO  Br  C  —  CO  HC  -  C 

|  >NH       o  [  >NH ....     |         >NH 

C  —  CO  Br  C  —  CO  HC  —  C 

H 

Inoltre  è  facile  ottenere  il  tetracloropirrolo  dalla  succinimide  per  una  serie 
di  trasformazioni  che  avvengono  tutte  a  temperature  poco  elevate  ("). 

CH2  — CO  CC1-CO  CCli  — CCl2v  CC1  — CC1 

>NH    |  >NH    |  >N     |  >NH 

CH,  —  co  _c_ci-^co  C  CI,  —  C  CI  P       C  CI  —  C  CI 

succinimide  imide  bicluro-  pen-loruro  di  tetruclor.jiurrolo 

maleica  tetracloropirrolo 

(')  Ciamician  e  Silber,  Studi  sui  composti  d'Ila  serie  de!  pirrolo.  l'arte  V.  —  /  deri- 
vali dilla  pirocolla,  1883;  e  Sull'azione  degli  alogeni  sul  pirrolo  in  soluz.  alcalina,  1885. 
('')  Ciamician  e  Dennstedt,  Sludi  sui  composi!  ecc.  Parte  UT,  1882. 
0  Bevi.  Ber.  XIII,  87". 

(')  Ciamician  e  Silber,  Sull'azione  dagli  alogeni  sul  pirrolo  in  soluzione  alcalina  1885. 
(')  Id.,  Sopra  alcuni  definiti  dell'imide  succinica,  1881. 


—  719  — 

«  Olire  a  queste  reazioni  che  provano  direttamente  ed  assolutamente 
che  il  pirrolo  non  può  rappresentarsi  altrimenti  che  in  forma  di  un  nucleo 
chiuso,  ciò  viene  anche  indirettamente," provato  dal  comportamento  generale 
del  pirrolo. 

«  In  questi  ultimi  tempi  una  serie  di  reazioni  (')  hanuo  dimostrato 
che  il  pirrolo  ha  grande  analogia  con  due  sostanze,  il  tiofene  ed  il  furfu- 
rano,  che  differiscono  dal  pirrolo  per  avere  invece  del  gruppo  «  NH  »,  un 
atomo  di  zolfo  o  di  ossigeno  ;  di  questi  due  composti,  massime  il  tiofene 
ha  nel  suo  comportamento  la  più  grande  somiglianza  col  benzolo.  11  pirrolo 
per  il  suo  idrogeno  imiuico  si  avvicina  invece  in  molte  reazioni  ai  fenoli 
della  serie  aromatica.  Tutti  i  processi  coi  quali  si  ottengono  dai  fenoli  gli 
ossiacidi,  permettono  di  trasformare  il  pirrolo  negli   acidi  pirrolcarbonici. 

«  Facendo  agire  l'anidride  carbonica  sul  composto  potassico  del  pirrolo 
riscaldato  (*),  si  produce  un  miscuglio  di  acidi   carbopirrolici    fra   i    quali 
predomina  quello  di  Schvvanert  (3)  ;  la  reazione  avviene  come  pel  fenolo  : 
2C4  H4  NK  +  CO.  =  C4  Hi  NH  +  C4  H:t  NK . 

COOK 
Si  forma  pure  principalmente  l'acido  carbopirrolico  di  Schwauert  riscaldando 
il  pirrolo  in  tubi  chiusi  con  una  soluzione  di  carbonato  ammonico  ('"). 

Ci  Hi  NH  +  NHi  HC03  =  Ci  H,  NH  +  OHj  , 

COONH; 

ed  anzi  questo  è  il  metodo  migliore  per  preparare  questo  composto.  Anche 

la  reazione   di    Keinier    e    Tiemann   (')    dà,    abbenchè  in  piccole  quantità. 

questo  acido: 

Cj  Hi  NH  -1-  C  CU  -1-  5KOH  =  C,  H,  NH  -f-  4K  CU-  30H,. 

COOK 

Inoltre  anche  il  carbonilpirrolo  sopramenzionato,  che  si  ottiene  dal  composto 

potassico  del  pirrolo  per  azione  del  cloruro  di  carbonile,  si  trasforma,  se  viene 

/CiH.NH  \ 
riscaldato  a  250°,  parzialmente  in  pirroilpìrrolo  (*)  I     •      „  , ,  „   I,  il  quale 

si  scinde  con  la  potassa  in  pirrolo  ed  acido  carbopirrolico.  Finalmente  ossi- 


(')  Paal,  Beri.  Ber.  XVIII,  367  e  poi  V.  Meyer,  Beri.  Ber.  XVI.  1478;  Ciamician 
e  Silber,  Beri.  Ber.  XVII,  142. 

(')  G.  Ciamician,  Monalshefte  fiir  Chemie  I,  4'.U. 

(')  Ciamician  e  P.  Silber,  Sopra  una  nuova  sintesi  dell'acido  a  carbopirrolico  dal 
pirrolo,  ltì84. 

(')  LI.,  Studi  sui  composti  della  \  rie  del  pirrolo.  Parte  VII.  —  /  derivati  dell'acido  i- 
cirbojiinoliro,  1884. 

(•)  Beri.  Ber.  IX,  1283. 

("]  Ciamician  e  Magnagli i ,  Azione  del  calore  sul/' ac>:li!pinolo  e  sul  carbonilpir- 
rolo, 1885. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  95 


—  720  — 

dando  gli  omopirroli  (metilpirroli)  (')  con  potassa  fondente  si  producono  gli 
acidi  carbopirrolici  : 

d  H:1  (C  Ha)  NH  +  2K  OH  =  C4  H3  (COOK)  NK  +  H6 

«  Nel  pirrolo  inoltre  è  facile  di  introdurre  al  posto  degli  idrogeni  che 
sono  uniti  al  carbonio,  invece  del  residuo  dell'acido  carbonico  anche  i  radi- 
cali di  altri  acidi  organici.  Queste  reazioni  che  nella  serie  aromatica  non 
hanno  luogo  che  in  presenza  di  cloruro  di  alluminio  o  di  cloruro  di  zinco, 
avvengono  con  grande  facilità  col  pirrolo,  già  per  la  sola  azione  delle  ani- 
dridi organiche.  Questi  composti  chetonici  che  come  s'è  detto  più  sopra,  si 
formano  sempre  assieme  ai  loro  isomeri  che  contengono  il  radicale  acido 
al  posto  dell'idrogeno  inimico,  si  possono  ottenere  pure,  abbenchè  in  pic- 
cole quantità,  facendo  agire  i  cloruri  degli  acidi  organici  sul  composto  po- 
tassico del  pirrolo.  Finalmente  è  da  notarsi  che  i  prodotti  di  sostituzione 
del  pirrolo  che  contengono  il  radicale  acido  legato  all'azoto,  si  trasformano, 
se  vengono  riscaldati  verso  i  300"  in  tubi  chiusi,  nei  loro  isomeri  nei  quali 
il  radicale  acido  è  unito  al  carbonio,  formando  così  dei  composti  chetonici 
identici  a  quelli  che  si  ottengono  direttamente  (') 

Si  conoscono  le  seguenti  sostanze  : 

C4  H(  N  CO  CH3  pa/Cs  H3  NH 

— — "~^  T""~; —  °  ^"^ptr 

acetilpirrolo  ^n:\ 

pseudoacetilpirrolo  o  pirrilmctilchetone 

CVHjJtf.  COC8  Hj,         e       CO  <  £'  g| NH 

benzoilpirrolo  (?)  ^^  

pirrilfenilchetone 

m.N:C4Hs  oo/NC  H(  p       ro.C4H,NH 

C0<Hìc!h!        e       C05c;HiNH         e       03CJ^NH 

carbonììpTrroio'  pirroilpirrolo  dipirrilchetoiie 

«  Che  i  composti  chetonici  abbiano  realmente  la  costituzione  che  viene 
loro  attribuita  è  stato  dimostrato  con  una  serie  di  reazioni  (3);  essi  resi- 
stono all'azione  della  potassa,  formano  dei  composti  argentici  col  nitrato 
d'argento  ammoniacale  e  si  combinano  coll'idrossilamina  e  la  fenilidrazina. 
Il  pirrilmetilchetone,  che  è  fra  questi  prodotti  quello  meglio  studiato  finora, 


(')  Ciarnician ,  Sopra  alcuni  composti  della  serie  del  pirrolo.  1881  (Beri.  Ber.  XIII  2235). 

('-)  Che  i  composti  chetonici  in  questione  possano  formarsi  direttamente  per  l'azione 
delle  anidridi  organiche  sul  pinolo,  cioè  senza  che  sia  necessario  di  ammettere  che  sempre 
il  radicale  acido  sostituisca  prima  l'idrogeno  inni  ico  e  passi  poi  per  una  trasposizione  mole- 
colare al  posto  di  uno  degli  idrogeni  dei  quattro  atomi  di  carbonio,  viene  provato  dal  fatto 
che  il  metilpirrolo  CtHiNCH3  si  trasforma  per  azione  dell'anidride  acetica  nel  pseudoa- 
cetilmetilpirrolo  C„  H3  (COCH3)  NCH3. 

(*)  Ciamician  e  Dennstedt,  Sludi  sui  composti  ecc.  Parte  Vili.  —  Sull'azione  di  al- 
cune anidridi  organiche  sul  pirrolo,  1884. 


—   721    — 

forma  con  l'aldeide  benzoica  un  prodotto  di  condensazione,  il  pirrilcinna- 
milchetone  (') 

C1H3NH.CO.CH  =  CH.CBH5, 

iu  modo  analogo  all'acetone  ed  all'acetofenone,  e  come  quest'ultimo  dà  degli 
acidi  se  viene  ossidato.  Per  ossidazione  col  camaleonte  si  ottiene  Vacillo 
pirrilgliossiltco  (')  e  per  azione  della  potassa  fondente  si  ottiene  l'acido  car- 
bopirrolieo  di  Schwauert  (3). 

CtH3NiI.jCO.CHa         CtH  NH^CO^CQOH        C4  H,  N  H  .  COOH 
pirrilnietilchetoue  acido  pirrilglioesilico  acido  carbopirrolico 

Chimica.   —   Sopra  al cu ni  derivali  della  Santonina.    Nota   di 
Vittorio  Villavecchia,  presentata  dal  Socio  Cannizzàko. 

«  Per  incarico  avuto  dal  prof.  Cannizzaro  e  sotto  la  sua  immediata 
direzione  ho  intrapreso  uno  studio  sull'acido  fotosantonico  scoperto  dal 
prof.  Sestini  (').  Nella  preparazione  di  questo  acido  e  della  fotosautonina 
ho  seguito  il  metodo  indicato  dal  Sestini  ed  in  questa  occasione  ho  potuto 
stabilire  definitivamente  che  realmente  la  luce  è  l'agente  che  determinala 
trasformazione  della  santonina  in  questi  due  nuovi  composti.  Conservando 
all'  oscuro  per  oltre  due  mesi  delle  soluzioni  di  santonina  nell'  acido  acetico 
(10  gr.  di  santonina  per  ogni  litro  d'acido  acetico  della  densità  1,00)  e 
nell'alcool  (8  gr.  di  santonina  per  ogni  litro  d' alcool  di  65°)  questa  rimane 
completamente  inalterata. 

I.  Acido  fotosantonico. 

«  Questo  acido  si  forma  in  piccola  quantità  nelle  soluzioni  alcooliche 
ed  in  quantità  maggiori  iu  quelle  acetiche  della  santonina.  11  miglior  ren- 
dimento si  è  ottenuto  nel  seguente  modo.  Una  soluzione  di  10  gr.  di  san- 
tonina per  ogni  litro  di  acido  acetico  della  densità  1,067,  a  cui  si  aggiun- 
sero 100  e.  e.  di  acqua,  venne  esposta  per  un  mese  all'azione  della  luce 
diretta.  Dopo  questo  tempo  il  liquido  che  si  colora  in  giallo  venne  distillato 
nel  vuoto  a  b.  m.  fino  a  consistenza  sciropposa.  Si  lavò  il  residuo  con  acqua 
e  lo  si  trattò  con  una  soluzione  tiepida  di  carbonato  di  soda.  La  materia 
resinosa  non  si  scioglie  completamente  nel  liquido  alcalino  ed  il  residuo 
insolubile,  sciolto  nell'alcool  dà  per  svaporamento  spontaneo  dei  prismi  aci- 

(')  Ciamician  e  Dennstedt,  Studi  sui  composti  della  serio  del  pinolo  Parte  Vili.  - 
Sull'azione  di  alcune  anidridi  organiche  sul  pirrolo  1884. 

(*)  Id.,  Sludi,  ecc.  Parte  VI  —  L'acclil pinolo  ed  il  pseudoacetilpirrolo,  1883  e  Parte  Vili. 

(J)  Secondo  un'esperienza  che  io  ho  fatto  ultimamente  il  pirrilmetilchetone  dà  fon- 
dendolo Cun  potassa  caustici  circa  1*8  )°  '„  di  acido  carhopirrolico. 

(')  Gazz.  chim.  ital.  VI,  357. 


ciliari  che  convenientemente  purificati  fondono  a  182-183°  ed  hanno  la  com- 
posizione corrispondente  alla  forinola 

C,,  Hh  o3 
cioè  della  somma  di  una  molecola  di  santonina  con  una  di  acido  acetico. 
Mi  riserbo  l'ulteriore  studio  di  questa  sostanza. 

«  La  soluzione  alcalina,  che  contiene  la  maggior  parte  del  prodotto, 
venne  trattata  con  acido  cloridrico.  Si  separa  l'acido  fotosantonico  in  abbon- 
dante quantità,  che  purificato  mediante  una  serie  di  cristallizzazioni  dall'  al- 
cool forma  dei  cristalli  prismatici  incolori,  ed  ha  tutte  le  proprietà  descritte 
dal  Sestini. 

«  L'acido  fotosantonico  perde  a  100"  una  molecola  di  acqua  e  fonde 
poi  a  154°-155°;  Sestini  trovò  il  punto  di  fusione  a  153°. 

«  L' acido  deacquificato  ha  la  composizione  : 

Cir,H20O4 

Le  analisi  diedero  i  seguenti  risultati,  che  concordano  con  quelli  avuti  dal 

Sestini  : 

trovato  calcolato  per  C15  H;„  0,,  -+-  OH,, 

Villavecchia  Sestini 

ILO     6,44  6,51  %     0,76  6,44  6,52  •/•     •     •     •     ■    6,38% 

trovato  calcolato  per  Cl5  H9tl  0,, 
Vill.necchia                Sestini 

C      68,11%      «8,09  68,11%  .     .     68,18% 

H       7,57%        7,70     8,14%  ■     •       7,57% 

«  L'acqua  contenuta  nell'acido  fotosantouico  non  può  però  considerarsi 
come  acqua  di  cristallizzazione  come  fece  il  Sestini,  ma  deve  essere  riguar- 
data come  parte  integrante  della  molecola  dell'acido  stesso,  se  si  tiene  conto 
della  composizione  dei  sali  dell'acido  fotosantonico  e  della  fotosautonina. 
L'acido  fotosantonico  non  deacquificato  e  l'acido  seccato  a  100",  stanno  fra 
di  loro  nella  stessa  relazione,  che  esiste  fra  la  santonina  e  l'acido  san- 
toninico. 

«  t'atoso ninnato  barilico.  Per  ottenere  questo  sale  si  sciolse  l'acido 
fotosantouico  a  freddo  nell'acqua  di  barite.  Dopo  aver  eliminato  l'eccesso 
di  barite  con  l'acido  carbonico,  si  ottiene  una  soluzione  incolora  che  venne 
trattata  con  l'alcool  assoluto.  Si  forma  un  precipitato  bianco  amorfo  che 
venne  lavato  con  alcool  e  seccato  nel  vuoto. 

«  Questo  sale  seccato  a  100-105°   ha   la   composizione   corrispondente 

alla  forinola 

G,s  H.0  03  Ba 

Le  analisi  diedero  i  seguenti  risultati  : 

trovato  calcolato  per  C,.  Hs0  0„  Ba 

Ba     31,36^23^32,91  %      .     .      32,85% 


—  723  — 

mentre  la  forinola  C^  HiS  04  Ba  richiederebbe  34,34  °  0  di  bario.  Riscal- 
dando questo  sale  oltre  a  105°,  esso  incomincia  ad  ingiallire  e  a  de- 
comporsi. 

«  t  otosanto  nato  argentico.  Si  ottenne  questo  sale  trattando  la  soluzione 
del  sale  baritico  con  nitrato  argentico,  in  forma  di  un  precipitato  bianco. 
Si  fece  una  precipitazione  frazionata  impiegando  in  principio  il  nitrato  d'ar- 
gento in  difetto,  le  due  frazioni  avevano  però  l'istessa  composizione.  Il 
precipitato  venne  lavato  accuratamente  e  seccato  prima  nel  vuoto  e  poi 
a  100°.  Durante  quest'ultima  operazione  non  perdette  di  peso,  riscaldan- 
dolo a  temperature  più  elevate  incomincia  ad  alterarsi  prendendo  una  colo- 
razione brunastra.  11  fotosantonato  argentico  si  altera  facilmente  alla  luce, 
tutte  le  operazioni  descritte  vennero  fatte  perciò  possihilmente  al  buio. 

«  Le  analisi  di  questo  sale  conducouo  alla  forinola  : 

C„H„03Ag, 
con  la  quale  concordano  anche  alcune  analisi  del  Sestini. 

tr..y„t.  cale -lito   per  C,„  H.„  Os  Ag, 

Sestini  Villaveci-hia 

A.g     43,20  43.28  43,05  •/•      42,73  %     .     .     .    43,40  •/, 
«  La  forinola  Ci5  His  04  Ag.  richiederebbe  45,19  %  di  argento. 

II.  Fotosantonina. 

«  Il  miglior  modo  di  preparare  questo  composto  è  il  seguente  :  Una 
soluzione  di  santonina  nell'alcool  di  90°  fatta  in  ragione  di  20  gr.  di  san- 
tonina per  ogni  litro  d'alcool  venne  esposta  alla  luce  diretta  per  3  mesi. 
Il  liquido  prese  appena  una  tinta  giallognola  e  venne  distillato  nel  vuoto 
a  b.  m.  per  eliminare  il  solvente  ;  al  residuo  che  è  un  olio  denso  e  colo- 
rato in  giallo-bruno  si  aggiunse  una  soluzione  tiepida  di  carbonato  sodico 
e  si  riscaldò  a  blando  calore.  La  parte  del  prodotto  che  si  sciolse  nel  li- 
quido alcalino,  si  riottenne  saturando  questo  con  acido  cloridrico,  in  forma 
di  un  precipitato  fioccoso  che  fatto  cristallizzare  dall'alcool,  diede  i  cristalli 
fusibili  a  154"  dell'acido  fotosantonico.  La  parte  insolubile  nel  carbonato 
sodico  venne  sciolta  nell'etere  e  dalla  soluzione  eterea  si  deposero  dopo 
parecchio  tempo  dei  cristalli  tabulari  che  fondevano  a  154-155". 

«  La  sostanza  così  ottenuta  è  un  isomero   della    fotosantonina ,   ha   la 
forinola  0,-  H»;  0*,,  ed  è  destrogira  mentre  la  fotosantonina  è  levogira: 
per  0,3825  gr.  sciolti  in  50  e.  e.  di  alcool  si  ebbe,  alla  temperatura  di  13° 

«  D  = -h  76°,77. 
Lo  studio  di  questo  nuovo  composto  sarà  continuato. 

«  Il  liquido  oleoso  da  cui  si  era  separata  la  sostanza  or  accennata  venni' 
trattato  nuovamente  con  etere.  Per  lento  svaporamento  della  soluzione  ete- 
rea si  ottennero  degli  altri  cristalli  fusibili  a  08-09°,  che  si  mostrarono 
in  tutto  identici  alla  fotosantonina  di  Sestini,  che  è  il  prodotto  principale 


—  724   — 

'Iella  reazione,  mentre  le  altre  due  sostanze  non  si  formano  che  in  quantità 
molto  più  piccole.  È  da  notarsi  però  che  l1  isomero  della  fotosantonina  fusi- 
bile a  154-155°  si  forma  più  abbondantemente  se  invece  dell'alcool  ordi- 
nario si  impiega  l'alcool  assoluto. 

«  La  fotosantonina  così  ottenuta  ha  tutte  le  proprietà  descritte  da  Se- 
stini  ,  è  solubilissima  nell'  alcool  e  nell'  etere  ed  è  quasi  insolubile  nel- 
l' acqua  fredda.  In  soluzione  alcoolica  è  levogira: 

per  1,0010  gr.  di  sostanza  sciolta  io  50  e.  e.  d'alcool  a  14°  si  ebbe 

[«]„  =  — 121°,6 
per  1,0980  gr.  di  sostanza  sciolta  in  50  e.  e.  d'alcool  a  14"  si  ebbe 

>]d  =  —  118",4 
«  Le  analisi  della  fotosantonina  condussero  alla  forinola: 

C,-  H,4  Oi 

trovato  calcolalo  ppr  C,7  Hì4  Ok 

C     69,76  69,42  69,49  69.53  69,83%     .     .     69,86% 
H      8,68     8,24     8,35     8,25     8,47%     •     •       8,21% 
da  cui  dunque  risulta  che  la  fotosantonina  non  è  1'  etere  bietilico  dell'  acido 
fotosantonico   come   credette  Sestini,  ma  che   è   bensì   l'etere  monoetilico 
dell'acido  fotosantonico  deacqui ficato. 

«  L'acido  fotosantonico  seccato  a  100"  sarebbe  dunque  un  acido  tetto- 
nico che  con  gli  alcali  dà  dei  sali  corrispondenti  all'  ossiacido  bibasico  ,    e 
la  fotosantonina  è  l'etere  etilico  di  questo  acido  tettonico. 
«  Si  avrebbero  dunque  le  formole  seguenti  : 

(OH  i  OH  (  0--.  iON 

C13H19]COOH     C„HW     COO.Bl     C13H19      CO^      C13H19    (XK 

fCOOH  (C00>IJa  (  COOH  (COOC.H, 

acido  fotosantonico  sale  baritico  acido  futosantunico  fotosantonina 

seccato  a  100° 

«  La  fotosantonina  si  può  pure  ottenere  dall'  acido  fotosantonico  con 
alcool  ed  acido  solforico,  o  dal  fotosanlonato  argentico  col  joduro  di  etile  ('). 
In  quest'ultimo  caso  dal  sale  biargentico  non  si  ottiene  l'etere  bietilico. 
ma  bensì  l'etere  monoetilico  come  suole  avvenire   con   gli   acidi  tettonici. 

«  La  fotosantonina  non  viene  attaccata  che  lentamente  dall'ammoniaca 
gassosa,  più  facilmente  invece  dall'idrato  di  barite  e  dalla  soda  caustica 
formando  i  sali  dell'acido  fotosantonico  corrispondenti. 

III.  Azione  dell'acido  cloridrico  gassoso 
sull'acido  fotosantonico. 

«  Se  si  fa  passare  una  corrente  di  gaz  acido  cloridrico  in  una  solu- 
zione alcoolica  di  acido  fotosantonico,  non  si  ottiene  la  fotosantonina,  ma 
l'etere  bietilico  di  un  acido  che  contiene  una  molecola   d'acqua   di    meno 

(')  Vedi  testini,  1.  e.  pag.  368. 


dell'acido  fotosantonico  non  deacquificato.  È  probabile  elio  in  questo  caso 
si  formi  un  acido  con  due  lacune  che  io  propongo  di  chiamare  acido  de- 
hlrofotosa  ntnnico. 

«  La  reazione  sarebbe  la  seguente  : 

S  \  COOH 

C13H19  j  COOH — OH2  — CnHia     mnTi. 

{  COOH  '  tUUH 

18  gr.  di  acido  fotosantonico  puro,  vennero  sciolti  in  alcool  assoluto,  ed 
indi  vi  si  fece  passare  dell'acido  cloridrico  secco  per  parecchie  ore.  La 
soluzione  si  colorò  in  rosso  brunastro,  scaldandosi  sempre  più  a  misura  che 
continuava  l'assorbimento  dell'acido  cloridrico.  Si  distillò  l'alcool  ed  il 
residuo  venne  lavato  con  una  soluzione  di  carbonato  sodico.  Trattando  con 
etere  si  ebbe  una  soluzione  del  nuovo  composto  che  svaporando  il  solvente 
lascia  indietro  un  olio  denso  e  colorato  in  giallo.  Il  prodotto  così  ottenuto 
venne  distillato  a  pressione  ridotta  (2-3  mm.)  in  un  bagno  ad  olio.  Si  rac- 
colsero separatamente  tre  frazioni  successive  l' una  fra  180°  e  185"  (tem- 
peratura del  bagno  esterno) ,  una  seconda,  che  era  la  maggiore,  a  185°  ed 
infine  una  terza  che  distillava  facendo  salire  la  temperatura  del  bagno  da 
185°  a  200°.  Rimase  indietro  un  residuo  formato  da  una  resina  giallo-bruna 
solubile  nell'alcool  e  nell'etere.  La  parte  principale  del  prodotto  era  un 
liquido  perfettamente  incoloro  che  non  si  solidifica  anche  se  raffreddato 
a-10",  la  prima  frazione  conteneva  piccole  quantità  d'una  sostanza  clorurata. 
«  Il  liquido  così  ottenuto  venne  purificato  con  una  seconda  distillazione 
ed  indi  analizzato;  si  ottennero  numeri  che  condussero  alla  forinola: 

p     „      i  COOC.H:; 

trovato  calcolato  per  C,,  H?s  0., 

C     71^70jT«,(l      .     .Tì72Ìf%"" 
H      8,94     8,85%      •     .      8,75  «/o 
k  dunque  Velerò  Metilico  dell'acido  deìdrofotosantonico.    Questo  composto 
devia  a  destra  il  piano  della  luce  polarizzata: 

per  0,7306  gr.  di  sostanza  sciolta  in  25  e.  e.  d'  alcool  si  ebbe  a  20°,4 

[a]B  =  +  20°,4. 
«  Saponificando  l'etere  or  descritto  con  un  alcali  ed  estraendo  la  solu- 
zione acidificata  con  acido  cloridrico,  con  etere  si  ottiene  svaporando  il  sol- 
vente, una  sostanza  vischiosa,  che  dopo  poco  tempo  si  trasforma  in  una 
massa  cristallina.  Il  prodotto  così  ottenuto,  purificato  con  successive  cri- 
stallizzazioni dall'etere  fonde  a  132-133".  L'analisi  diede  i  seguenti  nu- 
meri che  conducono  alla  formola  : 

r    tt     \  COOH 
0,3  HJ8  |  C00H. 

trovato      calcolato  per  C,t.  HVo  04 
C     67^6     7~~!      6808 
H      7.64      .     .        7.. -.7 


—  726  — 

«  Esso  è  dunque  come  si  vede  isomero  all'acido  fotosautonico  seccato 
a  100",  ma  è  uu  acido  bibasico  mentre  questo  è  come  s1  è  detto  più  sopra 
un  acido  lattonico  monobasico. 

«  L1  acido  deidrofotosantonico  è  solubilissimo  nell'  alcool  e  nell'  etere 
ed  è  destrogiro  come  il  suo  etere  bietilico. 

«  Per  0,7114  gr.  di  sostanza  sciolti  in  50  e.  e.  d'alcool  si  ebbe 

[«1D  =  +  31°,9 

«  Il  sale  bariiico  ( Ci3H18  }nrw:)Ba)  si  ottiene  sciogliendo  l'acido  libero 

nell'  acqua  di  barite ,  eliminando  l' eccesso  di  barite  con  l' acido  carbonico 
e  precipitando  la  soluzione  concentrata  con  alcool  assoluto.  Si  forma  un 
precipitato  bianco,  amorfo  che  venne  seccato  nel  vuoto.  Il  sale  baritico 
dell'acido  deidrofotosantonico  è  solubilissimo  nell'acqua,  scaldato  a  120°- 
130°,  non  perde  di  peso  e  rimane  perfettamente  bianco. 
«  L' analisi  diede  i  seguenti  numeri  : 

trovato  calcolato  per  O^H,,,  O^Ba 

Ba     3370^53^89%     .     .     34,33% 

Bacterologia.  —  Sui  microrganismi  delle  acque  potabili:  loro  vita 
nelle  acque  carboniche.  Ricerche  del  dott.  T.  Leone.  "Nota  presentata 
dal  Socio  S.  Canxi/.zaro. 

«  Le  analisi  delle  acque  potabili  sino  a  questi  ultimi  tempi  sono  state 
esclusiva  competenza  dei  chimici.  È  stata  conosciuta  nelle  acque  l'esistenza 
di  organismi  viventi,  piccolissimi,  microscopici;  però  la  mancanza  di  metodi 
adatti  ha  costretto  sempre  gli  analisti  o  a  non  occuparsene  affatto  o  ad 
occuparsene  in  un  modo  del  tutto  sommario,  per  finire  col  coinvolgerli  nel 
dosamento  delle  sostanze  organiche. 

«  L'esistenza  però  in  natura  di  microrganismi  patogeni,  riconosciuta, 
confermata  e  già  passata  nel  dominio  della  scienza,  e  la  probabilità  che 
qualcuno  di  questi  esseri  possa,  come  gli  altri,  trovarsi  nelle  acque  lasciano 
prevedere  quanta  parte  del  suo  terreno  debba  la  chimica,  in  siffatte  ricerche, 
cedere  alla  Bacterologia  tosto  che  questa  novella  scienza  raggiungerà  il  suo 
completo  sviluppo.  Ed  infatti  non  è  appena,  per  gli  ingegnosi  metodi  di  cul- 
tura di  Roberto  Koch,  trovata  una  buona  via  per  siffatte  investigazioni  che 
dappertutto  si  cerca  di  coronare  le  analisi  chimiche  delle  acque  con  quelle 
bacterologiche. 

«  Molti  sperimentatori,  che,  con  i  recenti  metodi  di  Koch,  si  sono 
occupati  dei  microrganismi  delle  acque  potabili,  si  sono  limitati  ad  apprez- 
zare sommariamente  il  valore  di  un'acqua  dal  numero  dei  microrganismi 
contenutivi  capaci  di  produrre  delle  colonie  sulla  gelatina.  Si  crede  inoltre 
che  i  bacteri   provenienti  dalle  materie  animali  in  putrefazione    producano 


delle  colonie  che  liquefanuo  la  gelatina  (');  dal  numero  di  queste  colonie 
si  crede  quindi  potersi  dare  un  giudizio  sulla  maggiore  o  minore  corru- 
zione di  un'acqua. 

«  La  maggior  parte  di  questi  sperimentatori  però  pare  che,  in  queste 
ricerche,  non  siano  stali  guidati  da  un  esatto  concetto  sulla  natura  di  questi 
usseri.  Ed  invero  quando  la  maggior  parte  di  questi  sperimentatori,  in 
siffatte  ricerche,  non  hanno  tenuto  conto  dal  tempo  trascorso  dal  momento 
in  cui  l'acqua  fu  attinta  a  quello  in  cui  essa  venne  sperimentata,  quando 
questi  sperimentatori  hanno,  senz'altro,  attribuito  ad  un'acqua  le  migliaia 
e  migliaia  di  microrganismi  per  centimetro  cubo,  ad  un'acqua  che,  dalla 
sua  sorgente  sino  al  punto  dove  venne  sperimentata  ebbe  bisogno  di  due  o 
tre  giorni  di  cammino,  è  da  supporre  che  questi  sperimentatori  non  abbiano 
nemmanco  tenuto  conto  della  possibilità  che  la  più  pura  acqua  potabile 
avesse  potuto  essere  un  buon  mezzo  di  cultura  dei  microrganismi.  E  quale 
valore  invero  si  debba  attribuire  a  queste  ricerche  lo  vedremo  da  quanto 
sarà  esposto  in  ap  resso. 

«  Le  mie  ricerche  sono  state  condotte  coi  metodi  di  cultura  sulla  gela- 
tina. La  gelatina  impiegata  per  ogni  cultura  era  10  cent,  cubici  (').  Le 
culture  venivano  fatte  su  lastre  di  vetro,  in  ognuna  delle  quali  la  gelatina 
occupava  una  superficie  di  mq.  0,08.  L'acqua  in  esame  veniva  adoperata 
nelle  proporzioni  da  0,1  a  0,5  cent.  cub.  ;  quando  la  quantità  dei  micror- 
ganismi era  così  grande  da  non  permetterne  l'esatta  enumerazione,  l'acqua 
veniva  diluita  con  acqua  distillata  e  sterilizzata.  La  quantità  adoperata  di 
questo  miscuglio  era  ambe  da  0,1  a  0,5  cent.  cub.  Essa  era  misurata  per 
mezzo  di  una  pipetta,  di  piccolo  calibro,  graduata  in  decimi  di  centimetro 
cubo.  Le  preparazioni  delle  culture  erano  fatte  ad  una  temperatura  inferiore 
ai  30°.  La  gelatina,  la  pipetta,  le  lastre,  i  tubi,  tutto  quello  insomma  che 
veniva  in  contatto  con  la  cultura  o  vi  aveva  relazione  era,  prima  di  adoperarsi, 
convenientemente  sterilizzato  col  calore  o  con  soluzione  di  sublimato  (3). 

(')  Appréciation  de  la  valcur  des  eau.c  potables  ù  faide  de  la  culture  dans  la  gelatine 
par  M.  le  D  '  A.  Proust  (Memoria  letta  all'Accademia  di  Medicina  di  Parigi  nella 
seduta  del  31  ottobre  1884).  Revue  d'Hygiène  1884  p.  914. 

(')  Le  proporzioni  delle  sostanze  impiegate  nella  preparazione  di  questa  gelatina  fu- 
rono le  seguenti  : 

Acqua  100     parti 

Gelatina  10       » 

Peptone  0,5    » 

Estratto  di  carne       0,5    » 
Fosfato  sodico  0,5    » 

Carbonato  sodico  sino  a  reazione  leggermente  alcalina. 
(')  E  precisamente:  i  tubi  contenenti  la  gelatina  erano  sterilizzati  a  100°  per  un'ora 
in  un  ambiente  di  vapor  d'acqua):  la  pipetta,  le  laslre,  le  pinze  e  le  spatolette  per  disten  - 
dere  la  gelatina  nelle  lastre  alla  temperatura  di  150°  per  un'ora   (in   una  stufa  ad  aria): 

Eesoicoxti  —  Vol.  I.  00 


—  72S  — 

«  Pei-  l'enumerazione  delle  colonie  la  cultura,  adagiata  su  di  un  fondo 
nero,  veniva  coperta  da  una  lastra  di  vetro  divisa  in  centimetri  quadrati  e 
le  colonie  erano  enumerate  con  l'aiuto  di  una  forte  lente  d'ingrandimento 
e,  quando  occorreva,  con  l'aiuto  del  microscopio.  Operando  in  questo  mo  lo 
era  difficile  che  sfuggissero  le  piccole  colonie  e  che,  dall'altro  lato,  la  stesa 
colonia  fosse  enumerata  più  volte  ('). 

«  Un  apprezzamento  delle  acque  potabili,  secondo  i  criteri  preceden- 
temente accennati,  dipendendo  dal  numero  delle  colonie  in  genere,  o  delle 
colonie  che  liquefanno  la  gelatina  in  specie,  si  fu  mia  prima  intenzione  di 
ricercare  se  un'acqua  potabile  anche  la  più  pura,  sia  tale  un  mezzo  nutri- 
tivo dei  microrganismi  da  rendere  variabile  e  quindi  erroneo  un  siffatto 
apprezzamento,  quando  le  ricerche  non  siano  rigorosamente  eseguite  secondo 
le  avvertenze  opportune. 

«  A  tale  scopo  furono  sperimentate  acque  di  diverse  sorgenti;  i  risul- 
tati conducono  alla  medesima  conclusione.  Io  esporrò  solamente  quelli  for- 
niti dall'acqua,  della  quale  è  stata  recentemente  fornita  la  città  di  Monaco, 
dall'acqua  Maugfall. 

«  Quest'acqua  può  essere  considerata  come  tipo  delle  acque  potabili 
purissime.  Essa  non  contiene  tracce  di  nitriti,  nitrati  e  sali  ammoniacali, 
lascia,  per  litro,  un  residuo  di  284  milligr.  e  le  sosta n se  organiche  conte- 
nute in  un  litro  d'acqua  possono  essere  ossidate  da  so/tanto  0,99  milligr. 
di  ossigeno.  Quest'acqua  veniva  attinta  ad  un  rubinetto  con  esso  con  un 
tubo  nel  quale  l'acqua,  proveniente  direttamente  dal  grande  Reservoir,  scor- 
reva continuamente.  Il  rubinetto  era  sterilizzato  pel  calore  della  fiamma  di 
una  lampada  Bunseu.  I  recipienti  erano  stati  lavati  con  acido  solforico  con- 
centrato, acqua  distillata  ed  indi  sterilizzati,  a  150"  per  un'ora.  Questi 
recipienti  riempiti  a  due  terzi  e  chiusi  con  turaccioli  di  bambagia,  anch'essa 
sterilizzata,  erano  lasciati  in  riposo  in  un  ambiente  la  cui  temperatura  oscil- 
lava tra  i  14"  ed  i  18". 

«  Per  essere  breve  io  taccio  le  ricerche  dettagliate  e  passo  direttamente 
all'esposizione  dei  risultati;  mi  basti  solo  avvertire  che  le  cifre  che  io  darò 
dovranno  essere  considerate  come  le  medie  di  cifre  fornite  da  parecchie 
culture.  —  Ecco  i  risultati: 

«  L'acqua  Maugfall  arriva  in  Monaco  con  5  microrganismi  per  cent.  cubo. 

i  piani  di  separazione  dulie  culture  e  le  pareti  che  racchiudevano  lo  spazio  dove  erano 
contenute  le  culture,  con  una  soluzione  di  sublimato  all'uno  per  mille  e  finalmente  la  lastra 
ed  il  coperchio  che  servivano  di  refrigerante  dinante  la  preparazione  d -Ile  sinjule  culture, 
con  sublimato  ed  indi  lavaggi  con  alcool  ed  etnie  (quest'ultimo  infine  si  faceva  conve- 
nientemente evaporare). 

(')  Quando  le  colonie  erano  in  gran  numero  enumeravo  soltanto  le  colonie  contenute 
in  alcuni  piccoli  quadrati  e  la  media  veniva  moltiplicata  per  la  superficie  occupata  dalla 
gelatina. 


—  729  — 

<<  Dopo  24  ore,  lasciata  nelle  condizioni  dette  precedentemente,  il  nu- 
mero dei  microrganismi  è  salito  al  disopra  del  centinaio. 

«  Dopo  due  giorni  ha  raggiunto  la  cifra  di  10500. 

«  Dopo  tre  giorni  quella  di  67000. 

«Dopo  quattro  giorni  quella  di  315000. 

«  Al  quinto  giorno  siamo  al  disopra  del  mezzo  milione  di  colonie  per 
centimetro  cubo  ! 

«  Un  sì  rapido  e  considerevole  accrescimento  dei  microrganismi  nelle 
acque  io  trovo  rilevato  solamente  in  una  recentissima  public-azione  del  dott. 
Kramer  professore  all'Università  di  Zurigo.  Il  prof.  Kramer  nella  sua  re- 
lazione sulle  acque  della  cititi  di  Zurigo  (')  dimostra  che,  col  riposo,  i  mi- 
crorganismi contenuti  in  quelle  acque  si  accrescono  rapidamente. 

«  È  da  osservare  però  che  l'azione  del  riposo  non  ha  alcuna  influenza 
sull'accrescimento  dei  microrganismi. 

«  Le  esperienze  che  seguono  dimostrano  che  i  microrganismi  nelle 
acque  in  movimento  si  moltiplicano  con  la  stessa  rapidità  e  nelle  stesse 
proporzioni  di  quando  queste  acque  si  trovano  in  riposo. 

«  Per  queste  esperienze  vennero  impiegati  dei  tubi  di  vetro  della  lun- 
ghezza di  60  e  del  diametro  di  4  centimetri;  essi  furono  lavati  con  acido 
solforico  concentrato,  acqua  distillata  ed  indi  sterilizzati  a  100"  per  un'ora 
( in  un  ambiente  di  vapor  d'acqua). 

«  Questi  tubi  chiusi  alla  lampada,  dopo  essere  stati  riempiti  a  metà 
dell'  istessa  acqua  Maugfall,  furono  disposti  perpendicolarmente  all'asse 
di  una  ruota  ed  in  modo  che  l'asse  veniva  intersecata  dalla  parte  media 
dei  tubi.  La  ruota  fu  messa  in  movimento  continuo  da  una  corrente 
d'  acqua. 

«  Così  disposta  l'esperienza  ho  fatto,  per  sei  giorni,  di  quando  in  quando 
delle  ricerche  «sulla  quantità  dei  microrganismi  contenuti  nell'acqua». 
Mi  risparmio  anche  qui  di  scrivere  questi  risultati  particolareggiati,  giac- 
ché non  dovrei  che  ripetere,  presso  a  poco,  le  stesse  cifre  che  si  trovano 
precedentemente,  essendo  che  la  variazione  della  quantità  dei  microrganismi 
di  quest'acqua  in  movimento  segni  le  stesse  fasi  di  quella  della  stessa  acqua 
in  riposo.  In  entrambi  :  casi  il  numero  dei  microrganismi  raggiunge  al 
quinto  giorno  un  massimo  per  indi  decrescere. 

«  Continuando  le  ricerche  io  ho  trovato  che  dopo  10  giorni  il  numero 
dei  microrganismi   era    disceso    a    300000,   dopo  un   mese   a  120000  (s) , 


(')  Die  Wasserversorgung  von  Zurich.  Derichte  der  «  Erweilerkn  Wasserkommisàon* 

■  ni  dai  Si  ni  vaili,  von  Zurich.  Typ.  Orell  Ffissli  e  Co  ISSÒ. 

(')  Le  cifre  rappresentanti  il  numero  dei  bacteri  per  cent,  culi .  contenuti  m  [l'acqua 
ilopo  IO  giorni  e  dopo  un  mesi.-  sono  molto  approssimative,  dappoiché  in  queste  culture  si 
trovano  delle  colonie  così  poco  sviluppate  da  essere  affatto  innuiiierabili. 


—  730  — 
e  finalmente    dopo  sei  mesi    non  vi  trovai  più   di    95   colonie   per    centi- 
metro cubo  (')• 

«  Per  apprezzare  adunque  secondo  questo  metodo  e  con  gli  accennati 
criteri  l' inquinamento  od  in  generale  il  grado  di  corruzione  di  un'  acqua . 
le  ricerche  dovranno  essere  iniziate  immediatamente  dopo  la  raccolta  delle 
acque.  In  questo  apprezzamento  si  deve  inoltre  tener  conto  dell' aumento 
dei  microrganismi  durante  il  corso  delle  acque,  acciocché  uno  straordinario 
numero  di  microrganismi  possa  debitamente  attribuirsi  o  ad  una  naturale 
aumentazione  o  ad  un  eventuale  inquinamento. 

«  In  relazione  ai  5  microrganismi  per  cent,  cubo  contenuti ,  nel  mo- 
mento del  suo  arrivo  a  Monaco,  dall'acqua  Maugfall,  la  quale,  dalla  sua 
sorgente  a  Monaco  impiega  circa  24  ore,  è  da  osservare  che  può  darsi  an- 
che il  caso  che  il  numero  dei  microrganismi  non  siasi  punto  alterata  du- 
rante il  corso  delle  acque;  va  osservato  infatti  che  l'acqua  Maugfall  arriva 
a  Monaco  sotto  una  pressione  da  5  o  6  atmosfere  ed  è  da  ammettere  con 
molta  probabilità,  che  la  vitalità  dei  microrganismi  venga  rallentata  sotto 
questa  pressione.  Il  dott.  Karl  Lehmann  ha  dimostrato  sperimentalmente  che 
una  tale  influenza  viene  esercitata  da  una  forte  pressione  di  ossigeno  su 
molti  organismi  inferiori  (').  Il  prof.  Maggi  dell'Università  di  Pavia,  ha 
trovato  che  le  acque  del  lago  Maggiore  ad  una  profondità  superiore  ai 
60  metri  non  contengono  più  bacteri. 

«  Risultando  dal  rapido  accrescimento  dei  microrganismi  la  rapida 
alterazione  delle  condizioni  igieniche  di  un'  acqua ,  di  non  lieve  inte- 
resse mi  sono  sembrate  le  ricerche  sul  comportamento  dei  microrganismi 
nelle  acque  carboniche,  le  quali  ordinariamente  vengono  bevute  dopo  un 
periodo  di  tempo  più  o  meno  lungo  dalla  loro  preparazione.  Per  queste 
ricerche  furono  preparate  delle  ordinarie  bottiglie  di  acqua  carbonica  (acido 
carbonico  sciolto  in  acqua  sotto  pressione)  e  nello  stesso  tempo  furono  presi, 
per  le  ricerche  di  confronto,  dei  campioni  dell'acqua  potabile  che  servi  alla 
loro  preparazione  (3). 

«  Si  ebbe  cura  di  adoperare  bottiglie  e  turaccioli  sterilizzati.  Quanto 
all'apparecchio  dell'acqua  carbonica,  il  serbatoio  dell'acqua  era  stato  riempito 
pochi  momenti  prima  di  preparare  i  nostri  campioni  ;  del  resto  tanto  delle 

(')  Debbo  quest'acqua  alla  cortesia  dell'egregio  dott.  Reuk  privato  docente  ed  assistente 
nell'Istituto  d' Igiene  della  r.  Università  di  Monaco.  Essa  era  stata  ve^o  i  primi  di  feb- 
braio 1885  da  lui  attinta  e  sperimentata.  Nel  corso  delle  mie  ricerche  (agosto;  quest'acqua 
si  trovava  conservata  in  condizioni  da  essere  ancora  sperimentata. 

('■)  Ueber  den  Em/luss  des  comprimirten  Sauerstu/f  auf  dia  Lebensproccssc  ecc.  (Inau- 
gurai Dissertatimi  Zurich). 

(')  L'acqua  impiagata  questa  volta  fa  la  Hrunlaler  della  quale  è  fornita  la  farmacia 
reale  [Hof.  Apoleke)  di  Monaco;  alla  farmacia  è  aggregata  una  fabbrica  di  acque  carboniche 
ed  in  questa  fabbrica  fu  preparato  il  nostro  materiale. 


—  731  — 

acque  carboniche  che  di  quelle  non  carboniche,  non  appena  preparate,  fu- 
rono fatte  le  culture  per  fissare  le  condizioni  nelle  quali  erano  iniziate  le 
esperienze.  Da  queste  culture  risultò  che  : 

l'acqua  carbonica  conteneva  186  microrganismi  per  centimetro  cubo 
l'acqua  non  carbonica     »       115  »  »  »  » 

In  seguito,  nelle  due  acque  si  fecero  delle  contemporanee  ricerche,  ad  ogni 
intervallo  di  5  giorni,  pel  periodo  di  15  giorni. 

«  In  queste  ricerche  fu  constatato  che,  mentre  il  numero  dei  microrga- 
nismi nelle  acque  non  carboniche  era  salito,  dopo  5,  10,  15  giorni,  alle 
centinaia  di  migliaia  per  cent,  cubo,  il  numero  dei  microrganismi  nelle 
acque  carboniche  non  si  era  aumentato:  esso  invece  diminuiva.  Dopo 
5  giorni  la  quantità  dei  microrganismi  da  186  per  cent,  cubo  era  discesa 
ad  87,  dopo  10  giorni  a  30,  dopo  15  giorni  a  20  ('). 

«  Il  non  aumentarsi  dei  microrganismi  nelle  nostre  acque  carboniche 
può  essere  effetto  di  una  delle  seguenti  cause:  1"  Azione  dell'acido  carbo- 
nico ;  2°  azione  della  pressione  ;  3°  azione  simultanea  dell'  acido  carbonico 
e  della  pressione;  4°  mancanza  di  ossigeno  (8). 

«  Possiamo  mettere  da  parte  la  pressione.  Ed  invero  ammesso  che  ad 
impedire  lo  sviluppo  dei  microrganismi  essa  sia  sufficiente,  nel  nostro  caso 
non  è  necessaria.  Nelle  ricerche  su  tre  qualità  di  acque  carboniche  mine- 
rali Giessel,  Selters,  Apollinaris,  che  erano  sotto  debolissima  pressione  tro- 
vai sempre  un  numero  sparuto  di  microrganismi  che  andava  a  decrescere. 
Ma  la  prova  decisiva  per  escludere  la  necessità  della  pressione  l'ebbi  nelle 
ricerche  fatte  sull'acqua  carbonica  che  io  preparai  in  laboratorio  a  pressione 
ordinaria. 

«  Nell'acqua  Mawjfall  contenuta  in  bocce  sterilizzate  si  fece  gorgo- 
gliare per  una  mezz'ora,  avendo  cura  di  agitare  di  quando  in  quando,  una 
corrente  di  acido  carbonico,  che  sviluppavasi  da  un  apparecchio,  per  l'azione 
dell'acido  cloridrico  sul  marmo.  L'acido  carbonico  prima  di  giungere  nel- 
l'acqua in  esame  si  faceva  gorgogliare  in  due  bocce  contenenti  soluzioni  di 
carbonato  sodico  per  trattenere  le  tracce  del  gas  cloridrico  che  avrebbero 
potuto  essere  trasportate  dalla  corrente  carbonica.  Cos'i  preparata  l'acqua 
carbonica,  le  bocce  furono  ermeticamente  chiuse  con  turaccioli  smerigliali, 
assicurati  da  uno  strato  di  paraffina. 

«  Lasciata  l'acqua  in  queste  condizioni  risultò,  dalle  ricerche  fatte  nel 

(')  La  diminuzione  dei  min-organismi  nelle  acque  carboniche  sarà  argomento  di  mie 
nuove  ricerche;  i  risultati  ottenuti,  giacché  non  furono  preparati  un  numero  sufficiente  di 
campioni  \  er  la  continuazione  delle  ricerche  non  mi  permettono,  per  ora,  di  potere  affer- 
mare la  completa  sparizione  dei  microrganismi  dalle  acque  carboniche. 

(')  Sebbene  nella  preparazione  delle  acque  carboniche,  l'ossigeno  (che  si  trova  iu  so- 
luzione nell'acqua  potabile)  nou  venga  scacciato,  pure  trovandosi  esso  qui  in  condizioni  spe- 
ciali potrebbe  essere  non  atto  alla  vita  dei  microrganismi. 


—  7:32  — 

periodo  di  15  giorni,  che  anche  in  essa  la  quantità  dei  microrganismi  non 
solo  non  aumentava,  ma  anche  diminuiva.  Dopo  15  giorni  l'acqua  conte- 
neva soltanto  2  microrganismi  per  cent.  cuho. 

«  Esclusa  la  pressione  ci  resta  soltanto,  come  causa  che  impedisce  l'au- 
mento dei  microrganismi,  o  l'azione  dell'acido  carbonico  o  la  mancanza  del- 
l'ossigeno. 

«  Ma  possiamo  escludere  anche  l'ossigeno. 

«  Nell'istessa  acqua  Maugfall  contenuta  in  bocce  sterilizzate  si  fece  gor- 
gogliare per  un'ora  una  corrente  d'idrogeno  avendo  cura  di  agitare.  L'idro- 
geno che  sviluppavasi  per  azione  dell'acido  solforico  sullo  zinco  era  con- 
venientemente purificato  dalle  tracce  di  acidi  per  mezzo  di  una  soluzione 
di  potassa  caustica.  Le  bocce  cosi  preparate  furono  ermeticamente  chiuse, 
ed  in  seguito  l'acqua  fu  di  giorno  in  giorno  sperimentata. 

«  Or  bene,  i  microrganismi  in  quest'  acqua,  la  quale  rispetto  all'ossi- 
o-eno  si  trovava  nelle  stesse  condizioni  dell'acqua  carbonica  preparata  a  pres- 
sione ordinaria,  si  accrebbero  rapidamente  ed  analogamente  ai  microrgani- 
smi dell'acqua  che  si  trova  in  libero  contatto  con  l'aria  atmosferica. 

«  Questi  risultati  non  lasciano  alcun  dubbio  che  l'acido  carbonico  sia 
da  se  solo  un  elemento  nocivo  alla  vita  dei  microrganismi  delle  acque 
potabili. 

«  Queste  ricerche  sono  state  fatte  nell'Istituto  d' Igiene  della  r.  Uni- 
versità di  Monaco.  E  qui  io  sento  il  dovere,  e  son  lieto  di  poter  cogliere 
l'occasione,  di  pubblicamente  ringraziare  l'illustre  igienista  monacense, 
prof.  Max  von  Pettenkofer ,  il  quale,  durante  la  mia  dimora  in  Germania, 
accoltomi  nel  suo  laboratorio,  mi  fu  sempre  largo  di  suggerimenti,  di  mezzi 
e  della  sua  direzione.  ». 

PERSONALE   ACCADEMICO 

Colle  forme  prescritte  dallo  statuto  accademico,  il  Presidente  procedette 
alle  seguenti  elezioni  nella  Classe  di  scienze  morali: 

Ridolfo  Lanci  ani,  Socio  corrispondente,  eletto  Socio  nazionale  nella 
categoria  dell'Archeologia,  con  15  voti  su  29  votanti. 

Giuseppe  De  Leva,  eletto  Socio  nazionale  nella  categoria  della  Storia 
e  Geografìa  storica,   con  20  voti  su  29  votanti. 

S.  M.  approvò  queste  nomine  con  decreto  del  2  settembre  1885. 

Alessandro  D'Ancona,  eletto  Socio  corrispondente  nella  categoria  della 
Filologia  con  18  voti  su  29  votanti. 

Carlo  Cantoni,  eletto  Socio  corrispondente  per  la  categoria  delle  Scienze 
filosofiche  con  15  voti  su  28  votanti. 

Queste  elezioni  furono  proclamate  dal  Vice-Presidente  con  circolare  del 
12  agosto  1885. 


—  73:1   — 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società  di  scienze  naturali  di  Amburgo;  la  Società  di  storia  natu- 
rale di  Reichenberg;  la  Società  astronomica  di  Lipsia;  la  Società  geologica 
di  Edimburgo;  le  Società  filosofiche  di  Filadelfia  e  di  Birmingham;  la  Società 
archeologica  di  Jena;  la  R.  Biblioteca  di  Parma;  le  Biblioteche  nazionali  di 
Firenze  e  di  Milano;  l'Osservatorio  di  S.  Fernando;  la  Scuola  politecnica 
di  Delft. 

Ringraziarono  ed  annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni  : 
Il  Governo  francese  e  la   Società   baiava   di   filosofia   sperimentale   di 
Rotterdam. 

D.  C. 
P.  B. 


—  735  — 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  all'Accademia  sino  al  18  ottobre  1885. 


Matematica.  —  Alcune  particolari  trasformazioni  involuto- 
rie  dello  spazio.  Nota  I.  del  Socio  R.  De  Paolis. 


«  Quando  è  data  una  trasformazione  involutoria  dello  spazio  ogni  cop- 
pia di  punti  corrispondenti  determina  una  retta  e  queste  rette,  in  generalo, 
sono  i  raggi  di  un  complesso.  Ora  è  nota  l'esistenza  di  casi  nei  quali  le  rette 
che  contengono  una  coppia  di  punti  corrispondenti  ne  contengono  infinite  e 
quindi  non  generano  più  un  complesso,  ma  solamente  un  sistema  oo2. 
Quali  sono  queste  involuzioni? 

«  Le  involuzioni  dello  spazio,  uelle  quali  le  rette  deter- 
minate dalle  coppie  di  punti  corrispondenti  sono  gli  oc2 
raggi  di  un  sistema  2 ,  si  dividono  in  tre  classi: 

I.  Classe.  I  raggi  di  2  sono  tutti  quelli  di  una  stella. 

II.  Classe.  I  raggi  di  2  sono  tutte  le  corde  di  una  cubica. 

III.  Classe.  I  raggi  di  2  sono  tutti  quelli  che  si  appog- 
giano ad  una  retta  e  ad  una  curva  di  ordine  u.  che  incontra 
la  retta  in  u. — 1  punti. 

«  Ogni  classe  contiene  poi  diverse  specie  di  involuzioni,  qui  appresso 
le  enumeriamo  tutte,  accennando  per  ciascuna  la  sua  costruzione  e  le  sue 
principali  circostanze. 

Kexiji  imi  —  Voi .  I.  97 


—  73G  — 

I.  Classe  ('). 

«  I  raggi  di  2  sono  tutti  quelli  che  passano  per  un  punto  fisso  0. 

la  Specie.  «  Prendiamo  un  luogo  U  di  ordine  v  con  un  punto  (v — 2)-plo 
«  in  0.  Per  un  punto  p  e  per  0  passa  una  retta  che  fuori  di  0  incontra  U 
«  in  due  soli  punti  h,  k.  Il  punto  p'  corrispondente  a  p  è  il  suo  coniugato 
«  armonico  rispetto  ad  h,  k  ». 

«  Il  luogo  U  è  unito. 

1°  Caso.  «Il  luogo  U  è  formato  da  una  sola  superficie. 

«  I  punti  di  contatto  delle  tangenti  condotte  da  0  alla  U  generano  una 
curva  T,  di  ordine  v(v— 1)  con  un  punto  (v—  1)  (v— 2)-plo  in  0,  interse- 
zione di  U  e  della  prima  polare  di  0  rispetto  ad  U. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  0  di  ordine  v,  le  quali  hanno  in  0 
un  punto  (v — l)-plo     e  contengono  semplicemente  la  V. 

«  La  superficie  fondamentale  corrispondente  ad  0  è  la  sua  prima  polare 
rispetto  ad  U,  di  ordine  v— 1  con  un  punto  (v — 2)-plo  in  0  e  contenente 
semplicemente  la  T.  Ad  ogni  punto  di  r  corrisponde  la  retta  che  tocca  in 
esso  la  U  e  passa  per  0.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  r  è 
il  cono  di  ordine  2(v — 1)  che  la  proietta  da  0. 

«  Le  curve  di  ordine  v  corrispondenti  alle  rette  hanno  in  0  un  punto 
(y — l)-plo  e  si  appoggiano  alla  Y  in  2(v— 1)  punti. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dal  couo  di  ordine  2  (v— 1),  corrispon- 
dente alla  r,  e  dalla  superficie  di  ordine  v—1,  corrispondente  ad  0,  contata 
due  volte. 

2°  Caso.  «  Il  luogo  U  è  formato  da  due  superficie. 

«  Se  le  due  superficie  Ui ,  USl  che  costituiscono  U,  sono  di  ordine  vi,  Vg, 
essendo  V!  +  V2  =  v,  per  esse  0  è  multiplo  secondo  Vi — 1,  v> — 1.  Le  Ui,U2 
hanno  comune  una  curva  T  di  ordine  vi  v>,  con  un  punto  (vi — 1)  (v2 — l)-plo 
in  0,  e  posseggono  rispettivamente  ^i  =  vi(vi  —  1),  g2  =  v»(v:>  —  1)  rette  R, 
che  passano  per  0. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  v,  con  un  punto  (v — l)-plo 
in  0,  le  quali  contengono  semplicemente  le  gi-Hft  rette  R,  e  la  I\  toccandosi 
tutte  in  ciascuno  dei  suoi  punti. 

«  Ciascuna  delle  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punii.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  ad  0  è  di  ordine  v — 1,  ha 
in  0  un  punto  (v — 2)-plo  e   contiene    semplicemente  le  qi-hq*   rette  R,  e 

(')  Martinetti  (Sopra  una  classe  di  trasformazioni  involutorie  dello  spazio.  Rendiconti 
del  R.  I.  Lombardo.  Serie  2a,  voi.  XVIII)  dà  un  cenno  delle  involuzioni  di  que=ta  classe, 
la  quale  è  analoga  ad  una  classe  di  involuzioni  piane  di  Jouquières,  studiate  da  Bertini, 
(Sopra  una  classe  di  trasformazioni  univoche  involutorie.  Annali  di  Matematica.  Serie  2a, 
voi.  VII). 


—  ,ói  — 

la  T.  Ad  ogni  punto  di  T  corrisponde  la  retta  che  lo  unisce  ad  0.  La  super- 
ficie fondamentale  corrispondente  a  T  è  il  cono  di  ordine  y — 1  che  da  0 
proietta  T,  e  che  quindi  contiene  semplicemente  la  T  e  le  E,-. 

«  Le  curve  di  ordine  v  corrispondenti  alle  rette  hanno  in  0  un  punto 
(v  —  l)-plo  e  si  appoggiano  alla  T  in  v  —  1  punti,  toccando  in  ciascuno 
tutte  le  $. 

«  La  jacohiana  delle  $  è  costituita  dalle  due  superficie  di  ordine  v — 1 
corrispondenti  ad  0  ed  alla  T,  ciascuna  contata  due  volte. 

2a  Specie.  «  Prendiamo  una  superficie  U  di  ordine  v  con  un  punto 
«  (y — l)-plo  in  0.  Per  un  punto  p  e  per  0  passa  una  retta  che  fuori  di  0 
«  incontra  U  in  un  solo  punto  li.  Il  punto  p'  corrispondente  a  p  è  il  suo 
«  coniugato  armonico  rispetto  ad  h,  0  ». 

«La  superficie  U  è  unita,  il  punto  0  è  unito. 

«La  U  possiede  q  =  y(v — 1)  rette  R;  che  passano  per  0. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  di  ordine  v  con  un  punto  (v — l)-pIo 
in  0,  le  quali  contengono  semplicemente  le  q  rette  R,  ed  in  0  hanuo  lo 
stesso  cono  tangente  della  U,  avendo  poi  tutte  un  contatto  di  secondo  ordine 
fra  loro  in  tutti  i  punti  comuni  infinitamente  vicini  ad  0. 

«  Ciascuna  delle  rette  fondamentali  E,-  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  ad  0  è  il  cono  di  ordine 
v — 1  tangente  in  0  a  tutte  le  0. 

«  Le  curve  di  ordine  v  corrispondenti  alle  rette  passano  per  0  con  v— 1 
rami,  ciascuno  dei  quali  oscula  in  0  tutte  le  $. 

«  La  jacobiana  delle  <I>  è  costituita  dal  cono  di  ordine  y — 1,  corrispon- 
dente ad  0,  contato  quattro  volte. 

II.  Glasse. 

«  I  raggi  ili  2"  sono  tutte  le  corde  di  una  cubica  S. 

la  Specie.  «  Il  punto  corrispondente  a  p  si  costruisce  conducendo  la 
«  corda  di  S  che  passa  per  p  e  prendendo  il  punto  p'  coniugato  armonico 
«  di  p  rispetto  ai  punti  h,  k  iu  cui  la  corda  incontra  S  ». 

«  La  cubica  S  è  unita. 

«  Questa  involuzione  è  nota  (').  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di 
terzo  ordine  che  passano  per  la  cubica  S  toccando  in  ciascun  suo  punto  il 
piano  osculatore  in  esso.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S 
è  la  sua  sviluppabile  osculatrice,  di  quarto  ordine  e  per  la  quale  la  S  è 
cuspidale.  Alle  rette  corrispondono  le  cubiche  le'  quali  si  appoggiano  alla  S 
in  quattro  punti,  toccando  in  ciascuno  il  piano  che  iu  esso  oscula  la  S.  La 
jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  quarto  ordine,  corrispondente 
alla  S,  contata  due  "volte. 

(')  Vedi  per  es.  Reyc,  Geometrie  der  Lage. 


—  738  — 

2a  Specie.  «Prendiamo  ini  luogo  U  di  ordine  2(s+l)  per  il  quale 
«  la  cubica  S  sia  s-pla.  Per  un  punto  p  passa  una  sola  retta  che  si  appog- 
«  già  alla  S  in  h,  k,  questa  retta  incontra  D  iu  due  soli  punti,  fuori  di 
«  h,  k,  il  punto  p'  corrispondente  a  p  è  il  suo  coniugato  armonico  rispetto 
«  ad  essi  ». 

«  Il  luogo  U  è  unito . 

1°  Caso.  «  Il  luogo  U  è  costituito  da  una  sola  superficie. 

«  Vi  sono  oo1  corde  di  S  che  toccano  la  U,  la  curva  T,  luogo  dei  loro 
punti  di  contatto  è  di  ordine  m  =  (s  +  2)  (s-+-4). 

«Ai  piani  corrispondono  superficie  <t>  di  ordine  n  =  2  s+5,  le  quali 
contengono  semplicemente  la  curva  T,  mentre  per  esse  la  S  è  multipla  se- 
condo cr=s+2. 

«  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S  è  di  ordine  2  (n — 1), 
per  essa  la  T  è  doppia  e  la  S  è  (2s-f-3)  pia;  in  ogni  punto  di  S  i  piani 
che  toccano  la  U  toccano  pure  la  superficie  corrispondente  alla  S. 

«  Ad  ogni  punto  di  T  corrisponde  tutta  la  corda  di  S  che  tocca  in  esso 
la  U;  queste  corde  generano  la  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  T, 
che  è  di  ordine  2  (n— 1),  tocca  la  U  lungo  la  T,  ed  ha  la  S  come  multipla 
secondo  2<7. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondeuti  alle  rette  incontrano  la  T  e  la  S 
ciascuna  in  2  (n — 1)  punti. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalle  due  superficie,  ciascuna  di 
ordine  2(n — 1),  corrispondenti  alle  T,  S. 

2°  Caso  «  Il  luogo  U  è  costituito  da  due  superficie. 

«  Le  due  superficie  Ui,  U2,  che  costituiscono  U,  devono  essere  di  ordine 
2siH-l,  2st-+-l  ,  se  contengono  la  S  come  multipla  secondo  «i,  s2,  avendo 

pOStO    S=S\-hSi. 

«  Oltre  alla  S  le  d  ,  U»  hanno  comune  una  curva  T  di  ordine 
m=sis2  +  2s-t-l.  Le  Ui,  U»  posseggono  rispettivamente  qt,  ry»  corde  di  S, 
essendo  qi—sii-+-2sl-{-3  ,  qt  =  s22  +  2s2 -I- 3 . 

«Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  2s  +  5,  le  quali 
contengono  semplicemente  le  qi-\-q%  rette  R;  e  contengono  semplicemente 
la  curva  T,  toccandosi  tutte  in  tutti  i  suoi  punti.  Per  le  $  la  S  è  mul- 
tipla secondo  ff  =  s  +  2. 

«  Ciascuna  delle  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S  è  di  ordine  2(n — 1), 
per  essa  le  qi-hqi  rette  R,  sono  doppie  ed  è  doppia  la  T;  la  superficie 
corrispondente  alla  S  in  ogni  punto  di  T  tocca  con  due  falde  tutte  le  $, 
in  modo  che  nella  sua  intersezione  con  una  $  la  r  conta  quattro  volte. 
La  S  è  multipla  secondo  2s-f-3  per  la  superficie  corrispondente,  la  quale 
in  ogni  punto  di  S  tocca  i  piani  tangenti  in  esso  alle  Ui ,  Uj . 

Ad  ogni  punto  di  T  corrisponde  tutta  la  corda  di  S  che  passa  per  esso, 


« 


—  739  — 

queste  corde  generano  la  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  r,  che 
è  di  ordine  n — 1,  contiene  semplicemente  le  qi-\~qì  rette  R,  e  la  T,  e  per 
essa  la  S  è  multipla  secondo  a- 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  S  in  2(n — 1) 
punti  e  la  T  in  n — 1 ,  toccando  in  ciascuno  di  questi  ultimi  tutte  le  4>. 

«  La  jacobiana  delle  0  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  2(n — 1), 
corrispondente  alla  S,  e   da   quella  di  ordine  n  —  1,  corrispondente  alla  r. 


contata  due  volte. 


III.  Classe. 


«  I  raggi  di  Z  sono  tutti  quelli  che  si  appoggiano  ad  una  retta  fìssa  R  e  ad  una 
curva  fissa  S,  di  ordine  fj.  che  incontra  E  in  fi — 1  punti. 

la  Specie.  «Il  punto  corrispondente  a  p  si  costruisce  conducendo 
«  per  p  il  raggio  che  si  appoggia  ad  R,  S,  nei  punti  h,  k,  e  prendendo  su 
«  di  esso  il  punto  p'  coniugato  armonico  di  p  rispetto  ad  h,  k  ». 

«  La  curva  S  è  unita. 

«  Ad  un  piano  qualunque  P  corrisponde  un  cono  $  di  ordiue  p,  col 
vertice  nel  punto  in  cui  P  incontra  R.  La  R  è  generatrice  (u  —  l)-pla  per 
tutti  i  coni  $,  i  u.  —  1  piani  tangenti  ad  essi  lungo  la  R  sono  fissi  e  sono 
precisamente  i  piani  m  che  passano  per  R  e  toccano  la  S  nei  u.  —  1  punti  a, 
in  cui  incontra  la  R. 

«  La  retta  fondamentale  R  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi  punti.  I 
piani  7T,  sono  fondamentali  e  ciascuno  corrisponde  al  punto  fondamentale  or, 
in  cui  tocca  la  S.  Le  curve  corrispondenti  alle  rette  sono  di  ordine  ;x  e  toc- 
cano la  S  nei  punti  a,.  La  jacobiana  delle  3>  è  costituita  dai  [a — 1  piani  m, 
ciascuno  contato  quattro  volte. 

2*  Specie.  «Prendiamo  un  luogo  U,  di  ordine  v,  per  il  quale  la  R 
«  sia  r-pla  e  la  S  sia  s-pla,  essendo  r-f-s  =  v  —  2.  Per  un  punto  p  passa 
«  un  raggio  che  si  appoggia  ad  R,  S  nei  punti  h,  k  ed  incontra  U  in  altri 
«  due  soli  punti,  il  punto  p'  corrispondente  a  p  è  il  suo  coniugato  armo- 
«  nico  rispetto  ad  essi  ». 

«  Il  luogo  U  è  unito . 

1°  Caso.  «Il  luogo  U  è  costituito  da  una  sola  superficie. 

«  Vi  sono  od1  rette  che  incontrano  le  R,  S  e  toccano  la  U,  il  luogo  V 
dei  loro  punti  di  contatto  è  una  curva  di  ordine  : 

m  =  (,u.  +v)2  —  (fi  +  »f-  —  a  (s  ■+- 1)  -  —  (u.  +  v). 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  <E>  di  ordine  n  =  [x-hv,  le  quali  con- 
tengono semplicemente  la  curva  T,  mentre  per  essa  la  R  è  multipla  secondo 
p  =  n  —  (s+2)  e  la  S  secondo  <j=s+l. 

«  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  R  è  di  ordiue  n — 1, 
contiene  semplicemente  la  T,  e  per   essa  la  S  è  multipla  secondo  g,  la  R 


—  740  — 

secondo  p — 1  ;  in  ogni  punto  di  R  i  piani   che  toccano  la  U  toccano  pure 
la  superficie  corrispondente  alla  E. 

«La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S  è  di  ordine  n — 1, 
contiene  semplicemente  la  r,  e  per  essa  la  R  è  multipla  secondo  p,  la  S 
secondo  a — 1;  in  ogni  punto  di  S  i  piani  che  toccano  la  U  toccano  anche 
la  superficie  corrispondente  alla  S. 

«  Ad  ogni  punto  di  T  corrisponde  tutta  la  retta  che  psssa  per  esso 
ed  incontra  R,  S  ;  queste  rette  generano  la  superficie  fondamentale  corrispon- 
dente alla  r,  che  è  di  ordine  2(« — 1)  e  tocca  la  U  lungo  la  I\  per  questa 
superficie  la  R  è  multipla  secondo  2p,  la  S  secondo  2<7. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  in  2(n — 1) 
punti  la  r,  la  R  e  la  S  in  n — 1  punti  ciascuna. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalle  due  superficie  di  ordine  n — 1, 
corrispondenti  alle  R,  S,  e  dalla  superficie  di  ordine  2  (n — 1),  corrispondente 
alla  r. 

2°  Caso.  «  Il  luogo  U  è  costituito  da  due  superficie. 

«  Se  le  due  superficie  Ui ,  Uj,  che  costituiscono  U,  sono  di  ordine  Vi ,  v» , 
essendo  vi  +  V2  =  v,  se  la  R  per  esse  è  multipla  secondo  rx ,  r%,  essendo 
riH-r8  =  r,  e  la  S  secondo  Sj,  s>,  essendo  si  +  S2=s,  dobbiamo  avere 
vi  —  l  =  ri-hsl,  v2 — l—n-+-Sì. 

«  Oltre   alle   R,   S   le  Ui ,   U£  hanno  comune  una  curva  r   di   ordine 
m  =  y1v.2  —  Tiri  —  ;j.s1sì  ;  le  TJi ,  Uj  posseggono  rispettivamente  <&,  grette 
R,  che  si  appoggiano  ad  R,  S,  essendo  : 
8i=f*(l— »,«)+Vi(vi  —  l)  —  ri*,     qt  =  n(l  —  s8*)^-vs(vs— l)^-ra*. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  0  di  ordine  n  =  p.-hv,  le  quali  con- 
tengono semplicemente  le  gi  +  gj  rette  R,  e  la  curvar,  toccandosi  tutte  in 
tutti  i  suoi  punti.  Per  le  $  la  R  è  multipla  secondo  p  =  n  —  (s  +  2)  e  la  S 
secondo  a  =  s4-l . 

«Ciascuna  delle  qi-\-q%  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno 
dei  suoi  punti.  La  superficie  fondamentale  co. rispondente  alla  R  è  di  ordine 
n  —  1,  contiene  semplicemente  le  qi-hqi  rette  R,-,  tocca  tutte  le  $  nei  punti 
di  T,  e  per  essa  la  S  è  multipla  secondo  a,  la  R  secondo  p  —  1;  in  ogni 
punto  di  R  la  superficie  corrispondente  è  toccata  dai  piani  tangenti  in  esso 
alle  Ui,  U>. 

«La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S  è  di  ordine  n — 1, 
contiene  semplicemente  le  qi-i-qi  rette  R,-,  tocca  tutte  le  $  nei  punti  di  T, 
e  per  essa  la  Et  è  multipla  secondo  p,  la  S  secondo  a  —  1;  in  ogni  punto 
di  S  la  superficie  corrispondente  è  toccata  dai  piani  tangenti  in  esso  alle  Ui,  Uj. 

«  Ad  ogni  punto  di  r  corrisponde  la  retta  che  passa  per  esso  e  si  ap- 
poggia alle  R,  S;  queste  rette  generano  la  superficie  fondamentale  corrispon- 
dente alla  T,  che  è  di  ordine  n  —  le  contiene  semplicemente  le  qi-hqì 
rette  R,-  e  le  R,  S,  rispettivamente  come  multiple  secondo  p,  a. 


—  741  — 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  r  in  n — 1 
punti,  toccando  in  ciascuno  tutte  le  $,  ed  incontrano  pure  in  n  —  1  punti 
ciascuna  delle  R,  S. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalle  due  superfìcie  di  ordine  n — 1. 
corrispondenti  alle  R,  S,  e  da  quella  di  ordine  n  —  1,  corrispondente  a  T, 
contata  due  volte. 

3a  Specie.  «Prendiamo  una  superficie  U  di  ordine  v,  per  la  quale 
«  la  R  sia  r-pla  e  la  S  sia  s-pla,  essendo  r-hs  —  v — 1.  Per  un  punto  p 
«  passa  un  solo  raggio  che  si  appoggia  ad  E,  S  nei  punti  h,  k,  questo  rag- 
«  gio  incontra  la  U  in  un  altro  solo  punto  ed  il  coniugato  armonico  di  p 
«  rispetto  ad  esso  ed  a  k  é  il  punto  corrispondente  p'  ». 

«  La  superficie  U  è  unita,  la  curva  S  è  unita. 

«Bisogna  distinguere  i  casi:  s>0,  s  =  0. 

1°  Caso:  s>0. 

«La  superficie  U  contiene  q  =  a(ì — s2)  +  v(v  —  1)  —  r-  rette  E,,  le 
quali  si  appoggiano  ad  R,  S. 

«Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n=fi-f-v,  le  quali 
contengono  semplicemente  le  q  rette  E,,  la  retta  E  come  multipla  secondo 
p  =  n —  (s-f-1),  la  curva  S  secondo  s.  In  ogni  punto  k  di  S  la  U  possiede 
s  piani  tangenti,  questi  piani  toccano  in  k  tutte  le  <I>,  le  5  falde  di  due  <I> 
che  si  toccano  in  k  hanno  fra  loro  un  contatto  di  secondo  ordine,  in  modo 
che  la  curva  S  conta  s2-)-2s  volte  nella  intersezione  di  due  <I>. 

«  Ciascuna  delle  q  rette  fondamentali  E,  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  E  è  di  ordine  n  —  1, 
contiene  semplicemente  le  q  rette  E, ,  contiene  la  E  come  multipla  secondo 
p —  1  e  la  S  secondo  s.  In  ogni  punto  di  E  la  superficie  corrispondente  è 
toccata  dagli  stessi  piani  che  in  esso  toccano  la  U.  in  ogni  punto  di  S 
ciascuna  delle  5  falde  che  vi  passano  Ira  un  contatto  di  secondo  ordine  con 
tutte  le  $ ,  in  modo  che  nella  sua  intersezione  con  una  $  la  S  conta 
s*H-2*  volte. 

«La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  S  è  di  ordine  n  =  l, 
contiene  semplicemente  le  q  rette  E,  e  la  R  come  multipla  secondo  p,  di 
più  per  essa  la  S  è  multipla  secondo  s  ed  in  ciascun  punto  di  S  ha  gli 
stessi  piani  tangenti  di  U. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  R  in  n — 1 
punti,  incontrano  pure  la  S  in  n — 1  punti,  os  culando  in  ciascuno  di  questi 
ultimi  tutte  le  $. 

«La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  n  —  1, 
corrispondente  alla  R,  e  da  quella  di  ordine  n  —  1,  corrispondente  alla  8. 
contata  tre  volte. 

2°  Caso:  5=0. 

«Abbiamo  ?*=v  —  1  e  la    Rè  (v — l)-pla  per  la  U,  che  è  di  ordine  v. 

Sulla  U  vi  sono  q  =  ^.-h'j  —  1  rette  R,  che  incontrano  R,  S. 


—  742  — 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  [x-+-v,  le  quali  con- 
tengono semplicemente  le  q  rette  R,  e  la  R  come  multipla  secondo  n  —  1. 
Se  ki  sono  i  punti  in  cui  le  R,  incontrano  la  S,  le  0  si  toccano  tutte  nei 
punti  k, . 

«  Ciascuna  delle  q  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  R  è  di  ordine  n  —  1, 
contiene  semplicemente  le  q  rette  R,  e  la  R  come  (n  —  2)-pla.  In  ciascun 
punto  di  R  la  superficie  corrispondente  è  toccata  dai  piani  che  in  esso  toc- 
cano la  U.  Gli  n — 1  punti  k,  sono  fondamentali  e  ciascuno  ha  per  corri- 
spondente il  piano  fondamentale  R,  R. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  R  in  n— 1 
punti  e  passano  per  gli  n — 1  punti  k,,  toccando  in  ciascuno  di  questi  ultimi 
tutte  le  $. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  n — 1,  cor- 
rispondente alla  R,  e  dagli  n — 1  piani  RR,,  ciascuno  contato  tre  volte  ». 

Chimica.  —  Sulla  costituzione  del  pirrolo.  Nota  IL  di  Giacomo 
Ciamician,  presentata  dal  Socio  Canxizzaro. 

«  Quelli  fra  i  composti  della  serie  del  pirrolo  che  sono  più  stabili  e 
non  vengono  distrutti  dagli  acidi  minerali,  si  comportano  con  l'acido  solfo- 
rico e  l'acido  nitrico  concentrati,  come  i  composti  aromatici.  Da  questo  lato 
non  sono  stati  studiati  finora  che  l'anidride  dell'  acido  carbopirrolico  di 
Schwanert  (la  pirocolla)  (')  ed  il  pirrilmetilchetone. 

«  La  pirocolla  dà  con  l'acido  nitrico  fumante  una  dinilro-pirocolla  da 
cui  si  ottiene  un  acido  mononitrocarbopirrolico  (!). 

C,oHBN,02  CioHiJNC^jNtOi  C4H2  (NO,)  NH^COOH 

pirocolla  dinitropirocolla  acido  mononitrocarbopirrolico 

«  Il  pirrilmetilchetone,  trattandolo  con  l'acido  nitrico  fumante,  dà  ori- 
gine ad  una  serie  di  nitrocomposti  (3): 

C4  H2  (N02)  NH  C4  H  (N02)2  NH 

9°  9°  C4Hs(NO.)iNH 

CH;|  LrLì  ^^^^  diiiitropinolo 

a  e  §  mononitropirril-  dinitropirrilinetilchetone 

metilchetone 

fra  i  quali  il  più  interessante  è  il  dinitropirrolo,  che  è  molto  stabile  e  che 

ha  tutti  i  caratteri  di  un  acido.    Il    dinitropirrolo   forma  dei  sali  che  sono 

esplosivi  e  può  essere  comparato  in  certo  modo  all'acido  picrico.  L' a  rnono- 

(')  Weidel  e  Ciaraician,  Sui  prodotti  della  distillazione  secca  della  gelatina,  Gazz.  Chini. 
XI,  28;  Ciarnician  e  Silber,  Sintesi  della  pirocolla,  18S4. 

(2)  Ciarnician  e  Danesi,  Studi  sui  composti  ecc.  Parte  I.  —  /  derivati  della  pirocolla.  1882. 

(3)  Ciarnician  e  Silber,  Sludi  sui  composti  ecc.  Parte  IX  —  Sull'azione  dell'acido  nitrico 
sul  pirrilmetilchetone,  1885. 


—  743  — 

nitropirrilmetilchetone  dà,  per  riduzione  con  lo  stagno  e  l'acido  cloridrico 
Famido-composto  corrispondente,  che  è  poco  stabile,  come  lo  sono  del  resto 
anche  gli  amidoderivati  della  serie  del  tiofeue. 

«  Con  l'acido  solforico  fumante  il  pirrilmetilchetone  forma  un  solfe-a- 
cido i  ili  cui  sali  sono  stabilissimi  e  bene  cristallizzati. 

«  Nel  pirrolo  ed  in  tutti  i  suoi  derivati,  gli  atomi  d'idrogeno  dei  quat- 
tro atomi  di  carbonio  sono  molto  mobili,  cioè  facilmente  sostituibili  mas- 
sime dagli  alogeni.  Si  ottiene  p.  es.  facilmente  il  tetracloro-e  tetrajodopir- 
rolo  ed  il  tetrabromoetilpirrolo  (')  e  con  eguale  facilità,  gli  acidi  tricloro-(!) 
e  tribromocarbopirrolici  (')  ed  il  tribromopirrilmetilchetone  (%).  Prodotti  alo- 
genati  mono-o  bisostituiti  non  si  possono  ottenere  invece  che  molto  diffi- 
cilmente, e  finora  non  si  conosce  che  il  monobromo-e  bibromopirrilmetil- 
ehetone  ('). 

*  Co-slituzione  intima  del  pirrolo  e  sue  relazioni  con  la 
pirkUnn.  Se  è  cosa  facile  a  dimostrare  che  il  pirrolo  deve  avere  una  for- 
inola corrispondente  allo  schema  : 


non  lo  è  egualmente  lo  stabilire  la  sua  costituzione  intima.  In  quanto  alla 
distribuzione  degli  altri  quattro  atomi  d'idrogeno  si  può  ammettere  pre- 
sentemente con  sufficiente  probabilità  che  essi  sieno  distribuiti  regolarmente 
fra  i  quattro  atomi  di  carbonio.  In  seguito  all'esistenza  di  tre  derivati  mo- 
nosostituiti  isomeri  (c)  nel  tiofene,  V.  Meyer  ha  fatto  recentemente  notare 
che  per  questo  corpo  acquista  probabilità  l'ipotesi  che  i  quattro  atomi  di 
idrogeno  sieno  disposti  asimmetricamente  fra  i  quattro  atomi  di  carbonio. 
Le  isomerie  nei  derivati  del  pirrolo  sono  finora  poco  conosciute,  ma  la  sua 
grande  analogia  col  tiofene  rende  necessario  di  tener  conto  nella  presente 
discussione  anche  delle  interessanti  anomalie  scoperte  da  Y.  Meyer.  Io  feci 
perciò  ultimamente  osservare  che  anche  pel  pirrolo  non  si  poteva  escludere 
del  tutto  la  possibilità  di   una    costituzione    asimmetrica .('),  ma    1' ultima 

(')  Bell.  Bori.  Ber.  XI,  1812. 

(')  Ciamician  e  Danesi,  Sludi  sui  composti  della  serie  dèi  pirrolo.  Furte  I —  I  den 
Uà,  188&. 

i      Ciamician  e  Silber.  Sludi  sui  composti  ecc.  l'arto  VII  —  /  derivali  dell'acido  r.  ear- 
bopirrolico,  1884. 

(')  lei.,  Sull'astone  degli  alogeni  sul  pirrolo  in  presenza  di  idrati  alcalini,  1885. 

(s)  Ciamician   e   Dennstedt,  Studi  ecc.  Parte  VI  —  L'acetilpirroìo  ed  il  pi  tilpir- 

rulo,  1883. 

(')  V.  Meyer,  XVIII,  1326,  1710. 

(:)  Ciamician,  Sulla  costituzioni-  del  pirrolo,  1885. 

idicosti  —  Voi..  I.  98 


—  744  — 

pubblicazione  di  L.  Knorr  ('),  nella  quale  egli  è  riuscito  a  stabilire  l'identità 
di  un  derivato  dell'  etere  diacetilsuccinico  col  dimetilpirrolo,  scoperto  da 
Weidel  e  me  (2)  nell'  olio  animale  alcuni  anni  or  sono,  rende  a  dir  vero 
presentemente  molto  più  probabile  la  distribuzione  simmetrica  degli  atomi 
di  idrogeno  nel  pirrolo. 


«  Se  dall'etere  diacetilsuccinico  : 
COOC,  H5 

HC— CO  — CH3 


COOC,  H5  COOH  CH 


HC  —  CO  —  CH3       C  —  C 


^>NH 


COOC2  H„  COOH     CH3 

si  ottiene  per  azione  dell'ammoniaca  nettamente  l'etere  dimetilpirroldicàr- 
bonico  (e  da  questo  l'acido  libero  e  poi  il  dimetilpirrolo),  senza  trasposi- 
zioni molecolari,  non  si  può  ammettere  che  nel  pirrolo  gli  atomi  d'idrogeno 
sieno  distribuiti  altrimenti  che  come  nello  schema: 


«  La  questione  più  ardua,  che  per  ora  non  può  risolversi  definitiva- 
mente è  quella  del  modo  in  cui  sono  disposte  le  altre  quattro  valenze 
libere  dei  quattro  atomi  di  carbonio. 

«  Il  pirrolo  non  dà  dei  prodotti  di  addizione  con  gli  alogeni,  almeno 
finora  non  è  noto  nessun  composto  (3)  di  questa  natura,  e  ciò  probabil- 
mente in  seguito  alla  grande  mobilità  dei  suoi  atomi  di  idrogeno  per  cui 
si  formano  subito  dei  prodotti  di  sostituzione;  e  realmente  si  vede  che 
quando  si  è  formato  il  composto  completamente  sostituito  (come  per  esempio 
la  percloropirocolla  (')  ed  il  telracloropirrolo),  questo  diventa  suscettibile 
a  dare  un  composto  di  addizione  (come  p.  es.  il  percloruro  di  tetracloro- 
pirrolo  Ci  Cl4  (C13>N,  ed  il  percloruro  di  percloropirocolla  CioClo^^NjOj)^). 
Il  pirrolo  addiziona  invece  due  o  quattro  atomi  d'idrogeno,  secondo  che  il 

(')  Beri.  Ber.  XVIII,  1558,  (1885). 

(!)  Beri.  Ber.  XIII,  78. 

(s)  Il  prodotto  C4  H5  NIC1  descritto  ultimamente  da  M.  Dittmar  dovrebbe  contenere 
gli  alogeni  legati  all'azoto.  Beri.  Ber.  XVIII,  1622. 

(')  Ciamician  e  Danesi,  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  I.  —  /  deri- 
vali della  pirocolla.  1882. 

(5)  Id.,  Studi  sui  composti  ecc.  Parte  I.  —  Ciamicun  e  Silber,  Studi  sui  composti  ecc. 
Parte  V.  —  /  derivati  della  pirocolla,  1883. 


processo  di  riduzione  è  più  o  meno  energico,  dando    due   basi    secondarie, 
la  pirrolina  dH4(Hj)NH  e  la  pirrolidina  Ci  H4  (H4)  NH. 

«  Il  pirrolo  è  stato  finora  rappresentato  con  due  formole,  quella  pro- 
posta da  Baeyer 

HC  —  CH 

Il       II 
HC       CH  (I) 

\/ 

N 

H 
e  quella  dedotta  da  R.  Schiff  (')  da  un  composto  bibromurato  del  pirrilme- 
tilchetone  che  egli  erroneamente  (')  credette  essere  un  prodotto  di  addizione  : 

HC=CH 

HC— CH  (II) 


N 
H 

«  A  queste  formole  si  può  aggiungere  una  terza 

HC  — CH 

IXI 

HC  — CH 


N 
H 
che  per  ora  nella  presente  discussione  può  considerarsi  identica  alla  prima. 
Le  due  prime  formole  possono  servire  tutte  e  due  a  spiegare  il  comportamento 
del  pirrolo,  in  modo  che  presentemente  non  è  possibile  di  escludere  del  tutto 
l'una  o  l'altra  forinola,  perchè  se  ci  sono  delle  reazioni  che  fanno  piuttosto 
preferire  la  prima,  ce  ne  sono  molte  che  rendono  più  probabile  la  seconda. 

«  Tutte  le  sintesi  di  derivati  del  pirrolo  fatte  recentemente,  si  spie- 
gano meglio  con  la  prima  forinola,  e  del  pari  le  relazioni  che  si  credono 
esistere  fra  il  pirrolo  e  l'indolo,  delle  quali  devesi  tener  conto  sebbene 
non  sieno  state  finora  dimostrate  sperimentalmente,  richiedono  di  preferenza 
la  forinola  di  Baeyer. 

«  Il  fatto  invece  che  il  pirrolo  addiziona  con  facilità,  due  atomi  d'idro- 
geno (per  azione  dello  zinco  ed  acido  acetico)  e  poi  più  difficilmente  (col- 
l'acido  jodidrico  e  fosforo  a  250°)  gli  altri  due,  parla  in  favore  della  se- 
conda forinola,  anche  per  il  motivo  che  dando  alla  pirrolina  la  forinola  : 

H2C  — CH. 

I        I 
HC  —  CH 


N 
H 

(')  Beri.  Ber.  X,  1501. 

(:)  Ciaraician  e  Deimstei.lt.  Studi  sui  composti  ecc.  Part.  Y7.  1S83. 


—  746  — 

si  potrebbe  forse  spiegare  in  certo  modo  il  comportamento  dell'  idrato  di 
dimetilpirrolilammonio  ('),  che  è  del  tutto  diverso  di  quello  dell'idrato  di 
dimetilpirrolidilammonio  (*-),  e  che  invece  ricorda  molto  quello  dell'idrato 
di  metilpiridilammonio. 


CH;! 

H 

C 

H,C  —  CH, 

1        1 

H»C- 

i 

LCH» 
1 

HC  +  CH 

Hj  C       CH» 

HC  - 

-CH 

1     1      1 

"   \/ 

\ 

/ 

HC  +  CH 

CH3 .  N  .  CH;< 

CH3  .  N^OH 

\l/ 

OH 

idrato  di  dimetil- 

CH,.N.OH 

idrato  di  dimetil- 

pirrolilammonio 

idrato  di  metil- 

pirl'olidilammonio 

piridilammonio 

Ammettendo  cioè,  che  nella  pirrolina  i  due  idrogeni  addizionati  non  sieno 
situati  ili  prossimità  dell'azoto,  si  può  supporre  che  la  ragione  per  cui  non 
si  può  ottenere  una  dimetilpirrolina  distillando  l'idrato  di  dimetilpirroli- 
lammonio, sia  questa  :  che  perchè  la  catena  del  pirrolo  si  apra,  è  necessario 
che  l'atomo  di  azoto  sia  legato  direttamente  con  un  gruppo  metilenico  (CHì), 
invece  che  con  un  gruppo  metinico  (CH)  (3). 

«  La  seconda  forinola  del  pirrolo  rende  anche  meglio  conto  delle  rela- 
zioni di  questo  corpo  con  Timide  e  con  l'acido  maleico,  se  considerando 
l'isomeria  degli  acidi  maleico  e  fumarico  analoga  a  quella  dell'  acido  tar- 
trico  inattivo  e  dell'acido  tartrico  neutro,  si  dà  all'acido  maleico  la  forinola 

CH  —  COOH  CH  —  CO  CH  —  CH 

||  per  cui      ||  >NH      e       ||  |    >NH 

CH  —  COOH  CH  —  CO  CH  —  CH 

«  Le  relazioni  del  pirrolo  con  la  piridina  si  possono  esprimere  con 
tutte  e  due  le  forinole,  però  si  interpretano  con  maggior  facilità  partendo 
dalla  seconda  forinola  del  pirrolo. 

«  Il  pirrolo  si  trasforma  in  cloropiridina  (")  trattando  il  suo  composto 
potassico  col  cloroformio,  oppure  trattandolo  direttamente  con  alcoolato  so- 
dico e  cloroformio  (").  Quest'ultima  reazione  ricorda,   come   s'  è   già  detto 
più  volte,  molto  la  formazione  degli  isonitrili  dalle  amine  primarie: 
R  .  NH2  +  CHC13  =  R  .  NC  -+-  3HC1 
d  H4  :  NH  +  CHC13  =  Ci  Hs  CI  :  NCH  -+-  2HC1 

(')  Ciamician  e  Denustedt,  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  —  Azione  del- 
l'idrogeno nascente  sul  pirrolo.  Parte  IV,  1883. 

!)  Ciamician  e  Magnaghi,  Sugli  alcaloidi  derivanti  dal  pirrolo,  1S85. 

{')  Vedi  anche  Ladenburg,  Beri.  Ber.  XVI,  2057. 

(')  Ciamician  e  Dennstedt,  Sull'azione  del  cloroformio  sul  composto  potassico  del  pir- 
rolo  1881  ;  e  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parto  II.  —  Trasformazione  del  pir- 
rolo in  piridina,  1882. 

(s)  Ciamician  e  Silber,  Sulla  monobromopiridina,  1885. 


-    747   — 

ma  non  è  una  reazione  generale  delle  amine  secondarie,  e  non  ha  più  lungo 
eoi  pirrolo  biidrogenato  (la  pirrolina).  Ciò  fa  supporre  che  l'azione  del  clo- 
roformio (o  bromoformio)  sul  pirrolo  stia  in  relazione  colle  valenze  libere 
esistenti  in  questa  sostanza  e  che  se  due  di  queste  sono  occupate  dall'idro- 
geno, come  nella  pirrolina,  la  reazione  non  possa  più  avvenire;  per  cui 
sembra  che  conformemente  alla  seconda  forinola  del  pirrolo,  delle  quattro 
valenze  disponibili,  due  si  trovino  in  condizioni  diverse  dalle  altre  due. 
«  La  piridina  sarebbe  dunque  da  scriversi  : 

Ci  Hs  —  n  _  H 

V        u 

N 

e  siccome  si  deve  ammettere  che  questa  base  sia  formata  da  una  catena 
chiusa  composta  di  5  atomi  di  carbonio  ed  uno  d'azoto,  ne  risulta  la  forinola: 

H 

C 

/)\ 
HC  +  CH 

I    I    I 
HC-j-CH 

\1/ 

N 

che  io,  in  una  Memoria  pubblicata  assieme  al  dott.  Dennstedt  (•')  ci.  ho 
già  proposto  parecchi  anni  or  sono. 

«  Volendo  dare  alla  piridina  la  forinola  ordinaria,  bisogna  ammettere, 
che  nella  trasformazione  del  pirrolo  in  piridina,  perchè  un  atomo  di  car- 
bonio possa  entrare  direttamente  nel  nucleo  del  primo,  si  apra  la  catena 
chiusa  del  pirrolo  e  dopo  avere  acquistato  il  quinto  atomo  di  carbonio  si 
richiuda  nuovamente. 

«  Per  ultimo  si  può  ancora  far  notare,  che  a  schiarire  maggiormente 
le  relazioni  che  esistono  fra  il  pirrolo  e  la  piridina,  contribuisce  molto  la 
comparazione  dei  prodotti  idrogenati  di  questa  base,  col  pirrolo  e  con  i 
suoi  prodotti  di  riduzione;  la  piperidina  trova  riscontro  nella  pirrolidina 
ed  una  diidropiridina  secondaria  dovrebbe  avere  molta  analogia  col  pirrolo  : 

H, 


CH, 

/\ 

H,  C      CH, 

1              1 

H,  C  —  CH, 

1                1 

C 

/\ 

HC  —  CH 

i        i 

HC  =  CH 

.  1         | 

H.C      Che 

"  \y 

N 
H 

H.C  —  CH,    . 
"  \/ 
N 
H 

1 
HC— CH 

\/ 

N 
H 

HC  —  CH 

\/ 

N 
H 

(')  Ciamician  e  Dennstedt,  Sull'azione  del  cloroformio  sul  composto  potassico  del  pir- 
rolo, 1881. 

(')  Vedi  anche:  Pyiidin,  Chinolin,  und  deren  Derivate  von  Dr.  S.  Metzger,  pag.  30 
Bvaunschweig.  1885. 


—  74S  — 

perchè  esiste  una  idrometilpiridina  (C,  Hu  NCH3)  che  ha  proprietà  chimiche  e 
fisiche  molto  simili  a  quelle  del  metilpirrolo  (Oj  H5  NCH3)  ed  affatto  di- 
verse da  quelle  della  piridina  (!)  ». 


PERSONALE   ACCADEMICO 

Cenno  necrologico  del  Socio  Augusto  Vera,  comunicato  dal  Segretario  Ferrt. 

«  Augusto  Vera  del  quale  si  è  notificata  la  perdita  nel  fascicolo  17", 
voli0  dei  Eendiconti  di  quest'anno  (p.  605)  nacque  il  4  maggio  del  1813 
in  Amelia  (provincia  di  Perugia)  da  Sante  e  Giovanna  Altieri.  Suo  padre, 
avvocato,  gli  fu  guida  nei  primi  studi  che  continuò  nei  collegi  di  Spello 
e  di  Todi. 

«  Nel  1826  il  giovane  Vera  fu  mandato  a  Koma  per  essere  avviato  alla 
professione  del  foro,  ma  tratto  da  altre  tendenze  attese  allo  studio  del- 
l'archeologia sotto  il  Nibby,  e,  desideroso  di  allargare  le  sue  cognizioni, 
lasciò  presto  l'Italia,  e  cercò,  visitando  paesi  esteri,  nuovo  pascolo  alla  sua 
curiosità  scientifica  e  alla  sua  attività.  Fu  una  prima  volta  in  Francia,  poi 
in  Isvizzera,  ove  per  qualche  tempo  insegnò  in  due  rinomati  istituti  lettere  latine 
e  greche  •  oltre  il  francese.  Ritornato  a  Parigi,  ove  il  Cousin  apprezzò  il  suo 
ingegno,  attese,  in  modo  più  particolare  che  per  lo  innanzi,  agli  studii  filo- 
sofici, ed  ebbe  impiego  come  insegnante  di  filosofia  nei  collegi  di  Mont  de 
Marsan  (1839),  di  Tolone  (1840),  di"  Lilla  (1843). 

«  Già  provveduto  anteriormente  dei  gradi  universitari!  di  baccelliere  in 
lettere  e  scienze  e  di  licenziato  in  lettere,  il  Vera  superò  felicemente  alla 
Sorbona  il  concorso  di  aggregazione  e  ottenne  inoltre  il  grado  di  dottore 
negli   anni    1844  e    1845. 

«  Supplente  per  uu  anno  nei  Licei  di  Parigi  lu  nominato  professore  di 
filosofia  successivamente  a  quelli  di  .Limoges  (1845),  di  Carlo  Magno  in 
Parigi  (1848),  di  Rouen  (1849),  di  Strasburgo  (1850).  Poscia  la  posizione  dei 
professori  di  filosofia  divenuta  difficilissima  in  Francia,  pel  modo  con  cui  era 
angustiato  e  vigilato  in  un  tempo  di  reazione  l'insegnamento  filosofico,  il 
Vera,  hegeliano,  e  quindi  più  esposto  di  molti  altri  ai  sospetti  e  alle  accuse 
di  una  ombrosa  ortodossia,  cercò  nella  libera  Inghilterra  (1852)  un  terreno 
più  adatto  ai  suoi  diletti  studii  e  alla  sua  professione,  e  le  sue  speranze 
non  furono  deluse.  Egli  sapeva  l'inglese,  e  si  perfezionò  abbastanza  in  questa 
lingua  per  pubblicare,  con  buon  successo,  il  suo  Inquiry  in  to  Speculative 
and  experi  mental  science  e  V  History  of  religion  and  of  the  Christian 
Church,  versione  dal  tedesco  dello  Bretschneider.  Non  iscrisse  libri  in  tedesco, 
ma   possedeva   egregiamente  questo  idioma,  e  ne  fanno  fede  le  sue  eccellenti 

(')  Ciaraician  e  M.ignaghi,  Sugli  alcaloidi  derivanti  dal  pirrolo,  1885. 


—  740  — 

versioni  francesi  delle  opere  di  Hegel,  lavoro  poco  meno  che  completo.  Col- 
laboratore a  Parigi,  nella  Liberté  de  pensa;  di  Jules  Simon  (1848),  il  Vera 
stabilito  a  Londra  scrisse  ùeWMhenaeum  e  in  altri  periodici  inglesi,  e,  venuti 
i  tempi  della  ricostituzione  dell'Italia  a  nazione,  intraprese  di  pubblicare  e 
dirigere  V Emporio,  giornale  scritto  in  italiano,  francese  ed  inglese,  indirizzato 
al  lodevole  scopo  di  promuovere  le  relazioni  letterarie,  artistiche  e  commer- 
ciali fra  l'Italia  e  l'Inghilterra,  ma  che  ebbe  vita  assai  breve. 

«  Venuto  meritamente  in  fama  anche  in  Italia  per  la  pubblicazione  della 
sua  bellissima  «  Introduction  à  la  philosophie  de  Hegel  »,  il  Vera  fu  dal  Ma- 
miani,  ministro  della  pubblica  istruzione  nel  1800.  nominato  professore  di 
storia  della  filosofia  all'Accademia  scientifico-letteraria  di  Milano,  e  dal  De 
Sanctis  eletto  nell'anno  seguente  professore  della  medesima  materia  alla 
Università  di  Napoli  con  stipendio  straordinario.  In  questo  ufficio  rimase  fino 
alla  morte  avvenuta  il  13  luglio  18S5;  periodo  di  25  anni,  nel  quale  il  Vera 
spiegò  una  grande  attività  scientifica,  traducendo  e  pubblicando  a  Parigi  presso 
Germer  Baillière  la  Logica,  la  Filosofia  della  natura,  la  Filosofia  dello  spirito, 
la  Filosofia  della  religione  di  Hegel,  con  commenti,  introduzioni  e  note, 
ristampando  la  introduzione  a  tutto  il  sistema  e  sostenendo  con  ardore  e 
fede  di  apostolo  le  dottrine  del  filosofo  tedesco  contro  le  varie  scuole  che  gli  di- 
sputavano la  direzione  del  pensiero.  Il  Vera  ebbe,  come  lo  Spaventa,  durante  il 
suo  lungo  esercizio  a  Napoli,  scolari  devoti  che  divennero  egregi  insegnanti  e 
.  scrittori  ;  sopra  tutti  va  nominato  Kaffaele  Mariano.  L'Accademia  delle  scienze 
morali  e  politiche  della  Società  reale  di  Napoli  e  ultimamente  quella  dei 
Lincei  (novembre  1883)  lo  ascrissero  fra  i  loro  soci.  Fu  decorato  degli 
ordini  cavallereschi  italiani  ed  onorato   nel  1880   della  dignità    senatoria. 

«  Per  la  morte  del  Vera  rimane  senza  titolare  una  delle  cattedre  filo- 
sofiche più  importanti  di  filosofia  nella  Università  di  Napoli,  e  cioè  quella  di 
storia  di  questa  disciplina  che  egli  occupava  ('),  mentre  è  trascorso  così  poco 
tempo  dacché  quella  di  filosofia  teoretica  già  affidata  allo  Spaventa,  poi  al  Fio- 
rentino, è  rimasta  deserta  per  la  perdita  successiva  di  questi  due  valorosi». 

«  L'elenco  delle  opere  di  Augusto  Vera  è  stato  riferito  nel  fascicolo  dei 
Kendiconti  suindicato. 

«  Il  Vera  ha  scritto  poco  in  italiano  relativamente  al  numero  dei  libri 
che  ha  pubblicati.  I  suoi  lavori  mirano  al  dominio  del  pensiero  hegeliano 
in  Europa  piuttosto  che  alla  direzione  del  movimento  filosofico  nel  suo  paese. 
In  generale  le  sue  indagini  storiche  comprendono  gli  antecedenti  dell'  hege- 
lianismo  nella  filosofia  greca,  tedesca  e  fraucese,  e  non  si  riferiscono  alle  dot- 
trine italiane  salvo  poche  allusioni.  Anche  le  sue  polemiche  non  si  rivolgono 

')  Rettifichiamo  alcuni  errori  occorsi  nel  dare  tale  notizia.  Invea  di  professore  ili 
Storia  in  Milano  leggasi  professore  di  Storia  dilla  Filosofìa  e  invece  'li  insegnò  Filosofìa 
in  'inolia  università  (di  Napoli)  leggasi  insegnò  Storia  della  Filosofia. 


—  750  — 

ai  seguaci  di  Rosmini  e  di  Gioberti  o  alle  dottrine  di  questi  filosofi,  ma  alle 
scuole  francesi  o  tedesche  opposte  alla  sua.  Così,  nella  seconda  edizioue  della 
sua  Introduzione  alla  filosofia  di  Hegel,  egli  combatte  con  acuti  argomenti 
la  triade  dell'  essere,  del  pensiero  e  del  moto  sostituita  dal  Trendeleuburg 
alla  triade  hegeliana  dell'  essere,  del  non-essere  e  del  divenire,  e  difende  valo- 
rosamente la  causa  dell'idealismo  contro  il  materialismo  di  Moleschott  e  di 
Buchner.  Medesimamente  nel  libro  intitolato  L '  Hégélianisme  et  la  Philosophie 
la  controversia  ha  per  oggetto  le  dottrine  della  scuola  eclettica  francese,  come 
nell'  Inquiry  in  to  speculative  and  experimental  Science,  i  suoi  colpi  sono 
diretti  a  Bacone,  a  Locke  e  all'  empirismo  inglese. 

«  I  tedeschi  stessi  riconoscono  le  grandi  benemerenze  del  Vera  verso  la 
scuola  hegeliana;  nella  quale  la  Storia  gli  assegnerà  certamente  un  posto 
distinto  fra  il  Michelet  (di  Berlino)  e  il  Rosenkranz.  Di  lui  ha  detto 
quest'ultimo  che  nei  suoi  scritti  il  pensiero  di  Hegel  si  spoglia  di  una 
forma  soverchiamente  scolastica  per  esprimersi  colla  precisione  e  la  chiarezza 
della  lingua  francese.  Questo  forse  è  poco;  dovrebbe  aggiungersi  che  le  idee 
del  maestro  hanno  subito  nella  mente  del  discepolo  una  elaborazione,  che, 
senza  alterarne  la  sostanza  e  le  forinole  fondamentali,  le  ha  svolte  e  ne  ha 
reso  più  accessibile  l'intelligenza  ('). 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Furono  inviate  in  dono  all'Accademia  da  Soci  e  da  estranei  le  seguenti 
pubblicazioni: 

A.  Amari.  La  guerra  del   Vespro  Siciliano.  9a  edizione. 

G.  D.  Whitney.  The  roots,   verb-forms    and    primari/    derivatives  of 
the  Sanskrit  langage. 

A.  Kanitz.   insultati  botanici  della  spedizione    nell'Asia   centrale  del 
conte  Széchenyi. 

Id.  Campanulaceae  brasilienses. 

G.  vom  Rath.    Yortrdge  und  Mitlheilungen. 

Codex  diplomaticus  cavensis.  Tomo  VI.    Dono  dell'editore  U.  Hoepli. 


,')  Vedi  il  secondo  tomo  dell'  Essai  surla  Philosóphit!  cu  Italie  au  XlXéme  siede,  Paris, 
Durand,  1869,  e  per  la  vita  del  Vera  il  2°  volume  dei  Nuovi  profili  letterarii  del  Camerini 

e  il  recente  lavoro  del  Mariano  nelle  biografie  contenute  nel  Risorgimento  italiano  di  Leone 
Carpi. 


CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società  di  storia  naturale  di  Freiburg;  la  Società  geologica  di  Edim- 
burgo; la  Società  geologica  di  Amsterdam;  il  Comitato  geologico  di  Pietro- 
burgo; la  E.  Biblioteca  di  Parma;  le  Biblioteche  nazionali  di  Firenze  e  di 
Milano. 

Annunciarono  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 

L'Accademia  Ungherese  delle  scienze,  di  Budapest:  il  K.  Museo  di  storia 
naturale,  di   Bruxelles. 

D.  C. 
P.  B. 


753   - 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

pervenute  alV  Accademia  sino  al  1   novembre  1885. 


Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  il  fascicolo  delle 
Notizie  degli  Scavi  per  lo  scorso  mese  di  ottobre,  nel  quale  si 
contengono  le  seguenti  note. 

«  Verona.  Avanzi  romani  scoperti  in  via  Portici  ed  in  via  Pelliciai.  — 
Lavagno.  Nuovi  rinvenimenti  fatti  sul  colle  di  s.  Briccio.  —  Castel  d'Azzann. 
Tomba  di  età  romana  trovata  presso  la  chiesa  parrocchiale.  —  Colonna  (Co- 
mune di  Castiglioni  della  Pescaia).  Nuove  scoperte  nella  necropoli  antichis- 
sima di  Vetulonia.  —  Orvieto.  Prosecuzione  degli  scavi  della  necropoli  vol- 
siniese  in  contrada  Cannicella.  —  Sipicciano  (Comune  di  Roccalvecce  nel 
viterbese).  Mattone  con  bollo  trovato  nei  lavori  per  la  strada  ferrata.  — 
Corchiano.  Tomba  falisca  scoperta  in  contrada  s.  Antonio.  —  Allumiere.  Ri- 
postiglio di  oggetti  di  bronzo  scoperto  tra  il  sepolcreto  della  Pozza  e  la 
valle  del  Campacelo.  —  Roma.  Scavi  e  scoperte  nelle  regioni  urbane  II,  IV, 
V,  IX.  —  Gabii  (Tenuta  di  Pantdno,  agro  romano).  Avanzi  di  antiche  opere 
nel  territorio  gabino,  e  nuovo  frammento  di  fasti  quivi  rinvenuto.  —  Ariccia. 
Tesoretto  di  monete  sassoni  scoperto  negli  orti  Chigi  attraversati  dall'antica 
Appia.  —  Nemi.  Prosecuzione  degli  scavi  nell'area  del  tempio  di  Diana  ne- 
morense.  —  Ascoli- Piceno.  Ghiande  missili  rinvenute  presso  la  nuova  stazione 
della  strada  ferrata.  —  Airola.  Resti  di  suppellettile  funebre  raccolti  lungo 
il  torrente,  presso  s.  Maria  della  N.ve.  —  Baja.  Tombe  rinvenute  presso  il 

Rendiconti  —  Vol.  I.  09 


—  754  — 

Castello  di  Baja.  —  Pozzuoli.  Frammento  di  decreto  dei  decurioni  puteolani, 
scoperto  presso  la  Nunziata.  —  Napoli.  Tomba  con  suppellettile  funebre 
scoperta  presso  s.  Domenico  Maggiore.  —  Ricigliano.  Pavimenti  in  musaico 
rimessi  in  luce  presso  la  cappella  di  s.  Maria  dell'  Incoronata.  —  Metaponto. 
Vaso  con  alfabeto  acheo  rinvenuto  nella  necropoli  Metapontina.  —  Arena. 
Tombe  con  iscrizione  latina  scoperte  nel  territorio  del  Comune  ». 

Matematica.  —  Alcune  particolari  trasformazioni  involuto- 
rìe  dello  spazio.  Nota  IL  del  Socio  R.  De  Paolis. 

4a  Specie.  «  Prendiamo  una  superficie  U  di  ordine  »,  per  la  quale  la  R 
«  sia  r-pla  e  la  S  sia  s-pla,  essendo  ?-+s  =  v  — 1.  Per  un  punto  p  passa 
«  un  solo  raggio  che  si  appoggia  ad  R,  S  nei  punti  h,  k,  questo  raggio 
«  incontra  la  U  in  un  altro  solo  punto  ed  il  coniugalo  armonico  di  p  rispetto 
«  ad  esso  ed  a  h  è  il  punto  corrispondente  p'  ». 

«  La  superficie  U  è  unita,  la  retta  R  è  unita. 

«  Ritenendo  prima  r>0  bisogna  distinguere  i  due  casi:  s%r,  s>i'. 

1°  Caso:  s^.r. 

«  La  superficie  U  contiene  7  =  fx(l  —  s2)H-v(v  —  l)-r2  rette  R,  che  si 
appoggiano  alle  R,  S. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  jx -I- v,  le  quali  con- 
tengono semplicemente  le  q  rette  R,,  la  S  come  multipla  secondo  ff  =  s+l, 
la  R  secondo  p  =  n  —  (s  +  2).  Le  $  contengono  tutte  /x  — 1  rette  infiuita- 
mento  vicine  ad  R,  situate  nei  [x  —  l  piani  che  passano  per  R  e  toccano  la  S 
in  uno  dei  fx  —  1  punti  in  cui  si  appoggia  alla  R.  In  ogni  punto  h  di  R 
la  U  possiede  r  piani  tangenti,  questi  piani  toccano  in  h  tutte  le  $;  le  r 
falde  di  due  $  che  si  toccano  in  h  hanno  fra  loro  un  contatto  di  secondo 
ordine,  in  modo  che  la  R  conta  p2-+-(m-2r  —  1)  volte  nella  intersezione 
di  due  $.  Il  punto  in  cui  un  piano  sega  la  R  è  multiplo  secondo  /s-f-l 
per  la  corrispondente  $. 

«  Ciascuna  delle  q  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei  suoi 
punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  R  è  di  ordine  n — 1 , 
contiene  semplicemente  le  q  rette  R, ,  e  per  essa  la  S  è  multipla  secondo  », 
la  R  secondo  p.  Gli  r  piani  che  toccano  U  in  un  punto  h  di  R  toccano  in  h 
anche  la  superficie  corrispondente  alla  R. 

«  Alla  S  corrisponde  una  superficie  fondamentale  di  ordine  n — 1  la 
quale  contiene  semplicemente  le  q  rette  R, ,  per  essa  la  S  è  spia,  la  R  è 
p-pla.  Questa  superficie  in  ogni  punto  A:  di  S  ha  gli  stessi  piani  tangenti 
di  U,  le  sue  p  falde  che  passano  per  un  punto  h  di  R  hanno  in  h  un  con- 
tatto di  secondo  ordine  con  p  falde  di  ciascuna  0,  di  più  contiene  le  ^—1 
rette  infinitamente  vicine  ad  R  e  comuni  a  tutte  le  $. 

«  Le  curve  di  ordine  ri  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  S  in  n — 1 


punti  ed  incontrano  pure  la  K  in  n — 1  punti,  osculando  in  ciascuno  di  questi 
ultimi  tutte  le  $. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  n — 1  cor- 
rispondente alla  S  e  da  quella  di  ordine  n — 1  corrispondente  alla  K,  contata 
tre  volte. 

2°  Caso:  s>r. 

«In  questo  caso  o  abbiamo [i  =  1,  o  [x  =  2,  s  =  r+l,  o  ^i  =  3, 
s  =  r-hl. 

«  Supponiamo:  [x  =  l. 

«  La  trasformazione  non  si  distingue  essenzialmente  da  quella  in  cui 
s  <;  r.  Le  E,  S  sono  due  rette  che  non  s' incontrano. 

«  Se  s  =  ?•-+-  1  e  p.  =  2  o  \).  =  3 ,  la  U  è  di  ordine  v  =  2  (r  -+- 1)  e 
contiene  una  retta  K,  ?--pla,  ed  una  conica  S,  (r-f-l)-pla,  che  si  appoggia 
ad  R,  ovvero  contiene  una  retta  K,  r-pla,  che  è  corda  di  una  cubica  S, 
(r+l)-pla. 

«  Supponiamo  :  p.  =  2. 

«  La  superficie  U  contiene  q  =  (r  -f- 1)2  -f-  1  rette  R,  che  si  appoggiano 
alle  R,  S. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  2  (r+2),che  con- 
tengono semplicemente  le  q  rette  R,,  mentre  per  esse  la  S  è  multipla  se- 
condo ff=rH-2  la  R  secondo p=r-+-l.  Le  $  contengono  tutte  una  retta 
infinitamente  vicina  ad  R,  situata  nel  piano  che  passa  per  R  e  tocca  la 
conica  S.  In  ogni  punto  h  di  R  la  U  possiede  r  piani  tangenti,  questi  piani 
toccano  in  h  tutte  le  <ì>;  le  }•  falde  di  due  $  che  si  toccano  in  h  hanno  fra 
loro  un  contatto  di  secondo  ordine,  in  modo  che  la  R  conta  (r  — (—  1  )2— f—  (2?-— t—  1  ) 
volte  nella  intersezione  di  due  $.  11  punto  a  in  cui  la  S  incontra  R  è  (p-J-l)-plo 
per  tutte  le  $,  che  hanno  in  a  lo  stesso  cono  tangente  ;  il  punto  in  cui  un 
piano  sega  la  R  è  (p  +  l)-plo  per  la  corrispondente  0. 

«  Ciascuna  delle  q  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei 
suoi  punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  R  è  di  ordine  n — 2, 
contiene  semplicemente  le  q  rette  R,,  mentre  per  essa  la  S  è  multipla  se- 
condo p=r-+-l  e  la  R  pure  secondo  p=r+l.  Gli  r  piani  che  in  un  punto 
h  di  R  toccano  la  U  toccano  in  h  pure  la  superficie  corrispondente  alla  R. 
Alla  S  corrisponde  una  superficie  fondamentale  di  ordine  n — 1,  la  quale  con- 
tiene semplicemente  le  q  rette  R,-;  per  essa  la  S  e  la  R  sono  multiple  se- 
condo p=r-4-l.  Questa  superficie  in  ogni  punto  k  di  S  ha  gli  stessi  piani 
tangenti  di  U,  r  delle  sue  falde,  che  passano  per  un  punto  h  di  R,  hanno 
in  h  un  contatto  di  secondo  ordine  con  r  falde  di  ciascuna  $,  di  più  con- 
tiene la  retta  infinitamente  vicina  ad  R  e  comune  a  tutte  le  $.  Per  la 
superficie  corrispondente  alla  S  il  punto  a  è  (p-l-i)-plo,  il  cono  tangente 
ad  essa  in  a  è  quello  che  è  tangente  in  a  a  tutte  le  $.  Il  punto  a  è  fon- 
damentale e  corrisponde  al  piano  della  conica  S. 


—  75G  — 

«  Le  curve  di  ordine  n  cori  ispoudenti  alle  rette  incontrano  la  S  in  n — 1 
punti,  la  R  in  n-2  punti,  osculando  in  ciascuno  di  questi  ultimi  tutte  le  $, 
e  passano  per  a,  toccando  in  esso  tutte  le  $. 

«  La  jacobiana  delle  <t>  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  ni  cor- 
rispondente alla  S,  da  quella  di  ordine  n — 2,  corrispondente  alla  R,  contata 
tre  volte,  e  dal  piano  di  S,  pure  contato  tre  volte. 

«  Supponiamo  :  p.  =  3. 

«  La  U  è  una  superficie  rigata  le  cui  generatrici  sono  corde  della  cu- 
bica S,  tra  esse  due  sole  Ri,  R2  incontrano  la  R  e  passano  per  i  punti  ai,  a2 
in  cui  la  R  si  appoggia  alla  S. 

«Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  2r-4-5,  le  quali 
contengono  le  due  rette  Ri,  R2,  mentre  per  esse  la  cubica  S  è  multipla  se- 
condo a  —  r-f-2,  la  retta  R  secondo  p  =  r+  2.  Le  $  contengono  tutte  due 
rette  infinitamente  vicine  ad  R,  situate  nei  piani  che  passano  per  R  e  toccano 
la  S  in  at,  ai.  In  ogni  punto  h  di  R  la  U  possiede  r  piani  tangenti,  questi 
piani  toccano  in  li  tutte  le  $;  le  r  falde  di  due  0  che  si  toccano  in  h 
hanno  fra  loro  un  contatto  di  secondo  ordine,  in  modo  che  la  R  conta 
(,-_l_2)2  +  2(r+  1)  volte  nella  intersezione  di  due  0.  I  punti  ai,  a2  sono 
(p_l_l)_pli  per  tutte  le  0,  che  hanno  in  ait  a2  gli  stessi  coni  tangenti;  il 
punto  in  cui  un  piano  sega  la  R  è  (p+l)-plo  per  la  corrispondente  $. 

«  Ciascuna  delle  due  rette  fondamentali  Ri ,  R2  corrisponde  a  ciascuno 
dei  suoi  punti.  La  superficie  fondamentale  corrispondente  alla  R  è  di  ordine 
,i — 5,  non  contiene  le  rette  R)?  R2,  ma  contiene,  come  r-ple,  le  R,  S.  Gli  r 
piani  che  toccano  U  in  un  punto  h  di  R  toccano  in  h  anche  la  superficie 
corrispondente  alla  R. 

«  Alla  cubica  S  corrisponde  una  superficie  di  ordine  n — 1,  la  quale  con- 
tiene semplicemente  le  due  rette  R»,  R2,  mentre  per  essa  la  S  e  multipla 
secondo  r-f-1,  aveudo  in  ogni  punto  di  S  gli  stessi  piani  tangenti  della  U, 
e  la  R  è  multipla  secondo  r-f-2.  Delle  falde  di  questa  superficie,  che  pas- 
sano per  un  punto  h  di  R,  ve  ne  sono  r  che  hanno  in  h  un  contatto  di 
secondo  ordine  con  r  falde  di  ciascuna  <t>.  La  superficie  contiene  le  due 
rette  infinitamente  vicine  ad  R  e  comuni  a  tutte  le  $,  per  essai  punti  ai,  aj 
sono  (j3+l)-pli  ed  i  coni  tangenti  in  essi  sono  quelli  stessi  che  in  ai,  a» 
sono  tangenti  a  tutte  le  <E>.  I  punti  au  %  sono  fondamentali  e  ciascuno  cor- 
risponde al  cono  di  secondo  grado  che  da  esso  proietta  la  S. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondeuli  alle  rette  incontrano  la  S  in  n — 1 
punti,  incontrano  la  R  in  n — 5  punti,  osculando  in  ciascuno  di  questi  ul- 
timi tutte  le  0,  e  passano  per  ciascuno  dei  due  punti  ai ,  a2  con  due  rami, 
che  toccano  in  essi  tutte  le  0. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  ordine  n — 1,  corri- 
spondente alla  S,  da  quella  di  ordine  n— 5.   corrispondente  alla  R,  contata 


—     /  0 1     — 

tre  volte,  e  da  ciascuno  dei  coni  di  secondo  grado,  corrispondenti  ad  aiy  or2, 
contato  tre  volte. 

«Ritenendo  ora  che  sia  ?-  =  0  bisogna  distinguere  altri  due  casi: 

3°  Caso:  r  =  0,  s  =  0. 
«  La  superficie  U  è  un  piano,  che  non  passa  per  R,  e  contiene  p.  rette  R,, 
che  si  appoggiano  ad  S  e  passano  per  uno  stesso  punto  h  di  R. 

«Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  ordine  n  =  /x+l,  le  quali 
contengono  semplicemente  la  S,  hanno  un  punto  (x-plo  in  h,  per  esse  la  R 
è  ((i — l)-pla  e  tutte  contengono  [j. — 1  rette  infinitamente  vicine  ad  R,  situate 
nei  p. — 1  piani  che  passano  per  R  e  toccano  S.  Le  $  contengono  pure  le  u. 
rette  R,.  Il  cono  di  ordine  fx  tangente  alle  $  in  h  è  fisso.  Il  punto  in  cui 
un  piano  sega  la  R  è  /n-plo  per  la  corrispondente  $. 

«  Ciascuna  delle  ju,  rette  fondamentali  R,  corrisponde  a  ciascuno  dei 
suoi  punti.  Al  punto  h  corrisponde  il  cono  fondamentale  che  da  h  proietta 
la  S  ;  alla  S  corrisponde  il  cono  fondamentale  che  tocca  in  h  tutte  le  <t>,  e 
ehtì  ha  la  R  come  generatrice  ([j. — l)-pla. 

«  Le  curve  di  ordine  n  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  S  in  ?i — 1 
punti  e  passano  per  h  con  n — 1  rami  tangenti  a  tutte  le  <J>. 

«  La  jacobiana  delle  0  è  costituita  dal  cono  corrispondente  alla  S  e  dal 
cono  corrispondente  ad  h,  contato  tre  volte. 

4°  Caso:  r  =  0,  s>0. 
«  Necessariamente  deve  essere  |x=l,s=v — 1,  o  ^==2)(s=-l,  o  /j.=3,  s=Ì. 
«Supponiamo:  {A=l. 

«  Le  R,  S  sono  due  rette  che  non  si  incontrano,  la  U  è  di  ordine  v.  e 
contiene  la  S  come  (v — l)-pla.  Questo  caso  rientra  in  quello  jt*=l,  r>0, 
s  =  0  della  specie  precedente. 
«  Supponiamo:  /x=2. 

«  La  S  è  una  conica  appoggiata  in  a  alla  retta  R  e  la  U  è  una  su- 
perficie di  secondo  ordine,  che  contiene  la  S  e  fuori  di  essa  sega  la  R  in 
un  punto  h.  La  U  contiene  due  rette  Ri ,  R2 ,  che  passano  per  h  e  si  ap- 
poggiano ad  S. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  quarto  ordine  per  le  quali  la 
conica  S  è  doppia;  tutte  le  $  hanno  in  a  le  stesse  tangenti  ed  hanno  in  h 
un  punto  doppio  collo  stesso  cono  tangente.  Le  $  contengono  le  Ri,  R»,  la  R 
ed  una  retta  infinitamente  vicina  ad  R,  nel  piano  che  passa  per  R  e  tocca  S. 
Il  punto  in  cui  un  piano  sega  la  R  è  doppio  per  la  corrispondente  $. 

«  Ciascuna  delle  due  rette  fondamentali  Ri,  R2  corrisponde  a  ciascuno 
dei  suoi  punti.  Alla  S  cosrisponde  una  superficie  fondamentale  di  terzo  or- 
dinerà quale  contiene  la  S,  essendo  toccata  in  ogni  suo  punto  dal  piano 
tangente  in  esso  alla  U,  contiene  le  Ri,  R»,  la  R  e  la  retta  infinitamente 
vicina  ad  R  comune  a  tutte  le  <t>,  ha  due  punti  doppi  in  «,  h,  ed  i  coni 
tangenti  in  essi  sono  quelli  che  in  a,  h  sono  tangenti  a  tutte  le  <I>. 


—  758  — 

«  Al  punto  o.  corrisponde  il  piano  di  S,  al  punto  h  corrisponde  il  cono 
di  secondo  grado  che  da  esso  proietta  la  S. 

«  Le  curve  di  quarto  ordine  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  S  in 
tre  punti,  passano  per  h  con  due  rami  tangenti  a  tutte  le  0  e  passano  per  a 
con  un  ramo  tangente  a  tutte  le  <I>. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  terzo  ordine  cor- 
rispondente alla  S,  dal  cono  corrispondente  ad  h,  contato  tre  volte,  e  dal 
piano  corrispondente  ad  a,  pure  contato  tre  volte. 

«Supponiamo:  pi— 3. 

«  La  U  è  una  superficie  di  secondo  ordine,  che  contiene  la  cubica  S , 
la  quale  incontra  in  due  punti  au  a>_  la  retta  K.  Sulla  U  vi  sono  due  rette 
Ri,  Ri,  che  passano  per  ah  %  ed  incontrano  altrove  la  S. 

«  Ai  piani  corrispondono  superficie  $  di  quinto  ordine,  le  quali  conten- 
gono semplicemente  le  due  rette  R! ,  R2,  la  cubica  S  come  doppia  e  per  le 
quali  anche  la  R  è  doppia  ;  di  più  le  0  contengono  tutte  due  rette  infini- 
tamente vicine  ad  R,  situate  nei  piani  che  passano  per  R  e  toccano  S.  Pel- 
le $  i  punti  ai,  <h  sono  tripli,  tutte  le  $  hanno  in  essi  gli  stessi  coni 
tangenti.  Il  punto  in  cui  un  piano  sega  la  R  è  triplo  per  la  corrispondente  $. 

«  Ciascuna  delle  due  rette  fondamentali  Ri,  R2  corrisponde  a  ciascuno 
dei  suoi  punti.  Alla  S  corrisponde  una  superficie  di  quarto  ordine,  la  quale 
contiene  semplicemente  le  due  rette  Ri,  R2  e  la  S,  avendo  in  ogni  punto 
di  S  lo  stesso  piano  tangente  di  U,  per  questa  superficie  la  R  è  doppia,  i 
punti  «i,  ai  sono  tripli  ed  in  essi  i  coni  tangenti  sono  quelli  stessi  che 
in  ai,  «2  toccano  tutte  le  $.  La  superficie  corrispondente  alla  S  contiene 
pure  le  due  rette  infinitamente  vicine  ad  R  comuni  a  tutte  le  0.  1  punti  auat 
sono  fondamentali,  ciascuno  corrisponde  al  cono  di  secondo  grado  che  da 
esso  proietta  la  S. 

«  Le  curve  di  quinto  ordine  corrispondenti  alle  rette  incontrano  la  S 
in  quattro  punti  ed  hanno  un  punto  doppio  in  ciascuno  dei  due  ai,  a2,  toc- 
cando in  essi  tutte  le  $  con  ambedue  i  rami. 

«  La  jacobiana  delle  $  è  costituita  dalla  superficie  di  quarto  ordine, 
corrispondente  alla  S,  e  da  ciascuno  dei  coni  di  secondo  grado,  corrispondenti 
ad  ai,  »2,  contato  tre  volte». 

Chimica.  —  Sulla  costituzione  del  pirrolo.  Nota  III.  di  Giacomo 
Ciajocian,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  Isomerie  nei  derivati  del  pirrolo  e  determinazione  della 
posizione  dei  radicali  sostitnenti.  I  derivati  del  pirrolo  finora  cono- 
sciuti non  sono  molto  numerosi  e  nella  più  parte  di  questi  non  è  ancora 
possibile  di  determinare  con  sicurezza  la  posizione  dei  radicali  sostituenti, 


—  750  — 

quello  che  io  vorrei  ora  esporre  non  può  considerarsi  perciò  che  come  un 
primo  tentativo  eh'  io  pubblico  con  la  massima  riserva. 
«  Esprimendo  il  pirrolo  con  lo  schema  : 

NH 


si  può  prevedere  l'esistenza  di  tre  derivati  monosostituiti  isomeri,  uno  dei 
quali,  cioè  quello  in  cui  il  radicale  sostituente  è  legato  all'azoto  resta  fuori 
di  discussione,  perchè  in  questo  caso  la  determinazione  della  posizione  del 
radicale  non  offre  difficoltà. 

«  Se  nel  pirrolo,  oltre  ai  due  casi  d'isomeria  prevedibili  coli'  aiuto  di 
questa  formola,  ne  possano  esistere  degli  altri  dovranno  decidere  le  espe- 
rienze che  si  faranno  in  seguito,  ma  io  credo  che  per  la  grande  analogia 
che  il  tiofene  ha  col  pirrolo  e  col  furfurano  sia  da  aspettarsi  a  priori,  che 
anche  questi  due  composti  offriranno  nelle  isomerie  dei  loro  prodotti  di 
sostituzione,  le  stesse  anomalie  che  V.  Meyer  ha  scoperto  pel  tiofene  ('). 
Certo  per  ora  sarebbe  prematura  qualunque  considerazione  in  proposito, 
tanto  più  che  le  esperienze  di  V.  Meyer  e  dei  suoi  allievi,  non  hanno  finora 
risoluto  la  parte  puramente  sperimentale  del  problema,  ma  per  le  ragioni 
esposte  più  sopra,  sembra  poco  probabile  che  queste  anomalie  sieno  conse- 
guenze di  una  distribuzione  assimmetrica  degli  atomi  d'idrogeno  nel  tiofene, 
ed  io  credo  che  i  fatti  scoperti  da  V.  Meyer  saranno  altrettanto  difficili  a 
spiegarsi  quanto  lo  sono  le  isomerie  degli  acidi  maleico  e  fumarico. 

«  Fra  i  derivati  monosostituiti  del  pirrolo,  quello  in  cui  meglio  si  può 
conoscere  la  posizione  del  radicale  sostituente  è  l'acido  carbopirrolico  di 
Schwanert.  Questo  acido  si  ottiene,  in  forma  della  sua  amide,  distillando 
il  mucato  ammonico  ed  in  modo  del  tutto  analogo  si  ottiene  dall'acido  mu- 
cico  l'acido  piromucico;  avendo  ora  Baeyer  (2)  dimostrato  che  in  questo 
composto  il  carbossile  è  situato  in  prossimità  dell'ossigeno  del  furfurano, 
si  può  ammettere  con  qualche  probabilità  che  l'acido  carbopirrolico  di 
Schwanert  abbia  una  costituzione  analoga 

H 


N 


COOH 


(')  Sembra  che  esistano  tre  acidi  piromucici  isomeri.    L'acido   piromucico   ordinaria. 
1'  acido  isopiromneico  di  Limpricht  e  l'acido  ?  piromucico  di  Stenhouse  ottenuto  dal  fucusolo. 
(')  Beri.  Ber.  X,  355,  695,  1360. 


—   7(30  — 
e  sia  l'acido  «    carbopirrolico.  Questa   supposizione   viene    inoltre   avvalo- 
rata dall'esistenza  di  un'anidride  interna  di  questo  acido,  la  cosidetta   pi- 
rocolla   |~  (d  H3  :  p0»2  1,  che  si  forma  facilmente  riscaldando  l'acido  « 

carbopirrolico  con  l'anidride  acetica  (');  qui  pure  regge  il  paragone  dei 
derivati  del  pirrolo  con  i  composti  della  serie  aromatica:  L'acido  a  carbo- 
pirrolico sarebbe  in  tutto  da  paragonarsi  all'acido  salicilico,  che  come  questo, 
si  forma  di  preferenza  nelle  sintesi  dirette  tanto  coli' anidride  carbonica, 
che  col  carbonato  ammonico  e  col  cloruro  di  carbonile  (!). 

«  Se  l'acido  carbopirrolico  di  Schwanert  ha  la  posizione  a.  è  probabile 
che  anche  l'unico  pirrilmetilchetone  finora  conosciuto  sia  Va  pirrilmetil- 
ctietone.  Esso  si  produce  direttamente  dal  pirrolo  in  modo  del  tutto  ana- 
logo all'acido  «  carbopirrolico  e  si  trasforma  nettamente  in  questo  composto 
se  viene  ossidato  con  la  potassa  fondente.  Se  si  può  dunque  ammettere, 
con  ogni  riserva,  che  nel  pseudoacetilpirrolo  l'acetile  sia  situato  in  prossi- 
mità dell'azoto,  ne  viene  di  conseguenza  che  anche  l'acido  pirrilgliossilico 
deve  avere  una  costituzione  corrispondente  : 


tNCOCH, 


CO.COOH 


a  pirrilmetilchetone  acido  <i  pirrilgliossilico 

«  Fra  i  derivati  bisostituiti,  il  dimetilpirrolo  scoperto  da  Weidel  e  me 
nell'olio  animale  ha  di  certo  la  posizione  «  a 


(')  Ciamician  e  Silber,  Sintesi  della  pirocolla,  1884. 

(')  Io  ho  descritto  alcuni  anni  or  sono  (Monatshefte  fiir  Chemie  I.  494)  un'  altro 
acido  carbopirrolico  fusibile  a  161-162°,  che  si  ottiene  pure  dal  composto  potassico  del 
pirrolo  per  azione  dell'anidride  carbonica,  al  quale  presentemente  io  non  oserei  attri- 
buire la  posizione  0,  avendo  esso  un  punto  di  fusione  inferiore  all'acido  carbopirrolico  di 
Schwanert.  In  seguito  alle  pubblicazioni  di  V.  Meyer  e  di  E.  Bonz  contenute  del  13"  fa- 
scicolo dei  Berliner  Berichte  (XVIII,  2308  e  2315),  che  mi  pervenne  quando  la  presente 
Memoria  era  già  scritta,  credo  che  anche  gli  acidi  carbopirrolici  abbiano  bisogno  d'essere 
studiati  ulteriormente,  tanto  più  che  a  volte  l'acido  carbopirrolico  di  Schwanert  appa- 
rentemente perfettamente  puro,  offre  un  punto  di  fusione  molto  inferiore  a  quello  che 
generalmente  si  attribuisce  a  questa  sostanza. 


—  761  — 

come  lo  dimostra  l'elegante  sintesi  di  L.  Knorr;  del  pari  ha  questa  costi- 
tuzione il  metilfenilpirrolo  di  C.  Paal  (')  ottenuto  dall'acetofenonacetone. 

«  Per  ultimo  si  possono  fare  alcune  considerazioni  sulla  posizione  del 
residuo  dell'acido  nitrico  nei  nitroderivati  del  pirrolo  e  del  pirrilmetilche- 
tone  (').  Dei  due  mononitrocomposti  isomeri,  che  si  ottengono  direttamente 
per  azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilmetilchetone,  soltanto  uno  ha  proprietà 
acide  e  questo  fatto  potrebbe  far  supporre  che  l'acidità  di  uno  degli  isomeri 
provenga  dall'essere  in  questo  prodotto,  che  è  anche  quello  che  fonde  a 
temperatura  più  bassa,  il  residuo  dell'acido  nitrico  situato  in  prossimità 
dell'azoto.  Il  mononitropirrilmetilchetone  fondente  a  156°  avrebbe  dunque 
la  costituzione: 


COCH-, 


a- a  nitropirrilmetilchetone, 

mentre  per  l'altro  isomero  che  fonde  a  197"  resterebbe  una  delle  due  forinole 


COCH, 


N02  NO* 

te  -  ,i  ìiitropiiTilmetilchetone. 


COCH3 


«  Il  dinitropirrolo  che  si  ottiene  da  questo  composto  probabilmente 
per  sostituzione  del  radicale  dell'acido  nitrico  a  quello  dell'acido  acetico, 
potrebbe  essere 


c.-,i  dinitropirrolo 


(')  Beri.  Ber.  XVIII,  367. 

(')  Ciamician  e  Silber,  Sludi  sui  composti  ecc.  Parte  IX.  —  Sull'azione  dell'acido  ni- 
trico sul  pirrilmetilchetone,  1885. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  imi 


—  762  — 

«  La  posizione  dei  radicali  nel  prodotto  tetrasostituito,  l'acido  dime- 
tilpirroldicarbonico  di  L.  Knorr,  dal  quale  deriva  il  dimetilpirrolo  suaccen- 
nato, è  pure  indubitabilmente  determinata  ». 

Matematica  —  Sulle  superficie  generate  da  due  sistemi  Cre- 
moniani  reciproci  di  grado  m.  Nota  del  prof.  G.  Jung,  presentata 
dal  Socio  Bkioschi. 

«  Intendo  per  sistemi  Cremoniani  isografioi  di  2a  specie  e  di  grado  m 
due  piani  punteggiati  o  due  piani  rigati,  o  due  stelle  di  raggi  o  due  stelle 
di  piani  o  una  stella  di  raggi  (piani)  e  un  piano  punteggiato  (risp.  rigato), 
fra  i  quali  abbia  luogo  la  corrispondenza  univoca  studiata  dal  Cremona  nelle 
Memorie  dell'Istituto  di  Bologna  (t.  II  e  t.  V  della  2a  serie)  e  investigate 
per  un  caso  particolare  da  Jonquières  (Nouvelles  Annales  de  Mathemati- 
que,  1864)  ('). 

«  E  per  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  rn  intenderò  due  forme 
di  2a  specie  I,  I',  tali,  cbe  la  forma  reciproca  (per  dualità)  di  una  di  esse, 
si  trovi  con  l'altra  in  corrispondenza  Cremoniana  di  grado  m  ;  onde  2,  I' 
saranuo  o  due  sistemi  piani  (uno  punteggiato,  uno  rigato)  o  due  stelle  (una 
di  raggi,  una  di  piani)  o  un  sistema  piano  punteggiato  (rigato)  e  una  stella 
di  piani  (risp.  di  raggi). 

«  In  ciascuno  dei  due  sistemi  vi  è  un  determinato  numero  di  elementi 
fondamentali  —  a\  (rispettivamente  ]3i)  elementi  semplici,  «2  (risp.  /32)  ele- 
menti doppi,...  ar  (risp.  (3,)  elementi  r-pli  —  comuni  a  tutte  le  figure  (s)  di 
una  certa  rete  di  grado  m;  e  vi  è  un  certo  numero  di  figure  principali, 
componenti  la  Jacobiana  di  questa  rete.  Fra  i  numeri  ur  e  /3f  hanno  luogo 
le  relazioni  : 
Zr»ar  =  2r8#.  =  »n2  — 1;     Irxr  =  ZrjS,  =  3  (m  —  1) ,   2«r  =  2/3r.     (1) 

«  Dati  due  sistemi  Cremoniani  isografici  o  reciproci  di  grado  m ,  ogni 
projezione  centrale  e  ogni  sezione  piana  eseguita  sull'uno  o  sull'altro  o  su 
ambedue  i  sistemi  dà  origine  a  due  nuovi  sistemi  Cremoniani  dello  stesso 
grado  e  della  stessa  natura  (cioè  rispettivamente  isografici  o  reciproci)  ;  gli 
elementi  fondamentali  e  le  figure  principali  di  questi,  provengono  dagli  ele- 
menti fondamentali  e  dalle  figure  principali  di   quelli,   ogni  elemento  r-plo 

('}  Le  due  Memorie  di  Cremona  sono  riprodotte  nei  tomi  I  e  III  del  Giornale  di 
Battaglini  ;  quella  di  Jonquières,  lungamente  arrenata  negli  Archivi  dell'Accademia  di  Pa- 
rigi, fu  stampata  recentemente  nel  t.  XXIII  dello  stesso  Giornale,  per  cura  dell'  egregio 
dott.   Guccia  di  Palermo. 

(')  Per  figura  qui  s'intenda  una  linea  (luogo  o  inviluppo)  o  un  cono  (luogo  o  invi- 
luppo); per  rete  di  figure  un  sistema  di  linee  d'ordine  (classe)  m  oppure  di  coni  d'ordine 

(classe)  m,  soddisfacenti  ad  — — — ■ 2  condizioni  comuni. 


—  763   — 

del  primitivo  sistema  dando  luogo  a  un  elemento  r-plo  del  nuovo,  e  ogni 
figura  di  grado  r  a  una  figura  di  ugual  grado.  Del  resto  la  projetlivilà  di 
due  forme  di  2S  specie  non  è  che  un  caso  particolare  della  corrispondenza 
Cremoniana  ;  infatti  per  m  =  l  la  corrispondenza  isografica  o  reciproca 
di  grado  m  coincido  con  V  omografia  o  rispettivamente  con  la  correlazione 
(dualità)  ordinaria. 

«  Considerando  due  sistemi  Cremoniani  isografici  di  grado  m,  2,  2',  e 
l'ente  geometrico  determinato  da  due  elementi  corrispondenti,  si  presenta 
spontanea  la  ricerca  della  figura  (linea,  superficie,  ecc.),  generata  dall'ente 
anzidetto. 

«Tale  ricerca,  nell' ipotesi  che  2,  2'  siano  due  stelle  di  raggi,  fu  fatta 
per  un  caso  particolare  da  Jonquières  (1.  e.)  e  pel  caso  generale  da  Cremona 
(1.  e.  2a  Memoria)  ;  —  le  due  stelle  isografiche  generano  una  curva  gobba 
dell'ordine  »i  +  2,  luogo  dei  punti  ove  s' incontrano  i  raggi  corrispondenti. 

«Nell'ipotesi  che  2,  2'  siano  due  piani  punteggiati,  tale  ricerca  fu 
fatta  da  Hirst  (')  ;  —  i  due  piani  isografici  generano  una  congruenza  di  classe  m 
e  di  ordine  m  -f-  2  (che  l' autore  chiama  congruenza  Cremoniana),  ogni  raggio 
della  quale  unisce  due  punti  corrispondenti  dei  piani  dati. 

«  Si  rileva  poi,  per  dualità,  che  se  2,  2'  sono  due  piani  rigati,  l'invi- 
luppo dei  piani  contenenti  coppie  di  raggi  corrispondenti  è  una  sviluppabile 
della  classe  m-f-2  ;  e  se  2,  2'  sono  due  stelle  isografiche  di  piani,  gli  ele- 
menti corrispondenti  si  segano  lungo  i  raggi  di  UDa  congruenza  dell'ordine  rn 
e  della  classe  m-r-2. 

«  In  simil  modo  e'  è  luogo  a  studiare  la  figura  geometrica  generata  da 
due  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  in.  Avendo  io  fatto  tale  studio 
ed  essendo  arrivato  a  risultati  forse  non  privi  d'interesse,  mi  permetto  di 
qui  comunicarne  alcuni. 

«  Se,  allargando  il  significato  di  una  denominazione  già  in  uso,  per 
monoide  di  grado  n  si  convien  d' indicare  tanto  una  superficie  di  ordine  n 
dotata  di  un  punto  (n — l)-plo,  quanto  una  superficie  di  classe  n  dotata  di 
un  piano  tangente  (n — l)-plo,  trovo  che  due  sistemi  Cremoniani  reciproci 
di  grado  m,  lei',  generano  un  monoide  del  grado  m-f-1;  precisamente, 
se  2,  2'  sono  due  stelle,  il  monoide  è  il  luogo  dei  punti  comuni  ai  raggi 
di  2  e  ai  corrispondenti  piani  di  2',  se  sono  due  piani,  il  monoide  è  l'invi- 
luppo dei  piani  che  passano  pei  punti  di  2  e  per  le  rette  corrispondenti  di  2'. 

«  Per  ogni  valore  di  m  vi  sono  tante  classi  di  sistemi  Cremoniani  reci- 
proci quante  sono  le  soluzioni  delle  equazioni  (1);  ed  altrettante  sono  le 
specie  di  monoidi  di  grado  m-f-1  da  essi  generati  (una  medesima  specie 
contenendo  un  monoide-luogo  e  il  monoide-inviluppo  correlativo).  Ogni  specie 

(')  On  Cremonian  Congruences,  nei  Proceedings  of  the  London  Math.  Society  voi  XIV; 
On  Congruences  of  the  third  Order  and  Class,  ibidem,  voi.  XVI  (1885). 


—  764  — 

poi  può  presentare  più  tipi  diversi,  dipendenti  dalla  scelta  degli  elementi 
fondamentali  e  dagli  altri  elementi  arbitrari  di  cui  si  può  disporre  nello  sta- 
bilire la  corrispondenza  reciproca  dei  sistemi  generatori  2,  2'. 

«  Fra  le  soluzioni  delle  (1)  vi  è  sempre  la  seguente 
«!  =  /3i  =  2m  —  2  ,  am-i  =  /3,„_i  ==  1 
che  caratterizza  la  corrispondenza  reciproca  di  grado  m,  analoga  a  quella 
isografica  studiata  da  Jonquières;  la  classe  corrispondente  di  sistemi  reci- 
proci si  distinguerà  col  nome  di  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  Jonquiè- 
res, e  il  monoide  che  questi  generano  si  chiamerà  monoide  normale  (')  del 
grado  m  -f- 1 . 

«  Ad  esempio,  per  m  =  1  si  ha  la  consueta  generazione  delle  quadriche 
(come  luogo  o  come  inviluppo,  secondo  che  2,  2'  sono  due  stelle  o  due 
piani)  ; 

per  m  =  2  si  ha  una  nuova  generazione  della  superficie  di  3°  ordine 
con  punto  doppio  o  della  superficie  di  3a  classe  con  piano  tangente  doppio, 
secondo  che  2,  2'  sono  rispettivamente  due  stelle  o  due  piani  ;  e,  come  caso 
particolare,  si  ha  una  nuova  generazione  della  cubica  dotata  di  4  punti 
doppi,  o,  rispettivamente  della  sua  reciproca,  cioè  della  superficie  romana 
di  Steiner; 

per  m  =  3,  prescindendo  dai  casi  particolari,  si  ha,  come  nei  casi  pre- 
cedenti, una  sola  specie  di  monoide  (il  monoide  normale)  di  4°  grado  ;  la 
quale  comprende  la  superficie  di  4°  ordine  con  punto  triplo  e  una  retta 
doppia  ('),  e  la  reciproca  di  questa  ; 

per  m  =  4,  al  contrario,  essendovi  due  classi  distinte  di  trasformazioni 
Cremoniane  reciproche,  si  hanno  due  distinte  specie  di  monoidi  del  5U  grado; 
prescindendo  dai  casi  particolari,  l'una  comprende  la  superficie  di  5°  ordine 
con  punto  quadruplo  e  una  retta  tripla  (monoide  nonnaie)  e  la  sua  reci- 
proca —  l'altra  la  superficie  di  5°  ordine  con  un  punto  triplo  e  tre  rette 
doppie  in  esso  concorrenti,  e  la  sua  reciproca  (J)  ; 

e  anche  maggior  varietà  di  specie  presentano  i  valori  di  »n>4. 

«  Si  può  dire  in  sostanza  che,  dato  m,  ogni  soluzione  delle  (1)  som- 
ministra le  caratteristiche:  a)  di  una  classe  di  sistemi  Cremoniani  isografici 


(')  Il  monoide  normale  d'ordine  n  rientra  nel  tipo  delle  superficie  d'ordine  n  dotate 
di  retta  (n— 2)-pla-,  sulle  quali  si  confronti  nel  t.  Ili  dei  Matliem.  Annalen  la  Memoria  di 
E.  Sturm:  Ueber  die  Flàchen  mil  einer  endlichen  Zahl  von  (einfachen)  Geraden,  vorzugsweise 
die  der  vierlen  und  funften  Ordnung. 

(')  Per  monoidi  di  4°  ordine  vedasi  la  Memoria  di  K.  Rohn,  Ueber  die  Flàchen  vier ter 
Ordnung  mil  dreifachem  Punkte,  Math.  Annalen,  t.  XXIV  (1884). 

(')  Questi  monoidi  (corrispondenti  ad  m=4)  sono  casi  particolari  della  superficie  di 
5°  ordine  dotata  di  una  cubica  doppia;  due  casi  non  considerati  nella  celebre  Memoria  di 
Clebsch  ,  Ueber  die  Abbildung  algebraischer  Flàchen,  insbesondere  der  vierten  und  fuìi/len 
Ordnung,  Math.  Annalen,  t.  I  (1870). 


—    *0-J    — 

(e  corrispondente  specie  di  curve  gobbe,  ecc.  da  essi  generata)  ;  b)  di  una 
classe  di  sistemi  Cremoniani  reciproci,  associata  alla  precedente  ;  e)  di  una 
determinata  specie  di  monoidi  del  grado  m  +  1  {comprendente  due  mo- 
noidi correlativi)  cioè  quella  generata  dai  sistemi  b). 

«  Le  principali  proprietà  dei  monoidi  dei  quali  ci  stiamo  occupando 
sono  riassunte  nei  seguenti  teoremi,  che  si  dimostrano  con  facili  considera- 
zioni geometriche,  e  nei  loro  correlativi,  i  cui  enunciati  si  omettono  per 
brevità. 

Due  stelle  Cremoniane  reciproche  di  grado  m  generano  (come  luogo  del 
punto  comune  a  un  raggio  dell'una  e  al  piano   corrispondente  del- 
l'altra) una  superficie  0,,,-m  ,  deW  ordine  m-t- 1,  per  la  quale  il  centro  S 
della  stella  di  raggi  è  un  punto  ?n-plo  e  il  centro  S'  dell'altra  è  un 
punto  semplice.  Alla  congiungente  i  due  centri  corrisponde  in  S'  un 
piano  t  e  in  S  un  cono  km  d'ordine  ni:  r  è  il  piano  tangente  in  S' 
e  km  il  cono  osculatore  in  S  alla  superficie  (monoide)  generata. 
Questo  monoide)  $,„,-i  contiene,   allo   stesso  grado  r  di   molteplicità,  cia- 
scuna retta  fondamentale  r-pla  della  stella  di  raggi;  e  da  ogni  piano 
fondamentale  i-plo  £,■  dell'altra  stella  è  segato  secondo  una  linea  com- 
posta di  una  curva  Ci  (d' 'ordine  i  e  genere  zero)  e  di  una  C)n_,,-i  ('). 
Se  j  intersezioni  di  queste   curve   si  trovano   su  rette  fondamentali 
semplici  della  stella  S,  ;,  è  un  piano  (j'-f-i  +  l)  -tangente  del  monoide. 
«  Già  da  questo  teorema  emerge  che  $,n^-i  contiene   un   certo   numero 
di  rette  (rette  fondamentali  del   monoide)   concorrenti   nel   suo   vertice  S: 
cioè  le  «i  rette  semplici,  le  a2  doppie,  ...  le  xr   rette   fondamentali   r-ple 
della  stella  di  raggi.  Vedremo  ora  che  sulla  superfìcie  sono   inoltre  situatp 
altre  rette  in  numero  limitato.  Mantenendo  infatti  ad  ai  e  /3i  il  significato 
già  detto  e  indicando  con  y  il  numero  dei  piani  non  principali  della  stella  S 
che  eventualmente  contengono  (per  equivalenza)  (5)    m  rette  semplici  della 
superficie,  passanti  per  S,  si  può  formulare  quest'altro  teorema: 
Il  monoide  $m-H  contiene  X  =  ai  +  m  +  l  rette  semplici  concorrenti  nel  suo 
vertice  S,  ed  altre  pL  =  (3\-hy  non  passanti  per  questo  punto  (3). 


(')  Oltre  alla  serie  di  coniche  di  cui  si  dirà  in  seguito,  ogni  monoide  normale  coìt- 
itene dunque  almeno  un'altra  conica,  appoggiala  in  un  punto  della  reità  fondamentale  mul- 
tipla: è  la  conica  posta  nel  piano  (hi — l)-plo  della  stella  S'.  Stante  questa  proprietà, 
il  monoide  normale  di  grado  m  si  può  rappresentare  punto  per  punto  sul  piano  con  l'identica 
costruzione  wioperata  da  Clebsch  per  la  rappresentazione  della  superficie  di  4°  ordine  do- 
tata di  retta  doppia  (1.  e.  §  2).  Del  resto  qualsiasi  monoide  (normale  o  no)  si  può  rappre- 
sentare sul  piano  con  una  semplicissima  costruzione  :  basta  farne  una  prolezione  sul  piano 
rappresentativo  dal  suo  punto  m-plo  (vertice). 

(')  Vale  a  dire  che  invece  di  ?)»  rette  semplici,  il  piano  potrebbe  anche  contenero 
delle  rette  multiple  di  $m^, ,  purché  la  somma  dei  gradi  di  molteplicità  uguagli  m. 

(')  Il  valor  minimo  di  y,  se  t-m^_,  è  il  monoide  normale  del  rispettivo  ordine,  è  =m-+-l. 


—  766  — 

Se  esistono  due  paja  di  rette  fondamentali  in  ciascun  dei  quali  la  somma 
dei  gradi  di  molteplicità  uguagli  m  —  1,  si  può  stabilire  la  corrispon- 
denza Cremoniana  reciproca  fra  S  ed  S'  in  modo  da  assicurare  a  -y 
il  valor  minimo  2. 
Quando  invece  esiste  un  solo  pajo  di  tali  rette,  oppure  quando  vi  son  due 
rette  fondamentali  la  somma  dei  cui  gradi  di  molteplicità  uguagli  m — 2, 
la  corrispondenza  si  può  stabilire  in  modo  da  assicurare  a  y  il  valor 
minimo  1. 
Applicando  il  teorema  al  monoide  normale  di  grado  »H-1  (<X\=(3i=2in — 2) 
si  trova:  Sul  monoide  normale  di  ordine  m-+- 1  giacciono  3m —  1  paia 
di  rette  semplici  associate  (sj,s'j):  le  Sj  (/=1,  2, ...  Zm —  1)  concor- 
rono nel  vertice  o  punto  m-plo  S;  le  loro  associate  s' )■  scmo  situate  nei 
piani  che  quelle  determinano  con  la  retta  fondamentale  (m — l)-pla  ('). 
Oltre  alle  3m — 1  rette  s'y  vi  sono  sul  monoide  tante  altre  rette  non 
passanti  pel  vertice,  quanti  sono  i  piani  per  S  che  eventualmente 
contengono  m  rette  Sj  ('). 

«  Ritornando  al  caso  generale,  quelle  m-f-1  (  =  X  —  «i)  rette,  insieme 
alle  2<xr  fondamentali,  costituiscono  l'intersezione  completa  del  monoide  col 
cono  osculatore  del  suo  vertice  S;  nessun'altra  retta  g'  della  superficie,  oltre 
a  queste  #,  («  =  1,  2,  3, ...  =  grado  di  molteplicità),  passa  per  S. 

«  Ogni  retta  gt  è  asse  di  un  fascio  di  piani  e  determina  sulla  super- 
ficie una  serie  di  curve  Cm— j-^i  dell'ordine  m — i-f-1,  aventi  un  punto  (m — ?')-plo 
in  S;  onde  il  nunoide  <bm-*\  contiene  1  (  =  ai -4- m  + 1)  serie  di  curve  C,„ 
con  punto  (ni — l)-plo  S,  a»  serie  di  curve  Cm_i  dotate  in  S  di  punto 
(?n  —  2-plo,  ecc.  ecc.;  ma  non  contiene  in  generale  alcuna  serie  di  coniche 
situate  in  piani  passanti  per  una  delle  rette  fondamentali  —  invece  sui 
monoidi  normali  di  qualsivoglia  grado  si  trova  sempre  una  tal  serie  di 
coniche. 

«  La  superfìcie  ®m^i  contiene  pure  \>.  (  =  /3i  +  7)  serie  di  curve  COT, 
corrispondenti  alle  a  rette  g'  che  situate  sulla  superficie,  non  passano  pel 
suo  vertice  ;  ogni  C,„  posta  in  un  piano  per  g'  ha  un  punto  (r  —  l)-plo  fisso 
in  ciascuna  delle  rette  fondamentali  r-ple  incontrate  dalla  g'  ed  ha  un  punto  r-plo 
(variabile  col  piano)  in  ciascuna  delle  altre  fondamentali  r-ple  (r  =  1,  2,  3, ....  ). 
«  Altri  gruppi  discreti  ed  altre  serie  di  curve  di  diversi  ordini  si  tro- 
vano sulla  superficie;  la  strettezza  dello  spazio  m'impedisce  di  darne  qui 
una  descrizione    anche   sommaria.    Osservando   però   che  i  monoidi  normali 


(')  Così  <f>4  contiene  8  paja  di  rette  associate,  't'j  ne  contiene  11  paja,  ecc.  ecc.;  cfr. 
Sturili,  1.  e. 

(*)  Per  una  proprietà  dimostrata  da  Eohn  col  sussidio  delle  funzioni  ellittiche  (1.  e. 
pag.  59),  il  monoide  di  4°  ordine,  per  es.,  potrebbe  contenere  al  massimo  altre  11  rette 
non  passanti  pel  vertice. 


—     <0<     — 

di  4°  e  5°  ordine  (cioè  quelli  generati  da  stelle  Cremoniane  reciproche  di 
Jonqui'eres,  di  gradi  m  —  3  e  =4  rispettivamente)  sono  risp.  casi  parti- 
colari della  superficie  di  4°  ordine  dotata  di  una  retta  doppia  e  della  super- 
ficie di  5°  ordine  dotata  di  una  cubica  doppia,  e  che  le  curve  situate  su 
queste  superficie  furono  diffusamente  studiate  da  Clebsch  e  da  Sturm  (1.  e), 
posso  dire  che  applicando  ai  detti  monoidi  $i,  <J>5  la  teoria  superiormente 
esposta,  si  perviene  a  risultati  i  quali,  tenuto  conto  della  particolarità 
accennata,  sono  in  perfetto  accordo  con  quelli  ottenuti  dai  ricordati  due 
geometri  ». 

RELAZIONI  DI  COMMISSIONI 

Dai  Soci  S.  Cannizzabo  e  P.  Blaserna,  venne  presentata  al  Presidente 
una  Memoria  dei  dottori  G.  Ciamician  e  P.  Magnaghi,  intitolata:  Sugli  alca- 
loidi derivanti  dal  pirrolo,  accompagnandola  con  una  Relazione  che  ne  approva 
la  stampa  e  la  dichiara  d'urgenza. 

Questa  Memoria  sarà  pubblicata  negli  Atti  dell'Accademia. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Pubblicazioni  inviate  in  dono  da  Soci: 
C.  Nigra.  Canzoni  popolari  del  Piemonte.  —   Il  Moro  Saracino. 

CORRISPONDENZA 

Ringraziarono  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società  storica  lombarda  di  Milano;  la  Società  geologica  di  Edim- 
burgo; la  Società   zoologica  di  Amsterdam;  la   R.   Università  di  Pavia:  la 
Biblioteca  di  Reykjavik;  il  R.  Osservatorio  di  Praga;  la  Commissione  per  la 
carta  geologica  del  Belgio,  di  Bruxelles. 

Ringraziò,  annunciando  l'invio  delle  proprie  pubblicazioni: 
L'Osservatorio  meteorologico  di  Vienna. 

D.  C. 
P.  B. 


—  769  — 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA    DEI    LINCEI 


Classe  di  scienze  fìsiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta    del    15  novembre    18S5. 

F.  Brioschi  Presidente 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 


Matematica.  —  Le  equazioni  modulari  nella  trasformazione 
del  terzo  ordine  delle  funzioni  iperellittiche  a  due  variabili.  Nota 

del  Socio  Brioschi. 

«  La  teorica  della  trasformazione  delle  funzioni  iperellittiche  a  due  va- 
riabili non  è  molto  progredita  dopo  che  tino  dall'anno  1855  il  sig.  Hermite 
ne  stabiliva  le  basi  nella  sua  nota  Memoria  «  Sur  la  théorie  de  la  transfor- 
mation des  fonctions  Abeliennes  ».  Mi  limiterò  a  citare  fra  i  lavori  posteriori 
quello  del  sig.  Konigsberger  pubblicato  nel  giornale  di  Borchardt  «  Ueber 
die  Transformation  dritten  Grades  und  die  zugchUrigen  Modular -gleichungen 
der  Abclschen  Functionen  ersler  Ordnung  >.  (anno  1867)  ed  i  più  recenti 
del  sig.  Krause  in  parte  riassunti  nella  Memoria  «  Sur  la  transformation 
des  fonctions  hyperclliptiques  de  premier  orare  »  che  trovasi  negli  Acta 
Mathematica  del  sig.  Mittag-Leffler  (anno  1884). 

«  Le  ricerche  del  sig.  Krause  conducono,  anche  nel  caso  qui  conside- 
rato della  trasformazione  di  terzo  ordine,  ad  un  grande  numero  di  relazioni, 
alcune  delle  quali  dovranno  necessariamente  essere  conseguenza  di  altre, 
essendo  limitato  il  numero  delle  incognite  del  problema. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  101 


—  770  — 

«  Sieno  5  (v1 ,  vì)  ,  S3  4  (uj ,  us) ,  $i  (»>, ,  v2) ,  30  2  («i ,  vt)  quattro  fun- 
zicni  théta,  le  prime  due  pari,  dispari  le  seconde  ;  indicando  con  6(ul,u>), 
?3i  (wi,  «2)  e  così  via  le  funzioni  trasformate,  si  avià  come  gli  autori  citati: 

nella  quale  le  p,  1,  p.,  v,  a  sono  i  cinque  coefficienti  indeterminati. 

«  Rappresenterò  con  /,  u  i  valori  di  5  («i,  Vj)',  234(^1,^2)  corrispon- 
denti a  Vi  =  u2  =  0,  e  cosi  con  x,  y;  z,  w  quelli  delle  funzioni  9S,  Su; 
^0  3)  ^23.  e  colle  stesse  lettere  maiuscole  i  corrispondenti  valori  delle  fun- 
zioni trasformate.  Si  hanno  fra  queste  quantità  le  seguenti  relazioni  : 

X  =  px{x*  —  lyì)  ,  Y  =  py  (y^-hlx1) 

(1)  Z,=pz(z*  -4-fiuÉ),  W=,3u;(u>*  —  pz*) 

T=pt  (t*  -fvt*1)  ,  U  =  (3tt(«i*-f-vtJ) 

«  Inoltre  dalle  relazioni  generali: 

J4  —  W4  =  Z4  +  to''  =  #'  -+-  !/'' 

si  deducono  le  due  note: 

zi  -r-u>W-|-MU  =  tT. 
«  Formo  ora  coi  valori  superiori  di  X,  Y,  Z,  W,  T,  U  le   tre  espres- 
sioni eguali  fra  loro  : 

X4  +  Y4  =  Z4  -f-  W  =  T4  —  U4 
si  ottengono  le  : 

p' oc1  y*  (x*  +  yl)  xly- 

p's'w'fr'H-u,'  — =       "  +   '    +   'U  "^^ 

p*t»uf(«»-fi«)  L  '"in?       3J- 

«  [  numeratori  delle  frazioni  primi  membri  dello  precedenti  equazioni 
sono  evidentemente  eguali  fra  loro  ;  ora  si  può  dimostrare  che  ciascuno  di 
essi  è  eguale  a  zero.  Dalle  equazioni  (1)  vedesi  tosto  essere: 

_  xX  -+-  y Y  _  zZ  -+-  wW  _  iT  —  mU 

P~~  xi-hyi   '  '  zi-hivl   ~  «4  — m4 

ed  indicando  con  p\  il  valore  di  p  per  la  trasformazione  supplementare,  si  avrà: 

_  xX  -+-  yY  _  rZ  -t-  «W  _  tT  —  mU 
Pl  ~  X4  •+-  Y4  ~=  Z4  +  W4  —  T*  —  U4 
per  le  prime  delle  quali  : 

X4  +  T4  -  pi  (a;4  -f-  y4)3  =  £  (a,4  +  yi)  [l-p*Pl  («»  +  y4)«  j 

ri 


—  771  — 
e  siccome  la  forinola  per  la  triplicazione  dà: 

3       __J__ 

P  pl~(xl-hyi)i 

si  giunge  al  seguente  teorema: 

«I  coefficienti  X,  \x,  v,  della  formola   di   trasformazione 
del  terzo  ordine  devono  soddisfare  alle  seguenti  equazioni: 

X'«  -f-GX-  —  4aX  —  3  =  0 

fA»  +  6ji»  —  Up.—  3  =  0 

v4  +6v*  —  4cv  —  3  =  0 
essendo: 

a  =  — s—t-  ,         o  =  — s — r- .        e  =  — 


«  Se  si  indicano  con  X| ,  /xi ,  vi  i  valori  di  X,  a,  v  per   la   trasforma- 

zione  supplementare,  si   avranno,  analogamente  alle  (1): 

x  =  PlX(V-hT-)  y=p,Y(Y*  +  XiX*) 

2  =  p,Z(Zi+p:1Wl)  w  =  pi  W  (Ws—  fi,  Z2) 

«  =p,T(T2  +  vi  U4)  w  =  p,  U  (IT- +  v,  T2) 

dalle  quali  e  dalle  (1)  si  deducono  la  : 

,   0       foX  +  t/Y)4  —  (y  +  ?/4)(X4  +  Y4) 

ed  altre  due  analoghe  ;  ma  i  numeratori  di  queste  frazioni   sono   nulli   per 
quanto  si  è  osservato  più  addietro,  si  avranno  quindi  le  tre  relazioni  : 

XX[  +  3  =  0        1**1-4-3  =  0        vv,  +  3  =  0. 

«  Infine  indicando  con  c0,  c0i,  Cj,  c12  i  valori  delle  altre  quattro  fun- 
zioni pari  30  {v\ ,  v^  ,  B0  \  (v\ ,  v2) ,  3»  {vt ,  f2) ,  Sl  2  («! ,  u2  )  corrispondenti  a 
t>i  =  t'»  =^  0,  si  hanno,  come  ha  dimostrato  il  sig.  Krause: 

Co  Co  =  p  i  co  •+-  X  Ci  C0  1  -h  p.  Co  Ci  -h  V  Co  ci  2  +  WC0  C0  1  Ci  C|  2  ] 

ed  altre  tre  analoghe,  per  le  quali: 

Co  c0  +C2   e,   =T«  —  Xx  Co  c0  +  Coi  co,  —  T«  —  Zz 

Co  ì  c0 1  +  Ci  2  e, ,  =  T t  —  Y y  Csc,  -h  Ci aci «  =  Tt  —  Ww 

si  otterrà  dalle  medesime  la  equazione  del  quarto  grado  a  cui  soddisfa  a. 
«  A  questo  scopo  si  osservi  che  fra  le  or,  y,  z,  w,  t,  u  e  le  co ,  c0 1 ,  e» ,  c^  » 
hanno  luogo  le  relazioni: 

2       yiw*.tt-ha;iztui  t 

c»  = i*+^i 

4      a;1  «;»«*  —  »•««»«  , 

Ci  =  1 't ~  Ci  ! 

s4  -f-  to4  z*  H-  u>* 

e  quindi  si  può  formare  il  valore  di  a  in  funzione  delle  x,  y  ...;  X,Y., 


X* 

w*t* 

—  y*s*ui 

3 

y- 

r4 
uPu' 

-h«>4 

—  772  — 

Geologia  —  Contribuzione  alla  geologia  dei  vulcani  Laziali. 
Sul  cratere  tuscola.no.  Nota  del  Socio  G.  Ponzi. 

«  Trovandomi  per  consiglio  dei  medici  in  Frascati,  uno  dei  più  ridenti 
paesi  del  Lazio,  affine  di  provvedere,  per  quanto  sia  possibile,  alla  cura 
della  malattia,  che  da  tanti  anni  mi  afflige,  ho  approfittato  di  qualche  breve 
tregua  concessami  per  portare  nuove  indagini  scientifiche  su  quella  contrada, 
già  altre  volte  da  me  esplorata,  a  fine  di  scoprire  se  fossi  incorso  in  qualche 
orrore  e  di  aggiungere  ulteriori  cognizioni. 

«  Nelle  mie  pubblicazioni  io  accennai  all'esistenza  di  un  cratere,  che  per 
la  sua  situazione  in  prossimità  della  città  di  Frascati,  chiamai  Tuscolano. 
Questo  cratere  è  ora  cancellato  e  poco  o  nulla  riconoscibile  per  disfacimenti 
sopraggiunti;  fa  parte  della  ghirlanda  di  bocche  succursali,  che  coronano  il 
grande  cratere  della  prima  epoca  eruttiva  nel  sistema  vulcanico  Laziale. 

«  L'attuale  territorio  di  Frascati,  a  dire  il  vero,  si  distende  per  la  mas- 
sima parte  sulle  vaste  pianure  della  campagna  romana,  e  solo  in  parte  risale 
per  comprendere  le  colline  tuscolane,  giacenti  sulle  pendenze  esterne  del 
grande  cono  Laziale.  È  appunto  in  queste  che  si  ritrova  il  cratere  tuscolano, 
del  quale  ora  non  resta  che  un'ampia  cavità  sotto  la  villa  Montalto,  oggi 
Grazioli. 

«  La  esistenza  di  tale  bocca  eruttiva  può  dedursi  dalle  vestigia  e  dagli 
indizi  che  oggi  ancora  ci  rimangono  di  essa,  cioè: 

1°  Dalla  sua  stessa  posizione  sulla  esterna  pendenza  del  grande 
cono,  analogamente  agli  altri  crateri  ausiliari,  spettanti  alla  prima  epoca 
eruttiva. 

2°  Dalle  correnti  di  lava  emesse  da  quel  cratere.  Presso  la  villa 
Pallavicini  si  manifesta  una  vasta  corrente  lavica,  la  quale  poi  si  divide  in 
due  ingenti  rami;  l'uno  diretto  a  Grottaferrata  verso  S.  SO  e  che  osservasi 
all'Osteria  del  Fico  ;  l'altro  scorrente  verso  N-O,  che  arriva  fino  a  Vermicino. 

3°  Dalla  quantità  enorme  di  cristalli  isolati  di  melauite  ed  augite 
disseminati  in  questa  regione  insieme  a  grande  numero  di  cristalli  di  leu- 
cite, minerale  così  frequente  in  tutti  i  vulcani  italiani.  Sembra  che  gli  in- 
dicati cristalli  sieno  stati  lanciati  dalla  bocca  eruttiva  sotto  forma  di  pioggia, 
analogamente  alla  pioggia  di  cristalli  di  augite,  lanciati  dal  cratere  dei  Monti 
Rossi  sull'Etna  nel  1813. 

4°  Dall'ingente  numero  di  rocce  erratiche,  miste  a  prodotti  clastici, 
lapilli,  scorie,  ceneri,  pozzolane,  frammenti  di  lave,  ecc.,  che  si  trovano  ac- 
cumulate in  quella  località  ('). 

(')  Molti  campioni  di  massi  erratici,  provenienti  da  questa  località  furono  raccolti  e 
mi  furono  mostrati  dal  sig.  ingegnere  Panizza,  capo  dell'uffizio  tecnico  di  Frascati. 


—   77:J  — 

5°  Infine  dalla   stessa  stratificazione  di  questi  materiali  clastici,  mo- 
stranti inclinazione  tutto  all'intorno  del  cratere. 

«  Sembra  quindi  non  potersi  dubitare  che  la  cavità,  che  osservasi  sotto 
la  villa  Montalto,  rappresenti  realmente  un  cratere,  facente  parte  delle  bocche 
ausiliarie  sparse  sul  grande  cono  laziale  ed  aperte  nelle  più  violenti  eruzioni  ». 

Matematica  —  Sui  siatemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  m. 
Nota  II.  del  prof.  G.  Jung,  presentata  dal  Socio  Brioschi. 

«  In  una  Nota  precedente  (')  mi  sono  occupato  delle  superficie  generato 
da  due  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  m  comunque  situati  nello  spazio. 
Supporrò  ora  che  i  due  sistemi  2,  2'  siano  sovrapposti  (2)  e  cercherò  se 
esistono  e  come  siano  distribuiti  gli  elementi  uniti  dei  due  sistemi. 

«  Per  fissar  le  idee  invaginiamo  dapprima  che  2  e  2'  siano  due  sistemi 
piani  sovrapposti  (il  caso  di  due  stelle  concentriche  sarà  considerato  più  tardi). 
Qual'  è  il  luogo  dei  punti  uniti  di  2  cioè  dei  punti  situati  nelle  corrispon- 
denti rette  di  2'?  In  altre  parole:  quante  rette  di  2'  incontrano  una  retta 
arbitraria  g  del  piano  nei  punti  corrispondenti  di  2?  Alla  g,  considerata 
come  retta  di  2,  corrisponde  in  2'  una  certa  curva  G'  di  classe  m,  avente 
per  tangente  ?-pla  ogni  retta  fondamentale  r-pla  del  sistema  2'  (r=  1,2,3,...). 
Da  un  punto  P  di  g  arrivano  a  G'  m  tangenti  p'\p't...p'm,  le  quali,  se 
risguardate  come  elementi  di  2',  hanno  per  corrispondenti  (in  2)  m  punti 
Pi  ?i . . .  P,„  della  stessa  g;  onde  ogni  posizione  di  P  su  g  determina  un  gruppo 
ili  m  punti  (Pi  Pi...  Pm).  Viceversa  a  un  punto  Pi  di  g  corrispondo  in  2' 
una  tangente  p\  di  G',  la  quale  incontra  g  in  un  punto  P  e  determina  gli 
altri  m —  1  punti  PjP3...PTO;  onde  ogni  punto  P,  del  gruppo  determina 
un  punto  P  di  g.  Vi  è  dunque  su  g  una  corrispondenza  [l,m]  con  m  +  1 
coincidenze;  ma  se  il  punto  P  coincide  con  Pi,  esso  giace  nella  retta  corri- 
spondente, è  un  punto  unito  di  2 —  epperò  il  luogo  dei  punti  uniti  è  una 
curva  Cm-^i  dell'  ordine  m-\- 1 .  Per  m  =  1  si  ritrova  così  una  proprietà  notis- 
sima di  due  piani  projettivi  reciproci  sovrapposti  (3). 

«  Se  la  retta  g  passa  per  un  punto  or,  fondamentale  r-plo  del  sistema  2, 
le  corrisponde  in  2'  una  curva  della  classe  m  —  r;  mentre  al  suo  punto  o, 
corrispondono  tutte  le  tangenti  di  una  determinata  curva  principale  Q<r), 
della  classe  r.  Ciascuna  delle  r  tangenti  condotte  da  or  ad  £!(r>  contenendo 
il  proprio  punto  corrispondente  —  cioè  or  —  ne  viene  che  or  è  punto  r-plo 
per  la  C,„^i. 

(')  Sulle  superficie  generate  da  due  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  m.  Rendi- 
eonti  della  E.  Accademia  dei  Lincei.  18S5;  pag.  762. 

(')  Sono  sovrapposti  o  concettivi  due  sistemi  piani  quando  giacciono  nello  stesso  piano, 
due  stelle  quando  hanno  lo  stesso  centro. 

(')  Cfr.  per  es.  Rete,  Geometrie  der  Lage,  2a  Aufl.,  B.  II,  p.  61. 


—  T74  — 

«  Indicando  con«ril  numero  dei  punti  fondamentali  ?'-pli  di  2(r=1.2,3,...), 
con  §  il  numero  dei  punti  doppi  (per  equivalenza)  della  C,„-h  e  teueudo  pre- 
senti le  equazioni 

Zr^  ar=  m1  —  1, 
IrtXr  —  3(m —  1), 
si  trova  : 

3_v  '•('•-!)   Xr_  (»i-1)(»n  — 2)  . 


2  2 

onde  la  classe  della  curva  C,„-h  è  =  4m —  2.  Con  considerazioui  correla- 
tive si  dimostrano  le  proprietà  reciproche,  epperò  il  teorema: 

«  Dati  in  uno  slesso  piano  due  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  m, 
il  luogo  dei  punti  uniti  ossia  situali  nelle  rètte  corrispondenti  è  una  curva 
dell'ordine  m-f-1  e  della  classe  4m —  2,  la  quale  passa  r  volte  per  ogni 
punto  fondamentale  r-plo  del  sistema  punteggiato;  e  l'inviluppo  delle  rette 
unite  ossìa  passanti  pei  punti  corrispondenti  è  una  linea  della  classe  m-f-1 
e  dell'ordine  4m  —  2,  la  quale  è  toccata  r  volte  da  ogni  retta  fondamtn- 
tale  x  pia  del  sistema  rigato. 

«  Sia  applicando  il  principio  di  dualità,  sia  direttamente  si  trova  il 
teorema  analogo  : 

«  Date  due  stelle  Cremoniane  reciproche  di  grado  m,  aventi  lo  stesso 
centro,  il  luogo  dei  raggi  uniti  è  un  cono  dell'ordine  m-f-1  e  della  classe 
4m — 2,  contenente  r  volte  ogni  raggio  fondamentale  r-plo  della  stella  di 
raggi;  e  l'inviluppo  dei  piani  uniti  è  un  cono  della  classe  m-f-1  e  del- 
l'ordine 4m — 2,  il  quale  è  toccato  r  volte  da  ogni  piano  fondamentale  r-plo 
della  stella  di  piani. 

«  Questi  teoremi,  presentati  sotto  aspetto  alquanto  diverso,  si  possono 
collegaro  con  quelli  della  Nota  in  principio  ricordata  ;  si  può  dire  infatti  che: 

«  Due  sistemi  Cremoniani  reciproci  di  grado  m  2 ,  2'  generano  un 
monoide  del  grado  m  +  1,  quando  non  sono  sovrapposti;  quando  sono 
sovrapposti  generano  due  linee  piane  reciproche  (una  delle  quali  di  ordine 
m-f-1  e  di  classe  4m  —  2)  oppure  due  coni  reciproci  (uno  dei  quali  di 
ordine  m-f-1  e  di  classe  4m  —  2)  secondo  che  2,2'  sono  rispettivamente 
due  sistemi,  piani  o  due  stelle. 


MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

A.  Righi.   Ricerche  sperimentali  e  teoriche  intorno  alla  riflessione  della 
luce   polarizzata    sul   polo    d'una    calamita.    Memoria   II,   presentata   dal 

Socio  Blaserna. 


—  775  — 

RELAZIONI    DI    COMMISSIONI 

11  Socio  Cerruti,  a  nome  dei  Soci  Battaguni  e  De  Paolis,  relatore, 
legge  una  Relazione  sulla  Memoria  del  dott.  A.  Pokchiesi,  intitolata:  Una 
rappresentazione  del  complesso  lineare  sullo  spazio  ordinario.  La  Relazione 
conclude  approvando  detta  Memoria  per  la  stampa  negli  Atti  dell'Accademia. 

Le  conclusioni  delle  Commissioni,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Presidente  commemora  brevemente  le  perdite  subite  dall'Accademia 
nelle  persone  dei  Soci  Augusto  Vera  e  Carlo  Maggiorasi.  Aggiunge  che 
del  primo  il  Socio  Fekri  dettava  un  cenno  necrologico,  che  venne  pubbli- 
cato nei  Rendiconti. 


11  Socio  Moriggia  legge  una  Commemorazione  del  defunto  Socio 
Maggiorasi. 

Questa  commemorazione  sarà  pubblicata  negli  Atti  accademici. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Socio  Cerruti,  a  nome  del  segretario  Blaserna,  presenta  le  seguenti 
pubblicazioni  delle  quali  Soci  ed  estranei  fecero  omaggio  all'Accademia: 

G.  Govi.  L'ottica  di  Claudio  Tolomeo,  da  Eugenio  Ammiraglio  di 
Sicilia  ridotta  in  latino  sovra  la  traduzione  araba  di  un  testo  greco  im- 
perfetto. Pubblicazione  fatta  per  deliberazione  della  R.  Accademia  delle 
scienze  di  Torino. 

I.  L.  Soret.  Sur  le  iòle  du  sens  du  toucher  dans  la  perception  du 
beau,  particulièrement  chez  les  aveugles. 

S.  Vecchi.  La  Teoria  geometrica  attuale  delle  restituzioni  prospettive 
riveduta  e  corretta.  Presentata  dal  Socio  Cremona. 

CORRISPONDENZA 

Il  Socio  Cerruti,  a  nome  del  segretario  Blaserna,  comunica  la  seguente 
corrispondenza  relativa  al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

Il  R.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere  di  Milano;  la  R.  Accademia 
storica  di  Madrid;  la  Società  filosofica  americana  di   Filadelfia;    la   Società 


—  776  — 
batava  di  filosofia  sperimentale  di  Rotterdam;  il  Museo  di  zoologia  compa- 
rata di  Cambridge  Mass.;  la  Società  degl'  ingegneri  di  Torino;  le  Biblioteche 
nazionali  di  Milano  e  di  Firenze;  la  R.  Biblioteca  di  Parma;  la  Biblioteca 
comunale  di  Siena;  il  Comitato  geologico  di  Pietroburgo. 
Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni  : 
La  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  e  belle  arti  del  Belgio;  la  R.  Società 
sassone  delle  scienze,  di   Lipsia;    il    Comitato   geologico   degli   Stati  Uniti, 
di  Washington. 

V.  C. 


—  777 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA     DEI    LINCEI 


Classa  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta  del  29  novembre  1885. 

G.  Fiorelli  Vice-Presidente. 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Filologia.  —  Formulari  della  cancelleria  di  Egitto  nel  XIV 
secolo,  per  alcuni  Capi  di  Stati  italiani.  Memoria  del  Socio  M.  Amari. 

«  In  questo  lavoro  verranno  dati  gli  estratti  di  un'opera  del  Calcasciandi, 
che  contengono  la  intitolazione  con  la  quale  la  Cancellarla  de'  sultani  d'Egitto 
nel  XIV  secolo  scrivea  a'  magistrati  di  Genova,  al  doge  di  Venezia,  al  mar- 
chese di  Monferrato,  alla  regina  Giovanna  di  Napoli  e  al  papa.  Conterrà 
inoltre  la  traduzione  arabica  di  una  lettera  dell'ambasciatore  di  Venezia  e 
d' una  del  capitano  di  Cipro  al  Sultano  d'Egitto.  Di  tuttociò  sarà  dato  testo 
arabo  e  versione  italiana,  col  riscontro  di  un  codice  arabo  della  Ambrosiana  ». 

Questa  Memoria  sarà  pubblicata  negli  Atti  dell'Accademia. 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  il  fascicolo  delle 
Notizie  degli  Scavi  per  lo  scorso  mese  di  ottobre,  accompagnando 
la  presentazione  colle  seguenti  osserva/.ioui. 

«  Il  fascicolo  delle  Notizie   sulle   scoperte   di   antichità  per  lo  scorso 
mese  di  ottobre  fu  già  stampalo,  e  mi  onoro  di   presentarlo  alla  R.  Acca- 
demia. Delle  materie  quivi  contenute  fu  già  dato  annunzio   nel  penultimo 
Rendiconti  —  Vol.  I.  102 


—   778   — 

fascicolo  de'  Rendiconti.  Giovami  per  altro  informare  i  colleghi  che  nel  fasci- 
colo medesimo  si  parla  delle  ulteriori  ricerche  fatte  nella  necropoli  di  Ve- 
fculonia,  dove  furono  trovate  altre  tombe  antichissime  con  suppellettile  fune- 
bre di  tipo  laziale  ;  e  tratta  di  un  rinvenimento  di  ghiande  missili  iscritte, 
avvenuto  presso  la  città  di  Ascoli,  il  quale  rinvenimento  accresce  soltanto 
il  numero  di  epigrafi  conosciute,  ripetendosi  negli  esemplari  ultimamente 
ritrovati  le  note  leggende  FIR  e  XV,  cioè  della  XVa  Sezione. 

«  Si  riferisce  pure  nel  fascicolo  predetto  un  cospicuo  frammento  di  un 
decreto  municipale  puteolano,  che  sarà  quanto  prima  illustrato  dal  prof, 
de  Petra. 

«  Finalmente  vi  si  trova  una  nota  del  prof.  Barnabei,  sopra  un  fram- 
fento  di  fasti  gabini,  ultimamente  rinvenuto  in  occasione  di  lavori  per  il 
rilievo  della  carta  archeologica  del  territorio  di  Gabii  ». 

Epigrafia.  —  Sopra  un  frammento  epigrafico  Ialino  relativo 
ai  Fadi  Gabini.  Osservazioni  del  Socio  Barnabei. 

«  Il  Socio  Barnabei  richiama  l'attenzione  della  Classe  sopra  un  fram- 
mento epigrafico  latino,  rinvenuto  non  ha  guari  presso  il  lago  di  Castiglione, 
sulla  via  Prenestina,  nel  sito  dell'antica  Gabii,  ove  si  fecero  le  numerose 
scoperte  di  antichità  nel  1792. 

«  Questo  frammento  appartiene  ai  Fasti  Gabini,  e  riguarda  gli  anni 
727-732  di  Roma. 

«  Un  altro  pezzo  de' Fasti  medesimi,  scoperto  nel  sito  stesso,  riferivasi 
agli  anni  755-759  ;  ma  esso  andò  perduto  nel  trasporto  che  si  fece  delle 
antichità  Gabine  dalla  tenuta  di  Pantano  a  Boma  ». 

Storia.     —    Documenti    riguardanti    Federico   .Cesi.    Nota    del 
Socio  corr.  E.  Nabducci. 

«  Ho  l'onore  di  presentare  all'Accademia,  a  nome  del  signor  Duca  di 
Rignano,  D.  Emilio  Massimo,  una  grande  tavola  in  rame,  impressa  in  Roma 
nel  1628,  mentr'era  ancor  vivo  Federico  Cesi,  intitolata  «  genealogia  offi- 
siosvm  »,  e  contenente  un  albero  genealogico  della  famiglia  Cesi,  compilato 
da  Luca  Alberto  Petti  di  Todi,  Protonotario  Apostolico  e  Canonico  di  quella 
cattedrale  (').  Questo  douo  sembrami  tanto  più  doversi  tenere  in  pregio,  in 
quanto  che  mi  sono  assicurato  che  la  nostra  Accademia  mancava  finora  di 
questo   sincrono  documento.  L'albero   medesimo,  edito  per  la  prima  volta 

(')  Del  medesimo  Petti  riportansi  :  Ottave  72  in  lode,  delta  città  di  Todi  e  suoi  citta- 
dini, da  Gio.  Batt.  Possevino,  nella  sua  opera:  Vita  de  santi  e  beali  di  Todi.  Perugia  1597 


—  770  — 

mi  1609,  fu  poi  due  altre  volte  ripubblicato  con  giunte,  onde  è  questa 
che  presento  la  terza  edizione,  ed  apparisce  incisa  da  Francesco  Folcari. 
Contiene  le  diverse  diramazioni  dei  Cesi,  da  Federico  I  Cesio  Aquitano,  l'anno 
942,  e  prosegue  in  linea  retta,  sino  ai  figli  di  Federico,  fondatore  della 
nostra  Accademia.  Oltre  parecchie  illustrazioni  storiche,  ha,  nel  margine  su- 
periore a  destra,  due  distici  latini  in  onore  dei  Cesi,  firmati  :  «  Joannes 
Domissianus  Lynceus  cephallonieusis  D.  T.  »,  che  è  Giovanni  Demisiauo,  da 
Cefalù,  inscritto  sotto  il  n°  17  del  catalogo  autografo  dei  Lincei. 

«  La  penultima  ramificazione  del  tronco  diretto  dell'accennato  albero  ha 
uno  scudo  sormontato  da  una  corona,  con  a  canto  una  piccola  targa  ov'è  la 
lince,  anch'essa  coronata,  nel  quale  scudo  il  nostro  Federico  è  così  regi- 
strato: «  Federicus  |  Marchio  Mòtis  |  Celij  II.  L.  P.  I.  Prneps  |  S.  P.  et 
«  S.  A.  Vx.  Isabel-  |  la  Saldata,  a.  Ar-  |  temisia  Colli-  |  na  »,  cioè  «  Fe- 
«  dericus  Marchio  Montis  Celii  secundus,  Lyncseorum  Princeps  primus, 
«  Princeps  Sancti  Poli  ed  saucti  Angeli,  Uxores  Isabella  Salviata  et  Arte- 
«  misia  Columna».  E  qui  giova  avvertire  che  S.  Angelo  e  S.  Polo  furono 
eretti  in  Principati  di  moto  proprio  dal  pontefice  Paolo  V  con  sua  bolla  dei 
18  gennaio  1613,  a  favore  del  nostro  Federico  ('),  non  a  favore  di  Federico 
suo  padre;  cioè  circa  tre  anni  dopo  che  questi,  con  atto  degli  8  marzo  1610, 
rogato  da  Giovan  Francesco  Bulgarini  notaio  di  Camera  (*),  e  confermato 
dallo  stesso  Paolo  V  con  breve  dei  7  marzo  1611  (3),  aveva  rinunciato  al- 
l'amministrazione del  suo  patrimonio,  a  favore  di  suo  figlio.  Termina  l'al- 
bero colle  figlie  di  esso  Federico  in  numero  di  sei,  delle  quali  Olimpia, 
Firmina  e  Teresa  allora  in  vita,  e  Maria  Maddalena,  Cecilia  e  Francesca 
morte  bambine.  E  questa  precoce  moria  in  casa  Cesi  sembra  fosse  eredita- 
ria, dacché  troviamo  essere  a  Federico  morti  nell'infanzia  quattro  fratelli 
e  due  sorelle.  Sembra  per  altro  che  nel  1642  la  sola  Olimpia  rimanesse  in 
vita,  affermandosi  da  Nicola  Ratti  ('),  che  nel  medesimo  anno  ella  andò  sposa 
a  Paolo  II  Sforza,,  conte  di  Santa  Fiora,  e  che  ella  era  allora  «  unica  figlia 
di  D.  Federico  Angelo  Cesi  ».  Onde  apparisce  quanto  poco  fondata  fosse 
l'asserzione  di  Gian  Vittorio  Rossi  (c),  che  parlando  di  Federico,  da  lui 
erroneamente  chiamato  Angelo ,  soggiunge  :  «  Uxorem  habuit  mulierem 
«  nobilissima^,  sed  nullum  ex  ea,  neque  virilem  neque  femineum  sexum 
«  reliquit  ». 


(')  Archivio  Massimo,  sezione  Cesi,  n°  54. 
(')  Archivio  detto,  Tomo  25,  n°  82,  car.  12?. 
(")  «  1610,  nouis  mattii,  ab  Incarnatione  »  (Ivi,  car.  115). 
(')  Della  famiglia  Sforza.  Parte  I.  Eom.i,  s.  a.,  pag.  343. 

(')  Jani  Micii  Eeythr^i,  Pinacolheca  tenia  imaginumVirorum,  aliqua  ingenti  eleru- 
ditionis  faina  illustrium.  Col.  Urbiorum,  1648,  pag.  103. 


—  780  — 

«  Profittando  del  gentile  permesso  concessomi  dal  prelodato  signor  Duca 
Massimo,  di  fare  indagini  nell'Archivio  di  Casa  Cesi,  ora  congiunto  con  quello 
della  sua  famiglia,  ho  preso  nota  di  alcuni  documenti,  che  in  calce  riporto, 
e  che  contengono  particolari  non  privi  d'importanza  intorno  a  Federico  ed 
alla  sua  famiglia,  raccolti  tutti  dal  precitato  Luca  Alberto  Petti,  in  tre  suoi 
lavori  inediti  che  hanno  per  titoli: 

1.  Probationes  diversae  super  antiquitate  et  nobilitate  Familiae Mqui- 
tanae  Caesiae. 

2.  De  familia  Caesia,  olim  de  Aquitanis. 

3.  Compendium  seu  commentarli  de  posteritate  DD.  Caesiorum  Aqui- 
la norum. 

«  Apparisce  da  tali  documenti,  che  Federico,  dopo  essergli  morta  di 
parto  prematuro  Artemisia,  figlia  di  Francesco  Colonna,  principe  di  Pale- 
strina,  e  di  Ersilia  Sforza,  avesse  dalla  sua  seconda  moglie  Isabella,  figlia 
del  marchese  Giuliano  di  Lorenzo  Salviati  e  di  Maddalena  Strozzi,  e  con- 
sanguinea del  Gran  Duca  di  Toscana,  anche  due  maschi  omessi  nell'albero 
e  ambedue  di  nome  Federico,  e  morti  entrambi  non  oltre  il  terzo  giorno 
dalla  loro  nascita,  l'uno  nel  1623,  l'altro  nel  1626.  È  da  notare  anche  la 
insistenza  colla  quale  in  tali  documenti  si  pone  la  morte  del  nostro  Fede- 
rico ai  2  di  agosto  del  1630,  anziché  al  primo  di  esso  mese,  come  dalla 
notissima  lettera  di  Francesco  Stelluti  (').  Vengo  anche  assicurato  esistere 
nel  Comune  di  Acquasparta  una  lettera  o  verbale  della  morte  di  Federico, 
ov'è  detto  che  sulla  targhetta  trovata  nella  sua  tomba  è  notata  la  sua  morte 
come  avvenuta  il  2  agosto.  Ma  di  questo  documento,  che  pure  avrei  desi- 
derato vivamente  di  produrre,  non  mi  è  riuscito  di  aver  copia. 

«  Primo  dei  documenti  che  più  oltre  riporto,  siccome  il  più  impor- 
tante, fu  da  me  ritrovato  dopo  lunghe  e  pazienti  ricerche  in  molti  archivi 
parrocchiali  di  Koma.  Niuna  delle  vite  stampate  o  manoscritte  (')  di  Fede- 
rico Cesi  accenna  al  giorno  o  al  mese  della  sua  nascita,  limitandosi  a  porre 


(')  Vedi  :  Sulla  vera  epoca  della  morte  di  Federico  Cesi,  ecc.  Nota  istorico-critica  del 
prof.  Paolo  Volpiceli,!,  negli  Alti  dell' Accad.  pont.  de'Nuovi  Lincei,  to.  XVI,  anno  XVI 
(1862-63),  Roma  1863,  pag.  267-293,  sess.  2a  dei  4  genn.  1863;  e  nel  Giornale  Arcadico. 
to.  CLXXV,  della  Nuova  serie  XXX.  Genn.  e  febbr.  1862.  Roma  1863,  pag.  162-202:  ove 
non  è  da  dimenticare  che  in  ciascuno  di  questi  due  volumi  trovansi  pubblicate  13  lettere 
di  Federico  Cesi,  due  delle  quali  dirette  al  card.  Maffeo  Barberini,  poi  Urbano  Vili,  una 
al  fratello  di  lui  D.  Carlo,  Generale  di  S.  Chiesa,  e  le  altre  dieci  al  card.  Francesco 
Barberini. 

(s)  Fra  queste  ultime,  oltre  il  manoscritto  del  Cancellieri  indicato  più  oltre,  è  da  an- 
noverare una  Vita  del  principe  Federico  Cesi,  stesa  dal  Nelli,  e  conservata  a  car.  10-30  del 
voi.  V  della  Divisione  III  (Contemporanei)  dei  manoscritti  Galileiani  della  Biblioteca  Na- 
zionale di  Firenze  (sezione  Palatina). 


—  781  — 

questa  nell'anno  1585.  E  veramente  non  mi  sembra  prova  di  molta  accu- 
ratezza l'aver  trascurato  che  Giovanni  Battista  Porta,  in  una  sua  lettera  al 
Cesi,  data  di  Napoli  il  20  luglio  1604,  lo  dice:  «  vis  decimum  nonum  agens 
«  annuin  »  ('),  il  che  stabilisce  la  sua  nascita  doversi  riferire  innanzi  al  20 
luglio  del  1585. 

«  Apparisce  pertanto  da  un  libro  manoscritto  ora  conservato  nell'ar- 
chivio parrocchiale  di  San  Lorenzo  in  Damaso,  che  contiene  il  registro  dei 
battesimi  dal  1582  al  1590,  che  Federico  Cesi  fu  battezzato  nella  parroc- 
chia de'  SS.  Simone  e  Giuda,  il  13  di  marzo  del  1585,  impostigli  i  nomi 
di  Federico,  Francesco,  Ercolano,  e  tenuto  al  sacro  fonte  da  Iacopo  Bon- 
compagni,  e  da  una  dama,  il  cui  nome  è  lasciato  in  bianco,  ma  che  è 
detta  moglie  dell'ambasciatore  di  Spagna.  Da  che  si  vede,  come  fosse  tratto 
in  inganno  il  Batti  ('),  allorché  scusava  coloro,  e  specialmente  l'Eritreo,  che 
Federico  chiamarono  «  Angelo  »,  dicendo  che  portò  ambedue  questi  nomi. 
Essendo  pertanto  ordinario  costume  in  Boma  di  battezzare  i  bambini  l'in- 
domani, o  al  più  tre  giorni  dalla  nascita,  possiamo  stabilire  con  molta  ap- 
prossimazione che  Federico  nascesse  tra  il  10  e  il  12  marzo  1585. 

«  Iacopo  Boncompagni,  Duca  di  Sora,  Marchese  di  Viguola,  e  Generale 
di  Santa  Chiesa,  fu  grande  protettore  dei  letterati,  come  ne  fanno  fede 
molte  opere  a  lui  dedicate,  specialmente  da  Carlo  Sigonio,  e  del  quale  può 
leggersi  un  amplissimo  elogio,  tributatogli  da  Uberto  Foglietta,  nel  primo 
dei  suoi  tre  libri  De  lingua  latina  usti  et  praestantia  (3),  condotti  a  mo' 
di  Dialogo,  del  quale  ringesi  interlocutore  lo  stesso  Iacopo. 

«  Anche  dell'anonima  Dama,  moglie  del  mentovato  ambasciatore,  mi  è 
dato  svelare  il  nome,  senza  tema  di  venir  meno  ad  una  postuma  galanteria. 
Al  tempo  della  morte  di  papa  Gregorio  XIII,  avvenuta  il  10  aprile  1585, 
cioè  un  mese  appena  dalla  nascita  di  Federico,  era  ambasciatore  di  Spagna 
in  Boma  Don  Enrico  Guznian,  conte  di  Olivares  (*).  Si  raccoglie  dalle  me- 
morie del  tempo,  ch'egli  ebbe  in  moglie  Donna  Maria  Pimentel  ('),  e  da 
costoro  nacque  in  Boma  stessa  nel  1587  il  celebre  ministro  e  favorito  Ga- 
spare Guzman,  Conte  Duca  d'Olivares. 

«  Mi  sia  concesso  in  tale  occasione  di  ricordare,  che  ricorrendo  ora 
il  terzo  centenario  dalla  nascita  di  Federico  Cesi,  si  porge  all'Accademia 
propizia  occasione  di  riparare  ad  una  dimenticanza,  lamentata  e  riprovata 
da  illustri  scrittori.  Scrive  infatti  il  principe  Baldassarre  Odescalchi    nelle 


(')  Jo.  Baft.  Poetae  Neapolìtani,  De  disliUalione,  lib.  IX.  Roma?.  IG08,  pag.  IT. 
(')  Voi.  cit.,  pag.  345. 

(')  Roma,  apud  Jos.  De  Angeli*,  1574.  In  8."  Bibl.  Ang.  f.  9,  28. 
(')  Raccolta  di  conclavi,  ecc.  Codice  T.  4.  7,  della  Bibl.  Angelica,  car.  423  verso. 
(')  Anecdotes  du  ministire  da  Conile  Due  d'Olivares.  A  l'aris,  1722,  pag.  2.  Bibl.  Ang. 
LL.  3,  39. 


—  782   — 

sue  Memorie  della  nostra  Accademia  ('):  «  Seguita  la  morte  del  principe 
«  de'Lincei,  fu  il  suo  cadavere  sepolto  nella  Chiesa  di  Santa  Cecilia  in  Acqua- 
ie sparta,  nella  cappella  della  sua  famiglia,  e  nella  sepoltura  sua  gentilizia, 
«  dove  giace  tuttora,  senza  che  nemmeno  una  breve  iscrizione,  indichi  al 
«  passeggiero  il  luogo  dov'è  sepolto  un  sì  dotto  ed  eccellente  signore  ».  A 
sì  giusto  rimpianto  si  associa  l'ab.  Francesco  Cancellieri,  nelle  sue  Memorie 
inedite  dell'Accademia  de' Lincei,  colle  seguenti  parole,  che  trascrivo  dal- 
l'autografo possedutone  dal  eh.  principe  D.  Baldassarre  Boncompagui,  de- 
gnissimo discendente  del  mentovato  Iacopo  (5):  «  È  da  dolersi  che  sì  gran- 
«  d'uomo  sia  rimasto  sepolto  nella  tomba  gentilizia  del  suo  feudo  di  Acqua- 
«  sparta,  senza  l'onore  di  qualche  memoria  che  ne  avvisi  e  istruisca  i  pas- 
«  seggieri.  Da  ultimo  il  conte  Pompeo  Litta  nelle  sue  Famiglie  celebri  d'Ita- 
lia ('),  di  fronte  a  sì  immeritato  oblio,  compreso  da  nobile  sdegno,  esclama: 
«  con  Federico  ingiusti  furono  i  contemporanei,  ingrati  i  posteri,  poiché  non 
«  gli  accordarono  nemmeno  la  pia  testimonianza  di  un'  iscrizione,  al  luogo 
«  delle  sue  ceneri  ». 

«  Oso  pertanto  proporre  all'Accademia,  sicuro  che  da  sì  elevato  con- 
sesso la  mia  proposta  avrà  favorevole  accoglienza,  ch'ella  voglia  senza  in- 
dugio riparare  a  sì  grave  sconcio,  in  quei  modi  e  con  quella  solennità  che 
si  addice  al  più  alto  consesso  scientifico  dello  Stato,  e  ai  generosi  sentimenti 
dei  miei  colleghi.  Per  mia  parte,  mi  associo  al  voto  espresso  dal  nostro  egre- 
gio segretario,  Barone  Carutti,  nella  seduta  accademica  dei  16  marzo  1870, 
che  siano  pubblicate  le  lettere  di  Federico  Cesi  «  a  fine  di  rendere  onore 
«  alla  memoria  del  fondatore  nostro  »  (')  :  al  quale  oggetto  aggiungerò,  che 
ho  potuto  realizzare  la  speranza  dallo  stesso  signor  segretario  emessa  in 
quella  seduta,  verificando  che  tra  le  molte  lettere  del  Cesi  che  si  conser- 
vano tra  i  manoscritti  Galileiani  della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  ben 
23  ve  ne  sono  interamente  inedite,  e  22  pubblicate  solamente  in  parte  in 
diverse  raccolte.  —  Seguono  i  Documenti. 

DOCUMENTI 

I. 

«  Archivio  Parrocchiale  di  S.  Lorenzo   in   Damaso.  Volume  in   foglio, 

legato  in  cartoni  coperti  esternamente  di  pergamena,  composto  di  196  carte, 

numerate  nei  recto  da  1  a  196,  nel  rovescio  della  cui  prima  legatura  è  scritto: 

«  Liber  in  quo  Baptizator.  Nomina  sunt  scripta  incipien. 

ab  anno  1582  usq.  ad  arra  1590.  » 

(')  Memorie  istorico-critiche  dell'Accademia  de' Lincei  e  del  Principe  Federico  toi,  ecc. 
raccolte  e  scritte  da  Baldassarre  Odescalchi,  Duca  di  Ceri.  Roma,  1806,  in  4°,  pag.  199. 

(')  Memorie  dell'Accademia  de' Lincei;  mss.  autografo  segnato  n°  184,  car.  32  verso. 

(")  Famiglia  Cesi,  tavola  II. 

(')  Atti,  anno  CCLXXVI,  1878-79.  Serie  terza  della  ci.  di  se.  mor.  slor.  e  fttol.  voi.  111. 
Roma  1879,  pag.  137.  —  Breve  storia  dell'Accademia  dei  Lincei.  Roma  1883,  pag.  48. 


—   783  — 

«  Incomincia  nelle  linee  1-12  del  recto  della  carta  numerata  1  così  : 
«  In  nòie  Dni  Amen 

Liber  initiatorù  sacro  fòte  Baptismatis  in  Eccìa  séti  Laurentij  in  Dama- 
so  in  quo  describentur  nomina  baptizator,  et  eorù  parentù,  ac  pattinoli!  qui  ad 
sacrù  fGtem  baptizatos  tenebùt,  vicorùq: ,  seu  locoru,  ac  parocchiaru  cuiusq;  baptiza- 
ti  habitationis,  iux:  relationé  de  singulis  haben  :  et  quoto  die  mensis  cuiusq; 
ani  quisq  ;  bapptizatorù  admotus  fuerit   baptismati  qua  ola   describentur  per 
me  Theodoru   Veronica  de   Terra   Giraldi  Captaneor,  Spoletane  :  Dioc.s  ad  pns  Vi- 
cariò pretuu  dieta;  Eccìa.  ut  p  meu  substitutu  Curator.  prò  tepor.  existen. 
ut  per  aliti  mihi  fidù.  Et  hic  est  secùtidus  liber  incipien  :  a  p.a  die  Ianua- 
rij  1582.  Nà  alter  prìmus  incipit  a  die  29.  mensis  Martij.  1575.  in  qua  ego  indi- 
gnus  Titulu  ac  possém  dieta  Vicaria  pp;e  ad  emà  animarti  accepi  et  sequitur  per 
tutu  ànu  1581.  » 

«  Nelle  linee  1  e  18-20  del  rovescio  dolla  carta  numerata  72  del  me- 
desimo volume  si  legge: 

«  Marzo  1585. 

«  13.  Federico,  Francesco,  Erculano,  figliolo  del  S:r  Federico  Cesi,  et  della  S:ra  D. 
Utimpia  sua  moglie  |  a  S.  Simone,  et  fu  batezzato  in  d:1'  chiesa.  11  S:r  Iacomo  BuOncoin- 
pagno,  la  S:ra  Dona  |  moglie  del  S:r  Inbasciator  di  Spagna.  » 

II. 

«  Archivio  del  Signor  Duca  D.  Emilio  Massimo,  nel  suo  palazzo  in 
piazza  d'Àracceli,  sezione  Cesi,  Busta,  N.°  1. 

«  Contiene  un  Volume  in  4."  segnato  «  Libro  n.°  219  »,  intitolato  nel 
redo  della  2a  sua  carta: 

«  Probationes  diuerse  |  super  antiquitate  et  nobilitate  |  Familia  equitante  Casia,  |  in 
lmnc  librum  congesta  |  A.  D.  Luca  Alberto  de  Pettis  |  de  Tuderto,  I.  V.  D  .  Can.o  Ecc."1  | 
Cathed.  Tud.  Proton."  Apìico,  |  et  sua  Patria  Antiquario.  |  Anno  Sai.  1627.  incepta.  » 

«  Le  carte  20-23  di  questo  volume  contengono  uno  scritto  intitolato, 
nelle  lin.  1-5  del  ledo  della  prima  di  tali  carte: 

«  Antiquarij  Luca  Alberti  de  Pettis  de  Tuderto  |  Appendix  |  Ad  Compendium  Historiai 
antiquorum  Casiorum  |  ac  eorum  Posteritatis  à  Drio  Jo:  Bap.'"  Porta  Neap.n0  sumnio  |  Phi- 
losopho  collectum,  et  habitum  ut  supra.  » 

«  Nelle  lin.  6-24  del  medesimo  recto  si  legge  : 

«  VII.  Federicus,  Marchio,  Federici  Ducis,  et  Olimpia  Ursina,  filius,  Angeli  Nepos, 
Principis  titulum  in  oppidis  Sancti  Angeli,  et  S.1'  Toli  à  Paulo  Papa  V.  obtinuit.  Uxorem 
prima  Artemisiam  Columnam  Principis  Pranesta  Frane'  Columna,  et  Hersilia  Sfortia  fi- 
liam,  qua  abortu  infirmi  tate  contracta  obijt.  Unde  secundo  Isabellam  Saluiatam  Ser.mi  Magni 
Hetruria  Ducis  consanguinea,  Marchionis  Iuliani  Lauientij  Saluiati,  et  Magdalena  Stroz- 
zia  filiam  duxit,  ex  qua  ad  hunc  usque  annu  1620  [sic)  Olirapiam  et  Mariani  Magdalena,  Fil- 
mina ac  Teresià:  Federicii  anno  1623,  alterum  Federkii  1626,  qui  masculi  infra  triduu  post 
eor.  natiuitaté  infantes  ccelum  repeterunt. 

«  Secuta  morte  111.""  et  Exc.'nì  D.  Fed.ci  Ducis  p.1  Aquesp.®  ,  qua  fuit  die  21  junij  163'' 
Koma,  Idé  Federicus  Princeps  eius  filius  ac  prafata  I).  Olimpia  Orsina  Ducissae,  successi) 
tanqua,  Primogenitus  in  Ducatu  Aquasp.»  iti  tit."  Ducis  secondi.  Qui  obiit  die  2  aug."  1630. 
anno  sua  atatis  46.  relictis  post  se  D.  Olimpia  et  D.  Teresia  eius  filiabus  puellis,  et  111."1  '  et 
Exc.ma  D.  Isabella  Salutata  Ducissa  coniux,  atatis  aunor.  28. 


-   784  — 

«  A  car.  22,  recto,  lin,  18-27,  del  volume  stesso  si  ha  l'altro  brano 
seguente  : 

«  1630.  Die  luna  24  Junij  obijt  Roma;  Ill.muset  Exc.mus  D.  Fed.cus  p.s  Dux  Aquse- 
spartte,  D.  Angeli  D.  Jo:  Iacobi  Cadi  fil.  et  die  seq.  sollemni  pópa  fuit  sepultus  in  Ecc." 
Jesuitar.  alma?  Urbis,  cuius  anima  reqescat  in  pace. 

«  1630.  Die  Veneris  secunda  aug."  Obijt  Aquasp.*"  IH.inus  et  Exc.mos  D.  Federicus  Dux 
secundus  Aquasp.»  fil.  p.li  D.  Fed.ci  Ducis  primi,  grani  infirmitate  oppressus,  relictis  post 
se,  Dna  Olimpia  et  Dna  Teresia  eius  filiab.  in  minori  state  constitutis,  natis  ex  IU.m*  et 
Exc.ma  D.  Isabella  Salutata  Ducissa  eius  coniuge,  anno  aetatis  p."  D.  Fed."  Ducis  2',  46. 
uel  circa,  sepultus  Aquiesp.6  in  Capp.'*  DD.  Cesior  in.  ecc.  S.  Caecilise.  » 

III. 

«  Archivio  medesimo,  Eredità  Cesi,  1."  Divisione.  Volume  in  4.°,  con- 
tenuto entro  una  busta,  con  altre  scritture,  legato  in  cartone,  composto  di 
(30  carte,  numerate  nei  redo,  salvo  le  prime  due  e  le  ultime  due,  da  1  a 
11  e  da  2  a  46. 

«  Nelle  car.  num.  2-46  del  medesimo  volume  trovasi  uno  scritto  inti- 
tolato nelle  lin.  1-5  del  recto  della  prima  di  tali  carte: 

«  De  Familia  C^sia,  olisi  de  aqvitanis,  sev  |  de  aqvitanis,  et  coeevpte  de  |  chi- 

TAMS  QVANDOQVE  NVNCVPATA,  ET  j  EIVS   TOSTEKITATE   ErVSDEM  |  D.  LuC2  Alb.i    Petti  Tud.n> 

Cómentaeii  incepti  anno  1629. 

«  Nella  carta  num.  22,  recto,  di  questo  volume  si  legge  : 

«  Federicus  VII.  fil.  Fed."  4.i  Ducis  Aquesp.e  et  Olimpia;  Ursina;  Ducissa»,  Angeli 
Nepos,  Montis  Celij  Marcino,  ii.  Principia  titulum  in  Oppidis  S.'i  Ang.i  et  SM  Poli  a  Paulo 
Papa  V.  obtinuit,  Uxoré  prima,  Artemi-i.tm  Columna  Principis  Prenestas  Francisci  Columna;, 
et  Hersilise  Sfortia;  filià,  qua?  abortu  infirmitate  contracta  obijt,  Unde  secundo  Isabellam 
Saluiatam  Ser.mi  Magai  Hetruria;  Ducis  cósanguinea  Marcliiouis  Iuliani  Laurentij  Saluiati, 
et  Magdalense  Strozia;  filiam  duxit,  ex  qua  ad  hunc  usque  annù  1620  Olimpia  et  Maria 
Magdjlena,  Firminà,  ac  Teresia,  Federicu  ano  1623  alterù  Federico  1626,  qui  masculi  infra 
triduu  post  eor3  natiuitaté  infantes  ccelum  repeterunt. 

«  Idem  Fridericus,  ut  !eg.r  in  sup.t0  libro  fratria  Abrahami  Poloni  continens  uitam  Sii— 
uestri  ii  Caesij  Aquitani  sub  fol.  13  noiuinatum,  nostri  buius  sui  litterator.  Phoenix,  S.*>  An- 
geli Princeps,  qui  {ut  Schioppius  laudabat)  ia  iugenium  sortitus  sit  mirae  (sic)  ad  peicipiendu 
quoduis  disciplina^  gemis  docilitatis,  rarioj  ad  excogitandfl,  prtecipueqj  ad  indagandas  reru 
naturaliù  causas,  acuminis,  memoria;  etiam  ad  retinendù  qua;  siue  legit  siue  audit,  fidelis- 
sime,  id  lectione  optimi  cuiusq3  uetei'3  et  recentioi'3  scriptor3,  sic  excoluit,  ut  ex  tempore  in 
liominu  Ductoru  coetu  disserens,  nO  minus  stupore  audientes  defigat,  qua  uenere,  ac  lepore  ser- 
monis,  tum  humanitate,  plenaq3  officii  uoluntate  omnium  amore  soleat  allicere.  Cuius  de 
philosophia  lucubrationes,  cu  in  luce  olim  exit-riut,  magna  eo  nomine  stati  nostr*  gratula- 
tioné  factu  iri  quotquot  probius  eum  noscent  augurantur:  utpote,  cui  (ut  Jo.  Bap.ta  Lau- 
rus  Perusinus  in  Theatro  Romano  Ernditor3  Roma,  nò  secundus  citra  omnem  assentationem 
adscripsit)  ipsa  prope  inermis  uideatur  Pallas,  nisi  se  obarmet  Egida,  et  in  preclaro  FLroe 
argute,  sapienterqj  resplendeat. 

«  Qui  Federicus  VII.  obiit  Aquasp.e  anno  Diìi  1630  die  2."  ang.'i  anno  sua  aetatis  46. 
relictis  post  se  D.  Olimpia,  et  D.  Teresia  suis  filiabus  puellis,  ac  Ill.ma.  et  excell.ma  D.  Isa- 
bella Saluiata  Ducissa  coniuge  «tatis  annor3  28.  Sepultus  in  Capp.a  DD.  Cesior3  in  ecc." 
S.  Cecilia;  eiusd.  Terra;  Aquesp.e  » 


—  785  — 

«  A  car.  34  verso,  lin   25-29,  del  volume  stesso  si  ha  il   brano  che 

segue  : 

«  L'Impresa  al  nome  del  S.  Federico  vii.  Principe  Cesi  p.°,  è  un  lupo  Ceruiero  co- 
ronato, sua  impresa  particolare,  et  è  della  Accademia  de'filosofi  Lincei,  eretta  da  esso  S.r  Prin- 
cipe .  L  .  P  .  I  .  nel  nome  dell' istesso  significato  Lynceoru  Princeps  Primus,  uel  Institutor.  » 

IV. 

«  Archivio  stesso,  volume  in  4.°  testé  citato.  Contiene  nella  prima  nu- 
merazione di  carte  uno  scritto  intitolato  nel  recto  della  prima  di  tali  carte. 

«  Compendium  |  seu  |  Commentarli  de  Posteritate  DD.  Cfesiorum  Aqnitanorum  |  non 
sine  magno  studio,  ac  diligentia  collecti  ex  publicis  Doeu  |  mentis,  ac  ex  libris  Historicis 
impressis  |  et  manuscriptis,  diuersis  in  locis  asseruatis,  repertis.  |  A  Diio  Luca  Alberto  de 
Pettis  de  Tuderto  J.  V.  D.  Can.co  Cathed.'is  ecclesia?  |  Tudertina.  Protonot."  Aplico,  milite 
aurato,  ac  suoe  Patri»  |  Antiquario,  incepti  anno  sai.  1620:  Ex  quibus  probationes  |  super 
Antiquitate,  et  notabilitate  ipsius  111.™*  et  excell.™*  Familia  |  in  hune  librum  congesta  dare 
uidentur.  |  1629.  » 

«  Nelle  linee  13-26  del  recto  della  carta  num.  9  dello  scritto  mede- 
simo, sotto  il  titolo  di  «  Appendis  »,  è  ripetuto  ciò  che  di  sopra  si  riporta 
dalla  carta  22  della  seconda  numerazione  di  carte  del  volume  stesso,  dalla 
parola  «  Federicus  »  alla  parola  «  repeterunt  »,  che  qui  è  scorrettamente 
scritta  «  rapuerut  » . 

Matematica.  —  II  teorema  di  Cauchy  per  le  funzioni  a 
più  valori.  Nota  di  A.  Toxelli  presentata  dal  Socio  Betti. 

«  Se  w  è  una  funzione  della  variabile  complessa  z,  monodroma,  finita 
e  continua  in  un  campo  C  limitato  da  un  contorno  e  (sia  questo  campo  una 
porzione  del  piano  ordinario  o  una  porzione  di  una  superficie  di  Eiemann) 
è  noto  che  si  ha: 


I; 


wdz  =  0. 


«Se  poi  nell'interno  del  campo  C  venissero  a  cadere  dei  punti  ai ,  a2, . .  a„ 
nei  quali  la  funzione  iv  cessa  di  essere  finita  e  continua,  accennando  con 
Si ,  Sì  ,  .  . ,  s„  delle  curve  chiuse  che  limitano  delle  porzioni  di  C,  piccole 
a  piacere,  nelle  quali  sono  contenuti  i  punti  a,\ ,  o» , . .  ,an ,  si  avrebbe  : 

Jw  dz  =  2  \w  dz 

dove  le  curve  Si  ,  s>,  .  . ,  sn  sono  percorse  nel  senso  positivo  rispetto  alle 
porzioni  del  campo  C  che  comprendono  i  punti  ai  ,  «2 ,..,  an.  Supponendo, 
per  maggior  generalità,  che  il  punto  ah  sia  di  diramazione  e  di  ordine 
u.h  —  1,  e  che  la  funzione  w  in  quel  punto  divenga  infinita,  è  noto  che  si  ha: 


/' 


>r  d:  —  2np.h  kh 
h 

Peno  [conti  —  Vol.  I.  1    ; 


—  786  — 

accennando  con  Ah  il  coefficiente  di   nello   sviluppo   di    w   nell'in- 

z —  aA 

torno  di  ah. 

«  Premesso  questo,  suppongasi  che  w  sia  una  funzione  monodroma  dei 
punti  di  una  superficie  T  di  Eiemann,  con  un  numero  qualunque  di  fogli; 
sia  C  una  porzione  qualunque  di  questa  superficie  e  e  il  suo  contorno  ;  la 
funzione  w  in  tutto  il  campo  C  è  finita  e  continua.  Prendasi  allora  a  con- 
siderare la  funzione  ausiliaria: 

/  \        w  (z) 

?  (2)  =  -±b  • 

«  Questa  funzione  sarà  ancora  monodroma  dei  punti  di  T,  ma,  in  ge- 
nerale, non  sarà  più  finita  e  continua  nel  campo  C.  Considerando  il  punto 
z  =  2'  ed  inalzando  in  esso  una  perpendicolare,  la  funzione  a(z)  diverrà  infi- 
nita in  tutti  i  punti  di  incontro  di  questa  perpendicolare  coi  fogli  della  su- 
perficie T.  Accennando  con  ati ,  atì ,  . . ,  ai  quelli  tra  questi  punti  che 
appartengono  al  campo  C,  con  u<ti  ,  wh  , . .  ,  wt  i  valori  di  w  in  quei  punti, 
e  supponendo,  per  maggior  generalità,  che  quei  punti  sieno  di  diramazione 
e  degli   ordini   rispettivi   p.it —  1  ,  \xtì  —  1 ,  .  .  . ,  p.lm — 1;  per  quanto   si  è 

detto,  avremo: 

1    r    iu 
(1)  /*,,  w«,  +  ft,,  w,,  -h . . .  4-  Uim  w,m  =  5-      j^^  dz 

dove    fii, ,  pt|4 , . . ,  p.tm  saranno  uguali  a  uno  per  quei  punti  che  non  sono 

di  diramazione. 

«  Supponendo  che  sia: 

ai1+F-i2  +  ...  +  F-im  =  n 

potremo  anche  scrivere  più  semplicemente  : 

1    C    f      1 
(1)  Wi  +  Wa  +  ...-r-w»=g-  I  z_z,dz 

dove  i  termini  della  somma  che  compariscono  nel  primo  membro  non  sono 
necessariamente  tutti  differenti,  ma  alcuni  di  essi  divengono  uguali,  quando 
corrispondono  a  valori  di  iv  in  punti  di  diramazione.  Se  i  punti  nei  quali 
la  verticale  inz  =  2'  incontra  i  fogli  del  campo  C  si  riducono  ad  uno  solo  di 
diramazione  di  ordine  n  —  1,  si  avrà: 


(!")  w^=2kSj^7dz: 


«  È  da  notarsi  che  le  formule  (1)  (1')  cessano  di  valere  quando  la 
verticale  al  punto  z  =  z'  incontri  una  linea  appartenente  al  contorno  e  di 
C.  La  funzione  definita  dalla  (1)  0  dalla  (T)  è  quindi  finita  e  continua  in 
tutto  il  campo  C,  escluse  certe  linee  speciali  che  sono  le  projezioni  sopra  i 
diversi  fogli  appartenenti  a  C  delle  curve   appartenenti  al  contorno  e.  Ciò 


—  787  — 
è  naturale  quando  si  osservi  che,  attraversando  una  di  queste   proiezioni, 
si  aumenta  o  si  diminuisce   il    numero  dei  punti  nei  quali  la  verticale  in 
z  =  z'  incontra  i  fogli  di  C,  e  quindi  viene  corrispondentemente  a  variare 
il  numero  dei  termini  nelle  somme  che  compongono  i  primi  membri  delle 

(1),  (!')■ 

«  Le  formule  (1)  o  (1'),  per  le  funzioni  a  più  valori  possono  sosti- 
tuirsi alla  formula  di  Cauchy  che  serve  per  le  funzioni  monodrome.  Ordi- 
nariamente lo  studio  delle  funzioni  a  più  valori  suol  farsi  spezzando  il 
campo  nel  quale  si  vuole  studiare  la  funzione  in  modo  che  le  differenti  por- 
zioni o  non  contengono  punti  di  diramazioni,  o  ne  contengono  uno  solo.  Le 
formule  (1)  o  (1')  valgono  per  un  campo  C  qualunque  per  quanti  fogli  e  per 
quanti  punti  di  diramazioni  ad  esso  appartengano.  È  facile  far  vedere  come 
la  maggior  parte  dei  teoremi  fondamentali  per  le  funzioni  a  più  valori 
si   deducano  immediatamente  dalle  (1)  o  (1'). 

«  Mantenendo  le  supposizioni  fatte  fin  qui  per  la  funzione  w,  tanto 
sulla  superficie  T  quanto  nel  campo  C  di  essa,  consideriamo  l'altra  funzione  : 

con  k  intero  e  positivo.  È  chiaro  che  <p(z)  sarà  ancora  nelle  medesime  con- 
dizioni di  iv  tanto  in  T  quanto  in  C  e  nei  punti  au  ,  alt ,  . .  ,  alm  avremo: 

onde  si  potrà  concludere: 

4  k  k  1     C     w''      J 

(2)  ixh  tvì,  4-  (li,  ivi  +  . . .  4-  ixhi  tota  =  ^ J^  j^-.,  di 

ovvero,  come  si  è  scritto  sopra: 

(2')  ivik  +  wtk  -+-...+  iv „A  =  ^  fg-^J'  dz  • 

In  queste  formule  k  può  esser  qualunque  purché  intero  e  positivo:  fa- 
cendo dunque  k=2  ,  3 ,  . .  ,  n  le  (2)  o  (2')  unite  alla  (1)  o  (1')  ci  daranno  i 
valori  di  wlt ,  u>j, , . . ,  ivlm  ovvero  Wj  ,wt,...,  w„  come  radici  di  una  equa- 
zione di  grado  n  della  forma: 

wn  +  Ai  iV~l  +  ktw"--  +  . . .  -t-  An_i  w-hkn  =  0 

i  cui  coefficienti  saranno  noti  quando  sieno  dati  i  valori  di  n  sul  contorno  e 
di  C.  Avremo  dunque  così  conosciuta  la  funzione  w  in  C  quando  di  essa 
sia  noto  il  valore  sul  contorno  e.  Kesterebbero  esclusi,  con  questo  processo, 
i  valori  di  z  cui  corrispondono  proiezioni  del  contorno  e  :  ma  dobbiamo  os- 
servare che  la  condizione  di  continuità  della  funzione  w  in  tutto  C,  ce  la 
renderà  nota  anche  lungo  queste  linee  nell'interno  di  quel  campo. 

«  Se  la  funzione  tv  fosse  costantemente  nulla  pei   punti  di  e  si  vede, 
sempre  per   le  (1)  o  (!')  e  (2)  o  (2'),   che  essa  sarebbe  anche  in  tutto  C 


—   788  — 


uguale  a  zero.  Ugualmente,  se  fosse,  sul  contorno,  sempre  w=a,  con  a 
costante,  si  vede  che  w  avrebbe  il  medesimo  valore  in  tutto  C. 

«  Tanto  la  prima  quanto  quest'ultima  considerazione  fatta,  ci  mostrano, 
con  molta  semplicità,  che  una  funzione  finita  e  continua  per  tutti  i  punti 
di  un  campo  C  di  una  superficie  T  di  Eiemann,  è  completamente  determi- 
nata quando  sieno  dati  i  valori  al  contorno. 

«  Lo  studio  della  funzione  a  più  valori  è  così  riportato  alla  risoluzione 
di  una  equazione  algebrica;  solamente  che,  in  generale,  i  coefficienti  non 
saranno  funzioni  né  algebriche  né  razionali,  ma  funzioni  qualunque  trascen- 
denti della  variabile  complessa. 

«  Però  se  si  sapesse  che  w  è  una  funzione  algebrica,  e  per  un  certo 
valore  z'  di  z  i  punti  della  verticale  che  si  trovano  nel  campo  C  fossero  in 
numero  eguale  a  quello  dei  fogli  della  superficie  corrispondente  alla  fun- 
zione stessa,  ovvero  nelle  (1)  o  (1')  o  nelle  (2)  o  (2')  fosse  n  uguale  al 
numero  dei  fogli  della  superficie  stessa  si  potrebbe  coucludere  che  l'integrale  : 

7  dz 


J"      WK 


per  fc=l, 2, 3, ..  è  una  funzione  algebrica  e  razionale  di  z.   Questa  pro- 
prietà potrebbe  in  qualche  caso  essere  utile  pel  calcolo  di  integrali  definiti. 

«  Le  formule  (1)  o  (1')  e  (2)  o  (2')  ci  conducono  immediatamente  alla 
dimostrazione  di  un'altra  proprietà  importante  delle  funzioni  di  variabile 
complessa  a  più  valori.  È  noto  che  se  tu  è  una  funzione  monodroma  dei 
punti  di  una  superficie  di  Eiemann  con  un  numero  finito  n  di  fogli,  essa 
non  può  essere  che  una  costante  se  si  mantiene  sempre  finita  e  continua. 

«  Per  questa  funzione,  qualunque  sia  il  campo  C  di  contorno  e ,  avremo 
sempre  : 

,  k  k         1    r    wl 

fA,,  Wh  +  [l,t  Wh  -h...-h[Xlm  Wlm  =  ^  J^  j^  dz 


ovvero  : 


t,  1  C         W*  7 


con  k  =  1 , 2  , . . .  . 

«  Prendiamo  per  campo  C  quello  limitato  dalle  intersezioni  colla  super- 
ficie T  di  Eiemann  di  un  cilindro  il  cui  asse,  perpendicolare  al  piano  z, 
passa  per  l'origine  e  la  cui  sezione  retta  ha  un  raggio  E  che  può  supporsi 
grande  a  piacere,  così  che  il  punto  z=z'  cada  in  un  punto  interno  di  questa 
sezione.  Eiguardo  al  contorno  e  possono  darsi  tre  casi  :  o  che  sia  composto 
di  n  circonferenze  separate  ognuna  delle  quali  giacente  in  un  piano  della 
superficie  (il  punto  all'infinito  non  è  di  diramazione)  ;  o  che  sia  composto 
di  una  sola  curva  circolare  che  percorre  gli  n  fogli  (il  punto  all'infinito  è 
di  diramazione  di  ordine  n  —  1);  o  che  si  componga  di  in  curve  circolari 


—  789  — 

separate  Ira  loro,  ognuna  delle  quali  percorre  respetti vamente  f*i ,  p* ," . .  ;j.m 
fogli  della  superficie  con: 

Hi  -f-  Ut  -4-  •  •  •  4-  f*m  =  n 
nel  qual  caso  il  punto  all'infinito  presenta  m  punti  di  diramazione  sovrap- 
posti degli  ordini  respettivi  \j.\  —  1  ,  f>.»  —  1 ,  . . ,  ,a„,  —  1.  Prenderemo  a  con- 
siderare questo  caso  perchè  è  il   più    generale  e  comprende   gli  altri  due, 
scrivendo  : 

JcZ  —  *  JcL   Z  —  =  Jc2  Z  —  Z  JCm  Z  —  2 

dopo  avere  accennato  con  c\ ,  c2 ,  . . .  c,„  le  m  curve  circolari  di  cui  si  com- 
pone il  contorno  e. 
«  Poniamo  : 

z  =  rei\         s'  =  RV'6' 
e  avremo: 


e  ;       b 

dopo  aver  posto  ufi=f(z).  Se  si  fa: 

1 


'-t'm 


sarà  : 

R' 


>  -*'"0 


1  _  Ke*(0'-6) 
R 


e: 

tip,* 


r^^cZ"  =  *  1 1  (Ee'°)  (i5  +  »U  (Ke<e)  d0  -f-  ■ . .  +  »  l  f  (Re1'9)  d9 

<_/c  <_/()  "-M)  «-'0 

-hi  l  edfl+i  l  «J9-+-...  -f-*  l  M5    . 


'0  <^0  «-^0 

«  Ma  per  quanto  grande  sia  R'  noi  possiamo  assumere  R  in  modo  che  : 

mod  e  <  t] 

con  Yj  piccolo  a  piacere,  e  poiché  n  e  conseguentemente  in,  è  finito,  potremo 
rendere  la  somma  degli  ultimi  m  integrali  così  che  il  suo  modulo  sia  in- 
feriore di  quella  quantità  che  più  ci  piace.  La  somma  dei  primi  m  inte- 


—  790  — 

grali  sarà  finita  per  le  ipotesi  fatte  sopra  la  funzione  «r  ==/"{?),  e  sarà  evi- 
dentemente indipendente  da  z;  accennandola  con  SA,  sarà: 

(3)  p.h  wkh  -+-  \Lh  w\  -4-  . . .  +  /x,m  wìm  =  S* 

ovvero  : 

(3')  iuih  +  wf  -+-  wnk  =  S4 . 

«  Le  formule  (3)  o  (3')  ci  dicono  che  i  valori  di  w  nel  punto  z  =  z' 

ovvero  : 

IVi  {z') ,     iv2  (z)  ,  ...  ,  ivH  (z) 

sono  dati  da  una  equazione  algebrica  della  forma 

iy"+A1  tv"-1  -+-  Ai  iv"-*  -h  ...-+-  A„_i  w  +  A„  =  0 
dove  i  coefficienti  Ai ,  A2 , . . . ,  A„  sono  costanti  :  avremo  dunque,  qualun- 
que sia  z' , 

Wl  (z)  =  h{ ,     wi  (z')  =hl,...,w„  {z')  =  h„ 
con  /ii ,  À4,  ... ,  h„  costanti.  Ma,  per  le  ipotesi  fatte,  la  funzione  io  non  cessa 
mai  di  essere  finita  e  continua,  per  cui,  nei  punti  di  diramazione,  i  valori 
della  funzione  debbono  divenire  necessariamente  uguali,  ed  avremo,  come 
è  noto  : 

/ii  =  hi  =  ...  =  hn 

cioè: 

w  =z  cost 

per  tutti  i  punti  della  superficie.  Uua  funzione  dei  punti  di  una  superfi- 
cie T  di  Riemann  deve  cessare  di  essere  finita  e  continua  in  qualche  punto 
della  superficie  stessa. 

«  Del  resto  è  chiaro  che  le  formule  fondamentali  (1)  o  (1')  debbono 
rendere,  nella  teoria  generale  delle  funzioni  a  piti  valori,  i  medesimi  servigi 
che  la  formula  di  Cauchy  rende  nella  teoria  delle  funzioni  monodrome,  e 
quindi  da  esse  potranno  dedursi  altre  importanti  applicazioni  che  mi  propongo 
di  presentare  in  seguito  ». 

MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

S.  Levi.  Delle  antichità  egiziane  di  Brera.  Presentata  dal  Segretario 
della  Classe. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono  all'Acca- 
demia, segnalando  fra  esse  quelle  dei  seguenti  Soci; 
L.  Delisle.  Les  collections  de  Bastard  d'Estang. 


—  791  — 

E.  Levasseur.  Le  progrès  de  la  race  européenne  au  XIX  siede  pal- 
la colonisation. 

Il  Socio  Carutti  presenta  i  due  splendidi  volumi  offerti  alla  K.  Accade- 
mia dal  sig.  F.  Vigliardi  proprietario  della  Ditta  Paravia,  intitolati  La  Casa 
di  Savoja  e  la  Monarchia  italiana.  Plebisciti.  Dono  nazionale.  Torino,  1884; 
Stamperia  reale  Paravia,  edizione  di  soli  300  esemplari.  Il  primo  volume 
contiene  i  plebisciti  riguardanti  il  regno  di  Carlo  Alberto,  il  secondo  quelli 
compiuti  durante  il  regno  di  Vittorio  Emanuele  II,  gli  uni  e  gli  altri  pre- 
ceduti da  un  discorso  del  senatore  Nicomede  Bianchi,  e  arricchiti  di  inci- 
sioni e  cromolitografie.  Il  Socio  Carutti,  mentovando  le  annessioni  com- 
piutesi dal  1848  al  1870,  osserva  che  la  base  della  libera  volontà  popolare, 
sulla  quale  fu  costituita  la  monarchia  italiana  di  Casa  Savoja,  ha  riscontri 
numerosi  nella  storia  antica  dei  nostri  re,  e  che,  iniziata  dalla  dedizione  del 
piccolo  luogo  di  Miradolo  presso  Pinerolo,  avvenuta  nell'anno  1198,  si  distende 
lungo  i  secoli  XIII,  XIV  e  XV  con  una  serie  di  atti  che  sommano  a  circa 
novanta.  Sarebbe  desiderabile  che  fra  le  copiose  pubblicazioni  di  documenti 
storici  che  oggi  si  fanno,  alcuno  ponesse  mano  a  quest'essa,  per  molti  rispetti 
importante,  e  del  sicuro  onorevole  alla  Dinastia,  cui  sono  affidati  i  destini 
italiani. 

Lo  stesso  Socio  Carutti  presenta,  in  nome  dell'autore,  lo  scritto  intito- 
ato:  /  conti  di  Pombia  e  di  Biandrate  secondo  le  carte  novaresi  del- 
l'avv.  A.  Eusconi.  Milano,  Ditta  F.  Manini,  1885;  e  ne  discorre. 

Il  Segretario  Ferri  presenta  a  nome  del  Socio  Augusto  Conti  i 
seguenti  opuscoli:  La  Nazionalità  —  Brevi  Note  sulla  politica  del  Met- 
ternich  —  Proposta  d'una  nuova  guida  d'Italia  composta  da  Italiani' — 
Che  cosa  è  la  Patria,  facendo  notare  il  nesso  che  li  unisce  in  un  concetto 
comune.  Nel  primo  è  stabilito  il  criterio  della  nazionalità  desunto  dai 
caratteri  interni  ed  esterni,  dall'  idioma,  dalle  tradizioni  e  dal  territorio. 
Nel  secondo  si  mantiene  il  diritto  che  ne  deriva  contro  i  concetti  arbitrari 
di  una  politica  senza  principi.  Nel  terzo  si  dimostra  l' importanza  di  una 
Guida  d'Italia  fatta  con  la  compitezza  d'informazioni  che  gli  Italiani  possono 
procurarsi  tanto  più  facilmente  degli  stranieri  sotto  tutti  i  rispetti  nei  quali 
merita  di  essere  studiato  il  nostro  paese.  Il  quarto  ha  per  iscopo  di  incul- 
care il  sentimento  della  patria. 

Lo  stesso  Segretario  presenta  inoltre  l'opera  di  G.  Haimann  «  Cire- 
naica »  accompagnando  la  presentazione  colle  seguenti  parole  : 

«  Faccio  omaggio  all'Accademia  da  parte  della  Vedova  dell'autore  Giu- 
seppe Haimann  del  volume  intitolato  «  Cirenaica  ». 


—  792  — 

«  Le  descrizioni  di  viaggi  occupano,  come  è  noto,  un  'posto  impor- 
tante nella  nostra  letteratura  scientifica.  Questa  della  Cirenaica,  già  com- 
parsa nel  Bollettino  della  Società  geografica,  è  ora  ripubblicata  in  questo 
volume  con  bella  forma  tipografica,  con  l'aggiunta  di  molte  note  illustra- 
tive e  disegni  destinati  a  rappresentare  al  vivo  i  luoghi  e  i  costumi  del 
paese  descritto.  Condotta  con  la  serietà  di  osservazione  e  di  metodo  richiesta 
da  questa  specie  di  lavori,  quando  mirano,  innanzi  tutto,  al  progresso  delle 
cognizioni  e  alla  utilità  pratica,  essa  interessa  non  solo  al  geografo,  ma  anche 
al  naturalista  e  al  cultore  delle  scienze  sociali  e  politiche,  e  per  questi  titoli 
merita  di  essere  raccomandata  all'attenzione  dell'Accademia.  Premesso  un 
cenno  storico  sulla  Cirenaica,  l'autore  narra  il  viaggio  che,  per  due  mesi 
del  1881,  egli  intraprese  in  questa  parte  della  costa  mediterranea  dell'Africa, 
destando  interesse  per  le  scene  di  una  Natura  varia  e  poco  esplorata,  descri- 
vendo gli  avanzi  delle  civiltà  che  vi  hanno  lasciato  un  vestigio,  notando  tutto 
ciò  che  di  più  essenziale  può  importare  a  chi  si  propone  di  visitarla  o  di 
stabilire  con  essa  relazioni  commerciali. 

«  Dopo  il  racconto  del  viaggio,  che  forma  la  seconda  parte  del  libro, 
l'autore  consacra  il  rimanente  ai  risultati  delle  sue  ricerche  intorno  alle 
condizioni  fisiche  e  climatologiche  del  territorio  esplorato,  senza  dimenti- 
care le  principali  notizie  relative  alla  Flora,  alla  Fauna,  ai  Minerali. 

«  La  popolazione  con  le  sue  varietà  etnografiche  e  coi  suoi  costumi  ha 
pure  occupato  1'  attenzione  dell'  Haimann  e  lasciato  nel  presente  libro  no- 
tevole impronta  del  suo  spirito  di  osservazione.  Elenchi  di  collezioni  scien- 
tifiche riportate  dalla  Cirenaica  e  donate  ai  nostri  Musei,  appropriate  carte  geo- 
grafiche compiono  questa  interessante  pubblicazione,  opera  di  un  ingegno 
vario  quanto  serio  e  istruito,  che,  con  intento  patriotico  e  vivo  senso  del- 
l'arte pittorica  da  lui  coltivata,  compì  un'impresa  faticosa  e  non  priva  di 
pericoli,  riuscita,  nel  suo  risultato,  onorevole  alla  sua  memoria  quanto  alla 
benemerita  Società  di  esplorazione  commerciale  in  Africa  che  gliene  affidò 
l'incarico. 

«  Un  cenno  biografico  sull'Haimann  precede  l'opera  sua  e  discorre  bre- 
vemente della  sua  carriera  di  magistrato,  di  artista  e  viaggiatore  », 

Il  Socio  Guidi  presenta  all'Accademia  in  nome  dell'autore  prof.  Ciasca, 
il  primo  volume  del  libro  Sacrorum  Btbliorum  fragmenia  Copto- Sahidica  ecc. 
pubblicato  nella  tipografia  di  Propaganda  per  sapiente  disposizione  del  Pon- 
tefice Leone  XIII.  Questo  primo  volume,  adorno  di  18  tavole,  contiene  i  fram- 
menti del  Pentateuc,  Jos.,  Jud.  Rut.  Ee  I-1II,  Tob.  Non  solamente  i  cultori 
degli  studi  biblici,  ma  anche  quelli  della  lingua  e  letteratura  copta ,  ve- 
dranno con  piacere  questa  importantissima  pubblicazione,  colla  quale  la 
tipografia  di  Propaganda  riprende  dopo  molti  anni  le  grandi  pubblicazioni 
orientali  d'indole  puramente  scientifica,  che  già  la  resero  così  celebre. 


—  793   - 
Il  Socio  Tommasini  presenta  un  volume  della  Biblioteca  della  li.  Società 

romana  di  storia  patria,  contenente  il  «  Regesto  Sublacense,  dell'XI  secolo  » 
pubblicato  dai  signori    L.  Allodi   e  6.  Levi. 

Sul  fine  della  seduta  il  Segretario  Cabutti  ragguaglia  l'Accademia  siili" 
stato  della  stampa  del  Codice  Astense,  la  cui  pubblicazione  incominciata  dal 
defunto  Presidente  Sella,  venne  proseguita  per  deliberazione  dell'Accademia 
dall'avv.  Pietro  Vayra.  Egli  aggiunge  clic  la  stampa  del  primo  volume  del 
Codice,  che  solo  mancava  a  completare  l'opera,  sarà  terminata  nei  primi 
mesi  del  prossimo  anno. 

CORRISPONDENZA 

Il  .Segretario  Carutti  dà  comunicazione  all' Accademia  della  corrispon- 
denza relativa  al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  R.  Accademia  della  Crusca  di  Firenze;  la  R.  Società  zoologica  di 
Amsterdam;  la  Società  di  scienze  naturali  di  Dresda;  la  Società  geologica  di 
Lisbona;    la  Società    degli    antiquari    di    Filadelfia;   il   Museo  di   zoologia 
comparata  di  Cambridge  Mass. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
La  Società  sassone   delle  scienze   di  Lipsia  ;  il  R.  Osservatorio   astro- 
nemico  di  Greenwich;  l'Università  di  Basilea. 

Ringraziano  ed  annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
Il  R.  Istituto  geologico  svedese  di   Stoccolma;  la  Società  filosofica  di 
Birmingham. 

I).  C. 


—  795 


RENDICONTI 

DELLE   SEDUTE 

DELLA     R.     ACCADEMIA     DEI     LINCEI 


Classe  di  scienze  fisiche,  matematiche  e  naturali. 

Seduta    del    6  dicembre    1885. 
F.  Brioschi  Presidente 


MEMORIE  E  NOTE 
DI  SOCI  0  PRESENTATE  DA  SOCI 

Fisica.  —  Sulla  conferenza  internazionale  di  Vienna,  per  l'ado- 
zione di  un  corista  uniforme.  Nota  I.  del  Socio  Pietro  Blaserxa. 

«  Dietro  invito  del  Governo  austriaco,  il  giorno  16  novembre  u.  s.  si 
è  riunita  a  Vienna  una  conferenza  internazionale,  per  stabilire  un  corista 
uniforme  per  tutto  il  mondo  musicale.  Come  uno  dei  delegati,  che  vi  ebbero 
l'onore  di  rappresentare  il  Governo  italiano,  io  credo  che  non  riescirà  discaro 
all'  Accademia  di  sapere  quali  sono  state  le  idee  che  vi  si  sono  agitate  e 
quali  le  deliberazioni  prese. 

«  La  grande  opportunità,  direi  quasi  la  necessità,  di  un  corista  unico 
per  tutto  il  mondo  musicale  non  ha  bisogno  di  essere  lungamente  dimo- 
strata. Sarà  un  grande  vantaggio  per  tutti,  e  specialmente  per  l' Italia,  se 
gli  istrumenti  costruiti  in  vari  luoghi  audranno  d' accordo  fra  di  loro,  se  le 
bande  militari  e  civili  e  le  orchestre  potranno  a  volontà  riunirsi  insieme  e 
se  i  nostri  cantanti,  che  girano  il  mondo,  troveranno  da  per  tutto  il  mede- 
simo corista  appropriato  alle  loro  voci.  Dico  di  più:  la  costruzione  degli 
istrumenti  a  fiato,  imperfetti  ancora  non  ostante  i  molti  perfezionamenti 
introdotti,  si  è  trovata  impacciata  dalla  presenza  di  molti  coristi,  ai  quali 
si  dovevano  adattare  i  diversi  tipi;  l'introduzione  di  un  corista  unico  darà 
Rendiconti  —  Vol.  I.  Mi 


—  796  — 

senza  dubbio  un  nuovo  slancio  all'ulteriore  perfezionamento  di  tutti  questi 
istrurnenti. 

«  L' importante  questione  dell'  altezza,  cbe  si  deve  assegnare  al  corista, 
è  questione  anzitutto  musicale.  Spetta  ai  musicisti  di  tener  conto  delle 
esigenze  dei  cantanti,  per  eseguire  sia  la  musica  antica,  sia  la  moderna,  di 
tener  presente  il  carattere  delle  composizioni,  il  timbro  e  la  sonorità  degli 
istrurnenti  a  corda  e  a  fiato  e  di  far  valere  tante  altre  considerazioni  ancora, 
per  stabilire  se  a  queste  esigenze  diverse  e  in  parte  contraddittorie  si  sodisfi 
meglio  con  un  corista  alto  o  con  uno  basso.  In  Italia,  ove  il  bisogno  di 
un  corista  unico  è  vivamente  sentito  ed  è  stato  ardentemente  discusso,  non 
può  mettersi  in  dubbio,  cbe  il  desiderio  di  un  corista  basso  era  stato  espresso 
dalla  grande  maggioranza  dei  nostri  compositori  e  musicisti,  e  questo  desi- 
derio era  condiviso  da  una  non  meno  grande  maggioranza  di  compositori  e 
di  musicisti  stranieri. 

«  Già  prima  che  la  conferenza  si  adunasse,  si  poteva  prevedere  che 
si  sarebbero  trovati  in  presenza  tre  coristi  diversi,  i  quali  tutti  sodisfallo 
in  misura  più  o  meno  pronunziata  alla  condizione  di  essere  bassi: 

1)  il  corista  detto  tedesco,  che  corrisponde  a  440   vibrazioni  intere 
al  minuto  secondo  ; 

2)  il  corista  francese  con  435  vibrazioni  al  secondo; 

3)  il   corista,    introdotto   ultimamente    nelle  nostre    bande  militari, 
con  432  vibrazioni  nel  medesimo  tempo. 

«  11  corista  tedesco  ha  esistito  ed  esiste  più  di  nome  che  di  fatto  in 
Germania.  Si  può  dire  in  suo  favore,  che  esso  ha  il  carattere  di  essere  un 
po'  meno  basso  degli  altri  e  di  presentare  il  vantaggio  didattico,  che  i  suoni 
della  scala  naturale  maggiore  vi  sono  rappresentati  da  numeri  interi.  Difatti 
si  ha  la  seguente  scala 

do  re  mi  fa  sol  la  si  do 

264      287      330      352     396      440     495     528 
il  che  non  ha  una  grande  importanza,  ma  può  far  comodo  nell'  insegnamento 
teorico  della  scala  musicale. 

«  Il  corista  francese,  di  435  vibrazioni  intere,  è  stato  introdotto  in 
Francia  nel  1859,  in  seguito  al  parere  di  una  Commissione  composta  di 
celebri  musicisti,  fra  cui  il  nostro  Kossini,  e  di  distinti  scienziati.  Esso  è 
convenzionale  e  risponde  soltanto  al  concetto  musicale,  per  ciò  che  riguarda 
l'altezza  ;  durante  un  quarto  di  secolo  esso  si  mantenne  costante,  non  ostante 
la  tendenza  verificatasi  in  tante  orchestre,  di  alzare  il  corista  poco  a  poco. 

«  Finalmente  il  corista  di  432  vibrazioni,  introdotto  ultimamente  nelle 
bande  del  nostro  esercito,  è  il  più  basso  di  tutti,  quantunque  esso  diffe- 
risca dal  francese  di  una  quantità  appena  apprezzabile  musicalmente.  Questo 
corista  fu  proposto  la  prima  volta  nel  1873  dal  Meerens,  belga,  il  quale 
criticando  l'opera  della  Commissione  francese,  fece  vedere  che  esso  presenta 


—  797  — 

alcuni  caratteri  d'indole  scientifica,  per  cui  sarebbe  preferibile  a  quello 
francese.  Il  ragionamento  del  Meerens  fu  riprodotto  in  quest'  anno,  e  sotto 
forma  più  scientifica,  dal  distinto  nostro  Socio  straniero,  sig.  Soret  di  Ginevra. 
Se  si  pone  il  la3  =  432  vibrazioni,  scendendo  per  tre  quinte  pure,  nel  rap- 
porto di  2:3,  come  è  richiesto  dall'  accordatura  degli  istrumenti  ad  arco  — 
gli  istrumenti  più  perfetti  che  abbiamo  —  ,  si  arriva  al  do1  della  viola 
=  128  e  un'  ottava  più  bassa  al  do  =  64  del  violoncello.  Questo  do  è  una 
potenza  di  2,  per  cui  scendendo  per  ottave  basse,  nel  rapporto  di  1:2,  si 
arriva  ad  un  do  bassissimo  e  puramente  ideale  di  una  vibrazione  al  secondo, 
il  quale  non  è  altro  che  il  pendolo  a  secondi  e  sarebbe  così  il  vero  suono 
fondamentale  e  la  base  del  nostro  sistema  musicale.  In  vece  di  uu  corista 
convenzionale,  se  ne  avrebbe  così  uno  a  base  più  naturale.  Aggiungasi  a  ciò, 
che  nei  laboratori  di  Fisica  i  diversi  do  che  si  adoperano,  hanno,  fin  dal 
principio  del  secolo  e  per  ragioni  di  semplicità,  questa  base  naturale,  per  cui 
adottando  il  la3  =  864,  si  metterebbe  d' accordo  la  musica  pratica  colla  pra- 
tica dei  nostri  laboratori,  vantaggio  di  una  certa  entità,  quando  si  consi- 
derino i  continui  e  incessanti  rapporti  che  passano  fra  la  musica  e  l'acustica. 

«  Non  vi  è  alcun  dubbio,  che,  qualora  la  questione  del  corista  fosse 
stata  impregiudicata,  queste  considerazioni  sarebbero  state  sufficienti,  per 
far  adottare  da  tutti  il  corista  di  432  piuttosto  che  quello  di  435.  Difatti 
i  due  coristi  sono,  musicalmente  parlando,  quasi  identici  ;  ma  il  primo  offre 
alcuni  vantaggi  d' indole  scientifica  in  più,  che  al  secondo  mancano.  Non  vi 
sarebbe  stata  quindi  alcuna  ragione  per  non  dare  la  preferenza  al  primo. 
Ma  così  come  stavano  le  cose  si  poteva  prevedere,  che  la  grande  maggio- 
ranza non  avrebbe  considerate  queste  ragioni  come  sufficienti  per  chiedere 
alla  Francia,  ed  ai  paesi  che  ne  hanno  seguito  l'esempio,  il  sagrifizio  di 
una  istituzione,  che  aveva  dato  eccellenti  risultati,  abbandonando  il  corista 
che  essa  aveva  avuto  il  merito  di  aver  introdotto  e  mantenuto  per  25  anni, 
ed  intorno  al  quale  si  erano  aggruppati  molti  istrumenti,  che  si  considerano 
tra  i  migliori. 

«  Nella  conferenza  di  Vienna,  i  delegati  della  Germania  non  sosten- 
nero punto  il  loro  corista  di  440  vibrazioni,  e  si  mostrarono  favorevoli  al 
corista  francese,  intorno  al  quale  si  raccoglievano  le  più  vive  e  le  più  ge- 
nerali simpatie.  I  delegati  italiani  fecero  valere  le  ragioni  che  militavano 
in  favore  del  corista  semi-italiano.  Si  riconobbe  da  molte  parti,  in  via  teo- 
rica, che  esso  presentava  incontestabilmente  alcuni  vantaggi  e  che  a  caso 
nuovo  esso  potrebbe  anche  preferirsi  agli  altri  ;  ma  per  considerazioni  pra- 
tiche tutti  stavano  per  il  corista  francese.  D'altra  parte  il  Governo  ita- 
liano, apprezzando  al  suo  giusto  valore  il  vantaggio  che  ne  verrà  al  mondo 
musicale,  ed  all'Italia  in  particolare,  dall'adozione  di  un  corista  unico  in- 
ternazionale, con  un  sentimento  di  larghezza  altamente  commendevole,  aveva 
incaricato  i  delegati  italiani  di  dichiarare  che  esso  avrebbe  accettato,  anche 


—  798  — 
all'iufuori  del  corista  di  432,  quell'altro  corista,  su  cui  la  grande  maggio- 
ranza o  l'unanimità  dei  voti  si  fosse  potuta  raccogliere.  Ed  è  cosi,  che  dopo 
una  interessante  discussione,  la  conferenza  nella  seduta  del  17  novembre  ha 
proclamato  all'  unanimità  il  corista  francese  di  435  vibrazioni  intere 
(=  870  vibrazioni  semplici)  a  corista  internazionale. 

«  Coll'adozione  di  un  corista  unico,  il  quale  si  presta  bene  alle  esigenze 
musicali,  si  è  fatto  un  gran  passo  nella  via  dell'unificazione.  Tutti  i  paesi 
ne  ricaveranno  un  grande  vantaggio  e  l'Italia  in  modo  anche  più  speciale, 
se  essa  saprà  tener  alta  la  bandiera  della  sua  produzione  e  dell'esecu- 
zione musicale.  È  questa  una  di  quelle  misure  benefiche,  nelle  quali  tutti 
ci  guadagnano  e  nessuno  ci  perde.  Ed  io  mi  compiaccio  di  avervi  contri- 
buito, colle  mie  deboli  forze,  specialmente  a  mantenere  alla  importante 
questione  il  suo  vero  e  proprio  carattere  di  questione  musicale.  Perchè  non 
posso  e  non  devo  nascondere,  che  vi  sono  stati  in  Italia  distinti  musicisti 
e  non  meno  valorosi  dilettanti,  i  quali  hanno  creduto  e  credono  di  buona 
fede,  che  il  corista  di  432  vibrazioni  non  doveva  in  alcuna  guisa  abbando- 
narsi, perchè  il  solo  che  abbia  un  fondamento  scientifico.  Se  la  cosa  stesse 
così,  posso  affermare  che  la  condotta  dei  delegati  italiani  sarebbe  stata  di- 
versa. Essi  avrebbero  tenuto  fermo  fino  all'ultimo,  anche  a  costo  di  recare 
uno  screzio  nel  seno  della  conferenza,  sicuri  che  un  giorno  o  l'altro  la 
scienza  avrebbe  dato  loro  ragione. 

«  Qui  non  si  tratta  più  delle  considerazioni  di  opportunità  scientifica 
già  esposte.  Il  corista  di  Meerens  ha  avuto  la  disgrazia,  che  intorno  a  lui 
si  sono  affastellate  delle  pretese  teorie,  una  più  strana  dell'altra.  Dal  punto 
di  vista  scientifico  la  scelta  del  primo  suono,  come  punto  di  partenza,  è 
completamente  arbitraria.  Si  può  scegliere  un  suono  con  molte  o  con  poche 
vibrazioni,  a  numero  intero,  frazionario  ed  anche  irrazionale,  purché  tutti 
gli  altri  suoni  che  l'accompagnano  o  gli  succedono,  siano  col  primo  nei 
rapporti  semplici  voluti  dalla  teoria.  La  scala  maggiore 

9  5  4  3  5  15 

a'¥a'  Ta*  ¥a'  Ta'~3  a'  ¥a'2fi 

è  sempre  esatta,  qualunque  sia  il  valore  iniziale  di  a. 

«  Nella  musica  pratica  la  scelta  di  un  primo  suono  è  più  limitata, 
perchè  bisogna  tener  conto  della  possibilità  e  della  facilità  dell'esecuzione. 
Ma  entro  i  limiti  posti  da  considerazioni  prettamente  musicali,  la  scelta 
è  perfettamente  libera.  Che  si  scelgano  per  il  la3  432,  435,  433  |  vibra- 
zioni, è  per  la  teoria  completamente  indifferente.  Può  far  comodo  l'avere 
numeri  interi  per  semplificare  certi  calcoli  e  facilitare  l'insegnamento  teo- 
rico-musicale :  ma  altro  è  la  comodità,  altro  un  principio  scientifico.  Il 
violinista  che  suona  solo  nella  sua  stanza,  si  sceglie  il  la3  come  crede,  ma 
egli    sa  benissimo  che,  una  volta  scelto  il  la3,  le  altre  tre  corde  e  tutti  i 


—  709  — 

suoni  che  egli  produce  devono  accordarsi  su  quello.  Questa  è  la  grande 
legge  degli  intervalli  musicali,  che  è  la  chiave  di  volta  della  teoria  musicale. 

«  Ma  per  dare  al  corista  di  432  vibrazioni  un  fondamento  scientifico 
si  è  fraintesa  e  capovolta  questa  prima  e  fondamentale  legge  dell'acustica. 
Si  è  detto  che  il  corista  deve  essere  scello  in  modo,  che  tutti  i  suoni 
della  scala  siano  rappresentati  da  numeri  interi ,  perchè  la  natura  non 
conosce  frazioni  di  vibrazioni,  queste  essendo  i  più  piccoli  movimenti  delle 
molecole.  Tuttociò  è  completamente  erroneo.  Le  vibrazioni  sonore  sono  tut- 
t'altro  che  piccole;  la  lunghezza  dell'onda  sonora  prodotta  p.  e.  da  una 
canna  d'organo  è  uguale  alla  lunghezza  della  canna  stessa  e  importa  tal- 
volta parecchi  metri.  In  fisica  e  in  musica  occorrono  sempre  le  frazioni; 
perchè  se  p.  e.  una  canna  o  una  tromba  danno  in  un  dato  momento  432 
vibrazioni,  basta  che  la  temperatura  si  modifichi  anche  di  poco,  per  farci 
cadere  nelle  frazioni,  visto  che  questi  istrumenti  sentono  fortemente,  e  in 
misura  disuguale,  l'influenza  della  temperatura.  E  poi,  i  numeri  che  attribuiamo 
alle  vibrazioni,  dipendono  dall'unità  di  tempo  adottata,  la  quale  è  data  dagli 
astronomi  all'infuori  di  ogni  considerazione  musicale.  Modificando  l'unità 
di  tempo,  sostituendo  p.  e.  al  secondo  sessagesimale  quello  centesimale,  si 
trasformerebbe  con  quella  strana  idea  la  buona  musica  in  cattiva  e  viceversa. 

«  Partendo  da  cosi  falsi  principi,  le  conseguenze  diventano  disastrose. 
Basti  dire  che  uno  degli  autori,  per  il  bisogno  dei  numeri  interi,  giunse  per- 
fino a  costruire  una  nuova  scala  cromatica,  in  modo  sorprendentemente  arbi- 
trario. Mentre  la  scienza  stabilisce  che  il  numero  assoluto  delle  vibrazioni 
è  arbitrario  e  gli  intervalli  devono  essere  esatti,  lì  si  procede  al  rovescio. 
Si  mette  innanzi  un  principio  falso  sui  numeri  interi  e  si  manomettono  gli 
intervalli  musicali,  che  sono  la  base  della  musica  corretta.  Basta  citare 
questi  fatti,  per  vedere  il  valore  che  hanno  quelle  pretese  teorie  ». 

Igiene.  - —  Sulla  preservazione    dell'uomo  nei  paesi   di    malaria. 
Nota  del  Socio  Corraho  Tommasi-Crudeli. 

«  Cinque  anni  fa  io  ebbi  l'onore  di  fare  all'Accademia  una  comunica- 
zione preventiva,  sui  risultati  ottenuti  nel  1880,  mediante  la  somministrazione 
quotidiana  di  piccole  dosi  d'arsenico  (acido  arsenioso),  agli  uomini  che  deb- 
bono vivere  durante  la  stagione  calda  nei  paesi  di  malaria  (').  Dichiarai 
allora  come  io  mi  proponessi  di  continuare  ed  estendere  l'esperimento,  onde 
stabilire,  se,  ed  in  quale  misura,  questo  mezzo  potesse  servirci  ad  uscire 
dal  circolo  vizioso,  nel  quale  ci  troviamo  ogni  qualvolta  si  tratta  di  mettere 
a  coltura  intensiva  un  paese  di  malaria  grave.  Infatti,  mentre  da  un  lato 
non  si  può  intraprendere  una  coltivazione    intensiva,  se  non  si  assicura  la 

(')  Vedi   Transunti  della  r.  Accademia  dei  Lincei,  Serio  3\  Volarne  V,  pag.  22. 


—  800  — 

presenza  degli  agricoltori  sui  luoghi  durante  tutte  le  stagioni  dell'  anno  ; 
dall'altro  lato  gli  agricoltori  non  possono  restar  nei  luoghi  malarici  durante 
la  stagione  calda,  perchè  corrono  un  rischio  troppo  grave.  Per  uscire  da 
questo  circolo  vizioso  non  v'è  che  un  modo;  aumentare  la  resistenza  spe- 
cifica dell'organismo   umano    contro  gli  attacchi  della   malaria. 

«  In  fatto  di  malaria  non  v'è  da  sperare  che  Vacclimatazione  aumenti  la 
resistenza  organica  specifica  dell'uomo.  L'acclimatazione  individuale  è  impos- 
sibile, e  sempre  lo  fu.  L'infezione  malarica  non  è  una  di  quelle  infezioni  le 
quali,  dopo  un  primo  attacco,  producono  una  immunità  da  attacchi  ulteriori. 
Essa  è  invece  una  infezione  progressiva,  la  durata  della  quale  può  essere 
indefinita,  come  quella  della  sifilide  ;  cosicché,  talvolta,  un  unico  attacco 
può  bastar  a  rovinare  la  costituzione  dell'organismo  umano  per  tutta  la  vita. 
Una  acclimatazione  collettiva,  o  acclimatazione  di  razza,  era  possibile  nel 
passato,  quando  i  rimedi  specifici  della  infezione  malarica  erano  ignoti  ;  ed 
anco  più  tardi,  quando  l'applicazione  di  questi  rimedi  era  molto  ristretta. 
L'acclimatazione  di  una  razza  umana  avveniva  allora  per  mezzo  di  una  cèr- 
nita naturale  operata  dalla  malaria  stessa,  la  quale,  nelle  generazioni  che  si 
succedevano,  portava  via,  quasi  senza  ostacolo,  tutti  quelli  che  avevano 
debole  resistenza  specifica,  mentre  risparmiava  quelli  che  possedevano  questa 
resistenza  in  grado  eminente.  I  primi  erano,  secondo  il  mito  dei  Greci 
italici,  le  vittime  umane  destinate  a  placare  il  mostro,  o  il  demone,  che 
si  opponeva  alla  occupazione  del  territorio  nel  quale  aveva  sino  allora 
regnato  da  sovrano  assoluto.  I  secondi  diventavano  i  fondatori  della  razza 
colonizzatrice,  nella  quale,  ad  ogni  nuova  generazione,  si  producevano  nuove 
cèrnite  utili  al  corpo  sociale  ;  cosicché  la  resistenza  specifica  collettiva  della 
razza  andava  progressivamente  aumentando.  Ai  nostri  giorni  una  tal  cèrnita 
può  avvenire  nelle  razze  umane  selvagge  (come  avviene  nei  branchi  di  buoi 
e  di  cavalli  importali  nei  paesi  di  malaria),  ma  è  divenuta  impossibile 
nelle  razze  umane  civilizzate.  Per  mezzo  dei  rimedi  specifici  che  possediamo, 
l'uso  dei  quali  è  ora  così  generale,  vengono  preservate  le  vite  di  molti  i 
quali  hanno  debole  resistenza  specifica,  ed  i  quali,  dopo  guariti,  generano 
dei  figli  che  ne  hanno  anche  meno  di  loro.  Cosicché,  dopo  una  serie  di  gene- 
razioni, si  produce  nei  paesi  malarici  una  degradazione  fisica  della  razza 
umana,  invece  di  quella  cèrnita  utile  che  aveva  luogo  nei  secoli  passati,  e 
della  quale  si  possono  ancora  apprezzare  gli  effetti  in  alcune  razze  italiane. 

«  Non  possiamo  dunque  contar  oggimai  sull'azione  della  natura  esterna, 
per  riuscire  ad  un  aumento  della  resistenza  specifica  delle  società  umane 
contro  gli  attacchi  della  malaria.  Un  tal  risultato  non  può  essere  ottenuto 
adesso,  se  non  coll'intervento  dell'arte.  Si  è  cercato  di  ottenerlo  per  mezzo 
delle  somministrazioni  quotidiane  dei  sali  di  chinina,  dei  salicilati  alcalini, 
e  delle  tinture  di  Eucalyptus.  Ma  i  sali  di  chinina  costano  molto,  e  non 
sono,   alla  lunga,   accessibili  alla  borsa   dei   poveri   agricoltori;    esercitano 


—  801  — 

un'azione  anti-rualarica  pronta,  ma  fugace;  e,  a  lungo  andare,  perturbano 
le  funzioni  digestive  e,  quelle  del  sistema  nervoso.  I  salicilati,  quando  sono 
puri,  costano  assai;  e  del  resto,  nessun  fatto  ha  provato  sin  qui  che  essi 
possano  agire  come  preservativi  contro  la  malaria.  La  tintura  alcoolica  di 
Eucalyplus  può  riuscire  utile  (come  tutti  gli  altri  alcoolici,  cominciando 
dal  vino)  mantenendo  attiva  la  circolazione  del  sangue,  cosa  che  è  sempre 
essenziale  nei  paesi  di  malaria:  forse  anche  può  agire  come  preservativo 
in  luoghi  di  malaria  mite.  Ma  è  certo  che  non  agisce  come  tale  in  luoghi 
di  malaria  grave.  Basterebbero  a  provarlo  le  epidemie  di  febbri,  che  hanno 
colpita  nel  1880,  nel  1882,  ed  anco  in  quest'anno,  la  colonia  agricola  delle 
Tre  Fontane,  sebbene  ivi  si  fabbrichi  una  buona  tintura  di  Euealypt'us, 
che  viene  distribuita  largamente  alla  gente  della  colonia  nella  stagione 
pericolosa  dell'anno. 

«  Avendo  avuta  l'occasione  di  osservare  varie  volte,  nei  paesi  di  malaria, 
che  quando  le  febbri  erano  state  curate  coll'arsenico  (acido  arsenioso)  invece 
che  col  chinino,  esse  recidivavano  raramente  ;  ed  essendomi  assicurato  che  tal- 
volta queste  cure  arsenicali  preservavano  gli  uomini  da  ulteriori  attacchi 
della  malaria,  cominciai  nel  1880  ad  adoperare  l'arsenico  come  preservativo 
in  una  tenuta  della  campagna  di  Roma.  Questo  mezzo  era  raccomandato  per 
un  esperimento  di  tal  natura,  non  solamente  dalla  durata  della  sua  azione 
anti-malarica,  ma,  oltre  a  ciò,  dal  suo  basso  prezzo,  dalla  benefica  influenza 
che  ha  sulla  nutrizione,  e  dalla  facilita  colla  quale  lo  si  amministra,  anche 
ai  bambini.  I  miei  primi  tentativi  furono  incoraggianti,  e  perciò  mi  credei 
autorizzato  ad  eccitare  alcuni  proprietari,  e  le  amministrazioni  delle  ferrovie 
romane  e  meridionali,  a  tentare  la  prova  negli  anni  successivi;  raccoman- 
dando però  di  usare  l'arsenico  in  forma  solida,  onde  avere  agio  di  control- 
lare l'esperimento.  Questa  vasta  esperienza  incominciò  nel  1881,  ed  acquistò 
proporzioni  sempre  maggiori  nel  1882  e  nel  1883.  Sulle  prime,  una  prova 
di  questo  genere  non  è  facile.  Il  nome  dell'arsenico  impaurisce  non  soltanto 
i  volgari,  ma  talvolta  anco  i  medici  ;  e  spesso  la  prova  riesce  inutile,  per- 
chè fatta  timidamente.  Ma  alcuni  uomini  intelligenti,  e  specialmente  il  dottor 
Ricchi,  medico  capo  delle  Ferrovie  Meridionali,  giunsero  a  superare  presto 
questi  ostacoli,  ed  a  stabilire  l'esperienza  su  solide  basi.  I  fatti  raccolti  sin 
qui  sembrano  aver  accertato,  che  quando  si  comincia  ad  amministrare  l'arse- 
nico qualche  settimana  prima  della  stagione  delle  febbri,  e  quando  l'ammi- 
uistrazione  viene  continuata  regolarmente  durante  tutta  questa  stagione,  l'or- 
ganismo umano  resiste  meglio  agli  attacchi  della  malaria.  Alcuni  acquistano 
una  immunità  assoluta,  altri  una  immunità  relativa.  Questi  ultimi  sono 
attaccati  talvolta  dalla  febbre  ;  ma,  nemmeno  nei  luoghi  di  malaria  grave, 
la  febbre  che  gli  colpisce  diviene  perniciosa ,  ed  essi  se  ne  liberano  con 
poco  chinino.  Nel  1883,  per  esempio,  il  dottor  Ricchi,  istituì  l'esperimento 
sopra  78  individui    nel  distretto   di  Bovino,    dove   la  malaria    è  grave.  Li 


—  802  — 

divisa  in  due  metà,  ima  delle  quali  soltanto  fu  sottoposta  al  trattamento 
preservativo  per  mezzo  dell'arsenico.  Alla  fine  della  stagione  delle  febbri 
si  trovò:  che  mentre  nella  metà  composta  di  quelli  che  non  avevano  fatta 
alcuna  cura  preventiva  molti  erano  stati  attaccati  da  febbri  gravi,  trentasei 
di  quelli  che  erano  stati  sottoposti  al  trattamento  arsenicale  erano  rimasti 
interamente  immuni,  e  gli  altri  tre  avevano  avuto  febbri  leggiere,  che  ave- 
vano guarite  da  se  stessi  con  poco  chinino,  senza  nemmeno  chiamare  il 
medico. 

«  Analoghi  risultati  sono  stati  ottenuti  in  quest'anno  dal  dott.  Giulio 
Magnani  durante  il  suo  soggiorno  a  Cervia  (Provincia  di  Kavenna),  dove 
egli  aveva  assunto  il  servizio  sanitario  delle  guardie  finanziarie.  Cervia  è 
situata  sul  littorale  adriatico,  in  una  regione  eminentemente  malarica,  ed 
un  gran  numero  di  guardie  finanziarie  vi  sono  raccolte,  sia  pel  servizio 
della  costa,  sia  per  quello  delle  saline  di  Cervia.  Queste  guardie  sono  tutte 
esposte  agli  attacchi  della  malaria,  e  pagano  ad  essa  un  largo  tributo  ogni 
anno,  anche  quando  lo  sviluppo  locale  della  malaria  è  molto  minore  di 
quello  che  fu  nell'  estate  decorso.  Il  dott.  Magnani  impegnò  l'ispettore  di 
Finanza  del  circolo  di  Ravenna  a  tentare  in  quest'anno  la  cura  preservativa 
del  suo  personale,  per  mezzo  dell'arsenico.  L'ispettore  vi  acconsentì,  e  l'espe- 
rimento fu  intrapreso  per  mezzo  delle  gelatine  arsenicali  titolate  dal  De 
Cian  di  Venezia,  le  quali  permettono  di  controllare  bene  la  somministra- 
zione. Infatti  ogni  quadretto  di  esse  contiene  due  milligrammi  d'  arsenico, 
e  con  grande  facilità,  sopratutto  in  un  personale  militarizzato,  si  può  con- 
durre per  mezzo  di  esse  l'esperimento.  Il  dott.  Magnani  lo  incominciò  alla 
fine  di  giugno  sopra  163  individui,  fra  soldati  e  graduati,  e  lo  continuò 
sino  alla  fine  di  settembre,  con  una  sola  interruzione  di  pochi  giorni  al 
principio  di  agosto,  la  quale  fu  dovuta  ad  un  ritardo  nella  spedizione  delle 
gelatine  da  Venezia.  Ai  due  di  ottobre  egli  diresse  all'ispettore  delle  finanze 
il  rapporto  che  qui  trascrivo: 

PregìTw  Sig.  Ispettore 

«L'onorevole  Toraraasi-Crudeli  ini  affidava,  nella  primavera  scorsa,  l'incarico  di  espe- 
riraentare  sul  personale  delle  Guardie  di  Finanza  di  questa  Luogotenenza,  l'efficacia  preser- 
vativa delle  gelatine  arsenicali  nelle  febbri  malariche. 

«  Si  trattava  di  uno  studio  importantissimo,  su  poco  meno  che  200  individui  riuniti 
in  un  centro  malarico,  viventi  nei  tre  mesi  peggiori  dell'anno  in  luoghi  pessimi,  e  che  ogni 
anno  aveauo  pagato  un  largo  tributo  alle  febbri  di  stagione. 

«Non  potendo  direttamente  esaurire  l'incarico  ricevuto,  pensai  di  farmi  raccomandare 
a  Lei,  da  cui  dipende  il  numeroso  personale  in  discorso.  E  fui  soddisfatto  al  di  là  di  ogni 
mia  previsione,  poiché  Ella  comprese  immediatamente  l'importanza  e  l'utilità  dell'esperi- 
mento da  eseguirsi,  e  con  squisita  gentilezza  mi  aperse  il  campo  agli  studi,  e  mi  diede 
agio  di  soddisfare  al  vivo  desiderio  dell'onorevole  prof.  Tommasi-Crudeli. 

«  È  superfluo  del  tutto  che  io  mi  estenda  qui  nella  descrizione  del  luogo,  delle  saline, 
dei  terreni  circostanti  ecc.  essendo  tutto  questo  meglio  conosciuto  da  Lei  che  da  me.  Basti 


—  803  — 

il  dire  che  lo  stabilimento  salifero  di  Cervia  è  per  intensità  malarica  uno  dei  peggiori 
luoghi  che  io  m'abbia  mai  visitato. 

<  Premesso  questo,  è  necessario  accennare  alle  condizioni  igieniche  dell'annata  per  far 
risaltare  ciò  che  si  ottenne  dalla  cura  arsenicale. 

«L'anno  1885  si  è  segnalato  per  un'intensità  e  frequenza  eccezionale  di  febbri  e  di 
forme  malariche  acute,  specialmente  nelle  popolazioni  rurali.  Quasi  tutta  la  bassa  Romagna 
fu  egualmente  colpita.  Per  citare  un  fatto  in  appoggio,  posso  accertare  che  il  consumo  del 
chinino  fu  a  Cervia  maggiore  di  */4  degli  anni  antecedenti. 

«La  ragione  di  questa  frequenza  di  febbri  sta  forse  nell'umidità  eccessiva  della  pri- 
mavera, e  nelle  pioggie  che  si  prolungarono  fino  nell'estate,  mantenendo  i  terreni  o  alla- 
gati o  inzuppati  fino  ad  estate  inoltrato. 

«  Privo  però  di  dati  statistici  esatti  sugli  anni  scorsi,  e  nuovo  dei  luoghi,  sono  costretto 
a  riferirmi  a  quanto  ho  potuto  attingere  da  persone  competenti.  Ora  i  medici,  e  locali  e 
vicini,  la  qualità  delle  malattie  da  me  curate,  i  registri  di  questo  civico  ospedale,  mi  hanno 
confermato  che  le  febbri  in  quest'anno  furono  più  numerose  ed  intense  che  negli  ultimi  anni. 

«Stabilita  alla  meglio  l'eccezionale  intensità  malarica  dell'annata  in  corso,  vengo 
senz'altro  alla  cura  arsenicale,  al  modo  come  venne  eseguita,  ed  ai  risultati  ottenuti. 

«  Premessa  la  pesatura  del  personale  da  curarsi,  si  cominciò  alla  fine  di  giugno  la  som- 
ministrazione delle  gelatine  arsenicali,  proseguendola  fino  a  tutto  settembre. 

«  In  questi  tre  mesi  si  consumarono  n.  592  gelatine  per  n.  163  individui. 

«  Fatta  la  proporzione  delle  persone  che  eseguirono  la  cura,  ogni  individuo  avrebbe 
consumato  in  media  poco  meno  di  3  gelatine  e  mezzo  in  tre  mesi  (')  quantità  che  si  può 
certamente  sorpassare  senza  timore,  ed  anzi  colla  certezza  di  ottenere  risultati  migliori. 

«  Affinché  però  i  criteri  da  ricavarsi  siano  più  esatti,  mi  fa  d'uopo  dividere  il  perso- 
nale curato  in  due  categorie,  distinte  per  numero  e  per  genere  di  servizio.  La  1"  categoria 
è  costituita  dalla  Luogotenenza  di  Cervia  e  consta  di  circa  60  individui  fra  guardie  e  graduati. 

«Il  loro  servizio  si  compie  in  luoghi  meno  malsani  delle  saline  ma  sempre  malarici: 
sono  alloggiate  meno  male,  e  meno  aggravate  nel  servizio  delle  guardie  addette  allo  stabili- 
mento salifero. 

«  La  cura  fu  fatta  da  50  fra  guardie  e  graduati  con  moltissima  diligenza,  senza  che 
fosse  a  lamentare  neppure  un  caso  d' intolleranza.  Si  cominciò  da  1  quadretto,  e  si  andò 
gradatamente  fino  a  6  al  giorno.  Sospesa  la  cura  per  pochi  giorni  ai  primi  di  agosto,  fu 
ripresa  e  continuata  fino  alla  fine  di  settembre,  non  sorpassando  però  i  4  quadrelli  al  giorno. 

«  I  risultati  furono  addirittura  ammirabili,  ed  eceone  la  prova. 

«Nel  1884  entrarono  all'ospedale  con  febbri  malariche  15  uomini  di  questa  Luogo- 
tenenza, senza  contare  quelli,  e  furono  molti  che  ebbero  leggiere  febbri  curate  in  caserma 
col  vino  al  chinino. 

«  Nel  corrente  anno,  delle  diverse  brigate  componenti  la  Luogotenenza,  non  risulta  dai 
registri  uniti  al  presente  rapporto,  che  siano  entrati  all'ospedale  malati  di  febbri,  e  solo 
due  o  tre  ebbero  qualche  leggero  accesso  vinto  subito  col  vino  al  chinino. 

«Riguardo  al  peso  del  corpo  in  media  fuvvi  diminuzione  la  quale  si  spiega,  benissimo 
coli' aumento  di  lavoro  e  di  fatica  a  cui  sono  assoggettati  gli  agenti  durante  l'estate. 

«Veniamo  ora  alle  guardie  addette  allo  stabilimento  salifero. 

«  Qui  la  cura  fu  fatta  più  o  meno  regolarmente,  perle  esigenze  del  servizio,  da  n.  113 
fra  guardie  e  graduati;  36  non  vollero  o  non  poterono  farla. 

«  Anche  su  questo  personale,  previa  la  pesatura  (che  fu  fatta  regolarmente  in  principio 
ma  non  si  potè  ripetere  in  fine)  si  cominciò  la  cura  da  1  quadretto  al  giorno  fino  a  6  per 

(')  Ogni  gelatina  contiene  un  decigrammo  di  arsenico,  distribuito  in  50  quadretti, 
ognuno  d^i  quali  contiene  2  milligrammi  di  acido  arsenioso. 

Rekdiconti  —  Vol.  I.  105 


—  804  — 

tutto  luglio.  Si  tralasciò  qualche  giorno  ai  primi  di  agosto,  e  ripresa  si  proseguì  fino  alla 
fine  di  settembre. 

<  Sui  113  che  fecero  la  cura,  soli  15  entrarono  all'ospedale  per  febbri  malariche,  come 
risulta  dai  registri  della  Luogotenenza,  mentre  nell'84  con  un  annata  migliore,  gli  entrati 
furono  28.  Dei  36  che  non  fecero  la  cura  se  ne  contano  11  entrati  all'ospedale  co»  febbri. 

«  Fatta  adunque  la  proporzione  si  avrebbero  queste  cifre  che  parlano  chiaro  in  favore 
della  cura  arsenicale  e  cioè:  per  quelli  che  fecero  la  cura  un  '/8  appena  di  ammalati,  e 
un  •/,  circa  di  malati  per  quelli  che  non  la  fecero. 

«  Ad  onor  del  vero  però  bisogna  aggiungere  che  si  ebbero  a  curare  molti  casi  di  febbri 
leggiere,  che  cedettero  subito  ad  una  o  due  dosi  di  vino  chininato,  e  che  non  si  dovettero 
rimettere  neppure  all'ospedale. 

«  Quelle  poi  fra  le  guardie  che  furono  ammesse  agli  ospedali  di  Cervia  e  di  Bologna, 
posso  accertare  che  guarirono  colla  massima   facilità,   e  con   una  o  due   dosi   di   chinino. 

«  Questo  fatto  poi  di  avere  a  curare  febbri  leggiere  in  una  certa  quantità  si  spiega 
anche  col  frequente  e  parziale  cambiamento  di  personale,  che  talvolta  arriva  sul  luogo  a  metà 
della  campagna  salifera,  quando  la  malaria  è  più  intensa,  e  senz'aver  fatto  cure  preservative. 

«  Per  quanto  ai  nuovi  venuti  si  facesse  cominciar  subito  la  cura  arsenicale,  essa  non 
poteva  renderli  subitamente  refrattarii  alle  influenze  locali. 

«  Se  poi  si  aggiunga  che  il  servizio  delle  guardie  nello  stabilimento  salifero  è  gravo- 
sissimo,  e  tale  da  alterare  le  più  robuste  costituzioni:  che  i  così  detti  Caselli  (')  sono  la 
negazione  assoluta  d'ogni  norma  igienica;  che  l'annata  avrebbe  dovuto  dare  un  numero 
straordinario  di  febbricitanti,  come  .è  avvenuto  nella  popolazione  rurale,  parmi  siavi  da 
rallegrarsi  dai  risultati  ottenuti,  e  questi  risultati  sarebbero,  secondo  il  mio  parere,  anche 
migliori  se  la  cura  fosse  rigorosamente  obbligatoria,  e  fatta  con  quella  esattezza  che 
l'autorità  può  imporre. 

«  E  ad  ottenere  meglio  lo  scopo,  gioverebbe  la  diffusione  di  qualche  istruzione  detta- 
gliata e  alla  portata  di  tutti,  per  togliere  i  pregiudizii  e  i  timori  che  risveglia  la  parola 
arsenico. 

«  Dai  risultati  suesposti  si  possono  dedurre  i  seguenti  corollarii  : 

1"  «  Che  l'arsenico  e  le  gelatine  in  ispscie  (per  la  loro  precisa  dosatura  e  comodità) 
sono  certamente  un  eccellente  preservativo  contro  le  febbri  da  malaria. 

2°  «  Che  in  un  corpo  militare  o  militarizzato  l'uso  delle  gelatine  è  facile,  scevro 
d'inconvenienti,  e  può  essere  facilmente  controllato  dai  graduati. 

3°  «  Che  l'arsenico,  cosa  già  provata,  e  confermata  anche  dalle  mie  osservazioni 
all'ospedale  di  Cervia,  rende  le  febbri  benigne,  leggiere,  e  facili  ad  esser  vinte  dai  chinacei, 
evitando  i  casi  di  iufezioni  gravi,  lente,  letali. 

4°  «  Che  il  marsala  al  chinino,  finora  usato  come  preservativo,  non  può  esser  con- 
siderato come  tale,  ed  è  buono  tutt'al  più  a  troncare  una  febbre,  qualora  venga  sommini- 
strato coti  norme  e  dosi  diverse  a/fatto  dalle  attuali. 

5°  «  Che  infine,  paragonato  il  numero  dei  malati  nell'84,  annata  buona  a  detto  di 
tutti,  con  quelli  dell'85,  annata  cattiva  per  malaria  intensa  ;  calcolata  la  maggior  somma 
di  lavoro  ottenuto  dalle  guardie  (cosa  riconosciuta  dai  sigg.  ufficiali  comandanti)  parmi 
risultino  tali  elementi  in  favore  della  cura  preservativa  colle  gelatine  arsenicali,  da  poterla 
coscienziosamente  raccomandare  al  ministero,  come  l'unica  rispondente  allo  scopo  di  tutelare 
la  salute  del  personale  nei  luoghi  di  malaria,  e  nell'interesse  stesso  dell'amministrazione. 
Cervia  2  ottobre  1885. 

Dott.  Giulio  Magnani 

(')  I  Caselli  sono  dei  miseri  tuguri  nei  quali  le  Guardie  alloggiano  durante  la  notte, 
ammassate  per  modo  da  dover  tenere  in  estate  le  finestre  aperte  (in  un  luogo  di  malari.i 
grave!)  onde  respirare. 


—  805  — 

«  So  che  alcune  persone  del  circolo  di  Kavenna,  convinte  dai  risultati 
ottenuti  quest'anno  a  Cervia,  che  veramente  l'arsenico  aumenta  la  resistenza 
del  corpo  umano  agli  attacchi  della  malaria,  vorrebbero  proporre  al  mi- 
nistero di  istituire  una  carica  d'ispettore  sanitario  delle  guardie  finanziarie, 
onde  estendere  e  regolare  questa  cura  preventiva  in  tutti  i  luoghi  di  ma- 
laria nei  quali  queste  guardie  debbono  prestare  il  loro  gravoso  servizio. 
Sarebbe  desiderabile  che  questa  proposta  si  facesse,  e  venisse  accettata  ;  non 
solamente  pel  beneficio  che  ormai  sembra  poter  essere  assicurato  agli  uomini 
che  fauno  questa  cura  preventiva,  ma  anche  per  completare  lo  studio  di  essa, 
giovandosi  di  un  corpo  militarizzato.  Nei  cinque  anni  durante  i  quali  io 
ho  cercato  di  estendere  questo  esperimento  in  Italia,  ho  dovuto  persua- 
dermi che  spesso  l'esperimento  fallisce  per  l'inerzia,  od  i  pregiudizi  inve- 
terati, di  chi  lo  dirige;  ma  più  spesso  per  il  modo  indisciplinato  col  quale 
gli  agenti  subalterni  lo  conducouo,  anche  quando  chi  lo  dirige  intende  farlo 
sul  serio.  A  Cervia  si  è  avuto  invece  l'esempio  di  una  cura  preventiva 
condotta  sin  dal  bel  principio  con  una  tale  regolarità ,  da  dover  ritenere 
che  un  secondo  esperimento  raggiungerà  quasi  la  precisione  scientifica.  E 
se  questo  secondo  esperimento  verrà  esteso  a  tutte  le  guardie  finanziarie 
poste  nelle  medesime  condizioni,  è  sperabile  che  l'amministrazione  e  la 
scienza  ne  siano  ugualmente  vantaggiate. 

«  La  preferenza  data  da  me  e  dai  miei  collaboratori  alle  gelatine  titolate, 
nel  condurre  questi  vasti  esperimenti,  è  dovuta  soltanto  alla  necessità  di  fare 
la  somministrazione  dell'arsenico  in  tal  forma  da  renderne  sicura  la  rego- 
larità. Le  preparazioni  liquide  di  arsenico  non  si  possono  adoperare  senza 
pericolo,  se  non  da  persone  molto  intelligenti  ;  perchè,  onde  la  cura  preven- 
tiva riesca  a  bene,  bisogna  incominciare  dalla  dose  di  due  milligrammi  al 
giorno  (per  gli  adulti) ,  e  spingerla  gradatamente  fino  a  dodici  milligrammi 
al  giorno,  e  più  ancora.  Niuno  è  che  non  vegga  come  una  tal  precisione  di 
dosatura  sia  impossibile  ad  ottenere  adoperando  preparazioni  liquide,  quando 
si  tratta  di  fare  l'esperimento  su  centinaia  di  uomini,  molti  dei  quali,  per 
imprudenza  od  ignoranza,  potrebbero  usarne  a  danno  di  se,  o  d'altrui.  Fra 
le  preparazioni  in  forma  solida  dell'arsenico,  le  gelatine  titolate  costituiscono 
la  più  sicura.  Ogni  quadretto  di  esso  (due  milligrammi  di  arsenico)  si  stacca 
facilmente,  come  un  francobollo  postale,  dagli  altri;  ed  a  colpo  d'occhio, 
una  volta  regolato  il  registro  delle  somministrazioni,  sPpuò  vedere  se  esse 
sono  fatte  regolarmente.  Oltre  a  ciò,  queste  gelatine  sono  l'unica  forma  so- 
lida delle  preparazioni  arsenicali  la  quale  si  discioglie  sempre  con  facilità 
nel  caffè,  o  nella  minestra  (giacché  l'arsenico  non  va  mai  dato  a  digiuno)  ; 
mentre  le  altre  preparazioni  solide  dell'arsenico  spesso  passano  attraverso 
tutto  il  tubo  digerente  senza  disciogliersi,  e  quindi  senza  essere  assorbite. 
«  E  di  questo  uè  abbiamo  avuta  la  prova  duraute  gli  esperimenti  ten- 
tati sul  personale  delle  Ferrovie  Komane.  Essi  furono  incominciati  soltanto 


—  806  — 

nel  1883,  e  la  direzione  di  essi  fu  affidata  ad  un  uomo  coscienzioso  e  di  valore, 
il  dott.  Apolloni.  Egli  incontrò  molte  resistenze  da  parte  del  personale  da 
lui  dipendeute,  ma  potè,  nel  1883,  facendo  uso  delle  gelatine  titolate,  veri- 
ficare qualche  vantaggio  della  cura  preventiva  usata.  Nel  1884  la  Direzione 
generale  sanitaria  delle  Ferrovie  Eomane,  invece  delle  gelatine,  gli  impose 
l'uso  dei  granuli  arsenicali.  Egli  si  accorse,  fin  dal  principio  dell'esperimento, 
che  la  gente  non  aumentava  di  peso  (come  aumenta  sempre  durante  la  cura 
arsenicale,  se  non  è  sottoposta  a  fatiche  eccessive  in  proporzione  degli  alimenti 
che  le  si  danno),  e  ciò  lo  indusse  a  credere  che  i  granuli  arsenicali  non 
erano  assimilati.  Infatti  una  serie  di  osservazioni  molto  rigorose,  istituite 
in  Maremma  ed  allo  Spedale  di  Pisa,  provò  che  la  massima  parte  di  quei 
granuli,  passava  a  traverso  lo  stomaco  e  l'intestino  senza  disciogliersi.  Quindi 
l'esperimento  tentato  dalle  Eomane  nel  1884,  andò  fallito. 

«  Perciò,  quando  le  condizioni  del  personale  su  cui  si  esperimenta  la 
cura  preventiva  arsenicale,  consigliano  di  adoperare  l'arsenico  in  forma  solida, 
è  bene  attenersi  alle  gelatine  titolate.  Sono  di  facile  uso,  facilmente  assimi- 
labili, ed  assicurano  la  facilità  del  controllo  ». 


Astronomia.  —  Sulle  osservazioni  solari  fatte  nel  R.  Osser- 
vatorio del  Collegio  Romano  nel  2°  e  3°  trimestre  del  1885.  Nota 
del  Socio  P.  Tacchini. 

«  Nella  Nota  presentata  nell'adunanza  del  12  giugno  si  rese  conto  delle 
osservazioni  fatte  nel  primo  trimestre  del  1885,  ed  ora  diamo  i  risultati  di 
quelle  fatte  nel  2°  e  3°  trimestre  dell'anno  medesimo.  Il  numero  dei  giorni 
di  osservazione  per  le  macchie  e  le  facole  solari  fu  nel  2°  trimestre  di 
21  in  aprile,  28  in  maggio,  29  in  giugno,  e  nel  3°  trimestre  di  31  in 
luglio,  30  in  agosto  e  29  in  settembre;  totale  giorni  168. 


1885 

Frequenza 

delle 
macchie 

Frequenza 
dei 
fori 

Frequenza 
delle 
M*F 

Frequenza 

dei  giorni 

s^nza 

M-t-F 

Frequenza 

dei  giorni 

con  soli 

F 

Frequenza 

dei 

gruppi 

Media 

ostensione 

delle 

macchie 

Media 

estensione 

delle 

facole 

Aprile  .  . 

0,10 

9,00 

15,10 

0,00 

0,00 

3,48 

56,86 

49,70 

Maggio.  . 

9,86 

8,82 

18,68 

0,00 

0,00 

5,80 

86,21 

44,93 

Giugno .  . 

13,66  ' 

8,70 

22,36 

0,00 

0,00 

5,21 

132,76 

45,52 

Medio   .  . 

10,26 

8,81 

19,07 

0,00 

0,00 

4,95 

95,62 

43,78 

«  Se  si  confrontano  questi  dati  con  quelli  del  primo  trimestre  1885, 
si  vede,  che  dopo  il  minimo  secondario  delle  macchie  avvenuto  nel  marzo, 
il  fenomeno  andò  crescendo  nel  2°  trimestre,  con  un  massimo,  assai  marcato 
nell'estensione  delle  macchie,  nel  mese  di  giugno.  Le  facole  al  contrario 
presentano  una  diminuzione. 


—  S07 


1885 

Frequenza 

dello 
macchie 

Frequenza 
ilei 
fori 

Frequenza 

delle 

31  -f  ¥ 

Frequenza 
ilei  giorni 

senza 
JI^-  F 

Frequenza 

dei  giorni 

con  soli 

V 

Frequenza 

dei 

gruppi 

Media 

estensione 

Selle 
macchie 

Media 
estensiooe 

delle 
facole 

Luglio  .  . 

8,61 

6,80 

15,41 

0,00 

0,00 

4,45 

90,22 

43,15 

Agosto  .  . 

7.17 

4,03 

11,20 

11,(111 

11,1111 

3,40 

44,70 

10,17 

Settembre 

5,07 

-1.07 

9,14 

o.oo 

11,110 

3,31 

59,20 

58,83 

Medio   .  . 

6,99 

4,92 

11,91 

0,00 

0,00 

3,73 

65,06 

16,82 

«  Dopo  dunque  il  massimo  secondario  delle  macchie  nel  mese  di  giugno, 
la  frequenza  di  dette  macchie  andò  successivamente  diminuendo,  con  un 
minimo  ben  marcato  nel  settembre.  Oltre  del  numero  anche  l'estensione 
delle  macchie  risulta  minore  nel  3°  trimestre.  Nel  complesso  si  ha  dunque 
per  i  tre  trimestri  una  diminuzione  progressiva  nel  fenomeno  delle  macchie, 
ci  avviciniamo  cioè  verso  il  nuovo  minimo. 

Protuberanze.  2°  trimestre  1885. 


Numero 

Numero 

Massima 

Altezza 

Estensione 

1885 

dei  giorni 
di 

delle 

altezza 

media 
delle 

media 
delle 

osservazione 

protuberanze 

■  [rata 

proti]  l.iùranze 

protul 

Aprile  .  .  . 

11 

9,73 

in:,'' 

ll's 

,,..., 

Maggio    .  . 

20 

io,!!.", 

90 

44,1 

2,0 

Giugno.  .  . 

29 

11,69 

17o 

18,0 

2,4 

«  Le  protuberanze  al  pari  delle  macchie  furono  più  numerose  nel  2" 
trimestre  in  confronto  della  loro  frequenza  nel  1",  ed  al  minimo  secondario 
delle  macchie  avvenuto  in  marzo  corrisponde  pure  un  minimo  nei  fenomeni 
della  cromosfera.  Anche  l'altezza  media  delle  protuberanze  risulta  maggiore, 
e  nel  giugno  otto  volte  si  osservarono  protuberanze,  che  arrivavano  o  supe- 
ravano l'altezza  di  2  minuti  di  arco. 


Numero 

Numero 

Massima 

Altezza 

1  '   :-  i.  -      ne 

1885 

dei  giorni 
di 

delle 

altezza 

media 
delle 

media 

delle 

osservazione 

protuberanze 

Osservata 

protuberanze 

protulieran/.e 

Luglio  .  .  . 

30 

lo,;,:; 

160" 

50''3 

2°5 

Agosto  .  .  . 

22 

0.7:: 

180 

l-.l 

2,6 

Settembre  . 

11 

11.7:' 

168 

53,9 

2,6 

«  Confrontando  questi  valori  con  quelli  del  trimestre  precedente,  scor- 
gesi  che  il  fenomeno    delle    protuberanze    solari  fu  più  intenso   in   questi 


—  808  — 

ultimi  mesi,  perchè  se  nella  media  risulta  il  numero  diurno  delle  protube- 
ranze un  poco  minore  di  quello  relativo  al  2°  trimestre,  si  ha  invece  una 
maggiore  altezza  ed  estensione  media,  oltre  a  protuberanze  non  comuni  per 
altezza,  specialmente  nella  prima  metà  del  luglio,  mentre  che  nelle  macchie 
si  ebbe  una  progressiva  diminuzione  ». 

Astronomia.    —   Le  delle  filanti  del  27  novembre  1885.  Nota  del 
Socio  P.  Tacchini. 

«  Dopo  la  pioggia  di  stelle  filanti  osservata  il  27  novembre  1872  ed 
attribuita  sin  d' allora  alla  cometa  di  Biela,  era  atteso  il  ritorno  di  eguale 
splendido  fenomeno  nella  sera  del  27  novembre  ultimo.  La  pioggia  di  stelle 
filanti  numerosissime  ebbe  infatti  luogo  nelle  prime  ore  della  sera  anzi- 
detta, ed  i  numerosi  avvisi  telegrafici  pervenuti  al  nostro  ufficio  ci  assicu- 
ravano, che  ad  onta  del  tempo  cattivo  il  fenomeno  era  stato  osservato  intie- 
ramente o  in  parte  in  molte  stazioni  d'Italia.  Finora  però  il  rapporto  più 
preciso  pervenutoci  è  quello  del  Direttore  dell'Osservatorio  di  Palermo, 
comm.  Cacciatore.  A  Palermo  erano  ad  osservare  i  signori  Cacciatore,  Ricco, 
Zona,  Agnello,  e  Chauftorier,  e  poterono  osservare  i  seguenti  numeri  di 
stelle  filanti  : 

27  nov.  1885.  Dalle  Gh  alle  7h  p.  7200 
»  7  »  8  »  11000 
»       8      »     9    »      9000 


Totale        27000     in  tre  ore. 

«  Alle  9h  il  cielo  si  oscurò  intieramente,  ma  il  maximum  della  piog- 
gia di  stelle  era  già  avvenuto.  Le  stelle  filanti,  scrive  il  Cacciatore,  erano 
in  gran  parte  bianco-rossastre:  parecchie  prendevano  un  color  rosso  vivo. 
Il  prof.  Ricco  tentò  di  fare  delle  osservazioni  spettroscopiche,  ma  non  gli 
venne  fatta  di  avere  meteore  nel  campo  dell'apparecchio.  Il  radiante  fu  a 
Palermo  bene  determinato  dai  signori  Ricco  e  Zona  alle  seguenti  coordinate 

AR  =     lh.33m 
D  =  41°.  56' 

«  Dal  calcolo  fatto  dal  prof.  Zona  risulta,  che  questo  radiante  coincide 
precisamente  coli'  orbita  della  cometa  di  Biela. 

«  Dalla  relazione  del  prof.  Pigorini  risulta,  che  il  massimo  del  feno- 
meno fu  da  lui  osservato  intorno  alle  7h  ore.  Moltissime  meteore  appari- 
vano come  stelle  di  la  e  2"  grandezza,  ma  parecchie  hanno  superato  anche 
la  grandezza  prima  e  Giove  e  Venere.  In  quanto  al  radiante  il  Pigorini 
dice,  che  innumerevoli  bene  spesso,  a  gruppi,  a  fiocchi,  le  meteore  solcavano 
il  cielo  con  linee  luminose  dirette  a  tutti  i  punti  dell'  orizzonte  lanciate 
da  una  ristretta  aerea,  posta  all'intorno  della  stella  gamma  di  Andromeda. 


—  809  — 

Tre  di  tali  stelle  cadenti  si  sono  viste,  nell'area  suddetta,  accendersi  e  poi 
spegnersi  al  punto  della  loro  apparizione,  dopo  di  avere  intensamente  illumi- 
nato lo  spazio  all'  intorno.  Altre  più  piccole  hanno  offerto  lo  stesso  feno- 
meno. Si  numerarono  250  stelle  cadenti  in  10  minuti,  e  170  in  6.  Il  Pigo- 
rini  però  avverte  che  non  vi  era  un  centro  unico  di  emanazione,  ciò  che 
per  altro  è  naturale  in  una  pioggia  di  stelle  filanti  così  copiosa. 

«  Anche  il  sig.  prof.  Cobau  avverte  la  stessa  cosa.  Egli  ha  osservato 
il  fenomeno  in  Catanzaro  sotto  un  cielo  purissimo.  Egli  contò  fino  a  5000 
stelle  in  un'  ora  in  un  solo  quadrante  del  cielo.  Le  stelle  erano  general- 
mente piccole  ed  a  corta  trajettoria:  le  splendide  furono  relativamente 
scarse,  tutte  di  un  color  verde  chiaro  lascianti  una  traccia  rossa  violacea. 
Il  massimo  del  fenomeno  avvenne  secondo  il  sig.  Cobau  intorno  alle  8h.  Il 
fenomeno  era  già  incominciato  al  tramonto  del  sole.  Il  sig.  Cobau  dice  di 
avere  determinato  con  esattezza  il  radiante,  che  dichiara  trovarsi  nella  regione 
di  Andromeda  in  vicinanza  della  stella  gamma.  Detto  radiante  non  è  un 
punto,  ma  una  linea,  secondo  il  Cobau,  perchè  le  meteore  si  manifestarono 
in  fasci  a  radianti  non  coincidenti,  come  dimostrerà  in  apposita  relazione 
col  dettaglio  delle  numerose  osservazioni  fatte. 

«  Le  coordinate  di  y  Andromeda  sono  : 
AR  =     lh.57m 
5   =  41°.  47' 

«  Il  radiante  da  me  determinato  a  Palermo  nel  1872  aveva  le  coordinate: 
AR  =     lh.32m 
S   =  46».  30' 
che  si  accorda  colle  determinazioni   fatte   in  Germania  e  in  Inghilterra  al 
27  novembre  ultimo  ». 

Astronomia.  —  Osservazioni  della  cometa  scoperta  a  Parigi  il 
1  dicembre  1885,  fatte  dal  prof.  Millosevich  e  dal  dott.  Cernili. 
Nota  del  Socio  P.  Tacchini. 

«L'astro   ha  nucleo   debole  (lla),   ed   alquanto   dissimetrica  ne  è  la 
nebulosità  ;  il  moto  ora  è  assai   lento  in  distanza   polare  e   più   grande  in 
ascensione  retta;  il  senso  del  moto  è  retrogrado  verso  sud.  La  prima  posi- 
zione della  cometa  fu  fatta  dal  prof.  Millosevich,  la  seconda  dal  dott.  Cerulli. 
1885  die.  3.  8h.  23m.  21"  (t.  m  Roma)    «  app.  o  =    0h  34m.28s,  80  (8.  920) 

8  app.  o  =  20".59'.  17",  8  (0.  507) 
»    4.8.    31.    58  »  a  app.  o  =    0h.  32m.  4»,  89  (9.056) 

5  app.  o  =  20°.57'.40",  2  (0.  510) 
«  La  stella  di  confronto  fu  55  Piscium 

u  1885,0      0h.33m.52»,39  Tarnall     313  e  Glasgow       177 
5       »  20.48.   26,    7  Safford    1804  e  Respighi  (')  31 


—  810  — 
«  Un'  altra  cometa  è  stata  scoperta  dal  sig.  Barrarci  in  Nashville  il 
3  dicembre,  ma  il  tempo  cattivo  ha  impedito  di  osservarla.  Il  luogo  tele- 
grafato jeri  è  il  seguente: 

«  Nashville  3  dicembre  9\  20m 

a.  =  65°.  29' 

3=  4°.  45' 

debole. 

Matematica  —  Sui  sistemi  Cremmiani  reciproci  di  grado  m. 
Nota  III.  del  prof.  G.  Jung,  presentata  dal  Socio  Brioschi. 

«  Il  concetto  della  trasformazione  Cremoniana  reciproca  di  grado  qua- 
lunque, del  quale  mi  sono  occupato  precedentemente  ('), sembra  assai  fecondo. 
Già  ho  notato  come  per  ogni  valore  di  m  si  possono  costruire  tante  classi 
di  sistemi  Cremoniani  reciproci,  quante  sono  le  soluzioni  delle  equazioni  (1) 
che  definiscono  una  rete  omaloide  di  grado  m  ;  e  come  ognuna  di  tali  classi 
dia  origine  ad  una  determinata  specie  di  superficie  monoidi  e  ad  una  deter- 
minata specie  di  curve  piane  e  di  coni  correlativi. 

«  Le  recenti  pubblicazioni  del  sig.  Jonquières  (4)  e  del  sig.  Guccia  (3), 
nelle  quali  si  dà  il  modo  di  trovare,  per  ogni  valore  di  m,  tutte  le  solu- 
zioni possibili  delle  equazioni  indicate,  epperò  anche  tutte  le  trasformazioni 
Cremoniane  isografiche  e  tutte  le  trasformazioni  Cremoniane  reciproche  di 
qualsivoglia  grado,  completano  in  un  certo  senso  la  mia  ricerca,  in  quanto 
permettono  di  assegnare  la  totalità  delle  superficie  monoidi,  delle  curve 
piane  e  dei  coni,  che  si  possono  generare  per  mezzo  di  due  sistemi  Cremo- 
niani reciproci  di  un  grado  dato. 

«  Quel  concetto  può  facilmente  estendersi,  riferendo  fra  loro  opportu- 
namente tre  o  più  sistemi  Cremoniani,  ovvero  stabilendo  una  relazione  uni- 
voca fra  gli  elementi  di  una  congruenza  Cremoniana  (')  e  gli  elementi  di 
una  forma  fondamentale  di  2a  specie. 

«  Se,  per  fissar  le  idee,  i  raggi  di  una  congruenza  Cremoniana  (71 ,  ff»)  =  2 
(generata  da  due  piani  isografici  di  grado  n ,  s\  ,  <72)  oppure  i  raggi  di  una 
congruenza  Cremoniana  (Si,S8)=2i  (generata  da  due  stelle  isografiche  di 
grado  n,  Si ,  S»)  si  associano  uno  ad  uno  ai  piani  di  una  stella  S,  la  quale 
si  trovi  in  corrispondenza  Cremoniana  reciproca  di  grado  m  col  piano  pun- 
teggiato 7i ,  oppure,  rispettivamente,  si  trovi  in  corrispondenza  Cremoniana 
isografica  di  grado  m  con  la  stella  di  piani  Si;  e  si  determina  il  luogo  dei 
punti  in  cui  i  raggi  di  2  (0  di  2\)  incontrano  i  corrispondenti  piani  di  S  — 

(')  Rendiconti  della  r.  Accademia  dei  Lincei,  1885;  pag.  762  e  pag.  773. 

(')  Comptes  rendas  de  l'Académie  des  sciences,  1835,  pag.  720,  857,  921. 

(')  Comptes  rendus  ibidem:  pag.  808. 

(')  Hirst,  On  Cremonian  Gongruehces  Proceedingsof  the  London  Math.  Society.  Voi.  XI  \  • 


—  811   — 

si  arriva  a  un'altra  numerosa  serie  di  superficie  (rappresentabili  punto  per 
punto  sul  piano)  e  si  ha  un  metodo  facile  e  generale  per  istudiarne  le  pro- 
prietà (').  Dico  numerosa:  perchè,  anche  prescindendo  dal  fatto  che  un  dato 
valor  di  n  si  può  combinare  con  un  valore  qualsivoglia  di  m,  non  solo  ogni 
coppia  n  ,  m  può  dar  luogo  a  più  superficie,  dipendentemente  dal  numero 
di  soluzioni  che  le  equazioni  (1),  relative  ai  valori  assunti  di  m  ed  n,  am- 
mettono; ma  ogni  singola  soluzione  somministra  inoltre  più  specie  di  su- 
perficie, secondo  le  relazioni  che  si  verificano  fra  i  due  gruppi  di  clementi 
fondamentali  sovrapposti  in  c\  (o  in  Si):  intendo  dire  del  gruppo  relativo 
alla  corrispondenza  isografica  fra  a\  e  <74  (o  fra  Si  e  S>)  e  del  gruppo  rela- 
tivo alla  corrispondenza  reciproca  fra  a\  ed  S  (o  alla  isografica  fra  Si  ed  S)  ('). 

«  Segando  con  un  piano  arbitrario  s  la  congruenza  2  e  la  stella  S,  si 
stabilisce  fra  i  punti  e  le  rette  di  a  una  corrispondenza  multipla  :  a  ogni 
punto  corrisponde  in  generale  un  gruppo  di  n-f-2  rette  —  a  ogni  retta  un 
punto,  a  tutte  le  rette  di  un  gruppo  un  unico  punto.  //  luogo  dei  punti 
situati  in  una  delle  rette  corrispondenti  (punti  uniti)  è  la  curva  sezione 
di  e  con  (2  ,  S) ,  cioè  con  la  superficie  generata  dalla  congruenza  2  e 
dalla  stella  S.  Per  m  =  n  =  l,  per  esempio,  questa  curva  è  del  5°  ordine, 
perchè  2  e  S  generano  una  certa  superficie  del  5°  ordine  avente  un  punto 
triplo  in  S. 

«  Segando  con  e  la  congruenza  2t  e  la  stella  S,  fra  i  punti  e  le  rette 
del  piano  si  stabilisce  una  corrispondenza  multipla:  a  ogni  retta  corrisponde 
in  generale  un  punto,  a  ogni  punto,  un  gruppo  di  mi  rette,  a  tutte  le  rette 
di  un  gruppo,  un  unico  punto.  Il  luogo  dei  punti  uniti  è  la  sezione  di  i 
con  la  superficie  (2i ,  S). 

«  Questa  medesima  curva  si  può  definire  anche  altrimenti.  Segando  in- 
fatti con  s  le  stelle  di  piani  Si,S»,S  si  ottengono  tre  sistemi  piani  rigati 
che  a  due  a  due  sono  in  corrispondenza  Cremoniana  isografica  (di  gradi 
n,  m,  mn):  il  luogo  dei  punti  in  cui  s'incontrano  le  rette  omologhe  dei  tre 
sistemi,  coincide  con  la  curva  anzidetta.  Nel  caso  particolarissimo  di 
«i  =  n  =  l,  per  esempio,  si  ricade  sulla  nota  generazione  della  superficie 
di  3°  ordine,  per  mezzo  di  tre  stelle  collineari,  e  della  curva  piana  di  3n  or- 
dine, per  mezzo  di  tre  piani  collineari  rigati  sovrapposti;  così  le  proprietà 
di  queste  cubiche  scaturiscono  in  gran  parte  da  proprietà   delle  superficie 


(')  Similmente  la  congruenza  Cremoniana  2  (o  JEJ  si  può  riferire  univocamente  a  un 
piano  punteggiato  a;  considerando  gl'inviluppi  dei  piani  determinati  dagli  elementi  corri- 
spondenti, si  hanno  le  superficie  reciproche  (per  dualità)  di  quelle  indicate  nel  testo. 

(')  Per  esempio,  se  gli  elementi  fondamentali  del  primo  gruppo  non  coincidono  con 
alcuno  degli  elementi  fondamentali  del  secondo  gruppo,  la  superficie  (-S.S)  Eri/1  è  di  ordine 
pari  quando  n  ed  m  sono  numeri  pari  e  di  ordine  dispari  negli  altri  casi;  o  lo  stesso  di- 
casi della  superficie  (2,  ,  S)EEVr  In  ogni  modo  però  S  è  un  punto  (n-t-2)-plo  per  la  i/i 
ed  è  un  punto  ?i-plo  per  la  i/>,. 

Rendiconti  —  Voi..  1  106 


—  812  — 

e  delle  curve  più  generali,  delle  quali  si  è  brevemente  accennata  la  genesi 
nella  presente  comunicazione  »  (')  . 

Astronomia.  —  Sul  numero  delle  opposizioni  nelle  quali  vennero 
osservati  i  pianetini  fra  Marte  e  Giove.  Nota  IL  di  E.  Mil- 
losevich,  presentata  dal  Socio  Tacchini. 

«  Dopo  il  18  giugno  1885,  data  alla  quale  si  arresta  la  mia  prima 
Nota  (vedi  voi.  I,  serie  4\  Rendiconti  —  Seduta  del  21  giugno  1885) 
sul  numero  delle  opposizioni,  nelle  quali  vennero  osservati  i  pianetini  fra 
Marte  e  Giove,  avvennero  le  seguenti  modificazioni  nello  sialo  civile  di  quella 
sempre  crescente  famiglia  celeste. 

«  Si  accertò  che  il  pianeta  scoperto  il  5  giugno  dal  dott.  Palisa  era 
nuovo  e  assunse  il  nome  di  Lameia.  Dopo  quel  giorno  si  scoprirono  altri 
quattro  pianetini  (249),  (250),  (251),  (252),  l'ultimo  dei  quali  non  fu  osser- 
vato che  due  sole  volte  e  dal  solo  scopritore.  Questi  pianeti  non  furono 
ancora  battezzati,  fatta  eccezione  del  (249)  che  assume  il  nome  di  Use. 

«  Importanti  cambiamenti  avvennero  nel  quadro  dei  pianeti  osservati 
in  una  sola  opposizione,  giacché  Adeona  (145),  Erigone  (163)  ed  Eudora  (217) 
per  merito  del  Palisa  vennero  ritrovati,  e  per  Adeona  ed  Erigone  il  rinve- 
nimento fu  una  nuova  scoperta  facilitata  dai  conteggi  dell'Ufficio  di  Calcolo 
di  Berlino.  Passano  pure  nel  quadro  dei  pianetini  osservati  in  due  opposizioni 
Rosa  (223),  Honoria  (236),  Coelestina  (237),  Germania  (241),  quest'  ultimo 
ritrovato  da  me  1'  11  novembre  in  un  luogo  73'  e  3',4  distante' da  quello  asse- 
gnato dal  calcolo  fatto  sulle  osservazioni  della  prima  opposizione.  I  pianeti 
quindi  osservati  in  una  sola  opposizione  sono  fino  ad  oggi  (5  dicembre  1885): 


Dike 

(99) 

Aethra 

(132) 

Medusa 

(149) 

Scylla 

(155) 

Xanthippe 

(156) 

Dejanira 

(157) 

Androinach* 

»  (175) 

Irma 

(177) 

Istria 

(183) 

Menippe 

(188) 

Ambrosia 

(193) 

Arete 

(197) 

Stephania 

(220) 

Agate 

(228) 

Gruppo  B 


Hypatia 

(238) 

Adrastea 

(239) 

Vanadis 

(240) 

Kriemhild  (242) 

Ida 

(243) 

Sita 

(244) 

Vera 

(245) 

Asporina 

(246) 

Eukrate 

(247) 

Lameia 

(248) 

Use 

(249) 

(250) 

(251) 

(252)? 

t 

(')  Altra  combinazione  di  Ire  sistemi  Creinoniani  danno  origine  ad  altre  curve  e  ad 
altre  superficie. 


—  813  — 

«  Quelli  del  gruppo  B  vengono  o  verranno  successivamente  in  seconda 
opposizione,  ma  quelli  del  gruppo  A  sono  perduti  o  quasi,  e  solo  calcoli 
laboriosi  e   ricerche  pazienti  potranno  produrre  il  riacquisto. 

«  I  pianeti  Vaia  (131),  Rhodope  (166)  vennero  osservati  attualmente  in  tre 
opposizioni,  mentre  Lucina  (146),  Dido  (209)  ed  Eos  (221)  passano  nella 
categoria  di  quelli  osservati  in  quattro  opposizioni  in  seguito  alle  mie 
recenti  osservazioni. 

«Finalmente  Bianca  (218),  Phthia  (189)  e  Atala  (152)  (quest'ultimo 
in  seguito  ad  una  mia  osservazioue)  rientrano  nel  gruppo  di  quelli  osser- 
vati in  cinque  opposizioni. 

«Riepilogando  quindi  abbiamo: 

Pianetini  162  osservati  in  più  di  cinque  o  almeno  cinque  opposizioni. 


» 

28 

» 

in  quattro  opposizioni. 

» 

16 

» 

in  tre  opposizioni. 

» 

18 

» 

in  due  opposizioni. 

» 

28 

» 

in  una  opposizione. 

Totale 

252 

Fisica  Celeste.  —  Il  numero  mensile  di  (/ruppi  di  macchie  solari 
paragonato  colle  variazioni  mensili  del  magnete  di  declinazione 
diurna.  Nota  del  prof.  P.  M.  Gaiubaldi  presentata  dal  Socio  Taccuini. 

«  È  noto  come  per  argomentare  del  numero  di  gruppi  di  macchie  so- 
lari e  attenuare  —  in  qualche  modo  —  le  irregolarità  che  provengono  dalla 
discontinua  esplorazione  dell'astro  si  usa  il  metodo  delle  compensazioni  che 
consiste  nell'attribuire  ad  un  mese,  per  numero  di  gruppi  di  macchie,  quello 
che  risulta  da  una  media  di  quelli  osservati  nel  mese  stesso,  in  quello  che 
immediatamente  lo  precede  e  immediatamente  lo  segue. 

«  Per  opportunità  di  confronti  lo  stesso  sistema  di  compensazione  è  ap- 
plicato ai  valori  mensili  delle  variazioni  del  magnete  di  declinazione  diurna: 
i  valori  medi  mensili  ad  ambo  le  serie  erano  poi  rispettivamente  compen- 
sati e  rappresentavano  la  media  di  ogni  singola  serie  successiva  di  dodici  mesi. 

«  Le  due  serie  poste  a  confronto  mostrano,  in  genere  e  a  larghi  tratti, 
un  andamento  armonico  e  confermano,  una  volta  di  più,  la  solidarietà  del 
doppio  ordine  di  fatti. 

«  Se  però  si  paragonano  fra  di  loro  rispettivamente  i  termini  delle  se- 
rie corrispondenti  ai  mesi  omonimi,  si  incontrano  singolari  e  frequenti  diffe- 
renze e,  non  è  raro  il  caso,  che  nel  mentre  nell'  una  più  termini  sono  in 
aumento  nell'altra  serie  invece  sieno  in  diminuzione  mostrando,  per  segno 
e  per  differenze,  andamenti  diversi,  contrari  ed  indipendenti  —  questo  risulta 
anche  da  una  nostra  recente  comunicazione  ('). 

(')  Vedi  :  Atti  della  reale  Accademia  dei  Lincei  voi  I,  serie  4."  Rendiconti  della  seduta 
1  marzo   1835. 


—  814  — 

«  Se  ben  si  considera  questa  disannonia  nei  termini  delle  due  serie 
non  può  non  verificarsi  siccome  quella  che  è  conseguenza  del  sistema  di  com- 
pensazione adoperato:  il  quale  se  è  razionale  e  rispondente  quando  si  voglia 
arguire  della  sistemazione  dei  gruppi  di  macchie  solari  che  non  possono  essere 
registrati  ogni  giorno,  non  è  applicabile  per  dedurre  dei  minuti  rapporti  di 
causalità  che  passano  fra  i  gruppi  suddetti  e  le  variazioni  magnetiche  diurne, 
perchè  i  movimenti  del  declinometro  dipendendo  dall'azione  delle  macchie 
attuali  non  possono  essere  messi  a  confronto  con  un  numero  che  rappre- 
senta macchie,  molte  delle  quali,  passate  e  che  non  possono,  perciò,  eser- 
citare sull'ago  alcuna  influenza  o  quasi,  e  con  altre  che  non  possono,  cer- 
tamente, in  modo  alcuno  influire  sul  magnete  perchè  ancora  di  là  da  venire: 
quindi  le  molte  e  notevoli  differenze  nei  termini  mensili  omonimi  delle 
due  serie. 

«  Del  pari  il  computo  delle  epoche  di  ricorrenza  dei  massimi  e  minimi 
fatto  con  questo  sistema,  non  può  condurre  che  a  valori  più  o  meno  vicini 
al  vero  perchè  il  mese  del  minimum  ha  un  valore  maggiore  del  giusto  es- 
sendo formato  con  quello  del  mese  successivo  nel  quale  è  già  iniziato  il 
periodo  del  maximum,  e  il  mese  del  maximum  è  diminuito  perchè  racchiude 
il  valore  del  mese  immediatamente  seguente  che  è  minore  perchè  segna  il 
principio  del  periodo  del  minimum. 

«  Ritenendo  ora  che  l'energia  solare  —  in  quanto  ha  azione  sull'ago  di 
declinazione  diurna  —  è  non  solamente  in  funzione  dei  gruppi  di  macchie- 
ma.  eziandio  della  loro  estensione  abbiamo  composto  il  seguente  quadro  nel 
quale  si  trovano  intatti  i  valori  di  mese  tali  e  quali  risultano  dalle  osser- 
vazioni tanto  del  declinometro  quanto  di  macchie  solari ,  solamente  il 
numero  dei  gruppi  di  queste  è  moltiplicato  per  la  loro  estensione;  così: 
chiamando  G  il  numero  dei  gruppi  di  macchie  ed  E  la  loro  estensione  il 
valore  dei  singoli  mesi  è  G  X  E,  e  per  mettere  poi  in  [evidenza  l'influenza 
di  ogni  uno  si  è  calcolato  il  loro  valore  prendendo  la  media  di  ogni  serie 
successiva  di  dodici  mesi. 

«  Le  cifre  rappresentanti  il  numero  mensile  dei  gruppi  di  macchie  e 
la  loro  estensione  sono  tolte  dalle  osservazioni  del  prof.  Tacchini  e  per 
cura  di  lui  registrate  nelle  Memorie  degli  Spettroscopisti  italiani,  quelle  che 
rappresentano  i  valori,  pure  mensili,  delle  variazioni  del  magnete  di  decli- 
nazione diurna  sono  desunte  dalle  osservazioni  fatte  nell'osservatorio  della 
regia  Università  di  Genova  e  prima  d'ora  pubblicate  ('). 

«  I  valori  di  ambo  le  serie  G  X  E  di  gruppi  di  macchie  solari  e  V  di 
declinazione  diurna  sono  compendiati  nel  seguente  quadro  M. 


(')  Vedi,  Variazioni  ordinarie  e  straordinarie  del  magnete  di  declinazione  diurna  os- 
servate in  Genova  nel  periodo  1872-84  per  P.  M.  Garibaldi,  tip.  del  r.  istituto  Sordo-muti. 
Genova  1885. 


815 


■a) 

O 
> 

H 


o 

cs 

co 

IO 

00 

o 

IO 

CN 

IO 

> 

t> 

IO 

o 

co" 

LO 

et 

■*" 

co 

or 

o 
co 

"i. 

t^ 

1 

or 

o 

o 

o 

o 

F* 

rH 

X 

OJ 

t- 

OJ 

■* 

c~ 

CO 

IT) 

i— 1 

ira 
co" 

00 

ira 

CO 

Cs" 

05 

co 

l>-^ 
t^." 

co 

■* 

1 

1 

o 

** 

l> 

CO 

ira 

CJ 

co 

co 

OJ 

OJ 

OJ 

OJ 

OJ 

OJ 

00 

cs 

OS 

CO 

r~ 

ce 

■* 

-* 

co 

> 

io" 

00 

c>-~ 

OS 

ci" 

ira 

o" 

o 

1 

WD 

o 

U3 

oT 

co 
cs" 

co 
od 

■^ 

•f 

T~i 

1—1 

■N 

rH 

o 

o 

o 

o 

o 

ce 

X 

■* 

■* 

ira 

00 

CN 

c~ 

L~ 

co 

•* 

■* 

O 

<m" 

« 

od 

e» 

o^ 

00 

°ì 

o 

e» 

co 

00 

CN 

r~ 

o 

o 

t^ 

co 

r- 

co 

co 

co 

IO 

^r 

^ 

co 

OJ 

-i- 

OJ 

OS 

00 

o 

e* 

00 

^ 

CO 

co 

co 

■<t 

co 

o 

co 

e* 

o 

> 

-* 

co 

CO 

co 

T— 1 

OJ 

co 

co 

^s 

» 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

e 

w 

IO 

as 

IO 

co 

co 

OJ 

co 

t-H 

*—< 

co 

'CH 

co 

o 

1— -> 
00 

X 

t~ 

OS 

CO 

o 

co 

,-H 

,_, 

IO 

o 

-* 

■* 

CM 

co 

t* 

oo 

CM 

o 

OJ 

co 

■* 

-^, 

IO 

SD 

CO 

co 

00 

o 

o 

co 

o 

CO 

t- 

o 

CO 

CS 

o 

IO 

co 

> 

i — i 

*—< 

^H 

co 

co 

■* 

co 

OJ 

, 1 

» 

*< 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

H 

OJ 

oj 

00 

OJ 

,_, 

IO 

-* 

00 

i — i 

OS 

OS 

OS 

oq 

c^ 

co 

00 

o 

CM 

X 

Cs 

« 

IO 

OJ 

OS 

IO 

OJ 

OS 

o 

-r 

OS 

cs 

r~ 

e- 

»■ 

t— 

<-— 

to 

co 

^ 

o 

o 

co 

o 

IO 

■e 

OS 

co 

co 

o 

co 

co 

o 

o 

c- 

C5 

> 

CO 

ira 

co 

co 

t> 

o 

o 

o 

,__, 

, 1 

! — 

H 

CS 

OS 

cs 

OS 

os 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

» 

* 

X 

OJ 

00 

CO 

cs 

^ 

Ol 

e 

o 

e» 

co" 

*— 

oT 

IO 

o 

o 

io" 

oo 

e 
od 

00 

io" 

OJ 

!>; 

o 

co 

co 

<M 

<M 

co 

co 

o 

co 

OS 

t> 

co 

IO 

o 

c^ 

« 

> 

e» 

oT 

o" 

co 

co 
co 

00 

co 

IO 

CO" 

OJ 

oo" 

OS 

o 

°ì 

iO 

co 

co 

co 

co 

00 

00 

00 

CS 

OS 

OS 

K 

cs 

-f 

,_, 

OS 

c~ 

■* 

00 

— 

cs 

et 

X 

co" 

IO 

ce" 

co 

C-" 

,_- 

OS 

cs" 

o_ 

00 

co 

— 
o" 

CO 

o 

C5 

~~ 

rH 

" 

co 

-e" 

ira 

1" 

IO 

co 

SD 

co 

o 

co 

co 

•* 

E- 

-* 

o 

CQ 

t> 

o" 

l>- 

OJ 

co" 

co 
co" 

— 

co" 

OS 

co 

00 

co" 

LO 

CO 

• 

c~ 

c~ 

[- 

r« 

t- 

t^ 

o 

o 

OC' 

t> 

H 

t~ 

CO 

l> 

o 

o 

co 

oo 

OJ 

cs 

e 

X 

LO 

** 

-e 

co 

o 

OJ 

I> 

00 

-r 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

1-1 

r-i 

~ 

Od 

t— 

CO 

cs 

co 

rt 

^J- 

OS 

* 

> 

I> 

t>^ 

co 
e- 

co 

cs 
co 

e» 

oo 

OS 

OJ_ 

OS 

c~ 

r~ 

t- 

c- 

l~ 

e- 

t> 

t^ 

t>- 

H 

■* 

co 

o 

co 

00 

OJ 

o 

co 

t^ 

X 

■* 

■* 

ira 

f-H 

»~i 

'"i 

rH 

•C: 

c^ 

r~ 

't 

C5 

o 

o 

e 

o 

CD 

3 

c3 
,0 

o 

^J 

o 
'ti 

e 

.2 

0 

e 

B 

•° 

C3 

Oh 

<3 

3 

SE 

3 

o 
Su 

ti 

^ 

> 

o 

o 

a 

te 

< 

y 

o 

hH 

«»i 

OQ 

o 

£ 

fi 

—  81G  — 

«Dall'esame  del  medesimo  si  vede  che  l'andamento  dei  termini  delle 
due  serie  è  —  fisicamente  —  in  piena  armonia  e  il  movimento  dei  valori  in 
chiara  corrispondenza  non  solo  nel  complesso  ma  eziandio  nei  dettagli  di 
mese  ;  alcuni  di  questi  —  talora  per  differenze  piccole  —  sono  discordanti 
nel  segno,  ma  ciò  deve  ripetersi  da  accidentalità  ed  influenze  telluriche  com- 
plesse ed  indefinite  e  da  altre  cosmiche  agenti  sull'astro  che  complicano 
molto  questo  genere  d'investigazioni,  nel  quale  si  pongono  a  confronto  ma- 
nifestazioni fisiche  che  —  sebbene  solidali  —  appartengono  a  fenomeni  d'or- 
dine disparatissimo  e  in  modo  diverso  influenzati. 

«  La  ricorrenza  del  minimum  di  gruppi  di  macchie  e  di  declinazione 
magnetica  diurna  cade  nell'istesso  mese  —  giugno  1879; —  il  maximum 
di  gruppi  di  macchie  si  riscontra  in  maggio  1884  e  il  declinometrico  in 
giugno  successivo  quando,  invece,  col  metodo  di  compensazione  di  cui  è 
fatto  cenno  nel  principio  di  questa  Nota,  il  minimum  declinometrico  cadeva 
in  dicembre  1878  e  quello  di  gruppi  di  macchie  in  marzo  successivo  1879; 
il  maximum  di  gruppi  di  macchie  in  febbraio  1884  e  quello  di  variazioni  ma- 
gnetiche nel  maggio  stesso  anno. 

«  Il  movimento  armonico  dei  valori  di  mese  di  entrambe  le  serie  in 
discorso  è  reso   evidente  dal  seguente  diagramma  D. 

Diagramma  I) 

del  movimento  dei  valori  mensili  di  gruppi  di  mnechie  soliri  (GxE) 

e  di  quelli  del  magnete  di  declinazione  diurna  V 


GXE 


«  È  circostanza  degna  di  nota  che  il  maximum  di  gruppi  di  macchie 
precede  il  maximum  declinometrico;  questo  si  vede  nei  primi  massimi  del 
1884  e  nei  secondi  del  1885;  ciò,  forse,  dipende  da  che  l'ago  calamitato 
(il  quale,  come  nel  nostro  declinometro,  è  relativamente  molto  pesante)  con- 
tinua le  sue  oscillazioni  non  solo  per  l'azione  dei  gruppi  di  macchie  attuali 


—    817    — 

ma  anche  per  il  movimento  acquistato  ciò  che  produce  il  ritardo  e  lo  spo- 
stamento sudetto;  così  in  un  altro  ordine  di  fenomeni  si  realizza  un  fatto 
analogo  a  quello  notissimo  che  il  maximum  termometrico  diurno  si  verifica 
dopo  il  passaggio  del  sole  al  meridiano. 

«  Tenendo  a  calcolo  il  numero  di  perturbazioni  magnetiche  di  origine 
tellurica,  forse,  si  potrebbe  trovar  la  ragione  della  piccola  disarmonia  che 
si  verifica  in  diversi  mesi;  inoltre  la  discrepanza  fra  l'andamento  di  alcuni 
altri  termini  delle  due  serie  dipende  da  che  il  declinometro  vede  e  registra 
sempre  le  macchie  e  anche  quelle  che  per  nebulosità  atmosferica  sfuggono 
all'  osservazione  diretta,  e,  pertanto,  il  valore  correlativo  delle  due  serie 
mensili  non  essendo  omogenee  cessa  di  essere  rigorosamente  paragonabile  e 
ingenera  le  disarmonie  sopra  annunziate. 

«  Ad  ogni  modo  questo  nuovo  metodo  di  confronto  —  che  si  fonde  sopra 
valori  assoluti  tali  e  quali  sono  dati  dall'osservazione  conferma,  ora,  in  modo 
semplice  e  perentorio  —  anche  nei  minori  dettagli  —  la  legge  fisica  «  che 
i  movimenti  dell'ago  di  declinazione  diurna  hanno  la  loro  origine  e  mi- 
sura nelle  macchie  solari  »  e  che,  in  difetto  delle  osservazioni  dell'astro, 
le  condizioni  del  medesimo  —  in  quanto  riguarda  macchie  —  possono  con 
tutta  ragionevolezza  e  sufficiente  precisione  argomentarsi  dalle  variazioni 
dell'ago  di  declinazione  diurna  ». 


■- 


Chimica.   —  Sulla  trasformazione    del  pirrolo  in  piridina.  Nota 
di  Giacomo  Ciamician,  presentata  dal  Socio  Cannizzaro. 

«  La  reazione  per  la  quale  si  ottiene  la  monocloro  piridina  e  la  mouo- 
bromopiridiua  dal  pirrolo,  trattando  il  suo  composto  potassico  col  clorofor- 
mio o  col  bromoformio,  non  è  stata  ancora  completamente  spiegata  ;  io  credo 
perciò  che  le  brevi  considerazioni  che  mi  sono  proposto  di  fare  in  questa 
Nola  non  saranno  del  tutto  inutili.  Esse  mi  furono  suggerite  da  alcuni  fatti 
scoperti  recentemente  da  Weidel  e  da  lui  pubblicati  durante  le  ferie  acca- 
demiche ('). 

«  Alcuni  anni  fa,  io  ho  tentato  di  spiegare  l' azione  del  cloroformio 
sul  composto  potassico  del  pirrolo,  in  una  Memoria  pubblicata  assieme  al 
dott.  Denustedt  (!),  in  due  modi  diversi,  che  possono  esprimersi  con  le 
seguenti  equazioni  : 

Ci  H4  NK  +  CHC13  =  C4  H4  N  .  COI   +  KC1  -+-  HC1 ,  e 
d  H4  NK  +  CHCI3  =  Ci  H3CIN.  CH-f-  KC1  +  HC1 . 

«  Nel  primo  caso  l'atomo  d' idrogeno  del  cloroformio  sarebbe  eliminato 


(')  Monatshefte  fur  Cheraie  VI,  064. 

(')  Studi  sui  composti  (lolla  serie  del  pirrolo.  Parte  II.  Sulla  tras/ormazione  del  pir- 
rolo in  piridina.  1882. 


—  818  — 

assieme  al  cloro  in  forma  d'acido  cloridrico  ed  il  residuo  «  CC1  »  entre- 
rebbe nel  nucleo  del  pirrolo  trasformandolo  in  cloropiridina  ;  nel  secondo, 
l'idrogeno  del  cloroformio  resterebbe  unito  al  carbonio,  ed  uno  degli  atomi 
d'idrogeno  del  pirrolo  eliminandosi  in  forma  d'acido  cloridrico,  verrebbe 
sostituito  dal  cloro.  —  Seguendo  l' interpretazione  che  io  assieme  al  Denn- 
stedt  ho  dato  di  questa  reazione,  nel  primo  caso  il  cloro  avrebbe  nella  clo- 
ropiridina, che  si  forma  in  questo  modo,  la  posizione  «  para  »  rispetto 
all'azoto,  nel  secondo  caso  verrebbe  ad  averne  una  delle  altre  due. 

«  Nella  Memoria  già  citata  noi  abbiamo  preferito  la  prima  interpreta- 
zione, perchè  il  letracloruro  di  carbonio  dà  col  composto  potassico  del  pir- 
rolo, l'istessa  cloropiridina  che  si  ottiene  col  cloroformio. 

«  Il  bromoformio  agisce  in  modo  del  tutto  analogo  al  cloroformio  sul 
composto  potassico  del  pirrolo,  per  cui  è  probabile  che  nella  bromopiridina 
che  si  genera  in  questo  modo  il  bromo  venga  ad  occupare  lo  stesso  posto, 
tanto  più  che  i  cloroplatinati  delle  due  basi  sono  isomorfi. 

«  Nella  Memoria  suaccennata,  il  Weidel  ha  dimostrato,  che  il  bromo 
nella  bromopiridina  di  Hofmann,  che  è  identica  a  quella  che  si  ottiene  dal 
pirrolo,  ha  la  posizione  corrispondente  a  quella  del  carbossile  nell'  acido  nico- 
tico,  che  ora  tutti  ammettono  essere  la  posizione  «  meta  ». 

«  Io  credo  perciò  che  in  seguito  al  lavoro  del  Weidel,  acquisti  molta 
probabilità  la  seconda  maniera  di  spiegare  la  formazione  della  bromopiri- 
dina dal  pirrolo,  se  non  si  vuole  ammettere  che  si  formi  in  principio  una 
parabromopiridina  la  quale  dovrebbe  trasformarsi  poi  nell'altro  isomero. 

«  Se  si  vuole  dunque  interpretare  la  reazione  nel  modo  che  io  ho  già 
più  volto  esposto  ('),  la  bromopiridina  di  Hofmann  sarebbe  da  esprimersi 
con  lo  schema  seguente  : 

CH 

/\ 

HC  =  CH  HC CBr 

I           I      +  CHBr3  —  KBr  -+-  HBr  -+-      |        | 
HC CH  HC CH 

\/  V 

N  N 

K 

«  Per  ultimo  è  da  notarsi  ancora  che  se,  come  mi  sembra  probabile, 
la  cloropiridina  ottenuta  dal  pirrolo  corrisponde  per  la  posizione  dell'alogeno 
alla  bromopiridina  di  Hofmann,  essa  non  può  essere  identica  alla  base  che 
Lieben  e  Haitinger  (2)  ottennero  dall'  acido  chelidonico,  avendo  questi  chi- 
mici ragioni  molto  valide  per  ritenere  che  il  composto  da  loro  ottenuto  sia 
una  paracloropiridina». 

(')  Sulla  costituzione  del  pirrolo.  1885. 
(?)  Monatshefte  fur  Chetine  VI,  315. 


—   819  — 

Mineralogia.  —  Sopra  il  granito  a  sferoidi  di  Ghistorrai  [)resso 
Fontii  in  Sardegna.  Nota  II.  di  Domenico  Lovisato,  presentata  dal 
Socio  Strùver. 

«  Dopo  la  mia  breve  Nota  (')  sui  famosi  inclusi  nel  granito  di  Ghi- 
storrai presso  Fonni,  accompagnata  e  seguila  dall'invio  di  alcuni  di  que'  spe- 
ciali noduli  a  talune  delle  nostre  Università  ed  all'Istituto  di  Francia  (Parigi) 
per  parte  mia,  e  dopo  che  dall'ili,  prof.  Gerhard  vom  Kath  venivano  prov- 
vedute di  questa  specialità  sarda  le  principali  Università  della  Germania, 
segnatamente  quelle  di  Berlino  e  di  Bonn,  della  quale  ultima  l'illustre  uomo 
è  decoro,  è  naturale  che  dai  più  distinti  mineralogisti  e  geologi  si  studiasse 
il  curioso  fenomeno  e  si  cercassero  analogie  collo  stesso. 

«  Qualcuno  volle  vedere  una  lontana  rassomiglianza  col  Rappakivi  di 
Finlandia  e  degli  Urali,  ma  evidentemente  nulla  ha  a  che  fare  questo  gra- 
nito a  grossi  elementi  col  nostro  granito  di  Ghistorrai,  che  contiene  dei  veri 
inclusi,  né  potremo  quiudi  mantenere  il  paragone,  che  se  ne  vorrebbe  fare, 
cioè  che  il  Rappakivi  sta  al  granito  di  Ghistorrai  come  la  Corsite  a  certe 
dioriti  e  diabasi  globulari  con  elementi  di  7  ad  8  cent,  di  diametro,  come 
se  ne  conoscono  anche  in  Liguria. 

«  Il  prof.  Joh.  Lehmann  (Breslavia)  avea  promesso  uno  studio  pelro- 
grafico  speciale  sugli  inclusi  di  Fonni,  ma  nella  sua  grande  opera  (!)  uscita 
poco  appresso  non  fece  altro  che  ripetere  quanto  avea  già  detto  in  propo- 
sito l'illustre  vom  Rath,  aggiungendo  solo  delle  osservazioni  microscopiche,  ma 
senza  dire  nulla  di  nuovo. 

«  Lo  stesso  vom  Rath  (3)  cita  alcune  rassomiglianze  colla  meravigliosa 
comparsa  degli  sferoidi  di  Fonni,  così  esprimendosi  «  Se  noi  cerchiamo  ana- 
logie col  fenomeno  di  Fonni,  noi  troviamo  la  struttura  sferoidale  di  certi 
graniti  in  filoni  delle  Montagne  dei  Giganti  (von  Schwarzbach  und  am  Kynast), 
che  trovò  G.  Rose  e  descrisse  (vedi  Roth,  Brlàuterungen,  ecc.  pag.  63, 64;  1867), 
come  pure  il  granito  con  struttura  a  sfere  (Sphàrenstruktur)  di  Slatmossa 
(Sitzuugsber.  1.  Decembr.  1834)  e  la  diorite  orbiculare  di  Corsica  (Sit- 
zungsber.  15.  Jan.  1883)  e  di  Rattlesnake  Bar,  California  (Sitzungsber. 
1.  Dee.  1884)  ». 

«  A  queste  analogie   non  dobbiamo  dimenticare  di  unire  quella,  sulla 

(')  D.  Lovisato,  Specillila  rimarchevoli  nella  zona  granilico-schislosa  della  Sardegna. 
E.  Accademia  dei  Lincei,  voi.  I,  serie  4".  —  Rendiconti  -  Adunanza  gen.  del  10  e 
12  giugno  1885. 

(!)  J.  Lehmann,  Enlslehung  der  altkryslalliniscìien  Schiefergesleine,  ecc. 

(')  G.  vom  Eatb,  Mitlheilungen  ilber  Sardinien;  Separat-Abdruck  aus  den  Sitzungsbe- 
richten  der  Niederrlieinischen  Gesellschaft  fiìr  Natur  -  und  Heilkunde  zu  Bonn;  Univer- 
sitats-Buchdiuckerei  von  Cari  Georgi,  1SS5,    pag.  30-1. 

Rendiconti  —  Voi..  I.  107 


—  820  — 

quale  avea  la  bontà  di  richiamare  l'attenzione  dell'  ili.  Mineralogista  di  Bonn 
il  prof.  Websky,  che  al  proposito  in  Berlino  tenea  conferenza  speciale. 

«  Biporto  le  testuali  parole  del  pregevolissimo  scritto  inviato  il  22  luglio 
dal  prof.  Websky  al  vom  Bath  «  Questi  sferoidi  di  Fonni  rammentano  molto 
quelle  formazioni,  nelle  quali  si  presenta  il  corindone  di  Wolfshau  ad  occi- 
dente di  Schmiedeberg  in  Slesia.  La  colonia  Wolfshau  giace  all'entrata 
del  burrone  Erlengrund,  il  quale  solo  qui  corre  in  granitite,  altrove  in  mi- 
caschisto della  Schneekoppe.  Nella  granitite,  che  si  presenta  al  lato  orien- 
tale, passante  tosto  al  micaschisto,  mostrasi  un  filone  di  pegmatite,  il  quale 
ogni  tanto  è  coltivato  per  estrarne  il  feldespato.  In  questa  pegmatite  stanno 
forme  tondeggianti,  piuttosto  nettamente  delimitate,  però  saldamente  unite 
alla  roccia  incassante,  le  quali  constano  prima  di  tutto  di  una  crosta  sot- 
tile, composta  di  mica  radiata  e  di  corindone  :  da  questa  sporgono  in  fuori 
verso  l'interno  i  cristalli  di  corindone  che  qui  divengono  azzurri.  Lo  spazio 
interno  è  riempito  di  grossi  individui  di  ortosio,  di  mica  potassica  con 
contorni  di  cristalli  spesso  distinti,  di  poca  mica  magnesiaca  verde-oscura  e  — 
secondo  un'  osservazione  di  Liebisch  —  anche  di  piccole  particelle  di  dumor- 
tierite  di  colore  azzurro  oscuro.  Gli  sferoidi  hanno  di  regola  un  piede  di  dia- 
metro, così  che  nelle  collezioni  non  se  ne  trovano  che  frammenti  ». 

«  Il  vom  Bath,  che  fu  compagno  di  G.  Bose,  30  anni  fa  (agosto  1855) 
ebbe  a  raccogliere  in  quel  punto  un  saggio  di  questa  bella  specialità,  che 
ora  si  trova  nel  Museo  di  Poppelsdorf. 

«  Malgrado  queste  analogie  siamo  molto  lontani  dall'avere  qualche  cosa 
che  possa  identificarsi  cogli  sferoidi  di  Fo*uni,  i  quali,  per  la  forma,  pei  com- 
ponenti, per  la  somma  facilità  con  cui  si  isolano  dal  granito  nello  spazio 
limitatissimo  di  Ghistorrai,  restano  ancora  un  fenomeno  unico  in  Europa, 
giacché  in  America  a  Craftsbury  nel  Vermont  (Stati  Uniti)  rinveniamo  qual- 
che cosa  che  molto  si  avvicina  agli  inclusi  di  Ghistorrai. 

«  Nel  Bullettin  de  la  Société  Minéralogique  de  France  (Tome  Vili, 
il.  5,  Mai  1885,  da  pag.  132  a  141)  troviamo  una  Nota  del  signor  E.  de  Rroust- 
schoff  da  Breslavia  sul  granito  variolitico  di  Craftsbury  in  America  ('). 

«  Il  Kroustschoif  dice  doversi  la  prima  notizia  sopra  questa  interes- 
sante occorrenza  al  signor  Hitchkock,  che  nel  Bapporto  sulla  geologia  dello 
Stato  di  Vermont  (s)  descrive  il  giacimento  variolitico  in  questi  termini  : 
«  The  basis  of  this  remarkable  variety  of  granite  is  rather  fine-grained, 
white  and  highly  feldspathic.  The  mica  however,  is  usually  dark,  and  where 
it  exists  in  large  quantities,  it  gives  to  the  rock  the  aspect  of  syenite.  But 
there  is  not  hornblend  present.  Scatterei  tlirough  this  base,  occur  numerous 

(')  M.  K.  de  Kroustschoif,  Noie  sur  le  granile  variolitiqite  de  Craflsbury  en  Amérique. 
(")  Report  on  the  Geology  of  Vermont,  by  Edward  Hitchkock  L.  L.  D.,  Edward  Hitch- 
kock jan.,  M.  D.,  Albert  Hager,  A.  M.  and  Chas.  H.  Hitchkock,  voi.  II,  p.  564.  1861. 


—   821    — 

spheroidal  or  elongated  and  some  what  flattened  nodules  of  black  mica,  frorn 
half  an  ineh  to  two  inches  in  diameter,  and  when  elonget  d,  the  longer  axis 
is  sometimes  seen  as  niuch  as  four  or  five  inches  long.  They  are  usually 
more  or  less  flattened,  and  bave  a  shrivelled  appearance  like  dried  fruii.  They 
sometimes  become  so  thin  as  to  consist  only  of  a  few  piate-;  ....  When  the 
nocìule  is  elongated,  and  the  wrinkles  correspond,  as  they  always  do,  to  the 
longer  axis,  the  ressemblance  is  very  striking  to  a  dried  butternut,  more 
especially  when  stripped  of  its  epiearp.   No  wonder  they  should  be  called 

petrified  butternuts If  a  specimen,    somewhat    flattened,   be  pia -ed  on 

its  edge,  and  a  moderately  sbarp  blow  be  given  to  it  with  a  hammer,  con- 
cavo- convex  scales  will  be  chipped  off  even  to  the  centre.  They  are  com- 
posed  of  layers  of  mica  with  granular  quartz,  and  probably  some  felspar 
interposed.  The  structure  is  evidently  concretionary  ;  yet  as  already  inti- 
mated,  one  cau  hardly  avoid  the  suspicion  that  something  has  been  abstracted 
from  some  of  them,  cansing  shrinkage  ». 

Fa  seguire  il  Kroustschoff  questa  osservazione  del  Kev.  S.  Hall,  che 
si  trova  a  pagina  721  del  citato  volume  «  These  singular  nodules  seein 
to  he  imbedded  in  the  granite  mass  «  like  plums  in  a  pudding  ».  They 
extend  only  a  short  distance  from  the  place  wliere  first  found  in  stanstead; 
from  that  place  to  Craftsburg  the  granite  exhibits  no  unusual  appearance. 
At  the  south  village,  in  the  lattei-  town,  is  an  immence  bed  of  nodular 
granite,  some  of  which  seems  to  be  composed  almost  entirely  of  nodules, 
slightly  cemented  by  grains  of  mica  and  quartz.  Other  parts  of  the  rock- 
are  very  solici,  and  not  inclined  to  decomposition  more  than  other  granite  ». 

«  Quindi  il  de  Kroustschoff,  dopo  aver  detto  che,  sebbene  abbia  rac- 
colto egli  stesso  i  suoi  campioni  a  Craftsbury,  pure  pel  breve  soggiorno  non 
ha  potuto  fare  delle  osservazioni  stratigrafiche  sull'interessante  roccia,  passa 
alla  sua  descrizione.  Parve  a  lui  che  il  granito  variolitico  formasse  una. 
specie  di  lente  dentro  il  granito  ordinario,  precisamente  come  abbiamo  pel 
granito  di  Ghistorrai:  però  «  la  teneur  assez  élévée  en  calcite  du  granit 
et  surtout  des  varioles,  lui  imprime  un  caractère  te-ut  particulier,  qui  n'a 
pas  encore  été  sigualé  jusqu'ici  »  del  granito  di  Craftsbury  è  già  un  punto 
controverso  per  la  questione  che  trattiamo,  non  contenendo  il  granito  di 
Ghistorrai  punto  di  calcite,  come  vedremo  ora  nel  passare  in  rassegna  le 
preziose  osservazioni  del  de  Kroustschoff  sul  granito  variolitico  americano. 

Esame  macroscopico.  «  Sull'esame  macroscopico  della  pasta  non  trovo 
a  fare  osservazioni,  che  invece  mi  vengono  naturali  per  gli  arnioni  (varioles). 
Il  sig.  Kroustschoff  dice  che  nei  suoi  campioni  sono  distribuiti  gli  inclusi 
nella  pasta  granitica  a  2  o  3  cent,  di  distanza:  nel  granito  di  Ghistorrai 
presso  Fonni  all'incontro  noi  li  troviamo  rinserrati  senza  regola  alcuna,  dal 
contatto  immediato  fra  loro  delle  buccie  fino  a  10,  15  e  più  centimetri  di 
distanza. 


—  822   — 

«  A  l'oeil  nu  ou  méme  à  la  loupe,  così  continua  il  de  Kroustsclioff, 
elles  paraissent  entierement  forinées  d'enveloppes  concentriques  de  mica  noir; 
011  n'y  reconnaìt  du  moins  pas  autre  cliose  que  les  deux  micas  »  :  negli 
inclusi  di  Fonui  invecp,  di  38  sferoidi  sezionati  e  levigati,  in  soli  5  trovai 
qualche  lamella  di  mica  muscovite  nel  complesso  dei  nuclei;  nella  buccia 
solamente  in  uno,  mentre  in  un  altro  vidi  qualche  lamella  all'orlo  della 
buccia  stessa  :  quindi  la  mica  potassica  è  fatto  assolutamente  eccezionale 
sia  nel  nucleo  centrale  che  nella  buccia  ;  la  muscovite  è  più  frequente  nel 
granito  normale,  che  comprende  questi  curiosi  inclusi,  là  dove  specialmente 
il  feldespato  ortosio  di  color  rosa  ed  il  quarzo  sovrabbondando  formano  pic- 
coli nidi  speciali,  oppure  a  contatto  immediato  dei  nuclei,  e  a  contatto  della 
prima  buccia  di  mica  biotite. 

«  Leur  forme  n'est  pas  tout  a  fait  sphéroi'dale,  mais  on  apercoit 
sur  la  circonference  de  proéminences  et  des  irrégularités  plus  ou  moins  pro- 
noncées,  de  sorte  qu'elles  ressemblent  beaucoup  à  de  cailloux  roulés.  Une 
section  à  travers  un  de  ces  globules  montre  un  noyau  centrai  du  méme 
aspect  que  la  pàté,  autour  duquel  se  disposent  les  lamelles  des  deux  micas 
en  couches  concentriques  comme  des  pelures  d'oignon.  Les  saillies  de  la 
surface  des  nodules  correspondent  probablement  à  des  inégalités  du  noyau. 
En  traitant  le  granite  et  notamment  l'intérieur  des  globules  par  l'acide 
acétique,  on  est  bien  étonné  d'apercevoir  en  certaius  points  une  efferve- 
scence  marquée  ;  or  l'examen  macroscopique  fait  dejà  supposer  la  présence 
d'un  carbonate  dans  cette  roche  »  così  conclude  l'esame  macroscopico  dei 
suoi  inclusi  il  de  Kroustschoff. 

«  Anche  nei  noduli  di  Ghistorrai  raramente  abbiamo  la  forma  sferoidale, 
mentre  si  presentano  le  forme  più  bizzarre,  qua  di  ciottoli  da  fiume  e  là 
da  spiaggia  marina;  però  se  pur  si  osservano  delle  irregolarità  esterior- 
mente, a  queste  non  corrispondono  le  eguali  nella  parte  interna,  che  nel 
maggior  numero  dei  casi  non  mostra  l'aspetto  granulare,  come  la  pasta  del 
granito  normale  involgente. 

«  Riguardo  alla  buccia  osserverò  che  in  alcuni  arnioni  essa  si  presenta 
fino  di  12  straterelli  concentrici  con  uno  spessore  complessivo  che  va  da 
5mm.  fino  a  20mm.,  come  ho  potuto  osservare  in  uno  sferoide  dal  piccolo 
nucleo  centrale:  le  lamelle  poi  di  biotite  dei  singoli  straterelli  hanno  una 
direzione  normale  al  piano  tangenziale  dello  sferoide;  raramente  le  vediamo 
disposte  parallelamente  a  questo  piano. 

«  Ho  trattato  il  granito,  le  buccie  e  la  parte  interna  degli  sferoidi 
freschi  e  decomposti,  cogli  acidi  cloridrico,  nitrico,  solforico,  acetico,  con- 
centrati e  diluiti,  ma  non  ho  avuto  la  minima  effervescenza  ;  quindi  abbiamo 
una  differenza  notevole  fra  il  granito  di  Craftsbury  ed  il  nostro  fonnese, 
perchè  mancante  di  calcite. 

Esame  microscopico.  «  Nell'esame  microscopico  della  pasta  il  rapporto 


-   823  — 

dei  due  feldespati  si  osserva  eguale  anche  nel  nostro  granito,  cioè  il  pla- 
gioclasio  in  quantità  minore  :  non  ho  però  osservato  i  microliti  di  mica 
bianca,  che  appariscono  nel  granito  americano  ;  ma  dissi  già  essere  eccezio- 
nale affatto  la  muscovite  nel  granito  di  Ghistorrai,  nel  quale  mancano  an- 
che i  grossi  e  piccoli  romboedri  netti  di  calcite,  osservati  dal  sig.  Kroust- 
schoff  nel  granito  del  Vermont. 

«  Nel  quarzo  sparso  anche  nel  nostro  granito,  come  nell'americano,  in 
grandi  frammenti  irregolari  grigi,  non  ho  osservato  le  inclusioni  liquide, 
che,  benché  raramente  e  piccole,  pure  furono  osservate  dal  de  Kroustschoff 
nella  pasta  dei  graniti  di  Craftsbury:  nulla  si  vede  neppure  di  cristalli  pri- 
smatici bipiramidati  incolori  notali  nel  granito  variolitico  del  Vermont. 

«  Sulle  miche  poche  osservazioni  ancora  abbiamo  a  fare:  la  mica  po- 
tassica, che  per  eccezione  compare  in  questo  granito  è  dicroica,  e  più  che 
in  lamelle  è  in  fogliette  irregolari  bianche  o  giallo-pallide  :  la  mica  magne- 
siaca è  per  lo  più  nera,  ma  anche  verde  oscura,  comparendo  talvolta  come 
fosse  trasformata  in  una  specie  di  clorite,  sempre  però  dotata  di  dicroismo 
assai  forte. 

«  Mancando  la  calcite  non  si  osservano  quindi  nel  nostro  granilo  neppure 
quelle  certe  macchie  di  una  sostanza  polverulenta,  né  del  pari  quei  fre- 
quenti piccoli  spazi,  ordinariamente  vuoti  o  forse  intieramente  riempiti  di 
un  liquido,  come  risultano  dalle  osservazioni  del  sig.  de  Kroustschoff  pel 
granito  americano. 

«  Si  osservano  invece,  però  sempre  come  accessori,  dei  cristalli  non 
tanto  piccoli,  che  danno  colori  di  polarizzazione  molto  vivi,  specialmente  di 
tinta  gialla,  ed  è  ben  raro  che  s'incontri  di  questa  sostanza,  che  certamente 
è  l'epidoto,  un  campione  con  qualche  piccolo  nido:  per  nulla  però  m'ap- 
parve il  rutilo,  che  secondo  il  sig.  Kroustschoff  si  troverebbe  come  micro- 
lito  prismatico  nel  quarzo  e  nel  feldespato  :  nel  granito  di  Ghistorrai  man- 
cherebbero anche  lo  sfeno,  la  pirite  di  ferro,  il  granato  e  quasi  assolutamente 
la  magnetite,  della  quale  la  calamita  dopo  tante  prove  ne  levò  piccolissima 
quantità:  queste  specie  minerali  come  accessorie  compariscono  in  altri  gra- 
niti della  Sardegna. 

«  Passando  alle  osservazioni  microscopiche  degli  arnioni,  oltre  che  esclu- 
dere anche  per  questi  assolutamente  la  calcite,  debbo  osservare  che  mentre 
il  de  Kroustschoff  dice  che  «  Le  noyau  centrai  offre  le  méme  aspect  que  le 
granit  et  consiste  en  plages  irrégulières  de  quartz  hyalin,  de  très  peu  de 
feldspath,  de  lamelles  parfois  hexagonales  de  mica  blanc,  de  paillettes  de 
biotite  et  vers  les  bords  de  masses  striées  de  calcite  »  ;  nei  nostri  inclusi 
dopo  le  buccie  di  mica  biotite  con  feldespato  plagioclasio,  mescolato  inti- 
mamente, ma  anche  molto  raramente  con  poco  quarzo  e  ortosio,  abbiamo 
il  nucleo  centrale,  che  solo  in  alcuni  è  d'una  pasta  granitica  quale  il  gra- 
nito normale,   che   racchiude   i  famosi   arnioni;   per  lo   più,   come   ho  già 


—  824    - 

osservalo  ('),  offresi  bianco  o  bianco  roseo  costituito  dal  feldespato  plagiocla- 
sio  bianco,  caratteristico  per  le  sue  strie  di  geminazione,  che  presenta,  e 
che  predomina  sopra  l'ortosio  e  specialmente  sopra  il  quarzo,  dapprima  molto 
povero.  Procedendo  verso  il  centro,  nel  maggior  numero  di  nuclei  passiamo 
dalla  disposizione  a  zone  a  quella  ancora  a  zone,  ma  rotta  dalla  biotite, 
disseminata  in  piccole  lamelle,  e  finalmente  alla  disposizione  granulare  di 
un  vero  granilo  col  quarzo  a  grani  e  colla  medesima  mica  biotite,  alla  quale 
solo  in  rarissimi  casi  si  aggiunge,  ma  sempre  in  piccolissima  quantità,  la 
muscovite.  In  alcuni  poi  di  questi  nuclei  la  massa  interna  è  quasi  comple- 
tamente feldespatica  non  comparendovi  che  pochissimi  granuli  di  quarzo,  e 
rari  e  piccoli  nidi  di  mica  ;  in  altri  invece,  sebbene  inclusi  nettamente  iso- 
labili, ma  nei  quali  verso  la  periferia  il  carattere  sferoidico  non  è  tanto 
bene  marcato,  abbiamo  che  la  massa  interna  presentasi  nettamente  granu- 
lare, come  un  granito  normale,  sempre  coi  due  feldespati,  predominandovi 
forse  in  questi  casi  l'ortosio. 

«  In  uno  solo  dei  38  sferoidi  sezionati  mi  si  è  presentato  il  nucleo 
centrale  come  riempito  da  biotite  :  questa  per  altro  non  solo  è  diversa  dalla 
biotite  della  buccia,  ma  anche  è  separata  nettamente  da  essa  da  una  zona 
irregolare  di  un  miscuglio  di  feldespato  e  quarzo;  inoltre  vedonsi  gli  stra- 
terelli  di  questa  buccia  così  ben  ellittici  da  dar  luogo  ad  uno  sferoide  più 
regolare  degli  altri  37. 

«  Kiguardo  allo  zircone,  che  per  nulla  compare  nel  nostro  granito  di 
Fonni,  il  sig.  K.  de  Kroustschoff  dice  :  «  C'est  un  fait  remarquable  que 
dans  cette  roche  je  n'ai  pu  nulle  pari  trouver  le  zircon,  qui  cependant, 
d'après  mes  recherches  récentes  et  celles  de  M.  Thiirach  (*),  est  estrémement 
répandu  dans  les  granits  et  presque  toutes  les  autres  roches  éruptives  et 
me  me  sédimentaires  »:  però  nel  breve  supplemento  che  fa  seguire  a  que- 
sta stessa  Nota  sul  granilo  variolitico,  parlando  d'una  magnifica  piastra  sot- 
tile di  5X5  cm.,  che  da  poco  avea  avuto  dal  signor  E.  Fuess  da  Berlino, 
contenente  le  sezioni  di  due  inclusi  colla  pasta  circostante,  dice  di  essere 
riuscito  a  constatare  la  presenza  del  zircone,  così  esprimendosi  :  «  Il  se  trouve 
en  cristaux  très  rares  de  0m°\01  assez  bien  développi:s  suivant  6§-  m  (111 ,  110), 
mais  cependant  aux  arétes  arrondies  et  montre  une  structure  zonaire.  Or,  ce 
type  est  très  fréquent  dans  les  roches  gueissiques  et  rare  dans  les  roches 
iudubitablement  éruptives,  comme  par  exemple  dans  les  granits  filonieus,  les 
porphyres  et  les  traehytes.  Peut-étre  plus  lard  la  prc'sence  d'un  certain  type 
de  zircon  dans  une  roche  permettra  de  faire  des  conjectures  sur  son  origine  ». 

«  Pur  troppo  che  nelle  7  od  8  sezioni  sottili,  fatte  colle  diverse  parti 
di  questa  veramente  mirabile  specialità  sarda,  a  me  non  è  riuscito  di  trovare 

(')  Lavoro  citato. 

(')  H.  Thiirach,  Ueber  dus  Vorkommen  mikroscopischer  Zircon-  unii  Titanrnineralien  in 

neri.  Thèse  inaugurale  présentée  ù  l'Université  de  Wurzburg.  1884. 


—  825  — 

ancora  questo  minerai?,  che  sarebbe  prezioso  per  l' aiuto  che  potrebbe 
portare  forse  nella  genesi  stessa  degli  sferoidi.  Invece  in  una  delle  sezioni 
fatta  colla  parte  interna  di  uno  dei  nuclei,  una  sostanza  curiosa  di  color 
verdognolo  vedesi  fra  i  nicol  incrociati  come  vagamente  colorata  in  giallo 
e  verde,  che  passa  al  verde  oscuro  e  giallo  bruno  senza  contorni  netti:  po- 
trebbe essere  della  cordierite  trasformata  in  piuite  per  azioni  secondarie. 

«  Un  fatto  che  ancora  merita  di  essere  segnalato,  è  quello  con  cui  finisce 
il  suo  supplemento  il  sig.  Kroustschofi':  egli  avrebbe  trovato  nel  quarzo 
dell'interno  di  uno  degli  inclusi  «  des  pores  grossièrement  dihexaèdriques 
que  M.  Sorby  a  nommés  «  stone  cavities  »  »:  anche  di  ciò  nulla  mi  svelò 
finora  il  microscopio,  ma  non  nego  per  questo  che  nel  nostro  granito  di 
Ghistorrai  non  si  abbiano  a  trovare  questi  pori  formati  da  una  agglomera- 
zione di  globuliti,  fra  cui  si  distinguono  alcune  particelle  polarizzanti  come 
di  vetro  divetrificato. 

«  In  complesso,  sebbene  vi  sieno  tante  differenze  fra  le  «  varioles  »  di 
Craftsbury  e  gli  sferoidi  di  Ghistorrai,  pure  finora  è  il  granito  variolitico 
dello  stato  di  Vermont  quello  che  meglio  si  può  raffrontare  col  granito  ad 
inclusi  di  Fornii.  Quando  mi  sarà  dato  di  avere  dei  campioni  del  granito 
variolitico  americano,  potrò  più  da  vicino  istituire  dei  confronti,  che  forse 
potranno  condurmi  a  qualche  importante  risultato  ». 

Patologia. — Di  mi  nuovo  micrococco  nella  patogenesi  di  una 
forma  sperimentale  oli  tumori  ala  infezione.  Memoria  del  dott. 
L.  Manfredi,  presentata  dal  Socio  S.  Trixchese  (sunto  dell'autore). 

«  L'origine  di  queste  mie  ricerche  si  rapporta  a  due  casi  letali  di  Pneu- 
monite  cruposa,  consecutivi  a  morbillo,  dei  quali  tentai  di  investigare  in 
vita  l'etiologia.  La  mancanza  di  autopsie  non  mi  permise  di  fare  investiga- 
zioni analoghe,  anche  dopo  la  morte. 

«  In  amendue  i  casi,  rinvenni  costantemente  nell'espettorato,  oltre  lo 
piieumococco  descritto  da  Priedlànder,  uno  speciale  microparassita,  che,  e 
per  la  quantità  predominante  in  cui  esso  apparve  rispetto  agli  altri  niicro- 
fiti  contenuti  nello  sputo,  e  per  il  potere  altamente  patogenico  di  cui  si 
mostrò  dotato  all'esperimento,  richiamò  tutta  la  mia  attenzione.  Esso  è  stato, 
durante  un  anno,  l'obbietto  di  mie  assidue  ricerche. 

«  Dopo  averne  ottenuta  la  coltura  pura  in  gelatina,  mercè  i  metodi  di 
isolamento  e  di  coltivazione  oggi  in  credito  dietro  gli  studi  di  Koch,  mi  pro- 
posi di  studiare  la  morfologia  e  la  biologia  di  questo  interessante  microrgani- 
smo. Al  quale,  per  la  natura  delle.lesioni  che  esso  produce  sperimentalmente, 
ho  dato  il  nome  di  micrococco  dei  granulomi  progressivi  negli  animali. 

«  Non  posso  da  queste  mie  ricerche  trarre  alcuna  conclusione  positiva 
circa  le  relazioni,  che  per  avventura  potrebbero  esistere  tra  questo  micro- 
cocco e  la  malattia  nei  due  casi,  nei  quali  il  medesimo  fu  rinvenuto,  stante 


—  826  — 

la  mancanza  dell'autopsia  e  il  numero  ancora  scarso,  delle  osservazioni.  Ma 
panni  legittimo  il  sospetto,  di  attribuire  alla  presenza  contemporanea  nel- 
l'organismo dei  due  microfiti  patogeni  (il  pneumococco  e  il  micrococco  sud- 
detto), e  alla  forma  speciale  della  pneumonite  (consecutiva  ad  un'altra  in- 
fezione), il  significato  di  una  infezione  mista. 

«  Il  microrganismo,  di  cui  mi  sono  occupato,  è  un  micrococco  ovoidale, 
spesso  unito  a  diplococco,  raramente  a  catenelle  di  tre  o  di  quattro  elementi.  Il 
suo  maggior  diametro  è  di  1//..  — 1,5;  il  diametro  minore  misura  0;x.,6  —  1,0. 

«  Questo  micrococco  ha  la  proprietà  di  vivere,  più  o  meno  bene,  in 
quasi  tutti  i  substrati  ordinari  di  vegetazione.  Nella  gelatina  nutritiva, 
nel  brodo  di  carne  e  nel  siero  di  sangue,  il  suo  sviluppo  è  molto  rigoglioso  ; 
esso  è  scarso  sulle  patate,  e  negli  infusi  vegetali.  In  generale,  lo  sviluppo 
della  colonia  è  rapidissimo,  se  in  contatto  dell'aria,  lentissimo,  se  fuori  del 
contatto  dell'aria.  Sulla  gelatina,  ove  lo  sviluppo  è  tipico,  la  colonia  si 
presenta  come  una  patina,  dapprima  sottile  e  cerulea,  poscia  più  spessa  e 
grigiastra,  con  bordi  irregolari  e  finamente  seghettati,  di  aspetto  per  lo  più 
granuloso,  quasi  sempre  con  riflessi  madreperlacei. 

«  Dalle  esperienze  di  coltura  è  risultato,  che  la  vita  e  lo  sviluppo  di 
questo  micrococco  sono  compatibili  con  una  grande  attenuazione  del  mate- 
riale nutriente.  Ho  provato  a  diluire  del  brodo  di  carne  con  acqua,  fino  a 
dieci  volte  tanto,  ed  ho  osservato  che  i  micrococchi  si  sviluppavano  in  di- 
screta intensità. 

«  L'influenza  della  temperatura  sulle  colture,  presenta  particolarità  degne 
di  nota.  Tra  18° — 42"C,  le  colonie  si  sviluppano,  purché  sieno  favorite  da 
una  opportuna  umidità.  Al  di  sopra  di  42°  lo  sviluppo  è  sospeso,  poiché 
il  brodo  si  conserva  limpido.  Ma  la  vita  del  micrococco  non  si  spegne  che 
a  46°  —  48°C. ,  perocché  il  brodo  che  è  rimasto  limpido  alla  temperatura 
di  43"  —  45n,  se  è  riportato  ad  una  temperatura  più  bassa,  s' intorbida,  e  se 
è  inoculato  negli  animali,  riesce  patogeno. 

«  Al  pari  del  calore,  il  disseccamento  agisce,  rispettando  fino  ad  un  certo 
punto  alcune  forme,  ammazzandone  la  massima  parte.  Da  una  serie  di  ve- 
trini copri-oggetti  sterilizzati,  sui  quali  si  erano  fatti  disseccare  altrettanti 
frammenti  di  coltura,  ho  riavuto,  saggiando  successivamente  ciascun  vetrino 
dopo  diverse  ore,  un  numero  di  colonie  che  andava  gradatamente  diminuendo, 
fino  a  raggiungere  dopo  24  ore  un  minimum.  Questo  minimum  si  mante- 
neva quasi  invariato  per  3-4  giorni,  poi  cessava  a  sua  volta. 

«  Questo  micrococco  possiede  dunque  una  speciale  evoluzione,  la  quale 
dà  luogo  allo  sviluppo  di  forme  caduche,  che  sono  la  massima  parte,  e  di 
forme  piuttosto  persistenti,  che  sono  in  picciol  numero. 

«  Gli  esperimenti  di  infezione,  praticati  su  larga  scala  con  questo  micro- 
cocco, hanno  dato  risultati  non  privi  di  interesse  per  la  patologia  sperimentale. 

«  Gli  animali  inoculati  muoiono  in  pochi  giorni,  9-15  in  media,  pre- 
sentando una  tumefazione   imponente  degli  organi  parenchimali,  in    ispecie 


—  S27  — 

della  milza  e  dei  gangli  linfatici.  In  questi  organi,  e  prevalentemente  nella 
milza,  ha  luogo  la  produzione  di  una  forma  sperimentale  di  noduli  infiam- 
matori grigio-giallastri  o  bianco-giallastri,  tra  le  più  classiche. 

«  La  milza  è  talvolta  ingrandita  circa  7-8  volte  più  dei  suo  volume  nor- 
male, ed  è  spesso  infarcita  per  circa  i  due  terzi  del  suo  volume  dai  noduli 
suddetti. 

«  Questi  noduli  appartengono  al  tipo  dei  granulomi,  o  tumori  infettivi 
di  granulazione.  Sono  focolai  di  cellule  neoformati,  senza  sviluppo  di  vasi  : 
disposti  per  lo  più  in  forma  nodulare,  non  di  rado  diffusi  in  chiazze  nel 
tessuto  :  il  loro  esito  più  comune  è  la  caseificazione,  che  comincia  dal 
centro:  contengono  i  micrococchi  specifici:  sono  iuoculabili  e  infettivi. 

«  La  vita  del  micrococco  è  per  lo  più  intra-cellulare,  e  il  meccanismo 
della  sua  azione  è  quello  di  produrre  la  necrosi  caseosa  degli  elementi. 
Rara  è  la  sua  presenza  al  di  fuori  delle  cellule,  rarissima  nell'interno  dei 
vasi  sanguigni.  La  massima  parte  delle  alterazioni  del  tessuto  provengono 
dai  disturbi  di  nutrizione,  apportati  dal  micrococco  nella  chimica  della 
cellula.  In  questi  focolai  degenerati  o  necrotici,  la  vitalità  del  micrococco 
non  è  spenta,  poiché  la  sua  esistenza  è  compatibile  con  una  grande  atte- 
nuazione del  materiale  atto  a  nutrirlo. 

«  La  forma  fondamentale  del  nodulo  infiammatorio  si  accompagna  nei 
singoli  organi  con  fatti  più  o  meno  intensi  di  reazione  o  di  degenerazione 
da  parte  del  tessuto  rimanente.  Ciò  si  verifica  nel  più  alto  grado  nel  pol- 
mone, ove,  come  avviene  per  la  tubercolosi,  i  noduli  possono  trovarsi  in 
mezzo  ad  un  tessuto  qua  e  là,  ingorgato,  splenizzato  e  variamente  epatizzato. 

«  Il  meccanismo  d'azione  di  questa  schizomicosi  si  svolge  a  preferenza 
nel  sistema  linfatico.  Questo  rappresenta  la  porta  d'ingresso  dell'infezione, 
e  ne  costituisce  il  terreno  di  sviluppo  più  favorevole.  Allorché  l' inocula- 
zione si  pratica  nel  tessuto  connettivo  sottocutaneo,  sorge  nel  punto  leso 
un  nodulo,  che  spesso  raggiunge  dimensioni  esorbitanti,  e  che  è  formato  da 
un  essudato  plastico  che  caseifica.  Da  questo  nodulo  sottocutaneo,  che  è  un 
centro  intenso  di  infiammazione,  le  cellule  linfatiche  prendono  i  micrococchi 
e  li  trasportano  nei  vasi  linfatici  vicini.  Quindi  si  osserva,  lungo  il  decorso 
di  questi,  una  disseminazione  di  noduli  infiammatori.  Da  cotesti  vasi,  l'irri- 
tazione si  propaga  alle  catene  ganglionari  delle  pliche  ascellari  e  inguinali, 
ove  formansi  tumefazioni  ghiandolari  multiple,  spesso  confluenti,  e  di  un 
volume  talvolta  enorme. 

«  Dalle  autopsie  di  animali  sagrificati  vario  tempo  dopo  l'inoculazione, 
risulta,  che  l'infezione  incontra  nella  forte  reazione  delle  glandole  suddette 
un  ostacolo  al  suo  progresso:  subisce  una  sosta,  più  o  meno  breve:  indi 
si  generalizza  a  tutto  l'organismo.  Anche  in  questa  ulteriore  diffusione,  essa 
segue  una  norma,  che  è  determinata  probabilmente  dalla  sua  predilezione 
pel  sistema  linfatico.  La  milza  e  il  peritoneo  sono  le  prime  località  invase, 
Rendiconti  —  Voi..  I.  lOS 


—  S28  — 

poscia  è  invaso  il  fegato.  È  dopo  questa  localizzazione  negli  organi  addomi- 
nali, ordinariamente,  che  l'infezione  si  propaga  agli  organi  della  cavità  toracica. 

«  Oltre  la  natura  della  lesione  e  il  meccanismo  dell'azione  patologica,  un 
altro  prezioso  carattere  di  questo  micrococco  è  la  sua  larga  sfera  di  azione  sopra 
animali  di  svariate  specie,  e  il  suo  potere  altamente  patogeno  per  i  medesimi. 

«  Io  ho  potuto  finora  sperimentare  quest'infezione  nei  cani,  nei  conigli, 
nelle  cavie,  nei  topi,  negli  uccelli.  Ad  eccezione  degli  uccelli,  che  muoiono, 
pare,  per  intossicazione  del  sangue,  ho  riprodotto  in  tutti  questi  animali 
la  medesima  forma  patologica,  in  modo  però  più  cospicuo  nei  conigli  e  nelle 
cavie.  E  si  avrà  una  idea  dell'imponenza  delle  lesioni,  dal  fatto,  che  in  una 
statistica  di  SO  casi,  sperimentati  da  me,  solamente  quattro  ve  ne  furono  di 
guarigione  o  di  immunità. 

«  Questo  micrococco  è  inoltre  dotato  di  un  potere  intensamente  infet- 
tivo. Esso  può  colpire  l'organismo  aggredendolo  per  le  vie  più  svariate, 
dermica,  ipodermica,  sottomucosa,  intrapleurale,  intraperitoneale,  intravenosa. 
Il  tipo  dell'infezione  si  mantiene  quasi  sempre  costante.  Ho  tentato  anche, 
con  esito  positivo,  una  maniera  di  inoculazione,  che  è  di  un  successo  molto 
raro  nella  patogenesi  delle  infezioni  sperimentali:  quella  per  inalazione. 
Gli  esperimenti  furono  fatti  su'  topi,  che  vennero  colpiti  nella  proporzione 
di  cinque  su  otto. 

«  È  notevole,  infine,  la  grande  tenacia  di  virulenza,  che  questo  micro- 
cocco possiede.  Questa  virulenza  resiste  al  tempo  e  ad  un  certo  dissecca- 
mento, però  che  colture  antiche  di  molti  mesi  e  noduli  caseosi  disseccati, 
agiscono  ottimamente  da  materiale  infettivo.  Essa  resiste  anche  al  passaggio 
ripetuto  del  materiale  infettivo  a  traverso  i  tessuti  animali,  come  risulta 
dalle  inoculazioni  praticate  in  serie,  nelle  quali  non  ho  osservato  finora 
alcun  notevole  cambiamento  circa  l'intensità  della  infezione. 

«  Queste  ricerche  furono  eseguite  in  Napoli,  nel  laboratorio  batterio- 
logico annesso  all'Istituto  clinico  del  prof.  Cantani  ». 

MEMORIE 
DA  SOTTOPORSl  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

D.  Montesano.  Su  gruppi  di  superficie  di  secondo  grado.  Presentata 
dal  Socio  Cremona. 

RELAZIONI  DI  COMMISSIONI 

Il  Socio  Blaserna,  relatore,  a  nome  anche  del  Socio  Moriggia,  legge 
una  Kelazione  sulla  Memoria  dei  dottori  G.  Colasanti  e  G.  Mengarini,  inti- 
tolata: Sul  fenomeno  spettrale  fisiologico,  concludendo  per  l'inserzione  di 
essa  negli  Atti  accademici. 

Le  conclusioni  della  Commissione,  messe  ai  voti  dal  Presidente,  sono 
approvate  dalla  Classe,  salvo  le  consuete  riserve. 


—  829  — 

PERSONALE   ACCADEMICO 

Il  Socio  Blasekna,  annuncia  all'Accademia  la  dolorosa  perdita  che  essa 
ha  fatto  nella  persona  del  suo  Socio  decano  prof.  Giuseppe  Ponzi,  e  legge 
una  Commemorazione  dell'estinto,  accompagnandola  colla  presentazione  del- 
l'elenco delle  di  lui  pubblicazioni. 

«  Giuseppe  di  Tommaso  Ponzi  nacque  in  Roma  il  20  maggio  1805. 
Studiò  quivi  Medicina  e  Chirurgia  e  fu  laurealo  dottore  e  matricolato. 

«  Esercitò  per  qualche  anno  la  medicina,  distinguendosi  nella  prima 
invasione  cholerica  del  1836,  tanto  che  per  l'assistenza  prestata  ai  malati  egli 
contrasse  il  morbo,  a  cui  resistette  l'energica  sua  natura.  In  seguito  fu  no- 
minato Settore  anatomico  e  collaboratore  nel  Gabinetto  di  Zoologia  e  Zootomia 
della  Università  di  Roma.  Prestò  validissimo  sussidio  ai  feriti,  come  ufficiale 
sanitario,  nella  difesa  di  Roma  del  1849.  Ritornato  il  governo  pontificio,  fu 
sottoposto  a  censura,  e  riebbe  il  suo  posto  soltanto  dopo  qualche  tempo. 
Il  Ponzi  spiegò  una  grande  attività  nell'insegnamento  e  nel  raccogliere  ma- 
teriali scientifici  per  il  Museo  di  Anatomia  comparata  e  di  Zoologia.  Asso- 
ciatosi con  il  Medici-Spada,  fece  il  primo  profilo  geologico  della  Campagna 
romana.  Subentrò  al  prof.  Metaxà  nell'insegnamento  della  Zoologia  ed  Ana- 
tomia comparata  e  fu  nominato  infine  professore  di  geologia  ■ —  cattedra 
istituita  per  la  sua  insistenza  —  nel  1862;  cattedra,  che  egli  mantenne  con 
grande  lustro  sino  agli  ultimi  momenti  della  sua  laboriosa  vita. 

-.<  Fu  eletto  Socio  dell'Accademia  dei  Lincei  prima  della  chiusura  ordi- 
nata da  Gregorio  XVI  nel  1840,  cosicché  era  l'unico  Socio  superstite  di  quel 
Consesso.  Fu  poi  Socio  dopo  la  riorganizzazione  avvenuta  nel  1848,  e  fu  il  primo 
Presidente  della  R.  Accademia  nel  1871-74,  epoca  nella  quale  gli  subentrò  nella 
Presidenza  il  compianto  Q.  Sella.  Fu  nominato  nel  1870  Senatore  del  Regno  ». 

Catalogo  delle  pubblicazioni   scientifiche  edite  dal  prof.  Giuseppe  Ponzi 

1.  Ponzi  G.  e  Ferrerò  G.  F..  Anatomia  ar-  gico  della  Campagna  romana  secondo  le 

tistica  del  cavallo,  disegnata  da  G.  Fer-  osservazioni  di   monsignor   dei   Medici- 

rero    e    descritta   dal    dott.    G.   Ponzi.  Spada  e  prof.  G.  Ponzi.  (Roma  1843 -una 

(Poma,  1841,  in  fol.).  tavola). 

2.  l'onziG.  e  Spada-Medici  L.  Profilo  geolo- 

Memorie  pubblicate  negli  Atti  dell'Accademia  dei  Lincei 

3.  Osservazioni    geologiche    fatte    lungo  la  nuovo  cratere  vulcanico  nelle  vicinanze 

valle  Latina  da  Pionia  a  Monte  Cassino.  di  Poma  (Ser.  la,  voi.  IV.   1851). 

Atti  della  Accademia  Pontificia  dei  nuovi  5.  Descrizione  della   carta  geologica   della 

Lincei  (Ser.  la,  voi  1. 1848).  provincia  di  Viterbo   (Ser.    la,  voi.  IV. 

Questa  Memoria  fu   anche  pubblicata  1851). 

nella  Raccolta  Scientifica.  6.  Sulla  valle  Latina.  Appendice  alla  Memoria 

■1.  Nota  sulle  correnti  di    lava  e  sopra  un  N°.  3  (Ser.  1»,   voi.  IV.  1851). 


—  830  — 


7.  Sulle  esperienze  fatte  in  Milano  dal  prof.  25. 
Gorini    a  dimostrazione   delle  sue  teo- 
riche sulla  formazione  delle  montagne  e          26. 
sull'origine  dei  terremoti  (Ser.  la,  voi.  IV. 
1851). 

8.  Sopra  un  nuovo  cono  vulcanico  rinvenuto  27. 

nella  vai  di  Cona  (Ser.  la,  voi.  V.  1852). 

9.  Sopra    un    opuscolo  del  conte    Paoli   in  28. 

materie  geologiche.  (1852). 

10.  Sopra  la  grotta  di  Collepardo  (Ser.  la,  29. 
voi.  VI.  1852). 

11.  Sui  terremoti  avvenuti  in  Frascati  nei 
mesi  di  maggio  e  giugno   1855  (Ser.  la, 

voi.  VI.   1855).  30 

12.  Sulla  eruzione  solforosa  avvenuta  sotto 
ii  paese  di  Leprignano  nella  contrada 
denominata  il  Lagopuzzo  (Ser.  la,  voi.  X. 
1857).  31 

13.  Sul  rinvenimento  dei  vulcani  degli  Er- 
nia (Ser.  1".  voi.  XI.  1S57). 

14.  Sulla  carta  geologica  delle  province  di  32. 
Frosinone  e  Velletri  (Ser.  1".   voi.  XI. 
1858). 

15.  Sul  rinvenimento    delle  ossa  elefantine  33 
sotto  Eignano  (Ser.  la,  voi.  XI.  1858). 

16.  Sui  lavori  di  strada  ferrata  di  Civita- 
vecchia da  Roma  alla  Magliana  (Ser.  1%  34, 
voi.  XI.  1858). 

17.  Sulla  origine  dell'alluminite  e  caolino 
della  Tolfa  (Ser.  I»,  voi.  XI.  1858). 

18.  Nota  sulle  correnti  di  lava  scoperte  dal 

taglio  della  ferrovia  di  Albano  (Ser.  la,  35 

voi.  XII.  1859). 

19.  Comunicazione    sopra    alcune    ricerche  36, 
geologiche  fatte  dall'ah.  Rusconi  (Ser.  la, 

voi.  XIII.  1860).-  37, 

20.  Presentazione  all'Accademia  della  carta 
geologica  e  montanistica  delle  Allumiere  38 
e  Tolfa  (Ser.  1»,  voi.  XIII.  1860). 

21.  Presentazione  all'Accademia  della  carta 
geologica  dei  monti  vulcanici  del  Lazio  39, 
(Ser.  la,  voi.  XIV.  1861). 

22.  Catalogo  ragionato  di  una  collezione  di  40. 
materiali  da  costruzione  dello  Stato  Pon- 
tifìcio inviati  all'Esposizione  universale          41 
di  Londra  (Ser.  1%  voi.  XV.  1862). 

23.  Dell'Amene  e  suoi  relitti  (Ser.  1",  voi.  42. 
XV.  1862). 

24.  Osservazioni  geologiche  sui  vulcani  sa-  43. 
batini  (Ser.  1",  voi.  XVI.  1863). 


Sui  diversi    periodi   eruttivi    nell'Italia 
centrale  (Ser.  la,  voi.  XVII.  1864  . 
Sopra   una   pioggia   di    sabbia    caduta 
nella  notte  del  21  al  22  febbraio  1864 
(Ser.  la,  voi.  XVII.  1864). 
Il  periodo  glaciale  e  l'antichità  dell'uo- 
mo. (Ser.  la,  voi.  XVIII.  1865). 
Quadro    geologico    dell'Italia    centrale 
(Ser.  la,  voi.  XIX.  1866). 
Sugli   istruinenti  in    pietra  focaia    rin- 
venuti nelle  cave  di  breccia  presso  Roma, 
riferibili  all'industria  primitiva  (Ser.  1", 
voi.  XIX.  1866). 

,  Sui  manufatti  in  focaia  rinvenuti  al- 
l'Inviolatella  nella  Campagna  romana  e 
sull'uomo  dell'epoca  della  pietra  (Ser.  la, 
voi.  XX.  1866). 

Sulle  tombe  preistoriche  rinvenute  presso 
Cantalupo    Mandela    sulla    via    Valeria 
(Ser.  la,  voi.  XX.  1867). 
Storia  fisica  del  bacino  di  Roma  da  ser- 
vire di  appendice  all'opera  del  Brocchi 
(2a  edizione  corretta  1867). 
.  Presentazione  di  armi  in  pietra  silicea 
provenienti  dall'Inghilterra  e  Danimarca 
(Ser.  1\  voi.  XXII.  1868). 
Nota  sulle    selci  tagliate  rinvenute    ad 
Acquatraversa  e  nel  Gianicolo.  Atti  della 
R.  Acc.  dei  Line.  (Ser.  Ia,vol.XXIV.1870). 
Stampata  anche    nella    Corrispondenza 
scitntiftea  di  Roma.  Voi.  Vili  (  1 870) N° 3. 
Sulle  oscillazioni  sismiche  diluviali  (Ser. 
la,  voi.  XXIV.  1871). 
Storia  fisica  dell'Italia  centrale  (Ser.  la, 
voi.  XXIV.  1871). 

I  fossili  del  bacino  di  Roma  e  la  fauna 
vaticana  (Ser.  la,  voi.  XXV.  1872). 
Storia  dei  vulcani  laziali  (Atti  della  r. 
Accademia  dei  Lincei.  Mem.  scienze  fi- 
siche. Voi.  I,  serie  2*.  1873-74). 
Dei  monti  Mario  e  Vaticano  e  loro  sol- 
levamento (Voi.  II,  serie  2a.  1874-75). 
Lavoro  degli  insetti  nelle  ligniti  del 
M.  Vaticano  (Voi.  Ili,  serie  2a.  1875-76). 
I  fossili  del  Monte  Vaticano  (Serie  2a 
voi.  III.  1876). 

Sulle    epoche    del    vulcanismo    italiano 
(Transunti,  voi.  II,  fase.  1.  1878). 
La  Tuscia  Romana  e  la  Tolfa  (Voi.  I, 
ser.   3a.  1876-77). 


831  — 


14.  Le  ossa  fossili  subappennine  dei  dintorni 

di  Roma  (Ser.  3a,  voi.  II.  1871-78). 
45.  Sui  lavori  del    Tevere    e    sulle    variate 

condizioni  del  suolo  romano  (Transunti 

serie  3",  voi.  IV,  1880). 
46. 1  tufi  vulcanici  della    Tuscia    Romana, 

loro  origine,  diffusione  ed  età  (Ser.  3*. 

voi.  IX.  1880-81). 

4 7.  Sui  tufi  vulcanici  della  Tuscia  romana, 
a  fine  di  togliere  qualunque  discordanza 
di  opinione  emessa  sulla  loro  origine, 
diffusione  ed  età  (Transunti,  serie  3", 
1880-81). 

48.  Intorno  alla  sezione  geologica  scoperta 
al  Tavolato  sulla  via  Appia-nuova  nella 


costruzione  del  tramway  per  Marino  ;  e 
sulle  fenditure  delle  mura  del  Panteon 
in  collaborazione  con  R.  Meli  (Tran- 
sunti, serie  3%  voi.  XIII.  1881-82). 

49.  Sul  rinvenimento  del  cinabro  nativo  e 
dell'argirosio  fra  i  minerali  di  Tolta 
[Transunti,  serie  3",  voi.  VII.  1882-83). 

50.  Conglomerato  del  Tavolato;  trivellazione 
del  fortino  sulla  via  Appia  presso  la 
tomba  di  Cecilia  Metella.  —  Storia  dei 
vulcani  laziali  accresciuta  e  corretta 
(Mem.  se.  fis.  serie  4a,  voi.  I.  1884-85). 

51.  Contribuzione  alla  geologia  dei  vulcani 
laziali.  —  Sul  cratere  tusculano  (Ren- 
diconti, serie  la,  voi.  I.  1885). 


Lavori  pubblicati  nel  Giornale  Arcadico  di  Scienze,  Lettere  ed  Arti 


52.  Stato  fisico  del  suolo,  allorché  Roma  fu 
fabbricata  da  Romolo  (Tomo  IX  della 
nuova  Serie  1858). 

53.  Storia  naturale  del  Lazio  (T.  CLVIII, 
1859,  Voi.  XII  della  nuova  Serie). 

54.  Storia    geologica     del  Tevere    (1860 , 


55.  Sul  sistema  dei  monti  italiani.  1861. 

56.  Sugli  animali  che   precedettero  l'uomo 
(Tom.  XXVI  della  nuova  Serie,  1862). 

57.  Storia  naturale  dell'Agro  Pontino   (To- 
mo XLI.  nuova  Serie.  1865). 

58.  L'antichità  dell'uomo  (Tom.  XLIV,  nuova 
Serie,  1866). 


Voi.  XVIII  della  nuova  Serie). 

Nella  Corrispondenza  Scientifica  di   Roma. 

59.  Proposta  di  un  para-terremoti.  Lettera  61.  Sull'Italia  e  i  suoi  primi  abitatori,  su 
al  Direttore  della  Corrispondenza(1858).  Pico   re   del   Lazio   e   dell'Ausonia   del 

60.  Sullo  stato  generale  dei  monti  dell'Italia  sig.  C.  Ravioli,  Nota  di  G.  Ponzi  (Vo- 
Ceutrale  1 1861).  lume  VII,  n.  52). 

Nel  Bulletin  de  la  Société  Géologique  de  France. 


02.  Mémoire  surla  zòne  volcanique d'Italie 
(Tom.  VII,  2™  Sèrie  1849-50). 

63.  Sur  l'epoque  du  soulévement  des  Apen- 
nins  avec  une  addition  par  M.r  Rozet. 
(Tom.  X.  2™  Sèrie  1852-53). 

(54.  Sur  les  diverses  zònes  de  la  fonnation 


pliocène  des   environs   de   Rome  (Tom. 
XV,  2»e  Sèrie,  1857-58). 
65.  Le  volcanisme  romain.   Remarques  sur 
les    observations    faites  en  Italie ,  par 
M.Gosselet  (Tom.  XXVI,  2™  Sèrie,  1869). 


Pubblicazioni  stampate  in  varii  luoghi. 


66  Sui  terreni  che  si  riscontrano  presso  la 
città  di  Cesi  nel  Bacino  di  Terni  — 
Negli  Annali  di  scienze  fisiche  e  mate- 
matiche. Tom.  I.  1845. 

67.  Sulle  ossa  fossili  della  Campagna  romana 
(Negli  Atti  del  Congresso  degli  scien- 
ziati italiani  tenuto  a  Genova  nel  1846). 

68.  Storia  fisica  del  bacino  di  Roma  (la  edi- 
zione) 'Negli  Annali  di  Scienze  fisiche 
e  matematiche.  Tom.  I.  Poma.    1850). 


69.  Ponzi  e  Fauvet.  Sulla  epizootica  inva- 
sione del  barbone  bufalino  avvenuta  nella 
tenuta  di  Maccarese  nel  1853  (Negli 
Annali  di  Bologna  1853). 

10.  Ponzi,  lìayncval  et  Van  den  llecke.  Ca- 
talogne des  fossiles  du  Monte  Mario  près 
de  Rome  (Versailles,  1854). 

11.  Sull'opera  del  sig.  Fiourens  intitolata: 
«  Della  longevità  umana  e  della  quan- 
tità di  vita  sul  globo  »  (Negli  Annali  di 


832 


Scienze   fisiche   e   matematiche.    Roma, 
1856). 

72.  Eapporto  scientifico  alla  Società  inpar- 
tecipazione  per  la  ricerca  ed  escavazione 
dei  carboni  fossili  di  Tolfa  sui  lavori  e 
sullo  stato  attuale  delle  miniere  (Roma, 
1860). 

73.  Relazione  dello  stato  in  cui  trovasi  una 
miniera  di  lignite  spettante  alla  Società 
Umbro-Sabina  per  le  ricerche  delle  mi- 
niere, posta  nel  territorio  di  Città  di 
Castello,  contrada  Valperino  (Perugia, 
1868). 

14.  Sopra  un  nuovo  ordinamento  geologico 
dei  terreni  subappennini  {Atti Sor.  ital.  di 
Scienze Naturali.Yoì.  VI,  Milano,  1868). 

75.  Les  relations  de  riiomme  préhistorique 
avec  les  phénomènes  géologiques  de 
l'Italie  centrale  (Comptes  rendus  du 
Congrès  internalional  d' Anthropologie 
préhistorique. 5m<>  Sessioa.  Bologne,1871). 

76.  Del  bacino  di  Roma  e  sua  nat.ira  (An- 
nali del  Ministero  di  agricoltura,  indu- 
stria e  commercio.  Roma,  1872). 

La  suddetta  Memoria  fu  ristampata  anche 
nel  Bull  citino  della  Società  geografica 
italiana  (Voi.  Vili,  fase,  ottobre  1872). 

77.  Cronaca  subappennina  o  abbozzo  di  un 
quadro  generale  del  periodo  glaciale 
(Alti  dell'  XI  Congresso  degli  Scienziati 
italiani,  tenuto  in  Roma  nel  1873). 

78.  Ponzi  e  Masi,  Catalogo  sommario  dei 
prodotti  minerali  italiani  ad  uso  edilizio 
e  decorativo  spediti  dal  Ministero  d'agri- 
coltura, industria  e  commercio  all'Espo- 
sizione di  Vienna  (Roma,  1873). 

79.  Ponzi  e  Siasi,  Catalogo  ragionato  dei 
prodotti  minerali  ecc.  (Roma,  1873). 

80.  Ponzi  e  Masi,  Oggetti    preistorici  spe- 


diti dal  Gabinetto  di  Mineralogia  e  Geo- 
logia della  R.  Università  di  Roma  alla 
Esposizione  di  Vienna  (Roma,  1873). 

81.  Gli  Appennini  e  l'Italia  (Roma,  tipogr. 
Elzeviriana,  1875). 

82.  Il  delta  del  Tevere  (Roma,  tipogr.  El- 
zeviriana, 1875). 

83.  Il  bacino  di  Roma  (Roma,  tipogr.  El- 
zeviriana, 1875). 

Questi  tre  lavori  sono  stampati  nel  vo- 
lume: «  Studi  sulla  Geografia  civile  e 
naturale  dell'Italia  »  presentato  per  cura 
dellaSocietà  geografica  italiana  all'Espo- 
sizione di  Parigi. 

84.  Storia  naturale  del  Tevere  (Bollelt.  So- 
cietà Geografica  ital.  vul.  XII,  1875). 

85.  Panorama  della  catena  Lepino-Pontina 
visto  dalla  città  di  Anagni  (lìullett.  Club. 
Alpino  italiano  n.  24,  voi.  IX,  1875). 

86.  Il  Tevere  e  il  suo  delta  (Rivista  ma- 
rittima Luglio  1876). 

87.  Nota  in  risposta  alle  considerazioni  cri- 
tiche fatte  dal  dott.  Angelo  Manzoni 
sulla  fauua  vaticana  (Boll.  B.  Com.  Geol. 
ital.  voi.  VII.  Roma,  1876). 

88.  Alla  costituzione  geologica  del  suolo 
romano  del  prof.  Mantovani  (Note  ag- 
giunte. Roma,  1878). 

89.  Della  zona  miasmatica  lungo  il  mare 
Tirreno  e  specialmente  delle  Paludi 
Pontine  (Rivista  marittima  1879). 

90.  I  terremoti  delle  epoche  subappennine 
(Bollett.  B.  Comit.  Geologico  d'Italia  1880, 

fase.  n.  3-4). 

91.  Le  acque  del  bacino  di  Roma  (Nella 
Rivisti  Agricola  romana  1879. 

92  Di  un  grande  osso  fossile  rinvenuto 
nei  contorni  di  Roma  (Bollet.  Soc.  Geol. 
ital.  voi.  Ili,  1884). 


PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 


Il  Segretario  Blaserna  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono  all'Acca- 
demia, segnalando  fra  esse  le  seguenti,  inviate  da  Soci  e  da  estranei  : 

A.  De  Gasparis.  Sul  calcolo  delle  perturbazioni  planetarie  per  lungo 
periodo  di  tempo. 

G.  Terrigi.  Ricerche  microscopiche  fatte  sopra  frammenti  di  marna 
inclusi  nei  peperini  laziali. 


—  833  — 

M.  Benedikt.  Anato mische  Studien  an  Verbrccher-Gehirnen,  fur  Anthro- 
pologen,  Hediciner,  Juristen  und  Psychologen  bearbaitet. 

Id.   Ueber  einige  Grundformcln  des  neuropathotogischen   Denkens. 
Id.  Des  rapports  qui  eocistent  entre  la  folie  et  la  criminalité. 

Lo  stesso    Segretario    richiama    inoltre    l'attenzione  dei    Soci    sugli 

Annali  dell'Ufficio   Centrale  di  Meteorologia  Italiana.  Voi.  V.  Parti  1%  2a 

e  3",  1883,  e  sul  Voi.  XII   della    Relazione   sui   risultati  scientifici  della 
spedizione  del  «  Challenger  ». 

Il  prof.  T.  Harcher  Hirst,  membro  della  Società  Reale  di  Londra, 
il  quale  assiste  alla  seduta,  fa  omaggio  all'Accademia  delle  sue  pubblica- 
zioni: On  Congruences  of  the  Third  Order  and  Class.  —  On  Cremonian 
Congruences. 

Il  Socio  Eazzaboni  presenta  le  sue  pubblicazioni:  Sopra  alcuni  casi 
di  efflusso  laterale  —  Del  moto  oscillatorio  dell'acqua  in  due  vasi  prisma- 
tici comunicanti  per  mezzo  di  un  terzo,  tenendo  conto  della  viscosità  del 
liquido. 

Il  Socio  Cremona  fa  omaggio,  in  nome  dell'autore,  della  pubblicazione  : 
Esperimenti  sulla  resistenza  dei  laterizi  allo  schiacciamento,  del  maggiore 
F.  Falangola. 


CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Blaserna  dà  comunicazione  all'  Accademia  della  corrispon- 
denza relativa  al  cambio  degli  Atti. 

Ringraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 
La  Società  Reale  e  la  Società  geologica  di  Edimburgo  ;  la  R.  Società 
di  zoologia  di   Amsterdam  ;  la  Società   batava  di  filosofia    sperimentale  di 
Rotterdam;  la  R.  Biblioteca  di  Parma;  le  Biblioteche  nazionali  di  Firenze 
e  di  Milano. 

Ringrazia  ed  annuncia  l'invio  delle  proprie  pubblicazioni: 
La  Società  di  fisica  e  storia  naturale  di  Ginevra. 

P.  B. 


RENDICONTI 

DELLE    SEDUTE 

DELLA    R.     ACCADEMIA    DEI    LINCEI 


Classa  di  scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Seduta  del  20  dicembre  1885. 
G.  Fiorelli  Vice-Presidente. 


MEMORIE    E    NOTE 
DI    SOCI    0    PRESENTATE    DA    SOCI 

Bibliografia  Storica.  —  La  successione  di  Emanuele  Filiberto 
al  trono  sabaudo  e  la  prima   ristorazione    della   Casa  di  Savoja. 
Narrazione    storico  -  critica    di    Gaudenzio    Curetta.    Torino    1884. 
Nota  del  Socio  Domenico  Cakctti. 

«  L'autore  prende  le  mosse  dal  12  di  agosto  1553,  giorno  in  cui  morì 
il  duca  Carlo  III  detto  il  Buono,  e  giunge  sino  al  14  dicembre  1563,  giorno 
in  cui  Emanuele  Filiberto,  quattro  anni  dopo  la  pace  di  Castel-Carnbresi 
(1559),  e  sei  dopo  la  vittoria  di  s.  Quintino  (1557),  ricuperato  il  dominio 
tolto  al  padre  suo  dai  francesi,  dagli  svizzeri  e  per  poco  dagli  spagnuoli 
stessi,  alleati  suoi,  entrò  in  Torino  liberata  dalla  dominazione  straniera, 
che  era  durata  ventisei  anni.  Ercole  Ricotti,  il  più  recente  storico  di  Ema- 
nuele Filiberto,  per  quanto  si  appartiene  alle  cose  seguite  dopo  alla  pace 
di  Castel  Cambresi  e  al  regno  effettivo  del  restitutore  della  monarchia,  ci 
diede  una  narrazione  compiuta,  a  cui  poco  si  potrebbe  aggiungere  che  sia 
di  rilievo  ;  non  così  forse  rispetto  al  tempo  in  che  il  Piemonte  rimase  sotto 
la  signoria  francese  (1536-1559),  e  ne  è  prova  il  libro  del  barone  Gaudenzio 
Claretta,  il  quale  reca  contributo  non  piccolo  alla  storia  di  quei  fatti.  Né 

Rendiconti  —  Vol.  I.  109 


—  836  — 

egli,  cortese  di  animo,  fa  carico  agli  antecessori  suoi  delle  lacune,  ma  le 
spiega,  e  per  così  dire  le  scusa  ('). 

«  Lasciando  in  disparte  le  cose  minori,  sono  nuovi  o  quasi  i  parti- 
colari forniti  dall'Autore,  che  toccano:  1°  la  sorpresa  di  Vercelli,  divenuta 
sede  del  Governo  ducale,  fatta  dai  francesi  nel  1553  per  tradimento  dei 
due  capitani  Pietro  Antonio  di  Pontestura  e  Merlo  ;  2°  la  prigionia  e  le  varie 
pratiche  del  maresciallo  di  Challand  e  l'alto  contegno  della  superba  con- 
tessa sua  consorte;  3"  la  luogotenenza  del  conte  di  Masino,  durata  cinque 
anni  dopo  la  presura  del  maresciallo  ;  4"  le  provvisioni  per  la  difesa  della 
Valle  di  Aosta,  e  i  negoziati  col  Vallese;  5°  la  congiura  dei  frati  in  Asti 
per  dare  la  città  ai  francesi  ;  6°  le  informazioni  intorno  al  colonnello  del- 
l' Isola  e  i  suoi  uffizi  presso  il  duca  d' Alba  ;  7°  la  congiura  ordita  in  Ver- 
celli da  Carlo  Gallieri  signore  di  Norieu  e  il  processo  e  la  tortura  della 
intrepida  sua  madre  ;  8°  i  negoziati  del  conte  Langosco  di  Stroppiana  col 
conestabile  di  Montmorency  prima  del  trattato  di  Castel-Cambresi  ;  9°  la 
protestazione  di  Pio  IV  contro  ai  decreti  di  Emanuele  Filiberto  a  difesa 
della  giurisdizione  secolare  in  Val  d'Aosta.  Infine  i  ragguagli  minuti  intorno 
alle  sedizioni,  alle  repressioni  e  agli  accordi  coi  Valdesi,  alla  buona  Mar- 
gherita duchessa  di  Savoja  e  a  Don  Filippo  di  Savoja-Kacconigi  non  par- 
ranno privi  d'importanza. 

«  Ragionando  di  opera  notabile  sopra  tutto  per  la  diligenza,  m' è  nato 
qualche  dubbio  sopra  due  passi  che  sottopongo  al  buon  giudizio  dell'Autore. 
La  convenzione  separata,  stipulata  tra  Filippo  II  ed  Emanuele  Filiberto  nel 
convento  di  Grunendal,  intorno  a  Nizza  e  Villafranca,  non  fa  parte  del  trat- 
tato generale  colla  Francia  del  3  aprile,  ma  fu  soscritta  otto  giorni  prima, 
e  per  sua  natura  dovea  essere  segreta  e  gelosamente  occultata  alla  Francia. 
L'altro  punto  riguarda  la  congiura  del  Gallieri.  Panni,  o  m'inganno,  che 
l'erudito  investigatore  non  abbia  distinto  chiaramente  Luigi  Gallieri  signore  di 
Bressieu  da  Carlo  signore  di  Norieu,  suo  figlio,  e  già  scudiere  del  duca  Carlo  III. 
Il  primo  era  stato  ricercato  nel  1553  pel  mancamento  dei  danari  e  delle  gioie 
del  defunto  Duca;  l'altro,  cioè  Carlo  di  Norieu,  suo  figlio,  fu  l'autore  della 
congiura  del  1556,  e  decapitato.  Temo  perciò  che  non  abbia  buon  fondamento 
il  sospetto  di  un  matrimonio  clandestino  della  dama  di  Bressieu  col  duca 
Carlo  III,  cui  l'autore  accenna  in  una  nota  a  pag.  156,  perchè  nel  1556 
viveva  ancora  il  marito  Luigi  Gallieri,  come  raccogliesi  dalle  lettere  di 
Emanuele  Filiberto  al  conte  di  Masino,  e  particolarmente    da    quella    del 

(')  L'A.  scrive:  «  Egli  è  vero  che  questo  periodo  già  venne  trattato  da  Ercole  Kicotti  che 
vi  consacrò  il  volume  secondo  della  sua  Storia  della  Monarchia  Piemontese,  e  da  Domenico 
Carutti,  che  ne  discorse  nel  volume  primo  della  sua . . .  Storia  della  Diplomazia  della  Corte 
di  Savoja.  Ma  tanto  il  primo,  quanto  il  secondo  di  questi  autori  avendo  avuto  per  obbietto 
di  considerare  il  risultato  ottenutosene  coi  grandi  fatti,  né  potevauo  ne  dovevano,  massime 
il  secondo  di  loro,  scendere  a  tutti  quei  particolari  etc.  » 


—  837  — 

27  maggio  di  quell'anno,  ove  fra  le  altre  cose,  leggesi:  «  Quando  a  Bres- 
sieu  egli  ci  sarà  caro  che  non  si  trovi  colpevole  con  la  moglie  e  figlio . .  . 
però  mentre  si  ha  da  far  l'inquisitione  lo  farete  detenere  anch'egli  ristretto, 
sicché  non  vengano  persone  a  parlargli  e  consultarlo  non  rilasciandolo  infin 
che  gli  sia  conosciuta  la  causa  ed  ordine  nostro.  »  Ed  in  altro  luogo  :  «  Non 
possiamo,  a  dirvi  il  vero,  se  non  meravigliarci  assai  che  . .  .  non  abbiate  fatto 
restringere  la  madre  di  Norieu  in  parte  che  nissuna  persona  li  parlasse,  ed 
il  padre  ancora  in  pria  che  fosse  conosciuta  o  l'innocenza  o  la  colpa  loro». 
«  Eagionando  ora  nel  generole  dei  tempi  della  occupazione  francese, 
credo  gioverebbe  anche  aver  ricorso  a  una  fonte  quasi  intatta,  cioè  al  car- 
teggio del  maresciallo  di  Brissac,  comandante  delle  armi  di  Francia  e  gover- 
natore del  Piemonte,  di  cui  uè  il  Ricotti  uè  il  Claretta  se  non  erro,  si  servirono. 
Un  volume  delle  lettere  del  maresciallo  era  posseduto  per  copia  dal  marchese 
Cesare  Alfieri,  e  non  dubito  che  si  conservi  tuttora  nella  biblioteca  del  mar- 
chese Carlo  suo  figlio.  Del  sicuro  meriterebbero  di  essere  consultate.  Consul- 
tato parimenti  potrebb' essere  il  Codice  n.  1379  della  Trivulziana  di  Milano, 
Chronicon  ab  anno  1218  ad  1553,  nel  quale  l' anonimo  autore  nota  quasi 
dì  per  dì  le  cose  avvenute  in  Piemonte  sotto  i  suoi  occhi  nella  prima  metà 
del  secolo  XVI.  E  un'occhiata  meriterebbe  anch'esso  //  gran  lamento  che 
fini  li  piemontesi  per  essere  vinli  anni  fa  ammalati  di  mal  francese 
l'annodi  grazia  millecinquecento  55;  libello  che  con  titolo  equivochesco 
morde  la  dominazione  forestiera,  e  va  col  nome  di  Josepho  Brivio.  Nella 
Trivulziana  è  segnato  col  numero  32,  e  fu  registrato  anche  dall'Argelati  ». 

Archeologia.  —  Il  Socio  Fiorelli  presenta  le  Notizie  sulle 
scoperte  di  antichità  per  lo  scorso  mese  di  novembre,  accompagnando 

la  presentazione  colle  seguenti   osservazioni. 

«  Queste  Notizie  trattano  di  rinvenimenti  fatti  in  Acquapendente,  Corneto- 
Tarquinia,  Roma,  in  vari  punti  della  Sabina  e  della  Marsica,  in  Termini- 
Imerese  ed  in  Cagliari. 

«  I  rinvenimenti  nel  comune  di  Acquapendente  accrescono  il  numero 
delle  epigrafi  etnische,  avendo  il  comm.  Gamurrini  letti  vari  tegoli  con 
iscrizioni  inedite  nella  Villa  Bourbon  del  Monte,  sulla  cima  della  montagna 
di  Trevinano. 

«  Sono  dell'ultimo  periodo  della  scrittura  etrusca  ;  e  si  collegano  alle 
simili  del  chiusino,  al  cui  territorio  appartiene  il  sito  di  Castellazzi,  ove 
quelle  epigrafi  furono  scoperte. 

«  Importanti  sono  le  notizie  circa  gli  scavi  Cornetani.  Di  questi  scavi 
le  informazioni  date  alla  R.  Accademia  si  arrestano  nell'anno  1882,  quando 
fu  presentata  l'ultima  relazione  del  prof.  Ghirardini.  Le  brevi  note  comu- 
nicate sul  principio  del  1884  (Notizie  p.  37,  79)  riguardavano  una   tomba 


a  camera  ed  un  vaso  dipinto,  ornato  di  iscrizioni;  ed  allorché  queste  note 
vennero  presentate,  fu  fatta  promessa  di  comunicare  i  rapporti  che  conte- 
nessero la  narrazione  piena  degli  scavi  proseguiti  nella  necropoli  tarquiniese 
dalla  fine  del  1882  in  poi. 

«  Era  desiderio  del  Ministero  incaricare  di  tale  lavoro  lo  stesso  prof.  Ghi- 
rardini,  che  con  molta  diligenza  aveva  raccolti  i  fatti  relativi  alle  scavazioni 
precedenti.  Ma  non  essendo  stato  possibile  distrarre  il  professore  predetto 
dalle  altre  occupazioni  alle  quali  doveva  attendere;  essendo  d'altra  parte 
dannoso  il  frapporre  nuovo  indugio  nel  riferire  fatti,  che  porgono  molta 
materia  per  lo  studio,  fu  invitato  il  sig.  Angiolo  Pasqui,  che  insieme  all'  inge- 
gnere Conte  Cozza  si  trattenne  in  Corneto  per  il  rilievo  topografico  del 
territorio  tarquiniese,  a  rifar  la  storia  di  queste  ultime  scoperte,  incomin- 
ciando la  ove  le  relazioni  del  prof.  Ghirardini  cessavano. 

«  I  primi  due  rapporti  del  Pasqui,  inseriti  nel  fascicolo  del  mese  di 
novembre,  riguardano  gli  scavi  tra  la  fine  del  1882,  ed  il  principio  del  1884; 
gli  altri  due,  che  saranno  presentati  nelle  prossime  adunanze,  si  riferiscono 
all'ultimo  periodo  delle  indagini,  e  trattano  di  un'  importante  questione  di 
topografia  tarquiniese. 

«  Le  scoperte  di  Roma  appartengono  alle  regioni  II,  III,  V,  VII,  IX 
e  XIII,  ed  alle  vie  Salaria  e  Portuense.  Alla  penultima  località  viene  attri- 
buito il  rinvenimento  di  un  insigne  resto  epigrafico  della  lex  korreorum, 
il  quale  diede  materia  ad  un  accurato  studio  del  prof.  Gatti,  inserito  nel- 
l'ultimo fascicolo  del  Bullettino  della  Commissione  Archeologica  Comunale. 
Meritano  infine  singolare  attenzione  varie  note  del  prof.  A.  de  Nino  intorno 
ad  antichità  della  Sabina  e  della  Marsica,  e  segnatamente  le  informazioni 
sopra  le  lapidi  e  gli  antichi  oggetti  del  territorio  di  Alba  Fucense,  rac- 
colti dall'egregio  sig.  Conte  Cesare  Pace  in  Massa  d'Albe  ». 

Storia.  —  Lettere  inedite  di  Francesco  Guicciardini  contenute  in 
un  manoscritto  deW  Archivio  vaticano.  Nota  del  Socio  Oreste  Toidusini. 

«  Do  ragguaglio  all'  Accademia  di  un  ms.  assai  importante,  da  me  avuto 
a  studio  nell'archivio  Vaticano,  appartenuto  già,  a  quel  che  sembra,  all'ar- 
chivio di  Castel  sant'Angelo,  e  recante  la  segnatura:  «  Privati  2  ».  Esso 
misura  0,320  X  0,220  ;  è  rilegato  in  pergamena ,  reca  sul  dorso ,  sotto  al 
mina.  2  tracciato  con  inchiostro  relativamente  moderno,  il  titolo  più  antico  : 
Lettere  di  \  Francesco  |  Guicciar  |  dini  |  1526  |  29  |  31  |  32  |  .  Questo  ms. 
non  cadde  sotto  agli  occhi  del  Balan  che,  nei  Monumenta  saec.  XVI  hista- 
nam  illustra  ntia,  Oeniponti  1885  pag.  371,  pubblicò  del  Guicciardini  solo  una 
lettera  al  Sadoleto,  traendola  dai  registri  Diversorum  II.  88  di  Clemente  VII; 
e  le  molte  lettere  che  contiene  sono  per  buon  numero  inedite.  Le  edite 
poi,  per  la  maggior  parte  dirette  al  datario  Giammatteo  Giberti,  confrontate 


—  839  — 

colla  lezione  data  dal  Canestrini  nel  voi.  IV  della  sua  raccolta  (Opp. 
inedite  di  Fr.  Guicciardini ,  Firenze,  Cellini  e  Cornp.  1863),  olirono  tali 
varianti  col  testo  cognito,  da  dare  a  credere  che  il  Canestrini  non  avesse  a 
mano  che  le  cattive  minute,  rimase  in  casa  dei  Guicciardini,  de'dispacci  del 
loro  illustre  antenato.  La  prima  lettera  che  occorre  a  carte  1  del  ras.  è  in 
data  di  Modena  15  giugno  1526  (pag.  57,  ediz.  cit.)  e  reco  innanzi  tre  soie 
delle  diversità  di  lezione  per  indicarne  il  valore: 

ed.  Canestrini  pag.  53  Un.  8. 

«  Ho  visto  questa  mattina  quanto  il  Ms.  Ho  visto  questa  mattina  quanto  il  conte 

conte  Guido  scrive  a  Gian  Paolo  del  Guido  scrive  a  Gian  Piero  ecc. 

bastargli  l'animo  »  ecc. 

ibid.  1.  25.  Ms. 

«  di  quelli  suoi  fanti  che  hanno  ripas-  « che  hanno  ripassato  Po  e  sac- 

sato  Po  e  saccheggiato  Vercelli  ».  cheggiato  Brexello  » 

pag.  59  lin.  6  :  «  A  Piacenza  deliberarono  Ms.  «  A  Piacenza  deliberreno  che  artiglie- 

che  artiglierie  vogliamo  muovere  »  rie  vogliamo  muovere  ». 

Della  seconda  «  di  Parma  alli  XVI  di  giugno  1526  »  basti  arrecare 
la  seguente: 

ed.  Canestrini  1.  e.  pag.  (34  lin.  23.  Ms. 

«  Stamani  mi   venne   incontro   fuora  «  Stamani  mi  venne   incontro    fuora 

della  porta  di  Reggio  il  Capitano  del  della  porta    di    Reggio,    il   capitano 

Diateua  offerendo  assai  per  parte  del  della  terra,  offerendo  assai  per  parte 

duca  ».  del  Duca  ». 

«  Si  può  quindi  dedurre  senza  irriverenza  che  il  Canestrini  ebbe  a 
valersi  per  la  sua  stampa  di  cattive  copie,  e  che  anche  le  opere  più  recente- 
mente pubblicate  di  Francesco  Guicciardini  lasciano  sentire  la  necessità  di 
una  migliore  edizione.  Alla  quale  conclusione  molto  mi  duole  di  giungere, 
giacche  nulla  bramerei  di  detrarre  ai  meriti  di  colui  che,  come  sentenziò  il 
Carducci  ('),  «  mise  insieme  e  illustrò  con  tanta  diligenza  e  dottrina  di  su  le 
carte  della  famiglia  dello  storico  »  la  raccolta  ultima  delle  opere  di  esso; 
né  vorrei  attenuare  il  valore  delle  fatiche  eli  persona,  cui  mi  legarono  vin- 
coli di  benevolenza  e  di  stima.  Se  non  che  non  è  possibile  per  alcun  rispetto 
precludere  alla  verità  il  suo  sentiero. 

«  L'ultima  fra  le  lettere  comprese  nel  voi.  IV  dell' ediz.  Canestrini, 
che  si  trovano  nel  manoscritto  vaticano  (a  e.  145)  è  la  XLIX,  e  intende  di 
recare  nella  stampa  la  data  de'  30  di  luglio,  dal  campo.  Ma  per  manifesto 
errore  tipografico  il  numero  si  legge  altrimenti.  Nel  manoscritto  la  lettera 
ha  per  data  interna,  «  di  campo  da  Casaretto  allo  alt.0  di  luglio  1526  »  e 

(')  Cf.  negli  Atti  e  Memorie  della  R.  Deputazione  di  storia  patria  per  la  Romagna, 
anno  IX  pag.  80.  Lettere  di  Fr.  Guicciardini  pubblicate  da  Giosuè  Carducci. 


—  840  — 
fuori  nell'estremo  sinistro  in  alto,  come   nota  della  segreteria  pontificia  si 
legge  : 

«  1526 
guiceiardino 
xxxj  julij. 
«  La  lettera,  come  nell'edizione,  comincia  colle  parole:  «  Il  Duca  di 
Milano  escluso  dalla    speranza    di   hauer  Como  sicuro  se  n'è  andato  »  ma 
termina  diversamente  dal  testo  cognito,  giacché  in  luogo  della  parte  che  il 
Canestrini  aggiunge  come  da  foglio  separato  (pag.  151  1.  e),  dopo  il  brano 
in  cifra,  decifrato  nel  testo  del  Canestrini,  e  la  data  sopra  indicata  (1.  2  e  3) 
vi  si   legge  :  «  El  Duca   di  Milano    si   raccomanda  quanto  sia  possibile  a 
V.  S.  Di  nuovo  da  altri  mi  è  confermato    quanto  ho  detto    di    sopra  circa 
la  ferma  del  Sor  Marchese  di  Mantoua  et  a  Milano  quelli  Signori  lo  dicono 
molto  gagliardamente.  Hoggi  mi  è  stato  detto,  ma  non  lo  so  per  certo  ch'el 
Sor  Gismondo  segretario  del  Sor  Giovanni  da  Gonzaga  è  in  praticità  di  con- 
ducersi con  Mr.  di  Borbone  con  200  cavalli  leggieri  »  S.  V.  Sor  Franciscus 
Guicciardini  ». 

«  Aggiungo  qui  appresso  il  catalogo  delle  altre  lettere  inedite,  che 
sono  nel  volume  vaticano,  di  questo  sommo  storico  e  politico  italiano,  che 
seppe  l'Italia  intera  comprendere  piuttosto  col  pensiero  che  abbracciare  con 
l'animo;  avvertendo  che  ne  cito  il  principio  e  la  fine  secondo  la  prima  e 
l'ultima  linea  del  ms.  ;  salvo  tre  lettere,  che  per  esser  brevissime,  mi  parve 
più  opportuno  riferir  per  intero  ;  che  la  data  n'  è  riferita  testualmente  come 
incontra  a  pie  d'ogni  lettera,  e  che  i  titoli  negl'  indirizzi  delle  lettere  scritte 
ad  una  persona  medesima,  non  vengono  ripetuti  quando  ritornano  identici. 
Del  resto,  le  designazioni  «  tanquam  patri  »  e  «  lanquam  fralri  »  così 
comuni  nel  formulario  delle  soprascritte  del  secolo  decimosesto,  non  vanno 
prese  punto  sul  serio,  né  sono  indizio  d'altro  che  di  relazione  d'eguaglianza 
o  di  subordinazione,  fra  quei  che  scrivono  (').  Oltre  la  prima  lettera  al 
conte  Guido  Rangoni,  e  le  altre  dirette  al  Datario,  siccome  è  detto,  ve  ne 
sono  indirizzate  al  Sanga,  segretario  prima  del  Giberti  e  poi  del  Pontefice, 
e  celebrato  poeta  di  versi  latini  ed  uno  degl'interlocutori  del  Dialogo  del 
Berni  contro  ai  poeti.  Le  ultime  son  mandate  a  Jacopo  Salviati,  che  il 
Guicciardini,  intento  a  procacciarsi  colle  affinità  di  sangue  potenza  in  Fi- 
renze, ammogliandosi  a  Maria  Salviati,  come  confessa  ne' suoi  ricordi  (2), 
«  aveva  voluto  ad  ogni  modo  per  parente  ».  Avverto  che  delle  lettere  di  cui 
do  l'elenco,  ho  preso  copia,  proponendomi  di  farne  prossima  pubblicazione. 

Ms.  a  e.  5.  152(>  di  Piacenza  alli  xvnj  di  giugno  Fi:  G.  [al  conte  Guido  Rangone).  «  Cre- 
scono ad  ogni  hora  le  cagioni  di  desiderare  »...  —  ...  «  et  a  quella  mi 
raccordando  ». 

(')  Cf.  A.  Ronchila,  Monsignor  Bernardo  Rossi  e  una  lettera  a  lui  del  Guicciardini, 
negli  Atti  e  Memorie  sulla  Dep.  di  St.  patria  per  le  provincie  modenese  e  parmense,  voi.  I 
pag.  406. 

(!)  Opp.  Inedite,  voi.  X  pag.  71. 


—  S41    — 

•20.  1526.  Ex  felicis:  castris   apnd  Marignanum   die  p."  Julij.  Fi:  G.  al  Datario. 

«  El  Verulano  ha  havnt  i  hoggi  lettere  del  Sormanno  del  tenore  che  V.  S. 

vedrà  per  »...  —  ...  «  tempo  di  inviare  questo  ». 
30.      »      Ex  feliciss:  castris  pont.«is  apud  Sanctum  Donatum,  die  nj  Julii.  Fr.  G. 

al  Datario.  «  Siamo  venuti  questa  mattina  a  San  Donato,  non  so  anchora 

domani  quel  »  ...  — . . .  «  circa  la  estremità  del  Castello,  perù  el  saprò 

domattina  se  non  prima.  Et  a  V.  S.  mi  rac.a<>  ». 
32.      »      Ex  feliciss:  castris  pontciis  apnd  St.nm  Martinum  die  inj  Julij.  Fr.  G.  al 

Datario.  «La  factione  fatta  questa  mattina  V.  S.  l'intenderà  per  lettere 

del  Conte  Ruberto.  Di  più  »  . . .  —  ...  «  instrutto  di  quel  che  si  è  potuto 

dirgli  di  qua  ». 
39.       »      Ex  feliciss.  e.  s.  die  v  Julij.  Fr.  G.  al  Datario.  «Ho  hauuto   hora  per 

il  Corriere  spacciato  a  posta  e  Brevi  per  Capino  et  per  me  et  el  suo  » 

...  — ...  «  (scara)mucciare  con  Franzesi  ». 
45.       »      Ex  feliciss.  castris  pont.eife  centra  Mediolanum,  die  vij  Julij.  Fr.  G.  al 

Datario.  «  El  partir  nostro  di  questa  mattina  dallo  alloggiamento  non 

fu  exequito  nel»  ...  —  ...  «la  de  mj  comparse    hoggi  a  buonhora». 
il.      »      Ex  feliciss.  castris  pont.  contra  Mediolanum  die  Vij  et  vnj  Julij.  Fr.  G. 

al  Datario.  «  Due  hore  sono  scrissi  a  V.  S.  Di  poi  essendo  in  letto  venne 

allo  alloggiamento  mio»  ... —  ...  «di  Mus  ci  saranno  fra  tre  dì.  Et 

a  V.  S.  mi  raccomando  ». 
51.      »     Ex  Castris  pontifeus   apud   Marignanum.   ix   Julij.   Fr.    G.   al   Datario. 

«  Ancorché  hieri  scriuessi  lungamente  circa  la  ritirata  nostra  replicherò 

con  questa  »  ...  — ...  «  troppo  al  conte  Guido  ». 
57.      »      Ex  castris  Pontifciis  apud  Marignanum.  Die  xi  Julij.  Fr.  G.  al  Datario. 

«  Li  Milanesi  accordorono  in  trentamila  Ducati   da  pagarsi  una  parte 

di  presente  et  li  aljtri  »  ...  —  ...  «  rilsolua  circa  augumento  et  dimi- 

nutione  dello  spendere  ». 
72.       »      Ex  castris  ut  saprà  die  xiij  Julij.  Fr.  G.  al  Datario.  «  Da  Grangis  habbiamo 

lettere  come  V.  S.  uedrà  per  la  inclusa   copia,  né  si  inten|de  »  ... — 

...  «  bisognajva  non  se  ne  uide  nessuno.  Et  a  V.  S.  mi  raccomando  ». 
75.       »      Ex  castris  u.  s.  die  xv  Julij.  Fr.  G.  al  Datario.  «  Al  Duca   di    Milano 

si  è  risposto  che  come  ci  siano  e  suizeri  del  Castellano  »  ...  —  ...  «  ma 

non  sono  già  sì  resoluti  a  proporne  uno   che   fussi   buono.  Et  a  V.  S. 

mi  rac.d»  ». 
77.       »      Ex  castris  u.  s.  die  xiiij  Julij.  Fr.  G.  al  Datario.  «Hoggi  non  ho  lettere 

di  V.  S.  l'ultima  sua  è  de  x,  et  io  non  ho  altra  »  ...  — ...  «  le  nostre 

deliberationi.  Et  a  V.  S.  mi  raccomando  ». 
80.      »     Ex  Castris  u.  s.   die   xvj    Julij.    Fr.  G.  al  Datario  :    «  Ho    la   di   V.  S. 

de  xiij.  Del  Castello  non  si  intende  altro  che  quanto  scrissi  hieri  et» 

...  — .  . .  «  essendo  non  mi  mancherà  modo  di  provvedere  per  altra  uia. 

Et  a  V.  S.  mi  rac.d»  ». 
83.      »      Ex  castris  u.  s.  Fr.  G.  al  Datario  :  «  Le  nuoue  che  si   hanno    di   questi 

benedetti  Suizeri  V.  S.  uedrà  per  le  incluse.   Sperano  »  ...  — • .  • .  «  a 

V.  S.  mi  raccomando  della  quale  hoggi  non  ho  hauuto  lettere  ». 
88.       »     Di  Campo  da  Casaretto  die  xxvij  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario.  «  Per  ordine 

di  messer  Capino  mando  a  V.  S.  la  copia  di  più  lettere  hauute  da  lui 

et  di  più  uno  »  ...  —  ...  «  Piacemi  sia  per  esserci  denari,  ma  ricordo 

bisognano  et  in  tempo  ». 
94.      »     Di  Campo  di  Pescherà,  alli  XIX  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario.  :  «  Parse  di 


—  842  — 

poi  al  Ducha  per  relatione  di  Pievfrancesco  da  Viterbo  che  hoggi  non 
alloggiassimo  »...  —  ...  «  tutti  a  Casciano.  et  a  V.  S.  mi  raccomando  ». 
ras.  a  e.  97.  1526.  Di  Campo  dal  Sagra  alli  xx  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario.  :  «  Hoggi  siamo 
uenuti  al  Sagra  discosti  da  Milano  lllj  miglia  et  quasi  in  su  la  »  ... 
■ —  ...  «  se  gli  accadrà  uolere  intendere  altro  supplereno  meglio  un  altra 
uolta  ». 

»  100.  »  Di  Campo  da  Casaretto  alli  xxj  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario:  «Stamani 
sono  ueuuti  gli  altri  Suizeri  col  Castellano  di  Mus.  Dice  el  Collate/rale  » 
...  — ...  «tie|ne  dalli  Spagnoli  et  è  di  sorte  da  non  l'hauere  senza 
eaunoni.  Et  a  V-  S.  mi  rac.a°  ». 

»  10-1.  »  Di  Campo  da  Casaletto  alli  xxij  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario:  «  Come 
scrissi  hiersera  per  uno  corriere  in  diligentia  insino  a  Firenze,  la  fronte 
del  nostro  »  ...  — ...  «  del  Duge  credeuo  hauerne  risposto  alhora.  Et 
a  V.  S.  mi  rac.do  ». 

»  108.  »  In  Campo  da  Casaletto  alli  xxiij  di  luglio.  Fr.  G.  al  Datario:  «  El  Castello 
di  Monda  si  prese  hieri  per  forza  doue  erano  circa  cento  fanti  »...  — 
...  «  et  che  l' altro  dì  aspettarano  e  tre  mila  Suizeri  e  quali  saranno 
qua  presto.  Et  a  V.  S.  mi  rac.a»  ». 

»  113.  »  Fi:  G-  al  Datario,  (tutta  in  cifra);  «Io  ho  scritto  per  altre  tante  delli 
andamenti  et  modi  nostri  che  non  credo»  ...  — ...  «non  si  uince  et 
con  l'aspre  si  peggiora». 

»  11".  »  Di  Campo  da  Casaletto  alli  xxiv  di  luglio.  Fr.  ti.  al  Datario:  «  El  Castello 
si  è  pure  accordato  et  ha  fatto  bene  perchè  a  ogni  modo  non  erauamo  » 
...  —  ...  «  V.  S.  alle  prouissoni  che  si  hanno  da  fare  presupponga  chel 
Castello  sia  preso  ». 

»  121.  »  Di  Campo  da  Casaletto  alli  xxv  di  luglio  tenute  a  dì  xxvj.  Fr.  G.  al  Datario: 
«  E  capitoli  tra  el  Duca  et  Borbone  si  sottoscrissono  hiersera  al  tardi, 
la  copia  de'  quali  »  ...  —  ...  «  occorrono  et  ch'io  gli  commetto  et  dice 
che  N.  S.  et  V.  S.  l' babbi  per  excusato  se  non  scriue  perchè  non  uuole 
scriuere  costà  per  niente  ». 

»  125.  »  Di  Campo  dal  Casaletto  alli  xxvnj  di  luglio  (').  Fr.  G.  al  Datario.  «  Av.inti 
due  conclusioni  sono  uerissime,  la  prima  ch'era  facile  »  ...  —  ...  «  obe- 
dientia  ». 

»  131.  »  Di  Campo  da  Casaretto  alli  xxvnj  di  Luglio.  Fr.  G.  al  Datario.  «  El  Duca 
di  Milano  mando  hieri  Sforzino  con  uno  huomo  delli  Spagnuoli  »... 
—  ...  «  la  minuta,  staranno  meglio  in  mano  sua  che  del  uescouo  di  Lodi  ». 

»  135.  »  Di  Piacenza  alli  xix  di  Giugno.  Fr.  G.  al  Datario.  «  Hauendo  scritto  hoggi 
a  lungo  a  V.  S.  quanto  mi  occorreua  per  la  presente  »  ...  — ...  «  sol- 
lecita el  ponte  et  uoi  sollecitate  di  costà  danari  ». 

»  147.  1529  die  30  "bris,  (')  F.  G.  et  Alexander  Paccius  revd°  domino  Joanni  fl«  San- 
gae  Smi  (dni  nostri)  a  secretis  tan(quani  pa)tri.  Eome.  «  Questa  sera  hab- 
biara  riceuuto  la  di  V.  Sria  de  xxv  »  ...  —  ...  «  secondo  le  nostre 
forze  et  a  V.  S.  ci  raccomandiamo  »  Da  Spinello  alli  xxx  di  Septem- 
bre  M  .  d  .  XX  vinj.  segue  postscripta:  «  hauendo  hauuto  certi  auisi  di 
Firenze  di  luogho  bono  »...  —  ...  «  parendoci  sia  bene  habbiate  questa 
notitia  più  presto  si  può  ». 

{'J  Manca  la  soprascritta  e  la  sottoscrizione.  Esternamente  la  Cancelleria  ponteflcia 
annotò:  «.De  rebus  mediolani  1526,  del  Guicciardino  xxvnj  Julii». 

(')  Tra  le  note  esterne:  Del  Guicciardino  et  Alex.'  de  pazzi,  ultima  vijbris  tenuta  al 
p".  d'olttobre,  Ricevuta  alli  vij  d'ottobre  ». 


—  S-L-3  — 

ms.  a  e.  149.  1531  alli  xv  di  Giugno  «  F.  G.  al  re»."** messer  Gtouambap*  Sanga  (segreta) rio 
della  S»  di  N.  S.  io  Roma. 

Ede  Dne  ete.  E'  mi  è  parso  mandar  la  inclusa  (')  perchè  la  uegga  la 
S'-1  di  [  N.  S.  la  quale  mi  seri  uè  uno  doctor  da  Olinola  di  lunigiana  per- 
sona di  |  spirito  sottile  et  inquieto,  eh' è  stato  dieci  anni  podestà  di 
Ferrara,  et  di  |  poi  essendo  stato  male  tractato  nel  sindicato,  non  so 
se  a  ragione  o  [  a  torto,  si  è  ridocto  a  casa;  Io  gli  ho  risposto  bona 
nerba.  V.  S.  mi  |  auserà  se  accadrà  che  io  faccia  altro  | 
penso  partir  per  Bologna  lunedì  proximo,  ancora  che  dalli  Astrologi  mi 
sia  dato  |  per  dì  infelice.  Et  a  V.  S.  mi  raccomando.  Di  Firenze.  Alli  XV 
di  Giugno  1531. 

Di  V.  S. 

Frane"  Guicciardini. 

»  133.  1532  alli  xxvj  di  Gennaio.  Fr.  G.  Raffio  s.  f0.  Bapla  Sanga  secretano  di  N.  S. 
«  E'  mi  era  parso  in  sino  a  hoggi  hauer  maneggiato  con  |  buona  dili- 
genza »  ...  —  ...  «  (so)no  mandate  con  la  più  presta  occasione  che  si 
ha  potuto  hauere  che  è  stato  hoggi  ». 

»  155.  »  di  Bologna  alli  ij  di  Marzo.  Fr.  G.  al  Rdo  S.  come  fiello  honor.  et  s. 
ms.  (Jo:  b)attista  Sanga  secr.  di  N.  S.  «  Io  ho  differito  per  uarie  cause 
el  risponder  a  una  di  |  V.  S.  »  . .  .  —  ...  «  migliore  giuditio  S.  Sli  alla 
quale  sono  ben  note  le  conditioni  di  tutti.  Et  a  V.  S.  mi  racdo. 

»  157.  »  Di  Bologna  alli  xxj  di  Marzo.  Fr.  G.  al  Rdo  S.  come  frello  honor.  et  s. 
ms.  Jo:  battista  Sanga  secr.  di  N.  S.1'"  In  palazo  apco.  (*)  —  Questa  mat- 
tina ho  una  di  vra  S.  de'  xv  per  conto  delle  |  gioie  che  sono  in  mano 
del  caualiere  sertorio  quale  non  si  troua  qui  né  ha  da  esser|ci  eh'  io 
sappia,  però  non  veggo  come  poter  exequir  la  commissione  di  N.  S.re 
Et  |  a  V.  S.  mi  rac<10  ». 

»  1(30.  »  de  xxvj  di  marzo,  ms.  ms  Fr.  al  R.&°  ms.  Giuvambap1"  Sanga  sec"°  dola 
gtù.  di  N.  S.  come  fr'»  a  Roma. 

«Per  le  iuformationi   hauute  i1)    dal   Franzese   ho   ritenuti   tre  |  arti- 
giani»...—  ...  «sappiate  essersi  dato  principio  alla  negotiatione ». 

»      1G2.       »      Alli  xj  d'Aprile.  Fr.  G.  al  Ri"  Ms.  Giovamhap1"  Sanga  sec1'0  ecc.  e.  s. 
«  Ho  hauuto  una  di  V.  S.  de  v  che  mi  ordina  per  parte  di  S.  St;l  eh'  io 
vadia  »...  —  ...   «  perchè  poi  in  capo  di  duo  dì  ci  hauessino  a  ritor- 
nare. Et  a  V.  S.  mi  rac^0  ». 

(')  La  lettera  inclusa  è  di  un  marchese  Fabulino,  che  si  sottoscrive  «Marchio  Fa- 
bulino  za  per  ani  desi  podestà  deferrara».  E  una  lettera  singolarissima  in  cui  s'istigano 
le  pretensioni  del  papa  contro  il  duca  di  Ferrara:  «  Ho  inteso,  scrive  l'astuto  gentiluomo, 
dal  Rmo  monsignor  Cibo  che  S.  St!>  non  vuole  aquietare  alla  sententia  di  Cesare  data  a 
fauor  del  duca  di  ferrara,  che  quando  così  sia  me  pare  che  a  Roma  si  retrova  Jacomo  Al- 
uaroto  quale  è  molto  instructo  dele  Investiture  si  sono  atrouate  a  lo  archiuio  di  regio 
facte  alla  gesia  dalli  Imperatori  passati,  quale  lui  ha  fatto  brusar  di  commission  del  duca, 
e  questo  Cambio  canzelero  de  la  Comunità  di  regio  estato  lo  autor  di  hauerle  atrovate  et 
a  mi  in  quello  tempo  podestà  de  ferara  cum  fedeltà  revellate;  ma  si  hauese  a  dir  li  testi- 
monij  falsi  e  sententie  false  si  sono  mandate  a  la  magna  da  ferrara  per  me  uiste  scriuer 
e  da  mi  autenticate  di  commissione  deli  agenti  del  dina,  non  li  poteria  distender  in  que- 
sta carta,  ne  altra  maggior  n'arò  ;  ma  hauendo  V.  S.  d' intendere  placidamente  quanto  io 
potessi  parlare  a  bocha  a  quella,  l'orsi  si  caverrà  tal  constructo  che  si  tocharà  cum  mane 
che  regio  tocha  alla  gesia  et  non  al  duca  de  ferara  ». 

(2)  Esternamente  e  in  senso  longitudinale  del  margine  interno:  «  1532.  j  del  Sr.  Guiecn°  | 
xsi  Martij  |  Rta  a'  28  di  Marzo  ». 

(')  11  decifrato  di  questa  lettera,  che  è  per  la  maggior  parte  in  cifra,  si  trova  alla 
9.  Al  luogo  ove  collocammo  l'asterisco  comincia  la  cifra. 

Rendiconti  —  Vol.  I.  110 


—  844   — 

ras.  a  e.  1(34.  1532  di  Firenze  alli  30  d'aprile  ').  —  Fr.  G.al  Scinga  e.  s.  —  «  E  mi  resta 
a  risponder  a  due  di  V.  S.  l'ultima  de  23  riceuuta  hieri  »...  — ... 
«  artiglierie  per  poterne  aduisare  et  a  quella  mi  racedo.  » 

»  166.  »  di  Bulogna  alli  XV  di  Maggio  (')  Fr.  G.  al  Sanga  e.  s.  in  palazo  ap«>. 
«  Io  ho  preso  informatione  quel  che  importi  la  dimanda  »...  —  ...  «  al- 
cuno se  non  con  modi  simili.  Et  a  V.  S.  mi  race.*0  ». 

»      169.       »      di  Bologna  a  dì  ultimo  di  luglio.  —  Fr.  G.  al  Sanga  e.  s.  «  La  impositione 
che  ha  fatto  questa  comunità  per  conto  del  ducato  per  fuoco  »...  — 
«  douere  scaricassino  per  una  volta  in  qualche   parte   loro  medesimi  ». 

»  171.  »  di  Bologna  alli  xvrj  d'Agosto.  Fr.  G.  magc°  Duo  Jacobo  Salutalo  tanquam 
patri,  in  Roma  «  Io  ho  tre  di  V.  S.  de'  v,  de'  vii ,  et  de  x ,  et  quanto 
alla  prima  che  mi  commette  »  . . . —  ...  «  forse  dodici  dì.  Però  S.  S.li 
non  si  marauigli  che  io  non  l'habbia  mandato  prima  ». 

»  173.  »  di  Bologna  all'utimo  (sic)  di  Agosto  (*).  Fr.  G.  mago  D™  Jacobo  Sai- 
malo  tanquam  patri  hon.  etc.  in  Roma.  —  «  L'ultima  che  io  ho  di  V.  S. 
è  de  xxij,  la  quale  non  ricerca  altra  risposta  che  »  ...  — ...  attenderò 
passati  che  saranno  quelli  fanti.  Et  a  V.  S.  mi  raccomando  ». 

»  175.  »  di  Bologna  alli  xx8  (sic)  di  7bre.  (')  Fr.  G.  a  Jacopo  Salviali  e.  s.  —  «  El 
Gouernatore  di  Modena  pochi  dì  sono  fece  instantia  col  saito  m">  della 
posta  qui  che  »  ...  — ...  «  in  Francia  pure  non  ho  maggior  certezza. 
Et  a  V.  S.  mi  racd<>. 

»  177.  »  di  Bologna  alli  2  di  8bre.  Fr.  G.  a  Jacopo  Salutali  e.  s.  «La  lettera 
che  V.  S.  con  /ultima  sua  mi  indirizzò  per  il  presidente  di  Romagna 
si  mandò  subito  l'ai  tra  »  .  . .  —  ...  «  dove  uadia,  pur  l'opinione  è  ch'egli 
uadia  in  Francia.  Et  a  V.  S.  mi  race1*0. 

»  179.  1532  di  Bologna  alli  XX3  (sic)  di  Sbre  Fr.  G-  a  Jacopo  Saldati  e.  s. —  «  La 
presente  sarà  per  indrizar  a  V.  S.  un  piego  hanuto  in  questo  punto  da 
Vinegia  da  Ruberto  magio.  E  fanti  del  S.Aluigi  sono  alloggiati  hoggi 
al  Sasso  et  posdomani  usciranno  dal  bolognese  per  la  uia  di  Barberino 
co  quali  ho  seguitato  l'ordine  che  V.  S.  m' ha  scritto  per  le  sue  de  xvj 
et  xvij  che  son  l'ultime  ho  da  quella.  Alla  quale  mi  racemo  ». 

»  181.  »  di  Bologna  alli  mj  9bre  (s)  Fr.  G.  a  Jacopo  Salviali,  e.  s.  «  Con  le 
lettere  di  V.  S.  de  xxxj  hebbi  lo  spaccio  per  mons.  Rm<>  et  Illm°  de'  Me- 
dici »...  —  ...  «  Le  lettere  di  S.  Mco  di  casa  di  S.  Slì  si  mandorono  in 
Romagna  subito.  Et  a  V.  S.  mi  racc.do  ». 

»  183.  »  Di  Bologna  alli  iiij  di  Novembre.  Fr.  G.  a  Jacopo  Saldati,  e.  s.  «  Que- 
sta mattina  scrissi  a  V.  S.  quanto  occorreua  et  bora  gli  spaccio  la  pre- 
sente per  staffetta  per  far  »  . . .  —  ...  «  (cau)sa  da  solleuarsi  da  questo 
dubio  che  di  accrescerlo.  Et  a  V.  S.  molto  mi  raccdo.  ». 


(')  Nel  consueto  luogo  del  margine  esterno  :  «  Rta  a'  2  di  maggio  »  — 

(')  Similmente,  e  della  mano  consueta:  «  Rta  a' 19  di  maggio  »  —  La  lettera  ha  un 
foglio  incluso  che  contiene  una  raccomandazione  del  G.  a  favore  «  di  ms.  Battista  de  Cospi 
ch'è  ancora  lui  pouero  gentilhuomo  ». 

(*)  Similmente,  ma  incerto:  «  Rto  a  VI  (o  7)  di  7bre  ». 

(')  Similmente:  «del  Gouernatore,  rispto  a  uj  d'8bre  ». 

(s)  Similmente  «  rispto  a  xiij.  » 


—  S45  — 

Bibliografia.  —  Lettere  di  Federico   Cesi  contenute  nei  manoscritti 
Galileiani.  Nota  del  Socio  E.  Narducci. 

«  Nella  scorsa  seduta  richiamai  l'attenzione  dell' Accademia  sulla  oppor- 
tunità di  pubblicare  in  un  sol  corpo  l'epistolario  di  Federico  Cesi,  accen- 
nando  a  132  lettere  di  esso  Federico,  che  si  trovano  tra  i  manoscritti  Gali- 
leiani della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  delle  quali  23  interamente 
inedite  (di  cui  alcune  relative  alla  pubblicazione  del  Saggiatore)  e  23  edite 
solamente  in  parte.  Ad  agevolare  per  tanto  il  compito  allo  studioso  che 
volesse  accingersi  all'impresa,  pongo  qui  appresso  una  tavola  analitica  delle 
dette  132  lettere,  accennando  quali  trovinsi  date  in  luce  nella  edizione  di 
Padova  (')  delle  Opere  di  Galileo,  e  quali  siano  state  edite  interamente  o 
in  parte  dal  Fabroni  ('),  dal  Venturi  (3),  dall'  Alberi  (4),  dal  Targioni  ('), 
dal  Wolynski  (G),  dal  Campori  (')  e  dal  Favaro  ("),  segnando  con  asterisco  * 
le  inedite.  E  qui,  oltre  alle  altre  lettere  del  Cesi  messe  a  stampa  da  alcuni 
di  costoro  e  da  altri,  non  è  da  dimenticare  tra  le  inedite  una  sua  lettera 
Intorno  al  legno  fossile,  che  in  doppio  esemplare  trovasi  nei  manoscritti 
n.  170  e  173  della  Biblioteca  della  Scuola  di  Medicina  di  Montpellier, 
insieme  al  noto  Trattato  del  legno  fossile  minerale  di  Francesco  Stelluti, 
dei  quali  due  manoscritti  il  primo  ebbe  già  il  n.  860  nella  Biblioteca 
Albani  di  Roma  ("). 


(')  Opere  di  Galileo  Galilei  divise  in  quattro  tomi.  Fadova,  1844,  4  voi.  in  4°. 

(')  Lettere  inedite  di  uomini  illustri  per  servire  ili  Appendice  all'opera  intitolata  Vitae 
Italorurn  doctrina  excellentium.  Voi.  II.  Firenze  1716,  in  8°.  Con  dedica  dei  22  luglio  1773, 
firmata  da  Angelo  Fabroni. 

(')  Memorie  e  lettere  inalile  finora  o  disperse  di  Galileo  Galilei.  Modena,  1818-21. 
2  volumi  in  4. 

(')  Le  opere  di  Galileo  Galilei,  prima  edizione  completa.  Firenze,  1842-56.  16  volumi  in  8°. 

(')  Notizie  sulla  storia  delle  scienze  fisiche  in  Toscana.  Firenze  1852.  in  4°. 

(')   Lettere  inedite  di  Galileo  Galilei.  Firenze,  1812,  in  8°. 

(7)  Cartéggio  Galileiano  inedito  con  note  ed  appendici.  Modena,  1881,  in  4°. 

(')  Galileo  Galilei  e  lo  studio  di  Padova.  Firenze,  1883,  2  volumi  in  8°.—  Di  alcune  re- 
lazioni tra  Galileo  Galilei  e  Federico  Cesi,  illustrale  con  documenti  inediti  {Nel  Bullonino  di 
bibliogr.  e  di  st.  dulie  se.  mal  e  fis.  to.  XVII.  Roma,  1884,  pag.  219-244,  Marzo). 

(')  Calalogue  general  des  manuscrìts  des  Bibliothèques  publiques  des  Dópartements,  ecc. 
Tome  premier.  Paris,  1849,  pag.  353  e  354. 


—  846  — 


LETTERE  DI  FEDERICO  CESI 
contenute  nei  manoscritti  Galileiani  della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 


CODICE 


DOVE  PUBBLICATA       VOLUME  E  PAGINA 


G.P.1.T.6 


190 
211 
233 
14 
18 
19 
23 
48 


G3 
87 
104 
100 
110 
153 
171 

173 

178 
192 

229 

247 

11 

13 

21 

23 

31 


34 
38 


•Roma,  11  aprile  1611 
Tivoli,  25  agosto  1611 

•Acquasparta,  28  die.  1611 
Roma,  8  febbraio  1613 
Roma,  14  aprile  1612 
Roma,  19  maggio  1612 
Roma,  4  giugno  1612 
Roma,  13  ottobre  1612 


Roma,  10  dicembre  1612 

Roma,  17  maggio  1613 

*Roma,  80  agosto  1613 

Roma,  0  settembre  1613 
Acquasparta,  15  ottob.  1613 

Roma,  26  aprile  1614 

Roma,  23  agosto  1614 

Roma,  13  settembre  1614 
Roma,  4  ottobre  1614 
Acquasparta,  24  die.  1614 

Roma,  15  maggio  1615 
•Roma,  28  luglio  1616 
Roma,  11  marzo  1617 
Acquasparta,  22  agosto  1617 
Roma,  22  dicembre  1617 

Roma,  13  gennaio  1618 

Roma,  20  aprile  1618 


Roma,  28  aprile  1618 
Roma,  5  maggio  1618 


Alberi 

VILI,  256 

)1 

VILI,  195 

» 

vm,  79 

)) 

VIE,  205 

ìì 

VITI,  235 

Targioni 

— 

Venturi 

I,  182 

Alberi 

Vm,  245 

» 

V,  142  (inparte) 

Alberi 

V,  HG  (in  parte) 

» 

V,  140  (in  parte) 

JJ 

V,  149  (inparte) 

H 

VTH,  329 

Venturi 

I,  277 

Alberi 

V,  155  (in  parte) 

n 

V,  155  {in  parte) 

» 

VILI,  336 

Venturi 

I,  277 

Alberi 

V,  159  (in  parte) 

Wolynski 

p.  38 

» 

p.  39 

>T 

p.  40 

Alberi 

V,  16  (in  parte) 

Wolynski 

p.  42 

Alberi 

V,  165  (in  parte) 

Targioni 

— 

Alberi 

Vm,  407 

Venturi 

n,  77 

Wolynski 

p.  45 

» 

p.  46 

Alberi 

V,  166  (in  parte) 

—  847  — 


CODICE 


DOVE   PUBBLICATA       VOI. IME  E  PAGINA 


G.P.  l.T.  8 


40 
101 
118 
135 
143 

185 
190 
215 


217 

220 

224 

83 

127 

160 

25 

31 

35 

45 

53 

59 

65 

80 

92 

94 

96 

98 

100 

102 

104 

106 

108 

115 

121 

130 

135 

141 

149 

150 

152 


Roma,  11  maggio  1618 
Acquasparta,  4  gemi.  1620 
Acquasparta,  18  magg.  1620 
Acquasparta,  4  gens.  1621 
Acquasparta,  10  giug.  1621 

Acquasparta,  29  magg.  1623 
Roma.  21   ottobre  1623 
Acquasparta,  20  febb.  1624 


Acquasparta,  23  febb.  1624 
Acquasparta,  5  aprile  1624 
Acquasparta,  30  aprile  162  I 
S.1  Angelo,  20  gennaio  1628 
Roma.  9  settembre  1628 
Roma.  26  gennaio  1630 
Roma,  23  luglio  1611 
*Roma,  13  agosto  1611 
*Roma,  20  agosto  1611 
*Roma.  17  settembre  1611  (?) 
"Tivoli,  21  ottobre  1611 
Roma,  3  dicembre  1611 
*Roma,  16  dicembre  Ioli 
Acquasparta,  4  febbr.  1612 
*Eoma,  3  marzo  1612 
Roma,  7  marzo   1612 
*Roma,  10  marzo  1012 
Roma,  4  maggio   1612 
Roma,  17  maggio  1612 
*Eoma,  26  maggio  1612 
Roma,  2  giugno  1612 
Roma,  8  giugno  1612 
Roma,  9  giugno  1612 
S.  Paolo,  20  giugno   1612 
Monticelli,   I  luglio  1612 
Roma,  21  luglio  1612 
Roma,  4  agosto  1612 
Roma,  25  agosto  1612 
Roma,  8  settembre  1612 
Roma.  14  settembre  1012 
Roma,   17  settembre   1612 


Alberi 

Vili,  408 

» 

Vili.   i:;i 

n 

Vili.    143 

Wolynski 

p.  60 

Alberi 

LX,  59 

Wolynski 

p.  63 

» 

p.  69 

Alberi 

IX,  42 

» 

IX.  54 

Targioni 

II.  817 

Venturi 

II.  85 

Wolynski 

p.  73 

Alberi 

IX,  56 

Wolynski 

p.  74 

Campori 

p.  263 

Alberi 

IX.  134 

?) 

IX.  16G 

n 

VIII,   156 

Alberi 

Favaro,  Gole  Pad. 

Alberi 

Alberi 

v 

Alberi 


Favaro,  Cesi 
Alberi 

Favaro.   Cesi 

» 

Alberi 

Favaro,  Cesi 


Vili.   184 

li,  404 

VITI,   191 

VITI.   196 

Vili.   198 

vm,  200 

56 

vm,  207 

Vili.  215 
Vili.  22.0 

p.  2  I 

vm,  224 

p.  232 

p.  233 

vm,  229 

p.  234 


—  848  — 


CODICE 

CARTA 

DATA 

DOVE  PUBBLICATA 

VOLUME  E  PAGINA 

G.P 

.  i. 

T.8 

158 

Eorna,  29  settembre  1612 

Alberi 

vm,  231 

n 

ii 

n 

162 

Roma,  6  ottobre  1612 

Favaro,  Cesi 

p.  234 

JJ 

ìi 

n 

165 

Roma,  28  ottobre  1612 

Alberi 

Vm,237 

11 

ii 

» 

170 

Roma,  3  novembre  1612 

Favaro,  Cesi 

p.  235 

li 

ii 

» 

172 

Roma,  10  novembre  1612 

n 

p.  237 

11 

ii 

iì 

174 

Roma,  17  novembre  1612 

33 

p.  237 

lì 

ii 

iì 

180 

Roma,  24  novembre  1612 

n 

p.  238 

11 

ii 

n 

182b 

Roma,  30  novembre  1612 

Alberi 

vm,  224 

11 

ii 

n 

187 

*Roma,  14  dicembre  1612 

— 

— 

11 

iì 

» 

191 

Roma,  22  dicembre  1612 

Alberi 

vm,  250 

11 

ii 

iì 

193 

Roma,  28  dicembre  1612 

ri 

vm,  251 

lì 

iì 

9 

7 

Roma,  4  ge.maio  1613 

Favaro*  Cesi 

p.  239 

Ti 

iì 

» 

10 

Roma,  11  gennaio  1613 

Alberi 

V,  212  (brano  in 

notti) 

11 

iì 

n 

12 

Roma,  18  gennaio  1613 

11 

Vm,  253 

11 

iì 

33 

14 

*Roma,  26  gennaio  1613 

— 

— 

11 

iì 

3) 

18 

Roma,  1°  febbraio  1613 

Favaro,  Cesi 

p.  240 

lì 

iì 

3) 

26 

Roma,  15  febbraio  1613 

Alberi 

Vm,  257 

lì 

a 

)3 

30 

Roma*  22  febbraio  1613 

JJ 

Vm,  258 

11 

11 

n 

34 

Roma,  3  marzo  1613 

n 

V,  212  (brano  in 
nota) 

11 

iì 

n 

38 

Roma,  22  marzo  1613 

iì 

Vm,  251 

11 

iì 

» 

50 

Roma,  11  maggio  1613 

iì 

Suppl.  81 

11 

iì 

33 

54 

Monticelli,  30  maggio  1613 

iì 

Sìijìjìl.  84 

11 

iì 

33 

62 

Monticelli,  29  giugno  1613 

iì 

V,  143  (in  parte) 

11 

iì 

33 

78 

Roma,  29  luglio  1613 

iì 

V,  143  (in  parte) 

a 

iì 

33 

79 

Roma,  2  agosto  1613 

— 

— 

ii 

iì 

» 

91 

*Roma,  6  settembre  1613 

— 

— 

V 

n 

» 

93 

Roma,  7  settembre  1613 

Alberi 

Vm,  285 

ii 

iì 

33 

105 

"Roma,  8  novembre  1613 

— 

— 

ii 

iì 

33 

107 

Roma,  30  novembre  1613 

Alberi 

V,  146  (in  parte) 

n 

iì 

n 

111 

Acqnasparta,  1°  gemi.  1614 

jj 

V,  146  (in  parte) 

ii 

iì 

n 

112 

*Roma,  3  gennaio  1614 

— 

— 

n 

n 

» 

111 

Roma,  18  gennaio  1614 

Alberi 

Vm,  296 

iì 

n 

» 

131 

Roma,  24  gennaio  1614 

Fabbroni 
Venturi 
Alberi 

II 
I,  276 

V,  147  (brano) 

ii 

iì 

n 

133 

Roma,  20  gennaio  1614 

33 

V,  147  (la  fine) 

ii 

iì 

33 

139 

*Roma,  15  febbraio  1614 

— 

— 

ii 

iì 

33 

145 

Roma,  1°  marzo  1614 

Albóri 
Opere  (Padova) 

vm,  302 

II,  198  (brano) 

ii 

iì 

33 

152 

*Roma,  21  marzo  1614 

— 

— 

—  S49 


CODICE 

CARTA 

DATA 

DOVE  PUBBLICATA 

VOLUME  E  PAGINA 

G.P.  l.T 

8 

158 

Roma,  12  aprile  1614 

Alberi 

Fabbroni 
Venturi 

VLU,  312 

II 

I,  276 

n         n 

» 

164 

Roma.  14  giugno  1614 

Alberi 

Sttpi 

ti          n 

n 

180 

Roma,  12  luglio  1614 

lì 

6        '.95 

n         n 

n 

188 

Roma,  9  agosto  1614 

n 

V.  151  i  in  , 

n         7) 

n 

190 

Roma,  16  agosto  1614 

n 

Vili.  327 

ti         n 

a 

229 

Acquasparta,  12  gemi.  1615 

a 

VILI.  339 

n         » 

Tì 

233 

'Acquasparta,   2  febbr.  1615 

— 

— 

n         n 

Ti 

2-13 

Roma,  7  marzo  1615 

Alberi 

Vm,  356 

»         n 

Tì 

257 

Roma,  20  giugno  1615 

il 

Vili.  377 

»         n 

10 

7 

Roma.  25  giugno  1616 

n 
ti 

TILT,  387 

V,  161  (brano) 

n         ?i 

lì 

8 

Roma,  23  luglio  1616 

n 

Vili.  385 

»    «    n 

n 

10 

Roma,  3  settembre  1616 

a 

Vili,  389 

»         n 

n 

14 

*Roma,  8  ottobre  1616 

— 

— 

n         n 

a 

42 

Acquasparta,  10  lug.  1618 

Alberi 

vm,  no 

n          n 

n 

58 

Acquasparta.  15  febb.  1619 

n 

vm,  420 

n          a 

n 

66 

Acquasparta,  28  lug.  1619 

ìì 

V.  169  {brano) 

n         n 

a 

79 

Acquasparta,  10  sett.  1619 

n 

Campori 

V,  109  (brano) 

p.  167 

tt        n 

n 

89 

Acquasparta,  4  marzo  1620 

Alberi 

VILI,  438 

ti         n 

n 

111 

Acquasparta,  2  die.  1621 

Ti 

E,  13 

ti        n 

n 

128 

Acquasparta,  27  die.  1622 

lì 

IX.  20 

ti              ti 

n 

161 

Acquasparta.  18  magg.  K.21 

li 

IX.  58 

n         r> 

Ti 

181 

Acquasparta,  26  ottob.  1624 

Ti 

IX,  71 

n          n 

71 

191 

Roma.  27  dicembre  1624 

a 

IX,  74 

ti          n 

n 

193 

Roma,  3  gennaio  1625 

Campori 

p.  219 

n          n 

Ti 

204 

Roma,  5  aprile  1625 

Alberi 

IX.  77 

ti            B 

Ti 

210 

Roma,  26  aprile  1025 

n 

IX.  82 

a         n 

n 

214 

Roma,  26  settembre  1625 

Campori 

p.  228 

a         » 

n 

9 

Roma,  10  gennaio  1626 

n 

p.  233 

*1              V 

n 

73 

Roma,  4  settembre  1627 

Alberi 

IX.  115 

Statistica.  —    Del  movimento  della  criminalità  in  Italia  e  di  al- 
cuni   indici    del    progresso    morale    ed    intellettuale.    Nota    I. 
del  Socio  Luigi  Bodio. 

«  La  Commissione  della  statistica  giudiziaria ,  che  ha  sede  presso  il 
Ministero  di  grazia  e  giustizia,  in  una  lunga  e  laboriosa  sessione  tenuta  in 
questo  stesso  mese,  ebbe  a  studiare  il  movimento  della  delinquenza  in  Italia 
durante  gli  ultimi  dodici  anni. 


—  850  — 

«  Il  fenomeno  della  criminalità  è  molto  complesso  ;  non  è  cosa  facile 
stabilire  se  esso  sia  in  aumento  o  in  diminuzione,  poiché  certamente  non 
tutti  i  reati  sono  al  tempo  stesso  in  diminuzione,  ne  tutti  sono  simultanea- 
mente in  via  di  aumento,  in  tutte  le  provincie;  né  vi  è  una  discesa  così 
continuatile  non  faccia  luogo  ad  arresti,  e  a  regressi,  comunque  di  breve  du- 
rata. Si  tratta  di  determinare  la  risultante  fra  moltissime  componenti  ;  si  vuol 
riconoscere  la  direzione  prevalente  fra  molti  movimenti  diversamente  orientati. 
«  La  Commissione,  presieduta  da  uno  dei  nostri  colleglli,  il  senatore  Mes- 
sedaglia,  discusse  a  lungo  sui  fatti  che  le  vennero  presentati,  e  dopo  maturo 
esame  venne  a  concludere  che,  almeno  dal  1879  in  poi,  vi  è  una  tendenza 
evidente  alle  diminuzione,  soprattutto  per  reati  più  gravi.  Siccome  i  dati 
numerici  che  ebbi  l'onore  di  presentare  a  quella  Commissione  sono  in  gran  parte 
inediti,  almeno  nella  forma  sintetica  in  cui  furono  per  quella  circostanza 
ordinati  e  classificati,  così  stimo  far  cosa  grata  all'Accademia,  comunicandone 
ad  essa  la  sostanza,  prima  che  ne  sia  fatta  la  pubblicazione  in  extenso. 

«  I  confronti  in  questa  materia  sono  difficilissimi  per  le  numerose  la- 
cune che  esistono  nelle  statistiche  dei  vari  anni,  e  talvolta  anche  pel  difetto 
di  omogeneità  fra  i  dati,  che  a  prima  giunta  si  crederebbe  dovessero  rispon- 
dere ad  un  medesimo  concetto.  Converrebbe  poter  seguire  il  processo  pe- 
nale, anno  per  anno,  in  tutte  le  sue  fasi,  della  denunzia,  dell'istruttoria  e 
del  giudizio,  tanto  pei  reati  delle  varie  specie,  quanto  per  gli  imputati  ;  e  ciò 
con  una  classificazione  dei  reati  che  fosse  sempre  la  stessa,  in  tutte  la  serie 
degli  anni  d'osservazione,  e  per  tutte  le  giurisdizioni,  cioè  per  le  corti  d'as- 
sisie,  pei  tribunali  e  per  le  preture;  essendovi,  com'è  noto,  reati,  i  quali, 
per  la  loro  specie,  possono  essere  giudicati  tanto  dai  tribunali,  quanto  dalle 
corti,  ed  altri  che  possono  essere  giudicati  da  tutte  e  tre  le  magistra- 
ture, sia  per  originaria  competenza  (in  ragione  appunto  della  specie),  sia  per 
attenuanti  o  per  connessione  di  causa.  Così  i  crimini  possono  discendere 
dalle  corti  ai  tribunali,  per  la  così  detta  correz ionalizzazione,  e  le  contrav- 
venzioni possono  salire  ad  essere  giudicate  anche  innanzi  alle  corti. 

«  Cominciando  dalle  denunzie  e  querele  ritenute  fondate  dal  Pubblico 
Ministero,  ecco  in  cifre  tonde  come  esse  vennero  oscillando  dal  1875  a  tutto 
il  18S4.  Accanto  al  numero  dei  reati  denunziati,  poniamo  quello  dei  pro- 
cedimenti esauriti  dal  P.  M. ,  dopo  averne  eliminati  quelli  inviati  all'ar- 
chivio per  inesistenza  del  fatto  o  perchè  il  fatto  non  costituiva  reato.  Ve- 
diamo le  cifre  effettive  e  le  proporzioni  a  100  mila  abitanti.  Aggiungiamo 
in  un'ultima  colonna  le  cifre  degli  imputati  noti,  e  pei  quali  fu  provveduto 
dagli  uffici  d'istruzione. 

«  È  vero  però  che  il  numero  degli  imputati  non  è  un  indice  altrettanto 
sicuro  del  movimento  della  delinquenza,  come  quello  delle  denunzie  dei 
reati,  poiché  per  uno  stesso  numero  di  reati,  quello  degli  imputati  noti  o 
indiziati  può  essere  diverso  ;  ed  anzi,  sotto  l'aspetto  dell'attività  dei  giudici 
inquirenti  e  delle  autorità  di  polizia,  può  considerarsi  come  una  prova  di 


—  851  — 


energica  repressione  il  poter  presentare  una  più  alta  proporzione  di  impu- 
tati per  1 00  reati  denunziati.  Ad  ogni  modo,  ecco  le  cifre  in  serie  parallele. 


A  N  N  I 

Denunzie  e  querele 
ritenute  fondate  dal  P.  M. 

■•  ~ 

Procedimenti 

inviali   dal    I'.   li. 

ai  Pretori  o  agli  affici 

d'istruzione 

o  chiamali  al  giudizio 
per  citazione  dii 

Imputati 
noti 

0 

indiziati 

1  in  migliaia) 

•  lifre  effettive 
(in  migliaia) 

Periti- 1 

abitanti 

Cifre  effettive 
(in  migliaia) 

Ter  100,000 
abitanti 

1875    .... 

248 

91 

228 

30 

230 

1876    .... 

238 

86 

216 

72 

221 

1877    .... 

255 

91 

2:::. 

83 

221 

1878    .... 

271 

97 

240 

si 

211 

1879    .... 

273 

96 

L'I  7 

86 

210 

1880    .... 

290 

101 

268 

94 

1881    .... 

265 

93 

240 

-1 

212 

1882    .  .  . 

263 

91 

237 

83 

L'I  7 

1883    .... 

260 

89 

235 

83 

218 

1884    .... 

211 

84 

226 

79 

22  1 

«  Vediamo  ora  quanti  furono  giudicati  e  quanti  condannati  dai  pretori, 
dai  tribunali  correzionali  e  dalle  assise. 


A  N  N  I 

Pai  Pretori 

Dai  Tribunali 

correzionali 
in  primo  grado 

Dalle  Corti  d'a 

Giudicati 

iinati 

Giudicati 

Condannati 

(') 

licati 

Condannati 

1873  .... 

1-71  ...  . 

1875  .... 



1877  .... 

1878  .... 
.... 

1880  .... 

1881  .... 
.... 

1884  .... 

299,8  ; 
318,612 

1  989 

269,227 
301,025 
276,813 
328 
36  i 

577 
35(8,252 

!  .860 
217.381 
214,092 
1-2-2 
206,019 
1*7.172 
231,735 
262,0  Ì5 
231,665 
2:',.-.,808 
232,594 
255 

81,783 
l  'lT. 
79,581 
76,220 
73,084 
7:;.O09 
77,612 
95,310 
88.--.7-. 
vn -;  , 

75,816 

7.: 

61,753 
63,932 

ili. imi 
55,9  13 
53,822 
48,704 

9 

y 
66,2  1  1 
i;i 

58,414 
56,375 

9,656 
9,795 
9,596 
9,005 
8,795 
8,433 
9,475 
10,581 
10,364 
8,228 
8,127 
7,702 

7,270 
7,497 
7.2:;* 
6,682 
6,727 
6,394 
7,109 
7,805 
7,684 
6,065 
5,702 

(])  Non  i  dei  condannati  negli  anni  187'.'  e  1880,  perchè  per 

ini  non  furono  separati  i  condannati    in    sede   ili    appello  da  quelli  condannati 
dai   tribunali   in   prii 

Rendiconti  —  Voi..  T.  i  ;  1 


852  — 


«  Dalle  quali  cifre  effettive  si  ricavano  i  seguenti  rapporti  ogni  100,000 
abitanti  : 


Imputati    condannati 
ogni  10,000  abitanti 


dai 
Pretori 


dai 
Tribunali 
correzio- 
nali 
in  primo 
grado 


dalle  Corti 
d'assise 


1873  .  .  . 

1874  .  .  . 

1875  .  .  . 

1876  .  .  . 

1877  .  .  . 

1878  .  .  . 

1879  .  .  . 

1880  .  .  . 

1881  .  .  . 
1382  .  .  . 

1883  .  .  . 

1884  .  .  . 


75,41 

22,73 

79,66 

23,43 

77,90 

22,27 

65,86 

20,14 

73,55 

19,21 

66,46 

17,27 

81,49 

y 

91,86 

? 

81,40 

23,28 

82,07 

21,41 

80,17 

20,00 

87,17 

19,20 

2,68 
2,75 
2,63 
2,41 
2,40 
2,27 
2,50 
2,74 
2,70 
2,11 
1,97 
1,83 


«  In  tutte  le  giurisdizioni  il  numero  massimo,  tanto  dei  giudicati  che 
dei  condannati,  si  ebbe  nel  1880.  In  quell'anno  fu  anche  maggiore,  che  nei 
precedenti  e  nei  susseguenti,  il  numero  dei  reati  denunziati;  ma  le  cifre 
dei  giudicati  e  dei  condannati  furono  aggravate  anche  per  il  fatto  delle  straor- 
dinarie ispezioni  fatte  eseguire  dal  Ministro  guardasigilli  di  allora  (onor.  Villa 
presso  i  diversi  uffici  giudiziari  ;  per  le  quali  ispezioni  fu  accelerato  il  movi- 
mento degli  affari  e  diminuì  l'arretrato. 

«  Confrontando  fra  loro  i  termini  estremi  del  periodo,  vediamo  cresciuto  il 
numero  dei  condannati  dai  pretori,  scemato  quello  dei  condannati  dai  tribunali 
correzionali  e,  ciò  che  più  importa,  ridotto  grandemente  quello  dei  condannati 
dalle  assisie.  Questi  ultimi  da  7270  nel  1873  sono  scesi  a  5375  nel  1884; 
e  siccome  nel  frattempo  la  popolazione  del  Regno  si  accrebbe  di  2  milioni, 
in  cifra  tonda,  pari  al  7^  per  cento  della  popolazione  che  esisteva  al  primo 
anno  del  periodo,  se  noi  ingrandiamo  del  7%  per  cento  la  cifra  iniziale 
di  7270,  questa  diventa  7641,  superiore  di  2266  a  quella  osservata  nel  1884. 
La  differenza  è  fortissima,  come  si  vede. 

«  Ma  si  afferma  da  alcuni  essere  invalso  l'uso  in  questi  ultimi  anni 
di  rinviare  i  giudizi  davanti  al  correzionale  piuttosto  che  alle  assisie,  in 
una  proporzione  più  alta  che  non  si  solesse  fare  negli  anni  addietro.  Quando 
pure   ciò   fosse   vero   in   qualche  misura,   la   prova  che   la   delinquenza   è 


—    853     — 

scemata  negli  ultimi  anni  non  sarebbe  meno  evidente,  poiché  la  cifra  dei 
condannati  dai  tribunali  correzionali  è  diminuita  pur  essa,  da  GÌ  mila, 
nel  1873  a  56  mila  nel  1884;  e  per  il  fatto  già  avvertito,  che  in  questo 
tempo  la  popolazione  è  cresciuta  del  1\  per  cento,  quand'anche  il  numero 
dei  condannati  dai  tribunali  correzionali  fosse  stato  nel  1884  di  66  mila, 
non  avrebbe  potuto  dirsi  cresciuto;  sarebbe  stato  nel  medesimo  rapporto 
di  prima  col  numero  degli  abitanti.  La  diminuzione  adunque,  supposto 
un  equal  numero  di  abitanti,  può  calcolarsi  a  10  mila. 

«  Al  contrario  però  delle  cifre  dei  condannati  dai  tribunali  e  dalle 
corti,  quella  dei  condannati  dai  pretori  è  realmente  divenuta  più  alta;  da 
204  mila  nel  1873  è  salita  a  255  mila  nel  1884,  passando  per  un  ma- 
ximum di  262  mila  nel  1880. 

«  Negli  anni  intermedi  si  osservano  talvolta  nelle  cifre  dei  condannati, 
in  tutte  e  tre  le  giurisdizioni,  brusche  oscillazioni,  determinate,  non  solo 
da  reali  variazioni  avvenute  nell'intensità  della  delinquenza,  ma  altresì  da 
un  grande  elemento  perturbatore,  che  è  il  numero  dei  prosciolti  per  amnistia. 

«  Così  nel  1876  il  numero  dei  condannati  dai  pretori  è  basso  (182  mila) 
per  causa  dell'amnistia  data  verso  la  fine  dell'anno,  la  quale  contribuì  ad  at- 
tenuare anche  il  numero  dei  condannati  nell'anno  successivo.  E  nel  1878 
l'amnistia  data  sul  principio  dell'anno,  per  l'avvenimento  al  trono  di  Re 
Umberto,  fece  diminuire  considerevolmente  il  numero  dei  condannati.  Basti 
dire  che  gli  individui  prosciolti  per  amnistia  dalla  sezione  di  accusa,  che 
nel  1875  era  di  2,824,  salì  nel  1876  a  25,842,  nel  1877  a  30,525  e  su- 
però i  100  mila  (100,046)  nel  1878,  variando  di  poi  così:  32,609  nel  1879  ; 
5,916  nel  1880;  8,340  nel  1881;  11,047  nel  1882;  2,914  nel  1883. 

«  E  ritornando  particolarmente  alle  cifre  dei  condannati  dai  pretori,  che 
abbiamo  visto  essere  in  aumento,  ci  converrà  fare  una  distinzione  impor- 
tante, fra  reati  dolosi  e  contravvenzioni  di  altra  natura.  I  primi  sono  quelli 
che  interessa  di  conoscere  come  indice  della  delinquenza;  non  i  secondi,  i 
quali  possono  crescere  quando  le  città  si  ripuliscono,  quando  si  fanno  ese- 
guire i  regolamenti  municipali  d' igiene  e  simili,  senza  che  per  ciò  si  aggravi 
l'immoralità  nel  paese.  Ora  il  numero  dei  condannati  dai  pretori  al  carcere 
(con  o  senza  multa)  è  aumentato  da  41  mila  nel  1873  a  53  nel  1883  ('), 
e  per  l'osservazione  già  fatta,  dell'aumento  della  popolazione,  la  differenza 
sarebbe  stata  soltanto  di  9,000  circa  (se  tanti  fossero  stati  gli  abitanti  nel 
1873  come  nel  1883),  mentre  la  differenza  in  più,  calcolata  nell'egual  modo, 
somma  a  23  mila  sul  complesso  dei  condannati  dai  pretori,  fra  le  due  cifre 
estreme  del  periodo  1873-83. 

(')  Le  cifre  del  1884  sono  per  ora  solamente  provvisorie,  ricavate  dai  prospetti  som- 
mari allegati  ai  discorsi  inaugurali  dei  procuratori  generali.  E  questi  prospetti  non  distin- 
guono le  due  categorie  di  infrazioni  giudicate  dai  pretori;  per  avere  questa  divisione  con- 
viene aspettare  la  pubblicazione  delle  tavole  analitiche,  che  ancora  non  è  fetta. 


—  854  — 

«  Tali  sono,  per  grandi  linee,  i  risultati  dello  studio  statistico  testé 
compiuto,  sul  movimento  della  delinquenza.  Ci  rimane  a  vedere  quali  specie 
di  reati  siano  maggiormente  in  diminuzione  e  quali  in  aumento ,  come  pure 
di  abbozzare  la  geografia  della  delinquenza,  per  famiglie  di  reati,  e,  infine 
ci  rimane  di  confrontare  il  nostro  paese  coli' estero,  almeno  per  alcune  tra 
le  figure  di  reati  che  si  lasciano  più  nettamente  isolare,  malgrado  le  dif- 
ferenze di  legislazione. 

«  Prendiamo  a  considerare  le  cifre  dei  reati  denunziati. 

«  Sono  in  aumento  i  reati  contro  la  sicurezza  dello  Stato  e  quelli  contro 
la  religione;  ma  si  tratta  di  qualche  centinaio,  tanto  nell'un  gruppo  che 
nell'altro.  Sono  pure  in  aumento,  pur  troppo,  gli  omicidi  qualificati,  se  para- 
goniamo il  1884  (1453)  col  1875  (1101),  ma  sono  in  diminuzione  considerevole 
ancora  questi,  se  il  confronto  si  faccia  col  1880  (1671)  ed  anche  col  1879 
(1861).  Sono  in  diminuzione  grande,  specialmente  dal  1879  in  poi,  gli 
.mucidi  semplici  (2946  nel  1875;  3924  nel  1879;  2842  nel  1834);  e  così 
purè  le  grassazioni,  ricatti,  estorsioni  e  rapine  con  omicidio  (255  nel  1875, 
114  nel  1884).  —  Sono  in  diminuzione  anche  i  reati  contro  la  proprietà; 
le  grassazioni,  i  ricatti,  le  estorsioni  e  rapine  senza  omicidio  sono  state 
4489  nel  1879  e  2067  nel  1884;  i  furti  qualificati,  furti  semplici,  incendi, 
danni  maliziosi  ed  altri  reati  contro  la  proprietà  furono  114,535  nel  1879 
nel  1882;  e  86,773  nel  1884. 

«  Sono  invece  in  aumento  i  reati  contro  il  buon  costume  (982  nel  1879 
e  1288  nel  1884);  le  ribellioni,  violenze  contro  depositari  dell'autorità  ed 
agenti  della  forza  pubblica  e  gli  altri  reati  contro  la  pubblica  amministra- 
zione (14,985  nel  1879  e  17,033  nel  1884);  i  reati  contro  la  fede  pubblica 
e  contro  il  commercio  (12,663  nel  1879  e  19,228  nel  1884).  Sono  stazio- 
narie, o  press'  a  poco,  dal  1879,  le  cifre  dei  reati  contro  la  pubblica  tran- 
quillità, quelli  contro  l' ordine  delle  famiglie  e  la  categoria  dei  reali 
contro  le  persone,  esclusi  gli  omicidi  e  i  ferimenti  seguiti  da  morte.  I  reati 
commessi  col  mezzo  della  stampa  hanno  variato  come  segue  (sempre  stando 
al  numero  delle  denunzie):  574  nel  1879;  603  nel  1880;  659  nel  1881;  648 
812  nel  1883;  689  nel  1884. 

«  Per  delineare  la  geografia  della  delinquenza  si  sono  apprestate  al- 
cune carte  grafiche ,  corrispondenti  ad  altrettanti  gruppi  di  reati  ;  in 
queste  carte  le  proviucie  sono  indicate  con  gradazioni  di  colore,  più  o 
meno  cariche,  secondo  la  media  intensità  del  fenomeno  nel  quinquennio 
1879-83.  E  per  evitare  la  taccia  di  seguire  unicamente  il  capriccio  nel 
formare  il  gruppo  di  medie  da  rappresentarsi  con  una  medesima  tinta, 
si  adottò  questo  metodo:  conosciuti  i  termini  estremi,  si  intercalarono  fra 
essi  nove  medie  proporzionali  ;  e  tutte  le  proviucie,  i  cui  quozienti  di  de- 
linquenza specifica  rispondevano  ad  uno  dei  gradi  prestabiliti,  vennero  con- 
trassegnati con  la  stessa  tinta.  La  scala  cromatica  risponde  in  tal  guisa  alla 


—  8 


•  >.! 


gradazione  delle  cifre,  ma  non  di  rado  avviene  che  ad  un  dato  punto  di  colore 
non  si  trovi  alcuna  provincia  che  corrisponda;  cioè  si  salta,  per  esempio, 
dal  primo  grado  al  terzo,  senza  che  il  secondo  sia  rappresentato;  e  tal- 
volta anche  due  gradi  mancano  della  corrispettiva  provincia,  talché  queste 
tinte  intermedie  sono  segnate  soltanto  sulla  scala  della  leggenda,  e  non 
entro  figura  dell'  Italia. 

-  Vediamo  anzitutto  la  carta  degli  omicidi.  Troviamo  che  nel  mezzo- 
giorno si  allietano  di  una  relativa  immunità  le  prvincie  di  Bari  e  di  Lecce, 
e  sono  buone  assai  anche  le  provincie  orientali  della  Sicilia;  mentre  invece 
Girgenti  è  al  sommo  della  scala,  con  una  proporzione  di  71  omicidi  per 
100,000  abitanti. 

«  I  due  gradi  2"  e  3°  non  sono  rappresentati;  al  4°  grado  troviamo 
Sassari  e  Caltanissetta,  entrambe  col  rapporto  di  46  omicidi  per  100,000 
abitanti.  Che  se  si  prende  l'intero  distretto  della  Corte  d'Appello  di  Palermo 
e  lo  si  confronti  con  quello  di  Milano,  si  scorge  che  il  primo  conta  dieci 
volte  più  omicidi  del  secondo,  a  pari  numero  di  abitanti. —  La  media  gene- 
rale del  regno  è  18;  all'infimo  grado  si  trova  Cremona,  con  2,32. 

«  Pei  reati  contro  la  pubblica  tranquillità  (minaccie  qualificate  o  ca- 
morra, porto  d'armi  insidioso  o  senza  licenza,  associazioni  di  malfattori  ecc.) 
Napoli  occupa  il  primo  posto.  Il  2"  e  il  3°  grado  non  sono  rappresentati. 
Segue  Livorno  (provincia  di  territorio  ristrettissimo),  che  comprende  poco 
più  della  città  omonima  e  l'isola  dell'Elba. 

«  Pei  reati  contro  la  fede  pubblica  (spendita  di  biglietti  falsi,  falsa 
testimonianza,  falso  in  scrittura,  in  documenti,  calunnia  ecc.)  si  trovano  in 
condizioni  più  gravi  le  Romagne  e  il  Veneto.  È  prima  Forlì,  col  rapporto 
di  173  a  100,000  abitanti;  manca  il  2°  grado;  il  3°  spetta  a^Venezia  (130  ; 
il  4°  ad  Ancona  ;  il  5°  a  Ravenna  e  a  Bologna. 

«  Quanto  ai  reati  contro  il  buon  costume  e  contro  l'ordine  delle  famiglie 
(stupro,  adulterio,  ratto,  incesto,  eccitamento  alla  corruzione  ecc.)  il  1°  grado 
è  attribuito  a  Catanzaro;  il  2°  manca;  il  3"  spetta  a  Cosenza  e  a  Potenza: 
il  4  a  Reggio  di  Calabria,  a  Caltanissetta,  a  Chieti.  In  generale  i  reati  di 
questo  gruppo  sono  più  frequenti  nel  mezzogiorno,  malgrado  che  nell'atto 
di  estendere  ivi  l'impero  del  codice  penale  italiano,  certe  specie  di  reati 
siano  stati  tolti  dal  novero  di  quelli  di  azione  pubblica,  ammettendo  che 
venissero  perseguitati  soltanto  in  seguito  a  querela  di  parte. 

«  Pei  reati  contro  la  proprietà,  grassazioni  senza  omicidio,  ricatti  estor- 
sioni, rapine  e  furti  qualificati,  troviamo  Ferrara  al  sommo  della  scala; 
il  2  grado  mauca;  Roma  ha  il  3°;  Cagliari  e  Sassari  hanno  il  4".  Forte  è 
in  generale  anche  la  tinta  del  Veneto. 

«  La  carta  della  delinquenza  complessiva  ricorda,  per  la  distribu- 
zione delle  tinte,  quella  che  sta  a  rappresentare  le  proporzioni  degli 
analfabeti. 


—  856   — 

«  Per  ultimo  accenniamo  qualche  termine  di  confronto  anche  coll'estero. 

«  Pei  reati  di  sangue,  disgraziatamente  la  posizione  nostra  è  infelicis- 
sima. Pigliamo  a  considerare  gli  omicidi:  troviamo  che  l'Italia  è  superata 
dall'Ungheria  e  dalla  Spagna,  ma  avanza  di  gran  lunga  gli  altri  Stati  dei 
quali  abbiamo  le  statistiche  da  poter  consultare.  Per  100,000  abitanti,  il 
rapporto  degli  omicidi  in  Italia  è  sceso  gradatamente  così:  10,85  nel  1880; 
10,58  nel  1881;  9,09  nel  1882;  8,61  nel  1883;  6,84  nel  1884;  questa 
ultima  cifra,  che  è  la  più  piccola  della  serie,  è  appena  inferiore  a  quella 
dell'Ungheria  perii  1880  (l'ultima  che  conosciamo):  7,77;  e  inferiore  pure 
a  quella  della  Spagna  del  1884:  7,83.  Ma  l'Austria  cisleitana  non  ne  ha 
che  2,24  (nel  1881,  secondo  la  statistica  più  recente  che  ci  stia  sotto  gli 
occhi);  la  Germania  ne  ha  1,11  nel  1883  e  1,10  nel  1884;  la  Francia  1,57 
nel  1883;  il  Belgio  1,78  nel  1880  (e  non  furono  pubblicate  statistiche  giu- 
diziarie in  Belgio,  posteriormente  a  quell'anno)  ;  l'Inghilterra  ha  una  propor- 
zione molto  più  leggera  ancora;  0,57  nel  1884;  la  Scozia  0,48  nel  1880: 
l'Irlanda  0,87  nel  1884;  1,10  nel  1883;  1,27  nel  1882. 

«  All'incontro,  per  numero  di  reati  contro  i  costumi  la  maggior  parte 
degli  Stati  ora  nominati  stanno  peggio  di  noi.  Per  100,000  abitanti,  4,14 
è  la  proporzione  dell'Italia  nel  1884;  9,18  è  quella  dell'Austria  nel  1881; 
8,33  quella  dell'Ungheria  nel  1879;  14  è  la  proporzione  della  Germania, 
in  ambedue  gli  anni  1882  e  1884;  10  è  quella  della  Francia;  15  quella 
del  Belgio.  Solamente  la  Gran  Bretagna  è  in  condizioni  migliori:  1,87  per 
l'Inghilterra  nel  1884;  0,91  per  la  Scozia  nel  1880;  1,02  per  l'Irlanda 
nel  1884. 

«  E  qui  mi  arresto,  per  difetto  assoluto  di  spazio,  poiché  il  regolamento 
che  vuole  la  pubblicazione  sollecita  di  queste  note  è  inesorabile,  e,  rinvio 
ad  un  fascicolo  prossimo  le  notizie  che  presentai  sopra  vari  ordini  di  fatti 
morali  ed  economici  aventi  connessione  col  movimento  della  criminalità, 
quali  sono  i  suicidi,  le  nascite  illegittime,  l' istruzione,  la  beneficenza, 
l' igiene  pubblica,  i  prezzi  delle  derrate  alimentari,  i  salari,  le  principali 
forme  di  risparmio  popolare  ecc.,  i  quali  fatti  accennano  tutti  ad  un  reale 
progresso,  benché  non  sia  questo  tanto  celere,  quanto  sarebbe  nei  voti  di 
tutti  coloro  che  hanno  vivo  l'amore  per  il  paese  ». 

Chimica.  —  Intorno  a  due  nuovi  isomeri  della  Letichici.  Nota 
del  Socio  G.  Korner  e  del  sig.  A.  Menozzi. 

«  Nel  corso  di  alcune  ricerche  intorno  alla  leucina  naturale,  ricerche 
che  ci  hanno  ornai  condotto  a  stabilire  in  modo  definitivo  la  struttura  mole- 
colare di  questa  sostanza  e  delle  quali  comunicheremo  i  risultati  in  una  pros- 
sima pubblicazione,  abbiamo  creduto  conveniente  di  confrontare  la  leucina 
stessa  col  maggior  numero  possibile  di  sostanze  isomere  di  origine  diversa, 


—  857  — 
alcune  delle  quali  sono  già  note,  mentre  altre  da  noi  appositamente  prepa- 
rate, sono  finora  sconosciute.  Così  siamo  venuti  in  possesso  di  due  nuove 
leucine  delle  quali  vogliamo  ora  esporre  il  modo  di  preparazione,  nonché 
le  principali  proprietà  loro  e  di  alcuni  derivati.  Esse  sono  V acido  a-ammido- 
capronico  normale,  e  V acido  a-ammido-metilpropilacetico. 

Acido  a-ammido-caprouico  normale 
CH:i  CH*  CH,  CH2  (CH,  NH2)  COOH 

«  Per  preparare  questa  sostanza,  onde  essere  sicuri  di  avere  un  deri- 
vato dell'acido  capronico  normale,  siamo  partiti  dall'etere  malonico,  e  lo 
abbiamo  trasformato  successivamente  in  etere  propil-malonico,  in  acido  propil- 
malonico  e  indi  in  acido  propil-acetico.  Da  quest'  ultimo  colla  uota  reazione 
del  Piria  abbiamo  ottenuto  P  aldeide  pentilica.  Questa  fu  trattata  con  acido 
prussico,  indi  con  ammoniaca  ;  il  nitrile  risultante  fu  saponificato,  e  dal  pro- 
dotto della  saponificazione  si  separò  P  ammido-acido  coi  noti  processi. 

«  La  purificazione  di  questa  sostanza  si  può  eseguire  tanto  con  cristal- 
lizzazioni dall'acqua  calda,  come  con  cristallizzazioni  da  alcool  ammoniacale. 
Dall'acqua  si  ottiene  sotto  forma  di  prismi  trasparenti,  discretamente  svi- 
luppati; dall'alcool  ammoniacale  si  separa  in  lamine  bianche,  molto  risplen- 
denti, che  aderiscono  ai  vasi  e  che  possiedono  molta  somiglianza  colla  nafta- 
lina di  recente  sublimata.  Riscaldando  la  sostanza  al  tubetto  non  fonde,  ma 
si  sublima  in  parte  verso  200",  con  iscomposizione.  Scaldandola  in  un  tubo 
d' assaggio,  dà  un  sublimato  fioccoso,  e  svolge  vapori  alcalini.  Sulla  lamina 
si  volatilizza  lentamente  spandendo  odori  di  amil-ammina.  È  discretamente 
solubile  nell'  acqua  bollente,  poco  nell'  acqua  fredda,  la  soluzione  ha  reazione 
neutra;  è  poco  solubile  nell'alcool  bollente,  pochissimo  nell'alcool  freddo. 
Nell'alcool  ammoniacale  caldo  si  scioglie  facilmente.  Ecco  i  risultati  otte- 
nuti circa  la  solubilità  di  questa  sostanza. 

I.  gr.  18,5030  di  acqua  a  14°. 5  sciolgono  gr.  0,2014  di  sostanza:  quindi 

100  di  acqua  a  14°.  5  sciolgono  1,09. 

II.  gr.  15,0634  di  acqua  a  14°.  5  sciolgono  gr.  0,1618:  100  di  acqua  a  14°.  5 

sciolgono  gr.  1,074. 

«  Come  media,  1  parte  di  sostanza  richiede  quindi  per  sciogliersi  92,42  p. 
di  acqua  a  14".  5  C. 

«  Alla  temperatura  di  60°.  C  : 

I.  gr.  10,7606  di  acqua  sciolgono  gr.  0,224  di  sostanza:  100  sciolgono  2,08. 

II.  gr.  11,1372  di  acqua  sciolgono  gr.  0,2492:  100  sciolgono  2,23. 

1  p.  di  sostanza  richiede  quindi  46,40  p.  di  acqua  a  60".  C. 
«A  100°.  C: 

I.  gr.  14,9420  di  acqua  sciolgono  gr.  0,5834:  100  sciolgono  3,90. 

II.  gr.  11,4634  sciolgono  gr.  0,4667:  100  sciolgono  4,07. 


—  858  — 

«  Per  una  parte  di  sostanza  si  richiedono  perciò  come  media  25,09  di 
acqua  bollente. 

«  Per  la  solubilità  nell'  alcool  : 
18,918   di   alcool   di   90"   centesimali,   all'ebollizione    sciolgono   0,084   di 

sostanza:  100  sciolgono  0,444; 
26,954  di  alcool  di  90°   cent,  alla  temperatura  di   15"  sciolgono  0,0273: 

100  sciolgono  0,1014. 

«Per  conseguenza:  1  p.  di  sostanza  richiede  225,23  p.  di  alcool 
di  90°  cent,  all'ebollizione,  e  986,19  p.  di  alcool  della  stessa  concentrazione 
alla  temperatura  di  15°. 

«  L' analisi  ci  ha  fornito  questi  risultati  : 
gr.  0,4520  di  sostanza  diedero:  gr.  0,9086  di  CO> 

e  gr.  0,4160  di  H20. 

«  Il  che  corrisponde  a      54,81  °/o  di  C 

10,22    »    »  H. 

«La  forinola  CgHijNOj  richiede: 

C  Vi  —  54,96 
H   »  9,92. 

«  Nella  determinazione  dell'azoto,  eseguita  col  metodo  del  Dumas, 
gr.  0,3695  di  sostanza  diedero  ce.  35,5  di  azoto  alla  temperatura  di  19° 
e  sotto  la  pressione  di  753,5mm.  Il  che  corrisponde  a  10,942  °/o  di  N 

«Teoria  secondo  C6H13N02:  N  %  —  10,687. 

«  Come  tutti  gli  altri  ammido-acidi  questa  sostanza  dà  sali  cogli  acidi 
e  colle  basi.  Trattata  con  joduro  di  metile,  in  presenza  di  potassa,  reagisce 
vivamente  dando  il  joduro  d'una  base  ammonio,  stabile  anche  al  trattamento 
con  soluzione  di  potassa  all'  ebollizione,  come  fanno  gli  altri  «-amuiido-acidi 
monobasici  da  noi  studiati. 

«  Dei  sali  cogli  acidi  abbiamo  preparato  il  nitrato,  il  cloridrato  ed  il 
solfato;  dei  sali  colle  basi  abbiamo  preparato  il  sale  di  rame.  I  sali  cogli 
acidi  hanno  reazione  acida,  e  precisamente  manifestano  tanta  acidità  quanto 
corrisponde  all'acido  che  contengono,  motivo  per  cui  l'analisi  loro  si  può 
fare  molto  comodamente  e  rapidamente  con  una  soluzione  titolata  d'un  alcali; 
e  col  medesimo  procedimento  si  può  determinare  la  solubilità. 

«Nitrato.  CtlHl3N02.N03H.  Sciogliendo  l' ammulo-acido  nella  quan- 
tità voluta  di  acido  nitrico  e  concentrando  opportunamente,  cristallizza  il 
sale  in  bellissimi  aghi,  lunghi  e  schiacciati,  riuniti  a  fiocchi.  È  anidro  ;  fino 
a  100-110"  si  mantiene  inalterato.  Al  disopra  di  questa  temperatura  si  altera 
colorandosi  e  spandendo  vapori  rutilanti.  Neil'  acqua  calda  è  solubilissimo  ; 
nell'acqua  fredda  è  pure  discretamente  solubile. 

1.  100  p.  di  acqua  a  21°  sciolgono  26,21  di  sale  (determinazione  per  residuo) 
lì.  100  p.  di  acqua  a  21°  sciolgono  26,36      »      (determinazione  volumetrica). 

«  In  media  quindi  1  p.  di  sale  richiede  3,80  p.  di  acqua. 


—  859  — 

«Il  salo  è  pure  facilmente  solubili'  nell'alcool  bollente  e  dà  questo 
solvente  cristallizzabile. 

«  La  determinazione  dell'  acido  nitrico  fatta  volumetricamente  ha  dato  : 
per  gr.  0,3376  di  sale,  gr.  0,1102  di  N03H. 

Quindi N03H  %  32,62 

Teorico  per  C6H!3N02.N03H         »        »    32,47. 

«  Cloridrati).  (CoHnNCKh.HCl.  Come  è  indicato  dalla  formula,  è  costi- 
tuito da  due  molecole  di  ammido-acido  per  una  di  acido  cloridrico.  Il  sale 
contenente  una  molecola  dell'  uno  per  una  dell'  altro  non  ci  è  riuscito  di 
ottenerlo,  separandosi  sempre  nelle  diverse  condizioni,  anche  con  un  eccesso 
di  acido  cloridrico,  il  sale  suindicato.  La  stessa  cosa,  merita  di  esser  notato, 
vale  anche  pel  cloridrato  della  leucina  naturale  e  pel  cloridrato  della  leu- 
eina  sintetica  ottenuta  dall'aldeide  isovalerianica,  ossia  per  l'acido  «-ammido- 
isobutil-acetico.  Anche  per  queste  due  leucine  si  separa  sempre  il  cloridrato 
contenente  una  molecola  di  acido  per  due  di  leucina. 

«  Il  cloridrato  dell'  acido  a-ammido-capronico  normale  si  separa  dalla 
soluzione  acquosa  in  aghi  bianchi,  anidri,  stabili  anche  a  120";  molto  solu- 
bili nell'acqua,  specialmente  calda,  facilmente  solubili  anche  nell'alcool  bol- 
lente. Ricristallizzandolo  dall'acqua,  si  scinde  in  parte,  separandosi  l'ammido- 
acido  libero. 

«  La  determinazione  del  cloro,  in  vista  della  natura  speciale  del  sale, 
fu  fatta,  e  volumetricamente,  determinando  l'acidità,  e  per  pesata,  precipi- 
tando come  cloruro  d'argento. 

«  Colla  determinazione  volumetrica  gr.  0,299  di  sostanza  hanno  dato 
0,03586  di  cloro.  Quindi CI  %  —  11,98 

«Colla  determinazione  per  pesata  si  ottenne     »     »  11,96 

«Teorico  secondo  (CliH,3N02)iHCl     ...»     »  11,89. 

«Solfato.  (C(iH13NO»)2.SO.i  IL.  È  solubilissimo  nell'acqua  ed  abba- 
stanza solubile  anche  nell'alcool,  specialmente  a  caldo.  Dall'acqua  si  depo- 
sita in  forma  di  finissimi  aghi,  anidri  e  stabili  fino  a  120°;  trattato  con 
molt' acqua  si  scinde  separandosi  ammido-acido. 

«  La  determinazione  dell'acido  solforico,  fatta  volumetricamente,  ha  dato: 
Sostanza  gr.  0,420   ....     SO;  Hj  trovato  gr.  0,1137 

ossia  . SO,H2       »        °/o  —  27,04 

Teoria  secondo  (Cc H1;, NO >)2S04H2  ..  SOiH2    »  27,22. 

«  Sale  di  Rame.  Cu(CBH|3N02)i.  Questo  sale  si  può  ottenere  tanto 
facendo  bollire  una  soluzione  dell' ammido-acido  con  carbonato  ramico,  come 
pure  precipitando  una  soluzione  dell'ammido-acido  stesso  con  acetato  di  rame. 
Si  ha  in  ambi  i  casi  un  composto  cristallizzabile  di  color  bleu-chiaro,  pochis- 
simo solubile  nell'acqua  anche  bollente. 

«  Infatti  : 
da  gr.  133,749  di  soluzione  bollente  si  ebbero  gr.  0,0135  di  residuo. 

Rendiconti  —  Voi..  I.  112 


—  860  — 

«Percui  100  di  acqua  bollente   sciolgono  0,010  di  sale:  1  p.  di  sale 
richiede  quindi  10000  p.  di  acqua  bollente; 
da  gr.  200,0505  di  soluzione  a  20°  si  ebbero  gr.  0,0105  di  residuo. 

«  100  di  acqua  a  20°  sciolgono  0,00525  di  sale:  1  p.  di  sale  richiede 
circa  19000  p.  di  acqua  a  20". 

«  Il  sale  è  anidro, 
da  gr.  0,4195  di  sale  si  ebbero  0,1015  di  Cu  0. 

«  Per  cui Cu  trovato  °/o  19,43 

«  Calcolato  per  Cu(C6H13N02Ì2      Cu       »    19,51. 

Acido  a-ammido-metil-propil-acetico 

(  CH>CH2CH3 
C  ]  CH3 
|  f  NH, 
CO.H 

«Preparazione.  Quest' ammido-acido  si  preparò  facendo  reagire  metil- 
propil-chetone  con  acido  prussico  del  40  °/o  a  quantità  equirnolecolari,  trat- 
tando poscia  colla  quantità  voluta  di  ammoniaca  alcoolica  e  indi  saponificando 
il  nitrile  ottenuto  mediante  ebollizione  con  acido  cloridrico,  in  pallone  con- 
nesso con  refrigerante  a  riflusso.  Dal  prodotto  della  saponificazione  si  ottenne 
il  cloridrato,  estraendo  sistematicamente  con  alcool  assoluto  e  bollente;  e 
dal  cloridrato  si  separò  l' ammido-acido  trattando  con  ossido-idrato  d' argento, 
ed  evaporando  la  soluzione  dopo  averla  liberata  dall'argento  disciolto  con 
idrogeno  solforato. 

«  Proprietà.  L' acido  a-ammido-metil-propil-acetico  è  solubilissimo  nel- 
l' acqua  calda,  ed  ancor  molto  solubile  nell'acqua  fredda  in  confronto  agli 
altri  ammido-acidi ;  facilmente  solubile  nell'alcool  bollente;  e  poco  nell'alcool 
freddo.  E  per  questa  maggiore  solubilità,  che  è  comune,  per  quanto  si  sa 
finora,  agli  ammido-acidi  terziarii,  si  distingue  dalle  leucine  isomere 
secondarie. 

«Dall'acqua  cristallizza  in  bellissimi  e  lunghi  aghi  splendenti,  anidri. 
Riscaldato  sulla  lamina  si  volatilizza;  al  tubetto,  sublima  verso  180°  scom- 
ponendosi, senza  fondersi. 

100  p.  di  acqua  a  13°  sciolgono  15,20  di  sostanza; 
1  p.  di  sostanza  richiede  perciò  6,58  p.  di  acqua  a  13°. 

«  Dall'  alcool  cristallizza  in  finissimi  aghi. 

«L'analisi  elementare  diede  i  seguenti  risultati: 

,         ntMnA.       ,  ■    ,,  l  0,3690  di  H20  quindi  H  %  —  10,21 

da  gr.  0,4019  di  sostanza  n  ebbero  gr.  j  ^^  ^  ^  Q    '        ^ 

«Teoria  secondo  CGHi3N02 H%-   9,92 

C    »  —54,96. 
«Per  l'azoto  da  gr.  0,4296  di  sostanza  si  raccolsero  ce.  41,2  di  azoto 
a  20°  e  754  mm. 


—  8(31  — 

«Perciò N  %  —  trovato.  10,87 

«La  forinola  CGHi3NOj  richiede  N  %  —  10,68. 
«  Trattando  la  sostanza  con  joduro  di  metile,  in  presenza  di  potassa,  si 
ha  reazione  energica  con  formazione  del  joduro  della  base  ammonio,  stabile, 
possedente  le  reazioni  alcaloidiche. 

«  Anche  per  questo  ammido-acido  abbiamo  preparato  il  nitrato,  il  clo- 
ridrato,  il  solfato  ed  il  sale  di  rame. 

■  Mirato.  CuHiuNOi.NOaH.  Sciogliendo  l'ammido-acido  nella  quantità 
volata  di  acido  nitrico  e  poscia  concentrando  a  piccolo  volume,  ottiensi  il 
sale  cristallizzato  in  piccoli  prismi  anidri,  solubilissimi  nell'acqua  calda,  ed 
ancor  molto  nella  fredda;  molto  solubili  pure  nell'alcool. 

«  La  determinazione  dell'  acido  nitrico  diede  : 
per  gr.  0,3435  di  sale,  gr.  0,1115  di  NO^H 

e  per  conseguenza NO;!H  °/o  trovato  32,46 

«La  teoria  secondo  C6 H,3 NOi . N03 H  richiede  N03H  %  32,47. 
«  Cloridrato.  CcH13NO)  .HC1  ~.  Questo  sale  cristallizza  dalla  soluzione 
acquosa  molto  concentrata  in  prismi  trasparenti,  ben  sviluppati,  anidri.  È 
un  cloridrato  normale  a  differenza  di  quelli  della  leucina  naturale  e  delle 
altre  leucine  secondarie  note  finora.  La  determinazione  dell'acido  cloridrico 
ha  infatti  dato  : 

volumetricamente  .     .     21,  62  °/o  di  HC1  ; 
per  pesata     .     .     .     .     21,54  »     »     » 
«  La  formula  CGHl3X02.  HC1  richiede  21,43  %  di  HC1. 
«  È  molto  solubile  nell'acqua,  anche  a  temperatura  ordinaria.   A  27°, 
100  di  acqua  sciolgono  111,  11  di  sale. 

Solfato.  (C6H|3N02)).  SOiH».  Cristallizza  dall'acqua  iu  piccoli  prismi 
solubilissimi  a  caldo  e  molto  solubili  anche  a  freddo.  A  13°,5,  100  di  acqua 
dolgono  141,52  di  sale.  È  pur  facilmente  solubile  nell'alcool  a  caldo. 
«  L'analisi  ci  ha  dato: 
da  gr.  0,3480  di  sale  gr.  0,0955  di  SOìH, 
«  Quindi         SOiH,  %     •     •     •     •  27,44 
.<  Teoria  per  (C6H13N04),.  SO;H2     27,22%  di  S04H,. 
«  Sale  di  rame.  Cu  (CcH^NOi),.  Facendo  bollire  la  soluzione  dell' ammi- 
doacido  con  carbonato  di  rame,  ottiensi  un  liquido  di  color  bleu  cupo,  con 
riflesso  viola,  dal  quale,  per   concentrazione,   si  deposita  il   sale  in  piccoli 
prismi  di  color  bleu,  anidri,  che,  a  differenza  dei  sali  di  rame  degli  ammido- 
acidi  isomeri  secondari,   è  molto   solubile  a   caldo,    e  relativamente   molto 
anche  a  freddo. 

«  Alla  temperatura   di  22°.  gr.  3,8074  di  acqua  sciolgono  gr.  1,0496 
di  sale,  perciò:  100  di  acqua  a  22°  sciolgono  27,5  di  sale, 
da  gr.  0,4028  di  sale  ebbero  gr.  0,788  di  Cu. 

«  Per  cui Cu%  19,54 

«Teoria  secondo  Cu^oHnNO»),     Cu  »    19,51. 


—  862  — 
«  Per  far  meglio  risaltare  le  proprietà  dei  due  ammido-acidi  ora  descritti 
in  confronto  di  quelle  delle  sostanze  isomere  finora  conosciute,  raccogliamo 
le  une  e  le  altre  nel  seguente  specchio,  avvertendo  che  per  la  leucina  natu- 
rale e  per  l'acido  «-ammido-isobutil-acetico  non  ci  siamo  contentati  dei 
dati  che  si  possedevano  sin  qui,  ma  abbiam  voluto  studiare  nuovamente  le 
principali  proprietà  delle  sostanze  medesime  e  dei  derivati  più  importanti. 


Leucina  naturale 
ottenuta  dalla  ca- 
seina con  acido 
cloridrico 

Acido  a-ammido 

isobutil-acetico. 

Dall'aldeide  iso- 

-valerianica. 

Acido  7.-ammido 
capronico  norma- 
le. Dall'  aldeide 
valer,  normale. 

Acido  a-ammido 

metil-propil-aee- 

tico  dal   propil- 

metilchetone. 

Acido  a-ammido 
àietil-ac.  Prepa- 
rato dal  Tiemann 
dal  dietilchetone. 

Forma  cristal- 
lina 

Squame 

Squame 

Pagliette 

Aghi 
splendenti 

Tavole  o  pri- 
smi splendenti 

Solubilità  Del- 
l' acqua 
»    nell'acqua 
a  60" 
>      »   a  100° 

1  p.  in  38,44 
a  14°.5 

1  p,  iu  26,67 
1  p.  in  11,35 

1  p.  in  99 
a  140.5 

1  p.  in  56 
1  p.  in  28,12 

1  p.  in  92,42 
a  14".5 

1  p.  in  46,4 
1  p.  in  15,09 

1  p.  in  6,58 
a  13°. 

solubilissimo 

Facilmente  so- 
lubile 

Solubilità  nel- 
l'alcool di  90° 
voi.  bollente. 

1  p.  in  50 

1  p.  in  50" 

1  p.  in  225,23 

molto  solubile 

— 

Comportamen- 
to alla  luce 
j    polarizzata. 

Debolmente 
levogira 

— 

— 

— 

Nitrato 

Lunghi  prismi 
schiacciati.  La 
soluz.  acquosa 
devia  a  destra 
1  p.  di  sale  si 
scioglie    in    p. 
2,04  di  acqua 
a  21°. 

Grossi  prismi 
1  p.  di  sale  si 
scioglie  in  8,93 
di  acqua  a  21°. 

Lunghi  aghi 
schiacciati.  1  p. 
di  sale  si  scio- 
glie in  3,80  di 
acqua  a  21°. 

Piccoli  prismi 
solubilissimi 
nell'  acqua. 

— 

Cloridrato 

Costituito  se- 
condo: 

(C6HiaNOs)i.HCI- 

Prismi.  Devia 
a   destra.  Più 
solubile  del  ni- 
trato. 

Costituito  se- 
condo: 

(C6H,3NOo),.HCl. 
Prismi  splen- 
denti.   Facil- 
mente solubile 

Costituito  se- 
condo : 

(C6H,3SO„  ...ll'l. 
Aghi    bianchi. 
Facilmente  so- 
lubile. 

Costituito  se- 
condo : 

C6H13N02.HC1 
Prismi  traspa- 
renti ben   svi- 
luppati. Solu- 
bilissimo. 

— 

Solfato 

Aghi  fini;  de- 
via  a  destra. 
Solubilissimo. 

Piccoli  prismi 
Molto  solubile. 

Prismi  ben  svi- 
luppati dall'al- 
cool. Molto  so- 
lubile. 

Piccoli  prismi 
Solubilissimo. 

— 

Sale  di  rame. 

Piccoli  cristal- 
li dicolorbleu- 
chiaro.   Poco 
solubile. 

Picculi  cristal- 
li di  color  bleu- 
chiaro. Pochis- 
simo  solubile 

Piccoli  cristal- 
li di  color  bleu- 
chiaro.  Pochis 
simo    solubile 
1  p.  di  sale  in 
10000  di  acqui 
bollente. 

Piccoli  prismi 
di  color  bleu. 
Facilmente  so- 
lubile. 

1  p.  di  sale  in 

3,66  di  acqua 

a  22°. 

Pagliette  di  co- 
lor bleu-viola. 

—  863  — 

MEMORIE 
DA  SOTTOPORSI  AL  GIUDIZIO  DI  COMMISSIONI 

D.  Lovisato.  Una  pagina  di  preistoria  sai'da.  Presentazione  del  Socio 

PiGOBINI. 

L.  Manfredi.  Di  un  nuovo  micrococco  nella  patogenesi  di  una  forma 
sperimentale  di  tumori  da  infezione.  Presentazione  del  Socio  Blaserna,  a 
nome  del  Socio  Trinchese. 

PERSONALE  ACCADEMICO 

Il  Presidente  Fiokelli  presenta  alla  Classe  il  Socio  nato  Teodoro  von 
Sickel,  Direttore  dell'Istituto  austriaco  di  studi  storici  in  Roma. 

Il  Segretario  Cartjtti  dà  comunicazione  della  seguente  lettera,  colla 
quale  il  prof.  Giuseppe  de  Leva  ringrazia  per  la  sua  nomina  a  Socio  nazio- 
nale dell'Accademia. 

Perillcstri  Viro  FRANCISCO  BRIOSCHI  Ltnceoedm  Principi. 

Universae  Lynceorum  societati,  quae  me  inter  sodales  suos  ordinarios  italicos  cooptavit. 
Tibique  in  primis,  illustrissime  Vir,  qui  Lynceorum  Princeps,  officiosa  admodum  comitate, 
me  tanto  sodalitio  adnumeratum  renunciasti,  et  tessarum  -aeneam,  collati  honoris  signum, 
mibi  tradendam  curasti,  quam  maxiraas  gratias  et  ago  et  semper  habebo. 

Honorificentissimus  hic  titulus,  quo  dignatus  sum,  mihi  sane  maximo  incitamento  erit, 
u }  quidquid  ingenii,  quidquid  virium,  quidquid  sedulitatis  in  me  est,  id  omne  in  ipsius 
Societatis  incrementum  libentissime  conferam. 

Jampridem  fortasse,  praeclarissime  Vir,  Tibi  me  rescripturum  fuisse  credideris  litteris 
tuis,  datis  Eomae  IV  nonas  septembris,  quas  tamen  non  nisi  III  Kalendas  decembris  me 
accepisse  fateor. 

Ut  ea,  qua  soles,  humanitate  et  benevolentia  me  quovis  tempore  prosequi  velis,  Te 
oro  atque  obtestor  ;  et  vale. 

Datum  Patavii  Kal.  Decembris  a.  1885. 

Joseph  Db  Leva 

Il  Segretario  C'arutti  ricorda  all'Accademia  che  l'illustre  suo  Socio 
straniero,  Leopoldo  von  Ranke  compirà  il  21  dicembre  corr.  il  suo  90" 
anno  di  età,  e  propone  che  gli  sia  inviato  un  telegramma  di  congratula- 
zione e  di  auguri. 

L'Accademia  unanime  approva  tale  proposta. 

PRESENTAZIONE  DI  LIBRI 

Il  Segretario  Carutti  presenta  le  pubblicazioni  giunte  in  dono,  segna- 
lando le  seguenti  inviate  da  Soci  e  da  estranei. 


—  864  — 

G.  Boccardo.  Discorso  pronunciato  in  Senato  nella  seduta  del  30 
novembre  1885. 

Id.  Spontaneità  ed  artificio  nella  espansione  coloniale. 

G.  Minoglio.  Moncalvo,  Cenni  storici  —  Miscellanea  Monferratese. 

Sante  Simone.  Il  mostro  della  Puglia. 

Lo  stesso  Segretario  presenta  inoltre  l'opera  di  G.  Claretta.  La  suc- 
cessione di  Emanuele  Filiberto  al  trono  sabaudo,  e  la  prima  ristorazione 
della  casa  di  Savoja,  e  ne  discorre  ('). 

Il  Presidente  presenta  il  Voi.  XIII  delle  Memorie  della  Classe  di 
scienze  morali,  storiche  e  filologiche. 

Il  Socio  Lanciani  fa  omaggio  del  Voi.  II  delle  sue  Dissertazioni  archeo- 
logiche ed  un  Supplemento  al   Voi.    VI  del  C.  I.  L. 

Lo  stesso  Socio  presenta  una  dissertazione  del  eh.  sig.  Giuseppe  Gatti 
intorno  alla  lex  Horreorum,  il  testo  della  quale,  benché  mutilo,  è  stato 
ritrovato  nel  terreno  Fellini  fuori  la  porta  Salaria. 

La  lastra  marmorea,  sulla  quale  è  inciso  il  documento,  dovea  essere 
affissa  in  origine  sulla  porta  delle  Horrea  Galbana,  nella  regione  XIII 
(Prati  di  Testaccio).  Il  documento  contiene  primieramente  l'avviso  di  loca- 
zione dei  magazzini,  a  partire  dal  giorno  dell'affissione  di  detto  avviso,  e 
successivamente  d'anno  in  anno  a  partire  dal  13  di  dicembre;  contiene  in 
secondo  luogo  il  capitolato  di  appalto,  che  regola  i  -diritti  ed  i  doveri  del 
locatore  e  dell'affittuario. 

Il  Socio  Lanciani  parla  quindi  degli  scavi  che  si  stanno  attualmente 
eseguendo  nel  sito  preciso  delle  Horrea  Galbana.  sotto  il  Testaccio,  e  di- 
mostra come  il  tipo  dell'edificio  corrisponda  esattamente  col  tipo  delle 
Horrea  scoperto  di  recente  in  Ostia,  in  Porto,  ed  in  Roma  stessa  sulla  sponda 
del  Tevere  alla  Farnesina. 

CORRISPONDENZA 

Il  Segretario  Carutti  dà  comunicazione  della  corrispondenza  relativa 
al  cambio  degli  Atti. 

Eingraziano  per  le  pubblicazioni  ricevute: 

La  E.  Accademia  delle- scienze  di  Lisbona;  la  E.  Società  di  fisica  e  la 
Società  geologica  di  Edimburgo;  la  E.  Società  zoologica  di  Amsterdam;  la 

(')  Vedasi  Bibliografia  storica,  a  pag.  835. 


—  865  — 

Società  filosofica  americana  di  Filadelfia  ;  la  Biblioteca  nazionale  di  Firenze  ; 
le  civiche  Biblioteche  di  Vercelli  e  di  Reykjavik. 

Annunciano  l'invio  delle  loro  pubblicazioni: 
Il  Ministero  dell'Interno  ;  il  R.  Istituto  di  studi  superiori  di  Firenze  ; 
la  Società  olandese  delle  scienze  e  la  Società  di  storia  patria  di  Jena;  il 
Museo  Teyler  di  Harlem. 

Ringrazia  ed  annuncia  l'invio  delle  proprie  pubblicazioni  : 
La  Società  antropologica  di  Vienna. 

D.  C. 


INDICE  DEL  VOLUME  I.  -  RENDICONTI 


INDICE  PER  AUTORI 


Accademia.  Nomina  i  Soci  Ganniszaro,  Bla- 
serna  e  Briosi  a  far  parte  della  Commis- 
sione pel  concorso  all'Ufficio  di  Segretario 
generale  della  Società  dei  Viticultori  ita- 
liani. 25. 

—  Delega  il  •  ta  a  rappresentarla  alla 

Commemorazione   del  Socio    G 
Pianezza.  25. 

—  Delibera  che  sia  prorogato   al  30  aprile 

1S88  il  premio  del  Ministero  della  P.  I. 
a  tema  fìsso,  scaduto  col  30  aprile  1884. 
101.  149. 

—  Ringrazia   il  conte  Miniscalchi  Erizzo,  lei 

dono  di  carattere  siriaco.  169. 

—  Delibera  unanime  di  ringraziare  S.  M.  il 

Re  per  l'iniziativa  da  Lui  presa  per  la 
pubblicazione  delle  opere  Vinciane.  343. 

—  Riceve  invito  dalla  E.  Deputazione  sovra 

gli  studi  di  storia  patria  per  le  antiche 
Provincie  e  la  Lombardia,  di  assisti 
3°  Congresso  storico  italiano.  6  17. 

—  .Approva  l'invio  di  un  telegramma  di  con- 

gratulazione  e   di  angari    al    Soci  i 
Ranke,  in  occasione  del  di  lui  90°  com- 
pleanno. 863. 
Agamennone.  «  Sul  grado  di  precisiona  nella 
determinazione  della  densità  dei  gas».  105. 

—  «  Determinazione  della  densità  dell'aria  ». 

111. 
Agamennone  e  Bonetti  «  Sulla  deformazione 
prodotta  in  vasi  'li  vetro  da  pressioni  in- 
terne ».  665.   6!  9. 

ri  1  11 .  cancelleria  di  Egitto 


nel  XIV  secolo,  per  alcuni  Cipi  ili  Stati 
italiani  ».  777. 
Arzelà  «  L'n  teorema  intorno   alla   serie  di 
funzioni  ».  202. 

—  «  Sulla  integrabilità  di  una  serie  di  fini- 

zioni ».  321. 

—  «  Sulla  int  frazione  per  serie  ».  532.  566. 

—  «Sopra  una   certa   estensione  di   un  I 

ri  ma  rei  itivo  alle  serie  trigonometriche  ». 
637. 
Ascoli    Gr.    Presenta   una   pubblicazione    del 
sig.   Biffi.  100. 

—  Riferisce  sul  concorso  ai  premi  del  Mini- 

stero  della   Pubblica    Istruzione   per    le 
Scienze  filologiche,  pel  1883-81.  419. 

—  Id    sul  concorso  al  premio  Uà  Cuhha  pel 

1884.  435 
Ascoli  M.  «  Sopra  un  metod  i  per  la  calibra- 
zione elettrica  di  un  filo  metallico  ».  197. 

—  «  Sopra  le  correzioni  di  calibrazione  ».  165. 

538. 

B 

Baeyeb.  Annuncio  della  sua  morte.  701. 

Basilari.  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad 
esa  ne,  una  Memoria  del  si  ;  ,  197. 

Barnabei.  «  Di  un  vaso  di  Metaponto  con  al- 
fabeto greco  delle  colonie  achee  dell' 
lia  meridionale  ».  2-rl. 

—  «  Sopra    un    frammento    epigrafico   latino 

relativo  ai  Fasti  Sabini  ».  778. 
Babtoli.  «Su  la  conducibilità  eletti 
combinazioni   del    carbonio    el  in 
sulla  conducibilità  delle  animili,  dei  ni- 
!  ii  Ieri  vati  ecc.  ».  546. 


RENDICO    li 


VOL    I. 


113 


—  868  — 


—  «  La  conducibilità  elettrica  delle  mesco- 

lanze di  combinazioni  organiche  ».  550. 

—  «  La  conducibilità  elettrica  di  alcuni  com- 

posti organici  allo  stato  solido  ».  569. 

—  «  Sulla  dipendenza  della  conducibilità  elet- 

trica della  dietilammina  dalla  tempera- 
tura ».  572. 

—  «  La  conducibilità  elettrica  delle  resine  ». 

586. 

—  «  Densità  di  un  solido  in  cui  entrano  tutti 

i  corpi  semplici,  e  suo  confronto  con  la 
densità  media  della  terra  ».  596. 

Bartoli  e  Papasogli.  «  Sintesi  di  alcuDi  nuovi 
composti  che  derivano  dal  Mellogeno  »  590. 

Bartoli  e  Stracciati.  «  Eevisione  di  alcune 
misure  calorimetriche  ».  541.  573. 

Eattaglini.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice  della  Memoria  Porchiesi.  775. 

—  Riferisce  sul  concorso  al  premio  Reale  per 

la  Matematica  pel  1883.  410. 

—  Id.  sul  concorso  ai   premi   del  Ministero 

della  Pubblica  Istruzione  per  le  Scienze 
matematiche,  pel  1883.  433. 

—  «  Intorno  ad  un'  applicazione  della  teoria 

delle  forme  binarie  quadratiche  all'inte- 
grazione dell'equazione  differenziale  ellit- 
tica ».  653. 

—  «  Sulle  forme  binarie  bilineari  ».  691. 
Battelli.  «  Conseguenze  di  una  nuova  ipotesi 

di  Kohlrausch  sui  fenomeni  termo-elet- 
trici ».  117. 

—  «  Sui  fenomeni  termici  che  accompagnano 

la  formazione  dei  miscugli  di  sostanze  non 
metalliche  ».  646. 

Battelli  e  Martinetti.  «  Sui  calori  specifici 
e  di  fusione  di  sostanze  non  metalliche  ». 
621. 

Battelli  e  Palazzo.  Inviano  per  esame  la 
loro  Memoria:  «  Sulle  variazioni  di  volume 
di  alcuni  corpi  per  effetto  della  fusione  ». 
147.  —  Sua  approvazione.  211. 

Bellocci.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria  : 
«  Intorno  all'  apparato  olfattivo  ed  olfat- 
tivo-ottico  dei  Teleostei  ».  22.  —  Sua  ap- 
provazione. 55. 

—  «  Del  fuso  direzionale  e  della  formazione 

di  un  globulo  polare   nell'  ovulo  ovarico 
di  alcuni  mammiferi  ».  285. 
Beltrami.   Fa   parte  della  Commissione  per 
V  esame  della  Memoria  Mannheim.  296. 


Besso.  «  Sopra  una  classe  di  equazioni  diffe- 
renziali lineari  del  quarf  ordine  e  sul- 
l' equazione  del  quinto  grado  ».  183.233. 

. —  «  Sulle  equazioni  tvinomie  e.  in  partico- 
lare, su  quelle  del  settimo  giado  ».  237. 

Betocchi.  Presenta  le  pubblicazioni  dei  si- 
gnori: Giambastiani.  23.  43  ;  Ragona.  23. 
212.  313.  340;  Bocci.  55;  Colbertahlo, 
Mcllisurgo.  297. 

—  «  Effemeridi  e  statistica  del  fiume  Tevere 

prima  e  dopo  la  confluenza  dell'Aniene, 
e  dello  stesso  fiume  Aniene  durante  l'an- 
no 1884  ».  255. 

Betti.  Fa  parte  della  Commissione  esamina- 
trice del  concorso  al  premio  Beale  per 
la  Matematica,  pel  1883.  410. 

Bianchi.  «  Sopra  i  sistemi  tripli  ortogonali 
di  Weingarten  ».  163.  243. 

Blasé rna  (Segretario).  Comunica  la  corrispon- 
denza relativa  al  cambio  degli  Atti.  23. 
55.  148.  212.  297.  345.  499.  581.  606. 
636.  652.  689.  702.  733.  751.  767.  833. 

— ■  Dà  comunicazione  dei  programmi  di  con- 
corsi a  premi  banditi  da  Ministeri,  Isti- 
tuti, Accademie  ecc.  25.   119.  606. 

—  Presenta  le  pubblicazioni  dei  Soci;  Capel- 

lini. 340  :  Carnei.  22.  688  ;  Celoria.  212; 
De  Candolle.  22;  De  Gasparis.  832;  De  Pao- 
lis.  290;  De  Zigno.  296.  340. 688;  Grove.22; 
v.  Helmholtz.  55;  Kanitz.  296.  750;  v. 
Kokscharow.  606;  Kronecker,  Le  Jolis.  296; 
Mailer.  581;  Owen-  55;  Paci  notti.  296; 
Paterno.  636;  v.  tìalh.  22.  212.  296.  497. 
688.751;  Saint-Uilaire.  581;  Taramela 
148;  Tardy.  22;  Thomson.  148  ;  Turazza. 
340;  Ziltel.  581. 

—  Presenta  le  opere  inviate  in  dono  dai  si- 

gnori: Argentina.  340;  Benediht.  832;  Bom- 
bicci-  497  ;  Brien  de  Haans ,  Carus.  22  ; 
De  Bach.  340;  De  Botella  y  de  Hornos.  560; 
Gatta.  22  ;  Grani.  1 48;  Lanzi,  Lovisato.  22; 
Luvini.  100;  Laur.  149;  Pantanelli.  22; 
Prampero.  296;  Saccardo.  212;  Terriyi. 
832  ;  Zwetaieff.  497  ;  Weyrauch.  296. 

—  Presenta  una  Relazione    del  Municipio  di 

Roma.  23  ;  i  volumi  della  Relazione  sui 
risultati  scientifici  della  spedizione  del 
«  Challenger  ».  53.  296.  497.  688.  832  ; 
la  Parte  II  della  «  Triangolazione  della 
Svizzera  ».  148;  le  pubblicazioni  dell' Uf- 


—  869  — 


licio  Centrale  di  Meteorologia  italiana. 
832. 

—  Annuncia  la  morte  de'  Soci:  Rossetti.  331; 

Remar.  581;   Villa.  581;  Ponzi.  829. 

—  Legge  un  CenLO  necrologico  del  Socio  Ros- 

selli. 331;  Ponzi.  829. 

—  Comunica  l'elenco  dei  lavori  presentati  per 

concorrere  al  premio  di  S.  M.  il  Re  per 
V  Astronomia  pel  1884.  56. 

—  Id.  pel  premio  Carpi.  56. 

—  Id.  pei  premi  del  Ministero  della  Pubblica 

Istruzione  pel  1885.  343. 

—  Presenta,  perchè  siano  sottoposte  ad  esame, 

le  Memorie  dei  signori:  Righi.  22.  7.74; 
Battelli  e  Palazzo.  147;  Bombicci.  336: 
Mengarini  e  Colasanti.  559. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

della  Memoria  Ciamician  e  Magnaghi.  767. 

—  Riferisce  sulle  Memorie:  Balletti  e  Palazzo. 

211;  Righi.  310;  Colasanti  e  Mengarini. 
828. 

—  È  nominato  a  far  parte  della  Commissione 

pel  concorso  all'  ufficio  di  Segretario  ge- 
nerale della  Società  dei  Viticoltori  ita- 
liani. 25. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  ai  premi  del  Ministero  della 
Pubblica  Istruzione  perle  Scienze  fisico- 
chimiche,  pel  1884.  422. 

—  Fa  una  comunicazione   relativa   all'  invio 

in  Spagna  di  una  Commissione,  posta  sotto 
il  patrocinio  dell'  Accademia,  per  istu- 
diarvii  terremoti,  e  presenta  il  programma 
degli  studi  da  compiersi.  297. 

—  Presenta  i  plichi  suggellati  inviati  dai  si- 

gnori; Nobili,  Carega  di  Muricce.  24. 

—  Presenta  la  copia  in  argento  di  una  me- 

daglia d'  oro  commemorativa  offerta  al 
Socio  Meneghini.  147. 

—  Dà  parte  di  una  lettera  di  ringraziamento 

del  Presidente  della  Società  dei  viticol- 
tori italiani.  298. 

—  «  Sulla  conferenza  internazionale  di  Vienna, 

per  l'adozione  di  un  corista  uniforme». 
195. 

Boccabdo.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  al  premio  Reale 
per  le  Scienze  sociali  ed  economiche  pel 
1883.  400. 

Rodio.  «  Del  movimento  della  criminalità  in 


Italia  e  di  alcuni  indici  del  progrosso 
morale  ed  intellettuale  ».  819. 

Bombicci.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria: 
«  Sulle  cause  della  grandine  e  dei  feno- 
meni concomitanti  ».  836. 

BONATELLI.  «  L'Impensabile.  Nota  logico-psi- 
cologica ».  213. 

Bosetti.  V.  Agamennone. 

Bonghi.  Fa  parte  della  Commissione  esamina- 
trice della  Memoria  Chiappelli.  42. 

Bonizzi.  «  Intorno  ai  corpuscoli  ferruginosi  e 
magnetici  dell'  atmosfera  ».  292. 

Beandileone.  «Notizia  del  Prochiron  le- 
gum,  contenuto  nel  Codice  vaticano 
greco,  S15  ».  507. 

Beioschi.  «  Sulla  trasformazione  delle  fun- 
zioni iperellittiche  del  primo  ordine». 315. 

—  «  Sopra  una  proprietà   della   ridotta  del- 

l' equazione  modulare  di  ottavo  grado  ». 
514.  583. 

—  «  Le  equazioni  modulari  nella  trasform  t- 

zione  del  terzo  ordine  delle  funzioni  ipe- 
rellittiche a  due  variabili  ».  169. 
Briosi.  È  nominato  a  far  parte  della  Com- 
missione pel  concorso  all'ufficio  di  Segre- 
tario generale  nella  Società  dei  Viticol- 
tori italiani.  25. 


Cailletet.  «  Nouveao  proce'de"  poor  obtenir 
la  liquéfation  de  l'oxygène  »■  451. 

Canoini.  «  Sull'igrometro  di  Edelmann  ».  415. 

Cannizzaeo.  Presenta  le  pubblicazioni  dei  si- 
gnori: Pirutta.  23  ;  Mauro,  Nasini  e  Pic- 
cini. 23. 

—  Presenta  una  «  Relazione  sulle  ptomaine. 

in  riguardo  alle  perizie  tossicologiche  ». 
498. 

—  E  nominato  a  far  parte  della  Commissione 

pel  concorso  all'ufficio  di  Segretario  ge- 
nerale della  Società  dei  Viticultori  ita- 
liani. 25. 

—  Fa  parte  della  Commissione   esaminatrice 

del  concorso  ai  premi  del  Ministero  della 
Pubblica  Istruzione,  per  le  Scienze  fisico- 
chimiche, pel  1884.  422. 

—  Presenta,  perchè  siano  sottoposte  ad  esame, 

le  Memorie  dei  signori  Ciamician  e  Silber- 
336  ;  Ciamician  e  Magnaghi.  161. 


—  870  — 


—  Riferisce  sulle  Memorie   Ciamician  e  5(7- 

ber.  497  ;  Ciamician  e  Magnaghi.  767. 

—  «  Sulla  costituzione  della  santonina  ».  703. 

Cantoni  G.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice delle  Memorie  :  Battelli  e  Pa- 
lazzo. 211;  Righi.  310. 

—  Riferisce  sul  concorso  ai  premi  del  Ministero 

della  Pubblica  Istruzione  per  le  Scienze 
fisico-chimiche,  pel  1884.  422. 

—  «  L'Eliografo  inglese  e  il  lucimetro  italiano 

applicati  alla  meteorologia  agraria  ».  7. 
Castoni  C.  È  annunciata  la  sua  elezione  a 

Socio  corrispondente.  732. 
Canzoneki  e  Oliveri.  «  Sopra  un  nuovo  bi- 

bromofurfurano  ».  335. 
Capellini.  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad 

esame,  una  Memoria  del  sig.  Lovisato.  22. — 

Riferisce  su  questa  Memoria.  336. 

—  «  Del  Zifioide  fossile   (Chonezipliius  plani- 

rostris)  scoperto  nelle  sabbie  plioceniche 
di  Fangonero  presso  Siena  ».  6. 

—  «  Resti  fossili  del  Dioplodon  e  Mesoplodon 

raccolti  nel  Terziario  superiore  in  Italia». 
171. 

—  «  Sulle  rocce  vulcaniche  di  Montecatini  e 

Orciatico  nella  provincia  di  Pisa  ».  437. 
516. 

Caporali  e  Del  Pezzo.  «  1.°  Sulla  geometria 
dei  complessi  lineari  di  rette  e  sulle  loro 
coordinate  proiettive.  —  2.°  Sulle  super- 
fìcie di  Pliicker  nei  complessi  di  rette  del 
2"  grado  ».  528. 

Cabli.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria:  «  Or- 
dini amministrativi  dei  Comuni  di  Gar- 
fagnana,  dai  tempi  più  antichi  al  secolo 
presente  ».  168. 

Carrara.  Fa  parte  della  Commissione  esami- 
natrice del  concurso  al  premio  Reale  per 
le  Scienze  giuridiche,  pel  1883.  406. 

Carutti  (Segretario).  Comunicala  corrispon- 
denza relativa  al  cambio  degli  Atti.  41. 
100.  169.  253.  389.  562.  606.  636.  652. 
689.  702.  733.  751.  793.  864. 

—  Dà  comunicazione  dei  programmi  di  con- 

corsi a  premi  banditi  da  Istituti,  Acca- 
demie ecc.  102.  169. 

—  Presenta  la  sua  pubblicazione:  «  Umberto  I 

(Biancamano)  e  Re  Arduino  ».  99. 

—  Presenta  le  pubblicazioni  dei  Soci:  Amari. 

7o0;  Boccardo.  606.  864;  Donatelli.  560; 


Bàcheier,  Canta.  43;  De  Laveleye.  251; 
Delislc.  790;  Fiorentino.  310;  Gregorovius. 
251;  Helbìg.  43;  Lampertieo.  560.  688; 
Le  Blant.  310;  Levasseur.  169.  636.  790; 
Luzzatti.  99;  Mailer.  43;  Nigra.  767; 
Paoli.  497;  Paris.  43.  387;  Taine.  43: 
Tommasì-Crudeli.  560  ;  Whitney.  750. 

—  Presenta  le   pubblicazioni  inviate  in  dono 

dai  signori  :  Aliarci.  387  ;  Ardissone.  560; 
Ddzani.  169;  Cadorna.  310;  Clarclla.  864; 
D. invila  y  Colludo.  43;  Federici.  310;  Ght- 
vizzani.  560  ;  Giorgi.  1 69;  Lacoinle  e  Del- 
pech.  387;  Lucascevic  497;  Minoglìo.  864; 
■  Pisani.  560  ;  Sante  Simone.  864;  Silvestri. 
560;    Vanderkin  lere.   169. 

—  Ragguaglia  l'Accademia  sullo  stato   della 

stampa  del  Codice  Aslcnse.  793. 

—  Presenta  le   pubblicazioni  dell'Accademia 

della  Crusca  e  dell'Università  di  Edim- 
burgo. 251  ;  un  fascicolo  pubblicato  in 
onore  di  Q.  Sella.  560;  alcune  pubblica- 
zioni della  Deputazione  di  Storia  patria 
di  Torino.  99  ;  una  pubblicazione  del- 
l'Università di  Kieff.  99  ;  una  rara  edi- 
zione, donata  dal  Midistero  dell'Interno, 
di  un'opera  di  L.  Cibrario  e  lì.  C.  l'romis. 
310. 

—  Presenta,  discorrendone,   due  volumi  del- 

l'editore Vigliardi  e  una  pubblicazione 
dell' avv.   Rusconi.  791. 

—  Propone  l'invio  di  uu  telegramma  di  con- 

gratulazione e  di  auguri  al  Socio  von 
lianke.  863. 

—  Legge  l' elenco  dei   lavori    presentati  per 

concorrere  al  premio  istituito  da  S.  M. 
il  Ee  per  le  Scienze  filosofiche  e  morali, 
prorogato  al  1884.   101. 

—  Id.  del    premio   Reale    per  la   Filologia  e 

Linguistica  pel  1884.  102. 

—  Id.  pei  concorsi  a  premi  del  Ministero  di 

Pubblici  Istruzione,  pel  1885.  388. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  al  premio  Reale  perle  Scienze 
giuridiche,  pel  1S83.  406. 

—  Ricorda  l'anniversario  della  morte  del  Pre- 

sidente Q.  Sella,  e  comunica  il  telegramma 
inviato  dal  Presidente  Drioschi  alla  ve- 
dova signora  Sella.  250. 

—  Legge  un  cenno  necrologico  del  Socio  Mor- 

purgo.  250. 


—  S71  — 


—  Comunica  le  condoglianze  inviate  da  So- 

cietà scientifiche  in  occasione  della  morte 
del  Presidente  onorano   T.  Mamiani.ASTt. 

—  Annuncia  il  dono  di  carattere  siriaco,  fatto 

dal  conte  Miniscalchi  Elizzo  all'Accade- 
mia. 1G9. 
-  «  Atti  e  documenti   delle   antiche  assem- 
blea rappresentative  della  Monarchia  di 
Savoia,  editi  per  cura  di  F.  E.  Bollati  ».  2:1. 

—  «  Notizia  bibliografica    sui    primi  tre  vo- 

lumi della  Biblioteca  storica  italiana,  pub- 
blicati dalla  R.  Deputazione  di  storia 
patria  di  Torino  ».  57. 

—  «  Cenno  bibliografico  sull'opera  di  G.  Ma- 

retta: La  successione  di  Emanuele  Fili- 
berto al  trono  sabaulo,  e  la  prima  risto- 
razione della  Casa  di  Savoja».  863. 

CASSASI.  «  Sugli  angoli  degli  spazi  lineari  ». 
46.    133. 

CERROTI.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria  : 
«  Saggio  di  una  teoria  razionale  sulla 
spinta  dei  terrapieni,  e  particolarmente 
sulla  stabilità  dei  muri  di  sostegno  con- 
tro la  rotazione  ».  497. 

Cekkuti.  Presenta  a  nome  del  Segretario  Bla- 
terila le  pubblicazioni  dei  Soci  Govi,  Soret 
e  del  sig.   Vecchi.  775. 

—  Comunica   la  corrispondenza   accademica. 

7  ;5. 

—  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad  esame, 

una  Memoria  del  sig.  Gebbia.  22. 

—  «  Sulla  deformazione  di  uno  strato  isotropo- 

indefinito   limitata    da   due   piani  paral- 
leli ».  521. 
I  'E5ÀRO.  «  Intorno  a  taluni  determinanti  arit- 
metici ».  709. 

—  «  Nuovi  studi  di  determinanti  aritmetici». 

711. 
Cuiaitelli.  È  approvata  per  la  stampa  la  sua 
Memoria:  «  Del  suicidio  nei  dialoghi  pla- 
tonici ».    12. 

—  Invia  per  esame  la  sua  Memoria:  «  Glosse 

d'Irnerio  e  della    sua   scuola,    tratte  dal 
manoscritto  epistolare  pistoiese  dell'  Au- 
thenticum  ».  497. 
Ciamician.  «Sulla  costituzione  del  pirrolo  ». 
715.  742.  758. 

—  «  Sulla  trasformazione  del  pirrolo  in  pili- 

dina  ».  817. 
Ciamician  e  Magnaghi.  Inviano  per  esame  la 


loro  Memoria:  «Siigli  alcaloidi  derivanti 
dal  pirrolo».  767.  —  Relazione  id. 

—  «  Siili'  azione  del  cloruro  di  carbonile  sul 
composto  potassico  del  pirrolo  ».  51.  91. 

—  «  A /.ione  dell'idrogeno  nascente  sul  metil- 

pirrolo  ».  210. 

—  «  Sugli  alcaloidi  derivanti  dal  pirrolo  ».480. 

—  «  Azione  del  calore  siili'  acetilpirrolo  e  sul 

carbonilpirrolo  ».  555. 
Ciamician  e  Silber.  Inviano  per  esame  la  loro 
Memoria:  «  Sull'azione  dell'acido  nitrico 
sul  pirrilmetilchetone  ».  336. —  Sua  ap- 
provazione. 497. 

—  Sull'  azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilme- 

tilchetone ».  50. 

—  «  Sulla  Monobromopiridina  ».  120. 

—  «  S  ipra   un  solfoacido   del  pirrilmetilche- 

tone ».  217. 

—  «  Sull'acetilpirrolo  ».  21S. 

—  «  Sul  dipseujo-acetilpirrolo  ».  368. 

—  «  Sull'azione  degli  alogeni  sul   pirrolo  in 

presenza  di  idrati  alcalini  ».  677. 

Colasanti  e  Mengarixi.  Inviano  per  esame 
la  loro  Memoria  :  «  Il  fenomeno  spettrale 
fisiologico  ».  559.—  Sua  approvazione.  828. 

COMPAKETTI.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  ai  premi  del  Mi- 
nistero della  Pubblica  Istruzione  per  b 
Scienze  filologiche,  pel  1883-84.  419. 

—  Presenta  due  puntate   del    Museo  itali 

ili  antichità  classica  contenenti  le:  «  Leggi 
antiche  della  città  di  Gortyua  ».  388. 

—  «  Iscrizione  arcaica  scoperta  a  Gortyua  di 

Candia  o  Creta  ».  36. 

—  «  Di  un  vaso  antico  rappresentante  Saffo*  63. 
Correnti.  Presenta  due  pubblicazioni  dei  prof. 

Padellata  e  Favaro,  relative  agli  scritti 
di  Leonardo  da  Vinci,  e  discorre  della 
necessità  di  una  pronta  pubblicazione 
delle  di  lui  opere  inedite.  340. 
COSSA  A.  È  delegato  di  rappresentar  l'Acca- 
demia alla  Commemorazione  del  Socio 
Gastaldi,  a  Pianezza.  2r>. 

—  Presenta,  perché  sia  sottoposta  ad  esami', 

una  Memoria  del  sig.  Sacco.  147. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

della  Memoria  Clamici  in  e  Silber.  497. 

—  «  Sugli  isomeri  del  sale  verde  di  Magnus. — 

Presenza  del  tellurio  nel  cratere  dell'isola 
Vulcano  ».  318. 


—  872  — 


Cossa  L.  Riferisce  sul  concorso  al  premio 
Beale  per  le  Scienze  sociali  ed  econo- 
miche, pel  1883.  400. 

Cremona.  Presenta,  perchè  siano  sottoposte 
ad  esame,  le  Memorie  dei  signori  :  Va- 
necek.  55;  Monlesano.  828. 

—  Presenta  una  pubblicazione  del  maggiore 

F.  Falangola.  833. 
— ■  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 
del  concorso  ai  premi  del  Ministero  della 
Pubblica  Istruzione  per  le  Scienze  mate- 
matiche, pel  1883-84.  433. 

—  Riferisce  sulla  Memoria  Mannheim.  296. 

Cuccati.  «  Sulla  struttura  raggiata  del  seg- 
mento esterno  dei  bastoncelli  retinici  ». 
286. 


» 


D'  ANCONA.  È  annunciati  la  sua  elezione  a 
Socio  corrispondente.  732. 

De  Fkanchis.  «  Considerazioni  sopra  alcune 
relazioni  tra  le  velocità  di  efflusso,  i  ca- 
lori specifici  ed  i  quadrati  medi  delle  ve- 
locità molecolari  dei  gas  ».  203.  331.  371. 

De  Leva.  Annuncio  della  sua  elezione  a  Socio 
nazionale  e  approvazione  sovrana  della  no- 
mina. 732. 

De  Paolis.  Riferisce  sulla  Memoria  Porchiesi. 
775. 

—  «  Fondamenti  di  una  teoria  di  uno  spazio 

generato  da  complessi  lineari  ».  163. 

—  «  Le  trasformazioni  doppie  dello  spazio  ». 

528. 

—  «  Alcune  particolari  trasformazioni  invo- 

lutorie  dello  spazio  ».  735.  754. 
Del  Pezzo.  V.  Caporali. 
Disi.  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad  esame, 

una  Memoria  del  sig.  Porchiesi.  497. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  al  premio  Reale  per  la  Ma- 
tematica, pel  1883.  410. 

—  Id.  pel  concorso    ai  premi    del   Ministero 

della  Pubblica  Istruzione  per  le   Scienze 
matematiche,  pel  1883.  433. 


V 


Ferrerò.  Presenta  una  sua  pubblicazione  e 
i  Rendiconti  della  VII  Conferenza  geo- 
detica internazionale.  148. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  al  premio  Reale  perle  Scienze 
sociali  ed  economiche,  pel  1883.  400. 
Ferri.  Presenta  le  pubblicazioni  dei  Soci:  Do- 
natelli. 560;  di  Foras. 310;  Lampertico.  560; 
Le  Blant.  251;   Tommasi-Crudeli.  560. 

—  Presenta  le  pubblicazioni  dei  signori:  Ar- 

dissonc.  560;  v.  Bezold.  251;  Cantoni.  310; 
Ceretti,  D'Ercole.  251;  Franck.  310;  Ghi- 
vizzani,  Pisani.  560;  Ragnisco.  499:  Sergi. 
560;  Soulier-  499;  Silvestri.  560. 

—  Presenta,   discorrendone,  le  opere  del  So- 

cio Conti.  31.  791;  dei  signori:  Uzielli  e 
Barzcllotli.  31;  G-  llaimann.  791. 

—  Presenta  per  esame  una  Memoria  del  sig. 

Porena.  42. 

—  Riferisce  sulla  Memoria  Chiappelli.  42. 

—  Legge  uua  Notizia  necrologica  del  defunto 

Socio  Fiorentino.  96. 

—  Cenno  necrologico  del  Socio  A-  Vera.  748. 

—  «  Analisi  della  idea  di  sostanza  e  sue  re- 

lazioni con  le  idee  di  essenza,  di  causa 
e  di  forza,  come  contributo  al  dinamismo 
filosofico».  299. 
Fjorelli.  Presenta  le  pubblicazioni  dei  signori: 
Manlellini.  100;  Berlolotti.  100;  Castel- 
lani. 313. 

—  Scoperte    di  antichità    avvenute  nei  mesi 

di  giugno-novembre.  38  ;  decembre.  62  ; 
gennaio.  162;  febbraio.  222;  marzo.  309; 
aprile.  368;  maggio.  513;  giugno,  luglio, 
agosto.  662;  settembre.  708;  ottobre.  753. 
777  ;  novembre.  837. 
Feattini.  «  Intorno  ad  un  teorema  di  La- 
grange  ».  12.  136. 

—  «  Un  teorema  relativo  alla  trasformazione 

modulare  del  gruppo  di  grado  p.  ».  12. 
142.  166. 

—  «  Intorno  alla  generazione    dei  gruppi  di 

operazioni  ».  281.  455. 


Ellena.  Eingrazia  per  la  sua  nomina  a  Socio      Garibaldi.  «  Sulla  relazione  fra  i  massimi  e 
corrispondente.  43.  rninimi   delle  macchie  solari  ed  i   mas- 


—  873 


simi  e  minimi  delle  variazioni  declino- 
metriche  diurne  osservate  a  Genova».  195. 

—  «  Il  numero  mensile  di  gruppi  di  macchie 

solari  paragonato  colle  variazioni  mensili 
del  magnete  di  declinazione  diurna  ».  813. 

Gebbia.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria  : 
«  Sulla  proprietà  della  rotazione  spon- 
tanea dei  corpi  ».  22. 

Gomes-Teixeira.  «  Sur  la  detérmination  de 
la  partie  algèbriche  de  l'intégrale  des 
fonctions  rationelles  ».  187. 

—  «  Sur  l'intégrale    /"ew*  f  (x)  dm  ».  278. 
Gokeesio.    Fa  parte  della  Commissione  e  a- 

minatrice  del  concorso  al  premio  Da  Cunha 
pel  1884.  435. 
Govi.  «  Comunicazione  relativa  ad  un  docu- 
mento Galileano  ».  255. 

—  «Relazione  dell'opera  dei  signori  eros  ed 

Henry:  L'Encaustique  et  les  autres  procè- 
dei de  pcinture  chez  les  Anciens;  Histoire 
et  Technique  ».  256. 

Gozzadjni.  «Di  due  stele  etrusche».  317. 

Grassi.  Invia  per  esame  le  sue  Memorie:  «  I 
progenitori  degli  insetti  e  dei  Mi  riapodi. — 
Morfologia  delle  Scolopendrelle  ».  211. — 
Sua  approvazione.  296.  —  «  Japyx  e  Cam- 
podea  ».  336. 

GOIDI.  Presenta  una  pubblicazione  del  sig.  Per- 
ratt.  43;  del  prof.  Ciasca.  792. 

—  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad  esame. 

una  Memoria  del  sig.  Marx.  96. 

—  «  Di  una  versione  persiana  del  Pentateuco  ». 

347. 

—  «  La  lettera  di  Xenaias  (Philoxenosj  ai  Mo- 

naci di  Teleda  ».  501. 


Il 


HiBST.  Assiste  alla  seduta  accademica  e  pre 
senta  due  sue  pubblicazioni.  833. 


Jung.  «  Sulle  superficie  generate  da  due  sistemi 
Cremoniani  reciproci  digrado  m  ».  762. 
773.  810. 


Keller.  «  Sali'  aumento  di  temperatura  pro- 
dotta dalla  caduta  d'acqua».  671. 


KOERNEE  E  MENOZZI.  <<  Intorno  a  due  nuovi 
isomeri  della  Leucina  ».  856. 


Lampertico.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  al  premio  Reale 
per  Io  Scienze  sociali  ed  economiche,  pel 
1883.  400. 

Lanciane  Annuncio  della  sua  elezione  a  Socio 
nazionale  e  approvazione  sovrana  della  sua 
nomina.  732. 

—  Presenta  alcune  sue  pubblicazioni  ed  una 

dissertazione  del  sig.  Galli,  della  quale 
discorre.  864. 

Le  Blant.  Presenta  una  pubblicazione  del 
sig.  Dubois.  100. 

Leone.  «  Sui  microrganismi  delle  acque  pota- 
bili: loro  vita  nelle  acque  carboniche». 726. 

Levi.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria  :  «  Del 
Nesso  Egizio-semitico  ».  42. 

—  LI.  la  sua  Memoria:  «  Delle  antichità  egi- 

ziane di  Brera  ».  790. 
Lovisato.  Invia  per  esame   le  sue  Memorie: 
«  Contribuzione  alla  preistoria  calabrese». 
■11. —  Sua  approvazione.  330.  —  «Una 
pagina  di  preistoria  sarda  ».  863. 

—  «Specialità  rimarchevoli  nella  zona  grani- 

tico-schistosa  della  Sardegna  ».  485. 

—  È  la  Sardegna  parte  dell'asse  della  catena 

tirrenica?  489. 

—  «  Sopra  il  granito  a  sferoidi  di  Ghistorrai 

presso  Tonni  in  Sardegna  ».  819. 
Luzzatti.  Fa  parte   della   Commissione  esa- 
minatrice del   concorso  al   premio  Reale 
per  le  Scienze  sociali  ed  economiche,  \  el 
1883.400. 

11 

Maggiorane  «  Influenza  del  magnetismo  sulla 
embriogenesi  ».  1. 

—  Annuncio  della  sua  morte.  651. 
Magnaghe  V.  Ciamician. 

Maxiiane  Presenta  le  pubblicazioni  dei  siguori: 
Torelli,  Leoni.  43. 

—  Annuncio  della  sua  morte.  497. 
Manfeedi.  «  Di  un  nuovo    micrococco    nella 

patogenesi  di  una  forma  sperimentale  di 
tumori  da  infezione».  825. 

—  Invia  per  esame  una  sua  Memoria  col  titolo 

precedente.  8C3. 


—  874  — 


Manfroni.  «  1  diritti  della  casa  di  Savoja 
sopra  il  Marchesato  di  Saluzzo  ».  361. 
491.  501.  575. 

Mannheim.  È  approvata  per  la  stampa  la  sua 
Memoria:  «  Mémoire  d'Optique  góomé- 
trique  ».  296. 

Marino  Zuco.  V.  Piccini. 

MARIOTTI.  Presenta  una  pubblicazione  del  sig. 
M.  Santoni Camers.  100;  un' opera  donata 
dal  conte  M.  Miniscalchi  Erizzo.  253. 

—  Propone  un  ringraziamento  a  S.  M.  il  Re 

per  l' iniziativa  da  Lui  presa  per  le  pub- 
blicazioni delle  opere  Vinciane.  343. 

—  Presenta  le  opere  di  fi.  Mantellini  a  nome 

dell'Avvocatura  Generale  erariale,  ed  an- 
nuncia la  fondazione  per  parte  di  questa 
di  un  premio  quinquennale  col  nome  di 
fi.  Mantellini.  5G0. 

Martinetti.  V.  battelli. 

Menabrea.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  al  premio  Reale 
per  la  Matematica,  pel  1883.  410. 

Mendini.  «Sopra  alcuni  derivati  dell'imide 
pirotartrica  e  citraconica  ».  19. 

Mengarini.  V.  Colasanli. 

Mercalli.  V.   Taramela. 

Mekx.  Invia  peresame  la  sua  Memoria.  «Histo- 
ria  artis  grammaticae  apul  Syros  ».  96. 

Messedaglu.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  al  premio  Reale 
per  le  Scienze  sociali  ed  economiche,  pel 
18S3.  400. 

—  Id.  pel  concorso   al    premio   Reale  per  le 

Scienze  giuridiche,  pel  1SS3.  406. 
MlLLOSEVlCH.  «  Osservazioni   del    nuovo  pia- 
netino fra  Marte  e  Giove  (245)  fatte  al 
R.  Osservatorio  del   Collegio  Romano  ». 
230. 

—  «  Osservazioni  del  nuovo  pianeta  fra  Marte 

e  Giove  (247)  fatte  all'equatoriale  di  25  era. 
di  apertura  del  R.  Osservatorio  del  Colle- 
gio Romano  ».  262. 

—  «  Osservazioni  del  nuovo  pianetino  fra  Marte 

e  Giove  (24S)  fatte  al  R.  Osservatorio  del 
Collegio  Romano  »    450. 

—  «  Sul  numero  delle  volte  che  vennero  os- 

servati i  pianetini  fra  Marte  e  Giove  in 
opposizione  ».  529.  812. 

—  «  Osservazioni  della   nuova    cometa    Bar- 

iiaid  ».   035. 


Minghetti.  Presenta  una  pubblicazione  del 
sig.  Drunialli.   100. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  al  premio  Reale  per  le  Scienze 

sociali  ed  economiche,  pel  18«3.  409. 
Ministro   della  Pubblica    Istruzione.    Lettera 

colla  quale  viene   affilata  all'Accademia 

la  pubblicazione  dell;  opere  di  Leonardo 

da  Vinci.  561. 
Mojimsen.  Presenta  la  continuazione  dei:  «  Sup- 

plementa  Italica  al  fi   /.  L.  ».  313. 
Monaci.  Presenta  le  pubblicazioni  dei  signori: 

Obédémare.  43  ;  Kalindéro.  253. 

—  Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 

del  concorso  ai  premi  del  Ministero  della 
Pubblici,  Istruzione  per  le  Scienza  filo- 
logiche, pel  1883-84.  419. 

—  «  Note  per  la  storia  della   lirica  italiana: 

I.  Sul  collegamento  delle  stanze  nell  i 
canzone  ».  355. 

—  II.  Sulle  divergenze    dei   canzonieri  nelle 

attribuzioni  delle  poesie  ».  501.  657. 

MoNTESANO.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria: 
«  Su  gruppi  di  superficie  di  secondo 
grado  ».  823. 

Monticelli.  V.  lia/faeln. 

MOEGHEN  «  Variazioni  che  sono  prodotte  nel 
valore  del  momento  d'inerzia  di  un  corpo, 
dall'  ineguale  distribuzione  della  materia 
in  esso  ».  469.  616. 

Moriggia.  Fa  parte  della  Commissione  esami- 
natrice delle  Memorie:  BMonci.  55;  Cola- 
santi  e  Mengarini.  828. 

—  Legge  una  Commemorazioue   del  defunto 

Socio  Maggiorarli.  775. 

—  «  Esperienze   fisiotossicologiche  sul  clori- 

drato  di  trimetilvinilammonio  e  su  quello 
di  trimetilammina  ».  441.  519. 

Morpurgo.  Annuncio  della  sui  limite.  212. 

Mosso.  «  Sulla  respirazione  di  lusso  e  la  re- 
spirazione periodica  ».  45. 

Muntz.  «  Sur  un  pian  inedit  de  Rome  au  com- 
meucement  du  XVe  siècle  ».  27. 


I*' 


Nardocci.  «  Indici  alfabetici  per  autori  e  per 
soggetti  dei  codici  italiani  della  colle- 
zione Ashburnham  ».  31. 

—  «  Intorno  ad  una  Enciclopedia  finora  sco- 


—  875  — 


nosciuta  di  Egidio  Colonna,  romano,  ed 
al  plagio  lattone  dall'inglese  Bartolomeo 
Glanville  ».  07. 

—  «  Di  un  Codice  frammentario  Tulliano  del 

secolo  IX  ».  152. 

—  «  Tavole  dei  frammenti  Tulliani  contenuti 

nel  Codice  Eeginense  1762  ».  156. 

—  «  Osservazioni  meteorologiche  per  gli  anni 

1809-1820,  fatte  da  Pietro  Orlandi,  me- 
dico romano  ».  182. 

—  «  Documenti  storici  relativi  al  taglio  del- 

l'istmo di  Suez  ed  alla  conquista  del- 
l'Egitto ideata  da  Sisto  V  ».  300. 

—  «  Nuovo  documento  intorno  a  Tommaso 

Campanella  e  bibliografia  Luterana  ».  359. 

—  «  Trattatello  sulle  divisioni,  secondo  il  si- 

stema dell'  abaco ,  scritto  in  Italia  in- 
nanzi al  secolo  XII  ».  563. 

—  «Documenti  riguardanti  Federico  Cesi». 

778. 

—  «  Lettere  inedite  di  Federico   Cesi  conte- 

nute nei  manoscritti  Galileiani  ».  845. 
Nasini.  «  Sulla  rifrazione  atomica  dello  zol- 
fo ».  74. 

—  «  Sul  valore  più  elevato   della   rifrazione 

atomica  del  carbonio  ».  78. 


O 


Oliveei.  V.  Can:oneri. 


Padova  «  Bicerehe  sull'equilibrio  delle  super- 
ficie flessibili  ed  inestensibili  ».  269.  306. 

Palazzo.  «  Sull'errore  nel  metodo  delle  de- 
flessioni prodotto  dallo  spostamento  del 
filo  di  sospensione  dalla  verticale  ».  610. 
640.  664. 

—  V.  Battelli. 
Papasogli.  V.  Burtuli. 

Piccini  «  Sopra  due  nuovi  fluossipertitanati  ». 
682. 

—  «  Sulla  ricerca  dell'acido  nitrico  in  presenza 

dell'acido  nitroso  ».  686. 

—  «  Su  alcuni  fluosali  di  titanio  corrispondenti 

al  sesquiossido  ».  47. 

—  «  Alcune  considerazioni  generali  sui  peros- 

sidi del  tipo  dell'acqua  ossigenata  ».  82. 

—  «  Nuova  serie  di  composti  del  titanio».  86. 

Rendiconti  —  Vol.  I. 


Piccini  e  Marino  Zuco.  «  Azione  dei  nitriti 
sui  sali  ferrosi  neutri  ».  15. 

Pigorini.  Fa  parte  della  Commissione  esami- 
natrice della  Memoria  Lovisato.  336. 

—  Presenta    un'  altra    Memoria   dello  stesso 

perchè  sia  sottoposta  ad  esame.  8G3. 

—  «  Oggetti  dell'età  della  pietra  del  Comune 

di  Breonio  Veronese,  regalati  al  Museo 
preistorico  di  Roma  dal  comm.  Carlo 
Landberg  ».  63. 

—  «  Del  culto  delle  armi  di  pietra  nell'età 

neolitica  ».  151. 

—  «  Gli  antichi  oggetti  messicani  incrostati 

di  mosaico,  esistenti  nel  Museo  preisto- 
rico ed  etnografico  di  Roma  ».  359. 

PlTTAKELLl.  «  Intorno  ad  una  Nota  del  sig. 
Spottiswoode  ».  327.  374. 

Pizzetti.  «  Sulle  rappresentazioni  geografiche 
conformi  ».  599.  6i!8. 

Ponzi.  «  Conglomerato  del  Tavolato  ;  trivel- 
lazione del  fortino  sulla  via  Appia  presso 
la  tomba  di  Cecilia  Metella.  Storia  dei 
vulcani  laziali  accresciuta  e  corretta». 319. 

—  «  Contribuzione  alla  geologia  dei  vulcani 

laziali.  —  Sul  cratere  tuscolano  ».  772. 

—  Annuncio  della  sua  morte.  829. 
Porena.    Invia  per    esame  la  sua    Memoria: 

«  Le  controversie  sul  metodo  in  geogra- 
fia ».  42. 

Pincherle.  «  Sopra  una  forinola  del  sig.  Hei- 
mite  ».  267. 

Porchiesi.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria: 
«  Una  rappresentazione  del  complesso  li- 
neare sullo  spazio  ordinario  ».  497.  —  Sua 
approvazione.  774. 

Presidente  (Brioschi).  Annuncia  che  alla 
seduta  assiste  il  Socio  Huxley.  147. 

—  In  occasione  dell'anniversario  della  morte 

del  Presidente  Q.  Sella,  invia  un  tele- 
gramma di  condoglianza  alla  vedova  si- 
gnora Sella.  250. 

—  Annuncia  la  morte  del  Presidente  onorario 

conte  Terenzio  Marmarli.  497. 

—  Ricorda  le  perdite  subite   dall'Accademia 

nella  persona  dei  Suri  Vera  e  Maggiorarli. 
775. 

—  Annuncia  che  il  premio  delMinistero  della 

P.  I.  a  tema  fisso,  scaduto  col  30  aprile 
1884,  è  andato  deserto.  101. 

—  Relazione  alle  L.  L.  M.  M.  sui  lavori  del- 

111 


—  876  — 


l'Accademia  e  sul  risultato   dei  concorsi 
ai  premi  Reali  e  Ministeriali.  391. 
—  Espone  in  qual  modo  l'Accademia  potrebbe 
prender    parte    alla    pubblicazione    delle 
opere  di  Leonardo  da  Vinci.  343. 


R 


Raffaele  e  Monticelli.  Liviano  per  esame 
la  loro  Memoria  :  «  Descrizione  di  un 
nuovo  Lichomolgus  parassita  del  Mity- 
lus  gallo-provincialis  ».  22. —  Sua 
approvazione.  211. 

Razzaboni.  Presenta  due  sue  pubblicazioni. 833. 

Renier.  Annuncio  della  sua  morte.  581. 

Respighi.  Presenta  una  pubblicazione  del  sig. 
Zanolti-Bianco.  498. 

—  «  Osservazioni   della   cometa   Wolf  1884, 

fatte  al  Circolo  meridiano  dell'Osserva- 
torio del  Campidoglio  ».  61. 

—  «   Sulle    osservazioni    spettroscopiche   del 

bordo  e  delle  protuberanze  solari,  fatte 
nel  ISSI  e  1884  al  R.  Osservatorio  del 
v.  ampidoglio  ».  174. 

—  «  Sulla  scintillazione  degli  astri  ».  521. 
Ricco.  «  Riassunto  delle  osservazioni  sui  cre- 
puscoli rossi».  189.  230.  632. 

—  «  Sull'ultimo  e  recente  massimo  delle  mac- 

chie e  protuberanze  solari  ».  194. 
Righi.  Invia  per  esame  la  Memoria  L:  «  Ri- 
cerche sperimentali  e  teoriche  intorno 
alla  riflessione  della  luce  polarizzata  sul 
polo  di  una  calamita  ».  22.  —  Sua  appro- 
vazione. 310. 

—  Invia   la   Memoria   II.  col   titolo    prece- 

dente. 774. 

—  «  Sulla  fotografia  delle  scintille  elettriche 

ed  in  particolare  di  quelle  prodotte  nel- 
1'  acqua  ».  459. 

—  «  Nuove  ricerche  sul  fenomeno  di  Kerr  ». 

463. 
Rossetti.  Annuncio  della  sua  morte.  337. 


Sacco.  Invia  per  esame  la  sua  Memoria:  «  Os- 
servazioni sui  depositi  pliocenici,  marini 
ed  alluvionali  dell'alta  valle  padana  ».  147. 

Schupfee.  Presenta  una  pubblicazione  del  sig. 
Zocco-lìosa.  212. 


—  Presenta,  perchè  sia  sottoposta  ad  esame, 

una  Memoria  del  sig.  Chiappelli.  497. 

—  Riferisce  sul  concorso  al  premio  Reale  per 

le  Scienza  giuridiche,  pel  1883.  406. 

—  Si  associa  alle  parole  di  compianto  per  la 

morte  di  G.  Mantellini,  pronunciate  dal 
Socio  Mariotti.  560. 

Segretakio  della  Classe  di  scienze  morali. 
Presenta,  perchè  siano  sottoposte  ad  esa- 
me di  una  Commissione,  le  Memorie  dei 
signori  Levi  42.  790;   Carli.  168. 

Serafini.  Fa  parte  della  Commissione  esami- 
natrice del  concorso  al  premio  Reale  per 
le  Scienze  giuridiche,  pel  1883.  406. 

Silber.  V.  Ciamician. 

Sickel.  È  presentato,  come  Socio  nato,  al- 
l'Accademia. 

Stracciati.  V.  Barioli. 

Struver.  «  Sulla  colurabite  di  Graveggia  in 
Val  Vigezzo  ».  8. 

—  «  Contribuzione  alla  mineralogia  dei  vul- 

cani sabatini.  Parte  I.  —  Sui  proietti  mi- 
nerali vulcanici  trovati  ad  Est  del  lago 
di  Bracciano  ».  173. 


Tacchini.  «  Sulle  osservazioni  delle  macchie  e 
delle  facole  solari, eseguite  nel  R.  Osserva- 
torio del  Collegio  Romano  nel  1884  ».  65. 

—  «  Sulle  protuberanze  idrogeniche  solari  os- 

servate al  R.  Osservatorio  del  Collegio 
Romano  nel  1884».  103. 

—  «  Sulla  relazione  fra  i  massimi   e  minimi 

delle  protuberanze  solari  e  i  massimi  e 
i  minimi  della  oscillazione  diurna  del 
magnete  di  declinazione  ».  181. 

—  <  Sulla  distribuzione    in    latitudine    delle 

macchie,  facole,  protuberanze  ed  eruzioni 
solari,  osservate  nel  1S84  nel  R.  Osser- 
vatorio del  Collegio  Romano  ».  226. 

—  «  Soli'  ultimo  minimo  e  sull'  ultimo  mas- 

simo delle  macchie  solari  e  sugli  attuali 
grandi  gruppi  di  macchie  ».  258. 
— ■  «  Sulle  osservazioni  solari  fatte  nel  R.  Os- 
servatorio del  Collegio  Romano  nel  1°  tri- 
mestre del  1885».  448. 

—  «  Osservazioni  sul  temporale   del  12  giu- 

gno 1885  ».  449. 

—  «  Sul  grande  gruppo   di    macchie  attuai- 


U(    — 


mente  visibili  al  centro  del  disco  del  sole  ». 
528. 

—  «  La  corona  solare  ».  609. 

—  «  Sulle    osservazioni    solari    fatte   nel   R. 

Osservatorio  del  Collegio  Romano  nel  2° 
e  3°  trimestre  del  1885».  806. 

—  «  Le  stelle  filanti  del  27  novembre  1885  ». 

808. 

—  «  Osservazioni    della    cometa   scoperta    a 

Parigi    il   1   dicembre    1885,    fatte    dal 

prof.  Millosevick  e  dal  dott.  Cernili  ».  809. 
TABAMELU    e    Mercalli.  «    Relazioni    fatte 

durante  un    viaggio  nelle    regioni    della 

Spagna  colpite  dagli  ultimi  terremoti  ». 

450.  522. 
Tizzoni.  «  Sulla  fisiopatologia   delle  capsule 

surrenali  ».  9. 
Todaro.  Presenta  per  esame  le  Memorie:  Bel- 

lonci.  22;  Grassi.  211.  336. 

—  Fa  parte  della  Commissione   esaminatrice 

della  Memoria:  Raffaele  e  Monticali. 211. 

—  Riferisce  sulle  Memorie  Bellonci.  55;  Grassi. 

296. 

—  «  Ulteriori  studi  sullo  sviluppo  delle  salpe  ». 

•147. 

Tomm  A  SI-CRUDELI.  «  Sulla  preservazione  del- 
l'uomo nei  paesi  di  malaria».  799. 

Tom M ASINI.  Ringrazia  per  la  sua  nomina  a 
Socio  nazionale.  43. 

—  Presenta  alcune  pubblicazioni  edite  per  cura 

dei  signori  Marconi  e  Tempie- Leader.  499. 

—  Presenta    una    pubblicazione    dei   signori 

Allodi  e  Levi.  793. 

—  «  Lettere  inedite  di  Fr.  Guicciardini  con- 

tenute in  un   manoscritto    dell'  Archivio 
vaticano  ».  838. 
Tonelli.  «  Sulla  rappresentazione  analitica  di 
certe  funzioni  singolari  ».  124. 

—  «Il  teorema  di  C'auehy  per  le  funzioni  a 

più  valori  ».  785. 
Tronchese.  Presenta,  perchè  siano  sottoposte 


al  esame,  le  Memorie  dei  signori  :  Raf- 
faele e  Monticelli.  22;  Min/redi.  863. 

Fa  parte  della  Commissione  esaminatrice 
della  Memoria  Grassi.  296. 

Riferisce  sulle  Memorie:  Raffaele  e  Monti- 
celli. 211. 

«  Morfologia  delle  terminazioni  nervose 
motrici  periferiche  dei  vertebrati  ».  255. 
383. 


Valente.  «  Sull'  acido  silvico  ».  13. 

Valenziani.  Fa  parte  della  Commissione  esa- 
minatrice del  concorso  al  premio  Da  Cunha. 
pel  1884.  435. 

Vice-Presidente  (Fiorelli  .  Presenta  alla 
Classe  di  scienze  inorali  il  Socio  nato 
Teodoro  von  Sickel.  8G3. 

—  Presenta  il  Voi.  XIII  della  Classe  di  scienze 

morali,  storiche  e  filologiche.  864. 

—  Dà  notizie  sulla    malattia   del  Presidente 

onorario,  conte  Mamiani-  313.  387. 

—  Ringrazia  a  nome  dell'  Accademia  per  la 

fondazione  del  premio  G.  ManteUini,  per 
parte  dell'Avvocatura  Generale  erariale. 
560. 

Villa.  Annuncio  della  sua  morte.  581. 

Villavecchia.  «  Sopra  alcuni  derivati  della 
santonina  ».  721. 

Volterra.  «  Sulla  deformazione  delle  super- 
ficie flessibili  ed  inestendibili  ».  274. 

—  «  Integrazione   di  alcune   equazioni  diffe- 

renziali del  secondo  ordine  ».  303. 

W 

Wanecek.  I.  S.  e  M.  ET.  Inviano  per  esame 
la  loro  Memoria:  «  Sur  la  generation  des 
surfaces  et  des  courbes  gauches  par  les 
faisceaux  de  surfaces  ».  55.  —  Sunto  di 
questa  Memoria.  130. 


INDICE  PER  MATERIE 


Archeologia.  Scoperte  di  antichità  avvenute 
nei  mesi  di  giugno-novembre.  G.  Fiorelli. 
38;  decenibre.  62;  gennaio.  162;  febbraio. 
222;  marzo.  309;  aprile.  368;  maggio.  513; 
giugno,  luglio, agosto.  662;  settembre.  708; 
ottobre.  753,  777;  novembre.  837. 

—  Di  un  vaso  attico  rappresentante  Saffo.  D- 

Comparelti.  63. 

—  Di  due  stele  etrusche.  G.  Gozzadini.  347. 

—  Di  un  vaso  di  Metaponto  con  alfabeto  greco 

delle  colonie  achee  dell'Italia  meridionale. 
F.  Barnabei.  222. 

-  Sopra  un  frammento  epigrafico  latino  rela- 

tivo ai  Fasti  Sabini.  Id.  778. 

—  Sur  un  pian  inédit  de  Rome  au  comraen- 

cement  du  XVe  siècle.  E.  MiXntz.  27. 
Astronomia.  Osservazioni  della  cometa  Wolf 
1884,  fatte  al  Circolo  meridiano  del  Cam- 
pidoglio. L.  Respirj'ii.  61. 

—  Sulle  osservazioni  spettroscopiche  del  bordo 

e  delle  protuberanze  solari  fatte  nel  1881 
e  1884  al  R.  Osservatorio  del  Campido- 
glio. Id.  174. 

—  Sulla  scintillazione  degli  astri.  Id.  521. 

—  Sulle   osservazioni   delle   macchie   e  delle 

facole  solari,  eseguite  nel  R.  Osservatorio 
del  Collegio  Romano  nel  1884.  P.  Tac- 
chini. 65. 

—  Sulle  protuberanze  idrogeniche  solari  os- 

servate al  R.  Osservatorio  del  Collegio 
Romano  nel  1884.  Id.  103. 

-  Sulla  relazione  fra  i  massimi  e  minimi  delle 


protuberanze  solari  ed  i  massimi  e  minimi 
dell'  oscillazione  diurna  del  magnete  di 
declinazione,  hi.  181. 

—  Sulla  distribuzione  in  latitudine  delle  mac- 

chie, facole,  protuberanze  ed  eruzioni  so- 
lari, osservate  nel  1884  nel  R.  Osserva- 
torio del  Collegio  Romano,  hi.  226. 

—  Sull'ultimo  minimo  e  sull'ultimo  massimo 

delle  macchie  solari  e  sugli  attuali  grandi 
gruppi  di  macchie.  Id.  258. 

—  Sulle  osservazioni  solari  fatte  nel  R.  Osser- 

vatorio del  Collegio  Romano  nel  1°  tri- 
mestre del  1885.  hi.  448. 

—  Sul   grande    gruppo    di   macchie    attual- 

mente visibili  al  centro  del  disco  del  sole. 
hi.  528. 

—  La  corona  solare.  Id.  609. 

—  Sulle  osservazioni  solari  fatte  nel  R.  Osser- 

vatorio del  collegio  Romano  nel  2°  e  3"  tri- 
mestre del  1885.  Id.  806. 

—  Le  stelle   filanti    del  27  novembre   1885. 

Id.  808. 

—  Osservazioni  della  cometa  scoperta  a  Parigi 

il  1  dicembre  1885,  fatte  dal  prof.  Mil- 
losevich  e  dal  dott.  Cernili.  Id.  809. 

—  Sulla  relazione  frai  massimi  e  minimi  delle 

macchie  solari  ed  i  massimi  e  minimi  delle 
variazioni  declinometriche  diurne  osser- 
vate a  Genova.  P.  M.  Garibaldi.  195. 

—  Il  numero   mensile  di  gruppi  di  macchie 

solari  paragonato  colle  variazioni  mensili 
del  magnete  di  declinazione  dinrna./d.813. 

—  Osservazioni  del  nuovo  pianetino  fra  Marte 

e  Giove    (245)    fatte   al  R.  Osservatorio 


879  — 


del  Collegio  Romano.  E.  Millosevich.  226. 
262.  450. 

Osservazioni  del  nuovo  pianeta  fra  Marte 
e  Giove  (247)  fatte  all'equatoriale  25  cm. 
di  apertura  del  R.  Osservatola  del  Col- 
legio Romano,  Id.  262. 

Osservazioni  del  nuovo  pianetino  fra  Marte 
e  Giove  (248)  fatte  al  R.  Osservatorio  del 
Collegio  Romano,  hi.  450. 

Sul  numero  delle  volte  che  vennero  osser- 
vati i  pianetini  fra  Marte  e  Giove  in  op- 
posizione. Id.  529.  812. 

Osservazioni  della  nuova  cometa  Barnard. 
hi.  035.  ; 

Riassunto  delle  osservazioni  dei  crepuscoli 
rossi.  A.  Ricco.  189.  230.  632. 

Sull'ultimo  e  re'cente  massimo  delle  mac- 
chie e  protuberanze  solari.  Id.  194. 


Bacterologia.  Sui  microrganismi  delle  acque 
potabili  ;  loro  vita  nelle  acque  carboniche. 
T.  Leone.  726. 

Bibliografia.  Atti  e  documenti  delle  antiche 
assemblee  rappresentative  della  Monar- 
chia di  Savoia,  editi  per  cura  di  F.  E. 
Bollati.  D.  Candii.  29. 

—  Notizia  bibliografica  sui  primi  tre  volumi 

della  Biblioteca  storica  italiana,  pubblicati 
dalla  R.  Deputazione  di  Storia  Patria  di 
Torino.  Id.  57. 

—  Cenno  bibliografico  sull'opera  di  G.  Claretta  : 

«  La  successione  di  Emanuele  Filiberto  al 
trono  sabaudo  e  la  prima  ristorazione 
della  casa  di  Savoja.  »  863. 

—  Relazione  dell'  opera  dei   signori  Gros  ed 

Henry  :  L'  Encaustique  et  les  procédés  de 
peinture  chez  les  Anciens.  Histoire  e  Tech- 
nique.  G.  Goui.  256. 

—  Indici  alfabetici  per  autori  e  per  soggetti 

dei  codici  italiani  della  collezione  Ashbur- 
nham.  E.  Narducci.  34. 

—  Di  un  Codice  frammentario  Tulliano  del 

secolo  IX.  Id.  152. 

—  Tavole  dei  frammenti  Tulliani  contenuti  nel 

Codice  Reginense  1762.  hi.  156. 

—  Osservazioni    meteorologiche  per  gli  anni 

1809-1820,  fatte  da  Pietro  Orlandi,  me- 
dico romano,  hi.  182. 


—  Nuovo  documento  intorno  a  Tommaso  Cam- 

panella e  bibliografia  Luterana.  Id.  359. 

—  Trattatello   sulle  divisioni,  secondo  il  si- 

stema dell'abaco,  scritto  in  Italia  innanzj 
al  secolo  XII.  Id.  563. 

—  Lettere    di    Federico    Cesi    contenute    ne; 

manoscritti  Galileiani.  Id.  845. 

—  Notizia  del  Prochiron  legum,  conte- 

nuto nel  Codice  vaticano  greco,  845.  Bran- 
dileone.  507. 
Biologia.  Ulteriori  studi  sullo  sviluppo  delle 
Salpe.  F.  Toelaro.  417. 

—  Del  fuso  direzionale  e  della  formazione  di 

un  globulo  polare  nell'ovulo   ovarico  di 
alcuni  mammiferi.  G.  Bellone/.  285. 


C 


Chimica.  Sulla   costituzione   della  santonina. 
Cannizzaro.  703. 

—  Sugli    isomeri  del  sale   verde  di  Magnus. 

Presenza  del  tellurio  nelle  efflorescenze  del 
cratere  dell'isola  Vulcano.  .1.  Cossa.  318. 

—  Intorno  a  due  nuovi  isomeri  della  Leucina. 

Kocrncr  e  Menozzi.  856. 

—  Sulla  costituzione  del  pirrolo.  G.  Clamidati. 

715.  742.  758. 

—  Sulla  trasformazione  del  pirrolo  in  piridina. 

hi.  817. 

—  Sull'  azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilme- 

tilchetone.  Ciamician  e  Silber.  50. 

—  Sulla  Monobromopiridina.  Id.  120. 

—  Sopra  un  solfoacido  del  pirrilmetilchetone. 

Id.  247. 

—  Sull' acetilpirrolo.  id.  248. 

—  Sul  dipseudo-acetilpirrolo.  Id.  368. 

—  Sull'azione  degli  alogeni  sul  pirrolo  in  pre- 

senza di  idrati  alcalini,  hi.  677. 

—  Sull'  azione  del   cloruro   di   carbonile  sul 

composto  potassico  del  pirrolo.  Giamician 
e  Magnaghi  51.  DI. 

—  Azione  dell'idrogeno  nascente  sul  metilpir- 

rolo.  Id.  210. 

—  Sugli  alcaloidi  derivanti  dal  pirrolo.  /rf.480. 

—  Azione  del  calore   sull' acetilpirrolo  e  sul 

carbonilpirrolo.  hi.  555. 

—  Sopra  un  nuovo  bibromofurfurano.  Canzo- 

neri  e   Oliveri.  335. 

—  Sopra  alcuni  derivati  dell'  imide  pirotar- 

trica  e  citraconica.  A.  Mandini.  19. 


—  880  — 


Azione    dei  nitriti  sui  sali  ferrosi  neutri. 

A.  Piccini  e  F.  Marino  Zuco.  15. 

—  Su  alcuni  fluosali  di  titanio  corrispondenti 

al  sesquiossido.  A.  Piccini.  47. 

—  Alcune  considerazioni  generali  sui  perossidi 

del  tipo  dell'acqua  ossigenata,  Id.  82. 

—  Nuova  serie  di  composti  del  titanio.  Id.  86. 

—  Sopra  due  nuovi  fluossipertitanati.  Id.  682. 

—  Sulla  ricerca  dell'  acido  nitrico  in  presenza 

dell*  acido  nitroso.  Id.  686. 

—  Sull'acido  silvico.  L.  Valente.  13. 

—  Sopra  alcuni  derivati  della  santonina.  Vil- 

ìavecchia.  721. 
Concorsi  a  premi. —  Relazione  del  Presi- 
dente Brioschi  alle  L.L.  M.M.  391. 

—  Relazione   sul   concorso   al  premio   Reale 

per  le  Scienze  sociali  ed  economiche  pel 

1883.  400. 

—  Id.  per  le  Scienze  giuridiche.  406. 

—  Id.  per  la  Matematica.  410. 

—  Id.  sul    concorso  ai    premi    del  Ministero 

della  Pubblica  Istruzione  per  le  Scienze 
filologiche  pel  1883-84.  419. 

—  Id.  per  le  Scienze  fisico-chimiche  pel  1884. 

422. 

—  Id.  perle  Scienze  matematiche  pel  1833-84. 

433. 

—  Id.  sul  concorso  al  premio  Da  Cunha  pel 

1884.  435. 

—  Annuncio  della  fondazione  del  premio  67. 

Mantellina  560. 

—  Elenco  dei  lavori  presentati  per  concor- 

rere al  premio  di  S.  M.il  Re  per  le  Scienze 
filosoficlw  e  morali,  prorogato  al  1884. 
101. 

—  Id.  del  premio  Reale  per  la  Filologia  e  Lin- 

guistica pel  1884.  102. 

—  Id.  dei  concorrenti  ai  premi  del  Ministero 

della  Pubblica  Istruzione  pel  1885.  343. 

—  Programma  dei  premi  del  R.  Istituto 

Veneto  di  scienze ,  lettere  ed  arti.  24. 
701. 

—  della  R.  Accademia  delle  scienze  dell'In- 

stituto  di  Bologna.  25.  606. 

—  del  Circolo  Giuridico  di  Palermo.  25. 

—  dell'  Accademia  di  Torino.  102. 

—  del  Ministero  di  Agricoltura,  Industria  e 

Commercio.  149. 
Ceistallogeafia.  Sulla   columbite  di   Cra- 
veggia  in  Val  Vigezzo.  G.  Striiver.  8. 


E 


Elezioni  di  Soci.  732. 
Epigrafia.  Iscrizione  arcaica  scoperta  a  Gor- 
tyna  di  Candia  o  Creta.  D-  Comparetli.  36. 


Filologia.  Formulari  della  cancelleria  di 
Egitto  nel  XIV  secolo,  per  alcuni  Capi 
di  Stati  italiani.  M.  Amari.  777. 

—  Di  una  versione  persiana  del  Pentateuco. 

/.  Guidi.  347. 

—  La    lettera    di    Xenaias    (Philoxenos)    ai 

Monaci  di  Teleda.  Id.  501. 

—  Note  per  la  storia  della  lirica  italiana.  — 

I  Sul  collegamento  'delle  stanze  nella 
canzone.  355.  —  II.  Sulle  divergenze  del 
canzonieri  nella  attribuzione  di  alcune 
poesie.  E.  Monaci.  501.  657. 
Filosofia.  L'Impensabile.  Noti  logico-psico- 
logica. F.  Donatelli.  213. 

—  Analisi  della  idea  di  sostanza  e  sue  rela- 

zioni con  le  idee  di  essenza,  di  causa  e 
di  forza,  come  contributo  al  dinamismo 
filosofico.  L.  Ferri.  299. 
Fisica.  Sulla  conferenza  internazionale  di 
Vienna,  per  l'adozione  di  un  corista  uni- 
forme. P.  blaserna.  795. 

—  L'eliografo  inglese  e  il  lucimetro  italiano 

applicati   alla   meteorologia    agraria.   G. 
Cantoni.  7. 

—  Sul  grado  di  precisione  nella  determina- 

zione delle  densità  dei  gas.  G.  Agamen- 
none. 105. 

—  Determinazione  della  densità  dell'aria.  Id. 

111. 

—  Sulla  deformazione  prodotta  in  vasi  di  vetro 

da  pressioni   interne.  Agamennone  e  Bo- 
netti. 665.  699. 

—  Sopra  un  metodo  per  la  calibrazione  elet- 

trica di  un  filo  metallico.  M.  Ascoli.  197. 

—  Sopra  le  correzioni  di  calibrazione.  Id.  465. 

538. 

—  Conseguenze  di  una  nuova  ipotesi  di  Kohl- 

rausch   sui   fenomeni   termo-elettrici.  A. 
Battelli.  117. 

—  Sui  fenomeni  termici  che  accompagnano  la 

formazione  dei  miscugli  di  sostanze  non 
metalliche.  Id.  646. 


—  881  — 


—  Sui   calori    specifici   e   Ji   fusione   di   so- 

stanze non  metalliche.  Battelli  e  Marti- 
ni-Iti.  621. 

—  Su  la  conducibilità  elettrica  delle  combina- 

zioni del  carbonio  ed  in  ispecie  sulla 
conducibilità  delle  ammidi,  dei  nitroderi- 
vati  ecc.  .1.  Barloli.  546. 

—  La    conducibilità    elettrica    delle    mesco- 

lanze di  combinazioni  organiche,  hi.  550. 

—  La  conducibilità  elettrica  di  alcuni  com- 

posti organici  allo  stato  solido,  hi.  569. 

—  Sulla  dipendenza  della  conducibilità  elet- 

trica della  dietilammina  dalla  tempera- 
tura. /</.  572. 

—  La  conducibilità  elettrica  delle  resine.  Id. 

586. 

—  Densità  di  un  solido  in  cui  entrano  tutti 

i  corpi  semplici  e  suo  confronto  <  on  la 
densità  media  della  terra.  LI.  51)6. 

—  Sintesi  di  alcuni  nuovi  composti  che  deri- 

vano dal  Mellogeno.  Bartnli  e  Papasogli. 
590. 

—  Revisione  di  alcune  misure  calorimetriche. 

Cartoli  e  Stracciali.  541.  573. 

—  Nouve.ji  procède  pour  obtenir  la  liquefa- 

tion  de  l'oxygène.  L.  Gaittetet.  4~>~. 

—  Sull'  igrometro  di  Edelmann.  .1.  Cancani. 

475. 

—  Considerazioni  sopra  alcune  relazioni  tra  le 

velocità  di  efflusso,  i  calori  specifici  ed 
i  quadrati  medi  delle  velocità  moleco- 
lari dei  gas.  G.  De  Franchis.  203.  331. 
371. 

—  Sull'aumento  di  temperatura  prodotto  dalle 

cadute  d'acqua.  F.  Keller.  671. 

—  Variazioni  che  sono  prodotte  nel  valore  del 

momento  d'inerzia  di  un  corpo,  dall'ine- 
guale distribuzione  della  materia  in  esso. 
.4.  Morghen.  469.  616. 

—  Sull'errore  nel  metodo  delle  deflessioni  pro- 

dotto dallo  spostamento  del  filo  di  sospen- 
sione dalla  verticale.  L.  Palazzo.  610-  640. 
661. 

—  Sulla   fotografia  delle  scintille  elettriche, 

ed  in  particolare  di  quelle  prodotte  nel- 
l'acqua. A.   Righi.  459. 

—  Nuove  ricerche  sul  fenomeno  di  Kerr.  Id. 

463. 
Fisica  terrestre.  Relazione  sulle   osserva- 
zioni fatte  durante  un  viaggio  nelle  re- 


gioni della  Spagna   colpite    dagli  ultimi 
terremoti.  Tarameli  e  Merralli.  150.  122. 

—  Vedi  Meteora! 

Fisico-Chimica.  Sulla  rifrazione  atomica  dello 
zolfo.  /(.  Nasini.  74. 

—  Sul  valore  più  elevato  della  rifrazione  ato- 

mica del  carbonio,  hi.  78. 
Fisiologia.  Influenza   del   magnetismo    sulla 
embriogenesi.  C.  Maggiorarli.  1. 

—  Sulla  respirazione  di  lusso  e  la  respirazione 

periodica.  A.  Mosso.  45. 
Fisio-Patologia.    Sulla  fisio- patologia    delle 

capsule  surrenali.  G.  Tizzoni.  9. 
Fisiotossicologia.  Esperienze  fisiotossicologi- 

che  sul  cloridrato  di  trimetilvinilammonio 

e  su  quello  di  trimetilamraina.  A.  Morig- 

gia.  441.  519. 


« 


Geodesia.  Sulle  rappresentazioni  geografiche 
conformi.  P.  Pizzetti.  599.  628. 

Geologia.  Sulle  rocce  vulcaniche  di  Monteca- 
tini e  Orciatico  nella  provincia  di  Pisa. 
G.  Capellini.  437.  516. 

—  Conglomerato  del  Tavolato  ;  trivellazione 

del  fortino  sulla  via  Appia  presso  la  to^iba 
di  Cecilia  Metella.  Storia  dei  vulcani  la- 
ziali accresciuta  e  corretta.  G.  Ponzi.  319. 

—  Contribuzione    alla   geologia    dei    vulcani 

laziali.  —  Sul  cratere  tuscolano.  Id.  773. 

—  Specialità   rimarchevoli    nella   zona  gra- 

niticoschistosa  della  Sardegna.  U.  Lovi- 
salo.  485. 

—  È  la  Sardegna  parte  dell'asse  della  catena 

tirrenica?   Id.  489. 


Idrometria.  Effemeridi  e  statistica  del  fiume 
Tevere  prima  e  dopo  la  confluenza  del- 
l'Aniene,  e  dello  stesso  Ani.  ne  durante 
l'anno  1884.  .1-  Betocchi.  2'\T>. 

Igiene.  Sulla  preservazione  dell'uomo  nei  paesi 
di  malaria.  C.  Tomman-Crud.4i.  799. 

Invito  della  R.  Deputazione  sovra  gì' studi 
di  storia  patria  per  le  antiche  provili  ie 
e  la  Lombardia,  pel  3°  Congresso  storico 
italiano.  607. 


—  882 


il 


Matematica.  Intorno  ad  un'applicazione  della 
teoria  delle  forme  binarie  quadratiche  al- 
l'integrazione dell'equazione  differenziale 
ellittica.  G.  Batblglini.  653. 

—  Sulle  forme  binarie  bilineari.  Id.  691. 

—  Sulla  trasformazione  delle  funzioni  iperel- 

littiche  del  primo  ordine.  F.  Drioschi.  315. 

—  Sopra  una  proprietà  della  ridotta  dell'equa- 

zione modulare  di  ottavo  grado.  Id.  514. 
583. 

—  Le  equazioni  modulari  nella  trasformazione 

del  terzo  ordine  delle  funzioni  iperellit- 
tiche  a  due  variabili.  hi. 

—  Sulla  deformazione  di  uno  strato  isotropo 

indefinito  limitato  da  due  piani  paralleli. 
V.  Cerniti.  521. 

—  Sulla   geometria  de'  complessi   lineari  di 

rette  e  sulle  loro  coordinate  proiettive.  — 
Sulle  superficie  di  Plncker  nei  complessi  di 
rette  del  2°  grado.  Caporali  e  Del  Pezzo. 
528. 

—  Fondamenti  di  una    teoria  di  uno  spazio 

generato  da  complessi  lineari.  fì.  De  Paolis. 
163. 

—  Le  trasformazioni  doppie  dello  spazio.  Id. 

528. 

—  Alcune  particolari  trasformazioni  involuto- 

rie  dello  spazio.  Id.  735.  754 . 

—  Un  teorema  intorno  alle  serie  di  funzioni. 

C.  Anela.  262. 

—  Sulla  integrabilità  di  una  serie  di  funzioni. 

Id.  321. 

—  Sulla  integrazione  per  serie.  Id.  532.  566. 

—  Sopra  una  certa  estensione  di  un  teorema 

relativo  alle  serie  trigonometriche.  Id. 
637. 

—  Sopra  una  classe  di  equazioni  differenziali 

lineari  del  quart' ordine  e  sull'equazione 
dil  quinto  grado.  D.  Desso.  183.  236. 

—  Sulle  equazioni  triuomie  e,  in  particolare, 

su  quelle  del  settimo  grado.  Id.  237. 

—  Di  alcune  proprietà  delle  equazioni  lineari 

omogenee  alle  differenze  finite  del  2°  or- 
dine. Id.  381. 

—  Sopra  i  sistemi  tripli  ortogonali  di  Wein- 

garten.  L.  Bianchi.  163.  243. 

—  Sugli  angoli  degli  spazi  lineari.  P.  Cassarli. 

46.  133. 


—  Intorno  a  taluni  determinanti  aritmetici. 

E.  Cesàro.  709. 

—  Nuovo  studio  di  determinanti   aritmetici. 

Id.  711. 

—  Intorno  ad  un  teorema  di   Lagrange.  G. 

Fratlini.  12.  136. 

—  Un  teorema  relativo   alla  trasformazione 

modulare  del  gruppo  di  grado  p.  hi.  12. 
142.  166. 

—  Intorno  alla  generazione  dei  gruppi  di  ope- 

razioni. Id.  281.  455. 

—  Sur  la  detérmination  de  la  partie  algébri- 

que  de  l'intégrale  des  fonctions  rationel- 
les.  Gomes-Teixeira.  187. 

—  Sur  l'intégrale  fe">*  f{x)  da.  Id.  278. 

—  Sulle  superficie   generate   da   due  sistemi 

Cremoniani  reciproci  di  grado  m.  G.  Jung. 
762.  773.  810. 

—  Ricerche  sull'equilibrio  delle  superficie  fles- 

sibili  ed  inestcndibili.  E.  Padova.  269. 
306. 

—  Sopra  una  formola  del  sig.  Hermite.  S.  Pin- 

cherle.  267. 

—  Intorno  ad  una  Nota  del  sig.  Spottiswoode. 

G.  Piltarelli.  327.  374. 

—  Sulla  rappresentazione  analitica    di   certe 

funzioni  singolari.   Tonelli.  124. 

—  Il  teorema  di  Cauchy  per  le  funzioni  a  più 

valori.  Id.  778. 

—  Sulla  deformazione  delle  superficie  flessibili 

ed  inestendibili.  V.  Volterra.  274. 

—  Integrazione  di  alcune  equazioni  differen- 

ziali del  second'  ordine.  Id.  303. 

—  Sur  la  generation  des  surfaces  et  des  cour- 

bes  gauches  par  les  faisceaux  des  surfaces. 
/.  £.  e  M.  N.  Wanecék.  130. 
Meteorologia.    Osservazioni    sul    temporale 
del  12  giugno  1885.  P.   Tacchini.  449. 

—  Intorno  ai   corpuscoli  ferruginosi   e  ma- 

gnetici dell'atmosfera.  P.  Bonizzi.  292. 
Mineralogia.   Contribuzione  alla  mineralo- 
gia dei  vulcani  sabatini.  Parte  I.  —  Sui 
proietti  minerali  vulcanici  trovati  ad  Est 
dui  lago  di  Bracciano.  67.  Struver.  173. 

—  Sopra  il  granito  a  sferoidi   di  Ghistorrai 

presso  Fonili  in  Sardegna.  D.  Lovisato.  819. 
Morfologia.   Morfologia  delle   terminazioni 
nervose  motrici  periferiche  dei  vertebrati. 
S-  Trinchese.  255.  383. 

—  Sulla    struttura    raggiata    del    segmento 


—  883  — 


esterno  dei  bastoncelli  retinici.  G.  Cuccati. 
•286. 


Necrologie.  Annunzili  della  mirto  dei  So- 
ci: Rosselli.  331;  Mainiani.  197;  Iknier. 
581;  Villa.  ÒSI:  V  •■•  ■■•<'■:  e.  Siebold.  G30; 
Maggiorarli.  651;  Baeyer.  "01;  Ponsi.  S29. 

Cenni  necrologia  e  C  immemorazioni  dei  Soci  : 
Fiorentino.  96:  Morpurgo.  250:  Rossetti. 
337;  fera.  743;  Maggiorarli.  775;  Ponzi. 
829. 


Paleoetxografia.  Oggetti  dell'età  della  pie- 
tra del  Comune  di  Breonio  Veronese,  re- 
galati al  Museo  preistorico  di  Roma  dal 
comm.  Carlo  Landberg.  L.  Pigorini.  03. 

—  Del  culto  delle  armi  di  pietra  nell'età  neo- 

litica, li.  151. 
Paleontologia.  Del  Zifloide  fossile  (Chone- 
ziphius   planirostris)  scoperto  nelle  sab- 
bie plioceniche  di  Fangonero  presso  Siena. 
G.  Capellini.  6. 

—  Resti  fossili  diDioplodon  eMesoplodon  rac- 

colti nel  Terziario  superiore  in  Italia,  hi. 

Paletnologia.  Gli  antichi  oggetti  messicani 
incrostati  di  mosaico,  esistenti  nel  Mu- 
seo preistorico  ed  etnografico  di  Roma. 
L.   Pigorini.  359. 

Patologia.   Di   un  nuovo   micrococco   nella 


patogenesi  di  uu.i  forma  sperimentale  di 
tumori  da  infezione.  L.  Manfredi.  825. 

Pieghi  suggellati  inviati  dai  signori  . 
Nobili  ;  Carega  di  Muricce.  2  1 

Pubblicazione  delle  opere  di  Leonardo  da 
Vinci.  —  Lettera  colla  quale  S.  E.  il 
Ministro  della  Pubblica  Istruzione  affida 
all'Accademia  questa  pubblicazione.  561. 


Statistica.  Del  movimento  della  criminalità 
in  Italia  e  di  alcuni  indici  del  progresso 
morale  ed  intellettuale.  /,.  Uodio.  S19. 

Storia.  Comunicazione  relativa  ad  un  docu- 
mento Galileano.  G.  Goui.  255. 

—  Documenti   storici   relativi    al  taglio  del- 

l' istmo  di  Suez  ed  alla  conquista  del- 
l' Egitto  ideata  da  Sisto  V.  E-  Carducci. 
300. 

—  Documenti  riguardanti  Federico  Cesi.  Id. 

778. 

—  Lettere  inedite  di  Francesco  Guicciardini 

contenute  in  un  manoscritto  dell'Archivio 
Vaticano.  0.   Tommasini.  838. 

—  I  diritti  della  casa  di  Savoia  sopra  il  Mar- 

chesato di  Saluzzo.  C.  Manfroni.  361  191. 
501.  575. 
STORIA  LETTERARIA.  Intorno  ad  una  Enciclo- 
pedia finora  sconosciuta  di  Egidio  Co- 
lonna, romano,  ed  al  plagio  fattone  dal- 
l' inglese  Bartolomeo  Glauville.  E.  Nar- 
ducci.  67- 


—  884  — 


EKRATA-COBRIGE 


A  pag 

.     6 

linea 

1      in 

luogo  di     Chenoziphius 

leggasi 

Choneziphitts 

» 

12 

» 

12 

» 

alla  tras formazione 

» 

al  gruppo  della  trasfor- 
mazione 

» 

32 

» 

1 

» 

occupano 

» 

occupa 

» 

142 

» 

7  a.  f. 

* 

alla  trasformazione 

» 

al  gruppo  della  trasfor- 
mazione 

» 

143 

» 

12-13 

» 

p-1 

» 

p-l 
2 

» 

185 

» 

12 

» 

<f'  u"> 

» 

5       ,     ,„ 

» 

205 

» 

23 

» 

nelle  unità  di  volume 
detti  corpi 

per 

» 

nelle  unità  di  volume. 
se  per  detti  corpi 

» 

208 

» 

7 

» 

KC'=nC=nC 

KC'=nC— nC' 

» 

» 

» 

32 

» 

C          816-i-rt 
C              n 

» 

C        0,816h-?j 
"C  ~     ~~n 

» 

229 

» 

6  a.  f. 

» 

158 

» 

109. 

» 

292 

» 

23 

» 

esterna 

» 

estrema 

» 

402 

» 

12 

» 

intuisce 

» 

influisce 

» 

» 

» 

30 

» 

nell'epoche  antiche 

» 

nell'epoca  antica 

» 

403 

> 

5-6 

» 

al  minimo  del  salario 

» 

ad  un  salario 

» 

» 

» 

37 

» 

perspicace 

» 

perspicua 

» 

404 

» 

24 

» 

appunto 

» 

punto 

» 

405 

» 

11 

» 

Bulleion 

» 

fìullion 

» 

» 

» 

14 

» 

accertarsi 

» 

accettarsi 

» 

» 

» 

30-31 

» 

e  natura  propria  di  quelle  » 

e  della  natura  di  quelle 

» 

» 

» 

40 

» 

potuto 

» 

portato 

» 

» 

» 

41 

» 

considerarla 

» 

considerata 

» 

488 

» 

10 

» 

compusizione 

» 

decomposizione 

» 

507 

» 

4  a.  f. 

» 

finestra 

» 

fine 

» 

528 

» 

24 

» 

del  piano 

» 

dello  spazio 

» 

530 

» 

7 

» 

del 

» 

dal 

» 

» 

» 

13 

> 

Lozeley 

» 

Loreley 

» 

» 

» 

17 

» 

Klytaemncstoa 

» 

Klytaeranestra 

» 

» 

» 

33 

» 

Silaea 

» 

Lilalea 

» 

531 

» 

18 

» 

(231)  Ruma,  (233) 

» 

(232)  Russia,  (531) 

» 

572 

» 

5 

» 

dimetilamina 

» 

dietilammina 

» 

573 

> 

1 

» 

» 

» 

» 

» 

» 

» 

13 

» 

elilammina 

» 

» 

» 

» 

» 

14  a.  f. 

» 

allilammine 

» 

amilammine 

» 

671 

» 

2 

» 

dalla  caduta 

» 

dalle  cadute 

» 

675 

» 

18 

» 

in  alto  |  in  basso 

» 

in  basso  |  in  alto 

» 

811 

» 

ni 

> 

n 

ATTI 


DELLA 


BEALE  ACCADEMIA  DEI  LINCEI 


ANNO     CCLXXXIL 


1884-85 


S  IE2  Tò  X  E      Q,  TJ  .A.  Tò  T  .A. 
VOLUME   I. 


BULLETTAI)  BIBLIOGRAFICO 


ROMA 

TIPOGRAFIA    DELLA    K.    ACCADEMIA    DEI    LINCEI 


PKOrjUETA    DEI,    CAT.    V.    SALVII'CCI 


[ss;, 


1ÌEALE  ACCADEMIA  J)Ef  LINCEI 


BULLETTINO  BIBLIOGRAFICO 

[L'asterisco  *  indica  i  libri  e  i  periodici  ricevuti  in  dono  dagli  autori  o  dagli  editori; 
il  segno  -j-  le  pubblicazioni  che  si  ricevono  in  cambio]. 


Pubblicazioni  non  periodiche  pervenute  all'Accademia 
nei  mesi  di  ottobre  e  novembre  1884. 

Pubblicazioni  italiane. 

*  Canestri  ni  G.  e  Derlcse   A.  —   Sopra  alcune  nuove  specie  di  acari  italiani. 

Padova,  1884.  8." 

'Carnevali  C.  —  La  teorica  del  diritto  amministrativo.  Napoli,  1884.  8.° 

•Censimento  degli  italiani  all'estero.  Dicembre  1381.  Koma,   1884.  4.° 

'Cosca  G.  —  La  dottrina  Kantiana  dell' a  priori.  Pordenone,  1884.  8." 

*Comes  0.  —  Sulla  malattia  del  pomodoro  (lycopersicum  esculentum)  deno- 
minata Pellagra  o  Bolla  nella  provincia  di  Napoli,  e  sulle  crittogame 
che  l'accompagnano.  Napoli,  1884.  8.° 

'Conti  A.  —  11  buono  nel  vero  o  morale  e  diritto  naturale.  Voi.  I,  II  2a  ed. 
Firenze,  1884.  8." 

*Corradi  .1.  —  L'acqua  del  legno  e  le  cure  depurative  nel  cinquecento.  Mi- 
lano. 1884.  8." 

*De  Giovanni  A.  —  Alterazioni  della  vena  cava  ascendente  complicanti  la 
cirrosi  epatica  primitiva  e  la  cirrosi  cardiaca.  Contribuzione  alla  fisio- 
patologia della  cava  ascendente.  Bologna,  1884.  8.° 

*De  Gubernalis  A.  —  Storia  universale  della  letteratura.  Voi.  X-XIV.  Mi- 
lano, 1S84.  8."  (Dono  dell'editore). 

'Fabriano  a  Quintino  Sella.  Fabriano,  1884.  8.° 

'Ferrerò  L.  0. —  Dalla  pietra  al  suolo.  Nota  sopra  una  collezione  didattica 
di  materiale  per  lo  studio  chimico  del  suolo  agrario.  Napoli,  1884.  8." 

'Cullo  G.  —  Aggiunte  alla  risoluzione  geometrica  del  triangolo  sferico. 
Rema,  1834.  8." 

•llelbig  W.  —  Scavi  di  Vulci.  Roma,  1884.  8." 

•  Id.  —  Viaggio  Dell' Etrnria.  Perugia  e  dintorni.  Roma.  1884.8." 

BUM.ETTINO-R]  SDK  "VII    --    VOL.   I.  1 


*  Marinelli  G.  —  La  superficie  del  regno  d'Italia  secondo  i  più  ìecenti  studi. 

Roma,  1884.  8." 
*Martello  T.  —  Falso  socialismo  e  falsa  economia  politica.  Bologna,  1884.4." 
*Massarani   T.  —  Charles  Blauc  et  son  oeuvre.  Paris,  1885.  3." 
♦Mostra   della   città   di  Roma   alla   Esposizione   di   Torino   nell'anno    1884. 

Roma,  4." 
' Oinboni  G.  —  Delle  ammoniti  del    Veneto  che  furono  descritte  e  figurate 

da  T.  A.  Catullo.  Venezia.  1881.  8.° 
'  Pavesio  P.  —  Critici  ed  editori  delle  opere  di  Ugo  Foscolo.  Roma,  1884.  16»." 
*ld.  —  Ugo  Foscolo  nella  famiglia.  Roma,  1884.  16.° 
♦Relazione  statistica  sulle  costruzioni  e  sull'  esercizio  delle  strade  ferrate  ita- 
liane per  l'anno  1883.  Roma,  1884.  4.° 
"Ricco  A.  —  Nuovo  elettromagnete  a  rotolo.  Modena,  1884.  4." 
*hl.  —  Fenomeni  di  colorazione  soggettiva  prodotti  dalla  luce  che  attraversa 

le  palpebre.  Modena,  1884.  8.° 
*SarU   T.  —  Storia  dell'esercito  italiano.  FJ  VII1-X.  Roma,  18S4.  8." 
'Scacchi  E.  —  Ricerche  cristallografiche  sulla   fenilcumarina  e  sulla  cuma- 

rina.  Napoli,  1881.  8.° 
*Troìs    E.  F.    —    Ricerche   sulla   struttura   della   Ranzania    tv  lineata. 

Venezia,  1884.  8.1 
*Tuccimci  G.  A.  —  Sulla  costituzione  geologica  del  colle  Esqnilino  in  Roma. 

Roma,  1884.  8.n 

*  Vicentini  G.  —   Sulla  conducibilità   elettrica   delle   soluzioni   alcoolichc    di 

alcuni  cloruri.  Torino,  1884.  4.° 

*  Villa  A.  e  G.  —   Sulla  costituzione  geologica  e  geognostica   della  Brianza 

e  segnatamente  sul  terreno  cretaceo.  Miiano,  1844.  8.* 
"  Zn non  G.  A.  —  Analisi  delle  ipotesi  fisiche.  Venezia,  1885.  8." 

Pubblicazioni  estere. 

•"Acta   historiea  res  gestas  Puloniae   illustrali tia.    Voi.   VI,   VII.    Cracoviae, 

1883  4.  4°. 
''Albert  II.  —  Eiu  Fall  von  Tnberkulose  des  Herzens.  Kiel,  18S3.  8." 
■Alexander  h'atz  P.  —  Beitriige  zur  Lehre  von  den  Scbriftsàtzcn.  Erlaugen, 

1883.  8." 
iAmadeo  G.  —  Contribution  à  l'étude  dn   carcinome  primitif  du  corps  uté- 

rin.  Genève,  1884.  8.° 
'Amici  bey  F.  —  L'Egypte  ancienne  et  moderne  et  son  dernier  recensement. 

Alexandriae,  1884.  8.° 

*  Amorim  T.  G.  de  —  Garrett,  Memorias  biographicas.  T.  III.  Lisboa,  1884.  8." 
'Angerer  L.  —  Ftìrstbischof  Franz  Konrad  von  Bamberg.  Hof  a/S.  1883.  8." 
'■Appcl  J.  —  Deber  epidemische  Cerebro-spinalmeDingitis.  Kiel,  1884.  8.° 


—  Ili  — 

tArchiwum  do  dziejów  literatury  i  oswiaty  w  Polsee.  Tomo  111.  W  Kruko- 

wie,  18S4.  4." 
ìBedot  M.  —  Eecherches  sur  le   dévaloppement  des   nerfs  spinaux  cliez  les 

Trilons.  Genève,  1884.  8.° 
iBeier  F.  —  Ueber  Johann  Jacjb  Froberger's  Leben  und  Bedeutung  far  die 

Geschichte  der  Klavièrsuite.  Rostock,  1883.  4.° 
■Bcrancck  E.  —  Reelierches  sur   le  développement   des    nerfs  craniens  chez 

les  Lézards.  Genève,  1884.  8.° 
*Bcrcn<J$en  G.  —  Esmarch'sche   Methode   der  Hasenscharteuoperation.  Kiel, 

1883.  8.° 
*Berg  D.  C.  —  La  vida  y  costumbres  de  los  termitos.  Buenos  Aires,  1880.  S.n 
t Biedermann   R.  —  Ein  Fall  von    Echinococcus  des  Leber  durcb  Operation 

geheilt.  Jena,  1883.  8.° 
*Bililowsky   C.  —    Ueber   luetische  und    phtbisiscbe    Affectionen   ini   Halso. 

Jena,  1883.  8.° 
-:B!au  A.  —  De  Aristarchi  discipulis.  Jenae,  1883.8.° 
ì'Braasch  E.   E.   —    Comparative   Darstellung   des  Religionsbegriffes   in  den 

verscbiedenen  Anflagender  Scbleiermacher'scben  «Reden».Kiel,  1883.8.° 
*Brunel  0.  —  Sur  qnelques  nouveanx  hydrocarbures  derivés  da  diphényle  et 

de  la  napbtaline.  Genève.  1884.  8.° 
■Brìi nbaucr  P.  —  Der  Einflnss  der  Temperatur  auf  das  Leben  der  Tagfal- 

ter.  Mùnehen,  1883.  8.° 
ìBiicheler  E.  —  Oskische  Helmaufschrift  Bonn,  1884.8.° 
?Burmester  J.  —  Beitrage  znr  Anatomie  und  Hislologie  von  Ciana  Rathkii 

Kr.  Kcllinghusen,  1883.  8." 
; Bussy  L.  —   Jovinien   et   Vigilance   ou  deux   protestants  à  la   fin  da  IV 

siècle.  Genève,  1884.  8." 
rBuza  ./.  —  Kultivàlt  novényeink  betegségei.  Budapest,  1879.  8.° 
*Calliburc'es  P.  —  Rechercbes  expériinentales  sur  l'inflnence  dn  traitement 

pneumatique  sur  la  fermentation  des  jus  sucrés.  Paris,  1884.  8.° 
•ranchile  A.  de  —  Histoire  des  sciences  et  des  savants  depuis  deux  sièclcs. 

2"  Ed.  Genève,  1885.  8." 
■Carstens  B.  —  Zar  Dialectbestimmmig  des  Mittelenglisehen  Sii"  Firumbras, 

eine  Lantnntersnchung.  Kiel,  1884.  8." 
*Cams  .1.    V.  —  l'rodromns  faunae  mecliterraneae  sive  descriptio  animalium 

IMaris  Mediterranei  incolarum.  Pars  I.  Coelenterata,  Ecliinodermata,  Ver- 
me?. Stuttgart,  1884.  8.° 
^Casali  C.  —  Fortis  Etruria.  La  civilisatiou  étrusque  d'après  les  monuments. 

2e  étude.  Paris,  1884.  8." 
*Catalan   E.  —  Qnelques  tliéorèmes  d'aiitlimétique.  Bruxelles,  1884.8." 

-  /,/.  —  Note  sur  le  théorème  de  Lambert.  Paris,  1884.  8." 

-  ;,/.  —  Pioblèmcs  et  tliéorèmes  de  probabilités.  Bruxelles,  1884.  8." 


IV    — 

"Catalogne  of  the  Loan  Book  Exhibitiou  held  at  the  University  of  Califor- 
nia Berkeley  May  26"'  to  31st  1884.  Sacramento,  1884.  8.° 

■'Christ  0.  —  De  Ablativo  Sallustiano.  Jenae,  1883.  8.° 

■riasen  C.  —  Untersuchungen  ueber  Timaios  von  Tauromenion.  Kiel,  1883.8.° 

■Claussen  Ph.  J.  A.  —  Die  Wirkungen  der  Hyoscinura  hydrojodicum  iiiid 
hydrobromicum  ini  Vergleiche  mit  denen  des  Atropin  u.  des  Extr.  hyo- 
scyami.  Kiel,  1883.  8.° 

'Collen  J.  —  Étude  biographique  sur  Jean  le  Clerc  (1657-1736).  Genève, 
1834.  8.° 

tDaday  J.  —  A  Magyar  Allatani  irodalom  ismertetese  1870-tol  1880-ig  bé- 
zazólay.  Budapest,  1882.  8.° 

'Damila  y  Collado  M.  —  La  Germania  de  Valencia.  Discursos  leidos  aute 
la  real  Academia  de  la  historia.  Madrid,  1S84.  4.° 

"Dietrich  R.—  Ueber  die  Darstcllung  der  Wurzeln  der  algebraischen  Gleiehun- 
o-en  durch  unendliebe  Reihen.  Griefswald,  1883.  8.° 

•  Dobenecker  0.  —  Die  Schlacht  bei  Miihldorf,  und  ueber   das  Fragment  einer 

osterr.  Chronik.  Iunsbruck,  1883.  8.° 
"  Dombluth  0.  — *  Zur  Praxis  und  Theorie  der  Arzneibehandlung  des  Diabetes 

mellitus.  Rostock,  1884.  S.° 
'Dreyer  M.  —  Der  Teufel  in  der  Deutschen  Dichtung  des  Mittelalters.  Rostock, 

1884.  8.° 
t  DUsing  A'.  —  Die  Factoren  welche  die  Sexualitàt  entscheiden.  Jena,  1883.  S.° 

•  Ehlers  T.  —  Untersuchungen  ueber  den  Rauschbrandpilz.  Rostock,  1884.  8.° 
* Engler  0.  —  Darstellung  und  Kritik  des  leibnitzischen  Optimismus.  Jena, 

1883.  8.° 
"'  Feine  P.  —  De  Aristarcho  Pindari  interprete.  Lipsiae,  1884.  8.° 
■;  Feustell  F.  —  Ueber  die  spiiteren  Schicksale  der  Atelektase.  Braunschweig, 

1883.  8." 

f  Fucrster  R.  —  De   translatione  latina  Physioguomonicorum    quae  feruntur 

Aristotelis.  Kiliae,  1884.  4.° 
;  /d.  —  Die  Physiognomik  der  Griechen.  Kiel,  1884.  8." 

■  Fromm  E.  —  Die  Kaiserwahl  Franz  1.  Ein  Beitrag  zur  deutschen  Reichsgeschi- 

chte  dea  achtzehnten  Jahrhunderts.  Giessen,  1883.  8.° 
'•Gaudard  E.  —  Contribution  a  l'étude  de   l'hémiplégie  cerebrale  infantile. 

Genève,  1884.  8.° 
'Gautier  A.  —  Étude  sur  le  crime  d'incendie.  Genève,  18S4.  8." 
'Girard  A.  —  Invention  nouvelle  en  l'algebre.  Reimpression  par  D.r  D.  Bie- 
rens  de  Haan.  Leiden,  1884.  8." 

■  Goebeler  0.  —  Ein  Fall  von  paroxysmaler    Hamoglobinurie    beobachtet  ini 

Garnison-Lazareth  zu  Rostock.  Rostock,  1883.  8.° 
'■Gottz  G.  —  De  Compositione   Poenuli   Plautiuae    Commentariolum.   Jenae, 

1884.  4.° 


•  Goetz  G.  —  Juvenalis  et  Persìi  fragmenta  bobiensia.  Jenae.  1884.  4." 
^Gremaud  V.  L.  —    Étude  sur  les  procédc's  de  résection  tibio-tarsienne.  Ge- 
nève, 1884.  8.° 

*Grove  W.  lì.  —The  Correlation  of  Pbysical  forces.  6.th  ed.  London,  1874.  8.° 
*GiitberL.  —  Utmutatas  fòldrajzi  helymeghatàrozàsokra.  Budapest,  1883.  8." 
iGuye  Ph.  —  Action  de  l'acide  jodhydrique  sur  qnelques  composés  aroma- 

iiques.  Genève,  1S84.  8.° 
f  Haberstclz  A.  —  Fall  von  schwerer  Muskelgummose.  Jena,  1883.  8.° 
* Haenlsschel  E.  —  Ueber  die  Keduktion  der  Gleichung 

yy     5S  v     «p  v__ 

Ssc*    ~  3</2  +  Ss2 
auf  geuobnliehe  DifferentialgleichuDgen.  Ein  Beitrag  zur  Theorie   der 
Lamé'schen  Punktionen  2"  Ordmnig.  Berlin,  1883.  8.° 
■Ilunscn   li".  —  Untei'Euchungen  ueber  die  Refractionsverhàttnisse  ini  10-15 
Lebensjahre  und  das  Wachsthtun  der  Augen  in  diesen    Jahren.    Kiel, 
1884.  8.° 

■  llurckcn  J.  —  Ein  Beitrag  zur  Genese  der  Syringoraielie.  Kiel,  1883.  8.° 

'■  Ihiuptmann  C.  —  Die  Bedeutung  der  Keimblàttertheorie  fur  die  Individua- 
li tfltslehre  und  den  Generationswechsel.  Jena,  1883.  8." 
iHasslinszky  /•'.  —  A  Magiar  birodalom  zuzmó-flóraja,  Budapest,  1884.  S." 

■  Henrichsen  II.  —  Beitrag   zur   Kenntniss   von   der  Wirkung    der    Abfuhr- 

mittel.  Kiel,  1884.  8." 
*Hercher  B.  —  Zur  Grundlegung  der  transscendentalen  Logik  Kants,  insbe- 

sondere  seiner  Kategorienlehre.  Rudolstadt,  1883.  8." 
":  the hn  P.  —  De  Codice  blandinio  antiqnissimo.  Jenae,  1883.  8.° 
~>  Hofrichter  E.  —  Ueber    aufsteigende    Degeneratimi    des  Riickennìarkes  auf 

Grundlage  Pathologisch-Anatomischer  Untersuebung.  Jena,  1883.  8.° 

•  llolmberg  E.  L. —  La  Sierra  de  Cuià-Malal  (Cuiruinalan)  Buenos  Aires,  1884. 8." 
'.lacobi  II.  —  Anatomisch-histologische  Untersuebung  de  Polydoren  derKieler 

Bucbt.  Weissenfels,  1883.  8.° 

''Jeanncrcl  A.  —  Application  de  la  niétliodo  antiseptique  au  traitement  des 
fractures  ouvertes  à  la  Clinique  cbirurgicale  pendant  les  annces  1876- 
1883.  Genève,  1884.  8." 

'Uomini  A.  —  Contribulion  à  l'étude  anatomique  des  sarcomes  du  vagin.  Ge- 
nève, 1884.  8.° 

*Joudra  II.  —  Contribution  à  l'étude  clinique  du  Bruit  de  Galop.  Genève, 
18S3.  8.° 

■  Kaibcl  G.  —  De  Atbenaei  Epitome.  Rostock,  1884.  4.° 

■Kdllcnbach  E.  —  Ueber  Polynoé  cirrata  0.  Fr.  Mllr.  Eisenacb,  1883.  8." 
■Karptlles  L.  —  Beitràge  zur  Naturgeschiehte  der  Milben.  Berlin,  1883.  8." 

■  Kcfersti'iìi  II.  —  Die  Realitiit  der  Aussenwelt   in  der  Pbilosopbie   von   De- 

scartes bis  Fichte.  Kothen,  1883.  8.° 


*Kleb'ahn  IL  —  Die  Rindenporen.  Ein  Beitrag  zur  Kenntniss  des  Baues  und  der 

Function  der  Lenticcllen  und  deranalogen  Rindenbildung.  Jena,  1884.  8.° 

^Knorre  G.  v.  —  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Wolframverbindungen.  Leipzig, 

1883.  8.° 

"Knolt  0.  —  De  fide  et  foutibus  Polyaeni.  Lipsiae,   1881.  8.° 

fK6hlcr  II.  C.  E.  —  Ueber  das  Paraaelhoxyphcnylmetlian   und  einige  derivate 

desselben.  Dresden,  1884.  8.° 
^Kojnharoff  G.  —  Du  principe  des  nationalités.  Genève,  1884.  8.° 
•;  h'orzona  T.  —  Wewnetrzne  dzieje  Polski  za  Stanislawa  Augusta  (17G4-1794). 

T.  III.  W  Krakowie,  1884.  8.° 
^Kosutdmj  Tli.  —  Chemisch-physiologische  Untersuchung  der  Characteristische- 

ren  Tabaksorten  Ungarns.  Budapest,  1882.  4  ° 
■  Kuhn  A.  —  Ueber  Die  Angelsàchaischen  Gedichte    von   Christ  und  Satan. 

Halle  aS.  1883.  8." 
ìLamp  J.  —  Norie  Berechtning  der  Parallaxe  von  61  Cygni  aus  den  Beobach- 

tungen  von  Scbweizer  in  Moskau  1863-1866.  Kiel,   1883.  8.° 
*Langle>j  S.  P.  — On  the  amount  of  the  atmospheric  absorption.  New-Haven, 

1884.  8.° 

^Laun   W.  F.  —  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Alkine.  Kiel,   1884.  8.° 

"Le  Fort  II.  —  Code  federai  des  obligations.  Registre  du  commerce  et  rai- 

sons  de  commerce.  Genève,  1884.  8." 
tLeidolph  E.  —  De  Fe'sti  et  Parili  locis  Plautinis.  Lipsiae,  1883.8." 
'Lei eh  0.  —  Ueber  Brom-  und  Jodmagnesium.  Leipzig,  1884.  8.° 
' '•  LuJcwig  F.  —  Zur  Frage  der  Thranendrusentumoren.  Rostock,  1883.  8.° 
•Luttig  E.  —  Die  Bpwegnng  einerstarren  gleichmàssig  mit  Masse  belegten 

Geraden  auf  Cylinderrìaehen,  speciell  anf  einem  parabolischen  Cylinder, 

unter  dem  Einfluss  der  Scbwere  uud  von  Anfangsstòssen.  Jena,  1883.8.° 
t-Makowsky  L.  —  Beitrag  zur  Lehre  von  der  Localisation  des  Spracbcentrnms. 

Jena,  1883.  8.° 
*Mare\j.  —  Les  eaux  contaminées  et  le  choléra.  Paris,   1884.  8." 
ìMarieneseu  Al.  M.  —  Cultulu  pagami  si  crestina.  T.  I.  Bucuresci,  1884.  4." 
^Marloth  li.  —  Ueber  Mechanisclie  Scliutzmittel  der  Samen  gegen  Seliadliche 

Einflusse  von  aussen.  Leipzig,  1884.  8.° 
''  Mensing  J.  —  Beitrage  zur  Statistik  der  Kniegelenksresectioneii.  Kiel, 1883.  8." 
^Market  Fr.  —  Die  Speichelróhren.  Leipzig,  1883.  8.° 
' '■  Mei/er  II.  —  Ueber    die    vom   Pseudocumolsulfamid  sich  ableitenden  Sulf- 

amin-  und  Oxysiiuren.  Rostock,  18S3.  8." 
■■Moeller  11'.  —  Rede  am  Luther-Jubilauni  den  10  Nov.  1883.  Kiel,  1883.  8.° 
■iMnewnich  P.   —    Ueber    den    pliysikaliscli-optischen    Bau    des    Rindsauges. 

Leipzig,  1883.  8." 
i  Mórcttuski  A'.  —  Andrzéj  Patrycy  Nidecki  jego  zycie  i  dziela  Cz.  I    (1522- 

1572).  W  Krakowie,  1884.8.° 


—    VI!    — 


•UMi, <r  m.  _  Richard  Lepsius  1810-84.  S.  1.  1884.   16.° 

*Nisscn  P.  —  Der  Nomiuativ  der  verbundcnen  Personalpronomina  in  den  àl- 

testen  frauzSsischen  Sprachdenkmalern.  Greifswald,  1882.  8." 
tffissen   H'.  —  Ein  Beitrag  zur  Casuistik  der  Pulsionsdivertikcl  der  Speise- 

rore.  Kiel,  1884.  8.° 
•Mtzsch  F.  —  Luther  und  Aristoteles.  Kiel,   1883.  8." 
;  Nowrisson  Ch.  —  Recherches  sur  l'acide  anisolpthaloylique.  Genève,  1883.  8.° 

•  Papa geor gius  P.  N.  —  Beitraege  zar  Erklarung  und    Kritik  des  Sopholdes. 

Pars  l.  Jenae,  1883.  8.° 
*Paris  G.—  «  Roma  nella  memoria  e  nelle  immaginazioni  del  medio  evo  »  di 

A.  Graf.  Pari?,  1884.  4." 
"Paul  IL  —  Ueber  Hautanpassung  der  Sàugethiere.  Jena,  1884.  8." 

■  Petoscn  J.  —  Mikroskopische  und  chemische  Untersuchungen  ani  Enstalit- 

porphyrit  aus  den  Cheviot-Hills.  Kiel,  1884.  8.° 

■  /'  lerssen-Borstel   W.  —  Gallensteinbildung  in  ihrer  Beziehung  zu  Krebs  und 

ebronischer  Endarteriitis.  Neustadt,  1883.  8.'J 

■  Pi  per   I.  —  Beitriige  zur  Begrundung  der  Fresnelschen  Hypotliese  der  doppel- 

ten  Cirkularpolarisation  ini  Bergkrystall.  Schwerin,  1884.  4.° 
•Pomniki  (Starodawne  prawa    polskiego).  T.  Vili.  cz.  1.  Cracoviae,  1884.  4." 

*  Porte   W.  —  Judas  Ischarioth  in  den  bildenden  Kunst.  Berlin,  1883.  8.° 

■  Prollius  F.  —  Beobachtungen    ueber  die  Diatomaeeen  der  Umgebmig  von 

Jeua.  Lunebnrg,  1882.  8." 

■  Hegel  P.  —  Helmold  und  scine  Quellen.  Jena,  1883.  8.° 

■fìeuler  A.  —  De  Promethei  septem  Persarnm  Aeschyli  fabularum  codicibus 
recentioribus.  Cervi montii,  1883.  8.° 

■  Riekmann  E.  —  In  cumulandis  epithetis  quas  leges  sibi  scripserint  Poetae 

giaeei  maxime  lyrici.  Cervimontii,  1884.  8.° 
f  Roggenbau  P.  —  Uebei   den  jetzigen  Stand  der  Lehre  von  der  Behandmng 

brandiger  Bruche.  Rostock,  1883.  8.° 
''Rossbach  F.  —  Beitrag  zur  Eenntniss   oolithiseber  Kalksteine.    Meiningen, 

1884.  8.° 
f  Bost  H.  —  Versuch  einer  Phylogenie  des  Sàugethier-Gebisses.  Jena,  1883.  8.° 

■  Rolli  F.  —  Ueber  Tropeine  und  Glycoline.  Kiel,  1883.  8." 
*Borgeoud  Cli.  —  Rousseau's  I.-I.  Religi onsphilosophie.  Leipzig,  1883.  8." 
''•SchariU  II.  —  Études  géologiques  sur  le  Pays-d'enhaui  Vaudois.  Lausanne, 

18S4.  8." 
'Scheit  M.  —  Die  Tracheidensàume  der  Blattbiindel  der  Coniferen  mit  ver- 

gleichendein  Ausblicke  auf  die    Qbrigen    GefUsspflanzen  besonders  die 

Cycadeen  und  Gnetaeeen.  Jena,  1883.  8." 
"• Schellhorn  0.  —  Ueber  den  von  der  Bestrahlung   dureh  die  Erde  herruh- 

renden  Theil  dér  schliesslicben  Temperatili' des  Mondes  und  die  Verthei- 

lung  dieser  Temperatili-  im  Innern  desselben.  Jena,  18S3.  8." 


-  -    Vili    — 

''Schemi  G.  —  Utmutatàs  fóldmàgnességi   helymeghatdrozàsokra.    Budapest, 

1834.  8.° 
'■Schmidt  B.  —  Arnold  von  Quedlinburg   und  die  iiltesten   Nachrichtea  zur 

Gescliichte  des  Rsussiscben  Hauses.  Jena,  1883.  8.° 
iSchSnland  S.  —  Ueber   die   Entwicklung   der  Bli'iten   und  Fruclit  bei  den 

Plataneu.  Leipzig,  1883.  8.° 
'■Schorler  lì.  —  Untersuchungen  ueber  die  Zellkerne  in  den  starkefiibrenden 

Zellen  der  Hòlzer.  Jena,  1883.  8.° 
''Schuth  lì.  —  Studiai  zar  Spraclie  d'Aubigné's.  Alterna,  1883.  8.° 
f  Schwer  W.  —  Ein  Beitrag  zur  Stalistik  und  Anatomie  der  Tuberkulose.  Kiel, 

1884.  8.° 
*Semon  lì.  —  Das  Nervensystem  der  Holothnrien.  Jena,  1883.  8." 
ìSigismund  F.  —  De  haud  negationis  apud  priseos  scriptores  usu.  Lipsiae, 

1883.  8.° 

'Simon  F.  — ■  Die  Sexualitat  und  ilire  Erscheinungswèisen  in  der  Natur.  Ver- 

sucb  einer  kritiseben  Erklarung.  Breslau,  1883.  8.° 
•Simon  J.  —  Une  Aeadémie  sous  le  Directoire.  Paris.  1885.  8.°  (acq.). 
'Soltìvedcl  F.  —  Freje  ZellbilJung  im    Embryosack  der    Angiospermen  mit 

besonderer   Bei'fieksichtigung   der   hierbei   stattfindenen   Vorgange   der 

Kerntbeilung.  Jena,  1881.  8." 
f  Spee  G.  F.  —   Beitrag  zur  Entwickelungsgcscb.icb.te  der   fruberen    Stadien 

des    Meecschweinchens    bis    zar   Vollendung    der  Keimblase.    Leipzig, 

1882.  8.° 
'Spinoza  B.  de  —  Stelkonstige  reekening  van  den  Regenboog,  and  Reecke- 

ning  vau  Kanssen.  Reirnpression  by  Dr.  D.  Bierens  de  Haan.  Leiden, 

1884.  4." 

"Spitzer  J.  —  Lautleh're  des  Arkadischen  Dialektes.  Kiel,  1883.  8." 
'Sprawozdania  komisyi  do  badania  historji  sztuki  w  Folscbe.  T.  HI,  1.  Krakow, 

1884.  4.° 
'Stechert  C.  —  Definitive  Bestimmung  der  Babn  des  Cerneteli  1881,  IV.  Kiel, 

1884.  4.° 
fSteen  J.  —  Aiiatomiscb-bistologiscbe  Untersuchung  von  Terebellides  Stroe- 

ruii  M.  Sars.  Jena,  1883.  8." 
+ Steinhtiuser  K.  —  John  Lyly  als  Dramatiker.  Halle  a.  S.  1884.  8.° 
*Stevin  S.  —  «  Valide  Spiegeling  der  Singconst  »  et  «  Vaude  Molens  ».  Reim- 
pression par  Dr.  D.  Bierens  de  Haan.  Amsterdam,  1884    4.° 
''Stolz  N.  —  Beitrag  zur  Statistik  der  Radicaloperatiou  der  Hydrocele  durcb 

Punction   mit   nachfolgeuder   Injeetion   von  Lugol'scher   Lòsung.   Kiel, 

1S83-  8." 
iSuet.  F.  —  Ueber  die  auf  den  Konig  Haraldr  Hàrfagri  bezugliebeu  Gedicbt- 

fragmente    in  den    norwegiseben    Konigscbronik    Fagrskinna.    Leipzig, 

1884.  8.° 


'Vaino  II. —  Les  ori  gin  es  de  la  Fianco  contemporaiue.  La  revolution.  T.  [-III. 

Paris,  18S2-85.  8." 
Tordi/  P.  —  Remarques  sur  une  Note  de  M.  Ibacli.  Paris,  1884.  8." 
f  Tchijcroski  P.  —  Recherches  sur  l'entrainement  des  substances  solides  pal- 
la vapeur  d'eau  et  sur  la   combinaison   de  l'acido  borique  avec  la  va- 

peur  d'eau.  Genève,  1884.  8.° 
;  Thcopold  C.  —    Deber   einen   Fall   von    multipler   degenerativer   Neuritis. 

Lemgo,  1882.  8." 
"Trognit:  B.  —  Ueber  einige  Cunren  auf  dem   Rotati onsell i psoid,  der  Kugel 

und der  Mercator'schen  Projectionsebene  bei  conformera  Zusammenbange 

dieser  Plàchen  unter  einender.  Jena,  18S3.  8." 
:  Vauthier  U.  —  Recherches  anatomiques  sur  les  corps  libres  de  la  tunique 

vaginale.  Genève,  1884.  8." 
■  VOlckcrs  C.  —  Zur  Bchandlung  der  Mastdavmkrebses.  Kiel,  1883.  8.° 
;  Wagner  R.  —  De  priore  quae  Demostbenis  fertur  adversus   Aristogitoncni 

oratione.  Cervimontii,  1883.  S.° 
;  Walter  0.  —  Geschichte  des  Hebamraenwesens  im  Grossherzogthum  Mecklen  • 

burg- Scbwerin   nebst  kurzen  Vorscblagen  zu   einer  Re  forai  desselben. 

Giistrow,  1883.  8.° 
•)Yassncr  J.  —  De  Heroum  apud  Graecos  cultu.  Kiliae,  1883.  8° 
iWedel   11'.  —  Ueber   einige   Abkommlinge    des  Acetessigester  (Aethyl-Dia- 

cetsaure)  und  ueber  die  Oonstitution  desselben.   Jena,  18S3.  8.° 
:  Wieck  0.  —  Ueber  die  Discisio  mahirans.  Kiel,  1883    8." 
;  Wildfang  ./.  C.  —  Die  Tuberkulose  der  Tymus.  Kiel,  1883.  S.° 
:  Woljf  E.  —  Zur  Syntax  des  Verbs  bei  Adenet  Le  Roi.  Kiel,  1884.  8." 
*Wùttig   ./.    —   Thomas   Arnold   der   Rektor   von   Rugby.    Ein   Beitrag   zur 

Geschichte  des  Englischen  Erziehungswesen.  Hannover.  1884.  S.° 
'•  Ziegenspeek  11.  —  Ueber  das  Gestein  des  Vulcans  Yate  siidlich  von  der  Boca 

de  Reloncavi  mittlere  Andenkette   Siid-Chile  (West-Patagonien).  Jena, 

1883.  sr 

Pubblicazioni  periodiche  pervenute  all'Accademia 
nei  mesi  di  ottobre  e  novembre  1884. 

Pubblicazioni  italiane. 

•Annali  dell'industria  e  del  commercio.   1884.  Roma,  8." 

Latles.  L'industria  delle  coperte  di  lana.  —  Atti  del  Consiglio  del  commercio  e  del- 
l'in instria. 
•Annali  di  agricoltura.  1884.  N.  82,  SO.  Roma,  1884.  8.° 

82.  Le  scuole  pratiche  di  agricoltura  in  Italia.  —  80.  Atti  della  Commissione  con- 
suntiva per  la  fillossera. 
•Annali  di  statistica.  Seri.'  :','.  vol.IX-XI.  Roma,   1884.  8." 

Bl'U.ETTISO-R]  NDH    |N.  I  l    —    VOL,    I.  2 


IX'.  Appunti  di  statistica  comparata  di  alcune  città  italiano  ed  estere.  —  Censimento 
degli  Israeliti  esistenti  nel  regno  alla  fine  dell'anno  1881.  —  Marinelli.  La  superficie  geo- 
grafica del  regno  d'Italia  secondo  i  più  recenti  studi.  —  Gabelli.  Sulla  statistica  dell'istru- 
zione secondaria  per  l'anno  scolastico  1881-82.  -  x.  Atti  della  Commissione  per  il  riordi- 
namento della  statistica  giudiziaria,  civile  e  penale.  —  XI.  Sbrojavacca.  Appunti  di  stati- 
stica e  legislazione  comparata  sugli  istituti  di  credito  fondiario. 
■Annuario  del  r.  Istituto  tecnico  di  Roma,  1884.  Annata  IX.  Roma,  8." 

Pipemo.  L'insegnamento  della  teoria  della  statistica  negli  istituti  tecnici.  —  Tor- 
raca.  Rimatori  napoletani  del  quattrocento.  —  Meli.  Cenni  geologici  sulla  costa  di  Anzio 
e  Nettuno  ed  elenco  dei  molluschi  pliocenici  ivi  raccolti.—  Pochcttirw.  Una  nuova  formi 
di  Oidium  Erysiphoides  Fr.  —  Besso.  Di  alcune  regole  per  la  trisezione  approssi- 
mata dell'angolo. 

•Annuario  statistico  italiano.  Anno  1884.  Roma,  1884.  8.° 
•Archivio  per  l'antropologia  e  la  etnologia.  Voi.  XIV,   f.  2°.  Firenze,  1884.  S.° 
Manttgazza.  Studi  sull'etnologia  dell'India. 

'Archivio  storico  siciliano.  N.  S.,  anno  IX.  Palermo,  1884.  4.° 

Cogli/ore-  Studi  storico-archeologici,  Mozia.  —  Salims.  Osservazioni  intorno  a  due 
diplomi  greci.  —.Amari.  Estratti  del  Tarili  Mansuri.  —  Vasi.  Osservazioni  critiche  alla 
monografia  critica  delle  colonie  lombardo-siculo  di  Lionatdo  Vigo.  —  Slarrabba.  Docu- 
menti relativi  a  un  episodio  delle  guerre  tra  le  fazioni  latina  e  catalana  ai  tempi  di  re 
Lodovico  d'Aragona.  —  Lionti.  IV.  Le  usure  presso  gli  Ebrei.  —  Meli.  Su  i  pittori  clic 
lavorarono  nella  cappella  di  S.  Cristina  nell'ultimo  anno  del  secolo  XV  e  sulla  S.  Cecilia, 
unico  quadro  che  oggi  esiste.  —  Rocca.  Tre  tele  di  Andrea  Carrera  in  Alcamo.  —  hi. 
Nuovi  documenti  sul  pittore  Giuseppe  Carrera.  —  Salina*.  Aggiunta  all'articolo  sulla  statua 
di  Carlo  II  modellata  da  Giacomo  Serpotta. 

"Archivio  storico  italiani.  Tomo  XIV,  disp.  6,   1S84.  Firenze,  8.° 

Li  Manila.  Notizie  e  documenti  su  le  consuetudini  delle  città  di  Sicilia.  —  Banchi. 
Provvisioni  della  Repubblica  di  Siena  contro  la  peste  degli  anni  1411  e  14£3.  —  Reumont. 
L'incoronazione  di  Carlo  V  in  Aquisgrana  descritta  da  Baldassar  Castiglione.  —  Venturi. 
Di  un  insigne  artista  modenese  del  secolo  XV. 

t Archivio  storico  per  le  provincie  napoletane.  Anno  IX,  f.  3.  Napoli,  1884.  8.° 
Barone.  Le  cedole  di  tesoreria  dell'Archivio  di  Stato  di  Napoli  dal  1460  al  1504. — 
Fiorentino.  Esilio  da  Viterbo,  e  i  Pontaniani  di  Napoli.  —  Giampietro.  Un  registro  ara- 
gonese della  Biblioteca  nazionale  di  Parigi.  —  Nunziante.  Alcuno  lettere  inedite  del  car- 
dinal Mazzarino  dal  24  gennaio  al  24  aprile  1648.  —  Capano.  Il  Factum  giurato  dal 
Duca  Sergio  ai  Napoletani  (1030?). —  Colombo.  Il  palazzo  e  il  giardino  della  Duchcsca  dal 
1487  al  1760. 
•Archivio  storico  per  Trieste,  l'Istria  ed  il  Trentino.  Voi.  Ili,  f.  1,2.  Roma, 

1884.  8.° 

Carducci.  Dell'inno  La  Risurrezione  di  Alessandro  Manzoni  e  di  S.  Paolino  d'Aqni- 
leja.  —  Prede/li.  Antiche  pergamene  dell'abazia  di  S.  Lorenzo  in  Trento.  —  Joppi.  Inven- 
tario del  tesoro  della  chiesa  patriarcale  d'Aquileia  fatto  fra  il  135$  e  il  137S.  —  .1/.  La 
Comunità  di  Rovereto  e  le  pretese  d'Innsbruck  (1564).  —  Orsi.  Varietà  trentine;  Un  giu- 
dizio di  Dio  in  Rendenadel  1155;  Un  nuovo  documento  sul  Bellenzani  ;  Gli  scritti  del  padre 
Tuvazzi;  Artisti  che  lavorarono  nel  Trentino.  —  Suster.  I  Trentini  all'Università  di  Bolo- 
gna nei  secoli  XVI  e  XVII. 

f  Archivio  veueto.  Anno  XIV,  n.  s.  f.  55.  Venezia,  1S84.  8." 


eh    i.  La  vita  dei  Veneziani  iul  1300.  La  città,  la  laguna.  —  Caffi.  G  >  ÌW- 

ias ssia    Vielmo    Vielmi  di  Al/ano.  —  Ronzon.  I  vicari   del    Cadore.  —  Deganì.  11 

castellò  'li  Gasano.  —  Cipolla.  Ricerche  sulle  tradizioni  intorno  alle  antiche  immigrazioni 
nella  laguna.  —  Zdekaver.  11  giuoco  a  Venezia  sulla  line  del  secolo  XVI.  —  di  Sardagna. 
Documenti  circa  il  feudo  della  Muta  in  Riva  di  Trento. 
:  Atti  dell'Accademia  Olimpica   di  Vicenza.    1882.    1"  e  2"  seni.,  voi.  XVII. 

Vicenza,  1884.  8.° 

Morsolin.  Maddalena  Campiglia  poeti     a  vicentina.  —  Donati.  Intorno  alla  vita  e  alle 
opere  di  Nicolò  Vecchietti.  —    Tunisi.  Una  pagina   d'igiene.  —  Conte.    Delle    ricompense 
civili. 
•Atti  della  r.  Accademia  lucchese  di  scienze,  lettere  ed  arti.  T.  XXIIL  Lucca, 

1884.  8.° 

Sforza.  La  patria,  la  famiglia  ed  i  paventi  di  papa  Niccolò  V.  —  Ridolfi.  Commemora- 
zione del  cav.  Adolfo  Pieroni.  —Bonghi  S.  Della  mercatura  dei  Lucchesi  nei  secoli  XIII  e 
XIV.  —  MiUmcsi:  Sul  telefono  e  il  microfono.  —  Ciampolini.  La  prima  tragedia  regolare 
nella  letteratura  italiana. 

"•Atti  e  Memorie  della  r.  Deputazione  di  storia  patria  perle  provincie  di  Ro- 
magna. 3a  Ser.  voi.  IL  f.  2,  3.  Bologna,   1884.  8." 

lìrizio.  Villaggio  preistorico  a  fondo  di  capanne  scoperto  nell'Imolese.  —  voti  Duini. 
Osservazioni  critiche  sulla  recente  opera  di  H.  Nissen  «  Italischen  Landeskunde,  I.  Land 
un  d  Lente  ».  —  Balduzzi.  Bagnacavallo  e  i  Polenta:»  (1394-1438).  —■  Luschin  von  Eben- 
grcuth.  Nuovi  documenti  riguardanti  la  nazione  alemanna  nello  Studio  di  Bologna.  — Ma- 
lagula.  I  libri  della  nazione  tedesca  presso  lo  Studio  bolognese.  Note  storico-bibliografiche. 

•Bollettino    consolare    pubblicato  per    cura  del  Ministero    degli  affari  esteri. 
Voi.  XX,  f.  10,  11.  Roma,  1884.  8.° 

10.  Tcsraii.  Commercio  e  navigazione  della  Birmania  inglese  durante  l'anno  1883-84.  — 
Nagar.  Eaccolta  di  notizie  e  sunti  statistici  sull'Uruguay.  —  Ardrcini.  Relazione  sull'in- 
dustria ed  il  commercio  della  Persia.  —  Esportazione  della  Germania  dal  1°  gennaio 
al  30  giugno  1884.  —  Massone.  Notizie  commerciali  della  città  di  Batoum  e  del  suo  traffico 
di  petrolio  {nafta,.  —  Huitfeldl.  Rapport  sur  la  situation  économique  de  la  Norvègc 
cu  ls83.  —  Andrcsen.  Navires  en  costruction  dans  le  chantiers  de  la  Norvègc  au  l"jan- 
vier  ISSI.—  ll.de  Neufoille.  Rapporto  statistico  sul  commercio  italo-gerraanico.  —  Greppi. 
Alcune  notizie  intorno  alle  colonie  italiane,  Conte  d'F.u  e  Donna  Isabella  nel  Brasile.  — 
Perrod.  Emigrazione  e  colonizzazione  nella  provincia  brasiliana  di  S.  Paolo.  —  Bauertnei- 
ster.  —  Movimento  commerciale  del  porto  di  Saigon  nell'anno  1883.  —  Zerboni.  Rap- 
porto sui  principali  raccolti  della  Romelia  orientale  di  quest'anno.  —  Movimento  della 
navigazione  nazionale  in  Alessandria  d'Egitto  e  Porto  Said.  —  Calvignoni.  Statistica 
della  navigazione  e  del  commercio  di  Smirne  nell'anno  1883.  —  Roswadowsky.  Movimento 
marittimo  del  porto  di  Susa  nel  1883.  —  Statistica  della  navigazione  nel  Distretto  con- 
solare di  Costantinopoli. 
^Bollettino  del    Collegio  degli   ingegneri  ed   architetti   in    Napoli.   Voi.    II, 

n.  19-22.  Napoli,  1884.  4." 
■Bollettino   della    Società   geografica   italiana.  Ser.  2a,  voi.  IX,  f.  10.  Roma, 

1SS4.  8.° 

Roncigli.  Da  Punta  Arenas  a  Santa  Cruz. 

t Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.  1881.  N.  9,  10.  Roma,  8.° 


—    XII    — 

Cortese  e  Canavari.  Nuovi  appunti  geologici  sul  Gargano.  — ■  Lovisato.  Sopra  il  per- 
miano e  il  triasico  della  Nutra  in  Sardegna. 
'Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  I,  2n  seni. 

1884.  Roma,  4.° 
'Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VI,  1884,  n.  49-59.  Roma,  4.° 
■^Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno.  II.  ri.  15,  16.  Roma, 

1884.  4." 
'Bollettino  mensile  delle  situazioni  dei  conti  degli  istituti  di  emissione.  Anno 

XV,  1884,  n.  8,9.  Roma,  4." 
•Bollettino  meteorico  dell'Ufficio   centrale   di   meteorologia.  Anno  VI,  1S84, 

ottobre-novembre.  Roma,  4.° 
*Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei  principali  prodotti   agrari   e 

del  pano.  1884,  n.  35-45.  Roma,  4.° 
•Bollettino    ufficiale    del  Ministero  della    pubblica  istruzione.  Voi.  X,  1884, 

ii.  VIII-X.  Roma,  4.° 
•Ballettino  archeologico  sardo.  Serie  2\  anno  I.  Suppl.    Cagliari,  1884.  8." 
Nissardi.  Intorno  ai  due  ripostigli  di  Abini  e  di  Fonasi  Nioi. —  Ch'espi.  Intorno  al 
ripostiglio  di  Abini. 

fBullettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  X,  n.  7.  Roma,  1884.  8." 
t Ballettino  delle  scienze  mediche   pubblicate  per  cura  della  Società  medico- 
chirurgica di  Bologna.  Anno  LX,  serie  6a,  voi.  XIV,  1884,  f.  3°.  Bologna,  8." 
Ccccìierclli.  Sulle  plastiche,  specialmente  della  faccia. 
'Cimento  (Il  nuovo).  Serie  3\  tomo  XVI.  Luglio-aeit.  1884.  Pisa,  8.° 

Itòili.  Della  «inferenza  internazionale  per  la  determinazione  delle  unità  elettriche, 
adunatasi  a  Parigi  nel  ISSI.  —  Pagliari  e  Vicentini.  Sulla  compressibilità  dei  liquidi  ed 
in  particolare  dell'acqua.  —  Poloni.  Una  relazione  tra  l'elasticità  di  alcuni  fili  metallici  e 
la  loro  conducibilità  elettrocalorifica.  —  Volterra.  Sopra  un  problema  di  elettrostatica.  — 
Calzecchi-Oiiesli.  Sulla  conduttività  elettrica  delle  limature  metalliche.  —  lìjrloli.  La  con- 
ducibilità elettrica  delle  combinazioni  del  carbonio.  —  Id.  Sopri  un  singolare  fenomeno 
csservato  nel  misurare  la  conducibilità  elettrica  dell'etalio.  —  Id.  Intorno  ad  una  relazione 
fra  la  temperatura  critica  e  la  temperatura  di  ebullizione  ordinaria,  data  dal  sig.  Pawlewski 
e  dal  sig.  Nadejdine.  —  hi.  Se  il  vetro  sia  permeabile  o  no  al  gaz.  —  Id.  Sulla  coesistenza 
di  formule  empiriche  diverse,  ed  in  ispecie  su  quelle  che  contengono  la  costante  capillare 
dei  liquidi  o  la  coesione  dei  solidi.  —  Barloli  e  Slracciuli.  Intorno  ad  alcune  formule  date 
dal  sig.  D.  Mendelecff  per  esprimere  la  dilatazione  dei  liquidi  e  dai  sigg.  T.  E.  Thorpe 
ed  A.W.  lìùcker  per  calcolare  la  temperatura  crilita  della  dilatazione  termica.  —  hi.  Le 
temperature  critiche  e  i  volumi  molecolari  ai  gradi  critici  per  gli  idrocarburi  CH^,-1-,  dei 
petroli  di  Pensilvania. 

•Circolo  giuridico  (II).  Anno  XV,  n.  9,  10.  Palermo,  1884.  8.° 

Tomasino.  Francesco  Franco  e  i  suoi  tempi.  —  Crisafulli  Tedeschi.  Il  diritto  di  rap- 
presentazione nell'art.  890  del  Codice  civile.  —  Cresci  inanno.  La  cancellazione  delle  ipote- 
che nel  giudizio  di  graduazione. 

"Cronaca  della  istruzione  pubblica  e  privata.   Voi.  XIII,   disp.  4\  Palermo, 
1884.  8.° 

Acamfora-Venturelli.  Sulla  genesi  dei  concetti.  —  Romano.  Sulla  scuola  elementare 
e  popolare. 


—    XIII     — 

documenti  per  servire  alla  storia  'li  Sicilia.  2*  Serie.  Fonti  del  diritto  siculo. 

Voi.  I,  f.  3.°  Palermo,  1884.  8°. 

Statuti,  ordinamenti  e  capitoli  della  città  di  Poli-zzi. 
•Economista  (U).  Anno  XI,  voi.  XV,  n.  545-552.  Firenze,  1884.  4.° 
•Filosofia  (La)  delle  scuole  italiane.  Anno  XV,    voi.  XXX,  disp.  2a.  Roma, 

1884.  8.° 

/iterante.  Pel  determinismo  'li  John  Stuart  .Mi  1.  —  Demoni.  Il  libro  postumo  di  An- 
tonio Rosmini  su  le  categorie  e  la  dialettica.  —  Mamiani.  Emanuele  Kant  per  Carlo 
Cantoni. 

^Gazzetta  chimica  italiana.  Appendice.  Voi.  Il,  n.   19,  20.  Palermo,  1884.  8." 
•Giornale  botanico  (Nuovo).  Voi.  XVI,  n.  4.  Ott,   1884.  Firenze,  8." 

Nu'Mra.  Elementi  statistici    della    flora  siciliana.  —  Marchiali.  Catalogo  di  pronubi 
delle  piante.  —  Pirolta.  Breve  notizia  sul  Cystopus  capparidis. 
•Giornale  d'artiglieria  e  genio.  1884.  Pani.  8  11.  Roma,  8." 
*  Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVII,  il.  8n.  To- 
rino, 1884.  8.° 

Sonsino.  La  filaria  sauguinis  hominis  osservata  in  Egitto,  e  gli  esperimenti  inforni 
al  suo  passaggio  nelle  zanzare  ed  in  altri  insetti  ematofagi. —  hi.  Ricerche  sullo  sviluppo 
della  Bilharzia  haematobia.  —  Falchi-  Stafilomi  corneali.  —  hi.  Contribuzione  anatomica 
clinica  alla  cataratta  di  Morgagni.  —  Lombroso.  Sul  mancinismo  motorio  e  sensorio  nel 
i  io,  nel  pazzo,  sordo-muto,  cieco  nato  e  nel  criminale.  —  Giacomini.  Annotazioni  sopra 
l'anatomia  del  Negro.  —  Capon.  Aliane  osservazioni  sulla  disposizione  delle  vene  dorsali 
della  m  ino. 

■Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VI,  n.  7-8.   Luglio-agosto 
18S4.  Milano,  8.° 

Zucchi.  Alcuni  riflessi  intorno  al  progetto  di  legge  sugli  alienati  e  sui  manicomi. 

^ Giornale  della  Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche  di  Genova.  Anno 

Vili,  f.  10-11.  Genova,  1884.  8.° 

Pastore.  A  proposito  d'arte  genovese  a  Torino.--  Virgilio.  Sventramento.  —  Canale. 

Ricordi  ili  un  vecchio  marinaro,  per  il  march.  Ippolito  Spinola.  —  Doganti.  Studio   sulh 

Mafalda  Dantesca,  —  Castellini.  Lo  spirito  del  Tirolo  de]  1809.  —  Visioni  (da  Nicolo  Lenau). 

^Giornale  di  matematiche  ad  uso  degli  studenti  delle  università  italiane.  Voi. 

XXII.  Seìt.-ntl.  18S4.  Napoli,  4.° 

Vivanli.  Alcuni  teoremi  sulle  funzioni  intere.  —  Schroetev.  Teoremi  relativi  alle  coni- 
che iscritte,  circoscritte  e  coniugate    —  Pirondini  Sulle  linee  di  curvatura  e  sulle  super- 
ficie che  ammettono  una  evoltila  comune.  —  Torelli.  Necrologia  di  Nicola  l'indi.  —  Tur/noli. 
Le  funzioni  algebriche  studiate  geometricamente. 
^Giornale  di  medicina  militare.  Anno  XXXII,  n.  10,  11.  Roma,  1884.  8.° 

Fresa    Studio  storico-clinico    sulla    polmonite   crupale.  —  Baroffio.    Ter/a  conferenza 
internazionale  delle  Società  di  soc    irso  ai  militari  feriti  ed  ammaliti  in  guerra. 
•Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.   Voi.  X,  n.  7.  Luglio   1884.  To- 
rino, 4." 

Biglia.    I    freni  continui.  —    Fettarappa.    Sulle   proprietà    assorbenti    dello    terre    in 
riguardo  alla  loro  attitudine  a  ricevere  le  acque  lorde  della  città. 
^Memorie  dell'Accademia  di  agricoltura,  arti  e  commercio  di  Verona.  Voi.  LX, 

ser.  M1.   Verona,  1884.    8.° 


—     X:V    — 

Gailer.  Danto  precursore  delle  moderne  scoperte  geologiche.  —  De  Stefani.  Sui  primi 
resti  fossili  di  un  ittiosauro  e  di  un  cheloniano  scoperti  nella  provincia   veronese.  —  Al- 
berti. L'abbassamento  postglaciale  sul  Garda.  —  Faccini.  Risultati  delle  vaccinazioni  car- 
bonchiose. —  Massalongo.  Uredineae  veronenses.  —  De  Stefani.  Sopra  gli  scavi  fatti 
nella  palafitta  centrale  del  golfo  di  Peschiera  e  in  quella  del  Mincio. 
•Memorie  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Classe  di  scienze  ma- 
tematiche e  naturali.  Voi.  XV,  (Ser.  3a  VI),  f.  3.  Milano,  1884.  4.° 
Sangalli.  Singolari  produzioni  cornee  del  corpo  umano. 
+  Natura  (La).  N.  42-49.  Milano,  1884.  4.° 

"Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno  XXIII, 
f.  8,  9.  Napoli,  1884.  4." 

8.  Palmieri.  Note  elettrostatiche,  ossia  nuove  indagini  sperimentali  sulla  tensione  vol- 
taica e  sul  potenziale  elettrico.  —  lioccardi.    Sulla   fisio-patologia  de'  vasi  sanguigni.  — 
Scacchi.  Ricerche  cristallografiche  sulla  fenilcumariua  e  sulla  cumarina.  —  9.  Oglialoro.  Di- 
sinfezioni. —  Paclclletli.  Sui  sistemi  di  forze  impulsive. 
^Rivista  alpina  italiana.  Voi.  Ili,  n.  9,  10.  Torino,  1884.  4.° 

Prato.  Sulle  iscrizioni  simboliche  del  lago  delle  Maraviglie. 
■Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Anno  1884,  punt.  9,  10.  Roma,  8.° 

0.  Informazioni  e  studi  tecnici  intorno  agli  ospedali  militari  con  proposte  concretate 
per  un  ospedale  divisionale  capace  di  6u0  letti.  —  Mancanti.  L'artiglieria  da  campo  co- 
razzata. —  Notizie  sulle  gelatine  esplosive.  —  Gioppi.  Esperienze  dell'artiglieria  russa.  - 
IO.  Mariani.  Le  mitragliatrici.  —  Ctigìa.  Conno  sul  rifornimento  delle  munizioni  presso  i 
principali  eserciti  europei.  —  Slacci.  Intorno  ad  alcune  recenti  pubblicazioni  di  balistica.— 
Id.  Ancora  sugli  assi  delle  rose  di  tiro. 
•Rivista  di  filosofia  scientifica.   Voi.  VI,  n.  1.  Milano,  1884.  8.° 

Ardigb.  Il  compito  della  filosofia  e  la    sua    perennità.  —  Sergi.  I  fenomeni    psichici 
(Mine  funzioni  dell'organismo.  —  Gerasa.  La  materia  degli  spazi  celesti.  —  il.  Genesi  e  na- 
tura della  materia  dello  spazio.  —   Buccola  e  Bordoni-Vffreduzzi.  Studi  di    psicologia  spe- 
rimentale. —  Sul  tempo  di  percezione  dei  colori. 
•Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Ser.  2a,  n.  19-21.  Collegllano,  1884.  8." 

Comboni.  Le  materie  alimentari  e  le  officine  chimiche  municipali,  —  Giunti.  Azione 
delle  pressioni  inferiori  all'atmosferica  sulle  fermentazioni. 
•Rivista  marittima.  Anno  XVII,  f.  10,   11.  Roma,  1884.  8." 

Màldini.  I  bilanci  della  marina  d'Italia.  —  Accinni.  Impressioni  di  una  gita  in  Corea 
nel  giugno  1884.  —  Vecchi.  Le  memorie  di  un  uomo  da  remo  (1565-1576).  —  Chierchia. 
Raccolta  zoologica  fatta  dalla  r  Corvetta  «  Vettor  Pisani  »  nel  viaggio  da  Montevideo  a 
Guayaqnil. 

•Rivista  (Nuova)  internazionale.  Anno  IV,  n.  16.  Firenze,  1884.  8.° 

tfeyse.  Goffredo  e  Garsinda,  Novella.  —  Leo.  Venanzio  Fortunato,  ultimo  poeta  ro- 
mano. —  Fliess.  Lo  stato  presente  della  scienza  rispetto  al  colera.  —  Bernhòft,  Sulla  con- 
dizione delle  donne  nell'antichità. 

•Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XV,  n.  19,20.  Firenze,  1884.  8.° 

Lvvini.  Origine   dell'elettricità    dell'aria,  delle  nubi  temporalesche,  e  delle  eruzioni 

vulcaniche.  —  Emo.  Variazioni  nella  resistenza  elettrica  dei  fili  metallici  solidi  e  puri  colla 

temperatura. 

•Spallanzani  (Lo).  Anno  XIII,  f.  11.  Nov.  1884.  Modena,  8.° 

Ciuccio.  Apparecchio    uro-genitale  e  rene    dell'uomo   (Scuola    d'anatomia   e  fisiologia 

comparative  della  r.  Università  di  Bologna).  —  Metello.  Delle  condizioni  che  favoriscono 


le  emorragie  secondarie,  e  dei  metodi  diversi  di  legatura.  —  Hardy.  Sull'orticaria,  sul- 
l'ectima e  sulla  zona.  —  Ascensi.  Sopra  un  nuovo  apparecchio  inalatorio  ad  aria  compre  i 
semplice  o  medicata,  e  trasportabile. 

Telegrafista  (II).  Anno  IV,  Sett.-ott.  1884.  Roma,  8.° 

Gallino.  Degli  apparecchi  di  scarica.  —  Meiuxi.  Il  primo  inventore  del  telefono, 

Pubblicazioni  estere. 

'Abhandlungen  der  Nafcurforschenden  Gresellschaft  zu  Halle.  XVI,  Bd.  2  HeH. 

Halle.  1884.  4." 

Kraus.  Ueber  die  Wasservertheilung  in  der  Fflanzc.  IV.  Die  Acidita!  des  Zellsaftes.  — 
Gr  elladici:  Die  Retina  des  Cephalopoden. 
•  "Ai;ta  Mathematica.  V.  1.  Stockholm,  1884.  4.° 

Malmslein.  Sur  la  formule: 

ìi  u  ,  =  Jux  —  -  .  .hi  x  h — - — —  .  Ju"x  —      ,/  .  .Iu.v    -+-  etc. 

Phragmèn.  Beweis  eiues  Satzes  aus  der  Mannigf.iltigkeitslehi'e. —  Schee/fer.  Àllgemeine  Un- 
tersuchnngen  iiber  Rectifieation  der  Curven.  —  Krey.  Einige  Anzahlen  fùr  Kegelflachen. 

fActa  (Nova)  regiae  Societatis   scieutiarum    upsaliensis.   Ser.  Ili,  voi.  I-III; 

IX,  2;  XII,  1.  Upsaliae,  1855-1884.  4." 

Fineman.  Sur  la  trombe  du  1  juin  1882  dans  la  vallee  de  Siiby.  —  Dillner.  Sur 
l'integration  des  e'quatior.s  différentielles  du  pendule  conique.  —  Falk.  Démonstration  du 
théorème  de  Cauchy  sur  l'intégrale  d'une  function  complete.  —  Soderblorn.  Ueber  die 
Drehung  eines  Rotationskorpers  una  einen  festen  Punkt.  —  Lundslróm.  Pflanzenbiologische 
Studien.  I.  Die  Anpassungen  der  Pflanzen  an  Regen  und  Thau.  —  Hildebrandsson.  Sur  la 
distiibution  des  élétnents  météorologiques  autour  des  minima  et  des  maxima  barométri- 
ques.  —  Berger.  Sur  une  sommation  de  quelques  séries. —  Areschovg.  Observationes  phyco- 
logicae.  P.  IVr.  de  laminariaceis  nonnullis. 

fActa  Societatis  scieutiarum  fennicae.  T.  XIII.  Helsingforsiae.  1884.  4.° 

Reuler.  Hémiptères  gymnocérates  d'Europe,  du  bassin  de  la  Mediterranée  et  de 
l'Asie  russe. 

;  Anales  de  la   Sociedad   cieutifica    Argentina.  T.  XVIII,  entr.  2-4.  Buenos- 
Aires,  1884.  8.° 

2.  PuiggarLLa  prueba  del  fuego  en  el  juicio  de  Dios. —  Berg.la  metamorfosis. — 
'ù.  Spcgaszini.  Apuntes  fllológicos  sobre  las  lenguas  de  la  Tierra  del  Fuego. 
•Annalen  der  Chemie  (Justus  Liebig's).  Bd.  224,  225.  Leipzig,  1884.  8.° 

224.  Bernthsen.  Die  Acridine. —  Zander.  Normale  Fettsàuren  und  normale  Fettalko- 
liole.  —  Kumpf,  Ueber  nitrirle  Phenylbenzylàther  und  nitrirte  Benzylchloride.  —  Frische. 
Ueber  nitrirte  p-Kresylbenzylather.  —  Rapp.  Ueber  die  Phenyl- und  Kresylester  derPho- 
sphorsaure  und  ihre  Nitriiung.  —  tlriiilirr.  Uelvr  ili"  l'alcitimoxysulfìde.  — Iti.  Ueber  .li.' 
Constitution  der  Polysulfide  und  dei  Pohj  ixyde.  —  Id.  Einige  Verbindnngen  der  schwe- 
Higen  Sàure.  —  Nafzger.  Die  Sàuren  des  Bienenwachses.  —  Kreis.  Vergleichende  Unter- 
suchnngen  iiber  die  Methoden  der  fractionirten  Destillation.  —  Froelieh.  Ueber  die  bei  der 
Einwirkung  von  Stickoxydgas  ani'  Brom  entstehenden  Prodncte.  —  Geulher.  Ueber  eincn 
neuen  Phosphorsaureather.  —  Spindler.  Ueber  den  Nitrirungsprocess  der  Benzolderivate.  — 
Baumcrt.  Eiuwfirkung  von  Acetylchlorid  und  Essigsaureanhydrid  auf  Lupinin. —  Id.  Ueber 
das  iussige  AJkaloId  aus  Lupinus  lutens  —  IJubner,  Tòlle  und  Alhenstàdt.  Ueber  die  Ein- 
wirkung von  Dimethylparatoluidin  und  Dimefhylanilin  auf  Icthylenbromid.  —   Wiesingcr. 


XVI     

Einwirkung  vòn  Eisehchlorid  auf  Orthophenylendiamin,  —  225.  Krùsf.  Ueber  elio  Schwe- 
fclverbindungen  des  Molybdàns.  —  Stohr.  Ueber  die  Hydroparacùmarsitiira  —  tiesse.  Ueber 
Cliinin  und  Homochinin.  —  Lossenvuiil  Zander.  Untersuchung  eiuiger  Kohlenwasserstoffe.  — 
Richard.  Ueber  Carbonsiiuren  synthetiseh  erhaltener  Pyridinbasen.  —  Brix.  Ueber  do:i 
Austausch  von  Chlor,  Brom  und  Jod  zwischen  organischen  und  anorganischen  Verbindun- 
gen.  —  Kòhnlein.  Ueber  den  Austauseli  von  Chlor,  Brom  uni  Jod  zwischen  anorganischen 
und  organischen  Halogenveibindungen.  —  Page.  Ueber  anoiganische  Chloride  als  Chlor- 
iibertrager.  — *  flesse.  Ueber  die  Binde  von  Bemijia  Piirdièàna  Wedd.  mici  ilire  Alkaloide. — 
Wiedemann.  Physikalisch-chemische  Notizen.  —  Geùlher.  Untersuchungen  iiberdie  Affinitats- 
griissen  des  Kohlenstoffs.  —  Rùbencamp.  Ueber  einige  Aldehyd-  resp.  AethylidenabkOmm- 
linge  und  iiber  die  Gnisse  der  „Kohlenoxydaffinitateh "  des  Kohlenstoffs.  —  Wallach  und 
brass.  Ueber  dai  Oleum  Cynae;  ein  Beitrag  zur  Kenntniss  der  Terpene. —  Wallàch.  Ueber 
die  Bestandtheile  einiger  atherischer  Oele.  -—  Priebs.  Ueber  die  Einwirkung  des  Benzal- 
dehyds  auf  Nitromethan  und  Nitroatban.  —  Baumerì.  Das  Lupinidin  aus  Lnpimis  Iuteus.  — 
Si  ledei.  V-s-Dinitrotoluol. 

■  Aunalen  der  Piiysik  und  der  Chcraie.  N.  F.'  Bd.  XXIII,  Hft  2,  3.  Leipzig, 

1884.  8.° 

2.  Blùmcke.  Ueber  den  Einfluss  des  Coneentrationsgrades  auf  die  specifìsche  Wiirme 
w  asserì  ger  und  alkoholischer  Losnngen  von  Metallchloriden.  ■ —  Elsas.  Zur  Theorie*der 
erzwungenen  Scbwingnngen  gespanntèr  Saiten.  —  Winkélniann-  fjeber  die  Diffusion  borno- 
loger  Ester  in  Luft,  Wasserstoff  und  Kohlènsàure.  —  Kyndt.  Die  electromignetische  Dro- 
lmng  der  rolarisationsebcne  des  Liclites  durch  Eisen.  Cobalt  und  Nickel.  —  liiecke.  Ueber 
die  electrodynaraische  Kcttenlinie.  —  Rontgen.  Norie  Vcrsuehe  iiber  die  Absorption  von 
Warme  durcli  Wassefdampf.  —  Chrùlianscn.  Untersuchungen  iiber  die  optischen  Eigen- 
schaften  von  fein  vertbeilten  KOrpern. —  Wùllner.  Ausdehnung  der  Dispersionstheorie  auf 
die  ultrarotbeu  Strablen.  —  Stehen.  Ueber  die  Abbangigkeit  der  Brechungsexponenten 
anomal  dispergirender  Medico  von  der  Concentration  der  Liisung  und  der  Temperatur.  — ■ 
Kohlrausch .  Zu  einigen  kritischen  Bemerkungcn  des  Hin.  Wild.  —  Koósen.  Ueber  die  depo- 
larisirende  Wirkung  des  Broms  in  der  galvanischen  Kelte.  —  v.  B'esòldl  Eine  perspcctfc- 
vische  Tiinschung.  —  3.  Schumànn.  Ueber  die  Reibungseonstante  von  Gasen  und  Dampfen 
und  ihre  Abhangigkeit  von  der  Temperatile.  —  Blùmcke.  Ueber  die  Bestimmung  des  spe- 
cifischen  Gewichtes  solcber  Fliissigkeiten,  deren  Kxist.nz  an  das  Vorhandensein  hohor 
Drucke  gebunden  jst.  —  Kayser.  Ueber  die  Verdichtung  der  Kohlènsàure  an  Glasflachen 
und  ihre  Diffusion  durch  Fettsebichten.  —  e.  Bi  mld.  Untersuchungen  iiber  dielectrischc 
Ladung  und  Leitung.  —  Weber.  Ueber  galvanische  Leitangsfahigkeit  und  thennoelectri- 
sche  Stcllung  von  Amalgamen  ira  Zusammenhang  mit  der  Veranderliebkeit  der  Stractur. — 
Kohlrausch.  Ueber  die  Mitfflhrungstheórie  der  Thermoelectricitàt.  —  Neesen.  Ueber  den 
Einfluss  der  Magnetisiraflg  auf  deli  Leitungswiderstand  magnetischer  Fliissigkerten,  suwie 
iilier  cine  Methode  zur  Bestimmung  des  Leitungswiderstandcs  von  Eleetrolyten.  —  Vuitjl. 
Theorie  der  electromagnetischen  Drehung  der  Polarisationsebene.  —  Wùllner.  Bemerkung 
zu  Hin.  W.  Voigt's  Abhandlung:  "  Theo  rie  der  absorbirenden  isotropen  Medien,  insbeson- 
dere  Theorìe  der  optischen  Eigcnsehaften  der  Metalle  ". 

•Annalen  (Mathematische).  Bd.  XXIV,  3.  Leipzig,  1884.  8.° 

Stgre.  Étude  des  différentes  snrfaces  du  4"  òrdre  à  conique  doublé  oli  cuspidale 
(generale  on  decomposte)  considérées  corame  des  projections  de  l'intersection  de  deux  va- 
riétés  quadratiques  de  l'espace  à  quatre  diraensions.  —  Goursat.  Sur  les  intégrales  ratip- 
nelles  de  l'équation  de  Kumnier.  —  tlalphen-.  Su,  une  équation  différentielle  lineaire  du 
troisième  ordre. 

fAnnaIes  de  la  Société  géologique  du  Nord.  XI,  4.  Lille,  1884.  8.° 


—    Mll    — 

(Jiiani:  Documeuts  sur  là  topographio  ancienne  de  Dunkerque.  -  Boussemaer.  Note 
sur  les  couches  sapérieures  du  Mont-Aiga.  —  G  <ssel  '■  X  ite  sur  quel  [ues  affleurements  des 
poudiugues  dévonien  et  liasique  et  sur  l'éxistence  de  dépSts  silariens  dans  I'Ardenne.  — 
llassenpflug.  Sur  l'Ozokérite.  —  Gossele'.  Note  sur  les  sehistes  de  St-Hubert  dans  le  Lu- 
xembourg  et  principaleinent  dans  le  bassin  de  Neufchateau.  —  liarroiì.  Observations  sia- 
la constitntion  de  la  Brétagne.  —  Si.c.  Compte-rendu  de  l'excursion  animelle.  —  /  l.  Le  Ba- 
tracien  et  les  Chéloniens  de  Bcrnissart,  d'après  M.  Dolio.  —  11.  Les  Dinosauriens  carni- 
vores  dn  jurassiqne  americani,  d'après  le  prof.  Marsh.  —  lìarrois.  Note  préliminaire  sur  les 
sehistes  à  stanrotide  da  Finistère  —  Si.c.  Le  Challenger  et  les  abimes  de  la  mer.  —  Id.  Les 
hydrocarbures  naturels  de  la  sèrie  du  pétrole.  —  Gosrelel.  Remarques  sur  la  fanne  de 
l'assise  de  Vireux  à  Grupont.  —  Id.  Note  sur  deux  roehes  cristalline*  du  terrai»  dev  i- 
nien  du  Luxembonrg.  —  Queva  ei  Fockeu.  Compte-rendu  de  l'excursion  dans  le  massif 
de  Stavelot.  —  Fockeu.  Compte-rendu  de  l'excursion  dans  les  environs  de  Mons.  —  Quevi. 
Compte-rendu  d'une  exeursion  dans  le  terrain  jurassique  entro  Maubert-Font  line  et  Lonny. — 
Gosseìet.  Étnde  sur  les  tranchées  dn  chemin  de  fer  de  Test  e:. tre  St-Michel  et  Maubert- 
Fontaine.  —  Mellard-Reade.  Dùmes  cn  miniature  à  la  surfacedes  sables. 
'Annales  de  l'Observatoire  r.  de  Bruxelles.  N.  S.  An.  astr.  T.  V,  2.  Bru- 
xelles, 1884.  4.° 

Passage  de  Venus  du  G  X*"»  1882.  2e  partie. 
■ Annales  des  raines.  8"  Sér.  T.  V,  livr.  3,  4.  Paris,  1884.  8.° 

3.  de  Grossouvre.  Note  sur  un  dépót  de  matière  organique  trouvé  dans  les  mines  de 
houille  d'Alain.  —  Schleinnwr.  Note  sur  l'appareil  de  déclenchement  système  Aubine  pour 
signal  automotenr.  — A'ì<sf.  Note  sur  les  fllons  dequartz  aurifere  de  l'Atajo,  province  de 
Catamarca  République  Argentine).  —  Wickersheimer  et  Pech.  Sur  un  nouveau  procède  de 
formation  de  cliambres  de  mines  dans  le  roc.  —  Tournaire.  Des  dimensions  à  donner  au\ 
piliers  des  carrières  et  des  pressions  auxquelles  les  terrains  sont  soumis  dans  les  profon- 
denrs.  —  A'r;/.  r.  Étude  sur  les  càbles  aériens.  — de  Dovei.  Note  sur  une  exploitation  de  dia- 
mants  près  de  Diamantina  (province  de  Minas  Geraes,  Brésil).  —  Thoulcl.  Expériences  rela- 
t'.ves  a  la  vitesse  des  courants  d'eau  ou  d'air  susceptibles  de  maintenir  en  suspension  des 
<;rains  minéraux.  —  4.  Ricour.  Notice  sur  diverses  modifications  introduites  dans  le  méca- 
n-sme  des  machines  locomotives. —  Pelildidicr  et  Lallemand,  Commission  d'étude  des  mo- 
yens  proprcs  à  prevenir  les  explosions  de  grisou  dans  les  houillères.  —  Analyse  synopti- 
que  des  rapports  officiels  sur  les  accidents  de  grisou  cu  France  de  1817  à  1881,  dressée  au 
noni  de  la  Commission. 

"Annales  des  ponts  et  chaussées.  1884.  Aoùt-octob.  Paris.  8.° 

.-.  Mémoire  sur  lo  calcili  de  résistance  des  poutres  droites  à  plusienrs 
Iravées  3"  partie.  --  Uirsch.  Rapport  présente  à  la  Commission  centrales  des  machines  à 
vapenr  an  noni  de  la  Sous-Commission  ebargée  des  études  et  expériences  relatives  à  l'cai 
surchauffée.  —  Sept.  Deìocre.  Paroles  prononeées  sur  la  tombe  de  M.  A.  Graeff,  insp.  ing. 
des  p.  et  eh.  en  reti-aite.  —  Clwisy.  L'art  de  bàtir  che/,  les  Byzantins.  —  Duran4-Glaye. 
Étude  sur  la  valeiir  comparative  des  tracés  de  routes  au  point  de  vue  des  transports  rapi- 
ci -.  _  Lavollé  Note  sur  la  construction  a  l'air  comprime  des  déversoirs  du  Coudray  et 
d'Évry.  —  Salii  t.  Note  sur  la  dépense  d'un  déversoir  noyé.  —  Oct.  Lavoinne.  Mémoire  sul- 
le tran''  des  courbes  de  pres«ion  dans  les  voùtes. 
Annales  (Nouvelles)  de  Malliématiqnes.  Oct.-nov.  1884.  Paris,  8.° 

Oct.  d'Ocagne.  Étnde  de  deux  systèmes  simples  de  coordonnées  tangentielles  dans  le 
pian:  coordonnées  parallèles  et  coordonnées  axiales. —  Cesavo.  Quelques  propriétés  élémcn- 
taires  des  groupes  plusieurs  fois  transititi.  —  Nov.  Sur  une  manière  d'interpréter  l'articlo 
relatif  A   la   Mécanique  du   nouveau  programme    d'admissiun   à  l'Ecolc   Politechniqne. — 

BUUiETTINO-ReNDH  ON'J  :    --    VOL.   I.  3 


—    XV  111    — 

Calalan.  Noto  sur  le  théorèrae  de  Lambert.  —  Casaro.  Sur  une  communication  de  M.  Tché- 
bychew  au  Congrès  de  Clenuont-Ferrand.  —  d'Ocagne.  Étude  de  deux  systèmes  simples  de 
coordonnées  tangentielles  dans  le  pian:   coordonnées   parallèles  et  coordonnées  axiales.  — 
Issoly.  Sur  les  diverses  courbures  des  lignes  qu'on  peut  tracer  sur  une  surface. 
TAnnales  scientitìques    de   l'École  normale   supérieure.   3e   Sér.  T.  I,  n.  11. 

Paris,  1884.  4.° 

Stéphanos.  Sur  la  théarie  des  formes  binaires  et  sur  rélimiiiation.  —  Lefébure.  Sur 
la  composition  de  polynòrnes  entiers  qui  n'admettent  qne  des  diviseurs  premiers  d'une  forme 
déterminée. 
■  Annals  of  the  astronomical  Observatory  of  Harvard  College.  Voi.  XIV,  1. 

Pickering.  Observations  with  the  meridian  pliotometer  during  the  years  1879-1882. 

"^Annuaire  de  la  Société  rnétéorologique  de  France.  1884.  Mars.  Paris,  4.° 
fAnzeigtr  (Zoologiscìier).  Jhg.  VII,  n.  178,  180,  181.  Leipzig,  1884.  8.° 
•Arsslmft  (Upsala  Universi tets).  1878-1883.  Upsala,  8.° 

1883.  Uerger.  Ora  tillsynen  a  fOrmyndares  fórvaltning  af  omyndigs  egendom  samt  om 
fùrinyndarekamrar  enligt  sveusk  riitt.  •-  Land:manson.  Svensk  rattshistoria  i  ullundet. — 
Uanièlsson.  Gramraatiska  aninarkningar.  II.  Ora  de  grekiska  substantiverna  raed  nominati- 
vàndelsen-«c).  —  Frigell.  Prupertii  elegiae  duodecim  suecicis  versibus  expressit  alnotationi- 
busque  instruxit.  —  Logermark.  Karl  XII*  Krig  i  Norge  1716.  —  Alèn.  Om  nagra  derivat 
af  naftalins  a-  och  |3-disulfonsyror.  —  Dillncr.  Om  matematikens  studiura  i  Italien  och 
Frankrike. 

■Beiblàtter  zu  dea  Annalen  des  Physik  and  Cheraie.  Bd.   Vili,  St.  10,    11. 

Leipzig,  1884.  8.° 
"Bericht  ueber  die  Sitzungen  der  Naturforschenden  Gesellsehaft  zu  Halle  im 

Jahre  1883.  Halle,  1884.  8.° 
■Bericlite  der    deutsehen   chemischen   Gesellscbaft,  Jhg.   XVII,  14,  15,  16. 

Berlin,  1884.  8.° 

11.  Beilstein  und  Wiegand.  Ueber  Angelikasiiure  und  Tiglinsaure.  —  Carnelleij.  Das  pe- 
riodisene Gesetz  und  das  Vorkommen  der  Elemente  in  der  Natur.  —  Conrad  und  Guthzcil. 
Ueber  halogensubstituirte  Lavulinsàureester.  —  Dielerle  und  Ile!!.  Zur  Kenntniss  der  Adi- 
pinsaure.  —  E  Ili.  Ueber  das  Vorkommen  des  Kino'ins  ini  raalabarisehen  Rino.  —  Frils. 
Ueber  gesjenseitige  Beziehungen  pkysikalischer  Eigenschaften  der  Elemente.  —  Ganller  u. 
lidi.  Ueber  das  Vorkommen  einer  Pimelinsauve  unter  den  Oxydationsprodukten  des  Ki- 
cinnsals.  —  Griess.  Ueber  die  Einwirkung  von  cyansaurem  Kalium  auf  Meta-Nitroamidoben- 
zoesaure.  —  flatus.  Ueber  Peroxyde  in  der  Zink-Magnesiumgruppe.  —  llanssen.  Beitrage 
zur  Kenntniss  des  Brucins.  —  lidi  und  Lumpp.  Ueber  Normalbutylmalonsaure,  eine  neue 
isomere  Pimelinsaure.  —  Hufschmidt.  Zur  Trennung  des  Arsens  von  Zina  und  Antimon.  — 
Kayser.  Ueber  im  Safran  vorhandene  Substanzen.  —  v.  Lippmann.  Ueber  die  Nichtidenti- 
tat  von  Arabinose  und  Galaktose.  —  Nahnsen.  Ueber  (2-Tl.iophensiiure.  —  hi.  Untersuehun- 
gen  in  der  Thiophengruppe.  —  Nencki.  Ueber  die  Rhodaninsaure.  —  Id.  u.  Sieber.  Un- 
tersuchungen  iiber  den  Blutfarbstoff.  —  v.  Pechmann  u.  Cohen.  Ueber  die  Verbindungen 
dei  Phenole  mit  Acetessigather.  —  Reychkr.  Zur  Geschichte  der  Silberammoniakverbi'- 
dungen.  —  Schedi.  Ueber  eine  Beziehung  zvischen  Molekulargewicht  und  Verdampfungs- 
geschwindigkeit  bei  Flussigkeiten.  —  Schùpphaw.  Ueber  die  Einwirkung  von  Chlor  auf 
siedendes  Benzol.  "—  Tolkns.  Ueber  die  Circular-Polarisation  des  Traubenzuckers  (De- 
xtrose)  III.  -   Credi.  Ueber  dei)  Einfluss  von  Temperatur  und  Concentratìon  der  Salzsàuro 


—   XIX    — 

and  die  Invcrsionsgcsihwindigkeit  der  Saccharose.  —  Widman  Ueber  die  Nitrocumenyl- 
acrylsàuren  und  ihre  Derivate.  —  /;/.  Ueber  amnioniakalisi  li  -  Silbi  rpb  isphat.  —  WUlicenus. 
Ucber  die  Reduktion  des  Phtals&ureanhjdrides  durch  Zink  und  Eisessigsàure. —  15.  Bam- 
beryer.  Del  1 1  gì  mischie  Azuverbindungeu  (I).  —  Blumlein.  Ueber  gebromte  Phtalsàuren.  — 
llrùgelmann.  [Jeber  die  Erystallisatioo .  Beobachtungen  und  Polgernngen.  —  Classai. 
Entgegnung.  —  Id.  Quantitative  Analyse  dureli  Elektrolyse.  —  Glaus  und  Slegdils.  a-Di- 
cbinolyl  aus  Azobenzol.  —  E/front.  Ueber  zwei  i-  rniere  Isobutyl-o-amidotoluole.  —  Gabriel. 
Ueber  die  Constitution  der  Phtalylessigsaure.  —  Grevingk.  Ueber  Nitro-  nnd  Asaidoderi- 
vate  des  Metaxylols.  —  Jacob*,  n.  Bromsubstitutionsprodukte  des  Orthoxylols.  — ■  Id.  Uebet 
die  Constitution  der  Benzoltetracarbonsaurcn.  — Jjpp  nnd  fìooker.  Ueber  die  gleiehzeitige 
Einwirkung  von  Aldehyden  und  Aramoniak  auf  Benzil. —  Jutlin.  Ueber  normale  «-Oxy- 
valeriansàure.  —  Kachler  und  Spilser.  Ueber  die  sogenannte  Campholensaure  von  II 
Goldsehmidt  nnd  R.  Zurrer.  —  Minger  und  Pitschke.  Ueber  Oxydation  von  p-Toluidin.  — 
Lipp.  Ueber  rnethylirte  Indole.  —  Mendélejew.  Ueber  das  specifische  Gewicht  des  Sehwefel- 
sàuremonohydrals. —  Mylius.  Ueber  das  a-  und  p-Hydrojuglon. — ■  Oslermayer  u.  Henrichsen. 
Syntliese  des  a-Dichinolylins.  —  Id.  und  Rosenhek.  Ueber  einige  Derivate  der  isomeren 
Dinaphtole.  —  ».  Pcclim  inn.  Ueber  die  Cumalinsaure.  Syntliese  von  Pyridinderivaten.  III.  — 
Id.  Ueber  die  Acetondicarbonsàure.  —  Id.  unàWelsh.  Ueber  Condensationsprodukte  der  Aepfel- 
siure.  BiblungvonPyridinderivaten.il.  —  Philip  und  Cairn.  Ueber  Derivate  des  Paraoxydi- 
phenylamins.  —  Pinner.  Ueber  das  Einwirknngsprodukt  von  Essigsàureanhydrid  auf  Benzami- 
din.  —  A/.  Ueber  die  Einwirkung  von  Acetessigiither  auf  die  Amidine.  —  Scialli  u.  Dralle. 
Ueber  die  Einwiikung  von  Chlor,  Brom,  Jod  anf  wasserfreies  Parakresolnatrium.  —  Schmitt. 
und  Rosenhek.  Zur  Keniitni.-s  des  Gallisins.  —  Schollen.  Ucber  die  Oxydations  des  Piperi- 
dins.  —  /,/.  und  Bawn.  Ein  neues  Oxydationsprodukt  des  Goniins.  —  Traube.  Capillaritàts- 
erseheinungen  in  Bezieluing  znr  Constitution  und  zura  Molekulargewicht.  ■ — ■  Weber.  Ueber 
achtfaehschwefelsaure  Salze.  —  l(ì.  Barbaglio.  Ueber  den  Sulfovaleraldehyd.  —  Id.  Ueber 
ein  viertes  Alkaloìd  (Parabuxinidin)  des  Buxbaums,  Btixus  sempervirens  L.  —  Behnnann 
u.  Hofmann.  Ueber  die  Amide  der  Citrouensàure;  Umwandlung  deiselben  in  Pyridinver- 
bindungen.  —  Bliimlein.  Einwirkung  von  Bromacetophenon  auf  Saureamide.  -  tìuch.  Uc- 
berfubrung  ven  Phenolen  in  Amine.  —  Ekstrand.  Ueber  ein  Sulfoxyd  der  Naphtalinreihe.  — ■ 
Froehiich.  Ueber  Derivate  des  Benzopseudocumidins,  zur  Constitution  des  Pséudocumidins 
unde  Benzoanilins.  iiber  die  Benzoyliruug  der  Pbtaltoluide.  —  Gabriel.  Ueber  die  jEiuwir- 
kung  der  Schwefelsàure  auf  Acetophcnon-o-carbonsaure.  —  Galtermann.  Berichtigung.  — 
Graebe.  Ueber  rLeduktion  von  Phtalimid  und  Phtalid.  —  Cucci.  Ueber  die  Einwirkung  des 
Schwefelkohleustoffs  auf  das  m-Phenylendiamin.  —  li.  Neue  Methode  zur  Trennnng  des 
Kupfers  vom  Caliuium.  ■ —  Unger.  Ueber  die  Einwirkung  von  Chlorameisensaureàther 
anf  Paranitranilin.  —  lieti  u.  Riller.  Ueber  die  Einwirkung  der  Halogenwasserstoffsànren 
auf  WnxmsaraenOl.  —  llenriques.  Ueber  cine  neue  Darstellnngsweise  secundàrer  Amidoazo- 
kOrper.  —  Rlinski.  Ueber  die  Nitrosonaphtole  und  einige  Derivate  derselben.  —  Krùss. 
Einige  Peobachtnngen  iiber  die  hoheren  Sauerstoffverbinduugen  des  Kupfeis.  —  Meyer. 
Herstellung.  des  ìeinen  Thiophens.  —  II.  und  Sladlcr.  Nitrirung  des  Thiophens.  — 
Nencki.  Ueber  das  Eiweiss  der  Milzbrandbacillen.  —  Nordmann.  Ueber  Paracarvakroti- 
naldehyd.  —  Peter.  Ueber  AcetothiSnon  uud  einige  Derivate.  —  Roser.  Ueber  Phtalyldc- 
rivate.T.  Umwandlung  der  Eetonsànren  in  Lactone.  —  Iti.  Ueber  das  sogenannte  Phtalylace- 
tamid.  —  Sandmeyer.  Ucber  die  Ersetzung  der  Aniidgruppe  durch  Chlor,  Brom  und  Cyan 
in  den  aromatischen  Snbstanzen.  —  Schall.  Die  Anziebung  gleichartiger  Melekule  un  1 
das  Gravitationsgesetz  Newton's.  —  S.lberstein.  Zur  Kenntniss  der  Betai'ne. —  Traub  uni 
Ilock.  Ueber  eine  Lakmoid.  —  Id.  und  Scharges.  Ueber  das  Steinkohlentheerchinolin. 
'Bibliothèque  de  l'École  des  Chavtes.  Année  1884,  5°  livr.  XLV.  Paris,  8." 
Lrlong.  .Tuie.  Tardif.  —  D      'f.Li  jlus  ancien  manuscrit  duMiroir  de  saint  Angustio. — 


Vaesen.  Catalogne  du  fonds  Bourré  à  la   Bibliothèque  nationale.  —   Kohkr.  Un  réfugié  à 
Jérusalem  au  VIe  siede  de  notre  ère.  —  Ilichard.  La  Chronique  dcs  tribulations  franciscaines. 

•Bijdnigen    tot   de   Taal-    Land-    en    Volkenkunde    van   Nederlandsch-IndK;. 
4  Volgr.  Vili  Dee],  3de  St.  'S  Gravenhag^,  1884.  8.° 
Engelhard.  Mededeelingen  over  bet  Eiland  Saleijer.  —  Campai.  Eenige  Mededeelingen 
over  de  Alfou'en  van  Hale  Ma-hèra.  —  Schlegel.  Eene  Chineesebe  Begrafenis-  En  Huwelijk- 
sonderneming.  —  hi.  Alt-Indisebe  Fabeln  in  Ger'manisch'em  und  Chinesischem  Gewande. 

^Boletin  do  la  Academia  nacional  de  ciencias  en  Córboda,  Tomo  VI,  entr.  2 

y  3.  Buenos  Aires,  1884.  8.° 
Ameghino.  Eseursiones  geológicas  y   paleontológicas  en  la  provincia  de   Buenos   Aires.  — 
Doering.  Estudios  bidrognosticos  y  perfovaciones  artesianas  en  la  Eepublica  Argentina. 

'Boleti'n  de  la  Sociedad  geognifiea  de  Madrid.  Tomo  XVII,  ri.  2,  3.  Madrid, 

1884.  8.° 

2.  Concas  y  Palali.  Condiciones  de  navegación  y  politicas  de  los  canales  de  Suez  y 
Panama.  —  La  certeza  terrestre  y  su  rilieve.  —  3.  de  Boklla.  Apuntes  paleogeogràficos. 
Espana  y  sus  antiguos  mares.  —  La  Politica  Hispano-marroqui  y  la  opinion  pùblica  en 
Espana.—  Navarro.  Islas  Calamianes  (Filipinas);  pian  de  aliuas  y  descripción  de  la  par- 
roquia  de  Culión. 

'Bulletin  ;:stronomiqtie  et  météorologique  de  l'Observatoire  i.  de  Rio  de  Ja- 
neiro. Due.   1883.  Rio  de  Janeiro,  4." 

•Bulletin  de  l'Académie  r    dcs    sciences  de  Belgique.  3"  st'r.  Vili,  n.  7  10. 

Bruxelles,   1884.  8." 

7.  Van  Beneden  et  Julin.  Le  système  nerveux  centrai  des  Ascidies  adultes  et  ses  rap- 
ports  avec  celui  des  larves  Urodèles.  —  Catalan.  Application  d'un  nouveau  principe  de  pro- 
babilités. —  Slucliens.  Sur  la  ventouse  abdominale  du  Liparis  barbatus.  —  DcUaux.  Sul- 
la respiration  des  cluuves-souris  pendant  leur  sommeil  hibernal.  —  Fraipont.  Le  rein  cépha- 
Iique  du  Polygordius.  —  hi.  Le  système  nerveux  centrai  et  péripbérique  des  Archiannéllidcs 
et  des  Arcliichoetopodes.  —  Ronkar.  Sur  un  théorème  de  mecanique  applicablc  aux  systèmos 
dont  le  mouvement  est  périodique.  —  8.  Van  der  Mensbrugghe.  Deus  expéiienees  très  in- 
sti uctives  de  capillarità. — Mansion.  Surla  thdorie  des  fonctions  elliptiques.  —  hi.  Sur  le 
reste  de  la  formule  de  Taylor  et  sur  le  binome.  —  Blas.  Analyse  d'un  nouveau  pbospbate  riche 
des  environs  d'Havré.  près  Mons.  —  Ronkar.  Sur  la  conductibilité  des  corps  gazeux  pour  la 
chaleur.  --  De  lleen.  Relations  théoriques  entre  le  coefficient  de  dilaiation,  la  chalcur  mo- 
léculaire  de  vaporisation  et  les  chaleurs  spécifiqnes  dcs  corps  pris  à l'état  liquide  et  à  l'ètat 
de  vapeur.  —  hi.  Délermination,  a  laide  d'un  appareil  nouveau,  du  coefficient  de  diffusion 
des  sels  en  solution  et  des  variations  que  e  ette  quantité  éprouve  avec  la  temperature.  — 
Le,  l'.iuje.  Sur  la  generation  de  certaines  surfaces  par  des  faisceaux  quadriliuéaires.  —  Jo- 
rìssen.  Kecbcrcbes  sur  la  production  de  l'acide  cyanbydrique  dans  lo  lègne  vegetai.  —  de 
llorchgraue.  L'empereur  Etienne  Doucban  de  Saibie  et  la  Pe'ninsule  balkanique  au  XIV'' 
siècle.  —  9,  lo.  Renard.  Note  sur  des  pseudo-eristaux  de  quartz,  affectant  la  forme  de  li 
pyrito  arsenicale.  —  Van  der  Mensbrugghe.  Sur  les  aciions  verticales  exercées  par  les 
ménisques  capillaires  des  liquidcs.  ■ —  llenrard.  Étude  sur  la  péne-tration  des  projectilcs 
dans  les  milieux  résistants.  —  Nieslen.  Observations  faites  à  Bruxelles  de  l'éclipse  totale 
de  lune  du  4-5  octobre  1881.  —  Id.  Note  sur  les  ob-:ervations  des  étoiles  filantes  pério- 
diqnes  faites  a  l'Observatoire  royal  de  Bruxelles,  du  9  au  11  aoùt  1881.  —  Mac  Leod.  La 
structure  de  l'intestin  antérieur  des  Aracbnides.  —  Id.  Sur  l'existence  d'une  glande  cosale 
eh  e  z  Ics  Phalangidcs.    —  Id.  D;  l'honnaphrodisme  de  Trombidium  male.  —  de  Borchgrav: 


—    XXI    — 

L'empereur  Etienne  Douchan  de  Serbie  et  la  Péninsule  balkanique  au  XIVC  siècle.  Caslan. 
Les  peintres  Jean  ci  Jacques  Van  Battele  et  Roland  Maille,  diJcorateurs  des  pompes  fonè- 
bres  de  la  Cour  des  Pays-Bas  an  XVI5  siècle.  —  lltjmans.  Sur  le  portrait  de  Bernard  van 
11,1,1.  peint  par  Albert  Dnrer,  cn  1524.  —  Slingeneyer.  Le  pcinture  d'histoire  et  la  sta- 
tnaire  monumentale. 

•Bullctin  de   la   Société  académiquc  franco -hispano-portugaise   do   Toulouse. 
T.  V,  n.  1.  Toulouse,  1S84.  8.° 
mzel.  La  peine  de  mort. 

•Bulletin  de  la  Société  de  géographie.  3C  tiitn.  1834.  Paris,  18S4.  8." 

Ilubei:  Inscriptions  recueillies  dans  l'Arabie  centrale  :iS78-1882).  —  /-/.  Voyage  dans 
l' Arabie  e  .ntrale  Rami  1.  Sammar,  Qacìm,  Hedjà?.).  —  Peliion.  Voyage  dans  l'Indo-Chine.— 
Murili  Iti  Meslée.  Excursions  aux  provinces  orientales  de  l'Australie.  —  Simonia.  Les  ports 
de  la  <irande-Bretagne,  projets  d'avenir. 

•Bulletin  de  la  Socièté  mathématique  de  France.  Tom.  XII,  4.  Paris,  1884.  8.° 
',  uvsat.  Sur  l'integration  de  quelques  c'quations  line'aires  au  moyen  de  fonctions  dou- 
blennnt  périodiques.  —  d'Ocagne.  Sur  la  droile  moyeiine  d'un  système  de  droites  quelconques 
situées  dans  un  pian. —  Poincaré.  Sur  la  réduction  des  integrale»  abélieunes. 

•  Bulletin  de  la  Société   zoologique   de  Franco  pouv   l'année  1874.  1"    et   2" 
parties.  Paris,  1884.  8.° 

Simon.  Arachnides  recueillis  à  Khartoura  (Suudau  égyptien),  par  M.  Vossion,  vice- 
cunsul  de  France,  et  appartenant  au  Muséum  de  Paris.—  lìoyer.  Note  sur  quelques  carac- 
tèrcs  pennettant  de  distinguer  facilement  Bufo  viridis  de  Bufo  calamita.  —  d: 
Sdi/s-Longchamps.  Considérations  sur  le  genre  Mésange  (Tarusì.  —  Petit.  Notice  surl'Hi- 
l'ondelle  de  Pouchet.  —  Jousseaume.  Étude  sur  la  famille  des  Cypraeidae.  —  d'Hamon- 
ville.  De  la  mue  des  rémiges  chez  le  Canard  sauvage  et  des  moeurs  et  des  habitudes  de 
cet  oiscau.  —  Mègnin.  Étude  sur  l'Opbio  ny  ssus  natricis  P.  Gervais.  —  Jousseaume 
et  Mignin.  Note  sur  la  pre'sence  d'une  larve  d'CEstride  (Derinatobia  noxialis  J.  Gou- 
dot)  ebez  l'homme.  à  Paris.  —  Simon.  Araclinides  ncueillis  par  la  Mission  du  Cap  Horn 
en  1S82-1883. 

"Bulletin   des   sciences   matlirmutiqi.es   et    aslroiiomiques.    2*'   sév.    t.    Vili. 

Oct.-nov.1884.  Paris,  8.° 

Oct.  Guìchard.  Tbe'orie  des  points  singuliers  essentiels.  —  Hadau.  Sur  les  de'velop- 
pements  de  l'expression  (1 — 2  oj-t-o5)"'. —  Koenigs.  Sur  une  généralisation  du  tlieorème 
de  Fermai,  et  ses  rapports  a\ee  la  theorie  des  substitutions  uniformes.  —  Tannery. 
Domnino;  de  Larissa.  —  Nov.  Id.  Eutocius  et  ses  contemporains.  —  /</.  Questions  héro- 
niennes. 
1 Bulletin  d'histoire  ecclésiastique  et  d'archeologie  religieuse  des  diocèses  de 

Valence  ecc.  4"  année,  4C  et  5"  livr.  Romaus,  1884.  8.° 

4.  Cheoolicr.  Mémoires  des  fières  Gay  pour  servir  à  l'histoire  des  guerrts  religieuscs 
en  Dauphiné  au  XVI  siede.  —  Francus.  Visite  des  églises  du  Bas-Vivarais  en  1675-TC 
par  M.  Monge,  délégué  de  Tévèque  de  Viviers.  —  Toupin.  Noticesur  le  serviteur  de  Dieu 
Jean  Sérane,  profès  de  la  Compagnie  de  Jesus,  ancien  vicaire  de  Suze-la-Rousse,  mort  a 
Tolouse  en  odeur  de  sainteté  [9  avril  1:12-17  avril  1184).  —  Cheualier.  Documents  rela- 
tifs  aux  représentations  théatrales  en  Daupliiné  de  148:?  à  1535.  —  Cruvellier.  Notices  sur 
lèi; lise  de  Nòtre-Dame-du-Bonrg,  ancienne  catbédralc  de  Digne.  —  Ghosson.  Chroniquc 
du  diocèse  de  Valence. 

tCentralblatt  (Botatnsclies).  Bd.  XX,  n.  1-9.  Cassel,  1884.  S." 


—    XXII    — 

•i  Civiìingenieur  (Der).  Jhg.  1884,  Heft   7.  Leipzig  1884.  4.° 

Bergli.  Ueber  die  Mittel  zur  Beseifigung  der  Kesselsteinbiklung  in  Allgeraeinen  und 
ùber  die  Reinigung  des  Locomotiv-Speisewassers  auf  dem  bayerisehen  Bahnhofe  zu  Leipzig 
nacli  dera  Verfahren  von  Berenger-Stingl  im  Besouderen.  —  Frànkel.  Der  Durchbiegungs- 
zeichner  und  seine  Anwendung  alleili  und  in  Verbindung  mit  dem  Dehnungszeichner.  — 
Gollschaldt.  Prufungsanstalt  der  tecbniscben  Staatslehranstalten  zu  Chemnitz.  —  Kaijscr.  Prii- 
i'ungsanstalt  der  Kcìnigl.  Baugewerken-Sehule  zu  Dresden.  —  Harlig.  Die  Festigkeitseigen- 
schaften  baumwollener  Gewebe  unter  Einwirkung  des  Blcichprocesses.  —  Grosch.  Ueber 
cine  wunschenswerthe  Erweiterung  des  Gcschàftskreises  der  Koiiiglich  Sachsischen  Landes- 
cultur-Rentenbank  in  Dresden. 

:Compte  renclu  de  la  Société  de  géographie.  1884,  n.  46.  Paris,  8." 
';  Compte  rendu  des  séances  de  l'Académie  des  sciences  morales  et  politiques. 

N.  s.  T.  XXII.  Oet.  nov.  1884.  Paris,  8.° 

Od.  Lcvasseur.    Statistique  de    l'einseignement  primaire  en    1881-1882.  —  Baldini/. 

Des  préeautions  a  prendre  dans  l'étude  des  constitutions  étrangères.  —  Passy.  Le  vrai  et 

le  faux    amour.  —  Nov.  Beaussire.    Introduction    à   l'étude  de  la    morale.  —  Worms.  D; 

l'État  au  regard  des  erreurs  judiciaires.  —  Simon.  Suppression  des  anciennes  Académies. 

f  Comptes  rendus  liebdomadaires  des  séances  do  l'Académie  des  sciences.T.XCIX, 

ii.  12-21.  Paris,  18S4.  4.° 

12.  de  Jonquìères.  Sur  les  équations  algébriques.  —  Cornu.  Observations  relatives  à  la 
couronne  visible  aetuellement  autour  du  Soleil.  —  Berthelot  et  André.  Sur  la  marche  ge- 
nerale de  la  végétation  dans  les  plantes  annuelles:  Amarantace'es.  —  Newcomb.  Sur  le  mou- 
vernent  d'Hypérion.  —  Sylvester.  Sur  l'achèvement  de  la  nouvelle  niéthode  pour  vésoudrc 
l'équation  linéaire  la  plus  generale  en  quaternions.  —  Slielljes.  Sur  un  développement  en 
fraction  continue.  —  Ckiandi-Bey.  Sur  les  propriétés  antiseptiques  du  sulfure  de  carbone.  — 
Crii:  Contributions  à  la  flore  cretacee  de  l'ouestde  la  France.  —  13.  Tisserand.  Observations 
à  propos  d'une  Communieation  précédente  sur  la  théorie  de  la  figure  des  planètes.  —  Bcr- 
Ihelol  et  André.  Végétation  des  Amarantacées.  Répartition  des  priucipes  fondamentaux.  — 
Lecoq  de  Boisbaudran.  Séparation  du  cérium  et  du  thorium.  —  id.  Sur  la  solubilité  du 
prussiate  de  gallium.  Eectification  a  une  Note  antérieure.  —  Sylvester.  Sur  l'équation  li- 
néaire trinòme  en  matrices  d'un  ordre  quelconque.  —  Tissandier.  Sur  la  deuxième  expé- 
rience  de  l'aréostat  électrique  à  hélice  de  MM.  Tissandier  frères.  —  Perniili.  Observations 
de  la  comete  Barnard  et  de  la  planète  Luther,  faites  à  l'Observatoire  de  Nice.  —  Bigovr- 
dan.  Observations  de  la  comète  Wolf,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (éqnatorial  de  la 
tour  de  l'Ouest).  —  Périgaud.  Observations  de  la  comète  Wolf,  faites  à  l'Observatoire  de 
Paris  (éqnatorial  coudé). —  Courty.  Observations  de  la  comète  de  Wolf,  (21  septembre  1884), 
faites  au  cercle  méiidien  de  l'Observatoire  de  Bordeaux.  —  Le  Paige.  Sur  les  groupes  de 
points  en  involution  marqués  sur  une  surface.  —  Bertrand.  Sur  un  nouveau  prisme  polari- 
sateur.  —  Klein  Morel.  Sur  les  produits  obtenus  dans  l'attaque  du  tellure  par  l'acide 
azotique.  —  Perrey.  Sur  l'emploi  du  sulfate  de  cuivre  pour  la  destruction  du  mildew.  — 
Ilnjnier.  Sur  les  conditions  climatériques  et  l'état  sanitaire  actuel  dans  l'isthme  de  Pa- 
nama. —  14.  Mouchez.  Éclipse  totale  de  Lune  du  4  octobre  1884.  —  Tresca.  Essais  faits  à 
Turili  et  à  Lanzo,  sur  la  distribution  de  l'éclairage  électrique  à  grande  distance.  —  Ber- 
thelot et  André.  Les  azotates  dans  les  plantes,  aux'  diverses  périodes  de  la  végétation.  — 
Sylvester.  Sur  la  solution  explicite  de  l'équation  quadratique  do  Hamilton  en  quaternions 
•  u  i  n  matrices  du  second  ordre.  —  Périgaud.  Eésultats  de  l'obsérvation  de  l'éclipse  de 
lune  du  4  ottobre  1884  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  coudé).  —  Bigour- 
dan.  Éclipse  de  lune  du  4  octobre  1884;  équatorial  de  la  tour  de  l'onest  de  l'Observa- 
toire de    Paris    (ouverture    Ora,31  ,    grossissement   05).   —    WpM.    Éclipse   de    lune   de 


—    XNlll     — 

1  ..duine  1884.—  Rambaud.  Observationa  de  la  comète  Wolf,  faitcs  à  l'Observatoire  d'Algcr 
(télescope  de  0m,50).  —  Perrotin.  Observations  de  la  nouvelle  comète,  faites  à  l'Observatoire 
de  Nice. —  Tacchini.    Observations  des  taches  et  des  facules  solaires,  pendant  le  troisièrae 

trimestre  1881.  —  hi.  Sur  les  couronnes  solaires  observées  à  Rome  pendant  Ics  mois  der- 
niers.  —  Klein  et  Morel.  Action  de  l'eau  et  de  l'acide  azotique  sur  l'azotate  basique  de 
bioxyde  de  telline.  —  Rodet.  Etude  expérirnentale  sur  l'ostéomyélite  infectieuse.  —Laill  r. 
Sur  l'élimitation  de  l'acide  phosphorique  par  l'urine,  dans  l'aliénation  mentale  et  l'épilepsie.  — 
Mano.  Observations  géologiques  sur  le  passage  des  Cordillères  par  l'isthme  de  Panama.  — 
./  tuberi.  Note  snr  l'observation  de  l'éclipse  de  lune  du  4  octobre,  faite  à  l'Observatoire  dn 
Trocadéro.  —  15.  Tisserand.  Sur  la  théorie  de  la  figure  de  la  terre.  —  Debray  et  Joannis. 
Sur  la  décomposition  de  l'oxyde  de  cuivre  parla  chaleur.  —  Péligol.  Note  sur  le  suifure  i  ■ 
carbone  et  sur  l'emploi  de  sa  dissolution  dans  l'eau  pour  le  traitement  des  vignes  pbyl- 
loxérées.  —  Berlhelot  et  André.  Les  azotates  dans  l«s  différentes  parties  des  plantes.  — 
5  han  et  Borrelly.  Observations  faites  à  l'Observatoire  de  Marseille  .  pendant  l'éclipse 
totale  de  lune  du  4  octobre  1884.  —  l'arre,  (.'arte  du  phénomène  erratique  et  des  anciens 
glaciers  du  versant  n- rd  des  Alpcs  suisses  et  de  la  chaine  du  mont  Blanc.  —  Stèphan. 
Observations,  faites  à  l'Observatoire  de  Marseille,  des  planètes  (240)  et  (241)  et  de  la  nou- 
velle comète  découvertepar  M.  Max  Wolf.  —  Bucretet.  Galvanomètre  à  aiguilles  astatiques. — 
Le  Roux.  De  la  dislocation  mécanique  des  images  persistantes.  —  Cazeneuve.  Sur  une  cam- 
phre  trichloré.  —  Beauregard.  La  première  larve  de  l'Epicauta  verticalis. —  Rouh 
Sur  deux  nouvelles  espèces  d'Ascidies  simples  famille  des  Phallusiadées).  — ■  Wagner,  Sur 
l'organisation  de  l'Anchynie.  —  Lichtenslein.  Sur  un  nouvel  insecte  du  genre  Phylloxera 
(Phylloxera  salicis,  Licbt.).  —  1G.  Sylvester.SuT  les  conditions  de  l'existence  de  ra- 
cines  égales  dans  l'équation  du  second  degré  de  Hamilton,  et  sur  une  méthode  generale  pour 
réso ud re  une  équation  unilaterale  de  n'importe  quel  degré  en  matrices  d'un  ordre  quel- 
conque.  —  Maumenè.  Sur  les  hydrates  alcalins.  Troisième  Mémoire:  Hydrates  de  potasse 
et  de  sonde.  —  Bàlbiani.  Sur  les  effets  des  badigeonnages  goudrotmeux  sur  les  vignes  ptayl- 
loxérées.  —  Baillaud.  Cccultations  d'étoiles  par  la  lune  ,  observées  à  Toulouse  pendant 
l'éclipse  totale  du  4  octobre  1884.  —  Doublet,  Fiamme  et  Courly.  Observations  de  l'éclipse 
de  lune  du  4  octobre  1884.  faites  à  l'Observatoire  de  Bordeaux.—  Courly.  Observations  de 
la  comète  Wolf  (  18fS4  .  faites  au  cercle  méridien  de  l'Observatoire  de  Bordeaux.  —  Ram- 
pini. Observations  de  la  nouvelle  planèto  -il  ,  faites  à  l'Observatoire  d'Alger  (télescope  de 
Ou,,.r)0  d'ouverture).  —  Lescarbault.  Ohservation  de  l'éclipse  totale  de  lune  (4-5  octobre  1884), 
faite  a  Orgères  Eure-et-Loir). —  Radau.  Sur  la  détermination  des  orbites  par  trois  obser- 
vations. —  Autonne.  Eecherches  sur  les  groupes  d'ordre  fini  contenus  dans  le  groupe  semi- 
cubique  Cremona.  —  de  Tilto.  Observations  magnétiques  faites  en  Russie.  —  Quel.  Sur  la 
force  élémentaire  de  l'indnction  solaire  dont  la  durée  périodique  est  d'un  jour  moyen.  — 
Maze.  Sur  les  décharges  disiuptives  de  la  machine  de  Holtz.  —  Moistan.  Sur  le  trirluo- 
rure  de  phosphore.  —  Lecharlier.  De  l'emploi  des  engrais  potassiques  en  Bretagne.  —  Ar- 
;.  Nouvelles  expériences  comparatives  sur  l'inoculabilité  de  la  scrofule  et  de  la  tuber- 
culose  de  l'homme  au  lapin  et  au  cobaye.  —  Badoureau,  Sur  les  nuages  légers  des  régions 
supérieures  de  l'atmosphère  terrestre.  —  1".  Marey.  Les  eaux  contaminées  et  le  cboléra.  — 
Berlhelot  et  André.  Sur  la  formation  da  salpètre  dans  les  végétaux.  —  Debrai/  et  Joannis. 
Sur  l'oxydation  du  cuivre.  —  Marlin  I  Brelles.  Sur  ics  lois  de  la  perforation  des  plaquea 
de  blindage  en  ter  forge.  —  Rommier.  Sur  l'emploi  de  la  solution  aqueuse  de  suifure  de 
«arbone  pour  faire  perir  le  Phylloxera.  —  Li <  ri,  ,  Préparation  rapide  de  liqueurs  titréi  • 
suifure  de  carbone.  —  Gomiessial.  Observation  de  l'éclipse  de  lune  du  4  octobre  1881. 
l'aite  à  l'Observatoire  de  Lyon  I  irial  Brunner  de  C  pouces).  — ■  hi.  Observations  des 

comètes  Barnard   et  Wolf,    faites  à  l'équatorial  de  6  pouces   (Brunner;    d'Ob  ervatoire   'le 
yon.L  —  Radau.  Addition   a  une    Note    précédente  sur    la    détermination  d  -■  — 


—    XXIV    — 

Lipschìlz.  Sur  une  représe  ntation  de  la  fonetion  exponentielle  par  un  produit  infini.  — 
lì  irbier.  Sur  l'équilibre  d'un  segment  homogène  de  paraboloide  de  revolution  flottant  sur 
un  liquide.  —  Baille.  Mesure  de  la  composante  horizontale  da  magnétisine  terrestre,  par 
la  me'thode  de  l'amortissement.  —  Olszewski  Rvlatijn  entre  les  températures  et  les  pres- 
sions  du  protoxyde  de  carbone  liquide.  —  Qumlin.  Sur  quelques  réactions  de  l'acide  chlo- 
rjchromique.  —  Vivier.  Analyse  de  l'apatite  de  Logrozan  (Espagne). —  Gonnard.  Sur  une 
pegmatite  à  grattds  eristaux  de  cblorophyllite,  des  bords  du  Vizézy,  près  de  Montbrisou 
(Loire).  Doillol.  Chaleur  de  combinai-on  des  composi*  d'hydrogène  et  d'oxygène.  —  Duclaur. 
Sur  les  phénomènes  qui  accompagnent  la  couronne  solaire.  —  Cornu.  Observations  relati- 
vcs  à  la  Communication  précédente.  —  Tissandier.  Observation  des eour onnes  solaires  pen- 
dant des  ascensions  aerostatiques  exécutées.  les  23  et  24  octobre  1884  par  MM.  A.  et  G. 
Tissandier.  —  18.  Loewy.  Sur  le  fonctionnenient  de  l'équatorial  coulé.  —  ld.  et  Périgaud. 
Observations  de  la  planète  (244;,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  coudé).  — 
Bouquet  di  la  Grtjc.  Première  étude  sur  la  parallaxe  du  soleil.  —  Mireij.  Etudes  sur  la 
marche  de  l'iiomme  au  moyen  de  l'odographe.  —  Gaudrij.  Nouvelle  Note  sur  les  Reptiles 
pormiens.  —  Poincaré.  Sur  les  nombros  complexes.  —  Vanecek.  Sur  riavolutioii  des  dimen- 
sijns  supérieures.  —  d'Ocxgne.  Sur  quelques  propriétés  générales  des  surfaces  algébriqnes 
de  degré  quelconque.  —  Befloly.  Sur  les  équations  algébriqnes.  —  Lippmann.  Conditions 
d'équilibre  d'urna  lame  liquide  soumise  à  des  aetions  électromagnétiques.  —  llauvel.  Condi- 
tions d'un  élément  hélicoìdal  pour  l'effet  utile  maximum  d'un  propulseur.  —  Barbier. 
Comparabili  té  du  thermomètre  à  poids  et  du  tliermomètre  à  tige.  —  Trouvi.  Sur  des 
lampes  électriques  portatives.  —  Maumené.  Sur  la  décomposition  de  l'oxyde  de  cuivre 
]>ar  la  chaleur.  —  Colin.  Recherehes  expe'rimentules  sur  la  conservatoli  teinporaire  des 
virus  dans  l'organisme  des  animaux  où  ils  sont  sans  action.  —  ih  Lafitle.  Sur  l'em- 
ploi  de  sulfate  du  cuivie  pour  la  destruction  du  niildew.  —  19  Connessili.  Observa- 
t'ons  (équatorial  de  6  pouces  Brunner  de  l'Observatoire  de  Lyon),  éléraents  et  éphémérides 
de  la  comète  Wolf.  —  Gourty-  Observations  de  la  comète  Wolf  (1§84),  faites  au  cercle 
méridien  de  l'observatoire  de  Bordeaux.  —  Lamcy.  Sur  les  sinuosités  et  les  variations  de 
courbure  de  la  limite  d'ombre  pendant  les  éclipses  de  lune.  —  Goursat.  Sur  une  équation 
analogue  à  l'e'quation  de  Kuinuier.  —  d'Oc  igne.  Sur  les  courbes  algébriques  planes  de  degré 
quelconque.  —  Langlois.  Sur  les  niouvements  atomiques  et  moléculaiie.  —  Fol  et  Sarasin. 
Sur  la  pénétration  de  la  lumière  du  jour  dans  les  eaux  du  lac  de  Genève.  —  Le  Ghalelier. 
Sur  un  énoncé  general  des  lois  des  équilibres  cbiiniques.  —  HautcfeuiUe  et  Margoltet.  Sul- 
le polymorphismo  dn  phosphate  de  silice.  —  Ditte.  Sur  les  apatites  fluorées.  —  Galmels, 
De  l'action  des  iodures  alcooliques  primaires  sur  le  fulminate  d'argent.  —  Chairg.  Etude 
de  l'air  de  la  ville  d'Alger.  —  Marguerile-Delacharlonny.  Note  sur  l'hydrate  du  sulfate 
d'alumine  neutre  Al  0%  3SÓ3,  27HO. —  Colson.  Saponification  des  éthers  simples  aro- 
matiques  sur  les  corps  neutres.  —  Preire  et  lìebourgeon.  Le  microbe  de  la  fièvre  jaune. 
Inoculation  preventive.  —  Grèhanl  et  Quinqvaud.  Sur  les  effets  de  l'insufflatiou  des  pou- 
mons  par  l'air  comprime.  —  Girard.  Recherehes  sur  la  saccharogénie  dins  la  betterave. — 
Marrano.  Sur  la  fermentation  peptonique.  —  Dieulafaìl.  Origine  et  mode  de  formation  des 
phosphates  de  chaux  en  amas  dans  les  terrains  sédimentaires.  Leur  liaison  avec  les  mine- 
rais  de  fer  et  les  argiles  des  horizons  sidérolitiques.  —  Cholodkovsky.  Contributions  à  l'ana- 
tomie et  la  morphologie  des  vaisseaux  malpigliiens  des  Lépidoptères.  —  Liehtenstein.  Coni- 
plément  de  l'histoire  du  Chaitophoru  s  aceris  Fabricius.  — Marion.  Sur  les  caraetè- 
res  d'une  Conifere  tertiaire,  voisine  des  Dammarées  (Doliost  robus  Sternbergi).  — 
Collot.  Sur  une  grande  oscillation  des  mers  crétaoées  en  Provence.  —  Cotfcaa.  Sur  les  cal- 
caires  à  Echini.les  de  Stramberg  (Moravie).  —  llébert.  Observations  relatives  à  la  Commu- 
nication de  M.  Cotteau.  —  Fuchs.  Observation  de  la  couronne  solaire  en  Algerie.  — 
Dufour.  Observation  d'un  bolide,  le  3  novembre  ISSI. —  20.  Milne-Edwards.  Sur  les  sacs 


—   XXV   — 

respiratoires du  Calao  Eh  inoceros.—  Vulpian.  Sur  l'action  anesthésique  du  chlorhjdral 
de  cocaine.  —  de  Gasparin.  Contribution  à  l'étude  des  gites  phosphatés  dans  la  région  du 
sud-est  de  la  Fi-ance.  —  Le  Roux.  Démonstration  expérimentale  de  l'inversion  do  la  force 
électromotrice  du  contact  fer-cuivre  à  temperature  élevée.  —  Bochefonlaine.  Expórienct 
pour  servir  a  l'étude  des  phénomènes  déterminés  chez  l'homme  par  l'ingestion  stomacale 
du  liquide  diarrhéique  du  choléra.  —  Pouchel.  Sur  la  présence  des  sels  biliaires  dans  le 
sang  des  eholériques  et  sur  l'existence  d'un  alcaloide  toxique  dans  les  déjections.  —  Stidljes. 
Sur  une  généralisation  de  la  théorie  des  quadratures  mécaniques.  —  Picard.  Sur  les  fonctions 
liypcrfuehsicnnes  qui  proviennent  des  séries  hypergéométriques  de  deux  variables.  —  Poin- 
caré. Sur  la  réduction  des  intégrales  abéliennes.  —  Vanecek.  Sur  l'involution  des  dimen- 
sions  supérieures.  —  Guitrsal.  Sur  une  équation  analogue  à  l'équatioD  de  Kummer.  —  Vali. 
Sur  un  théorème  de  Jacobi  relatif  à  la  décomposition  d'un  nombre  en  quatre  carrds.  — 
Deprez.  Sur  les  bis  du  frottement.  —  Iknoit.  Consttuction  d'étalons  prototypes  de  l'olmi 
legai.  —  Soret.  Indices  de  réfraetion  des  aluns  cristallisés.  —  Chairij.  Sur  les  eaux  de  pluie 
de  la  ville  d'Alger.  —  Muntz  et  Aubin.  Sur  les  composes  carboue's  combustibles  existant 
dans  l'ait  atmosphe'rique.  —  Moissan-  Sur  le  trifluorure  d'arsenic.  —  Scheurer-Keslner. 
Réaction  de  l'oxyde  ferrique,  à  haute  temperature,  sur  quelques  suìfates.  —  Ladureau.  Sul- 
le feriuent  ammoniacal.  —  Brasse.  Sur  la  présence  de  l'amylase  dans  Ics  feuilles.  — 
lìommier.  Sur  la  levure  de  vin  eultivee.  —  21.  Vulpian.  Expériences  sur  le  chlorhydrate 
de  cocaine.  —  Brioschi.  Les  relations  algébriques  entre  les  fonctions  hyperelliptiques  d'or- 
dre  ».  —  Chancel  et  Parmentier.  Sur  quelques  réactions  du  sulfure  de  carbone  et  sur  la 
solubilità  de  ce  corps  dans  l'eau.  —  Lippann.  De  l'action  de  la  cbaleur  sur  les  piles,  et  de 
la  loi  de  Kopp  et  Weestyne.  —  FoucM.  Sur  la  condensation  de  la  nébulense  solaire,  dans 
l'hypothèse  de  Laplace.  —  de  Sparve.  Sur  l'erpolodie  de  Poinsot.  —  Vanecek.  Sur  l'invo- 
lution des  dimensions  supérieures.  —  Cabancllas.  Machines  dynarao-éleetriques.  Confir- 
mations  expérimentales  des  deux  réactions  en  marche  :  sur  les  valeurs  effectives  de  la 
résistanco  intérieure  et  du  magnetismo  inducteur.  —  Raoult.  Action  de  l'eau  sur  les  sels 
doubles.  —  Schnivcr-Kcstner.  Sur  la  composition  des  produits  gazeux  de  la  combustion  de 
la  pyrite.  —  Déhérain.  Sur  la  culture  des  batteraves  a  sucre.  —  Girard.  Sur  le  dévelop- 
pement,  en  France,  des  Nématodes  de  la  betterave  pendant  la  campagne  de  1884.  —  Le- 
play.  Sur  la  formation  des  acides  végétaux  en  coiubinaison  avec  les  bases  potasse  et  chaux, 
des  matières  azotées  et  du  nitrate  de  potasse  dans  la  végétation  des  plantes  sucrées,  bet- 
teraves  et  mais.  —  Nicati  et  Rietsch.  Odeur  et  effets  toxiques  des  produits  de  la  fermen- 
tation  produite  par  les  bacilles  en  virgule.  —  Nicati.  Choléra  et  cholémie.  —  Germain 
Sic.  Sur  les  pneumonies  infectieuses  et  parasitaires.  —  Colin.  Expériences  sur  la  valeur  des 
ageuts  désinfectants,  dans  le  choléra  des  oiseaux  de  basse-cour.  —  Strauss.  Sur  la  virulence 
du  bubou  chancreux.  —  Parinaud.  De  l'intensità  lumineuse  des  couleurs  spectrales  ;  in- 
fluence  de  l'adaptation  rétinienne.  —  Oliatiti.  Sur  les  appendices  de  la  màchoire  chez  les 
Insectes  broyeurs.  —  Crié.  Sur  le  polymorphisme  fiorai  et  la  pollinisation  du  Lychnis 
dioica,  L. 

♦Cosmoa.  5e  sér.  t.  IX,  n.  6-12.  Paris,  1884.  8.° 

•  [I3iì'Lctìh  HMnepaTopcKaro  pyccKaro  reorpaiJmiecKaro  oóineeTBa.  Tomi.  XX. 
1884.  BfcmycK'B,  4,  5.  C.  HeTep6ypri,   1884.  8.° 

4.  AlIV'IlIirii.  Oticti  o  uo],:m;t.  ri,  ,T,arecTam,.  —  KA.lA'IOB'Ii.  I()pn,iii'iPcKÌu  6ht% 
Mop.TBH  fpeuen3iji).  —  5.  yCIIEHCKIlì.  OcTpoBs  Xaìiiiaui..  —  UBAHOB'B.  Bocxoaueiiie  ira 
9ju6opyci.  —  BEPEDlAniirb.  Bothkii  CocHOBCKaro  itpaa.  —  IIOTAIIIIUL.  Owain,  o 
CTaTbì  „  Iìomko  "  r.  Bcpeiiiarmia.  —  IHTOMBII'I..  IIohaiKa  ni,  ApxaHreJifcCKVK)  ryfjepni». 

tjahrbuch    Qber  die    Forlschritte    der   Mathematik.    Bd.   XIV,    1.    Berlin, 
1884.  8.° 

BULLETTINO-KEKDICONTl    —    Vii!,.   I  I 


—    XXVI    — 

1  Jahresbericht  der  Gesellschaft  fùr  Natur-  und  Heilkunde  in  Dresden.  1883- 

84.  Dresden,  8.° 

Beschorner.  Die  Laryngoskopie,  ein  Vierteljahrhundert  Eingentum  der  prakt.  Medi- 
zhi.  —  Oehme.  Symmetrische  Bildungsanoraalie  der  Gehtirorgane. 

'Jahresbericht  iiber  die  Fortschritte  der   class.  Alterthurnswissenschaft.  Jhg. 
XI,  12  ;  XII,  2.  Berlin,  1884.  8.° 

XI.  12.  Schenkl.  Jahresberich  iiber  die  spàteren  griecbiscben  Gescliicbtsscbreiber.  1873- 
1884.  —  Eussner.  Bericlit  iiber  die  Litteratur  zu  den  romischen  Historikern  (ausser  Taci- 
tus)  1878-1882.  —  Mùller.  Jahresbericht  iiber  die  Litteratur  zu  dea  Briefen  des  jiingeren 
Plinius  aus  den  Jahren  1877-1883.  —  XII.  2.  Curtze  und  llultsch.  Die  inbetreft'  der  exàktcn 
Wissenschaften  im  Alterhim  wàhiend  der  Zeit  vom  Oktober  1879  bis  Schiusa  1882  erschie- 
nenen  Werke,  Schriften  und  Abhandlungen.  —  Georges.  Jahresbericht  iiber  lateinische  Le- 
xiiographie.  —  Haug.  Bericht  iiber  remisene  Epigraphik.  —  Schiller.  Jahresbericht  iiber 
dio  ròmischen  Staatsaltertùmer  filr  18J3. 

■•"Journal  (American  chemical).  Voi.  VI,  u.  4.  Nov.  1884.  Baltimore,  8." 

Chiltenden  and  Smilk.  On  Palmitic  Acid  and  the  Palmitins.  —  Dabne.y  and  Uerff. 
Apparatus  for  the  Dcterniination  of  Nitrogen  by  the  Copper  Oxide  Method,  and  Compari- 
son  of  this  and  the  Ptuffle  Method.  —  Norton  and  Prescotl.  Continuous  Etherification.  — 
Smith.  Note  on  Ozocerite.  —  McKalvey.  Note  on  Silicious  Earth.  —  Elliotl.  Anthracene 
troni  Water-Gas  Tar.  —  Palmer.  On  the  Action  of  Sodium  Phenylsulphinate  on  Methy- 
lene  lodide.  —  ld.  On  the  Converoion  of  Organic  Isocyanates  into  Mustard  Oils.  — 
llemscn.  Investigations  on  the  Sulphinides.  —  Stokas.  On  Phthalic  Sulphinide. 

+ Journal  (American)  of  Mathematica.  Voi.  VII,  n.   1.  Baltimore,  1884.  4.° 

Ccujleij.  A  Memoir  on  Seramvariants.  —  MacMahon.  On  Perpetuants.  —  Cayley.  TableS 
of  the  Symmetric  Functions  of  the  Roots,  to  the  Degree  IO  for  the  Form 

1  -Hto-t-.—r  ■+-  ..  -=(1  —  ax){\  —  §x)[\ —  yx) 

hi.  Non-Unitary  Partition  Tables.  —  hi.  Seminvariant  Tables.  —  Je7ikins.  Note  on  Prof. 
Sylvester's  Constructive  Theory  of  Partitions.  —  Daniels.  Third  Note  on  Weiestrass'  Theory 
of  Elliptic  Functions. 

*  Journal  de  la  Société  pbysico-chymique  russe.  T.  XVI,  n.  7.  St.  Pétersbourg, 

1884.  4." 

Louguinine.  Sur  la  ehaleur  de  comhustion  des  substances  organiques.  —  Lubavin. 
Analyse  d'une  terre  à  salpètre  de  Tourkestan.  —  Goldhammer.  Sur  la  déeharge  électriquo 
dans  les  gaz.  —  Bachmetieff.  L'influence.  de  la  compression  du  fer  et  de  l'acier  sur  l*ai- 
mantation.  —  Piltcliiko/f.  Sur  la  constitution  des  grelons  tombés  à  Cbarkow  le  11  juillet 
1884.  —  Joukuivsky.  Su  le  choc  des  corps  absolument  solides.  —  Avenarius.  Note  relative 
à  la  dilatation  des  liquides.  —  Petrovchewsky .  Sur  les  formes  régulières  des  amas  des  corps 
pulverulents. 

f  Journal  de  matbématiques  pures  et  appliquées.  3°  sér.  t.  X.  Aoùt-nov.  1884. 

Paris,  4.° 

Mèray.  Exposition  nouvelle  do  la  théorio  des  formes  linéaires  et  des  determinante.  — 
Le  Curdier.  Actions  mécaniques  produites  par  les  aimants  et  par  le  magnétisme  terrestre.  — 
Jablonski.  Reeherehes  sur  l'action  do  la  matière  pondérable  sur  l'éther. —  Léauté.  Sur  l'équi- 
libie  et  la  déformatiou  des  piòces  circulaires.  —  Sauvage.  Integration  d'un  systhòme  d'équa- 
tiuns  différentielles  totales. 


—   XXVI)    — 

' Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2e  sér.  t.  III.  Oct.-nov.  1884. 
Paris,  8." 
Oct.  Thollon.  Constitution  et  origine  du  gronpe  B  da  spectre  solaire.  —  Soret.  Sul- 
la couleur  de  l'eau.  —  Blondlot.  Influence  de  l'état  électriqae  d'une  surface  liquide  sur  la 
tension  maximum  de  la  vapeur  do  ce  liquide  en  contact  avec  la  surface.  —  lìeynier.  Sul- 
la mesure  des  forces  électroiuotriees  maxima  et  minima  dans  les  couples  à  un  seni  électro- 
lyte.  —  /</.  Pile  étalon  polir  la  raesure  des  forces  électromotrices.  —  ld.  Sur  la  theorie 
chimiques  des  accumulatene.  —  Nov.  Jamin.  Sur  rhygrométrie.  —  Rivière.  Essai  sur  le 
pourvoir  refroidissant  des  gaz.  —  Decharme.  Imitation.  par  les  conrants  liquides  ou  gazeux, 
des  phénomènes  d'électricité  et  de  magnetismo. 

*  Journal  de  ciencias  mathematicas  e  astronoinicas.  Voi.  V,   n.  5.  Coimbra, 

1884.  8.° 

f  Journal  fur  die  reme  und  angewandte  Mathematik.  Bd.  XCVII,  3.  Berlin, 
1884.  4." 

Hermes.  Ueber  cine  gewisse  Curve  des  dritte»  Grades.  —  Frobenius.  Ueber  die  Grund- 
lagen  der  Theorie  der  Jacobischen  Functionen.  Abhandlung  2.  —  Nocllwr.  Beweis  und  Er- 
weiterungeines  algebraisch-functionentheoretischen  Satzes  des  Herrn  Weierstrass. — Schecffer. 
Zur  Theorie  der  Functionen  r(z),  P(z),  Q(z).  —  Reye.  Ueber  die  Singularitatenflachen  qua- 
dratischer  Strahlencoinplexe  und  ihro  Haupttangentencurven. 

••  Journal  fur  praktische  Cbemie.  N.  F.  BL  XXX,  3.  Leipzig,  1884.  8." 

Berlinerblau.  Ueber  die  Einwirkung  von  Chlor-Cyan  auf  Ortho-  und  anf  Para-Ami- 
dophenetol.  —  v.  Meyer.  Wirkungsweise  von  Chlorkohlensàureiitber  auf  einige  stickstoff- 
haltige  organisene  Verbindungen.  —  Kolbe.  Einfache  und  ergiebige  Metbode  der  Darstellung 
von  Anthranilsaure.  —  Pinncr.  Ueber  die  Zersetzung  des  Benzonilrils  mittelst  rauchender 
Si  ■hwefelsaure.  —  André.  Ueber  Oxycbloride  und  analoge  Verbindungen  von  Metallen.  — 
Troost.  Ueber  die  Durcblassigkeit  des  Silbers  fur  Sauerstoff.  ■ —  Lindel.  Verbindungen  des 
Chlorgolds  mit  den  Chloriden  des  Phosphors.  —  Calmels.  Ueber  die  Constitution  einiger 
einfaeber  Cyanverbindungen.  —  Coìson.  Ueber  Phtalalkohol  und  zugehorige  Verbindungen. — 
Muntz  u.  Marcano.  Ueber  den  Perse'it.  —  Moissan.  Ueber  Dreifach-Fluorphosphor. 

'Journal  of  the  chemical  Society.  N.  OCLXIV.  Nov.  1384.  8.° 
•Journal  (Tiie)  of  the  Linnean  Society.  Botany,  voi.  XX,  130,  131  ;  XXI, 
132-133.  Zoology,  voi.  XVII,  101-102.  London,  l$83-84.  8.° 
Botany.  130.  Starkic  Gardner.  Alnus  Richardsoni  (Petropliyloides,  Bower- 
bank),  a  Fossil  Frait  from  the  London  Clay  of  Eterne  Bay.  —  Lisler.  On  the  Origin  of 
the  Placentas  in  the  Tribe  Alsinere  of  the  Order  Caryophyllea:.  —  Beimeli.  Reproduction 
of  the  Zygnemacere;  a  Contribution  towards  the  Solution  of  the  Question,  Is  it  of  a  Se- 
xual  Characler?  —  Orpen  Bower.  On  the  Structure  of  the  Stein  of  Rhynch  o  petal  i;m 
montanum  (Fresen.).  —  Potter.  On  the  Development  of  Stavch-grains  iu  the  Laticife- 
rous  Cells  of  the  Euphorbiaceai.  —  Green.  On  the  Organs  of  Secretion  in  the  Uyperica- 
cea».  —  131.  Orpen  Bower.  Note  on  the  Gemma!  of  Ani  ac  o  m  n  i  on  palustre,  Schwaogr.  — 
Bolus.  Contributions  to  Soutb-African  Botany  (Orchidea!).  —  /?i/.vr.  A  Review  of  the  Tuber- 
bearing  Species  of  Solanuin.  —  Cooke.  The  Structure  and  Affinity  of  Sphaeria  po- 
cula,  Schweinitz.  —  Plowright.  On  the  Life-History  of  (Ecidium  bellidis,  DC.  — 
Killon.  On  some  Diatomaceoe  from  the  Island  of  Socotra.  —  132-1:3:3.  Clarke.  On  the  Indiali 
Species  of  Cyperus;  with  Remarks  on  some  others  tbat  specially  illustrate  the  Subdivi- 
sions  of  the  Genus.  —  Zoology.  101.  A  Brook.  Revision  of  the  Genus  Entomobrya. 
Rond.  (Degeeria,  Nic).  —   Watson.  Mullusea  of  H.M.S.  'Challenger'  Expediiion.  — 


—    XXVIII    — 

Phillips.  On  a  New  Peritrichous  Infusorian  (Genia  caudata).  —  Lewis.  On  Japan  Bren- 
thidre,  and  Notes  of  theiv  Habits.  —  Uuncan.  On  the  Stradare  ofthe  Hard  Parts  of  the 
Fungidse.  Part  II.  Lophoserin».  —  102.  Lewis.  Japanese  Languriidse,  with  Notes  on  their 
Habits  and  External  Sexual  Structure.  —  Duncan.  On  the  Keplaceraent  of  a  trae  Theca 
or  Wall  by  Epitheca  in  some  Serial  Co  ralla,  and  on  the  Importance  of  the  Structure  in 
the  Growth  of  Incrusting  Corals.  —  Dorati.  On  the  Auditory  Ossicles  of  Rhytina 
tìtelleri  .  —  Michael.  The  Hypopus  Question,  or  the  Life-History  of  certain  Acarina. 

"Journal   of  the  royal   microscopical  Society.    Ser.  II,  voi.  IV,  part  5.   Oct. 

1884.  London,  8.° 

Flògel.  Researches  on  the  structure  of  the  Cell-walls  of  Diatoms.  —  Anthony.  On 
drawing  prisms. 

■i-Journal  of  sciences   (The   american).   Voi.  XXVIII,  n.  166,  167.  Oct.-nov. 

1884.  New  Haven,  8.° 

166.  Nichols.  Duration  of  Color  Impressions  upon  the  Retina.  —  Diller.  Fulgurite 
frora  Mount  Thielson,  Oregon.  —  Williams.  Paramorphosis  of  Pyroxene  to  Hornblende 
in  Rocks.  —  Dana.    Southward    cnding  of   a    great    Synclinal  in  the  Taconic   Range.  — 

Lewis.  Supposed  Glaciation  in  Pennsylvania  south  of  the  Terminal  Moraine MaHet.  Mass 

of  Meteoric  Iron  from  Wichita  County,  Texas.  —  Cooke.  Jean-Baptiste-André  Dumas.  — 
Eastman.  New  Meteorite.  —  167.  Gray.  Characteristics  of  the  North  American  Flora.  — 
Blake.  Columbite  in  the  Black  Hills  of  Dakota.  —  Nichols.  Spectro-photomctric  study  of 
Pigments.  —  Drowne.  Criticism  of  Becker's  Theory  of  Faulting.  —  Duysman.  Difference 
between  Sea  and  Continental  Clìmate  with  regard  to  Vegetation.  —  Langley.  Chemical- 
Affinity.  —  Carharl.  Relation  between  the  Electromotive  force  of  a  Danieli  Celi  and  the 
strength  of  the  Zinc  Sulphate  Solution.  —  t'errili.  Notice  ofthe  remarkable  Marine  Fauna 
occupying  the  outer  bakns  off  the  Southern  Coast  of  New  England  No.  10.  —  Dana.  Note 
on  the  Cortlandt  and  Stony  Point  Hornblendic  and  Augitic  rocks. 

Journal  (The  quarterly)  of  pure  and  applied  Mathematics.  N.  79.  Oct,  1884. 

London,  8.°  (acq.). 

Pearson.  On  the  motion  of  spherical  and  ellipsoidal  bodies  in  fluid  media  (rart  II).  — 
Cayley.  On  a  theorem  relatin  g  to  seminvarians. —  hi.  On  the  orthomorphosis  ofthe  circle  into 
Ilio  parabola.  —  Stuart.  Complex  multiplication  of  elliptic  functions.  —  Bassel.  On  the  motion 
of  a  liquid  in  and  abou^  certain  quaitic  and  other  cylinders.  —  Coates.  BesseVs  functions 
of  the  second  order.  — Larmor.  On  hydro  kinetic  symmetry.  —  Russell.  On  the  differential 

equation     - — ~T, 1-  —       -+-  - — ^- h _— =0,  where  Ux~{a,  b,  e,  d,  e)  (x,  l)4.  — 

I        »I  l        LI  y  1        Ut  ■         Uw 

Booth.  Note  on  Sylvester's  canonical  form  of  binary  quantics  ofthe  degree  2n  —  1.  — 
Jeffery.  On  piane  curves  of  the  fuurth  class  with  a  triple  and  a  single  focus. 

+  Lotos,  Jahrburch  fiir  Naturwissenschaft.  N.  P.  Bd.  V.  Prag,  1884.  8." 

Tumlirz.  Die  elektromagnetische  Theorie  des  Lichtes.  —  v.  Zepharovich.  Minerale— 
gische  Notizen.  —  Wiìdt.  Aus  der  Flora  von  Kladno  und  dessen  Umgebnng.  — ■  Willkomm. 
Ueber  die  atlantische  Flora,  ihre  Zusammensetzung  uud  Begrenzung.  —  Mach.  Deber  die 
Grundbegriffe  der  Elektrostatik.  —  tlcring.  Ueber  die  specifischen  Energieen  des  Nerven- 
systems. 

•Magazin  (Neues  Lausitzisches).  Bd.  LIX,  2;  LX,  1.  Gorlitz,  1883-84.8.° 

Lix.  2.  Paur.  Ueber  Schelfels  Ekkehard.  —  hi.  Dionysos  unter  den  Seeraubern.  —  Schio- 
bacìi.  Die  Sudgrenze  des  Dobrilngker  Elostergebietes.  —  Tsseliubran.  Dr.  Martin  Luthers 
Verbindungen  rait  der  Nieder-Lausitz.  —  Sohr.  Deutsches  Biilinenlebon  im  vorigen  Jahrhun- 


—    XXIX     — 

dert.  —  Korsrhdt.  Kriegsereignisse  dcr  Oberlausitz  zuv  Zeit  d<'s  Iìaierischen  Erbfolgekrieges.— 
v.  Kellsch.  Volag  das  Màgdeland  ?  —  LX,  1  Brenning.  Biographische  und  literargeschichtliche 
Wurdigung  Leopold  Schefers. 
'  Mémoires  et  compte  renda  des  travaux  de  la  Soeiété  des  ingénieurs  civils. 

Aout  1884.  Paris,  8.° 

de  Bruignae.  Remarques  sur  l'effet  d'une  force.  —   Deharme.  Note  sur  les  Magasins 

Généraux  de  la  Scine  a  Bercy-Conflans.  —  Boutmy.  Francis  Bourdon  et  lo  marteau  pilon. 

"Memoirs  of  the  literary   and    philosophical   Society  of  Manchester.    3d  Ser. 

Voi.  VII,  IX.  London,  1882-83.  8.° 

VOL.  IX.  A  Centenary  of  Science  in  Manchester. 
•Memoirs  of  the  Museum  of  comparative  Zoology  at  Harvard  Collego.  Voi.  VIII, 

3;  IX,  3  ;  XII,  XIII.  1884.  8.° 

vnr.  3.  Garman.  The  reptiles  and  batrachians  of  North  America.  —  ix.  3.  Fewkes 
and  Mark.  Selections  from  Embriological  Monographs. — xn-Xin.  Daini,  Brewer  and  Ridgiuaij. 
The  water  Birds  of  North  America. 

"Minutes  of  proceediugs  of  the  Institution  of  civils  Engineers.  Voi.  LXXVIII. 
London,  1884.  8.° 

Ridi.  On  the  comparative  Merits  of  Vertical   and  orizontal  Engines  and  ori  rotative 
Baum-Engines  l'or  Pumping.  —  Boullon.  On  the  Antiseptic  Treatment  of  Timber.  —  BÌTch. 
On  the  passage  of  Upland-Water    through  a  Tidal  Estuary.  —  Staijton.  Wood  Pavement 
in  the  Metropolis. 
:  Mittheilungen  der   anthropologischen   Gesellschaft  in  Wien.    N.  F.  Bd.  IV 

(XIV),  2-3  Heft.  Wien,  1884.  4.° 

IMI.  Ueber  die  in  Tirol  vorkommenden  Schadelformen.  —  Zuckerkandl.  Craniologi- 
sche  Untersuchungon  in  Tirol  und  Inner-Oesterreich.  Erster  Bericht.  —  Kaltenegger.  Ibe- 
risches  Hornvieh  in  den  Tiroler  und  Schweizer  Alpen.  —  Kanitz.  Der  prahistoriche  Blei- 
wagen  aus  den  Tumuli  zu  Rosegg  in  Ivarnten.  —  Hacker.  Die  Gudenus-Hohle,  cine  Ren- 
thierstation  im  niederiisterreichischen  Kremsthale. 
■^Mittheilungen  der  deutschen  Gesellschaft  fùr  Natur-  und  Volkerkundo  Osta- 

siens.  31stos  Heft.  Sept.  1884.  Yokoarna,  4.° 

Midler-Bceck.  Die   wichtigsten    Trutzwaffen  Alt-Japans.  —  Muraoka.  Erklacrung  der 
magischen  Eigenschaften  des  Japanischen  Bronzespiegels  und  seiner  Herstellung. —  Knipping. 
Die  WettertelegrapMe  in  Japan. 
;  Monastbliitter  der  Wissenschaftlichen  Club  in  Wien.  VI  Jhg.  n.  1,  2.  Wien, 

1884.  4." 
■Nature.  Voi.  XXX,  n.  761-782.  London,  1884.  4.° 
+Naturforscher  (Der).  XVII  Jhg.  n.  40-48.  Berlin,  1884.  4." 
'ì'Notices  (Montlily)  of  the  royal  astronomical  Society.  Voi.  XLIV,  9.  London, 

1884.  8.° 

Ranyard.  Note  on  a  Narrow  Belt  seen  on  the  Planet  Saturn.  —  Tebbutt.  Apparent 
Places  of  Comet  TI  (Ross),  1883.  —  Id.  Observations  of  the  Comet  of  1812  (Pons-Brooks) 
at  its  return  to  Perihelion  in  1881.  —  Mirili.  Ephemeris  for  Physical  Observations  of 
Jupiter,  1884-85.  —  Id.  Ephemerides  of  the  Satellites  of  Saturn.  1884-85.  —  Iloldich. 
Sextant  Observations  of  Comet  Pons-Brooks,  made  on  board  the  ship  "  British  Envoy  ". 
t Observations  (Astronomical  and  magnetical  and  meteorological)  made  at  the 

r.  Observatory  Groenwich  in  the  year  1882.  London,  1884.  4.° 


—    XXX    — 

•  Oefvcrsigt  af  Finska  Vetenskaps-Societetens  Forhandlingar.XXV.1882-83.  8  ° 

Haider.  Ad  cognitionem  Heteropterorum  Africae  occidentalis.  —  Elmgren-  Landskapet 
Edens  floder.  —  Lemstróm.  FOrsOk  angaende  polarjuset  under  finska  polarexpeditionen  i 
Lappland.  —  hi.  Forslag  till  undersokDing  af  don  elektriska  strom,  som  frambringar  polar- 
juset. —  af  Scintiteli.  Sur  les  ortliophospbatos  doubles  de  baryum  et  de  potassium,  de  ba- 
ryum et  de  sodium.  —  Nordenskióld.  Beràttelse  ufver  FiDska  Vetenskaps-Societetens  Meteo- 
rologiska  Centralanstalts  verksamhet  under  ar  1882.  —  Gylling  Weber  einen  neuen  Fumi 
von  Andesin  bei  Orijiirvi  in  Finnland.  —  Lemstróm.  Om  polarstationen  i  Sodankyla.  — 
Wiik.  Mineralogiska  ocb  petrografiska  meddelanden  Vili.  —  Elmgren.  Ratta  artalen  fùr 
liristi  fódelse  och  ded.  —  Moberg.  Manadtliga  niedehujden  af  hafsytan  vid  Finlands  Kuster 
ar  1882. 
"^Oversigt  over  det  kong.  dauske  Videnskaberues  Selskab  Forhandlingor.  1884, 

n.  2.  Kiobeuhavn,  8.° 

Thiele.  Baneberegning  for  Planeter  ved  en  Modifikation  af  de  Kepplerske  Love.  — 
Tìwrkehson.  BemaBrkninger  til  nogle  Steder  i  Versene  i  Heiraskringla.  —  Tkomsen.  Under- 
sogelser  over  Ligevaegtsforhold  i  vandige  Oplosninger.  —  Madvig.  Bernrerkninger  ora  Forsk- 
jellen  imellem  de  hos  Grakerne  og  Roraerne  gjoeldende  Bestemmelser  og  Vedtasgter  ora 
Slavers  Frigivelse  og  de  Frigivnes  Stilling.  —  Lange.  Om  den  saakaldte  «  Sydplante  »  i 
den  ajgyptiske  Kunst. 
fProeeeding8  of  the  Manchester  literary  and  philosophical  Society.  Voi.  XX- 

XXII.  Manchester,  1880-83.  8.° 

XXII.  Alcock.  On  tbe  Strueture  of  tbe  Shells  of  several  common  Species  of  Polymor- 
phina.  —  Bollomley.  On  Intensity  of  Ligbt.  —  Darbishire.  Upon  the  Mammoth  Cave.  — 
Gwylher.  On  a  Compound  Rainbow.  —  Rawson.  On  singular  solutions  of  Differential  Equa- 
tions.  —  Roger s.  On  a  Meteorite  found  at  Braunfels  in  Germany.  —  Wilde.  On  the  Vapours 
of  Incandescent  Solids. 
hProceedings  of  the  r.  geographical  Society.  Voi.  VI,  u.  10.  Oct.  1884.  8.° 

Gissing.  A  Joumey  from  Mambasa  to  Mounts  Ndara  and  Kasigao.  —  Hamberg.  Hydro- 
graphical  observations  of  the  NordensMold  Expedition  to  Greenland  1883. 

•Proceediugs  of  the  r.  Society.  Voi.  XXV,  n.  227;  XXVI,  228-231.  London, 

1883-84.  8.° 

227.  Shida.  Experimental  Determinations  of  Magnetie  Snseeptibility  and  of  Maximum 
Magnetisation  in  Absolute  Measurc.  —  Laudar  Brunton  and  Cash.  On  the  Effect  of  Electri- 
cal  Stimulation  of  the  Frog's  Heart,  and  its  Modifioation  by  Heat,  Coki,  and  the  Action  of 
Drugs.  —  22S.  Ploivright.M  ah  oni  a.  Aquifolia  as  a  Nurse  ofthe  Wheat  Mildew  (Puccinia 
graminis) .  —  Owcn.  Description  of  Teeth  of  a  Large  Extinct  (Marsupial  ?)  Genus,  Sce- 
parnodon  Bamsay.  —  hi.  Evidence  ofa  Large  Extinct  Monotreme  (Echidna  Ramsayi, 
Ow.)  frora  the  Wellington  Breccia  Cave,  New  South  Wales.  —  Gordon.  Correction  to  a 
paper  "  On  the  Determination  of  Verdet's  Constant  "  published  in  the  "  Phil.  Trans.'*  1877.  — 
Thorpe  aud  Rilcker.  Note  on  the  Irregularities  in  Magnetie  Inclination  on  tbe  West  Coast 
of  Scotland.  —  Rayleigh.  On  the  Circulation  of  Air  observed  in  Kundt's  Tubes,  and  on  some 
Allied  Acoustical  Problems.  —  North.  The  Infiuence  of  Bodily  Labour  upon  the  Diseharge 
of  Nitrogen.  —  Darwin.  On  the  Formation  of  Ripple-mark  in  Sand.  —  Thorpe.  On  the 
Atomic  Weight  of  Titanium.  —  Plowrighl.  On  the  Life  History  of  the  Dock  iEeidium 
(^Icidium  rumicis,  Schlecth). —  Gore.  Some  Relations  of  Heat  to  Voltale  and  Thermo- 
Electric  Action  of  Metals  in  Electrolytes.  —  Lea.  On  a  "  Rennet  "  Ferment  contained  in 
the  Seeds  of  Withania  coagulans.  —  229.  Owen.  Description  of  Parts  of  a  Human  Skele- 
ton from  a  Pleistocene  (Palxolithic)  Bed,  Tilbury,  Essex.  —  de  W.  Abney.  The  Wave-lengths 


—    XNX1    — 

of  A.  a.  and  of  Permaneut  Lines  in  the  Infra-Eed  of  the  Solar  Spectrurn.  —  Scott.  Note 
on  a  Seri.'-  of  Barometrical  Disturbanees  which  passed  over  Europe  betwecn  the  27th  and 
the  31st  of  August,  1883.  —  Slrachey.  Note  on  the  Poregoing  Paper.  —  De  La  Rite  and 
Mailer.  Ezperimental  Researches  on  the  Electric  Discharge  with  the  Clitoride  of  Silver 
Battery.  —  Darwin.  On  the  Figure  of  Equilibrium  ofaPlanet  of  Heterogeneous  Density. — ■ 
Hughes.  On  a  Magnetic  Balauce,  and  Experimental  Researches  made  therewith.  —  Dawson. 
Peport  on  the  Circumpolar  Expedition  to  Fort  Pae.  —  Gardiner.  On  the  Changes  in  the 
Gland  Cells  of  Dionsea  muscipula  during  Seeretion.  —  Id.  On  the  Continuity  of  the 
Protoplasm  through  the  Walls  of  Vegetable  Cells.  —  Schunck.  Note  on  the  Constitution 
of  Chlorophyll.  —  Pary.  On  the  Physiology  of  Carbohydrates  in  the  Animai  System.  — 
Poynling.  On  the  Transfer  of  Energy  in  the  Electromagnetic  Pield.  —  Conroy.  Some  Expe- 
riments  on  Metallic  Refleetion.  IV.  On  the  Amount  of  Light  Reflected  by  Metallic  Sur- 
faces.  —  Vereker.  Extraets  from  a  Reports  on  the  Voleanic  Eruption  in  Snnda  Strait.  — 
De  La  fìue  and  Mailer.  Experimental  Researches  on  the  Electric  Discharge  with  the  Clho- 
ride  of  Silver  Battery.  —  Rendali.  On  a  New  Method  of  Generatiug  Electricity.  —  Glad- 
slone  and  Tribe.  On  the  Electrolysis  of  Dilute  Sulphuric  Acid  and  other  Hydrated  Salts.  — ■ 
Dcalh.  On  the  Dynamics  of  a  Rigid  Body  in  Elliptic  Space.  —  Owen.  Evidence  of  a  Large 
Extinct  Lizard  (Notiosaurus  den tatns,  Ow.J  from  Pleistocene  Deposits.  New  South 
Wales.  Australia.  —  Williams.  Observations  on  the  Influence  of  certaiu  Culture  Fluids  and 
Medicinal  Reagents  in  the  Growth  and  Developnient  of  the  Bacillus  tuberculosis.  — 
and  )'■".  The  Etfects  ofLesions  of  Difterent  Regions  of  the  Cerebral  Hemispheres.  — 
Roberls.  Determination  of  the  Vortical  and  Lateral  Pressures  of  Granular  Substances.  — 
y.  Notes  on  the  Microscopie  Structure  of  some  Rocks  from  the  Andes  of  Ecuador, 
cullected  by  E.  Whymper.  No.  I.  Pichincha.  —  Baird.  Report  on  the  Tidal  Disturbanees 
caused  by  the  Voleanic  Eruptions  at  Java:  August  27  and  28,  1883,  and  the  Propagations 
of  the  "Supertidal  "  Waves.  —  Preece.  On  a  New  Standard  of  Illuminati  on  and  the  Mea- 
surement  of  Light.  —  Hill.  On  the  Motion  of  Fluid,  part  of  which  is  raoving  Rotationally 
and  part  Irrotationally.  —  Schunck.  Supplementary  Note  on  the  Constitution  of  Chloro- 
phyll. —  230.  /'.  Gray  ani  A.  Gray.  On  a  New  Rerlecting  Galvanometer  of  Great  Sensi- 
bility,  and  on  New  Forms  of  Astatic  Galvanometers.  —  Ayrlon  ani  Perry.  A  New  Form 
of  Spring  for  Electric  and  other  Measuring  Instruments.  —  Thompson.  Note  on  the  Theory 
of  the  Magnetic  Balance  of  Hughes.  —  Gore.  On  some  Relations  of  Chemical  Corrosion  to 
Voltato  Current.  —  Bidwell.  On  an  Explanation  of  Hall's  Phenomenon.  —  Hamilton.  On 
the  Structure  and  Fnnctional Significance  of  the  Human  Corpus  callosum. —  Worthing- 
ton.  On  the  Surface  Forces  in  Fluids.  —  Vinayek  Narayeu  Nene.  On  a  Method  of  Tracing 
Periodicities  in  a  Series  of  Observations  when  the  Periods  are  unknown.  —  231.  Hughes-  Ma- 
gnetic Polarity  and  Neutrality.  —  Wooldridge.  On  the  Origin  of  the  Fibrin  Ferment.  —  Hartley. 
Pesearches  in  Spectrmn  Photography  in  Relation  to  new  Methods  of  Quantitative  Chemical 
Analysis.  Part  II.  —  Dawson.  On  the  Mean  Diurnal  Variation  of  Magnetic  Declination,  from 
Hourly  Observations  at  Fort  Pae.  —  Bonney.  Notes  on  the  Microscopie  Structure  of  some 
Rocks  from  the  Andes  of  Ecuador,  collected  by  Edward  'Whymper.  No.  II.  Antisana.  —  Elyar. 
The  Variation  of  Stability  with  Draught  of  Water  in  Ships.  —  Horsley  and  Sehajer.  Experi- 
mental Researches  in  Cerebral  Physiology.  —  Bower.  Preliminare  Note  on  the  Apex  of 
the  Leaf  in  Osmunda  and  Todea.  —  Lockycr.  On  the  most  Widened  Lines  in  Sun-Spot 
Speetra.  —  Macalister.  Notes  on  the  Varieties  and  Morphology  of  the  Human  Lachrymal 
Bone  and  its  aecessory  Ossicles.  —  Rayleigh.  On  the  Electro-Chemical  Eouivalent  of  Silver, 
and  on  the  Absolute  Electromotive  Force  of  Clark  Cells.  —  Ewart.  On  the  Naturai  and 
Artificial  Fertilisation  of  Herring  Ova.  —  Hartley.  Remarks  on  the  Atomic  Weight  ofBe- 
ryllium.  -  Preece.  On  the  Hatiug  Effects  of  Electric  Currents.  —  Liveituj  and  Dewar.  Spe- 
ctroscopic    Studies   on    Gaseous    Explosions.  —  llaycraft.  On    the    Action    of  a  Seeretion 


—    XXXII    — 

,  ubtained  from  the  Medicinal  Leech  on  the  Coagulation  of  the  Bluod.  —  Gray  and  Dobbie. 
On  the  Relation  between  the  Electrical  Qualities  and  the  Chemical  Composition  of  Class 
and  Allieti  Suhstances.  Part  I.  —  fiamsay  and  ì'ouny.  Influence  of  Change  of  Condition 
from  the  Liquid  to  the  Solid  State,  on  Vapour-Pressure.  —  Williams.  Observations  on  the 
Influence  of  certain  Culture  Fluid?  and  Medicinal  Reagenti  in  the  Growth  and  Develop- 
ment  of  the  Bacillus  t  ubere  ulosis. 

•Proceediugs  of  the  scientific  Meetings  of  the  Zoological  Society  of  London. 
1884  part  II.  London,  8.° 

Ogilvic-Grani.  A  Revision  of  the  Fishes  of  the  Genera  Sicydium  and  Lentipes, 
with  Descriptions  of  fi  ve  new  Species.  —  Salvador i.  Note  on  Alias  capensis.  — Sulton. 
On  the  Diseases  of  the  Carnivorous  Mammals  in  the  Society's  Gardens.  —  Clark.  On  a 
Sea-Lion  from  the  East  Coast  of  Australia  (Otaria  cinerea,  Péron).  —  Cambridge.  On 
two  new  Genera  of  Spiders.  —  Powerscourt.  On  the  Acclimatization  of  the  Japanese  Deer 
at  Powerscourt.  —  Boulengsr.  Diagnoses  of  new  Reptiles  and  Batrachians  from  the  Solo- 
raon  Islànds,  collected  and  presented  to  the  British  Museum  by  Guppy,  Esq  ,  M.B.H.M.S. 
•Lark'.—  Waterhouse.  On  the  Coleopterous  Insects  collected  by  Mr.  H.  0.  Forbes  in  the 
Timor-Laut  Islands.  —  Uodman,  Salmi  and  Druce.  On  the  Lepidoptera  collected  by  the 
late  W.  A  Forbes  on  the  Banks  of  the  Lover  Niger.  —  BowdlerSlutrpe.  Description  of  three 
rare  Species  of  Flycatchers.  —  hi.  On  an  apparently  new  Species  of  European  Nuthatch.  — 
Dubson  On  the  Myology  and  Visceral  Anatomy  of  Capromys  melanurus,  with  a  De- 
scription of  the  Species.  —  Flowcr.  Note  on  the  Dentition  of  a  young  Capybara  (Hy  d  r  o  - 
eh»  ras  capybara). 

Utecords  of  the  geologica!  Survey  of  India.  Voi.  XVII,  p.  3,  1884.  Calcutta,  4.° 
McMahon.  On  the  microscopie  structure  of  some  Arvali  rocks.  —  Waagea.  Section  along 
t  he  Iudus  from  the  Peshàwar  valley  to  the  Salt-range.  —  King.  On  the  selection  of  Sites 
lui-  Borings  in  the  Raigarh-Hingir  Coal-field.  First  notice.  —  Pramalha  Natii  Dose.  Note 
un  Lignite  near  Ràipur,  Central  Proviuces.  —  Honlum  Schinller.  The  Turquoise  Mines  of 
Nishapfir,  Khorassau.  —  Notice  of  a  further  Fiery  Eruption  from  the  Minbyin  Mud  Vul- 
cano of  Cheduba  Island,  Arakan.  —  La  Touche.  Report  on  he  Langrin  Coal-field,  South  - 
West  Khasia  Hills.  —  Hughes.  Additional  notes  on  the  Umaria  Coal-field  (South  Rewah 
Gondwana  Basin). 

'  Repertorium  der  l'hysik.  Bd.  XX,  10,  11.  Miinchen,  1884.  8.° 

10.  Siebcn.  Ueber  die  Abhangigkeit  der  Brechungsexponenten  an  ornai  dispergirender 
Medien  von  der  Concentration  der  LSsung  und  der  Temperatur.  —  Rolh.  Ueber  die  Bahn 
cines  freien  Theilchens  auf  wagerechter  Ebene,  das  durch  eine  Kraft  nach  bestimmter 
Himmelsrichtung  fortgetrieben  wird,  unter  Berucksichtigung  der  Reibung  und  der  Umdrc- 
hung  der  Erde  um  ihre  Axe.  —  Kundt.  Die  elektromagnetische  Drehung  der  Polarisations- 
ebene  des  Lichtes  durch  Eisen ,  Cobalt  und  Nickel.  —  Ilirn.  Ueber  ein  Mittel.  die  Tem- 
peratur  der  unterhalb  der  Photosphiire  gelegenen  Partien  der  Sonne  zu  bestimmen.  — 
Krùss.  Eine  neue  Form  des  Bunsen-Photometers.  —  Becquerel.  Neue  Methode,  einen  elektri- 
schen  Strom  in  absolutem  Maass  zu  rnessen. —  11.  Gàlz  und  Kurz.  Galvanischer  Vider- 
stand  von  Drahten  bei  verschiedener  Anspannung.  Erste  Mitiheilung.  —  Edlund.  Ueber  die 
Grosse  der  unipolaren  Induction  der  Erde.  —  Hautefeuille  und  Chappuis.  Untersuchungen 
ùber  das  Ozou.  —  Braun.  Schwiugende  Beweguug  einer  kreisfarmigen  Scheibe  im  wider- 
stehenden  Mittel.  —  Nipher.  Ueber  die  Darstellung  des  elektrischen  Widerstandes  durch 
cine  Geschwindigkeit.  —  Soret  und  Sarasin.  Ueber  das  Absorptionsspectrum  des  Wassers.  — 
Vinile.  Ueber  eine  absolute  Lichteiuheit. 

;Iteport  and  proceediugs  of  the  Belfast  Natural-History  aud  Philosophical  So- 
ciety. 1883-84.  Bell'art,  1884.  8." 


—    XXXIII    — 

Heddle   Agates.  —  Robinson.  Oceurence  of  Bare  Birci   >i    Lough  Neagb      noe    178G.  — 
Meissner.  Heathen  Remains  in  Christian  Ohm-che*.  -  »«/«'»'■';.  North  Formosa.  -  Loekwoud. 
Sanitary  Protection  Associations.  —  Palltrson.  Migratory  Birds. 
tReport  of  the  Siiperinlendent  of  the  U.  S.  Coast  and  Geodetic  Survey.  1882. 

Washington,  1883.  4.° 
•Résumé  des  séances  de  la  Société  des   ingéuieurs   civils.   Séances  du  3  17 

oct.,  7  nov.  1884.  Paris,  8.° 
i-Revue  histovique.  T.  XXVI,  2.  Nov.-déc.  1884.  Paris,  8." 

Lavisse.  Sur  le  pouvoir  royal  au   temps  de  Charles  V.  —  Gasqucl.  L'empire  d'Orioni 
et  l'empire  d'Occident.  De  l'emploi  du  mot  Basileus  dans  les   actes  de  la  Chaucelleric 
byzautiné.  —  Stern.  Une  lettre  de  Davout  (1811). 
■i-Revue  (Nouvellc)  histovique  de  droit   francais  et  étrauger.  8C  année,  n.  5. 

Sept.-oct.  1884.  Paris,  8." 

Villequez.  De  la  facilitò  accordée  à  l'héritier  de  revenir  sur  sa  renonciation.  —  Prou. 
Les  coutumes  de  Lorris  et  leur  propagation  aux  XII-  et  XIII1  siècles.  —  Tardif.  Étudo 
snr  la  date  du  Formulaire  de  Marculf.  —  Bruttili.  Etnie  critique  sur  Los  Paramieutos 
de  la  Gaza. 

•Revue  politique  et  littéraire.  T.  XXXIV,  n.  14-22.  Paris,  1884.  4." 

tRevue  seientifique.  T.  XXXIV,  n.   14-22.  Paris,  1884.  4." 

fRozprawy  i  sprawozdania   z  posiedzen.    Wydz.  hist.-liloz.   T.  XVII.   Wydz. 

Math.-Przyr.  T.  XI.  W  Krakowie,  1884.  8." 
•Schriften  der  Vereines   zur  Verbreitung   naturwissenschaftlicher  Keniitnisse 

in  Wien.  XXIV  Bd.  Jli".  1883-84.  Wien,  8.° 

Klein.  Die  Frauen  in  der  Naturwissenschaft.  —  Kornhuber.  Ueber  Corsica.  —  Alberi. 
Ueber  Knochen  und  Gelenke.  —  Jiìllig.  Telephon,  Mikrophon  und  Radiophon.  —  Ducimi. 
Ueber  Athmen,  Brennen  und  Leuchten.  —  Oppoher.  Ueber  historische  Finsternisse.  —  /.'  - 
nedikt.  Ueber  chemische  Analyse.  —  Edo:  Die  Momentphotographie.  —  Neumayr.  Die 
Thierwelt  der  Juraformation.  —  Kareis.  Die  Telegrapbie  in  der  Elektrotechnik.  —  B.  Watlen- 
wijl.  Ueber  das  Stimm-  und  GehSrorgan  der  Heuschreckeu.  —  Mudi.  Ueber  die  urge- 
scbichtlichen  und  ini  besonderen  die  germanischen  Bauwerke  in  NiederSsterreich  und 
iure  Beziehung  zum  Volkswesen.  —  Hofmann.  Ueber  deu  pletzlieben  Tod  aus  naturli- 
chen  Ursacheu.  —  Skraup.  Temperatnrveranderangen  bei  ehemiscben  Processeli.  —  Sì- 
mony.  Die  Schwanknngen  in  der  ràumlichen  Ausdehnung  der  Gletscher.  —  v.  Obermayer. 
Ueber  das  absolute  Maasssystem.  —  u.    Hòhnel.  Ueber  pflanzlicbe  Faserstoffe. 

'Science.  Voi.  IV,  n.  86-93.  Cambridge,  1884.  4." 

■Sitzungsberiehte  der  k.  preussischen  Akademie  der  Wissenschaften  zu  Boriili. 

1884,  XVIII-XXXIX.  Berlin,  18S4.  8." 

Hofmann.  Zur  Constitution  des  Coniins.  —  Wails.  Ueber  die  verschiedenen  Recensioneii 
von  Ottos  nini  Eahewins  Gesta  Friderici  I. —  Uiels.  tìorgias  und  Empedokles. —  Websky. 
Ueber  die  Ein-  und  Mehrdeutigkeit  der  Fundamental-Bogen-Complexe  fui-  die  Elemento 
monoklinischer  Krystall-Gattungen.  —  Spórer.  Ueber  die  Ermittelung  der  Knotenlànge  un  1 
Neigung  bei  Bestimmung  der  Roi  tionselemente  der  Sonno.  —  Mendel.  Ueber  paralyti- 
schen  Blodsinn  bei  Hunden.  —  Kirchho/f.  Ueber  die  von  Thukydides  benutzten  Urkunden. — 
Schr'óder.  None  Palmyrenische  Insohriften.  —  Fritteli.  Brgebnisse  der  Vergleichungen  an 
don   elektrischen  Organon  lei-  Torpedineeu.  —  Kossmann.  Neueres  ueber  Cryptonisciden. — 

;i  i.i  i  i  1 1  ■■,  ,  Uendii  on  n    —  Voi,    1  5 


—    XXX1Y    — 

Wolff.  Das  Gesetz  der  Transformation  der  inneren  Architektur  der  Enochen  bei  patho- 
logischen  Verandercragen  der  ausseren  Enochenform.  —  Curtius.  Eleusinion  und  Pelargi- 
kon.  —  Adresse  an  die  Universitàt  zu  Edinburgh.  —  Gonze.  Jabresberiekt  ùber  die  Thà- 
tigkeit  des  Kaiserlich  deutschen  archaeologischen  Instituts.  —  Kronecker.  Beweis  des  Re- 
ciprocitatsgesetzes  fiir  die  quadratischen  Reste.  —  hi.  Beweis  einer  Jacob  i'schen  Integral- 
formel. —  lei.  Beweis  des  Puise  ux'scbeu  Satzes.  —  Munk.  Ueber  die  centralen  Organo 
fiir  das  Seheu  und  das  HOren  bei  den  Wirbelthieren.  —  Scherer.  Mars  Thingsus.  — 
Eichler.  Ueber  ben  Blùthenbau  der  Zingiberaceen.  —  Siemens.  Ueber  eine  Einrichtung  zur 
Darstellung  der  von  der  Pariser  Conferenz  zur  Bestimmung  der  elektriseben  Einbeit  an- 
genomraenen  Licbteinbeit.  —  Tobler.  Die  Berliner  Handsehrift  des  Huon  d'Auvergne.  — 
■Conze.  Grabstatue  aus  Tarent.  —  Ghristiani.  Zur  Eenntniss  der  Functionen  des  Grossiiirns 
beini  Eanincben.  —  Kronecker.  Ueber  den  dritten  Gauss'schen  Beweis  des  Keciprocitats- 
gesetzes  fiir  die  quadratischen  Reste. —  Lipschitz.  Bemerkung  zu  der  Abhandlung:  Unter- 
snebungen  tiber  die  Bestimmung  von  Oberfiachen  mit  vorgeschriebenem  Ausdruckdes  Lineai- 
eleraents.  —  Munk.  Zur  Eenntniss  der  Functionen  des  Grosshirns  beim  Eaninchen.  — 
Websky.  Ueber  Idunium.  ein  neues  Element.  —  Clausius.  Ueber  die  zur  Erkiarung  des 
zweiten  Hauptsatzes  der  meohanischen  Wàinietheorie  dienenden  mechaniseben  Gleich- 
ungen.  —  Zeller.  Ueber  Geulincx'  Ethik  und  Leibniz'  Verhaltniss  zu  Geulincx'  Occasiona - 
lismus.  —  Fuchs.  Ueber  Differentialgleichungen,  deren  Integrale  feste  Verzweiguiigspunkte 
btsitzen.  —  von  Iklmhollz.  Studien  zur  Statik  monoeyklischer  Systeme.  —  Kundt.  Die 
elektromagnetisebe  Drehung  der  Polarisationsebene  des  Lichtes  durch  Eisen,  Cobalt  und 
Nickel.  —  Duncker.  Ueber  den  sogenannteu  Eimonoscben  Frieden.  —  Noldeke.  Altaramai- 
sche  Inscbriften  aus  Teimà  (Arabieu).  —  Vahlen.  Ueber  Theukrit's  Hiero.  —  Wicbe.  Ueber 
dea  Einfluss  der  Zusammensetzung  des  Glases  auf  die  Nachwirkungs-Erscheinungen  bei 
Thermometern.  —  Rammelsberg.  Ueber  die  essigsauren  Doppelsalze  des  Urans.  —  Gùssfeldl. 
Bericht  iiber  eine  Ecise  in  den  centralen  chileno-argentinischen  Andes.  —  Lan  daucr.  Ueber 
die  von  Euting  in  Palmyra  gefundene  Synagogen-Inschrift.  —  Hacking.  Ueber  die  Lage- 
rungsverhaltuisse  der  àlteren  Scbichten  in  Attika.  —  Mommscn.  Zu  den  Caesares  des 
Aurelius  Victor. 

fSitzungsberichte  und  Abliandlungen  der  naturwisseiischaftlichen  Gesellschaft 

Isis  iu  Dresdeu.  Jahrgang  1884.  Jan.-juni.  1884.  8.° 

Meyer.  Ueber  neue  und  ungeniigend  bekannte  Vogel,  Nester  und  Eier  aus  dem  Ostin- 

dischen  Archipel  ini  Ennigl.  Zoologischen  Museum  zu  Dresden.  —  Geinilz.  Ueber  die  neue- 

sten  geologischen  Forschungen  in  Nordamerika.  —  Neuberl.  Die  Dammerungserscbeinungen 

ani  Ernie  des  Jahres  1883  und  Anfang  1884. 

•Skrifter  (Videnskab.  Selskabs).  6  Eaekke, Naturw.  og  Math.  Afd.  Bd.  I,  9,  10; 
II,  1.  Kiobenhavn,  1884.  4.° 

Hannover.  Den  meuneskelige  Hjerneskals  Bygning  ved  Cyclopia  og  Synotia  og   Mis- 
dannelsens  Forhold  til  Hjerneskallens  Primordialbrusk.—  Grani.   Undersogelser  angaaende 
Jlaengden  af  Primtal  under  en  given  Graense. 
^Tidskrift  (Entomologisk).  Arg.  5,  1884,  Heft  1,  2.  Stockholm,  1884.  8.° 

Sórensen.  Tr:ek  af  nogle  sydamerikanske  insukters  biologi.  —  Id.  Om  et  par  punkter 
af  phalangidernes  aliatomi.  —  Schmjcn.  Om  Micr  optery  x-larvemes  optraden  i  vore  bjrke- 
skove.  —  Holmgren.  Ollonborrharjningen  pa  Eickarums  kronopark  i  Eristianstads  làn  1883, 
redogorelse  afgifven  till  kongl.  domànstyrelsen. —  Schòyen:  Tilvaeit  til  Norges  lepidopterfauna 
fra  degenere  aar.  —  Lampa.  Bradycellus  rufithorax  Sablb.,  en  fiir  Sverige  ny  skal- 
bagge.  ■ —  Holmgren.  Parasitsteklar  insamlade  i  Norrland  odi  Lap|dand  af  Job.  Rudolph!.  — 
Spangbeng.  Nokrolog  ofver  Peter  von  Moller.  —  Meves.  Mindre  bekanta  eller  fòr  Sverige 
nya  nattfjarilar.  —   Spangberg.  Nokrolog  Ofver  Oscar  Elis   Léonard   Dahm.  —   Aurivillius. 


—    XXXV    — 

Svcnsk-norsk  entomologisk  litcratnr  1883.  —  Schoyen.  Nogle  oxi  apler  paii   insekter:    ma 
optrseden  i  de  sidste  par  aar. 

^Transactions  (Philosophical)  of  the  r.  Society.  Voi.  174,  part.  II,  III.  Lon- 
don, 1883-84.  8." 

II.  Kilchen  Parker.  On  the  Skeleton  of  the  Marsipobranch  Fishes.  Parti.  The  Myxi- 
noids  (Myxime  and  Bdellost  orna).  —  Id.  On  the  Skeleton  tb  the  Marsipobranch 
Fishes.  Part  II.  Petromyzon.  —  Williamson.  Un  che  organisation  of  the  Fossil  Plants  of 
the  Coal-Measures.  Part  XII.  —  De  La  line  and  Muller.  Experimental  Eesearches  on  the 
Electric  Discharge  with  the  Chloride  of  Silver  Battery.  Part  IV.  —  Lamb.  On  Eleetrical 
Motions  in  a  Spherical  Conductor.  —  Carpenter,  Eesearches  on  the  Foraminifera.  —  Supple- 
mental  Memoir.  On  an  Abyssal  type  of  the  Genus  Orbitolites;  a  Study  in  the  Theory 
of  Descent.  —  Owcn.  On  the  Affinities  of  Tliylaeoleo.  —  Ward,  On  the  Morphology 
and  the  Development  of  the  Perithecium  of  Meliola,  a  Genus  of  Tropical  Epiphyllous 
Fungi.  —  Humpidge.  On  the  Atomic  Weight  of  Glucinuui  (Beryllium).  —  Creale.  On  the 
Change-s  which  take  place  in  the  Deviations  of  the  Standard  Compass  in  the  Iron  Armour- 
plated,  Iron,  and  Composite-built  Ships  of  the  Royal  Navy,  on  a  considerable  change  of 
Magnetic  Latitude.  —  Omen.  Pelvic  Characters  of  Thylacoleo  carni  fé  x.  —  Reinold 
and  Hacker.  The  Limiting  Thickness  of  Liqnid  Pilms.  —  Martin.  The  Direct  Influence  of 
Graduai  Variations  of  Teinperatr.ro  npon  the  Rate  of  Beatof  the  Dog's  Heart.  —  III.  Melismi. 
On  the  Ciliated  Groove  (Siphonoglyphej  in  the  Stomod-sum  of  the  Alcyonarians.  —  Thomson. 
On  the  Deterniination  of  the  Number  of  Electrostatic  Units  in  the  Electromagnetic  Uuit 
of  Electricity.  —  Wilson.  The  Development  of  Renilla.  —  Gardiner.  On  the  Contiuuity 
ot  the  Protoplasm  through  the  Walls  of  Vegetable  Cells.  — •  Lewes  and  Gilbert.  Snpplement 
to  former  Paper,  entitled  :  "  Experimental  Inquiry  into  the  Composition  of  some  of  the 
Animals  Fed  and  Slaughtered  as  Human  Food  ".  Composition  of  the  Ash  of  the  entirc 
Animals,  aud  of  certain  separated  parts.  — Crookes.  The  Bakerian  Lecture.  On  RadiantMatter 
Spectroscopy  :  The  Detection  and  wide  Distribution  of  Yttrium.  —  Carpenter.  On  a  new 
Crinoid  from  the  Southern  Sea. —  Reynolds.  An  Experimental  Investigation  of  the  Circum- 
stances  which  determine  whether  the  Motion  of  Water  shall  be  Direct  or  Sinuous,  and  of 
the  Law  of  Resistance  in  Parallel  Channels. 

"Transactions  of  the  seismological  Society  of  Japan.  Voi.  VII  p.  1,  1883-84. 
Tokio,  8.° 
Milne.  Earth  Tremore.  —  Da  Bois.  The  Earthquakes  of  Ischia. 

^Verliandelingen  van  liet  Bataviaasch   Genootschap  vati  Kimston  en  Wetcn- 
schappen.  Deel  XLIV.  'S  Gravenhage,  1884.  4." 

Vreede.  Drie  teksten  van  tooneelstukken  uit  de  Wayang  poerwa. 
fVerliandhingen  dei-  Berliner  Gesellschaft  fur  Anthropologie,  Etimologie  nnd 
Urgeschichte.  Sitz.  1G  Feb.,  15  Miirz  u.   19  Aprii  1884.  Berlin,  4." 

TVerhandlungen  des  botanischen  Vereins  der  Provinz  Brandenburg.  1882.  Ber- 
lin, 1883.  8." 

Egeling.  Lichenologische  Notizen  zur  Flora  der  Marck  Brandenburg.  —  Schullerus.  Die 
physiologische  Bedeutung  des  Milchsaftes  von  Euphorbia  Lathyris  L.  —  Winkler. 
Ueber  das  Vorkominen  verwachsener  Embryonen.  —  Berggren.  Ueber  das  Prothallium  und 
den  Embrio  von  Azolla.  —  Manaus.  Teratologische  Mittheiluugen.  —  Tschireh.  Beitràgc 
zur  Hypochlorinfrage.  —  tiazslinszhy.  Bernerkungen  zu  den  deutschen  and  Uugarischen 
Geas  ter-Arten. 


—    XXXVI    — 

i'Verhnndlùngpn  desVereins  znr  Befòrderiìng  des  Gewerbfleisscs.  Hit.  VIII.IX, 

Oct.-Nov.  1S84.  Berlin,  4.° 

llcrrmann.  Die  graphische  Theorie  der  Turbinen  und  Kreiselpumpen. 
tV.iorteljahrsschrift  der  astronomischen  Gesellsehaft  19  Jhg.  Hf.  2,  3.  Leipzig, 

1884.  8.° 
fViestink  htvatskoga  Avkeologickoga  Druztva.  Codina  VI  Br.  4.  U  Zagrebu, 
1884.  8.° 

ZI  atonie.  Intorno  Cetin  ove  gli  Hansburgesi  furono   eletti  al  trono  croato.  —  Milcetic. 
Notizie  archeol.-storiehe  risgnardanti  le  isole  croate.  —  .$.  L.  Due  documenti  intorno  una 
multo  interessante  scoperta  archeologica  in  Salma  nello  scorso  secolo. 
•  Wochenschrift    des    òster.    Ingenieur-    und    Architekten-Vereiues.    IX    Jhg. 

n.  41-48.  Wien,  1884.  4.° 
f3anHCKH  HoBopocciftcEaro  Oómecraa   EeTecTBoiicni.iTaTi\it'iì.  l!i,iriycK%.  I.  II. 
Tom-b  VIIL  Checca,    L882-1883.  8.° 

KAMEHCKIH.  MaTepLfljra  ,u»  uop«oiorÌH  n  óiojorin  cronotropa  Hypopitis  L. 
ii  idìKOTopuxi,  jpyrnxi.  canpo«BTOBX.  —  IIPKIIJE.1I).  Maiepiaaa  xia  reo.iorin  Cknepo- 
bocto'ihoh  «iacm  XepcoHCKofi  iy''r]iiiiii.  —  rO.IOUKlIIICKIIi.  Poiiyji.TaTH  reo.ioniifiCKHXli 
n:ìHri;nnÌM  n  pa.iiit.join.  uà  ncKonaeirafi  yro.n.  bl  oKpecTHOCTJix'b  rìa.iaii.iaiiH.  —  CIIIIPO.  0 
irl'.KoropbixT.  )iBjeniaxT,  TaKb  naiimiaeMaro  sKHBOTHaro  jiarneTii.i>ia  (ninnoTii3Jia). 

+Zeilsckrift   der    deutschen   geologischen    Gesellsehaft.   XXXVI  Bd.  2   Heft. 

Berlin,  1884.  8.° 

Boyrich.  Erlauterungen  zu  den  Goniatiten  L.  v.  Buch's.  —  Ràmmelsbefg.  Ueber  die 
Gruppen  des  Skapoliths.  Chabasits  und  Pliillipsits. —  Schmidi.  Einige  Mittbeilungen  iiber 
die  gegenwàrtige  Kenntniss  der  glacialen  und  postglacialen  Bildungen  im  silurischen 
Gebiet  von  Ebstland,  Ocsel  und  Ingennanland.  —  Uhlig.  Ueber  die  Diluvialbildungen  bei 
Bukowna  am  Dnjestr. —  Stadie.  Ueber  die  Silurbildungen  der  Ostalpen  mit  Bemerkungen 
Qber  die  Devun-,  Carbon-  und  Perm-Schichten  dicses  Gebietes.  —  Dalma:  Ueber  das 
V'irkommen  von  Culm  und  Kohlenkalk  bei  Wildcnfels  unweit  Zwickau  in  Saehsen. 

tZeitschrift  der  deutschen  Mprgenlàndìachen  Gesellsehaft.  Bd.  XXXVIII,  2-3. 

Leipzig,  1884.  8.° 

Holtzmann.  Brahman  im  Mahàbhàrata. —  Teufel.  Quellenstudien  zur  neueren  Gescbicbte 
dcr  Chinate.  —  de  Goeje.  Al-Belàdhori's  Ansàb  al-ascliràf.  —  Nòldeke.  Untersuchungen  zur 
semitischen  Grammàtik.  —  Hùbschmann.  Iranica  —  Spiegel.  Zur  Geschichte  des  Awestà- 
kalenders.  —  Rolli.  Der  Ahuna  vairya.  —  Oldcnberg.  Rigvada-Samhità  und  Sàmavedàrcika.  — 
l'ractorhis.  Tigrina-SprfichwSrter. 

^Zeitscai'ift  der   osterr.  Gesellsehaft   fùr   Meteorologie.   XIX   Bd.   November 

Heft  1884.  Wien,  4." 

Partsch.  Elima  von  Athen.  —  Ekama.  Das  Polarlicht  im  Earischen  Meere  1882-83.  — 
Danckelman.  Klima  des  Damaralandes.  —  Oberbeck.  Beziehung  der  Hydrodynamik  zur  Theorie 
der  Bewegungen  der  Atmosphare. 
i'Zeitsehrift  des  òsterreickischen  Ingenieur-  und  Architekten-Vereins.  XXXVI 

Jhg.  4-5  Heft.  Wien,  1884.  4.° 

Schivackhofer.  Ueber  die  Ermittlung  des  Nutzeffectes  der  Feuerungsanlagen.  —  Schle- 
rìnger.  Motive  fiir  die  nothwendige  Umgestaltung  der  gegeuwiirtig  zur  wissenscbaftlichen 
Erklàrang  der  Natii  rerscheinungen  dienenden  Grundlagen.  —  Lorber.  Ueber  das  Rollplani- 
meter  von  Coradi.  —  Raulsckha.  Ueber  Herstellung  eiserner  Brtìcken. 


—    XXX  VI] 


fZeflschvifl  ffir  Mathematik  nnd  P.iysik.  2f)  Jhg.  r.  Hit.  Leipzig,  1884.  S.n 
Heymann.  Zur  Integration  dcr  Differentialgleichungen.  —  Itint.  Ueber  einige  i.b  I  h 
Integrale  erster  Gattung.—  Thomae.  Das  ebene  Kreissysl  m  u.  seine  Abbildung  auf  d. 
Raura.  —  Hosst  'd  Ueb.  r  die  mit  der  Lusungeiner  Steiner'schen  Aufgube  zusammenhàngeDde 
Configuration  12„,163). — 5is/i  i  mn.  Ueber  die  Verallgemeiiierung  des  Pytlngoraischen 
Lehrsatzes  nnd  .Ics  Satzes  ttber  die  Lunula*  Hippokratis.  —  Grubler.  Zur  Conslruction 
d.  Wendepnnkte.  —  W.  .Ueber  die  znsamnMngesetzte  Centripetalbeschleunigung.  —  t lenii. 
Die  Berechnnng  der  Rententafeln  aus  Sterblichkeits- und  Invaliditatsbeobachtungen.  — 
Wittstein.  Ueber  einige,  aus  dem  Arabischen  entlehnte  Sternnaraen. 

tZeitschrift  l'in-  Naturwis  enschaften.  4  F.  Bd.  Ili,  3  Hallo,  a.  S.  1884.  8.° 
Daimer.  Die  geologischen  Verhaltnisse  der  Insel  Elba.  —  Priebs.  Die  Condensation  des 
Benzaldebyds  mit  Nitromethan  und  Nitroathan.  —  Schilling.  Ueber  Coffeìnmethylhydroxyd, 
eia  Beitrag  zur   Kenntniss  des  CuftVins. 

tZeitung  (Archaeologische)  herausg.  von  Archacol.  Institut  des  Deutschen 
Reiehs.  Jhg.  XLII,  1884,  2  Heft,  Berlin,  1884.  4.° 
Kortc.  Etrnskischer  Krater  aus  Caere.  —  Come.  Goldschmuck  kleinasiatiseher  Fun- 
(]ortr>.  _  Lóschcke.  Tgangiu.  —  Fvrlwàngler.  Archaiscker  Goldschmuck.  —  Mailer.  Rc- 
lieffiagment  mit  Darstelluugen  aus  dem  HiV«?des  Kebes  mit  cincin  Zusatzvon  C.  Robert.  — 
Lungi;.  Zur  Parthenos.  —  Blumner.  Noch  einmal  die  ..  Monoknemos  "  des  Apelles.  —  Fràntici. 
Dcr  Hahn  auf  Grabsteinen.  —  Hdbig.  Zur  Parisamphora  Archaol.  Zeitung  1883. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  decerabre  1884. 

Pubblica zioni  italiane. 

■  Accademia  delle  scienze  dell'Istituto  di  Bologna,  vii  novembre  mdccclxxxiv. 
Bologna,  4." 

*Barzellotli  C.  —  David  Lazzaretti  di  Arcidosso  detto  il  Santo,  i  suoi  se- 
guaci o  la  sua  leggenda.  Bologna,  1885.  8." 

*Basile  (1.  B.  F.  —  Curvatura  delle  linee  dell'architettura  antica  con  un  me- 
todo per  lo  studio  dei  monumenti.  Epoca  dorico-sicula.  Palermo  , 
1884.  f." 

■Berlini  P.  —  La  Zingana  ed  una  prova  d'amore.  Padova,  1884.  8." 

*Bocci  D.  —  Della  portata  del  fiume  Tevere.  Milano,  1884.  8.° 

■Cadorna  ('.  —  11  potere  temporale  dei  papi,  la  legge  delle  garanzie  e  la 
garanzia  delle  garanzie.  Firenze,  1S84.  8." 

•/,/.  — Le  interpretazioni  abusive  dei  Convegni  internazionali  ed  in  ispecie 
di  quelli  ili  Londra  per  l'Egitto  e  di  Skiernewics.  Firenze,  1884.  8.° 

•Do  Gubernatis  A.  —  Storia  universale  della  letteratura.  Voi.  XV,  XVI,  1,  2. 
Milano,  1884.  8." 

■Ferri  L.  —  La  malattia  della  memoria  e  la  sostanzialità  dell'anima.  Roma, 
1884.  8." 

'Giambasliani  A.  —  Cenni  sulla  linea  Gallarate-Laveno.   Aromi,  1884.  8." 

*ìd.  —  Ferrovia  Novara  Pino  18S2.  Atlante  fotografico.  8." 


—    XXXVIII    — 

*Giambastiani  A.  —  Guida  descrittiva  delle  opero  di  costruzioni;  della  fer- 
rovia Novara-Pino.  2a  ed.  Arona,  1882.  8.° 

'hi.  —  Programma  di  lavoro  per  l'escavo  della  galleria  di  Laveno  (Linea 
Novara-Pino)  lit.  1884.  8.° 

*Marescotti  A.  —  L'economia  sociale  e  l'esperienza.  Roma,  1884.  8.° 

*  Mozzarli  T.  —  Nozioni  pratiche  sull'ordinamento  delle  pubbliche  biblioteche. 

Roma,  1S85.  8.°  (acq.). 
^Pagliani  S.  —  Sul  coefficiente  di  dilatazione  e  sul  calore  specifico  a  volume 

costante  dei  liquidi.  Torino,  1884.  8.° 
'«Perreau  L  —  L'arte  della  sonda.  Milano,   1885.  8.° 
* Id.  —  Il  sottosuolo  dell'agro  romano.  Roma,   1884.  8.° 
r Perreau  P.  —  Intorno  al  comento  inedito  ebreorabbinico  del  Rabbi  Immanuel 

ben  Selomo'  sopra  Giobbe  nyiK  Vy  "•>$.  Parte  Ia,  IP.  Corfù,  1884.  4." 
'71  —  Trattato  del  paradiso  di  Hajjim  Israel.  Corfù,  s.  d.  8.° 

*  Romiti  G.  —  Notizie  anatomiche.  Siena,   1884.  8.° 

♦Statistica  delle  cause  di  morte  nei  comuni  capoluoghi  di  provincia  o  di  cir- 
condario. Anno,  1883.  4.° 

*  Torelli  L.  —  Carta  della  malaria  dell'Italia.  Firenze,  1882.  4." 

*ld.  —  Il  curato  di  campagna  e  la  malaria  dell'Italia.  Roma,  1884.  8.° 

*ld.  —  La  malaria  d'Italia.  Roma,  1883.  8.° 

1  Uy  hetti  G.  B.  —  L'epatite  suppurativa.  Bologna,  1884.  8.° 

*  Vicentini  G.  —  Sulla  conducibilità  elettrica  delle  soluzioni   salino   acquose 

molto  diluite.  Venezia,  1884.  8.° 

*  Zocca- Rosa  A.  —  L'età  preistorica  ed  il  periodo  teologico -metafisico  del  di- 

ritto penale  a  Roma.  Catania,  1884.  8.° 

Pubblicazioni  estere. 

^Bastert  J.  N.  —  De  Provincie  in  Nederland   in   haar  financiewezen  en  als 

wetgeefster  beschouwd.  Utrecht,  1882.  8.° 
t Borei  W  L.  —  Noodtoestand.  Leiden,  1884.  8.° 

" '  Brooks   W.  K.  —  The  Development  and  Protection  of  the  Oyster.  in  Mary- 
land. Baltimore,  1884.  4.° 
l'Coolhaas  G.   J.  M. —  De  Theorie  van  de  Beweging  der  Maan  vóór  Newton. 

Ultrecht,  1884.  8.° 
*Cossa  L.  —  Elementos  de  hacienda  pùblica.  Trad.  de  J.  M.  Do  Ledesma  y 

Palacios.  Valladolid,  1884.  8.d 
+de  Hurmuzaki  E.   —  Docilmente  privitóre   la  Istoria   Romànilor.  Voi.  IV. 

Bucuresci,  1884.  4." 
+  Z)e  Jager  Meezenbroek  R.  M.  —  Bijdrage  tot  de  Kennis  van  het  Reutelen. 

Utrecht,  1883.  8.° 
^de  Koe  S.  S.  —  De  Conjecturaal-critiek   en  het  Evangelie   naar   Johannes. 

Utrecht,  1883.  8.° 


—    XXXIX    — 

■  Dcn    Tex   Bondl  C.   J. —  Benige  opmerkingen  over  de  acceptatie  en  niet- 

aeceptatie  eens  wissels.  Amsterdam,  1883.  8.° 
<  Dolk   W.  —  International  privaatreeht.  II.  Zaehenrecht.   Utrecht,  1882.  8.° 
*Everts  II.   II.  —  Do  ontbindende  voorwaarde.  Deveuter,  1883.  8.° 

•  Everts  Ph.  P.  C.  II.  —  Uitoefening  van  Rechten  door  een  ander  Jan  don  Re- 

chthebbende.  Deventer,  1883.  8.° 

■  Godée  E.  C.  —  Het  onde  stelsel  vau  vrijen  haudel  cu  hot  moderne  protectio- 

nisnie.  Utrecht,  1883.  8.° 

■  Ilalbertsma  A.  —  Over  exsudatie  en  transsudatie.  Utrecht,  1883.  8." 

1  Hamburger  II.  J.  —  Do  quantitatieve  bepaling  vau  ureum  in  urino.  Utrecht, 

1883.  8.° 
i  ilengst  F.  A.  J.  A.  II.  M.  —  Wio  moeten  in  do  directe   Gerueentebelastingen 

bijdragen?  's  Bosch,  1884.  8.° 
tHirsch  A.  und  v.  Oppolzer  Th.  —  Verhandlungen  der  vom  15  bis  zura  24 

Oktober  1883  in  Rom  abgehaltonen  siebenten  allgemeinen  Confereuz  der 

Europaischen  Gradmessung.  Berlin,  1884.  4.° 
1  lluijsman  A.  —    De  Afstomping  der  Gehoorzenuw   door  Geluidsindrukkcn. 

Utrecht,  1884.  8.n 

■  Immink  J.  C.  —    Over  verboden    bedingen    ia   Huwelijksche  Voorwaarden 

(194-198  B.W.).  Utrecht,  1882.  8." 
•Jacobsee  Boudewijnse  A.  C.  A.  —  Hot  papiorondorzoek  in  strafzakou.  Utrecht, 

1883.  8.° 
'Klrin  C.  —  Optische  Studien  ani  Leucit.  Gottingen,   1S84.  8.° 
~'; Landmeter  van  der  Meulen  lì.   G.  —  Bepaling  der  Ontledingswarmte  van 

Ozon  langs  directen  en  indirecten  weg.  Utrecht,  1882.  8.° 
■incassai   T.  F.  —  De  intellectueele  dader.  Utrecht,  1883.  8." 
'Muntz.  —   Notice   sur    un    pian    inédit   do    Rome   au   XV   siede.   Paris, 

1880.  8.° 
7 Nieuwenhius  C.  A.  —  De  Vraag  of  het   ondoiv.oek    kan  heropend    worden 

nadat  het  eeumaal  formeel  gesloten  is  vorklaard  (Artikel  204  Wetboek 

van  Strat'vordering).  Utreclit,  1884.  8-" 
"  Oiven   /?.  —  Description  of  an  Irapregnated  Uterus  and  of  the  Uterine  Ova 

of  Echidna  histrix.  London,   18S4.  8.° 
'  Obédcnaire  G.  —  L'article  dans  la  langue  roumaine.  Montpellier,  1884.  8.° 
1  Pulszky  F.  —  A  rézkor  Magyarorszàgban.  Budapest,  1883.  4." 
i Reiss'inberger  L.  és  llenszlmann  1.  —  A  nagyszebeni   és   a  Székesfehérvàri 

regi  templom.  Budapest,  1883.  4.° 
*RijkeA.  J.  B.  —  Het  Compromis  en  het  Pactum  do  Gompromittendo.  's  Bosch, 

1883.  8.° 

•  Hinkcl  !..  —  Bijdrage  tot  den  Rechtstoestand  der  erfgooiors.  Utrecht,  1884.  8." 

■  Suttts  A.  M.  A.  —  Electrische  geleidingen  over   erven  van  derden.  Amster- 

dam, 1884.  8." 


—    XL    — 

*  Thomas  A.  ./.  .1.  —  De  Waecinatte-Quaotìtie.  Utrecht,   1883.  8." 
>Talina  A.  S.   E.  —  De  Anthropologie  van  Calvi.jn.  Utrecht,   1882.  8." 
'van  BeekJ.  C.  —  Over  Filtratie  van  Vloeistoffen  door  Vézelachtige  Vliezen. 

Utrecht,  1883.  8.° 
*van  Eeten  D.  —  Aanteekening  op  Art,  2030  B.  W.  Utrecht,  1883.  8." 
*vcm  IjsmdijkA.—  Do  T.  Maeci  Plauti  Persa.  Trajecti  ad  Rhenum,  1884.  8.° 
1 'A/.  —  Over  den  aard  der  Peesverschijnselen.  Utrecht,  1884.  8." 
*van  de  Koppcl  A.  — Kan  de  decisoire  eed  worden  opgelegd,  alst  tegenbewijs 

vau  hetgeen  in  eene  notarieele  akte  vermeld  staat?  Utrecht,  1883.  8.° 
"van  Lulofs    Umbgrove  II.  J.  —  Eukele  Rechtsvrageu  omtrent  de  legitieme 

portie,  naar  het  nederlandsch  Recht.  Zutphen,  1884.  8.° 
''van  Nagell  A.  A.  — ■  Eenige  Beschouwingen  over  Art.  3  der  Spoorwegwet 

van  9  Aprii  1875  (stbl  n.  67).  Amhera,  1883.  8.° 
*van  Rossem  L.   V.  —  Kan  de  verkooper  van  onroerend  goed  naar  analogie 

van  art.  1217  al.  3  B.  W.  tot  de  levering  gedwongeu    worden?  Utrecht, 

1883.  8." 
fvan  Rossem   P.  //.  R.  —   Eeenu    Vraag    uit  het   Leyensverzekerings-voght. 

Utrecht,  1884.  8." 
''van  Schouwen  A'.   G.  —  Wie    draagt    vóór    der    levering,  bij    herhaalden 

verkoop,  het  gewaar?  Utrecht,  1S83.  8." 
''van   Walchren  S.   J.  11.  —   Aautekeningou  op  art.    1957  B.   W.  Utrecht, 

1883.  8." 
ìvan  Weede   R.  E.    W.  —  Eenige  opmerkingen  over  de  vereenigde-zittingen 

van  de  beide  Kamers  der  Stateri  generaal.  Utrecht,  1883.  8.° 
-van  Zuijlen  van  Nijevelt  R.  —  De  Vrede  van  Oarlowifcz.  Utrecht,  1883.  8.° 
*von  Beckh-WidmansteUer  L.  — ■  Ein  Kampf  um's  Recht,  Graz,  1884.  8.° 
*von   llclmoltz  il.  —  Principien   der   Statile  monocyklischer   Systeme.  I,  II. 

Berlin,  1884.  4." 

Pubblicazioni  periodiche  pervenute  all'Accademia 
nel  mese  di   decembre  1884. 

Pubblicazioni  italiane. 

*Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno  1884.  Roma,  1884.  8.° 

La  Società  per  azioni  in  Italia  durante  il  biennio  1882-83. 
*Anuali  di  agricoltura    1884.    Roma,  1884.  8.° 

Targioni-Tozzetli.  Relazione  intorno  ai  lavori  della  r.  Stazione  di  Entomologia  agraria 
di  Firenze  per  gli  anni  1879-1882. 
fAtti  dell'Accademia   pontificia  de' nuovi  Lincei.  Anno  XXXVI.  Sess.  V-XI. 

Roma,  1884.  4.° 

1.  De  Rossi.  Sull'eruzione  Etnea.  —  Provenzali.  Sullo  stato  sferoidale  dei  liquidi  con- 
siderato in  ordine  all'esplosioni  delle  caldaie  a  vapore.  —  Tuccimei.  Sopra  i  terreni  incon- 
trati  nei  recenti  scavi  dell'  Oppio  in  Eoina.  —  GaslTacane.  Profondità   cui    giunge  la  vita 


—   XL1   — 

delle  diatomee  nel  mare. —  Boncompagni.  Lèttera  Gauss  ad  Olbers» —  Caslracane.  Intorno 
ad  aleime  carie  nautiche  dei  secoli  XIV,  XV  e  XV!.  —  2.  Statuii.  Fauna  malacologica  della 
provincia  romana.  A  n  o  d  onta  A  n  x  u  r  e  n  3  i  s,  specie  nuova.  —  Azzartlll.  Poligoni  piani 
stellati  regolari  a  contorna  continuo. 
+ Atti  della  Società   dei  Naturalisti   di   Modena.  Rendiconti   delle   adunanze. 

Ser.  Ili,  voi.  II.  Modena,  1884.  8.° 
"Atti  e  Memorie  della  r.  Accademia   Virgiliana  di  Mantova.  Biennio  1882-84. 
Mantova,  S.° 

Carnevali,  bollati  ed  avvocati  a  Mantova  primi  del  1870.  —  Dall'Oca.  Della metrii 
delle  odi  barbare.  —  Portioli.  La  chiesa  e  la  Madonna  della  Vittoria  di  A.  Mantegna  a 
Mantova.  —  Carnevali.  Igiene  e  annona,  mollici  e  farmacisti  a  Mantova  prima  del  1700.*— 
Sartorelii.  Anselmo  Guerrieri  Gonzaga.  —  Cappellini.  Ippolito  Nievo.  —  Dall'Oca.  Dei  rap- 
porti di  Virgilio  con  Ottaviano  Augusto.  —  Giacomelli.  Sopra  monete  romane  scoperte  agli 
Angioli.  —  Zani.  La  politica  secondo  la  scienza  moderna.  — -  Quadri.  1'.  V.  Marone  e 
A.  Manzoni. 

*Bollettiuo  consolare  pubblicato  per  cura  del  Ministero  por  gli  affari  esteri. 
Voi.  XX,  fase.  XII,  dicembre  1884.  8.° 

Stella.  Il  porto  di  Genova  e  il  commercio  tra  l'Italia  e  la  Svizzera.  Industria  serica 
durante  l'anno  1883.  —  Sanminialclli.  Cenni  sulla  immigrazione  italiana  in  Ungheria,  du- 
rante il  1883.  — ■  Van  den  Berg.  Rapport  sur  le  commerce  de  l'ile  de  Java  en  lb8o.  — 
Garruli,  Del  commercio  e  della  navigazione  in  Algeria  nel  1883,  considerati  nei  rapporti 
esteriori  e  più  specialmente  con  l'Italia.  —  De  Goijzuela.  Rapporto  annuale  pel  1883.  Mo- 
vimento mercantile  e  marittimo  di  Singapore  e  IYiung,  1882-1883. —  lluilfaldt.  Rapport 
surla  Norvège  pour  l'année  18S:J.  et  spécialement  sur  le  mouvement  commercial  et  ma- 
ritime  du  port  de  Drontheim.  —  Bozzoni.  Prezzi  meli  dei  principali  generi  esportati  ed 
ed  importati  nel  porto  di  Bombay  e  notizie  sullo  stato  commerciale  e  sulle  campagne,  nel 
3°  trimestre  1884. 
f  Bollettino  del  Collegio  degli   ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.   II.  n. 

23-24.  Napoli,  1884.  4.° 
+Bollettino    della    Società    geografica   italiana.    Ser.  2%  voi.   IX,  nov.  1884. 
Roma,  8.° 

Bove.  Un  viaggio  nell'alto  Parami.  —  Weilzecker.  Corrispondenza  da  Basutolaud.  — 
Colini.  Cronaca  del  Museo  preistorico-ctiiografieo. 
•Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  I.  ott.- 

nov.  1884.  8.° 
^Bollettino  di  notizie  agrarie.  1884  die.  n.  CO,  G2.  Roma,  4.° 
"Bollettino    di   notizie   sul   credito  e  la  previdenza.  Anno  II,   11.  17.  Roma, 

1884.  4.° 
'Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Mese  di  dicembre 

1884.  Roma,  4.° 
"•Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei    principali    prodotti  agrari  e 

del  pane.  N.  46,  47,  48.  Roma,  1884.  4.° 
*  Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  X,  n.  11,  nov. 

1884,  Roma,  4.° 
'Bullettaio  della  Commissione   archeologica  comunale   di  Roma.   Anno  XII, 
n.  3,  luglio-sett.  1884.  Roma,  4.° 

BULLETTIIJO-RENDICONTI   -—    Y"I  .   I.  fi 


—  xni  — 

Galli.  Appendice  all'articolo  sui  pesi  inscritti  nel  Museo  Capitolino.  —  Marucchi. 
Di  una  iscrizione  egizia  del  re  Siptal).  —  Visconti.  Un  ossuario  di  marmo  disseppellito  nei 
sepolcri  dell'Esquilino. 

*Bullettino  delle  scienze  mediche  pubbl.  per  cura  della  Società  medico-chi- 
rurgica di  Bologna.  Ser.  4,  voi.  XIV,  ott.-nov.  1884.  Bologna,  8." 
Brunetti.  Cistotomia  soprapubica  e  cistotomia  perineale.  —  Mazzoni.  Bronchite  fibri- 
nosa ed  altre  rare  alterazioni  in  un  caso  dì  tifo  addominale.  —  Tizzoni.  La  fisio-patologia 
dell'epitelio  pavimcntoso  stratificato  studiata  nel  mal  perforante  plantare.  —  Reali.  Ancora 
sulla  proposta  anulo-plastica  aggiunta  alla  erniotomia  per  la  guarigione  radicale  dell'ernia.— 
Modini.  Laparotomia  per  occlusione  intestinale.  Guarigione. 

i-Cronaca  della  istruzione  pubblica  e  privata.   Voi.  XIII,  disp.  5'.  Palermo, 

1884.  8.° 

Latino.  L'educazione  del  senso  acustico.  —  Biundi.  Prolusione  alle  conferenze  peda- 
gogiche di  Alcamo..—  Redanò-Dislefano.  Scuole,  di  agraria  ed  agricoltura.  —  Romano.  Le 
maestre  nelle  scuole  maschili. 

^Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XIV,  1884,  f.  7,  8.  Appendice,  voi.  II,  n.  21. 
Palermo,  1884.  8.° 

Ganzoneri  e  Spica.  Condensazione  di  acetone  ed  ossido  di  mesitile  con  le  amidi 
della  sevie  grassa.  —  Pratesi.  Sul  modo  di  comportarsi  dell'aldeide  formica  coll'anilina 
(Lettera  al  prof.  E.  Paterno).  —  Ciamkian  e  Silber.  Sull'azione  degli  ipocloriti  ed  ipobro- 
niiti  alcalini  sul  pirrolo.  —  Rebuffnl.  Notizia  preliminare.  —  Scurati- Manzoni.  Azione  del 
solfito  di  zinco  e  del  solfito  di  cromo  sull'idrossido  manganico.  —  hi.  Preparazione  dei 
solfiti  di  alluminio  e  cromo.  —  Id.  Preparazione  dell'idrosolfito  sodico.  —  Pellizmri.  Sopra 
composti  dell'ammoniaca  con  sali  ammollici.  —  Schi/f.  Degli  equivalenti  capillari  dei  corpi 
semplici.  _  Canzoneri  e  Spica.  Sulla  condensazione  dell'etere  acetacetico  colle  amidi  della 
serie  grassa  in  presenza  di  cloruro  di  zinco  fuso.  —  Olivcri.  Dosamento  dell'acido  tartarico 
nello  fecce  del  vino.  —  Id.  Azione  della  N203  sviluppata  per  desossidazione  dell'HNOg 
con  kst03,  sul  nitrato  di  p-  bromoanilina. 
"■Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVII,  sett.-ott. 

1884.  Torino,  8." 

Giacomini.  Annotazioni  sopra  l'anatomia  del  negro.  —  Bordoni.   Osservazioni   speri- 
mentali sul  decubito. 

^Giornale  della  Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche  di  Genova.  Anno 
VIII,  f.  12.  dee.  1884.  Genova,  8." 

Pillaluga.  Igiene  pubblica  nella  città  e  nella  campagna.  —  Ferri.  La  pena  di  morte 
e  lo  nuove  teoriche  criminali.  —  Libri.  L'avventura  del  ponte  dello  Sbarro. 
^Ingegneria  civile  (L')   e   le   arti   industriali.  Voi.  X,  n.    10,  ag.-sett.  1884. 

Torino,  4." 

Crugnoìa.  Strada  ferrata  da  Clevmont-Ferrand  a  Tulle.  —  Pesso  e  Pèrilli.  Sullo  squadro 
ciclografo.  —  Paglioni  e   Vicentini.  Sulla  compressibilità  dei  liquidi  ed  in  particolare  del- 
l'acqua. 
■'' Memorie  della  Società  degli  spettro-scopisti  italiani.  Voi.  XIII,  disp.  0,  10. 

Boraa,  1884.  4." 

Tacchini.  Macchie  e  facole  solari  osservate  nel  r.  Osservatorio  del  Collegio  romano 
nel  '2°  e  :i"  trini.  1881.  —  Ricca.  Osservazioni  astrofisiche  solari  eseguite  nell'Osservatorio 
di  Palermo  nel  1"  seni.  ISSI.—  Tacchini.  Osservazioni  di  grandi  macchie  e  protuberanze 


—    XI, III     — 

fatti-  nel  1882  e  1883.  —  Lizn.ir.  Sul  periodo  undeccnmlc  dogli  elementi  del  magri  ti 
terrestre. 

^Miscellanea  di  storia,  italiana  edita  per  cura  della  r.  Deputazione  ili  storia 
patria.  T.  XXII.  Torino,  1884.  8.° 

Vayra.  Le  lettere  e  le  arti  alla  corte  di  Savoia  nel  secolo  XV.  Inventari  dei  Castelli 
ili  Ciamberi,  ili  Torino  e  di  Ponte  «l'Airi  1497-98.  —  Minti  Nuova  edizione  degli  Statuti 
del  1390  di  Amedeo  VI  ili  Savoia.  —  Bollali.  Documenti  inediti  sulla  Casa  ili  Savoia.— 
De  Moniti.  Extraits  ile  documents  relatifs  à  l'histoire  de  Vevey  depuis  son  origine  jusqu'à 
l'ari  15(!3. 

•Natura  (La).  N.  50-53.  Milano,  1884.  4.° 

50.  Arditsone.  I  bacteri.  —  Verde.  Note  sulle  osservazioni  cicloniche  in  mare.  — 
Mantegazza.  L'antropologia  all'ultimo  Congresso  ili  Blois.  —  Pogliag'ii.  Il  laboratorio  egli 
esperimenti  ili  Warren  De  la  Eue.  —  Schiaparelli.  Notizie  ulteriori  sulle  comete  del  ISSI.  — 
51.  Pogliaghi.  La  posta  pneumatica  di  Parigi.  —  Mantegazza  Lettere  da  Berlino  :  il  Muse» 
delle  antichità  del  nord  e  il  Museo  etnologico.  —  Ardiisone.  I  saccaromici.  —  Barroil. 
Un  cetaceo  raro  acquistato  dal  Museo  zoologico  di  Firenze.  —  Faoi.ro.  L'acustica  nelle  aule 
parlamentari  a  proposito  ili  un  progetto  eli  palazzo  per  il  Parlamento  italiano.  —  52.  Man- 
tegazza. Gli  Italiani  all'estero.  —  1, 'ornitorinco  oviparo.  —  I  bacteri  della  bocca.  —  fo- 
tografìa d'una  tromba  marina.  —  Schiaparelli.  Dimensioni  terrestri  e  cosmiche.—  Sastini. 
Ricerche  chimiche  sulla  nutrizione  del  baco  da  età.  —  II  suicidio  degli  scorpioni.  —  Lam- 
pada elettrica  per  l'ispezione  della  bocca  e  della  laringe.  --  53.  Ritorno  della  cometa  d'Encke.  — 
Schiaparelli.  Dimensioni  terrestri  e  cosmiche.  —  Arpesani.  La  nuova  st  izione  ili  smista- 
mento a  Milano  e  le  manovre  a  gravita.  —  Talismano.  I  crostacei  del  mare  profondo 
ottenuti  coi  drenaggi  del    Talismano. 

":  Pubblicazioni   del    r.  Osservatorio   di   Brera   in    Milano.  N.  XXVi.  Milano, 
1884.  4." 
Uajna.  Sulle  variazioni  diurne  del  magnetismo  terrestre, 

■"■Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.   Ser.  2',  voi.  XVII, 
f.   17,  18.  Milano,  18S4.  8.° 

xvii.  Mongeri.  Le  pitture  dei  maestri  italiani  nei  pubblici  Musèi  a  proposito  .li  un 
recente  libro.  —  Buccellati.  Progetto  del  Codice  penale  italiano.  —  Clnstoni.  Sulla  varia- 
zione secolare  degli  elementi  nel  magnetismo  terrestre  a  Milano.  —  Celoria.  Sull'eclissi 
totale  di  luna  avvenuto  il  1  ottobre  del  1881.  —  Aschieri.  Sulla  geometria  della  retta.— 
xviii.  Sormani  e  Brugnalelli.  I  neutralizzanti  del  virus  tubercolare.  —  Fiorani.  Enorme 
tumore  i.latigeno  della  fossa  iliaca  sinistra.  Guarigione.  —  Far  menti.  Sul  movimento  geo- 
metrico dei  sistemi  invariabili.  —  Mongeri.  Le  pitture  dei  maestri  italiani  nei  pubblici 
Musei  a  proposito  di  un  recente  libro. 

•Rivista  alpina.  Voi.  Ili,  n.  11.  Torino,  1SS4.  4." 

Borgarelli.  Ascensione  al  monte  Vettore    m.  247"  :  ascensione  al  Dent  Parrachée 

'Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Anno  ISSI,  punt.   11.  Roma,  8." 

Sulla  convenienza  di  fabbricare  iu   paese  le  grosse  artiglierie.  —  Sehumann.   Di   una 
radicale  riforma   della   fortificazione    permanente.    —   La    mitragliatrice  Maxim.  —  Circa 
l'esplosione  spontanea  di  una  carica  di  fulmicot  ine. 
•Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italiana.  Sor.  2",  anno    Vili ,  n.  22,  23. 

nov.-dee.   1884.  Couegliano,  8.° 

Cettolini.  L'esposizione  internazionale  filosserica  a  Torino.  —  Vigna.  Le  colorazioni 
artificiali  del  vino.  —  Bernasconi.  Apparecchi  a  vapore  per  distillare  le  vinacce.—  Cello- 
lini.  Gli  alzabotti.  —  Id.  L'enotecnia  all'Esposizione  di  Torino. 


—    LXIV    — 

divista  marittima.  Anno  XVIH,  f.  12,  die.  1884.  Roma,  8." 

lìelloìo.  Le  navi  eia  guerra.  —  T.  La  marina  ellenica.  —  lìoue.  Note  di  un  viaggio  nel- 
l'alto Paranà.  —  Santini.  Esposizione  internazionale  d'igiene  in  Londra  1884. 
"'Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVI,  n.  21-22.  Firenze,  1884.  8.° 

Emo.  Variazioni  nella  resistenza  elettrica  dei  fili  metallici   solidi    e  puri  cella   tem- 
peratura. —  Zinno.  Del  potere  ossidante  dell'ozono  sullo  zolfo.  —  Omboni.  Le    ammoniti 
del  Veneto.  —   Paohwci.  Flora  marchigiana. 
'Spallanzani  (Lo).  Anno  XIII,  f.  12,  die.  1884.  Roma,  8.° 

Nasi.  Cisti  ovarica  con  neoformazione  papillomatosà.  Ovariotomia  senza  narcosi.  Gua- 
rigione. Storia  clinica  e  considerazioni.  —  Mereìla.  Sulla  cause  che  possono  turbare  il  rego- 
lare andamento  della  legatura  delle  arterie.  Quadro  di  alcune  operazioni  d'allacciatura  d'ar- 
terie fatle  con  catgut  fenicato  per  guarire  gli  aneurismi.  —  Carafóli.  Sopra  un  caso  di 
Dacrioadenite  sifilitica.  —  Mini/azzini.  Sull'azione  dell'antipirina  amministrata  per  iniezioni 
ipodermiche.  —  Hardy.  Sullo  Strophulus  semplice  e  pruriginoso.  —  Colucci.  Per  una  pre- 
tesa priorità  di  studio  sperimentale  sulla  rigenerazione  del  fegato. 
"Telegrafista  (11).  Anno  IV,  n.  11-12,  nov.-dec.  1884.  Roma.  8." 

Gallino  e  dell'Oro.  Misurazione  delle  correnti.  —  Beechey.  Esperimenti  su  cavi  sotto- 
marini durante  la  loro  costruzione. 

Pubblicazioni  estere. 

;  Abhandlungen  aus  dem  Gebiete  der  Natunvissenschaften  herausg.  vom  Xa- 
turwiss.  Verein  in  Hamburg.  Bd.  Vili.  Hamburg,  1884.  4.° 
Strebel.  Die  Ruinen  von  Cempoallan    ini    Staato   Veracruz.  —  Mitteilungcn  iibcv  die 
Totonaken  der  Jcztzeit.  Ruinen  aus  der  Misantla-Gcgond.  —  Fischer.  Herpctologischc  Be- 
merkungen.  —  Kriiss.  Eine  neue  Form  des  Bunseu-Photometcrs.  —  Kiessling.  Nebelgluh- 
Apparat.   —    Pfeffer.    Die    Cephalopoden    des   Hamburger   Naturhistorischen  Museums.  — 
lui chenpaucr.  Nordiselie  Gattungen  und  Arten  von  Sertulariden. 
f  Abhandlungen  der  Sachs.  Gesellscliaft  der  Wissenschaften.    Pnilol.-hist.  CI. 
Bd.  IX,  n.  II-VI  ;  Math.-phys.  CI.  Bd.  XIII,  n.  I.  Leipzig,  1884.  4." 
Phil.-HIST.    Rosolici:    Versuch    eincr    Theorie   der   Finanz-Regalien.   —    Eb:rs.    Der 
Geschnitzte  Holzsarg  des  Hatbastru  im  aegyptologischen  Apparat  der  Univ.  zu  Leipzig.  — 
l.cskien.  Der  Ablaut  der    Wurzelsilben   im   Litauischcn.  —   Zarncke.  Christian  Reuter   der 
Verfasser  des   Schelmuffsky   sein  Leben  und   scine   Werke.  —  Springer.  Die  Genesisbilder 
in   der    Kunst   des   friihen    Mittelaltcrs   mit  besonderer  Rurksicht    auf  don    Ashburnham- 
l'entatcuch.  —  MATH.-ravs.    Ferii  tur.   Ueber  die   Frage    des   Weber'schcn   Gesetzcs   und 
Periodicitaetsgesetzes   ini   Gebiete   des  Zeitsinnes. 

f  Abhandlungen  herausg.  v.  d.  Senckenbergischen  Naturforsclienden  Gesellscliaft. 
Bd.  XIII.  Frankfurt  a./M.  1883-84.  4.° 

I.ucac.  Die  Statile  und  Mechanik  der  Quadrupeden  ari  dem  Skelet  und  don  Muskeln 
eines  Lemur  und  eines  Choloepus.  —  Battijer.  Die  Reptilien  und  Aniphibicn  von  Marocco  II.  — 
Kovner.  Béitrage  zur  vergleichenden  Anatomie  und  Physiologic  des  Kehlkopfea  der  Sau- 
gethiere  uad  des  Menschen.  —  Leijdig.  Ueber  die  einheimischen  Schlangen.  —  Noli. 
Entwifkelungsgeschiclite  der  Veronica-Bluthe.  —  Lucati.  Zur  sutura  transversa 
squamae  o  e  ci  pi  ti  s  bei  Thieren  und  Menschen.  —  Koerner.  Weifere  Beitriige  zur  ver- 
gleichenden Anatomie  und  Physiologie  des  Kehlkopfs.  —  I'robit.  Natiirliche  Warmwasserhci- 
zung  als  Piincip  der  climatischen  Zustànde  der  geologisehen  Formationen.  —  lìichltrs. 
Beitrag  zur  Kenntniss  der  Crustaceenfauna  des  Behringsmceres.  —  Stralli.  Ueber  Wachst- 
humsvorgànge   an  Embryonen   von   lacerta     agi  li  s. 


•Anales  de  la  Sociedad  Cientifica  Argentina.  Entr.  V,  t.  XVIII.  Buenos  Aires, 

188  I.  8. 

Avé-Lattemant.  Datos  mineros  de  la   Repùblica  orientai.  —  Hclmberg.  Sobre  algunos 
himendpteroa  de  la  Repùblica  orientai. 
•Annalen  dev  Pbysik  and  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXIII.  H.  4.  Leipzig,  1884.  8." 

Lummcr.  Ueber  eine  nene  IntcrfereDzerscbeinang.  —  Wesendonck.  Uebcr  die  Diatlier- 
mansie  von  Asculinliisungen.  —  Voigt.  Ueber  die  Theorie  der  Dispcrsion  und  Absorption, 
spcciell  uber  die  optischen  Eìgcnschaften  des  festen  Fuehsins.  —  hi.  Zur  Tbeorie  der  Absorption 
des  Lichtes  in  Krystallen.  —  MOUer-Enbach.  Eine  neuo  Methode  zur  Bestimmung  der 
Spannkraft  di  s  Wasserdampfes  in  wasserbaltigen  Salzen.  —  Pfei/fer.  Ueber  die  electrisebe 
LeitnngsfShigkeil  des  kohlensauren  Wassers  und  eine  Methode,  Fliissigkeitswiderstàndc 
unter  huhen  Drucken  zu  messen.  —  Boekmann.  Ueber  don  electrischen  Widerstand  des 
Mikrophonkohlencontaetes  wahrend  der  Bewegung.  —  Wild.  Bestimmung  des  Wertbes  der 
Siemens'scben  Wideistandseiabeit  in  absolutem  electromagnetischen  Maassc.  —  liosenthal. 
Ein  nencs  Galvanometer.  —  Seller ing.  Das  Quadrifilar-Magnetometer,  ein  ncues  [nstrumcnt 
zur  Bestimmung  dev  Variationcn  der  verticalen  erdmagnetischen  Kraft. 

*Annales  scientifiques  de  l'École  normale  supérieure.  3e  Sòr.  1. 1,  1884,  n.  12. 

Paris,  4.° 

Lefèbure.  Mémoires  sur  la  composition  de  polynSraes  enliers  qui  n'admettent  que  des 
diviseurs  premiere  d'une  forme  déterminée.  —  Floquet.  Addition  à  un  Mémoire  sur  les  équa- 
tions  différentielles  linéaires.  —  Slielljes.  Quelques  reeberches  sur  la  théorie  des  quadra- 
tures  ditcs  mécaaiques.  —  Guichard.  Sur  les  fonctions  entières. 

*  Annate  of  the  New  York  Academy  of  Sciences.  Voi.  Ili,  n.  1,  2.  New  York, 

1883.  8.° 

Egleslort.  The   Patro  Cazo  Proeesses  for  Amalgamating  Silver  Ore-. 

•  Annuaire  de  la  Saciété  de  meteorologi  i   di'  France.  32  année,  1884,  avril. 

Paris,  4.» 

Tastes.  L'orage  du  V'r  févr.  1884  à  Tours. 
tAiizeiger  (Zoologischer).  VII  Jhg.  n.  182-184.  Leipzig,  18S4.  8." 

182.  l.jima.  Ueber  den  Zusammanhang  des  Eileiters  niit  dem  Verdauungscanal  bei 
gewissen  Polystomeen.  —  llaache.  Meine  Entdeckung  des  Eierlegens  der  Echidna  hy- 
strix.  —  Beddard.  Note  on  the  pri  ;ence  af  an  allantoic  vein  in  Echidna.  —  183.  Conn. 
Developmcnt  of  Serpula.  —  Weliky.  Ueber  vierzàhlige  Lyraphherzen  bei  Salamandra 
macnlosa  und  Siredon  pisciformis.  —  Schimkewilsch.  Zur  Frage  nach  der  Veriin- 
derung  der  Sarcopsylla  pene  trans  unteT  dem  Einfluss  des  Parasitismus.  —  Ciucile. 
Ueber  die  Entwicklung  der  Spongillen.  —  Osborn.  Observations  upon  the  Urodele  Amphi- 
bian  Brain.  —  Zacharia'ì.  Ueber  einen  M  o  n  o  t  u  s  des  sussen  Wassers. —  184.  Seniori.  Be- 
riehtigung  einiger  Angaben  und  Bebanptungen  des  H.  Dr.  Hamann.  —  Goeltc.  Ueber  die 
Entwicklung  der  Spongillen.  —  Bolleg.  Some  observations  opposed  to  the  presence  of  a  pa- 
rcnchymatous  orintra-cellular  digestion  in  Salpa.  —  Brooks.  On  the  Life  History  of  Eutinia 
and  on   radiai  and  bilateral  symmetry  in   Hydroids.  —  Kowaleusky.  Zur  Entwicklungsge- 

schichte  der  Luce  in  a  ria Repiacho/f.  Ueber  cine  nene  an  Nebalien  lebende  Turbellarie. 

fArchives  du  Musée  Teyler.  Ser.  II,  voi.  II.  1"  pari.  Haarlem,  1884.  4." 

Van  der  Veri.  Théorie  de  la  machine  dynamo-élecfrique.  —  li.  Notice  sur  le  couple 
de  M.  M,  de  Lalande  et  Chaperon. 
•Archives  néerlandaises  des  sciences  exactes  et  naturelles.  T.   XIX,  3"  livr. 

Harleni,   1884.  8.° 


—    XI. VI    

ile  Don:  Extension  du  théorèmo  de  Eolle.  —  van.  Reali.  Sur  la  filtratimi  dcs  liquides  à 
tr.ivcrsles  membranes  fibreuscs. —  Giltaij.  La  polarÌ3ation  des  récepteurs  télJ])hoiiiquo3.  — 
von  Baumhauer.  Sur  un  thermo-régulateur  de  csnstruction  très  sinopie  et  pouvaat  servir  ausai 
de  therraomètre  enregistreur. 

+Beiblatter  zu  den  Annalea  der  Physik  uud  Chemie.  Bd.  Vili.  St.  12.  Leipzig, 

1884.  8.° 
*Beiichte  der  deutschen  chemischen  Gesellschaft.    Jlig.  XVII,  n.  17.  Berlin, 
1884.  8." 

Borenti.  Ucber  Diraethylchinolin  II  —  Bisc'io/f  uni  Bach.  Beitrage  zur  Kenntniss  des 
Acetylentetracarbunsaurcesters.  —  Id.  Ueber  neue  Derivate  der  Oithonitrobenzoesaure.  — 
Brieger.  Ueber  basiscile  Produkte  (Ptoraaine)  aus  menseblieben  Leichen.  —  Goldscìimìdt. 
Ueber  den  sogenannten  Oxycampher  von  J.  Kachler  und  F.  V.  Spitzer.  —  Jannasch.  Ueber 
Moriobromparaxylol.  —  Minger  «nel  Pitschki.  Ueber  den  Siegburgit.  —  Krùss.  Ueber  den 
Einfluss  der  Teraperatur  auf  spektralanalytische  Beobacbtungen  und  Messungen.  —  Lellmann. 
Ein  Beitrag  zur  Theorie  des  Benzols.  —  Id.  und  Grolhmann.  Ueber  einige  Derivate  der  Sa- 
licylsauré.  —  Lungo.  Ueber  das  Volumgewiclit  des  normalen  Schwefelsaureliydrat.  —  Meijer 
und  Stadia:  Zur  Kenntniss  der  Thiophengruppe.  —  Nordmann.  Ueber  das  Aethenylamido- 
xì in  und  AbkOmmlinge  desselben.  —  Paal.  Ueber  die  Derivate  des  Acetophenonacetessi- 
gesters  und  des  Aeetonylacetessigesters.  —  Paiicksch.  Ueber  Derivate  der  Aniidathylbenzole. — 
Boser.  Ueber  das  Dichinolylin  aus  Benzidin. —  Id.  Ueber  Phtalylderivate.il.  —  Id.  Ucber 
Phtalylderivate.  III.  —  Schvlze.  Ueber  pyroschwefelsaure  Salze.  —  Shenstone.  Beitrag  zur  , 
Kenntniss  des  Brucins.  —  WroUewskij.  Zur  Frage  iiber  die  Zersetzung  der  Diazoverbindun- 
gen  Alkohol.  —  'Zimmerm'ann.  Zur  Abhandlung  von  H.  Flit/. :«  Ueber  gegenseitige  Bezie- 
hungen  physikalischer  Eigenschaften  der  Elemente  ». 

''Bericlite  ueber  die  Verhandlungen   d.  k.   Sachs.    Gesellschaft   der    Wissen- 
schaften  zu  Leipzig.  Math.-phys.  CI.  1883.  Philol.-hist.  CI.  1883.  Leipzig, 
1884.  8.° 

MATH.-riivs.  Cl.  Klein.  Ueber  gewisse  Differentialgleicbungen  dritter  Ordnung  — 
Weber.  Ueber  Construetion  des  Bobnenberger'sclien  Rwersionspendels,  zur  Bestimmung  der 
Pendellange  fiir  eine  bssthnmte  Schwingungslauer  im  Vcrhaltniss  zu  einem  gegebeucn 
I.augenmaass.  —  Neiimaim.  Ueber  die  von  G.  Cantor  und  P.  du  Bois-Reymoud  iiber  trigo- 
numetiisebe  Reiben  anfgestelltcn  Satze,  etc.  —  llunkd.  Neue  Beobacbtungen  ueber  die 
Tlumio-  und  Aktinoelektricitat  des  Bergkrystalles,  als  Erwiederung  auf  einen  Anfsatz  der 
Herren  C.  Friedel  und  J.  Curie.  —  Uyck.  Vorlàufige  Mittbeilungeu  iiber  die  diircb  Grup- 
pen  linearci-  Trausformationen  gegebenen  regulàren  Gebietseintheilungen  des  Raume>.  Mit 
1  Tat'el.  — ■  Brauhe.  Ueber  die  Intercostalvenen  des  mensehliclien  Korpers.  —  Ncumann. 
Ueber  eine  neue  und  einfache  Metbode  zur  Untcrsuchung  der  Stetigkeit,  respective  Unste- 
tigkeit  mebrdeutiger  Funetionen.  —  id.  Ueber  das  Verschwinden  der  Tbetafunctionen.  — 
Ihnktf.  Ueber  die  bei  einigen  Gasentwickelungen  auftretenden  Elektricitiiten.  —  Philol.- 
hist.  Cl.  Voigt.  Ueber  die  Lueretia-Fabel  und  ih  re  literariscben  Verwandten.  —  Bniq- 
mann.  Ueber  Grechiseli  cìqu,  <<(),  §à  und  litauisch  ir.  —  Fleischei:  Beitrage  zur  arabiseben 
Spracbknnde  (Nennte  Fortsetzung).  —  Milchsack.  Zewei  neuaufgofundene  Brucbstiicke  ciner 
Handsclirift  der  Gedichte  Waltber's  v.  d.  Vogelweide.  —  lleydeinann.  Analekten  zu  den 
Kunstdaistellungen  aus  der  Kiobesage.  Hit  3  Tafcln.  —  Brugmann.  Zur  Syntas  der  indo- 
germanischen  Sprachen,  besonders  des  Giiechisclien. 

*Bijdragen  tot  de  Dierkunde  uitg.  door  het  Genootscliap  Natura  Arti 8   Ma- 
gistra.  10  Aflev.  1884.  8.° 


—    XI. VII    — 

Wéber.   Einleitendo  Benierkungen    zu   den   Naturwiss.    Ergebnissen   der   Reisen   des 
«  Willem  Barcate  »  in  das  nSrdliche   Eismeer. 
;  Bijdragen  tot  de  Taal-  Land-  cu  Volkenkunde  van  Nederlandsch  Indie.  Deci 

IX.  'S.  Gravenhage,  1SS5.  8.° 

ini  Delden  Laerne.  Verslag  over  ile  Koflìecultuur  in  Araerikà,  Azi;:-  en  Afrika. 
*Boletin  de  la  real  Aeaderaia  de  la  Historia.  Tom.  I-V.  Madrid,  1877  84.  8." 

v.  1.  Fabié.  Biblioteca  de  americauistas.  —  Coderà.  Man  usci  itos  de  autores  arai  e; 
cspaiioles  existentes  cn  Tùnez.  —  Vitro.  Descubrimiento  de  antigiiedades  en  Salamanca.  — 
Puyol  y  Gamps.  Monedas  ibéricas.  —  2.  Cartella  Secades.  La  inscripcióo  del  Ara  de  Santa 
Maria  de  Narauco  y  la  Monografia  de  està  antiqua  iglesìa,  por  el  Se.  Amador  de  los  Rios.  — 
Fila.  Buia  inèdita  de  Urbano  II  (23  Abril  1093).  —  3.  Fila.  Dos  Iibros  (inéditos)  de  Gii 
de  Zamora.  —  4.  Yazqvez  Queipo.  Las  bienandanzas  e  fortunas,  quo  escribió  Lope  Garefa 
de  Salaz.ar.  —  de  la  Fuente.  Avileses  célebres  inserì  tos  en  ci  monumento  erigido  a  Santa 
Teresa  de  Jesus  en  Avila.  —  Rumerò  y  Darros.  La  sinagoga  de  Cordoba,  boy  crinita  de- 
dicada  al  culto  bajo  la  advocación  de  San  Crispin.  —  ■ó.  Coderà.  Almacén  de  un  librerò 
morisco  descabierto  en  Alinonacid  de  la  Sierra.  —  Cucilo.  Campanas  del  general  Orda.  — 
Fila.  Miliario  romano  de  Almàzcara.  —  Codio.  El  Miliario  de  Almàzcara.  —  de.  Ariceli.. 
Campanas  del  Duque  de  Alba.  —  Gonzàlez.  Tres  manuscritos  rabinicos  de  siglo  XV.  —  Fila, 
Biografias  de  San  Fernando  y  de  Alfonso  el  Sabio  por  (iil  de  Zamora.  —  6.  G>'>m>z  d- 
Arleclie.  Trofeos  de  la  reconquista  de  la  ciudad  de  Buenos  Aires  en  180S.  —  Pujol  ij  Campi. 
Moncdas  ibéricas.  —  Coderà.  Reino  arabe  'le  Tudela  segùu  las  moneda*. —  Fila.  La  sina- 
goga de  Cordelia.  —  de  Cdrdenas,  Gonzàles,  Fila.  La  sinagoga  de  Cordoba,  monumenti 
nacional.  —  Un  candnigo  julaizante  quemado  en  Cordoba  (23  Febrero  1431). 

*Bulleiin  de  1'  l'Académie   r.   des  scieuces   de   Belgique.   3"   Sér.    T.    Vili, 

n.  11.  Bruxelles,  ISSI.  8." 

MorUigny.  Comunication  verbale  sur  la  scintillation.  —  de  Selys  Longchamps.  Sur 
l'effeuillaison  a  Longcbanips-sur-Geer  en  1884.  —  Renard  el  Klement.  Sur  la  composition  cbi- 
mique  de  la  krokydolitc  et  sur  le  qnartz  fibreux  du  Cap.  —  Jorissen.  Les  propriétés  ré- 
ductrices  drs  graines  et  la  formation  de  la  diastase.  —  Le  Paìgi.  Sur  la  furine  quadrili- 
néaire  et  les  sur  face  du  3e  orlre.  —  Rcrcyn  de  Leltenhove.  Un  ambassadeur  du  due  d'Alenfon 
a  la  cour  d'Elisabeth.  —  llymans.  La  giand'mère  de  Van  Dyck. 
":"Bul!etin  de  la  Socif'té  de  Géograpliie.  4  trim.  1884.  Paris,  8." 

Pinabel.  Notes  sur  quelques  peuplades  sauvages  dépendant  du  Tong-King.  —  Riami; 
Le  Trane-Nigne,  a  l'ouest  du  Tong-King.  —  Romanet  du  CaiUaud.  Le  Quang-Si.  —  lluber. 
Voyage  dans  l'Arabie  centrale  (187S-18S2)  Hamàd,  Sammar,  Qacim,  Nedjàz.  —  Donapart, . 
Les  derniers  voyages  des  Néerlendais  à  la  Nouvelle-Guinée.  —  Simonin.  L'émigration  bri- 
tanniqne  et  les  progrès  de  l'Australie. 

•Casopis  prò  pes.tovàni  Mathematiky  a  Fy.siky.  Roc.  XIII.  V  Praze,  1884.  8." 
•Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XX,  u.  10-13  (Jhg.  V,  1884,  n.  40-52). 

10.  Mayr.  Entstehnng  uni  Vertheilung  der  Secrctions-organe  der  Ficbte  und  Larcbc  — 

11.  Solla.    Zwci    wahrscheinliche    mikrochemisebe    Reactionen    auf   Schwefelcyanallyl.  — 

12.  Grosglik.  Per   Einfluss  des  Liebtes  auf  die  Entwicklung  des   Assimilationsgewebes.  — 

13.  Ocìiscnius.  Ueber  Mate    imd    Matepflanzen    Sudamericas.   —   Rolhpkls.   Zur  Culmfor- 
mation  bei  Heinicben  in  Sacbsen. 

tCompte  rendu  des  séances  de  la  Société  de  Géographic.  1SS4,  n.  17.  Paris,  8." 
■Compte  rendu  des   séances    et  travati*  de  l'Académie  des  scieuces    morales 
et  poliliques.   X.  S.  T.  XXII.   1S84.  dee.  Paris,  8." 


—   XLVIII   — 

Sdint-Uìlaire.  Rapporfc  sur  lo  concours  relatif  à  la  philosophie  sto'icienne,  fondatimi 
Victor  Cousin.  —  Nourrisson.  Discours  prononeé  a  la  séanee  publique.  —  Simon.  Notice 
liistorique  sur  M.  Thieis.  —  Humbert.  Les  flnances  et  la  comptabilité  publique  de  l'em- 
pire rornain.  —  Passy.  Education  dcs  races  de  coukur  eri  Amérique. 

^  Comptes    rendus    hebdomadàires   des   séanees   de    l'Académie    des  sciences. 

T.  XCIX,  n.  22-25.  Paris,  1884.  4.° 

22.  Movchez.  Observations  des  petites  planètes  et  de  la  comète  Wolf,  faites  au  grand 
instrument  méridien  de  l'Observatoire  de  Paris,  pendant  le  troisième  trimestre  de  l'annue 
1884.  —  Berlhelot  et  André.  Observations  sur  la  réclaruacion  de  priorité  faite  par  M.  Le- 
play,  relativcment  à  la  formation  du  nitrato  de  potasse  d;ins  la  végét.ition.  —  Br loschi. 
Les  relations  algébriques  entro  les  fonetions  hyperelliptiques  d'ordre  n.  —  Hlrn.  Note  sur  les 
lois  du  frottement.  —  Rivière.  Etude  statistique  sur  le  cboléra  dans  les  hòpitaux  civils  de 
Paris,  du  23  au  30  novembre  1831.  —  Perrolin.  Observations  de  la  comète  Bamard,  faites  a 
l'Observatoire  de  Nice  (e'quatorial  Gautbier-Eiebens  de  0m,38  d'ouverture).  —  Perrotln.  Sur 
un  tremblement  de  terre  ressenti  à  Nice  le  27  novembre.  —  Picard.  Sur  les  intégrales  de 
différentielles  totales  algébriques.  —  Fouret.  Sur  deus  formules  trigonométriques  d'inter- 
polation,  applicables,  Fune  aiu  fonetions  paires,  l'autre  aux  fonetions  impaires.  —  Leba- 
slcur.  Sur  un  nouveau  procede  pour  mesurer  les  épaisseurs  des  tòles.  —  Ditte.  Sur  les  apa- 
tites  fluorées.  —  Molssan.  Action  de  l'étincelle  d'induction  sur  le  trifluorare  de  pbospbore.  — 
Etani  et  Demoni.  —  Sur  l'acide  ferrocyanhydrique  et  ses  dérivés.  —  Colson.  Action  du 
perchlorure  de  pbospbore  sur  les  étbers  aromatiques.  —  Levalloh.  Sur  le  dosage  des  essences 
parfumées.  —  Chairy.  Action  des  agents  chimiques  puissants  sur  les  baetéries  du  genro 
Tyrothrix  et  leurs  spores.  —  Grasset.  Sur  l'action  anestbésique  de  la  cocaine.  —  Lind- 
stròm.  Sur  un  Scorpion  du  teirain  silurien  de  Suède.  —  Jokbin.  Sur  les  organes  digestifs 
et  reproducteurs  ebez  les  Bracbiopodes  du  genere  Crani  e.  —  Savaslano.  Gommose  cau- 
linare et  radicale  dans  les  Aurantiacées,  Amygdalées,  lo  Fignier,  l'Olivier,  et  noircissc- 
nient  du  Noyer.  —  Du/el.  Remarques  sur  les  propriétés  optiques  des  mélanges  isoraorphes.—- 
Dnmont.  Etude  d'un  projet  de  canal  d'as-'ainissement  de  Paris  a  la  nier.  —  23.  Faye.  Sul- 
la pbotograpbie  d'un  tornado,  prise  aux  Etats-Unis.  —  Gossclln.  Dernières  reeberebes  sur 
la  coagulation  intravasculaire  antiseptique.  —  Rayet.  Observations  de  la  comète  Wolf,  fai- 
tes à  l'équatorial  de  8  pouces  de  l'Observatoire  de  Bordeaux.  —  hi.  Observations  de  la 
comète  Wolf  (1884),  faites  au  cercle  méridien  de  l'Observatoire  de  Bordeaux. —  Appstt.  Sur 
l'inversion  des  intégrales  abéliennes.  —  Fouret.  Sur  une  formule  trigononiétrique  d'inter- 
polation,  pour  des  valeurs  de  la  variable  inde'pendante  deux  à  deux  équidiffércntes  de  l'uno 
d'elles.  —  Poincaré.  Sur  une  généralisation  des  fractions  continues. —  Koenigs.  Sur  les  in- 
tégrales de  certaines  équations  fonetionnelles.  —  Amagat.  Resultata  pour  servir  aux  calculs 
des  manomètres  à  gaz  eomprimés.  —  Jauncttaz.  Sur  l'application  des  procédés  d'Ingenbouz 
et  de  de  Scnarmont  à  la  mesure  des  conductibilités  tbenniques.  —  Dcmarray.  Sur  quelques 
procédés  de  spectroscopie  pratique.  —  Etani  et  Bimont.  Sur  l'acide  ferrocyanbydrique  et 
les  nitroprussiates.  —  Bécamp,  Sur  l'inactivité  optique  de  la  cellulose  du  coton  et  sur  le  pou- 
voir  rotatoire  du  coton-poudre  des  pbotographes. —  Leplay.  Études  chimiques  surla  végétution 
de  la  betterave  à  sucre  en  deuxième  année,  dite  porte-graines.  —  Charpenlier.  Sur  l'inertie  de 
l'apparei!  rétinien  et  ses  vaiiations  suivantla  couleur  eccitatrice.  ■ —  Focx  et  Viola.  Sur  la  ma- 
ladie  de  la  vigne  connue  sous  le  noin  de  pourridié.  —  Bureau.  Sur  la  présence  de  l'étage 
houiller  moy en  en  Anjou.  —  24.  Conni.  Sur  la  forme  de  la  surface  de  l'onde  luniineuse  dans  un 
milieu  isotrope  place  dans  un  ebamp  maguétique  uniforme;  existence  probable  d'une  doublé  ré- 
fraction  particulière  dans  une  direction  normale  aux  lignes  de  force.  — •  Brioschi.  Sur  Ics 
lelations  algébriques  entro  les  fonetions  hyperelliptiques  d'ordre  n.  —  Chancel.  Sur  la  déter- 
ìuination  d'un  cas  particulier  d'isomerie  des   acétones.  —  Gdin.  Sur  la  transmission  de  la 


—    XI.IX    — 

tubereuluse  aux  grande  rumiriants.  —  Onimvs.  Dos  v.iviations  do  l'ozono  de  l'air  pendant 
la  dentière  epidemie  cholériqtre  et  des  avantages  de  l'ozonéine.  —  Callandreau.  Sur  la  théb- 
rie  trigoiroinéfrique  d'inierpolation,  applicatole  à  des  valeurs  quelconques  de  la  variatile  in- 
dépendante.  —  Laguerre.  Sur  Ics  coupures  des  fonctions.  —  Crova.  Photométrie  des  foyers 
intenses  de  lamière.  —  Demarpay.  Sur  quelques  procédés  de  spectroscopie  pratique.  —  Thou- 
lii.  Attraction  B'cxercant  entre  les  corps  solides  immergés.  —  Le  Cluil<-li<  r.  Sur  la  disso- 
ciatigli ile  l'hydrate  de  chlorc.  —  OEchsner  de  Goninck.  Contribution  à  l'étude  de  la  bru- 
cine. —  Perravex.  Sur  la  formation  de  la  coque  des  ceufs  du  Scylliuin  canicula  et  du 
Scillium  eatulus.  —  Barrois.  Sur  le  développenient  des  Chelifer.  —  Beauregard. 
Structure  de  l'appareil  digestif  des  rnsectes  de  la  tribù  des  Vesicants.  —  Laborie.  Sur  l'ana- 
tomie des  pédoncules,  comparée  à  celle  des  axes  ordinaires  et  à  celle  des  pétiol  s.  —  Heckel. 
Deux  cas  de  monstruosités  mycologiqucs.  —  Lemoine.  Caractères  génériques  du  Pleuraspi- 
rlothérium,  mammifere  de  l'eocène  inférieur  des  cnvirons  de  Reims.  —  Grand'Eunj.  Fossi- 
les  du  terrain  houiller,  trouvés  dans  le  puits  de  recherche  de  Lubière  (bassin  de  Brassac). — 
Lauderei:  Sur  la  recrudescence  périodiquo  des  Iiieurs  crépusculaires.  —  25.  Berlhetol  et  Vietile. 
Nouvelle  méthode  pour  la  mesure  de  la  cbaleur  de  combustion  du  charbon  et  des  com- 
pose's  organiques.  —  de  Lacaze-Duthicrs.  Sur  un  é°lément  microscopique,  pouvant  guider  dans 
la  détermiuation  des  Cynthiadés.  —  Maurice  d'Oeagne.  Sur  un  équation  imléterraine'e 
x- — ÌZy-  =  3».  — •  Diiliein.  Sur  le  potentiel  thermodynamique  et  la  the'orie  de  la  pile  vol- 
taiique. —  Grova.  Sur  un  photomètre  à  diffusion. — Louguinine.  Clialeur  de  combustion  des  éthers 
de  qnelques  aeides  de  la  serie  grasse. —  Duvillier.  Sin-  l'acide  «-éthylaraidopropionique.  — 
Levallois.  Activite  optique  de  la  cellulose.  Observations  à  propos  d'une  Communication  re- 
cente de  M.  Béchamp.  —  Grasset.  Sur  l'action  anesthésique  cutanee  du  chlorhydrate  de 
cocaine.  —  Frédéricq.  Influence  des  variations  de  la  composition  centesimale  de  l'air  sur 
l'intensité  des  e'clianges  respiratoires.  —  Lavocat.  Du  rachis  dans  la  serie  des  animaux  verte- 
bre^. —  de  l'alia.  Sur  la  constitution  des  Rhizopodes  réticnlaires.  —  Trouc.i.mil.  Sur  les 
Acariens  qui  vivent  dans  le  tuyau  des  plumes  des  oiseaux.  —  Renault  et  Zeiller.  Sur  l'existence 
d'Asterophyllites  phanérogames.  —  Meunier.  Le  kersanton  du  Croisic.  ■—  Gunnard.  Sur  un 
pbénomène  de  cristallogénie,  à  propos  de  la  Muorine  de  la  roche  Cornet,  près  de  Pont- 
gibaud  (Puy-de-Dòme). 

tCosmos  (Les  Mondes).  3"  Sér.  T.  IX,  n.  13-16.  Paris,  18S4.  S.° 

"Értekezések  a  matbematikai  tutlomiinyok  Korebol.  X  Kot.  1-11  Szam.  Bu- 
dapest, 1883-4.  8.° 

"Értekezések  a  természettudomanyok  Korebol.  XIII  Kòt.  1-15  Szilm.  XIV 
Kot.  1  Szàm.  Budapest,   1883-4.  8.° 

f II3BliCTIiI  reo.ioniiecKaro  KoMiiToia.  1SS4  rori,x.  Tomi.  TpeTiii.  As  6,  7. 
CaHKTno'ivpóypri,,   1884.  8." 

1  Jubrbuch  der  Haiiiburgischen  wissenscbaftlielien  Anstalten.  I  Jlig.  Ham- 
burg, 1884.  4." 

Fischer.  Ueber  einige  afrikanische  Reptilien,  Ampliibien  und  Fische  des  Naturhist. 
Museums.  —  Gerstaecker.  Bestimmung  der  von  H.  D.  G.  A.  Fischer  vainomi  seiner  Reise 
nach  dein  Massai-Land  gesammelten  Coleopteren.  —  Mugge.  Ueber  die  Zwillingsbildung 
des  Kryolith.  —  Raulenberg.  Bericht  ueher  cin  Hiigelgrab  bei  Wandsbek-Tonndorf. —  Sa- 
debeck.  Untersuchungen  ueber  dio  Pibcgattung  Exoascus  und  die  durch  dieselbe  uni  Ham- 
burg hervorgerufenen  Baumkrankheiten. 

J>  Jahresbericht  iiber  die  Fortscbritto  der  classischen  Alterthumswisserjschaft. 
XII  Jhg.  3  Heft.  Beilin,  1884.  8." 

Bullettino-Rendicokti  —  VoL.  I.  ~ 


Rzach.  Bericlit  iiber  dio  litterarischén  Erscheinungcn  auf  eleni  Gebiete  des  griechi- 
schen  naclihomerischen  Epos  fiir  die  Jahre  1882  und  1883.  —  Schiller.  Jahresbericht  ubèi 
die  rOmischeu  Staatsaltertumer  fiir  1883. —  Voi/jt.  Bericlit  iiber  die  roruischen  Privat-  und 
Sacral-Alteithiimor  betreffende  Litteratur  des  Jabres  1883  resp.  1882. 

*  Journal  de  la  Société  physico-chimique  russe.  T.  XVI,  n.  8.  S.  Pétersbourg, 

1884.  8." 

Wagner.  Sur  l'oxydation  des  acétones.  —  Schalfcjeff.  Sur  les  volumes  spécifiques  du 
chlore,  du  brome  et  de  l'iode  dans  les  composés  organiques.  —  Zelinsky.  Addition  do  la 
méthylamine  à  l'acide  métylglycidique.  —  Markovnico/f.  Sur  l'astrachanite.  —  DachmeÙeff. 
Influence  de  la  comprcssion  lincaire  des  barreaux  de  fer,  d'acier  et  de  nikel  sur  leur  ai- 
mantation.  —  Hesehus.  Amperometro.  ■ —  Pelrouchewsky.  Sur  les  fonnes  régulières  des  amas 
des  corps  pulvérulents  (fin).  —  Mendeleeff.  Sur  la  lui  de  la  dilation  des  liquides.  Réponse 
à  M.  Avenarius. 

*  Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2e  Sér.  T.  Ili  dèe  188,4.  Pa- 

ris, 8.» 

Villari.  Nouvelles  reclierclies  sur  les  flgures  électriques  des  condensateurs.  —  hi.  Ke- 
cherches  microscopiques  sur  Ics  traces  des  étincelles  électriques  giavées  sur  le  verre,  et 
sur  le  diamètre  de  ces  étincelles.  —  hi.  Sur  la  chaleur  totale  développée  par  uno  ou  plu- 
sieurs  étincelles  engendrées  par  la  décharge  d'un  condensateur.  —  hi.  Effet  mécanique  sin  - 
gulier  de  la  décharge  électrique.  —  Righi.  Sur  une  interprétation  recente  de  pliénomònc 
de  Hall.  —  Weber.  La  sirène  électrique.  —  Melile.  Expériences  d'acoustique  ;  par  M.  E. 
Gripou. 

'Journal  fiir  praktisclie  Chernie.  N.  F.  Bd.  30,  Heft.  4-5.  Leipzig,  1884.  8.° 
Ries.  Ueber  einige  Abkommlinge  des  Kyanathins.  —  Otto  und  Damk'óhler.  Ueber  Ae- 
thylendiphenylsulfon  und  Aethylcndiparatolylsulfon.  —  Albilzky.  Ueber  die  aus  /i-Dipro- 
pyliitliylenmilchs;uire  sicli  bildende  /?-Dipropylacryls;iure.  —  hi.  Ueber  das  Brechungs- 
vermogen  des  aus  Allyldimethylcarbinol  sich  bildenden  Koblenwasserstotl's  C12  H20 .  — 
Seh.es lakoff.  Notiz  iiber  die  Zusanimensetzung  des  bei  Darstellung  des  Diallylcarbinols  auf- 
tretendeu  Nebenprodukts.  —  Schatzki.  Einwirkung  cines  Gemisclies  von  Jodallyl,  Jodbutyl 
und  Zink  auf  Aceton.  —  Reforinatshy,  Ueber  einen  aus  Allyldiathylcarbinol  gewoiineneii 
KolilenwasserstofT:  C8H1(l. 

'Journal  (The  American)  of  science.  Voi.  XXVIII,  n.  168.  Dee.  1884.  New- 
Haven,  8.° 

Davis.  Distribution  and  Origin  of  Drumlins.  —  Kimball.  Geological  Relations  and 
Genesis  of  the  Specular  Iron-Ores  of  Santiago  de  Cuba.  —  Schacffer.  A  New  Tantalite 
Locality.  —  Walcott.  Paleo zoic  Bocks  of  Central  Texas.  —  Baines.  Sufficiency  of  Terre- 
strial  Iìotation  for  tbe  Derlection  of  Streams.  —  Langley.  Chemical  Afrkiity.  —  Derby.  Pe- 
cnliar  Modes  of  Occurrence  of  Gold  in  Brazil. —  Jackson.  Colemanite,  a  new  Boiate  of  Lime. — 
Dana.  Decay  of  Quartzyte,  and  the  formation  of  sand.  kaolin  and  crystallized  quaitz. 

^Journal  of  the  chemical  Society.  N.  CCLXV.  Dee.  1884.  London,  8.° 

Latìgley.  An  Explanation  of  Gladstone  and  Tribe's  <  2-3  Law  in  Chemical  Dinamies  ». — 
Waringlon.  On  Nitrification.  —  liooker.  On  the  Action  of  Aldehydes  and  Ammonia  on  Ben- 
zil  (continued).  —  Pickering.  Mudifications  of  Sodium  Sulphate.  —  Bailey.  On  some  Va- 
nadates  of  the  Amines.  —  Divcrs.  The  Origin  of  Calcinili  Thiosulphate  :  an  Einendatory 
Note  to  a  Paper  on  tho  Calcium  Hydrosulphides. —  Divcrs.  Magnesium  Hydrosulphido  So- 
lution, and  its  Use  in  Chemico-legal  Cases  as  a  Souree  of  Hydrogen  Sulphide. 
•Journal  (The  Quarterly)  of  the  geological  Society.  Voi  XL.  part  4.  Nov. 
1884.  London,  8.° 


t.  On  some  Reraaiiis  of  Fossil  Fishes  from  the  Yoredale  Seri       I  Leyburn  io  Weu- 
sleydale.  —  lìoberit.  Oh  a  new  :  if  Conoceras  from  the  Llanvirn  Bcds,  Àbereiddy, 

Pembrokeshire.  —  Tenti.  On  t li«-  Chemical  and  Microscopica]  Charai  ti  r-  of  the  Wliin  Sili.  — 
Penning.  On  the  High-levcl  Coal-fields  of  South  Africa.  —  Waters.  On  fossil  Cyclostoma- 
tous  Bryozoa  from  Australia.  —  Tomes.  On  the  Oolitic  Madreporaria  of  the  Boulonnais.  — 
Judd.  On  the  Nature  and  Relations  of  the  Jurassic  Deposita  which  underlie  London;  vvith 
an  Introductory  Note  by  Mr.  C.  Homersham.  —  Jones.  On  the  Foraminifera  and  Ostra- 
coda  from  the  Deep  Boring  at  Richmond.  -  Hinde.  On  Fossil  Calcisponges  from  the  Well- 
boring  at  Richmond.  -  Vine.  On  Polyzoa  found  in  the  Boring  at  Richmond.  —  Hinde. 
On  the  Structare  and  Affinities  ofthe  Family  Receptaculitidae.  —  Vine.  On  some  Creta- 
ccous  Lichenoporidae.  —  Godwin-Auslen.  On  certain  Tertiary  Formations  at  the  South 
Base  of  the  Alps,  in  North  Italy. 

•Journal  of  the  royal  microscopical  Society.  Ser.  2'',  voi.  IV,  p.  6.  London, 

1884.  8.° 

Massee.  Description  and-  Life-history  a  new   Fungus,  Milowia  nivea.  —  Je/frey  Bell 
Notes  on  the  Structural  Characters  of  the  Spines  of  Echinoidea.  (Cid arida?).  —  Flògel. 
Researches  on  the  Strncture  of  the  Cell-walls  of  Diatoms-Eupodiscus.  —    Con.  On  some 
Photographs  of  Broken  Diatom  Valves,  taken  by  Lamplight. 
■Mémoires  du  Comité  géologique.  Voi.  I,  n.  3.  S.  Pétersbourg,  1884.  4." 

Tshernyschew.  Materialien  zur  Kenntniss  der  Devonischen  Ablagerungen  in  Rnssland. 

*Memoires  et  oempte  rendu  des  travaux  de  la  Société  des  ingénienrs  eivils. 

Sept.  1884.  Paris,  8." 

Moreau.  Noto  sur  le  nouvel  Opera  de  Paris.  — Boxile.  Note  surles  dcluses  de  Suresnes 
et  de  Bougival.  —  Picou.  Confércnce  sur  l'éclairage  électrique,  faite  au  Consorvatoire  des 
arts  et  métiers. 
f  Mernoirs  of  the  Museum  of  comparative  Zoology  at  Harward  College.  V.  X, 

u.  3.  Cambridge,  1884.  4.° 

Hamlin.  Ticsults  of  an  examinatiou  of  Syrian  molluscan  Fossils  chiefly  from  the  range 
of  mount  Lebanon. 
•Monatsblàtter  des  "Wissenschaftlichen  Club  in  Wien.  VI  Jhg.  n.   3.  Wien, 

1884.  4.° 
'i'Notices  (Monthly)  ofthe  r.  astronomical  Society.  Voi  XLV,  n.  1.  Nov.  1884. 

London,  8." 

Gofjou.  Extract  from  a  Lettor  to  Prof.  J.  C.  Adams  on  the  Numerical  Vaine  of  the 
Coefficient  of  Neison's  Long  Inequality  in  the  Moon's  Motion  due  to  the  Action  of  Mars.  — 
Sione.  The  Proper  Motious  ofthe  460  Starsgiven  in  the  R.A  S.  Memoirs,  voi.  xxxiii.,  when  the 
Places  of  Auwers's  Re-reduction  of  Bradi ey's  Observations are  adopted  instead  of  Bessel's  ; 
with  Notes  on  the  Proper  Motion  of  /<  Pise  inni.  —  Powell.  On  the  Periodic  Time  of  u 
Centauri.  —  Common.  Note  on  Stellar  Photography.  —  ld.  Note  on  a  Method  of  gi- 
ving  Long  Exposures  in  Astronomical  Photography.  —  Espin.  A  Remarkable  Configuration 
of  Stars  in  the  Milky  Way  detected  by  Photography.  —  Pritchard.  A  Photometric  Com- 
parison  of  the  Liglit  transmitted  by  certain  Refracting  and  Reflecting  and  Telescopes  of 
Equal  Aperture.  —  ld.  Note  on  a  Comparison  ofthe  Photometric  Magnitndes  of  the  sanie 
Stars  obs'erved  at  Harvard  College  and  at  the  University  Observatory,  Oxford.  —  Oxford 
University  Observatory.  Observations  of  Stars  occulted  by  the  Moon  during  the  Eclipse  of 
of  October  4,  1884.  —  Radcli/fe  Observatory.  Total  Eclipse  ofthe  Moon,  1884,  October,  4.  — 
dun  Echi  Observatory.  Occultations  of  Stars  observed  duriti;,'  the  Total  Limar  Eclipse  of 
October  4.  1884.  —  Slonyhurst  Observatory.  The  total  Eclipse   of  the  Moon,   October  1. 


—    Lll    — 

1884,  —  Tupman.  Occultations  observed  during  the  Total  Eclipse  of  the  Moon,  1884, 
October  4,  at  Hanow.  —  Dénning.  The  Total  Eclipse  of  the  Moon,  1884,  October  4.  — 
Jmishon.  Abnormal  Obscurity  of  the  Moon  in  the  late  Eclipse.  —  Royal  Obsermtary,  Cape 
of  Good  lìope.  Observations  of  Comet  1884  (Barnaid).  —  Morrison.  The  Orbit  of  Baraard*s 
Comet,  18S4.  —  TMult.  Observations  of  Comet  Barnard,  1884.  —  Finlay.  Approximate 
Elcments  of  Comet  1884  (Barnard).  —  Royal  Observalory,  Greenwich.  Observations  of  Co- 
met e,  1884  (Wolf).  —  Davidson.  Occultations  of  Stars  by  the  Moon,  1883.—  llilgar.  On 
a  New  Solar  Eyepiece. 

1'Proceedings  of  the  American  philosophrcal   Society.  Voi.  XXI,  n.  114,  115. 

Philadelphia,  1884.  8." 

114.  Itale.  The  Tutelo  Tiibe  and  Language.  —  Creme.  Medieval  Sermon  Books  and 
Stories.  —  Sharpless.  The  Latitude  of  Haverford  College  Observatory.  —  Williams.  On  a  Cii- 
noid  with  movable  spines. —  Lockinglon.  The  Rote  of  Parasitic  Protophytes.  —  Ihigen  On 
the  Eeversion  of  Series,  and  its  Application  to  the  Solution  of  Numerical  Equations.  — 
Davis.  On  the  Conversion  of  Colorine  into  Hydrochloric  Acid  as  observed  in  the  Deposi- 
tion  of  Gold  by  Charcoal.  —  Phillips.  A  Brief  Account  of  the  more  Important  Public 
Collcctions  of  American  Archreology  in  the  United  States.  —  Chase.  Photodynamic  Notes, 
No.  Vili. —  Croie.  Introduction  to  a  Study  uf  the  N.  American  Noe  tu  id  te.  —  Packard. 
A  Revision  of  the  Lysiopttalidre,  a  Family  of  Chilognath  Myrippoda,  with  a  Notice  of  the 
Genus  Cainbala.  —  Cape.  Letter  from  Loup  Fori;.  —  Lesley.  Note  on  Growth  in  Ice. — 
Cliujpolc.  The  Perry  County  Faults.  —  Id.  Note  on  a  Belio  of  the  Native  Flora  of  Penn- 
sylvania surviving  in  Perry  County.  —  hi.  On  the  Equivalent  of  the  New  York  Portage 
in  Perry  County,  Pennsylvania.  —  Id.  Note  on  the  Genus  Re  nssela  e  ria  in  the  Hamil- 
ton Group  in  Perry  County,  Pennsylvania. —  Id.  On  a  Large  Crustacean  from  the  Catskill 
Group  of  Pennsylvania.  —  Robinson.  Obituary  notice  of  Henry  S.-ybcrt.  —  Kirkwood.  The 
Zone  of  Asteroids  ani  the  King  of  Satani.  —  Popper.  Obituary  notice  of  John  Forsyth 
Meigs.  —  Aihburner.  On  Kintze's  Fire-damp  Indicato*. —  Lesquereux.  Obituary  notice  of 
Oswald  Herr. —  Lesici/  and  llorn.  Obituary  notices  of  John  L.  LeConte.  —  Thayer..  Aerial 
Ships.  —  Lilley.  Section  of  Chemung  Rock-,  at  Le  Roy,  Bradford  County,  Pennsylvania.  — 
Cape.  On  the  Distribution  of  the  Loup  Fork  Formation  in  New  Mexico.  —  Id.  Second 
Addition  to  the  Knowledge  of  the  Fuerco  Epoch.  —  Id.  On  the  Trituberculate  Type  of 
Tiioth  in  the  Mammalia.  —  llouslon.  On  the  Synchronons  Multiple*  Telegriph.  —  Phil'ipi. 
A  Note  Respecting  the  Correct  Name  of  the  Last  Letter  of  the  the  English  Alphabet.  — 
Day.  The  Microscopie  Examination  of  Timber,  with  regard  to  its  Strength.  —  Mansfield. 
Note  of  a  Quartz  l'ebble  found  in  bis  Coal  Bed.  —  Simpson.  Note  of  drawings  of  Mr. 
Mansfield's  Eurypterids  from  Coal  Slates.  —  hsley.  On  the  Meaning  of  the  Set  Animai.  — 
115.  Brinlon.  A  Grammar  of  the  Cakchiquel  Language  of  Guatemala.  —  Alien.  On  a  case 
of  Hnman  congenital  malformation.  —  Ruschenberger.  Obituary  notice  of  Dr.  Robert  Brid- 
ges.  —  Creff.  Obituary  notice  of  Strickland  Kneass.  —  Lesley.  Note  on  a  possible  geogra- 
phical  meaning  for  the  Set  Griffin. —  Rranner.  The  cours  and  growth  of  the  fibro-vascular 
bundles  in  Palms.  —  McCauley.  Inscription  on  a  Mummy  Case  of  the  XlXth  Dynasty  in 
Memorial  Hall,  in  Philadelphia.  — Phillips.On  a  Supposcd  Runic  Inscription  at  Yarmouth, 
N.  S.  —  Claypule.  On  the  Clinton  and  other  shales,  &.,  composing  the  Fifth  Group  in  the 
First  Survey  of  Pennsylvania. 

•Pi-oceediug  of  the  r.  society  of  Edinburgh.  Sess.  1881-82,   1882-83.   Edin- 
burgh, 1882-83.  8.° 

Tait.  On  the  Laws  of  Motion.  Part  I.  —  Seton.  On  lllegitimacy  Scotland.  —  Mac 
Grcgor.  On  the  Absorption  of  Low  Radiant  Heat  by  Gaseous  Bodies.  —  Miti.  Observations 
of  the  Rainband  from  June  18S2  to  January  1883.  —  Aitkcn.  On  the  Effect  of  Oil  on  a 


—  1.II1  — 

S  tunn  v  i^e.i.  —  Dalfuur.  Diagnosca  piantai  uni  no  va  rum  PhanerogamarumSocotrensium,  ete. — 
Atihljo  JamivSMì.  Oli  Ancient  Tcnure  of  Land  in  Scotland,  —  Sing.  On  the  Impossibility 
of  Invcrted  Images  in  tlie  Air.  —  Gibson.  On  Somo  Laboratori  Arrangemonts.  —  Forbis. 

Transmissii E  Power  by  Alternate  Gurrents.  —  llerdnan.  On  the  11 dogy  of  the  Neural 

Gland  in  the  Tunicata  with  the  1 1 \  p  iphysis  Cerebri.  —  Pian:  On  the  Qiaternion  Exprcssion 
of  the  Finite  Displacements  of  a  System  of  Points  of  which  the  Mutual  Distances  remain 
InTariablo.  —  Snng.  On  Some  Properties  of  thè  Line  of  Simple  Flexure.  —  Knolt.  On  the 
Measurement  of  Resistance  to  Electrolytes.  —  hi.  The  Elcctrical  Resisicnee  of  Hydrogc- 
nised  Palladium.  —  Macfarlane.  Note  on  Piane  Algebra.  —  Aiiken.  On  the  Moon  and  the 
Weather.  —  Doti.  The  Acids  of  Opium.  —  Ihijle.  On  a  New  Entozoon  (Pentasto  munì 
protelis)  From  the  Mesentery  of  Proteles  cristatas,  Sparrrnann. —  Tali.  Note  on 
the  Compressibili ty  of  Water,  Sea-Water,  and  Alcohol  at  High  Pressure*.  —  hi.  Further 
Note  on  the  Maximum   Density  Point  of  Water. 

'Pi'occedings   of  the    smentirle    meetings    of    the   Zoological   Society    1881. 
Part  III.  London,  S.° 

Bell.  Studies  in  the  Holothuroidea*.  III.  On  Amphicyclns,  a  new  Genus  of  Den- 
drocliirotous  Holothurians,  and  i(s  hearing,  on  the  Classifìcation  of  the  Family.  —  Smith. 
An  Account  of  Land  and  Freshwater  Mollusca  collected  during  the  Voyage  of  Ihe 
'Challenger'  from  Derember  1872  to  May  1876.  —  llani  de  Berlepsch  et  Taczanowski. 
Deuxième  liste  des  Oiseanx  reeucillis  dans  l'Ecuadeur  occidental  par  MM.  Stolzmann  et 
Siemiradski.  —  Godman  and  Salvili.  A  List  of  the  Ithopalocera  collected  by  Mr.  G.  French 
Angas  in  thelsland  of  Dominica.  — Druce.  On  a  Cullection  of  Heterocera  from  Dominica.  — 
Bedddrd.  Preliminari'  Notice  of  the  Isopoda  collected  duriug  the  Voyage  of  H.M.S.  'Challen- 
ger'. Tart  I.  Serolis.  —  Jeffreys.  On  the  Molli. sca  procured  during  the  -  Lightning  '  and 
'Porcnpine'  Expedition*,  1868-70  (Part  VITI).  —  Dell.  Studies  in  the  Holothuroidea.  IV. 
On  the  Structural  Caractcrs  of  the  Cotton-Spinner  (Holoturia  nigra),  and  especially 
of  its  Cnvierian  Organs. —  Day.  On  Rai.es  and  Hybrids  among  the  Salruonidse.  Partii.  — 
Colteli.  On  some  apj  arentlj  new  Marsupials  fruin  Queensland.  —  Beddard.  On  Some  Points 
in  the  Stucture  of  Hapalemur  griseus.  —  Bariteli.  On  scie  Hybrid  Bovine  Animals 
bred  in  the  Society'-  Gardens.  —  Dobson.  On  the  Unimportance  of  the  Presenee  orAbsence 
of  the  Hallux  as  a  Generic  Character  in  Mainmalogy,  as  shown  by  the  graduai  Disappea- 
ìanec  of  this  Digit  within  the  limits  of  a  single  Genus.  —  Bales.  List  of  Coleoptera  of  the 
Families  Carabidaeand  Scaradanda;  collected  by  the  late  W.  A.  Forbes  on  the  Lower  Niger.  — 
Lli.mh.oltz.  Notes  upon  some  Mammals  recently  discovered  in  Queensland.  —  fìolmwood. 
On  the  Employment  of  the  Remora  by  Native  Fishermen  on  the  East  C'o.ist  of  Africa.  — 
Sharpe.  Further  Notes  on  Whitehead's  Nuthatch. — ■  Harllaub.  On  a  new  Species  of  S,il- 
pornis  from  E  istern  Equatorial  Africa.  —  Flower.  Note  "ii  the  'Names  of  two  Genera 
of  Delphinidse.  —  Boulenger.  Description  of  a  new  Variety  of  Lacerto  viridis,  from 
South  Portugal.  —  Camcrano,  Amphibiorum  Italia  cnu.neratio  systematica.  —  Forbjs. 
Remarks  on  a  I'aper  by  Dr.  A.  B.  Meyer  on  a  Collection  of  Bivds  from  the  East-  Indian 
Archipelago,  with  special  reference  to  those  described  by  him  from  the  Tiinor-Luit  Gruup 
of  Islanda.  — Swinhoe  On  some  new  and  little-known  Species  of  Putterflies  of  the  Genus 
Teracolus.  —  Day.  On  the  (Veniente  of  Lumpenus  lampetriformis  oli'  the 
East  Coast  of  Scotland.  —  Thomas.  On  a  Collection  of  ."Umida»  from  Central  Peni.  — 
liislant.  On  the  Rhynch  ita  collected  by  the  late  Mr.  W.  A.  Forbes  on  the  Lower  Niger.  — 
Mioart.  On  the  Developinont  of  the  Indivi  Inai  and  of  the  Species  as  Fornis  of  Instìnctivo 
Action. 

''Professional  Papere  of  t ho  Signal  service.  N.  XIV.  Washington,  1884.  4." 
Finley.  Charts  of  Relative  Storm  Frequency  fòr  a  portion  of  the  Northern  HemiSjmert'. 


—     LI  V    — 

": "Programm  (XLIV)    zum   Winckelmannsfeste  der   Arcbaeol.  Gesellschaft  zu 

Berlin.  Berlin,  1884.  4." 

Vriì.  Die  Kùnstlerinsehriften  der  sicilischen  Miinzen. 
'Recards  of  the  geological  Suryey  of  India.  Voi.  XVII,  p.  4.  Calcutta,  1884.  8." 

Oldham.  Note  on  the  Geology  of  part  of  the  Gangasulan  Pargana  of  Britich  Garhwal.  — 
McMàhon.  On  fragments  of  slates  and  schists  imbedded  in  the  gneissose  granite  and  gra- 
nite of  the  N.-W.  Himalayas.  —  Griesbach.  Keport  on  the  Geology  of  the  Takht-i-Sule- 
man.  —  Oldham.  Note  on  the  Smooth-water  Anchorages  of  the  Travancore  coast.  —  King. 
Notes  ou  Auriferous  Sands  of  the  Suhansiri  River;  Pondicherry  Lignite;  and  Phosphatic 
Rocks  at  Musuri.  —  Brace  Fcotc.  Mr.  H.  B.  Poote's  Work  at  the  Bilia  Surgam  Caves. 

*  Keport  (Annual)  of  the  Board  Regents  of  the  Smithsonian  Institution.  Year 
1882.  Washington,  1884.  8.° 

+ Keport  (Annual)  of  the  Curator  of  Comparative  Zoology  at  Harvard  College. 
1883-84.  Cambridge,  8.° 

fReport  of  the  proceedings  of  the  numismatic  and  antiquariati  Society  of 
Philadelphia  for  the  year  1883. 

■*■  Résumé  des  séances  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séance  da  21  nov. 
1884.  Paris,  8.° 

•Revtie  politique  et   littérake.  3C  Sér.  t.  XXXIV,  n.  23-26.  Paris,  1884.  4.° 

■"Revue  scientifique.  3"  Sér.  t.  XXXIV,  n.  23-2G.  Paris,  1884.  4.° 

-'  Revue  (Ungarische).  1S83  Heft  1V-X;  1884  Heft  I-VII.  Budapest,  1883-84.8:' 
I.  Salomon.  Das  Millenarium.  —  Szalay.  Magyarisehe  Archiv-Entfuhiung.  —  Ncusladl. 
Die  letzten  Lebensjahre  und  der  Tod  Konig  Wladislaw  II.  —  Bunfalvy.  Fesslers  Gesehi- 
ehte  von  Ungarn.  —  il.  Gyulai.  Denkrede  auf  Johann  Arany,  I.  —  Salamon.  Das  Mille- 
narium, II.  (Schluss).  —  Szilàgyi.  Daniel  Absolons  auslandische  Missionen,  I.  —  in.  llun- 
falvy.  Die  staatliehe  Selbstandigkeit  Kroatiens.  —  Gyulai.  Denkrede  auf  Johann  Arany 
(Schluss).  —  Siìlàgyi.  Daniel  Absolons  auslandische  Missionen  (Schluss).  —  Téglds.  Rine 
nette  KnochenhOhle  ira  Sicbenbiirgischen  Erzgebirge.  —  iv.  Simonyi.  Josef  Budenz.  — 
von  Wlislocki.  Zur  Volkskunde  der  transsilvanischen  Zigeuner  1.  —  Llpp.  Die  Metallbear- 
beitekunst  in  Pannonien  ini  Zeitalter  der  Volkerwanderung.  —  v.  von  Pulszky.  Die  Kupf'er- 
zcit  in  Ungarn.  —  von  Wlislocki.  Zur  Volkskunde  der  transsilvanischen  Zigeuner  (Schluss). 
Téylas.  Bergbau-Denkmiiler  aus  Dacien.  —  vi.  Szécsen.  Denkrede  auf  Georg  von  Mailàth. — 
von  Pulszky.  Die  Kupferzeit  in  Ungarn,  mit  zahlreichen  IUastrationen  (Schluss).  —  Ilun- 
falvij.  Wann  entstand  das  ehemalige  walachische  Furstentum?  —  VII.  Kcleli.  Ungarns 
Stellung  ini  Wcltverkelir. 

'Science.  Voi.  IV,  n.  94-97.  Cambridge  Mass.  1884.  8.° 

Powcll.  Marriage  law  in  savagery.  —  Bvanncr.  The  «porovóca»  or  bore,  ofthe  Ama- 
zon. —  Pcirce.  The  "  old  stone  mill  "  at  Newport.  —  Ilari  Merriam-  The  "  hood  "  of 
the  hooded  seal,  Cystophora  cristata.  —  Ncwcomv.  Can  ghosts  be  invcstigated?  —  Babbitt. 
Some  implementa  of  the  Minnesota  Ojibwa?.  —  Brooks.  A  new  law  of  organic  evolution. 

fSitzungsberichte  der  Kurlànd.  Gesellschaft  far  Literatur  und  Kunst,  1883. 

Mitan,  1884.  8.° 

Doblén.  Die  Geschichte  und  Beschreibung  des  Ordenschlosses  Doblén  und  seiner  Ruine.  — 
Blahm.  Ueber  die  Babylonen  ira  nordl.  Bussland.  —  Boy.  Die  Ausgiabungen  in  der  Schloss- 
ruine  Doblén  im  J.  1883.  —  D'orina.  Das  erste  Vorkmmen  Kurlands  in  der  Geschichte.  — 
bowijird.  Ausgrabung  in  Jasnagórka. 


—     LV    — 

*Tijdschrift  (Natuurkundig)  voor  Nederlandsch-Indié.  Deel  XL1II  (8  Sor.  Deel 

IV).  Batavia,  1884.  8.° 

[Jissink.  On  a  method  of  translating  the  carrent  of  ;i  magneto-telephone  from  onc  placo 
to  another.  —  Sluiler.  Beitrage  zu  der  Kennlniss  der  Gephyregn  aus  dem  malayischon  Archi- 
pel. —  Vorderman-  Bataviasche  Vogels. —    Posewilz.   Geologische   Notizen   aus    Central- 
Borneo.  —  Sluiler.  Ueber  cinen  in  AscidiSn  schmarotzenden  Wurzelkrebs. 
•Tijdschrift  (Nederlandsch)  voor  de  Dierkunde.  Jahrg.  V,  Afl.  1.  Amsterdam, 

1S84.  4.° 

Kerbert.  ..  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Niederlàndischen  Fauna  ".  Erster  Beitvag.  — 
Weber.  Ueber  „  Herrnaphroditismus  bei   Fischen  ". —  Kerbert.  „  Chromatophagus  parasiti- 
cus".  nov.  gen.  et  nov.  speo.  Ein  Beitrag  zur  Parasitenlehre. 
•Transactions  of  the  Connecticut  Acade my  of  Arts  and  Sciences.  Voi.  VI,  p.  1. 

New  Haven,  1S84.  8.° 
Emerton.  New  England  Spiders  of  the  Family  Therididre.  —  Willislon.  Dipterous 
Larva;  from  the  Western  Alkaline  Lakes,  and  their  use  as  Human  Foci.  —  hi.  Nortli 
American  Conopidre.  —  Andrews.  On  the  Anatoray  of  Li  bini  a  Emarginata  Ludi. 
the  Spider  Crab.  —  DeForesl.  On  an  Unsymmetrical  Law  of  Error"  in  the  Position  of  a 
Point  in  Spaco.  —  Verrill.  Second  Catalogne  of  the  Mollnsca  recently  added  to  the 
Fauna  of  the  New  England  Coast  and  the  adjacent  parts  of  the  Atlantic,  consistili^ 
mostly  of  Deep-Sca  Species,  with  Notes  on  others  previously  tecorded. 

•Transactions  of  the  royal  Society  of  Edinburgh.  Voi.  XXX,  p.  2,  3;  XXXII, 
p.  1.  Edinburgh,  4.° 

xxx.  2.  Heddle.  Chapters  on  the  Mineralogy  of  Scotland.  Chaptei  Seventh.  Ores  of 
Manganese,  Iron,  Chromium,  and  Titanium.  —  Domi  Sprague.  On  the  Nature  of  the  Curves 
whose  Interseetions  give  the  Iinaginary  Roots  of  an  Algebraic  Equation.  —  Deddard.  On 
the  Anatouiy  and  Histology  of  Pleurochaata  Moseleyi.  —  Peach.  Fuither  Researches  araong 
the  Crostacea  and  Arachnida  of  the  Carboni ferous  Rooks  of  the  Scottish  Border.  — 
Kidston.  Report  on  Fossil  Plants,  collected  by  the  Geological  Survey  of  Scotland  in  Esk- 
dale  and  Liddesdale.  —  Taii.  On  Mirage.  —  Percij  Sladen.  Description  of  Mimaster,  a  uew 
Genus  of  Asteroidea  from  the  F aeree  Channel.  —  Macfarlane.  Observations  on  Vegetable 
and  Animai  Cells:  their  Structure,  Division,  and  History. — xxx.  3.  Lawton  Goodwill.  On 
the  Nature  of  Solution.  Part  I.  On  the  Solubility  of  Chlorine  in  Water,  and  in  Aqueous 
Solutions  of  Soluble  Chlorides.  —  Balfour.  The  Dragon's  Blood  Tree  of  Socotra  (D  r  a  cren  a 
Cinnabari,  Ralf.  fil).  —  Dobbic  and  Heitderson.  On  a  Red  Resin  from  DracsehaCin- 
n abari  CBalf.  fil.),  Socotra.  —  xxxii.  1.  lloek.  The  Pycnogonida  dredged  in  the  Farce 
Channel  dùring  the  Cruise  of  H.M  S.  "Triton"  (in  August  1882). —  Piazzi  Smyth.  Bright 
Clouds  on  a  Dark  Night  Sky. —  Id.  Note  on  the  Little  b  Group  of  Lines  in  the  Solar 
Spectrnm  and  the  new  College  Spectroscope.  —  Chrislison.  Observations  on  the  Animai 
and  Monthly  Growth  of  Wood  in  Deciduous  and  Evergreen  Trees.  —  Ilay.  A  Contributi  n 
to  the  Chcmistry  of  Nitroglyeerine.  —  Ilay  and  Masson.  The  Elementary  Composition  of 
Nitroglycerine.  —  Herdman.  Report  on  the  Tunicata  collected  during  the  Crnise  of 
H.M.S.  ''Triton"  in  the  Summer  of  1882.  — Marshall.  Report  on  the  Pennatulida.  dredged 
by  H.M.S.  "Triton".  —  Perei/  Sladen.  Asteroidea  dredged  in  the  FaerOe  Channel  during 
the  Cruise  of  H.M.S.  '-Triton"  in  August  1882.  —  lloyle.  (»n  a  New  Species  of  Penta- 
stomum  T.  protei  i  s),  from  the  Mesentery  of  Proteles  cristatus;  with  an  Account 
of  its  Anatomy.  —  Knolt.  On  Supe'rposed  Magnetisms  in  Iron  and  Nickel.  — Andrews.  On 
the  Relative  Electro- Chemical  Position  of  Wrought  Iron  Steecl  ,  Casi  Metal,  &c.,  in  S 
Water  and  other  Solutions. 


•  Wochenschrift  cles  òst.  Ingenieur-  und  Arclntckten-Vereines.  Jlig.  IX,  u.  49-52. 

Wien,  1884.  4.° 
fZeitung  (Archaologische)  herausg.  vom  Arcliàolog.  Institut,  Jhg.  XL1I.  1881. 

3  Heft..  Berlin,  1883.  4.° 

Wolters.  Beitrage  zur  griechischcn  Ikonographie.  I.  Anakreon.  II.  Henna  re  hos.  III. 
Antiochos  Soter.  —  Sludnicska.  Zur  Etile  der  Parthenos.  —  Come.  Siegelring  aus  Cypcrn.  — ■ 
Schroder.  Zu  den  Webstiihlen  der  Alteri.  —  Illilmner.  Die  Speisetische  der  Grieehen.  — 
IhiUsch.  Ein  antiker  Massstab.  —   Wernicke.  Orestes  in  Delphi. 

+Zeitsclniffc  der  osterr.  Gcsellschaft  fiir  Meteorologie.  XIX  Bd.  Dee.  1S84. 
Wien,   4.° 

Muurer.  Taglicher  Gang  des  Luftdnickes  ara  Sàntis  und  grossen  St.  Bernard.  — 
Rotti.  Tragheitsbahn  auf  der  Erdoberflache. 

■Zeitschrift  (Historische)  herausg.  von  H.  v.  Sybel.  N.  F.  Bd.  XVII,  1.  Miiu- 

chen,  1885.  8." 

Lamj.  Cavour  und  Krìmkrieg.  —  Loscrth-  Neucre  Erscheinungen  der  Wiclif-Litera- 
tnr. —  Wenzelburger.  Zar  Erinnerung  an  Wilhelm  von  Oranien. —  Brosch.  Kunigin  Maria 
Karolina  von  Neapel. — Pflugk-Hai  tung.  Ueber  die  Herstellung  der  neuesten  Abbildungen 
voli  Urkundeii. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  gennaio  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

'Abate  E.  —  Il  colera,  sua  etiologia  e  cura.  Napoli,  1884.  8.° 

"Accademia  di  medicina  di  Torino.  —  Casimiro  Sperino  sodales  r.  Acade- 
miae  taurinensis  medicinao  studiis  provehendis  D.  D.  A.  D.  XII  Kal. 
januar.  Anno  MDCCCLXXXIV.  Torino,  1884.  4.° 

*Aloi  A.  —  Dell'influenza  della  elettricità  atmosferica  sulla  vegetazione  delle 
piante.  Catania,  1884.  4.° 

#Id.  —  Sulla  comparsa  delle  termiti  nelle  vigne  di  Catania.  Catania,  1884.  4." 

♦A/.  —  Sullo  spostamento  degli  strati  acquei  d'imbibizione  nei  diversi  ter- 
reni. Catania,  18S4.  4.° 

*Bertolotti  A.  —  Artisti  subalpini  in  Roma  nei  secoli  XV,  XVI  e  XVII.  Man- 
tova, 1884.  S.° 

'Bottoni  E.  —  Prodromi  della  faunistica  bresciana.  Brescia,  18S4.  8." 

'Bibbia  (La)  volgare  secondo  la  rara  edizione  del  I  di  ottobre  MCCCCLXXI 
ristampata  per  cura  di  C.  Negroni.  Voi.  V.  Bologna,  1884.  8." 

*Bìfjì  F.  S.  —  Sulle  antiche  carceri  di  Milano  e  del  Ducato  milanese  e  sui 
sodalizi  che  vi  assistevano  i  prigionieri  e  i  condannati  a  morte.  Mi- 
lano, 1884.  8." 

* Boncompagni  B.  —  Almanacco.  Padova,  1884.  8." 

*Jd.  —  Atti  di  nascita  e  di  morte  di  Pietro  Simone  Marchese  di  Laplace. 
Roma,  1883.  4.° 


I.VII     — 

*Boncortpagni  lì.  —  Biagio' Ugolini.  Padova,  1884.  8.° 

*/(/.  _  Calunnie  contro  un  papa.  Padova,  1883.  8." 

*Id.  —  Cassini  Gian  Domenico.  Padova,   1884.  8.° 

•/,/.  —  Charles  Caboche  ed  una  sua  opera.  Padova,  1S84.  8.° 

'/(/.  —  Il  Romagnosi  e  l'elettro  magnetismo  da  cui  la  scoperta  del  telegrafo. 

Padova,  1883.  8.° 
•/(/.  _  il  Vitali  ed  il  Renazzi.  Padova,  1884.  8." 

•/,/.  _  Intorno  ad  una  lettera  di  Carlo  Federico  Gauss  al  doti  Enrico  Gu- 
glielmo Mattia  Olbers.  Poma,   1884.  4.° 
•/,/.  _  Intorno  alla  vita  ed  ai  lavori  di  Antonio  Carlo  Marcellino  Poullet- 

Delisle.  Roma,  1883.  4." 
•/,/.  _  I/ab.  Melchiorre  MUsirini.  Padova,   1884.  8-u 
•/,/.  _  Libri  d'imprese  d'uomini  illustri.  Padova,   1885.  8." 
•/,/.  _  Lettera  di  Carlo  Federico  Gauss  al  dott.  Enrico   Guglielmo    Mattia 
Olbers  in  data  di  «  Braunschweig  den  3  September  1805  ■>.  Trad.   di 
A.  Sparagna.  Roma,  1883.  4." 

•  LI.  —  Lettre  de  Charles-Frédéiic    Gauss    an  D.r  Henri  Guillaume-Matthias 

Olbers  en    date  de  «  Braunscliweig  den  3  September  1805  ».  Berlin, 

1883.  4." 

•/,/._  Zero.  Padova,  1883.  8." 

"Bertolucci  G.  —  La  nuova  riforma  giudiziaria  in  Italia.  Modena,  1885.  8." 
'  lìruniaUi    A.    —    Le  scienze  politiche    nello    stato    moderno.  —  La  demo- 
crazia. Torino,  1884.  8.° 
•Canuti  I).  —    Il    conte   Umberto  I  (Biaucamano)    e  il  re  Ardoino.  Roma, 

1884.  8.° 

t  Catalogo  della  Biblioteca  della  Scuola  di.  applicazione  per  gl'ingegneri  in 
Roma.  3°  Supplemento.  Roma,  1884  4." 

•Gallo  G.  —  Notizie  della  Magna  Grecia  e  di  alcune  pili  celebri  sue  città 
e  le  tavole  Eracleensi  secondo  il  Mazzocchi.  Livorno,  1884.  8.° 

*Garibaldi  P.  M.  —  Stato  meteorologico  e  magnetico  di  Genova  per  l'anno 
1883.  Genova,  18S4.  4." 

Undici  sistematici  di  due  cronache  muratoriane  compilati  sotto  la  direzione 
di  C.  Cipolla  e  A.  Manno.  Torino,  1884.  8." 

•j.alnis  C.  —  La  cocaina  nella  pratica  laiingojatrica.  Milano,  1885.  8." 

•Luvini  G.  —  Sette  studi:  1°  Lo  stato  sferoidale;  2°  le  esplosioni  delle  mac- 
chine a  vapore;  3"  le  trombe  ;  4n  la  grandine;  5°  l'elettricità  atmosfe- 
rica; 6°  la  rifrazione  laterale;  7°  l'adesione  tra  i  solidi  e  liquidi.  To- 
rino, 1884.  8.° 

*Luzzatti  !..  —  Sull'esercizio  delle  strade  ferrate.  Discorso.  Roma,  1884.  8." 

*  Macchiali  !..  —  A  proposito  della  teoria  del  eh.  sig.  J.  Lichtensteiu  del  ti- 

tolo: «  L'evoluzione  biologica  degli  afidi  in  generale  e  della  fillossera 
in  particolare  ».  Firenzi',  1884.  8." 

Bullettino-Kendicosij  —  VOIi.  I. 


—    [.Vili    — 

* Mankllini  G.  —  Papiuiano.  Prefazione  allo  refezioni  sulle  avvocature  era- 
riali. Eoma,  1885.  8.° 

*  Carducci  E.  —  I  primi  due  libri  ilei  «  Tractatus  sphaerae»   di  Bartolomeo 

da  Parma.  Roma,  1885.   i." 
*Onetti  F.  —  Sull'uso  del  tabacco  da  fumare    considerato  dal  lato  igienico. 

Sanremo,  1885.  8.° 
1 0noranze  a  Francesco  de  Sanctis  (R.  Liceo  Ginnasiale  Colletta    in  Avellino. 

1883-84).  Avellino,  1885.  8.° 

*  Poggi    V.  —  La  gemma  di  E  litiche.  Genova,  1884.  4." 

*Id.  —  Un  tegolo  sepolcrale  dell'epoca  longobarda.  Genova,  1832.  4.° 
* Prota-Giurleo  N.  —  Sull'essenza  di  china-china.  Napoli,  1884.  8." 
•Relazione  del  Direttore  generale  delle  carceri  e  degli  ispettori  delle  carceri 

per  gli  anni  1878-83.  Roma,  1884.  8.° 
*Sarti   T.  —  Storia  dell'esercito  italiano  dalla  costituzione  dei  suoi  vaii  corpi 

ad  oggi.  F.  XI,  XII.  Roma,  1884.  8.° 
♦Statistica  giudiziaria,  civile  e  commerciale  per  l'anno  1881.  Roma,  1884.  4." 
♦Statistica  giudiziaria  penale  per  l'auno  1881.  Roma,  1884.  4.° 

*  Taramela   T.  —  Note  illustrative  alla  carta  geologica  della  provincia  di  Bel- 

luno. Pavia,  1883.  8." 

Pubblicazioni  estere. 

*Balaban  S.  —  Ueber  den  Gang  der  Temperativi  bei  Meriingitis  tuberculosa 
basilaris  der  Kinder  und  das  Verhalten  der  Pulsfrequenz  zu  derselben. 
Heidelberg,  1884.  8.° 

+  Barazvtti  C.  —  Zur  Lehre  vou  der  Prozessfahigkeit  uiit  Exkursen  in  die 
Lebre  von  der  absol litio  ab  instand ia,  den  Prozessvoraussetzun- 
gen  und  den  prozesshiudernden  Einreden,  nacli  der  Reichscivilprozess- 
ordnuug  und  im  Hiublick  auf  das  gemeine  Prozessrecht.  Mannlieim, 
1884.  S.° 

fBenckiser  A.  —  Zur  Entvvickelungsgeschichte  des  Corpus  Luteum.  Leipzig, 
1884.  8.° 

f  Deriseli  II.  —  Cledonii  Ars  Grammatica.  Heidelbergae,  1884.  4.° 

tBeselin  0.  —  Untersuchungen  ueber  Refraction  und  Grundlinie  der  Augen 
und  ueber  die  dynamischen  Vcrhàltnisse  der  lateral  Wirkeudeu  Augen  - 
muskeln  an  Madchen  von  5-18  Jahren.  Wiesbaden,  1884.  8.° 

iBijl  J.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  der  Kalkresorption  im  Thieikòrpcr.  Am- 
sterdam, 1884.  8.° 

* BrediclUn  Th.  —  Quelques  formules  de  la  théorie  des  comètos.  Moscou, 
1884.  8.° 

*Eaeslr6rn   G.  —  Bibliotheca  mathematica  1884.  Stockholm,  1884.  4.° 
Ephemeris   epigraphica    Corporis    inscriptionum    latinarum    supplemeatum. 
Voi.  V,  f.  3,  4.  Beroliui,  1884.  4.°  {acq.). 


—    I.1X    — 

''Falli  F.  —  Die  Lieder  dos  Castellans  von  Couchy  naeb  sammtlichen  Hand- 
sehriften  Kritisch  bearbeitet.  Heidelberg,  1883.  8." 

■  Frey  lì.  —  Casnistischev  Beitrag  zar  Pori'o'schen  Methode  des  Kaiserschnitfces. 

Heidelberg,   1883.  8." 
"Gasi  lì.  —  Beitràge  zar  Casuistik  der  Caries  der  Fiasswurzelknochen.  Strass- 

burg,  1884.  8.° 
•Gradinessung   (Europàische).   Das   Sshweizerische    Dreiecknetz  herausg.  von 

der  Sehweizerischon  geodàtischen  Commission^Bd.I  I.  Zi'irich,  1885".  4." 
i  Gmni   fi.  —  Catalogne  of  6415  Stara    for    the    epoch  1870  deduced  from 

observations  made  at  the  Glasgow    University  Observatory  during  the 

years    1800  to  1881.  Glasgow,  1883.4.° 
*flenzen   11'.  —  Die  antiken   Terraeotten ,  ini  Auftrag  des  Archaeologismen 

Instituts  des  Deutsohen  Reichs  herausg.  von  R.  Kekulé.  Rom,  1884.  8." 
t/Ierzfeld  G.  —  Za  Ottes  Eraclius.  Darmstadt,  1884.  8.° 
ìHoffmann  .1.  —  Eiu  Fall  von  acuter  aufsteigender  Paralyse.  Berlin,  1884.  8." 
"IIkohiiiikom  15.  C.  —  l>iorpa<pHiecKÌ0  CJtOBapt  npotbeccopoB^  n  npeitojana- 

Te.icn  inni.  Y\u pcHTeTa.  Cu.  B.ia;uiMÌpa.  (1834-1884).  KieB'E,  1884.  1." 

'IlKoniuiKOBa  B.  C.   —   HcTopHKO-CTaTHCTHiecKÌa   3anHCKH    ii.1i,  .vieai.ix'r.  n 

y'ieÓHo-iìenoMoraTe.iiaii.ixi,  yipeJKAeHifiX'E  inni.  yiiHBepcHTeTA  cb.  iua,in- 

Mipa  (1834-1884).  Kit-m.,   1884.  4.° 
1  Karg  K.  —  Die  Sprache  H  Steinhowel's    Beitrag  zur  Laat-  and  Flexions- 

lehre  des  Mittelhochdeutschen  ini  15  Jahrliandert.  Heidelberg,  1884.  8." 
tftoch  A.  —  Hermann    von    Salza  Meister  des   Deutschen   Ordens  (f  1239). 

Leipzig,  1884.  8.° 
*Lc  fìlanc  F.  —  Le  laboratoire  et  l'enseignement  de  J.  B.  Dumas.  Paris,  1884.  8.° 
tL0hren  A.  —  Beitràge  zar  Geschichte  des  Gesandtschaftlichen  Verkehrs  ini 

Mittelalter.  I  Die  Zeit  vom  vierten  bis  zam   Ernie  des  neunten  Jahr- 

hunderte.  Marburg,  1884.  8." 
" ilaurer  F.  —  Ein  Beitrag  zar  Kenntniss  der  Pseudobranchien  dei'  Knoehen- 

fisclie.  Leipzig,  1883.  8." 
'Meyer  G.  —  Albanesische  Stadien.  I,  II.  Wien,  18S3-S4.  S.° 

■  M'ibius  il/.  —  Untersachangen  aeber  die  Morphologie  and  Anatomie  der  Mo- 

nokotylen-ahnlichen  Eryngien,  Berlin,  1883.  8.° 
"Obser  K.  —  Wilfrid  der  Aeltere  Bischof  von  York.  Karlsruhe,  18S4.  8." 
'  Potagos  P.  —  Dix  anne'es  de  voyages  dans  l'Asie  eentrale  et  l'Afrique  equa- 
toriale. T.   I.  Paris,   1885.  4.° 
* Saefìlingen  A.  —  Zar  Organisatiou  der  Ecliinorhynchen.  Leipzig,  1884.  8." 
*  Sclilcncker  G.  lì.  —  Ueber  die  Verwandbarkeit  der   Borsaure  zar  Conservi- 

rang  von  Nahrangsmitteln.  Miinchen,  1883.  8.° 
tScliì'chardt  11.  —  Slawo-deatsclies  and  Slawo-italienisches.  Graz,  1885.  4." 
M'imeKii    i Ai;a,irii'im;ii')    ii.mii.    yHHBepCHTeTa    Cb.    It.ra. t,nMÌ(>a.   (1834-1884). 
lucin,    1884. 


\Statuta  comunis  et  populi  civitatis  Vissi  antiqui  et  fidelis  jussa  vel  dispo- 
sila ante  an.  mcdlxi.  Ed.  M.  Santoni  Camevs.  Camerini,  mdccclxxxv.  4.° 

ìSlcringa  Kuyper  D.  II.  —  De  fontibus  Plntarchi  et  Appiani  in  vita  Sullaè 
enarranda.  Trajecti  ad  Rhenum,  1882.  8.° 

*Ta«aiuiJ  n.iaHom.  stadia  fora.  yiuiBopcinv'ni  Cb.  R.ia;umipa  n  cocTOflnpx'B 
npn  Heiiii  y^peataemn.  Kiera..   1884.  4.°  ool. 

tWeinberg  G.  —  Das  franzosische  Schàferspiel  in  der  ersten  Hàlfte  des  sieb- 
zelinten  Jahrliunderts.  Frankfurt  a/M.  1884.  8." 

»BaaflHMÌpcKÌH-6yflaHOBi.  HcTopia   min.    SHHBepcHTeTa    Cu.   Bjia,prMÌpa. 

Tom.  I.  KieBfc,  1884.  4.° 

UVolf  A.  G.  —  Ad  jus  italicum.  Utrecht,  18S3.  8." 

t  \Yoif  /.'.  fi  e.  —  Dissertatio  1  itineraria  continens  obsirvatiohes  ad  scholià  in 
Platonem.  Trajecti  ad  Rhenum,  1884.  8." 

*  Wolf  II.  •/.   —   Fin   Beitrag   zur   Casuistik   der   Spina    Bifida.   Heidelberg, 
1S84.  8." 

•Zschalig  H.  —  Die  Verslohren  von  Fabri,  Du    Pont    und    Sibilet.  Leipzig, 
1884.  8.° 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  gennaio  1885. 

Pubblica zion i  ila l ia ne. 

'Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno   1884.  Roma,  1885.  8." 

Relazione  dell'Ispettorato  generale  degli  istituti  di  emissione   intorno  al  movimento 
delle  partite  più  importanti  dei  medesimi  istituti  dal  1850  al  1883. 

'Annali  del  Museo  civico  di  storia  naturale  di  Genova,  Sor.  2a,  voi.  I  (XXI). 
Genova,  1884.  8.° 

Salvadori.  Spedizione  italiana  nell'Africa  equatoriale.  Risultati  zoologici.  Uccelli  dello 
Scioa  e  della  regione  fra  Zeila  e  lo  Scioa.  —  Gribodo.  Spedizione  italiana  nell'Africa  equa- 
toriale. Risultati  zoologici.  Imenotteri.  Memoria  seconda.  —  Wytsman.  Catalogue  systé- 
matiqne  des  Passalides.  —  Gribodo.  Sopra  alcuni  imenotteri  raccolti  a  Minhla  nel  regno 
di  Birmania  dal  cap.  G.  B.  Comotto.  —  Reitter.  Sechs  neue  Coleopteren  aus  Italien  ,  gc- 
sammelt  von  Herrn  Agostino  Dodero.  —  Emery.  Materiali  per'  lo  studio  della  fauna  tuni- 
sina raccolti  da  G.  e  L.  Boria.  —  III.  Eassegna  delle  formiche  della  Tunisia.  —  Schaufuss. 
Bie  Scydmaeniden  Nord-Ost-Africa's,  der  Sunda-Inseln  und  Neu-Guinea's  im  Museo  civico 
di  Storia  naturale  zu  Genua.  —  Panna.  Materiali  per  lo  studio  della  fauna  tunisina  rac- 
colti da  G.  e  L.  Boria.  VI.  Sopra  alcune  Collembola  e  Thysanura  di  Tunisi.  —  Ferrari. 
Materiali  per  lo  studio  della  fauna  tunisina  raccolti  da  G.  e  L.  Boria.  V.  Rincori.  — 
Magnili.  Risultati  di  raccolte  imenotterologiche  nell'Africa  orientale.  —  Léveilló.  Description 
d'une  nouvelle  espèce  de  Trogositides. 

'Annali  di  agricoltura  1884.  N.  72,  83.  Roma,  1884.  8." 

72.  Relazione  sul  servizio  minerario  nel  1882.  —  83.  Scuole  agrarie  speciali. 

*  Annuario  della  r.   Università  di  Pavia.  18S4-85.  Pavia,  8." 


—    I.XI    — 

^Annuario  del  r.  Museo  industriale  italiano   in   Torino.  Anno  1884-85.  To- 
nno, 1885.  8." 
^Archivio  della  r.  Società   romana   di  storia  patria.  Voi.  VII,  f.  3-4.  Roma, 

1884.  8." 

Le  condizioni  della  proprietà  territoriale  studiate  sui  documenti  della  pro- 
vincia romana  dei  secoli  Vili.  IX  e  X.  -  Tomassetli.  Della  Campagna  romana  nel  medio 
evo  (contiti,  e  fine  della  prima  parte).  —  Levi.  Ricerche  intorno  agli  Statuti  di  Roma. — 
Tez%.  Filippo  li  e  Sisto  V:  canzone  veneziana  'li  un  contemporaneo. 

■  Archivio  storico  italiano.  Ser.  4\  tomo  XV,  disp.   I1.  Firenze,  1885.  8." 

Guasti.  Una  bolla  del  papa  Clemente  VII  scritta  in  Castel  Sant'Angelo  (maggio- 
dicembre  152")  o  rimasta  in  bozza.  —  Mazzatin.i.  Lettere  politiche  dal  1G4.2  al  1644  .li 
Vincenzo  Armanni.  —  Chiappala.  L'amministrazione  della  Giustizia  in  Firenze  duraìte  gli 
ultimi  secoli  del  medioevo  e  il  periodo  del  risorgimento  secondo  lo  testimonianze  degli 
antichi  scrittori.  —  Rossi.   Varazze  residenza  dei  vescovi  di  J;  tlemme     1136-1.414 

archivio  storico  lombardo.  Sar.  2\  anno  XI.  f.   4°.  Milano,  1S84.  S." 

Vignati.  Gaston  de  Fois  e  l'esercito  francesi  a  Bologna,  a  Brescia,  a  Ravenna.  Dal 
gennaio  Ioli  all'aprile  1512.  —  Mongcri.  Il  castello  di  Cusag  —  Ber  loto  Ili. 'La.  disfida  di 
Barletta  ed  uno  dei  suoi  campioni  al  servizio  del  Duca  di  Milano.  —  Benvenuti.  Luoghi 
neutri.  —  Tedeschi.  Colonia  soncinese  a  Sorvola  nell'agro  triestino.  —  Vinci.  Lodovico 
Sforza  detto  il  Moro  e  Giovan  Galeazzo  Sforza  nel  Canzoniere  di  Bernardo  Bel'incione. — 
Intra.  Lettere  inedite  di  Ippolito  Pindemonte. 

l'Ateneo  veneto  (L').  Serie  Vili,  voi.  II,  3-6.  Venezia,  1881.  8.° 

De  Kiriaki.  Girolamo  Cattanei  e  Carlo  Cornili.  —  Oddi.  Carlo  Combi  giurista  ed  in 
gitante.  —  Torcila.  Dei  soccorsi  sanitari  immediati.  —  Romano.  Sul  problema  della  pro- 
prietà e  dell'esercizio  delle  ferrovie. —  Ferret'i.  Impariamo  a  nutrirci.  —  GarlUlo.  Gustavo 
Mcyer,  l'Albania  e  l'Italia.  Introduzione.  l'Albania  e  Venezia.  —  Cisolli.  Li adizioni  so- 
ciali. —  Fanloni.  Archivio  notarile  di  Venezia.  — Marta.  Il  Galattocele,  stuli  e  osserva- 
vazioni.  —  Nardi.  Emanuele  Valenziani.  —    Giuriati.  Rinaldo  Fuliu. 

•Atti  dell'Accademia   pontifìcia   dei    Nuovi  Lincei.  Anno   XXXVII,  sess.   I.' 

Roma,   1884.  4.° 

Pepili.  Tliéorie  de  la  décomposition  des  nombfes  en  une  somme  de  5  cane;.  —  Cala- 
lan.  Memoire  sur  quelques* décomposition  en  carré.  —  Provenzali.  Sulla  straordinaria  Ime 
crepuscolare  del  1883-84. 

''Atti  della  Società  toscana  di  scienze  naturali.  —  Processi  verbali.  Adun.  del 

14  dee.   1S84.  Pisa,  8.° 
■Alti  della  Società  veneto-trentina  di  scienze   naturali    residente    in  Padova. 

Voi.  IX,  f.  l.°  Padova,  1884.  8." 

Ganeilrini.  Calori  specifici.  —  hi.  Nota  -ni  pesci  mostruosi.  —  Tischer.  Analisi  del 
corallo.  —  Fot.  Alcune  proprietà  fisiche  del  corallo.  —  Panebianco  Cel  lina  del  Vicen- 
tino. —  Bassani.  Intorno  ad  un  nuovo  giacimento  ittiolitico  nel  monte  Moscai  (Veronese).  — 
Galeno.  Dite  crani  italici  antichi.  —  Mani.  Catalogo  dei  Cefalopodi  dibranchiati  osservati 
nell'Adriatico.  —  Canestrini  e  Berlese.  Sopra  alcune  nuove  specie'  di  Acari  italiani. 

•Atti  e  Memorie  della  r.    Deputazione   di  storia   patria    per  le  provincie    di 

Romagna.  3a  Ser.  voi.  II,  4.  Bologna,  1SS4.  8." 

Brizio.  Nuova  situla  di  bronzo  figurata  trovata  in  Bologna.  —  Albicini.  Il  governo 
visconteo  in  Bologna    1  138-1  1 13  . 


—    I.XII    — 

^Biblioteca  storica  italiana  pubblicata  per  cura  della  r.  Deputazione  di  storia 
patria  di  Torino.  Voi.  I-III.  Torino,  1884.  4.° 

i.  Manno.  L'opera  cinquantenaria  della  r.  Deputazione  di  storia  patria  di  Torino.  — 
ir.  Porro.  Catalogo  dei  codici  manoscritti  della  Trivnlziana.  —  m.  Manno  e  Promis.  Bi- 
bliografia storica  degli  stati  della  monarchia  di  Savoia.  Voi.  I. 

^Bollettino  decadico    dell'Osservatorio  centrale  del  r.  Collegio  C.  Alberto  in 

Moncalieri.  Anno  XIII,  n.  3-6,  febb. -maggio  1884.  Torino,  4.° 
"Bollettino  dei  fallimenti   poi  5°  bimestre   dell'anno  1884.  Anno  VII,   n.  5. 

Roma,  1884.  4.° 
f  Bollettino  del  Collegio  degl'ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  III,  ti.  12, 

Napoli,  1885.  4.° 
'''Bollettino  della  Società  geografica   italiana.  Ser.  2",  voi.  IX,  fase.  12,  dee. 

1884.  Roma,  8.° 

Il  viaggio  di  Antonelli  e  Iìegazzi  allo  Scioa.  —  La  salma  del  dott.  Gio.  Chiarini.  — 
Bove.  Note  di  un  viaggio  nell'alto  l'aranà. 

"Bollettino   eli   notizie   agrarie.  Aimo  VI,  ti.  61,  63-66;   VII,    n.  1.    Roma, 

1884-85.  4.° 
"■Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  II,  1884,  ti.  18-20. 

Roma,  4." 
'Bollettino    meteorico    dell'Ufficio    centrale    di  meteorologia.  Gennaio    1885. 

Roma,  4°  lit.    • 
"•Bollettino  semestrale  del  credito  cooperativo,  ordinario,  agrario  e  fondiario. 

Anno  II,   1°  som.  1884.  Roma,  4.° 
*Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei   principali  prodotti    agrari  e 

del  pane.   1884,  n.  49,  50.  Roma,  4.° 
•Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  X,  dee.  1884. 

Roma,  4.° 
^Bullettaio  della  Società  entomologica  italiana.  Anno  XVI,  trini.  Ili  e  IV. 

Firenze,  1884.  8.° 

Bargaijli.  Rasségna  biologica  di  Rincofori  europei.  —  Berlese.  La  sistematica  dei  Sar • 
coptidi.  —  Gribodo.  Sopra  alcune  specie  nuove  o  poco  conosciute  di  imenotteri  Antofili.  — 
Diagnosi  di  nuove  specie  di  imenotteri  scavatori.  —  Macchiati.  L'evoluzione  biologica  degli 
Afidi  in  generale  e  d<dla  fillossera  in  particolare.  —  Milani  e  Garbini.  Nuovo  metodo  per 
trasportare  lo  squame  dei  Lepidotteri  sulla  carta.  —  Passerini.  Esperienze  sulla  decapita- 
zione delle  farfalle  del  baco  da  seta. 

"Bullettino  delle  scienze  modiche  pubblicato  per  cura  della  Società  medico- 
chirurgica  di  Bologna.  Anno  LV,  ser.  VI,  voi.  XIV,  f.  6,  dee.  1884. 
Bologna,  8.° 

Poggi.  Della  frattura  dell'epifisi  inferiore  del  radio  da  causa  indiretta.  —  Gambe- 
ri ni.  Il  lupus  è  una  tubercolosi? 

+  Bullettaio  di  bibliografia  e  di  storia  delle  scienze  matematiche  e  fisiche. 
T.  XUI-XIV  indici,' XVI,  apriie-dec.  1883;  XVII,  gen.-apiile  1884. 
Roma,  4." 


—     I-M  1 1 1      - 

xvn.  Nardveei.  Intorno  al  «  Tractatas  sphaerae  di  Bartolomeo  ila  l'arma,  astronomo 
del  secolo  XIII.  —  Favaro.  Di  alcune  relazioni  fra  Galileo  Galilei  e  Federico  Cesi.  — 
G  echi.  Alcune  asserzioni  di  C.  F.  Gauss  circa  le  forme  quadratiche  YY±nZZ.  —  hi. 
Teoremi  di  Sofìa  Gerraain  intorno  ai  residui  biquadratici.  —  Favaro.  Sulla  morte  di  Marco 
Velsero  e  sopra  alcuni  particolari  della  vita  di  Galileo, 
"l'ai elidano  dell'Osservatorio   dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Anno  VI, 

1885.  Roma,  16." 
■Cimento  (Il  nuovo).  2T  Ser.  t.  XVI,  ott.-dic.   1S84.  Pisa,   1885.  8.° 

Pagliani  e  Vicentini.  Sulla  compressibilità  dei  liquidi  ed  in  particolare  dell'acqua.  — 
Ròiti.  Metodo  per  determinare  la  capacità  di  un  condensatore  in  misura  assoluta.  —  fi  l- 
trami.  Intorno  ad  un  problema  relativo  alla  teoria  delle  correnti  stazionari.-.  —  I 
Delle  variazioni  nella  intensità  e  nella  forza  elettromotrice  in  una  coppia  elettrici  al 
acqua  di  mare.  —  Delirami.  Sulla  teoria  dell'induzione  magnetica  secondo  Poisson.  —  Pa- 
cinolti.  Sulla  magnetizzazione  artificiale  della  magnetite. 
•Circolo  giuridico  (II).  Anno  XV,  n.  11-12,  nov.-dic.  1884.  Palermo,  - 

Decisioni  civili  e  penali. 
+  Commentari  dell'Ateneo  di  Brescia  per  l'anno  1884.  Brescia,  1884.  8." 

A  grotti.  Sui  lessi  dolenti  dell'Inferno  e  sul  testo  della  Divina  Commedia.  — 
Deliranti.  Berardo  Maggi  e  la  trasformazione  del  comune  di  Brescia  in  signoria.  —  /;■  l- 
toni-Cazzago.  Rivoluzione  e  guerra  d'Ungheria  negli  anni  1848-49.  —  Delirami.  Il  v  «  a 
lismo  nel  dialetto  odierno  di  Brescia.  —  Rosa.  La  mente  di  C.  Cattaneo.  —  Riboli.  Gior- 
dano Brano. —  Delirami.  Del  consonantismo  e  degli  accidenti  fonetici  generali  Jel  dialetto 
di  Brescia.  — ■  t'acclamali.  Contribuzione  allo  studio  della  geologia  abbruzzese.  —  Gasasopra. 
Sulla  origine  del  diritto  di  governo. 

^Cronaca  della  istruzione  pubblica  e  privata.  Voi.  XIII,  7.  Palermo,  1885.  8.° 
Lo/ino.  Del  tatto,  dell'odorato  e  del  gusto.  —  Scaglione.  Intorno  al  valore  dei  premi.  — 
Za/futo.  Della  composizione  e  della  grammatica. 

'Filosofìa  (La)    delle   scuole  italiane.  Anno  XV,  voi.  XXX,  disp.  3.  Roma, 
1884.  8.° 

t'erri.  Una  lezione  elementare  di  psicologia.  I  fatti  psichici  e  i  fatti  fisici.  —  Mar- 
tinazsoli.  Di  un  poema  filosofico  del  500  dimenticato  dagli  italiani.  —  Macchia.  Pensieri 
di  filosofia.  Fositivismo  e  libertà  del  volere.  —  Chiappelli.  Ancora  sopra  Panezio  di  Rodi 
e  il  suo  dubbio  sulla  autenticità  del  Fedone  platonico. 

•Gazzetta  chimica  italiana.  Appendice.  Voi.  II,  n.  22,  23.  Palermo,  1884.  8." 

•Giornale  (Nuovo)  botanico  italiano.  Voi.  XVII,  n.  1,  gen.  1885.  Firenze,  8.° 

'i  Watt.  Prodroraus  florae  voronensis  (continuatio).  —  Tassi.  Degli  effetti  anestesie» 

nei  fiori.   —    Cugini.  Descrizione   anatomica  dell'infiorescenza  e   del   fiore   femmineo   del 

Di  oo  n  edule  Lindi. 

"Giornale  d'artiglieria  e  genio.  18S4.  Piint.   13.  Roma,  8.° 

•Giornale  della. Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche  di  Genova.  Ann.. 

IX,  f.  1-2.  Genova,  1885.  8.° 

''  31        ii.    sua    infanzia  e  sua  educazione    ecc.  —  Gli  Ita- 

liani al  Fiata    —  (  Sa  gli  stuli  danteschi  e  su  di   alcuni  scritti  del  prof.  Carlo 

\  i    allo.  —  Marchio.  Carlo  Combi.  Cornili  infrazione  con  appendice.  —  Perroni.  Di  un  pro- 
blema relativo  alla  sfera.  —    Virgilio.  Cenni  necrologici  del  cav.  Antonio  Montanaro. 

^Giornale    di    matematiche    ad    uso    degli  studenti  delle  università  italiane. 
Voi.  XXII,  f.  alt.  Napoli,  1884.  4.° 


—    LXIV    — 

liianchi.  Sui  sistemi  tripli  ciclici  di  superficie  ortogonali.  —  Id.  Sopra  una  proprietà 
caratteristica  delle  superficie  ad  area  minima. 

* Giornale  di  medicina  militare.  Anno  XXXII,  n.  12.  Roma,  1884.  8.° 

Fresa.  Studio  critico-clinico  sulla,  polmonite  erupale.  —  Coccone.  Analisi  di  alcune 
acque  potabili  della  città  di  Ravenna. 

'■"Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  X,  10,  11.  Torino,  1884.  4." 
frugnola.  Strada  ferrata  da  Clermont-Ferrand  a  Tulle.  —  Sachero.  Del  lavoro    mu- 
scolare dell'uomo  e  della  convenienza  di  migliorare  la  nutrizione  dei  lavoratori  dei  campi.  — 
Basile.  Sullo  stile  dei  nuovi  edilìzi  pubblici  in  Italia  e  dove  debbasi  attingere  l'ispirazione. 

■■Miscellanea  di  storia  italiana  edita  per  cura  della  r.  Deputazione   di  storia 
patria.  T.  XXIII,  (2a  ser.  Vili).  Torino.  1884,  8.° 

Cais  di  Pierlas.  T  conti  di  Ventimiglia  ,  il  priorato  di  San  Michele  e  il  principato 
di  Seborga.  —  Promis.  Brevi  cenni  sulla  vita  e  sugli  scritti  del  p.  Giuseppe  Colombo  bar- 
nabita. —  Sommi-Picenardi.  Trattato  fra  Barnabò  Visconti,  il  conto  Antonio  di  Monte- 
feltro,  la  Repubblica  dì  Firenze  e  le  Comunità  d'Urbino  e  Cagli.  —  Due.  Cartulaire  de 
d'Evechet  d'Aosta.  —  Candii.  L'onorevole  Q.  Sella.  —  Cipolla  e  Manno.  Indici  sistem  itici 
di  due  cronache  inuratorianc. 

+  Natura  (La).  N.  54  57  (4-25  gen.  1885).  Milano,  4." 

54.  Schiaparelli.  Dimensioni  terrestri  e  cosmiche.  —  Frasca.  Come  è  morto  Gustavo 
Bianchi.  —  L'illuminazione  elettrica  della  nuova  stazione  di  Bnda-Pest. —  Sinigagtia.  An- 
versa e  la  sua  prossima  Esposizione  internazionale.  —  Mantegazza.  Italiani  e  cibi  italiani 
nel  cinquecento.  —  Seslini.  Per  combattere  la  fillossera.  —  D:nza.  La  burrasca  e  le  nevi 
di  questi  giorni.  —  55.  Brunitila.  Gustavo  Bianchi.  —  Neri.  La  ferrovia  pel  Gran  San  Ber- 
nardo. —  Vinciguerra.  Crociera  del  "  Corsaro  „  alle  isole  Madera  e  Canarie.  —  Pini.  Il 
terremoto  della  Spagna.  —  Pogliaghì.  Rivista  di  fisica.  —  06.  Usigli.  La  cocaina,  nuovo 
anestetico  locale.  —  Taglio  dell'istmo  di  Corinto.  —  Menozzi.  Rivista  di  chimica  orga- 
nica. —  Arpesani.  Il  materiale  ferroviario  all'Esposizione  italiana  di  Torino  —  Della  Ve- 
dova. Dove  avvenne  il  disastro  della  spediazione  Bianchi.  —  Tombe  degli  Aino-  —  Brunialti. 
Zanzibar.  —  57.  ftoster.  Analisi  dell'aria:  nuovi  apparecchi  di  aspirazione. —  Pini.  I  ter- 
remoti. —  Mantegazza.  Fra  gli  Ostiacchi.  —  Buonfanli.  Un  italiano  al  Congo. 

^Rivista  alpina  italiana.  Voi.  Ili,  n.  12.  Torino,  1884.  4.° 

Salino.  Una  gita  al  lago  Misurina  (Alpi  dolomitiche  del  Cadore). 
•Rivista  archeologica  della  provincia  di  Como.  F.  26,  die.  1884.  Milano,  8.° 
barelli.  Recenti  scoperte  di  antichità  preistoriche.  —  Quaglia.  Archeologia  e  preisto- 
rica. —  Garovaglio.  Scoperte  di  tombe  romane  nella  villa  Barbaccini  a  Parravicino  d'Erba.  — 
Nota  completa  dei  frammenti  di  epigrafi    pagane    e   cristiane    dei    primi  secoli,  rinvenuti 
nella  chiesa  di  S.  Protaso    iu   Como.  —  Garovaglio.  Cantù,    e    la   casa   degli  Alciato.   — 
Barelli.  Monumenti  megalitici  nella  provincia  di  Como. 
•Rivista  di  artiglieria  e  genio..  Anno  1884,  punt.  12.  Roma,  8.° 

Cugia.  Cenno  sul  rifornimento  delle  munizioni  presso  i  principali  eserciti  europei.  — 
Pescelto.  Sul  perigrafo  istantaneo  del  colonnello  Mangili.—  Clavarino.  Il  materiale  a  retrocarica 
da  campagna,  d'assedio  e  da  costa  dell'artiglieria  italiana.  —  Ridotti  corazzati  per  fanteria 
adottati  in  Olanda.  —  Falangoli.  Esperimenti  sulla  resistenza  dei  laterizi  allo  schiacciamento. 

^Rivista  di  filosofia  scientifica.  Voi.  IV,  2.  Milano,  1884.  8.° 

Aeanfora-Vehturellì.  Studi  di  psicofisica.  Sulla  legge  della  sensazione  di  Bernstéin.— 
Bonelli.  Sulla  nozione  d'individuo  in  biologia.  —  Cervello  e  Coppola.  Studi  di  psicologia 
sperimentale.  Ricerche  sulla  durata  degli  atti  psichici  elementari  sotto  l'influenza  delle 
sostanze  ipnotiche  (paraldeide  e  cloralio).  —  Fano,  La  fisiologia  quale  scienza  autonoma. 


—    I.XV    — 

•  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Ser.  2\  anno  Vili,  n.  24;  IX,  n.  1.  Cone- 

gliano,  1884-85.  8.° 

Cerlelti.  Reminiscenze  e  speranze  circa  i  vini  italiani.  —  CMolini.  L'enotecnia  all'Espo- 
sizione 'li  Torino.—  Cubani.  Ricerche  sulla  formazione  dell'amido  nelle  foglie  della  vite. 

'Rivista  marittima.  Gennaio  1885  (Anno  XVIII,  1).  Roma,  8.° 

Muzzri.  (ili  arsenali  marittimi  dal  punto  di  vista  dell'amministrazione,  della  conta- 
bilità e  del  controllo  in  Italia,  Francia,  Inghilterra.  —  Li  marina  svedese.  —  Maldini.  I 
bilanci  della  marina  d'Italia.  —  Dove.  Note  di  an  viaggio  nell'alto  Parami.  —  La  flotta 
corazzata  dell'Inghilterra.  —  Operazioni  della  squadra  francese  nel  fiume  Min. 

■Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVI,  n.  23-24.  Firenze,  1884.  8." 

Emo.  Variazioni  nella  i esistenza  elettrica  dei  fili  metallici  solidi  e  puri  colla  temperatura. 
•Studi  e  documenti  di  storia  e  diritto.  Anno  V.  4.  Roma,  1884.  4.° 

Cozza-Luzi.  De  legura  custode  et  athenaeo  Constantinopolitano.  Decretimi  sen  Novella 
ini]..  Constantini  Monomachi  descripta  a  Joanne  Euchaitensi  et  ab.  A.  card.  Mai  latine 
v  rsa.  —  De  Dossi.  La  biblioteca  della  Sede  apostolica  ed  i  catalogi  dei  suoi  manoscritti.  — 
hi.  I  gabinetti  di  oggetti  di  scienze  naturali,  d'arti  e  d'archeologia,  annessi  alla  biblioteca 
Vaticana.  —  Gatti.  Statuti  dei  mercanti  di  Roma. 
'Studi  senesi  nel  Circolo  giuridico  della  r.  Università.  Voi.  I,  f.  3-4.  Siena, 

1884.  8.° 

Chironi.  Della  responsabilità  dei  padroni  rispetto  agli  operai  e  della  garanzia  contro 
gli  infortuni  del  lavoro,  conte  line).  —  Ferri.  La  procedura  penale  e  la  scuola  criminale 
positiva.  —  Caporali.  Appunti  biografici  e  bibliografici  sui  giureconsulti  senesi. 

Pubblicazioni  estere. 

•Alistracts  of  the  Proceedings  of  the  Chemical  Society.  N.  1,  sess.  1884-85. 

London,  8." 
fAcadémie   des  scienees,   belles  lettres   et   arte   de  Besancon.   Année  1883. 

Besancon,  1884.  8." 

Druhen.  La  moderine  et  les  médecins  au  teraps  de  M™  de  Sévigné.  —  Gauthier. 
Montres  d'armes  du  rière-ban  des  ressorts  de  Dole  et  d'.Vval.  —  Druhen.  Sur  le  théàtre  à 
Besancon.  —  Merda:  Les  Saxifrages,  poésies  franc-eomtoises.  —  VuilUrmoz.  Les  libertés 
publiqnes  en  Franche-Comté.  —  Suchet  et  Gauthier.  L'Abbaye  de  Mont-Sainte-Marie  et  ses 
monnments.  —  Michel.  De  l'inegalité  des  conditions.  —  Meynier.  Note  sur  le  pajs  di  • 
Attuariens. 
+Acta  de  la  real  Academia  de  ciencias  naturales  y  artes  de  Barcelona.  Sesion 

inaugurai  de  los  trabajos  de  la  Corporacion  en  el  curso  de  1884  a  18S5. 

Barcelona,  4." 
•Almanaque  nautico  para  1880  calculado  en  el  Instituto  y  Obser  va  torio  de 

Marina  de  la  Ciudad  de  San  Fernando.  Barcelona,   1884.  4.° 
■Anales   de  la   Sociedad  cientilìca   Argentina.   T.  XVIII,   0.   Buenos   Aires. 

1884.  8.° 

Informe  sobre  las  condiciones  de  cstabilidad  y  materiata  de  construccion  del  dique 
San  Roque    Provincia  de  Cordoba).  —  D      rnrina  iones  telegràficas  de  diferencias   de  longi- 
tipi en  la  America  del  Sud.  —  Spcgaizini.  l'ungi  guarani 
•Aunalen  dcr  Physik  und  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXIV,  1,  Leipzig,  1SS5.  S." 

Uri. 1.1  11 1 N •  ■  - 1 : 1  SDICONTI  —   Vol.   I.  '•' 


—   LXVI    — 

Lelimann.  Ueber  den  Selimelzpurikt  in  Contact  befindlichcr  EOrper  und  dio  Electto- 
lyse  des  festen  Jodsilbers.  —  v.  Dezold.  Ueber  eine  ncue  Art  von  Cohasionsfignréri.  — 
Boltzmann.  Ueber  die  Muglichkeit  d«r  Begriindung  einer  kinetischen  Gastheorie  auf  anzie- 
hecde  Kràfte  allein.  —  Cliwolson.  Ueber  die  Calibrirung  der  StOpselrheostaten  von  Siemens 
und  Halske.  —  Kohlrausch.  Die  electriscbe  Leitungsfàhigkeit  des  im  Vacuum  destillirten 
Wassers.  —  Kirchhojf.  Ueber  die  Formanderung,  die  ein  fester  elastischer  Korper  erfahrt, 
wenn  er  raagnetisch  oder  diélectriscli  polarisirt  wird.  —  SchusCer.  Ueber  die  Entladung 
der  Elcctricitat  durch  Gase.  —  Goldstrin.  Ueber  electrisehe  Leitung  im  Vacuum.  —  Sie- 
mens. Beitràge  zur  Theorie  des  Magnetismi!*.  —  Hertz.  Ueber  die  Dimensionen  des  magne- 
tiseben  Pois  in  verschiedenen  Maasssystemen.  —  Ketteler.  Die  optischen  Constatiteli  der 
magnetischen  Medien.  —  v.  Fleischl.  Die  doppelte  Brecbung  des  Lichtes  in  Fliissigkeiten.  — 
Voigl.  Ueber  die  Bestimmung  der  Brecbungsiiidices  absorbirender  Medien.  —  Ueber  die 
Theorie  der  Beflexion  nnd  Brecbung  an  der  Grenze  durchsichtiger  krystallinischer  Medien. 
Unnaleii  (Mathematische).  Bel.  XXIV,  4;  XXV,  1.  Leipzig,  1884-85.  8.° 

xxiv.  4.  Kónig.  Theorie  der  partiellen  Differentialgleichungen  zweiter  Ordnung  mit 
zwei  unabhangigen  Variabeln.  —  Uè.  Ueber  Differentialinvarianten.  —  Netto.  Ueber  die 
Factorenzerlegung  der  Discriminanten  algebraischer  Gleichungen.  —  Pick.  Kotiz  iiber 
ganzzahlige  lineare  Sabstitutionen.  —  hi.  Ueber  gewisse  durch  Functionalgleichungen  defi- 
nirte  Functionen.  — xxv.  1.  Hess.  Ueber  die  Biegung  und  Drillung  eines  unendlich  diinnen 
elastischen  Stabes  mit  zwei  gleichen  Widerstànden,  anf  dessen  freics  Ende  eine  Kraft  und  ein 
uni  die  Hauptaxe  ungleichen  Widerstandes  drehendes  Kraftepaar  einwirkt.  —  Voss.  Ueber 
l'olygone,  welche  einem  Gebilde  zweiten  Grades  um=chrieben  sinJ. —  Lie.  Allgemeino  Unter- 
suchungen  iiber  Differentialgleichungen,  die  eine  contìnuirliche,  endliche  Gruppe  gestatten.  — 
Cai/lei/.  On  the  quadriquadric  Curve  in  connexion  with  the  theory  of  Elliptic  Functions. 
■■'Auiiales  de  la  Société  scientifique  de  Bruxelles.  VII?  aimée,  1883-84.  Bru- 
xelles, 1884.  8." 

Gilbert.  Démonstration  simplifiée  des  formules  de  Fourier.  —  Mansion.  Sur  l'appro- 
ximation  des  inte'grales  déflnies  et,  en  particulier,  du  périmètre  de  l'ellipse.  —  Delsaulx.  Sul- 
la theorie  des  sons  re'sultants.  —  Lamey.  Sur  les  aspeets  de  la  comète  Pons-Brooks.  — 
Id.  Aspect  de  la  planète  Mars  pendant  son  opposition  (  1871).  —  de  la  Vallèe  Poussin.  Sur 
les  terrains  des  environs  de  Fauquemont.  —  de  Salvert.  Sur  la  theorie  de  la  surface  indi- 
catrice des  courbures.  —  Le  Paige.  Sur  quelques  questions  relatives  aux  quartiques  planes.  — 

_—  .  —  SUtffaes.  Sur 

la  tendance  au  parallelisme  des  axes  de  rotation.  —  Legouis.  Becherches  sur  le  pancreas  de 
Cyclostomes  et  sur  le  pancreas  et  le  foie  dénués  de  canal  abducteur  propre  chez  le  Petro- 
myzon  marinus.  —  Turquan.  Sur  l'integration  de  quelques  classes  d'équations  aux  dérivécs 
partielles  dn  second  ordre  à  deux  variables  indépendantes.  —  Baule.  Sur  un  théorènie  de 
mécanique  du  à  Sir  W.  Thomson.  —  Goix.  Des  rapports  de  l'angine  herpe'tique  avec  l'an- 
gine  diphtérique.  —  Glaes.  Note  sur  le  procede  Kjeldal  pour  le  dosage  de  l'azote  dans  les 
matières  organiques. 
■Armales  de  l'Éeole  polytecliuique  de  Delft.  1"  livr.  Léide,  1884.  8.° 

Schols.  Sur  l'emploi  de  la  projection  de  Mercator  pour  le  calcai  d'une  triangulation 
dans  le  voisinage  de  l'équateur. 
+Annales   de   l'Observatoire  imp.  de  Kio  de  Janeiro.  T.  II.  Kio  de  Jaueiro, 

1883.  4.° 

Cruls.  Étude  des  erreurs  de  la  gradaation  du  cerele  murai.  —  Liais.  Révision  des 
tables  de  Mercure  et  des  masses  des  planètes  inférieures.  —  Schmidl.  Observations  de  la 
grande  comète  australe,  faites  à  Athénes. 


—   LXVII    — 

*AnnaIes  (Nouvelles)  de  Malhématiques. 3e  Sér.  1884  dee,  1885  janv.  Paris,  8." 
Déc.  d'Ocagne.  Etude  de  daux  systèmes  simples  de  cóordonnéi    I    igeni    11       [ans  le 
]ilan  :  coordonnées  parallèles  et  coordonnées  axiales.  —  Casaro.  Algorithme  isobarique.  — • 
Janv.  Lagiurre.  Sur  Ics  auti  tion  de  la  parabole,  Ics  raj  m    in  idents 

étant  perpendicalaires  à  l'axe.  —  llalpln  n.  Formules  d'algebre.  Résolution    des  équations 
dn  troisième  et  du  quatrième  degré.  —  Cesavo.  Sur  une  équation  aux  différences  raèldes.  — 
Id.  Dériyées  des  fonctions  de  fonctions. 
■    +Annales  des  mines.  Se  Sér.  t.   VI,  5.  Paris,  1884.  8.° 

E  saia  effectués  sur  uno  machine  Corliss  auy  nsines  du  Creusot.  —  Rcduux. 
Percement  des  Alpes.  —  Ehi. le  des  travanx  exécutés  au  tunnel  de  l'Arlberg.  —  Loricux. 
Notiee  nécrologique  sur  M.  Guillcbot  de  Nerville,  inspectenr  general  des  mines.  —  Keller. 
Statistique  des  caisses  de  secours  pour  les  mineurs  et  des  autres  institutions  de  prévoyance 
ayant  fonctionné  sus  les  honillères  en  1882.  Bapport  presente1  à  M.  le  Ministre  des  tra- 
vati* publics.  —  Loricux.  Notiee  nécrologique  sur  M.  Brossard  de  Corbigny,  ingénieur  en 
elief  des  mines. 

tAnnales  des  ponts  et  cliaussées.  C  Sér.  t.  Vili,  IP  Cahier.  Paris,  1884.  8.° 
Chalmcti.  Paroles  prononeees  sur  la  tombe  de  M.  Gayant.  —  Lefébure  de  Pourcy.  Pa- 
roles  prononeees  sur  la  tombe  de  M.  J.-B.  Frémaux.  —  Bouffd.  Notiee  biographiqne  sur 
M.  Simonneau.  —  Picard  et  Denys.  Notiee  nécrologique  sur  M.  Henry-Felix  Fréeot.  — 
Schlemmer.  Note  sur  l'apparcil  de  déclenchement  système  Aubine  pour  signal  automoteur.  — 
Lemoine.  Note  sur  l'annonce  des  crues  de  l'Ohio.  —  Le  Chalrlier.  Note  sur  le  calcul  des 
poutrelles  des  ponts  métalliques  pour  voies  charretières.  —  Cadart.  Jetée  sur  pieux  à  vis 
à  l'embouchure  de  la  Delaware.  —  hi.  Amélioration  de  l'embouebure  du  Mississipi.  —  Id. 
Procédés  employés  pour  l'extraction  des  rochers  sous-marins  dits  Hallet's-Point  et  Flood- 
Rock  à  New-York.  —  d'Ocagne.  Procède  nouyeau  de  calcul  graphique. 
fAnzeiger  (Zoologiselier).  Vili  Jlig.  n.  185,  186.  Leipzig,  1885.  8.° 

185.  Horst.  Ueber  ein  ràthselhaftes   Organ   bei   den   Chloraemiden  Qfg.  —  Simrolh. 
Einige  Beraerkungen  iiber  die  Neurobranchier  insbesonJere  Pomatias  tes  sellat  us.  — 
Viìlot.   .Sur  l'état    larvaire    et  l'hòte   intermédiaire  de  l'Echino  rhyncus    clavaeceps 
Zcder.  —  Polelaiew.  Ueber  die  Spinndriisen  dei-  Blattwespen.  —  Per.acca.  Sur  un  cas  d'al- 
binismo observé  dans  une  tornelle  de  Melitaea  Didyma.  —  Shipley.  Ueber  das  Nerven- 
tein  dei-  Argiope.  —  180.  Sehìmkewitz.  Ueber  die  Identitat  der  Herzbildung  bei  den 
Virbel-  uni  Wirbellos  n  Thieren.  —  Vlianin.  Bemerkungen   ueber  die  Synascidiengattung 
Distaplia  I>.  V.  —  Natsonow.  Zur  embryonalen    Eiitwicklung  von  Balanus.  —  Len- 
■l'.l.  D  s  Nervensystem  der  Spongien.  —  List.  Ueber  einzellige  Driisen    (Becherzellen 
ini  Cloakenepithel  der  Rochen.  —  Hubrcehl.  Der  exeretorische  Apparat  der  Nemertinen.  — 
Vogl.  Ueber  Ery  t  hropsis  agilis  Rich.  Hertwig. 
*Archiv  der  Mathematik  und  Physik.  2"  Reihe.ITh.  2,3  Heft.  Leipzig,  1884.  S." 
i.  2.  Pirani.  Ueber  ein  Curvographon.  —  Lauermann.   Zur  elementar-geometrischen 
Kegelschnittslehre.  —  Greiner.  Eigenschaften  der  Punkte  mit  reciproken  Dreieckscoordi- 
n  iten  und  deren  Anwendung  auf  das  Dreieck.  —   Uoppe.   Ein    l'roblem    iiber   beriihrende 
Kugeln.  —  Mùller.  Zur  Transformation  der  Thetafunctionen.  —  llain.  Zur  Polaritàtstheorie 
Dreiseites.  —  Simon.  Bemerkuug  zu  einer  Dreiecksafgaube.  —  r.  3.  Santo.  Ueber  Pro- 
tivitàt  und  partielle  Differentialgl  ichungen  in  der  Geometrie.  —  Baiala   Beleuchtungs- 
C  nstructionen  fùr  Elachen,  deren  zu  einer  Aehse  normale  Sehnitte  iihnlich   und  àhnlich 
liegend  sind,  bei  orthogonaler  uni  bei  perspectiviscki  t  Dar  tellung.  —  [loppe.  Bedingungen 
einer  Canalflachc  nebst  einigen    Bemerkungen    an   Canalfiacb.cn.  —  Klmj.   Perspectivische 
Dreieeke  die  einem  Kegelschnitt  einbeschrieben  sind.  --  Id.  Einige  Sàtze  iiber  das  Viereck 
u.il  Kegelschnittbusehel  — Neil.  Die  AuflOsung  dreigliedriger  Gleichungcn  iiach  Gauss.  — 


—    LXV1II    — 

Sporer.  Eine  Verallgemcinerung  der  Siitze  von  Pascal  und  Biianchon  and  das  Problem  von 
Castillon.  —  Sloll.  Ueber  die  Eage  des  Schwerpunkts  im  Viereck. 

t-Beiblàtter  zi]  den  Ànnalèii  der  Physik  rmd  Chemie.  Bd.  IX,  St,  1.  Leipzig, 

1885.  8." 
■Bericht  (IX)  der  Naturwissenschaftliclien  Gesellschaft  zu  Chemnitz.  1883-84. 

Chemnitz,  8." 

Pabst.  Die  Gross-Schuppenflùger  (Macrolepidoptera)  der  Umgegend  von  Chemnitz  nn.1 
ihre  Entwieklungsgeschiehte.  —  RùlUmann.  Pie  Erhaltung  der  Energie  der  Sonne;  cine 
Anwendung  der  Giundsatze  der  mechanischen  Warmetheoric  auf  Kosmologische  Trobleme.  — 
Udii'.  Uetìter  don  Unteiricht  in  Mineralogie  und  Krystallographie  an  Mittclschnlen  und 
urlici-  ein  neues  Unterriehtsmittel. —  Opitz.  Uelier  die  Begrifte  -;  Milch  .,  und  "  Colostrum  ,,.— 
1,1.  Ueber  die  Tlutigkcit  der  menschlieb.cn  Brnstdruse.  —  Slerzcl.  Ueber  die  Plora  und  das 
geologisclie  Alter  der  Kulmformation  von  Chemnitz -Hainichen. 

tBoric]ile   der   deutschen    chemisclien    Gesellschaft.    Jbg.  XVIII,   1.  Berlin. 

1885.  8.° 

Bambcrger.  Ueber  Rcten  II).  —  Bernthsen  und  Hess.  Zur  Kenntniss  der  vom  Chinólin 
ableitbaren  Ammoniumbasen.  — i  Bocklisch.  Ueber  Faulnissbasen  (Ptonia'ine)  aus  Fischen.  — 
Ekstrand.  Ueber  Moiionitro-«-naphtoésàuien. —  Haller.  Ueber  Pseudocnmidin.  —  Hofmann. 
Zur  Kenntniss  der  Coniin-G ruppe.  —  Id.  Ueber  die  Verbiiulungen  der  Nitrosonapbtole  und 
Nitrosonaphtolsulfosàuren  mit  Eisen  und  Kobalt.  —  Kossel.  Ueber  eine  neue  Base  aus  dem 
ThierkOrper,  —  Ladenburg.  Ueber  Derivate  des  Dimethylpiperidins.  —  Id.  und  Rolli.  Stu- 
dien  ùber  das  kiiuflicbe  Picolin.  —  bandoli.  Einige  Laboratoriumsapparate.  —  Losanilsch. 
Ueber  die  direkte  Vertretung  der  Amidogruppe  in  den  aromatischen  Aminen  duich  die 
Halogene.  —  Menotti.  Zur  Nachricht.  —  Michaclis  und  Paetow.  Ueber  Benzylarsenverbin- 
dungen.  —  Murici/.  Forster  und  Green.  Ueber  das  Propylenchlorhydrin.  — Paal.  Ueber  das 
Acetonylaceton.  —  Perl.  Ueber  einige  Thiosulfonsanren  und  Sulfinsànren  des  Toluols.  — 
Rems-in.  Ueber  die  Einwiikung  von  Alkohol  auf  Diazoverbindungen.  —  Sen/f.  Ueber  die 
troekeno  Destillation  des  Holzes.  —  Tollens.  Ueber  Raffinose  (Melitose?),  eine  boch  pola- 
risircnde  Zncherart  aus  der  Melasse.  —  Urech.  Ueber  die  Bedeutung  von  Verdunnungsmittel 
und  die  Wirknng  von  Ingredienziibeischuss  auf  die  cliemische  Reaktionsgeschwindigkeit 
im  Hinblick  auf  die  Tlicorie  der  chemiseben  Masseti  wirkung. 

•Bibliothèque  de  l'École  des  Chartes.  XLV,  an.  1884.  Ge  livr.  Paris,  8." 

Uelaborde.  Xotice  sur  les  ouvrages  et  sur  la  vie  de  Rigord,  moine  de  Saint-Denis.  — 
Morcl-Fatio.  Kapport  sur  une  mission  philologique  à  Valence.  —  Unici.  Charte  de  pariage 
de  Jean,  sire  de  Joinville,  avec  l'abbé  de  S.-Mansny  de  Toul  (décembre  12G4). 
''"Bibliothèque  des  Éeoles  francaises  d'Athènes  et  de  Rome.  Fase.  XL.  Paris, 
1885.  8.° 
Dubois.  Les  ligues  étolienne  et  achéenne. 

;  Bijilragen  tot  de  Taal-  Land-  en  Volkenkunde  van  Nederlandseh-Indie.  Deel  X, 

lste  Stuk.  "S  Graveubage,  1S85.  8.° 

Kefn.  Sanskrit-inscriptie  ter  eere  van  den  Javaanschen  vorst  Er-langa.  —  Cool.una.  De 
herhaling  mot  verandering  van  klinkers  in  het  Soendaneesch. — de  Groot.  Lioe  A  Sin  van 
Mandolir.  —  Gampeh.  Beschrijving  vara  het  Landschap  Toebaroe  of  Gam-miee.  —  Kern. 
Eene  bijdrage  tot  de  kemiis  van  't  oude  Philippijnsche  lettersehrift.  —  Rabidi  un  der 
Aa.  Reizen  van  d.  f.  van  Braam  Morris  naar  de  noordkust  van  Nederlandsch  Nieuw-Guinea. 
Eerste  vaart  op  de  Amberno-  of  Rochussen-Kivier.  —  llummc.  Nog  iets  over  javaansehe 
inscriplien.  —  hi.  Een  woord  over  de  recensie  van  de  Vertaling  der  Abiasa. 


—     I.X1X     — 

•Rullatili  de  l'Académie  imp.  des  sciences  de  St.  Pétersbourg.  T.  XXIX.  2. 

St.  Pétersbonrg,  1884.  8." 

Slruve.  Sur  la  comète  récemment  de'couverte.  —  v.  Mer  klln.  Sur  un  échantillon  de 
bois  petrifìé  provenant  <lu  gouvernement  de  Riasan.  —  Bouniakowsky.  Démonstration  de 
quelques  propositi  ns  rclatires  à  la  fonction  numérique  E(f). —  DòhtUngk.  Observations  sur 
lo  Ginakirti's  Kampakakathànaka,  traluil  ef  public  par  A  Weber.  —  Vanecck.  Sur  le 
contact  des  figures  inverses  avec  les  figures  polaires  réciproques  des  figures  directrices.  — 
Kokscharow.  Snt  le  Wbllastonit  provenant  de  la  steppe  des  Karghizes.  —  We.lenski.  l'hé- 
nomòncs  téléphoniques  dans  le  coeur  provoqués  par  l'irritation  du  Nervus  Vagus;  — 
Leni.  Emploi  du  téléphone  pour  la  niesure  des  températures. —  Wild.  Observations  sur  Ics 
coiirunts  élcctriqnes  de  la  terre  dans  les  lignos  dui  kilomètre  du  longueur.  et  leur  com 
paraison  ave  les  variations  magnétiqacs.  —  Lindunann-  De  la  variabilità,  de  la  lumière 
du  V  Cygni.  —  Slruve.  Déterruination  de  la  parallaxe  de  <c  Tauri.  —  llennile.  Sur  quel- 
qacs  conséquences  arithmétiqnes  des  formules  de  la  théorie  des  fonctions  elliptiques.  — 
v.  Kokscharow.  De  la  découverte,  de  turquoise  Kalait)  en  Russie.  —  Struue.  Études  ^ur  le 
lait.  —  [ìijkalchew.  Sur  les  ondes  atmospliériques  produites   par  l'éruptiou  de  Krakatoa. 

"•'Bulletin  de  la  Sociélé  imp.  des  Naturalistes  de  Moseoti.  Aniit'-e  1883,  n.  4. 

Moscou,  18S4.  8.° 

Bri  Uchin.  Sur  les  anomalies  apparentos  dans  1 i  strutture  de  la  grande  comete  de  1711.  — 
Kern.  Ueber  Caeoina  pinitorquum.  —  Bredichin.  Quelques  remarques  concernant  mes  recher- 
clics  sur  les  coioètes.  —  Bocolo/f.  Sur  la  queue  du  1  type  de  la  comète  de  18Ó8,  V.  — 
Traulsch  Ut.  Benierkungen  zur  geologischeu  Karte  des  Wetluga-Gebiets. —  Toukovsky.  Sur 
une   démonstration  nouvelle  du  théorèmede  Lambert. —  Coko.toba.  MaTepiajiH  fjm  reo.iorin 

KpuMa.  OKpecTBOCTH  v.  Cauijie] o.ifl   i:i.  reo-iorniecKom  oTHOBieuin.  —   Trautscliold.  Ueber 

die  neuestcn  Arbeiten  der  nordaraerikanischen  Staatsgeologen. 

^ BulleLin  des  sciences  mathématiqnes  et  astronomiques.  2e   Sé;-,  t.  Vili,  dee. 
1884;  IX  janv.  1885.  Paris,  8.° 

Dkc.  Tannery.  Questiona  he'ronienues.  —  Jakv.  Urinile.  Sur  la  théorie  des  fractions 
continues.  —  Ossian  Bonnel.  Sai-  la  snrface  réglée  minima.  —  Extrait  d'une  lettre  de  M. 
P.  Nazimow,  a  Moscou.  —  Perolt.  Démonstration  de  l'existencc  de-  racines  primitives  pour 
Ics  modules  égaux  a  des  puissauces  de  nombres  premiere  impairs. 

•Centralblatt  (Botauisclies).  Bd.  XXI,  n.  1-4.  Casse],  1885.  8." 

Druchinann.  Das  Prothallium  von  Lycopodium.  — Borbds.  e.  Ara  bis  Apennina 
Tausch.  — Ihne.  Karte  dar  Aufbliih-zeit  von  Syringa  vulgaris  in  Europa. —  Almqvist. 
Ueber  das  Blutendiagramm  von  Montia. —  Peter.  Bastarde  in  der  Gattung  Ilieracium.— 
Uolm.  Die  Vegetation  von  Nowaja-Seralija. 

■Civilingenieuv  (Der).  Jhg.  1884.  Heft  8.  Leipzig,  1884.  4.° 

Miìller.  Ueber  Bobbinnetmaschincn  mit  Jacqnard.  —  Siemens.  Gasflammofen  mit  freicr 

Flai'nmen-Entfaltung.  —  Hariig    Die  Certificate  der  Ausstellung  tur  Handwerksteebnik  in 
Dresilen  ini  Jabre  1S84. 

•Comptes  rendus  de  l'Académie  des  inscriptions  et  belles-lettres.  4'  Sér.  t.  XII. 
juill.-sept.  1884.  Paris,  8.° 

Pian  d'une  école  nationale  de  géographie.  —  de   Villefosse.  Découverte  d'une  nouvelle 

\ille   de  Zuma,   en   Afrique.  —  ld.  Sur  une   inscription  roinaine  trouvée  à  Marquise.  — 

de  Ponimi  d'Amécourt.  Note  sur  quelques  ateliers  monétaires  mérovingiens  de  Urie  et  de 

'Champagne:  Binson,  Chàteau-Thierry,  Jouarre,  Mouroux  et  Provins.  —   Mowat.   Dédkacc 

à  la  Fortune  prcncstine,  inserite  sur  une  tablctte  de  bronzo.  —  de    Villefosse.   Rapport  sur 


les  fouilles  du  lieutenant  Marius  Boyé"  à  Sbei'tla,  Sufetula  (Tunisie).  —  Berger;  Nou- 
vclles  inscriptions  nabatéennes  do  Meda'in  Salili.  —  Rouire.  Situation  géographique  com- 
parée  du  lac  Triton  et  des  Syrtes. 

•Comptes  rendus  des  séances  et  travaux  de  l'Académie  des  sciences  niorales 
et  politiques.  N.  5,  t.  XXIII,  janv.   1885.  Paris,  8.° 

Saint- Il  Unire.  Mémoire  sur  la  physiologie  comparée  d'Aristote  (Traité  des  Parties  des 
animaux).  —  Chéruel.  Ligue  ou  alliance  du  Rhin.  —  Naville.  L'idée  d«  la  liberto.  —  Leroy- 
Dcaulieu.  La  théorie  de  Karl  Max  sur  la  plus-value  ou  le  proflt.  —  Baudrillart.  Rapport 
de  la  condition  matérielle  des  populations  agricoles  de  la  Bretagne.  —  Martha.  Discours 
pronome  aux  funérailles  de  M.  Paustin  Hélie. 

+  Comptes    rendus    hebdomadaires   des   séances   de    l'Académie    des  sciences. 

T.  XC1X,  n.  2G;  C.  1-3.  Paris,  1884-85.  4.° 

26.  Milnc-Edwards.  Sur  la  classification  des  taupes  de  l'ancien  continent.  —  de  Jon- 
quières.  Theo-rème  concernant  les  polynòmes  complets  algébriques;  application  à  la  règie 
des  signes  de  Descartes.  —  Poincaré.  Sur  les  integrales  de  différentielles  totales.  —  Picard. 
Sur  les  integrales  de  différentielles  totales  et  sur  une  classe  de  surfaces  algèbriques.  — 
Amigucs.  Sur  une  sèrie  analogue  à  celle  de  Lagrange.  —  Fiumani.  Porraules  simples  et  très 
approchées  de  la  pousse'e  des  terres,  pour  les  besoins  de  la  pratique.  —  Aniagat.  Rectifl- 
cation  des  résultats  numèriques  indiqués  dans  une  Communication  précédente,  pour  les  cal- 
culs  des  manomètres  a  gaz  comprimés.  —  Verneuil.  Sur  la  sélénio-urée  et  ses  dérivés.  — 
Henry.  Sur  la  solubilité  dans  la  serie  oxalique.  —  Sacc.  Sur  la  composition  de  la  grame 
du  cotonnier  en  arbre,  et  la  richesse  de  cotte  graine  en  substances  alimentaires.  —  Horvath, 
Sur  l'histoire  de  la  découverte  de  la  migration  des  globules  blancs  du  sang.  — ■  Lichten- 
slein.  Évolution  biologique  des  aphidiens  du  genre  Aphis  et  des  genres  voisins.  —  Brongniart. 
Sur  li  découverte  d'une  empreinte  d'insecte  dans  les  grès  siluriens  de  Jurques  (Calvados).  — 
Meunier.  Sur  un  vene  cristallifèie  des  houillières  embrasées  de  Commenti)-.  —  1.  Fremy 
et  L'rbain.  Etudes  chimiqoes  sur  le  squelette  des  végétaux.  —  llibert.  Sur  les  trembrements 
de  terre  du  midi  de  l'Espagne.  —  Chancel  et  Parmciiiicr.  Sur  un  hydrate  de  cliloroforme.  — 
Bulicati.  Etudes  sur  la  reproduction  du  phylloicera;  distributiou  du  sulfure  de  carbon  dans  le 
sol  par  les  inacliines.  —  Trépied  et  Rambaud.  Observations  équatoriales  des  comètes  Bar- 
nard  et  Wolf,  faites  à  TObservatoire  d'Alger  (télescope  de  0ai,50).  —  Trépied.  Observations 
de  la  comète  d'Encke,  faites  à  l'Observatoire  d'Alger.  —  Callanlreau.  Sur  la  constitution 
intérieure  de  la  terre.  —  Poincaré.  Sur  une  généralisation  du  théorème  d'Abel.  —  Kantor. 
Sur  une  méthode  pour  traiter  les  transformations  périodiques  univoques.  —  Duhem.  Sur  la 
tlinorie  de  l'induction  électrodynamique.  —  Fournicr.  Théorème  nouveau  sur  la  dynamique 
des  fluides.  —  Le  Chatelier.  Sur  les  lois  de  la  dissolution.  —  Van  der  Plaais.  Détermina- 
tion  de  quelques  poids  atomiques.  —  Mg.  Sur  la  saturation  de  l'acide  phosphorique  par  les 
bases.  —  llanriot.  Sur  l'eau  oxygénée.  —  Henry.  Sur  la  fusibilité  dans  la  sèrie  oxalique.  — 
Louguinine.  Chaleur  de  combustion  de  quelques  substances  de  la  serie  grasse.  —  Duclaux. 
Sur  la  germination  dans  un  sol  riche  en  matières  organiques,  mais  exempt  de  microbes.  — 
PaHeur.  Observations  relatives  à  la  Note  précédente  de  M.  Duclaux.  —  Ueckel  et  Schlag- 
denhauffen.  Nouvelles  recherches  sur  le  doundaké  et  la  doundakine.  —  Renault  et  Zaller. 
Sur  un  Equisetum  du  terrain  houiller  supérieur  de  Commentry.  — Bureau.  Sur  la  pré- 
sence  du  genre  Equisetum  dans  l'étage  houiller  inférieur.  —  Angot.  Influence  de  l'alti- 
tude  sur  la  végétation  et  les  migrations  des  oiseaux.  —  2.  Berlhelot.  Recherches  thermo- 
chimiques  sur  le  fluorure  phosphoreux.  —  de  Lacaze-Dulhiers.  Anatomie  du  Gadinia 
Gamotii  (Pay.).  —  Villiers.  Sur  la  formation  des  ptoma'ines  dans  le  choléra.  —  Riguar- 
dali. Observation  de  la  comète  d'Encke,  faite  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  de  la 
tour  de  l'Ouest).  —  Kanlor.  Théorie  des  transformations  périodiques.  —  Léoy.  Sur  certaines 


—    l.XXI    — 

équations  linéaires  aux  dérivées  partielles  da  sccond  ordre.  —  Govy.  Sur  Ies  effets  simul- 
tanea du  pouvoir  rotatoire  et  do  la  doublé  réfraction.  —  Joly.  Action  de  l'acide  borique 
sur  qnelques  réactifs  colorés.  —  Godefroy.  Sur  Ies  hydrates  de  sesquichlornre  de  eh  rome.  — 
Ètard  ei  Dèmoni-  Sur  Ics  ferrqeyanures  alcalins  et  leuis  conibinaisons  avec  lo  chlorhydrate 
d'ammoniaque.  —  Allain  Le-Ganu.  Sur  une  combinaison  detlier  acétique  et  de  chlornre  di 
calcium.  —  Vincent.  .Sur  trois  nouveaux  composés  de  l'iridium.  —  Henry.  Sur  divers  derive 
haloi'des  de  snbstitution  de  l'acide  propionique.  —  Bèchamp.  Sur  la  signification  des  expó- 
rieuces  pnlarimétriques  exécutées  avee  la  dissolution  du  coton  dans  la  liqueur  de  Schweizer.  — 
buclaux.  Intluence  de  la  lumière  du  soleil  sur  la  vitalità  des  germes  de  mierobes.  —  ll.ir- 
Ihélemy.  Études  sur  la  tòte  et  la  bouche  des  larves  d'insectes.  —  Prouho.  Sur  quelques 
jioints  de  l'anatomie  des  Cid  arida;  du  genie  Doricidaris.  —  Koehler.  Sur  un  Ho'mi- 
ptère  rnarin.  l'JEpophilus  Bonnaire,  Signoret.  —  Laulaniè.  Sur  une  àrrhose  veineusc 
du  lapin,  provoquée  par  le  Cysticercus  pisiformis  (auct.),  et,  à  ce  propos,  sur  l'ori- 
gine cmbolique  de  certaines  cellules  géantes.  —  Savastano.  Hypertrophie  des  cònes  a  bour- 
geons  (malailie  de  la  loupe)  du  caroubier.  —  Moureaux.  Sur  la  valeur  actuelle  des  élément 
magnétiques,  à  l'Observatoire  de  pare  Saint-Maur.  —  Macpherson.  Sur  Ies  tremblements 
de  terre  de  l'Andalousie  du  >~>  décembre  1884  et  semaines  suivantes.  -•  Daubrée.  Observa- 
tions  relatives  à  la  Communication  précédente.  —  Vibert.  Sur  le  mouvement  ascendant  ob- 
servé  dans  certaines  trombes.  —  3.  Loewy.  Sur  la  limite  d'exactitude  des  formules  diffé- 
rentielles  employées  dans  la  rédutiou  des  observations  méridiennes.  —  de  Lacaze-Duthiers. 
Le  système  nerveux  et  Ies  formes  embrionnaires  du  Gadinia  Garnotii.  —  Guignel. 
De  l'existence  de  la  glycyrrhizine  dans  plusieurs  familles  végétales.  —  Lèaulè.  Sur  Ies  oscil- 
lations  à  longues  périodes  dans  Ies  machines  actiounées  par  des  moteurs  hydrauliques  et 
sur  Ies  moyens  de  prevenir  ees  oscillations.  —  Rivière.  Étude  statistique  sur  l'epidemie 
cholérique  dans  Ies  hòpitaux  de  Paris,  et  notamment  à  l'Asilo  des  vieillards  de  l'avenue  de 
Breteuil.  —  Balbiani.  Sur  l'utilité  de  la  destruction  de  I'ceuf  d'hiver  du  Phylloxera.  — 
Trèpied.  Sur  la  comète  de  Encke  :  observations  faites  à  l'Observatoire  d'Alger,  au  téle- 
scope  de  0m,50.  —  Gallami ram .  Addition  à  deus  Notes  précédentes,  concernant  la  théorie 
de  la  figure  des  planètes  et  de  la  terre.  —  Wolf.  Sur  Ies  derniers  resultata  de  la  stati- 
stique solaire.  —  Paye.  Observations  relatives  a  la  Communication  précédente  du  M.  R. 
Wolf.  —  Lioumlle.  Sur  quelqucs  transformations  nouvelles  des  équations  linéaires  aux  dé- 
rivées  partielles  du  second  ordre.  —  Houdaìlle.  Sur  Ies  lois  de  l'évaporation.  —  Hanriot. 
Sur  l'ean  oxygénée.  —  Gorgeu.  Sur  le  suroxyde  de  cobalt  Co30\  —  Duvillier  et  Malbot. 
Sur  la  formation  du  nitrato  de  tétraméhylammonium.  —  Oliv'rr.  Méthode  pour  ré»Ier  et 
mesurer  l'action  chimique  des  radiations.  —  Béchamp.  Sur  l'origine  des  microzyma's  et  des 
vibrioniens  de  l'air,  des  eaux  et  du  sol,  à  propos  d'une  Communication  d;  M.  Duclaux.  — 
Duclaux.  Sur  la  vitalità  des  germes  de  mierobes.  —  de  Varigny.  Sur  qnelques  phénomènes 
se  rattachant  aux  action  d'arrèt.  —  Barrois.  Contribution  à  l'étude  des  glandes  byssogèncà 
et  des  pores  aquifères  ebez  Ies  Lamellibranches.  —  de  Montessus.  Sur  de  nouvelles  lueurs 
crépuseulaires.  observées  récemment  dans  l'Amérique  centrale.  —   Germain.  Sur  quelques- 

unes  des  particularités  observées  dans  Ies  récents   tremblements  de  terre  de  l'Espagne.  

Domeyko.  Observations  recueillies  sur  Ies  tremblements  de  terre,  pendant  quarante-six  ans  de 
séjonr  au  Chili.  —  de  Rotella.  Observations  sur  Ics  tremblements  de  terre  de  l'Andalousie 
du  25  décembre  1884  et  semaines  suivantes.  —  du  Praia.  Secousses  de  tremblements  il-' 
terre  ressenties  aux  Acores  le  22  décembre  1884. 

^Compre  remiti  do  la  Socicté   du   g'éographio.  1884,  n.  18-15;  1SS5     u    1 
Paris,  8.° 

■Journal  (American  chemical).  Voi.  VI.  5,  dee.  1S85.  Baltimore,  8." 

Wiley.  Determinations  of  Lacto      in  Milk.,  by  Optfcal  Methods.  —  Richardson.  The 

'  to'  mil  ''  '  ' position  of  Wbeat  and  Cora  as  influenced  by  Environment,  —  Chillen  fon  ami 


—    IAXI1    — 

Cummins.  On  the  Relativo  Digestibility  of  Fish  Flosli  in  Gastric  Juicc.  —  Vuole.  An  Im- 
provement  in  the  Apparatus  for  Precipitatine  Copper  by  Electrolysis.  —  Michael.  Syntetical 
Researches  in  the  Glucoside  Group.  III.  —  Furry.  The  Behavier  of  Jodic  Acid  as  an  Indi- 
cator.  —  llart.  A  New  Method  for  the  Detection  of  lodine,  Cromine  and  Chlorine.  —  Morse 
and  Keiser.  A  Simple  Apparatus  which  enables  Stndents  to  determine  the  Equivalente  of 
Certain  Eloments. 

^Journal  de  la  Société  physico-chimique  russe.  T.  XVI,  n.  9.  St.  Pétersbourg, 
1885.  8.' 

Wagner.  Sur  l'oxydation  des  acétones  (deuxièmo  Mémoire),  —  Lopalkin.  Action  de 
l'iodure  d'allyle  et  de  zine  sur  l'epichlorhydrine.  — ■  Kononowiiseh.  Sur  rallyldiméthylcar- 
binol  isopropylé".  —  Lidoff.  Sur  la  formation  de  l'hydroxylamine  par  l'action  de  l'azotite 
de  potasse  sur  l'acide  hydrosulfureux.  —  Bachmeiieff.  Relation  entre  le  diamagnétisme  et  la 
temperature  de  fusion  des  eorps.  —  Rogowsky.  Note  sur  les-atmosphères  des  planètes  et  sul- 
la temperature  du  soleil,  de  l'espace  cosiniquc  et  de  l'atmosphère  terrestre.  —  Pillschilio/f. 
Sur  quelques  nouvelles  démonstrations  des  condition  du  minimum  de  deviatimi  d'un  rayon 
par  un  prisme.  —  Rogowsky.  Remarques  sur  la  «Réponse  »  de  M.  Stankewitsch.  —  Scliwc- 
doff.  Etudes  sur  la  physique  cosmique.  III.  Sur  l'échauffement  des  météorites  pendant  leurs 
chùte  vers  la  surface  de  la  terre. 

"Journal  de  mathématiques  pures  et  applique'es.  T.  V,  de?.  1884.  Paris,  4.° 

Sauvage.  Integration  d'un  système  dYquations  aux  différentielles   totales.  —   Appetì. 

Sur  mie  formule  de  M.  Tisserand  et  sur  les  fonctions  hypergdométriques  de  deux  variables. — 

Gilbert.  Sur  quelques  conséquences  de  la  formule  de  Green  et  sur  la  théorie  du  potentiel. 

+Journal   de   Phvsique    théorique  et   appliquée.   2"   Ser.    t.  IV,   janv.  1885. 

Paris,  8.°  " 

Benoit.  Conatrnction  d'étalons  prototypcs  de  l'ohm  legai.  —  Pellai.  Sur  la  cause  de 
l'électrisation  des  nuages  orageux.  —  Houli/.  Sur  les  chaleurs  latentes  de  vaporisation.  — 
hi.  Sur  la  chaleur  spécifique   des   vapeurs  saturées.  —  Paquet.    Détermination  du  rapport 

—    des  deux  chaleurs  spécifiques  des  gaz.  , —  Macè  de  Lépinay.   Méthode  pour   mesurer  le 

diamètre  intérieur  d'un  tube  barométrique. 

'''Journal  des  Sociétés  scientifiques.  l"r  année,  n.  1.  Paris,  1885.  4." 
+Journal  fiir  die  reine  iind  angewaudte  Mathernatik.  B:l.  XCVII,  4  ;  XCVIII, 
1.  Berlin,  1884  85.  4.° 

xcvii.  i.  llauck.  Theorie  der  trilinearen  Verwandtseliaft  ebener  Systeme.II.  Artikel. 
Die  orientirte  Lage.  —  Milinowski.  Zur  Theorie  dei'  Raumcurven  vierter  Ordnung  erster 
Art.  —  von  Helmholtz.  Principien  der  Statik  monocyklischer  Systeme.  Zweiter  Aufsatz.  — 
Unirne.  Ueber  den  Zusammenhang  der  Werthe  einer  algebraischen  Function.  —  xcvm.  1. 
Kìlling.  Die  Mecbanik  in  den  Nicht-E  u  k  l  i  d  ischen  Raumformen.  —  llazzidahis.  Flacheu- 
erzeugung  durch  Kriimmungslinien.  —  Bollzmann.  Ueber  die  Eigenschaften  monocykli- 
scher und  anderer  damit  verwandter  Systeme.  —  Cayley.  Note  in  connexion  with  the  hype- 
relliptic  integrals  of  the  first  order. 

t  Journal  fiir  praktische  Cheraie.  N.  F.  Bd.  XXX,  n.  17-20.Leipzig,  1884.  8.° 
17-18.  Ostwald.  Die  elektrische  Leitungsfàhigkeit  der  Sàuren.  — Schneider.  Bemn-- 
kungeii,  das  Atomgewiclit  des  Wismuths  betreffend.  —  Mailer.  Ueber  den  Goldpnrpur.  — 
McGowan.  Ueber  die  Abkornmliiige  der  Methylsulfonsàure,  insbesondere  des  Trichlormetlivl- 
sulfonchlorids.  —  Andreae.  Die  Dichte  gesattigter  Losungen  tester  Korper  in  Wasser  bei 
verschiedenen  Teraperaturen.  —  hi.  Eine  Mcthode  zur  Bestimmung  der  Dichte  in  Wasser- 
loslicher,   fester   Kdrper.  —    James,   Einwirkung   des   Chlors    artf   Rhodanathy]    (vorliiuf. 


—    l.XXIII     — 

Mittheilung).  —  Moissan.  Notiz  Qber  Dreifach-Fluorphosphor  and  Dreifach-Fluorarsen.  — 
Calmeìs.  Einwirkuiig  von  Jodalkylen  auf  Knallsilber.  —  19-20.  Otto.  Beitràge  zur  Kenntni-s 
ilcr  Disulfonc:  Ueber  Aethylendiphenylsulfon  uni  Aethylendipartolylsnlfon  von  E.  Otto  und 
G.  Damkrdiler.  —  Dauci:  Ueber  den  aus  Agar-Agar  entstehenden  Zucker,  ttber  eiuo  neuc 
Saure  aus  dor  Arabinose  nebst  dera  Versuch  eiuer  Classification  der  gallertbildenden 
Kohlehydrate  nacli  den  aus  ihnen  entstehenden  Zuckerarten.  —  Lopalkin.  Ueber  die  Ein- 
wirkung  von  Jodallyl  und  Zink  auf  Epichlorhydrin.  —  Kononowilz.  Ueber  Isopropyl-Allyl- 
dimetliylcarbinol  und  den  Methyliither  desselben.  —  Walter.  Apparate  fùr  cheraische  Labo- 
ratorien:  Die  Verwendung  des  Darapfes  im  chemischen  Laboratorium.  —  Sch'óne.  Ueber 
Chlorcarbonylsulfamyl  (Yorlàuf.  Notiz). 
f  Journal  of  the  chemical  Society.  N.  CCLXVI,  January  1885.  London.  8." 

James.  Contributions  to  our  Knowledge  of  Acetoacetio  Ether.  —  Japp  and  Miller.  On 
Additive  and  Condensation  Compounds  of  Diketones  with  Ketoues.  —  Khan  Bahadur 
Bomanji  Sarabji.  On  some  New  Paraflìns.  —  [ìamsaij  and  Young.  On  a  New  Method  of 
Determining  the  Vapeur-pressure  of  Solids  and  Liquids,  and  on  the  Vapour-pressure  of  Acetic 
Acid.  —  Gn'/Jì/hs.  On  the  Application  of  Iron  Sulphate  in  Agriculture,  and  its  Value  as 
a  Plant-food.  —  Dobbin  and  Masson.  Action  of  the  Halogens  on  the  Salts  of  Trimethyl- 
sulphine.  —  Divers  and  Kawakita.  On  the  Decomposition  of  Silver  Fulminate  by  Hydro- 
chloric  Acid.  —  Divers,  Armstrong.  On  the  Constitution  of  Fulminates.  —  Richardson. 
Notes  on  the  Chemical  Alterations  in  Green  Fodder  during  its  Conversion  into  Ensilage.  — 
Japp  and  Owens.  On  Condensation  Compounds  of  Benzil  with  Ethyl  Alcohol.  —  Guthrie.  Note 
on  the  Solubility  of  Certain  Salts  in  Fused  Sodium  Nitrate.  —  Pickering.  Note  on  the  Heats 
of  Dissolution  of  the  Sulphates  of  Potass'uun  and  Lithium.  — hi.  Calorimetrie  Determina- 
tions  of  Magnesium  Sulphate.  —  Slaub  and  Smith-  On  certain  Derivatives  of  Isodinaphthyl. 

•Journal  (The  American)  of  Philology.  Voi.  3.  Baltimore.  1884.  8.° 

Whitney.  The  Study  of  Hindu  Grammar  and  the  Study  of  Sanskrit.  —  Morris.  The 
J urisdiction  of  the  AtheniaDs  over  their  Allies.  —  Cook.  Vowel-length  in  King  All'io!'- 
Orosius.  —  Perrin.  Lucan  as  Historical  Source  for  Appian.  —  Frothingham.  The  Meaning 
of  Baalim  and  Ashtaroth  in  the  Old  Testament.  —  Gitdersleeve.  Friedrich  Ritschl. 

+ Journal  (The  American)   of  science.   Voi.  XXIX,  n.  169.  Jan.  1885.  New- 

Haven,  8." 

Breiver.  Suspension  and  Sedimentation  of  Clays.  —  Mordami.  Method  of  illustrating 
the  formation  of  Diifraction  Bands.  —  Dana.  System  of  Rock  notation  for  Geological  Dia- 
grams.  —  Geikie.  Crystalline  Eocks  of  the  Scottish  Highlands.  —  Ford.  Great  Fault,  Seho- 
dack  Landing.  —  Croll.  Cause  of  Mild  Polar  Climates.  —  Ewing.  The  Amount  and  Rate 
of  Chemical  Erosion  in  the  Limestone  of  Center  Co.,  Pa.  —  Smith.  Crysotile  from  Shipton, 
Canada.  —  Derby.  Santa  Catharina  Meteorite.  — Chester.  Giavels  of  Southern  Delaware.  — 
Report  of  Superintendent  of  U.  S.  Coast  Survey,  1883.  —  Lea.  Combinations  of  Silver  Clito- 
ride, Bromide  and  Iudide  with  Coloring  Matters.  —  Gladstone.  Present  state  ofour  knowledge 
of  Refraction  Equivalente.  —  Dana.  Decay  of  Quartzyte,  Pseudo-breccia. 

:  Mémoires  de  l'Académie  imperiale  des  sciences  de  St.  Pétersbourg.  VII  sér. 

t.  XXXII.  3. 

Backlund.  Untersuchungen  ueber  die  Bewegung  des  Encke'schen  Cometen  1871-1881. 
Mémoires  et  Compte  rendu  des  travaux  de  la  Société  des  ingénieurs  civils. 

Oct.  1884.  Paris,  8.° 

Maijcr.  Me'moire  sur  la  Stadia  topographique  et  son  application  aux  levés  de  plans  et 
et  aux  études  de  chemias  de  fer,  routes,  canaux.,  etc.  etc.  —  Duroy  de  Bruignac.  Exposé  som- 
mane de  l'état  préseut  de  l'aéronautiqne.  —  Tresca.  Notice  sur  Eugène  Bourdon. 

Bllletxino-Eendicostj  —  Vol.  I.  In 


—    LXX1V    — 

+Mittheilungen  des  deutschen  Archiiologischen  Institutes  iu  Athen.  Bd.  IX,  3. 
Athen,  1884.  8.° 

Latischew.  Die  in  Russi  and  beflndlichen  Griechischen  Inschriften.  —  Schreiber.  Der 
altattische  Erobylos.  II.  Eallimachos  und  Pasiteles.  —  Fabricius.  Alterthiimer  auf  der  Insel 
Samos.  —  Koldewey.  Die  Halle  der  Atheuer  zu  Delphi.  —  Koehller.  Proxenenliste  von 
Xeos.  —  Doerpfeld.  Éin  antikes  Bauwerk  iiu  Piraeus.  —  Koehler.  Die  Genossenschaft  der 
Dionysiasten  in  Piraeus. 

■^Monatsblàtter  des  Wissenschaftlichen  Club  iu  Wieu.  VI  Jhg.  u.  4.  Wieu, 

1884.  8.° 
+Naturfoi'Bcher(Der).  XVII  Jbg.n.  49-52;  XVIII  Jhg.  n.  1.  Berlin,  1884-85.4.° 

Licbenoxv.  Zur  Theorie  der  Gewitter. 
+Notices  (Monthly)  of  the  r.  Astronomical  Society.  Voi.  XLV,  2.  Dee.  1884. 

Boudon,  8.° 

Saflord.  Note  upon  tbe  Right  Asceusions  of  certain   Standard  Polar  Stars.  —   GUI. 

On  Systematie  Errors  in  the  Readings  of  the  Circle  Microscopes  of  the  Cape  Transit-Circle. — 

Copcland.   Spectroscopic    Observations    made  at  the  Earl  of  Crawford's    Observatory,  Dun 

Echt,  Aberdeen. 

fProceedings    of  the    Academy   of  Naturai  Scieuces  of  Philadelphia.   1884. 

Part  II,  may-oct.  1884.  Philadelphia,  8.° 

Leidy.  A  Rare  Human  Tapeworm.  —  McCook.  How  Lycosa  fabricates  her  Round  Co- 
coon.  —  Iil.  Note  on  the  Amphibious  Habit  of  Lycosa.  —  Leidy.  Pentastomum  probosci- 
deum.  —  Meéhan.  The  Nature  of  a  Fasciated  Brandi.  —  Id.  On  Rapid  Changes  in  the 
History  of  Species.  —  Ringuebcrg.  New  Fossils  from  the  four  Groups  of  the  Niagara  Period 
of  Western  New  York.  —  Meehan.  Opposite  Leaves  in  Salix  nigra.  —  McCook.  A  Spider  that 
niakes  a  Spherical  Mud-daub  Cocoon.  —  GUI.  On  the  Mutual  Relations  of  the  Hemibran- 
chiate  Fishes.  —  Id.  On  the  Auacanthine  Fishes.  —  Potts.  Some  Modifleations  observed  in 
the  forni  of  Sponge  Spicules.  —  Lewis.  Volcanie  Dust  from  Erakatoa.  —  Willcox.  Notes  on 
the  Geology  and  Naturai  History  of  the  West  Coast  of  Florida.  —  Polts.  On  a  New  Species 
of  Cristatella.  —  Meehan.  On  Elasticità  in  the  Filaments  of  Helianthus.  —  Carter.  Ca- 
talogne of  Marine  Sponges,  colleeted  by  Mr.  ,Tos.  Willcox  on  the  West  Coast  of  Florida.  — 
Meehan.  Sexual  Characteristics  in  Zinnia  —  Arango.  Description  of  new  species  of  Terre- 
strial  Mollusca  of  Cuba.  —  Potts.  On  Paludicella  erecta.  —  Foote.  A  Large  Zircon.  —  Potts. 
On  the  wide  Distrihution  of  some  American  Sponges.  —  Id.  On  the  Minute  Fauna  of  Fair- 
mount  Reservoir.  —  Drinton.  Tunisian  Flints.  —  Mcek  and  Goss.  A  Review  of  the  Ame- 
rican Species  of  the  Genus  Hemiramphus.  —  Id.  and  Hoffinan.  A  Review  of  the  American 
Species  of  the  Genus  Teuthis.  —  Id.  and  Newland.  A  Review  of  the  American  Species  of 
Scomberomorus.  —  Chester.  Preliminary  Notes  on  the  Geology  of  Delaware-Laurentian, 
Palseozoic  and  Cretaceous  Areas.  —  Leidy.  Organisnis  iu  Ice.  —  Osborn.  Preliminary  Obser- 
vations  upon  the  Brain  of  Menopoma.  —  Bruitoli.  On  the  Cuspidiform  Petroglyphs,  or 
so-ealled  Bird-Track  Rock-Sculptures ,  of  Ohio.  —  Id.  Impression  of  the  Figures  on  a 
"  Meday  Stick  ".  —  Id.  Fired  Stones  and  Prehistoric  Implements. —  Iìandolpli.  Cutaneo us 
Absorption   of  Nicotine. 

fProceedings  of  the    London  Mathematical    Society.    N.  225-228.   London, 
1884.  8.° 

Cayley.  On  doublé  Algebra.  —  Thomson.  On  electrical  Oscillations  and  the  effeets 
produced  by  the  motion  of  an  Eleotrified  Sphere.  —  Gri/fiths.  On  a  Subsidiary  Elliptic 
Function  pm(« ,  k).  —  Walker.  Ou  the  Homogeiieous  Ecpuation  of  a  Piane  Scction  of  a 
Geometrical  Surface. 


LXXV    — 

*Proceediùgs  of  the  r.  Physical  Society.  Voi.  Vili,  1.  Sess.  1883-84.  Edin- 
burgh, 1884.  8.° 

Herdman.  On  the  Structure  of  Sarco  dictyon.  —  Su  Notes  on  the  Islanda 

of  Sula  Sgeir,  orNurth  Barra  and  North  Bona,  with  a  List  of  the  lui  Inhabiting  them. — 
Traquair.  Eemarks  on  the  Genns  Megalichthys  'Agassiz),  with  Description  of  a  New 
Species.  — Dalgleìsh.  Notes  on  a  Second  Collection  of  Birds  and  Eggs  from  Central  Uru- 
guay. —  Rullarti.  Note  on  the  Structure  of  the  Body-Wall  in  certain  Earthworms.  — 
Traquair.  Notes  on  the  Genns  Gyracanthus  (Agassiz).  —  [farvie-Brown.  On  the  Occur- 
renee  of  tiie  Little  Culi  (Larus  minutus)  in  the  Island  of  North  Uist;  with  Eemarks 
on  the  Objects  of  the  International  Ornithologists'  Congress  at  Vienna,  ani  on  Uniformity 
of  Method  in  recording  Rare  Species  in  future.  —  /./.  On  the  Oceurrence  of  the  Black 
Bedstart  (Ruticilla  titys,  Scop.)  at  Pentland  Skerries,  Pentland  Firth;  along  with  a 
special  plea  in  favour  of  Ornithological  Edncation.  —  Henderson.  List  of  Shells  and  Zoo- 
phytes  fiora  the  Firth  of  Forth  not  hitherto  recorJed  in  the  Society 's  Proceedings.  — 
Richard.  On  Scottish  Fossil  Cyeadaceous  Leaves  contained  in  the  Hugh  Jliller  Collection.  — 
Kidslon.  On  a  Specimen  of  Pecopteris  ?  polymorpha,  Brongn.)  in  Cucinate  Vema- 
tion,  with  Eemarks  on  the  Genera  Spiropteris  and  Bhizomop teris  of  Schimper.  — 
Kidslon.  On  a  New  Species  of  Schutzia  from  the  Calciferous  Sandstones  of  Scotland.  — 
Bidwell.  On  the  Occurence  of  Sabine's  Gull  (Xeni a  Sabinii,  Sabine)  in  Adult  Plumage 
in  the  Isle  of  Muli.  —  Hoyle.  A  Eevised  List  of  British  Ophiuroidea.  —  Gunn.  On 
the  Silver  Districts  of  Colorado  (Leadville  and  San  Juan).  —Miller.  On  Boulder-Glaciation. — 
Grant  Witson  and  iloubray  Caddi.  The  Breadalbane  Mines.  —  Moubray  Cadett.  The  II  uz 
Mountains;  their  Geologica!  Strutture  and  History.  —  Cassar  Ewarl.  On  the  Classificatìon 
of  Animals.  —  hi.  Note  on  "Deserted  Spawning  Ground  of  the  Herring ,, . 

fReport  (Animai)  of  the  Secretar/  to  the  Board  of  Kegeiits  of  the  University 

of  California,  1884.  Sacramento,  1884.  8." 
tKepprt  of  the  Superi utendent  of  the  U.  S.  Naval  Obsevvatory  for  the  year 

ending  Oct.  30,  1884.  Washington,  8.° 
tRepertorium  der  Physik.  Bd.  XX,  12;  XXI.  1.  Mùnchen,  1884.  8.° 

xx.  12.  Eknma.  Bestinimuiig  der  Lichtintensitàt  einiger  Theile  der  Italo.  —  Mauritius. 
Einfache  clektrische  Uhr  mit  freiem  Pendei,  mit  constautem  Kraftersatz  nnd  mit  Vacuimi  - 
contacten.  —  Braun.  Die  Abhangigkeit  der  Luftdàmpfung  von  Temperaturschwankungen.  — 
Righi.  Experimentelle  Untersuchungen  ùber  das  Halle*sche  Phanomen  speciell  ini  Wismuth.  — 
ìhtrion.  Ueber  die  Verandernng  der  physikalischen  Eigenschaften  des  Wismuth  ini  magne- 
tischen  Feld.  —  Kurz.  Ueber  die  elastiscke  Nachwirkung  in  Driihten.  —  /</.  Berichtigvmg. — 
xxi.  1.  Bollzmann.  Ueber  die  Mrjglichkeit  der  Begriindung  einer  kiuetischen  Gastheorie  auf 
anziehende  Kriifte  allein.  —  Rolli.  Methode  zur  Bestimmung  der  Capacitiit  eines  Conden- 
sators  in  absolutem  Maasse.  —  Fiaschi.  Die  doppelte  Brechung  des  Lichtes  in  Fliissigkei- 
ten.  —  Kohlrausch.  Die  elektrische  Leitungsfàhigkeit  des  im  Vacuum  destirllirten  Wassers. — 
rmich.  Ueber  eine  neue  Fallmaschine.  —  Langley.  Ueber  den  Betrag  der  atmosphari- 
sehen  Absorption.  —  Monoyer.  Allgeiueine  Theorie  centrirter  dioptrischer  System1. 

Resumé  des  séances  de  la  Société  des  ingéuienrs  civils.  Séance  du  5  dèe. 

1884,  9  janv.  1885.  Paris,  8.° 
•Revue  historique.  Xe  anuée,  t,  XXVII,  1,  janv.-févr.  1885.  Paris,  8." 

de  Grammont.  Études  algériennes.  La  course,  l'esclavage  et  la  rédemption  à  Alger. 
Troisième  partie  :  la  rédemption.  — Fagnies.  Le  Pére  Joseph  à  la  diète  de  Ratisbonne  en  1630: 
1"  art. —  Puaux.  La  dernière  requète  adressée  par  Ics  protestants  fiancais  à  Louis  XIV.  en 
janvier  1685.  —  Le  dernier  mot  sur  la  charge  de  Sedan  i  Le  rapport  du  general  de  Galliffet. 


IAXVI    — 

+Revue  (Nonvelle)  bistorique  de  droit  franpais  et  étranger.  8'  année  ,  nov.- 
déc.  1884,  u.  6.  Paris,  8.° 

Laboulaye.  Essai  sur  l'histoire  du  droit  francais  au  moyen-age.  —  Gérardin.  De  l'acqui- 
sition  des  fruits  par  l'usufruitier.  —  Buche.  Essai  sur  l'ancienne  coutume  de  Paris  aux 
XIIP  et  XI V«  siècle  (suite). 

'Eevue  politique  et  littéraire.  3e  sér.  t.  XXXV,  n.  1-3.  Paris,  1885.  4.° 
+Revue  scientifique.  3"  sér.  t.  XXXV,  n.  1-3.  Paris,  1885.  4." 
^Science.  Voi  IV,  n.  98-102.  New-Haven,  1884.  4.° 

Schwalka.  The  Netscliilluk  Innuit.  —  Tylor.  How  the  problems  of  American  anthro- 
pology  present  theraselves  to.  the  English  raind.  —  Exploration  of  the  Kowak  River-  — 
Bilcy.  The  insects  of  the  year.  —  Ubbard.  The  Congo.  —  Tarr.  The  tile-fish.  —  Winlock. 
Comets  and  asteroids  of  1884.  —  Ball.  On  Bogosloff  Island.  —  Macloskie.  The  physiologi- 
cal  anatomy  of  plants.  —  Trowbridge.  Recent  advances  in  electrical  science.  — ■  Powell. 
The  administration  of  the  scientific  work  of  the  general  government.  —  Bariteli.  Some 
recent  experiments  with  oil  in  stopping  breakers. 

J  Studies    (Johns    Hopkins    University)    in    historical    and    politicai    science. 

3a  series,  I.  Baltimore,  1885.  8.° 

Adams.  Maryland's  influence  npon  Land  cessions  to  the  United  States. 
+Verbaudlungen  der  Berliner  Gesellschaft  fiir  Antliropologie,  Etimologie  xmd 

Urgeschichte.  Sitz.  17  Mai,  22  Jnui,  19,  Juli  1884.  Berlin,  1884.  8." 
■fVerbandlungen  des  Vereins  zur  Befòrderung  des  Gewerbfleisses  1884.  X  Heft. 

Berlin,  4.° 

Werner.  Dampfkessel  nebst  Ausriistung. 

i'Viestnik  brvatskoga  Arkeologickoga  Drnztva.  God.  VII,  Br.    1.  U  Zagrebu, 

1885.  8.° 

Ljubic-  La  Japidia  e  la  trovaglia  preistorica  in  Prozor   vicino    Otocac.  —   Id.    Anti- 
chità romane  di  Mitrovica  nel  Museo  nazionale.  —    Videtic-Vucawvic.  Iscrizione  di  Luksic 
presso  Spalato.  —  Id.  Iscrizioni  romane  in  Rama. 
^Wocbenscbrift    des   Osterreicbiscben  Ingenieur-    nnd   Arcbitekten-Vereines. 

X  Jbg.  n.  1-4.  Wien,  1885.  4.° 
•Zeitschrift  der  Matbematik  und  Pbysik.  Jbg.  XXIX,  G;  XXX,  1.   Leipzig, 

1884-85.  S.° 

xxix.  6.  Schmidt.  Das  gleichseitige  Tetraeder.  —  Mallhiesscn.  Allgemeine  Formeln 
zur  Bcstimmung  der  Cardinalpunkte  eines  hrechenden  Systems  centrirter  spharischer  Flii- 
cin?n,  mittels  Kettenbruchdeterminanten  dargestellt.  —  Hossfeld.  Ueber  die  einer  algebrai- 
schen  Flache  eingeschriebenen  reguliiren  Tetraeder,  mit  Berùcksichtiguug  der  Fliichen 
zweiter  Ordnuug.  —  Graberg.  Bemerkungen  iiber  die  projectivischen  Sàtze  von  Schlomilch.  — 
Thaer.  Unterscheidungszeichen  der  Flachén  zweiter  Ordming.  —  Schlomilch.  Bemerkung 
iiber  den  Ellipsenquandraten.  —  B'óklen.  Ueber  die  cubisene  Parabel  mit  Directrix.  — 
Grilbler.  Nachtrag  zur  Abhandlung;  „  Ueber  die  Kriimmungsmittelpunkte  der  Polbahnen  ".— 
Schlomilch.  Notiz  iiber  die  Lambert'sehe  Reihe.  —  xxx.  1.  Beyr-  Die  Curven  vierter  Ordnuug 
mit  drei  doppelten  Inflexionsknoten.  — ■  Ikymann.  Ueber  die  Integration  linearer,  nicht 
homogener  Differentialgleichungen.  —  Leuermann.  Construction  der  von  einem  beliebigen 
l'unkte  der  Ebene  ausgehenden  Normalen  einer  Ellipse.  —  Haluschka.  Reciproke  Maxima 
und  Minima.  —  Thaer.  Zur  Gleichung  von  Kegel  und  Cylinder  —  Gelcich.  Die  mathema- 
tischen  Instrumente  des  Bresciauer  Grafen  Giambattista  Suardi.  Eine  bibliogr.-hist.  Notiz. 


—  r.xxvn  — 

fZeitschrift  dev  osterr.  Gesellschaft  fiir   Meteorologie.  XX   BJ.  Janner-Heft 
1885.  Wien,  4.° 

."//'.  Ueber  die  Tempeiatm  der  ostasiatiscken  Inselreihe.  —  Rodler.  Die  verticale 
Yertheilung  der  Teruperaturschwankungen  in  der  Schweiz.  —  Mului.  Tabellen  zum  Klima 
von  Norwegen. 

tZeitsclirift  dea  historischen  Vereins  fiir  Niedersachsen.  Jbg.  1884.  Annover,  8." 

Bodemann.  Briefwechsel  zwischen  Leibniz  und  der  Herzogin  Elisabeth  Charlotte  von 
Orleans.  —  Durre.  Die  beiden  iiltesten  Msmorienbùcher  des  Blasiusstiftes  in  Braunschweig.  — 
Fromme.  Die  wiisten  Orto  ira  Gebiete  des  Marsthem.  —  Ulrich.  Regesten  zar  Geschichto 
der  Eefurniation  der  Stadt  Hannover.  —  Janicke.  Zunftuvkunlon  der  Stadi;  Uelzen.  — 
Doebiwr.  Nachtrage  zu  Leibnizens  Briefwechsel  rait  dem  Minister  voa  Bernstorff.  —  Ulrich. 
Grupen  und  die  Censur  seiner  0  rigines  et  antiquitates  Hanoverenses.  —  .1/  ./- 
nardus.  Ueber  die  Zeit,  wann  die  Hameler  Schenkungsurkunde  Karls  des  Grossen  fiir  Fulda 
gefiilscht  i»t.  —  Bodemann.  Eiu  Lehnsgericht  auf  dem  Jloorkampe  vor  Hannover  ira 
Jahre  1467. 

tZeitsclirift  des  osterr.  Ingenieur-und   Architekten- Vereins.   Jhg.  XXXVI,  6. 

Wien,  1884.  4.° 

Bibar.  Ueber  eisernen  Oberbau.  —  Melan.  Der  Bau  der  Briicke  iiber  don  Finii  of 
Forth.  —  Schnirch.  Bogen-Fachwerke  mit  Verankerung. 

tZeitschriffc  (Historische)  herausg.  von  H.  v.  Sybel.  BJ.  LUI  (N.  F.  XVII), 

2.  Miiuchen,  1885.  8.' 

Langen.  Das  alteste  christliehe  Kircdienbneh.  —  Stieda.  Aus  der  sozialen  Gescliichte 
Englands.  —  Ilirsch.  Die  Armee  des  Grossen  Kurfursten  und  ihre  Unterhaltung  wàhrend 
der  Jahre  1660-16G6.  —  Lehmann.  Scharnhorst's  Kampf  fur  die  stehenden  Heere. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  febbraio  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

*Amcrighi  U.  —  Teorema  per  la  quadratura  del  circolo.  Firenze,  1885.  8." 

"Atti  della  Giunta  per  la  inchiesta  agraria  e  sulle  condizioni  della  classo 
agricola.  Voi.  XII,  1;  XIII,  t.  I,  1.  Roma,  1S84.  4.° 

"  Bombicci  L.  —  Considerazioni  sopra  la  classificazione  adottata  per  una  col- 
lezione di  litologia  generale.  Bologna,  18S4.  4." 

'('mi-uccio  A.  —  Primi  studi  sulla  collezione  zoologica  della  «  Caracciolo» 
e  lettera  al  comandante  Carlo  de  Amezaga.  Roma.  1885.  8.° 

*Celoria  G.  —  Corcete  del  1457.  (Dalle  Astron.  Nachr.  Bd.  110).  4.° 

'A/.  —  Sull'apparizione  della  cometa  di  Halley  avvenuta  nell'anno  145G. 
Milano.  1885.  8.° 

*Id.  —  SulF  eclissi  totale  di  luna  avvenuta  il  4  ottobre  del  1884.  Milano, 
1884.  8.° 

'  De  Vincenzi  G.  —  Della  Società  dei  viticoltori  italiani  e  della  ricchezza  na- 
zionale. Roma,  1885.  8." 


—    LXXVI1I    — 

"Di  Catino  G.  —  Il  regesto  di  Farfa  pubblicato  da  I.  Giorgi  e  U.  Balzani. 

Voi.  III.  Roma,  1884.  4.° 
'Garibaldi  P.  M.  e   Tacchini  P.  —  Sulla  relazione    fra  le   macchie  solari  e 

il  magnetismo  terrestre.  Roma,  1884.  4.° 
*Licopoli  G.  —  Sulla  anatomia  e  fisiologia  del  frutto  nell'Au  ona  reti  cu- 
lata L.  e  nell'Asimina   triloba  Dun.  Napoli,  1884.  4.° 
*Manayra  P.  E.  —   Supplemento   agli   studi   storico-critici   sulla   meningite 

cerebro-spinale  epidemica  in  Italia  e  particolarmente  nell'esercito.  Roma, 

1884.  8.° 
'bazzotto  D.  —  Sui  fenomeni  termici  che  accompagnano  la  formazione  delle 

'  leghe.  Milano,  1885.  8.° 
*Muti  P.  —  Linea  Porto  Empedocle  —  Castelvetrano.  Parte  I.  Progetto  di 

massima  fra  Porto  Empedocle   e   Sciacca  e  progetti  definitivi  fra  Porto 

Empedocle  e  Montallegro.  Girgenti,  1884.  4.° 
*Pini  G.,  Lolli  L.  e  Giachi  G.  —  L'Istituto  ortopedico  Rizzoli   a   Bologna. 

Bologna,  s.  a.  (1885).  4.° 
*  Pizzi  A.  —  I  pesi  atomici  degli  elementi  chimici.  Reggio  nell'E.  1885.  4." 
"Relazione  sull'Amministrazione  delle  gabelle  per  l'anno  1883.  Roma,  1884.  4.° 
*Saccardo  P.  A.  —  Sylloge  fungorum  omnium  hucusque  cognitoram.  Voi.  III. 

Patavii,  1884.  8.° 
'Sacco  F.  —  L'alta  valle  padana  durante  l'epoca  delle  terrazze  in  relazione 

col  contemporaneo  sollevamento  della  circostante  catena    alpino-appen- 
ninica. Torino,  1884.  8.° 
'  Id.   —  Nuove  specie  fossili  di  molluschi  lacustri   e  terrestri  in  Piemonte. 

Torino,  1884.  8.° 
'/</  —  Sulla  presenza  dello  Spelerpes  fuscus  (Bonap.)  in  Piemonte.  Torino, 

1884.  8.° 
^Sebastiani  G.  —  Tesi  fisico-astronomiche.  Parte  2a.  Roma,  1884.  8.° 
'Statistica  dell'istruzione  secondaria  e  superiore  per  l'auno  scolastico  1882-83. 

Roma,  1885.4.° 
*Zei  A.  —  Dell'ontologismo  e  dello  psicologismo  in  materia  penale  in  Italia. 

Parte  filosofica.  Firenze,  1884.  4.° 

Pubblicazioni  estere. 

'■  Aly  IV.  —  Ueber  die  Vermehrung  der  rothen  Blùtkorperchen  bei  Amphibien. 

Halle,  1884.  8.° 
"Andresen  A.  —  Ueber  die  Endoskopie  der  Harnrohre  mit  besonderer  Beriieh- 

sichtigung  der  akuten  uud  chronischen  Blennorrhoe.  Marburg,  1884.  8.° 
"Armster  C.  —  Sir  John  Denham.  Halle,  1884.  8.° 
1  Bahlsen  L.  —  Adam   de  la  Hale's  Dramen  uud   das  "  Jus   du  pélerin  ,, . 

Marburg,  1S84.  8.° 


—    I.XX1X    — 

f  Banner  M.  —  Ueber  den  regelmiissigeu  Wechsel  mànnlicher  nnd  weiblicher 
Reime  in  der  franzSsischen  Dichtung.  Marburg,  1883.  8." 

ì Beau  0.  —  Untersuclnmgeti  auf  dem  Gebiete  der  Trigononietriscben  Reilien 

und  der  Fourierschen  Integrale.  Halle,  1884.  8.° 
f  Becker  E.  —  Ueber  dea  Einfluss,  welcheu  verschiedene  Salzo  auf  die  rotben 

Blutkorperchen  ausiiben.  Halle,  1884.  8." 
TBehrcns  F.  —  Ueber  das  Yorkommeii  von  Mastzellen  in  pathologischen  Bin- 

degewebe.  Halle,  1884.  8.° 
f  Bennecke  II.  —  Die  strafrechtliche  Lebre  von  Ebebruch  in  ibrer  bistoriscb- 

dogmatiseben  Entwickelung.  I  Abtb.  Das  romische,  canonisebe  und  das 

deutsebo  Recbt  bis  zur  Mitte  des  XV  Jahrhunderts.  Marburg,  1884.  8.° 
■ •Bcshnann  II.  .1.  —  Quaestionuin  etliicarurn.  Part.  I.  Halis,  1884.  8." 
tBielerA.  — Besiimmung  der  Zeit  des  Hcrabfallens  eines  materiellen  Punktes 

auf  einigen  verticalen  Plancnrven.  Marburg,  1884.  4.° 
^Bieligk  E.  —  De  casuurn  syntaxi  a  Floro  bistorico  usurpata.  Halis,  1883.  8." 
f  Birkenhoff  R.  —  Ueber  Metrura  und  Eeim  der   altfrauzòsischen    Brauden- 

legende.  Marburg,  1884.  8.° 
ìfìoehmeJ. —  De  Tbeopbrasteis  quae  feruntur  ttìqì  gi^ui'oov  excerptis.  Harn- 

burgi,  1884.  8.° 
*Bormann  E.  —  Bemerkungeu  zum  scbiiftlicbeu  Nacblasse  des  Kaisers  Au- 

gustns.  Marburg,  1884.  8.° 
ìBótlgcr  IL  —  Beitrage  zur  Bebandlung  des  ebroniseben  Gelenkrheuinatismus 

mit  Electricitat.  Halle,  1884.  8.° 
+  Bremiker  II.  —  Zur  Vergleicbung  der  Schopenhauer'schen  mit  der  Kantiscben 

Erkenntnisstheorie.  Halle,  1884.  8.° 

*  Brunswick  A.  —  Nordsworth's  Tbeorie  der  poetischen  Kunst.  Halle,  1884.  8." 
*Bwhring  J.  — Veuedig,  Gustav  Adolf  und  Rohan.  Eia  Beitrag  zur  allgemei- 

uen  politisclien  Gescbicbte  ini  Zeitalter  des  Dreissigjàbrigen  Krieges  aus 
venezianiseben  Quellen.  I"8  Buch:  Ursprung  und  Anfange  der  Beziehun- 
gen  Venedigs  zu  Scbweden  und  dem  Herzog  von  Rohan.  Halle,  1884.  8.° 

*  Bunge   P.  —  Ueber  Gesicbtsfeld   und  Faserverlauf  ini  Optisclien  Leitungs- 

apparat.  Halle,  1884.  8.° 
iBurdach  K.  —    Die  Eiuigung    der    Neuhocbdeutschen  Scbriftspraclie.  Ein- 
leitung.  Das  secbzebnte  Jabrbuudert.  Halle,  1884.  8.° 

*  Caesar  J.  —  Additamentura  disputationis  de  Aristide  Quintiliano.  Marburgi, 

1884.  4.° 
■IL —  Adnotata  de  Aristoxeni  elementis  rbytmieis.  Marburgi,  1884.  4." 
■Ih   Laveleye  E.  —  Lettres  inédites  de  Stuart  Mill.  Bruxelles,  1885.  8.° 
iDennerl  E.  —  Beitrage  zur  vergleichender  Anatomie  des  Laubstengels  der 

Cruciferen.  Marburg,   1884.  8.° 
:  Dersch  C.  M.  n.   —  Temperatili-  und   Niedersclilage  in  Nordamerica.  Mar- 
burg, 1883.  8.° 


*  Dietrich  E.  —  Ueber  die  Einwirkung  des  Rubidium   nnd    Caesiumchlorids 

auf  den  quergestreiften  Muskel  des  Frosehes.  Halle,  1884.  8.° 
*Dittmar  M.  —  Beitrage  zur  Gescliichte  der  Stadt  Magdeburg  iu  der  ersten 

Jahren  nach  ihrer  Zerstorung  1631.  1"  Theil. 
*Dupont  É.  —  La  chronologie  géologique.  Bruxelles,  1884.  8.° 
^Ebeil  E.   —  Die    Sprichworter   der    altfranzòsischen    Karlsepen.    Marburg, 

1884.  8.° 

*  Erbse  H.  —  Ueber  die  Entwickelung  secundàrer  Carcinoiae  durch  Implan- 

tatioD.  Halle,  1884.  8.° 
i  Erxleben  lì.  —  De  comparativi  cura  comparata  re  coniuncti  usu  Herodoteo. 

Halis  S.  1884.  8.° 
*FahrA.  —  Zur  Casuistik  der  congeuitaleu  Sprunggelenkluxationen.  Halle, 

1884.  8.» 
■ '■  Falche nt hai  E.  —  Ueber  Pseudoleukamie    unter  Mittheilung   eines   Falles 

diesev  Krankheit  von  sehr  acutem  Verlauf.  Halle,  1884.  8.° 
" Farhass  lì.  —  Katalog  der  Bibliotbek  imd  allg.  Kartensammlung  der  kòn. 

Ungar.  Geologiscben  Anstalt.  Budapest,  1884.  4.° 
+  Feist  A.  —  Die  Geste  des  Loberains  in  der  Prosabearbeituug  der  Arsenal- 

Handscbrift.  Marburg,  1884.  8.° 

*  Fischer  W.  —  Anatomiscli-histologisclie  Untersuclinng  von  "  Capitclla  Capi- 

tata „  .  Marburg,  18S4.  8.° 
* Fleischhauer  C. —  Die  Beziebungen  der  Vaginal- Katarrbe  zur  Opbthalmo- 

bleunorrboea  neonatorum  und  deren  Propbylaxe.  Halle,  1884.  8.° 
iFranke  J.  —  Ueber  Lotze's  Lehre   von   der  Pbanomenalitiit   des   Raumes. 

Erfurt,  1884.  8.° 
i Friedensburg  W.  —  Zur  Vorgescbicbte  des  Gotba-Torgauiscben  Biiudnisses 

der  Evangeliscben.  Th.  I.  Marburg,  1884.  8.° 

*  Friedrich  der  Grosse.  —  Poliliscbe  Correspondenz.  Bd.  XII.  Berlin,  1884.  8.° 
iFritsch  0.  —  Martin   Opitzen's  Bueb   von   der   deutschen   Poeterei.  Halle, 

1884.  8.° 
iFrohne  A.   —   Der  Begriff  der  Eigentbiimlicbkeit    oder    Individualitat    bei 

Schleiermacber.  Halle,  1884.  S.° 
^Gerhardt  R.  —  Die  Rohrflote  ein  Pfeifenregister  der  Orgel.  Halle,  1884.  8.° 
iGerstmann  ti.  —  Zur  Lehre  vom    Stromen   nicbtbomogener   Fliissigkeiten 

durcb  Kapillare  Robren.  Halle,  1884.  8.° 
iGrau   W.  A.  —   Die  Typbusepidemie   iu   Tauu  a.   d.  Rhon  in   den  Jahren 

1879  bis  1881.  Marburg,  1884.  8.° 
i  Gregorovius  F. —  Die  Miinzen  Alberichs  des  Fiirsten  und  Senatori  der  Rorner 

(A.  932-954).  Miincben,  1885.  8.° 
^Greiff  K.  —  Ueber  Chorea  minor.  Halle,  1884.  8.° 

*Grosch  H.  —  Kauts  Lehre  vom  Ideal  der.reinen  Vernuuft.  Halle,  1884.  8.° 
"Gunlher  C.  —  De  genuini  quem  vocant  dativi  usu  Homerico.  Halis,  1884.  8." 


—    I.XXXI    — 

ì/Jagen  D.  von  —  Uebcr   die   Einwirkuag   von  Aiiilin    auf  Tolucliinon  urici 
Benzochinon.  Marburg,  1883.  8.° 

•  llalfmann  li.  —  Dio  Bilder  und  Vergleiehe  in  Pulci'  Morgante  nacli  Form 

und  Inhalt  untersucht  und  mit  denen  der  Qnellen  diesos  Gedichtcs 
verglichon.  Marburg,  1884.  8." 

■  Hnmer  Th.  F.  —  Ein  Fall  von   Durchtritt  dea   Kindes   durcb  die  Gefiisse 

der  velamentò's  inserirenden  Nabelschnur.  Marburg,  18S4.  S." 
■Ilausen  F.  —  Die  Kampfschilderungen  bei  Hartmann  von  Aue  und  Wirnt 

von  Gravenberg.  Halle,  1884.  8.° 
■Ileehl  IK  —  Zar    Integration    der   Differentialgleichung    MAr  +  N</;/ =  0. 
M  uud  N  bedeuten  in  Bezug  auf  ce-  und  y  algebraische  ganze  rationale 

Fimctioneu.  Halle,  1884.  4.° 

•  Ile  il  B.  —  Logographis    qui    dicuntur  num  Herodotus   usus  esse  vidaatur. 

Marpurgi,  1884.  8." 
f  Heinrich  F.  —  Ueber  deu  Stil  von  Guillaume  de  Lorris  und  Jean  de  Meung. 

Marburg,  1884.  8.° 
f  llesselbach  A.  —  Ueber  die  Entstehung  des  ersteu  Herztoues.  Halle,  1884.  8.° 
ìIIeuser  E.   W.  —  Ueber  die  Tbeile    in   welcbe   die   Lothringer   Geste   sich 

zerlegen  làsst.  I.  Marburg,  1884.  8." 
t  Ikuser  L.  Clir.  Th.— Ueber  die  Querscbwmgungen  von  Eohren.  Marburg,  1884.8.° 
* Hildebrand  F.  —  Ueber  das  franzosische  Spraclielement  im  Liber  censualis 

Wilhelms  I  von  Englaud  (Exchequer-  und  Exon-  domesday-  book).  Halis, 

18S4.  8.° 

•  Ilildebrandt  F.  —  De  Hecyrae  Terentianae  origine.  Halis,  1884.  8.° 

■  lldler  lì.  —  Ueber  die  Elasticità  der  Aorta.  Halle,  1884.  8.° 
■Uoffmann  E.  —  Ueber  deu  Ort  der  Durcbscbuittspuukte  der  Polaren  und 

ueber  die  Enveloppe  der  Verbindungslinien  der  Pole  von  Punkten,  resp. 
Tangenten  einer  gegebenen  Curve  in  Bezug  auf  ein  Kegelscliiiittbiiscliel, 
resp.  eine  Kegelscbnittscbaar.  Marburg,  1884.  8.° 

■  Uoffmann  H.  —  Pharmakologische  Studien    ueber   die  Alkaloide  der  Que- 

braeborinde,  mit  besonderer  Beri'icksicbtigung  der  muskellàhmenden 
Wirkung.  Halle,  1884.  8.° 

■  Ilollaender  G.  —  Experimentelle  Versuclie  ueber  Unscbiidliclimacbung  tuber- 

culoser  Sputa.  Halle,  1884.  8.° 
•llufer  Ch.  —  Ein  Fall  von  totaler  Abschniirung  einesNabelsehnurbrucb.es. 
Marburg,  1884.  S.° 

■  llurmuzaki  E.v.  —  Fragmeute  zur  Gescbicbte  der  Kumanen.  Bd.  III.  Bu- 

curesci,  1884.  8.° 
'Jacobs  11'.  —  Ein  Fall  von  Nabelschnurbruch    mit    Spaltbildung   des   Ge- 

sicbtes.  Marburg,  1884.  8.° 
Tjannieke   W.  —  Beitràge    zur  Vergleicbendcn  Anatomie  der  Papilionaceae. 

Marburg,  1884.  8.° 
Bcllettino-Bendiconti  —  VOL.  I.  11 


—    LXXXII    — 

tJoel  M.  —  Ueber  eine  Art  vou  Bewegung  auf  der  Oberflàche  einei-  Kugel 

dargestelit  mit  Hiilfe  hyperelliptischer  Integrale.  Halle,  1884.  4.° 
ìJormann  W.  —  Ueber  Ktioclienabscesse.  Halle,  1884.  8." 
ìJosephsohn  N.  —  Ueber  den  Ausgang  der  Pneumonie  in  Induration.    Mar- 

burg,  1884.  8.° 
+  Kaempffèr  L.  —  Ueber  die  Wirkuug  der  Vaguserregung  auf  das  Froschherz 

insonderheit  ueber   die   sogen.    Beschleunigungsfasern    ini    Herzvagus. 

Halle,  1884.  8.° 

•  Kiikler  M.  —  Der  Brief  des  Paulus  an  die  Galatei'  in  geuauer  Wiedergabo 

seines  Gedankenganges  dargestelit.  Halle,  1884.  8." 
fKalkoff  F.  —  Beitràge  zur    Differentialdiagnose   der    bysteriscben    und  der 

kapsulàren  Hemianaestbesie.  Halle,  1884.  8.° 
ìKeilms  H.  —  Ernendationum  Varronianarum.  Pars  II.  Halae,  1884.  4.° 
*Kindel  P.  —  Vou  der  elliptischen  Bewegung  eines  frei  beweglichen  Massen- 

punktes  unter  der  Wirkuug  von  Attraktions.craften.  Halle,  1884.  8.° 
1  Kirchrath  L.  —  Li  romana    de   Durmart  le  Galois  in  seiuem  Verhàltnisse 

zu  Meraugis  de   Portlesguez   und   den   Werken   Chrestiens   do  Troies. 

Marburg,  1884.  8.° 
'^Kneser  A.  —  Ueber  einige  Pundameutalsatzo  aus  der  Theorie  der  algebrai- 

scben  Fimctionen  von  mehreren  Variabeln.  Marburg,  1884.  8.° 

*  Kocnig  A.  —  Ein  Beitrag  zur  Mallopbagenfauna.  Marburg,  1884.  4.° 

'  Kold  F.  G. —  Beitrag  zur  Kenntuiss  desWindens  derPflanzen.  Marburg,  1884.8.° 
^Kraack  L.  —  Ueber  die  Entslebung  und    die  Dichter  der  "  Clianson  da  la 

Croisade  contro  les  Albigeois  „  .  Marburg,  1883.  8.° 
ì  Krabbes   Th.  —  Die  Frati  ini  altfranzosiscbeu  Karls-Epos.  Marburg,  1884.  8.° 
■Krieg  M.  —  Beitràge  zurn  zeitlicben  Verlauf  der  galvaniscben  Polarisation. 

Halle,  1884.  8.° 
fKrieg$  lì.  —  De  enuntiatis  concessivis  apud  Plautum  et  Terontium.  Halis, 

1884.  8.° 
^Kuhne  IL —  Prolegomena  zur  Maitre  Elies  altfrauzosiscber  Bearbeitung  der 

Ars  amatoria  des  Ovid.  Marburg,  1883.  8." 
'•  Kilpp   11'.  O. —  Die  Ummittelbaren  Quellen  des  Parzival  von  Wolfram  von 

Eschenbacb.  Halle,  1884.  8.° 
f  Lampe  F.  —  Zur  Kenntuiss  des  Baues  der  Entwicklung  saftiger  Friicbte. 

Halle,  1884.  8." 
f  Laue  M.  —  Ferreto  von  Vicenza,  seine  Dichtungon  und  sein  Gescliicbtswerk. 

Halle,  1884.  8.° 
^Lehmann  R.  —  Ueber  Lavulose.  Halle,  1884.  8.° 
tLvscr  E.   —   Untersucliungen   ueber    Ischaemische    Muskellalimuugen    und 

Muskelcontracturen.  Leipzig,  1884.  4.° 
* '  Levasseur  E.  —  Allocution  a  l'Association  pour  l'enseignement  secondaire  des 

jeunes  Alias  (1884-1885).  Paris,  1884.  8." 


—    I.XXXIII    — 

!■  Lindemann  lì.  —  Do  substantiae,  attributorum,  inodorimi  apud  Spinozam 
rationo  et  cobaerentia.  Halis  S.  1884.  8.° 

•  Linsenbarth  II.  —  Zur  Theorie  des    Ampèreschen  Versucbs,  wonacb    zwei 

in  dersolben  Graden  gelegene  Elemento  desselbeu  Stromes  sicb  abstossen. 

Halle,  1884.  8.° 
1  Loosch  lì.  —  TJeber  die  Bewegnng  eiues  von  der  Scbwerkraft  beeinflnssten 

Materiellen  Punktes  auf  einom  Rotationskegel.  Halle,  1883.  S.° 
'Lóscher  e.  —  Ueber  magnetisebe  Folgepunkte.  Halle,  1884.  8.° 

•  ISwènhardl  F.  —  Versucbe  ueber  das   Schicksal  und  die   Wirkungsweise 

elastiseber  Ligatureu  in  der  BanchhShle.  Strassburg,  1884.  8.° 
:  /.fi  Irfecke  lì.  —  Ueber  die  Verletzimgeu  grosser  Geleuke.  Halle,  1884.  8.° 
1  Ludwig  11'.  —  Untersuclnmgen  ueber  die  Verdunstungskàlte    versebiedenor 

Fliissigkeiten  und  Abbiingigkeit  derselben  vom  Fé ucli t igkeitsgeh alto  der 

Luft.  Marburg,  1884.  8.° 
■Lukowicz  M.  v.  —  Beitrag  zur  Prognostik  des  Glioma  retiuae.  Halle,  1884.  8." 
•Luther  0.  —  Ursacbe  und  Enstebimg  von  Missbilduugen.  Halle,  1884.  8.° 

•  Miirscille  II.  —  Ueber  die  Handscbriften-Gruppe  E  .  M  .  P  .  X  der  Gesto  dea 

Loherains.  Marburg,  1884.  8.° 

■  Mcnk  A. —  De  Antbologiae  Palatinae  epigrammatis  sepulcralibus.  Marburgi, 
1884.  8.» 

■Mei/er  A.  —  Beitràge  zur  vergleichenden  Anatomie  der  Kammculaceen. Mar- 
burg, 1884.8.° 

iMilller  G.  —  Zur  Morphologie  der  Scheidewiinde  bei  einigen  Palythoa  und 
Zoantbus.  Marburg,   1883.  8.° 

•  Muller  II.  —  Zur  Actiologie  der  Parotitis.  Halle,  1883.  8.° 

'Mailer  L.  —  Das  Rondel  in  den  franzosisclien  Mirakelspielen  und  Misterien 
des  XV  und  XVI  Jabrbunderts.  Marburg.  1884.  8.° 

•  Nagel  K.   —  Alexandre    Hardys    Einfluss    auf   Pierre    Corneille.    Marburg, 

1884.  8.° 
'Weslen   lì.  —  Dio  Verfasser  der  altfranzosischen  ebanson  do  gesto  Aye  d'Avi- 

gnon.  Marburg,  1884.  8." 
':  Pabst    G.   —   Ueber  die   elliptiscbon    und   die    byperbolischon   Cono  Cunei. 

Marburg,  1884.  8." 
■Panning  E.  —  Dialektisches  Englisch  in  Elisabetbanisclieu  Dramen.   Halle, 

1884.  8.° 
"Pipcr  W.    —    Die  Politile  Gregors  VII  gegenùber  der  deutschen  Metropo- 

ìitangewalt.  Quedlinburg,   1884.  8.° 
tPfeifer  F.  —  Beitrag  zur  Kenntniss  der  Sternaltumoren.  Halle,  1884.  8" 

•  Ijeiffer  E.  —  Ueber  die  Handscbriften  des  franzosisclien  Romans  Partonopeus 

de  Blois.  Marburg,  1884.  8.° 
*Pfiitzner  F.  —  Ueber  die  Aussprache  des  provenzaliscben  A.  Halle,  1884.  8." 
■ '  Pulitiseli  lì.  —  Die  Patoisformen  in  Molières  Lustspielen.   Halle,  1884.  8.° 


—    I.XXXIV    — 

spammer  E.  —  Beitrage  zur  Gescbicbte  der  Landwirtbscbaft  im  Regierungs- 

bezirk  Merseburg.  Halle,  1884.8.° 
1  Priebs  B.  —  Die  Condensation  des  Benzaldebyds  mit  Nitroraethan  und  Ni* 

troaetban.  Halle,  1884.  8.° 
!  lìackwitz  M.  —  Studien  ueber  Causalitàt  und  Identitat  als  Gruiulprincipien 
des  Spinozismus.  Halle,  1884.  8.° 

•  Rath  G.  vom.  —  Mineralogische  Notizen.  Bonn,  18S5.  8.° 

•  Rchfekl  E.  —  Die  Derivationscurve  der  Cycloide.  Marburg,  1884.  .8." 

ì  Rcinliardt  F.  —   Die   Causalsàtze  und   ibre  Partikeln  im  Nibelungenliedo. 

Hallo,  1884.  8.° 
f  Rhenìus  M.  —  Grundzuge  einen  allgemeinen  Tbeorie  vieldimensionaler  Ramno. 

Halle,  1884.  8.° 
;  Ricken  W.  —  Untersucbungen  ueber  die  Metrische  Tecbnik  Corneille's  und 

ihr   Verhàlt'nisse   zu  den   Regelu   der   Frauzosischen  Verskunst.   I  Tb. 

SilbcnziUilung  und  Hiatus.  Halle,  1884.  8.° 
f  Robolski  A.  —  Ueber  den  Uebergang  fremdartiger  Stoffe  von  der  Mutter  auf 

den  Fotus  mit  besonderer  Beriicksicbtigung   des   Quecksilbers.    Halle, 

1S84.  8." 
•'  Rohrbach  C.  —  Beitrage  zur  Frage  der  Wasssrleitungsfahigkeit  des  Kernbo!- 

zes.  Halle,  1884.  4.° 
i  RGmer  L.  —  Die  volkstiimlicben  Dicbtungsaiten  der  altprovenzaliscben  Lyrik. 

Marburg,  1884.  8.° 
f  Rudolph  A.  —  Ueber  die  Vengeance  Fromondin  die  allein  in  Hs.  Ma  erigi- 
tene Fortsetzuug  der  Chanson  de  Girbert  de  Mez.  Marburg,  1884.  8.° 

•  Rulf  P.  —  Ueber  das  Verbalten  der  Gerbsaure  bei  der  Keimung  der  Pflanzen. 

Halle,  1884.8." 

•  Srliaar  il.  —  De  Comparativi  apud  Homerum  significatione.  Halis,  1884.  8.° 

3   _ 

■Schofjrath  F.  —  Ueber  die  Konforme  Abbildung  Z  =  .s3  und  s  =  KZ.  Mar- 
burg, 1884.  8.° 
ì Scharffenorth  E.  —  Ueber   die   Àuflosung   der   Botben   Blutkòrpercben  im 

freien   und   circulirenden    Biute,    insbesondere    durcb   die   Eiuwirkung 

electriscber  Sehlàge.  Halle,  18S4.  8.° 
"Schirmcr  R.  —  Distorsio  pedis  und  ibre  Bebandluug.  Halle,  1884.  8.° 
''Schlomka  E.  —  Die  politiscben  Beziebungen  zwiscbeu  Kurfùrst  Moritz  und 

Heinrich  II  von  Frankreicb  von  1550  bis  zum  Vertrag  von  Cbambord 

(15  Jan.  1552).  I  Th.  Halle,  1884.  8.° 
iSchmidt  E.  —  Untersucbung  der  Cbronik   des   St  Peterklosters   in   Erfurt 

in  Bezug  auf  ibre  einzelnen   Tbeile  und  deren  gescbicbtlicben  Wertb. 

Halle,  1884.  8.° 
ìSchneider  F.  —  Arnold  II  Erzbiscbof  von  Coln  1151-1156.  Halle,  1884.  8." 
ìSchollmeyer  E.  —   Quid   Cicero   de   poetis  Eomanorum   judicaverit.  Halis, 

1S84.  8.° 


—    LXXXV    — 

fSchrader  A.  —  Ein  Grossnirnschenkelherd  mit  secundàren   Degenerationen 

der  Pyramide  und  Haube.  Halle,  18S4.  8.° 
'■  Scliuchanìt  P.  —  Untersuchungen  ueber  Leichenalkaloide.  Leipzig,  1884.  8." 
ìSchulze  E.   Th.  —  De  Q.  Aurelii  Symmachi  vocabulorum  formationibus  ad 

sermonem  vulgarem  pertinentibus.  Halis,  1S84.  8.° 

•  Schiinemann  0.  —  De  colioilibus  Komanorum  auxiliariis.  Pars  altera  addenda 

ad  Hassencampii  dissertationem  gottingensem  a.  1869.  Halis,  1883.8.° 
:  Schwarze  M.  —  Die  Frau  in  dem  Nibelungenliede  und  der  Kudrun.  Halle, 

1884.  8.° 
tSeelisch  A.  —  Zur  Textkritik  toh  Hartmans  Gregorius.  Halis,  1884.  8." 
•Spangenberg  E.  —  De  Atheniensium  publicis  institutis  aetatc  Maccdomun 

commutatis.  Halis,  1884.  8.° 
*Spies  J. —  Untersucbungen  ueber  dio  Lyrischen  Trouvères  belges  des  XII- 

XIV  Jabrli.  p.  p.  M.  Aug.  Scheler.  Bruxelles  1876.  Marburg,  1885.  S.° 
Sieiììfdd  11.  —  Ueber  den  Grundsatz  der  benevolenza  fiir    die    Giiltigkeit 

letztwilliger  Zuwendungen.  Celle,  1884.  8.° 
■Slernkopf  G.  —  Quaestiones  chronologicae  de  rebus  a  Cicerone  inde  a  tra- 
dita Cicilia  provincia  usque  ad  relictam  Italiani  gestis  deque  epistulis 

intra  illud  terapus  (a.  704  et  705)  datis  acceptisve.  Marburgi,  1884.  S." 
'■Stier  il.  —  De  Scriptore  prioris  adversus  Aristogitonem  orationis,  quao  De- 

mosthenis  esse  fertur.  Halis,  1884.  8.° 
*Stosz  W.  —  Le  Sage  als  Vorkampfor  der  Atomistik.  Halle,  1884.  8.° 
"Szldvìk  .')/.  —  Die  Eeformation  in  Ungarn.  Halle,  1884.  8.° 
■Teil;  D.  —  Ueber  das  Spatfieber  im  Wochenbette.  Marburg,  1884.  8." 
'Tlmmlunjn    li'.  E.  —  Ueber    den    Stil    des    deutseben   Rolandsliedes   nacli 

seiner  formalen  Seite.  Halle,  1884.  8.° 
■Thimann   P.  —  Zur    Anwendung    des  Natrium  iclitbyosulfonicura.   Halle, 

1884.  8.° 

•  Trost  J.  —  Ein  Fall  von  Endothelioma  intravasculare  melanoticum.  Halle, 

1884.  8.° 

•  Tuezek  F.  —  Beitrage  zur  pathologischen  Anatomie  und  zur  Pathologie  der 

Dementia  paralitica.  Berlin,  1884.  8.° 
*Uthofl  II.  —  Quaestiones  Hippocraticae.  Marburgi,  1884.  8.° 

•  Vanderkindere  L.  —  1834-1884.  L'Université  de  Bruxelles.  Notice    histo- 

rique.  Bruxelles,  1884.  4.° 
• Verslag  van  de  Aanwisten  der   k.  Bibliotbeek  ged.  bet  jaar   1883.  'S  Gra- 

venhage,  1884.  8.° 
;  Wallach  M.  —  Ueber  die  Einwirkung   von   Chlorkohlensàureathylather  auf 

Aldebyde  zweiwertbige  Alkohole  und  Phenolo  bei  Gegenvvart  von  Na- 

triumamalgam.  Marburg,  1883.  8.° 
'  Weigel  M.  —  Die    Landfriedensverliandlungen    unter   Kiinig    Sigmund   vor 

und  wiibrend  der  Zeit  des  Constanzer  Concila.  Halle,  1884.  8.° 


—    LXXXV1    — 

*  Weise  R.  —  Vindiciae  juvenalianae.  Halis  S.  1884.  8." 

f  Weisse  S.  —  Philo  von  Alexandrien    uud    Moses  Maimonidcs.  Ein  vèrglei- 

chender  Versuch.  Halle,  1884.  8.° 
+  We Icherus  lì.  —  Commentati*)  de  pollicis  ossis  primi  natura.  Halis,  1884.4." 
•Wilke   W.  —  Metrische  Untersuchungen  zu  Ben  Jonson,  Halle,  1884.  8.° 
f  Wolff  C.  F.  —  Futur  and  Conditioual  II   im  Altprovenzalisehen.  Marburg, 

1884.  8.° 
:  Wulff  L.  —  Ueber  concentrische  Eihautduplicaturen  auf  der  Placenta.  Mar- 

burg,  1883.  8.° 
f  Wiinnenberg  F.  —  Ueber  einige  bemerkenswerthe  Eigenschaften  der  Cissoide. 

Marburg,  1884.  8.° 
* Zwick  R. —  Ueber  die  Sprache  des  Renaut  von  Montauban.  Halle,  1884.  8." 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  febbraio  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

'Annali  di  agricoltura.  1884,  n.  45,  49;  1885,  n.  80,  88.  Roma,  4.° 

45.  Concorsi  agrari  regiocali.  Concorso  di  Caserta.  —  49.  Notizie  e  documenti  sulle 
scuoio  minerarie  del  Regno.  —  80.  Consiglio  superiore  di  agricoltura.  Sess.  1883.  —  85.  Manzi. 
L'igiene  rurale  degli  antichi   Romani  in  relazione  al  bonificamento  dell'Agro  romano. 

*Annali  di  statistica.  Ser.  3\  voi.  XII.  Roma,  1884.  8.° 

Ordinamento  del  servizio  statistico.  —  Lasciti  e  donazioni  fatte  a  favore  di  Opero 
pie.  —  Statistica  della  stampa  periodica.  —  Raseri.  Dei  provvedimenti  a  favore  dell'infanzia 
abbandonata  in  Italia  e  in  alcuni  Stati  d'Europa. 

'Annuario  della  r.  Università  degli  studi  di  Torino.  Anno  1884-85.  8.° 
f  Annuario  del  r.  Istituto  di  studi  superiori  pratici  e  di  perfezionamento  in 
Firenze.  Anno  1884-85.  Firenze,  1884.  8.° 

*  Archivio  storico  per  le  provincie  napoletane.  Anno  IX,  f.  4.  Napoli,  1884.  8." 

Barone.  Le  cedole  di  tesoreria  dell'Archivio  di  Stato  di  Napoli  dal  14G0  al  1504.  — 
Giampietro.  Un  registro  aragonese  della  Biblioteca  nazionale  di  Parigi.  —  Racioppi.  Iscri- 
zioni grumentine.  —  B/asiis  de.  Un  tumulto  di  monache  a  Napoli  nel  1728.  —  Gapasso. 
Il  Tactum  giurato  dal  duca  Sergio  ai  Napoletani  (1030?). 

'Atti  dell'Accademia  di  Udine  pel  triennio  1881-1884.  2"  serie,  voi.  VI.  Udine, 

1884.  8.° 

Pulclli.  Della  coltivazione  delle  frutta.  —  Daldissera.  Influenze  patologiche  e  pro- 
filatiche  del  clima  e  della  razza.  —  Garello.  Le  relazioni  del  P.  Antonio  Zucchelli  di  Gra- 
disca, cappuccino  missionario  al  Congo.  —  Pranzolini.  Sull'estirpazione  della  milza  all'uomo 
e  di  un  caso  operato  e  guarito  dal  disserente.  —  Romano.  Sulla  difficoltà  di  stabilire  il 
calmiere  per  le  carni.  —  Marinoni.  Sulla  mostra  etnografica  dell'Esposizione  di  Milano. — 
Romano.  Ii>'applicazione  delle  recenti  scoperte  del  Pasteur  per  le  profilassi  e  la  polizia  sani- 
taria del  carbonchio.  —  Rraida.  Venere  e  il  suo  passaggio  davanti  al  disco  solare.  —  Pulelli. 
Della  piscicoltura  come  mezzo  atto  a  promuovere  l'alimentazione  nelle  campagne.  —  Murerò. 

Della  Bona.  L'educazione  secondo  la 


—    LXXXVU    — 

leggo  dell'evoluzione.  — Romano.  La  festa  del  bue  grasso.  — Honini.  La  gloria  e  le  let- 
tere. —  Asti.  Dei  fiumi  e  dei  modi  di  scemare  i  tristi  effetti  delle  piene.  —  Pittiti.  Intorno 
all'acido  ftalamidobenzoico  e  alle  anidromidibenzoiche.  —  Pari.  Importanza  della  sana  cri- 
tica anebe  in  medicina.  —  Ostermann.  Sul  linguaggio  dei  bambini  in  Friuli.  —  l'iulli. 
Nuove  ricerche  di  chimica  organica.  —  Balaùstra.  La  chiesa  di  s.  Giovanni  in  Gemona  e 
i  quadri  dell'Amalteo.  —  Measso.  I  deputati  del  Reggimento  della  magnifica  comunità  di 
Udine.  —  Pari.  Studi  fatti  a  Udine  dal  Broussais. 

•Atti  della  Società  dei  naturalisti  di  Modena.  —  Memorie.  Ser.  3",  voi.  Ili, 
anno  XVIII.  Modena,  1S84.  8.° 
Andri  i.  Studi  anatomici  e  fisiologici  sulla  trachea  della  Buco pbal a  clangala  com- 
parativamente con  quella  di  altri  animali.  —  Gibelli  e  Pirotla.  1°  Supplemento  alla  Flora 
del  Modenese  e  del  Reggiano.  —  Massa.  Notizie  intorno  alla  fauna  dei  vertebrati  di  Monte- 
bibbio.  —  Penzig.  Studi  sopra  una  virescenza  osservata  nei  fiori  della  Scabiosa  ma- 
ri t  i  m  a  L. 

+Atti  del  r.  Istituto  veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Ser.  Gs,  t.  II,  9,  10; 
III,  1,2.  Venezia,  1884.  8.° 

il.  9.  De  Della.  Sul  Pelobates  fuscus,  trovato  in  provincia  di  Verona.  —  Citta- 
della. Opere  minori  di  Pietro  Selvatico.  Memoria.  —  Tom.  Lettere  di  F.  Champollion 
ad  Ipp.  Rosellini  ed  a  Leopoldo  II  duca  di  Toscana.  —  Trois.  Ricerche  sulla  struttura 
della  R  anziana  tr  ancata.  Parte  II.  —  Berchet.  Relazione  intorno  all'opera  del  sig. 
E  Seletti  sulla  città  di  Busseto.  —  Canestrini.  Prospetto  dell' Acarofauna  italiana.  Parte  I. 
Oribatini  e  Gamasini.  — -  Turazza.  Intorno  a  due  recenti  ricerche  idrometriche.  —  il.  IO.  Ca- 
nestrini. Prospetto  dell'Acarfauna  italiana.  —  Rolli.  Metodo  per  determinare  la  capacità 
d'un  condensatore  in  misura  assoluta.  —  Zambelli.  Determinazione  volumetrica  del  jodio 
nelle  urine.  —  kl.  L'ossido  di  cerio  in  soluzione  solforica,  come  reagente  della  stricnina  in 
presenza  della  chinina.  —  Tamassia.  Alcune  correlazioni  tra  l'irrigidamento  cadaverico  u 
la  temperatura  del  corpo.  Ricerche  sperimentali  di  medicina  forense.  —  Vicentini.  Sulla 
conducibilità  elettrica  delle  soluzioni  saline  acquose  molto  diluite.  Studio  sperimentale.  — 
iuzzatli.  Della  moneta  ideale  ne' suoi  rapporti  colla  moneta  reale  in  circolazione  in  un 
paese.  —  Pulii.  Della  letteratura  dei  Gaina,  e  di  alcune  fonti  indiane  dei  novellieri  occi- 
dentali. —  Veronese.  Di  una  costruzione  della  superfìcie  del  4°  ordine  dotata  di  conica 
doppia.  —  in.  1.  Lussana.  Commemorazione  del  prof.  Francesco  dott.  Cortese.  —  Favaro. 
Intorno  ad  una  lettera  di  C.  F.  Gauss  ad  E.  G.  M.  Olbers,  pubblicata  da  D.  B.  Boncom- 
pagni.  —  Marinelli.  Notizie  intorno  alla  questione  della  superficie  d'Italia.  —  ni.  2.  Giovi/. 
Volgare  illustre  nel  1100.  e  proverbi  volgari  del  1200.  —  Torelli.  La  conservazione  delle 
farine.  —  Trois.  Sopra  alcuni  esperimenti  per  la  conservazione  delle  larve  degl'insetti.  — 
Bocchi.  Episodi  intorno  la  storia  di  Adria  e  del  Polesine  di  Rovigo  nella  guerra  dai  Ve- 
neziani sostenuta  in  Ferrara  nel  1308-1309  ecc.  —  Minich.  Sulla  cura  chirurgica  dell'em- 
piema. —  Lazzeri.  La  rappresentazione  dello  spazio  rigato  sopra  un  piano  connesso  eC'". 

•Bollettino  consolare.  Voi.  XXI,  1,2.  Roma,  18S5.  8.° 

1.  Sanminiatelli.  Relazione  statistico-economica  dell'Ungheria,  del  sig.  Donato  de' conti 
Sanminiatclli.  —  Pogliani.  Eapporto  statistico  del  commercio  di  Aden.  — Froehlich.  Anto- 
nio Giuseppe  Mundella,  Ministro  della  istruzione  pubblica  in  Inghilterra,  sua  cooperazione 
nel  miglioramento  della  classe  operaia.  Statistica  dei  fusi  di  cotone  nel  circondario  di  Man- 
chester. —  Lambirtenghi.  Di  un  tentativo  degli  Stati  uniti  per  dare  incremento  al  loro 
commercio  coli' America  centrale  e  meridionale.  —  d'Epstein.  Rapport  sur  la  production  et 
lo  commerce  des  sucres  dans  le  Royaume  de  Pologuc.  —  2.  Froehlich.  Lalegislazione  indu- 
striale della  Gran  Bretagna.  —  Alberici.  Coltura  delle  patate  dell'isola  di  Malta.  La  bene- 
ficenza nel  Gruppo  di  Malta.  —  Karow.  Renseignements  sur  la   récolte  des  betteraves  et 


—  LX  XX  VI  II  — 

la  production  du  sucre  eri  Allemagne.  —  Guglielmi.  Il  transito  persiano  e  le  conseguenze 
derivanti  dalle  diverse  sue  fasi.  —  Corsi.  Il  porto  di  Amburgo  e    il  suo  movimento  com- 
merciale. —  Shilling.  Il  raccolto  del  1884  in  Baviera  e  specialmente  nelle  quattro  provincie 
di  questo  distretto  consolare. 
^Bollettino  jdel   Collegio   degli   ingegneri   ed   architetti  in  Napoli-  Voi.  Ili, 

n.  3,  4.  Napoli,  1885.  4.° 
f  Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2a,  voi.  X,  1,  2.  Roma,  1884.  8." 

La  spedizione  Bianchi.  —  Gordon.  Possedimenti  degli  Stati  europei  sulle  coste  afri- 
cane (con  carta).  —  D.  V.  Il  viaggio  al  basso  Ob  del  sig.  S.  Sommier.  —  Id.  Carta  delle 
regioni  del  Mar  Rosso.  —  Raineri.  La  navigazione  germanica  ed  i  traffici  indo-europei.  — 
Giacomo  di  Brazzà  e  Attilio  Pecile.  —  Cardali.  Sul  «  Vulcanismo  »  del  cap.  Gatta.  — 
Colini.  La  provincia  delle  Amazzoni  secondo  la  relazione  del  p.  I.  G.  Coppi,  missionario 
nel  Brasile. 

•Bollettino  delle  Casso  di  risparmio.  Anno  1,  1884.  1°  semestre.  Eoma,  4.° 
'"Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.  Anno  1884,  n.  11,  12.  Eoma,  8." 

Daldacci  e  Canavari.  La  regione  centrale  del  Gran  sasso  d'Italia.  —  Lotti.  La  mi- 
niera cuprifera  di  Montecatini  e  i  suoi  dintorni.  —  Mazzuoli.  Nota  sulle  formazioni  ofio- 
litiche  della  valle  del  Penna  nell'Apennino  ligure. 

'Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  I,  2°  seni. 
1884.  Eoma,  4.° 

•Bollettino   di   notizie  agrarie.  1885,  u.  2-5.  Roma,  4.° 

•Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  1885,  n.  1,  2. 
Eoma,  4.° 

*Bollettino  mensuale  pubblicato  per  cura  dell'Osservatorio  centralo  del  Col- 
legio C.  Alberto.  Ser.  2a,  voi.  IV,  n.  8.  Torino,  1884.  4.° 

•Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Anno  1885,  feb- 
braio. Eoma,  4.° 

*  Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei  principali  prodotti  agrari  e 
del  pane.  1884,  n.  51,  52;  1885,  n.  I,  2.  Roma,  4.° 

:Bullettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  X,  8.  Roma,  1884.  8.° 
Durante.  Un  caso  di  neo-pigmentario  maligno.  —  Ratti.  Sulle  acque  potabili  di  Roma. 

•Bollettino  di  paletnologia  italiana.  Anno  X,  7-10.  Reggio  E.   1884.  8." 

7-8.  Strobcl.  Provenienza  dei  manufatti  preistorici  di  nefrite  e  di  giadaite.  —  Fode- 
raro.  Antichità  preistoriche  in  Tiriolo  nel  Catanzarese.  —  Pigorini.  Sopra  alcuni  oggetti 
della  terramara  di  Montale  nel  Modenese.  —  9-10.  Chierici.  I  sepolcri  di  Remedello  nel 
Bresciano  e  i  Pelasgi  in  Italia. 

Cronaca  della  istruzione  pubblica  e  privata.  Voi.  XIII,  8.  Palermo,  1885.  8.° 
Latino.  I  sistemi  di  C.  Delbez  e  della  signora  Pape-Carpentier  per  l'educazione   dei 

sensi.  —  Piazza.  Ancora  della  grande  questione  della  scuola  e  dei  maestri.  —  Toti.  I  libri 

di  testo  per  le  scuole  pubbliche  ed  una  grave  dimenticanza  del  Governo.  —  Cigno-Flores. 

Natura  e  valore  della  scuola  primaria  e  limiti   degl'insegnamenti.  —  Zumino.  La  pratica 

nella  scuola. 

Documenti  per  servire  alla  storia  di  Sicilia.  la  serie.  Diplomatica.  Voi.  VI,  1. 
1884.  8.° 
Lagumina.  Codice  diplomatico  dei  Giudei  di  Sicilia. 


—    LXXXIX    — 

"^Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XIV,  1884,  fase.  9.  Appendice.  Voi.  II,  n.  24. 
Palermo,  1884.  8.° 

Schi/f.  Intorno  all'acido  fosforscllico.  —  Schi/f  e  Parenti.  Sull'acido  etilendibenzamico.  — 
Piutti.  Derivati  succinici  della  difenilamina.  —  hi.  Clorurazione  e  idrogenazione  della 
difcnilaminftaleina.  —  hi.  Sull'acido  ftalilaspartico.  —  Pellizzari.  Derivati  amidobenzoici 
dell'acido  succinico,  sebacico  e  ftalico.  —  kl.  Una  riduzione  particolare  del  cloruro  di  nitro- 
benzile.  —  Errerà.  Sull'etilfenolo.  —  Tivoli.  Composti  di  platino  e  di  arsenico.  —  Canzo- 
neri  e  Spica.  Sull'etere  acetil-/3-imidobutinico,  dalla  condensazione  di  etere  acetacetico  ed 
acetamide.  —  Cervello.  Sull'adoni»  cupaniana.  —  Pileli.  Sull'etere  curailico  o  sulla  prepa- 
razione dell'aleool-cumilico.  ' —  Errerà.  SuH'a-fenilpropilene  e  sull'a-paratolilpropileue.  — 
Mazzara.  Sull'azione  del  nitrito  potassico  e  dei  fenoli  sul  diamidotrifenilmetano.  —  Cam- 
pani. Sulla  esistenza  del  manganese  nelle  piante. 

'Giornale  d'artiglieria  e  genio.  1S84.  Pimi  14.  Roma,  8.° 

^Giornale  dell'Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVII,  nov.-dec.  1884. 

Torino,  8.° 

Ceccherclli.  La  resezione  del  fegato.  —  Conti.  Dello  spessore  della  corteccia  cerebrale 
nell'uomo.  —   Torre.  Cariocinesi  nelle  fibre  nervose  in  seguito  a  nevrectomia. 
+ Giornale  della  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VI,  n.  9-12;  VII,  1.  Milano, 

1884-85.  8.° 

vi.  9-10.  Zucchi.  Il  colèra  in  Italia  nel  1884.  —  Rossi.  Misure  difensive  contro  l'impor- 
tazione del  colèra  in  Europa.  —  Volpe.  Confronti  fra  il  latto  vaccino  ottenuto  durante  con- 
tinuo, eccessivo,  prolungato  lavoro,  e  quello  avuto  durante  il  riposo.  —  Pagliara  e  RasteUi. 
Progetto  di  risanamento  della  città  di  Torino.  Progetto  di  regolamento  edilizio  per  la  città 
di  Milano.  —  11-12.  Pini,  Lolli  e  Giachi.  L'Istituto  ortopedico  Rizzoli  a  Bologna.  — Fratini. 
Quinto  Congresso  internazionale  d'igiene  e  di  demografia.  —  Pini.  Il  colèra,  le  tende  e  le 
baracche  ospitaliere.  —  Contro  la  pellagra.  —  La  Croce  rossa  italiana.  —  Riforma  sanitaria 
e  quarantena™. —  Vii.  1.  Marzocchi.  Relazione  tecnica  a  corredo  del  progetto  sommario  di 
uu  manicomio  per  300  alienati  poveri. 

'Giornale  di  medicina  militare.  Anno  XXXIII,  n.  1.  Gemi.  1885,  8. Roma,  8.° 
Givelli.  Studi  sul  colèra   fatto    nell'ospedale  di  marina  di  Spezia  durante   l'epidemia 
colerica  del  1884. 
t Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  X,  12.  Torino,  1884.  4.° 

l 'fa, limbi.  Strada  ferrata  da  Clermont-Ferrand  a  Tulle.  —  Sachero.  Del  lavoro  mu- 
scolare dell'uomo  e  della  convenienza  di  migliorare  la  nutrizione  dei  lavoratori  dei  campi. 
:  Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIII,  11, 12.  Roma, 

1884.  4.° 

11.   Tacchini.  Osservazioni  solari  dirette  e  spettroscopiche  fatte  a  Roma  nel  1°  seme- 
stre 1884.  —  kl.  Facole  solari  osservate  a  Roma  nel  1°  semestre  1884.  —  kl.  Macchie  e 
facole  solari  osservate  nel  r.  Collegio  romano   nel  4°  trini.  1881.  —  Garibaldi.  Sulla  rela- 
zione fra  le  macchie  solari  e  il  magnetismo  terrestre. 
^Natura  (La).  N.  58-61.  Milano,  1885.  4." 

58.  Mantegazza.  Il  movimento  contro  la  vivisezione.  —  Ardùsone.  Rivista  di  bota- 
nica crittogamica.  —  La  questione  del  Niger.  —  Giorgio  Bentham.  —  Pogliaghi.  La  scarica 
elettrica  nei  gas.  —  R.  Società  geografica  italiana.  —  ,S'.  Evoluzione  mentale  negli  animali.  — 
59.  Ammutii.  I  disastri  delle  valanghe  nelle  regioni  alpine.  —  Pini.  L'inverno  attuale.  — 
Telefono  da  campo  del  sig.  Roggero  Candido.  —  Il  pulviscolo  negli  stabilimenti  indu- 
striali   —  Un  viaggio  in  Africa.  —  Pogliaghi.  La  scarica  elettrica  nei  gas.  —  Lavorazione 

Bullettiho-Rendicon'h  —  Voi..  I.  12 


dello  pietre  dure.  —  CO.  Massaua  e  le  popolazioni  abissine.  —  Neri.  Fabbricazione  del- 
l'acciaio. —  La  chimica  nell'ultimo  trentennio.  —  Cavanna.  Rivista  di  zoologia:  Note  ittio- 
logiche. —  Gigliati.  Necrologio:  J.  Gwyn  Jeffreys.  —  61.  Issel.  Escursioni  scientifiche  a 
Massaua.  —  Di  due  progetti  di  attraversamento  dello  Stretto  di  Messina.  —  Ardissone. 
divista  di  fisiologia  vegetale  e  di  crittogamia.  —  Manlcgazza.  Il  Quebracho  Bianco,  — 
Pogliaghi.  Gli  anelli  colorati  elettrochimici  e  termici. 

^Programma  del  r.   Istituto    tecnico  superiore   di    Milano.   Anno    1884-85. 
Milano,  4.° 

■Pubblicazioni  del  r.  Osservatorio  di  Brera.  N.  XXV.  Milano,  1883.  4.° 

Billolti.  Teoria  degli  stromenti  ottici  con  applicazioni  ai  telescopi  ed  alla  fotografia 
celeste. 

f  Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Voi.  XVII,  19-20; 
XVIII,  1-3.  Milano,  1884.  8." 

six-xx.  Sangalli.  Reminiscenze  del  Congresso  medico  internazionale  tenutosi  a  Cope- 
naghen nel  p.  p.  agosto.  —  Maggi.  Cenno  risguardante  la  presentazione  della  sua  Nota: 
«  Sull'influenza  d'alte  temperature  nello  sviluppo  dei  microbi  ».  —  Mercalli.  Sulla  natura 
del  terremoto  ischiano  del  28  luglio  1883.  —  Brambilla.  Sulla  curva  gobba  del  quarto 
ordine  dotata  di  punto  doppio.  —  Chisloni.  Sulla  variazione  secolare  degli  elementi  del 
magnetismo  terrestre  a  Como.  —  Sangalli.  Comunicazione  intorno  ad  un'operazione  eseguita 
dal  dott.  Vincenzo  Omboni  sull'asportazione  parziale  del  polmone.  —  Biondelli.  Dichiarazione 
di  sessantatre  monete  pontificie  inedite  del  r.  Gabinetto  numismatico  di  Milano.  (Appendice 
al  Cinagli).  —  Morigeri.  Le  pitture  dei  maestri  italiani  nei  pubblici  musei  a  proposito  di 
un  recente  libro.  —  Ferrini.  Note  critiche  al  libro  IV  dello  Pseudo-Teofilo.  —  i.  Strambio. 
Rendiconto  de'  lavori  della  Classe  di  lettere  e  scienze  morali  e  politiche.  —  Ferrini.  Ren- 
diconto de'  lavori  della  Classe  di  scienze  matematiche  e  naturali.  —  Cantoni.  Commemo- 
razione di  Baldassare  Poli.  —  II.  Chistoni.  Sulla  variazione  secolare  degli  elementi  del 
magnetismo  terrestre  a  Venezia.  —  Fiorarti.  Un  caso  assai  raro  di  vizio  congenito  della 
vescica  urinaria.  —  Schiaparelli.  Amplitudine  dell'oscillazione  diurna  del  magnete  di  decli- 
nazione a  Milano  1884.  —  Mondino.  Sulla  anatomia  dell'antimuro  e  del  nucleo  araigdaleo 
nel  cervello  umano.  —  Id.  Sulla  cariocinesi  delle  cellule  nervose  negli  animali  adulti  con- 
secutiva ad  irritazione  cerebrale.  —  Casorali.  Sopra  alcuni  discriminanti.  —  Celoria.  Sul- 
l'apparizione della  eometa  di  Halley  avvenuti  nell'anno  1456.  —  ni.  Martinetti.  Sopra  una 
classe  di  trasformazioni  involutorie  dello  spazio.  —  Pini.  Riassunto  delle  osservazioni  meteo- 
rologiche, eseguite  presso  il  r.  Osservatorio  astronomico  di  Brera  nell'anno  1884.  —  Maz- 
zollo.  Sui  fenomeni  termici  che  accompagnano  le  formazione  delle  leghe.  —  Scartnzio.  Sti- 
ramento cruento  del  nervo  ischiatico  per  nevralgia  datante  da  quattro  anni;  esito  felice. — 
Mercalli.  Su  alcune  rocce  eruttive  comprese  tra  il  lago  Maggiore  e  quello  d'Orta.  —  For- 
manti. Sul  movimento  geometrico  dei  sistemi  invariabili. 

f  Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno  XXIII, 
10-12.  Napoli,  1884.  8." 

10-11.  Pergola.  Per  Nicola  Truii.  —  Licopoli.  Sull'anatomia  e  fisiologia  del  frutto 
dell'Ali on a.  reticulataL.  e  dell'Asimina  triloba  Dun.  —  /(/.Rapporto  della  Com- 
missione sul  lavoro  presentato  pel  concorso  al  premio  per  l'anno  ISSI.  —  12.  Guiscardi. 
Rapporto  sulla  Memoria  del  sig.  Eugenio  Scacchi.  —  Scacchi.  Contribuzioni  mineralogiche.  — 
Pasquale.  Cenni  sulla  flora  di  Assab.  —  Coite.  Notizie  ed  osservazioni  sulla  geo- fauna  sarda. 

"Rivista  critica  della  letteratura  italiana.  Anno  I,  11.  G.  Firenze,  1885.  4.° 
^Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Gennaio  1885.  Roma,  8.° 


—  xn  — 

Caveglia.  Studio  per  un  poligono  di  tiro  al  bersaglio.  —   Pedraszoli.  Riflessioni   sul 
tiro  indiretto  e  sulla  corazzatura  dei  pezzi  da  campo.  —  Rocchi.  I  ponti  portatili  e  il  loro 
impiego  in  campagna.  —  Effetti  del  tiro  delle  bocche  da  fuoco  d'assedio  condì  parapetti 
e  rivestimenti. 
:  Rivista  di  chimica  medica  e  farmaceutica,  tossicologia  e  farmacologia.  Voi.  I, 

f.  4-12;  II,  1-12.  Torino,  1883-84.  8." 

il.  11-12.  Grosso.  Alcune  osservazioni  sui  naftoli.  —  Cagnoli.  La  naftalina  in  terapia. 

•Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Ser.  2a  n.  2,  3.  Conegliano,  1885.  S.° 

2.  Cubimi.  Ricerche  sulla  formazione  dell'amido  nelle  foglie  della  vite.  —  lutino.  11 
filtro  Mésot  in  Sai-degna.  —  Cclotti  e  Trenti».  Osservazioni    fenologiche.  —3.  Canafoglia. 

La  viticoltura  e  l'enologia  nel  Médoc.  —  Comes.  Come  provvedere  al  marciume  delle  radici. 
•Rivista  marittima.  Anno  XVIII,  f.  2",  febb.  1885.  Roma,  8.° 

Resto.  Il  mareografo  elettrico.  —  Stabilimenti  marittimi  in  Shanghai.  —  Dove.  Note 
di  un  viaggio  nell'alto  Paranà.  —  Accanii.  Sul  reclutamento  della  gente  di  mare.  —  Af al- 
dini. I  bilanci  della  marina  d'Italia.  —  Le  scuole  superiori  navali  in  America  e  in  Francia.  — 
Sistema  militare  della  China. 

'Rivista  (La  nuova)  internazionale.  Anno  VI,  23-24.  Firenze,  1884.  8." 

Schubin.  La  storia  di  un  Genio.  —  llombergcr.  Carlo  Hillebrand.  —  Roger.  Altera- 
zioni del  territorio  alluviale  in  Toscana  e  nel  Veneto  nei  tempi  storici.  —  Sterne.  Sul 
modo  di  calmare  le  onde  in  burrasca.  Confronto  fra  antichi  miti  ed  esperienze  nuove. 

"Rivista  scientifico-industriale  e  giornale  del  naturalista.  Anno  XVII,  n.  1,  2. 

Firenze,  1885.  8.° 

Canestrini.  Influenza  della  elettricità   statica   dello   calamite.  —  Nicotra.  Porrne   di 

Scie  rant  h  us  margina  tu  s.  —  Il  freno  continuo  ad  aria  compressa.  —  Rosler.  Tassidermia. 

^Spallanzani  (Lo).  Anno  XIV,  ser.  2',  fase.  1,  2,  gen.-febb.  1885.  Modena, 

1885.  8.° 

Ciuccio.  Del  terzo  gruppo  dei  tessuti  a  sostanza  intercellulare  solida.  —  Del  tessuti) 
muscolare  liscio  e  stri  ito.  Forma,  composizione  anatomica,  vasi  sanguigni,  nervi,  accresci- 
mento* e  rigenerazione  del  tessuto  muscolare  ecc.  —  Saltini.  Sull'impiego  della  cocaina  in 
oculistica.  Esperienze  e  note  cliniche.  — •  Ferravi.  Sull'aneurisma  arterioso-venoso  trauma- 
tico spontaneo.  Considerazioni  anatomo-patologiche  e  mezzi  terapeutici.  —  Vetrone.  Tera- 
pia specifica  del  cholera,  usata  in  Napoli  in  oltre  300  casi.  Sua  cura  profilattica.  Igiene 
internazionale.  Igiene  e  disinfezione  locale.  —  Jannuzzi.  Sulla  difterite  e  sul  croup  difte- 
rico. —  Loriga.  Dei  casi  più  notevoli  osservati  nel  primo  bimestre  dell'anno  scolastico  1884- 
1  -  35  nella  Clinica  medica  universitaria  di  Iìoma. 
Telegrafista  (II).  Anno  V,  n.  1.  Roma,  1885.  8." 

Esperimenti  comparativi  sulla  pila  italiana.  —  Sui  sistemi  elettro-magnetici  con 
ancore  polarizz 

Pubblicazioni  estere. 

*  Abstracts  of  the  Proeeedings  of  the  Chemical  Society.  N.  2.  Sess.  1884-85. 

London,  S.° 
;  Almanach  der  k.  Akademie  der  Wissenschaften.  Jhg.  XXXIV.  18S4.  Wien,  8.° 
•Anales  del  Iustituto  y  Observatorio   de  Marina  de   San   Fernando.  Socc.  2. 

Obs.  met.  1883.  San  Fernando,  1884.  4.° 
•Annalen  der  Chemie.  Bd.  CCXXVI,  1-3.  Leipzig,  1884.  8.° 


—   XCII    — 

1.  Ànsch&ìs.  Ueber  die  AnhydriJbillung  bei  ein-  mici  zweibasischen  Siiuren.  —  hi.  Ueber 
die  Ersetzung  zweier  Chloratome  in  Chloriden  durch  ein  Sauerstoffatom  mittelst  entwàsser- 
ter  Oxalsiiure. —  Zincke  und  Drena:  Ueber  einen  Kohlenwasserstoff  C16H1S  aus  Styrolon- 
alkohol.  —  hi.  und  Hebebrand.  Ueber  die  Einwirkung  von  Chinonen  auf  Amidophenole.  — 
Wallaeh.  Ueber  die  Kob.lensiiureiUb.er  zweiwertbiger  Alkohole  und  Phenole.  —  Meyer  und 
Soubert.  Ueber  Gasanalyse  bei  starle  verniindertem  Druek,  —  Meyer.  Ueber  die  Berechnung 
der  Gasanalysen.  —  2.  Schlegel.  Ueber  die  Verbrennung  von  Kohlenwasserstoffen,  ibren  Oxy- 
den  und  Chloriden  rait  Chlor  und  Sauerstoff.  —  Fischer  und  Kórner.  Ueber  Chrysanilin.  — 
Anschùtz.  Ueber  Traubensiiure  aus  Fumarsiiure  und  die  Calcinmsalze  der  vier  isorneren 
Weinsauren.  —  James.  Zur  Kerintniss  des  Acetessigiithers.  —  Geulher. Ueher  einige  Abkumm- 
linge  des  symmetriseben  Isodichlorathylatheis  (Aethylidenoxychlorids).  —  hi.  Ueber  die 
Einwirkung  von  Bleihydroxyd  und  Silberoxyd  auf  die  wàsserige  Lcisung  von  Natrium- 
pentasulfid  und  Natriumdithionit.  —  llcssc.  Syntbese  des  Homocbinins.  —  Schi/f  und  Pa- 
renti. Ueber  Aetbylenarnidobenzoesauren.  —  3.  Bredl.  Ueber  die  Constitution  der  Campho- 
ronsaure.  —  Wislicenus.  Neue  Eeactionen  des  Diehloriithers.  —  Ulsch.  Zersetzung  des 
Chlorkohlensiiureesters  dnreli  Chlorzink.  —  Jones.  Ueber  das  Vevhalten  der  «-Methylpropyl- 
jS-Oxybuttersaurc  beira  Erhitzen.  —  Collie.  Ueber  dio  Einwirkung  des  Aramoniaks  auf 
Acetessigester.  —  Fillig.  Ueber  Lactone  und  Lactonsàuren.  —  Chanlaroff.  Ueber  das  Buty- 
rolacton  und  das  «-Aethylbutyrolaeton.  —  Riihlinann  und  Fillig.  Verbalten  des  Valero- 
laetons  und  des  Isocaprolactons  gegen  Wasser  und  Jodwasserst.>ff.  —  Ebert.  Ueber  das 
Verbalten  des  Curaarins,  Cumarons  und  der  Orthocumarsaure  gegen  Bromwassorstoff  und 
Brom.  —  llochstetter.  Ueber  die  Melilotsaure  uud  deren  Anbydrid.  —  Frasi.  Ueber  die 
Constitution  der  Terebinsiiure  und  Teraconsaure. 
•  Auualen  der  Physik  uud  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXIV.  2.  Leipzig,  1885.  8.° 

Arons.  Bestimmung  der  Verdet'scben  Constante  in  absolutem  Maass.  —  Hicharz.  Die 
Bildung  von  Ozon,  Wasserstoffsuperoxyd  und  Ueberschwefelsiiure  bei  der  Electrolyse  ver- 
dunnter  Scliwefelsaure.  —  Wild.  Antwort  auf  einige  Bemerkungen  des  Herrn  P.  Koblrausch.  — 
Uayleigh.  Ueber  die  Metbode  der  Diimpfung  bei  der  Bestimmung  des  Ohms.  —  Ehrhardt. 
Ueber  die  Bestimmung  der  specifiseben  Warrae  und  der  Schmelzwiirme  bei  boben  Tem- 
perature!). —  Knoblauch.  Ueber  zwei  neue  Vevfahren,  deu  Polarisationswinkel  der  Metalle 
zu  tinden.  —  Bliirncke.  Ueber  die  Bestimmung  der  specifischen  Warme  des  Urans.  —  Moller. 
Experimentelle  Untersucliung  des  Emanationsgesetzes  gliihender  Korper.  —  Rùlhij.  Bemer- 
kungen zur  Abhandlung  J.  Froblicb's  „  Kritisches  zur  Thoorie  des  gebeugten  Lichts".  — 
Lommel.  Beobaclitungen  ùber  Fluorescenz.  —  Rammelsberg.  Ueber  die  essigsauren  Doppel- 
salze  des  Urans.  —  Oosting.  Notiz  ùber  die  Kundt'schen  Staubflguren. 
''Aunalen  des  physikalischen  Central-Observatoriums.  Jhg.  1882.  Th.  I.  St.  Pe- 

tersburg,  1883.  4.° 
:Àimales  (Nouvelles)  de  Matkérnatiques.  3e  sér.  févr.  1885.  Paris,  8.° 

Hermite.  Sur  une  identità  trigonométrique.  —  Cesaro.  Note  sur  le  calcul  isobarique.  — 
Dewulf  —  Théorèmes  de  geometrie  et  de  cinématique.  —  Jagyi.  Sur  les  complexes  de 
droites  du  premier  degré  et  sur  leurs  congrueuces.  —  Estiennc.  Quelques  réflexions  sur 
l'elude  guométi'ique  des  courbes  géométriques  et  théorèmes  pouvant  y  ótre  utiles.  —  An- 
lomari.  Théorèmes  de  geometrie  sur  le  centre  des  moyennes  distances.  —  Escary.  Remarque 


concernant  la  limite   de   (  1 


K)' 


''Aunales  des  ponts  et  chaussées  1884.  Dee.  Paris,  8.° 

Baam.  Les  tarifs  des  chemins  de  fer  de  l'état  en  Autriehe.  —  Allard.  Note  sur  lo 
Manuel  hydralogique  du  bassin  de  la  Seine.  —  Worms  de  Romilly.  Méraoire  sur  divers  sy- 
ìtèmes  de  voiirares  à  vapeur  employées  en  Belgique  et  dans  les  provinces  rhénanes. 


—  xeni  — 

•Annales  de  l'Obsevvatoire  do  Moscou.  Voi.  X,  2.  Moscou,  1S84.  4.° 

Bi-lopolski.  Observations  au  cercle  mcridien.  —  Id.  Détermination  dn  rayon  apparent 
du  soleil  au  moyen  de  la  photographie.  —  Joukowsky.  Sur  la  construction  des  courbes  syn- 
ehroniques.  —  Iiélopolsky.  Observations  phothoéliographiques  en  1883.  —  8  i  lichin.  Les 
syndynauica  et  lea  synchronea  de  la  comète  Pons-Brooks.  —  Socolo/f.  Naaerungsfomieln  dcr 
Theorie  der  Cometenscbweife.  —  /  t.  Note  supplémentaire  sur  la  comète  Pons-Brooks. 

ì Annales  scientifiques  de  l'Éjole  normale  supérieure.  3"  sér.  1. 1,  Suppl.  11,1. 

Paris,  1884-85.  4.° 

Kónigs.  Rechercb.es  sur  les  intégrales  de  certaines  équations  fonctionnelles.  —  Appel. 
Développments  en  sèrie  des  fonctious  doublement  pe'riodiques  de  troisième  espèce.  —  Goursal. 
Sur  les  transformations  ràtionelles  des  équations  différentielles  linéaires. 
:Annuaire  de  l'Académie  r.  des  scieuces,  des  lettres   et  des  beaux   avts  de 

Belgique  1885.  Bruxelles,  8.° 
■Annuaire  de  la  Société  rnétéorologique   de  Pranee.  1884,  mai.  Paris,  4.° 

Caron.  Barometro  à  glycérine.  —  llcnou.  Sur  un  baio  extraordinaire. 
•Anzeiger  (Zoologischer).  VII  Jhg.  n.  187-188.  Leipzig,  1884.  8.° 

187.  List.  Oeber  einzellige  Driisen  (Becherzellen)  im  Blasenepitbel  der  Eidecbse  (La- 
certa  agilis).  —  Miillcr.  Untersuehungen  ueber  die  Bildung  uni  Structur  der  Sebalenbei 
den  Lamcllibraocbiaten.  —  Schimkewitsch.  Ueber  cine  neue  Gattung  der  Sarcopsyllidae- 
Familiae.  —  Koehler.  Quelques  mots  sur  les  relations  du  système  circulatoire  chez  les  Échi- 
nides.  —  183.  Haswell.  Note  on  the  «Segmentai  Organs  of  Serpula  ». —  Spencer.  On  the 
fate  of  the  Blastopora  in  Eana  temporaria.  —  Kowalewsky.  Beitrage  zur  nacheim- 
bryonalen  Entwicklung  der  Musciden.  — ■  Henneguy.  Sur  la  ligne  primitive  des  poissons 
osseux.  —  Ilerlwig.  Ist  Erytbropsis  agilis  eine  losgerissene  Spastostyla  Sertu- 
lariarum? 

:  Archiv  der  Mathematik  and  Physik.  2"  Keilie,  Th.  I,  4.  Leipzig,  1884.  8." 

Oekinghaus.  EUiptische  Integralfunctionen  und   ibre    geometrische,   analytische   und 
dynamisebe  Bedeuttrag. 
*  Archiv  fi'ir  Osterf.  Gesehichte.  Bl.  LXV,  1,  2.  Wien,  1884.  8.° 

Dudlk.  Ausziige  aus  dem  Batbs-Protokolle  des  k.  k.  Tribunals  in  Jlàhren  Tom 
Jabre  1683.  —  Loserlh.  Der  Sturz  des  Hauses  Slawnik.  Eiu  Beitrag  zur  Geschicbte  der 
Ausbiklung  des  bOhmischen  Herzogthums.  —  Mayer.  Der  innerOsterreichische  Bauernkrieg 
des  Jahres  1515.  Nacb  alteren  und  neueu  Quellen  dargestellt.  —  Ginddy.  Ein  Beitrag  zur 
Biograpbie  des  Pater  Dominicus  a  Jesu  Maria,  des  Zeitgenosseu  der  Scblacht  auf  dem 
weissen  Berge.  —  lluber.  Stndien  iiber  die  Geschicbte  Ungarns  im  Zeitalter  der  Arpaden. — 
Loserth.  Das  Necrolog  des  Minoritenklosters  in  Olmiitz.  — ■  Dusson.  Salzburg  und  Bobmen 
vor  dem  Kriege  von  12~6.  —  Dudik.  Tagebucb  des  feindlichen  Einfills  der  Scbweden  in 
das  Markgraftbum  Màhrend  wabrend  ibres  Aufenthaltes  in  der  Stadt  Olmiitz  1612-1650 
gefiihrt  von  dem  Olmutzer  Stadstcbreiber  und  Notar  Magistei  F.  Flade.  —  hi.  Ueber  Ne- 
krologe  der  Olmutzer  Domkirche. 
"Beiblatter  zu  cleri  Annalen  der  Physik  und  Chemie.  Bd.  IX,  St.  2.  Leipzig, 

1885.  8." 
•Bericbt  (XIII)  der   Naturforsch.  Gesellschaft  zu   Bamberg  1884.  Bainberg, 
1884.  8." 

Blasius.  Der  japanisebe  Norz,  Foetorius  Itatsi. 
;  Bericht  ueber  die  Senckenbergiscbe  Naturforschende  Gesellschaft  1884.  Frank- 
furt a/M.  1884.  8." 


—    XC1V    — 

Richlers.  Ueber  die  Wechselbeziehungen  zwischen  Blumen  und  Jnsecten.  —  von  Heyden. 
Beitrage  zur  Kenntniss  der  Ilymenopteren-Fauna  der  weiteren  Umgegend  von  Frankfurt 
a.  M.  —  Boetlgcr.  Eine  Sammelexkursion  nach  Abchasien  und  Tscherkessien  ausge  fiihrt  von 
0.  Retowski.  —  Kinkelin.  Ueber  zwei  siidamerikanische  diluviale  Riesenthiere.  —  hi.  Ueber 
Fossilien  aus  Braunkohlen  der  Umgebung  von  Frankfurt.  —  li.  Sande  und  Sandsteine  irti 
Mainzer  Tertriiirbecken.  —  là.  Die  Schlcnsenkammer  von  Frankfurt-Niederrad  und  ihre 
Fauna.  —  Boellger.  Fossile  Binnenschnecken  aus  den  unter  miociinen  Corbicula-Thonen 
von  Niederrad  bei  Frankfurt  a.  M.  —  Ritter.  Ueber  neue  Mineralfunde  in  Taunus.  —  Buck. 
Ueber  die  Ungestielte  Varietat  der  Podophrya  fixa  Ebb.  —  Kobelt.  Verzeichniss  der 
palaearktischen  Saugethiere  des  Senckenbergisclieii  Museums  Ende  1884. 
*Berichte   der  deutscben  cberniscben  Gesellschaft.  Jbg.  XVIII,  2,3.  Berlin, 

1885.  8.° 

2.  Banmann.  Ueber  Abkummlinge  der  Brenztraubensaure.  —  Beckurts  und  Olio.  Studien 
iiber  das  Verhalten  der  Silbersalze  von  halogensubstituirten  Sauren  der  R<;ibe  CnH2nO, 
beim  Eihitzen  mit  Wasser  und  far  sicb.  —Bevali.  Ueber  Paraamidooctylbenzol,  Paraami- 
docaprylbenzol  und  ein  Amidooctyltoluol.  —  Bernfhsen  und  Semper.  Ueber  das  Juglon.  — 
Classai.  Bemerkungen  zu  der  Antwort  des  Hrn.  Wieland.  —  Duisberg.  Ueber  bis  Bildung 
von  p-Tohiyl-p-methylimesatin  aus  Dichloressigsaure  und  tf-Toluidin.  —  Gentil.  Ueber  die 
/3-Naphtochinolinsulfosaurc.  I.  —  Hempel.  Die  Sauerstoffbestimmung  in  der  atmospluuischen 
Lnft.  —  Hofmann.  Zur  Kenntniss  der  Coniin-Gruppe.  —  Japp  und  Miller.  Ueber  Additions- 
und  Condensationsverbindungen  der  Diketone  mit  Ketonen.  II.  —  Kleemann.  Ueber  eine 
Darstellungsmetbode  des  Diacetyleyanids.  —  v.  Koslanccki  und  Niementowski.  Synthese  der 
Nitrococcussiiuie.  —  Meyer.  Syntliesen  des  Thiopbens.  —  Móhlau.  Zur  Kenntniss  des  Di- 
phenylpsendoamphiphenacylrjitrils.  —  Nicol.  Eine  Theorio  der  Lesung.  —  Otto.  Ueber 
Bildung  von  Sulfonen  aus  alkylsulfonirten  Sauren  der  Reihe  CnH2nO,.  —  hi.  Neue  Syn- 
these von  aromatisclten  Sulfonen  mittelst  Quecksilberdiphenyl.  —  hi.  und  Beckurts.  Zur 
Kenntniss  der  Monohalogensubstitute  der  Akrylsaure.  —  Owens  und  Japp.  Ueber  Conden- 
sationsverbindungen von  Benzil  mit  Aethylalkohol.  —  Pellizzari.  Ueber  Amìdobonzoesau- 
rcderivate  der  Bernsteinsaure,  Sebacylsiiure  und  Phtalsaure.  —  Perkin  {junior}.  Ueber  die 
Dehydraeetsaure.  —  hi.  Notiz  iiber  Tiimethylenjodid.  —  Wislicenus.  Ueber  die  Einwirkung 
von  Cyankalium  auf  Phtalid.  —  3.  Berend.  Ueber  ein  Trimethylchinolin.  —  Brunner  und 
Hubert.  Ueber  Phenolfarbstoffe.  —  Claus  und  Muchall.  Zur  Kenntniss  der  Cliinolincarbon- 
siiure  (Cinchoninsaure).  —  Elbs  und  Wiltich.  Ueber  die  Einwirkung  des  Chlorpikrins  und 
C'Ihoroforms  auf  Tolnol  bei  Gegenwart  von  Aluminiumchlorid.  —  Gatiorowski  und  Wayss. 
Zur  Kenntniss  der  Diazoverbindungen.  —  Gólirinrj.  Einwirkung  von  Aldebyd  auf  Parani- 
trobenzaldeliyd.  —  Hanssen.  Entgegung.  —  Jacobsen.  Abbau  con  Kohlenwasserstoffen  durch 
Umkehrung  der  Friedel-Crafts'schen  Reaction.  —  M.  Bromsubstitutionsprodukte  des 
Paraxylols.  —  Just.  Ueber  eine  neue  Metbode  der  Einfiilirung  stickstofflialtiger  Radikale 
in  den  Malonsaureester  und  Acetessigester.  —  Knorr.  Einwirkung  des  Diacetbernsteinsaa- 
reester  auf  Ammoniak  und  primàre  Aminbasen.  —  Iti.  und  Blank.  Ueber  die  Einwirkung 
desBenzoylacetessigestersauf  Pbenylbydrazin.  —  lùiorre.  Ueber  die  Wolframate  von  Baryum. 
Strontium  und  Calciurn.  —  Nictzki  und  Benckiser.  Ueber  Orthonitranilinsulfosaure  und 
iiber  eine  neue  Dastellungsmerliode  des  Ortlionitranilins.  —  hi.  und  Goll.  Ueber  Azonaphta- 
lin.  —  Oslermaycr.  Zer  Kenntniss  der  Dichinolyline.  —  Paal.  Synthese  von  Thiophen-  und 
Pyrrolderivaten.  —  Pechmann  v.  Zur  Constitution  der  aus  Cumalinsliure  enstehenden  Pyri- 
dinderivate.  —  Radziszewski.  Ueber  die  Oxydation  mittelst  Wasserstoffsuperoxyd.  —  Sal- 
kowski.  Ueber  den  Schmelzpunkt  und  die  Trennung  von  Gemischen  von  Phenylcssigsaure 
und  Hydrozimmtsàure.  —  Scherks.  Ueber  Hydrindonaphtenearbousaure. — Schramm.  Ueber 
den  Einfiuss  des  Lichtes  auf  den  Verlauf  chemischer  Reaktionen  beim  Bromiren  aromati- 
scher  Verbindungen.  —  Sprillo.  Beitrag  zur  Kenntniss  der  Massenwirkung.  —  Tìiól.  Ueber 


—    Xl'V    — 

das  syminetrische  m-Xylidin  and  das  entsprechende  Xylenol.  —  Weber  und  Woff.  Perchlor- 
benzol.  —  Wittgerodt.  Ueber  Thiobenzoàsaure-rs-dinitrophenylather  und  dio  gewulinlichen 

1  4 

Aetherdes  «-Dinitrophenylmercaptans.  —  hi.  Uebcr  p-Nitrophenylmercaptan  CCH4(S3)(N02) 

4      1 

und  p-Nitrophènyldisulfid  (C,;II4X02S)2.  —  Zuclzcr.  Zur  Bestimniung  dea  Chlors  ira  men- 
scblichen  Harn. 

TBerichte  ueber  die  Verbandlungen  der  naturf.  Gesellscliaft  zu  Freiburg  i.  B. 
Bd.  Vili,  2.  Freiburg,  1884.  8." 

Himstedt.  Ueber  das  Zusammenwirken  von  Zng  und  Torsion  bei  Metalldrahten.  — 
Koch.  Untersucbungen  iiber  die  Elasticità^  der  Krystalle  des  regularen  Systems.  —  i 
Krics.  Ueber  die  Evregung  des  motoriscben  Nerven  durch  WechselstrSme.  —  Victor.  Die 
barraoniscbe  Configuration  24.t  —  Himstedt.  Zur  Bestimmung  der  Windungsflache  einer 
Drahtspule.  —  Warburg.  Ueber  die  Elektrolyse  des  festen  Glases.  —  Himstedt.  Zwei  ver- 
schiedeae  Fornien  eines  selbsttbatigen  Disjunctors.  —  ld.  Ueber  eine  Methode  zur  Be- 
stimmung des  Ohm.  —  von  Krics.  Ueber  die  Abkangigkeit  der  Erregungsvorgiinge  von 
dem  zeitlicben  Verlauf  der  zur  Reizung  dienonden  Electricitats-Bewegung. 
"Boletin  de  la  Academia  nacioual  de  ciencias  en  Cordoba.  T.  VI,  4;  VII, 
1,  2.  Buenos  Aires,  1884.  8.° 

Vi.  1.  Doering.  Observations  méte'orologiques  faites  à  Cordoba  (Républiquc  Argentine) 
pendant  l'année  1883.  —  Knop/.  Determinacion  de  la  latitud  de  algunos  lugares  de  la  Re- 
pùblica  Argentina.  —  Peter.  Informe  sobre  las  Observaciones  del  paso  de  Venus,  practica- 
das  por  la  Comision  Astronòmica  alemaua  en  Bahia  Bianca.  —  vii.  1.  Arribàlzaga.  Esta- 
filinos  de  Buenos  Aires. 

•^Boletin  de  la  real  Academia  de  la  Historia.  T.  VI,  1,  2.  Madrid,  1885.  8.° 
i..  Ricino.  Iglesias  de  San  Miguel  de  Lino  y  de  Santa  Maria  de  Naraneo.  —  Arabia. 
De  Eipoll  a  Gerona.  —  Fila.  Epitaflo  de  dos  Condes  de  Besalù  en  el  monasterio  de 
Bipoli.—  Loeb.  Actes  de  vente  hébreux  originaires  d'Espagne.  —  2. Fernàndez-Duro. Anti- 
giiedades  de  la  villa  del  Pino  (Zamora).  —  Ramirez.  Códices  mejicanos  de  Pr.  Bernardino  de 
Sahagiin.  —  de  Lafiientc.  Historia  del  monasterio  de  Santas  Creus.  —  Fita.  El  judio  errante 
de  Illescas  (1484-1514).  —  eh  Smcdt.  Culto  antiguo  de  San  Masona  metropolitano  de  Mérida. 

•^Boletin  de  la  Sociedad  geogràfica  de  Madrid.  T.  XVII,  4-6.  Madrid,  1884.  8.° 
4-5.  Ferreiro.  Memoria  sobre  el  progreso  de  los  trabajos  geogràficos.  —  Fernandez- 
Duro.  Cartas  de  marcar.  Las  de  Valseca,  Viladestes,  Oliva  y  Villarroel.  —  Comereio  exte- 
rior  de  Espana.  —  Rawson.  El  reparto  de  la  costa  de  Africa.  —  de  Bouthillier.  Ingleses, 
franceses  y  alernanes  en  el  Golfo  de  Guinea.  —  O'Gonnor.  Exploración  del  alto  Limay  y 
del  lago  Xahuel-Huapi.  —  6.  La  politica  hispano-marroqui  y  Li  opinion  publica  en  EspaBa 
(condusión).  —  Nuevos  territorios  espanos. 

;'Bulletin  de  rAcadérnie   r.  des  sciences,   des   lettres  et  des  beaux  arts    de 

Belgique.  5e  sér.  t.  VIII,  8,  9.  Bruxelles,  1884-85.  8.° 

Renard.  Sur  les  interpositions  microscopiques   de  sagenite  dans  l'oligiste   titanifere 

des  phyllades.  —  Van  Beneden  et  Julin.  Les  oriflces  brauchiaux  externes   des  Ascidieus  el 

la  formation  dn  cloaque    ehcz    Phallusia  scabroides,  nov.  sp.  —  Van  Beneden.  Sur 

quelques  anirnaux  nouveaux  pour  la  faune  littoralc  belge,  formant  una  faune  locale  toute 

partienlière  au  voisinage  du  Lane  de  Thoruton.  —  /,/.  Sur  la  présence  a  Liège  da  Niphar- 

gns  puteanus,  Sch.  —  Gerles  et  Cochin.  Action  des  lumtes  pressions  sur  la  vitalité  de  la 

levure  et  Ics  phénomènes  de  la  fermeatation.   —  Firket.  Sui-    la  présence  en  Belgique  de 

l'Anclivlostome  duodénal.  —  Mac  Leod.  Sur  la  présence  d'une  glande  coxale  chez  les  Ga- 

des.  —  Wauters.  Quelques  détails  sur  Wissant   (le  Portus  Iccius).  Térouanne  n'a  jamais 


—   XCV1    — 

été  voisin  de  la  mer.  Le  Sinus  Itius  a-t-il  existé?  —  Van  Beneden.  Une  nouvelle  Bale- 
noptcra  rostrata  dans  la  Mediterranée.  —  Slroobant.  Sur  l'agrandissement  apparent  des 
constellations,  du  soleil  et  de  la  lune  à  l'korizon.  —  Dupont.  La  chronologie  géologiquc.  — 
Folie.  Sur  la  cause  principale  de  la  direction  plongeante  du  vent  et  des  calraes  tropicaux.  — 
Magre.  Beinseignenients  sur  Ics  prétendns  effets  de  tremblement  de  terre  ressentis  en  Bel- 
gique.  —  Mansion.  Note  sur  la  méthode  des  moindres  carre's. 

■^Bulletiii  de  la  Société  des  sciences  naturelles  de  Neuchatel.   T.  XIV.  Neu- 
chatel,  1884.  8.° 

Guillaume.  Sur  la  quantité  d'eau  nécessaire  à  l'alhnentation  d'une  loealité.  —  Ni- 
colas. De  l'action  explosive  des  projectiles  d'infanterie.  —  lìcdard.  Du  rùle  de  la  symétrie 
dans  la  geometrie  élémentairc.  —  llirseh.  La  pendule  électriqne  de  précision.  —  Web  r. 
La  Sirène  éìetrique.  —  hi.  Sur  le  mouveraent  gyratoire  des  corps  solides  à  la  surface  des 
liquides.  —  Levier.  Les  tulipes  de  l'Europe.  — ■  Junod.  Les  états  de  larve  et  de  nymplie 
de  l'Hyponomen  ta  Stannellus  (Thunb). —  Jaccard.  Les  sources  de  Combe-Garrot. — 
hi.  Sur  les  vertébrés  fossilcs  découverts  récemment  dans  l'Amérique  du  nord.  —  Albreeht. 
De  la  tuberculose,  d'après  Ics  recherches  rnicroscopiques  nouvelles.  —  hi.  Sur  le  Képhir. 

•rBulletin  de  la  Société  imp.  des  Naturalistes  de  Moscou.  Aunée  1885,  n.  1. 

Moscou,  8." 

Weihrauch.  Studien  zur  Mittelbildung  bei  der  rclativen  Feuchtigkeit.  —  Weiss.  Ce 
quc  devicnt  la  bile  dans  le  canal  digestif.  —  IITOATLEBA.  Maiepiara  s.w  onncania 
(Jwopa  TaMÓoBCKofi  ryuepiiin.  —  Radoszkowski.  Revision  des  armures  copulatriees  des  males 
du  genre  Bombus.  —  Sorokine.  Courte  description  d'un  voyage  dans  l'Asie  centrale.  —  Lio  off. 
Beitrage  zur  Histologie  des  Haares,  de  Borste;  des  Stachels  und  der  Feder.  —  Dyboiuiky. 
Notiz  ueber  cine  die  Entsteliung  des  Baikal-Sees  betreffeude  Hypothese. 

"fBulletin  de  la  Société  mathematiche  de  France.  T.  XII,  n.  5.  Paris,  1884.  8.° 

Picard.  Itemarque  sur  la  réduction  des   intégrales   abéliennes  aux  intégrales  cllipti- 

qUes.  —  Lemoine.  Sur  les   nombres  pseudo-symétriques.  —  Tchebiche/f.  Sur   les  fractions 

alge'briques  qui  représentent  approxiraativement  la  racine    carrée  d'une  variable,  comprile 

entre  les  limites  données. 

f  Bulletta  des  sciences  mathématique  et  astronoiniques.  2C  Sér.  t.  Vili  tables. 

Paris,  1884.  8.° 
'•"Bulletta  of  Museum  of  Comparative  Zoology  at  Harvard  College.  Voi.  VII, 

1-8,  11.  Cambridge,  1881-84.  8.° 

11.  Whilncy  and  Wadsivorth.  The  Azoic  System  and  its  proposed  Subdivisions. 
i  Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXI,  n.  5-9.  Casse!,  1885.  8." 

5.  lime.  Carte  der  Anfbluhzeit  von  Syringa  vulgaris  in  Europa.  —  6.  Hansen.  Vor- 
laufige  Mittheilungen  ueber  Gàhrungspilze.  —  7-9.  Kraus.  Ueber  Blutung   aus  Pareneliy- 
matischen  Geweben.  —   Wille.  Zur  physiologischen  Anatomie  der  Algen. 
•  ■Circuì ars  (Jobns  Hopkins  University).  Voi.  IV,  36.  Jan.  1885.  Baltimore,  4.° 
■t-Civilingenieur  (Der).  Jhg.  1885.  Heft  1.  Leipzig,  1885.  4.° 

Kopcke.  Ueber  Reliefs  und  Relief-Photogramme.  —  Hofmann.  Hydraulisclie  Locoino- 
tiven-Drehseheibe  mit  oder  olmo  Rollkranz  fiir  Handbetrieb.  —  llaedickc.  Die  Lagerung 
der  Drebbankspindel.  —  Kottig.  Notizen  iiber  Productions-  und  Handelswerhaltnisse  beim 
sachsischen  Steinkohlenbergbau.  —  lliippnar.  Zur  Ermittelung  der  Druckvertlieilung  in 
Mauerwerksquerschnitten.  —  Rosi.  Mecbaniscbe  Aich-  und  Fress-Sclmiierpumpe.  —  Gruner. 
Neulieiten  der  technischen  Literatur.  —  Hartig.  Nutiz,  die  Bimlekraft  von  Leimsorten 
betreffend. 


—  XCVII  — 

*Compte  renda  de  la  Société   de   géograpìrie.   1885,  u.  2,  3.  Paris,  8." 
:Comptes  rendus  des  séances  et  travaux  de  l'Académie  des  seiences  morales 
et  politiques.  N.  5,  t.  XXIII,  18S5  févr.-mars.  Paris,  8.° 
Saint- Hilaire.  Mémoire  sur  la  physiologie  comparée  d'Aristote  (Traité  des  Parties  des 
animanx).  —  Say.  Concours  sur  les  corporations  ouvrières,  prix  Rossi.  —  Gréard.  La  que- 
stion  des  programmes  dans  l'enseignement   secondaire.  —  Zeller.  La  grande  diète  de  Ma- 
yence  de  1235  sona  l'emperenr  Frédéric  II;  grandeur  apparente  et  faiblessc  de  l'empire; 
lettres  et  arts.  —  Ge/froy.  Observations  à  la  suite  de  la  lecture  du  mémoire  de  M.  Jules 
Tessier,  sur  la  quatrième  croisade.  —  Lucas.  Mémoire  sur  l'état  anormal  en  France  de  la 
répression  en  matière  de  crimes   capitani  et  sur   les   moyens  d'y  remédier.  —  Caro.  Une 
Acadérnie  sous  le  directoire,  par  M.  Jules  Simon. 

tComptes    rendus    hebdomadaires   des   séances   de    l' Académie    des  seiences. 

T.  C,  n.  4-7.  Paris,  1885.  4.° 

•1.  La-wy.  Sur  la  limite  d'exactitude  des  fonnules  différentielles  employées  dans  la 
réduction  des  observations  méridiennes.  —  Berllielot.  Sur  la  neutralità  chimique  des  sels  et 
sur  l'emploi  des  matières  colorantes  dans  le  dosage  des  acide?.  —  Friedd  et  Curie.  Sur  la 
pyroélectncité  de  la  topaze.  —  Pouchet.  Sur  les  modifieations  qui  se  produisent  dans  la 
composition  chimique  de  certaines  humeurs  sous  l'influence  da  choléra  épidémique.  —  Le- 
inaine.  Sur  le  dévcloppement  des  ceufs  du  phylloxera.  —  Battlaud.  Re'sultats  principaux  de 
la  discussion  des  observations  des  satellites  de  Saturno,  faites  àToulouse  de  1870  à  1883. — 
Obrecht.  Discussion  des  résultats  obtenus  avec  les  épreuves  daguerriennes  do  la  Commis- 
sion  iìaneaise  du  passage  de  Vénus  de  1874.—  Bouquet  di  la  Grye.  Observations  relatives 
à  la  Communication  précédente  de  M.  Obrecht.  —  Tacchini.  Résultats  des  observations  des 
taches  et  des  facules  solaires,  faites  pendant  le  quatrième  trimestre  de  1881.  —  Picard. 
Sur  une  classe  d'équations  aux  dérivóes  partielles  du  premier  ordre.  —  Goursal.  Sur  un  cas 
de  reductio  11  des  équations  linéaires  du  quatrième  ordre.  —  Liouville.  Sur  les  formes  inté- 
grables  des  équations  linéaires  du  second  ordre.  —  Delafond.  Sur  les  phénomènes  de  con- 
densations  qui  ont  lieu  daus  les  machines  a  vapeur  pendant  l'admission.  —  d'Arsonval. 
Dangers  des  géuérateurs  mécaniques  d'électricité  ;  moyea  de  les  evitar.  —  André,  Sur  les 
sulfates  de  zinc  ammoniacaux,  et  sur  la  séparation  en  deux  couches  d'une  solution  pure- 
mcnt  aqueuse.  —  de  Forcrand.  Chaleur  de  formation  des  sulfites  et  bisulflte  d'ainmonia- 
qUe.  —  Sìe.  De  l'hypertrophie  cardiaque  résultant  de  la  croissance.  —  Larrey.  Observations 
relatives  à  la  Communication  précédente  de  M.  G.  Sée.  —  Nicali  et  Rielsch.  Caractères 
morphologiques  différentiels  des  colonies  jeunes  de  bacilles-virgules,  en  semis  dans  la  gela- 
tine nutritive.  —  Terrei!.  Analyse  d'une  chrysotile  (serpentine  iìbreuse  ayant  l'aspect  de 
l'asbeste)  ;  silice  fibreuse  résultant  de  l'action  des  acides  sur  les  serpentines.  —  Noguès. 
Phénomènes  géologiqucs  produits  par  les  tremblements  de  terre  de  l'Andalousie,  du  25  dé- 
cembre  1884  au  1G  janvier  18S5.  —  Héberl.  Observations  relatives  à  la  Communication 
précédente  de  M.  A.-F.  Noguès.  —  5.  Resa!.  Sur  le  roulement  des  surfaces.  —  de  Lafitte. 
Sur  les  élevages  de  philloxeras  en  tubes.  —  Mannhein.  Représentation  piane  relativo  aux 
déplacements  d'une  figure  de  forme  invariable  assujettie  à  quatre  conditions.  —  Morize. 
Sur  un  actinomètre  au  sélénium.  —  Moissan.  Sur  une  nouvellc  préparation  du  trifluoruro 
de  phospbore  et  sur  l'analyse  de  ce  gaz.  —  Elard  et  Bémont.  Sur  Ics  ferrocyanures  vcrts 
ou  glaucoferrocyanures.  —  Tanrel.  De  la  vincétoxine.  —  Béeliamp.  Sur  la  signilication  des 
expériences  polarimétriques  exécutées  avec  la  dissolution  du  coton  dans  le  réactif  ammo- 
nicuprique;  cssais  polarimétriques  sur  ce  réactif.  —  Loria.  Sur  un  cas  particulier  d'action 
catalytique,  —  Dieulafail.  Composition  des  cendres  des  Eqoisétacées  ;  application  à  la  for- 
mation houillère.  —  Pouchet.  Des  derniers  échonoments  de  Cétacés  sur  la  còte  francaise.  — 

1  riNO-REKDII  ONTJ   —   YOL.    I.  13 


—  xcvm  — 

Lnar.  Iafluence  des  baisses  barométriques  brusques  sur  les   tremblements   de  terre  et  les 
pbénomènes  éruptifs.  —  6.  Wolf.  Sur  une  disposition  nouvelle  de  l'appareil  du  rniroir  tour- 
nant  pour  la  ruesure  de  la  vitesse  de  la  lumière.  —  Mascart.  Sur  la  détermination  de  l'olmi 
par  la  métbode  de  l'amortissement.  —  Berlhelol.  Sur  la  vitesse  de  propagation  de  la  déto- 
nation  dans  les  matières  explosives  solides  et  liquides.  ■ —  de  Lacaze-Uuthiers.  De  l'épipo- 
dium  chez  quelques  gaste'ropodes.  —  Gaudry.  Sur  les  Hyènes  de  la  grotte  de   Gargas  dé- 
couvertes  par  M.  Felix  Régnault.  —  Faye.  Sur  l'Annuaire  de  l'Observatoire  de  Eio-de-Ja- 
neiro,  offert  à  l'Académie  au  nom  de  S.  M.  l'Empereur  du  Brésil.  —  Piclet.  Nouvelle  ma- 
cbine  frigorifique,  fonde'e  sur  l'emploi  de  pbénomènes  physico-cbimiqucs.  —  de  Lafitle.  Sur  les 
traitements  des  vignes  par  le  sulfure  de  carbone.  —  Bigourdan.  Observations  de  la  comète 
d'Eucke,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  de  la  tour  de  l'Ouest).  —  Lamey.  Sur 
quelques   anomalies  siugulières  de  l'aspect  de  Saturne  observées   récemmeut.  —  Tacchini. 
Observations  des  protube'rauces  solaires,  faites  à  l'Observatoire  du  Collège  romain,  pendant 
l'année  1884.  —  Obrechl.  Sur  la  parallaxe  solaire  déduite  des   épreuves   daguerriennes  de 
la  Commission  franeaise  du  passage  de  Vénus  de  18*?4;  nouveau  mode  de  discussion,  coru- 
prenant  la  presqne  totalité  des  observations.  —  Kanlor.   Sur   une   théorie  des  courbes  et 
des  surfaces  admettant  des  correspondances  univoques.  —  Poincaré.  Sur   l'équilibre"  d'une 
masse  fluide  auimée  d'un  mouvement  de  rotation.  — ■  Hurion.  Sur  la  variation  de  re'sistancc 
électrique  du    bismuth   place    dans  un    champ  magnétique.  —  Olszewski.  Temperature  de 
solidiflcation  de  l'azote  et  du  protoxyde  de  carbone  ;  relation    entre  la    temperature  et  la 
pression  de  l'oxygène  liquide.  —  Engel  Sur  la  dissolution  du  carbonate  de  magnesie  par 
l'acide  carbonique.  —  fsambert.  De  l'action  du  soufre  sur  le  pbosphore  rouge.  —  Gorceix. 
Sur  des  sables  à  monazites  de  Caravellas,  province  de  Babia  (Brésil).  —  Meunier.  Sur  le 
/j-bexachlorure  de  benzine.  —  Charpenticr.  La  perception  diffórenc ielle  dans  les  cas  des  éclai- 
rages  ordinaires.  —  Pouchct.  Sur  les  modifications  qui  se  produisent  dans  la    composition 
ebimique  de  certaines  bumeurs,  sous  l'influence  du  cboléra  épidémique.  —  Grasset.  De  l'action 
physiologique  de  la  cocaine.  —  Sée  et  Bochefonlaine.  Action   pbysiologique   du  sulfate  de 
cinchonamine.  —  Béchamp.  Sur  l'inactivité  de  la  cellulose  et  spe'cialemont  de  celle  qui  est 
séparée  de  la  dissolution  du  coton  dans    le  réactif  ammonicuprique.   —   Kunstler.  Sur  un 
ètre  nouveau,  le  Bacterioidomonas   ondulans.  —  Koubasso/f.  Passage  des  microbes 
patbogènes  de  la  mère  au  foetus.  —  Tai/on.  Su  le  microbo  de  la  fièvre  typbo'ide  de  l'homme.  — 
Arloing.  Infiuence  de  la  lumière  sur  les  végétation  et  les  propriétés  patbogènes  du  Ba e  il  - 
lus  antbracis.  —  Bourccrel.  Sur  la  circulation  veineuse  du  pied.  —  Jourdain.  Sur  le 
système  nerveux  des  embryons'  de  Limaciens  et  sur  les  relations  de  l'otocyste  avec  ce  sy- 
stème.  —  Niemiec.  Sur  le  système  nerveux  des  Ténias.  —  Viguièr. -Sur  le  Tétraptère  (Te- 
tra piati  a  volitans,  Buscb).  —  Sabalicr.  Sur  la  spermatogénèse    des  Crustacés  ddca- 
podes.  —  Fischer.  Sur  l'existence  de  mollusques  pulmonés  terrestres  dans   le   terrain  per- 
mien  de  Saòne-et-Loire.  —  Fréchou.  Sur  un  nouveau  mode  de  transmission  du  mildew  de 
la  vigne.  —  Macphtrson.  Tremblement  de  terre  en  Espagne.  —  Delamare.  Tremblemeut  de 
terre  ressenti  à  Landelles  (Calvados),  le  1"  février  1885.  —  1.  Lcswy.  Iuexactitudes  com- 
mises  par  l'emploi  des  formules  usuelles  dans  la  réduction  des  étoiles  polaires  et  dans  la 
détermination  de  la  collimation  astronomique.  Termes  correctifs  pour  faire  disparaìtre  ces 
erreurs.  Métbode  d'observation  des  polaires  à  une  distance  quelconque  du  méridien.  —  de 
Lacase-Duthiers.  Système  nerveux  de  l'Ancylus  fluviatilis.  —  Trécul.  Ordre  d'appa- 
rition  des  premiers  vaisseaux  dans  les  feuilles  de  Crucifères.  Ti'oisième  partie  :  Crambe.  — 
de  Caligny.  Expe'riences  sur  des  pbénomènes  du  mouvement  de  l'eau  dans  un  appareil  cm- 
ployé  à  élever  de  l'eau  au   rnoyeu    d'une    chute    motrice.  —  Ledieu.  Su  la  résistauce   des 
caiènes.  —  Marès.  Sur  diverses  maladies  cryptogamiques  regnante^  de  la  vigne.  —  Mena- 
brea.  Sur  la  densité  et  sur  la  figure  de  la  terre.  —  Perrier.  Sur  le  développement  de  l'appa- 
reil vasculaire  et  de  l'appareil  génital  des  Comatules.  —  Guignet.  Extraction  de  la  matière 


—    XCIX    — 

verte  des  feuilles  ;  combinaisous  ddfinies:  formées  parla  chlorophylle.  —  Slieltjcs.  Sur  quel- 
ques  théorèmes  d'Algebre.  —  Witz.  Pouvoir  caloriflque  du  gaz  d'éclairage  cu  divera  elats 
de  dilution.  —  Le  Chaldier.  Sur  les  lois  de  la  dissolution.  —  Engel.  Sur  la  solution  da 
carbonate  de  magnèsie  par  l'acide  carbonique.  —  JuUj.  Sur  un  hydrate  cristallisé  «le  l'acide 
phosphorique.  —  Osmond  et  Werlh.  Structure  cellulaire  do  l'acier  fondu.  —  Bourcliardal.  Sul- 
lo glycol :  solidifica tion,  préparation.  —  hi.  Sur  le  glycol  rnonochlorbydrique.  —  Brasse. 
Action  de  la  diastasc  du  malt  sur  l'amidon  era.  —  Levallois.  Sur  le  pouvoir  rotatoirc  des 
solutions  de  cellulose  dans  la  liqueur  de  Schweizer.  —  Béchamp.  Observations  concernant 
Ics  organismes  producteurs  de  zymases,  presentées  à  propos  d'ime  Noto  do  11.  Duclaux.  et 
de  Keraarques  do  M.  Pasteur.  —  l'oiricr.  Sur  la  structure  anatomique  et  la  positura  systé- 
matique  de  l'Halia  priamus  (Risso).  —  Joubin.  Sur  l'anatomie  des  Brachiopodes  du 
genre  Cranio.  —  Boutan.  Sur  le  systèrae  nerveux  d'une  Fissurclle  (P.  alternata).  ■ — 
Dieulafait.  Origine  des  miuerais  mctallifèrcs  existant  autour  du  Flateau  centrai,  particu- 
lièrement  dans  les  Cévennes.  —  Venuku/f.  Sur  les  resultata  recueillis  par  M.  Sokoloff,  con- 
cernant la  formation  des  dunes. 
^Cosnios.  N.  S.  N.  1-4,  févr.  1885.  Paris,  4.° 

i'Denkschriftenderk.Akadeiiiieder  Wissenschafteu.  Phil.-hist.  CI.  Bd.  XXXIV. 

Math.-Nat.  CI.  Bd  XLVII.  Wien,  1884.  4.° 

xxxiv.  Pfiìrwier.  Nachrichten  aus  dei-  Gescliichte  der  nGrdlichen  Thsi.  —  Miklosich. 
Gcschichte  der  Lautbezeicbnung  im  Bulgarischen.  —  Pfìzmaicr.  Die  Gottesmenschen  und 
Skopzen  in  Eussland.  — ■  Miklosich.  Die  tiirkiseben  Elemeute  in  don  sudost-  und  ostouro- 
pàisehen  Spracben.  —  Gillbausr.  Die  Ueborreste  griecbiseber  Tacbygrapbio  im  Cod.  Vat. 
gr.  1S09.  —  xlvii.  Brauer.  Die  Zweifluger  des  k.  Museum  zu  Wien.  III.  —  EUingshauscn. 
Beitràge  zur  Kenntniss  der  Tertiarfiora  Australien's.  —  Oppoher.  Tafolu  fiir  den  Plane- 
ten  (85)  Concordia.  —  llochsletter.  Die  neuesten  Gniberfiuide  von  Watsch  und  St.  Marga- 
reten  in  Kraiu  und  der  Culturkreis  der  Hallslatter-Periode.  —  Sleindachner  und  Dòderlein. 
Beitràge  zur  Kenntniss  der  Fische  Japan's.  —  Oppoher.  Tafeln  zur  Berecbnung  der  Mon- 
desfiusternisse.  —  Neumeyr.  Ueber  Klimatische  Zonen  vahrend  der  Jura-  und  Kreidereit. — 
Tschcrich.  Ueber  dio  Gemeinsamkeit  particularer  Integrale  bei  zwei  linearen  Differential- 
gleicbungen.  IL  —  Anton.  Definitive  Babnbestimmuug  und  Epbemeriden  fiir  den  Planc- 
ton (154)  Bertba.  —  Wolyncewicz.  Bahnbestimmung  der  Planeten  (210)  Isabella. 

•^Denksclmften  (Neue)  der  allgemeineu  schweizerisclien  Gesellsciiaft.  fiir  dio 
gesammten  Naturwissenscliaften  Bd.  XXIX,  1.  Ziirich,  1884.  4.° 
Malhey.  Coupes  géologiques  des  tunnels  du  Doubs.  —  licer.  Ueber  die  nivale  Flora 

der  Scbweiz.  —  Beusl.  Untersuclmng  ueber  fossile  Hedzer  aus  Gruuland. 

Fauna  uud  Flora  des  Golfes  von  Neapel.  Monogr.  X-XII.  Leipzig,  1884.  4.° 

{acq.). 

x.  (Manin.  Doliolum.  —  xi.  Lang.  Die  Polycladen.  —  xn.  Bertìwld.  Cryptonemiaceen. 
■Fontes  rerum  austriacarum.  Diplomataria  et  acta.  XLIII  Bd.  Wien,  1883.  8.° 

Deck.   Die   Geschicbts-Biicber   Wiedertiiufer  in  Oesterreich-Ungarn.  ecc.  in  der  Zeit 
152G  bis  1785. 
fHefte    (Naturhistorisclie)   kerausg.   vorn   Ung.  National  Museum.  Bd.  Vili, 

1-4.  Budapest,  1884.  4.° 

Schmidt.  Zur  Isomorphie  des  Jordanit  und  Menegbinit.  —  2.  Kohl.  Beitrag  zur  Kennt- 
niss der  Hymenopteren-Gattung  Oxybelus  Batr.  —  von  Janka.  Genisteae  europaeae.  — 
von  Borbds.  Botaniscbes,  aus  den  Manuscripten  des  ungar.  National  Museum.  —  Franzenau. 
Anglesit  von  Felsfl-Vissó,  —  Loczka.  Mineral-cbemiscbo  Untersucbungen.  —  Schmidt.  Ueber 


die  Minerale  von  Pelsiicz-Ardó.  —  3.  von  Janka.  Trifolicae  et  Loteae  florae  europaeae.  — 
Órley.  Ueber  die  Athraung  der  Serpulaceen  im  Allgemeinen,  mit  besonderer  Rucksicht  auf 
den  Werth  ihrer  Haut-Pigmente.  —  Ualavàls.  Neue  Gasteropoden-Formen  aus  der  Medi- 
terranen-Fauna  von  Ungarn.  —  Franzenau.  Heterolepa,  eine  neue  Gattung  aus  der  Ord- 
nung  der  Foramiuiferen.  —  Mocsdry.  Characteristische  Daten  zur  Hymenopterenfauna 
Siebenburgens.  —  von  Madaràsz.  Ueber  abnorm  gefarbte  Vogel  in  der  Sainmlung  des  ung. 
Nat.-Museum.  —  4.  Mocsàry.  Specie  generis  Anthidium  Fabr.  regionis  palaearcticae.  — 
v.  Frioahlszky.  Coleoptera  nova  ex  Hungaria.  —  Coleoptera,  prò  fauna  Hungariae  characte- 
ristica,  annis  praeteritis  in  Hungaria  collecta.  —  Fényes.  Le  Baryte  de  Péscy.  —  v.  Janka. 
Hedysareae  europaeae.  —  Astragaleae  europaeae.  —  v.  Borbài.  Aquilegia  Hookeri  n.  sp.  — 
IlorvàtU.  Diagnoses  Hemipterovum. 
tH3B'l;cTÌJi  reo.iorHiecKaro  KoMineTa.  1884 ro^t.  Tomi  III,  8.  CanKTneTeptfyprT,. 

1884.  4.° 

KAPIIIIHCKArO.  HeTporpai)miecKÌJi  aasifaKH. 
+ Jahrluch   ueber   die   Fortschritte    der   Mathematik.   Bd.   XIV ,   2.   Berlin , 

1885.  8.° 

+Jahrbiicher  der  k.k.  Central-Austalt  fiir  Meteorologie  und  Erdmagnetismus. 
Jhg.  1882.  N.  F.  Bd.  XIX.  Wien,  1884.  8.» 

f  Jahresbericbt  der  k.  u.  Geologischen  Anstalt  fiir  1883.  Budapest,  1884.  8." 

Hofmann.  Ueber  die  auf  der  rechten  Seite  der  Donau  zwischen  O-Szony  und  Piszke 
ausgefiihrten  geologischen  Specialaufnahrnen.  —  v.Matyasovszky.  Der  Kiràlyhàgd  und  dasThal 
des  Sebes-Koros  Flusses  von  Bucsa  bis  UéY.  — v.  Lùczy.  Ueber  die  geologische  Detailauf- 
nahrae  im  Gebirge  zwischen  der  Maros  und  der  Weissen-Koros  und  in  dei'  Àrad-Hegyalja.  — 
Kocìi.  Ueber  die  im  Klausenburger  Randgebirge  ausgefiihrte  Specialaufnahine.  —  Roth.  v. 
Telegd,  Das  Gebirge  niirdlieh  von  Pattas-Bozovics  im  Krassu-SzOrényer  Comitato.  —  Uala- 
vàls. Ueber  die  geolog.  Detailaufnalnne  in  der  Umgebung  von  Alibunàr,  Moravicza  Mó- 
riczfóld  und  Kakova.  —  Schafarzik.  Geologische  Aufnahme  des  Pilis-Gebirges  und  der 
beiden  «  Wachtberge  »  bei  Gran.  —  Gesell.  Ueber  die  Montangeologische  Detailaufnalnne 
von  Schemnitz  und  Umgebung  in  den  Jahren  1882  und  1883. 

ìJahres-Bericht  (LXI)   der  Schles.   Gesellschaft  fiir  Vaterlandische   Cultur. 

Breslau,  1884.  8." 
:" Jahresberitcht  des  Wissenschafl.  Club.  1884-85.  Wien,  8.° 
fJornal  de  sciencias  matbematicas  e  astronomicas.  Voi.  V,  6.  Coimbra,  1884. 8.° 
Schiappa-Munkiro.  Recherches   relatives   au   cercle  variable   qui  coupé  deux  cerclcs 
donués  sous  des  angles  donnés. 

tjournal  (The  American)  of  science.  Voi.  XXIX,   n.  170,  fevr.   1885.   New 
Haven,  1885.  8.° 

Powett.  The  Organi zatiou  and  Pian  of  the  United  States  Geological  Survey.  —  Gray. 
Memorial  of  George  Bentham.  —  Walcotl.  Paleontologie  Notes.  —  Hall.  Rotation  of  the 
Equipotential  Lines  of  an  Electric  Current  by  Magnetic  Action.  —  Kinahan.  Use  of  the 
terni  Esker  or  Kam  Drift.  —  Croll.  Cause  of  Mild  Polar  Climates.  —  Varili.  Notice  of 
the  remarkable  Marine  Fauna  occupying  the  outer  banks  off  the  Southern  Coast  of  New 
England.  —  Perry.  Note  on  a  Fossil  Coal  Plaut  found  at  the  Graphite  deposit  in  Mica 
schist,  at  Worcester,  Mass.  —  Hicks.  The  Test  Well  in  the  Carboniferous  Formation  at 
Brownvill,  Neh.  —  Slockwell.  Review  of  Hill's  Supplenient  to  Delaunay. 
•Journal  and  Proceedings  of  the  r.  Society  of  New  South  Wales.  1882,  1883. 
Sydney,  1883,  1884.  8.° 


—    CI    — 

18S3.  Beveridge.  Ori  the  Aborigenes  inhabiting  the   great   Lacustrine   and   Binerine 

Depression  of   the   Lower   Hurrey  &.  —  Tenison-Woods.  0»  die  Wajanamatta  Shales.  — 

.  On  Plants  Used  by  the  Natives  of  North  Queensland  ecc.  for  food,  medicine  &.  — 

Russell  A  list  of  doable  Stars  — Mueller.  Census  of  the  Genera  of  Plants  hitherto  Known 

as  indigenons  to  Australia. 

T Journal   do   Physique    théorique  et  appliquée.   2"   Sér.    t.  IV,    févr.  1S85. 
Paris,  8.° 

Coivi».  Observations  relatives  à  la  couronne  visible  actuellement  autour  du  soleil.  — 
Mattarci  et  Le  Chatelier.  Recherches  sur  la  combustion  des   mélanges    gaseux  explosifs.  — 
Estivine.  Nouveau  système  télégraphique.  —  Parise.  Expérience  d'hydrolvnaniique. 
^Journal  des  Sociétés  scientifiques.  An.  I,  n.  1-G.  Paris,  1885.  4." 
f  Journal  of  tbo  chemical  Society.  1884,  dee.  (Indexes)  1885;  febr.  n.  CCLXVII. 
London,  8.° 

Staub  and  Smith.  On  certain  Derivati ves  of  Isodinaphthyl.  —  Thorpe.  On  the  Atomic 
Weight  of  Titanium. 
'Journal  of  the  r.  Microscopical  Society.  Ser.  2J,  voi.  V,  1.  London,  8.° 

Ckeshire.  The  Apparate  for  Differentiating  the  sexes  in  Bees  and  Wasps.    An  Ana- 

tomical  Investigation  iuto  the  Strncture  of  the  Beceptaculum  Serainis  and  adjacent  parts. — 

swell.  On  the  Occurrence  of  Variations  in  the  Development  of  a  Saccharomyces.  — 

Michael.  Notes  on  the  Life-Histories  of  some  of  the  little-known  Tyroglyphidae. 

f  Journal  (Quarterly)  of  the  Geological  Society.  Voi.  XL,  p.  3,  n.  159.  Londou, 

1884.  8." 

Owen.  On  a  Labyrinthodont  Amphibiam  Ehytido  steus  e  ape  usi  s)  from  the 
Trias  of  the  Orange  Free  State.  —  Rutley.  On  Strain  in  Connexion  with  Gristallization  and 
the  Development  of  Pevlitic  Strncture.  —  Mtall.  On  a  new  Specimen  of  Megalichthys 
from  the  Yorkshire  Coal-fleld.  —  Tomes.  On  the  Madreporaria  of  the  White  Lias  of  the 
Middle  and  Western  Counties  of  England,  and  of  the  Conglomerate    at   the    base    of  the 

South- Wales  Lias.  —  Dawson.  On  the  Geology  of  the  Line  of  the  Canadian  Pacific  Railway. 

[rving.  On  the  Dyas  and  Trias  of  Central  Europe.  —  Hill.  On  the  Roeks  of  Gnernsey  :  with 
on  Appendix  by  Prof.  Bonney.  —  Bundjiro  K<Aò.  On  some  Japanese  Eocks.  —  Collins.  On 
the  Serpentine  and  associated  Eocks  of  Portballa  Cove.  —  Spearing.  On  the  Eecent  En- 
croachment  of  the  Sea  at  Westward  Ho!  —  Varty  Smith.  On  Footprints  of  Vertebrate 
Animals  in  the  Lower  New  Eed  Sandstone  of  Penrith.  —  Eunson.  On  the  Eange  of  the 
Palieozoie  Eoeks  beneath  Northampton.  —  Champcrnowne.  On  some  Zaphrentoid  Corals 
from  British  Devonian  Beds.  — lìirhs.  On  the  Pre-Cambrian  Eocks  of  Pembrokeshire;  with 
an  Appendix  by  Mr.  T.  Davies.  —  Duncan.  On  the  Internai  Structures  and  Classificatory 
Position  of  Micrabacia  coronula,  Goldf.,  sp.  —  Callaway.  On  the  Archaian  and  Lower 
Palajozoic  Eocks  of  Anglesey;  with  an  Appendix  by  Prof.  Bonney.  —  Kilslon.  On  the 
Fruetification  of  Zeilleria  delicatula;  with  Eemarks  on  Drnatopteris  tenella 
and  Hymenophyllites  quadridac  ty  lites.  — Godwin- Austen.  On  the  new  Eailway- 
Cutting  at  Guildford;  with  Introductory  Notes  on  the  Eocene  Beds  by  Mr.  W.  Whitaker. 
'Kozlony  (Fòldtani)  havi  folyóirat  kiadja  a  Magyar  Fiddtani  Tàrsulafc.  K.  XIV, 
4-12.  Budapest,  1884.  4." 

4-S.  Hofmann.  A  Duna  jobb  partjiin  O-Szony  és  Piszke  kozt  foganatositott  fòldtani 
részletes  fòlvételrol.  —  ìlatyasovszky.  A  Kiràlyhàgó  és  a  Sebes-Koros  vólgye  Bucsàtùl  — 
Eévig.  —  Lkzy.  A  Maros  és  a  Fehér-Koros  kuz.jtti  hcgyvide'ken  és  az  Arad-Hegyaljàn 
cszkozolt  fòldtani  részletes  felve'telrol.  —  Koch.  A  kolozsvàri  szegélyhegységben  18S3.  nya- 
ràn  ve'gzett  fòldtani  részletes  fòlvételrol.  (Egy  geologiai  szelvénynyel  a  tàbla-mellékleten).  — 


—  cu  — 

Ruth.  A  Pattas— - Bozovicstól  északra  fekvó  hegység  Krassó-SzCirény  megyében.  —  llalavàts. 
Az  Alibunàr,  Moravicza,  Mdriczfuld  és  Kakova  kOrnyékén  eszkozolt  folltani  részletes  fel- 
vételrol.  —  Schafarzik.  A  Pilis  begységben  eszkozùlt  foidtani  részletes  felvételrol.  —  Gciell. 
A  Selmeczbànyàn  és  kSmyékén  1882-ben  és  1883-ban  eszkozolt  bànyageologiai  részletes 
felvételekról.  —  9-11.  Slaub.  Heer  ernlékezete.  —  Szabó.  A  «  Jellowstone  National  Park  » 
nchiiny  kozete  és  uj  leiràsa.  —  Ruth.  Az  eperijes-tokaji  hegylancz  északi  részének  tracby- 
tjai.  —  Krenncr.  Emplectit  és  az  ugynevezett  Treraolit  Rézbanyràól. 

^Mélanges  d'archeologie  et  d'histoire.  IV  anuée,  f.  5,  dee.  1884.  Rome,  8.° 
Nolhac.  Les  peintures  des  manuscrits  de  Virgilc.  —  Grousset.  Le  boeuf  et  l'àne  a  la 
nativité  du  Cbrist.  —  Prou.  Statuts  d'un  chapitre  general  bénédictin  tenu  à  Angers  en  1220.  — 
Lècrivain.  Le  mode  de  nomination  des  «  Curatores  Rei  Publicae  ».  —  Le  Dlant.  De  quel- 
ques  types  pa'iens  reproduits  par  les  premiers  fldèles.  —  Fabrc.  Le  patrimoine  do  l'Eglise 
romaine  dans  les  Alpes  Cottiennes. 

i-Meinoirs  of  the  geological  Survey  of  India.  Voi.  XX,  1,2.  Calcutta,  1883.  4.° 

1.  Foole.  Geology  of  Madura  and  Tinnevelly  Districts.  —  2.  Manfani.  On  tbe  Hills 

in  the  neighburhood  of  the  Sind  and  Punjab  frontier  between  Quetta  andDera  Ghazi  Khan. 

tMemoÌPS  of  the  Geological  Survey  of  India.  Palaeontologia  Indica.  Ser.  10, 
voi.  II,  6;  III,  1-4;  14,  voi.  I,  3.  Calcutta,  1884.  4.° 
10,  il  Lydekker.  Siwalik  and  Narbada  Carnivora.  —  10.  ni.  hi.  Additional  Siwalik 
Perissodactyla  and  Proboscidia.  —  lei.  Siwalik  and  Narbada  Bunodont  Suina.  —  hi.  Ro- 
dents  ani  new-Rurainants  from  the  Siwalik  and  Synopsis  of  Mavnmalia.  —  hi.  Siwalik 
Birds.  —  14.  i.  Duncan  and  Sladen-  The  fossil  Echinoidea  frorn  the  Khirthar  Series  of  num- 
mulitic  Strafa  in  western  Sind. 

+Mittbeilungeu  aus  d.  Jahrbuche  d.  k.  Ung.  geol.  Anstalt.  VII,  2.  Budapest, 
1885.  4.° 
Koch.  Die  Alttertiaren  Echiniden  Siebenbiirgens. 
f  Mittheilungen  aus  der  Zoologischeu  Station  zu  Neapel.  Bd.  V,  3-4.  Leipzig, 

1884.  8.° 

Eni:.  Deber  Iufusorien  des  Golfes  voi  Neapel.  — ■  Ilarmer.  On  a  method  for  the  silver 
staining  of  marine  objects.  —  Sharp.  On  the  Visual  Organs  in  Lamellibranchiata.  —  Emery. 
Intorno  alle  macchie  splendenti  della  pelle  nei  pesci  del  genere  Scopelus. —  Vosmaer. 
Studies  on  Sponges.  —  Spengel.  Zur  Anatomie  des  Balanoglossus.  ■ —  Schiemenz.  Ucber  die 
Wasseraufnahme  bei  Lainellibrauchiaten  und  Gastropoden  (einschlieblich  der  Pteropoden).  — 
Bearci.  On  the  Life-History  and  Developiuent  of  the  Genus  Myzostoma  (F.  S.  Leuckart). 

■^Mittheilungen  der  Mathematischen  Gesellschaft  in  Hamburg.  N.  5.  Leipzig, 

1885.  8." 

Dock.  Ueber  einen  elementare»  Beweis  des  Satzes,  dass  jede  Primzahl  von  der  Form 
'1/n-l  gleich  der  Summa  zweier  ganzen  Quadratzahlen  ist.   —  Kopcke.  Ueber  die  Reihe 

00 

Vsiu  (n .'  xn).  —  Dock.  Hydrodynamik  nach  dem  Hamiltou'schen  Prinzip.  —  Schuhe.  Zur 
ì 
Geschichte  der  hypergeometrischen  Reihe.  —  Keferslein.  Beitrag  zur  Theorie  des  Billardspieles. 

'''Mittheilungen  der  Naturforschenden  Gesellschaft  in  Bern  ans  d.  Jh.  1884. 

II  Heft.  Bern,  8.° 

Glause.  Zur  Kenntniss  der  Hamraungsmechanismen  des  Herzens.  —  Schònholzer. 
Ueber  bestimmte  Integrale.  —  Schwarzenbach.  Ueber  Trennung  von  Mangan  und  Nickel 
mittelst  Ozon. 


—   GIII    — 

*Mittheilungen   des    deutschen  Arehaologischen  Institutes   in  Athen.  Atheu, 

1884.  8.° 

Lolling.  Zur  Topographie  von  Doris.  —  Halbherr.  Sopra  un  catalogo  inedito  di  Keos.  — 
Doerpfeld.  Der  Terapel  von  Sunion.  —  Fabricius.  Die  Skulpturen  vom  Tempcl  in  Sunion.  — 
Koehler.  Nmnisraatische  Beitrage  1.  2.  —  Fabricius.  Alterthumer  auf  Kreta.  I.  Gesetz 
von  Gortyn.  —  Zeglevriis.  *EniyQ«<p«l  ex  'Po&ov.  —  Koefilcr.  Attische  Inschriftcn  auf 
Malta.  —  Id.  Attisclies  Thiasotendecret. 

tMonatsblàtter  des  Wissenschaftlielien  Club  in  Wieu.  VI  Jhg.  n.  5.  1885.  4.° 

tNaturforscher  (Der).   Jbg.  XVIII,  n.  1-0.  Berlin,  1885.  4.° 

+Notices  (Monthly)  of  the  r.   Astronomical   Society.   Voi.  XLV,  3.  London, 

1885.  8.° 

Neivcomb.  On  the  Proposed  Change  of  the  Astronomical  Day.  —  Pickering.  Faint  Stars 
fbr  Standards  of  Stellar  Magnitiide.  —  llind.  Note  on  the  Track  of  the  Total  Phase  in  the 
Solar  Eclipse  of  1885.  Sept.  8.  in  its  Passage  across  New  Zealand.  —  Storte.  The  Observa- 
tions  of  the  Moon  made  at  the  Padellile  Observatory  during  the  year  1884,  and  a  Com- 
parison  of  the  Kesnlts  with  the  Tahular  Places  from  Hansen's  Lunar  Tablcs.  —  Id.  On 
Screw-wear  as  affecting  the  N.P.D.  of  the  Cape  Catalogue  for  1880.  —  Knobel.  Note  on 
the  Descriptions  of  Two  Stars  in  Ptoleuiy's  Catalogue.  —  Downing.  Note  on  the  Periodic 
Time  of  a  Centauri.  —  Franks.  Note  on  Prof.  Pritchard's  Coinparisou  of  the  Light  trans- 
mitted  by  Ecfracting  and  Reflecting  Telescopes.  —  Spilla.  Observations  of  Stars  occulted  by 
the  Moon  during  the  Eclipse  of  Oct.  4,  1884,  made  at  Claphara.  —  Id.  Note  of  an  Obser- 
vation  of  Satura,  Nov.  23,  1884.  —  Mùller.  Observations  of  Comet  e,  1884  (Wolf),  made 
at  Stonyhurst  Observatory  with  the  8-in.  Telescope  and  Ring  Micrometer.  —  Observatory, 
Greenwich.  Observations  of  Occultations  of  Stars  by  the  Moon,  and  of  Phenomena  of  Ju- 
piter's  Satellites,  made  in  the  year  1884.  —  Gkdhill.  Occultations  of  Stars  by  the  Moon, 
and  Phenomena  of  the  Satellites  of  Jupiter  and  Satura,  observed  at  Mr.  Edward  Crossley's 
Observatory,  Bermerside,  Halifax,  in  the  year  1884,  with  the  9'/3-iri.  Cooke  Refractor. 

fNotulen  de  Algemeene  en  Bestuurs-vergaderingen  vau  het  Bat.  Geu.  v. 
Kunsten  en  Wetenschappen.  Deel  XXII,  1.  Batavia,  1884.  S.° 

^Proceedings  of  the  r.  geographical  Society.  N.  s.  voi.  VII,  1.  Jan.  1885.  8." 
Beazeley.  Notes  of  an  Overland  Journey  through  the  southern  part  of  Formosa,  from 
Takow  to  the  south  Cape,  in  1875,  with  an  introductory  sketch  of  the  Island.  —  Willard 
Glazier.  Discovery  of  the  trae  source  of  the  Mississippi.  —  Haliburlon.  A  Scarch  in  bri- 
tish  North  America  for  lost  colonies  of  Northmen  and  Portuguese.  —  lloldich.  Afghan 
Boundary  Commission  ;  Geographical  notes. 

";'Eevue  (Nouvelle)  historique  de  droit  fiancais  et  ótranger.  9°  année,  janv.- 
févr.  18S5.  Paris,  8.° 

Darcsk.  Les  inscriptions  hypothéeaires  en  Grece.  —  Mispoulet.  Du  nom  et  de  la  cou- 
dition  de  l'enfant  naturel  romain.  —  Beauehet.  Formation  et  dissolution  du  mariago  dans 
le  Droit  islandais  du  moyen-age.  ~—  La  Dlant.  Des  voies  d'exception  employées  contro  les 
Martyrs.  —  Glasson.  Etude  sur  le  registra  de  l'oflicial  de  Cerisy. 
+Revue  scienti!: qne  1885.  N.  4-6.   Paris,  4.° 
allevile  politique  et  littéraire  1885.  N.  4-0.  Paris,  4." 
tResults  of  astronomical  and  mcteorological  observations  made  at  the   Rad- 

diffe  Observatory,  Oxford  1881.  Oxford,  1884.  8.° 
'Bcsumé  des  séances  do  la  Società"  des  ingénieurs  civils.  Jauv.  23,  févr.  G. 
1885.  Paris,  8." 


—    CIV    — 

i'Sitzungberichte  d.  k.  Àkacl.  d.  Wissenschaften.  Math.-Naturviss.  CI.  l°Abth. 
Bd.  LXXXVIII,  H.  1-5;  LXXX1X  H.  1-5;  2e  Abth.  Bd.  LXXXVIII, 
H.  1-2,  LXXXIX,  H.  1-5;  3°  Abth.Bd.  LXXXVII,  H.  4-5,  LXXXVIII, 
H.  1-5,  LXXXIX,  H.  1-2.  Wien,  1883-84.  8.° 

le  Abth.  lxxxviii.  Wàhner.  Das  Erdbeben  von  Agram  am  9  November  ISSO.  — 
TscJiermak.  Beitrag  zur  Classification  der  Meteoriten.  —  Ellingshausen.  Zur  Tertiarflora 
von  Borneo.  —  Ncumayr.  Zur  Morphologie  des  Bivalvenschlosses.  —  v.  Roba:.  C  alci  tuba 
polymorpha  nov.  spec.  —  v.  FouUon.  Ueber  die  mineralogische  uud  chemische  Zusammeu- 
setzung  des  am  16  Februar  1883  bei  Alfianello  gefallenen  Meteorsteines.  —  Bitlner.  Mi- 
cro psis  Verouensis,  ein  neuer  Echinide  des  oberitalieniscben  Eocaens.  —  Wiesner  u. 
v.  Wettstein.  Untersuchungen  iiber  die  Wachstbumsgesetze  der  Pflanzenorgane.  Erste  Beihe  : 
Nntirende  Internodien.  —  Teisseyre.  Ein  Beitrag  zur  Ecnntniss  der  Cephalopodenfauna  der 
Ornatentbone  im  Gouvernement  Bjasan  (Russland).  —  Slur.  Zur  Morphologie  und  Syste- 
matik  der  Culm-  und  Carbonfarne.  —  V.  Ellingshausen.  Zur  Tertiarflora  Japans.  —  Drauer. 
Zwei  Parasiten  des  Rhizotrogus  solstitialis  aus  der  ordnungder  Dipteren. — ■  Gel  una - 
chef.  Untersuchung  iiber  den  Einfluss  des  Rindendruckes  auf  das  Vachsthura  und  don  Bau  der 
Rinden.  —  Moliseli.  Untersuchungen  iiber  den  Hydrotropismus.  —  v.  EUingshausen.  Ueber 
die  genetische  Glicderung  der  Flora  Neuscelauds.  —  Woldrich.  Diluviale  Fauna  von  Zuz- 
lawitz  bei  Winterberg  im  Bohmcrwalde.  Ili  Theil  (Sehluss).  —  Sleindaehner.  Ichthyolo- 
gisebe  Beitrage  (XIII).  —  Blaas.  Ueber  Roemerit,  Botryogen  und  natiirliehen  Magnesia- 
Einsenvitriol.  —  Tsclicrmak.  Die  Skapolithreihe.  —  Nalepa.  Die  Interccllularraunie  des 
Epithels  und  ihre  physiologische  Bedeutung  bei  den  Pulmonaten.  —  Sleindaehner  u.  Ko- 
lombalovie.  Beitrage  zur  Kenntuiss  der  Fische  der  Adria.  —  v.  EUingshausen.  Ueber  dio 
genetische  Gliederung  der  Flora  der  Insel  Hongkong.  —  Brukner.  Beitrage  zur  genaueren 
Kenntniss  der  chemischen  Beschaffenheit  der  Starkekorner.  —  List.  Ueber  eiue  Wirbel- 
Synostose  bei  Salamandra  maculosa  Laur.  —  Toula.  Geologische  Untersuchungen  im 
westliehen  Theile  des  Balkau  und  in  den  angrenzenden  Gebietcn.  X.  Von  Pirot  nach  Sofia, 
auf  den  Vitos  iiber  Pernsk  nach  Trn  und  iiber  Stol  nach  Pirot.  —  Hilbcr.  Recente  und  im 
Liiss  gefundene  Landschne  cken  aus  China.  II.  —  lxxxix.  v.  HòhnéL  Ueber  die  Art  des  Auftre- 
tens  einiger  vegetabilischer  Rohstoffe  in  den  Stammpflanzen.  —  Id.  Ueber  stock werkartig 
aufgebaute  Holzkùrper.  Ein  Beitrag  zur  Holzanatomie.  —  v.  Wellstein.  Untersuchungen 
iiber  die  Wachsthumsgesetze  der  Pflanzenorgane.  II.  Reihe.  Wurzeln.  —  llackel.  Gramina 
nova  vel  minus  nota.  —  Rosoli.  Beitrage  zur  Histochemie  der  Pflanze.  —  v.  Alarenzdler. 
Zur  Kenntniss  der  adnatischen  Anneliden.  Dritter  Beitrag  [Terebellen  (Amphitritea 
Mgrn.)  ].  —  Wiesner.  Untersuchungen  iiber  die  Wachsthumsbewegungen  der  Wurzeln 
(Darwin'sche  und  geotropische  Wurzelkrummungen. —  v.  Hofihstetter.  Siebenter  Be- 
ri eh  t  der  prah istoriseli  en  Coni m  issi on  der  mathematisch-naturwissenschaftlichen 
Classe  der  kaiserlichen  Akademie  der  Wissenschaften  iiber  dio  Arbeiten  ini  Jahre  1833.  — 
fìimmen.  Ueber  die  Nutationen  und  Wachsthumsrichtungen  der  Keimpflanzen.  —  2e  Abth. 
Lxxxvin.  Winckler.  Ueber  cine  neuo  Methode  zur  Integration  der  linearen  partiellen  Diffe- 
rontialgleichung  zweiter  Ordnung  mit  zwei  unabhangigen  Veranderlichen.  —  Kachler  u. 
Spitzcr.  Uber  dio  Einwirkung  von  Natrium  auf  Campher.  Vorliiufige  Mittheilung.  —  Da/eri. 
Studieu  iiber  Perjodide.  —  liana.  Ueber  die  kliinatischen  Verhaltuisse  von  Bosnien  und 
der  Herzegowina. —  v.  Niessl.  Bahnbestimmung  des  grossen  Meteores  vom  13  Miirz  1883.  — 
Elfi.  Zur  Geschicbte  der  Eicbcnrindegorbsaurcn.  —  Schram.  Darlegung  der  in  den  „Hilfsta- 
i'eln  fiir  Chronologie"  zur  Tabulirung  der  judischen  Zeitrechnung  angewandten  Methode.  — 
Liobenn.Zeisel.  Ueber  Condensationsproducte  der  Aldehyde  und  iliro  Derivate.  III.Abhaud- 
lung.  —  Nallerer.  Ueber  Ky-Dichlorcrotonaldehyd,  ein  Condensationsproduct  des  Monocblor- 
aldehyds. —  Kachler  n.  Spitser.  Vcrhalten  der  isomeren  Bibromcampher  gegen  Salpetersaure. — 


Skraup  u.  Vortmann.  Uebcr  Derivate  (Ics  Dipyridyls.  II.  Mittheilung.  —  Hammerì.  Stadie 
iiber  das  Kupfervoltameter.  —  Skraup.  Zur  ConsHtution  des  Cbinins  and  Chinidins.  — 
kt  u.  v.  Schmid!.  Notizen  flber  Halogenderivate.  —  Hazura.  Ueber  Nitroresorcin- 
sulfosaure.  —  Daferl.  Derivato  des  Amylbenzols.  —  Auer  v-  Welsbach.  Ucber  die  Erden  des 
Gadolinits  von  Ytterby.  —  Kachler  u.  Spilser.  Ueber  Oxycampher  aus  (3-Bibromoampher.  — 
Janovsky.  Ueber  Amidoazobenzolparasulfosiiure.  —  Fosselt.  Ueber  ein  dera  Hydrobenzoi» 
nnaloges  Derivat  des  Isobutyraldehyds.  —  Id.  Darstellung  acetonfreicn  Isobutyraldehyds.  — 
John.  Elektrolytische  Studien  (Vorlaufige  Mittheilung).  —  Koànyi.  Zur  Reductioii  hype- 
relliptischer  Integrale.  —  Waelsch.  Geornetrische  Darstellung  der  Tbeorie  der  Polargrup- 
pen.  —  Kohri.  Zur  Theorie  der  harnionischen  Mittelpunkte.  —  Wcyr.  Ein  Beitrag  zur 
Gruppentheorie  auf  den  Curven  vom  Geschlechte  Eins.  —  Barth  u.  Weidel.  Ueber  die  Oxy- 
dation  des  Morphins.  —  Goldschmidt.  Ueber  Papaverin. —  Waagc.  Einwirkung  von  Ammo- 
niak  auf  Propionaldehyd  (Synthetische  Darstellung  des  Parvolins).  —  lxxxix.  Krelschij. 
Untersuchungen  iiber  Kynurensaure.  II.  Abbandlung.  —  Andreasch.  Zur  Kenntniss  des  Allyl- 
harnstoffs.  I.  Abhandlung.  —  Gegenbauer.  Ueber  einige  zahlentheoretisehe  Funetionen.  — 
Diermann.  Zur  Theorie  der  Abbildung  mittels  gebrochener  rationaler  Funetionen.  —  Wass- 
mulh.  Ueber  die  beim  Magnetisiren  erzeugte  Warme.  I.  Mittheilung.  —  Kachler  u.  Spilser. 
Ueber  Jackson  und  Menke's  Methode  der  Bereitung  des  Borneols  aus  Campher.  — 
Slrohmcr.  Gehaltsbestimmung  reiner  wiisseriger  Glycerinlosungen  mittelst  ihror  Brechnngs- 
exponenten.  —  Kohn.  Ueber  die  Satellitcurven  und  Satellitrlachon.  —  Fodor-Mayerho/fer. 
Zur  Theorie  der  .Verticalsonnenuhr.  —  Hann.  Einige  Resultate  aus  Major  v.  Mechov's 
rneteorologischen  Beobachtungen  ini  Innern  von  Angola.  —  Igei.  Ueber  einige  algebraisehe 
Formen,  welehe  in  der  Theorie  der  Curven  vom  Geschlechte  p  =  0  auftreten.  —  Keller. 
Ueber  einige  allgemeine,  auf  Knotenverbindungen  beziigliche  Gesetze.  —  Barth  u.  Kretschij. 
Bemerkungen  iiber  das  Picrotoxin.  —  llcrzig.  Studien  iiber  Quercetin  und  seine  Derivate.  — 
u.  Ebncr.  Die  Losungsflacheu  des  Ealkspathes  und  des  Aragonits.  I.  Losungsflaehen  u.  L0- 
sungsgestalten  des  Ealkspathes.  —  Pitsch.  Beweis  der  Giltigkeit  des  Fermat'schen  Satzes 
fiir  die  Liehtbewegung  in  doppeltbrechenden  Medien.  —  Zulkowskij.  Ueber  farbige  Ver- 
bindungen  des  Phenols  mit  aromatischen  Aldehyden.  —  Odstrcil.  Ueber  den  Mechanismns 
der  Gravitation  nnd  des  Beharrungsvermugens.  —  Ginzel.  Astronomische  Untersuchungen 
iiber  Finsternisse  (III.  Abhandlung).  —  Fossek.  Synthese  zweiwerthiger  Alkohole  durch 
Einwirkung  von  alkoholischem  Kali  auf  Gemenge  von  Aldehyden  (Vorlaufige  Mitthei- 
lung). —  Id.  Einwirkung  von  Phosphorchlorid  auf  Àldehyde  (Vorlaufige  Mittheilung).  — 
Latschenberger.  Der  Nachweis  nnd  die  Bestimmung  des  Ammoniaks  in  thierischen  Flus- 
sigkeiten.  —  Adler.  Ueber  die  Energie  und  den  Zwangszustand  im  elektrostatischen 
Felde.  —  Winckler.  Ueber  eine  Methode  zur  Integration  der  nicht  linearen  partiellen 
Differentialgleiehungen  zweiter  Ordnung  mit  zwei  unabhangigen  Verànderlichen.  — 
Puschl.  Der  zweite  Hauptsatz  der  mechanischen  Warmetheorie  nnd  das  Verhalten  des 
Wassers.  —  Janovsky.  Ueber  directe  Substitutionsproducte  des  Azobenzols  und  ein  asymuic- 
trisches  Triamidobenzol.  —  Benedikt  u.  Hazura.  Ueber  das  Morin.  I.  —  Id.  u.  Julius.  Ueber 
Diresorcin  und  Diresorcinphtalein.  —  Hazura  u.  Julius.  Ueber  Resorciiuither.  —  Julius. 
Ueber  eine  neue  Keaction  des  Benzidins.  —  Spiegler.  Zur  Kenntniss  derEuxanthongruppe.  — 
hi.  Zur  Kenntniss  des  Diphenylacetoxiuis.  —  Habermann  u.  lióuig.  Ueber  dio  Einwirkung 
von  Kupferoxydhydrat  auf  einige  Zuckerarten.  II.  Abhandlnug.  —  Berger.  Ueber  die  Dar- 
stellung des  Phenylcyanamids.  —  Boltzmann.  Ueber  die  Moglichkeit  der  Begriindung 
einer  kinetischen  Gastheorie  auf  anziehende  Krafte  alleili.  —  Czermar''.  Der  Werth  der 
Integrale  At  und  Bt  der  MaxweH'schen  Gastheorie  unter  Zugruudelegung  eines  Kraffc- 

gesetzes r-  —  Ilepperger.  Ueber  Lage  Gestaltvou  Isochronen  in  Konietenschwcifen.  — 

Zulkowsky.  Die  aromatischen  Sauren  als  farbstoffbildende  Substanzen  (Vorlaufige  Mitthei- 

Bullettino-Ebhdiconti  —  Vol.  I.  14 


—  evi  — 

lung).  —  Habermann.  Ueber  den  Diàthylalizarinather.  —  Fiala.  Ueber  einige  gemischte 
Aether  des  Hydrochinons.  —  Lersch.  Notizen  iiber  Kometenerscheinungen  in  fruheren 
Jahrhunderten.  —  3°  Abth.  lxxxvii.  Zuckerkandl.  Ueber  die  Verbindungen  zwischen  den 
arteriellen  Gefàssen  der  menscblicben  Lunge.  —  Abeles.  Ueber  Secretion  aus  der  iiberleben- 
den  durcbbluteten  Niere.  —  Biedermann.  Ueber  die  Erregbarkeit  des  Riickenmarkes.  — 
v.  Fleischl.  Physiologisch-optische  Notizen.  II.  Mittheilung.  —  lxxxviii.  Adamkìewics.  Die 
Lehre  von  Hirndruck  und  die  Pathologie  der  Hirncompression.  Nach  Thierversuchen  und 
Krankenbeobachtnngen.  —  Exner.  Die  mangelbafte  Erregbarkeit  der  Netzhaut  fiir  Licht 
von  abnorraer  Einfallsrichtung.  —  Frankl  u.  Freund.  Ueber  Schwund  in  der  Skeletmusku- 
latur.  —  Lustig.  Zur  Kenntniss  des  Faserverlaufes  ini  menschlichen  Riickenniarke.  —  Fuchs. 
Zur  Histogenese  der  menscblicben  Grossbirnrinde.  —  v.  Fleischl.  Untersuchung  iiber  die 
Gesetze  der  Nervenerregung.  VII.  Abhandlung.  —  Mcissl  u.  Strohmer.  Ueber  die  Biklung 
von  Fett  ans  Kohlekydraten  ini  Thierkìirper.  —  Adamkiewicz.  Die  Lebre  vom  Hirn- 
druck und  die  Patbologie  der  Hirncompression.  II.  Tbeil.  Die  Pathologie  der  Hirncom- 
pression. —  Lówit.  Ueber  die  Bildung  rother  und  weisser  BlutkSrperchen.  —  llcring. 
Beitràge  zur  allgemeinen  Nerven-  und  Muskelphysiologie.  SII.  Mittheilung.  Ueber  Veran- 
derungen  des  elektromotorischen  Verhaltens  der  Muskeln  in  Folge  elektrischer  Reizung.  — 
hi.  Beitràge  zur  allgemeinen  Nerven-  und  Muskelphysiologie.  XIII.  Mittheilung.  Ueber  du 
Bois  Reymond's  Untersuchung  der  secundar-elektromotorischen  Erscheinungen  ara  Muskel.  — 
Knoll.  Beitràge  zur  Lehre  von  der  Athmungsinnervation.  IV.  Mittheilung.  Athniung  bei 
Erregung  der  Vaguszweige.  —  Oraseli.  Histologische  und  physiologische  Studien  iiber  das 
Geschmacksorgan.  —  lxxxix.  Biedermann.  Beitràge  zur  allgemeinen  Nerven-  und  Muskel- 
physiologie. XIV.  Mittheilung.  Ueber  das  Herz  von  Helix  pomatia.  —  Exner.  Die  Inner- 
vatoli des  Kehlkopfes.  —  Lustig.  Die  Degeneration  des  Epithels  der  Riechschleimhaut  des 
Kaninchens  nach  Zerstorung  der  Riechlappen  desselben.  —  Hering.  Beitràge  zur  allgemei- 
nen Nerven-und  Muskelphysiologie.  XV.  Mittheilung.  Ueber  positive  Nachschwakung  des 
Nervenstromes  nach  elektrischer  Reizung. 

tSitzungsberichte  der  k.  Akad.  d.  Wissenschaften.  Philos.-hist.  CI.  Bd.  CIV, 
1,  2;  CV,  1-3;  CVI,  1,  2.  Wien,  1883-84.  8.° 

civ.  Mussafia.  Zur  Pràsensbildung  im  Romanischen.  —  Pfìzmaier.  Die  neuere  Lehre  der 
russischen  Gottesmenschen.  —  Hd/ler.  Kritische  Untersuchungen  iiber  die  Quellen  der  Ge- 
schichte  Phillipps  des  SchSnen .  Erzherzogs  von  Oesterreich,  Herzogs  von  Burgund,  Konigs 
von  Castilien.  —  Mcyer.  Albanesische  Studien  I.  Die  Pluralbildungen  der  albanesischen 
Nomina.  —  Nemanic.  Cakavisch-kroatische  Studien.  Erste  Studie.  Accentlehre.  —  Bófler. 
Antoine  de  Lalaing,  Seigneur  de  Montigny,  Vincenzo  Quirino  und  Don  Diego  de  Guevara 
als  Berichterstatter  iiber  Konig  Philipp  I.  in  dem  Jahren  1505,  1506.  —  Simerka.  Die 
Kraftder  Ueberzeugung.  Ein  matheniatisch-philosophischen  Versuch.  —  Glaser.  Ueber  Bàna*s 
Pàrvatiparinayanàtaka.  —  cv.  lingerie.  Ueber  eine  Handschrift  des  Passionate  und  Buches 
der  Màrtyrer.  —  Schuchardt.  Kreolische  Studien  IV.  Ueber  das  Malaiospanischo  der  Phi- 
lippinen.  —  hi.  Kreolische  Studien  V.  Ueber  das  Melanesoenglische.  —  Tomaschek.  Ueber 
eine  in  Oesterreich  in  der  ersten  Hàlften  des  XIV.  Jahrhunderts  geschriebene  Sumina 
legum  incerti  auctoris  und  ihr  Quellenverhàltniss  zu  dem  Stadtrechte  von  Wiener-Neustadt 
und  dem  WerbOczischen  Tripartitum.  —  Krall.  Studien  zur  Geschichte  des  alten  Aegypten.  II. 
Aus  demotischen  Urkunden.  —  Kremer.  Beitràge  zur  arabischen  Lexikographic.  II.  —  Nemanic. 
Cakavisch-kroatische  Studien.  Erste  Studie.  Accentlehre  (I.  Forsetzung).  —  Remiseli.  Die 
Chamirsprache  in  Abessinien.  I.  (Mit  zwei  Uebersichtstabellen).  —  Zimmermann.  Ueber 
Hume's  empirische  Begrundung  der  Moral.  —  Pfizma'er.  Die  Sprache  der  Aleuten  und 
Fuchsinseln.  —  Schuchardt.  Kreolische  Studien  VI.  Ueber  das  Indoportugiesische  von 
Mangalore.  —   evi.  Ifeuwirlh.   Die  Bauthàtigkeit  der  alamannischen   Kloster  St.  Gallen, 


—    C'VII    — 

Reichenau  und  Petershausen.  —  Bacher.  Die  hebriiisch-arabischc  Sprachvergleichung  des 
Abulwalid  Merwàn  Ibn  Ganàh. —  Steffenliagen.  Die  Entwicklung  der  Landrcchtsglosso  des 
Sachsenspiegels.  IV.  Die  Tzerstedische  Glosse.  —  Pfismaier.  Die  Sprache  der  Aleuten  und 
Fuchsinseln  (Zweiter  Theil).  —  Reinisch.  Die  Ckaniirsprache  in  Abessinien.  II.  —  Mùller. 
Bemerkungen  uber  das  Verbum   der  koloscbiscben    Sprache.    —   Sclirutka-Rechlenstamm. 

Ueber  den  Schlusssatz  in  Cap.  XXI  Legis  Rubriae  de  Gallia  Cisalpina Sch'ùn- 

bcrg.  Kshemendra's  Kavikanthàbharana.  —  Mussafia.  Mittbeilungen  aus  romanischen  Hand- 
schriften.  I.  Ein  altneapolitanisches  Regimen  sanitatis. 

'Science.  Voi.  V,  n.  103-105.  Cambridge,  1885.  4." 

lngcrsoll.  The  Peabody  museuni  at  New  Haven.  —  River-pollution  in  England.  — 
Clock.  Bark-lonse  seeretion.  —  Eeonorny  of  fuel.  —  Explosiver  and  annor-plate.  —  Woeikof. 
Recent  Russian  geographical  explorations.  —  The  decadence  of  science  about  Boston.  — 
Ilunt.  The  geology  of  the  Scottish  Highlauds.  —  Barllcll.  The  basiu  of  the  Caribbean.  — 
The  balloon  in  meteorologi-.  —  The  Kowak  River.  —  W'ard.  A  glance  at  the  history  of 
our  knowledge  of  fossil  plants.  —  Physical  training  at  Araherst.  —  Science  andsurgery: 
a  triumphant  result  of  experimental  research.  —  Discovery  of  Silurian  inseets.  —  Newcomb. 
The  Georgia  wonder-girl  and  her  lessons.  —  The  Nantucket  museum.  —  Sternberg.  The 
'comma  bacillus'  of  Koch.  —  Lighthouso  illuminants.  —  The  Essex  deneholes. 

'Tidsskrift  for  Mathematik.  5  K.  I  Aarg.  Kiobenbavn,  1883.  8.° 

Petersen-  Om  Mathematikens  Gruudbegreber.  Bevis  for  Satningen  om  Trekantens  Vin- 
kclsum'  —  Sleen.  Om  homogene  Differentialligninger  af  anden  Orden.  —  Chrislensen. 
Beviser  for  nogle  Satninger  af  Keglesnitslairen.  —  Cavallin.  Hiirledning  af  ett  par  narme- 
varden  pa  ellipsens  omkrets.  —  Zeulhen.  Om  Polyteknisk  Lsreanstalts  Kursus  for  Inge- 
niorer  i  Mathematik  og  deskriptiv  Geometri.  —  Gram.  Om  Kvadratur  af  Fejlkurver.  — 
Maycr.  Fran  fysisk-matematiske  foreningen  i  Upsala.  —  Zeutlwn.  Et  elementari  Bevis  for 
Pascals  S«tning.  —  Chrislensen.  Den  historiske  Udvikling  af  Thcorien  for  Fladers  og  Rum- 
knrvers  Krumning.  —  Zeuthen.  Fra  Mathematikens  Historie.  IV.  —  ld.  Om  Sammensstning 
af  et  Punkts  Hastigheder.  —  Chartier.  Fran  fysisk-matematiska  fiireningen  i  Upsala,  II.  — 
Thiele.  Mserkelige  Interpolationsresultater.  —  Sebdien.  En  grafisk  Fremstilling  af  For- 
sogsrakker. 

•  Tijdscbrift  voor  Indiscbe  Taal-  Land  en  Volkenkunde.  Deel.  XXIX,  4  ;  XXX,  1-2. 

Batavia,  1884.  8.° 

Bakker.  Het  rijk  Sanggau.  —  van  der  Chip.  Kapitein  Jonker  1630(?)-1689. 
■^Transactions  of  tbe  seismological  Society  of  Japan.  Voi.  VII,  p.  2.  Tokio  , 

1884.  8.° 

Milne.  On  387  Earthquakes  observed  during  two  years  in  North  Japan. 
i'Verhandlungen  des  Vereins  zur    Beforderung  d.    Gewerbfleisses.    1885.  I, 
Berlin,  4.° 

Hà/fer.  Ueber  Flechtniaschinen. 
fWocbenscbrift  des  ost.  Ingenieur-  und  Arcbitokten-Vereines.  Jbg.  X,  5-10. 

Wien,  1885.  4.° 
"Zeitschrift  der  deutseben  Geologischen  Gesellscbaft.  XXXV  Bd.  3  H.  Berlin, 

1884.  8.° 

Felix.  Korallen  aus  agyptischen  Tertiarbildungen.  —  Holzapfel.  Ueber  einige  wichtige 
Mollusken  der  Aachener  Kreide.  —  Wichmann.  Ueber  Gesteine  von  Labrador.  —  Koken. 
Ueber  Fisch-Otolithen,  insbesondere  iiber  diejenigen  der  nord-deutschen  Oligocan-Ablage- 
rungen.  —  Geinilz.  Ueber  die  Fauna  des  Dobbertiner  Lias.  —  Seeck.  Beitrag  zur  Kenntniss 


—    CV11I    —  • 

der  granitische  Diluvialgescbiebe  in  den  Provinzen  Ost-  und  Westprousson.  —  nm  Ralh. 
Binile  Wabrnebmungen  langs  der  Nord-Pacific-Babn  zwiscben  Helena,  der  Hauptstadt 
Montanas,  und  den  Dalles  (Oregon)  am  Ostabhange  des  Easkaden-Gebirges.  —  voti  Groddeck. 
Zur  Kenntniss  der  Ziunerzlagerstatte  des  Mount  Bisehoff  in  Tasrnanien. 

1 Zeitschrift  der  ost.  Gesellschaft  fiir  Meteorologie.  Bei.  XX,  Febr.  1885.Wien,  4.° 
Miller  Ilauenfds.  Zur  Theorie  der  Winde.  —  Bezold.  Ziindende  Blitzscblage  in  Baiern.  — 
Kiessling.  Der  Nebelglùhapparat. 

tZeitschrift  fiir  Naturwissenschaften.  4  F.  Bel.  Ili,  4.  Halle,  1S84.  8.° 

Flemming.  Ueber  eine  geschlechtsreife  Forra  der  als  Tarsoneraus  besebriebeuen 
Tbiere.  —  Hofmann.  Ueber  Pflanzenreste  aus  dem  Knollenstein  von  Meerane  in  Saehsen.  — 
liltiin.  Ueber  das  Tetraphenylatban  und  iiber  die  Einwirkung  des  Cloraluminiums  auf  phe- 
nylhaltige  Derivate  cblorirter  oder  bromirter  Aethane.  —  Schróder.  Chloriloidphyllit  ira 
sachsischen  Voigtlande.  —  Taschenberg.  Zur  Kenntniss  d.  Cicadellinengattuug  Tettigonia 
Geoffr.  —  Zchonder.  Ueber  die  Entstebung  einer  Rotation  der  Planeten. 


Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  marzo  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

*Alma  L.  —  Sulle  orme  della  civiltà  Gelese.  Terranova,  1885.  8.° 
'Bizzarri  A.  —  L'olio  d'oliva.  Sua  estrazione  ecc.  Firenze,  1885.  8.° 
^Canestrini  G.  e  Berlese  A.  —  Intorno  a  due  acari  poco  conosciuti.  Padova, 
1885.  8.° 

*  Ceretti  P.  —  Considerazioni  sopra  il  systoma  generale  dello  spirito  e  circa 

il  systema  della  natura  entro  i  limiti  della  riflessione.  Torino,  1885.  4.° 
*Cibrario  L.  e  Prómis  D.  C.  —  Sigilli  dei  Principi  di  Savoia  raccolti  ed  illu- 
strati per  ordine  del  re  Carlo  Alberto.  Torino,  1834.  4." 
*Comucci  E.  —  Storia  dell'etiope  minerale  o  solfuro  nero  di  mercurio  nella 
cura  del  cholera.  San  Sepolcro,  1885.  8.° 
Danielli  J.  —  Iperostosi  in  mandibole  umane  specialmente  di  Ostiacchi  ed 
anche  in  mascellari  superiori.  Firenze,  1884.  8.° 
*De  Paolis  li.  —  Elementi  di  geometria.  Torino,  1884.  8.° 
* D'Ercole  P.  —  La  pena  di  morte   e   la  sua   abolizione   dichiarata   teorica- 
mente e  storicamente  secondo  la  filosofia  hegeliana.  Pavia,  1875.  8." 
*Id.  —  Il  teismo  filosofico  cristiano  teoricamente  e  storicamente  considerato 
con  ispeciale  riguardo  a  S.  Tommaso  e  al  teismo  italiano  del  secolo  XIX. 
Parte  I.  Le  contraddizioni  e  le  infondate  dimostrazioni  del  teismo.  To- 
rino, 1884.  8.° 
*De  Ugno  A.  —  Flora  fossilis  formationis   oolithicae.  Voi.  II,  4,  5.  Padova, 
1873-85.  4.° 

*  Federici  R.  —  Le  leggi  di  progresso.  V.  II.  Le  deduzioni  dai  fenomeni  na- 

turali. Roma,  1885.  8.° 


* 


—   C1X   — 

*  Fiorentino  F.  —  Il  risorgimento  filosofico  nel  quattrocento.  Napoli,  1885.  8.* 
*Garbarino  G.  —  Il  catasto  in  Italia.  Torino,  1885.  4.° 

*Mercalli  G.  —  Vulcani  e  fenomeni  vulcanici  in  Italia.  Milano,  1882.  4.° 
*kl.  —   Sulla   natura  del   terremoto    ischiano    del  28   luglio  1883.  Milano, 

1884.  8.° 

'LI.  —  Le  case  che  si  sfasciano  o  i  terremoti.  Firenze,     1885.  8." 

*Id.  —  Su  alcune  rocce  eruttive  comprese    fra    il    Lago  Maggiore  e  quello 

d'Orta.  Milano,  1885.  8.° 
' Miniscalchi  Erizzo  F.  — Evangeliarium  Hierosolymitanum.  T.  I,  II.  Veronae, 

1861-64.  4.° 
'Pacinotti  A.  —  Correnti  elettriche  generate  dall'azione  del  calorico  e  della 

luce.  Pisa,  1864-65.  8.° 
'  Id.  —  Della  macchina  elettrodinamica  ad  elettro-calamita  trasversale.  Pisa, 

1865.  8.° 
*Id.  —  Macchina  magnetica  ad  elettro -calamita  trasversale.  Pisa,  1865.  8.° 
*Id.  —  Sopra  una  piccola  macchina  dinamo-elettrica.  Pisa,  1870.  8.° 
'  Id.  —  Indicazione  di  una  tavola  grafica  per  la  lettura  delle  differenze  fra 

le  declinazioni  degli  astri  dai  tempi  dei  passaggi  per  micrometri  fissi. 

Pisa,  1872.  8.° 
"  Id.  —  Sulla  permanenza   di   liquidi   volatili   in   tubi  manometrici   anche  a 

pressioni  negative  e  sul  fenomeno  della  vaporizzazione.  Pisa,  1872.  8.° 
*ld.  —  Cassa  d'assorbimento  per  la  pila  alla  Bunsen.  Pisa,  1873.  8.° 
* ld.  —  Sulla  costruzione  e  sull'uso  della  bilancia  delle  tangenti  e  del  com- 
paratore elettrostatico.  Pisa,  1873.  8.° 
*Id.  —  Sulla  utilizzazione  del  calore  solare.  Bologna,  1873.  8.° 
'  Id.  —  Descrizione  del  gomitolo  elettromagnetico  e  di  qualche  esperimento 

per  utilizzarlo  nella  costruzione  delle  macchine  magneto-elettriche.  Pisa, 

1874.  8.° 

*Id.  —  Cenni  sull'istoria  delle  macchine  motrici.  Cagliari,  1875.  4.° 

"  Id.  —  Sulle  elettricità  prodotte  dalle  coppie  per  attrito.  Mem.  I,  II.  Pisa, 

1875.  8." 

'  LI.  —  Qualche  ragguaglio  sopra  una  macchina  magneto-elettrica  con  volano 

elettro-magnetico  trasversale.  Pisa,  1881.  8.° 
*Id.  —  Agli  illmi  sigg.  giuiati  della  Esposizione  internazionale  d'elettricità 

in  Torino  nel  1884.  Pisa,  1884.  8.°, 
*Id.  —  Sulla  magnetizzazione  artificiale  della  magnetite.  Pisa,  1884.  8.° 
*Parato  A.  —  La  scuola  pedagogica  nazionale.  Torino,  1885.  8." 
'Parona  C.  —  Materiali  per  la  fauna  della  Sardegna.  Milano,  1885.  8." 
•Popolazione-Movimento  dello  Stato  civile.  Anno  XXII,  1883.  Koma,  1884.  4.° 
*Prampero  A.  C'-  di.  —  Saggio  di  tavole  dei  logaritmi    quadratici.  Udine, 

1885.  8.° 

*  Quaglia  G.  —  Laghi  e  torbiore  del  circondario  di  Varese.  Varese,  1884.  4.° 


—  ex  — 

^Salomone  S.  —  Le  provincie  siciliane,  studiate  sotto  tutti  gli  aspetti.  Voi.  I. 

Prov.  di  Siracusa.  Acireale,  1884.  8.° 
*Tango   V.  —  Contabilità  di  stato.  Errori  e  rettificazioni.  Bologna,  1885.8.° 
*Trois  E.  —  Sopra  alcuni  esperimenti  per  la  conservazione  delle  larve  degli 

insetti.  Venezia,  1885.  8.° 
Vocabolario  degli  Accademici  della   Crusca.    5a  imp.  Voi.  V,  2.    Firenze, 

1885.  4.° 

Pubblicazioni  estere. 

*AbromeU  J.  —  Ueber  die  Anatomie  des  Eiclienholzes.  Berlin,  1884.  8.° 
f  Appenzeller  G.  F.  A.  —  Ein  Beitrag  zur  Lehre  von  der  Erblicbkeit  des  grauen 

Staars.  Tiibingen,  1884.  8.° 
^Baecker  E.  —  De  canum  nominibus  graecis.  Regimonti,  1884.  8.° 
fBaske  J.  —  De  alliterationis  usu  Plautino  particula  pior.  Regimonti,  1884.  8." 
fBauer  H.  —  Ueber  die  Siedepunktsanomalien  der  clilorirteu  Acetonitrile  und 

einiger  ihrer  Abkommlinge.  Tiibingen,  1884.  8.° 
^Behnke  R.  —  Die  Verbreitung  der  Lungentuberkulose  (Lungeupbtbise)  durch 

Contagion.  Konigsberg,  1884.  8.° 
^Bennert  K.  —  Beitrage  zur  Kenutniss  der  Isomerie  von  Fumar-  und  Malei'n- 

siiure.  Tiibingen,  1885.  8.° 
ìBezold  F.  von  —  Rudolf  Agricola  ein  deutscher  Vertreter  der  italianischen 

Renaissance.  Miinchen,  1884.  4.° 
ìBinder  0.  —  Ueber  die  Bedeutuug  der  Selmenreflexe  fiir  die  Diagnose  der 

Erkrankungen  des  Centralnerveusystems.  Tiibingen,  1884.  8.° 
tBlumberg  R.  —  Ueber  den  Einfluss  der  Schwere  auf  Kreislauf  und  Athmung. 

Konigsberg,  1885.  8.° 
^Bossi  B.  —  Las  manebas  solares  y  el  estado  actual  de  nuestro  pianeta  con 

relacion  a  las  fuerzas  que  le  rigen.  Montevideo,  1885.  8.° 
*Bredichin   Th.  —  Les   syndynames   et  les   synebrones  de  la  comète  Pons- 

Brook  (1883-84).  Moscou,  1884.  4.° 
*  hi.  —  Sur  la  queue  du  premier  type  de  la  comète  1744.  Moscou,  1884.  4.° 
*Id.  —  Sur  les  tétes  des  comètes.  Moscou,  1885.  8." 
*ld.  —  Sur  la  grande  comète  de  1811.  Moscou,  1884.  8.° 
^Brosow  A.  —  Quomodo  sit  Apollonius  Sophista  ex  Etymologico  magno  explen- 

dus  atque  emendandus.  Regimonti,  1884.  8.° 
iBrucher  C  —  Abbandlung  ueber  die  Vertbeilung  und  Anorduung  der  Gesch- 

mackspapillon.  Hannover,  1884.  8.° 
f  Dietrich  J.  —  Ueber  den  Einfluss  des  vermittelst  der  transportabeln  pneu- 

matiseben  Apparate  verschiedentlicb  geanderten  Luftdruckes  in  den  Lun- 

gen  auf  den  Blutdruck  im  arteriensystem  des  Menscben.  Leipzig,  1884.8.° 
1  Ehrenberg  A.  —  Zur  Kenutniss  des  Knallquecksilbers.  Leipzig,  1884.  8.° 
ìEppler  F.  —  Ueber  Venenpuls  im  Auge.  Tiibingen,  1883.  8.° 


—    CXI    — 

iErhardB.  —  Drei  Falle  von  Dann-Iuvagination  aus  der  medici nischen  Klinik 

zu  Tiibingen.  Stuttgart,  1SS4.  8.° 
'Francie  A.  —  Essais  de  critique  pbilosopbiquo.  Paris,  1885.  8.° 
* Friedlaender  L.  —  Marfcialia  liber  spectaculonim  cum  adnotationibus.  Regi- 

monti,  1884.  4.° 
•Friedrich  P.  —  Die  hebraischen  Conditionalsatzo.  Konigsberg,  1S84.  8.° 
f  Fròlmer  E.  —  Ueber  Rheumatische  Hàmoglobinàmie  (toxamisebe  Hiiinoglo- 

binurie  Bollinger's)  beim  Pferde  und  ibr  Verhàltniss  zur  Paroxysmalen 

Hamoglobinurie  des  Menscben.  Berlin,  1884.  8.° 
^Fuchs  W.  —  Peter  von  Dusburg  und  das  Chronicon  Olivense.  Konigsberg, 

1884.  8." 
iGmelin  lì.  —  Ueber   die   diatetische  Behandluug   des  Diabctos   mellitus. 

Berlin,  18S4.  8.° 
f  Grani  Bart  A.  —  Adress  to  tbe  students  of  tbe  University  of  Edinburgh. 

Edinburgh,  1884.  4.° 
*Gregorovius  F. —  Die  Mùnzen  Albericlis  des  Fursten  und  Senators  der  Ro- 
mei- (A.  932-954).  Miinehen,  1885.  8.° 
ìflennig  M.  —  De  Nonii  Marcelli  locis  Plautinis.  Regimonti,  1884.  8.° 
f  llerbst  E.  —  Ueber  den  Einfluss  des  inducirten  und  constanten  Stromes  auf 

die  Tbatigkeit  des  menschliscben  Herzens.  Leipzig,  1884.  8.° 
i  Hilbert  D.  —  Ueber  die  invarianten  Eigenscbaften  spezieller  binarer  Formen, 

insbesoudere  der  Kugelfunctionen.  Konigsberg,  1885.  A." 
i  Hirsch  P. —  Pbrygiae  de  nominibus  oppidorum.  Regimonti,  1884.  8.° 
"Holfelder  G.  —  Ein  Fall  von  croupòser  Pneumonie  mit  diagnostiseben  Be- 

merkungen.  Stuttgart,  1884.  8.° 
iJessen  E.  —  Photometrie  des  Absorptionspectrum  der  Blutkorpercben.  S.  1. 

1884.  8." 
ì Jordan  H.  —  Quaestiones  tulliauae.  Regiraontii,  1884.  4.° 

•  Id.  —  Quaestiones  arebaeicae.  Regimontii,  1884.  4.° 

•  Kalindéro  J.  —  Droit  prétorien  et  réponses  des  Pnulents.  Paris,  1885.8." 
*Kanitz  A.  —  Magyar  Niivénytaui  Lapok.  Vili  Erfol.  Kolozsviirt,  1884.  8.° 

•  Kiderlen  F.  —  Ein  Fall  von  Uterus  Bicornis.  Tiibingen,  1884.  8.° 
iKoehler  A.  —  Studien  ueber  Ester  der  Bernsteinsiiure  und  Oxalsàure.  Ko- 
nigsberg, 1884.  8.° 

iKrenold  J.  —  Zur  C.isuistik  der  Wanderleber.  Stuttgart,  1884.  8." 

i  Krenkcl  F.  —  Epilegomenorum  ad  poetas  latinos  posteriores  particola  prima. 

De  Aurelii  Prudentii  Clementis  re  metrica.  Rudolstadii,  1874.  8.° 
'  Kronecker  L.   —   Addition   au   Mémoire   sur   les   unités   complexes.   Paris, 

1884.  4.° 
*ld.  —  Bemerkungen  ueber  ein  System  von  Diffcrentialgleichungen,  welches 

in  der  vorstebenden  Arbeit  des  Herm  von  Helmboltz  bebandelt  ist. 

S.  1.  e  a.  (1884).  4.° 


—    CXII    — 

*Kronecker  L.  —  Beweis  des  Reciprocitatsgesetzes  fiir  die  qradratischen  Reste 
und:  Der  dritte  Gauss'sche  Beweis  des  Reciprocitatsgesetzes  fiir  die 
quadratischen  Reste  in  Vereinfachter  Darstellung.  S.  1.  e  a.  (1884).  4.° 

*]d.  —  Die  Subdeterminanten  symrnetrischer  Systeme.  —  Zur  Theorie  der 
Elliptisclien  Functionen.  — Ueber  den  dritten  Gauss'schen  Beweis  des 
Reciprocitatsgesetzes  tur  die  quadratischen  Reste.  —  Die  Periodeusy- 
steme  von  Functionen  reeller  Variabeln.  Berlin,  1884.  8.° 

*ld.  —  Nahrnngsweise  ganzzablige  Aufiosung  linearer  Gleicbungen.  Berlin, 
1884.  8.° 

iKr,!lger  L.  —  Die  gaodatische  Linie  des  Spbaroids  und  Untersuchung  darti  - 
ber,  wann  dieselbe  aufhòrt,  kurzeste  Linie  zu  sein.  Berlin,  1883.  8.° 

fLange  J.  —  Ueber  die  Entwicklung  der  Oelbehiilter  in  den  Frùcbten  der 
Umbelliferen.  Konigsberg,  1884.  4.° 

*Langley  S.  P.  —  Memoir  on  the  experiinental  Determinatiou  of  Wawelengths 
in  the  invisible  prismatic  spectrum.  S.l.  e  a.  (1884).  4.° 

*Laveleye  E.  de  —  Lettres  inédites  de  Stuart  Mill.  Bruxelles,  1885.  8.° 

*Le  Blant  F.  —  De  quelques  types  des  temps  pai'ens  reproduits  par  les  pre- 
miers  fidèles.  Rome,  1885.  8.° 

^Mauk  H.  —  Eiu  ueues  Mutterkorn-Extract.  Extractum  secalis  cornuti  Deu- 
zel.  Tiibingen,  1884.  8.° 

f  Meyer  L.  —  Die  Bewolkung  in  Wurttemberg  mit  Zugrundlegung  der  Beo - 
bachtungen  von  1878  82  und  mit  besonderer  Beriicksichtiguug  meteo- 
rologischer  Gebiete.  Cannstatt,  s.  a.  8.° 

^MGglìng  J.  —  Ueber  chirurgische  Tuberculosen.  Tiibingen,  1884.  8.° 

^Ntirdlinger  Tli.  —  Zuwachs  und  Zuwachsprozeut.  Beitrage  zum  Gesetze  der 
Stammbilduug.  Frankfurt,  1884.  4.° 

*Pesso  e  AUe7i  W.    —  Tractado  Auglo-portuguez.  Lisboa,  1884.  8.° 

*Phillips  Jr.  II.  —  Notes  upon  the  Codex  Ramirez,  wi'h  a  translation  of  the 
same.  Philadelphia,  1883.  8.° 

'"'Plenio  0.  —  Diphtheritis  und  Tracheotomie.  Konisgberg,  1884.  8.° 

+  Rahnenfuhrcr  C.  —  Ueber  einige  iso-  und  terephtalylhaltige  Derivate  des 
Hydroxylamins  und  die  Ueberfùhrung  des  Isophtalsiiure  in  Meta-,  der 
Terephtalsiiure  in  Paraphenylendiamiu.  Kouigsberg,  1884.  8.° 

*l\ath  G.  vom  —  Vortràge  und  Mittheilungen.  Boun,  1885.  8.° 

'Records  of  the  tercentenary  festival  of  the  University  of  Edinburgh.  Edin- 
burgh, 1884.  4.° 

*Report  of  the  scientific  results  of  the  voyage  of  H.  M.  S.  Challenger.  Zoo- 
logy,  Voi.  XI.  London,  1884.  4.° 

f  Rockel  C  J.  —  De  allocutionis  usu,  qualis  sit  apud  Thucydidem,  Xenophon- 
tera,  oratores  atticos,  Dionem,  Aristidem.  Regimonti,  1884.  S.° 

ì  Roquette  A.  —  De  Xeuophontis  vita.  Regimonti,  1884.  8.° 

^Scheffler  A.  —  De  Mercurio  puero.  Regimonti,  1884.  8.° 


—    CX11I    — 

iSchleieh  A.  —   Ueber  Castratiou   bei   Myofibromen   des  Uterus.  Tubingen, 

1884.  8.° 
iSchmidt  A.  —  Ueber  das  Vevhalten  einiger  Chinolin  derivate  ira  Thierkor- 

per   mit   Kiicksicht   auf  die  Bildung  von  Kynurensàure.    Konigsberg, 

1884.  8." 

*  Schivalo  F.  —  Ueber  die  nicht-   sauren  Bestandteile   des    Bienenwachses. 

Stuttgart,  1884.  8.°    . 

*  Sterri  H.  —  Ueber  die  normale  Bildungsstàtte  des  Gallenfarbstoffes.  Leipzig, 

1885.  '8.° 

*Teickert  P.  —  De  fontibus  Quintiliani  rhetoricis.  Bmnsbergae,  1884.  8.° 
iTesclorpf  W.  —  Der  Ròmerzug  Ludwigs  des  Baiern  1327-1330.  Konigsberg, 
1885.  8.° 

*  Thudichum  F. —  Zur  Rechtsgeschichte  der  Wetterau.  Tubingen,  1885.  8.° 
ìTolstoi  D.  A.  —  Eiu  Blick  auf  das  Unterrichtswesen  Russlands  ira  XVIII 

Jhr.  bis  1782.  St.  Petersbnrg,  1884.  4.° 

*  Ulrich  G.  —  Eefraction  und  Papilla  optica  der  Augen  der  Neugeborenen. 

Konigsberg,  1884.  8.° 
f  Vwrthner  E.  —  Vergleicbende  Untersuchuugen  ueber  das  cbemischo  Vorhalten 
aromatischer  und  fetter  Diamine.  Tiibingen,  1884.  8.° 

*  Wagner  G.  —  Beobachtungen  ueber  Gewicbt  und  Maasse  der  Neugeboreneu. 

Konigsberg,  1884.  8.° 

*  Weissenstein  D.  —  Ueber  Secundiire  Nervennaht,  nebst  Mittheilung  zweier 

erfolgreicber  Palle.  Tubingen,  1884.  8. 

*  Weyrauch  J.  •/. —  Aufgaben  zur  Theorie  elastischer  Korper.  Leipzig,  1885.8.° 
'■hi.  —  Das  Princip  von  der  Erhaltung  der  Energie  seit  Robert  Mayer.  Leipzig, 

1885.  8.° 
f  Williams  A.  —  Minerai  Resources  of  tbe  United  States.  Washington,  1883.  8.° 
"  Wunderlich  0.  —  Ueber  Wiedereinfuhrung  der  Erbpacht.  Konigsberg,  1884.8.° 
^Zacher  G.  —  Die  Historia  Orientalis   des  Jacob  von  Vitry.  Ein  quellenkri- 

tischer  Beitrag  zur  Gescbichte  der  Kreuzztige.  Konigsberg,  1885.  8." 
fZahn  G.  —  Beitriige  zur  Lehre  von  der  diagnostischen  Bedeutung  der  Tu- 

berkelbacillen.  Stuttgart,  1884.  8.° 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  marzo  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

"Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno  1885,  n.  7-8.  Roma,  8." 

7.  Ferraris.  La  statistica  del  movimento  dei  metalli  preziosi  fra  l'Italia  e  l'estero.  — 

8.  Cassa  nazionale  di  assicurazione  per  gli  infortuni  degli  operai  sul  lavoro. 

•Annali  di  agricoltura.  1S84.  N.  87.  Roma,  1884.  8.° 

Concorso  internazionale  di  apparecchi  elevatori  d'acqua  a  Cagliari. 

Bullettino-Rendiconti  —  Vol.  I.  15 


—  CXIV  — 

^Annali  di  chimica  medico-farmaceutica  e  di  farmacologia.  1885.  N.  2.  Milano, 

1S85.  8.° 

Giocosa.  Sui  nitrili  aromatici  e  grassi  nell'organismo.  —  De-Regibus.  Determinazione 
dell'acqua  contenuta  nelle  sostanze  grigia  e  bianca  del  cervello  umano.  —  Alberimi  e  Gua- 
reschi.La,  cocaina,  sunto  monografico. 
*  Annuario   scolastico    della   r.  Università   di   Macerata.    1884-85.    Macerata, 

1885.  4.° 
tAnnuario  scolastico  della  r.  Università  di  Roma.  1884-85.  Roma,  1885.  4." 
+ Archivio  storico  italiano.  T.  XV,  disp.  2a  1885.  Firenze,  8.° 

Mazzalinti.  Lettere  politiche  dal  1642  al  16-14  di  Vincenzo  Armanni.  —  Chiappelli. 
L'Amministrazione  della  Giustizia  in  Firenze  durante  gli  ultimi  secoli  del  medioevo  e  il 
periodo  del  risorgimento  secondo  le  testimonianze  degli  antichi  scrittori.  —  Ferrai.  Il  pro- 
cesso di  Pier  Paolo  Vergerio.  —  Rcumont.  La  morte  di  Maria  de'  Medici.  —  Paoli.  Carta 
di  cotone  e  carta  di  lino. 
+Atti  della  r.  Accademia  dei  Fisiocritici  di  Siena.  Ser.  3',  voi.  Ili,  10.  Siena, 

1885.  4.° 

Bernabei.  Cognizioni  vecchie  nel  concetto   nosologico   della  dottrina  ematogena  nel- 
l'albuminuria  brightica.  —  Tassi.  Un  viaggio  in  oriente. 
+Atti  della  r.  Accademia  delle  scienze  di  Torino.  Voi.  XXI,  1  e  2.  Torino, 

1885.  8." 

1.  Cavalli.  Generalizzazione  di  un  teorema  di  Pappo  e  conseguenze  che  ne  derivano.  — 
Morirà.  Sulle  equazioni  generali  per  l'equilibrio  dei  sistemi  continui  a  tre  dimensioni.  — 
Pagliani.  Sul  coefficiente  di  dilatazione  e  sul  calore  specifico  a  volume  costante  dei  liquidi-  — 
Sacco.  Sulla  presenza  dello  Spelerpes  fuscus  (Bonap.)  in  Piemonte.  —  Moleschott  e  Bal- 
tistini.  Sulla  reazione  chimica  dei  muscoli  striati  e  di  diverse  parti  del  sistema  nervoso  in 
istato  di  riposo  o  dopo  il  lavoro.  —  Guareschi  e  Daccomo.  Sui  cloronitro  o  bromonitro- 
chinoni.  —  Daccomo.  Sul  tricloronitrofenolo  e  suoi  derivati.  —  Monari.  Sopra  alcuni  nuovi 
acidi  solfonici.  —  Mazzara.  Sopra  un  nuovo  metodo  facile  per  preparare  il  diamidotrifenil- 
metano.  —  Mazzara  e  Posselto.  Sugli  azo  e  disazocomposti  del  timolo.  ■ —  Mazzara.  Sul- 
l'azione del  nitrito  potassico  e  dei  fenoli  sul  diamidotrifenilmetauo.  —  Pileti.  Sull'etere 
cumilico  e  sulla  preparazione  dell'alcool  cuminico.  —  Errerà.  Sull'«-fenilpropilene  e  sul- 
l'«-paratolilpropilene.  —  Negro.  Sull'azione  che  l'acido  cloridrico  diluito  esercita  sulla 
sensibilità  e  la  motilità  nei  nervi.  —  Genocchi.  Due  lettere  di  C.  F.  Gauss,  pubblicate  dal 
principe  Boncompagni.  —  Camerano.  Nuove  osservazioni  intorno  alla  neotenia  ed  allo 
sviluppo  degli  Anfibi.  —  Mazzara  e  Posselto.  Sopra  il  diamidoossimetiltrifenilmetano.  — 
Fiossi.  Brevi  cenni  sui  principali  scritti  di  Egittologia  del  compianto  Socio  corrispondente 
dott.  Riccardo  Lepsius.  —  2.  Guglielmo.  Sul  riscaldamento  degli  elettrodi  prodotto  dalh 
scintilla  d'induzione  nell'aria  molto  rarefatta.  —  Id.  Sull'influenza  dell'estracorrente  nella 
misura  della  resistenza  delle  coppie  col  metodo  del  Mance.  —  Jadanza.  Sulla  misura  di 
un  arco  di  parallelo  terrestre.  —  Ponte.  Scavi  nel  territorio  di  Palagonia.  —  Bizzozero  e 
Vassallo.  Sul  consumo  delle  cellule  ghiandolari  dei  mammiferi  nelle  ghiandole  adulte.  — 
Promis.  Brevi  cenni  sull'abate  Rinaldo  Fulin.  —  De-Vit.  Della  lettura  delle  lettere  singo- 
lari   D  .  L  nei  monumenti  epigrafici. 

"Atti  della   Società  italiana  di   scienze   naturali.  Voi.  XXVII,  3-4.  Milano, 
1885.  8.° 

Forshil  Major.  Le  regioni  di  transizione  zoogeografiche.  —  Pini.  Novità  malacologi- 
che.  —  Magretti.  Nel  Sudan  orientale.  —  Parona.  Sopra  alcuni  fossili  del  lias  inferiore  di 
Carenno,  Nese  ed  Adrara  nelle  prealpi  bergamasche.  —  Pini.  Novità  malacologiche. 


—  cxv  — 

^Bilanci  provinciali  di  previsione.  Anno  1882.  Napoli,  1884.  4." 
"^Bollettino  del   Collegio   degli  ingegneri  ed  architetti   in  Napoli.  Voi.   Ili, 

n.  5-6.  Napoli,  1885.  4.° 
♦Bollettino  della  Società  dei  cultori  delle  scienze  mediche  in  Siena.  Anno  III,  2. 

Siena,  1885.  8.° 

Cantieri.  Sulla  ciste  di  echinococco  del  fegato.  —  Romiti.  Concrezione  calcarea  nel- 
l'ovaia. —  Bufalini.  Sui  semi  di  Tettan-Kotta. 

■^Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Roma,  1885.  8.° 

Paladini.  Sulla  fondazione  di  colonie  europee  in  Africa,  e  specialmente  su  quelle  del- 
l'Algeria e  Tunisia  —  Brunialli.  La  Corea  secondo  gli  ultimi  viaggi.  —  Colini.  La  pro- 
vincia delle  Amazzoni  secondo  la  relazione  del  P.  I.  G.  Coppi.  —  Brazzà.  Lettera.  —  l  con- 
fini del  regno  del  Congo.  —  Sul  probabile  itinerario  della  spedizione  Giulietti.  —  Dubbi 
sul  viaggio  di  M.  Bonfanti  —  «  El  Yemen  »  di  R.  Manzoni.  —  Galla.  Il  reame  dei  Maori 
nella  Nuova  Zelanda. 

♦Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  n.  G-9,  Roma,  1885.  4.° 
•Bollettino    di   notizie   sul   credito  e  la  previdenza.  Anno  III,   3,  4.    Roma, 

1885.  4.° 
^Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  centrale  del  Collegio  C.  Alberto  in  Mon- 
calieri.  Ser  2\  voi.  IV,  9.  sett.  1884.  Torino,  4.° 
Silvestri.  Analisi  di  una  polvere  «accolta  a  Bolzonella. 
■^Bollettino    meteorico    dell'Ufficio    centrale   di    meteorologia.    Marzo     1885. 

Roma,   4.° 
♦Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei   principali    prodotti  agrari  e 

del  pane.  Anno  1885,  n.  3-8.  Roma,  4. 
♦Bollettino  ufficiale  del  Ministero    della   pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  1,  2. 

Roma,  1885.  4." 
:  Bullettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  X,  n.  9.  Roma,  1884.  8." 
Maggiorala'.  Sull'influenza  del  magnete  nell'embriogenesi.  —  Cuci  e    Klebs.    Ricerche 
sperimentali  per  chiarire  la  etiologia  del  colera  asiatico. 

'Bullettino  delle  scienze  mediche  pubblicato  per  cura  della  Società  medico- 
chirurgica di  Bologna.  Anno  LVI,  ser.  6\  voi.  XV,  1,  2.  Bologna,  1885.  8.° 
1.  Coen.  Ernie  e  diverticoli  del  Pericardio.  —  Bruers  e  Berti.  Rendiconto  statistico 
dello  Stabilimento  Esposti  e  Maternità  di  Bologna,  pel  quadriennio  1879-82.  Parte  I.  Ma- 
ternità. —  2.  Cazzani.  Un  biennio  di  pratica  ostetrica  privata  in  Cagliari.  —  Andronico. 
La  cura,  dell'orchite  col  collodion. 

^Bullettino  di  paletnologia  italiana.  Anno  X,  11,  12.  Reggio  E.  1884.  8.° 
Orsi.  Gli  Ibero-liguri  nella  necropoli  di  Este.  —  Regazzoni.  La  preistoria  alla  Espo- 
sizione di  Torino. 
^Cimento  (II)  nuovo).  Ser.  3\  t.  XVII,  genn.-febb.  1885.  Pisa,  8." 

Naccari  e  Guglielmo.  Appendice  alla  Nota:  Sul  riscaldamento  degli  elettrodi  nell'aria 
molto  rarefatta.  —  Righi  e  Tamburini.  Ricerche  sull'azione  della  magnete  e  degli  agenti 
termici  nella  ipnosi  isterica.  —  Luvini.  Sullo  stato  sferoidale.  —  Calzecchi-Onesli.  Sulla 
conduttività  elettrica  delle  limature  metalliche.  —  Ridili.  Influenza  del  calore  e  del  magne- 
tismo sulla  resistenza  elettrica  del  bismuto. 
Circolo  (II)  giuridico.  Anno  XVI,  1.  Palermo,  1885.  8." 


—   CXVI    — 

Vadalà-Papale.  L'istituto  della  trascrizione  e  le  sue  riforme.  —  Leto.  A  proposito  di 
due  recenti  sentenze  della  nostra  Corte  di  Appello,  brevi  riflessi  sull'art.  217  Codice  proc. 
civ.  —  Letterio  Granata.  L'art.  94  codice  proc.  eiv.  in  rapporto  al  diritto  delle  genti. 
*Filosofia  (La)  delle  scuole  italiane.  Anno  XVI,  voi.  XXXI,  1.  Roma,  1885.  8.° 
D'Ercole.  Kuno  Fischer  e  il  manoscritto  inedito  di  Kant.  —  Ferri.  L'idea  della  per- 
sonalità nella  psicologia  moderna.  —  Cortesi.  Ars  Nova.  —  Mamiani.  Della  pena  capitale. 

■^Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XIV,  10.  Appendice,  voi.  Ili,  2-4.  Palermo, 

1885.  8." 

Bartoli.  La  conducibilità  elettrica  delle  combinazioni  del  carbonio.  —  là.  Di  un  sin- 
golare fenomeno  elettrico  osservato  nell'alcool  cetilico  solido.  —  Darloli  e  Stracciati.  Intorno 
ad  alcune  forinole  date  dal  sig.  D.  Mendeleeff  per  esprimere  la  dilatazione  dei  liquidi,  e 
dai  signori  Thorpe  e  Riicker  per  calcolare  la  temperatura  critica  dalla  dilatazione  termica.  — 
Darloli.  Esame  di  una  relazione  fra  il  punto  critico  ed  il  punto  di  ebollizione  data  dal 
sig.  Pawlewski  e  dal  sig.  Nadejdine.  —  là.  Esperienza  per  provare  se  il  vetro  è  o  no 
impermeabile  ai  gas.  —  Darloli  e  Stracciali.  Le  temperature  critiche  ed  i  volumi  moleco- 
lari ai  gradi  critici  per  gl'idrocarburi  CnHn2^2  dei  petrolj  di  Pensilvania.  —  Darloli.  Sulla 
coesistenza  di  forinole  empiriche  diverse,  colleganti  proprietà  fisiche  dei  corpi  ed  in  ispecie 
sulle  relazioni  dove  entra  la  costante  capillare  dei  liquidi  e  la  coesione  dei  solidi.  —  Scacchi. 
Ricerche  cristallografiche  sulla  fenilcumariua  e  sulla  cumarina.  —  Coppola.  Sugli  alcaloidi 
della  putrefazione. 

^Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVIII,  1-2.  To- 
rino, 1885.  8.° 

Caponollo.  La  gastrostomia  come  mezzo  di  cura  degli  stringimenti  esofagei.  — 
Ohd.  Contribuzione  alla  fisiologia  del  ramo  simpatico  al  vago.  —  Mondino.  Sull'uso  del 
bicloruro  di  mercurio  nello  studio  degli  organi  centrali  del  sistema  nervoso.  —  Ferri. 
Grandezza  del  fondo  oculare  visibile  ad  immagine  diritta.  —  Gallenga.  Osservazioni  di  tra- 
pianto dell'epitelio  corneale  sull'iride.  —  Mondino.  Nuove  osservazioni  intorno  all'infiam- 
mazione traumatica  sperimentale  del  tessuto  cerebrale.  —  Foà  e  Battone.  Osservazioni  ed 
esperimenti  sul  pneumococco.  —  Piattone.  Sulla  infiammazione  dell'arteria  polmonare,  con 
speciale  riguardo  all'ateroma  della  medesima.  —  Foà  e  Battone.  Contribuzione  allo  studio 
della  patologia  del  rene. 

*  Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VII,  2.  Milano,  1885,  8." 

Nosotti.  Della  possibile  trasmissione  della  tubercolosi  degli  animali  all'uomo  per  l'uso 

delle  carni  e  del  latte,  e  dei  mezzi  più  opportuni  per  impedirla.  —   Tibaldi.  Società  per 

la  cura  climatica  gratuita  ai  fanciulli  gracili    alunni    delle  scuole  elementari  comunali  di 

Milano. 

^Giornale  della  Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche.  Anno  IX,  3-5. 
Genova,  1885.  8.° 

3.  Cittadini.  L'Argentina  e  l'Italia.  —  Massa.  Divagazioni  sull'agricoltura,  crisi  agraria 
e  concorrenza  americana.  --  4-5.  Vinciguerra.  I  mammiferi  ovipari.  —  Morchio.  Nota  sui 
manoscritti  di  Paolo  Giacoraetti.  —  Arata.  La  autenticità  delle  Historie  di  Ferdinando  Co- 
lombo e  le  critiche  del  sig.  Enrico  Harisse.  —  Morchio.  Il  senatore  Campi  Bazan.  —  Intorno 
alle  circonferenze  osculatrici. 

■■Giornale  di  medicina  militare.  Anno  XXXIII,  2.  Febb.  1885.  Roma,  8." 

Trari.  Storia  di  una  ferita  d'arma  da  fuoco.  —  Imbriaco.  Storia  clinica  ed  anatomica 
di  un  caso  di  otite  media  ed  interna.  —  Giudici.  Sulla  misurazione  della  miopia  e  della 
ipermctropia. 


—    CXVII    — 

^Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  XI,  1,  2.  Torino,  1885.  4." 
1.  Sacheri.  Risaltati  di  esperimenti  eseguiti  sulla  resistenza  alla  compressione  di  alcuni 

pilastrini  in  muratura.  —  Cappa.  Il  contatore  d'acqua  Kennedy.  —  Canterani.  Ponte  sul 
torrente  Sarnoggia  per  la  traversata  della  strada  della  Pietra  (Comune  di  Brisighella).  — 
Sobrero.  Considerazioni  sulla  fognatura  della  città  di  Torino.  —  2.  Trincherà.  Il  porto  più 
adatto  a  Napoli  pel  bonificamento  e  abbellimento  dei  bassi  quartieri.  —  Sobrero.  Conside- 
razioni sulla  fognatura  della  città  di  Torino:  IL  L'agricoltura,  le  deiezioni  umane  e  la 
fognatura. 

•'Memorie  della  r.  Accademia  delle  scienze  dell'Istituto  di  Bologna.  Ser.  IV, 
t.  V,  4:  VI,  1.  Bologna,  1884-85.  4.° 

v.  4.  Riccardi.  Cenni  sulla  storia  della  Geodesia  in  Italia  dalle  prime  epoche  fin'ollre 
la  metà  del  secolo  XIX.  —  Villari.  Ricerche  sulle  scariche  interne  ed  esterne  dei  conden- 
satori. —  Catucci.  Di  un  tumore  Elefantiaco  in  un  bue  e  della  neoformazione  e  riproduzione 
epiteliale.  —  Gotti.  Sopra  alcuni  esperimenti  di  inoculazione  carbonchiosa  preservativa  nei 
bovini.  —  Pincherle.  Alcune  osservazioni  sugli  ordini  d'infinito  delle  funzioni.  —  Tomma- 
soli.  Contribuzione  all'anatomia  ed  alla  patologia  dell'epidermide  studiata  in  alcuni  suoi 
ispessimenti.  —  Morirli.  Di  una  nuova  ustilaginea.  —  Boschi.  Sopra  il  numero  delle  com- 
binazioni di  una  classe  data  aventi  una  somma  data.  —  vi.  1.  Belluzzi.  Contributo  allo 
studio  del  parto  per  la  fronte.  —  Pesci.  Ricerche  sul  Fellan  Irene.  —  Fabri  e  Favini. 
Intorno  a  quello  che  è  stato  chiamato  potere  rifrangente  dei  corpi.  —  Ciaccia.  Osservazioni 
anatomiche  comparative  intorno  agli  occhi  della  Talpa  illuminata  (T  alp  a  europaea  L.) 
e  a  quelli  della  Talpa  cieca  (Talpa  eoe  e  a  S.).  —  Tassinari.  Azione  del  fenol  sul  proto- 
cloruro  di  zolfo.  —  Giaccio.  Figure  dichiarative  della  minuta  fabbrica  degli  occhi  de'  dit- 
teri  disposte  ed  ordinate  in  dodici  tavole.  —  Calori.  Sulla  proporzione  delle  arterie  renali 
molteplici  coll'aorta  nel  caso  di  un  rene  a  ferro  di  cavallo  e  sulle  modificazioni  dei  plessi 
nervosi  in  attinenza  con  quelle.  —  Iii/ffini.  Della  costruzione  geometrica  dell'asse  centrale 
di  un  dato  sistema  di  forze  e  di  alcune  proprietà  delle  rette  che  nel  sistema  dato  sono 
caratteristiche  di  piani.  —  Lorda.  Di  un  nuovo  apparecchio  istrumentale  per  eseguire  la 
sutura  intercisa.  —  Pincherle.  Sui  gruppi  lineari  di  funzioni  di  una  variabile.  —  Verardini. 
Nuovo  contributo  di  studi  clinico-esperimentali  a  comprovare  l'azione  deprimente  vasale 
dell'ipecacuana  somministrata  ad  alte  dosi  nelle  pneumoniti  franche.  —  Righi.  Sulla  velo- 
cità dei  raggi  polarizzali  circolarmente  nell'interno  d'un  corpo  dotato  di  potere  rotatorio.  — 
Tarufll.  Caso  di  perineo-melus  in  un  maiale.  —  Gavazzi.  Sopra  gli  antimoniali  di  bismuto.  — 
ld.  Azione  ddl'idrogene  fosforato  gassoso  sul  tricloruro  di  oro  sciolto  nell'etere,  nell'alcool 
e  nell'acqua. 

•Memorie   della   r.   Accademia    delle  scienze  di  Torino.  Ser.  2\  t.  XXXVI. 
Torino,  1885.  4." 

Segre.  Studio  sulle  quadriche  in  uno  spazio  lineare  ad  un  numero  qualunque  di  di- 
mensioni. —  hi.  Sulla  geometria  della  retta  e  delle  sue  serie  quadratiche.  —  De  Berar- 
dinis.  Sullo  scostamento  della  linea  geodetica  dalle  sezioni  normali  di  una  superficie.  — 
Guidi.  Sugli  archi  elastici.  —  Loria.  Ricerche  intorno  alla  geometria  della  sfera,  e  loro 
applicazione  allo  studio  ed  alla  classificazione  della  superficie  di  quarto  ordine,  aventi  per 
linea  doppia  il  cerchio  imaginario  all'infinito.  —  Grifflni.  Contribuzione  alla  patologia  del 
tessuto  epiteliale  cilindrico.  —  Canterano.  Ricerche  intorno  alla  distribuzione  dei  colori  nel 
regno  animale.  —  Porlis.  Contribuzione  alla  ornito-litologia  italiana.  —  Vicentini.  Sulla 
conducibilità  elettrica  delle  soluzioni  alcooliche  di  alcuni  cloruri.  —  Camerano.  Monografia 
degli  anfibi  urodeli  italiani.  —  Battelli.  Sulle  proprietà  termoelettriche  delle  leghe.  — 
Ferrerò.  Iscrizioni  e  ricerche  nuove  intorno  all'ordinamento  delle  armate  dell'impero  ro- 
mano. —  Rossi.  Trascrizione  di  alcuni  testi  copti  tratti  dai  papiri  del  Museo  egizio  di  Torino. 


—   CXVIII   — 

i-Memorie  della  Società  degli  spettroscopi sti  italiani.  Voi.  XIV,  1,  gen.  1885. 

Koma,  1885.  4.° 

Tacchini.  Osservazioni  spettroscopiche  solari  fatte  a  Roma  nel  2°  semestre  del  1884. 

+Natura  (La).  N.  62-66.  Milano,  1885.  4.° 

62.  Il  nuovo  semaforo  di  Cuxhafen. —  Lombroso.  La  neofobia  o  il  misoneismo  negli 
animali  e  nell'uomo.  —  Arpesani.  Nuovi  ponti  mobili.  —  Gigliati.  Ripopolamento  del  lago 
Trasimeno  con  anguille.  —  Pogliaghi.  Il  campione  della  nuova  unità  di  luce.  —  Manlegazsa. 
I  poli  della  sensibilità  e  del  sentimento.  —  63.  Id.  L'igiene  delle  nostre  truppe  in  Africa.  — 
Giglmli.  Alpinismo  africano.  —  Fotometro  di  Gorham.  —  Pogliaghi.  Gli  anelli  idrodina- 
mici di  C  Decbarme.  —  Miniere  d'oro.  —  Barloli  e  Papa.-ogli.  L'elettricità,  il  carbonio  e 
la  generazione  spontanea.  —  Pirovano.  Myriaehit,  nuova  malattia  del  sistema  nervoso.  — 
64.  Arpesani.  11  viadotto  di  Blaauw-Kranz  (Colonia  del  Capo).  —  Pogliaghi.  La  formazione 
dei  piccoli  spazi  trasparenti  nell'aria  polverosa.  —  La  frontiera  dell'Afganistan.  —  Regalia. 
Rivista  antropologica.  —  Archinli.  Armi.  —  Brunialli.  La  Corea.  —  65.  Cardona.  Giordano 
Bruno,  filosofo  della  natura.  —  De  Rossi.  Eruzione  vulcanica  dello  Stromboli.  —  Arpe- 
sani.  L'idromotore  Jagn.  —  Ardissone.  Rivista  di  anatomia  vegetale.  —  Licata.  La  flora  di 
Assab.  —  Sovrascaldamento  applicato  alla  disinfezione.  —  De  Stefani.  L'ossario  pliocenico 
del  Val  d'Arno.  —  66.  Sommier.  Italiani  al  Capo  Nord.  —  Manlegazsa.  Nuovi  fatti  in 
appoggio  alla  panganesi  di  Darwin.  —  Sergi.  Le  razze  umane  sono  state  immutabili  fin 
dall'epoca  quaternaria?  —  Gautier.  La  struttura  dei  corpi  e  le  loro  proprietà  fisiologiche.  — 
De  Stefani.  Una  caverna  ossifera  scoperta  recentemente  in  Italia. 

i Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2a,  voi.  XVIII, 

4,  5.  Milano,  1885.  8.° 

4.  Vignali.  Dell-'atto  psichico  dell'attenzione  nella  serie  animale.  —  Manfredi.  Sul 
progetto  Grimaldi  di  un  nuovo  ordinamento  del  credito  agrario.  —  Jung.  Sopra  una  classe 
di  configurazioni  d'indice  3.  —  Fermenti.  Sul  movimento  geometrico  dei  sistemi  invaria- 
bili. —  Pennacchietli.  Sopra  un  integrale  più  generale  di  quello  delle  forze  vive  pel  moto 
di  un  sistema  di  punti  materiali.  —  Ascoli.  Integrazione  dell'equazione  differenziale  J2  =  0 
in  alcune  aree  piane  assai  semplici.  —  5.  Pavesi.  Notizie  batimetriche  sui  laghi  d'Orta  e 
ày Uro.  —  Maggi.  Sull'analogia  delle  forme  del  Eo  mmabacillus  Eock,  con  quelle  dello 
Spirillum  tenue  Ehr,  osservate  da  Warming.  —  Pennacchietli.  Sopra  un  integrale  più 
generale  di  quello  delle  forze  vive  pel  moto  di  un  sistema  di  punti  materiali.  —  Ascoli. 
Dei  rami  algebrici  di  curva.  —  l'ignoti.  Dell'atto  psichico  dell'attenzione  nella  serie  ani- 
male. —  Manfredi.  Sul  progetto  Grimaldi  di  un  nuovo  ordinamento  del  credito  agrario. 

i'Rendiconto  delle  sessioni  dell'Accademia  reale  delle  scienze  dell'Istituto  di 

Bologna.  Anno  1883-84.  Bologna,  1884.  8.° 
iRivista  critica  della  letteratura  italiana.  Ann.  I,  n.  4,  5.  Firenze,  18S5.  4.° 
i Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Febbraio  1885.  Roma,  8.° 

Clavarino.  Sulla  convenienza  di  fabbricare  in  paese  le  grosse  artiglierie.  —  Lo  Forte. 
Note  su  di  alcuni  importanti  fenomeni  che  si  osservano  nel  rocchetto  di  Ruhmkorff.  — 
Rocchi.  I  ponti  portatili  e  il  loro  impiego  in  campagna.  —  La  fabbricazione  delle  grosse 
bocche  da  fuoco  all'estero.  —  Intorno  ad  un  ponte  levatoio  (sistema  Corrado).  —  Slacci. 
Sulle  tavole  del  tiro  arcato.  —  Innovazioni  introdotte  durante  l'anno  1884,  nelle  artiglie- 
rie da  campo  e  da  montagna  estere. 

iRivista  di  filosofia  scientifica.  Voi.  IV,  3.  Milano,  1885.  8.° 

Cesca.  La  filosofia  scientifica.  —  Merlo.  Gli  studi  delle  lingue.  —  Pompei.  La  materia 
considerata  corno    forma    d'energia.  —  De-Della.  Il  diritto  e  la  sua  scienza,  —    Ratlaglia. 


—  ex IX  — 

L'organizzazione  economica  in  rapporto  alla  genesi  della  delinquenza.  —  Sergi.  La  filosofia 
dell'evoluzione  nell'Università  giapponese. —  Puglia.  La  morale  ed  il  diritto  nel  naturalismo. 
+ Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Anno  IX  (1885),  n.  4,  5.  Conegliano,  8." 

Canafoglia.  La  viticoltura  e  l'enologia  del  Medoc.  —  Comboni.  Degli  effetti  che  pro- 
duce l'aggiunta  di  acido  tartarico  al  vino. 
■"Rivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  VI,  1-2.  Torino,  1885.  8." 

Caincr.  Sul  Pasubio  m.  2232  (prima  ascensione  invernale)  e  a  Recoaro.  —  Voglino. 
Alcune  nozioni  sulla  coltura  delle  piante  alpine  nel  piano. 

^Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVII,  n.  3,  4.  Firenze,  1885.  8.° 

Mauri.  Nuovo  galvanometro.  —  Rocchetti.  Di  un  nuovo  elettromotore.  —  Emo.  Varia- 
zioni nella  resistenza  elettrica  dei  fili  metallici    solidi  e  puri  colla  temperatura. 
-•Telegrafista  (II).  Anno  V,  2.  Febb.   1835.  Roma,  8." 

.  Sull'Esposizione  di  elettricità  di  Torino  nel  1884.  —  Sul  rendimento  delle  lampade 
a  incandescenza.  —  Circuito  per  le  linee  telegrafiche  della  città  di  Berlino.  —  Esperimenti 
comparativi  sulla  pila  italiana. 

Pubblicazioni  estere. 

fAbstracts  of  the   Proceedings    of  the   Chemical    Society.   1884-85,  n.  3-5. 

London,  8.° 
* Acta  Mathematica,  V,  2-4.  Stockholm,  1884-85.  4.° 

2.  Goursat.  Sur  une  classe  d'intégrales  doubles.  —  Picard.  Sur  les  forraes  quadrati- 
ques  temaires  indéfinies  à  indéterminées  conjuguées  et  sur  les  fonctions  hyperfuchsiennes 
correspondantes.  —  Schec/fer.  Zur  Theorie  der  stetigen  Funktionen  einer  reellen  Verander- 
lichen.  —  Le  Paige.  Nouvelles  recherches  sur  les  surfaces  du  troisième  ordre.  —  Zeulhen. 
Sur  les  pentaèdres  completa  inscrits  à  une  surface  cubique.  —  Schroeler.  Beitrage  zur 
Theorie  der  elliptischen  Funktionen.  —  3.  Poincaré.  Mémoire  sur  les  fonctions  zétafuch- 
siennes.  —  Schee/fer.  Zur  Theorie  der  stetigen  Funktionen  einer  reellen  Veranderlichen 
(Fortsetzung).  —  4.  Ilcrmite.  Sur  quelques  conséquences  arithmétiques  des  formules  de  la 
fhéorie  des  fonctions  elliptiques.  —  Fiedler.  Ueber  die  Durchdringung  gleichseitiger  Rota- 
tionshyperboloide  von  parallelen  Axen. 
;'Acta  (Nova)  Academiae  Caesareae-Leopoldino-Carolinae  Germaniae  Naturae 

Curiosorum.  T.  XLV,  XLVI.  Halle,  1884.  4.° 

XLV.  Elsas.  Untersuehungen  ueber  crzwungene  Membranschwingungen.  —  Geinitz.Die 
skandinavischen  Plagiokla-gesteine  und  Phonolith  aus  dem  meklenburgischen  Diluvium.  — 
Sciiur.  Bestiminung  der  ilaasse  des  Planeten  Jupiter  aus  Heliometerbeobachtungen  der 
Abstànde  seiner  Satelliten.  —  Jordan.  Die  Binneninollusken  der  nordlich  gemassigten 
Lander  von  Europa  und  Asien  und  der  arktischen  Lànder.  —  xlvi.  ffollefreund.  Die  Ge- 
setze  der  Lichtbewegung  in  doppelt  brechenden  Medien  nach  der  Loramelschen  "  Reibungs- 
theorie,,  und  ihre  Uebereiustimmung  mit  der  Erfahrung.  —  Adolph.  Zur  Morphologie  der 
Hymenopterenfliigel.  Zugleich  ein  Beitrag  zu  den  Fragen  der  Speciesbildung  und  des  Ata- 
vismus.  —  Tlieik.  Gewichtsbestimmungen  zur  Entwickelung  des  Muskelsystems  und  des 
Skelettes  beim  Menschen.  —  Gruber.  Die  Protozoen  des  Hafens  von  Genua. 
•Anales  de  la  Sociedad  cientifica  Argentina.  T.  XIX,  1,  2.  Buenos  Aires, 
1885.  8.° 

1.  Beuf.  Descripcion  de  un  nuevo  cronógrafo  elettrico  para  la  determinacion  de  las 
longitudes.  —  Puentes  para  la  prolongacion  del  ferro-carril  centrai  norte  y  para  el  P.io 
Uruguay  en  el  camino  carretero  del  Uruguay  al  Paranà.  —  Especificaciones  para  la  con- 
struccion  de  furgones  para  trenes  de  pasageros  del  ferro-carril  andino.  —  Spegazzini.  Fungi 


—  cxx  — 

guaranitici.  —  2.  Proyecto  de  construccion  de  un  puente  sobre  el  Rio  Gualeguay  en  Ro- 
sario del  Tala.  —  Ferro-carril  andino  :  Especifieaciones  de  wagones-plataforma.  —  Ferro- 
carril  andino:  Especifieaciones  de  dos  calderas  para  las  locomotoras  «  Villa  Maria  »  y 
«  Velez  Sarsfield  ».  —  Spegazzini.  Fungi  guaranitici. 

*Auales  del  Museo  nacional  de  Mexico.  T.  Ili,  entr.  6.  Mexico,  1884.  4.° 

T.  Estudios  sobre  la  historia  de  la  medicina  en  Mexico.  —  Chavero.  Boturini.  — 
Sdnchez.  Fragmentos  de  la  obra  de  Gania  titulada  :  Las  Dos  Piedras  &.  —  Chavero.  Sigùenza 
y  Góngora. 

+Annalen  der  Physik  und  Cheraie.  N.  F.  Bd.  XXIV,  3.  Leipzig,  1885.  8.  ° 
Bunsen.  Ueber  capillare  Gasabsorption.  —  Quincke.  Electrische  Untersuchungen.  — 
Ltimmer.  Ueber  die  Theorie  und  Gestalt  neu  beobachteter  Interferenzcnrven.  —  Christiansen. 
Untersucbungen  (iber  die  optiseben  Eigenscbaften  von  fein  vertheilten  Korpern.  —  Moller. 
Ueber  das  Wild'sche  Photometer.  —  Natanson.  Ueber  die  Dissociation  des  Untersalpeter- 
sauredampfes.  —  Thiesen.  Untersucbungen  iiber  die  Zustandsgleicbung.  —  Pfaundler.  Ueber 
die  Einwirkung  stark  comprimirter  Koblensiiure  auf  Glas  unter  dem  Einfluss  von  Licbt.  — 
Voigl.  Erwiderung  auf  Hrn.  Wullner's  Beraerkung  beziiglicb  Hrn.  Jamin's  Beobachtungcu 
iiber  Metallreflexion. 

^Annalen  (Mathematische).  Bd.  XXV,  2.  Leipzig,  1885.  8.° 

Illirici:;.  Ueber  Relationen  zwiseben  Classenanzahlen  binarer  quadratiseber  Formen 
von  negativer  Determinante.  —  Tìchomandritzky.  Ueber  das  Umkebrproblem  der  ellipti- 
schen  Integrale.  —  Morera.  Ueber  einige  Bildungsgesetze  in  der  Theorie  der  Tbeilung  und 
der  Transformation  der  elliptiscben  Funetionen.  —  Papperitz.  Ueber  verwandte  s-Functio- 
nen.  —  Rausenberger.  Ueber  eindeutige  Funetionen  mit  mebreren,  nicht  vertausebbaren 
Perioden.  III.  —  Sturin.  Ueber  Flaeben  2.  Grades,  welche  zu  sich  selbst  polar  sind.  — 
llarnack.  Ueber  den  Iuhalt  von  Punktmengen.  —  Mcissel.  Berecbnung  der  Menge  von  Prim- 
zahlen,  vfelchc  iunerhalb  der  ersten  Milliarde  naturlieber  Zablen  vorkommen.  —  Voss.  Ueber 
die  DirTerentialgleicbungen  der  Mecbanik.  —  Burwitz.  Einige  allgemeine  Satze  iiber  Raum- 
curven.  —  Schroeter.  Metrische  Eigenscbaften  der  cubischen  Parabel  (Raumcurve  3.  0.). 

fAunales  de   la  Société   géologique   du  Nord.   1S84-85.  lre  et  2°  livr.  Lille, 

1885.  8.° 

Barrois.  Le  granite  de  Rostrenen,  ses  apophyses  et  ses  contaets.  —  Gosselet.  Fossiles 
du  grès  de  Jeumont.  —  Six.  Dinosauriens  de  Bernissart.  —  Cambessedès.  Sondages  en 
Hainaut.  —  Jannel.  Ligne  de  Mézy  à  Romilly. 

+Annales  des    Ponts  et  Chaussées.  6e  Sér.  5e  Année  ler  et  2e  Cahier.  Janv.- 
févr.  1885.  Paris,  8.° 

Janv.  de  Perrodil.  Note  sur  l'emploi  des  nombres  primordiaux  dans  les  calculs  avec 
des  tables  ou  avec  des  règles  logarithmìques.  —  Fiumani  Note  sur  le  traité  d'bydraulique 
de  M.  Graeff.  —  Widmer.  Note  sur  la  constrnetion  des  murs  de  quai  de  la  darse  ouest  du 
9e  bassin  à  fiot  du  port  du  Havre.  —  Févr.  Laterrade.  Considérations  sur  la  stabilite  des 
voùtes  en  maconnerie.  —  Cadaci.  Tbéorie  des  ponts  suspendus  américains  à  tablier  rigide.  — 
A/.  Machines  à  draguer  et  excavateurs  employés  dans  l'Amérique  du  Nord.  —  Ghèdèon. 
Notice  sur  le  trace  des  raccordements  circulaires  dans  les  opérations  sur  le  terrain. 

:x\.nuales  (Nouvelles)  de  Mathématiques.  5e  Sér.  Mars  1885.  Paris,  8.° 

Errata  aux  tables  de  logaritbmes  de  Schriiu.  —  d'Ocagnes.  Etude  de  deux  systèmes 
simples  de  coordonnées  tangentielles  dans  le  pian:  coordonnées  parallèles  et  coordounées 
axiales  (fin).  —  Eslienne.  Quelques  réflexions  sur  letude  géométrique  des  courbes  géomé- 
triques  et  theorèmes  pouvant  y  ètre  utiles  (suite).  —  Humbert.  Note  sur  la  tbéorie  des 
foyers. 


—  ex  XI   — 

fAunales  scientifiques  de  l'École  aormale  supérieure.  T.  3'  sòr.  t.  II,  2.  Paris, 

1885.  4.° 

Goursal.  Sur  les  trasformatìons  rationnelles  des  équations  diffóreutielles  linéaires.  — 
[ppell.  Application  da  theorème  de  Mittag-Leffler  aux  foiictions  doubloment  périodiciues  da 
troisièrae  espèce. 

*Auzeiger  (Zoologisclier).  Jlig.  Vili,  189,  190.  Leipzig,  1885.  4." 

Kowalevsky.  Beitràge  zur  nachembrionalen  Entwicklung  der  Musciden.  —  Jourdan. 
Structure  des  élytres  de  quelques  Polynoes.  —  Ronde.  Die  Musculatur  der  Chaetopoden.  — 
Dewilz.  Weitere  Mittheilungen  ueber  das  Klettern  des  Inseeten  an  glatten  seukreehten 
Flàchen.  —  Imhuf.  Ueber  die  Pelagische  und  Tiefseefauna  der  Siisswasserbecken.  — 
Blochmann.  Ueber  Bracbiopoden. 

f  Arcbiv  for  Mathematik  og  Naturwidenskab.  Bd.  X,  1.  Knstiania,  1884.  8.° 
Otto.  Eu  Legalundersogelse  med  nogle  Bemseikninger.  —   Vogt.  Norske  Ertsforekom- 
ster.  —  Lie.  Untersuchungen  uber  Transformationsgruppen.I. 

fBerichte  der  deutseben  ebemiseben  Gesellschaft.  Jbg.  XVII,  19;  XVIII,  4,  5. 

Berlin,  1884-85.  8.° 

4.  Bcilstein  und  Wiegand.  Ueber  einige  ungesattigte  Verbindungen  der  Fettreihe.  — 
Dóttinger.  Zur  Darstellung  der  Thiomilchsàure.  —  Brunncr  und  Chuard.  Ueber  /3-Amido- 
alizarin.  —  Ciamician  nnd  Magnagli!.  Ueber  die  Einwirkung  des  Chlorkohlenoxyds  auf  die 
Kaliuinverbindung  des  Pyrrols.  —  Id.  und  Silbcr.  Ueber  die  Einwirkung  von  Salpetersaure 
auf  Pyrrylmethylketon.  —  Claus.  Ueber  die  alkylirten  Chinolinderivate.  —  Conrad  und 
Guihzdt.  Ueber  die  Zersetzung  des  Zuckers  durch  Erbitzen  mit  verdiinnten  Siluren.  — 
Uulk.  Ueber  Gravitation  und  Atomgewicht.  —  Eckenvoth.  Vermisclite  Beobachtungen.  — 
Fischer  und  Tàuber.  Ueber  Hannin  und  Harmalin.  —  Fremery  de.  Analyse  zweier  Califor- 
nischer  Weine.  —  Hailìnger.  Ueber  die  Debydracetsiiure.  —  Henry.  Zur  Kenntniss  des  Tri- 
rnethylenjodids.  —  Hill  und  Hartshorn.  Ueber  einige  Furfuranderivate.  —  Kinkelin.  Ueber 
eine  Darstellungsweise  des  Metanitrozimmtaldehyds.  —  La  Coste  and  Bodewig.  Ueber  Me- 
tbylforniyl-o-amidocblorbenzoesaure  und  Metbylpsi.udochlorisatiii  aus  m-Cblorcbinolinme- 
tbylchlorid.  —  Mauthner.  Berichtigung  betreffend  das  Cystin.  —  Mylius.  Ueber  das  Oxy- 
juglon.  —  Nencki  und  Sieber.  Untersucbungen  uber  den  Blutfarbstoff.  —  Nielzki  uud 
Benckiscr.  Ueber  Hexaoxybenzolderivate  und  ihre  Beziehungen  zur  Kvokousàure  und  Blio- 
dizonsàure.  —  Paal  und  Tafel.  Thiophen  aus  Schleinisaure.  —  Schiff.  Ueber  Oxaldiamido- 
propionsàure.  —  Id.  und  Pow>.  Ueber  das  Aniid  der  Gallnssàure.  —  Schulze.  Ueber  ein 
einfaches  Varfahren  zur  Gewinnnng  von  Thiophen  und  dessen  Homologen.  —  Schulze  und 
Bosshard.  Ueber  das  optisehe  Verhalten  einiger  Auiidosiiuren.  —  Id.  Ueber  das  Vorkoramen 
von  Glutamin  in  den  Zuckerriiben  und  uber  das  optisehe  Verhalten  desselben.  —  Seslig. 
Ueber  Triehlortoluole.  —  Szymanski.  Zur  Kenntniss  des  Malzpeptons.  —  Traube.  Beraer- 
kungen  uber  die  Darstellung  von  Cyanamid.  —  Volhard  und  Erdmann.  Synth.'tische  Dar- 
stellung von  Thiophen.  —  Winkelmann.  Zur  der  Abhandlung  des  Hrn.  Landolt:  «Ueber 
die  Existenzdauer  der  untersehwefligen  Sàure  in  wasserigen  Losungen  ».  —  5.  Anschiltz. 
Ueber  die  Pipitzahoi'nsàure.  —  Id.  und  Iinmendor/f.  Uebertragung  der  Seitenketten  bei  mit 
dem  Benzol  homologen  Kohlenwasserstoffen  mittelst  Alumiuiumchlorid.  —  Id.  und  Romig. 
Ueber  die  Produkte  der  Einwirkung  von  Alumiuiumchlorid  auf  Aethylidenchlorid  uud 
Benzol,  oder  Toluol,  oder  m-Xylol. —  Id.  und  Leather.  Ueber  einige  Derivate  der  Pipitzaho- 
i'nsàure. —  baeyer.  Ueber  Polyacetylenverbindungen.  —  Fila/Un.  Ueber  die  Cyanverbinduu- 
gen  der  aromatischen  o-Diamine.  —  Bonz.  Ueber  einige  Derivate  des  Aethylthiophens.  — 
Bòllinger.  Bemerkung.  —  Brunivi-.  Weiteres  iiber  Azoresorcin  und  Azoresorufin  als 
Erwiderting  auf  eine  Mittheilung  der    Herren  P.  Weselsky  und  R.  Benedikt.  —  Ciamician 

Bcllettino-Bendiconti  —  Voi..  I.  IC 


—   CXXII   — 

und  Silber.  Ueber  Monobrompyridin.  —  Id.  und  Magnai/hi.  TJeber  die  Einwirkung  nasciren- 
den  Wasserstoffs  auf  Methylprrol.  —  Edler.  Ueber  das  Nitropseudocumol,  Pseudocumidin 
und  Pseudocumenol  von  der  Stellung  1,  3,4,5.  —  Egli.  Ueber  die  "beiden  isomeren  Thio- 
tolene  (Metliylthiophene).  —  Id.  Ueber  die  Produete  der  trockenen  Destillation  von  ben- 
zolsulfosaurem  Ammonium.  —  Goldschmidt  uni  Schmid.  Ueber  die  Nitrosopbenole.  —  ' 
G'àhring.  Einwirkung  von  Aldebyd  anf  Metanitrobenzaldehyd.  —  Griess  und  Ilarrow.  Ueber 
das  Vorkommen  des  Cbolins  im  Hopfen.  —  Haller.  V-Cumylchinizinlerivate.  —  Hell  und 
Schule.  Ueber  Normalpentylmalonsaure  eine  isomere  Korksaure.  —  Henriques  und  Ilinsbi. 
Zur  Darstellung  der  Nitrosonapbtole.  —  Hess  und  Bernthsen.  Ueber  Amido-  und  Oxyde- 
rivate  des  Pbenylacridins.  —  Hess.  Ueber  einige  Benzoylderivate  aromatischer  Amine.  — 
Hofmann.  Umwandlung  des  Phenylcyanats  in  Phenylcyanurat.  —  Id.  Zur  Kenntniss  des 
krystallisiiten  Metbylvioletts.  —  Iloppe-Seyler.  Ueber  Zersetzungsprodukte  der  Blutfarb- 
stoffe.  —  Musiti  u.  v.  Knorre.  Ueber  eine  neue  Trennung  von  Nickel  und  Kobalt.  —  Kiliani. 
Ueber  Isosaccharin.  —  Id.  Ueber  Metasaccbarin.  —  Kuckert.  Ueber  die  Einwirkung  von 
Alkylaminbasen  auf  Acetessigesfer.  —  Langer.  Ueber  isomere  Sulfosauren  des  Thiopheus.  — 
Laar.  Ueber  die  Moglicbkeit  mehrerer  Slrukturformeln  fur  dieselbe  cheraische  Verbin- 
dung.  —  Lazarus.  Ueber  fraktionirte  Destillation  im  Wasserdampfstrom.  —  Lindncr.  Ueber 
Bromnitrophenole,  Bromnitrophenetole  und  deren  Amidoderivate.  —  Messinger.  Ueber  das 
Thioxen  des  Steinkohlentbeers.  —  Mcyer.  Zur  Constitution  der  Thiophenverbindungen.  — 
Nulh.  Ueber  die  Einwirkung  von  p-Amidodimetbylanilin  auf  Aldebyde.  —  Ostermayer.  Ueber 
die  Chlormotbylate  des  Pyridins  und  der  Chinolinbasen.  —  Paal  und  Tafel.  Thionphen  aus 
Erytbrit.  —  Pcrkin  {junior).  Notiz  iiber  die  Einwirkung  von  Anilin  auf  deli  Metbylather 
der  Debydracetsaure.  —  Peter.  Untersuehungen  iiber  das  j3-Acetothienon  und  seine  Deri- 
vate. —  Id.  Zur  Kenntniss  der  isomeren  Thiophenmonocarbonsauren.  —  Penner.  Ueber  eine 
bequeme  Darstellungsmetbode  der  Tartronsaure.  —  Id.  Ueber  die  Einwirkung  von  Acet- 
essigather  adf  die  Amidine.  Pyrimidine.  —  Rumpel.  Apparate  fiir  Starkemehlbestimmun- 
gen.  —  Scheibler.  Vorscblag  zur  Nomenclatur  der  Zuckerarten.  —  Schramm.  Ueber  den 
Einfluss  des  Lichtes  auf  den  Verlauf  chemiscber  Reaktionen  bei  der  Einwirkung  der  Halo- 
gene  auf  aromatiscbe  Verbindungen.  —  Schutee.  Ueber  das  Vorkommen  von  Carbonsauren 
im  Steinkoblentbeerol.  —  Stadler.  Zur  Kenntniss  der  Nitrotbiophene.  —  Tiemann  und 
Kruger.  Ueber  die  Beziebungen  einiger  Benzenylamidoximdcrivate  zu  der  Grappe  der  Ben- 
zbydroxarasaureverbindungen. 

+Boletin  dtì  la  Academia  uacioDal  de  cieucias  en  Cordoba.  T.  VII,  2.   Bue- 
nos Aires,  1884.  8.° 
Lynch-Arribàlzaga.  Estafilinos  de  Buenos  Aires.. 

+Bulletin   de   l'Académie   r.  des   sciences   de  St.-Pétersbourg.   T.  XXIX,  3. 

St.-Pétersbourg,  1884.  4.'> 

Rizza  et  Boullerow.  Sur  l'asarone. —  Famintzin.  Sur  la  membrane  sicilique  et  les  for- 
mations  myeliques  lamellées.  —  Id.  Sur  le  développement  des  fibres  sclerenehymatiques  du 
Nerium  Oleander.  —  Bunge.  Observations  d'histoire  naturelle  dans  la  Deltadu  Léna. 

■+Bulletin  de  l'Académie  r.  des  sciences  de  Belgique.  3e  sér.  T.  IX,  2.  Bru- 
xelles, 1885.  8." 

Montigny.  De  l'accord  entre  les  indications  des  coule  irs  dans  la  scintillation  des 
étoiles  et  les  variations  atmosphériques.  —  Dupont.  Sur  l'existence  de  roches  maclifères 
dans  le  terraiii  devonien  inférieur  de  l'Ardenne  belge.  —  Lagrange.  Formule  nouvelle  poni- 
le développement  des  fonctions  en  particulier  des  iutégrales.  —  da  LeUenhove.  La  mort  de 
de  don  Juan. 


—  cxxni  — 

;  Bulletin  de  la   Société   acadéinique    franco-lrispano-povtugaise   de  Toulouse. 

T.  V,  2.  Toulouse,  1884.  8.° 

DumériL  Charles-Quint  et  les  Turcs  ottomans.  —  Prompì.  De  la  formation  de  futur.  — 
Duméril.  Note  sur  la  formation  du  futur  dans  les  langues  romaines  et  les  langues  anciennes 
classiques.  —  Delavaud.  Note  sur  l'état  de  l'instruction  publique  en  Espagne,  en  Portuali 
et  dans  quelques  États  de  l'Amérique  du  Sud. 
^Bulletin  de  la  Société  d'unthropologie  de  Lyon.  T.  Ili,  1.  Lyon,  18S4.  8.° 

Lorlet.  Causes  des  déformation  qne  présentent  les  crànes  des  Syro-Phéuiciens.  — 
Stilmon.  Notice  nécrologique  de  Henry  Martin.  —  Deperei  et  Boinet.  Une  epidemie  du 
bouton  de  Gafsa  au  canape  de  Sathonay.  —  Gayel.  Éducation  du  sens  de  la  vue  chez  une 
aveugle-née  opérée  à  l'àge  de  seize  aus.  —  Cornevin.  Étude  sur  le  squelette  de  quelques 
chevaux  de  course.  —  Debierre.  L'e'volution  de  la  famille  et  de  la  proprietà.  —  Denikcrl. 
Observatious  sur  les  mensurations  de  quelques  peuples  du  Caucase  de  M.  Erkert. 
:Bulletin  de  la  Société  entomologique  de  Frauce.  Séance  du  11  mars  1885. 

Paris,  8.° 
TBulletiu  de  la  Société  zoologique  de  France.  1884.  Part.  3-5.  Paris,  8." 

3-4.  Dyboivski  et  Taczanowski.  Liste  des  Okeaux  de  Kamtschatka  et  des  iles  Coman- 
dores.  —  Héron-Royer.  Cas  tératologiques  observés  cbez  quelques  Batraciens  anoures  et  -le 
la  possibilité  de  prolonger  métbodiquement  l'état  larvaire  chez  les  Batraciens.  —  Jousseaume. 
Description  de  mollusques  nouveaux.  —  Sauvage.  Note  sur  des  poissons  de  Franceville, 
Haut  Ogòoué.  —  ld.  Notice  sur  une  collection  de  reptiles  et  de  poissons  recueillis  a  Ma- 
jumba,  Congo.  —  lei.  Coutribution  à  la  faune  iehthyologique  du  Toukin.  —  ld.  Noto  sur 
une  collection  de  poissons  recueillie  à  Pérak,  presqu'ile  de  Malacca.  —  Héron-Royer.  Note 
sur  une  forme  de  rainette  nouvelle  pour  la  faune  francaise  (Hyla  barytonus).  — ■  Menz- 
bier.  Mémoires  sur  les  Paridte.  I.  Lo  groupe  des  Mésanges  bleues  (Cy  anistes  KaupJ.  — 
5.  Id.  Mémoires sur  les  Paridse.  I.  Le  groupe  des  Mésanges  bleues  (Cyanist es  Kaup).  — 
Taczanowski.  Note  sur  la  tnue  anormale  de  certains  oiseaux.  —  Bouoard.  Notice  sur  Frali- 
pois  Surnichrast. 
f  Bulletin  de  la  Société  mathématique  de  Frauce.  T.  XII,  6;  XIII,  1,  2.  Paris, 

1884-85.  8.° 

6.  Tchebiche/TSar  les  fractions  algébriques  qui  représentent  approximativement  la  racine 
carrée  d'une  variable,  comprise  entre  les  limites  données.  —  Lebon.  Sur  la  construction 
de  la  tangente  en  un  poinc  d'origine  de  l'ombre  portee  sur  lui-mome  par  un  cylindre  ou 
un  còne  creux.  —  TchebichefT.  Sur  la  trasfurmation  du  mouvemeDt  rotatoire  en  mouTement 
sur  certaines  lignes,  à  Faide  de  systèrnes  articulés. —  1.  Appetì.  Sur  une  méthode  élémentaire 
pour  obtenir  les  développements  en  sèrie  trigonométrique  des  functions  elliptiques.  —  Poin- 
caré. Remarques  sur  l'emploi  de  la  méthode  précédente.  —  Weill.  Sar  la  déeomposition  d'un 
nombre  en  quatre  carrés.  —  2.  Id.  Sur  la  déeomposition  d'un  nombre  en  quatre  carrés.  — 
Marchand.  Méthode  pour  mener  les  plans  taugents  aux  snrfaces  gauches.  —  Humbert.  Sur 
"les  courbes  unicursales. 
•Bulletin  de  la  Société    vaudoise    des    scieuces   naturelles.    2°  sér.  voi.  XX, 

n.  91.  Lausanne,  1885.  8.° 

Amann.  Essai  d'un  Catalogue  des  raousses  du  S.-O.  de  la  Suisse,  avec  indication  des 
localités.  —  Diane.  Rhizopodes  nouveaux  pour  la  faune  profonde  du  lac  Léman.  —  Margu  ' 
et  liirzcl.  Observations  météorologiques  faites  à  l'Asile  des  aveugles  de  Lausanne.  — 
Schnelzkr.  Notice  sur  une  galle  des  feuilles  du  chène  (Quercus  ped  unculata).  — 
lìlanc.  Note  sur  le  Ceratium  hirundinella  (O.-F.  Muller),  sa  variabilità  et  son  mode 
de  reproduction.  —  Foreì.  Études  myrmécologiques  en  188  1.  avec  une  description  des  organes 


—  CXXIV   — 

sensoriels  des  anteunes.  —  Jaccard.  Essai   sui-  les  phénomènes   erratiqnes    en  Suisse  pen- 
dant la  période  quaternaire,  avec  une  carte  réduite.  —  Golìiez.  Rapport  de  h  Commission 
des  blocs  erratiques  (1883-1884). 
^Bulletin  des  sciences  mathématiques.  2e  ser.  t.  IX,  févr.-mai.  1885.  Paris,  8.° 

Féve.  Hindi.  Les  surfaces    polaires  inclinées.  —  Tannery.  Sur  l'arithmétique  pytba- 
gorienne. 
+Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXI,  n.  10-13.  Casse],  1885.  8.° 

10.  Druchmann.  Das  Protballium  von  Lycopodium.  —  Slerzel.  Zur  Culmflora  von 
Clieranitz  Hainichen.  —  11.  llarloy.  Organogenie  Notes.  —  Sterzel.  Zur  Culmflora  von 
Chemnitz-Hainsicben.  —  12.  Kraus.  Ueber  Blutung  aus  pavencbymatisehen  Geweben. 
^Cireulars  (Johns  Hopkins  University).  Voi.  IV,  37,  38.  Baltimore,  1885.  4.° 
:Coinpte  rendu  de  la  Société  de  géographie  de  Paris.  1885,  n.  4,  5.  Paris,  8." 
;  Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  C, 

n.  8-11.  Paris,  4.° 

9.  Berthelot.  Sur  les  origines  de  rAlcbiraie.  —  Dcrthelol  et  Werner.  Eecherches  sur 
l'isomerie  dans  la  sèrie  aroraatique.  Chaleur  de  neutralisation  des  pbénols  polyatoraiques.,  — 
Mouchez.  Observations  des  petites  planètes  Wolf,  faites  au  grand  instruraent    méridien  de 
l'Observatoire  de  Paris,  pendant  le  quatrième  trimestre  de  l'aunée  1881.  —  Faye.   Sur  la 
périodicité  des  tacbes  solairos  et  l'anomalie  de  leur  dernier  maximum.  —  Fouqué.  Premières 
explorations  de  la  missiou  chargée  de  l'étude  des  récents  tremblements  de  terre  de  l'Espa- 
gne.  —  Chance!.  Sur  une  ré"action  caracteristique  des  alcools  secondaires.  —  Lecoq  de  Bois- 
baudran.  Action  de  l'eau  oxygénée  sur  les  oxydes  do  cérium  et  de  thorium.  —  Id.  Recti- 
fication  à  une  Communication  anterieure,  relative  au  spectre  du    samarium.   —  Tholozan. 
Sur  les  vents  du  nord  de  la  Perse  et  sur  le  fcehn  du  Guilan.  —  Trépied.  Sur   le  spectre 
et  sur  la  formation  de  la    queue  de  la    comète   d'Encke.  —  Picard.  Sur   un    tbéorème  de 
M.  Darboux.  —  Stielijes.  Sur  les  polynòmes  de  Jacobi.  —  Goursut.  Sur  un  cas  de  réduction 
des  intégrales  hyperelliptiques  du  second  genre.  —  Layuerrc.  Sur  un  intégrale  définie.  — 
Henry.  Les  póles  du  gyroscope  et  des  solides  de  revolution.  —  Descroix.  Sur  la  pbase  ma- 
xima des  variations  diurnes  du  magnétisme  terrestre  en  1882,  d'après  les  résultats  de  Paris- 
Montsouris.  —  Daussin.  Réclamation  de  priorité,  à  propos  du  procède  d'annulation  de  l'extra- 
courant,  employé  par  M.  d'Arsonval  pour  e'viter  les   dangers    des  générateurs   mécaniques 
d'électricité.  —  Raynaud.  Sur  les  moyens  d'annihiler  ou  d'atte'nuer  les  dangers  de  l'extra- 
courant  dans  les  machines  dynamo-électriques,  en'  cas  de  rupture  du  circuit  extérieur.  — 
Amagai.  Sur  la  densité  limite  et  le  volume  atomique  des  gaz,  et  en  particulier  de  l'oxy- 
gène  et  de  l'hydrogène.  —  Scheurer-Keslner.  Composition  des  produits  gazeax  de  la  com- 
bustion  des  pyrites  de  fer  et  influence  de  la  tour  de  Glover  sur  la  fabrication   de  l'acide 
sulfurique.  —   Vignon.  Sur  la  séparation  de  l'alumine  et  du  sesquioxyde  de  fer.  —  André. 
Sur  quelques  azotates  basiques  et  ammoniacaux.  —  de  Forcrand.  Sur  la   composition   du 
glyoxal-bisulfite  d'ammoniaque.  —  Sée  et  Boche/ontaine.  Action  du  sulfate  de  cinchonamine 
sur  la  circulation  et  les  sécrétions.  —  Pccholier.  De  l'action  antizymasique  de  la   quinine, 
dans  la  fièvre  typboide.  —  Grèhant  et  Quinquaud,  Mesure  de  la  pression  nécessaire  pour 
déterminer  la  rupture  des  vaisseaux  sanguins.  —  Rochas.  Sur  quelques  particularités  rela- 
tives  aux  connexions  des  ganglions  cervicaux  du  grand  sympathique  et  à  la  distribution  de 
leurs  rameaux  afférents  et  efférents,  chez  l'Anas  bosebas.  —  Laulaniè.  Sur  la  nature  de  la 
néoformation  placentaire  et  l'unite  de  composition  du  placenta.  —  Deniker.  Sur  un  foetus 
de  Gibbon  et  son  placenta.  —  de  Varigny.  Sur  quelques  points  de  la  physiologie  des  muscles 
ebez  les  invertébrés.  —  de  Rochebrune.  Sur  le  Bos  triceros,  Rochbr.,  et  l'iuoculation  pre- 
ventive de  la  péripneumonie  épizootique,  par  les  Maures  et  les  Pouls  de  la  Sénégambie. 
Renaidl  et  Zeiller.  Sur  des  mousses  de  l'epoque  houillère.  —  Dieulafail.  Origine  des  minerais  do 


—    C'NXV    — 

l'or,  manganése  et  de  zinc,  existant  autour  du  plateau  centrai,  dans  lespremiers  calcairesjarat- 
sique  et  à  la  base  de  ces  calcaire.  —  Meunier.  Sur  un  dépòt  de  soarce,  provenant  'le  Carmaux 
(Tarn).  —  Vimont.  Sur  les  ravages  produits  par  une  trombe  aux,  cnvirons  d'Argentau  (Orni1), 
le  16  fe'vrier  1885.  — 10.  Loewy.  Proce'dés  d'observations  des  polaires  à  une  grande  distali..' 
du  méridien  et  table  renfermant  le  terme  correctif  destine  à  faciliter  les  rédnctions.  —  Ber- 
tìielot  et  Werner.  Sabstitntions  bromées  des  pbénols  polyatomiques.  —  Friedel  et  Crafls.  Sul- 
l'action déeomposantc  exercée  par  le  chlorure  d'almninium  sur  certains  hydrocarbures.  — 
Gaudry.  La  nouvelle  galerie  de  Paleontologie  dans  le  Museum  d'histoire  naturelle.  — 
Mascari.  Sur  la  détermination  de  l'ohm  par  la  méthode  de  l'amortissement.  —  Stephan. 
Observations  de  la  planate  (245),  découverte  par  M.  Borrelly  à  l'Observatoire  de  Marseille.  — 
Lecoq  de  Boisbaudran.  Alliages  d'indium  et  de  gallium.  —  de  Jonquìères.  Sur  quelques  sin- 
gularités  du  phénomène  des  mirees,  à  propjs  d'un  ouvrage  de  M.  Hatt.  —  Périgaud.  Ob- 
servations de  la  comète  d'Encke,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  coudé).  — 
Zenger.  Etudes  spectroscopiques.  —  d'Arsonval.  Sur  le  parafoudre  à  polarisation.  —  Pellai- 
Etnie  des  moyens  employés  pour  prendre  le  potentiel  de  l'air.  Force  électromotrice  de 
combustion.  —  Le  Chatdier.  Sur  la  de'composition  des  sels  par  l'eau.  —  Deniarcay.  Sur  la 
séparation  du  titane  d'avec  le  niobium  et  lo  zirconium.  —  Henry.  Sur  les  nitriles  pyro- 
tartrique  et  succinique  uormaux.  —  de  Glermont  et  Chaulard.  Sur  l'iodacétone.  —  de  For- 
crand.  Cbaleur  de  formation  du  glyoxal-bisulfite  d'ammoniaque.  —  Arnaud.  F,echerches 
sur  les  matières  colorantes  de  feuilles;  identité  de  la  matière  rouge  orango  avec  la  caro- 
tine C1SH!'0.  —  Lrmoine.  Sur  les  analogies  et  les  différenees  du  genre  SimceJosaure,  de 
la  faune  cemaysiennes  des  environs  de  Reiras,  avec  le  genre  Cbampsosauro  d'Erquelinnes.  — 
Farei.  Bruits  souterrains  entendus  le  26"  aoùt  1883  dans  l'ile  de  Caiman-Brac,  mer  des  Ca- 
raìbes.  —  11.  Berlhelol.  Eéactiou  du  brome  sur  les  chlorures  et  sur  l'acide  chlorhydrique. 
Nonvelle  classe  de  perbromures.  —  de  Lacazc-Dulhiers.  Comparaison  morphologique  de  la 
Limace  et  de  la  Testacelle.  —  Chancel  et  Parmentier.  Sur  la  solubilità  du  sulfure  de  car- 
bone et  sur  celle  du  chloroforme.  —  Vieaire.  De  l'influence  des  perturbations  dans  la  déter- 
mination des  orbites  —  de  Lafille.  Les  badigeonnages  et  les  ebarrues  sulfureuses  ;  réponse 
à  une  Note  de  M.  Boiteau.  —  Poincaré.  Sur  les  fonctions  abéliennes.  —  Veyr.  Sur  la 
théorie  des  matrices.  —  Kcenigs.  Sur  les  types  canoniques  des  formes  quadratiques  ternaires 
des  différentielles  à  discriminant  noi.  —  Bichat  et  Blondlol.  Sur  les  diffe'rences  électriques 

entre  les  liquides  et  sur  le  ròle  de  l'air  dans  la  mesure  électrome'trique  de  ces  ditférences 

Gai/Te.  Sur  les  galvanomètres  a  cadrò  curviligne.  —  Truchol.  Étude  thermochimique  du 
fluosilicate  d'ammoniaque.  —  Juhle.  Nouveau  procède  pour  durcir  le  plàtre.  —  Werner. 
Substitution  bromée  de  l'hydrogène  phe'nolique.  Tribromopbe'nol  bromé.  —  Cazeneuve.  Sur 
un  campbre  monocbloré  monobromé'.  —  Maumené.  Sur  la  liqueur  de  Fromherz.  —  lleckel 
et  Schlagdenhauffen.  De  l'Artemisia  gallica  Wild.,  cornine  piante  à  santonine,  et  de 
sa  eomposition  chimique.  —  Bochefontaine  et  OEchsncr  de  Coninck.  Action  pbysiologique 
de  l'hexabydrure  de  ^-collidine  ou  isocicutiue.  —  Carpcnlicr.  Définition,  classifìcation  des 
couleurs.  —  lletlirer.  Des  glandes  et  des  lympbatiques  qui  entrent  dans  la  constitution  da 
la  bourse  de  Fabrieius.  —  Dareste.  Sur  le  ròle  physiologique  du  retournement  des  oeufs 
pendant  l'incubation.  —  DieulafaiL  Explication  de  la  concentration  des  minerais  de  zinc 
carbonate  dans  les  terrains  dolomitiques.  —  Munier-Chalmas  et  Schlumbergcr.  Sur  les 
miliolidées  trématopburées.  —  Grandidier.  Les  canaux  et  les  lagunes  de  la  còte  orientale  de 
Madagascar.. 

'Cosmos.  N.  S.  n.  5-2.  Paris,  1885.  4.n 

•Fortsclmtte  (Die)  der  Physik  im  Jahre  1878.  Jhg.  XXXIV,  Abth.  1-3.  Berlin, 

1883-84.  8.° 
"Fi'tzetek  (Természetrajzi).  Kot.  IX,  1.  Budapest,  1885.  8." 


—   CXXV1    — 

Simkovics.  Die  Flora  des  Arailer  Comitates  in  ihre  Grundziigen.  —  Staub.  Pinus 
Paheostrobus  Ettgsh.  in  der  Fossilen  Flora  Ungarns.  —  Tòm'ósvàrij.  Myriopoda  a  Joanne 
Xantus  in  Asia  orientali  collecta.  —  Madaràsz.  Ornithologische  Mittheilungen. 

■*Tl3B'ÈCTk  TeojiornHecKaro  KoHirreTa.  1884   roxt.  Tomi,  III,   9-10;  IV,  1-2. 

CaHKTneTepf)yprt,   1SS5.  8.° 

ih.  9-10.  ME.IMIIIKOBA.  reoioraieciioe  H3CJiijOBaHÌe  ofiiac-rn  npiwicTpoBKnxi. 
(|ioci|iopHTOBt.  —  inMlIrT,TA.  npejBLipnTe.ibHuri  oTien.  o  reojoriiiecKnxt  E3CJiinoBaHÌHXi., 
npon3Beji,eHHHxt  jiètomi.  1884  r.  no  nopyieniio  reojiorniecKaro  KosurreTa.  —  iv.  HIIKIITIIHA. 
3ajain  n  stuTe.TiiHocTi.  reo.iorniecKnxi  yqpeacieHiìi. 

'  Jahrbuch  der  k.  k.  geologiscben  Reicbsanstalt.  Jhg.  1884.  Bd.  XXXIV,  4. 

Wien,  4.° 

t>.  Hancr.  Zur  Erinnerung  an  Ferdinand  v.  Hochstetter.  —  Vacek.  Beitrag  zar  Geo- 
logie der  Radstadter  Tauern.  —  Foullon.  Ueber  die  petrographische  Beschaffenheit  krystalli- 
nischer  Scbiefergesteine  aus  den  Radstadter  Tauern  und  deren  westlicben  Fortsetzung.  — 
Uiener.  Ein  Beitrag  zur  Geologie  des  Centralstockes  der  juliscben  Alpen.  —  Scharizer.  Ueber 
Mineralien  und  Gesteine  von  Jan  Mayen.  —  Di-Stefano.  Ueber  die  Braohiopoden  des  Unter- 
oolithes  von  Monte  San  Giuliano  bei  Trapani  (Sicilien).  —  Wagner.  Ueber  die  Warme- 
verhaltnisse  in  der  Ostalfte  des  Arlbergtunnels. —  v.  llauer.  Erze  und  Minerale  aus  Bosnien. 

fjabresbevicbt  ueber  die  Fortscbritte  der  classischen  Altertlnimswissenscbaft. 

Jbg.  XI,  12.  Berlin,  1885.  4.° 

Schenkl.  Jahresbericht  uber  die  spateren  griechischen  Geschicbtscbreiber.  1873-1884.  — 
Hitler.  Jabresberiebt  iiber  die  griechiscben  Lyriken  (mit  Ausscbluss  Pindars)  und  die  grie- 
cbiscben  Bukoliker  bis  Ende  1883.  —  Eussuer.  Bericht  uber  die  Litteratur  zu  den  rOmi- 
scben  Historikern  (ausser  Tacitus).  —  Mailer.  Jahresbericht  iiber  die  Litteratur  zu  den 
Briefen  des  jungeren  Plinius  aus  den  Jahren  1877-1883.  —  Genthc.  Jahresbericht  iiber  die 
rornischen  Epiker  fiir  1881  und  1882. 

^Journal  (The  American)  of  Philology.  Voi.  V,  4.  Baltimore,  1884.  8.° 

Short.  The  New  Revision  of  King  James'  Revision  of  the  New  Testament.  IV.  — 
Simcox.  Collation  of  the  British  Museura  MS  Evan.  604.  —  Davidson.  Prof.  Child's  Ballad 
Book.  —  Morris.  The  Relation  of  a  Greek  Colony  to  its  Mother  City.  —  Brighi.  Atiglo- 
Saxon  Glosses  to  Boethius.  —  Tog.  Semitic  Notes. 

^Journal  (American)  of  Mathematics.  Voi.  VII,  2.  Baltimore,  1885.  4.° 

Cayley.  A  Mewoir  on  the  Abelian  and  Theta  Functions  (Chapters  IV-VII).  —  Vene- 
ziani. Extrait  d'une  lettre  de  M.  Herniite.  —  Young.  Solution  of  Solvable  Irreducible 
Quintic  Equations,  without  the  aid  of  a  Resolvent  Sextic.  —  Glaston.  Notes  on  the  Quintic.  — 
Peirce.  On  the  Algebra  of  Logic. 

'Journal  (American)  of  science.  3d  Ser.  voi.  XXIX,  171.   Marcii  1885.  New 
Haven,  888. 

Professor  Marsh's  Monograph  of  the  Dinocerata.  —  Dana.  Taconic  Rocks  and  Stra- 
tigraphy,  with  map  of  the  Taconic  region.  —  Hall.  Variations  of  Latitale.  —  White. 
Jurassic  Strata  of  North  America.  —  Lupton.  Meteoric  Iron  from  Mexico.  —  LeConte  Ste- 
vens.  Optical  Projection  of  Acoustic  Curves.  —  Trowbridge.  Measurement  of  Strong  Electri- 
cal  Currents.  —  ìrving.  Divisibili ty  of  the  Archsean  in  the  Northwest.  —  Ilidden.  Minerà  - 
logicai  Notes. 

'''Journal  de  la  Société  pbysico-cbymique  russe.  T.  XVII,  1.  St.  Pétersbourg, 
1885.  8.° 


—    CXXVII    — 

Mensehulkin.  Sur  l'isomeria  des  hydrocarbures  d'après  la  thdorie  de  substitution.  — 
Schalffje/f.  Sur  la  préparation  de  la  hénrine.  --  Gadziatsky.  Appareil  pour  le  lavage  auto- 

matiqne  des  precipite^.  —  Darsilovsky.  Sur  l'oxydation  des  amines  aromatiques.  —  Wro- 
btewsky.  Action  de  l'alcool  sur  les  composés  diazo.  —  AtexejefT.  Sur  l'isomerie  des  dissolu- 
tions.  —  Konovaloff.  Note  sur  le  mème  sujet.  —  Slìchegliaejf.  Les  figures  électrolytiques 
de  Nobili  et  Gebhard  dans  le  champ  magnétique.  —  Schiller.  Sur  le  choc  des  corps  abso- 
lument  rigides.  —  fouk.  Sur  la  dilatation  des  liqnides.  —  Pclroff.  Quelques  observations 
a  propos  de  la  réponse  de  M.  Kraewitch.  —  Kraewllch.  La  réponse  à  Mr.  A.  Stoletoff. 
+ Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2°  sér.  t.  IV,  mars  1885.  Paris,  8." 
Mascari.  Sur  l'empiii  de  la  méthode  d'araortissement  pour  déterminer  la  valeur  de 
l'ohm.  —  Bkekrode.  Rechercb.es  expérimentales  sur  la  réfraction  des  gaz  liquéfie's.  —  Caille- 
let.  Nouvel  appareil  pour  la  préparation  de  l'acide  carbonique  solide.  —  Vaschy.  Note  sur 
la  théorie  des  appareila  téléphoniqnes.  —  Meslin.  Sur  la  déflnitiou  des  gaz  parfaits  et  les 
propriétés  qui  en  résultent. 

f  Journal  des  Sociétés  scientifiques.  Ati.  I",  12.  Paris,  1885.  4.° 
f  Journal  fur  die  reiue  und  angewandte  Mathematik.  Bd.  XCVIII,  2.  Berlin, 
1885.  8.° 

Kónigsberger.  Ucber  Integrale  trascendenter  Functionen.  —  Grube.  Bestimmung  des 
Potentials  eines  homogenen  Ellipsoides.  —  con  Lilienlhal.  Allgemeine  Eigenschaflen  von 
Flachen,  deren  Coordinateli  sich  durch  die  reellen  Theile  dreier  analytischer  Functionen 
liner  complexen  Veranderliche  darstellen  lassen.  —  Krause.  Zur  Theorie  der  hyperellipti- 
schen  Functionen  erster  Ordnung.  —  Amjlin.  Zur  Theorie  der  symmetrischen  Functionen. 

^Journal  fùr  praktische  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXX,  10-11.  Leipzig,  1884.  8.° 

von  Meyer.  Zur  Erinnerung  an  Hermann  Kolbe.  —  Kolbe.  Beitràge  zur   Ermitteliing 
der  chemischen  Constitution  des  Isatins.   —    von   Meyer.  Ueber  Isatosaure    (Nachtrag    zu 
vorstehender  Abhandhmg  . 
*  Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXVIII.  March  1885.  London,  8.° 

Thorpe.  On  the  Atomic  Weight  of  Titanium.  —  Forster  Morie//  ami  Green.  Note  on 
the  Constitution  of  Propylene  Chlorhydiin.  —  !d.  Action  of  Zinc  Ethide  on  the  Benzoate 
of  Propylene  Chlorhydrin.  —  Shenslonc.  The  Alkaloids  of  Nux  Vomica.  III.  Some  Experi- 
ments  on  Strychnine.  —  Lauder  Drunlon.  On  the  Physiological  Action  of  Brucine  and 
Bromostrychnine.  —  MUrs.  Crystallography  of  Bromostrychnine.  —  Pechmann  and  Welsh. 
Formation  of  Pyridine  Derivatives  from  Malie  Acid.  —  Stuart.  On  Nitrobenzalmalonie  Acids. 
tJournal  (Quarterly)  of  pure   and   applied  Mathematica.  N.  80,  febr.   1885. 

London,  8." 

Jeffery.  On  piane  curves  of  the  fourth  class  with  a  triple  and  a  single  focus.  — 
Sylvesler.  On  the  trinomial  unilateral  quadratic  equation  in  matrices  of  the  second  order. — 
Glaisher.  On  the  quantities  K,  E,  J,  G,  K',  E',  .1',  G',  in  elliptic  functions.  —  Mac  Mahon. 
Operatore  in  the  fheory  of  seminvariants.  —  hi.  A  new  theorem  in  symmetric  functions.  — 
Robert.  Notes  on  the  divisore  of  numbers  and  produets  of  factors.  —  Russell.  A  transfor- 
matien  in  elliptic  integrals  and  ifs  application  to  spherical  trigonometry. 
;-Kozlòny  (Fòldtani).  XV  Kot.  Fiiz.  1,  2.  Budapest,  1885.  8.° 

Szabó.  A  phaimakosiderit  és  az  ùrvolgyit  uj  lelohelye  Sandberghegyen,  Ohegy  koze- 
Idben.  —  Rolh.  A  Magas  Tàtra  dèli  oldalànak  hajdani  jégiirairól.  —  Kalecsinszky.  Kiizle- 
mények  a  magyar  kir.  fòldtani  intézet  chemiai  laboratorinmàból.  —  Slaub.  GCppert  Robert 
Henrik  emlékezete. 
■Leopoldina.  Amtliches  Organ  der  k.  Leop.-Carol.  d.  Akad.  d.  Naturforsclier. 

Hft.  XIX,  1883.  Halle,  4.° 


—    CXXVIII    — 

Mail.  Ueber  die  Gattungen  Bellis  und  Belli  uni  Limi. —  Geinilz.  Ueber  eine  neue 
Hypothese  der  Gebirgsbildung.  —  Schmid.  Die  Schizophyten  oder  Spaltpfhnzen.  —  Sadc- 
bcck.  Ueber  eine  neue  Metbode  die  Ausdehnung  von  Maassstàben  zu  bestimruen.  —  Sklarek. 
Ergebnisse  der  Spectralanalyse  ueber  die  Natur  der  Conieten.  —  Basilari  und  Voss.  Die 
Brouzeschwerter  des  k.  Museums  zu  Berlin. 

■^Mérnoires  de  l'Académie  i.  des  sciences  de  St.  Pétersbourg.  8e  sér.  t.  XXXII, 

4-12.  St.  Pétersbourg,  1884.  4." 

4.  Dacklund.  Zur  Entwickelung  der  Stòrungsfunction.  —  5.  Nikitin.  Die  Fliissthàler 
des  mittleren  Russlands.  —  6.  Lindemann.  Helligkeitsmessungen  der  Besselschen  Pleja- 
densterne.  —  1.  Struve.  Studien  ueber  Blut.  —  8.  Ilarkavy.  Neuaufgefundene  Hebriiische 
Handschriften.  —  9.  Sazepin.  Ueber  den  histologischen  Bau  und  die  Vertbeilung  der 
nerviisen  Endorgane  auf  deu  Fiiblern  der  Mjriopoden.  —  10.  Faminlzin.  Studien  ueber 
Krystalle  und  Krystallite.  —  11.  Gyldén.  Theoretische  Untersucbungen  ueber  die  interme- 
diaren  Babnen  der  Cometen  in  der  Nàhe  eines  storenden  Kórpers.  —  12.  Ltsshafl.  Des 
divers  types  musculaires  et  de  la  facon  differente  dont  s'exprime  la  force  active  des  muscles. 

"Mémoires  et  Compte  rendu  des  travaux  de  la  Société  des  ingénieurs  civils. 

1884,  nov.-déc.  1885,  janv.  Paris,  1884-85.  8.° 

Nov.  Simon.  Méraoire  sur  la  partiipation  des  employés  anx  bénéSces  et  les  Association 
ouvrières  en  France.  —  Joubert  et  Fleury.  Note  sur  les  travaux  du  port  de  la  Réunion.  — 
DÉc.  Hagg.  Note  sur  le  cherain  de  fer  rnélropolitain  dans  Paris.  —  Morcau.  Avantages  de 
la  voie  étoite.  —  Janv.  Bourdais.  Colonne  Soleil,  projet  de  phare  électrique  de  360  mètres 
de  bauteur  destine  à  éclairer  tout  Paris.  —  Sébilloi.  Avant-projet  d"éclairage  de  la  ville 
de  Paris  par  un  seul  foyer  lumineux.  —  Garnier.  Notice  bistorique  sur  la  découverte  des 
rainerais  de  nikel  de  la  Nouvelle  Calédonie. 

^Memoirs  of  the  r.  Astronomical  Society.  Voi.  XLVIII,  1.  London,  1884.  4.° 
Gill.  Parallaxes  of  a  Centauri,  Sirius,  e  Indi,  Lacaille  9352,  oì  Eridani,  §  Centanri.  — 
Elkin.  Parallaxes  of  a  Centauri,  Sirius,  s  Indi,  f  Tucanae,  e  Eridani,  Canopus. 

+Minutes  of  Proceedings  of  tbe    Institutton  of  Civil  Engineers.   Narne-index 

voi.  I  to.  LVIII.  London,  1885.  8.° 
fMittheilungen  aus  dem  Jahrbuche  d.  kòn.  Ung.  Geologischen  Anstalt.  Bd.  VII, 

3.  Budapest,  1885.  8.° 

Crollcr  von  Mildensee.  Topografisch-geologische  Skizze  der  Inselgruppe   Pelagosa  irò 
adriatiscben  Meere. 
"^Monatsblatter   des  wissenschaftlichen  Club  in  Wien.  VI  Jhg.  N.  6, 15  Màrz 

1885.  Wien,  4.° 

■f-Naturforseber  (Der).  Jbg.  XVIII,  6-10.  Berlin,  1885.  4.° 

^Notices  (Montbly)  of  the  r.  Astronomical  Society.  Voi.  XLV,  4;  febr.  1885.  8." 

Aunual  report  of  the  Council. 
^Proceedings  of  the  r.  Geograpbical  Society.  Voi.  VI,  n.  1,  2,  8,  9,  11,  12. 

London,  1884.  8.° 
■Records  of  the  Geological  Survey  of  India.  Voi.  XVIII,  1.  Calcutta,  1885.  4.° 
Bruce-Foote.  Notes  on  the  Country  between  tbe  Singareni  Coal-field  and  the  Kistna 
Biver.  —  ld.  Geological  Sketch  of  the  country  between  the  Singareni  Coal-field  and  Hy- 
derabad.  —  La  Touche.  Note  ou  Coal  and  Limestone  in  the  Doigrung  River,  near  Gola- 
ghat,  Assam.  —  Blanford.  Homotaxis,  as  illustiated  frem  Indiau  Formations.  —  Griesbach- 
Afghan  Field-notes. 


—    CXXIX    — 

*  Repertori  uni  der  Physik.  Bd.  XXI,  1,2.  Miinchen  und  Leipzig,  1S85.  8.° 

Gol:  und  Kurz.  Galvanisclier  Widerstand  von  Dràhten  bei  verschiedener  Anspannnng. — 
Mùller-Erzbach.  Zusammenstellung  von  Verwandtschaftstafeln,  die  aus  dcn  Dichtigkeitsver- 
hiiltnissen  der  chemisch  wirksamen  Stoffe  abgelcitet  sind.  —  Becquerel.  Emissionsspectra 
von  Metalldampfen  im  Ultraroth.  —  hi.  Bestimmung  der  Wellenlange  der  hauptsaehlich- 
sten  Linien  und  Baiiden  im  ultrarothen  Theil  des  Sonnenspectruras. —  Battelli.  Ueber  die 
centrirten  katoptriscben  Systeme.  —  Bertrand.  Ueber  ehi  neues  Polarisationsprisrna.  — 
Ilesehus.  Ueber  ein  Amperometer,  das  auf  dem  Peltier'schen  Effect  beruht. 
+  Report  of  the  Proceedings   of  the   uumismatic   and   antiquarian  Society  of 

Philadelphia.  1884.  Philadelphia,  1885.  8.° 
^Résumé  des  séances  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séancesdu  20  févr. 

et  6  mars  1885.  Paris,  8." 
fRevue  historique.  IO6  année.  T.  XXVII,  mars-avril  1885.  Paris,  8.° 

Fagniez.  La  mission  du  pére  Joseph  à  Eatisbonne  en  1630.  2°  art.  —  Reynald.  Le 
baron  de  Lisola.  Sa  jeunesse  ;  sa  premiere  ambassade  en  Angleterre.  1613-1645,  —  Cornile. 
Observations  sur  deux  sources  du  règne  de  Louis  VII, 

•Reme  politique  et  littéraire.  3'  sér.  t,  XXXV,  ri.  0-13.  Paris,  1885.  4.° 
■Revue  scientifique.  Ser.  3e  t.  XXXV,  9-13.  1885.  Paris,  8.n 
tScience.  Voi.  V,  n.  106-110.  Cambridge  Mass.  1885.  4.° 

106.  A  new  pian  for  the  scientific  assoeiations  of  Boston.  —  Graham  Bell.  Is  there 
a  correlaration  between  defects  of  the  senses?  —  Rockwood,  jun.  Earthquake  of  Jan.  2, 1SS5.  — 
Wiley.  American  milk.  —  Lewis.  Notice  of  some  recently  diseovered  effigy  mounds.  —  Fran- 
klin. Eicheton  mental  suggestion.  —  107.  Dati.  John  Gwyn  Jeffreys.  —  Grecne.  The  Washin- 
gton national  mouument.  —  Paul.  The  electric  light  for  lighthouses  and  search-lights.  — 
108.  Too  many  nautieal  almanacs.  —  Greci;/.  The  geographical  work  of  the  Greely  expe- 
dition.  —  Boas.  The  configuration  of  Grinnell  Land  and  Ellesmere  Land.  —  Thomas.  Pa- 
lenque  visited  hy  Cortez.  —  Armsby.  Do  animals  excrete  free  nitrogen?  —  Todd.  The 
British  nautieal  almanac.  —  109.  William*.  The  microscope  in  geology.  —  Rochwood,  jun. 
The  Spanish  earthquakes. —  The  Sierra  Nevada  of  Spain:  the  scene  of  the  recent  carth- 
quakes.  —  Davis.  The  work  of  the  Swiss  earthquake  commission.  —  Fouqué.  The  causes 
of  earthquakes.  —  Paid.  Seismological  notes.  —  110.  The  solar  eclipse  of  March  16.  — 
The  Annisquam  seaside  laboratory.  —  Anderson.  The  HudsonBay  expedition  of  1884. 
+Sitzungsberichte   der   Matb.-Phys.   Classe  der  k.  b.  Akademie  der  Wissen- 

schaften.  18S4.  Heft.  II-III.  Miinchen,  1884.  8." 

il.  Kuen.  Ueber  Flachen  von  constantem  Krummungsmaass.  —  v.  Beels.  Ueber  Nor- 
malelemente  fiir  elektrometrische  Messungen.  —  Wislicenus.  Phtalylmalonsàureester  und 
Pbtaloxyldimalonsaureester,  die  Pr  odukte  der  Umsetzung  zwisehen  Natriummalonsiiureestcr 
und  Phtalylchlorur  oder  Pbtalsaureanhydrid.  —  Volt-  Ueber  den  Einfluss  kiinstlich  erhfihter 
Kdrpertemperatur  auf  die  Eiweisszersetzung.  —  Wùllner.  Ausdehnung  der  Dispersionstheorie 
auf  die  ultrarothen  Strahlen.  — v.  Petlcnkofer.  Ueber  Pneumoniekokken  in  der  Zwischende- 
ckenfullung  eines  Gefangnisses  als  Ursache  einer  Pneumonie-Epidemie.  —  Pfe/F-  Das  Me- 
sosklerometer,  ein  Instrument  zur  Bestimmung  der  mittleren  Harte  der  Krystallfìachen.  — 
Seeliger.  Ueber  die  Gestalt  des  Planeten  Uranus.  —  Grolh.  Ueber  die  Bestimmung  der  Ela- 
sticitatscoefBcienten  der  Krystalle.  —  Vogel.  Ueber  Cyannachweis.  —  P[ei(fer.  Ueber  die 
electrische  Leitungsfiiigkeit  des  kohlensauren  Wassers  und  eine  Methode,  Fliissigkeitswider- 
stande  unter  hohen  Drucken  zu  messen.  —  lìessler.  Ueber  Entwickelung  uni  System  der 
Natur  nach  Gangàilhara,  dem  Scholiasten  des  Tscharaka.  —  llermi.  Ueber  die  Bildungsweise 
der  Ganglienzellen  im  Ursprungsgebiete  des  Nervus  acustico -facialis  bei  Ammocoetes    — 

Bdllettino-Rendioonti  —  Vol.  I.  n 


—  cxxx  — 

v.  tlesold.  Ueber  eine  neue  Art  von  Cohasions-Figuren.  —  Rubnar.  Uober    calorimetrische 
Untersuehungen.  —  in.  Radlkofer.  Ueber  einige  Sapotaceen.  —  ld.  Ueber  eine  vou   Gri- 
sebach  unter  den  Sapotaceen  aufgefùhvte  Daphnoidee. 
+  Sitzungsberichte  der  pbilos.-philol.  und  hist.  Classe  dei-  le.  b.  Akademie  der 

Wissenscbaften.  1884  Hft.  II-IV.  Miincheu,  8.° 

il.  Rockinger.  Ueber  die  Beniitzung  eines  Auszuges  der  Lex  romana  Visigothorum  im 
Landrechte  des  sogenannten  Schwabenspiegels.  -  Heigel.  Zur  Geschicbte  des  sogenannten 
Nyraplienburger  Tractats  vom  22  Mai  1841.  —  Romer.  Die  Homercitate  und  die  Homeri- 
schen  Fragen  des  Aristoteles.  —  Geiger.  Vaterland  und  Zeitalter  des  Awesta  und  seiner 
Kultur.  —  ili.  Slieve.  Die  Einfuhrung  der  Eeformation  in  der  Beichsstadfc  DonauwOrth.  — 
Sche/fer-Boichorst.  Zur  Geschicbte  der  baierischen  und  der  pfàlzischen  Eur.  —  v.  Brunii. 
Ueber  tektoniseben  Styl.  —  v.  Brins.  Die  Berliner  Fragmente  vorjustinianiscber  Eechts- 
quellen.  —  v.  Bozold.  Zur  deutschen  Kaisersage.  —  IV.  Trumpp.  Beitrag  zur  Uobersetzung 
und  Erklarung  des  Mufassal. 
fStudies    (Jobns    Hopkins    University)    in    historical    aud    politicai    scieuce. 

3d  Ser.  II-III.  Baltimore,  1885.  8.° 

Ingle.  Locai  institutions  of  Virginia. 

+Verbandlungen  der  Berliner  Gesellscbaft  fur  Anthropologie,  Etimologie  und 

Urgeschichte.  Sitz.  18  Oct.  15  Nov.  1884.  Berlin,  4.°. 
+ Verbandhvngen  der  k.  k.  Geologiscbeu  Reichsanstalt.  Jhg.  1884.  N.  13-18. 

Wien,  8.° 
+Verhandhmgen  des  Vereius  zur  Befò'rderung  des  Gewerbfleisses.  1885,  II-III 

Feb.-Marz.  Berlin,  1885.  4.° 

Wedding.  Die  wirthschaftliche  Lage  der  deutschen  Eisenindustrie  mit  Bezug  auf  die 
Eolonial-Politik.  Berlin,  1885.  4.°  —  Hó/fer.  Ueber  Flechtrnaschmen. 

•^Wccbenscbrift  des  ost.  Ingeuieur-  und  Arcbitekten-  Vereines.  Jhg.  X,  9-13. 

Wien,  1885.  4,° 
-Zeitsebrift  der  d.  Morgenliindischen  Gesellscbaft.  Bd.  XXXVIII,  4.  Leipzig, 

1884.  8.° 

v.  Kremer.  Philosophische  Gedichte  des  'Abù-1'alà'  Ma'arri.  —  S'-hroeder.  Epigraphi- 
sebes  aus  Syrien.  —  Sachau.  Eine  Nabatàische  Inschriftaus  Dmèr.  —  W.Syrische  Inschriften 
aus  Karjetén.  —  Ihdtzsch.  A  Bnddhistic  Sanskrit  Inscription  from  Kotà.  —  ld.  Eine 
Kàsht.rakùta-Inschrift.  —  Vollers.  Mittheilung  iiber  einige  handschriftliche  Erwerbungen  der 
Koniglicben  Bibliothek  zu  Berlin.  —  Trumpp.  Eine  Eorrektur  fur  eiue  unrichtige  Auffassung 
der  IX.  un  XI.  Form  des  arabischen  Verbums.  —  Monllmann.  Bemerkungen  zu  den  pal- 
myrenischen  Inschriften.  — Jacobi.  Ueber  die  Entwicklung  der  indisehen  Metrik  in  nach- 
vedischer  Z_>it.  —  Bacher.  Berichtigungen  zur  Neubauer'schen  Ausgabe  des  E'itàb-ulusùl.  — 
Bastimi.  Eine  Inschrift  aus  Kampeng-phet.  —  de  llarlez.  Lo  Manju  gisun-i  buleku  bithe.  — 
Roseli.  Das  synkretistiche  Weihnachtsfest  zu  Petra. 

'Zeitscbrift  der  ost.  Gesellschaft  fur  Meteorologie.  BJ.  XX.  Màrz-Heft  1885. 

Wien,  4.° 

Ekholm.  Zur  Ableitung  einer  periodischen  Variation.  —  Hazon.  Ueber  die  Bestimmung 
der  Ternperatur  und  Feuchtigkeit  der  Luft. 
tZeitschrift  des  Vereins  fiir   Thuringische   Geschicbte   und  Altertumskunde. 

N.  F.  Bd.  IV,  1,  2.  Jena,  1884.  8.° 


—   CXXX1   — 

Eittert.  Crotus  Rubianus.  Rincs  Beitrag  zur  Geschichte  des  Humanismus  in  Thfl- 
ringen.  —  Lipperl.  Beitriige  zur  altesteu  Geschichte  ilei-  Thuringer.  —  Schmid!.  Untersu- 
chung  Jcr  Chronik  dea  St.  Peterklosters  zu  Erfari  in  Bezug  auf  ihre  eìnzelnen  Teile  und 
deren  geschichtlichcn  Wert.  —  Wenck.  Liber  Cronicorum  (E  rfordensis)  [Chrouicon 
Thuringicum  Viennense].  —  Koch.  Ueber  das  angebliche  Stift  Graba. 

^Zeitschrift  fùr  Naturwissenschaften.  4  F.  Bd.  Ili,  5.  Hallo,  1884.  8." 
Riferì.  Die  Bewolkungsverhallnisse  in  Mittel-Europa. 

-:  Zeitschrift  ffir  Mathematik  und  Pliysik.  Jhg.  XXX,  2.  Leipzig,  1885.  8.° 

fi  l.  Die  Curren  vierter  Ordnung  mit  drei  doppelten  Inflexionsknoten.  —  Heymann. 
Ueber  die  Integration  linearer,  niclit  homogener  Differentialgleichungen. —  Reuschle.  Zur  Rc- 
sultantenbildung.  —  Vogt.  Geometrische  Bewei  1  Satzes  von  der  Minimalablenkung  im 
Prisma.  —  Rodenberg.  Ueber  collineare  raumliche  Systeme.  —  Hossfeld.  VVeitere  Bemer- 
kungen  ùber  den  Zusammenbang  einer  Steiner'scben  Aufgabe  mit  der  HexaederconBgu- 
ration.  —  Bàbler.  Znr  Bestimmung  der  Intensitàt  des  Erdmagnetismus.  —  Heymann.  Notiz  z. 

Differentialgleichnng(a3^6^-4^3a«H^3a!3)^M-(a,H-6>a;H-CgS2)^jrH(a,^61a;)^H-aoy==0- 

—  Hunralh.  Die  Ferrari-Cardanische  Auflosung  d.  red.  Gleich   vierten  Grades. 
*Zeitung  (Archàologische).  Jhg.  XLII,  4.  Berlin,  1885.  4.° 

Rossbach.  Sculptaren  von  Ilion.  —  Meier.  Beitriige  zu  den  griechischen  Vasen  mit 
Meistersignaturen.  —  Hartwig.  Neue  Unterweltsiarstellungen  auf  griechischen  Vasen.  — 
Mayer.  Ein  Thesens-Sarkophag.  —  Studn iczka.  Zum  Ostgieheldes  Zeustempela  in  Olympia.  — 
Blùmner.  Nachtrag  zu  Seite  179  ff. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  aprile  1885. 

Pubblicazioni  Italia  ne. 

'Aristofane.  —  Le  Rane  tradotte  in  versi  italiani  da  C.  Castellani.  Bologna. 
1885.  8." 

-  Basso  G.  Feuomeni  di  riflessione  cristallina  interpretati  secondo  la  teoria 

elettro-magnetica  della  luce.  Torino,  1885.  8.° 

•  Bollati  M.  e  Bomanese  li.  —  Sul  calore  di  trasformazione  da  uno  ad  altro 
sistema  cristallino  dell'azotato  potassico.  Venezia,  1885.8.° 

* Berlini  P.  —  Sui  cori  del  Manzoni.  Padova,  1885.  8.° 

*Boccali  G.  —  Doppio  cubo  ed  altre  nuove  scoperte  geometriche  in  una  sem- 
plice spirale  poligona.  Camerino,  1884.  8.° 

*Cadorna  C.  —  L'espansione  coloniale  dell'Italia.  Firenze,  1885.  8.° 

•Canestrini  G.  —  Prospetto  dell'acarofauna  italiana.  Padova,  1885.  8.° 

•rancstrini  B.  —  Osservazioni  sull'apparato  uditivo  di  alcuni  pesci.  Padova, 
1885.  8.° 

•Cantoni  C.  —  Baldassare  Poli.  Milano,  1885.  8.° 

*Ceretti  P.  —  Opere  postume.  —  Proposta  di  riforma  sociale.  —  Considera- 
zioni generali  circa  la  caratteristica  spiritualità  dell'Italia.  —  Introdu- 
zione alla  coltura  generale.  Torino,  1885.  4.° 


—   CXXXII   — 

*Cibrario  L.  e  Promis  D.  C.  —  Sigilli  de' Principi  di  Savoia  raccolti  ed  illu- 
strati per  ordine  del  re  Carlo  Alberto.  Torino,  1834.  4.°  {Dono  del  Mi- 
nistero dell'  Interno). 

*Colbertaldo  B.  —  Confutazione  della  Memoria  del  cav.  A.  Bullo  sulla  que- 
stione lagunare  considerata  sotto  l'aspetto  storico  economico.  Venezia, 
18S5.  8.° 

'Danielli  J.  —  Osservazioni  su  certi  organi  della  Gunner.a  scabra  Kuiz 
et  Pav.  Pisa,  1885.  8.° 

*Id.  —  Studi  sull'Agave  americana  L.  Firenze,  1885.  8.° 

*Di  Giovanni  V.  —  Nei  funerali  di  Giuseppe  De  Spuches.  Elogio.  Palermo, 
1885.  4.° 

*  Francolini  E.  —  Memorie  storiche  di  Sancasciano  fiorentino.  Montepulciano, 

1847.  8.° 

^Giordano  M.  —  Il  risanamento  delle  città  e  la  relativa  fognatura  a  norma 
della  scienza  moderna.  Torino,  1885.  8.° 

•girti  G.  —  Onomatologia  anatomica.  Storia  e  critica  del  moderno  linguaggio 
anatomico.  Trad.  di  C.  Peretti  e  C.  Sforza.  Roma,  1S84.  8.° 

*Le  Blant  E.  —  Notes  sur  quelques  actes  des  Martyrs.  Rome,  1885.  8.° 

*Malaspina  G.  —  Gli  escavi  di  Julia  Concordia  e  del  suo  sepolcreto.  Venezia, 
1885.  8.° 

*Manetli  A.  —  Mio  passatempo.  Scritto  postumo  con  note  e  catalogo  dei  docu- 
menti di  P.  Francolini.  Firenze,  1S85.  4.° 

* Melisurgo-Melissenos  G.  C.  A.  —   Ingegnerie   sanitarie   ed    urbane.   Napoli, 

1880.  8.° 

*Jd.   —   Ferrovia    cumana   Napoli-Monte    Santo   a   Monte  Procida.   Napoli, 

1881.  4." 

*Id.  —  Odori  di  Napoli.  Napoli,  1882.  8.° 

*  id.  —  Fognatura  di  Napoli.  Relazione  della  Commissione  del  Consiglio  tecnico 

municipale.  Napoli,  1S84.  4.° 
*Id.  — Le  morie  di  Napoli  ed  il  codice  che  le  protegge.  Napoli,  1884.  8.° 
*ld.  —  Prima  relazione  al  progetto  della  ferrovia  Trajana  Avellino  per  Valle 
Calore-Valle  Ufita-Valle  Ofanto  a  Ponte  Santa  Venere.  Napoli,  1884.  8.° 
*Id. —  Pareri  e  comenti  della  fognatura  di  Napoli.  Napoli,  1885.  8.° 
*Nota  A.  —  Enrico  IV  ovvero  la  chiesa  e  l'impero.  Tragedia.  Sanremo,  1885.  8.° 
*Pini  E.  —  Osservazioni  meteorologiche  eseguite  nell'anno  1884  nel  r.  Osser- 
vatorio di  Brera  col  riassunto  composto  nelle  medesime.  Milano,  1885.  4.° 
*Ragona  D.  —  Sul  clima  di  Assab.  2°  articolo.  Modena,    1885.  8.° 
'Relazione  e  bilancio    industriale    dell'azienda    dei    tabacchi    per    l'esercizio 

1°  sem.  1884.  Roma,  1885.  4.° 
*Soranzo  F.  —  Scavi  o  scoperte  nei  poderi  Nazari  di  Este.  Roma,  1885.  4.° 


CXXXIII    


Pubblicazioni  estere. 


^Abraham  G.  —  Studia  Plautina.  Lipsiae,  1384  8.° 

+ Abraham  P.  —  Ueber  den  Eintritt  des  Komissionars  als  Selbstcontrahenten 

nach  Art.  37(3,  377  des  Handelsgesetzbucb.es.  Hamburg,  1884.  8.° 
•^Anecdota  oxoniensia.  Class,  ser.  voi.  I,  5.  Oxford,  1885.  4." 
*Ballowitz  E.  —  Beitrag  Symptoruatologio  der  Leukaemie.  Statistik   ueber 

41  Falle.  1884.  8.° 
ìBartelsE.  —  De  Terenfcii  memoria  apud  Nouium  servata.  Argentorati,  1884.  8.° 

•  Darteli  A.  —  Die  Ausschreitungen  des  geistlichen  Standes  in  der  christlich- 

lateinischen  Litteratur  bis  zum  XII  Jbt.  und    in  den   altfrauzosischen 
Fableaus.  Greifswald,  1884.  8." 
r  Bayer  G.  — Ueber  Halswirbelluxationen  mit  Decubitus  acutus.  Greifswald, 
1884.  8.°. 

*  Bengelsdor/f  M.  —  Ueber  Atresia  aui  congenita.  Greifswald,  1884.  8." 

+  Bergengr&n  A.  —  Die  Politischen  Beziebuugeu  Deutsehlands  zu  Frankreich 

wàhrend  der  Regierung  Adolfs  von  Nassau.  Strassburg,  1884.  8." 
*Bergkammer  F.  —  Beitràge  zur  Lebre  von  der  Entzùudung  und  Entartung 

quergestreiften  Muskelfasern.  Strassburg  i.  E.  1884.  8." 
iBickel  G  —  Ueber  die  Ausdehnung  und  der  Zusammeubang  des   lymphati- 

schen  Gewebes  in  der  Rachengegend.  Berlin,  1884.  8.° 
* Bìcdersledt  A.  —  Ueber  situs  viseerum  inversus  und  Mittheilung  eines  Falles. 

Greifswald,  1884.  8.° 
*Blaesing  A.  —  Ueber  Scarlatina  im  Wocbenbett  und  Mittheilung  dreier  Falle. 

Greifswald,  1884.  8.° 
iBornhSft   E.    —    Die  geologiscben  Verhaltnisse  des   Greifswaldor  Boddens. 

Greifswald,  1884.  S." 
iBnchmann  B.  —  Ein  Beitrag  zur  Casuistik  der  Bulbusverletzungen.  Greifs- 
wald, 1884.  8.° 
*  Cairn  J.  —  Ueber  die  Resorptions-  und  Ausscheidungsverhàltnisse  des  Mau- 

gans  im  Organismus.  Leipzig,  1884.  8.° 
•Carulla  F.  J.  B.  —  The  steel  age.  London,  1884.  8.° 
ìChrzanoivski  A.  von  —  Ueber  die  Hernia  properitonealis  un  ter  Mittheilung 

eines  durch  Radiealoperation  geheilten  Falles.  Greifswald,  1884.  8.° 
J>  Corte  Beai  J.  A.  —  Resposta  a  Sociedade  anti-esclavista  de  Londres.  Lisboa, 

1884.  8.° 
*Cros  li.  et  Henry  Ch.  —  L'encauslique  et  les  autres  procédés  de  peiuture 

chez  les  aneiens.  Histoire  et  technique.  Paris,  1884.  8.° 
''Czech  B.  —  Ueber  hereditare  (familiare)  progressive  Muskelatrophie.  Greifs- 
wald, 1884.  8." 
"Debacq  Ch.  —  Cahiers  de  calcili   différentiel.  Paris,  1884.  4°  lit. 


—  cxxxiv  — 

•  Ellenbcck  J.   —  Die  Vorton -vocale    in   fianzosischen   Texten   bis  zuni  Ende 

des  XII  Jahrhuuderts.  Bonn,  1S84.  8.° 
''Esseiva  P.  —  Juditha.  Praemio  aureo  ornata  in  certamine  poetico  Hoeufftiano. 

Amstelodami,   1883.  8.° 
'Evans  ./.  —  Physiography.  London,  1S85.  8.° 
fFestschrift  zur  Einweihung  der  Neubauten  der  Kaiser-  Wilhelms-  Universitat 

Strassburg  1884.  Strassburg,  1884.  4.° 
'  Foias  A.  de  —  Le  comte  Hurabert  1"  (aui  blanches-mains).  Eechercbes  et 

documents  par  le  B.  Canitti  de  Cantogno.  Cluimbery,   1885.  8." 
iFriedmann  F.   —   Die  Wirkungen   der    Confusio    nacli    romisehen   Rechi 

Berlin,  1884.  8.° 
iFrost  B.  —  Die  Constitution  der  Terenbinsinire.  Sfcrassìmrg,  1884.  8." 
f  Gasters  F.  —  Ueber  Eklampsie  nebst  Mittheiluug  von  14  in  der  Greifswalder- 

Geburtsrhiilfl.  Po  liklinik  beobacbteten  Ealien.  Greifswald,  1884.  8.° 
■rGloivalla  L.  —  Ueber  traumatische  Deltoideslahmungen.  Greifswald,  1884.  8.° 
t  Gregei-  /,.  —  Spindelzellensarkoni  des   Kreuzbeins  als  Ursache  von  Iscbias 

postica.  Greifswald,  1884.  8.° 
iGrupe  T.  —  De  Justiuiani  Institutionum  compositione.  Argentorati,  1884.  4.° 
t  Gutjahr  0.  —  Casuistischer  Beitrag  zur  Lebrc  von  den  bursalen  Hygroraen 

der  Kniekeble.  Greifswald,  1884.  8." 
T Haache   E.  —  Versuch  einer  geschiehtlichen  Darstellung  der  Lehre  von  der 

nonualen  Lage    der   gesunden   nicbt   scbwangern  Gebarrnutter.   Burg, 

1884.  8.° 

*  Haas  A.  —    Quibus  fontibus  Aelius    Aistides    in   coniponenda   declamatione 

quae   inscribitur   ttqòc    nh'aona   Y.t>o    ràv   tìttc'iooìv,  usus  sit.  Gry- 

pbiswaldiae,  1884.  8.° 
^Hager  M.  —  Ueber  die  Hernia  Littrica   (Darmanbangsbruch)   nebst  Beifii- 

gung  eines  Falles  von   eiugeklernmten  Darmanbangsbruch.  Greifswald , 

1884.  8.° 
^Heplner  G.  —  ExpeiimentelleUntersuchuugen  ueber  die  Wirkung  des  Hydrar- 

gyrum  cyanatumbei  Dyphtberie  der  Coniunctiva  angestellt  an  Kanincben. 

Greifswald,  18S4.  8.° 
^Hoff marni  A.   —  Ueber  Beziebungen  der  Refraction  zìi  den  Muskelverhalt- 

nissen  des    Auges    auf   Grand    einer  an  den    Augen  der    Schiller   des 

Strassburger  Lyceurns  ausgefiihrten  Untersucbung.  Strassburg,  1884.  8.° 
^Hoffmann  G.  —  Experirnentelle  Untersucbung  iiber  die  Wirkung  des  Amei- 

sensaure.  Greifswald,  1885.  8." 
^Holsten  E.  —  Die  Stesichori  et  Ibici  dialecto  et  copia  verborum.  Gryphis- 

waldiae,  1884.  8.° 
^Hoppe  M.  —  Ein  Beitrag  zur  Castration   der   Frauen   bei   Uterusfibroiden. 

Greifswald,  1884.  8.° 
^Keil  B.  —  Aualectorum  Isocrateorum  specimen.  Gryphiswaldiae,   1884.  8.° 


—  cxxxv  — 

^Keller  A.  —  Die  Spraehe  des  Venezianer  Roland  V.'  Calw.  1S84.  8." 
*Kiessling  A.  —  Coniectaneorum  spicilegium  II.  Gryphiswaldiae,  1884.  4." 
;  Knittel  M.  —  Ueber  Sporadische  psychische  Ansteckung.  Strassburg,  1884.  8." 
* Kock  A.  —  Ueber  den   Verlauf  und  die  Eudigungen  der  SiebrShren  in  den 
Blàttern.  Leipzig-,  1884.  4.° 

■  Kulcke  0.  —  Seneua's  Einfluss  aus  Jean  de  la  Pérouse's  Médée  „  und  Jean 

de  la  Taille's  "La  Fumine  ou  les  Gabeonites  „.  Greifswald,  1884.8.° 
*Leeuwen  J.   vari    —   Adolescentis  meditatio.  Carmen  in   certamine  podice. 

Hoeufftiano  laudatimi.  Amstelodami,  1884.8.° 
*Le  Jolis  A.  —  Fleurs  anormales  de  Cytisus  Iabumuro   et   digitalis 

purpurea.  Cherbourg,  18S4.  S.° 
•lindncr   A.   —    Die   therapeutische   Anwendung   des  Paraldehyds.   Kassel, 

1884.  8.° 
^Liweh  Th.  —  Anglesit,  Cerussit  und  Linarit  von  der  Grube  •'  Hausbaden,, 

bei  Badenweiler.  Leipzig,  18S4.  8.° 
^Liischow  A.  —   Eni  Fall  von    linksseitiger  Hypoglossus-Làhmung  iu  Folge 

von  Spondylitis  cervicalis.  Greifswald,  1884.  8." 
" •  Lulhmcr  J.  —  De  choriambo  et  ionico  minore  diiambi  loco  positis.  Argen- 

torati,  1884.  8.° 

•  Mackel  E.  —  Die  germaniscben  Elemente  in  der  altfranzosischen  und  altpro- 

venzaliscben  Spraehe.  Greifswald,  1S84.  8.°     , 
* Maki  R.  —  Ueber  den  Einfluss  des  Camphers,  Coffeins  &  Alkohols  auf  de's 

Herz.  Strassburg,   1884.  8." 
^Mangold   E.  —   Zur  Aetiologie  des  Lupus.  Greifswald,  1884.  8.° 
'Manke  0.  —  Bebandlung  der  Diphtherie  mit  Cyanquecksilber.  Greifswald, 

1884.  8.° 
iMarcks  E.  —   Die  Ueberlieferung  des  Bundesgenossenkrieges  91-89  v.  Chr. 

Marburg,  1884.8.° 
ìMaren    E.   —  Beitràge    zur    Lolire    von    der   Augen-Tnberkulose.    Berlin  , 

1884.  4.° 
"■Meinhold  J.  —  Die  Composition  des  Buches  Daniel.  Greifswald,  1884.  8." 

■  Mci/cr  L.  —  Der  Einsprucli  wider  die  Elio   nach  franzòsischen  Reclit  (Op- 

positiou  au  mariage).  Strassburg,  1884.  8.° 
^Meyer  Th.  —   Ueber    die    Kegel  des    Pappus   und    des    Hachette.    Berlin, 

1884.  8.° 
tMeyhoeffer  T.  —  Ueber  die  mechanische  Bebandlung  der  Hùftgelenksentziin- 

dung.  Greifswald,  1884.  8.° 
* Middelschulte  F.  —  Ein  Beitrag  zu  don  primaren  desmoiden  Geschwiilsten 

der  breiten  Gebarmùtterbànder.  Greifswald,  1884.  8." 
"Mohr  G.  —  Ueber  Benzylsulfonsauren.  Greifswald,  1884.  8.° 

*  Moller  11'.   —  Photoinotrisehe  Untersuchungen.  Berlin,  1884.  8." 


—  cxxxvi  — 

+ Mounstein  A. —  Ueber  die  spontane  Gangraen  und  Infarete.  Strassburg,  1884. 4.° 
+ MiMer  J.  —  Ueber  die  Diagnose  dei  Extrauterinschwangerschaft.  Strassburg, 

1884.  8.° 

+ Mailer  M.  —  Behandlung  der  Pleuritis  exsudativa  mit  Chlornatrium.  Greifs- 

wald,  1884.  8.° 
^Nimseh  J.  —  Ein  Fall  voii  Cancroid  der  Aeusseren  Genitalien  des  Weibes. 

Greifswald,  1884.  8.° 
*Norsa  C.  —  Le  conflit  des  lois  et  l'unification  internationale  en  roatière  de 

lettres  de  cbange.  Bruxelles,  1881.  8.° 
+  Olsen   W.  —  Quaestiomim  Plautiuarum  de  verbo  substantivo  specimen.  Gry- 

phiswaldiae,  1884.  8.° 
ìOman  C.  li'.  C.  —  The  art  of  war  in  the  middle  ages  A.  D.  378-1515.  Oxford, 

1885.  8.° 

tOsterbind  A.  —  Ueber  Ruptur  der  Gebarnratter.  Greifswald,  1884.  8.° 
+  Ostermayer  F.  —  De  Historia  fabulari  in  Comoediis  plautinis.  Gryphiswal- 

diae,  1884.  4.° 
fGtlen  G.  —  Ueber  die  Caesur  im  Altfranzosischen.  Greifswald,  1884.  8.° 
*Patrzek  F.  —  Ueber  Carbol-  und   Sublimatlòsungen  als   Desintìcientien  in 

der  Geburtshilfe.  Greifswald,  1884.  8.° 
tPerl  J.  —  Ueber  einige  Thiosulphonsiiuren  und  Sulfinsauren    des    Toluols. 

Berlin,  1884.  8.° 
*Phillips  II.  —  Selections  from  the  poems  of  Alexander  Petofi.  Philadelphia, 

1S85.  16." 
f  fìaschclorff  0.  ■ —  Ueber  Cystische  Tumoren  im  weiblichen  Leistencanal  und 

dem  Labium  majus.  Greifswald,  1884.  8.° 
tReckling  M.  —  Gòthe's  Iphygenie   auf   Tauris  nach    den  vier  ùberlieferteu 

Fassungen.  Colmar,  1884.  4.° 
'•'  Roettcken  II.   —   Die    Hypotetischen    und    relativen    Satzverbindungen    bei 

Berthold  von  Regensburg.  Strassburg,  1884.  8.° 
" l  Rosenthal  .1.  —  Ueber  Behandlung  von  Hornhautriibungen.  Unter  besonderer 

Berùcksichtigung  der  von  Heisrath  angegebenen  Jodkali-Salbe.  Greisfwald, 

1884.  8.° 
''Scholle  IV.  —  Laurence  Minots  Lieder.  Grammatisch-metrische  Einleitung. 

Strassburg,  1884.  8.° 
iSchott  A.  —  Ueber  eine  bisher  wenig  beschriebene  Form  von  Ganmengesch- 

wùren  die  bei  Typhus  abdominalis  vorkommen.  Strassburg,  1884.  8.° 
iSohubert  II.  von  —  Die  Unterwerfung  des  Alamannen  unter   die  Franken. 

Strassburg,  1884.  8.° 
f  Schiller  0.  —  Die  Topographie  des  interstitiellen  Bindegewebes  im  weiblichen 

Becken.  Strassburg  i  E.  1884.  8.° 
fSchuster  M.  —  Quomodo  Plautus  Attica  Exemplaria  transtulerit.  Gryphiswal- 

diae,  1884.  8.° 


CXXXVI!    — 

fSchivengbeck  W.  —  Ueber  Wirknng    uud  therapeutische    Verwerthuug  der 

Injectionen  von  Terpeutinol.  Greifswald,  188-1.  8.° 
■Springcr  A.  —  Beitrag  zur  Casuistik  der  Totalextirpation  des  Carcinomatoe- 

sen  Uterus.  Greifswald,  1884.  8." 
fSti)/feii  P.  —  Ueber  die  Verwertbung   der   Eeverdin'scben    Transplantation 

fur  Ehinoplastik.  Greifswald,  1884.  8.° 
iStrangmeier  Fi  —  Beitrage  zur  operativen  Bebandlung  der  interligamentà- 

ren  Ovarial-  und  Parovarialgeschwulste.  Greifswald,  1884.  8.° 
*Strecker  C.  —  De  Lycophrone  Euphronio   Eratostbeue  comicorum   interpre- 

tibus.  Grypbiswaldiae,  1884.  8.° 
iSusemihl  F.  —  De  Garminis  lucretiani  prooemio  et  de  viiia  Tisiae  Lysiae 

Isocratis  Platonis    Antistbenis    Alcidamantis   Gorgiae    quaestiones  epi- 

criticae.  Grypbiswaldiae,  1884.  4." 

•  Tahintzis  C.  Th. —  Ein  Fall  von  Prolapsus  Vaginae  bei  einer  Jungfrau.  Strass- 

burg,  1884.  8.° 

"Tiaube  II.  —  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Gabbros,  Ampbibolite  und  Ser- 
pentine des  niederscblesiscben  Gebirges.  Greifswald,  1884.  8.° 

ìWanke  lì.  —  Zur  Aerologie  der  Caries  sicca.  Greifswald,  1884.  8,° 

tWartanian  G.  —  Gescbiebte  des  Landschaftlichen  Kreditsystems  fur  die 
Provinz  Seblesiens  bis  znm  Jabre  1870.  Strassburg,  1884.  8.° 

f  Weber  H.  ■ —  Endemie  von  Conjunctivitis  follicularis  im  Greifswalder  Rettungs- 
und  Waisenbause.  Greifswald,  1884.  8.° 

*  Weinstein  L.  —  Ueber  «-  und  /S-  Hydropiperinsiiure.  Hamburg,  1884.  8.° 
*Willems  P.  —  Le  sénat  de  la  République  romaine.  Appendices  du  T.  I  et 

registres.  Louvain,  1885.  8." 
*Wolff  T.  —  Beitrag  zur  Casuistik  der  Icbtbyosis.  Greifswald,  1884.  8." 
'  Wróblewski  C.  —  Ein  Fall  von  linksseitigem  Haematokolpos  bei  Verdoppe- 

lung  des  Genitalkanals.  Greifswald,  1884.  8.° 
^Zietlow  0.  —  Die    Hydrocele    und    ihre    operative   Bebandlung  nacb  einer 

neue  Metbode.  Greifswald,  1884.  8." 
fZuhlke  R.  —  Placenta  pravia.  Greifswald,  1884.  8.° 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  aprile  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

*Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno  1885,  n.  9.  Roma,  8.° 

Atti  «Iella.  Commissione  consultiva  sulle  istituzioni  di  previdenza  e  sul  lavoro. 
■^Annali  della    r.  Accademia  di  agricoltura  di    Torino.    Voi.    XXVII,    1884. 

Torino,  1885.  8.° 

Sella  e  Zecchini.  Esperienza  d'infossamento  d'erba  terzuolo  ed  di  alcuni  risultati  ana- 
litici in  relazione  all'infossamento  dei  foraggi.  —  Gcnesy.  La  vite  piramidale.  —  Oame- 
rano.  Intorno  alla  Cochylis   Ambiguella    e  alla  Tortrix  Pilleriana  (Stand  e 

BCLLETTISO-IÌESDIOONTI  —  VOL.  I.  18 


—  CXXXV1II  — 

Woke).  —  Id.  Intorno  ad  una  specie  di  Lophyrus  nociva  all'Abiens  excelsa.  — 
Perroncito.  Sulla  pneumonite  dei  neonati  bovini  e  suini.  —  Id.  Sull'azione  del  cloro  di 
sodio  e  sull'essiccamento  della  Cercarie. 

+Annali  dell'Osservatorio  meteorologico  di  Porto    Maurizio.  Anno    IX.  Porto 
Maurizio,  1885.  8.° 

Riassunto  delle    osservazioni    meteorologiche    eseguite   nel  1883-81. 
*Aunali  di  agricoltura  1885.  N.  95.  Roma,  8.° 

Atti  del  Congresso  filossei'ico  internazionale.  Torino,  1884. 

1 Annali  di  chimica  medico-farmaceutica  e  di  farmacologia.  F.  3,    marzo  1885. 

Milano,  8.* 

Pisenti.  Sull'azione  fisiologica  della  tallina. —  Vitali  e  Tornarli.  Contributo  allo  studio 
chimico  tossicologico  del  cloralio  idrato.  —  Torsellini.  Sull'azione  anestesica  della  cocaina. — 
Coppola.  Sull'azione    fisiologica   dell'antipirina.  —  Daccomo.  Sul   tricloronitrofenolo  e  suoi 
derivati. 
^Annali  di  statistica.  Ser.  4a  parte  1-3.  Koma,  1884.  8.° 

Statistica  degli  impiegati  e  dei  pensionati  dello  Stato. 
'Annuario  militare  del  regno  d'Italia  1885.  Voi.  I,  II.  Roma,  1885.  8.° 
:  Archivio  per  l'antropologia  e  la  etnologia.  Voi.  XIV,  3.  Firenze,  1884.  8." 

Sergi.  L'uomo  terziario  in  Lombardia.  —  Bianchi.  Craniologia  dei  senesi  odierni.  — 
Danielli.  Iperostosi  in  mandibole  umane  specialmente  di  Ostiacchi,  ed  anche  in  mascellari 
superiori. 
'''Archivio  storico  lombardo.  Anno  XII,  f.  1.  Milano,  1885.  8.° 

Rusconi.  Massimiliano  Sforza  e  la  battaglia  dell'Ariotta  (1513,  6  giugno).  Documenti 
inediti.  —  Ghinzoni.  Galeazzo  Maria  Sforza  e  Luigi  XI,  a  proposito  dell'opera:  Etude  sur 
une  négociation  diplomatique  de  Louis  XI,  roi  de  France.  — ■  Gianandrca.  Della  signo- 
ria di  Francesco  Sforza  nella  Marca,  secondo  le  memorie  e  i  documenti  dell'Archivio  Set- 
tempedano.  —  Caffi.  Di  alcuni  architetti  e  scultori  della  Svizzera  italiana.  —  C.  Giuseppe 
Arcimboldi,  pittore  milanese.  —  B.  Situazione  dei  diversi  Stati  d'Italia  sul  finire  dell'anno 
1584.  —  Intra.  Agostino  Paradisi  e  l'Accademia  mantovana  (Da  carteggio  inedito).  — 
Novali.  Un  preteso  monumento  longobardo.  (L'iscrizione  cremonese  di  Lantelmo  Ribaldi). 
"^Archivio  storico  per  le  provincie  napoletane.  Anno  X,  I,  Napoli,  1885.  8.° 

Barone.  Le  cedole  di  tesoreria  dell'Archivio  di  Stato  di  Napoli  dal  1460  al  1504.  — 
Maresca.  Ricordi  autografi  dell'ammiraglio  Francesco  Caracciolo.  —  Diario  napoletano  dal 
1700  al  1709.  —  Perla.  Del  diritto  romano  Giustinianeo  nelle  provincie  meridionali  d'Italia 
prima  delle  Assise  normanne. 
•Archivio  veneto.  Anno  XV,  f.  56.  Venezia  1884.  8.° 

Cecchelli.  La  vita  dei  Veneziani    nel  1300.  La  città,  la  laguna.  —  Cipolla.  Ricerche 
sulle  tradizioni  intorno  alle  antiche  immigrazioni  nella  laguna.  —  Degani.  Il   castello    di 
Cusano.  —  di  Sardagna.  Documenti  circa  il  feudo  della  Muta  in  Riva  di  Trento. 
;  Atti  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Roma.  Anno  Vili.  1884. 

Roma,  4.° 
1  Atti  della  r,  Accademia  della  Crusca.  Adunanza  del  7  dicembre  1884.  Fi- 
renze, 1885.  8.° 
+Atti  della  r.  Accademia  delle  scienze  di  Torino.  Voi.  XX,   3,   4.   Torino, 

1885.  8." 

3.  Bcllardi.  Relazione  sopra  le  «  Nuove  forme  fossili   di    molluschi  d'acqua  dolce  e 
terrestri  »,  del  sig.  doti.  Federico  Sacco.  —  Mazzara.  Sopra  alcuni  nuovi  azoderivati.  — 


—    CXXXIX   — 

hi.  Sulla  costituzione  elei  fenilazotimol  e  del  fenildisazotimol.  —  Polloncra.  Nota  di  Ma- 
lacologia  piomontese.  —  Monografia  della  sezione  Char  pen  tic  ri  a  del  genere  Clau- 
silia.  —  Salendoti  e  Gigliati.  Due  nuove  specie  di  uccelli  della  Cocincina  raccolte  durante 
il  viaggio  della  r.  pirofregrata  «Magenta».  — Doma. Lavori  dell'Osservatorio  astronomico 
di  Torino.  —  4.  Rotondi.  Ricerche  di  chimica  elettrolitica.  Sulla  saponificazione  dei  corpi 
grassi  mediante  il  cloruro  di  sodio.  —  hi.  Ricerche  di  chimica  elettro-metallurgica.  — 
Segre.  Considerazioni  intorno  alla  geometria  delle  coniche  di  un  piano  e  alla  sua  rappre- 
sentazione sulla  geometria  dei  complessi  lineari  di  rette.  —  Loria.  Nuovi  studi  sulla  geo- 
metria della  sfera.  —  Bizzozero  e  lassale.  Sul  consumo  delle  cellule  ghiandolari  dei  mam- 
miferi nelle  ghiandole  adulte.  Nota  2\  —  Chartier.  Sulla  frequenza  dei  venti  inferiori  desunta 
dalle  osservazioni  fatte  dal  1860  al  1S84. —  Basso.  Fenomeni  di  riflessione  cristallina  inter- 
pretati secondo  la  teoria  elettromagnetica  della  luce. 

"^Atti  della  Società  crittogame-logica  italiana  residente  in  Milano.  Anno  XXVIII, 
voi.  Ili,  4.  Varese,  1885.  4.° 
Saccardo  e  Berlese.  Catalogo  dei  funghi  italiani. 

+Atti  della   Società  di  scienze  naturali  residente  in  Pisa:  Memorie.  Voi.  IV, 

3.  Pisa,  1885.  4.° 

Marcacci.  Sull'innervazione  dello  stomaco  nella  rana,  studio  sperimentale.  —  Ficalbi. 
Insetti  in  alto  mare.  —  Id.  Di  una  particolare  disposizione  di  alcuni  vasi  venosi  del  collo 
nelle  scimmie  e  della  possibilità  di  spiegare  eoa  essa  alcune  anomalie  venose  reperibili 
nell'uomo. 

fAtti  della  Società  ligure  di  storia  patria.  Voi.  XIII,  1-5.  Genova,  1884.  4.° 
Poggi.  La  gemma   di  Eutiche.  —  Neri.  Poesie   storiche  genovesi.  —  hi.   La  venuta 
di  Luigi  XII  a  Genova  nel  1502  descritta  da    Benedetto  da  Porto.  —  Belgrano.  Seconda 
serie  di  documenti  riguardanti  la    Colonia   di  Pera.  —  Podestà.   L'isola   di    Tabarca  e  le 
pescherie  di  corallo  nel  mare  circostante. 

*Bollettino  consolare  pubblicato  per  cura  del  Ministero  per  gli  affari  esteri. 
Voi.  XXI,  3.  Marzo  1885.  Poma,  8.° 

Barbolani.  Sulla  questione  agraria.  —  Durando.  Commercio  d'importazione,  esporta- 
zione e  navigazione  in  Trieste  nel  1884.  —  Froehlich.  Cenni  storici  sul  cotone.  Sua  indu- 
stria. Primordi  tenuissimi.  Immenso  sviluppo  da  un  secolo.  Una  nuova  pianta  cotonifera.  — 
Genlini.  Rapporto  annuale  sul  commercio  del  porto  di  Veracruz  con  aggiunta  di  alcuni 
quadri  statistici  sulla  Repubblica  messicana.  —  Transito  sul  canale  di  Suez.  —  Russi.  Rela- 
zione intorno  al  commercio  ed  alla  coltivazione  de'  cotoni.  Stagione  1884-85.  —  Stati  di 
navigazione  di  Amburgo,  Bremerhaven  e  Cuxhaven,  durante  l'anno  1884. 

•Bollettino  decadico  pubblicato  dal  r.  Osservatorio  C.  Alberto  in  Moncalieri. 

Anno  XIII  (1883-84),  n.  8.  Torino,  4.° 
''"Bollettino  del   Collegio   degli   ingegneri  ed  architetti   in    Napoli.  Voi.    III, 

n.  7,  8.  Napoli,  1885.  4.° 
■Bollettino  dell'Istituto  storico  italiano.  N.  1.  Marzo.  1885.  4.° 
•Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2'  voi.  X, 4.  Roma,  1885.  8.° 
Ilugucs.  Alcune  considerazioni  sul  primo  viaggio  di  Amerigo  Vespucci.  —   11  monu- 
mento Giulietti  a  Buja  (Assab).  —  Paladini.  Sulla  fondazione  di  colonie  europee  in  Africa, 
e  specialmente  su  quelle  dell'Algeria  e  Tunisia.  —  Galla.  Il  reame  dei  Maori  nella  Nuova 
Zelanda.  —  Colini.  Collezioni  etnografiche  del  Museo  borgiano  alla  Propaganda.  —  Salim- 
beni.  Lettere  dal  Goggiam.  —  Fuidherbe.  Sul  viaggio  di  M.  Buonfanti. 


—    CSL   — 

^Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.  1885,  n.  1,  2.  Roma,  8.° 

Cortese.  Appunti  geologici  sulla  terra  di  Bari.  —  Fossen.  Sulla  costituzione  geologica 
dell'isola  di  Cerboli.  —  Ciofalo.  I  resti  fossili  del  cretaceo  medio  di  Caltavuturo. 
♦Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  II,  gen. 

febb.  1885.  4.° 
'Bollettino  di  notizie  agrarie  1885.  N.  10-14.  Roma,  4.° 
♦Bollettino    di   notizie   sul   credito  e  la  previdenza.  Anno  III,   5,  6.   Roma, 

1885.  4.° 
*  Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  centrale  del  Collegio  C.  Alberto  in  Mon- 

calieri.  Ser  2\  voi.  IV,  10.  Torino,  1884.  4.° 
■"Bollettino    meteorico    dell'  Ufficio    centrale   di    meteorologia    1885.  Aprile. 

Roma,   4.° 
♦Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei   principali   prodotti  agrari  e 

del  pane.  Anno  1885,  n.  9-12.  Roma,  4.° 
•Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  3.  Roma, 

1885.  4.° 
'"Bollettino  della  Commissione  archeologica  comunale  di  Roma.  Anno  XII,  4, 
ott.-dic.  1884.  Roma,  1885.  8.° 

Lanciarli.  La  villa  Castrimeniese  di  Q.  Voconio  Pollione.  —  Guidi.  Il  testo  siriaco 
della  descrizione  di  Roma  nella  storia  attribuita  a  Zaccaria  retore.  —  Henzen.  Frammento 
degli  atti  dei  fratelli  Arvali.  —  Ghirardini.  Di  un  bassorilievo  votivo  rappresentante  una 
lustrazione. 

+Bnllettino  della  r.  Accedemia  medica  di  Roma.  Anno  XI,  1.  Roma,  1885,  8." 
Angelucci.  Sulla  semidecussazione  delle  fibre  nervose  del   chiasma  dei  nervi  ottici  e 
sul  centro  visivo  della  corteccia  cerebrale. 

•Bullettaio  della  scienze  mediche.  Ser.  VI,  voi.  XV,  3.  Bologna,  1885.  8.° 

Monti.  Osservazioni  pratiche  sull'azione  dell'antipirina. 
i'Bullettino  del  vulcanismo  italiano.  Anno  XII,  1-3.  Roma  1885.  8.° 

Gli  odierni  terremoti  in  Spagna  e  il  loro  eco  in  Italia. 

■Circolo  (II)  giuridico.  Rivista  di  legislazione  e  giurisprudenza.  Voi.  XVI, 2, 

febb.  1885.  Palermo,  8.° 

Basile.  Della  circostanza  aggravante  della  premeditazione  relativamente  al  complice 
in  assassinio.  —  Cannada  e  Barloli.  Della  retta  applicazione  dell'art.  752  del  Codice  civile 
italiano. 

fCronaca  dell'istruzione  pubblica  e  privata.  Anno  VIII,  voi.  XIII,  9.  Palermo, 
1885.  8.° 

Latino.  Gli  effetti  del  lavoro  mentale  sulla  salute  degli  alunni.  —  Mondio.  La  scienza 
e  l'arte  d'insegnare.  —  Toti.  Le  ispezioni  delle  regie  scuole  normali  superiori.  —  Za/futo. 
La  lettura  e  il  metodo  dell'arte  educatrice. 

Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV.  (1885)  f.  1.  Appendice  voi.  Ili,  5.  Pa- 
lermo, 8.° 

Canzoneri  e  Spica.  Sulla  tetrametilpiperidina,  tra  i  prodotti  di  riduzione  della  dei- 
drotriacetonammina.  —  Cervello.  Azione  comparativa  tra  gli  idrati  di  trimetilossietil  e  di 
trimetilvinilammonio.  —  Olivero  e  Denaro.  Ricerche  sulla  quassina.  —  Ciamicidn  e  Dennsledt. 
Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.   —  Schi/f.  Preparazione  dell'acido  aspartico.  — 


—    CXLI    — 

Bizzarri.  Sulla  produzione  di  ossicumarine.  —  Gavazzi.  Sopra  gli  antimoniati  di  bismuto.  — 
Id.  Azione  dell'idrogene  fosforato  gassoso  sul  tricloruro  di  oro.  —  Magiara.  Sopra  alcuni 
nuovi  azoderivati.  —  Id.  Sopra  un  nuovo  metodo  facile  per  preparare  il  diamidotiifeniline- 
tano.  —  Mazzata  e  Passetto.  Sugli  azo  e  diazocouiposti  del  timol. 

'Giornale  d'artiglieria  e  genio.  Anno  1885.  Disp  1.  Roma,  8.° 

fGiornale  della  Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche.  Maggio  1885, 
IV- V.  Suppl.  Genova,  8.° 
Barocci.  Unità  commerciale  italiana;  missione  di  Genova  e  Venezia.  —  Rubini.  Nuova 
borsa  commerciale  da  instituirsi  in  Genova. 

*Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r.  Marina.  Anno  XXXIII,  3,  marzi) 

1885.  Roma,  8.° 

Marco.  Considerazioni  sopra  un  caso  clinico  di  stringimento  uretrale.  —  Fioroni.  Il 
colera  di  Spezia.  —  Nerazzini.  Osservazioni  mediche  sulla  baja  di  Assab. 

fGiornale  di  matematiche   ad    uso   degli    studenti    delle   università  italiane. 

Voi.  XXIII,  genn.-febb.  1885.  Napoli,  4.** 

Cassoni.  Geometria  pura  euclidiana  ad  n  dimensioni.  —  Cesàro.  Questioni  4",  46,  17. 
48,  49,  50.  —  Piuma.  Intorno  ai  triangoli  iscritti  in  un'ellisse  che  hanno  il  centro  di  gra- 
vità in  un  punto  dato  della  sua  superficie.  —  Crocchi.  Questione  52.  —  [anni.  Sviluppo  di 
una  funzione  simmetrica  mediante  le  somme  delle  potenze  simili.  —  Martinetti.  Ricerche 
sulle  curve  piane  del  terzo  ordine.  —  Jonquièrcs.  Me'moire  sur  les  figures  isographiques  et 
sur  un  mode  uniforme  de  generation  des  courbes  à  doublé  courbure  d'ordre  quelconque  au 
moyen  de  deux  faisceaux  correspondants  de  droites. 

fGiornale  (Nuovo)  botanico  italiano.  Voi.  XVII,  2,  aprile  1885.  Firenze,  8." 
Daniclli.  Studi  sull'Agave  americana  Limi.  —  De  Sardagna.  Contributo  alla  flora 
sarda.  —  Scortechini.  Sul  genere  Pellacalyx  Korth.,  con  descrizione  di  una  nuova 
specie.  —  Poli.  Contribuzione  alla  flora  del  Vulture.  —  Caruel.  L'orto  e  il  museo  botanico 
di  Firenze  nell'anno  scolastico  1S83-84.  —  Piccone.  I  pesci  fitofagi  e  la  disseminazione 
delle  alghe. 

^Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  XI,  3.  Torino,  1885.  4." 

Cappa.  Il  reometro  di  Ertel.  —  Malo.  Le  vie  asfaltate  di  Berlino.  —  Bartoli.  Sulla 
permeabilità  del  vetro  ai  gaz. 

•Mélanges  d'archeologie  et  d'histoire.  An.  V,  1-2,  mars  1885.  Rome,  8." 

Blavetle.  Étude  sur  le  Panthéon  de  Rome,  restauration  de  la  palestre  des  thermes 
d'Agrippa.  —  Licrivain.  Le  partage  oncial  du  fundus  romain.  —  Langlois.  Notice  du  ma- 
nuscrit  Ottobonien  2523.  —  de  LaBlanchère.  Villes  disparues.  Conca.  —  Le  Blant.  Notes  sur 
quelques  actes  des  nrartyrs.  —  Langlois.  La  somme  Acé".  —  de  Rossi.  Le  Martyrologe  hie'ro- 
nymien.  —  Duschesne.  Les  sources  du  Martyrologe  hiéronymien.  —  Groussel.  Le  Bon  Pasteur 
et  les  scènes  pastorales  dans  la  sculpture  fune'raire  des  chrétiens. 

'''Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIV,  2,  3.  Roma, 

1885.  4.° 

2.  Bieco.  Osservazioni  astrofisiche  solari  eseguite  nel  r.  Osservatorio  di  Palermo.  2"  se- 
mestre 1884.  —  Garibaldi.  Sulla  relazione  fra  i  massimi  e  minimi  delle  macchie  solari  ed 
i  massimi  e  minimi  delle  variazioni  declinometriche  diurne  osservate  a  Genova.  —  Tacchini. 
Facole  solari  osservate  a  Roma  nel  2"  semestre  del  1884.  —  3.  Tacchini.  Macchie  solari 
osservate  a  Roma  nel  2°  semestre  del  1884.  —  id.  Eruzioni  metalliche  sobri  osservate  al 
Collegio  romano  nell'anno  1884. 


—   CXLII   — 

+ Natura  (La).  N.  67-70.  Milano,  1885.  4.° 

67.  Mantegazza.  Le  malattie  della  personalità.  ■ —  Cavatina.  Rivista  di  zoologia.  Note 
entomologiche.  La  regia  Stazione  di  entomologia  agraria  di  Firenze.  —  Licata.  La  fauna 
di  Assab.  —  Pogliaghi.  Autobiografia  di  una  torpedine  Whitebead.  —  Il  petrolio  sui  mer- 
cati della  Germania.  —  Un  esploratore  del  centro  africano.  —  Ardissone.  Rivista  di  pato- 
logia vegetale.  —  Carlo  Dupuy  De  Lonie.  —  68.  Ferrini.  La  fosforescenza.  —  Agassiz. 
Fosforescenza  del  mare  profondo.  —  Pogliaghi.  I  canapi  elettrici  sottomarini.  —  69.  Man- 
tegazza. Quello  che  non  si  sa.  —  Pogliaghi.  La  macchina  elettrica  più  potente  che  esista.  — 
De  Parville.  Nuovo  mezzo  proposto  contro  l'esplosione  delle  caldaie  a  vapore.  —  Società 
d'esplorazione  commerciale  in  Africa  :  Commemorazione  di  Gustavo  Bianchi.  —  Ardissone. 
Rivista  d>  fisiologia  vegetale.  —  70.  Sommier.  Una  fiera  in  Lapponia.  —  Mantegazza.  Le 
capre  della  Nubia.  — ■  Roster.  Analisi  del  latte  della  capra  della  Nubia.  —  Pons.  Ricerche 
sopra  il  fermento  ammoniacale.  —  La  Società  per  le  ricerche  psichiche.  —  Darroìl.  Le 
rondini. 
f  Pubblicazioni  del  r.  Istituto  di  studi  superiori  pratici  e  di  perfezionamento 

in  Firenze.  Sez.  di  filos.  e  filol.  n.  20.  Firenze,  1885.  4." 

Del  Vecchio.  Le  seconde  nozze  del  coniuge  superstite. 
^Id.  Id.  Sezione  di  medicina  e  chirurgia.  Firenze,  1885.  4.° 

Lachi.  Il  significato  morfologico  della  colonna  vertebrale  umana. 

■^Pubblicazioni  del  r.    Osservatorio  di   Brera  in  Milano.  N.  XVIII.  Milano, 
1885.  4.° 
Pini.  Sui  temporali  osservati  nell'Italia  superiore  durante  l'anno  1879. 

+ Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2a  voi.  XVIII, 
6-8.  Milano,  1885.  8.° 

6.  Ferrini.  La  teoria  cinetica  dei  gas  ed  il  limite  dell'atmosfera.  —  Jung.  Di  alcune 
proprietà  geometriche,  statiche  e  cinematiche  dei  poligoni  articolati.  —  Cantoni.  Il  luci- 
metro Bellani  e  l'eliografo  inglese.  —  Ascoli.  Intorno  ad  alcune  rappresentazioni  conformi.  — 
Taramela.  Osservazioni  stratigrafiche  sulla  Valtravaglia.  —  Vidari.  Il  riso  contrabbando 
di  guerra.  —  7.  Canta.  Il  reale  Istituto.  G.  B.  Venturi.  —  Zoja.  Sulla  permanenza  della 
glandola  timo  nei  fanciulli  e  negli  adolescenti.  —  Scarenzio.  Genio-meloplastica  a  ponte, 
felicemente  riuscita.  ■ —  Ascoli.  Di  nuovo  sulle  rappresentazioni  conformi.  —  8.  Celoria. 
Sulla  cometa  dell'anno  1472.  —  Formatti.  Sul  movimento  geometrico  dei  sistemi  invaria- 
bili. —  Maggi.  Intorno  ai  Protisti  cholerigeni  osservati  dal  Pacini.  —  Ascoli.  Ancora  una 
volta  intorno  alle  rappresentazioni  conformi.  —  Del  Giudice.  Le  tracce  di  diritto  romano 
nell'Editto  longobardo.  —  Buccellati.  Esposizione  critica  del  progetto  di  Codice  penale. 
Delle  pene. 

Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisice  e  matematiche.  Anno  XXIV. 

geu.-febb.  1885.  Napoli,  4.° 

Trinchcse.  Sulla  struttura  dei  neurococchi.  —  Grassi.  Nuovo  termometro  a  gas  atto 
a  misurare  piccolissime  variazioni  di  temperatura.  —  Palmieri.  Sopra  alcune  esperienze  del 
sig.  Kalischer  concernenti  lo  svolgimento  d'elettricità  nel  condensamentodei  vapori.  — Franco. 
Di  alcuni  fossili  che  occorrono  nel  calcare  giurese  di  Visciano  (provincia  di  Caserta).  — 
Trinchese.  Sulla  terminazione  dei  nervi  nei  muscoli  dei  cheloni.  —  Albini.  Sui  movimenti 
del  cervello  nell'uomo. 

•Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Ser.  2a.  Anno IX,  6,  7.  Conegliano,  1885.  8.° 
Comboni.  Degli  effetti  che  produce  l'aggiunta  dell'acido  tartarico  al  vino.  —   Cana- 
foglia.  La  viticoltura  e  l'enologia  nel  Medoc. 


—    CXLIII    — 

'Rivista  marittima.  Anno  XVIII,  3,  4,  aprile.  1885.  Roma,  8.° 

3.  Bove.  Note  di  un  viaggio  nell'alto  Parami.  —  Maldini.  I  bilanci  della  marina  d'Italia.  — 
Ferrovia  per  trasportare  le  navi  a  traverso  l'istmo  di  Tehuantepec.  —  0.  T.  Sulle  costru- 
zioni della  marina  inglese.  —  Santini.  Salvataggio  dall'annegamento  a  mezzo  dell'auto- 
insufflazione.  —  4.  Bove.  Riassunto  delle  osservazioni  idrografiche,  meteorologiche  e  topo- 
grafiche fatte  durante  due  viaggi  ne'  mari  del  Sud  ed  all'Arcipelago  della  Terra  del 
Fuoco.  —  Colombo.  Raccolte  zoologiche  eseguite  dal  r.  piroscafo  «  Washington  »  nella 
campagna  abissale  talassografica  dell'anno  1885.  —  Jamieson.  Illuminazione  elettrica  delle 
navi.  —  Whiie.  Sulle  costruzioni  navali  odierne.  —  Mitragliere  per  combattere  le  torpe- 
diniere. —  Biigge.  Delle  navi-ospedali.  —  Courbet.  Attacco  di  barche  torpediniere. 
fRivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  VI,  3,  marzo  1885.  Torino,  8." 

Rovati.  Gita  al  Guglielmo  (m.  1950). 
"Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVIII,  5.  6.  Firenze,  1885.  8.° 

5.  Martini.  Esperienze  fatte  sopra  un  accumulatore,  tipo  Piante,  modificato  dal  signor 
Antonio  Trevisan.  —  Cardani.  Influenza  della  capacità  del  condensatore  sulla  sezione  delle 
scintille  e  sulla  loro  durata.  —  Lampade  elettriche  universali  ad  incandescenza  Trouve'.  — 
Artimini.  Ricerche  sperimentali  sull'azione  dell'acido  borico  nella  economia  anim.ile  in  rap- 
porto alle  epidemie  ed  ai  contagi.  —  Strùver.  Sui  proietti  minerali  vulcanici  trovati  ad  est 
del  lago  di  Bracciano.  —  6.  Marangoni.  Nuova  spiegazione  dei  crepuscoli  rossi.  —  Emo. 
Variazioni  nella  resistenza  elettrica  dei  fili  metallici  solidi  e  puri  colla  temperatura.  — 
Parenti.  Quali  libri  si  premiano.  —  Bargagli.  Invasione  di  bruci.  —  Roster.  Sull'abito  estivo 
e  sull'abito  femminile  della  Montico  la  saxatilis. 
•Spallanzani  (Lo).  Anno  XIV,  3,  marzo  1885.  Roma,  8.° 

Mingazzini.  La  tallina,  nuovo  antipirettico  :  proprietà  fisico-chimiche.  Tabelle   sinot- 
tiche degli    sperimenti.  Proprietà    fisio-terapeutiche    Posologia.  Osservazioni   cliniche.  Pa- 
rallelo della  tallina  con  altri  antipiretici.  Conclusioni.  — Hardy.  Sull'acne;  specie  diverse. 
Etiologia.  Cura.  Lezioni. 
fStudì  e  documenti  di  storia  e  diritto.  Anno  VI,  1,  2.  Roma,  1885.  4.° 

Gatti.  Dell'utilità  che  lo  studio  del  diritto  romano  può  trarre  dall'epigrafia.  ■ —  Pun- 
toni. Il  mito  e  il  canto  di  Lino,  specialmente  considerato  nei  suoi  rapporti  col  m.to  e  col 
lamento  di  Adone.  —  Batlandier.  Un  volume  dei  regesti  di  Innocenzo  III  donato  alla  San- 
tità di  N.  S.  Leone  XIII  da  Lord  Ashburnham.  —  Re.  Istituti  e  scuole  storiche.  —  Ordi- 
namenti per  la  scuola  di  paleografia  presso  l'archivio  Vaticano.  —  Caliiso.  Gli  Statuti  della 
città  di  Civitavecchia.  —  Gatti.  Statuti  dei  mercati  di  Roma. 

Pubblicazioni  estere. 

tAbhandlungen  der  k.  Gesellschaft  der  Wissenschaften  zu  Gottingen  Bd.  XXXI. 

1884.  Gottingen,  4.° 

Henle.  Das  YVachsthum  des  menschlichen  Nagels  und  des  Pferdehufs.  —  De  Lagarde. 
Persisene  Studien.  —  Wuslenfeld.  Die  Gelehrten-Familie  Mnhibbi  in  Damascus  und  ihre 
Zeitgenossen  im  XI  (XVII)  Jahrh.  —  Wiesekr.  Ueber  einige  beachtenswerthe  geschnittene 
Steine  des  vierten  Jahrhunderts  v.  Chr.  Abth.  IL  Zwei  Cameen  uni  zwei  Intaglien  mit 
der  Darstellung  ROmiseher  Herrscher.  I.  Die  Cameen. 

tAbhandlungen  der  k.  k.  Geologischen  Reichsanstalt.  XI  Bd.  1.  Abth.  Wien, 

1885.  4.° 

Slur.  Die  Carbon-Flora  der  Schatzlarer  Schiehten. 

tAbstracts  of  the  Proceedings  ofthe  Chemical  Society.  Sess.  1884-85,  n.  6-7. 
London,  8.° 


—   CXL1V   — 

fAnnaleu  der  Chemie.  Bd.  227.  Leipzig,  1885.  8.° 

Woringer.  Ueber  die  Camphansaure.  —  Roder.  Synthese  einer  mit  der  Itaconsaure 
isomeren  Sàure,  Vi  n  a  consaure.  —  Fitti g.  Constitution  der  Vinaconsiiure.  —  Weinstein.  Ueber 
die  «-  und  /?-Hydropiperinsaure.  —  Slocum.  Ueber  die  Bildung  von  Phenylangelicasaure 
und  Phenylmethacrylsaure  und  iiber  das  Verhalten  der  Acetylphenylmilchsaure.  —  Olt. 
Ueber  die  Phenyloxypivalinsaure  und  einige  Derivate  derselben.  —  Schneegans.  Ueber  die 
Perkin'sche  Reaction  in  der  Fettkorperreihe.  —  Neugebauer.  Ueber  den  Aethylester  und 
das  Amid  der  Normal-;'-Oxyvaleriansaure. —  Alien  und  Kólliker.  Ueber  einige  Derivate  des 
Triphenylcarbinbromurs.  —  Regelsberger,  Ueber  einige  ainmoniakalische  Verbindungen  des 
Uranylchlorids.  —  Terrine.  Ueber  Naphtalfluorescei'n  und  Naphtaleosin.  —  Schulze.  Ueber 
hochsiedende  im  Steinkoblentbeer  enthaltene  Phenole.  —  tiesse.  Ueber  Dicinchonin.  — 
Popper.  Ueber  die  Zersetzung  wasseriger  LOsungen  von  Unterchlorsaure  und  von  Cblor  im 
Sonnenlicht.  —  Piutli.  Ueber  die  Einwirkung  von  Phtalsaureanhydrid  auf  die  secundiiren 
Monamine.  —  Daumert.  Ueber  das  Verbalten  des  Lupinidins  zu  Aethyljodid.  —  Kcnt  und 
Tollens-  Untersuchungen  ùber  Milchzueker  und  Galactose.  —  Scherks.  Ueber  die  Oxymale'in- 
saure  und  die  Oxycitraconsaure. —  Filiig  und  Erdmann.  Synthese  des  «-Naphtols.  — Erd- 
mann.  Ueber  die  Einwirkung  von  Schwefelsaure  auf  die  beiden  Phenylerotonsàuren.  — 
Trin'us.  Ueber  Derivate  der  Hydratropasaure  und  die  kiinstliche  Bildung  der  Phloretin- 
silure.  —  Wallach.  Zur  Eenntniss  der  Terpene  und  der  atherischen  Oele.  —  Fischer  und 
Tafel.  Ueber  die  Hydrazine  der  Zimmtsaure  ;  zweite  Abbandlung.  —  Elbers.  Ueber  einige 
Verbindungen  der  Hydrazine  mit  Eeton-  und  Aldehydsauren.  —  ìd.  Verbindungen  des 
Benzaldebyds  mit  salzsaurem  Anilin  und  Zinnchlorid.  —  Antrick.  Ueber  Benzylindol.  — 
kl.  Ueber  einige  Verbindungen  des  Diacetonamins  mit  Aldehyden. 

i'Annalen  der  Physik  und  Cbeuiie.  N.  F.  Bd.  XXIV,  4.  Leipzig,  1885.  8.  ° 

Melde.  Akustische  Experimentaluntersuehungen.  —  Tamniann.  Ueber  die  Dampften- 
sionen  von  Salzlosungen.  —  v.  Bezold.  Ueber  Stromnngsfiguren  in  Fliissigkeiten.  —  Kiltler. 
Ueber  Messung  von  Stromstarken.  —  Quincke.  Electrische  Untersuchungen.  —  Gockel.  Ueber 
die  Beziehungen  der  Peltier'schen  Wàvme  zum  Nutzeffect  galvanischer  Elemente.  —  SchuUze. 
Ueber  die  Wechselwirkung  zweier  zu  einander  senkrechter  magnetischer  Vertheilungen.  ->- 
K'ónicj  u.  fìicharz.  Eine  neue  Methode  zu  Bestiminung  der  Gravitationsconstante.  —  Arons. 
Interferenzstreifen  im  Spectrum.  —  Weber.  Die  electrische  Sirene. 

■^ànnales  de  la  Société  d'agriculture,  science,  arts  et  belles  lettres  du  Depart- 
ment d'Indres-et-Loire.  T.  LXII,  1883.  Tours,  8.° 

";  Annales  de  l'École  polytechnique  de  Delft.  2e  livr.  Leide,  1885.  4." 

Bosscha.  Relation  des  expériences  qui  ont  servi  à  la  construction  de  deux  mètres 
étalons  en  platin  iridié,  comparés  direetement  avec  le  mètre  des  archives. 

•i  Annales  (Nouvelles)  de  Mathématiques.  3e  Sér.  Avril  1885.  Paris,  8.° 

Biehler.  Sur  la  construction  des  courbes  dont  l'équation  est  donnée  en  coordonnées 
polaires  (suite).  —  de  Sainl-Gcrmain.  Étude  sur  un  théorème  d'Abel  relatif  aux  séries  et 
sur  un  développement  en  serie  souvent  utile  en  astronomie.  —  Pomey.  Sur  les  points  d'in- 
flexion  des  courbes  du  troisième  et  du  quatrième  degré.  —  Golfari.  Évaluation  géométri- 
que  de  l'intégrale: 

sin  a  dx 


i> 


2a;cos«-t-a;2 


=  /•(«) 


Mirman.  Sur  les  fonctions  homogèues  de  deux  polynòmes  u  et  v,  premiers  entre  eux  et  de 
mème  degré  cn  x.—  Mony.  Quelques  formules  générales  relatives  aux  intégrales  déflnies  et 
indéfinies.—  Picquet.  Sur  l'euveloppe  des  droites  qui  coupent  deux  cercles  harmoniquement. — 


—  cxr.v  — 

Weill.  Sur  une  identité  algébrique.  —   Id.  Sur  quelques  équations  indeterminées.  —  Ponici/. 
Application  d'un  procède  particulier  à  la  recherche  de  l'intégrale: 

dz 


U 


Anlomari.  Ge'néralisation  d'un  thèorèmc  d'Algebre.  —  Cesare  Sur  le  coefficient  de  stabi- 
lite des  massifs. 
•Aunales  des  mines.  8"  sér.  t.  VI,  6.  Paris,  1S85.  8.° 

Luuyt.  Mémoire  sur  l'extraction  des  métaux  précieux  dans  le  Hartz.  —  Beaugey.  Le 
traitement  des  minerais  d'or  à  Zalathna  (Transylvanie).  —  Bulletin  des  accidents   arrivés 
dans  l'emploi  des  appareils  à  vapeur  pendant  l'année  1883.  —  Larivière.  Notes    d'un  vo- 
yage  aux  ardoisières  du  pays  de  Galles. 
^Aunales  des  Ponts  et  Cbaussées.  1885  mars.  Paris,  8.° 

Collignon.  Note  sur  la  détermination  du  coefficient  de  contraction  de  la  veine  fluide.  — 
Barabant.  Voyage  d'étude  à  Londres.  Note    sur    Ics    questions   de   viabilité   (Nettoiemcnt. 
empierrernent,  pavage  en  pierre  et  en  bois,  aspbalte  et  tramways).  —  Bazin.  Notice    sur 
l'allongement  des  écluses  du  canal  de  Bourgogne.  —  Cadavi.  Endiguement  des  grands  cours 
d'eau  des  Etats-Unis.  —  Id.  Ponts-levants  du  canal  Eric  (Etats-Unis).  —  Id.  Proce'dés  de 
traction  des  bateaux  sur  les  canaux  et  rivières  des  Etats-Unis. 
*  Annuaire  de  la   Société  des  ingénieurs  civils.  1885.  Paris,  8.° 
+  Annuaire  de  la  Société  météorologique  de  France  1884.  Juin,  juillet.  Paris,  8.° 
•Anzeigen  (Gottingische  gelehrte)  1884.  Bd.  I,  II.  Gottingen,  8.° 
*Anzeiger  (Zoologiscber).  Jhg.  Vili,  191-193.  Leipzig,  1885.  8.° 

191.  Nusbaum.  Zur  Entwicklungsgescbichte  der  Geschlcchtsorgane  der  Hirudineen 
(Clepsine  complanata  SavÀ  —  v.  Pelzeln.  Ueber  einige  ornithologisebe  Hanuscripte 
aus  dern  Nachlass  von  Joh.  F.  Brandt.  —  Brandi.  Die  Ernahruug  und  das  Wachsthum  des 
Dotters  im  Insectenei.  —  Id.  Ueber  das  Scbicksal  des  Eies  von  St ruthiolithus  cher- 
sonensis.  —  Babl.  Bemerkung  ueber  die  Segmentirung  des  Hirnes.  —  Fleischmann.  Ueber 
die  Bewegung  des  Fusses  der  Lamellibrancbiaten.  —  192.  von  Lendenfeld.  Die  Verwandt- 
schaftsverhaltnisse  der  Kalkschwamme.  —  Vosmaer.  Something  about  Scudder's  "  Nomen- 
clator  Zoologicus,,.  —  Ostroowno/f.  Note  sur  la  métarnorphose  du  Cbyphonautes.  — 
Beard.  On  the  cranial  ganglia  and  segmentai  sense  organs  of  Fishes.  —  193.  Haswell.  On  the 
segmentai  organs  of  Polynoe.  —  Pallai.  Artificial  Fecundation  in  the  Mollusca.  —  Michael  ■ 
sen-  Vorlaufige  Mittheil.  ueber  Archenchy traeus  Mobii  n.  s.  — Delage.  Sur  l'appa- 
reil  circulaire  des  Schizopodes.  —  Dahl.  Zur  Anatomie  Jer  Araneen.  —  Taschenberg.  Zur 
Frage  ueber  die  Entste'hung  der  Fàrbung  der  Vogeleischalen.  —  Pagenstecher.  Megalo- 
glossns  Woermanni  n.  g.  et  sp. 

•  Archiv  des  Vereins  der  Freunde  der  Naturgeschichte  in  Mecklenburg.  38  Jhg. 
Gustrow,  1884.  8.° 

Krause.  Pflanzengeogr.  Uebersicht  d.  Flora,  v.  Mecklenburg.  —  Geinils.  Beitrag  zur 

Geologie  Mecklenburgs.  —  Bachmann.  H.  F.  Link,  antiquitates  botanicae  Rostochienses. 

•Archiv  for  Mathematik  og  Naturvidenskab.  Bd.  X,  2.  Kristiauia,  1885.  8.° 

Lie.  Untersuchungen  flber  Transformationsgruppen  I.  —  Peltersen.  De  norske  kyststrogs 

geologi    IV.  —    Thue.  Om   storrelsesbegreberne   areal  og  volum.  —  Helland.  Kongsbergs 

Solvva;rks  Drift  for  og  nu. 

•Archives  néerlandaises  des   sciences   exactes   et   naturelles.  T.   XIX,   4,   5. 

Harlem,  1884.  8.° 

4.  Donders.  Équations  de  couleurs   spectrales  simples  et  de  leurs  mélanges  binaires, 
dans  les  systèmes  normal  (polychromatique)  et  anormaux  (dichromatiques).  —  vandur  Sluk. 

Bl'I.LETTIN'O-PiEXDICOXTI  —  VOL.   I.  19 


—   CXLVI    — 

Sur  le  ealcul  des  observations  hor&ires  de  la  force  horizontale  du  magnétisme  terrestre.  — 
Slieltjes.  Note  sur  le  déplacement  d'un  système  invariable  dont  un  point  est  flxe  —  5.  Kur- 
Icweg.  Sur  les  trajectoires  déerites  sous  rinfluence  d'une  force  centrale.  —  Slielljes.  Quel- 
ques  remarques  sur  la  variation  de  la  densité  dans  l'intérieur  de  la  terre.  —  Grinwis. 
Sui  l'équation  complète  du  viriel. 

tBeibliitter  zu  den  Annalen  der  Physik  und  Cliemie.  Bd.  IX,  3.  Leipzig, 
1885.  8.° 

+Berichte   der  deutschen   chemischen   Gesellschaft.   Jhg.   XVIII,   6.  Berlin, 

1885.  8.° 

Anschiltz  und  Romig.  Ueber  die  Nitrirunsgsprodukte  des  Diphenylàthans.  —  Arnold. 
Grundlagen  zu  einer  neuen  Stickstoff  bestimmungsmethode  von  allgerueiner  Anwendbar- 
keit.  —  Bamberger.  Ueber  eine  Farbreaktion  von  Orthodiketonen.  —  Baumann.  Ueber 
Verbindungen  der  Aldehyde,  Ketone  und  Ketonsauren  mit  den  Mercaptanen.  —  Bernlhsen. 
Zur  Kenntniss  der  vom  Chinolin  ableitbaren  Ammoniunibasen.  —  Ckasanowilz  und  fieli. 
Ueber  die  Einwirkung  des  Broms  auf  Eugenol.  —  Ciamician  und  Silber.  Ueber  eine  Sul- 
fosaure  des  Pyrryltnetbylketons.  —  hi.  id.  Ueber  Acetylpyrrol.  —  Dilrkopf.  Beitrage  zur 
Kenntniss  der  Reduktions-  und  Oxydationsprodukte  des  Aldebydcollidins.  —  Ei>stein.  Ueber 
synthetiscbes  Lutidin.  —  Erlenmeyer.  Zur  Bildung  der  Brenzweinsaure.  —  Escales.  Ueber 
das  Verhalten  von  Phenylhydrazin  gegen  Sulfinsàuren.  —  Gasiorowski  und  Merz.  Nitrile 
aus  formylirten  aromatischen  Aminen.  —  Griess.  Neue  Untersucbungen  iiber  Diazoverbin- 
dungen.  —  Kurze  Notizen  vermischten  Inbalts.  —  Hailinger.  Bemerkungen  zu  der  Notiz 
des  Hrn.  W.  H.  Perkin  (jun.)  iiber  die  Einwirkung  von  Anilin  auf  den  Metylather  der 
Dehydracetsaure.  —  Id.  und  Lieben-  Notiz  iiber  die  stickstoff  haltigen  Derivate  der  Che- 
lidonsaure.  —  Hanssen.  Beitrage  zur  Kenntniss  des  Brucins.  —  Hell  und  Rempel.  Ueber 
einige  Derivate  der  Normalkorksaure.  —  Bell,  Chasanowitz,  fìempel.  Ueber  das  Verbalten 
der  verscbiedenen  Modifikationen  des  Kohlenstoffs  gegen  Eisen  bei  hober  Temperatur.  — 
llenlschel.  Ueberfuhrung  von  Carbanilsaureatber  in  Amidobenzoesaure.  —  tlesekiel.  Ueber 
ein  neues  Methyl[jiperidinJ(jS-Picolinhexahydriir).  —  llomolka.  Ueber  Condensationsprodukte 
der  «-Ketonsauren.  I.  —  Knorr  und  Blank.  Ueber  die  Einwirkung  von  Acetbenzalessig- 
ester  auf  Pbenylhydraziu. —  Kòhler.  Ueber  eine  eingentbumliche  Bildungsweise  des  Antra- 
cens.  —  Krukenberg.  Ueber  das  Conchiolin  und  iiber  das  Vorkommen  des  Chitins  bei  Ce- 
phalopoden.  —  Krilss.  Zur  quantitativen  Spectralanalyse.  —  La  Coste.  Ueber  Jodohinon.  — 
Ladenbuvg\mA  Rolli.  Isolirung  des  sogenannten  n-Lutidins.  —  Lawson.  Ueber  die  Einwirkung 
von  Diazoverbindungen  auf  (3-Nap.htylamin.  —  Leuekart.  Ueber  einige  Beaktionen  der  aro- 
raatiscben  Cyanate.  —  Lcymann.  Ueber  die  Einwirkung  des  ^-Cbloratbylsulfonsaurecblorids 
auf  Anilin.  —  Liebcrmann.  Ueber  das  Verbalten  von  Benzo-  und  «-Napbtochinon  gegen 
Schwefelsaure.  —  Lòw.  Ueber  Indigodicarbonsàure.  —  Michaelis.  Ueber  Acetonpbospbor- 
verbindungen.  —  Mylius.  Ueber  die  Pipitzabo'insàure  oder  das  Perezon.  —  Naumann.  Ueber 
die  K  a  li  1  b  a  u  in  'sche  sogenannte  »  specifiscbe  Keraission  «  als  Ausdruck  der  Abhangigkeit 
der  Siedetemperatur  vom  Luftdruck.  —  Olio  u.  Beckurls.  Zur  Kenntniss  der  Pyrocincbon- 
sàure  und  Dicbloradipinsàure  aus  «-Dicblorpropionsàure.  —  Id.  il.  Zur  Kenntniss  der  Pyro- 
cinchonsiiure  und  Dicbloradipinsàure  aus  «-Dicblorpropionsàure.  —  Perkin  (jun.)  und 
Bcllenot.  Ueber  die  Paranitrobenzoylessigsaure.  —  Poiwmarew.  Ueber  die  synthetiscbe  Bil- 
dung von  Allautoxansaure  aus  Parabansiiure.  —  Rosenfeld.  Ueber  einen  neuen  Apparat  zur 
volutnetrischen  Elektrolyse.  —  Roser.  Ueber  Phtalylderivate.  IV.  —  Tessmer.  Ueber  die 
Verbindungen  der  Polyalkobole  mit  dem  Pbenylcyanat.  —  Vogel.  Ueber  die  verscbiedenen 
Bromsilbermodificationen  und  das  Verhalten  der  Silberbaluidsalze  gegen  das  Sonnen- 
spektrum.  —  Wellner.  Ueber  die  Einwirkung  von  Phenilbromessigsàure  auf  Acetessig- 
atber.    II.    —    Derivate    der    Pbenylacetbernsteinsaure.    —    Witti    Ueber  Nitrosoderivate 


—  cxi.vii  — 

aromatische  Diamine.  —  Zimmermann  und  Mùller.  Ueber  Paranitrobenzylidenchlorid.  — 
Zincke.  Ueber  dìo  Einwirkung  voti  Aininen  auf  Cbinone. 

"Bijdragen  tot  de  Taal-  Land-  en  Volkenkunde  van  Nederlandsch-Indie.  Deel 
X,  2.  *S  Gravenbage,  1885.  8.° 

Aera.  Sanskrit-Inscriptie  van  Java,  van  den  Jare  654  caka  (A.  d.  732).  —  WUewaall 

van  Wickerburgh.  Uit  de   laatste    dagen   der   ned.    Oostindische    Compagnie.   —    Wilken. 

De  besuijdenis  bij  de  volken  van  den  Indischen  Archipel.  —  van  der  Toom.  De  Geschie- 

denis  van  Soetan  Menangkérang.  Een  maleische  legende. 

ìBoletim  da  Sociedade  de  geographia  de  Lisboa.  4  ser.  n.  10,  11.   Lisboa, 

1883.  8.° 

TBoletin  de  la  Academia  nacional   de   ciancias   eii   Cordoba,  Tomo  Vili,  1. 

Buones  Aires,  1885.  8.° 

Ameghino.  Nuevos  restos   de   Mamiferos  fJsiles  oligocenos  recogidos  por   el  profesor 
Fedro  Scalabrini,  y  pertenecientes  al  Museo  Provincial  de  Paranà. 

ìBoletin  de  la  real  Academia  de  la  Historia.  Tomo  VI  quad.  3.  Marzo  1885. 

Madrid,  8.° 

Saavedra.  El  codice  aràbigo   intitulado   Tarij   Mansuri.  —  Pujol  y  Camps.  La  costa 
Uergética  y  las  thermas  de  Calafell.  —  Curo.  Conquista  y  colonizackin  de  America  por  los 
espaiioles. 
•iBoletm  de  la    Sociedad   geogràfica   de    Madrid.  T.   XVIII,  1,   2.  Madrid, 

1885.  8.° 

Fernanda    Duro.    Antigiiedades   en    America  Central.  —  Fila.  El  judto    errante  de 
lllescas.  —  de  Oruela.  Los  terremotos  de  Andalueia.  —  de  Dolella.  Los  terremotos  de  Mà- 
laga y  Granada.  —  La  politica  bispano-marroqui  y  la  opinion  pùblica  en  Espana.  —  Tor- 
res Campos.  La  cuestión  de  los  rfos  africanos  y  la  Conferencia  de  Berlin. 
TBxilletm  de  la  Société  académique  de  Brest.  2e  sér.  t.  IX,  1883-84.  Brest, 

1884.  8.° 

Marion.  Excursion  aux  iles  Alacran?.  —  Turiault.  Le  Congo.  —  Guzet.  L'archipel  des 
Pomotu.  —  Dupuy.  Les  flnances  d»  Brest  il  y  a  cent  ans.  —  Ddécluse.  Défense  de  l'ile  du 
Conquet  en  1625.  —  Dupuy.  La  Bretagne  au  XVIII  siècle.  —  de  la  Barre-Duparcq.  La 
reprise  de  la  Floride  par  les  Francais  en  1568.—  Milne.  Du  ròle  do  l'aspiration  ou  de  la 
lettre  H  dans  la  formation  des  sons.  —  Halégoiict.  A  propos  de  l'antiquité  de  la  langue 
bretonne. 
■Bulletiu  de  la  Société  d'anthropologie  de  Lyon.  T.  II,  2.  Lyon,  1885.  8." 

Lesbre.  Etude  sur  le  cràne  et  l'encéphale  du  chien.  —  Chanlre.  Nouveau  cràne  tré- 
pane  des  dolmens  de  l'Aveyron.  —  Id.  La  nécropole  ballstattienne  de  Corneto-Tarquiuia.  — 
De  Milione.  Sur  l'antiquité  de  la  connaissance  des  metaux  en  Chine.  —  Lortet.  Le  crànes  des 
Syriens  actuels.  —  Lacassagne.  Un  problème  d'anthropologie  applique  à  la  médecine  legale.  — 
Carlhailkac.  Les  mines  de  silex  a  l'àge  de  la  pierre  au  Mur  de  Barrez.  —  Tischler.  L'àge 
de  la  pierre  dans  le  nord  de  l'Allemagne.  —  Klebs.  Les  parures  en  ambre  à  l'epoque  de 
la  pierre.  —  Chanlre.  La  nécropole  d'Este.  —  Id.  La  nécropole  de  Watsch. 
■Bulletin  de  la  Société  de  géograpbie  1885.  1"  trim.  Paris,  8." 

de  Mailly-Chalon.  Un  voyage  en  Mandchourie.  —  Mèchin.  Voyage  à  travers  le  Tur- 
kestan. —  Rabot.  L'expédition  du  professeur  Nordeuskiuld  au  Grognland.—  Huber.  Voyage 
dans  l'Arabie  centrale  (1878-1882)    Hamàd,  Sammar,  Qasim,  Nedjàz  (suite  et  fin). 
*Bulletin  de  la  Société  entomologique  de  France.  1885,  f.  6,  7.  Paris,  8.° 
•Bulletin   de  la  Société  géologique  de  France.  T.  XIII,  1-3.  Paris,  1885.  8.° 


—  cxLvin  — 

1.  Davi/.  A  propos  d'un  nouveau  gisement  du  terrain  diivoaien  supérieur  à  Chaudefon  Is 
(Maine-et-Loire).  —  Zurcher.  Note  sur  la  zone  à  Ammonites  S  o  werbyi  dans  le  S.-O, 
du  département  du  Var.  —  Douvillé.  Sur  quelques  fossiles  de  la  zone  à  Ammonites 
S  owerbyi  des  environs  de  Toulon. —  Gaudry.  Nouvelle  note  sur  les  Reptiles  permiens. — 
De  la  Moussaye.  Sur  une  dent  de  Neosodon  trouvé  dans  les  sables  ferrugineux  de  Wimille.  — 
De  Limur.  Sur  les  schistes  maclifères  à  Trilobites  des  Salles  de  Rohan.—  De  Dùcker.  Ob- 
servations  générales  sur  la  geologie  de  l'Europe.  —  Fonlannes.  Note  sur  les  alluvions 
anciennes  des  environs  de  Lyon.  —  2.  Id.  Note  sur  les  alluvions  anciennes  des  environs  de 
Ly0n.  —  Fallol.  Notes  sur  les  e'tages  moyens  et  supérieurs  du  Crétacé  du  sud-est  de  la 
France.  —  Poirier.  Rectification  des  contours  de  l'argile  plastique  sur  la  feuille  ge'ologique 
do  Provins.  —  Id.  Sur  l'allure  et  la  composi tion  de  l'argille  plastique  dans  le  Montois.  — 
Viguier.  Note  sur  un  Lehm  fossilifere  de  la  vallèe  de  la  Sorgue  près  d'Avignon.  —  de  Bri- 
gnac.  Les  dépóts  diluviens  de  la  vallèe  du  Vidourle.  —  Calderoni.  Les  roches  cristalli- 
nes  massives  de  l'Espagne.  —  Bertrand.  Coupes  de  la  chaine  de  la  Ste-Beaume.  —  Mu- 
nìer-Chalmas.  Observations  sur  la  communication  précédente.  —  Jannetlaz.  Sur  la  mésuie 
de  la  conductibilité  dans  les  roches.  —  Zeiller.  Sur  la  flore  et  sur  le  niveau  relatif  des 
couches  houillères  de  la  Grand'Combe,  Gard.  —  3.  Id.  Note  sur  la  flore  et  le  niveau  relatif 
des  couches  houillères  de  la  Grand'Combe.  —  Delafond.  Notes  sur  les  sables  à  Masto- 
don  arvernensis  de  Tróvoux  et  de  Montmerle  (Ain).  —  Bourgeat.  Sur  la  limite  du 
Bajocien  et  du  Bathonien  dans  le  Jura.  Caractères  et  degrés  de  de'veloppement  que  ce 
dernier  présente.  —  De  Saporla.  Note  à  l'appui  de  son  Mómoire  sur  les  organismes  pro- 
blématiques  des  anciennes  mers.  —  Munier-Chalmas.  Observations  sur  la  communication 
précédente.  —  Chelot.  Rectification  pour  servir  à  l'étude  de  la  faune  eocène  du  bassin  de 
Paris.  —  Lemoine.  Étude  sur  quelques  mammifères  de  petite  faille  de  la  faune  cernaysienne 
des  environs  de  Reims.  —  Mieg.  Note  sur  un  gisement  des  couches  à  Posidonomya 
Bronni  à  Minversheim  (Basse-Alsace). 

+  Bulletin  des   sciences  mathérnatiques.  2e  sér.  t.  IX.  Paris,  1885.  8.° 
Tannery.  Le  vrai  problème  de  l'histoire  des  mathérnatiques  anciennes. 

+Bulletiu  of  the  California  Acaderny  of  sciences.    N.  2,  3.  Jan.-feb.  1885. 
San  Francisco,  8.°  , 

2.  Jackson.  On  the  Morphology  of  Colemanite.  —  Evans.  The  Chemical  Properties 
and  Eelations  of  Colemanite.  —  3.  Behr.  New  Lepidoptera.  —  Id.  Biological  Synopsis  of 
California  Lepidoptera.  —  Lee  Greene.  Studies  in  the  Botany  of  California  and  Parts 
Adjacent.  —  Ourran.  List  of  the  Plants  described  by  Dr.  Albert  Kellogg  and  D.  H.  H. 
Behr.  —  Id.  Descriptions  of  Some  California  Plants.  —  Lee  Greene.  Some  New  Species  of 
the  Genus  Astragalus.  —  Harkness.  Fungi  of  the  Pacific  Coast.  —  Id.  Notes  on  No- 
menclature. 

■■Centralblatt  (Botanisches)  Bd.  XX,  1-3.  Cassel,  1885.  8.° 

1.  Borzì.  Nova  Kowskia,  eine  neue  Chytridiee.  —  2.-3.  Forsscll.  Die  anatomische 
Verhaltnisse  und  die  phylogenetische  Entwicklung  der  Lecanora  granatina  Sommerf. 

ìCivilingenieur  (Der).  Jhg.  1885,  Heft  2.  Leipzig  1885.  4.° 

Grosch.  Ueber  die  Verwendung  von  in  Holzmodellen  geformtem  Cementbeton  zu  Tur- 
binenwasserbauten  u.  s.  w.  —  Almquist.  Zur  alteren  Theorie  des  Erddruckes.  —  Gerlach. 
Einige  Bemerkungen  iiber  deu  Widerstand,  den  eine  ebene  Piatte  und  ein  Keil  von  einer 
gleichfarmig  stromeuden  Flussigkeit  erfahrt.  —  Cranz.  Zur  Bewegung  der  Geschosse.  — 
Gruner.  Der  Einfluss  der  Baugeset/.gebung  auf  die  Architektur. 

tCompte  rendu  de  la  Société  de  géographie  de  Paris.  1885.  n.  G.  Paris,  8.'1 


—  CXI, IX   — 

"■Compre  rendu  des  séances  et  travaux  de  l'Acadétnie  des  sciences  morales  et 
politiques.  N.  s.  T.  XXIII.  1885.  4e  livr.  Paris,  8.° 

Saint-IIilaire.  Mémoire  sur  la  physiologie  comparée  d'Aristote  (Traiti  des  parties  des 
animaux).  —  Grami.  Laquestion  des  programmes  dans  l'enseignement  secondaire.  —  Litcas. 
Jlémoire  sur  l'état  attorniai  en  France  de  la  répression  en  matiòre  de  crimes  capitaux  et 
sur  les  moyens  d'y  remédier. 

;  Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  C, 
n.  12-14.  Paris,  1885.  4.° 

l 


12.  Perrier.  La  Carte  de  France  du    Dépót  de  la    guerre  ù  l'échelle  du 


2Ì o" 


essai   de  la   Carte  de    France  à  l'échelle   du  . —  Vulpian.  Recherches  expérimentales 

sur  l'excitabilité  électrique  du  eerveau  propreraent  dit.  —  Troosl  Reraarque  sur  quelqnes 
critiqites  de  M.  Friedel  à  propos  de  l'hydrate  de  cliloral.  —  Ledieu.  Sur  la  comparaison 
des  navires  entre  eux,  au  point  de  vue  propulsif.  —  Vicairc.  Sur  un  théorème  de  Lambert. — 
Picard.  Sur  les  intégrales  de  différentielles  totales.  —  Lipschitz.  Sur  les  sommes  des  divi- 
semi des  nontbres.  ■ —  Kmnigs.  Sur  la  théorie  des  surfaces  défìnies  par  une  proprietà  des 
droites  ou  des  sphères  qui  leur  sont  tangentes —  Charpeniier.  Pile  a  circulation  de  liquide.  — 
Timiriazeff '.  Effet  cbitnique  et  effet  physiologique  de  la  lumière  sur  la  chloropbylle.  — 
Deslandres.  Iìelations  entre  le  spectre  ultra-violet  de  la  vapeur  d'eau  et  les  bandes  tellu- 
riques  A,  B,  «  du  spectre  solaire.  —  Isambert.  Sur  la  préparation  du  gaz  ammoniac.  — 
Cazeneuvc.  Sur  un  camphre  monochloré-monobromé  isotuère.  —  Duvillier.  Sur  l'acide  dié- 
tbylamido-K-butyrique.  —  Ferrò.  Des  ganglions  intra-rocheux  du  nerf  auditif  chez  l'homme.  — 
Verrier.  Des  anomalies  symétriques  des  doigts  et  du  róle  que  Fon  pourrait  attribuer  a 
l'atavisme  dans  ces  anomalies.  —  Renault  et  Zeìller.  Sur  un  nouveau  type  de  Corda'itée.  — 
Cric.  Contribution  a  l'étude  des  Fougères  éocènes  de  l'ouest  de  la  France.  —  Martin.  Le 
soulèvement  de  la  Còte-d'Or  est  postérieur  à  l'epoque  albienne.  —  Vaillanl.  Remarques 
complémentaires  sur  les  Tortues  gigantesques  de  Madagascar.  —  de  Schulten.  Sur  la  pro- 
duction d'un  nouveau  phospbate  de  magne'sium  cristallisé  et  de  l'arséniate  correspondant. — 
Moessard.  Le  cylindrographe.  —  Perrier.  Observations  relatives  à  la  Communication  précé- 
dente.—  13.  Vulpian.  Expériences  relatives  aux  phénomènes  qui  se  prodttisent  dans  le  domaine 
de  la  vie  organique  pendant  les  attaques  d'épilepsie.  —  Andoyer.  Éléments  provisoires  de 
la  planate  (246)  Borrelly.  —  Biqourdan.  Observations  de  la  nouvelle  planète  246  Borrelly, 
faites  a  l'observatoires  de  Paris  (équatorial  de  la  tour  de  l'ouest).  —  Taccìdni.  Distribution 
en  latitude  des  pbénomènes  solaires  observés  pentlant  l'année  1884.  —  Gruey.  Sur  les  con- 
stantes  du  grand  ntiroir  du  sextant.  —  Zenger.  La  mesure  des  étoiles  doubles  au  spectro- 
mètre.  —  Laurent.  Sur  un  appareil  destine  à  contròler  la  courbure  des  surfaces  et  la  ré- 
fraction  des  lentilles. —  Crova.  Sur  les  observations  actinometriques  faites  en  188 1  à  l'Obser- 
vatoire  de  l'École  d'Agricolture  de  Montpellier. —  Scheurer-Kcslner.  Chaleur  de  combustion 
de  la  bouille  de  Roncbamp. —  Engel  Sur  la  formation  de  l'bydrocarbonate  de  magnèsie.  — 
Fauconnicr.  Réduction  de  la  mannite  par  l'acide  formique.  —  Duvillier.  Sur  la  formation 
des  créathtes  et  des  créatinines.  —  Beaunis.  Sur  les  contractions  simultanées  des  muscles 
antagonistes.  —  Pouchet  et  de  Gueme.  Sur  la  faune  pélagique  de  la  raer  Baltique  et  du 
golfe  de  Finlande.  —  Meunier.  Existence  du  calcaire  à  Fusulines  dans  le  Morvan.  — 
14.  Faye.  Concordance  des  époques  géologiques  avee  les  époques  cosmogoniques.  —  de  Gaspa- 
rin.  Sur  les  engrais  complémentaires.  — ■  Boussinesq.  Sur  la  résistance  qu'oppose  un  liquide 
indéflni  en  repos,  sans  pesanteur,  au  mouvement  varie  d'une  sphère  solide  qu'il  mouille  sur 
toate  sa  snrface,  quand  les  vitesses  restent  bieu  continues  et  assez  faibles  pour  que  lettrs 
carrés   et   produits   soient  négligeables.    —   Mannheim.  Sur   la  polhodie.    —   Olszewski. 


—   CL   — 

Lique'faction  et  solidification  du  formèlle  et  du  deutoxyde  d'azote.  —  Caillelet.  Observations 
relatives  à  la  Comntunication  précédente.  —  Henry.  Sur  les  amides  du  groupe  oxalo-adi piqué. 

tCosmos.  N.  S.  N.  9-11.  Paris,  1885.  4.° 

t  Flora  oder  allgemeine  botanische  Zeituug.  N.  K.  42  Jhg.  Regensburg,  1884.  8.° 
Arnold.  Die  Lichenen  des  friiukischen  Jura.  —  Blenk.  Ueber  die  durchsichtigen  Punkte 
in  den  Blàttern.  —  Celakovsky.  Ueber  ideale  oder  congenitale  Vorgange  der  Phytomorpho- 
logie.  —  Id.  Neue  Thymi  aus  Sintenis  Iter  trojanura.  — Forssell.  Lichenologische  Unter- 
suchungen.  —  Freyn.  Phytographische  Notizen.  —  Geheeb.  Briologische  Notizen  aus  (lem 
Rbongebirge.  —  Goebel.  Tetramyxa  parasitica.  —  Grassmann.  Die  Septaldriisen.  — 
Karsten  Actinomyces  Harz,  der  Strahlenpilz.  —  Mailer.  Lichenologische  Beiti  àge.  — 
Nylander.  Lichenes  novi  e  Freto  Bebringii.  —  Reinsch.  Beobachtungen  von  Bakterien  und 
einzelligen  Algen  auf  der  Oberflàcbe  der  Kursirenden  Geldmiinzen.  —  Schulz.  Anatomi- 
sche  Studien  ueber  das  anomale  Dickenwachstum  von  Bignouia  aequinoetialis.  —  Slrobl. 
Flora  der  Nebroden.  —  Winkler.  Die  Keimpflanze  des  Isopyrum  tb  alictroides  Lin.  — 
Winter.  Exotiscbe  Pilze. 

fHandelingen  en  mededeelingen  van  de  Maatschappij  der  Nederlandsche  Letter- 
kunde.  1884.  LeideD,  8.° 

+H3B'kcTÌH  reo.iorHiecKaro  KoMHTexa   1885   rofl'B.  Tomi  IV,  A»  2-3.  C.-ITe- 
Tepóyprb,   1885.  8.° 

2.  APMAIHEBCKArO.  I[peflBapnTe.ibnHÌi  oTien.  o  reojTorniecKnxi.  H3CJi'ES0BaHÌJix'B  Bt 
EoaTaBCKoft  ryCepHiii  bt>  1883  rojy.  —  HIIKIITIIHA.  IIpe,aBapiiTe.ii>HHÌi  orien  no  H3M'B,l.o- 
BaiiiflMi  1884  Jiojia.  —  3.  MJ'IHKETOBA.  IIpejBapHTe.wHHÌi  oneri,.  —  EEPHLimEBA. 
reojiornuecKia  nscJi'EKOBairia,  npou3Be,a,eHHHH  Ha  Spali  jiìtomi  1884  rosa. 

tHaBÌCTia  IlMnepaTopcKaro  PyccKajio  reorpaduraecKaro  OómecTBa.  T.  XX,  G; 
XXI,  1.  C.-IIeTepóypnb,  1884.  8.° 

xx.  6.  KOCflKOBt.  HyTeBHa  saiiÈTra  no  KapaTermiy  n  ,H,apBa3y  bì  1882  r.  — 
KAPATAHOBB,  UOKO'B'b  n.  nOTAHHITL.  KaiHHCKie  raiapn  MnHycuncitaro  oKpyra.  — 
rPVMM'b-rPKHMAII.IO.  KpaTKifi  oneri,  o  pe3yiBTaTaxt  ero  3Kxne,n,nn,iii  bi  npna.iaftcKifl 
CTpaHH.  —  CTEBH1IIJ,KIM.  Ot^ti,  o  3aiijmxi>  MeaijyHapojHoii  Kombepemùn  no  Bonpocy  o 
nepBOMi  iiepnAiaHt  n  yiiuBepcajibHOMt  BpeMeHu.  —  MHKyXO-MAK.IAH.  OTieTt  o  paóoraxi> 
ero  sa  noaiiAHie  jpa  ro.ua.  —  xxi.  1.  JECCAPB.  K>ro-3ana,a;Haa  Typiaiema:.  —  MAHKOBt. 
Ofii.  yneHHxi  3ac;iyraxT>  rpaijja  A.  C.  J'BapoBa. 

"■'Jaarboek  vari   de    Koninklijke    Akademie  van   Weteuscbappen  1883.   Am- 
sterdam, 8.° 

+ Journal  (American  Chemical)  Voi.  VI,  6.  Baltimore,  1885.  8.° 

Atwater.  On  the  Acquisition  af  Atmosplieric  Nitiogen  by  Plauts.  —  Richardson.  The 
Cliemical  Composition  of  the  Products  of  Roller  Milling  of  Wbeat.  —  Frear.  The  Time 
Element  in  Gluten  Determinations.  —  Loring  Jackson.  On  the  Eeduction  of  Camphor  to 
Borneol.  —  Newbury.  The  Action  of  Light  on  Silver  Chloride.  —Smith.  Mineralogical  No- 
tes. —  Kimricull  and  Siveetser.  Eemarks  on  Schulze's  Process  for  the  Quantitative  Deter- 
mination  of  the  Halogens  in  Arornatic  Compounds.  —  Moore.  Notes  on  the  Hùbl  Method 
for  the  Examination  of  Oils  and  Fats.  —  Michael  and  Wing.  On  the  Action  af  Methyl 
Iodide  on  Asparagine. 

+ Journal  (American)  of  Mathematics.  Voi.  VII,  3.  Baltimore,  1885.  4.° 

Peirce.  On  the  Algebra  of  Logic.  —  Poincaré.  Sur  les  équations  Linéaires  aux  diffé- 
rentielles  ordinaires  et  aux  différences  finies.  —  MacMahon.  A  Second  Paper  on  Perpe- 
tuants.  —  Sedhojf.   Priifung   grosserer    Zahlen    anf  ihre  Eigenschaft  als   Primzahlen.   — 


—  cu  — 

Paxlon  Young.  Solvable  Irreducible  Equations  of  Prime  Degrees.  —  Craig.  On  a  Certain 
Class  of  Linear  Differential  Equations.  —  Gomes-Teixeira.  Sur  les  nombres  de  Bemoulli. 
+ Journal  (American)  of  science.  N.  172,  voi.  XXIX,  avril  1885.  New  Haven,  8.° 
Draper.  Use  of  Carbon  bisulphide  in  prisms.  —  White.  The  Genus  Pyr  gii  li  fera 
Meek,  and  its  Associates  and  Congeners.  —  Wilkinson.  Occurrence  of  Native  Mercuvy  in 
the  Alluvium  in  Louisiana.  —  Rnckwood.  Earthquakes  in  Spaio.  —  Clarke.  Devonian 
Spores.  —  lìeade.  Denudation  of  the  two  Americas.  —  Croll.  Arctic  Interglacial  Periods.  — 
Slokes.  Notes  on  some  apparently  undescribed  forms  of  Fresh-water  Infusoria,  No.  2.  — 
Walcolt.  Paleozoic  Notes;  Now  Genus  of  Cambrian  Trilobites,  Mesonacis. 

*  Journal  de  la   Société  physico-cliyuiique  russe.   T.  XVII,  2,  3.  St.  Péters- 

bourg,  1885.  8.° 

2.  Guslavson.  Dounées  thermiques  pour  les  combinaisons  du  bromure  d'alluminium 
avec  les  hydrocarburcs.  —  Schalzky.  Sur  l'acide  diallyloxalique.  —  hi.  Preparation  de  l'ether 
oxalique.  —  Bevad.  Sur  la  formation  des  carbonates  alcalinoterreux.  —  Pelrouchcwsky.  Sul- 
le changement  de  la  couleur  des  surfaces  colorées  par  illumination  avec  de  la  lumière 
artiflcielle.  —  3.  Aìexeyeff.  Sur  la  dissolution  der  liquides  dans  les  liquides.  —  Wachtel. 
Sur  la  fabrication  du  biebromate  de  potasse.  —  Aìexeyeff.  Action  de  la  lumière  sur  l'acide 
nitrocuminique.  —  Krahau.  Nombre  des  dérivés  du  benzol  d'après  la  théorie  de  substitu- 
tion.  —  Kajander.  Kemarques  concernant  le  Mémoire  de  M.  Menscbutkin  sur  l'isomerie  des 
hydrocarbures  d'après  la  théorie  de  substitution.  —  Przibykk.  Dioxyde  de  diallyllène.  — 
Joukovsky.  Sur  le  choc  des  corps  parfaitement  solides.  —  Stoletoff.  A  propos  de  réponse  de 
M.  Kraewitch. 
''Journal   de   Physique    théorique  et   appliquée.   2e   Sér.    t.  IV,    avril  1885. 

Paris,  8.° 

Gouy.  Sur  les  etfets  simultanea  du  pouvoir  rotatoire  et  do  la  doublé  réfraction.  — 
Macé  de  Lépinay.  Étude  de  la  dispersion  de  doublé  réfraction  du  quartz.  —  Ilurion.  Sur 
ler  etfets  thermiques  des  étincelles  électriques.  —  lìurion.  Sur  la  variation  de  résistancc 
électrique  du  bismuth  place  dans  un  champ  magnétique.  —  Amagat.  Sur  la  détermination 

du  rapport— . 

f  Journal  des  Sociétés  scientifiques.  Pte  année  1885.  N.  13-16.  Paris,  4." 
•Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXIX.  Aprii  1885.  London,  8.° 

Stuart.  On  Nitrobenzalmalonic  Acids.  —  Franckland.  On  Chemical  Changes  in  their 
Relation  to  Microorganisms.  —  Francis.  Toughened  Filter-papers.  —  Wells.  A  Quick  Me- 
thod  for  the  Estimation  of  Phosphoric  Acid  in  Fertilisers. —  Ramsay  and  Tudor  Cundall. 
The  Oxides  of  Nitrogen.  —  Sahurai.  Note  on  Methylene  Chloriodide.  —  Wright.  The  Illu- 
minating  Power  of  Methane.  —  Divers  and  Tamemasa  l/aga.  Conversion  of  Pelouze's  Ni- 
trosulphates  into  Hyponitrites  and  Sulphites.  —  Divers.  The  Constitution  of  some  Non- 
saturated  Oxygenous  Salts,  and  the  Reaction  of  Phosphorus  Oxychloride  with  Sulphites  and 
Nitrites.  —  Franckland.  The  llluminating  Power  of  Hydrocarbons.  —  Peritili.  Benzoyla- 
cetic  Acid  and  some  of  its  Derivatives.  Part  IL  —  hi.  Benzoylacetic  Acid  and  some  of 
its  Derivatives.  Part  III. 
f  Journal  of  the  royal  Microscopical  Society.  Ser.  2d  voi.  V,  2.  London,  1885.  8." 

Dallingcr.  The  Presidente  Address.  —  Wrighl.  The   Lantern    Microscope.  —  Maddox. 
On  Some  unusual  Forms  of  Laotic  Ferment-Bacterium  Lactis.  —  Stephcnson.  On  a  Cata- 
dioptric  Immersion  Illuminator. 
'Journal  (Quarterly)  of  the  geological  Society.  Voi.  XL1,  1.  London,  1885.  8." 

Porsyth  Major.  On  the  Mammalian  Fauna  of  the  Val  d'Arno.  —  Pidgeon.  On  recent 


—    CUI    — 

Discoveries  in  the  Submerged  Forest  of  Torbay.  —  Downes.  On  the  Cretaceous  Beds  at 
Black  Ven,  near  Lyme  Begis.  —  Owen.  On  the  Eesemblance  of  the  Upper  Molar  Teeth 
ofNeoplagiaulax  to  those  ofTritylodou.  —  Metcalfe.  On  the  Discovery  at  Creswell 
Crags  of  a  portion  of  the  Upper  Jaw  ofElephas  primigenius  contaiuing  the  first  and 
second  Milk-inolars.  —  Owen.  On  Bemains  of  Elephas  primigenius  from  oneofthe 
Creswell  Bone-caves.  —  Wal/ord.  On  the  Stratigraphical  Positions  of  the  Trigoni»  of  the 
Lower  and  Middle  Jurassic  Beds  of  North  Oxfordshire.  —  Claypole.  On  the  recent  Disco- 
very of  Pteraspidian  Fish  in  the  Upper  Silurian  Eocks  of  North  America.  —  Searle* 
V.  Wood.  On  a  Deposit  of  Pliocene  Age  at  St.  Erth,  near  the  Land's  End.  —  Green.  On 
a  Section  near  Llanberis.  —  Hughes.  On  some  West-Indian  Phosphates.  —  Gardner.  On 
the  Lower  Eocene  Plant-beds  of  the  Basaltic  Formation  of  Ulster. 
niagazin  (Neues  Lausitzisches).  Bd.  LX,  2.  Gòrlitz,  1884.  8.° 

Schónwàlder.  Gflrlitz  im  Jahre  1813.  —  Korschelt.  Kriegsereignisse  der  Oberlausitz 
zur  Zeit  der  franzosischen  Kriege.  —  Knothe.  Die  altesten  Besitzer  von  Turchau  bei  Zittau.— 
Schónwàlder.  Der  Budissiner  Queisskreis. 

•Mémoires  de  l'Académie  de  Nimes.  T  sér.  t.  V,  1882.  Niraes,  1883.  8.°, 
■Mémoires  de  l'Académie  de  Stanislas.  1883.  5  sér.  t.  1.  Nancy,  1884.  8.° 

Adam.  Les  idiomes  nógro-aryen  et  maléo-arien.  —  Morey.  La  vapeur   d'eau  utilisée 
comme  force  motrice  en  Lorraine  dans  le  cours  du  XVIII  siede.  —  Cuvier.  Les  réformes 
de  la  Lorraine  et  du  pays  Messin. 
tMérnoires  de   la   Société    de   Physique  et  d'Histoire   naturelle  de  Genève. 

T.  XXVIII,  2.  Genève,  1883-84.  4.° 

Micheli.  Contribution  à  la  Flore  du  Paraguay.  —  de  Loriol.  Catalogue  raisonné  des 
Echinodermes  recueillis  par  M.  V.  de  Bobillard  à  l'ile  Maurice.  —  de  Saussure.  Prodromus 
Oedipodiorum  insectorum  ex  ordine  Orthopterorura. 
•Mémoires   de    la   Société   des   antiquaires   de   Picardie.   Documents   inédits 

concernant  la  province.  T.  X.  Amiens,  1883.  4.° 

Mnocquc.  Histoire  de  l'Abbaye  et  de  la  ville  de  Saint-Biquier. 
*Mémoires  de  la  Société  nationale  des  antiquaires  de  France.  T.  XLIV.  Paris, 

1883.  8.° 
*Mémoires  du  Comité  géologique.  Voi.  II,  1.  St.  Pétersbourg,  1885.  4.° 

Nikilin.  Aligera,  geol.  Karte  von  Bussland.  Blatt  71. 
'Memoirs  of  the  Museum  of  comparative  Zoòlogy  at  Harvard  College.  Voi.  XI, 

1.  Cambridge,  1884.  4.° 

Wadsworth.  Lithological  Studies.  A  description  and  classification  of  the  Eocks  of  the 
Cordilleras. 
■ì-Minutes  of  proceedings  of  the  Institution  of  Civil  Engineers.  Voi.  LXXIX. 

London,  1885.  8.° 

Jamieson.  Electric  Lighting  for  Steamships.  —  Parsons.  The    working  of  Tramways 
by  Steam.  —  Shellshear.  The  Sydney  Steam-Tramways. 
i-Mittheilungen  aus  d.  Jahrbuche  der  k.  ungar.  geologischen  Anstalt.  Bd.  VII, 

Budapest,  1885.  8.° 

Posewitz.  Die  Zinninpeln  ira  indischen  Oceane.  I.  Geologie  von  Bangka. 
tMittheilungen  der  Anthropologischen  Gesellschaffin  Wien.  Bd.  XIV,  4.  Wien, 

1884.  4.° 

Jel'mek.  Aus  den  Gràberstàtten  der  liegenden  Hocker.  —  v.  Kubinyi  jun.  Das  Urnen- 
feld  von  Felso-Kubiu.  —  Woldrich.  Beitrage  zur  Urgeschichte  Bohmens. 


—    CI.II1    — 

:  Mittheilungen  der  k.  k.  geographischen  Gesellschaft  in  Wien.   1884.  N.  F. 

Bd.  XVII,  Wien,  8.° 

Diencr.  Die  Erdbeben  auf  der  Insci  Ischia  ani  28  Juli  18S3. —  Imma  Slernegg.  Die 
Ausiedelungsformen  in  den  Alpen.  —  W&nsch.  Die  Flussliiufe  des  Komiir,  Gerdschanis 
und  Kelkit.  — Campen.  Der  Ausbruch  des  Krakatau  in  der  Sunda-Strasse  ira  August  1883.  — 
Blumen'.ritt.  Die  Negritos  von  Baler.  —  Muromzow.  Der  Kaukasus.  —  Breker.  Etymologie 
geographischer  Naraen  in  Mexico.  —  l'olakowsky.  Die  Entdeckung  des  Nicaragna-Sees  und 
des  Rio  San  Jnan  de  Nicaragua  (. 522  bis  1540). —  v.  Vohlgemuth-  Die  usterr.  polar  Expe- 
dition  nacb  Jan  Mayen  1882-83. 

^Mittheilungen  der  k.  k.  Màhrisch-schlesischen  Gesellschaft  zur  Beforderung 

des  Ackerbaues,  der  Natur-  und  L  mdeskunde.   1884.  Brunn,  4.° 
'•"Monatsblàtter    des   Wissenschaftlichen   Club    in    Wien.  Jbg.  VI,  7.  AVien, 

1SS5.  4.° 
tNacbiiebten  van  der  konig.  Gesellschaft  der  Wissenschaften  und  der  Georg- 

Augusts  Universitàt  zu  Gòttingen.  1884.  Gòttingen,  4.° 
'Nature.  Voi.  XXX,  n.  783;  XXXI,  n.  784-800.  London,  1885.  4.° 
*Naturforscher  (Der).  Jhg.  XVIII,  10-14.  Berlin,  1885.  4.» 
"Notices  (Montbly)  of  the  r.  Astronornical  Society.  Voi.  XLV,  5.  Marcii,  1885. 
London,  8.° 

von  Oppolzer.  On  the  Proposed  Change  of  the  Astronomical  Day.  —  Vownintj.  On 
the  Right  Ascensious  of  the  Cape  Catalogues  for  1850  and  1880.  —  hi.  On  the  Star  Places 
of  the  Nautical  Almanae.  —  Sadler.  Notes  and  Correction  to  Sir  John  Herschel's  Synopsis 
of  ali  Sir  William  Herschel's  Measures.  —  Nelson.  On  the  Value  of  the  Long  Inequality 
in  the  Motion  of  the  Moon  due  to  the  Disturbing  Action  of  the  Planet  Mars.  —  hi.  Ob- 
servations  of  Barnard's  Coraet  (b  1884)  made  at  the  Natal  Observatory,  Durban.  —  Royal 
Observatory  Greenwich.  Spectroscopic  Results  for  the  Motions  of  Stars  in  the  Line  of  Sigbt, 
obtained  in  the  Year  1884.  No.  Vili.  —  Noble.  Note  on  the  Nautical  Almanae  Dimensions 
of  the  Satumian  System.  —  Royal  Observatory  Edinburgh.  Appendix  to  Report.  —  Spilla. 
Note  on  the  Transit  of  Jupiter's  Satellite  IV..  seen  at  Clapham,  1885,  Feb.  27.  —  Perry. 
Phenornena  of  Jupiter's  Satellites  ,  and  Occnltations  of  Stars  by  the  Moon,  observed  at 
Stonyhurst,  1S84.  —  Marth.  Data  for  a  Graphical  Representation  of  the  Solar  System. 

"^Notulen  van  de  Algemeene  en  Bestiiurs-vergaderingen  van  het  bataviaasch 
Genootscbap  van  Kunsten  en  Wetenschappen.  Deel  XXII,  1884.  Afl.  2,  '■'>. 
Batavia,  8." 

;Ot'iott>  IhineparopcKaro  PyccKaro  reorpaipHiecicaro  06mecTBa  3a  1884  nai.. 
C.-HeTep6ypr"B,    1885.  8.° 

'■'Papers  (Professional)  of  the  signal  service.  N.  XIII.  Washington,  1884.  4.° 

Ferrei.  Temperature  of  the  atmosphere  and  Earth's  Surface. 

+Proceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  S.  Voi.  VII,  3.  March,  1885.  8." 

Johnston.  The  Eilima-Njaro    expedition.  —  Holdich.    Afghan   boundary  Coramission  : 

Geographical  notes.  —  Letters  from  colonel  Prejevalsky.  —  Recent  Dutch  Expeditions  to 

the  uovth  Coast  of  New  Guinea    and    ascent  of  the  River  Amberno.  —  Danish   scientiflc 

Expedition  of  18S4  in  the  Gunboat  •  Fylla". 

fProcessen-verbaal  van  de  gewone  vergaderingen  der  k.  Akalemie  vau  We- 
tenschappen. Afd.  Natuurk.  1883-84.  Amsterdam,  8." 

Bcllettiso-Rendiconti  —  Vol.  I. 


—    CL1V    — 

•;  Repertori  uni  der  Physik.  Bd.  XXI,  3.  Munchen,  1885.  8.° 

Bruche.  Ueber  die  Wahmehinung  der  Gerausche.  —  Thomson.  Die  Grasse  der  Atome.  — 
Corna.  Beob.ichtungen  iiber  den  gegenwartig  sichtbaren  Sonnenring. — Barloli.  Diestrahl- 
ende  Warme  und  der  zweite  Hauptsatz  der  mechanischen  Warmetheorie.  —  Kónig  und 
fìicharz.  Eine  neue  Metbode  zur  Bestiramung  der  Gravitationsconstante. —  Fein.  Elektri- 
sche  Lampeu  fur  Demonstratious-  und  Projectionszwecke. 

:Report   (Animai)    of  the   Yorkshire   Philosoplrical  Society,  for  1884.  York, 

1885.  8.° 
f  Resumé  des  séanees  de  la  Société  des  ingéuieurs  civils.  Séances  du  20  mars 

et  10  avril  1885.  Paris,  8.° 
fRevue  (Nouvelle)   historique   de  droit  francais  et  étranger.  9e  année,  u.  2. 

Mars-avril  1885.  Paris,  8.° 

Gérardiu.  Étude  sur  la  solidarité".  —  Tardif.  Les  auteurs  présumés  du  Grand  coutu- 
mier  de  Normaodie.  —  Bonnardot.  Docuraents  pour  servir  a  l'histoire  du  droit  coutumier  à 
Metz  aux  XIII'  et  XIV'  siècles.  —  Omont.  Catalogue  des  manuscrits  de  la  bibliothèque  de 
Cujas  (1574). 

*Revne  politique  et  littéraire.  3e  sér.  T.  XXXV,  n.  14-17.  Paris,  4.° 
•Revue  seientifique.  Ser.  3"  t.  XXXV,  14-17.  Paris,  1885.  8.° 
f3aniiCKH    HoBopoccificKaro   Ooin,ecTBa   EcTecTBOiicnuTaTejefi.    Tojit>   IX,    1. 
Checca,  1884.  8.° 

CIIHIIOBl).  Oiiticaiiie  hobhxt>  ii  sia.ioiuciijjioBaHHHXT.  *opMt  paiiOBiiin,  usi  TpeTuiHHxi. 
oópa30Baniu  Hoisopoccin.  CTaTbji  ujnaa.  flpyct  nepexoAHuxi  OT.TOJKeiiiii.  —  M1IK.1AUIEBCKI1I. 
MaTepia.iH  j.ia  Feo.ioriu  r.TyxoBCKaro  ys3ja  ^epHnroBcitoìi  ryóepuin.  —  AH,2,PyCOBT>. 
3aMSTKa  o  reo/ioi'mecKnx'B  nacnaoBamaxi  m,  oitpecTHocTflxi.  r.  Kepin.  —  K.IOCCOBCKII1. 
IhicTpvKuiH  j.ia  imaiKnema  ocajKOB-B,  rpo3l  n  rpaia.  —  IIEPEflCYIABUEBA.  0  pa3BnrÌH 
lio.ioBparoKb. 

•Science.  Voi.  V,  n.  111-115.  Cambridge  Mass.  1885.  4.° 

111.  Trowbridge.  The  Jefferson  physical  laboratory. — ■  James.  Evidences  of  beaches 
in  the  Cincinnati  group.  —  Hudson-Bay  Eskimo.  —  112.  John  Bloomfield  Jervis.  — 
Lawell.  The  New  Palace  at  Sòul,  Korea.  —  Galscìiel.  The  Yuchi  tribe  of  Indians,  and 
its  language.  —  Becent  investigations  upon  cbolera.  —  Frora  Suakin  to  Berber.  —  The 
topography  and  geology  of  the  Hudson-Bay  region.  —  113.  The  relation  of  microbes 
to  life.  —  Stone.  The  eli  mate  of  the  Egyptian  Sudan.  —  The  Caroline  Island  eclipse  expe- 
dition.  —  Derby.  The  physical  features  of  Brazil.  —  The  last  cruise  of  the  Albatross  in 
the  Gulf  of  Mexico.  —  Technical  instruction  in  America.  ■ —  114.  Proul.  An-estimate  of 
General  Gordon's  scientific  characteristics.  —  Stone.  The  route  from  Suakin  to  Berber.  — 
The  Island  of  Cozumel,  —  Armsbij.  Errors  in  digestion  experirnens.  —  Thurslon.  The 
status  of  aeronautics  in  1884.  —  Derby.  The  drainage  system  of  Brazil.  —  115.  Civil  and 
astronomical  time.  — ■  Greely.  The  scientific  results  of  the  Lady  Franklin  Bay  expedition. — 
Parker.  Footprints  in  the  rocks  of  Colorado.  —  Successful  extraction  of  a  bullet  from 
the  brain. 

ìSitzungsberichte   der   k.    preuss.   Akademie   der   Wissenschaften  zu    Berlin. 

1884-85,  XL-LIV.  Berlin,  8.° 

Kohlrausch.  Die  elektrische  Leitungsfàhikeit  des  im  Vacunra  destillirten  Wassers.  — 
Siemens.  Beitràge  zur  Theorie  des  Magnetismus.  —  Voigt.  Neue  Bestimmungen  der  Ela- 
sticitats-Constanten  von  Steinsalz  und  Flussspatb.  —  Dillmann.  Die  Kriegsthaten  des  Konigs 


—    CT.V    

•  Amda-Sioii  gegen  die  Maslim.  —  Sc'iwendener.  Zur  Lehre  von  dei'  Festigheit  der  Ge- 
wachse.  —  Kronecker.  Die  Periodensysteme  von  Functionen  reeller  Variabeln.  — •  Behrmann 
und  Hofmann.  Umwandlung  der  Citronensiìure  in  Piridin-Verbiudungen.  —  Weslernvtier. 
Untersuchungen  iiber  die  Bedeutung  todter  1Mb  ren  und  lebender  Zellen  fur  die  Wasser- 
bewegung  in  der  Pflanze.  —  Kayser.  Ueber  Blitzphotographien. —  Waltenbach.  Die  Tran- 
slatio  Alexandri  et  J Listini .  —  Frilsch.  tJeber  dén  Angelapparat  des  Lophius  piscatorius.  — 
Kirchlio/f.  Ueber  einige  Anwendaagen  der  Theorie  der  Formanderung,  welche  ehi  Korper 
erfShrt,  wenn  er  magnetisch  oder  diSlektrisch  polarisirt  wird.  —  Fuchs.  Ueber  eine  Forni. 
in  welche  sich  das  allgemeine  Integrai  einer  Dirl'erentialgleichung  erster  Ordnung  bringen 
làsst,  wenn  dasselbe  algebraisch  ist.  —  Kronecker.  Xaherungsweise  ganzzahlige  AuflOsung 
linearer  Gleichungen.  —  von  Helmholz.  Verallgemeinerung  der  Sàtze  uber  die  Statik  niu- 
nocyklischer  Systeme.  —  Konìg  und  Richars.  Eine  neue  .Methode  zur  Bjstimmuug  der  Gra- 
vi tationsconstante. —  Hofmann.  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Coniin-G ruppe. —  Gonze.  Die 
pergamenisehe  Bibliotliek.  —  Kronecker.  Nàherungsweise  ganzzahlige  Auflo.sung  linearer 
Gleichungen. 

:.Sitzungsbeni3hte    der   phys.  raeJ.  Societiit  zu  Erlangen.   1G  Heft.  Erlangen, 
1SS4.  8.° 

•Tidskrift  (Entomologisk).  Arg.  V.  3,  4.  Stockbolm,  1881.  8." 

3.  Sandali.  Den  Entomologiska  FOreningens  sammankouist  den  10  maj  1881.  —  Ho/gren, 
och  Nordstrom.  Revisionsberiittelse  forar  1883.  —  Thedenius.  Leucania  straminea  Treitsche, 
en  fòr  Skandinavien  ny  Noctuid. —  Wallengren.  Forteckning  ,1  de  Limnophidae,  Apatani  1." 
och  Sericostom.itid«  som  hittills  blifvit  fauna  p.i  skandinaviska  halfon.  —  Sandberg.  Fort- 
satte  iagttagelser  over  arktiske  sommerfugles  inetamorphoser.  —  Lampa.  Anteckningar  oni 
sallsyntare  svenska  Lepidoptera.  —  Holmgren.  Grasmasken,  nagra  ord  med  anledning  af 
denna  skadeinsekts  upptradande  i  Norrland  1SS3. —  Sandahl.  Zeuzera  pyrina  L. —  Reuier. 
Kntomologiska  meddelanden  fr°n  Societas'  prò  Fauna  et  Flora  Fenilica  samniantraden  aren 
1882  ocli  1883.  —  4.  Rentier.  Finlands  och  den  skandinaviska  lulions  Hemiptera  Het:- 
roptera.  —  Andersson.  Iaktt.igelserofver  nàgra  insekters  lefnadsforhallanden.  —  Sandahl. 
Xekrolog  Ofver  Anders  Fredrik  Regoell.  —  v.  Post.  Bidrag  till  Dodskallefjarilens  (Ache- 
rontia  Atropos)  lefnadshistoria.  —  Rader.  Species  Capsidarnm,  qnas  legit  expeditio 
•lanica  Galateae. —  Spangberg.  Orchestes  populi  L.  i  Gelletrakten. 

:  Tijdschi-irt    voor   Indisehe   Taal-   Land-  en  Volkenkunde.  Deel  XXIX,  •".,  6. 
Batavia,  1884.  8.° 

Goossens.  Eeis  naar  de  zuidelijke  nederzettiugeu  van  Groot-Atjeh.  — Negoro.  Beschrij- 
ving  van  het  district  Salem  en  in  het  bizonder  van  het  gehueht  Goenoeng-Sagara.  —  vati 
Uphuijsen.  Woordenlijst  van  de  taal  der  Loeboes.  —  Schol.  Het  stroomgebied  der  Katenia  i. 
Bijdrage  tot  de  kennis  van  Oost-Sumatra. 

'Verhaudluugeu  dei-  Berliner  Gesellschaft  fur  Anthropologie,  Etimologie  und 
Urgeschichte.  Sit.  20  Dee.  18S4.  Berlin,   8.° 

';"Verhandlungen    des    k.    k.    Zoologisch-botaniscben    Gesellschaft    in    Wien 

Bd.  XXXIV,  Wien,  1885.  8.° 

Brauer.  Entomologische  Beitrage.  —  Drasche.  Ueber  ein  Mblguliden  der  Adria.  — 
llandlirsch.  Zwei  neue  Dipteren.  —  Heller.  Zur  Biologie  des  Anisarthron  barbipes. — 
Keferslein.  Der  Boinbyx  oder  Bombylias  des  Aristoteles  uh  Siede  hervovbringendes 
Insect.  —  Keyserling.  Neue  Spinnen  aus  Amerika.  —  Kohl.  Die  Gattungen  der  Pompiliden 
und  uer  Larriden.  —  Móschler.  Die  Nordamerica  unii  Europa  gemeinsam  angehOrenden  Lepi- 
dopteren.  — ■  Reinhard.    Zwei   seltene   Giraud'schc    Hymenopterengattungen.  —  Bsc'i   uni 


—    CLVI    — 

Breidler.  Trochobryum    nov.   gen.   Seli  geri  acearum.  —  Hackel.   Ruscus  Hypo- 
glossum  L.  —  Pfurtschelkr.  Beitrage  zur  Anatomie  der  Conifereuhulzer.  —  Voss.  Neue 
Beitrage  zur  Kenntniss  der  Lenticellen. 
+VerÌandlungen  des  naturhist.  Vereines  der  preuss.  Rheinlande  und  Westfa- 

lens.  Jhg.  XLI,  2.  Bonn,  1884.  8." 

Scìienck.  Die  Diabase  des  oberen  Ruhrthals  und  ihre  Kontakterscheinungen  rait  deni 
Lenneschiefer.  —  v.  Diickcr.  Ueber  die  Ursache  grosser  Verschiebungen  und  der  grossen 
Bewegungen  in  dei-  Erdrindé  iiberhaupt.  —  Sedheim.  Verslag  omtrent  een  geologisch  on- 
derzoek  van  de  gronden  in  de'  Betuvve.  —  Wedekind.  Fossile  Holzer  ira  Gebiete  des  Westfal. 
Steinkohlengebirges.  —  Nóggeralh.  Die  intermittirende  heisse  Springquelle  zu  Neuenahr 
in  der  Rheinprovinz.  —  vom  lìath.  Mineralogisclie  Notizen.  —  Schemmann.  Beitrage  zur 
Flora  der  Kreise  Bochum.  —  Mailer.  Ein  Beitrag  zur  Lebensgeschichte  der  Dasypoda 
liirtipes. 
'Verslagen  eu  Mededeelingen  der  k.  Akadernie  van  Wetenschappen.  Afd.  Na- 

tuurk.  2  Reeks  D.  XIX,  XX.  Afd.  Letterk.  3  Recks  D.  I.  Amsterdam, 

1884.  8.° 

xix.  Grinwis.  De  bewegingsvergelijkingen  van  het  electromagnetische  veld,  in  ver- 
band  met  de  theorie  van  Maxwell.  —  Behrens.  Ueber  eigenthumliche  Krystallgebirge  in 
eiuem  vulkanischen  Gestein  von  der  Insel  Timor.  —  Slieltjes.  Over  de  quadratisele  ontbin- 
ding  van  priemgetallen  van  den  vorm  3/i-t-l. —  Me^s.  Uitkomsten  van  waarnemingen  met 
den  piezometer.  —  Le  Paige.  Sur  les  surfaces  du  troisième  ordre.  —  Oudemans.  Het  problema 
van  Snellius  opgelost  door  Ptolemaeus.  —  xx.  GiUay.  Het  polariseeren  van  telefonische 
ontvangers.  —  Korleweg.  Over  de  banen  besehreven  onder  den  invloed  eener  centrale 
kracht.  —  de  Boer.  Discussie  de  algemeene  vierde-machtsvergelijking,  —  i.  Kern.  Over 
eenige  onde  sanskritopschriften  van  't  maleiscbe  schiereiland.  —  Hoekstra.  Het  vadersebap 
van  het  vijfJe  olyinpische  zegelied  van  Pindarus.  —  Bool.  Tot  verklaring  en  kritiek  van 
boek  VII  en  Vili  der  natuurbeschrijving  van  riinius.  —  Francken.  Dezonedips  van  En- 
nius.  —  tea  Hate,  Sur  la  synonymie  ethnique  et  la  toponymie  chez  les  Indiens  de  l'Amériquo 
du  Nord. 

'•Wochensclirift  d.  òsterr.  Ingenieur  und  Architekten-Vereins.  Jhg.X,  n.  14-17. 

Wien,  1885.  4.° 
■Zeitschrift  der  osterr.  Gesellschaft    tur  Meteorologie.  XX  Bd.   Aprii  1885. 

Wien,  4.° 

Woeikojf.  Die  Regenwerhàltnisse  des  malayiscben  Archipels. 

•Zeitschrift  des    ost.    Ingenieur-  und  Architekten-Vereins.  Jhg.  XXXVII,  1. 
Wien,  1884.  8.° 

Leonhardl.  Das  neue  konigliebe  Opernhaus  in  Budapest,  erbaut  von  Nicolaus  Ritter 
von  Ybl,  und  desseu  Biihnen-Einrichtung  nach  System  „Asphaleia".  —  Usuiseli.  Die  Ket- 
tenschifffahrt  anf  der  oberen  Donau.  —  Pranl.  Die  Auswechslung  der  Einsenconstruction 
des  Stranover  Viaductes.  —  Salaba.  Ueber  die  Construetion  der  Massenbeschleunigungen 
ini  Kurbelmechanismu?.  —  Pierre.  Die  neuen  absoluten  Einheìten  des  internatioualen 
elekti'ischen  Congresses  von  Jahre  1881. 

•Zeitschrift  fur  Naturwissenschaften.  4  F.  Bd.  Ili,  6.  Halle,  1884.  8." 

Schwegmann.  Entstehung  und  Metamorphose  der  Wirbelsaule  von  Rana  tempora- 
via.  —  Kramer.  Zu  Tarsonemus  von  Flemining. 


—  CI. VII  — 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  maggio  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

'Ardissone  F.  —  La  vegetazione  terrestre  considerala  nei  suoi  rapporti   col 
clima.  Milano,  1885.  8.° 

•Argentina  N.  —  Francesca  Forleo-Brayda  pittrice  francavillese  1779-1820. 
Lanciano,  1885.  8.° 

'Atti  della  Giunta  per  la  inchiesta  agraria  e  sulle  condizioni  della  classe  agri- 
cola. Voi.  XII,  2,  3;  XIII,  1. 1,  3.  Roma,  18S5.  4.° 

'Bordelli  G.  —  Alcune  formule  sui  momenti  d'inerzia  dei  poligoni  piani.  Mi- 
lano, 1885.  8.° 

'Bassani  F. —  Sulla  probabile  esistenza  del  gen.  Carch arodo  n  nel  mare 
titonico.  Milano,  1885.  8." 

'  Id.  —  Intorno  ad  un  nuovo  giacimento  ittiolitico  nel  monte  Moscai  (Vero- 
nese). Padova,  1885.  8." 

'Bombice/.  L  —  Corso  di  litologia,  filoni  metalliferi,  rocce,  pietre  edilizio, 
marmi.  Bologna,  1885.  1<3.° 

'LI.  —  Sulle  superficie  elicoidi  e  paraboloidi  nei  romboedri  detti  selliformi 
di  dolomite  e  di  altri  carbonati  anidri.  Bologna,  1885.  4.° 

'Bilanci  comunali  per  l'anno  1882.  Roma,  1884.  4." 

*Cantù  C.  —  Beccaria  et  le  droit  penai.  Trad.  par  J.  Lacointa  et  C.  Dei- 
pech.  Paris,   1885.  8.° 

■l'.tpellini  G.  —  Resti  fossili  di  Dioplodon  e  Mesoplodon.  Bologna,  1885.  4." 

*Casti  H.  —  In  D.  Johaunem  Capistranensem  strenuum  Albae  Graecae  libe- 
ratorem  epinicio!].  Aquilae  in  Vestinis,   1885.  8." 

'Comparetti  D.  —  Leggi  antiche  della  città  di  Gortyna  in  Creta  scoperte 
dai  dott.  F.  Halbherr  ed  E.  Fabricius.  Firenze,  1885.  4.° 

•  Delti gnoso  G.  —  L'obbligazione  illimitata  dei  Soci  studiata  in  confronto 
della  personalità  giuridica  della  Società.  Palermo,  1885.  8.° 

;  Elenco  dei  fari  e  fanali  nelle  coste  del  Mare  Mediterraneo,  Mar  Nero  e  Mare 
d'Azof.  1885.  Genova,  4.° 

'Fiordispini  P.  —  Rendiconto  statistico-clinico  del  Manicomio  di  Roma  pel 
setteuio  1874  al  1880.  Roma,  1884.  4.° 

'Garibaldi  P.  M.  —  Variazioni  ordinarie  e  straordinarie  del  magnete  di  de- 
clinazione diurna  osservate  in  Genova  nel  periodo  1872-84.  Genova, 
1885.  4." 

■  ii0,j  />.  _  il  dottor  Beggiato.  Commemorazione  1  tta  nell'adunanza  del- 
l'Accademia olimpica  del  22  giugno  1883.  Vicenza,  1885.  8.° 

•Martone  M.  —  Dimostrazione  dei  teoremi  dello  Stewart.  Napoli,  1885.  8." 


—  CT.V1I1  — 

*Mocenigo  A.  G.  —  Passaggio  della  voce  attraverso  telefoni  di  circuito  diverso 
per  induzioni  elettro-magnetiche.  Vicenza,  1885.  8." 

*  Paoli  B.  —  Esposizione  storica  e  scientifica  dei  lavori   di   preparazione  del 

Codice  penale  italiano  dal  1866  al  1884.  Lib.  I,  II.  Firenze,  1884-5.  8.° 
*Perotti  N.  —  Profilassi    della    difteria.  Nuova    cannula   per  insufflare  pol- 
veri medicamentose.  Napoli,  1885.  8." 

*/(/. Può  diventare  Nettuno  una  stazione  climatica  invernale?  Roma.  1885.  8." 

" Pietrogrande  G.  —  Lapidi,  lucerne,  anfore,  e  bolli  nel  museo  di  Este  e  nel 

territorio  atestino.  Venezia,  1885.  4.° 
*Ragnisco  P.  —  Un  autografo  del  cardinale  Bessarione.  Venezia,  1885.  8.° 
*Ragona   D.  —  Il  «  foehn  »  del  6  marzo  1885.  Modena,  1885.  8.° 
♦Relazioni  della  Commissione  d'inchiesta  su  gli  infortuni  del  lavoro  nel  1883 

e  1884,  e  la  responsabilità  degli  imprenditori.  Milano,  1885.  8.° 
* Romiti  G.  —  La  cartilagine  della  piega  semilunare  ed  il  pellicciaio  nel  negro. 
Pisa,  1885.  8.° 

*  /,/.  —  Nuove  osservazioni  sulla  struttura   dell'ovaia  [umana.  I.   Il  rivesti- 

mento epiteliale  ed  il  suo  significato.  Pisa,  1885.  8.° 

*  Rossi  A.  —  Discorsi  pronunciati   al   Senato   sui  provvedimenti  per   la  crisi 

agraria.  Roma,  1885.  4." 

'Rucellai  F.  G.  —  Il  Giubileo  dell'anno  1450.  Con  avvertenza  di  G.  Mar- 
cotti.  Firenze,  1885.  4." 

*jd.  —  Un'ambasciata.  Diario  pubblicato  da  G.  Tempie-Leader  e  G.  Mar- 
cotti.  Firenze,  1884.  4.° 

*Soulier  E.  —  Saggi  di  filosofia  ante-socratica.  Eraclito  Efesio.  Roma, 
1885.  8.° 

'Statistica  delle  Banche  popolari.  Stato  delle  banche  alla  fine  del  1883  e 
movimento  degli  affari  durante  gli  anni  1881  e  1882.  Roma,  1885.  4.° 

'  Tempie-Leader  G.    —  Libro  dei  Nobili  Veneti.  Firenze,  1884.  8.° 

*  Zanotti-Bianco  0.  —  Il  problema  meccanico  della  figura  della  terra  esposto 

secondo  i  migliori  autori.  Parte  1  e  II.  Torino,  1885.  4.° 
■ '/Agno  de  A.  —  Due  nuovi  pesci  fossili  della  famiglia  dei  balistini  scoperti 
nel  terreno  eoceuo  del  Veronese.  Napoli,  1884.  4." 

Pubblicazioni  estere. 

*Allard  A.  —  La   crise.  La  baisse   des  prix.  La  monnaie.  Paris,  1885.  4." 
^Allg&uer  0.   —  Kritische  Darstellung  der  Lehre  vom  Schuldanerkennungs- 

vertrage  nach  romischem  und  gemelnem  Recute.  Luzern,  1884.  8.° 
■BahlerA.   —  Ueber  das  Bergapten.  Biel,  1S84.  8." 
ì  Bégoune  A.  —  Ueber  Gefàssversorgnug  der  Kropfe  mit  besonderer  Beriick- 

sicbtigung  der  Struma  cystica.  Leipzig,  1884.  8.° 

*  Berli nerblau  J.   —  Ueber  die   Einwirkung    von    Chlorcyan    auf  ortho-  und 

Paraainidophenetole.  Dresden,  1884.  8." 


—    CLIS    — 

^Borel  G.  —  Contributions  a  l'étuda  des  asymétries  du  visage  et  de  l'bémia- 

tropbie  faciale   progressive.  Genève,  1885.  8.° 
' '  Bott  M.  —  Beitrage  zur  Sublìmatwundbehandlung.  Solothurn,  1884.  8.° 
^Bourquin  A.  —  Untersucbungen  ueber  die  Rhodaninsàure  und  ihre  Spaltungs- 

produkte.  Bern,  1884.  8." 
t Carrara  H.  —  Beitrag  zur  Anatomie   und  Patbologie  der  Kleinen   Labieu. 

Stuttgart,  1884.  8.° 
+Carte  géologique  de  Belgique.  Bruxelles,  Dinant,  Natoye,   Clavier,    Bilsen. 

Bruxelles,  1883. 
ìCaumonl   F.  — Ueber  Behandlung  cbroniscber  Gelenkentzundungen  an  der 

unterò  Extremitàt  mit  und  oline  Resection  unter  speeieller  Beri'ieksich- 

tigung  der  definitiven  Endreaultate.  Leipzig,  1883.  8." 
■('orna:  A.  —  Zur  Statistik  der  Fraeturen  an  den  Extremitaeten.  Neucbatel, 
1884.  4.n 

•  Draper  H.  —   On  tbe  use  of   Carbon    bisulphide  in    prisms.  New   Haven, 

1885.  8.° 
'  Fetscherln  P.  —  Ueber  Ovarialtumoren    als  Compilation    von   Schwanger- 

scbaft  und  Geburt  aufGrund  von  sieben  in  der  bernischen  geburtshiil- 

flichen  Klinik  beobachteten  Fallen.  Bern,  1884.  8.° 
*FrankeJ.  N.  —  Jan  Brozek  akademik  Krakowski  1585-1052.  W  Krakowie, 

1884.  8.° 

•  Carré  C.  —  Ueber  Drùsentuberkulose  und  die  Wicbtigkeit  friihzeitiger  Ope- 

ration.  Leipzig,  1883.  8.° 
^Glause  A.  —  Zur  Kenntniss  der  HemmungsmeGhanisiuen  des  Heizens.  Beni, 

1884.  8." 
■Halperson   C.  —  Beitrage  zur  elektrischen  Erregbarkeit  der  Nerveufaseru. 

Bern,  1884.  8.° 

•  Huggins   li'.  —  The  solar  corona.   London,   1885.  S." 

* Kalaschnikoff-Frakmann   l.  —    Ueber  die  Wendung  auf  den    Fuss.  Beni, 

1884.  8.° 

■  Krasinskj  A.  S.    —    Slownik    synonimów    Polskicli.   T.    1.   W.   Krakowie, 

1885.  4.° 

'■  huhe  F.  —  Ueber  den   Einfluss  der  Warme    und  Kalte   auf  verscbiedene 

irritable  Gewebe  warm-  und  kaltblutiger  Thiere.  Bern,  1884.  8.° 
' ■Ladigin  Speransky  B.  —  Ueber  rupturen  zwischen  CHtoris  u.  Urethralmtin- 

dung  wàhrend  der  Geburt.  Beni,   1S84.  8." 
MyKAmEBHYB  II.  — ■  06-biiCHeiiii'  AccHpificKHX'b   inicin..  lìiem..   1868.  8.° 
'hi.  —  KopHce.TOB'B  rpeiecicaro  a3KUta.  luVin..    1869.  s.° 
' /./.  —  KopHecjoBi  JlaTHHCKaro  a3HKa.  KieBi,   L871.  8.° 
*Id.  —  Mhhmhh  llHiio-repMaHcKiri  jiipi.  iijii  nrniiiiwe  Harajio  h  of5pa30BaHÌe 
jisuKOBi.  HÌMen,Karo,  AHMificicaro,  ^pannyscKaro  11    ip.\nivi.  ;!ana;i,iio- 

EBpnueÌR'KIIN'1..    liil'Ii'I..     1873.    8.° 


—   CLX    — 

*]d.  IIpiiHiiHa  HeHaBHCTH  AHrjiiHaHi»  ut.  C.TaBaHCKiiMi,  HapoflaMi.  KieBt 

1877.   8.° 
•  /,/.  —  H3C.TÈAOBaHÌe  o  Be.iHKOMi,  ro^i  cojmua  h  o  ero  raaiOBHAHOMi,  roA'fe. 

KieBi,  1882.  8.° 
»Jd.  —  KopHecJiOB'B  EBpencKaro  ,H3MKa.  KieBi.,   1882.  8.° 
"  Lutkowsky  M.  —  Einige  statistisehe  Daten  ueber  dea  Einfluss  der  Syphilis 

der  Mutter  auf  den  Verlauf  der  Schwangerschaft.  Bern,  1884.  8.° 
-;•  Miéville  E.  —  Nouvelle    méthode    de    détermination    quantitative  du    sens 

chromatique.  Paris,  1884.  8.° 
•Monumenta  Poloniae  historica.  T.  IX.  Lwów,  1884.  4.° 
*Monuments  préhistoriques  de  l'ancienne  Pologne.  lère  serie.  Kusse  royale  par 

G.  Ossowski.  3e  livr.  Cracovie,   1885.  4.° 
fOberholzer  J.  —  Ueber   die   neuesteu  Behandlungs   Methoden  bei  querem 

Brucli  der  Kniescheibe.  Bern,  1884.  8.° 
''Perregaux  E.  —  Einiges  uber  die  Lippenmuskulatur  der  Saugethiere.  Bern, 

1884.  8.° 

■  Petit-pierre  L.  —  Des  conditions  des  formalités  du  mariage  et  de  ses  eftets 
sur  la  capacité  des  époux  au  point  de  vie  du  droit  international.  Neu- 
chatel,  1884.8.° 
:  Peyer  A.  —   Ueber  die  Diarrhoea  cbronica  nervosa.  Basel,  1884.  8.° 
*Pickering  C.  —  Light  of  Comparison  Stars  for  Vesta.  New-Haven,  1884.  8.° 
-  /,/.   _   Observations  of  variable  stars  in  1884.  Philadelphia,  1885.  8.° 
*Pickering  W.  //.  —  An  attempt  to  photograpb  the  Corona.  Cambridge  Mass. 

1885.  8." 

-''Ragazzi  C.  —  Recherches  anatomiques  sur  le  goìtre.  Milan,  1884.  8.° 
f  lìath  G.  vom  and  Genth  F.  A.  —  Ou   the  Vanadates  and  Jodyrite.   Phila- 
delphia, 18S5.  8." 
*Report  of  the  scientific  results  of  the  exploring  woyage  of  H.  M.  S.  Chal- 
lenger 1873-76.   Narrative  of  the  emise.  Voi.  I,    part.    1,  2.  London, 
1885.  4.° 
■Sclaveizer  A.  —    Beitnige   zar    Kenntniss   hoherer  Fettsauren.    Ueber    die 

octdecyl-  und  nondecylcarbonsi'uire.  Halle   a.  S.  1884.  8." 
*Schwickert  J.  J.  —  Zum  Frieden  zwischen  Philosophie  und  positive  Religion. 

Bonn  (Trier),  1885.  8.° 
*Spinnler  E.  —   Das  Wachsthum  der  Tabakpflanze.  Bern,  1884.  8.° 
•Sprawozdania  komisyi  jezykowéj  Akad.  Umiei.  T.  III.  W  Krakowie,  1884.  8.° 
'■Steck  B.  —  Zum  Jobannesevangelium.  a)  Die  Dauer  der  òffentlichen  Wirk- 
samkeit  Jesu;  b)  Die  Perikope  von  der  Ehebrecherin.  Bern,  1884.4.° 
Stefanescu  Gr.  —  Entomologia  romàna.  Coleopterele  de  pe  Domeniulù  Bros- 

teni  din  Judetulù  Sucéva.  Bucuresci,  1885.  4." 
•  Studer  A.  —  Die  nichttodtlichen  Korperverletzungen  in  forensischer  Bezie- 
huug.  Bern,  1884.  8.° 


—    CLX1    — 

^Telbisz  J.  —  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Sebacinsiiure.  Budapest,  1884.  8." 
'Wessner  G.   —    Chronisehe    Herzkrankheiten    und    Puerpeiiuin.   S'  Gallen, 

1884.  4.° 
*Zbiór  vriadomosci  do  antropologii  Krajowéj.T.  Vili.  W  Krakowie,  1884.  8." 
■  Zvetaieff  Joh.  —  Inscriptioues  Italiae  medine  dialecticae.  Cum   tab.   Lipsiae, 

1884.  4.° 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  maggio  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

•Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Aimo  1855,  n.  10.  Roma,  4." 

Codwci  Pisanelli.  L'ordinamento  delle  casse  di  risparmio  in  Germania  e  specialmente 
in  Prussia. 

'Annali  della  Società  dei  zootecnici  italiani.  Anno  IV,  n.  1.  Milano,  1885.  8." 
Bissi.  Studi  zoologici  e  zootecnici  sulle  razze  animali  della  provincia  di  Trapani. 

'Annali  di  agricoltura,  1885,  u.  91.  Roma,  1885.  8.° 

Gigliati.  Relazione  sul  primo  Congresso  ornitologico  intemazionale    tenuto  a  Vienna 

dal  27  al  14  aprile  1884. 

f  Annali  di  chimica  medico-farmaceutica   e   di   farmacologia.  1885.  N.  4-5. 

Milano,  8.° 

Spica.  Ricerche  sulla  diosma  crenata.  —  Discaro.  Osservazioni  sulla  determinazione 
volumetrica  del  cloro  col  processo  del  Molir.  —  Mimavi.  Sopra  alcuni  nuovi  acidi  solfo- 
uici.  —  Giocosa.  Sui  nitrili  aromatici  e  grassi  nell'organismo  (fine).  —  Bufalini.  Sulla  pre- 
parazione della  ioJoemina.  —  hi.  Sul  potere  curarico  dell'ioduro  di  tetraetilainmonio.  ■ — 
Cervello.  Sull'adonis  cupaniana.  —  hi.  Azione  comparativa  tra  gli  idrati  di  trimetilossetil  e 
trimetilvinilammonio. 

•Archivio  storico  italiano.  Ser.  IV,  t.  XV,  disp.  3\  1S85.  Firenze,  8." 

Gorrini.  Lettere  inedite  degli  ambasciatori  fiorentini  alla  Corte  dei  Papi  in  Avignone 
(anno  1340).  —  Ferrai.  Il  processo  di  Pier  Paolo  Vergerio.  —  Neri.  Il  forte  di  Sarza- 
nello.  —  Mancini.  Di  un  Codice  artistico  e  scientifico  del  quattrocento  con  alcuni  ricordi 
autografi  di  Leonardo  da  Vinci. 

*Atti  della  r.  Accademia  di  scienze  morali  e  politiche  di  Napoli.  Voi.  XVIII, 
XIX.  Napoli,  1884-85.  8." 

xix.  Ciccane.  La  questione  sociale  economica.  —  Jaja.  L'unità  sintetica  Kantiana  e 
l'esigenza  positivista.  —  Peperc.  I  parlamenti  feudali  e  il  sistema  rappresentativo.  — 
Ciccone.  Del  valore  d'uso  e  del  valore  di  scambio.  —  Arabia.  Del  diritto  di  punire  secondo 
la  scuola  positiva. 

"Atti   della   Società   toscana   di   scienze   naturali.   Processi    verbali.    Ad.  del 
22  marzo  1885.  Pisa,  4.° 
Atti  del  r.  Istituto  d'incoraggiamento  alle  scienze  naturali,  economiche  e  tecno- 
logiche di  Napoli.  3a  serie,  voi.  111.  Napoli.  1884.  8.° 
Mi.  Sull'ultima  invasione  colerica  in  Egitto.  —  Zinna.  Azione  dell'ipermanganato 
di  potassio  sulla  paraffina.  —  Depérais.  Nuovo  metodo  di  trattamento  del  sego  grezzo.  — 

Buuettino-Rendicokti  —  Vol.  I.  21 


—  clxii  — 

Miraglio.  La  proprietà  industriale.  —  Comes.  Sulla  gommosi  nei  fichi  del  Cilento.  —  Sem- 
mola.  Nuove  esperienze  sull'elettrolisi.  —  Dono.  Nuovo  metodo  per  calcolare  la  longitu- 
dine. —  Comes.  Sulla  malattia  del  pomodoro.  —  Ciccone.  Due  nuovi  teoremi  di  fisica.  — 
Nobile.  Esame  micrometrico  di  alcune  stelle.  —  Sommala.  Sullo  spegnimento  della  luce 
elettrica. 

+Atti  e   Memorie   della  r.   Deputazione   di   storia   patria  per  le  provincie  di 
Romagna.  3a  ser.  voi.  II,  5,  6.  Bologna,  1884.  8.° 

Gozzadini.  Degli  scavi  e  ritrovamenti  di  antichità  fatti  nella  provincia  bolognese  du- 
rante l'anno  accademico  1883-84.  —  Ricci.  Il  vecchio  teatro  del  pubblico  in  Bologna 
(1547-1788).  —  Malvezzi.  11  diario  meteorologico  di  Andrea  Pietramellara  per  l'aDno  1524.  — 
Albicini.  Bologna  secondo  la  cronaca  di  Pietro  di  Mattiolo. 

'Atti  e  Memorie  della  Società  istriana  di  archeologia  e  storia  patria.  Anno  1, 
1884.  Parenzo,  4.° 

Cleva.  Notizie  storiche  del  duomo  di  Pola.  —  Pulgher.  Cimeli  ritrovati  negli  scavi 
del  duomo  di  Pola.  —  Luciani.  Iscrizioni  romane  scoperte  nel  1884.  —  GregoTutti.  La 
tessera  ospitale  di  Parenzo.  —  Amoroso.  I  castellieri  istriani  e  la  necropoli  di  Verino. 

'Bollettino  consolare  pubblicato  per  cura  del  Ministero  per  gli  affari  esteri. 

Voi.  XXI,  4.  Roma,  1884.  8.° 

Durando.  Commercio  degli  agrumi  in  Trieste.  —  Derìone  di  Sambuy.  Navigazione 
italiana  a  Fiume  del  18S4.  Commercio  marittimo.  —  Vertami.  Movimento  generale  del 
canale  di  Suez,  durante  il  primo  trimestre  dell'anno  corrente.  —  De  Boccard.  Importazioni 
ed  esportazioni  per  e  da  Salonicco  nel  1884.  —  De  Goyzueta.  Movimento  della  navigazione  e 
del  commercio  italiano  nel  distretto  consolare  di  Singapore  nel  1884.  —  Breen.  Costruzione 
navale  sul  Clyde,  durante  l'anno  1884.  —  Bozzoni.  Rapporto  sul  movimento  commerciale 
nel  porto  e  della  presidenza  di  Bombay,  durante  l'anno  amministrativo  1884.  —  Lacherstein. 
Alcuni  cenni  sulle  attuali  condizioni  della  Nuova  Caledonia.  —  Finzi.  Prospetto  delle  balle 
di  pelli  spedite  da  Shanghai  ai  porti  italiani  durante  il  4°  trimestre  del  1884. 

+  Bollettino  decadico  dell'Osservatorio  centrale  del  Collegio  C.  Alberto  in  Mon- 

calieri.  Anno  XIII,  1883-84,  n.  9.  Torino,  4.° 
*  Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  9-11. 

Napoli,  1885.  4.° 
•Bollettino  del  Club  alpino  italiano  per  l'anno  1884.  Voi.  XVIII,  n.  51.  To- 
rino, 1885.  8.° 

Spanna.  11  Margozzolo  e  il  Mottarone.  —  Barelti  e  Sacco.  Il  Margozzolo.  —  Cita. 
Le  piccole  industrie  del  Vicentino.  —  Abbate.  Su  e  giù.  —  Sella  A-  L'alpinismo  al  prin- 
cipio del  1600.  —  Baer.  Questioni  di  diritto  intorno  ai  ghiacciai.  —  Vesco.  Mémoire  sur 
les  premières  ascensions  du  Mont  Rose.  —  Sacco.  Nuove  caverne  ossifere  e  non  ossifere 
nelle  Alpi  marittime.  —  Issel.  Delle  osservazioni  da  eseguirsi  per  lo  studio  dei  movimenti 
secolari  del  suolo.  —  De  Falkner.  Su  la  topografia  e  la  nomenclatura  del  gruppo  di  Brenta 
nel  Trentino.  —  Mosso.  La  respirazione  dell'uomo  sulle  alte  montagne. 

f  Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2a  voi.  X,  5.  Roma,  1885.  8.° 
Vicentini.  L'insurrezione  mahadista  nella  provincia  di  Dongola.  —  Hugues.  Alcune 
considerazioni  sul  primo  viaggio  di  Amerigo  Vespucci.  —  Giglioli.  Proposte  generali  per 
l'esplorazioDe  biologica  completa  del  Mediterraneo  e  dei  mari  adiacenti  sottoposte  alla  Com- 
missione talassografica.  —  Gatta.  Da  Massaua  a  Chartutn  per  Keren  e  Cassala.  —  di 
Brazzà.  Lettere.  —    Holdich.  Le    alte    vallate    del  Murghab  e  dell'Heii-Rud. 


—    CLXIII    — 

•Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Marzo-aprile 

1885.  Anno  II.  Koma,  4.° 
'Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  15-27.  Roma,  4." 
•Bollettino  di  notizie  sul  credito   e   la  previdenza.  Anno  111,  n.  7-9.  Roma, 

1S85.  4.° 
■Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  C.  Alberto  in  Moucalieri. Sor.  2a  voi.  IV. 

11,  12.  Torino,  1884.4.° 
■Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di   meteorologia.  Anno  VII,  1885. 

maggio.  Roma  4.° 
•Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni   dei   principali   prodotti  agrari  e 

del  pane.  Anno  1885.  n.  13-18.  Roma,  4.° 
•Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  4.  Roma, 

1885.  4.° 

•  Bullettaio  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  XI,  2.  Roma.  1885.  8.° 

Marchiafava,  Russimi.  Sopra  un  caso  di  obliterazione  congenita  dell'istmo  dell'aorta 
ed  endocardite  ulcerosa.  —  Legge.  Sopra  il  cervello  di  una  donna  del  Sudan. 

•Cimento  (11  nuovo).  3a  serie  t.  XVII.  Marzo-aprile.  1885,  Pisa,  8.° 

hi.  Influenza  del  calore  e  del  magnetismo  sulla  resistenza  elettrica  del  bismuto. — 
Bt  lira  mi.  Sulla  rappresentazione  delle  forze  newtoniane  per  mezzo  di  forze  elastiche.  — 
Grimaldi.  Sulla  dilatazione  dell'etere  solforico  a  diverse  pressioni.  —  Cardani.  Sulla  durata 
delle  scariche  rallentate.  —  Eecker.  Sulle  scariche  elettriche.  —  Calzecchi-Oncsìi.  Di  una 
esperienza  che  illustra  il  3°  principio  della  meccanica.  — Somigliano.  Sopra  l'equilibrio  di 
un  corpo  elastico  isotropo. 

t Circolo  giuridico  (II).  Anno  XVI,  3,  4.  Palermo,  1885.  8.° 

Salvioli.  Il  metodo  storico  nello  studio  del  diritto  civile  italiano.  —  Vito.  Betta  intel- 
ligenza dell'art.  287  Cod.  pen.  —  La  Mantia.  Dritto  civile  siciliano  esposto  secondo  l'ordine 
del  Codice  italiano. 

•Cronaca  dell'istruzione  pubblica  e  privata.  Voi.  XIII,  10.  Palermo,  1885.  8.° 
Latino.  Gli  effetti  del  lavoro  mentale  sulla  salute  degli  alunni.  —  Gabelli.  Esposizione 
nazionale  di  Torino.  Sezione  didattica.  —   Toti.  A  proposito  di  scuole  normali. 

*  Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  2.  Appendice  voi.  Ili,  6,  7.  Palermo, 

1885.  8.° 

Massara  e  Posselto.  Sopra  il  diamidossimetiltrifenilraetano.  —  Nasini  e  Bernheimer. 
Sulle  relazioni  esistenti  tra  il  potere  rifrangente  e  la  costituzione  chimica  dei  composti  or- 
ganici. —  Bebuffat.  Sintesi  dell  acido  fenilcinnamenilacrilico  e  del  difenildietilene.  —  Se- 
llini. Belazioue  tra  il  peso  atomico  e  l'ufficio  fisiologico  degli  elementi  chimici.  —  Hinsberg. 
Sulle  chinossaline.  Risposta  al  sig.  W.  Eoerner.  —  Hill.  Sugli  acidi  raonobromo  e  bibro- 
mopiromucico.  —  Canzoncri  e  Oliveri.  Risposta  alla  Nota  di  H.  Hill  «  Sugli  acidi  mono- 
bromo  e  bibromopiromucico  ». 

Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVIII,  3-4.  To- 
rino, 1885.  8.° 

Bono.  L'anestesia  locale  e  la  cocaina  in  oculistica.  —  Mya.  Influenza  dello  stato  dei 
reni  sulla  comparsa  della  reazione  di  Gerhardt  nelle  urine.  —  Pcrroncilo.  Il  pneumococco 
del  cavallo,  o  meglio,  il  bacterium  pneumoniae  crouposae  equi.  — Mya.  Di  una  reazione 
dell'urina  normale  di  alcuni  erbivori,  che  simula  la  reazione  di  Gerhardt.  — Canalis.  Sulla 


CLXIV    

reazione  degli  elementi  delle  cassule  surrenali  e  delle  ghiandole  sottomascellari  all'irrita- 
zione traumatica.  —  Blzzozero  e  Canalis.  Sulla  scissione  degli  elementi  nei  focolai  flogi- 
stici. —  Di  Maltei.  Sulla  rigenerazione  parziale  del  rene.  —  Preyer.  Fisiologia  dell'em- 
brione. —  Lombroso.  Identità  dell'epilessia  colla  follìa  morale  e  delinquenza  congenita. 

■Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VII,  3.  Milano,  1885.  8.° 
Celli-  Igiene  della  tubercolosi  secondo  le  moderne  conoscenze  etiologicbe.  —  Bonfigli. 
L'igiene  pubblica  nel  secolo  XV;  contribuzione  alla  storia  dello  sventramento  di  Napoli. 

*  Giornale  della  Società  di  letture  o  conversazioni  scientifiche  di  Genova.  Anno 

IX,  6.  Genova,  1885.  8.° 

Maragliano.  Sulle  misure  di  pubblica  preservazione  contro  il  colera  e  specialmente 
delle  contumacie  marittime  e  terrestri. 

*  Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r.  Marina.  Anno  XXXIII,  4,  aprile 

1885.  Eoma,  8.° 

Ferrari.  1  gonococchi  di  Neisser  nella  diagnosi  della  blenorragia.  —  Calabrese.  Sullo 
stato  sanitario  della  r.  corvetta  Caracciolo  durante  la  campagna  di  circumnavigazione  degli 
anni  1881-82-83-81.  —  Pecco.  Operazioni  chirurgiche  state  eseguite  durante  l'anno  1883 
stabilimenti  sanitari  militari. 

*  Natura  (La).  N.  71-75.  Milano,  1885.  4.° 

71.  Gahèry.  Esame  fisico  degli  olì  (isometro  di  Barrey).  —  Scoperta  di  platino.  — 
Il  soverchio  studio. —  Vittorio  Giraud. —  Ardissone.  Rivista  di  botanica  crittogamica. — 
Pogliaghi.  Comunicazione  telegrafica  coi  treni  in  moto.  —  72.  Sommier.  In  Lapponia.  — 
E.  II.  Sensibilità  e  motilità  nei  nervi.  —  Casamicciola,  prima  e  dopo  il  disastro  del  1883.  —  De 
Stefani.  L'uomo  pliocenico  in  Toscana.  —  Vittima  della  scienza.  —  Aldi.  Uccelli  marini.  — 
Mare  interno.  —  L'inaugurazione  del  Museo  agrario  italiano.  —  La  flora  delle  Alpi.  — 
Balckelder.  La  lampreda  costruttrice.  —  Issel.  Il  Museo  Perrando.  —  F.  V.  La  protezione 
del  Niagara.  —  73.  Ferrini.  Francesco  Rossetti.  —  La  carta  da  tappezzare.  —  Ardissone. 
Rivista  di  teratalogia  vegetale.  —  Cordona.  Galileo  igienista.  —  Nuova  macchina  per  com- 
porre. —  74.  Mantegazza.  Le  rughe.  —  Pogliaghi.  Gli  oli  lubrificanti.  —  Anfosso.  Un  ar- 
gomento poco  profumato.  —  Ardissone.  Rivista  di  istiologia  vegetale.  —  Arpesani.  Ferrovia 
pel  trasporto  delle  navi  attraverso  l'ismo  di  Tehuantepec.  —  75.  Mantegazza.  Le  leggi  del 
progresso  umano.  —  Veleni.  —  Pons.  Sulla  determinazione  quantitativa  dei  profumi  esi- 
stenti nei  fiori.  —  Lombroso.  Identità  dell'epilessia  colla  follia  morale  e  delinquenza  con- 
genita. —  L'acquedotto  di  Napoli.  —  Il  ponte  nuovo  sull'Adige  a  Verona. 

■^Rendiconti  delle  tornate  e  dei  lavori  dell'Accademia  di  scienze  morali  e  po- 
litiche. Anno  XXIII.  1884.  Napoli,   8.° 
Miraglio.  I  tribunali  vaticani  e  la  legge  delle  guarentigie. 

"Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Serie  2°,  voi.  XVIII, 
9.  Milano,  1885.  8.° 

Bordelli.  Alcune  formule  sui  momenti  d'inerzia  dei  poligoni  piani.  —  Ascoli.  Intorno 
alle  funzioni  che  soddisfano  alla  equazione  differenziale  J'-  =  0.  — Maggi.  Sulla  distinzione 
morfologica  degli  organi  negli  animali.  —  Loria.  Su  una  generalizzazione  delle  proprietà 
involutorie  del  quadrangolo  e  del  quadrilatero  completi.  —  Aschieri.  Sopra  un  metodo  di 
rappresentazione  piana  per  la  geometria  descrittiva  dello  spazio  ordinario.  —  Paci.  Sopra 
le  discontinuità  delle  derivate  seconde  della  funzione  potenziale  di  una  superficie. 

f Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno] XXIV, 
3.  Napoli,  1885.  4.° 


—   CLXV   — 

Jappelli.  Sulla  fistola  enterica  cui  metodo  .li  Velia.  —  Anlonelli.  Sulla  digestioni 
grassi.  —  Malerba.  Contribuziono  allo  stadio  (lolla  composizione  chimica  dell'uovo  di  gal- 
lina. —  Pergola.  Sopra  una  serie  di  osservazioni  iniziate  negli  osservatori   di  Washinj  I  i 
e  Lisbona  secondo  un  piano  raccomandato  dalla  Commissione  geodetica  internazionale.  — 
Sow.   Do  am  nto inedito  relativo  al  cannocchiale  e  anteriore  alla  pubblicazione  del  Sid 
reus  Nuncius  di  Galileo.      -  fi  i  Reliquie  cesatiane.  Crittogame  nel  r.Orto  bota 

nico  raccolte  dal  prof,  barone  V.  Cesati.  —  .liuti.  Licheni  raccolti  nel  r.Orto  botanico  di 

Napoli  dal  eh.  barone  V.  Cesali.  —  Giordano.    Muschi   «lei  r.  Orto  botanii >lti  dal 

oh.  barone  V.  Cesati. 

*  Rivista  di  artiglieria  e  genio.  1885,  aprile.  Roma,  8." 

Rocchi.  Ordinamento  e  servizio  dell'arma  del  (ionio  presso  gli  eserciti  europei.  — 
Cvyia.  Gli  avvenimenti  del  Soudan.  —  Figari.  Alcune  ideo  sul  profilo  delle  opere  di  for- 
tificazione in  montagna.  —  Bracciolini.  Sulla  pratica  soluzione  dei  problemi  di  tiro  curvo.  — 
Bellini.  La  separazione  della  carriera  per  gli  ufficiali  di  artiglieria  e  le  condizioni  dell'arti- 
glieria da  fortezza  in  Italia.  —  F.  S.  Intorno  ad  alcune  recenti  pubblicazioni  di  bali- 
stica. —  Marzocchi.  Tende-baracche  a  centine  ogivali  scomponibili. 

•Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italana.  Serie II,  anno  IX:  n.  8.  Conegliano, 

1885.  8.° 

l'anafoglia.  La   viticoltura   e   l'enologia  nel  Médoc.  --  Vigna.  Analisi    dei  principali 
costituenti  dei  vini  tipi  da  pasto  delle  provincie  di  Alessandria.  Genova  e  Porto  Maurizio.  — 
Pini.  I  prezzi  dei  vini  sui  mercati  di  Londra. 
■Rivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.   Voi.  IV,  n.  4.  Torino,  1885.  8." 

Vaccarone.  Un'ambasciata  a  traverso  il  Moucenisio  nel  febbraio  1642.  —  Sella   V.G. 
e  .!.  Ascensione  invernale  al  Lyskamm    in.  4538 
Rivista    scientifico-industriale   e   giornale  del  naturalista.    Anno  XVII.    7-8. 

Firenze,  1885.  8.° 

Bino.  Variazioni  nella  resistenza  elettrica  dei  fili  metallici  solidi  e  puri  colla  tempo-  • 
ratora.  —  Ricco.  Caldaia  a  circolazione  vorticosa.  —  lìosur.  Qual  valore  si  può  accord  ire 
all'È mberiza  intermedia. 

•Spallanzani  (Lo).  Anno  XIV,  4.  Roma,  1885.  8.° 

Manayra.  Sulla  meningite  cerebro-spinale  epidemica  in  Italia.  Studi  stoi  i-  — 

Pelrone.  Sulla  porpora  emorragica  infettiva.  —  Badaloni.  Sull'andamento  della  salute  pub- 
blica nel  Circondario  di  Prosinone  (prov.  di  Roma)  nel  2°  semestre  1884.  —   Laida.  Am- 
bliopia  bilaterale  temporanea  da  infezione  malarica. 
■Telegrafista  (II).  Anno  V,  3,  4.  Roma,  1885.    8.° 

Velani.  Pile  portatili  a  solfato  di  mercurio.  —  Dell'Oro.  Circa  alcuni  esperimenti  sui 
fili  preservatori  degli  scaricatori.  —  Clausim.  Sulla  relazione  tra  i  grandi  agenti  della 
natura. 

Pubblicazioni  estere. 

■  Abstracts  of  the  Proceeóinga   of   the   Chemical    Society.    1884-85,   n.   8,  9. 

London,  8." 
•Analele   Academiei   Romane.    Seria   II,    t.   VI,   18S3  84.  Sec.  1.  Bucuresci, 

1884.  4." 

•Anales  de  la  Sociedad  dentili -i  Argentina.  Tomo  XIX  entr.  3.  Buenos  Aires, 

1885.  8.° 


—    CLXVI    — 

Arata.  Mètodo  para  la  investigacion  de  alguuos  derivados  del  alquitran  en  los  vinos, 
etc.  etc. 

•Annalen  der  Physik  und  Chemie.  N.-P.  Bd.  XXV,  1.  Leipzig,  1885.  8.° 

Lorenz.  Bestimraung  der  electrischen  Widerstande  von  Quecksilbersiiulen  in  absolu- 
tem  electro  magn  etischen  Maasse.  —  Slenger-  Beitrage  zur  Electricitiitsleitung  der  Gase.  — 
lalin.  Ueber  die  Giiltigkeit  des  Joule'schen  Gesetzes  l'Or  Electrolyte.  —  Lamprecht.  Ueber 
biegsarae  Stroraleiter  unter  magnetischei  Einwirkung.  —  Palmer.  Notiz  iiber  die  Spectralli- 
nien  des  Wasserstoffs.  —  Vogel.  Aenderung  der  Liebtbrecliung  in  Glas  und  Ealkspatli  mit 
der  Tempevatur.  —  Volgi.  Die  optischen  Eigenscbaften  sebi'  diinner  Metallschichten.  — 
Elster  und  Geliti.  Notiz  iiber  einen  empfindlicben  Duplicator.  —  hi.  Bemeikungen  iiber 
den  electrischen  Vorgang  in  den  Gewitterwolken.  —  hi.  Ueber  die  Electrieitàtsentwickelung 
bei  der  Begenbildung.  ■ —  Kaystr.  Ueber  Blitzphotographien.  —  Filzgerald.  Ueber  die 
Abbandlung  des  Hrn.  Kundt  iiber  die  electroinagnetische  Diehung  der  Polarisationsebene 
des  Lichtes  dunh  Eisen,  Cobalt  und  Nickel.  —  Muraoka.  Ueber  den  japanischen  magisehen 
Spiegel.  —  Exner.  Bemerkung   iiber  die  Liehtgesehwindigkeit  ini  Quarze. 

+ Annalen  (Mathematische).  Bd.  XXV,  3.  Leipzig,  1885.  8.° 

Franse.  Zur  Transformation  der  Thetafunctionen  einer  Veranderlichen.  —  hi.  Zur 
Transformationen  der  Thetafunctionen  zweier  Verànderlicben.  —  Slaude.  Ueber  die  alge- 
braischen  Charakteristiken  der  hyperelliptischen  Thetafunctionen.  —  Pringsheim.  Ueber 
das  Verhalten  gewisser  Putenzreiheu  auf  dem  Convergeuzkreise.  —  Marko/J'.  Sur  la  méthode 
de  Gauss  pour  le  calcul  approché  des  iniégrales.  —  Pick.  Ueber  die  complexe  Multiplica- 
tion  der  elliptischen  Funetionen.  —  Bob.k.  Ueber  projectivische  Erzeugung  von  Curven. 

•  Annales  de  la  Société  géologique  du  Nord.  T.  XII  (1884-85)  3e  livr.  Lille, 

1885.  8.° 

Jannel.  Ligne  de  Mézy  à  Boinilly.  —  Calderon.  Résumé  de  quelques  recberches  oro- 
graphiques  dans  le  plateau  centrai  de  l'Espagne.  —  Darrois.  Legende  de  la  feuille  de  Gran- 
ville.  —  Maurice.  Le  lac  tertiaire  de  Florissant  (Colorado).  —  Lccocq.  Excursion  à  The- 
nay.  —  Darrois.  Observations  sur  les  sedimenta  clastiques  du  bassin  de  Paris.  —  Gossclct. 
Note  sur  les  schistes  de  Bastogne.  —  Id.  Sur  la  structure  géologique  de  l'Ardenne.  —  Si.v. 
Le  granite  ardennais.  —  Gosselel.  Observations.  —  Six.  Les  scorpious  fossiles.  —  Gosselet. 
Divers  sondagcs  faits  aux  environs  de  Lille.  —  Fockeu.  Note  sur  la  craie  de  Lille. 

tAnnales   des   ponts  et  chaussées.  6e  sér.   5e  année,  4e  cab.  Avril  1885,  et 
personnel.  Paris,  8.° 

Guiltemain.  Note  sur  le  Mémoirede  M.  Couche  ing.  en  chef  des  p.  et  eh.  intitulé: 
Les  eaux  de  Paris  en  1884.  —  Fiumani.  Tables  numériques  pour  le  calcul  de  la  poussée 
des  terres.  —  de  Mas.  Tableau  de  la  navigation  sur  le  T.hin  en  1882.  —  Considère.  Mé- 
moire  sur  l'emploi  du  fer  et  de  l'acier  dans  les  construtions.  —  lìeuàe.  Note  sur  un  pro- 
cède simple  pour"  couler  le  beton  sous  l'eau.  —  Fiumani.  Complément  à  la  Note  sur  le  traité 
d'hydraulique  de  M.  Graeff. 

:  Annales  nouvelles  de  malhérnatiques.  3e  sér.  Mai  et  juin  1885.  Paris,  8.° 
Lemoine.  Sur  une  généralisatinn  des  propriétés  relatives  au  cercle  de  Brocard  et  au 
point  de  Lemoine.  —  Bichler.  Sur  la  construction  des  courbes  dont  l'équation  est  donnée 
en  coordonnées  polaires  (suite).  —  Lewy.  Sur  les  puissances  des  nombres.  —  La  Chesnais. 
Construction  du  centre  de  courbure  en  un  point  d'une  ellipse.  —  Juin.  Biehler.  Sur  la 
construction  des  courbes  dont  l'équation  est  donnée  en  coordonnées  polaires.  —  Cesavo. 
Remarques  sur  un  article  de  M.  d'Ocagne.  —  Ihimbert.  Note  sur  le  développement  d'un 
détermiuant.  —  Cesavo-  Sur  la  sèrie  barmonique. 


—    CLXVI1    — 

*Annales  Bcientifiques  de  l'École  normale  supérieure.  3°  serie,  t.  Il,  3,mars 

1885.  Paris,  4.° 

Appel.  Application  in  théorème  de  Mittag-Leffler  aux  fonctions  doublemeni  periodi- 
ques  de  troisième  espèce.  —  André.  Sur  le    uombre  des   variations  d'un  polynòme   cn  x, 
dont  les  coéfficients  dépendent  d'un  paramètre  «.  -  Slieltjes.  Sur  une  gónéralisation  de  la 
serie  de  Lagrange.  —  Buffij.  Sur  une  proposition  do  M.  Hermite. 
"Annuaire  de  la  Société  météorologique  de  Franco.  1884  aoùt.  Paris,  8.° 
•  Anzeigev  (Zoologiseher).  Jhg.  Vili,  194,  195.  Leipzig,  1885.  S.° 

194.  Perrier.  Recherches  sur  l'organogènie  et  l'anatomie  des  Comatules.  —  Pore- 
yaslawzew.  Sur  le  développement  des  Turbellariés.  —  Leuckart.  Ueber  die  Entwicklung  den 
Sphaerularia  bombi.  —  195.  Beddard.  Note  on  the  Nepbridia  of  a  Species  of  Acan- 
tlmdvilus.  —  (hlrouiimo/f.  Remarques  relatives  aux  recherches  de  M.  Vigelius  sur  des  Bryo- 
zoaires.  —  Duplessù-Gount.  Sur  Ics  raonotides  d'cau  douce  (Monotus  Morgiensis  et 
Monotus  relictus).  —  trtihof.  Notiz  bezuglich  der  Difflugia  cratera  Leidy.  — 
Camerario.  Ueber  die  Talpa  europea  Limi,  und  die  Talpa  coeca  Savi.  —  Hagen.  Die 
devonischen  [nsecten.  —  llartog.  The  Morphology  of  Cyclops  and  the  relation*  of  the 
e  o  p  e  p  o  d  a . 
tBeitrage  znr  vaterlàndische  Geschichte.  N.  F.  Bd.  Il,  1.  Ba?el,  1885.  8.° 

Schmid/.  Der  Strassburger  Maler  Hermann  von  Basel.  —  Bernoulli.  Die  Pilgerfahrt 
Hans   Bernhards   von   Eptingen.  —    La    Buche.  Bauhiitte   und  Bauverwattung  dee  Basler 
Mùnsters  ini  Mittelalter. 
•Beibliitter  zu  den  Annalen  der  Pbysik  und  Clieuiic.  Bel.  IX,  4,  5.  Leipzig, 

1885.  8.n 
^Bericht  (24  und  25)  ueber  die  Thatigkeit  des  Offenbacher  Vereins  tur  Na- 
turkunde.  (Menimeli,  1885.  8." 

Volger.  Die  Entstehunj   der    Kohlensauerlinge.  —  o.  Homeyer.  Neue  Brntplàtze  von 
Fringilla  linaria  (L.).  —  Bòltger.  Materialien  zur  herpetologischen  Fauna  von  China.   1. 
•Berichte  der  deutschen  chemischen  Geseìlschaft.  Jhg.  XVIII,  7.  8.  Berlin, 

1885.  8.° 

7.  Bamberger  und  Hooker.  Ueber  Reten.  —  Id.  Ueber  Reten.  —  Buchka  und  Erck. 
Beitrage  zur  Kenntniss  des  Brasilins.  —  Classcn  u.  Ludwig.  Quantitative  Analyse  durch 
Elektrolyse.  —  Claus  und  Mann.  Ueber  Ortho-Aethylmethylbenzol.  —  Fock.  Ueber  einen 
neuen  Thermoregulator.' —  Gibbs.  Ueber  einige  neue  complexe  anorganische  Siiuren.  — 
Graebe.  Ueber  (J-Snlfophtalsànre.  --  Gross.  Ueber  Phenyloxaethenylamidoxim.  —  Hempel. 
Zur  Titration  der  Eisenerze.  —  Janovsky  und  Erb.  Ueber  intermediare  Reductionspro- 
dukte  der  Nitroazokorper.  —  Knudsen.  Ueber  Phenylàthenylamidoxim.  —  Krùger.  Ueber 
Abkommlinge  des  Benzenylamidoxims.  —  Langer.  Ueber  isomere  Sulfosauren  des  Thio- 
phens.  —  Meijer  u.  Seubert.  Ueber  ilio  Eiuheit  der  Atomgewicbte.  —  /</•  und  Seubcrl, 
Das  Atomgewieht  des  Silbers  und  Prout's  Hypothese.  —  Nvltimj.  Zur  Kenntnisse  der 
Azyline.  —  Id.  und  Baumann.  Ueber  Derivate  des  krystallisirten  Pseudocumidins.  —  II. 
ni.  Ueber  die  Bildung  voti  Chinonen  aus  paramethylirten  Aminen.  —  Schiller  Wechsler. 
Ueber  Anilidobrenzweinsaure  a-Methyl-«-anilidobernstemsaure).  —  Schòplf.  Ueber  m-Ni- 
trobenzenylamidoxim.  —  Scimi  z.  Ueber  Einwirkuug  ron  Essigsàure,  Propionsàure  und 
Buttersàurc,  ihrer  Chloride  und  Anhydride  auf  Benzenylamidoxim.  —  Thomscn.  Ueber  das 
Molekulargewichl  des  fliissigen  Wassers.  -  Tiemann.  Ueber  das  Verhalten  von  Amidoxi- 
men  und  Azoximen.  —  /./.  uni  tfàgeti.  Ueber  die  Einwirkuug  von  Natrinmanialgim  ani 
wàsserige  Losungen  des  Benzenylamidoxims.  —  Ulbrìcht.  ZjU,l[  Gerbstoff  bestimmuug  naeh 
der  LiSwenthalschen  Methode.—  Witt,  Olio.  Ueber  aioe  neue  Grappe  fon  l'avi*  toffen. — 


—   CLXVIII   — 

8.  Beckurls.  Zur  Kenntniss  des  Strychnins  unii  Brucins.  —  Bischoff  und  Bach.  Ueber  die 
symmetrische  Dimethylbernsteinsàure  (Hydropyrocinchonsaure).  —  Claus.  Einige  Beitrage 
zur  Kenntniss  des  Chinolins.  —  hi.  und  Tonti.  Zur  Keuntniss  dor  Sulfonsiiure  des  Isopro- 
pylbenzols.  —  ti.  und  Kramer.  Ueber  Nitro-  und  Amidoderivate  des  Chinolins.  —  Comtiock 
und  Kocnir/s.  Zur  Kenntniss  der  China-Alkaloide.  IL  —  Curtius.  Ueber  Diazoverbindungen 
der  Fettreihe.  I.  Diazoessigsaure,  Diazoacetamid,  Pseudodiazoacetaraid.  —  hi.  Entstebung 
von  Azinbernsteinsauriither  aus  Diazoessigather.  —  ld.  und  Kocli.  Derivate  der  Diazobem- 
steinsiìure.  —  Daccomo.  Ueber  Trichlorphenol.  —  LI.  Ueber  Trichlornitrophenol.  —  ld. 
Ueber  Trichlormetanitro-  und  Trimetaamidophenol.  —  ld.  Ueber  Tribrommetanitro-  und 
Tribrommetaaraidophenol.  ■ —  Divcrs  und  Shimose.  Ueber  cine  neue  und  cinfacbe  Methode 
der  quantitativen  Trennung  von  Tellur  und  Selen.  —  ld.  und  Shimidzu.  Ueber  die  Reaktio- 
nen  von  seleniger  Siiure  mit  Sclnvefelwasserstoff  und  von  schwefliger  Sàure  mit  Selen- 
wasserstoff.  ■ —  Eder.  Das  Verb.ilten  der  Silberbalo'idsalze  gegen  das  Sonnenspectrum  und 
die  orthochromatische  Photogiaphie.  —  Ekstrand.  Ueber  Mononitro- (3-naphto6sàure.  — 
Erchnann.  Ueber  Zersetzungsspannungen  de<  Atnmoniumcarbamats  bei  47.25,  54.75  und 
56.5°.  —  Gabriel.  Zur  Kenntniss  des  Benzylidenphtalids.  —  ld.  Ueber  die  Einwirkung  des 
Phtalsàureanhydrides  auf  Benzylcyanid.  —  Groger.  Vorlaufige  Mittheilung  ùber  die  Oxyda- 
tion  von  Talgfettsauren  mit  Kalinmperraanganat  in  alkalischer  Lfisung.  —  Guareichi  und 
Daccomo.  Ueber  die  Chlornitro-  und  Bromnitrochinone.  —  Hanlschel.  Zur  Darstellung  von 
Chlorameisensàureàther.  —  II.  Phenylcyanat  und  Salzsaure.  —  Hinsberg.  Ueber  ein  Rea- 
gens  auf  aromatische  Ortbodiamine.  —  ld.  Ueber  Chinoxaline.  II.  —  Lossen.  Ueber  die 
Struktur  der  Hydroxylaminderiva'e.  —  Meyer.  Ueber  die  Tbiotolene  und  das  Tbiophen.  — 
Naumann.  Zur  Dissociationsspanuung  des  Ammoniumcarbamats.  —  Plachi  und  hot.  Ueber 
Nitro-  und  Sulfoderivate  der  Phenylamidossigsàure.  —  hi.  uni  Wolfrum.  Condensation  des 
Salicylaldehyds  mit  Hippursàure.  —  Badziszewskì  und  Wùpek.  Ueber  einige  Derivate  der 
dici  isomeren  Xylole.  —  RUdorff.  Ueber  die  LSsliclikeit  von  Salzgeniisclien.  —  hi.  Ein 
Vorlesungsversuch.  —  Schramm.  Ueber  den  Einfluss  des  Licbtes  auf  deli  Verlauf  ebenii- 
scher  Reaktionen  bei  der  Einwirkung  der  Halogene  ani'  aromatische  Verbindurgen.  — 
Wiehdhaus.  Zur  Kenntniss  der  krystallisirten  Base  aus  Methylviolett.  —  Will.  Ueber  das 
Naringin. 

■^Bibliothèque  de  l'École  des  Chartes.  XLVI,  année  1885,  livr.  1,  2.  Paris,  8.° 
Lefèvre-Ponlalis.  Un  detail  du  siège  de  Paris  par  Jeanne  d'Are.  —  Molinier.  Inven- 
tare du  trésor  du  saint-siège  sous  Bouiface  Vili  (1295).  —  Omont.  Catalogue  des  manu- 
serits  grecs  de  Guillaume  Pelicier.  —  Delisle.  Les  registres  d'Innocent  III.  —  Baudon  de 
Mony.  Origines  bistoriques  de  la  question  d*Andorre.  —  Mord-Falio.  Rapport  sur  une  mis- 
sion  pbilologique  à  Valence.  —  Ilavct.  Questions  mérovingiennes.  I.  La  formule  N.  rex 
Francorum  v.  ini.  —  de  Mas  Lalrie.  M.  Lacabane. 

ìBoletin  de  la  r.  Academia  de  la  histovia.  T.  VI,  4,  5.  Madrid,  1885.  8." 

4.  Sanahuja.  Nuevos  descubrimientos  arqueológicos  de  Tarragona.  —  de  la  Espada. 
Tres  cartas  familiares  de  Fr.  Juan  de  Zumàrraga,  primer  obispo  y  arzobispo  de  Mexico, 
y  contestación  à  otra  que  le  dirige  Fr.  Marcos  de  Niza.  —  Fila.  Libro  IV  del  Còdice  Ca- 
lixtino.  —  5.  Coderà.  Noticia  de  la  publicaciun  del  tomo  111  de  la  Bibliotheca  Arabico- 
bispana.  —  de  Salas.  Estudios  de  arte  é  historia  militar,  por  D.  Carlos  Banus  y  Coraas. — 
l'ila.  Arens  de  Mar,  provincia  de  Barcelona.  —  Datos  inéditos  anteriores  al  siglo  XIII.  — 
Pujol  y  Camps.  Monedas  ibéricas.  —  Ercàvica.  —  Guadamiro.  abad  de  B.inolas  en  999.  — 
Arens  de  Mar.  —  Datos  históricos. 

'  Boletin  de  la  Sociedad  geogràfica  de  Madrid.  T.  XVIII,  3,  4.  Madrid,  1885.  8." 
de  Foronda.  De  Llanes  a  Covadonga.  Exeursión  geogràfico-pintoresca.  —  Rajah  Confe- 
rà neia  acerca  de  la  isla  de  Mindanao.  —  Torres  Campos  La  cuestión  de  los  rios   africanos 


—   CLXIX    — 

y  la  Conferencia  dcBerlin.  Saauedra.  La  geografia  de  Espana  del-Edrisi.  —  Vàsqusz  Illa. 
Nueva  cosmogonia.  —  Diez  Navarro.  Descripcion  de  toda  la  costa  del  mar  del  Nortc  y  parti 
■le  la  del  Sur  de  la  Capitaria  general  del  Eeino  de  Guatemala,  —  El  Contra-almirante 
D.  Claudia  Monterò. 

•Bulletiu    de  l'Académie   i.  des   sciences    de  S.  Pétersbourg.  T.  XXIX,  4. 
St.  Pétersbourg,  1884.  8." 

Bactìund.  Sur  les  applications  de  la  méthode  d'iute rpolation  proposée  pai  M.  Tche'- 
bychef.  —  hi.  Éléments  et  épnémérides  de  la  comète  Encke  pour  son  apparition  18S 1-1885.  — 
ttouniakowsky.  Démonstration  de  quelques  propositions  relatives  à  la  fonction  numérique 
E[x),  _  pipite.  Sur  quelques  oiseaux  de  l'ile  Ternate.  —  Strattch.  Remarques  sur  le  genre 
Elapomorphus  de  la  tarmile  des  Ophidiens  Calamariformes. 

•Bulletiu  de  l'Académie  r.  des  sciences  de  Belgique.  3"  sér.  t.    IX,  3.  Bru- 
xelles, 1885.  8." 

Van  Beneden.  Un  mot   sur  Ics  deus   Balénopteres  d'Ostende  de  182"  et  de  1885.  — 

\    sten  et  Stuyvaerl.  Observations  des  eomètes  Wolf  et  Encke,   faites  à  l'Observatoire  de 

Bruxelles,  à  l'équatorial  de  0m15.  —   Wauttrs.  Sur  lo  premiere    temps  de  l'histoire  de   la 

Fiandre.  —  Piot.  Note  sur  Louis  du  Tielt,  peintre  et  graveur,  à  Ypres. 

i-Bulletin   de   la   Société   de   mathéinatique   de   France.   T.   XIII,    3.   Pari-. 

1885.  8." 

Appetì.  Sur  la  chainette  sphérique.  —  d'Oca gne.  Sur  les  isométriques  d'uno  droite  par 
rapport  à  certains  systèmes  de  courbes  planes.  —  /lambert.  Sur  les  courbes  unicursales.  — 
Id.  Sur  Ics  surfaces  liomol'oeales  du  second  ordre. 

•Bulletiu  de  la  Société  outomologique  de  France.  1885,  8  et  22  avril.  Paris,  8." 
;Bnlletin  de  la  Société  Khédiviale   de   géographie.  2°  sér.  n.  6,  lévr.  1885. 

Le  Cairo,  8." 

el-Felakì.  Étude  sur  la  possibilité  de  prévoir  les  hauteurs  de  la  crue  du  Xil.  —  Mason. 
Les  chemiDs  de  fer  du  Soudan. 
Bulletiu  des  sciences  mathématiques.  2"  sér.  t.  IX,  rnai-juin  1885.  Paris,  8.° 

Uermile.  Note.  —  Mannheim    Sur  un  droite  qui  se  deplace  de  facon  que  trois  de  ses 
l>oints  restent  sur  Ics  faces  d'un  trièdre  trireotangle. 
■Centralblatt  (Botaniscbes).  Bd.  XXII,  n.  4-9.  Cassel,  1885.  8." 

4.  Piseli.  Ueber  Exoaseus  Aceris    Linhart.  —  Rischawi.  Zur  Frage  ueber    den  soge- 
naunten  Galvanotropismus.  —  5-7.   Poleek.   Ueber  gelungene    Cultur-Versuche   des  Hauf- 
schwamms.  Merulius  lacrimans.  —  8-9.  Hansgirg.  Ueber  den  Polymorphismus  dcr  Algen. 
•Cireulars  (Jobns  Hopkins  University).  Vo).  IV,  n.  39.  Baltimore,  1885.  4." 
■Civilingeuieur  (Der).  Jhg.  1885.  N.  F.  Bd.  XXXI,  3.  Leipzig,  4." 

Nagel.  Mittlieilungen  aus  dem  Gebiete  dcr  Geodàsie.  —  Buschmann.  Die  Reconstruction 
der  Daiupfiuaschinen  des  Dresdt-ncr  Wasserwerkes  und  die  damit  erzielten  ekonomiseh  n 
Erfolge.  —  Pikih.  Ueber  die  Schieberdiagramme  der  Meyer'schen  Steuerung.  —  v.  Li- 
lienslern.  Beitrag  zur  Bestimmung  der  Zugswiderstande  und  des  Koblenverbrauches  irn 
Eisenbahnbetriebe.  —  Henneberg.  Zur  Theorie  gleitenden  Reibunsr. 
••Coropte  rendu  de  la  Société  de  géographie.  1885,  n.  9  10.  Paris,  8." 
iCompte  rendu  des  séances  et   travaux    de  l'Académie  des  sciences  morales 

et  politiques.  N.  S.  t.  XXIII,  1885  rnai-juin.  Paris,  8.° 

Fustel  de  Coulanges.  Becherches  sur  cette  questioa:  Les  Germains  connaissaient-ils la 
propriété  des  terre  ?  —  Gréard.hs.  question  des  programmes  dans  l'enseiguement  secondaire.— 
Dareste.  Méraoirc  sur  Ics  anciens  monuments  du  droit  de  la  Hongrie.  —  Uu  Chalellier.  Les 


BuliiEttino-Rehdicontj  —  Voi..  1 


22 


—  cr-xx  — 

assignats.  —  Beaussire.  Les  principes  furmels  et  les  conditions  subjectives  de  la  respons.i- 
bilitc  morale.  —  Lucas.  Me'moire  sur  l'état  anormal  en  France  de  la  répression  en  matière 
.lo    crimes    capitani    et    sur   les    moyens  d'y  remédier.   —    Dareste.   La    loi    de   Gottyne. 
en  Créte. 
■Comptes  rendus   de   l'Académie   des   inscriptions   et    belles-lettres.    4"  sér. 

t.  XII,  oct.-déc.  1884.  Paris,  1885.  8.° 

Le  Blant.  Les  sarcophages  chrétiens  de  la  Gaule.  —  Bertrand.  Rapport  fait,  au  nom 
de  la  Commission  des  aDtiquités  de  la  Frauce,  sur  les  ouvrages  envoyés  au  coneours  de 
L'année  1884.  —  Wallon.  Notice  sur  la  vie  et  les  travanx  de  M.  Thomas-Henri  Martin.  — 
Liste  chronologique  des  ouvrages  ou  me'moires  de  M.  Thomas-Henri  Martin.  —  Paris.  Les 
anciennes  versions  francaises  de  l'Art  d'aimer  et  des  Remèdes  d'amour,  d'Ovide. 

"•  Comptes  reudus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  C, 

15-21.  Paris,  4.° 

15.  de  la  Goupillière.  Théorèines  relatifs  à  l'aetinométrie  des  plaques  mobiles.  — 
Goudry.  Sur  un  squelette  d'Hyrena  spelcea  trouvé  par  M.  F.  Reguault  dans  les  Oubliettes  de 
Gargas  (Hautes-Pyrénées).  —  Ferrali.  Sur  l'action  pathogène  et  prophylactique  du  bacillus- 
virgule.  —  Mannheim.  Sur  l'herpolhodie.  —  Weyr.  Repartition  des  matrices  en  espèces  et 
i'ormation  de  toutes  les  espèces.  —  Gruey.  Sur  les  coustantes  du  grand  miroir  du  sextant.  — 
Badali.  Sur  la  loi  des  densités  à  l'intérieur  de  la  terre.  —  Boussinesq.  Eésistauce  qu'éprouvo 
un  cylindre  circulaire  indéfini,  plongé  dans  un  fluiile,  à  se  mouvuir  pendulairement  sui- 
vant  une  direction  perpendiculaire  à  son  axe.  —  Guuy.  Sur  la  diffraction  de  la  lamière  par 
un  e'eran  à  bord  rectiligne.  —  Wroblewski.  Sur  les  phénomènes  que  présentent  les  gaz  per- 
manents  évaporés  dans  le  vide;  sur  la  limite  de  l'emploi  du  thermomètre  à  hydrogène  et 
sur  la  temperature  que  l'on  obtient  par  la  decente  de  l'hydrogène  liquéfié.  —  Baoult.  Iu- 
fluence  de  la  dilution  sur  le  coefficient  d'abaissement  du  point  de  congélation  des  corps 
dissous  dans  l'eau.  —  Decharme.  Sur  les  fosmes  vibratoires  des  plaques  carrées.  —  Clamami 
et  Garpenlier.  Nouveau  dispositif  de  pile  thermo-électrique.  —  Duprè.  Sur  une  pile  à  deus 
liquides.  —  Moureaux.  Sur  la  variation  diurne  des  éléments  magnétiques  à  l'Observatoirc 
du  Pare  Saint-Maur  pendant  les  années  1883  et  1884.  —  Fol  et  Sarasin.  Sur  la  profon- 
deur  à  laquelle  la  lumière  du  jour  pénètre  dans  les  eauxde  la  mer.  —  Pélagaud.  Sur  une 
déviation  recente  de  la  trajectoire  des  cyclones  dans  l'océan  Indien.  —  Faye.  Observations 
relatives  à  la  Communication  précédente.  —  Milne-Edwards.  Eemarques  sur  la  méme  Com- 
munication.  —  Joannis.  Sur  les  oxydes  de  cuivre.  —  Thoulet.  Attraction  s'exercant  entre 
les  corps  en  dissolution  et  les  corps  solides  immergés.  —  Jacquemin.  Pre'paration  du  cya- 
nogène  par  voie  humide.  —  Id.  Dosage  du  cyanogène  mélange  à  d'autres  gaz.  —  Henri/. 
Sur  les  dérivés  haloides  primaires  de  l'éther  ordinaire.  —  Delage.  De  lVxistence  d'un  sy- 
stème  nerveux  chez  le  Peltogaster  ;  contribution  à  l'histoire  des  Kentrogonides.  — Niemiec. 
Sur  le  système  nerveux  des  Bothryocéphalides.  —  Houle.  Sur  truis  nouvelles  espèces  d'Asci- 
dies  simples  des  còtes  de  Provence.  —  Dieulafait.  Nouvelle  contribution  à  la  question  de 
l'acide  borique  d'origine  non  volcanique.  —  Deste.  Forèt  fossile  de  l'Arizona.  —  Dru.  Sur  la 
recherches  des  sources  au  voisinage  de  Gabès.  —  Bloyet.  Sur  les  travaux  de  la  station  de 
Kondoà,  établie  par  la  section  de  la  Société  intcrnationale  africaine.  —  lìichet.  Influence 
du  système  nerveux  sur  la  calorifìcation.  —  BegnauM  et  Villejean.  Etudes  sur  l'inbaLitiou 
du  formène  et  du  formène  monochloré  (chlorure  de  méthyle).  —  lléricourt.  Sur  la  nature 
indifferente  des  bacilles  courbes  ou  bacilles-virgules  (Komma-bacillus),  et  sur  la  pré- 
sence  de  leurs  germes  dans  l'atmosphère.  —  16.  Caillelel.  Nouveau  procede  pour  obtenir 
la  liquefaction  de  l'osygène.  —  Debrai/.  Sur  le  pourpre  de  Cassius.  —  Faye.  Influence  des 
marées  lunaires  sur  les  vents  alizés,  d'après  une  Note  de  M.  Poincaié.  —  Vulpian.  Sur  les 
ditlerences  que  paraissent  prèsenter  les  diverses    régions  de  l'écorce    grise  cerebrale,  dites 


—    CIANI    — 

contres  psycho-moteurs,  sona  le  rapport  de  leur  excitabilité.  —  StepJum.  Nébuleuses  décou- 
vertes  et  observées  à  l'Observatoire  de  Marseille.  —  de  CeUigny.  Expériences  l'aites  en 
Hollande  sur  une  application  du  système  des  grands  tubes  mobiles  de  l'appareil  constrnit 
à  L'eclnse  de  Aubois.  —  Fouqué.  Explorations  de  la  mission  chargée  de  L'ótude  des  trem- 

blemenN  de  terre  de  l'Andalonsie.  —  Levi/  et  Bergcron.  Sur  la  constitution  géologique  de 
la  serrania  de   [tonda.  —  Bertrand  et  Kilian.  Sur  les  terraina  secondaires  et  tertiaires  de 
l'Andalonsie  (province*  de  Grenade  et  de  Malaga).  —  Barnns  et  Offre.t.  Sur  la  constitution 
geologiche  de  la  sierrc  Nevada,  des  Alpujarras  et  de  la  Sierra  de   Almijara.  —   llalphcn. 
Sur  le  mouvement  d'un  corps  grave,  de  revolution,  suspendu  par  un  point  de  son  axe.  — 
Poincaré.  Sur  l'equilibro  d'un  masse  fluide  animée  d'un  mouvement  de  rotation.  —  Berlhot. 
Applications  de  la  formule  empirique  des    forces    mutnelles  à  la  mécanique  des  solides  et 
aux  proprietà  générales  des  corps.  —  Engel  et  Ville.  Sur  deus  nouveaux  indicateurs  pour 
doser  alcalimétriquement  les  bases  caustiques  en  présence  des   carbonates.  —    Henry.  Sur 
la  volatilité  dans  les  oxygènes.  —  lillicrs.  Sur  la  formatioo  des  alcaloide*  dans  les  mala- 
dies.  —  AUuard.  Du  ròle  des  vents  dans  l'agricolture.    Fertilité  de  la  Limagne  d'Auver- 
gne.  —  Poincaré.  Relation  entre  la  déclinaison  lunaire  et  la  latitude  moyenne  des  points 
de  départ  des  alizés.  —  Vesque.  Sur  les  caractères  anatomiques  de  la  fenille  et  sur  l'éphar- 
monisme  dans  la  tribù  des  Vismiées.  —  Bonnicr  et  Man,  /in.  Sur  les  variations  de  la  respi- 
ration  avec  le  développement.  —  de  Lapparent.    Sur   l'origine  du  limon  des  plateaux.  — 
n    Nonveau  moyen  de  défense  contre  le  mildiou.  —  17.  Vulpian.  Becherclies  expéri- 
mentalesconcernant:  l'  les  attaqnea  épileptiformes  provoquées  par  l'électrisation  des  régions 
excito-motrices  du  cerveau  proprement  dit:  2°  la  durée  de  l'excitabilité    motrice   du  cer- 
veau  proprement  dit  après  la  mort.  —  Stephen.  Nébuleuses  découvertes  et  observées  à  l'Ob- 
servatoire de  Marseille.  —  Grand "Euri/.  Sondage  de  Ricard  à  la  Grand'Combe  (Gard).  — 
Fouqué.  Relations  entre  les  pbénomènes  présentés  par  le  tremblement  de  terre  de  l'Anda- 
lonsie et  la  constitution  ge'ologique  de  la  rógion  qui  en  a  été  le  siège.  —  Amagat.  Sur  un 
instrument  analogue  au  sextant,  permettant  de  prendre  directement  les  angles  projetós  sur 
l'iiorizon.  —  Andoyer.  Éléments   et  éphémérido  de  la  planète  (246).  —  Bougaief.  Sur  un.: 
loi  generale  de  la  théorie  de  la  partition  des  nombre.  —  de  Saint-Germain.  Sur  l'herpol- 
hodie.  —  Deprez.   Sur  la   régulation  de  la  vitesse  des  moteurs    électriques.   —    Wits.  Du 
légime  de  combustion  des    mólanges    tounants    formés  avec  les  gaz  d'éclairage.  —  Farei. 
Couronne  solaire,  soit  cercle    de    Bisbop,    observe'e  en  1883,  1884  et  1885.  —    Grandinìi. 
Rechercb.es  sur  les   pbosphates.  —  Munlz.    Sur   l'oxydation  de  l'iode  dans  la  nitrification 
naturelle.  —  Andre.  Sur  le  sulfate    de    cuivre  amrnoniacal   et    sur   un  sulfate  basique  de 
cuivre.  —  Klein  ei    Vorel.  Sar  le  dimorphisme  de  l'aabydride  tellureux  et  sur  quelques-unes 
de  ses  combinaisons.  —  Calmels  et  Gossin.  De  la  constitution  chiunque  de  la  cocaine,  — 
lìegnauld  et  Yillejean.  Études  sur  l'inhalation  du  formène  bichloré  (chlorure  de  méthylène) 
et  du  formène  tétrachloré  (perchlorure  de  carbone).  —  Dochefonlaine.  Effets  produits  chez 
l'Iiomme  et  les  animaux  par  l'ingestion  stomacale  et  l'injection  hypodermique  de  cultures 
le  microbes  du  liquide  diarrhéiqne  du  choléra.  —  18.  Bougaie/J'.  Application  des  lois  générales 
de  la  the"orie  de  la  partition  des  nombre  aux  fonctions  numeriques.  —  Beprez.  Sur  la  régulation 
le  la  vitesse  des  moteurs  électriques.  —  d'Ar.sonval.  Sur  la  suppression  des  vapeurs  nitreuses  de 
la  pile  Bunscn  et  sur  une  nouvelle  pile  se  dépolarisant  par  l'air.  —  Lavncat.  Un  nonveau 
genie  dans  la  famille  des  Cyclocéphaliens.  —  Olivier.  Sur  la  canalisation  des  cellules  et  la 
continuité  du  proto]ilasma  chez  les  vegetata.  —  Zeitler.  Détermination,  par  la  flore  fossile. 
de  l'àge  relatif  des  couches  de  houille  de  la  Grand'Combe.  —  li).  Mouche;.  Carte  photo- 
graphique  du  ciel  à  l'aide  des  nouveaux  objectifs  de  MM.  B.  et  Br.  Henry.  —  l'armi    Sur 
Ics  raies  spectrales  spontanéraent  renversables  et  l'analogie  de  leurs  lois  de  répartition  et 
d'intensité  avec  celles  des  raies  de  l'hydrogène. —  Cadlelel  et  Bauli/.  Sur  la  condnctibilité 
électrique  du  mercure  solide  et  des   métaux    purs,  aux   basir-  températnres.  —  Friedel  ei 


—    CIAXI1    — 

Itoux.  Action  de  l*alnminiura  sur  le  colorare  «Taluni ini am .  —  Vulpian.  Rechefchcs  sur  la 
raison  de  l'impuissance  des  excitants  mécaniques  à  mettre  en  jeu  les  régions  exeito-motri- 
ees  da  cerveau  proprement  dit.  —  Lavsseddt.  Sur  Ics  reeonnaissances  à  grandes  distanees 
et  sur  un  télémétrographe.  —  Dransart.  Guérison  de  la  myopie  progressive  par  l'iridecto 
mie  et  la  sclerotomie'  Théorie  circulatoire  de  la  myopie.  —  Callandreau.  Sur  la  théorie  de 
la  figure  de  la  terre.  — ■  Zenger.  Là  lunette  méridienne  fise.  —  Lccornv.  Distanee  d'un 
point  d*une  eourbe  gauche  à  la  sphére  osculatrice  au  point  infiniment  voisin.  —  Bérard. 
Pésultats  d'expériences  entreprises  à  la  Poudrerie  nationale  du  Pont-de-Buis  sur  les  appa- 
reils  de  régulation  de  deux  turbines,  dans  le  but  de  contróler  les  conclusions  du  travail 
de  M.  Léauté,  relatif  aux  oscillations  à  longne  péiiode.  —  Krouchkoll.  Sur  la  polarisation  des 
tubes  capillaires  métalliques  par  l'écoulement  des  liqnides  sous  hautes  pressions.  —  Ja- 
blochkoff.  Sur  une  pile  nouvelle,  dite  auto-accumulateur.  —  Vincent  et  Chappuis.  Sur  les 
tensions  et  les  points  eritiques  de  quelques  vapeurs.  —  Haulefeuille  et  Perrey.  Sur  les  oxy- 
chlorures  d'aluminium.  —  Id.  id.  Sur  la  volatilisation  apparente  du  silicinm  à  440°.  — 
Joly.  Sur  la  préparation  de  l'acide  arsénique  et  l'existence  de  combinaisons  des  acides  arsé- 
nieux  et  arsénique.  —  Engel.  Sur  la  limite  de  combinaison  des  bicarbonates  de  magnésium 
et  de  potassium.  —  fìecuara.  Sur  un  chlorhydrate  de  protochlorure  de  chrome.  —  Osmond. 
Ktude  calorimétrique  des  effets  de  la  trempe  et  de  l'écrouissage  sur  l'acier  fondu.  —  Guillemin- 
Tarayre.  Sur  la  constitjtion  minéralogique  de  la  Sierra  Nevada  de  Grenade.  —  Dehérain 
et  Maquenne.  Sur  l'éraission  d'acide  carbonique  et  l'absorption  d'oxygène  dee  feuilles  main- 
tenues  à  l'obscurité.  —  Schloesing.  Observations  relatives  a  la  Communieation  précédente.  — 
lleckel.  Sur  un  nouvel  arbre  à  gutta  percha.  —  Dieulafait.  Nouvelle  contribution  à  la  que- 
stion  de  l'origine  de  l'iride  borique:  caux  de  Montecatini  (Italie).  —  Regnarci.  Sur  un  di- 
spositi!' permettant  de  suivre  par  la  vue  les  pbénomènes  que  présentent  des  animaux  sonmis 
à  une  pression  de  600atm .  — de  Thierry.  Sur  un  nouvel  appareil  dit  heana-spectroscope. — 
I  illìers.  Sur  les  urines  pathologiques.  —  Charpenlier.  Sur  la  mesnre  de  l'intensità-  des 
;ensations  colore'es:  —  fidici.  Sur  la  formation  et  la  germination  des  spores  ebez  le  Cla- 
dothrix  dichotoma.  —  Id.  Snr  le  Bacteriuni  urea-.  —  Chataven-Cachin.  Sur  une  non- 
velie  epidemie  qui  sévit  sur  les  canard*  domestiquos,  obscrvée  dans  les  environs  d-j  Castres 
(Tara).  —  20.  Imvij.  Sur  1'etTet  des  erreurs  instrumentales  dans  la  détermination  du  tour 
de  vis.  —  Jamin.  Sur  le  rayonnement  nocturne.  —  Bouley.  L'inoculation  preventive  de  la 
fièvre  janne  à  Rio-de-Janeiro.  —  Pouchet  Dissection  d'un  feetus  de  Cachalot.  —  Bitnt.  De 
la  protnbérance  annulaire  comme  premier  moteur  du  mécanisme  cérébral,  foyer  ou  centre 
de  la  parole,  de  l'intelligence  et  de  la  volonté.  —  Callandreau.  Influence  du  roulis  sur  Ics 
observations  faites  à  la  mer  avec  le  cercle  à  niveau  de  mercure  de  M.  Renouf.  —  Trou- 
veht.  La  planètc  Saturno  en  1885.  —  Merradier.  Sur  la  vérifieation  des  lois  des  vibra- 
tions  des  lames  eircnlaires.  —  Demarcay.  Sur  la  production  d'étincelles  d'induction  de  tem- 
perature» élevées  et  son  application  à  la  spectroscopie.  —  Yermuil.  Sur  l'action  simultanee 
de  l'oxygène  et  des  hydracides  sur  la  sélénurée.  —  Seheurrr-Keslner.  Composition  et  cha- 
leur  de  combustion  d'une  liouille  de  la  Pulir.  —  Viallelon.  Sur  la  membrane  buecale  des 
Céphalopodes.  —  Bonnier  et  Mangiti.  L'action  chloropbyllienne  séparée  de  la  respiration.  — 
Renault  et  Bertrand.  Grilletia  Spherospermii,  Chytridiace'e  fossile  du  terrain  houiller 
superi eur.  --  Boucheron.  De  l'acide  ur'que  dans  la  salive  et  dans  le  mucus  nasal,  pharyngé, 
bronehique,  utéro-vaginal.  —  de.  Parville.  De  l'influence  des  déclinaisons  lunaires  sur  le 
déplacement  des  circulations  atmosphériques.  —  de  Montessus.  Tur  les  tremblements  de 
terre  et  les  éruptions  volcaniques  dans  l'Amérique  centrale.  —  Llenas.  Bruits  souterrains 
entendus  à  l'ile  de  Saint-Domingue,  le  28  aoùt  1883.  —  21.  Conni.  Sur  un  halo  ellipti- 
que,  circonscrit  au  halo  de  22°,  observé  le  19  mai  1885.  —  Berthelot.  Contribution  a  l'bi- 
stoire  du  soufre  et  du  mercure.  —  Goursal.  Sur  les  intégrales  algébriques  des  éqaations 
linéaires —  Jamet.  Sur  une  propriété  des  conrbes  à  doublé  eourbure.—  Darboux.  Remarqnes 


—    CIAX11I    — 

relatives  à  la  Communication  précédente.  -  Mercadicr.  Sur  la  vérification  des  lois  des 
vibratiuns  des  lames  circnlaires.  —  Piante.  Sur  les  propriétés  particulières  da  coaranl 
électrique  produit  par  In  machine  rhéostatiqne.  —  Grava  el  Garbe.  Determinatimi  et  enre- 
gistremenl  de  la  ebarge  Jes  accuniulatenrs.  —  Gemei.  Sur  1.-  phénomène  de  la  irfn  ioti 
cristalline  du  soufre  et  sur  la  vi  tesse  de  transformation  dn  sonfre  prisinatique  en  octa<5 
drique.  — ■  Sabatier.  Sur  la  coraposition  du  persulfnre  d'hydrogène  el  sur  In  variété  nacrée 
-lu  soufre.  —  Moissan.  Sur  le  produit  d'addition  Pli  Fl'Br'  obtenu  par  l'action  du  bromo 
sur  le  trifluorure  de  phosphore.  —  Meunier.  Synthèse  accidentelle  de  I'anorthite.  —  I 
Sur  l'anatomie  microscopiqne  du  Dentale. —   Vélain.  Le  pénéen  dans  la  région  des  Vosgcs. 

•Cosmos.  N.  S.  N.  14-18.  Paris,  1885.  4.° 

tTaacHHE  epncKora  yieHor  /ipviiiTBa  K.  60,  61.  V  Beorpaay,   1885.  8.° 

;  ILiB'J.rria  reojiorHiecKaro KoMHTeTa   1885  cori,  Tomi  IV  .V  4.  C.-IIeTeprjyprB, 

1SS4.  8.° 

KPOTOBA.  IIpejBapiiTp.il. uuu  oneri,  o  reo.ioni'ieci;n\  i.  uu  ataoBaiinm,  uà  aana  iiimm  i. 
rK.ioH't  Co.iiiKUMeKaro  Jpa.ia.  upoiiaiaupjiiiHxi,  .ibtom  1884  roja. —  HHKHTMHA.  II j >i ■  i  l.iu 
paciipoeipaueiiia  .iej,niiKOBHXb  e.i't.ioni.  iti.  uenrpa.ii.uoiì  Poccìh  ii  uà  il >;i.r I;. 

II. '.isteria  HiniepaTopcKaro  PyccKajro  Feorpad»piecKaro  06m;ecTBa.  Tomi  XXI, 
1885.  Bi.iii.  -1.  C.-TIeTepóypn.,  8." 

BCILTEPt.   0  pe3j\n.TaTax[.   :iTiio.ipai|ui<iecKoii    noia.utu    ki.    HpyccKHMi   .luroiauM 
at.TOMi,  1883  roaa.  —  COPOKHITb.  IlyTeinecTBie  no  pyccKOMy  TjrHi-IUaHB  bt.  1884  Kuy. 
HBAHOBTb.   'li"  ua:iHBaii.  UaMHpoMi? 

'•  Jahresbericht  (LIX)  der  Naturforschenden  Geselleschaft  in  Emden   1883-84. 

Emden,  1885.  8.° 
tjahresbericht  iiber  die  Fortschritte  der   classisclien  A.lterthumswissenschaft. 

XI  Jhg.  Sappi.;  XII  Jhg.  Hft.  4-5,  Berlin,  1885.  8.° 

SrppL.  Genlhr..  Jahresbcricht  uber  die  róinischen  Epiker  fiir  1881  und  18*2.  —  1-5. 
lìzach.  Bericht  iiber  die  litterarischen  Erscheinungen  ani'  dem  Gebiete  des  griecbischen 
naehhomerischen  Epos  fiir  die  .lahre  1882  und  1883.  —  Egenoìff.  Bericbt  iiber  die  gric- 
chiseben  Grammatiker.  —  Heydenreich.  Bericht  iiber  die  Litteratur  zu  Phadrus  aus  den 
Jahren  1873  bis  1882.  —  Yoigt.  Bericht  iiber  die  rflmischen  Privat-  und  Sacral-Alterthii- 
mer  betreffende  Litteratur  des  Jabres  1883  resp.  1882.  —  tìorawitz.  Bericht  iiber  die  ani' 
die  Geschichte  der  classisclien  Alterthnmswissenschaft  bezfiglichc  Litteratur  dor  .lahre 
1882-1884. 
:  .Tornai  de  sciencias  mathematica-;  e  astronomicas.  Voi.  VI,  1.  Coimbva,  1885.  S." 

D'Ocagne.  Sur  une  transformation  polaire  des  courbes  piane.;.  —  D'Almeida  Lima.  Sobrc 
una  curva  de  terceiro  grao.  —  Cesàro.  Remarques  arithmétiques.  —  Ferreira  dos  Sanctus. 
Sobre  a  mudanea  da  variavel  independente. 

■Journal  (American  Chemical).  Voi.  VII,  1.  Baltimore.  1885.  8.° 

Japp  and  Hooker.  Ou  the  Action  of  Aldehydes  and  Ammonia  on  Benzil.  —  Owens. 
and  Japp.  On  Condensatici)  Compoùnds  of  Benzil  wifh  Elhyl  Alcohol.  —  Eyster.  On  a 
Scheme  for  the  Qualitative  Determìnation  of  the  Bases  without  Hydrogen  Sulphidc.  - 
Blair.  Valuation  of  Acetate  of  Lime.  —  Bell.  Notes  on  the  Absorption  Spectrum  ofNitrogen 
Peroxide.  —  Id.  Spectroscopic  Determination  of  Lithinm.  —  Ghittenden  and  Cummins.  In- 
fiuence  of  Bile,  Bile  Salts  and  Bile  Aeids  on  Amylolytic  and.Proteolytic  action.—  1/ 
A  Method  of  Determining  the  Vaine  of  /.ine  Dast.  —  Id.  Two  Porms  of  Apparatus  whicb 
Facilitate  the  Correct  Reading  of  Gas-Volumes  over  Water.  —  Id.  An  Apparatus  for  the 
Parification  of  Mercury  by  Distillation  in  a  Vacunm.  —  Duggan.  Some    Experim  ni 


—   CLXXIV   — 

Ilio  Relation  of  Antìseptic  Power  to  Chemical  Constitution.  —  Michael  and  Palmer.  On 
Some  Properties  of  Phenylsulphonacetic  Ethers.  —  Michael  and  Wing.  Note  on  the  Con- 
stitution of  the  Addition-Product  of  Chlorhydric  Acid  to  Ethylcyauide. 

•Journal  (American)    of  Archaeology   and   of  the  History   of  the   fine  arts. 
Voi.  I,  1.  Baltimore,  1885.  8.° 

Norton.  The  first  american  classical  archasologist.  —  Waldslein.  The  Panathenaic 
festival  and  the  centrai  slab  of  the  Parthenon  fiieze.  —  Merriam.  Inscrihed  sepnlchral 
vases  from  Alexandria.  —  Prothingham  .//'.  The  revival  of  sculptttre  in  Europe  in  the 
thirteenth  century.  —  Marsh.  Ancient  crude -hrick  construction  and  its  influence  on  the 
doric  style. 

^Journal  (American)  of  science.  Voi.  XXIX.  u.  173.  New  Haven,  1885.  8." 
Trowbridge  and  Mcflae.  Elasticity  of  Ice.  —  Armsbij.  Digestion  Experinients.  —  McCay. 
Massive  Safflorite.  —  Trowbridge  and  lìayes.  Application  of  Photography  to  Electrical  Mea- 
surements.  —  Id.  id.  Production  of  alternatine  currents.  —  Clarice  and  Diller.  Topaz  from 
Stoneham,  Maine.  —  Sherman.  Relation  hetwcen  the  residuai  elasticity  and  the  chemical 
constitution  of  glass.  —  McGee.  Meridional  Defleetion  of  Ice-Streams.  —  Whittlesey.  Pre- 
Glacial  Channel  of  Eaglc  River.  —Funi.  Age  of  the  Slaty  and  Arenaceous  rocks  in  the 
vicinity  of  Schenectady  N.  -Y. 

•Journal  de  la  Société  physico-cbimique  russe.  T.  XVII,  4.  S.  Pétei'sbourg, 

1885.  8.° 

Kleiber.  Sur  la  composition  chimique  de  corps  celestes.  —  Sabaneje/f.  Sur  les  proprie- 
tés  de  l'acé ty lène  monobromé.  —  Reformalsky.  Préparation  des  alcools  polyatomiques.  — 
Saytze/f.  Synthèse  des  alcools  tertiaires  en  partant  des  acétones.  —  Ordinsky.  Dosage 
v.ìlumétrique  de  l'acide  phosphorique.  —  Kajander.  Corrections  des  données  thermochimi- 
ques.  —  Lvbavin.  Action  du  carbylamine  sur  l'iodure  de  méthyle.  —  Nikolukin.  Sur  le 
tetrachlorure  de  plomb.  —  llesehus.  Dynamornètre  de  demonstration. 

;. Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2e  sér.  t.  IV,  mai  1885.  Paris,  8." 
Fourssereau.  Recherches  sur  la  re'sistance  électrique  des  substances  isolante*.  —  Potter. 
Sur  la  the'orie  du  contact.  —  Duhe.ni.  Sur  le  renversement  des  raies  du  spectre.  —  Melliti. 
Sur  les  dimensions  de  la  force  édeetromotrice  et  du  potentiel.  —  Application  k  la  défini- 
tion  de  la  capacité. 

•Journal  des  Sociétés  scientifiques.  Au.  I,  n.  18-21.  Paris,  1885.  4.° 
•Journal  fiir  die  reine  und  angewandte  Mathematik.  Bd.  XCVIII,  3.  Berlin, 

1885.  4.° 

Meyer.  Ueber  die  Klassenanzahl  derjenigen  ternaren  quadratischen  Formen,  durch 
welche  die  Nuli  rational  darstellbar  ist.  —  Heymann.  Ueber  Supplementintegrale.  —  hi. 
Ueber  eiue  Transformation  bei  Iinearen  simultaneo  Differentialgleichungen.  —  Frobenius. 
Ueber  die  constanten  Factoren  der  Thetareihen.  —  Hofmann.  Reduction  der  Gleichung 
des  Tetracdroids  auf  die  Form  l  x  $-*-[■'  yt/  -t-l/3t  =  0. 
i  Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXX.  May  1885.  London,  8.° 

l'erkin.  Benzoylacetic  Acid  and  some  of  its  Derivatives.  l'art  III.  —  Grifss  and 
Ilarrow.  Presence  of  Choline  in  Hops.  —  Brere/un  Baker.  Combustioa  in  Dried  Gas.>s.  — 
Baker.  The  Ortho-Vanadates  of  Sodium  and  their  Analognes.  —  Uivers  and  fhnja.  The 
Formation  of  Hyponitrites  from  Nitric  Oxide.  —  hi.  id.  The  Existence  of  Bariuni  and 
Lead  Nitrososulphates.  —  James.  Préparation  of  Ethylene  Chlorothiocyanate  and  /J-Chlor- 
ethylsulphonic  Acid.  —  James.  Derivatives  of  Taurine.  Part  I. 
i-Kozl&ny  (Foldtani).  XV  Kot.  3-5  fiiz.  Budapest,  1885.  8.° 


—   CLXXV   — 

Szabó.  ElnOki  megnyitd  beszéd,  a  magyarhoni  Foldtani  Tàrsulat  KOzgyulósén  1881 
februàr  l-én.  —  Id.  Magyarorszag  nevezetesebb  Fluorit-lelOhelyei.  —  Szonlagh.  Zùlyoin 
megyc  kozeteinek  petrographiai  ismertetése.  —  Schafarzik.  A  magyarorszàgi   fòldrengé 

18Sl-ben.  —   Tèijlàs.  A  niamut  nyomai  Hunyadmegyében. 

Mémoires  de  l'Académie  i.  des  sciences  de  St.  Pétersbourg.  7"  sér.  t.   XXXII, 

13.  S.  Pétersbourg,  1884.  4," 

Farenelsky.  Beitràge  zur  Craniologie  der  Grossrussisuhen  BevOlkerung  der  nOrdlichen 
and  mittleren  Gonvernements  des  enropàischen   Russlands,  St  Pétersbourg.  1884.  8.° 
'Mémoires  de  la  Société  géologique  de  Prance.  3"  sér.  t.  I,  II,  III.  1.  2.  Paris, 

1877-1884.  4.° 

ni.  1.  Oossmann  et  Lambert.  Étude  paléontologiqne  et  stratigrapbiqne  sur  le  turrain 
oligocène   marin    aux    environs  d'Étampes.  —  2,   Thomas.   Recherches  stratigraphiqui 
paléontologiqnes  sur  quelques  formations  d'eau  douce  de  l'Algerie. 
Mémoires  et  Compte  renda  des  travaui  de  la  Société  des  ingénieurs  civils. 

Paris,  1885.8.° 

Malo.  Los  voies  asphaltées  de  Berlin.  —  Garnier.  Projet  d'un  chemin  de  lev  aéricn 
i  dtablir  dans  Ics  grandes  voies  de  Paris. 

•MittUeilungen  aus  dem  uaturwissenschaftlichen  Vereiiie  von  Neu-Vorpommern 

und  Riigen.  Jhg.  XVI.  Berlin,  1885.  8." 

Gerslaecket.  Vier  Decaden  von  Neuropteren  aus  der  Faniilie  Megaloptera  Burm.  — 
lidi:.  Das  'l'hai  dee  Nievole  in  Toscana.  —  G  rstaeckir.  Zwei  fernere  Decaden  Anstrali- 
scher  Nenroptera  Megaloptera.  —  hi.  Ueber  einige  Arten  der  tìattung  Bittacus  Latr. 

Mittheilungen  aus  der  zoologischen   Station  zu  Neapel.  Bd.  VI,   1.  Berlin. 

1885.  8." 

Dohrn.  Studien  zur  Urgeschichte   des  WirbelthierkOrpers.   vn. Entstehung  undDiffe- 
riuzlrnng  des  Zung.nbein-  und  Kiefer-Apparates  der  Selachier.   vm.   Die   Thyreoidea   bei 
Petromyzon,  Amphioxus  und  Tunicaten.  —  Bericlit  uber  die  Zoologische  Station  wàhren  1 
der  Jahre  1882-1884. 
MittUeilungen  des  deutseben  archàologiscUeu  Institutes  in  AtUeu.  Bd.  X,  1. 

AtUen,  1885.  8.° 

Petcrsen.  Zum  Erechtlu-ion.  —  Mordlmann.  Ueber  einige  vorderasiatisebe  Gotthei- 
ten.  —  Id.  Inschriften  aus  dem  Tschinili  Kitìsck.  —  Marx.  Bronzemunze  von  Elaia.  — 
Duemmler.  Marmorstatue  in  Beirut.  —  Koehter.  Inschrift  von  Sanaos.  —  Doerpfeld.  Die 
Propylàen  der  Akropolis  von  Athen.  I.  Das  ursprungliebe  Project  des  Mnesikles. —  Nikitsky. 
Zu  C.  I.  A.  II  111.  —  Fabrieius.  Alterthumer  auf  Kreta.  II.  Die  Idàiscbe  Zeusgrotte.  — 
ZEPAENTB1.  'Emyoatpui  ex  'Póóov  [Xvvéxeicc).  —  Latischiw .  C.  I.  A.  II  605.  —  Koehter. 
Wàscher  nnd  Wascbfranen  in  Athen. 
■Monatsbliitter   des   Wissenschaftliehen    Club    in   Wien.  VI  JUg.  80.  Wien, 

1884.  8.° 

•Naturforsclier  (Den.    Jhg.  XVIII,  n.  14-22.  Berlin,  1885.  4.° 

■Notices  (Monthly)  of  the   r.    Astronomica!   Society.   Voi.  XLV,  6.  London, 

1885.  8." 

Gopeland.  On  an  Observatiou  of  the  Projection  of  Jnpiter's  First  Satellite  on  its  ovt 
Shadow,  made  at  Dun  Echt,  Aberdeen.  —  Id.  Occultation  of  Aldebaran,  1885,  February  22, 
observed  at  Dun  Echt,  Aberdeen.  —  Tupman.  Occnltations  of  Stare  by  the   Moon  in  the 
Years  1876-1880,  ami  resnlting  Final  Eqnations  between  the  Krrors  of  the  Tables  and  the 
Errore  of  Observatiou.  —Nolte.  Occultations  observed  at    Forest  Lodge,  Maresfteld, 


—  cr.xxvi  — 

";  Observations  mécéorologiques  faites  aux  statìons  iutornationales  de  la  Belgi- 
que  et  des  Pays  Bas.  4°  année  1880.  Bruxelles.  1884.  4." 

■Pamietnik  Akadeniii  umiejetnosci  w  Krakowie.  Wyd.  Mat.-przyr.  T.  IX. 
W  Krakowie,  1884.  4." 

•  Papers  and  Proceedings  of  the  royal  Society  of  Tasmania  for  1884.  Tasmania, 

1885.  8.° 

•  Proceedings  of  the  Academy  of  Naturai    Sciences.  1885.   Jan.-mareh.   Phi- 

ladelphia,  1885.  8.° 

Leidy.  On  some  Parasitic  Worms  of  Birds.  —  Blalchley.  On  the  American  Species 
of  the  (icnin  Umbra.  —  Bickneil  and  Fletcher.  A  Review  of  the  Species  of  the  Genus  Se- 
motilus.  —  kocnig.  A  new  locality  for  Beegerite.  —  Fielde.  Observations  on  Tenacity  of 
Life  and  Regeneratiou  of  excised  parts  in  Lumbricus  terrestris.  —  Hothrock.  The  internai 
Cambium  King  in  Gelsemiuni  sempervirens.  — Strecker.  Description  of  a  new  Colias  from 
the  Rocky  Mountains.  and  of  an  example  of  Polyinelianisin  in  Samia  Cecropia.  —  l'olle;. 
A  new  fresh-water  Sponge  from  Nova  Scotia.  —  Mechan.  Spicate  Inflorescence  in  Cypri- 
pedium  insigne.  —  Leidy.  Rhinoceros  and  Hippotherium  from  Florida.  —  Scudder.  New 
Genera  and  Species  of  Fossil  Cockroaches  from  the  older  American  Rocks.  —  Scliribner. 
A  Revisiou  of  the  North  American  Melica?  (Piate  I).  —  Leidy.  Remarks  on  Mylodon.  — 
Meek  and  Hall.  A  Review  of  the  American  Genera  and  Species  of  Batraehid».  —  Blalchley. 
A  Review  of  the  Species  of  the  Genus  Pimephales.  —  Ei'jeiiiminn  and  Mortori.  A  Review 
of  the  American  Eleotridina:.  —  Éastlake.  Entomologia  Hongkongens"s.  —  Report  on  the 
Lepidoptera  of  Hougkong.  —  Gen'.ry.  Description  of  a  new  Species  of  the  Genus  Cyano- 
curax.  —  Slejneger.  Remarks  on  Lanius  robustus  Baird,  based  on  an  examination  of  the 
fype  specimen. 

•Proceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  S.  Voi.  VII,  4,  5.  April-May 
1885.  London,  8.° 

Apeil.  herry-Nicholis.  A  recent  exploration  of  the  King  country,  New  Zealand.  — 
Delmar  Horgan.  The  free  State  of  the  Congo.  —  Lessar.  The  Kara-kum,  or  desert  of  Tnrko- 
mania.  —  May.  Uoldich.  Afghau  boiindary  coramfesiou;  geographical  notes.  —  Gordon. 
The  Irawadi  river.  —  Lieutenant  Giraud's  attempt  to  cross  Africa  via  Lake  Bangweolo  and 
the  upper  Congo. 

'Proceedings  (The  sdentine)  of  the  r.  Dublin  Society.  N.  S.  Voi.  IV,  5,  6. 

Dublin,  1884  85.  8.° 

1885.  Roope  IJunt.  On  the  Action  of  Waves  on  Sea-beaches  and  Sea-bottoms.  —  Jolyl. 
Notes  on  the  Microscopical  Character  of  the  Volcanic  Asb  from  Krakatua.  —  Tichborne. 
On  an  Argentifero as  Galenetic-Blende  at  Ovoca.  —  Kinahan.  Notes  on  some  of  the  Irish 
Crystalline  Iron  Gres.  —  /((.  Notes  on  the  Earthquake  that  took  place  in  Essex  on  the 
Morning  of  Aprii  22,  1884.  —  ilari.  On  the  Botany  of  the  River  Suir.  —  Haslam.  On 
Volatiliiiatiou  of  Ziuc  from  German-silver  Alloys.  —  Fili  Gerald.  Note  on  Dust  Repul- 
soli. —  ld-  On  Currents  of  Gas  in  the  Voitex  Atom  Theory  of  Gases.  —  hi.  On  a  Method 
of  Studyiug  Transient  Currents  by  meaus  of  an  Electro-dynamometer.  —  ld.  Ou  a  Non- 
parking  Dvnamo. 

':  Repertori  uni  der  Physik.  Bd.  XXI,  4.  Miinchen,  1885.  8." 

Thomson.  Die  Grosse  der  Atonie.  —  Kurz.  Elektrische  Theorie  und  Messungen  in  dir 
Schule.  —  Flcischl.  Die  Deformation  der  Lichtwellenflàche  im  magnetischeu  Felde.  — 
battelli.  Ueber  die  Fortpflanzung  des  Lichtes  in  einem  katadioptrischen  Systeme.  —  Daurer. 
Ein  Universal-Pachytrop, 


—   CLXXVJ]    — 

Hi'lHiit  (XXXIX  annua!)   of  the  Director  of  the  astronomical  Observatóry  ol 
Harvard  College.  Cambridge,  1885.  8.° 

Report  of  the  Superintendent  of  the  U.  S.  Coast  and  Geodetic  Surwey.  Junc 

1883.  Washington,  1884.  4." 

Résumé  cles  séances  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séances  du  24  avril 

et  8  inai   1885.  Paris,  8.° 
■Revue  historique.  10"  année,  t.  XXVIII,   1,  mai-juin  1885.  Paris,  8.° 

Forneron.  Louise  de  Kéroualle,  duchesse  de  Portsmouth,  1649-1734.  —  Fagniez.   I, 
inissiuii  dn  Pére  Joseph  à  Ratisbonne,  1630.  —   Van  'In-  Haeghen    Esamen  des   droits  de 
Charles  Vili  sur  le  royaume  de  Naples. 

:  Revue  politique  et  littéraire.  '■'>"  sér.  T.  XXXV,  u.  18-22.  Paris.   1885.  4. 
•Revue  scientitique.  Ser.  3"  T.  XXXV.  n.  18-22.  Paris,  1885.  4." 
:  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italiana.  Anno  IX,  9.  Conegliano,  1885.  8." 
Canafoijlia.  La  viticoltura  e  l'enologia  nel  Médoc.  — •  Carpane.  Apparecchio  di  riscal- 
damento dei  vini  a  fuoco  diretto.  —  Vigna.  Analisi  dei   principali  costituenti  dei  vini    tipi 
■  li  pasto  delle  provincie  di  Alessandria.  Genova  i    Porto  Maurizio. 

■Rozsprawi   i   sprawozdania   ■/.   posiedzen.  Wydz.  filolog.  T.   X,  Wydz.  mat.- 
przyr.  T.  XII.  W  Krakowie,  1884.  8.° 

'Science.  Voi.  V.  n.  116-119.  Cambridge  Mass.  1885.  4." 

ì  10.  The  consolidation  of  the  governeinent  scientific  work  —  True.  The  bottle-nose 
dolphin,  Tursiops  tursio,  as  seen  at  Cape  May. —  Wiley.  Butter.  —  Dawson.  The  Saskat- 
chewan  country.—  The  glow-lamp.  —  A  typhoon  in  Sicily.  —  117  Hubbard.  The  Russian 
hasc  of  operations  against  India.  —  Channing.  Roads  frorn  India  to  eentrai  Asia.  —  /</. 
The  races  of  centrai  Asia.  —  The  legai  language  of  India  —  Hauliog  a  steamer  through 
Africa.  —  Thurston.  The  efficieney  of  the  steam-engiue.  —  Me'teorological  notes.  —  The 
Russian  emba°sy  to  Afghanistan.  —  The  Russians  at  the  gates  of  Merat.  —  Tiflis  and 
Baku.  —  119.  Progress  of  the  Lick  observatóry.  —  Pumpelly-  Composite  portraits  ofmeni- 
bers  of  the  National  academy.  —  Newcomb.  Mortality  experiencc  of  the  Connecticut  mu- 
tuai life-insurance  Co.  —  Hìgginson.  American  flash  langnage  in  1~'J8.  —  Walking  and 
running.  —  Naval  architcctnre  in  England.  —  Tkvrston.  Keceut  British  locomotives.  — 
Ili).  The  preservation  of  Nfagara.  —  Wrighl.  The  Niagara  gorge  as  a  ehronometer.  — 
Trowbridge.  Niagara  Falls  considered  as  a  source  of  eleetrical  energy.  —  Dr.  Gould's 
wurk  at   tli>'  Cordoba  observatóry. 

■Sitzungsberichte  unti  Abhandlungen  dei'  Naturwissenschaftlichen  Uesollschal't 
Isis  in  Dresdeu.  Jhg.  1884  Juli-Dec.  Dresden,  8.'' 
Megev.  Qeber  neue  und  ungenugend  bekannte  Vogel,  Nester  und  Eier  ans  dem  Ostin- 
dischen  Archipel  ini  k.  Musenm  zu  Dresden.  —  Geinitz.  Qeber  die  nenesteu  geologischen 
Forschungen  in  Nordamerica.  —  Neubert.  Dio  Dainmerungserscheinungen  am  Ende  des 
Jahres  188::  und  Anfang  1884.  —  Preyberg.  Die  Zunahme  der  Blitzgefahr  im  Konigreieh 
Sàcbsen.  —  Deichmùl'.er.  Qeber  Qrnenfunde  in  Uehigau  bei  Dresden.  —  Arlzl.  Zusam- 
menstellung  der  l'Iunerogamen-Flora  des  sachsisehen  Vogtlandes.  —  Danzig.  Ueber  das 
archàische  Gebiet  nordlich  vom  Zittauer  und  Jeschkengebirge. 

•Studies  (Johns  Hopkins  University)  in  historical  and  politicai  science.  31  Series 
IV.  Baltimore,  1885*.  8." 
Eli/.  Recent  American  Socialism. 

BdlIìEttino-Rkmoi  "Mi        V"i .   I  23 


—    CI.XXVI1I    — 

■Transactions  (The  seientific)  of  the  r.  Dublin  Society.  Ser.  2,  voi.  Ili,  4-G. 
Dublin,  1884-85.  4.° 
0.  (1885).  Blackburn.  and  Sharp.  Memoirs  on  the  Coleoptcra  of  the  Hawaiian  islands. 

;  Verhaudluugen  des  Vereins  zur  Befffrdening  des  Gewerbfleisses.  1885  Aprii, 

Mai.  Berlin,  4.° 

Verner.  Dampfkessel  nebst  Ausriistung.  —  Burkitt  Webb.  Ueber  Riemenleitung  auf 
geschrànkten  Achscn.  —  Kqchy.  Ueber  don  Eraftbcdarf  und  die  Leistung  det  Holzbear- 
beitungsmaschinen. 

•  Viestnik  hrvatskoga  arkeologickoga  druztva.  Godina  VII,  Br.  2.  U  Zagrebu, 

1885.  8." 

Kispalie.  Ossa  della  caverna  Bara;  presso  Krslie.  —  lokanec.  Intorno  alcune  iscrizioni 

in  Ogulino.  —    Liubic.  La  Japidia.  e  la  trovaglia  preistorica  in    Prozor  vicino  Otocac.   — 

VuleLic -Vucasovic.  Iscrizioni  antico-bosnesi  in  Ercegovina.  —  hi.  Iscrizioni  in  Castel  Vecchio 

presso  Spalato. 

tWochenschrift   d.   ost.    Ingenieur-  uud   Architekten- Vereins.  Jhg,  X,   18-22. 

Wien,  1885.  4.° 

•  Zeitschrift  der  deutschen  geologischeu  Gesellschaft.  Bd.  XXXVI,  4;  XXXVII,  1. 

Berlin,  1884-85.  8.° 

xxxvi.  4.  van  Calker.  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Groninger  Diluviums.  —  Boehm. 
Beitrag  nur  Kenntniss  der  grauen  Kalke  in  Venetien.  —  Valer.  Die  fossile»  Holzer  der 
l'iiosphoritlager  des  Herzogthums  Braunschweig. —  Geiailz.  Ueber  ein  GraptoUthen-fiiliren- 
des  Gescliiebe  ruit  Cyathaspis  vou  Rostock.  —  Weiss.  Ueber  den  Pprphyr  mit  sogenannter 
Fluidalstruetur  von  Thal  ini  Tburinger  Wald.  —  Bonitmann.  Cyclopelta  Winteri,  cine 
Bryozoe  aus  dem  Eifeler  Mitteldevon.  —  Bercivi/.  Kreide  uni  Tertiar  von  Fiakenwalde 
bei  Stettin.  —  xxxvir.  1.  Brano-  Ueber  die  Anfangskammer  vou  Bactrites.  —Becker. 
Schmelzversuche  mit  Pyroxenen  und  Ampbibolen  und  Bemerknng  ti  ber  Olivinknollen.  — 
Frech.  Die  Korallenf.iuna  des  Oberdevons  in  Deutschland.  —  Fuchi.  Die  Versuche  ciner 
Gliederung  des  unteren  Neogen  im  Gebiete  des  Mittelmeers.  —  Verworn.  Ueber  Patcl- 
lites  antiquus  Schloth.  —  de  Ger.  Ueber  die  zweite  Ausbreitung  des  skandinavischen 
Landeises.  —  Kayser.  Lodanella  mira,  eine  unterdevonisehe  Spongie. 
"Zeitschrift  der   osterr.  Gesellschaft    tur   Meteorologie.  XX   Bd.   Mai    1885. 

Wien,  4.° 

Wild.  Bestimmuug  der  wabren  Lufttemperatur.  —  Pernter.  Taglielie  Periode  der 
Windrichtung  ani  Obir  und  Sàutis. 

^Zeitschrift  fur  Mathematik  und  Physik.  Jhg.  XXX,  3.  Leipzig,  1885.  8.° 
Geisenheimer.  Beziehungen  zwischen  den  Krummungen  reciproker  faumliteher  Ge- 
bilde.  —  Weiler.  Ueber  einige  Flaehen,  welche  Schaaren  von  Kegelschnitten  entbalten.  — 
W.  Ueber  Flaehen  vierter  Ordnung  mit  Doppel-  und  mit  Cuspidalkegelschnitt.  —  Gold- 
schmidt.  Conjugirte  Reciprocitaten.  —  Schiomiteli.  Eine  Verallgemeinerung  des  binomischen 
Satzes.  —  Schoenborn.  Die  von  Diophant  uberlieferten  Methoden  der  Berechnnng  irrafionaler 
Quadratwurzeln. 

•Zeitschrift   (Historische)    herausg.    von    H.  v.    Sybel.  N.    F.  Bd.  XVII,  3; 
XVIII,  1.  Miinchen,  1885.  8.° 

xvii.  3.  Ilàbler.  Ueber  die  iilteren  Hermandades  in  Kastilien.  —  hacker.  Jacob  Lam- 
padina. Ein  Beitrag  zur  Geschichte  der  politischen  Theorien  des  1'  Jahrfcnnderts.  —  Egel- 
liaaf.  Analekten  zur  Geschichte  des  zweiteu  punischen  Krieges.  —  n.  Sybel.  Urkundenbildor 
in  Lichtdruck   oder    Do.reb.paasu.ng.  —  xvm.  1.    Riiter.    Studien    iiber   die    Entwickelung 


—    CLXX1X     — 

li   Geschichtewissenschaft.  Erster   Artikel.    —  Ulinanru    Uebcr    wissenschaftlictac  Gesclri- 
chtsdarstellung.  —  Kavfmann.  Die  Karolingischen  Annalen. 
■Zeitung  (Archàeologische).  Jhg.  XLIII,   1.  Berlin,  1885.  4° 

von  Duini.  Charondarstelluugen.  —  Koerle.  Roma,  Antikes  Wandgemàlde  im  Palazzo 
Barberini.  —  Dierks.  Ueber  das  Kostura  der  griechischen  Schanspieler  in  der  alten  Ko- 
mOdic         Michaclis.  Die  Liieken  ini  Parthenonfries. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  giugno  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

*Ardìssone  /•'.  —  La  vegetazione  terrestre  considerata  nei  suoi  rapporti  col 
clima.  Milano.   1S85.  8." 

•ISassani  F.  —  Risultati  ottenuti  dallo  studio  delle  principali  ittiofaune  cre- 
tacee. Milano,  1885.  8.° 

*Bonalelli  F.  —  Commemorazione  del  prof.  Baldassare  Poli.  Padova,  1885.  8." 

*  Carbone  Grio   D.  —  1  terremoti   di   Calabria    e  Sicilia   nel    secolo  XVIU. 

Napoli,  1885.  8." 
*Casfì  E.  —  Sante  de  Leonardis  ed  i  suoi  autografi.  Aquila,  1885.  8." 

*  Ferri  A.  —  Verismo.  Prose  e  versi.  Rieti,   1885.  8." 

'Franco  E.  —   La  vita  di  G.  Garibaldi.  Parte  1\  Napoli,  1885.  8.° 

■ Ghivizzani  G.  —  Giuseppe  Giusti  e  i  suoi  tempi.  Reggio  nell'Emilia,  1882.  8." 

'Giglioli  E.  II.  e   Issel  A.  —  Proposte  generali  per  la  esplorazione  biologica 

completa  del  Mediterraneo  e  dei  mari  adiacenti.  Roma,  1885.  8.° 
*GneiU    R.  —  Lo  stato  secondo  il  diritto  ossia  la  giustizia  nell'amministra- 
zione politica.  Trad.  di  I.  Artom.  Bologna,  1884.  8.° 
* [.nmpertico  F.  —  Distorso  pronunziato  in  Senato  nella  tornata  del  30  aprile 

1885.  Roma,  1885.  8.° 
' Muniellini  G.  —  I  conflitti  d'attribuzioni  in  Italia  dopo  la  legge  del  31  marzo 

1877.  Firenze,   1878.  8." 
■  hi.  —  Lo  Stato  e  il  Codice  civile.  Voi.  I  -III.  Firenze,  1880-82.  8.° 
*Mirabelli  A.  —  Storia  del  pensiero   romano   da   Romolo  a  Costantino,  stu- 
diato nella  lingua  e  nelle  lettere.  Napoli,  1880.  8." 
"Omboni  G.  —  Penne  fossili  del  monte  Bolca.  Venezia,  1885.8." 

*  Pagella  S.  —  Sesto  Poetico.  Alessandria,  1885.  8." 

'  Pavesio  P.  —  I  convitti  nazionali  dalle  prime  loro  origini  ai  giorni  nostri. 
Avellino,  1885.  8." 

*  Persio  A.   Fiacco.  —  Satire.  Traduzione  di  C.  Conti.  Volterra,   1885.  8.° 
'Pisani  Ccraolo   P.  —  Del  matrimonio.  Voi.  I.  Messina,  1885.  4.' 

'  Prcvìtera   C.  —  Roma  ed  il  Gran  Re.  Monterosso,   1885.  8." 
*Riccelli  A.  A.  —  Versi.  Cotrone,  1885.  8." 

*  Rusconi    A.    —  Massimiliano    Sforza    e    la    battaglia    dell'Aliotta .    Milano. 

1885.  8." 


—   CLXXX    — 

4 Quintino  Sella  (Cenni  biografici  sui.  Iglesias  7  giugno  1885.  4." 

''Sergi  G.  —  L'origine  dei  fenomeni  psichici  e  la  loro  significazione  biologica. 

Milano,  1885.  8.° 
'Silvestri  1.  —  Commemorazione  del  prof.  Emilio  Morpurgo.  Padova,  1885.  S." 

•  Tommasi-Crudeli    T.  —  Sopra   alcune  opere  di  bonificamento   dell'agro  ro- 

mano. Roma,  1885.  8." 
'Vicentini  G.  —  Sulla   conducibilità    elettrica   dei  sali  in    soluzioni  acquose 
molto  diluite.  Torino,  1885.  8." 

Pubblicazioni  estere. 

1  Acker  ./.  —  Die  Uebertragbarkeit  der  Tuberkulose   durch    die  Vaccination. 
Bonn,  1884.  8.° 

■  Asoli  E.  —  Ueber  die  Ablagerung  von  Fort  und  Pigment  in  den  Sternzellen 

der  Leber.  Bonn,   1884.  8." 

■  Rasiliades  D.  —  Aioq9-iùtixù   »g  i«  <ìoyi<ù(  eig  Aqvmuyòv  ayoKiu.  Jenae, 

1884.  8.° 

•  Jhmer  R.   W.  —  Ueber  den  aus  Agar-  Agar  entstehende  Zucker,  ueber  cine 

neue  Saure  aus  der  Arabinose  nebst   dem  Versuch   einer  Classificatigli 
der   (jallertbildenden    Kohlehydrate    nacli    den  aus  ihnen  entstehenden 
Zuckerarten.  Leipzig,  1885.  8." 
'  Rocker- Laurich  F.  —  Die  wirthschaftlichen    Unternelimungsformen  in  ihrer 
Anwendbarkeit  auf  das  Versicherungswesen.  Jena,  1883.  S.° 

•  Rcrcltel  A.  —  Ueber  die  neueren  Methoden  der  Exartienlation  ini    Hiiftge- 

lenk.  Bonn,  1884.  8.° 

■  Rerg  ti.  —  De  partic.ipii  temporum   usa  Appianeo.  Bounae,  1884.  S.° 

■  Rierendempfel  G.  —  Descartes  als  Geguer  des  Sensualismus  und  Materi.i- 

lismus.  Wolfenbuttel,  1884.  8." 

■  Ring  I.  —  Ueber  die  Verbindungen   des    Pyridin's  mit  Metallsalzen.    Jena, 

1884.  8.° 
'■  Bischof  J.  • —  Untersuchungen  ueber  die  Eigenbewegung  des  Sonneusysteins 

auf  (xrund  von  480  Argelander'schen  telescopischen  Fixsternen.  Bonn, 

1884.  8." 
■Dissmeyer  l'\  —  Ueber  Bandkeratitis.  Bonn,  1884.  8.° 
:  Rohland  A'.  -      Beitràge  zur  quàntitativen   Bestimmung  des  Stickstoffes  ini 

Harn.  Bonn,  1884.  8.° 
;  Rurale  M.  —  Ueber  Operatici!  multipler  Enchondrome.  Jena,  1884.  8.° 

■  Brandi    P.    —    De    Batrachómyomacbia    homerica    recognosceuda.    Bounae. 

1884.  8." 

■  Rrass  II'.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  desOleumseminis  Cynae.  Bonn,  1884.  8." 
■Rraun  ti.  —  Ueber  die  Fehlern,uellen  bei  Titration  des  Harnstoffs  mit  Mer- 

curnitrat.  Bonn.  1884.  8." 


—   CLXXX1    — 

■  Breuer  G.  M.  —  Spvachliclie  Untersuchung  des  Giraut  de  Rossilon  lieraus- 

gegeben  von  Migoard.   Bonn,  1884.  8." 
:  i;IISrli   W.  —  Divi  Jahre  englischer  Vermittlungspolitik  1 5 1  s  [521.  Carp.   I 

und  II.  Bonn,  1884.  8.° 
■Carstens  C.  —  De  Accusativi  usu  Euripideo.  Jenae,  1884.  8." 
*De  Botella  y  de  Hornos  F.  — Los  terremotos  de  Malaga  y  Granada.  Madrid, 

1885.  8.° 

•  Deussing  G.  G.  —  Der  Anschauungsunterricht  in  der  deutschen  Schule  \  m 

Amos  Comenius  bis  zur  Ge^enwart.  Frankenberg  i  S.   1884.  8.° 

•  Dissmann  C.  —  Die  Hasenscharten  der  Bonner  Klinik  in  den  Letzten  zwan- 

zig  Jabren.  Bonn,   1884.  8." 
;  Diisterwald  II.  —  Ueber  die  Perforationen  der  Membrana  flaccida  Shrapnelli. 

Bonn.  1884.  8." 
■hìnhorn  A.  —  Ueber  di   Beta-Lactone  eine  neue   Grnppe  vnn  organischen 

Verbinduugen.  Darmstadt,  1885.  8." 

•  EUzbacher  /•'.  —  Einwirkung  der   Tetrabroruaethane  axif    Benzol  in  Anwe- 

senheit  von  Aluminiumchlorid  :  Syntbese  des  Authracen  und  des  Tetra- 
phenylaethnan.  Bonn.  1884.  8." 

•  Fischer  F.    —   De   Patriarcharum    Constanti nopolitanorum   catalogis    el    de 

chronologia  octo  primornm  Patriarcbarum.  Lipsiae,  1884.  8." 
.  Fluel  0.  —  Die  Wirkung  der  Kalium- und   Natrinni-Salze  auf  die    Musku- 

latur  versebiedener  Thiere.  Bonn,   1884.  8." 
r Forster  E.  —  Zur  Geschichte  der  Englischen  Gaumenlaute.  Halle,  1884.  8." 

■  Fort  lai/?  II.  —  «Deber  die  Compensatorische  Hypertrophie  der  Glomeruli  bei 

Nephritis  interstitialis.  Bonn,  1884.  8." 

•  Gerhardt  C.  —  Geburt  bei  progvessiver  Muskelatropbie.  Jena,  18S4.  8.° 
■Gnrtz  G. —  Glossarium  terentianum.  Jenae,  1884.  4." 

,;,■;/,/,■  e.  A.  —  Kopfskelett    und   Schultergurtel    von   Loricaria    catapbacta, 
Babites  capriscus  und  Accipenser  ruthenus.  Jena,  1884.  8." 

■  Goodolpkim  C.  —  Les    institutions  de    prévoyance   de    Portugal.    Lisbonne. 

1883.  8.° 

*G6pfert  E.  —  Geulinx'  Ethiscbes  System.  Meiningen,  1883.  4." 

•  G6lze  l.    W.  —  Ueber  den  abortiven    Verlauf  des  Typbus  abdorainalis   bei 

Behandlung  mit  Napbtalin.  Berlin.  1885.  8° 
Graeber  li.  —  Untersuchungen  ueber  den  Einfluss  galvaniscber  Stróme  auf 

den  Tastsinn  der  Haut,  Bonn.   1884.  8." 
rGrobe  G.  —  Ueber  die  Besektion  des  Pussgelenks.  Jena,   L884.   - 
llnbìer  Th.  —  Zur  Bestimmung  der  [ntensitat  des  Erdmagnetismtis   Leipzig, 

1884.  8." 

■  Hacker!  F.  Il    —  Morbus  Addisonii.  Jena,   1884.   - 

>Haedicke  IH.    —    Harnsteine    und   deren    Operationen   beim    Manne.    Jena, 
1884.  8.° 


—    CLXXXI1    — 

ifJanitsch  /?.  —  Die  Wasseraufnahme  bei  Cyclas  und  Anodonfca.  Jena,  1884.  8." 

■Hannenheim  J.  v.  —  Ungarn  unter   Bela    II    (1131-1141)    und    Geisa  II 

(1141-1161)    in   seinen    Beziehungen    zìi    Deutschland.  Hermannstadt, 

1884.  8." 

■  Hardenbicker  .1.  —  Ueber  Fremdkórper   im  Olire.  Bonn,  1884.  8.° 

.  Uarth  //.  —  Die   QnalitRt  der  Reinen   Vocale   im  Neufrazosischen.  Oppeln. 

1884.  8.° 
.  Ileep  G.  —  Quaestiones  Callimacheae  metricae.  Bonnae,  1884.  8." 

■  Heiland  B.  —  Ueber  Kardioidiscbe  Centralbewegung.  Jena,  1885.  8." 
tHtìpken  J.  —  De  theatro  attico  saeculi  a.  dir.  quinti.  Bonnae,  1884.  8." 
ì/loyer  E.  —  Die  Bewegung  zweier  raaterieller  Pnnkte  in  zwei  parallelen 

Ebene.  Jenae,  1883.  8° 
■Hubner  /?.  —   Ueber   einige   Abkommlinge   der   Isàthionsàara  (Hydroxylii- 
thansulfonsaure).  Jena,  1884.  8." 

■  il  alien  M.  —  Vocalismus  des  Alt-  und  Neu-  Sicilianischeii.  Bonn,  1884.  8." 

■  Kaiser  //.  —  Aualitische  Auflosuug  der  isoperimetrisclien  Aufgabe  Steiners 

t'iir  ein   Polygon   auf  einer    gegebenen    abwickelbaren    Oberflache    bei 
gegebenen  Orenzbedingungen.  Leipzig,  1884.  8.° 

■  Kalzemich  J.  —  Ueber  Quecksilberformamid  bei  der  Behandlung  der  Lues. 

Bonn.  1884.  8." 
kaufmann  E.  —  Ueber  Enkatarrhaphie  von  Epithel.  Experimenteller    Bei- 

trag  ziìr  Lelire  von  der  Entsteliung  der  Geicbwiilste.  Bonn,  1884.  8." 
1  Kelir  J.  —  Ueber  die  Sprache  des  Livre  de  Manières  von  Estienne  de  Pou- 

gieres  Bischof  von  Rennes  (aus  dem  XII  Jahrhundert)è  Koln,  1884.  8." 
'■Keller  F.  —  Untersucbungen  ueber  den  Tastsinn  der  Haut.  Bonn,  1884.  8." 
;  Keller  R.  —  Stilicbo   oder  die   Geschiclite  des   westromischen  Reiclies  von 

395-4C8.  Berlin,  1884.  8.° 
-  Kemke  I.  —  Philodemi  de  musica  librorum  quae  extant  praeter  librimi  IV. 

Lipsiae,  1884.  8." 
:  Kesseler  1.  —  Untersiiebungen  ueber  den  Temperatursinu.  Bonn,  1884.  8." 

■  Klein  II.  —  Beitràge  zar  Kenntniss  der  optisclien  Aenderungen  in  Krystallen 

unter  dem  Einflusse  der  Erwarmung.  Bonn,  1884.  8.° 

■  Knauf  M.  —  Die  operative  Bebandlung    der    Ankyloseu   des  Kniegelenki's. 

Jena,  1884.  8.° 
•Koch  0.  —  Ueber   ein    Minerai   von  der    Insel    Cbiloe    (Ancudit)  und  zwei 

tburingitabnlichen  Mineralien  aus  dem  Vogtlande  (Pseudothuringit  und 

Parathuringit).  Jena,  1884.  8." 
•  Koenicj  lì. —  Paroligoklasit  aus  dem  Ilmsengrumle  und  Paroligoklasit-alinliclie 

Paramelaphyre  aus  dem  Mosbacli-  und  Ilinseiigrunde.  Jena,  1884.  8." 
1  Kolligs  II.  —  Wilhelm  von    Oranien    und    die  Anfange  des  Aufstaudes  der 

Niederland.  Cap.  I.  Bonn,  1884.  8." 
Kraus   lì.  —  Die  Porpbyroide  des  Schwarzathals.  Jena,  1885.  8." 


—    CLXXXI1I     — 

■Krause  E.  —  Statìstischer  Beitrag  zur  Brblichkeitsfrage  bei  Geisteskrankhei- 

ten.  Jena,  1885.  8." 
'Kremer  /•'.  -     Ueber  die  Einwirkung  der  Narcotica  auf  den  Raumsinn  der 

Haut.  Bonn,  1884.  8.° 
■h'riirrr  G.  —  Monophysitische  Streitigkeiten    itn    Zusammenhange   mit  dei 

Reichspolitik.  Jeua,   1884.  8." 

•  Krysi usici  S.  I).  C.  — Enteriti*  membranacea,  -lena,  1884.  8.° 

' Kukenlhal  W.  —  Ueber  die  Symphoiden  Zelleu  der  Anneliden.  Jena,  1883.8.° 
Lange  K.  --  Die  KoDigshalle  in  Athen.  Leipzig,  1884.  8." 

■  Lescha  ■!.  —  Beobaehtimgen    und    Versuche  zur  Anwendung  Compriinirtcr 

und  verdimntcr  Athraungsluft.   Bonn,  1884.   8.° 

•  Lier  E.  —  Die  Beliandlung  der  Kuieschusswunden  ini  Pelde.  Chemnitz,  1884.  8" 
Lisco  II.  —  Die  GeschichtsphilOòophie  Schellings  1792-1809.  Jena,  1884.  8." 

"Looìnis  E.  —  Contributions  tu  Meteorology.  New  Haven,  1885.  4." 

■  l.ucbbesl  E.  -»-  Commentatio  de  Pindari   carminibus  dramaticis  tragicia  eo- 

rumque  cum  epiciniis  cognatione.  Bounae,  1884.  4.u 
:  1,1.  —  Commentatio  de  Pindaro    Clisthenis    Sycionii    institutoruin   censore. 
Bonnae,  1884.  4." 

•  hi.  —  Diatriba  in  Pindari  Locum  de  Adrasti  regno  Sicyonio.  Bonnae,  1885.4.° 
•Liilmann  C.  —  Ueber  den  Begriff  amor  dei  intellectualis  bei  Spinoza,  Jena, 

1884.  8.° 
*■ Marcus  S.  —  Die  Deformitaten  der  kaóchernen  Nase.  Jena,  1884.  8." 

■  Mollbenj  A.  —  Untersuchungen  ueber  die  Pilze  in  den  Wurzeln  der  Orclii- 

deen.  Jena,   1884.  8.° 
*Miiller  M.  —  The  sacred  books  of  the  East,  Voi.  XX,  XXII,  XXIV.  Oxford, 

1884-85.  8.° 
i Murgolovir,  L.  —  Drei  Falle  von  Unterbindung  der  Arteria  femorali-.  Jena. 

18S4.  8.° 

•  Mushacke  W.  —  Geschichtliehe  Entwicklung  der  Mundart    von   Montpellier 

(Languedoc).  Altenburg,  1884.  8.° 
'Oppert  J.  —  Le  poème  cbaldéen  dn  dehige  trad.  de  l'assirien.  Paris,  1885.8." 
■Pape  lì.  —  Die  Wortstelhmg  in  dee  provencalischen  Prosa-Literatur  des  XII 

und  XIII  Jahrhuuderts.  Jena,   1883.  8." 
:  Ptitz  lì.  —  Beitràge  zur  Kenntniss    des  Peucedanins   und  des   Oreoselons. 

Halle,   1884.  8." 
■Paul.  M.  —  Questionimi  grammaticarum   P.  I.  De  uiius  nomiuis  numeralis 

apud  priscoa  scriptores  usa.  Jenae,  1884.  8. 
J-Pili:    \.  —  Ueber  die   Haufigkeit   der  Primzahlen    in    arithmetischen  Pro- 

gressionen  und  ueber  verwandte  Gesefcze.  Jena,  1884.  8." 
■  Praetorius  E.  —    De    legibus    ;datonicis   a    Philippo    Opuntio    retractatis 

Bonnae,   1884.  8." 
tQuos  M.  —  Die  Behandlung  des  Lupus  Villani.  Cólo,   1884.  8.° 


—    CLXXXIV   — 

.  foggi  /.'.  —  Die  Entwickelung  der  Ortschaffcen  ini  TkuriDgerwalde.  Gotha, 

1884.  4." 
fRegesta  diplomatica  historiae  danicae  cura  Soc.  r.  se.  danicae.  Ser.  2a.  T.  1. 

Kiòbeuhawu,  1885.  4.° 
:  Rehberg  II.  —  Beitràge  zur  Naturgeschichte  niederer  Crustaceen  (Cyclopi- 

den  und  Cypriden).  Bremeu,  1884.  8.° 
'  Rennebaum  F.  —  Die  Athmungscurve  des    neiigeborenen    Menschen.  Jena, 

1884.  8.° 

•  Ritter   M.   —    Dissertati^   zur  GeschicLte   deutscher   Pinanzverwaltung  ini 

XVI  Jahrhundert,  Bonuae,  1884.  4." 
Ritzefeld  A.  —  Deber  die  Tuberculose  des  Olires.  Bonn,  1884.  8." 
'Robert  P.  Ch.  —  Les  Phases  du  ìnytlie  de  Cybèle  et  d'Atys  rappelées  par 

les  médaillons  eontorniates.  S.  1.  1885.  8.° 
i  Rubencamp  R.  —  Ueber  einige  Aldehyd- resp.  Aethylidenabkòmmlinge-  und 

ueber    die   Grosse   der   Kohlenoxydaftinitaten    des    Kohlenstoffs.    Jena. 

1884.  8." 
i  Rudolph  P.  —  Die  Eigenschaften  der  eineoi  Kegelschuitt  ein-  und  Uuischrie- 

benen  regulàren  Dreiecke.  Kahla,  1884.  8." 
■Schi'iick  A,  —  Die  Diabase  des  obereu  Kuhrthals  und  i h re  Contacterschoi- 

nungen  mit  dem  Lenneschiefer.  Bonn,  1884.  8." 
■  Schenek  II.  —  Untersuchungon  fiber  die  Bildung  von  Centrifugalen   Wand- 

verdickungen  an  Pflanzenhaaren  und  Epidermen.  Bonn,  1884.  8." 
'Schìndler  C.  F.  —  Ueber  den  Begriff  des  Guten  und  Nutzlichen  bei  Spi- 
noza. Jena,  1885.  8." 
'Schlutter  II.  —  Beitrag    zur   Geschichte  des  Syntaktischen   Gebrauclis  des 

Passe  détini  und  des  Iraparfait  im  Franzòsischen.  Halle,  1884.  8." 
■Schmid  F.  —  Die  Pràsumtionen  im  deutschen  Reichsstrafrecht.  Jena,  1884.  8." 
'Schmidl  E.  —  De  Ciceronis  commentario  de  cousulatu  graece  scripto  a  Plu- 

tarcho  in  vita  Ciceronis  expresso.  Lubecae,  1884.  8.° 
■Schmilz  ./.  —  De  tpvtìsmg  apud   Aristotelem    notione    ejusque    ad    aniinara 

ratione.  Bonuae,   1884.  8.° 
1 LI.  —  Ueber   den   Einfluss    des    Gescblecbtes    und    des    Lebensalters   auf 

die    Schwindsùchtssterblicbkeit   mit   besonderer    Berucksichligung    der 

Verhiiltnisse  der  Stadi  Bonn,  1884.  8.° 
r Schneiderwirth  F.  —   Wilhelm    von   Berg   Bischoi'    von    Padeborn.   Kahla, 

1884.  8." 

•  Schiuder  <\  —  Ueber  bandfòrmige  Horuhaut-Triibung.  Jeua,  1884.  8." 
*Schulgin  M.  A.  —  Phylogenesis  des  Vogelhirnes.  Jena,  1885.  8.° 
''Schumacher  J.  —  De  praepositionuni  cutu  tribus  casibus  couiuuctarum  usu 

euripideo.  Part.  I.  Bonuae,  1884.  8." 
■Schillz  II.  —  Beitràge  zur  naheren  Erkeuntniss  der  Kairinwirkung  auf  tìe- 
berhat'te  Krankbeiten.  Jena,  1884.  8." 


—    CtAXXV     — 

Sohwarz  II.  —  Landgraf  Philipp  voti  Hessen  und  die  Pack'schen    Hilndel. 

Kap.  I.  inni  IL  Leipzig,  1S84.  8.° 
Seelmann  E.  —  Wesen  uiul  Grundsàtze  lateiniscber  Accentuation.  Leipzig, 

1884.  8." 
•Sey/fert  A.  —  Neun  totale  Dammdefecte  in  der  gioakologiscbeu  Klinik  zu 

Jena  nach  G.  Simon  operirt.  Jena,  1884.  8." 
■Sudi,   0.  —  Ueber  Empfiodungen    von    Sobmerz   mid  Druck  im  Kopfe  als 

Krankheitssymptom   im   Beginn  ti n ci  Verlauf  des  primaren   Wabnsinn. 

Jena,  1884.  8." 
iSonnenburg  L.  —  Analytische  Untersuchungen  ueber  sin  Probi em  dev  Dy- 

namik.  Bonn,  1884.  8.° 
tSpringsfeld  E.  —  Die  Bebanclluug  des  Klumpfusses.  Bonn,  1884.  8." 
''Slicker  G.  —  Beschreibung  eines  Schàdels  mit  reralterer  traumatischor  ein- 

seitiger  Unteikiefer-Verrenkuug.  Bonn,  1884.  4.° 

•  Strassmann  A.  —  Ueber  das  Carcinom    der  Mannlicben  Brustdrtìse.  Bonn, 

1884.  8." 
tStrauscheid  F.  —  Ueber  die  Bezielmngen  der  Nasenkrankheiten  znm  Asthma 
ìurvnsiim,  broncbiale  &.  Bonn,  1884.  8.° 
Tauberlh   ./.    —  Die  Abbildung  des  ebenen   Kreissysteraes  auf  den  Raum. 

Dresden,  1884.  8.° 
Vroslorff  J.  von  —  Ueber  die  Veiìetzuugen  des  Trommelfells  in  forensiscber 
Bezielmng.  Bonn,  1884.  8." 

•  Verbeek  ft.  D.  M.  —  Krakatau.  Batavia,  1885.  8.° 

ss  G.  —  Das  Jiingste  Gericht  in  der  bildenden  Kunst  des  friilien  Mittelal- 
ters.  Leipzig,  1884.  8.° 

■  Voys  A.  M.  de  —Untersuchungen  ueber  die  farado-eutane  Sensibili  tilt .  Bonn, 

1884.  8." 

•  Walter  A.  —  Palpus  maxillaris  Lepidopteronim.  Jena.   1884.  8." 

■  Welter  11.  —  Ueber  die  Natur  des  Lupus.  EhrenMd,  1884.  8.° 

Wespy  L.  -■  Die  historische  Entwickelung  der  Iuveròion  des  Subjektes  im 
Pranzosisehen  und  der  Gebrauch  derselben  bei  Lafontaine.  Oppeln, 
1884.  8." 

■  Wichmann   li.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Baues  und  der  Entwichlung 

der  Niereuorgane  der  Batrachier.  Bonn,  1884.  4." 
:  Wiemer  0.  --  Ueber  den  Mechanismus  der  Pettresorption.  Bonn,  1884.  8." 
il  isbaum   W.  —  Die  wicbtigsten  Ricfituugen  und  Ziele  der  Tbatigkeit  des 

Papstes  Gregors  des  Grossen.  Kòln,  1884.  8.° 
Zacher  A.  —  Beitràge  zum  Lyoner  Dialekt.  Bonn,  1884.  8." 
Zimmermann  lì.  II.  —  Stratigraphische  und  Palàontologisebe  Studio  ueber 

das  deutsche  und  das  alpine  Rhiit.  Gei  a,   1884-  8.° 


i;i/i.Lt:ni\.'-i;i  x s  ii  —  Vol.  I.  :>.i 


—    CLXX.NVI   — 


Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  giugno  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

■Annali  dell'Instituto  di  corrispondenza  archeologica.  Voi.  LVI.  Roma,  1884.  8." 
Riehter.  Le  fortificazioni  d'Ardea.  —  LI.  Sopra  un  avanzo  dell'antica  fortificazione  del 
Palatino.  —  Dressel.  La  necropoli  presso  Alife.  —  linciseli.  Sopra  un  edifizio  antico  già  esi- 
stente presso  la  chiesa  di  s.  Adriano  al  foro  romano.  —  Scultura.  Kroker.  Una  testa 
marmorea  del  palazzo  dei  Conservatori  ed  il  gruppo  di  durone  ed  Achille.  —  Robert.  Er- 
mafrodito. —  Pittura  paretaria.  Mau.  Pitture  della  casa  antica  scoperta  nella  villa 
farnesina. —  Robert.  Ercole  ed  Auge  sopra  pitture  pompeiane. —  Pittura  vascolare. 
Fróhner.  Le  retour  de  Perséphone.  —  Peiersen.  Ercole  e  le  Amazzoni,  il  cinghiale  cali- 
donio-  —  Epigrafia.  Jordan.  Tazza  volcente  con  iscrizioni  latina  arcaica. —  hi.  Il  vaso 
di  Esculapio.  —  Gamurrini.  Di  due  antichissimi  vasi  di  Etrnria.  —  voa  Rohden.  Rappre- 
sentazione identica  sopra  una  cassetta  di  terracotta  canosina  e  sopra  uno  specchio  a  libretto 
di  Corncto.  —  llelbig.  Sopra  la  provenienza  degli  Etruschi  —  Mantechi.  Di  un  antichissimo 
orologio  solare  recentemente  scoperto  in  Palestrina. 

Annuario  del  r.  Istituto  botanico  di  Roma.  Anno  I,  f.  2.  Roma,  1885.  4." 
Raccarini  e  Avella.  Contribuzione  allo  studio  della  micologia  romana.  —  Marini.  Con- 
tribuzione alla  conoscenza  dell'algologia  romana.  —  Avella.  Ricerche  anatomiche  ed  isto- 
geniche  sugli  organi  vegetativi  della  Pueraria  Thumbergiana  Benth. 
Archivio  storico  siciliano.  N.  S.  Anno  IX,  3,  4.  Palermo, 1884.  4." 

Roglino.  Di  un  Codice  messale  della  prima  metà  del  duodecimo  secolo,  esistente  nella 
Biblioteca  comunale  di  Palermo.  —  Calderoni.  Ricordi  storico -geografici  di  Pirina,  Petra. 
Cornicia,  Picina  e  dei  loro  avanzi.  —  Lionli.  La  magistratura  presso  gli  Ebrei  di  Sicilia.  — 
Cosentino.  Un  documento  in  volgare  siciliano  del  1320.  —  Gioeni.  Note  intorno  a  topografie 
o  incerte  o  ignote  che  leggonsi  nella  Storia  dei  Musulmani  scritta  da  Michele  Amari.  — 
Pipitone  Federico.  —  A  proposito  di  una  partecipazione  di  morte  nel  secolo  XIV.  —  Mirabella. 
Una  lettera  del  P-  Mariano  Bonotìno  di  Alcamo.  —  Cosentino.  Un  registro  dell'archivio  di 
S.  Giorgio  dei  Genovesi.  —  Meli.  Sulle  tre  stanze  del  palazzo  reale  di  Palermo,  dipinte  da 
quattro  valorosi  pittori  nel  1637-38.  —  Rocca.  I  Saltarello  orefici  sicilinni  del  secolo  XVI.  — 
Mirabella.  Di  alcuni  disegni  e  dipinti  del  poeta  Sebastiano  Bagolino,  notizie  e  documenti.  — 
Salinas.  Di  una  scultura  di  Bonajuto  Pisano  nel  prospetto  del  palazzo  Sclafani  a  Palermo.  — 
Pélaez.  La  vita  e  la  storia  di  Ariadeno  Barbarossa,  voltata  in  italiano  dalla  inedita  ver- 
sione spagnola  di  un  originale  turco,  conservato  nella  Biblioteca  del  eomune  di  Palermo.  — 
Lagumina,,  Iscrizione  sepolcrale  araba. 

■Archivio  veneto.  Anno  XV,  u.  5,  f.  57.  Venezia,  1885.  8." 

Cecchelti.  La  vita  dei  Veneziani  nel  1300.  La  città,  la  laguna.  —  Cipolla.  Una  con- 
giura e  un  giuramento  in  Verona  al  tempo  di  Alberto  I  della  Scala  (1299).  —  Cecchelti. 
11  testamento,  i  funerali,  la  sepoltura  e  l'arma  del  doge  Francesco  Morosini.  —  Rirozzi. 
La  galera  del  doge  Francesco  Morosini.  —  Cecchelti.  La  stampa  tabellare  in  Venezia 
nel  1417  e  l'esenzione  del  dazio  di  libri  nel  1433.  —  Stefani.  Memorie  per  servire  all'istoria 
dell'inclita  città  di  Venezia  di  G.  Zanetti.  — Diadego.  Nuovi  documenti  sull'Arco  dei  Gavi. — 
Giuriato.  .Memorie  venete  nei  documenti  di  Roma  (cont.).  —  Stefani.  Andrea  di  Biagio 
Mantiglia,  di  Vicenza.  —  hi.  Il  vero  autore  de' sedili  del  coro  di  S.  Stefano  a  Venezia.— 
Guasti.  Una  figlia  di    Pietro    Aretino.  —  Boni.  Una    firma    del    trecento  e  due    iscrizioni 


—    ClAXXUI    — 

turche  noi  palazzo  Ducale.  —  Cccchetti.  La  «  condizione  »  di  Paris  Bordon.  —  Id.  La  dote 
ilella  moglie  di  Marino  Falier. 
•; Ateneo  (L')  veneto.  Ser.  IX,  voi.  I,  1,  2;  If,  3,  4.  Venezia,  1885.  8.° 

I.  Mikelli.  Niccolò  Tommaseo,  saggio  critico.  —  Malaspina.  Gli  scavi  di  Julia  Con- 
•  ii dia  e  del  suo  sepolcreto.  —  Romano.  Alcune  considerazioni  ed  osservazioni  sul  libro 
«  L'ordinamento  delle  ferrovie  italiane  ».  —  Piermartini.  Giulio  Carcano.  —  Santini,  (ili 
Italiani  all'estero.  —  Meyer.  Lingua  e  letteratura  degli  Albanesi.  —  Luzzatli.  Seria- 
lismo e  malthusianismo  a  proposito  di  due  pubblicazioni  recenti.  —  n.  Morsolin.  Rinaldo 
Palin.  —  Leicht.  Il  Catapan  di  Ser  Antonio  da  Brazzà.  —  Doni.  Vecchie  mura.  —  Pasco- 
lalo. Leone  Fortis.  —  Buccellati.  Questioni  relative  all'attuale  progetto  di  Codice  penale. 
Separazione  del  delitto  dalle  contravvenzioni  di  polizia.  —  Luzzatti.  Socialismo  e  malthu- 
sianismo a  proposito  di  due  pubblicazioni  recenti.  —  Maria-  11  Galattocele.  —  Nardi.  Ema- 
nuele Valenziani. 
'Atti  dell'Accademia  fìsio-medico-statistica  in  Milano.  Anno  accad.  1884  (XL). 

Milano,  8.° 
Atti  dell'Accademia  pontificia   de' nuovi   Lincei.   Anno   XXXVII,  se8S.  2-5. 

Roma,  1884.  4.° 

Statuii.  Di  alcune  recenti  esperienze  sull'acqua  antilitiaca  di  Anticoli  denominata  di 
Fiuggi.  —  de  Jonquiìres.  Sur  le  dernier  théorème  de  Format. 
Atti  della  r.  Accademia  delle  scienze  di  Torino.  Voi.  XX,  5.  Torino,  1885.  8." 

Pagliani  e  Battelli.  Sull'attrito  interno  nei  liquidi. —  Torre.  Contribuzione  allostudio 
dello  sviluppo  del  tessuto  nervoso  periferico.  —  Sacco.  Sull'origine  delle  vallate  e  dei  laghi 
alpini  in  rapporto  coi  sallevamenti  delle  Alpi  e  coi  terreni  pliocenici  e  quaternari  della  valle 
padana.  —  Id.  Sopra  alcuni  fenomeni  stratigrafici  osservati  nei  terreni  pliocenici  dell'alt  i 
valle  padana.  —  Bullonerà.  Elenco  dei  molluschi  terrestri  viventi  in  Piemonte.  —  Guidi.  Sui 
ponti  sospesi  rigidi.  —  Pabretti.  Sugli  statuti  suntuari  intorno  al  vestire  degli  uomini  e 
delle  donne  in  Perugia  dal  12G6  al  1C4-1.  —  Promis.  Nuove  iscrizioni  romane  di  Torino.  — 
SchiapareUi.  Una  prima  lettura  sulla  grande  confederazione  dei  Cheta  o  Ittiti. 
■Atti   della   Società   toscana   di   scienze   naturali.  Processi   verbali.    Voi.  IV. 

Ad.  10  maggio  1885.  Pisa,  8.° 
■Atti  del  r.  Istituto  veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Ser.  6a  t.  HI,   3-G.  Ve- 
nezia, 1885.  8.° 

3.  Tamassia.  Cristalli  inorganici  nella  putrefazione.  Nota  di  medicina  forense.  — 
Bernardi.  Sulla  pretesa  stratificazione  dei  miscugli  aeriformi  nei  motori  a  gaz.  —  Discaro. 
Osservazioni  sulla  determinazione  volumetrica  del  cloro  col  processo  del  Mohr.  —  liiszozero. 
Fungi  veneti  novi  vel  critici.  Pugillus  I.  —  Cavalli.  Di  uno  scrittore  politico  del  secolo  XV.  — 
Canestrini.  Prospetto  dell'acarofauna  italiana.  —  Bernardini  Commemorazione  del  cav.  Carlo 
prof.  Combi.  —  Torelli.  Il  fumo  benefico.  —  Lazzeri.  La  rappresentazione  dello  spazio 
rigato  sopra  un  piano  connesso.  —  Gloria.  Appendice  alla  Memoria  del  Volgare  illastre 
nel  1100.  ecc.  —  4.  Lazzeri.  Nuovi  teoremi  sull'esagrammo  di  Pascal.  —  Zambelli.  Esame  delle 
acque  dei  pozzi  onde  riconoscervi  i  prodotti  fenici,  che  possono  provenirvi  per  l'uso  dei 
■li-infettanti.  —  Spica.  Ricerche  sulla  diosma  crenata.—  Cavagnis.  Contro  il  virus  tuber- 
colare e  contro  la  tubercolosi,  tentativi  sperimentali.  —  Id.  Continuazione  dello  stesso 
argomento.  —  Bonalelli.  Discussioni  gnoseologiche  e  note  critiche.  —  Da  Schio.  Intorno 
all'almanacco  meteorologico  italiano.  —  Canzoneri  e  Spica.  Sulla  tetrametilpiperidina,  tra 
i  prodotti  di  riduzione  della  deidrotriacetonamina.  —  De  Giovanni.  Sulla  cura  di  alcuni 
postumi  della  emiplegia  d'origine  cerebrale.  —  Ninni.  Materiali  per  una  tanna  veneta. 
VI.    Aves.    Tamassia.    Sopra    alcuno    inesatte    asserzioni    concernenti    i    cristalli 


emina. 


—    CI.XXX  Vili     — 

Eicevche  sperimentali  di  medicina  forense.  —  Dellati  e  Itomanese.  Sai  calore  di  trasforma- 
zione da  uno  ad  altro  sistema  cristallino  dell'azotato  potassico.  Ricerche  sperimentali.  — 
Papadòpoli.  Sul  valore  della  moneta  veneziana.  —  Saccardo  et  Berlcse.  Miscellanea  Baco- 
logica. Series  II.  —  5.  Omboni.  Penne  fossili  del  monte  Bolca.  —  Bonatelli.  Discussioni 
gnoseologiche  e  note  critiche.  —  Fambri.  Sulle  funzioni  continue,  le  quali  in  un  dato  inter- 
vallo non  ammettono  derivate.  —  Morsolin.  La  ortodossia  di  Pietro  Bembo.  —  Ragnisco. 
Un  autografo  del  cardinale  Bessarione.  —  Favaro.  Gli  scritti  inediti  di  Leonardo  da  Vinci 
secondo  gli  ultimi  studi.  —  Vigna.  La  trasmissione  ereditaria  fisico-morale.  —  G.  DeZigno. 
Sopra  gl'ittioliti  del  Libano  regalati  al  r.  Istituto  dal  sig.  Levi.  —  Oavagnis.  Contro  il 
virus  tubercolare  e  contro  la  tubercolosi,  tentativi  sperimentali.  —  Lorenzoni.  Dimostra- 
zione delle  forinole  di  precessione  e  nutazione.  —  Marinelli  Slavi,  Tedeschi,  Italiani  nel 
cosidetto  «  Litorale  »  austriaco  (Istria,  Trieste  e  Gorizia).  —  D'Emilio.  Gli  assoldi  nella 
-fatica  e  nella  cinematica.  Nota  su  la  theoria  della  dinarai  (Tbeory  of  screws).  —  iltvvt- 
lelli.  Discussioni  gnoseologiche.  —  Naceari.  Intorno  alla  forinola,  che  esprime  Vdndarnenlo 
di  un  cronometro,  con  applicazione  numerica  al  cronometro  Frodsham  n.  3545. 

f  Bollettino  decadico  dell'Osservatorio  centrale  in  Moncalieri.  Anno  XIII,   10, 

sett.   1884.  Torino,  1885.  4.° 

;  Bollettino  del  Club  alpino  italiano  per  gli  anni  1882,  1883.  Torino,  1883-84.  8.° 
•Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  n.  12. 

Napoli,  1885.  4.° 
■Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2"  voi.  X,  G.  Roma,  1885.  8." 
Weilzecker.  Da  Queenstown  ad  Aliwal-North.  —  I  risultati  geografici  della  spedizioni' 
Greely.  —  Vicentini.  L'insurrezione  mahadista  nella  provincia  di  Dongola.  —  Gatte.  Da 
Massaua  a  Ciiartum  per  Keren  e  Cassala.  —  Man/roni.  Il  viaggio  del  luog.  Stonev  al 
nord  dell'Alasca. 

■'Bollettino  delle  scienze  mediche  pubblicato  per  cura  della  Soc.  med.  cbir.  di 
Bologna.  Anno  LVI,  ser.  6a  voi.  XV.  Bologna,  1885.  8.° 
Coen.  Contributo  allo  studio  dell'indurimento  polmonare  quale    esito    della    pneum  i- 

nite  cruposa.  —  Rizzo  Metterà.  Sulla  patogenesi  e  l'ecologia  dell'asma.  —  Drwrs  e  Berli. 

Rendiconto  statistico    dello  stabilimento  Esposti  e  Maternità    di  Bologna,  pel  quadriennio 

1879-82.  Parte  II.  Baliatico.  —  Medini.   Brevi  note  su  cinque   casi  di  pustula    maligna   e 

su  di  un  caso  di  edema  carbonchioso. 

;  Bullettino  dell'Istituto  di  corrispondenza  archeologica  per  l'anno  1884.  Roma, 

1884.  8.° 

Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.  Voi.  XVI,  n.  3,  4,  marzo-aprili' 

1885.  Roma,  8.° 

Cortese.  Le  roccie  cristalline  dello  stretto  di  Messina.  —  Niccoli.  La  frana  di  Perti- 
care. —  Mazzuoli.  Nota  sulla  frana  di  Deiva.  —  Lotti.  Sul  giacimento  cuprifero  di  Monte- 
castelli  in  provincia  di  Pisa.  —  Lovisalo.  Riassunto  sui  terreni  terziari  e  postterziari  nel 
circondario  di  Catanzaro. 

"Bollettino  di  notizie  agrarie.  Auno  VII,  n.  28-38.  Roma,  1885.  4." 
'Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  10,  maggio  1885. 
Roma,  4.° 

•Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  C.  Alberto  in  Moncalieri.  Sor.  21  voi.  IV, 
1.  Torino,  1885.4." 


—    i'l.\X\l\    — 

^Bollettino  meteorico  Joll'Ufficio  centrale  di   meteorologia.  Anno  VII,   18J 

giugno.  Roma,  4.° 
'Bollettino  settimanale ' dei  prezzi  di  alcuni   dei    principali    prodotti  agrari 

del  pane.  Anno  1885,  n.  19-23.  Roma,  4.  ' 
'Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI.  5,  ma] 

1885.  Roma,  4.° 
•Circolo  (II),  giuridico  Voi.  XVL  5    Palermo,  1885.  8.° 

Lonza.  La  polizia  delle  strade  comunali  secondo  le  romane  e  le  moderne  le» 

;  Cronaca  dell'istruzione  pubblica  e  privata.  Voi.  XIII,  11,  12.  Palermo,  1885.  8." 
Latino,  Gli  ctìVtti  del  lavoro  mentale  sulla  salute  degli  alunni.  —  Zaffalo.  Importane 
delle  passeggiate  scolastiche.  —  Gabrielli-  La  questione  sociale  e  la  scuola.  —  /'.  Ec  i  dell 
Conferenze   municipali   di    Palermo.    —    L.  Del    metodo   nell'istruzione  e  nell'educazione 
Frammento. 

•Documenti  per  servire   alla    storia  di  Sicilia.   1'  serie.  Diplom.  voi.  VI,  2. 
Palermo,  1885.  8.° 
Lagumina.  Codice  diplomatico  dei  Giudei  di  Sicilia. 

Filosofia  (La)  delle  scuole  italiane.  Anno  XVI,  voi.  XXXI,  2.  Roma,  18S5.  S.° 

Pietrobono.  Il  fondamento  psichico  della  vita  animale  secondo  il  Rosmini  e  il  Darwin. 
Macchia.  Alessandro  Bain  e  la  libertà  del  volere.  Lettera  VII  ad  uno  studente  di  univer- 
sità. —  D'Ercole.  Gli  insegnamenti  universitari  della  facoltà  teologica.  —  Ckiappjlli.  Nuoi 
osservazioni  sulle  attinenze  fra  il  criticismo  kantiano  e  la  psicologia  inglese  e  I  ide 

'•'Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  3.  Appendice  voi.  Ili,  8,  9.  Palermo, 

1885.  8.° 

Caruoneri  e  Oliveri.  Sulla  trasformazione  reciproca  dei  gruppi  furfuranico,  puro- 
lieo,  e  tiofenico  e  sopra  un  nuovo  bibromofurfnrano.  —  Longo.  Studio  analitico  sul- 
l'azoto ammonico,  ammid-ammidico  ed  ammid-ararainico  contenuto  nei  prodotti  naturali.  — 
Scliìff  e  Seslini.  Intorno  ai  composti  dell'anidride  arseniosa  col  joduro  e  col  bromuro  potas- 
sico. —  Cansoneri  e  Spica.  Sulla  costituzione  dell'alcaloide  solido  fusibile  a  77°,  ottenuto 
per  la  condensazione  di  etere  acetacetico  e  foimamide.  —  Ciamician  e  Silber.  Sopra  un 
-il l'acido  del  pirrilmetilcbetone. 

'Giornale  d'artiglieria  e  genio.  Anno  1885,  disp.  3.  Roma,  8.° 

^Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.  Anno  XLVIII,  5.  Torino, 

1885.  8.° 

Invertirai.  Ricerche  e  studi  per  arrivare  alla  diagnosi  della  coniugata  ostetrica. 
■  <  i  iornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VII,  4-5.  .Milano,  1885.  8." 

Pini.  Giuseppe  Barellai  e  gli  Ospizi  marini  in  Italia.  —  Morselli.  Le  leggi  statistiche 
del  suicidio  secondo  gli  ultimi  documenti  (1879-85). 

'Giornale  della  Società  di  letture  e  conversazioni  scientifiche.  Suppl.  al  f.  VI. 

giugno  1885.  Genova,  8.° 

l'ormli.  l.'avv.  Antonio  Crocco.  Commemorazione.  —    Per  agallo.  Riconferma  dell'au- 
tenticità delle  «  Historie  »  Ji  Fernando  Colombo;  risposta  alle  osservazioni  del  dott.  A.  Arata. 
'Giornale  medico  del  r.  Eserci   »  e  della  r.  Marina.  Anno  XXXIII.  5.  Roma, 
1885.  8." 
Jandoli.  Su  alcune  febbri  ini'  rvate  nell'o  ilitare  di  Caserta  nei  mesi 


—  cxc  — 

di  luglio,  agosto  e  settembre  188-1.  —  Fiorimi.  Enuresi  simulata.  —  De  Micheli.  Sopra 
alcuni  casi  di  endocardite. 

•Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  X,  4,  5.  Torino,  1885.  4." 
(frugnola.  Strada  ferrata  da  Clermont-Ferrand  a  Tulle,  con  diramazione  per  Vendes 
(Francia):  Viadotto  di  Granges  a  tre  archi.—  G.  B.  Considerazioni  e  note  riguardanti  gli 
effetti  dovuti  all'azione  del  mare  sul  litorale  di  Chiaia  (Napoli),  in  rapporto  alle  opere 
della  nuova  Riviera.  —  Battelli  e  Martinelli.  Sopra  alcuni  dati  termici  relativi  all'acetato 
di  sodio  e  sul  sistema  di  riscaldamento  Ancelin.  —  Fettarappa.  Il  bottino  automatico  di 
Mouras. 
•  Memorie   della   Società  degli   spettroscopisti  italiani.    Voi.  XIV,  4.   Eoma, 

1885.  4.° 

Tacchini.  Le  grandi  protuberanze  del  30  gennaio  1885.  —  Id.  Immagini  spettrosco- 
piche del  bordo  solare  osservate  a  Roma  e  Palermo  nel  1884.  —  hi.  Macchie  solari  e  faeoh' 
osservate  nel  r.  Osservatorio  del  Collegio  romano  nel  1°  trimestre  del  1885. 
^Memorie  del  r.  Istituto  veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Voi.  XXII,  p.  2". 

Venezia,  1885.  4.° 

Gloria.  Monumenti  dell'Università  di  Padova  (1222-1318). 

;  Memorie  di  matematica  e  di  fisica  della  Società  italiana  delle  scienze.  Ser.  3;1 
t.  V.  Appendice. 

Catalogo  della  Biblioteca  sociale  al  31  die.  188-1. 

•Natura  (La).  N.  76-79  (ultimo).  Milano,  1885.  4.° 

7G.  Grassi.  Un  nuovo  termometro  ad  aria  per  misurare  piccolissime  variazioni  di  tem- 
peratura. —  Le  lastre  di  vetro.  —  Favaro.  A  proposito  di  Galileo  igienista.  —  Statura 
dei  soldati  tedeschi.  —  Negri.  Il  trattato  d'astronomia  di  Herschel.  —  Àrdissone.  La  flora 
tropicale.  —  77.  Appunti  sul  cauteiù.  —  Ancelle.  Sul  viaggio  di  Maurizio  Buonfanti.  — 
/(.  Ricerche  sullo  sviluppo  della  Bilharzia  haematobia.  —  Mantegazza.  Le  maschere.  — 
78.  De  Stefani.  La  tirennide.  —  Origine  geologica  dell'asfalto  e  del  bitume.  —  Perucca.  La 

'Birmania.  —  La  raccolta  del  grano  dell'India.  —  Pini.  Una  nuova  ferrovia  attraverso  le 
Alpi  centrali.  —  79.  Mantegazza.  Un  testamento  scientifico.  —  Influenza  di  diversi  agenti 
sulla  inversione  dello  zuccaro  di  canna.  —  Pogliaghi.  I  canapi  sottomarini.  —  Bonizzi. 
Intorno  ai  corpuscoli  ferruginosi  e  magnetici  dell'atmosfera.  —  Grande  mostra  delle  inven- 
zioni a  Londra:  Nuovi  strumenti  da  guerra. 

Relazione  della  Scuola  professionale  di  Biella.  1883-84.  Biella,  1885.  4.° 
•Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  3-'  voi.  XVIII, 

.      10.  Milano,  1885.  8." 

Bassani.  Risultati  ottenuti  dallo  studio  delle  principali  ittiofaune  cretacee.  —  Bertoni. 
Contributo  allo  studio  dell'eterificazione  per  doppia  decomposizione.  —  Ascoli.  Di  nuovo 
sulle  funzioni  che  soddisfano  alla  equazione  differenziale  Jau=0.  —  Buccellati.  Sulle  mo- 
dificazioni introdotte  dall'attuale  ministro  Pessina  nel  progetto  di  Codice  penale  Savelli. 

'Rivista  critica  della  letteratura  italiana.  Anno  II,  u.  2,  3.  Firenze,  1885.  4." 

'Rivista  di  artiglieria  e  genio.  1885,  maggio.  Roma,  8.° 

•  Allusoli.  Le  condizioni  dell'artiglieria  da  campagna  di  fronte  alla  fanteria.  —  Hocchi. 
Ordinamento  e  servizio  dell'arma  del  genio  presso  gli  eserciti  europei.  —  Bellini.  La  sepa- 
razione della  carriera  per  gli  ufficiali  di  artiglieria  e  le  condizioni  dell'artiglieria  da  for- 
tezza in  Italia.—  Brini.  Restauro  della  facciata  sud  del  palazzo  Sclafani.  —  Esperienze 
fatte  in  lsvezìa  nell'anno  1881  con  armi  da  fuoco.  —  Riviera.  I  ponti  metallici  portatili 
negli  usi  di  guerra. 


e 


—  CXC1  — 

•Rivista  di  filosofia  scientifica.  Voi.  VI,  n.  4.  Milano,  1885.  8.° 

Morselli  e  Seppilli.  Commemorazione  di  Gabriele  Buccola.—  Cesca.  La  metempirica.— 
l'ilo.  La  massa,  il  moto,  lo  spazio.  Note  critiche  sulla  teoria  atomo-meccanica.  —  Luciani. 
StuJì  di  psicofisiologia.  Caratteri  logici  da  seguire  nelle  indagini  sperimentali  sullo  localiz- 
zazioni cerebrali.—  Cananeo.  Idee  di  Giulio  Cesare  Vanini  (1616)  sull'origine  ed  evoluzione 
degli  organismi.  —  Sergi.  La  psicologia  come  scienza  biologica. 

*  Rivista  di  viticoltura  ed   enologia.  Serie  2a,  anno  IX,  n.  10,  11.  Conegliano, 

1885.  8.° 

Cancfoglia.  La  viticoltura  e  l'enologia  nel  Médoc.  —  Carpenè.  Nuovo  metodo  di  detei 
minatone  delle  sostanze  estrattive  contenute  nei  vini  e  birre.  —  Cubmii.  I  rimedi  contro 
In  peronospora.  —  Brentani.  Commercio  vinicolo  colla  Svizzera.—  Vigna.  Analisi  dei  prin- 
cipali   costituenti    di    vini   tipi  da  pasto    delle    provincie   di  Alessandria,  Genova  e  l'orto 
Maurizio. 

•  Rivista  marittima.  Anno  XVIII,  f.  5,  6,  maggio-giugno,  1885.  Roma,  8.° 

5.  Pucci.  Sulle  coudizioni  della  marina  mercantile  italiana  al  31  dicembre  1884.  — 
Marcacci.  Scandagli  attraverso  l'Oceano  Pacifico  fatti  dalla  corvetta  «  Vettor  Pisani  ».  — 
Maldini.  1  bilanci  della  marina  d'Italia.  —  lìugge.  Delle  navi-ospedali.  —  Generatoli  di 
calore  sulle  macchine  a  vapore  a  mezzo  di  idrocarburo.  —  Penetrazione  dei  proietti  nelle 
corazze.  —  6.  Pucci.  Sulle  condizioni  della  marina  mercantile  italiana  al  31  dicembre  1884.— 
ìlaklini.  I  bilanci  della  marina  d'Italia.  —  Le  operazioni  della  flotta  francese  contro 
Formosa.  —  Le  forze  militari  e  navali  delle  colonie  inglesi  nell'Oceania.  —  Le  scuole 
i  collegi  pei  marinai  e  pei  sott'ufficiali  della  marina  da  guerra  austro-ungarica. 
^Rivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  IV,  1885.  n.  5.  Torino,  8." 

Lurani.  Ascensione  al  Dufour  Spitze  da  Macugnaga. 
■Rivista  scientifico-industriale  e  giornale  del  naturalista.  Auno  XVII,  n.  9-12. 

Firenze,  1885.  8." 

9.  Marangoni.  Nuova  spiegazione  dei  crepuscoli  rossi.  —  Volta.  Sulla  diatermicità  nei 
fluidi.  —  Piazzali.  Fenomeni  di  elettricità  nei  gas  rarefatti.  —  Emo.  Variazioni  nella  resi- 
stenza elettrica  dei  fili  metallici  solidi  e  puri  colla  temperatura.  —  10-L2.  Marangoni. 
L'ecclisse  totale  di  luna  del  4-5  ottobre  1884.  —  PeZiolato.  Studi  sull'estrazione  del  sur." 
dalle  costole  del  tabacco  o  dai  fusti  e  radici  d'altro  vegetale.  -  -  Dosaggio  volumetrico 
del  ferro. 

Pubblicazioni  estere. 

Abhaudlungen  herausg.vou     naturwissenschaftlichen  Vereine  zu  Bremen.  Bd. 

IX,  2.  Bremen,  1885.  8." 

Mùller-Ersbach.  Die  nach  den  Diehtigkeitsverhaltnissen  bestimmte  chemische  Ver- 
wandtschaft  von  Metallen  in  cinigen  Salzreihen.  —  hi.  Zusammenstellung  von  Verwandt- 
sehaftstafeln.  aus  den  Diehtigkeitsverhaltnissen  der  chemisch  wirksamen  Stoffe  abgeleitet 
sjnd.  —  Foche.  Die  nordwestdeutschen  Bubus-Formen  und  ihre  Verbreituug.  —  Mùller. 
Beitrage  zur  oldenburgischen  Flora.  —  Foche.  Zur  Flora  von  Bremen.  —  Buchenau  Carex 
punctata  Gaud.  in  Deutschlaud.  —  Borcherding.  Zweiter  Nachtrag  zur  Mollusken-Fauna 
der  nordwestdeutschen  Tiefebene.  —  Poppe.  Die  freilebenden  Copepoden  des  Jadebusens.  1. 
Michael.  Ueber  einige  Abschnitte  in  der  Entwicklungsgeschichte  von  Teglocranus  cepbei- 
formis  (Nic).  —  lìeukr.  Srainthurus  Poppei  n.  sp.  —  Koenike.  Einige  neubenannte 
Hydrachniden.  —  Focke.  Die  Vegetation  im  Winter  1831-85.  —  Buchenau.  Naturwissens- 
chaftlich-geographische  Litteratur  iiber  das  nordwestliche  Deutschlaud.  —  hi.  Die  Lage  des 


—  cxcu  — 

Thurmes  der    Eealschule    beim  Doventlior.  —  hi.  Aus   den  stàdtischen  Sammlungen  filr 
Naturgesehichte  und  Ethnographie  zu  Bremen.  Gesehichto  der  botanischen  Sammlungen. 
Ab.stracts  of  the  Proceedings  of  the  Chemical  Society.   1884-85,  n.  10,11. 

London,  8." 
•Aeta  Universitatis  Lundensis.  T.  XX,  1883-84.  Lnnd,  4.° 

Hjelménis.  Bidrag  till  Svenska  Jordeganderattens  historia.  —  Ask.  Om  formaliteter 
vid  kontrakt.  —  Skarstedt.  Om  formeln  ande  och  sanning.  —  hi.  De  formula  <fix«t.oom'>/ 
xaì  i  Iqrjvi}.  —  Engslróm.  Beobacbtungen  der  Planeteii  Victoria  und  Sappilo  1882.  —  Tornqvùt. 
Undersokningar  ufver  Siljansomradets  Trilobitfauna.  —  Lundgren.  UndersOkningar  Ofver 
Brachiopoderna  i  Sverges  kritsystem.  —  Jónsson.  Om  befiuktningen  hos  slagtet  Najas  samt 
lios  Callitriche  autumnalis.  —  Heimcr.  Studia  Pindarica. 
v  Annalen  der  Physik  und  Chemie.  N.-F.  B.  XXV,  2.  Leipzig,  1885.  8.° 

Wudemann  n.  Lùdeking.  Ueber  die  Wasseraufnahme  und  Losung  der  Colloide.  — 
fìlilmcke.  Ueber  die  Abbiingigkeit  der  specifisclien  Wànne  einiger  Wasser-Aethylalkoholgemi- 
sche  von  der  Temperatur.  —  Graelz.  Notiz  ùber  die  Grosse  der  MaxweU'schen  Moleeular- 
wirbel  uml  iiber  die  Dichtigkeit  des  Lichtathers. —  Lehmann.  Ueber  spantane,  durch  inaero 
Kràfte  bervorgerufene  Formanderungen  bomogcner  fester  Korper.  —  Hausmaninger.  Zur 
i'heorie  des  Iongitudinalen  Stosses  cylindriscber  KOrper.  —  Wernicke.  Ueber  die  Phasen- 
ànderungen  bei  der  Refiexion  und  iiber  die  Schwingungsebene  des  polarisirten  Licbtes.  — 
L'fd[fer.  Ueber  die  electrische  Leitungsfahigkeit  der  Mischungen  von  Wasser  und  Alkobol.  — 
Weber.  Ueber  das  electrische  Leitungsvermogen  und  den  Temperaturcoafficientcn  des  feston 
Qnecksilbers.  —  Slrecker.  Ueber  eine  Reproduction  der  Siemens'schen  Quecksilbereinheit.  — 
Kreichgauer.  Zur  Bestimmung  von  Tràgheitsmomenten  durch  Schwingungsversuche.  — 
r  Fleischl.  Die  Deformatiou  der  Lichtwcllenfìaehe  im  magnetisclien  Felde.  —  GiUay.  Min 
neues  Electrodynamometer. 
Annalen   des   Physikalischen   central-Observatoriuin.    Jhg.    1883.   Th.  1,  2. 

S.  Petersburg,  1884.  4.° 

Meteorologiscbe  und  magnetische  Beobacbtungen. 
■Annalen  (Mathematische).  Bd.  XXV,  4.  Leipzig,  1885.  8.° 

Gordan.  Ueber  Gleichungen  siebenten  Grades  mit  einer  Gruppo  von  168  Substitn- 
tionen.  II.  —  Sohee/fer.  Die  Maxima  uml  Minima  der  einfaeben  Integrale  zwischen  festen 
Grenzen.  —  Iti.  Bemerkungen  zu  dem  vorstehenden  Aufsatze.  —  Schur.  Ueber  den 
Po  hlke'sehen  Satz.  —  Rohn.  Eine  einfache  lineare  Construetio'.i  der  ebenen  rationalcn 
('uvven  5  Ordnung. 
•Annales  des  mines.  8°  sér.  t.  VII,  1.  Paris.  1885.  8.° 

Brame.  Mission    relative    aux  chemins    de    fer  belges.  —  Garnot.  Analyses  des  eaux 
minéralos  francaises,  exécutées  au  bureau  d'essai  de  l'École  des  mines.  —  Braconnier.  Note 
sur  l'eau  minerale  sull'atee  magnésienne  de  Cruzy  (Hérault). 
Annuaiie  de  la  Sosiété  méléorologique  de  France.  1882  dee.  Paris,  8." 
;  Annals  of  the  astronomical    Observatóry  of  Harvard   College.  Voi.  XIV,  2. 

Cambridge,  1885.  4.° 

Pìckering,  Searle  and   Wendell.  Observations  with  the  meridian  Photometer  daring  the 
yuars  1879-82. 
•Anzeiger  (Zoologischer).  Jhg.  Vili,  196,  197.  Leipzig,  1885.  8.° 

196.  Zaeharias.  Das  Wassergefassystem  bei  Microstoma  lineare.  —  Imhof.  Die 
Rotatorien  als  Mitglieder  der  pelagischen  und  Tiefseefauna  der  Susswasserbecken. —  Baur. 
/ni'  Morphologie  des  Carpus  und  Tarsus  der  Wirbelthiere.  —  Griesbach.  Zur  Frage:  Wasser- 
aufnahme bei  don  Mollusken.  —  V.i~.  Nehring.  Ueber  eine  neue  Art    von  Wildschweinen 


—    CXC1I1    — 

(Sua  longirostris  Nehring)  aus  Sudost-Borneo. —  Imhof.  Ueber  die  «  blasson  Kolben  » 
au  dei-  norderen  Antennen  der  Susswasser-Calaoiden. 

tArchiv  der  Mathematik  und  Physik.  2  Reihe,  Theil  II,  Ì.Leipzig  1885..  8.° 
Mack.  Der  Winkelspiegel.  —  Ohnesorge.  Zur   Integration  der  Gleicbung  : 

Holh.  Die  Umkehrung  des  Grundgedankens  von  Hindeuburg's  combinatorischer  Analysi. 
(Fortsetzung).  —  Pmchàzka.  Ehi  Beitrag  zur  Schattenlehre.  —  Hoppe.  Bemerkung  zu  einem 
.Satze  von  Craig.  —  Id.  Ein  Satz  fiber  Determinauten.  —  hi.  Ueber  die  Grenze  der  Sta- 
bilitàt  eines  longitudinal  comprimirten  geraden  elastiscben  Stabes.  —  Spora:  Zur  harmo- 
nischen  Teilung. 
:  Arcliiv  fur  die  Naturkunde  Liv-  Elist-  und  Kurlands.  2e  Ser.  Bd.  X,  1.  Dorpat, 

1884.  8.° 

Iiraun.  l'bysikalische  und  biologiscbe  Untersucbungen  ini  westlichen  Theile  des  fiani- 
scben  Meerbasens. 
rBericht  der    Meteorologischen    Commission    des  Naturi'.  Vereines  in   Briinn 

ueber   die  Ergebnisse   der   Meteorologischen   Bcobachtungen   ini  Jahte 

1882.  Briinn,  1884.  8." 
•  Bericht  ueber  die  Thàtigkeit  der  St  Gallischen  uaturwissenscb.aftlicb.en  Ge- 

sellschaft  wàlirend  des  Vereinsjahies  1882-83.  St  Gallen,  1884.  8.° 

Ousler.    (Jebor  Geschichte    und    Bedeutung   der  Yolksgesundheitspflege.  —  Bertsch. 

Ueber  Blitzableiter  àlterer  und  neuerer  Construction.  —  Varlmann  und  Schiattar.  Kritischc 

LFebersicht  ueber  die  Gefasspflanzen  der  Cantone  St  Gallen  und  Appenzell.  —   Vetsch.  Die 

Gesundheitspflege  des  Auges. 

:  Berichte  der  deulschen  chemiselien  Gesellschaft.  Jhg.  XVllt,  9,  IO.  Berlin, 

1885.  8." 

9.  Anschùtz.  Ueber  die  Bildung  von  Traubensaaremethylàther  aus  Becbts-  und  Links- 
weinsàuredimethylàtber,  sowie  iiber  die  Dampfdiehte  des  Traubensaureàthylathers.  —  hi. 
und  llintse.  Ueber  das  Diamm  miumoxalat.  —  Ciamician  und  Sub  r.  Ueber  die  Einwir- 
kungen  von  Salpetersàure  auf  Pyrrilmethylketon.  —  hi.  Ueber  Pyrrilendimethylketon.  — 
Claus  und  Hauti.  Ueber  Cblorderivate  des  Orthoxylols.  —  Gattermann.  Ueber  einigo  De- 
rivate des  m-Nitro  p-Toluidins.  — Garbo /T  uni  Kessler.  Ueber  eioe  Vorrichtung  fiir  fractio- 
nirte  Destillation  unter  verminderten  Druek.  —  Graebe.  Ueber  Phtalimidin.  —  Halliburton. 
Berichtigung.  —  Hempel.  Apparate  und  Einrichtungen  des  Laborafcoriums  zu  Dresden.  — 
llerrmann  und  Tollens.  Ueber  einige  Eeactionen  des  Saccharins.  —  Hufschmidt.  Zur  volu- 
metrischen  Stickstoffbestimmung. —  lourdan.  Xene  Synthesen  von  Derivateli  des  Hydro- 
acridins  nini  Acridi ns.  —  Krùss.  Beziebungen  zwischen  der  Zusaniraensetzuug  und  don  Ab- 
sorptionsspectren  organiseher  Verbindungen.  —  Kuhn.  Ueber  die  Einwirkung  von  l'hcnvl- 
isocyanat  auf  Amidoverbindungen.  II.  —  Langer  und  Meyer.  Ueber  die  Diebte  des  Schwc- 
Higsàure-Gases  bei  Weissgliibbitze.  —  Imiuj.  Ueber  das  Diisobutylketin.  —  Limpricht.  Ueber 
Nitrotoluidine.  —  hi.  Ueber  die  Oxydation  der  Amidobenzolsulfonsauren  rait  Kaliumper- 
nianganat.  —  Id.  Ueber  Azobenzolthiosull'onsauren  und  Azobenzolsulfinsaureu.  —  Lunga. 
Ueber  die  Existenz  des  Salpetrigsàureanhydrids  ini  Gaszustande.  —  Id.  Ueber  die  Reaction 
zwischen  Stickoxyd  und  Sauerstoff  unter  verscbiedenen  Versncbsbedingungen.  —  Id-  Ueber 
die  Loslichkeit  des  Stiekoxyds  in  Scbwefelsàure.  —  Meyer  und  Snidici:  Directe  Gewinnung 
von  Dibromtbiopbcn  aus  Tbeerbenzol.  —  Monari.  Ueber  einige  neue  Sulfonsiluren.  — 
Mùllenho/f.  Bildungswarme  des  Scbwefeleisens.  —  Nollìng  und  Wciiujtiiincr.  Zersetzungspro- 
dukte  von  chlorwasserstoffsaurera  Aeetanilid  bei   verse]ii<'d<'ii'Mi    Temperature!).  —  Id.  und 

Bl'i.lettixo-Rendiconti  —  Voi..  1.  25 


—    CXCIV     — 

Wild.  Direkte  Ueberfiihrung  primàrer  Amine  in  Mononitrophenole.  —  Id.  und  Wiìt.  Ueber 
das  flussige  Nebenprodukt  des  1,  2,  4  Dinitrotoluols.  —  von  der  Pfordlen.  Bildung  rothcr 
SilberlSsungen  durch  Reduotion.  —  Priebs.  Ueber  nitrirte  Furfurauderivate.  —  Przijbytek. 
Ueber  das  Diallyldioxyd  CcH10Oj.  —  Kùdorff.  Ueber  einige  Verbindnngen  des  Arsentrio- 
xydes.  —  Sandmcyer.  Ueberfiihrung  der  drei  Nitraniline  in  die  Nitrobenzoesiuiren.  —  Id. 
Ueberfuhrung  der  drei  Amidobenzoèsàuren  in  die  Phtalsàuren.  —  Scheibler.  Ueber  die 
Abscheidung  von  Raffinose  aus  den  Riibenzuckermelassen.  —  Seifert.  Ueberfiirung  der  Saure- 
amide  in  Alky lamine.  I.  -  Id.  Einwirkung  von  Kohlensaureanhydrid  auf  Natriumaceta- 
nilid.  Neue  Syntliese  von  Dicarbonsauren  aus  Monocarbonsàuren.  II.  —  Spiegel.  Notiz  iiber 
ciiio  neue  Classe  von  Sulfousauren  der  aromatiscben  Reilie.  —  Sladler.  Ueber  die  Reduo- 
tion des  Nitrothiophens  zu  Amidothiophen.  —  Szymanski.  Ueber  Hemialbumose  aus  vege- 
tabilischein  Eiweiss.  —  10.  Biadi».  Ueber  von  Dicyanphenylhydiazin  abgeleitete  Vcrbin- 
dungen.  —  Bocsscncck.  Ueber  die  Condensation  von  Chloralbydrat  mit  tertiiìren  aroinati  ■ 
schen  Aminoli.  —  Claus  und  Rìlzefeld.  Ueber  Narcein.  —  Id.  und  H'ùellin.  Zur  Kenntniss 
des  Papaverins.  —  FHedlànder  und  Weinbcrg.  Zur  Kenntniss  des  Carbostyiils.  —  Kirsch. 
Ueber  Paranitroorthokresol  und  Toluchinonchlorimid.  —  Kiliani.  Ueber  Galactonsàure.  — 
Id.  Ueber  Trioxyadipinsaure.  —  Klopsch.  Knrze  Mittheilung  iiber  das  Benz-/S-uaphtylamid 
and  das  /J-Dinaphtylamin.  — KnOTT.  Einwirkung  des  Diacetbernsteinsaureesters  auf  Aniniu- 
niak.  —  Id.  Notiz  iiber  die  Einwirkung  von  Diacetbernsteinsàureester  auf  Phenylbydrazin. — 
Kr'ùss.  Titerstellung  der  Losungen  von  Kaliumpermangauat.  —  Ladenburg.  Ueber  synthe- 
tisclie  Pyridin-  und  Piperidinbasen.  —  Id.  und  lloth.  Ueber  ein  neues  Lutidin.  —  Merck. 
Ueber  Benzojl-Ecgonin.  —  Poli*.  Ueber  aromatische  Siliciumverbindungen.  —  Polililzin. 
Ueber  das  Verhaltniss  zwischen  den  Bildungswarmen  der  Salze  und  den  Anfangsgeschwin- 
digkeiten  ibrer  Bildung.  —  lìathke.  Ueber  die  Natur  des  Schwefelselens  und  der  Legirun- 
gen.  —  Si'liiff.  Zur  Bestimmung  des  specifischen  Gewichts  von  Flussgkeiten  bei  hoheren 
Temperaturen.  ■ —  Id.  Ueber  einige  physikalische  Eingenschaften  des  Tbiophens.  —  Tiemann. 
Ueber  Glucovanillin  und  Glncovanillylalkobol. 

•Boletin  de  la  Acadernia  nacioual  de  ciencias  en  Cordoba.  Tomo  VII,  4.  Buenos 

Aires,  1885.  8." 

Doering.  La  presion  atmosferica  de  Cordoba,  de  media  en  media  bora.  —  Conwenls. 
Subre  algunos  àrboles  fósiles  del  Rio  Negro.  —  Doerhing.  Apuntes  sobre  la  fauna  de  ìnu- 
luscos  de  la  Repùblica  Argentina.  —  Id.  Observaciones  meteorológicas  bechas  en  «  Mil 
Nogales»  por  el  Sr.  D.  Ramon  J.  Moreno.  —  Ameghìno.  Oracanthus  Burmeisteri.  Nuevo 
edentado  extinguido  de  la  Repùblica  Argentina. 

•Boletin    de   la    real  Acadernia   de   la   historia.  Tomo  V,  cuad.   6.   Madrid. 
1885.  8.° 

de  Lapuente.  Lor  restos  mortales  del  Arzobispo  D.  Rodrigo  Jiménez  de  Rada  y  estado 
de  su  sepulcro  eu  la  iglesia  ex-abacial  y  abora  parroquial  del  ex-monasterio  cisterciense 
de  Santa  Marta  de  Huerta.  —  Fila.  Poesias  inéditas  de  Gilde  Zamora.  — •  Danvila.  Aj uà r 
de  una  morisca  de  Temei  en  1583.  —  Fila.  Variantes  de  tres  leyendas  por  Gii  de  Zamora.  — 
l'I.  Inscripciones  ìomanas  inéditas  de  Caceres  Brandomil,  Naraneo  y  Ldrida. 
■'Bulletta  d  l'Académie  r.  des  sciences  de  Belgique.  3e  sér.  t.  IX,  4.  Bru- 
xelles, 1885.  8.° 

Van  Beneden.  Snr  l'apparition  d'une  petite  gamme  de  vraies  Baleines  sur  Ics  còtes 
esl  des  Etats-Unis  d'Amérique. —  Dicpont.  Sur  la  découverte  d'un  Mosasaarien  gigautesque 
dans  le  Hainaut.  —  De  Tilly.Snr  l'équation  de  Riccati  et  sa  doublé  généralisation.  —  de  Selys 
Longchamps.  État  de  la  végétation  le  21  mars  1885,  à  Liège,  par  M.  Dewalque,  et  à  Long- 
fbamps-sur-Geer  (Waremme).  —  Mourlon.  Sur  l'existence  des  psammites   du  Condroz  aux 


—  excv  — 

envhons  de  Beaumont  dans  l'Entro-Sambre-et-Meuse.  —  Renard-  Les  porpliyres  de  Bier- 
ghes.  —  De  ileen.  Sur  la  tension  des  vapeurs  saturées.  Modification  à  apporta  à  la  lui 
de  Dalton.  — Sansoni.  Note  cristallografique  sur  la  chaux  carbonatde  de  Blaton.  —  Aloìn. 
l'roposition  de  faire  une  revision  du  règlement  de  la  Caisse  centrale  des  artistes. 

•  Bulletiu  de  la  Société  géologique  de  France.  3e  sér.  t.  XII,  9  (1884)  ;  XIII, 

4  (1885).  Paris,  1885.  8.° 

Cotleau.  Sur  les  Echinides  des  couehes  de  Stramberg.  —  Virlet  d'Aoust.  Examen  des 
causes  diverscs  qui  déterminent  les  trembleraents  de  terre. —  Terquem.  Sur  les  Ostracodes 
>1  i  Fnller's  Earth  de  la  Moselle.  —  Sfarcou.  Sur  le  Mapoteca  geologica  americana.  —  Tottcas 
Sur  les  terrains  jurassiques  du  Poitou.  —  Peron.  Nouveaux  docuraents  pour  l'iiistoire  de 
la  Craie  à  Hippurites.  —  Munier-Chalmas  et  Scltlumberger.  Note  sur  les  miliolidées  trénia- 
tapborées.  —  Munier-Chalmas.  Sur  les  couebes  à  Teredina  personata,  dans  Test  du 
bassin  de  Paris.  —  Douvillé  et  Rollami.  Note  snr  la  partie  moyenne  du  terrain  jurassique, 
elitre  Poitiers  et  Le  Blanc.  — ■  Douvillé.  Note  sur  la  limite  de  l'Oxfordien  et  du  Corallien 
dans  le  eentre  de  la  Trance. 

Bulletin  de  la  Société  imperiale  des  naturaliste^.  1884.  N.  2.  Moscou,  8." 

COPORHHA.  Maiepianu  ara  i|uopu  CpejHefi.  Min.  —  von  Herder.  Plantae  Baddeanae 
Monopetalae.  —  3iJK0BCKAr0.  Ptiaeuie  ojhou  aa^ain  h3t>  Teopin  Kosieri,.  -  KIK'.IA- 
KOBCKArO.  XiiMii'ieeKiìi  aHa.iiwb  abvxt.  oópa3uoBi>  ecTecTBeuHoiì  raay6epoBofi  «uh  ini. 
3aKaBKasia.  —  CAEAIPÈEBA.  XnMiiiecKiii  cocTaBi  \yn..\\  munii  h:vl  coiioki.  Ta.\iancKai.. 
nojyocTpOBa.  —  Sloudsky.  Essai  de  solution  du  problème  géodésique.  —  Goroschankine. 
Méinoire  sur  l'etat  des  herbiers  de  l'Université  imperiale  de  Moscou  et  la  Société  imperiale 
des  naturalistes  de  Moscou.  —  Weihrauch.  Studien  zur  Mittelbildung  bei  der  relati ven 
Feuchtigkeit. 

Bulletin  de  l'Institut  national  genevois.  T.  XXVI.  Genève,  1884.  8." 

Vulliel.  La  fiévre  typhoide.  —  Burkhard  Reber.  Sur  les  crànes  et  fragments  de  cri 

tronvés  à  la  Balme,  près  du  Salève.  —  HoTnung.  La  preuve  en  bistoire  comparée  avec  la 
preuve  judiciaire.  —  Galijfe.  Les  vaUe'es  vaudoises  du  Pie'mont. 

Calendar  (Tue  St.  Andrews  University)    for   the  year   1885-86.   Edinburgh, 
1885.  8." 

•  Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXII,  10-13.  Cassel,  1885.  8.° 

Hansgirg.  Ueber  den  Polymorphismus  der  Algen. 

Cornpte  rendu  de  la  Société  de  géographie  1885.  N.  11,  12.  Paris,  8." 
•Comptes  rendus  hebdom.  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  C,  n.  23- 
25.  Paris,  1885.  4.° 

23.  Wurtz  ef  Henninger.  Action  de  l'étber  cbloroxycarbonique  sur  le  cyanate  .le  po- 
tasse. —  E.  Becquerel  et  H.  Becquerel.  Jlémoire  sur  la  temperature  de  l'air  et  du  sol.  au 
Muséum  d'histoire  naturelle,  pendant  les  années  1883  et  1884.  —  Slanciami.  De  la  dissé- 
mination  des  espèces  végétales  et  animales.  —  Fouqué.  Propagation  de  la  seconsse  de  trera- 
lilement  de  terre  du  25  dicembre  1884.  Rectifications.  —  Lecoq  de  Boìsbaudran.  Sur  un 
nonveau  genre  de  spectres  métalliques.  —  d-  Saporla.  Sur  un  type  vegetai  nouveau 
provenant  du  corallien  d'Auxey  (Cóte-d'Or).  —  Lallcmand.  Note  sur  l'exposition  et  l'envoi 
aux  Enfants-trouvées  de  Jean  le  Rond  d'Alembert.  —  Houzeau.  Sur  le  dosage  rapide  de 
l'azote  total  dans  les  substances  qui  le  contiennent  à  la  fois  sous  les  trois  dtats:  organi- 
ijiie.  ammoniacal  et  nitrique.  —  Gruey.  Sur  un  mode  d'emploi  du  sextant,  ]ionr  obtenir. 
par  une  seule  observation.  le<  bauteurs  on  les  angles  horaires  simultands  de  denx  astres. — 


—    CXCVI    — 

Ilalphen.  Sur  la  convergenee  d'une  fraction  continue  algébrique.  —  Lucca.  Radiatimi* 
émises  par  les  charbons  ineandescents.  —  Hospitalier.  Sur  la  mesure  des  eourants  redres- 
sés.  —  Tschdlzow.  Étude  thermoekimique  sur  les  accuraulateurs.  —  Bellamy.  Action 
de  quelques  métaux  sur  le  mélange  d'acétylène  et  d'air.  —  Didier.  Sur  les  sulfures  de 
cérium  et  de  lanthane.  —  La  fon.  Sur  une  nouvelle  réaction  de  la  digitaline.  —  Serrani. 
Sur  l'aseptol  (acide  orthoxyphénylsulfureux).  —  Bourquelol.  Sur  la  fermentation  alcoolique 
élective.  —  Fol.  Sur  la  queue  de  l'embryon  humain.  —  Beauregard.  Sur  le  mode  de  devo- 
loppement  naturel  de  la  Cantharide.  —  Gréhanl  et  Peyrou.  Estraction  et  composition  des 
gaz  eontenus  dans  les  feuilles  aériennes.  —  24.  Mouches.  Photograpbie  de  Cartes  celeste* 
dans  la  voie  lactée  par  MM.  P.  et  Pr.  Henry,  de  l'Observatoire  de  Paris.  —  Bianchini. 
Le  connaissanee  des  flores  et  des  faunes  dans  ses  applications  à  la  géographie  et  à  l'histoire 
dn  globe.  —  Colin.  Études  expériraentales  sur  les  affections  diphthéritiques  des  animaux.  — 
Bigovrdan.  Observations  de  la  planète  (248)  Palisa,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  [équa- 
torial  de  la  tour  de  l'Ouest). —  Trépied-  Observations  de  la  nouvelle  planète  (248)  Palisa. 
faites  à  l'Observatoire  d'Alger.  —  Basiti.  Expériences  sur  la  propagation  des  ondes  le  long 
d'un  cours  d'eau  torrentueux,  et  confirmation  par  ses  expériences  des  formules  données  par 
M.  Boussinesq,  dans  sa  théorie  dn  mouvement  gradnellement  varie  des  fluides.  —  Crookes. 
Sur  la  spectroscopie  parla  matiére  radiante.  Extinction  mutuelle  des  spectres  d'yttrium  et 
de  sainariuxn.  —  Morin.  De  l'action  du  cadmium  sur  l'azotate  d'ammoniaque.  —  Màquenne. 
Sur  le  soufre  provenant  de  la  de'composition  du  persulfure  d'hydrogène.  —  de  Forcrand.  Sul- 
le méthylate  de  soude.  —  Henry.  Sur  la  volatilité  dans  les  nitriles  cblorés.  —  Sfatimene. 
Sur  la  prétendue  fermentation  élective.  —  Magnien.  Sur  le  ganglion  géniculé  des  oiseaux  — 
Bouvier.  Sur  le  système  nerveux  des  bucciuidés  et  des  purpuridés.  —  Jourdain.  Sur  les 
ascidiea  composées  de  la  tribù  des  Di  plosomidae.  —  Cotleau.  Considérations  sur  les 
échinides  du  terrain  jurassique  en  France.  —  Demenij.  Variations  de  la  durée  du  donile 
appui  des  pieds  dans  la  marche  de  l'homme.  —  Bonnier  et  Mangili.  Sur  la  respiration  des 
végétatux.  — ■  de  Schulten.  Reproduction  artifìcielle  de  la  strengite.  —  Macpherson.  Symé- 
trie  de  situatici!  des  lambeaux  archéens  des  deux  versants  du  Guadalquivir;  rapport  avec 
les  principales  dislocations  qui  ont  donne  a  l'Espagne  son  relief.  —  25.  Bert.  Sur  l'appa- 
reil  du  Dr  Rapbaél  Dubois  pour  les  anesthésies  par  les  mélanges  titrés  de  chloroforme  et 
d'air.  —  Serve.  Sur  la  supériorité  des  tubes  à  ailerons  sur  les  tubes  lisses  ordinaires,  em- 
ployés  actuellement  dans  les  chaudières  tubulaires  pour  la  production  de  la  vapeur.  — 
Lippmann.  Sur  un  dispositif  qui  permet  d'obtenir  sans  ealcul  le  potentiel  magnétique  dù 
a  un  système  de  bobines.  —  Blavier.  Influence  des  orages  sur  les  lignes  télégraphiques 
-  luterraines.  —  Raoul l.  Sur  les  abaissemeuts  moléculaires  limites  de  congélation  des  corps 
dissona  dans  l'eau.  —  Bourbouze.  Nouveaux  modèles  d'bygromètres.  —  VarìlHojf.  Sur  la  tran- 
sformation  du  soufre.  Réclamations  de  priorité  de  MM.  Beicher  et  Ruys,  a  l'occasion  do< 
Communications  récentes  de  M.  Gernez.  —  Tanrel.  Alcaloides  produits  par  l'action  de  l'ani  - 
moniaqne  sur  le  glucose. —  Lafon.  Action  des  séléniates  sur  les  alcaloides.  Nouvelle  réaction 
de  la  codeine.  —  Serrani.  Sur  l'aseptol  (acide  oxthoxyphénylsulfurex).  —  Mairet,  Pilatle  et 
Combemale.  Contribution  à  l'étude  des  antiseptiques.  Action  des  antiseptiques  sur  les  orga- 
nismes  supérieurs:  Acide  thyraique.  —  bureau.  Sur  la  fructification  du  genre  Gallipte- 
ris. —  Schneider.  Sur  l'A  n  oplophrya  circulans. 

•Cosmos.  N.  S.  N.  19-22.  Paris,  1885.  4.° 

'HoUTiCTIH  reciorimecKaro  KoMHTeTa.  roj/r,.    1885   Tomi.  IV.  .\'«  5.  C.-IIe- 

Tep6ypn,  1885.    8.° 

UITJ'KEHBEPrA.  KpaTKiiì  oliera  o  reo.ioniiecKHxt  H3c.itjoBaHÌflxT.,  nponaBejeHHuxy 
ki.  1884  rojy  n  nepMCKoìi  ryuepHiii.  —  KPACHOITO.lbCKArO.  UpejBapnTe.itHuii  oneri. 
iì  reo.ioniMf'CKiixi.  nac.ilnnnaiiiaxi..  nponriRP.iPimuxi.  uà  :ianìuiin>n.  c&xohÌi  Vpa.ia   m.  1884  r. 


—  cxcvn  — 
tjahrbueh  der  k.  k.  geologisehen   Reichsanstalt.  Jhg.  1885.  Bd.  XXXV.   1. 

WieD,  8." 

Schwider.  Ueber  den  vulkanischen  Zustand  der  Sunda-Inseln  und  der  Molukken  >m 
Jahre  1884.  —  Diener.  Ueber  den  Lias  der  Rofan-Gmppe.  —  John.  Ueber  die  vonHérrn 
Dr.  Wiihner  aus  Persien  mitgebrachten  Evuptivgesteine.  —  v.  Foullon.  Oeber  dieGesteinc 
und  Minerale  des  Arlborgtunnels.  —  Cavami.  Die  Goldseifen  von  Tragin  bei  Paternion  in 
Karnten.  —  Fuclu.  Zus  ncueren  ThertiSrliteratur.  —  Bresina.  Die  Meteoritensammlung  des 
k.  k.  mineralogischen  Hofkabinetes  in  Wien  ani  1.  Mai  1885. 
Maliibueh  fur  das  Berg-  und  Huttenwesen  itn  KOnigreich  Sachsen    ani'    das 

Jabr  1885.  Freiburg,  8." 

Schmidi.  Die  Beschaffung   genauer  Seigerteufenangaben  auf  einheitlicher   Grundlage 
fur  Zwecke  des  Bergbaubetriebes.  —  Ledebur.  Das  Eisen  al s  Material   fiir   den  Bergbau. 
Forster.  Tbeoretisebe  Betrachtungen  ueber  einige  Fragen  der  Bergwerkstechnik.  —  lleuchc. 
Selbstthatige   Schacbtverschlfisse  fiir  Mirtei-  und   andere  FordersOhlen   beino    sachsischcn 
Bergbau.   —  Erhard.   Ueber  die  elektrischen  StrOme  auf  Erzgiingen.  . 
■Jahrbuch   ueber   die   Fortschritte    der   Mathemalik.   Bd.   XIV,   3.   Berlin, 

1885.  8." 
^Jahresbericht  (IV)  der  Naturwiss.  Vereins  zu  Osnabrtick.  1883-84. Osnabruck, 

1885.  8.° 

Bohr.  Die  Lucaniden,  Scarabaeiden  und  Cerarabyciden  der  Umgebung  Osnabrucks.  — 
Sickmann.  Die  Bewobner  der  Schwalbennester.  —  td.  Nachtrag  zu  deni  Verzeiehniss 
der  bei  Wellingholthausen  aufgcfundenen  Raubwespen.—  Id.  Verzeiehniss  einiger  Dipteren 
felche  bei  Wellingholthausen  gesammelt  wnrden.  —  Thórner.  Die  Trinkwasser-Verhalt- 
nisse  der  Stadt  Osnabruck.  II.  —  Becker.  Ueber  die  Entwasserung  der  Stadt  Osnabriich 
rom  sanitats-Polizeilichen  Standpunkt.  —  Temme.  Die  Steinkohlenvorkommen  ani  Piesberge 
inni  die  dasselbe  umlagernden  Gebirgschichten.  —  Id.  Der  ara  Tiesberge  gefundene  und 
aufgestellte  fossile  Wurzelstock  einer  Sigillarla.  —  Bólsche.  Ueber  Prestwichia  ratini!. .  In 
II.  Wbodw.  sp.  aus  der  Steinkohlenformation  des  Piesbergs  bei  Osnabriich.  —  Kemper. 
nn.l  Bólsche.  Einige  Beraerkungen  ueber  die  Gliederung  der  Triasforraation  und  ueber  ihre 
Verbreitung  in  der  Umgebung  von  Bissendorf. 

: Jahresbericht  uber  die  Fortschritte  der  classischen  Alterthnmswissenschaft. 
Jhg.  XII,  6-7.  Berliu.  1885.  8.° 

Egenol/f.  Bericht  iiber  die  griechischen  Grammatiker.  —  lleijdmreich.  Bericht  iiber  die 
Litteratur  zu  Phadrus  aus  den  Jahren  1873  bis  1882.  —  Schmalz.  Jahresbericht  iiber  Ciccio.  — 
Jahresbericht  uber  die  Litteratur  zu  Ciceros  Briefen  aus  den  Jahren  1881-1881.  Spengi-!. 
Jahresbericht  uber  Terentius  und  die  iibrigen  scenischen  Dichter  ausser  Plautus  fiir  1882 
bis  Mitte  1884.  —  Horawils.  Bericht  iiber  die  auf  die  Geschichte  der  classischen  Alter- 
ili umswissenschaft  bezugliche  Litteratur  der  Jahre  1882-1884. 

^Journal  de  la  Société  pbysico-cbimique  russe.  T.  XVII,  5.  St.  Pétersbourg, 

1885.  8." 

Polililsin.  Relation  entro  les  vitesses  initiales  et  la  chaleur  des  la  formation  de  sels. 
I.olo/f.  Analise  de  l'eau  ammoniacale  des  générateurs  Siemens.  —  Koloto/f.  Action  de  l'oxy- 
raéthylène  sur  les  amines.  —  Lubavin.  Actions  de  la  chaleur  sur  le  mélange  d'acetylène  ci 
d'acide  cyanhydrique.  —  Menschulkin.  Additions  aux  recherches  sur  la  formation  e\  la  de". 
composition  des  amides.  —  Tchelsoff,  Beklemiclieff  et  Kanin.  Sur  la  chaleur  de  la  formation 
du  peroxyde  de  plomb.  —  Bakhmetieff.  Sur  la  cause  des  sons  produits  par  des  verge  i  n 
metal  magnétique    ous  l'influence  de  l'aimantation  intermittente. 


—    CXCVIII    — 

t Journal  de  Physique  thèorique  et  appliquée.  2S  sér.  t.  IV,  juin  1885.  Paris,  8." 

Jamin.  Sur  le  rayonnement  nocturne.  —  Cornu.  Sur  la  forme  de  la  surface  de  l'onde 
lnmineuse  dans  un  milieu  isotrope  place  dans  un  charap  magnétique  uniforme:  existence  pro- 
balle  d'une  doublé  réfraetion  particulière  dans  une  direction  normale  aux  lignes  de  force.  — 
Pellai.  Force  électromotrice  de  combastion.  Étude  des  moyens  employés  pour  prendre  le 
potentiel  de  l'air.  —  Macé  de  Lépinaij.  Application  des  speches  cannelés  de  Fizeau  et 
Foucault.  —  Parinaud  et  Duboscq.  Appareil  destine  à  l'étude  des  intensite's  lumineuses  et 
chromatiques  des  couleurs  spectrales  et  de  leurs  mélanges. 

"Journal  des  sociétés  scientifiques.  lère  aunée  n.  22-25.  Paris,  1885.  4." 
Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXI.  June  1885.  London,  8.° 

James.  Derivatives  of  Taurine.  Part  I.—  Shenstone.  A  Crystalline  Tricupric  Sulphate  — 
Miers.  Crystallography  of  CuS04,2CuH2Oa.  —  Shenstone.  A  Modified  Bunsen  Burner.  — 
Lawcs  and  Gilbert.  On  some  Points  in  the  Composition  of  Soils:  with  Results  Illustrating 
the  Sources  of  the  Fertility  of  Manitoba  Prairie  Soils.  —  Webster.  The  Chlorination  of 
I'hloroglncol.  —  Meycr  and  Seubert.  On  the  Unit  adopted  for  the  Atomic  Weights.  — 
Id.  id.  The  Atomic  Weight  of  Silver  and  Prout's  Hypothesis.  —  Divers  and  Shimosè.  A 
New  and  Siinple  Method  for  the  Quantitative  Separation  of  Tellurium  from  Selenium.  - 
Id.  and  Shiraidzu.  Reactions  of  Selenious  Acid  with  Hydrogen  Sulphide,  and  of  Sulphurous 
Acid  with  Hydrogen  Selenide. 
Journal   of  the   r.   Microscopical   Society.    Ser.  2d,  voi.  V,  3.   June    1881. 

London,  8.° 

Michael.  New  British    Oribatidre.  —  Cox.  Structure    of   the    Diatom   Shell.  Siliceous 
Films  too  thin  to  show  a  broken  edge.  —   Velhered.  On  the  Structure  and  Origin  ofCar- 
boniferous  Coal  Seams. 
Journal  (The  american)  of  Philology.  Voi.  VI,  1.  Baltimore,  1885.  8." 

Verriam.  The  Ephebic  Inscription  of  C.  I.  G.  282,  Lebas,  Attique  560  and  C.  I.  A. 
iii.  1019.  —  BUig.  The  I-sound  in  English.  —  Rendei  Harris.  Confiate  Readings  of  the  New 
Testament.  —  Dloom/ìeld.  Four  Etymological  Notes.  1.  Latin  usque:  Vedic  àcchà.  2.  nimur, 
■  ripe,'  and  niniav,  •  mild,  weak.  '  3.  On  a  probable  Equivalent  in  Sanskrit  of  the  Grecie 
Pari  iide  l'io. (ir.  1.  (ìfipXuxeìy.  Sanskrit  mlecchati.  —  Gildersleeva.  The  final  seatence  in 
'ireek.  II.  —  Lane/.  Notes.  On  Spanish  Metaphors.  On  Spanish  Gramraar.  —  Lamberton. 
On  the  Theaitetos  of  Plato. 
^Journal   (The  american)   of  science.   Voi.  XXIX,  n.  174.  June  1885.   New 

Haven,  8.° 

Rockiuood.  Notes  on  American  Earthquakes,  No.  14.  —  Dana.  Taconic  Rocks  and  Stra- 
tigraphy.  —  Whiteaves.  Notes  on  the  possible  age  of  some  of  the  Mesozoic  rocks  of  the 
Queen  Charlotte  Islands  and  Britich  Columbia.  —  Penfield.  Crystallized  Tiemannite  and 
.Uetacinnabarite.  —  Dana.  Gannite  of  Eowe,  Mass.  —  Meyer.  The  Genealogy  and  the  Age 
of  the  Species  in  the  Southern  Old-tertiary.  —  Shepard.  Meteoric  Iron  from  Tiinity  County. 
California.  —  Campbell.  The  Tostdam  Group  east  of  the  Blue  Ridge  at  Balcony  Falls. 
Virginia.  —  l.indenkohl.  Geology  of  the  Sea-bottom  in  the  approaches  to  New  York  Bay.  — 
Koons.  —  K^ttle-Holes  of  the  Wood's  Holl  Region,  Mass.  —  Williams.  Cause  of  the  appa- 
rently  perfect  cleavage  in  American  Sphene  (Titanite). 
Mi'danges  d'archeologie  et  d'histoire.  An.  V,  3-4,  avril  1885.  Eome,  8.° 

Berthelot  Note  sur  une  collection  d'e"crits  mathématiques  du  moyen-àge  d'après  deux 
manuscrits  du  Vatican.  —  Emiein.  Débiteurs  privés  de  sépulture.  —  Le  Ulani.  Note  sur  un 
sarcophage  chrócien  récemment  ddcouvert  a  Rome.  —  Lumbroso.  Un  doute  an  sujet  de 
Trogue  Pompée.  —  Prou.  Additions  et  corrections  au    Galli  a    Christiana,    tirées  des 


—    CXCIX    — 

registres  d'Honorius  IV.  —  Léerivain.  Note  sur  le  recrntement  des  avocats  dans  la  periodo 
du  Bas-Empire.  — de  Nolhac.  Jacques  Aniyot  et  le  Décret  de  Gratien. —  Fabro.  Note  snr 
un  manuscrit  de  la  chronique  de  Jordanus.    —  Pirata.    Note    snr  le  group  de  Panéas.  — 
Digard.  Deus    documents   snr  l'Église  de  Saint-Maximin  en  Provence.  —  Les  sarcophag 
de  la  Via  Salaria. 

'Mémoires  de  la  Société  des  antiquairea  du  Nord.  N.  S.  1885.  Copenhague,  8." 
Pelersen.  Un  pavillon  scandinavo  du  temps  de  l'union  des  trois  états  septentrionaix, 
conserve  dans  l'église  de  la  vierge    a  Liibeck.  —  Worsaac.    De   l'orgaaisation    des  ma 
iu-torico-arche'ologiques  dans  le  nord  et  ailleurs.  —  Ersleg.  Quelqnes  reraarques  snr  les  più 
anciennes  monnaies  du  Danemark. 

•  Mouatsbliitter   des   Wissenschaftlichen   Club    in   Wien.  Jhg.    VI,  9.    Wien, 

1885.  8." 

■Mémoires  et  coinpte  rendu  des  fcravaux  de  la  Société  des  ingénieurs  civils. 
4°  sér.  38"  année  3  Cali,  mars  1885.  Paris,  1885.  8." 
Eiffel.  Projet  d'une  tour  eu  fer  de  300  mètres  de  hauteur,  destinée  à  l'exposition  de 

1889.  —  Boudenoot.  Méinoire  sur  la  distribution  de  la  force  motrice  à  donneile  au  moyeu 

de  l'air  raréfié. 

•  Naturforscher  (Der).  Jhg.  XVIII,  23-26.  Berlin,  1885.  8.° 

Notices  (Monthly)   of  the  r.  Astronomical  Society.  Voi.  XLV,  7.  May  1885. 

London,  8." 

Sione.  Ou  the  Right  Ascensioiis  of  the  Cape  Catalogues  for  1850,  1860  and  1880.  — 
Tiiackeray.  On  the  Diameters  of  the  Sun  and  Moon  as  observed  with  the  Greenwich  Trai 
l'iicle.  —  Spilla.  A  Note  of  an  Observation  during  the  trausit  of  Jupiter's  Satellite  IV. 
Aprii  18.  —  Maguire.  Total  Solar  Eclipses  visible  in  the  British  Isles,  818-1724.  —  Green. 
Observation  of  Saturo.  —  Tupman.  Observations  of  Coinet  1884,  III.  (Wolf),  at  Harrow. — 
Proelor.  Five  orders  of  Meteor  Streams  or  Coraets.  —  Denning.  A  peculiar  variety  of  Me- 
teors.  —  Johnson.  Observing  weather. 

;  Oversigt  over  det  k.  Danske  Videnskabernes  Selskabs  Forhandlinger  og  dets 

medlemniers  Arbejder  i  Aaret.  1884,  n.  3;  1885,  n.  1.  Kiobenhavn,  8.° 

Chris tiansen.  Undersogelser  over  de  hvide  Legemers  optiske  Egenskaber.  —  Roslrup. 

Studier    i    Chr.    Fried.    Schumachers  efterlaìte  Svarapesamlinger.  —  Sebelien     Bidrag   til 

Kundskaben  om  Maelkens  Aeggehvidestoffer. 

•  Preisschriften  gekront  und  herausgegeben  von  der  Furstlich  Jablonowski'schen 

Gesellschaft  zu  Leipzig.  Bd.  XXV.  Leipzig,  1885.  4." 
llasse.  Geschichte  der  Leipziger  Messeli. 

■Proceedings  of  the  London  Matheniatical  Society.  Nos  229-236.  London,  8. 

Walter.  On  the  Equation  of  a  Piane  Section  of  a  Geometrical  surface.  —  Roulh. 
Motion  of  a  Network  of  Particles  with  some  Analogie*  to  Coniugate  Fnnctions.  —  Cri 
mona.  Sopra  una  trasformazione  Direzionale,  del  sesto  grado,  dello  spazio  a  tre  dimensioni 
la  eni  inversa  è  del  quinto  grado.  —  Robcr's.  Note  on  the  Pellian  Equation.  —  Lamb.  On 
Ilio  Inductiou  of  Electric  Currents  in  a  Cylinder  placed  across  the  Lines  of  Magneti 
forces.  —  Roberti-  On  certain  Conics  connected  with  a  Piane  Unicursal  Qnartic.  —  Buchheim. 
On  the  Theury  of  Screws  in  Elliptic  Space.  —  Lamb.  On  the  Motion  of  a  Vi.-eons  Fluid 
coutained  in  a  Spherical  Vessel.  —  Roberts.  Notes  on  the  Piane  Unicursal  Qnartic.  — 
Oayleij.  The  Binomial  Equation  wp — 1  =  0;  Quinquisection.  Second  Not>\  —  Buchheim.  Ou 
tIi  ì  Theory  of  Matrices. 


—  ce  — 

tRecords  of  the  geological  Survey  of  India.  Voi.  XVIII,  2.  Calcutta,  1885.  8.° 
Middlemiss.  A  fossiliferous  series  in  the  Lower  Himalaya,  Garhwal.  —  Oldham.  Note 
.ni  the  probable  age  of  the  Mandhàli  series  in  the  Lower  Himalaya.  —  Lydekker.  Note  un 
a  secoml  species  of  Siwalik  Carnei  (Camelus  antiquus,  nobis  ex  Falc.  and  Caut.  M.  S.).  — 
.1/  \fahon.  Some  further  notes  on  the  Geology  of  Chamba.  —  Oldham.  Memorandum  on  the 
probability  of  obtaining  water  by  means  of  Artesian  Wells  in  the  plains  of  Upper  India. — 
\Iiidlicolt.  Further  consideratious  upon  Artesian  sources  in  the  plains  of  Upper  India.  — 
Touche.  Notes  on  the  Geology  of  the  Aka  Hills.  —  MaUct.  On  the  alloged  tendency  of 
the  Arakàn  Mud  Voleanoes  to  burst  into  eruption  most  frequently  duringthe  rains.  — Sfallet, 
Analyses  of  Phosphatic  Nodules  and  Rock  from  Mussjoree. 

•Repertori um  der  Physik.  Bl.  XXI,  5.  Mfi.ncb.eo,  1885.  8." 

Thomson.  Ein  Fortsehritt  in  Bezug  auf  eine  kinetische  Theorie  der  Materie.  — Kold- 
rausch.  Die  elektrische  Leitungsfàhigkeit  wassriger  LOsungen  im  Zustande  ausserster  Ver- 
iliinming.  —  v.  Fleischl.  Das  Spectro-Polarimeter.  —  E.tner.  Bemerkung  iiberdie  Lichtgesch- 
windigkeit  im  Quarze.  —  Ohapcron.  Ueber  die  Polarisation  oxydirbaivr  Metallo  und  die 
iiber  die  elektrische  Energie,  die  diese  in  den  Elementen  liefern. 

TEeport   (VI   Aunual)  of  the  Archaeological   Institute  of  America.  1884-85. 

Cambridge,  1885.  8.° 
•  Resumé  des  séances  de  la  Société  des  ingéuieurs  civils.  Séances  du  22  mai 

et  3  juin  1885.  Paris,  8.° 
tRevue  politique  et  littéraire.  Sér.  3"  t.  XXXV,  22-20.  Paris,  1885.  4." 
•Revue  scieutifique.  Sér.  3"  t.  XXXV,  22-26.  Paris,  1885.  4.° 
t  Revue  (Ungarische).  1885.  Heft.  VIII-X.  Budapest,  8." 

vili,  von  PuUiky.  Die  Goldsohmiedekunst  in  Ungarn.  —  Thallóczy,  Das  Tagebuch  der 
Gratin  Johann  Keglevich.  —  Hoffmann.  Siebenbiirgen  in  siichsischer  Beleuchtung.  —  Pesti/. 
Kiume's  Wappen  im  ungarische. j  Staatsrechte.  —  Roscnfeld.  Verschwundene  Colonisten 
ini  ehemaligen  Banat.  —  Fimdamentbauten  im  Sanctuarium  des  Easchauer  Domcs.  —  ix. 
Keleli.  Zur  Statistik  der  Hypothekar-Schulden  in  Ungarn.  —  Dauch.  Dr.  .loliann  Henckel, 
der  Ilol'piediger  der  KOnigin  Maria  von  Ungarn.  —  Duka.  Alexander  Csoma  von  KorOs  und 
•■■in  tibetischer  Naehlass.  —  x.  Abel.  Das  Schauspielwesen  zu  Bartfeld  im  XV  und  XVI 
Jahrhundert.  —  Karobji.  Tokoli  in  neuester  Beleuchtung.  —  Neusladt.  Ungarisches  in  deut- 
schen  Archiven.  —  Heinrich.  Herr  Professor  Sepp  ueber  Ungarn. 
'Schrifteii  der  Physikalisch-okronnouischen  Gesellschaft  zu  Kònigsberg  i.  Pr. 

Jhg.  XXV.  1,  2.  Kònigsberg.  1884-85.  4." 

Lange.  Ueber  die  Entwicklung  der  Oelbehàlter  in  den  Friichten  der  Umbellifere n.  — 
Abromeii.  Berichtigung   des    Sanio'schen  Aufsatzes  ueber  die  Zahlenverhaltnissc  der  Flora 
Preussens. 
TSchriften  herausgegeben  von  der  Naturforscher-Gesellschaft  bei  der  Universitiit 

Dorpat.  I.  Dorpat,  1884.  8." 

Turstig.  Untersuchungen  ueber  die  Entwickelung  der  primitiven  Aorten  mit  besonderer 
Beriicksichtigung  der  Bcziehungen  derselben  zu  den  Anlagen  des  Herzens. 
'Science.  Voi.  V,  n.  120-123.  Cambridge  Mass.  1885.  4." 

120.  ('ari  Theodor  von  Siebold.  —  The  new  ìnining  laboratory  of  the  Massachusetts 
institute  of  teohuology.  —  Thomas.  Silver  from  a  Pennsylvania  mound.  —  Scott.  A  fos-il 
elk  or  moose  from  the  quaternary  of  New  Jersey.  —  Geographieal  news.  —  The  American 
tìsheries  society.  —  llarlley.  Inland  navigation  of  Europe.  —  The  geology  of  Wisconsin. — 
Nordenskiold's  arclic  investigations.  —  121.  A  bronze  raedallion  portrait  of  Dr.  Asa  Gray.  — 


—   CC1    — 

.  The  Hong  sa]  mini,  or  the  Red  arroti  gal  .  —  0.  The  meteorological  observatory 
on  Blue  Hill. —  Orcuti.  Aquatic  plants  of  San  Diego. —  Langley.  Sunlight  and  the  earth's 
atmosphere.  —  122.  Marcou.  Ebenezer  Emmons.  —  The  royal  society  of  Canada.  —  Graham 
Bell.  Preventing  collisiuiis  with  icebergs  in  a  fog.  —  Jaslrow.  Some  pecnliarities  in  the 
age  statistics  of  the  United  States.  —  Cholera  iuoculation.  —  Vambéry.  Herat's  importance.  — 
Cope's  Tertiary  Vertebrata.  —  Phillip's  Ore-deposits.  —  The  microscope  in  botany.  — ' 
Some  state  agricultural  experiment-stations.  —  123.  McBride.  Vegetable  morphology  a 
century  ago.  ■ —  Linné  and  Wolff.  —  RaiTod.  Velocity  and  sedimcnt.  —  American  cliina- 
tological  association. —  Curved  bacilli  in  air  and  water.  —  Hypodermic  injection  of  culture; 
of  curved  bacilli.  —  Ewing.  A  recent  .Tapanese  earthquake.  —  Electric  lighting  of  sliip- 
board.  —  Rolleston's  lite  and  work.  —  Professor  Marsh  on  the  Dinocerata. 

rSitzungsberichte  der  Naturforscber-Gesellscbaft  bei   der  Urriversitàt   Dorp.it. 

Bd.  VII,  1.  1884.  Dorpat,  1885.  8.° 

Sinlcnis.  Die  Dipterenfamilie  der  Tipuliden.  —  Min  lelin.  Modification  der  Vitali'schen 
A tropin reaction.  —  Bidder.  Gedàchtnissrede  auf  K.  E.  v.  Baer.  —  von  Loewis  of  I 
Ueber  das  Vorkommen  dcs  schwarzen  EichhSrnchens  in  den  Ostseeprovinzen.  —  Schivar;. 
Resaltate  der  Wega-Expedition.  —  Tùrslig.  Eutwickelung  der  primitiven  Aorten.  —  Dy- 
bowski.  Ueber  Lubomirskia  baikalensis.  —  Braun.  Untersuchung  von  Hechten  aus  dem 
Burtnecksee  auf  Bothryocephalen.  —  li!.  Xeue  Land-  und  Siisswassermollusken.  —  II.  Ver- 
zeichniss  baltischer  Conchylien,  gesammelt  von  H.  Acad.  v.  Schrenck.  —  ld.  Temperatur 
und  Salzgehait  des  Wassers  im  finnischeii  Meerbusen.  —  von  sur  Mtihlen.  Eaphidien  der 
Ostseeprovinzen.  —  Sinlenis.  Ueber  Schneewfirmer.  —  Brami.  Ueber  Schueewiirmer.  —  Sie- 
miradzki.  Geologische  Verhaltnisse  von  Martinique.  —  Bussow.  Ueber  Astrocaryum  inexi- 
canmn.  —  Dybowski.  Spongilla  sibirica.  —  Klimje.  Die  veget.  und  topograpbischen  Verhalt- 
nisse der  Nordkuste  der  Kurischen  Halhinsel.  — ■  Sinlenis.  Varietaten  von  Cidaria  sociata.  — 
Weihrauch.  "Witterungsbeobachtugneu  1883  —  Fridolin.  Ueber  Chebulinsàure.  —  Dragen- 
dor/f.  Alkaloide  der  Aconitum  Lycoctonura.  — von  Leowis  of  Menar.  Laceita  vivipara.  — 
Uijbowski.  Spongilla  sibirica.  —  Braun.  Fauna  des  finnischen  Meerbusen;.  —  Grewingh. 
Subfossile  Wirbelthierreste.  —  Manddin.  Alkaloide  des  Aconit.  Napellus  et  ferox.  —  von 
Loewis  of  Menar.  Zugbewegung  der  VOgel.  —  Struv:.  Insectenlarven  au  Weizen.  —  / 
Insectenlarven  an  Weizen.  —  Sinlenis.  Schmetterlingsfang  der  letzten  Jahre.  —  li 
Auskleidung  der  Intercellularen.  —  Siemiradzki.  Zur  Kenntniss  der  Torfmoore.  —  Braun. 
Helminthologiscbe  Mittheilungen.  —  Dragendorff.  Ausscheidung  des  Strychnins.  —  Mand  Un. 
Alkaloide  der  Ruta  graveolens.  —  Scidel.  Zuckerartige  Substanz  der  Sennesblàtter.  —  / 
Aufenthalt  in  der  Krira.  —  Brutta».  Ueber  Lebermoose.  —  ld.  Ueber  dunkelgefarbte  Variet 
des  Eichhoincbens.  —  Nass.  Analyse  der  Kamby'schen  Eisenquelle.  —  Schmidl.  Mollusken 
Estlands.  —  Braun.  Eiuschliisse  in  Huhnereicrn.  —  hi.  Blasenwurn  beim  Hasem.  —  Klinge. 
Flussfahrt  auf  dem  Woo. 
•Skrifter  (Vidensk.  Selsk.)  6  R.  Naturvid.  og  math.  A.fd.  I,   11;  II,  7.  Kió- 

benbavu,  1885.  4.° 

i.  11.  Lehmann.  Forzog  paa  en  Forklaring  af  Synsvinklens  Indfiydelse  paa  Opfattelsen 
af  Lys  og  Farve  ved  direkte  Syn.  —  il.   7.  Lorenz.  Bestemmelse  af  KviksOlvojlers  elektri- 
sche  Ledningsmodstande  i  absolut  elektromagnetsik  Maal. 
•Studies  (Johns    Hopkins    University)   iu  Historical   and   Politicai   Sciences. 

3d  Series  V-VII.  Baltimore,  1885.  8.° 

Lewis.  Locai  institutions  of  Man  land. 

•  Tillaeg  til  aarboger  for  Nordisk  Oldkyndighed  og  Historie.  Aarg.  1882-1884. 
Kiobenbavn,  8." 
BILI  OXTI   —   VoL.  I.  2G 


—  cai  — 

TTiansactions  of  the  Geological  Society  of  Glasgow.   Voi.  VII,   2,    1882-84. 

Glasgow,  1885.  8.° 
^Verhandlungen  der  k.  k.  geologischen  Reiehsanstalt.  1885.  N.  1-7.  Wien,  8." 
i-Verhandlungen    der    naturforsch.   Vereins  in  Brunn.  B.  XXII,   1.  2,  1883. 

Brunn,  1884.  8.° 
"  Verhandlungen  fur  innere  Mediciu  zu  Berlin.  Jhg.  IV.   1884-85.  Berlin,  8." 
iVierteljabrschrift   des   astronomischen   Gesellschaft.   Jhg.  XIX,   4.   Leipzig, 

1884.  8.° 
*Woehenschrifr,  des  òst.  Ingenieur-  und  Architekten-Vereines.  Jhg.  X,  n.  23-26. 

"Wien,  4.° 
";'Zeitschrift   der  Deutschen  Morgenlàndischen   Gesellschaft.   Bd.   XXXIX,  1. 
Leipzig,  1885.  8.° 

de  Gorje.  Zur  bistoriscben  Geographie  Babyloniens.  —  Slickeì.  Erganzung  und  Bericb- 
tigungen  zur  omajjadischen  Nuniisraatik. —  Mordtmann.  Mythologiscbe  Miscellon. —  Schullze. 
IstEzra4. 13  croi?  °der  Cn3ì<  zu  lesen? —  Oklerberg.  Akhyàna-Hymnen  im  Rigveda. — 
H'ùbschmann.  Indoiraniscb  ut  =  idg.  /-Vocal.  —  Pischel.  Der  Dichter  Panini.  —  Fùhrer. 
Sanskrit-Pàtbsel.  —  Lindner.  Ueber  eine  Handscluift  des  ersten  Buchs  der  Maitràyani- 
Samhità.  —  Wellhausen.  Zu  den  Hudailitenliedern. 

tZeitschrift  der  ost.  Gesellschaft  fiir  Meteorologie.  Bd.  XX,June.  Heft.  1885. 
Wien,  4.° 
Wueikoff.  Die  Eegeuverbàltnisse  des  malayiscben  Arehipels.  —   Weihrauch.  Ueber  die 
Bessel'scbe  Forrael. 
•Zeitschrift  fur  Naturwissenschaften.  4  F.  BJ.  IV,  1.  Halle,  1885.  8.° 

Krahmer.  Ueber  Halarachne  Halicboeri  Allm.  —  Schmidt.  Beitrage  zur  Eenntniss  des 
Euckenmarks  der  Amphibien.  —  Schubring.  Kalendarisches. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  luglio  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

•Atti  della  Commissione  tecnica  istituita  dal  Ministro  per  i  provvedimenti 
idraulici  nelle  provincie  venete.  Roma,  1885.  4.° 

*Barroil  G.  —  Sulla  lunghezza  relativa  del  primo  e  secondo  dito  del  piede 
umano.  Firenze,  1885.  8.° 

•  Bigonzio  G.  —  Le  sibille  e  i  libri  sibillini  di  Roma.  Genova,  1885.  8.° 

*Boccardo  G.  —  Economia  politica.  Voi.  I-III,  7a  ed.  Torino,  1885.  8.'1 

*Bonomi  A.  —  Avifauna  tridentina.  Rovereto,  1884.  8.° 

"Bufalini  G.  —  Sul  decorso  dell'eccitabilità  musculare  in  alcuni  avvelena- 
menti acutissimi.  Siena,  1885.  8." 

*Candelo  A.  —  Del  sentimento  poetico  nei  tempi  odierni.  Torino,  1885.  8.° 

Tasti  E.  —  Sante  De  Leonardis  e  i  suoi  autografi.  2a  ed.  Aquila,  1885.  8.° 

♦Codice  di  commercio  (lavori  preparatori).  Roma,  1883.  Voi.  4  in  4." 

*Codice  penale  (progetto).  Roma,  1877-85.  9  voi.  4.° 


—  ceni  — 

idi  .1.  —  Biblioteca  di  un  medico  marchigiano  del  secoli  XIV.  Milano. 
1S85.  8.° 
*  /-/.  —  Nuovi  documenti  per  la  storia  delle  malattie  veneree  in  Italia  dalla  line 

del  400  alla  metà  del  500.  Milano,  1884.  8." 
*Id. — Un  libro  raro  di  sifilografia  e  una  edizione  ignota  del  Benivieni.  Mi- 
lano, 1885.  8.° 
'Corsetti  A.  —  Dell'azione  publiciana.  Koma,  1885.  -1." 

'Dalla    Vedova  G.  —  Carlo  Bilviglieri.  Commemorazione  letta  nell'aula  ma- 
gna della  r.  Università  romana  il  giorno  21   giugno  1885.  Roma,  4.° 
*De  Stefani  S.  —  Sopra  gli  scavi  l'atti  nelle  antichissime  capanne  di  pietra 

del  monte  Loffa  e  S.  Anna  del  Paedo.  Verona,  1885.  8." 
'Loria  A.  —  Rendita  fondiaria  e  la  sua  elisione  naturale.  Milano,  1S85.  8.° 
*Manayra  P.  E.  —  Bibliografia    sulla    azione   nei   corpi   degli    animali  dei 
moderni  proiettili  specialmente    di  quelli  corazzati   fusi   nella  fabbrica 
Lorenz.  Roma,  18S5.  8.° 
*Marinelli  G.  —  Materiali  per  l'altimetria  italiana.  Torino,  1884.  8.° 
^Pascale  E.  —  Uso  ed  abuso  della  statistica.  Roma,  1885.  8.° 
""Raccolta  di  leggi,  decreti,  e  circolari  sulle  opere  idrauliche  di  la  e  2"  cate- 
goria e  sul  servizio  idrografico.  Roma,  1885.  8." 
'Solari  S.  —  Il  progresso  agrario  nell'azoto  d'  induzione.  Parma,  1885.  8." 
*Strambio  G.  —  Commemorazione  del  prof.  G.  Polli.  Milano,  1884.  8." 
*Id.  —  Cronaca  del  cholera  indiano  nel  1884.  Milano,  1885.  8.° 
*/d.  —  Il  clima  e  le  acque  di  S.  Maurizio  nell'alta  Engadina.  Milano,  187(3,  8.° 

Pubblicazioni  estere. 

'AHman  G.  ./.  —  Greek  Geometry  from  Thales  to  Euclid.  Part  IV.   Dublia, 

1885.  8.° 
"Anecdota   oxouiensia.   Mediaeval   and  modem   series.    Voi.  I,  p.  4.  Oxford, 

1885.  4." 
^Angelbis  A.  —  Ueber  die  Einwirkung  einiger   Aethau-und  Aetkylenderivate 

auf  Benzol  bei  Gegenwart  von  Aluminiumchlorid.  Bonn,  1884.  8." 
'Arata  P.  N.  —  Metodo  para  la  investigaceli  de  algunos  derivados  del  al- 

quitrau  en  los  vinos  &.  &.  Buenos  Aires,  1885.  8." 
■1,1.  —  Relacion   de  los  trabajos   practicados  par  la  oficina   quimica   muni- 

cipal  dela  ciudad  de  Buenos  Aires  durante  el  L"  ano  de  su  existencia, 

1884.  Buenos  Aires,  1885.  8." 
'Aristotc.  —  Traités  des  pavties  des  animaux  et  de  la  marche   des  animaux. 

T.  I,  II.  Tr.  par  B.  Saint-Hilaire.  Paris,  1885.  8.° 
lìauer  A.  —  Beitrage  zur  Chemie  der  Ceritmetallen.  Bonn,  1884.  8.° 
^Becker  li.  —  Ueber   Trinitro-toluol   und    das   sogennant    flussige    Dinitro- 

toluol.  Freiburg,  1883.8." 
/;  ,.,,i  .i/.  —  Beitrage  zur  Kenntniss  des  galizischen  Erdoles.  Wien,  1884.  8." 


—   CC1V    — 

■  Bornemann  E.  —  Ueber  die  Étard'sche  Keaction    zur   Darstellung   aroiria- 
tischer    Aldehyde   und    einige   Abkóuimlinge  des    Metatoluylaldehydes. 
Berlin,  1884.  8." 
'Catalogne  of  books    added    to  the   Radcliffe  library  Oxford  University  Mu- 

seum  during  the  ycar  1884.  Oxford,  1885.  4.° 
*Choflat  P.  —  Description  de   la   faune  jurassique  du  Portugal.  Mollusques 

laraellibranches,  2e  ordre.  Asiphonidae.  Lisbonne,  1SS5.  4.° 
*Id.  —  Eecueil  de  monographies    stratigraphiques   sur   le   système    crétaci- 
que  du  Portugal.  I  Étude.  Contrée  de  Cintia,  de  Bellas  et  de  Lisbonne. 
Lisbonne,  1885.  4.° 
* Dagincourt.  —  Annuaire  géologique  universel  et  guide  du  géologue  &.  Paris, 

1885.  8.° 
1  Deivalque  G.  —  Catalogne  des  ouvrages  de  geologie,  de  mineralogie   et  de 
paléon'ologie  ainsi  que  des    cartes  géologiques  qui  se  trouvent  dans  les 
principales  bibliothèques  de  Belgique.  Liège,  1884.  8.° 
■\p2bs  K.  —  Beitràge  zur  Kenutniss  des  Chlorpikrin's.  Freiburg,  1884.  8.  ' 
^FSlsing  A.  —  Ueber  einige   Aether-ester   der   Glycolsiiure  und  Salicylsàure. 
1.  Eiwirkung  von  Bromwasserstoffsaure.  2.  Einwirkung   von  Ammoniak. 
Freiburg,  1884.  8.° 
+ Franche  A.  —  Einige  Beitràge  zur  Kenntniss  der  Bestaubungseinricbtungeu 

der  Pflanzen.  Halle,  1883.  8.° 
*Fremery  M.  —  Ueber  Arsenwolframsaure  und  ihre  Salze.  Freiburg,  1884.  8." 
'!Fuss  C.  —  Einwirkung  von  Phosphorpentachlorid  auf  Phenolsulfonsaure  Salze. 

Freiburg,  1884.  8." 
^Glyckherr  F.   —  Ueber   die    Oxydationsprodukte    von  Chinolinbenzylchlorid. 

Freiburg,  1883.  8.° 
"Gralzel  R.  —  Zur  Kenntniss  des  Bibromcyrnols:  Nachweis  der  Stellung    der 

Bromatome.  Freiburg,  1884.  8.° 
^ Haenle  0.  — Ueber  die  Einwirkung  von  Jod  auf  die  Silbersalze  der  rechts 

und  links  polarisirenden  Weinsàuren.  Strassburg,  1884.  8.° 
^Henseling  G.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Amarins.  Freiburg,  1884.  8." 
ìHerzog  A.  —  Die  olimpischeu  Gotterreine  in  der  griechischen  Kunst.  Leipzig. 

1884.  8.° 
:  Ileyl  C.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Cinchonin's.  Freiburg,  1883.  8.° 
ìHieber  F.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  der  Chinaalkaloide  speciell  des  Chinidins. 

Freiburg,  1883.  8." 
*Hirn  G.  A.  —  Notice  sur  la  lois  du  frottement.  Paris,  1884.4.° 
" Hloch  lì.  —  Die  Einwirkung  von  Phosphorpentachlorid  auf  Phtalsàure-anhy- 

drid.  Freiburg,  1884.  8.° 
^Ilowitz  II.  —  Beitràge  zur  Kenntniss    der  Alkylaniline    sowie    ueber    Ein- 
wirkung von  Natriura  und  Natrium-propylbromid  auf  p.  Bromdimethyl- 
anilin  in  atherischer  Losung.  Freiburg,  1884.  8.° 


—     IVV     

■Jnhn   0.  —  Ueber  die  Blausauren  Salze  organischer  Basen.  Freiburg-,  1884.  8." 
'■  Karsten  G.  —  Zur  Gescbichte  dei-  altfranzfisischen  Consouantenverbindungen. 

Freiburg,  1884.  8.° 
■Kvmpf  J.  K.  —  Die  Haudelspolitik  Prankreichs  seit  1860.  Freiburg,  1S83.  8.° 
*Kirsch  E.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Bibromcymols  (Stellung  der  Brom- 

atome).   Freiburg',  1S84.  8.° 
*Koch  II.  —  Beitràge  zur  Anatomie  der  Gattung  Cinchona.  Gottingen,  1S84.  8.° 

•  Kockschaow  .Y.  v.  —  Materialien  zur  Mineralogie  Russlands.  Bd.  IX.  S.  9l-272. 

Sl  Petersburg,  1885.  8.° 
tKohlstock  II.  —  Zur  Kenntniss  des  Amarins.  Freiburg,  1S84.  8." 
■Koort   IC.  —  Beitrag  zur  Kenntniss  des  Antimouglanzes.  Berlin,  1884.  8." 
"Link  11'.  —  Ueber  einige  Derivate  des  Melhylanthrachinons.  Berlin,  188'..  8. 
■Lippe  v.  der  II.  —  Ueber   einige   Derivate   des    Naphtachinon's.  Freiburg, 

1S83.  8.° 
ìLohmann  P.  —  Neue  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Eklogits  vom  mikrosko- 

pisch-mineralogiscben    und    arclniologischen    Standpunkte.    Stuttgart, 

1883.  8.° 
*Luckenbach  G.  —  Beitrag  zur  Kenntniss    des    [midoaether   und  Amidine. 

Freiburg,   1884.  8." 
J-Lutz  P.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Resorcin-oxalcin's.  Freiburg,  1884.  S." 
i Merck  L.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  des  Pilocarpins.  Freiburg,  1883.  8.° 

•  Mtfsand  Ph.  —  Bibliographie  bourguignonne  ou  catalogne   méthodique  d'ou- 

vrages  relatifs  à  la  Bourgogne.  Dijon,  1885.  8.° 
*Mueller  P.  F.  —  Ueber  die  Oxidationsprodukte  des  Dichlornaphtalin's,  Iso- 

Dichlornaphtochinon  und  Chlorpbtalsàure.  Freiburg,   1883.  8.° 
fMusculus  L.  — Ueber  die  direkte  Einwirknng  v>n  Cblor  auf  Isopropylbenzol. 

Freiburg,  1884.  8.° 
"Ordiuanzas  y   reglamentos   relativos   a   la   venta    de   materias    alimeuticias. 

Buenos  Aires,   1884.  8.° 
iOsten  M.  v.d.  —  Der  Einfache  Sacbtransport  nacb  deutscbem  Reicbspostrecht. 

Strassburg,  1883.  8.° 
t  Popper  v.  Podhrdgy  A.  —  Ueber  die  orientalische  Politile  Napoleone  I   v  >iu 

Pressbnrger  Frieden  bis  zum  Prieden  von  Tilsit.  Heidelberg,  1884.8.° 
* Polonie  H.  —  Ueber  die  Zusammensetzung  der  Leitbundel   bei  d:n  Gefass- 

kryptogamen.  Freiburg,  18S4.  8.° 
•Publieation  des  k.    preuss.  geodiitischen    Instituts.  —  Seibt  II".  Das  Mittel- 

wasserder  Ostsee  bei  Travermìnde.  —  Astronomisch-geodàtischen   Ai  bei- 
teli in  «leu  Jahren  1883  und  1884.  Berlin,  1885.  4.° 
■  Richter  M.  —  Ueber  die  normalen  Propylnaphtaline  und   die  bis  beute  be- 

kannten  Naphtalinderivate.  Grafenbainielien,  18?4.  8." 
■Richter  A".  —  Ueber  die  Einwirkung  von  Phospborpentachlorid  auf  Benzoyl  - 

Naphtylpbenylamin  und  Beuzoyl -i3- Dinapbtylamin.  Freiburg,   1883.  8." 


—   CCVJ    — 

■lìdi  G.  — Ueber  die  Benzylather  dei-  bromirten  Nitrophenole  und  die  Bro- 
mir-ung  der  Nitrophenolbenzylàther.  Darmstadt^  1881.  S.° 

'  Sachs  J.  — Ueber  den  Einfluss  der  Dichtigkeit  auf  die  Viscosità!  tropfbarer 
Fliissigkeiten.  Freiburg,  1883.  8.° 

■  Schacht  F.  —  Die  Landwirthschaftlichen  Arbeiterverhiiltnisse  in  den  Holstei- 
niscben  Elbmarschen.  Berlin,  1884.  8.° 

*SchilUng  E-  —  Ueber  Coffe'inmethylhydroxyd.  Ein  Beitrag  zur  Kenntniss 
des  Coffeins.  Halle,  1884.  8.° 

'■Schmidl  0.  —  Zur  Kenntniss  der  /S-Naphtol  /S-disulfonsàure  und  ihrer  Deri- 
vate. Freiburg,  1884.  8." 

•  Sclincider  E.  —  Ueber  Nitroanthrachinon  -«-  disulfousaure  und  ihre    Deri- 

vate nebst  Beitrilgen  zur  Kenntniss  der  Anthracliinou  -a-  disulfonsiiure. 

Leipzig,  1884.  8.° 
■Schvnlicht  L.  —  Ueber  die  Bewegung   einer    bomogenen  scbweren   Geraden 

unter  Gewissen  Voraussetzungen.  Halle,  1884.  8.° 
" '■  Schiocitser  ti.  —  Chlorkresole  und  ihre  Oxydationsproducte  mittelst  Cbrom- 

sàure.  Freiburg,  1884.  8.° 
f Schweitzer  W.  —  Ueber einige  Derivate  des  Alphanaphtylamins.  Kaiserslautern, 

1884.  8.° 
* Schwickert  •/.  J.  —  Zum  Frieden  zwischen  Philosopbie  und  positiver  Religion. 

Bonn,  s.  a.  8.° 
*Sieben  E.  —  Ueber  die  Zusammensetzung  des  Starkezuckersyrups  des  Honigs 

und  ueber  die  Verfalschungen  des  letzteien.  Berlin,  1884.  8.° 
^SimonS.  E.  — Ueber  Monoxyanthracbinon  und  einige seiner  Derivate.  Freiburg, 

1884.  8.° 
"Stegelitz  P.   —  Ueber    die    Reductionsproducte    des    Chinolin-atbylbrornids. 

Freiburg,  1S84.  8.° 
* ' Steinho/f  J.  —    De    usu    nominimi    urbium   insularum    terrarum   Curtiano. 

Freiburg,  1S83.  S.° 
fTonn  L.  —  Beitràge  zur  Kenntniss  der   Sulfonsàuren  des  Isopropylbenzol. 

Friburgi,  1884.  8.° 

•  Victor  A.  —  Die  Harnioniscbe  ConSguration  244.  Freiburg,  1884.  S.° 
■ÌVackE.  —  Zur  Kenntniss    der  Extractbestandtbeile  des  Weines.   Freiburg, 

18S4.  8.° 
;  Weltz  H.  —  Ueber   einige    Abkommlinge    der    Chlomitrobenzole.   Freiburg, 
1884.  8.° 

•  Witt  C.  —  Ueber  die  Einwirkung  von  Salpetersàure  auf  Amarin.  Freiburg, 

1884.  8.° 
■Zeppelin  M.  —  Ueber  den  Bau  und  die  Theilungsvorgànge  des    Ctenodrilus 

Monostylos  nov.  Spec.  Leipzig,  1883.  8.° 
*Zittel  A'.  A.  —  Handbuch  der  Palaeontologie.  I  Bd.  2  Abili.  3-4  Lief.  Miin- 

eben,  1884-85.  8.° 


—    (('VII    — 


Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  luglio  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

tAnnali  della   r.   Accademia   di    agricoltura    di   Torino.  Voi.  I,  II,   V-XIX. 

1840-1876.  Torino,  8.° 
•Annali  della  r.  Scuola  normale  superiore  di  Pisa.  Voi.  VII.  Pisa,  1884.  8". 

Puntoni.  Le  rappresentanze  figurative  relative  al  mito  di  Ippolito.  —  hi.  Directoriura 
humanae  vitae  alias  parabolae  antiquorum  sapientum. 

fAnnali  di  chimica  medico-farmaceutica  e  di  farmacologia.  1885,  n.  6.  Mi- 
lano, 8." 
Bertoni.  Contributo    allo   studio   dell'eterificazione  per  doppia    decomposizione.  —  lil. 
Formazione  dell'etere  nitroso  dell'alcool    allilico. —  Sighicelli.  Contributo  allo  studio  del- 
l'azione fisiologica  della  cocaina. 
f  Archivio  storico  italiano.  Ser.  4%  t.  XVI,  disp.  4°  del  1885.  Firenze,  8." 

Guasti.  Scrittura  in  materia  di  navigazione  fatta  dal  cav.  Giovai)  Francesco  Buona- 
rnici  e  da  esso  mandata  nel  1629  a  Galileo  Galilei.  —   Ferrai.  Il  processo  di  Pier  Paolo 
Vergerlo-  —  Reumont.  Carlo  Witte. 
■^Archivio  storico  lombardo.  Anno  XII.  2.  Milano,  1885.  8.° 

Venturi.  Relazioni  artistiche  tra  le  corti  di  Milano  e  Ferrara  nel  secolo  XV.  —  Gia- 
nandrea.  Della  signoria  di  Francesco  Sforza  nella  Marca,  secondo  le  memorie  e  i  documenti 
dell'Archivio  Settempedano.  —  Morigeri.  L'arte  del  minio  nel  Ducato  di  Milano  dal  secolo 
XIII  al  XVI.  Appunti  tratti  dalle  memorie  postume  del  marchese  Gerolamo  D'Adda.  — 
C.  Diario  della  venuta  dell'esercito  tedesco  in  Milano  il  26  di  settembre  del  1706  ed  asse- 
dio del  Castello  nei  mesi  di  febraio  e  marzo  del  1707.  Scritto  da  Lazzaro  Agostino  Cotta 
novarese  e  causidico  milanese. 
"Atti  della  Giunta  per  la   inchiesta    agraria  e  sulle   condizioni   della   classe 

agricola.  Voi.  XIV,  2  ;  XV.  Roma,  1885.  4.° 
•Atti    della   r.    Accademia    delle   scienze   di    Torino.    Voi.   XX,    G.  Torino, 
1885.  8." 

Jadanza.  Sulla  forma  del  triangolo  geodetico  e  sulla  esattezza  di  una  rete  trigono- 
metrica. —  Brambilla.  Le  curve  assintotiebe  di  una  classe  di  superficie  algebriche.  —  Ca- 
ni remo.  Ricerche  intorno  alla  distribuzione  geografica  degli  anfibi  urodeli  in  Europa.  — 
Vincenzi.  Sull'origine  reale  del  nervo  ipoglosso.  —  Roili.  Di  un  elettrocalorimetro  e  di 
alcune  misure  fatte  con  esso  intorno  al  generatore  secondario  Gaulard  e  Gibbs.  —  Bru- 
gnatelli.  Sopra  alcune  nuove  combinazioni  cristalline  della  pirite  di  Brosso  (Piemonte).  — 
Mazzara.  Sul  fenilazocarvacrol  e  sul  fenildisazocarvacrol.  —  Salvadori  e  Giglioli.  Due  nuove 
specie  di  Picchi  raccolte  durante  il  viaggio  intorno  al  mondo  dilla  pirofregata  «Magenta».— 
l'eracca.  Della  Rana  Latastii  e  dello  Spelerpes  fu  scusili  Piemonte.  —  Sacco.  Mi 
elevazione  del  pliocene  marino  al  piede  delle  Alpi.  —  Paglioni  e  Battelli.  Sull'attrito  interno 
nei  liquidi.  —  Naceari  e  Balldl  aberrazione  di  sfericità  nei  telescopi  li  Grégori  e  Casse- 
grain.  —  Vicentini.  Sulla  conducibilità  elettrica  dei  sali  in  soluzioni  acquose  molto  diluite. — 
Cappa.  Sulle  forze  interne  che  si  svolgono  nei  liquidi  in  movimento.  —  Jadanza.  Sui  punti 
cardinali  di  un  sistema  diottrico  centrato  e  sul  cannocchiale  analettico. —  Fabrelti.  Sugli 
statuti  suntuari  intorno  al  vestire  degli  uomini  e  delle  donno  in  Perugia  dal  1266  il  1644, 


—    CCV1I1    — 

Rossi.   Trascrizione  con    traduzione   italiana  di  tre  manoscritti    copti  del  Museo  egizio  di 
Torino. 

♦Bollettino  consolare.  Voi  XXI,  5.  Roma,  1885.  8.° 

Froéhlioh.  Il  canale  marittimo  di  Manchester.  —  l'ornielli  Brusati.  Relazione  intorno 
al  commercio  esteriore  della  Rumania  —  Pucci  Baudana.  Rivista  sommaria  del  commercio, 
della  navigazione  generale  del  porto  di  Havre  e  della  navigazione  italiana  del  Distretto 
consolare  per  l'anno  1884.  —  Solartela.  Cenni  sull'agricoltura,  sull'industria  e  sul  com- 
mercio e  sulla  navigazione  della  Palestina,  durante  l'anno  1884. —  Barrelto.  Rapporto  com- 
merciale dell'anno  1884  (Manilla).  —  Neufoille.  Rapporto  statistico  sul  commercio  Italo-Ger- 
manico  (Francoforte). —  Huilfeldt.  Eapport  sur  la  situation  e'conomique  de  la  Norvège,  pendant 
l'exercice  du  1884. 

^Bollettino  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  n.  13.  Napoli, 
1885.  4." 

■fBollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2%  voi.  X,  f.  7.  Roma,  1885. 8.° 
Semionda.  I  recenti  progressi  della  geografia.  —  Buon  fanti.  Risposta  ai  dubbi  del 
sig.  G.  A.  Krause.  —  Garollo.  Degli  abitanti  e  dei  prodotti  del  Sudan.  —  Nuova  ipotesi 
sul  corso  inferiore  del  Uelle  e  riassunto  delle  esplorazioni  compite  lungo  gli  affluenti  del 
Congo  medio.  —  Manfroni.  L'autenticità  delle  «  Historie  »  di  Fernando  Colombo  secondo 
il  sig.  P.  Peragallo.  —  Kellner.  La  popolazione  italiana  nel  Tirolo  tedesco  meridionale.  — 
Amat  di  S.  Filippo.  Due  lettere  inedite  di  venturieri  italiani  in  America  (1531). 

*Bollettiuo  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Maggio  e  giu- 
gno 1885.  Anno  II.  Roma,  4." 

•Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  n.  39-48.  Roma,  1885.  4.° 

^Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  n.  11,  12.  Roma, 
1885.  4.° 

•^Bollettino  mensuale  pubblicato  per  cura  dell'  Osservatorio  di  Moncalieri. 
Ser.  2%  voi.  V,  2,  3.  Torino,  1885.  4." 

"Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Auuo  VII,  luglio  1885. 
Roma,  4." 

'Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei  principali  prodotti  agrari  e 
del  pane.  1885,  n.  24,  25.  Roma,  4.° 

■"Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI  giugno, 

1885.  Roma.  4.° 
~;  Bullettaio  della  Commissione  archeologica  comunale  di  Roma.  Anno  XIII,  1. 

Roma,  1885.  8.° 

Capannari.  Delle  scoperte  archeologiche  avvenute  per  la  costruzione  del  palazzo  del 

Ministero  della  Guerra.  —   Visconti.  Del  larario  e  del  initrèo  scoperti  nell'Esquilino   presso 

la  chiesa  di  S.  Martino  ai  Monti.  —  de  Bossi.  Necropoli  arcaica  romana,  e  parte  di  essa 

scoperta  presso  S.  Martino  ai  Monti. 

"Bullettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  XI,  3,  4.  Roma,  1885.  8.° 

Baslianelli.  Sulle  condizioni  igieniche  degli  ospedali  di  Roma.  —  Tassi.  Dell'uso  della 
cocaina  nei  restringimenti  uretrali. 
:Bullettino  della  Società  veneto-trentina  di  scienza  naturali.  T.  Ili,  3.  Padova, 

1885.  8.° 

Cipolla.  Cenni  sulla  vita  e  sulle  opere  dell'abate  Francesco  Masi.  —  De  Toni.  Sopra 
un  cranio  d'orso  trovato  nella  caverna  detta  il  Buco  di  S.  Dona  in  Distretto  di  Fonzaso. 


—   CC1X    — 

'Ballettino  dello  scienze  mediche.  Anno  LVI,  sor.  6,"  voi.  XV.  6.  Giugno,  1885. 

Bologna,  8." 

Mazzoni.  Doppia  arteria  renale  destra  con  trombosi  di  uno  dei  due  tronchi. —  Tizzoni. 

Sulla  scissione  indiretta  delle  cellule  cartilaginee  nella  condrite  sperimentale  traumatica.  — 

Berti.  Relazione  di  un  confronto  fatto  nello   stabilimento    E  posti  di  Bologna  fra  bimbi  a 

latte  di  donna  ed  a  latte  di  bestia.  —  Andronico.  Vaccino  animale  o  vaccino  umanizzato? 

fBiilIettino  di  bibliografia  e  di  storia    delle    scienze    matematiche   e  fisiche. 

T.  XVII,  maggio-agosto,  1884.  Roma,  4." 

Henry.  Pierre  de  Carcawv  intcrmédiaire  de  Fermat,  de  Pascal  et  de  Huygens,  Biblio 
thécaire  de  Colbert  et  du  Koi,  directeur  de  l'Académie  des  sciences.  —   Le  Paige.   Corre- 
spondance  de  René-Franyois  de  Sluse. 
i-Cimento  (Il  nuovo).  Ser.  ?>\  t.  XVII.  Maggio-giugno,  1885.  Pisa,  8." 

noili.  Di  un  elettrocalorimetro  e  di  alcune  misure  fatte  con  esso  intorno  al  genera- 
tore secondario  Gaulard  e  Gibbs.  —  Ferraris.  Ricerche  teoriche  e   sperimentali  sul  gene- 
ratore secondario  Gaulard  e  Gibbs.  —  Fossati.  Una  esperienza  di  acustica.  —   Somiglia 
Sopra  l'equilibrio  di  un  corpo  elastico  isotropo. 
•Circolo  (II)  giuridico.  Voi.  XVI,  6.  Giugno  1885.  Palermo,  8.° 

Vadala  Papale.  La  filosofia  del  diritto  a  base  sociologica.  —  Piccolo.  Il  coniuge  è  tutore 
■li  diritto  dell'altro  coniuge  interdetto  per  condanna  penale. 

'Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  G.  Appendice,  voi.  Ili,  n.  10,  11.  Pa- 
lermo, 1885.  8.° 

Schifi'  e  Pons.  Sull'amide  dell'acido  gallico.  —  Me  idini.  Sopra  alcuni  derivati  del- 
l'imide  pirotartarica  e  citraconica.  —  Giamician  e  Silber.  Sulla  monobromopiridina.  —  hi. 
id.  Sull'acetilpirrolo.  —  Spica.  Ricerche  sulla  diosma  crenata.  —  Cavazzi.  Azione  degli 
idrossidi  alcalini  sull'alluminio.  —  Giteci.  Azione  del  CS,  nella  m.  fenilcndiammina.  — 
Id.  Nuovo  i  I  di  separazione  del  rame  dal  cadmio  per  mezzo  del  benzoato  di  ammo- 
niaca. —  Mazzata.  Fenilazo  e  fenildiazocarvacrol. —  Milone.  Sopra  alcuni  salicilati  mono- 
basici. —  Mazzara.  Sulla  costituzione  del  fenilazotimol  e  del  fenildiazotimol. 
■^Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VII,  G-7.  Milano,  1885.  8." 

Fazio.  11  colèra  del  Issi  in  Napoli. 
•Giornale  di  matematiche   ad   uso  degli  -studenti    delle    università    italiane 

Voi.  XXIII.  Marzo-aprile  1885.  Napoli,  8.° 

de  Jonquières.  Mémoire  sur  les  figures  isographiques  et  sur  un  mode  uniforme  de 
generation  des  courbes  à  doublé  courbure  d'un  ordre  quelconque  au  moyen  de  deus  fai- 
na correspondants  de  droites.  —  Mollo.  Sopra  una  formula  di  termodinamica.  —  Basi 
Nota  di  cinematica.  —  Crocchi.  Un'osservazione  intorno  alle  coppie  per  un  sistema  di  forze 
parallele.  —  Vivanli.  Sulle  funzioni  intere  trascendenti.  —  Capelli.  Sopra  l'integrale  del- 
l'equazione alle  derivate  parziali  di  Laplace. 

''Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r.  Marina.  Anno  XXXIU.  G.   Giu- 
gno 1885.  Roma,  8.° 

Panaro.  Le  malattie  della  studiosa  adolescenza   osservate  in  un  sessennio  di  servizio 
melico  nel  collegio  militare  di  Firenze.  —  Pecco.   Apparecchio  per  le  fratture  del  fem 
"^Giornale  (Nuovo)  botanico  italiano.  Voi.  XVII,  3.  Firenze,  1885.  8.° 

lari.  La  sezione  Harpidium  nella  briologia  italiana.  —  Piccone.  Notizie  preli- 
minari intorno  alle  alghe  della  e  Vittor  Fi-ani»  raccolte  dal  sig.  C.  Marcacci.  —  Spi 
lature  per  la  Reologia  ligustica.  —  Massalongo.  Epatiche  raccolte  alla  Terra  del  Fuoco  dal 
dott.  C.  Spegazzini  nell'anno  1SS2.  —   Terracciano.  Intorno  ad  una  capsula  quadrilocul 

Bullettino-Rendicostj  —  Vol.  I.  27 


—  ccx  — 

e  contributo  all'anatomia  del    pistillo    nell'Agave   striata  Zuce.  —    Cantei.   Su   di  una 
virescenza  di  Verbasco. 

•Memorie  della  r.  Accademia  delle  scienze  dell'Istituto  di  Bologna.  Serie  IV, 

t.  VI,  2.  Bologna,  1885.  4.° 

Peli.  Osservazioni  sull'organo  di  Jacobson  e  sul  canale  di  Stenson  nel  cammello.  — 
hi.  Del  muscolo  io-epiglottico  negli  animali  domestici.  —  Detali.  Sulle  coniche  coniugate.  — 
Hcllonci.  Sulla  terminazione  centrale  del  nervo  ottico  nei  mammiferi.  —  Pincherle.  Alcune 
osservazioni  generali  sui  gruppi  di  funzioni.  —  Loreta.  Di  un'aneurisma  traumatica  del- 
l'aorta addominale.  —  Golii.  Alcune  ricerche  sul  cosidetto  carbonchio  sintomatico  nei  bovini 
{Enfisema  carbonchioso.  Acetone.  Forbicione.  Carbonchio  bacterico).  • —  Marini.  Ancora 
sulla  questione  della  sessualità  nelle  Ustilaginee.  ■ —  Capellini.  Resti  fossili  di  Dioplodon  e 
Mesoplodon.  —  Bombicci.  Sulle  superficie  elicoidi  e  paraboloidi  nei  romboedri  detti  selli- 
formi di  dolomite  e  di  altri  carbonati  anidri.  —  Cavazzi.  Azione  degl'idrossidi  alcalini  sul- 
l'alluminio. —  Delluzzi.  Feto  mostruoso  che  rese  necessaria  l'embriotomia  onde  essere 
estratto.  —  Prugnoli.  Contributo  allo  studio  clinico  della  perforazione  intestinale  nella  febbre 
tifoide.  —  Razzaboni.  Sopra  alcuni  casi  di  efflussi  laterali.  —  Bellonci.  Intorno  al  modo 
di  genesi  di  un  globulo  polare  nell'ovulo  ovarico  di  alcuni  mammiferi  (topolino,  cavia, 
coniglio).  —  hi.  Intorno  ad  un  principio  di  segmentazione  e  ad  alcuni  fenomeni  degene- 
rativi degli  ovuli  ovarici  del  topo  e  della  cavia.  —  Cocconi  e  Marini.  Enumerazione  dei 
funghi  della  provìncia   di  Bologna;  terza  centuria. 

•Memorie   della    Società   degli    spettroscopisti   italiani.  Voi.  XIV,   5.  Roma, 

1885.  4.° 

Tacchini.  Osservazioni  spettroscopiche  solari  fatte  nel  r.  Osservatorio  del  Collegio  ro- 
mano nel  1°  trimestre  del  18S5.  —  Kleiber.  Sull'analisi  spettrale  delle  meteoriti.  —  Péla- 
gaud.  Sui  crepuscoli  rossi.  Lettere. 

^Museo  italiano  di  antichità  classica.  Voi.  I,  3.  Firenze,  1885.  4.° 

Comparetli.  Inscrizioni  arcaiche  di  Gortyna.  —  Milani.  Monumenti  etruschi  ionici 
d'uso  cinerario  illustrati  per  servire  a  una  storia  del  ritratto  in  Etruria.  —  De  Petra.  Gli 
ultimi  ripostigli  di  denari.  —  Poggi.  Iscrizione  etrusca  su  di  un  vaso  fittile  a  forma  di 
uccello. 

•Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2a,  voi.  XVIII, 

13,  14.  Milano,  1885.  8." 

xiii.  Ascoli.  Ancora  una  volta  sulle  funzioni  che  soddisfano  all'equazione  differenziale 
j-u  —  0.  —  Morera.  Intorno  alla  risoluzione  di  certe  equazioni  modulari.  —  Raggi.  Inver- 
sione del  movimento  pupillare  in  un  inlividuo  affetto  da  paralisi  progressiva  degli  alie- 
nati. —  Maggi.  Di  alcune  funzioni  degli  esseri  inferiori,  a  contribuzione  della  morfologia 
dei  Metazoi.  —  R uccellati.  I  recenti  avversari  della,  scienza  del  Diritto  penale.  —  Ferrini. 
Di  alcuni  studi  recenti  sull'origino  delle  Istituzioni  imperiali.  —  xiv.  Gentile.  Il  conflitto 
tra  Giulio  Cesare  e  il  Senato.  —  Nulli.  La  giustizia  preventiva  e  le  contravvenzioni  di 
l'olizia.  —  Delirami.  Sulle  condizioni  di  resistenza  dei  corpi  elastici.  —  Pirolla.  Sul  dimor- 
fismo fiorale  del  Jasminum  revolntum  Sims.  —  Ascoli.  Integrazione  dell'equazione 
differenziale  ^2u  =  0  in  un'area  Itiemanniana  qualsivoglia. 

1  Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno  XXIV,  4, 5. 
Apr.-mag.  1885.  Napoli,  4.° 

Masoni.  Alcune  considerazioni  sulla  diname  sollecitante  e  la  torsione  generata  nel 
moto  di  un  sistema  rigido.  —  Govi.  Del  modo  di  eliminare  una  grave  difficoltà  che  s'in- 
contra nel  voler    misurare  col  metodo  di  Dulong  e  Petit  la  dilatazione  dei  liquidi.  —  de 


—    CC XI    — 

Gasparis.  Determinazioni  assolute  della  declinazione  magnetica  nel  r.  Osservatorio  di  Capo- 
dimonte,  disposte  dall'astronomo  prof.  Faustino  Brioschi  ed  eseguite  dal  dott.  Filippo  \ 
gelitti.  —  l'ili ardii.  Sulle  curve  del  terz'ordine  con  nn  punto  doppio. —  Albini.  Sui  movi- 
menti dei  cromatofori  nei  Cefalopodi. 

'Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Giugno  1885.  Roma,  8.° 

Campanelli.  Il  comandante  di  batteria  sul  campo  di  battaglia.  —  lìocch  .  I  Ir  linamei  l 
e   servizio   dell'arma  del  Genio   presso    gli  eserciti  europei.  —  Circa   la   fabbricazione  dei 
cannoni  a  filo,   sistema  Longridge.  —   Riviera.   I  ponti  metallici    portatili   negli   usi    li 
guerra.  —  Delirami.  I  piccioni  viaggiatori  impiegati  in  guerra  per  servizio  di  corrisponder    i. 

:  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italiana.  Ser.  2\  anno  IX,  12,  13.  Cone- 

gliano,  1885.  8.° 

12.  Canafoglia.  Una  passeggiata   nel  Sauternes.  —  Brentani.  Commercio  vinicolo  i 
la  Svizzera.  —   Cuboni.  Sulla  probabile  origine   dei  saccaromiceti.  —  13.  Cirlelli.  La  foi 
tura    delle  uve.   —   Cuboni.   Sulla  probabile  origine  dei  saccaromiceti. —  Froio.  Comp  r 
e    trattamento  dei   vini   da  taglio. 

■Rivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  IV,  6.  Torino.  1885.  8.° 
Lurani.  Madesimo  come  stazione   alpinistica. 

'Spallanzani  '(Lo).  Anno  XIV,  ser.  2\  f.  5-6.  Maggio- giugno  1885.  Roma,  8." 
Fabhi  Arimondi.  Casi  clinici   di-fratture   complicate   e  semplici. —  Bagnoli.  Intorno 
ad  un  caso  di    morte  per  ferita  toracica.  —  Cazzani.  Un  bienni.)    di    pratici    ostetrica   in 
Cagliari  (Parti  abortivi,  patologia  della  gravidanza,  presentazioni  della  spalla,  sul  forci 
liberazione  artificiale,  malattie  puerperali). 

•Telegrafista  (II).  Anno  V,  5,  6.  Roma,  18S5.  8.° 

Di  un  singolare  errore  di  un  telegramma.  —  Sopra  un    metodo    analitico  pel  dosa- 
mento del  rame  nel  solfato  ramico.  —  La  trasmissione  a  corrente    continua.  —    Ini 
della    corrente    nei    circuiti  a  corrente    continua.  —    Sopra    un    nuovo    tipo    .li    ponte   .li 
Wheatstone.  —  Verifica  del  ponte  di  Wheatstone. 

Pubblicazioni    estere. 

~;'Abhandluugen  der  k.  Akademie  der  Wissenscliaften  zu  Berlin.  Jhrg.  1884. 

Berlin,   1885.  4.° 

Rolli.  Beitràge  zur  Petrograpbie  der   plutonischen  Gesteine.  —  Wirchow.  Ueber  alte 
Schàdel  von  Assos  und  Cypern.  —  Wiedemann.  Ueber  die  Bestimmung  des  Ohm.  — 
Das  Buch  des  Ugocon  da  Laodho.  —    Dilli, lana.    Ueber    die  Eegierung,    insbe;   e 
Kircbenordnung  das  K6nigs  Zar'a  Jacob.  —  hnhoof-Blumer.  Die  Munzen  der  Dinasti 
Pergamon.  —  Krabbe.  Ueber  das  Wachsthum  des  Verdickungsringes  und  der  jungen  II  1 
in  seiner  Abhangigkeit  von  Druckwirkungen.  —  Sluder.  Verzeichniss  des  wabrend  der  Beise 
S.M.  S.  Gazelle  um  die  Erde  1874-18  gesammelten  Asteriden  und  Eurialiden.  —  Freudentha  , 
Die   dur.cb  Averroes  erhaltenen  Fragmente  Alexanders.  —  Bohn.  Der  Tempel  des   D 
zu  Pergamon. 

■A.-ta  mathematica.  VI,  1-3.  Stockholm,  1885.  4." 

1.  Molk.  Sur  une  notion  qui  comprend  celle  de  la  divisibilité  et  sur  la  théoi 
rale  de  l'élimination.  —  du  Bois-Iìeytnond.  Ueber  den  BegrilT  der  Lange  einer  Curve.  — 
2.   Weierstrass.   Sur   la   theorie  des   fonctions   elliptiques.  —    Rtmge.  Zur  Theorie   der  ein- 
deutigen  analytischen    Functionen.   —   hi.  Zur  Theorie  der   analytischen    Functionen.  — 


—  ccxn  — 

3.  Kowakvski.  Ueber  die  Brecliung  dea  Lichtes  in  cristallinischen  Mitteln.  —  Runrj:  Ent- 
wicklung  der  Wurzeln  einer  algebraischen  Gleichung  inSummen  voa  rationalen  Functio- 
der°  Coefficienten.  —  Stielljes.  Un  théorème  d'algebre.  —  Id.  Sur  certains  polyn&mes 
qui  vérifient  une  équation  différentielle  linéaire  du  second  ordre  et  sur  la  théorie  des 
fonctions  des  Lamé.  —  Slcm.  Eine  Benierkung  iiber  Divisoreusummen. 
Unnalen  (lev  Cheraie  (Jastus  Liebig's).  Bd.  CCXXVIII.  Leipzig,  1885.  8.° 
Raschig.  Ueber  die  Einwirkung  der  Kupférchloride  auf  Schwcfelmetalle.  —  Volgi. 
Ueber  die  /J-Pyridintricarbonsànre.  —  Schi/f.  Ueber  Phosphorsellinsaure.  —  Id.  und  Sestini. 
Ueber  Verbindunaien  der  arsenigen  Saure  mit  Jodkalium  und  Bromkalium.  —  Deichmuller, 
Ssymanski  und  Tullons.  Ueber  /?-Hydroxybuttersaure  aus  diabetischem  Harn.  —  Volkmann. 
Bcraerkungen  zìi  den  Arbciten  des  Herrn  B.  Selliti':  „  iiber  die  Capillaritatsconstauten  dei 
Flussigkeiten  bei  ihreni  Siedepunht".  —  P/ordkn.  Neues  Absorptionsmittel  l'iir  Sauerstoff.  — 
Graebe  uni  Schmahigaug.  Ueber  Diphtalyl.  —  Schmidt  uni  Sehilling.  Ueber  das  Caffeìn, 
zvveite  Mittheilung:  Caffeinmethylhydroxyd  und  dessen  Spaltungsproducte.  —  Erdmann. 
Umwandlung  von  Lactonsauren  in  Lactone  und  Einwirkung  von  Natriuniathylat  auf  Iso- 
eaprolacton.  —  Lellmann  und  Wurthner.  Vergleichende  Untersuchuogen  iiber  das  chemische 
Verhalten  aromatischer  und  fetter  Diamine.  —  Id.  Ueber  eia  neues  Nitrotoluidin.  — 
Lellman.  Ueber  ein  neues  Toluylendiamin.  —  Id.  Allgemeine  Methoden  zur  Bestimmung 
der  Constitntion  aromatischer  Diamine.  —  hi.  Die  Constitution  der  drei  Dinitroparaxylole.  — 
Kolliker.  Zur  Kenutniss  der  Derivate  des  Triphenylcarbinbromiirs.  —  Helchar.  Ueber  die 
chwindigkeit  der  Verseifang.  —  flesse.  Beitrag  zur  Kenntniss  des  aus  Chinariden  dar- 
stellbaren  sogenannten  Fettes  uder  Wachses.  —  Id.  Notiz  iiber  Opionin.  —  Ansclwlz  und 
'tuie.  Ueber  einige  zweekmassige  Apparate.  —  Anschiilz.  Ueber  die  Einwirkung  von  Pho- 
sphorpentachlorid  auf  Salicylsàure.  —  Niemeyer.  Untersucbungen  iiber  gechlorte  Cbinone 
und  Hydrochinone.  —  llenius.  Ueber  Ammoniakderivate  des  Benzils. 
■Aunalen  der  Physik  und  Chemie.  N.  F.  B.  XXV,  3.  Leipzig,  1885.  S." 

Graclz.  Ueber  die  Warmeleitungsfahigkeit  von  Flussigkeiten  —  Muller.  Die  Genauig- 
keit  der  Wagungsmethode  fiir  die  Bestimmung  der  relativen  Dampfspannung  und  die  An- 
ndung  derselben  zum  Vergleicbe  von  chemischer  Affiuitàt  und  mechauiseber  Adhàsion.  — 
e  Wroblswski.  Ueber  den  Gebrauch  des  siedenden  Sauerstoffs,  Stickstoffs,  Kohlenosyds,  sowie 
1  ir  atmospharischen  Luft  als  Kaltemittel.  —  Arons.  Verdumiungswarmc  und  Warmecapa- 
citat  von  SalzlOsungen.  —  Blùmcke.  Ueber  die  specifiche  Warme  slark  coucentrirter  Na- 
tronlaugen.  —  Id.  Ueber  eine  Verbesserung  der  FlSssigkeits-Thermostaten.  —  Magie.  Ueber 
Capillaritatsconstauten.  —  Koch.  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Elasticitàt  des  Eises.  —  Miller. 
Bemerkungen  zu  einer  Abhandlung  von  Herbert  Tomlinson  :  Ueber  den  Einfìuss  von  Span- 
ivung  und  Deformation  auf  die  Wirkung  der  pliysikalischen  Eriifte.  —  Strecker.  Ueber  eine 
Reproduction  der  Siemens'scben  Quecksilbereinheit.  —  tlempel.  Die  Hochdruek  Influenz- 
Klectrisirmaschine.  —  Elster  u.  Geitél.  Notiz  iiber  eine  InfluenzmascMne  einfachster  Form.  — 
lìiecke.  Ueber  die  elcctromagnetische  Botatìon  einer  Flussigkeit.  —  Freyberg.  Beobachtun- 
gen  mit  der  magnetischen  Wage  von  Toepler.  —  Jahn.  Ueber  die  von  dem  electrischen 
Strom  bei  der  Zersetzung  von  Electrolyten  geleistete  Arbeit.  —  Meyer.  Zwei  Modelle  zur 
Erliiuterung  der  Lichtbrechung.  —  Nari:  Ueber  eine  Abanderung  der  Jolly'sclien  Queck- 
silbcrluftpumpe. 

;Anualen  des  Vereins  fur  Nassauische  Alterthumskunde  und    Geschielttsfor- 

schung.  Bd.  XVIII,  1,2.  Wiesbadeu,  1883-84.4." 

1.  IvVdmann.  Neuerehistoriscbe  das  Vereinsgebiete  betr.  Literatur.  —  lìeuler.  Der  Sinter 
von  Wiesbaden.  —  Olio.  Schauspieler  in  Schwalbach.  —  Widmarm.  Das  iilteste  Bucherver- 
zeichnis  des  Klosters  Arnstein.  —  Id.  Zar  SchSnauer  Reimsage.  —  Ullrich.  Zur  Gescbichte  des 
Dorfes  Patersberg  von  1501-1~9G.  —  Olio.  Job.  Hofmeister.  —  Joachim.  Des  Stadtpfarrers 


—   CCXJ11    — 

Anton  Weber  /.u  Idstein  SynoJal-Chronik    der    Die  ese  LI  fcein:  1577-1595.    -   Widmann. 

mikalische  Notiz  aus  der  Zeit  des  30jahr.  Krieges.  —  Ausfe.Ul.  Das  Geriicht  von  ein 
seitens  Kur-Mainz  beabsichtigten  Ein  fall  in    W  9.  —  Keim.  Weii 

tigkeit   von    Kloppenheim   und    I  ìernarkung.   —  Schivarli. 

Lebensnachrichten  ileber  Jean  Pauls  Geistesverwandten  und  Preund  Paul  Emi!    I 
fitto.  L.  A.  Krugs  Salzquellen. —  Frilse  unii  Olio.  Zwei  Gedichte  aus  dera   X\'.  Jahrhundert 
uber  Wiesbaden.  —  2.  heribeck.  \ia<  nassauische   Miinzwesen.  —  v.   Cohansen  und  Jacobi. 
Prahistorische  Funde  bei  Niederwalluf  und  bei   Homburg.   —   v.  I  :'       Igrà- 

ber   im  Schwanheimer  Wall    nini   dio   Schwedenschanze    bei    Kelsterbach   am    Main.  — 
ld.  u.  Widmann.  Wallburgen.    —  Cohausen   u.  Jacobi.  ROmiscbe  Bauwerke   in   der  Nahe 
von   Homburg  Frankfunt  und  Bergen.  —  o.  Cohausen.  Zur  Geschicbte  der  FeuerwafTen.  — 
Uie  Lebensbeschreibung  des  Grafen  Ludwig  III   von  Arnstein. 

;Annales  de  la  Société  malacologique  de  Belgique.  T.  XVIII.  Annt'e  1883. 

Udvaux.  Description  d'une  nouvelle  huitre    wemmelienne.  —  D  Ilo.  Sur  les  crochets 
remarquables  de  certi  lilles  de  lamellibranckes. 

"Anuales   des    ponts   et   chaussées.  1S85.  Mai.  Paris,  8.° 

Heller.  Etnìe  sur  la  résistance  des  matériaux  dans  les  rnurs  de  souténeuient.  —  Bai 
Note  sur  l'installation  de  l'éclairage  électrique  à  l'Hotel  do  ville  de    Paris.  —  .1 
servations  sur  l'éclairage  électrique  de  l'Hotel  de  ville  de  Paris.  —  Oadarl.  Note  sur  les 
portes   roulantes  de  Pécluse  de  Davis-Lland,   sur  l'Ohio  (Etat-Unis). 

•Annales  (Nouvelles)  de  malhématiques.  3e  sér.  juillet  1885.  Paris,  8.° 

Estienne.  Quelques  réflexions  sur  1'  imétrique  des  courbes  géométriques  théo- 

rèmes  pouvant  y  ètre  utiles.  —  Cesaro.  Généralisation  de  la  sèrie  de  Lagrange.  —  ld.  Sai 
un  théorème  de  M.  Laguerre. —  ld.  Solution  de  la  questi on  133S. — de  S  Note 

sur  la  discontinuite  de  certaines  séries.  —  Jaggi.   Sur   les    complexes  linéaires.  — -   Foi 
Sur  la  loi  de  succession  des  coefficients   dans  la  formule  du  binùme.  —  Lebon.  Construction 
nouvelle  des  points  d'intersection  d'une  droite  et  d'une  conique. 

■Annales  scientifiques  de  PÉcole  normale  supérieure.  o"  sér.  t.  IT,   4.  Paris. 

1S84.  4.° 

Lefébure.  Mémoire  sur  la   cornposition  de  polync qui  n'adrnettent  que  des 

diviscurs  premiers  d'une  forme  déterminée.  —  Detnarlres.  Sur   les   suri 

circulaire. 

•Annales  de  la  Société   géologique  de  Belgique.  T.  XI.  Liège,  1883-84.  8.° 

Uclvaux.  Des  puits  artésiens  de  la  fiandre.  — -  ld.  De  l'extension  des  dépOts  glaeiai- 
res  de  la  Scandinavie  et  de  la  présence  des  blocs  erratiques  du  Nord  dans  les  plaines  de 
la  Belgique.  —  lJrost.  Sur  la  salmite  de  Dumont.  3Is.  chlorito'ide  manganesifère.  -■  Fraiponl. 
Sur  une  eaverne  à  ossements  d'Ursus  speloeus.  —  Sprìng  et  Prosi.  Études  sur  les  .aire 
de  la  Meuse.  —  Cesaro.  V  De  la  Eoninckite,  2°  de  la  formule  de  la  Pvichellite,  3 
l'oxyrluorure  de  fer. 

;  Annuaire  de  la  Société  académique  franco-hispano-portugaise.  Année  1884-85. 

Toulouse,  1884.  8.° 
t Annuaire  de  la  Société  météorologique  de  France.  32  an  pt.,  1884.8." 

i-Anzeiger  (Zoologischer)  Jbg.  Vili,  198,  199.  Leipzig,  1885.  8." 

198.   o.   Wielowiejski.   Zur    Kenntniss    der   Eibildung   bei    der   Feuerwanze.    —   0 
s  lison-Dimorphismus  bei  Spinnen.  —   Goetle.   Ueber  die    Entwicklung  der  Spongillen.    — 
Zschokke.  Ueber  den  Bau  der  Geschlechtswerkzeuge   von  Taenia  litterata.   —  Schim- 
'  wilsch.  Noch  Etwas  ueber  die  Identitàt  des  Herzbildung  bei  den  ftletazoen.  —  Wagner. 


—    CCXIV    — 

Ueber  die  Eolle  der  Leucocyten  in  Plastischen  Processeli  bei  den  Wirbellosen.  —  List. 
Ueber  einzelligen  Driiscn  in  der  Oberhaut  von  Torpedo  Marmorata.  —  199.  Fritsch. 
Zur  Anatomie  von  Bilharzia  haematobia.  —  Krukenberg.  Ueber  das  Vorkommeu  des 
Chitins.  —  Nathusius.  Bestebt  eine  ausnahmslose  Regel  ueber  die  Lage  der  Pole  des  Vogel- 
eies  ini  Uterus  ini  Werhaltniss  zur  Cloakenintindung.  —  Cimeremo.  Monografia  dei  sauri 
italiani. 

•  ArcMv  der  Matliematik  und  Physik.  2  K.  Tli.  II,  2.  Leipzig,  1885.  8.° 

Schoule.  Ueber  die  Curven  vierter  Ord.mng  mit  diei  Inflexionsknoten. —  lloppc.  Er- 
weiterung  des  Aoust'schen  Probleras  der  Curventheorie.  —  Oekinghaus.  Transformation  dei 
elliptischen  Integrale  nnd  Functionen  in  Verbiudung  mit  der  Theorie  der  Kettenlinie.  — 
Domsch.  Die  Darstellung  der  Fliielien  vierter  Ordnung  mit  Doppelkegelscbnitt  dureb  hype- 
relliptiscbe  Functionen.  —  Mach.  Zur  Theorie  des  Winkelspiegels.  —  Leman.  Beweis,  dass 
auf  einer  algebraisclien  Fliiche  vierter  Ordnung  mit  einer  Doppelgeraden  ausser  dieser  niclit 
mehr  als  16  Geraden  liegen  kunnen. 

'Cenlralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXIII,  1-4.  Cassel,  1SS5.  8.° 

Heinricher.  Ueber  einige  ira  Laube  dikotiler  Pflanzen  trockenen  Standortes  auftretende 
Einrichtungen  welche  mutbmaasslicb  eine  ausreichende  Wasserversorgung  des  Blattmeso- 
phylls  bezweeken.  —  Mobìus.  Ueber  den  Glanz  der  gelben  Banunculusbliiten. 

^Beiblàtter  zu  den   Anualen   der   Physik   und   Chemie.  Bd.  IX,   6.  Leipzig, 

1885.  8.° 
:  Berichte   der   deutseben   ebemiseben    Gesellscbaft.   Jbg.   XVIII,  11.  Berlin, 

1885.  8.° 

Bamberger  und  Hooker.  Ueber  Reten  (V.).  Die  Constitution  des  Eohlenwasserstoffs.  — 
Giamician  und  Silber.  Ueber  die  Einwirkung  der  Halogene  auf  Pyrrol  bei  Gegenwart  von 
àtzenden  Alcalien.  —  Classen.  Quantitative  Analyse  durch  Elektrolyse.  —  Glaus.  Ueber  eine 
allotrope  Modification  des  Amarius.  —  hi.  und  Wiit.  Ueber  Dinitro-  und  Diamido-Amarin. — 
hi.  und  Elbs.  Ueber  alkylirte  Diphenylketone  und  deren  Fàbigkeit,  zu  alkylirten  Anthra- 
cenen  zu  anliydn'siren.  —  Ditlmar.  Ueber  die  Reaction  zwiseben  Cblorjod  und  den  Alka- 
lo'iden.  I.  —  Doebner  und  Miller.  Zur  Kenntniss  der  Methylcliinoline.  —  Goldschmidt  und 
Koreff.  Zur  Kenntniss  des  Campliers.  —  Id.  und  Zùrrer.  Ueber  das  Carvoxim.  —  F/anlzsch. 
Die  Constitution  der  synthetiscb  erbaltenen  Pyridinderivate  und  der  Isocinchomeronsaure. — 
Hempel.  Ueber  den  Sauerstoffgebalt  der  atmospharischen  Luft.  —  Ihrlkorn.  Ueber  Silicate 
der  Pbenole.  —  Jacobsen.  Ueber  Monochlormetaxylol.  —  Kreysler.  Ueber  einige  Phenol- 
c-ster  der  Phosphorsanrc.  —  hi.  II.  Reaetionsverhàltnisse  der  neutralen  Phospliorsaureester 
einiger  Pbenole.  —  Kruger.  Ueber  Monochlororthoxylole  und  die  durch  ihre  Oxydation 
entstehenden  Siiuren.  —  Liebermann.  Ueber  das  Oxychinoterpen.  —  Messenger.  Ueber  das 
Thioxen  des  Steinkohlentheers.  —  Meyer.  Zur  Kenntniss  der  Thiophengruppe.  —  hi.  und 
Pond.  Physikalischchemische  Untersuchjngen.  I.  —  Naumann  und  Pislor.  Ueber  Reduction  des 
Kohlendioxyds  durch  Kohle  zu  Kohlenoxyd.  —  Perititi  A-  G.  und  Perkin  W.  H.  Ueber  einige 
Derivate  des  Anthracbinons.  —  hi.  Ueber  die  Triinethyleiidicarbonsàure  (1.1).  — Rèe.  Ueber 
/9-Sulfophtalsaure  aus  Phtalsaure.  —  Roemer.  Ueber  die  Constitution  unì  einige  Derivate 
des  j3-Amidoalizarins.  —  Rosenberg.  Ueber  Tribrom-,  Thiophen-  und  einige  Doppelverbindun- 
gen  des  Dinitrothiophens.  —  SandmeyeT.  Ueber  den  Aethylester  der  untercblorigen  Saure.  — 
Scheibler.  Ueber  die  Zusammensetzung  und  einige  Eigenschaften  der  Raffinose.  —  Schi/f. 
raUadiumwasserstoff  als  Vorlesnngsversuch.  —  Schultz.  Ueber  die  durch  Oxydation  des 
festen  Dibromparaxylols  entstehenden  Sauren.  —  Tafel.  Ueber  die  Benzoylderivate  des  Phe- 
nylhydrazins.  —  Tiemann  und  Kee;.  Ueber  einige  Reactioneu  der  Glucoside  Helicin  und 
Giaco  vanillin. 


—  ccxv  — 

tBijdvagen  tot  de  Taal-Land  en  Volkenkunde  vari  Nederlandseh-Indié.  4  Volg. 

Deel.  X.  3.  'S  Gravenhage,  1885.  8.° 

vnn  dea  Toorn.  De  geschiedenìs  van  Soet;in  Menangkèrang.  Eene  maleische  legende.  - 
llumme.  Weder  eene  javaansche  inscriptie  op  Sumatra.  —  Harrébomée.  Ei  ne  bijdrage  over 
den  feitelijken  toestand  der  bevolking  in  de  Larapongsche  districten.  Rangen  en  waardi- 
gbeden,  uitspanningen  en  kleeding,  godsdienst,  lmwelijk  en  de  positie  der  vrouw.  —  Hiedel. 
De  Sulaneezen,  hnnne  gebruiken  bij  hnwelijken,  geboorto  en  bij  bet  mutileeren  des  li- 
chaams.  —  Wilkèn.  Eenige  opmerkingeu  naar  aanleiding  eener  eritiek  van  mijn  «  Matriar- 
cbaat  bij  de  onde  Arabieren  ». 

tBoletim  da   Sociedade  de   Geographia   de   Lisboa.  4a  serie,  n.  12.  Lisboa, 

1883.  8.° 
^Boletin  de  la  Sociedad  geogràfica   de   Madrid.   Tomo   XVIII,   5-6.  Madrid, 

1885.  8." 

Ferreiro.  Memoria  sobre  el  progreso  de  los  trabajos  geogràfieos.  —  Bonetti.  Nenvos 
territorios  espanoles  de  la  costa  del  Sahara.  —  Territorios  adquiridos  para  Espana  pur  la 
Sociedad  Espanda  de  Africanistas  y  Colonistas  en  la  costa  Occidental  de  Africa.  —  Aot.i 
general  de  la  Conferenza  de  Berlin.  —  de  Foronda.  De  Llancs  à  Covadonga. 

^Bulletin  de  la   Société  acadéraique   franco-hispano-portugaise.  T.  V    3,   4  : 

VI,  1.  Touloun,  1884-85.  8." 
tBulletin  de  la  Société    d'  Authropologie  de  Lyon.  T.  Ili,  2.  Lyon,  1885.  8." 
Lurtet.  Cause  des  déformations  que  pre'sentent  les  crànes  des  Syro-phéniciens.  —  Cor- 
ti viti.  Sur  le  squelette  de  quelques  chevaux  de  course.  —  Lacassarjne.  La  criminalité  che/. 
les  Arabes  d'Algerie.  —  Cornevin.  Station  paléolithique  de  Chàteauvieux.  —  Bournet.  Quel- 
quel  mots  sur  la  criminalité  en  Italie. 

tBuIletin  de  la  Société  mithématique  de  Franee.  T.  XIII,  4.  Paris,  1885.  8." 
liumbert.  Sur  les  surfaces  homofocales  du  second  ordre.  —  Sèlivanoff.  Sur  la  recher- 
rlie  des  divisenrs  des  fonctions  entières. 
"Bulletin  de  la  Société  zoologique  de  Franee  pour  l'année  1884,  6"  p.e.  1885 

1"  p.°  Paris,  8." 

1885. 1.  Simon.  Mate'riaux  pour  servir  à  la  faune  arachnologiqne  de  l'Asie  meridionale.  — 
l'illiii.  Structure  de  la  portion  gaufree  de  l'estomac  da  ebameau.  —  Ghaper.  Descriptiou 
de  quelques  espèces  et  genres  nouveaux  de  coquilles  vivantes  de  diverses  provenances.  — 
Pilliel.  Sur  les  vaisseaux  de  la  cristalloide  postérieure  ebez  les  feetus  de  mammifères.  — 
hi.  et  Bignon.  Sur  la  glande  lacrimale  d'une  tortile  ge'ante  (C  belo  ne  viridis). 

; Bulletiu  des  scieuces  mathéraatiques.  2e  sér.   t.  IX    Juillet  1885.  Paris,  8." 
Hankel.  Esquisse  histoiique  snr  la  marche  du  de'veloppement  de  la  nouvelle  geometrie. 
•Tiiilletin  d'histoire  ecclésiastique  et  d'archeologie  religieuse  des  diocèses  de 
Valence  ecc.  5"  aimée  1884-85.  Montbéliard,  8.° 

Janv.-Févr.  1885.  Beliti.  Histoire  du  cardinal  Le  Camus.  —  Toupin.  J astine  de  la  Tour- 
Gouyernet,  baronne  de  PoSt-Célard,  e'pisode  des  controverses  religienses  en  Dauphiné  duranf 
les  vingt  premières  années  du  SVIle  siècle.  —  Chevalier.  Mémoires  des  frères  Gay  pour 
servir  à  l'histoire  des  guerres  religieuses  en  Dauphiné  au  XVIe  siècle.  —  Cruvellier.  No- 
tice  sur  l'église  de  Nòtre-Dame  du  Bourg,  ancienne  cathédrale  de  Digne.  —  Chosson.  Cliro- 
nique  du  diocèse  de  Valence. 

hCasopis  prò  pestovani  niathematiky  a  fysiky.  Rocnik  XIV.  V  Praze,  1885.  8." 
•Circulars  (Johns  Hopkins  University).  Voi.  IV,  40.  Baltimore,  1885.  4." 


—    CCXVI    — 

fCivilingeiiieur  (Dar).  Jhg.  1885.  Heft  4.  Leipzig,  1885.  4." 

Solin.  Zur  Theorie  des  continuirlichen  Tràgers  veranderlichen  Querschnitfes.  —  Ditt- 
marsch.  Ueber  Kohlenwaschen.  —  Hammer.  Eine  neue  graphisch-meehanische  Methode  zur 
Auflesung  nuuierischer  Gleickungen. 

*Compte  renda  de  la  Soeiété  de  Géograpbie,  1885,  n.  13,  14.  Paris,  8.° 
^Compte  rendu  des  séances  et   travaux   de   l'Académie  des  seiences  morales 
et  politiques.  Paris,  1885.  8.° 

Fustel  do  Cmdanges.  Reekerches  sur  cette  questura  :  Les  Germains  connaissaienl-ils  la 
propriété  des  terres  ? —  Gs/froy.  Observations,  à  la  suite  de  la  lecture  duMémoire  de  M.  Fustel 
de  Coulanges.  —  Fustel  di  Coulanges.  Réponse  aux  observations  de  M.  Geffroy.  —  Glasson. 
Observations,  à  la  suite  de  la  lecture  du  Mérnoire  de  M.  Fustel  de  Coulanges.  —  Fustel  de 
Coulanges.  Réponse  aux  observations  de  M.  Glasson.  —  Aucoe.  Observations,  à  la  suite  de  la 
lecture  du  Mérnoire  de  M.  Fustel  de  Coulanges.  —  Fuslel  de  Coulanges.  Réponse  aux  obser- 
vations de  M.  Aucoc.  —  Ravasson  Observations,  a  la  suite  de  la  lecture  du  Mérnoire  de 
M.  Fustel  de  Coulanges.  —  Lucas.  Mérnoire  sur  l'état  anormal  en  France  de  la  répression 
en  raatière  de  criines  capitan*  et  sur  les  moyeus  d'y  remédier.  —  Desjardins.  Observations, 
à  la  suite  de  la  lecture  du  Mérnoire  de  M.  Ch.  Lucas.  —  Pico'..  Observations,  a  la  suite 
de  la  lecture  du  Mérnoire  de  M.  C.  Lucas,  et  des  observations  de  M.  Arthur  Desjardins.  — 
S  rrclan.  La  libcrté  et  revolution.  —  Desjardins.  Cesar  Cantù  et  Beccaria.  —  Gréard. 
La  question  des  programmes  dans  l'énseignement  secondai  re. 

■tComptes  rendus  de  l'Académie   des    inseriptions   et    belles    lettres.    4°  Ber. 

t.  XIII.  Janv.-mars  1885.  Paris,  8." 

Statue  roraaine  mise  au  jour  a  la  suite  de  travaux  exécutés  dans  la  riviere  de  l'Ov- 
nain.  —  Robert.  Une  bague  guuloise.  —  Vogùé.  La  stèle  de  Dkmèr.  —  Deloche.  Description 
d'un  poids  de  l'epoque  cirolingienne;  ses  rapports  avec  l'ancienne  livre  romaine. 

•Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  seiences.  T.  C, 

n.  26;  CI,  n.  1,  2.  Paris,  1885.  4.° 

26.  Darboux.  Sur  la  théorie  de  Poinsot  et  sur  deux  raouvements  correspondant  à  la 
rnème  polhodie.  —  Fave.  Sur  les  travaux  de  M.  Palmieri,  reUtifs  à  l'électricité  atmosplié- 
rique.  —  Mascari.  Observations  relatives  à  la  Communication  précédente  de  M.  Fave.  — 
Rérlhelot  et  Werner.  Reekerches  sur  l'isomerie  dans  la  sèrie  aromatique.  Chaleur  de  neu- 
tralisatiun  des  acides  oxybenzoi'ques.  —  Peligot.  Note  sur  le  mouvement  à  élever  à  la  mé- 
rnoire de  Nicolas  Leblanc.  —  Franke.  Sur  la  courbure  de  l'iierpolhodie.  —  Darboux.  Re- 
marque  relative  à  la  Communication  précédente  de  M.  Franke.  —  Andoyer.  Sur  la  réduc- 
tion  du  problème  des  brackistockrones  aux  équations  canoniques.  —  Cruls.  Sur  la  variation 
séculaire  de  la  déelinaison  magnétique  à  Rio  de  Janeiro.  —  Denza.  La  lumière  crépuseo- 
laire.  —  Boillot.  Recrudescence  des  lueurs  crépusculaires.  —  Gemei.  Sur  les  cristaux 
nacrés  de  soufre.  —  Sabati-  ir.  Sur  1  ;s  prapriétés  du  persulfure  d'hydrogène.  —  Arili.  Action 
de  l'azotate  d'ammoniaque  ammoniacal  anhydre  sur  quelques  raétaux.  —  Le  Del  et  Wasser- 
mann. Du  la  réduction  des  alcools  hexatomiques.  —  Mounier.  Sur  un  nouveau  mode  de  pro- 
duction de  la  pyrocatéchine.  —  Chastaing.  Action  du  chlore  et  de  l'iode  sur  la  pilocarpine.  — 
Aubin.  Sur  le  dosage  de  l'acide  phosphorique  dans  1  es  phosphates  livrea  à  l'agriculture. — 
Retlerer.  Sur  le  développement  des  glandes  vasculaires.  —  Dlancard.  Sur  un  nouveau  type 
de  Sarcosporidies.  —  Ridici.  Observations  calorimétriques  sur  des  enfants.  —  Vanlair.  Nou- 
velles  reeberebes  sur  la  régénération  des  nerfs  périphériques.  —  1.  Loswy.  Méthodes  nou- 
velles  pour  Li  détermination  des  coordonnées  absolues  des  polaires,  sans  qu'il  soit  néces- 
saire de  connaitre  les  constants  instrumentales.  —  Darboux-  Sur  le  mouvement  d'un  corps 
pe    ni    I     r  volution,  fise  par  un  poinl  de  son  axe.  —  Haton  de  la  Goup illière.  Propriétés 


—    CCXVI1    — 

nouvelles  da  parametro  différentiel  du  socond  ordre  des  fonctions  d'un  nombre  quelc 
de  variables  indépendautes.  —  Berthcht  et  André.  Rechercb.es  sur  la  végétation.  Sur  Ics 
carbonates  daDs  les  plaDtes  vivantes.  —  Uè  Lacase-Duthiers.  Sur  le  Phaenieurus.  - 
Sylvester.  Sur  l'homographie  de  deus  corps  solides.  —  de  Caligny.  Expériences  faitea  en 
Belgique  et  en  Hollande,  sur  une  application  des  graods  tnbes  mobiles  du  système  construit 
a  l'écluse  de  l'Aubois.  Nouvelles  modifieatious  de  ce  système.  —  Lecoq  de  Doibaudran. 
Spectre  de  l'ammoni aqne  par  renversement  du  coarant  iuduit.  —  Chcuveuu.  Application  à 
l'inoculation  preventive  du  sang  de  rate,  oli  fièvre  splénique,  de  la  métbode  d'atténuation 
des  virus  par  l'oxygène  comprimi?.  —  Trouvelot.  Remarquables  protubérances  solaires  dia- 
métralement  opposées.  —  Gilbert.  Sur  quelques  forraules  de  la  théorie  des  courbes  gauebes.  — 
Autonne.  Recherehes  sur  les  groupes  d'ordre  fini  contenus  dans  le  groupe  cubique  Cre- 
mona. —  Cazcneuve  et  Linossier.  Sur  les  propriétés  réductrices  du  pyrogallol  :  action  sur 
les  sels  de  fer  et  de  cuivre.  —  Mathieu-Plessy.  Sur  la  dissolution  acétique  des  hyposulfites 
alcalins.  —  Carnot  et  Proromanl.  Sur  un  nouveau  mode  de  dosage  du  cadminm.  —  Grandvil 
■  1  Lajoux.  Nouveau  procede  pour  la  recherebe  et  le  dosage  rapide  de  faibles  quantites  d'acide 
nitrique  dans  l'air,  l'eau,  le  sol,  etc.  —  Muntz  et  Marcano.  Sur  la  formation  des  terres 
nitrées  dans  les  régions  tropicales.  —  Bourquelot.  Sur  la  composition  et  la  fermentation 
du  sucre  interverti.  —  Béchamp  et  Dujardin.  De  la  zymase  de  jéquirity.  —  de  Sci 
Sur  la  production  de  l'hydrate  de  magn&ium  cristallisé  (brucite  artifici  elle)  et  de  l'hydrate 
de  cadmium  cristallisé.  —  Lacroix.  Sur  le  diagnostic  des  zéolithes  en  l'absence  de  forine-; 
cristallines  déterminables.  —  Gonnard.  Sur  un  nouveau  gnuipement  réticulaire  de  l'orthose 
de  Four-la-Brouque  (Puy-de-Dòme).  —  Kilian.  Sur  la  position  de  quelques  roches  ophiti- 
ques  dans  le  nord  de  la  province  de  Grenade.  —  Noguès.  Sur  l'àge  des  éruptions  pyroxéno- 
amphiboliqnes  (diorites  et  ophites)  de  la  sierra  de  Penaflor,  la  genèse  de  l'or  de  ces  roebes 
et  sa  dissémination.  —  Grié.  Contributions  à  l'étude  de  la  flore  oolitbique  de  l'ouest  de 
la  France.  —  Dclage.  Structure  et  accroissement  des  fanons  des  Baleinoptères.  —  Carici. 
Sur  la  structure  et  le  mouveinent  des  stylets  dans  l'aiguillon  de  l'abeille.  —  Lépine  et 
Auberl.  Sur  la  toxicité  respective  des  matières  organiques  et  salines  de  l'urine.  —  Bou- 
cheron.  Epilepsie  d'origine  auriculaire.  Contribution  à  l'ètade  de  l'otopiésis  (compression 
auriculaire). —  Moricourl.  Nonveaux  procédés  rnétalloseopiques  dans  les  cas  d'aptitudes  mé- 
talliques  dissimulées,  notamment  chez  les  sujets  létbargiqaes.  cataleptiques  ou  somnambu- 
les.  —  Lcìoir.  Études  cliuiques  sur  la  lèpre  en  Norwège. —  Koubassoff.  Passage  des  microbes 
pathogènes  de  la  mère  au  foetus.  —  2.  Loewij.  Déterminations  des  coordonnéts  absolues 
des  polaires  sans  qu'il  soit  necessaire  de  connaitre  les  constantas  instrument.iles  [de  li- 
naisons).  —  Janssen.  Spectres  telluriques.  —  Hermile.  Note  relative  à  une  eomraunication 
de  M.  Stieltjes  «  sur  une  fonction  uniforme.  —  Darboux  Sur  le  monvement  d'un  corps 
pesant  de  revolution  tìxé  par  un  point  de  son  axe.  —  de  Saint-Vcnant.  Sur  le  but  theori- 
que  des  principaux  travaux  de  Henri  Tresca  ».  —  Chmreul.  Sur  le  mouvement  des  poussière< 
abandonnées  à  elles-mémes.  —  Mascari.  Eemarques  relatives  aux  Communications  de  M. 
Faye.  —  Schloesing.  Industrie  de  la  magnèsie.  —  de  Laca:e-Duthiers.  Sur  le  système  ner- 
veux  centrai  de  la  Tethys  leporina.  —  Sylvesler.  Sur  l'homographie  de  deux  solides 
infiniment  étendus.  —  Ghauveau.  Sur  la  nature  des  transformations  que  subit  le  virus  du 
sang  de  rate  attenne  par  culture  dans  l'oxygène  comprime.  —  Ferran.  Sur  la  prophylaxie 
du  choléra  au  moyen  d'injections  hypodermiques  de  cultures  pures  du  bacille-virgulo.  — 
Bhjourdan.  Observations  de  la  nouvelle  comète  Barnard,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris 
équatorial  de  la  tour  de  l'onest).  —  Schoenflies.  Sur  une  loi  de  reciprocità  dans  la  théorie 
dn  déplacement  d'un  corps  solide.  —  Stieltjes.  Sur  une  fonction  uniforme.  —  Trouvelot. 
Observation  d'un  essaim  de  corpuscules  noirs  pa-s.mt  devant  le  Soleil.  —  Soret.  Indices  de 
tion  de  quelques  aluns  cristallisés.  —  Girard  et  Pabst.  Sur  les  spectres  d'absorption 
de  quelques  matières  colorantes.  —  Wroblewski.    Sur  la  résistance  électrique  du  cnivre  \ 

Bt"LLF.TTixo-Ki  ri  —  V'iy.    r.  2^ 


—    CCXV1II    — 


la  temperature  de  200°  au-dessous  de  zèro,  et  sur  le  pouvoir  isolant  de  L'oiygène  et  do 
l'azote  liquides.  —  Guntz.  Chaleur  de  formation  des  bromure  et  jodure  d' antimoine.  — 
Lindel.  Sur  les  bromures  doubles  d'or  et  de  phosphore  et  sur  un  cblorobromure.  —  Rous- 
seau. Sur  une  méthode  de  production  des  manganites  alcalino-terreux.  —  Hallez.  Sur  le 
développement  des  Nématodes.  —  Fdurol.  Sur  l'Adam  sia  p  allatia.  —  Saint-Loup.  Sur 
les  parasite*  de  la  Moena  vu.lgaris.  —  Bureau.  Premières  traces  de  la  prés-nce  du 
terrain  permien  en  Bretagne.  —  Bergeron.  Sur  le  terrain  permien  des  départements  de 
l'Aveyron  el  de  l'Herault.  —  Charpenlier.  Sur  la  distribution  de  l'intensité  lumineuse  et  de 
l'intensité  visuelle  dans  le  spectre  solai  re.  —  Dareste.  Sur  un  cas  de  cébocéphalie  avec 
complication  d'anencéphalie  partielle,  observé  chez  un  poulain.  —  Nicati  et  Rietsch.  Atté- 
nuation  du  virus  cholérique.  —  Tissandier.  Sur  des  expériences  de  photograpliie  en  ballon.  — 
Virlet  d'Aoust.  Sur  un  tremblement  de  terre  partiel  de  la  surface  seule  da  sol,  dans  le 
déparlement  du  Nord.  —  Bèchamp  et  Dujardin.  Note  sur  «  les  microzymas  du  jéquirity». 

•Cosmo?.  N.  S.  34e  année,  n.  23-25.  Paris,  1885.  4.° 
+r.ucHHK  CpncKorA  ^pjihtba.  k.  G2.  y  BEorPAAy  1885.  8. 

•  Jahrbuch  d.  k.  k.  Geologischen  Reichsanstalt.  Jhg.  1885.  Bil.  XXXV,  2-3. 

Wien,  8.° 

Stelzner.  Ueber  Nephelinit  vom  Podhorn  bei  Marienbad  in  Bohmen.  —  Tietse.  Beitràge 
zur  Geologie  von  Lykieu.  —  Brunnlechner.  Beitràge  zur  Charakteristik  der  Erzlagerstatte 
von  lattai  in  Krain.  —  Becke.  Ueber  die  bei  Czernowitz  im  Sommer  1884  und  Winter 
1884-85  stattgefundenen  Rutschungen.  —  HUber.  Die  Randtbeile  der  Karpathen  bei  Debica, 
Ropczyce  und  Lancut.  —  Bóhm.  Die  alten  Gletscher  der  Enns  und  Steyr.  —  Stur.  Ueber 
die  in  FlOtzen  reiner  Steinkohle  entbaltenen  Steinrundmassen  und  Torf-Sphàrosiderite. 
■Jahrbuch  fiir  schweizerische  Geschichte.  Bd.  X.  Zuiich,  1885.  8.° 

Schwtizcr.  Die  Freiheit  der  Schwyzer.  —  Meier.  Geschichte  der  Schule  von  St.  Gallen 
im  Mittelalter.  —  ».  Gonzenbach.  Rtìckblicke  auf  die  Lostrennung  der  Schweizerischen 
Eidgenossenschaft  vom  Reichsverbande  durch  den  Friedenscongress  in  Osntibruck  und 
Miinster.  —  v.  Wyss.  Ueber  die  Antiquitates  Monasterii  Einsidlensis  und  den  Liber  Heremi 
des  Aegidius  Tschudi. 

•  Jahresbericht  der  Naturforschenden  Gesellscbaft  Granbundens.  N.  F.  XXVII. 

Jhg.  1882-83.  Chur,  1884.  8.° 

Briiguer.  Die  Chiropteren  Graubiindens  un  der  angranzeuden  Alpenlànder. 
■Jahresbericht  des  Naturwissenschaftlichen  Vereins  zu   Magdeburg,  1882-84. 

Magdeburg,  1885.  8.° 
fornai  de    sciencias    rnathematicas    e    astronomicas.    Voi.  VI,    2.  Coimbra, 

1885.  8.° 

Teixeira.  Introduccào  a  tbeoria  das  funccóes. 
•Journal  (American)    of  Mathematica.  Voi.  VII,  4.  Baltimore,  18S5.4.0 

Buchheim.  A  Memoir  on  Biquaternions.  —  Ilammod.  On  the  Syzygies  of  the  Binary 
Sextic  and  their  ndations.  —  Woolsey  Johnson.  Reduction  of  AKernating  Functions  U  Alter- 
nants.—  Id.  On  a  Formula  of  Reduction  for  Alternants  of  the  Third  Order.  —  Nixon  and 
Fields.  Bibliography  of  Linear  Differential  Equations.  —  Story.  The  Addition-Theorem  for 
Elliptic  Functions.  —  Franklin.  Note  ou  the  Theorem  e!x  =  cos  x  -+-  i  sin  x.  —  Id.  Proof  of  a 
Theorem  of  Tchebycheff's  on  Definite  Integrati.  —  Woulscy  Johnson.  On  the  Calculation  of 
the  Co-factores  of  Alternants  of  the  Fourtb  Order. 
Journal  (The  american)  of  scieuce.  3d  Ser.   Voi.  XXX.  u.  175.  July  1885. 

New  Haven,  8." 


—   CCX1X    — 

Loomis.  Contributions  toMete  irology.  —  Walcoti.  Note  on  some  Paleozoic  Ptoropod 
Fletcher.  Determination  of  the  lì.  A.  Unii  in  Terms  ofthe  Medianica)  Equivalent  of  Heat.  — 
Hayes    and    Trowbridge.   Cause  of  Irregularities  in  the   Action  of  Galvanic    Batteries.  — 
Nichols.  Sensitiveness  of  the  Eye  to  Colora  of  a  Low  Degree  of  Saturatimi.  —  Sherm 
Study  of  Therraorneters  intended  to  measure  Temperatures  frani  100°-3OO"  C. —  Williams. 
Notice  of  a  new  Liuiuluid  Crustacean  from  the  Devonian.  —  Wells  ani  Penfield.  Gerhardtite 
and  Artificial  Basic  Capric  Nitrates.  —  Iddings.  Occurrence  of  Fayalite  in  the  lithoph; 
of  ohsidian  and  rhyolite.  —  Meyer.  Genealogyand  Age  of  the  Species  in  the  Soathern  Oldter- 
tiary.  —  Matthew.  Probable    oceurrence  of  the   Great    Welsh   Parad  uides,  P.  Davidis,  i  i 
America. 
ì Journal  de  l'Éeole  polytechnique.  Cahier  LIV.  Paris,  1884.  4." 

Aulonne.  Recherches  sur  les  intégralns  algébriqnes  des  éqnations  différentielles  linéaires 
à  coefficients  ratiunnels. —  Picquel.  Application  de  la  représentation  des  courbes  du  troisièrae 
degre  à  Faide  des  fonctions  elliptiques. —  Demarcai/.  Sur  les  dérivés  du  sulfure  d'azote.  - 
Léauté.  Theorie  du  frein  à  lame.  —  Guieijsse.  Régulateur  isochroue  parabolique.  —  Sfottila' 
Sur  les  phénomènes  thermiques  qui  accompagaent  le  mélange  de  deus  liquide*.  —  Halphen 
Sur  l'inversion  des  intégraleS  elliptiques.  —  Id.  Sur  une  courbe  élastique. 

*  Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2e  sér.  t.  IV,  juillet  1885.  8." 

Gaillelet.  Nouveau  procède  pour  obtenir  la  liquéfaction  de  l'oxygène.  —  Cailtelet  et 
Boutij.  Sur  la  conductibilité  électrique  du  mercure  et  des  métaux  purs  aux  basses  tempe- 
ratures.—  Mallard  et  Le  Chatelier.  Sur  le  dimorphisme  de  l'iodure  d'argent. —  Wtiz.  Du  re- 
gime de  détonation  des  mélanges  tonnants.  —  Cuzes.  De  l'obtention  par  la  photographie  des 
épreuves  photogiaphiques  a  perspective  exacte. 

*  Journal  des  Sociétés  scientifiques.  An.  I,  n.  26  29.  Paris,  1885.  4.° 

f  Journal  tur  die  teine  und  augewandte  Matliematik.  Bd.  XCVIII,  4.  Berlin, 
1885.  A." 

Schotnjlies.  Zur  Theorie  der  Bewegung  starrer  raumlicher  Systeme.  —  Weingarten.  Note 
iiber  die  Brennlinien  eiues  unendlich  diinneii  Strahlenbinidels.  — Reye.  Ueher  die  Hauptarten 
der  allgemeincn  qualratischen  Strahlencomplexe  und  Complexengewebe.  —  Segre.  Sur  les 
courbes  de  tangentes  principales  des  surfaces  de  Kummer.  —  Uauck.  Theorie  der  trilinearen 
Verwandtschaft  ebener  Systeme.  III.  Artikel.  Die  dreibundig-eindeutige  Verwandtschaft 
zwischen  drei  ebenen  Punktsystemen  und  ihre  Beziehungen  zur  qualratischen  und  zur 
projectiv-trilinearen  Verwandtschaft.  —  Grùnfeld.  Zur  Theorie  der  lineano  Differential- 
gleichungen. 

^Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXII.  July  1885.  LoudoD,  8." 

Diveri  and  Shimidzu.  Reactions  oi  Selenious  Acid  with  Hydrogen  Sulpbide,  and  of  Sul- 
phurous  Acid  with  Hydrogen  Selenide. —  Gladitone  and  Tribe.  Re->earcbes  on  the  Action  ut 
the  Copper-zinc  Ceuple  on  Organic  Bodies.  Part  X.  On  Bromide  of  Benzil.  —  Luige,  i  In 
the  existence  of  Nitrous  Anhydride  in  the  Gaseous  State.  —  Id.  On  the  Reaction  between 
Xitric  Oxide  and  Oxygen  under  varying  conditions.  —  Cook.  Detection  and  Estimatimi  of 
lodine. —  Turner.  The  Selective  Alteration  of  the  Coustituents  of  Cast  Iron.  —  Veley.  On 
some  Sulphur  Compounds  of  Calcium. —  Thorpe.  On  the  Snlphides  df  Titanium.  —  Thomson. 
Colorimetrie  MethoJ  for  Uetermining  Small  Quantities  of  Iron. 

Journal  (The  quatterly)  of  pure  and  applied  Mathematics.  N.  31.  June  1884. 
London,  8."  (acq.). 
Lachlan.  On  the  properties  of  a  triangle  furmed  by  coplanar  circles.  —  Glaisher.   0:\ 

the  coefficients  in  the  <y-senes  for    -  and  — .  — Cayley.    \   verification  in  regard  tb  the 


—   ccxx   — 

linear  transformation  of  the  theta-funetions.  —  Jenkins.   On  some    geometrieal    proofs  of 
theorems  cunnected  with  the  inscription  of  a  triangle  of  Constant  forni   in   a   given  trian- 
2le  — Dallas  Note  on  projection  applied  to  problems  and  to  Solid  Geometry. — Cayley.  On 
the  theory  of  seminvariants. 
•Mémoires  de  l'Académie  des  sciences  et  lettres  de  Montpellier.  Sedioli  des 

lettres.  T.  VII,  2.  Montpellier,  1884.  4." 

Gei  main.  La  faculté  de  Théologie  de  Montpellier.  —  Arar/ori.  Notico  sur  le  premier 

président  Massot-Reynier.  —  Germain.  Souvenirs  religieux  des  Cevennes.  Le   pére   Joseph 

et  l'abbé  de  Florian.  —  lei.  Le  sixième  centc-naire  de  l'Université  de  Montpellier.  —  Aragon. 

Dix  lettres  inédites  de  Voltaire  à  son  neveu  de  la  Houlière,  avec  Note  préliminaire. 

*  Mémoires   de   l'Académie    nationale    des    sciences,  arts  et  belles  lettres  de 

Caen.  1884.  Caen,  8." 
tMémoires  de  la  Société  d'agrieulture,  sciences,  etc.  d'Orléans,    1876-1883. 

Orléans,  8." 
fMemoirs  of  the  Boston  Society  of  naturai    history.   Voi.  Ili,  8-10.  Boston, 

1884.  4.° 

Ayers. On  the  of  development  0  e  e  a n  t  h  u s  n  i  v e  u  s  and its  parasite, Teleas.  —  Scuhhr. 
Two  new  and  diverse  types  of  carbonifero us  myriapods.  —  Hinckley.  Notes  on  the  peepitig 
trog,  hyla  pickeringii,  Leconte. 
tMemoirs  of  tlie  Geological  Siirrcy  of  India.  Palaeontologia   Indica.   Ser.  4. 

I,  4;  10,  III,  5;  13,  I,  4,  (3,  4);   14,  I,  3.  Calcutta,    1884-85,  4." 
fMemoirs  of  the  geological  Survey  of  India.  Voi.  XX,  1,2.  Calcutta,  1884.  8.° 

Base.  Geology  of  the  lower  Narbadà  Valley  between  Niinàvvar   and  Kawant.  —  Fedden. 
The  Geology  of  the  Kàthiàvàr  Peuinsula  in  Gnzerat. 
'Minutes  of Proeeedings  of  the  Institution  of  Civil    Bngineers.  Voi.  LXXX. 

London,  1885.  8." 

Kinder.  Notes  on  Electric  Blasting   in  China.  —    Craig.    Maximum    Flood-discharge 
from  Catchement-Areas    with    special   reference  to    India.  —  Umvin.  Expe'riments  on  the 
Friction  of  Dista  rotated  in  fluid.  —  Longridge.  Guns   considered   as  thermodynamic  Ma- 
chines. —  Howard.  Secondary  Batteries.  —   Turiier.  The  Gauging  of  Flowing  Water. 
'Mittheilungen  der  deutschen  Gesellschaft  fiir  Natur  und  Vòlkerkuude  Osta- 

sieus.  32stes  Heft.  Mai  1885.  Jokoama,  4." 

Beali.  Die  koerperlichen    Eigenschaften  der   Japaner.  —  Nauminn.  Notiz  ueber  die 
Hohe  des  Fujinoyama. 
Mittheilungen    des    natuiwissenschaftlichen    Vereines  fiir    Steierniark,   Jhg. 

1884.  Heft  21.  Graz  1885.  8.° 

Hofmann.  Saugethierreste  aus  der   Stuhleck-Hòhle.  —  Unterveissacher.  Erdbeben   in 
Steierniark.  —    Fuchs.  Titus    Lucretius    Carus.  —  Rrìbenschuh.  Cheniische    Untersuchung 
neuer  Miucralriuellen  Steiermarks. 
■Monatsblàtter  des  Wissenschaftlichen  Ciub  in  Wien.  VI  Jhg.  n.  10.  Wien, 

1885.  8.° 

'Notices  (Monthly)    of  the    r.  Astronoraical    Society.  Voi.    XLV,  8.  London, 
1885.  8." 

PHtchard.  On  some  Points  of  Ditì'erence  between  the  Harvard  and  Oxford  Stellar 
Photometry.  No.  I.  —  Knobeì.  On  AlSufi's  Star  Magnitudes.  —  Hall.  Observations  of  the 
Satellites  of  Saturn  and  of  the  Companion  of  Sirius,  made  at  the  U.  S.  Naval  Observatory, 
Washington.    —    Hongh.  Observations  of  the  Companion  of  Sirius,  iliade  at  the  Dearborn 


—   CCXX1   — 

Observatory.  Chicago.  —  ìlimi.  On  Daylight  Occultations  of  Aldebaran  in  1885.  —  Bri/ani. 
Elliptic  Elements  of  Comet  II,  1883  (Ross).  —  GUI.  Reply  to  Bfr.  Stone'a  Paper  on  Screw 
Errors  as  affocting  the  N.P.D.  of  the  Cape  Catalogne  fot  1880.  —  Denning.  The  Velocity 
of  Meteors.  —  Murili.  EphemeriJes  of  the  Satellites  of  Satura,  1885-8G.  —  Iti.  Ephemeris 
of  the  Satellite  of  Neptane,  1885-86. 
fObservations  (Astronomical  and  meteorological)  made  during  the   year  1880 

at  the  U.  S.  Naval   Observatory.  Washington,  1884.  4.° 
•Proceedings  of  the  American  Assoeiation   for    the    advancement  of  science. 

32  Meeting  held  et  Minneapolis  Minn,   August   1883.  Salem,  1884.  8." 
Proceedings   of  the   Boston   Society   of  naturai    History.   Voi.  XXII,  2,  3. 

Boston,  1883-84.  8.° 

2.  Wadsworth.  The  Argillite  and  Conglomerate  of  the  Boston  Basili.  —  Ilagen.  Notes 
on  the  Genus  Pieris.  —  Julien.  The  Dunyte  Beds  of  North  Carolina.  —  fiageu.  The  Genus 
Colias.  —  Whitman.  Note  on  a  rare  forai  of  the  Blastoderm  in  the  Chik.  —  Nelson  Date 
A  Contribution  to  the  Geology  of  Rhode  Island.  —  2.  Sharples.  Turk's  Dland  and  the  Guano 
Cavea  ofthe  Caieos  Islands.  —  Garman.  Remarks  on  the  extinction  of  the  fossil  horses  of 
America.  —  Hyalt.  Genera  of  Fossil  Cephalopods.  —  Davis.  Remarks  on  the  geology  of 
Becraft's  Montain  on  Hudson.  —  Sharples.  Specific  gravity,  asb  an  1  description  of  the  wood, 
of  some  exotic  trees.  —  Brewster.  Birds  of  the  Gulf  of  So.  Lawrence. 

tProceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  S.  Voi.  VII,  G.  Jane    1885. 
London,  8." 

Explorations  by  the    Bevs,    George   Grenfell  and  T.  J.  Comber,  on  the  Congo,  froni 
Stanley  Pool  to  Bangala  and  up  the  Buchini  to    the  juncth.n  of  the  Kwango.  —    O'Neill. 
Some  remarks  upon  Nakala  (Fernao  Veloso  bay)  and  other  ports  on  the  Northern  Mozaiu- 
bique  coast.  —  Toso-Land,  the  German  prote  turate  on  the  Slave  coast. 
TRepertorium   der  Physik.  Bd.  XXI,  6.  Munchen,  1885.  8.° 

Exner.  Ceber  die  durch  zahlreiche,  unregelmàssig  vertheilte  KOrperchen  hervorge- 
brachten  Beugungserscheinung.  —  Cornu.  Ueber  die  Form  der  Wellenfiàche  des  Lichtes  in 
ciuera  isotropen  Medium  unter  dem  Einflusse  eines  homogenen  magnetischen  Feldes:  ver- 
mnthliche  Esistenz  einer  eigenthùmlichen  Doppelbrechung  senkrecht  zu  den  Kraftlinien.  ■ — 
MùUer-Erzbach.  Die  Wirkungsweite  von  der  Moleeularkraft  der  Adhasion.  —  Battelli.  Fol- 
gerungen  aus  einer  neuen  Hypothese  von  Kohlrausch  Qber  die  termoelektrischen  Erschei- 
nungen.  —  Moreland.  Ueber  eii.e  Methode,  die  Bildung  von  Diffractionsstieifen  zu  erklàren.  — 
WoTthington.  LTeber  Prof.  Edlund's  Theorie,  dass  das  Vacuum  ein  Leiter  der  Electricitiit  sei. 
•Report   (2d  Annual)   of  the   Bureau    of  Ethnology    1880-81.    Washington, 

1883.  4" 
fResnmé  des  séances  de  la  Société  des  ing.  civils.  1885.  Séances  de  3  juillet 

et  19  juin.  Paris,  8." 
fRevue  historique.  T.  XXVIII,  2.  Juillet-aout  1885.  Paris,  8." 

M'jnod.  Études  sur  l'histoire  de  Ilngues  C'apet.  —  Fornenti.  Luise  de  Kéioualle,  du- 
chesse de  Portsmouth,  1649-1734.  —  Girard.  Le  Campus  Mauriacus.  Étude  sur  les  charap 
de  bataille  d'Attila. 
•  Revne  (Nouvelle)  historique   de   droit   francate  et  étranger.  9e  année,  n.  3. 

Mai-juin  1885.  Paris,  8." 

Esmein.  Sur  l'histoire  de  l'usucapion.  —  Tanon.  L'ordre  du  procès  civil  au  XIVe  siècle.  — 
Bonnardol.  Documenta  pour  servir  à  l'histoire  du  droit  coutumier  a  Metz  aux  XIII'  et  XIV 
siècles.  —  Tardif.  Nouvelles  observations  sur  la  date  formulaire  de  Marculf. 


—   CCXXI1    — 

fRevue  politique  et  littéraire.  Sér.  3%  t.  XXXVI,  1-4.  Paris,  1885.  4.» 

rRevue  scientifique.  Sér.  3e,  t.  XXXVI,  1-4.  Paris,  1885.  4." 

:  Schriften  der  Naturforsehenden    Gesellschaft   in   Danzig,  N.  F.  BJ.  VI,  2. 

Danzig,  1885.  8.° 

Schumann.  Zuchtversuche  mit  Helix  neraoralis.  —    Rdm.    Mittheilungen  ueber 
Bernstein.  —  Brischke.  Nachtrag  zu  den  Beobachtungen  ueber  die  Blatt-  uod  Holzwespen.  - 
Kayser.  Analyse  der  Beugungserscheinnngen  welche  durcb.  einen  Spalt  entstehen. 
tScience.  Voi.  V,  n.  124-126.  Cambridge,  1885.  4.° 

124.  Ward-  The  ginkgo-tree.  —  Fleley.  The  n.-w  Croton  acqueduct.  —  Bilhngs.  Mca- 
suring  the  cubie  capacity  of  skulls.  —  M.  The  cultivatioD  of  microbes.  —  Transportation 
of  petroleura  to  the  seaboard.  —  The  study  of  bacteria.  -  Newberry.  Saporta's  Problema- 
tieal  organismus  of  the  aneient  seas.  —  12ó.  G.  How  to  reach  the  Grand  Canon  —  U. 
The  Washington  monument,  and  the  ligbtning  stroke  of  June  5.  —  Riley.  The  periodical 
cicada.  —  While.  The  geology  of  naturai  gas.  —Minai.  The  effeets  of  cold  on  living  orga- 
nisms.  —  Prehistoric  American  sculptures.  —  W.  The  proposed  change  in  the  astronomi- 
cal  day.  —  Flower.  The  natives  of  America.—  Claus's  text-book  ofzoology  —  Trombolt's 
Under  the  rays  of  the  aurora  borealis.  —  Some  state  geological  reports.  —  126.  Minai. 
The  formative  force  of  organisms.  —  Facques.  Underground  wires.  —  Thought-transference 
in  Boston.  —  Osborn.  Mimicry  among  marine  Mollusca.  —  Professor  Huxley  on  Darwin.  — 
Boutes  into  the  interior  of  western  China. 
tVerhandlungen  der  Berliner  Gesellschaft  fur  Anthropologie,  Etimologie  und 

Urgeschichte.  Jhg.  1885,  17  Jan.,  21  Febr.  Berlin,  4.° 
+Verhandlungen  des   Vereins    zar    Beforderung    des    Gewerbfleisses  1885,  6 

Heft.  Berlin,  4.° 

Grùbler.  Allgemeine  Eigenschaften  der  zwanglànfigen  ebenen  kinematischen  Eetten. 
TVierteljahrsschrift   der   Astronomischen   Gesellschaft.    Jhg.    20,  Heft    1,  2. 

Leipzig,  18S5.  8.° 
+Wocheuschrift  des  òsterr.  Ingenieur  und  Avchitekten-Veveines.  Jhg.  X,  27-30. 

Wien.  1885.  4.° 
tZeitschrift  der  òsterr.   Gesellschaft    tur  Meteorologie.    Bd.   XX.  Juni  Heft. 

Wien,  1885.  4.° 

Liznar.  Taglicher  Gang  der  Bewolkung.  —   Wueiko/f.  Regenverhàltnisse   des   malay- 
schen  Archìpels. 
*Zeitsehrift  des  òsterr:  Ingenieur  und  Architekten-Vereins.  Jhg.  XXXVII,  2. 

Wien,  18S5.  4." 

Spechi.  Die  Wasserleitungen  in  den  hydraulischen  Bergwerksdistricten  Californiens. 
nebst  Untersuchungen  uber  Wasserràder.  —  Rada.  Die  Dampftramway  Heitzing-Perchtolds- 
,jorf.  _„.  Fintili.  Cisternen.  Studie  iiber  deren  rationelle  Anlage  mit  besonderer  Rucksicht 
auf  den  Einsenbahnbau  im  Karstgebiete.  IL  —  Skibinski.  Theorie  des  Erddruek-i  auf  Grimi 
der  neueren  Versuche.  —  Lueger.  Die  Entstehung  und  der  Verlauf  von  Hochfluthen. 

"Zeitschrift  des  Vereins  fur  Geschiehte  und  Alterthum  Schlesiens.  Bd.  XIX. 

Breslau,  1885.  8.° 

v.  Wiese.  Die  militarischen  Ereignisse  in  der  Grafschafts  Glatz  wahrend  des  ersteu 
schlesischen  Erieges  bis  zur  Capitulation  der  Festu:ig  Glatz.  —  Peter.  Die  Goldbergwerke 
bei  Zuckmantel  und  Freiwaldau.  —  Gr&nhagen.  Schlesien  unter  der  Herrschaft  Konig  Fer- 
dinand 1527-1564.  —  Bauch.  Eitter    G.  Sauermann  der   erste  adelige  Vorfahr  der  Grafen 


—   CCXX1H    — 

Saurma-Feltsch.  —  Schubirl.  Leben  und  Schriften  Johann  Hermanns  von  Kubcn. —  Soffner. 
Zur  Geschichte  des  schlesischen  Schulwesens  im  16  Jht.  —  Rossbach.  Die  Tiirkengefahr  des 
Jabres  1541  und  die  Schlesier.  —  Jackel.  Znr  urkundlichen  Itinerar  Herzog  Heinrichs IV. — 
Milkowitsch.  Heinrich  IV  und  Voleslaw  IL  1277. 

•Zeitschrift  (Historische).  N.  F.  Bd.  XVIII,  2.  Leipzig,  1885.  8." 

Blasendor/T.  Pflnfzig  lìiiefe  Blflcker's  —  NSldecken.  Tertullian  als  Mensch  und  als  Biirger. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  agosto  1885. 

Pubblicazioni,  italiane. 

mBertini  D.  P.  —  Spigolature.  Versi  e  prose.  Padova,  1885.  8." 

*Bilanci  comunali  per  l'anno  1883.  Roma,  1885.  8." 

* Bizzarri  A.  —  Raccolta  degli  scritti  sulla  vinificazione  e  sulle  malattie  dei 
vini.  Firenze,  1885.  8.° 

" Cantoni  G.  —  Effetti  di  sostanze  diverse  sulla  produzione  del  frumento  col- 
tivato nella  sabbia  lavata.  Milano,  1885.  8.° 

'Carini  I.  —  Prolusione  al  corso  di  paleografia  e  critica  storica  inaugu- 
rato nella  pontificia  scuola  vaticana  il  16  marzo  1885.  Roma,  1885.  8." 

"Censimento  della  popolazione  del  regno  d'Italia  al  31  dicembre  1881.  Re- 
lazione generale  e  confronti  internazionali.  Roma,  1885.  4.° 

*Comucci  E.  —  Della  emigrazione  e  del  pauperismo,  della  riforma  agraria  e 
tributaria.  Sansepolcro,  1885.  8.° 

*De  Zigno  A.  —  Sopra  uno  scheletro  fossile  di  Myliobates  esistente  nel  museo 
Gazola  in  Verona.  Venezia,  1885.  4." 

*Galliiia  P.  —  Di  alcuni  casi  di  resistenza  dei  materiali  e  della  annualità 
per  l'impianto  e  la  conservazione  in  perpetuo  di  una  costruzione.  Mi- 
lano, 1S85.  8.° 

*  Guglielmo  G.  —  Soli' influenza    dell' estracorrente    nella  misura  della  resi- 

stenza delle  coppie  col  metodo  del  Mance.  Torino,  1884.  8." 

•  U.  —  Sul  riscaldamento  degli  elettrodi  prodotto  dalla  scintilla  d'induzione 

nell'aria  molto  rarefatta.  Torino,  1884.  8." 
*Massalongo  G.  —  Epatiche  della  Terra  del  Fuoco  raccolte  nell'anno  1882  dal 

dott.  C.  Spegazzini.  Verona,  1885.  8." 
*Moncada   C.  C.  —  Le  moderne  conoscenze  botaniche.  Palermo,  1885.  8." 
'Movimento  degli  infermi  negli  ospedali  civili  del  regno.  Anno  1883.  Roma, 

1885.  4." 
*Naccari  A.  —  Francesco  Rossetti.  Commemorazione.  Torino,  1885.  8.° 
'Id.  —  Intorno  ad  una  recente  determinazione   della   dilatazione   dell'acqua 

da  4  a  0°.  Torino,   1885.  8.° 
*ld.  e  Battelli  A.  —  Sul  fenomeno  Peltier  nei  liquidi.  Torino,  1885.8." 
*Id.  e  Guglielmo  G.  —  Appendice  alla  Nota:  Sul  riscaldamento  degli  elettrodi 

nell'aria  multo  rarefatta.  Pisa,  1835.  8." 


—    CCXX1V    — 

*NaccariG.  —  Intorno  alla  forinola  che  esprime  l'andamento  di  un  crono- 
metro con  applicazione  numerica  al  cronometro  Frodsham  N.  3545.  Ve- 
nezia, 1885.  8.° 

^Paterno  E.  —  Relazione  sulle  scuole  municipali  di  Palermo  fatta  al  Consi- 
glio comunale.  Palermo,  1885.  8.° 

'  lì istori  G.  —  Contributo  alla  flora  fossile  del  Valdarno  superiore.  Pisa, 
1885.  8." 

*Statistica  d<-gli  elettori  amministrativi  e  degli  elettori  politici  per  l'anno  1883. 
Roma,  1885.  4.° 

*Statistica  giudiziaria  per  l'anno  1882.  Roma,  1885.  4.° 

Pubblicazioni  estere . 

•'Anecdota  Oxoniensia.  Arian  series.  Voi.  I,  5.  Oxford,  1885.  4." 
■EMer  R.  —  Acetophenon-Derivate.  Karlsruhe,  1884.  8.° 
Ephemetis   epigraphicà  C.  I.  L.  supplemeutum.   Voi.  VI.  Romae ,   1885.8.° 

(acq.). 
*Grablovitz  G.  —  Sulle  proprietà  della  curva  di  24  ore  nelle  maree  dell'A- 
driatico. Trieste,  1885.  8.° 
ìGrcdnitzky  B.  —  Ueber  das  Elsitsser  Petroleum.  Karlsruhe,  1884.  8.° 
•Groot  •/.  J.  M.  de  —  Het  Kongsiwezen  van  Borneo.  'S  Gravenhage,  1885.  8.° 
'Uippisley  Domenichettì  /?.  —  The  Thames.  Poem.  Oxford,  1885.  8.° 
''Hoh  Th.  —  Die  Stellung  der  Atomenlehre  zur  Physik   des  Aethers.  Bam- 

berg,  1885.  8.° 
* Hurmuzaki  L.  de  —  Docilmente  previtore  la  Istoria  Romànilor.  Suplement  I. 

Voi.  II.  1871-1874.  Bucuresci,  1885.  4.° 
^Kast  H.  —  Ueber  eine  Acetophenoudisiilfosiiure  und  einige  Derivate  dersel- 

ben.  Karlsruhe,  18S4.  8.° 
*Leivis  II  C.  —  Marginai  Kames.  Philadelphia,  1885.  8.° 
iLys   F.  .).  —   Qnae   marmoreo    fert  monstra   sub  aequore  pontus.  Carmen. 

Oxonii,  1885.  8." 
* Maynard   H.  J.  —   Nadir   Shah.   The   Stanhope    essay    for    1885.   Oxford  , 

1885.  8.° 
*Mueller  F.  de  —  Index   perfectus    ad    Caroli    Linnaei    species    plantarum, 

nempe  earum  primam  elitionem.    (Anno   1753).  Melbourne,  1880.  8." 
iNevill  G.  —  Hand  list  of  mollusca  in  the  Indian  Museum  Calcutta.    Part  II. 

Gasteropoda.  Calcutta,  1884.  8.° 
•Povvel  J.  U.  —  The  Gaisford  verse  1885.  Oxford,  1885.  8." 
'i-om  Bath  G.  —  Arizona.  Studien  und  Waiirnehinungen.  Heidelberg,  1885.  8.° 
+ Schleiermacher  A.  —  Ueber  die  Abhangigkeit  der  Warmestrahlung  von  der 

Teniperatur  und  das  Stefan'sche  Gesetz.  Darmstadt,  1885.  8.° 
*  Topley  W.  —  The  national  geological  surveys  of  Europe.  London,  1885.  8." 


—  ccxxv  — 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  agosto  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

•Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno  1885,  n.  11,12.  Roma,  1885.  8.° 

11.  Le  società  per  azioni  in  Italia.  —  12.  Credito  fondiario. 
*Annali  della  Società  dei  zootecnici  italiani.  Anno  IV,  n.  2.  Milano,  1885.  8." 
Bissi.  Studi  zoologici  e  zootecnici  sulle  razze  animali  della  provincia  di  Trapani.  — 
Lemoignu  e  Menozzi.  Fieno  di  marcita. 

"Annali  del  r.  Istituto  tecnico  Antonio  Zanon  in  Udine.  Ser.  2a  anno  III,  1885. 
Udine,  8.° 

Della  Bona.  Dei  sopraredditi  e  delle  cause  eliminatrici  di  essi.  —  Misani  e  Falcioni. 
Ricordo  a  Q.  Sella  inaugurato  il  11  marzo  1885. 
•Annali  di  agricoltura  1885.  N.  44,  93,  94.  96,  97.  Roma,  1885.  8.° 

44.  La  pellagra  in  Italia.  —  93.  Consiglio  d'agricoltura  1884.  —  94.  Aratura  a  va- 
pore. —  Marchiafava  e  Celli.  Nuove  ricerche  sulla  infezione  malarica.  —  97.  Relazione  sul 
servizio  ippico  1884. 

f  Annali  di  chimica  medico-farmaceutica   e  di  farmacologia.  Ser.  4a,  voi.  II, 
n.  1.  Milano,  1885.  8.° 

Schiff.  Intorno  alla  isoflorizina  ed  i  suoi  derivati.  —  Daccomo.  Sul  triclorometanitro  e 
triclometamidofendo.  —  Ciotto  e  Lussa/ia.  Sugli  alcaloidi  del  mais  guasto.  —  Pesci.  Ricerche 
sul  fellandrene.  —  Bufalinì.   Dell'azione   dei  sali   ammoniacali   e  d'idrospilammina    sulla 
eccitahilità  muscolare.  —  li.  Sopra  una  reazione  del  veleno  del  rospo. 
*Annali  di  statistica.  Ser.  3a  voi.  XIII,  XIV.  Roma,  1885.  8.° 

xni.  Paolini.  Sull'assicurazione  dei  capitali  differiti.  —  Blumerù.  Saggio  di  statistica 
demologica.  —  Maestrali.  Sulle  condizioni  sanitarie  dell'esercito  italiano  nel  decennio  1871-80. 

"Annuario  della  r.  Scuola  superiore  d'agricoltura  in  Portici.  Voi.  IV,  4.  Napoli. 

1885.  8.° 

Saeastano.  I  fatti  traumatici    nella    gommosi    degli  agrumi  ed  amigdalee.  —  hi.  Di 
alcune  colture  arboree  della  provincia  di  Napoli. 
*  Annuario  della  Scuola  d'applicazioDe  per  g'ingegneri  in  Roma.  Anno  1885- 

86.  Roma,  1885.  16.° 
■Archivio  della  Società  romana  di  storia  patria.  Voi.  Vili,  1-2.  Roma,  1885.  8.° 

Tomasselli.  Della  campagna  romana  nel  medio  evo.  —  Calisse.  Le  condizioni  della 
proprietà  territoriale  studiate  sui  documenti  della  provincia  romana  dei  secoli  VIII.  IX 
e  X.  —  Fontana.  Documenti  dell'Archivio  vaticano  e  dell'  estense  circa  il  soggiorno 
di  Calvino  a  Ferrara.  —  Torraca.  Cola  di  Rienzo  e  la  canzone  Spirto  gentil  di  F.  Pe- 
trarca. —  Balzani.  Varietà:  Landolfo  e  Giovanni  Colonna  secondo  un  codice  Bodleiano.  — 
Monaci-  Miscellanea  paleografica:  Una  questione  sulla  scrittura  bollatica. 
•Archivio  per  l'antropologia  e  la  etnologia.  Voi.  XV,  Ì.Firenze,  1885.  8.° 

Manleyazza.  Nuovi  fatti  in  appoggio  della  Pangenesi  di  Darwin.  —  Barrali.  Sulla 
lunghezza  relativa  del  primo  e  secondo  dito  del  piede  umano.  —  Donati.  Sopra  alcuni  amu- 
leti tibetani  del  Museo  d'antropologia  di  Firenze.  —  Giglioli.  Notizie  sugli  indigeni  delle 
isole  Nicobar  e  specialmente  sui  Skòm  Pén  dell'interno  della  Grande  Nicobar.  —  Tafani. 
Della  presenza  d'un  terzo  condilo  occipitale  nell'uomo. 

Bullettino-Rendicoxtj  —  Vol.  l  29 


—    CCXXVI    — 

+Archivio  storico  per  le  provincia  napoletane.  Anno  X,  2.  Napoli,  1885.  8.° 
Diario  napolitano  dal  1T00  al  1TO9.  —  Maresca.  Ettore  Carafa  conte  di  Euvo:  Re- 
lazione del  suo  cameriere  Raffaele  Finoia.  —  Colombo.  Il  palazzo  e  il  giardino  di  Poggio- 
reale.  —  Il  terremoto  del    1456.  —  De  Basiis.  Un    documento   inedito    della    congiura  di 
fra  Tommaso  Pignatelli. 
+ Ateneo  (L')  veneto.  Serie  9,  voi.  I,  n.  5-6.  Venezia,  1885.  8.° 

Bernardi.  Giuseppe  Maria  Malvezzi.  —  Boìivecchiato.  Giacomo  Leopardi  e  la  filosofìa 
dell'amore.  —  Leicht.  Il  Catapan  di  Ser  Antonio  Da  Brazzà.  —  Cassarli.  Geometria  pura 
euclidea  degli  spazi  superiori.  —   Fanloni.   Angelo    Baldan    veneto    musicista  del   passato 

secolo.  Cordenons.    Sul    meccanismo    delle    eruzioni  vulcaniche  e  geiseriate.  —    Maria. 

Il  Galattocele,  studi  ed  osservazioni. 

TA.tti  del  Collegio  degli  architetti  ed  ingegneri  in  Firenze.  Anno  IX,  2;  X,  1. 
Firenze,  1885.  8.° 
Gabuzzi.  Roma  porto  di  mare. 
+Atti  del   Collegio   degli   ingegneri   ed   architetti  in  Napoli.  Anno  Vili,  6. 

Napoli.  1884.  8.° 

Esegesi  sulla  destinazione  del  padre   di    famiglia:    —   Saiebeck.   Nuovo    metodo  per 
determinare  la  dilatazione  delle  spranghe  da  misura.  —  Tajani.  Prosciugamento  del  pan- 
tano S.  Gregorio  nel  Comune  di  Ricigliano  (Salerno).  —  Bajo.  Dell'equilibrio  dinamico  del 
vagone  ferroviario,  e  dei  rapporti  di  velocità  sopra  ferrovie  di  sezioni  diverse. 
i-Atti  dell'Accademia  pontificia  dei  nuovi  Lincei.  Anuo  XXXVII.  Sess.  6,  7. 

Koma,  1884.  8.° 

Lanzi.  La  forma  dell'endocroma  nelle  diatomee.  —  Buti.  Progressi  delle  applicazioni 

della  elettricità  alla  Esposizione  internazionale  di  Vienna.  —  De  Jonquieres.  Étude  arithmé- 

tique  d'une  équation  indétermenée  du  troisième    degré.  —    Provenzali.  Sulla   fosforescenza 

fisica. 

fAtti  della  Società  degli  ingegneri  e  degli  industriali  di  Torino.  Anno  XVIII, 

1884.  Torino,  1885.  4.° 

Curioni.  Commemorazione  di  Q.  Sella.  —  Cappa.  Il  contatore  d'acqua  Kennedy.  — 
Ferria.  Norme  pratiche  sul  disegno  assonometrico  ortogonale.  —  Ferrante.  La  fognatura  di 
Torino.  —  Curioni.  Commemorazione  di  P.  Richelnry.  — ■  Ferria.  Commemorazione  del 
conte  E.  A.  Mella.  —  Luvini.  Delle  esplosioni  fulminanti  delle  macchine  a  vapore  e  di  un 
modo  di  prevenirle  ecc. 
i-Atti  dell'Istituto  veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Serie  6\  t.  Ili,  disp.  7, 

8.  Venezia,  1885.  8.° 

7.  Berchet.  Henri  Martin.  Commemorazione.  —  D'Emilio.  Le  superficie  rigate  di 
una  congruenza  lineare.  —  Donatelli.  Discussioni  gnoseologiche  e  note  critiche.  —  Ca- 
slelnuovo.  Angoli  di  due  spazi  contenuti  nello  spazio  a  n  dimensioni.  —  Spica  e  Biscaru. 
Alcune  notizie  sull'arem  italicum.  —  Bernardi.  Modo  di  rendere  automatico  il  freno  dina- 
mometrico di  Thiabaud.  —  Lussana.  Sui  diversi  filamenti  del  nervo  gran-simpatico  al  collo 
e  loro  diverse  funzioni.  —  Marinelli.  La  nuova  valutazione  areometrica  del  Regno  d'Italia, 
eseguita  dall'Istituto  geografico  militare  italiano  nel  1884.  —  Cavalli.  Cenni  biografici  di 
Giordano  Bruno.  —  Abetli.  Osservazioni  astronomiche,  fatte  all'Osservatorio  di  Padova  col- 
l'equatqriale  Dembowski  nell'autunno  1884.  —  Ricci.  Sulla  integrazione  della  equazione 
ÙL^U  —  f.  —  Tono.  Bollettino  meteorologico  dell'Osservatorio  del  Seminario  patriarcale  di 
Venezia  (gennaio  e  febbraio  1885).  —  8.  Bizio.  L'applicazione  del  nitrato  d'argento  all'esame 
chimico  degli  olì.    —  Negri.   De    acido-nitrocuminico.    —    Brambilla.    Ricerche    analitiche 


—    C'CXXVll     — 

intorno  alle  curve  gobbe  razionali  del  l"  online.  —  Tamassia.  Rapporti  fra  l'azione  postuma 
del  sistema  nervoso  e  l'irrigidimento  cadaverico.  Ricerche  sperimentali.  —  De  Detta.  Sul 
Pelobates  fuscus,  trovato  nel  territorio  veronese.  —  Veludo.  Archiloco  e  i  suoi  fram- 
menti, con  Note  del  prof.  Pietro  Malusa.  —  Rizzelto.  La  vertenza  pei  diritti  di  i :a  nel- 
l'Adriatico dal  1867  al  1884.  —  Lussano.  La  storia  antica  del  calle.  —  Sellati.  Sopra  una 
nuova  forma  di  elettrodinamometro.  —  Canzoneri  e  Spica.  Sulla  costituzione  dell'alcal- 
oide fusibile  a  7°,  ottenuto  per  la  condensazione  di  etere  acetacetieu  e  formamide. 

•Atti  e  Memorie  delle  rr.  Deputazioni  di  storia  patria  per  le  Provincie  mode- 
nesi e  parmensi.  Ser.  3\  voi.  Ili,  1.  Modena,  1885.  8.° 

Bertolntti.  Artisti  in  relazione  coi  Gonzaga  duchi  di  Mantova  nei  secoli  XVI  e  XVII. 
ricerche  e  studi  negli  archivi  mantovani.  —  Ceretti.  Il  conte  Gio.  Francesco  I  Pico.  — 
Cionini.  Appendice  alla  monografia  su  Marco  Pio.  —  Venturi.  L'Oratorio  dell'ospedale  della 
Morte,  contributo  alla  storia  artistici  modenese.  —  Crespellani.  Scavi  del  Modenese  nel  1882. 

;"Bibliotheca  historica  italica  cura  et  studio  Societatis  longobardicae  historiae 

studiis  promovendis.  Voi.  IV.  Mediolani,   1885.  4.° 
'Bollettino  consolare.  Voi.  XXI,  G.  Roma,  1885.  8.° 

Solanelli.  Il  canale  di  Palestina  (febbraio  1885).  —  Tornielli  Brasali.  Alcune  notizie 
intorno  al  traffico  e  alla  navigazione  dì  Galatz  e  di  Costanza.  —  Squitti.  Commercio  di 
Filadelfia  durante  l'anno  1884.  Arrivi  e  partenze  di  navi  italiane.  —  de  Uaro.  Movimento 
del  canale  di  Suez  nell'anno  1884.  Movimento  dei  mesi  di  aprile  e  maggio  1885.  —  Leoni 
Rapporto  annuale  del  movimento  del  canale  di  Suez.  —  Gallian.  Produzione  e  commercio 
del  grano  indiano.  —  Seelig.  Rapport  du  mouvtment  commercial  et  industriel  de  la  ville 
de  Liban,  pendant  la  période  de  1876-1885.  —  Russi.  Relazione  commerciale  agricola  intorno 
ai  cotoni  (Egitto).  Stagione  1884-85.  —  Statistica  commerciale  della  piazza  di  Cadice 
nell'anno  1884. 

^Bollettino  decadico  dell'Osservatorio   centrale  del  r.  Collegio  G.  Alberto    in 

Moncalieri.  Anno  XIII,   1883-84,  n.   11,  12.  Torino,  4.° 
•  Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  15,  16. 

Napoli,  1885.  4.° 
fBollettirio   della   Società   entomologica   italiana.  Anno  XVH,  1,  2.   Firenze, 

1885.  8." 

Bargagli.  Rassegna  biologica  di  rincofori  europei.  —  Berlese.  Acarorum  systematis 
specimen.  —  hi.  Di  alcuni  acari  del  Museo  di  Firenze,  colla  descrizione  di  tre  nuove  specie 
appartenenti  alla  famiglia  dei  trombididi.  —  Id.  Sopra  alcuni  acari  :  lettera  al  dott.  Haller.  — 
Bolles  Lee.  Nota  intorno  alla  struttura  intima  dei  bilancieri  dei  Ditteri.  —  Camerano.  Os- 
servazioni intorno  alla  neotenia  negli  insetti.  —  Id.  Di  una  apparizione  della  Vanessa  carditi 
nel  1883,  nei  pressi  di  Torino.  —  Luciani.  Sulla  vita  latente  degli  ovuli  del  baco  da  seta.  — 
Macchiali.  Flora  degli  afidi  dei  dintorni  di  Cuneo,  colla  descrizione  di  alcune  specie  nuove.  — 
Oslen  Sacken.  Elenco  delle  pubblicazioni  entomologiche  di  C.  Rondani. —  Targioni  Tozselti. 
Note  sopra  alcune  cocciniglie  (Coccidei).  —  Id.  Aggiunte  alla  Nota  sui  cocci-li. 

i  Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2a  voi.  X,  8.  Roma,  1885.  8.° 
Notizie  dello  Scioa.  —  Reinisch.  Zula  (Adulis).  —  Buonfanti.  Lettera.  —   Fea.  Let- 
tera dalla  Birmania.  —  D.  V.  L'area  del  Regno  d'Italia  per  provincie  e  circondari.  —  del  Drago. 
L'ultimo  viaggio  della  «  Vettor  Pisani  ».  —  Pandolfini.  Una  visita  alle  isole  Galapagos. 

'Bollettino   del  r.  Comitato  geologico.  Voi.  XVI,  5,  6,  maggio-giugno  1885. 
Roma,  8.° 


COXXVIII  

Isseì.  Esame  sommario  di  alcuni  saggi  di  fondo  raccolti  nel  golfo  di  Genova.  —  Lovi- 
sato.  Il  pliocene  non  esiste  nel  sistema  collinesco  di  Cagliari.  —    Terrigi.  Ricerche  micro- 
scopiche fatte  sopra  frammenti  di  marna  inclusi  nei  peperini  laziali. 
♦Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  n.  49-55.  Koma,  1885.  4.° 
♦Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  n.  13,  14,  15. 

Roma,  1885.  4.° 
Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  eentrale  del  r.   Collegio  C.  Alberto  in 
Moncalieri.  Ser.  2"  voi.  V,  n.  4,  5.  Torino,  1885.  4.° 

Ragona.  Sulla  frequenza  dei  venti.  —  Roberto.  Sul  significato  di  unità  magnetica.  — 
Ragona.  Sul  calore  delle  irradiazioui  solari.  —  Mariacher.  Note  fenologiche  ad  un  quadrien- 
nio di  osservazioni-  —  Cafiero.  Bufera  in  Messina. 
'Bollettino    meteorico   dell'Ufficio    centrale   di   meteorologia.   Agosto    1885. 

Roma,  4.° 
♦Bollettino  semestrale  del  credito  cooperativo,   ordinario,  agrario  e  fondiario. 

Anno  II,  2°,  som.  1884.  Roma,  4.° 
♦Bollettino  settimanale    dei   prezzi  di  alcuni  dei  principali  prodotti  agrari  e 

del  paue.  Anno  1885,  n.  26-32.  Roma,  4." 
^Circolo  ^11)  giuridico.  Anno  XVI,  7,  luglio  1885.  Palermo,  8.° 

Vadalà-Papale.  La  filosofia  del  diritto  a  base  sociologica. 
"Documenti  per  servire  alla  storia  di  Sicilia.  Voi.  VII,  1.  Palermo,  1885.  8.° 

I  diplorai  angioini  dell'Archivio  di  Stato  di  Palermo. 
^Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  5.  Appendice  voi.  Ili,   12-15.  Palermo, 

1885.  5.° 

Ciamician  e  Magnaghi.  Azione  dell'idrogeno  nascente  sul  metilpirrolo.  —  Pizzarello. 
Sulla  decomposizione  dei  vapori  non  saturi  delle  sostanze  organiche  volatili  :  alcooli,  eteri 
semplici  e  composti,  aldeidi,  ammine  ecc.  per  mezzo  di  una  serie  di  scintille  elettriche.  — 
Spica  e  Riscaro.  —  Alcune  notizie  sull'arni»  ilalicum.  —  Alessi.  Sull'acido  bibroinopara- 
ossibenzoico.  —  Ciamicin  e  Silbcr.  Sull'azione  dell'acido  nitrico  sul  pirrilmetilchctone.  — 
Balbiano.  Sulla  canfofenidrazina.  —  Ciamician  e  Silber.  Sul  dipseudoacetilpirrolo.  —  Id. 
e  Magnaghi.  Sugli  alcaloidi  derivati  dal  pirrolo.  —  Id.  id.  Azione  del  calore  sull'acetilpir- 
rolo  e  sul  carbonilpirrolo.  —  Errerà.  Sulla  nitroresorcina.  —  Leone  e  Oliveri.  Sulla  distilla- 
zione secca  dell'acido  [piridinsolfonico  /3-dipiridina.  —  Discalzo.  Sugli  acidi  timilfosfonici.  — 
Ciamician  e  Magnagld.  Sull'azione  del  cloruro  di  carbonile  sul  composto  potassico  del  pir- 
rolo. —  Schifi.  Di  alcune  proprietà  fisiche  del  tiofene.  —  Rosa.  Il  solfato  ferroso  ammonico 
come  reattivo  dell'acido  nitrico. 
+  Giornale  della  r.  Accademia  di  medicina  di  Torino.    Anno  XLVIII,  n.  6-7. 

Torino,  1885.  8.° 

Calliano.  Di  una  nuova  siringa  automatica  per  iniezione  ipodermica.  —  Di  Mallei. 
Degli  effetti  della  irritazione  sugli  elementi  glandulari  del  pancreas.  —  Canalis.  Sulle  con- 
seguenze della  legatura  del  dotto  coledoco.  — ■  Id.  Sulla  scissione  cellulare  nelle  cassule 
surrenali  e  nella  ghiandola  tiroidea  in  via  d'accrescimento  nel  polmone  adulto  normale  ed 
irritato.  —  Fusori.  Contributo  allo  studio  delle  piastrine  del  sangue  nello  stato  normale 
e  patologico.  —  Falchi.  Dell'azione  del  cloridrato  di  pilocarpina  sull'ampiezza  di  esten- 
sione dell'accomodamento  dopo  passato  l'effetto  miotico  nell'iride.  —  Sperino  e  Varaglia. 
Sopra  un  caso  di  extiofia  di  vescica,  anopreternaturale,  ed  altri  molteplici  vizi  di  confor- 
mazione. —  Falchi.  Sulla  lussazione  del  cristallino  sotto  la  congiuntiva.  —  Foà.  Sui  glo- 
buli rossi   del  sangue.   —   Raltone.  Contributo   alla  storia  dell'  ipertricosi.   —   Bordoni. 


—   CCXXIX    — 

Contributo  allo  studio  dei  microparassiti  cutanei  normali.  —  Làmpugnani.  La  decapitazione 
del  femore  nella  lussazione  congenita  dell'anca.  —  Giordano.  Della  cloronarcosi  preceduta 
da  un'iniezione  di  morfina.  —  Gallenga.  Contribuzione  allo  studio  dei  tumori  congeniti  della 
congiuntiva  e  della  cornea.  —   Martini  La  cocaina  ;  suo  uso  nelle  operazioni   odontalgicbe. 

•Giornale   della  Società    di    letture    e    conversazioni    scientifiche  di  Genova. 

Anno  IX,  2°  sem.  f.  1-3.  Genova,  1885.  8.° 

Celesia.  1  laghi  delle  meraviglie  in  Val  d'inferno.  —  Trabucco.  I  fossili  e  la  silicizza- 
zione.  —  Virgilio.  Discorso  pronunziato  in  occasione  della  distribuzione  dei  premi  fatta  per 
cura  del  Comitato  ligure  per  l'educazione  del  popolo.  —  Bontà.  L'adulterazione  delle  so- 
stanze alimentari  e  dei  mezzi  per  reprimerla.  —  Castellini.  I  Siculi.  Richerca  d'una  civiltà 
italiana  anteriore  alla  greca.  —  Pastore.  Due  poeti  del  dolore.  —  Piuma.  Soluzione  del 
quesito  1427  dei  Nouvelles  Annales  de  mathématiques.  —  Segale.  Risanamento  di  Genova. 

"•'Giornale  di   matematiche    ad    uso   degli   studenti   delle   università  italiane. 
Voi.  XXIII,  maggio-giugno  1885.  Napoli,  4.° 

Capelli.  Sopra  l'integrale  dell'equazione  alle  derivate  parziali  di  Laplace.  —  Pennac- 
chietli.  Sugl'integrali  delle  equazioni  del  moto  di  un  punto  materiale.  —  Cesare.  Quistioni 
55,  56.  —  Id.  Sull'inversione  delle  identità  aritmetiche.  —  hi.  Gli  algoritmi  delle  fun- 
zioni aritmetiche.  —  Id.  Determinanti  in  aritmetica. 

"Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r.  Marina.  Anno  XXXIII,  7.  Roma, 
1885.  8." 

Di  Fede.  Un  caso  di  nevrorafia  per  lesione  del  nervo  radiale.  —  Fiorarti.  Il  colera  di 
Napoli.  I  lazzaretti  ed  i  provvedimenti  di  preservazione  delle  isole.  —  Panaro,.  Le  malattie 
della  studiosa  adolescenza  osservate  in  un  sessennio  di  servizio  medico  nel  Collegio  militare 
di  Firenze. 
•Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  XI,  6.  Torino,  1885.  4.° 

Crugnola.  Strada  ferrata  da  Clermont-Ferrand  a  Tulle.  —  Pagliani.  Sopra  alcune 
esperienze  fotometriche  eseguite  nel  laboratorio  di  fisica  del  r.  Istituto  tecnico  di  Torino.— 
Blaserna.  Francesco  Rossetti. 

Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIV,  6  giugno  1885. 
Eoma,  4.° 

Tacchini.  Macchie  e  facole  solari  osservate  nel  r.  Osservatorio  del  Collegio  romano 
nel  2°  trimestre  del  1885.  —  Id.  Osservazioni  spettroscopiche  solari  fatte  nel  r.  Osserva- 
torio del  Collegio  romano  nel  2°  trimestre  del  1885.  —  Pieve:.  Recherches  sur  le  spectre 
de  l'are  électriquc  en  rapport  avec  le  spectre  des  comètes  et  les  spectre  solaire.  —  Id. 
De  l'influence  du  magnétisme  sur  les  caractères  des  raies  spectrales.  —  Photographie 
astronomique. 
•Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  3a  voi.  XVIII, 

15.  Milano,  1885.  8.° 

Nulli.  La  giustizia  preventiva  e  le  contravvenzioni  di  polizia.  —  Gentile.  Il  conflitto 
tra  Giulio  Cesare  e  il  Senato.  —  Canta.  Sugli  annali  della  fabbrica  del  Duomo.  —  Poi- 
lacci.  Ossidaziune  diretta  degli  ioduri,  nonché  dell'azoto  ammoniacale  ed  organico,  per  mezzo 
specialmente  dei  biossidi  di  piombo  e  di  manganese.  —  Cantoni.  Effetti  di  sostanze  diverse 
sulla  produzione  del  frumento.  —  Ascoli.  Si  pone  in  chiaro  il  par.  3  della  Memoria  di 
Riemann  :  La  teorica  delle  funzioni  abeliane. 
^Rendiconto  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno  XXIV, 

f.  6,  7.  Napoli,  1885.  4.° 


—  ccxxx  — 

6.  Grassi.  Studio  completo  del  nuovo  termometro  ad  aria  per  misurare  le  piccole  va- 
riazioni di  temperatura.  —  Goni.  Spettroscopio  a  visione  diretta,  senza  prismi,  né  reticoli. — 
Grassi.  La  teoria  cinetica  dei  gas  applicata  allo  studio  dell'atmosfera.  —  Scacchi.  La  re- 
gione vulcanica  fiuorifera  della  Campania.  —  Piltarelli.  Gli  elementi  immaginari  nelle  forme 
binarie  cubiche.  —  Del  Pezzo.  Sulle  quadriclie  polari  reciproche  di  se  stesse  rispetto  ad 
un'altra.  —  Trinchese.  Diagnosi  del  nuovo  genere  Govia.  —  7.  Del  Pezzo.  Sulle  quadri- 
che  ad  n  —  1  dimensioni  polari  reciproche  di  se  stesse  rispetto  ad  un'altra. 
^Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Luglio-agosto  1885.  Roma,  8.° 

Circa  gli  effetti  del  bombardamento  per  le  piazze  e  per  le  popolazioni.  —  La  fab- 
bricazione delle  grosse  bocche  da  fuoco  all'estero.  —  Rocchi.  Ordinamento  e  servizio  del- 
l'arma del  Genio  presso  gli  eserciti  europei.  —  Campanelli.  Il  comandante  di  batteria  sul 
campo  di  battaglia.  —  De  Bencdictis.  Nota  sul  parco  areostatico  del  Genio.  —  Stacci.  Intorno 
ad  un  nuovo  problema  di  balistica. 
^Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVII,  13-14.  Firenze,  1885.  8.° 

Ricca-  Macchie  solari.  —  Il  microfono  nella  verificazione  delle  condizioni  di  una  co- 
lonna gazosa  vibrante.  —  Contributo  allo  studio  dell'  eterificazione  di  una  colonna  gazosa 
vibrante.  —  Del  Lungo  e  Cocchi.    Il  colle  di  Vincigliata  e  le  argille  scagliose  della  catena 
fiesolana. 
*  Rivista  di  viticoltura  italiana  ed  enologia.  Ser.  2a  anno  IX,  n.  14,  15.  Cone- 

gliano,  1885.  8." 

Cerletli.  I  vini  italiani  alla  Esposizione  di  Anversa.  —  Comboni  e  Carpenè.  Contributo 
alle  analisi  dei  vini  e  dei  liquori  mediante  osservazioni  ottiche.  —  Cerletli.   Coltura   delle 
uve  da  mensa.  —  Campoccia.  Eesistenza  relativa  delle  viti  siciliane  alla  filossera, 
divista  marittima.  Luglio-agosto.  1885.  Roma,  8.° 

Viale.  Illuminazione  elettrica  interna  del  «  Giovanni  Bausan  ».  —  Maldini.  I  bilanci 
della  marina  d'Italia.  —  Rosellini.  L'uso  del  siluro  in  guerra  (versione).  —  Ferrari.  Tipi  iso- 
barici secondo  gli  studi  di  Teisserenc  de  Bort  e  Van  Bebber  con  una  una  breve  esposi- 
zione d'altre  ricerche  sul  medesimo  argomento.  —  Barlocci.  Distribuzione  della  corazzatura 
nelle  navi  da  guerra  (traduzione).  —  R.  Le  artiglierie  alla  Esposizione  d'invenzioni  in 
Londra  (riparto  della  guerra),  (traduzione) 

fRivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  IV,  7,  8.  Torino,    1885.  8.° 

Budden.  Le  Alpi  marittime.  —  Lioy.  Montanari  ed  alpinisti.  —  Gonella.  Rifugio 
Q.  Sella  al  Monte  Bianco.  —  Cederna.  Traversata  del  Monte  Cervino. 

Pubblicazioni   estere. 

;'Acta  mathematica.  VI,  4.  Stockholm,  1885.  4.° 

Weber.  Zur  Theorie  der  elliptischen  Functionen.  —  Valentin.  Vorlaufige  Notiz  iiber 
eine  allgemeine  mathematische  Bibliographie.  —  Enestrom.  Notice  sur  les  e'erits  d'auteiirs 
étrangers  publiés  en  Suède  ou  traduits  en  suédois  (continuation). 

fAnales  del  Instituto  y  Observatorio  de  Marina  de  San  Fernando.  Secc.  2"  Obs. 

mei  1884.  San  Fernando,  1885.  4.° 
"Annalen  der  Physik  uud  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXV,  4.  Leipzig,  1885.  8." 

Dieterici.  Ueber  don  zeitlichen  Verlauf  der  electrischeu  Ruckstandsbildung  im  Pa- 
rafflu.  —  Budde.  Ueber  die  Quantitat  electrischer  Elementartheilchen.  —  Id.  Zur  Theorie  der 
thermoelectrischen  Krafte  II.  —  Id.  Ueber  eine  von  Gauss  angeregte  Ableitung  electrodyna- 
inischer  Punktgesetze.  —  Kirchho/f.  Ueber  einige  Anwendungen  der  Theorie  der  Forman- 
derung,  welche  ein  Korper  erfàhrt,  wenn  er  maguetisch  oder  dielectrisch  polarisirt  wird.  — 


—    CCXXX1    — 

Kónig.  Bestimmung  einiger  Reibungscoéfficienten  und  Versuche  uber  den  Einfluss  der  Ma- 
gnetisirung  und  Electrisirung  auf  die  Reibung  der  Fliissigkeiten.  —  Rudor/f.  Deber  die 
LOsliehkeit  von  Salzgemiscben.  —  Lommel.  Zur  Theo-rio  der  Fluorescenz.  —  Messerschmitt. 
Spectralphotometrische  Untersuchungen  einige  photographischer  Sensibilisatoren.  —  Wer- 
nicke.  Bericbtigung  zweier  Formeln.  —  Elsas.  Bemerkungen  zu  der  Abhandlung  des  Herrn. — 
Melde.  Akustische  Experimentaluntersnchungen.  —  Lommel.  Abanderung  der  Influenzma- 
schine.  —  tìàbler.  Eine  Dngenauigkeit  in  der  Theorie  des  Goldblattelectroskops. 

•fAnnalen  (Mathematische).  Bd.  XXVI,  1.  Leipzig,  1886.  8.° 

Krause.  Ueber  einige  DifFerentialbeziehungen  ini  Gebiete  der  Thetafunctionen  zweier 
Veranderlichen.  —  Schuberl.  Die  n-dimensionalen  Verallgeraeinerungen  der  fundainenta- 
len  Anzahlen  unseres  Raumes.  —  Id.  Die  n-dimensionale  Verallgemeinerung  der  An- 
zablen  fiir  die  vielpunktig  beruhrenden  Tangenten  ciner  punktallgemeinen  Flache  m-te» 
Grades.  —  Mayer.  Begrùndung  der  Lagrange'schen  Multiplicatorenmethode  in  der  Varia- 
tionsrechnung.  —  Stote.  Die  gleichmàssige  Convergenz  von  Functionen  mehrerer  Verànder- 
licben  zu  den  dadurch  sich  ergebenden  Grenzwertben,  dass  einige  derselbcn  constanten 
Werthen  sich  uahern.  —  Papperitz.  Deber  verwandte  ^-Functionen.  —  Drioschi.  Sur  quel- 
ques  équations  différentielles.  —  Konigsberger.  Ueber  die  Erniedrigung  der  Ordnung  einer 
Difl'erentialgleichung.  —  Hurwitz.  Ueber  einige  besondere  homogene  lineare  Differential- 
gleichungen.  —  WUtheiss.  Ueber  Thetafunctionen,  die  nach  einer  Transformation  in  ein  Pro- 
duct  von  Thetafunctionen  zerfallen.  —  Noether.  Note  iiber  die  Normalcurven  fur  p=  5,  6,  7.  — 
Braunmiihl.  Notiz  uber  geodatische  Linien  auf  den  dreiaxigen  Flacbeu  zweiten  Grades, 
welche  sich  durch  elliptische  Functionen  darstellen  lassen.  —  Meyer.  Ueber  die  elliptische 
Curse  funfter  Ordnung  des  Baumes    von  vier  Dimensionen. 

Unuales  de  la  Société   géologiqne  du  Nord.  T.  XII,  4.  Lille,  1885.  8.° 

Fockeu.  Note  sur  la  craie  de  Lille  (suite,1.  —  Gussetel.  Apercu  géologique  sur  le  Grand- 
Duché  de  Luxembourg.  —  Id.  Conimunication  sur  les  schistes  d'Etagnières  à  Thilay .  — 
Doussemacr.  La  colline  de  Mons-en-Barceul.  —  Péroche.  Les  révolutions  polaires  au  point 
de  vue  géologique.  —  Sia;.  Observations  sur  le  mème  sujet.  —  Barrois.  Sur  les  derniers 
tiemblements  de  terre  de  l'Andalousie.  —  Gosseìel..  Sur  le  taunusien  dans  le  bassin  du  Lu- 
xembourg et  particulièrement  dans  le  golfe  de  Charloville. 

*Annales  des  mines.  8e  sér.  t.  VII,  2.  Paris,  1885.  8." 

Moulle.  Mérnoire  sur  la  geologie  generale  et  sur  les  mines  de  diamants  de  l'Afrique 
du  Sud.  —  Keller.  Exposé  des  résultats  de  l'enquète  coucernant  Tàge  et  la  durée  du  service 
des  mineurs.  —  Tournairc.  De  la  résistance  du  sei  gemme  aux  efforts  de  compression  et 
des  conséquences  qui  en  résultent  pour  l'exploitation  du  sei  en  roche. 

fAnnales   des   ponts  et  chaussées.  1885.  Juin-juillet.  Paris,  8.° 

Jrix.  Marlin  et  Planchat.  Paroles  prononeées  aux  funérailles  de  M.  Malézieux  iusp. 
gén.  des  p.  et  eh.  =  Martin.  Paroles  prononeées  aux  funérailles  de  M.  Collet-Meygret 
insp.  gè.  des  p.  et  eh.  —  Hitler.  Mémoire  sur  qnelques  changements  dans  la  disposition 
et  les  procédés  de  tarage  des  instruments  de  jaugeage  et  dans  le  .mode  de  calcul  des 
débits.  —  Tarbè  de  Saint- llardouin.  Les  ingénieurss  de  ponts  et  chanssés  à  l'Exposition 
d'Egypte  —  Durand-Claye.  Note  sur  la  stabilite  des  voùtes.  —  Jcillet.  Collignon.  Note 
sur  la  détermination  graphique  des  moments  fléchissants  dans  les  pièces  chargées  de  poids 
discontinus.  —  Lucas.  Les  machines  magnéto-électriques  et  l'are,  voltalque  des  Phares.  — 
de  Perrodil.  Modi6eation  de  la  formule  d'integration  approchée  de  Thomas  Simpson.  — 
Etienne.  Note  sur  le  déclassement  des  rontes  départementales.  —  Flamants.  Note  sur 
le  traité  des  ponts  métalliques  de  M.  J  Résal.  —  Conche.  Les  caux  de  Londres  et 
d'Amsterdam.  —  Cadart.  Coustruction  d'un  tunnel  sous  l'Hudson  (Etats-Unis).  —  Id.  Note 
des  documents  annexés  au  rapport  de  mission  en  Amérique. 


—   CCXXX1I   — 

fAnnales  (Nouvelles)  de  rnalhéniatiques.  3°  sér.  aoùt  1885.  Paris,  8." 

Gomès-Teixeira.  Sur  l'interpolation  au  moyen  des  fonctions  circulaires.  —  D'Ocagne. 
Note  sur  la  symédiane.  —  Bealis.  Scolies  pour  un  théorème  de  Fermat.  —  Mirman.  Sur 
la  cissoide  de  Dioclès. 

•  Annales  scientifiques  de  l'École  normale  supérieure.  3e  sér.  t.  II,  5-7.  Paris, 

1884.  4.° 

5.  Demartres.  Sur  les  surfaces  à  generatrice  circulaire  (suite)..  —  Markojf.  Extrait  d'une 
lettre.  —  Stieltjes.  Note  à  l'occasion  de  la  réclamation  de  M.  Murkoff.  —  6.  Ba/fy.  Sur  les 
quadratures  algébriqnes  et  logarithmiques.  ■ —  Duhem.  Applications  de  la  Thermodynamique 
aux  phe'nomènes  capillaires.  —  7.  Duhem.  Applications  de  la  Thermodynamique  aux  phénè- 
omnes  capillaires.  —  Goursat.  Sur  les  différentielles  des  fonctions  de  plusieurs  variables 
indépendautes. 

tAnnuaire  de  la  Société  météorologique  de  France.  23e  année  1884  oct.  Paris,  8.° 

Anzeiger  (Zoologischer).  Jhg.  Vili,  u.  200,  201.  Leipzig,  1885.  8.° 

200.  Melschnikoff.  Zur  Streitfrage  uber  Erytliropsis  agilis.  —  Imhof.  Notiz  be- 
ziiglicb  der  Verbreitung  der  Turbellarien  in  der  Tiefseefauna  der  Susswasserbecken.  — 
tlaache.  Ueber  eine  neue  Art  uterinaler  Brutpflege  bei  Reptilien. —  Boumc.  The  Nephridia 
of  Polynoina.  —  Kólliker.  Stiftchenzellen  in  der  Epidermis  von  Froschlarven.  —  Baur.  Zur 
Vcigel-Dinosaurier-Frage.  —  Claus.  Ueber  das  Verhaltniss  von  Monophyes  zuden  Diphyiden 
und  uber  die  sog.  cycliscbe  Entwicklung  der  Siphouophoren.  —  201.  Bertkau.  Ueber  den 
Saisondimorphismus  undeinige  andere  Lebenserscbeinungen bei  Spinnen. —  ScKimkwitsch.Sai 
un  organe  des  sens  des  Araignées.  —  v.  Lendenfeld.  Zur  Histologie  der  Spongien. 

tBeiblatter  zu  den  Annalen  der  Physik  und  Chemie.  Bd.  IX,  7,  8.  Leipzig, 

1885.  8.° 

■Berichte   der   deutschen   chemisehen   Gesellschaft.  Jhg.   XVIII,  12.  Berlin, 

1885.  8.° 

AnschiUz.  Ueber  eine  neue  Bildungsweise  aromatischer  Kohlenwasserstoffe.  — ■  Id.  Bei- 
trage  zur  Kenntniss  der  Aepfelsàuren.  —  Id.  und  Klingemann.  Ueber  die  Darstellung  der 
Aconitsaure  aus  Citronensaure.  —  Id.  und  Me.ijer.  Ueber  Amido-  und  Oxypbenanthrenchi- 
non.  —  Id.  und  Wirls.  Ueber  die  Zersetzung  aromatischer  Fumarsaureiither  durh  Hitze.  — 
Bamberger  und  Kranzfeld.  Ueber  Chrysen.  —  Bislrzycki  und  Kostanecki.  Ueber  ein  neues 
Isomeres  des  Euxanthons.  —  Bocklisch.  Ueber  Faulnissbaseu  (Ptoma'ine)  aus  Fischen.  II.  — 
Giamician  und  Magnaghi.  Ueber  die  Einwiikung  der  Wàrme  auf  Acetyl-  und  Carbonyl- 
pyrrol.  —  Clauss  und  Kohlslock.  Zur  Kenntniss  des  Amarins.  —  Id.  und  Wollner.  Ueber 
Methyl  p-Xylylketon.  —  Fraenkel.  Ueber  einige  Derivate  des  Thiodiphenylamins.  —  Gasio- 
rowski  und  Wayss.  Chlor-  und  Brorukohlenwasserstoffe  aus  aromatischen  Aminen.  —  Hanssen. 
Bettràge  zur  Kenntniss  des  Brucin's  in  Beziehung  zum  Strychnin.  —  Hofmann.  Ueber  das 
pentamethylirte  Amidobenzol.  —  von  Klobukow.  Ueber  eine  neue  Methode  zur  quantita- 
tiven  fmaassanalytischen)  Bestimmung  des  Schw^fels.  —  Id.  Ueber  eine  bequeme  Darstellungs- 
weise  der  tetrathionsauren  Alkalisalze.  —  Kossel.  Ueber  das  Adenin.  —  Krakau.  Ueber 
die  Einwirkung  von  Aetzalkalien  auf  Cinchonin  und  einige  andere  C  hina-Alkaloide.  —  Lange. 
Zur  Theorie  der  Rosainilnbildung  beim  Nitrobenzolfuchsinprocess.  —  Liebermann.  Zur  Kennt- 
niss der  Cochenille  und  de3  Cochenillecarmins.  —  Id.  Ueber  das  Wachs  und  die  Fette  der 
Cochenille.  —  Lungi.  Uéber  die  Analyse  von  ubermangansanrem  Kali  und  Braunstein  durch 
Vasserstotfsuperoxyd.  —  Miller  v-  und  Kinkelin.  Ueber  die  «(Pyy  -  m(B)  -  Dichinolyline.  — 
Nielzki  und  Benckiser.  Die  Synthese  von  Benzolderivaten  aus  Kohlenoxyd  und  Kalium.  — 


—    CCXXXII1    — 

Pawlewshi.  Uebes  das  Vorkommen  des  Paraxylols  ini  galizischen  Petroleum.  —  Pfordlen 
von  der.  Zur  Condensation  von  Blausàure.  —  Tliomseiì.  Zur  Constitution  des  Thiophens.  — 
Tiemman  und  Hess.  Ueber  einige  aus  dem  ll.licin  dargestellte  kohlenstoffreichere  Gluco- 
àde.  —  Traub:.  Ueber  die  Mitwirkung  des  Wassers  bei  der  langsamen  Verbrennung  des 
Zinks,  Bleis,  Eisens  und  PalladiumwasserstolVs.  —  hi.  Ueber  die  langsame  Verbrennung 
des  Kupfers  bei  Gegenwart  verdunnter  Schwefelsaare  oder  einer  Liisung  von  kohlensaurem 
Aminon.  —  hi.  Ueber  die  Mitwhkung  des  Wassers  bei  der  Verbrennung  des  KohlenoxvJs 
und  das  Auftreten  von  Wasserstoffhyperoxyd  bei  dieser  Verbrennung.  —  hi.  Ueber  die 
Entstehung  von  Wasserstoffhyperoxyd  bei  der  Verbrennung  des  Wasserstoffs. 

•Bericbte   des  naturwissenscbaftlieb-medizinischen  Vereines  in  Innsbruck.  Jbg. 

XIV,  1883-84.  Innsbruck,  8.° 

Blass.  Ueber  Spuren  des  Culturmenschen  ini  Liiss  bei  Innsbruck.  —  Stolz.  Die  unend- 
lich  kleinen  Grùssen.  —  Sachs.  Ueber  Pneumonie  nach  Staarextractionen. 

'Beobacbtungen  der  Temperatili-   des    Erdbodens   ini    Tifliser  physicalischeu 

Observatorhim  ira  Jabre  1881.  Tiflis,  1885.  8.° 
"Beobacbtungen  (Maguetische  und  meteorologiscbe)  an  der  k.   k.  Sternwarto 

zu  Prag  ira  Jahre  1884.  Prag,  4.° 
^Beobacbtungen  (Meteorologiscbe)  des  Tifliser  pbysicaliscben    Observatorium 

ira  Jabre  1883.  Tiflis,  1885.  8.° 
tBibliotbèque  de  l'École  des  Cbartes.  Année  1885,  3'  livr.  Paris,  8." 

Havel.  Questions  mérovingiennes.  II.  Les  découvertes  de  Jerome  Vignier.  —  Vaesen. 
Catalogue  du  funds  Bourré  à  la  Bibliothèque  nationale.  —  Leroux.  Passages  de  Charles  VII 
et  du  dauphin  Louis  à  Limoges  en  1439,  des  mèmes  et  de  la  reine  de   France  en  1442. 

•Boletim  da   Sociedade   de   Geographia  de   Lisboa.  5a  serie,  n.  1,2.  Lisboa, 

1883.  8.° 

Novas  jornadas  de  Silva  Porto  nos  sertòes  africanos.  —  No  Congo,  trabalhos  da  missào 
portugueza  de  Salvador.  —  Borges  de  Figueiredo.  Oppida  restituta.  —  das  Neves  Ferreira. 
Benguella. 

^Boletra  de  la  Sociedad  geografica   de  Madrid.  Tomo  XIX,    1.  Julio.   Madrid, 
1885.  8.° 

de  Foronda.  De  Llanes  a  Covadonga.  Excursióu  geogràfico  pintoresca.  —  Butrón. 
Memoria  sobre  las  islas  Carolinas  y  Palaos.  —  Mas  sobre  el  Africa  Central. 

+Bulletin  de   l'Académie   r.  des  sciences  de  Belgique.  3"   sér.   t.   XI    5,  6. 

Bruxelles,  1885.  8.° 

5.  Renard.  Note  sur  la  geologie  du  groupe  d'iles  de  Tristan  da  Cunha. —  Dewalque  et 
de  Selys  Longchamps.  État  de  la  végétation,  à  Spa  et  à  Liège,  le  20  avril  1885,  et  à  Long- 
champs  (Waremme),  le  21  avril.  —  fan  dtT  Mensbrugghe.  Essai  sur  la  théorie  mécanique 
de  la  teusion  superficielle,  de  l'évaporation  et  de  l'ébullition  des  liquides.  —  Fredericq. 
Note  sur  les  mouvements  du  cerveau  chez  le  chien.  —  Julien  et  De  Koninck.  Note  sur  le 
terrain  carbonifere  du  Morvan,  suivie  de  quelques  observations  relativement  aux  espèces 
fossiles  qui  y  ont  été  recueillies.  —  Ficvez.  De  l'influence  du  magnétisme  sur  les  caractères 
des  raies  spectrales.  —  Swaen.  Étude  sur  le  développement  des  premiers  ilots  sanguins 
dans  le  blastoderme  de  la  Torpille  (Torpedo  ocellata).  —  Poit.  La  conservation  des 
archives  et  leur  importance  au  point  de  vae  de  la  critique  historique.  —  Lamy.  Une  Bi- 
bliothèque royale  en  Assyrie  au  VII8  siècle  avant  Jésus-Christ.  —  6.  Calalan.  Question  d'ana- 
lyse  indéterminée.   —  hi.  Une  récréation  mathématiqie.  —  Fredericq.  Sur  les  mouvements 

Bullettino-Resdiconti  —  Vol.  I.  '•)" 


—    CCXXXIV    — 

du  cerveau  de  l'homrue.  —  ld.  Procède  operatone  nouveau  pour  l'étude  physiologique  des 
organes  théoriques.  —  Renard.  Les  propriétés  optiques  de  la  Ludwigite.  —  De  Heen.  Déter- 
raination  da  coefficient  de  compressibilité  de  quelques  liquides  et  des  variations  que  cette 
quantité  éprouve  avec  la  temperature.  Loi  théorique  qui  régit  les  variations  du  coefficient 
de  compressibilité  avec  la  temperature.  —  De  la  Royère.  Sur  quelques  dérivés  de  l'hydro- 
camphène  tétrabromé.  —  Leman.  Sur  la  recberches  des  moraents  fléchissants  et  des  efforts 
tranchants  qui  se  produisent  daus  une  poutre  appuyée  à  ses  extréraités  et  fléchie  sous 
l'action  d'une  surcharge  mobile. 

1  Bulletin  de  la  Société  mathématique  de  Fraace.  T.  XIII,  n.  ò.  Paris,  1885.  8.° 
Sèlivano/f.  Sur  la  recberche    des  diviscurs  des   fonctions  entières.  —   Slarko/f.  Sur  la 
revolution  des  problèmes  géométriques  par  le  calcul  des  variations.  —  Goursal.  Sur  li  ré- 
duction  des  intégrales  hyperelliptiques. 

"Bulletin  de  l'Institut  égyptien.  2'  sér.  n.  5,  1884.  Le  Caire,  1885.  8.° 

Sehweinfurth.  Sur  les  restes  de  vegetati!  de  l'ancienne  Egypte  contenus  dans  une  armoire 
du  Musée  de  Boulaq.  —  Rossi.  Du  cholèra.  —  Dacorogna.  Etiologie  et  séméiologie  de  l'epi- 
demie cholérique  de  1883  en  Egypte.  —  Maspero.  Voyage  d'inspection  en  1884.  —  Arlin. 
Contes  populaires  inédites  du  Caire.  —  Vidal.  Sur  les  courbes  du  4e  degré  qui  on  un  triple. 
Bonola.  Notice  sur  l'Esposition  didactiqne  à  Turin  en  1884.  —  Piot.  Vaccinations  preven- 
tives.  —  Rossi.  Des  enivrants  et  de  l'hypnotisme. 
tBulletin  des  scienccs  mathématiques.  2°  sér.   t.  IX,  aoùt  1885.  Paris,  8.° 

Picard.  Sur  les  groupes  des  certaines  équations  différentielles  linéaires.  —    Tannery. 
Proclus  et  Geminus. 
^Bulletin  mensuel  de   l'Observatoire  météorologique  de  l'Université  d'Upsal. 

Voi.  XVI.  Upsal,  1885.  4.° 
•Bulletin  of  the  Museum  of  comparative  Zoology  at  Harvard  College.  XI,  11; 
XII,  1.  Cambridge,  1885.  8.° 

Fewkes.  On  the  developtnent  of  Ag.tlma.  —  Garman.  Ch  lamidoselachus  an- 
guineus  Garm.  a  living  specie»  of  Cladodont  Shark. 

fCalendar  (The  Glasgow  University)  for  the  year  1885-86.  Glasgow,  1885.  8.° 
tCentralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXIII,  n.  5-8.  Cassel,  1885.  8.° 

Solereder.  Zur  Anatomie  und  Systematik  der  Combretaceen.  —  Brunchorst.  Zur  Frage 
iiber  den  sogenannten  Galvanotropismus.  —  Hansgirg.  Anhang  zu  meiuer  Abhandlung 
«  Deber  den  Polymorphismus  der  Algen  ». 

+Circulars  (Johns  Hopkins  University).  Voi.  IV,  n.  41.  Baltimore,  1885.  4." 
*Compte  rendu  de  la  Société  de  Géogiaphie,   n.  15.  1885.  Paris,  8.° 
■"Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  CI, 
3-8.  Paris,  1885.  4.° 

3.  Loewy.  Observations  des  petites  planètes,  faites  au  grand  instrument  méridien  de 
l'Observatoire  de  Paris,  pendant  le  premier  trimestre  de  l'année  1835.  —  Tisserand.  Sur  le 
mouvement  de  rotation  de  la  terre  autour  de  son  centre  de  gravite.  —  Darboux.  Sur  diver- 
ses  propositions  relatives  au  mouvement  d'un  corps  solide  autour  d'un  point  fixe.  —  Becque- 
rel. Etnde  spectrale  des  corps  rendus  phosphorescents  par  l'action  de  la  lumière  ou  par  les 
décharges  électriques.  —  Troost.  Sur  le  métaphosphate  de  thorium.  —  Vuìpian.  Recher- 
ches  relatives  à  la  durée  de  l'excitabilité  des  régions  excito-motrices  du  cerveau  propre- 
ment  dit  après  la  mort.  —  Milne-Edwards  et  Oustalet.  Observaiions  sur  la  faune  de  la 
grande  Comore.  —  Gyldén.  Sur  l'orbite  intermediaire  de  la  lune.  —  DumontpaUier.  De 
l'action  vaso-motrice    de    la    suggestion    chez    les    hystériques  hypnotisables.   —    Charhis. 


—  ccxxxv  — 

Observations  de  la  nouvelle  comète  Barnard,  faites  à  l'Observatoire  de  Nice  (équatorial  de 
Gautier).  —  Hénard.  Sur  les  seize  réseanx    de3    plana  de    l'icosaèdre  régulier  conveie.  — 
Chervtt.  Sur  les  constantes  capillairea  des  solutions  saline?.  —  Olz-:wski.  Sur  la  production 
des  plus  basses  températures.  —  Crova  et  Garbe.  Sur  les  régimes  de  ebarge  et  de  décharge 
des  accumulateurs.  —  Fuussereau.  Sur  la  résistance  électrique  de  l'alcool.  —  Colson.  Cha- 
leurs  de  forraation  de  quelques  phtalates.  —  Muntz.  De  quelques  faits  d'oxydation   et  de 
réduction,  pruduils  par  les  organismes  microscopiques  du  sol.  —  Henry.  Sur  la   variation 
des  propriétés  ptaysiques  dans  les  dérivés  chloroacétiques.  —  Errerà.  Sur  l'existence  du  gly- 
cogèue  dans  la  levure  de  bière.  —  Delage.  De  l'existence   d'un    système   nerveux  chez  les 
Planaires  ecades  et  d'un    organe    des    sens   oouveau    chez    la    Convolvula   Schultzii 
(0.  Schm.i.  —  Oliatili.  Morphologie  analytique  et  comparée  de  la  màchoire  chez  les  Hymé- 
noptères.  —  Fatio.Les  Coregones  (Coregonus)  de  Suisse:  classificatiou  et  conditions  de  frai.  — 
Bertrand  et  Kilian.  Le  bassin  tertiaire  de  Grenade.  —  Hébert.  Observations  relatives  à  la 
Comniunkation  précédente.  —  Mure!,  Pilalte  et  Combemale.  Contribution  à  l'étude   des  an- 
tiseptiques.  Action  des  antiseptiques  sur  les  organismes  supérieurs:   Acide  phénique,  résor- 
cine.  —  Regnard  et  Loye.  Sur  quelques   espèrie  ices   esécutées  sur  un  supplicié,  à  Troyes 
(Aube).  —  Bert.  Observations  à  propos  des  expériences  sur  les  décapités.  —  Soret.  Sur  la 
déterraination  photographique  de  la   trajectoire    d'un   point  du  corps  humain  pendant  les 
mouvements  de  locomotion.  —  Charpentier.  Théorie  de  la  perception  des  couleurs.  —  4.  Faye. 
Saite  de  la  diseussion  sur  les  granls  mouvements  gyratoires  de  l'atmospère.  —  Mascari.  Ré- 
ponse  à  la  Communication  de  M.  Fave.  —  Berthelol  et  Werner.  De  l'isomerie  dans  la  serie 
aromatique.  Sur  les  acides  oxybenzo'iques  et  sur  leur  chaleur  de  transformation.  —  de  Lacaze- 
Duthiers.  Note  sur  l'anatomie  du  Dentale.  —  Rayet  et  Fiamme.  Observations  de  la  comète 
Barnard,  faites  à  l'équatorial  de  14  pouces  de  l'Observatoire  de  Bordeaux.  —  Charìois.  Élé- 
ments  et  éphémériie  de  la  comète  Barnard  (1885)  déduits  des  observations  des  12,  16  et 
20  jnillet,  faites  à  l'Observatoire  de  Nice  —  Faye.  Rem arque  relative  à  la  Commuuication 
précédente.  —  Tacchini.  Résumé  des  observations  solaires  faites   pendant  le  deuxiéme  tri- 
mestre de  l'année  1885.  —  Barbio".  Observations  à  propos  d'une  Note  recente  de  M.  E.  Hé- 
nard, sur  les  seize  réseaux  des  plans  de  l'icosaèdre  régulier  convexe.  —  Bourguet.  Sur   la 
fonction   £(v)   de   Riemann.  —  Poincaré.  Sur  l'équilibre   d'une   masse    fluide   animée  d'un 
mouvement  de  rotation.  —  Goursat.  Sur  les  diflerentielles  des  fonctions  de  plusieurs  varia- 
bles  indépenlanles.  —  Sire.  Nouvel    hygromètre    à  condensation:  son  emploi  pour  la  gra- 
duation  des  hygromètres  à  cheveu.  —  Geriuz.  Sur  la  transformation   réciproque    des  deux 
variétés  prismatique  et  octaédrique  du  soufie.  —  Charpentier.  Sur    une  nouvelle    méthodo 
d'analyse  volumétrique,  applicable  aux  essais  des  bioxydes  de  manganése.  — de  Forcrand. 
Chaleur  de  formation  des  alcoolates  alcalins.  —  Robin.  Sur  le  peptonate  de  fer.  —  Vincent. 
Sur  trois  nouveaux  composés  du  rhodium.  —  Dieulafait-  Origine  et  mode  de  formation  des 
minerais  de  manganè>e.  Leur  liaison,  au  point  de  vue  de  l'origine,  avec  la  baryte  qui  les 
accompagne.  —  de  Fotin.  Sur  un  état  nouveau  de  Rhizopodes  réticulaires.  —  Boisseau  du 
Rocher.  De  la  mégaloscopie.  —    Tacchini.    Observation    de    la  couronne  solaire,  faite  sur 
l'Etna;    réapparition    de   Ineurs   crépusculaires.   —  Landerer.   Sur  l'origine   cosmique  des 
lueurs    crépusculaires.  —  5.  Berthelol  et  André.  Sur   l'acide    oxalique  dans   la    végétation. 
Méthodes  d'analyse.  —    Troosl.  Sur  la  densité    de    vapeur  du  chlorure   de  thorium   et   la 
formule  de  la  thorine.   —    Vulpian.    Recherches   sur   les  effeets   de    l'excitation  faradique 
directe  des  glandes.  —  Kntz.  Réflexion,    sans   frottement,   sur  un  pian,  des  déplacements 
élastiques  dans  un  corps  de  forme  et  de  contexture  quelconques.  —  Ferrati.  Lettre  à  M.  le 
Secrétaire  perpétuel,  au  sujet  du  procède    de  vaccination    contre    le    choléra.  —   Vulpian. 
Observations  relatives  à  la  Lettre  de  M.  J.  Ferran.  —  Stieltjes.  Sur  une  loi  asymptotique 
dans  la  théorie  des  nombres.  —  de  Sparre.  Sur  l'herpolhodie,  dans  le  cas  d'une  surface  du 
second  degré  quelconque.  —  Bouly  et  Foussereau.  Sur  l'emploi  des  courants  alternatiti  pour 


—   CCXXXV1    — 

la  mesure  des  résistances  liquides.  —  Ville.  Sur  la  formation  de  l'hydrate  de  zinc  cristal- 
lisé.  —  Meunier.  Sur  l'hexabromure  de  benzine.  —  Tschellzow.  Cbaleur  de  foimation  des 
picrates.  —  Bouchardat  et  La  foni.  Sur  l'essence  de  citron.  —  Prouho.  Sur  la  forme  lar- 
vaire  du  Dorocidaris  papillata.  —  lioulan.  Sur  le  tube  digestif,  le  corps  de  Bojanus, 
les  organes  génitaux  et  la  ponte  de  la  Fissurelle.  —  Errerà.  Les  réserves  hydrocarbonécs 
des  Cbampignons.  —  Laulanié.  Sur  revolution  comparée  de  la  sexnalite  dans  l'individu  et 
dans  l'espèce.  —  Duclaux.  Influence  de  la  lumière  du  soleil  sur  la  vitalité  des  microeoc- 
cus.  —  Leloir.  Etudes  comparées  sur  la  lèpre  (anatomie  patholugique  de  la  lèpre).  — 
lìrouardel  et  Loye.  Eechercbes  sur  l'enipoisonnement  par  l'hydrogène  sulfuré.  —  Pouchet 
et  Deauregard.  Note  sur  un  échouernent  d'Hyperoodan,  à  RosendaSl.  —  de  Lacaze-Dulhiers. 
Note  acconipagnant  la  présentation  d'appareils  d'éclairage  électrique  pour  naturalistes,  chi- 
inistes,  micrographes,  etc,  construits  par  M.  G.  Trouvé.  —  Prtiyot.  Eemarques  rélatives  à 
la  présentation  des  appareils  de  M.  G.  Trouvé.  —  fi.  Tisserand.  Sur  les  moments  d'inertie 
principali*  de  la  terre.  —  de  Jonquières.  Sur  une  relation  de  récurrence  qui  se  présente 
dans  la  théorie  des  fonctions  elliptiques.  —  Crova.  Sur  un  enregistreur  de  l'intensité  calo- 
rifique  de  la  radiation  solaire.  —  Vidal.  Sur  le  tiaitement  du  Peronospora  vitis  par 
l'acide  sulfureux.  —  Genocchi.  Reraarques  sur  une  démonstration  de  la  loi  de  réciprocite'.  — 
Vincent  et  Cliappuis.  Sur  les  températures  et  les  pressions  critiques  de  quelques  vapeurs.  — 
Houdaille.  Sur  l'évaporation  dans  l'air  en  mouvement.  —  Gaiffe.  Sur  un  étalon  de  volt.  — 
Millol.  Produits  d'oxydation  du  charbon  par  l'électrolyse  d'une  solution  ammoniacale.  — 
Guillemin.  Sur  les  alliages  du  cobalt  et  du  cuivre.  —  Hecoura.  Sur  la  cbaleur  àv  transfor- 
mation  du  protochlorure  de  chrome  en  sesquichlorure.  —  Cazeneuve  et  Morel.  Sur  les  ca- 
ractères  cristallographiques  des  dérivés  substitués  du  campbre.  —  Vaillant.  Sur  une  Tortue 
terrestre,  d'espèce  nouvelle,  rapportée  par  M.  Humblot  au  Muséum  d'Histuire  naturelle.  — 
Perrier.  Sur  les  Brisingidae  de  la  mission  du  Talisnian. —  tlallez.  Orientation  de  l'eni- 
bryon  et  formation  du  cocon  chez  la  Periplaneta  orientalis.  —  Lèdine.  Sur  le  trai- 
tement  locai  de  la  pneumonie  fibrineuse  par  les  injections  intraparenchymateuses.  —  Id. 
et  Roux.  Sur  la  cystite  et  la  néphrite  produites  chez  l'animai  sain  par  l'introduction,  dans 
l'uretre  du  mi  ero  eoe  e  us  ureae. —  Tayon.  Le  microbe  de  la  fièvre  typho'ide  de  l'bomme  ; 
cultures  et  inoculations.  —  Koubassoff.  Passage  des  microbes  pathogènes  de  la  mère  au 
feetus.  —  Schnelzler.  Sur  une  cause  de  développement  anormal  des  raisins.  —  Charpentier. 
Sur  un  échantillon  de  sapin,  trouvé  dans  les  gla^es  du  Tschingel.  —  Teilier.  Ernploi  de 
la  chaleur  atmospbérique,  pour  obtenir  une  force  motrice  capable  d'élèver  l'eau  à  une 
certame  bauteur.  —  7.  Mouchez.  Observations  des  petites  planètes,  faites  au  grand  instru- 
ment  méridien  de  l'Observatoire  de  Paris,  pendant  le  deuxième  trimestre  de  l'année  1885.  — 
Faye.  Sur  les  grains  arqués  et  les  typhons.  —  de  Quatrefaga.  Eecberches  sur  les  popn- 
lations  actuelles  et  préhistoriques  du  Brésil.  Archives  du  Musée  national  de  Rio  de  Janeiro. — 
Gibier  et  Van  Ermengem.  Recherches  expérimentales  sur  le  choléra.  —  Perrotin.  Observa- 
vations  de  la  comète  Tuttle,  faites  à  l'Observatoire  de  Nice  (équatorial  de  Gautier).  — 
Trèpied.  Observations  équatoriales  de  la  comète  Barnard  (a),  faites  à  l'Observatoire  d'AIger, 
au  télescope  de  0m,50.  —  Trouvelot.  Remarquable  protubérance  solaire.  —  Duboscq.  Nouvel 
appareil  de  grandissement  pour  la  projection,  soit  des  tableaux  de  grandes  dimensions,  soit 
des  objets  microscopiques.  —  da  Girard.  De  l'action  de  l'iodure  de  phosphonium  sur  l'oxyde 
d'éthyìène.  —  Leplay.  Sur  la  fermeutation  alcoolique  élective  du  sucre  interverti.  —  Sainl- 
Loup.  Sur  l'organisatinn  du  Pachydrilus  Enchytraeoides.  —  Grèhant  et  Peyrou. 
Extraction  et  composition  des  gaz  contenus  dans  les  feuilles  fiottantes  et  submergées.  — 
Virlet  d'Aoust.  Nouveau  tremblement  de  terre  partici,  aux  environs  de  Douai  (Nord).  — 
Goetsche.  Lettre  au  sujet  d'un  bolide  observé  le  11  aout  dans  la  forèt  de  Fontainebleau. — 
8.  Marey  et  Demeny.  Locomotion  humaine,  niécanistne  du  saut.  —  Tholozan.  Le  choléra 
et  la  peste  en  Perse,  sans  le  quarantaines.  —  Larrey.  Observations    rélatives   a   la   Note 


—  ccxxxvii  — 

pn  cèdente.  —  Bigourdan.  Observations  de  la  nouvelle  pianòle  (249j,  faites  a  l'Obscrvatoire 
de  Paris  (équatorial  de  la  tour  de  l'Ouest).  —  Rayel.  Observations  de  la  comète  Barnard. 
faites  a  l'équatorial  de  14  pouces  de  l'Observatoire  de  Bordeaux.  —  Gouy.  Sur  la  théoric 
dcs  miroirs  tournants.  --  Expériences  sur  la  doublé  réfraction.  —  Chastaing.  Sur 

les  dérivés  alcooliques  de  la  pilocarpine.  —  Koubassoff.  Passage  des  microbes  pathogènes 
de  la  mèro  aux  foetus  et  dans  lo  lait.  —  Pouchel.  Sur  uno  substance  alcaloldique  eitraite 
de  bouillons  de  colture  du  microbe  de  Koch.  —  Arloing.  Influence  du  soleil  sur  la  végCta- 
bilité  dos  spores  du  Bacillus  anthracis.  —  Maire!,  fila/te  et  Combemalc.  Action  des 
antiseptiques  sur  les  organismes  snp  irieurs.  ludo,  azotate  d'argent. 

•Cosmos.  34'    anoée.   N.  S.  n.  26-29,  31.  Paris,   1885.  4." 
TJahres-Bericlit  des  k.  Polytecbrìikums  zu  Stuttgart.  1884-85.  Stuttgart,  4. 
Jahresbericht  ttber  die  Fortschritte  der   classisclien  Alterthumswissenschaft. 
Jhg.  XII,  8-9.  Berlin,  1885.  8.° 

Egenol/f.  Bericht  uber  die  griechischen  Grammatiker.  —  Schenkl.  Jahresbericht  iiber 

die  spateren  griechischen    Geschichtsschreiber.    1873-1SS4.  —  liorawils    Bericht  iiber  die 

auf  die  Gescbiohte  der  classischen  Alterthumswissenschaft  beztigliche  Litteratur  der  .labro 

1882-1884.  —  Sitll.  Jahresbericht  iiber  das  Vulgar-  und  Spàtlatein  ans  Jen  Jahren  1877-1883. 

7  Journal  de  la  Société  physico-chimique  russe.  T.  XVII.  6.  St.  Pétersbourg, 

1885.  8.° 

Kondako/f.  action  du  chlore  sur  le  triméthyléthylène.  —  Menschutkin.  Données  pour 
la  comparai  sol)  de  la  théorie  de  substitution  et  de  la  théorie  de  structure  chimique.  — 
Id.  Isomerie  des  dérivés  du  benzol.  —  .1/  Séparation  des  albumines  et   des  globu- 

lines.  —  Pelrn/f.  Dosage  des  corps  albuminoides  dans  les  champignous.  —  Krakau.  Action 
des  alcalis  sur  la  cinchonine.  —  lì  n  de  l'aldehyde  benzoique  zur  l'azoben- 

zol.  —  Sorokin.  Préparation  de  l'acide  lactique  en  partant  do  la  lévulose.  —  Kononniko/f. 
Nouveanx  azocombinaisons.  —  Prsybitek.  Analyse  des  cendres  du  pollen  du  più.  —  Jou- 
kowsky.  Sur  le  mouvement  d'un  corps  solide  ayant  des  lacunes  remples  d'un  liquide  homo- 
gène.  —  Pirogo/f.  Quolques  additions  a  la  théorie  cinótique  des  gaz.  —  Delaunaij.  Sur  lo 
iòle  de  l'éllipsoide  de  gyration  et  de  la  surface  de  l'ondo  lumineuse  dans  la  théorie  du  ci 
J  Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2'  sér.  t.  IV,  aoùt  1885.  Paris,  8." 
Mascari.  Sur  la  théorie  de  la  machine  de  Grammo.  —  Gernez.  Sur  le  phérjomène  Jo 
la  surfusion  cristalline  du  soufre  et  sur  la  vitesse  de  transfoimation  du  soufre  prismatique 
en  octaédrique.  —  Laurent.  Appareils  pour  contròler  les  surfaces  courbes  sphériques  ou 
cyliudriques;  objectifs,  lentilles  convergentes  et  divergentes,  miroirs  concave3  et  convexes , 
sphère.  —  de  Romiti y.  Appareil  à  faire  le  vide. 

TJournal  des  Sociétés  scienti  fi  ques.  Pre  année,  n.  30-34.  Paris,  4." 
•Journal  (American  Chemical).  Voi.  VII,  2.  Baltimore,  1S85.  8.° 

Sulton.  The  Post-Mortem  Imbibiti. m  of  Arsenio.  —  Gooch.  A  Method  of  Filtration 
1, v  Means  of  Easily  Soluble  and  Easily  Volatile  Filters.  —  Smith  ani  Hosk  I     ctro- 

lysis  of  Molybdenum  Solutions.  —  Carter.    On  the  Detection  of  Adulterations  in  Oils.  — 
ter  and  Seubert.  On  the  Unit  Used  in  Calculating  the  Atomic  Weights.  —  Id.  id.  The 
Atomic  Weight  of  Silver  and  Prout's  li  Eyster's  Scheme  for  Quali- 

tativo Analysis.  —  Lehmann  and  Mager.  Estimation  of  Arsenio  in  Or...-,  Mattea  and  Me- 
tallic  Copper.  —  Norton.  Minor  Investigations.  —  beli.  The  Optical  Properties  of  Malie  and 
Tartaric  Acids. 

•Journal  (The  American)  of  science.  Voi.  XXX,  n.  176.  New  Haven,  1S85.  8." 

Dana.  Origin  of  Coral  Reefs  and   Islands.  —  Shepard.    Meteorite  of   Pormatlàn,  Ja- 

lisco,  Mexico.  —  Iddings  and  Cross.  Occurrence  of  Allanite  as  an  accessory  constituent  of 


—    CCXXXVIII    — 

many  rocks.  —  Penfield.  Cristals  of  Analcite  from  Phoenix  Mine,  Lake  Superior  Copper 
Region.  —  Mendunhall.  Differential  Resistance  Thermometer.  —  Bcckir.  Impact  Friction 
and  Faulting.  —  Trowbridge.  A  Standard  of  Light.  —  llidden.  On  Hanksite.  —  Dana  and 
Penfield.  Mineralogical  Notes.  —  Morley.  Amount  of  moisture  which  Sulphuric  Acid  leaves 
in  a  Gas.  —  Slone.  Locai  Defìections  of  the  Drift  Scratches  in  Maine.  —  Mayer.  Succes- 
sional  relations  of  the  species  in  the  French  Old-Tertiary. 

■Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXII,  Augnst  1885.  London,  8.° 
Thomson.  Colorimetrie  Method  for  Determining  Small  Quantities  of  Iron.  —  Mrklola. 
On  the  Constitution  of  the  Haluld  Derivatives  of  Naphthalene.  —  Drown  and  Morris.  On 
the  Non-crystallisable  Products  of  the  Action  of  Diastasc  upon  Starch.  —  Uixon  and  Lowe. 
The  Decomposition  of  Carbonio  Acid  Gas  by  the  Electric  Spark.  —  Turner.  The  Infiuencc 
of  the  Propertics  of  Cast  Iron.  —  Carneley  and  Thomson.  Brominated  Derivatives  of  Di- 
phenyl,  Tolylbenzene,  and  Ditulyl.  —  Dlounl.  On  the  Cause  of  the  Decrepitations  in  Sam- 
ples  of  socalled  Explosive  Pyrites.  —  Divers  and  Tetsukichi  Shimidzu.  The  Specific  Action 
of  a  Mixture  of  Sulphuric  and  Nitric  Acids  upon  Zinc  in  the  Production  of  Hydroxy- 
amine.  —  ld.  and  Tamémasa  llaga.  On  the  Behaviour  of  Stannous  Chloride  towavds 
Nitric  Oxide,  and  towards  Nitric  Acid.  —  ld.  and  Tetsukichi  Shimidzu.  On  the  Constitu- 
tion and  Reactions  of  Liquid  Nitric  Peroxide.  —  ld.  id.  On  the  Action  of  Pyrosulphurie 
Acid  upon  Certain  Metals. 

+ Journal  (The)  of  the  Linnean  Society.  Botany.  XXI,  134-137;  Zoology.  XVII, 
103:  XVIII,  104107;  XIX,  108.  London,  1884-85.  8.° 
Bot.  134.  hall.  Contributions  to  the  Flora  of  North  Patagonia  and  the  adjoining 
Territory.  —  Schaarschmidt.  Notes  on  Afghanistan  Alga.  —  Whi'e.  On  some  Pollen  from 
Funereal  Garlands  found  in  an  Egyptian  Tomb,  circa  B.C.  10U0.  —  Clarke  and  llooker. 
Notes  on  the  Flora  of  Parasnath,  a  Mountain  of  Northwestern  Bengal.  —  Rol/e.  On  Hya- 
localyx,  a  new  Genus  of  Turneracea?  from  Madagascar.  —  135.  Crombie.  On  the  Algo- 
Lichen  Hypothesis.  —  lìolfe.  On  the  Flora  of  the  Philippine  Islands,  and  its  probable  Deri- 
vation.  —  Barker.  Further  Contributions  to  the  Flora  of  Central  Madagascar.  —  136.  Druery. 
Observations  on  a  Singular  Mode  of  Development  in  the  Lady-Fern  (Athyrium  Filix- 
fo  emina).  —  ld.  Further  Notes  on  a  Singular  Mode  of  Reproduction  in  Athyrium  Fili  x- 
foemina,  var.  alarissima.  —  Bower.  On  Apospory  in  Ferns  (with  special  reference 
to  Mr.  Charles  T.  Diuery's  Observations).  —  Plowright.  Remaiks  on  the  Reproduction  of 
the  Heteraxious  Uredines.  —  Dyer.  Report  on  the  Botany  of  Mr.  H.  0.  Forbe  ;'s  Expedition 
to  Timor-Laut.  —  Morell  Holmet.  Remarks  on  Cinchona  Ledgerianaas  a  Species.  — 
Boper.  Note  on  Ranunculus  Lingua,  Limi.  —  Clarke.  Botanic  Notes  from  Darjeeling 
to  Tonglo  and  Sundukphoo.  —  Oliver  and  Hoofar.  List  of  Plants  collected  by  Mr.  Joseph 
Thomson,  F.  R.  G.  S.,  on  the  Mountains  of  Eastein  Equatorial  Africa.  —  137.  lìaker.  Further 
Contributions  to  the  Flora  of  Madagascar.  —  Second  and  Final  Part.  —  fìtdley.  The  Orchids 
of  Madagascar.  —  Zool.  103.  Ridley.  On  some  Stractures  liable  to  Variation  in  the  Subfamily 
Astrangiacese  (Madreporaria).  —  Walers.  Closure  of  the  Cyclostomatous  Bryozoa.  —  Bowdler 
Sharpe.  Contributions  to  the  Ornithology  of  New  Guinea.  —  Briant.  On  the  Auatomy  and 
Functions  of  the  Tongue  of  the  Honey-Bee  (Worker). —  Uunco.n.  On  a  new  Genus  of  Re- 
cent Fungida,  Family  Funginse,  Edw.  &  Haime,  a  ied  to  the  Genus  Microbacia,  Edw. 
&  Haime.  —  Bowdler  Sharpe.  Notes  on  a  Collection  of  Birds  made  by  Herr  F.  Bohndorff 
in  the  Bahr  el  Ghazal  Province  and  the  Nyaranyam  Country  in  Equatorial  Africa.  — 
104-105.  Duncan.  A  Revision  of  the  Families  and  Genera  of  the  Sclerodermie  Zoantharia. 
Ed.  &  H.,  or  Madreporaria  (M.  Rugosa  excepted).  —  106.  Bates.  Longicorn  Beetles  of  Ja- 
pan.  Additions,  chiefly  from  the  later  Collections  of  Mr.  George  Lewis:  and  Notes  on  the 
Synonymy,  Distribution,  and  Habits    of   the    previously    known  Species.  —   Hunl.  On  the 


—    GCXXÀ1X    — 

Influence  of  Wave-currents  on  the  Fauna  inhabiting  Shallow  Seas.  —  Brook.  Preliminare 
Account  of  the  Development  of  the  Lesser  Wecver  Fish  (Trachinus  v  ipera).— 107.  Huxley. 
On  a  new  Variety(?)  of  Chama.  allied  to  the  C.  arci  nella  of  Linnaus.  —  Davis.  On 
Heterolepidot ns  grandis,  a  Fossil  Fish  from  the  Lias.  —  lìrook.  On  some  Points 
in  the  Development  of  ìlotella  mustela,  Linn.  —  Day.  Belationship  of  the  Indian  and 
African  Freshw.iter  Fish-Faunas.  —  Ling  lìoth.  Notes  on  the  Habits  of  some  Australian 
Hymenoptera  Acul.ata.  —  Gunn.  Ornithological  Notes.  -  -  Harlog.  The  Morphology  of 
Cyclops  ani  the  EeUtions  of  the  Copepoda.  —  108.  Mivart.  Notes  on  the  Celebrai  Con- 
volutions  of  the  Carnivora.  —  Duncan  and  Perca  Sladen.  On  the  Family  Arbaciadae, 
Gray.  Part  I.  The  Morphology  of  the  Test  in  the  Genera  Caelopleurus  and  Arbacia. 

•Journal  of  the  r.  Microscopical  Society.  S^r.  2d  voi.  V,  4.  London,  1885.  8." 
Cheshire  and  Watson.  The  Pathogenic  History  and  Hbtory  under  "Cultivation  of  a 
New  Bacillus  (B.  alvei),  the  Cause  of  a  Disease  of  the  Hive  Bee  hitherto  known  as  Foul 
BrooJ.  —  Maddox.  Expeiiments  on  Feeding  some  Insects  with  the  Curved  or  "Comma" 
Bacillus,  and  also  with  Another  Bacillus  (B.  subtilis?J.  —  Hudson.  On  Four  New  Species 
of  the  Genus  Floscularia,  and  Five  other  New  Species  of  Eotifera. 

"Mémoires  de  la  Société  r.  des  sciences  de  Liège.  2°  sér.  t.  XII.  Bruxelles, 

1885.  8.° 

Mansion.  Sur  les  travaux  mathématiques  de  M.  Eugène-Charles  Catalan.  —  Calalan. 
Mélanges  mathématiques. 
fMémoii'es  et  compte  rendu  des  travaux  de  la  Société  des  ingénieurs  civils. 

Avril  1885.  Paris,  8.° 

Post.  Sur  les  traverses  métalliques  et  attaches. 
+Mittheilungen  des  deutschen  Archaologischen  Institutes  in  Athen.  Bd.  X,  2. 

Athen,  1885.  8." 

Marx.  Dioskurenartige  Gottheiten.  —  Fabricius.  Alterthumer  auf  Kreta.  Ili  Arehai- 
schen  Iuschriften.  —  Si/bel.  Asklepios  und  Alkon.  —  Nikitsky.  Zu  den  delphischen  Proxe- 
nenlisten.  —  Koehler.  Potamos.  Ein  Beitrag  zur  Geschichte  und  Topographie  der  atti- 
schen  Demen.  —  Lalischew.  Die  in  Russland  befindlichen  griechischen  Inschriften.  Zweiter 
Theil.  —  Ouerpfeld.  Die  Propylaen  der  Akropolis  von  Athen.  II  Ueber  die  Gestalt  des 
Sùdwestflugels.  —  Lvewy.  Kflnstlerinschiift  uus  Megara.  —  Koe'iter.  Numismatische  Bei- 
tràge.  Ili  Die  solonische  Miinzreform.  —  Fabricius.  Ein  bemaltes  Grab  aus  Tanagra.  — 
Mordtmann.  Inschriften  ans  Syrien. 
+Mittheilungen  des  Ornitologischen  Vereines  in  Wien.  Jhg.  IX,  1-7.  Section 

fur  Geflugelzucht  und  Brieftaubenwesen.  Jhg.  Il,  1  26.  Wien,  1885.4.° 
fMonatsblatter   des   Wissensehaftlichen  Club  iu  Wien.  VI  Jhg.  n.  11.  Wien, 

1885.  4.° 
•vNaturforscher  (Der).    Jhg.  XVIII,  27-31.  Berlin,  1885.  4.° 
tProceedings  of  the  American  Academy  of  arts  and  sciences.  N.  S.  voi.  XII. 

Boston,  1885.  8.° 

Gray.  A  revision  of  the  north-American  species  of  the  genus  Oxytropis.  —  Id.  On  some 
North-American  species  of  Saxifiaga.  —  Scudder.  A  Conti ibutiun  to  our  Knuwledge  of  pa- 
leozoic  arachnida.  —  Agissi;  and  Whilman.  On  the  development  of  some  pelagic  fish 
eggs.  —  Reig'iard.  On  the  anatomy  and  histol"gy  of  Aulophorus  vagus.  — Faxon. 
New  species  of  Cambarus.  —  Pickering.  A  Method  of  Measuring  the  absolote  sensiti- 
veness  of  Photographic  dry  plates.  —  Jackson.  On  the  reduction  of  Camphor  to  Borneol.  — 
Scudder.  Dictyoneura  and  the  allied  insects  of  the   carboniferous    epoch.  —   Marcou. 


—    CCXL    — 

The  «  Taconic  System  »  and  its  position  in  stratigraphic  geology.  —  Gray.  Contributions 
to  the  botany  of  North-Amcrica.  —  Farlow.  On  some  species  of  Gy  mnosporan  fri  uni 
and  Chrysornixa  of  tlie  U.  S.  —  Watson.  Contributions  to  American  botany.  —  Rogers. 
An  esaininatiun  of  the  standarts  of  lenght  constructed  by  the  Société  Génevoise.  —  Gooch. 
A  method  of  filtration  by  means  of  easily  solatie  and  easily  volatile  filters.  —  Pickering. 
Observations  of  variable  stars  1884.  —  Id.  A  Photographie  study  Of  the  Nebula  of  Orion. — 
Paurose.  Relation  between  snperficial  energy  and  thermo-electricity.  —  Gooch.  On  the 
separation  of  Titanium  and  Aliiminium.  —  McAdie  and  Mcflac.  Atmospherie  Electricity.  — 
Trowbridge  and  Mclìae.  The  effect  of  temperature  on  the  magnetic  permeability  of  iron  and 
cobalt.  —  Pickering.  Photography  of  the  iufra-red  region  of  the  Solar  spectrum.  —  Id. 
Method  of  determining  the  speed  of  photographie  exposers.  —  Id.  Prineiplés  involved  in 
the  construction-of  photographie  exposers.  —  Websters.  On  a  new  method  for  determining 
the  mechanical  ecjuivalent  of  the  beat.  —   Trowbridge.  A  standard  of  Light. 

:  Repertori um  der  Physik.  Bd.  XXI,  7,  8.  Munchen,  ,1885.  8.° 

7.  Obermayer.  Ueber  eine  Abanderung  an  den  Spiegelgalvanometern  fiir  absolute 
Messungen.  —  Braun.  Ueber  die  Thermoelektricitat  geschmolzener  Metalle.  —  ftlulter- 
Erzbdch.  Die  Dissociatiou  wasserhaltiger  Salze  und  daraus  abgeleitete  Folgerungen  tìber 
die  Constitution  der  Salzbestandtheile.  —  Exnur.  Ueber  eine  nene  Methode  zur  Bestimmung 
der  GrOsse  der  Molektìle.  —  Righi.  Ueber  die  Geschwindigkeit  der  circularpolarisirten 
Strahlen  im  Innern  eines  mit  Diehungsvermogen  begabteu  Korpers.  —  Hall  Ueber  die 
Drehtwg  der  Aequipotentiallinicn  eines  elektrischen  Stromes  durch  niagnetische  Wirkung.  — 
Wroblewski.  Ueber  die  Phanomene,  welche  permanente  Gase  bei  ihrer  Verdampfung  im 
Vacunm  zeigeu;  tìber  die  Grenze  des  Gebrauchs  von  WasserstofTthermometern  und  tìber 
die  Temperatur,  die  man  durch  verdampfenden  Wasserstoff  erhiilt.  —  8.  Abt.  Eefiexion 
des  Schalles  an  ebenen  Flachen.  —  Rolher.  Ueber. den  mathematisehen  Ausdruck  der  A-blen- 
kungskraft,  welche  durch  die  Umdrehung  der  Erde  um  ihre  Axe  hervorgebraeht  wird.  — ■ 
Kurz.  Eine  Formel  fùr  die  Ausdehnung  des  Wassers.  —  Id.  Anziehung  und  Abstossung 
durch  Capillarità!,.  —  Rontgen.  Versuche  tìber  die  elektromagnetische  Wirkung  der  dielektri- 
schen  Polarisation.  —  Battelli.  Die  sphàrische  Aberration  in  den  Spiegelteleskopen  von 
Gregori  und  Cassegrain.  —  Graelz.  Notiz  tìber  die  Grosse  der  MaxvveU'schen  Molecular- 
wirbel  und  tìber  die  Dichtigkeit  des  Lichtàthers.  —  v.  Lang.  Messung  der  elektromoto- 
rischen  Kraft  des  elektrischen  Lichtbogens.  —  Miiller-Erzbach.  Die  Wirkungsweite  von  der 
Molecularkraft  der  Adhàsion  und  die  Abnahme  derselben  bei  zunehmender  Entferuung. 
•Resumé  des  séauces  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séauce  da  17  juillet 

1885.  Paris,  8.° 
iRevue  (Nouvelle)  historique  de  droit  franfais  et  étranger.  9"  année,  juillet- 

aoùt  1885,  u.  4.   Paris,  8.° 

Gérardin.  Etude  sur  la  solidarité.  —  Tanon.  L'ordre  du  procès  civil  au  XIV'  siècle. — 
Roman.  Chartes  de  libertés  ou  de  privilèges  de  la  region  des  Alpes.  —  Pois.  Les  róles 
d'Oléron  et  leurs  additious.  —  d'Arbois  de  Jubainville.  La  puissance  paternelle  sur  le  fils 
en  droit  irlandais. 

IRevue  politique  et  littéraire.  3C  sér.  t.  XXXVI,  n.  5-9.  Paris,  1885.  4." 
■Revue  scientifique.  3°  sér.  T.  XXXVI,  d.  5-9.  Paris,  4.° 
•Rivista  trimensal  do  Instituto  historico,  geographico  e  ethuograpliico  do  Brazil. 

T.  XLV1,  1,  2.  Rio  de  Janeiro,  1884.  8.° 

Moreira  de  Azeveale.  Movimento  politico  de  Minas-Geraes  em  1842.  —  Rumiz-Galvào. 
Joào  Cointha,  senhor  de  Boles.  —  de  Alencar  Araripe.  Guerra  civil  do  Rio  grande  do  Sul.  — 
Marques.  0  dia  28  de  Julho.  —  Moreira  de  Azevedo.  Sabinada  de  Bahia  en  1831. 


—    CCXLI    — 

•3aniicicii  HoBopocciflcKaro  Oómecma  EcTecTuoiicnuTaTcìefi.  tomi  IX.  2.  X.  1. 

Checca,   1885  8.° 

IX.  2.  AHIPyCOBB.  reo.iorHiecKÌji  mc.iluoBaHiH  uà  Kep'iCHCKOMt  nojryoCTpoB*, 
npon3BeieHHua  Bt  1882  n  1883  rojaxi..  —  PEÌÌHrAPJTL.  A.-ii,ro.-iorniecKÌa  ii3c.itaoBani«. 
I.  MaTepiajiH  i.ia  Mop*ojroriH  n  CHCTenaTHKH  Bojopoc.iefi  lepiraro  utopa.  —  X.  1.  AKIIII- 
iliIEBl.  CnncoKi  iibbteobhxi,  paraemfi  r.  Eoirpsma.  —  EPO  3KE.  Oiepui,  *.iopH  r.  Esaie- 

pHHOCjaBa.  —  ME.1IIKOBT).  0  npOMBOIHHXl  H30MepHHXT>  kpotohobhxt,  KHMOT1,.  —  Bl'HIIH- 

CKIlì.  KpatKiiì  oqepKi  «avuti  .lusiaaoBi.  HoBopocciflcKaro  upaa.  —  PIIIIIABII.  Kb  homi 
o  TaKB  Ha3HBacMOMt  rajbBaHOTponinsit.  —  XMMEBCKIfì.  Ma-repiam  jjh  Mopa  Bojopn- 
c.ieiì  BeccapaficKofi  ryó.  —  ^OPOMiEBTj.  Maiepia.iH  sia  a.n.ro.iornqecKofi  MopH  ospecreo- 
deiì  KnmnneBa  (n  oiiacra  KmnnHeBCKaro  ytaja). 
i-Science.  Voi.  VI,  n.  127-132.  Cambridge,  1885.  4.° 

\:11.  Sanitation  and  science.  —  Vanderpoel.  Quarantines  and  their  scientific  value.  — 
Reilly.  How  to  deal  with  yellow-fever.  —  lìauch.  Chicago-River  pollution.  —  PumpeUy.  Soils 
and  health.  —  Remsen.  City  wells.  —  Corlhell.  The  ship-railway  between  the  Atlantic  and 
Pacific.  —  128.  Tbe  Tyndall  fellowships.  —  Dutton.  The  latest  volcanic  eruption  in  the 
Dnited  States.  —  Witdoek.  Comets  li  and  III  of  1884.  —  Cailletet.  The  liquefaction  ofoxy- 
gen.  —  Reed.  The  forras  of  ships.  —  129.  Shalcr.  Humanism  in  the  study  pf  nature.  — 
Gardiner.  An  Arizona  naturai  bridge.  —  Tbe  recent  agricultural  convention  at  Washing- 
ton. _  Sii-  Feter  Lumsden  on  the  tribes  upon  the  Afghan  boundary.  —  130.  llitchcuck. 
The  recent  land-slide  in  the  White  Mountains.  —  Whitfield.  An  Americani  Silurian  scor- 
pion.  —  Fletcher.  An  evening  in  camp  among  the  Omahas.  —  The  Mexican  axolotl,  and 
its  susceptibility  to  transformations.  —  M.  Has  man  a  tail?  —  Hate.  Etbnograpby  of  an- 
tarctic  America.  —  131.  Tbe  French  academy  in  its  origin.  —  Halletl.  Exploration  in 
ludo-China.  —  Tbe  last  cruise  of  the  Albatross.  —  Reform  in  geographical  orthography.  — 
The  telephone  in  Paris.  —  132.  Le  Conte.  Immortality  in  modem  thought.  —  Trite.  The 
British  museum  of  naturai  history.  —  McBride.  Vegetable  morphology  a  century  ago. 
Goethe.  —  Pickering.  An  attempt  to  pbotograph  the  solar  corona  without  an  eclipse.  — 
Steinen's  explorations  of  the  Xingu.  —  Rathbun.  A  crab  invasion.  —  Peabody.  Types  of 
ethical  theory. 

•Studies  (Johns  Hopkins  University)  in  historieal  and  politicai  science.  3d  ser. 
Vili.  Baltimore,  1885.  8.° 

Scott.  The  Influence  of  the  proprieters  in  founding  the  State  of  New  Jersey. 
•Transactions  and  proceedings  of  the  New  Zealaud  Institute  1884.  Voi.  XVII. 

Wellington,  8.° 
•Transactions  of  the  Connecticut  Academy  of  Arts  and  Sciences.  Voi.  VI,  2. 

New  Haveu,  1885.  8.° 

Emerton.  New  England  Spiders  of  the  Family  Epeiridse.  —  Chitlenden  and  Smith. 
Tbe  Diastatic  Action  of  Saliva,  as  Modified  by  various  Conditions  Studied  Quantitatively.  — 
WittisloTL  North  American  Conopids.  —  Verritt.  Third  Catalogue  of  Mollusca  recently  added 
to  tbe  Fauna  of  the  New  England  Coast  and  the  Adjacent  parts  of  the  Atlantic,  consi- 
sting  mostly  of  Deep  Sea  Species,  with  Notes  on  others  previously  recorded.  —  Bush 
Addltions  to  the  Shallow- water  Mollusca  of  Cape  Hatteras,  N  C,  dredged  by  the  TJ.  S. 
Fish  Commission  Steamer  "  Albatross  "  in  1883  and  1884.  —  Emerton.  New  England 
Lycosidre. 

■JVerhandelingen  (Nieuwe)  van  het  Bataafsch  Genootschap  der  Proefondervin- 
delijke  Wijsbegeerte.  2  R.  D.  Ili,  2.  Rotterdam,  1885.  4.° 
Heidema.  Der  Vruchtb.iarma.  King  vari  gronden  door  middel  van  Slib. 
Bullkttino-Rendiconti  —  Vol.  I.  :11 


—    CCXL1I    — 

TVerhandlungen  der  naturhistorischen  Vereines  d.  preuss.  Rheinlande,  West- 

faleus  ecc.  Jhg.  XLII,  1.  Bonn,  1885.  8.° 

Bóhm.  Der  Grunsaud  von  Aachen  und  seine  Molluskenfauna.  —  Brandis.   Der  Wald 
des  ansseren  Nordwestlichen  Himalaya.  —  Follmann.    Ueber    devonische    Aviculaeeen.    — 
Schenck.  Die  Biologie  der  Wassergewach.se. 
^Verhandlungen  des  naturbistorisch-medicinischen  Vereins  zu  Heidelberg.  N.F. 

Bd.  Ili,  4.  Heidelberg,  1885.  8." 

Kùhne.  Ueber  Form,  Structur  und  Entwicklung  der  motorisehen  Nervenendigung.  — 
Id.  Albumosen  und  Peptone.  —  Mays.  Notiz  uber  eine  bequeme  Bereitungsweise  des  neu- 
tralen  Lackmuspapieres.  —  Bernlhsen.  Studien  in  der  Methylenblaugruppe. 
■Viestnik  hrvatskoga   Arkeologickoga   Druztva.    Godina   VII,  3.   U  Zagrebu, 

1885.  8.° 

Ljubic.  Prima  scoperta  di  cimiteri  preistorici  di  urne  in  Croazia.  —  Vulelic-Vukasovic. 
Iscrizioni  antico-bosnesi  in  Stagno.  —  Id.  Iscrizioni  antico-bosnesi  in  Ercegovina.  —  Mili- 
novic.  San  Pietro  di  Klobuk. 
+  Wochenschrift  des  ost.  Ingenieur-  und  Architekten- Vereines.   X  Jhg.  n.  35. 

Wien,  1885.  4.° 
*Zeitschrift  der  deutschen  geologischen  Gesellscbaft.  Bd.  XXXVII,  2.  Berlin, 

1885.  8.° 

Walther.  Die  gesteinsbildenden  Kalkalgen  des  Golfes  von  Neapel  und  die  Entstehung 
structurloser  Kalke.  —  Hilgendorf.  Die  Steinheimer  Giirtelechse  Propseudopus 
Praassii.  —  Felix.  Kritische  Studien  flber  die  tertiare  Korallen-Fauna  des  Vicentius 
nebst  Beschreibung  einiger  ncuer  Arten.  —  Branco.  Ueber  einige  neue  Arten  von  Gra- 
phularia  und  uber  tertiare  Belemniten.  —  G&rich.  Ein  neues  fossiles  Holz  aus  der 
Kreide  Armeniens  nebst  Bemerkungen  uber  palaozoische  Holzer.  —  Sauer.  Mineralogische 
und  petrograpbiscbe  Mittheilungen  aus  dem  sachsischen  Erzgebirge.  —  Eck.  Das  Lager 
des  Ceratites  antecedens  Beye.  im  scbwàbischen  Musclielkalk.  —  Sanner.  Beitràge 
zur  Geologie  der  BalkanHalbinsel.  —  Toulu.  Ueber  einige  von  Herrn  H.  Sanner  im 
Sliven-Balkan  gesammelte  Fossilien.  —  Ululiseli.  Ueber  den  Unterkiefer  von  Mastodon- 
saurns  Silesiacus  n.  sp. 
■Zeitscbrift  der   ost.  Gesellscbaft    fiir   Meteorologie.  Bd.  XX,   August  1885. 

Wien,  4.° 

Hill.  Das  Klima  des  nordwestlichen  Himalaya. 
•Zeitscbrift  fiir  Mathematik  und  Physik.  Jhg.  XXX,  4.  Leipzig,  1885.  8.°. 

Somo/f.  Ueber  die  Bewegung  ahnlich-veranderlicber  ebener  Systeme.  —  Gr'ànfeld. 
Ueber  die  Bedingungen,  unter  denen  zwei  lineare  homogene  DiSerentialgleichungen  mebrere 
partikulare  Integrale  gemeinsarn  haben.  —  Witlenbaucr.  Die  Ebene  als  bewegtes  Element.  — 

n-(-m 

Biermann.  Ueber  n  simultane  Differentialgleiehungen    der   Form  2  Xp  da*  =  0.  —  Heger. 

P-=i 
Der  Doppelpunkt  symmetrischer  raumlicbei  Systeme.  —  Somnff.  Ueber  einen  Satz  von  Bur- 
mester.  —  Nicmòller.  Ueber    einen    aus    der    Potentialtheorie    hergeleiteten  geometrischen 
Satz.  —  Schlomilch.  Bemerkung  zum  vorigen  Aufsatze.  —  Krimphoff.  Zum  Sckwering'schen 
Liniencoordinatensystem. 


—  cosini  — 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  settembre  1885. 

Pubblicazioni  italiane. 

•  Boni  zzi    P.   —    Osservazioni   microscopiche   sulle   polveri   dell'aria.   Roma, 

1885.  4.° 
*Cardinali  F.  —  Una  gita  d'istruzione  nelle  miniere  dell'Inglesiente.  Sassari, 

1885.  8." 
^Catanzaro  C.  —  Cari  estinti.  Bozzetti  letterari.  2a  ed.  Firenze,  1874.  8." 
*ld.  —  Un  innamorato  sentimentale.  Novella.  Napoli,  1875.  8.° 
■II.  —  Triste  verità.  Racconto.  Firenze,  1882.  8.° 
'LI.  —  Altri  cari  estinti.  Bozzetti  letterari.  Firenze,  1884.  8.° 
'Chiari   C.   —   Scritti    postumi    con    prefazione    di    C.    Catanzaro.    Firenze, 

1885.  8.° 
'hi.  —  Profili  di  artisti  con  prefazione  biografica  di   C.  Catanzaro.  Firenze, 

1883.  8.° 
*D'Achiardi  A.  —  Diabase  e  diorite  dei  monti  del  Terriccio  e  di  Riparbella. 

Pisa,  1885.  8.° 
*Del  Pezzo  P.  —  Sulle  quadriche   polari  reciproche  di  se  stesse  rispetto  ad 

un'altra.  Napoli,  1885.  4.° 
'Ve  Seta  V.  —  Ester  ovvero  schiavitù  di  un  popolo.  Azione  drammatica  in 

5  atti.  Napoli,  1885.  8.° 
*Id.  —  Dell'arte.  Napoli,  1885.  8." 
*Lachi  P.  —  Sul  modo  d'intendere  le  varietà  di  origine  dell'arteria  ottura- 

trice.  Pisa,  1885.  8.° 

•  hi.  —  Ancora  un  caso  di  processo  sopracondiloideo  dell'omero  umano.  Bologna, 

1885.  8.° 

'l.ampertico  F.  —  L'istituto  di  S.  Maria  detto  delle  dame  inglesi  in  Vicenza. 
Vicenza,  1885.  8.° 

*Parlatore  F.  —  Flora  italiana  continuata  da  Teod.  Caruel.  Voi.  VI.  Corol- 
liflore.  Parte  2'.  Firenze,  18S5.  8." 

^Relazione  della  Sub-Commissione  di  S.  Giorgio  di  Nogaro  per  la  topografia 
della  Venezia  nell'età  romana.  Dall'Ausa  alla  Zellina.  Venezia,  1885.  4." 

'  Ricciardi  L.  —  Ricerche  chimiche  sulle  rocce  vulcaniche  dei  dintorni  di  Vi- 
terbo. Milano,  1885.  8.° 

•  Villa  G.  B.  —  Rivista  geologica  sulla  Brianza.  Milano,  1885.  8.° 

Pubblicazioni   estere. 

iAhlers  B.  —  Mittlieilungen  tieber  Lungen-  Echinococcen.  Rostock,  1884.  8." 
*Anderlind  L.  —  Der  Einfiuss  der  Gebirgswaldungen  im  nordlichen  Palàstina 
auf  die  Vermehrung  der  wiisseriugen  Niederschlage.  Kairo,  1885.  8." 


—    CCXLIV    — 

' Bardey  E.  —  Das  sechste  Consulat  des  Mavius  oder  das  Jalir  100  in  der 
Romischen  Verfassungsgescbiehte.  Brandenburg,  1884.  8.° 

■Birkmeyer  K.  —  Ueber  Ursachenbegriff  und  Kansalzusammenhang  im  Sfcra- 
frecht.  8.° 

"Bochlau  J.  —  Quaestionum  de  re  vestian'a  Graecorum  specimen.  Wimariae, 
1884.  4.° 

•  Boldt  P.  —  Xeuophontis  Vitae  specimen.  Posnaniae,  1885.  8.° 
"Biinker  C.  —  De  Theocriti  vita  carmiuibusque  subditiciis.  Rostochii,  1884.  8.° 
7Bruns  H.  —  Quaestiones  Asclepiadeae  de  Vinorum  diversis  generibus.  Par- 

chimii,  1884.  8.° 
T Busch  G.  —  De  bibliothecariis   alexandrinis   qui   feruntuv   primis.  Suerini, 

1884.  8.° 

'Dana  J.  —  Origiu  of  Coral  Reefs  and  Islanda  New  Haven,  1885.  8." 
*De  Maulde.  —  Pierre  de  Rohan   Due  de  Nemours  dit  le  Maréchal  de  Gié. 

Paris,  1885.  4.° 
■Ehrenberg   V.  ■ —  Die  Riickversicherung.  Rostock,  1885.  8.° 
■Eiìss  E.  —  Tetrallylammonium-Quecksilberjodide  als   Producte  der  Einwir- 

kung  von  Allyljodid  auf  weissen  Pracipitat.  Dirsehau,  1884.  8.° 

•  Expedition  (Den  Norske  Nordhavs-  )  1876-1878.  Zoologi  (Crustacea).  Chri- 

stiania,  1885.  4.° 
■Fritzsch  F.    V.  —  De  uumeris  doclimiacis.  Part.  Ili,  IV.  Rostochii,  1885.  8." 
THeat  in  its  mechanical   applications.  A  series    of  lectures   delivered  at  the 

Institution  of  civil  engineers  Sess.  18S3-84.  London,  1885.  8.° 
'  Hirth  F.  —  China   and  the  Roman    Orient  ;   researches   into  their  ancient 

and  medieval  relations,  as  presented  in  old  chinese  records.  Shanghai, 

1885.  8.° 

fHoff)nann  W.  J.   —  Bird  names  of  the  Selish,  Pah-Vta    and  Shashoni  In- 

dians.  S.  1.  1885.  8.° 
^  hi.  —  Remarks  on  aboriginal  art  in  California  and  Queen  Charlotte 's  Island. 

Washington,   1885.  8." 
;  tlorn  L.  —  Die  Bernfungsinstanz  im  Strafverfahren.  Berlin,  1884.  8.° 
iHumbert  G.  —  Thèses  présentées  à  la  faculté  des  sciences  de  Paris.  I.  Sur 
les  courbes  de  genre  un.  II.  Propositions  données  par  la  faculté.  Paris, 
1885.  4.° 
Justus  Perthes  in  Gotha  1785-1885.  Miinchen,  1885.  4.° 
Kubierschky  K.  —  Ueber  die  Thiophosphorsauren.  Rostock,  1884.  8.° 
Lampert   F.   — ■   Ueber   einige    Derivate   des   Trichlor  -para   Amidophenols. 

Rostock,  1885.  8." 
'Levasseur  E.  —  La  statistique  officielle  en  France.  Nancy,  1885.  4.° 

•  Moller  F.  —  Ziu  Transformation  der  Thetafunctionen.  Greifswald,  1884.  8.° 
ìMulert  II.  — ■  Ein  Beitrag    zur   Lehre  von   den   nervosen    Magenaffectionen. 

Rostock,  1884.  8.° 


—    CCXLV    — 

*  Petèrs  H.  —  De  recenseudis  Herocloti  historiaram  libris.  Wismariae,  1884.  8.° 
*Purves  J.  C.  —  Esquisse  géologique  de  l'ile  d'Antigoa.  Bruxelles,  1884.  8.° 
f  Reeker  F.  —   Die   Anwendung  des   Paraldehyd    als   Hypnoticum.   Rostock, 

1884.  8.° 

*  Schivar  z  F.  —  Ueber  die  metrischen  Eigenthumlichkeiten  in  Volframs  Par- 

zival.  Rostock,  1884.  8." 
f  Schocning  G.  —  Ueber  das  Vorkominen  des  Mastdamikrcbses  in  den  ersten 
beiden  Lebensdecennien.  Leipzig,  1885.  8.° 

*  Tischer  0.  —  Der  Strafbefehl  nach  den  Vorschriften  in  den  §§  447  bis  452  der 

Deutschen  Strafprocess  ordnung  von  1  Februar  1877.  Dresden,  1884.  8." 
^Wacker  L.  —  Seltene  Tumoren  in  der  Mamma.  Rostock,  1884.  8.° 
■  Ziegeler  G.  —  Die   Enrwirkung   des   Kaliumpernianganats   auf  die  Amido- 

sulfobenzolsiiuren    sowie    auf   einige    ihrer   Bromsubstitutionsprodukte. 

Stralsnnd,  18S4.  8." 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  settembre  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

"Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno  1885,  n.  13.  Roma,  1885.  8.° 
Papa  d'Amico.  Titoli  di  credito  di  antichi  mercanti  italiani. 

•Archino  storico  i  aliano.  Sei".  4"  t.  XVI,  5  (1885).  Firenze,  8.° 

Ferrai.  Documenti  relativi  al  processo  di  Pier  Paulo  Vergerlo.  —  Raumont.  Rawdon 
Brown.  —  Desimoni.  I  viaggi  e  la  carta  dei  fratelli  Zeno  veneziani. 

■Archivio  veneto.  N.  S.  Anno  XV,  f.  58.  Venezia,  1885.  8.° 

Cecchctti.  La  vita  dei  Veneziani  nel  1300.  Parte  IL  II  vitto.  —  Pinlon.  La  storia  di 
Venezia  di  A.  F.  GfrOrer.  —  Malamani.  Un  episodio  letterario  del  1827.  — Cipolla.  Ricerche 
sulle  tradizioni  intorno  alle  antiche  immigrazioni  nella  laguna.  —  Boni.  Il  muro  di  fon- 
dazione del  campanile  di  S.  Marco.  --  Berchet.  Un  ambasciatore  della  Cina  a  Venezia 
nel  1652.  —  Berlolini.  Le  scoperte  archeologiche  nelle  Provincie  venete,  durante  l'anno 
1884.  —  Id.  Epigrafi  recentemente  scoperte  nel  sepolcreto  concordiese.  —  Giorno.  Regesto 
di  alcune  deliberazioni  del  Senato  Misti  già  esistenti  nei  primi  14  volumi  distratti  (1290- 
1332)  e  contenute  nella  parte  superstite  del  volume  primo,  pel  periodo  da  1300  dicembre, 
a  1303  23  febbraio  m.  v. 
Atti  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Roma.  Anno  IX,  1.  Roma, 

1885.  8.° 

Giovenale.  Pielazione  della  Commissione  circa  la  questione  delle  perizie  giudiziali.  — 
Ceus.  Proposta  di  un  ponte-strada  da  costruirsi  in  Pioma  sul  Tevere  dirimpetto  al  palazzo 
di  giustizia.  —  Mora.  Di  Tor  de"  Conti  e  dei  diritti  del  pubblico  sopra  monumenti  che  si 
rinvengono  in  proprietà  private.  —  Ceselli.  Gli  organismi  viventi  nell'atmosfera. 
•Atti  e  Memorie  della  r.  Deputazione  di  storia  patria  per  le  provincie  di  Ro- 
magna, 3'  s.  voi.  Ili,  1,  2.  Bologna,  1885.  8.° 

Orsi.  Sui  centuroni  italici  della  prima  età  del  ferro  e  sulla  decorazione  geometrica 
e  rappresentativa  dei  bronzi  norditalici  dello  stesso  periodo.  —  Bagli.  Bandi  malatestiani.  — 
Ricci.  Frammento  della  Cronaca  bolognese  di  prete  Giovanni. 


—    CCXLV1    — 

*Atti  e  Memorie  della  Società  istriana.  Voi.  I,  f.  1,  2.  Parenzo,   1885.  8.° 

YassiUch.  Il  mito  degli  Argonauti  e  le  Assirtidi.  —  hi.  Statuto  della  città  di  Veglia.  — 
Caenazzo.  I  Mortecela  nel  territorio  di  Rovigno.  —  Gravisi.  Andrea  Antico.  —  Descrizione 
dell'Histria  di  D.  Fortunato  Olmo. 
•Bollettino  consolare.  Voi.  XXI,  7-8.  Roma,  1885.  8.° 

Karma.  Renseignements  sur  le  commerce  et  te  navigation  entre  le  royaume  d'Italie 
et  le  port  de  Stettin,  pendant  l'année  1884.  —  Nagar.  Commercio,  industria  e  navigazione 
italiana  nell'Uruguay.  Notizie  generali  del  paese.  —  Ihtitfeldt.  Rapportsurle  commercede 
la  Norvège,  pendant  l'année  1884.  —  Trauma/m.  Rapporto  sull'industria  ed  il  commercio 
di  Mannheim  nel  1884.  —  Provenzal.  Raccolta  e  commercio  dei  vini  a  Bordeaux  nel  1884.  — 
73.  Notizie  sulla  situazione  del  commercio  e  della  navigazione  nel  porto  di  Bordeaux  nel- 
l'anno 1884-  —  Gioja.  Movimento  commerciale  e  marittimo  del  porto  di  Callao  (Perù) 
pel  1884.  —  Pinzi.  Movimento  commerciale  della  China  nel  1884.  —  De  Haro.  Specchi  sta- 
tistici del  movimento  e  delle  riscossioni  del  canale  di  Suez  nel  1°  trimestre  1885,  e  mo- 
vimento e  riscossioni  del  mese  di  giugno  dello  stesso  anno.  —  Maina.  Stati  d'importazione 
e  d'esportazione  della  dogana  di  Massaua,  per  il  4°  trimestre  1884.  —  Palumbo.  Stati  della 
navigazione  italiana  nei  porti  di  Rosario,  Santa-Fè  e  Corrientes  nell'anno  1884. 
*  Bollettino  decadico  dell'Osservatorio  centrale  in  Moncalieri.  Anno  XIV,  1. 

Torino,  1885.  4.° 
•Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  17,  18. 

Napoli,  1885.  4.° 
+  Bollettino  della  Commissione  archeologica  comunale  di  Roma.  Ser.  3a  anno  XIII. 

2.  Apiv  giugno  1885.  Roma,  4.° 

llenzen.  Di  una  iscrizione  rinvenuta  presso  il  Monte  Testaccio.    —   de   Rossi.  Fram- 
mento di  bicchiere  vitreo  adorno  di  immagini  bibliche  lavorate  ad  intaglio.  —  Gnoli.  Di 
alcune  piante  topografiche  di  Roma  ignote  o  poco  note.  —   Visconti.  Una  pianta  di  Roma 
del  secolo  XIV  pubblicata  dal  sig.  Eugenio  Muntz. 
•Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  II,  2°  sem. 

luglio-agosto  1885.  4.° 
♦Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII  (1885)  n.  56-61.  Roma,  4.° 
•Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  16,  17.  Roma, 

1885.  4.° 
■Bollettino    meteorico   dell'Ufficio  centrale   di  meteorologia.  Settembre  1885. 

Roma,  4.° 
•Bollettino  settimanale   dei   prezzi  di  alcuni   dei  principali  prodotti  agrari  e 

del  pane.  Anno  1885,  n.  33-36.  Roma,  4.° 
•Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  7.  Luglio 

1885.  Roma,  4.° 
•Bollettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  XI,  5.  Roma,  1885.  8.° 

Di  Fede.  Un  caso  di  neurorafia  per  lesione  del  nervo  radiale.  —  Bompiani.  Distocia 
per  rara  mostruosità  fetale.  —  Badaloni-  Anomalia  di  conformazione  degli  organi  genitali 
maschili. 
•Bullettaio  delle  scienze  mediche.  Anno  LVI,  ser.  4,  voi.  XVI,  1,  2.  Bologna, 

1885.  8.° 

Ceccherelli.  Le  ernie  dell'ovaio.   —   Moglia.  Ospedale  maggiore  di  Bologna.   Sezione 


—    CCX1.V11     — 

chirurgica  diretta  dal  dott.  Medini.  Statistica  del  sessennio  1878-1883.  —  Modini.  Ancora 
dell'osteoclastia  strumentale  nelle  curve  rachitiche  delle  gambe  e  del  callo  deforme. 

•Circolo  (II)  giuridico.  Anno  XVI,  8.  Agosto  1885.  Palermo,  8.° 
Distefanu.  Della  decorrenza  dei  termini  nelle  citazioni. 

•Filosofia  delle  scuole  italiane    Anno  XV,  voi.  XXXI,  3;  XXXII,  1.  Roma, 

1885.  8.° 

xxxi.  3.  Ferri.  Di  alcuni  uffici  della  filosofia  nelle  condizioni  morali  del  nostro 
tempo.  —  Cecchi.  Pedagogia.  A  proposito  di  una  nuova  legge  sull'istruzione  secondaria, 
osservazioni  e  studi.  —  Labanca.  Storia  critica  delle  religioni.  Giudaismo  e  cristianesimo.  — 
La  filosofia  negli  Istituti  scientifici  di  scienze,  lettere  ed  arti.  —  xxxn.  1.  Masti.  Sulla 
natura  logica  delle  conoscenze  matematiche.  Contribuzione  alla  teorica  della  conoscenza.  — 
Labanca.  Storia  critica  delle  religioni.  Giudaismo  e  cristianesimo.  —  Valdarnini.  11  Ma- 
raiani  e  la  questione  economico-sociale. 
^Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Milano,  1885.  8.° 

Anfosso.  Del  valore    del    criterio  malacologieo   nella    determinazione   della  potabilità 
delle  acque.  —  Chiappali.  Studi  sull'esercizio  della  medicina  in  Italia  negli  ultimi  tre  secoli 
del  medio  evo. 
"^Giornale  di  scienze    naturali   ed  economiche.  Voi.  XV  (1883  84).   Palermo, 

1884.  4." 

Di  Stefano.  Sopra  altri  fosssili  del  titoaio  inferiore  di  Sicilia.  —  Cardani.  Sopra 
alcune  figure  ottenute  per  elettrolisi.  —  Lojacono.  Sulla  fecondazione  antogamica  e  dico- 
gamia nel  regno  vegetale.  —  Di  Stefano.  Sui  brachiopodi  della  zona  con  Posidonomya 
alpina  di  Munte  Ucina.  —  Gemmellaro.  Sui  fossili  degli  strati  a  Terebratula  aspasia  della 
contrada  Rocche  Eosse.  —  Cardani.  Sulla  durata  delle  scariche  rallentate. 
■^Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r.  Marina.  Anuo  XXXIII,  8.  Pioma, 

1885.  8.° 

landolo.  Cura  meccanica  degli  essudati  pleuritici.  —  Paoklti.  La  patogenesi  del  co- 
lera. —  Luchini.  L'acqua  dell'arsenale  del  1°  dipartimento  marittimo.  Analisi  chimica  e 
microscopica. 

•Gazzetta  chimica  italiana.  Appendice  Voi.  III,   16,  17.  Palermo,  1885.  8.° 
•Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  XI,  7.  Torino,  1885.  4." 

Sachcri.  Di  una  condotta  d'acqua  in  lungo  tubo  di  piccolissimo  diametro.  Notizie  ed 
esperimenti.  —  Crugnola.  Strada  ferrata  da  Clermnnt-Ferran  1  a  Tulle  con  diramazione  per 
Vendes  (Francia).  —  hi.  I  risultati  dell'esperienza  sui  ponti  di  ferro. 
* Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIV,  7.  Luglio  1885. 
Eoma,  4.° 

Tacchini.  Corona  solare  e  crepuscoli  rossi. 
■i-Monumenti  storici  pubblicati  dalla  r.  Deputazione  veneta  di  Storia    patria. 
Voi.  XI.  Venezia,  1884.  4." 

Amasco  L.  e  G.  e  Azio  G.  Diari  udinesi  dall'anno  1508  al  1541. 
+ Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2\  XVIII,  16. 

Milano,  1885.  8.° 

Rampoldi.  Sulla  genesi  del  Cheratocono.  —  Ascoli.  Si  pone  in  chiaro  il  par.  3  della 
Memoria  di  Kiemann:  La  teorica  delle  funzioni  abeliane.  —  Sorniani  e  Drugnatelli.  Ulteriori 
ricerche  sui  neutralizzanti  del  bacillo  tubercolare.  —  Raimondi.  Affinità  e  differenze  tossi- 
cologico-chimiche  della  gelseminina  in  confronto  della  stricnina.  —  Bertoni.  Fatti  siuTeteri- 
ficazione  per  doppia  decomposizione.  —  Sertoli.   Della  cariocinesi  nella  spermatogenesi.  — 


—   CCXI.YIH   — 
Corradi.  Le  ultime  infermità  e  gli  ultimi  anni  di  Torquato  Tasso.  —  Morigeri.  Un  palim- 
psesto  artistico. 

♦Rivista  critica  della  letteratura  italiana.  Anno  II,  4,  5.  Firenze,  1885.  4.° 
^Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Ser.  2a,  n.  17.  Conegliano,  1885.8.° 

Cerletli.  Ancora   sul   rimedio   contro  la  peronospora.  —  hi.  Assaggio   o   degustazione 
dei  vini. 
^Rivista  marittima.  Anno  XVIII,  9.  Seti  1885.  Roma,  8.° 

Chierchia.  Collezioni  per  studi  di  scienze  naturali  fatte  nel  viaggio  intorno  al  mondo 
dalla  r.  corvetta  «  Vettor  Pisani  »  (comandante  G.  Palumbo).  —  Maldini.  I   bilanci   della 
marina  d'Italia.  —  Le  manovre  della  flotta  russa  nel  1884.  —  Attacco   delle   barche  tor- 
pediniere francesi  contro  le  navi  cinesi  «  Tu  Tuen  »  e  «  Tcheng  King  ». 
*Studì  e  documenti  di  storia  e  diritto.  Anno  VI,  f.  3.  Roma,  1885.  8.° 

Gamurrini.  Della  inedita  peregrinazione  ai  Luogbi  santi    nel   quarto  secolo.  —  Ali- 
brandi.  Dichiarazione  di  uno  specchio  etrusco  del  museo  Kircheriano.  —  Re.  Statuto  ine- 
dito della  città  di  Bracciano.  —  Chiappali.  Nuovo   esame   del  manoscritto   pistoiese   giu- 
stinianeo. 
-i-Telegrafista  (II).  Anno  V,  7.  Roma,  1885.  8." 

Bracchi.  Esplorazione  di  un  campo  magnetico.  —  Gattino.  Compensatori  degli  effetti 
elettrostatici  sui  sistemi  a  duplice  trasmissione  simultanea.  —  La  conducibilità  elettrica 
delle  resine.  —  Dell'Oro.  L'elettricità  e  l'etere. 

Pubblicazioni  estere. 

*  Abhandlungen  der  kon.  Bai.  Akadernie  der  Wissenschafteu.  Philos.-philol. 
CI.  Bd.  XVII,  1.  Hist.  CI.  Bd.  XVII,  2.  Munchen,  1884-85.  4.° 
Fhilos.-philol.  Cl.  Meijer.  Ueber  die  Beobachtung  des  Wortaccentes  in  der  altlatei- 
nischen  Poesie.  —  Chrisl.  Homer  oder  Homeriden.  —  Ohlenschlagcr.  Die  rOraischen  Grenz- 
lager  zu  Passau,  Kiinzing,  Wischelburg  und  Straubing.  —  Hist.  Cl.  von  Bezold.  Kaiser 
Rudolf  II.  und  die  heilige  Liga.  Erste  Abteilung.  —  Stieve.  Wittelsbacher  Briefe  aus  den 
Jahren  1590  bis  1610.  Abteilung  I. 

'Abhandlungen  der  k.  Sàchs.  Gesellschaft  der  Wissenscliaften.  Math.-phys. 
Cl.  Bd.  XII,  2-4.  Philol.-hist.  CI.  Bd.  X,  1.  Leipzig,  1885.  4.° 
Phts.  Cl.  2.  Fechner.  Ueber  die  Methode  der  richtigen  und  falschen Falle  in  Anwendungen 
auf  die  Massbestimmungen  der  Peinheit  oder  extensiven  Empfindlichkeit  des  Raurasinnes.  — 
3.  Braune  u.  Fischer.  Die  bei  der  Untersuchung  von  Gelenkbewegungen  anzuwendende 
Methode  erlautert  am  Gelenkmechanismus  des  Vorderarms  beim  Menschen.  —  Klein.  Ueber 
die  elliptischen  Normalcurven  der  .Afte»  Ordnung  und  zugehiirige  Modulfunctionen  der  iV'en 
Stufe.  —  Phil.  Cl.  1.  Ribbeck.  Agroikos.  Eine  ethologische  Studie. 

•Abhandlungen  derNaturf.  Gesellschaft  zu  Halle.  Bd.  XVI,  3.  Halle,  1885.  4.° 

Kraus.  Ueber  die  Bluthenwarrne  bei  A  rum  italicum. —  li.  BotanischeMittheilungen. 

fActa  Societatis  scientiarum  Fennicae.  Tom.  XIV.  Helsingforsiae,  1885.  4." 

Lindelóf.  Statistiska  beràkningar  angaende  Finska  Civilstatens  enkeoch  pupillkassa.  — 

Ahlqvist.  Unter  Wogulen  und  Ostiaken.  —  Kihlman.  Zur  Entwickelungsgeschichte  der  Asco- 

myceten.  —  Mellin.  Om  en  ny  Kbss  af  transcendenta  funktioner,  hvilka  aro  nara  beslagtade 

med  gammafunktionen.  —  Hjell.  Ueber  zwei  neue  Lactongebende  ungesàttigte   Sàuren.  — 

Jìonsdur/f.  Bestimmung  von  reducirten  Systemen  temarer  Formen.    —  Elfving.  Ueber   den 

Transpirationsstrom  in  den   Pflauzen.   —    Stinddl.  Ueber  eine  Modiflcation  der  Topler-Ha- 

gen'schen  Quecksilberlnftpumpe.  —  lìeiikr.  Monographia  Anthocoridarum  orbis  terrestris. 


—    CCXI.IX     — 

i'Acta  Universitatis  Lundensis.  T.  XIX  (18S2-83).  Lumi,  1882-83.  4." 

Bàcklund.  Om  ytor  med  Constant  negativ  KrOkning.  —  Agardh.  Till  Algernas  Sy- 
stematik. —  Bcn/cmlal.  Bidrag  till  drtartade  Dikotyledoners  jUmfO rande  anatomi.  —  Ljung- 
striim.  Bladets  byggnad  inom  familjen  Ericineae.  —  Ahnfelt.  Schleiermachers  Lara  uni 
Angern.  —  von  Sydow.  Om  hyresaftal  rtirande  fast  egendom,  enligt  romersk  odi  svensk 
ràtt.  —  Thyrén.  Kritisk  framstallning  al'  Herbert  Spencer's  e  Principles  of  Psycology  ». — 
Cavalli/i.  Ad  Syntaxin  Thycydideam  et  Xenophonteam  Quaestiunculae  duo.  —  Edgren.  Quel- 
(jius  observations  sur  l'élément  roman  de  l'anglais.  considera  dans  ces  rapporta  au  francais 
moderne.  —  hi.  De  eodicibus  nounullis  Indici»,  qui  in  bibliotheca  Univ.  Land,  asservan- 
tur.  —  Cederseli ióld.  Fomsogur  Sudrlanda. 

fAnalele  Academiei  romane.  St.  II,  toni.  VII,  sec.   1  (1884-85).  Bucuresci, 

18S5.  4." 
^Anales  de  la  Sociedad  cientifica  argentina.  T.  XIX,  entr.  4-6.  Buenos.  Aires. 
18S5.  S.° 

4.  Lallemant.  Escurskm  minora  à  la  Cordillera  de  los  Ancles.  —  Bunge.  Proyecto  de 
un  puente  de  hierro  de  25  metros  de  lnz.  —  5.  Bunge.  Proyecto  de  un  puente  de  hierro 
de  25  metros  de  luz.  —  Berg.  QuinJecim  coleoptera  nova,  Faunae  Kespublicae  Argentinae.  — 
Id.  Khinoceropbis  Nasus  Gami.  Botbrops  Ara  mody  t  oides  Leyb.  Cuestiones 
sinonimicas  sobre  una  vfbora  de  la  Fauna  argentina.  —  6.  Spegazzini.  Fungi  guaranitiei.  — 
Berg.  Quindecim  lepidoptera  Nova,  Faunae  Eesoublicae  Argentinae  et  Uruguayensis.  — 
Paralaje  de  algunas  estrellas  del  hemisferio  sud. 

tAnnalen  der  Chemie.  Bd.  CCXXIX.  Leipzig,  1885.  8.° 

Behrend.  Versucbe  zur  Synthese  von  Korpern  der  Harnsàurereibe.  —  Eberl.  Zur  Con- 
stitution  des  Suecinylobernsteinsaureàtbers.  —  Sollucheri.  Ueber  die  Synthese  einer  neuen 
vierbasiseben  Saure  und  einer  Isomeren  der  Aconitsiiure.  —  Bamberger  und  Hooker..  Ueber 
das  Keten.  —  Bauer.  Ueber  die  Siedepunktsunomalien  der  cblorirten  Aoetonitrile  und  ibrer 
AbkommliDge.  —  Friedlànder.  Ueber  Nitrirung  von  Zimmtsàurederivaten.  —  Id.  und  Màhly. 
Nitrirnng  von  Paranitrozimmtsaure.  —  Id.  und  Lazurus.  Nitrirai  g  v  n  m-SfitrOzimratsaure, 
o-Nitroziramtsàure,  o-Amidozimmtsàure,  Carbostyril  und  p-Amido/.immtsàare. —  Bdtlinger. 
Ueber  Pyridintricarbonsiiure.  —  Wolff.  Ueber  einige  Abkommlinge  der  Lavulinsaure.  — 
Baker.  Ueber  Natriumorthovanadate  und  deren  Analogo.  —  Miehaelis.  Ueber  die  Verbin- 
dungen  der  Elemento  der  Stickstoffgrnppe  rait  den  Radicale!!  der  aromatischen  Reihe.  — 
Grae/f.  Ueber  das  Verhalten  einiger  Nitrotoluidine  gegen  redacirende  Substanzen.  —  Bauer. 
Ueber  Azobenzolthiosulfonsauren  und  Azobenzolsulfinsauren.  —  Schiff.  Ueber  sogenanntes 
Isopbloridzin. 

tAnnalen  der  Physik  und  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXVI,  1.  Leipzig,  1885.  8.° 

Elster  a.  Geilel.  Ueber  die  unipolare  Lcitung  erbitzter  Gase.  —  Kayser.  Ueber  neueve 
Thermosaulen.  —  v.  Beelz.  Ueber  galvanisclie  Trocken  demente  and  deren  Anwendnug  za 
electrometriicben  und  galvanometrischen  Messangen.  —  v.  Wroblewski.  Ueber  den  electri- 
seben  Widerstand  des  Kupfers  bei  den  hBchàten  Kaltegraden.  —  Pfei/fer-  Ueber  die  electri- 
sebe  Leitungsfàbigkeit  des  absoluten  Alkobols.  —  Willson.  Ein  empfindliches  Galvanome- 
ter  mit  messbarem  Reductionsfactor.  —  Homén.  Ueber  den  electriscben  Leitungswiderstand 
der  verdiinnten  Luft.  —  Wesendonck.  Ueber  das  Verhalten  der  Gasentladangen  gegen  einen 
glubendeu  Platinstreifen-  —  Winkelmann.  Ueber  die  DifTusion  der  Fettsàuren  und  Fettal- 
kohole  in  Luft.  Wasserstoff  nnd  Kohlensaure.  —  v.  Wroblewski.  Ueber  das  Verhalten  der 
flussigen  atmosphàrischen  Luft.  —  e.  Lang.  Messung  der  electromotorischen  Kraft  des  el  ictri- 
seben  Lichtbogens.  —  llankel.  Berichtigung  einer  Angabe  des  lini.  v.  Kolenko  in  Betreff 
der  tbermoelectrisehen  Vertbeilung  an  Bergkrystallen.  —  Lommel  Projection  der  Interi',  renz 

Bullet  riso-UE  ci  —   Vol.   I  32 


—  rei.  — 

der  Flussiekeitswellen.  —  Id.  Sichtbare  Darstellung  des  Brennpunktes  der  nltrarothen  Strahlen 
durch  Phosphoreschenz.  —  Blùmcke.  Ueber  die  Bestinimung  der  beim  Bunsen'seheii  Eisca- 
lorimeter  gescbiuolzenen  Eismenge. 

tAnnalen  (Mathematische).  Bd.  XXVI,  2.  Leipzig,  1886.  8." 

Pringsheim.  Ueber  die  Multiplicatiou  trigonoinetrischer  Reihen.  —  Id.  Ueber  analy- 
tische  Ausdriicke  rait  bebbaren  Unstetigkeiten.  —  Id.  Darstellung  der  zablentheoretiscben 
Functiou  E  (x)  durch  eine  unendlichen  Eeibe.  —  Schee/fer  t.  Ueber  die  Bedeutung  der 
Begriffe  „ Maximura  und  Minimum"  in  der  Variationsreehnung.  —  Mehmke.  Bemerkung  iiber 
die  Subdeterminanten  symmetrischer  Systeme.  —  Pasch.  Ueber  Viereck,  Vierseit  und  pro- 
jective  Verwandtsehaft  in  der  Ebene.  —  Pick.  Ueber  die  complexe  Multiplication  der  ellipti- 
schen  Functionen.  II.  —  Voss.  Ueber  P  o  n  celet-Zeutheu'sche  Polygone,  welcbe  einem 
Gebilde  zweiten  Grades  eingescbrieben  sinJ.  —  Zeuthen.  Théorie  des  figures  projectives  sur 
une  surface  du  second  ordre.  —  Bacharach.  Ueber  den  Cayley'schen  Scbnittpunktsatz.  — 
Brill.  Bemerkung  uber  pseudospliiirische  Mannigfaltigkeiten  von  drei  Dimensionen.  —  S turni. 
Beispiele  zu  den  Cremona'scheu  ebenen  Transfurmationen. 

•Annales  des  mines.  8'  sòr.  t.  VII,  3  livr.  de  1885.  Paris,  1885.  8.'1 

de  Grossoiwre.  Étude  sur  les  gisements  de  pbosphate  de  chaux  du  centre  de  la 
France.  —  de  Bovet.  Note  sur  l'état  actuel  de  la  legislatura  des  mines  au  Brésil.  —  Note 
sur  l'explosion  d'une  cìiaudière  verticale  aux  forges  d'Eurville  (Haute  -Marne;.  —  Aguillon. 
La  législation  des  mines  au  Japon.  —  Mahler.  Notice  sur  le  grillage  de  la  blende.  —  Ba- 
doureau.  Théorie  des  appareils  employés  au  lavage  des  matières  minérales. 

tAnnales  (Nouvelles)  de  mathématiques.  3e  sér.  Sept.  1885.  Paris,  8.° 

Legoux.  Sur  une  nouvelle  propriété  d'un  système  triple  de  surfaces  quartiques  homo- 
focales,  comprenant  comme  cas  particulier  la  surface  des  ondes.  —  Pumey.  De  la  partitiou 
des  nombres.  —  Cesavo.  Généralisation  de  l'identité  de  MM.  Tcbébycbew  et  de  Polignac.  — 
Barisien.  Concours  d'admission  à  l'École  centrale  en  1883:  Première  session.  Solution  de 
la  composition  mathématique.  —  Fauquemberrjue.  Questions  proposées  par  M.  Re'alis.  Solu- 
tions. —  Réalis.  Solution  des  mC-mes  questions.  —  N.  N.  Sur  les  solutions  en  nombres  en- 

tiers  de  lequation  — — j— =  y,  où  l'on  suppose  x  impair. 
o 

fAunales  seientifiquea  de  l'École  uomiale  supérieure.  3e  sér.  t.  II,  8.  Paris, 

1885.  4.° 

Goursal.  Sur  les  différentielles  des  fonctions  de  plusiears  variables  indépendantes. 
•Anzeiger  (Zoologisclier).  Jhg.  Vili,  n.  203,  204.  Leipzig,  1885.  8.° 

203.  Haacke.  Ueber  Standortsvarietaten  der  sudaustvalischen  Littorina  unifa- 
sciata.  —  Id.  Ueber  die  Urspriinglichen  Grundzablen  der  Medusen  und  Echinoderraen.  — 
LI.  Ueber  Helotes  scotus  und  Einer's  Théorie  der  Thierzeichnungen.  —  Id.  Diagnose- 
zweier  bemerkenswerther  sudaustralischer  Fische.  —  Delagó.  Sur  l'appareil  circulatoire  des 
Schizpoodes.  —  204.  Karseh.  Zur  Frage:  Saison-Dimorpbismus  bei  Spinnen?  —  Tichomi- 
ro/f.  Zur  Entwicklung  des  Schadels  bei  den  Teleosteern.  —  Bertkau.  Bemerkungen  zu  Suhim- 
kewitsch's  Notiz;  Sur  un  organe  des  sens  des  araignées.  — Reinhard.  Zur  Frage  ueber  die 
Entwicklung  der  Samenkorper. 
•Archiv  der  Mathematik  und  Physik.  2  R.  Tlieil  II,  3.  Leipzig,  1885.  8.° 

Domsch.  Die  Darstellung  der  Flàchen  vierter  Ordnung  rait  Doppelkegelschnitt  durch 
byperelliptische  Functionen.  —  Tcixeira.  Ueber  einen  Satz  der  Zahleutheorie.  —  lloppe. 
Zura  Molins'schen  Problem.  —  Id.  Bewegung  eines  senkrecbt  empor  gewoifenen  Korpers.  — 
Pabst.  Die  Cono-Cunei.  —  Vàlyì.  Mehrfach  collineare  Dreiecke  bei  Kegelsehnitten.  — ■  Zelbr. 
Ueber  drei  geonutrische  KreisOrter.  —  Seellw/f.  Ueber  die  vollkommeueu  Zahlen;  insbesondere 


—   CCLI   — 

Bber  die  bisjetzt  zweifelhafteu  Falle  2.«(2^—  1),  2.40('2<:  — 1)  und  2».  {2^— 1).  —  hi.  Zur 
Analyse  sehr  grosser  Zahlen.  —  5ani'o.  Bemerkungen  iiber  GleichungsaufliJsung. 

*Archives  néerlandaises  des  sciences  exactes  et  uaturelles.  T.  XX,  1,  2.  Har- 
lem,  1SS5.  8.° 

1.  Verbeek.  Sur  la  determinatimi  du  temps  de  la  plus  forte  explosion  du  Krakatau, 
le  27  aoùt  1883.  —  ten  Kale.  Description  d'un  cràne  d'indien  moqui.  —  Micliaclis.  Sur  la 
tbdorie  de  la  rotation  des  molécules  dans  un  corps  solide.  —  de  Vries.  Une  expérience  de 
cours  sur  la  dift'usion. —  Schoute.  Snr  la  construction  de  courbes  unicursales  par  points  et 
tangentes.  —  2.  van  Wissdingh.  La  gaìne  du  cylindre  centrai  dans  la  racine  des  pbauéro- 
games.  —  Gillay,  L'eniploi  de  la  pile  auxiliaire  dans  la  téle'plionie.  —  Lorentz.  Sur  l'applica- 
tion aux  pbénomènes  tbermo-électriques  de  la  seconde  loi  de  la  tbéorie  mécanique  de 
la  cbaleur. 
~;  Beobacbtungen  (Maguetiscbe)  des  Tifliser  physical.  Observatoriuins  im  Jahre 

1883.  Tiflis,  1885.  8.° 
■  Beobacbtungen    (lleteolorogiscbe)   des  Tifliser  physikal.  Observatoriuins  ini 

Jahre  1884.  Tiflis,  1885.  8.° 
•Bericbt  ueber  die  k.  Techniscbe  Hochschule  zu  Miinchen  1884-85.  Munchen, 

1885.  4.° 
•Berichte   der   deutschen   Cheruischen   Gesellscbaft.  Jbg.   XVIII,  13.  Berlin, 

1885.  8.° 

Baeyer.  Ueber  Polyacetylenverbindungen.  —  Bonz.  Synthese  der  Tbiopbendicarbon- 
saure.  —  Id.  Ueber  die  Bromirung  der  «-und  der  p-Thiophensàure.  —  Buchka.  Ueber  die 
Einwirkung  von  Chlorscbwefel  auf  Natriumacetessigester.  —  Buchner  und  Curtius.  Syn- 
these  von  Ketonsàureatbern  aus  Aldehyden  und  Diazoessigàtber.  —  fd.  id.  Ueber  die  Ein- 
wirkung  von  Diazoessigàtber  auf  aromatisebe  Koblenwasserstoffe.  —  Chandelon.  Beitrag  zmu 
Studium  der  Peptonisation.  Cbemiscbe  Theorie  der  Venlauung.  —  Ciamician  und  Magnaghi. 
Ueber  die  vom  Pyrrol  abstammenden  Baseu.  —  Comslock  u.  Koenigs.  Zur  Kenntniss  der 
Chinaalkaloule.  III.  —  Diehl  and  Einhorn.  Ueber  Oondensationsproducte  von  Zimrataldehyd 
mit  Aceton.  —  Id.  id.  Ueber  Condeusationsproducte  von  Ortbonitrozimmtaldebyd  mit 
Aceton.  —  Id.  id.  Ueber  die  Herstellung  von  Ortho-  und  Paranitrozimmtaldehyd.  — 
Diìnschmann  und  Pechmann,  von.  Ueber  Substitutionsproducte  der  Acetondicarbonsaure.  — 
Engel.  Ueber  ein  ueues  Cumidin.  —  Engler.  Ueber  den  Gehalt  der  verschiedenen  ErdSl- 
sorten  an  Pseudocumol  nnd  Mesitylen.  —  hi.  Ueber  die  directe  Bildung  des  Ortbonitro- 
acetophenons  bei  Nitriren  des  Acetopbenons.  —  Id.  und  Ilassenkamp.  Ueber  einige  Deri- 
vate des  Dibromacetopbenons.  —  Id.  und  liiehm.  Ueber  die  Einwirkung  von  Aceton  auf 
Anilin.  —  Falck.  Ueber  die  Einwirkung  von  Cbloikohlensaureathylather  und  Carbonyl- 
chlorid  auf  Benzenylamidoxiro.  —  Feer  und  Koenigs.  Ueber  einige  Derivate  des  Metbylhy- 
drochinolins.  —  Id.  id.  Ueber  einige  Derivate  des  Carbostyrils  und  des  1-Oxypyridins.  — 
Fischei-  und  BCtloiv.  Ueber  das  Benzoylaceton.  —  Gabriel.  Zur  Kenntniss  des  Benzylidenpbta- 
lids  (IL'.  —  Id.  Zur  Kenntniss  des  Metbylenplitalids.  —  Geigy  und  Koenigs.  Ueber  einige 
Derivate  des  Benzophenons.  —  Goldschmidl  u.  Zùrrcr.  Ueber  das  Carvoxim.  —  hi.  und 
Schmid.  Ueber  die  Nitrosophenolc.  —  Griess.  Ueber  Acidammoniumbasen.  —  hi.  Ueber 
einige  Abkummlinge  der  Cyaucarbiniidamidobenzoesàure  und  des  Bicyanamidobenzoyls.  — 
Gross.  Ueber  Abkomrnlinge  des  r'benyloxatbenylamiJoxims.  —  Gubbe.  Ueber  das  optisebe 
DrebungsvermOgen  des  Invertzuckcrs.  —  Ilaller.  Ueber  Sylvia-  und  Pimarsiiure.  —  Heydrieh. 
Ueber  Triphenylamin.  —  Hill  und  Palmer.  Ueber  Sulfobrenzscbleimsaoren.  —  Hofmann. 
Ueber  die  Sulfocyanursaure.  —  Uo/f  vani.  Ueber  das  Eintreten  der  kritischen  Erselieinun- 
gen  bei  chemischer  Zersetzung.  —  Id.  jr.  vani,  BeitrSge  znr  Kenutniss  der  iepfels&ure.  — 


—    CCLIl    — 

llomolka  und  Stolz.  Ueber  die  Jodpropargylsaure.  —  Jackson  und  llartshorn.  Ueber  die  Ein- 
wirknng  von  Chrombyperfluorid  auf  BenzoSsaure.  —  Kahlbaum.  Aus  der  Beziehung  der 
Siedetemperatur  zum  Luftdruck  abzuleitende  GrOssen.  —  Id.  Brecbungsindices  der  drei 
Acrylsauremethylester  (Berichtigung).  —  Kleemann  und  Wense.  Ueber  K-Diamidophenan- 
tlnenbydrochinon.  —  Kluge.  Chlor-Paraxylidin,  Mono-  und  Dichlorparaxylol.  —  Knorr  und 
i.  Deber  die  Einwirkung  des  p-  und  o-Nitrobenzoylacetessigesters  auf  Phenylbydra- 
zin.  _  hi.  und  Olschewsky.  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Verbindungen  der  Antimonsàure 
mit  Kalium  und  Natrinni.  —  Id.  Zur  Kenntniss  der  Perawolframate.  —  Knudsen.  Ueber 
Abkommlinge  des  Pbenylathenylamidoxims.  —  Koslanecki  und  Niemeritowski.  Ueber  die  iso- 
meren  Dioxydiinetbylantbrachinone.  —  Kreckeler  und  Toìlens.  Ueber  y-Methylhydroxyglutar- 
sàure  aus  Lavulinsàure  und  die  entsprechende  Lactonsaure.  —  La  Coste.  Ueber  ein  neues 
Verfabren  zur  Bestimmung  der  Dampfdichte  bocb  siedender  Substauzen  im  luftverdiinnten 
Baam.  —  Lachowicz  und  Nencki.  Ueber  das  Parabamoglobin.  —  Laudi.  Ueber  ein  neues 
Verfabren  zur  Darstellung  von  Additionsprodueten  der  untercbloringen  Saure.  —  Laivson. 
Ueber  die  Einwirkung  von  Diazoverbindungen  auf  P-Naphtylamin  und  iiber  «-/J-Naphty- 
lendiamin.  —  Lepsius.  Ueber  die  Abnabme  des  gelosten  Sauerstofts  im  Grundwasser  und 
einen  einfachen  Apparat  zur  Entnabme  von  Tiefproben  in  BohrlOcliern.  —  Id.  Ueber  den 
Wassergehalt  verscbiedener  Holzpapierstoffe.  —  Lctckarl  und  Schmid!.  Ueber  die  Einwirkung 
von  Phenylcyanat  auf  Pbenole  und  Phenolàthei.  —  Id.  Ueber  eiue  neue  Bildungsweise 
von  Tribenzylamin.  —  Id.  Ueber  symmetrisebe  und  unsymmetriscbe  Dimetbylbernstein- 
siiure.  —  Levi.  Ueber  Benzyloxantbranol.  —  Levy.  Zar  Constitution  der  Chloranilsaure.  — 
Liebermann  und  Kostanccki.  Ueber  einige  von  der  Stellung  bedingte  Beactionen.  —  Id. 
Zur  Constitution  der  Alkyloxanthranole.  —  Limpricht.  Ueber  Sulfonsanren  und  Disulfon- 
siiuren.  —  Id.  Ueber  Hydrazinveibindungen.  ■ —  Loeb.  Ueber  die  Einwirkung  von  Pbosgen 
auf  Aethenyldiphenyldiamin.  —  Lów.  Ueber  die  Einwirkung  der  raucbenden  Salpetersaure 
auf  p-Xylylenbroraid.  —  Limge.  Eine  Modìfìcation  des  Nitrometers  zum  Gebrauche  als  Ureo- 
meter  und  fiir  andere  Zwecke.  —  Merck.  Kiinstliches  Cocai'n.  —  Messinger.  Ueber  das  Tbi- 
oxen  des  Steinkobleutheers.  —  Meyer.  Ueber  Chlor-  und  Bromubertrager.  —  Id.  Bemerkung 
zu  der  vorstehenden  Arbeit  des  Hrn.  Bonz  uber  die  Tbiopbensauren.  —  Michael.  Neue  Syn- 
tbese  von  Pyridinderivaten  aus  Acetessig-atber,  Aldehyden  und  Ammoniak.  —  Michaclis 
und  La  Coste.  Ueber  Phenoxyldipbenylphosphin  und  einige  seiner  Derivate.  —  Id.  id.  Ueber 
die  Valenz  des  Pbospbor?.  —  Mùller.  Ueber  Benzenylamdoxim-;j-carbonsàure.  —  Nahnsen. 
Ueber  die  Einwirkung  von  Chlorkohlensàureàther  und  Natriumamalgain  auf  Dijodtbiopben. — 
Norton  und  Alien.  Ueber  die  Einwirkung  der  verdiinnten  Salpetersaure  auf  die  Anilide.  — 
Oitermayer.  Ueber  das  Coffeinchlorjod.  —  Otto  und  lìóssing.  Beitrage  zur  Losung  der  Fraga 
nach  der  Constitution  der  Sulfinsaure.  —  Paal.  Synthese  von  Tbiophen-  und  Pyrrokleri- 
vaten.  —  Id.  Ueber  die  Einwirkung  von  Phosphorpentaselenid  auf  das  Acetonylaceton.  — 
Pechmann  und  Stokes.  Ueber  die  Einwirkung  von  Ammoniak  auf  Acetondicarbonsaureather.  — 
Prayer.  Ueber  einige  Derivate  des  Naphtalins.  —  lìaschig.  Einwirkung  des  Broms  auf  Di- 
methylamin.  —  Reimcr  und  Will.  Ueber  das  Fett  der  Friicbte  von  Myristica  surinamensis. — 
Ilóttger  und  Prechl.  Die  Bestimmung  geringer  Mengen  Cblornatiium  neben  Cblorkalium.  — 
Salomonson.  Ueber  die  Nitrophenylparaconsauren.  —  Schedi.  Ueber  die  bei  Erwarmung 
ttattrindende,  allgemeine  Relation  der  Abnabme  der  Steigbohe  in  Capillaren  und  Trennungs- 
gewicbte  von  Adbasionsplatten  zu  der  gleichzeitigen  Abnabme  der  specifiseben  Gewicbte.  — 
A/.  Bezieliungen  zwiseben  den  Capillarconstanten  der  Glieder  bomologer  Reiben  in  Bezug 
auf  das  specifisebe  Gewicbt.  —  Schall.  Ueber  eine  Relation  dei"  Molekeldurehmesser.  — 
Id.  Relation  der  Ausdelmung  einiger  Substanzen  im  Gas-,  Dampf-  und  Flussigkeitszustand 
zur  absoluten  Temperatur.  —  Id.  Ueber  eine  Abanderung  des  Petterson-  und  Ekstrand'schen 
veieinfachten  Verfahrens  der  Dampfdichtebestimmung  nacb  Dumas.  —  Schòplf.  Ueber  De- 
rivate des  m-Nitrobenzenylaraidoxims  und  des  Jii-Xitrobenzenylazoximbenzenyls.  —  Scliulz. 


—    COi. Ili    — 

Ueber  die  Einwirkung  von  AnhydriJen  zweibasischei  Sàuren  auf  Benzenylamidoxim.  — 
Schumann.  Ueber  Siedetemperatnr  uni  Drnck.  —  Senier.  Beitrag  zur  Geschichte  der  For- 
nivi- und  Thiofurmyl-Verbindungen  des  Anilins  und  seiner  Horaologen.  —  Snape.  Ueber 
die  Einwirkung  von  Phenylcyanat  auf  einigo  Alkohole  und  Phenole.  —  Sladler.  Ueber  einige 
Verbindungen  des  Thiophens.  —  Tharne.  Ueber  die  Umwandlung  voli  Ketous&uren  va  unge- 
sàttigte  Lactone.  —  Tiemann.  Ueber  Reactionen  der  Amidoxime.  —  [filmami.  Zur  Kennt- 
niss  der  Derivate  des  Triphenylmethans.  —  Wagner.  Zur  Oxydation  der  Ketone.  —  Zurrer. 
Notiz  ùber  die  Campholensàure. 
"'Beri  eh  te  ueber  die  Sitzungen   der   Naturforschenden  Gesellsehaft   zu  Halle. 

Halle,  1884.  8.° 
tBeiielite  ueber   die   Yerhandlungen   der  k.  Siichs.  Gesellsehaft  der  Wissen- 

schaften.  Math.-phys.  CI.  1884,  I-II;  1885,1-11.  —  Philol.-hist.  CI.  1884, 

I-IV;  1885,  Leipzig,  1884-85.  8.° 

Math.-Phys.  Cl.  1S84.  —  ìiohn.  Ueber  die  Entstehung  eines  beliebigen  y-fachen 
Punctes  einer  Flaehe  aus  dem  gewOhn lichen  z-fachen  Punct.  —  Ktiop.  Ueber  Erzeugung 
uni  Ausscheidung  von  zweifach  harnsaurem  Ammoniak  dureh  die  Larve  der  Kleiderniotte.  — 
Rokn.  Einige  specielle  Falle  der  Eummer*sehen  Flaehe.  —  Fischer.  Note  ùber  conforme 
Abbildung  gewisser  spbariscber  Dreiecke  durch  algebraiscbe  Functionen.  —  Engel.  Ueber 
die  Ab  Tschen  Relationen  fur  die  Theilwerthe  der  elliptiseben  Functionen.  —  lìohn.  Ueber 
Fliichen  4.  Ordnung  mit  acht  bis  sechzehn  Enotenpuncten.  —  Klein.  Zur  Tbeorie  der 
elliptiseben  Functionen  »ter  Stufe.  — Mayer  Zur  Aufstellung  der  Kriterien  des  Maximums 
and  Minimams  der  einfachen  Integrale  bei  variabeln  Grenzwerthen.  —  Sehur.  Zur  Theorie 
der  Flàchen  dritter  Ordnung.  —  Segre.  Sur  un  cas  particulier  de  la  surfaee  de  Kummer. 
Lettre  à  M.  K.  Rohn.  —  Ambronn.  Zur  Mechauik  des  Winders.  —  Scheibner.  Ueber  eine 
Tran-formationtionsformel  fiir  Doppelintegrale.  —  Hurwitz.  Ueber  Relationen  zwischen 
Elassenanzablen  binàrer  quadratischer  Fornien  von  negativer  Determinante.  —  1885.  Ualtser. 
Eine  Erinnerung  an  Mdbius  und  seinen  Freund  Weiske.  —  Mayer.  Begrùndung  der  Lagran- 
ge'schen  Multìplicatorenmethode  in  der  Variationsrechnung.  —  Pick.  Zur  Tbeorie  der  com- 
plexen  Mnltiplication  der  elliptischen  Functijnen. — Molien-  Ueber  gewisse  in  der  Theorie 
der  elliptischen  Functionen  auftretende  Einheitswurzeln.  —  Knop.  Ueber  die  Aufnabme  ver- 
schiedener  Substanzen  durch  die  Pflanze,  welche  niebt  zu  den  Nàhrstoffen  gehOren.  — 
Brunì.  Ueber  die  Rotation  eiues  starren  KìSrpers.  —  Papperilz.  Zur  algebraischen  Transfor- 
mation  der  hypergeornetrisehen  Functionen.  —  Klein.  Neue  Untersuchungen  ùber  ellipti- 
sche  Modulfunctionen  der  niedersten  Stufen. —  Schee/fer.  Ueber  die  Bedcutung  der  Begriffe 
«  Maximum  und  Minimum  »  in  der  Variationsrechnung.  —  Reinhard!.  Zu  Mubius'  Polyeder- 
theorie.  —  Bis.  Vorlegung  der  Tafeln  IX-XIV  seines  embryologischen.Atlas.  —  Schenk. 
Ueber  Sigillariostrobus.  —  Ambronn.  Zur  Mechanik  des  Windens.  IL  Theil.  —  von  Frej  und 
E.  Wiedemann.  —  Ueber  die  Verwendung  der  Holtz'schen  Maschine  zu  physiologisehen  Reizver- 
suchen.  —  Credner.  Die  obere  Zechsteinformation  im  KOnigreich  Sachsen.  —  Diede)  manh. 
Ueber  Multiplicatorgleichungen  hoherer  Stufe.  —  Hurwitz.  Ueber  die  Elassenzahlrelationen 
und  Modularcorrespondenzen  primzabliger  Stufe.  —  von  Dechlerew.  Untersuchungen  ùber 
die  Schleifenschicht.  —  Fischer.  Studien  uber  die  Siebró'hren  der  Dicotylenblàtter.  —  riiiL.- 
HIST.  Cl.  1884.  Fleischer.  Studien  ùber  Dozy's  Supplément  aux  dictionnaires  arabes  III.  — 
Eberl.  Ueber  das  angelsachsische  Gedicht  :  Der  Traum  vom  heiligen  Kreuze.  —  Leskien. 
Die  Partikel  -am  in  der  Declination.  Ein  Beitrag  zur  Analyse  der  indogermanischen  C'a- 
susendungen.  —  l'ùckerl.  Ueber  die  kleine  Lorscher  Frankenchronik  (Annales  Laurissenses 
minores),  ihre  verlorene  Grundlage  und  die  Annales  Einharti.  —  Windisch.  Eiu  mitteli- 
risches  Kunstgedicht  ùber  die  Geburt  des  KCnigs  Aed  Siane.  Mit  Beitragen  zur  irischen 
Metrik.  —  Spring  r.  Ueber  den  Physiologus  des  Leonardo  da  Vinci.  —  Fleischer.  Beitrage 


—    CCL1V    — 

■/.ut  arabischen  Sprachknnde  (Zehnte  und  letzte  Fortsetzung).  —  lluinze.   Ueber  Prodikos 
aus  Keos.  —  Windisch.  Ueber  die  irische  Sage  Noinden  Ulad.  —  1885.  Hirzel.  Ueber  Eund- 

zahlen. Schreiber.  Ueber  unedirte  ramisene  Fundberichte.  —  Fleischer.  Ueber  Ibn-Loyón's 

Lehrcedicht  von  dem  spanischen-  arabischen  Land-  und  Gartenbau.  —  llultsch.  Ueber  die 
Spharik  des  Theodosius  und  einige  edirte  mathematische  Teste. 

Biliang  till  Kong].  Svenska  Vetenskaps-Akademiens  Handlingar.  Bd.  VI- Vili. 

Stockholm,  1882-84.  8. 

vili.  Edlund.  Untersucbnngen  uber  die  Wàrmeveranderungen  an  den  Polplatten  in 
einem  Voltameter  beim  Durcbgange  eines  elektriscben  Strouis.  —  tìordenskióld.  Om  bro- 
derna  Zenos  resor  och  de  iildsta  kartor  ofver  Norden.  —  Forsell.  Studier  efver  Cephaloi- 
derna.  Bidrag  till  kannedomen  om  Lafvarnes  anatomi  ocb  utveeklingshistoria.  —  Malm. 
Skelettdelar  af  hval  insamlade  under  expeditionen  med  Vega  1878-1880.  —  Bróggei:  Ueber 
Krystalle  von  Thorium.  —  Klercker  do.  Eechercbes  sur  la  structure  anatomique  de  l'Aphy- 
lanthes  Monspeliensis  Lin.  —  Hamberg.  Sur  la  variation  diurne  de  la  force  du  vent.  — 
Tigcrstedt  und  Willhard.  Die  Muskelzuckung  in  ihrer  Abhangigkeit  von  der  Starke  elektri- 
scben Keizung.  —  Lindslróm.  Index  to  tbe  generic  names  applied  to  the  Corals  of  the 
palffiozoic  formations.  —  Klercker  de.  Eecbercbes  sur  la  dispersion  prismatique  de  la  lu- 
mière. Second  Mémoire.  —  Auriviliius.  Eine  Anguillulide  aus  der  Schneefauna  Spitzber- 
gens.  —  Lundgren.  Bemerkungen  uber  die  von  der  schwediscben  Expedition  nach  Spitz- 
bergen  1882  gesammelten  Jura-  und  Trias-  Versteinerungen.  —  Arrhenius.  Eechercbes 
sur  la  conductibilité  galvanique  des  électrolytes.  I.  La  conductibilité  galvanique  des 
solutions  aqueuses  extrémement  diluées,  déterminée  au  moyen  des  dépolarisateurs.  —  hi. 
Eechercbes  sur  la  conductibilité  galvanique  des  électrolytes.  II.  Théorie  chimique  des 
électrolytes.  —  Fuchs.  Ueber  die  von  A.  G.  Natborst  in  Spitsbergen  gesammelten  Ter- 
tiàrconchylien.  —  TigerstedL  Zur  Kenntniss  der  Einwirkung  von  Inductionsstriimen  auf 
die  Nerven.  —  Id.  Ueber  den  kleinsten  subjectiv  merkbaren  Unterscbied  zwiseben  Eea- 
ctionszeiten.  —  Wille.  Bidrag  till  Sydamerikas  Algfloia.  —  Angstrom.  Un  nouveau  géother- 
momètre.  — ■  Borenius.  Eine  allgemeine  Form  der  Wurzeln  einer  beliebigeu  algebraischen 
Gleichung. 

■Bidrag  till  Kiinnedorn  af  Finlands  Natur   och  Folk.  H.  39-42.  Helsingfors, 

1884-85.  8.° 

39.  Karslen.  Finlands-  rost-  ocb  brandsvampar  jhypodermii)  i  Korthet  beskrifna.  — 
Slromfelt.  Om  algvegetationen  i  Finlands  sydvestra  skargiird.  —  40.  Reuter.  Tbysanoptera 
fenilica.  —  Toreldl.  Om  guldletuingar  i  Finland  aren  1837-1850.  —  Ilàllslén.  Matériaux 
pour  servir  à  la  connaissance  des  crànes  des  peuples  finnois.  — ■  Homén.  Bidrag  till  Kanne- 
dom  om  nattfrostfenomenet.  —  Ignatius.  Statistiska  bidrag  till  belysande  af  branvins 
Komsuntionen  i  Finland.  —  41.  Moberg.  Fenologiska  anteckningar.  —  42.  Om  den  Finska 
Polarexpeditionen  till  Sodankyla  och  Kultala  aren  18S2-83  och  1883-84  jamte  Skildringar 
fran  Lappland  af  Expeditionens  medlemraar. 

fBijdragen  tot  de  Dierkunde.  12  Afl.  3.  Ged.  Amsterdam,  1885.  4.° 

Vosmaer.  The  Sponges  of  the  «Willem  Barents  ,,  Expedition  1880  and  1881. 
•Bijdrageu  totdeTaal-  Land  en  Volkeakuude  vari  Nederlandsch-Indie.  4  Volgi-. 
D.  X.  4.  'S  Gravenhage,  1885.  8.° 

Matthes.  Boegineesche  en  Makassaarsche  legenden.  —  Riedel.  De  oorsprong  en  de  ve- 
stiging  der  boalemoers  op  noord-Selebes.  —  Kern.  Het  Sanskritoschrift  te  bekasih.  —  Id- 
De  betrekkingen  tusschen  Achter-Indiii  en  Indonesie.  —  Id.  Geschied-  en  oudheidkundige 
nasporingen  in  britsch  Burma.  —  Id.  Een  werk  over  oude  opschriften  van  Ceilon.  —  van 
der  Ttnik.  Pùgawat  of  Putjangaii. 


—    Ct'I.V    — 

i-Boletin  de  la  real  Acadeniia  de  la  historia.  Tomo  VII,  1-3.  Madrid,  1885.  8.° 
de  Dios  de  la  Rada.  Retratos  de  Isabel  la  Catdlica.  —  Menéndes  Pelayo.  Ana  Bolena 
por  Pablo  Friedmann.  —  Coderà.  Arab  Metrology.  V.  Ez-ZahrSwy.  Translated  and  annoted 
by  M.  H.  Sauvaire.  —  Id.  Les  manuscrits  arabes  de  l'Escurial,  décrits  par  Harwig  Dcren- 
bourg.  —  Pujol  y  Camps.  Monedas  autùnomas  de  Segisa.  —  de  Cuevas.  Ruinas  romanas  del 
reino  de  Fez  (Harruecos).  —  FUa.  Inscripciones  romanas  de  Càceres,  Ubeda  y  Alcali  de 
Henares.  —  Id.  Cincuenta  leyeDdas  por  Gii  de  Zamora,  combinadas  con  las  cantigas  de 
Alfonso  el  Sabio.  —  Fernàndez  y  Gonzàles.  Ordenamiento  formado  por  los  procuradores  de 
las  aljaraas  bebreas.  pertenecientes  al  territorio  de  los  Estados  de  Castilla,  en  la  Asamblea 
celebrada  en  Valladolid  el  aiio  1432.  —  Fila.  Destruceión  de  Barcelona  por  Almanzor. 
6  Julio  985. 
■Boleti'u  de  la  Sociedad  geografica  de  Madrid.  Tomo  XIX,  2.  Madrid,  1885.  8." 

Munì.  Sobre  la  enseBanza    de    la  Geografia  en  Europa.  —  de  Foronda.  De  Liane 
Covadonga.  Excursión  geogràfico-pintoresca.  —  Butrón.  Memoria  sobre  las  islas  Carolinas  y 
Palaos.  —  Territorios  adquiridos  para  E-paiìa  por  la  Socie  lai  EspaiioU  de  Africanista-   y 
Colonistas  en  la  costa  oceidental  de  Africa. 

•Bulletin   de   l'Académie  i.  des   sciences    de    St.  Pétersbourg.    T.  XXX,    1. 

S.  Pétersbourg,  1885.  4° 

Nikolski.  Observations  sur  quelques  poissons  du  lac  Balkhascu.  —  Hasnelberg.  Supplé- 
ment  à  mes  recherches  concernant  le  deuxième  spectre  do  l'hydrogène.  —  Nauck.  Reraar- 
ques  critiques.  —  Wild.  Rapport  sur  une  -ìouvelle  vérification  du  nombre  d'oscillations  du 
diapason  norraal  de  Russie  à  l'Observatoire  centrai  pliysique. 

"Bulletin  de  l'Aoudémie  royale  des  sciences,  des  lettres  et  des  beaux  arts  de 

Belgique.  3"  sòr.  t,  X,  7,  8.  Bruxelles,  1885.  8." 

7.  Dvpont.  Sur  les  calcaires  frasniens  d'origine  corallienne  et  sur  leur  distribution  dans 
le  raassif  paléozoique  de  la  Belginue.  —  Laurent.  Sur  la  prétendne  origine  baetérienne  de  la 
diastase.  —  Id.  Études  sur  la  turgescence  ebez  les  Phycomyces.  —  Marlins  de  Silva.  Sur 
une  question  de  la  théorie  des  fonctions  elliptiques.  —  Waulers.  Les  origines  de  la  popu- 
latiun  flamande  de  la  Belgique,  étude  précédée  de  quelques  nouveaux  détails  à  propos  des 
Suèves  de  la  Fiandre.  —  Potvin.  Le  poète  Van  Beers,  le  jour  de  son  entrée  à  l'Académie.  — 
Berlolini.  Sur  une  inscription  de  magistrat  romain  de  la  Gaule  belgique  qui  fournirait  la 
date  de  la  séparation  de  cette  province  des  deux  Germanies.  —  Slaltaert.  Note  relative  à 
l'examen  à  faire  subir  préalablement  aux  concurrents  pour  les  prix  de  Rome.  —  8.  Spring. 
Réaction  du  sulfate  de  baryum  et  du  carbonate  de  sodium  sous  l'influence  de  la  pression. — 
Dupont.  Note  sur  le  Devonien  inférieur  de  la  Belgique.  —  Id.  Le  Poudingue  de  Wéris  et 
sa  transformation  au  sud-est  de  Marcbe-en-Famenne.  —  Plateau.  Recherches  expérimenta- 
les  sur  la  vision  chez  les  insectes.  —  Les  insectes  distinguent-its  les  objets?  —  De  tìeen. 
Détermination  d'une  relation  ernpirique  reliant  la  tension  de  vapeur  au  coeffieieut  de  frotte- 
ment  intérieur  des  liquide»  —  de  la  Vallèe  Poussin.  Les  anciennes  rhyolites  dites  eurites  de 
Grand-Manil.  —  Stroobant.  Nouvelles  recherches  sur  l'agrandissement  apparent  des  con- 
stellations,  du  soleil  et  de  la  lune  à  l'horizon.  —  Castan  et  Henrard.  Mathien  de  Morgues 
et  Philippe  Chifflet.  —  de  Ilarlez.  Trois  littératures  antiqnes:  persane,  indone,  chinoise. — 
Vanderkindere.  Nutice  sur  l'emplacement  des  Aduatiques  et  sur  quelques  autres  questions 
de  géograpbie  ancienne  de  la  Belgique. 
TBulletin  de  la  Société  des  sciences  de  Nancy.  Sér.  2,  t.  VII,  17.  Nancy.  1885.  8.° 

Vuillemin.  Recherches    anatomiques  sur  un    monstre  svuoto.  —  Blondlot.  Expél 
concernant  les  propriétés  de  la  surface  d'un  liquide.  —  MiUol.  Les  cyclones.  —    Wo) 
Sur  l'ignanodon  de  Bernissart.  —  Kochl  r.  Sus  la  fanne  marine  de   ìles  anglonorrnandi  s. 


—   CCLtl   — 

tBulletin  de  la  Société  eutomologique  de  France.  Séances  du  12  et  26  aoùt 
1885.  Paris,  8." 

•  Bulletin  de  la  Société  géologique  de  France.  3e  sér.  t.  XIII,  5",  6  Paris,  1885.  8.° 
5.  Duiiville.  Note  sur  la  limite  de  l'Oxfordien  et  du  Corallieri  dans  le  centre  de  la 
France.  —  Labat.  Présentation  d'une  étude  sur  le  Mont-Dore.  —  Fischer.  Notice  sur  les 
travati!  scientifiques  de  Raoul  TournouSr.  —  Da  Grossouvre.  Note  sur  l'Oolithe  inférieure 
du  bord  meridional  du  bassin  de  Paris.  —  Rullane.  Note  sur  l'Oolithe  inférieure  du  Poitou 
(intercalée  dans  la  précédente).  —  Lemoine.  Note  sur  le  Gastomis.  —  Gaudry.  Observations 
sur  la  communication  précédente.  —  Bleicher  et  Mhg.  Note  complémentaire  sur  la  paleon- 
tologie et  la  stratigrapbie  du  terrain  carbonifere  de  la  Haute-Alsace.  —  Da  Saperla.  Ee- 
marquea  sur  le  Laminarites  Lagrangei.  —  Toucas.  Note  sur  les  terrains  jurassiques 
des  environs  de  Saint-Maixent,  Niort  et  Saint-Jean  d'Angely.  —  Cossmann.  Catalogue  des 
coquilles  de  l'Eocène  du  bassin  de  Paris. —  Plot.  Note  sur  l'Hali  therium  Schinzi.— 
Douvillé.  Note  sur  des  Sauriens  de  grande  taille  trouvés  dans  l'Oxfordien  de  Dives.  — 
Gaudry.  Observations  sur  les  Ilyènes  de  la  grotte  de  Gargas.  —  Virlet  d'Aoust.  Examen  des 
causes  diverses  qui  déterminent  les  tremblemonts  de  terre  (suite).  —  Berlhelin.  Note  sur 
le  genre  Lapparentia.  —  Da  Lapparent.  Note  sur  le  lirnon  des  plateaux  dans  le  bassin 
de  Paris.  —  Depérel.  Note  sur  la  geologie  du  bassin  du  Pioussillon.  —  6.  Doperei.  Note  sur 
la  geologie  du  bassin  du  Eoussillon.  —  Parran.  Sur  un  sondage  à  la  Grand'Combe.  — 
De  Raincourt.  Descriptiou  d'espèces  nouvelles  ou  incomplètement  connues  du  bassin  de 
Paris.  —  Bertrand.  Note  sur  l'Andalousie.  —  Baron.  Observations  sur  le  terrain  jurassique 
de  la  Vendée.  —  Meugy.  Note  sur  la  carte  géologique  agronomique  de  l'arrondissement  de 
Sédan.  —  Fuchs.  Note  sur  les  graviers  aurifères  de  la  Sierra  Nevada  de  Californie.  — 
Depérel  et  Renile.  Note  sur  la  geologie  et  les  Mammifères  fossiles  de  la  Cerdagne.  — 
Lambert.  Note  sur  les  limites  de  l'étage  callovien.  —  Gotieau.  Considérations  générales  sur 
les  Echinides  jurassiques  de  la  France-  —   Vàlain.  Le  Permien  dans  la  région  des  Vosges. 

■Bulletin  de  la  Société  i.  des  naturalistes.  1884,   n.  3.  Moscou,  1885.  8.° 

Bredichin.  Quelques  formules  de  la  tbéorie  des  comètes.  —  Dyboivski.  Neue  Beitrage 
zur  Kenntniss  der  Crustaceen-Fauna  des  Baikal-Sees.  —  Bredichin.  Sur  la  grande  comète 
de  1811.  —  CABAHiEBA.  0  jofiHBaHiH  n  no.iHMepa3au.in  BpoMan,eTH.ieBa.  —  Bredichin. 
Sur  les  tètes  des  comètes.  —  M'EIUAEBA.  CnncoKt  pacTenifi  n3t  cÈBepnoii  nacin  PimucKoìi 
ry6epHÌH.  —  Paidoiv.  Notes  sur  l'histoire  géologique  des  oisoaux.  —  Arlari.  Liste  des  al- 
gues  observées  dans  le  gouveruement  de  Moscou.1 —  Pybowsky.  Ein  Beitrag  zur  Kenntniss 
der  im  Baikal-See  lebenden  Ancylusarten. —  .HKOB1EBA.  Honbie  Bnja  pojia  Jalla  Hihn.  — 
Becher.  Reise  nach  Chauskaja  Stafka  und  zum  grossen  Bogdoberg.  Beschreibung  der  My- 
labris  melanina- Larve;  Verhinderung  der  Wasserscheu  durch  Cetonian  aurata;  das  Vor- 
kommen  verschiedener  Inseckten  und  Schmetterlingsvarietaten.  —  de  Gregorio.  Note  sur  les 
Pecten  lucidus  Goldf.  E.  bifidus  Miinst. 

;  Bulletin  de  la  Société  kéhdiviale  de  géographie.  2e  sér.  n.  7.  Le  Caire,  1S85.  8.° 

Stone-Pacha.  Les  expéditions  égyptiennes  en  Afrique.  —  Boinel.  Le  recensement  de  l'Égy- 

pte.  —  Franz-Pacha.  Gustave  Naclitigal.  —  Bonola.  La  carte  politique  de  l'Afrique  equatoriale. 

^Bulletin  de  la  Société  mathématique  de  France.  T.XIII,  6.  Paris,  1885.  8.° 
Goursal.  Sur  la  réduction  des  intégrales  hyperelliptiques  (s  dte).  —  Poincaró.  Sur  la  re- 
présentation  des  nombres  par  les  formes.  —  Parrin.  Sur  l'équation  indéterminée  ,r3-i-y',=33.  — 
Chryslal.  Sur  le  problème  de  la  construction  du  cercle  minimum  renfermant  n  points  donnés 
d'un  pian.  —  llabich.  Sur  les  rayons  de  courbure  de  deux  courbes  qui  rencontrent  les  tan- 
gentes  d'une  troisième  courbe  sous  des  angles  liés  par  une  relation  donnée.  —  d'Ocagne. 
Sur  les  courbes  polaircs  réciproques  honiologiques. 


—   CCLVII    — 

:  Bulletta  de  la  Société  vaudoise  des   sciences   naturelles.  2  sér.    voi.  XXI, 

n.  92.  Lausanne,   1885.  8.° 

Renevier.  Le  Husée  géologique  de  Lausanne  en  188-1.  —  Schnelsler.  Calorose  des 
feuilles  de  la  betterave  commune. —  Lmwenlhal.  Sur  les  parconrs  centrai  du  faisceau  céré- 
belleus  direct  et  du  cordon  postérieur.  —  Schnelzler.  Notìce  preliminare  sur  une  mousse 
du  lac  Léman.  —  Favrat.  Deux  contributdons  à  la  noie  cryptogami'iue  de  la  Suisse  d'après 
les  communication  de  MM.  Mari,  à  Lugano,  et  Amman,  a  Lausanne.  —  Marguèt  et  Hirzel. 
Observations  météorologiques  faites  à  l'Asilo  des  aveugles  de  Lausanne.  —  hi.  Re'sumé 
annuel  des  observations  météorologiques  faites  à  l'Asile  des  aveugles  de  Lausanne  pendant 
l'année  1884.  —  Sehnetiler.  Notice  sur  Beggiatca  alba  Vancli.  —  Walras.  D'une  mé- 
tbode  de  régularieation  de  la  variation  de  valeur  de  la  monn  aie.  —  Simon  et  Walras.  Con- 
tribntion  à  l'elude  des  variations  des  prix,  depuis  la  suspension  de  la  frappe  des  écus  d'ar- 
geut.  —  van  Muyden.  Table  hypsométrique  à  l'usage  des  tuuristes.  —  Pitlicr  et  Ward. 
Coutribution  à  l'histoire  naturelle  du  Pays-d'Enhaut  vaudois.  —  Rapili.  Le  joui-  sidéral 
et  la  rotation  de  la  terre.  —  Favrat.  Catalogne  des  ronces  du  sud-ouest  de  la  Suisse.  • 
^Bulletin  de  la  Société  zoologique  de  France  pour  l'année  1885.  2e  et  3"  part. 

Paris,  8." 

Pillietet  Bignon-  Sur  la  glande  lacrymale  d*une  tortile  géante  (Chelone  viridis).  — 

■'.  Expériences  sur  le  ròle  des  palpes  chez  les  Arthropodes  maxiliés.  (lr"  partie).  Palpes 

isectes  broyeurs.  —  Jullien.  Monographie  des  Bryozoaires  d'eau  douce.  —  Ferri.  Con- 
tribution  à  l'étude  du  nerf  auditif.  —  Blanchard.  Note  sur  les  Sarcosporidies  et  sur  un 
essai  de  classification  de  ces  Sporozaires.  —  Id.  Sur  un  infusoire  péritriche,  ectoparasite 
i  issons  d'eau  douce.  —  Aurivillius.  Crustace's  parasites  des  Tuniciers  arctiques.  — ■ 
Pliliel.SuT  la  sfructure  du  tube  digestif  de  quelques  poissons de  mer.  —  Kunsller.  Dumon- 
tia  Opheliarum ,  type  nouveau  de  la  sousclasse  des  Sarcodines. 
"Bulletin  des  sciences  mathématiques,  2,?  sér.  t.  IX,  sept.  1885.  Paris,  8.° 

Hermann  liankel.  Esquisse  historique  sur  la  marche  du  de'veloppement  de  la  nouvelle 
geometrie.  —  Facultés  des  déparlemenls.   Sujets  de    composition    donnés    aux   examens  de 
licenee,  session  de  juillet-aoùt  1884. 
■Bulletin  of  the  U.  S.  geological  Survey.  N.  2-6.  Washington,  1883-84.  8.° 

2.   Williams.  Gold  and  Silver  Conversion  tables.    —  hi.  On  the  Fossil   fauna  of  the 
Upper  Devonian.  —  4.   Wilhe.  On  mesozoic  fossils.  —  5.  Gannett.  A  dictionary  of  altitudes 
in  the  U.  S.  —  6.  Spencer.  Elevations  in  the  dominion  of  Canada. 
•Centralblatt  (Botanisehes).  Bd.  XXIII,  10-13.  Cassel,  1885.  8.° 

10.  Zukal.  Epilog  zu  meinen  «  Flechtenstudien  ».  —  11.  Schnelzler.  Vorlaufige  Notiz 
ueber  ein  Moos  de.?  Genfersees.  —  12-13.  Karsten.  Exobasidium  Woronin.  —  Mac  Leod.  Un- 
tersuchnng  neber  die  Befruchtung  einiger  Phanerogamen  Pflanzen  der  Belgischen  Fina 
•Civilingenieur  (Dei).  Jhg.  1885.  N.  F.  Bd.  XXXI,  5.  Leipzig,  4." 

Molir.  Beitrag  zur  Theorie  des  Fachwerkes.  —  Bari1.  Zur  Theorie   der  Bremsen  der 
Eisenbahnwagen.  —  Ringel.  Ueber  die    Messung   der    Wassergeschwindigkeit  in  grtsseren 

d  und  die  bydrometrischen  Apparate  and  llethoden  des  Herrn   Professor  Harlaeher 
in  Prag.  —  Gruner.  Literarische  Besprechung. 

frCompte  rendu  de  la  13"  session  de  l'Association  francaise  pour  l'avancemeul 
des  sciences.  Blois  1884.  Paris,  1885.  8.° 

TCompte  rendu  des  Séances  et  travaux  de  l'Académie  des  sciences  morales  et 
politiques.  N.  S.  t.  XXIV.  9.  Sept.  1885  Paris,  8." 
Boui  lier.  Eappoit,  au  ìium  de  la  section  de  philosophie,  sur  le  concours  du  libre  ar- 
bitre.  —  Seroyn  de  Lltenhove.  La  cour  du  due  d'AIeneon  à  Anvers  (1Ò82).  —  Pieni.  Kapp>>rl 

BuXLETTrNO-BENDICONTI  —   VuL.   I.  :tt 


—    CCLVI11    — 

de  la  Commission  chargée  de  la  pubblication  des  ordinances  des  rois  de  France.  —  de 
Laveleye.  La  propriété  primitive  dans  les  Townships  écossais.  —  Gréard.  Une  visite  a 
l'Université  l'Édimbourg.  —  Geffroy.  Notice  biographique  sur  M.  A.-R.  Maufras  du  Chatellier, 
correspondant  de  l'Académie. 

"^Comptes  rendus  de  l'Académie  des  inscriptions  et  belles  lettres.  4e  Ber.  t.  XIII. 
Mai-juin  1885.  Paris,  8.° 

Le  Bìant.  Lettres.  —  Caslan.  Le  capitole  de  Cartbage.  —  Hauet.  Les  manuscrits  do 
Nonius  Marcellus,  grammairien  latin  de  la  fin  du  IIIe  siècle.  —  Bergaigne.Sar  un  nouvel 
envoi  d"inscriptions  recueillies  dans  l'Indo-Chine  par  M.  Aymonier.  —  Rubiou.  Sur  une  doublé 
date  (e'gypto-macédoniemie)  contenue  dans  une  stèle  récemment  acquise  par  le  musée  de 
Bjulaq.  —  Casati.  Éiiigraphie  de  la  numismatique  étrusque.  —  Senart.  Apercu  des  princi- 
pales  questions  qui  sous  le  point  de  vue  historique,  se  rettachent  direetement  aux  inscri- 
ptions de  Piyadasi.  —  Lagneau.  Des  anesthésiques  chirurgicaux  dans  l'antiquité  et  le  moyen 
àge,  —  Bdrbicr  de  Beynard.  Rapport  sur  la  mission  accomplie  par  M.  Basset  dans  le  pajs 
berbere,  sous  les  auspices  du  gouverneur  general  de  l'Algerie.  —  d'Arbois  de  Jubainviìlc. 
Sur  la  découverte  faite  à  Bourges  par  M.  Boyer,  archiviste  du  Cher,  de  deus  inscriptions 
où  le  noni  du  dieu  Mars  est  accompagno  d'épithètes  gauloises.  Dans  l'ime  de  ces  inscriptions 
l'épithète  est  Mogetius,  dans  l'autre  Eigisamus.  —  d'Hervey  de  Sainl-Denys.  Trois 
nouvelles  cbinoises,  traduites  pour  la  première  fois. 

:  Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  CI, 
9-13.  Paris,  1885.  4.° 

9.  Faye.  Sur  la  nature  cyclonique  des  taches  du'  soleil.  Eéponse  a  une  objeetion  do 

M.  Tacchini.  —  Trend.  Note  concernant  l'expérience  de  M.  Bochefontaine  sur  l'origino  du 

choléra.  —  de  Andrade  Corvo.  Sur    le    ròle   de»   bacilles,   dans    les    ravages    attribués   ai 

Phylloxera  vastatrix. —  Brame.  Octaèdres  à  base  carrée  de  soufre,  dont  la  base  est 

physiquement  un  rhombe.  —  Quinquaud.  Sur  certains  points  de  l'action  physiologique  du 

Tangufn.  —  Arloing.  Influence  du  soleil  sur  la  végétation  ,  la  végétabilité  et  la  virulenco 

des  cultures  du  Bacillus  anthracis.  —  Dehérain.   Sur  les   blo's  à  haut  rendement.  — 

10.  Berlhelot.  Recherches  sur  l'isomerie  dans   la   sèrie   aromatique.  Action   des  alcalis   sur 

les  phénols  à  fonction  mixte.  —  Gosselin  et  Hérel.  Études  sur  le   mode   d'action  du  sous- 

nitrate  de  bismuth  dans  le  pansement  des  plaies.  —  Lecoq  de  Boisbaudran.  Sur  la  fluoie- 

cence  des  terres  rares.  —  Revillout.  Les  anesthésies  apparentes  et  les  scnsations    retardées 

dans  les  névroses.  —  Bigourdan.  Sur  les  changements  récents  survenus  dans  la  nébuleuse 

d'Andromede.  —  li.  Observations  de  la  nouvelle  comète  Brooks  et  la  nouvelle  planate  (250), 

faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (e'quatorial  de  la  tour  de  l'Ouest).  —  Barbier.  Tableau  drs 

principaux  éléments  des  dix  figurcs  polyèdriques  régulières. —  Thollon.  Nouveau  dessin  du 

spectre  solaire.  —  Rougerie.  Sur  un    appareil    productour  du  vent.  —  de  Varigny.  Sur  la 

période  d'excitation  latente  de  quelques  muscles  lisses  de  la  vie  de  relation  chez  les  InVv  r- 

tébrés.  —  Rochas.  Des  nerfs  qui  ont  étó  appelés  vidiens  chez  les  oiseaux.   —  Vayssière. 

Sur  l'organisation  de  la  Truncatella. —  Viguier.  Sur  les  annélides  pélagiques  de  la  baie 

d'Alger.  —  lleckel  et  Chareyre.  Sur  l'organisation  anatomique  des  ascidies,  dans  les  genres 

Sarracenia,DarlingtoniaetNepenthes.  —  Viala  et  Ravaz.  Le  Black  Rot  amj- 

ricain  dans  les  vignobles  francate.  —  Renou.  Sur  une  ecousse  de  tremblement  de  terre,  ìvs- 

sentie  à  Orléans.  —  11.  Bertrand.  Discours  prononcé  aux  obsèques  de  M.  Bouquet,  au  noni 

de  l'Académie  des  sciences.  —  llermite.  Discours  prononcé  aux  funérailles  de  M.  Bouquet, 

au  noni  de  la  Faculté  des  sciences.  —  Lecoq  de  Boisbaudran.  Sur  la  fiuorescence  des  terres 

rares.  —  Napoli  et  Abdank-Abakanowiez.  Sur  un  nouveau  modèle  d'intégraphe.  —  Trève.  Sur 

les  contre-mines  sous-marines.  —  Bigourdan.  Sur  l'étoile  nouvelle  de  la  nébuleuse  d'Andromede. 

Observations  de  la  comète  Brooks,  faites  a  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  de  la  tour  de 


—    CCLIX    — 

l'Ouest).  —  Caliandreau  et  Fabry.  Tables  numériques  destine'es  a  faciliter  le  calcul  des  éphé- 
niérides  des  petites  planètes.  —  Henry.  Sur  qnelques  dérivés  métliyléniques.  —  Girard. 
Sur  la  fermentation  panaire.  —  Lachmann.  Rtcherches  sur  la  morphologie  et  l'anatomie 
des  fougères.  —  Rollami.  Sur  le  regime  des  eaux  artésieunes  de  l'Oued  Rir'  et  du  bas 
Sahara  en  general-  —  Diculafail.  Application  des  lois  de  la  Termochimie  aux  pbe'noraènes 
ge'ologiques  Minerais  de  manganése.  —  12.  Le  Bon.  Sur  la  genèse  du  choléra  dans  l'Inde, 
et  l'action  des  ptoma'ines  volatiles.  —  Radav.  Éléments  de  la  comète  Brooks.  —  Zenger. 
Nouveau  spectroscope  stellaire.  —  Viallelon.  Sur  la  fe'condation  chez  les  Cépbalopodes.  — 
Chareyre  et  lleckel.  Sur  l'organisatìon  anatomique  des  urnes  du  Cephalotus  folli  e  u- 
1  ari  s  Labili  —  13.  Tisserand.  Snr  la  libration  de  la  lune.  —  d'Abbadie.  Sur  les  séismes.  — 
Guignet-  Recherches  sur  les  celluloses  nitrìqu.is  (fulmicoton).  —  Wroblewski.  Sur  la  sépara- 
tion  de  l'air  atraosphérique  liquéfié,  en  deux  liquides  différents.  —  Sire.  Sur  deus  types  nou- 
veaux  d'hygromètres  à  condensation.  —  Brame.  Genèse  des  cristaux  de  soufre,  en  tables 
carrées.  —  Chatin.  Sur  la  mandibule  des  Hymnéoptères.  —  Uieulafail.  Application  de  la 
tberraocbimie  à  l'explication  des  phénomènes  géologiques.  Minerais  de  fer. 
•  Contributions  to  the  North-American  Ethnology.  Voi.  V.  Washington,  1882.  4,° 
Bau.  On  Cup-shaped  and  other  Lapidarian  Sculpture  in  the  Old  World  and  in  Ame- 
rica. —  Fletcher.  On  Preistorie  Trepbiiiing  and  Cranial  Amulets.  —  Thomas.  A  study  of 
tbe  Manuscript  Troano. 

":Cosmos,  revue  des  scieuces.  N.  S.  n.  32-35.  Paris.  1885.  4.° 

IAAO    óS^o 

fHandlingar    (k.  Svenska    Vetenskaps-Akademiens).    N.  F.  B.    XVIII,  XIX. 

Stockholm,  1881-84.  4.° 

xvin.  Bubenson.  Catalogue  des  aurores  boréales  observée  en  Suède  depuis  le  XVIms 
siècle  jusqu'à  l'année  1877  y  comprise.  —  lleer.  Nacbtrage  zur  fossilen  Flora  Gronlands.  — 
Cleve.  On  some  new  and  little  known  diatoms.  —  Dillner.  Sur  les  intégralus  définies  des 
fonctions  d'une  variable  complexe.  —  Nathorst.  Sur  quelques  traces  d'animaux  sans  ver- 
tèbres  et  de  lenr  porte'e  pale'ontologique.  —  xix.  Edlund.  Sur  la  résistance  ólectrique  du 
vide.  —  Tallberg.  Studien  uber  den  Bau  und  das  Wachstbum  des  Hummerpanzers  und 
Molluskenschalen.  —  Goés.  On  the  reticulariau  Rhizopoda  of  the  Caribbean  Sea.  —  Auri- 
villius.  Recensio  critica  Lepidopterorum  Musei  Ludovicae  Ulricae  quae  descripsit  C.  a 
Linné.  —  Lindstróm.  On  tbe  Silurian  Gastropoda  and  Pteropoda  of  Gettami.  —  Lovén.  On 
Pourtalesia  a  Genus  of  Echinoidea. 
fJahrbucher  der  k.  k.  Central-Anstalt  fiir  Meteorologie  und  Erdmagnetisnuts. 

N.  F.  Bd.  XX,  1883.  Wien,  1884.  4.° 
!  Jahresbericht  (XI)  der  Gewerbeschule  zu  Bistritz  in  Siebenbiirgen.  Bistritz, 

1885.  8.° 
ì  Jahresbericht  der  Naturforscbenden  Gesellschaft  Graubundens.  N.  F.  XXVIII 

Jhg.  1883-84.  Chur,  1885.  8.° 

v.  Pianta-Beichenau.  Beitràge    zur    Kenntniss    der   biologischen  Veibàltnisse  bei  der 
Honigbiene. —  u.  balla  Torre.  Die  hymenopterologischen  Arbeiten  Prof.  Dr.  Ani.  FOrsters. — 
l'eslalozzi.  Beobachtungen  ùber  den  Kreuzschnabel  (Loxia    curvirostra)  ini  Oberenga- 
din.  —  Am  Stein.  Die  Mollusken  Graubundens. 
•Jahresbericht  (XXXIII)  der  Naturhistorischen  Gesellschaft  zu  Hannover  1882- 

83.  Hannover,  1884.  8." 

Struckntann.  Ueber  die  bisher  in  der  Provinz  Hannover  anfgefundenen  fossilen  und 


—   CCLX    — 
subfossilen  Reste  qiiartarer  Saugethiere.   —    Hess.   Die   kleinen    Feinde    des    Apfelbaumes 
unter  den  Insecten. 
•Jahresbericht  der  Naturhistorischen  Gesellschaft  zu  Nurnberg  1884.  Nufn- 

berg,  1885.  8.° 

Ragen.  Die  geologischen  Verhaltnisse  ini  Arbcitsgebiete  der  Naturhistorischen  Ge- 
sellschaft Niirnberg. 

• Jabresbericht  des  Vereins  fiir  Naturkunde  zu  Zwickau.  1884.  Zwickau,  1885. 8." 
1 "Jabresbericht  uber  die  Fortschritte  der   classischen  Alterthuinswissenschaft. 

Jhg.  XII,  10-11;  XIII.  1.  Berlin,  1885.  8.° 

xn.  10-12.  Schenkl.  Jabresbericht  iiber  die  spatereu  griechischen  Geschichtsschreiber 
1813-1884.  —  Spcngel.  Jabresbericht  uber  Terentius  und  die  iibrigen  scenischen  Dichter 
ausser  Plautus  fiir  1882  bis  Mitte  1884.  —  lldmreich.  Jabresbericht  ube  Tacitus  1880- 
1884.  —  Siili.  Jabresbericht  uber  das  Vulgar-  und  Spatlatein  aus  den  Jahren  1877-1883.  — 
Wecklein.  Jahresbericht  iiber  die  die  griechische  scenische  Archaologie  betreifende  Litteratur 
fur  1879-1884.  —  Keller.  Jahresbericht  iiber  Naturgeschichte  fiir  1883-1884.  —  Sin.  1. 
Susemìhl.  Bericht  uber  Aristuteles  und  die  àltesten  Peripatetiker  fur  1884.  —  Guhrauer. 
Bericht  iiber  die  Erscheinungen  auf  dem  Gebiete  der  antiken  Musik  von  1881-1884.  — 
Schiller.  Jahresbericht  iiber  lomische  Geschichte  und  Chronologie  tur  1884. 

tJahreshefte    des   Vereins   fur   vaterlandische    Naturkunde  in  Wiirttemberg. 

Jbg.  XLI.  Stuttgart,  1885.  8.° 

v.  Klein.  Beitrage  zur  Bildung  des  Schadels  der  Knochenfische.  IL  —  Wurm.  Ueber 
das  Tetronerythrin.  —  Klunzinger.  Ueber  Bach-  und  Seeforellen.  —  Slembi.  Aberrationen 
von  Schmetterlingen.  —  Krmiss.  Beitrage  zur  Fauna  Wiirttembergs.  —  Fraas.  Die  geolo- 
gischen Verhaltnisse  von  Heilbroun  und  Umgegend.  —  l'robst.  Ueber  fossile  Besteu  von 
Squalodon.  —  Schlichler.  Ueber  Lias  Beta. 
;  Journal  de  Pbysique  théorique  et  appliquée.  2e  sér.  t.  IV,  sept.  1885.  Paris,  8.° 

Dufet.  Eecherches  expérimcntales  sur  la  variation  des  indices  de  réfraction  sous  l'in- 
fiuence  de  la  temperature.  —  Bouty  et  Foussereau.  Sur    l'emploi    dos    courants    alternatila 
pour  la  mesure  des  résistances  liquides.  —  Bourbouse.  Nouveaus  modèles  d'hygromètres. 
"Journal  des  Sociétés  scientifiques.  l6r0  année,  n.  35-38.  Paris,  4." 
•"Journal  fiir  die  reine  und  Angewandte  Mathematik.  Bd.XCIX,  1.  Berlin,  1885. 4.° 

Minkowski.  Ueber  positive  quadratisene  Formen.  —  Kónigsberg.  Ueber  Eigenschaften 
der  durch  Quadraturen  algebraischer  Functionen  darstellbaren  Integrale  linearer  uicht  ho- 
mogener  Differentialgleichungen.  —  Thomé.  Bemerkung  zu  der  in  Bd.  98  dieses  Journals 
enthalteneu  Abhandhmg  des  Eterni  Griinfeld:  Zur  Theorie  der  linearen  Differential- 
gleicbungen. 
•Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXIV,  Sept.  1885.  London,  8.° 

Divers  and  Tetsukichi-  On  the  Action  of  Pyrosulpboric  Acid  upon  Certain  Metals.— 
Ramsay  and  Young.  A  Mothod  for  Obtaining  Constant  Teniperatures.  —  Mcldula.  Researcb.es 
on  Seeondary  and  Tertiary  Azo-Compounds.  —  Hisco.'..  Note  on  the  Spontaneous  Pólyme- 
risation  of  Volatile  Hydrocarbons  at  tho  Ordinary  Atmospheric  Temperature.  —  Ramsay 
and  Cundall.  On  the  Non-existence  of  Gaseous  Nìtrous  Anhydride.  —  A.  G-  Perici/)  and 
11".  //.  Perkin.  On  some  Derivatives  of  Anthraquinone. 
•Journal  (The  American)  of  Philology.  Voi.  VI,  2.  Baltimore,  1885.  8." 

Ellioll.  Contributions  to  a  History  of  the  French  Language  of  Canada.  I.  —  Kittredge. 
Arm-pitting  among  the  Greeks.  —  Perrìn.  Pharsalia,  Pharsalus,  Palaepharsalus.  —  Alien. 
Greek  and  Latin  Inscriptions  from  Palestine. 


—    CCLXI    — 

•  .Inumai  (The  American)  of  science.  3d  Ser.  Voi.  XXX.  n.  177.  Sept.  1885. 

New  Haven,  8.° 

Dana.  Origin  of  Coral  Reefs  and  Islanda.  —  Brown.  Qnartz-twin  from  Allumarle  <  lounty, 
Virginia.  —  Becker.  Impact  Friclion  and  Faulting.  —  Lannky.  Transmission  of  Light  by 
Wire  Ganze  Sereens.  —  Williams.  Geological  Relations  of  the  Gypsum  Deposits  iu  Cayuga 
County,  N.  Y.  —  Perkins.  Variation  of  the  Magnetic  permeability  of  Nickel  at  differenl 
temperatures.  —  Van  Hise.  Eulargements  of  Hornblende  fragments.  —  Kunz.  Three  Masses 
of  Meteoric  Don  from  Glorie t a  Mountain,  near  Canoncito,  Santa  Fé  County,  New  Mexico. 

•Journal  (The  qnarterlj)  of  the  geological  Society.  Voi.  XLI,  2,  3.  Mai,  Au- 
gusti 1885.  London,  8." 
2.  Gardner.  On  the  Tertiary  Basaltic  Forraation  in  Iceland.  —  Mettard  Reade.  On  the 

Drift  Deposits  of  Cohvyn  Bay.  —  Vine.  On  Species  of  Phyllopora  and  Thamniscus 
from  the  Lower  Silurian  Eocks  near  Welshpoòl.  —  Jukes-Browne.  On  the  Boulder-claj  oJ 
Lincolnshire.  —  Teall.  On  the  Metamorphosis  of  Dolente  into  Hornblende-schist.  —  Morgan. 
On  the  S.  W.  Extension  of  the  Clifton  Fault.  —  Rutley.  On  Fulgurite  from  Mont  Blanc 
and  on  the  Boutillenstein  of  Moldauthein.  —  Id.  On  Brecciated  Porfido-rosso  antico.  — 
Cole.  On  Hollow  Spherulites  and  their  Occurrence  in  ancien!  British  Lavas. —  Tomes.  On 
Madreporaria  from  the  Great  Oolite  of  Oxford,  Gloucester,  and  Somerset.  —  Ilulton.  On 
the  Geology  of  New  Zealand.  —  Callawaij.  On  the  Granitic  and  Schistose  Roclis  of  Northern 
Donegal.  —  Boyd  Dawkins.  On  a  Skull  of  Ovibos  moschatus  from  the  Sea-bottom.  — 
3.  Collins.  On  the  Geology  of  the  Rio-Tinto  Mines.  —  Hutlon.  On  the  Geological  Position 
of  the  "  Weka-Pass  Stone  "  of  New  Zealand.  —  Wakrs.  On  Chilostomatous  Bryozoafrom 
Aldinga  and  the  River-Murray  ClifFs,  South  Australia.  —  Jones.  On  the  Ostracoda  of  the 
Purbeck  Formation,  with  Notes  on  the  Wealden  Species.  —  Judd.  On  the  Tertiary  and 
Older  Peridotites  of  Seotland.  —  Duncan.  On  the  Structure  of  the  Ambnlacra  of  some 
Fossil  Genera  and  Speciee  of  regalar  Echinoidea.  —  Mcllard  Reade.  On  the  Action  of 
Land-ice  at  Great  Ciosby,  Lancashire.  —  Woodward.  On  an  almost  perfect  Skeleton  of 
Rhytina  gigas  from  the  Pleistocene  Peat-Deposits  on  Behring's  Island.  —  lìulke.  On 
the  Sternal  Apparatus  in  Iguanodon.  —  Marr  and  Boberls.  On  the  Lower  Palieozoic 
Rocks  of  the  Neighbourhood  of  Haverfordwest.  —  Irving.  On  a  General  Section  of  the 
Bagshot  Strata  from  Aldershot  to  Wokingham. 

f  Lefnadsteckningar  ofver  k.   Svenska   Vetenskaps-Akademiens  efter  ar  1854 
aflidna  LedamSter.  Bd.  II,  2.  Stockholm,  18S3.  8." 
E.  M.  Fries.  —  H.  Reuterdahl.  —  J.  J-  Nordstrom.  —  G.  W.  Gumaelius. 

Magazin  (Neues  Lausitzisches).  Bd.  LXI,  1.  Gòrlitz,  18S5.  8." 

Schónwàld  r.  Der  Budissiner  Qaeisskreis.  —  Moschkau.  Die  prahistorischen  AKerlhu- 
nier  der  Oberlausitz  and  deren  Fundstatten.  —  Knothe.  Nachtrage  zui-  Presbyterologie  des 
Zittauer  Weichbilds  vor  der  Reformation.  —  Id.  Die  àltesten  Besitzer  der  Herrschaft  Gabel- 

l.amberg. 

•  Mittheilungen  aus  dem  Vereine  der  Naturfrennde  in  Keicheuberg.  Jhg.  XVI. 
Reichenberg,  1885.  8.° 

Bayer.  Das  Sehen  der  Thiere.  —  Schmid!.  CTeber  leachtende  Jnsekten. 
•Mérnoires  couronnés  et  autres  Mémoires  publiés  par  l'Acad.  r.  des  sciences 
de  Belgique.  T  XXXVI.  Bruxelles,  1884.  8." 

;■.  La  réaction  de  Perkin  et  les  lois  qui  la  régissent.  —  De  Heen.  E  li  de 
physique  comparée.  —  Sautreaux.  Essai  d'application  de  la  geometrie  à  ooordonnéea  polygo- 
nales  et  polyédriqm   -  à  la  ri   olution  des  équations  du  troisième  et  du  quatrième  degré  -  I 


—     COI, X 11     — 

à  la  demonstration  d'un  certain  nombre  de    théorèmes    d'algebre   supérieure.  —    WiUemt. 
Notes  et  corrections  sur  l'Hippolyte  d'Euripide.  —  Tibcrghien.  Le  temps 

'Mémoires  couronnés  et  Mémoires  des  savants  étrangers  publiés  par  l'Acail. 
r.  des  sciences  de  Belgique.  T.  XLVI.  Bruxelles,   1884.  4.° 
Richald.  Histoire  des  finauces  publiques  de  la  Belgique  depuis  1830. 

^Mémoires  de  l'Académie  de  Nimes.  8°  sòr.  t.  VI,  1883.  Nimes,  1884.  8.° 

Puech.  La  ville  de   Nimes    au    XVIe  siècle.  —  Magnen.    Glanes    botaniques   dans  le 
Gard.  —   l'illard.  Le  socialisme  d'Etat.  —  Balze.  La  mort  de  Vitellius  de  M.  Rochegrosse. 

tMémoires  de  l'Académie  des  sciences,  belles  lettres  et  arts  de  Lyon.  CI.  des 
sciences,  voi.  XXVII  ;  CI.  des  letti es,  voi.  XXI,  XXII.  Lyon,  1884-85.  4.° 
xxvn.  Marmy.  Sur  les  microbes  au  point  de  vue  pathogénique  et  prophylactique. — 
Locarci.  Histoire  des  mollusques  dans  l'antiquité.  —  Lafun.  Étude  su'-  les  surfaces.  — 
xxi.  Caillemer.  Lettres  inédites  du  card.  Mazarin  au  cardinal  Alphonse  de  Riehelieu.  — 
Rouger.  Les  idées  nouvelles  en  economie  politique.  —  Caillemer.  Florus  et  Moduin.  — 
Chervcriat,  Politique  d'Urbain  Vili  pendant  la  guerre  de  trente  ans.  —  Locard.  Si  r  une 
tombe  romaine  trouvée  à  Lyon.  —  Pariset.  Sur  un  drap  d'or  arabe  du  XIII  siècle.  —  Id. 
Sur  la  Fabrique  lyonnaise.  —  Berlioux.  Le  livre  de  Polybe  sur  les  terres  équatoriales. 

f Mémoires  de  l'Académie  des  sciences,  belles  lettres  et  arts  de  Savoie.  3e  sér. 
t.  X.  Chambery,  1885.  8.° 

De  Lucianc.  Antoine  Champion  chancelier  de  Savoie  et  sa  famille.  —  Pillet.  Urgo- 
nien  supérieur  d'Aix  les-Bains.  —  Marie-Girod.  Les  aliénés  en  Savoie.  —  Lamey.  Sur  le 
regime  de  circulation  de  la  masse  fluide  du  soleil.  —  Detcost.es.  La  Savoie  et  se-i  riches- 
ses.  —  Pillet.  Petite  chronique  (anonyme)  d'un  habitant  d'Annecy  de  1598  à  1G28. 

tMémoires  de  l'Académie  des  sciences,  inscriptions  et  belles  lettres  de  Tou- 
louse.  8e  sér.  t.  VI.  Toulouse,  1884.  4.° 

Baillet.  Expériences  sur  les  inoculations  du  charbon.  —  Lavocat.  Ceinture  scapulo- 
claviculaire  des  vertébrés.  —  Id.  Transformation  progressive  des  quadrumancs.  —  Clos. 
Contribution  à  la  morphologie  du  calice.  —  Duméril.  Machiavel.  —  Baudouin.  La  vraie 
chanson  de  Roland.  —  David.  Sur  les  relations  algébriques  des  fonctions  6.  —  Molins.  Sur 
les  courbes  gauebes.  —  David.  Discussion  d'une  classe  de  courbes.  —  Joly.  Études  des  psy- 
cologie  compare'e.  —  Timbal-Lagrave.  Essai  monographiques  sur  les  Bupleurum. 

^Mémoires  de  la  Société  géologique  de  France.  3e  sér.  t.  Ili,  3.  Paris,  1885.  4." 
Cossmann.    Contribution    à    l'étude    de    la    faune  de    l'étage    Bathonien    en    France. 
(Gastropodes). 

■^Mémoires  de  la  Société  nationale  des  sciences  naturelles  et  matliématiques 
de  Cherbourg.  3e  sér.  t.  VI.  Paris,  1884.  8.° 

Ramienski.  Les  organes  végétatifs  du  Monotropa  Hypopithys.  —  Liais.  Sur  le-; 
perturbations  planétaires  et  l'integration  des  e'quations  diftcrentielles  du  mouvement  des 
corps  célestes.  —  de  Vrics.  Sur  l'affinité"  des  substances  dissoutes  pour  l'eau.  —  Jouan.  A 
propos  du  peuplement  de  la  Polin&ie.  —  Id.  Nouvelles  espèces  de  poissons  de  mer  obser- 
ve's  à  Cherbourg.  —  Kindberg.  Eévision  critique  des  Bryinées  pleurocarpes. 
+Mémoires  et  compte  renda  des  travaux  de  la  Société  des  ingéuieurs  civile. 
Mai  1885.  Paris,  8.° 

Guéroull.  Notice  sur  les  travaux  exécutés  à  Sanit-Denis  (Seine),  1882-1883,  pour  la 
distribution  des  eaux  du  puits  artdsien  de  la  De"esse.  —  Bomches.  Note  sur  le  nouveau  port 
de  Trieste. 


—    CCLXIII   — 

tMemoiva  of  the  National  Academy  of  Sciences.  Voi.  II  (1883).  Washington, 

1884.  4.° 

Langley.  Eiperimental    Detenni nation  of  Wawe  Lengths  in   the  invisihle   Prismatic 
Spectrum.  —  Brewer.  On  the  subsidence  of  particlcs  in  Liquida.  —  Graiiam  Ball.  On  the 
Fonnation  of  a  Deaf  Variety  of  the  Human   Race. 
fMemoirs  of  the   r.  Astronoraical   Society.   Voi.    XLVIII,    2.  1884.  London, 

1885.  4.° 

Seabroke.  4th  Catalogue  of  Micrometrical  Measures  of  Doublé  Stara  made  at  the  Tempie 
Observatory,  Rugby.  —  Prilchard.  On  the  Relative  Proper  Motions  of  40  Stars  in  the 
Pleiades,  deterrained  from  Micrometrie  and  Meridional  Observations.  —  Knobel.  Observa- 
tions  of  Mars  at  the  Opposition  of  1884.  —  Neison.  On  the  Corrections  required  by 
Hansen's  Tables  de  la  Lune.  —  Gogou.  Sur  une  inégalité  lunaire  à  longue  période. 
+  Minutes  of  proceedings  of  the  Institution  of  Civil  Engineers.  Voi.  LXXXI. 
London,  1885.  8.° 

Baker.  The  Metropolitan  and  Metropolitan  District  Railways.  —  Barry.  The  City  Lines 
and  extensions  of  the  Metropolitan  and  Districts  Railways.  —  Stroudley.  The  Construction 
uf  Locomotive  Engines.  —  Willans.  The  Electrical  Regulation  of  the  Speed  of  Steam- 
Engines  and  other  Motors  for  driving  Dynamos. 

+  Mittheilungen  aus  der  Zoologischen  Station  zu  Neapel.  Bd.   VI,  2.    Berliu, 
1885.  8." 

Emery.  Contribuzioni  all'ittiologia.  —  Bemmelcn  van.  Ueber  vermuthlicho  nulimen- 
tàre  Kiemenspalten  bei  Elasmobranehiern.  —  Enl.z.  Zur  niiheren  Kenntnis  der  Tintinno- 
den.  —  Mayer.  Die  unpaaren  Flossen  der  Selachier.  —  Krukenberg.  Ueber  die  chemische 
Eeschaffenheit  der  sog.  Hornfaden  bei  Mnstelus  und  iiber  die  Zusammensetzung  des  kerati- 
nosen  Hullen  um  den  Eiern  vou  Scyllium  stellare. 

•  Mittheilungen  der  deutschen  Gesellschaft  fiir  Natur-  und  Vòlkerkunde  Osta- 
siens.  Heft  33.  Aug.  1885.  Yokohama,  4." 

H àttero tt.  Das  Japanische  Schwert.  —  von  Zedlwitz.  Japanitche  Musikstuecke.  —  Mayel. 
Ein  Besuch  in  Corea.  —  Navmann.  Ueber  den  Geologischen  Bau  der  Japanischen  Inseln.  — 
Fesca.  Kleinere  Mittheilung. 
T  Mittheilungen   des   Ornithologischen    Vereines  in    Wien.  Jhg.  IX,  n.  8-19. 

Wien,  1885.  4.° 
t.\Io[iatsblàtter   de.s   wissenschaftlichen  Club  in  Wien.   VI  Jhg.  n.  12.  Wien, 

1885.  8.° 
1  Monographs  of  the  United  States  Geological  Survey.  Voi.  Ili,  IV.  Washington, 
1882,  1883.  4." 

in.  Becker.  Geology  of  the  Comstock  Lode  and  the  Washoe  District.  —  ìv.  Lord. 
Comstock  mining  and  rniners. 

:  Naturforscher  (Der).  Jhg.  XVIII.  N.  32-36.  Berlin,  1885.  4.° 
'Notizblatt  des  Vereins  fur  Erdkunde  zu  Darmstadt  und  des  mittelrheiuischen 
geologischen  Vereins.  IV  F.  5  H.  Darmstadt,  1884.  8.° 
Chclius.  Beitrage  zur  geologischen  Karte  des  Grossherzogthuras  Hessen.  —  Neil.  Re- 
sultate der  im  Grossherzogthum    Hessen    fur  die  Zwecke  der   Europiiischen  Gradmessung 
ausgefiihrten  Pràcisions  Nivellements. 

•Observations    météorologiques    suédoises    pubi,    par   l'Acad.    r.  des  scien 
Voi.  20,  21.  1878,  1879.  Stockholm,  1882-83.  1." 


—    CCLXIV    — 

"Oefversigt  af  Fiuska  Vetenskaps-Societetens  Fòrhandlingar.  XXVI.  1883-8-4. 

Helsingfors,  1884.  8." 

Reti  ter.  Monomorium  Fharaonis  Linné,  en  nv  Bende  (ili  var  husro.  —  Id.  Sibiriska 
hemiptera.  —  Lemstróm.  Pian  for  undersokning  af  polarljuset. —  Id.  Om  finska  polarexpe- 
ditionen.  —  Hjelt.  Om  syntetik  pimelinsyra.  —  Linìelóf.  Amnarkning  rórande  teovin  fòr 
pensionskassor.  —  Esllandcr.  S.  Maria  dell'Amuiiraglio  i  Palermo.  —  Lemstróm.  Om  finska 
polarexpeditionens  arbeten  1883-84.  —  Elfving.  Ueber  <las  Verhalten  der  Grasknotea  am 
Klinostat.  —  Wiik.  Mineralogiska  ocb  petrografiska  meddelanden,  —  Mellìn.  Om  ett  slag 
af  oiiudliga  produkter,  hvilka  kivnna  bestammas  genoin  gammafunktionen.  —  (gnatius. 
Anmarkningar  rfirande  sàrskilda  finska  orters  astronomiska  làge. 
'Ofversigt  af  k.  Vetenskaps  Akademiens  Fòrhandlingar.  Arg.  38-40  (1881-83). 

Stockholm,  1881-84.  8." 
•Tapers  (Professional)  of  the  Signal  Service.  N.  XV.  Washington,  1884.  4." 

Langleij.  Eesearcbes  on  solar  beat  and  its  absorption  by  the  eartb's  Atmosphere. 
"Proceedings  of  the  American  Philosophical  Society.  Voi.  XXI,  n.  116.  Phi- 

ladelphia,  1884.  8.° 

Cope.  Synopsis  of  the  Species  of  Oreodontids.  —  Id.  On  the  Structure  of  the  Skull 
in  the  Elasmobranch  genus  Didymodns.  —  Chase.  Photodynamic  Notes,  No.  IX.  —  Cop:. 
Correction  of  Mautes  of  January  18.  —  Plrillips.  Notes  on  the  Codex  Ramirez,  with  a 
translation  of  the  same.  —  Vaux.  The  Pennsylvania  Prison  System.  —  Gill.  Notes  on  the 
Stromateidae.  —  Brockway.  Theraometrical  Observations  in  Quito,  Ecuador.  —  Stttton  Wall. 
On  some  Indian  Picture  Pocks  in  Fayette  Co.  —  Frazcr.  Trap  Dykes  in  the  Archsean 
Eocks  of  Sontheastern  Pennsylvania.  —  Genlh.  On  Herderite.  —  Aihburner.  Notes  on  the 
Naturai  Bridge  of  Virginia. 

•Proceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  M.  S.  Voi.  VII,  9.  Sept.  1885. 
London,  8.° 

sden.  Conntries  and  tribes  bordering  on  th  Koh-I-Baba  range.  —  de  Laessoè.  Caves 
and  rnins  at  Penjdeh.  —  Yambèry.  The  geographical  nomenclature  of  the  disputed  country 
between  Merv  and  Herat.  —  Freshfiéld.  Two  recent  russian  travellers  in  the  Caucasus.  — 
Lieut.  Victor  Giraud's  and  herr  Reichard's  explorations  in  the  lake  region  of  Central  Africa. 

:  Publications  (Dun  Echt  Observatory).  Voi.  III.  London,  1885.  4.° 

Mauritius,  expedition  1874.  Div.  IL  Determinations  of  longitude  and  latitude. 
tEegister  of  the  University  of  California.  1884-85.  Berkeley,  1885.  8.° 
fKeport  (Aunual)  of  the  Chief  Signal  Officer  to  the  Secretar?  of  "\Var  for  the 

year  1S83.  Washington,  1884.  8." 
tReport  (The  Anunal)  of  the  Leeds  philosophical  and  literary  Society  for  1884- 

85.  Leeds,  1885.  8.° 
tRepoit  (3d  Animai)  of  the  U.  S.  Geological  Survey  to  the  Secretary  of  the 
Interior  1881-82.  Washington.  .1883.  4." 

Marsk.  Birds  with  teeth.  —  Irmng.  The  Cooper-Bearing  Rocks  of  Lake  superior.  — 
Russell.  Sketch  of  the  geological  history  of  Lake  Lahontan.  —  llague.  Pieport  on  the  geo- 
logy  of  the  Eureka  district.  —  Chambalin.  On  the  terminal  moraine  of  the  second  glacial- 
epoch. 

:Report  of  the  United  States  Geological  Survey  of  the  territories.  Voi.  III. 
1884.  8.° 
Cape.  Tertiary  Vertebrata.  Book  I. 


—    CCI.XV    — 

'Kevue  historique.  10'  année,  t.  XXIX,  1.  Sept.-oct.   1885.  Paris,  8." 

d'Orleans,  due <l' Aumale.  Les  combats  devant  Fribourg,  1644.  —  Portierati.  Louise  de 
Ke'roualle,  duchesse  de  Portsmouth,  1619-1731.  —  llcllot.  Étude  critique  sur  les  sources 
du  Rosier  des  guerres.  —  Sterri.  Denx  lettres  inédites  de   Mirabeau. 

+ Kevue  politique  et  littéraire.  3"  sér.  t.  XXXVI,  n.  10-13.  Paris,  1885.  4." 
•Revuo  scientifique.  3"  sér.  t,  XXXVI,  n.  10-13.  Paris,  1885.  4.° 
^Science.  Voi.  VI,  n.  133-136.  New  York,  1885.  4.° 

Minol.  A  new  endowment  for  research.  —  Thomas  Alva  Edison.  —  Pickertull .  The 
electric  raihvay  in  New  York.  —  A  school  for  electrical  engineering  in  Boston.  —  \V righi. 
Electrical  measuring  instruments.  —  Hubbard.  The  Kongo  Free  State.  —  Faslrow.  Com- 
posite portraiture. —  Lesley.  Stanley's  Kongo.  —  Todd.  The  future  of  the  Lick  obscivatory. 

sStudies  (Johus  Hopkins  University)  in  hstorical  and  politicai  science.  3d  Ser. 
IX-X.  Baltimore,  1885.  8." 
Davis.  Tuo  Relations  of  the  three  Departments  as  Adjusted  by  a  Century. 

tTpyjrH  PyecKaro  8HTOMOjroriraecKaro  o6iu,ecTua.T.  XVIII,  1884.  C.-IIeTepóypn>, 
1883-84.  8." 

ChapockniltofT.  Liste  des  Tenthredinides  des  environs  de  Lissiuo.  —  Chimkévilsch.  Mé- 
tamorphose  de  Systoechus  nitidulus  parasite  de  Orthoptères  du  genre  Stauronotus.  — 
fladosskovsky.  Quelques  nouveaux  Hyme'noptères  d'Ara  érique.  —  hi.  Études  hyménoptérolo- 
giques.  —  Id.  Fourmis  de  Cayenne  franeaise.  —  Poléleye/f.  Sur  les  stemmates  et  leur  faculté 
de  vision  chez  les  Phryganides.  —  lledemaiin.  Beitrag  II  zur  Schmetterlings-Fauna  St. 
Petersburg.  —  Morawtz.  Anthidium  Christophi  nov.  sp.  —  Sclivano/f.  Myriapodes  de  Russie.  — 
Porlschinsky.  Diptera  europaea  et  asiatica  nova  aut  minus  cognita  —  Rybakow.  Neue  Kàfer 
-Art  aus  Turkestan.  —  Id.  Neue  CassidaArt  aus  Ost-Sibirien.  —  Morawitz.  Stelis  ruficornis. — 
Jacovle/f.  Hemiptera  Heteroptera  des  Astrachanischen  Gebietes.  —  Erscholf.  Deux  expèces 
nouvelles  des  Rhopaloeères  de  l'Asie  centrale.  —  Purtschinsky.  Sarcophilae  Wohlfahrti 
monographia.  • 

^Verbandlungen  der  Berliner  Gesellschalt  fur  Anthropologie,  Etimologie  und 
Urgeschichte.  Sitz.  21  Marz  n.  16  Mai  1885.  Berlin,  8.° 

fVerhandlungen  der  k.  k.  Zoologiscli-botanischen  Gesellschaft  in  Wien.  Jhg. 
1885.  Bd.  XXXV.  Halbjahr  I.  Wien,  1885.  8.° 

Derg.  Ueber  die  Lepidopteren-Gattung  Laora  Walk.  —  Bergli.  Beitriige  zur  Kennt- 
niss  der  Aeolidiaden.  Vili.  —  Karpciles-  Die  Thierwelt  des  Loviticus  (III  Buch  Moses). — 
Lów.  Beitrage  zur  Eenntniss  der  Oicadinen. —  Mayr.  Feigeuinsecten.  —  Mik.  Cecido- 
myia  Beckiana  n.  sp.  auf  Inula  Conyza  DC. —  Id.  Einige  dipterologisehe  Bemer- 
kungen. —  Schlelterer.  Die  Hymenopteren-Gattung  Gasteruptiun  Latr.  (Faenus  aut).  — 
Deck.  Zur  Pilzflora  Niederùsterreichs.  III.  —  Braun.  Beitrage  zur  Kenntniss  einiger  Arten 
und  Formen  der  Gattung  Rosa.  —  Krasan-  Ergiinzende  Bemerkungen  zur  Abbandlung 
..Ueber  die  geothermischen  Verhaltnisse  des  Bodens  "  .  —  Rogenìwfer.  C  o  r  d  i  e  e  p  s  mili- 
taris  auf  Arctia  aulica.  —  ZuM.Ueber  einige  neue  Pilze.  Myxomyceten  und  Bakterien. 

•  Vieiteljabrschrift  der  Naturforsclienden  Gesellschalt  in  Ziiricb.  Jbg.  XXVI- 

XXIX.  Ziiricb,  1881-84.  8." 

xxix.  Wulf.  Astronomische  Mittheil  ingerì.  —  Maxer-Eymar.  Dio  Filiation  der  Belemnitcs 
acuti.  —  Sehneebeli.  Untersuchungen  ini  Gebiet  der  strahlenden  Warme.  —  Frilz.  Die  Ve- 
rànderlichkeit  des  Sonneudurchmessers.  —   llW/é/'.  Bestiminung  des  Azimutes  vom  Rigi.  — 

Bl'llkttino-Rkxiuc'Nti  —  VOL.  I.  34 


—    CCI.XV]    — 

Maurcr.  Ueber  die  von  General  Ibaiiez  angewandte  Methode  der  Temperaturbestimmung 
bei  der  Messstange  seines  Basisapparates.  —  Meyer.  Matheraatische  Mittheilungen.  —  Weiler. 
Ueber  einige  Flàchen,  auf  denen  Schaaren  von  Kegelschnitten  liegen.  —  Fliegner.  Ueber 
eiDige  Expansions-Curven  der  gesàttigten  Dampfe.  —  Wolf.  Astronoraische  Mittheilungen.  — 
Hitler.  Das  Tragheitsmoment  eines  Liniensysteras.  —  Mayer-Eymar.  Die  Panopaeen  der 
Molasse.  —  Fiedler  .Georaetrische  Mittheilungen. 

+  Wochenschrift  des  ost.  Ingenieur-  und  Architekten-Vereines.  Jhg.  X,  n.  36-40. 
Wien,  1885.  4." 

+  Zeitschrift  der  Gesellschaft  fiir  Schleswig-Holstein-Lauenburgische  Geschichte. 
Bd.  XIV.  Kiel,  1884.  8." 

Steffenhagen.  Die  Klosterbibliotbek  zu  Bordesholm  und  die  Gottorfer  Bibliothek.  — 
Welzeì.  Die  Reste  der  Bordesholmer  Bibliothek  in  Kopenhagen.  —  Wolff.  Das  ehemalige 
Franciscanerkloster  zu  Flensburg.  —  Meslorf.  Zur  Geschichte  der  Spitzen.  —  Sle/fenlutgen- 
Ein  Codex  Ranzovianus. 

*Zeitschrift  der  ost.  Gesellschaft  fur  Meteorologie.  Bd.  XX,  Sept.  1885. 
Wien,  4.° 

Pemter.  Stundliche  Beobachtungen  auf  Pike's  Peak  und  Mt.  Washington. 
+Zeitschrift  (Historische).  N.  F.  Bd.  XVIII,  3.  Miinchen,  1885.  8.° 

Blasendurff.  Ftìnfzig  Briefe  BliicberV  —  Lang.  Karl  Friedrich  Reinhard  in  Florciiz. 
+Zeitung  (Arcliaeologiscbe)  herausg.  v.  Arcbaeol.  Institut  des  deutschenReichs. 
Jhg.  XLIII,  1885  Heft  2.  Berlin,  4.° 

Walter*.  Die  Eroten  des  Praxiteles.  —  von  Duhn.  Die  Gotterversammlung  am  Ostfries 
des  Parthenon.  —  Lehnerdt.  Heraklcs  und  Acheloos.  —  Mayer.'  Lamia.  —  Furlwànglcr. 
Griechische  Vasen  des  s.  g.  geometrischen  Stils.  —  Frànkel.  Inschriften  aus  Mytilene.  — 
hi.  Hermes  als  Kind. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  ottobre  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

*  Amari  M.  —  La  guerra   del   Vespro   siciliano.   9a   ediz.  voi.   I-III.  Milano, 

1886.  8.° 
♦Anniversario  (X)  della  Società  toscana  di  scienze    naturali   e  cinquantesimo 

d'insegnamento  del  prof.  G.  Meneghini.  XIV  dee.  1884.  Pisa,  1885.  4.° 
*Castì  E. —  Relazione  sulla  Biblioteca  S.  Tommasi  nell'Aquila.  1884-85.  Aquila, 

1885.  4.° 
*Codex  diplomatici^  cavensis.  Tom.  VI.  Mediolani,  1884.  4." 

*  Garbini  A.  —  Guida  alla  bacteriologia.  Verona,  1886.  8.° 
* Leonardelli  G.  —  Le  isole  Apsirtidi.  Roma,   1885.  8.° 

^Macchiati  L.  —  Contribuzione  alla  flora  briologica  dei  dintorni  di  Cuneo.  Fi- 
renze, 1885.  8.° 
*Millosevich  E.  —  Sulle  stelle  boreali  fino  a  — 1°  inclusivo  dette  «  anony- 

mous  »  del  Catalogo  di  Yarnall.  Roma,  1885.  4.° 
"Movimento  dello  Stato  civile.  Anno  XXIII,  1884.  Roma,  1885.  4.° 


—    CCIAVII    — 

*Nigra  C.  —  Canzoni   popolari   del    Piemonte.  —  Il  moro   Saracino.   Paris, 

1885.  8.° 
*Nota  A.  —  Amore.  Commedia.  Sanremo,  1885.  8.° 

*  Patini  Ph.  —  Du  processus  morbide  du  choléra  asiatique,  de  sa  période  de 

mort  apparente  et  de  la  loi  mathématique  qui  le  régit.  Marseille,  1881.  8.° 
*Petruccelli  della  Gattina.  —  La  Esposizione  d'igiene  a  Londra  nell'anno  1884. 
Roma,  1885.  8.° 

•  Prola-Giurlco  N.  —  1.  Sulla  Ditana  digitifolia  quale  galattoforo.  — 2. 

Sul  Rhamnus  alaternus  e  sul  Ligustri! m  vulgare  quali  anti- 
galattofori. —  3.  Sul  Balsamo  Opodeldoch  contro  le  scottature  e 
l'avvelenamento  con  acido  fenico.  Napoli,  1885.  8.° 

'Sannia  A.  —  Lezioni  di  geometria  proiettiva  dettate  nella  Università  di 
Napoli.  Notizia  di  G.  Torelli.  Napoli,  1885.  4." 

•Statistica  dell'istruzione  elementare  per  l'anno  scolastico  1882-83.  Roma, 
1885.  4.° 

*Tunisi  D.  —  Il  laudano  avanti  la  scienza.  Vicenza,  1885. 

*/</.  —  Cura  specifica  del  cholera.  8a  ed.  Vicenza,  1884.  8." 

Pubblicazioni  estere. 

*Bredichin  Tk.  —  Révision    des   valeurs  numériques  de  la  force  repulsive. 

Moscou,  1885.  8.° 
•Carte  géologique  de  la  Belgique.  —  Feueilles  de  Heers,  Sl  Trond,  Landen. 

Lamorteati,  Ruette,  Virton,  Modars.  Bruxelles,  1884. 
•Compte  general  de  l'administration  de  la  Justice  criminelle  en  France  et  en 

Algerie  pendant  l'année  1883.  Paris,  1885.  4.° 
•Compte  géuéral  de  la  justice  civile  et  commerciale  en  France  et  en  Algerie 
pendant  l'année  1883.  Paris,  1885.  4.° 

*  Drufjel  A  von  —  Monumenta  tridentina.  Beitrage  zur  Geschichte  des  Concila 

vou  Trient.  Heft  II.  Juni-Dec.  1545.  Miinchen,  1885.  4." 
■Festscbrift    der    Naturwiss.  Gesellschaft    Jsis   in   Dresden  zur  Fejer  ihres 

50jaurigeu  Bestehens  am  14  Mai  1885.  Dresden,  1885.  8." 
*Iìagen  S.  J.  and  Holden  T.  S.  —  A  catalogue  of  1001  southern  stars   for 

1850.0  from  observations  by  signor  Tacchini,  at  Palermo,  in  the  years 

1867-1869.  4.° 
•/,/.  id.  —  A  list  of  437  southern  stars  for  1850,0  derived  from  Washing- 
ton transit  Circle   observations   and   compared  with   observations  at  the 
Cape  of  Good  Hope,  Cordoba  and  with  Yarnall's  Catalogue.  4.° 
■Ihòhouse  IV.  —  The   theory    and    practice    of   ancient    education.    Oxford, 

1885.  8.° 
"Kanitz  A.  —  Campanulaceae  brasilienses.  S.  1.  e  a.  f.° 

•  1,1.  —  Risultati  botanici  della  spedizione  centrale-asiatica  del  conte  Széchenyi. 
Budapest,  1885.  8.° 


—    CCLXVH1    — 

*Lenha$sék  Jos.  von  —  Die  Ausgrabungen  zu  Sszeged-Oethalom  in  Ungani. 

Budapest,  1884.  4." 
* Lewis  H.  Carvill.  —  A  great  trap  dyke  across   Southeastern  Pennsylvania. 

Philadelpbia,  1885.  8.° 
^Lunds  Universitets  Biblioteks  Accession-Katalog  1883.  Lund,  1884.  8.° 

•  Nederlandsch-indisch  Plakaatboek,  1602,  1811.  Batavia,  1885.  8.° 
*Oertel  K.  —  Astronomische    Bestimmung    der    Polbohen    auf  den  Punkten 

Irscbenberg  Hohensteig  und  Kampenwand.  Munehen,  1885.  4.° 

*  Ohlenschlager  F.  —  Sage  und  Forschung.  Miinchen,  1885.  4.° 

^  Olenine  A.  —  Lettre  à  un  dilettante  anonyme  sur  l'onvrage  intitulé  «Beai 

Museo  borbonico».  St.  Pétersbourg,  1882.  8.° 
*Perissini  G.  —  Sulla  determinazione  della  temperatura  delle  acque  nelle  con- 

dotture.  Trieste,  1880.  4.n 
*Phillips  H.  Jr.  —  Volk  songs  translated  from  tbe  Acta  comparationis  litte- 

rarum  universarum.  Pliiladelpbia,  1885.  16.° 
*vom  Rath  G.  —  Vortràge  und  Mittlieilungen.  Bonn,  1885.  8.° 
*Séance  publique  de  l'Académie  des  sciences,  agriculture,  arts  et  belles  lettres 

d'Aix.  1883,  1884.  Aix,  8.° 
*Société  r.  hongroise  des  sciences  naturelles  (Le  passe  et  le  présent  de  la...) 

redige  par  le  Secrétaire.  Budapest,  1885.  8." 
*Universidad  centrai  de  Madrid.  —  Memoria  estadistica  de  curso  del  1883 

a  1884  y  Anuario  de  1884-85.  Madrid,  1885.  4.° 
*Verslag    van   de   aanwisten    der    k.    Bibliotheek  gedurende   het  jaar  1884. 

'S  Gravenhage,  1885.  8.° 
*Whitney  W.  Dw.  —  The  roots,  verbal-forms  and  primary  derivatives  of  the 

Sanskrit  language.  Leipzig,  1885.  8.° 

Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  ottobre  1885. 

Pubblicazioni,  nazionali. 

'Annali  di  agricoltura  1885.  N.  103.  Roma,  8.° 

La  filossera  in  Italia  nel  1884. 
fAnnali  di  cbimica  medico-farmaceutica  e  di    farmacologia.    1885,  n.  2.  Mi- 
lano, 1885.  8.° 

Cervello  e  Valenti.  Sopra  gli  effetti  combinati  della  morfina  e  della  paraldeide.  — 
Pellacani.  Intorno  ai  principi  attivi  della  piscidia  eritrina. —  Bizio.  L'applicazione  del  ni- 
trato d'argento  all'esame  chimico  degli  olii  confutata.  —  Spica  e  Discaro.  Alcuue  notizie 
sull'arum  italicum.  —  Giacosa.  I  veleni  cianici. 

'Archivio  storico  lombardo.  Ser.  2\  anno  XII,  f.  3°.  Milano,  1885.  8.° 

Carnevali.  La  morte  di  Enrico  IV  di  Francia  e  la  sua  politica  italiana,  secondo  i  do- 
cumenti mantovani. —  Gianandrea.  Della  signoria  di  Francesco  Sforza  nella  Marca,  secondo 
le  Memorie  e  i  documenti  dell'Archivio  Settempedano.  —  Spinelli.  Carme  in  morte  di  Cico 


—   CCLXIX     — 

Simonetta.  —  Morigeri.  L'arte  del  minio  nel  ducato  di  Milano,  dal  secolo  XIII  al  XVI. 
Appunti  tratti  dalle  memorie  postume  del  marchese  Gerolamo  d'Adda.  —  Caffi.  I  Solari, 
artisti  lombardi  nella  Venezia.  —  Media.  Letteratura  poetica  viscontea.  —  Casati.  Docu- 
menti sul  palazzo  chiamato  «  Il  banco  Mediceo  ».  —  Id.  Le  pitture  di  Bernardino  Lanino 
nella  chiesa  di  S.  Magno  in  Legnano. 

■Ateneo  veneto.  Serie  IX,  voi.  II,  1-2,  3.  Venezia,  1885.  8.° 

1-2.  Luciani.  Carlo  Combi,  commemorazione.  —  Marchesi.  Venezia  nell'età  del  rinasci- 
mento. —  Donatelli.  Echi  dell'infinito.  —  Glasi.  Per  il  centenario  di  Alessandro  Manzoni.  — 
Cordenons  Sul  meccanismo  delle  eruzioni  vulcaniche  e  Geiseriane.  —  Pasqualino.  Posina  e  il 
suo  territorio  nei  rapporti  fisico-medico-storico-statistici.  —  Cassani.  Geometria  pura  eucli- 
dea degli  spazi  superiori.  —  Nardi.  Emanuele  Valenziani,  racconto. —  De  Lucchi.  Francesco 
Rossetti.  —  Anfiosso.  Gli  animali  nel  mondo  estetico. 

•Atti  della  Società  dei  Naturalisti  di  Modena.  Memorie.  Ser.  3%  voi  IV.  Mo- 
della, 1885.  8.° 

Bergonzini.  Sulla  struttura  dello  stomaco  dell' A 1  e  e  d  o  li  ispida.  —  Camus  e  Penzig. 
Illustrazione    dell'erbario    estense.   —  Lepori.  Il  Venturone  in  Sardegna.  —  Mazzetti  e 
PanlaneUi.  Fauna  fossile  di  Montese.  Parte  1*.  —  Picaijlia.  Pediculini  dell'Istituto  anatomo 
zoologico  della  r.  Università  di  Modena. 
•'Atti    della    Società   toscana  di    scienze  naturali.  Processi  verbali.  Voi.  IV. 

Adunanza  del  28  giugno  1885.  Pisa,  8.° 
t  Atti  del  r.  Istituto  veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  T.  Ili,  ser.  6a,  disp.  9. 
Venezia,  1885.  8.° 

Ferrai.  Lettere  inedite  di  Donato  Giaunotti.  —  Luzzatli.  Delle  alterazioni  e  delle 
transformazioni  del  tipo  monetario  nei  loro  rapporti  con  la  moneta  ideale.  —  Teza.  Intorno 
a  due  inscrizioni  senesi.  —  Canestrini.  Prospetto  dell'acarofauna  italiana.  —  De  Giovanni. 
Sull'asfisia  dell'estremità.  —  Dall'Acqua  Giusti.  L'arco  acuto  e  i  Guelfi.  —  Succhia.  Pro- 
posta di  una  regola  precisa  per  determinare  la  forma  e  le  dimensioni  necessarie  alla  fer- 
mezza durabile  degli  argini  di  terra,  ordinati  a  contenere  alte  piene  di  gran  fiumi  reali.  — 
Lussana.  La  storia  antica  del  caffè. 

^Bollettino  consolare.  Voi.  XXI,  f.  9.  Roma,  1885.  8.° 

Gallian.  Eapporto  sul  traffico  generale  tra  l'India  e  l'Italia,  nel  quinquennio  1879-80, 
1883-S4.  —  Froehlich.  Il  canale  marittimo  di  Manchester.  Sanzione  del  Parlamento.  — 
Avezzana.  Relazione  annuale  sulla  situazione  agricola  dell'Irlanda  nel  188J.  —  Parodi.  Rap- 
porto commerciale  per  l'anno  1884  (Messico).  —  Lambertenghi.  Prospetti  della  navigazione 
e  del  commercio  in  san  Francisco  per  l'anno  1884.  —  Guglielmi.  Cenni  statistici  sul  movi- 
mento commerciale  e  di  navigazione  del  porto  di  Trebisonda  e  scali  dipendenti  da  questo 
disfretto    consolare  durante  l'ani. o  1 

•Bollettino  decadico  pubblicato  per  cura  dell'Osservatorio  centrale  del  r.  Col- 
legio C.  Alberto.  Anno  XIV  (1884-85),  n.  2.  Torino,  1885.4." 

•Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  19, 
20.  Napoli,  1885.  4.° 

•Bollettino  della  Società  geografica  italiana.  Ser.  2%vol.X,9, 10. Roma,  1885.  8.° 

9.  Dalla  Vedova.  Pellegrino  Matteucci  ed  il  suo  Diario  inedita. —  Paulilschke.  Notizie 
dall'Harar.  —  Le  navigazioni  di  A.  Malaspina  (1789-1794).  —  Manfroni.  L'opera  del  co- 
mandante De  Amezaga.  —  Gi/jlioli.  Piicerche  intorno  alla  corologia  di  i  vertebrati.  —  10. 
Pennesi.  L'arcipelago  delle  Caroline  e  delle  Palaos.  —  Ragazzi.  Notizie  mediche  raccolte 
nel  viaggio  da  Assab  all'Abissinia.  —  Fea.  Lettere  dalla  Birmania.  —  I   lavori   geografici 


—    CCLXX    — 

di  Antonio  Raimondi.  —  Le  «  Note  di  viaggio  »  del  conte  L.  dal  Verme.  —  Giglioli.  Ri- 
cerche intorno  alla  corologia  dei  vertebrati.  —  La  Conferenza  coloniale  della  Società  afri- 
cana d'Italia. 
'Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia  1885.  N.  7  e  8.  Luglio  e  agosto. 

1885.  Roma,  8.° 

Mazzuoli.  Sul  giacimento  cuprifero  della  Gallinaria.  —  Cortese.   Ricognizione    geolo- 
gica da  Buffaloria  a  Potenza. 

"Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  1885,  n.  62-68.  Roma,  4.° 
*Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  n.  18.  Roma,  1885.4.° 
*  Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  del  Collegio  C.  Alberto.  Ser.  2%  voi.  V,  6. 

Torino,  1885.  4.° 

Denza.  Le  osservazioni  meteorologiche  eseguite  da  G.  Bove  nelle  missioni.  —  Palmieri. 
Il  Vesuvio  dall'eruzione  del  26  aprile  1872  fino  a  maggio  1885. 
^Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Anno  VII,  1885,  otto- 
bre Roma,  4.° 
♦Bollettino  settimanale   dei   prezzi  di  alcuni   dei  principali  prodotti  agrari  e 

del  pane.  Anno  1885,  n.  37-40.  Roma,  4.° 
♦Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  n.  9.  sett. 

1885.  Roma,  4.° 
^Bollettino  della  r.  Accademia  medica  di  Roma.  Anno  XI,  6.  Roma,  1885.  8.° 
Scalzi.  Sulle  condizioni  igieniche  degli  ospedali  di  Roma.  —  Angelucci.    Dna   nuova 
teoria  sulla  visione. 
^Cimento  (Il  nuovo).  3"  ser.  t.  XVIII,  luglio-agosto  1885.  Pisa,  8.° 

Rolli.  L'elettrocalorimetro  confrontato  col  termometro  di  Riess.  —  Ferraris.  Ricerche 
teoriche  e  sperimentali  sul  generatore  Gaulard  e  Gibbs.  —  Righi.  Sulla  fotografia  delle  scin- 
tille elettriche,  ed  in  particolare  di  quelle  prodotte  nell'acqua.  —  Id.  Nuove  ricerche  sul 
fenomeno  di  Kerr.  —  Basso.  Fenomeni  di  riflessione  cristallina  interpretati  secondo  la  teoria 
elettromagnetica  della  luce.  —  Somigliana.  Sopra  l'equilibrio  di  un  corpo  elastico  isotropo. 

•Filosofia  (La)  delle  scuole  italiane.  Anno  XVI,  voi.  XXXII, 2.  Roma,  1885.  8.° 
Ferri.  Un  libro  recente  di  psicofisiologia.  L'ipnotismo.  —  Mosci.  Sulla  natura  logica 
delle  conoscenze  matematiche.  Contribuzione  alla  teorica  della  conoscenza.  —  Credaro.  Que- 
stioni kantiane.  —  Dobba.  Un  nuovo  libro  sulla  storia  della  filosofia. 
*Giornale  (Nuovo)  botanico  italiano.  Voi.  XVII,  4.  Firenze,  1885.  8.° 

Mattirolo.  Sullo  sviluppo  e  sulla  natura  dei  tegumenti  seminali  sul  genere  Tilia 
Linn.  —  Macchiati.  Contribuzione  alla  flora  briologca  dei  dintorni  di  Cuneo. 

■Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  18S5,  f.  6°.  Palermo,  1885.  8.° 

Grimaldi.  Sulla  variazione  di  temperatura  del  massimo  di  densità  dell'acqua  colla 
pressione.  —  Bonella.  Sopra  alcuni  anisati.  —  Mazzara.  Nuovi  azoderivati  del  carvacrol.  — 
Ciamician  e-Silber.  Studi  sui  composti  della  serie  del  pirrolo.  Parte  IX.  Sull'azione  del- 
l'acido nitrico  sul  pirrilmetilchetone.  —  Coppola.  Sulla  piridincolina.  piridineurina  e  piri- 
dinmuscarina  e  sulla  funzione  fisiologica  dell'etile,  dell'idrossietile,  del  diidrossietile  e  del 
vinile  nelle  basi  quaternarie.  —  Vanni.  SuII'k-  naftilamminftaleina. 

■^Miscellanea  di  storia  italiana  edita  per  cura  della  r.  Deputazione   di  storia 
patria.  Tomo  XXIV.  Torino,  1885.  8." 

Manno.  Diario  dell'assedio  di  Torino  del  1640  di  anonimo  contemporaneo.  —  Vesmc. 
Vau  Dyck,  peintre  de  portraits  des  princes  de  Savoie.  —  Intra.  Guglielmo  Braghiroli.  — 


—    CCLX.NI    — 

Cumino.  Il  conte  Luigi  Montagnini.  —  Sommi  Pici-nardi.  Di  un  tentativo  fatto  dai  Francesi 
per  impadronirsi  d<l  castrilo  di  Cremona  nel  1577.  —  Dionisiotti.  Commemorazione  di 
C.  Benna.  —  Curutti.  Relazione  nella  Corte  d'Inghilterra  del  consigliere  di  Stato  P.  Mella- 
rède  plenipotenziario  di  Savoia  al  Congresso  di  Utrecht.  —  Provana  di  Collegno.  La  dona- 
zione di  Teutcario  ossia  Curaiana  dal  secolo  IX  al  XV.  —  Promis.  Testamento  di  Ben- 
venuto S.  Giorgio.  —  Due.  Docurnents  sur  l'histoire  ecclesiastique  du  moyen  age.  —  Cipolla 
et  Manno.  Indices  chronologici  ad  scriptores  rerum  italicarum  quos  L.  A.  Muratorius  collegit. 

t Monumenti  storici  pubblicati  dalla  r.  Deputazione   veneta   di  storia  patria. 

Ser.  4".  Miscellanea,  voi.  III.  Venezia,  1885.  4.° 
'Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Settembre,  1885.  Roma,  8." 

Circa  gli  effetti  del   bomhardamento    per   le    piazze  e  per  le  popolazioni.  —  Orili  t. 
Le  ferrovie  di  costruzione  speditiva  per  usi  militari.  —  Sachero.  Intorno  al  perforamento 
delle  piastre-corazze.    Versione   dal  tedesco.  —    Bocchi.  Ordinamento  e  servizio    dell'arma 
del  Genio  presso  gli  eserciti  europei.  —  Una  protesta  del  sig.  Bashfort. 
{ Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Anno  IX,  18-19.  Conegliano,  1885.8." 

Cerktli.  I  vini  italiani  nel  Belgio.  —  Cettolini.  Sulla  transformazione  dei  viticci  in 
grappoli  e  sull'ingrossimento  artificiale  degli  acini  e  dei  grappoli. 

"^Rivista  mensile  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  IV,  n.  9.  Torino,  1885.  8." 
fRivista  scientifico-industriale.  Anno  XVII,  15-17.  Firenze,  1885.  8.° 

Piazzali.  Trasporto  e  distribuzione  di  elettricità  per  mezzo  dei  trasformatori  ad  indu- 
zione ;  I.  Sistema  Gaulard  e  Gibbs.  —  Marangoni.  Riflessioni  sugli  appunti  fatti  ad  alcuni 
miei  lavori.  —  Sul  potere  emissivo  delle  scintille  elettriche.  —  I  veri  eteri  nitrosi  degli 
alcool:  atilico,  etilenico  e  butilico  terziario.  —  Decomposizione  della  ghisa  sotto  l'azione 
del  calore.  —  La  vita  animale  nelle  Alpi. 

•Telegrafista  (II).  Anno  V,  8.  Roma,  1885.  8.° 

Cardarelli.  Misura  delLi  resistenza  di  un  sistema  contenente  forze  elettromotrici.  — 
.1.  Inclusione  di  apparati  Hughes  ad  arco  doppio. 

Pubblicazioni  estere. 

ìAbhandlungen  der  philol.-histor.   Classe   der  Kóu.  Sachsischen   Gesellschaft 
der  Wissenschaften.  Bd.  X,  2.  Leipzig,  1885.  4." 
Leskicn.  Untersuchungen  ueber  Quantitat  und  Betonung  in  den  Slavischen  Sprachen. 

Acta  Mathematica.  VII,  1.  Stokholm,  1885.  4.° 

Poincaré.  Sur  un  théorème  de  M.  Fuchs.  —  Phragmén.  Sur  un  théorème  concernant 
Ics  fonctions  elliptiques.  —  hi.  Ueber  die  Begrenzungen  von  Continua.  —  Kreij.  Ueber  Sy- 
steme  von  riancurven.  —  Lipschilz.  Déduction  arithme'tique  d'une  relation  due  a  Jaeobi.  — 
Nello.  Zur  Theorie  der  Elimination. 
TAnnales  (Nouvelles)  de  mathématiques.  Oct.  1885.  Paris,  8.° 

Pelicol.  Loi   de  probabilitó  des  dcarts.  —  Juhd-Rénoy.  Théorèmes  sur  l'ellipse  et  l'hy- 
perbole  equilatere. 
^Annales  de  la   Société  entomologique   de    Belgique.  T.   XXVIII.  Bruxelles, 

1884.  8.° 

Dwjis.  Métamorphoses  de  la  Leptinot  arsa  undeciraline  ata  Stài.—  Id.  Méta- 
m  .rphoses  du  Tropisternus  lateralis  Fab.  —  Id.  Métamorphoses  du  Mallodon 
angustatum  Thomson.  —  Prudhomme  de  Borre.  Tentameli  Catalogi  Glomeridarnm  hu- 
cnsque  descriptarum.  —  Selys-Longcliamps.  Revision  des  Diplax  paléarctiqnes.  —  Lameere. 


—    CCLXXII    — 

Longicornes  recueillis  pai  feu  Camille  Van  Volxem  au  Brésil  et  à  la  Piata.  —  Id.  Matériaux 
pour  servir  à  la  faana  de  la  RL!publique  de  Venezuela. 

tAnnales  de  la  Société  géologique  de  Belgique.  T.  X.  Liége,  1882-83.  8." 

Delvaux.  Sur  le  forage  d'un  puits  artésien  exécuté  à  la  fabrique  de  MM.  Dupont 
freres.  —  Malalse.  Sur  la  composition  du  massif  ardoisier  du  Brabant.  —  Ubaghs.  La  mà- 
choire  de  la  Chelonia  Hoffraanni  Gray.  —  Cesaro  et  Despret.  La  Eichellite,  nou- 
velle  espèce  minerale  des  environs  de  Visé.  — ■  Fraipont.  Sur  les  crinoides  du  famonnieii 
de  Belgique. 

^Amiales  de  la  Société  r.  malaeologique  de  Belgique.  T.  XIX,  année  1884. 
Bruxelles,  1885.  8." 

Dolfus.  Le  terrain  quaternaire  d'Qstende  et  le  Corbioula  flurainalis.  —  Vanden 
Broeck.  Contribution  à  l'e'tude  des  sables  plioeènes  diestiens. 

fAnnales  des  ponts  et  chaussées.  1885.  Aoùt.  Paris,  8." 

Demule,  Marlin  et  Mallel.  Paroles  prononcées  sur  la  tombe  de  M.  E.  Bellot.  —  Guillaume. 
Notice  sur  la  statique  grapbique.  —  Turbe.  L'aneienne  Ecole  de  ponts  et  chaussées.  —  Jacquet. 
Étude  sur  le  mode  de  navigation  à  appliquer  sur  le  Khóne  entre  Lyon  et  Marseille.  — 
Dazili.  Dure'e  des  éclusages  et  marche  des  bateaux  sur  le  Canal  de  Bourgogne.  —  Pelle- 
Ireau.  Note  sur  un  répartiteur  d'eau  et  sur  son  application  a  la  police  des  irrigations. 

■•Annuaire  de  la  Société  météorologique  de  Prarice.  1885.  Janvier,  8.° 

De  Tastes.  Sur  la  the'orie  des  variations  brusques  que  présentcnt  ks  courbes  du  baro- 
mètre  enregistreur  pendant  les  orages. 

•Anzeiger  (Zoologischer).  Jhg.  Vili,  n.  205,  206,  207.  Leipzig,  1885.  8.° 

205.  GoetU:  Ueber  die  Entwicklung  dei  Aureli  a  aurita  und  der  Cotylorbiza 
borbonica.  —  Liil.  Ueber  einzellige  Druseii  ini  Blasenepithel  der  Amphibien.  —  Daur.  Ou 
the  sternal  apparatus  in  Iguanodon.  —  206.  Zacharias.  Ueber  das  Ergebnis  einer  faunistischen 
Excurrion  in's  Isor-,  Riesen-  und  Glatzer  Gebirge.  —  Ostrooumo/f.  Extrait  de  l'oeuvre  sul- 
la Morphologie  des  bryozoaires  marines.  —  Baur.  Einige  Bemerkungen  ueber  die  Ossifica- 
tion  der  langen  Knochen.  —  Korschell.  Zur  Frage  nach  dem  Ursprung  der  Verschiedenen 
Zellenelemente  der  Insectenovarien.  —  207.  Id.  Zur  Frage  nach  dem  Ursprung  ecc..  —  Grosglik. 
Zur  Morphologie  der  Eopfniere  der  Fische.  —  Haller.  Ueber  das  blaue  Hochzeitskleid  des 
Grasfrosches. 

+Beiblàtter   zu  den  Annalen   der   Physik   und   Chemie.  Bd.  IX,  9.  Leipzig, 

1885.  8.° 
1'BeoV>achtungen  der  Temperatili-   des    Erdbodens    im    Tifliser  physicalischeu 
Observatorium  ira  Jabre  1882,  1883.  Tiflis,  1885.  4.° 

•Boletin  de  la  Sociedad  geogràfica  de  Madrid.  Tomo  XIX,  3.  Madrid,  1885.  8.° 
Rebuella.  Puerto  de  la  Luz  en  la  isla  de  Gran  Canaria.  —  Butrón.  Memoria  sobro  las 
islas  Caiolinas  y  Palaos.  —    de  Furando.  De  Llanes  à  Covadonga.  Excursión  geogràflco- 
pintoresca.  —  Ami.  Capello  6  Ivens.  La  travesia  del  Africa  meridional. 

'Bulletin  des  sciences  mathématiques.  2e  sér.   t.  IX,  oct.  1885.  Paris,  8." 

Bachmann.  Ueber  die  Bewegung  eines  Punktes.  —  Pfei/fer.  Formeln  fiir  den  Inhalt 
der  Kegelflache.  —  Sclilegel.  Bestimmung  der  Konstanten  der  spliaerischen  Kettenlinie.. 

•^Civilingenieur  (Der).  Jhg.  1885,  Heft  6.  Leipzig,  1885.  4.° 

Nagel.  Mittheiliingen  aus  dem  Gebiete  der  Geodiisie.  —  Zahikjans.  Kinetische  Ana- 
lyse  der  Actionsturbinen  mit  freiem  Stralli. 


—   CCLXXI11    — 

tCompte  renda  des  séances    et   travaux  de  l'Académie  des  scieuces   morales 
et  politiques.  Octobre  1885.  Paris,  8.° 

Zi  Iter.  L'empereur  Frédéric  II  a-t-il  voulu  s'emparer  du  pourvoir  spirituel  dans  la 
chrétienté  et  se  faire  pape?  —  Ceffroy.  Notice  nécrologique  sur  M.  le  comte  Terenzio  Ma- 
miani.  —  Id.  Discours  prononcé  anx  funérailles  de  M.  Vuitry.  —  Passy.  L'instruction  des 
feinmes.  L'Etat  et  l'initiative  privée. 

f  Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  sciences.  T.  CI, 

n.  14-17.  Paris,  1885.  4.° 

14.  Janssen.  Analyse  spectrale  des  éléments  de  l'atmosphère  terrestre.  —  BertheM. 
Études  terraiques  sur  la  sèrie  aromatique:  Des  phénols  à  fonction  coniplexe. —  Millardet. 
Sur  le  traitement  du  mildew  et  du  rot.  —  Perrey.  Sur  la  destruction  du  mildew  par  le 
sulfate  de  cuivre.  —  Larreguy  de  Civricux.  Sur  l'invasion  du  mildew  dans  le  nord  de 
la  Touraine  en  1885.  —  llalphcn.  Sur  les  formes  quadrat:ques  dans  la  théorie  des  équa- 
tions  différentielles  linéaires.  —  Richet.  De  l'action  physiologique  des  sels  de  rubidium.  — 
Laulaniè.  Sur  les  phénomènes  intimes  de  la  contraction  ruusculaire  dans  les  faisceaux  pri- 
mitifs  striés.  —  Arloing.  Marche  des  lesiona  consécutives  a  l'inoculation  de  la  tuberculose 
de  l'hoinuie  chez  le  lapin  et  le  cobaye.  Application  à  l'étude  de  l'inoculation  et  de  la  réi- 
noculation  de  la  tuberculose.  —  Crié.  Le  centre  de  végétation  armorlcain.  —  Dieulafait. 
Application  de  la  Thermochiraie  à  l'explication  des  phénomènes  géologiques.  Principe  gene- 
ral. Minerais  de  manganése.  —  Diamilla-Muller.  Sur  des  tourbillons  observés  par  des  aéro- 
nautes.  —  Réveillière.  Sur  un  metèore  observé  à  Saigon,  dans  la  soirée  du  22  aoùt.  — 
15.  Ducliarlre.  L'ceuvre  botanique  de  M.  Charles-Edmond  Boissier.  —  Berthetot.  Sur  la  neu- 
tralisation  des  acides  aromatiques.  —  [d.  Sur  divers  phénols.  —  Lcewy.  Sur  le  premier 
volume  des  «  Annales  de  l'Observatoire  de  Bordeaux  ».  —  Millardet  et  Gayon.  Effets  du  mil- 
dew snr  la  vigne.  Influence  d'un  traitement  efficace.  —  Maumené.  Observations  relatives 
à  la  nature  du  snere  interverti  et  à  la  fermentation  élective.  —  Bigourdan.  Observations 
de  la  nouvelle  planète  (251)  Palisa,  faites  à  l'Observatoire  de  Paris  (équatorial  de  la  tour 
de  l'Ouest).  —  Rambaud-  Observations  de  la  comète  Brooks  et  de  la  nouvelle  planète  Talise 
(250),  faites  à  l'Observatoire  d'Alger  au  télescope  de  0m,50.  —  Ditte.  Recherches  sur  le 
vanadiuni;  propriétés  de  l'acide  vanadique.  —  Pagès.  Analyse  cinématique  de  la  locomotion 
du  chev.il.  —  Laulaniè.  Sur  les  phénomènes  intimes  de  la  contraction  musculaire,  dans  les 
faisceaux  primitifs  striés.  —  Ridici.  De  l'action  physiologique  des  sels  de  lithium,  de  po- 
tassium  et  de  rubidium.  —  Boutan.  Sur  le  développement  de  la  Fissurelle.  —  Yung.  In- 
fluence de  l'eau  salée  sur  le  développement  des  laives  de  grenouille.  —  Tissandier.  Sur  les 
mouvements  des  aérostats.  —  Cìiicandard.  Observations  relatives  anx  expériences  de  M.  Aimé 
Girard  sur  la  fermentation  panaire.  —  16.  Bouquet  de  la  Grye.  Sur  l'établissement  d'un 
laboratoiie  pour  le  mesurage  des  plaques  photographiques  du  passage  de  Vé.ms.  —  Gaudry. 
Sur  les  Dinocératidés  que  M.  Marsh  a  recueillis  dans  l'eocène  du  Wyoming.  —  de  Jonquiè- 
res.  Sur  les  transformations  géométriques  birationnelles  d'ordre  x.  —  Forel  Les  ravins  sous- 
lacustres  des  fleuves  glaciaires.  —  Meunier.  Sur  la  classification  et  l'origine  des  météorites.  — 
Razel.  Snr  la  latitude  de  l'Observatoire  de  Bordeaux  (Floirac).  —  P.card.  Sur  les  intégrales 
de  différentielles  totales  de  seconde  espèce.  —  Schotite.  Questions  qui  se  rapportent  à  un 
faisceau  de  cubiques  planes.  —  Drillouin.  Sur  la  torsion  des  prismes.  —  de  Lalande.  Sur 
un  nouvel  appareil  de  mesure  des  conrantes  électriques.  —  Utrcadier.  Sur  la  théorie  du 
téléphone  électromagnétique  transmettenr.  —  Renard.  Sus  l'électrolyse  des  sels.  —  Engel. 
Combinaison  du  carbonate  neutre  de  magnèsie  avec  le  bicarbonate  de  potasse.  —  Audoi/naud. 
Falsifications  de  l'huile  d'olive  comestible.  —  Pouchel.  Sur  le  développement  des  dents  du 
Cachalot.  —  Beauregard.  Sur  le  mode  de  développmeut  de  l'Epicauta  verticalis.— 
Yesque.  Sur  le  prétendu   iòle    des   tissus    vivants  du  bois,  dans    i'ascension  de  la  seve.  — 

Bollettiko-Bendicokti  —  V"I.    f.  35 


—    CCI.XXIV    — 

Martini.  Sur  une  trombe  observée  à  Shanghai,  le  21  aoùt  1885.  —  Dechevrens.  Sur  la  raème 
trombe.  —  17.  Pasteur.  Méthode  pour  prevenir  la  rage  après  morsure.  —  Vulpian.  Remar- 
ques  à  propos  de  la  Communication  de  M.  Pasteur.  —  Larrey.  Observation  relative  à  la 
mSme  Communication.  —  Bouley.  Remarques  au  sujet  de  la  mème  Communication.  — 
Pasteur.  Réponse  aux  remarques  de  MM.  Vulpian,  Bouley  et  Larrey.  —  Berlhelol.  Fixation 
directe  de  l'azote  atmosphérique  libre  par  certains  terrains  argileux.  —de  Lacaze-Duthiers 
et  YvesDelage.  Les  Cynthiadés  des  còtes  de  France:  type  Cynthiamorus.  —  Faye.  Note 
relative  à  de  récentes  Communications  sur  les  trombes.  —  Deprez.  Expériences  de  trans- 
mission  de  la  force  par  l'éleetricité  entre  Paris  et  Creil.  —  Hugoniot.  Sur  la  propagatici 
du  mouvement  dans  les  corps,  et  spécialeinent  dans  les  gaz  parfaits.  —  llemberl  et  Henry. 
Sur  un  nouveau  procède  de  fabrication  de  gaz  hydrogène.  —  Perrotin.  Dècouverte  d'une 
nouvelle  petite  planète,  à  l'Observatoire  de  Nice.  —  Trouvelot.  Remarques  sur  l'étoile  nou- 
velle  de  la  nébuleuse  d'Andromede.  —  Renan.  Application  des  nouvelles  méthodes  de 
M.  Lcewy  pour  la  détermination  des  coordonuées  absolues  des  étoiles  circompol.tires,  sans 
qu'il  soit  nécessaire  de  connaitre  les  constantes  instrumentales  (distances  polaires).  — 
Schoute.  Questions  qui  se  rapportent  à  un  faìsceau  de  cubiques  planes.  —  Guccia.  Sur  les 
transformations  géométriques  planes  birationnelles.  —  Maximovilch.  Equations  différentielles 
générales  qui  se  ramèuent  aux  quadiatures.  —  de  Thierry.  Sur  un  nouveau  spectroscope 
d'absorption.  —  Engel.  Sur  un  nouveau  carbonate  neutre  de  magnèsie.  —  Henry.  Sur  la 
volatilité  dans  les  composte  organiques  mixtes.  —  Arloing.  Propriétés  zymotiques  de  cer- 
taines  virus.  —  Parinaud.  Sur  l'existence  de  deux  espèces  de  sensibilité  à  la  lumière.  — 
Cazeneuve  et  Lèpine.  Sur  l'action  pbysiologique  du  sulfoconjugué  sodique  de  la  roccelline.  — 
Adamkiewicz.  La  circulation  dans  les  cellules  ganglionnaires.  —  Rochas.  Du  mode  de  di- 
stribution  de  quelques  fllets  sympathiques  intra-craniens,  et  de  l'existence  d'une  raciue  sym- 
jiathique  du  ganglion  ciliaire,  cbez  l'oie.  —  Hallez.  Sur  le  développement  des  Nématodes.  — 
Dareste.  Nuuvelles  recherches  concernant  l'influence  des  secousses  sur  le  germe  de  l'oeuf  de 
la  poule,  pendant  la  pe'riode  qui  séparé  la  ponte  de  la  mise  en  incubation.  —  Angot.  Re- 
cherches théoriques  sur  la  distribution  de  la  chaleur  à  la  surface  du  globe.  —  hi.  Sur  les 
époques  de  vendanges  en  France.  —  Dieulafait.  Application  des  phénomènes  géologiques.  — 
Carbonate  de  ziuc.  —   Trève.  Sur  le  rayon  vert,  observé  dans  l'océan  Indien. 

rCorrespotuìenz-Blatt  des    Naturwissenschaftlichen   Vereines   in   Regensburg. 
Jhg.  XXXVIII.  Regensburg,  1884.  8.° 

v.  Ammon.  Deber  das  in  der  Sammlung  des  Regensburger  naturwissenschaftlichen  Ve- 
reins  aufbewahrte  Skelett  einer  langschwanzigen  Flugeidechse  (Rhamphorhynchus 
lougicaudatus).  —  Kiltel.  Systematische  Debersicht  der  Eafer,  welche  in  Bayern  und  in 
der  nàchsten  Umgebung  vorkommen.  —  Kriechbaumcr.  Ueber  die  Blattwespengattungen 
Perineura,  Tenthredopsis  und  Ebolia. 
+Cosmos.  4e  année.  N.  S.  n.  36-38,  Paris,  1885.  4.° 
+  Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXIV,  2-4.  Cassel,  1885.  8.° 

Mahlert.  Beitrage  zur  Kenntniss  der  Anatomie  der  Laubblàtter  der  Coniferen  mit  be- 
sonderer  Beriicksichtigung  des  Spaltoffnungs-Apparates.  —  Rothert.  Bemerkungen  zu  Sanio's 
Rcferat  ueber  meine  Abhandlung:  Vergleichend-Anatomische  Untersuchungen  ecc. 
^oihandlinger  i  Videnskabs-Selskabet  i  Christiania  1884.  Christiania.  1885.  8.° 
Collett.  Om  Beryx  borealis  Dub  &  Kor.  1884.  —  Geelmuyden.  Nogle  Meddelelser 
om  de  i  Christiania  udfflrte  Zone-Observationer.—  Guldberg.  Kvotient-  ogProdukt-Regning  — 
Monrad.  De  locis  quibusdam  Plotinianis.  —  Fearnley.  Zur  Theorie  der  terrestrischen  Re- 
fration.  —  Lie.  Mathematiske  Meddelelser.  —  Hiortdahl.  Colemanit,  et  Kristalliseret  Kalk- 
borat  fra  Kalifornien.  —  Collett.  Echidna  acanthion,  sandsynligvis  en  ubeskreven  Art  My- 
rejiindsvin  fra  Nord-Queenslanl.  —   Foslie.  Ueber  die  Laurinarien  Norvegens. 


—    CCI.XXV    — 

:Il3BÌCTÌa  IbmepaTopcKaro  PyccKaro  reorpadwiecKaro OCmecTBa.  Tomi,  XXI,  3. 
C.-IIeTepóypn>,  1885.  8.° 

IIBAHOBT>.  Tv]iKecTancKÌfl  ,ipcBiiocin.  —  TPyCMAHTb.  $niicitie  3.tcmchth  et,  Tiobckomi. 
vÌ3j,b.  —  KOIIlIIIIirf).  CapasainiincKifi  03epHoiì  CacceflHi  »  riainuiiniì  y.ìfioii. 

•  "Journal  de  sciencias    mathematicas   e   astronouiicas.   Voi.  VI,   3.  Coimbra, 

1885.  8.° 

Teixeira.  Introducclo  a'  theoria  das  funeeòes.  —  Hcrmite.  Sur  les  polynomes  de  Le- 
gendre.   —  Guimaràes.  Emprego    de    Cycloide    para  a  resolueao  graphica  de  algunos  pro- 
blemas  de  geometra.  —  Cesaro.  Remarques  arithmetiques. 
T Journal  (American)  of  Mathematica.  Voi.  Vili,  1.  Baltimore,  1885.  4.° 

MacMahon.  Memoir  ori  Seminvariants.  —  llammond.  Syzygy  Tables  for  the  Binary 
Quintic.  —  Seelho/T.  Prufung  grosserer  Zahlen  auf  ihre  Eigenschaft  als  Prirazahlen.  — 
Id.  Nova  metbodus  numeros  compositos  a  primis  dignoscendi  illorumque  factores  inve- 
niendi.  — McClinlock.  Analy.-is  of  Quintic  Equations.  —  Craig.  On  Linear  Differential  Equa- 
tions  whose  Fundamental  Integrals  are  the  Successive  Derivatives  of  the  same  Fuuction. 

Journal  (The  American)  of  science.  N.  178,  voi.  XXX.  October  1885.  New 
Haven,  1885.  8.° 
Taylor.  Crumpling  of  the  Earth's  Crust.  —  MUjard.  The  Old  Tertiary  of  the  South- 
west. —  Smith.  Remarks  on  a  paper  of  Dr.  Otto  Meyer  ou  '•  Species  in  the  Southern  011- 
Tertiary  "  .  —  Kunz.  Native  Antimuny  and  its  Associations  at  Prince  William,  York  County, 
New  Brunswick.  —  flitchcock.  Crystalline  Bochs  of  Alabama.  —  Becker.  Geometrical  Form 
of  Volcanie  Cones  and  the  Elastic  Limit  of  Lava.  —  Matthew.  Notice  of  a  new  genus  of 
Pteropods  from  the  Saint  John  Group  (Cambrian).  —  Worlman.  Cope's  Tertiary  Verte- 
brata. —  Aldrich.  Observations  upon  the  Tertiary  of  Alabama.  —  E.  H.  Cowles,  .1.  H.  Cowlcs 
and  Mabery.  Electrical  Furnaee  and  the  reduction  of  the  Oxides  of  Boron,  Silicon,  Aluini- 
num  and  other  metals  by  Carbon.  —  Higgs.  The  Grand  Rapids  Meteorite. 

^Journal    de   Phj7sique   théorique  et  appliquée.  2e  sér.  t.  IV.  Octobre  1885. 
Paris,  8.° 

Becquerel.  Mesure  du  pouvoir  rotatoire  magnétique  des  corps  en  unite,  absolues.  — 
Lippmann.  Sur  un  dispositif  qui  permet  d'obtenir  saus  calcul  le  potentiel  magnétique  dù 
à  un  système  de  bobines.  —  foussereau.  Sur  li  résistanee  électrique  de  l'alcool.  —  Terquein 
et  Damien.  Sur  les  décharges  disrnptives  à  travers  les  corps  solides  et  liquides.  —  Angol. 
A  propos  du  Mémoiie  de  M.  Frolich.  sur  la  mesure  de  la  chaleur  solaire. 

"^Journal  des  Sociétés  scientifìques.  1™  aunée,  n.  39-43.  Paris,  1885.  4.° 

•  Journal  far  die  reine   und   angewandte  Mathematik.    Bd.  XCIX,  2.  Berlin, 

1885.  4.° 

Runge.  Ueber  die  Zerlegung  ganzer  ganzzahliger  Functionen  in  irreductible  Factoren.  — 
Schoute.  Bemerkung  anlàsslich  des  Aufsatzes  von  Herrn  0.  Hermes  uber  eiue  gewisse  Curve 
dritten  Grades.  —  tiesse.  Ueber  die  linearen  homogenen  Substitationen,  durch  welche  die 
Summe  der  Quadrate  von  vier  Variabeln  transformirt  wird  in  die  Sunnue  dei  Quadrate  der 
vier  :-ubstituirten  Variabeln.  Aus  den  hinterlassenen  Papieren  Otto  Hesses  mitgetheilt  von 
Herrn  F.  Caspary.  —  Caspary.  Zur  Construction  des  aehten  Schnittpunktes  dreier  Ober- 
flàehen  zweiter  Ordnung.  —  Schroeter.  Construction  des  aehten  Schnittpunktes  dreier  Ober- 
flacheu  zweiter  Ordnung,  von  denen  sieben  gemeinschaftliche  Punkte  willkurlich  und 
unabhàngig  von  einander  gegeben  sind.  —  Perolt.  Demonstration  du  théoròme  fondamen- 
tal  de  l'algebre.  —  Gundel finger.  Zur  Theorie  der  orthogonalen  Snbstitntionen.  —  Stali!. 
Ueber  eine  gewisse  Gattung  von  Raumcurven.  —  Franke.  Ueber  gewisse  Linien  im  Dreiccke.  — 


—    CCLXXVI    — 

UuTwitz.  Ueber  die  Anzahl  der  Classen  quadratischer  Formcn  von  negativer  Determinante. 
Auszug"aus  einem  von  Herrn  Adolf  Hurwitz  in  Konigsberg  i.  Pr.  an  Herrn  Kronecker  ge- 
richteten  Briefe.  —  Segrc.  Sur  une  expression  nouvelle  du  moment  mutuel  de  deus  com- 
plcxes  line'aires. 

♦Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXV.  Oct.  1885.  London,  8-° 

Harlley.  Besearches  on  the  Relation  between  the  Molecular  Structure  of  Carbon  Com- 
pound and  their  Absorption  Spectra.  —  Waringlon.  On  the  Action  of  Gypsum  in  Promo- 
ting  Nitrification.  —  Senior.  Contributions  toward  the  History  of  Formyl  and  Thioformyl 
Compounds  derived  from  Aniline  and  Homologous  Bases.  —  Snape.  Action  of  Phenyl  Cianate 
on  Polyhydric  and  certain  Monohydric  Alcohols  and  Phenols.  —  Hikorokuro  Yoshida.  Che- 
mical Examination  of  the  Constituents  of  Camphor  Oil.  Communication  from  the  Chemical 
Society  of  Tokio. 
♦Journal  of  the  r.  Microscopcal  Society.  Ser.  2d,  voi.  V,  5.  London,  1885.  8.° 

Massee.  New  British  Micro-Fungi.  —  Orci.  On  Erosion  of  the  Surface  of  Class,  when 

esposed  to  the  Joint  Action  of  Carbonate  of  Lime  and  Culloids.  —  Uowde.swell.  On  a  Septic 

Microbe  from  a  High  Altitude.  —   Waters.  On  the  use  of  the  Avicularian  Mandible  in  the 

determination  of  the  Chilostomatous  Bryozoa. 

♦Mémoires  de  l'Académie  r.  des  sciences,   des  lettres   et  des   beau*   arts  de 

Belgique.  T.  XLV.  Bruxelles,  1884.  4° 

Folie  et  Le  Paigc.  Sur  les  couvbes  du  3e  ordre.  —  Van  Beneden.  Une  baleine  fossile 
de  Croatie,  appartenant  au  genre  Mésocète.  —  Calalan.  Sur  l'addition  des  fonctions  ellipti- 
ques  de  première  espèce.  —  Plateau.  Bibliographie  analytique  des  principaux  phénomènes 
subjectifs  de  la  vision.  —  Mansion.  Sur  un  point  de  la  théorie  des  séries  de  Fourier.  — 
Calalan.  Sur  la  théorie  des  fractions  continues  et  sur  ccrtaines  séries.  —  Folie.  Théorie  des 
monvements  diurne,  annuel  et  si5culaires  de  l'axe  du  monde.  —  Plateau.  Becherches  expé- 
rimentales  sur  les  mouvements  respiratoires  des  inscctes.  —  Hymans.  Le  réalisme.  Son  in  • 
fìuence  sur  la  peinture  contemporaine. 
♦Minutes  of  proceeding  of  the  Institution  of  Civil  Engineers.  Voi.  LXXXU. 

London,  1885.  8.° 

Shelfoìd.  On  Eivers  flowing  into  Tideless  Seas,  illustrated  by  the  Biver  Tiber.  — 
Shaw.  Mechanical  Integrators.  —  Thompson.  The  Signalling  of  the  London  and  North- 
Western  Bailway.  —  Andrews.  Corrosion  of  metals  during  long  Exposure  in  Sea- Water. 

♦Mittheilungen  des  historischen  Vereins  fur  Steiermark.  Heft.  XXXIII,  Graz, 

1885.  8.° 

Wichncr.  Bcitrage  zu  einer  Geschichte  des  Heilwesens  der  Volksmedicin,  der   Bàder 
und  Heilquellen  in  Steiermark  bis  incl.  Jahr.  1700.  —  llwof.  Die  Anfànge    des  deutschen 
Theaters  in  Graz.  —  ■  Zahn.  Neue  Zusatze  und  Nachtràge  zu  Josef  Wastler's   Steirischem 
Kùnstler  Lexicon. 
♦Monatsblatter  des   Wissenschaftlichen    Club   in  Wien.  Jhg.  VII,  1.  Wien, 

1885.  4.° 
♦Naturforscher  (Dei).  Jhg.  XVIII,  37-44.  Berlin,  1885.  4.° 
♦Notulen  van  de  Algemeene  en  Bestuurs-  vergaci eringen  van  het  Bataviaasch 

Genootschap  van  Eunsten  en  Wetenschappen.  Deel  XXII,  1884,  Afl.  4. 

Batavia,  1885.  8.° 
♦Proceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  M.  S.  voi.  VII,  10.  London, 

1885.  8.° 


—   CCLXXVU    — 

Jttincs.  A  Journey  Through  tlic  Somali   Country   to  the   Webbe  Shebeyli.  —  O'Neill. 
Journey  from  Quillimane  to  Blantyre.  —  Rankin.  Journey  from  Blantyre  to  Qoilliraane. 

JProcéedings  of  the  Royal  Society.  Voi.  XXXVII,  232-234;  XXXVIII,  235- 

238.  London,  1885.  8.° 

232.  Hamilton.  On  the  Cortical  Connexions  of  the  Optie  Nerves.  —  IH  infuri.  On 
the  Connexion  of  the  Himalaya  Snowfall  with  Dry  Winds  and  Seasons  of  Drought  in 
India.  —  Stewart  and  Carpente?.  Report  to  the  Solar  Physics  Cornmittee  on  a  Compari*  m 
between  apparent  Inequalities  of  short  Period  in  Sun-spot  Areas  and  in  Diurnal  Tempe- 
rature-ranges  at  Toronto  and  at  Kew.  —  Gore.  Some  New  Phenomena  of  Eleetrolysis.  — 
/;  dweli  On  a  Relation  between  the  Coefficient  of  the  Thomson  Effect  and  certain  other 
Physieal  Properties  of  Metals.  —  Andrews.  Esperimentai  Research  on  the  Elecromotive 
Force  from  Difference  of  Potential  during  I)iffusion  in  Tidal  Streams.  —  Gore.  On  Unequal 
Electric  Conduction-resistance  at  Cathodes.  —  Conroy.  Some  Experiments  on  Metallic  Re- 
flection.  No.  V.  On  the  Aniount  of  Light  reflected  by  Metallic  Surfaces.  III.  —  Galloway. 
On  the  InflueDce  of  Coal-Dust  in  Colliery  Eiplosions.  —  Blylh-  Observations  on  the  Inge- 
sta  and  Egesta  of  Mr.  E.  P.  Veston  during  hi s  Walk  of  5,000  miles  in  100  days.  —  Dixon. 
The  Condilions  of  Chemical  Change  in  Gases:  HyJrogen,  Carbonio  Oxide,  and  Oxygen. — 
Boiver.  On  the  Comparative  Morphology  of  the  Leaf  in  the  Vascular  Cryptogams  and 
Gymnosperms.  —  Johnson.  On  the  Changes  and  ultimate  Fate  of  the  Blastopore  in  th^ 
Newt  (Triton  cristatus).  —  Carpenler.  On  the  Nervous  System  of  the  Crinoidea.  — 
Parker.  On  the  Structure  and  Development  of  the  Skull  in  the  Mammalia.  Part  II  :  Eden- 
tata. —  Gayley.  On  the  Non-EucliJian  Piane  Geometry.  —  Halliburton.  The  Proteids  of 
Serum.  —  //.  Tomlinson.  The  Influence  of  Stress  and  Strain  on  the  Physieal  Properties  of 
Matter.  Part  I.  Moduli  of  Elasticity-am/i/n/ed.  Relations  between  Moduli  of  Elasticity,  Ther- 
mal  Capacity,  and  other  Physieal  Constanls.  —  C.  Tomlinson.  Note  on  Boiling  in  a  Vessel 
contained  in  a  Water  Bath.  —  Bonney.  Notes  on  the  Microscopie  Structure  of  some  Rocks 
from  the  Andes  of  Ecuador,  collected  by  E.  Whyinper.  No  III.  Cotopaxi  and  Chimborazo. — 
Id.  Notes  on  the  Structure  of  some  Rucks  from  the  Andes  of  Ecuador,  collected  by 
F.  Whymper.  No.  IV.  Carihuairazo,  Cayambe,  and  Corazon.  —  Taylor.  Note  of  a  Theory 
of  Orthoptic  and  Isoptic  Loci.  —  Jablochko/f.  On  a  New  Form  of  Voltare  Battery.  — 
;h  and  Sidgwick.  On  the  clectro-chemical  Equivalent  of  Silver,  and  on  the  Absolute 
Electromotive  Force  of  Clark  Cells.  —  Rayleigh.  Preliminary  Note  on  the  Constant  of 
Electromagnetic  Rotation  of  Light  in  Bisulphide  of  Carbon.  —  Barino  Garrod.  Certain 
Points  in  connexion  witb  the  Physiology  of  Urie  Acid  (Snpplemental).  —  Robinson.  A 
Redetermination  of  the  Atoniic  Weight  of  Cerium.  —  Abney  and  Fesling.  The  Relation 
between  Electric  Energy  and  Radiation  in  the  Spectrmn  of  Incandescence  Lunps.  - 
Boltomley.  On  a  Gravity  Daniell's  Celi  of  very  small  Internai  Resistance.  —  hi.  On  the 
Permanent  Temperature  of  Conductors  through  which  an  Electric  Current  is  passing,  ani 
on  Surface  Conductivity,  or  Emissivity.  —  Itele  Shaw.  The  Theory  of  Continuous  Calcu- 
lating  Machines,  and  of  a  Mechanism  on  a  New  Principle  for  Ibis  an  1  ohter  purposes.  — 
Blcekrode.  On  the  Experimental  Determination  of  the  Index  of  Refraction  of  Liquefied 
GaSes.  —  Elgar.  The  Variation  of  Stability  with  Draught  of  Water  in  Ships.  —  .1/ 
sler.  Notes  on  the  Varieties  and  Morphology  of  the  Human  Lacrymal  Bone  an  1  iti  Acces- 
sory  Ossicles.  —  233.  Gore.  Some  Relations  ofHeat  to  Voltaic  and  Thermo-electric  \  Kob 
of  Metals  in  Electrolytes.  —  Balfour  Stewart  and  Lant  Carpenler.  B  port  to  the  Solar 
Physics  Cornmittee  on  Comparison  between  apparent  Inequalities  of  Short  Peri  d  i:i  Sun- 
spot  Areas  and  in  Diurnal  Temperature-ranges  at  Toronto  and  Kew.  —  Schuster.  Expe- 
riments  on  the  Discharge  of  Electricity  through  Gases.  Sketch  of  a  Theory.  —  Bleekrode. 
On  the    experimental    Determination    of   the    Index    of   Refraction    of  Liquefied  Gases.  — 


—    CCI.XXV1II    — 

234.  Ilipkins-  Observations  on  the  Harmonics  of  String  struck  at  one-eighth  of  its  Length.— 
Ellis.  Tonometrical  Observations  on  some  existing  Non-harmonic  Musical  Scales.  —  Tornito- 
son,  _  The  Influence  of  Stress  and  Strain  on  the  Physical  Properties  of  Matter.  Part  II. 
Electrical  Conductivity-conft'nued.  The  Alteration  of  the  Electrical  Conduetivity  of  Cobalt, 
Magnesium,  Steel,  and  Platinum-Iridiura  produced  by  Longitudinal  Traction;  Discovery  of 
Sirople  Relations  between  the  "  Criticai  Points  "  of  Metals.  —  Chambers.  On  the  Variations 
of  the  Mean  Diurnal  Inequality  of  the  Horizontal  Component  of  the  Earth's  Magnetic 
Force  at  Bombay,  and  thier  Relations  to  the  Sun-spot  Period.  —  Bonney.  Notes  on  the 
Microscopical  Structure  of  some  Rocks  from  the  Andes  of  Ecuador,  collected  by  E.  Whymper. 
No.  V  (Conclusion).  Aitar,  Illiuiza,  Sinclmlagua,  Cotocachi,  Sara-urcu,  &c. — Bullar.  Etpe- 
riments  to  Determine  the  Origiu  of  the  Respiratory  Sounds.  —  Weldon.  Note  on  the  Origin 
of  the  Suprarenal  Bodies  of  Vertebrates.  —  Gorham.  The  pupil-Photometer.  —  235.  Harlley. 
The  Absorption-spectra  of  the  Alkaloids.  —  Horsley.  On  the  Function  of  the  Thyroid  Gland.  — 
Lockwood.  On  the  Development  of  the  Arteries  of  the  Abdomen  and  their  Relation  to  the 
Peritoneum.  —  Gibbs  Bourne.  On  the  Occurence  of  a  Hydroid  Phase  of  Limnocodium 
So  werbii,  Allman  and  Lankaster.  —  Starkia  Gardner.  On  the  Evidence  of  Fossil  Plants 
regarding  the  Age  of  the  Tertiary  Basalti  of  the  North-East  Atlantic.  —  Bateson.  Note 
on  the  Later  Stages  in  the  Development  of  Balanoglossus  Eowalevskii  (Agassiz), 
and  on  the  Afflnities  of  the  Euteropneusta.  —  McWilliam.  On  Reflex  Excitation  of  the  Car- 
diac  Nerves  in  Fishes.  —  Tomlinson.  The  Influence  of  Stress  and  Strain  on  the  Physical 
Properties  of  Matter.  Part  I.  Moduli  of  Elasticity-conft'fluai.  The  Viscosity  of  Metals.  — 
Harley.  Professor  Malet's  Classes  of  Invariante  identified  with  Sii'  James  Cockle*s  Criti- 
coids.  —  Ewing.  Experimental  Researches  in  Magnetism.  —  Russel.  On  certain  Definite 
Integrals.  No.  12.  —  Einhorn.  The  Force  Function  in  Crystals.  —  Thomson.  On  some  Appli- 
cations of  Dynamical  Principles  to  Physical  Phenomena.  —  Wooldridge.  On  a  New  Consti- 
tuent  of  the  Blood  and  its  Physiological  Import.  —  llaacke.  On  the  Marsupial  Ovura,  the 
Mammary  Pouch,  and  the  Male  Milk  Glands  of  Echidna  hystrix.  —  Halliburton.  On 
the  Chemical  Composition  of  the  Cartilage  occurring  in  certain  Invertebrate  Animals.  — 
Rayleigh.  On  the  Constant  of  Electrornagnetic  Rutation  of  Light  in  Bisulphide  of  Carbon. — 
Abney  and  Festing.  Absorption-spectra  Thermograms.  —  Hipkins.  Observations  on  the  Upper 
Partial  Tones  of  a  Pianoforte  String,  struck  at  one-eighth  of  its  Length.  —  Mac.Mu.nn. 
Observations  on  the  Chromatology  of  Actinia.  —  Schàfer.  On  the  Origin  of  the  Proteids 
of  the  Chyle  and  the  Transferenco  of  Food  Materials  from  the  Intestine  info  the  Lacteals.  — 
Coutts  Trotter.  On  some  Physical  Properties  of  Ice  and  on  the  Motion  of  Glaciers,  with 
special  reference  to  the  late  Canon  Moseley's  objections  to  Gravitation  Theories.  —  McWilliam-. 
On  the  Structure  and  Rhythm  of  the  Heart  in  Fishes,  with  special  reference  to  Heart 
of  the  Eel.  —  Parker.  On  the  Structure  and  Development  of  the  Skull  in  the  Mammalia. 
Part  III.  Insectivora.  —  236.  Klein.  The  Relation  of  Bacteria  to  Asiatic  Cholera.  —  Bot- 
tomley.  Note  on  the  Condensation  of  Gases  at  the  Surface  of  Glass.  —  Prestwich.  On  Un- 
derground Temperatures,  with  Observations  on  the  Conduetivity  of  Rocks,  on  the  Termal 
Effects  of  Saturation  and  Imbibition,  and  on  special  Source  of  Heat  in  Mountain  Ranges. — 
Poynling.  On  the  Connexion  between  Electric  Current  and  the  Electric  and  Magnetic  In- 
ductions  in  the  surrounding  Field.  —  Thin.  On  the  Structure  of  Hyaline  Cartilage.  — 
Stewart  and  Lant  Carpenter.  Note  on  a  preliminary  Comparison  between  the  Dates  of  Cy- 
clonic  Storms  in  Great  Britain  and  those  of  Magnetic  Disturbances  at  the  Kew  Observa- 
tory.  —  Slokes.  On  a  remarkable  Phenomenon  of  Cristalline  Reflection.  —  Griffiths.  On 
the  Extraction  of  Urie  Acid  Crystals  from  the  Green  Gland  of  Astacus  fluviatilis.  — 
Humpidge.  On  the  Atomic  Weight  of  Glucinura  (Beryllimn).  Second  Paper.  —  Hartley.  The 
Absorption  Spectra  of  the  Alkaluids.  ■ —  Koìbj.  Contributions  towards  the  Solution  of  the 
Chemical  Constitution  of  Isatin.  —  Griflìths.  Abstract    of  some    Results    with   respect  to 


—  ecr.xxix  — 

Doubly  Periodic  Elliptic  Functions  of  the  Second  and  Third  Kinds.  —  Gore.  On  "  Transfer- 
resistance  "  in  Electrolytic  and  Voltaic  Cells.  —  Malet.  Note  on  Rev.  Robert  Harley's  paper 
"  Professor  Malet's  Classes  of  Invariants  identified  with  Sir  James  Cockle's  Criticoids  "  .  — 
Langlcy.  The  "  Paralytic  "  Secretion  of  Saliva.  —  Andrews.  ObservatioDS  on  Variations  of 
the  Electromotive  Force  between  Metals  at  High  Temperatures  in  Fused  Salts.  —  Preece. 
On  a  Peculiar  Behaviour  of  Glow-Lamps  when  raised  to  High  Incandescence.  —  237.  Tom- 
linson.  Note  on  an  Esperiment  bj  Cliladni.  —  Macdonaìd.  On  the  General  Characters  of 
the  Genns  Cymbulia.  —  Preslwich.  On  the  Agency  of  Water  in  Volcanic  Eruptions  ; 
with  some  Observations  cn  the  Thickness  of  the  Earth's  Crust  from  a  Geological  Point 
of  View;  and  on  the  Primary  Cause  of  Volcanic  Action.  —  Wooldridge.  On  the  Fibrin- 
yiolding  Constituens  of  the  Blood  Plasma.  —  Hopkinson.  Magnelisation  of  Iron. —  Bidwell. 
On  the  Changes  produced  by  Magnetisation  in  the  Length  of  Rods  of  Iron,  Steel,  and 
Nickel.  —  Poulton.  The  Essential  Nature  of  the  Colouring  of  Phytophagous  Larva  (and 
their  Pupae)  ;  with  an  Account  of  some  Experiments  upon  the  Relation  between  the  Colour 
of  sudi  Larva  and  Ihat  of  their  Food-plants.  —  Griffiths.  Abstracts  of  some  Results  in 
Elliptic  Functions  (Part  II).  —  MacMunn.  Further  Observations  on  Enterocliloiophyll  and 
Allied  Pigments.  —  Darwin.  Note  on  a  previous  Paper.  —  Ramsay  and  Young.  A  Study 
of  the  Termal  Properties  of  Ethyl  Alcohol.  —  Ttiden  and  Shenslone.  On  the  Solubility  of 
Calcium  Sulphate  in  Water  in  the  presence  of  Chlorides.  —  Schìinck.  Contributions  to  the 
Chemistry  of  Chlorophyll.  Part  I.  —  Boltomley.  On  the  Electric  Resistance  of  a  New  Alloy 
named  Platinoid.  —  Barid  and  Darwin.  Results  of  the  Harmonic  Analysis  of  Tidal  Obser- 
vations. —  Dawkins.  Contributions  to  the  History  of  the  Pleiocene  and  Pleistocene  Deer. 
Part  I.  Cervus  verticornis,  Cervus  Savini. —  Hinde.  On  Beds  of  Spongc-remains 
in  the  Lower  and  Upper  Greensand  of  the  South  of  England.  —  Abney.  The  Solar  Spectrum 
from>l~150to  A10,000. —  Preece.  On  Charging  Secondary  Batteries. —  Sedgwick.  The  Deve- 
ljpment  of  Peripatus  Capensis.  —  338.  Huggins.  On  the  Corona  of  the  Sun.  —  An- 
drews.  The  Action  of  Tidal  Streams  on  Metals  duiing  Diffusion  of  Salt  and  Fresh  Water.  — 
Experimental  Research.  Part  II  (Gravimetrie).  —  Frankland.  The  Removal  of  Micro- organismi 
from  Water.  —  Kempe.  A  Meinoir  introductory  to  a  General  Theory  of  Mathematical  Form.  — 
Tilden.  On  the  Influence  of  Temperature  on  the  Heat  of  Dissolution  of  Salts  in  Water.  — 
Crookes.  On  Radiant  Matter  Spectroscopy.  II.  Samorium.  —  Herman  and  Ruttey.  On  the 
Microscopie  Characters  of  some  Specimens  of  Devitrified  Glass;  with  Notes  on  certain  ana- 
logons  Structures  in  Rocks.  —  Preslwich.  Regional  Metamorphism.  —  Jessop.  On  the  My- 
driasis  produced  by  the  locai  Application  of  Cocaine  to  the  Eye.  —  Richardson  Blundttone. 
On  the  Occurrence  of  Glycogen  as  a  Constituent  of  the  Vesiculas  Cells  of  the  Connective 
Tissue  of  Molluscs.  — Dower.  On  the  Development  and  Morphology  of  Phy lloglossum 
Drummondii.  Part  I.  Vegetative  Organs. —  Hicks.  Researches  on  the  Theory  of  Voitex 
Rings.  —  Davies  Thomas.  Notes  upon  the  Experimental  Breeding  of  Toenia  E  eh  ino - 
coccns  in  the  Dog  from  the  Echinococci  of  Man.  —  Id.  Note  upon  the  frequent  Occur- 
rence of  Toenia  Echinococcus  in  the  Domestic  Dog  in  certain  parts  of  Australia. — 
Beddard.  Preliminary  Note  on  the  Nephridia  of  a  New  Species  of  Earthworm.  —  Thomson. 
The  Vortex  Ring  Theory  of  Gases.  On  the  Law  of  the  Distribution  of  Energy  among  the 
Molecules.  —  Boyd  Dawkins.  Contributions  to  the  History  of  the  Pleiocene  and  Pleistocene 
Deer.  Part  II.  Cervus  Dawkinsi  (Newton)  and  A  Ice  s  latifrons  (Dawkins). — Russell. 
On  Certain  Definite  Integrals  .No.  13,  14.  —  Scott.  The  History  of  the  Kew  Observatory.  — 
Lockwood.  The  Development  of  the  Arteries  of  the  Abdomen  and  their  Relation  to  the 
Peritoneum.  —  Tomlinson.  The  Influence  of  Stress  and  Strain  on  the  Physical  Properties 
of  Matter.  Part  I.  Moduli  of  EUstìcity-conliniied.  Relations  between  Moduli  of  Elasticit] 
Termal  Capacity,  and  other  Physical  Constants. 


—   CCLXXX    — 

■fProceedings  of  the  scientific  meetings  of  the  Zoological  Society  of  London, 
1885.  Part  III.  London,  8." 

I.  Pelseneer.  On  the  Cosai  Glands  of  Mygale.  —  Sidebutham.  On  the  Myology  of 
the  Water-Opossum.  —  Boulenger.  Description  of  a  new  Species  of  Frog  frora  Asia  Minor.  — 
Boellijer.  On  five  new  Species  of  Shells  of  the  Genus  B  u  1  i  m  i  u  u  s  from  the  Levant,  col- 
lected  by  Vice-Admiral  T.  Spratt.  —  Thomson.  On  a  new  Land -Shell  frora  the  New  He- 
hrides.  —  Jejfreys.  On  the  Mollusca  procured  during  the  '  Lightning  '  and  '  Porcupine  ' 
Expeditions,  1868-70.  —  v.  Beiiepsch-  Troisième  liste  des  oiseaux  recueillis  par  M.  Stolz- 
manu  dans  l'EcuaJeur.  —  Suoinhne.  On  the  Lepidoptera  of  Bombay  and  the  Deccan.  — 
Coìteti.  On  Echidna  acanthion  from  Northern  Queensland. —  \Stolzmann.  Description 
d*un  nouveau  rongenr  du  genre  Coelogenys.  —  Saldarci.  On  the  Structural  and  Cla=si- 
ficatiun  of  the  Cuckoos. —  hi.  On  the  Heart  of  Apterxy.  —  Jacoby.  Descriptions  of  the 
Phytophagous  Coleoptera  of  Japan,  obtained  by  Mr.  George  Lewis  during  bis  Second  Journey, 
from  February  1880  to  September  1881.  —  il.  Johnston.  General  Observations  on  the  Fauna 
of  Kilima-njaro.  —  OklfUeld  Thomas.  Report  on  the  Mammals  obtained  and  observed  by 
Mr.  H.  H.  Johnston  on  Mount  Kilima-njaro.  —  Shelley  and  Johnston.  On  the  Collection  of 
Birds  made  by  Mr.  H.  H.  Johnston  in  the  Kilima-njaro  District.  —  Waterhouse.  On  the 
Insects  collected  on  Kilima-njaro  by  Mr.  H.  H.  Johnston.  —  Jeffrey  Bell.  Note  on  a  Nematoid 
Worm  (Gordius  verrucosus)  obtained  by  Mr.  H.  H.  Johnston  on  Kilima-njaro.  —  Miers. 
Description  of  a  new  Variety  of  River-Crab,  of  the  genus  Thelphusa,  from  Kilima- 
njaro.  —  Ray  Lankesler.  On  the  Heart  described  by  Professor  Owen  in  1841  as  that  of 
Apteryx.  —  Day.  On  Piaces  and  Hybrids  among  the  Salrnonidse.  Part  IV.  —  Gùnther.  Note 
on  a  supposed  Melanotic  Variety  of  the  Leopard,  from  South  Africa. —  Guillamari.  Report 
on  the  Collections  of  Birds  made  during  the  Voyage  of  the  Yacht 'Marchesa'  — ■  I.  A  Pro- 
visionai List  of  the  Birds  inhabiting  the  Sulu  Archipelago.  — ■  Kirsch.  On  the  Butterflies  of 
Timorlaut.  —  A'alion.  Notes  on  Peruvian  Birds.  —  Gorham.  Revision  of  the  Phyto,  hagous 
Coleoptera  of  the  Japanese  Fauna:  Subfamilies  Gas  sid  in  ae  and  Hispinae. —  Sivinhoe. 
On  the  Lepidoptera  of  Bombay  and  the  Deccan.  Part  IL  Heterocera.  —  Gadow.  On  the 
Anatomical  Differences  in  the  three  Species  of  Rhea.  —  Owcn.  On  the  Structure  of  the 
Heart  in  Ornithorhynchus  and  Apteryx.  —  Thomast.  Notes  on  the  Characters  of 
the  different  Races  of  Echidna.  —  Mivan.  On  the  Anatomy,  Classiflcation,  and  Distri- 
dutiun  of  the  Arctoidea.  —  Guillemard.  Report  on  the  Collection  of  Birds  made  during  the 
Voyage  oh  the  Yacht  •  Marchesa  '.  Part  II.  Borneo  and  the  Island  of  Cagayan  Sulu. 

'Procès  verbaux   de  la  Société    malacologique    de   Belgique.  T.   XIV,  1885, 
3  janv.-5  juill.  Bruxelles,  8.° 

ìRecords  of  the  geological  Survey  of  India.  Voi.  XVIII,  3.  Calcutta.  1885.  4.° 
Oldham.  Notes  on  the  Geology  of  the  Andaman  Islands.  —  Lydekkcr.  Note  on  a  third 
species  of  Merycopo tarans.  —  Medlicott-  Some  observations  on  Percolation  as  affected 
by  Current.  —  Id.  Notice  of  the  Pirthalla  and  Chandpur  Meteorites.  —  lìomanis.  Report 
on  the  Oil-Wells  and  Coal  in  the  Thayetmyo  District,  British  Burma.  —  Criper.  Note  on  some 
Antimony  Deposits  in  the  Maulmaiu  District.  —  Jones.  Notes  on  the  Kashmir  E.irthijuake  of 
30th  May  1885.  —  Medlicott.  Preliminary  notice  of  the  Bengal  Earthquake  of  14th  July  1885. 

+ Reperto rium  der  Physik.  Bd.  XXI,  9.  Munchen,  1885.  8.° 

Mach.  Notiz  fiber  den  Winkelspiegel.  —  Klvmencic.  Experimeutaluntersuchung  ùber 
die  Dielektricitatseonstaute  einiger  Gase  und  Dàmpfe.  —  Deelz.  Deber  galvauische  Trocken- 
elemeute  und  deren  Anwendung  zu  elektroraetrisehen  und  galvanomctrischen  Messungen.  — 
Kurz.  Der  Fundamentalversuch  mit  dem  Bunseu'schen  Photometer.  —  Cornu.  Ueber  spontan 
umkehrbare  Spectrallinien  und  iiber  die  Analogie  derstlben  in  Bezug  auf  Vertheilung  und 
Intensitàt  mit  den  Wasserstoffliuien.  —  Luc.is.  Ueber  die  Strahlung  der  gliihenden  Kohle. 


—    CCLXXXI    — 

fReport  and  proceedings  of  the  Belfast  naturai  history  &  philosophical  Society. 
1884-85.  Belfast,  1885.  8.° 

•Resumé  des  se'ances  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séance  du  2  oct.  et 
7  aoùt  1885.  Paris,  8.° 

;Revue  politique  et  littéraire.  3"  sér.  t.  XXXVI,  14-17.  Paris,  1885.  4.° 

•Revue  scientifique.  3e  sér.  t.  XXXVI,  14-17.  Paris,  1885.  4.° 

^Science.  Voi.  VI,  137-141.  New  York,  1885.  4.° 

137.  German  universities  from  a  new  point  of  view.  —  Chandlar  jun.  The  change 
in  the  great  nebula  in  Andromeda.  ■ —  The  association  of  officiai  agrieultural  chemists.  — 
The  historical  associatiou  at  Saratoga.  —  Puppct-shows  in  Java.  —  D.  The  recent  tor- 
nadoes.  —  The  bacilli  of  cholera  asiatica  and  cholera  nostras.  —  Agassiz.  The  coast- 
survey  and  '  politicai  scientists  *.  —  Dulton.  The  theory  of  volcanoes.  —  138.  lìiley.  The 
song-notes  of  the  periodical  cicada.  —  Barrington.  Lost  rivers.  —  Shufeldl.  Zuiiian  con- 
ceptions  of  animai  fonns  a?  shown  in  pottery.  —  Galton.  Types  and  their  inheritance.  — 
hi.  A  new  theory  of  cohesion.  —  139.  IHgginson.  American  flash  language  again.  —  Fletcher. 
An  average  day  in  camp  among  the  Sioux.  —  Shrong.  The  Caroline  Islands.  —  lìichards 
and  Franklin.  Science  in  common  schools.  —  The  results  of  the  Krakatoa  eruption.  — 
Toughened  glass.  —  The  relationships  between  dinosaurs  and  birds.  —  Mclntosli.  Phospho- 
rescence  of  marine  animals.  —  140.  The  president  and  Professor  Agassiz.  —  Channing. 
Bulgaria  and  Bulgarians.  —  Hitchcock.  The  latest  slides  in  the  White  Mountains.  —  Edwards's 
Butterflies  of  Noith  America.  — W.  J.  Lipps's  Psyehologieal  studies.  —  141.  Paul.  Timing 
tbe  Flood  Rock  exploxion.  —  Science  and  the  state.  —  Mendenhall.  The  explosion  at  Flood 
Rock.  —  Slernberg.  Disiufection.  —  Life  of  Agassiz. —  Astronomical  notes.  —  Dewey.  Edu- 
cation  and  the  health  of  womau.  —  llowe.  The  Clapp-Griffiths  Bessemer  plant.  —  Activity 
of  the   minti  during  sleep. 

:  Sitzuugsberichte  der  k.  b.  Akademie  der  Wissenschaften.  Math.-Phys.  CI. 
1884.  IV;  1885.  I.  —  Philos.-philol.  CI.  1884.  V,  VI,  1885.  I.  Miin- 
cheu,  8.° 

Math.-phys.  Cl.  1884.  IV.  Seeliger.  Die  Vertheilung  der  Sterne  auf  der  nOrdlichen 
Halbkugel  nach  der  Bonner  Durchmusterung.  —  Ffa/f.  Beobachtungen  und  Bemerkungen 
uber  Scuichtenstùiungen.  —  Zillel.  Bemerkungen  iiber  cinige  fossile  Lepaditen  aus  dem 
lithographischen  Schiefer  und  der  oberen  Kreide  —  Haushofer.  Mikroscopische  Reactionen.  — 
Lommel.  Beobachtungen  iiber  Fluorescenz.  —  v.  Bezold.  Ueber  Stromungsflguren  in  Fliissig- 
keiten.  —  1885.  I.  Vogel.  Zur  Chininpriifung.  —  Miller.  Ein  Beitrag  zur  Keiintniss  der  Mo- 
lekularkrafte.  —  Ptéffer.  Ueber  die  electiische  Leitungsfiihigkeit  der  Mischung  von  Wasser 
und  Alkohol.  —  Puilos.,-PHILOL.  Cl.  1884.  v.  Milller.  Ueber  Text  und  Sprachgebrauch  von 
Ibn  Ahi  Useibi'a's  Geschichte  der  Aerzte.  —  VI.  Meyer.  Zur  Geschiche  des  griechischen  und 
des  lateinischen  Hexameters.  —  1885.  I.  v.  Franti.  Leonardo  da  Vinci  in  philosophischer 
Beziehung.  —  Grcgorovius.  Die  Miinzen  Alberichs,  des  Fiirsten  und  Senators  der  ROmer.  — 
Meiser.  Ueber  einen  Commentar  zu  den  Metamorphosen  des  Ovid.  —  Thurneysen.  Altiri- 
sche  und  brittische  Worter  in  einer  Sortes-Sammlung  der  Miincliener  Bibliothuk. —  Meyer. 
Zu  Guiraut  de  Borneil's  Tagelied  'Reis  gloiios'.  —  Heigel.  Die  Beziehungen  der  Ivurfiirsteu 
]Max  Emanuel  von  Bayern  zu  Franz  Rakoczy  1703-1715. 

*Transactions  of  the  Edinburgh  Geologica!  Society.  Voi.  IV,  2,  3;  V,  1.  Edin- 
burgh,  1882  85.  8.° 

Morrison.  On  Albertite.  —  Camcron.  On  Submergence  of  Scotland.  —  Taylor.  Ou 
Lacustrine  Deposit  at  Holyrood.  —  Kinahan.  On   Laurentian  Pucks  ani  Metamirphism.  — 

Bullettino-Rendiconti  —  Vol.  I.  36 


—    CCLXXX1I    — 


Kinnear  and  Anderson'*  Ezfaibition  of  Ardross  Crostacea.  —  Home.  On  Boulder  exposed 
at  Palmerston  Place.  —  Richardson.  On  the  Tay  Terraces.  —  Henderson.  On  Suburban 
Eailway  Sectious.  —  Somervail.  On  Absence  of  Glaoial  Phenomena  in  Cornwall.  — 
Caddi.  On  Stassfurt  Salt  Deposits.  —  Taylor.  On  Section  at  Marchmont  Read.  —  Macadam. 
On  Chemical  Coinposition  of  Butyrellite.  —  Dawson.  On  Canadian  and  Scottish  Geology.  — 
Macadam.  On  Fifty  Years-  Work  of  the  Society.  —  Geikie.  On  Ice  Age  in  Europe  and 
North  America. 
•Transactions  (Philosophical)  of  the  r.  Society  of  London.  Voi.  175.  Partl-II. 

London,  1884-85.  4.° 

Rayleigb.  On  the  Circulation  of  Air  observed  in  Eundt's  Tubes,  and  on  some  Allied 
Acoustical  Problems.  —  Tilden  and  Shenslone.  On  the  Soluhility  of  Salts  in  Water  at  High 
Temperatuies.  —  Ramsay  and  Young.  The  influence   of  Pressure   on    the   Temperature   of 
Volatilization  of  Solids.   —    Harlley.  Eescarches  on  Spectrum    Photography  in  relation  to 
New  Methods  of  Quantitative  Chemical  Analysis.  Part  I.  —  Id.  and  Adeney.  Measurements 
of  the  Wave-lengths  of  Lines  of  High  Eefrangibility  in  the  Spectra  of  Elementary  Substau- 
ces.  _  Uowdl  and  Donaldson.  Experiments  npon  the  Heart  of  the  Dog  with  reference  to 
the  Maximum  Volume  of  Blood  sent  out  by  the  Left  Ventricle  in  a  Single  Beat,  and  the 
Influence  of  Variations  in  Venous  Pressure,  Arterial  Pressure  and  Pulse-Eate  upon  the  work 
done  by  the  Heart.  —  Hicks.  On  the  Steady  Motion  and  Small  Vibrations  of  a  Hollow  Vortex.— 
Laudcr  Brunlon  and  Cash.  Contributions  to  our  Knowledge  of  the  Connexion  between  Che- 
mical Constitution,  Physiological  Action,  and  Antagonism.  —   Owcn.  Description    of   Teeth 
of  a  Large  Extinct  (Marsupial?)    genus,    Sceparnodon,    Ramsay.  —  Idem  Evidence  of 
a  Large  Extinct  Lizard  (Notiosaurns  dentatus,  Owen   from  Pleistocene  Deposits,  New 
South    Wales,   Australia.    —    de   W.  Abney  and  Schusler.  On    the    total  Solar    Eclipse  of 
May  17,  1882.  —  Owen.  Evidence  ofa  Large  Extinct  Monotreme  (Echidna  Ramsayi, 
Ow.)  from  the  Wellington  Breccia  Cave,  New  South  Wales.  —  Hearth.  On  the  Dynamics 
of  a  Eigid  Body  in  EUiptic  Space.  —  Harlley.  Eesearches   on    Spectrum    Photography  in 
relation  to  New  Methuds  of  Quantitative  Chemical  Analysis.  Part  IL  —  Poynting.  On  the 
Transfer  of  Energy  in  the  Electromagnetic  Field.  —  Hill.  On  the    Motion  of  Fluid,  part 
of  wich  is  moving  Eotationally  and  part  Irrotationally.  —  lìayleigh  and  Sidgwick.  On  the 
Electro-chemical  Equivalent  of  Silver,  and  on  the  Absolute  Electromotive  Force  of  Clark 
Cells.  —  Ramsay  and  Young.  Influence  of  Change    of  Condition   from  the  Liquid  to    the 
Solid  State  on  Vapour -Pressure.  —  Ferrier  and  Yeo.  A  Eecord  of  Experiments  on  the  Effects 
of  Lesion  of  Different  Regions  of  the  Cerebral  Heraispheres.  —  Bowtr.  On  the  Compara- 
tive Morphology  of  the  Leaf  in  the   Vascular    Cryptogams    and    Gymnosperms.  —    Dixon. 
Conditions  of  Chemical  Change  in  Gases  :  Hydrogen,  Carbonio  Oxide,  and  Oxygen. 
f  Verhandlungen  des  Botanischen  Vereins  der  Provinz  Brandenburg.  Jhg.  XXV, 

XXVI.  Berlin,  1884-1885.  8.° 
xxvi.  Krause.  Eubi  Berulinenses.  —  Venhaus.  Verzeichnis  der  Standorte  der  uni 
Storkow  vorkommenden  Juncaceen.  Cyperaceen  und  Gramineen.  —  Winkler.  Die  Keimblatter 
der  deutschen  Dicotylen.  —  Jacobasch.  Bot.  Mittheilungen.  —  Mayntis.  LI.  —  Retzdor/f. 
Kautiiche  Algen-Sammlung  von  Helgoland.  —  Kuntze.  Monographie  der  Gattung  Clema- 
tis.  —  Bùnger.  Die  Adventiv-Flora  auf  dem  Bau-Terrain  am  Stadtbahnhof  Bellevue  in 
Berlin. 

"Verhandlungen  des  Vereins  zur  Befòiderung  des  Gewerbfleisses.  1885.  VII  H. 
Berlin,  4." 

Dietrich.  Die  Hebung  der  Pflasterstein-Industrie.  —  Schwarz.  Venetianische  Mosaik- 
gliiser.  Jhre  Analysen  und  Synthesen. 


—   CCLXXXI11   — 

•Viertéljàhrschrift  der  Astronomischen  Gesellschaft.  Jhg.  20,  Heft  3.  Leipzig, 

1885.  8." 

Wochenschrift  d.  ost.  Ingenieur  und  Architekten-Vereiues.  N.  40-43.  Wien, 

1885.  4." 

tZeitschrift    der  deutschen  Morgenlandischen   Gesellschaft.    Bd.   XXXIX,  2. 

Leipzig,  18S5.  8." 

Kuhn.  Zur  neuesten  Litteratur  iiber  die  Saraaritaner.  —  Mordtmann.  Neue  himjari- 
sche  Insebriften.  —  Mtrx.  Proben  der  syriscben  Uebersetzung  von  Galenns"  Sehrift  abei 
die  einfacben  Heilmittel.  —  Aufreeht.  Strophen  von  Kàlidàsa.  —  Schroeder.  PhOnizische 
Inschrift  aus  Tyrus.  —  Praetorius.  Tigrifia-Spriichwflrter.  —  Kielhorn.  Pr&kritworte  ini 
Mahàbhàsbya.  —  Robertson  Smith.  Zu  den  Liedern  der  Hndbailiten. 

■Zeitschrift  der   osterr.    Gesellschaft  fi'ir   Meteorologie.  Bd.    XX,  Oet.  1885. 

Wien,  8.° 

Pernter.  Die  Meteorolegische  Gipfelstation  ara  Obir.  —  Budde.  Eigenthumlichkeit  des 
Seeborizontes. 

t  Zeitschrift  fur  Mathematik  und  Pliysik.  Jhg.  XXX,  5.  Leipzig,  1885.  8.°. 

Besser.  Ueber  die  Vertbeiluug  der  inducirten  Elektricitàt  auf  einem  unbegrenzten 
elliptiseben  Cylinder.  —  Wiliing.  Ueber  die  Lage  der  Verseli windungspunkte  eine  ganzen 
Fun'ction.  —  Ileyer.  Bemerkungen  zum  Pascal'seben  Satze  uber  Kegelschnittseelisecke.  - 
Loria  Ueber  einen  von  Steiner  entdeckten  Satz  und  einige  verwandte  Eigenscbaften  der 
Flaehen  zweiter  Ordnung.  —  Schlómileh.  Ueber  gewisse  Scliaaren  von  Dreieckskreisen.  — 
Heymann.  Zwei  Sàtze  iiber  die  Integrale  simnltaner  Differentialgleicbungen.  —  Reurchle. 
Berichtigung.  —  Btwngarl.  Ueber  das  quadratiscbe  ReciprocitiUsgesetz.  Eine  vergici ehende 
Darstellung  derBeveise  des  Fundamentaltlieorerns  in  der  Theorie  der  quadratiscben  Reste 
und  der  denselben  zu  Grunde  liegenden  Principien. 

tZeitschrift  tur  Naturwissenschaften.  4  F.  Bd.  IV,  3,  4.  Halle,  1885.  8.° 

3.  B'óttger.  Liste  voti  Reptilieu  nnd  Batracbiern  aus  Paraguay.  —  Luedecke.  Datoliti] 
von  Casarza.  —  Id.  Calciumoxydhydrat  als  Kesselstein.  —  Mailer.  Ueber  Solvin-Priiparate.  — 
Pohliu.  Vorlàufige  Mittheilungen  iiber  das  Plistocaen,  insbesondere  Tbiiringens.  —  4.  Kie/fer. 
Ueber  lothringiscbe  und  zum  Tbeil  neue  Pbytoptocecidien.  —  Kloeppel.  Ueber  Secretbe- 
biilter  bei  den  Biittneriaceen.  —  Koeperl.  Ueber  Wachstham  und  Vennebrung  der  Krystalle 
in  den  Pflauzen.  —  v.  Schlechtenial.  Bemerkungen  zu  der  Arbeit  iiber  lothringische  nnd 
zum  Tbeil  neue  Pbytoptocecidien  von  J.  J.  Kieffer. 

•Zeitschrift  (Historische).  N.  F.  Bd.  XIX,   1.  Miinchen,  1886.  8.° 

Bar.  Zur  Gescbicbte  der  Tolitik  Karl's  VI.  —  Pflugk-IJarllung.  Papstpolitik  in  Urkunden. 

Pubblicazioni  non  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  novembre  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

"Atti  della  Commissione  nominata  coti  r.  Decreto  2  aprile  1882  con  incarico 
di  studiare  le  disposizioni  e  moditicazioni  concernenti  il  nuovo  Codice  di 
commercio  del  Kegno  d'Italia.  Roma,  1885.  4." 

•  Bajo  A.  —  Spinte  orizzontali,  equilibrio  e  calo  delle  volte.  Napoli,   1885.  8." 


—    CCLXXXIV    — 

*Bargoni  A.  —  La  classe  operaia  alla  Esposizione  generale  italiana  di  Torino. 
Torino,  1885.  8.° 

^Bianchi  N.  —  La  Casa  di  Savoia  e  la  monarchia  italiana.  Plebisciti.  To- 
rino, 1884,  2  voi.  in  4.° 

•Bocccardo  E.  —  Trattato  elementare  completo  di  geometria  pratica.  Disp.  1-2. 
Torino,  1885.  4.° 

*Ciasca  A.  —  Sacrorum  Bibliorum  fragmenta  copto-sabidica  Musei  Borgiani. 
Voi.  I.  Romae,  1885.  8." 

*Conti  A.  —  Brevi  note  sulla  politica  del  Mettermeli.  Firenze,  1885.  8.° 

-/ci  _  Che  cosa  è  la  patria.  Brescia,  1885.  8.° 

*Id.  —  La  nazionalità.  Firenze,  1885.  8.° 

*ld.  _  Parole  per  la  distribuzione  dei  premi  alle  scuole  elementari  di  Fi- 
renze. Firenze,  1885.  8.° 

"De  Gasparis  A.  —  Sul  calcolo  delle  perturbazioni  planetarie  per  lungo  pe- 
riodo di  tempo.  Napoli,  1885.  4.° 

-Falangola  F.  —  Esperimenti  sulla  resistenza  dei  laterizi  allo  schiaccia- 
mento. Roma,  1885.  8.° 

*Ferri  L.  —  Analisi  del  concetto  di  sostanza  e  sue  relazioni  coi  concetti  di 
essenza,  di  causa  e  di  forza  (Contributo  al  dinamismo  filosofico).  Roma, 
1885.  4.° 

'Garbarino  G.  —  Perequazione  e  catasto.  Casale,  1885.  8.° 

^Hartmann  G.  —  Cirenaica  (Tripolitauia).  Disegni  presi  da  schizzi  dell'au- 
tore. 2;l  ediz.  Milano,  1886.  8." 

'Indici  e  cataloghi.  I.  Pubblicazioni  periodiche  1884.  II.  Manoscritti  fosco- 
liani, già  proprietà  Martelli  ,  della  r.  Biblioteca  nazionale  di  Firenze. 
III.  Disegni  di  architettura  esistenti  nella  r.  Galleria  degli  Uffizi  di 
Firenze.  Roma,  1885.  8.° 

'  Meneguzzi  G.  —  Calendario  popolare  perpetuo.  Padova,  1885.  8.° 

*Norsa  C.  —  Le  conflit  des  lois  et  l'unification  internationale  en  matière 
de  lettres  de  change  et  autres  papiers  transmissibles  par  eudossement. 
Milan,  1885.  8.° 

*Id.  —  Conflit  et  unification  des  lois  sur  les  lettres  de  change  et  les  billets 
à  ordre.  Bruxelles,  1885.  8." 

'Notari  D.  —  L'a  bi  ci  dell'oratore.  Brevi  elementi  di  eloquenza.  Correggio, 
1885.  8.° 

*  Pezzo  P.  del  —  Sulle  superficie  di  ordini  n  immerse  nello  spazio  di  n  —  1 
dimensioni.  Napoli,  1885.  4.° 

;  Raccolta  degli  Atti  del  r.  Governo,  del  Parlamento  nazionale  e  del  Muni- 
cipio di  Roma  relativi  al  piano  regolatore  della  città  ecc.  Roma,  1885.  8.° 

'  Razzaboni  C.  —  Del  moto  oscillatorio  dell'acqua  in  due  vasi  prismatici  co- 
municanti per  mezzo  di  un  terzo,  tenendo  conto  della  viscosità  del  liquido. 
Bologna,  1884.  4.° 


—    OCLXXXV   — 

'Razzaboni  C. —  Sopra  alcuni  casi  di  efflussi  laterali.  Bologna,  1885.  4." 
"Regesto  (II)  Sublacense  dell'  XI  secolo  pubblicato  da    L.  Allodi  e  G.  Levi 

(Biblioteca  della  r.  Società  romana  di  storia  patria).  Roma,  1885.  4." 
•Relazione  sul  concorso  al  premio  Ravizza  per  l'anno  1884.  Milano,  1885.  8.° 
f  Rusconi  A.  —  I  conti  di  Pombia  e  di  Biandrate  secondo  le  carte  novaresi. 

Milano,  1885.  8." 
'Statistica  giudiziaria  civile  e  commerciale  per  l'anno  1882.  Roma,  1885.  4." 

•  Terrigi  G.  —  Ricerche  microscopiche  fatte  sopra  frammenti  di  marna  inclusi 

nei  peperini  laziali.  Roma,   1885.  8.° 

•  Tolomeo  C.  —  L'ottica,  da  Eugenio   ammmiraglio  di   Sicilia,  scrittore   del 

secolo  XII,  ridotta  in  latino  sovra  la  traduzione  araba  di  un  testo  greco 
imperfetto,  ora  per  la  prima  volta  conforme  a  un  codice  della  Biblio- 
teca ambrosiana,  per  deliberazione  della  r.  Accademia  delle  scienze  di 
Torino  pubblicata  da  G.  Govi.  Torino,  1885.  8." 

•  Vecchi  S.  —  La  teoria  geometrica  attuale  delle  restituzioni  prospettive  rive- 

duta e  corretta,  Parma,  1885.  4.° 

•  Vimercati  G.  —  Dello  insegnamento  professionale  in  Italia  e  della  necessità 

di  favorirne  l'incremento.   Firenze,  1885.  8.° 

Pubblicazioni   estere. 

^Amnuinn  A.  —  Beitràge  zur  Anatomie  des  Thymusdruse.  Ziirich,  1882.  8.° 
■Aranha  A.  —  Subsidios  para  a  historia  do  Jornalismo  nas  provincias  ultra- 

marinas  prrtuguezas.  Lisboa,  1885.  8.° 
■  Basin  P.  —  Wie  man  aus  der  Richtung  und  Drehung  der  Winde  die  Aen- 

derungen  der  Isohareutypen  bestimmen  kann.  S.  1.  1885.  8.° 
"Beck  A.  —  Ein  Lied  aus  der  Tragedie  «  Konig  Oedipus  ».  Basel,  1883.4." 

•  Benedikt  M.  —  Ueber  einige  Grundformeln  des  netiropathologischen  Denkens. 

Wien,  1885.  8.° 
•/,?.  _  Des  rapports  qui   existent  eutre   la  folie   et   la   criminalité.  Vienne, 

1885.  8.° 
•/,/.  _  Anatomische  Studien  an  Verbrecher-  Gehirnen.  Wien,  1879.  8.° 
*Bredichin  Th.  —  Sur  les  oscillations  des  jets  d'émission  daus  les  comètes. 

Moscou,  1S85.  8.° 
■Burckhardt  A.  —  Die  Glasgemalde  der  Mittelalterlichen  Sammlung  zu  Basel. 

Basel,  1885.  4.° 
"■Burger  J.  —  Ueber  die  Darstellung  und  das    Verhalten    hòherer    Fettsau- 

rechloride  (C,.  H,„  — ltìCl).  Bonn,  1885.  8.° 
■Chalelanat  A.  —  De  quelques  affections    chroniques  de  la    moélle  épiuière 

et  de  ses  méuinges  d'après  des   observations    recueillies  à  l'hópital  de 

Bàie.  Neuchatel,  1883.  8.° 
*Delide  L  —  Les  collections  de  Bastard  D'Estang  à  la  Bibliothèque  natio - 

naie.  Nogent-le-Rotrou,  1885.  8.° 


—   CCLXXXVI   — 

iEckert,  L.  —  Ueber  die  Ménière'scken  Krankheit.  Basel,  1884.  8.° 

i" Ensmann  B.  —  Beitiiige  zur  Pathologischen  Anatomie  dos  Ductus  Thora- 

cicus.  Base],  1883.  8." 
"Gedenkschrift  zur  Eróffnung  des  Vesalianum,  der    neu    errichteten    Anstalt 

fui-  Anatomie  und  Physiologie  in  Basel  28  Mai  1885.  Leipzig,  1885.  8." 
•Gelpke  L.  —  Seltener  Fall  von  angeborenem  Herzfehler.  Basel,  1883.  8.° 
+  Greppia  L.  —  Das  epileptische  Irresein.  Basel,  1884.  8.° 
*Griesbach  H.  —  Ueber  das  Gefiissystem  und  die    Wasseraufnahme  bei  den 

Najaden  und  Mytiliden.  Leipzig,  1883.  8.° 

•  Hirst  A.  — On  congruences  of  the   third  order  and  class.  London,  1885.  8." 
•yj.  —  On  Cremonian  congruences.  London,  1885.  8.° 

■  floessli  A.  —   Gescbichte   und   Stammbaum   der  Bluter  von   Tenna.  Basel, 

1885.  8.° 

•  Huber  E.  —  Die  historisclie  Grundlage  des  Ehelichen   Giiterrechts  der  Ber- 

ner  Handfeste.  Basel,  1884.  4.° 
f  Hurmazaki  E.  von  —  Fragmenta    zur    Gescbichte   der  Rumànen.  Bd.  IV. 

Bucuresci,  1885.  8.° 
Tjsaac    A.    —    Statistische   Zusammenstellung   der  Chronisch-fungos-eitrigen 

Gelenksentzundiingen  am    aargauiscben    Kantonsspital  in  Konigsfelden 

vom  Jabre  1870-1881.  Brugg,  1883.  8." 
■Jarnik  J.  U.  si  Bdrseanu  A.  —  Doine  si  strigatila  din  Ardeal.  Bucuresci, 

18S5.  8." 
'Kronecker  L.  —  Die  absolut  Kleinsten  Reste  reeller  Giossen.  Berlin,  1885.  8." 
*ld.  —  Ueber  das  Dirichlet'scbe  Integrai.  Berlin,  1885.  8.° 
*Jd.  —  Ueber  den  Cauchy'scben  Satz.  Berlin,  1885.  8." 
*Jd.  —  Ueber  eine  bei  Anwendung  der  partiellen  Integration  nutzlichen  For- 

mel.  Berlin,  1885.  8.° 
*Idi  —  Zur  Theorie  der  elliptischen  Functionen.  Berlin,   1885.  8.° 
fKassner  G.  —  Ueber  das  Mark  einiger  Holzpflanzen.  Breslau,  1884.  8." 

•  Kraemer  Ch.  —  Sur  les  dérivés  azoiques  des  phe'nols,  les  acides  amidophé- 

nolsulfoniques  et  leurs  relations  avec  des  matières  colorantes.  Lausanne, 
1884.  4." 
*Levasseur  E.  —  Le  progrès  de  la  race  européenne  au  XIX  siede  par  la  co- 
lonisation.  Paris,  1885.  8.° 

■  Merian  A.  —  Studien  an  gesteinbildenden  Pyroxenen.  Stuttgart,    1884.  8." 
■Misteli  F.  —  Der  Altaiscbe  Spracbtypus.  Basel,  1883.  4.° 

f  Mailer  A.  —  Beitrag  zur  Lehre  von  der  traumatiscben  Cataract.  Solothurn, 

1883.  8." 
'•  Nahnsen  R.  — Uutersucbungen  in  der  Thiophengruppe.  Scbonebeck,  1885.  8.'J 

■  Passavant  C.  —  Craniologiscbe  Untersuchung    der    Neger  und  der  Neger- 

volker.  Basel,  1884.  8.° 

•  Ranch  E.  —  Zur  Therapie  des  Abortus.  Basel,  1884.  8,° 


—   CCLXXXVII    — 

'Report  of  the  Jowa  weather  service  1878,  1879,  1881,  1882.  Des   Moine-. 

1880-85.  8.° 
*Report  on  the  scientific  results  of  the  voyage  of  H.  M.  S.  Challenger.   Zoo- 

logy.  Voi.  XII.  London,  1885.  4.°  (Dono  del  Governo  britannico). 
i  Riedmann  E.  —  Ueber  die  Prodromalstudien  des  Psychosen.  Basel,  1884.  8." 
Rignenbach  A.  —  Historische  Stadie  ueber  die  Entwicklung  der  Grnndbe- 

griffe  der  Wàrmefortpflanzung.  Basel,  1884.  4.° 
'  Roth   Th.  —  Zur  Chirurgie  der  Gallenwege.  Berlin,  18S5.  4.° 
tRychner  0.  —  Ueber  die  in  den  Jahren  1873-1882  ira  Burgerspital  Basel 

beobachteten  Crouposen  Pneuuionien.  Basel,  1884.  8.° 
■Sbiera  G.  —  Codicele  Voronetean  cu  un  vocabulariu  si  studiu    asupra  lui. 

Edit.  Acad.  Romine.  Cernaut,  1885.  4.° 
'Schenker  G.  —  Beitrag  zur  operativen   Behandlung   pleuritischer  Exsudate 

bei  Kiudern.  Leipz:g,  1883.  8." 
*Schramm  C.  —  Beitrilge  zur  Kenntniss  der  Isonitrosokorper.  Zùricli,  1883.  8.° 
'Schwendt  A.  —  Ueber  Orbitalphlegmone  mit  consecutiver  Erblinduug.  Basel, 

1882.  8." 
"Siebenmann  F.  —  Die  Faldenpilze  Aspergillus  flavus,  niger  u.  fumigatus; 

Eurotium  repens  (u.  Aspergillus  glaucus)  und  ihre  Beziehungen  zar  Oto- 

uiyeosis  Aspergillina.  Wiebasden,  1883.  8." 
*Soret  J.  L.  —  Sur  le  ròle  da  sens  da  toucher  dans  la  perception  da  beau. 

Genève,   1885.  8.° 
■  Stadelmann  .1.  —  De  quantitate  vocalium  latinas  voces  lerminantium.  Lu- 

cernae,  1884.  8.° 
•Travaux  et  luémoires  du  Bureau  iuteinational  des  poids  et  mesures  T.  IV. 

Paris,  1885.  4." 
•  Watteville  A.  de  —  Introduction  a  l'étude   de   l'Electrotonus  des  nerfs  mo- 

teurs  et  sensitifs  chez  l'homme.  Londres,  1883.  8.° 
Weìlz  L.  —  Beitiiige  zar  Kenntniss  der  Thiophengrappe.  Zurich,  1884.  8." 
Willy  Cu.  —  L'hvgiène  de  la  vue  dans  nos  écoles.  Neuchatel,  1884.  8." 
Wutz  J.  R.  —  Ueber  Uracb.ua  und  Urachuseysten.  Berlin,  1883.  8." 

Pubblicazioni  perioliche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  novembre  1885. 

Pubblicazioni  nazionali. 

•Annali  del  credito  e  della  previdenza.  Anno   1885,  n.  14.  Roma,  8.° 

Mazzola.  L'assicurazione  degli  operai  nella  scienza  e  nella  legislazione  germanica. 
•Annali  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia  italiana.  Serie  II,  voi.  V,  p.  1-3. 

Roma,  1885.  4.° 

Millosevich.  Sulla  distribuzione  della  pioggia  in  Italia.    —    Chuloni.    Determinazioni 
dei  valori  assoluti  della    direzione  e  dell'intensità    della    forza    magnetica    terrestre    fatte 


—    CCLXXXVI1I    — 

nel  1883.  —  Id.  Sulla  variazione  secolare  degli  elementi  del  magnetismo  terrestre  a  Mi- 
lano, Venezia,  Padova,  Como,  Pavia,  Verona  e  Modena.  —  Lugli.  Sulla  ipsumetria  baro- 
metrica. 

^Annali  di  agricoltura.  1885,  n.  90,  92,  98,  102,  104.  Roma,  8.° 

90.  L'industria  della  fecola.  —  92.  La  provincia  del  Friuli  sotto  l'aspetto  naturale 
ed  economico.  —  98.  Penna.  Le  piccole  industrie  forestali  all'estero.  —  102.  Betlonì  e 
Vinciguerra.  Sugli  stabilimenti  di  piscicultura  visitati  all'estero.  —  104.  Consiglio  di  agri- 
coltura. Sess.  luglio  1885. 

■^Annali   di   chimica   medico-farmaceutica  e    di  farmacologia.   1885,   n.    3-5. 

Torino,  8.° 

Cagnoli.  Sull'azione  fisiologica  della  trinitina  e  triacetina.  Eicercbe  critico-sperimentali— 
Bertoni.  Fatti  sull'eterificazione  per  doppia  decomposizione.  Formazione  dei  veri  eteri  nitrosi 
dell'alcool  etilenico  e  del  trimetilcarbinolo.  —  Raimondi.  Affinità  e  differenze  tossicologico- 
chimiche  della  gelsemina  in  confronto  della  stricnina.  —  Coccone.  Eicercbe  sulla  filtrazione 
delle  acque  potabili.  —  Daccomo.  Intorno  all'azione  della  luce  sul  jodoformio.  —  Pollacci. 
Ossidazione  diretta  degli  ioduri,  nonché  dell'azoto  ammoniacale  ed  organico,  per  mezzo 
specialmente  dei  biossidi  di  piombo  e  di  manganese.  —  Daccomo.  Sul  tribroraometanitro  e 
sul  tribromometamidofenolo.  —  Pittiti.  Sulle  naftilftalimidi.  —  Roster.  Il  pulviscolo  del- 
l'aria di  Firenze  e  i  metodi  usati  per  valutarlo. 
-Armali  di  statistica.  Serie  3",  voi.  XV.  Roma,  1885.  8.° 

Atti  della  Commissione  per  il  riordinamento  della  statistica  giudiziaria,  civile  e  penale. 
■Archivio  storico  italiano.  Ser.  4,  t.  XVI,  (5  (1885).  Firenze,  8.° 

Gherardi.  L'antica  camera  del  Comune  di  Firenze  e  un  quaderno  d'uscita  de'  suoi  ca- 
marlinghi dell'anno  1303.  —  Reumont.  L'Ungheria  e  la  santa  Sede. 
•Archivio  storico  per  le  province  napoletane.  Anno  X,  f.  3.  Napoli,  1885.  8." 

Barone.  La  Ratio  Tbesaurariorum  della  Cancelleria  angioina.   —  Paraglia.  Notirie  di 
alcuni  artisti  che    lavorarono   nella    chiesa  di  s.  Martino  e   nel  tesoro  di  s.    Gennaro.  — 
Diario  napolitano  dal  1700  al  1709.  —  Racioppi.  Per  la  storia  del  nome  d'Italia.  —  Schipa. 
La  cronaca  di  s.  Stefano  ad  Rivum  Maris. 
■Archivio  veneto.  N.  S.  Anno  XV,  f.  59.  Venezia,  1885.  8.° 

Yalaitini.  Di  Pandolfo  Nassino,  della  sua  Cronaca  e  di  alcune  lettere  storiche  in  essa 
contenute,  —becchetti.  La  vita  dei  Veneziani  nel  1300.  Parte  II.  Il  vitto.  —  Da  Re  e 
Syulmero.  Sul  fiume  Adige,  discorso  di  Pompeo  Frassinelli  romano  (1640).  —  Cecchelti.  Do- 
cumenti risguardanti  fra'  Pietruccio  d'Assisi  e  lo  Spedale  della  Pietà.  —  Id.  Le  «  Scaule  > 
veneziane  e  Dante.  —  Giorno.  Regesto  di  alcune  deliberazioni  del  Senato  Misti  già  esistenti 
nei  primi  14  volumi  distrutti  (1290-1332)  e  contenute  nella  parte  superstite  del  volume 
primo,  pel  periodo  da  1300  dicembre,  a  1303  23  febbraio  ni.  v. 

■Atti  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Roma.  Anno  IX,  2.  Aprile, 

maggio.  1885.  Roma,  4.° 

Zanolli.  Sullo  squadro  ciclografo  degli  ing.  Pesso  e  Perillo.  —  Bucci.  Carceri  e  archi- 
tettura carceraria.  —  Betocchi.  Dei  lavori  in  corso  di  esecuzione  por  la  sistemazione  del- 
l'alveo urbano  del  Tevere. 
■Atti  dellAccademia  Gioenia  di  scienze  naturali  in  Catania.  Ser.  3%  voi.  XVIII. 

Catania,  1885.  4.° 

Mollame.  Nuova  serie  di  funzioni  sostituibili  a  quelle  di  Sturra.  —  Capparelli.  Azione 
dell'acido  jodico  in  soluzione  concentrata  sui  globuli  rossi  sanguigni,  —  Ricciardi.  I  tufi 
uilcanici  del  Napolitano.  —  Id.  Sulla  pretesa  ricombinazione  della  miscela  tonante  al- 
l'oscuro. —  Capparelli.  Sull'eccitazione   unipolare    simultanea   dei  nervi  e  dei   muscoli.  — 


—   CCXXXIX    — 

.4/oi'.  Dell'influenza  dell'elettricità  atmosferica  sulla  vegetazione  delle  piante.  —  ld.  Sulla 
comparsa  delle  termiti  nelle  vigne  di  Catania.  —  Caglio  e  Di  Muttci.  Sulla  trasformazione 
della  fuchsina  nell'organismo  animale.  —  Grassi.  Intorno  allo  sviluppo  delle  api  nel- 
l'uovo. —  Grimaldi.  Sulla  dilatazione  termica  dei  liquidi  a  diverse  pressioni.  —  Ferrari. 
Sulla  etiologia  della  Pityriasis.  —  ld.  I  bacilli  dell'ulcera  molle.  —  Ricciardi.  Sulla  com- 
posizione chimica  di  alcune  rocce  eruttive  comprese  tra  il  Lago  Maggiore  e  quello  d'Orta. 
•Atti  dell'Accademia  Olimpica  di  Vicenza.  Voi.  XVIII.  Vicenza,  1883.  8.° 

Dal  Monte.  Il  torrente  Astico  e  le  piene  dell'autunno  1882.  —  Tunisi.  Un  milione  di 
metamorfosi.  —  Ciscato.  Antonio  Pigafetta  viaggiatore  vicentino  nel  secolo  XVI.  —  Cor- 
niani.  Sull'operosità  della  donna. 

■"■Atti    della   r.  Accademia    delle    scienze  di  Torino.  Voi.  XX,  7,   8.  Torino, 

1885.  8.° 

7.  Ferraris.  Sul  metodo  seguito  dal  dott.  Hopkinson  per  la  determinazione  del  coeffi- 
ciente di  rendimento  del  generatore  secondario  Gaulard  e  Gibbs.  —  Narcari.  Intorno  ad 
una  recente  determinazione  della  dilatazione  dell'acqua  da  4  a  0°.  —  Doma.  Lavori  del- 
l'Osservatorio astronomico  di  Torino.  —  Arzruni.  Sopra  uno  scisto  paragonitifero  degli 
Urali.  —  Maizara.  Nuovi  azoderivati  del  carvacrol.  —  Daccomo.  Sul  tribromoraetanitro  e 
sul  tribromometamidofenolo.  —  ld.  Sul  triclorometanitro  e  sul  triclorometamidofenolo.  — 
Naccari.  Commemorazione  di  Francesco  Rossetti.  —  ld.  e  Battelli.  Sul  fenomeno  Peltier  nei 
liquidi.  —  Battelli  e  Martinetti.  Intorno  alla  fusione  dei  miscugli  binari  di  sostanze  non 
metalliche.  —  Cattaui.  Sulla  distensione  incruenta  dei  nervi.  —  Aducco.  Contributo  alla 
fisiologia  del  tetano  dei  muscoli  striati.  —  Portis.  Appunti  paleontologici.  I.  Resti  di  che- 
Ioni  terziari  italiani.  —  Camerario.  Monografia  dei  sauri  italiani.  —  Promis.  Medaglia  com- 
memorativa della  spedizione  sarda  contro  Tripoli  nel  1875.  —  Ferrerò.  Sui  nuovi  studi  di 
P.  Willems  intorno  al  Senato  della  Repubblica  romana.  —  8.  Cavalli.  Le  ovali  di  Cartesio 
considerate  dal  punto  di  vista  cinematico.  —  Mal  tiralo.  Di  un  processo  di  suberificazione 
nei  tegumenti  seminali  del  gen.  Tilia  Linn.  —  Portis.  Appunti  paleontologici.  II.  Resti 
di  batraci  fossili  italiani.  —  Naccari  e  Battetti.  Sul  fenomeno  Peltier  nei  liquidi.  —  Curioni. 
Cenni  biografici  sulla  vita  e  sulle  opere  del  comm.  P.  Eichelmy.  —  Grassi.  I  progenitori 
degli  insetti  e  dei  miriapodi:  morfologia  delle  scolopendrelle.  —  Berti.  Carlo  Alberto  avanti 
la  sua  venuta  al  trono  e  intorno  a'  suoi  intendimenti  politici  come  re.  —  Rossi.  Trascri- 
zione con  traduzione  italiana  di  tre  manoscritti  copti  del  Museo  egizio  di  Torino. 

f  Atti  della  Società  italiana  di  scienze  naturali.  Voi.  XXVIII,  f.  1,  2.  Milano, 

1885.  8.° 

Parona.  Materiali  per  la  fauna  della  Sardegna.  —  Molinari.  Nuove  osservazioni  sui 
minerali  del  granito  di  Baveno.  —  Bassani.  Sulla  probabile  esistenza  del  gen.  Carcharodon 
nel  mare  titonico.  —  Picaglia.  Pediculini  nuovi  del  Museo  di  zoologia  ed  anatomia  com- 
parata nella  r.  Università  di  Modena.  —  Villa.  Rivista  geologica  dei  terreni  della  Brianza.  — 
Menotti.  Il  terremoto  sentito  in  Lombardia  nel  12  settembre  1884.  —  Ricciardi.  Ricerche 
chimiche  sulle  rocce  vulcaniche  dei  dintorni  di  Viterbo.  —  Stopjjani.  Antonio  Villa.  — 
Bassani.  Avanzi  di  pesci  oolitici  nel  Veronese. 
'Atti    della    Società   toscana  di    scienze  naturali.  Memorie.  Voi.  VI,  2.  Pisa, 

1885.  4.° 

Vili.  Il  nervo  depressore  nell'uomo  e  negli  altri  mammiferi,  ricerche  di  morfologia 
comparata.  —  Ficalbi.  Alcune  ricerche  sulla  struttura  istologica  delle  sacche  aerifere  degli 
uccelli.  —  Bucci.  Scomposizione  del  gabbro  rosso.  —  Facciola.  I  Blenni  del  mar  di  Mes- 
sina. —  Forsytk  Major.  I  cinghiali  dell'Italia.  —  meneghini.  Nuove  ammoniti  dell'Apen- 
nino  centrale. 

Bullettino-Renpiconti  —  Voi,.  I.  :!"; 


—  ccxc  — 

"Bollettino  decadico  dell'Osservatorio  centrale   di    Moncalieri.  Anno  XIV,  3. 

Torino,  1885.  4.° 
^Bollettino   del    Collegio    degli   ingegneri  ed  architteti  in   Napoli.  Voi.   IH, 

n.  21,  22,  23.  Napoli,  1885.  4.° 
"Bollettino  della  Società  entomologica  italiana.  Anno  XVII,  tr.  3-4.  Firenze, 
1885.  8.° 

Bargagli.  Rassegna  biologica  di  rineofori  europei.  —  Carlini  (de).  Artropodi  dell'isola 
di  S.  Pietro.  —  Costa.  Diagnosi  di  nuovi  artropodi  della  Sardegna.  —  Emery.  La  luce 
della  Lucida  italica.  —  Ferrari.  Eincoti  omettevi  italiani  raccolti  da  G.  Cavanna. — 
Luciani.  Ancora  sulla  ibernazione  degli  ovuli  del  baco  da  seta.  —  Magretti.  Di  una  galla 
di  Cinipide  trovata  sulle  radici  della  vite  (V  i  t  i  s  v  in  i  fé  ra).  —  Mercanti.  Sullo  sviluppo 
postembrionale  della  Telphusa  fluviatilis  Lat.  —  Passerini.  Sulla  morte  degli 
insetti  per  inanizione.  —  Pavesi.  Aracnidi  raccolti  dal  conte  Bouturlin  ad  Assab  e  Mas- 
sana.  —  Id.  Controsservazioni  ad  un  opuscolo  recente  di  aracnologia.  —  Quajat.  Sugli 
incrociamenti  fra  le  razze  bianche  del  baco  da  seta. —  Roster.  Contributo  all'anatomia  ed 
alla  biologia  degli  odonati. 

"Bollettino  della  Società  geografica  italiana,  Ser.  2",  voi.  X,  11.  Roma,  1885.  8.° 
Pennesi.  Viaggio  del  magnifico  messer  Piero  Quirino  gentilhuomo  vinitiano  —  Cardon. 
Sul  commercio  di  Massaua.  —  Colaci.  Sulla  regione  di  frontiera  delI'Abissinia  verso  Mas- 
sana.  —  Weitzecker.  Da  Aliwal  North  a  Morija.  —  di  Brazzù.  Lettera.  — La  «  Cirenaica» 
del  comm.  Haimann.  —  Feo.  Lettera  dalla  Birmania.  —  Giglioli.  Ricerche  intorno  alla  co- 
rologia dei  vertebrati. 

"Bellettino  della  Società  geologica  italiana.  Voi.  Ili,  2.  Roma,  1884.  8.° 

Fornasini.  I  foraminiferi  della  tabella  0  ry  e  tographi  e  a. —  Verri.  Di  alcune  di- 
vergenze col  dott.  Carlo  de  Stefani  sulla  geologia  dell'Umbria  superiore.  —  Id.  Divisione 
tra  le  formazioni  liasiche,  giuresi  e  cretacee  nei  monti  dell'Umbria.  —  Id.  La  valle  supe- 
riore del  Tevere.  —  Rossi.  Note  illustrative  alla  carta  geologica  della  provincia  di  Tre- 
viso. —  Neviani.  Note  geologiche  sul  bacino  del  Samoggia  nel  Bolognese. 

■Bollettino  dell'Osservatorio  della  r.  Università  di  Torino.  Anno  XIX  (1884). 
Torino,  1885.  4°  obi. 

^Bollettino  di  legislazione  e  statistica  doganale  e  commerciale.  Anno  II,  settem- 
bre 1885.  Roma,  4.° 

•Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  1885,  n.  69  76.  Roma,  4.° 

^Bollettino  di  notizie  sul  credito  e  la  previdenza.  Anno  III,  n.  19,  20.  Roma, 
1885.  4.° 

^Bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  centrale  in  Moncalieri.  Ser.  2%  voi.  V,  7. 

Torino,  1885.  4.° 

Denza.  Le  osservazioni  meteorologiche  nelle  missioni.  —  Lais.  Variazione  oraria  delle 
nubi  a  Roma. 

"^Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.  Anno  VII,  1885,  no- 
vembre, Roma,  4.° 

*  Bollettino  settimanale  dei  prezzi  di  alcuni  dei  principali  prodotti  agrari  e 
del  pane.  Anno  1885,  n.  41-44.  Roma,  4.° 

'Bollettino  ufficiale  del  Ministero  della  pubblica  istruzione.  Voi.  XI,  n.  10.  Ot- 
tobre 1385.  Roma,  4.° 


—   CCXCI   — 

•Bollettino  delle  scienze  mediche.  Anno  LVI.  Ser.  G,  voi.  XV  3-4,  5.  Bologna, 

1885.   8." 

3-4.  Brigulli.  Storia  e  considerazioni  sopra  un  caso  di  stornisi  |iiloriea  curata  colla  di- 
vulsione digitale.  —  Franceschi.  Di  una  nuova  classificazione  delle  ernie  diaframmatiche 
e  descrizione  di  un'ernia  diaframmatica  congenita  dello  stomaco.  —  Maglia.  Ospedale  Mag- 
giore di  Bologna.  Sezione  chirurgica  diretta  dal  dott.  Luigi  Medini.  Statistica  del  sessen- 
nio 1878-1883.  —  5.  Gamberini.  Malattie  della  lingua.  —  Berti.  Relazione  di  un  secondo 
tentativo  di  allattamento  artificiale  fatto  nel  Baliatico  Esposti  di  Bologna.  —  Andro 
Sulla  frequenza  delle  iperemie  polmonari  nel  corso  delle  artropatie  acute  e  sub-acute. 

^Bollettino  dnl  vulcanismo  italiano.  Anno  XII,  f.  4-7  e  8-9.  Koma,  1885.  8." 

de  Rossi.  Intorno  ad  alcuni  risultati  degli  odierni  studi  sismologici  posti  in  relazione 

coll'edilizia.  —  Fittipaldi.  Relazione  sul  disastro  di  Campomaggiore.  — de  Bossi  e  Crescim  inno. 

Apparizione  di  fiamme  sul  monte  Busanibra  in  Ficuzza    presso    Corleone.  —  Id.  Il  terre- 

moto  laziale  del  7  agosto  1884.  Relazione  al  Ministro  di  agricoltura  e  commercio. 

•Cimento  (Il  nuovo).  3a  ser.  t.  XVIII.  Sett.-ott.  1885.  Pisa,  8." 

Barloli  e  Stiacciali.  Revisione  di  alcune  misure  calorimetriche  fondamentali.  —  l<l.  iti. 
Sopra  alcune  relazioni  stabilite  dal  sig.  Heen,  fra  la  dilatabilità  e  il  punto  di  ebollizione 
dei  composti  di  una  stessa  serie  omologa.  —  Id.  id.  Sulla  dilatazione  termica  di  un  mi- 
scuglio di  due  liquidi,  dedotta  dalle  dilatazioni  dei  componenti,  combinando  una  nostra 
formula  con  un'altra  del  sig.  Pawlewski.  —  Ferraris.  Ricerche  teoriche  e  sperimentali  sul 
generatore  secondario  Gaulard  e  Gibbs.  —  Bauo.  Fenomeni  di  riflessione  cristallina  inter- 
pretati secondo  la  teoria  elettromagnetica  della  luce.  —  Bilicami.  Sulle  condizioni  di  resi- 
stenza dei  corpi  elastici.  —  Righi.  Sulla  velocità  dei  raggi  polarizzati  circolarmente  nel- 
l'interno di  un  corpo  dotato  di  potere  rotatorio. —  Somigliami.  Sopra  l'equilibrio  di  un  corpo 
isotropo. —  Toscani.  Studi  sul  lavoro  chimico  interno  della  pila.  —  Bri/rami.  Sull'uso  delle 
coordinate  curvilinee  nelle  teorie  del  potenziale  e  dell'elasticità. 

^Circola  (II)  giuridico.  Voi.  XVI,  9-10.  Sett.-ott.  1835.  Palermo,  8.° 

Sampolo.  Ordinamento  giudiziario  germanico.  —  Accascina.  Esame  di  giurisprudenza, 
studio  sugli  articoli  440  e  447  del  Codice  civile. 

^Documenti  per  servire  alla  storia  di  Sicilia.  1"  serie,  diplom.    voi.    IV,  6; 

3a  ser.  epigrafia  voi.  II,  1.  Palermo,  1885.  8.° 

Silvestri.  I  Capibrevi  di  Giovanni  Luca  Barberi.  —  Amari.  Le  epigrafi  arabiche  di 
Sicilia.  Parte  3a. 

:" Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  f.  7.  Appendice,  voi.  Ili,  n.   21.  Pa- 
lermo, 1885.  8.° 

Bizzarri  e  Campani.  Arsenico  nativo  della  Valtellina.  Proprietà  e  composizione.  — 
Bertoni.  Fatti  sull'eterificazione  per  doppia  decomposizione.  Formazione  dei  veri  eteri  ni- 
trosi dell'alcool  etilenico  e  del  trimetilcarbinol.  —  ld.  Contributo  allo  studio  dell'eterifica- 
zione per  doppia  decomposizione.  Formazione  dell'etere  nitroso  dell'alcool  allilico.  —  Schi/f. 
Intorno  alla  isoflorizina  ed  i  suoi  derivati.  —  Sostegni.  Sull'amido  di  riso.  Sul  rapporto  fra 
esso  e  la  quantità  di  destrosio  formato  nella  conversione;  alcune  ricerche  sulla  composi- 
zione della  sua  amido-cellulosa,  e  sopra  una  materia  grassa  rinvenuta  in  essa.  —  Leone. 
Sui  microrganismi  delle  acque  potabili.  Loro  vita  nelle  acque  carboniche.  —  Bartoli.  La 
conducibilità  elettrica  delle  combinazioni  del  carbonio  ed  in  ispecie  sulla  conducibilità 
delle  amidi,  dei  nitroderivati  ecc.—  Id.  Sulla  dipendenza  della  conducibilità  elettrica  della 
dietilamina  dalla  temperatura.  —  Id.  La  conducibilità  elettrica  di  alcuni  composti  orga- 
nici allo  stato  solido. 


—   CCXCII    — 

•Giornale  della  r.  Accademia    di   medicina    di   Torino.   Anno  XLVIII,   8-9. 

Agosto-sett.  1885.  Torino,  8.° 

Parona.  Intorno  a  tre  casi  di  cisticercus  cellulosae  «  Rudolphi  »  nel  cervello  del- 
l'uomo. —  Marro.  Esami  psicometrici  sui  pazzi  morali  e  sui  mattoidi.  —  Motta.  Di  un  caso 
di  cifosi  dorsale  con  paraplegia,  curato  col  bendaggio  Sayre.  —  Varaglia.  Di  alcune  varietà 
ossee  del  tronco.  —  Lombroso.  Ninfomania  paradossa.  —  Id.  Casi  di  microcefalia  da  in- 
fluenza psichica  nella  gravidanza. 

*  Giornale  della  r.  Società  italiana  d'igiene.  Anno  VII,  10-11.  Milano,  1885.  8.° 
Chiappelli.  Sull'esercizio  della  medicina  in  Italia  negli  ultimi  tre  secoli  del  medio  evo. 

"Giornale  della  Società  di  letture.  Anno  IX,  4-5.  Ott.-nov.  1885.  Genova,  8." 
Rossi.  L'inchiesta  per  la  revisione  della  tariffa    doganale.   Relazione.    —   Libri.  Gite 

autunnali. 

■Giornale  medico  del  r.  Esercito  e  della  r. Marina.   Anno  XXXIII,  9-11.  Roma. 

1885.  8.° 

Astigiano.  Sulle  variazioni  del  peso  del  corpo  nelle  malattie.  —  Paoletti.  La  patoge- 
nesi del  colera.  —  Mendmi.  Tubercolosi  parassitaria.  —  Rho.  Un  caso  di  anemia  da  anchi- 
lostoma  in  un  marinaio  messinese.  —  Laurenzi.  Contributo  alla  chirurgia  operatoria.  — 
Resci.  Considerazioni  sopra  una  notevole  deformità  toracica  e  sulla  persistenza  dei  vasi 
ialoidei. 

f  Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti  industriali.  Voi.  XI,  8,  9.  Torino,  1885.  4." 
8.  Fumagalli.  Sulla  formazione  pratica  del  catasto  fondiario  nel  Regno  d'Italia.  —  Chicchi. 
Apparecchio  a  movimento  isocrono,  con  cilindri  girevoli  automaticamente,  per  il  rilievo  dei 
diagrammi  delle  oscillazioni  verticali  e  orizzontali  delle  travate.  —  Mourlon.  Sistema  di 
telegrafia  e  telefonia  simultanee  collo  stesso  filo,  di  F.  Van  Rysselberghe.  —  9.  Ferria  e  Sachcri. 
Ergometro  per  lo  studio  della  stabilità  delle  costruzioni  e  della  elasticità  dei  materiali.  — 
G.  S.  Distribuzione  della  forza  motrice  a  domicilio  per  mezzo  dell'aria  rarefatta.  —  A.  F. 
La  questione  della  carreggiata  nelle  strade  delle  grandi  città.  I.  Selciato  delle  vie  di  Roma.  — 
M.  F.  L'inchiesta  doganale  e  la  relazione  del  senatore  Lampertico,  riflettente  le  condizioni 
della  nostra  agricoltura  e  la  questione  del  dazio  sui  cereali. 

■Memorie  dell'Accademia  di  agricoltura,  arti  e  commercio  di  Verona.  Ser.  3a, 
voi.  LXI.  Verona,  1885.  8.° 

Bertoncelli.  Descrizione  del  nuovo  barometro  registratore.  —  Avanzi.  I  terrazzi  del- 
l'Adige. —  Nicolis.  Oligocene  e  miocene  nel  sistema  del  Monte  Baldo.  —  Negri.  Sulla  pre- 
parazione a  freddo  dei  cristalli  di  emina.  —  Zamboni.  Monografia  del  setificio  veronese. 
^Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIV,  8.  Agosto  1885. 
Roma,  4.° 

Ricco  e  Mascari.  Latitudini  eliografiche  di  gruppi  di  macchie  e  di  fori  solari  nel  1884.  — 
Tacchini.  Sull'ultimo  minimo  e  sull'ultimo  massimo  delle  macchie  solari. 

"Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2,  voi.. XVIII,  17. 

Milano,  1885.  8.° 

Ferrini.  Saggi  di  critica  e  di  esegesi  sulle  fonti  del  diritto  romano.  —  hi.  Criterio  per 
la  scelta  tra  il  richiamo  dal  di  sopra  e  quello  dal  di  sotto  negli  impianti  di  ventilazione.  — 
Maggi.  La  priorità  della  Batterioterapia.  —  Casorati.  Funzioni  analitiche  di  una  sola 
variabile  con  numero  qualsivoglia  di  periodi 

•Rendiconti  dell'Accademia  delle  scienze  fisiche  e  matematiche.  Anno  XXIV, 
8-10.  Napoli,  1885.  4.° 


—    CCXC1I1    — 

^  8.  Palmieri.  I/esperienza  negativa  del  Kalischer  intorno  alla  elettricità  de-  vapori  che 
si  risolvono  in  acqua,  rifatta  con  accuratezza,  smentisce  la  conclusione  dell'autore.   —  hi. 
Esperienze  nuovissime  che  dimostrano    l'elettricità    che  si  svolge  con  la  evaporatone  del- 
l'acqua sotto  la  sola  azione  diretta  de'  raggi  solari.  —  Battagline  Intorno  ad    un'applica- 
zione della  teoria  delle  forme  binario  quadratiche  all'integrazione  dell'equazione  differen- 
ziate ellittica.  -  Lieopoli.  Sul  Polline  dell'Iris  tuberosa,  L.,  ed  altre  piante.   -  Preda. 
Intorno  alla  Haussmannite  e  alla  Scolezite  del  Vesuvio.  —  9.  Baltaglini.  Sulle    forme  bi- 
narie bilineari.  —  Del  Pezzo.  Sulle  superficie  di  or.line  ri  immerse  nello  spazio  di    n  +1 
dimensioni.  —  Pittare®.  Le  curve  di  3*  ordine  e  di  4"  classe.  —  De  Gasparis.  Sul  calcolo 
delle  perturbazioni  planetarie  per  lungo  periodo  di  tempo.  —  Seguenza.    Il   Lias    inferiore 
nella  provincia  di  Messina.  -    10.   Torelli.  Sui  sistemi  di  più  forme  binarie  cubiche. 
'Rivista  critica  della  letteratura  italiana.  Anno  II,  6.  Firenze,   1885.  4.° 
•Rivista  del  Club  alpino  italiano.  Voi.  IV,  10.  11.  Ott.-nov.  1885.  Torino,  8.° 
Mugnaijhi.  Prima  ascensione  al  Pizzo    Painale  (m.  3248).  —  Perazzi.  Capanna    Sella 
al  Lyskamm.  Tariffe  delle  guide.  Fanciulli  alpinisti.  Dal  Colle  del    Teolulo    alla  capanna 
Sella.  Dalla  capanna  Gnifetti  alla  predetta  capanna. 

•Rivista  di  artiglieria  e  genio.  Anno  1885  novembre.  Roma.  8." 

Caveglia.  Tiri  al  bersaglio.  —  ri.  Un'aggiunta  agli  studi  sul  tiro  a  shrapnel.  —  An- 
dreoli.  Cenni  storici  sull'organizzazione  dei  pontieri  e  sul  loro  materiale.  —  Mariani.  Let- 
tere militari  del  principe  Kraft  Hohenlohe  Ingelfingen. 

f  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia.  Anno  IX,  20-22.  Conegliano,  1885.8.° 

Cubani.  Il  rimedio  contro  la  peronospora.  —  Rosa.  I  vini  salati.  —  Cerletli.  Nuovi 
incoraggiamenti  all'  industria  vinicola.  —  Guboni.  Gli  effetti  dell'idrato  di  calce  nella  cura 
delle  viti  contro  la  peronospora.  —  Geltolini.  La  nettezza  delle  cantine. 

•Rivista  marittima.  Anno  XVIII,   10-11.  Ott.-nov.  1885.  Roma,  8.° 

Chierchia.  Collezioni  per  studi  di  scienze  naturali  fatte  nel  viaggio  intorno  al  mondo 
dalla  r.  corvetta  «  Vettor  Pisani  »  (comandante  G.  Palumboj  anni  1-82-83-84-85.  —  Mal- 
dini.  I  bilanci  della  marina  d'Italia.  —  Busin.  La  trasformazione  dei  tipi  isobarici  italiani 
applicata  alle  predizioni  del  tempo.  —  Nave  sottomarina,  sistema  Nordenfelt 

•Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVII,  18-21.  Firenze,  1885.  8." 

1S-1'J.  Luvini.  Sulla  rifrazione  atmosferica  totale.  —  Piazzali.  Trasporto  e  distribu- 
zione di  elettricità  per  mezzo  dei  trasformatori  ad  induzione:  li.  Sistema Zipernowsky,  Déri 
e  Blathy.  —  Leone-  Sui  microrganismi  delle  acque  potabili  ;  loro  vita  nelle  acque  carbo- 
niche. —  Marangoni.  Paramagnetismo  e  diaraagnetismo.  —  Righi.  Sulle  velocità  dei  raggi 
polarizzati  circolarmente  nell'interno  d'un  corpo  dotato  di  potere  rotatorio.  —  Riscalda- 
mento delle  macchine  col  petrolio.  —  Bizzarri  e  Campani.  Arsenico  nativo  della  Valtellina. 

•Spallanzani  (Lo).  Anno  XIV,  10-11.  Ott.-nov.  1885.  Roma,  8." 

Hermann.  I  microbi.  —  Patrone  Sulla  natura  parassitaria  dell'artrite  blenorragica.  — 
Manassei.  Sulla  sifilide  ereditaria.  —  Salis-Salis.  Sulla  impossibilità  della  combustione  spon- 
tanea nel  sughero.  Perizia  giudiziaria.  Esperienze. 
Telegrafista  (II).  Anno  V,  9.  Roma,  1885.  8.° 

Bracchi.  Sulle  misure  del  coefficiente  d'induzione.  —  Dell'Oro.  L'inerzia  elettrica. 

Pubblicazioni  estere. 

^Abhaudlungen  der    grossherzoglich    Hessischen    geologisclien    Landesanstalt 
zu  Darmstadt.  Bd.  I,  2,  nebst  Atlas.  Darmstadt,  1885.  4.° 
Maurer.  Die  Fauna  der  Kalke  voti  Waldginues  bei  Giessen. 


—    CCXCIV    — 

t-Abstracts  of  the  proceedings  of  the  Chemical    Society.  1885-86,  n.    1213. 

London,  8.° 
•Acta  mathematica.  VII,  2.  Stockholm,  1885  4." 

Cantar.  Ueber  verschiedene  Theoreme  ans  der  Theorie  der  Punctmengen  in  einem 
n-fach  ausge  lehnten  stetigen  R.iume  G-i  .  Zweite  Mittheilung.  —  Gyldén.  Die  intermediare 
Bahn  des  Mondes.  —  ftunge.  Ueber  die  auflosbaren    Gleichungen  von    der  Form  x*  -t-  ux 

dx 

und    verwandte    Integrale.   —   Falk.    Be- 


i    blu  ( 

■  v—  0.  —  Schlàfli.   Ueber     I  jjjjt 


bx    ì-t-x- 
o 

weis  eines  Satzes  ans  der  Theorie  der  elliptischen  Integralen. 
•  Annalen  der  Physik  und  Chemie.  N.  F.  Bd.  XXVI,  2.  Leipzig,  1885.  8." 

Kuhhausch  Ueber  das  Leitungsverrnogen  einige  Electrolyte  in  ausserst  verdiinnter 
wasseriger  Losung.  ■ —  Pfnjfcr.  Ueber  die  electrisehe  Leitungsfahigkeit  der  Misclmngen  von 
Aethyl  ilkohol  mit  Aethylather.  —  Foster.  Ueber  eine  veranderte  Form  der  Wiieatstone'- 
schen  Briicke  und  Methoden  zar  Messung  kle;ner  Widerstande.  —  Oberbeck.  Ueber  eine  der 
Resonanz  àhnliche  Erscheinung  bei  electrischen  Schwingungen.  —  Angstrom.  Ueber  die 
Diffusion  der  strahlenden  Warme  voti  ebenen  Flàchen.  —  ScMeiermacher.  Ueber  die  Abhan- 
gigkeit  der  Warmestrahlung  von  der  Temperatur  und  das  Stefan'sche  Gesetz.  —  Thiesen. 
Ueber  die  Gesetze  des  Luftwiderstandes  nach  Versuehen  mit  dem  Sehellbach'schen  Rotations- 
apparate. —  Doni. Experimentelle  Bestiitigiing  des  Satzes,dass  beide  Electricitaten  in  gleiclier 
Menge  entwickelt  werden,  tur  Pyroelectricitat. 

iAnnales  des  ponts  et  chanssées.  Sept.  1885.  Paris,  8.° 

Coinmission  technique  de  l'assainissement  de  Paris:  Résumé  des  travaux  et  résolu- 
tions  adoptées.  —  Durand-Claye.  Mémoire  sur  l'assainissement  de  la  Seine.  —  Ricour.  No- 
tice  sur  les  prix  de  revient  de  la  tractiou  et  sur  les  économies  réalisées  par  l'application 
de  diver^es  modiBcations  aux  maehiues  loco'mitives.  —  de  Perrodil.  Note  sur  la  résistance 
comparée  des  constructions  semblables.  —  Tourtay.  Note  sur  l'influence  des  joints  dans 
la  résistance  à  l'écraseraent  des  maconneries  de  pierre  de  taille.  —  Note  sur  l'explosion 
d'une  chaudière  verticale  aux  forges  d'Eurville  (Haute-Marne). 

tAnnales  uouvelles  de  mathématiques.  3"  sér.  Nov.  1885.  Paris,  8.° 

Pomey.  Propriétés  élémentaires  des  faisceau  en  involution,  et  leur  application  à  quel- 
ques  problèmes  relatifs  aux  courbes  du  seconde   et  du  troisième  degré. 

•Annuuire  de  la  Société  météorologique  de  France.  1884.  Nov.-déc.  Paris,  4.° 

•Anzeiger  (Zoologischer).  Jhg.  Vili,  208,  209.  Leipzig,  1885.  8.° 

Wilhilon.  Ueber  Ornithoche  i  rus  hilsensis  Koken.  —  Dalli.  Die  Lebensdauer 
der  Spinnen.  —  [ìaw\  Zur  Morpbologie  des  Carpus  und  Tarsus  der  Reptilien.  —  Stole. 
llyodrilus  coccineus  Vejd.  —  Góldi.  Studien  ueber  neue  und  wenig  bekannte  Po- 
dophthalmen  Brasiliens.  —  Daur.  Ueber  das  Arcbipterygiuin  und  die  Entwicklung  des  Chey- 
ropterygiùm  aus  dem  Tchthyopterygium.  —  Zacharias.  Zur  Frage  der  Fortpflanzung  durch 
Quertheilung  bei  Susswasserplanarien. 

tArsskrift  (Upsala  Universitets)  1884.  Upsalia,  8.° 

Johannson.  Oni  apologetikens  begrepp.  —  Aurivillius.  Grammalicae  svecanae    speci- 
men. —  Burman.  Ora  Kants  Kunskapslara. 
•Beiblatter  zu  den  Aunalen  der  Physik  und  Chemie.  Bd.  IX,  10-11.  Leipzig, 

1885.  8.° 
•Berichte  der   deutschen   chemischen  Gesellschaft.  Jhg.  XVIII,  14,  15,  16. 

Berlin,  8.° 


—  ccxcv  — 

14.  Auwcrs.  Zur  Kenntniss  Jes  Pseudocnmenols  und  des  Pseudocumidius.  —  lin 
und  Lasarus.  Ueber  Condensationsproducte  des  Isatins.  —  Bamberger  and  Calman.  Ueber 
gemischte  Azoverbindungen  (II).  —  Cannizzaro.  Ueber  die  Constitution  des  Santo- 
nina. —  Claus  und  Nicolaysen.  Zur  Kenntniss  des  Phenylacridins.  —  Erdmann.  Nitrirung 
der  Phenylparaconsànre.  —  Fillig.  Ueber  die  Condensation  der  Aldehyde  mit  zweibasischen 
Sauren.  —  ld.  Condensation  von  Acetessigàther  mit  zweibasischen  Sànren. —  Gatt  rinatili 
und  Kaiser.  Ueber  p-Chlor-m-nitrotoluol  und  dessen  Reductionsproduct.  —  ld.  id.  Zur  Con- 
stitutionsfrage  der  von  meta-substitnirten  Aminen  sich  ableitenden  Chinolinderivate.  — 
ld.  und  Wrampelnieyer.  Ueber  p-  und  m-Phenylencyanat.  —  Higer.  Ueber  einige  Derivate 
des  Diphenylaminurethans.  —  ld.  Ueber  die  Nitrirung  von  Parabronianilin.  —  Hanlzsch. 
Versuche  zur  Constitntionsbestimmnng  der  synthetischen  Hydropyridinderivate.  —  lleushr 
and  Kling  r.  Ueber  Selenide  ans  den  Anden.  —  Hofmann.  Nachtràgliches  uber  die  Einwir- 
kung  des  Broins  in  alkalischer  Lusung  auf  Amile.  —  llo/[  jr.,  vani.  Beitriige  zur  Kennt- 
niss der  Aepfelsauren.  —  llinski  nnd  Knorre.  Ueber  eine  neue  Metbode  zur  Trennung  von 
Eisen  und  Aluminium.  —  Julius.  Ueber  die  Alkaloide  des  Bocksbornsaniens.  —  Just.  Ueber 
die  Producte  der  Reacfion  zwischen  B.  nzanilidimidchlorid  und  Natriummalonsàureester.  — 
hi.  Synthesen  in  der  Chiuolinreihe.  —  ld.  Ueber  den  Diacetylfumarsaureester.  —  Kiliani. 
Ueber  die  Constitution  der  Isosaccharinsaure.  —  Klingel.  Ueber  p-Amidoacetophenon,  o-Araido- 
w'.-acetyltoluol  une  einige  Derivate  dieser  KOrper. — Stinger  nnd  Pitsehke.  Ueber  m-Dinitro- 
azoxybenzol  und  c-Azoxytoluol.  —  Krùss.  Ueber  innere  Molekularbewegung.  —  Lang.  Ueber 
das  lileichgewicht  nach  Einwirkung  einerseits  von  Salzsànre  auf  Antirnontrisulfid  und  ande- 
rerseits  von  Schwefelwasserstoff  anf  salzsànre  Antimontrichloridlosung. —  Lederar  nnd  Paul. 
Synthese  von  Pyrrolderivaten.  —  Mylius.  Ueber  die  Beziehung  des  «-  zum  /S-Hydrojnglon.  — 
Naumann  nnd  Pistor.  Ueber  das  Verhalten  von  Kohlcndioxyd  zu  Wasserstoff  bei  hoher  Teui- 
peratur.  —  Nef.  Ueber  einige  Derivate  des  Durols.  —  Noerdlinger.  Ueber  das  Bicuhyba- 
fetf  Myristica  bicuhyba  seu  oiScinalis  Mart.). —  Nolting,  Witt  und  Foni.  Ueber  das  Vor- 
komnien  des  Paraxylidins,  seine  Darstellung  und  sein  Verhalten.  —  Nhlliivj  und  Ford.  Zur 
Kenntniss  der  secbs  isomeren  Xylidine.  —  ld.  id.  Ueber  Amidoazoderivate  der  drei  Xylole. — 
ld.  id.  Zur  Constitution  der  Phtalsauren.  —  fìaschig.  Einwirkung  von  Wasserstoffsnperoiyd 
auf  Schwefelantimon.  —  Hischbiet  und  Tollens.  Ueber  Raffinose  oder  ilelito-e  aus  Melasse, 
Baumwollensamen  nnd  Eucalyptus-Manua.  —  Seubert.  Analyse  gasformiger  halogenhalti- 
ger  Kohlenwasserstoffe.  —  Tesmer  Ueber  die  Einwirkung  von  Phenylcyan  it  auf  Polyhy- 
droxylverbinJungen.  —  Toh'.  Ueber  das  Orthoxylidin  und  das  Orthoxylenol  von  der  Stellnng 
1,  2,  3.  —  Viridi.  Zur  Synthese  des  Vanillins.  —  Wilm.  Zur  Analyse  von  Platinerz.  — 
Winkler.  Die  Neugestaltung  des  titrimetrischen  Systems.  —  ld.  Ueber  einen  Apparat  zur 
raschen  Reduetion  der  Gasvolumina  auf  den  Normalzustand.  —  15.  Hofmann.  Einwirkung 
des  Ammoniaks  und  der  Amine  auf  den  Salfocyannrsàaremethylather  und  da>  Cyanan  hi  - 
rid.  Normale  alkylirte  Melamine.  —  ld.  Ueber  die  d.  n  Alkylcyanamiden  entstaromenden 
alkylirten  Isomelamine  und  uber  die  Constitution  des  Melamins  und  der  Cyanursaure.  — 
Nef.  Ueber  einige  Derivate  d-s  Durols.  —  Konowakiv.  Ueber  die  Rolle  der  Contactwir- 
kungen  bei  den  Ersebeinungen  der  Dissociatiun.  —  Schi/f.  Ein  Gasdruckregulator  ohne 
Metalltheile.  —  Jacobsen  und  Sehnapavff.  Ueber  einige  Derivate  des  Durols.  --  Pinner.  Ueber 
die  Einwirkung  von  Acetessigàther  auf  die  Annidine.  Pyrimidine.  —  Id.  Ueber  Tartron- 
sàure.  —  Ramsay  und  Yo u ng.  Ueber  die  sogenann te  »  specifische  Remissioii  «  von  Kalilbauni 
und  die  wahre  Beziehung  zwischen  Druek  und  Siedetemperatnr  der  Flussigkeiten.  —  Villa- 
vecchia.  Ueber  einige  Derivate  des  Santonins.  —  Burckhardt.  Ueber  Fluoresee'ine  der  Ma- 
le'insaure.  —  Hinsberg.  Ueber  Chinoxaline.  III.  —  16.  lljdt.  Ueber  Orthoxylenylchlorid.  — 
Ekslraud.  Zur  Ceiistitution  einiger  Naphlalin-Derhate.  —  Berglund.  Ueber  den  BromgehaH 
des  Meerwassers.  —  Ncumann.  Ueber  einige  Doppelsalze  des  Eisenclilorids  mit  an  1.  .  u 
Jletallehloriden.  —  Naumann  und  Pislor.  Ueber  das  Verh;  Iten  von  Kohlenoxyd  zu  W 


—    CCXCVI    — 

bei  heher  Temperato.  —  Hofmann.  Beitrag  zur  spectralanalytischen  Bestimmung  des 
Lithiums.  —  Alexeew.  Ueber  eine  Fehlerquelle  bei  den  Dampfdichtebestirnraungfin.  — 
Pawlewski.  Ueber  Einwirkung  von  Phosphorpentachlorid  auf  Santonin.  —  Meyer.  Ueber  Chi- 
nolinbildung  aus  metasubstituirten  Aminen.  —  Wrobkwski.  Ueber  eines  der  benachbarteu 
Xylidiue.  —  Conrad  und  Gulhzeit.  Ueber  die  quantitative  Zersetzung  von  Galactose  und 
Arabinose  mittelst  verdunnter  Sauren.  —  Biaditi.  Ueber  Verbindungen,  welche  sich  von 
Dicyanphenylhydrazin  ableiten.  II.  —  Witt.  Ueber  eine  einfache  Methode  zur  Darstellung 
von  AxokSrpern.  —  Móhlau.  Zur  Kenntniss  der  Indopbenole  und  Indoaniline.  —  Staedel  nnd 
Hólz.  Zur  Kenntniss  des  kauflichen  Xylidins.  —  Claus  und  Knyrim.  «-Naphtol-,S-sulfon- 
siiure.  —  Id.  id.  Notiz  zur  Darstellung  von  Propylen  aus  Glycerin.  —  ld.  und  Mercklin. 
Ueber  die  Umsetzung  von  Alumini umcblorid  mit  Hydroxylverbindungen.  —  Aschan.  Ueber 
/j-und  o-Nitroxanilsàure  und  die  Reduction  derselben.  —  La  Coste.  Ueber  m-Chlorchino- 
lin.  —  Kaiser.  Ueber  Mononitroderivate  der  p-  und  m-Acetamidobenzoèsàure  sowie  deren 
Reductionsproducte  (Anhydrosàuren).  —  Merck.  Ueber  die  kùnstlicbe  Darstellung  von  Cucam 
und  seiuer  Homologen.  —  Ladenburg.  Ueber  die  Imine.  —  Id.  Ueber  Aethylpyridine  und 
AethylpiperiJine.  —  Id.  Einfache  Methode  zur  Ortsbestimrnung  in  der  Pyridinreihe.  — 
Liebrechl.  Reduction  des  Kicotins.  —  lìùgheimer  und  Hoffmann.  Ueber  die  isomeren  Malon- 
toluidsàuren.  —  ld.  Ueber  die  Bildung  von  Chinolinderivaten  bei  der  Einwirkung  von 
Phosphorcblorid  auf  die  malonsauren  Salze  primàrer  aromatischer  Basen.  —  ld.  und 
lloffmann.  Ueber  im  Pyridinring  substituirte  Toluchinoliue.  —  Bredt.  Ueber  Camphoron- 
saure.  —  Lachowicz.  Ueber  die  Einwirkung  der  Sàurechloride  auf  unorganische  Verbindungen. 

•'Berichte  ueber  die  Verhandlungen  der  k.  Sachs.  Gesellschaft  der  Wissen- 
schaften  zu  Leipzig.  Phil.-hist.  Classe  1885,  III.  Leipzig,  8.° 
Whilley  Slokes.  A  collation  of  Prof.  Ascoli's  Edition  of  the  Old-Irish  glosses  at 
St.  Gali. —  Krehl.  Beitràge  zur  muhammedanischen  Dugtnatik.  —  Wessely.  Die  griechi- 
schen  Papyri  Saehsens.  —  Leskien.  Zu  den  Werken  des  altkroatischen  Dichters  M.  Marulic. — 
von  der  Gabelenlz.  Einiges  uber  die  Spracheu  der  Nicobaren-Insulaner.  —  Creizenach.  Ein 
migedruckter  Brief  Gottscbed*s  an  Grimm  uber  seine  Unterredungen  mit  Friedrich  dein 
Grossen. 

'Bibliothèque  de  l'École  des  Chartes.  Année  1885.  Livr.  4-5.  Paris,  8.° 

de  Grandmaison.  Fragments  de  chartes  du  Xe  siècle,  provenant  de  Saint-Julien  de 
Tours,  rccueillis  sur  les  registres  d  etat-civil  d'Indre-et-Loire.  —  Havel.  Questions  mérovin- 
giennes.  III.  La  date  d'un  manuscrit  de  Luxeuil.  —  Langlois.  Nouveaus  fragments  du  Liber 
inquestarum  de  Nicolas  de  Chartres  (1269-1298).  —  Udiste.  Addition.  —  Lefèore-Ponlalis. 
Étude  sur  ladate  de  l'église  de  Saint-Gerraer.  —  Uuet.  Fragments  inédits  de  la  traduction 
des  cantiques  du  psautier  en  vieux-néerlandais.  —  Prou.  Note  sur  un  manuscrit  de  la  vie 
de  sainte  Alpais.  —  Bordier.   Douet  d'Arcq. 

•Boletim  da  Sociedade  de  Geographia  de   Lisboa.  5e  Serie,   n.   3-5.  Lisboa, 

1885.  8.° 

3.  Exploracào  do  Incornati,  1884.  —  Guiné  portugueza.  —  Noticia  sobre  o  rio  Branco 
e  os  indios  que  o  habitam.  —  de  Magalhàes.  0  Zaire  e  a  Guiné  portugueza.  —  Novas  jor- 
nadas  de  Silva  Porto.  —  4.  Nogueira.  0  lu'n  kunbi  (dialecto  do  grupo  o'n  bundo  que  se 
falla  no  interior  de  Mossarnedes.  —  5.  Machado.  Cherain  de  fer  de  Lourenco  Marques  à 
Pretoria. 

^oletin  de  la  real  Academia  de  la  historia.  Tomo  VII,  4.  Ott.  1885.  Madrid,  8.° 
Femdndez-Duro.  Noticias  ncerca  del  origen  y  sucesion  del  Patriarcado  de  las  Indias 
occidentales.  —  Fita.  Santuario  de  Atocha  (Madrid).  Bulas  inéditas  del  siglo  XII. 

■Boletin  de  la  Sociedad  geogràfica  de  Madrid.  Tomo  XIX,  4.  Madrid,  1885.  8." 


—    CCXCV11    — 

Esposición  que  la  SociedaJ  geogràfica  de  Madrid  elevò  al  Gobierno  de  S.M.  con  mo- 
tivo de  la  intrusigli  de  Alemania  L-n  la  Micronesia  espanola. —  Coello.  Noticia  ìobra  la  Con- 
ferencia  de  Berlin.  —  ld.  Cunrlicto  hispano-alemàn. 

•  Bulletin  de  l'Académie  r.  des  sciences  de  Belgique.  3'  sér.  t.  X,  9-10.  Bru- 

xelles, 1S85.  8.° 

Vini  der  Mensbrugghe.  Observations  critiques  sur  une  note  intitulée:  Essai  8ur  la  théo- 
iie  méeauique  de  la  tension  superficielle,  de  l'évaporation  et  de  l'ébullition  des.  liquides. — 
Renard.  Notice  sur  quelqnes  roches  des  «  fleuves  Je  pietres  »  aux  iles  de  Falkand.  —  Terby. 
Note  relative  a  la  geanination  des  canaux  de  Mars.  —  Vand  Les  origiues  de  la  po- 

pulation  flamande.  —  La  question  des  Suèves  et  des  Saxons. 
•Bulletin  de  la  Société  de  géographie.  2"  Trira.  1885,  Paris,  8." 

Maunoir.  Rapport  sur  les  travaux  de  la  Suciété  de  géographie  et  sur  les  progrès  des 
sciences  géograpliiques  pendant  l'année  1884.  —  [krrien.  La    région    algérienne  trave: 
par  le  méridien  de  Paris. 

*  Bulletin  des  sciences  mathématiques.  2'  Sér.  t.  IX.  Nov.-déc.  1885.  Paris,  8." 

Nov.  Fischer.  Konforrue  Abbildnng  sphàriscber  Dreiecke  auf  einander  mittelst  alge- 
braisclier  Funktionen.  -  luhmann.  Die  Sectio  Rationis,  Sectio  Spatii  und  Sectio  determi- 
nata des  Apollonius  nebst  einigen  verwandten  geometrisehen  Aufgaben.  —  Schumann.  Die 
Steinerschen  Kreisreihen  und  ihre  Beziehung  zum  Ponceletschen  Schliessnngstheorem.  — 
Muller.  Ueber  eine  gewisse  Gleichung  2nt9n  Grades,  deren  Specialfalle  n=2  und  n  =  3  beim 
Normalenproblem  der  Ellipse  nnd  des  Ellipsoids  auftreten.  Dissertation.  —  Tannery.  Sur 
l'époqne  où  vivait  Geminus.  —  DEC.  Cremona.  Les  figures  réciproques  en  statiqne  gra- 
phiqtie.  —  VUliè.  Compositions  d'analvse  et  de  mécanique  données  dépuis  1869  a  la  Sor- 
bonne pour  la  licence  ès  sciences  mathématiques,  suivies  d'exercices  sur  les  varìables  ima- 
gi! aires.  —  Muli  r.  Ealènder-Tabellen.  —  Delhfsen.  Die  Maasse  der  Erdtheilc  nach  Plinins.  — 
Gruhc.  Znr  Geschichte  des  Problems  der  Anziehung  der  Ellipsoidc  —  Schemmel.  Zum  Pro- 

r*~ 

hlem  der  drei  Korper.  —  SKelljes.  Sur  l'intégrale:    I j-^ —  Tannery.Lcs appli- 

cations  de  la  geometrie  Hans  l'antiquité. 
tCeutralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXIV,  5-9.  Cassel,  1S85.  8.° 

Beitràge  zur  Renntniss  der  Anatomie  der  Lanbblàtter  der  Coniferen  mit  besonderer 
Bertìchsichtigung  des  SpaltOffnnngs-Apparates. 

*Circulars  (Johns  Hopkins).  Voi.   IV,  n.  42.  Baltimore,   1885.  4." 
' CiviliDgenieur  (Der).  1885.  Het't  7.  Leipzig,  4." 

Fischer.  Beitrag  zur  mechanisehen  Untersuchungen  plastischer  KOrper.  —  Schlolhe. 
Neue  geometrische  Bestimmung  der  Maximalmumente   einfacher   Tràger   bei  beweglicben 

Lastsystemen.  —  Nagel.  Jlittheìlungen  aus  dem  Gebiete  der  Geodesie. 
•Coutributions  to  North-American  Etlinology.  Voi.  IV.  Washington,  1881.  4." 
\forgan.  Houses  and  Houses-life  of  the  Amerio. in  Aborigi 

tCompte  rendu    des  séances   la  Société  de  géographie.  1885,  u.    16    et  17. 

Paris,  8." 
tCompte  rendu  des  séances  et  travaux  de  l'Académie  des  sciences  moiales  et 

politiques.  N.  S.  t.  XXIV.  Nov.  1885.  Paris,  8." 

Franck.  Introdnction  a  la  philosophie  du  droit  civil.  —  Baudrillart.  Le  populations 
agricoles  de  la  Touraine.  —  Pìcot.  Les  logements  d'ouvriers  a  Londre.*.  —  Leroy-Dewl 

Bulletti.no-Eendicosti  —  Voi,.  I. 


—    CCXCVIII    — 

Rapport  sui-  le  concours  pour  le  prix  Rossi  de    1882.  —    Ge/froy.  Discours   prononcé  aux 
fnnérailles  do  M.  Victor  Bonnet. 

"Comptes  rendus  hebdoraadaires  des  séances  de  l'Acadéraie  des  sciences.  T.  CI, 
n.  18-21.  Paris,  1885.  4.° 

18.  Fai/e.  Remarques  au  sujet  des  récentes  expériences  de  M.  Hirn  sur  la  vitesse  d'éeou- 
lement  des  gaz.  —  Vulpian.  Nouvelles  recher<hes  sur  l'origine  des  fibres  nerveuses   glan- 
dulaires  et  des  fibres  nerveuses  vaso-dilatatrices  qui  font  partic  de  la  corde  du  tympan  et 
du  nerf  glosso-pharjngien.  —  Milne-Edwards.  L'bistoire  naturelle  de  l'ile  Campbell  et  de 
la  Nouvelle-Zélande.  —  de   Jonquièrcs.  Solution  d'une  question  d'Analyse  indéterminée  qui 
est  fondamentale  dans  la  théorie  des  transformations  Cremona  —  Bonnal.  Recherclies  expé- 
rimentales  sur  la  temperature  qu'on  observe  cbez  la  femme  au  moment  de  l'accoucbement 
et  sur  celle  de  l'enfant  au  moment  de  la  naissance.  Comparaison  de  ces  deux   temperatu- 
ra entre  elles.  —  Pourquier.  De  l'atténuation  du  virus  de  la  variole  ovine.  —  Cuccia.  Sur 
les  transformations  Cremona  dans  le  pian.  —  lìenolt.  Sur  la  décomposition  des  foimes  qua- 
dratiques.  —  Gilbert.  Sur  la  théorie  de  M.  Helmlioltz  relative  à  la  conservation  de  la  cha- 
leur  solaire.  —  Marx  de  Lèpinay.  Dispersion  de  doublé  réfraction  du  quartz.  —  .ingoi.  Sur 
la  distribution  théorique  de  la    chaleur  à  la  surface    du    globe.  —  Ditte.  Combinations  de 
l'azotate  d'argent  avec  les  azotates  alcaline.  —  Didier.  Sur  le  cblorure  anbydre  et  le  sili- 
cate  de  cérium.  —  Perrier.  Sur  les  Stelléiides  recueillis  durant  la  mission  du  Talisman.  — 
Dehérain  et  Maquenne.  Sur  la  respiration  des  feuilles  à  l'obscurité.  Acide  carbonìque  retenu 
par  les  feuilles.  —  Mainici:  Oligiste  terreux  artificiel.   —  Sanson.  Sur  les  propriétés  zymo- 
tiques  du  sang  charbonneux  et  septicémique.  —  Cadéac  et  Malct.  Transmission  de  la  morve 
aigug  au  poro.  —  Munti.  Sur  le  traitement  du  mildew  par  le    sulfate    de    cuivre.  —  Du- 
ponchel.  Le  sulfure  de  diarrèe  et  son  emploi  contre  les  maladies    parasitaires   animales  et 
végétales.  —  19.  Marey  et  Demeny.  Mesuve  du  travail  mécanique  effectué  dans  la  loeorao- 
tion  de  l'bomme.  —  Id.  id.  Variations  du  travail  mécanique  dépensé  dans    les  difterentes 
aliures  de  l'homme.  —  Trécul. Nature  radiculaire  des  stolons  des  Nephrolepis.  Réponse 
à  M.  P.  Lachmann.  —  de  JonqUières.  Sur  la  déiivation  des  solutions    dans  la  théorie  des 
transformations  Cremona.  —  Uemontsey.  Sur  la  combe  de  Péguère,  près  Cauterets  (Hautes- 
Pyrénéesì.  —  Brown-Séquard.  Recherches  expérimentales  paraissant  montrer  que  les  muscles 
atteints  de  rigidità  cadavérique  vestent  doués  de  vitalité  jusqu'à  l'apparition  de   la  putre- 
fattoli. —  Millardet  et  Gayon.  De  l'action  du  mélange  de  sull'afe  de  cuivre  et  de  chaux  sul- 
le mildew.  —  Souillart.  Théorie  analytique  des  niuuvements    des    satellites  de  Jupiter.  — 
Renan.  Application  des  nouvelles  méthodes  de  M.   Lawy  pour  la   détermination  des  coor- 
données  absolucs  des  étoiles  circompolaires,  sans  qu'il  suit  nécessaire  de  connaitre  les  con- 
stantes  instrumentales  (ascensions  droites).  —   Vinot.  Sur  des   tables  numériques  destinées 
à  faciliter  les  trasformations  de  coordonnées,  en  astronomie.  — ■  Poincaré.  Sur  les  intégra- 
les  irrégulières  des  équations  linéaires.  —  Surrau.  Sur  la    compressibilité    des    fluides.  — 
Mcrcadier.  Sur  deux  espèces  nouvelles  de  radiophones.  —  Claverie.  Sur  l'airaantation  pro- 
duite  par  les  décharges  des  condensateurs.  —  Engel.  Sur  la  loi  de  Scbloesing  relative  à  la 
sulubilité  du  carbonate  de  chaux  par  l'acide  carbonique.  —  Demarcay.    Sur    une    réaction 
eoloiée  du  ìhotlium.  —  Serrant.  Sur  le  rosolène.  —  Heckel  et  Schlagdenhau/fen.  De  la  ra- 
dile du  Danal's  fragrans  Colimi.,  ou  liane   jaune,    et  de  sa  composition  chiunque.    — 
Bourquelol.  Sur  la  composition  et  la  fernientation  du  sucre  iuterverti.  —  Dujardin-Beaumets 
et  Daniel.  Sur  les  propriétés  hypnotiques  de  la  pliénylmélhylacétone  ou  acétophénone.  — 
Lemoinc.  Sur  le  système  nerveux  du  phylloxera.  —  Jonrdain.  Sur  les  liniaciens    des  envi- 
rons  de  Saint-Vaast-la-Hongue  (Manche).  —  Bonnier  et  Mangiti,  "Variations    de   la  respi- 
ration avec  le  développement,  chez  les  végétaux.  —  Meunier.  Sur  un  granite  amygdalo'Me 
de  la  Vendée.  —  Martel  et  de  Launay.  Sur  des  fragments  de  ciànes  humains  et  un  déb:is 
de  poterie,  contemporaius  de  l'Ursus    spelieus.    —  Nicolas.  Sur    la  transformation   des 


—    CCXCIX    — 

tourbillon*  aériens  dans  les  lempètes.  —  Gawlry.  Présentation  d'un  travail  de  M.  Jourdy 
«  sor  la  geologie  de  l'est  du  Tonkin  ».  —  Charpentier.  Réponse  aux  observations  de  M.  I'a- 
rinaud,  a  propos  des  fonctions  des  éléments  rétiniens.  —  Romero.  Note  relative  à  la  stradare 
du  cristallin.  —  Tellicr.  Résultats  obtenus  au  moyen  de  son  appareil  pour  l'élévation  des 
eaM  par  la  chaleur  atmosphérique.  —  20.  Vulpian.  Recbercbes  prouvant  que  le  nerf  triju- 
incau  contient  des  fibres  vasodilatatrices  des  son  origine.  —  Millardel  et  Gai/un.  Recherche 
du  cuivre  sur  les  ceps  de  vignes,  traités  par  le  mélange  de  chaux  et  de  salfate  de  cuivre, 
et  dans  la  récolte.  —  Poincaré.  Sur  les  intégrales  irréguliòres  des  équations  linéaires.  — 
Conudire.  Eft'oit,  dynamiques  produits  par  le  pas?age  des  roues  des  locomotives  et  des 
wagons.  aux  joints  des  rails.  —  Sarrau.  Sur  la  tension  des  vapeurs  saturées.  —  Policr. 
Théorie  des  mélanges  réfrige'rants.  —  Langlois.  Écoulement  des  gaz;  lignes  adiabati  [ues.  — 
Merendili:  Sur  la  théorie  du  téle'pbone  électromagnétique  récepteur.  —  Zenger.  Sur  un  opto- 
ìnètre  spectroscopique.  —  hi.  Speetroscope  pour  les  hauts  fourneaux  et  pour  le  procède 
Bessemer  —  Le  Ghalelier.  Sur  les  lois  nume'riques  des  équilibres  cbiiniques.  —  Joulie. 
Fixation  de  l'azote  atmosphérique  dans  le  sol  cultivé.  —  Gazeneuve  et  Lépine.  Sur  l'action 
physiologique  du  sulfo  de  fuchsine  et  de  la  safra nine.  —  Arloing.  A  propos  des  propriétés 
zymotiques  de  certains  virus.  —  Magnili.  Rechercbes  sur  l'anatomie  comparée  de  la  corde  du 
tympan  des  Oiseaux. —  Vialletlon.  Les  centres  nerveux  des  Céphalopo  les.  —  Yung.  Influeuce 
du  nombre  des  individus  contenu*  dans  un  mème  vase,  et  de  la  forme  de  ce  vase.  sur  le 
développeinent  des  larves  de  grenouille.  —  Dehérain  et  Maquenne.  Sur  la  respiration  des 
feuilles  à  l'obscurité.  —  Pegrou.  Sur  les  variations  que  présente  la  composition  des  gaz  dans 
les  fenilles  aériennes. —  Crié.  Sur  le  polymorphisrae  flora)  des  Renoncules  aquatiqnes.  —  liiuii  r 
Le  gisement  quaternaire  de  Perreux.  —  S.  A.  le  Prince  Alberi  de  Monaco.  Sur  une  expérience 
entieprise  pour  déterminer  la  direction  des  conrants  de  l'Atlanti  :jue.  —  Juricn  de  la  Gra- 
vière.  Reinarqnes  relatives  a  la  Communication  precedente.  —  Boillot.  Observations  des  lueurs 
crépusculaires.  —  "24.  Muuchez.  Observations  des  petites  planètes,  faites  au  grand  instrument 
méridien  de  l'Observatoire  de  Paris,  pendant  le  troisième  trimestre  de  l'année  1885.  — 
Vulpian.  Recherches  sur  les  fonctions  du  nerf  de  Wrisberg.  —  Sylvesler.  Sur  une  nouvelle 
tbéorie  des  formes  algébriques.  —  Sée.  Du  sulfate  de  spartéine,  cornine  médicament  dyna- 
mique  et  régulateur  du  cceur.  —  de  Filz-James.  Action  de  la  chaux  sur  les  vignes  atteintes 
du  mildew.  —  Dendixson.  Sur  la  formule  d'interpolation  de  Lagrange.  —  Gilbert.  Sur  le 
théorème  de  Kcenig.  relatif  à  la  force  vive  d'un  système.  —  lìaoull.  Application  de  la  endo- 
scopie à  la  détermination  des  poids  moléculaires.  —  Job).  Recherches  sur  l'acide  hypopho- 
sphorique.  —  Lovguinine.  Chaleur  de  combustion  deqaelques  substances  de  la  sèrie  grasse. — 
Colson  et  Gautier.  Sur  un  nouveau  mode  de  cbloruration.  —  Maquenne.  Sur  la  présence 
de  l'alcool  méthyliqae  dans  les  produits  de  la  distillation  des  plantes  avec  l'eau.  —  li 
et  Schlagdenhavffen.  Sur  la  gntta-percha  de  Bassia  (Buty  rospermum)  Parkii,  G.  Don. 
et  sur  sa  composition  chimique.  —  Vignai.  De  la  pretendile  circulation  d  ms  les  cellules 
ganglionnaires.  —  Munier-Chalmas.  Observations  sur  l'appareil  apicial  de  qnelqnes  Echi- 
nides  crétai  et  tertiaires.  —  Meunier.  Observation  d'un  bolide.  —  Zenker.  Sur  l'essaim 
de  météores  qui  pourra  accompagner  le  passage  de  la  Terre  parie  no>u  I  li  scendant  de  la 
comète  de  Biela,  le  27  novembre.  —  Pariti  imi.  Nouvelle  réplique  à  la  réponse  de  M.  Char- 
pentier, a  propos  des  fonctions  des  éléments  rétiniens.  —  Carlailhac.  Réponse  à  la  Note 
de  MM.  Martel  et  de  Launay,  sur  des  fragments  de  evànes  humains  et  un  debris  de  po- 
terle, contemporains  de  l'Drsus  spclaeus. 

•Cosiaos.  N.  S.  n.  40-44.  Pari?,   1885.  4." 

^Jahresbericht  ùber  die  Fortschvitte  der  classisclien  Alterthumswissenscliaft. 

Jhg.  XII,  12.  Berlin,  1885.  8.° 

llelmreich.  Jahresbericht  uber  Tacitus.  1880-1884.  —  Heydenreich.   Perieli  t  uber  die 


—  ccc  — 

Litteratnt  zu  Phadrus  aus  deli  Jahren  1883  unii  1881.  —   Keller.   Jaliresbericht  iiber  Na- 
turgeschichte  far  1883-1881. 

t Journal  (American  Chemical).  Voi.  VII,  3.  Oct.  1885.  Baltimore,  8." 

Noyes.  On  the  Òxidation  of  Benzene  Derivative*  with  PotassiumFerricyanide.il.— 
Nvyes  and  Moses.  Òxidation  of  Meta-Nitro-Toluene.  —  Perkìn.  On  Benzoylacetic  Acid  and 
some  of  its  Derivatives.  -  Memminger.  On  a  Platinimi  Silicide.  —  Baker.  Analysis  of  a 
Beryl  froin  Amelia  0.  H,  Amelia  Cu.,  Va.  —  Memminger.  Analysis  of  Allanite  from  Nel- 
son Co..  Va.  —  Vale/dine.  On  a  Composition  Prodnct  of  Allanite,  a  Variety  of  Caolinite 
from  Nelson  Co.,  Va.  —  Pallerson.  Analysis  of  a  Fibrous  Bi-silicate  from  Nelson  Co.,  Va.  — 
Bini.  On  a  Clilorite  from  Albemarle  Co..  Va.  —  Michael.  On  tbe  Decomposition  of  Cin- 
clionine  by  Sodium  Ethykte.  —  Michael  and  Palmer.  On  Simultaneuus  Òxidation  and  Ee- 
duction  by  means  of  Hydrocyanic  Acid.  —  Michael  and  Wing.  On  the  Action  of  Alkyl  Iodi- 
des  on  Amido  Acids. 

■Journal  (The  American)  of  Science.  Voi.  XXX,  n.  179.  New  Haven,  1885.  8." 
Osborne.  Quantitative  determinatiun  of  Niobium.  —  Newberry.  Notes  ot  the  Surface 
Geology  of  the  country  bordering  the  Northern  Pacific  Railroad.  —  Bell.  Eainband  Spec- 
troscopy.  —  Seely.  A  new  Genus  of  Chazy  Sponges,  Strephochetus.  —  L.  and  Campbell. 
William  B.  Kogers's  Geulogy  of  the  Virginias.  A  Review.  —  Dana  Displaceineiit  through 
intrusion.  —  Foulke.  An  Endoparasite  of  Noteus.  —  Slterman.  Spectrum  of  Nova  Andromeda'. 

f  Journal  and  Proceedings  of  the  royal  Society  of  New  South  Wales  for  1884. 
Voi.  XVIII.  Sydney,  1885.  8.° 

Shellshevr.  On  the  removed  of  Bars  from  the  entrances  to  our  Rivers.  —  Leibius. 
Notes  on  Guld.  —  Liversiclge.  On  some  New  South  Wales  Minerals.  —  Macpherson.  On 
the  Oven-mounds  of  Aboiigenes  in  Victoria.  —  Hargrave.  On  the  Trochoided  Piane.  — 
Russel.  A  new  Forni  of  Actinometer.  —  Pur  ter.  Notes  on  some  Minerai  Localities  in  the 
Northern  Distiiets.  —  Muore.  On  Doryanthes.  —  Abbai/.  Water  Supply  in  the  interior  of 
N.  8.  Wales.  —  Caldwell.  Embryology  of  tbe  Marsupialia,  Monotremata  and  Ceratodus. 

■^Journal    de  la    Société    physico-chiinique   russe.    T.  XVII,  n.  7.  S'  Péters- 

bourg,  1885.  8.° 

Konovaloff.  Sur  le  iole  des  actions  de  contact  dans  les  phénoniènes  de  ladissociation. — 
Werner.  Doiinees  thermiqnes  pour  quelques  combinaisons  de  Li  serie  aromatique.  —  Iti.  Sur 
la  chaleur  de  neutralisation  de  l'acide  mellique.  —  Saytze/f.  Oxydation  de  l'acide  oléique 
et  de  l'acide  élaidique  par  le  permanganate  de  potasse.  —  Albtlzky  et  Nikolsky.  Sur  un 
produit  d'oxydation  de  l'hydrocarbure  Cl2  H>0.  —  Uslinojf.  Sur  l'acide  diméthylacrylique.— 
Joukowsky.  Sur  le  mouvement  d'un  corps  solide  ayant  des  racunes  remplies  d'un  liquide 
hoinogène. —  Schiller.  Sur  le  choc  des  corps  absuluuient  rigides.  —  Hesehus.  L'influente  da 
courant  électrique  sur  la  rcsistance  du  sélénium  et  sur  sa  sensiblité  pour  la  lumière. 
'Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2"  Sér.  T.  IV.  Novembre  1885. 

Paris,  8.° 

Dufet.  Sur  la  loi  de  Gladstone  et  la  variation  de  l'indice  moléeulaire.  —  Suret.  Sur 
le  diapason. 

*  Journal  des  Sociétés  scientifiques.  lhie  année  1885,  n.  44-48.  Paris,  4." 
•Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXVI.  Nov.  1885.  London,  8." 

Perkìn.  On  the  Synthetical  Formation  of  Closed  Carbonchains.  —  Purdie.  Action  of 
Sodio  Alcoholates  on  Ethereal  Fuinarates  and  Maleates.  —  Brauner.  Coiitributions  to  the 
Chemistry  of  the  Cerite  Metals.  —  Anschutz.  A  New  Method  of  Preparing  Aromatic  Hy- 
drocarbons.  —  Anschiil:  and  Wirlz.  On  the  Decomposition  of  Aromatic  Ethereal  Saltz  of 
Fumarie  Acid. 


—   CCC1    — 

•Journal  of  the   China  Brandi  of  the  r.  Asiatic  Society.   X.  S.  Voi.  XX,  3.    ., 

Piai/fair.  The  mystery   of  Ta-ts'in.  —  C.  lì.  T.  How  snow  inspired  verso  and  a  rasch 
ordei  male  the  flowers  bloom  ! 

■  U:;iìtcTÌ>i  reojorii'U'ci.'jii'i»  KoMHTera.    1885  n>  i/l.  Tomi,  1\'.  .V  ii-7.  C.-IIeTep- 
n\pn,    1885.    8.° 

6.  MHXAJLbCKArO.  HojbCK&a  epa.  [IpejBapHTejiHHii  oneri,  no  KomaHAHpoBidi  1884 
mia.  ropnaro  BHseHepa.  —  7.   KAPiLUtìCrùATO.  reoiormeciuji  inc.it. miiauia.  n|» 
iiuji  r.i.  IDsHom  yjia.it  .i i.iom i.  l—l  r.  —   i T.MIll'A.irKAl'o.  3aMÌTKa  o  r<  rom, 

cipoenin  oKpecTHociefi  uM'tiiia  linai, 'in.  rapBOJraHCKaro  ;i  ■••■<  I  !  ^enitofi  ryo\,  n  o  npoitaen- 

ìmxi.  Talli,    ]ia:!i:l,.m<iiiux[.  SypoBHXT,  o>;i:a;Kjmaxi,.  —  rK.'U'OllllA.  1 1 ]u-  uiapnic.ii.iiuii  n. 

nui,  n.;.-.[ I. i..i:;ini;ix !..   !i|Hi]r,i:i\ieiiiiij\i.  no  iianpaiueiiiio  BMbHO-PoBeHCKOÌi  •,!:.    1. 

;Il3BÌrTi)i  HiraepaTopcKaro  PyccKajio  reorpafjHrcecKaro  OtfmecTBa.  Tomi  XXI. 

1885.  lii.iiiynri,  4.  C.-IIeTepóyprT,,   L885.  8.° 

lol'l  KIK'h.  :'>i;rn<\iimÌM    i;i.    ycTbK)   ]■  tic n    .lenii.  —  ITOTAI1IU1T».    IIohuukii    ao  'ln- 
nrncb-xaHi. 
^Mémoires  du   Gomité   géologique    russe.    Voi.    1.    4;  II,  2;    III,  1.  S'  Pé- 

tersbourg,  1885.  8.° 

i.  4.   Mouschketoff-  Apercu  géologique  du  district  de  Lipetzk  et  des  sources  minér; 
de  la  ville  de  Lipetzk.  —  il.  2.  Sintsov.  Carte  .'éulogique  generale  de  la  Russie,  f.  93.  — 
in.  1.   Tschernyscheu).  Die  Fauna  des  [Intoni   Devon  ani  West-Abhange  des  Urals. 

i-Mémoires  et  Compte  rendu  des  travaux  de  la  Société  des  ingéDÌeurs  civils. 
Juin -juillet   1885.   Paris,  8.° 

Suge.  L'industrie  du  naplite  au  Caucase.  —  Bruignac.    Recherches    sur  la 

construction  théarique  des  hélices  propulsi 

■Memorias  de  la  r.  Academia  de  Ciencias  de  Barcelona.  2a  Ep.  T.  II.  1.  Bar- 
celona, 18S5.  4.° 

de  Paula  lìojas.  Consideracene?  sobre  las  làmparas  incandescentes. —  Alm  r>  et  lio- 
fili et  Poch.  Mollusca  fossilia  stratuum  tertiariorum  supernorum  Catalaunise.  Proemium. 
Strombid  bus,  Rostellaria  —  Monserral  y  Archs.  VA  polen  y  sus  dimensioD.es  corno 

medio  de  diagnostico.—  Salcanà.  Eecuerdos  botànicos  de  Igualada  y  Flora  aqualatense  pòstuma 
Fosé  Bausili  y  Salamanca.  —  Fagot.    Moluscos  de  Tanti,  osa  y  valle  del  Ciuci.  — 
ifasriera  y  Manovens.  Influencia  del  estilo  japonés  en  las  avtes  europeas. 

tMittheilungen  der  Anthropologischen  Gesellschaft  in  Wien.  Bd.  XV,  1.  Wieu, 

1885.  4.° 

r.  Ein  welter,  r  Beitrag  zur  .,  Nephritfrage  ".  Nach  einem  ani   15   Aprii  1884  in 
der  Anihropologischen  Gesellschaft  in  Wi  n  _   b  il  ben  Vortrage.  —  Finteti.  Oeber  Beklei- 
dung,  Schmuck  und  Tàtowirung  der  Papuas  der  Sudostkiiste  von  Neu-Guii, 
tMonatsblàtter  des  Wissenschaftliehen   Club   in  Wien.  Jahrg.  VII,   2.    Nov. 
1885.  Wien,  4.° 
Mnnographs  of  the  United  States  Geological  Surwey.  Washington,  1884.  4." 
Watcott.  Paleontology  of  the  Eureka  District. 
tNatuvforscher  (Dei).  Jhg.  XV11I,  n.  45-48.  Berlin,  1885.  4. 
Xntir.s  (Monthly)  of  the  r.  Astronomica]  Society.  Voi.  XLV,  9.  Suppl.  Lon- 
don, 1885.  8." 

Schjelkrup.  On  Al-Sùfi  and  Ptolemy's  Catalogues.  —  Knobtl.  Note  on  Prof.  Schjelle- 
rnp's  Paper.  —  Thackeray.  The  Horizontal  and  Vertical  Diameters  of  the  -  rved 


—    CCCII    — 

with  the  Greenwich  Transit  Circle.  —  Chambers.  On  a  suspected  new  Variable  Star  in 
Corona  Boreali».  —  lìoyal  Observalory,  Cape  of  G  od  Hope.  Observations  of  Comet 
1884  I.  —  Id.  Observations  of  Comet  1884  II  (BarnardJ.  —  Id.  Observations  of  Curaet 
1884  (Wolf).  —  Tupman.  Observations  of  Comet  1885  (Barnardj  at  Harrow,  with  the 
18i-inch  Equatorial  Reflector  and  Ring  Micrometer.  —  Id.  On  the  Proper  Motion  of  the 
Stavs  LL.  31296  and  31188.  —  Marth.  Data  for  a  Graphical  Representation  of  the  Solar 
System  (continued).  —  Id.  Ephemeris  for  Physical  Observations  of  Jupiter,  1885-86.  —  Id 
Epheraeridea  of  the  Satellites  of  Satura,  1885-86.  —  Proclor.  Note  on  Stationary  Radiant 
Points. 
tProceedings  of  the  Academy  of  Naturai   Sciences  of  Philadelpbia.  Part  II. 

Aprii -july,  1885.  Pliiladelphia,  8.° 

Morris.  The  Primary  Conditions  of  Fossilization. —  McCook.  Hibemation  and  Walter 
Habits  of  Spiders.  —  Scudder.  Notes  on  Mesozoic  Cockroaches.  —  Meehan.  Persistence  in 
Variations  Suddenly  Introduced.  —  Id.  Influence  of  Temperature  on  the  Separate  Sexes  of 
Flowers.  —  Id.  Elasticity  in  the  Fruit  of  Cartacea.  —   Willcox.  Spawning  of  Fulgur  per- 

versus.  Lewis.  Erythrite,  Genthite  and  Cuprite  frora  near    Pliiladelphia.  —  Leidy.  Bo- 

thriocephalus  in  a  Trout.  —  Morris.  On  the  Air-Blidder  of  Fishes.  —  lilulchleij.  On  the 
Genus  Aphredoderus.  —  Genlry.  A  Review  of  the  Genoa  Phrynosoma.  —  Hall.  A  Review 
of  the  American  Genera  and  Species  of  Mullida;.  —  Lewis.  Marginai  Kames.  —  Streeker. 
Descriptions  of  New  Species  of  Lepilopter.i.  —  Scoli.  Cervalces  Americanus,  a  fossil  Moose, 
or  Elk,  from  the  Quateruary  of  New  Jersey.  —  lìartman.  Descriptiuiis  of  New  Species  of 
Partala  and  a  Synonymic  Catalogue  of  the  Genus.  —  Foole.  On  large  Crystals  of  Stibnite. 
•Proceedings  of  the  Birmingham  Philosophical  Society.  Voi.  IV,  2.  Birmin 

gliam,  1885.  8.° 

Marshall.  On  Special  Points  of  Interest  in  the  American  and  Canadian  Railways.  — 
Crosskey,  ì'unnet  and  Levelt.  The  Organisation  of  Educational  Iustitutions  in  large  Manu- 
facturing Towns,  with  especial  reference  to  the  provision  required  for  Technical  Instruc- 
tion.  —  Beresford  Bermeli-  The  Organisation  of  Educational  Institutions  in  large  Manufac- 
turing Towns,  with  cspecial  reference  to  the  provision  required  for  Technical  Instruction.  — 
Tumcr.  Eutexia.  —  lìealh.  On  Complexes  and  Congruences  of  the  first  order.  —  King. 
Adelbert  of  Bremen.  A  Sketch  of  hi<  Life.  —  St.  Clair.  Cometa:  Indications  of  Ring  Struc- 
tnre-  _  Turncr.  On  the  Estimatimi  of  Carbon  in  Iron  and  Steel.  -  Gore.  Effect  of  Heat 
on  the  Fluo-chromates  of  Ammonium  and  Putassium.  —  Id.  On  a  Peculiar  Class  of  Che- 
mico-electric  Currents.  —  Id.  Influence  of  Esternai  Resistance  on  the  Internai  Resistance 
of  Voltale  Cells.  —  Id.  On  a  Simple  Form  of  Voltaic-regulator.  —  Id.  Apparatila  for  sho- 
wing  the  Electro-magnetic  Rotatiou  of  Electrolytes.  —  Boeddicker.  On  the  Lunar  Radiant 
Heat  during  a  Total  Eclipse,  as  obaerved  at  the  Earl  ofRosse's  Observatory  at  Birr  Castle, 
Paraunstown.  —  llougìiton.  Note  on  a  Deposit  of  White  Sand  ne  rr  the  Little  Orme's  Head.  — 
Hayrrafl.  An  Experimental  Enquiry  into  the  Nature  of  the  Objective  Cause  of  Seusation. — 
Norrìs.  On  the  Microscopie  Aspects  of  the  Coagulation  of  the  Blood.  —  Tati.  Delany's 
Synchronous  Multinlex  Telegraphy.  —  Aìry.  Two  Letters  from  Essex  Papers  regarding  a 
Proposed  Gift  of  the  Phoenix  Park  to  Lady  Castelmaine.  —  Beresford  Bennett.  The  Extrac- 
tion  of  Hydro-Carbon  Vapours  and  Gases  from  Waste. 
+Proceedings  of  the  Cimbridge  Philosophical  Society.  Voi.  V,  4.  Cimbridge, 

1885.  8.° 

L.  Glaislier.  On  the  zeta-fuuction  in  elliptic  functions.  —  Pearson.  On  acertain  atomic 
hypotesis.  —  Glazebrook.  On  a  Young's  Eriouieter.  —  Lea.  Some  remarks  on  the  Urea- 
f'erment. —  Gardiner.  On  the  occurrence  of  reproductive  organs  on  the  root  of  Laminaria 
bulbosa.  —  Id.  On  a  new  forni  of  sporangium  in  Alaria  esculenta,  with  suggestions  as  to 


—    CCCII1    — 

the  exi.-t.ii  .  t  -  mal  «production  in  the  Laminaria. —  Bikson.  On  the  types  of  exere- 
tory  system  found  in  the  Enteropneusta.  —  Hill.  On  some  the  irems  in  Tides  and  Long- 
waves.  —  Shaw.  un  the  electrical  resistance  of  PUtinum  at  high  temperatures.  —  Threl- 
full.  On  an  automa  tic  mechanical  arrangement  for  maintaining  a  Constant  high  potential.  — 
Lea.  Furtlier  remarks  on  the  (Jrea-ferment.  —  Wekh  <u  On  'ine  points  in  the  anatomy  of 
Nebalia.  —  Gardiner.  Observations  on  the  constitution  of  Callus.  —  Grten.  Ohservations 
on  Vegetable  Proteids.  —  Glaisher.  On  the  developments  of  K'.  E',  J',  G'  in  ascendjng 
povera  of  the  Modnlns.  —  Thomson.  Note  on  the  rotation  of  the  piane  of  polarization  of 
light  by  a  moving  mediani.  —  Glazebrook.  On  the  theory  of  some  esperimenti  of  FrOhlich 
on  the  position  of  the  piane  of  polarization  of  light  diffracted  at  reflexion  from  a  gra- 
ting.  —  Lalham.  On  the  formation  of  lactic  acid,  creatine  and  urea  in  muscular  tissue. — 
Trotter.  On  the  molecular  theory  of  viscous  solids.  —  Larmor.  Some  application»  of  gene- 
ralized  space  coordiuates  to  differential  analysis.  —  Gwtjlher.  On  the  solution  of  the  equa- 
tions  of  vibrations  of  the  ether  and  the  stresses  and  strains  in  a  light  wave.  —  hi.  Note 
on  Prof.  Rowland's  paper  on  spherical  waves  of  light  and  the  dynamical  theory  of  diffrac- 
tion  (Phil.  Mag.  voi  XVIII.  June,  1884).  —  Pearson.  On  piane  waves  of  the  third  order 
in  an  isotropie  elastic  medium  with  special  reference  to  certain  optical  phenomena.  — 
Threlfall.  Preliminary  note  on  the  theory  of  explosions.  —  Edgeworth.  Observationa  ami 
statistics.  —  Ibbelson.  Note  on  Mr  Ibbetson's  paper  On  the  free  small  normal  vibrations 
of  a  thin  homogeneous  and  isotropie  eia-tic  shell,  bonnded  by  tvvo  confocal   spheroi  Is. 

■fPrcceeclings  of  the    r.  Geo0raphieal    Society.  N.  M.  S.  Voi.  VII,  11.  Now 

1885.  London,  S.° 

Maclagan.  The  Rivers  of  the  Punjab. —  lìranfdl.  Notes  on  the  Physiography  of  sou- 
thern India.  —  floldich    The  Geographical  position  of  Mashhal  (Meshed). 

•Kepertorium  der  Physik.  Bd.  XXI,  10.  Miinchen,  1885.  8." 

Endlweber.  Zur  Theorie  der  Biiicktnwangen.  —  Nebel.  Ueber  die  in  einer  Pliiker" 
schen  Wasserstoffi  olire  freiwerdende  Energie  und  deren  Einfluss  auf  die  Intensitàt  des  Lich- 
tes.  —  Gòlz  und  Kurs.  Galvanischer  Widerstand  von  Drahten  bei  verschiedener  Anspan- 
nung.  —  Schwars.  Ueber  das  Gesetz  der  Qnellung  von  Leimcylindern. 

■^Résumé  des  séauces  de  la  Société  des  ingénieurs    civils.  Séances  du  16  oct., 
6  nov.   1885.  Paris,  8.° 

*Bevue  historique.  T.  XXIX,  2.  Nov.-déc.  18S5.  Paris  8.° 

Piiaux.  La  Eesponsabilité  de  la  Révocation  de  l'Elit  de  Nantes.  —.Sor-/.  La  mission 
de  Poterat  a  Vienne  (1795-96).  —  Sejus.  L'origine  de  Christoph')  Colomb.  —  Girard  Pas- 
serat  el   la  Satire  Ménippée. 

*Bevue  j.olitique  et  littéraire.  Sér.  S'  T.  XXXVI,  n.  18-22.  Paris,  1SS5.  4." 
tRevue  scientifique.  Sér.  3.  T.  XXXVI,  n.  18-22.  Paris,  1885.  4." 
i-Science.  Voi.  IV,  ri.  142-146.  New  York,  1885.  4." 

143.  Putnam.  Man  and  the  mastodon.  —  The  international  geological  congress  at 
Berlin.  —  The  ascent  of  Popocatapetl.  —  Tari:  Naturai  enemies  of  oysters.  —  111  Pa- 
steur and  hydrophobia.  —  Channing.  The  Burman  dispute.  —  Abbott.  Aestivatioo  of  mam- 
mals,  what  is  it  ?  —  Mexican  etnolugy.  —  Recent  progress  in  politicai  econoiny.  —  Paul. 
Temperature  of  the  moon's  surface.  —  J.  Illustrations  of  reccnt  Italian  psychology.  —  Co  m- 
position  of  the  wheat  grain.  —  Tarr.  The  English  sparrow.  —  145.  The  Agassiz  museum 
at  Cambridge.  —  Omise  of  the  Onrwin.  —  The  results  of  shad  propagation  on  the  Atlantic 
coast.  —  Jastrow.  Infant  psychology.  —  Cholera  prospeets  L.r  England.  —  Brooks.  Arti- 
final  propagation  and  tultivation  of  oysters  in  floats.   -  Bunker.  Anti-cholera  inoculation.    - 


—   CCC1V   — 

146.  The  prcsidency  of  the  Eoyal  society  of  London.  —  The  Noveraber  meeting  of  the  Na- 
tional academy  of  sciences.  —  Entomology  in  the  national  museum.  —  From  Palermo  to 
Tunis.  —  James.  Recent  land  legislation  in  England.  —  The  Blackfoot  tribes.  —  J.  Some 
reaction-time  studies.  —  The  law.s  of  temperature  in  the  Austriau  Alps.  —  The  origin  of 
mediaeval  universities.  —  142.  The  Alert  expedition.  —  Use  and  abuse  of  learned  socie- 
ties.—  An  advance  in  fish  culture.  —  Social  philosophy  and  religion  of  Comte.  —  Russia 
under  the  tzars. 

•Ti'ansactions  of  the  Manchester  Geologica!  Society.  Voi  XVIII,  1-11.  Man- 
chester, 1884-85.  8.° 
fVerhandluiigen  des  Vereins   zur  Beforderung   des    Gewerbfleisses    1885.   H. 

Vili.  Okt.  1884.  Berlin,  4.° 

Werner.  Dampfkessel  nebst  Ansrtìstung. 
fWoctaenschrift  des  ost.  Ingenieur-  und  Archìtekten  Vereines.  Jhg.  X,  n.  44- 

48.  Wien,  1885.  4.° 
"Zeitschrift    dei-    òst.   Gesellschaft   far    Meteorologie.    Bd\  XX.  Nov.    1885. 

Wien.  4.° 

Weihrauch.  Anemometrische  Studien. —  Gamble.  Klima  der  Capcolonie.  —  Busin.  Aen- 
derung  der  Isobarentypen  und  der  Winde. 
•Zeitschrit't  des  ost.  Ingenieur-  und  Archi  tekten-Ver'eines.  Jhg.  XXXVII,  3. 

Wien,  4.° 

Huber.  Die  Ausstellung  der  Haarmann'  schen  eiseroen  Oberbau-Systeme  in  Osna- 
briik  am  2'J  und  30  September  1884.  —  ficchile.  Mittheilungen  iiber  den  Bau  der  im  Ge- 
neral.iccord  ausgefuhrten  Gebirgsbahn  Altsohl — Kremnitz —  Ruttek  in  Ober-Ungarn  und 
Vergleich  mit  den  Gebirgsstrecken  der  Gotthardbahn,  Brennerbahn  und  Orleansbahn.  — 
Huss.  Die  galiziscbe  Trausversalbuhn  und  ihre  Zweiglinien.  —  Luschka.  Zur  Theorie  der 
Axial-Turbinen. 
■Zeitschrift  fur  Mathematik  und  Physik.  Jhg.   VI.  H.  6.  Leipzig,  1885.  8.° 

fi  sser.  Ueber  die  Vertheilung  der  inducirten  Elektricitat  auf  einem  unbegrenzten  ellipti- 
schen  Cylinder.  —  Geisenkeinnr.  Naherungsformeln  fiir  Iiihalt  und  Oberfliiche  niedriger  Flà- 
chen  absclmitte. —  Bobi/lew.  Uebcr  die  relative  Bewegung  einos  Punktes  in  einem  in  cuntinuir- 
licher  Deformation  begriffenen  Medium.  —  MeyeT.  W.mn  besitzt  eine  kubische  Parabel  eine 
Directrix  ?  —  Graberg.  Die  Ortsflache  der  Spitzen  gleichseitiger  Tetraeder  zu  gegebener 
Geraden  der  Zeichenebene.  —  SchlòmUch.  Notiz  iiber  Ungleichungen.  —  Baumgarl.  Ueber 
das  quadratisela  Reciprocitatsgesotz.  Eine  vergleichende  Darstellung  der  Beweise  des  Fun- 
damentultheorums  in  der  Theorie  der  quadratischen  Reste  und  der  denselben  zu  Grande 
liegenden  Principien. 

Pubblicazioni  non  periadiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  dicembre  1385. 

Pubblicazioni  nazionali. 

' 'Boccardo  G.  —  Per  la  marina  mercantile.  Discorso    pronunciato    al    Senato 

nella  seduta  del  30  no?.  1885.  Roma,  1885.  8.° 
*ld.  —  Spontaneità  ed  artifizio  nell'espansione  Coloniale.  Roma,   1885.  8." 
'Boccardo  E.  —  Trattato  elementare  completo  di  geometria  pratica.  Disp.  3.a 

Torino,  1885.  4.° 


—  cccv  — 

'Cr.arrier  A.  —  Sulla  frequenza  dei  veuti  inferiori  desunta  dalle  osservazioni 
fatte  dal  1866  al  1884.  Torino,  1885.  8.° 

'Cliiappelli  L.  —  La  glossa  pistoiese  del  codice  giustinianeo  tratta  dal  mano- 
scritto   capitolare  di  Pistoia.  Torino,  1885.  4.° 

'Claretto,  G.  —  La  successione  di  Emanuele  Filiberto  al  trono  sabaudo.  Torino, 

1884.  8.° 

♦Colera  (II)  in  Italia  negli  anni  1884  e  1885.  Koma,  1885.  4.° 
'Comucci  E.  —  Della  emigrazione  e  del  pauperismo,  della  riforma  agraria  e 
tributaria.  Sansepolcro,  1885.  8.° 

*  Dalla    Vedova  G.  —  Pellegrino    Matteucci  ed  il  suo  Diario  inedito.  Roma, 

1885.  8.° 

*Dorna  A.  —  Sulla  possibilità  che  il  vulcano  di  Krakatoa  possa  avere  pro- 
iettate materie  fuori  dell'atmosfera.  Torino,  1884.  8.° 

*Id.  —  Osservazioni  dell'ecclisse  totale  di  luna  del  4-5  ott.  fatte  in  Torino  nel 
palazzo  Madama  dalla  specola  dell'Università.  Torino,  1884.  8.° 

'Gatti  G.  —  Frammento  d'iscrizione  contenente  la  lex  horreorum.  Roma, 
1885.  8.° 

"Giletta  di  S.  Giuseppe  L.  —  Le  nostre  reti  geodetiche  considerate  in  rap- 
porto colla  rinnovazione  delle  mappe  catastali.  Roma,  1885.  8.° 

*  hi.  —  Lezioni  complementari  di  geodesia.  Parte  1."  Torino,  1885.  8.° 
'Lochi  P.  —  Sul  modo    di    formazione  e    sul   significato   del   terzo   condilo 

nell'uomo.  Siena,  1885.  4.° 

*  /y.  —  Degli  elementi  costituenti  il  disco  proligero    nell'ovaia  della  vitella. 

S.  1.  1885.  8.° 
*Jd.  —  Osservazioni  anatomiche.  Camerino,  1885.  8.° 
■Lanciarli  R.  —  Dissertazioni  archeologiche.  Voi.  IL  Roma,  1885.  8.° 

*  Jd.  —  Supplementi  al  voi.  VI  del  Corpus  inscriptionum  latinarum.  Roma, 

1885.  8.° 
•Lui-ini  G.  —  Sulla  rifrazione  atmosferica  laterale.  Torino,  1885.  8.° 
-/,/.  —  DeUe  esplosioni  fulminanti  delle   macchine  a  vapore   e  di  un  modo 

di  prevenirle  e  di  facilitare   l'ebollizione   dei  liquidi  con   risparmio  di 

combustibile.  Torino,  1885.  4.° 
'Marchesetti  C.  —  Di  alcune  antichità   scoperte  a   Verino   presso  Pisino  di 

Istria.  Trieste,  1883.  8.° 
*ld.  —  La  necropoli  di  Vermo  presso  Pisino   nell'Istria.  Trieste,  1884.  8." 
■Mtnoglio  G.  —  Miscellanea  monferratese.  Torino,  1880.  8.° 

*  /,/.  —  Moncalvo.  Brevi  cenni  storici.  Torino,  1877.  8." 

'Olivero  G.  B.  —  The  meridian  clok:  an  astronomical  pendulum  constructed 
on    correct  principles.  A  new  theory  of  the  solar  system.  Philadelphia, 

1885.  8.° 
■Pennesi  G.  —    Viaggio  del   magnifico    Messer  Piero    Quirino   gentilln 

"  iitiano.  Roma,  1885.  8.° 

ETTINO-RENDICONTI  —   VoL.   I.  ;1;i 


—    CCCVI    — 

1 •  Pitrelli  N. L'uno  per  ogni  verso  o  la  lingua  universale  di  Leibnizio   e  la 

inesattezza  delle  scienze  esatte.  Lanciano,  1885.  8.° 

*  Schifa  M.  —  La  Cronaca  di  S.  Stefano  ad  rivum  maris.  Napoli,  1885.  8." 

*  Simone  S.  —  Il  Mostro  della  Puglia  ossia  la  Storia  del  celebre  monastero 

di  S.  Benedetto  di  Conversano.   Bari,  1885.  8.° 
^Statistica  delle  carceri  per  gli  anni  1881-82.  XII.  Koma,  1885.  4." 
♦Statistica  delle  cause  di  morti  nei  comuni  capoluoghi  di  provincia  o  di  cir- 
condario e  delle  morti  violenti  avvenute  in  tutto  il  Kegno.  1884.Roma,  4." 
*Usiglio  G.  —  La  cellulosa  applicata  alle    medicazioni   chirurgiche.  Trieste, 
1886.  8." 

Pubblicazioni  estere. 

ìBóckh  J.  —  Die  kon.  Ungarische  geologische  Anstalt  und  deren  Ausstel- 
lung-Obiecte.  Budapest,  1885.  8.° 

*Carus  J.  V.  —  Prodromus  Faunae  mediterraneae.  Pars  II.  Arthropoda.  Stutt- 
gart, 1885.  8.° 

fCatalogus  der  Bibliotheek  van  de  k.  natuurkundige  Vereening  in  Nederlandsch- 
Indie.  Batavia,  1884.  8.» 

*ÌIelmholtz  IL  v.  —  Handbuch  der  Physiologischen  Optik.  1"  Lief.  Hamburg, 
1886.  8.° 

'Hurmuzaki  L.  de  —  Docilmente  previtóre  la  Istoria  Romanilor.  Voi.  V,  1. 
Bucuresci,  1885.  4.° 
Oesterley  li.  —  Wegweiser  durch    die  Literatur  der  Urkundensammlungen. 
Th.  I.  Berlin,  1885.  8.°  (acq.). 

;  Petriceicu-llasdeu  B.  —  Etimologicum  maguum  Eomaniae.  Fase.  I.  A-Acat. 
Bucuresci,  1885.  4.° 

"Report  of  the  scientific  results  of  the  exploring  voyage  of  H.  M.  S.  Chal- 
lenger 1873-76.  Zoology.  Voi.  XIII.  London,  1885.  4."  (Dono  del  Go- 
verno britannico). 

*Schuchardt  II.  —  Ueber  die  Lautgesetze  gegen  die  Junggrammatiker.  Ber- 
lin, 1885.  8." 

iSlownik  synouimów  Polskich.  V.  II.  W  Krakowie,  1885.  4.° 

*  Sommerbrodt  E.  — Afrika  auf  der  Ebstorfer  Weltkarte.  Hannover,  1885.  4." 
ThomsenJ.  —  Thermochemische  Untersuchungen.  Bd.  IV.  Leipzig,  1886.  8." 


* 


Pubblicazioni  periodiche 
pervenute  all'Accademia  nel  mese  di  dicembre  1885. 

Pubblicazioni   nazionali. 

«Annali  di   statistica.  S.  IV,  4.  Roma,  1885.  8.° 

Statistica  industriale  f.  1."  Programma   dell'inchiesta  e  monografia   delle   condizioni 
industriali  delle  nrovincie  di  Arezzo  e  Vicenza. 


—  cccvii  — 

■Annuario  dell'Istituto    botanico  di  Roma.  Anno  II,   1.  Roma,  1885.  4.° 

Baccarini.  Contribuzione  allo  studio  dei  colori  nei  vegetali.  —  Pirotla.  Contribuzione 
all'anatomia  comparata  della  foglia.  I.  Oleacee.  —  Pirotta  e  Marcatili.  Sui  rapporti  tra  i 
vasi  laticiferi  ed  il  sistema  assimilatore  nelle  piante. 

•Archivio  per  l'antropologia  e  la  etnologia.  Voi.  XV,  2.  Firenze,  1885.  8.° 

Riccardi.  Statura  e  condizione  sociale  studiate  nei  Bolognesi  contemporanei.  —  Buon- 
fanti.  L'incivilimento  dei  Negri  nell'Africa  intertropicale—  Daniela.  Sui  denti  incisivi  del- 
l'uomo. 

^  Ateneo  veneto  (L').  Ser.  IX,  Voi.  II,  4-5.  Venezia,  1885.  8." 

Piccohmini.  Sull'ordinamento  delle  facoltà  di  filosofia  o  lettere  nelle  Università  del 
Regno.  —  Sernagiolto.  Natale  Schiavoni  e  le  sue  opere.  —  Pasqualigo.  Posina  e  il  suo  ter- 
ritorio nei  rapporti  fiiio-medico-storico-statistiei.  —  Castori.  Il  giudice  popolare  ed  il  senso 
morale.  —  Cassoni.  Geometria  pura  euclidea  degli  spazi  superiori  (continuazione  e  fine).  — 
Bcrtolini.  Il  banchetto  del  Cobden  Club  per  il  1885. 

'Bollettino  consolare.  Voi.  XXI,  10-11.  Roma,  1885.  8." 

10.  Lehment.  Kapport  annuel  du  Consulat  royal  d'Italie  à  Kiel  i>ur  la  situation  écono- 
mique  de  la  province  de  Slesvig-Holstein  en  1884.  —  Succiderò.  Commercio  e  navigazione 
della  Birmania  inglese  durante  l'anno  officiale  1884-85  (1°  aprile  18fc>4  -  31  marzo  1885). — 
Chicco.  Produzione  e  commercio  d'importazione  e  d'esportazione  dell'isola  di  Cipro  durante 
l'anno  commerciale  inglese  (1°  aprile  1884  al  31  marzo  1885).  —  Deslruge.  Condizioni 
commerciali  ed  economiche  della  Repubblica  dell'Equatore,  e  specialmente  del  porto  di  Gua- 
yaquil  nel  1884.  —  Maissa.  Stati  d'importazione  e  di  esportazione  della  dogana  di  Mas- 
saua  per  il  1°  trimestre  1885.  —  lloglund.  Quelques  notes  sur  le  mouvement  commercial 
dans  le  Royaume  de  Suède,  pendant  les  demières  atinées.  —  Karow.  Renseignements  sur 
la  récolte  des  céréales  dans  la  province  de  Poméranie.  —  11.  Froeklich.  Associazioni  ope- 
raie cooperative  nella  Gran  Bretagna.  —  Salvini,  Commercio  di  Amburgo  e  Altona  negli 
anni  1882.  1883  e  1884.  —  Crescente  importanza  dei  porti  di  Amburgo  e  Altona.  —  Van 
ben  Berg.  Commerce  de  l'ile  de  Java.  —  Zanotti  Bianco.  Brevi  cenni  sul  raccolto  vinicolo 
in  Dalmazia  nell'anno  1885. —  Viuiani.  Esportazione  del  Messico  nel   1°  semestre  1884-85. 

■Bollettino  decadico  dell'  Osservatorio  centrale  del  r.  Collegio  C.  Alberto  in 

Moncalieri.  Anno  XIV,  1885,  n.  4.  Torino,  4.° 
+Bollettino  del  Collegio  degli  ingegneri  ed  architetti  in  Napoli.  Voi.  Ili,  24. 

Napoli,  1885.  4.° 
^Bollettino  del  r.  Comitato  geologico  d'Italia.   2    Ser.  voi.  VI,   9-10.  Roma, 
1885.  8." 

Issel.  Intorno  al  rilevamento  geologico  del  territorio  compreso  nei  fogli  di  Cairo  Mon- 
tenotte  e  Varazze  della  Carta  topografica  militare.—  Bucca.  Le  andesiti  dell'isola  di  Lipari. — 
Lotti.  Brevi  appunti  raccolti  in  occasione  del  terzo  congresso  geologico  internazionale. 

^Bollettino  di  notizie  agrarie.  Anno  VII,  u.  77-79.  Roma,  1885.  4.° 
'Bollettino  di  notizie  sul   credito    e  la   previdenza.  Anno  III,  n.  21.  Roma, 

1885.  4.° 
bollettino  mensuale  dell'Osservatorio  centrale  di  Moncalieri.  Ser.  2,  voi.  V,  8. 
Torino,  1885.  4.° 

Denza.  Le  osservazioni  meteorologiche  eseguite  da  Bove.  —  hi.  Il  clima  della  Re- 
publica  Argentina.  —  Bertelli.  Delle  cause  probabili  del  vulcanismo  presente  ed  antico  della 
terra. 


—   CCCVJII   — 

*Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  centrale  di  meteorologia.    Armo  VII,  1885. 

Dicembre.  Koma,  4.° 
•""Ballettino  di   bibliografia  e    di  storia   delle   scienze    matematiche    e  fisiche. 

Tom.  XVII,  sett.-dic.  1884;  XVIII,  gen.-feb.   1885.  Roma,  4. 

xvin.  Favaro.  Documenti  inediti  per  la  storia  dei  Ms.  galileiani  nella  Biblioteca  na- 
zionale di  Firenze. 

•"•Commentari  dell'Ateneo  veneto  di  Brescia  per  l'anno  1885.  Brescia,  1885.8." 
Valenlird.  Il  codice  di  Eusebio  nella  Bibl.  Querinkna.  —  Rosa.  Studi  sociali.  —  Zu- 
liani.  Il  bacillo  di  Kocb  e  la  profilassi  della  tubercolosi.  —  Cazzago.  Di  tre  cronache  bre- 
sciane. —  Ruzzcnenli.  Scavazioni  archeologiche  a  Eemedello.  —  Cacciamali.  Sulla  geologia 
dell'Apennino  centrale. 

effemeridi  del  sole  e  della  luna  e  dei  principali  pianeti  calcolate  per  Torino 

in  tempo  medio  civile  di  Roma  per  l'anno  1886.  Torino,  1885.  8.° 
«Filosofia  (La)  delle  scuole  italiane.  Anno  XVI,  voi.  XXXII,  8.  Roma,  1885.  8.° 
tondelli.  Le  malattie  della  personalità.  —  Tocco.  Quistiani  platoniche.  —  Masti.  Sulla 
natura  logica  delle  conoscenze  matematiche.  Contribuzione  alla  teorica  della  conoscenza. 

■^Gazzetta  chimica  italiana.  Anno  XV,  8.  Appendice  voi.  III,  n.  22.  Palermo, 

1885.  8.° 
Denaro.  Ricerche  sugli  isomeri  naftolazobenzine.  —  Barloli.  La  conducibilità  elettrica 
delle  mescolanze  di  combinazioni  organiche.  —  Barloli  e  Stracciati.  Le  proprietà  fisiche 
degli  idrocarburi  Ci  H2n-i-s  dei  petroli  di  Pensilvania.  —  Barloli  e  Papasogli.  Sull'ossida- 
zione dei  carboni  di  diveisa  specie  per  via  degli  ipocloriti  alcalini  e  sui  prodotti  di  tali 
ossidazioni.  Nuova  contribuzione  alla  storia  del  carbonio. 

f  Ingegneria  (L')  civile  e  le  arti    industriali.  Voi.  XI,  10.  Torino,  1885.  4.0 
Frizzi.  La  cinta  daziaria  della  città  di  Torino.  —  Crugnola.  Strada  ferrata  da  Cler- 
mont  Ferrand  a  Tulle.  —  Strada   e  Ferrerò.   Allineamenti  e  celeriniensura  applicati   alle 
mappe  censuarie. 

l' Memorie  della  Società  degli  spettroscopisti  italiani.  Voi.  XIV,  9.  Sett.  1885. 

Roma,  4." 

Tacchini.  Macchie  e  facole  solari  osservate  nel  Regio  osservatorio  del  Collegio  ro- 
mano nel  3°  trimestre  del  1885.  —  Id.  Osservazioni  spettroscopiche  solari  fatte  nel  regio 
Osservatorio  del  Collegio  romano  nel  3°  trimestre  del  1885.  —  Lucchesi.  Perseidi  del- 
l'agosto 1885.  —  Tacchini.  Perseidi  dell'agosto  1885  osservate  a  Roma. 

■"•Memorie  del  r.  Istituto  lombardo.  3a  Ser.  Voi.  VI,  4.  Milano,  1885.  4.° 

Parona.  I  brachiopodi  liassici  di  Saltrio  e  Arzo  nelle  prealpi  lombarde.  —  Aschieri. 
Introduzione  alla  geometria  dello  spazio  rigato.  —  Sangalli.  Anomalie  di  numero  delle 
valvole  dell'orifizio  dell'aorta  e  dell'arteria  polmonale.  —  Verga.  I  teschi  messicani  del 
Museo  civico  di  Milano, 

^Pubblicazioni  del  r.  Istituto  di  studi  superiori  di  Firenze.  Firenze,  1885.  4.° 
Pellizzari.  Archivio  della  scuola  d'anatomia  patologica.  Voi.  III. 

+Rendiconti  del  r.  Istituto  lombardo  di  scienze  e  lettere.  Ser.  2%  Voi.  XVIII, 

18.  Milano,  1885.  8." 

Sorniani  e  Pcllacani.  Ricerche  di  terapeutica  sperimentale  sulla  tubercolosi.  —  von 
Lingenthal.  Il  diritto  romano  nella  bassa  Italia  e  la  scuola  giuridica  di  Bologna.  —  Fer- 
rini. Saggi  di  critica  e  di  esegesi  sulle  fonti  del  diritto  romano. 


—    CCC1X    — 

*  Rivista  di  viticoltura  ed  enologia  italiana.  Ser.  2a,  Anno    IX,  n.  23.   Cone- 
gliano,  1885.  8.° 
Cuboni.  Il  dutt.  F.  von  Thiimen  e  il  rimedio  contro  la  peronospora. 

7 Rivista  scientifico-industriale.  Anno  XVII,  21-22.  Firenze,  1885.  8." 

Denza.  Grande  pioggia  di  stelle  cadenti.  —  L'illuminazione  elettrica  a  Roma.  —  Rosi  r. 
Raccolta  di  notizie  ornitologiche  italiane. 

^Telegrafista  (II).  Anno  V,  n.  10.  Roma,  1885.  8.° 

Braccia.  Linee  telegrafiche  in  rame  ed  in  ferro  con  apparati  celeri.  —  Sulla  dispo- 
sizione delle  batterie  di  linea.  —  Telefonia  a  grande  distanza.  —  Ferranti,  lì  apparato 
telegrafico  stampante  di  E.  E.  Hughes. 

Pubblica  z-ioni  estere. 

■  Abstracts  of  the  proceedings  of  the  cheniical  Society.  N.  14.  London,  1885.  8.° 
*Acta  historica  res  gestas  Poloniae   illustrautia.  T.  VIII,    1.  W.   Krakowie, 

1885.  4.° 
Leges,  privilegia  et  statuta  civitatis  Cracoviensis. 

"Actas  de  la  Acadeniia   nacional  de  Ciencias  en  Cordoba.  T.  V,  2.   Buenos- 
Aires,  1884.  4.° 
Holmberg.  Viajes  al  Tandil  y  a  la  Tinta. 

■  Annalen  der  Physik  und  Cheniie.  N.  F.  Bd.  XXVI,  3,  4.  Leipzig,  1885.  8." 

3.  Gumlich.  Theorie  dei-  Newton'schen  Farbenringe  im  durchgehenden  Lichte.  — 
Wéber.  Inteiisitatsmessungen  des  diffusen  Tageslichtes.  —  v.  Bezold.  Deber  Herstellung  des 
F.irbendreiecks  durch  wahre.  Faibenmischung.  —  Id.  Nachtragliche  Bemerkung  zu  der 
Abbandlung:  ., Ueber  Striimungsfìguren  in  Flùssigkeiten  ". — Mailer.  Die  Dissociation  was- 
serhaltiger  Salze  und  daraus  abgeleitete  Folgerungen  tiber  die  Constitution  der  Salzbe- 
standtheile.  —  Kohlrausch.  Deber  die  Inconstanz  der  Dàmpfungsfunction  eines  Galvanome- 
ters  und  ihren  Einfluss  auf  die  absolute  Widerstandbestimmung  mit  dem  Erdinductor.  — 
Cutley.  Deber  einige  neue  Methoden  zur  Beobachtung  electrischer  Sehwingungen  und  einige 
Auwenduugen  derselben.  —  Koepsel.  Bestimmung  der  Constante  fur  die  electromaguetische 
Drehung  der  Polavisationsebene  des  Natrium-lichtes  in  SchwefelkohlenstoiT.  ■ —  i.  Fini;. 
Deber  den  Einfluss  des  Drnckes  auf  den  eleetrischen  Leitungswiderstand  von  Electrolyten.  — 
Edlund.  Deber  den  Debergangswiderstand  in  dem  galvanischen  Lichtbogen.—  Wesendonch . 
Deber  die  Fluorescenz  des  Naphtalinrothes.  —  Vogel.  Deber  den  Zusammenhang  zwischen 
Absorption  der  Farbstoffe  und  deren  sensibilisirender  Wirkung  auf  Bromsilber.  —  Kótschau. 
Studien  tiber  Fltissigkeitsbewegungen.  —  Uimstedi.  Eine  Bestimmung  des  Ohms.  —  Brace. 
Ueber  die  magnetische  Drehung  der  Polarisationsebene  und  einige  besondere  Falle  der 
Refraction.  —  Slern.  Die  Commutatorstellung  bei  electrodynainischen  Maschinen.  —  Mach  u. 
Wcntzel.  Ein  Beitrag  zur  Mechanik  der  Explosionen.  —  Bauer.  Apparat  zum  Beweise,  dass 
die  Eleetricitàt  sich  nur  auf  der  Oberflaehe  der  Leiter  ausbreitet. 

*  Annalen  (Mathematische).  Bd.  XXVI,  3.  Leipzig,  1886.  8.° 

Gierskr.  Deber  die  Galois'sche  Groppe  der  Modulargleichungen,  wenn  der  Transfor- 
mationsgrad  die  Potenz  einer  Prinizahl  >  2  ist.  —  Kiepert.  Deber  Theilung  and  Trans- 
f  .rmation  der  elliptischen  Functionen.  —  Klein.  Neue  Dntersuchungen  im  Gehiete  der  el- 
liptischen  Functionen. 

•  Annuaire  de  la  Société  rnétéorologique  de  France.  188G.  Févr.  Paris,  8." 


—  cccx  — 

■Anzeiger  (Zoologischer).  N.  210,  211.  Leipzig,  1883.  8.° 

210.  Schlosser.  Zur  Stammesgeschichte  der  Hufth'ere.  —  Boas.  Vorlaufige  Mittheilang 
ueber  einige  gymnosoruen  Pteropoden. —  Koenike.  Ueber  Asperia  Lemani  Haller  und 
Nesaea  Koenikei  Haller.  —  Dalia  Torre.  Zur  Biologie  von  Bombus  Gestaeckeri 
Mor.  —  Haase.  Zur  Morphologie  der  Chilopoden.  —  6.  Brami.  Ueber  die  Turbellarien  Liv- 
lands.  —  211.  ».  Nathusius.  Ueber  die  Lage  des  Vogeleies  im  Uterus.  —  Sarasin.  Ueber 
einem  rait  zusamiiiengesetzten  Augeu  bedeckten  Seeigel.  —  Imhof.  Pelagische  Thiere  aus 
Siisswasserbecken  in  Elsass-Lothringen. 

^Archives  du  Musée  Teyler.  Ser.  II.  Voi.  II,  2.  Haarlem,  1885.  4.° 

llilzana  Dos.  La  mouche  du  Narcisse  (Merodon  equestris  F.).  —  Van  der  Ven.  Sur 
la  manière  dont  la  force  électromotrice  de  la  pile  à  oxyde  de  cuivre  varie  avec  le  regime. 

^Archives  néerlandaises  des  sciences  exactes  et  uaturelles.  Tome  XX,  3.  Har- 

lem,  1885.  8.° 

Sissingh.  Mesures  de  la  polarisation  elliptique  de  la  lumière.  —  van  7  Iloff.  L'e'quili- 
bre  chirnique  dans  Ics  systèmes  gazeux  ou  dissous  à  l'état  dilué. 
"•"Berichte  der   deutscben    chemisclien   Gesellschaft.    Jlig.  XVIII,    17.  Berlin, 

1885.  8. 

Meyer.  Troeken-  uni  Erhitznngsapparate  fur  das  chemische  Laboratorium.  —  Muhlert. 
Ueber  j'-Thiophensaure.  —  Gatlermnm,  Kaiser  und  Meyer.  Untersuebungen  iiber  die  Struc- 
turformel  des  Tbiopbens.  —  Id.  Ueber  «-und  p-  Thienon. —  Schìeicher.  Zur  Kenntniss  des 
Monobromthiophens  und  Aethylthiophens. —  Demuth.  Ueber  Nethylacetothienon. —  Rosenberg. 
Ueber  Abkommlinge  und  Uinsetzungen  der  gubromten  Thiophene.  —  Meyer.  Berichtigung.  — 
Scliuhe.  Ueber  die  zwischen  1S0  —  :>10°  siedenden  Antbeile  des  SteinkohlentheeiOles,  1,2, 
4,  5  Durol.  —  Id.  Ueber  ein  neues  Reductionsproduct  des  Anthracbinons,  Antbrapinakon.  — 
Id  Ueber  ein  neues  Oxydationsproduct  des  Antbracens,  /?-Oxantbranol.  —  Latschinnff.  Ueber 
eine  der  Cbolsiiure  analoge  neue  Saure.  —  Urech.  Ueber  die  Reihenfolge  einiger  Biosen 
und  Glycosen  betreffend  Keactions-  und  Birotationsrilckgangs-Geschwindigkeit  mit  Eiick- 
sicht  auf  die  Constitutionsformeln  und  den  Begriff  der  Affinitatsgrosse.  —  Neumann.  Zwei 
Apparate  zur  Extraction  mit  Fliissigkeiten  aus  Losungen.  —  Kaemmerer.  Neue  Darstellungs- 
weise  des  Stickoxydos.  —  Kiliani.  Ueber  das  Cyanbydrin  der  Làvulose.  —  Clans  und  Mailer. 
Ueber  ,3-Dicblornaphtoeliinon  und  die  Constitution  des  E-Dicblornaphtalins.  —  Id.  und  Scher- 
bel.  Ueber  die  Additionsproducte  des  Amari  nsilbers  und  iiber  einfach  substituirte  Derivate  des 
Amarin-.  —  von  Lippmann.  Ueber  die  Quelle  der  in  den  Producten  der  Zuckerfabrikation 
enthalteneu  Baffinose  (Melitose).  —  Ilesekiel.  Ueber  ,3-Picolin  und  die  Synthese  einiger  Ho- 
mologen  des  Pyridins.  —  Ladenburg.  Piperidin  aus  Pentamethylendiamin.  —  Ralldie.  Ueber 
Additionsproducte  der  Cyanverbindungen  und  iiber  die  Constitution  des  Dicyandiamids  und 
Melamins.  —  fìoscr.  Beobachtuugen  in  der  Campherreihe.  I.  —  Id.  Ueber  Pbtalylderivate. 
V.  —  Sachs.  Ueber  die  aus  Diazopbenolen  nnd  ^-Naphtylamin  entstebenlen  Verbindun- 
gen.  —  Zincke.  Ueber  die1  Constitution  der  aus  /J-Napbtylamin  und  Diazosalzen  entsteben- 
deu  Verbindungen.  Verhalten  derselben  bei  der  Oxydation.  —  ld.  Ueber  Orthoamidoazo- 
verbinlungen.  —  Einhorn.  Ueber  einen  Aldehyd  der  Cbinolinreibe.  —  Kaldbaum.  Ergiebt 
die  statische  und  die  dynamiscbe  Metbode  der  Dampfspannkraftsmessung  verschiedene  Re- 
sultate ?  —  Ramsay.  Ueber  die  zwischen  Untersalpetersàure  nnd  Quecksilber  stattiìndende 
Keaction.  —  Claus  und  Volz.  Ueber  ;J-Naphtol-o-Sulfonsaure.  —  Voges.  Ueber  die  Identitàt 
von  Bottinger's  Pyridindicarbonsàure  mit  der  Lutidinsaure.  —  Berend.  Ueber  Dimethylchi- 
noline.  III.  —  Jacobsen.  Zur  Geschichte  der  Orthoxylidine.  —  Bthla.  Ueber  y-y-Cblor-und 
Broniantbracenearbonsaure  und  zur  Einwirkung  des  Phosgens  auf  Phenanthren. —  Gallinek 
a.  v.  Richler.   Ueber  die   Sulfurirung  der  Phenylhydrazine.  —  Courant  u.    ».  Bichter.   Zur 


—   CCCXI    — 

Darstellung  der  AlkylJisulfiJe.  —   Will  nnd    Leymann.  Zur    Eenntniss  des  Cochenillefarb- 
stoffs. —  Liebermann  u.  Itinski.  Ucbcr  Polytbymochinon.  —  von  Koslanecki.  Zur  Einfflhrung 
der  Carboxylgruppe  in  die  Phenole.  —  Levy.  Ueber  die  Oxydation  des  CopaivabalsamOls. 
Levy  und  Englaender.  Ueber  Dimethylbernsteinsfmre,  ein    Oxydationsproduct  des  Copaiva- 
balsamOls. 
•Boletiu  de  la  real  Acaderaia  de  la  Historia.  Tomo  VII,  5.  Noviembre  1885. 

Madrid,  8.° 

Fernàndez  y  Gunzàlez.  Ordenamiento  fonnado  por  los  procuradores  de  las  aljamas 
liebreas,  pertenecientes  al  territorio  de  los  Estados  de  Castilla,  en  la  Asamblea  celebrada 
ea  Valladolid  el  ano  1432.  —  Fcrndndez-Duro.  Primeras  noticias  de  Yncatan.  —  Danvila 
Cortes  de  Castilla  de  1576.  —  Fila.  Buia  inèdita  de  Honorio  II. 

'Bulletiu  de  la  Société  de  géographie.   1885.  3"  Trim.  Paris,  8.° 

Neis.  Voyage  au  Laos  (1883-1884).  —  Errimjlun   de   la  Croix.   Sept  'moia    au    pays 

de  l'étain.  Perak  (pressile  de  Malacca).  —  Pinart.    Chiriqui  —  Bocas  del  Toro  —  Valle 

Miranda. 

TBulletin  of  the  Museum  of   comparative   Zoòlogy  at  Harvard  College.  Voi. 
XII,  2.  Cambridge,  1885.  8.° 
Murray.  Report  on  tbe  specimens  of  Bottoni  Deposits. 

•  Centralblatt  (Botanisches).  Bd.  XXIV,   10,  11;  XXV,  1.   Casse!,  1SS5.  8.° 

Mahlert.  Beitràge  zur  Eenntniss  der  Anatomie  der  Laubblatter  der  Coniferen  mit  be- 

sonderer  Beriicksichtugung  des  Spaltoffnungs-Apparates.  —  Hansgirg.  Ueber  die  Pbykochro- 

maceen-Scbwarmer.  —  Jàygi.  Das  Botaniscbe    Museum    des    Scbweiz.    Polytecbnikums   zu 

Ziiricb.  —  Nathorsl.  Ueber  die  Benennung  fossiler  Dikotylenbliitter. 

tCompte  rendu  de  la  Société  de  géographie  de  Paris.  1885.  n.  18.  Paris,  S." 

■^Comptes  rendus  hebdomadaires  des  séances  de  l'Académie  des  scieuces.  T.  CI, 

n.  22-24.  Paris,  1885.  4." 

Mangon,  Milne  Edwards,  de  Qualrefages,  Fremy.  Discours  prononcés  aux  obsèques  de 
M.  Bouley.  —  23.  Perrier  et  Bassol.  De'termination  des  différences  de  longitude  entre  Paris, 
Milan  et  Nice.  —  de  Saint-Venanl.  Monvements  des  mole'cules  de  l'onde  dite  so  li  taire,  pro- 
pagée  à  la  surface  de  l'eau  d'un  canal.  —  Vulpian.  Rechercbes  relatives  à  l'influence  qu' 
exercent  les  le'sions  de  la  moelle  épinière  sur  la  forme  des  convulsions  de  l'épilepsie  expé- 
rimentale,  d'origine  cerebrale.  —  Sylvesler.  Sur  la  tbéorie  des  formes  algébriques.  —  Re- 
nard. Sur  les  nouvelles  expéiiences  exécutées  en  1885  au  moyen  du  ballon  dirigeable  La 
France.  —  Hugoniot.  Surla  propagation  du  mouvement  dans  un  fluide  indéflni.  —  Fabry. 
Découvevte  d'une  comète  à  l'observatoire  de  Paris,  et  observations  de  cette  comète.  —  Hayei. 
Ctiservations  de  la  comète  Fabry,  faites  à  l'observatoire  de  Bordeaux.  —  Gonnessial.  Ob- 
-  rvations  de  la  comète  Fabry,  faites  à  l'observatoire  de  Lion,  et  éléments  de  cette  comète.— 
Trépied.  Observations  de  la  comète  Fabry,  faites  à  l'observatoire  d'Alger.—  Perrotin.  Ob- 
servations de  la  comète  Fabry,  faites  à  l'observatoire  de  Nice.  —  Hall.  Sur  l'emploi  des 
boules-panorama,  comme  signaux  solaires.  —  Picard.  Sur  certaines  fonctions  hyperfnchsien- 
nes.  —  Bendixson.  Sur  la  forme  d'interpolation  de  Lagrange.  —  Poincaré.  Sur  les  sé 
trigonométriques.  —  Liouville.  Sur  les  solutions  communes  à  plusieurs  équations  linéaires 
aux  dérivées  partielles.  —  Koenigs.  Sur  les  conditions  d'holomorphisme  des  intégrale- 
l'équation  iterative,  et  de  quelques  autres  équations  functionnelles.  —  Gilbert.  Keinarques 
relatives  à  une  precèdente  Communication  sur  le  tbéorème  de  Eoenig.  —  Rcsal.  Observa- 
tions relatives  à  la  Communication  précédente.  —  Fontès.  Ròte  de  la  rotation  de  la  Ti 
dans  la  déviation  des  cours  d'eau  à  la  surface  du  globe.  —  Egoroff.  Spectre  d'absorption 
de  l'oxigène.  —  Sarrau.  Sur  l'équation  caraetéristique  de  l'acide  carbonique.  —  Joly.  Sur 


—    CCCXII   — 

la  preparatori  de  l'acide  hypophosphorique.  —  L'Hdle.  Sur  un  procède  de  préparation  du 
clorure  de  vanadyle.  —  Id.  Sur  quelques  propriétés  du  zinc.  —  Louguinine.  Chaleur  de 
eombustion  de  quelques  éthers  d'acides  organiques.  —  llanriot.  Sur  la  décomposition 
pyrogéuée  des  acides  de  la  sèrie  grasse.  —  Henry.  Sur  les  composés  butyriques  ino- 
uochlorés,  normaux  et  primaires.  —  Gautier.  Action  du  ehlore  sur  le  chloral  anhy- 
Jre.  —  Thabuis.  Analyse  du  de'pòt  forme  par  l'eau  de  Chabetout.  —  Lacroix.  Examen 
optique  de  quelques  minéraux  peu  connus.  —  Quinquaud.  Sur  la  dénutrition  expérimen- 
tale.  —  Cazeneuve  et  Lépine.  Sur  les  effets  produits  par  l'ingestion  et  l'infusion  intravei- 
neuse  de  trois  colorants  jaunes,  dérivés  de  la  houille.  —  Joubin.  Sur  l'anatomie  du  genre 
Discina.  —  Pouchet.  Sur  l'écbouement  d'une  Mégaptère  près  de  le  Seyne.  —  Bonnier  et 
Mangili.  Sur  la  respiration  des  végétaux.  —  Levallois.  Dessiccation  des  plantes  dans  des 
solutions  aqueuses.  —  Renault.  Sur  les  fructifications  des  Sigillaires.  —  Lévy  et  Munier- 
Chalmas.  Sur  la  base  des  terrains  tertiaires  des  environs  d'Issoire.  —  Aubry.  Observatious 
géologiques  sur  le  royaume  du  Choa  et  les  pays  Gallas.  —  Thomas.  Sur  la  découverte  de 
gisernents  de  phospbate  de  cbaux  daus  le  sud  de  la  Tunisie. —  Holland.  Sur  la  montagne 
et  la  grande  faille  du  Zaghouan  (Tunisie).  —  Rivière.  Découverte  d'une  station  humaine 
de  lago  de  pierre,  dans  le  bois  de  Clamart.  —  de  Tastes.  De  l'utilité  que  présente  la 
connaissance  des  deplacements  du  courant  du  gulf-stream  au  point  du  vue  de  la  prévision 
du  temps  à  longue  échéance.  —  24.  de  Saint-Venant.  Mouvements  des  molécules  de  l'onde 
dite  solitaire,  propagée  à  la  surface  de  l'eau  d'un  canal.  —  Friedel  et  Crafts.  Sur 
une  méthode  d'analyse  applicable  à  des  mélanges  d'hydrocarbures  de  la  sèrie  aroma- 
tique.  —  Gaudry.  Sur  de  nouvelles  piòces  qui  viennent  d'otre  placées  dans  la  galerie  de 
Paleontologie  du  Muséura.  —  de  Lacaze-Dulhiers,  à  propos  des  réclamations  de  priorité  pour 
l'emplui  du  sulfate  de  cuivre  coatre  le  mildew,  rappelle  quelques  passages  d'un  Mémoire 
de  Bénédict  Prevost,  intitulé  «  Sur  la  cause  immediate  de  la  carie  ou  charbon  des  blés  ».  — 
Sylvester.  Sur  une  nouvelle  théorie  de  formes  algébriques.  —  Ilugoniot.  Sur  la  propagatoti 
du  mouvement  dans  un  fluide  indènni.  —  Trépied.  Observations  de  la  comète  Fabry  et  de 
la  comète  Barnard,  faites  à  l'observatoire  d'Alger,  au  télescope  de  0m,5O.  —  Bigourdan. 
Observations  de  la  nouvelle  comète  Barnard,  faites  à  l'observatoire  de  Paris  (équatorial  de 
la  tour  de  l'Ouest).  —  Gruey.  Sur  la  construction  des  grands  cercles  ìnéridiens  doubles.  — 
Ilalphen.  Sur  une  nouvelle  classe  d'équations  différentielles  linéaires  intégrables.  —  Fouret. 
Sur  un  nouveau  mode  de  generation  des  courbes  algébriques  unicursales.  —  Lecornu.  Sur 
le  mouvement  d'un  point  dans  un  pian  et  sur  le  temps  imaginaire.  —  de  Sainl-Germain. 
Sur  certaines  surfaces  du  troisième  ordre,  qui  ont  une  infinite  d'ombilics.  —  Deprez.  Sor 
la  construction  des  macliines  destinées  à  la  transmission  éleetrique  du  travail,  à  grande  di- 
stance.  —  Sarliaux.  Examen  des  causes  qui  ont  entravé  un  istant  les  expériences  de  tran- 
sport  de  la  force,  entre  Creil  et  Paris.  —  Becquerel.  Relations  entre  l'absorptions  de  la 
lumière  et  l'e'mission  de  la  phospborescence,  dans  les  composés  d'uranium.  —  Deslandres. 
Spectre  de  bandes  de  l'azote;  son  origine.  —  Godard.  Sur  la  diffusion  de  la  chaleur.  — 
Joly.  Sur  les  hydrates  de  l'acide  arsénique. —  Muntz.  Recherches  sur  la  formation  des  gi- 
sernents de  nitrato  de  soude.  —  Schulzenberger.  Nouvelles  recherches  sur  les  matières  pro- 
téiques.  —  llaller.  Préparation  de  l'éther  benzoylcyanacétique  et  de  la  cyanacétophénone.  — 
Dehérain.  Sur  l'enrichissement  en  azote  d'un  sol  maintenu  en  prairie.  —  Fol.  Sur  un  mi- 
crobe  dont  la  présence  paralt  lide  à  la  virulence  rabique.  ■ —  Lavocal.  Construction  du 
maxillaiie  des  Vertébrés.  —  Gervais.  Sur  le  développement  du  bassin  chez  les  Cétacés. — 
Cazin.  Développement  de  la  couche  cornee  du  gésier  du  poulet  et  des  glandes  qui  la  sé- 
crètent.  —  Rellerer.  Sur  le  développement  des  tonsilles  chez  les  Mammifères.  —  La/font. 
Recherches  sur  l'anatomie  et  la  physiologie  comparée  des  nerfs  trijumeau  facial  et  sym- 
pathique  cépbalique,  chez  les  Oiseaux.  —  Marion-  Sur  deux  espèces  de  Balanoglosses.  — 
Fischer.  Sur  le  squelette  du  genre  fossile  Se  elido  theriu  m.  —  Regnard.  De  l'action  de 


—   CCCXIII    — 

la  chlorophylle  sur  l'acide  carbonique,  en  dehors  de  la  cellule  vegetale.  —  Barruis.  Sur  la 
structure  stratigraphique  des  monts  du  Menez.  —  lléberl.  Observations  relatives  a  la  Com- 
munication  de  M.  Ch.  Barrois.  —  Uieulafail.  Étude  chimique  des  matcriaux  ramenés  par  les 
sondages  dans  les  expéditions  du  Travailleur  et  du  Talisman;  présence  constante  du  cuivre  et 
da  zinc  dans  ces  de'pòts.  —  Bouchcron.  Du  regime  peu  azoto  dans  le  diabète.  —  Lande- 
rei:  Nouveaux  documents  a  l'appai  de  la  tbéorie  sur  l'origine  cosmique  dcs  lueurs  cré- 
pusculaires. 

•Cosraos.  N.  S.  35e  Année  n.  45-47.  Paris,  1885.  4." 

•Jahrbuch  uber  die  Fortschritte  der  Mathematik.  Bd.  XV,  1.  1883.  Berlin, 
1885.  8.° 

ìjahresbericht  iiber  die  Fortschritte  der  classiscben   Alterthumswissenschaff. 
Jhg.  XIII,  2.  Berlin,  1885.  8.° 

Susemihl.  Bericht  uber  Aristoteles  und  die  altesten  Peripatetiker  fiir  1884.  —  Bor- 
mmann.  Jahresbiricht  iiber  Pindar  seit  1879.  —  Schiller.  Jahresbericht  uber  romische 
Geschichte  und  Cbronologie  fiir  1884.  —  Deecke.  Jabresbericht  iiber  die  lateinische  Grara- 
niatik  fur  die  Jabre  1883-1884. 

•Jornal    de    sciencias  mathematicas   e   astronomicas.   Voi.   VI,   4.  Coimbra, 

18S5.  8." 

Schiappa  Monleiro.  Eecherches  relatives  au  cercle  variable  qui  coupé  deux  cercles 
donnés  sous  des  angles  donnés.  —  D'Ocagne.  Étude  de  ge'ométric  segmentaire. 

•Journal  (American)  chemical.  Voi.  VII,  4.  Nov.  1885.  Baltimore,  8.° 

Wolcotl  Gibbs.  Researches  on  tbe  Complex  Inorganic  Acids.  —  Caldwell  and  Parr. 
Marcband  De  Fecamp's  Method  for  the  Deterrnination  of  Fat  in  Milk.  —  Parr.  A  Test  of 
Certain  Methods  for  the  Estimation  of  the  several  Albuminoids  in  Cow's  Milk,  and  of  the 
lntluence  of  the  Food  on  the  Relative  Proportions  of  these  Albuminoids.  —  llolton.  Some 
new  Qualitative  Methods.  —  Perkin.  On  Benzoylacetic  Acid  and  some  of  its  Derivatives.  II.  — 
Michael  and  Palmer.  On  Resacetophenone.  —  Id.  and  Wing.  On  Inactive  Aspartic  Acid. 

f  Journal  (The  American)  of  science.  N.  180,  voi.  XXX.  New  Haven,  1885.  8." 
Newton.  Effect  upon  the  earth's  velocity  produced  by  small  bodies  passing  near  tbe 
earth.  —  Winchell.  Trend  and  Crustal  Surplusage  in  Mountain  Structures.  —  Meyer.  The 
Genealogy  and  the  Age  of  the  Species  in  the  Southern  Old-tertiary.  —  lìazen.  The  Con- 
densing  Hygrometer  and  the  Psychrometer. —  Bostwick.  A  new forra  of  Absorption  Celi.  — 
Uarton.  Fossils  in  the  Hudson  River  Slates  of  the  southern  part  of  Orange  County,  N.  Y.. 
and  elsewhere.  —  Frazer.  Report  of  the  American  Committee-delegates  to  the  Berlin  Inter- 
national Geological  Congress.  —  Sherman.  Brigbt  Lines  in  Stellar  Spectra.  —  Langley. 
Optical  Pioperties  of  Rock-salt. 
i- Journal  (The  American)  of  Philology.  Voi.  VI,  3.  Baltimore.  1885.  8.° 

Wlutney.  The  Sis  and  Sa  Aorists  (6th  and  *7th  Aorist-Forms)  in  Sanskrit.  — Ellis. 
Remarks  on  Voi.  II  of  Kock's  Comicorum  Atticorum  Fragmenta.  —  Cook.  Vowel-Length 
in  Old  English.  —  Spieker.  On  the  so-called  Genitive  Absolute  and  its  Use  especially  iu 
the  Attic  Orators.  —  Murcou.  Two  Points  in  French  Style. 

•Journal  de  Physique  théorique  et  appliquée.  2"  Sér.  jT.  IV.  Paris,  1885.  8." 
Mercadur.  Sur  les  lois  des  vibrations  dans  les  lames  élastiques,  lamcs  circulaires.  — 
Negrcneuf.  Sur  la  déter.nination  de   la  vitesse  du  son  dans  la  vapenr  d'eau  bouillante. 
Blanvier.  Influeuce  des  orages  sur  les  lignes  télégraphiques  ordinaires.  —  D'Ocagne.  IJr, 

ntation  géométrique  de  la  formule  des  lentilles. 
f Journal  des  sociétés  scientifìques.  Pre  année  n.  49,  50.  Paris,  1885.  4." 

Bulletttno-Rendtconti  —  Vol.  I.  40 


—    CCCX1V    — 


^Journal  of  the  Chemical  Society.  N.  CCLXXVII.  Dee.  1885.  London,  8.° 

Anschùtz  and  Wirls.  On  the  Becoraposition  of  Aromatic  Ethereal  Salts  of  Fumarie 
Acid.  —  Turner.  The  Influence  of  Silicon  on  the  Properties  of  Cast  Iron.  Part  II.  — 
Friswell  and  Green.  On  the  Relation  of  Diazobenzeneanilide  to  Atnidoazobenzene.  —  Divers 
and  Nakamura.  On  an  apparentty  New  Hydrocarbon   frora  Distilled  Japanese  Petroleum. 

^Journal  of  the  r.  Microscopical  Society.  Ser.  2.  Voi.  V,  6.  London,  1885.  8.° 
Barwell  Turner.  On  some  new  and  rare  Desmids.  —  Maddox.  Further  Experiments 
on  Feeding  Insects  with  the  Curved  or  "  Comma  "  Bacillus.  —  Dowdeswell.  On  the  Cho- 
lera  "  Comma  "  Bacillus.  —  Ahrens.  Improved  Form  of  Stephenson's  Binocular  Prisms.  — 
Giltay.  Kemarks  on  Prof.  Abbe's  'Note  on  the  proper  Definition  of  the  Amplifying  Power 
of  a  Lens  or  Lens-System  '.  —  Frank  Crup.  On  the  limits  of  Resolution  in  the  Microscope. 

•Kozlóny  (Fòldtani).  K.  XV,  6-10.  Budapest,  1885.  8.° 

Malyasovszky.  A  Rézhegység  ÉNy-i  végén,  a  Nagy-Bàród  és  FelsO-Barna  kozott 
eszkozolt  részletes  felvételrOl.  —  Lóczy.  A  Maros  és  a  Fehér-KorSs  kozOtti  hegyvidékeu 
eszkozolt  fòldtani  részletes  felvótelrol.  —  Pelho.  a)  A  Lippa-Odvos-Konop  kOrnyéki  kréta- 
terflletrol.  —  Id.  b)  Baltavàr  osemloseirol.  —  Koch.  A  gyalui  havasok  É-i  szélén,  Kalo- 
taszegben  és  a  Vlegyàsza  hegységben  végzett  részletes  fòldtani  felvételrol.  —  Rolh.  A  Bozo- 
vicstól  É-ra  fekvo  hegységrész  Krassd-Szorényrnegyében.  —  Balavàts.  Az  Oravicza-Rornàn- 
Bogsàn  kornyékén  eszkozolt  részletes  foldtaui  folvéterol.  —  Schafarzik.  Mehàdia  és  Hérku- 
les-furdo  kornyéke  Krassó-Szcirénymegyében.  —  Gesell.  A  Selmeczbànya  ér  Szélakna  kornyékén 
eszkozolt  részletes  bàuyageologiai  fólvételekrol. 

^Lotos.  Jahrbuch  fur  Naturwissenschaft.  N.  F.  Bd.  VI.  Prag,  1885.  8.° 

Ilartlaub.  Aconitum  Stoerkianum.  —  Wildl.  Aus  der  Flora  von  Kladno  und  dessen 
Umgebung.  —  ».  Zepharovich.  Mineralogische  Notizen.  —  Biermann.  Das  Potential  in 
re-dimensionalen  Raume.  —  Lòwit.  Ueber  den  dritten  Forrabestandtheil  des  Blutes.  — 
Hering.  Uebcr  individuelle  Verschiedenheiten  des  Farhensinnes.  —  Tumlirz.  Bas  Blitzablei- 
tungssystem  des  H.  Melsens. 

+Memoirs  of  the  geological  Survey  of  India.  -  Palaeontol'ogia  Indica.  Ser.  4, 1.  5  ; 
Ser.  10,  III.  6.  Calcutta,  1885.  4.° 

Lydekker.  The  reptilia  &  amphibia  of  the  Maleri  &  Denwa  groups.  —  Id.  Siwalik  and 
Narbada  Chelonia. 
•Monatsblàtter   des   wissenschaftlichen  Club   in   Wien.  Jhg.    VII,    3.  Wien, 

1S85.  8.° 
Notices  (Monthly)  of  the  r.  Astronomical  Society.  Voi.  XLVI,  1.  Nov.  1885.  8.° 

Mouchez.  Proposti  for  Photographing  the  Heavens.  —  Prilchard.  On  Dr.  Wilsing's 
Experimental  Examination  of  the  Wedge  Photometer;  and  (II.)  On  the  Degree  of  Accu- 
racy  attainable  by  means  of  that  Instruments.  —  Id.  Photometric  Observations  of  the  Nova 
in  the  Andromeda  Nebula,  made  at  the  Oxford  University  Observatory.  —  Maunder.  Obser- 
vations of  the  Spectrum  of  the  New  Star  in  the  Great  Nebula  in  Andromeda,  made  at  the 
Royal  Observatory,  Greenwich.  —  Perry.  The  Outburst  in  Andromeda.  —  Espiri.  Note  on 
Mr.  Chambers's  suspected  New  Variahle  in  Corona  Borealis.  —  Marten.  Notes  on  the  Total 
Solar  Eclipse  of  September  9,  1S85,  viewed  at  the  Terrace,  Wellington,  New  Zsaland.  — 
Maguire.  Total  Solar  Eclipses  a.d.  8~8  to  1724.  —  Noble.  Daylight  Occultation  of  Alde- 
baran  on  July  9,  1885,  observed  at  Forest  Lodge,  Maresfield.  —  Hopkins.  Erratic  Meteors.  — 
Mackenzie.  On  the  Application  of  a  Nicol's  Prism  to  Sextant  Observations.  —  Marlh.  Ephe- 
meris  for  Physical  Observations  of  Mars,  1886. 
i-Proceedings  of  the  r.  Geographical  Society.  N.  M.  S.  Voi.  VII,  13.  Decemb. 

1885.  London,  8.° 


—    CCCXT    — 

Simon*.  An  eiploration  of  the  Guajira   Peninsula,  U.S.  of  Colombia.  —    Wharlhon. 
Beport  on  Admiralty  surveys  for  the  year  1884.  —  Letters  from  Colonel  Prejevalski. 

■  IVoceedings  of  the  r.  Physical  Society.  Session  1884-85.  Edinburgh,  1885.  8.° 
Traiuair.  Opening  Address  on  Biologieal  Nomenclature.  —  Pearcey.  Method  of  Con- 
solidating  and  Preparing  Thin  Sections  of  Friable  and  Decomposed  Rocks,  etc.  —  Harvie- 
llrown.  Exliibition  and  Remarks  upon  a  Specimen  of  L a r u a  Kumlieni  (Brewster),  from 
Camberland  Inlet;  also  speciraens  of  Sabine's  Gull,  etc.  —  Herderson.  Recent  Additions  to 
the  Invertebrate  Fauna  of  the  Firth  of  Forth.  —  lloijlc.  On  Loligopsis  and  some  other 
Genera.  —  Turner.  On  Fossil  Bones  of  Mammals  obtained  during  Excavati ons  at  Sillotli. — 
Miller.  On  the  Geology  of  the  Silloth.  Dock.  —  Murray.  On  seme  Modifications  of  Recor- 
ding  Apparata  for  Physiological  Purposes.  —  Deddard. Remarks  on  the  Ovary  of  E  eh  i  d  n  a . — 
Duns.  On  Reproduction  of  Lost  Parts  and  Abnormality.  —  Beddard.  Notes  on  the  Structure 
of  a  New  Species  of  Earthworm  belonging  to  the  Genus  Acan thodrilus  (E.  P.).  — 
Gibson-Clarmichae.  Notes  on  the  Anatorny  of  the  Myriapoda.  —  Drook.  On  the  Aeiation 
of  Marine  Aquaria.  —  Pearcey.  Investigations  on  the  Movements  and  Fo  >d  of  the  Herring, 
with  additions  to  the  Marine  Fauna  of  the  Shetland  Islands.  —  Kindslon.  On  some  New 
or  Little-Known  Lycopods  from  the  Carboniferous  Formation.  —  Beddard.  Note  on  the 
PairCd  Dorsal  Vessel  of  Certain  Earthworms.  —  Evins.  Notes  on  the  Birds  of  the  Island 
of  Eigg.  —  Id  Note  on  the  Breeding  of  the  Marsh  Tit  (Parus  palustris)  in  Siir- 
lingshire  during  188-1.  —  Bennie.  Note  on  the  Contents  ofTwo  Bits  of  Clay  from  the  Ele- 
phant  Bed  at  Kilmaurs  in  1817.  —  lìoyìc.  Observations  on  Living  Cephalopoda  (Abstract).  — 
Id.  NoteunLoligo  Forbesii,  Steenstrup,  the  so-called  L.  vulgaris  ofour  coasts.  — 
Sims  Woodhead.  Caseous  Tumours  found  in  the  Muscles  of  the  Hake.  —  Id.  Caseeus  Ulcer 
in  Skin  of  Cod.  —  Macadam.  On  the  Chemical  Composition  of  some  Samples  of  Scotch 
Ensilage.  —  Id.  Note  on  the  Precence  of  Certain  Diatoms  in  a  Town  Water  Supjily.  — 
Harvie-Brovm.  The  North-West  Coasts  of  Sutberland  and  their  Bird  Life.  —  Id.  Ornitho- 
logical  Records. 

^Proceedings  of  the  r.  Society.  Voi.  XXXIX,  n.  239.  London,   1885.  8." 

Humpidge.  On  the  Atomic  Weight  of  Glucinum  (Beryllium).  Seeond  Paper.  —  Russell. 
On  Certain  Definite  Integrals.  No.  13.  —  Thomson.  The  Vortex  Ring  Theory  of  Gases.  On 
the  I.aw  of  the  Distribution  of  Energy  aniong  the  Molecules.  —  Scott.  The  History  of  the 
Kew  Observatory.  —  Herman.  On  the  Microscopie  Characters  of  some  Specimens  of  Devi- 
trified  Glass,  with  Notes  on  certain  analogons  Structures  in  Rocks.  —  lluggins.  On  the 
Corona  of  the  Sun.  —  Daird  and  Darwin.  Results  of  the  Harmonic  Analysis  of  Tidal 
Observations. 

*Programm  (XLY)  zum  Winckelmannsfeste  der  Archaeologischen  Gesellschaft 
za  Berlin.  Berlin,  1885.  4.° 
fìichler.  Ueber  Antike  Steinmetzzeichen. 

tRepevioriam  der  Physik.  Bd.  XXI,  11.  Miiuehen,  1885.  8.° 

Naccari  und  Balelli.  Ueber  das  Peltier'sche  Phanomen  in  Fliissigkeiten.  —  Graelz.  Ueber 
die  Wiir-  meleitnngsfàhigkeit  von  Fliissigkeiten.  —  Cailletet  und  Bouty.  Ueber  das  elektrische 
Leitungsverm5gen  des  festen  Quecksilbers  und  reiner  Metalle  bei  tiefen  Temperaturen.  — 
von  Wroblewski.  Ueber  den  elektrischen  Widerstand  des  Kupfers  bei  deo  niedrigsten  Kal- 
tegraden.  —  Fievez.  Ueber  den  Einfluss  des  Magnetismus  auf  den  Charakter  der  Spectr.illi- 
nien.  —  Potier.  Ueber  die  Contact-Theorie. 

•tReport(XXVAnnual)  of  the  Cnrator  of  the  Musenm  of  Comparative  Zoology 
at  Harvard  College.  1884-85.  Cambridge,  1885.  8." 


—   CCCXVJ    — 

"Resumé  des  séances  de  la  Société  des  ingénieurs  civils.  Séance  du  20  nov. 

1885.  Paris,  8.° 
■Revue  politique  et  littéraire.  3e  sér.  t.  XXXVI,  n.  23-25.  Paris,  1885.  4° 
^Revue  scientifique.  3e  se'r.  T.  XXXVI,  n.  23-25.  Paris,  4.° 
•Rocznik  zarzadu  Akademii  Umiejetnosci  w  Krakowie.    Rok   1884.  Kraków, 

1885.  8.° 
tRozprawy  i  Sprawozdania  z  Posiedzen.  Wydz.  Hist.-filos.  T.  XVIII.  W  Kra- 
kowie, 1885.  8.° 
•Science.  Voi.  VI,  n.  147-148.  New  York,  1885.  4." 

147.  Ryder.  A  new  system  of  oyster-culture.  — Pasteur  and  hydrophobia.  —  Ingersoll. 
The  plains  of  British  America.  —  James.  Newcoinb's  Politicai  economy.  —  Hornaday's 
Travels  in  Eorneo. —  Angeli.  A  need  for  a  careful  study  of  the  history  of  China.  —  /.  /. 
ProductiveDess.  —  Conn.  A  suggestion  from  modem  embryology.  —  Paul.  Stars  in  rapid 
motion.  —  Alpine  cretinism. —  148.  The  mode  of  admission  into  tho  Royal  society.  —  History 
of  Anglo-Saxon.  —  Elettive  studies  at  Harvard.  —  Ensilage  in  England.  —  The  Panama 
canal.  —  E.  Hypnotism.  —  The  utilization  of  by-products  in  charcoal-burning. 
■fScriptores  rerum  polonicarum.  T.    Vili.  Krakow,  1885.  4.° 

Epistolae  ex  archivio  domus  Radzivilianae  depromptae. 
Sitzungsberichte  der  k.  preussischen    Akademie  der   Wissenschaften.   1885, 

ìi.I-XXXIX.  Berlin,  8.° 

I.  li.  in.  Fuchi.  Ueber  den  Charakter  der  Integrale  von  Differentialgleichungen  coin- 
plexer  Variabeln.  —  Wilsing.  Ueber  die  Anwendnng  des  Pendels  zur  Bestimniung  der 
mittleren  Dichtigkeit  der  Erde.  —  Gerhardt.  Ueber  nen  gefundene  Hanuscripte  von  Leibniz.  — 
iv.  von  Sybel.  Zur  Erinnerung  an  Jacob  Grimm.  —  v.  Virchow.  Die  Verbreitung  des  blouden 
und  des  brtinetten  Typus  in  Mitteleuropa.  —  Hausmaninger.  Zur  Theorie  des  longitadim- 
len  Stosses  cylindrischer  Kflrper.  —  Mommsen.  Die  Oertlichkeit  der  Varusschlacht.  — 
vi  und  vn.  Websky.  Ueber  die  Vanadinsaure  entbaltende  Bleierze  aus  der  Provinz  Cordoba 
in  Argentina.  —  lìammelsberg.  Ueber  die  Oxyde  des  Mangans  und  Urans.  —  Koganei.  Ueber 
den  Bau  der  Iris.  —  Mendelssohn.  Untersuchungen  uber  Reflexe.  —  Scherins.  Znm  dritten 
Gauss'schen  Beweise  des  Reciproeitàtssatzes  fur  die  quadratischen  Reste.  —  Fritsch.  Zur 
Organisation  des  Gymnarchus  uiloticus.  —  Gerhardt.  Ueber  neu  gefundene  Manuscripte 
von  Leibniz  (Fortsetzung).  —  vili.  Siemens.  Ueber  die  von  Hru.  Fritte  in  New  York 
entdeckte  elektromotorische  Wirkung  des  beleuchteten  Selens.  —  Brunner.  Ueber  das  Alter 
der  Lex  Alamannorum.  —  ix  uud  x.  Schott.  Ueber  eine  illustrirte  Bekanntmaehung  der 
strafenden  Gerechtigkeit  in  China.  —  Schulze.  Ueber  das  Verhàltniss  der  Spongieu  zu  den 
C'hoanoflagellaten.  —  xi.  Rontgen.  Ueber  die  elektromagoetische  Wirkung  der  diélektrischeu 
Polari.-ation.  —  xn,  xm  und  xiv.  lldlmann.  Ueber  gewisse  Gesetzmassigkeiten  im  Wechsel 
der  Witterung  aufeinanderfolgender  Jahreszeitcn.  —  xv.  Mommsen.  Festrede.  —  A.  Kirchhoff. 
Bericht  uber  die  Sammlung  der  griechischen  Inschriften.  —  Mommsen.  Bericht  iiber  die 
Saramlung  der  lateinischen  Inschriften.  —  Bericht  uber  die  Palaeographie  der  lateini- 
schen  Inschriften.  —  Bericht  iiber  die  romische  Prosopographie.  —  Diels.  Bericht  ubar 
die  Herausgabe  der  Aristoteles-Commentatoren.  —  Duncker.  Bericht  uber  die  politische 
Correspondenz  Friedrich's  II.  —  Weicrslrass.  Bericht  uber  die  Herausgabe  der  Werke 
J.icobi's.  —  Bopp-Stiftimg.  Jahresbericht  fur  1884.  —  Humbokl t-Stittang.  Jahresbericht  des 
Curatoriums. —  Wailz.  Bericht  uber  die  Monumenta  Germaniae  historiae. —  Come.  Jahres- 
bericht des  Archaeologischeu  Instituts.  —  xvi  und  XVII.  Landolt.  Ueber  die  Zeitdauer  der 
Keaction  zwischen  Jodsaure  und  schwefliger  Saure.  —  svili.  Braun.  Ueber  die  Thermo- 
clektricitàt   geschmolzener    Metalle.    —    xix  uud  xx.  .1.    Kirchhoff:  Ueber   ein   Selbstcitat 


—   CCCXVII    — 

Herod.jfs  (7,213).—  Schwenden  ir.  Einiga  Beobachtnngen  an  Milclisaftgefassen  —  Albrecht. 
Ueber  die  im  Laufe  der  phylogenetischen  Entwickelung  entstandene,  angeborene  Spalte  des 

Brustbeinhandgriffes  der  Briillaffon.  —  Mdorff.  Ueber  die  LOslichkeit  von  Salzgemischen.  — 
Miìller-Erzbach.  Die  Dissociation  wasserhaltìger  Salze  und  dnrans  abgeleitete  Folgerangen 
iiber  die  Coustitution  der  Salzbestandtheile.  —  xxi,  xxn  und  xxm.  Kronecker.  Die  absolat 
kleinsten  Reste  reeller  GrOssen.  —  ZeU.ee.  Der  Ursprung  der  Schrifl  von  der  Welt.  — 
xxiv.  Haider.  Ueber  eine  neue  binreichende  Bedingung  fiir  die  Darstellbarkeit  cine  Function 
durch  die  Fourier'scbe  Reihe.  —  xxv  und  xxvi.  Curtius.  Das  Neleìon  oder  Heiligthum  der 
Basile  in  Atben.  —  Pernice.  Ulpian  als  Scbriftsteller.  —  Nòtling.  Ueber  Crustaccen  aus 
dem  Tertiiir  Aegyptens.  — ■  Steiner.  Die  Lebre  von  den  Zwangsbewegungen  des  Froscbes.  — 
Chun.  Ueber  die  cykliscbe  Entwickelung  der  Siphonopboren.  —  xxvn.  Duncker.  Des  Perikles 
Fahrt  in  den  Pontus.  —  Ilu/fory.  Ueber  zwei  Strophen  der  Voluspa.  —  Conze.  Jahresbericht 
uber  die  Thàtiegkit  des  Kaiserlich  deutseben  archaeologisehen  Instituts.  —  xxvm  and  xxix. 
lìolh.  Ueber  die  von  Hrn.  Dr.  Paul  Gussfeldt  in  Cbile  gesammelten  Gesteine.  —  Burmeister. 
Berichtigung  zu  Coelodon.  —  Scherer.  Altdeutsche  Segen.  —  xxx  Rammelsberg.  Ueber  die 
Gruppe  des  Skapolitbs.  —  xxxin.  Curtius.  Festrede  zum  Leibniz-Tage.  —  Sehulze.  An- 
trittsrede.  —  E.  du  Bois-Reymon.  Antwort  au  Hrn.  Sehulze.  —  Hirschfeld.  Antrittsrede.  — 
rlius.  Antwort  an  Hrn.  Hirschfeld.  —  Zeller.  Bericht  Iiber  die  zur  Beantwortung  der 
philosophiscben  Preisfrage  von  1882  eingegangenen  Arbeiten.  —  Dillmann.  Gedachtnissrede 
ani  Lepsius.  —  xxxiv.  Weierslrass.  Ueber  die  analytischè  Darstellbarkeit  sogenannter 
willkurlicher  Fanctionen  einer  reellen  Verànderlichen.  —  Kronecker.  Ueber  das  Dirichlet'sche 
Integrai.  —  xxxv  und  xxxvi.  Euting.  Epigraphische  Miseellen.  —  E.  du  Bois-tteymond. 
Lebende  Zitterrochen  in  Berlin.  Zweite  Mittheilung.  —  xxxvn.  Himslcdt.  Eiue  Bestiininung 
des  Ohrns.  —  xxxvm  und  xxxix.  Kronccker.  Zur  Theorie  der  efliptischen  Functiouen.  — 
là.  Ueber  den  Cauchy'schen  Satz.  —  Wehrslrass.  Ueber  die  analytischè  Darstellbarkeit 
sogenannter  willkflrlicher  Functionen  einer  reellen  Verànderlichen.  Zweite  Mittheilung.  — 
NoeV ing.  Vorlanfiger  Bericht  uber  die  geognostische  Beschaffenheit  des  Ost-Jordanlandes.  — 
Weber.  Das  Warmeleitungsvermogen  des  tropfbaren  Fliissigkeiten.  —  Wicn.  Ueber  den 
Einflnss  dir  ponderabeln  Theile  auf  das  gebeugte  Licht.  —  Hofmann.  Ueber  die  Sulfocyanur- 
sànre.  —  A/.  Ueber  das  Amin  det  Pentamethylbenzols.  —  Kronecker.  Ueber  eine  b"i 
Anwendnng  der  partiellen  Integration  niltzliche  Formel.  —  Berendl.  Das  Tertiiir  im  Be- 
reiche  der  Mark  Brandenburg.  —  Dillmann.  Ueber  Pithoin,  Hero,  Klysrua  nach  Naville.  — 
Foerster.  Mittheilnngen  iiber  Handschriften  des  Libanios. 

•Tlnh-ingiscbe  Gechischtsquellen.  IV.  P.  Bd.  II.  Jena,  1885.  8.° 

Urkundenbuch  der  Vogte  von  Weida,  Gera  und  Plauen  sowie  ihrer  HausklSster  Mil- 
denfnrth,  Cranschwitz,  Weida  und  z.  h.  Kreuz  bei  Saalburg.  1122-1356. 

tTijdsclirift  (Natuurkimdig)  voor  Nederlandsch-Indie.  Deel  XLIV  (8,  Ser.  V). 

Batavia,  1885.  8. 
tVerliandelingen    rakende    den    natuurlijken    en  Geopenbaarden    Godsdienst. 

N.  S.  D.  Xr,  2.  Haarlem,  1885.  8." 
tVerhandlungen   der    Naturforschenden    Gesellschaft    in    Base!.   Th.  VII,  3. 
Basel,  1885.  8." 

Kollmann.  Intracellulare  Verdauung  ia  der  Keimhaut  \on  Wirbeltbieren.  —  Balmer. 
Notiz  iiber  die  Spectrallinien  des  Wasserstoffs.  —  Riggenbaeh.  Witterungsiibersicht  des 
Jahres  1883.  —  Kollmann.  Beitriige  za  der  Rassen-Anatomie  der  Indianer,  Samojeden  und 
Anstralier.  —  la.  Kalmucken  der  Dorbeter  Horde  in  Basel.  —  hi.  und  Kahnl.  Schadel- 
nnd  Skeletreste  aus  einem  Judenfriedhof  des  13.  und  14.  Jahrhunderts  zu  Basel.  —  hi.  un  1 
Hagenbach.  Die  in  der  Schweiz  vorkommcnlen  Schadelformen.  —  Miillcr.  Vierter  Nacbtrag 


—    CCCXVII1    — 

zum  Katalog  der  herpetologischen  Sammlung  des  Basler  Museums.  —  Ràlirneyer.  Bericht 
uber  das  naturhistorische  Museura  vom  Jahre  1883.  —  Id.  Bericht  uber  das  naturhistori- 
sche  Museum  vom  Jahre  1884.—  Balmer.  Zweite  Notiz  fiber  die  Spectrallinien  des  Was- 
serstoffs.  —  Riggenbach.  Zum  Klima  der  Goldkuste.  —  Id.  Witterurjgsùbersicht  des  Jahres 
1^84.  _  Màhly.  Zur  Geographie  uad  Ethnographie  der  Goldkiiste.  —  Burckhardt  und  Holz. 
S.chster  Bericht  ùber  die  Dr.  J.  M.  Ziegler'sche  Kartensammlung. 
tVerhandlungen  des  Vereius  zur  Beforderung  des  Gewerbfleisses.  1885.  H.  9. 

Berlin.  4.° 

Werner.  Dauipfkessel  nebst  Ausrustung. 
+  Viestnik  hrvatskoga  Arkeologickoga  Druztva.  God.  VII,  4.  U  Zagrebu,  1885. 8.° 

Ljubic.  Terramare  in  Croazia.  —  Vulelic-Vucasovic.  Iscrizioni  antico-bosnesi  in  Erce- 

govina.  —  hi.  Iscrizioni  nella  valle  di  Giuppana  presso  Ragusa.  —  Zlatovic.   La    fortezza 

Chiave  sul  Cicola.  —  Kaer.  Antichità   in    Brista-Pasicina    del    capitanato  di  Metkovic.  — 

Ljubic.  Elmo  dell'epoca  romana.  —  Miler.  Due  monete  romane  rare. 

tWocb.enscb.rift  des  ost.  Ingenieur-  und  Architekten-Véreines.   Jhg.  X,  49-51. 

Wien,  1885.  4.° 
•Zeitscbrift  des  Vereins  far  Tliiiringische  Geschichte   und   Altertbumskunde. 

N.  F.  Bd.  VI,  3-4.  Jena,  1885.  8.° 

Karstens.    Sàchsisch-Hessische  Beziehungen  in    den  Jahren  1524,  1525  und  1526.  — 
Einert.  Der  grosse  Brand  zu  Arnstadt  1581.  —  Anemuller.  Zur  Geschichte  des  Leutenber- 
ger  Dominikanerklosters.   Nebst    einigen    ungedruckten    Urkunden    aus   dem    Budolstàdter 
Archive.  —  Dobenecker.  KOnig  Rudolfs  I.  Priedenspolitik  in  Thiiringen. 
tZeitschrift  (Historische).  N.  F.  Bd.  XIX,  3.  Miinchen,  1886.  8.° 

Koeh.  Die  Verfassung  von  Genf  und  Eousseau"s  contrat  social.  —  Brùcfcw«r.Das  Archiv 
des  Furstcn  Moronzow. 


o 


AS  Accademia  nazionale  dei  Lince: 

222  Rome 

RÓ25  Rendiconti,      aer.   4- 

v.l 


PLEASE  DO  NOT  REMOVE 
CARDS  OR  SLIPS  FROM  THIS  POCKET 

UNIVERSITY  OF  TORONTO  LIBRARY